Miscellanea ,
1
.
Mylord
Yanez
La
cerimonia
religiosa
,
che
aveva
fatto
accorrere
a
Gauhati
,
una
delle
più
importanti
città
dell
'
Assam
indiano
,
migliaia
e
migliaia
di
devoti
seguaci
di
Visnù
,
giunti
da
tutti
i
villaggi
bagnati
dalle
sacre
acque
del
Brahmaputra
,
era
finita
.
La
preziosa
pietra
di
Salagraman
,
che
altro
non
era
che
una
conchiglia
pietrificata
,
del
genere
dei
corni
d
'
Ammone
,
di
color
nero
,
ma
che
nel
suo
interno
celava
un
capello
di
Visnù
,
il
dio
conservatore
dell
'
India
,
era
stata
ricondotta
nella
grande
pagoda
di
Karia
,
e
probabilmente
già
nascosta
in
un
ripostiglio
noto
solo
al
rajah
,
ai
suoi
ministri
ed
al
grande
sacerdote
.
Le
vie
si
sfollavano
rapidamente
:
popolo
,
soldati
,
bajadere
,
suonatori
,
s
'
affrettavano
a
far
ritorno
alle
loro
case
,
alle
caserme
,
ai
templi
o
agli
alberghi
,
per
rifocillarsi
dopo
tant
'
ore
di
marcia
intorno
alla
città
,
seguendo
il
gigantesco
carro
che
portava
l
'
invidiato
amuleto
e
soprattutto
quel
capello
che
tutti
gli
stati
dell
'
India
invidiavano
al
fortunato
rajah
dell
'
Assam
.
Due
uomini
,
che
spiccavano
vivamente
pei
loro
costumi
assai
diversi
da
quelli
indossati
dagli
indiani
,
scendevano
lentamente
una
delle
vie
centrali
della
popolosa
città
,
soffermandosi
di
quando
in
quando
per
scambiare
una
parola
,
sopratutto
quando
non
avevano
presso
di
loro
né
popolani
,
né
soldati
.
Uno
era
un
bel
tipo
d
'
europeo
,
sulla
cinquantina
,
colla
barba
brizzolata
e
abbondante
,
la
pelle
un
po
'
abbronzata
,
tutto
vestito
di
flanella
bianca
e
avente
sul
capo
un
largo
feltro
somigliante
al
sombrero
messicano
,
con
piccole
ghiande
d
'
oro
intorno
al
nastro
di
seta
.
L
'
altro
invece
era
un
orientale
,
un
estremo
orientale
,
a
giudicarlo
dalla
tinta
della
sua
pelle
,
che
aveva
dei
lontani
riflessi
olivastri
,
occhi
nerissimi
,
brucianti
,
barba
ancora
nera
e
capelli
lunghi
e
ricciuti
che
gli
cadevano
sulle
spalle
.
Invece
del
vestito
bianco
,
indossava
una
ricchissima
casacca
di
seta
verde
con
alamari
e
bottoni
d
'
oro
,
portava
calzoni
larghi
d
'
egual
colore
,
stivali
alti
di
pelle
gialla
colla
punta
rialzata
come
quelli
degli
usbeki
e
dalla
larga
fascia
di
seta
bianca
gli
pendeva
una
magnifica
scimitarra
,
la
cui
impugnatura
era
incrostata
di
diamanti
e
di
rubini
d
'
un
valore
certamente
immenso
.
Splendidi
tipi
entrambi
,
alti
di
statura
,
vigorosi
,
capaci
di
tener
testa
da
soli
a
venti
indù
.
-
Dunque
,
Yanez
?
-
chiese
ad
un
tratto
l
'
uomo
vestito
di
seta
,
fermandosi
per
la
decima
volta
.
-
Che
cos
'
hai
deciso
?
I
miei
uomini
si
annoiano
;
tu
sai
che
la
pazienza
non
è
mai
stata
il
forte
delle
vecchie
tigri
di
Mompracem
.
Sono
otto
giorni
che
siamo
qui
a
guardare
i
templi
di
questa
città
e
la
corrente
poco
pulita
del
Brahmaputra
.
Non
è
così
che
si
conquista
un
regno
.
-
Tu
hai
sempre
fretta
-
rispose
l
'
altro
.
-
Gli
anni
non
riusciranno
a
calmare
mai
il
sangue
ardente
della
Tigre
della
Malesia
?
-
Non
credo
-
rispose
il
famoso
pirata
,
sorridendo
.
-
Ed
a
te
non
strapperanno
la
tua
eterna
calma
?
-
Vorrei
,
mio
caro
Sandokan
,
mettere
oggi
stesso
le
mani
sul
trono
del
rajah
e
strappargli
la
corona
per
metterla
sulla
fronte
della
mia
bella
Surama
,
ma
la
cosa
non
mi
sembra
troppo
facile
.
Fino
a
che
qualche
fortunato
avvenimento
non
mi
farà
avvicinare
quel
prepotente
monarca
,
noi
non
potremo
tentare
nulla
.
-
Quell
'
avvicinamento
si
cerca
.
Si
sarebbe
spenta
la
tua
fantasia
?
-
Non
credo
,
perché
ho
un
'
idea
fissa
nel
cervello
,
-
rispose
Yanez
.
-
Quale
?
-
Se
noi
non
facciamo
qualche
gran
colpo
,
non
entreremo
giammai
nelle
buone
grazie
del
rajah
,
il
quale
detesta
gli
stranieri
.
-
Noi
siamo
pronti
ad
aiutarti
.
Siamo
in
trentacinque
,
con
Sambigliong
,
e
domani
saranno
qui
anche
Tremal
-
Naik
e
Kammamuri
.
Mi
hanno
telegrafato
quest
'
oggi
che
lasciavano
Calcutta
per
raggiungerci
.
Fuori
l
'
idea
.
-
Invece
di
rispondere
,
Yanez
si
era
fermato
dinanzi
ad
un
palazzo
,
le
cui
finestre
erano
illuminate
da
panieri
di
filo
di
ferro
colmi
di
cotone
imbevuto
d
'
olio
di
cocco
,
che
fiammeggiavano
crepitando
.
Dal
pianterreno
,
che
pareva
servisse
d
'
albergo
,
usciva
un
baccano
indiavolato
e
attraverso
le
finestre
si
vedevano
numerose
persone
che
andavano
e
venivano
affaccendate
.
-
Ci
siamo
,
-
disse
Yanez
.
-
Dove
?
-
Il
primo
ministro
del
rajah
,
Sua
Eccellenza
Kaksa
Pharaum
non
dormirà
tanto
facilmente
questa
sera
.
-
Perché
?
-
Col
chiasso
che
fanno
sotto
di
lui
.
Che
cattiva
idea
ha
avuto
di
andare
ad
abitare
sopra
un
albergo
!
Potrebbe
costargli
cara
.
-
Sandokan
lo
guardò
con
sorpresa
.
-
La
tua
idea
partirebbe
da
questo
albergo
?
-
chiese
.
-
Me
lo
saprai
dire
più
tardi
.
Come
ho
giuocato
James
Brooke
,
che
non
era
uno
stupido
,
farò
un
brutto
scherzo
anche
a
S
.
E
.
Kaksa
Pharaum
.
Hai
fame
,
fratellino
?
-
Una
buona
cena
non
mi
dispiacerebbe
.
-
Te
la
offro
,
ma
tu
te
la
mangerai
da
solo
,
-
disse
Yanez
.
-
Tu
diventi
un
enigma
.
-
Svolgo
la
mia
famosa
idea
.
Tu
dunque
cenerai
ad
un
'
altra
tavola
e
qualunque
cosa
accada
non
interverrai
nelle
mie
faccende
;
solo
quando
avrai
finito
di
cenare
andrai
a
chiamare
i
nostri
tigrotti
e
li
farai
passeggiare
,
come
tranquilli
cittadini
che
si
godono
la
frescura
notturna
,
sotto
le
finestre
di
S
.
E
.
il
primo
ministro
.
-
E
se
ti
minacciassero
?
-
Tengo
sotto
la
fascia
due
buone
pistole
a
due
colpi
ciascuna
ed
in
una
tasca
ho
il
mio
fedele
kriss
.
Guarda
,
ascolta
,
mangia
e
fingi
di
essere
cieco
e
muto
.
-
Ciò
detto
lasciò
Sandokan
,
più
che
mai
stupito
per
quelle
parole
oscure
,
ed
entrò
risolutamente
nell
'
albergo
,
con
una
gravità
così
comica
che
in
altre
occasioni
avrebbe
fatto
schiattare
dalle
risa
il
suo
compagno
,
quantunque
per
indole
non
fosse
mai
stato
troppo
allegro
.
Quella
trattoria
non
era
così
frequentata
,
come
Yanez
aveva
creduto
.
Si
componeva
di
tre
salette
,
ammobiliate
senza
lusso
,
con
molte
tavole
e
molte
panche
ed
un
gran
numero
di
servi
che
correvano
come
pazzi
,
portando
caraffe
di
vino
di
palma
e
d
'
arak
e
grandi
terrine
ripiene
di
riso
condito
con
pesci
del
Brahmaputra
,
fritti
nell
'
olio
di
cocco
e
mescolati
con
erbe
aromatiche
.
Assisi
ai
tavoli
non
vi
erano
più
di
due
dozzine
d
'
indiani
,
appartenenti
però
alle
alte
caste
,
a
giudicarlo
dalla
ricchezza
dei
loro
costumi
,
per
lo
più
kaltani
e
ragiaputra
discesi
dalle
alte
montagne
del
Dalch
e
del
Landa
per
chiedere
qualche
grazia
alla
preziosa
conchiglia
pietrificata
,
che
celava
nel
suo
interno
il
capello
di
Visnù
.
L
'
improvvisa
entrata
di
quell
'
europeo
pareva
che
avesse
prodotto
un
pessimo
effetto
su
tutti
quegli
indiani
,
poiché
i
discorsi
cessarono
immediatamente
,
e
l
'
allegria
prodotta
dalle
abbondanti
libazioni
del
vino
e
dell
'
arak
arracanese
sfumò
d
'
un
colpo
.
Il
portoghese
,
a
cui
nulla
sfuggiva
,
attraversò
le
due
prime
sale
ed
entrato
nell
'
ultima
andò
a
sedersi
ad
un
tavolo
,
che
era
occupato
da
quattro
barbuti
kattani
che
avevano
nelle
larghe
fasce
un
vero
arsenale
fra
pistole
,
pugnali
e
tarwar
assai
ricurvi
e
affilatissimi
.
Yanez
li
guardò
bene
in
viso
,
senza
degnarli
d
'
un
saluto
e
si
sedette
tranquillamente
di
fronte
a
loro
,
gridando
con
voce
stentorea
:
-
Da
manciare
!
Mylord
avere
molta
fame
!
-
I
quattro
kaltani
,
ai
quali
non
doveva
piacere
troppo
la
compagnia
di
quello
straniero
,
presero
le
loro
terrine
ancora
semi
-
piene
di
carri
,
s
'
alzarono
di
colpo
e
cambiarono
tavola
.
-
Benissimo
,
-
mormorò
il
portoghese
.
-
Tra
poco
vi
farò
o
ridere
o
piangere
.
-
Un
garzone
passava
in
quel
momento
,
portando
un
piatto
colmo
di
pesci
,
destinato
ad
altre
persone
.
Si
levò
rapidamente
e
lo
afferrò
per
un
orecchio
costringendolo
a
fermarsi
.
Poi
gli
gridò
sul
viso
:
-
Mylord
avere
molta
fame
.
Metti
qui
,
briccone
!
È
seconda
volta
che
mylord
grida
.
-
Sahib
!
-
esclamò
confuso
,
ed
un
po
'
irritato
,
l
'
indiano
.
-
Questo
pesce
non
è
per
voi
.
-
Chiamare
me
mylord
,
birbante
!
-
gridò
Yanez
,
fingendosi
irritato
.
-
Io
essere
grande
inglese
.
Metti
qui
piatto
!
Buon
profumo
.
-
Impossibile
,
mylord
.
Non
è
per
te
.
-
Io
pagare
e
volere
manciare
.
-
Un
momento
solo
e
ti
servo
.
-
Contare
momenti
sul
mio
orologio
,
poi
tagliare
a
te
un
orecchio
.
-
Si
tolse
da
un
taschino
un
magnifico
cronometro
d
'
oro
e
lo
mise
sulla
tavola
,
fissando
le
lancette
.
In
quel
momento
Sandokan
era
entrato
,
mettendosi
a
sedere
ad
un
tavolo
che
si
trovava
presso
una
finestra
e
che
non
era
stato
occupato
.
Indossando
un
costume
orientale
ed
avendo
la
pelle
colorata
,
nessuno
aveva
fatto
gran
caso
a
lui
.
Poteva
passare
per
un
ricco
indù
del
Lahore
e
di
Agrar
,
giunto
per
assistere
alla
celebre
cerimonia
religiosa
.
Il
famoso
pirata
malese
si
era
appena
seduto
che
tre
o
quattro
giovani
servi
gli
furono
intorno
,
chiedendogli
premurosamente
che
cosa
desiderasse
per
cena
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
Yanez
,
gettando
via
con
stizza
la
sigaretta
che
aveva
appena
accesa
.
-
È
entrato
dopo
di
me
ed
eccoli
tutti
intorno
a
servirlo
.
Un
europeo
non
potrà
mai
fare
niente
di
buono
in
questo
paese
,
a
menoché
non
sia
un
furbo
matricolato
.
Ah
!
È
così
!
Vedrete
che
cosa
saprà
fare
mylord
...
Moreland
.
Prendiamo
il
nome
del
figlio
di
Suyodhana
.
Suona
bene
agli
orecchi
.
Ah
!
Toh
!
Vi
è
da
bere
!
-
Una
caraffa
,
ordinata
certamente
dai
quattro
kaltani
che
prima
occupavano
il
tavolo
,
si
trovava
nel
mezzo
,
con
accanto
una
tazza
.
Yanez
,
senza
preoccuparsi
dei
suoi
proprietari
,
l
'
afferrò
e
se
l
'
accostò
alle
labbra
,
tracannando
una
lunga
sorsata
.
-
Vero
arak
,
-
disse
poi
.
-
Squisitissimo
in
fede
mia
!
-
Stava
per
riassaggiarlo
,
quando
uno
dei
quattro
kaltani
barbuti
si
avvicinò
al
tavolo
,
dicendogli
in
un
pessimo
inglese
:
-
Scusa
,
sahib
,
ma
quella
caraffa
appartiene
a
me
.
Tu
hai
appoggiate
al
vaso
le
tue
labbra
impure
e
pagherai
il
contenuto
.
-
Chiamare
me
,
mylord
,
innanzi
tutto
,
-
disse
Yanez
,
tranquillamente
.
-
Sia
pure
,
purché
tu
paghi
quel
liquore
che
io
ho
ordinato
per
me
,
-
rispose
il
kaltano
con
accento
secco
.
-
Mylord
non
pagare
per
nessuno
.
Trovare
caraffa
sul
mio
tavolo
ed
io
bere
finché
non
avere
più
sete
.
Lasciare
tranquillo
mylord
.
-
Qui
non
sei
a
Calcutta
e
nemmeno
nel
Bengala
.
-
A
mylord
non
importare
affatto
.
Io
essere
grande
e
ricco
inglese
.
-
Ragione
di
più
per
pagare
ciò
che
non
ti
appartiene
.
-
Vattene
al
diavolo
-
.
Poi
,
vedendo
passare
un
altro
garzone
che
portava
un
certo
piatto
colmo
di
frutta
cotte
,
lo
prese
pel
collo
,
urlandogli
:
-
Qui
!
Metti
qui
,
davanti
mylord
.
Metti
o
mylord
strangolare
.
-
Sahib
!
-
Yanez
,
senza
attendere
altro
,
gli
strappò
il
piatto
,
se
lo
mise
dinanzi
e
dopo
d
'
aver
dato
al
garzone
una
spinta
che
lo
mandò
a
battere
il
naso
contro
un
tavolo
vicino
,
si
mise
a
mangiare
,
borbottando
:
-
Mylord
avere
molta
fame
.
Birbanti
indiani
!
Mandare
io
qui
cipay
e
cannoni
e
bum
su
tutti
voi
!
-
A
quell
'
atto
di
violenza
,
compiuta
da
uno
straniero
,
un
minaccioso
mormorìo
era
sfuggito
dalle
labbra
degli
indiani
,
che
stavano
cenando
nella
trattoria
.
I
quattro
kaltani
si
erano
anzi
alzati
,
tenendo
le
mani
appoggiate
sui
loro
lunghi
pistoloni
e
guardandolo
ferocemente
.
Solo
Sandokan
rideva
silenziosamente
,
mentre
Yanez
,
sempre
imperturbabile
,
si
divorava
coscienziosamente
le
frutta
cotte
inaffiandole
di
quando
in
quando
coll
'
arak
che
non
aveva
pagato
,
né
che
intendeva
pagare
.
Quand
'
ebbe
terminato
,
afferrò
quasi
di
volata
un
terzo
garzone
,
strappandogli
di
mano
una
terrina
piena
di
carri
,
condito
con
un
magnifico
pesce
.
-
Tutto
questo
per
mylord
!
-
gridò
.
-
Voi
non
servire
,
ed
io
prendere
,
by
God
!
-
Questa
volta
un
urlo
d
'
indignazione
si
era
alzato
nella
sala
.
Tutti
gl
'
indiani
che
occupavano
le
tavole
erano
balzati
in
piedi
come
un
solo
uomo
,
seccati
da
quelle
continue
prepotenze
.
-
Fuori
l
'
inglese
!
Fuori
!
-
gridarono
tutti
,
con
voce
minacciosa
.
Un
ragiaputra
d
'
aspetto
brigantesco
,
più
ardito
degli
altri
,
si
avanzò
verso
il
tavolo
occupato
dal
portoghese
e
gli
additò
la
porta
,
dicendogli
:
-
Vattene
!
Basta
!
-
Yanez
,
che
stava
già
attaccando
il
pesce
,
alzò
gli
occhi
sull
'
indiano
,
chiedendogli
con
perfetta
calma
:
-
Chi
?
-
Tu
!
-
Io
,
mylord
?
-
Mylord
o
sahib
,
vattene
!
-
riprese
il
ragiaputra
.
-
Mylord
non
avere
finito
ancora
cena
.
Avere
molta
fame
ancora
,
caro
indiano
.
-
Va
'
a
mangiare
a
Calcutta
.
-
Mylord
non
avere
voglia
di
muoversi
.
Trovare
qui
roba
molto
buona
ed
io
mylord
mangiare
ancora
molto
,
poi
tutto
pagare
.
-
Buttalo
fuori
!
-
urlarono
i
kaltani
,
furibondi
.
Il
ragiaputra
allungò
una
mano
per
afferrare
Yanez
;
ma
questi
gli
scaraventò
attraverso
il
viso
il
pesce
che
stava
mangiando
,
accecandolo
colla
salsa
pimentata
che
lo
contornava
,
A
quel
nuovo
atto
di
prepotenza
,
che
suonava
come
una
sfida
,
i
quattro
kaltani
ai
quali
Yanez
aveva
bevuto
l
'
arak
,
si
erano
slanciati
contro
la
tavola
urlando
come
indemoniati
.
Sandokan
si
era
pure
alzato
,
mettendo
le
mani
entro
la
fascia
;
ma
uno
sguardo
rapido
di
Yanez
lo
fermò
.
Il
portoghese
era
d
'
altronde
un
uomo
da
cavarsela
,
senza
l
'
aiuto
del
suo
terribile
compagno
.
Scaraventò
innanzi
a
tutto
addosso
ai
kaltani
la
terrina
del
carri
;
poi
afferrato
uno
sgabello
di
bambù
l
'
alzò
,
facendolo
roteare
minacciosamente
sui
musi
dei
suoi
avversari
.
La
mossa
fulminea
,
la
statura
dell
'
uomo
e
più
che
tutto
quel
certo
fascino
misterioso
che
esercitano
quasi
sempre
gli
uomini
bianchi
su
quelli
di
colore
,
avevano
arrestato
lo
slancio
dei
kaltani
e
di
tutti
gli
altri
indù
,
che
stavano
per
prendere
le
difese
dei
loro
compatriotti
.
-
Uscire
o
mylord
inglese
accoppare
tutti
!
-
aveva
gridato
il
portoghese
.
Poi
,
vedendo
che
i
suoi
avversari
stavano
lì
immobili
,
indecisi
,
lasciò
cadere
lo
scanno
,
trasse
due
magnifiche
pistole
a
doppia
canna
,
arabescate
e
montate
in
argento
e
madreperla
e
senz
'
altro
le
spianò
,
ripetendo
:
-
Uscire
tutti
!
-
Sandokan
fu
il
primo
a
obbedire
.
Gli
altri
,
presi
da
un
subitaneo
panico
e
anche
per
evitare
al
loro
governo
,
già
non
troppo
ben
visto
dal
viceré
del
Bengala
,
delle
gravi
complicazioni
,
non
tardarono
a
battere
in
ritirata
,
quantunque
tutti
possedessero
delle
armi
.
Il
proprietario
della
trattoria
,
udendo
tutto
quel
baccano
,
fu
lesto
ad
accorrere
impugnando
una
specie
di
spiedo
.
-
Chi
sei
tu
che
ti
permetti
di
guastare
i
sonni
di
S
.
E
.
il
ministro
Kaksa
Pharaum
che
abita
sopra
e
che
metti
in
fuga
i
miei
avventori
?
-
Mylord
,
-
rispose
Yanez
con
tutta
tranquillità
.
-
Mylord
o
contadino
t
'
invito
a
uscire
.
-
Io
non
avere
ancora
finita
mia
cena
.
Tuoi
boy
non
servire
me
e
io
prendere
a
loro
piatti
.
Io
pagare
e
avere
per
ciò
diritto
mangiare
.
-
Va
'
a
terminare
la
tua
cena
altrove
.
Io
non
servo
gl
'
inglesi
.
-
E
io
non
lasciare
tuo
albergo
.
-
Farò
chiamare
le
guardie
di
S
.
E
.
il
ministro
e
ti
farò
arrestare
.
-
Un
inglese
mai
avere
paura
delle
guardie
.
-
Esci
?
-
urlò
il
trattore
furibondo
.
-
No
.
-
L
'
assamese
fece
atto
d
'
alzare
lo
spiedo
,
ma
subito
indietreggiò
fino
sulla
soglia
della
porta
.
Yanez
aveva
impugnate
le
pistole
che
aveva
deposte
sulla
tavola
e
gliele
aveva
puntate
verso
il
petto
,
dicendogli
freddamente
:
-
Se
tu
fare
un
solo
passo
,
io
fare
bum
e
ucciderti
.
-
Il
trattore
chiuse
con
fracasso
la
porta
,
mentre
i
kaltani
ed
i
ragiaputra
che
erano
accorsi
anche
dalle
due
sale
,
gridavano
:
-
Non
lasciamolo
scappare
!
È
un
pazzo
!
Le
guardie
!
Le
guardie
!
-
Yanez
era
scoppiato
in
una
gran
risata
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
.
-
Ecco
come
si
può
procurarci
una
cena
gratuita
presso
un
altissimo
personaggio
del
rajah
d
'
Assam
.
Me
la
offrirà
,
non
ne
dubito
.
E
Sandokan
?
Ah
!
Se
n
'
è
andato
:
benissimo
,
ora
possiamo
riprendere
il
pasto
.
-
Tranquillo
ed
impassibile
,
come
un
vero
inglese
,
si
era
seduto
dinanzi
ad
un
'
altra
tavola
sulla
quale
si
trovava
un
'
altra
terrina
di
carri
,
mandando
giù
qualche
cucchiaiata
.
Non
era
però
giunto
alla
terza
,
quando
la
porta
si
riaprì
con
gran
fracasso
e
sei
soldati
che
avevano
dei
turbanti
immensi
,
delle
larghe
casacche
fiammanti
,
calzoni
amplissimi
e
babbucce
di
pelle
rossa
,
entrarono
puntando
sul
portoghese
le
loro
carabine
.
Erano
sei
pezzi
d
'
uomini
,
alti
come
granatieri
,
e
barbuti
come
briganti
della
montagna
.
-
Arrenditi
,
-
gli
disse
uno
di
loro
che
aveva
piantata
sul
turbante
una
penna
d
'
avvoltoio
.
-
A
chi
?
-
chiese
Yanez
,
senza
cessare
di
mangiare
.
-
Noi
siamo
le
guardie
del
primo
ministro
del
rajah
.
-
Dove
condurre
me
mylord
?
-
Da
S
.
E
.
-
Io
non
avere
paura
di
S
.
E
.
-
Si
rimise
nella
cintura
le
pistole
,
si
alzò
con
tutta
flemma
,
depose
sul
tavolo
un
gruzzoletto
di
rupie
pel
taverniere
e
s
'
avanzò
verso
le
guardie
,
dicendo
:
-
Mylord
degnare
S
.
E
.
di
vedere
me
grande
inglese
.
-
Da
'
le
armi
,
mylord
.
-
Io
non
dare
mai
mie
pistole
:
essere
regalo
di
graziosissima
regina
Vittoria
mia
amica
,
perché
io
essere
grande
mylord
inglese
.
Io
promettere
non
fare
male
a
ministro
.
-
Le
sei
guardie
si
interrogarono
cogli
sguardi
,
non
sapendo
se
dovevano
forzare
quell
'
originale
a
consegnare
le
pistole
;
ma
poi
,
temendo
di
commettere
qualche
grossa
corbelleria
,
trattandosi
di
un
inglese
,
lo
invitarono
senz
'
altro
a
seguirli
presso
il
ministro
.
Nella
vicina
sala
s
'
erano
radunati
tutti
gli
avventori
,
pronti
a
prestare
man
forte
alle
guardie
del
ministro
.
Vedendolo
comparire
,
una
salva
d
'
imprecazioni
lo
accolse
:
-
Fatelo
impiccare
!
-
Gettate
dalla
finestra
l
'
inglese
!
-
È
un
ladro
!
-
È
un
furfante
!
-
È
una
spia
!
-
Yanez
guardò
intrepidamente
quegli
energumeni
,
che
facevano
gli
spavaldi
perché
lo
vedevano
fra
sei
carabine
e
rispose
alle
loro
invettive
con
una
clamorosa
risata
.
Uscite
dalla
trattoria
,
le
guardie
entrarono
in
un
vicino
portone
e
fecero
salire
al
prigioniero
una
marmorea
gradinata
che
era
illuminata
da
un
lanternone
di
metallo
dorato
,
in
forma
di
cupola
.
-
Qui
abitare
ministro
?
-
chiese
Yanez
.
-
Sì
,
mylord
-
gli
rispose
uno
dei
sei
.
-
Io
avere
fretta
cenare
con
lui
.
-
Le
guardie
lo
guardarono
con
stupore
;
ma
non
osarono
dire
nulla
.
Giunti
sul
pianerottolo
lo
introdussero
in
una
bellissima
sala
,
arredata
con
eleganza
,
con
molti
divanetti
di
seta
fiorata
,
grandi
tende
di
percallo
azzurro
e
leggiadri
mobili
,
leggerissimi
ed
incrostati
d
'
avorio
e
di
madreperla
.
Uno
dei
sei
indiani
s
'
appressò
ad
una
lastra
di
bronzo
sospesa
sopra
una
porta
e
la
percosse
replicatamente
con
un
martelletto
di
legno
.
Il
suono
non
erasi
ancora
dileguato
,
quando
la
tenda
fu
alzata
ed
un
uomo
comparve
,
fissando
subito
i
suoi
occhi
,
più
con
curiosità
che
con
stizza
,
su
Yanez
.
-
S
.
E
.
il
primo
ministro
Kaksa
Pharaum
,
-
disse
una
delle
guardie
.
-
Saluta
.
-
Aho
!
-
fece
Yanez
,
togliendosi
il
cappello
e
porgendo
la
destra
,
come
per
stringere
la
mano
al
potentissimo
ministro
.
Kaksa
Pharaum
era
un
uomo
sui
cinquant
'
anni
,
piccolo
,
magro
come
un
fakiro
,
colla
pelle
assai
abbronzata
,
il
naso
adunco
come
il
becco
degli
uccelli
da
preda
,
che
si
nascondeva
in
buona
parte
entro
una
foltissima
barba
che
gli
saliva
fino
quasi
agli
occhi
.
Aveva
deposto
il
ricco
costume
di
corte
,
perché
indossava
un
semplice
dootèe
di
seta
gialla
a
ricami
rossi
che
gli
scendeva
,
come
una
veste
da
camera
,
fino
alle
babbucce
di
pelle
rosso
cupa
.
Quantunque
avesse
veduta
la
mano
di
Yanez
,
si
guardò
bene
dal
toccarla
,
anzi
si
trasse
un
po
'
da
parte
,
per
far
meglio
capire
a
quello
straniero
che
non
desiderava
accordargli
nessuna
confidenza
.
-
Sei
tu
che
hai
provocato
tanto
chiasso
nella
trattoria
?
-
chiese
.
-
Essere
stato
io
,
-
rispose
Yanez
.
-
Non
sapevi
che
qui
abita
un
ministro
?
-
Io
sapere
una
sola
cosa
:
di
avere
molta
fame
e
di
vedere
altri
a
manciare
senza
me
.
-
E
per
quello
hai
fatto
nascere
una
mezza
rivoluzione
e
mi
hai
disturbato
?
-
Quando
tua
Eccellenza
avere
voglia
cenare
tu
manciare
subito
ed
io
no
?
-
Io
sono
un
ministro
...
-
Ed
io
essere
mylord
John
Moreland
,
grande
pari
Inghilterra
,
amico
grande
regina
Vittoria
imperatrice
tutte
Indie
.
-
Udendo
quelle
parole
,
la
fronte
del
ministro
,
poco
prima
corrugata
,
si
rasserenò
.
-
Tu
sei
un
mylord
?
-
Sì
,
Eccellenza
.
-
E
non
l
'
hai
detto
al
trattore
?
-
Averlo
cridato
a
tutti
e
nessuno
volermi
dare
da
manciare
.
Non
fare
così
noi
in
Inghilterra
.
Dare
da
manciare
anche
a
indù
.
-
Sicché
non
hai
potuto
cenare
,
mylord
?
-
Soli
pochi
bocconi
.
Io
avere
ancora
molta
fame
,
grandissima
fame
.
Io
scrivere
stassera
a
viceré
del
Bengala
non
poter
compiere
mia
difficile
missione
,
perché
assamesi
non
dare
mylord
da
manciare
.
-
Quale
missione
?
-
Io
essere
grande
cacciatore
tigri
ed
essere
qui
venuto
per
distruggere
tutte
male
bestie
che
mangiano
indù
.
-
Sicché
tu
,
mylord
,
sei
venuto
per
rendere
dei
preziosi
servigi
.
I
nostri
sudditi
hanno
avuto
torto
a
trattarti
male
,
però
io
rimedierò
a
tutto
.
Seguimi
,
mylord
.
-
Fece
cenno
alle
guardie
di
ritirarsi
,
rialzò
la
tenda
ed
introdusse
Yanez
in
un
grazioso
gabinetto
,
illuminato
da
un
globo
di
vetro
opalino
,
sospeso
sopra
una
tavola
riccamente
imbandita
,
con
piatti
e
posate
d
'
oro
e
d
'
argento
,
colmi
di
svariati
manicaretti
.
-
Stava
appunto
per
cenare
,
-
disse
il
ministro
.
-
Mylord
ti
offro
di
tenermi
compagnia
,
così
ti
compenserò
della
cattiva
educazione
e
della
malevolenza
del
trattore
.
-
Io
ringraziare
Eccellenza
e
scrivere
a
mio
amico
viceré
Bengala
tua
gentile
accoglienza
.
-
Te
ne
sarò
grato
.
-
Si
sedettero
e
si
misero
a
mangiare
con
invidiabile
appetito
,
specialmente
da
parte
di
Yanez
,
scambiandosi
di
quando
in
quando
qualche
complimento
.
Il
ministro
spinse
anzi
la
sua
cortesia
fino
a
far
servire
al
suo
convitato
della
vecchia
birra
inglese
che
,
quantunque
molto
acida
,
Yanez
si
guardò
bene
dal
non
tracannare
.
Quand
'
ebbero
terminato
,
il
portoghese
si
rovesciò
sulla
comoda
poltrona
e
fissati
gli
occhi
in
viso
al
ministro
,
gli
disse
a
bruciapelo
ed
in
buonissima
lingua
indiana
:
-
Eccellenza
,
io
vengo
da
parte
del
viceré
del
Bengala
per
trattare
con
voi
un
grave
affare
diplomatico
.
-
Kaksa
Pharaum
aveva
fatto
un
soprassalto
sulla
sua
sedia
.
-
Perdonate
se
io
ho
ricorso
ad
un
mezzo
...
un
po
'
strano
per
avvicinarvi
e
...
-
Non
sareste
voi
un
mylord
...
-
Sì
,
un
vero
mylord
e
primo
segretario
e
ambasciatore
segreto
di
S
.
E
.
il
viceré
,
-
rispose
Yanez
imperturbabilmente
.
-
Domani
vi
mostrerò
i
miei
documenti
.
-
Potevate
chiedermi
una
udienza
,
mylord
.
Non
ve
l
'
avrei
rifiutata
.
-
Il
rajah
non
avrebbe
tardato
a
esserne
informato
,
mentre
io
per
ora
desidero
parlare
solo
a
voi
.
-
Il
governo
delle
Indie
avrebbe
qualche
idea
sull
'
Assam
?
-
chiese
Pharaum
spaventato
.
-
Niente
affatto
,
tranquillizzatevi
.
Nessuno
pensa
a
minacciare
l
'
indipendenza
di
questo
stato
.
Noi
non
abbiamo
alcun
lagno
da
muovere
all
'
Assam
ed
al
suo
principe
.
Ciò
però
che
devo
dirvi
non
deve
essere
udito
da
alcuna
persona
,
sicché
sarebbe
meglio
,
per
maggior
sicurezza
,
che
mandaste
i
vostri
servi
a
dormire
.
-
Non
ne
saranno
scontenti
,
tutt
'
altro
,
-
disse
il
ministro
,
sforzandosi
a
sorridere
.
Si
alzò
e
percosse
il
tam
-
tam
che
stava
appeso
alla
parete
,
dietro
la
sua
sedia
.
Un
servo
entrò
quasi
subito
.
-
Che
si
spengano
tutti
i
lumi
,
eccettuati
quelli
della
mia
stanza
da
notte
e
che
tutti
vadano
a
coricarsi
-
disse
il
ministro
,
con
un
tono
da
non
ammettere
replica
.
-
Non
voglio
,
per
nessun
motivo
,
essere
disturbato
questa
notte
.
Ho
da
lavorare
.
-
Il
servo
s
'
inchinò
e
scomparve
.
Kaksa
Pharaum
attese
che
il
rumore
dei
passi
si
fosse
spento
,
poi
tornando
a
sedersi
,
disse
a
Yanez
:
-
Ora
,
mylord
,
potete
parlare
liberamente
.
Tra
qualche
minuto
tutta
la
mia
gente
russerà
.
-
2
.
Il
rapimento
d
'
un
ministro
Yanez
vuotò
un
bicchierone
di
quella
pessima
birra
,
non
senza
fare
una
smorfia
,
poi
levò
da
un
bellissimo
portasigari
di
tartaruga
con
cifre
in
diamanti
,
due
grossi
manilla
e
ne
offrì
uno
al
ministro
,
dicendogli
con
un
sorriso
bonario
:
-
Prendete
questo
sigaro
,
Eccellenza
.
Mi
hanno
detto
che
siete
un
fumatore
,
cosa
piuttosto
rara
fra
gl
'
indiani
,
che
preferiscono
invece
quel
detestabile
betel
che
rovina
i
denti
e
guasta
la
bocca
.
Sono
certo
che
non
avete
mai
fumato
un
sigaro
così
delizioso
.
-
Ho
imparato
a
fumare
a
Calcutta
,
dove
ho
soggiornato
qualche
tempo
in
qualità
d
'
ambasciatore
straordinario
del
mio
re
,
-
disse
il
ministro
,
prendendo
il
manilla
.
Yanez
gli
porse
uno
zolfanello
,
accese
anche
il
proprio
sigaro
,
gettò
in
aria
tre
o
quattro
boccate
di
fumo
odoroso
,
che
per
qualche
istante
offuscarono
la
luce
della
lampada
,
poi
riprese
,
fissando
con
una
certa
malizia
il
ministro
,
che
assaporava
da
buongustaio
il
delizioso
aroma
del
tabacco
filippino
:
-
Io
sono
qui
venuto
,
come
vi
dissi
,
Eccellenza
,
per
incarico
del
viceré
del
Bengala
per
avere
da
voi
delle
informazioni
sui
moti
che
si
stanno
svolgendo
nell
'
alta
Birmania
.
Voi
che
siete
confinanti
con
quel
turbolento
regno
,
che
ci
ha
sempre
dato
dei
gravi
fastidi
,
ne
saprete
certo
qualche
cosa
.
Vi
avverto
innanzi
a
tutto
,
Eccellenza
,
che
il
governo
delle
Indie
vi
sarà
non
solo
gratissimo
,
ma
che
anche
vi
ricompenserà
largamente
.
-
Udendo
parlare
di
ricompense
,
il
ministro
,
venale
come
tutti
i
suoi
compatriotti
,
spalancò
gli
occhi
ed
ebbe
un
risolino
di
contentezza
.
-
Ne
sappiamo
più
di
quello
che
potreste
supporre
,
-
disse
poi
.
-
È
vero
:
nell
'
alta
Birmania
è
scoppiata
una
violentissima
insurrezione
,
promossa
a
quanto
pare
da
un
intraprendente
talapoino
,
che
ha
gettato
la
tonaca
gialla
del
monaco
per
impugnare
la
scimitarra
.
-
E
contro
chi
?
-
Contro
il
re
Phibau
e
sopratutto
contro
la
regina
Su
-
payah
-
Lat
che
ha
fatto
strangolare
,
il
mese
scorso
,
le
due
giovani
mogli
del
monarca
,
una
delle
quali
era
stata
scelta
fra
le
principesse
dell
'
alta
Birmania
.
-
Che
storia
mi
raccontate
voi
?
-
Ve
la
spiegherò
meglio
,
mylord
,
-
disse
il
ministro
,
socchiudendo
gli
occhi
.
Secondo
le
leggi
birmane
,
il
re
può
avere
quattro
mogli
;
però
il
suo
successore
è
obbligato
a
sposare
la
propria
sorella
o
per
lo
meno
una
principessa
sua
parente
,
affinché
si
conservi
puro
il
sangue
reale
.
Quando
Phibau
,
che
è
il
monarca
attuale
,
salì
al
trono
,
c
'
erano
nella
sua
famiglia
due
sorelle
degne
di
salire
al
trono
del
fratello
.
Il
re
sentiva
maggior
inclinazione
per
la
maggiore
;
ma
la
più
giovane
,
la
principessa
Su
-
payah
-
Lat
si
era
messa
in
testa
di
diventare
anch
'
essa
regina
,
per
ciò
fece
mostra
dappertutto
del
più
ardente
affetto
pel
sovrano
e
seppe
così
indurre
la
regina
madre
a
decidere
,
nella
sua
alta
sapienza
,
che
quell
'
amore
meritava
di
essere
ricompensato
e
che
il
figlio
doveva
sposarle
entrambe
.
Il
disegno
però
fu
sventato
dalla
maggiore
delle
sorelle
,
la
principessa
Ta
-
bin
-
deing
,
la
quale
aveva
preferito
entrare
in
un
monastero
buddista
.
È
chiaro
tutto
ciò
?
-
Chiarissimo
,
-
rispose
Yanez
,
che
trovava
un
ben
scarso
interesse
in
quel
racconto
.
-
E
poi
,
Eccellenza
?
-
Phibau
allora
sposò
Su
-
payah
-
Lat
e
altre
due
principesse
,
una
delle
quali
apparteneva
all
'
alta
classe
della
Birmania
settentrionale
.
-
E
per
dispetto
le
fece
strangolare
?
-
Sì
,
mylord
.
-
E
dopo
che
cosa
è
successo
?
Un
nuovo
strangolamento
,
da
parte
del
re
questa
volta
?
-
Niente
affatto
.
Su
-
payah
-
pa
...
pa
...
-
Avanti
,
Eccellenza
,
-
disse
Yanez
,
guardandolo
malignamente
.
-
Dov
'
ero
...
rimasto
?
-
chiese
il
ministro
,
che
pareva
facesse
degli
sforzi
supremi
per
tenere
aperti
gli
occhi
.
-
Al
terzo
strangolamento
.
-
Ah
sì
!
Su
-
payah
-
pa
...
pa
...
pa
...
è
chiaro
?
-
Chiarissimo
.
Ho
capito
tutto
.
-
Pa
...
pa
...
un
figlio
...
gli
astrologi
di
corte
...
mi
capite
bene
,
mylord
?
-
Benissimo
.
-
Poi
strangolò
le
due
regine
...
-
Lo
so
.
-
E
Su
...
pa
...
-
Mi
pare
che
diventi
terribile
quel
pa
...
pa
...
per
la
vostra
lingua
.
Per
Giove
!
Avreste
bevuto
troppo
questa
sera
?
-
Il
ministro
,
che
per
la
ventesima
volta
aveva
chiusi
e
riaperti
gli
occhi
,
guardò
Yanez
come
trasognato
,
poi
si
lasciò
sfuggire
dalle
labbra
il
sigaro
e
tutto
d
'
un
colpo
s
'
abbandonò
prima
sullo
schienale
della
sedia
,
poi
rotolò
a
terra
come
se
fosse
stato
colpito
da
sincope
.
-
Briccone
d
'
un
sigaro
!
-
esclamò
Yanez
,
ridendo
.
-
Quell
'
oppio
doveva
essere
di
prima
qualità
.
Ed
ora
,
all
'
opera
,
giacché
tutti
dormono
.
Ah
!
Tu
credevi
,
Sandokan
,
che
la
mia
fantasia
si
fosse
spenta
?
Vedrai
.
-
Raccolse
innanzi
a
tutto
il
sigaro
,
che
il
ministro
aveva
lasciato
cadere
e
s
'
accostò
alla
finestra
che
era
aperta
.
Quantunque
non
brillasse
più
alcun
lume
,
essendo
gl
'
indiani
molto
economici
in
fatto
d
'
illuminazione
,
anche
perché
le
notti
colà
sono
chiare
ed
il
cielo
quasi
sempre
purissimo
,
scorse
subito
parecchie
persone
che
passeggiavano
lentamente
,
a
gruppi
di
tre
o
quattro
,
come
onesti
cittadini
che
si
godono
un
po
'
di
frescura
,
fumando
e
cianciando
.
-
Sandokan
ed
i
tigrotti
,
-
mormorò
Yanez
,
stropicciandosi
le
palme
.
-
Tutto
va
benissimo
.
-
Gettò
via
il
mozzicone
di
sigaro
lasciato
cadere
dal
ministro
,
accostò
alle
labbra
due
dita
e
mandò
un
sibilo
dolcemente
modulato
.
Udendolo
,
le
persone
che
passeggiavano
s
'
arrestarono
di
colpo
,
poi
,
mentre
alcune
si
dirigevano
verso
le
due
estremità
della
via
onde
impedire
che
qualcuno
si
avvicinasse
,
un
gruppo
si
fermò
sotto
la
finestra
illuminata
.
-
Pronti
,
-
disse
una
voce
.
-
Aspetta
un
momento
,
-
rispose
Yanez
.
Strappò
i
grossi
cordoni
di
seta
della
tenda
,
li
legò
insieme
fortemente
,
provò
la
loro
solidità
,
poi
assicurò
un
capo
al
gancio
d
'
una
imposta
e
l
'
altro
lo
strinse
sotto
le
ascelle
del
disgraziato
ministro
che
conservava
sempre
una
immobilità
assoluta
.
-
Pesa
ben
poco
S
.
E
.
,
-
disse
Yanez
,
prendendoselo
in
braccio
.
Lo
portò
verso
la
finestra
e
afferrato
strettamente
il
cordone
si
mise
a
calarlo
.
Dieci
braccia
furono
pronte
a
prenderlo
,
appena
ebbe
toccato
il
suolo
.
-
Aspettate
me
,
ora
,
-
disse
Yanez
a
bassa
voce
.
Spense
la
lampada
,
s
'
aggrappò
alla
corda
ed
in
un
attimo
si
trovò
sulla
via
.
-
Tu
sei
un
vero
demonio
,
-
gli
disse
Sandokan
.
-
Non
l
'
avrai
ucciso
,
spero
.
-
Domani
starà
bene
quanto
noi
,
-
rispose
Yanez
,
sorridendo
.
-
Che
cosa
hai
fatto
bere
a
quest
'
uomo
,
che
sembra
morto
?
-
Quest
'
uomo
!
Rispetta
le
Eccellenze
,
fratellino
.
È
il
primo
ministro
del
rajah
,
mio
caro
.
-
Saccaroa
!
Tu
fai
sempre
colpi
grossi
.
-
Andiamo
e
alla
lesta
,
Sandokan
.
Può
giungere
la
guardia
notturna
.
Hai
qualche
veicolo
?
-
Vi
è
un
tciopaya
fermo
sull
'
angolo
della
via
.
-
Raggiungiamolo
senza
perdere
tempo
.
-
Con
un
sibilo
simile
a
quello
che
aveva
lanciato
poco
prima
Yanez
,
il
pirata
malese
fece
accorrere
tutti
i
suoi
uomini
che
vigilavano
all
'
estremità
della
via
e
tutti
insieme
raggiunsero
un
gran
carro
,
che
aveva
la
cassa
dipinta
d
'
azzurro
e
che
reggeva
una
specie
di
cupoletta
formata
di
frasche
sotto
la
quale
stavano
due
materassi
.
Era
uno
di
quei
comodi
veicoli
che
gl
'
indiani
adoperano
quando
intraprendono
qualche
lungo
viaggio
e
che
sono
chiamati
tciopaya
,
dove
,
al
riparo
dal
sole
,
possono
mangiare
,
fumare
e
dormire
,
essendo
la
cassa
divisa
in
due
parti
:
una
che
serve
da
salotto
e
una
da
stanza
da
letto
.
Quattro
paia
di
zebù
,
bianchissimi
,
colle
gobbe
cadenti
ed
i
dorsi
coperti
da
gualdrappe
di
stoffa
rossa
,
erano
aggiogati
al
massiccio
ruotabile
.
Il
ministro
fu
deposto
su
un
materasso
,
Yanez
e
Sandokan
vi
si
sedettero
presso
e
,
mentre
i
loro
compagni
,
per
non
destare
sospetti
,
si
disperdevano
,
il
carro
si
mise
in
moto
,
guidato
da
un
malese
vestito
da
indiano
che
teneva
in
mano
una
torcia
per
illuminare
la
via
.
-
Subito
a
casa
,
-
disse
Sandokan
al
cocchiere
.
Poi
,
volgendosi
verso
Yanez
che
stava
accendendo
una
sigaretta
,
gli
chiese
:
-
Parlerai
ora
?
Io
non
riesco
affatto
a
capire
che
razza
d
'
idea
ti
è
nata
nel
cervello
.
Credevo
che
ti
ammazzassero
davvero
là
dentro
.
-
Un
uomo
bianco
e
mylord
!
Uhm
!
Non
l
'
avrebbero
mai
osato
,
-
rispose
Yanez
,
aspirando
lentamente
il
fumo
e
rigettandolo
con
altrettanta
lentezza
.
-
Hai
giuocato
però
una
partita
che
poteva
costarti
cara
.
-
Bisogna
ben
divertirsi
qualche
volta
.
-
Insomma
che
cosa
vuoi
fare
di
questa
mummia
?
-
È
una
Eccellenza
,
ti
ho
detto
.
-
Che
non
farà
mai
una
bella
figura
alla
corte
del
rajah
.
-
La
farò
invece
io
.
-
Vuoi
dunque
introdurti
alla
corte
di
quel
sospettoso
tiranno
?
Sono
otto
giorni
che
tutti
continuano
a
ripeterci
che
non
vuol
vedere
nessun
europeo
.
-
Ed
io
ti
dico
che
mi
riceverà
e
con
grandi
onori
.
Aspetta
che
io
possa
avere
nelle
mie
mani
la
pietra
di
Salagraman
ed
il
famoso
capello
di
Visnù
e
vedrai
come
mi
accoglierà
.
-
Chi
?
-
Il
rajah
,
-
rispose
Yanez
.
-
Credevi
tu
che
io
fossi
venuto
qui
a
guardare
il
bel
paese
della
mia
Surama
,
senza
darle
anche
la
corona
?
-
Era
ben
questa
la
nostra
idea
,
-
disse
Sandokan
.
-
Non
avrei
lasciato
il
Borneo
per
fare
delle
passeggiate
per
le
vie
di
Gauhati
.
Non
riesco
però
a
comprendere
che
cosa
possa
entrare
il
rapimento
d
'
un
ministro
,
il
capello
di
Visnù
e
la
pietra
di
Salagraman
colla
conquista
d
'
un
regno
.
-
Sai
tu
,
innanzi
a
tutto
,
fratellino
,
dove
i
sacerdoti
tengono
nascosta
la
conchiglia
?
-
Io
no
.
-
E
nemmeno
io
,
quantunque
abbia
interrogati
,
in
questi
otto
giorni
,
non
so
quanti
indiani
.
-
Chi
ce
l
'
indicherà
dunque
?
-
Il
ministro
,
-
rispose
Yanez
.
Sandokan
guardò
il
portoghese
con
vera
ammirazione
.
-
Ah
!
che
diavolo
d
'
uomo
!
-
esclamò
poi
.
-
Tu
saresti
capace
di
giuocare
Brahma
,
Siva
e
anche
Visnù
insieme
.
-
Forse
,
-
rispose
Yanez
,
ridendo
.
-
Troveremo
però
alla
corte
del
rajah
un
ostacolo
che
sarà
duro
da
abbattere
.
-
Che
cos
'
è
?
-
Un
uomo
.
-
Se
hai
rapito
un
ministro
,
potrai
fare
scomparire
anche
quello
.
-
Si
dice
che
goda
una
grande
influenza
a
corte
e
che
sia
lui
che
fa
di
tutto
per
impedire
agli
stranieri
di
razza
bianca
di
metterci
dentro
i
piedi
.
-
Chi
è
?
-
Un
europeo
,
mi
hanno
detto
.
-
Qualche
inglese
.
-
Non
ho
potuto
saperlo
.
Ce
lo
dirà
il
ministro
.
-
Una
brusca
fermata
che
per
poco
non
fece
loro
perdere
l
'
equilibrio
,
interruppe
la
loro
conversazione
.
-
Siamo
giunti
,
padrone
,
-
disse
il
conduttore
del
carro
.
Dieci
o
dodici
uomini
,
gli
stessi
che
li
avevano
aiutati
a
rapire
il
ministro
,
erano
usciti
da
una
porta
,
schierandosi
silenziosamente
ai
due
lati
del
veicolo
.
-
Vi
ha
seguìti
nessuno
?
-
chiese
loro
Sandokan
,
balzando
a
terra
.
-
No
,
padrone
-
risposero
ad
una
voce
.
-
Nulla
di
nuovo
nella
pagoda
?
-
Calma
assoluta
.
-
Prendete
il
ministro
e
portatelo
nel
sotterraneo
di
Quiscena
.
-
Il
carro
si
era
fermato
dinanzi
ad
una
gigantesca
roccia
che
s
'
appoggiava
in
parte
al
Brahmaputra
e
che
s
'
alzava
in
una
località
deserta
affatto
,
non
essendovi
intorno
che
delle
antichissime
muraglie
semidiroccate
,
che
un
tempo
dovevano
aver
servito
di
cinta
alla
città
e
ad
ammassi
colossali
di
macerie
.
Sulla
fronte
,
al
di
sopra
di
una
porta
di
bronzo
,
si
scorgevano
confusamente
delle
divinità
indiane
,
di
pietra
nera
,
allineate
su
una
specie
di
cornicione
sorretto
da
una
infinità
di
teste
d
'
elefante
,
scavate
nella
roccia
e
che
tenevano
le
proboscidi
arrotolate
.
Doveva
essere
qualche
pagoda
sotterranea
,
come
già
ve
ne
sono
tante
nell
'
India
,
poiché
in
alto
non
si
vedeva
alcuna
cupola
né
semi
-
circolare
,
né
piramidale
.
Altri
uomini
erano
usciti
,
portando
delle
torce
ed
unendosi
ai
primi
.
Pareva
che
tutte
quelle
persone
,
quantunque
indossassero
costumi
assamesi
,
appartenessero
a
due
razze
ben
distinte
che
nulla
o
ben
poco
avevano
d
'
indiano
.
Infatti
,
mentre
alcuni
erano
bassi
e
piuttosto
tarchiati
,
colla
pelle
fosca
che
aveva
dei
riflessi
olivastri
con
sfumature
rossastro
cupo
e
gli
occhi
piccoli
e
nerissimi
,
altri
invece
erano
piuttosto
alti
,
di
colore
giallastro
,
coi
lineamenti
bellissimi
,
quasi
regolari
e
gli
occhi
grandi
,
bene
aperti
ed
intelligentissimi
.
Un
uomo
che
avesse
avuto
profonda
conoscenza
della
regione
malese
,
non
avrebbe
esitato
a
classificare
i
primi
per
malesi
autentici
e
gli
altri
per
dayachi
bornesi
,
due
razze
che
si
equivalevano
per
ferocia
,
per
audacia
e
per
coraggio
indomito
.
-
Prendete
quest
'
uomo
,
-
aveva
detto
Yanez
,
scendendo
dal
carro
e
sporgendo
il
ministro
sempre
addormentato
.
Un
malese
che
aveva
il
volto
rugoso
,
ma
i
capelli
ancora
nerissimi
e
forme
quasi
atletiche
,
afferrò
fra
le
poderose
braccia
Kaksa
Pharaum
e
lo
trasportò
nella
pagoda
.
-
Conduci
il
carro
nel
nascondiglio
,
-
proseguì
Yanez
volgendosi
verso
il
conduttore
.
-
Quattro
uomini
rimangano
qui
fuori
a
guardia
.
Possiamo
essere
stati
seguiti
.
-
Prese
sotto
braccio
Sandokan
,
riattizzò
la
sigaretta
e
varcarono
la
soglia
,
inoltrandosi
in
un
angusto
corridoio
,
ingombro
di
rottami
staccatisi
dall
'
umida
volta
e
che
pareva
s
'
addentrasse
nelle
viscere
della
colossale
roccia
.
Dopo
aver
percorsi
cinquanta
o
sessanta
metri
,
preceduti
dagli
uomini
che
portavano
le
torce
e
seguìti
dagli
altri
,
giungevano
ad
una
immensa
sala
sotterranea
,
scavata
nel
vivo
masso
,
di
forma
circolare
,
nel
cui
centro
s
'
ergevano
,
sopra
una
pietra
rettangolare
,
di
dimensioni
enormi
,
le
tre
dee
:
Parvati
,
Latscimi
e
Sarassuadi
,
la
prima
,
protettrice
delle
armi
siccome
dea
della
distruzione
;
la
seconda
,
delle
vetture
,
dei
battelli
e
degli
animali
quale
dea
della
ricchezza
;
la
terza
,
dei
libri
e
degl
'
istrumenti
musicali
come
dea
delle
lingue
e
dell
'
armonia
.
-
Fermatevi
qui
,
-
disse
Yanez
a
coloro
che
lo
accompagnavano
.
-
Tenete
pronte
le
carabine
:
non
si
sa
mai
quello
che
può
succedere
.
-
Prese
una
torcia
e
seguìto
sempre
da
Sandokan
entrò
in
un
secondo
corridoio
,
un
po
'
più
stretto
del
primo
e
lo
percorse
finché
fu
giunto
in
una
stanza
,
pure
sotterranea
,
ammobigliata
sontuosamente
e
illuminata
da
una
bellissima
lampada
dorata
che
reggeva
un
globo
di
vetro
giallastro
.
Le
pareti
ed
il
pavimento
erano
coperti
da
fitte
tappezzerie
del
Guzerate
,
scintillanti
d
'
oro
e
rappresentanti
per
lo
più
belve
strane
,
solo
esistite
nella
fervida
fantasia
degli
indù
e
all
'
intorno
vi
erano
comodi
e
larghi
divani
di
seta
e
mensolette
di
metallo
sorreggenti
dei
fiaschi
dorati
e
delle
coppe
.
Nel
mezzo
,
una
tavola
con
incrostazioni
di
madreperla
e
di
scagliette
di
tartaruga
che
formavano
dei
bellissimi
disegni
,
con
intorno
parecchie
sedie
di
bambù
.
Solo
una
parte
della
parete
era
scoperta
,
essendovi
incastrato
,
in
una
vasta
nicchia
,
un
pastore
colla
faccia
nera
:
era
Quiscena
,
il
distruttore
dei
re
malvagi
e
crudeli
,
che
formavano
l
'
infelicità
del
popolo
indiano
.
Il
ministro
era
stato
deposto
su
uno
di
quei
soffici
divani
e
russava
beatamente
come
se
si
trovasse
nel
suo
letto
.
-
È
tempo
di
svegliarlo
,
-
disse
Yanez
,
gettando
la
sigaretta
e
prendendo
da
una
mensola
un
fiasco
dal
collo
lunghissimo
,
il
cui
vetro
rosso
era
racchiuso
da
una
specie
di
rete
di
metallo
dorato
.
-
Noi
abbiamo
pratica
di
veleni
e
d
'
antidoti
,
è
vero
,
Sandokan
?
-
Non
saremmo
stati
tanti
anni
laggiù
,
nel
regno
degli
upas
,
-
rispose
il
pirata
.
-
Gli
hai
fatto
fumare
dell
'
oppio
?
-
Ben
nascosto
sotto
la
foglia
del
sigaro
,
-
disse
Yanez
.
-
Lo
avevo
coperto
così
bene
da
sfidare
l
'
occhio
più
sospettoso
.
-
Due
gocce
di
quel
liquido
in
un
bicchiere
d
'
acqua
basteranno
per
farlo
saltare
in
piedi
.
Il
suo
cervello
non
tarderà
molto
a
snebbiarsi
.
-
Vediamo
,
-
disse
il
portoghese
.
Empì
un
bicchiere
d
'
acqua
preso
da
una
bottiglia
di
cristallo
che
si
trovava
sulla
tavola
e
vi
lasciò
cadere
due
gocce
d
'
un
liquido
rossastro
.
L
'
acqua
spumeggiò
,
prendendo
una
tinta
sanguigna
,
poi
a
poco
a
poco
riacquistò
la
solita
limpidezza
.
-
Aprigli
la
bocca
,
Sandokan
,
-
disse
allora
il
portoghese
.
Il
pirata
s
'
avvicinò
al
ministro
tenendo
in
mano
un
pugnale
e
colla
punta
lo
sforzò
ad
aprire
i
denti
,
che
erano
fortemente
chiusi
.
-
Presto
,
-
disse
Sandokan
.
Yanez
versò
nella
bocca
di
Kaksa
Pharaum
il
contenuto
del
bicchiere
.
-
Fra
cinque
minuti
,
-
disse
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Allora
puoi
accendere
la
tua
pipa
.
-
Credo
che
sia
meglio
.
-
Il
pirata
prese
da
una
mensola
una
splendida
pipa
adorna
di
perle
lungo
la
canna
,
la
riempì
di
tabacco
,
l
'
accese
e
si
sdraiò
su
uno
dei
divani
,
come
un
pascià
turco
,
mettendosi
a
fumare
con
studiata
lunghezza
.
Yanez
,
curvo
sul
ministro
,
lo
scrutava
attentamente
.
Il
respiro
,
poco
prima
affannoso
dell
'
indiano
a
poco
a
poco
diventava
regolare
e
le
sue
palpebre
subivano
di
quando
in
quando
una
specie
di
tremito
,
come
se
facessero
degli
sforzi
per
alzarsi
.
Anche
le
gambe
e
le
braccia
perdevano
la
loro
rigidità
:
i
muscoli
,
sotto
la
misteriosa
influenza
di
quel
liquido
,
si
allentavano
.
Ad
un
tratto
,
un
sospiro
più
lungo
sfuggì
dalle
labbra
del
ministro
,
poi
quasi
subito
gli
occhi
s
'
aprirono
,
fissandosi
su
Yanez
.
-
Amate
troppo
il
riposo
,
Eccellenza
,
-
disse
Yanez
ironicamente
.
-
Come
fanno
i
vostri
servi
a
svegliarvi
?
Vi
ho
fatto
fare
un
viaggio
che
è
durato
più
di
un
'
ora
e
non
avete
cessato
un
sol
momento
di
russare
.
Non
servite
troppo
bene
il
vostro
signore
.
-
Per
...
Mylord
!
-
esclamò
il
ministro
,
alzandosi
di
colpo
e
girando
intorno
uno
sguardo
meravigliato
.
-
Sì
,
io
,
mylord
.
-
Ma
...
dove
sono
io
?
-
In
casa
di
mylord
.
-
Il
ministro
stette
un
momento
silenzioso
,
continuando
a
girare
gli
occhi
intorno
,
poi
esclamò
:
-
Per
Siva
!
Io
non
ho
mai
veduto
questo
salotto
.
-
Sfido
io
!
-
rispose
Yanez
,
colla
sua
solita
flemma
beffarda
.
-
Non
vi
siete
mai
degnato
di
visitare
il
palazzo
di
mylord
.
-
E
quell
'
uomo
chi
è
?
-
chiese
Pharaum
,
indicando
Sandokan
,
che
continuava
a
fumare
placidamente
come
se
la
cosa
non
lo
riguardasse
affatto
.
-
Ah
!
Quello
,
Eccellenza
,
è
un
uomo
terribile
,
che
fu
chiamato
per
la
sua
ferocia
,
la
Tigre
della
Malesia
.
È
un
gran
principe
ed
un
grande
guerriero
.
-
Kaksa
Pharaum
non
poté
nascondere
un
tremito
.
-
Non
abbiate
paura
di
lui
,
però
,
-
disse
Yanez
,
che
si
era
accorto
dello
spavento
del
ministro
.
-
Quando
fuma
è
più
dolce
d
'
un
fanciullo
.
-
E
che
cosa
fa
qui
,
in
casa
vostra
?
-
Viene
a
tenere
qualche
volta
compagnia
a
mylord
.
-
Voi
vi
burlate
di
me
!
-
gridò
Kaksa
,
furibondo
.
-
Basta
!
Avete
scherzato
abbastanza
!
Vi
siete
dimenticato
che
io
sono
possente
quanto
il
rajah
dell
'
Assam
?
Voi
pagherete
caro
questo
giuoco
!
Ditemi
dove
sono
e
perché
mi
trovo
qui
,
invece
di
essere
nel
mio
palazzo
o
io
...
-
Potete
gridare
finché
vorrete
,
Eccellenza
,
nessuno
udrà
la
vostra
voce
.
Siamo
in
un
sotterraneo
che
non
trasmette
al
di
fuori
alcun
rumore
.
D
'
altronde
,
rassicuratevi
:
io
non
voglio
farvi
male
alcuno
se
non
vi
ostinerete
a
rimanere
muto
.
-
Che
cosa
volete
da
me
?
Parlate
,
mylord
.
-
Lasciate
prima
che
vi
dica
,
Eccellenza
,
che
ogni
resistenza
da
parte
vostra
sarebbe
assolutamente
inutile
,
perché
a
dieci
passi
da
noi
vi
sono
trenta
uomini
che
nemmeno
un
intero
reggimento
di
cipay
sarebbe
capace
d
'
arrestare
.
Accomodatevi
ed
ascoltate
pazientemente
una
pagina
di
storia
del
vostro
paese
.
-
Da
voi
?
-
Da
me
,
Eccellenza
.
-
Lo
spinse
dolcemente
verso
una
sedia
,
costringendolo
a
sedersi
,
prese
alcune
tazze
di
cristallo
finissimo
ed
un
fiasco
,
riempiendole
d
'
un
liquore
color
dell
'
oro
vecchio
,
poi
aprì
il
portasigari
,
offrendolo
al
prigioniero
.
Nel
vedere
i
grossi
manilla
,
Kaksa
Pharaum
fece
un
gesto
di
terrore
.
-
Potete
scegliere
senza
timore
,
-
disse
Yanez
.
-
Questi
non
contengono
nemmeno
una
particella
d
'
oppio
.
Se
avete
qualche
sospetto
,
prendete
una
sigaretta
,
a
vostra
scelta
.
-
Il
ministro
fece
un
feroce
gesto
di
diniego
.
-
Allora
assaggiate
questo
liquore
,
-
continuò
Yanez
.
-
Guardate
:
ne
bevo
anch
'
io
.
È
eccellente
.
-
Più
tardi
:
parlate
.
-
Yanez
vuotò
la
sua
tazza
,
accese
la
sigaretta
,
poi
,
appoggiando
comodamente
il
dorso
alla
spalliera
della
sedia
,
disse
:
-
Ascoltatemi
dunque
,
Eccellenza
.
L
'
istoria
che
voglio
narrarvi
non
sarà
lunga
,
però
vi
interesserà
molto
.
-
Sandokan
,
sempre
sdraiato
sul
divano
,
fumava
silenziosamente
,
conservando
una
immobilità
quasi
assoluta
.
3
.
Nell
'
antro
delle
tigri
di
Mompracem
-
Regnava
allora
sull
'
Assam
,
-
cominciò
Yanez
,
-
il
fratello
dell
'
attuale
rajah
,
un
principe
perverso
,
dedito
a
tutti
i
vizi
,
che
era
odiato
da
tutta
la
popolazione
e
soprattutto
dai
suoi
parenti
,
i
quali
non
si
sentivano
mai
sicuri
di
riveder
l
'
alba
del
domani
.
Quel
principe
aveva
uno
zio
che
era
capo
di
una
tribù
di
kotteri
,
ossia
di
guerrieri
,
uomo
valorosissimo
che
più
volte
aveva
difese
le
frontiere
assamesi
contro
scorrerie
dei
birmani
e
che
perciò
godeva
una
grande
popolarità
in
tutto
il
paese
.
Sapendosi
mal
visto
dal
nipote
,
il
quale
si
era
fisso
in
capo
,
senza
motivi
però
,
che
congiurasse
contro
di
lui
per
carpirgli
il
trono
e
derubarlo
delle
sue
immense
ricchezze
,
si
era
ritirato
fra
le
sue
montagne
,
in
mezzo
ai
fedeli
suoi
guerrieri
.
Quel
valoroso
si
chiamava
Mahur
;
ne
avete
mai
udito
a
parlare
,
Eccellenza
?
-
Sì
,
-
rispose
asciuttamente
Kaksa
Pharaum
.
-
Un
brutto
giorno
la
carestia
piombava
sull
'
Assam
.
Quell
'
anno
nemmeno
una
goccia
d
'
acqua
era
caduta
ed
il
sole
aveva
arsi
i
raccolti
.
I
bramini
ed
i
gurus1
indussero
allora
il
rajah
a
dare
in
Goalpara
una
grandiosa
cerimonia
religiosa
,
onde
placare
la
collera
delle
divinità
.
Il
principe
vi
annuì
di
buon
grado
e
volle
che
vi
assistessero
tutti
i
parenti
che
vivevano
disseminati
nel
suo
stato
,
non
escluso
suo
zio
,
il
capo
dei
kotteri
,
il
quale
,
di
nulla
sospettando
,
aveva
condotto
con
sé
oltre
la
moglie
,
i
suoi
figli
,
due
maschi
ed
una
bambina
che
chiamavasi
Surama
.
Tutti
i
parenti
furono
ricevuti
cogli
onori
spettanti
ai
loro
gradi
e
con
grande
cordialità
da
parte
del
principe
regnante
ed
alloggiati
nel
palazzo
.
Compiuta
la
cerimonia
religiosa
,
il
rajah
offrì
a
tutti
i
suoi
parenti
un
banchetto
grandioso
,
durante
il
quale
il
tiranno
,
come
già
gli
accadeva
sempre
,
bevette
una
grande
quantità
di
liquori
.
Quel
miserabile
cercava
di
eccitarsi
,
prima
di
compiere
una
orrenda
strage
,
già
forse
meditata
da
lungo
tempo
.
Era
quasi
il
tramonto
ed
il
banchetto
,
allestito
nel
gran
cortile
interno
del
palazzo
che
era
tutto
cintato
da
alte
muraglie
,
stava
per
finire
,
quando
il
rajah
,
non
so
con
quale
scusa
si
ritirò
coi
suoi
ministri
.
Ad
un
tratto
,
quando
l
'
allegria
degli
ospiti
aveva
raggiunto
il
massimo
grado
,
un
colpo
di
carabina
echeggiò
improvvisamente
,
ed
uno
dei
parenti
cadde
col
cranio
fracassato
da
una
palla
di
carabina
.
Lo
stupore
,
causato
da
quell
'
assassinio
in
piena
orgia
non
era
ancora
cessato
,
quando
un
secondo
colpo
rintronava
ed
un
altro
convitato
stramazzava
,
bruttando
col
suo
sangue
la
tovaglia
.
Era
il
rajah
che
aveva
fatto
quel
doppio
colpo
.
Il
miserabile
era
comparso
su
un
terrazzino
prospiciente
sul
cortile
e
faceva
fuoco
sui
suoi
parenti
.
Aveva
gli
occhi
schizzanti
dalle
orbite
,
i
lineamenti
sconvolti
:
pareva
un
vero
pazzo
.
Intorno
aveva
i
suoi
ministri
che
gli
porgevano
ora
tazze
colme
di
liquori
ed
ora
delle
carabine
cariche
.
Uomini
,
donne
e
fanciulli
si
erano
messi
a
correre
all
'
impazzata
pel
cortile
,
cercando
invano
un
'
uscita
,
mentre
il
rajah
,
urlando
come
una
belva
feroce
,
continuava
a
sparare
facendo
nuove
vittime
.
Mahur
,
che
era
il
più
odiato
di
tutti
,
fu
uno
dei
primi
a
cadere
.
Una
palla
gli
aveva
fracassata
la
spina
dorsale
.
Poi
caddero
successivamente
sua
moglie
ed
i
suoi
due
figli
.
La
strage
durò
una
mezz
'
ora
.
Trentasette
erano
i
parenti
del
principe
e
trentacinque
erano
caduti
sotto
i
colpi
del
feroce
monarca
.
Due
soli
erano
miracolosamente
sfuggiti
alla
morte
:
Sindhia
il
giovane
fratello
del
rajah
e
la
figlia
del
capo
dei
kotteri
,
la
piccola
Surama
,
che
si
era
nascosta
dietro
il
cadavere
di
sua
madre
.
Sindhia
era
stato
segno
a
tre
colpi
di
carabina
e
tutti
erano
andati
a
vuoto
,
perché
il
giovane
principe
,
con
dei
salti
da
tigre
,
ben
misurati
,
si
era
sempre
sottratto
alle
palle
.
In
preda
ad
un
terribile
spavento
,
non
cessava
di
gridare
al
fratello
:
"
Fammi
grazia
della
vita
ed
io
abbandonerò
il
tuo
regno
.
Sono
figlio
di
tuo
padre
.
Tu
non
hai
il
diritto
di
uccidermi
"
.
Il
rajah
,
completamente
ubriaco
,
rimaneva
sordo
a
quelle
grida
disperate
e
sparò
ancora
due
colpi
,
senza
riuscire
a
coglierlo
,
tanto
era
lesto
suo
fratello
;
poi
,
preso
forse
da
un
improvviso
pentimento
,
abbassò
la
carabina
che
un
ufficiale
gli
aveva
data
,
gridando
al
fuggiasco
:
"
Se
è
vero
che
tu
abbandonerai
per
sempre
il
mio
stato
ti
fo
grazia
della
vita
,
ad
una
condizione
"
.
"
Sono
pronto
ad
accettare
tutto
quello
che
vorrai
"
,
rispose
il
disgraziato
.
"
Io
getterò
in
aria
una
rupia
;
se
tu
la
coglierai
con
una
palla
della
carabina
,
ti
lascerò
partire
pel
Bengala
senza
farti
alcun
male
.
"
"
Accetto
"
,
rispose
allora
il
giovane
principe
.
Il
rajah
gli
gettò
l
'
arma
che
Sindhia
prese
al
volo
.
"
Ti
avverto
"
,
urlò
il
pazzo
,
"
che
se
manchi
la
moneta
subirai
la
medesima
sorte
degli
altri
.
"
"
Gettala
!
"
Il
rajah
fece
volare
in
aria
il
pezzo
d
'
argento
.
Si
udì
subito
uno
sparo
e
non
fu
la
moneta
bucata
,
bensì
il
petto
del
tiranno
.
Sindhia
,
invece
di
far
fuoco
sulla
moneta
,
aveva
voltata
rapidamente
l
'
arma
contro
suo
fratello
e
l
'
aveva
fulminato
,
spaccandogli
il
cuore
.
I
ministri
e
gli
ufficiali
si
prosternarono
dinanzi
al
giovane
principe
,
che
aveva
liberato
il
regno
da
quel
mostro
e
senz
'
altro
lo
accettarono
come
rajah
dell
'
Assam
.
-
Voi
,
mylord
,
mi
avete
narrata
una
storia
che
qualunque
assamese
conosce
a
fondo
,
-
disse
il
ministro
.
-
Non
il
seguito
però
,
-
rispose
Yanez
,
versandosi
un
altro
bicchiere
ed
accendendo
una
seconda
sigaretta
.
-
Sapreste
dirmi
che
cosa
è
avvenuto
della
piccola
Surama
,
figlia
del
capo
dei
kotteri
?
-
Kaksa
Pharaum
alzò
le
spalle
,
dicendo
poi
:
-
Chi
può
essersi
occupato
d
'
una
bambina
?
-
Eppure
quella
bambina
era
nata
ben
vicina
al
trono
dell
'
Assam
.
-
Continuate
,
mylord
.
-
Quando
Sindhia
seppe
che
Surama
era
sfuggita
alla
morte
,
invece
di
accoglierla
alla
corte
o
almeno
di
farla
ricondurre
fra
le
tribù
devote
a
suo
padre
,
la
fece
segretamente
vendere
a
dei
thugs
che
percorrevano
allora
il
paese
per
procurarsi
delle
bajadere
.
-
Ah
!
-
fece
il
ministro
.
-
Credete
Eccellenza
che
abbia
agito
bene
il
rajah
vostro
signore
?
-
chiese
Yanez
,
diventato
improvvisamente
serio
.
-
Non
so
.
È
morta
poi
?
-
No
,
Eccellenza
,
Surama
è
diventata
una
bellissima
fanciulla
ora
e
non
ha
che
un
solo
desiderio
:
quello
di
strappare
a
suo
cugino
la
corona
dell
'
Assam
.
-
Kaksa
Pharaum
aveva
fatto
un
soprassalto
.
-
Dite
,
mylord
?
-
chiese
spaventato
.
-
Che
riuscirà
nel
suo
intento
,
-
rispose
freddamente
Yanez
.
-
E
chi
l
'
aiuterà
?
-
Il
portoghese
s
'
alzò
e
puntando
l
'
indice
verso
la
Tigre
della
Malesia
che
non
aveva
cessato
di
fumare
,
gli
rispose
:
-
Quell
'
uomo
là
innanzi
a
tutto
,
che
ha
rovesciato
troni
e
che
ha
vinto
la
terribile
Tigre
dell
'
India
,
Suyodhana
,
il
famoso
capo
dei
thugs
indiani
,
e
poi
io
.
L
'
orgogliosa
e
la
grande
Inghilterra
,
dominatrice
di
mezzo
mondo
,
ha
piegato
talvolta
il
capo
dinanzi
a
noi
,
tigri
di
Mompracem
.
-
Il
ministro
si
era
a
sua
volta
alzato
,
guardando
con
profonda
ansietà
ora
Yanez
ed
ora
Sandokan
.
-
Chi
siete
voi
,
dunque
?
-
chiese
finalmente
,
balbettando
.
-
Degli
uomini
che
nemmeno
i
vostri
più
formidabili
uragani
potrebbero
arrestare
,
-
rispose
Yanez
,
con
voce
grave
.
-
E
che
cosa
volete
voi
da
me
?
Perché
mi
avete
trasportato
in
questo
luogo
che
io
non
ho
mai
veduto
?
-
Yanez
,
invece
di
rispondere
,
riempì
nuovamente
le
tazze
e
ne
porse
una
al
ministro
,
dicendogli
colla
sua
voce
insinuante
:
-
Bevete
prima
,
Eccellenza
.
Questo
squisito
liquore
vi
rischiarirà
le
idee
meglio
del
vostro
detestabile
toddy
.
Bevetene
pure
liberamente
:
non
vi
farà
male
.
-
Il
ministro
,
che
si
sentiva
invadere
da
un
invincibile
tremito
nervoso
,
credette
opportuno
di
non
rifiutarsi
.
Yanez
si
raccolse
un
momento
,
poi
,
fissando
il
disgraziato
ministro
che
aveva
le
labbra
smorte
,
gli
chiese
:
-
Chi
è
l
'
europeo
che
si
trova
alla
corte
del
rajah
?
-
Un
uomo
bianco
che
io
detesto
.
-
Benissimo
:
il
suo
nome
?
-
Si
fa
chiamare
Teotokris
.
-
Teotokris
!
-
mormorò
Yanez
.
-
Questo
è
un
nome
greco
.
-
Un
greco
!
-
esclamò
Sandokan
,
scuotendosi
.
-
Che
cos
'
è
?
Io
non
ho
mai
udito
a
parlare
di
greci
.
-
Tu
non
sei
un
europeo
,
-
disse
Yanez
.
-
Sono
uomini
che
godono
fama
di
essere
i
più
furbi
dell
'
intera
Europa
.
-
Avversari
temibili
?
-
Temibilissimi
.
-
Buoni
per
te
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
,
sorridendo
.
Il
portoghese
gettò
via
con
stizza
la
sigaretta
,
poi
rivolgendosi
al
ministro
:
-
Gode
molta
considerazione
a
corte
,
quello
straniero
?
-
gli
chiese
.
-
Più
che
noi
ministri
.
-
Ah
!
Benissimo
.
-
Si
era
nuovamente
alzato
.
Fece
tre
o
quattro
giri
intorno
alla
tavola
,
torcendosi
i
baffi
e
lisciandosi
la
folta
barba
,
poi
,
fermandosi
dinanzi
al
ministro
che
lo
guardava
attonito
,
gli
chiese
a
bruciapelo
:
-
Dov
'
è
che
i
gurus
nascondono
la
pietra
di
Salagraman
che
contiene
il
famoso
capello
di
Visnù
?
-
Kaksa
Pharaum
guardò
il
portoghese
con
profondo
terrore
e
rimase
muto
,
come
se
la
lingua
gli
si
fosse
improvvisamente
paralizzata
.
-
Mi
avete
capito
,
Eccellenza
?
-
chiese
Yanez
un
po
'
minaccioso
.
-
La
pietra
...
di
Salagraman
!
-
balbettò
il
ministro
.
-
Sì
.
-
Ma
...
io
non
so
dove
si
trova
.
Solo
i
sacerdoti
ed
il
rajah
ve
lo
potrebbero
dire
,
-
rispose
Kaksa
,
riprendendo
animo
.
-
Io
non
so
nulla
,
mylord
.
-
Voi
mentite
,
-
gridò
Yanez
,
alzando
la
voce
.
-
Anche
i
ministri
del
rajah
lo
sanno
:
me
lo
hanno
confermato
parecchie
persone
.
-
Gli
altri
forse
,
non
io
.
-
Come
!
Il
primo
ministro
di
Sindhia
ne
saprebbe
meno
dei
suoi
inferiori
?
Eccellenza
,
voi
giuocate
una
pessima
carta
,
ve
ne
avverto
.
-
E
perché
vorreste
sapere
,
mylord
,
dove
si
trova
nascosta
?
-
Perché
quella
pietra
mi
occorre
,
-
rispose
Yanez
audacemente
.
-
Kaksa
Pharaum
mandò
una
specie
di
ruggito
.
-
Voi
rubate
quella
pietra
!
-
gridò
.
-
Non
sapete
che
il
capello
che
contiene
,
appartenne
,
migliaia
di
anni
or
sono
,
ad
un
dio
protettore
dell
'
India
?
Non
sapete
che
tutti
gli
stati
c
'
invidiano
quella
reliquia
?
Non
sapete
che
,
se
ci
venisse
portata
via
,
sarebbe
la
fine
dell
'
Assam
?
-
Chi
lo
ha
detto
?
-
chiese
Yanez
ironicamente
.
-
Lo
hanno
affermato
i
gurus
.
-
Il
portoghese
alzò
le
spalle
,
mentre
la
Tigre
della
Malesia
faceva
udite
un
risolino
beffardo
.
-
Vi
ho
detto
,
Eccellenza
,
che
a
me
occorre
quella
conchiglia
:
aggiungerò
poi
,
per
placare
i
vostri
timori
,
che
non
lascerà
l
'
Assam
.
Io
non
la
terrò
nelle
mie
mani
più
di
ventiquattro
ore
,
ve
lo
giuro
.
-
Allora
andate
a
chiedere
al
rajah
un
tale
favore
.
Io
non
posso
accordarlo
,
perché
ignoro
ove
i
sacerdoti
della
pagoda
di
Karia
la
nascondano
.
-
Ah
!
Non
vuoi
dirmelo
,
-
disse
Yanez
cambiando
tono
.
-
La
vedremo
!
-
In
quel
momento
si
udì
ad
echeggiare
il
gong
,
sospeso
esternamente
alla
porta
.
-
Chi
viene
a
disturbarci
?
-
chiese
Yanez
,
aggrottando
la
fronte
.
-
Io
,
padrone
:
Sambigliong
,
-
rispose
una
voce
.
-
Che
cosa
c
'
è
di
nuovo
?
-
Tremal
-
Naik
è
giunto
.
-
Sandokan
aveva
lasciata
la
pipa
,
e
si
era
alzato
precipitosamente
.
La
porta
si
aprì
ed
un
uomo
comparve
,
dicendo
:
-
Buona
sera
,
miei
cari
amici
:
eccomi
pronto
ad
aiutarvi
.
-
Le
destre
di
Sandokan
e
di
Yanez
si
erano
tese
verso
il
nuovo
venuto
,
il
quale
le
aveva
strette
fortemente
,
esclamando
:
-
Ecco
un
bel
giorno
:
mi
pare
di
tornare
giovane
insieme
a
voi
.
-
L
'
uomo
che
così
aveva
parlato
era
un
bellissimo
tipo
d
'
indiano
bengalino
,
di
circa
quarant
'
anni
,
dalla
taglia
elegante
e
flessuosa
,
senz
'
essere
magra
,
dai
lineamenti
fini
ed
energici
,
la
pelle
lievemente
abbronzata
e
lucidissima
e
gli
occhi
nerissimi
e
pieni
di
fuoco
.
Vestiva
come
i
ricchi
indiani
modernizzati
dalla
Young
-
India
,
i
quali
ormai
hanno
lasciato
il
dootèe
e
la
dubgah
pel
costume
anglo
-
indù
,
più
semplice
,
ma
anche
più
comodo
:
giacca
di
tela
bianca
con
alamari
di
seta
rossa
,
fascia
ricamata
e
altissima
,
calzoni
stretti
pure
bianchi
e
turbantino
rigato
sul
capo
.
-
E
tua
figlia
Darma
?
-
avevano
chiesto
ad
una
voce
Yanez
e
Sandokan
.
-
È
in
viaggio
per
l
'
Europa
,
amici
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Moreland
desidera
far
visitare
a
sua
moglie
l
'
Inghilterra
.
-
Sai
già
perché
ti
abbiamo
chiamato
?
-
chiese
Yanez
.
-
So
tutto
:
voi
volete
mantenere
la
promessa
fatta
quel
terribile
giorno
in
cui
il
Re
del
Mare
affondava
sotto
i
colpi
di
cannone
del
figlio
di
Suyodhana
.
-
Di
tuo
genero
,
-
aggiunse
Sandokan
,
ridendo
.
-
È
vero
...
Ah
!
-
Si
era
vivamente
voltato
guardando
il
ministro
del
rajah
,
il
quale
stava
immobile
presso
la
tavola
,
come
una
mummia
.
-
Chi
è
costui
?
-
chiese
l
'
indiano
.
-
Il
primo
ministro
di
S
.
A
.
Sindhia
,
principe
regnante
dell
'
Assam
,
-
rispose
Yanez
.
-
Toh
!
Tu
giungi
proprio
in
buon
punto
.
Sapresti
tu
,
Tremal
-
Naik
,
far
parlare
quell
'
uomo
che
si
ostina
a
non
dirmi
la
verità
?
Voi
indiani
siete
dei
grandi
maestri
.
-
Non
vuol
parlare
?
-
disse
Tremal
-
Naik
,
squadrando
il
disgraziato
che
pareva
tremasse
.
-
Hanno
fatto
cantare
anche
me
gli
inglesi
,
quando
ero
coi
thugs
.
Kammamuri
però
è
più
destro
di
me
in
tali
faccende
.
Ti
preme
,
Yanez
?
-
Sì
.
-
Hai
ricorso
alle
minacce
?
-
Ma
senza
buon
esito
.
-
Ha
cenato
quel
signore
?
-
Sì
.
-
È
quasi
mattina
,
può
quindi
fare
uno
spuntino
,
o
una
semplice
tiffine2
senza
birra
però
.
È
vero
che
l
'
accetterete
in
nostra
compagnia
?
-
Chiamalo
Eccellenza
,
-
disse
Yanez
maliziosamente
.
-
Ah
!
Scusate
,
Eccellenza
,
-
disse
Tremal
-
Naik
con
accento
un
po
'
ironico
.
-
Mi
ero
scordato
che
voi
siete
il
primo
ministro
del
rajah
.
Accettate
dunque
una
fiffine
?
-
Io
di
solito
non
mangio
la
prima
colazione
che
alle
dieci
del
mattino
,
-
rispose
il
ministro
a
denti
stretti
.
-
Voi
,
Eccellenza
,
adotterete
le
abitudini
dei
miei
amici
.
Sono
partito
ieri
mattina
da
Calcutta
,
ho
mangiato
malissimo
lungo
la
via
ferroviaria
,
peggio
ancora
nel
vostro
paese
,
quindi
ho
una
fame
da
tigre
.
Amici
,
lasciate
che
vada
ad
ordinare
a
Kammamuri
una
succolenta
colazione
.
Suppongo
che
i
viveri
non
mancheranno
in
questa
vecchia
pagoda
.
-
Qui
regna
l
'
abbondanza
,
-
rispose
Yanez
.
-
Vieni
con
me
,
allora
.
Kammamuri
è
un
cuoco
abilissimo
.
-
Si
presero
a
braccetto
e
uscirono
insieme
,
lasciando
soli
il
disgraziato
ministro
del
rajah
e
Sandokan
.
Questi
aveva
riacceso
il
suo
cibuc
e
,
dopo
essersi
sdraiato
,
si
era
rimesso
a
fumare
silenziosamente
,
spiando
attentamente
il
prigioniero
.
Kaksa
Pharaum
si
era
lasciato
cadere
su
una
sedia
,
prendendosi
il
capo
fra
le
mani
.
Pareva
completamente
annichilito
da
quel
succedersi
di
avvenimenti
imprevisti
.
I
due
personaggi
stettero
parecchi
minuti
silenziosi
,
l
'
uno
continuando
a
fumare
e
l
'
altro
a
meditare
sui
tristi
casi
della
vita
,
poi
il
pirata
,
staccando
dalle
labbra
la
pipa
,
disse
:
-
Vuoi
un
consiglio
,
Eccellenza
?
-
Kaksa
Pharaum
aveva
alzata
vivamente
la
testa
,
fissando
i
suoi
piccoli
occhi
sul
formidabile
pirata
.
-
Che
cosa
vuoi
,
sahib
?
-
chiese
,
battendo
i
denti
.
-
Devi
dire
,
se
vuoi
evitare
maggiori
guai
,
quello
che
desidera
sapere
il
mio
amico
.
Bada
,
Eccellenza
!
È
un
uomo
terribile
,
che
non
indietreggerà
dinanzi
a
nessun
mezzo
feroce
.
Io
sono
la
Tigre
della
Malesia
:
egli
è
la
Tigre
bianca
.
Quale
sarà
il
più
implacabile
?
Ah
!
Io
non
te
lo
saprei
dire
.
-
Ma
ho
già
detto
che
io
ignoro
dove
si
trova
la
pietra
di
Salagraman
.
-
Il
sigaro
che
il
mio
amico
ti
ha
fatto
fumare
ti
ha
annebbiato
un
po
'
troppo
il
cervello
,
-
rispose
Sandokan
.
-
È
necessaria
una
buona
colazione
.
Vedrai
,
Eccellenza
,
come
la
memoria
diventerà
limpida
.
-
Tornò
a
rovesciarsi
sul
divano
e
si
rimise
a
fumare
con
tutta
calma
.
Un
silenzio
profondo
regnava
nel
salotto
.
Si
sarebbe
detto
che
all
'
infuori
di
quei
due
personaggi
nessuno
abitava
la
vecchia
pagoda
sotterranea
.
Kaksa
Pharaum
,
più
che
mai
spaventato
,
era
tornato
ad
accasciarsi
sulla
sua
sedia
,
col
capo
fra
le
mani
.
La
Tigre
della
Malesia
non
fiatava
,
anzi
si
studiava
di
non
fare
alcun
rumore
colle
labbra
.
I
suoi
occhi
però
pieni
di
fuoco
,
non
si
staccavano
un
solo
momento
dal
ministro
.
Si
comprendeva
che
stava
in
guardia
.
Trascorse
una
mezz
'
ora
,
poi
la
porta
tornò
ad
aprirsi
ed
un
altro
indiano
entrò
,
tenendo
fra
le
mani
un
piatto
fumante
che
conteneva
dei
pesci
annegati
in
una
salsa
nerastra
.
Era
un
uomo
presso
la
quarantina
,
piuttosto
alto
di
statura
e
membruto
,
tutto
vestito
di
bianco
,
col
viso
molto
abbronzato
che
aveva
dei
riflessi
dell
'
ottone
e
che
aveva
agli
orecchi
dei
pendenti
d
'
oro
che
gli
davano
un
non
so
che
di
grazioso
e
di
strano
.
-
Ah
!
-
esclamò
Sandokan
,
deponendo
la
pipa
.
-
Sei
tu
,
Kammamuri
?
Ben
felice
di
vederti
,
sempre
in
salute
e
sempre
fedele
al
tuo
padrone
.
-
I
maharatti
muoiono
al
servizio
del
loro
signore
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Salute
a
te
,
invincibile
Tigre
della
Malesia
.
-
Altri
quattro
uomini
erano
entrati
,
portando
altri
tondi
pieni
di
cibi
diversi
,
bottiglie
di
birra
e
salviette
.
Kammamuri
depose
il
suo
tondo
dinanzi
al
ministro
,
mentre
entravano
Yanez
e
Tremal
-
Naik
.
La
Tigre
della
Malesia
si
era
alzata
per
sedersi
di
fronte
al
prigioniero
,
il
quale
guardava
con
terrore
or
l
'
uno
ed
ora
gli
altri
,
senza
però
pronunciare
una
sillaba
.
-
Perdonate
,
Eccellenza
,
se
la
colazione
che
io
vi
offro
è
ben
inferiore
alla
cena
che
vi
ho
mangiata
,
ma
siamo
un
po
'
discosti
dal
centro
della
città
ed
i
negozi
non
sono
ancora
aperti
.
Fate
onore
al
nostro
modesto
pasto
e
rasserenatevi
.
Avete
una
cera
da
funerale
.
-
Io
non
ho
fame
,
mylord
,
-
balbettò
il
disgraziato
.
-
Mandate
giù
pochi
bocconi
per
tenerci
compagnia
.
-
E
se
mi
rifiutassi
?
-
In
tal
caso
vi
costringerei
colla
forza
.
Non
si
fa
l
'
offesa
d
'
un
rifiuto
ad
un
mylord
.
La
nostra
cucina
d
'
altronde
non
è
meno
buona
della
vostra
:
assaggiate
e
vi
persuaderete
.
Poi
riprenderemo
il
nostro
discorso
.
-
Come
abbiamo
detto
,
Kammamuri
aveva
posto
dinanzi
al
ministro
il
primo
tondo
che
aveva
portato
e
che
conteneva
dei
pesci
che
nuotavano
entro
una
salsa
nerastra
,
costringendolo
in
tal
modo
ad
inghiottire
solo
quell
'
intingolo
.
Il
povero
diavolo
,
vedendo
fisso
sopra
di
sé
e
minacciosi
gli
occhi
di
Yanez
,
si
decise
finalmente
a
mangiare
quantunque
non
avesse
affatto
appetito
.
Gli
altri
non
avevano
tardato
ad
imitarlo
,
vuotando
rapidamente
i
piatti
che
avevano
dinanzi
e
che
non
sembravano
contenere
un
intingolo
diverso
,
almeno
apparentemente
.
Kaksa
Pharaum
aveva
con
grandi
sforzi
inghiottiti
alcuni
bocconi
,
quando
lasciò
cadere
bruscamente
la
forchetta
guardando
il
portoghese
con
smarrimento
.
-
Che
cosa
avete
,
Eccellenza
?
-
chiese
Yanez
,
fingendo
con
gran
stupore
.
-
Che
mi
sento
bruciare
le
viscere
,
-
rispose
Kaksa
Pharaum
che
era
diventato
smorto
.
-
Non
mettete
anche
voi
del
pimento
nei
vostri
intingoli
?
-
Non
così
forte
.
-
Continuate
a
mangiare
.
-
No
...
datemi
da
bere
...
brucio
.
-
Da
bere
?
Che
cosa
?
-
Di
quella
birra
,
-
rispose
il
disgraziato
.
-
Ah
no
,
Eccellenza
.
Questa
è
esclusivamente
per
noi
e
poi
voi
,
come
indiano
,
non
potreste
berne
poiché
noi
inglesi
,
onde
aumentare
la
fermentazione
della
birra
,
vi
mettiamo
qualche
pezzetto
di
grasso
di
mucca
.
Voi
,
Eccellenza
,
sapete
meglio
di
me
che
,
per
voi
indiani
,
quell
'
animale
è
sacro
e
chi
ne
mangia
andrà
soggetto
a
pene
tremende
quando
sarà
morto
.
-
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
fecero
uno
sforzo
supremo
per
trattenere
una
clamorosa
risata
.
Ne
poteva
inventare
altre
quel
demonio
di
portoghese
?
Perfino
il
grasso
di
mucca
nella
birra
inglese
!
Yanez
,
che
conservava
una
serietà
meravigliosa
,
empì
una
tazza
di
birra
e
la
porse
al
ministro
dicendogli
:
-
Se
volete
,
bevete
pure
.
-
Kaksa
Pharaum
aveva
fatto
un
gesto
d
'
orrore
.
-
No
...
mai
...
un
indiano
...
meglio
la
morte
...
dell
'
acqua
mylord
...
dell
'
acqua
!
-
aveva
gridato
.
-
Ho
il
fuoco
nel
ventre
!
-
Dell
'
acqua
!
-
rispose
Yanez
.
-
Dove
volete
che
andiamo
a
prenderne
,
Eccellenza
?
Non
vi
è
alcun
pozzo
in
questa
pagoda
sotterranea
ed
il
fiume
è
più
lontano
di
quello
che
credete
.
-
Muoio
!
-
Bah
!
Noi
non
abbiamo
alcun
interesse
a
sopprimervi
.
Tutt
'
altro
.
-
Mi
avete
avvelenato
...
ho
dei
carboni
accesi
nel
petto
!
-
urlò
il
disgraziato
.
-
Dell
'
acqua
!
dell
'
acqua
!
-
La
volete
proprio
?
-
Kaksa
Pharaum
si
era
alzato
,
comprimendosi
con
le
mani
il
ventre
.
Aveva
la
schiuma
alle
labbra
e
gli
occhi
gli
uscivano
dalle
orbite
.
-
Dell
'
acqua
...
miserabili
!
-
urlava
spaventosamente
.
La
sua
voce
non
aveva
più
nulla
d
'
umano
.
Dalle
labbra
gli
uscivano
dei
ruggiti
che
impressionavano
perfino
la
Tigre
della
Malesia
.
Anche
Yanez
si
era
alzato
di
fronte
al
ministro
.
-
Parlerai
?
-
gli
chiese
freddamente
.
-
No
!
-
urlò
il
disgraziato
.
-
E
allora
noi
non
ti
daremo
una
goccia
d
'
acqua
.
-
Sono
avvelenato
.
-
Ti
dico
di
no
.
-
Datemi
da
bere
!
-
Kammamuri
!
Entra
!
-
Il
maharatto
,
che
doveva
essere
dietro
la
porta
,
si
fece
innanzi
portando
due
bottiglie
di
cristallo
piene
d
'
acqua
limpidissima
e
le
depose
sulla
tavola
.
Kaksa
Pharaum
,
all
'
estremo
delle
sue
sofferenze
,
aveva
allungate
le
mani
per
afferrarle
,
ma
Yanez
fu
pronto
a
fermarlo
.
-
Quando
mi
avrai
detto
dove
si
trova
la
pietra
di
Salagraman
tu
potrai
bere
finché
vorrai
,
-
gli
disse
.
-
Ti
avverto
però
che
tu
rimarrai
in
nostra
mano
finché
l
'
avremo
trovata
,
quindi
sarebbe
inutile
ingannarci
.
-
Brucio
tutto
!
Una
goccia
d
'
acqua
,
una
sola
...
-
Dimmi
dove
è
la
pietra
.
-
Non
lo
so
...
-
Lo
sai
,
-
rispose
l
'
implacabile
portoghese
.
-
Uccidetemi
allora
.
-
No
.
-
Siete
dei
miserabili
!
-
Se
lo
fossimo
,
non
saresti
più
vivo
.
-
Non
posso
più
resistere
!
-
Yanez
prese
un
bicchiere
e
lo
empì
lentamente
d
'
acqua
.
Kaksa
Pharaum
seguiva
,
cogli
occhi
smarriti
,
quel
filo
d
'
acqua
,
ruggendo
come
una
fiera
.
-
Parlerai
?
-
chiese
Yanez
,
quand
'
ebbe
finito
.
-
Sì
...
sì
...
-
rantolò
il
ministro
.
-
Dov
'
è
dunque
?
-
Nella
pagoda
di
Karia
.
-
Lo
sapevamo
anche
noi
.
Dove
?
-
Nel
sotterraneo
che
s
'
apre
sotto
la
statua
di
Siva
.
-
Avanti
.
-
Vi
è
una
pietra
...
un
anello
di
bronzo
...
alzatela
...
sotto
in
un
cofano
...
-
Giura
su
Siva
che
hai
detto
la
verità
.
-
Lo
...
giuro
...
da
bere
...
-
Un
momento
ancora
.
Veglia
qualcuno
nel
sotterraneo
?
-
Due
guardie
.
-
A
te
.
-
Invece
di
prendere
il
bicchiere
il
ministro
afferrò
una
delle
due
bottiglie
e
si
mise
a
bere
a
garganella
,
come
se
non
dovesse
finire
più
.
La
vuotò
più
che
mezza
,
poi
la
lasciò
bruscamente
cadere
e
stramazzò
,
come
fulminato
,
fra
le
braccia
di
Kammamuri
che
gli
si
era
messo
dietro
.
-
Coricalo
sul
divano
,
-
gli
disse
Yanez
.
-
Per
Giove
,
che
droga
infernale
hai
messo
dentro
quell
'
intingolo
?
Mi
assicuri
che
non
morrà
,
è
vero
?
-
Non
temete
,
signor
Yanez
,
-
rispose
il
maharatto
.
-
Non
ho
messo
che
una
foglia
di
serhar
,
una
pianta
che
cresce
nel
mio
paese
.
Domani
quest
'
uomo
starà
benissimo
.
-
Tu
lo
sorveglierai
e
metterai
due
dei
nostri
alla
porta
.
Se
fugge
siamo
tutti
perduti
.
-
E
noi
dunque
che
cosa
faremo
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Aspetteremo
questa
sera
e
andremo
ad
impadronirci
della
famosa
pietra
di
Salagraman
e
del
non
meno
famoso
capello
di
Visnù
.
-
Ma
perché
ci
tieni
tanto
ad
avere
quella
conchiglia
?
-
Lo
saprai
più
tardi
,
fratellino
.
Fidati
di
me
.
-
4
.
La
pietra
di
Salagraman
Dodici
o
quattordici
ore
dopo
la
confessione
del
primo
ministro
del
rajah
dell
'
Assam
,
un
drappello
bene
armato
lasciava
la
pagoda
sotterranea
,
avanzandosi
con
profondo
silenzio
lungo
la
riva
sinistra
del
Brahmaputra
.
Era
composto
di
Yanez
,
Sandokan
,
Tremal
-
Naik
e
di
dieci
uomini
,
per
la
maggior
parte
malesi
e
dayachi
che
,
oltre
le
carabine
e
quei
terribili
pugnali
colla
lama
serpeggiante
chiamati
kriss
,
portavano
delle
funi
arrotolate
intorno
ai
fianchi
,
delle
torce
e
dei
picconi
.
Essendo
il
sole
tramontato
già
da
quattro
o
cinque
ore
,
nessun
essere
vivente
passeggiava
sotto
i
pipal
,
i
fichi
baniani
e
le
palme
,
che
coprivano
la
riva
del
fiume
,
proiettando
una
fitta
ombra
.
Il
drappello
,
dopo
aver
percorso
qualche
miglio
senza
aver
scambiata
una
parola
,
si
era
arrestato
di
fronte
ad
un
'
isoletta
che
sorgeva
quasi
in
mezzo
al
fiume
,
all
'
altezza
dell
'
estremità
orientale
del
popoloso
sobborgo
di
Siringar
.
-
Alt
!
-
aveva
comandato
Yanez
.
-
Bindar
non
deve
essere
lontano
.
-
È
l
'
indiano
che
tu
hai
assoldato
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Potremo
fidarci
di
lui
?
-
Surama
mi
ha
detto
che
è
il
figlio
d
'
uno
dei
servi
di
suo
padre
e
che
perciò
non
dobbiamo
dubitare
della
sua
lealtà
.
-
Uhm
!
-
fece
la
Tigre
crollando
il
capo
.
-
Io
non
mi
fido
che
dei
miei
malesi
e
dei
miei
dayachi
.
-
Lui
conosce
la
pagoda
anche
internamente
,
mentre
noi
non
l
'
abbiamo
veduta
che
all
'
esterno
.
Una
guida
ci
era
necessaria
.
-
S
'
accostò
ad
una
enorme
macchia
di
bambù
alti
per
lo
meno
quindici
metri
,
che
curvavano
le
loro
cime
sopra
le
acque
del
fiume
,
e
mandò
un
debole
fischio
,
ripetendolo
poi
tre
volte
ad
intervalli
diversi
.
Non
erano
trascorsi
dieci
secondi
quando
fra
quelle
immense
canne
si
udirono
dei
leggeri
fruscii
,
poi
un
uomo
sorse
bruscamente
dinanzi
al
portoghese
,
dicendogli
:
-
Eccomi
,
sahib
.
-
Era
un
giovane
indiano
di
forse
vent
'
anni
,
bene
sviluppato
,
dall
'
aria
intelligentissima
ed
i
lineamenti
piuttosto
fini
delle
caste
guerriere
.
Non
aveva
indosso
che
un
semplice
gonnellino
un
po
'
lungo
,
il
languti
degli
indù
,
stretto
da
una
piccola
fascia
di
cotone
azzurro
,
entro
cui
era
passato
un
pugnale
dalla
lama
larghissima
,
in
forma
quasi
d
'
un
ferro
di
lancia
ed
il
corpo
aveva
interamente
spalmato
di
cenere
,
probabilmente
raccolta
sul
luogo
dove
si
ardono
i
cadaveri
,
e
che
è
il
distintivo
poco
attraente
dei
seguaci
di
Siva
.
-
Hai
condotto
la
bangle
?
-
chiese
Yanez
.
-
Sì
,
padrone
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
È
nascosta
sotto
i
bambù
.
-
Sei
solo
?
-
Tu
non
mi
avevi
detto
,
sahib
,
di
condurre
altri
.
Avrei
avuto
più
piacere
,
perché
la
bangle
è
pesante
a
guidarsi
.
-
I
miei
uomini
sono
gente
di
mare
.
Imbarchiamoci
subito
.
-
Devo
avvertirti
d
'
una
cosa
però
.
-
Parla
e
sii
breve
.
-
So
che
questa
notte
dinanzi
alla
pagoda
devono
bruciare
il
cadavere
d
'
un
bramino
.
-
Durerà
molto
la
cerimonia
?
-
Non
credo
.
-
Il
nostro
arrivo
non
desterà
qualche
sospetto
?
-
E
perché
sahib
?
Le
barche
approdano
sovente
all
'
isolotto
,
-
disse
l
'
indiano
.
-
Andiamo
allora
.
-
Avrei
però
desiderato
meglio
che
nessuno
ci
vedesse
a
sbarcare
,
-
disse
Sandokan
.
-
Rimarremo
a
bordo
,
finché
tutti
si
saranno
allontanati
,
-
rispose
Yanez
.
-
Non
faranno
troppa
attenzione
a
noi
.
-
Seguirono
il
giovane
indiano
,
aprendosi
faticosamente
il
passo
fra
quelle
durissime
canne
giganti
,
che
alla
base
avevano
la
circonferenza
d
'
una
coscia
di
fanciullo
,
e
giunsero
sulla
riva
del
fiume
.
Sotto
le
ultime
canne
che
,
curvandosi
verso
l
'
acqua
,
formavano
delle
superbe
arcate
,
stava
nascosto
uno
di
quei
pesanti
battelli
,
che
gl
'
indiani
adoperano
sui
loro
fiumi
per
trasportare
il
riso
,
privo
però
degli
alberi
,
ma
provvisto
invece
d
'
una
tettoia
di
stoppie
destinata
a
riparare
l
'
equipaggio
dalle
ingiurie
del
tempo
.
Yanez
ed
i
suoi
compagni
s
'
imbarcarono
;
i
malesi
ed
i
dayachi
afferrarono
i
lunghi
remi
e
la
bangle
lasciò
il
nascondiglio
dirigendosi
verso
l
'
isolotto
,
nel
cui
mezzo
giganteggiava
fra
le
tenebre
una
enorme
costruzione
in
forma
di
piramide
tronca
.
L
'
indiano
aveva
detto
il
vero
annunciando
un
funerale
.
La
massiccia
barca
non
aveva
percorsa
ancora
mezza
distanza
,
quando
sulla
riva
dell
'
isolotto
si
videro
comparire
numerose
torce
e
raggrupparsi
intorno
ad
una
minuscola
cala
che
doveva
servire
d
'
approdo
alle
barche
del
fiume
.
-
Ecco
dei
guasta
affari
,
-
disse
Yanez
a
Tremal
-
Naik
.
-
Ci
faranno
perdere
un
tempo
prezioso
.
-
Sono
appena
le
dieci
,
-
rispose
l
'
indiano
-
e
per
la
mezzanotte
tutto
sarà
finito
.
Trattandosi
d
'
un
bramino
,
la
cerimonia
sarà
più
lunga
delle
altre
,
avendo
diritto
a
speciali
riguardi
anche
dopo
morte
.
Se
il
morto
fosse
un
povero
diavolo
qualunque
la
faccenda
sarebbe
spiccia
.
Una
tavola
di
legno
per
coricarvi
il
cadavere
,
una
lampadina
accesa
da
mettergli
in
fondo
ai
piedi
,
una
spinta
e
buona
notte
.
La
corrente
s
'
incarica
di
portare
il
morto
nel
sacro
Gange
,
quando
i
coccodrilli
e
i
marabù
lo
risparmiano
.
-
Ciò
che
accadrà
di
rado
,
-
disse
Sandokan
,
che
stava
seduto
sul
bordo
della
bangle
.
-
Puoi
contarlo
come
un
caso
miracoloso
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Appena
oltrepassata
la
città
,
sauriani
e
volatili
vanno
a
gara
per
far
sparire
carne
ed
ossa
.
-
E
di
quel
bramino
che
cosa
faranno
invece
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Il
funerale
sarà
un
po
'
lungo
,
esigendo
certe
formalità
speciali
.
Innanzi
a
tutto
quando
un
bramino
entra
in
agonia
non
si
trasporta
semplicemente
sulla
riva
del
fiume
,
perché
spiri
al
dolce
mormorìo
dell
'
acqua
,
che
lo
trasporterà
nel
cailasson
,
ossia
nel
paradiso
;
bensì
in
un
luogo
speciale
,
che
prima
sarà
stato
accuratamente
cosparso
di
sterco
di
mucca
e
su
un
pezzo
di
cotone
mai
prima
di
allora
usato
.
-
Uscito
poco
prima
dal
cotonificio
,
-
disse
Yanez
,
ridendo
.
-
Ah
!
Siete
dei
bei
matti
voi
indiani
.
-
Oh
!
Aspetta
un
po
'
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Giunge
allora
un
sacerdote
bramino
accompagnato
dal
suo
primogenito
onde
procedere
alla
cerimonia
chiamata
sarva
prayasibrit
.
-
Che
cosa
vuol
dire
?
-
La
purificazione
dei
peccati
.
-
Toh
!
Credevo
che
i
bramini
non
ne
commettessero
mai
!
-
Ed
in
che
consiste
?
-
chiese
Sandokan
che
pareva
s
'
interessasse
vivamente
di
quegli
strani
particolari
.
-
Nel
versare
in
bocca
al
moribondo
un
liquore
speciale
dei
bramini
,
che
si
pretende
sacro
,
mentre
ai
seguaci
di
Visnù
si
somministra
un
po
'
d
'
acqua
dove
fu
messa
una
pietra
di
Salagraman
qualunque
.
-
Per
soffocarli
più
presto
è
vero
?
-
disse
Yanez
.
-
Infatti
non
è
certamente
un
bel
divertimento
assistere
all
'
agonia
d
'
un
moribondo
.
È
meglio
spedirlo
presto
all
'
altro
mondo
.
-
Ma
no
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
-
si
lascia
morire
in
pace
...
cioè
,
veramente
no
,
perché
il
moribondo
deve
aggrapparsi
alla
coda
d
'
una
mucca
e
lasciarsi
trascinare
per
un
certo
tratto
di
via
onde
egli
sia
ben
sicuro
di
ritrovarne
una
di
simile
che
lo
aiuterà
a
passare
il
fiume
di
fuoco
che
gira
intorno
al
Yama
-
lacca
,
dove
abita
il
dio
dell
'
inferno
.
-
Così
la
finiscono
più
presto
,
-
disse
l
'
incorreggibile
Yanez
.
-
Un
po
'
di
galoppo
dietro
una
mucca
non
deve
far
male
ad
un
povero
moribondo
che
sta
per
vomitare
la
sua
anima
.
E
poi
?
-
Lo
vedremo
quando
avremo
affondata
l
'
ancora
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Vedo
una
donna
che
gira
sulla
riva
alzando
disperatamente
le
braccia
.
Deve
essere
la
sposa
del
morto
.
-
E
questo
tonfo
nel
fiume
lo
hai
udito
?
-
È
il
figlio
primogenito
del
bramino
,
che
si
è
gettato
nel
fiume
,
dopo
d
'
aver
indossato
i
suoi
più
bei
vestiti
,
prima
di
farsi
tagliare
accuratamente
la
barba
,
se
ne
ha
,
ed
i
capelli
.
-
Se
io
fossi
il
viceré
dell
'
India
farei
rinchiudere
in
un
ospedale
di
pazzi
tutti
i
bramini
del
reame
.
Parola
di
Yanez
.
-
Queste
cerimonie
sono
dettate
dai
libri
sacri
.
-
Scritti
quando
quei
sacerdoti
erano
pieni
di
bâng3
.
-
La
grossa
barca
in
quel
momento
era
giunta
dinanzi
al
minuscolo
seno
,
e
Bindar
aveva
lasciata
cadere
l
'
ancora
,
arrestandola
ad
una
quindicina
di
passi
dalla
riva
.
Quindici
o
venti
persone
si
erano
radunate
intorno
ad
una
specie
di
palanchino
formato
di
bambù
intrecciati
,
su
cui
riposava
un
cadavere
,
che
aveva
indosso
un
ampio
dootèe
di
seta
gialla
.
Dovevano
essere
tutti
parenti
ed
amici
del
morto
,
però
si
vedevano
in
mezzo
a
loro
alcuni
pourohita
ossia
sacerdoti
bramini
accompagnati
da
tre
o
quattro
gouron
,
specie
di
sagrestani
incaricati
dalla
pulizia
delle
pagode
e
dei
bassi
servizi
del
culto
.
Tutti
avevano
delle
torce
,
sicché
Yanez
ed
i
suoi
compagni
potevano
osservare
benissimo
quanto
quegli
uomini
stavano
per
compiere
.
Il
primogenito
del
morto
era
uscito
dal
fiume
,
si
era
fatto
già
radere
in
fretta
e
si
era
accostato
al
genitore
,
seguìto
dalla
madre
alla
quale
i
parenti
avevano
levato
il
thaly
,
quel
gioiello
che
è
l
'
insegna
delle
donne
sposate
e
tagliati
i
capelli
,
che
non
doveva
più
mai
lasciarsi
crescere
durante
tutta
la
sua
vedovanza
.
Il
primo
gettò
sul
cadavere
una
manata
di
fiori
,
poi
fece
alzare
la
barella
e
la
fece
trasportare
alcuni
passi
più
lontano
,
dove
era
una
buca
lunga
due
metri
e
larga
uno
,
circondata
da
pezzi
di
legna
e
da
sterco
disseccato
di
mucca
e
fece
deporre
vicino
un
vaso
di
terra
entro
cui
bruciavano
dei
carboni
.
Il
morto
fu
privato
della
sua
bella
veste
e
dei
gioielli
,
per
non
perdere
inutilmente
l
'
una
e
gli
altri
,
poi
il
primogenito
mise
sul
petto
nudo
del
bramino
un
pezzo
di
sterco
acceso
,
vi
versò
sopra
un
po
'
di
burro
sciolto
e
mise
in
bocca
al
cadavere
una
mezza
rupia
e
alcuni
granelli
di
riso
che
prima
aveva
bagnati
con
un
po
'
di
saliva
e
si
ritrasse
,
pronunciando
una
preghiera
.
I
parenti
s
'
accostarono
a
loro
volta
,
accumulando
sul
bramino
le
legne
e
le
mattonelle
di
sterco
.
-
È
finita
la
cerimonia
?
-
chiese
Yanez
a
Tremal
-
Naik
.
-
Aspetta
un
momento
.
Il
figlio
deve
ancora
compiere
qualche
cosa
.
-
Il
giovane
infatti
aveva
preso
un
vaso
di
terra
pieno
d
'
acqua
e
l
'
aveva
spaccato
con
violenza
sulla
testa
del
defunto
.
-
Ah
!
birbante
!
-
esclamò
il
portoghese
.
-
Perché
?
Ora
almeno
è
sicuro
che
suo
padre
è
veramente
morto
.
-
Se
fosse
stato
ancora
agonizzante
l
'
avrebbe
accoppato
egualmente
.
-
I
parenti
avevano
fatto
circolo
accostando
le
torce
al
rogo
.
Una
gran
fiamma
si
sprigionò
subito
rompendo
bruscamente
le
tenebre
e
avvolgendo
,
con
rapidità
incredibile
,
il
cadavere
,
che
era
tutto
cosparso
di
burro
.
Fra
il
crepitare
del
legname
ben
imbevuto
di
materie
resinose
ed
il
salmodiare
del
pourohita
e
dei
suoi
aiutanti
,
si
udivano
le
urla
disperate
del
figlio
e
della
vedova
,
ed
ai
bagliori
delle
fiamme
si
vedevano
i
parenti
a
rotolarsi
per
terra
ed
a
picchiarsi
il
petto
con
pugni
tremendi
.
-
Quegli
stupidi
vogliono
sfondarsi
le
costole
,
-
diceva
Yanez
.
-
Non
mi
stupirei
che
domani
fossero
tutti
a
letto
.
-
Quella
fiammata
gigantesca
non
durò
che
un
quarto
d
'
ora
,
poi
quando
il
cadavere
fu
consumato
,
i
parenti
con
pale
di
ferro
raccolsero
la
cenere
e
le
ossa
e
le
gettarono
nel
fiume
,
quindi
si
allontanarono
tutti
in
silenzio
,
scomparendo
ben
presto
sotto
gli
alberi
,
che
coprivano
buona
parte
dell
'
isolotto
.
-
Possiamo
sbarcare
ora
?
-
chiese
Sandokan
rivolgendosi
a
Bindar
,
che
era
rimasto
sempre
silenzioso
.
-
Sì
,
sahib
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
A
quest
'
ora
i
gurum
della
pagoda
devono
dormire
profondamente
.
-
Andiamo
dunque
.
Sono
impaziente
di
condurre
a
termine
questa
avventura
notturna
.
-
E
di
menare
possibilmente
le
mani
,
è
vero
,
fratellino
?
-
disse
Yanez
.
-
Sì
,
se
si
può
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Le
mie
braccia
cominciano
ad
irrugginirsi
.
-
Allentarono
la
fune
dell
'
ancora
e
con
pochi
colpi
di
remo
spinsero
la
bangle
verso
la
riva
.
-
Che
due
uomini
rimangano
a
guardia
della
barca
,
-
disse
Yanez
.
-
Dobbiamo
assicurarci
la
ritirata
.
-
Raccolsero
le
armi
e
scesero
silenziosamente
a
terra
,
cacciandosi
sotto
un
bosco
,
formato
quasi
esclusivamente
di
palmizi
tara
e
d
'
immensi
gruppi
di
bambù
.
Bindar
si
era
messo
alla
testa
del
drappello
,
fiancheggiato
da
Yanez
,
il
quale
voleva
sorvegliarlo
personalmente
,
non
avendo
,
checché
avesse
detto
a
Sandokan
,
una
completa
fiducia
di
quell
'
indiano
,
che
da
soli
pochi
giorni
conosceva
.
La
pagoda
non
era
lontana
più
di
due
tiri
di
carabina
,
quindi
in
una
ventina
di
minuti
e
anche
meno
,
il
drappello
poteva
giungervi
.
Tutti
però
si
avanzavano
con
estrema
prudenza
onde
non
farsi
scorgere
.
Era
molto
improbabile
che
a
quell
'
ora
così
inoltrata
qualche
indiano
passeggiasse
per
quelle
boscaglie
,
nondimeno
si
tenevano
in
guardia
.
Attraversata
la
zona
dei
palmizi
e
dei
bambù
,
si
trovarono
improvvisamente
dinanzi
ad
una
vasta
radura
,
interrotta
solamente
da
gruppi
di
piccole
piante
.
Nel
mezzo
giganteggiava
la
pagoda
di
Karia
.
Come
abbiamo
detto
,
quel
tempio
,
veneratissimo
da
tutti
gli
assamesi
,
perché
conteneva
la
famosa
pietra
di
Salagraman
col
capello
di
Visnù
,
si
componeva
d
'
una
enorme
piramide
tronca
;
colle
pareti
abbellite
da
sculture
che
si
succedevano
senza
interruzione
dalla
base
alla
cima
e
che
rappresentavano
in
dimensioni
più
o
meno
grandiose
,
le
ventuno
incarnazioni
del
dio
indiano
.
Quindi
,
pesci
colossali
,
testuggini
,
cinghiali
,
leoni
,
giganti
,
nani
,
cavalli
,
ecc
.
Solo
dinanzi
alla
porta
d
'
entrata
si
rizzava
una
torre
piramidale
più
piccola
,
il
cobrom
,
coronato
da
una
cupola
e
colle
muraglie
pure
adorne
di
figure
per
la
maggior
parte
poco
pulite
,
rappresentanti
la
vita
,
le
vittorie
e
le
disgrazie
delle
diverse
divinità
.
Ad
una
altezza
di
venti
piedi
s
'
apriva
una
finestra
sul
cui
davanzale
ardeva
una
lampada
.
-
È
per
di
là
che
dovremo
entrare
,
sahib
,
-
disse
Bindar
volgendosi
verso
Yanez
,
che
aveva
corrugata
la
fronte
,
scorgendo
quel
lume
.
-
Temevo
che
qualcuno
vegliasse
nella
pagoda
,
-
rispose
il
portoghese
.
-
Non
avere
alcun
timore
:
è
uso
mettere
una
lampada
sulla
prima
finestra
del
cobrom
.
Se
fosse
un
giorno
festivo
,
ve
ne
sarebbero
quattro
invece
d
'
una
.
-
Dove
troveremo
la
pietra
di
Salagraman
?
Nella
pagoda
o
in
questa
specie
di
torre
?
-
Nella
pagoda
di
certo
.
-
Yanez
si
volse
verso
i
suoi
uomini
,
chiedendo
:
-
Chi
saprà
raggiungere
quella
finestra
e
gettarci
una
fune
?
-
Se
forzassimo
la
porta
invece
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Perderesti
inutilmente
il
tuo
tempo
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Tutte
quelle
dei
nostri
templi
sono
di
bronzo
e
d
'
uno
spessore
enorme
.
D
'
altronde
i
tuoi
uomini
non
saranno
troppo
imbarazzati
a
giungere
lassù
.
Sono
come
le
scimmie
del
loro
paese
.
-
Lo
so
,
-
rispose
Yanez
.
Indicò
due
dei
più
giovani
del
drappello
e
disse
semplicemente
loro
:
-
In
alto
,
fino
alla
finestra
!
-
Non
aveva
ancora
finito
,
che
quei
diavoli
,
un
malese
ed
un
dayaco
,
salivano
già
aggrappandosi
alle
divinità
,
ai
giganti
,
ai
trimurti
indù
rappresentanti
lo
sconcio
lingam
che
riunisce
Brahma
,
Siva
e
Visnù
.
Per
quei
marinai
,
mezzi
selvaggi
,
abituati
a
salire
di
corsa
le
alberature
delle
navi
e
camminare
come
fossero
a
terra
sui
leggeri
pennoni
dei
loro
prahos
o
inerpicarsi
sugli
altissimi
durion
delle
loro
foreste
,
non
era
che
una
semplice
scalata
quella
manovra
.
In
meno
di
mezzo
minuto
si
trovarono
entrambi
sul
davanzale
della
finestra
,
da
dove
gettarono
due
funi
,
dopo
di
averle
assicurate
a
due
aste
di
ferro
,
che
sostenevano
due
gabbie
destinate
a
contenere
dei
batuffoli
di
cotone
imbevuti
d
'
olio
di
cocco
durante
le
straordinarie
illuminazioni
.
-
A
me
pel
primo
,
-
disse
Sandokan
.
-
A
te
l
'
altra
fune
,
Tremal
-
Naik
.
Tu
Yanez
,
alla
retroguardia
.
-
A
me
,
che
devo
conquistare
il
trono
di
Surama
!
-
esclamò
il
portoghese
.
-
Ragione
di
più
per
conservare
la
preziosissima
persona
d
'
un
futuro
rajah
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
,
sorridendo
.
-
I
pezzi
grossi
non
devono
esporsi
ai
gravi
pericoli
che
all
'
ultimo
momento
.
-
Andate
al
diavolo
!
-
Niente
affatto
,
saliremo
verso
il
cielo
invece
.
-
Va
'
a
trovare
Brahma
adunque
!
-
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
si
issarono
rapidamente
,
scomparendo
fra
le
tenebre
.
Quando
i
malesi
ed
i
dayachi
videro
la
fune
a
scuotersi
,
a
loro
volta
cominciarono
la
salita
,
mentre
il
portoghese
ne
regolava
l
'
ascensione
.
Frattanto
la
Tigre
della
Malesia
e
l
'
indiano
avevano
raggiunto
il
davanzale
,
dove
si
tenevano
a
cavalcioni
il
malese
ed
il
dayaco
,
i
quali
si
erano
già
affrettati
a
spegnere
il
lume
onde
non
si
potessero
scorgere
le
persone
che
salivano
.
-
Avete
udito
nulla
?
-
aveva
chiesto
subito
Sandokan
.
-
No
,
padrone
.
-
Vediamo
se
qui
vi
è
un
passaggio
.
-
Lo
troveremo
di
certo
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Tutti
i
cobrom
comunicano
colla
pagoda
centrale
.
-
Accendete
una
torcia
.
-
Il
malese
,
che
ne
aveva
due
passate
nella
fascia
,
fu
pronto
a
obbedire
.
Sandokan
la
prese
,
s
'
abbassò
fino
quasi
a
terra
onde
la
luce
non
si
espandesse
troppo
e
fece
qualche
passo
innanzi
.
Si
trovavano
in
una
minuscola
stanza
,
la
quale
aveva
una
porta
di
bronzo
assai
bassa
e
che
era
solamente
socchiusa
.
-
Suppongo
che
metterà
su
una
scala
,
-
mormorò
.
La
spinse
,
cercando
di
non
produrre
alcun
rumore
e
si
trovò
dinanzi
ad
un
pianerottolo
pure
minuscolo
.
Sotto
s
'
allungava
una
stretta
gradinata
che
pareva
girasse
su
se
stessa
.
-
Finché
gli
altri
salgono
,
esploriamo
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Lasciate
che
vi
preceda
,
-
disse
una
voce
.
Era
Bindar
,
il
quale
aveva
preceduto
tutti
gli
altri
.
-
Conosci
il
passaggio
?
-
gli
chiese
Sandokan
.
-
Sì
,
sahib
.
-
Passa
dinanzi
a
noi
e
bada
che
noi
non
staccheremo
un
solo
istante
i
nostri
sguardi
da
te
.
-
Il
seguace
di
Siva
ebbe
un
sorriso
,
ma
non
rispose
affatto
.
La
scala
era
strettissima
,
tanto
da
permettere
a
malapena
il
passaggio
a
due
uomini
situati
l
'
uno
a
fianco
dell
'
altro
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
,
seguìti
dagli
altri
,
che
raggiungevano
a
poco
a
poco
la
finestra
,
si
trovarono
ben
presto
in
un
corridoio
,
che
pareva
si
avanzasse
verso
il
centro
della
pagoda
e
che
scendeva
molto
rapidamente
.
-
Ci
siete
tutti
?
-
chiese
il
pirata
,
arrestandosi
.
-
Ci
sono
anch
'
io
,
-
rispose
Yanez
,
facendosi
innanzi
.
-
Le
funi
sono
state
ritirate
.
-
La
Tigre
della
Malesia
sfoderò
la
scimitarra
che
gli
pendeva
dal
fianco
e
che
scintillò
,
alla
luce
della
torcia
,
come
se
fosse
d
'
argento
,
essendo
formata
di
quell
'
impareggiabile
acciaio
naturale
che
non
si
trova
che
nelle
miniere
del
Borneo
;
poi
disse
con
voce
risoluta
:
-
Avanti
!
L
'
antico
pirata
di
Mompracem
vi
guida
!
-
Percorso
il
corridoio
e
trovata
un
'
altra
scala
,
entrarono
,
dopo
averla
discesa
,
in
una
immensa
sala
,
in
mezzo
alla
quale
si
rizzava
,
su
un
enorme
quadro
di
pietra
,
una
statua
rappresentante
un
pesce
colossale
.
Era
quella
la
prima
incarnazione
del
dio
conservatore
,
così
tramutato
per
salvare
dal
diluvio
il
re
Sattiaviraden
e
la
moglie
di
lui
,
servendo
sotto
quella
forma
di
timone
alla
nave
che
aveva
loro
mandato
per
sottrarli
al
diluvio
universale4
.
Narrano
poi
le
leggende
indiane
,
che
dopo
quel
fatto
,
Visnù
sdegnato
contro
i
giganti
Canagascien
e
Aycriben
perché
avevano
rubati
i
quattro
vedam
onde
il
nuovo
popolo
fondato
da
Sattiaviraden
non
avesse
più
religione
,
li
uccise
per
restituirli
a
Brahma
.
Il
drappello
si
era
fermato
,
temendo
che
vi
fosse
qualche
sacerdote
in
quell
'
ampia
sala
,
poi
,
rassicurato
dal
profondo
silenzio
che
regnava
là
dentro
,
mosse
risolutamente
verso
il
gigantesco
pesce
.
-
Se
il
ministro
non
ci
ha
ingannati
,
l
'
anello
deve
trovarsi
dinanzi
a
quell
'
acquatico
,
-
aveva
detto
Yanez
.
-
Se
non
avrà
detto
il
vero
lo
getteremo
nel
fiume
con
una
buona
pietra
al
collo
,
-
aveva
risposto
Sandokan
.
Stavano
per
giungere
presso
il
dio
,
quando
parve
loro
di
udire
come
il
cigolìo
d
'
una
porta
che
s
'
apriva
.
Tutti
si
erano
arrestati
,
poi
i
dayachi
ed
i
malesi
con
una
mossa
fulminea
rinserravano
come
entro
un
cerchio
Sandokan
,
Yanez
e
Tremal
-
Naik
,
puntando
le
carabine
in
tutte
le
direzioni
.
Attesero
per
qualche
minuto
,
senza
parlare
,
anzi
quasi
senza
respirare
,
poi
Yanez
ruppe
pel
primo
il
silenzio
.
-
Possiamo
esserci
ingannati
,
-
disse
.
-
Se
qualche
sacerdote
fosse
entrato
,
a
quest
'
ora
avrebbe
dato
l
'
allarme
.
Che
cosa
dici
tu
,
Bindar
?
-
Penso
che
quel
rumore
sia
stato
prodotto
dallo
scricchiolìo
di
qualche
trave
.
-
Cerchiamo
l
'
anello
,
-
disse
Sandokan
.
-
Se
verranno
a
sorprenderci
sapremo
accoglierli
per
bene
.
-
Fecero
il
giro
del
mostruoso
dado
di
pietra
reggente
l
'
incarnazione
di
Visnù
e
trovarono
subito
un
massiccio
anello
di
bronzo
su
cui
si
scorgeva
un
alto
rilievo
rappresentante
una
conchiglia
:
la
pietra
di
Salagraman
.
Un
'
esclamazione
di
gioia
a
mala
pena
soffocata
,
era
sfuggita
dalle
labbra
del
portoghese
.
-
Ecco
quella
che
mi
aiuterà
a
conquistare
il
trono
,
-
disse
.
-
Purché
si
trovi
realmente
sotto
i
nostri
piedi
.
-
Se
non
la
troveremo
,
ti
accontenterai
di
quella
che
è
disegnata
su
questo
anello
,
-
disse
Sandokan
.
-
Ah
no
!
voglio
la
vera
conchiglia
!
-
rispose
Yanez
.
-
Non
so
perché
ci
tieni
tanto
.
-
Il
portoghese
,
invece
di
rispondere
,
disse
,
volgendosi
verso
i
suoi
uomini
:
-
Alzate
.
-
Due
dayachi
,
i
più
robusti
del
drappello
,
afferrarono
l
'
anello
e
con
uno
sforzo
non
lieve
alzarono
la
pietra
la
quale
misurava
quasi
un
metro
quadrato
.
Yanez
e
Sandokan
si
curvarono
subito
sul
foro
e
scorsero
una
stretta
gradinata
che
scendeva
in
forma
di
chiocciola
.
-
Quel
carissimo
Kaksa
Pharaum
è
stato
d
'
una
esattezza
meravigliosa
!
Che
spaventi
producono
talvolta
certe
colazioni
!
Scommetto
che
non
ne
farà
più
una
in
vita
sua
e
che
si
accontenterà
di
sole
colazioni
.
-
Così
dicendo
Yanez
prese
ad
un
dayaco
una
torcia
,
armò
una
pistola
e
scese
coraggiosamente
nei
sotterranei
del
tempio
.
Tutti
gli
altri
,
uno
ad
uno
l
'
avevano
seguìto
,
preparando
le
carabine
.
Nessuno
aveva
pensato
all
'
imprudenza
che
stavano
per
commettere
.
Scesi
diciotto
o
venti
gradini
si
trovarono
in
una
spaziosa
sala
sotterranea
che
probabilmente
,
migliaia
d
'
anni
prima
aveva
servito
da
tempio
a
giudicarlo
dalla
rozzezza
delle
sculture
,
appena
segnate
sulle
pareti
rocciose
,
rappresentanti
le
solite
incarnazioni
del
dio
conservatore
.
Gli
occhi
di
Yanez
si
erano
subito
fissati
su
un
dado
di
pietra
sormontato
da
una
piccola
statua
di
terracotta
,
raffigurante
un
bramino
nano
.
-
La
pietra
deve
essere
nascosta
lì
sotto
,
-
disse
.
Con
un
calcio
atterrò
quel
mostro
,
mandandolo
in
pezzi
e
subito
un
grido
di
gioia
gli
sfuggì
.
In
mezzo
al
masso
coperto
dal
basamento
della
statua
,
aveva
veduto
un
cofano
di
metallo
,
con
altirilievi
di
squisita
fattura
.
-
Ecco
la
pietra
famosa
!
-
esclamò
trionfante
.
-
La
corona
dell
'
Assam
è
ormai
di
Surama
.
-
Senza
chiedere
aiuto
a
nessuno
,
tolse
il
cofano
dal
suo
nascondiglio
,
e
vedendovi
dinanzi
un
bottone
al
posto
dove
avrebbe
dovuto
trovarsi
la
serratura
,
lo
premette
con
forza
.
Il
coperchio
s
'
aprì
di
colpo
e
agli
sguardi
di
tutti
comparve
una
conchiglia
pietrificata
,
di
colore
nerastro
.
Era
la
tanto
venerata
pietra
di
Salagraman
contenente
il
famoso
capello
di
Visnù
.
5
.
L
'
assalto
delle
tigri
Gli
indiani
che
adorano
Visnù
,
hanno
una
straordinaria
venerazione
per
le
pietre
di
Salagraman
le
quali
,
come
abbiamo
già
accennato
,
non
sono
che
delle
conchiglie
pietrificate
del
genere
dei
corni
d
'
Ammone
,
ordinariamente
di
colore
nerastro
,
perché
credono
fermamente
che
esse
rappresentino
sotto
quella
forma
il
loro
dio
.
Vi
sono
nove
specie
di
pietre
di
Salagraman
,
come
si
contano
,
fra
le
più
note
,
nove
incarnazioni
di
Visnù
,
e
sono
tutte
tenute
in
grande
conto
come
il
lingam
che
è
venerato
dai
seguaci
di
Siva
e
che
rappresenta
,
sotto
una
strana
forma
che
non
si
può
descrivere
,
la
creazione
umana
.
Chi
ha
la
fortuna
di
possedere
tali
conchiglie
,
le
porta
avvolte
sempre
in
bianchissimi
lini
e
ogni
mattina
le
lava
in
un
vaso
di
rame
indirizzando
a
esse
molte
e
stravaganti
preghiere
.
I
bramini
pure
le
tengono
in
molta
venerazione
e
,
dopo
averle
lavate
,
le
pongono
su
un
altare
dove
le
profumano
in
presenza
dei
fedeli
ai
quali
poi
danno
da
bere
un
po
'
d
'
acqua
entro
cui
hanno
lavato
il
Salagraman
e
ciò
affine
di
renderli
puri
e
mondi
d
'
ogni
peccato
.
La
conchiglia
però
che
rendeva
orgogliosi
i
religiosi
dell
'
Assam
,
non
era
una
di
quelle
comuni
.
Aveva
delle
dimensioni
straordinarie
per
appartenere
al
genere
dei
corni
d
'
Ammone
,
per
di
più
era
d
'
una
splendida
tinta
nera
e
poi
possedeva
nel
suo
interno
un
capello
del
dio
,
mai
veduto
forse
da
nessuno
,
ma
giacché
i
gurum
lo
avevano
affermato
,
bisognava
ben
crederci
.
L
'
avevano
letto
sugli
antichissimi
libri
sacri
e
basta
.
Quale
importanza
poteva
avere
quella
conchiglia
pel
portoghese
,
che
non
era
mai
stato
un
adoratore
di
Visnù
,
lo
vedremo
in
seguito
.
Già
nemmeno
Sandokan
,
né
il
suo
amico
Tremal
-
Naik
erano
riusciti
a
saperlo
,
tuttavia
conoscendo
l
'
astuzia
profonda
del
terribile
consumatore
di
sigarette
si
erano
accontentati
di
lasciarlo
fare
e
di
aiutarlo
con
tutte
le
loro
forze
.
Quel
diavolo
d
'
uomo
,
che
aveva
giuocato
dei
tiri
meravigliosi
perfino
al
famoso
James
Brooke
ed
a
Suyodhana
,
poteva
ben
farne
uno
anche
al
rajah
dell
'
Assam
,
per
porre
sulla
bellissima
fronte
di
Surama
,
la
sua
fidanzata
,
la
corona
del
barbaro
principe
e
conservarne
una
metà
per
sé
.
Yanez
,
dopo
essersi
ben
assicurato
che
quella
era
veramente
la
tanto
celebrata
conchiglia
che
il
giorno
innanzi
i
sacerdoti
della
pagoda
avevano
condotto
a
passeggio
per
le
principali
vie
di
Gauhati
,
con
immensa
gioia
della
popolazione
,
aveva
rinchiuso
il
coperchio
,
poi
aveva
afferrato
il
prezioso
cofano
,
dicendo
ai
suoi
compagni
:
-
Ed
ora
in
ritirata
!
-
Vuoi
altro
?
-
gli
aveva
chiesto
Sandokan
un
po
'
ironicamente
.
-
Qui
dentro
sta
la
corona
della
mia
fidanzata
.
Vuoi
che
pren
da
anche
la
pagoda
?
-
Se
la
volessi
!
...
-
Non
ne
ho
bisogno
per
ora
.
Prendiamo
il
volo
prima
che
i
sacerdoti
si
risveglino
.
Armate
le
carabine
!
-
Uno
scricchiolìo
secco
lo
avvertì
che
i
malesi
e
i
dayachi
non
avevano
atteso
un
nuovo
ordine
.
Si
slanciarono
tutti
sulla
stretta
scala
,
salendola
frettolosamente
quando
ad
un
tratto
una
bestemmia
sfuggì
dalle
labbra
del
portoghese
,
che
era
alla
testa
del
drappello
.
-
Che
Visnù
sia
maledetto
!
...
-
Che
cosa
c
'
è
,
fratellino
bianco
?
-
chiese
Sandokan
,
che
gli
stava
dietro
con
Tremal
-
Naik
.
-
C
'
è
...
c
'
è
...
che
hanno
rimesso
a
posto
la
pietra
!
-
Chi
!
-
chiesero
ad
una
voce
la
Tigre
della
Malesia
e
Tremal
-
Naik
.
-
Che
ne
so
io
?
-
Saccaroa
!
Siamo
stati
dei
veri
stupidi
!
Ci
siamo
dimenticati
di
lasciare
almeno
un
paio
d
'
uomini
a
guardia
dell
'
uscita
!
Che
sia
caduta
da
sé
?
-
È
impossibile
,
-
rispose
Yanez
,
che
era
diventato
un
po
'
pallido
.
-
La
pietra
era
stata
deposta
a
quattro
o
cinque
passi
dall
'
apertura
.
-
È
vero
,
signor
Yanez
,
-
dissero
i
due
dayachi
,
che
l
'
avevano
sollevata
.
Yanez
,
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
si
erano
guardati
l
'
un
l
'
altro
con
una
certa
ansietà
.
Per
qualche
istante
fra
quei
tre
uomini
,
rotti
a
tutte
le
avventure
e
coraggiosi
fino
alla
follia
,
regnò
un
profondo
silenzio
.
Sandokan
fu
il
primo
a
romperlo
.
-
I
due
dayachi
più
forti
con
me
!
Spingiamo
!
-
Quantunque
la
scala
fosse
stretta
,
i
tre
uomini
appoggiarono
le
mani
sulla
pietra
,
tentando
di
alzarla
,
ma
quello
sforzo
supremo
fu
vano
.
Pareva
che
qualche
peso
enorme
fosse
stato
collocato
su
quella
lastra
onde
impedire
,
ai
profanatori
della
pagoda
,
ogni
via
di
scampo
.
La
Tigre
della
Malesia
aveva
mandato
un
vero
ruggito
.
Il
formidabile
uomo
non
era
abituato
a
trovare
resistenza
ai
suoi
muscoli
d
'
acciaio
.
-
Siamo
stati
sorpresi
e
vinti
,
-
disse
a
Yanez
,
coi
denti
stretti
.
Il
portoghese
non
rispose
:
pareva
che
pensasse
intensamente
.
Ad
un
tratto
si
volse
verso
Bindar
,
chiedendogli
con
voce
perfettamente
calma
:
-
Conosci
questi
sotterranei
?
-
Sì
,
sahib
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Vi
è
qualche
passaggio
?
-
Uno
solo
.
-
Dove
mette
?
-
Nel
Brahmaputra
.
-
Sopra
o
sotto
la
corrente
?
-
Sotto
,
sahib
.
-
Bah
!
Siamo
tutti
abilissimi
nuotatori
.
Non
ve
ne
sono
altri
?
-
Non
credo
.
-
Come
lo
sai
,
tu
?
-
Perché
ho
lavorato
,
alcuni
mesi
or
sono
,
a
rifare
le
volte
che
minacciavano
di
crollare
.
-
Sapresti
guidarci
?
-
Lo
spero
,
se
le
torce
non
si
spegneranno
.
-
Ne
abbiamo
altre
due
di
ricambio
.
-
Allora
tutto
andrà
bene
.
-
Si
tratta
però
di
far
molto
presto
.
Se
i
gurum
avranno
il
tempo
di
chiamare
le
guardie
del
rajah
,
allora
tutto
sarà
finito
per
noi
.
-
Il
palazzo
del
principe
è
lontano
,
sahib
.
-
Guidaci
!
-
L
'
indiano
prese
una
torcia
,
che
un
malese
gli
porgeva
e
si
diresse
verso
l
'
estremità
della
immensa
sala
,
dove
s
'
apriva
una
galleria
molto
ampia
le
cui
volte
parevano
rifatte
di
recente
.
-
È
questa
che
sbocca
nel
Brahmaputra
?
-
chiese
Yanez
.
-
Sì
,
-
rispose
Bindar
.
-
Non
odi
un
rombo
lontano
,
sahib
?
-
Sì
,
mi
pare
.
-
L
'
indiano
stava
per
riprendere
la
marcia
quando
Tremal
-
Naik
lo
arrestò
.
-
Che
cosa
vuoi
,
sahib
?
-
chiese
Bindar
,
sorpreso
.
-
Io
scorgo
laggiù
un
'
altra
porta
che
mette
forse
in
qualche
altra
galleria
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Lo
so
.
-
Conduce
anche
quella
al
fiume
?
-
L
'
indiano
ebbe
una
lunga
esitazione
e
parve
ad
Yanez
ed
a
Sandokan
che
dimostrasse
dall
'
aspetto
del
suo
viso
un
certo
terrore
.
-
Parla
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Non
cacciarti
là
dentro
sahib
,
-
rispose
finalmente
il
seguace
di
Siva
.
-
Anzi
teniamoci
ben
lontani
e
fuggiamo
al
più
presto
.
-
Perché
?
-
chiesero
ad
una
voce
Sandokan
e
Yanez
colpiti
vivamente
dal
tono
strano
della
sua
voce
.
-
Là
vi
è
la
morte
.
-
Spiegati
meglio
,
-
disse
Tremal
-
Naik
con
voce
imperiosa
.
-
Quella
galleria
conduce
nella
cella
sotterranea
dove
si
custodiscono
i
tesori
del
rajah
e
quella
cella
è
guardata
da
quattro
tigri
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
Yanez
,
impallidendo
.
-
E
potrebbero
quelle
bestie
venire
qui
?
-
Sì
,
se
i
sacerdoti
alzano
la
saracinesca
che
mette
nella
galleria
.
-
Noi
e
le
signore
tigri
siamo
vecchie
conoscenze
,
-
disse
Sandokan
,
-
tuttavia
in
questo
momento
non
desidererei
trovarmi
dinanzi
a
loro
.
Spicciati
Bindar
e
allunga
il
passo
.
-
Il
drappello
si
cacciò
sotto
la
galleria
a
passo
di
corsa
,
volgendo
di
quando
in
quando
la
testa
indietro
,
per
paura
di
vedersi
piombare
addosso
le
quattro
formidabili
belve
che
vegliavano
sul
tesoro
del
principe
.
Di
passo
in
passo
che
si
avanzavano
,
un
rombo
che
pareva
prodotto
dal
frangersi
di
qualche
enorme
massa
d
'
acqua
,
si
ripercuoteva
sotto
le
volte
,
propagandosi
sempre
più
distintamente
.
Era
il
Brahmaputra
,
che
rumoreggiava
all
'
estremità
della
galleria
.
Quella
ritirata
precipitosa
durava
da
alcuni
minuti
,
quando
i
fuggiaschi
si
trovarono
improvvisamente
in
una
seconda
sala
,
molto
meno
ampia
della
prima
,
scavata
nella
viva
roccia
e
assolutamente
nuda
.
Il
fracasso
prodotto
dal
fiume
era
diventato
intensissimo
.
Si
sarebbe
detto
che
quelle
massicce
pareti
tremavano
sotto
gli
urti
poderosi
dell
'
enorme
affluente
del
sacro
Gange
.
-
Ci
siamo
?
-
chiese
Yanez
a
Bindar
,
alzando
la
voce
.
-
Il
fiume
non
è
che
a
pochi
passi
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Sarà
lungo
il
tratto
che
dovremo
percorrere
sott
'
acqua
?
-
Cinquanta
o
sessanta
metri
,
sahib
.
Tuffati
senza
pericolo
entro
il
pozzo
e
finirai
nel
fiume
.
Io
rispondo
di
tutto
.
-
Yanez
sciolse
rapidamente
la
fascia
di
lana
rossa
che
portava
stretta
attorno
ai
fianchi
e
la
passò
intorno
all
'
anello
di
metallo
del
prezioso
cofano
che
racchiudeva
la
pietra
di
Salagraman
,
legandosi
il
prezioso
talismano
alle
spalle
.
-
Al
pozzo
,
ora
,
-
disse
poi
all
'
indiano
.
Bindar
stava
per
cacciarsi
nell
'
ultimo
tratto
della
galleria
,
quando
s
'
arrestò
bruscamente
facendo
un
gesto
di
terrore
.
-
Vengono
!
-
Chi
?
-
domandarono
Yanez
e
Sandokan
.
-
Le
tigri
.
-
Io
non
ho
udito
nulla
,
-
disse
il
portoghese
.
-
Guardate
sotto
la
galleria
che
abbiamo
attraversata
.
-
Tutti
si
erano
voltati
puntando
le
carabine
.
Otto
punti
luminosi
,
che
avevano
dei
riflessi
verdastri
,
che
ora
si
socchiudevano
ed
ora
si
aprivano
,
brillavano
sinistramente
fra
le
tenebre
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
Yanez
,
che
dinanzi
al
pericolo
aveva
ricuperato
prontamente
il
suo
meraviglioso
sangue
freddo
.
-
Sono
ben
occhi
di
tigri
,
quelli
che
scintillano
laggiù
.
I
gurum
le
hanno
scatenate
ma
non
hanno
pensato
che
le
nostre
costole
sono
indigeste
anche
alle
signore
della
jungla
.
-
In
ginocchio
tutti
!
-
comandò
Sandokan
,
snudando
la
scimitarra
e
traendo
una
pistola
a
doppia
canna
.
-
Puoi
tener
fronte
all
'
attacco
?
-
chiese
Yanez
.
-
Sì
,
fratello
.
-
Andiamo
a
vedere
il
pozzo
,
Bindar
.
Assicuriamoci
innanzi
a
tutto
la
ritirata
.
-
Fa
'
presto
,
fratello
,
-
disse
Sandokan
.
-
Non
domando
che
un
solo
minuto
.
-
Si
slanciò
nella
galleria
coll
'
indiano
che
portava
una
torcia
.
Il
fragore
,
prodotto
dal
fiume
scorrente
sopra
i
sotterranei
della
pagoda
,
era
diventato
assordante
.
Bindar
,
che
tremava
come
se
avesse
la
febbre
,
percorsi
venti
passi
e
fors
'
anche
meno
,
si
era
fermato
dinanzi
ad
una
vasta
apertura
circolare
,
che
non
era
difesa
da
alcun
parapetto
,
in
fondo
alla
quale
si
udivano
a
gorgogliare
cupamente
le
acque
del
Brahmaputra
.
-
È
per
di
qui
che
dovremo
scendere
,
-
disse
.
-
Vedi
,
sahib
,
che
vi
è
anche
una
gradinata
.
-
Yanez
non
aveva
potuto
trattenere
una
smorfia
di
malcontento
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
.
-
Questa
discesa
non
sarà
molto
allegra
;
sei
ben
sicuro
che
noi
non
lasceremo
la
nostra
pelle
entro
questa
voragine
?
-
Alcune
settimane
or
sono
per
di
qui
è
fuggita
una
ragazza
che
i
gurum
avevano
rapita
per
farne
una
bajadera
.
-
Ed
è
riuscita
a
salvarsi
?
-
Te
lo
giuro
su
Siva
,
sahib
.
-
Perché
hanno
aperto
questo
pozzo
i
sacerdoti
?
-
Per
lavarvi
,
senza
essere
veduti
da
alcun
occhio
profano
,
la
pietra
di
Salagraman
.
-
Tu
sarai
il
primo
a
saltare
in
acqua
.
Voglio
essere
ben
certo
io
del
mio
conto
.
-
Preferisco
uscire
da
questa
parte
che
affrontare
le
tigri
,
-
disse
Bindar
.
-
E
se
...
-
Due
colpi
di
carabina
che
rintronarono
sotto
le
tenebrose
volte
come
due
colpi
di
spingarda
lo
interruppero
.
-
Ah
!
Le
signore
della
jungla
,
-
disse
.
-
Andiamo
a
vedere
se
sono
molto
affamate
.
Quando
ci
saremo
sbarazzati
di
quelle
andremo
a
far
conoscenza
colle
acque
del
Brahmaputra
.
È
strano
!
Quest
'
avventura
,
salvo
in
certi
particolari
,
mi
fa
pensare
a
quella
affrontata
nelle
caverne
di
Raimangal
.
-
Tornò
rapidamente
indietro
,
seguìto
dall
'
indiano
,
e
giunse
nella
sala
sotterranea
nel
momento
in
cui
rintronarono
altri
tre
colpi
di
carabina
.
-
Si
sono
decise
ad
assalirci
dunque
?
-
chiese
il
portoghese
,
levandosi
le
pistole
.
-
Ci
sono
anch
'
io
nella
partita
e
le
mie
armi
sono
di
buon
calibro
.
Fabbrica
anglo
-
indiana
e
delle
più
famose
.
-
Temo
che
abbiamo
sprecato
inutilmente
delle
cariche
,
-
disse
Sandokan
,
che
stava
in
piedi
dietro
ai
malesi
ed
ai
dayachi
inginocchiati
,
assieme
a
Tremal
-
Naik
.
-
Quelle
bestie
sono
di
una
prudenza
estrema
e
pare
che
non
abbiano
fretta
di
assaporare
le
nostre
carni
.
-
Puzzano
troppo
di
selvatico
quelle
dei
nostri
uomini
,
-
disse
il
portoghese
,
che
non
perdeva
mai
il
suo
buon
umore
.
-
Dove
sono
?
-
Sono
dinanzi
a
noi
,
ma
socchiudono
troppo
di
frequente
gli
occhi
e
così
non
si
lasciano
scorgere
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Eppure
dobbiamo
far
presto
.
L
'
alba
non
è
lontana
e
poi
vi
è
il
pericolo
che
giungano
le
guardie
del
rajah
.
Ritiriamoci
verso
il
pozzo
e
,
se
ci
seguiranno
fin
là
,
daremo
a
loro
battaglia
prima
di
tuffarci
.
-
In
ritirata
,
amici
!
-
gridò
Sandokan
.
I
malesi
ed
i
dayachi
si
alzarono
rapidamente
,
mostrando
sempre
la
fronte
alle
tigri
e
si
ritrassero
in
buon
ordine
verso
il
corridoio
,
che
conduceva
al
pozzo
.
Fra
l
'
oscurità
,
di
quando
in
quando
s
'
alzava
terribile
quell
'
impressionante
ahu
,
delle
regine
delle
jungle
indiane
.
-
Ci
siamo
,
-
disse
Yanez
,
indicando
a
Sandokan
il
pozzo
.
-
Che
oscurità
,
-
mormorò
Tremal
-
Naik
.
-
Confesso
che
il
rumoreggiare
di
quest
'
acqua
non
giunge
gradito
ai
miei
orecchi
.
-
Non
vi
è
altra
via
da
scegliere
,
-
rispose
Yanez
.
-
A
te
Bindar
.
-
Sì
,
sahib
,
-
rispose
l
'
indiano
.
Scese
la
gradinata
senza
manifestare
la
menoma
apprensione
.
Si
udì
un
tonfo
,
poi
più
nulla
.
-
Agli
altri
ora
,
uno
ad
uno
!
-
gridò
il
portoghese
.
Un
malese
fu
il
primo
,
poi
seguirono
gli
altri
.
Non
erano
rimasti
che
Sandokan
,
Tremal
-
Naik
ed
il
portoghese
,
quando
degli
ahu
spaventevoli
echeggiarono
all
'
entrata
della
galleria
.
-
Le
tigri
!
-
aveva
gridato
il
bengalese
.
-
Ah
!
canaglie
!
-
gridò
Yanez
.
-
Hanno
aspettato
il
buon
momento
!
-
Sandokan
si
era
precipitato
innanzi
,
colla
scimitarra
alzata
e
la
pistola
montata
.
Due
lampi
,
che
per
poco
non
spensero
la
torcia
che
era
stata
infissa
in
un
crepaccio
della
rivestitura
del
pozzo
,
balenarono
.
Una
massa
enorme
attraversò
lo
spazio
dinanzi
al
terribile
pirata
della
Malesia
,
dibattendosi
disperatamente
e
tentando
di
afferrarsi
colle
zampe
anteriori
.
-
A
te
il
resto
dunque
!
-
gridò
Sandokan
.
La
sua
scimitarra
fischiò
in
alto
e
troncò
d
'
un
colpo
solo
il
collo
della
belva
.
-
Va
'
!
-
continuò
il
formidabile
uomo
.
-
Tu
non
sei
degna
di
misurarti
colla
Tigre
dell
'
arcipelago
malese
!
-
Le
altre
tre
belve
però
erano
pure
comparse
,
e
non
sembravano
affatto
impressionate
per
la
fine
miseranda
della
compagna
.
Tremal
-
Naik
,
che
oltre
le
pistole
aveva
una
splendida
carabina
indiana
,
fece
fuoco
sulla
più
vicina
,
senza
troppa
precipitazione
.
La
signora
delle
jungle
spiccò
un
salto
in
aria
mandando
una
specie
di
ruggito
e
cadde
pure
per
non
più
alzarsi
.
Era
stata
fulminata
.
-
A
te
,
Yanez
,
finché
ricarico
le
pistole
!
-
gridò
Sandokan
,
balzando
indietro
.
-
Eccomi
,
-
rispose
il
portoghese
.
Oltre
le
armi
da
fuoco
che
portava
appese
alla
cintura
,
aveva
estratto
il
kriss
mettendoselo
fra
le
labbra
.
Le
due
altre
tigri
s
'
avanzavano
strisciando
e
mugolando
.
Tremal
-
Naik
sparò
la
sua
pistola
alla
distanza
di
appena
dieci
passi
e
sbagliò
entrambi
i
colpi
.
I
due
lampi
però
spaventarono
le
belve
facendole
indietreggiare
rapidamente
fino
all
'
estremità
del
corridoio
,
prima
che
Yanez
avesse
avuto
il
tempo
di
far
fuoco
.
Quel
momento
di
sosta
era
stato
però
sufficiente
a
Sandokan
per
ricaricare
le
sue
armi
.
-
Yanez
,
-
disse
il
pirata
,
-
le
tigri
tarderanno
l
'
attacco
dopo
un
così
brutto
ricevimento
.
Approfitta
senza
ritardo
.
-
Per
che
fare
?
-
Per
scendere
nel
pozzo
e
gettarti
nel
Brahmaputra
.
Tu
devi
salvare
la
pietra
di
Salagraman
e
quel
cofano
ti
darà
non
poco
impiccio
se
dovrai
nuotare
sott
'
acqua
.
-
E
voi
?
-
Non
occupartene
.
Da
'
a
noi
le
tue
pistole
che
in
acqua
non
ti
servirebbero
.
Il
kriss
ti
basterà
.
Sarà
meglio
però
che
tu
ti
sbarazzi
almeno
degli
stivali
.
-
Esito
.
-
Perché
?
-
Siete
in
due
contro
due
.
-
E
le
armi
?
Abbiamo
coi
tuoi
sette
colpi
e
poi
sai
che
noi
non
abbiamo
paura
.
Metti
in
salvo
il
cofano
,
se
ti
è
assolutamente
necessario
per
conquistare
la
corona
.
-
Più
che
necessario
.
-
Allora
salta
in
acqua
.
Le
tigri
brontolano
,
ma
non
si
muovono
e
probabilmente
lasceranno
anche
a
noi
il
tempo
di
andarcene
senza
troppi
pericoli
.
Spicciati
!
-
Il
portoghese
si
levò
gli
stivali
e
la
giacca
,
si
fissò
bene
il
kriss
nella
cintura
dei
calzoni
,
si
assicurò
il
cofano
e
scese
la
gradinata
,
dicendo
ai
suoi
due
valorosi
compagni
:
-
L
'
appuntamento
è
nel
nostro
sotterraneo
.
-
Scese
dieci
gradini
viscidi
per
l
'
umidità
e
si
trovò
dinanzi
ad
un
foro
circolare
entro
cui
gorgogliava
la
corrente
.
-
Preferirei
vederci
,
-
disse
.
-
Bah
!
Posso
fidarmi
delle
mie
forze
.
-
Alzò
le
mani
e
si
precipitò
nelle
cupe
acque
del
Brahmaputra
,
scomparendo
sotto
la
galleria
sommersa
.
Si
era
appena
tuffato
,
quando
un
ahu
terribile
annunciò
a
Sandokan
ed
a
Tremal
-
Naik
che
le
due
tigri
si
erano
finalmente
decise
a
ritentare
l
'
assalto
e
vendicare
le
loro
compagne
.
-
In
guardia
,
Tremal
-
Naik
,
-
disse
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Vengono
a
grandi
slanci
.
-
Sono
pronto
a
riceverle
,
-
rispose
l
'
intrepido
bengalese
.
-
Nella
jungla
nera
ne
ho
ammazzate
un
buon
numero
,
quindi
sono
pure
mie
vecchie
conoscenze
.
-
Le
due
belve
erano
sbucate
dalla
galleria
,
mugolando
ferocemente
.
Erano
due
splendidi
animali
,
che
avevano
raggiunto
il
loro
pieno
sviluppo
,
con
un
collo
da
toro
.
Vedendo
i
due
uomini
in
piedi
,
colle
armi
puntate
,
dinanzi
alla
torcia
che
mandava
dei
bagliori
sanguigni
crepitando
,
si
erano
fermate
,
raccogliendosi
su
loro
stesse
,
come
se
si
preparassero
allo
slancio
supremo
.
-
Fuoco
,
Tremal
-
Naik
!
-
aveva
gridato
precipitosamente
Sandokan
.
Il
bengalese
scaricò
la
carabina
ed
una
delle
due
tigri
,
colpita
sul
muso
,
s
'
inalberò
come
un
cavallo
che
riceve
una
terribile
speronata
,
poi
si
accasciò
.
-
Salta
in
acqua
,
Tremal
-
Naik
!
-
gridò
Sandokan
.
Il
bengalese
si
precipitò
giù
per
la
gradinata
,
credendosi
seguìto
dal
pirata
;
questi
invece
era
rimasto
fermo
dinanzi
all
'
ultima
tigre
che
cercava
di
avvicinarsi
,
strisciando
lentamente
.
-
Non
voglio
che
nemmeno
tu
difenda
più
mai
il
tesoro
del
rajah
,
-
disse
il
formidabile
uomo
,
-
La
Tigre
della
Malesia
ti
aspetta
a
piè
fermo
.
-
La
belva
aveva
risposto
con
una
specie
di
miagolìo
strozzato
e
aveva
fissati
i
suoi
occhi
fosforescenti
sull
'
uomo
che
osava
offrirle
l
'
ultima
battaglia
.
-
Ti
aspetto
,
-
ripeté
Sandokan
,
che
impugnava
la
pistola
sua
e
quella
di
Yanez
.
-
Spicciati
:
ho
fretta
di
raggiungere
i
compagni
.
-
La
tigre
spalancò
la
bocca
,
mostrando
i
suoi
aguzzi
denti
,
duri
come
l
'
acciaio
e
dalla
gola
uscì
una
nota
spaventevole
che
terminò
in
un
vero
ruggito
,
quasi
simile
a
quello
che
irrompe
dal
petto
dei
leoni
africani
,
poi
scattò
.
Sandokan
,
che
s
'
aspettava
quell
'
assalto
,
fu
lesto
a
gettarsi
da
una
parte
,
poi
sparò
i
suoi
quattro
colpi
con
lentezza
studiata
,
cacciando
tutte
le
quattro
palle
nel
corpo
della
belva
.
-
La
Tigre
della
Malesia
ha
vinto
un
giorno
la
Tigre
dell
'
India
uomo
-
disse
,
mentre
un
sorriso
d
'
orgoglio
gli
compariva
sulle
labbra
.
-
Ora
ho
ucciso
anche
la
tigre
dell
'
India
animale
.
-
Si
rimise
le
pistole
nella
cintura
e
mentre
la
fiera
esalava
l
'
ultimo
respiro
,
scese
la
gradinata
e
si
gettò
,
senza
la
menoma
esitazione
,
nelle
tenebrose
acque
del
Brahmaputra
.
6
.
Sul
Brahmaputra
Yanez
,
appena
gettatosi
in
acqua
,
si
era
messo
a
nuotare
vigorosamente
,
seguendo
la
corrente
,
immaginandosi
che
solamente
in
quel
modo
avrebbe
potuto
trovare
il
canale
di
sfogo
e
rimontare
alla
superficie
.
Prima
d
'
abbandonarsi
non
si
era
dimenticato
di
riempirsi
per
bene
i
polmoni
d
'
aria
,
ignorando
quanto
avrebbe
potuto
durare
quell
'
immersione
sotto
le
ultime
volte
del
tempio
.
Il
cofano
che
portava
legato
al
dorso
,
gli
dava
non
poco
fastidio
,
tuttavia
non
disperava
di
ritornare
alla
superficie
,
essendo
sicuro
delle
proprie
forze
e
della
propria
abilità
come
nuotatore
.
Credendosi
ormai
fuori
dalle
volte
,
aveva
tentato
di
spingersi
in
alto
,
e
non
senza
provare
un
brivido
di
terrore
,
aveva
urtato
sempre
il
capo
contro
una
massa
resistente
.
-
Mi
pare
che
la
faccenda
diventi
un
po
'
seria
,
-
aveva
pensato
,
raddoppiando
le
battute
delle
mani
e
dei
piedi
.
Percorsi
altri
quindici
o
venti
passi
,
sempre
assordato
dai
muggiti
della
corrente
che
cercava
travolgerlo
,
e
sentendosi
ormai
i
polmoni
esausti
,
ritentò
l
'
ascensione
,
appoggiandola
con
due
vigorosi
colpi
di
tallone
.
La
sua
testa
emerse
senza
trovare
più
alcun
ostacolo
.
Le
volte
non
esistevano
più
e
si
trovava
quasi
in
mezzo
all
'
immenso
fiume
,
a
più
di
duecento
passi
dall
'
isolotto
.
Aspirò
una
gran
boccata
d
'
aria
e
si
rovesciò
sul
dorso
per
prendere
un
po
'
di
riposo
.
Il
sole
non
era
ancora
sorto
,
però
le
tenebre
cominciavano
a
diradarsi
.
L
'
alba
non
doveva
essere
lontana
.
-
Cerchiamo
di
raggiungere
subito
la
riva
,
-
disse
.
-
Prima
che
il
giorno
sorga
è
meglio
trovarci
al
sicuro
nel
tempio
sotterraneo
.
I
malesi
e
i
dayachi
ci
saranno
forse
già
,
se
non
hanno
preferito
aspettarci
nella
bangle
.
Spero
che
non
avranno
commessa
l
'
imprudenza
d
'
aspettarci
.
Orsù
!
Quattro
buoni
colpi
e
attraversiamo
il
fiume
prima
che
il
cielo
si
rischiari
e
che
i
sacerdoti
della
pagoda
mi
scorgano
.
-
Si
era
rivoltato
e
stava
per
scivolare
silenziosamente
fra
due
acque
,
quando
sentì
un
urto
che
lo
fece
indietreggiare
di
qualche
passo
.
-
Chi
mi
assale
?
-
si
chiese
.
-
Qualche
coccodrillo
?
-
Levò
precipitosamente
il
kriss
e
cercò
di
rimanere
immobile
.
Quasi
subito
vide
ergersi
dinanzi
a
lui
una
brutta
testa
piatta
,
di
dimensioni
simili
press
'
a
poco
a
quella
d
'
un
pesce
-
cane
,
con
una
bocca
larghissima
,
armata
d
'
un
gran
numero
di
denti
acutissimi
,
fornita
agli
angoli
di
certi
baffi
lunghi
quasi
due
piedi
,
che
davano
uno
strano
aspetto
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
il
portoghese
.
-
Io
conosco
queste
brutte
bestie
e
non
ignoro
quanto
siano
voraci
.
Non
sapevo
che
anche
nei
fiumi
dell
'
India
vi
fossero
delle
balene
d
'
acqua
dolce
!
In
guardia
,
amico
Yanez
:
valgono
i
coccodrilli
.
-
Non
si
trattava
veramente
d
'
una
balena
,
quantunque
a
quei
pesci
abbiano
dato
quel
nome
che
nulla
giustifica
,
bensì
d
'
uno
squalo
d
'
acqua
dolce
e
meglio
ancora
d
'
un
siluros
glanis
.
Balena
,
squalo
,
o
siluro
,
l
'
avversario
era
terribile
,
poiché
quei
pesci
che
si
trovano
solamente
nei
grossi
fiumi
,
sono
d
'
una
voracità
incredibile
e
non
esitano
ad
assalire
l
'
uomo
e
anche
a
divorarselo
.
Sono
brutti
mostri
che
misurano
dai
due
ai
tre
metri
,
col
corpo
molto
allungato
che
li
fa
rassomigliare
un
po
'
alle
anguille
,
che
come
abbiamo
detto
hanno
una
bocca
larghissima
e
poderosamente
armata
,
guernita
ai
lati
di
sei
peli
lunghissimi
,
che
pare
siano
destinati
ad
attirare
i
pesci
.
Forti
e
audaci
,
costituiscono
un
vero
pericolo
anche
per
gli
esseri
umani
.
Che
un
ragazzo
si
bagni
ed
il
siluro
abbandonerà
subito
la
melma
,
dove
abitualmente
si
riposa
,
per
assalirlo
e
divorarlo
talvolta
intero
.
Nemmeno
gli
animali
sono
risparmiati
.
Che
sopravvenga
una
piena
ed
ecco
lo
squalo
d
'
acqua
dolce
dare
la
caccia
alle
bestie
che
avranno
trovato
rifugio
sulle
piante
e
a
gran
colpi
di
coda
farle
cadere
nella
sua
terribile
bocca
.
Yanez
,
che
aveva
conosciuto
quei
pericolosi
abitanti
dei
fiumi
nei
grandi
corsi
del
Borneo
,
si
era
subito
posto
in
guardia
per
non
perdere
qualche
braccio
,
o
ricevere
qualche
tremendo
colpo
di
coda
.
Il
siluro
dopo
aver
mostrata
la
sua
testa
,
coperta
da
una
viscida
pelle
di
colore
verdastro
,
erasi
subito
rituffato
ma
non
aveva
tardato
a
ricomparire
,
muovendo
contro
il
portoghese
.
Essendo
però
tali
squali
piuttosto
lenti
nelle
loro
mosse
,
Yanez
aveva
avuto
il
tempo
di
lasciarsi
calare
a
picco
per
evitare
l
'
attacco
.
Il
siluro
non
aveva
tardato
a
seguirlo
.
Aveva
però
di
fronte
un
avversario
degno
di
lui
.
Si
era
appena
immerso
che
il
portoghese
lo
assalì
piantandogli
il
kriss
fra
le
pinne
pettorali
.
Fatto
il
colpo
,
Yanez
chiuse
le
gambe
lasciandosi
portare
dalla
corrente
per
parecchi
metri
,
tenendosi
sempre
sott
'
acqua
;
poi
con
due
bracciate
rimontò
a
galla
e
con
non
poca
sorpresa
,
urtò
contro
un
corpo
duro
che
lo
obbligò
ad
immergersi
di
nuovo
.
-
Un
altro
squalo
d
'
acqua
dolce
?
-
si
era
chiesto
.
-
Ed
io
che
ho
lasciato
il
mio
pugnale
nel
petto
dell
'
altro
!
...
-
Si
spinse
più
innanzi
rattenendo
il
respiro
,
poi
risalì
ancora
.
Tornò
a
urtare
,
non
già
colla
testa
,
bensì
con
una
spalla
e
finì
per
emergere
.
-
Ah
!
Diavolo
!
-
esclamò
.
-
Che
cos
'
è
questo
?
Una
lampada
,
per
Giove
!
Che
odore
!
-
Quattro
o
cinque
uccellacci
,
che
avevano
le
penne
nere
e
becchi
immensi
,
si
erano
alzati
volandosene
via
.
-
I
marabù
!
-
aveva
esclamato
Yanez
.
-
Allora
qui
vi
è
un
cadavere
!
-
Solo
in
quel
momento
si
era
accorto
di
aver
presso
di
sé
una
tavola
lunga
un
paio
di
metri
e
larga
uno
,
ad
una
delle
cui
estremità
bruciava
una
piccola
lampada
d
'
argilla
.
-
Questo
è
un
feretro
abbandonato
alla
corrente
,
-
mormorò
.
-
Che
incontro
poco
allegro
!
Dopo
tutto
mi
aiuterà
a
reggermi
a
galla
.
-
Allungò
le
mani
e
s
'
aggrappò
a
quella
strana
bara
che
la
corrente
trasportava
.
Uno
sternuto
vigoroso
lo
colse
.
-
Ah
!
Per
Giove
!
Vi
è
un
morto
!
Dannati
indiani
!
Col
loro
sacro
Gange
cominciano
ad
annoiarmi
.
-
Infatti
,
steso
su
quella
funebre
tavola
,
destinata
a
raggiungere
il
Gange
,
si
trovava
il
cadavere
di
un
vecchio
indiano
,
quasi
nudo
,
con
una
lunga
barba
bianca
,
ridotto
però
in
uno
stato
orribile
.
I
marabù
gli
avevano
strappati
gli
occhi
,
divorata
la
lingua
,
squarciato
il
ventre
per
divorargli
gl
'
intestini
e
da
quelle
ferite
usciva
un
odore
nauseante
che
rivoltava
lo
stomaco
.
-
Puoi
andare
a
finire
nel
Gange
anche
senza
questa
tavola
che
è
più
necessaria
a
me
che
a
te
-
disse
Yanez
.
-
E
poi
il
tuo
profumo
non
mi
piace
affatto
.
Va
'
e
buon
viaggio
!
-
Con
una
spinta
vigorosa
gettò
il
cadavere
in
acqua
assieme
alla
lampadina
e
si
issò
sulla
tavola
.
-
Cerchiamo
ora
di
orientarci
,
-
mormorò
.
-
Gli
altri
penseranno
a
mettersi
in
salvo
come
potranno
.
Già
,
di
Sandokan
,
di
Tremal
-
Naik
e
dei
miei
uomini
sono
sicuro
.
-
Si
,
guardò
intorno
e
gli
parve
di
riconoscere
la
riva
destra
.
-
È
là
che
devo
sbarcare
,
-
disse
.
Si
gettò
bocconi
sulla
tavola
e
servendosi
delle
mani
come
di
remi
,
guidò
il
galleggiante
funebre
attraverso
il
fiume
.
La
corrente
non
era
forte
,
avendo
quasi
tutti
i
corsi
d
'
acqua
dell
'
India
pochissima
pendenza
,
sicché
gli
riuscì
facile
raggiungere
la
riva
.
Abbandonò
la
tavola
e
prese
terra
.
In
quel
luogo
non
vi
erano
che
delle
risaie
:
capanne
,
nemmeno
una
.
-
Rimontando
verso
levante
giungerò
al
tempio
sotterraneo
,
-
mormorò
.
-
Non
deve
essere
molto
lontano
.
Affrettiamoci
,
o
desterò
una
pericolosa
curiosità
io
,
uomo
bianco
,
senza
giacca
e
senza
stivali
e
con
un
bagaglio
sulle
spalle
.
-
Si
mise
rapidamente
in
marcia
,
seguendo
sempre
la
riva
,
che
era
fiancheggiata
da
grossi
alberi
fra
i
cui
rami
cominciavano
già
a
volteggiare
delle
singalika
,
quelle
magrissime
scimmie
che
sono
così
numerose
in
India
,
alte
quasi
un
metro
,
con
una
specie
di
barba
,
che
dà
a
loro
uno
strano
aspetto
e
che
sono
lo
spavento
dei
poveri
contadini
,
ai
quali
distruggono
senza
misericordia
i
raccolti
.
Yanez
,
che
vedeva
,
non
senza
inquietudine
,
approssimarsi
l
'
alba
,
affrettava
il
passo
.
Aveva
già
oltrepassata
l
'
isola
su
cui
sorgeva
la
pagoda
di
Karia
,
non
doveva
quindi
essere
molto
lontano
dal
tempio
sotterraneo
.
Di
quando
in
quando
s
'
arrestava
un
momento
sperando
di
scorgere
la
bangle
e
non
vedeva
invece
altro
che
delle
lunghe
file
di
grotteschi
uccellacci
,
d
'
aspetto
decrepito
,
semi
-
spelati
,
col
becco
lunghissimo
e
robusto
.
Erano
i
marabù
che
attendevano
pazientemente
il
passaggio
di
qualche
cadavere
,
umano
o
animale
,
poco
importava
,
per
dargli
addosso
ed
in
quattro
e
quattro
otto
farlo
scomparire
nei
loro
mai
pieni
stomachi
.
Il
sole
dardeggiava
i
suoi
primi
raggi
sulle
acque
del
Brahmaputra
,
quando
Yanez
giunse
dinanzi
al
tempio
sotterraneo
,
sulla
cui
porta
vegliava
un
uomo
,
che
aveva
l
'
aspetto
d
'
un
fakiro
.
-
Ah
!
Signor
Yanez
!
-
esclamò
quell
'
uomo
alzandosi
.
-
Kammamuri
!
-
aveva
esclamato
il
portoghese
.
-
Nella
pelle
d
'
un
biscnub
,
signore
,
-
rispose
il
maharatto
ridendo
-
che
non
ha
però
rinunciato
né
alle
ricchezze
,
né
ai
piaceri
della
vita
,
né
ai
beni
di
questo
mondo
come
i
miei
correligionari
.
-
Sono
tornati
?
-
Il
signor
Sandokan
ed
il
mio
padrone
?
Vi
aspettano
a
colazione
da
una
buona
mezz
'
ora
.
-
E
gli
altri
?
-
Vi
sono
tutti
.
Sono
giunti
su
una
bangle
.
-
Ed
il
ministro
?
-
È
sempre
al
sicuro
,
ma
ho
paura
che
quel
povero
diavolo
muoia
di
spavento
.
-
I
tuoi
compatriotti
hanno
la
pelle
troppo
dura
per
andarsene
così
presto
in
grembo
a
Siva
o
a
Brahma
.
-
S
'
aprì
il
passo
fra
i
cespugli
che
nascondevano
l
'
entrata
e
si
cacciò
nei
corridoi
del
tempio
,
che
erano
guardati
da
malesi
e
da
dayachi
armati
di
carabine
e
di
scimitarre
.
Quando
giunse
nell
'
ultima
stanza
,
che
già
abbiamo
descritta
e
che
era
sempre
illuminata
dalla
lampada
non
avendo
alcuna
finestra
,
trovò
seduti
dinanzi
alla
tavola
Sandokan
,
Tremal
-
Naik
ed
il
ministro
.
-
Finalmente
!
-
esclamò
il
primo
.
-
Stavo
per
mandare
alcuni
uomini
a
cercarti
,
quantunque
io
non
dubitassi
che
ci
avresti
raggiunti
.
-
Non
ho
potuto
raggiungere
la
bangle
.
Di
ciò
parleremo
più
tardi
.
Lascia
che
mi
cambi
,
ché
gocciolo
da
tutte
le
parti
e
fa
'
portare
la
colazione
.
Quel
bagno
mi
ha
messo
indosso
un
appetito
da
tigre
.
-
E
metti
al
sicuro
la
tua
famosa
conchiglia
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Dopo
:
bisogna
che
il
signor
ministro
la
veda
.
-
Passò
in
una
stanza
attigua
e
si
cambiò
rapidamente
,
indossando
un
vestito
di
flanellina
bianca
,
assai
leggera
.
Quando
rientrò
,
la
tiffine
,
o
colazione
fredda
all
'
inglese
,
era
pronta
:
carne
,
birra
,
biscotti
.
Il
cuoco
però
aveva
aggiunta
una
terrina
di
carri
per
S
.
E
.
il
ministro
,
non
mangiando
carne
di
bue
gli
indiani
.
-
Mangiamo
per
ora
,
-
disse
Yanez
-
e
voi
,
Eccellenza
,
rasserenate
un
po
'
il
vostro
viso
e
bevete
pure
la
nostra
birra
.
Vi
do
la
mia
parola
che
non
contiene
,
questa
,
nessun
pezzetto
di
grasso
di
mucca
.
-
Invece
di
rasserenarsi
,
il
ministro
si
fece
ancor
più
oscuro
in
viso
,
nondimeno
non
respinse
il
carri
che
Yanez
gli
offriva
,
né
una
tazza
di
birra
.
Mentre
mangiavano
con
un
appetito
invidiabile
,
i
due
pirati
della
Malesia
e
Tremal
-
Naik
,
si
raccontavano
le
avventure
a
loro
toccate
durante
la
perigliosa
evasione
.
Anche
Sandokan
e
l
'
indiano
avevano
avuto
da
fare
non
poco
a
uscire
dalle
volte
sommerse
,
ma
più
fortunati
del
portoghese
non
avevano
incontrata
nessuna
balena
d
'
acqua
dolce
ed
avevano
potuto
raggiungere
felicemente
la
bangle
dove
avevano
già
trovati
i
dayachi
ed
i
malesi
.
Temendo
di
venire
da
un
momento
all
'
altro
sorpresi
dai
sacerdoti
,
non
avevano
indugiato
a
prendere
il
largo
,
convinti
che
Yanez
se
la
sarebbe
facilmente
cavata
da
sé
.
Quando
la
colazione
fu
terminata
Yanez
accese
,
come
di
consueto
,
l
'
eterna
sigaretta
,
mise
il
cofano
dinanzi
al
ministro
e
l
'
aprì
levando
la
preziosa
conchiglia
.
-
È
questa
,
proprio
questa
la
famosa
pietra
di
Salagraman
?
-
chiese
al
ministro
che
la
guardava
sbigottito
.
-
Rispondetemi
Eccellenza
.
-
Kaksa
Pharaum
fece
col
capo
un
cenno
affermativo
.
-
Uditemi
ora
e
badate
di
non
rispondermi
con
dei
soli
cenni
.
Esigo
da
voi
delle
importanti
dichiarazioni
.
-
Ancora
?
-
brontolò
il
ministro
,
che
sembrava
di
pessimo
umore
.
-
Ci
tiene
molto
il
re
a
possedere
questa
pietra
di
Salagraman
?
-
Più
di
voi
certo
,
-
rispose
Kaksa
Pharaum
.
-
Come
si
potrebbero
fare
le
processioni
senza
quella
preziosa
reliquia
,
che
tutti
i
gurum
c
'
invidiano
?
-
Qual
è
la
prossima
processione
che
si
farà
in
pubblico
?
Voi
indiani
ne
eseguite
molte
durante
l
'
anno
.
-
Quella
del
maddupongol
.
-
Che
cos
'
è
?
-
È
la
festa
delle
vacche
,
-
disse
Tremal
-
Naik
-
che
si
solennizza
nel
decimo
mese
di
tai
,
ossia
del
vostro
gennaio
,
per
festeggiare
il
ritorno
del
sole
nel
settentrione
e
che
fa
seguito
al
gran
-
pongol
ossia
alla
festa
del
riso
bollito
nel
latte
.
-
È
vero
,
-
disse
il
ministro
.
-
Quando
deve
scadere
?
-
chiese
Yanez
.
-
Fra
quattro
giorni
.
-
Benissimo
:
per
quel
giorno
il
rajah
avrà
la
sua
pietra
di
Salagraman
.
-
Il
ministro
aveva
fatto
un
soprassalto
,
guardando
Yanez
cogli
occhi
dilatati
dal
più
intenso
stupore
.
-
Volete
scherzare
,
mylord
?
-
chiese
.
-
Niente
affatto
,
Eccellenza
-
rispose
Yanez
.
-
Vi
do
la
mia
parola
d
'
onore
che
la
pietra
ritornerà
,
per
mezzo
del
principe
,
nella
pagoda
di
Karia
.
-
Io
non
comprendo
più
nulla
,
-
disse
Kaksa
Pharaum
.
-
Ed
io
meno
di
voi
,
-
aggiunse
Sandokan
che
fumava
il
suo
cibuc
senza
aver
,
fino
allora
,
preso
parte
alla
conversazione
.
-
Abbi
un
po
'
di
pazienza
,
fratellino
-
disse
Yanez
.
-
Ditemi
ora
Eccellenza
,
faranno
delle
ricerche
per
scoprire
gli
autori
del
furto
?
-
Metteranno
a
soqquadro
la
città
intera
e
lanceranno
nelle
campagne
tutta
la
cavalleria
,
-
rispose
Kaksa
Pharaum
.
-
Allora
possiamo
essere
sicuri
di
non
venire
disturbati
,
-
disse
il
portoghese
sorridendo
.
-
Sono
già
le
otto
:
possiamo
andare
a
trovar
Surama
e
fare
un
giro
per
la
città
.
Vedremo
così
l
'
effetto
che
avrà
prodotto
il
furto
della
famosa
pietra
.
-
Staccò
dalla
parete
un
altro
paio
di
pistole
,
che
si
mise
nella
larga
fascia
rossa
,
si
mise
in
testa
un
elmo
di
tela
bianca
adorno
d
'
un
velo
azzurro
,
che
gli
dava
l
'
aspetto
d
'
un
vero
inglese
in
viaggio
attraverso
il
mondo
e
fece
atto
d
'
uscire
insieme
a
Sandokan
ed
a
Tremal
-
Naik
che
si
erano
pure
provveduti
d
'
armi
.
-
Mylord
,
-
disse
il
ministro
,
-
ed
io
?
-
Voi
,
Eccellenza
,
rimarrete
qui
sotto
buona
guardia
.
Non
abbiamo
ancora
terminato
le
nostre
faccende
,
e
poi
se
vi
mettessimo
in
libertà
,
correreste
subito
dal
principe
.
-
Io
mi
annoio
qui
ed
ho
molti
affari
importanti
da
sbrigare
.
Sono
il
primo
ministro
dell
'
Assam
.
-
Lo
sappiamo
,
Eccellenza
.
D
'
altronde
se
volete
cacciare
la
noia
,
fumate
,
bevete
,
e
mangiate
.
Non
avete
altro
che
da
ordinare
.
-
Il
povero
ministro
,
comprendendo
che
avrebbe
perduto
inutilmente
il
suo
tempo
,
si
lasciò
ricadere
sulla
sedia
mandando
un
sospiro
così
lungo
che
avrebbe
commossa
perfino
una
tigre
,
ma
che
non
ebbe
nessun
effetto
sull
'
animo
di
quel
diavolo
di
portoghese
.
Quando
furono
fuori
del
tempio
,
trovarono
Kammamuri
sempre
seduto
dinanzi
ad
un
cespuglio
,
col
suo
berretto
rosso
ed
azzurro
sul
capo
,
il
corpo
avvolto
in
un
semplice
pezzo
di
tela
,
con
una
corona
ed
un
bastone
in
mano
:
era
il
costume
dei
fakiri
biscnub
,
specie
di
pellegrini
erranti
che
sono
però
tenuti
in
molta
considerazione
nell
'
India
,
avendo
quasi
tutti
appartenuto
a
classi
agiate
.
-
Nulla
di
nuovo
,
amico
?
-
gli
chiese
Yanez
.
-
Non
ho
udito
che
le
urla
stonate
d
'
un
paio
di
sciacalli
i
quali
si
sono
divertiti
a
offrirmi
,
senza
richiesta
,
una
noiosissima
serenata
.
-
Seguici
a
distanza
e
raccogli
le
dicerie
che
udrai
.
Se
non
potrai
seguire
il
nostro
mail
-
cart
non
importa
.
Ci
rivedremo
più
tardi
.
-
Sì
,
signor
Yanez
.
-
Il
portoghese
ed
i
suoi
due
amici
si
diressero
verso
un
gruppo
di
palme
dinanzi
a
cui
stava
fermo
uno
di
quei
leggeri
veicoli
chiamati
dagli
anglo
-
indiani
mail
-
cart
,
che
vengono
usati
per
lo
più
nei
servizi
postali
.
Era
però
di
dimensioni
più
vaste
degli
ordinari
,
e
sulla
cassa
posteriore
vi
potevano
stare
comodamente
anche
tre
persone
invece
d
'
una
.
Era
tirato
da
tre
bellissimi
cavalli
che
pareva
avessero
il
fuoco
nelle
vene
e
che
un
malese
penava
a
frenare
.
Yanez
salì
al
posto
del
cocchiere
,
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
di
dietro
e
la
leggera
vettura
partì
rapida
come
il
vento
,
avviandosi
verso
le
parti
centrali
della
città
.
I
mail
-
cart
vanno
sempre
a
corsa
sfrenata
come
le
troike
russe
e
tanto
peggio
per
chi
non
è
lesto
a
evitarle
.
Attraversano
le
pianure
come
uragani
,
salgono
le
più
aspre
montagne
,
le
discendono
con
eguale
velocità
,
specialmente
quelle
adibite
al
servizio
della
posta
.
Sono
guidate
da
un
solo
indiano
,
munito
d
'
una
frusta
a
manico
corto
,
che
non
lascia
un
momento
in
riposo
,
perché
non
deve
arrestarsi
per
nessun
motivo
.
Quelle
corse
però
non
sono
scevre
di
pericoli
.
Avendo
quelle
vetture
le
ruote
alte
e
la
cassa
senza
molle
,
subiscono
dei
trabalzi
terribili
e
se
uno
volesse
parlare
correrebbe
il
rischio
di
troncarsi
,
coi
propri
denti
,
la
lingua
.
Yanez
,
come
abbiamo
detto
,
aveva
lanciato
quella
specie
di
birroccio
a
gran
corsa
,
facendo
scoppiettare
fortemente
la
frusta
per
avvertire
i
passanti
a
tenersi
in
guardia
.
I
tre
cavalli
,
che
balzavano
come
se
avessero
le
ali
alle
zampe
,
divoravano
lo
spazio
come
saette
,
nitrendo
rumorosamente
.
Bastarono
dieci
minuti
perché
il
mail
-
cart
si
trovasse
nelle
vie
centrali
di
Gauhati
.
Yanez
ed
i
suoi
compagni
notarono
subito
un
'
animazione
insolita
:
gruppi
di
persone
si
formavano
qua
e
là
discutendo
animatamente
,
con
larghi
gesti
e
anche
sulle
porte
dei
negozi
era
un
bisbigliare
incessante
fra
i
proprietari
ed
i
loro
avventori
.
Si
leggeva
sul
viso
di
tutta
quella
gente
impresso
un
vero
sgomento
.
Yanez
,
che
aveva
frenati
i
cavalli
onde
non
storpiare
qualche
passante
,
si
era
voltato
verso
i
suoi
due
amici
strizzando
loro
l
'
occhio
.
-
La
terribile
notizia
si
è
già
sparsa
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
,
sorridendo
.
-
Dove
ci
conduci
?
-
Da
Surama
per
ora
.
-
E
poi
?
-
Vorrei
vedere
quel
maledetto
favorito
del
rajah
,
se
mi
si
presentasse
l
'
occasione
.
-
Uhm
!
Sai
che
il
principe
non
vuol
vedere
nessun
inglese
alla
sua
corte
.
-
Eppure
dovrà
ricevermi
e
con
grandi
onori
,
-
disse
Yanez
.
-
Ed
in
quale
maniera
?
-
Non
ho
forse
la
pietra
in
mia
mano
?
-
Che
diventi
un
talismano
?
-
Fors
'
anche
di
più
,
mio
caro
Sandokan
.
Oh
!
Che
cosa
c
'
è
?
-
Due
indiani
s
'
avanzavano
fra
la
folla
,
l
'
uno
lanciando
di
quando
in
quando
delle
note
rumorose
che
ricavava
da
una
lunghissima
tromba
di
rame
e
l
'
altro
che
scuoteva
furiosamente
una
gautha
,
ossia
uno
di
quei
campanelli
di
bronzo
ornati
con
una
testa
che
ha
due
ali
e
che
vengono
adoperati
nelle
cerimonie
religiose
per
convocare
i
fedeli
.
Li
seguiva
un
soldato
del
rajah
,
con
ampi
calzoni
bianchi
,
la
casacca
rossa
con
alamari
gialli
e
che
portava
una
bandiera
bianca
con
nel
mezzo
dipinto
un
elefante
a
due
teste
.
-
Questi
sono
araldi
del
principe
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Che
cosa
annunceranno
?
-
Io
lo
indovino
di
già
,
-
disse
Yanez
,
fermando
la
vettura
.
-
È
una
cosa
che
riguarda
noi
.
-
I
tre
araldi
,
dopo
aver
assordato
i
vicini
che
si
erano
radunati
in
gran
numero
attorno
a
loro
,
si
erano
pure
fermati
ed
il
soldato
che
doveva
avere
dei
polmoni
di
ferro
,
si
era
messo
a
urlare
:
"
S
.
M
.
il
principe
Sindhia
,
signore
dell
'
Assam
,
avverte
il
suo
fedele
popolo
che
offrirà
onori
e
ricchezze
a
chi
saprà
dare
indicazioni
sui
miserabili
che
hanno
rubata
la
pietra
di
Salagraman
dalla
pagoda
di
Karia
.
Ho
parlato
per
la
bocca
del
potentissimo
rajah
"
.
-
Onori
e
ricchezze
,
-
mormorò
Yanez
.
-
A
me
basteranno
i
primi
per
ora
.
Il
resto
verrà
più
tardi
,
te
lo
assicuro
,
mio
caro
Sindhia
.
Quelle
però
saranno
per
la
mia
futura
moglie
.
-
Lasciò
passare
i
banditori
che
avevano
ripresa
la
loro
musica
infernale
e
lanciò
i
cavalli
a
piccolo
trotto
,
percorrendo
successivamente
parecchie
vie
molto
larghe
,
cosa
piuttosto
rara
nelle
città
indiane
che
hanno
stradicciuole
tortuose
come
quelle
delle
città
arabe
e
anche
poco
pulite
.
-
Ci
siamo
,
-
disse
ad
un
tratto
,
fermando
con
uno
strappo
violento
i
tre
ardenti
corsieri
.
Si
era
fermato
dinanzi
ad
una
casa
di
bella
apparenza
,
che
sorgeva
,
come
un
gran
dado
bianco
,
fra
otto
o
dieci
colossali
tara
che
l
'
ombreggiavano
da
tutte
le
parti
.
Solo
a
vederla
si
capiva
che
era
un
'
abitazione
veramente
signorile
,
essendo
perfettamente
isolata
ed
avendo
porticati
,
logge
e
terrazze
per
poter
dormire
all
'
aperto
durante
i
grandi
calori
.
Tutte
le
abitazioni
dei
ricchi
indù
sono
bellissime
e
tenute
anche
con
molta
cura
.
Devono
avere
cortili
,
giardini
,
cisterne
d
'
acqua
e
fontane
non
solo
nelle
stanze
bensì
anche
all
'
entrata
e
grandi
ventole
mosse
a
mano
dai
servi
onde
regni
una
continua
frescura
.
Devono
anche
avere
intorno
delle
piccole
kas
khanays
ossia
casette
di
paglia
o
piuttosto
di
radici
odorose
,
costruite
nel
mezzo
d
'
un
tratto
di
terra
erbosa
e
sempre
in
prossimità
d
'
una
tank
ossia
fontana
onde
la
servitù
possa
comodamente
lavarsi
.
Udendo
il
fracasso
prodotto
dai
tre
cavalli
,
due
uomini
vestiti
come
gl
'
indiani
che
però
dalla
tinta
della
loro
pelle
e
dai
tratti
del
viso
,
duri
e
angolosi
si
riconoscevano
anche
di
primo
acchito
per
malesi
,
erano
subito
usciti
dalla
casa
salutando
con
un
goffo
inchino
Yanez
ed
i
suoi
due
compagni
.
-
Surama
?
-
chiese
brevemente
il
portoghese
saltando
a
terra
.
-
È
nella
sala
azzurra
,
capitano
Yanez
,
-
rispose
uno
dei
due
malesi
.
-
Occupatevi
dei
cavalli
.
-
Sì
,
capitano
.
-
Salì
i
quattro
gradini
seguito
da
Tremal
-
Naik
e
da
Sandokan
e
attraversato
un
corridoio
si
trovò
in
un
vasto
cortile
,
circondato
da
eleganti
porticati
sorretti
da
esili
colonne
.
Nel
mezzo
,
da
una
grande
coppa
di
pietra
,
zampillava
altissimo
un
getto
d
'
acqua
.
Yanez
passò
sotto
il
porticato
di
destra
e
si
fermò
dinanzi
ad
una
porta
dove
stavano
raggruppate
delle
ragazze
indiane
.
-
Avvertite
la
padrona
,
-
disse
loro
.
Una
giovane
aprì
invece
senz
'
altro
la
porta
,
dicendo
:
-
Entra
,
sahib
:
ti
aspetta
.
-
Yanez
ed
i
suoi
compagni
si
trovarono
in
un
elegantissimo
salotto
che
aveva
le
pareti
tappezzate
di
seta
azzurra
ed
il
pavimento
coperto
da
un
sottile
materasso
che
si
estendeva
fino
ai
quattro
angoli
.
Tutto
all
'
intorno
vi
erano
dei
divanetti
di
seta
,
con
ricami
d
'
oro
e
d
'
argento
di
squisita
fattura
,
e
larghi
guanciali
di
raso
fiorato
appoggiati
contro
le
pareti
onde
i
visitatori
potessero
sdraiarvisi
comodamente
.
All
'
altezza
d
'
un
metro
,
s
'
aprivano
nelle
muraglie
parecchie
nicchie
dove
si
vedevano
dei
vasi
cinesi
pieni
di
fiori
che
esalavano
acuti
profumi
.
Mobili
nessuno
,
eccettuato
uno
sgabello
collocato
proprio
nel
mezzo
della
stanza
su
cui
stavano
dei
bicchieri
ed
un
fiasco
di
vetro
rosso
racchiuso
entro
un
'
armatura
d
'
oro
cesellata
,
e
col
collo
lunghissimo
.
Una
bellissima
giovane
,
dalla
pelle
leggermente
abbronzata
,
dai
lineamenti
dolci
e
fini
,
cogli
occhi
nerissimi
ed
i
capelli
lunghi
intrecciati
con
fiori
di
mussenda
e
gruppettini
di
perle
,
si
era
prontamente
alzata
.
Uno
splendido
costume
tutto
di
seta
rosa
,
con
ricami
azzurri
,
copriva
il
suo
corpo
sottile
come
un
giunco
,
pur
essendo
squisitamente
modellato
,
lasciando
vedere
l
'
estremità
dei
calzoncini
di
seta
bianca
che
s
'
allargavano
su
due
graziose
babbucce
di
pelle
rossa
con
ricami
d
'
argento
e
la
punta
rialzata
.
-
Ah
!
Miei
cari
amici
!
-
aveva
esclamato
,
muovendo
a
loro
incontro
colle
mani
tese
.
-
Anche
tu
,
Tremal
-
Naik
!
Come
sono
felice
di
rivederti
!
Lo
sapevo
già
che
non
saresti
rimasto
sordo
all
'
appello
dei
tuoi
vecchi
compagni
!
-
Quando
si
tratta
di
dare
un
trono
a
Surama
,
Tremal
-
Naik
non
rimane
inoperoso
,
-
rispose
il
bengalese
stringendo
calorosamente
la
piccola
mano
della
bella
indiana
.
-
Se
Moreland
e
Darma
non
fossero
in
viaggio
per
l
'
Europa
sarebbero
qui
anche
loro
.
-
Come
l
'
avrei
veduta
volentieri
tua
figlia
Darma
!
-
La
riceverai
alla
tua
corte
,
quando
tornerà
,
-
disse
Yanez
.
-
Orsù
,
Surama
,
da
'
da
bere
agli
amici
.
Le
vie
di
Gauhati
sono
molto
polverose
e
la
gola
si
secca
presto
.
-
A
te
,
mio
dolce
signore
,
il
tuo
liquore
favorito
-
disse
la
giovane
indiana
prendendo
il
fiasco
ed
empiendo
i
bicchieri
di
cristallo
rosa
d
'
un
liquore
color
dell
'
ambra
.
-
Alla
salute
della
futura
principessa
dell
'
Assam
,
-
disse
Sandokan
.
-
Non
così
presto
,
-
rispose
Surama
,
ridendo
.
-
E
che
!
Vorresti
tu
,
piccina
,
che
noi
avessimo
lasciato
il
Borneo
ed
i
nostri
prahos
e
gli
amici
per
venire
a
vedere
solamente
le
bellezze
poco
interessanti
della
tua
futura
capitale
?
Quando
noi
ci
muoviamo
facciamo
sempre
qualche
grosso
guasto
,
è
vero
Yanez
?
-
Non
siamo
sempre
noi
le
vecchie
tigri
di
Mompracem
?
-
rispose
il
portoghese
.
-
Dove
piantiamo
le
unghie
la
preda
non
scappa
più
.
Ne
vuoi
una
prova
?
Abbiamo
già
nelle
nostre
mani
la
famosa
pietra
di
Salagraman
.
-
Quella
del
capello
di
Visnù
?
-
Sì
,
Surama
.
-
Di
già
?
-
Diamine
!
Mi
era
necessaria
per
introdurmi
a
corte
.
-
Ed
il
merito
è
tutto
del
tuo
fidanzato
,
-
disse
Sandokan
.
-
Yanez
invecchia
ma
la
sua
straordinaria
fantasia
rimane
sempre
giovane
.
-
E
potremo
finalmente
conoscere
i
tuoi
famosi
disegni
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Io
continuo
a
rompermi
inutilmente
la
testa
e
guastarmi
il
cervello
senza
riuscire
a
trovare
alcuna
relazione
fra
quella
dannata
conchiglia
e
la
caduta
del
rajah
.
-
Non
è
ancora
tempo
,
-
rispose
Yanez
.
-
Domani
però
saprai
qualche
cosa
di
più
.
-
È
inutile
che
tu
lo
tenti
,
amico
Tremal
-
Naik
,
-
disse
Sandokan
.
-
Noi
ne
sapremo
qualche
cosa
quando
sarà
giunto
il
momento
di
rovesciare
contro
le
guardie
reali
i
nostri
trenta
uomini
e
di
sguainare
le
nostre
scimitarre
.
È
vero
,
Yanez
?
-
Sì
-
rispose
il
portoghese
,
sorridendo
.
-
Quel
giorno
non
sarà
però
molto
vicino
.
Con
quel
Sindhia
dovremo
procedere
molto
cautamente
.
Non
dobbiamo
dimenticarci
che
siamo
soli
qui
e
che
non
possiamo
contare
sull
'
appoggio
del
governo
inglese
.
Non
dubitiamo
però
sull
'
esito
finale
.
O
Surama
riavrà
la
corona
o
noi
non
saremo
più
le
terribili
tigri
di
Mompracem
.
-
Ah
mio
signore
!
-
esclamò
la
giovine
indiana
fissando
sul
portoghese
i
suoi
profondi
e
dolcissimi
occhi
.
-
Tu
la
dividerai
con
me
,
è
vero
?
-
Io
!
Sarai
tu
,
fanciulla
,
che
me
ne
darai
un
pezzo
.
-
Tutta
insieme
al
mio
cuore
,
Yanez
.
-
Sta
bene
,
aspettiamo
però
di
levarla
,
dalla
testa
di
quel
briccone
.
Pagherà
ben
cara
la
cattiva
azione
che
ti
ha
usata
.
Lui
ti
ha
venduta
come
una
miserabile
schiava
ai
thugs
per
fare
di
te
,
principessa
,
una
bajadera
;
un
giorno
venderemo
anche
lui
.
-
Purché
non
faccia
la
fine
della
Tigre
dell
'
India
,
-
disse
Sandokan
con
accento
quasi
feroce
.
-
Ci
sarò
anch
'
io
quel
giorno
!
-
7
.
Il
rajah
dell
'
Assam
L
'
indomani
,
due
ore
dopo
il
mezzodì
,
un
drappello
che
destava
non
poca
curiosità
fra
gli
sfaccendati
che
ingombravano
le
vie
della
capitale
dell
'
Assam
,
s
'
avanzava
a
passo
militare
verso
il
grandioso
palazzo
del
rajah
che
torreggiava
sulla
immensa
piazza
del
mercato
.
Si
componeva
di
sette
persone
:
d
'
un
inglese
,
più
o
meno
autentico
,
vestito
correttamente
di
bianco
con
un
cappello
di
tela
grigia
adorno
d
'
un
gran
velo
azzurro
che
gli
scendeva
fino
al
di
sotto
della
cintura
,
e
di
sei
malesi
,
vestiti
però
all
'
indiana
,
con
casacche
verdi
ricamate
,
ampi
calzoni
rossi
,
grandi
turbanti
in
testa
di
seta
variegata
e
armati
di
carabine
splendide
dalle
canne
rabescate
ed
i
calci
intarsiati
d
'
avorio
e
di
madreperla
,
pistole
a
doppia
canna
alla
cintura
e
scimitarre
al
fianco
.
Erano
tutti
begli
uomini
,
d
'
aspetto
feroce
,
membruti
e
dagli
occhi
cupi
e
sinistri
.
Non
erano
che
sei
,
eppure
dal
loro
aspetto
si
comprendeva
facilmente
che
non
avrebbero
dato
indietro
nemmeno
dinanzi
ad
una
compagnia
di
cipay
bengalesi
.
Giunti
dinanzi
al
palazzo
reale
,
che
era
guardato
da
un
drappello
di
guardie
,
armate
di
lance
che
avevano
la
lama
larghissima
,
l
'
inglese
arrestò
con
un
gesto
i
suoi
uomini
.
-
Che
cosa
vuoi
sahib
?
-
chiese
il
comandante
delle
guardie
,
avanzandosi
verso
l
'
inglese
,
mentre
i
suoi
uomini
mettevano
le
picche
in
resta
,
come
se
si
preparassero
a
respingere
un
assalto
.
-
Vedere
rajah
-
rispose
Yanez
.
-
È
impossibile
,
sahib
.
-
Perché
?
-
Il
rajah
sta
colle
sue
donne
.
-
Io
essere
grande
mylord
inglese
amico
della
regina
ed
imperatrice
Indie
.
Tutte
porte
aprirsi
davanti
a
me
mylord
John
Moreland
.
-
Il
rajah
non
ama
ricevere
gente
dalla
pelle
bianca
sahib
.
-
No
,
sahib
,
io
essere
grande
mylord
!
-
Il
rajah
non
riceverà
nemmeno
un
mylord
.
Non
desidera
vedere
alla
sua
corte
degli
europei
.
-
Tu
essere
uno
stupido
,
brutto
indiano
.
Andare
a
dire
a
principe
tuo
che
io
avere
trovato
la
pietra
di
Salagraman
della
pagoda
di
Karia
.
Mylord
avere
uccisi
tutti
i
ladri
bricconi
,
perché
io
mylord
non
avere
mai
paura
neanche
delle
vostre
bâg
admikanevalla5
.
Tu
intanto
mettere
saccoccia
questa
mohr6
.
Noi
inglesi
pagare
sempre
disturbo
.
-
Udendo
quelle
parole
e
vedendo
soprattutto
quella
grossa
moneta
d
'
oro
,
che
Yanez
gli
porgeva
,
come
se
fosse
una
semplice
rupia
,
gli
indiani
della
guardia
si
erano
rimirati
l
'
un
l
'
altro
con
profondo
stupore
.
-
Mylord
-
disse
il
capo
,
confuso
-
è
proprio
vero
quanto
hai
affermato
?
-
Yanez
fece
segno
ad
uno
dei
sei
malesi
,
che
reggeva
sulle
braccia
una
specie
di
cassetta
avvolta
in
un
pezzo
di
seta
rossa
,
d
'
avanzarsi
,
poi
disse
:
-
Qui
dentro
essere
la
pietra
di
Salagraman
che
fu
rubata
da
birbanti
thugs
.
Va
'
dire
questo
a
Sua
Altezza
.
Ricevere
subito
me
,
mylord
.
-
L
'
indiano
rimase
un
momento
esitante
,
guardando
l
'
involto
,
poi
,
come
se
fosse
stato
preso
da
una
subitanea
pazzia
si
slanciò
sotto
l
'
ampio
porticato
battendo
furiosamente
i
gongs
sospesi
al
di
sopra
delle
porte
.
-
Finalmente
,
-
mormorò
Yanez
traendo
flemmaticamente
una
sigaretta
dal
suo
portasigari
ed
accendendola
.
-
Avremo
da
aspettare
ma
ciò
non
monta
.
-
I
suoi
uomini
,
appoggiati
alle
loro
carabine
,
mantenevano
una
immobilità
assoluta
,
spiando
attentamente
la
guardia
indiana
che
teneva
sempre
le
lance
in
resta
.
Era
appena
trascorso
un
minuto
quando
un
vecchio
indiano
,
vestito
sfarzosamente
,
che
doveva
essere
qualche
ministro
o
qualche
cortigiano
,
seguìto
da
parecchi
ufficiali
che
portavano
sul
capo
degli
immensi
turbanti
,
scese
l
'
immenso
scalone
di
marmo
candidissimo
precipitandosi
verso
Yanez
.
-
Mylord
!
-
esclamò
con
voce
affannata
.
-
È
vero
che
tu
hai
trovato
la
pietra
di
Salagraman
?
-
Yanez
gettò
via
la
sigaretta
,
lanciò
quasi
sul
naso
dell
'
indiano
l
'
ultima
boccata
di
fumo
,
poi
rispose
:
-
Yes
.
-
Vuoi
dire
?
-
Sì
:
avvertire
subito
Sua
Altezza
.
-
La
vera
pietra
?
-
Yes
.
-
E
come
l
'
hai
trovata
?
-
Io
parlare
solo
a
rajah
:
mylord
non
essere
uomo
da
poco
.
-
Dov
'
è
la
pietra
?
-
Io
averla
e
bastare
:
Sua
Altezza
non
ricevere
me
ed
io
andare
a
vendere
pietra
.
-
No
!
no
!
mylord
!
-
Allora
rajah
ricevere
me
e
subito
.
Io
soffrire
spleen
.
-
Vieni
avanti
,
ti
aspetta
.
-
Aho
!
Essere
io
molto
contento
.
-
Fece
un
segno
ai
malesi
e
seguì
il
ministro
o
favorito
che
fosse
,
salendo
lo
splendido
scalone
,
su
cui
,
ad
ogni
gradino
,
trovavasi
una
guardia
armata
di
carabina
e
di
pistole
.
-
Si
capisce
che
questo
sovrano
non
si
ritiene
troppo
sicuro
-
mormorò
Yanez
.
-
Che
abbia
fiutato
il
vento
infido
?
In
guardia
,
amico
e
trombona
bene
.
-
Sul
pianerottolo
s
'
aprivano
quattro
grandiose
gallerie
,
tutte
di
marmo
,
con
colonne
contorte
e
adorne
di
teste
d
'
elefanti
che
intrecciavano
artisticamente
le
loro
proboscidi
.
Ampie
tende
di
seta
azzurra
e
leggerissima
,
con
trama
d
'
oro
,
d
'
uno
splendido
effetto
,
scendevano
fra
i
colonnati
onde
ripararle
dai
riflessi
del
sole
e
mantenere
una
certa
frescura
.
Lungo
le
pareti
dei
vasi
enormi
per
lo
più
d
'
origine
cinese
reggevano
dei
colossali
mazzi
di
fiori
e
delle
foglie
di
banani
.
Anche
in
quelle
gallerie
v
'
erano
numerose
guardie
che
passeggiavano
,
armate
di
picche
e
di
scimitarre
.
Il
ministro
fece
attraversare
a
Yanez
ed
alla
sua
scorta
una
di
quelle
gallerie
,
poi
aprì
una
porta
tutta
di
bronzo
dorato
e
sculturata
e
li
introdusse
in
una
immensa
sala
tappezzata
in
seta
bianca
con
ricami
d
'
oro
e
che
aveva
all
'
intorno
parecchie
dozzine
di
divanetti
di
velluto
bianco
.
All
'
estremità
,
su
una
piattaforma
di
marmo
,
coperta
in
parte
da
un
ricchissimo
tappeto
,
si
ergeva
una
specie
di
letto
,
su
cui
stava
sdraiato
,
appoggiandosi
ad
un
cuscino
di
velluto
rosso
,
un
uomo
che
indossava
una
lunga
zimarra
bianca
.
Intorno
a
quella
specie
di
trono
,
stavano
quattro
vecchi
indiani
che
sembravano
sacerdoti
,
e
dietro
di
loro
,
schierati
su
quattro
linee
,
quaranta
soldati
seikki
,
i
guerrieri
più
valorosi
che
abbia
l
'
India
e
che
vengono
assoldati
in
gran
numero
dai
rajah
per
farsene
una
guardia
fedele
e
sicura
.
Il
ministro
con
un
gesto
imperioso
fece
fermare
i
malesi
presso
la
porta
,
poi
prese
per
una
mano
Yanez
,
lo
condusse
verso
il
trono
gridando
ad
alta
voce
:
-
Salute
a
S
.
A
.
Sindhia
,
rajah
dell
'
Assam
!
Ecco
il
mylord
inglese
.
-
Il
sovrano
si
era
alzato
,
mentre
Yanez
si
toglieva
il
cappello
.
I
due
uomini
si
guardarono
per
qualche
minuto
senza
parlare
come
se
volessero
studiarsi
a
vicenda
.
Sindhia
era
un
uomo
ancora
giovane
,
poiché
non
pareva
che
avesse
più
di
trent
'
anni
,
però
la
vita
dissoluta
che
doveva
condurre
,
aveva
già
tracciata
sulla
fronte
del
tiranno
delle
rughe
precoci
.
Era
nondimeno
sempre
un
bellissimo
tipo
d
'
indiano
,
dai
lineamenti
finissimi
,
con
occhi
neri
che
parevano
due
carboni
lucenti
.
Una
rada
barbetta
nera
gli
dava
un
aspetto
piuttosto
truce
.
-
Sei
tu
il
mylord
che
mi
riporta
la
pietra
di
Salagraman
?
-
chiese
finalmente
,
dopo
aver
squadrato
dall
'
alto
in
basso
il
portoghese
.
-
Se
è
vero
quanto
hai
detto
al
mio
ministro
,
sii
il
benvenuto
,
quantunque
io
non
ami
gli
stranieri
.
-
Sì
,
io
essere
mylord
John
Moreland
,
Altezza
,
ed
io
riportare
a
te
conchiglia
con
capello
di
Visnù
-
rispose
Yanez
.
-
Tu
avere
promesso
ricchezze
,
onori
,
è
vero
?
-
E
manterrò
la
promessa
,
mylord
-
rispose
il
principe
.
-
Ebbene
io
a
te
dare
conchiglia
.
-
Si
volse
facendo
cenno
al
malese
che
portava
il
cofano
di
avvicinarsi
.
Levò
la
seta
che
l
'
avvolgeva
e
andò
a
deporlo
ai
piedi
del
principe
.
-
Tu
vedere
prima
Altezza
,
se
quella
essere
vera
pietra
rubata
.
-
Vi
è
un
segno
sulla
pietra
che
io
ed
i
gurum
della
pagoda
di
Karia
conosciamo
benissimo
-
rispose
il
principe
.
Aprì
il
cofano
e
prese
la
conchiglia
facendola
girare
e
rigirare
fra
le
mani
.
Una
vivissima
gioia
si
era
subito
diffusa
sul
suo
viso
.
-
È
la
pietra
che
fu
rubata
,
-
disse
finalmente
.
-
Mylord
,
tu
sarai
mio
amico
.
-
Uno
dei
suoi
cortigiani
udendo
quelle
parole
portò
subito
a
Yanez
una
sedia
dorata
,
facendolo
sedere
dinanzi
alla
piattaforma
.
Quasi
subito
una
diecina
di
servi
,
che
indossavano
dei
costumi
sfarzosi
entrarono
reggendo
dei
vassoi
d
'
oro
sui
quali
vi
erano
delle
chicchere
piene
di
caffè
,
bicchieri
colmi
di
liquori
,
piattelli
con
gelati
e
pasticcini
dolci
.
Il
principe
e
Yanez
furono
i
primi
serviti
,
poi
i
ministri
,
quindi
i
malesi
della
scorta
.
-
Ed
ora
mylord
,
-
disse
Sindhia
dopo
d
'
aver
vuotato
un
paio
di
bicchieri
di
cognac
,
ingollati
come
se
quella
vecchia
grappa
fosse
della
semplice
acqua
,
-
mi
dirai
come
sei
riuscito
a
sorprendere
i
ladri
e
perché
ti
trovi
sul
mio
territorio
.
-
Io
essere
qui
venuto
a
cacciare
le
bâg
-
rispose
Yanez
-
perché
io
essere
molto
grande
cacciatore
e
non
avere
paura
di
tigri
.
Io
averne
uccise
molte
,
tante
nelle
Sunderbunds
del
Bengala
.
-
Ed
i
ladri
?
-
Io
essermi
imboscato
ieri
notte
per
cacciare
una
bâg
nera
e
grossa
molto
e
...
-
Una
tigre
nera
!
-
aveva
esclamato
il
principe
sussultando
.
-
Sì
.
-
Quella
che
ha
divorati
i
miei
figli
!
-
gridò
Sindhia
passandosi
una
mano
sulla
fronte
che
pareva
si
fosse
coperta
d
'
un
gelido
sudore
.
-
Come
?
Quella
bâg
avere
mangiato
...
-
Taci
,
mylord
-
disse
il
principe
quasi
imperiosamente
.
-
Continua
.
-
Tigre
non
venire
ed
io
aspettare
sempre
-
proseguì
Yanez
.
-
Sole
stava
per
farsi
vedere
,
quando
io
scorgere
cinque
indiani
scappare
attraverso
bosco
.
Dovevano
essere
thugs
,
perché
io
avere
veduto
ai
loro
fianchi
,
lacci
e
fazzoletti
seta
nera
con
palle
piombo
.
Io
odiare
quei
bricconi
e
quindi
sparare
subito
carabina
poi
pistole
e
ucciderli
tutti
,
poi
gettare
cadaveri
nel
fiume
e
coccodrilli
tutto
mangiare
.
-
Ed
il
cofano
?
-
Averlo
trovato
a
terra
.
-
E
poi
?
-
Poi
io
avere
udito
tuoi
araldi
,
ed
io
portare
qui
conchiglia
col
capello
di
Visnù
perché
non
sapere
cosa
farne
io
.
-
E
che
cosa
domandi
ora
,
mylord
?
-
chiese
Sindhia
.
-
Io
non
volere
denaro
,
io
essere
molto
ricco
.
-
Ma
tu
hai
diritto
ad
una
ricompensa
.
La
pietra
di
Salagraman
è
per
noi
un
tesoro
impagabile
.
-
Yanez
stette
un
momento
silenzioso
,
fingendo
di
pensare
,
poi
disse
:
-
Tu
nominare
me
tuo
grande
cacciatore
,
ed
io
uccidere
le
tigri
che
mangiano
tuoi
sudditi
.
Ecco
quello
che
io
volere
.
-
Il
rajah
aveva
fatto
un
gesto
di
stupore
,
tosto
imitato
dai
suoi
ministri
ed
aveva
ben
ragione
di
mostrarsi
sorpreso
.
Come
!
Quell
'
inglese
originale
invece
di
chiedere
ricompense
si
offriva
invece
di
rendere
dei
preziosi
servigi
,
quali
la
distruzione
di
tutte
le
belve
che
tanti
danni
e
tante
angosce
recavano
ai
poveri
assamesi
delle
campagne
?
-
Mylord
,
-
disse
il
rajah
,
dopo
un
silenzio
abbastanza
lungo
.
-
Io
ho
offerto
onori
e
ricchezze
a
chi
avrebbe
ricuperata
la
pietra
di
Salagraman
.
-
Io
saperlo
,
-
rispose
Yanez
.
-
E
non
domandi
nulla
.
-
Io
essere
contento
cacciare
bâg
ed
essere
tuo
grande
cacciatore
.
-
Se
ciò
può
farti
felice
,
io
ti
offro
alla
mia
corte
un
appartamento
,
i
miei
elefanti
ed
i
miei
scikari7
.
-
Grazie
,
principe
:
io
essere
molto
soddisfatto
.
-
Il
rajah
si
tolse
da
un
dito
un
magnifico
anello
d
'
oro
che
aveva
un
diamante
grosso
come
una
nocciuola
d
'
una
limpidezza
meravigliosa
e
che
doveva
valere
per
lo
meno
diecimila
rupie
e
lo
porse
a
Yanez
,
dicendogli
con
un
grazioso
sorriso
:
-
Tieni
almeno
questo
,
mylord
,
per
mio
ricordo
.
Vorrei
però
chiedere
a
te
,
giacché
sei
un
grande
cacciatore
,
un
favore
.
-
Io
essere
sempre
pronto
a
farlo
a
S
.
Altezza
,
-
rispose
il
portoghese
.
Il
rajah
fece
un
gesto
imperioso
.
I
ministri
e
i
seikki
si
ritrassero
subito
all
'
opposta
estremità
della
sala
onde
non
ascoltare
ciò
che
doveva
dire
il
loro
principe
.
-
Ascoltami
,
-
disse
il
rajah
.
-
Io
ascoltarti
,
Altezza
,
-
disse
Yanez
avvicinandosi
.
-
Tu
mi
hai
detto
di
esseri
recato
nella
foresta
a
cacciare
la
tigre
nera
.
L
'
hai
veduta
?
-
No
,
Altezza
,
-
rispose
Yanez
,
che
cominciava
a
tenersi
in
guardia
,
non
sapendo
dove
voleva
finire
il
principe
.
-
Io
averne
solamente
udito
parlare
.
-
Quella
bâg
un
giorno
ha
mangiato
i
miei
figli
.
-
Aho
!
Cattiva
bestia
.
-
Così
cattiva
che
si
calcola
abbia
divorato
più
di
duecento
persone
.
-
Molto
appetito
quella
bestia
!
-
Tu
sei
grande
cacciatore
,
mi
hai
detto
.
-
Moltissimo
.
-
Vuoi
provarti
a
ucciderla
?
-
Yanez
con
non
poca
sorpresa
del
rajah
non
aveva
risposto
.
I
suoi
occhi
si
erano
invece
fissati
su
una
doppia
cortina
di
seta
che
pendeva
dietro
a
quella
specie
di
letto
e
che
di
quando
in
quando
oscillava
come
se
dietro
si
nascondesse
qualcuno
.
-
Che
cosa
può
essere
?
-
si
era
chiesto
il
sospettoso
portoghese
.
-
Si
direbbe
che
qualcuno
suggerisce
delle
pessime
idee
al
sovrano
.
-
Mi
hai
capito
,
mylord
?
-
chiese
il
rajah
,
un
po
'
sorpreso
di
non
ricevere
risposta
.
-
Sì
,
altezza
-
rispose
Yanez
.
-
Io
andare
uccidere
bâg
nera
che
ha
mangiato
tuoi
figli
.
-
Avresti
tanto
coraggio
?
-
Io
mai
avere
paura
delle
tigri
.
Pum
!
E
morte
tutte
!
-
Se
tu
,
mylord
riuscirai
a
vendicare
i
miei
figli
,
io
darò
a
te
tutto
quello
che
vorrai
.
Pensaci
.
-
Io
avere
pensato
.
-
Che
cosa
vorrai
?
-
Tu
avere
commedianti
a
corte
,
Altezza
.
-
Sì
.
-
Io
voler
vedere
commedie
indiane
e
suggerire
io
soggetto
ad
artisti
.
-
Ma
tu
non
domandi
nulla
!
-
esclamò
il
rajah
,
che
cadeva
di
sorpresa
in
sorpresa
.
Un
sorriso
diabolico
era
comparso
sulle
labbra
di
Yanez
.
-
Noi
inglesi
essere
tutti
eccentrici
.
Io
voler
vedere
teatro
indiano
.
-
Subito
?
-
No
,
dopo
aver
uccisa
tigre
feroce
.
Io
dare
a
mangiare
a
quella
brutta
bestia
molto
piombo
.
Tu
Altezza
preparare
domani
elefanti
e
scikari
,
prima
spuntare
sole
.
Io
preparare
tutti
miei
uomini
.
Lasciami
andare
ora
:
curare
molto
mie
armi
buone
.
-
Yanez
si
era
alzato
facendo
al
principe
un
profondo
inchino
.
-
Addio
,
mylord
!
-
disse
il
rajah
porgendogli
la
destra
.
-
Non
dimenticherò
mai
quanto
ti
devo
.
-
Aho
!
Io
non
avere
fatto
nulla
.
-
I
seikki
ed
i
ministri
si
erano
riavvicinati
.
I
primi
ad
un
cenno
del
rajah
aveva
presentato
le
armi
al
portoghese
,
il
quale
aveva
risposto
con
un
perfetto
saluto
militare
.
Anche
i
sei
malesi
,
dal
canto
loro
,
avevano
alzato
le
carabine
salutando
il
rajah
.
Yanez
attraversò
a
passi
lenti
la
sala
,
accompagnato
da
due
ministri
;
quando
però
fu
presso
la
porta
si
volse
bruscamente
e
vide
,
con
non
poca
sorpresa
,
una
testa
comparire
fra
le
cortine
di
seta
che
pendevano
dietro
il
trono
del
principe
.
Quella
testa
era
d
'
un
uomo
bianco
,
barbuto
,
con
due
occhi
di
fuoco
.
I
loro
sguardi
s
'
incontrarono
,
ma
fu
un
lampo
,
poiché
quell
'
europeo
era
subito
scomparso
.
-
Ah
!
Birbante
!
-
mormorò
Yanez
.
-
Eri
tu
che
suggerivi
al
principe
!
Deve
essere
quel
greco
misterioso
di
cui
mi
ha
parlato
quel
povero
Kaksa
Pharaum
.
Quello
deve
essere
più
pericoloso
di
quell
'
imbecille
di
Sindhia
,
però
mio
caro
,
hai
da
fare
con
delle
vecchie
Tigri
di
Mompracem
e
puoi
essere
certo
che
ti
mangeranno
.
-
Salutò
i
ministri
che
lo
avevano
accompagnato
e
uscì
dal
palazzo
,
salutato
dalle
guardie
che
vegliavano
sulle
gradinate
e
dinanzi
al
portone
.
A
breve
distanza
stava
fermo
il
suo
mail
-
cart
,
tirato
da
due
cavalli
che
Bindar
,
il
sivano
,
riusciva
a
mala
pena
a
tenere
fermi
.
-
Mio
fratellino
Sandokan
è
veramente
un
grand
'
uomo
,
-
mormorò
Yanez
.
-
Che
tigre
prudente
.
-
Si
volse
verso
i
malesi
che
aspettavano
i
suoi
ordini
:
-
Disperdetevi
,
-
disse
loro
-
fate
tutto
ciò
che
volete
e
badate
di
non
farvi
seguire
da
nessuno
.
Non
ritornate
alla
pagoda
sotterranea
che
a
notte
tarda
e
fucilate
senza
misericordia
chi
cercherà
di
spiarvi
.
Vi
sono
dei
pericoli
.
-
Va
bene
capitano
,
-
risposero
i
malesi
.
Salì
a
cassetta
,
sedendosi
a
fianco
di
Bindar
e
lanciò
i
cavalli
a
corsa
sfrenata
onde
nessuno
potesse
seguirlo
.
Solamente
quando
fu
sulle
rive
del
Brahmaputra
lontano
dagli
ultimi
sobborghi
,
rallentò
il
galoppo
furioso
dei
focosi
destrieri
.
-
Bindar
,
-
disse
,
-
hai
udito
a
parlare
tu
della
tigre
nera
che
ha
mangiato
i
figli
del
rajah
?
-
Sì
,
sahib
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Anch
'
io
ho
udito
vagamente
a
parlarne
due
o
tre
giorni
or
sono
.
Che
bestia
è
?
-
Una
bâg
che
si
dice
sia
tutta
nera
e
che
commette
delle
stragi
terribili
.
-
Quale
luogo
frequenta
?
-
Le
jungle
di
Kamarpur
.
-
Sono
lontane
?
-
Una
ventina
di
miglia
,
non
di
più
.
-
Al
di
là
del
Brahmaputra
?
-
Non
è
necessario
attraversare
il
fiume
.
-
È
vero
che
ha
mangiati
i
figli
del
rajah
?
-
Sì
,
sahib
.
-
Quando
?
-
L
'
anno
scorso
.
-
E
come
?
-
Il
rajah
seccato
dai
continui
reclami
dei
suoi
sudditi
,
s
'
era
finalmente
deciso
di
porre
fine
alle
stragi
che
commetteva
quella
admikanevalla8
ed
aveva
incaricato
i
suoi
due
figli
di
dirigere
la
battuta
.
Erano
fanciulli
,
assolutamente
incapaci
di
condurre
a
termine
una
così
difficile
impresa
.
Temendo
però
la
collera
del
padre
si
erano
ben
guardati
dal
rifiutarsi
.
Non
si
sa
veramente
come
siano
andate
le
cose
;
però
ti
posso
dire
che
due
giorni
dopo
furono
trovati
i
loro
corpi
,
semi
-
divorati
,
pendenti
da
un
ramo
d
'
un
albero
.
-
Si
erano
imboscati
lassù
?
-
Dove
li
avevano
messi
e
legati
-
disse
Bindar
.
-
Che
cosa
vuoi
dire
?
-
Che
sotto
la
pianta
furono
trovate
delle
corde
strappate
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
E
vuoi
concludere
?
-
Che
si
sussurra
qui
,
che
il
rajah
avesse
approfittato
di
quella
tigre
per
sbarazzarsi
di
quei
due
fanciulli
che
forse
gli
davano
noia
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
Yanez
inorridito
.
-
Eh
!
Sahib
!
Sindhia
è
fratello
di
Bitor
,
il
rajah
che
regnava
prima
e
che
tutti
detestavano
per
le
sue
infamie
.
-
Ah
!
Ho
capito
-
rispose
il
portoghese
aggrottando
la
fronte
.
Poi
mormorò
fra
sé
:
-
Il
greco
,
la
tigre
nera
che
ha
mangiato
i
figli
del
rajah
,
l
'
invito
ad
andarla
ad
ammazzare
.
Che
cosa
ci
sarà
sotto
tutto
ciò
?
Fortunatamente
ho
la
Tigre
della
Malesia
,
Tremal
-
Naik
e
Kammamuri
sotto
mano
,
tre
unità
formidabili
,
come
direbbe
un
marinaio
moderno
.
La
bâg
cadrà
,
non
ne
dubito
e
allora
,
mio
caro
Sindhia
,
non
sarà
una
semplice
rappresentazione
quella
che
ne
pagherà
le
spese
.
Ci
vuol
ben
altro
!
Una
corona
per
Surama
e
per
me
.
-
Lanciò
nuovamente
i
cavalli
al
galoppo
allontanandosi
dalla
città
parecchie
miglia
e
volgendosi
di
quando
in
quando
per
vedere
se
era
seguito
da
qualche
altro
mail
-
cart
.
Quando
il
sole
tramontò
fece
ritorno
,
inoltrandosi
nei
boschi
che
sorgevano
di
fronte
al
tempio
sotterraneo
.
-
Occupati
dei
cavalli
,
-
disse
all
'
indiano
.
Sulla
soglia
della
pagoda
lo
aspettavano
,
con
viva
impazienza
,
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
.
-
Dunque
?
-
chiesero
ad
una
voce
.
-
Tutto
va
bene
,
-
rispose
Yanez
ridendo
.
-
Il
rajah
è
mio
amico
.
-
Poi
estraendo
una
sigaretta
proseguì
:
-
Vi
spiacerebbe
cacciare
domani
una
tigre
pericolosissima
?
-
A
me
lo
domandi
?
-
rispose
Sandokan
.
-
Allora
fa
'
preparare
le
tue
armi
.
Prima
che
il
sole
spunti
ci
troveremo
al
palazzo
del
rajah
.
-
Che
cosa
dici
,
Yanez
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Venite
,
-
rispose
Yanez
.
-
Vi
racconterò
tutto
.
-
8
.
La
tigre
nera
Erano
appena
suonate
le
tre
del
mattino
quando
Yanez
,
seguìto
da
Sandokan
,
da
Tremal
-
Naik
e
dai
sei
malesi
giungeva
dinanzi
al
palazzo
reale
,
per
intraprendere
la
caccia
della
terribile
kala
-
bâgh
ossia
la
tigre
nera
.
Fino
dal
giorno
innanzi
avevano
noleggiati
tre
grandi
tciopaya
,
ossia
carri
indiani
tirati
da
una
coppia
di
zebù
,
non
essendo
conveniente
che
un
uomo
bianco
e
per
di
più
inglese
,
si
recasse
ad
un
appuntamento
a
piedi
e
senza
una
scorta
numerosa
.
Il
maggiordomo
della
corte
aveva
preparato
ogni
cosa
per
la
grande
caccia
.
Tre
magnifici
elefanti
,
che
reggevano
sui
poderosi
dorsi
delle
comode
casse
destinate
ai
cacciatori
,
prive
di
cupolette
onde
non
intralciare
il
fuoco
delle
carabine
e
montati
ognuno
da
un
mahut
,
stavano
fermi
in
mezzo
alla
piazza
,
circondati
da
una
dozzina
di
behras
,
ossia
di
valletti
che
tenevano
a
guinzaglio
una
cinquantina
di
bruttissimi
cani
,
di
statura
bassa
,
incapaci
di
tenere
testa
ad
una
belva
così
pericolosa
,
ma
necessari
per
scovarla
.
Dietro
agli
elefanti
stavano
due
dozzine
di
scikari
,
ossia
battitori
,
armati
solamente
di
picche
e
quasi
nudi
,
onde
essere
più
lesti
a
fuggire
dopo
aver
stanata
la
belva
.
-
Siamo
pronti
,
sahib
-
disse
il
maggiordomo
inchinandosi
profondamente
dinanzi
a
Yanez
.
-
Ed
io
essere
contentissimo
,
-
rispose
il
portoghese
degnando
lo
appena
d
'
uno
sguardo
.
-
Buoni
elefanti
?
-
Provati
e
abituati
alle
grosse
cacce
,
sahib
.
Scegli
quello
che
meglio
ti
conviene
.
-
Quello
,
-
disse
Tremal
-
Naik
,
indicando
il
più
piccolo
dei
tre
pachidermi
e
che
aveva
delle
forme
massicce
,
poderose
e
due
denti
superbi
.
-
È
un
merghee
di
buona
razza
.
-
I
mahuts
avevano
gettate
le
scale
di
corda
.
Yanez
,
Tremal
-
Naik
e
Sandokan
presero
posto
nella
cassa
del
merghee
,
Kammamuri
coi
malesi
in
quelle
degli
altri
,
insieme
col
maggiordomo
che
doveva
dirigere
la
battuta
.
-
Avanti
!
-
disse
Yanez
al
mahut
.
I
tre
pachidermi
si
misero
subito
in
marcia
mandando
tre
formidabili
barriti
,
seguiti
subito
dagli
scikari
e
dai
behras
che
conducevano
i
cani
,
i
quali
latravano
a
piena
gola
.
In
meno
di
mezz
'
ora
la
truppa
fu
fuori
dalla
città
,
poiché
gli
elefanti
procedevano
di
buon
passo
obbligando
la
scorta
a
correre
per
non
rimanere
indietro
e
si
diresse
attraverso
le
boscaglie
che
si
estendevano
,
quasi
senza
interruzione
,
fino
nei
dintorni
di
Kamarpur
.
Yanez
,
dopo
aver
accesa
la
sua
eterna
sigaretta
e
d
'
aver
bevuto
un
lungo
sorso
d
'
arak
,
si
era
seduto
dinanzi
a
Tremal
-
Naik
dicendogli
:
-
Ora
tu
,
che
sei
indiano
e
che
hai
passati
tanti
anni
nelle
Sunderbunds
,
ci
spiegherai
che
cos
'
è
questa
tigre
nera
.
Noi
conosciamo
quelle
bornesi
e
là
di
nere
non
ne
abbiamo
mai
vedute
,
è
vero
Sandokan
?
-
Il
pirata
che
fumava
placidamente
il
suo
cibuc
,
gettando
in
aria
,
con
lentezza
misurata
,
delle
nuvole
di
fumo
,
fece
col
capo
un
cenno
affermativo
.
-
Quella
che
noi
indiani
chiamiamo
kala
-
bâgh
non
è
veramente
nera
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Ha
il
mantello
simile
a
quello
delle
altre
:
siccome
però
sono
le
più
feroci
,
i
nostri
contadini
credono
che
incarni
una
delle
sette
anime
della
dea
Kalì
che
come
sai
si
chiama
anche
la
Nera
.
-
Non
si
tratterebbe
quindi
che
di
uno
di
quei
terribili
solitari
che
gli
inglesi
chiamano
man
'
s
eater
ossia
mangiatori
d
'
uomini
.
-
E
che
noi
chiamiamo
admikanevalla
o
admiwala
kanâh
.
-
Una
bestia
sempre
pericolosa
.
-
Terribile
,
Yanez
-
disse
Tremal
-
Naik
,
-
perché
quelle
tigri
sono
ordinariamente
vecchie
,
per
ciò
rotte
a
tutte
le
astuzie
e
d
'
una
voracità
spaventosa
.
Non
potendo
,
in
causa
dell
'
età
che
le
priva
dello
slancio
giovanile
,
cacciare
le
antilopi
od
i
buoi
selvaggi
,
s
'
imboscano
nei
dintorni
dei
villaggi
o
si
nascondono
in
prossimità
delle
fontane
in
attesa
che
le
donne
vadano
a
prendere
acqua
.
Sono
d
'
una
prudenza
straordinaria
,
conoscono
luoghi
e
persone
,
attaccando
di
preferenza
gli
esseri
deboli
e
sfuggendo
quelli
che
potrebbero
tenere
a
loro
testa
.
-
Vivono
sole
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Sempre
sole
,
-
rispose
il
bengalese
.
-
Sono
allora
difficili
a
catturarsi
.
-
Certo
,
perché
sono
prudentissime
e
cercano
di
evitare
sempre
i
cacciatori
.
-
Siccome
però
quella
tigre
mi
è
necessaria
,
noi
la
prenderemo
,
-
disse
Yanez
.
-
Tu
diventi
incontentabile
,
amico
-
disse
Sandokan
,
ridendo
.
-
Prima
era
la
pietra
di
Salagraman
che
ti
era
necessaria
,
oggi
è
una
tigre
e
domani
cosa
vorrai
?
-
La
testa
del
rajah
,
-
rispose
Yanez
celiando
.
-
Oh
per
quella
,
ci
penso
io
.
Un
buon
colpo
di
scimitarra
e
te
la
porto
ancora
quasi
viva
.
-
E
i
seikki
che
vegliano
sul
principe
,
non
li
conti
tu
.
-
Ah
sì
!
Mi
hai
parlato
di
quei
guerrieri
.
Che
gente
sono
,
amico
Tremal
-
Naik
?
Tu
devi
conoscerli
un
po
'
.
-
Guerrieri
valorosi
.
-
Incorruttibili
?
-
Eh
!
Secondo
,
-
rispose
il
bengalese
.
-
Non
devi
dimenticare
,
innanzi
tutto
che
sono
mercenari
.
-
Ah
!
-
fece
Sandokan
.
-
Ehi
fratellino
!
-
esclamò
Yanez
.
-
Che
cosa
t
'
interessano
quei
seikki
?
-
Tu
hai
le
tue
idee
,
io
ho
le
mie
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
,
continuando
a
fumare
.
-
Sono
anche
quelli
adoratori
di
Visnù
e
delle
pietre
di
Salagraman
,
amico
Tremal
-
Naik
?
-
Non
adorano
né
Siva
,
né
Brahma
,
né
Visnù
,
né
Budda
,
-
rispose
il
bengalese
.
-
Essi
non
credono
che
in
Nanek
,
un
religioso
che
sul
principio
del
secolo
decimosesto
si
fece
un
gran
nome
e
che
fondò
una
nuova
religione
.
-
Vorresti
diventare
anche
tu
un
seikko
.
-
Non
glielo
consiglierei
,
-
disse
Tremal
-
Naik
,
scherzando
-
perché
sarebbe
costretto
,
per
essere
ammesso
a
quella
setta
religiosa
,
a
bere
dell
'
acqua
che
ha
servito
a
lavare
i
piedi
e
le
unghie
al
sacerdote
.
-
Ah
!
Porci
!
-
esclamò
Yanez
.
-
Ed
a
mangiare
servendosi
di
un
dente
di
cinghiale
,
almeno
per
le
prime
volte
.
-
Perché
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Per
abituarsi
a
superare
la
ripugnanza
che
tutti
i
mussulmani
hanno
pei
maiali
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Se
lo
terranno
per
loro
il
dente
perché
io
non
ho
alcun
desiderio
di
diventare
un
seikko
,
-
disse
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Ho
semplicemente
un
'
idea
verso
quelle
guardie
.
Bah
!
Ci
penseremo
su
.
Siamo
nei
boschi
bassi
.
Apriamo
gli
occhi
.
È
in
questi
,
è
vero
Tremal
-
Naik
,
che
preferiscono
abitare
quei
terribili
solitari
?
-
Sì
,
le
macchie
dei
banani
e
le
terre
umide
delle
grandi
erbe
,
-
rispose
il
bengalese
.
-
Teniamoci
in
guardia
dunque
.
-
I
tre
elefanti
,
che
procedevano
sempre
di
buon
passo
,
erano
giunti
in
una
immensa
pianura
che
era
interrotta
qua
e
là
da
gruppi
di
mindi
,
arbusti
non
più
alti
di
due
o
tre
metri
,
dalla
corteccia
bianchissima
e
lucente
ed
i
rami
sottilissimi
;
da
piccoli
banani
e
da
piccole
macchie
di
butee
frondose
,
dal
tronco
nodoso
e
robusto
,
coronato
da
un
folto
padiglione
di
foglie
vellutate
d
'
un
verde
azzurrognolo
e
sotto
le
quali
pendevano
degli
enormi
grappoli
d
'
una
splendida
tinta
cremisina
.
A
grandi
distanze
,
e
per
lo
più
in
mezzo
a
piccole
piantagioni
d
'
indaco
e
ombreggiate
da
cespugli
di
mangifere
,
si
scorgeva
qualche
capanna
.
Animali
invece
non
se
ne
vedevano
:
solamente
degli
stormi
di
bulbul
,
quei
piccoli
,
leggiadri
e
battaglieri
rosignuoli
indiani
,
volavano
via
all
'
avvicinarsi
degli
elefanti
e
dei
cani
,
mostrando
le
loro
penne
picchiettate
e
la
loro
coda
rossa
.
-
Che
sia
questo
il
regno
della
tigre
nera
?
-
chiese
Yanez
.
-
Lo
sospetto
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Vedo
laggiù
degli
stagni
e
quelle
brutte
bestie
amano
l
'
acqua
perché
sanno
che
le
antilopi
vanno
a
dissetarsi
dopo
il
tramonto
.
-
Che
riusciamo
a
scoprirla
prima
che
la
notte
scenda
?
-
Uhm
!
Lo
dubito
.
-
Le
prepareremo
un
agguato
.
-
Perderesti
inutilmente
il
tuo
tempo
.
Le
kala
-
bâgh
non
si
lasciano
sorprendere
e
potrai
mettere
capretti
finché
vorrai
e
anche
dei
maiali
,
senza
deciderle
ad
avvicinarsi
.
-
Aspettiamo
-
concluse
Yanez
.
-
Noi
non
abbiamo
fretta
.
-
Fino
al
mezzodì
gli
elefanti
continuarono
ad
avanzare
attraverso
a
quella
pianura
che
pareva
che
non
dovesse
finire
mai
,
passando
fra
i
gruppi
di
banani
,
di
mindi
e
di
mangifere
,
senza
aver
mai
dato
alcun
segno
di
inquietudine
;
poi
il
maggiordomo
che
montava
un
magnifico
makna
,
ossia
un
elefante
maschio
senza
zanne
,
diede
il
segnale
della
fermata
per
servire
la
colazione
agli
ospiti
del
suo
signore
.
Gli
scikari
rizzarono
in
pochi
minuti
un
'
ampia
e
bellissima
tenda
di
seta
rossa
in
forma
di
padiglione
e
copersero
il
suolo
con
dei
soffici
tappeti
di
Persia
,
mentre
il
babourchi
,
ossia
il
cuoco
della
spedizione
,
aiutato
da
alcuni
sais
,
cioè
palafrenieri
,
faceva
scaricare
dal
makna
del
maggiordomo
le
sue
provviste
onde
servire
una
colazione
fredda
.
Yanez
,
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
si
erano
affrettati
a
prendere
possesso
della
tenda
,
essendo
il
caldo
intensissimo
.
Kammamuri
ed
i
sei
malesi
della
scorta
,
si
erano
invece
rifugiati
sotto
un
immenso
tamarindo
che
spandeva
,
sotto
i
suoi
lunghissimi
e
flessibili
rami
un
'
ombra
benefica
.
L
'
aria
del
mattino
aveva
aguzzato
straordinariamente
l
'
appetito
dei
cacciatori
,
sicché
gli
ospiti
del
rajah
fecero
molto
onore
alla
curree
bât
che
inaffiarono
abbondantemente
con
birra
e
toddy
,
la
dolce
e
piccante
bevanda
indiana
che
è
gradevolissima
anche
ai
palati
europei
.
Il
maggiordomo
,
dopo
d
'
aver
sorvegliato
la
distribuzione
dei
viveri
,
li
aveva
raggiunti
,
sedendosi
però
ad
una
certa
distanza
dal
mylord
inglese
.
-
Ti
aspettavamo
,
-
disse
Yanez
,
che
si
era
coricato
su
un
ampio
cuscino
di
seta
rossa
per
fumare
con
maggior
comodità
.
-
E
questa
tigre
dove
la
scoveremo
?
-
Il
jungaul
barsath
(
re
della
jungla
)
a
quest
'
ora
si
riposerà
nella
sua
tana
,
-
rispose
il
maggiordomo
.
-
Non
sarà
che
verso
sera
o
di
buon
mattino
che
noi
la
incontreremo
.
Non
ama
il
sole
,
mylord
.
-
Sai
approssimativamente
dove
noi
la
incontreremo
?
-
Quattro
giorni
or
sono
,
fu
vista
nei
dintorni
dello
stagno
di
Janti
;
anzi
là
divorò
una
donna
che
conduceva
una
mucca
onde
si
abbeverasse
.
-
La
mucca
scappò
in
tempo
?
-
La
bâgh
non
si
è
occupata
dell
'
animale
.
Ora
che
si
è
abituata
alla
carne
umana
non
desidera
che
quella
.
-
Che
abbia
il
suo
covo
in
quei
dintorni
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Sì
,
deve
trovarsi
fra
i
bambù
della
vicina
jungla
,
perché
anche
alcune
settimane
or
sono
,
è
stata
incontrata
due
volte
da
uno
scikaro
.
-
Questa
sera
potremo
trovarci
a
quello
stagno
?
-
Prima
del
tramonto
vi
giungeremo
,
-
rispose
il
maggiordomo
.
-
Volete
che
tendiamo
una
imboscata
colà
?
-
chiese
Sandokan
volgendosi
verso
Yanez
e
Tremal
-
Naik
.
-
Se
quella
bestia
è
così
astuta
e
diffidente
,
non
si
lascerà
accostare
dagli
elefanti
.
-
Era
quello
che
pensavo
anch
'
io
,
-
disse
il
portoghese
.
-
A
che
ora
riprenderemo
le
mosse
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
al
maggiordomo
.
-
Alle
quattro
,
sahib
.
-
Possiamo
approfittare
per
schiacciare
un
sonnellino
allora
.
Non
siamo
sicuri
di
riposarci
questa
sera
.
-
Il
maggiordomo
fece
portare
altri
cuscini
,
poi
abbassare
sul
dinanzi
della
tenda
un
gran
drappo
pure
di
seta
,
onde
potessero
riposare
più
tranquilli
.
Anche
gli
scikari
ed
i
conduttori
dei
cani
,
approfittando
della
grande
calma
che
regnava
sotto
le
piante
,
e
del
nessun
pericolo
che
li
minacciava
,
si
erano
addormentati
.
Vegliavano
invece
gli
elefanti
,
occupati
a
dar
fondo
ad
un
ammasso
di
foglie
e
di
rami
di
pipal
,
di
cui
sono
ghiottissimi
,
non
avendo
forse
trovata
sufficiente
la
razione
fornita
loro
dai
mahuts
,
quantunque
composta
di
venticinque
libbre
di
farina
impastata
con
acqua
,
di
una
libbra
di
burro
chiarificato
e
di
mezza
libbra
di
sale
per
ciascuno
.
Alle
quattro
,
con
una
precisione
cronometrica
,
tutta
la
carovana
era
pronta
a
riprendere
le
mosse
.
La
tenda
in
un
baleno
era
stata
levata
e
gli
elefanti
,
che
erano
appena
allora
stati
spalmati
di
grasso
alla
testa
,
agli
orecchi
ed
ai
piedi
,
si
mostravano
di
buon
umore
,
scherzando
coi
loro
mahuts
.
-
Avanti
!
-
aveva
gridato
Yanez
che
aveva
ripreso
il
suo
posto
con
Sandokan
ed
il
bengalese
.
La
carovana
si
mosse
di
buon
passo
,
sempre
coll
'
ordine
primiero
.
Gli
scikari
,
non
essendo
ancora
giunti
sul
luogo
della
caccia
,
si
tenevano
ultimi
insieme
ai
conduttori
dei
cani
ed
ai
servi
.
Il
paese
accennava
a
cambiare
.
I
grandi
alberi
scomparivano
per
dar
luogo
a
immense
distese
di
erbe
palustri
,
grosse
e
diritte
come
lame
di
sciabola
che
i
botanici
chiamano
thypha
elephantina
,
perché
assai
amate
dagli
elefanti
che
ne
fanno
delle
scorpacciate
,
ed
a
gruppi
di
bambù
spinosi
,
alti
solo
pochi
metri
,
ma
invece
molto
grossi
.
Era
il
principio
della
jungla
umida
,
il
regno
dell
'
acto
bâgh
beursah
(
la
tigre
signora
)
come
l
'
hanno
chiamata
i
poeti
indiani
.
Della
selvaggina
piccola
e
grossa
,
spaventata
dall
'
avvicinarsi
di
quei
tre
colossi
accompagnati
da
tanta
gente
armata
,
balzava
di
quando
in
quando
fuori
da
quei
bambù
,
allontanandosi
a
corsa
precipitosa
.
Ora
erano
dei
samber
,
specie
di
cervi
,
più
grossi
di
quelli
europei
,
dal
pelame
bruno
violetto
sul
dorso
e
bianco
argenteo
sotto
il
ventre
e
la
testa
armata
di
corna
robuste
,
che
spiccavano
dei
salti
meravigliosi
,
scomparendo
in
pochi
istanti
agli
occhi
dei
cacciatori
;
ora
invece
erano
dei
nilgò
,
le
antilopi
indiane
,
grosse
quasi
quanto
un
bue
di
media
statura
,
di
forme
però
eleganti
e
fini
ed
il
pelame
grigiastro
;
ora
delle
bande
di
cani
selvaggi
,
grossi
quanto
gli
sciacalli
ai
quali
rassomigliano
molto
nella
forma
della
testa
e
che
sono
famosi
cacciatori
di
daini
,
dei
quali
ne
distruggono
un
gran
numero
.
Anche
qualche
bufalo
delle
jungle
,
strappato
al
suo
riposo
dal
barrire
degli
elefanti
,
si
scagliava
,
con
impeto
furibondo
,
fuori
dalle
macchie
di
bambù
,
mostrando
la
sua
testaccia
corta
e
quadra
,
armata
di
corna
ovali
e
fortemente
appiattite
,
curvantisi
all
'
indietro
.
Si
arrestava
qualche
momento
,
ben
piantato
sulle
poderose
zampe
,
guatando
cogli
occhi
iniettati
di
sangue
la
carovana
,
smanioso
forse
di
lanciarsi
ad
una
carica
disperata
e
di
far
strage
di
scikari
e
di
valletti
,
poi
s
'
allontanava
a
piccolo
galoppo
,
volgendosi
di
quando
in
quando
indietro
e
anche
soffermandosi
come
per
dire
:
un
bhainsa
della
jungla
non
ha
paura
.
Il
sole
era
prossimo
al
tramonto
e
gli
elefanti
cominciavano
a
dar
segno
di
stanchezza
in
causa
della
pessima
natura
del
suolo
che
cedeva
facilmente
sotto
i
loro
larghi
piedi
,
quando
Yanez
,
dall
'
alto
della
cassa
,
al
di
là
d
'
una
piccola
jungla
formata
esclusivamente
di
piante
spinose
,
vide
scintillare
una
distesa
d
'
acqua
.
-
Ecco
lo
stagno
della
tigre
nera
,
-
disse
.
Quasi
nell
'
istesso
momento
una
viva
agitazione
si
manifestò
fra
i
cani
.
Tiravano
i
guinzagli
e
latravano
furiosamente
formando
un
baccano
assordante
.
-
Che
cosa
c
'
è
dunque
?
-
chiese
il
portoghese
al
mahut
.
-
I
cani
hanno
fiutata
la
pista
della
kala
-
bâgh
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Che
sia
passata
per
di
qua
?
-
Certo
,
sahib
.
I
cani
non
latrerebbero
così
.
-
E
quando
passata
?
Di
recente
?
-
Solo
i
cani
potrebbero
saperlo
.
-
Il
tuo
elefante
non
dà
alcun
segno
d
'
agitazione
?
-
Nessuno
finora
.
-
Avanzati
verso
lo
stagno
.
Ne
faremo
il
giro
per
vedere
quale
contegno
terranno
i
cani
.
-
Sì
,
sahib
,
-
rispose
il
mahut
alzando
la
sua
corta
picca
armata
lateralmente
d
'
un
uncino
molto
acuto
.
L
'
elefante
che
si
era
arrestato
un
momento
,
riprese
il
cammino
scostando
colla
sua
formidabile
tromba
i
bambù
.
Era
ancora
tranquillo
,
tuttavia
doveva
essersi
accorto
anche
lui
che
s
'
avanzava
nel
dominio
della
tigre
perché
non
aveva
più
il
passo
lesto
come
prima
.
I
cani
,
sotto
una
tempesta
di
frustate
,
non
urlavano
più
,
però
di
quando
in
quando
tentavano
di
rompere
le
funicelle
per
slanciarsi
attraverso
le
typha
.
-
Che
l
'
abbiano
proprio
fiutata
la
belva
?
-
chiese
Yanez
,
che
sembrava
inquieto
,
rivolgendosi
verso
Tremal
-
Naik
.
-
Credo
che
il
mahut
non
si
sia
ingannato
,
-
rispose
il
bengalese
.
-
Per
precauzione
faremo
bene
a
preparare
le
carabine
.
Si
è
dato
qualche
volta
che
le
tigri
solitarie
invece
di
fuggire
si
siano
gettate
improvvisamente
addosso
ai
cacciatori
.
-
Approntiamoci
,
Sandokan
.
-
La
Tigre
della
Malesia
vuotò
il
suo
cibuc
e
presa
la
sua
carabina
a
due
colpi
,
montò
i
grilletti
mettendosela
poi
fra
le
ginocchia
.
Yanez
e
Tremal
-
Naik
lo
avevano
imitato
,
poi
avevano
appoggiato
contro
l
'
orlo
della
cassa
tre
picche
di
corta
misura
che
avevano
però
delle
lame
piuttosto
larghe
e
coi
margini
affilatissimi
.
-
Tu
Sandokan
,
veglia
sul
mahut
,
io
guardo
a
destra
e
tu
Tremal
-
Naik
a
sinistra
,
-
disse
Yanez
quando
quei
preparativi
furono
terminati
.
-
Conto
più
su
di
noi
tre
che
su
tutta
questa
gente
.
-
E
su
Kammamuri
e
sui
nostri
malesi
,
-
aggiunse
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Non
sono
uomini
da
volgere
le
spalle
nel
momento
del
pericolo
.
-
Quantunque
tutto
indicasse
che
quelle
jungle
fossero
state
percorse
dalla
terribile
belva
,
gli
elefanti
giunsero
senza
cattivi
incontri
sulle
rive
dello
stagno
e
ne
fecero
il
giro
levando
solamente
alcune
coppie
di
pavoni
ed
una
mezza
dozzina
di
oche
selvatiche
,
grosse
quanto
quelle
europee
,
col
collo
invece
più
lungo
,
le
ali
orlate
di
nero
,
la
testa
adorna
d
'
un
ciuffo
.
Quello
stagno
non
aveva
che
una
circonferenza
di
cinque
o
seicento
metri
e
serviva
da
serbatoio
ad
alcuni
minuscoli
torrenti
che
si
perdevano
nelle
vicine
jungle
.
Le
piante
acquatiche
,
le
jhil
,
che
somigliano
al
loto
comune
e
che
producono
un
grosso
tubero
assai
apprezzato
dagli
indiani
,
lo
avevano
invaso
per
buona
parte
.
-
Accampiamoci
qui
,
-
disse
Yanez
al
mahut
.
Gettò
la
scala
e
scese
coi
suoi
compagni
.
Il
maggiordomo
lo
aveva
subito
raggiunto
per
attendere
i
suoi
ordini
.
-
Fa
'
alzare
la
tenda
e
preparare
l
'
accampamento
.
-
Sì
,
mylord
.
-
Una
domanda
prima
.
-
Parla
.
-
Vi
sono
altri
stagni
nei
dintorni
?
-
Nessuno
.
Non
vi
è
che
il
fiume
,
ma
è
molto
lontano
ancora
.
-
Sicché
i
nilgò
ed
i
bufali
sono
costretti
a
venire
qui
a
dissetarsi
.
-
Ai
villaggi
non
s
'
avvicinano
mai
e
poi
quelle
fontane
sono
troppo
frequentate
dagli
uomini
e
dalle
donne
.
-
Non
mi
occorre
ora
che
una
buona
cena
.
-
Gli
scikari
,
i
valletti
ed
i
servi
,
aiutati
anche
dal
malesi
che
erano
sotto
la
direzione
di
Kammamuri
,
in
meno
d
'
un
quarto
d
'
ora
prepararono
l
'
accampamento
intorno
ad
un
magnifico
pipal
nim
,
dal
tronco
enorme
e
dal
fogliame
cupo
e
fitto
,
che
coi
suoi
immensi
rami
lo
copriva
quasi
tutto
.
Trattandosi
di
fermarsi
in
quel
luogo
forse
parecchi
giorni
,
gli
scikari
per
premunirsi
dalle
sorprese
della
terribile
kala
-
bâgh
,
con
dei
bambù
incrociati
avevano
formata
come
una
barriera
tutta
all
'
intorno
,
legandoli
strettamente
.
La
tenda
,
quantunque
non
fosse
proprio
necessaria
,
era
stata
rizzata
contro
un
albero
,
ossia
quasi
nel
centro
del
campo
.
Il
pranzo
,
molto
abbondante
,
poiché
il
babourchi
aveva
caricato
alla
lettera
di
provviste
il
terzo
elefante
destinato
più
al
servigi
della
carovana
che
ad
affrontare
la
pericolosa
bestia
,
fu
subito
preparato
e
anche
lestamente
divorato
dai
cacciatori
.
-
Mylord
,
-
disse
il
maggiordomo
entrando
sotto
la
tenda
,
dopo
che
Yanez
ed
i
suoi
compagni
ebbero
finito
di
mangiare
.
-
Devo
far
accendere
dei
fuochi
intorno
all
'
accampamento
?
-
Guardati
bene
dal
farlo
,
-
rispose
il
portoghese
.
-
Spaventeresti
la
tigre
e
allora
dove
andremo
a
cercarla
?
Noi
siamo
venuti
qui
per
cacciarla
e
non
già
per
tenerla
lontana
.
-
Può
piombare
sul
campo
,
mylord
.
-
E
noi
saremo
pronti
a
riceverla
.
Fa
'
collocare
delle
sentinelle
dietro
la
cinta
e
non
preoccuparti
d
'
altro
.
Hai
del
grasso
tu
?
-
Del
ghi
(
burro
chiarificato
)
che
potrà
servire
ugualmente
.
-
E
delle
scatole
di
latta
?
-
Sì
,
quelle
della
carne
conservata
per
te
e
pei
tuoi
compagni
.
-
Riempiene
tre
o
quattro
di
burro
,
mettici
dentro
un
pezzo
di
tela
od
una
funicella
,
falle
accendere
e
collocale
intorno
all
'
accampamento
,
alla
distanza
di
tre
o
quattrocento
passi
.
-
Io
farò
quello
che
vorrai
.
-
Che
cosa
vuoi
fare
con
quelle
scatole
Yanez
?
-
chiese
la
Tigre
della
Malesia
quando
il
maggiordomo
si
fu
allontanato
.
-
Attiriamo
la
bâgh
,
-
dissero
Tremal
-
Naik
ed
il
portoghese
.
-
Ah
i
furbi
!
-
L
'
odore
del
grasso
o
del
burro
si
espande
a
grandi
distanze
e
giungerà
alle
nari
della
tigre
,
-
continuò
Tremal
-
Naik
.
-
Facevo
così
quand
'
ero
il
cacciatore
della
jungla
nera
e
le
belve
giungevano
sempre
ed
anche
in
buon
numero
.
-
Amici
,
prendiamo
le
nostre
armi
ed
andiamo
a
imboscarci
fuori
del
campo
,
-
disse
Yanez
.
-
Io
sono
certo
che
quella
bestiaccia
cadrà
questa
notte
sotto
i
nostri
colpi
.
-
Sono
pronto
,
-
disse
la
Tigre
della
Malesia
.
Presero
le
loro
carabine
e
le
munizioni
,
si
passarono
nella
cintura
i
kriss
che
sapevano
,
i
due
pirati
specialmente
,
maneggiare
meglio
di
qualunque
altro
e
lasciarono
la
tenda
.
-
Tu
occupati
dell
'
accampamento
e
fidati
più
dei
miei
uomini
che
dei
tuoi
scikari
,
-
disse
Yanez
al
maggiordomo
che
era
ritornato
.
-
E
tu
,
mylord
,
dove
vai
?
-
chiese
l
'
indiano
con
stupore
.
-
Noi
andiamo
a
scovare
la
kala
-
bâgh
.
-
Di
notte
!
-
Non
abbiamo
paura
,
noi
.
Addio
:
presto
udrai
le
nostre
carabine
.
-
Avvertirono
anche
Kammamuri
di
vegliare
attentamente
,
poi
i
tre
valorosi
uscirono
dal
campo
,
tranquilli
come
se
andassero
a
cacciare
dei
beccaccini
.
Era
una
di
quelle
splendide
notti
delle
quali
se
ne
vedono
solamente
nell
'
India
.
Le
stelle
fiorivano
nel
cielo
purissimo
,
sgombro
di
qualsiasi
nube
e
la
luna
s
'
alzava
al
di
sopra
delle
cupe
foreste
che
s
'
estendevano
al
di
là
del
Brahmaputra
,
proiettando
i
suoi
raggi
azzurrini
sulla
jungla
che
circondava
lo
stagno
.
Yanez
ed
i
suoi
due
compagni
,
oltrepassate
le
scatole
piene
di
burro
chiarificato
che
bruciavano
crepitando
e
lanciando
di
quando
in
quando
sprazzi
di
luce
vivissima
,
s
'
addentrarono
fra
i
canneti
ed
i
cespugli
della
jungla
finché
ebbero
trovato
un
piccolo
spazio
scoperto
,
una
minuscola
radura
dove
non
crescevano
che
pochi
mindi
.
-
Ecco
un
magnifico
posto
,
-
disse
il
portoghese
,
deponendo
la
carabina
.
-
Di
qui
possiamo
sorvegliare
l
'
accampamento
e
anche
la
jungla
.
Si
direbbe
che
le
piante
non
lo
hanno
invaso
per
far
piacere
a
noi
.
-
È
vero
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Taci
!
-
disse
in
quell
'
istante
Tremal
-
Naik
.
-
Che
cosa
hai
udito
?
-
La
risposta
non
la
diede
il
bengalese
.
Fu
un
hu
-
ab
terribile
,
formidabile
,
che
rintronò
nella
notte
tranquilla
come
un
colpo
di
tuono
e
che
scosse
perfino
le
salde
fibre
della
Tigre
della
Malesia
.
La
risposta
l
'
aveva
data
la
kala
-
bâgh
!
9
.
Il
colpo
di
grazia
di
Yanez
Le
tre
più
formidabili
potenze
carnivore
,
si
sono
divise
il
mondo
in
modo
da
non
incontrarsi
quasi
mai
sui
loro
passi
:
il
leone
si
è
riservata
l
'
Africa
;
l
'
orso
,
che
diventa
molto
sovente
un
carnivoro
terribile
,
l
'
Europa
e
l
'
America
settentrionale
dove
impera
fra
le
alte
montagne
rocciose
sotto
il
nome
di
grizly
;
la
tigre
l
'
Asia
e
anche
buona
parte
delle
grandi
isole
che
appartengono
all
'
Oceania
.
Sono
circa
seicento
milioni
di
abitanti
che
si
è
riservata
la
acto
bâgh
-
beursah
,
ossia
la
tigre
signora
,
come
la
chiamano
i
poeti
indiani
;
e
quali
tributi
preleva
ogni
anno
su
quei
disgraziati
!
Nella
sola
India
non
meno
di
diecimila
persone
trovano
la
loro
tomba
negli
intestini
del
feroce
carnivoro
.
I
rettili
,
che
sono
molto
più
numerosi
in
quella
vasta
penisola
,
non
ne
prelevano
che
la
metà
.
Vi
sono
tigri
in
Persia
,
nell
'
Indo
-
Cina
,
a
Sumatra
,
a
Giava
,
a
Borneo
,
nella
penisola
Malese
,
anche
nella
Nuova
Guinea
,
persino
nella
Mongolia
e
nella
Manciuria
;
ma
nessuna
eguaglia
per
bellezza
,
per
astuzia
,
per
ferocia
,
le
tigri
dell
'
India
,
e
perciò
forse
sono
state
chiamate
tigri
reali
.
Tutte
le
altre
tigri
sono
infatti
inferiori
a
quelle
che
abitano
le
jungle
indostane
.
Quelle
delle
isole
malesi
sono
meno
belle
,
più
basse
di
zampe
,
più
tozze
e
quindi
molto
meno
eleganti
.
Anche
il
loro
pelame
,
quantunque
più
spesso
e
più
lungo
ed
egualmente
rigato
,
non
soddisfa
.
Hanno
delle
basette
meno
sviluppate
,
i
ciuffi
del
pelo
del
ventre
e
delle
cosce
meno
abbondanti
,
gli
occhi
più
falsi
,
più
maligni
,
la
lingua
sempre
pendente
come
fosse
perennemente
assetata
di
sangue
,
la
coda
bassa
,
l
'
incedere
ruvido
.
Sono
i
contadini
della
foresta
.
La
tigre
indiana
invece
ha
uno
sviluppo
maggiore
,
più
grazia
,
più
eleganza
pur
essendo
egualmente
feroce
,
anzi
forse
più
carnivora
delle
altre
.
Come
statura
supera
tutte
le
altre
,
anche
quelle
della
Cina
che
assaltano
,
con
coraggio
straordinario
,
i
campagnuoli
delle
immense
pianure
della
Manciuria
.
Una
bella
tigre
indiana
non
misura
mai
,
dalla
punta
del
naso
alla
estremità
della
coda
,
meno
di
due
metri
e
cinquanta
centimetri
,
però
ve
ne
sono
di
quelle
che
raggiungono
perfino
i
tre
metri
.
Dalla
base
delle
loro
zampe
anteriori
,
posate
a
piatto
,
fino
all
'
orecchio
,
corre
un
metro
,
e
colla
loro
impronta
sul
suolo
coprono
un
circolo
di
venti
centimetri
di
diametro
.
La
loro
testa
non
è
molto
sviluppata
in
confronto
a
quella
del
leone
e
delle
pantere
,
nondimeno
le
loro
mascelle
sono
più
larghe
,
i
denti
più
lunghi
e
più
formidabili
,
gli
artigli
più
duri
e
più
tremendi
.
Il
petto
invece
è
più
ristretto
,
e
come
incollatura
lo
ha
maggiore
il
giaguaro
americano
,
ciò
che
gli
permette
di
trascinare
,
senza
soverchia
fatica
,
perfino
una
mucca
.
Una
tigre
però
,
nel
suo
pieno
sviluppo
,
può
saltare
una
cinta
di
tre
e
anche
di
quattro
metri
,
portandosi
in
bocca
un
vitello
ben
grosso
.
La
sua
astuzia
è
estrema
.
Il
leone
,
conscio
delle
proprie
forze
,
quando
caccia
o
si
prepara
ad
assalire
,
annuncia
la
sua
presenza
con
un
ruggito
formidabile
,
che
assomiglia
ad
un
colpo
di
tuono
.
La
tigre
invece
di
rado
fa
udire
la
sua
voce
prima
dell
'
assalto
.
Al
pari
della
pantera
si
tiene
imboscata
,
per
ore
ed
ore
,
aspettando
pazientemente
la
preda
e
non
lancia
il
suo
urrah
,
se
non
quando
tuffa
il
suo
muso
fra
gl
'
intestini
della
sua
vittima
,
e
anche
non
sempre
.
L
'
urlo
rauco
udito
da
Yanez
e
dai
suoi
compagni
annunciava
che
la
kala
-
bâgh
si
era
già
guadagnata
la
cena
o
che
aveva
fiutati
i
cacciatori
?
-
Che
cosa
ne
dici
tu
,
Tremal
-
Naik
?
-
aveva
chiesto
il
portoghese
al
suo
amico
indiano
,
che
stava
ascoltando
.
-
Tu
le
conosci
meglio
di
noi
queste
bestie
pericolose
.
-
Potrò
ingannarmi
-
aveva
risposto
il
bengalese
-
ma
questo
deve
essere
un
urlo
di
delusione
.
Quando
una
tigre
atterra
la
preda
,
lancia
un
formidabile
a
-
o
-
ung
e
non
già
un
hu
-
ab
.
Le
è
andato
male
il
colpo
su
qualche
nilgò
o
su
qualche
bufalo
,
ne
sono
sicuro
.
-
Allora
verrà
a
cercarci
,
-
disse
Sandokan
.
-
Sì
,
se
vorrà
guadagnarsi
la
cena
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Con
un
piatto
forte
a
base
di
piombo
,
-
disse
Yanez
.
-
Se
saremo
capaci
di
offrirglielo
.
-
Lo
dubiti
,
tu
?
-
Oh
no
!
-
I
miei
nervi
sono
tranquillissimi
.
-
Ed
anche
i
miei
-
aggiunse
la
Tigre
della
Malesia
.
-
State
zitti
.
-
S
'
avvicina
?
-
chiesero
ad
una
voce
Sandokan
e
Yanez
prendendo
le
carabine
e
sdraiandosi
al
suolo
.
-
Non
so
,
ho
udito
tuttavia
un
lieve
rumore
fra
quella
macchia
di
bambù
che
si
alza
dinanzi
a
noi
.
-
Che
cerchi
sorprenderci
?
-
chiese
Sandokan
.
-
È
probabile
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
La
faccenda
diventa
seria
.
Prepariamoci
a
ricevere
degnamente
la
signora
tigre
,
-
disse
Sandokan
.
Un
altro
hu
-
ab
rintronò
in
quel
momento
e
molto
più
sonoro
e
più
vicino
del
primo
,
seguìto
subito
da
un
cupo
a
-
o
-
ung
prolungato
,
d
'
un
effetto
sinistro
.
-
Quella
tigre
deve
avere
veramente
nel
suo
corpo
una
delle
sette
anime
di
Kalì
-
disse
Yanez
sforzandosi
di
sorridere
.
-
Non
ho
mai
veduto
una
tigre
così
audace
da
lanciare
,
in
piena
notte
,
quasi
sul
viso
dei
cacciatori
,
il
suo
grido
di
guerra
.
-
È
una
solitaria
-
rispose
Tremal
-
Naik
-
ed
ha
ormai
fiutato
l
'
odore
della
carne
fresca
e
soprattutto
umana
.
-
Per
Giove
!
Non
saranno
i
miei
polpacci
che
mangerà
questa
sera
.
-
Prendiamo
posizione
,
-
disse
Sandokan
.
-
Tu
Yanez
collocati
alla
mia
destra
a
quindici
o
venti
passi
di
distanza
e
tu
Tremal
-
Naik
alla
mia
sinistra
,
un
po
'
più
innanzi
.
Cerchiamo
di
attirarla
e
di
avvolgerla
.
Attenti
a
non
farvi
sorprendere
.
-
Non
temere
Sandokan
,
-
disse
il
bengalese
.
-
Io
sono
perfettamente
tranquillo
.
-
Ed
io
sono
dispiacentissimo
di
non
poter
finire
la
mia
sigaretta
,
-
rispose
Yanez
.
-
Mi
rifarò
più
tardi
.
-
Mentre
Sandokan
indietreggiava
di
alcuni
passi
,
il
portoghese
e
Tremal
-
Naik
si
scostarono
,
uno
a
destra
e
l
'
altro
a
sinistra
,
raggiungendo
i
margini
della
piccola
radura
e
coricandosi
dietro
i
bambù
spinosi
.
Dopo
il
secondo
urlo
,
la
tigre
non
si
era
fatta
più
udire
,
però
i
tre
cacciatori
erano
più
che
certi
che
si
avanzava
silenziosamente
attraverso
alla
jungla
,
sperando
di
sorprenderli
.
Mentre
Yanez
e
Tremal
-
Naik
stavano
stesi
bocconi
,
Sandokan
si
era
messo
in
ginocchio
,
tenendo
la
carabina
bassa
onde
la
belva
non
potesse
subito
scorgerla
.
Gli
occhi
del
terribile
uomo
scrutavano
minuziosamente
le
alte
canne
della
jungla
per
cercar
di
scoprire
da
quale
parte
poteva
mostrarsi
la
ferocissima
belva
.
Un
gran
silenzio
regnava
.
Non
si
udivano
né
urla
di
sciacalli
,
né
ululati
di
cani
selvaggi
.
Il
grido
di
guerra
della
kala
-
bâgh
doveva
aver
fatto
fuggire
tutti
gli
animali
notturni
.
Solo
di
quando
in
quando
passava
sulla
jungla
come
un
fremito
leggero
,
dovuto
a
qualche
soffio
d
'
aria
,
poi
la
calma
ritornava
.
Passarono
alcuni
minuti
d
'
angosciosa
aspettativa
pei
tre
cacciatori
.
Quantunque
fossero
coraggiosi
fino
alla
temerità
e
già
abituati
a
misurarsi
con
quei
formidabili
predatori
,
non
potevano
sottrarsi
completamente
ad
un
certo
senso
d
'
irrequietezza
.
Yanez
masticava
nervosamente
la
sua
sigaretta
che
aveva
lasciata
spegnere
,
Sandokan
tormentava
i
grilletti
della
carabina
e
Tremal
-
Naik
non
riusciva
a
rimanere
immobile
.
Ad
un
tratto
gli
orecchi
acutissimi
della
Tigre
della
Malesia
percepirono
un
leggerissimo
rumore
,
come
un
fruscio
.
Pareva
che
qualche
animale
scivolasse
cautamente
fra
i
bambù
.
-
L
'
ho
dinanzi
,
-
mormorò
Sandokan
.
In
quell
'
istante
un
soffio
d
'
aria
passò
sulla
jungla
e
gli
portò
al
naso
quell
'
odore
particolare
e
sgradevole
che
emanano
tutte
le
belve
feroci
.
-
Mi
spia
,
-
sussurrò
il
pirata
.
-
Purché
non
piombi
invece
su
Yanez
e
su
Tremal
-
Naik
,
che
mi
pare
non
si
siano
ancora
accorti
della
sua
presenza
.
-
Gettò
sui
due
compagni
un
rapido
sguardo
e
li
vide
immobili
sempre
coricati
.
D
'
improvviso
i
bambù
che
gli
stavano
dinanzi
s
'
aprirono
bruscamente
ed
egli
scorse
la
tigre
ritta
sulle
zampe
posteriori
,
che
lo
saettava
coi
suoi
occhi
fosforescenti
.
Sandokan
alzò
rapidamente
la
carabina
,
mirò
un
istante
e
lasciò
partire
,
uno
dietro
l
'
altro
,
i
due
colpi
che
rintronarono
formidabilmente
nel
silenzio
della
notte
.
La
kala
-
bâgh
mandò
un
ululato
spaventevole
,
che
fu
seguito
da
altri
quattro
spari
,
fece
due
salti
in
aria
,
poi
scomparve
in
mezzo
alla
jungla
con
un
terzo
salto
.
-
Colpita
!
-
aveva
gridato
Yanez
,
correndo
verso
Sandokan
,
che
ricaricava
precipitosamente
la
carabina
.
-
Sì
!
Sì
,
toccata
!
-
aveva
risposto
Tremal
-
Naik
,
balzando
in
piedi
.
-
Vorrei
però
averla
veduta
a
cadere
e
non
rialzarsi
più
,
-
disse
Sandokan
.
-
Che
abbia
delle
palle
in
corpo
ne
sono
certo
,
tuttavia
non
possiamo
dire
di
avere
la
sua
pelle
.
-
La
troveremo
morta
nel
suo
covo
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Se
le
ferite
non
fossero
gravissime
si
sarebbe
gettata
contro
di
noi
.
Se
è
fuggita
è
segno
che
non
si
sentiva
più
in
grado
di
affrontarci
.
-
Che
le
abbiamo
fracassate
le
zampe
anteriori
?
-
chiese
Yanez
.
-
Io
ho
mirato
all
'
altezza
del
collo
.
-
È
probabile
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Non
credi
che
ritorni
?
-
L
'
aspetteresti
inutilmente
.
-
Andremo
a
cercarla
domani
.
-
E
le
daremo
il
colpo
di
grazia
,
se
sarà
ancora
viva
,
-
aggiunse
Sandokan
.
-
Orsù
torniamo
al
campo
.
Alcune
ore
di
sonno
non
guasteranno
.
-
Stettero
qualche
minuto
in
ascolto
,
poi
non
udendo
alcun
rumore
lasciarono
la
radura
riattraversando
l
'
ultimo
tratto
di
jungla
che
li
separava
dall
'
accampamento
.
Fuori
della
cinta
incontrarono
Kammamuri
coi
sei
malesi
.
-
Andate
a
dormire
,
-
disse
loro
Sandokan
.
-
L
'
abbiamo
ferita
e
all
'
alba
andremo
a
scovarla
.
Avvertite
il
chitmudgar
(
maggiordomo
)
che
faccia
preparare
per
tempo
gli
elefanti
.
-
Tutti
gli
indiani
erano
in
piedi
,
colle
armi
in
mano
,
temendo
che
i
cacciatori
avessero
mancata
la
tigre
e
che
questa
assalisse
l
'
accampamento
.
Quando
però
udirono
che
era
stata
gravemente
ferita
,
tornarono
a
coricarsi
.
I
tre
amici
si
cacciarono
sotto
la
tenda
,
accettarono
un
bicchiere
di
birra
,
che
il
maggiordomo
aveva
premurosamente
offerto
e
si
gettarono
senza
spogliarsi
sui
materassini
,
mettendosi
a
fianco
le
carabine
.
Il
loro
sonno
non
durò
che
poche
ore
.
I
barriti
degli
elefanti
e
le
urla
dei
cani
li
avvertirono
che
tutto
era
pronto
per
cominciare
la
battuta
.
-
Eccoli
ridiventati
coraggiosi
,
-
disse
Yanez
,
vedendo
gli
scikari
schierati
dinanzi
ai
colossali
animali
e
pieni
di
ardore
.
Vuotarono
una
tazza
di
tè
caldissimo
e
presero
posto
sui
loro
elefanti
.
-
All
right
!
-
comandò
Yanez
quando
vide
che
tutti
erano
pronti
.
I
tre
pachidermi
si
misero
subito
in
movimento
,
preceduti
dagli
scikari
e
fiancheggiati
dai
behras
.
Appena
fuori
dalla
cinta
i
cani
furono
liberati
e
si
slanciarono
in
tutte
le
direzioni
abbaiando
con
furore
.
Cominciava
appena
allora
a
rischiararsi
il
cielo
.
Gli
astri
si
smorzavano
a
poco
a
poco
ed
una
luce
rossastra
,
che
diventava
rapidamente
più
intensa
,
saliva
dalla
parte
d
'
oriente
.
Una
fresca
brezza
spirava
dal
non
lontano
Brahmaputra
,
piegando
ad
intervalli
i
bambù
,
che
formavano
la
jungla
.
Dinanzi
ai
cani
che
si
gettavano
furiosamente
attraverso
le
piante
con
grande
coraggio
,
animali
e
volatili
fuggivano
precipitosamente
,
indizio
sicuro
che
la
terribile
kala
-
bâgh
non
imperava
più
su
quei
dintorni
.
Degli
axis
,
che
durante
la
notte
si
erano
forse
abbeverati
allo
stagno
,
scappavano
a
tutte
gambe
.
Erano
gli
eleganti
cervi
indiani
,
somiglianti
ai
daini
,
dal
pelame
fulvo
,
macchiato
di
bianco
con
una
certa
regolarità
.
Talvolta
invece
erano
stormi
di
kirrik
,
bellissimi
uccelli
dalle
penne
nere
e
lucentissime
,
bianche
solamente
sul
collo
e
sul
petto
,
con
un
piccolo
ciuffo
di
penne
sulla
testa
e
la
coda
molto
folta
ed
allungata
.
-
O
la
tigre
è
morta
o
sta
agonizzando
nella
sua
tana
,
-
disse
Tremal
-
Naik
,
a
cui
nulla
sfuggiva
.
-
Quegli
axis
e
questi
uccelli
non
si
troverebbero
qui
,
se
quella
brutta
bestia
battesse
ancora
la
jungla
.
Questo
è
un
buon
segno
.
-
Tu
che
hai
soggiornato
molti
anni
nelle
Sunderbunds
ne
devi
sapere
più
di
noi
,
-
disse
Yanez
.
-
Io
comincio
a
sperare
d
'
offrire
a
quel
briccone
di
rajah
la
pelle
della
kala
-
bâgh
.
-
Ed
io
ne
sono
sicuro
,
-
aggiunse
Sandokan
.
-
Il
tuo
principe
sarà
così
pienamente
soddisfatto
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
La
pietra
di
Salagraman
prima
,
poi
la
pelle
della
tigre
che
gli
ha
divorato
i
figli
.
Che
cosa
potrebbe
desiderare
di
più
?
Tu
,
Yanez
,
sei
un
uomo
veramente
fortunato
.
-
L
'
impresa
non
è
ancora
finita
,
amico
.
Anzi
è
ancora
da
cominciare
.
-
Che
cosa
vorrai
offrirgli
ancora
?
-
Non
lo
so
nemmeno
io
per
ora
.
-
Il
ministro
?
-
Oh
!
Quello
rimarrà
prigionero
finché
Surama
sarà
proclamata
principessa
dell
'
Assam
.
Quello
guasterebbe
troppo
le
mie
faccende
.
-
E
sono
così
numerose
,
è
vero
,
Yanez
?
-
disse
Sandokan
.
-
Non
poche
di
certo
...
Aho
!
Che
cos
'
hanno
i
cani
?
-
Dei
latrati
furiosi
s
'
alzavano
fra
i
bambù
ed
i
cespugli
spinosi
.
Si
vedevano
i
botoli
a
slanciarsi
animosamente
innanzi
e
poi
ritornare
precipitosamente
verso
gli
elefanti
,
i
quali
mostravano
una
certa
irrequietezza
alzando
ed
abbassando
alternamente
le
trombe
e
soffiando
vigorosamente
.
Anche
gli
scikari
si
erano
fermati
,
dubbiosi
fra
l
'
andare
innanzi
o
mettersi
sotto
la
protezione
dei
pachidermi
.
-
Ehi
,
mahut
,
che
cosa
c
'
è
dunque
?
-
chiese
Yanez
,
afferrando
la
carabina
.
-
I
cani
hanno
fiutata
la
kala
-
bâgh
,
-
rispose
il
conduttore
.
-
Anche
il
tuo
elefante
?
-
Sì
perché
non
osa
più
andare
innanzi
.
-
Allora
la
tigre
è
vicina
.
-
Sì
,
sahib
.
-
Fermati
qui
e
noi
scendiamo
.
-
Gettarono
la
scala
di
corda
,
presero
le
loro
armi
e
scesero
.
-
Mylord
!
-
gridò
il
maggiordomo
.
-
Dove
vai
?
-
A
finire
la
kala
-
bâgh
,
-
rispose
tranquillamente
il
portoghese
.
-
Fa
'
ritirare
i
tuoi
scikari
.
Non
mi
sono
necessari
.
-
Quell
'
ordine
non
era
necessario
,
poiché
i
battitori
,
spaventati
dai
latrati
acuti
dei
cani
,
che
annunciavano
la
presenza
della
fiera
,
si
ripiegavano
già
precipitosamente
,
onde
non
provare
la
potenza
di
quelle
unghie
.
-
Questi
indiani
valgono
ben
poco
,
-
disse
Sandokan
.
-
Potevano
rimanersene
nel
palazzo
del
principe
.
Se
non
vi
fossero
gli
ufficiali
inglesi
,
l
'
India
sarebbe
a
quest
'
ora
quasi
inabitabile
.
-
Badate
alle
spine
,
-
disse
in
quel
momento
Yanez
.
-
Lasceremo
qui
mezzi
dei
nostri
abiti
.
-
La
jungla
in
quel
luogo
era
foltissima
e
non
facile
a
superarsi
.
Macchioni
di
bambù
spinosi
si
stringevano
gli
uni
addosso
agli
altri
.
La
kala
-
bâgh
si
era
scelta
un
buon
rifugio
,
se
si
trovava
veramente
colà
.
-
Lascia
a
me
il
primo
posto
,
-
disse
Sandokan
a
Yanez
.
-
No
,
amico
-
rispose
il
portoghese
.
-
Vi
sono
troppi
occhi
fissi
su
di
me
ed
il
colpo
di
grazia
deve
darlo
mylord
,
se
vuol
diventare
celebre
.
-
Hai
ragione
,
-
disse
Sandokan
,
ridendo
.
-
Noi
non
dobbiamo
figurare
che
in
seconda
linea
.
-
Dei
guaiti
lamentevoli
si
erano
alzati
fra
una
macchia
che
cresceva
venti
passi
più
innanzi
,
ed
i
cani
davano
indietro
.
La
tigre
doveva
averne
sventrati
alcuni
.
-
È
nascosta
là
,
-
disse
Yanez
,
armando
la
carabina
.
-
Potremo
passare
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Mi
pare
che
vi
sia
un
'
apertura
sulla
nostra
destra
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Deve
averla
fatta
la
tigre
.
-
Sotto
,
Yanez
.
Con
sei
colpi
possiamo
affrontare
anche
quattro
belve
,
-
disse
Sandokan
.
Il
portoghese
girò
intorno
alla
macchia
e
trovata
un
'
apertura
vi
si
cacciò
dentro
,
mentre
i
cani
per
la
seconda
volta
tornavano
ad
indietreggiare
,
latrando
a
piena
gola
.
Percorsi
quindici
passi
,
Yanez
si
fermò
e
togliendosi
colla
sinistra
il
cappello
,
disse
con
voce
ironica
:
-
Vi
saluto
,
acto
bâgh
beursah
!
-
Un
sordo
mugolìo
fu
la
risposta
.
La
tigre
era
dinanzi
al
portoghese
,
sdraiata
su
un
ammasso
di
foglie
secche
,
ormai
impotente
di
nuocere
.
Aveva
tutto
il
pelame
del
petto
coperto
di
sangue
e
le
due
zampe
anteriori
fracassate
.
Vedendo
comparire
quei
tre
uomini
,
fece
un
supremo
sforzo
per
rimettersi
in
piedi
,
ma
cadde
subito
lasciandosi
sfuggire
dalle
fauci
spalancate
un
urlo
di
furore
.
-
Abbiamo
pronunciata
la
tua
sentenza
-
disse
Yanez
,
che
si
teneva
a
soli
dieci
passi
dalla
belva
.
-
Tu
sei
stata
accusata
di
assassinio
e
d
'
antropofagia
,
perciò
i
signori
giurati
sono
stati
inflessibili
e
tu
devi
ora
pagare
il
fio
dei
tuoi
delitti
e
regalare
la
tua
pelle
a
S
.
A
.
il
rajah
dell
'
Assam
,
per
compensarlo
dei
sudditi
che
tu
gli
hai
divorati
.
Chiudi
gli
occhi
.
-
La
tigre
invece
di
obbedire
fece
un
nuovo
tentativo
per
alzarsi
ed
infatti
vi
riuscì
.
Yanez
però
l
'
aveva
ormai
presa
di
mira
.
Due
colpi
di
carabina
rimbombarono
formando
quasi
una
sola
detonazione
,
e
la
kala
-
bâgh
ricadde
fulminata
con
due
palle
nel
cervello
.
-
Giustizia
è
fatta
,
-
disse
Sandokan
.
-
Avanti
gli
scikari
!
-
gridò
Yanez
.
-
La
tigre
è
morta
.
-
I
battitori
costruirono
rapidamente
una
specie
di
barella
,
incrociando
e
legando
dei
solidi
bambù
e
caricarono
la
belva
,
non
senza
però
una
certa
apprensione
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
Yanez
,
che
si
era
avvicinato
per
poterla
meglio
esaminare
.
-
Non
ho
mai
veduto
una
tigre
così
grossa
.
-
Si
è
ben
nutrita
di
carne
umana
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Il
pelame
tuttavia
non
è
veramente
splendido
.
Si
direbbe
che
questa
bestia
soffriva
la
rogna
.
-
Tutte
le
tigri
che
si
nutrono
esclusivamente
di
carne
umana
,
perdono
la
loro
bellezza
primiera
ed
il
loro
pelame
a
poco
a
poco
si
guasta
.
-
Che
sia
una
specie
di
lebbra
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Può
darsi
,
-
disse
Yanez
.
-
Tu
sai
che
anche
i
dayachi
dell
'
interno
del
Borneo
,
che
sono
pure
antropofagi
,
vanno
soggetti
a
quella
malattia
quando
abusano
troppo
di
carne
umana
.
-
L
'
ho
notato
anch
'
io
,
Yanez
.
Comunque
sia
è
sempre
una
bella
bestiaccia
.
Giacché
la
nostra
missione
è
finita
,
affrettiamoci
a
ritornare
a
Gauhati
.
Abbiamo
più
da
fare
laggiù
che
qui
.
-
Ritornarono
al
loro
elefante
,
fra
le
acclamazioni
entusiastiche
del
maggiordomo
,
degli
scikari
e
dei
conduttori
di
cani
e
fecero
ritorno
all
'
accampamento
.
Divorata
la
colazione
che
i
servi
avevano
già
allestita
e
fatta
una
fumata
,
la
carovana
levò
il
campo
facendo
ritorno
alla
capitale
dell
'
Assam
.
10
.
Alla
corte
del
rajah
Sei
ore
dopo
la
carovana
,
che
era
accompagnata
da
un
gran
numero
di
curiosi
accorsi
da
tutti
i
quartieri
della
città
,
per
vedere
la
terribile
belva
e
per
lanciare
contro
il
cadavere
insulti
sanguinosi
,
si
arrestava
dinanzi
al
grandioso
palazzo
del
rajah
.
I
ministri
,
già
avvertiti
da
due
scikari
che
avevano
preceduti
gli
elefanti
,
aspettavano
il
famoso
cacciatore
inglese
alla
base
della
gradinata
marmorea
,
con
una
grossa
scorta
di
seikki
in
alta
tenuta
e
di
eunuchi
che
indossavano
dei
costumi
sfarzosi
e
molto
appariscenti
.
-
Yanez
,
-
disse
Sandokan
,
fermandolo
nel
momento
in
cui
stava
per
scendere
dall
'
elefante
.
-
Non
occuparti
di
me
,
né
di
Tremal
-
Naik
.
Il
palazzo
reale
non
è
fatto
per
noi
.
Sai
dove
trovarci
.
-
Tengo
con
me
i
malesi
.
-
Formano
la
tua
guardia
e
quale
guardia
!
Con
loro
non
avrai
nulla
da
temere
.
Noi
approfittiamo
di
questa
confusione
per
eclissarci
.
-
Riceverete
presto
mie
nuove
.
-
Scese
a
terra
e
mosse
incontro
ai
ministri
seguìto
da
otto
scikari
che
portavano
la
mostruosa
belva
.
-
Dire
a
S
.
A
.
che
io
avere
mantenuta
mia
promessa
,
-
disse
loro
.
-
S
.
A
.
ti
aspetta
,
mylord
-
risposero
ad
una
voce
i
ministri
,
curvandosi
fino
quasi
al
suolo
.
Yanez
,
ridiventato
l
'
eccentrico
inglese
,
salì
lo
scalone
fiancheggiato
da
due
file
di
seikki
che
lo
guardavano
con
profonda
ammirazione
e
preceduto
da
quattro
eunuchi
,
fece
la
sua
solenne
entrata
nell
'
immensa
sala
del
trono
,
la
quale
rigurgitava
di
alti
dignitari
,
di
capi
d
'
esercito
,
di
suonatori
,
e
di
can
-
ceni
,
ossia
di
danzatrici
che
indossavano
dei
bellissimi
costumi
poco
dissimili
da
quelli
che
portano
le
bajadere
bengalesi
e
dell
'
India
centrale
.
S
.
A
.
stava
sdraiato
sul
suo
trono
-
letto
chiacchierando
con
alcuni
favoriti
.
Quando
però
vide
entrare
il
portoghese
,
seguìto
dagli
scikari
che
portavano
la
kala
-
bâgh
,
si
alzò
prontamente
e
,
favore
insigne
,
scese
i
tre
gradini
della
piattaforma
,
stendendo
la
destra
.
-
Tu
,
mylord
,
sei
un
valoroso
,
-
gli
disse
.
-
Io
non
avere
fatto
altro
che
sparare
mia
carabina
-
rispose
Yanez
.
-
Nessuno
dei
miei
sudditi
,
per
quanto
coraggiosi
,
sarebbe
stato
capace
di
affrontare
e
di
uccidere
una
simile
belva
.
Ora
puoi
domandare
quello
che
vuoi
.
-
A
me
bastare
essere
tuo
grande
cacciatore
ed
essere
ospite
tuo
.
-
Darò
delle
grandi
feste
in
tuo
onore
.
-
No
,
baccano
,
farmi
troppo
male
testa
.
Io
non
voler
vedere
che
teatro
indiano
.
-
Ho
una
compagnia
stabile
qui
ed
è
la
più
rinomata
di
quante
se
ne
trovano
nel
mio
regno
.
-
Aho
!
Io
essere
soddisfatto
vedere
tuoi
commedianti
.
-
Sarai
stanco
.
-
Pochino
.
-
Il
tuo
appartamento
è
pronto
e
metto
a
tua
disposizione
quanti
servi
vorrai
.
-
Bastare
a
me
,
Altezza
,
mia
scorta
e
un
tuo
chitmudgar
.
-
Lo
troverai
dinanzi
alla
tua
porta
,
mylord
.
Quando
vorrai
assistere
alla
rappresentazione
?
-
Questa
sera
se
non
dispiacere
a
te
.
-
Ogni
tuo
desiderio
è
per
me
un
comando
,
mylord
-
rispose
cortesemente
il
rajah
.
S
'
accostò
alla
tigre
e
la
guardò
a
lungo
.
-
Questa
pelle
farà
una
bella
figura
nella
tua
stanza
,
-
disse
poi
.
-
Essa
ti
ricorderà
sempre
la
grande
impresa
che
tu
hai
compiuta
.
Va
'
a
riposarti
,
mylord
e
questa
sera
pranzeremo
insieme
e
ti
presenterò
un
altro
uomo
bianco
,
che
spero
diverrà
tuo
amico
.
-
Io
vederlo
con
piacere
,
-
rispose
Yanez
.
Il
ricevimento
era
finito
.
Il
portoghese
chiamò
i
suoi
malesi
e
lasciò
la
sala
che
lentamente
si
sfollava
,
preceduto
da
due
eunuchi
.
Il
rajah
era
tornato
a
sedersi
o
meglio
a
sdraiarsi
sul
suo
trono
,
dopo
d
'
aver
fatto
colla
mano
un
gesto
imperioso
che
voleva
significare
:
-
Lasciatemi
solo
.
-
L
'
ultimo
ministro
e
l
'
ultima
guardia
erano
appena
usciti
,
quando
la
doppia
cortina
di
seta
che
pendeva
dietro
al
trono
si
aprì
ed
un
uomo
comparve
.
Non
era
un
indiano
,
bensì
un
europeo
di
alta
statura
,
dalla
pelle
bianchissima
,
che
risaltava
doppiamente
in
causa
d
'
una
lunga
barba
nerissima
che
gli
incorniciava
il
volto
.
Aveva
i
lineamenti
regolarissimi
,
il
naso
aquilino
,
gli
occhi
neri
e
ardenti
,
ma
che
avevano
tuttavia
un
non
so
che
di
falso
che
produceva
una
cattiva
impressione
,
almeno
di
primo
acchito
.
Come
tutti
gli
europei
che
soggiornano
nell
'
India
,
era
vestito
di
leggerissima
flanella
bianca
.
Solo
in
testa
portava
una
calotta
rossa
con
grosso
fiocco
,
simile
a
quelle
che
usano
portare
i
greci
ed
i
levantini
.
-
Che
cosa
ne
dici
Teotokris
?
-
gli
chiese
il
rajah
.
-
Dall
'
espressione
del
tuo
viso
si
direbbe
che
tu
non
sia
soddisfatto
del
felice
esito
dell
'
impresa
compiuta
da
quell
'
inglese
.
-
T
'
inganni
,
Altezza
:
i
greci
ammirano
le
prove
di
coraggio
.
-
Eppure
io
scorgo
una
profonda
ruga
sulla
tua
fronte
e
sembri
preoccupato
.
-
Lo
sono
infatti
,
Altezza
-
rispose
il
greco
.
-
Per
quale
motivo
?
-
Sei
tu
proprio
certo
che
egli
sia
veramente
un
mylord
?
-
E
perché
dovrei
dubitarne
?
-
Sai
da
dove
venga
?
-
Dal
Bengala
,
mi
ha
detto
.
-
E
che
cosa
sia
venuto
a
fare
qui
?
-
A
cacciare
.
-
Il
greco
fece
una
smorfia
.
-
Uhm
!
-
fece
poi
.
-
Sai
tu
qualche
cosa
sul
suo
conto
?
-
So
solo
che
egli
di
quando
in
quando
va
a
trovare
una
bellissima
fanciulla
indiana
che
deve
appartenere
alle
alte
caste
e
che
sembra
sia
ricchissima
,
abitando
in
un
bellissimo
palazzo
ed
avendo
molti
servi
e
molte
donne
.
-
Fin
qui
non
ci
trovo
nulla
di
straordinario
,
-
disse
il
rajah
.
-
Molte
delle
nostre
donne
hanno
sposato
degli
inglesi
.
-
E
se
quel
signore
fosse
una
spia
mandata
qui
dal
governatore
del
Bengala
per
sorvegliare
i
tuoi
atti
?
-
Udendo
quelle
parole
la
faccia
del
principe
aveva
assunto
un
aspetto
quasi
feroce
.
-
Hai
qualche
prova
tu
,
Teotokris
?
-
chiese
coi
denti
stretti
.
-
Finora
no
.
-
È
una
tua
supposizione
,
dunque
.
-
Per
ora
sì
.
-
Si
vede
però
che
hai
qualche
sospetto
.
-
Il
greco
fece
un
gesto
vago
,
poi
aggiunse
con
una
certa
malignità
.
-
Vorrei
vedere
i
titoli
di
nobiltà
di
quel
mylord
.
-
Tu
hai
una
polizia
a
tua
disposizione
:
adoperala
dunque
.
Finché
non
avrai
però
una
prova
in
contrario
quell
'
inglese
sarà
mio
ospite
.
Egli
ha
ricuperata
la
pietra
di
Salagraman
e
non
ha
voluto
nulla
,
anzi
mi
ha
reso
un
altro
importante
servigio
,
liberando
i
miei
buoni
sudditi
di
Kamarpur
dalla
kala
-
bâgh
.
Tu
non
sei
mai
stato
capace
di
fare
tanto
in
sole
quarant
'
otto
ore
.
-
Il
greco
si
morse
le
labbra
.
-
Io
non
contesto
che
egli
sia
un
coraggioso
e
che
la
fortuna
lo
abbia
favorito
-
disse
poi
.
-
Ma
appunto
perché
è
un
coraggioso
può
essere
anche
pericoloso
.
-
Il
rajah
fece
un
gesto
di
noia
e
s
'
alzò
dicendo
:
-
Lasciami
in
pace
quell
'
inglese
,
Teotokris
.
Fa
'
invece
avvertire
i
miei
attori
di
preparare
questa
sera
,
nel
grande
cortile
,
uno
spettacolo
emozionante
.
-
Farò
come
tu
vuoi
,
Altezza
,
-
rispose
il
greco
.
Yanez
,
soddisfattissimo
della
buona
piega
che
prendevano
i
suoi
affari
,
aveva
preso
possesso
dell
'
appartamento
destinatogli
dal
munifico
rajah
.
Si
componeva
di
quattro
bellissime
stanze
,
d
'
un
salotto
elegantissimo
e
d
'
un
gabinetto
pel
bagno
,
tutte
ammobigliate
con
molto
sfarzo
e
fornite
di
punka
,
che
sono
grandi
tavole
coperte
di
stoffa
,
attaccate
al
soffitto
e
che
un
servo
fa
girare
continuamente
,
mediante
un
giuoco
di
corde
,
onde
mantenere
nell
'
interno
una
deliziosa
frescura
.
Il
chitmudgar
,
che
il
principe
aveva
destinato
al
famoso
cacciatore
,
aveva
subito
fatto
portare
un
lauto
pranzo
con
molte
bottiglie
di
birra
e
di
liquori
,
destinato
parte
al
primo
e
parte
ai
sei
malesi
che
avevano
preso
posto
in
una
delle
quattro
stanze
tramutandola
in
una
specie
di
caserma
.
-
Fammi
compagnia
,
-
aveva
detto
Yanez
al
maggiordomo
,
sedendosi
.
-
Io
!
...
Con
voi
,
mylord
!
-
aveva
esclamato
l
'
indiano
,
facendo
un
gesto
di
stupore
.
-
Taci
e
dividi
con
me
.
Ho
molte
cose
da
chiederti
e
anche
delle
rupie
da
regalarti
se
mi
sarai
fedele
.
-
Le
rupie
fecero
maggior
effetto
dell
'
invito
,
poiché
il
chitmudgar
,
venale
come
la
maggior
parte
dei
suoi
compatriotti
,
obbedì
prontamente
senza
più
protestare
contro
un
così
grande
onore
.
-
È
vero
che
i
commedianti
sono
qui
,
nel
palazzo
?
-
chiese
Yanez
assaggiando
le
vivande
.
-
Sì
,
mylord
.
-
Conosci
il
capo
della
compagnia
?
-
È
mio
amico
anzi
,
mylord
.
-
Benissimo
,
-
disse
Yanez
versandosi
un
bicchiere
di
birra
e
tracannandola
d
'
un
colpo
solo
.
-
Desidero
vederlo
.
-
Io
ho
avuto
l
'
ordine
di
soddisfare
qualunque
tuo
desiderio
.
Il
rajah
così
vuole
.
-
Ed
io
invece
desidero
che
il
principe
non
sappia
affatto
che
io
voglio
vedere
il
capo
della
compagnia
.
Compero
il
tuo
silenzio
per
cinquanta
rupie
.
-
Il
chitmudgar
fece
un
soprassalto
e
sgranò
gli
occhi
.
In
un
anno
di
servizio
forse
non
aveva
guadagnato
la
metà
di
quella
somma
,
che
rappresentava
per
lui
una
piccola
fortuna
.
-
Che
cosa
devo
fare
?
-
Te
l
'
ho
detto
:
desidero
che
venga
qui
il
capo
dei
commedianti
e
possibilmente
senza
che
sia
veduto
.
Dove
si
terrà
lo
spettacolo
?
-
Nel
cortile
interno
.
-
Yanez
si
rovesciò
nella
poltroncina
di
bambù
e
guardò
per
qualche
po
'
il
chitmudgar
.
-
È
quello
stesso
dove
il
rajah
uccise
suo
fratello
?
-
Sì
,
mylord
.
-
Me
l
'
ero
immaginato
.
Vi
è
ancora
quella
famosa
balconata
da
dove
il
fratello
di
Sindhia
sparò
sui
suoi
parenti
?
-
Si
trova
anzi
precisamente
sopra
il
palcoscenico
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
Yanez
.
-
Ciò
si
chiama
avere
una
prodigiosa
fortuna
.
Va
'
a
chiamarmi
quell
'
uomo
.
-
Il
chitmudgar
non
si
fece
ripetere
l
'
ordine
due
volte
,
quantunque
il
pranzo
non
fosse
stato
ancora
terminato
.
Si
alzò
precipitosamente
e
scomparve
.
-
Ah
!
Ah
!
-
fece
Yanez
ridendo
.
-
Mio
caro
rajah
voglio
prepararti
un
tiro
birbone
e
metterti
nel
cuore
un
sospetto
che
non
ti
lascerà
più
dormire
.
-
Chiamò
il
capo
dei
sei
malesi
il
quale
,
pranzando
nella
stanza
vicina
coi
compagni
fu
pronto
ad
accorrere
.
-
Che
cosa
desideri
capitano
Yanez
?
-
gli
chiese
il
selvaggio
figlio
della
Malesia
.
-
Quante
rupie
vi
ha
affidate
Sandokan
?
-
chiese
il
portoghese
.
-
Seimila
.
-
Che
siano
pronte
.
-
Un
momento
dopo
il
maggiordomo
entrava
accompagnato
da
un
indiano
piuttosto
attempato
,
dagli
occhi
intelligentissimi
,
dai
lineamenti
ancora
belli
,
dalla
carnagione
piuttosto
oscura
essendo
gli
attori
indiani
quasi
sempre
tamuli
o
malabari
,
che
sono
i
popoli
più
appassionati
per
le
rappresentazioni
drammatiche
.
-
Ecco
il
calicaren
(
attore
)
,
-
disse
il
maggiordomo
.
L
'
indiano
fece
un
profondo
inchino
e
attese
di
essere
interrogato
.
-
Sei
tu
che
scegli
le
commedie
o
le
tragedie
che
si
rappresentano
od
il
rajah
?
-
gli
chiese
Yanez
.
-
No
,
io
,
sahib
,
-
rispose
il
calicaren
.
-
Che
cosa
avevi
intenzione
di
rappresentare
questa
sera
?
-
Il
Pramayana
,
una
tragedia
scritta
dal
nostro
grande
poeta
Valmiki
,
che
è
il
più
celebre
che
sia
conosciuto
nell
'
India
.
-
Di
che
cosa
tratta
?
-
Delle
imprese
e
delle
conquiste
fatte
dal
dio
Rama
a
Ceylan
.
-
Rama
non
m
'
interessa
,
-
rispose
Yanez
.
-
Il
soggetto
voglio
dartelo
io
.
Vieni
ed
ascoltami
attentamente
.
-
Si
alzò
e
lo
condusse
nel
suo
salotto
.
Il
colloquio
durò
una
buona
mezz
'
ora
e
terminò
con
una
chiamata
di
Yanez
del
capo
della
scorta
malese
.
-
Da
'
a
quest
'
uomo
cinquecento
rupie
,
-
disse
il
portoghese
.
-
Questo
è
il
regalo
di
mylord
.
-
Il
calicaren
si
era
precipitato
ai
piedi
del
generoso
inglese
;
ma
questi
con
un
rapido
gesto
lo
aveva
trattenuto
dicendo
:
-
Non
occorre
.
Intasca
e
fa
'
quanto
ti
ho
detto
.
Ora
puoi
andartene
e
sopratutto
silenzio
.
-
Sarò
muto
come
una
statua
di
bronzo
,
sahib
-
rispose
il
calicaren
.
Quando
fu
solo
Yanez
si
gettò
sul
magnifico
letto
,
tutto
dorato
con
intarsi
di
madreperla
e
coperto
da
una
superba
stoffa
di
seta
damascata
,
dicendo
:
-
Ed
ora
possiamo
riposare
finché
verrà
quell
'
europeo
misterioso
se
si
degnerà
di
venirmi
a
salutare
.
-
Invitato
dal
silenzio
profondo
che
regnava
nel
palazzo
,
essendo
l
'
ora
del
riposo
diurno
che
dura
da
dopo
il
mezzodì
fino
alle
quattro
,
durante
il
cui
tempo
tutti
gli
affari
sono
sospesi
,
e
dalla
dolce
frescura
prodotta
dalla
punka
che
un
servo
,
situato
sulla
terrazza
,
manovrava
energicamente
,
non
tardò
a
chiudere
gli
occhi
.
Una
discreta
battuta
alla
porta
lo
svegliò
dopo
un
paio
d
'
ore
.
-
Sei
tu
,
chitmudgar
?
-
chiese
Yanez
balzando
giù
dal
letto
.
-
Sì
,
mylord
.
-
Che
cosa
si
vuole
da
me
?
-
Vi
è
,
sahib
,
Teotokris
che
desiderava
vederti
.
-
Teotokris
!
-
esclamò
il
portoghese
.
-
Chi
è
costui
?
Questo
è
un
nome
greco
,
se
non
m
'
inganno
.
Ah
!
Deve
essere
l
'
europeo
di
cui
mi
hanno
parlato
.
Andiamo
a
fare
la
conoscenza
di
quel
misterioso
personaggio
.
-
Si
rassettò
le
vesti
,
si
mise
per
precauzione
una
pistola
in
tasca
sapendo
,
per
istinto
,
d
'
aver
a
che
fare
con
un
avversario
forse
pericolosissimo
ed
entrò
nel
salotto
.
Il
greco
era
là
,
in
piedi
,
con
una
mano
appoggiata
al
tavolo
,
un
po
'
meditabondo
.
Vedendo
entrare
Yanez
si
rizzò
di
colpo
squadrandolo
rapidamente
,
poi
fece
un
legger
inchino
,
dicendo
in
perfetto
inglese
:
-
Ben
felice
di
salutarvi
,
mylord
e
di
vedere
qui
,
alla
corte
di
S
.
A
.
il
rajah
dell
'
Assam
,
un
altro
europeo
.
-
Quelle
parole
però
erano
state
pronunciate
con
una
certa
ironia
stizzosa
,
che
non
era
sfuggita
al
furbo
portoghese
.
Tuttavia
questi
fu
pronto
a
rispondere
amabilmente
.
-
Io
lo
avevo
saputo
,
signore
,
che
vi
era
qui
un
europeo
e
nessuno
è
più
felice
di
me
di
potergli
stringere
la
mano
.
Fuori
del
nostro
continente
a
qualunque
nazione
apparteniamo
siamo
sempre
fratelli
,
perché
siamo
tutti
figli
della
grande
famiglia
degli
uomini
bianchi
.
Sedetevi
signor
...
-
Teotokris
.
-
Un
greco
?
-
Sì
,
dell
'
Arcipelago
.
-
Come
mai
vi
trovate
qui
?
La
vostra
nazione
non
ha
interessi
nell
'
India
.
-
È
una
lunga
istoria
che
vi
racconterò
un
'
altra
volta
.
Non
sono
venuto
per
questo
,
mylord
.
-
Ditemi
che
cosa
desiderate
da
me
.
-
Chiedervi
,
da
parte
del
rajah
,
una
spiegazione
.
-
Yanez
aggrottò
impercettibilmente
la
fronte
e
guardò
attentamente
il
greco
,
come
se
cercasse
di
scrutare
i
suoi
pensieri
.
-
Parlate
,
-
disse
poi
.
-
Voi
non
siete
giunto
solo
qui
?
-
No
,
ho
condotto
con
me
sei
cacciatori
malesi
che
mi
hanno
dato
molte
prove
di
fedeltà
quando
cacciavo
le
tigri
bornesi
.
-
Ah
!
Siete
stato
al
Borneo
?
-
Ho
visitato
tutte
le
isole
malesi
facendo
delle
vere
stragi
d
'
animali
feroci
.
-
Eppure
noi
abbiamo
saputo
che
un
'
altra
persona
vi
ha
accompagnato
.
-
Chi
?
-
Una
bellissima
giovane
indiana
che
ha
preso
in
affitto
un
palazzo
.
-
E
così
?
-
chiese
Yanez
,
freddamente
.
-
Il
rajah
desidererebbe
sapere
se
è
qualche
principessa
indiana
.
-
E
perché
?
-
Per
invitarla
a
corte
.
-
Ah
!
-
fece
Yanez
,
respirando
un
po
'
più
liberamente
di
prima
,
poiché
aveva
provato
,
non
ostante
il
suo
meraviglioso
coraggio
e
sangue
freddo
,
una
certa
apprensione
.
-
Dite
a
S
.
A
.
che
io
lo
ringrazio
,
ma
che
quella
giovane
non
ama
che
la
tranquillità
della
sua
casa
.
-
È
però
una
principessa
.
-
Sì
,
del
Mysore
,
-
rispose
Yanez
.
-
Volete
saper
altro
?
-
Il
greco
non
rispose
:
pareva
che
fosse
imbarazzato
o
che
volesse
fare
qualche
altra
domanda
e
non
osasse
.
-
Parlate
,
-
disse
Yanez
.
-
Vi
fermerete
molto
qui
,
mylord
?
-
Non
lo
so
,
dipendendo
dal
minor
o
maggior
numero
di
tigri
che
infestano
l
'
Assam
.
-
Lasciate
che
divorino
,
-
disse
il
greco
,
alzando
le
spalle
.
-
Che
cosa
importa
a
voi
se
si
mangiano
alcune
centinaia
d
'
assamesi
?
Il
rajah
ne
avrà
sempre
abbastanza
da
governare
.
-
Non
siete
troppo
gentile
verso
chi
vi
ospita
.
-
Sono
ospite
del
rajah
e
non
di
loro
.
-
Spiegatevi
meglio
.
-
Che
cosa
vorreste
per
tornarvene
nel
Bengala
?
Là
vi
sono
più
tigri
che
qui
e
nelle
Sunderbunds
potrete
sfogarvi
finché
vorrete
.
-
Io
andarmene
!
-
esclamò
Yanez
.
Teotokris
rimase
silenzioso
,
guardando
però
con
un
certo
stupore
Yanez
.
-
Un
mio
compatriotta
mi
avrebbe
a
quest
'
ora
compreso
,
-
disse
poi
con
mal
celata
collera
.
-
Può
darsi
,
signore
,
-
rispose
pacatamente
Yanez
;
-
siccome
però
noi
inglesi
non
siamo
così
svegliati
come
i
greci
dell
'
Arcipelago
,
abbiamo
l
'
abitudine
di
aspettare
sempre
maggiori
spiegazioni
.
-
Cinquemila
rupie
vi
basterebbero
?
-
chiese
il
greco
.
-
Per
...
-
Andarvene
?
-
Aho
!
-
Ottomila
.
-
Yanez
lo
guardò
senza
rispondere
.
-
Diecimila
,
-
disse
il
greco
coi
denti
stretti
.
Nuovo
silenzio
da
parte
del
portoghese
.
-
Quindicimila
?
-
E
trentamila
invece
a
voi
se
fra
ventiquattro
ore
avrete
varcato
la
frontiera
dell
'
Assam
,
-
disse
Yanez
,
alzandosi
.
Il
greco
era
diventato
pallidissimo
,
come
se
avesse
ricevuto
uno
schiaffo
in
pieno
viso
.
-
A
me
!
-
gridò
.
-
Sì
,
a
voi
le
offre
mylord
Moreland
,
che
non
è
mai
stato
un
greco
dell
'
Arcipelago
,
né
un
pescatore
di
spugne
o
di
sogliole
.
-
Avete
detto
?
-
gridò
Teotokris
stringendo
le
pugna
.
-
Vi
occorrerebbe
per
caso
un
medico
per
farvi
qualche
operazione
agli
orecchi
?
Uno
dei
miei
malesi
è
abilissimo
in
tali
faccende
.
Ha
curato
perfino
una
giovane
tigre
che
io
avevo
fatta
prigioniera
.
-
Il
greco
aveva
fatto
due
passi
indietro
saettando
su
Yanez
,
che
conservava
la
sua
calma
ammirabile
,
due
occhi
di
fuoco
.
-
Mi
avete
offeso
,
mi
pare
?
-
disse
con
voce
arrangolata
.
-
Parrebbe
anche
a
me
.
-
E
allora
?
-
Ma
!
Da
noi
,
quando
si
crede
di
aver
ricevuto
un
insulto
,
si
usa
chiedere
una
riparazione
colle
armi
.
-
Il
greco
rimase
interdetto
.
Yanez
dal
canto
suo
levò
una
sigaretta
da
una
tasca
e
l
'
accese
tranquillamente
,
soffiando
in
aria
una
nuvoletta
di
fumo
profumato
.
-
Se
ne
volete
una
anche
voi
,
signore
,
ve
la
offro
di
tutto
cuore
.
-
Voi
volete
burlarvi
di
me
!
-
Io
!
Dio
me
ne
guardi
!
Io
non
amo
burlarmi
che
delle
tigri
,
e
quelle
sono
più
pericolose
degli
uomini
.
Vi
pare
,
signor
Teotokris
?
-
Sicché
voi
non
volete
andarvene
?
-
Non
sono
già
venuto
qui
per
uccidere
una
miserabile
kala
-
bâgh
-
rispose
Yanez
.
-
Voglio
tornarmene
al
Bengala
con
un
bel
numero
di
pelli
.
E
poi
ho
trovato
che
si
sta
benissimo
qui
nel
palazzo
reale
.
-
Voi
non
conoscete
ancora
quanto
sia
capriccioso
il
rajah
.
Egli
sarebbe
capace
di
ordinarvi
domani
di
portargli
una
tigre
ogni
giorno
.
-
Ed
io
andrò
a
cercarla
e
ucciderla
.
Non
mi
ha
nominato
forse
il
suo
cacciatore
?
-
E
potrebbe
anche
chiedervi
di
mostrare
i
vostri
documenti
per
accertarsi
se
siete
veramente
un
mylord
od
un
volgare
avventuriero
.
-
Questa
volta
fu
Yanez
che
impallidì
.
La
sua
destra
piombò
sulla
spalla
sinistra
del
greco
con
tale
violenza
da
costringerlo
a
piegarsi
,
quantunque
fosse
più
alto
d
'
almeno
un
palmo
.
-
Siete
voi
ora
,
signor
Teotokris
,
che
mi
avete
offeso
:
vi
sembra
?
-
Può
darsi
.
-
Ora
siccome
un
mylord
non
lascia
mai
impunito
un
insulto
,
vi
chiedo
di
rendermi
stretto
conto
di
quel
titolo
di
avventuriero
.
-
Quando
lo
vorrete
,
se
mi
concederete
la
scelta
delle
armi
e
che
il
duello
sia
pubblico
.
-
Fate
,
-
rispose
semplicemente
Yanez
.
-
Per
domani
.
-
Sia
.
-
Il
rajah
e
la
sua
corte
saranno
i
nostri
testimoni
.
-
Benissimo
.
-
Addio
,
signore
.
-
Mylord
vi
saluta
,
greco
dell
'
Arcipelago
.
-
11
.
Il
veleno
del
greco
Gli
indiani
,
al
pari
di
noi
europei
e
di
molti
altri
popoli
asiatici
,
hanno
una
vera
passione
pel
teatro
;
i
migliori
attori
sono
sempre
i
malabari
ed
i
tamuli
,
i
quali
vengono
specialmente
assoldati
dai
rajah
che
li
retribuiscono
non
meno
dei
lottatori
.
Le
commedie
che
rappresentano
sempre
,
sono
tratte
dalle
antiche
leggende
indiane
ed
a
base
di
soggetto
religioso
,
perciò
si
vedono
sempre
apparire
divinità
,
giganti
e
malvagi
che
si
danno
busse
finché
sono
esausti
.
Quasi
sempre
vi
figurano
il
dio
Rama
,
il
conquistatore
di
Ceylan
,
che
decanta
il
valore
dei
suoi
guerrieri
;
Krisna
che
ha
compiuto
imprese
straordinarie
tratte
dal
yudkishtira
vigea
,
uno
dei
più
grandiosi
poemi
epici
,
e
Pandu
,
il
famoso
re
dell
'
India
,
della
razza
dei
re
provenienti
dal
sole
.
I
loro
teatri
,
al
pari
di
quelli
siamesi
,
annamiti
e
cinesi
,
sono
di
una
semplicità
straordinaria
.
Una
piattaforma
con
qualche
vaso
contenente
una
pianta
,
tre
o
quattro
stanzette
ai
lati
per
gli
attori
onde
possano
cambiarsi
senza
essere
veduti
dal
pubblico
e
molti
lumi
ad
olio
,
sospesi
a
qualche
filo
di
ferro
.
Gli
spettatori
siedono
per
terra
,
su
stuoie
,
e
all
'
oscuro
,
così
è
permesso
loro
di
fumare
,
di
mangiare
e
anche
di
bere
:
dobbiamo
dire
però
che
non
disturbano
mai
gli
attori
.
Tutt
'
al
più
si
rizza
un
piccolo
padiglione
quando
assiste
alla
rappresentazione
qualche
personaggio
importante
.
Gli
attori
sono
sempre
numerosissimi
ed
i
loro
abbigliamenti
molto
splendidi
e
molto
ricchi
ed
all
'
eroica
indiana
,
cioè
simili
a
quelli
che
si
vedono
in
certe
statue
antiche
dei
loro
numi
e
dei
loro
eroi
.
Gli
attori
,
come
in
Cina
,
sono
tutti
uomini
e
giovanotti
.
Questi
ultimi
fungono
da
donne
e
sanno
truccarsi
così
da
rendere
l
'
illusione
quasi
perfetta
.
Le
rappresentazioni
finiscono
quasi
sempre
con
una
pantomima
,
la
quale
però
è
difficile
a
essere
compresa
da
chi
non
ne
ha
fatto
uno
studio
particolare
.
L
'
europeo
non
ci
capisce
affatto
nulla
per
quanta
attenzione
vi
presti
.
Essi
pretendono
di
esprimere
in
essa
non
solamente
le
azioni
e
le
passioni
,
bensì
anche
gli
oggetti
esterni
ed
assenti
,
come
per
esempio
una
montagna
,
un
cavallo
,
una
nave
,
un
albero
ecc
.
per
mezzo
di
gesti
,
ciascuno
dei
quali
è
fisso
a
determinare
e
significare
il
tale
e
tal
altro
di
quei
medesimi
oggetti
.
Invece
le
passioni
sono
in
quelle
pantomime
assai
bene
rappresentate
.
Per
esprimere
l
'
amore
,
gli
attori
menano
dolcemente
in
giro
la
testa
rivolgendo
,
nel
medesimo
tempo
,
in
una
maniera
leggiadra
e
tenera
gli
occhi
e
sospirando
teneramente
.
Per
esprimere
invece
l
'
ira
,
mettono
in
convulsione
,
in
un
modo
assai
espressivo
i
muscoli
delle
labbra
,
del
naso
,
degli
occhi
,
della
fronte
e
così
del
resto
...
Il
sole
era
scomparso
da
qualche
ora
,
quando
Yanez
fu
avvertito
dal
chitmudgar
che
la
rappresentazione
stava
per
cominciare
e
che
il
rajah
lo
aspettava
nel
padiglione
che
era
stato
eretto
in
mezzo
allo
spazioso
cortile
del
palazzo
,
di
fronte
alla
piattaforma
che
doveva
servire
da
teatro
.
-
Andiamo
a
vedere
che
faccia
farà
S
.
A
.
,
-
mormorò
il
portoghese
,
sorridendo
ironicamente
.
-
Scommetto
che
questa
notte
non
dormirà
tranquillo
.
Il
colpo
sarà
forse
troppo
audace
,
ma
bah
!
Non
sono
solo
e
Sandokan
è
capace
,
con
un
pugno
d
'
uomini
,
di
spazzar
via
anche
la
guardia
del
principe
.
Checché
accada
andiamo
a
vedere
come
lavorano
questi
attori
indiani
.
-
Sempre
prudente
,
potendo
aspettarsi
qualunque
sorpresa
in
quella
corte
dove
era
straniero
e
dove
sapeva
ormai
d
'
avere
un
nemico
mortale
in
quel
greco
dell
'
Arcipelago
,
si
nascose
sotto
la
fascia
le
pistole
ed
il
kriss
,
diede
ordine
ai
suoi
malesi
di
fare
altrettanto
,
poi
scese
nel
cortile
cercando
di
affettare
la
massima
tranquillità
.
Tutto
era
pronto
per
la
rappresentazione
.
Il
palcoscenico
,
una
semplice
piattaforma
adorna
solamente
di
pochi
vasi
di
porcellana
,
che
contenevano
dei
colossali
mazzi
di
fiori
,
ed
illuminata
da
una
trentina
di
lumi
di
vetro
variopinto
,
non
aspettava
altro
che
gli
attori
.
Ai
lati
soldati
,
servi
e
serve
,
seduti
su
dei
tappeti
,
chiacchieravano
sommessamente
.
Di
fronte
,
sotto
un
ampio
padiglione
formato
da
tende
seriche
a
colori
smaglianti
,
stavano
il
rajah
col
greco
,
i
suoi
ministri
e
gli
alti
dignitari
dello
stato
.
Fumavano
,
bevevano
liquori
o
masticavano
il
betel
in
attesa
che
la
rappresentazione
cominciasse
.
Il
principe
che
sembrava
di
molto
buon
umore
e
anche
un
po
'
alticcio
,
fece
sedere
Yanez
alla
sua
destra
,
dicendogli
:
-
Spero
mylord
,
che
sarete
contento
dei
miei
attori
.
Sono
quasi
tutti
malabari
e
li
ho
fatti
scegliere
con
cura
.
-
Io
essere
contentissimo
,
-
rispose
Yanez
.
-
Amare
molto
teatro
io
,
anche
indiano
.
-
Bevete
mylord
,
-
disse
il
rajah
porgendogli
una
tazza
.
-
Questo
è
vero
gin
inglese
.
-
Più
tardi
,
Altezza
-
rispose
il
portoghese
che
aveva
notato
come
quel
liquore
lo
avesse
versato
il
greco
.
-
Non
avere
sete
ora
.
-
Depose
la
tazza
accanto
a
sé
,
su
una
scranna
,
ben
deciso
di
non
vuotarla
.
Non
si
fidava
troppo
del
signor
Teotokris
.
Il
rajah
batté
le
mani
e
tosto
comparvero
sulla
scena
una
cinquantina
di
attori
.
Alcuni
erano
truccati
da
vecchi
ed
indossavano
dei
costumi
principeschi
,
altri
da
donne
e
non
mancavano
i
fanciulli
e
le
fanciulle
.
Spiccava
soprattutto
,
per
la
ricchezza
delle
sue
vesti
,
una
ragazzina
d
'
una
diecina
d
'
anni
,
che
si
teneva
accanto
ad
un
vecchio
guerriero
che
aveva
una
lunga
barba
bianca
.
Fra
tutta
quella
gente
vi
era
un
rajah
d
'
aspetto
sinistro
,
accompagnato
da
un
giovane
principe
che
rassomigliava
stranamente
a
Sindhia
.
Nel
vedere
quei
due
personaggi
il
portoghese
non
aveva
potuto
trattenere
un
sorriso
.
-
Questi
indiani
sanno
camuffarsi
meravigliosamente
,
-
aveva
mormorato
.
-
Credo
di
non
avere
spese
male
le
mie
cinquecento
rupie
.
-
Dopo
una
lunga
serie
di
complimenti
fra
il
rajah
e
tutta
quella
gente
,
una
immensa
tavola
era
stata
portata
sul
palcoscenico
,
carica
di
piatti
e
di
cibi
e
tutti
si
erano
messi
a
mangiare
,
mentre
una
turba
di
bajadere
e
di
suonatori
intrecciavano
danze
e
facevano
squillare
rumorosamente
gong
,
sitar
e
saranguy
accompagnati
da
gran
colpi
di
tumburà
,
magnifico
istrumento
,
caricato
di
dorature
,
di
pitture
,
di
nastri
e
di
preziosi
ornamenti
che
i
ricchi
indiani
tengono
esposto
agli
occhi
dei
forestieri
nella
loro
migliore
stanza
,
siccome
una
delle
più
belle
suppellettili
.
Mangiavano
frattanto
gli
attori
,
con
un
appetito
invidiabile
e
non
già
dei
pesci
di
cartapesta
o
delle
salse
false
,
tracannando
dei
fiaschi
pieni
di
toddy
,
ridendo
e
chiacchierando
rumorosamente
.
Ad
un
tratto
,
verso
la
fine
del
banchetto
,
si
vide
il
rajah
a
scomparire
,
per
mostrarsi
poco
dopo
,
accompagnato
da
alcuni
ministri
,
sulla
balconata
che
sovrastava
il
palcoscenico
.
Teneva
in
mano
una
carabina
ed
i
suoi
compagni
portavano
invece
delle
bottiglie
e
dei
bicchieri
.
Tosto
echeggiò
un
colpo
di
fuoco
ed
uno
dei
convitati
,
il
vecchio
guerriero
dalla
barba
bianca
,
cadde
mentre
la
bambina
che
gli
sedeva
accanto
,
fuggiva
urlando
.
Altro
colpo
di
fuoco
ed
un
altro
cadde
dibattendosi
disperatamente
.
Il
rajah
,
che
sembrava
in
preda
ad
una
furiosa
pazzia
,
vuota
una
tazza
di
liquore
che
un
ministro
gli
porge
,
poi
prende
un
'
altra
carabina
e
torna
a
sparare
.
I
convitati
fuggono
disperatamente
aggirandosi
,
come
lupi
in
trappola
,
intorno
alla
tavola
,
rovesciando
sedie
e
tondi
,
urlando
spaventosamente
e
tendendo
le
braccia
verso
il
rajah
che
continuava
a
sparare
.
Stramazzano
i
vecchi
,
poi
le
donne
,
poi
i
fanciulli
,
ma
il
sanguinario
principe
,
come
invasato
dal
demonio
della
distruzione
,
sordo
ai
lamenti
strazianti
delle
vittime
,
continua
a
sparare
,
finché
non
rimangono
che
il
giovane
che
gli
rassomiglia
e
la
bambina
che
piange
sul
cadavere
del
vecchio
guerriero
.
Yanez
guarda
il
rajah
.
Il
principe
è
pallidissimo
,
la
sua
fronte
è
aggrottata
,
le
sue
labbra
fremono
.
Si
ricorda
bene
di
quel
terribile
dramma
che
lo
ha
portato
sul
trono
dell
'
Assam
.
-
È
più
commosso
di
quello
che
credeva
,
-
mormora
il
portoghese
.
-
Aspetta
la
fine
,
mio
caro
.
Questo
è
ancora
nulla
.
-
Il
rajah
beve
un
'
altra
tazza
e
guarda
le
vittime
,
contandole
cogli
occhi
.
Il
giovane
principe
,
che
è
ritto
in
mezzo
ai
cadaveri
tende
,
con
atto
disperato
,
le
braccia
verso
il
rajah
che
barcolla
come
un
ubriaco
fradicio
e
urla
ripetutamente
,
simulando
a
meraviglia
uno
spavento
indicibile
:
-
Lasciami
la
vita
!
Sono
tuo
fratello
!
Abbiamo
nelle
vene
il
medesimo
sangue
!
-
Il
rajah
sembra
esitare
,
poi
il
suo
sguardo
ardente
e
feroce
si
spegne
lentamente
.
Getta
sul
palcoscenico
una
delle
sue
carabine
e
dice
:
-
Io
ti
risparmio
purché
tu
colpisca
la
rupia
che
io
getterò
in
aria
.
-
Il
principe
raccoglie
l
'
arma
e
spara
sul
rajah
che
stramazza
fulminato
sul
terrazzino
.
I
ministri
del
defunto
tiranno
si
affrettano
a
discendere
nel
cortile
ed
a
gettarsi
ai
piedi
del
giovane
principe
,
ma
questi
invece
si
getta
sulla
bambina
che
piange
sempre
sul
cadavere
del
padre
,
gridando
con
un
gesto
tragico
:
-
Portatela
via
,
anch
'
io
non
voglio
più
parenti
!
Vendetela
schiava
a
qualcuno
!
-
Sulla
scena
compariscono
alcuni
indiani
,
miseramente
vestiti
,
dai
lineamenti
feroci
,
che
portano
dipinto
sul
petto
un
serpente
azzurro
colla
testa
d
'
una
donna
e
che
hanno
ai
fianchi
dei
fazzoletti
di
seta
nera
e
dei
lacci
.
Sono
i
thugs
,
gli
adoratori
della
sanguinaria
Kalì
,
i
terribili
strangolatori
.
Afferrano
brutalmente
la
bambina
,
la
cacciano
entro
una
specie
di
sacco
e
la
portano
via
malgrado
le
sue
grida
.
Yanez
torna
a
guardare
il
rajah
e
lo
vede
livido
.
Grosse
gocce
di
sudore
gl
'
imperlano
la
fronte
e
le
sue
labbra
si
agitano
come
se
un
grido
dovesse
uscirgli
:
però
non
riesce
a
pronunciare
nemmeno
una
sillaba
.
-
Non
osa
,
-
mormora
il
portoghese
.
Tutti
gli
attori
in
quel
momento
scompariscono
,
i
gongs
,
i
sitar
ed
il
tumburà
intonano
una
marcia
trionfale
che
assorda
gli
spettatori
.
Tosto
venti
uomini
che
indossano
dei
costumi
guerreschi
e
che
tengono
in
mano
delle
scimitarre
,
invadono
la
scena
mandando
clamori
altissimi
;
poi
comparisce
un
palanchino
sorretto
da
otto
hamali9
splendidamente
vestiti
,
sul
quale
sta
assisa
una
giovane
principessa
che
porta
sulla
fronte
una
corona
reale
.
Il
rajah
manda
in
quell
'
istante
un
urlo
di
belva
feroce
,
seguìto
tosto
da
un
altro
straziante
.
Tutti
gli
spettatori
balzano
in
piedi
.
Anche
il
rajah
si
è
alzato
guardando
,
con
smarrimento
,
i
suoi
ministri
che
reggono
un
alto
dignitario
che
barcolla
e
che
ha
le
labbra
imbrattate
di
una
schiuma
sanguigna
.
-
Che
cosa
succede
qui
?
-
urla
Sindhia
.
-
Signore
...
Muoio
!
...
-
risponde
il
dignitario
con
voce
fioca
.
Yanez
che
non
capisce
nulla
di
quel
colpo
di
scena
,
getta
uno
sguardo
presso
di
sé
ed
impallidisce
a
sua
volta
.
Il
bicchiere
colmo
di
liquore
,
che
si
era
messo
presso
la
sedia
,
era
stato
vuotato
da
qualcuno
.
Un
lampo
gli
attraversa
il
cervello
.
-
Sono
sfuggito
alla
morte
per
un
vero
miracolo
.
Se
l
'
avessi
vuotato
io
,
a
quest
'
ora
mi
troverei
nei
panni
di
quel
disgraziato
.
Cane
d
'
un
greco
!
Mi
pagherai
questo
tiro
birbone
.
Fortunatamente
sono
più
astuto
e
più
prudente
di
quello
che
credi
.
-
Nel
padiglione
la
confusione
era
al
colmo
.
Tutti
gridavano
e
s
'
affannavano
dietro
al
disgraziato
,
il
quale
vomitava
sangue
insieme
a
certe
materie
verdastre
e
filamentose
.
Il
medico
di
corte
finalmente
giunse
.
Con
un
solo
sguardo
capì
subito
che
la
sua
opera
sarebbe
stata
assolutamente
inutile
..
-
Quest
'
uomo
ha
bevuto
qualche
potente
veleno
,
-
disse
.
Il
rajah
era
diventato
livido
.
I
suoi
occhi
ardenti
come
carboni
,
si
fissarono
ora
sugli
uni
ed
ora
sugli
altri
dignitari
che
occupavano
il
padiglione
e
che
tremavano
come
se
fossero
stati
colti
da
un
accesso
di
febbre
.
-
Qui
vi
è
un
colpevole
!
-
gridò
il
principe
.
-
O
lo
troverete
o
vi
farò
decapitare
tutti
!
Mi
avete
udito
?
Probabilmente
quel
veleno
era
destinato
a
me
!
-
O
a
me
,
Altezza
?
-
disse
Yanez
.
Il
rajah
lo
guardò
con
stupore
.
-
Tu
credi
,
mylord
?
...
-
Io
non
credere
niente
,
però
fare
notare
a
S
.
A
.
che
mio
bicchiere
non
averlo
vuotato
io
.
Io
averlo
trovato
senza
goccia
liquore
dentro
.
Potere
essere
stato
quello
avvelenato
.
-
Dov
'
è
quel
bicchiere
,
mylord
?
-
Yanez
si
curvò
per
raccoglierlo
,
ed
un
'
esclamazione
di
collera
gli
sfuggì
.
-
Aho
!
-
Il
bicchiere
era
misteriosamente
scomparso
.
-
Non
essere
più
accanto
sedia
,
-
disse
poi
.
-
Noi
troveremo
il
colpevole
mylord
,
te
lo
prometto
.
-
Grazie
,
Altezza
.
-
Questo
delitto
non
deve
rimanere
impunito
.
Il
mio
elefante
carnefice
avrà
del
lavoro
fra
qualche
giorno
.
-
Poi
aggiunse
brutalmente
:
-
Lo
spettacolo
è
finito
.
Che
anche
il
colpevole
vada
a
dormire
per
l
'
ultima
volta
.
-
I
ministri
,
in
preda
ad
un
vivo
sgomento
,
si
erano
ritirati
precipitosamente
per
fargli
largo
.
Il
rajah
strinse
la
mano
al
portoghese
e
uscì
dal
padiglione
,
colla
fronte
aggrottata
e
lo
sguardo
cupo
.
Il
greco
nella
sua
qualità
di
primo
favorito
,
stava
per
seguirlo
,
quando
Yanez
fu
pronto
a
trattenerlo
.
-
Ho
da
dirvi
una
parola
,
signor
Teotokris
.
-
Me
la
direte
domani
,
mylord
-
rispose
il
greco
.
-
Il
principe
mi
aspetta
.
-
Non
ho
che
da
dirvi
grazie
.
-
Di
che
cosa
!
-
Diamine
!
Di
essere
ancora
vivo
ed
è
un
bel
piacere
,
credetelo
,
Teotokris
-
disse
Yanez
,
ironicamente
.
-
Credevo
però
che
i
greci
dell
'
Arcipelago
fossero
più
furbi
.
-
Mylord
!
-
esclamò
il
favorito
con
voce
rauca
.
-
Voi
m
'
insultate
e
questo
non
è
né
il
luogo
,
né
il
momento
.
-
Domani
aggiusteremo
l
'
affare
;
non
guastatevi
il
sangue
per
ora
.
-
Il
greco
alzò
le
spalle
e
se
ne
andò
frettolosamente
.
Yanez
non
credette
opportuno
trattenerlo
.
Si
sfogò
con
un
"
va
'
al
diavolo
,
briccone
!
"
.
Chiamò
i
suoi
malesi
e
lasciò
a
sua
volta
il
padiglione
,
ormai
deserto
.
In
mezzo
al
cortile
,
guardato
da
una
mezza
dozzina
di
servi
e
coricato
su
un
tappeto
,
giaceva
il
cadavere
del
dignitario
,
un
alto
funzionario
della
corte
a
quanto
sembrava
.
Il
veleno
aveva
operato
rapidamente
troncandogli
la
vita
ancora
giovane
e
gagliardo
.
Il
portoghese
,
più
commosso
di
quanto
lo
credeva
,
si
levò
il
cappello
,
mormorando
con
ira
:
-
Un
giorno
,
anche
tu
,
povero
uomo
che
mi
hai
salvata
l
'
esistenza
,
sarai
vendicato
.
-
Stava
per
salire
la
scala
che
conduceva
al
suo
appartamento
,
quando
un
uomo
gli
sbarrò
la
via
,
cadendogli
ai
piedi
in
ginocchio
.
Era
il
calicaren
,
ossia
il
capo
degli
attori
.
-
Sahib
,
-
gli
disse
,
-
salvami
.
Noi
domani
saremo
tutti
morti
.
-
Chi
?
-
chiese
Yanez
sorpreso
.
-
Io
ed
i
miei
artisti
.
-
Perché
?
-
In
causa
della
commedia
che
noi
abbiamo
rappresentato
.
Il
rajah
è
furibondo
ed
ha
giurato
di
farci
tagliare
il
collo
allo
spuntare
del
sole
.
-
Chi
te
lo
ha
detto
?
-
L
'
altro
uomo
bianco
-
Il
favorito
?
-
Sì
,
sahib
.
-
Vuoi
un
consiglio
?
-
Dammelo
sahib
.
-
Dattela
a
gambe
assieme
ai
tuoi
attori
e
va
'
a
rappresentare
i
tuoi
drammi
nel
Bengala
.
Kubang
!
-
Il
capo
della
scorta
si
era
fatto
avanti
.
-
Da
'
a
quest
'
uomo
altre
cinquecento
rupie
,
-
gli
disse
Yanez
.
-
Ti
bastano
per
scappare
,
calicaren
?
-
Tu
mi
fai
un
signore
,
sahib
-
disse
l
'
attore
.
-
Me
ne
hai
dato
altre
cinquecento
.
-
Prendi
anche
queste
.
-
Mi
farò
costruire
un
gran
teatro
.
-
Come
vuoi
,
purché
non
ti
acciuffino
prima
che
il
sole
si
alzi
.
-
Il
rajah
non
ci
prenderà
più
,
sahib
.
Se
posso
esserti
necessario
disponi
di
me
.
-
Non
occorre
:
corri
invece
.
-
Yanez
salì
la
scala
ed
entrò
nel
suo
appartamento
dove
lo
aspettava
il
maggiordomo
.
Per
la
prima
volta
in
vita
sua
il
portoghese
appariva
molto
preoccupato
.
-
Sbarrate
la
porta
,
-
disse
ai
suoi
malesi
,
-
e
coricatevi
colle
carabine
a
fianco
.
Non
so
che
cosa
possa
accadere
.
-
Siamo
in
sei
,
capitano
-
rispose
il
capo
della
scorta
.
-
Tu
puoi
dormire
tranquillamente
perché
veglieremo
su
di
te
.
Vuoi
che
mandi
qualcuno
ad
avvertire
la
Tigre
?
-
È
inutile
pel
momento
.
Lasciatemi
solo
col
maggiordomo
.
-
Si
sedette
dinanzi
al
tavolo
stappando
una
bottiglia
di
gin
,
la
fiutò
a
lungo
,
poi
empì
il
bicchiere
e
lo
porse
al
chitmudgar
dicendogli
:
-
Avresti
paura
tu
a
vuotarlo
?
-
Perché
,
mylord
?
-
Sai
che
con
un
bicchiere
di
non
so
quale
liquore
hanno
mandato
,
or
ora
,
all
'
altro
mondo
uno
dei
grandi
ufficiali
del
rajah
?
-
Me
lo
hanno
raccontato
,
sahib
-
rispose
il
chitmudgar
.
-
Era
il
tesoriere
del
principe
.
-
Sai
che
quell
'
uomo
ha
vuotato
il
bicchiere
che
era
stato
offerto
a
me
?
-
Che
cosa
dici
,
mylord
!
-
esclamò
l
'
indiano
stupefatto
.
-
È
come
te
la
racconto
.
-
Sicché
si
cercava
di
avvelenare
te
?
-
Così
pare
,
-
rispose
Yanez
flemmaticamente
.
-
E
non
hai
alcun
sospetto
?
-
Chi
credi
tu
,
chitmudgar
che
alla
corte
abbia
qualche
interesse
a
sopprimermi
?
-
Il
maggiordomo
era
rimasto
silenzioso
.
-
Il
rajah
?
-
No
,
è
impossibile
!
-
esclamò
l
'
indiano
.
-
Egli
ti
deve
troppa
riconoscenza
per
aver
ricuperata
la
pietra
di
Salagraman
e
di
non
aver
chiesto
alcuna
ricompensa
.
E
poi
egli
ti
ammira
troppo
dopo
l
'
uccisione
della
kala
-
bâgh
.
-
E
allora
?
-
L
'
altro
uomo
bianco
.
-
Il
favorito
,
è
vero
?
-
L
'
indiano
ebbe
una
breve
esitazione
,
poi
rispose
francamente
:
-
Sì
,
lui
.
-
Ne
ero
certo
,
-
disse
Yanez
.
-
Egli
teme
che
tu
mylord
,
gli
prenda
il
posto
.
-
Credi
tu
che
questo
liquore
sia
avvelenato
?
-
Questo
no
;
è
impossibile
!
Le
bottiglie
che
io
ho
portato
qui
le
ho
prese
nelle
cantine
del
rajah
,
quindi
puoi
vuotarle
con
animo
tranquillo
.
-
Bevi
allora
.
-
Ecco
mylord
.
-
Il
chitmudgar
vuotò
,
senza
esitare
,
d
'
un
sol
colpo
il
bicchiere
.
-
È
eccellente
,
mylord
.
-
Allora
berrò
anch
'
io
,
-
disse
Yanez
,
empiendo
un
altro
bicchiere
.
-
Va
'
a
riposarti
ora
:
se
avrò
bisogno
di
te
ti
farò
chiamare
.
-
Il
maggiordomo
fece
un
profondo
inchino
e
si
ritirò
.
Yanez
vuotò
un
altro
bicchiere
,
accese
una
sigaretta
e
si
stropicciò
le
mani
mormorando
:
-
La
giornata
è
stata
pesante
,
tuttavia
non
ho
perduto
il
mio
tempo
inutilmente
.
Le
frutta
le
raccoglieremo
più
tardi
.
La
matassa
è
ancora
molto
imbrogliata
;
però
spero
di
dare
a
Surama
la
corona
che
le
spetta
e
di
mandare
a
casa
del
diavolo
Sindhia
.
Il
ragno
malefico
è
quel
dannato
greco
dell
'
Arcipelago
.
Domani
farò
il
possibile
di
darti
una
terribile
lezione
.
-
12
.
Un
terribile
duello
Yanez
,
che
aveva
dormito
tranquillamente
,
come
un
uomo
che
non
ha
fastidi
,
aveva
appena
aperti
gli
occhi
e
stava
sbadigliando
,
quando
il
chitmudgar
,
dopo
aver
bussato
replicatamente
entrò
accompagnato
da
un
ufficiale
del
rajah
.
-
Mylord
,
-
disse
il
maggiordomo
,
mentre
l
'
ufficiale
faceva
un
grande
inchino
-
sei
aspettato
dal
principe
.
-
Aspettate
cinque
minuti
,
-
rispose
Yanez
,
tornando
a
sbadigliare
.
Balzò
dal
letto
,
si
vestì
con
cura
senza
troppo
affrettarsi
,
si
mise
nella
fascia
le
pistole
e
raggiunse
il
chitmudgar
e
l
'
ufficiale
che
lo
attendevano
nel
salotto
dove
era
stato
intanto
approntato
il
thè
.
-
Che
cosa
desidera
S
.
A
.
?
-
chiese
sorseggiando
l
'
aromatica
bevanda
con
studiata
lentezza
.
-
Lo
ignoro
mylord
,
-
rispose
l
'
ufficiale
.
-
È
di
cattivo
umore
forse
?
-
Mi
sembra
assai
preoccupato
stamane
,
mylord
.
Pare
che
vi
sia
stata
un
po
'
di
burrasca
fra
lui
e
l
'
altro
uomo
bianco
.
-
Ah
!
Il
signor
Teotokris
!
-
esclamò
Yanez
quasi
distrattamente
.
-
Già
,
l
'
altro
uomo
bianco
è
sempre
di
cattivo
umore
.
-
È
vero
mylord
!
-
Così
si
fa
temere
.
-
Tutti
hanno
paura
di
lui
alla
corte
.
-
Anche
di
me
?
-
Oh
no
,
mylord
.
Tutti
vi
ammirano
e
sarebbero
ben
lieti
di
vedervi
al
posto
del
favorito
.
-
Ecco
una
preziosa
informazione
-
mormorò
fra
sé
il
portoghese
.
Trangugiò
in
fretta
l
'
ultimo
sorso
,
chiamò
i
suoi
fedeli
malesi
e
seguì
l
'
ufficiale
dicendo
:
-
Prepariamoci
ad
una
burrasca
.
L
'
affare
della
commedia
non
passerà
certamente
liscio
.
Fortunatamente
gli
attori
se
ne
sono
andati
,
almeno
lo
spero
.
-
Scese
lo
scalone
ed
entrò
nella
sala
del
trono
.
S
.
A
.
Sindhia
vi
era
già
,
sdraiato
come
il
solito
su
quella
specie
di
letto
,
con
parecchie
bottiglie
di
liquori
disposti
su
un
tavolino
ed
un
gran
bicchiere
colmo
in
mano
.
-
Ah
!
ben
felice
di
vederti
,
mylord
-
disse
appena
Yanez
entrò
seguìto
dai
malesi
.
-
Ti
aspettavo
con
impazienza
.
-
Io
essere
sempre
a
disposizione
di
V
.
Altezza
,
-
rispose
Yanez
nel
suo
fantastico
inglese
.
-
Siedi
presso
di
me
,
mylord
.
-
Yanez
prese
una
sedia
e
la
collocò
sulla
piattaforma
,
presso
quella
specie
di
letto
che
serviva
di
trono
.
-
Mylord
,
-
disse
il
rajah
porgendogli
un
bicchiere
di
champagne
,
-
bevi
questo
.
Non
è
avvelenato
perché
la
bottiglia
l
'
ho
fatta
sturare
in
mia
presenza
ed
ho
assaggiato
il
liquido
che
conteneva
.
-
Io
non
avere
paura
di
voi
,
Altezza
-
rispose
Yanez
.
-
Amare
molto
vino
bianco
francese
e
bevere
subito
a
vostra
salute
.
-
Vuotò
d
'
un
colpo
la
tazza
poi
riprese
:
-
Ed
ora
io
ascoltare
tutto
orecchi
Vostra
Altezza
.
-
Dimmi
mylord
,
in
quali
rapporti
sei
col
mio
favorito
?
-
Cattivi
,
Altezza
.
-
Perché
?
-
Non
sapere
io
.
Greco
non
vedermi
bene
qui
.
-
Tu
hai
avuto
una
questione
.
-
Essere
vero
.
Noi
uomini
bianchi
rissare
sempre
quando
non
appartenere
istessa
nazione
.
Io
inglese
,
lui
greco
.
-
Sai
che
vuole
ucciderti
?
-
Aho
!
Io
uccidere
forse
lui
.
-
Mi
ha
chiesto
di
offrire
alla
mia
corte
un
combattimento
emozionante
.
Io
amo
i
coraggiosi
e
mi
piace
vedere
gli
uomini
a
difendere
la
propria
vita
valorosamente
.
-
Io
essere
pronto
,
Altezza
.
-
Quale
arme
hai
scelto
,
mylord
?
-
Io
avere
lasciato
scelta
a
tuo
favorito
.
-
Sai
dove
vi
misurerete
?
-
Io
non
sapere
niente
.
-
Nel
mio
cortile
.
Il
duello
sarà
pubblico
e
tutta
la
mia
corte
vi
assisterà
.
Così
desidera
il
mio
favorito
.
-
Benissimo
,
-
rispose
Yanez
con
indifferenza
.
-
Tu
hai
un
coraggio
meraviglioso
,
mylord
.
-
Io
non
avere
mai
paura
,
Altezza
.
-
Io
ho
scelto
l
'
ora
.
-
Quale
?
-
Due
ore
prima
del
tramonto
noi
saremo
tutti
raccolti
nel
cortile
d
'
onore
.
Stanno
già
i
miei
servi
preparando
i
padiglioni
.
-
Noi
dare
ora
commedia
.
-
Ah
!
-
esclamò
il
rajah
aggrottando
la
fronte
e
facendo
un
gesto
di
collera
.
-
A
proposito
di
commedie
,
sai
che
tutti
i
miei
attori
sono
fuggiti
?
-
Oh
!
-
fece
Yanez
simulando
un
meraviglioso
stupore
.
-
Fra
di
loro
doveva
esservi
colui
che
cercò
di
avvelenare
me
o
te
.
-
Possibilissimo
,
-
si
limitò
a
rispondere
il
portoghese
.
-
A
quest
'
ora
saranno
molto
lontani
,
ma
se
per
caso
rientreranno
un
giorno
nel
mio
stato
,
li
farò
decapitare
tutti
,
compresi
i
fanciulli
che
hanno
con
loro
.
Accetta
un
altro
bicchiere
di
questo
eccellente
vino
,
mylord
,
prima
di
lasciarmi
.
Ti
darà
maggior
forza
per
misurarti
col
mio
favorito
.
-
Grazie
,
Altezza
-
rispose
Yanez
,
prendendo
la
tazza
che
il
rajah
gli
porgeva
.
La
vuotò
ed
avendo
compreso
che
l
'
udienza
era
finita
si
alzò
.
-
Mylord
,
-
disse
a
voce
bassa
il
principe
mentre
gli
stendeva
la
mano
.
-
Sta
'
in
guardia
!
Il
mio
favorito
ha
scelto
per
lui
un
'
arma
terribile
e
che
egli
sa
maneggiare
meglio
d
'
un
vecchio
thug
.
Sii
pronto
a
tagliargliela
o
sarai
perduto
.
Ora
va
'
e
sii
forte
e
valoroso
come
il
giorno
in
cui
hai
ucciso
la
kala
-
bâgh
.
-
Yanez
uscì
dalla
sala
del
trono
e
forse
in
quel
momento
appariva
preoccupato
.
Il
suo
eterno
buon
umore
pareva
che
fosse
scomparso
da
quel
viso
sempre
ilare
e
un
po
'
ironico
.
Senza
dubbio
le
ultime
parole
del
rajah
avevano
fatto
presa
sul
suo
animo
.
Risalì
lentamente
nel
suo
appartamento
dove
il
chitmudgar
lo
aspettava
per
annunciargli
che
la
colazione
era
pronta
.
-
Mangerò
poi
,
-
gli
disse
Yanez
.
-
Pel
momento
devo
occuparmi
di
qualche
cosa
più
interessante
dei
tuoi
piatti
più
o
meno
infernali
.
-
Che
cos
'
hai
,
mylord
?
-
chiese
il
maggiordomo
.
-
Tu
mi
sembri
di
cattivo
umore
stamane
.
-
Può
darsi
,
-
rispose
il
portoghese
.
-
Siediti
e
rispondi
alle
domande
che
ti
rivolgerò
.
-
Sono
sempre
a
tua
disposizione
,
mylord
.
-
Hai
mai
visto
tu
il
greco
a
eseguire
dinanzi
al
rajah
qualche
straordinario
esercizio
?
-
Sì
,
quello
del
laccio
;
credo
anzi
che
nessun
thug
possa
rivaleggiare
con
lui
.
Un
giorno
è
giunto
alla
corte
uno
di
quei
sinistri
adoratori
della
dea
Kalì
e
si
è
misurato
col
favorito
del
rajah
.
-
E
chi
vinse
?
-
Il
favorito
,
mylord
.
Il
thug
cadde
mezzo
strangolato
e
se
non
fosse
stato
graziato
,
non
sarebbe
certo
uscito
vivo
da
questo
palazzo
.
-
Che
il
favorito
sia
stato
fra
i
thugs
?
-
Solo
il
rajah
potrebbe
saperlo
e
forse
nemmeno
lui
.
-
Ah
!
birbante
d
'
un
greco
!
-
esclamò
Yanez
.
-
Fortunatamente
so
come
agiscono
i
signori
strangolatori
.
Quando
si
ha
in
mano
una
buona
scimitarra
si
può
tenere
fronte
a
loro
senza
correre
troppo
pericolo
.
Sta
'
tu
,
in
guardia
,
signor
Teotokris
.
Ora
possiamo
fare
colazione
.
-
Subito
mylord
,
-
disse
il
chitmudgar
.
Yanez
passò
nel
salotto
,
mangiò
col
suo
solito
appetito
,
poi
strappate
alcune
pagine
dal
suo
portafoglio
si
mise
a
coprirle
d
'
una
scrittura
fittissima
e
minuta
.
Quand
'
ebbe
finito
fece
cenno
al
chitmudgar
di
lasciarlo
solo
e
chiamò
il
capo
della
scorta
.
-
Porta
questi
fogli
a
Sandokan
,
-
gli
disse
sotto
-
voce
.
-
Bada
che
tu
probabilmente
sarai
pedinato
da
qualcuno
,
è
necessario
quindi
che
tu
agisca
colla
massima
prudenza
perché
desidero
che
si
ignori
qui
ove
si
nascondono
i
miei
compagni
.
Se
vedi
di
non
poter
ingannare
quelli
che
ti
seguissero
,
fermati
da
Surama
.
Penserà
ella
a
far
pervenire
questi
fogli
alla
Tigre
della
Malesia
.
-
Sarò
prudente
,
capitano
-
rispose
il
malese
.
-
Aspetterò
la
notte
per
entrare
nel
tempio
sotterraneo
,
così
potrò
uccidere
più
facilmente
quelli
che
mi
seguiranno
.
-
Va
'
,
amico
.
-
Quando
il
malese
fu
scomparso
,
il
portoghese
si
sdraiò
su
un
divano
,
accese
una
sigaretta
e
s
'
immerse
in
profonde
riflessioni
,
seguendo
distrattamente
,
cogli
occhi
socchiusi
,
le
spire
che
descriveva
il
fumo
innalzandosi
.
Quando
il
chitmudgar
entrò
,
dopo
tre
ore
,
il
portoghese
russava
pacificamente
come
se
nessuna
preoccupazione
lo
turbasse
.
-
Mylord
,
-
disse
il
maggiordomo
,
-
il
rajah
ti
aspetta
.
-
Ah
!
Diavolo
!
-
esclamò
Yanez
stirandosi
le
membra
.
-
Non
mi
ricordavo
più
che
il
greco
deve
strangolarmi
.
Sono
già
tutti
raccolti
nel
cortile
?
-
Sì
,
mylord
:
non
si
aspetta
che
te
.
-
Portami
un
bicchiere
di
gin
onde
mi
svegli
del
tutto
.
Bada
che
non
contenga
qualche
droga
infernale
.
-
Aprirò
per
maggior
sicurezza
un
'
altra
bottiglia
.
-
Tu
sei
un
brav
'
uomo
:
un
giorno
ti
farò
nominare
gran
cantiniere
di
qualche
grossa
corte
.
-
Si
alzò
,
vuotò
il
bicchiere
che
il
chitmudgar
gli
porgeva
e
dopo
d
'
aver
chiamati
i
malesi
scese
nell
'
ampio
cortile
,
tenendo
fra
le
labbra
la
sigaretta
spenta
.
Aveva
riacquistato
tutto
il
suo
sangue
freddo
e
la
sua
calma
straordinaria
.
Pareva
un
uomo
che
si
recasse
ad
una
festa
anziché
ad
un
combattimento
terribile
e
forse
mortale
per
lui
.
Tutto
intorno
al
cortile
erano
stati
eretti
dei
ricchi
padiglioni
,
un
po
'
più
bassi
di
quello
che
occupava
il
rajah
.
C
'
erano
uomini
e
bellissime
indiane
,
con
costumi
sfarzosi
e
molti
gioielli
indosso
.
Il
greco
stava
in
mezzo
,
accanto
ad
un
piccolo
mobile
su
cui
stavano
una
scimitarra
ed
un
laccio
.
Era
pallido
più
del
solito
,
però
sembrava
non
meno
tranquillo
del
portoghese
.
Il
rajah
che
sedeva
fra
i
suoi
ministri
,
vedendo
entrare
il
mylord
colla
sigaretta
in
bocca
,
lo
salutò
cortesemente
colla
mano
guardandolo
intensamente
.
Gli
spettatori
affollati
nei
padiglioni
si
erano
invece
alzati
in
piedi
,
osservandolo
curiosamente
.
Yanez
salutò
toccandosi
con
una
mano
la
tesa
del
cappello
,
poi
mentre
i
suoi
malesi
prendevano
posto
all
'
estremità
del
cortile
appoggiandosi
sulle
loro
carabine
,
si
avanzò
lentamente
verso
il
greco
dicendogli
:
-
Eccomi
.
-
Cominciavo
a
perdere
la
pazienza
,
-
rispose
Teotokris
con
un
brutto
sorriso
che
parve
una
smorfia
.
-
Quando
noi
marinai
dell
'
Arcipelago
abbiamo
deciso
di
ammazzare
un
avversario
,
non
aspettiamo
mai
.
-
E
nemmeno
i
gentiluomi
inglesi
,
-
disse
Yanez
.
-
Le
armi
?
-
Le
ho
scelte
.
-
Alla
spada
o
alla
pistola
?
-
Voi
dimenticate
che
qui
non
siamo
in
Europa
.
-
Che
cosa
volete
dire
?
-
Che
io
vi
affronterò
con
un
laccio
onde
offrire
al
mio
signore
uno
spettacolo
veramente
indiano
.
-
È
degno
dei
briganti
indiani
che
adorano
Kalì
,
-
rispose
Yanez
ironicamente
.
-
Credevo
aver
da
fare
con
un
europeo
:
ora
capisco
di
essermi
ingannato
.
Non
importa
:
ho
commesso
la
sciocchezza
di
lasciarvi
la
scelta
delle
armi
ed
ora
vi
mostrerò
come
un
mylord
inglese
sa
trattare
le
persone
della
vostra
razza
.
-
Signore
!
-
No
,
chiamatemi
mylord
,
-
disse
Yanez
.
-
Mostratemi
le
vostre
carte
prima
.
-
Dopo
,
quando
vi
avrò
tagliato
il
collo
e
la
barba
insieme
.
Voi
,
greci
dell
'
Arcipelago
siete
tanti
barili
di
polvere
?
-
chiese
Yanez
,
sempre
beffardo
.
-
Basta
:
il
rajah
s
'
impazienta
!
-
A
teatro
bisogna
sempre
aspettare
,
per
Giove
,
almeno
a
Londra
.
-
Prendete
la
vostra
scimitarra
.
-
Ah
!
È
con
questa
che
dovrò
tagliarvi
la
testa
?
Benissimo
!
-
Scherzate
troppo
!
-
Che
cosa
volete
?
Noi
inglesi
siamo
sempre
di
buon
umore
.
-
Vedremo
se
lo
sarete
quando
il
mio
laccio
vi
strangolerà
,
signore
.
-
No
,
no
,
mylord
.
-
Lo
vedremo
il
vostro
sangue
azzurro
!
-
gridò
il
greco
esasperato
.
-
Ed
io
quello
dei
greci
dell
'
Arcipelago
.
-
Prendete
la
vostra
scimitarra
:
ho
fretta
di
finirla
!
-
Ed
io
nessuna
di
andarmene
all
'
altro
mondo
.
-
Gettò
la
sigaretta
,
prese
la
scimitarra
che
era
stata
posata
accanto
al
laccio
e
fece
alcuni
passi
indietro
,
senza
troppo
affrettarsi
,
arrestandosi
a
qualche
metro
dai
malesi
i
quali
guardavano
ferocemente
il
greco
.
Era
da
prevedersi
che
i
selvaggi
figli
delle
grandi
isole
indo
-
malesi
non
sarebbero
rimasti
impassibili
,
se
una
disgrazia
avesse
colto
il
loro
capo
che
adoravano
come
un
dio
,
checché
dovesse
succedere
dopo
.
Teotokris
,
che
sembrava
in
preda
ad
un
vero
accesso
di
furore
,
aveva
preso
bruscamente
il
laccio
,
mettendosi
a
dieci
passi
dal
suo
avversario
.
Quello
strano
duello
,
di
carattere
veramente
indiano
,
pareva
che
avesse
impressionato
profondamente
gli
spettatori
,
quantunque
dovessero
averne
veduti
ben
altri
.
Un
profondo
silenzio
si
era
fatto
in
tutti
i
padiglioni
:
anche
il
rajah
stava
zitto
e
non
staccava
i
suoi
sguardi
da
Yanez
,
la
cui
tranquillità
era
meravigliosa
.
Il
portoghese
si
era
messo
in
guardia
come
un
vecchio
spadaccino
,
tenendo
la
scimitarra
un
po
'
alta
per
essere
più
pronto
a
difendere
il
collo
.
In
quel
momento
egli
si
chiedeva
solo
se
il
suo
avversario
aveva
imparato
a
maneggiare
il
lazo
fra
i
gauchos
dell
'
America
meridionale
o
fra
i
thugs
indiani
.
Una
mossa
del
greco
lo
convinse
di
aver
dinanzi
un
uomo
che
aveva
imparato
a
servirsi
di
quella
terribile
corda
fra
gli
ispano
americani
piuttosto
che
fra
gli
indiani
.
-
Quello
deve
essere
stato
un
grande
avventuriero
,
-
mormorò
.
-
Bada
al
collo
,
amico
Yanez
.
-
Teotokris
aveva
arrotolata
parte
della
fune
sul
braccio
sinistro
facendo
girare
,
attorno
alla
propria
testa
il
lazo
come
usano
fare
i
cavalieri
della
pampa
argentina
ed
i
cow
-
boys
del
Wild
-
West
dell
'
America
settentrionale
allorquando
si
preparano
ad
arrestare
un
mustang
selvaggio
spinto
al
galoppo
.
-
Siete
pronto
mylord
?
-
chiese
.
-
Quando
vorrete
.
-
Fra
mezzo
minuto
vi
avrò
strangolato
,
ammenoché
il
rajah
non
chieda
la
vostra
grazia
.
-
Non
preoccupatevi
tanto
,
signor
Teotokris
-
rispose
Yanez
.
-
Non
avete
ancora
in
vostra
mano
la
pelle
dell
'
orso
,
come
si
dice
da
noi
.
-
Vi
farò
un
colpo
che
non
lo
sospettate
.
-
Me
lo
direte
più
tardi
.
Voi
cercate
di
sorprendermi
facendomi
parlare
troppo
.
Basta
,
signor
Teotokris
.
-
Infatti
il
greco
,
mentre
chiacchierava
,
non
aveva
cessato
di
far
girare
sopra
la
propria
testa
il
terribile
lazo
per
tenere
la
corda
ben
aperta
.
Tutti
gli
spettatori
si
erano
alzati
per
non
perdere
nulla
di
quell
'
emozionante
combattimento
.
Un
vivo
stupore
si
leggeva
su
tutti
quei
volti
abbronzati
o
nerastri
:
la
calma
meravigliosa
dei
due
duellanti
aveva
prodotto
in
tutti
gli
animi
una
profonda
ammirazione
.
-
Ah
!
questi
europei
!
-
non
cessavano
di
sussurrare
.
Yanez
,
un
po
'
raccolto
su
se
stesso
per
offrire
meno
presa
al
laccio
,
aspettava
l
'
attacco
del
greco
,
sempre
impassibile
,
seguendo
attentamente
collo
sguardo
le
rotazioni
,
sempre
più
rapide
,
che
descriveva
la
funicella
.
Ad
un
tratto
un
sibilo
acuto
si
fece
udire
,
Yanez
aveva
alzata
rapidamente
la
scimitarra
,
vibrando
un
colpo
,
poi
aveva
fatto
un
balzo
indietro
,
un
vero
balzo
da
tigre
,
mandando
nel
medesimo
tempo
un
urlo
di
furore
.
Nella
sua
destra
non
stringeva
altro
che
l
'
impugnatura
dell
'
arma
.
La
lama
,
appena
urtata
dal
laccio
,
era
caduta
a
terra
.
Tuttavia
il
colpo
era
stato
parato
.
-
Traditore
!
-
gridò
Yanez
al
greco
che
ritirava
precipitosamente
il
lazo
per
ritentare
il
colpo
.
-
Se
fai
un
passo
innanzi
ti
brucio
le
cervella
!
-
Aveva
tratta
dalla
fascia
una
delle
due
pistole
e
dopo
averla
montata
l
'
aveva
puntata
su
Teotokris
,
mentre
i
malesi
che
si
trattenevano
a
stento
avevano
alzate
precipitosamente
le
carabine
appoggiandosele
alle
spalle
.
Un
gran
grido
erasi
levato
fra
gli
spettatori
che
non
si
aspettavano
di
certo
quel
colpo
di
scena
.
Anche
il
rajah
pareva
in
preda
ad
una
certa
irritazione
,
avendo
ben
compreso
che
un
tradimento
era
stato
ordito
a
danno
del
suo
grande
cacciatore
,
non
potendo
ammettere
che
una
scimitarra
si
spezzasse
sotto
il
semplice
urto
d
'
una
funicella
.
Teotokris
,
pallido
come
un
cencio
lavato
,
era
rimasto
muto
ed
immobile
,
lasciando
pendere
il
lazo
.
Grosse
stille
di
sudore
gl
'
imperlavano
la
fronte
.
-
Datemi
un
'
altra
scimitarra
!
-
gridò
Yanez
.
-
Vedremo
se
si
spezzerà
nuovamente
.
-
Uno
dei
suoi
malesi
estrasse
quella
che
gli
pendeva
al
fianco
e
gliela
porse
dicendogli
:
-
Prendi
questa
,
capitano
.
È
d
'
acciaio
del
Borneo
e
tu
sai
che
è
il
migliore
che
si
possa
avere
.
-
Il
portoghese
impugnò
saldamente
l
'
arma
,
gettò
a
terra
la
pistola
e
si
mise
di
nuovo
di
fronte
al
greco
.
Una
sorda
rabbia
lo
aveva
invaso
.
-
Bada
,
greco
,
-
disse
coi
denti
stretti
-
che
io
farò
il
possibile
per
ucciderti
.
Non
mi
aspettavo
da
te
,
europeo
al
pari
di
me
,
un
simile
tradimento
.
-
Ti
giuro
che
io
non
ho
scelta
quell
'
arma
...
-
Lascia
i
giuramenti
agli
altri
;
già
non
ti
crederei
.
-
Signore
!
-
Ti
aspetto
per
farti
a
pezzi
.
-
Sarai
tu
che
morrai
!
-
urlò
il
greco
furibondo
.
-
Lancia
il
tuo
lazo
dunque
!
-
Il
greco
tornava
a
far
girare
la
funicella
.
Spiava
attentamente
Yanez
sperando
di
sorprenderlo
;
il
suo
avversario
però
conservava
una
immobilità
assoluta
e
non
perdeva
mai
di
vista
,
nemmeno
per
un
istante
,
il
lazo
.
D
'
improvviso
il
greco
fece
un
balzo
in
parte
lanciando
contemporaneamente
la
funicella
e
mandando
un
urlo
selvaggio
per
scombussolare
o
impressionare
il
portoghese
.
Questi
si
era
ben
guardato
dal
muoversi
.
Sentì
piombarsi
addosso
il
lazo
e
scendergli
attraverso
la
testa
,
ma
pronto
come
un
lampo
avventò
due
colpi
di
scimitarra
a
destra
ed
a
sinistra
,
tagliandolo
netto
prima
che
il
greco
avesse
avuto
il
tempo
di
dare
lo
strappo
fatale
.
Allora
a
sua
volta
si
slanciò
.
La
larga
lama
balenò
in
alto
,
poi
scese
con
gran
forza
,
colpendo
il
greco
con
un
traversone
sotto
la
mammella
destra
.
Teotokris
aveva
fatto
un
salto
indietro
,
tuttavia
non
era
riuscito
ad
evitare
per
intero
il
colpo
.
Si
tenne
un
momento
ritto
,
poi
cadde
pesantemente
al
suolo
,
comprimendosi
con
ambe
le
mani
il
petto
.
Attraverso
la
casacca
squarciata
il
sangue
usciva
,
formando
una
larga
macchia
sulla
candida
flanella
.
Un
urlo
uscito
da
duecento
bocche
aveva
salutato
la
vittoria
del
coraggioso
uccisore
di
tigri
.
-
Devo
finirlo
?
-
chiese
Yanez
,
rivolgendosi
verso
il
rajah
che
si
era
alzato
.
-
Ti
chiedo
la
grazia
per
lui
,
mylord
-
rispose
il
principe
.
-
Sia
,
-
rispose
Yanez
.
Restituì
la
scimitarra
,
raccolse
la
pistola
e
dopo
d
'
aver
fatto
un
lungo
inchino
si
ritirò
mentre
le
donne
si
levavano
i
mazzolini
di
mussenda
che
portavano
all
'
estremità
delle
loro
trecce
gettandoglieli
dietro
.
Mentre
si
allontanava
sempre
scortato
dai
suoi
malesi
,
il
medico
di
corte
e
sei
servi
avevano
adagiato
il
greco
su
un
palanchino
,
portandolo
rapidamente
nella
sua
stanza
.
Teotokris
non
era
svenuto
e
nemmeno
si
lamentava
.
Solo
di
quando
in
quando
una
rauca
bestemmia
gli
sfuggiva
attraverso
le
labbra
scolorite
.
Pareva
che
sentisse
più
la
rabbia
di
essere
stato
vinto
dal
suo
rivale
,
che
il
dolore
prodottogli
da
quel
colpo
di
scimitarra
.
-
Sì
,
visitami
e
fasciami
subito
-
disse
con
tono
imperioso
al
medico
.
-
La
ferita
non
è
grave
.
La
lama
deve
aver
incontrato
la
guardia
del
pugnale
che
portavo
sotto
la
casacca
.
-
Il
medico
gli
denudò
rapidamente
il
petto
.
La
scimitarra
aveva
tracciato
,
sotto
la
mammella
destra
,
un
taglio
lungo
una
quindicina
di
centimetri
che
non
sembrava
molto
profondo
.
-
Ah
!
Ecco
!
-
esclamò
il
dottore
raccogliendo
un
oggetto
che
era
scivolato
sotto
la
giacca
.
-
Tu
devi
a
questo
,
la
tua
vita
,
signore
.
-
Il
manico
del
pugnale
?
-
Sì
:
è
stato
tagliato
netto
.
Se
la
lama
non
lo
avesse
incontrato
il
cacciatore
di
kala
-
bâgh
ti
avrebbe
spaccato
il
cuore
.
Ero
presente
quando
ti
ha
vibrato
il
colpo
.
-
Una
botta
scagliata
con
tutta
forza
,
-
rispose
Teotokris
.
-
Per
quanto
credi
che
io
ne
abbia
?
-
Non
sarai
in
piedi
prima
di
due
settimane
.
Sei
robustissimo
tu
,
signore
.
-
Ed
ho
pelle
di
marinai
addosso
,
-
disse
il
greco
,
sforzandosi
a
sorridere
.
-
Spicciati
:
il
sangue
se
ne
va
e
non
desidero
affatto
di
perderlo
.
-
Il
medico
che
,
quantunque
indiano
,
doveva
essere
abilissimo
,
cucì
lestamente
la
ferita
,
spalmandola
poi
con
una
materia
che
pareva
resinosa
e
la
fasciò
strettamente
.
Aveva
appena
terminato
,
quando
un
ufficiale
dei
seikki
entrò
nella
stanza
annunciando
il
rajah
.
La
fronte
del
greco
si
era
subito
abbuiata
,
tuttavia
si
guardò
bene
dal
far
trasparire
il
suo
malumore
.
-
Uscite
tutti
,
-
disse
al
medico
ed
ai
servi
.
Il
rajah
entrava
in
quel
momento
e
solo
.
Anche
la
sua
fronte
non
pareva
serena
.
Attese
che
tutti
si
fossero
allontanati
,
compreso
l
'
ufficiale
,
poi
prese
una
sedia
e
si
assise
presso
il
capezzale
del
ferito
.
-
Come
va
dunque
,
mio
povero
Teotokris
?
-
chiese
.
-
Ti
credevo
più
abile
e
più
fortunato
.
-
Vi
ho
dato
,
Altezza
,
non
poche
prove
della
mia
abilità
nell
'
uso
del
laccio
.
Non
credo
di
meritarmi
quindi
alcun
rimprovero
.
-
È
grave
la
ferita
?
-
No
,
Altezza
.
Potrò
rimettermi
a
vostra
disposizione
fra
una
quindicina
di
giorni
e
allora
vi
giuro
che
non
perderò
il
mio
tempo
.
-
Che
cosa
vuoi
dire
?
-
Che
saprò
chi
è
quell
'
uomo
che
si
spaccia
per
un
mylord
.
-
Tu
serbi
rancore
a
quel
valoroso
cacciatore
.
-
E
gliene
serberò
finché
avrò
un
alito
di
vita
,
-
rispose
il
greco
con
accento
feroce
.
-
Eppure
tu
gli
hai
giuocato
un
cattivo
tiro
.
-
Voi
supponete
Altezza
?
...
-
Che
l
'
impugnatura
di
quella
scimitarra
sia
stata
abilmente
segata
onde
la
lama
cedesse
al
menomo
urto
.
-
Chi
è
che
mi
accusa
?
-
Io
,
-
disse
il
rajah
,
aggrottando
la
fronte
.
-
Se
siete
voi
Altezza
che
lo
dite
,
allora
non
negherò
più
.
-
Confessi
?
-
Sì
,
è
vero
:
l
'
estremità
della
lama
l
'
ho
fatta
segare
presso
la
guardia
da
un
abilissimo
artefice
.
-
Il
principe
non
poté
frenare
un
gesto
di
stupore
e
guardò
severamente
il
suo
favorito
.
-
Avevi
dunque
paura
del
gran
cacciatore
bianco
?
-
Volevo
sopprimerlo
a
qualunque
costo
per
rendere
al
mio
benefattore
un
grande
servizio
,
-
disse
il
greco
audacemente
.
-
A
me
?
-
Sì
,
Altezza
.
-
Uccidendo
colui
che
mi
ha
restituito
la
pietra
di
Salagraman
e
che
ha
ucciso
la
kala
-
bâgh
!
-
Sì
,
perché
quell
'
uomo
un
giorno
,
ne
sono
sicuro
,
ti
giuocherà
qualche
pessimo
tiro
.
-
E
perché
?
-
Perché
è
un
inglese
innanzi
tutto
e
tu
sai
,
forse
meglio
di
me
,
che
gli
uomini
della
sua
razza
furono
sempre
i
più
pericolosi
avversari
degli
indiani
.
Forse
che
quasi
tutto
l
'
Indostan
non
è
stato
conquistato
da
loro
?
E
poi
perché
quel
mylord
ha
condotto
con
sé
una
principessa
indiana
che
non
è
assamese
?
Apri
gli
occhi
Altezza
e
non
fidarti
ciecamente
di
quell
'
inglese
che
non
sappiamo
che
cosa
sia
venuto
a
fare
qui
.
-
A
uccidere
la
tigre
,
mi
ha
detto
-
rispose
il
rajah
.
-
Tu
potrai
credere
quello
che
vorrai
,
ma
non
io
che
appartengo
alla
razza
più
astuta
che
viva
in
Europa
.
-
Il
principe
,
visibilmente
impressionato
,
si
era
levato
in
piedi
mettendosi
a
passeggiare
intorno
al
letto
del
ferito
.
Diffidente
per
carattere
,
cominciava
a
diventare
inquieto
.
-
Che
cosa
fare
?
-
chiese
ad
un
tratto
fermandosi
presso
il
greco
che
lo
aveva
seguito
con
uno
sguardo
ironico
.
-
Io
non
posso
congedarli
lì
per
lì
;
potrei
anzi
avere
dei
grossi
fastidi
col
governatore
del
Bengala
.
-
Non
ti
consiglierei
di
far
ciò
nemmeno
io
,
Altezza
-
disse
il
greco
.
-
E
allora
?
-
Vuoi
lasciare
a
me
carta
bianca
?
-
Il
rajah
lo
guardò
con
diffidenza
.
-
Penseresti
a
farlo
assassinare
da
qualche
sicario
o
di
farlo
avvelenare
?
Cattivi
mezzi
che
non
mi
salverebbero
dall
'
avere
dei
grattacapi
.
-
Non
sarà
contro
di
lui
che
io
agirò
.
A
te
Altezza
non
chiedo
altro
che
di
farlo
strettamente
sorvegliare
.
-
Con
chi
te
la
prenderai
dunque
?
Voglio
prima
saperlo
.
-
Con
quella
misteriosa
principessa
indiana
.
Quando
sarà
in
mia
mano
la
costringerò
a
dirmi
chi
è
,
e
che
razza
d
'
avventuriero
sia
quel
mylord
.
-
Io
credo
davvero
che
tu
appartenga
alla
razza
più
astuta
dell
'
Europa
,
-
disse
il
rajah
.
-
Non
desidero
però
che
quella
donna
o
fanciulla
che
sia
venga
trasportata
qui
.
-
Ho
una
casa
di
mia
proprietà
,
dove
tengo
le
mie
donne
-
rispose
il
greco
.
-
Questa
notte
mi
farò
condurre
colà
,
ma
tu
dirai
a
tutti
che
io
sono
sempre
alla
tua
corte
e
darai
ordine
che
nessuno
,
per
qualsiasi
motivo
,
venga
a
disturbarmi
.
-
Farò
quello
che
vorrai
.
Addio
e
pensa
a
guarire
presto
.
-
13
.
La
scomparsa
di
Surama
Erano
trascorsi
solamente
quattro
giorni
dal
duello
fra
Yanez
e
Teotokris
,
quando
un
pomeriggio
,
nell
'
ora
in
cui
gli
indiani
,
dopo
la
solita
dormita
,
lasciano
le
loro
stanze
per
recarsi
a
respirare
una
boccata
d
'
aria
sulle
terrazze
,
si
presentava
al
palazzo
di
Surama
un
bruttissimo
individuo
dinanzi
al
quale
però
tutti
s
'
inchinavano
come
se
fosse
stato
un
altissimo
personaggio
od
un
essere
più
venerato
ancora
dei
sacerdoti
bramini
.
Si
trattava
d
'
un
fakiro
appartenente
alla
rispettabilissima
classe
dei
gussain
,
ossia
dei
mendicanti
religiosi
d
'
una
setta
tantrica
.
Il
suo
aspetto
era
ben
lungi
dall
'
ispirare
una
qualche
simpatia
,
anzi
nemmeno
un
po
'
di
compassione
.
Un
europeo
sarebbe
certamente
scappato
nauseato
.
Il
suo
viso
era
cinto
da
una
barba
lunghissima
,
incolta
e
che
terminava
in
una
specie
di
pizzo
arricciato
come
la
coda
d
'
un
maiale
che
gli
scendeva
fino
ai
piedi
.
Sulle
gote
e
sulla
fronte
aveva
strani
tatuaggi
rossi
,
figuranti
come
tanti
minuscoli
tridenti
ed
i
suoi
capelli
erano
riuniti
sul
cranio
in
modo
da
formare
come
una
mitra
.
Il
corpo
,
spaventosamente
scarno
,
era
quasi
interamente
nudo
,
non
avendo
che
una
striscia
di
stoffa
giallastra
attorno
ai
fianchi
.
Aveva
però
sul
petto
e
sulle
cosce
un
gran
numero
di
macchie
grigiastre
fatte
certamente
con
sterco
di
vaccina
bruciato
.
Quello
che
lo
rendeva
però
più
spaventoso
era
il
braccio
destro
,
completamente
anchilosato
ed
incartapecorito
,
che
ormai
non
poteva
più
piegarsi
e
che
stringeva
fra
la
mano
ben
chiusa
entro
una
guaina
di
cuoio
una
pianticella
di
mirto
sacro
.
Quantunque
l
'
aspetto
di
quel
disgraziato
fosse
spaventevole
,
anzi
addirittura
ripugnante
,
come
abbiamo
detto
,
tutti
s
'
inchinavano
sul
suo
passaggio
e
s
'
affrettavano
a
fargli
largo
.
Nell
'
India
un
fakiro
,
a
qualunque
setta
appartenga
,
è
sempre
venerato
.
Da
noi
desterebbe
solamente
un
po
'
d
'
ammirazione
per
la
sua
forza
d
'
animo
di
rimanere
per
interi
anni
con
un
braccio
sempre
alzato
finché
l
'
articolazione
si
atrofizzi
e
immerso
in
una
contemplazione
stupida
,
che
nessuna
emozione
anche
profondissima
può
trarre
,
come
nessun
pericolo
.
Può
bruciare
una
pagoda
,
anche
una
città
,
ma
il
fakiro
non
farà
un
passo
per
evitare
le
fiamme
se
è
assorto
nella
sua
contemplazione
.
D
'
altronde
che
cosa
rappresenta
la
morte
per
quei
fanatici
?
La
fine
delle
loro
pene
e
i
godimenti
supremi
del
cailasson
,
ossia
del
paradiso
indiano
.
I
due
servi
che
vegliavano
dinanzi
al
portone
del
palazzo
,
masticando
del
betel
per
ingannare
meglio
il
tempo
,
vedendo
il
fakiro
salire
i
quattro
gradini
si
erano
affrettati
a
muovergli
incontro
,
chiedendogli
premurosamente
che
cosa
desiderasse
.
-
Io
so
,
-
disse
il
fakiro
,
-
che
una
persona
ha
gettato
su
questa
casa
una
cattiva
occhiata
e
vengo
a
proporre
alla
tua
padrona
di
toglierla
onde
non
le
tocchi
qualche
grave
disgrazia
.
-
I
due
servi
si
erano
guardati
l
'
un
l
'
altro
con
spavento
,
poiché
gli
indiani
temono
immensamente
gli
effetti
del
mal
occhio
.
-
Ne
sei
ben
sicuro
gussain
?
-
chiese
uno
dei
due
servi
.
-
Io
stavo
seduto
poco
fa
sui
gradini
di
quella
pagoda
,
quando
vidi
un
vecchio
fermarsi
a
poca
distanza
di
qui
e
fare
dei
segni
misteriosi
.
Te
lo
dico
io
:
ha
lanciato
il
mal
occhio
contro
questo
palazzo
e
anche
contro
tutti
coloro
che
lo
abitano
e
tu
sai
quali
conseguenze
fatali
può
produrre
.
-
Non
sai
chi
è
quel
vecchio
?
-
Prima
d
'
ora
non
l
'
ho
mai
veduto
-
rispose
il
fakiro
.
-
Deve
essere
però
un
nemico
della
tua
padrona
.
-
Attendimi
un
istante
gussain
.
-
Il
servo
si
allontanò
velocemente
,
mentre
l
'
altro
teneva
compagnia
al
fakiro
il
quale
si
era
intanto
seduto
sull
'
ultimo
gradino
,
tenendo
sempre
alto
il
suo
orribile
braccio
anchilosato
e
disseccato
.
Qualche
minuto
dopo
il
primo
servo
ritornava
con
un
viso
sgomentato
dicendo
:
-
Entra
subito
gussain
e
giacché
hai
il
potere
togli
subito
alla
mia
padrona
ed
a
noi
l
'
occhiata
scagliata
da
quel
vecchio
.
-
Sono
pronto
,
-
rispose
il
fakiro
.
-
Allora
entra
.
-
Il
gussain
entrò
nel
palazzo
a
passi
lenti
,
salendo
lo
scalone
che
conduceva
negli
appartamenti
di
Surama
.
La
principessa
lo
aspettava
sul
pianerottolo
.
Indiana
anch
'
ella
,
aveva
paura
della
terribile
occhiata
.
-
Signora
,
-
disse
il
fakiro
,
-
la
tua
casa
è
stata
maledetta
,
ma
io
ho
il
potere
di
distruggere
il
mal
occhio
.
-
Ed
io
saprò
ricompensarti
,
-
rispose
la
giovane
indiana
.
-
Hai
un
bacino
?
-
Sì
.
-
Io
ho
la
tinta
rossa
.
Fammelo
portare
.
-
Surama
fece
un
cenno
ad
una
delle
sue
serve
e
tosto
un
bacino
d
'
argento
fu
portato
.
-
Dammi
anche
un
pezzo
di
tela
-
disse
il
fakiro
.
Surama
si
levò
la
fascia
di
finissimo
percallo
a
righe
bianche
e
azzurre
che
le
serrava
i
fianchi
e
gliela
porse
.
-
Dell
'
acqua
ora
,
-
disse
il
fakiro
.
Una
serva
portò
una
bottiglia
di
cristallo
rosso
,
racchiusa
fino
a
metà
da
una
incrostazione
di
lapislazzuli
.
Il
fakiro
empì
il
bacino
,
vi
versò
dentro
una
polvere
rossastra
,
poi
servendosi
della
mano
sinistra
,
lo
fece
passare
per
tre
volte
dinanzi
al
viso
di
Surama
;
servi
e
serve
si
erano
aggruppati
dietro
alla
padrona
.
Solo
i
quattro
malesi
che
Yanez
aveva
messo
a
disposizione
di
Surama
onde
vegliassero
su
di
lei
,
non
subirono
quella
strana
cerimonia
,
essendosi
probabilmente
accorto
che
non
erano
indiani
,
cosa
d
'
altronde
facilissima
data
la
tinta
olivastro
-
oscuro
della
loro
pelle
.
Ciò
fatto
il
fakiro
prese
la
fascia
di
Surama
coi
denti
e
la
lacerò
in
due
pezzi
,
gettando
con
forza
l
'
uno
a
destra
e
l
'
altro
a
sinistra
.
-
È
fatto
,
-
disse
a
Surama
.
-
Tu
signora
sei
liberata
dall
'
occhiata
di
quel
sinistro
vecchio
e
non
correrai
più
alcun
pericolo
.
-
Che
cosa
vuoi
pel
tuo
disturbo
?
-
chiese
la
giovane
.
-
Che
mi
lasci
un
po
'
riposare
,
-
rispose
il
fakiro
.
-
Sono
molte
notti
che
non
dormo
e
che
non
mi
nutrisco
.
Che
cosa
ne
farei
io
del
denaro
?
Ad
un
fakiro
bastano
un
banano
e
qualche
crosta
di
pane
.
-
Riposati
dunque
,
-
disse
Surama
.
-
Qui
vi
sono
dei
divani
dove
starai
meglio
che
sui
gradini
della
pagoda
.
Quando
uscirai
dalla
mia
casa
avrai
un
regalo
.
Intanto
che
cosa
posso
offrirti
?
-
Fammi
portare
una
tazza
di
toddy
signora
.
È
molto
tempo
che
non
ne
bevo
.
-
Sarai
subito
servito
.
Uscite
tutti
e
lasciatelo
dormire
.
-
Si
ritirarono
ed
il
fakiro
si
stese
su
un
tappeto
,
cogli
occhi
volti
verso
il
soffitto
come
se
l
'
estasi
l
'
avesse
sorpreso
.
Un
momento
dopo
entrava
un
servo
portando
su
un
vassoio
d
'
argento
un
fiasco
pieno
di
quel
dolce
e
leggermente
inebriante
vino
che
gli
indiani
chiamano
toddy
e
che
somiglia
al
nostro
vino
bianco
ed
una
tazza
.
-
Prendi
e
bevi
finché
vuoi
,
gussain
-
gli
disse
,
deponendo
il
vassoio
a
terra
.
-
E
prendi
anche
questa
borsa
che
contiene
dieci
rupie
.
-
Che
saranno
tue
se
rispondi
ad
una
mia
domanda
,
-
rispose
il
fakiro
.
-
Che
cosa
vuoi
sapere
,
gussain
?
-
La
stanza
della
tua
padrona
dove
si
trova
?
-
È
accanto
a
questa
.
-
A
destra
o
a
sinistra
?
-
A
sinistra
,
-
rispose
il
servo
.
-
E
perché
mi
hai
fatto
questa
domanda
?
-
Per
indirizzare
a
lei
le
mie
preghiere
,
-
rispose
il
fakiro
gravemente
.
Il
servo
uscì
.
Il
fakiro
stette
alcuni
minuti
immobile
,
poi
si
alzò
senza
far
rumore
e
trasse
di
sotto
al
gonnellino
che
gli
cingeva
i
fianchi
una
fiala
di
leggerissimo
cristallo
,
fatta
in
forma
d
'
una
bolla
di
sapone
,
che
conteneva
nel
suo
interno
un
mazzolino
di
fiori
azzurri
che
rassomigliavano
alle
violette
.
-
Queste
carma
-
joga
produrranno
il
loro
effetto
,
-
mormorò
.
-
Chi
può
resistere
al
profumo
che
esalano
questi
piccoli
fiori
?
S
'
addormenterà
di
colpo
,
così
potranno
portarla
via
senza
che
mandi
nemmeno
un
lamento
.
-
S
'
avanzò
cautamente
verso
la
porta
che
si
trovava
a
sinistra
,
ascoltò
attentamente
per
alcuni
istanti
trattenendo
il
respiro
,
poi
fece
girare
la
maniglia
senza
produrre
il
menomo
rumore
e
fece
un
passo
innanzi
.
La
stanza
di
Surama
era
tutta
adorna
di
seta
bianca
,
ricamata
in
oro
e
argento
.
In
mezzo
stava
il
letto
,
completamente
isolato
,
coperto
da
un
immenso
drappo
ricamato
splendidamente
,
collocato
sotto
la
punka
.
-
Nessuno
,
-
mormorò
il
fakiro
.
-
È
Siva
o
Brahma
che
mi
proteggono
?
L
'
uomo
bianco
sarà
contento
!
-
S
'
avvicinò
ad
un
piccolo
mobile
di
ebano
,
intarsiato
di
madreperla
e
coperto
da
un
tappeto
che
cadeva
fino
al
suolo
,
spezzò
il
recipiente
di
vetro
e
vi
gettò
sotto
il
mazzolino
.
-
Dormirai
anche
se
non
avrai
sonno
,
-
disse
poi
,
con
un
sorriso
ironico
.
Uscì
indietreggiando
,
rinchiuse
la
porta
e
tornò
a
sdraiarsi
sul
tappeto
come
un
uomo
immensamente
stanco
.
Il
sole
era
tramontato
da
qualche
ora
,
quando
il
servo
di
Surama
entrò
chiedendogli
:
-
Gussain
vuoi
cenare
?
La
mia
padrona
ti
offre
da
mangiare
.
-
Lasciami
dormire
-
rispose
il
fakiro
,
socchiudendo
gli
occhi
.
-
Sono
molto
stanco
.
La
tua
padrona
mi
permette
?
-
Un
sant
'
uomo
è
padrone
di
dormire
come
e
dove
crede
.
Riposa
in
pace
e
che
Brahma
,
Siva
e
Visnù
veglino
su
di
te
,
-
rispose
il
servo
.
-
La
casa
è
tua
!
-
Il
fakiro
fece
col
capo
un
leggero
movimento
e
rinchiuse
gli
occhi
.
Dormiva
realmente
?
Era
un
po
'
difficile
a
saperlo
.
La
notte
era
scura
.
Tutti
si
erano
coricati
nel
palazzo
:
la
padrona
,
i
malesi
,
i
servi
e
le
serve
.
Un
uomo
solo
vegliava
come
una
tigre
in
agguato
:
il
fakiro
.
Doveva
essere
quasi
la
mezzanotte
quando
un
sibilo
acuto
tagliò
l
'
aria
.
Il
fakiro
udendolo
,
si
era
prontamente
alzato
.
-
Dorme
,
-
mormorò
.
Colla
mano
sinistra
aprì
la
finestra
e
gettò
sulla
via
tenebrosa
un
rapido
sguardo
.
Delle
ombre
umane
stavano
ferree
in
mezzo
alla
strada
.
Strinse
le
labbra
e
lasciò
fuggire
un
debolissimo
sibilo
,
che
si
poteva
scambiare
con
quello
del
velenosissimo
cobra
-
capello
.
Un
segnale
eguale
subito
rispose
.
-
Sono
pronti
,
-
mormorò
;
-
allora
tutto
va
bene
.
-
Si
affacciò
alla
finestra
e
lanciò
un
secondo
sibilo
.
Subito
dopo
un
colpo
secco
si
fece
udire
contro
una
delle
due
imposte
.
Il
fakiro
allungò
la
sinistra
e
afferrò
una
fune
che
era
attaccata
ad
una
freccia
molto
lunga
,
che
si
era
profondamente
infissa
nel
legno
.
-
Che
demonio
è
quell
'
uomo
bianco
!
-
brontolò
.
-
Mantiene
le
promesse
e
pagherà
anche
a
me
le
cento
rupie
che
mi
ha
promesso
.
Aspettate
un
momento
e
l
'
affare
sarà
finito
senza
che
nessuno
se
ne
accorga
.
-
S
'
appressò
alla
porta
,
ascoltò
ancora
,
poi
risolutamente
aprì
.
La
lampada
che
rischiarava
la
stanza
di
Surama
,
brillava
ancora
,
spandendo
al
di
sotto
una
luce
leggermente
azzurrognola
.
Le
serve
avevano
abbassato
il
lucignolo
in
modo
che
la
luce
fosse
debolissima
.
Surama
dormiva
profondamente
.
Solo
la
sua
respirazione
era
un
po
'
affannosa
come
se
qualche
cosa
le
gravitasse
sul
cuore
.
Il
fakiro
contemplò
per
alcuni
istanti
il
viso
bellissimo
e
roseo
della
giovane
indiana
,
poi
fece
un
gesto
di
dispetto
.
-
Maledetto
sia
il
giorno
che
io
ho
disseccato
il
mio
braccio
-
disse
.
-
Vile
mestiere
è
quello
del
fakiro
!
...
Ah
!
-
Tornò
rapidamente
nel
salotto
,
assicurò
la
fune
ad
un
gancio
delle
imposte
e
mandò
due
sibili
.
Un
istante
dopo
un
uomo
scavalcava
il
davanzale
,
tenendo
stretto
fra
le
labbra
uno
di
quei
terribili
coltelli
indiani
chiamati
tarwar
.
-
Che
cosa
vuoi
gussain
?
-
gli
chiese
,
balzando
agilmente
nella
stanza
.
-
Che
mi
aiuti
-
rispose
il
fakiro
.
-
Io
non
posso
usare
che
un
solo
braccio
.
-
Vuoi
che
uccida
?
-
No
:
il
padrone
non
vuole
.
Nessun
delitto
per
ora
.
Aiutami
a
portare
via
la
fanciulla
.
-
Guidami
.
-
Il
fakiro
rientrò
nella
stanza
di
Surama
e
gliela
indicò
dicendogli
:
-
Fa
'
presto
:
i
fiori
della
carma
-
joga
addormentano
.
-
L
'
indiano
strappò
dal
letto
la
coperta
di
seta
bianca
,
levò
con
un
gesto
brusco
le
lenzuola
,
avvolse
Surama
che
pareva
colpita
da
una
specie
di
catalessi
e
lasciò
subito
la
stanza
borbottando
:
-
Maledetti
fiori
!
Un
momento
ancora
e
m
'
addormentavo
anch
'
io
!
...
-
Afferrò
Surama
fra
le
braccia
secche
nervose
,
scavalcò
il
davanzale
,
s
'
aggrappò
con
una
mano
sola
alla
fune
e
si
lasciò
scivolare
giù
.
Il
fakiro
quantunque
avesse
la
destra
anchilosata
e
stringesse
sempre
nella
destra
il
ramoscello
di
mirto
sacro
,
l
'
aveva
subito
seguìto
.
Dieci
uomini
armati
di
lunghe
carabine
e
di
scimitarre
li
aspettavano
in
mezzo
alla
via
.
-
È
fatto
il
colpo
?
-
chiese
uno
.
-
Sì
.
-
In
marcia
allora
.
-
Ed
io
?
-
chiese
il
fakiro
.
-
Seguici
.
-
Un
palanchino
sorretto
da
quattro
hamali
era
pronto
.
Surama
sempre
avvolta
nella
coperta
di
seta
bianca
vi
fu
adagiata
,
le
cortine
furono
abbassate
,
poi
il
drappello
si
mise
rapidamente
in
marcia
preceduto
da
due
mussalchi
che
portavano
delle
torce
accese
.
Nel
palazzo
nessuno
si
era
accorto
di
quell
'
audace
rapimento
compiuto
nel
colmo
della
notte
e
nel
più
profondo
silenzio
.
I
rapitori
percorsero
diverse
vie
oscure
e
deserte
,
poi
si
arrestarono
dinanzi
a
un
vasto
caseggiato
che
rassomigliava
nella
costruzione
a
quei
comodi
e
graziosi
bengalow
che
si
fabbricano
gli
inglesi
che
si
stabiliscono
nell
'
India
.
La
porta
era
aperta
e
la
gradinata
illuminata
da
una
grossa
lampada
.
Un
chitmudgar
,
accompagnato
da
quattro
servi
,
aspettava
il
drappello
.
-
Fatto
?
-
chiese
.
-
Sì
,
-
rispose
il
fakiro
.
-
Il
tuo
padrone
sarà
contento
.
-
Il
chitmudgar
sollevò
una
tenda
del
palanchino
e
gettò
su
Surama
,
sempre
addormentata
,
un
rapido
sguardo
.
-
Sì
,
-
disse
poi
.
-
È
la
principessa
misteriosa
.
-
Fece
un
segno
ai
servi
.
Questi
presero
il
palanchino
,
l
'
alzarono
e
salirono
frettolosamente
la
scala
.
-
Potete
andare
,
-
disse
allora
il
maggiordomo
rivolgendosi
alla
scorta
,
-
e
anche
tu
gussain
.
È
meglio
che
non
ti
si
veda
in
questa
casa
.
Eccovi
cento
rupie
che
il
mio
padrone
vi
regala
.
Buona
notte
.
-
Chiuse
la
porta
e
raggiunse
i
servi
i
quali
avevano
deposto
il
palanchino
in
una
bellissima
e
ampia
stanza
,
il
cui
centro
era
occupato
da
un
letto
incrostato
di
laminelle
d
'
argento
e
di
madreperla
con
ricchissima
coperta
di
seta
azzurra
a
ricami
gialli
.
Il
chitmudgar
prese
fra
le
robuste
braccia
la
bella
indiana
che
pareva
morta
,
svolse
la
coperta
di
seta
bianca
e
la
mise
a
letto
,
coprendola
per
bene
.
-
Portate
via
il
palanchino
ora
-
disse
ai
servi
.
Erano
appena
usciti
quando
un
uomo
entrò
:
era
uno
dei
ministri
del
rajah
.
-
Eccola
signore
-
disse
il
maggiordomo
,
inchinandosi
profondamente
.
-
Le
guardie
del
favorito
hanno
agito
rapidamente
e
senza
allarmare
gli
abitanti
del
palazzo
.
-
Il
ministro
sollevò
la
coperta
e
guardò
Surama
.
-
È
bellissima
,
-
disse
.
-
Il
grande
cacciatore
è
di
buon
gusto
.
-
Devo
svegliarla
signore
?
-
Che
cosa
ha
adoperato
il
fakiro
per
addormentarla
?
-
Gli
ho
dato
tre
fiorellini
di
carma
-
joga
.
-
Ah
!
-
fece
il
ministro
.
-
Ne
coltivo
molti
nel
giardino
.
-
Come
potremo
farla
parlare
?
-
Ho
previsto
tutto
,
signore
.
-
Colla
youma
?
-
Ho
qualche
cosa
di
meglio
-
rispose
il
maggiordomo
con
un
'
sottile
sorriso
.
-
Fino
da
ieri
ho
preparato
una
infusione
di
bâng10
e
di
benafuli11
.
-
Non
s
'
addormenterà
di
più
invece
?
-
No
,
signore
:
la
renderà
furibonda
e
parlerà
.
Il
benafuli
modera
l
'
azione
dell
'
oppio
.
-
Che
si
possa
tentare
la
prova
?
-
Quando
tu
vorrai
,
signore
.
-
Tu
mi
assicuri
che
la
principessa
non
soffrirà
.
-
Rispondo
io
pienamente
.
-
Agisci
allora
.
-
Il
chitmudgar
prese
da
una
mensola
una
fiala
di
cristallo
che
conteneva
un
liquido
giallastro
,
un
piccolo
coltello
d
'
argento
e
s
'
avvicinò
a
Surama
.
-
Bada
di
non
farle
male
,
-
disse
il
ministro
.
-
Noi
non
sappiamo
ancora
chi
sia
,
ed
il
rajah
desidera
che
si
usi
la
più
grande
prudenza
.
-
Non
temere
,
signore
-
rispose
il
maggiordomo
.
Aprì
le
labbra
di
Surama
,
introdusse
leggermente
,
con
somma
precauzione
,
la
punta
del
coltello
fra
gli
splendidi
dentini
che
erano
strettamente
chiusi
,
poi
facendo
un
piccolo
sforzo
li
aprì
.
Subito
un
lungo
sospiro
sfuggì
alla
fanciulla
;
però
gli
occhi
rimasero
chiusi
.
Il
chitmudgar
prese
la
fiala
e
versò
parecchie
gocce
nella
gola
della
bella
dormente
.
-
Dieci
-
contò
.
-
Bastano
.
-
Aveva
appena
terminato
di
parlare
,
quando
un
fremito
scosse
il
corpo
di
Surama
.
Pareva
che
fosse
stata
toccata
da
una
scarica
elettrica
.
-
Si
sveglia
,
signore
-
disse
il
chitmudgar
.
-
Fra
poco
tu
saprai
tutto
quello
che
vorrai
.
-
Un
secondo
fremito
,
più
intenso
del
primo
,
aveva
fatto
sussultare
la
giovane
indiana
.
-
Odi
come
respira
più
libera
,
signore
?
-
disse
il
maggiordomo
che
non
staccava
gli
sguardi
da
Surama
-
È
segno
che
il
suo
sonno
sta
per
finire
.
-
D
'
un
tratto
Surama
s
'
alzò
di
colpo
a
sedere
,
aprendo
gli
occhi
.
Il
suo
viso
,
sotto
l
'
influenza
di
quella
strana
pozione
somministratale
dal
chitmudgar
era
alterato
e
le
sue
pupille
apparivano
straordinariamente
dilatate
.
Si
guardò
intorno
con
vivo
stupore
,
fermando
poi
lo
sguardo
sui
due
uomini
che
le
stavano
presso
,
muti
ed
immobili
.
-
Dove
sono
io
?
-
chiese
.
-
Questa
non
è
la
mia
stanza
!
-
Parve
però
che
quel
lampo
di
lucidità
subito
si
spegnesse
,
poiché
si
portò
una
mano
alla
fronte
,
come
se
cercasse
di
risvegliare
dei
lontani
ricordi
.
-
Yanez
!
Mio
sahib
bianco
!
-
esclamò
dopo
alcuni
istanti
.
-
Perché
non
ti
vedo
presso
di
me
?
Il
rajah
ha
sempre
bisogno
di
te
?
-
Yanez
!
-
mormorò
il
ministro
,
guardando
il
chitmudgar
.
-
Chi
sarà
?
-
Taci
signore
e
lasciala
parlare
per
ora
-
rispose
il
maggiordomo
.
-
La
interrogherai
più
tardi
.
-
Surama
continuava
a
passarsi
e
ripassarsi
la
destra
sulla
fronte
.
I
suoi
occhi
parevano
seguissero
qualche
visione
,
perché
li
teneva
sempre
fissi
dinanzi
a
sé
.
-
Yanez
,
-
riprese
dopo
un
nuovo
e
più
lungo
silenzio
.
-
Perché
non
vieni
?
Ho
fatto
un
triste
sogno
l
'
altra
notte
,
mio
adorato
sahib
bianco
.
Un
brutto
uomo
,
un
fakiro
,
è
entrato
nella
mia
casa
e
mi
ha
guardato
a
lungo
.
Diceva
che
un
nemico
aveva
lanciato
su
di
me
il
mal
occhio
!
Che
sia
vero
?
Vieni
amico
,
io
ho
paura
,
molta
paura
.
La
pietra
di
Salagraman
e
la
kala
bâgh
non
ti
saranno
fatali
?
Le
corone
costano
troppo
care
!
-
Le
corone
!
-
mormorò
il
ministro
aggrottando
la
fronte
.
-
Di
quali
intende
parlare
questa
fanciulla
?
Chitmudgar
apri
bene
gli
orecchi
.
-
Non
perdo
una
sillaba
.
-
Surama
aveva
avuto
in
quel
momento
un
improvviso
accesso
di
collera
.
-
Maledetto
fakiro
!
-
aveva
gridato
tendendo
le
pugna
.
-
Non
era
vero
che
quel
vecchio
sconosciuto
aveva
gettato
sulla
mia
casa
il
mal
occhio
!
Tu
eri
stato
pagato
dal
rajah
o
dall
'
avventuriero
che
cerca
la
rovina
del
mio
sahib
bianco
!
-
Odi
?
-
chiese
il
ministro
.
-
Sì
,
-
rispose
il
chitmudgar
.
-
L
'
avventuriero
deve
essere
il
favorito
.
-
Certo
,
signore
.
Taci
,
lasciala
parlare
.
-
Surama
continuava
a
passarsi
la
destra
sulla
fronte
che
appariva
imperlata
di
sudore
.
Il
bâng
operava
,
esaltandola
a
poco
a
poco
.
Vi
fu
un
altro
lungo
silenzio
,
poi
la
giovane
ravviandosi
con
una
mossa
nervosa
i
lunghi
capelli
neri
continuò
,
guardando
sempre
dinanzi
a
sé
:
-
Perché
la
Tigre
della
Malesia
e
Tremal
-
Naik
non
vengono
in
mio
aiuto
?
Sono
uomini
forti
che
hanno
vinta
e
uccisa
la
Tigre
dell
'
India
,
il
terribile
Suyodhana
che
faceva
tremare
anche
il
governo
del
Bengala
!
Uscite
dal
tempio
sotterraneo
,
venite
,
uccidete
,
distruggete
!
Yanez
vuole
la
corona
dell
'
Assam
per
darla
a
me
!
Chi
vincerà
voi
che
avete
fatto
tremare
l
'
intero
Borneo
?
Il
Re
del
Mare
è
stato
vinto
,
ma
a
quale
prezzo
?
Voi
siete
degli
eroi
della
Sonda
!
-
Riesci
a
comprendere
qualche
cosa
tu
,
chitmudgar
?
-
chiese
il
ministro
del
rajah
che
cadeva
di
sorpresa
in
sorpresa
.
-
No
,
signore
.
-
Che
il
tuo
bâng
l
'
abbia
fatta
impazzire
?
-
È
impossibile
.
-
Che
cosa
dice
dunque
questa
fanciulla
?
-
Aspettiamo
.
-
Parla
d
'
una
corona
però
.
-
E
di
quella
dell
'
Assam
.
-
Che
mistero
è
questo
?
-
Abbi
pazienza
,
signore
.
Forse
si
spiegherà
meglio
.
-
Surama
si
era
nuovamente
alzata
ed
i
suoi
sguardi
si
erano
fissati
,
per
la
seconda
volta
,
sul
ministro
.
-
Tu
non
sei
il
sahib
bianco
-
gli
disse
.
-
Che
cosa
fai
qui
?
-
Il
chitmudgar
fece
un
segno
come
per
dire
:
-
Interroga
pure
.
-
No
,
-
disse
il
ministro
-
io
non
sono
il
sahib
bianco
,
però
sono
un
suo
fedelissimo
amico
.
-
Perché
non
vai
allora
ad
avvertire
la
Tigre
della
Malesia
?
-
Chi
è
?
-
Il
più
formidabile
uomo
delle
isole
della
Sonda
,
-
rispose
Surama
.
-
Le
isole
della
Sonda
!
Dove
si
trovano
quelle
terre
?
-
Là
dove
il
sole
nasce
.
-
Quell
'
uomo
viene
dunque
da
lontano
.
-
Molto
da
lontano
:
il
Borneo
non
è
vicino
all
'
India
.
-
E
che
cosa
faceva
quell
'
uomo
laggiù
?
-
Combatteva
sempre
.
-
Col
sahib
bianco
?
-
No
,
contro
gli
inglesi
ed
i
thugs
di
Rajmangal
.
-
Il
ministro
che
non
comprendeva
nulla
,
non
essendo
gli
indiani
troppo
forti
in
geografia
,
guardò
il
chitmudgar
,
ma
questi
gli
fece
un
segno
imperioso
che
voleva
dire
"
continua
"
.
-
Rajmangal
?
-
proseguì
il
ministro
.
-
Dov
'
è
?
-
Nel
Bengala
-
rispose
Surama
.
-
Ed
il
sahib
bianco
ha
ucciso
il
capo
dei
thugs
?
-
Non
lui
:
è
stata
la
Tigre
della
Malesia
.
-
E
dov
'
è
questa
Tigre
?
Io
non
l
'
ho
veduta
alla
corte
del
rajah
.
-
Oh
no
!
È
nella
pagoda
sotterranea
coi
suoi
malesi
.
-
Dov
'
è
questa
pagoda
?
-
Di
fronte
all
'
isola
...
a
quell
'
isola
dove
hanno
rubata
la
pietra
di
Salagraman
.
-
Chi
l
'
ha
rubata
?
-
Yanez
.
-
Ancora
questo
nome
misterioso
,
-
mormorò
il
ministro
.
-
Chi
sono
dunque
quegli
uomini
?
-
Poi
alzando
la
voce
proseguì
:
-
Sai
il
nome
di
quella
pagoda
?
-
No
:
so
solo
che
è
scavata
in
una
collina
che
strapiomba
nel
fiume
.
-
Di
fronte
alla
pagoda
di
Karia
,
è
vero
?
-
Sì
,
sì
,
così
mi
hanno
detto
.
-
Chi
l
'
abita
?
-
Degli
uomini
che
non
sono
indiani
.
-
Molti
?
-
Non
lo
so
,
-
rispose
Surama
.
-
Perché
sono
venuti
qui
?
-
Per
la
corona
.
-
Quale
corona
?
-
Dell
'
Assam
.
-
Il
ministro
ed
il
chitmudgar
si
guardarono
l
'
un
l
'
altro
con
spavento
.
-
Una
qualche
congiura
si
sta
certamente
tramando
contro
il
rajah
-
disse
il
primo
.
-
Continua
a
interrogarla
,
signore
-
rispose
il
secondo
.
-
Ho
paura
di
saper
troppe
cose
.
-
Si
tratta
forse
della
vita
del
rajah
.
-
Il
ministro
si
rivolse
verso
Surama
la
quale
non
cessava
di
guardare
dinanzi
a
sé
.
-
Signora
,
-
le
disse
,
-
chi
guida
quegli
uomini
?
-
Questa
volta
Surama
non
rispose
.
-
Mi
hai
udito
?
-
chiese
il
ministro
.
La
giovane
agitò
le
labbra
come
se
volesse
parlare
,
poi
ricadde
pesantemente
sul
letto
,
chiudendo
gli
occhi
.
-
Il
sonno
l
'
ha
ripresa
,
-
disse
il
chitmudgar
.
-
Non
potrai
sapere
più
nulla
,
signore
.
-
E
domani
?
-
Bisognerebbe
somministrarle
una
nuova
dose
di
bâng
e
di
benafuli
,
ma
io
non
oserò
.
-
Perché
?
-
Potrebbe
non
risvegliarsi
più
mai
.
Non
si
può
scherzare
impunemente
coll
'
oppio
.
-
Ne
so
abbastanza
d
'
altronde
,
-
mormorò
il
ministro
.
-
Andiamo
ad
avvertire
subito
il
favorito
e
prendiamo
le
nostre
misure
per
sorprendere
quei
misteriosi
congiurati
.
Fortunatamente
abbiamo
i
seikki
e
quelli
sono
guerrieri
che
non
hanno
paura
di
nessuno
.
-
Date
prima
i
vostri
ordini
,
signore
-
disse
il
maggiordomo
.
-
Lasciala
riposare
tranquilla
e
se
si
sveglia
trattala
coi
dovuti
riguardi
.
Può
essere
sotto
la
protezione
del
governatore
del
Bengala
ed
il
rajah
non
ha
alcun
desiderio
di
far
entrare
gli
inglesi
in
questa
faccenda
.
Domani
puoi
venire
alla
corte
?
-
Sì
,
mio
signore
.
Ho
un
fratello
che
fa
il
chitmudgar
.
-
Veglia
attentamente
.
-
Tutti
i
servi
sono
stati
armati
.
-
Il
ministro
uscì
accompagnato
dal
maggiordomo
e
scese
nel
giardino
che
si
estendeva
dietro
alla
casa
.
Otto
uomini
,
tutti
armati
,
stavano
intorno
ad
uno
di
quei
palanchini
chiamati
dâk
con
due
portatori
di
torce
.
-
Al
palazzo
del
rajah
,
-
comandò
il
ministro
.
-
Presto
:
ho
molta
fretta
.
-
14
.
Sandokan
alla
riscossa
Era
appena
trascorsa
mezz
'
ora
da
che
Surama
era
stata
rapita
mercé
l
'
audacia
del
fakiro
,
quando
una
delle
serve
entrava
nella
stanza
,
per
annunciare
alla
sua
giovane
padrona
il
ritorno
del
capo
della
scorta
con
una
lettera
urgente
della
Tigre
della
Malesia
.
Quantunque
fosse
passata
già
la
mezzanotte
,
la
fedele
indiana
non
aveva
esitato
a
vestirsi
prontamente
e
ad
entrare
,
avendo
ricevuto
l
'
ordine
di
svegliarla
nel
caso
che
qualche
messaggero
si
fosse
presentato
al
palazzo
.
Il
capo
della
scorta
di
Yanez
si
era
fermato
dinanzi
alla
porta
,
però
udendo
la
donna
mandare
un
grido
altissimo
,
si
era
subito
slanciato
innanzi
temendo
che
qualche
grave
pericolo
minacciasse
la
fidanzata
del
portoghese
.
-
Perché
urli
così
?
-
aveva
chiesto
,
mettendo
una
mano
sull
'
impugnatura
della
scimitarra
.
-
Sparita
!
-
Chi
?
-
La
padrona
!
-
È
impossibile
!
-
Guarda
!
Il
letto
è
vuoto
.
-
Il
malese
aveva
fatto
un
gesto
di
stupore
,
poi
la
sua
pelle
era
diventata
grigiastra
che
è
quanto
dire
pallidissima
.
Aveva
veduto
il
letto
disfatto
,
le
coperte
rovesciate
e
le
lenzuola
vuote
.
-
Rapita
!
-
aveva
esclamato
.
-
Lo
vedi
:
non
vi
è
più
.
-
Che
sia
uscita
?
-
No
,
perché
la
porta
era
chiusa
e
due
servi
vegliavano
.
-
Chiama
qui
tutti
e
da
'
ordine
di
preparare
due
cavalli
,
i
migliori
che
si
trovano
nelle
scuderie
.
-
La
serva
uscì
correndo
mentre
il
malese
faceva
il
giro
della
stanza
.
La
finestra
colle
imposte
aperte
lo
colpì
subito
.
-
È
per
di
là
che
l
'
hanno
fatta
scendere
!
-
esclamò
.
Si
curvò
sul
davanzale
,
allungò
le
braccia
e
trovò
la
corda
ancora
appesa
al
gancio
.
-
Birbanti
!
-
mormorò
.
-
Come
hanno
fatto
ad
introdursi
qui
senza
che
nessuno
li
udisse
e
portarla
via
senza
che
Surama
mandasse
un
grido
o
...
-
Si
era
bruscamente
interrotto
,
portandosi
una
mano
sulla
fronte
.
-
Che
cosa
provo
io
?
-
si
chiese
,
guardandosi
rapidamente
intorno
.
-
Si
direbbe
che
il
mio
cervello
diventa
pesante
e
che
un
lieve
torpore
m
'
invade
...
e
questo
sottile
profumo
da
dove
proviene
?
Eppure
io
non
vedo
alcun
fiore
qui
.
-
In
quel
momento
entravano
i
servi
,
le
serve
ed
i
quattro
malesi
gridando
e
piangendo
.
-
Silenzio
,
-
disse
il
capo
della
scorta
.
-
Ditemi
innanzi
tutto
se
voi
sentite
un
qualche
profumo
sospetto
qui
.
-
Tutti
fiutarono
l
'
aria
a
varie
riprese
,
poi
uno
dei
servi
esclamò
:
-
Hanno
nascosti
qui
dei
carma
-
joga
!
-
Che
cosa
sono
?
-
chiese
il
capo
.
-
Dei
fiori
che
addormentano
.
-
Cercateli
.
-
I
servi
si
misero
a
rovistare
dappertutto
,
spostando
i
mobili
,
sollevando
i
tappeti
ed
i
cortinaggi
e
riuscirono
finalmente
a
trovare
il
piccolo
mazzolino
che
il
furbo
fakiro
aveva
nascosto
ed
i
pezzi
di
vetro
della
bottiglietta
rotonda
.
-
Gettiamoli
subito
via
,
-
disse
colui
che
li
aveva
scoperti
.
-
Corriamo
il
rischio
di
addormentarci
anche
noi
.
-
Il
mazzolino
fu
lanciato
attraverso
la
finestra
aperta
.
-
Ditemi
ora
,
-
disse
il
capo
.
-
Avete
veduto
nessuno
a
entrare
?
-
No
-
risposero
tutti
ad
una
voce
.
-
E
nessun
rumore
?
-
Nemmeno
.
-
Avete
dei
sospetti
?
-
No
.
-
Ad
un
tratto
uno
dei
servi
mandò
un
grido
:
-
E
il
gussain
?
Andiamo
a
vedere
se
c
'
è
ancora
.
-
La
porta
che
comunicava
col
salotto
fu
aperta
e
tutti
poterono
constatare
che
il
fakiro
non
vi
era
più
.
Un
grido
di
rabbia
sfuggì
da
tutte
le
bocche
:
-
Il
miserabile
!
-
Che
cosa
volete
dire
?
-
chiese
il
capo
.
-
Chi
era
?
Un
uomo
forse
?
-
Un
fakiro
-
disse
uno
dei
quattro
malesi
.
-
L
'
hai
veduto
anche
tu
?
-
Sì
,
capo
.
-
Sono
pronti
i
cavalli
?
-
Sono
davanti
alla
porta
signore
-
rispose
uno
staffiere
.
-
Vieni
con
me
Loy
,
-
comandò
il
capo
.
-
Mi
racconterai
ciò
che
è
avvenuto
durante
il
viaggio
.
Non
dobbiamo
perdere
un
solo
istante
.
Forse
ho
indugiato
troppo
.
-
Scesero
rapidamente
le
scale
,
senza
aver
aggiunta
nessuna
altra
parola
e
trovati
i
cavalli
che
scalpitavano
dinanzi
alla
gradinata
,
trattenuti
a
stento
da
due
servi
,
balzarono
in
sella
allentando
le
briglie
.
-
Dove
andiamo
,
Kubang
?
-
chiese
Loy
.
-
Alla
pagoda
sotterranea
.
Avvertiamo
innanzi
tutto
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Ed
il
capitano
Yanez
?
-
Il
palazzo
del
rajah
è
chiuso
di
notte
e
poi
il
capitano
non
potrebbe
tentare
nulla
in
questo
momento
,
mentre
la
Tigre
e
Tremal
-
Naik
sono
liberi
e
hanno
uomini
valenti
con
loro
come
Kammamuri
e
quel
Bindar
.
Spingi
il
tuo
cavallo
e
arma
la
tua
carabina
.
La
notte
scorsa
ho
uccisa
una
spia
nei
pressi
del
nostro
rifugio
.
-
Ti
aveva
seguito
?
-
Sì
e
per
molte
ore
;
però
me
la
sono
sbrigata
presto
.
Non
ho
fatto
altro
che
imboscarmi
fra
le
centinaia
di
tronchi
d
'
un
banian
e
aspettare
che
mi
passasse
dinanzi
.
Una
palla
sola
è
stata
sufficiente
a
chiudergli
la
bocca
eternamente
.
Via
,
sferza
!
Sarà
un
colpo
terribile
anche
per
la
Tigre
della
Malesia
nell
'
apprendere
la
scomparsa
di
Surama
,
che
ama
come
se
fosse
sua
figlia
.
-
I
due
cavalli
,
due
splendidi
corsieri
del
Guzerate
,
correvano
come
il
vento
,
sollevando
una
fitta
colonna
di
polvere
,
non
essendo
le
antiche
città
indiane
lastricate
.
In
un
quarto
d
'
ora
raggiunsero
l
'
ultimo
sobborgo
che
si
estendeva
lungo
la
riva
sinistra
del
Brahmaputra
e
si
gettarono
nell
'
aperta
campagna
senza
che
i
due
malesi
avessero
incontrato
fino
allora
alcun
essere
vivente
.
Un
altro
quarto
d
'
ora
dopo
,
galopparono
fra
le
folte
macchie
di
banian
,
di
tara
e
di
mangifere
che
nascondevano
in
gran
parte
l
'
enorme
roccia
nelle
cui
viscere
s
'
apriva
la
pagoda
sotterranea
.
-
Preparati
a
raccontare
tutto
alla
Tigre
della
Malesia
,
-
disse
il
capo
a
Kubang
.
-
Ci
siamo
.
-
Quattro
uomini
erano
balzati
bruscamente
sul
sentiero
che
conduceva
al
tempio
,
puntando
le
carabine
.
-
Amici
,
-
gridò
il
capo
.
-
Presto
,
accorrete
a
svegliare
il
padrone
.
Notizie
gravi
.
-
Due
sentinelle
scomparvero
fra
le
macchie
mentre
le
altre
si
rimettevano
in
agguato
,
onde
impedire
che
qualche
spia
s
'
avvicinasse
.
I
due
malesi
,
pochi
istanti
dopo
,
entravano
nel
tempio
sotterraneo
,
preceduti
da
due
dayachi
muniti
di
torce
e
s
'
introducevano
nella
saletta
già
descritta
,
dove
si
trovavano
mezzi
vestiti
la
Tigre
della
Malesia
,
Tremal
-
Naik
,
Kammamuri
e
l
'
indiano
Bindar
.
-
Che
notizie
rechi
?
-
chiese
il
primo
non
senza
una
certa
commozione
.
-
Se
sei
tornato
così
presto
vuol
dire
che
qualche
grave
avvenimento
è
accaduto
in
città
.
-
Gravissimo
,
Tigre
della
Malesia
:
Surama
è
stata
rapita
.
Il
mio
compagno
ti
narrerà
tutto
.
-
Vi
fu
fra
quei
quattro
uomini
un
momento
di
silenzio
angoscioso
:
il
pirata
e
Tremal
-
Naik
rimasero
come
fulminati
.
-
Scomparsa
!
-
esclamò
poi
il
primo
con
voce
terribile
.
-
Chi
può
aver
osato
tanto
?
Yanez
lo
sa
?
-
No
padrone
,
-
rispose
il
malese
.
-
Surama
è
stata
portata
via
forse
un
paio
d
'
ore
fa
.
-
E
da
chi
?
-
domandò
Tremal
-
Naik
stringendo
i
pugni
,
mentre
il
maharatto
si
strappava
i
peli
dalla
rada
barba
.
-
Ascoltatelo
,
-
disse
Sandokan
.
-
Parla
!
Parla
!
-
gridarono
tutti
ad
una
voce
.
Il
malese
che
era
ai
servigi
di
Surama
narrò
rapidamente
quanto
era
avvenuto
,
non
dimenticando
di
far
cadere
i
suoi
sospetti
sul
gussain
dal
braccio
anchilosato
.
Quella
circostanza
colpì
subito
Bindar
.
-
Un
fakiro
che
porta
un
ramoscello
chiuso
entro
il
pugno
,
-
disse
l
'
indiano
,
quando
il
malese
ebbe
terminato
.
-
Non
ve
n
'
è
che
uno
in
tutta
la
città
:
Tantia
.
-
Lo
conosci
tu
?
-
chiese
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Sì
,
di
vista
,
sahib
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Che
tipo
è
?
-
Uhm
!
Non
gode
troppo
buona
fama
quel
fakiro
.
Si
dice
che
sia
una
spia
del
rajah
o
dei
suoi
ministri
.
-
Sai
dove
abita
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Ordinariamente
sui
gradini
delle
pagode
e
domani
è
venerdì
,
è
vero
?
-
Sì
,
-
rispose
Kammamuri
.
-
Lo
potremo
vedere
di
certo
dinanzi
alla
pagoda
di
Karia
.
Io
in
tale
giornata
l
'
ho
sempre
veduto
a
fare
il
giuoco
del
fiore
in
compagnia
di
alcuni
saniassi
,
che
devono
essere
i
suoi
protettori
ed
anche
i
suoi
sfruttatori
.
-
Ecco
il
punto
di
partenza
,
-
disse
Sandokan
che
non
aveva
perduto
una
sillaba
.
-
Purché
non
vi
siano
due
di
quei
birbanti
!
-
No
,
sahib
,
ne
sono
sicuro
,
-
rispose
Bindar
.
-
Io
conosco
la
città
a
menadito
abitando
qui
da
undici
anni
e
non
ho
mai
veduto
un
gussain
che
somigliasse
a
quello
.
-
Tu
,
hai
notato
qualche
altro
segno
particolare
su
quel
fakiro
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
al
malese
di
Surama
.
-
Sì
,
una
larga
cicatrice
sulla
fronte
,
che
mi
parve
prodotta
più
da
un
terribile
colpo
di
frusta
che
da
un
'
arma
da
taglio
.
-
È
Tantia
!
-
esclamò
Bindar
.
-
Anch
'
io
ho
notato
quel
segno
violaceo
che
sembra
un
leggero
solco
.
-
A
che
ora
va
ad
occupare
i
gradini
della
pagoda
?
-
chiese
Sandokan
.
-
L
'
ho
sempre
veduto
di
buon
'
ora
.
Nel
pomeriggio
dorme
sotto
i
banian
.
-
Coi
suoi
saniassi
?
-
Sì
,
sahib
.
-
La
bangle
è
sempre
pronta
?
-
È
nascosta
fra
i
canneti
della
riva
.
-
Tremal
-
Naik
,
partiamo
.
Non
mancano
che
tre
ore
all
'
alba
.
-
Quanti
uomini
?
-
chiese
il
bengalese
.
-
Una
diecina
basteranno
.
Gli
altri
rimangano
a
guardia
di
quel
caro
Kaksa
Pharaum
.
Il
ministro
deve
essere
ora
più
sorvegliato
che
mai
.
Se
dovesse
fuggirci
sarebbe
finita
per
noi
e
anche
per
Yanez
.
-
Padrone
,
-
disse
-
devo
avvertire
il
capitano
?
-
Per
ora
no
.
Andiamo
,
amici
:
un
'
ora
perduta
vale
un
giorno
in
questi
momenti
.
-
Kammamuri
era
subito
uscito
per
scegliere
gli
uomini
che
dovevano
accompagnarli
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
si
vestirono
rapidamente
,
presero
le
loro
armi
e
lasciarono
il
salotto
.
Fuori
dalla
pagoda
sotterranea
dieci
malesi
,
fra
i
quali
si
trovava
anche
il
malese
di
Surama
,
li
aspettavano
insieme
a
Bindar
ed
a
Kammamuri
.
Ad
un
fischio
mandato
dalla
Tigre
della
Malesia
,
le
sentinelle
che
vegliavano
nelle
macchie
circostanti
,
erano
accorse
.
-
Nulla
di
sospetto
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
No
.
-
In
marcia
,
-
comandò
allora
Sandokan
.
I
quattordici
uomini
scomparvero
fra
le
macchie
che
s
'
allargavano
intorno
alla
roccia
,
avviandosi
verso
la
riva
del
Brahmaputra
.
Bindar
si
era
messo
alla
testa
,
subito
seguìto
da
Sandokan
e
da
Tremal
-
Naik
i
quali
tenevano
le
carabine
sotto
il
braccio
onde
essere
più
pronti
a
servirsene
.
Il
fiume
muggiva
sordamente
a
breve
distanza
,
nondimeno
tutti
aprivano
ben
bene
gli
occhi
e
tendevano
gli
orecchi
,
avendo
già
saputo
che
il
capo
della
scorta
di
Yanez
,
la
notte
precedente
,
aveva
ucciso
un
individuo
sospetto
che
lo
aveva
seguìto
per
parecchie
ore
.
Giunti
a
duecento
passi
dal
corso
d
'
acqua
,
si
gettarono
in
mezzo
ad
un
macchione
di
nagatampo
,
bellissimi
alberi
,
dal
legname
così
duro
che
gli
europei
lo
hanno
chiamato
legno
del
ferro
e
che
producono
dei
fiori
assai
profumati
,
dei
quali
si
servono
le
eleganti
indiane
per
ornarsene
i
capelli
.
-
La
bangle
non
è
che
a
pochi
passi
-
disse
Bindar
,
volgendosi
verso
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
.
-
Che
ci
sia
ancora
?
-
L
'
ho
visitata
ieri
mattina
,
sahib
.
-
Attraversarono
anche
quella
macchia
e
s
'
impegnarono
fra
una
immensa
quantità
di
calamus
,
che
s
'
aggrovigliavano
gli
uni
cogli
altri
come
giganteschi
serpenti
,
spingendosi
fino
sulla
riva
dove
formano
delle
strane
volte
.
Bindar
s
'
immerse
fra
le
canne
acquatiche
e
ben
presto
un
grido
di
trionfo
avvertì
Tremal
-
Naik
e
Sandokan
che
la
grossa
imbarcazione
era
stata
trovata
.
-
Lesti
,
-
disse
il
pirata
.
-
Dobbiamo
approdare
prima
che
l
'
alba
sorga
.
-
La
bangle
,
spinta
da
Bindar
,
s
'
avanzava
spaccando
o
curvando
le
canne
che
le
ostacolavano
la
marcia
.
I
malesi
ed
i
loro
capi
s
'
imbarcarono
rapidamente
,
prendendo
subito
il
largo
senza
troppo
agitare
i
lunghissimi
remi
.
-
Diritti
verso
l
'
isolotto
!
-
aveva
comandato
Sandokan
.
La
notte
era
calma
,
tranquillissima
anzi
.
Non
si
udivano
che
il
mormorìo
delle
acque
frangentisi
contro
i
canneti
che
coprivano
la
riva
e
le
grida
delle
anitre
bramine
e
delle
oche
,
le
prime
a
svegliarsi
sui
grandi
fiumi
dell
'
India
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
,
sdraiati
sulla
prora
della
grossa
imbarcazione
,
guardavano
attentamente
le
due
rive
e
l
'
isolotto
sul
quale
giganteggiava
la
celebre
pagoda
che
racchiudeva
nuovamente
,
nei
suoi
sotterranei
,
la
famosa
pietra
di
Salagraman
.
Quantunque
fossero
sicurissimi
che
nessuno
li
avesse
veduti
partire
,
pure
non
si
sentivano
interamente
tranquilli
.
Il
rapimento
di
Surama
doveva
averli
profondamente
impressionati
e
forse
per
istinto
avevano
compreso
che
qualche
sospetto
doveva
essersi
infiltrato
nell
'
anima
dei
ministri
del
rajah
.
Il
segreto
,
fino
allora
così
bene
custodito
,
sulle
origini
di
quella
bellissima
ragazza
,
doveva
essere
stato
tradito
da
qualcuno
.
Diversamente
a
quale
scopo
l
'
avrebbero
rapita
?
-
Vi
è
un
mistero
qui
sotto
,
-
disse
Sandokan
a
Tremal
-
Naik
,
-
e
che
noi
dobbiamo
decifrare
.
Non
ammetterò
mai
che
Yanez
possa
aver
commesso
qualche
imprudenza
da
destare
dei
sospetti
nell
'
animo
del
rajah
.
Nessuno
deve
più
qui
rammentarsi
della
bambina
venduta
ai
thugs
bengalesi
.
-
Era
precisamente
quello
che
pensavo
anch
'
io
in
questo
momento
-
rispose
l
'
indiano
.
-
E
chi
può
aver
tradito
il
segreto
?
I
miei
uomini
sono
d
'
una
fedeltà
a
tutta
prova
e
adorano
me
e
Yanez
come
due
divinità
.
Un
milione
di
rupie
offerto
dal
rajah
,
li
lascerebbe
assolutamente
impassibili
perché
sono
incorruttibili
.
-
Non
ho
alcun
dubbio
sui
tuoi
malesi
e
sui
tuoi
dayachi
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Ah
!
Se
potessi
sapere
...
Saccaroa
!
Ed
il
greco
che
si
è
battuto
con
Yanez
?
l
'
hai
dimenticato
tu
?
-
Tremal
-
Naik
ebbe
un
soprassalto
.
-
Tu
credi
?
-
chiese
con
viva
emozione
.
-
Che
quell
'
uomo
l
'
abbia
fatta
rapire
,
non
perché
sospetti
forse
in
quella
fanciulla
una
formidabile
rivale
del
rajah
,
bensì
per
vendicarsi
della
sciabolata
che
ricevette
.
-
Se
tutto
fosse
questo
non
si
tratterebbe
che
di
riprendergliela
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Una
cosa
non
troppo
difficile
per
noi
,
è
vero
Sandokan
?
-
Aspetta
che
io
abbia
quel
fakiro
nelle
mie
mani
e
vedrai
come
lo
farò
cantare
!
Lo
costringerò
io
a
dirmi
dove
l
'
hanno
nascosta
,
dovessi
mettere
sossopra
tutta
la
popolazione
di
Gauhati
.
Quando
ho
sottomano
i
miei
malesi
ed
i
miei
dayachi
,
non
ho
paura
di
tutti
i
seikki
del
principe
,
se
ne
avrà
allora
.
-
Ti
ho
udito
più
volte
parlare
di
quei
seikki
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Tu
devi
avere
qualche
idea
.
-
Penso
mio
caro
che
non
sarà
con
una
trentina
di
pirati
,
per
quanto
valorosi
ed
audaci
,
che
si
potrà
conquistare
un
trono
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Tu
mi
dicesti
che
quei
valorosi
soldati
servono
chi
meglio
li
paga
.
-
È
vero
.
-
Che
cosa
saranno
per
noi
centomila
rupie
?
Una
corona
vale
ben
di
più
.
Aspetta
che
Surama
sia
nuovamente
libera
ed
io
mi
occuperò
di
questo
importante
affare
.
Ah
!
Ci
siamo
già
!
Sbarchiamo
.
-
E
l
'
alba
spunta
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
La
bangle
aveva
gettata
già
l
'
ancora
a
pochi
passi
dalla
riva
meridionale
dell
'
isolotto
,
poi
i
malesi
l
'
avevano
spinta
verso
terra
servendosi
dei
loro
lunghi
remi
.
-
Fingiamo
di
essere
cacciatori
,
-
disse
Sandokan
ai
suoi
uomini
.
-
Vedo
alzarsi
fra
questi
canneti
stormi
di
oche
,
di
anitre
,
di
bozzagri
e
di
marabù
.
Fuciliamoli
finché
la
pagoda
sarà
aperta
e
...
-
Fermi
,
-
disse
in
quel
momento
Bindar
.
-
Che
cos
'
hai
veduto
?
-
Comincia
la
nagaputsciè
,
-
aggiunse
Bindar
.
-
Che
cos
'
è
ciò
?
-
Mi
ero
dimenticato
di
dirti
,
sahib
,
che
quest
'
oggi
scade
appunto
l
'
uffizio
del
serpente
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Ne
so
meno
di
prima
:
tu
ti
scordi
facilmente
che
io
non
sono
indiano
.
-
È
una
festa
che
fanno
le
donne
,
sicché
ne
vedremo
moltissime
qui
.
Mancheranno
invece
gli
uomini
.
-
Meglio
per
noi
:
così
non
ci
daranno
impiccio
quando
piomberemo
sul
fakiro
.
E
perché
vengono
qui
le
donne
?
-
Perché
su
queste
rive
abbondano
l
'
arisci
ed
il
margosano
.
-
Due
piante
acquatiche
?
-
Sì
,
sahib
.
-
Andiamo
a
cacciare
fra
i
margosani
allora
.
-
Diede
ordine
a
tre
malesi
di
rimanere
a
guardia
della
bangle
,
poi
tutti
scesero
fra
i
canneti
che
pullulavano
di
uccelli
acquatici
.
La
luce
diurna
si
diffondeva
rapidissima
e
si
udivano
già
a
risuonare
nella
pagoda
i
giganteschi
tumburà
,
quegli
enormi
tamburi
ricchi
di
dorature
e
di
pitture
,
coi
quali
s
'
annunciano
le
feste
religiose
ed
i
tam
-
tam
.
Fra
i
canneti
e
le
piante
di
loto
che
tappezzavano
le
rive
,
volavano
via
vere
nubi
di
tortorelle
dalle
piume
bianche
,
che
mandavano
lievi
grida
,
cakinni
,
colombi
di
tutte
le
tinte
,
pernici
,
beccaccini
,
corvi
,
bozzagri
e
gypaeti
insieme
con
oche
ed
anitre
.
Sandokan
,
Tremal
-
Naik
ed
i
malesi
non
tardarono
ad
aprire
il
fuoco
,
più
per
farsi
credere
cacciatori
che
per
fare
delle
prede
,
non
avendo
con
loro
alcun
fucile
da
caccia
.
Tutto
quel
baccano
infatti
non
ebbe
altro
risultato
che
di
far
stramazzare
qualche
oca
,
colpita
miracolosamente
da
una
palla
di
carabina
.
La
caccia
durò
una
mezz
'
ora
,
poi
fu
sospesa
,
poiché
cominciavano
a
giungere
sulla
riva
delle
donne
per
compiere
la
cerimonia
del
nagaputsciè
,
ossia
l
'
uffizio
del
serpente
.
Quella
strana
festa
viene
eseguita
parecchie
volte
all
'
anno
ed
ha
per
iscopo
d
'
invocare
la
protezione
delle
divinità
per
avere
una
numerosa
prole
.
I
serpenti
hanno
nulla
a
che
fare
in
questa
funzione
,
poiché
i
sapwallah
,
ossia
gli
incantatori
,
non
si
fanno
nemmeno
vedere
,
né
figurano
alcun
cobra
-
capello
,
né
il
più
infimo
naja
.
Il
tutto
si
limita
ad
una
semplice
passeggiata
,
che
fanno
le
donne
sulle
rive
dei
fiumi
o
degli
stagni
,
dove
abbondano
soprattutto
le
piante
chiamate
arisci
e
margosano
.
Giunte
sotto
quegli
alberi
che
non
nascono
che
fra
i
bassifondi
,
le
indiane
depongono
una
pietra
chiamata
lingam
,
già
venerata
da
tutti
i
bramini
e
da
tutti
i
sivani
,
d
'
una
forma
che
non
si
può
descrivere
perché
troppo
oscena
,
ma
che
per
la
circostanza
è
unita
da
due
piccole
serpi
pure
di
pietra
.
Dopo
averla
ben
lavata
nell
'
acqua
del
fiume
o
dello
stagno
,
vi
accendono
dinanzi
alcuni
pezzi
di
legno
,
destinato
specialmente
a
quelle
specie
di
sacrifici
e
vi
gettano
sopra
dei
fiori
chiedendo
al
dio
a
cui
sono
fedeli
,
ricchezze
,
numerosa
prole
e
molti
anni
di
vita
ai
loro
mariti
.
Terminate
alcune
preghiere
abbandonano
quelle
pietre
sul
luogo
onde
altre
donne
che
non
le
posseggono
se
ne
possano
servire
.
Se
per
caso
sulle
rive
non
trovano
alcuna
pianta
di
arisci
o
di
margosano
,
portano
con
loro
alcuni
rami
di
quegli
alberi
e
li
piantano
da
una
parte
e
dall
'
altra
del
lingam
,
in
modo
da
formare
una
specie
di
baldacchino
.
L
'
arisci
,
per
le
donne
indiane
viene
riguardato
come
il
maschio
ed
il
margosano
come
la
femmina
,
quindi
raccolgono
più
rami
dell
'
uno
o
dell
'
altro
secondo
il
desiderio
dei
loro
mariti
.
Sandokan
vedendo
giungere
le
prime
schiere
di
donne
,
chiamò
i
suoi
cacciatori
onde
non
disturbare
quelle
cerimonie
e
,
guidato
da
Bindar
,
s
'
avviò
verso
la
grande
pagoda
dove
sperava
di
trovare
il
misterioso
fakiro
che
aveva
rapita
Surama
.
Attraversati
alcuni
boschetti
di
fichi
baniani
e
di
cassie
latifoglie
,
che
somministrano
agli
indù
dei
fiori
molto
carnosi
e
assai
nutrienti
,
si
trovarono
improvvisamente
dinanzi
al
vasto
piazzale
che
si
estendeva
intorno
alle
gradinate
della
pagoda
.
Bindar
che
precedeva
sempre
la
truppa
,
aveva
subito
fatto
un
salto
indietro
.
-
Che
cos
'
hai
?
-
aveva
subito
chiesto
Sandokan
.
-
Lui
!
-
Chi
lui
?
-
Il
gussain
!
-
Sandokan
si
volse
verso
il
malese
di
Surama
mostrandogli
il
fakiro
.
-
Padrone
!
-
esclamò
il
malese
.
-
Lo
vedi
quel
fakiro
che
ha
un
braccio
rigido
?
-
Il
birbante
!
-
Lo
riconosci
?
-
Sì
,
è
quello
che
è
venuto
nel
palazzo
a
levare
il
mal
occhio
.
-
Non
t
'
inganni
?
-
No
,
padrone
:
è
proprio
lui
.
Ecco
la
cicatrice
che
gli
sfregia
la
fronte
.
-
Va
bene
:
siamo
su
una
buona
pista
.
-
Il
gussain
Tantia
si
trovava
seduto
sui
gradini
dell
'
entrata
principale
della
pagoda
,
tenendo
in
mano
una
conchiglia
del
genere
dei
corni
d
'
Ammone
,
simile
alla
famosa
pietra
di
Salagraman
,
piena
di
latte
,
che
doveva
,
secondo
il
rito
,
essere
stato
prima
versato
sul
lingam
,
per
poterlo
efficacemente
offrire
ai
moribondi
,
onde
potessero
rendersi
degni
di
godere
le
delizie
del
cailasson
,
ossia
del
paradiso
indiano
.
Intorno
a
lui
sonnecchiavano
dieci
o
dodici
altri
fakiri
che
appartenevano
però
alla
classe
dei
saniassi
,
pessimi
individui
più
dediti
al
brigantaggio
che
alle
pratiche
religiose
e
che
sono
assai
temuti
da
tutti
gli
indiani
.
Ed
infatti
oltre
le
lunghe
barbe
che
davano
loro
un
aspetto
ripugnante
,
ai
lunghissimi
capelli
che
da
anni
non
dovevano
aver
conosciuto
l
'
uso
del
pettine
e
che
erano
imbrattati
di
fango
rossastro
,
per
farsi
maggiormente
temere
,
avevano
a
fianco
dei
nodosi
bastoni
.
-
Sono
quelli
i
suoi
protettori
?
-
chiese
Sandokan
con
profondo
disprezzo
,
volgendosi
verso
Bindar
.
-
Sì
,
sahib
.
-
Bella
scorta
!
-
Guardati
,
perché
sono
cattivi
e
nell
'
istesso
tempo
molto
rispettati
.
-
Mi
degnerò
appena
di
prenderli
a
calci
.
Sarebbe
troppo
onore
per
loro
,
se
mi
servissi
della
carabina
o
della
scimitarra
.
Accampiamoci
sotto
l
'
ombra
fresca
di
questo
superbo
pipal
e
tu
malese
mio
cerca
di
non
farti
vedere
dal
fakiro
.
Potrebbe
riconoscerti
ancora
.
-
Sì
,
padrone
-
rispose
il
pirata
,
sdraiandosi
dietro
ai
suoi
compagni
.
-
Ed
ora
,
giacché
abbiamo
portato
con
noi
delle
provviste
,
facciamo
colazione
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
Senza
preoccuparsi
delle
donne
che
entravano
in
gran
numero
nella
pagoda
e
che
si
facevano
dare
dal
fakiro
alcune
gocce
di
latte
che
mettevano
religiosamente
entro
delle
microscopiche
ampolle
,
per
serbarle
probabilmente
pei
loro
mariti
o
congiunti
,
trassero
le
provviste
,
che
i
malesi
,
sempre
prudenti
perché
abituati
alle
lunghe
spedizioni
,
avevano
rinchiuse
in
sacchetti
di
tela
e
consistenti
in
carne
fredda
,
biscotti
e
bottiglie
di
arak
.
Il
fakiro
pareva
non
si
fosse
accorto
affatto
della
presenza
di
quel
drappello
che
bivaccava
sotto
le
piante
.
Continuava
a
vendere
il
suo
latte
,
mentre
i
suoi
protettori
dormivano
al
sole
,
certi
di
dividere
una
buona
giornata
.
Terminato
il
pasto
,
i
malesi
ed
i
loro
capi
,
si
misero
a
fumare
,
aspettando
impazientemente
il
momento
d
'
impadronirsi
del
fakiro
.
Non
fu
però
che
verso
il
tramonto
che
Tantia
lasciò
i
gradini
della
pagoda
,
coll
'
evidente
intenzione
di
tornarsene
in
città
.
I
saniassi
si
erano
svegliati
e
armati
dei
loro
bastoni
,
gli
si
erano
messi
alle
calcagna
impazienti
forse
di
dividere
il
prezzo
della
vendita
del
latte
sacro
.
-
In
piedi
-
aveva
comandato
Sandokan
.
-
Li
sorprenderemo
sotto
le
macchie
.
Tu
malese
resta
indietro
,
onde
non
s
'
accorgano
delle
nostre
intenzioni
.
-
Il
drappello
si
cacciò
sotto
i
fichi
baniani
,
sparando
qualche
colpo
contro
i
pappagalli
che
cicalavano
rumorosamente
ed
in
grande
numero
,
fra
i
frondosi
rami
di
quegli
splendidi
e
maestosi
alberi
.
Il
fakiro
pareva
che
non
avesse
anche
questa
volta
prestata
alcuna
attenzione
a
quei
cacciatori
ed
aveva
continuata
la
sua
via
sempre
seguìto
da
quei
luridi
saniassi
.
Già
aveva
percorso
quasi
mezzo
chilometro
accostandosi
sempre
più
alla
riva
,
dove
aveva
certo
la
sua
barca
,
quando
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
,
che
lo
avevano
preceduto
girando
le
macchie
,
gli
sbarrarono
la
via
,
tenendo
le
carabine
in
mano
.
-
Alto
,
fakiro
!
-
gridò
il
primo
,
mentre
i
malesi
si
radunavano
rapidamente
dietro
di
lui
.
Tantia
li
guardò
tranquillamente
,
dicendo
:
-
Non
ho
più
latte
da
vendere
,
e
poi
ai
cacciatori
non
ne
do
mai
.
-
Si
tratta
di
qualche
cosa
di
più
importante
del
latte
,
amico
,
-
rispose
Sandokan
.
Questa
volta
il
gussain
li
guardò
sospettosamente
.
-
Che
cosa
vuoi
tu
?
Non
vedi
che
sono
un
fakiro
?
-
È
bene
un
fakiro
che
mi
occorre
.
-
Va
'
a
cercarne
un
altro
.
-
Un
altro
non
saprebbe
dirmi
quello
che
voglio
sapere
da
te
.
-
Da
me
!
-
esclamò
il
gussain
con
inquietudine
.
-
Tu
vedi
che
io
sono
un
pover
'
uomo
che
non
si
occupa
che
della
vendita
del
latte
sacro
e
del
mal
occhio
.
-
È
appunto
perché
tu
sai
togliere
le
occhiate
fatali
,
che
noi
abbiamo
bisogno
di
te
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Io
non
ho
tempo
in
questo
momento
.
Devo
tornare
in
città
essendo
atteso
da
un
grande
personaggio
della
corte
.
-
Quello
aspetterà
-
disse
Sandokan
con
tono
minaccioso
.
-
Congeda
la
tua
scorta
e
vieni
con
noi
.
-
Io
non
vado
mai
solo
.
-
Basta
fakiro
!
Obbedisci
!
-
I
saniassi
vedendo
che
la
faccenda
prendeva
una
brutta
piega
,
impugnarono
i
loro
randelli
e
si
misero
dinanzi
al
gussain
urlando
a
squarciagola
:
-
Largo
,
canaglie
!
-
Sandokan
si
volse
verso
i
malesi
dicendo
:
-
Spazzate
questi
furfanti
!
-
Non
aveva
ancora
terminato
il
comando
che
i
pirati
,
guidati
da
Kammamuri
e
da
Bindar
,
si
erano
scagliati
,
impugnando
le
carabine
per
la
canna
onde
servirsene
come
mazze
.
I
saniassi
lasciarono
andare
alcune
randellate
,
poi
scapparono
come
lepri
in
tutte
le
direzioni
lasciando
lì
il
loro
protetto
.
-
Ora
briccone
,
-
disse
Sandokan
,
scrollando
bruscamente
il
disgraziato
fakiro
-
verrai
con
noi
.
-
Non
mi
uccidete
!
-
balbettò
il
povero
diavolo
terrorizzato
.
-
Non
saprei
che
cosa
farne
della
tua
pelle
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Non
sarebbe
buona
nemmeno
per
fabbricare
un
tumburà
.
È
la
tua
lingua
che
mi
occorre
.
-
Vuoi
strapparmela
,
signore
!
-
strillò
il
gussain
tremando
.
-
Allora
non
parlerebbe
più
mentre
noi
abbiamo
bisogno
invece
che
canti
e
molto
alto
.
Cammina
e
basta
.
-
Dove
volete
condurmi
?
-
Lo
saprai
più
tardi
.
-
Bada
che
io
ho
il
potere
di
gettare
il
mal
occhio
.
-
Finiscila
,
cialtrone
!
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Già
i
tuoi
saniassi
non
torneranno
a
liberarti
.
Avanti
!
-
I
malesi
si
presero
in
mezzo
il
gussain
e
lo
spinsero
verso
la
riva
che
era
poco
lontana
.
La
notte
era
già
calata
,
quando
il
drappello
giunse
dinanzi
alla
bangle
,
la
quale
era
nascosta
fra
i
canneti
.
-
Nulla
di
sospetto
?
-
chiese
Sandokan
ai
due
dayachi
che
erano
rimasti
a
bordo
.
-
No
,
padrone
,
-
risposero
ad
una
voce
.
-
Imbarchiamoci
e
torniamo
presto
.
Io
non
so
che
cosa
sia
,
eppure
non
sono
tranquillo
questa
sera
.
-
Che
cosa
temi
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
,
mettendo
piede
sul
ponte
.
-
Finora
tutto
è
andato
bene
.
-
Eppure
vorrei
già
essere
nella
pagoda
sotterranea
.
-
Infatti
tu
mi
sembri
irrequieto
.
-
È
il
rapimento
di
Surama
che
mi
ha
tolto
la
mia
solita
tranquillità
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Io
non
cesso
dal
chiedermi
perché
l
'
hanno
portata
via
.
-
Il
fakiro
è
nelle
nostre
mani
e
ce
lo
dirà
.
-
In
quel
momento
due
detonazioni
ruppero
il
silenzio
che
regnava
sul
fiume
,
rumoreggiando
sinistramente
sotto
le
folte
boscaglie
che
si
prolungavano
lungo
le
rive
.
Sandokan
aveva
spiccato
un
salto
.
-
Le
carabine
dei
miei
uomini
!
-
aveva
esclamato
.
-
Amici
,
preparatevi
al
combattimento
!
-
15
.
L
'
attacco
della
pagoda
sotterranea
Dopo
quei
due
spari
,
che
annunciavano
qualche
cosa
di
grave
,
essendosi
uditi
verso
la
sinistra
,
ossia
nella
direzione
in
cui
si
trovava
la
pagoda
sotterranea
,
era
tenuto
dietro
un
lungo
silenzio
.
Quei
due
colpi
dovevano
essere
stati
sparati
dalle
sentinelle
,
che
vegliavano
fra
le
macchie
che
circondavano
l
'
immensa
roccia
.
Sandokan
conosceva
troppo
bene
le
carabine
dei
suoi
uomini
per
non
ingannarsi
.
-
Che
abbiano
fatto
fuoco
contro
qualche
spia
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
a
Sandokan
,
il
quale
,
curvo
sulla
prora
della
bangle
,
ascoltava
attentamente
.
-
Non
lo
so
-
rispose
il
pirata
.
-
Tuttavia
le
mie
inquietudini
sono
cresciute
.
Si
direbbe
che
io
prevedo
qualche
tradimento
.
-
Può
essere
anche
un
falso
allarme
,
amico
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Taci
!
-
Altri
due
spari
rintronarono
in
quell
'
istante
,
seguìti
quasi
subito
da
una
scarica
nutrita
.
-
Queste
non
sono
le
carabine
dei
miei
uomini
!
-
esclamò
Sandokan
.
-
Si
attacca
il
nostro
rifugio
!
Presto
amici
,
date
dentro
ai
remi
!
I
minuti
sono
preziosi
!
-
I
malesi
non
avevano
certo
bisogno
di
essere
incoraggiati
.
Arrancavano
furiosamente
facendo
fare
alla
pesante
barcaccia
dei
veri
salti
.
Ormai
nessuno
più
dubitava
che
la
pagoda
sotterranea
fosse
stata
assalita
.
Le
scariche
si
succedevano
alle
scariche
ed
echeggiavano
dietro
la
roccia
.
Sandokan
si
era
messo
a
passeggiare
pel
ponte
come
una
tigre
in
gabbia
.
Di
quando
in
quando
si
fermava
per
tendere
gli
orecchi
,
poi
gridava
:
-
Presto
!
Presto
,
amici
!
Assalgono
i
nostri
compagni
.
-
Anche
Tremal
-
Naik
era
diventato
nervosissimo
e
tormentava
il
grilletto
della
sua
carabina
,
ripetendo
a
sua
volta
:
-
Sì
presto
,
presto
!
-
Un
combattimento
furioso
doveva
essere
stato
impegnato
dinanzi
l
'
entrata
della
pagoda
.
Sandokan
distingueva
nettamente
gli
spari
delle
carabine
malesi
,
le
quali
avevano
un
suono
più
forte
di
quelle
indiane
.
La
bangle
finalmente
,
sotto
un
ultimo
e
più
poderoso
sforzo
dei
rematori
,
toccò
la
riva
quasi
di
fronte
alla
roccia
.
-
Gettate
l
'
ancora
e
seguitemi
!
-
gridò
Sandokan
:
'
-
Ed
il
fakiro
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Che
un
uomo
,
ma
uno
solo
,
rimanga
a
guardia
di
lui
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Già
non
potrà
scappare
.
Su
,
lesti
e
non
fate
rumore
.
Prenderemo
gli
indiani
alle
spalle
!
-
Balzarono
a
terra
e
si
cacciarono
fra
le
macchie
,
mentre
la
fucileria
continuava
a
rumoreggiare
con
crescente
intensità
ripercuotendosi
sotto
le
immense
volte
di
verzura
dei
tara
e
dei
fichi
baniani
.
I
pirati
correvano
veloci
senza
però
far
troppo
rumore
,
quantunque
le
detonazioni
delle
carabine
coprissero
il
rompersi
dei
rami
.
Giunti
a
trecento
passi
dall
'
entrata
della
pagoda
,
Sandokan
arrestò
il
drappello
dicendo
:
-
Fermatevi
qui
,
e
che
nessun
si
muova
finché
non
sarò
ritornato
.
Vieni
Tremal
-
Naik
:
prima
d
'
impegnarci
a
fondo
andiamo
a
contare
i
nostri
avversari
.
-
Approvo
pienamente
la
tua
prudenza
-
rispose
il
bengalese
.
-
Se
noi
venissimo
distrutti
,
Yanez
e
Surama
sarebbero
perduti
.
Non
precipitiamo
quindi
le
cose
.
-
Si
gettarono
a
terra
e
si
allontanarono
,
strisciando
attraverso
ad
una
folta
macchia
di
banani
selvatici
.
Raggiunto
il
margine
di
essa
si
fermarono
.
-
Eccoli
,
-
aveva
sussurrato
Sandokan
.
-
Sono
i
seikki
!
Me
l
'
ero
immaginato
.
-
Molti
?
-
Una
quarantina
per
lo
meno
.
-
Tremal
-
Naik
si
spinse
un
po
'
più
innanzi
,
sporgendo
il
capo
attraverso
le
immense
foglie
d
'
un
banano
.
Una
quarantina
d
'
uomini
sparava
senza
interruzione
verso
l
'
entrata
della
pagoda
sotterranea
.
Erano
tutti
seikki
e
li
comandava
un
capitano
che
portava
sull
'
elmetto
un
grosso
ciuffo
di
penne
rosse
.
Per
offrire
meno
bersaglio
,
erano
tutti
stesi
bocconi
,
tuttavia
sette
od
otto
soldati
giacevano
senza
vita
dinanzi
alla
pagoda
.
Probabilmente
quei
valorosi
guerrieri
avevano
cercato
di
prendere
d
'
assalto
il
rifugio
ed
erano
stati
respinti
.
-
Che
cosa
dici
di
fare
,
Sandokan
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Di
assalirli
alle
spalle
,
senza
ritardo
,
-
rispose
il
pirata
;
-
affido
però
a
te
un
pericoloso
incarico
.
-
Quale
?
-
Quello
d
'
impadronirti
del
capitano
dei
seikki
.
Quell
'
uomo
mi
è
assolutamente
necessario
.
-
Vivo
o
morto
te
lo
porterò
.
-
È
vivo
che
mi
occorre
.
Andiamo
a
chiamare
i
nostri
uomini
.
-
Riattraversarono
la
macchia
e
raggiunsero
i
malesi
che
parevano
frementi
di
menare
le
mani
,
incominciando
ad
ubriacarsi
coll
'
odore
della
polvere
.
-
Siete
pronti
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Tutti
,
Tigre
della
Malesia
,
-
risposero
ad
una
voce
.
-
Tu
Kammamuri
seguirai
il
tuo
padrone
e
non
lo
lascerai
un
istante
.
-
Poi
volgendosi
verso
i
malesi
aggiunse
:
-
Vi
avverto
di
fare
una
scarica
;
una
sola
,
mandando
nel
medesimo
tempo
il
vostro
grido
di
guerra
onde
avvertire
i
compagni
che
si
trovano
nella
pagoda
,
poi
caricate
colle
scimitarre
.
Mi
avete
bene
compreso
?
-
Sì
,
Tigre
della
Malesia
.
-
Avanti
allora
,
e
non
dimenticate
che
le
vecchie
tigri
di
Mompracem
hanno
sempre
vinto
.
-
Partirono
quasi
a
passo
di
corsa
,
tanto
erano
impazienti
di
prendere
parte
al
combattimento
,
tenendo
il
dito
sul
grilletto
delle
carabine
.
Sandokan
li
precedeva
con
Tremal
-
Naik
e
Kammamuri
.
Quando
giunsero
sull
'
orlo
della
macchia
,
i
seikki
erano
a
soli
venti
passi
dall
'
entrata
del
rifugio
ed
il
fuoco
degli
assediati
cominciava
a
rallentare
.
-
Giungiamo
in
buon
punto
,
-
disse
Sandokan
.
Snudò
la
scimitarra
,
impugnò
una
delle
due
pistole
che
portava
alla
cintura
,
due
splendide
armi
a
doppio
colpo
,
e
si
slanciò
gridando
con
voce
tuonante
:
-
Su
,
tigri
di
Mompracem
!
-
Un
urlo
selvaggio
,
acutissimo
,
il
grido
di
guerra
di
quei
formidabili
scorridori
dei
mari
della
Sonda
,
echeggiò
coprendo
il
fragore
della
fucileria
,
seguito
subito
da
una
scarica
.
I
seikki
che
non
s
'
aspettavano
certo
quell
'
attacco
,
balzarono
prontamente
in
piedi
,
mentre
dall
'
interno
della
pagoda
gli
assediati
rispondevano
al
grido
di
guerra
dei
loro
compagni
.
Sandokan
ed
i
suoi
valorosi
si
erano
slanciati
furiosamente
all
'
attacco
,
caricando
colle
scimitarre
e
urlando
come
ossessi
onde
farsi
credere
in
maggior
numero
.
Sette
od
otto
indiani
erano
caduti
sotto
la
scarica
,
quindi
il
loro
numero
erasi
considerevolmente
diminuito
;
tuttavia
quantunque
fossero
presi
fra
due
fuochi
,
poiché
gli
assediati
si
erano
pure
slanciati
all
'
assalto
,
non
smentirono
nemmeno
in
quel
momento
la
fama
di
essere
i
più
valorosi
guerrieri
della
grande
penisola
indostana
.
Colla
rapidità
del
lampo
si
disposero
su
due
fronti
,
mettendo
anche
loro
mano
alle
scimitarre
e
per
qualche
istante
sostennero
il
doppio
urto
dei
selvaggi
figli
della
Malesia
,
difendendosi
disperatamente
.
Disgraziatamente
avevano
dinanzi
a
loro
il
più
famoso
guerriero
della
Malesia
.
Con
un
impeto
irresistibile
Sandokan
s
'
era
gettato
in
mezzo
alle
file
sciabolandole
terribilmente
e
scompaginandole
.
Nessuno
poteva
resistere
a
quell
'
uomo
,
che
atterrava
un
nemico
ogni
volta
che
la
sua
scimitarra
calava
.
Le
linee
sfondate
da
quel
fulmineo
attacco
,
si
ruppero
nonostante
gli
sforzi
che
faceva
il
capitano
per
tenerle
salde
,
poi
si
sbandarono
.
Nel
momento
però
in
cui
scappavano
da
tutte
le
parti
inseguiti
vigorosamente
da
una
dozzina
e
mezzo
di
malesi
,
che
facevano
fuoco
onde
impedire
loro
di
riordinarsi
,
Tremal
-
Naik
e
Kammamuri
si
erano
gettati
addosso
al
capitano
,
atterrandolo
di
colpo
e
legandolo
solidamente
.
Sandokan
frattanto
si
era
avvicinato
al
vecchio
Sambigliong
che
teneva
ben
stretto
il
ministro
Kaksa
Pharaum
che
pareva
più
morto
che
vivo
.
-
Quanti
uomini
hai
perduto
?
-
gli
chiese
con
una
certa
ansietà
il
pirata
.
-
Due
soli
,
Tigre
della
Malesia
,
-
rispose
il
vecchio
tigrotto
.
-
Ci
eravamo
subito
trincerati
dietro
le
rocce
,
dove
le
palle
dei
seikki
non
potevano
raggiungerci
.
-
Prepariamoci
a
sgombrare
subito
.
-
Lasceremo
questo
comodo
rifugio
?
-
È
necessario
:
domani
i
seikki
torneranno
in
maggior
numero
ed
io
non
ho
alcun
desiderio
di
farmi
chiudere
in
una
trappola
senza
uscite
.
-
Dove
andremo
dunque
?
-
A
questo
penserà
Bindar
.
-
I
malesi
in
quel
momento
ritornavano
.
Avevano
inseguite
le
guardie
del
rajah
per
cinque
o
seicento
metri
,
sbandandole
completamente
,
poi
temendo
di
cadere
in
qualche
agguato
,
si
erano
ripiegati
in
buon
ordine
verso
la
pagoda
sparando
qualche
colpo
di
fucile
per
far
meglio
comprendere
ai
fuggiaschi
che
si
trovavano
sempre
nei
dintorni
.
-
Preparatevi
alla
partenza
,
-
disse
loro
Sandokan
.
-
Prendete
tutto
ciò
che
ci
può
essere
necessario
per
accamparci
in
mezzo
alle
foreste
e
raggiungeteci
alla
bangle
.
Vi
raccomando
il
ministro
ed
il
comandante
dei
seikki
.
A
me
Bindar
!
E
anche
tu
Tremal
-
Naik
,
con
quattro
uomini
di
scorta
.
-
Sicuro
ormai
di
non
essere
più
molestato
dalle
guardie
del
rajah
si
diresse
verso
il
fiume
accompagnato
dai
due
indiani
e
dai
quattro
malesi
.
-
Ora
a
noi
,
Bindar
,
-
disse
Sandokan
all
'
indiano
.
-
Tu
conosci
i
dintorni
?
-
Sì
,
sahib
.
-
Dove
potremo
trovare
un
nuovo
rifugio
sicuro
?
-
L
'
assamese
pensò
un
momento
,
poi
disse
:
-
Non
potresti
essere
sicuro
che
nella
jungla
di
Benar
.
-
Dove
si
trova
?
-
Sull
'
opposta
riva
del
fiume
,
a
quattro
o
cinque
miglia
di
distanza
,
però
...
-
Continua
.
-
È
evitata
perché
le
tigri
la
frequentano
.
-
Non
preoccuparti
di
ciò
,
-
rispose
Sandokan
alzando
le
spalle
.
-
Siamo
tigri
noi
,
quindi
ben
poco
avremo
da
temere
di
quelle
a
quattro
zampe
.
Nessuno
la
percorre
?
-
Oh
no
!
Hanno
troppa
paura
.
-
È
folta
?
-
Foltissima
.
-
Non
vi
è
alcun
rifugio
?
-
Sì
,
un
'
antica
pagoda
semi
-
diroccata
.
-
Non
domando
di
più
.
-
Si
crede
però
,
sahib
,
che
serva
di
ricovero
a
delle
bâgh
.
-
Ah
!
Benissimo
,
le
manderemo
a
passeggiare
altrove
se
non
vorranno
regalarci
la
loro
pelle
.
Con
un
po
'
di
piombo
pagheremo
loro
l
'
affitto
,
è
vero
Tremal
-
Naik
?
-
Il
nostro
è
di
buona
qualità
,
-
rispose
il
bengalese
.
-
Vale
più
dell
'
oro
,
quando
esce
dalle
nostre
carabine
.
-
Raggiungiamo
il
fiume
ed
imbarchiamoci
,
-
concluse
Sandokan
.
-
Quando
saremo
al
sicuro
faremo
parlare
Tantia
e
poi
vedremo
d
'
intenderci
col
comandante
dei
seikki
.
-
Io
non
comprendo
perché
tu
l
'
abbia
sempre
con
quei
guerrieri
.
-
Seguo
un
'
idea
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Se
vi
riesco
,
la
corona
sarà
assicurata
a
Surama
.
Ecco
il
fiume
:
appena
giungeranno
i
malesi
ed
i
dayachi
partiremo
.
-
Salirono
a
bordo
della
bangle
che
si
trovava
sempre
ancorata
presso
la
riva
.
I
due
malesi
di
guardia
chiacchieravano
tranquillamente
col
fakiro
,
che
avevano
però
strettamente
legato
,
quantunque
quel
disgraziato
,
col
suo
braccio
anchilosato
,
si
trovasse
nell
'
assoluta
impossibilità
di
tentare
la
fuga
.
-
Nessuna
barca
sul
fiume
?
-
rispose
Sandokan
.
-
No
,
Tigre
della
Malesia
,
-
rispose
il
malese
.
-
Tutto
è
tranquillo
.
-
Salpate
l
'
ancora
per
ora
e
aspettiamo
gli
altri
.
-
Credevo
che
ti
avessero
ucciso
-
disse
il
gussain
dardeggiando
sul
pirata
uno
sguardo
feroce
.
-
Se
speri
di
sfuggire
alla
vendetta
del
rajah
t
'
inganni
e
di
molto
,
ladro
!
Non
ti
do
una
settimana
di
vita
.
-
Ed
a
te
nemmeno
due
giorni
se
non
confesserai
,
amico
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Sono
indiano
come
te
e
so
quali
mezzi
adoperano
i
nostri
compatriotti
per
sciogliere
le
lingue
.
-
Tantia
non
ha
nulla
da
dire
:
è
sempre
stato
un
povero
gussain
.
-
Vedremo
quale
parte
tu
hai
avuta
nel
rapimento
di
quella
giovane
indiana
,
canaglia
-
disse
Sandokan
.
Il
fakiro
ebbe
un
brivido
,
però
rispose
subito
,
affettando
un
grande
stupore
:
-
Di
quale
indiana
intendi
parlare
?
-
Di
quella
alla
quale
tu
hai
levata
l
'
occhiata
.
-
Sii
maledetto
da
Brahma
,
da
Siva
e
da
Visnù
e
che
la
dea
Kalì
ti
divori
il
cuore
!
-
urlò
il
gussain
.
-
Non
sono
un
indiano
io
,
quindi
me
ne
rido
delle
tue
maledizioni
,
birbante
-
rispose
Sandokan
.
-
Brahma
è
il
dio
più
possente
dell
'
universo
.
-
Io
non
credo
che
in
Maometto
,
e
anche
quando
mi
pare
e
piace
.
-
Ma
il
tuo
compagno
è
indù
!
-
E
se
ne
ride
anche
lui
delle
tue
divinità
.
Chiudi
la
bocca
e
non
seccarmi
per
ora
;
avrai
più
tardi
tempo
di
sfogarti
.
-
Ecco
i
tuoi
uomini
,
-
disse
in
quell
'
istante
Tremal
-
Naik
.
I
malesi
ed
i
dayachi
,
ventisei
in
tutto
,
giungevano
correndo
,
carichi
di
pacchi
,
di
coperte
e
di
grosse
borse
di
pelle
contenenti
viveri
e
munizioni
.
In
mezzo
a
loro
si
trovava
il
demjadar
,
ossia
il
comandante
dei
seikki
.
-
V
'
inseguono
?
-
chiese
la
Tigre
accostandosi
alla
murata
.
-
Ci
danno
la
caccia
,
-
rispose
Kammamuri
.
-
A
bordo
!
-
Malesi
e
dayachi
salirono
lestamente
sulla
bangle
,
si
sbarazzarono
dei
loro
carichi
e
delle
armi
e
si
precipitarono
ai
remi
.
-
Otto
uomini
si
tengano
pronti
a
far
fuoco
,
-
disse
Sandokan
.
-
Ed
ora
lavorate
di
muscoli
!
-
La
pesante
barca
si
staccò
dalla
riva
e
filò
rapidamente
verso
l
'
opposta
onde
non
rimanere
esposta
al
tiro
delle
carabine
dei
seikki
,
nel
caso
che
fossero
riusciti
a
scoprirli
.
La
traversata
si
compì
felicemente
,
e
prima
che
il
nemico
fosse
giunto
sulla
riva
,
la
bangle
navigava
sotto
le
immense
arcate
delle
piante
curvantisi
sul
fiume
.
Essendo
colà
l
'
ombra
assai
fitta
,
in
causa
delle
immense
fronde
dei
tamarindi
che
crescevano
in
gran
numero
,
bagnando
le
loro
colossali
radici
nell
'
acqua
,
era
ormai
quasi
impossibile
che
i
seikki
potessero
scorgere
i
fuggiaschi
.
D
'
altronde
la
larghezza
del
Brahmaputra
era
tale
in
quel
punto
,
da
non
permettere
che
una
palla
di
carabina
lo
attraversasse
.
Sandokan
,
dopo
essersi
ben
assicurato
che
nessun
pericolo
lo
minacciava
,
almeno
pel
momento
,
potendo
avvenire
che
più
tardi
le
guardie
del
rajah
lo
inseguissero
con
delle
pinasse
,
od
altro
genere
di
barche
,
s
'
avvicinò
a
Bindar
che
stava
osservando
attentamente
la
riva
insieme
a
Tremal
-
Naik
.
-
Vi
sono
dei
villaggi
da
queste
parti
?
-
No
,
sahib
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Qui
comincia
la
jungla
selvaggia
e
nessuno
oserebbe
abitarla
per
paura
delle
bestie
feroci
;
solo
al
di
là
delle
paludi
,
dove
il
terreno
comincia
a
salire
,
si
trovano
dei
bramini
drauers
.
-
Chi
sono
?
-
La
risposta
te
la
darò
io
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Sono
sacerdoti
di
Brahma
che
hanno
conservata
tutta
la
purezza
della
loro
antica
religione
,
che
parlano
una
lingua
affatto
sconosciuta
agli
altri
,
che
si
dipingono
la
fronte
ed
il
corpo
come
tutti
i
bramini
,
aggiungendo
solo
alla
toeletta
alcuni
grani
di
riso
,
che
portano
incollati
sopra
le
sopracciglia
.
Sono
d
'
altronde
persone
tranquille
che
si
occupano
di
pratiche
religiose
e
che
quindi
non
ci
daranno
alcun
fastidio
.
-
E
vasta
la
jungla
di
Benar
?
-
Immensa
,
sahib
,
-
rispose
Bindar
.
-
Faremo
di
quella
il
nostro
quartiere
generale
,
-
disse
Sandokan
.
-
Se
è
lontana
solo
quindici
o
venti
chilometri
,
in
tre
o
quattro
ore
potremo
trovarci
nella
capitale
dell
'
Assam
.
-
M
'
inquieta
però
la
sorte
di
Surama
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Per
Yanez
non
sono
preoccupato
;
quel
diavolo
d
'
uomo
saprà
sempre
cavarsela
bene
e
sfuggire
a
tutte
le
insidie
.
E
poi
ha
sei
malesi
,
i
migliori
della
banda
.
-
Che
cosa
temi
per
Surama
?
-
Che
il
rajah
la
faccia
uccidere
.
Non
ha
distrutto
forse
tutti
i
suoi
parenti
?
-
Non
l
'
oserà
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Egli
crede
che
Yanez
sia
veramente
un
inglese
e
ci
penserà
cento
volte
prima
di
commettere
un
delitto
,
sapendo
che
Surama
è
sotto
la
sua
protezione
.
Questi
principotti
hanno
troppa
paura
del
viceré
del
Bengala
.
-
Questo
è
vero
,
tuttavia
questo
tempo
perduto
in
questi
momenti
mi
dispiace
.
Se
perdessimo
le
tracce
dei
rapitori
?
-
Il
gussain
ci
metterà
sulla
buona
via
.
-
E
se
si
ostinasse
a
non
parlare
?
-
Lo
costringeremo
,
non
temere
amico
,
-
rispose
Sandokan
freddamente
.
Levò
dalla
larga
fascia
il
suo
cibuc
,
lo
caricò
di
tabacco
e
accesolo
,
si
sedette
sulla
prora
della
bangle
,
tenendo
una
carabina
fra
le
ginocchia
.
Intanto
i
malesi
ed
i
dayachi
arrancavano
con
gran
lena
,
mentre
Bindar
teneva
il
timone
.
Essendo
la
corrente
debolissima
,
non
avendo
i
grandi
fiumi
dell
'
India
molta
pendenza
,
l
'
imbarcazione
,
quantunque
fosse
pesante
e
avesse
la
prora
assai
rotonda
procedeva
abbastanza
rapidamente
,
filando
sempre
sotto
le
arcate
degli
alberi
che
si
succedevano
continuamente
,
senza
la
minima
interruzione
.
Ora
erano
colossali
tamarindi
,
ora
mirti
,
o
sangore
drago
o
nargassa
,
meglio
conosciuti
sotto
il
nome
di
alberi
del
ferro
,
perché
differiscono
ben
poco
da
quelli
brasiliani
,
che
sono
così
resistenti
da
rompere
il
filo
delle
scuri
meglio
temprate
.
Di
quando
in
quando
comparivano
sulla
riva
delle
bande
di
sciacalli
e
di
lupi
indiani
;
ma
dopo
aver
ululato
o
latrato
su
vari
toni
contro
i
remiganti
,
s
'
affrettavano
a
rinselvarsi
onde
cercare
delle
prede
più
facili
.
Alle
quattro
del
mattino
,
nel
momento
in
cui
i
pappagalli
cominciavano
a
strillare
in
mezzo
ai
rami
dei
tamarindi
,
e
le
anitre
e
le
oche
ad
alzarsi
al
disopra
dei
canneti
,
Bindar
,
che
da
parecchi
minuti
osservava
attentamente
la
riva
,
con
un
poderoso
colpo
di
timone
fece
deviare
la
bangle
.
-
Che
cosa
fai
?
-
chiese
Sandokan
balzando
in
piedi
.
-
Vi
è
una
laguna
,
sahib
,
dinanzi
a
noi
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Entro
nella
jungla
di
Benar
e
là
saremo
perfettamente
sicuri
.
-
Vira
allora
.
-
La
bangle
si
trovava
dinanzi
ad
una
vasta
apertura
.
La
riva
era
tagliata
da
un
canale
ingombro
di
piante
acquatiche
,
le
quali
però
non
impedivano
il
passaggio
,
essendo
radunate
in
gruppi
piuttosto
lontani
gli
uni
dagli
altri
.
Un
numero
straordinario
di
uccelli
volteggiava
gridando
,
al
disopra
di
quella
laguna
.
Cicogne
di
dimensioni
straordinarie
,
grossi
avvoltoi
che
avevano
le
penne
bianche
ed
il
petto
quasi
nudo
;
miopi
,
volatili
meno
forti
delle
prime
e
dei
secondi
,
ma
che
per
destrezza
li
vincono
entrambi
;
piccoli
uccelli
del
paradiso
e
moltissime
anitre
scappavano
in
tutte
le
direzioni
descrivendo
dei
giri
immensi
,
per
tornare
poco
dopo
a
calarsi
intorno
alla
grossa
barca
,
senza
dimostrare
soverchia
paura
.
Se
in
quel
luogo
si
trovavano
tanti
volatili
,
era
segno
che
gli
abitanti
mancavano
assolutamente
.
Oltrepassato
il
canale
,
dinanzi
agli
sguardi
di
Sandokan
e
di
Tremal
-
Naik
apparve
un
bacino
immenso
,
che
rassomigliava
ad
un
lago
e
le
cui
rive
erano
coperte
da
alberi
altissimi
,
per
lo
più
manghieri
,
già
carichi
di
quelle
grosse
e
belle
frutta
che
si
fendono
come
le
nostre
pesche
,
delle
quali
se
ne
servono
gli
indù
per
metterle
nel
carri
,
onde
dare
a
quell
'
intruglio
un
gusto
di
più
,
e
da
splendidi
banani
dalle
foglie
immense
.
-
Approdiamo
,
-
disse
Bindar
.
-
Dov
'
è
la
jungla
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Dietro
quegli
alberi
,
sahib
.
Comincia
subito
.
-
A
terra
.
-
La
bangle
sfondò
le
erbe
galleggianti
lacerando
vere
masse
di
piante
di
loto
e
si
arenò
sulla
riva
che
in
quel
luogo
era
molto
bassa
.
-
Copriamola
onde
non
la
trovino
e
se
la
portino
via
,
-
disse
Sandokan
.
-
È
inutile
,
sahib
-
disse
Bindar
.
-
Questa
palude
è
più
pericolosa
e
perciò
più
temuta
del
terribile
lago
di
Jeypore
.
-
Non
ti
comprendo
.
-
Guarda
in
mezzo
a
quelle
piante
acquatiche
-
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
seguirono
cogli
sguardi
la
direzione
che
l
'
indiano
indicava
loro
e
videro
comparire
tre
o
quattro
teste
mostruose
e
aguzze
.
-
Coccodrilli
!
-
esclamò
la
Tigre
della
Malesia
.
-
E
molti
,
sahib
,
-
rispose
Bindar
.
-
Qui
ve
ne
sono
delle
centinaia
,
fors
'
anche
delle
migliaia
.
-
Che
non
ci
faranno
paura
.
L
'
amico
Tremal
-
Naik
conosce
quei
brutti
sauriani
.
-
Nella
jungla
nera
pullulavano
,
-
rispose
il
bengalese
.
-
Ne
ho
uccisi
moltissimi
e
ti
posso
anche
dire
che
sono
meno
pericolosi
di
quello
che
si
crede
-
.
I
malesi
ed
i
dayachi
si
caricarono
dei
loro
pacchi
,
presero
le
armi
e
scesero
a
terra
,
dopo
aver
saldamente
ancorata
la
bangle
.
-
È
lontana
la
pagoda
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Appena
un
miglio
,
sahib
.
-
In
marcia
.
-
Formarono
la
colonna
e
s
'
inoltrarono
sotto
gli
alberi
,
tenendo
in
mezzo
il
fakiro
,
il
demjadar
dei
seikki
ed
il
ministro
Kaksa
Pharaum
.
Oltrepassata
la
zona
alberata
che
era
limitatissima
,
il
drappello
si
trovò
dinanzi
ad
una
immensa
pianura
coperta
di
bambù
altissimi
,
appartenenti
quasi
tutti
alla
specie
spinosa
.
Rari
alberi
sorgevano
qua
e
là
,
a
grandi
distanze
,
per
lo
più
erano
borassi
dal
fusto
altissimo
e
dalle
larghe
e
lunghe
foglie
disposte
ad
ombrello
.
-
Cercate
di
non
fare
rumore
,
-
disse
Bindar
.
-
Le
belve
non
hanno
ancora
raggiunti
i
loro
covi
e
potrebbero
assalirci
d
'
improvviso
.
-
Non
aver
paura
per
noi
,
-
rispose
Sandokan
.
Tutti
si
tolsero
le
carabine
che
fino
allora
avevano
tenute
a
bandoliera
e
la
piccola
colonna
si
cacciò
in
mezzo
a
quel
mare
di
verzura
,
nel
più
profondo
silenzio
.
Fortunatamente
Bindar
aveva
trovato
un
largo
solco
,
aperto
forse
dall
'
enorme
massa
di
qualche
elefante
selvaggio
,
o
da
qualche
rinoceronte
,
sicché
il
drappello
poteva
avanzarsi
rapidamente
senza
aver
bisogno
di
abbattere
quelle
canne
gigantesche
.
Di
quando
in
quando
l
'
indiano
,
che
camminava
alla
testa
della
colonna
,
si
fermava
per
ascoltare
,
poi
riprendeva
la
marcia
più
velocemente
,
lanciando
occhiate
sospettose
in
tutte
le
direzioni
.
Dopo
mezz
'
ora
si
trovarono
improvvisamente
dinanzi
ad
una
vasta
radura
,
ingombra
solamente
di
sterpi
e
di
kalam
:
quelle
erbe
altissime
che
sono
taglienti
come
spade
.
In
mezzo
s
'
ergeva
una
costruzione
barocca
,
che
rassomigliava
ad
un
immenso
cono
allargantesi
alla
base
,
con
molte
fenditure
in
tutta
la
sua
lunghezza
.
Tutto
il
rivestimento
esterno
era
crollato
,
sicché
si
scorgevano
accumulati
a
terra
pezzi
di
statue
,
di
animali
e
soprattutto
un
numero
infinito
di
teste
d
'
elefante
.
Una
gradinata
,
la
sola
forse
che
si
trovasse
ancora
in
ottimo
stato
,
conduceva
ad
un
portone
che
non
aveva
più
porte
.
-
È
questa
la
pagoda
?
-
chiese
Sandokan
fermando
il
drappello
.
-
Sì
,
sahib
,
-
rispose
Bindar
.
-
Non
ci
crollerà
addosso
?
-
Se
ha
resistito
tanto
alle
ingiurie
del
tempo
,
non
saprei
perché
dovesse
sfasciarsi
proprio
ora
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Andiamo
a
vedere
in
quale
stato
si
trova
l
'
interno
.
-
Stava
per
dirigersi
verso
la
gradinata
seguìto
da
Sandokan
e
dai
malesi
che
avevano
accese
due
torce
,
quando
Bindar
gli
si
parò
davanti
dicendo
:
-
Fermati
,
sahib
.
-
Che
cosa
vuoi
ancora
?
-
Ti
ho
già
detto
che
questa
pagoda
serve
d
'
asilo
a
belve
feroci
.
-
Ah
!
è
vero
-
disse
Sandokan
.
-
Me
n
'
ero
scordato
.
Sei
sicuro
però
che
abbiano
là
dentro
il
loro
covo
?
-
Così
ho
udito
raccontare
.
-
Che
cosa
dici
tu
,
Tremal
-
Naik
?
-
Talvolta
le
tigri
si
servono
delle
pagode
disabitate
,
-
rispose
il
bengalese
.
-
Andremo
a
rassicurarci
se
la
notizia
è
vera
o
falsa
,
-
disse
Sandokan
.
-
Kammamuri
prendi
una
torcia
e
seguici
.
Voialtri
fermatevi
qui
,
formate
una
catena
e
se
le
belve
cercano
di
fuggire
...
-
In
quel
momento
un
grido
rauco
,
poco
sonoro
,
echeggiò
verso
la
porta
della
pagoda
e
quasi
subito
due
punti
verdastri
,
fosforescenti
,
scintillarono
fra
la
profonda
oscurità
che
regnava
dentro
quell
'
enorme
cono
.
Bindar
aveva
fatto
due
passi
indietro
,
mormorando
con
voce
tremante
:
-
Le
kerkal
!
Non
si
sono
ingannati
quelli
che
me
l
'
hanno
detto
.
-
Sono
tigri
?
-
aveva
chiesto
Sandokan
.
-
No
,
sahib
:
pantere
.
-
Benissimo
-
rispose
il
pirata
colla
sua
solita
calma
.
-
Vieni
,
Tremal
-
Naik
,
andremo
a
far
conoscenza
con
quelle
signore
.
Finora
non
ho
ucciso
che
delle
pantere
nere
che
pullulano
nel
Borneo
.
Andiamo
a
vedere
se
quelle
indiane
sono
migliori
o
peggiori
.
-
16
.
Fra
le
pantere
e
le
tenebre
Nell
'
India
non
è
raro
trovare
non
solo
nelle
jungle
,
che
un
giorno
dovevano
essere
state
coltivate
e
popolate
,
bensì
anche
in
mezzo
alle
folte
foreste
,
avanzi
di
città
e
splendide
pagode
.
Gli
antichi
rajah
,
più
capricciosi
dei
moderni
,
usavano
cambiare
sovente
la
loro
residenza
,
sia
per
sfuggire
la
vicinanza
di
belve
pericolose
che
non
erano
capaci
di
distruggere
,
sia
per
qualsiasi
motivo
politico
.
Fondare
una
nuova
città
era
allora
di
moda
,
molto
più
che
la
mano
d
'
opera
costava
così
poco
,
che
con
qualche
milione
di
rupie
un
'
altra
migliore
poteva
sorgere
ed
in
brevissimo
tempo
.
Accade
quindi
sovente
,
anche
al
giorno
d
'
oggi
,
di
trovarsi
improvvisamente
dinanzi
a
rovine
grandiose
,
semi
-
coperte
da
una
folta
vegetazione
.
L
'
ubertosità
del
suolo
,
il
gran
calore
e
l
'
umidità
della
notte
,
favoriscono
in
modo
straordinario
,
in
quella
fortunata
penisola
,
lo
sviluppo
della
vegetazione
.
Un
campo
abbandonato
,
dopo
soli
pochi
mesi
,
non
conserva
più
alcuna
traccia
.
Bambù
,
arbusti
,
banani
,
pipal
,
tara
,
sorgono
come
per
incanto
e
tutto
fanno
scomparire
.
La
radura
prima
coltivata
diventa
una
boscaglia
quasi
impenetrabile
,
od
una
jungla
che
più
tardi
diventerà
un
asilo
sicuro
alle
tigri
,
alle
pantere
,
ai
rinoceronti
,
ai
serpenti
,
dal
morso
fatale
.
Non
era
quindi
da
stupirsi
se
i
pirati
della
Malesia
,
guidati
da
Bindar
,
avevano
trovato
quel
rifugio
.
Disgraziatamente
non
pareva
che
fosse
disabitato
,
come
dapprima
avevano
sperato
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
.
Quel
mugolìo
sordo
e
quei
due
punti
luminosi
li
avevano
subito
avvertiti
che
dovevano
pagare
prima
la
pigione
con
palle
di
piombo
.
-
Orsù
,
-
disse
Sandokan
.
-
Cerchiamo
di
sloggiare
gli
inquilini
.
-
Non
se
ne
andranno
però
senza
protestare
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
scherzando
.
-
In
tale
caso
avranno
da
fare
con
noi
.
Kammamuri
,
non
tremerà
il
tuo
braccio
?
Se
rimarremo
all
'
oscuro
non
risponderei
dello
sloggio
.
-
La
torcia
brillerà
sempre
dinanzi
alle
adnara
.
-
Ecco
un
altro
nome
.
-
Le
chiamiamo
così
noi
maharatti
quelle
brutte
bestie
.
-
Mettiti
dietro
di
noi
.
-
Sì
,
Tigre
della
Malesia
.
-
Sandokan
si
volse
per
vedere
se
i
suoi
uomini
erano
a
posto
,
armò
la
carabina
e
le
pistole
e
si
avanzò
verso
la
porta
della
pagoda
,
salendo
i
gradini
.
Tremal
-
Naik
lo
seguiva
,
accanto
a
Kammamuri
,
il
quale
teneva
ben
alta
la
torcia
.
Il
formidabile
pirata
era
tranquillo
come
se
si
trattasse
di
andar
a
trovare
dei
buoni
vicini
.
I
suoi
occhi
però
non
si
staccavano
dai
due
punti
luminosi
che
brillavano
sempre
fra
le
tenebre
,
socchiudendosi
a
lunghi
intervalli
.
-
Sarà
sola
o
avrà
un
compagno
?
-
si
chiese
Sandokan
,
arrestandosi
sul
pianerottolo
.
-
Temo
,
mio
caro
Sandokan
,
che
la
pagoda
ospiti
una
intera
famiglia
di
quelle
bestiacce
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Sii
prudente
perché
le
adnara
valgono
le
tigri
.
-
Forse
un
po
'
meno
delle
nostre
pantere
nere
.
Proviamo
a
fare
un
buon
colpo
.
Tu
non
sparare
per
ora
.
-
S
'
inginocchiò
e
puntò
la
carabina
mirando
i
due
punti
luminosi
.
Stava
per
premere
il
grilletto
,
quando
questi
si
spensero
bruscamente
.
-
Saccaroa
!
-
brontolò
il
pirata
.
-
Che
quella
brutta
bestia
si
sia
accorta
che
volevo
la
sua
pelle
e
che
si
sia
internata
nella
pagoda
?
Ecco
degli
inquilini
che
diventano
noiosi
.
Bah
!
Andremo
a
trovarle
nel
loro
covo
.
Avanti
Kammamuri
!
-
Il
maharatto
alzò
la
torcia
,
armò
una
pistola
a
due
colpi
non
potendo
servirsi
della
carabina
con
una
sola
mano
,
e
si
avanzò
intrepidamente
fiancheggiato
da
Sandokan
e
da
Tremal
-
Naik
.
I
malesi
ed
i
dayachi
si
erano
disposti
in
forma
di
semi
-
cerchio
alla
base
della
gradinata
,
pronti
ad
accorrere
in
aiuto
dei
loro
padroni
,
nel
caso
che
avessero
avuto
bisogno
del
loro
appoggio
od
a
chiudere
il
passo
alle
belve
.
Non
avevano
però
trascurato
,
anche
in
quel
terribile
frangente
,
di
mettersi
dinanzi
il
capitano
dei
seikki
ed
il
fakiro
,
onde
non
approfittassero
per
prendere
il
largo
,
cosa
però
poco
probabile
,
poiché
quei
due
disgraziati
erano
ancora
ben
legati
.
I
cacciatori
,
dopo
essersi
fermati
alcuni
istanti
sulla
soglia
del
portone
,
erano
entrati
risolutamente
nella
pagoda
.
Una
sala
immensa
,
di
forma
ovale
,
quasi
nuda
,
poiché
non
vi
erano
che
dei
cumuli
di
macerie
cadute
dall
'
alto
e
dalle
larghe
fessure
che
si
scorgevano
lungo
le
pareti
,
s
'
apriva
dinanzi
a
loro
.
Anche
il
rivestimento
interno
,
al
pari
di
quello
esterno
,
era
crollato
cospargendo
il
suolo
di
frammenti
di
statue
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
girarono
intono
un
rapido
sguardo
e
con
non
poca
meraviglia
non
scorsero
,
in
quell
'
immensa
sala
,
nessuna
belva
.
-
Dove
sarà
scappata
quella
pantera
?
-
si
chiese
Sandokan
.
-
Attraverso
i
crepacci
delle
pareti
no
di
certo
,
non
prolungandosi
fino
alla
base
.
-
In
guardia
,
amico
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Può
essersi
nascosta
dietro
questi
cumuli
di
rottami
.
-
Non
mi
sembrano
tanto
alti
da
coprirla
.
D
'
altronde
lo
sapremo
subito
.
-
Dinanzi
a
lui
si
trovava
un
gigantesco
dado
di
pietra
che
forse
in
altri
tempi
aveva
servito
a
sorreggere
od
una
pietra
di
Salagraman
od
un
lingam
,
il
trimurti
della
religione
indiana
.
Con
un
salto
vi
fu
sopra
e
spinse
gli
sguardi
in
tutte
le
direzioni
.
-
Nulla
,
-
disse
poi
.
-
La
pantera
è
scomparsa
.
-
Eppure
non
deve
essere
uscita
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
I
nostri
uomini
l
'
avrebbero
veduta
.
-
Ah
!
-
Che
cosa
c
'
è
ancora
?
-
Vedo
una
porticina
all
'
estremità
della
sala
.
-
Che
metterà
probabilmente
in
qualche
galleria
,
-
disse
il
maharatto
.
-
Purché
non
vi
sia
da
quella
parte
un
'
uscita
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
In
tal
caso
ci
risparmierebbe
il
disturbo
di
cacciarla
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Andiamo
a
vedere
se
quella
signora
ha
preferito
lasciarci
l
'
alloggio
senza
protestare
.
-
Attraversarono
la
sala
e
giunsero
ben
presto
dinanzi
alla
porticina
che
era
aperta
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
avvertirono
subito
un
acuto
odore
di
selvatico
.
-
È
passata
per
di
qua
-
disse
il
primo
.
-
Attenti
a
non
farvi
sorprendere
.
-
Questa
galleria
deve
condurre
negli
appartamenti
dei
sacerdoti
,
-
aggiunse
il
bengalese
.
-
In
tale
caso
avremo
da
percorrere
un
bel
tratto
.
Mettiti
dietro
di
noi
,
Kammamuri
.
-
Appoggiarono
le
carabine
alla
spalla
onde
essere
più
pronti
a
far
fuoco
e
s
'
inoltrarono
in
quello
stretto
passaggio
che
tendeva
a
salire
.
Percorsi
cinquanta
passi
,
si
trovarono
dinanzi
ad
una
gradinata
che
descriveva
una
curva
assai
accentuata
.
-
Saccaroa
!
-
esclamò
Sandokan
,
seccato
.
-
Dove
si
sarà
cacciato
quel
maledetto
animale
?
-
Taci
!
-
disse
Tremal
-
Naik
.
Un
sordo
mugolìo
si
udì
un
po
'
più
sopra
.
Segno
che
la
pantera
si
trovava
là
dentro
e
che
forse
si
preparava
a
disputare
ai
tre
uomini
la
via
.
Sandokan
,
risoluto
a
finirla
,
si
slanciò
su
per
la
gradinata
e
giunto
sul
pianerottolo
,
vide
un
'
ombra
allontanarsi
velocemente
entro
un
secondo
corridoio
.
-
Fa
'
lume
,
Kammamuri
!
-
gridò
.
Il
maharatto
fu
pronto
a
raggiungerlo
.
Scorgendo
ancora
l
'
ombra
,
la
Tigre
della
Malesia
fece
precipitosamente
fuoco
.
La
detonazione
,
che
risuonò
fra
quelle
strette
pareti
come
un
colpo
di
spingarda
,
fu
seguìta
da
un
urlo
strozzato
.
-
Colpita
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
balzando
avanti
.
-
Ah
!
non
lo
so
,
-
rispose
Sandokan
che
ricaricava
l
'
arma
.
-
Fuggiva
dinanzi
a
me
e
non
potevo
scorgerla
troppo
bene
.
Ho
fatto
fuoco
a
casaccio
.
-
Andiamo
a
vedere
se
vi
sono
delle
tracce
di
sangue
.
-
S
'
avanzarono
cautamente
,
cogli
occhi
e
gli
orecchi
in
guardia
,
tenendosi
curvi
onde
offrire
meno
bersaglio
nel
caso
d
'
un
improvviso
attacco
.
Il
corridoio
,
che
era
aperto
nello
spessore
delle
pareti
,
girava
come
se
seguisse
la
curva
della
immensa
pagoda
.
Di
quando
in
quando
a
destra
ed
a
sinistra
s
'
aprivano
delle
piccole
celle
,
che
un
giorno
dovevano
aver
servito
ai
bramini
o
ai
gurum
.
Ad
un
tratto
Sandokan
si
arrestò
curvandosi
a
terra
.
-
Una
larga
macchia
di
sangue
!
-
esclamò
.
-
L
'
hai
colpita
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Fra
poco
sarà
nostra
.
-
Avanti
!
-
Sicuri
di
non
trovare
ormai
da
parte
della
pantera
grande
resistenza
,
avevano
allungato
il
passo
.
Le
macchie
di
sangue
continuavano
e
sempre
più
abbondanti
.
La
palla
di
Sandokan
doveva
aver
prodotta
una
ferita
gravissima
.
La
dannata
bestia
però
continuava
la
sua
ritirata
attraverso
a
quell
'
interminabile
corridoio
.
Ad
un
certo
momento
e
quando
meno
se
l
'
aspettavano
,
i
tre
cacciatori
si
trovarono
dinanzi
ad
una
sala
piuttosto
vasta
,
ingombra
di
statue
rappresentanti
le
eterne
incarnazioni
di
Visnù
.
-
Dobbiamo
essere
alla
fine
!
-
aveva
esclamato
Tremal
-
Naik
.
Aveva
appena
pronunciate
quelle
parole
quando
una
massa
piombò
improvvisamente
su
di
loro
,
atterrandoli
uno
sull
'
altro
e
spegnendo
la
torcia
.
Sandokan
fu
pronto
ad
alzarsi
ed
a
far
fuoco
e
anche
questa
volta
a
casaccio
,
imitato
da
Kammamuri
che
non
si
era
lasciata
sfuggire
la
pistola
.
Tremal
-
Naik
,
più
prudente
,
aveva
conservata
la
sua
carica
temendo
un
ritorno
offensivo
della
belva
.
Questa
,
dopo
aver
spiccato
quel
gran
salto
e
d
'
aver
gettati
i
cacciatori
a
gambe
levate
,
era
scappata
ritornando
nel
corridoio
.
-
Quella
pantera
ha
l
'
anima
di
Kalì
!
-
esclamò
Tremal
-
Naik
.
-
Eccoci
in
un
bell
'
impiccio
!
Chi
ha
l
'
acciarino
?
-
Io
no
-
rispose
Sandokan
.
-
E
nemmeno
io
-
aggiunse
Kammamuri
.
-
Dovremo
compiere
la
ritirata
all
'
oscuro
?
-
Conosciamo
già
il
corridoio
e
credo
che
il
ritorno
non
sarà
difficile
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
.
-
E
se
la
pantera
ci
aspetta
all
'
agguato
?
-
Ecco
quello
che
temo
.
-
Ricarica
subito
e
anche
tu
Kammamuri
.
Da
un
istante
all
'
altro
possiamo
trovarci
nuovamente
di
fronte
alla
kerkal
.
-
E
può
anche
...
-
Il
maharatto
non
finì
la
frase
.
Un
mugolìo
che
terminò
in
un
soffio
ardente
lo
aveva
arrestato
.
-
Vi
è
un
'
altra
pantera
qui
!
-
esclamò
subito
Sandokan
facendo
un
rapido
dietro
fronte
.
-
Ma
sì
!
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
La
prima
non
era
sola
.
-
In
ritirata
!
-
E
presto
,
-
aggiunse
il
bengalese
.
-
Qui
corriamo
il
pericolo
di
venire
assaliti
dinanzi
e
alle
spalle
.
-
Sandokan
lanciò
una
imprecazione
.
-
Tornare
indietro
ora
,
quando
già
erano
nelle
nostre
mani
!
-
Le
scoveremo
più
tardi
.
Vieni
,
non
perdiamo
tempo
!
-
Uscirono
dalla
sala
,
indietreggiando
lentamente
onde
non
farsi
sorprendere
.
Kammamuri
solo
,
che
aveva
ricaricata
la
pistola
,
aveva
volte
le
spalle
alla
porta
per
far
fronte
alla
prima
pantera
fuggita
attraverso
il
corridoio
.
Il
momento
era
terribile
,
eppure
quei
tre
valorosi
non
avevano
nulla
perduto
della
loro
ammirabile
calma
,
quantunque
fossero
più
che
certi
di
venire
assaliti
prima
di
poter
ridiscendere
nella
pagoda
e
raggiungere
i
loro
compagni
che
dovevano
essere
molto
inquieti
,
non
vedendoli
ritornare
dopo
quei
quattro
spari
.
-
Teniamoci
uniti
,
-
disse
Sandokan
ai
compagni
.
-
Se
non
abbiamo
più
la
torcia
possediamo
sempre
le
nostre
armi
da
fuoco
.
-
E
appena
scorgiamo
gli
occhi
delle
belve
spariamo
subito
,
-
aggiunse
Tremal
-
Naik
.
La
ritirata
,
fra
la
profonda
oscurità
che
regnava
in
quello
stretto
corridoio
,
si
compiva
lentamente
,
dovendo
Sandokan
ed
il
bengalese
indietreggiare
colla
faccia
rivolta
sempre
verso
la
sala
.
Kammamuri
stava
per
mettere
i
piedi
sul
primo
gradino
,
quando
vide
,
a
soli
pochi
passi
,
lampeggiare
gli
occhi
verdastri
della
kerkal
,
che
era
fuggita
attraverso
il
corridoio
.
-
Padrone
!
-
disse
,
dando
indietro
.
-
La
bestia
sta
dinanzi
a
me
.
-
E
la
seconda
ci
segue
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Ecco
là
i
suoi
occhi
.
-
I
tre
uomini
si
erano
arrestati
colle
armi
puntate
contro
quei
quattro
punti
luminosi
.
Quantunque
provati
alle
più
terribili
avventure
,
non
osavano
far
fuoco
per
la
tema
di
mancare
i
loro
avversari
.
Fra
loro
regnò
un
breve
silenzio
,
poi
Sandokan
pel
primo
lo
ruppe
.
-
Non
possiamo
rimanere
qui
eternamente
.
Oltre
le
armi
da
fuoco
abbiamo
anche
le
scimitarre
ed
un
combattimento
a
corpo
a
corpo
non
mi
fa
paura
.
Tu
,
Kammamuri
,
fa
'
fuoco
sulla
pantera
che
si
trova
sulla
scala
;
io
cercherò
di
spacciare
l
'
altra
.
-
Ed
io
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Rimarrai
in
riserva
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
.
Estrasse
con
precauzione
la
scimitarra
senza
staccare
i
suoi
occhi
dai
due
punti
fosforescenti
che
brillavano
sinistramente
fra
quelle
fitte
tenebre
,
la
strinse
fra
i
denti
,
poi
mirò
lentamente
,
onde
essere
ben
sicuro
del
suo
colpo
.
Kammamuri
dal
canto
suo
aveva
puntata
la
pistola
,
che
come
abbiamo
detto
era
a
doppia
canna
.
I
tre
spari
formarono
una
detonazione
sola
.
Al
rapido
bagliore
prodotto
dalla
polvere
,
i
cacciatori
videro
le
due
belve
scagliarsi
innanzi
,
poi
ruzzolarono
l
'
uno
addosso
all
'
altro
giù
per
la
scala
.
Tremal
-
Naik
,
che
fu
il
primo
a
giungere
in
fondo
,
udendo
verso
il
pianerottolo
un
mugolìo
minaccioso
,
sparò
più
per
illuminare
,
fosse
pure
per
un
istante
la
galleria
,
che
colla
convinzione
di
colpire
.
Un
urlo
vi
rispose
,
poi
una
massa
crollò
giù
dalla
scala
cadendo
addosso
a
Sandokan
che
si
era
fermato
sul
penultimo
gradino
.
-
Ah
!
Canaglia
!
-
urlò
il
pirata
che
aveva
avuto
il
tempo
d
'
impugnare
la
scimitarra
prima
di
cadere
.
Alzò
l
'
arma
e
la
lasciò
cadere
con
forza
su
quel
corpo
che
si
dibatteva
al
suo
fianco
urlando
.
-
Prendi
!
Prendi
!
-
Due
volte
la
scimitarra
,
maneggiata
da
quel
braccio
di
ferro
,
tagliò
a
fondo
.
-
Fuggiamo
!
-
disse
in
quel
momento
Tremal
-
Naik
.
-
Le
nostre
armi
sono
scariche
.
-
Tutti
e
tre
si
erano
slanciati
attraverso
al
corridoio
,
correndo
all
'
impazzata
.
Stavano
per
entrare
nella
pagoda
,
quando
udirono
una
scarica
echeggiare
al
di
fuori
.
-
I
nostri
uomini
hanno
fucilata
l
'
altra
,
-
disse
Sandokan
correndo
verso
la
porta
.
Non
si
era
ingannato
.
Sul
vasto
pianerottolo
giaceva
una
gigantesca
pantera
,
una
delle
più
grosse
che
avesse
visto
fino
allora
,
immersa
in
una
pozza
di
sangue
.
La
sua
splendida
pelliccia
era
crivellata
di
proiettili
.
-
Sahib
,
-
disse
Bindar
,
facendosi
innanzi
,
-
si
temeva
che
ti
fosse
accaduta
qualche
disgrazia
.
-
La
pagoda
è
nostra
,
-
rispose
semplicemente
Sandokan
.
-
Occupiamola
.
-
Sarà
morta
l
'
altra
?
-
chiese
Kammamuri
.
-
La
mia
scimitarra
è
lorda
di
sangue
e
quando
io
meno
un
colpo
,
nemmeno
una
tigre
può
resistere
.
Fa
'
mettere
,
per
maggior
precauzione
,
delle
sentinelle
dinanzi
alle
due
porte
e
cerchiamo
di
riposare
qualche
ora
.
Ne
abbiamo
bisogno
.
-
I
malesi
ed
i
dayachi
sciolsero
i
pacchi
,
stendendo
a
terra
tappeti
e
coperte
di
lana
e
perfino
cuscini
destinati
ai
loro
capi
,
mentre
alcuni
altri
accendevano
alcune
torce
piantandole
fra
le
macerie
.
Il
vecchio
Sambigliong
fece
la
scelta
degli
uomini
di
guardia
,
portandone
tre
dinanzi
alla
porticina
che
conduceva
sulla
gradinata
della
porta
maggiore
,
non
essendo
improbabile
che
altre
fiere
si
presentassero
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
,
dopo
essersi
bene
assicurati
che
il
fakiro
ed
il
comandante
dei
seikki
avevano
i
legami
intatti
,
si
sdraiarono
sui
tappeti
,
non
senza
aver
avuto
la
precauzione
di
mettersi
a
fianco
le
armi
,
quantunque
si
ritenessero
perfettamente
sicuri
contro
una
invasione
da
parte
delle
guardie
del
rajah
.
Il
resto
della
notte
infatti
trascorse
tranquillo
.
Solo
alcuni
sciacalli
,
attirati
da
quella
luce
insolita
,
che
brillava
nell
'
interno
della
pagoda
,
osarono
salire
la
gradinata
e
mandare
qualche
urlo
.
Non
essendo
pericolosi
,
gli
uomini
di
guardia
non
si
scomodarono
a
salutarli
con
un
colpo
di
fucile
,
desiderando
economizzare
le
loro
munizioni
.
Preparata
e
divorata
la
colazione
,
Sandokan
inviò
nella
jungla
una
metà
dei
suoi
uomini
,
per
assicurarsi
contro
qualunque
sorpresa
,
poi
si
fece
condurre
dinanzi
il
fakiro
.
Il
povero
uomo
,
che
già
s
'
aspettava
di
dover
subire
un
interrogatorio
,
tremava
come
se
avesse
la
febbre
e
dalla
fronte
gli
cadevano
grosse
gocce
di
sudore
.
-
Siediti
,
-
gli
disse
ruvidamente
Sandokan
,
che
stava
comodamente
sdraiato
su
un
tappeto
a
fianco
di
Tremal
-
Naik
.
-
È
giunta
l
'
ora
di
fare
i
conti
.
-
Che
cosa
vuoi
da
me
,
signore
?
-
gemette
il
disgraziato
guardando
con
fervore
l
'
antico
capo
dei
pirati
di
Mompracem
,
che
lo
fissava
come
se
cercasse
di
ipnotizzarlo
.
-
Un
uomo
che
avesse
la
coscienza
tranquilla
non
tremerebbe
come
te
,
-
disse
Sandokan
accendendo
il
cibuc
e
lanciando
in
aria
una
fitta
nuvoletta
di
fumo
.
-
Narrami
ora
come
hai
fatto
tu
,
che
hai
un
braccio
solo
disponibile
,
a
rapire
quella
fanciulla
.
-
Una
fanciulla
!
-
esclamò
il
fakiro
alzando
gli
occhi
in
aria
.
-
Che
cosa
vieni
a
raccontarmi
tu
sahib
?
Ti
ho
già
detto
che
io
non
so
nulla
,
affatto
nulla
.
-
Sicché
tu
non
ti
sei
recato
in
casa
d
'
una
signora
indiana
per
liberarla
dal
mal
occhio
.
-
Può
darsi
,
ma
non
ti
saprei
dire
quale
.
-
Allora
te
lo
dirà
un
uomo
che
assistette
alla
cerimonia
.
-
Fallo
venire
,
-
rispose
il
gussain
,
con
voce
però
tutt
'
altro
che
ferma
.
-
Kubang
!
-
gridò
Sandokan
.
Il
malese
,
che
fino
allora
si
era
tenuto
nascosto
dietro
un
cumulo
di
macerie
,
si
alzò
e
si
mise
di
fronte
al
fakiro
chiedendogli
:
-
Mi
riconosci
tu
?
-
Tantia
lo
fissò
a
lungo
,
con
uno
sguardo
che
tradiva
una
profonda
inquietudine
,
poi
raccogliendo
tutta
la
sua
energia
rispose
:
-
No
:
non
ti
ho
mai
veduto
.
-
Tu
menti
-
gridò
il
malese
.
-
Quando
tu
passasti
il
bacino
dinanzi
agli
occhi
della
giovane
indiana
,
mi
trovavo
a
soli
tre
passi
di
distanza
da
te
.
-
Il
gussain
ebbe
un
leggero
fremito
,
però
rispose
subito
.
-
T
'
inganni
:
un
viso
che
avesse
avuto
quella
brutta
pelle
non
mi
sarebbe
sfuggito
così
facilmente
.
Te
lo
ripeto
:
io
non
ti
ho
mai
veduto
.
-
Un
uomo
che
ha
un
braccio
anchilosato
e
che
tiene
nel
suo
pugno
un
ramoscello
non
si
dimentica
facilmente
-
rispose
il
malese
.
-
Sei
stato
tu
,
lo
affermo
solennemente
.
-
Difenditi
ora
,
-
disse
Sandokan
.
-
Vedi
che
quest
'
uomo
ti
accusa
.
-
Il
gussain
crollò
le
spalle
,
sorrise
ironicamente
,
poi
rispose
:
-
Quest
'
uomo
o
è
pazzo
od
ha
giurato
di
perdermi
.
Tantia
però
non
è
così
stupido
da
cadere
nell
'
infame
agguato
preparato
da
questo
miserabile
.
-
È
troppo
furbo
per
compromettersi
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
L
'
interrogatorio
però
è
appena
cominciato
e
non
finirà
tanto
presto
.
-
È
vero
,
-
disse
Sandokan
.
-
Accusa
Kubang
.
-
Io
dico
che
quest
'
uomo
si
è
presentato
nel
palazzo
della
giovane
indiana
,
-
riprese
il
malese
,
-
che
ha
chiesto
di
riposarsi
,
che
fu
lasciato
solo
e
che
alla
notte
scomparve
portando
via
la
padrona
:
che
neghi
se
l
'
osa
!
-
L
'
oso
,
-
rispose
il
fakiro
.
-
Sicché
non
vuoi
confessare
per
conto
di
chi
hai
agito
,
-
disse
Sandokan
.
-
Io
non
sono
che
un
povero
uomo
che
non
ha
altro
desiderio
che
di
andarsene
al
più
presto
nel
cailasson
.
La
mia
carcassa
non
servirebbe
nemmeno
per
una
cena
alla
tigre
.
-
Kammamuri
,
-
disse
Sandokan
,
-
quest
'
uomo
non
ha
ancora
fatto
colazione
.
Portagli
una
terrina
di
carri
.
Come
ha
ceduto
Kaksa
Pharaum
,
cederà
anche
questo
ostinato
.
-
Il
maharatto
che
stava
rimescolando
un
certo
intingolo
,
che
si
trovava
in
una
pentola
di
ferro
e
che
gli
faceva
lagrimare
abbondantemente
gli
occhi
,
empì
un
recipiente
e
lo
posò
dinanzi
al
gussain
.
-
Mangia
,
-
disse
Sandokan
.
-
Poi
riprenderemo
il
discorso
.
-
Tantia
fiutò
il
riso
condito
con
droghe
fortissime
e
scosse
la
testa
dicendo
con
voce
risoluta
:
-
No
!
-
Sandokan
si
levò
dalla
fascia
una
pistola
,
l
'
armò
e
accostando
le
fredde
canne
ad
una
tempia
del
prigioniero
gli
disse
:
-
O
mangi
o
ti
faccio
scoppiare
la
testa
.
-
Che
cosa
contiene
questo
carri
?
-
chiese
il
fakiro
coi
denti
stretti
.
-
Mangialo
,
ti
dico
.
-
Tu
mi
prometti
che
non
contiene
alcun
veleno
?
-
Non
ho
alcun
interesse
a
sopprimerti
,
anzi
desidero
che
tu
viva
.
Ti
decidi
o
no
?
Ti
accordo
un
minuto
.
-
Il
fakiro
esitò
un
istante
,
poi
prese
il
cucchiaio
che
Kammamuri
gli
porgeva
sorridendo
ironicamente
e
si
mise
a
mangiare
facendo
delle
orribili
smorfie
.
-
Troppo
pimento
in
questo
carri
,
-
disse
.
-
Tu
hai
un
cattivo
cuoco
.
-
Me
ne
provvederò
un
altro
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Per
ora
accontentati
di
quello
che
ho
.
-
Il
fakiro
,
vedendo
che
non
deponeva
la
pistola
,
continuò
a
mangiare
quella
miscela
infernale
,
che
doveva
bruciargli
lo
stomaco
.
Essendo
però
gli
indiani
abituati
a
mettere
molto
pimento
nei
loro
cibi
,
specialmente
nel
carri
,
il
gussain
ne
risentiva
certamente
meno
gli
effetti
ardenti
.
Quand
'
ebbe
finito
si
batté
colla
sinistra
il
ventre
dicendo
:
-
Anche
questa
minestra
passerà
.
-
Vedremo
se
il
tuo
stomaco
sarà
così
solido
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Ora
a
te
Tremal
-
Naik
.
-
Il
bengalese
e
Kammamuri
afferrarono
il
gussain
sotto
le
ascelle
e
lo
misero
in
piedi
.
-
Che
cosa
volete
ancora
da
me
?
-
chiese
il
disgraziato
con
terrore
.
-
Oh
!
Non
abbiamo
ancora
finito
?
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Credevi
di
cavartela
così
a
buon
prezzo
?
Vuoi
evitare
il
resto
?
Allora
confessa
.
-
Vi
ho
detto
che
io
non
so
nulla
!
-
strillò
Tantia
.
-
Io
non
ho
preso
parte
al
rapimento
di
quella
donna
.
Potete
strapparmi
la
lingua
,
tormentarmi
,
io
non
potrò
dirvi
quello
che
io
non
ho
fatto
.
-
Lo
vedremo
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
Lo
spinsero
fuori
dalla
pagoda
e
gli
fecero
scendere
la
scalinata
fermandolo
dinanzi
ad
una
buca
molto
profonda
,
che
due
malesi
stavano
scavando
.
-
Basterà
,
-
disse
Sandokan
ai
due
pirati
,
dopo
d
'
aver
dato
uno
sguardo
a
quello
scavo
.
-
L
'
uomo
non
è
grasso
,
tutt
'
altro
anzi
.
-
Il
gussain
aveva
fatto
due
passi
indietro
guardando
con
smarrimento
Sandokan
,
Tremal
-
Naik
e
Kammamuri
.
-
Che
cosa
volete
fare
di
me
?
-
chiese
battendo
i
denti
.
-
Ricordatevi
che
io
sono
un
fakiro
,
ossia
un
sant
'
uomo
,
che
gode
la
protezione
di
Brahma
.
-
Chiamalo
che
venga
a
liberarti
,
-
disse
Sandokan
.
-
Voi
non
godrete
le
delizie
del
cailasson
,
quando
la
morte
vi
avrà
colpiti
.
-
Io
mi
accontento
del
paradiso
di
Maometto
.
-
Il
rajah
mi
vendicherà
.
-
È
troppo
lontano
e
poi
in
questo
momento
non
ha
tempo
di
occuparsi
di
te
.
Vuoi
parlare
sì
o
no
?
-
Che
siate
maledetti
tutti
!
-
urlò
il
gussain
furibondo
.
-
Lancio
contro
di
voi
il
malocchio
!
-
La
mia
scimitarra
lo
spezzerà
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Calatelo
dentro
.
-
I
due
malesi
s
'
impadronirono
del
fakiro
,
che
non
poteva
opporre
che
una
resistenza
debolissima
,
avendo
un
solo
braccio
disponibile
e
lo
cacciarono
nella
buca
lasciandogli
sporgere
solamente
la
testa
e
il
braccio
sinistro
che
nessuno
avrebbe
potuto
ormai
piegare
senza
spezzarglielo
.
Ciò
fatto
cominciarono
a
gettare
dentro
palate
di
terra
in
modo
da
avvolgere
completamente
quel
magrissimo
corpo
e
d
'
immobilizzarlo
.
Il
gussain
che
forse
aveva
indovinato
a
quale
spaventevole
supplizio
lo
condannavano
i
suoi
carnefici
,
cacciava
urla
spaventevoli
che
non
producevano
però
nessun
effetto
sull
'
anima
di
Sandokan
,
né
su
quella
di
Tremal
-
Naik
.
-
La
pentola
ora
,
-
disse
la
Tigre
della
Malesia
,
quando
il
fakiro
fu
interrato
.
Uno
dei
due
malesi
corse
nella
pagoda
e
tornò
portando
una
specie
di
vaschetta
di
metallo
,
colma
d
'
acqua
limpidissima
e
la
mise
dinanzi
a
Tantia
,
alla
distanza
di
qualche
passo
.
-
Quando
avrai
sete
te
la
prenderai
,
-
disse
allora
Sandokan
.
Vedendo
l
'
acqua
il
gussain
stralunò
gli
occhi
e
le
sue
labbra
s
'
incresparono
.
-
Datemi
da
bere
!
-
ruggì
.
-
Ho
il
fuoco
nel
ventre
.
-
Allunga
il
tuo
braccio
anchilosato
e
serviti
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Nessuno
te
lo
impedisce
.
-
Spezzatemelo
allora
!
Io
non
posso
abbassarlo
.
-
È
un
affare
che
riguarda
te
.
Vieni
Tremal
-
Naik
:
quest
'
uomo
comincia
a
diventare
noioso
.
-
A
cinquanta
passi
dalla
gradinata
s
'
alzava
uno
splendido
lauro
sotto
il
quale
i
malesi
avevano
stesi
alcuni
tappeti
e
collocati
alcuni
cuscini
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
,
seguiti
da
Kammamuri
,
si
diressero
verso
quella
pianta
e
si
sdraiarono
sotto
la
fitta
ombra
accendendo
le
loro
pipe
.
Il
gussain
non
cessava
di
urlare
come
un
dannato
,
chiedendo
acqua
.
Il
pimento
cominciava
a
fare
i
suoi
effetti
,
tanagliandogli
le
viscere
.
-
All
'
altro
ora
,
-
disse
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Kammamuri
va
'
a
prendere
il
demjadar
.
-
Terremo
la
corte
di
giustizia
sotto
quest
'
albero
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
scherzando
.
-
Siamo
più
sicuri
qui
che
nella
pagoda
-
rispose
Sandokan
.
-
Eh
non
so
,
amico
!
Tu
dimentichi
che
siamo
in
mezzo
ad
una
jungla
.
-
Finché
i
miei
uomini
battono
i
bambù
non
abbiamo
nulla
da
temere
.
-
Pronunceremo
un
'
altra
sentenza
?
-
Tutto
dipenderà
dalla
buona
o
cattiva
volontà
del
prigioniero
.
-
Kammamuri
tornava
in
quel
momento
col
capitano
dei
seikki
.
Era
questi
un
bel
tipo
di
montanaro
indiano
,
d
'
una
robustezza
eccezionale
,
con
una
lunga
barba
nerissima
che
dava
maggior
risalto
alla
sua
pelle
appena
abbronzata
e
con
due
occhi
pieni
di
fuoco
.
Essendogli
state
slegate
le
mani
,
salutò
militarmente
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
,
portando
la
destra
sull
'
immenso
turbante
bianco
colla
calotta
rossa
ricamata
in
oro
,
che
gli
copriva
la
testa
.
-
Siedi
amico
,
-
gli
disse
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Tu
sei
un
uomo
di
guerra
e
non
già
un
gussain
.
-
Il
demjadar
che
conservava
una
calma
degna
d
'
un
vero
soldato
,
obbedì
senza
batter
ciglio
.
-
Io
voglio
sapere
da
te
se
hai
preso
parte
al
rapimento
d
'
una
principessa
indiana
insieme
col
fakiro
.
-
Io
non
ho
mai
avuto
alcun
rapporto
con
quell
'
uomo
,
-
rispose
il
seikko
quasi
con
disprezzo
.
-
Io
sono
mussulmano
come
tutti
i
miei
compatriotti
e
non
mi
occupo
dei
santoni
.
-
Dunque
tu
non
sai
nulla
di
quel
rapimento
.
-
È
la
prima
volta
che
odo
parlare
di
ciò
.
Poi
io
non
mi
occuperei
di
tali
cose
.
Affrontare
dei
nemici
sia
pure
;
lottare
con
delle
donne
che
non
possono
difendersi
,
mai
!
I
seikki
della
montagna
sono
guerrieri
.
-
Chi
ti
ha
incaricato
di
assalirci
?
-
Il
rajah
.
-
Chi
aveva
detto
a
S
.
Altezza
che
noi
abitavamo
nella
pagoda
sotterranea
?
-
Io
sono
abituato
a
obbedire
alle
persone
che
mi
pagano
e
non
di
chiedere
i
loro
affari
,
-
rispose
il
seikko
.
-
Quanto
ti
dà
il
rajah
all
'
anno
?
-
Duecento
rupie
.
-
Se
vi
fosse
un
uomo
che
te
ne
offrisse
mille
,
lasceresti
il
rajah
?
-
Gli
occhi
del
demjadar
lampeggiarono
.
-
Pensaci
,
-
disse
Sandokan
,
a
cui
non
era
sfuggito
quel
lampo
che
tradiva
una
intensa
cupidigia
.
-
Mi
risponderai
su
ciò
più
tardi
.
Ora
voglio
sapere
altre
cose
.
-
Parla
,
sahib
.
-
Sei
tu
che
comandi
la
guardia
reale
?
-
Sì
,
sono
io
.
-
Di
quanti
uomini
si
compone
?
-
Di
quattrocento
.
-
Tutti
valorosi
?
-
Un
sorriso
quasi
di
disprezzo
spuntò
sulle
labbra
del
demjadar
.
-
I
seikki
della
montagna
sanno
morire
bene
e
non
contano
i
loro
nemici
,
-
disse
poi
.
-
Quanto
ricevono
i
tuoi
uomini
dopo
un
anno
di
servizio
?
-
Cinquanta
rupie
.
-
Che
cosa
hai
pensato
dell
'
offerta
che
ti
ho
fatta
?
-
Il
demjadar
non
rispose
:
pareva
facesse
qualche
calcolo
difficile
.
-
Sbrigati
,
non
ho
tempo
da
perdere
,
-
disse
Sandokan
.
-
Il
rajah
del
Mysore
ed
il
guicovar
di
Baroda
,
che
sono
i
più
generosi
principi
dell
'
India
,
non
mi
darebbero
tanto
,
-
rispose
finalmente
il
seikko
.
-
Sicché
tu
accetteresti
per
una
tale
somma
di
lasciare
il
rajah
dell
'
Assam
e
di
passare
sotto
altre
persone
?
-
Sì
,
purché
paghino
.
Noi
siamo
mercenari
.
-
Anche
se
quella
persona
si
servisse
di
te
e
dei
tuoi
uomini
per
dare
addosso
al
rajah
dell
'
Assam
?
-
Il
demjadar
alzò
le
spalle
.
-
Io
non
sono
un
assamese
,
-
rispose
poi
.
-
La
mia
patria
è
sulle
montagne
.
-
Risponderesti
della
fedeltà
dei
tuoi
uomini
se
si
offrissero
a
loro
duecento
rupie
per
ciascuno
?
-
Sì
,
sahib
,
assolutamente
-
rispose
il
demjadar
.
-
Tutti
quei
montanari
li
ho
arruolati
io
e
non
obbediscono
che
a
me
.
-
Ti
farò
versare
oggi
un
acconto
di
cinquecento
rupie
,
ma
per
ora
tu
non
devi
lasciare
il
mio
campo
e
non
cesserà
la
sorveglianza
intorno
a
te
.
-
Non
sarebbe
necessaria
perché
tu
hai
la
mia
parola
,
però
fa
'
come
vuoi
.
È
meglio
non
fidarsi
,
ed
io
al
tuo
posto
farei
altrettanto
.
-
Ora
puoi
andartene
:
devo
occuparmi
del
fakiro
.
Kammamuri
!
-
chiamò
poi
;
il
maharatto
che
stava
accoccolato
dinanzi
a
Tantia
ascoltando
,
impassibile
alle
urla
feroci
che
mandava
il
disgraziato
,
fu
lesto
ad
accorrere
.
-
A
che
punto
siamo
?
-
gli
chiese
Sandokan
,
mentre
il
demjadar
si
allontanava
.
-
Il
gussain
non
può
più
resistere
:
è
idrofobo
.
-
Andiamo
a
vedere
se
si
decide
a
parlare
.
Vieni
Tremal
-
Naik
:
noi
non
avremo
perduta
la
nostra
giornata
.
-
Comincio
a
sperare
che
la
corona
di
Surama
non
sia
lontana
,
-
disse
il
bengalese
.
-
Anch
'
io
,
amico
:
ormai
non
è
più
che
una
questione
di
pazienza
.
-
17
.
La
confessione
del
fakiro
Tantia
divorato
da
una
sete
spaventevole
,
bruciato
dal
sole
che
lo
colpiva
direttamente
sul
nudo
cranio
,
arso
internamente
dal
pimento
e
compresso
dalla
terra
,
pareva
che
fosse
proprio
all
'
estremo
delle
sue
forze
.
Gli
occhi
gli
uscivano
dalle
orbite
,
aveva
la
schiuma
alle
labbra
ed
il
suo
braccio
anchilosato
subiva
dei
fremiti
,
come
se
da
un
momento
all
'
altro
dovesse
spezzarsi
sotto
gli
sforzi
disperati
che
faceva
il
suo
proprietario
,
per
abbassarlo
verso
la
bacinella
piena
d
'
acqua
.
Urla
spaventevoli
,
che
rassomigliavano
agli
ululati
d
'
un
lupo
idrofobo
,
gli
sfuggivano
di
quando
in
quando
dal
petto
oppresso
dalla
terra
.
Vedendo
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
,
i
suoi
occhi
s
'
iniettarono
di
sangue
ed
il
suo
viso
assunse
un
aspetto
orribile
.
-
Acqua
!
-
ruggì
.
-
Sì
,
quanta
ne
vorrai
,
se
ti
deciderai
a
parlare
-
rispose
Sandokan
sedendosi
di
fronte
al
miserabile
.
-
Voglio
farti
una
proposta
.
Dimmi
prima
quanto
ti
hanno
dato
per
rapire
quella
giovane
indiana
o
per
aiutare
i
rapitori
.
-
Il
gussain
fece
una
smorfia
,
e
non
rispose
.
-
Poco
fa
ho
deciso
il
demjadar
dei
seikki
a
dirmi
tutto
quello
che
io
desideravo
,
e
quello
è
un
fiero
soldato
e
non
già
uno
stupido
fanatico
come
sei
tu
.
Segui
il
suo
esempio
e
avrai
acqua
e
anche
delle
rupie
.
Se
ti
rifiuti
io
non
mi
occuperò
più
di
te
e
ti
lascerò
morire
entro
la
tua
buca
.
Scegli
!
-
Rupie
!
-
rantolò
Tantia
,
guardando
fisso
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Cento
,
anche
duecento
.
-
Il
gussain
ebbe
un
fremito
.
-
Duecento
!
-
esclamò
con
voce
appena
intelligibile
.
Ebbe
ancora
un
'
ultima
esitazione
,
poi
rispose
:
-
Parlerò
...
se
mi
farai
avere
un
sorso
d
'
acqua
.
-
Finalmente
,
-
esclamò
Sandokan
.
-
Ero
sicuro
che
tu
ti
saresti
deciso
a
confessare
.
-
Prese
la
bacinella
e
l
'
accostò
alle
labbra
del
gussain
,
lasciandogli
bere
alcuni
sorsi
.
-
Te
la
do
per
scioglierti
meglio
la
lingua
,
-
disse
.
-
Se
vuoi
il
resto
devi
dirmi
tutto
.
Per
conto
di
chi
hai
lavorato
?
-
Pel
favorito
del
rajah
-
rispose
Tantia
che
pareva
fosse
rinato
dopo
quei
pochi
sorsi
d
'
acqua
.
-
Chi
è
costui
?
-
L
'
uomo
bianco
.
-
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
si
guardarono
l
'
un
l
'
altro
.
-
Deve
essere
quel
greco
,
-
disse
il
primo
.
-
Certo
,
-
rispose
il
secondo
.
La
fronte
di
Sandokan
si
era
abbuiata
.
-
Mi
sembri
inquieto
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Ho
mille
ragioni
per
esserlo
,
-
rispose
il
famoso
pirata
.
-
Se
quel
cane
ha
fatto
rapire
Surama
,
vuol
dire
che
in
qualche
modo
è
venuto
a
conoscenza
dei
nostri
progetti
e
ciò
,
se
fosse
vero
,
sarebbe
grave
.
Vi
è
la
testa
di
Yanez
in
giuoco
.
-
Non
spaventarmi
,
Sandokan
.
-
Oh
!
Non
l
'
ha
ancora
perduta
e
noi
non
siamo
ancora
morti
.
Tu
sai
di
che
cosa
sono
capace
io
,
e
quella
testa
non
cadrà
se
io
non
lo
voglio
e
tu
sai
anche
quanto
io
amo
Yanez
più
che
se
fosse
mio
fratello
,
più
che
se
fosse
mio
figlio
.
-
Lo
so
:
non
potrebbe
esistere
una
Tigre
della
Malesia
senza
il
suo
amico
portoghese
.
-
Sandokan
che
si
era
un
po
'
allontanato
dal
gussain
,
onde
non
potesse
udire
il
suo
discorso
,
tornò
verso
la
buca
.
-
Vediamo
,
-
disse
.
-
Forse
noi
ci
creiamo
dei
timori
che
non
esistono
.
Può
trattarsi
d
'
una
semplice
vendetta
.
-
Si
rivolse
a
Tantia
che
lo
fissava
sempre
intensamente
e
gli
chiese
:
-
Il
favorito
l
'
hai
veduto
tu
?
-
No
.
-
Chi
ti
ha
dato
l
'
ordine
di
rapire
la
donna
?
-
Un
ministro
,
amico
intimo
del
favorito
.
-
E
come
hai
fatto
?
-
Prima
l
'
ho
addormentata
con
dei
fiori
,
poi
l
'
ho
calata
dalla
finestra
.
Sotto
vi
erano
dei
servi
del
favorito
.
-
E
dove
l
'
hanno
portata
?
-
Nella
casa
dell
'
uomo
bianco
.
-
Dove
si
trova
?
-
Sulla
piazza
di
Bogra
.
-
Bindar
!
-
L
'
assamese
che
si
trovava
a
breve
distanza
,
masticando
una
noce
d
'
areca
con
un
pizzico
di
calce
,
fu
lesto
ad
accorrere
.
-
Tu
sai
dove
si
trova
la
piazza
di
Bogra
?
-
gli
chiese
Sandokan
.
-
Sì
,
sahib
.
-
Benissimo
:
continua
gussain
.
-
Che
cosa
vuoi
sapere
ancora
?
-
chiese
Tantia
.
-
Ti
ho
detto
perfino
troppo
.
-
Ma
hai
guadagnato
duecento
rupie
.
-
Me
le
darai
?
-
Io
sono
un
uomo
che
quando
prometto
mantengo
,
non
scordartelo
,
fakiro
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Allora
posso
aggiungere
qualche
cosa
d
'
altro
a
quanto
ti
ho
detto
,
-
disse
Tantia
.
-
Ossia
?
-
Io
ho
saputo
che
il
chitmudgar
del
favorito
,
ha
dato
da
bere
a
quella
giovane
donna
non
so
quale
miscela
per
farla
parlare
.
-
Sandokan
ebbe
un
soprassalto
.
-
Ed
ha
parlato
?
-
chiese
con
ansietà
.
-
Certo
,
poiché
hanno
assalito
la
pagoda
dove
tu
ti
nascondevi
.
-
Che
abbia
compromesso
Yanez
?
-
si
chiese
a
mezza
voce
Sandokan
mentre
la
sua
fronte
si
copriva
d
'
un
freddo
sudore
.
Si
mise
poi
a
passeggiare
per
la
spianata
colle
mani
chiuse
,
il
viso
alterato
.
Un
improvviso
scoppio
di
furore
lo
assalì
d
'
un
tratto
:
-
Cane
d
'
un
greco
!
-
gridò
tendendo
un
braccio
in
direzione
della
capitale
dell
'
Assam
.
-
Non
lascerò
questo
paese
se
non
ti
avrò
prima
strappato
il
cuore
!
Come
ho
uccisa
la
Tigre
dell
'
India
,
ucciderò
anche
te
!
-
Anche
Tremal
-
Naik
appariva
molto
preoccupato
e
nervoso
.
Egli
si
chiedeva
insistentemente
quali
parole
erano
riusciti
a
strappare
dalle
labbra
di
Surama
.
Egli
aveva
già
provato
,
quando
aveva
cercato
di
lottare
cogli
strangolatori
della
jungla
nera
,
l
'
effetto
di
quei
misteriosi
narcotici
,
che
solo
certi
indiani
conoscono
.
Se
erano
riusciti
a
scoprire
lo
scopo
della
loro
presenza
nel
principato
d
'
Assam
,
doveva
succedere
una
catastrofe
completa
,
pensava
.
Sandokan
dopo
d
'
aver
passeggiato
qualche
minuto
,
stringendo
continuamente
le
pugna
e
aggrottando
di
quando
in
quando
la
fronte
,
tornò
precipitosamente
verso
il
gussain
.
-
Hai
più
nulla
da
aggiungere
a
quanto
hai
detto
?
-
No
,
sahib
.
-
Ti
avverto
che
tu
rimarrai
nelle
nostre
mani
fino
al
nostro
ritorno
e
che
se
hai
mentito
ti
farò
levare
la
pelle
.
-
Ti
aspetterò
tranquillo
-
rispose
il
fakiro
.
-
Invece
di
duecento
rupie
ne
hai
guadagnate
quattrocento
,
che
ti
verranno
contate
subito
.
-
Io
sono
tuo
anima
e
corpo
.
-
Vedremo
,
-
rispose
Sandokan
.
Si
volse
verso
i
malesi
dicendo
loro
:
-
Levate
quest
'
uomo
dalla
buca
e
dategli
da
mangiare
e
da
bere
finché
vorrà
.
Vegliate
però
attentamente
anche
su
lui
.
Ed
ora
mio
caro
Tremal
-
Naik
,
prepariamoci
a
partire
.
Surama
sarà
salva
,
se
non
sopravvengono
altri
incidenti
.
-
Chi
condurremo
con
noi
?
-
Bindar
,
Kammamuri
e
sei
uomini
;
gli
altri
rimarranno
a
guardia
dei
prigionieri
.
-
Saremo
sufficienti
per
tentare
il
colpo
?
-
In
caso
di
bisogno
chiameremo
in
nostro
aiuto
i
sei
malesi
che
ha
Yanez
.
Non
perdiamo
tempo
e
partiamo
.
-
Sandokan
ed
i
suoi
compagni
,
dopo
d
'
aver
raccomandato
a
Sambigliong
di
tenere
un
piccolo
posto
di
guardia
sulle
rive
della
palude
,
lasciavano
la
pagoda
per
raggiungere
il
Brahmaputra
.
Essendo
quasi
mezzo
giorno
non
dovevano
correre
alcun
pericolo
nella
traversata
della
jungla
,
poiché
ordinariamente
le
belve
,
a
menoché
non
siano
eccessivamente
affamate
,
durante
le
ore
più
calde
del
giorno
si
tengono
sdraiate
nelle
loro
tane
.
Solo
la
notte
si
mettono
in
caccia
,
favorendo
le
tenebre
i
colpi
di
sorpresa
.
La
traversata
infatti
la
compirono
senza
vedere
alcun
animale
pericoloso
.
Solo
qualche
coppia
di
bighama
,
ossia
di
cani
selvaggi
,
li
seguì
per
qualche
tratto
urlando
senza
osare
di
attaccarli
.
Giunti
sulle
rive
della
palude
trovarono
la
bangle
nel
medesimo
luogo
ove
l
'
avevano
lasciata
,
segno
evidente
che
nessuno
si
era
spinto
fin
là
.
Le
guardie
del
rajah
non
avendo
potuto
seguire
le
tracce
dei
fuggiaschi
in
causa
del
fiume
dovevano
aver
abbandonato
l
'
inseguimento
.
-
Bindar
,
-
disse
Sandokan
salendo
a
bordo
della
barcaccia
,
-
governa
in
modo
da
farci
giungere
in
città
a
notte
inoltrata
.
Non
voglio
che
ci
vedano
entrare
nel
palazzo
di
Surama
,
che
dovrà
servirci
da
quartier
generale
.
-
S
'
imbarcarono
levando
l
'
ancora
,
ritirarono
l
'
ormeggio
ed
imboccarono
il
canale
che
doveva
condurli
nel
Brahmaputra
remando
lentamente
,
non
avendo
molta
fretta
.
Una
gran
calma
regnava
sulla
palude
e
sulle
sue
rive
.
Solo
di
quando
in
quando
qualche
uccello
acquatico
s
'
alzava
pesantemente
,
descrivendo
qualche
curva
intorno
alla
bangle
,
poi
si
lasciava
cadere
fra
i
gruppi
di
canne
.
In
mezzo
alle
piante
del
loto
,
mezzo
affondati
nel
fango
,
sonnecchiavano
dei
grossi
coccodrilli
,
i
quali
non
si
degnavano
di
muoversi
nemmeno
quando
la
barca
passava
accanto
a
loro
.
Fu
verso
le
sei
della
sera
che
Sandokan
ed
i
suoi
compagni
raggiunsero
il
Brahmaputra
.
Due
poluar
,
specie
di
navigli
indiani
,
i
più
adatti
alla
navigazione
interna
,
perché
assai
leggermente
costruiti
,
colla
prora
e
la
poppa
ad
eguale
altezza
e
muniti
di
due
piccoli
alberi
che
sorreggono
due
vele
quadrate
,
navigavano
a
poca
distanza
l
'
uno
dall
'
altro
radendo
quasi
la
riva
opposta
,
dove
la
corrente
si
faceva
sentire
più
forte
.
-
Che
siano
barche
in
crociera
?
-
si
chiese
Sandokan
,
che
le
aveva
subito
notate
.
-
Non
vedo
seikki
a
bordo
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Mi
hanno
più
l
'
apparenza
di
navigli
mercantili
.
-
Vedo
una
spingarda
sulla
prora
di
uno
di
essi
.
-
Talvolta
quelle
barche
sono
armate
non
essendo
sempre
sicuri
i
corsi
d
'
acqua
che
attraversano
queste
regioni
.
-
Tuttavia
li
sorveglieremo
,
-
mormorò
Sandokan
.
-
Possiamo
accertarci
subito
se
sono
dei
semplici
trafficanti
od
esploratori
.
-
In
quale
modo
?
-
Rimanendo
noi
indietro
o
sopravvanzandoli
.
-
Proviamo
:
giacché
non
abbiamo
fretta
facciamo
ritirare
i
remi
e
lasciamoci
portare
dalla
corrente
.
-
I
malesi
,
subito
avvertiti
,
ritirarono
le
lunghe
pale
e
la
bangle
rallentò
la
sua
corsa
,
andando
un
po
'
di
traverso
.
I
due
poluar
continuarono
la
loro
marcia
,
aiutati
dalla
brezza
che
gonfiava
le
loro
vele
ed
in
pochi
minuti
si
trovarono
considerevolmente
lungi
dalla
bangle
,
sparendo
poi
entro
la
curva
del
fiume
.
-
Se
ne
sono
andati
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Come
vedi
io
non
m
'
ero
ingannato
.
-
Sandokan
crollò
il
capo
senza
rispondere
.
Non
pareva
affatto
convinto
della
tranquillità
di
quei
due
piccoli
navigli
.
-
Dubiti
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Un
pirata
fiuta
gli
avversari
a
grandi
distanze
,
-
disse
finalmente
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Io
sono
più
che
sicuro
che
quei
due
poluar
perlustrano
il
fiume
.
-
Ci
avrebbero
fermati
ed
interrogati
.
-
Non
siamo
ancora
giunti
a
Gauhati
.
-
Che
i
seikki
ci
abbiano
seguìti
nella
nostra
ritirata
attraverso
la
jungla
?
Eppure
quella
sera
io
non
vidi
alcuna
barca
a
darci
la
caccia
.
-
E
le
rive
non
le
conti
?
Voi
siete
tutti
corridori
insuperabili
ed
un
uomo
che
avesse
seguito
la
riva
sinistra
avrebbe
potuto
facilmente
tenersi
sempre
in
vista
della
bangle
e
notare
il
luogo
ove
aveva
imboccato
il
canale
della
palude
.
-
E
perché
non
ci
hanno
assaliti
nella
jungla
?
-
Può
darsi
che
non
abbiano
avuto
il
coraggio
di
farlo
-
rispose
Sandokan
.
-
Le
mie
non
sono
però
che
semplici
supposizioni
e
potrei
benissimo
ingannarmi
.
Tuttavia
apriamo
bene
gli
occhi
e
teniamoci
pronti
a
qualunque
evento
.
Sento
per
istinto
che
dovremo
lottare
con
un
uomo
fortissimo
che
vale
dieci
volte
il
rajah
.
-
Quel
greco
?
-
Sì
,
-
rispose
Sandokan
.
-
È
lui
il
nemico
pericoloso
.
-
È
vero
.
Senza
quell
'
uomo
Yanez
avrebbe
fatto
a
quest
'
ora
chissà
che
cosa
.
-
A
me
basta
avere
i
seikki
sottomano
.
Se
il
demjadar
riesce
a
persuaderli
a
mettersi
ai
miei
servigi
,
vedrai
che
pandemonio
saprò
scatenare
io
a
Gauhati
.
-
Accese
il
suo
cibuc
e
si
sedette
sulla
murata
di
prora
,
lasciando
penzolare
le
gambe
sul
fiume
che
rumoreggiava
intorno
alla
bangle
.
Il
sole
stava
allora
tramontando
dietro
le
alte
cime
dei
palas
,
quei
bellissimi
alberi
dal
tronco
nodoso
e
massiccio
,
coronato
da
un
fitto
padiglione
di
foglie
vellutate
,
d
'
un
verde
azzurrognolo
,
donde
partono
degli
enormi
grappoli
fiammeggianti
,
dai
quali
si
ricava
una
polvere
color
di
rosa
,
adoperata
dagli
indù
nelle
feste
di
Holi
.
Sulle
rive
,
numerosi
contadini
battevano
,
con
un
ritmo
monotono
,
l
'
indaco
,
raccolto
durante
la
giornata
e
messo
a
macerare
entro
vasti
mastelli
per
meglio
distaccare
le
particelle
e
farle
precipitare
più
presto
,
avendo
gli
indiani
un
modo
diverso
per
trattare
tale
materia
colorante
.
Altri
invece
spingevano
in
acqua
colossali
bufali
per
dissetarli
,
guardandoli
attentamente
onde
i
coccodrilli
non
li
afferrassero
pel
naso
o
pel
muso
e
li
tirassero
sotto
,
cosa
comunissima
nei
fiumi
dell
'
India
.
La
bangle
,
verso
le
nove
,
giunse
in
vista
dei
fanali
che
splendevano
nelle
vie
principali
della
capitale
dell
'
Assam
.
Stava
per
passare
vicino
all
'
isolotto
su
cui
si
alzava
la
pagoda
di
Karia
,
quando
si
trovò
improvvisamente
dinanzi
ai
due
poluar
che
chiudevano
il
passaggio
.
Una
voce
si
era
subito
alzata
sul
più
vicino
:
-
Ohe
!
Da
dove
venite
e
dove
andate
?
-
Lascia
che
risponda
io
,
-
disse
Tremal
-
Naik
a
Sandokan
.
-
Fa
'
pure
,
-
rispose
questi
.
Il
bengalese
alzò
la
voce
gridando
:
-
Veniamo
da
una
partita
di
caccia
.
-
Fatta
dove
?
-
chiese
la
medesima
voce
di
prima
.
-
Nella
palude
di
Benar
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Che
cosa
avete
ucciso
?
-
Una
dozzina
di
coccodrilli
che
andremo
a
raccogliere
domani
essendo
affondati
.
-
Avete
visto
degli
uomini
in
quei
dintorni
?
-
Null
'
altro
che
dei
marabù
e
delle
oche
.
-
Passate
e
buona
fortuna
.
-
La
bangle
,
che
aveva
rallentata
la
marcia
,
riprese
la
corsa
a
tutta
forza
di
remi
,
mentre
i
due
poluar
allentavano
le
gomene
per
lasciarle
il
passo
.
-
Che
cosa
ti
ho
detto
?
-
disse
Sandokan
a
Tremal
-
Naik
,
quando
furono
lontani
dai
due
navigli
.
-
Noi
pirati
abbiamo
un
fiuto
straordinario
e
sentiamo
i
nemici
a
distanze
incredibili
.
-
Me
ne
hai
dato
or
ora
una
prova
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Che
ci
abbiano
proprio
seguìti
?
-
Non
ne
dubito
.
-
Tuttavia
ce
la
siamo
cavata
benissimo
.
-
Per
la
tua
buona
idea
.
-
Dove
sbarcheremo
?
-
Nel
centro
della
città
.
Questa
notte
desidero
dormire
nel
palazzo
di
Surama
.
Forse
là
troveremo
notizie
di
Yanez
.
Kubang
non
avrà
mancato
di
fare
una
visita
ai
servi
.
-
È
quello
che
pensavo
anch
'
io
.
Quel
malese
è
molto
intelligente
.
-
Un
gran
furbo
,
-
disse
Sandokan
.
-
Se
non
lo
fosse
non
sarebbe
un
malese
.
Bah
!
evitata
la
crociera
tutto
andrà
bene
.
Domani
ci
metteremo
in
cerca
di
Surama
e
prepareremo
al
greco
od
ai
suoi
uomini
un
bel
tiro
.
Credi
che
nel
suo
palazzo
abbia
un
chitmudgar
?
-
Certo
,
Sandokan
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Un
indiano
che
si
rispetta
,
deve
avere
una
ventina
di
servi
per
lo
meno
ed
un
direttore
di
casa
.
-
Che
si
lasci
pescare
da
me
ed
il
colpo
sarà
fatto
.
Non
si
tratta
che
di
sapere
i
luoghi
che
frequenta
.
-
Perché
?
-
Lascia
fare
a
me
:
ho
la
mia
idea
.
Ehi
,
Bindar
,
possiamo
approdare
?
-
Sì
,
sahib
.
-
Accosta
la
riva
dunque
.
-
La
bangle
in
pochi
colpi
di
remo
attraversò
il
fiume
e
andò
ad
ancorarsi
dinanzi
ad
un
vecchio
bastione
che
difendeva
la
città
verso
occidente
.
-
A
terra
,
-
comandò
Sandokan
,
dopo
essersi
assicurato
che
dietro
la
bastionata
non
vi
era
nessuno
.
-
Due
soli
malesi
rimangano
a
guardia
della
bangle
.
-
Presero
le
loro
armi
e
scesero
sulla
riva
che
era
coperta
da
fitte
macchie
di
nagatampo
,
alberi
durissimi
e
che
producono
dei
fiori
odorosi
e
bellissimi
,
dei
quali
si
adornano
le
giovani
indiane
.
-
Seguitemi
,
-
disse
Sandokan
.
-
Giungeremo
al
palazzo
di
Surama
inosservati
,
se
non
vi
saranno
intorno
delle
spie
.
-
Che
cosa
temi
ancora
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Eh
!
Quel
greco
è
capace
di
aver
teso
degli
agguati
,
mio
caro
.
In
cammino
amici
e
se
vi
sarà
da
menar
le
mani
non
fate
uso
che
delle
scimitarre
.
Nessun
colpo
di
carabina
o
di
pistola
.
-
Sì
,
Tigre
della
Malesia
-
risposero
i
malesi
.
-
Venite
!
-
Si
misero
a
costeggiare
il
fiume
coperto
da
enormi
tamarindi
,
che
rendevano
colla
loro
ombra
l
'
oscurità
più
fitta
;
poi
raggiunto
il
sobborgo
orientale
,
si
cacciarono
fra
le
viuzze
interne
dirigendosi
verso
il
centro
della
città
.
Essendo
già
molto
tardi
,
pochissimi
abitanti
si
trovavano
per
le
vie
e
anche
quelli
s
'
affrettavano
a
girare
al
largo
,
scambiando
probabilmente
Sandokan
ed
i
suoi
uomini
per
soldati
del
rajah
in
cerca
di
qualche
malvivente
.
La
mezzanotte
non
doveva
essere
lontana
quando
il
drappello
sbucò
sulla
piazza
dove
sorgeva
il
palazzo
,
che
Yanez
aveva
acquistato
per
la
sua
bella
fidanzata
.
Sandokan
si
era
arrestato
lanciando
un
rapido
sguardo
a
destra
ed
a
sinistra
.
-
Vedo
due
indiani
fermi
dinanzi
al
palazzo
,
-
disse
a
Tremal
-
Naik
.
-
Non
mi
sono
sfuggiti
,
-
rispose
il
bengalese
.
-
Che
siano
due
spie
di
quel
maledetto
greco
?
-
Può
darsi
.
Egli
ha
interesse
a
far
sorvegliare
il
palazzo
.
-
Cerchiamo
di
prenderli
in
mezzo
.
Ci
faremo
credere
guardie
del
rajah
intenti
ad
eseguire
una
ronda
notturna
.
-
I
due
indiani
però
,
accortisi
della
presenza
del
drappello
,
si
allontanarono
rapidamente
non
ostante
che
Tremal
-
Naik
avesse
subito
gridato
dietro
a
loro
:
-
Alt
!
Servizio
del
rajah
!
-
Non
devono
essere
due
galantuomini
,
-
disse
Sandokan
quando
li
vide
scomparire
entro
una
viuzza
tenebrosa
.
-
Lasciamoli
andare
.
-
Poi
volgendosi
verso
Kammamuri
continuò
:
-
Tu
resta
qui
di
guardia
coi
malesi
.
La
nostra
spedizione
notturna
non
è
ancor
finita
e
prima
che
sorga
il
sole
voglio
fare
la
conoscenza
colla
dimora
privata
di
quel
cane
di
greco
.
-
Salì
la
gradinata
seguìto
da
Tremal
-
Naik
e
da
Bindar
e
percosse
,
senza
troppo
fracasso
,
la
lastra
di
bronzo
sospesa
allo
stipite
della
porta
.
Il
guardiano
notturno
che
vegliava
nel
corridoio
,
fu
pronto
ad
aprire
e
riconoscendo
in
quegli
uomini
gli
amici
della
sua
padrona
,
fece
un
profondo
inchino
.
-
Conducimi
subito
dal
maggiordomo
,
-
disse
Sandokan
.
-
Sbrigati
,
ho
fretta
.
-
Entra
nel
salotto
,
sahib
.
Fra
mezzo
minuto
ti
raggiungerò
.
-
Sandokan
ed
i
suoi
due
compagni
aprirono
la
porta
ed
entrarono
in
una
elegantissima
stanzetta
che
era
ancora
illuminata
.
Si
erano
appena
seduti
dinanzi
ad
uno
splendido
tavolino
d
'
ebano
di
Ceylan
filettato
in
oro
,
quando
il
maggiordomo
del
palazzo
,
appena
coperto
da
un
dootèe
di
tela
gialla
,
si
precipitava
nel
salotto
,
esclamando
con
voce
singhiozzante
:
-
Ah
signori
!
Quale
disgrazia
.
-
La
conosciamo
,
-
disse
Sandokan
.
-
È
inutile
che
tu
perdi
il
tempo
a
raccontarcela
.
Il
sahib
bianco
della
tua
signora
s
'
è
fatto
vedere
?
-
No
.
-
Ha
mandato
nessuno
?
-
Quell
'
uomo
dalla
faccia
olivastra
,
con
una
lettera
per
la
padrona
.
-
Dammela
subito
.
I
minuti
sono
preziosi
in
questo
momento
.
-
Il
maggiordomo
s
'
avvicinò
ad
un
cofanetto
laccato
con
intarsi
di
madreperla
e
prese
un
piccolo
piego
,
porgendolo
al
pirata
.
Questi
ruppe
il
suggello
e
lesse
rapidamente
ciò
che
stava
scritto
dentro
.
-
Yanez
non
sa
ancora
nulla
,
-
disse
poi
a
Tremal
-
Naik
-
Kubang
ha
conservato
bene
il
segreto
.
-
E
poi
?
-
Avverte
Surama
di
non
inquietarsi
per
lui
e
che
il
favorito
guarisce
rapidamente
.
Già
tutti
i
bricconi
hanno
la
pelle
a
prova
di
acciaio
e
di
piombo
.
-
E
null
'
altro
?
-
L
'
incarica
di
far
sapere
a
noi
che
pel
momento
non
corre
alcun
pericolo
e
che
si
è
già
guadagnata
la
stima
e
la
confidenza
del
rajah
.
Giacché
si
trova
benissimo
alla
corte
e
non
sa
che
gli
hanno
rapito
la
fidanzata
,
lasciamolo
tranquillo
,
operiamo
da
noi
soli
.
-
Poi
volgendosi
verso
il
maggiordomo
che
stava
ritto
dinanzi
a
lui
,
in
attesa
dei
suoi
ordini
,
gli
chiese
:
-
È
avvenuto
nessun
altro
fatto
dopo
il
rapimento
della
tua
padrona
?
-
No
,
sahib
.
Ho
notato
però
che
alla
sera
ronzano
attorno
al
palazzo
,
fino
a
notte
tardissima
,
delle
persone
.
-
Ah
!
-
esclamò
Sandokan
.
-
Si
sorveglia
qui
.
Non
ne
dubitavo
.
Hai
fatto
delle
ricerche
?
-
Sì
,
sahib
e
sempre
infruttuose
.
-
Hai
avvertito
la
polizia
?
-
Non
ho
osato
,
temendo
che
la
padrona
sia
stata
rapita
per
ordine
del
rajah
.
-
Hai
fatto
benissimo
.
Tremal
-
Naik
,
Bindar
,
rimettiamoci
in
caccia
.
-
Ed
io
,
signore
,
che
cosa
devo
fare
?
-
chiese
il
maggiordomo
.
-
Assolutamente
nulla
fino
al
nostro
ritorno
.
Gli
uomini
che
il
sahib
bianco
ha
lasciati
a
guardia
di
Surama
sono
sempre
qui
?
-
Sì
.
-
Li
avvertirai
di
tenersi
pronti
;
posso
aver
bisogno
anche
di
loro
per
rinforzar
la
mia
scorta
.
Domani
sera
,
a
notte
inoltrata
,
noi
saremo
qui
.
Addio
.
-
Uscì
dal
salotto
e
raggiunse
i
suoi
uomini
che
si
erano
seduti
sulla
gradinata
.
-
Deponete
le
carabine
,
-
disse
loro
.
-
Conservate
solo
le
pistole
e
le
scimitarre
.
Ed
ora
in
caccia
!
-
18
.
Il
giovane
sudra
Sandokan
,
che
di
solito
era
sempre
tranquillo
al
pari
del
suo
fratellino
Yanez
,
era
diventato
nervosissimo
.
Il
suo
sangue
ardente
di
bornese
gli
bolliva
nelle
vene
,
benché
egli
fosse
avanti
negli
anni
.
Abituato
agli
assalti
impetuosi
,
invecchiato
fra
i
colpi
di
scimitarra
ed
al
fumo
delle
spingarde
e
dei
cannoni
dei
suoi
prahos
,
il
formidabile
pirata
si
trovava
scombussolato
di
non
aver
trovata
l
'
occasione
di
menare
le
mani
.
Camminava
rapidamente
,
tormentando
l
'
impugnatura
della
sua
scimitarra
e
borbottando
.
Anche
Tremal
-
Naik
d
'
altronde
non
sembrava
completamente
calmo
.
Il
dubbio
di
non
poter
liberare
prontamente
Surama
,
o
di
non
trovarla
nel
palazzo
del
favorito
del
rajah
,
doveva
scombussolare
un
po
'
le
loro
formidabili
fibre
.
Eppure
erano
uomini
che
avevano
condotto
a
buon
porto
ben
altre
imprese
anche
più
difficili
,
sia
nell
'
India
che
sui
mari
della
Malesia
.
Erano
le
due
del
mattino
quando
giunsero
sulla
piazza
di
Bogra
,
ad
una
delle
cui
estremità
s
'
ergeva
il
palazzo
del
favorito
del
rajah
,
una
specie
di
bengalow
di
costruzione
elegantissima
,
col
tetto
piramidale
che
si
alzava
molto
,
e
con
bellissime
varanghe
intorno
,
sostenute
da
colonnette
di
legno
dipinte
a
smaglianti
colori
e
dorature
.
Due
vaste
ali
si
estendevano
ai
suoi
fianchi
,
destinate
a
ricoverare
i
servi
,
i
cavalli
e
gli
elefanti
.
-
Ah
!
è
qui
che
viene
a
riposarsi
quel
briccone
,
ed
è
qui
che
forse
si
trova
Surama
!
-
esclamò
Sandokan
.
-
Vuoi
che
prendiamo
questa
casa
d
'
assalto
?
I
tuoi
malesi
sono
pronti
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Sarebbe
una
grande
imprudenza
,
-
rispose
il
pirata
.
-
Qui
non
siamo
al
Borneo
ed
è
nostro
interesse
agire
colla
massima
prudenza
.
-
Perché
siamo
venuti
qui
allora
?
-
Per
studiare
un
po
'
la
casa
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Di
giorno
verremmo
subito
notati
.
-
Eppure
non
sarebbe
difficile
dare
la
scalata
alla
varanga
inferiore
,
-
disse
Kammamuri
.
-
Io
ho
un
'
altra
idea
.
Mi
occorre
sapere
prima
se
Surama
si
trova
veramente
qui
e
quale
stanza
abita
.
Facciamo
il
giro
della
palazzina
per
ora
e
studiamo
innanzi
tutto
i
punti
più
accessibili
.
Poi
riparleremo
di
questa
faccenda
.
-
Il
bengalow
del
greco
era
completamente
isolato
e
anche
la
parte
posteriore
aveva
varanghe
sorrette
da
colonne
e
chiuse
da
leggere
stuoie
di
coccottiero
per
ripararle
dagli
ardenti
raggi
del
sole
indiano
.
Nelle
costruzioni
assai
più
basse
del
fabbricato
centrale
,
che
s
'
allungavano
sui
fianchi
,
difese
da
un
'
alta
palizzata
,
si
udivano
a
russare
gli
elefanti
e
brontolare
i
cani
.
-
Sono
queste
bestie
che
m
'
inquietano
,
-
mormorò
Sandokan
,
dopo
d
'
aver
compiuto
il
giro
.
-
Dovrò
occuparmi
anche
di
questi
cani
.
Bindar
!
-
Padrone
!
-
Vi
è
qualche
albergo
in
questi
dintorni
?
-
Sì
,
sahib
.
-
Che
sia
aperto
?
-
Fra
poco
sorgerà
l
'
alba
,
è
quindi
probabile
che
i
servi
siano
già
alzati
.
-
Guidaci
:
bada
però
che
non
sia
un
albergo
di
lusso
.
-
È
un
bengalow
di
passaggio
,
sahib
.
-
Meglio
così
:
vi
prenderemo
alloggio
.
Così
potremo
sorvegliare
la
casa
del
favorito
del
rajah
e
fare
le
nostre
osservazioni
.
-
Attraversarono
la
piazza
senza
incontrare
nessuno
e
dopo
d
'
aver
girato
uno
degli
angoli
,
si
fermarono
dinanzi
a
quello
che
Bindar
aveva
chiamato
un
bengalow
di
passaggio
.
Sono
questi
specie
di
alberghi
frequentati
quasi
esclusivamente
dai
viaggiatori
che
si
fermano
solamente
pochi
giorni
.
Consistono
in
una
casa
di
forma
rettangolare
,
ad
un
solo
piano
,
diviso
in
varie
stanze
,
aventi
ognuna
un
piccolo
gabinetto
per
la
vasca
da
bagno
e
arredate
con
molta
semplicità
,
perché
non
hanno
che
un
letto
,
una
tavola
ed
un
paio
di
sedie
o
di
enormi
seggioloni
dagli
schienali
altissimi
,
lunghi
un
metro
,
in
modo
che
le
gambe
della
persona
si
possano
allungare
all
'
altezza
del
corpo
,
costruiti
con
legno
di
rotang
.
Si
paga
una
rupia
(
ossia
lire
2.50
)
per
fermata
,
duri
due
o
tre
giorni
o
solamente
pochi
minuti
,
e
le
vivande
hanno
una
tariffa
speciale
.
Il
maggiordomo
,
poiché
anche
in
quei
bengalow
di
passaggio
vi
si
trova
l
'
indispensabile
chitmudgar
,
ed
i
suoi
servi
,
erano
già
in
piedi
in
attesa
dei
viaggiatori
che
potevan
giungere
.
-
Da
'
alloggio
e
vitto
a
tutti
noi
,
-
disse
Tremal
-
Naik
all
'
importante
individuo
che
aveva
la
direzione
dell
'
albergo
.
-
Noi
ci
fermeremo
alcuni
giorni
e
tu
metterai
a
nostra
disposizione
tutte
le
tue
camere
.
-
Tu
sahib
sarai
servito
come
un
rajah
od
un
marajah
-
rispose
il
chitmudgar
.
-
Il
mio
bengalow
è
di
prima
classe
.
-
E
noi
non
guarderemo
il
prezzo
purché
la
cucina
sia
ottima
,
-
disse
Sandokan
.
-
Intanto
portaci
qualche
cosa
da
bere
.
-
Il
maggiordomo
li
introdusse
in
una
saletta
dove
vi
erano
una
tavola
e
comodi
seggioloni
;
fece
portare
ai
viaggiatori
un
vaso
pieno
di
quella
specie
di
vino
chiamato
toddy
,
chiaro
,
un
po
'
spumeggiante
,
piacevole
al
palato
e
molto
salutare
,
ed
una
scatola
piena
di
foglie
somiglianti
a
quelle
del
pepe
od
alla
foglia
dell
'
ellera
con
un
po
'
di
calce
,
poi
dei
pezzetti
di
noce
d
'
aracchiero
,
che
tinge
la
saliva
e
le
labbra
di
rosso
:
il
betel
indiano
.
-
Ora
a
noi
due
,
Bindar
-
disse
Sandokan
,
dopo
aver
vuotato
un
paio
di
bicchieri
di
toddy
.
-
In
questa
faccenda
tu
devi
avere
una
parte
importantissima
.
-
Mio
padre
era
un
fedele
servitore
del
padre
della
principessa
e
suo
figlio
lo
sarà
pure
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Comanda
,
sahib
ed
io
farò
tutto
quello
che
vorrai
.
-
A
me
occorre
che
tu
porti
qui
a
bere
qualche
servo
della
casa
del
favorito
.
-
Ciò
non
sarà
difficile
a
ottenersi
.
Un
indiano
non
si
rifiuta
mai
di
bere
un
buon
bicchiere
di
toddy
,
specialmente
quando
sa
di
non
pagarlo
.
-
Tu
dunque
andrai
a
ronzare
sulla
piazza
di
Bogra
e
prenderai
all
'
amo
il
primo
servo
che
uscirà
.
Lascio
a
te
la
scelta
di
prenderlo
nel
miglior
modo
possibile
e
se
occorrono
delle
rupie
paga
liberamente
.
Ne
metto
cento
a
tua
disposizione
.
-
Compero
la
coscienza
di
venti
servi
con
una
tale
somma
.
-
Mi
basta
di
uno
-
disse
Sandokan
.
-
Portamelo
qui
.
-
Tu
sarai
obbedito
,
sahib
.
-
Va
'
dunque
.
-
Poi
volgendosi
ai
suoi
uomini
ed
a
Kammamuri
aggiunse
:
-
Voi
potete
andarvi
a
riposare
.
Pel
momento
bastiamo
io
e
Tremal
-
Naik
.
-
Caricò
il
suo
cibuc
,
lo
accese
e
si
mise
a
fumare
flemmaticamente
,
mentre
il
suo
amico
arrotolava
una
foglia
di
betel
dopo
d
'
avervi
messo
dentro
un
pizzico
di
calce
ed
un
pezzetto
di
noce
d
'
aracchiero
per
cacciarsela
poi
in
bocca
,
droga
splendida
,
affermano
gli
indiani
,
che
conforta
lo
stomaco
,
fortifica
il
cervello
,
cura
l
'
alito
cattivo
,
ma
che
invece
annerisce
i
denti
e
fa
sputare
saliva
color
del
sangue
.
Era
trascorsa
una
mezz
'
ora
senza
che
né
l
'
uno
né
l
'
altro
avessero
scambiata
una
parola
,
quando
la
porta
del
salotto
si
aprì
e
comparve
Bindar
seguìto
da
un
giovane
indiano
che
portava
indosso
un
dootèe
di
seta
gialla
e
che
calzava
quei
zoccoletti
di
legno
che
solo
i
servi
delle
grandi
case
usano
portare
e
che
tengono
fermi
colle
dita
dei
piedi
senza
impedire
loro
di
camminare
comodamente
e
con
prestezza
.
-
Ecco
quello
che
desideri
sahib
,
-
disse
Bindar
.
-
Egli
è
pronto
a
bere
anche
un
vaso
di
toddy
,
se
tu
glielo
offri
.
-
Sandokan
squadrò
attentamente
il
nuovo
venuto
e
parve
soddisfatto
di
quell
'
esame
,
poiché
un
lampo
di
contentezza
gli
brillò
negli
occhi
nerissimi
e
pieni
di
fuoco
.
-
Siedi
e
bevi
a
tuo
piacimento
-
gli
disse
.
-
Tu
non
perderai
inutilmente
il
tuo
tempo
perché
sono
uso
a
pagare
largamente
i
servigi
che
mi
vengono
resi
.
-
Io
sono
ai
tuoi
ordini
,
sahib
-
rispose
il
giovane
indiano
.
-
Io
ho
bisogno
di
chiederti
solamente
delle
informazioni
sul
tuo
padrone
,
desiderando
avere
un
posto
alla
corte
del
rajah
.
-
Il
mio
signore
è
potentissimo
e
può
,
se
vuole
,
fartelo
avere
.
-
Dovrò
pagare
molto
?
-
Il
padrone
è
avido
assai
di
rupie
e
anche
di
sterline
.
-
Potresti
tu
parlargliene
?
-
Io
no
,
ma
il
maggiordomo
sì
.
-
È
ancora
a
letto
il
favorito
del
rajah
?
-
E
vi
rimarrà
ancora
parecchi
giorni
.
Quel
maledetto
inglese
lo
ha
ferito
più
seriamente
di
quello
che
credeva
.
-
Bevi
.
-
Grazie
,
sahib
-
rispose
il
giovane
vuotando
la
tazza
che
Tremal
-
Naik
gli
aveva
messa
dinanzi
.
-
Dunque
mi
dicevi
,
-
riprese
Sandokan
,
-
che
è
molto
malato
il
ferito
?
-
Molto
no
,
perché
la
scimitarra
di
quel
cane
d
'
inglese
l
'
ha
colpito
solamente
di
sbieco
.
-
Il
tuo
padrone
va
di
frequente
nel
suo
bengalow
?
-
Oh
,
di
rado
!
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Il
rajah
non
può
vivere
senza
di
lui
.
-
Bevi
ancora
,
giovanotto
e
tu
Tremal
-
Naik
fa
'
portare
delle
bottiglie
di
gin
o
di
brandy
di
vera
marca
inglese
.
Ho
voglia
di
bere
stamane
.
Dunque
mi
dicevi
tu
?
...
-
Che
il
favorito
del
rajah
viene
di
rado
al
bengalow
,
-
rispose
il
giovane
indiano
,
dopo
d
'
aver
vuotata
una
seconda
e
una
terza
tazza
di
toddy
.
-
Non
ha
un
harem
nel
suo
palazzo
?
-
Sì
sahib
.
-
Composto
d
'
indiane
?
-
Puoi
dire
delle
più
belle
fanciulle
dell
'
Assam
.
-
Ah
!
-
fece
Sandokan
ricaricando
e
riaccendendo
il
cibuc
,
mentre
Tremal
-
Naik
sturava
due
bottiglie
di
vecchio
gin
a
dieci
rupie
l
'
una
ed
empiva
al
giovane
una
tazza
della
capacità
d
'
un
nali
,
ossia
d
'
un
paio
di
quinti
.
-
Il
favorito
ama
le
belle
fanciulle
!
-
È
un
gran
signore
che
può
permettersi
qualunque
lusso
.
-
È
vero
quello
che
si
dice
in
città
?
-
Che
cosa
,
sahib
?
-
Bevi
prima
questo
eccellente
gin
e
poi
mi
risponderai
.
-
L
'
indiano
che
forse
non
aveva
mai
bevuto
quel
fortissimo
liquore
,
tracannò
avidamente
quattro
o
cinque
grossi
sorsi
,
facendo
scoppiettare
la
lingua
.
-
Eccellente
,
sahib
-
disse
.
-
Vuota
pure
la
tazza
.
Abbiamo
altre
bottiglie
qui
da
bere
.
-
Il
giovane
servo
del
greco
riprese
la
tazza
ingollando
altri
lunghissimi
sorsi
.
Certo
non
si
era
mai
trovato
in
mezzo
a
tanta
abbondanza
.
-
Ah
!
-
disse
Sandokan
,
quando
gli
parve
che
il
gin
agisse
sul
cervello
del
povero
giovanotto
.
-
Ti
volevo
chiedere
se
è
vera
la
voce
che
corre
la
città
.
-
Non
so
di
che
cosa
si
tratta
.
-
Che
il
favorito
del
rajah
abbia
fatto
un
nuovo
acquisto
.
-
Non
comprendo
.
-
Cioè
che
abbia
fatto
rapire
,
di
notte
,
una
principessa
straniera
che
si
dice
sia
d
'
una
bellezza
meravigliosa
.
-
Sì
,
sahib
-
rispose
l
'
indiano
abbassando
la
voce
e
socchiudendo
gli
occhi
.
-
Mi
sorprende
però
come
si
sia
saputo
in
città
quel
rapimento
,
essendo
stato
commesso
di
notte
.
-
Coll
'
aiuto
d
'
un
gussain
è
vero
?
-
Che
cosa
ne
sai
tu
,
sahib
?
-
Me
lo
hanno
detto
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Bevi
ancora
:
non
hai
ancora
vuotata
la
tua
tazza
.
-
L
'
indiano
,
che
ci
trovava
piacere
,
d
'
un
solo
colpo
la
lasciò
asciutta
.
L
'
effetto
di
quella
bevuta
,
in
un
uomo
non
abituato
ad
altro
che
a
sorseggiare
del
toddy
,
fu
fulminante
.
S
'
accasciò
di
colpo
sul
seggiolone
guardando
Sandokan
con
due
occhi
smorti
,
che
non
avevano
più
alcun
splendore
.
-
Ah
!
Mi
dicevi
dunque
che
il
colpo
era
stato
fatto
di
notte
,
-
rispose
Sandokan
con
un
leggero
tono
ironico
.
-
Sì
,
sahib
-
rispose
l
'
indiano
con
voce
semi
-
spenta
.
-
E
dove
l
'
hanno
portata
quella
bella
fanciulla
?
-
Nel
bengalow
del
favorito
.
-
E
vi
si
trova
ancora
?
-
Sì
,
sahib
.
-
Si
dispera
?
-
Piange
continuamente
.
-
Il
favorito
non
si
è
fatto
però
ancora
vedere
?
-
Ti
ho
detto
che
è
ammalato
e
che
si
trova
sempre
alla
corte
,
nell
'
appartamento
destinatogli
dal
rajah
.
-
E
dove
l
'
hanno
messa
?
Nell
'
harem
?
-
Oh
no
!
-
Sapresti
indicarci
la
stanza
?
-
L
'
indiano
lo
guardò
con
una
certa
sorpresa
e
fors
'
anche
con
un
po
'
di
diffidenza
,
quantunque
fosse
ormai
completamente
o
poco
meno
ubriaco
.
-
Perché
mi
domandi
questo
?
-
chiese
.
Sandokan
accostò
la
sua
seggiola
a
quell
'
indiano
e
abbassando
a
sua
volta
la
voce
gli
sussurrò
agli
orecchi
:
-
Io
sono
il
fratello
di
quella
giovane
.
-
Tu
,
sahib
?
-
Tu
però
non
devi
dirlo
se
vuoi
guadagnare
una
ventina
di
rupie
.
-
Sarò
muto
come
un
pesce
.
-
Talvolta
anche
i
pesci
emettono
dei
suoni
.
Mi
basta
che
tu
sia
muto
come
quelle
teste
d
'
elefante
che
adornano
le
pagode
.
-
Ho
capito
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
E
se
tu
mi
servirai
bene
avrai
fatto
la
tua
fortuna
-
continuò
Sandokan
.
-
Sì
,
sahib
-
rispose
l
'
indiano
sbadigliando
come
un
orso
e
abbandonandosi
sullo
schienale
della
poltrona
.
-
Purché
mi
presenti
al
chitmudgar
del
favorito
.
-
Sì
...
del
favorito
.
-
E
che
non
parli
.
-
Si
...
parli
.
-
Vattene
al
diavolo
!
-
Sì
...
diavolo
.
-
Furono
le
sue
ultime
parole
poiché
vinto
dall
'
ubriachezza
chiuse
gli
occhi
mettendosi
a
russare
sonoramente
.
-
Lasciamolo
dormire
,
-
disse
Sandokan
.
-
Questo
giovanotto
non
ha
certo
bevuto
mai
così
abbondantemente
.
-
Sfido
io
,
gli
hai
fatto
bere
tre
razioni
d
'
un
cipay
in
un
solo
colpo
.
-
Ma
sono
riuscito
a
sapere
quanto
desideravo
.
Ah
!
Surama
è
ancora
nel
palazzo
ed
il
greco
si
trova
ancora
a
letto
!
Quando
quel
briccone
si
alzerà
,
la
futura
regina
dell
'
Assam
non
sarà
più
nelle
sue
mani
.
-
Che
cosa
intendi
di
fare
?
-
Di
fare
innanzi
a
tutto
la
conoscenza
del
chitmudgar
.
Quando
sarò
nel
palazzo
,
vedrai
che
bel
tiro
giuocheremo
noi
.
Lasciamo
che
quest
'
indiano
digerisca
in
pace
il
gin
che
ha
ingollato
e
andiamo
a
fare
colazione
.
-
Passarono
in
un
vicino
salotto
e
si
fecero
servire
una
tiffine
,
ossia
carne
,
legume
e
birra
.
Quand
'
ebbero
finito
s
'
allungarono
sui
seggioloni
e
dopo
d
'
aver
avvertito
il
maggiordomo
di
non
lasciar
uscire
il
giovane
indiano
,
chiusero
a
loro
volta
gli
occhi
prendendo
un
po
'
di
riposo
.
Il
loro
sonno
non
fu
molto
lungo
,
poiché
il
chitmudgar
,
dopo
un
paio
d
'
ore
,
entrò
avvertendoli
che
l
'
indiano
aveva
di
già
digerita
l
'
abbondante
bevuta
e
che
insisteva
di
vederli
.
-
Quel
ragazzo
deve
avere
uno
stomaco
a
prova
di
piombo
,
-
disse
Sandokan
alzandosi
lestamente
.
-
Può
fare
concorrenza
agli
struzzi
,
-
aggiunse
Tremal
-
Naik
.
Entrarono
nel
vicino
gabinetto
e
trovarono
infatti
il
servo
del
greco
in
piedi
e
fresco
come
se
avesse
bevuto
dell
'
acqua
pura
.
-
Ah
!
sahib
!
-
esclamò
con
un
gesto
desolato
.
-
Io
mi
sono
addormentato
.
-
E
temi
i
rimproveri
del
maggiordomo
del
bengalow
,
è
vero
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Ah
no
,
perché
oggi
sono
libero
.
-
Allora
tutto
va
bene
.
-
Sandokan
trasse
dalla
fascia
un
pizzico
di
fanoni
,
ossia
di
monete
d
'
argento
del
valore
d
'
una
mezza
rupia
,
e
gliele
porse
dicendo
:
-
Per
oggi
queste
,
a
patto
però
che
tu
mi
presenti
al
maggiordomo
,
desiderando
io
di
avere
un
impiego
alla
corte
,
poco
importa
che
sia
alto
o
basso
.
-
Purché
tu
sia
con
lui
generoso
,
l
'
impiego
può
fartelo
avere
.
Ha
un
fratello
alla
corte
che
gode
d
'
una
certa
considerazione
.
-
Andiamo
subito
adunque
.
-
Ed
io
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Tu
mi
aspetterai
qui
,
-
rispose
Sandokan
,
strizzandogli
l
'
occhio
.
-
Se
vi
sarà
un
altro
posto
disponibile
non
mi
dimenticherò
di
te
.
Vieni
,
giovanotto
.
-
Lasciarono
l
'
albergo
e
,
attraversata
la
piazza
che
era
affollata
di
persone
,
di
carri
d
'
ogni
forma
e
dimensione
dipinti
tutti
a
colori
smaglianti
,
da
elefanti
e
da
cammelli
,
entrarono
nello
splendido
bengalow
del
favorito
del
rajah
,
non
senza
però
che
Sandokan
avesse
destata
una
viva
curiosità
pel
suo
fiero
portamento
e
per
la
tinta
della
sua
pelle
ben
diversa
da
quella
degl
'
indiani
che
non
ha
sfumature
olivastre
.
Il
chitmudgar
del
greco
,
avvertito
subito
della
presenza
di
quello
straniero
nell
'
abitazione
del
suo
padrone
,
si
era
affrettato
a
scendere
nella
stanza
dove
era
Sandokan
,
introdotto
dal
giovane
servo
,
coll
'
idea
di
far
bene
sentire
,
a
quell
'
intruso
,
tutta
la
sua
autorità
di
pezzo
grosso
.
Quando
però
si
vide
dinanzi
l
'
imponente
figura
del
formidabile
pirata
,
fu
il
primo
a
fare
un
profondo
inchino
,
a
chiamarlo
signore
e
pregarlo
di
sedersi
.
-
Tu
saprai
già
,
chitmudgar
,
lo
scopo
della
mia
visita
,
-
gli
disse
Sandokan
bruscamente
.
-
Il
servo
che
ti
ha
qui
condotto
me
lo
ha
detto
,
-
rispose
il
maggiordomo
del
favorito
con
aria
imbarazzata
.
-
Mi
stupisce
però
come
tu
,
signore
,
che
hai
l
'
aspetto
d
'
un
principe
,
cerchi
un
posto
alla
corte
e
per
mezzo
mio
.
-
E
del
tuo
padrone
,
-
disse
Sandokan
.
-
D
'
altra
parte
hai
ragione
di
mostrarti
sorpreso
non
essendo
io
mai
appartenuto
alla
casta
dei
sudra12
.
Un
giorno
fui
principe
e
anche
ricco
e
potente
e
lo
sarei
ancora
se
gli
inglesi
non
avessero
distrutti
tutti
i
principati
dell
'
India
meridionale
.
-
Gli
inglesi
!
Sempre
quei
cani
,
quei
nemici
ostinati
della
nostra
razza
!
Oh
sahib
!
-
Lascia
stare
quella
gente
e
veniamo
al
mio
affare
,
-
disse
Sandokan
.
-
Che
cosa
vuoi
tu
,
signore
?
-
Io
so
che
il
tuo
padrone
è
potentissimo
alla
corte
del
rajah
e
vengo
a
chiedere
il
suo
appoggio
per
ottenere
una
occupazione
.
-
Ma
signore
...
-
Io
ho
potuto
salvare
qualche
centinaio
di
rupie
,
-
disse
Sandokan
,
interrompendolo
prontamente
-
e
saranno
tue
se
potrai
indurre
il
tuo
padrone
a
raccomandarmi
al
rajah
.
-
Udendo
parlare
d
'
argento
,
il
maggiordomo
fece
un
profondissimo
inchino
.
-
Il
mio
padrone
mi
vuol
bene
,
-
disse
-
e
non
rifiuterà
un
così
piccolo
favore
,
trattandosi
di
procurare
il
pane
ad
un
principe
disgraziato
.
Alla
corte
vi
è
posto
per
tutti
.
-
Vorrei
però
ora
chiederti
un
piacere
,
sempre
pagando
.
-
Parla
signore
.
-
Io
qui
non
ho
né
amici
e
né
parenti
,
quindi
avrei
bisogno
d
'
una
stanza
,
sia
pure
un
bugigattolo
:
potresti
offrirmela
?
Io
non
ti
darò
alcun
fastidio
e
ti
pagherò
una
rupia
al
giorno
vitto
compreso
.
-
Il
maggiordomo
pensò
un
momento
,
poi
rispose
:
-
Posso
accontentarti
,
signore
,
purché
tu
finga
di
essere
un
servo
ed
eseguisca
qualche
piccolo
lavoro
.
Ho
una
stanzuccia
presso
la
varanga
del
secondo
piano
che
può
fare
per
te
.
-
Sandokan
tirò
fuori
quindici
rupie
e
le
depose
sul
tavolo
che
gli
stava
dinanzi
,
dicendo
:
-
Tu
sei
pagato
per
due
settimane
.
Se
mi
potrai
occupare
prima
non
ti
chiederò
la
restituzione
.
-
Tu
sei
generoso
come
un
principe
-
rispose
il
maggiordomo
.
-
Conducimi
o
fammi
condurre
nella
mia
stanza
.
-
Il
chitmudgar
aprì
la
porta
e
fece
avanzare
il
giovane
servo
indiano
,
che
pareva
fosse
lì
in
attesa
de
'
suoi
ordini
.
-
Condurrai
questo
sahib
nello
stanzino
che
si
trova
accanto
la
seconda
varanga
e
lo
tratterai
,
fino
a
nuovo
ordine
,
come
un
mio
ospite
.
-
Poi
volgendosi
verso
Sandokan
:
-
Seguilo
,
signore
-
gli
disse
.
-
Io
mi
occuperò
questa
sera
del
tuo
affare
.
-
Vai
a
visitare
il
favorito
del
rajah
?
-
Devo
ricevere
i
suoi
ordini
.
-
Gli
fece
colla
mano
un
cenno
come
per
raccomandargli
la
massima
prudenza
e
uscì
da
un
'
altra
porta
.
-
Eccomi
nel
cuore
della
piazza
,
-
mormorò
Sandokan
.
-
È
un
'
altra
giornata
guadagnata
.
Conducimi
,
giovanotto
.
-
Seguimi
,
sahib
.
-
Salirono
una
scala
riservata
ai
domestici
e
attraversata
la
varanga
superiore
entrarono
in
una
minuscola
stanzuccia
dove
non
si
trovavano
che
un
letto
e
due
sedie
.
-
Ti
va
sahib
?
-
chiese
il
sudra
.
-
Benissimo
,
-
rispose
Sandokan
.
-
D
'
altronde
non
mi
fermerò
qui
che
pochi
giorni
.
-
Non
vi
è
certo
il
lusso
del
bengalow
di
fermata
.
-
Sandokan
gli
posò
una
mano
sulla
spalla
,
dicendogli
gravemente
:
-
Tu
m
'
hai
promesso
di
essere
muto
come
un
pesce
,
quindi
non
devi
parlare
con
nessuno
di
quell
'
albergo
.
-
Sì
,
sahib
.
-
Ora
ho
bisogno
ancora
di
te
,
se
vorrai
guadagnare
altri
pezzi
d
'
argento
.
-
Parla
sahib
;
tu
sei
più
generoso
del
mio
padrone
.
-
Dove
si
trova
la
giovane
donna
che
hanno
portata
qui
di
notte
?
-
Il
sudra
pensò
un
momento
poi
passandosi
una
mano
sulla
fronte
disse
:
-
Mi
ricordo
,
quantunque
avessi
molto
bevuto
,
che
tu
m
'
hai
detto
essere
il
fratello
di
quella
signora
.
-
È
vero
.
-
E
...
che
cosa
vuoi
fare
,
sahib
?
-
Non
occuparti
di
questo
.
-
Io
servendo
te
corro
il
pericolo
di
venire
cacciato
e
anche
bastonato
.
-
Né
l
'
uno
né
l
'
altro
,
perché
io
ti
prenderò
ai
miei
servigi
con
doppia
paga
e
cento
rupie
di
regalo
.
-
Il
giovane
spalancò
gli
occhi
fissandoli
su
Sandokan
e
chiedendosi
se
sognava
.
-
Tu
mi
prendi
al
tuo
servizio
,
sahib
!
-
esclamò
finalmente
,
-
e
con
doppia
paga
!
-
Sì
.
-
Io
sono
tuo
corpo
e
anima
.
-
Non
mi
occorrono
,
-
rispose
Sandokan
.
-
A
me
per
ora
basta
la
tua
lingua
.
-
Che
cosa
vuoi
sapere
?
-
Dove
si
trova
la
giovane
indiana
.
-
È
più
vicina
di
quello
che
tu
credi
.
-
Dimmelo
.
-
Il
sudra
aprì
una
porta
che
era
nascosta
da
una
tenda
e
che
era
sfuggita
a
Sandokan
e
gli
mostrò
uno
stretto
corridoio
.
-
Questo
conduce
nella
stanza
della
giovane
che
hanno
rapito
-
disse
a
voce
bassa
.
-
L
'
harem
del
padrone
è
al
secondo
piano
.
-
Vedo
infatti
là
in
fondo
un
'
altra
porta
.
Sarà
però
chiusa
,
suppongo
.
-
Sì
,
però
io
posso
farti
avere
la
chiave
.
-
È
quella
che
mi
occorre
.
-
Fra
mezz
'
ora
l
'
avrai
,
sahib
.
-
Tu
m
'
hai
detto
che
oggi
sei
libero
.
-
È
vero
.
-
Sicché
puoi
recarti
al
bengalow
di
passaggio
.
-
A
qualunque
ora
.
-
Sandokan
trasse
da
una
tasca
un
libriccino
,
strappò
una
pagina
e
con
una
matita
scrisse
alcune
righe
.
-
Tu
consegnerai
questa
carta
all
'
uomo
che
mi
teneva
compagnia
,
quando
ti
offersi
da
bere
.
Lo
riconosceresti
ancora
?
-
Oh
sì
,
sahib
.
-
Portami
la
chiave
,
una
bottiglia
di
qualche
liquore
e
lasciami
solo
.
-
Sì
,
sahib
.
-
Quando
il
giovane
sudra
fu
uscito
,
Sandokan
s
'
inoltrò
in
punta
di
piedi
nel
corridoio
ed
esaminò
la
porta
che
metteva
nell
'
harem
del
greco
.
Come
la
maggior
parte
delle
porte
indiane
,
era
laminata
in
bronzo
;
tuttavia
accostando
un
orecchio
alla
toppa
,
Sandokan
poté
udire
due
voci
di
donna
.
-
Surama
!
-
esclamò
subito
.
-
Che
io
abbia
la
chiave
ed
una
fune
e
il
colpo
sarà
fatto
.
Mio
caro
greco
,
vedremo
chi
di
noi
due
sarà
più
furbo
.
Vi
è
qualcuno
che
discorre
con
Surama
.
Bah
!
Se
non
starà
zitto
con
un
colpo
di
pugnale
gli
chiuderò
per
sempre
la
bocca
.
-
Ritornò
nel
suo
bugigattolo
,
si
sdraiò
sul
letto
,
e
,
acceso
il
cibuc
,
si
mise
a
fumare
immergendosi
in
profondi
pensieri
.
Aveva
appena
terminata
la
prima
carica
di
tabacco
,
quando
il
giovane
sudra
ricomparve
tenendo
in
mano
una
bottiglia
ed
un
bicchiere
di
metallo
dorato
.
-
Ecco
,
sahib
-
gli
disse
.
-
È
il
maggiordomo
che
ti
manda
questo
.
-
E
la
chiave
?
-
L
'
ho
presa
senza
che
nessuno
se
ne
accorga
.
-
Tu
sei
un
bravo
ragazzo
.
Ora
dimmi
se
mia
sorella
è
sola
o
in
compagnia
di
qualche
altra
donna
.
-
Questo
lo
ignoro
,
non
potendo
io
entrare
nell
'
harem
del
mio
signore
.
-
Non
importa
,
-
disse
Sandokan
dopo
un
momento
di
riflessione
.
-
Che
cosa
devo
fare
ora
?
-
Portare
la
carta
che
ti
ho
dato
al
mio
amico
e
procurarmi
per
questa
sera
una
solida
corda
.
-
Che
cosa
vuoi
fare
sahib
?
-
chiese
il
sudra
spaventato
.
-
T
'
ho
detto
che
ti
prendo
al
mio
servizio
con
doppia
paga
:
non
ti
basta
?
-
È
vero
,
sahib
.
-
Vattene
.
-
Attese
che
il
rumore
dei
passi
fosse
cessato
,
poi
tornò
nel
corridoio
e
tenendo
in
mano
la
chiave
che
il
giovane
gli
aveva
dato
,
accostò
di
nuovo
un
orecchio
alla
toppa
.
-
Non
parlano
più
,
-
mormorò
.
-
Facciamo
la
nostra
comparsa
:
Surama
mi
rivedrà
ben
volentieri
.
-
Introdusse
la
chiave
e
aprì
.
Un
grido
,
a
mala
pena
represso
,
rispose
allo
stridio
del
chiavistello
.
-
Taci
,
Surama
!
-
disse
Sandokan
.
-
Sono
io
!
19
.
La
liberazione
di
Surama
Sandokan
si
trovò
in
una
splendida
stanza
da
letto
,
di
stile
greco
-
orientale
,
adorna
di
ricchissimi
divani
di
seta
bianca
,
ricamati
in
oro
,
di
tappeti
turchi
e
persiani
e
di
ampie
tende
di
seta
azzurra
cadenti
dinanzi
alle
finestre
.
Solo
il
letto
,
massiccio
,
con
intarsi
di
madreperla
e
che
si
trovava
proprio
nel
mezzo
,
ed
alcuni
mobili
leggeri
,
erano
di
provenienza
indiana
.
Surama
,
vedendo
entrare
Sandokan
,
gli
si
slanciò
contro
trattenendo
,
come
abbiamo
detto
,
a
mala
pena
un
grido
.
Il
maggiordomo
del
favorito
le
aveva
fatto
indossare
un
'
ampia
sari
di
seta
rosea
,
con
un
grand
'
orlo
azzurro
,
che
faceva
doppiamente
risaltare
la
bruna
bellezza
della
giovane
assamese
.
-
Chiudi
bene
la
porta
,
-
le
disse
subito
Sandokan
sotto
-
voce
.
-
Nessuno
deve
sorprendermi
nella
tua
stanza
.
-
Ma
come
tu
,
signore
,
sei
qui
?
-
Taci
ora
:
la
porta
.
-
Surama
abbassò
i
due
ganci
,
assicurandola
solidamente
.
-
Nessuno
potrà
ora
entrare
senza
il
mio
permesso
-
disse
tornando
verso
Sandokan
.
-
Ed
ora
parla
signore
:
Yanez
?
-
Non
inquietarti
per
lui
,
Surama
,
-
rispose
Sandokan
invitandola
a
sedersi
sul
divano
,
che
si
trovava
più
vicino
al
corridoio
che
conduceva
nel
suo
bugigattolo
.
-
Pel
momento
non
corre
alcun
pericolo
e
credo
che
non
abbia
mai
goduto
tanta
salute
come
ora
.
-
E
Tremal
-
Naik
?
-
In
questo
momento
sta
cenando
di
certo
e
senza
troppe
apprensioni
.
-
Ma
tu
...
-
Aspetta
un
po
'
:
sappi
che
sono
qui
in
qualità
di
ospite
e
non
già
di
prigioniero
.
Ora
rispondimi
a
quanto
ti
chiederò
.
Innanzi
a
tutto
verrà
nessuno
a
disturbarci
?
-
Per
ora
no
.
Abbiamo
un
paio
d
'
ore
di
libertà
.
-
Non
mi
occorre
tanto
tempo
.
Ti
hanno
usato
dei
maltrattamenti
?
-
No
,
signore
,
tutt
'
altro
.
-
Ti
hanno
interrogata
?
-
Non
ancora
,
tuttavia
vi
è
nel
mio
cervello
un
ricordo
confuso
.
-
Quale
?
-
Posso
aver
sognato
.
-
Spiegami
codesto
sogno
,
Surama
-
disse
Sandokan
.
-
Mi
sembra
d
'
aver
veduto
degli
uomini
intorno
al
mio
letto
e
di
aver
udito
degli
strani
discorsi
e
poi
mi
sembra
che
mi
abbiano
dato
da
bere
qualche
cosa
,
come
un
liquore
fortissimo
e
molto
amaro
.
Qualche
cosa
di
vero
può
essere
avvenuto
poiché
quando
mi
sono
svegliata
,
in
questo
letto
,
avevo
il
cervello
offuscato
e
le
membra
mi
tremavano
come
se
avessi
bevuto
del
bâng
.
-
Cos
'
è
?
-
Una
mistura
d
'
oppio
.
-
La
fronte
di
Sandokan
si
corrugò
.
-
Sei
ben
certa
,
Surama
,
che
non
sia
stato
un
sogno
?
-
Non
te
lo
saprei
dire
con
piena
sicurezza
,
-
rispose
la
bella
assamese
.
-
Quel
tremito
però
non
mi
parve
naturale
.
-
Ecco
dove
sta
il
pericolo
.
Voi
indiani
possedete
delle
droghe
misteriose
che
esaltano
le
persone
e
che
le
costringono
a
parlare
.
Tremal
-
Naik
m
'
ha
parlato
un
giorno
d
'
una
certa
youma
.
-
Non
devono
aver
adoperata
quella
pianta
,
perché
produce
una
febbre
intensissima
,
che
dura
parecchie
ore
.
No
,
se
è
vero
che
mi
hanno
dato
da
bere
qualche
cosa
,
deve
trattarsi
d
'
altro
.
-
Pensa
bene
,
fanciulla
,
perché
se
tu
hai
parlato
puoi
aver
compromesso
non
solo
me
e
te
,
bensì
anche
Yanez
.
-
E
se
,
come
t
'
ho
detto
,
fosse
stato
un
sogno
?
-
Il
tuo
cervello
,
se
fosse
stato
un
sogno
,
non
sarebbe
rimasto
offuscato
.
-
Anche
questo
è
vero
.
-
Se
vi
fosse
qualche
mezzo
per
poter
sapere
quello
che
hai
detto
!
-
mormorò
Sandokan
.
-
Chissà
,
forse
Tremal
-
Naik
può
trovarlo
;
egli
conosce
molti
narcotici
.
-
Io
sono
pronta
a
bere
tutto
quello
che
vorrai
,
Sandokan
.
-
Di
questa
faccenda
ci
occuperemo
più
tardi
.
-
E
tu
come
hai
saputo
che
io
ero
stata
rapita
?
-
chiese
Surama
.
-
Ho
preso
quel
cane
di
fakiro
e
l
'
ho
costretto
a
confessare
.
È
il
favorito
del
rajah
che
t
'
ha
fatta
rapire
,
probabilmente
per
vendicarsi
di
quel
colpo
di
scimitarra
.
Anche
questo
è
affare
che
poco
interessa
pel
momento
.
È
un
giuoco
che
io
gli
restituirò
questa
notte
istessa
.
Tutto
è
ormai
pronto
per
la
tua
evasione
.
Dove
mettono
le
tue
finestre
?
-
Sulla
varanga
del
secondo
piano
.
-
Hai
paura
ad
affidarti
a
una
fune
ben
solida
?
-
Io
sono
pronta
a
fare
tutto
quello
che
vorrai
.
-
Si
dorme
presto
in
questa
casa
?
-
Alle
undici
tutti
i
lumi
sono
spenti
,
-
rispose
Surama
.
-
A
mezzanotte
sii
pronta
.
Dorme
nessuna
serva
qui
?
-
So
che
ve
ne
sono
due
nella
camera
attigua
.
-
Vengono
da
te
prima
di
coricarsi
?
-
Sì
,
per
accompagnarmi
a
letto
.
-
Hai
qualche
bottiglia
di
liquore
da
offrire
loro
?
-
Anche
del
vino
europeo
:
il
chitmudgar
non
mi
lascia
mancare
nulla
.
-
Sandokan
si
frugò
nella
fascia
ed
estrasse
una
scatola
di
metallo
contenente
parecchi
tubetti
a
vari
colori
.
Ne
prese
uno
,
lo
esaminò
attentamente
,
poi
lo
porse
a
Surama
dicendole
:
-
La
polvere
che
sta
qui
dentro
,
la
scioglierai
in
una
bottiglia
,
o
di
liquore
o
di
vino
,
e
poi
offrirai
a
ciascuna
delle
due
donne
un
bicchierino
di
quella
mistura
,
non
di
più
.
Il
narcotico
è
potente
e
assorbito
in
dose
superiore
,
potrebbe
far
dormire
per
sempre
chi
lo
prende
.
Ora
un
'
altra
domanda
e
poi
ti
lascerò
sola
.
-
Parla
signore
,
-
disse
Surama
nascondendosi
in
seno
il
tubetto
.
-
Credi
tu
che
i
montanari
di
tuo
padre
si
siano
scordati
di
te
?
-
Se
mi
presentassi
a
loro
e
dicessi
che
io
sono
Surama
,
la
piccola
figlia
del
famoso
guerriero
,
sono
più
che
certa
che
prenderebbero
le
armi
per
aiutare
te
e
Yanez
in
questa
difficile
impresa
.
Pensi
tu
forse
di
condurmi
fra
di
loro
?
-
Ciò
può
essere
necessario
per
metterti
al
sicuro
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Un
elefante
quanto
potrebbe
impiegare
per
giungere
fra
quelle
montagne
?
-
Non
più
di
cinque
giorni
.
-
Ne
so
abbastanza
.
Addio
,
Surama
,
e
sii
pronta
per
la
mezzanotte
.
-
Strinse
la
mano
alla
futura
principessa
dell
'
Assam
e
tornò
in
punta
di
piedi
nella
sua
stanzetta
.
-
Tutto
va
a
gonfie
vele
,
-
mormorò
.
-
Se
non
sopravverranno
degli
incidenti
,
domani
noi
saremo
nella
jungla
di
Benar
e
perfettamente
al
sicuro
.
Poi
vedremo
che
cosa
ci
converrà
fare
.
-
Si
sdraiò
sul
suo
lettuccio
mettendo
su
uno
sgabello
una
bottiglia
di
arak
,
accese
la
pipa
ed
attese
tranquillamente
che
giungesse
il
momento
di
agire
e
che
il
giovane
sudra
si
presentasse
.
La
mezzanotte
non
era
lontana
,
quando
un
leggero
colpo
battuto
alla
porta
lo
fece
scendere
dal
letto
.
-
Deve
essere
lui
,
-
mormorò
.
-
Ecco
un
bravo
ragazzo
che
farà
una
discreta
fortuna
.
-
Aprì
senza
far
rumore
e
si
vide
dinanzi
il
servo
del
maggiordomo
.
-
Dunque
-
gli
chiese
Sandokan
.
-
Dormono
tutti
.
-
Sono
tutti
spenti
i
lumi
?
-
Sì
,
sahib
.
-
Hai
veduto
nessuno
a
passeggiare
sulla
piazza
?
-
Un
gruppo
d
'
uomini
.
-
Sono
i
miei
amici
.
Prendi
la
fune
.
-
È
qui
,
sahib
.
-
Seguimi
e
non
aver
paura
.
Da
questo
momento
tu
sei
ai
miei
servigi
.
-
Grazie
,
padrone
.
-
Sandokan
aprì
la
porta
che
metteva
nel
corridoio
e
bussò
replicatamente
a
quella
della
stanza
di
Surama
che
fu
subito
aperta
.
La
giovane
assamese
aveva
abbassato
il
lucignolo
della
lampada
per
far
credere
che
dormiva
e
si
era
gettata
sulla
testa
una
larga
fascia
di
seta
,
che
la
nascondeva
quasi
tutta
.
-
Eccomi
,
signore
-
disse
a
Sandokan
.
-
Sono
pronta
a
scendere
.
-
Le
tue
serve
?
-
Dormono
profondamente
.
-
Hanno
bevuto
il
narcotico
?
-
Da
più
di
un
'
ora
.
-
Prima
di
domani
sera
non
si
sveglieranno
,
-
disse
Sandokan
.
-
Siamo
quindi
sicuri
di
non
essere
disturbati
da
parte
loro
.
-
Aprì
una
finestra
e
passò
sulla
varanga
accostandosi
silenziosamente
al
parapetto
.
Quantunque
l
'
oscurità
fosse
fitta
,
scorse
subito
alcune
ombre
umane
sfilare
silenziosamente
dinanzi
al
palazzo
del
favorito
.
-
Devono
essere
Tremal
-
Naik
,
Kammamuri
e
i
miei
malesi
,
-
mormorò
.
-
Speriamo
che
tutto
vada
bene
.
-
Svolse
la
corda
,
legò
un
capo
ad
una
colonna
di
legno
della
varanga
e
gettò
l
'
altro
nel
vuoto
,
mandando
nel
medesimo
tempo
un
leggero
sibilo
che
imitava
perfettamente
quello
del
terribilissimo
cobra
-
capello
.
Un
segnale
identico
rispose
poco
dopo
.
-
È
lui
-
disse
Sandokan
.
-
All
'
opera
!
-
Tornò
verso
la
finestra
,
prese
fra
le
sue
braccia
Surama
e
s
'
avviò
verso
la
fune
dicendo
al
sudra
:
-
Scendi
pel
primo
tu
.
-
Sì
,
padrone
.
-
E
fa
'
presto
.
-
Il
giovanotto
varcò
il
parapetto
e
scomparve
.
-
Tu
incrocia
le
tue
mani
attorno
al
mio
collo
,
-
disse
poscia
Sandokan
alla
bella
assamese
,
-
e
dammi
la
tua
fascia
di
seta
,
onde
ti
leghi
a
me
.
-
Non
sarebbe
necessario
,
-
rispose
la
principessa
.
-
Le
mie
braccia
sono
robuste
.
-
Non
si
sa
mai
quello
che
può
accadere
.
-
Prese
la
sciarpa
,
strinse
Surama
contro
il
proprio
dorso
,
poi
a
sua
volta
montò
sul
parapetto
,
non
senza
essersi
prima
cacciato
fra
i
denti
il
kriss
malese
.
-
Stringi
forte
,
-
disse
.
-
Non
mi
strangolerai
colle
tue
piccole
mani
.
-
Afferrò
la
corda
e
si
mise
a
scendere
.
Vecchio
marinaio
,
non
si
trovava
certo
imbarazzato
a
compiere
quella
manovra
,
tanto
più
che
possedeva
una
muscolatura
da
sfidare
l
'
acciaio
.
In
pochi
istanti
raggiunse
la
veranda
inferiore
.
Disgraziatamente
urtò
coi
piedi
contro
l
'
orlo
della
leggera
tettoia
che
la
copriva
,
facendo
cadere
un
pezzo
di
grondaia
.
Una
sola
imprecazione
gli
sfuggì
suo
malgrado
.
Quel
pezzo
di
latta
o
di
zinco
che
fosse
,
nel
precipitare
sulle
pietre
della
piazza
,
produsse
molto
rumore
.
Sandokan
puntò
i
piedi
contro
il
riparo
e
si
lasciò
scivolare
verticalmente
,
senza
badare
se
si
scorticava
o
no
le
mani
.
Non
distava
dal
suolo
che
pochi
metri
quando
dalla
varanga
udì
una
voce
a
urlare
:
-
All
'
armi
!
La
prigioniera
fugge
!
-
Poi
rintronò
un
colpo
di
pistola
.
La
palla
fortunatamente
non
aveva
colpito
né
Sandokan
,
né
Surama
.
Uomini
,
servi
e
guardie
,
si
erano
precipitati
sulla
varanga
urlando
a
squarciagola
:
-
Ferma
!
Ferma
!
-
Due
,
avendo
trovata
la
fune
stesa
dinanzi
alla
galleria
,
vi
si
aggrapparono
lasciandosi
scorrere
fino
a
terra
,
ma
già
Sandokan
che
reggeva
sempre
Surama
,
si
trovava
al
sicuro
fra
i
suoi
fedeli
malesi
.
Tremal
-
Naik
vedendo
poi
quei
due
venire
avanti
con
dei
tarwar
in
mano
,
armò
rapidamente
le
due
pistole
che
aveva
nella
fascia
e
scaricò
uno
dietro
l
'
altro
,
senza
troppa
fretta
,
quattro
colpi
che
li
fece
cadere
l
'
uno
sull
'
altro
.
-
Via
!
-
gridò
Sandokan
dopo
aver
sciolto
il
piccolo
sari
che
legava
Surama
,
e
d
'
aver
presa
questa
fra
le
braccia
.
-
Al
palazzo
!
-
La
porta
del
bengalow
del
favorito
,
si
era
aperta
e
dieci
o
dodici
uomini
muniti
d
'
armi
da
fuoco
e
da
taglio
e
ancora
semi
-
nudi
,
si
erano
scagliati
dietro
ai
fuggiaschi
,
urlando
senza
posa
:
-
All
'
armi
!
All
'
armi
!
-
Sandokan
correva
come
un
cervo
,
fiancheggiato
da
Tremal
-
Naik
e
da
Kammamuri
e
protetto
alle
spalle
dai
malesi
.
La
caccia
era
cominciata
furiosa
,
implacabile
;
ma
quantunque
gli
indù
godano
generalmente
la
fama
di
essere
corridori
instancabili
,
avevano
trovato
nei
loro
avversari
dei
campioni
degni
dei
loro
garretti
.
Di
quando
in
quando
qualche
colpo
di
fuoco
echeggiava
,
facendo
accorrere
alle
finestre
gli
abitanti
delle
vicine
case
.
Ora
veniva
sparato
dagli
inseguitori
ed
ora
dai
fuggiaschi
,
senza
gravi
perdite
né
da
una
parte
né
dall
'
altra
non
potendo
,
in
quella
corsa
disordinata
,
prendere
la
mira
.
Nondimeno
una
viva
inquietudine
cominciava
a
tormentare
Sandokan
.
Quelle
grida
e
quegli
spari
facevano
accorrere
ad
ogni
istante
altre
persone
ed
il
drappello
dei
servi
del
greco
s
'
ingrossava
rapidamente
.
Sarebbero
riusciti
a
salvarsi
nel
palazzo
senza
essere
stati
scorti
?
Lo
stesso
pensiero
doveva
essere
sorto
anche
nel
cervello
di
Tremal
-
Naik
,
poiché
senza
cessare
di
correre
,
chiese
a
Sandokan
:
-
Non
verremo
noi
assediati
?
-
Prima
di
voltare
l
'
angolo
dell
'
ultima
via
,
faremo
una
scarica
.
È
assolutamente
necessario
che
non
ci
vedano
entrare
nel
palazzo
.
Forza
alle
gambe
!
Cerchiamo
di
distanziarli
.
-
Avevano
percorso
sette
od
otto
vie
,
senza
incontrare
fortunatamente
nessuna
guardia
notturna
.
Con
uno
sforzo
supremo
raggiunsero
l
'
angolo
del
palazzo
vantaggiando
a
un
tempo
di
duecento
e
più
passi
.
-
Fate
fronte
!
-
gridò
Sandokan
ai
malesi
.
-
Caricate
!
Fuoco
di
bordata
prima
!
-
Le
terribili
tigri
di
Mompracem
,
niente
spaventate
di
trovarsi
di
fronte
a
cinquanta
o
sessanta
avversari
,
puntarono
le
carabine
facendo
una
scarica
,
poi
estratte
le
scimitarre
caricarono
furiosamente
con
urla
selvagge
.
Vedendo
cadere
parecchi
dei
loro
,
gl
'
indù
volsero
le
spalle
senza
aspettare
l
'
attacco
impetuoso
,
irresistibile
,
dei
malesi
.
-
Kammamuri
,
fa
'
aprire
la
porta
del
palazzo
prima
che
quei
furfanti
ritornino
!
-
È
già
aperta
,
signore
!
-
gridò
Bindar
.
-
A
me
,
malesi
!
-
I
pirati
che
si
erano
slanciati
dietro
ai
fuggiaschi
ululando
come
bestie
feroci
,
si
ripiegarono
di
corsa
e
si
gettarono
dentro
l
'
ampio
peristilio
del
palazzo
di
Surama
,
chiudendo
e
barricando
precipitosamente
la
porta
.
-
Spero
che
nessuno
ci
abbia
veduti
,
-
disse
Sandokan
deponendo
a
terra
Surama
e
aspirando
poscia
una
lunga
sorsata
d
'
aria
.
-
Grazie
,
Sandokan
,
-
disse
la
giovane
.
-
A
te
ed
al
sahib
bianco
devo
ormai
troppe
volte
la
mia
vita
.
-
Lascia
queste
cose
e
andiamo
a
vedere
che
cosa
succede
.
Intanto
fa
'
armare
tutta
la
tua
gente
.
Temo
che
vi
sarà
battaglia
questa
notte
.
-
Salì
la
gradinata
insieme
con
Tremal
-
Naik
e
con
Kammamuri
e
si
affacciò
ad
una
finestra
del
secondo
piano
.
-
Saccaroa
!
-
esclamò
.
-
Ci
hanno
ritrovati
!
Qui
corriamo
il
pericolo
di
venire
presi
!
Ah
!
Per
Maometto
,
preparerò
loro
un
bel
tiro
,
prima
che
giungano
i
soldati
del
rajah
!
-
Che
cosa
vuoi
fare
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Surama
!
-
gridò
invece
Sandokan
.
La
giovane
assamese
saliva
in
quel
momento
la
scala
.
-
Che
cosa
desideri
signore
?
-
chiese
avvicinandosi
rapidamente
.
-
La
tua
casa
è
isolata
mi
pare
.
-
Sì
.
-
Che
cosa
vi
è
di
dietro
?
-
Una
piccola
pagoda
.
-
Isolata
anche
quella
?
-
No
,
si
appoggia
ad
un
gruppo
di
palazzi
e
di
bengalow
.
-
È
larga
la
via
che
divide
la
tua
casa
dalla
pagoda
?
-
Una
diecina
di
metri
.
-
Fa
'
portare
subito
delle
funi
,
tutte
quelle
che
puoi
trovare
.
Ci
raggiungerai
sul
tetto
.
Bindar
!
-
L
'
indiano
che
era
sulla
varanga
vicina
fu
pronto
ad
accorrere
.
-
Eccomi
,
padrone
-
disse
.
-
Da
'
ordine
ai
miei
malesi
ed
ai
servi
di
tenere
in
iscacco
gli
assalitori
per
alcuni
minuti
.
Che
non
facciano
economia
di
polvere
né
di
palle
.
Va
'
e
comanda
il
fuoco
.
E
ora
,
Tremal
-
Naik
,
vieni
con
me
e
con
Kammamuri
.
-
Salirono
una
seconda
gradinata
raggiungendo
l
'
ultimo
piano
e
trovato
un
abbaino
,
passarono
sul
tetto
che
era
quasi
piatto
,
non
avendo
che
due
leggere
inclinazioni
.
-
Non
mi
aspettavo
tanta
fortuna
,
-
mormorò
Sandokan
.
-
Andiamo
a
vedere
quella
via
e
quella
pagoda
.
-
Mentre
s
'
avanzavano
carponi
,
dinanzi
al
palazzo
echeggiavano
clamori
assordanti
.
Gli
assedianti
dovevano
essere
cresciuti
di
numero
a
giudicarlo
dal
fracasso
che
facevano
.
Il
fuoco
però
non
era
ancora
cominciato
né
da
una
parte
né
dall
'
altra
.
Bindar
non
aveva
forse
giudicato
prudente
cominciare
pel
primo
le
ostilità
,
per
non
irritare
maggiormente
gli
avversari
.
Sandokan
ed
i
suoi
due
compagni
in
pochi
momenti
attraversarono
il
tetto
,
raggiungendo
il
margine
opposto
.
Una
via
larga
,
nove
o
dieci
metri
,
separava
il
palazzo
da
una
vecchia
pagoda
di
modeste
proporzioni
,
la
quale
era
sormontata
da
una
specie
di
terrazzo
,
irto
di
antenne
di
ferro
che
sorreggevano
dei
piccoli
elefanti
dorati
che
funzionavano
forse
da
mostraventi
.
-
È
alta
quanto
questa
casa
,
-
disse
Sandokan
.
-
Che
cosa
vuoi
tentare
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Di
passare
su
quel
terrazzo
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
.
Il
bengalese
lo
guardò
con
spavento
.
-
Chi
potrà
saltare
attraverso
questa
via
?
-
Tutti
.
-
Ma
come
?
-
Tu
sai
ancora
adoperare
il
laccio
?
Un
vecchio
thug
non
dimentica
facilmente
il
suo
mestiere
.
-
Non
ti
capisco
.
-
Non
si
tratta
che
di
gettare
una
buona
corda
al
di
sopra
d
'
una
di
quelle
antenne
e
di
formare
poi
un
ponte
volante
con
un
paio
di
gomene
.
-
Ah
!
Padrone
,
lascia
fare
a
me
allora
,
-
disse
Kammamuri
.
-
Sono
stato
un
anno
prigioniero
dei
thugs
di
Rajmangal
e
ho
appreso
a
servirmi
del
laccio
a
meraviglia
.
Non
sarà
che
un
semplice
giuoco
.
-
E
poi
dove
scapperemo
noi
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Vi
sono
delle
case
dietro
la
pagoda
che
attraverseremo
facilmente
,
passando
sui
tetti
.
In
qualche
luogo
scenderemo
.
-
E
non
ci
daranno
la
caccia
?
-
Io
eleverò
fra
noi
e
gli
assedianti
una
tale
barriera
da
togliere
loro
ogni
idea
d
'
inseguirci
.
-
Tu
sei
un
uomo
meraviglioso
,
Sandokan
.
-
Non
sono
stato
forse
un
pirata
?
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Nella
mia
lunga
carriera
ne
ho
provate
delle
avventure
e
ne
ho
...
-
Una
scarica
di
carabine
gli
tagliò
la
frase
.
I
malesi
ed
i
servi
del
palazzo
avevano
aperto
il
fuoco
,
per
impedire
agli
assedianti
di
abbattere
la
porta
e
d
'
invadere
le
stanze
del
pianterreno
.
-
Se
la
resistenza
dura
dieci
minuti
noi
siamo
salvi
,
-
disse
Sandokan
.
Si
volse
udendo
delle
tegole
a
muoversi
,
Surama
s
'
avanzava
con
precauzione
andando
carponi
sul
tetto
,
accompagnata
da
due
servi
e
da
un
malese
,
che
portavano
corde
di
seta
,
strappate
probabilmente
dai
tendaggi
,
e
grosse
corde
di
canape
tolte
dalle
varanghe
.
-
Chi
è
che
ha
aperto
il
fuoco
?
-
chiese
Sandokan
aiutando
la
brava
ragazza
ad
alzarsi
.
-
I
tuoi
uomini
.
-
Vi
sono
dei
seikki
fra
gli
assalitori
?
-
Una
dozzina
e
avevano
subito
attaccata
la
porta
.
-
Kammamuri
scegliti
la
corda
e
bada
che
sia
solida
perché
tu
dovrai
passare
su
quella
.
-
Lascia
fare
a
me
,
padrone
;
-
rispose
il
maharatto
.
Si
gettò
sulle
funi
che
erano
state
deposte
dinanzi
a
lui
e
prese
un
cordone
di
seta
,
lungo
una
quindicina
di
metri
e
grosso
come
un
dito
,
osservandolo
attentamente
in
tutta
la
sua
lunghezza
.
-
Ecco
quello
che
fa
per
me
,
-
disse
poi
.
-
Può
sorreggere
anche
due
uomini
.
-
Fece
rapidamente
un
nodo
scorsoio
,
si
spinse
verso
il
margine
del
tetto
,
lo
fece
volteggiare
tre
o
quattro
volte
intorno
alla
propria
testa
come
fanno
i
gauchos
della
pampa
argentina
e
lo
lanciò
.
La
corda
ben
aperta
alla
sua
estremità
,
in
causa
di
quel
rapido
movimento
rotatorio
,
cadde
su
una
delle
aste
di
ferro
e
vi
scivolò
dentro
.
-
Ecco
fatto
,
-
disse
Kammamuri
volgendosi
verso
Sandokan
.
-
Tenete
forte
il
cordone
.
-
Guarda
prima
se
vi
è
gente
nella
via
.
-
Non
mi
pare
,
padrone
.
D
'
altronde
l
'
oscurità
è
fitta
e
nessuno
ci
vedrà
.
-
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
si
gettarono
sulle
tegole
afferrando
strettamente
il
cordone
,
subito
imitati
dai
due
servi
e
dal
malese
.
-
Coraggio
amico
,
-
disse
il
pirata
.
-
Ne
ho
da
vendere
,
-
rispose
il
maharatto
sorridendo
.
-
E
poi
non
soffro
le
vertigini
.
-
Si
appese
al
cordone
,
incrociandovi
sopra
,
per
maggior
precauzione
,
le
gambe
e
s
'
avanzò
audacemente
al
di
sopra
della
via
,
senza
nemmeno
pensare
che
poteva
da
un
istante
all
'
altro
cadere
da
un
'
altezza
di
diciotto
o
venti
metri
e
sfracellarsi
sul
lastricato
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
seguivano
con
viva
emozione
e
non
senza
rabbrividire
quella
traversata
,
dal
cui
buon
esito
dipendeva
la
salvezza
di
tutti
.
Vi
fu
un
momento
terribile
,
quando
il
coraggioso
maharatto
giunse
a
metà
della
distanza
che
divideva
il
palazzo
dalla
pagoda
.
Il
cordone
quantunque
tirato
a
tutta
forza
dai
cinque
uomini
,
aveva
descritto
un
arco
accentuatissimo
,
crepitando
sinistramente
sotto
il
peso
non
indifferente
di
Kammamuri
.
-
Fermati
un
istante
!
-
gridò
precipitosamente
Sandokan
.
Il
maharatto
che
doveva
pure
aver
udito
quel
crepitìo
che
poteva
annunciare
una
imminente
rottura
,
ubbidì
subito
.
Fortunatamente
la
corda
non
aveva
ceduto
,
né
aveva
dato
alcun
altro
suono
.
A
quanto
pareva
,
i
fili
di
seta
si
erano
solamente
allungati
senza
spezzarsi
.
-
Vuoi
provare
?
-
chiese
finalmente
Sandokan
.
-
Aspettavo
il
tuo
ordine
,
-
rispose
Kammamuri
con
voce
perfettamente
calma
.
-
Va
'
,
amico
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
Il
maharatto
riprese
la
sua
marcia
aerea
,
procedendo
però
con
precauzione
e
giunse
ben
presto
sul
terrazzo
della
pagoda
,
mandando
un
gran
sospiro
di
soddisfazione
.
-
Le
funi
,
padrone
!
-
gridò
subito
.
Sandokan
aveva
già
scelto
le
più
grosse
e
le
più
solide
.
Le
annodò
facilmente
.
Le
due
funi
,
annodate
l
'
una
sopra
l
'
altra
,
all
'
altezza
d
'
un
metro
e
mezzo
e
assicurate
a
due
aste
di
ferro
,
potevano
permettere
il
passaggio
senza
correre
troppi
pericoli
.
-
Tremal
-
Naik
,
-
disse
Sandokan
;
-
occupati
di
far
passare
le
persone
.
Surama
hai
paura
?
-
No
,
signore
.
-
Passa
per
la
prima
.
-
E
tu
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Vado
a
coprire
la
ritirata
e
preparare
la
barriera
che
impedirà
agli
assedianti
di
darci
la
caccia
.
-
Riattraversò
il
tetto
e
ridiscese
negli
appartamenti
.
La
battaglia
fra
gli
indù
,
i
malesi
ed
i
servi
del
palazzo
infuriava
,
facendo
accorrere
da
tutte
le
vicine
vie
nuovi
combattenti
.
I
malesi
nascosti
dietro
i
parapetti
delle
varanghe
che
avevano
coperti
con
materassi
,
cuscini
e
pagliericci
,
sparavano
furiosamente
facendo
indietreggiare
,
ad
ogni
scarica
,
gli
assalitori
e
mandandone
molti
a
terra
morti
o
feriti
.
La
folla
però
,
che
era
pure
armata
di
ottime
carabine
e
di
pistole
,
rispondeva
non
meno
vigorosamente
e
anche
dalle
case
fronteggianti
il
palazzo
di
Surama
si
sparava
contro
la
varanga
,
mettendo
in
serio
pericolo
i
difensori
.
Sandokan
si
era
precipitato
fra
i
suoi
uomini
,
gridando
:
-
Riparate
subito
sul
tetto
!
Fra
pochi
minuti
il
palazzo
sarà
in
fiamme
!
Prima
le
donne
ed
i
servi
,
ultimi
voi
per
coprire
la
ritirata
.
-
Ciò
detto
strappò
una
torcia
che
illuminava
la
varanga
e
diede
fuoco
alle
stuoie
di
coccottiero
,
quindi
si
slanciò
attraverso
le
splendide
stanze
che
formavano
l
'
appartamento
riservato
di
Surama
,
incendiando
i
cortinaggi
di
seta
delle
finestre
,
le
coperte
dei
letti
,
i
tappeti
,
i
leggeri
mobili
laccati
.
-
Ci
diano
la
caccia
ora
,
-
disse
quando
vide
le
fiamme
avvampare
e
le
stanze
riempirsi
di
fumo
.
-
Cinquantamila
rupie
non
valgono
un
dito
di
Surama
.
-
Ritornò
sulla
varanga
inseguito
dalle
colonne
di
fumo
per
accertarsi
che
non
vi
era
più
nessuno
.
Indiani
e
malesi
,
dopo
d
'
aver
fatta
un
'
ultima
scarica
,
erano
precipitosamente
fuggiti
;
e
le
stuoie
,
le
colonne
di
legno
e
persino
il
pavimento
,
avvampavano
con
rapidità
prodigiosa
lanciando
intorno
bagliori
sinistri
.
-
Questo
palazzo
brucerà
come
un
pezzo
d
'
esca
,
-
mormorò
Sandokan
.
-
È
tempo
di
metterci
in
salvo
.
-
Raggiunse
l
'
abbaino
e
balzò
sul
tetto
.
La
ritirata
era
cominciata
in
buon
ordine
;
uomini
e
donne
attraversavano
rapidamente
il
ponte
volante
reggendosi
sulle
due
funi
,
mentre
i
malesi
,
curvi
sui
margini
del
tetto
,
consumavano
le
loro
ultime
munizioni
e
scagliavano
nella
via
,
sulle
teste
degli
assedianti
,
ammassi
di
tegole
.
Sul
terrazzo
della
pagoda
le
persone
si
accumulavano
,
prendendo
subito
la
via
dei
tetti
,
sotto
la
guida
di
Tremal
-
Naik
,
di
Kammamuri
e
di
Bindar
.
Quando
Sandokan
vide
finalmente
il
ponte
volante
libero
,
vi
fece
passare
i
malesi
,
poi
troncò
con
un
colpo
di
coltello
le
due
funi
che
erano
state
legate
attorno
al
comignolo
d
'
un
camino
,
onde
gli
assedianti
,
nel
caso
che
la
casa
non
bruciasse
interamente
,
non
potessero
accorgersi
da
qual
parte
gli
assediati
fossero
fuggiti
.
-
Ora
un
esercizio
da
buon
marinaio
,
-
mormorò
Sandokan
.
Prima
di
eseguirlo
lanciò
intorno
un
rapido
sguardo
.
Dagli
abbaini
uscivano
nuvoli
di
fumo
e
getti
di
scintille
e
nella
sottostante
via
si
udivano
i
clamori
feroci
della
folla
.
-
Entrate
e
dateci
la
caccia
,
-
mormorò
il
pirata
con
un
sorriso
ironico
.
Afferrò
una
delle
due
funi
,
si
spinse
fino
sull
'
orlo
del
tetto
e
senz
'
altro
si
slanciò
andando
a
battere
i
piedi
contro
il
cornicione
della
pagoda
che
sorreggeva
il
terrazzo
.
Nessun
altro
uomo
,
che
non
avesse
posseduta
l
'
agilità
e
la
forza
straordinaria
di
Sandokan
,
avrebbe
potuto
tentare
una
simile
volata
senza
fracassarsi
per
lo
meno
le
gambe
.
Il
pirata
però
che
doveva
possedere
una
muscolatura
d
'
acciaio
,
non
provò
che
un
po
'
di
stordimento
,
prodotto
dal
violentissimo
contraccolpo
.
Stette
un
momento
fermo
per
rimettersi
un
po
'
,
quindi
cominciò
a
issarsi
a
forza
di
pugno
finché
raggiunse
il
terrazzo
.
Sui
tetti
delle
vicine
case
i
servi
e
le
donne
fuggivano
rapidamente
,
fiancheggiati
dai
malesi
.
Surama
camminava
alla
testa
,
sorretta
da
Tremal
-
Naik
e
da
Kammamuri
.
Sandokan
,
pur
camminando
con
una
certa
precauzione
,
in
pochi
istanti
li
raggiunse
.
-
Finalmente
!
-
esclamò
il
bengalese
,
-
cominciava
a
diventare
inquieto
non
vedendoti
comparire
.
-
Io
ho
l
'
abitudine
di
giungere
sempre
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Ed
il
mio
palazzo
?
-
chiese
Surama
.
-
Brucia
allegramente
.
-
È
un
patrimonio
che
se
ne
va
in
fumo
.
-
E
che
la
Tigre
della
Malesia
pagherà
-
rispose
Sandokan
alzando
le
spalle
.
-
Ci
inseguono
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Attraverso
le
fiamme
?
Si
provino
a
mettere
i
loro
piedi
entro
quella
fornace
.
Io
già
non
ti
seguirei
di
certo
.
-
Ma
dove
finiremo
noi
?
-
Aspetta
che
troviamo
una
via
che
c
'
impedisca
di
andare
più
innanzi
,
amico
Tremal
-
Naik
.
Ho
già
fatto
il
mio
piano
.
-
E
quando
la
Tigre
della
Malesia
ne
ha
uno
nel
cervello
,
si
può
essere
certi
che
riuscirà
pienamente
,
-
aggiunse
Kammamuri
.
-
Può
darsi
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Non
fate
troppo
rumore
e
non
guastate
troppe
tegole
.
In
questo
momento
non
potrei
risarcire
i
danneggiati
.
-
La
ritirata
si
affrettava
sempre
in
buon
ordine
,
passando
da
un
terrazzo
all
'
altro
.
Gli
uomini
aiutavano
sempre
le
donne
a
scavalcare
i
parapetti
,
che
talvolta
erano
così
alti
da
costringere
i
malesi
a
formare
delle
piramidi
umane
,
per
meglio
favorire
le
scalate
.
Verso
il
palazzo
si
udivano
sempre
urla
e
spari
e
si
scorgevano
le
prime
lingue
di
fuoco
sfuggire
attraverso
gli
abbaini
.
Nelle
case
di
fronte
e
di
dietro
,
di
quando
in
quando
,
partivano
delle
grida
altissime
:
-
Al
fuoco
!
Al
fuoco
!
-
I
fuggiaschi
che
temevano
di
essere
sorpresi
,
si
affrettavano
.
Se
le
fiamme
s
'
alzavano
,
qualcuno
poteva
scorgerli
e
dare
l
'
allarme
,
e
questo
,
Sandokan
assolutamente
non
lo
desiderava
.
-
Presto
!
presto
!
-
diceva
.
Ad
un
tratto
gli
uomini
che
si
trovavano
all
'
avanguardia
,
si
ripiegarono
verso
il
terrazzo
che
avevano
appena
allora
superato
.
-
Che
cosa
c
'
è
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Non
si
può
più
andare
innanzi
,
-
disse
Bindar
che
guidava
quel
drappello
.
-
Abbiamo
una
via
dinanzi
e
tanto
larga
che
non
la
potremo
sorpassare
.
-
Vedi
nessun
abbaino
?
-
Ce
ne
sono
due
sotto
il
terrazzo
.
-
Di
che
cosa
ti
lagni
dunque
amico
,
quando
abbiamo
delle
scale
per
scendere
nella
via
?
Fa
'
sfondare
quegli
abbaini
e
andiamo
a
fare
una
visita
agli
abitanti
di
questa
casa
.
Sarà
troppo
mattutina
,
ma
la
colpa
non
è
nostra
.
-
20
.
La
ritirata
attraverso
i
tetti
Come
Bindar
aveva
detto
,
proprio
sotto
la
parete
che
reggeva
l
'
ultimo
terrazzo
,
s
'
aprivano
due
finestre
piuttosto
anguste
,
ma
sufficienti
per
lasciar
passare
un
uomo
,
e
riparate
da
semplici
stuoie
di
coccottiero
.
Sandokan
che
si
era
riunito
a
Tremal
-
Naik
,
a
Kammamuri
e
a
Surama
,
dopo
averle
osservate
un
momento
,
trasse
dalla
fascia
il
kriss
e
con
un
colpo
solo
sventrò
il
grossolano
tessuto
,
introducendo
la
testa
attraverso
lo
squarcio
.
-
Non
vi
è
nessuno
?
-
chiese
il
bengalese
.
-
Sembra
che
le
grida
e
le
fucilate
non
abbiano
ancora
guastato
il
sonno
agli
abitanti
di
questa
casa
-
rispose
Sandokan
.
-
Chi
è
che
ha
una
torcia
?
-
Io
,
sahib
-
rispose
Bindar
.
-
Accendila
,
ragazzo
previdente
.
-
Eccola
padrone
.
-
La
Tigre
della
Malesia
sfondò
la
stuoia
strappandola
completamente
;
prese
la
torcia
,
armò
una
pistola
ed
entrò
in
un
bugigattolo
ingombro
solamente
di
vecchie
mobilie
fuori
d
'
uso
.
-
Che
tutti
mi
seguano
,
-
comandò
-
e
tenete
pronte
le
armi
.
-
Con
una
semplice
spinta
aprì
una
porta
e
trovata
una
scala
,
si
mise
a
scendere
tranquillo
,
come
se
fosse
stato
in
casa
sua
.
Molte
porte
s
'
aprivano
a
destra
ed
a
manca
,
però
tutte
erano
chiuse
e
nessun
rumore
si
udiva
.
-
Si
direbbe
che
questa
casa
è
deserta
,
-
mormorò
Sandokan
.
S
'
ingannava
,
poiché
mentre
stava
per
scendere
il
primo
gradino
d
'
uno
scalone
,
due
servi
indiani
,
due
sudra
,
gli
si
pararono
dinanzi
roteando
minacciosamente
nodosi
randelli
e
gridando
:
-
Ferma
!
-
Sgombrate
,
-
rispose
invece
Sandokan
puntando
contro
di
loro
la
pistola
.
-
Siamo
in
quaranta
e
tutti
armati
.
-
Che
cosa
vuoi
tu
?
-
chiese
il
più
vecchio
.
-
Come
sei
entrato
qui
,
senza
il
permesso
del
padrone
?
-
Noi
desideriamo
solamente
andarcene
,
senza
disturbare
nessuno
.
-
Siete
ladri
?
-
Nessuno
dei
miei
uomini
ha
toccato
le
cose
appartenenti
al
tuo
padrone
.
Orsù
,
metti
fuori
la
chiave
e
aprici
il
portone
.
Abbiamo
fretta
.
-
Io
non
posso
aprire
senza
l
'
ordine
del
padrone
.
-
Ah
,
occorre
il
suo
ordine
?
La
vedremo
.
-
Si
volse
verso
i
malesi
che
l
'
avevano
raggiunto
e
disse
loro
:
-
Legate
ed
imbavagliate
questi
due
servi
.
-
Non
aveva
ancora
terminato
quell
'
ordine
,
che
già
i
malesi
si
erano
scagliati
come
tigri
sui
sudra
disarmandoli
ed
imbavagliandoli
.
-
La
chiave
!
se
non
volete
che
vi
faccia
gettare
giù
dalla
scala
,
-
disse
Sandokan
con
voce
imperiosa
.
-
Vi
ho
detto
che
abbiamo
fretta
.
-
I
due
indiani
spaventati
non
osarono
più
rifiutarsi
e
porsero
la
chiave
.
Sandokan
riprese
la
discesa
seguito
da
tutto
il
drappello
e
aprì
non
senza
qualche
difficoltà
il
portone
.
Nessuno
pareva
che
si
fosse
accorto
di
quell
'
invasione
,
poiché
nessun
altro
servo
erasi
mostrato
.
-
Eccoci
finalmente
liberi
,
-
disse
Sandokan
.
-
Come
hai
veduto
,
mio
caro
Tremal
-
Naik
,
la
cosa
non
poteva
essere
più
facile
.
-
Tu
sei
sempre
l
'
uomo
straordinario
che
la
Malesia
intera
ha
temuto
e
ammirato
.
-
Venite
tutti
.
-
Non
essendo
ancora
sorta
l
'
alba
,
la
via
era
deserta
,
sicché
poterono
allontanarsi
indisturbati
e
raggiungere
le
viuzze
d
'
un
vicino
sobborgo
,
che
terminava
sulle
rive
del
Brahmaputra
.
In
lontananza
il
cielo
era
tinto
di
rosso
.
Erano
i
riflessi
dell
'
incendio
che
divorava
il
palazzo
di
Surama
.
Vedendoli
,
la
giovane
principessa
non
poté
trattenere
un
lungo
sospiro
,
che
non
isfuggì
a
Sandokan
che
le
camminava
a
fianco
.
-
Tu
rimpiangi
la
tua
casa
,
è
vero
amica
?
-
disse
il
pirata
.
-
Non
lo
nego
.
-
Fra
non
molto
ne
avrai
una
più
bella
:
il
palazzo
del
rajah
.
-
Tu
dunque
speri
sempre
,
signore
?
-
Non
avrei
lasciata
la
Malesia
,
-
rispose
Sandokan
,
-
se
non
fossi
stato
certo
di
condurre
a
buon
fine
l
'
impresa
.
Fra
me
,
Yanez
e
Tremal
-
Naik
,
rovesceremo
quell
'
ubbriacone
sanguinario
,
che
regna
sull
'
Assam
e
gli
strapperemo
la
corona
che
egli
ha
conquistata
con
un
semplice
colpo
di
carabina
.
Egli
ha
mandato
te
a
fare
la
bajadera
e
noi
manderemo
lui
a
fare
...
il
bramino
od
il
gurum
.
-
Intanto
erano
giunti
sotto
i
folti
tamarindi
che
ombreggiavano
la
riva
del
fiume
.
Sandokan
si
era
fermato
rivolgendosi
verso
i
servi
e
le
donne
,
che
si
erano
raggruppati
dietro
di
lui
.
-
È
questo
il
momento
di
lasciare
la
vostra
padrona
,
-
disse
loro
.
-
Riceverete
ognuno
cinquanta
rupie
di
regalo
,
che
vi
consegnerà
domani
mattina
Bindar
nel
bengalow
di
passaggio
.
Appena
avremo
bisogno
di
voi
riprenderete
il
vostro
servizio
.
-
Grazie
,
sahib
-
risposero
i
sudra
commossi
da
tanta
generosità
.
-
Disperdetevi
e
non
dimenticatevi
dell
'
appuntamento
.
-
Le
donne
baciarono
le
mani
di
Surama
,
gli
uomini
l
'
orlo
della
veste
,
poi
si
allontanarono
rapidamente
prendendo
varie
direzioni
.
-
Ora
a
noi
,
Bindar
,
-
riprese
Sandokan
;
-
posso
contare
sulla
tua
assoluta
fedeltà
?
-
Mio
padre
è
morto
difendendo
quello
della
principessa
ed
io
,
che
sono
suo
figlio
,
sarei
ben
lieto
di
fare
altrettanto
-
rispose
con
nobiltà
l
'
assamese
.
-
Comanda
,
sahib
.
-
Andrai
,
innanzi
tutto
,
a
presentare
questa
tratta
di
cinquantamila
rupie
al
banco
anglo
-
assamese
e
pagherai
i
servi
.
-
Bene
sahib
:
ti
riporterò
fedelmente
la
rimanenza
non
più
tardi
di
domani
sera
.
-
Non
c
'
è
premura
-
disse
Sandokan
.
-
Hai
altro
da
fare
qui
,
prima
di
raggiungermi
nella
jungla
di
Benar
.
-
Comanda
,
sahib
.
-
Tu
andrai
al
palazzo
reale
e
cercherai
di
vedere
Yanez
o
qualcuno
dei
suoi
uomini
.
-
Che
cosa
devo
dire
al
sahib
bianco
?
-
Narrargli
tutto
ciò
che
è
avvenuto
e
dirgli
dove
noi
ci
troviamo
.
Se
ti
darà
una
lettera
noleggerai
una
barca
e
verrai
a
raggiungermi
nella
jungla
.
Sii
prudente
e
bada
di
non
farti
prendere
.
-
Non
mi
lascerò
sorprendere
,
signore
,
-
rispose
Bindar
.
-
Va
'
,
bravo
ragazzo
:
la
tua
fortuna
è
assicurata
.
-
L
'
assamese
baciò
l
'
orlo
della
veste
di
Surama
,
poi
si
allontanò
velocemente
scomparendo
sotto
gli
alberi
.
-
Alla
bangle
ora
,
-
disse
Sandokan
.
-
Speriamo
di
trovarla
ancora
nel
medesimo
posto
dove
l
'
abbiamo
lasciata
.
-
E
facciamo
presto
-
aggiunse
Tremal
-
Naik
.
-
Noi
non
saremo
interamente
sicuri
finché
non
ci
troveremo
nella
pagoda
di
Benar
.
-
Se
lo
saremo
anche
là
.
-
Dubiti
?
-
Eh
!
chi
lo
sa
?
Il
greco
non
mancherà
di
spie
,
mio
caro
Tremal
-
Naik
,
e
tu
sai
meglio
di
me
quanto
sono
astuti
e
soprattutto
intelligenti
i
tuoi
compatriotti
.
-
Questo
è
vero
-
rispose
il
bengalese
.
-
E
faremo
perciò
bene
a
guardarci
alle
spalle
.
Alla
bangle
amici
,
e
andiamocene
prima
che
il
sole
sorga
.
-
Si
cacciarono
in
mezzo
agli
alberi
seguendo
la
riva
che
era
popolata
solamente
di
marabù
,
ritti
e
fermi
sulle
loro
zampe
,
in
attesa
che
la
luce
si
avanzasse
per
recarsi
a
pulire
le
vie
della
città
,
essendo
quegli
ingordi
volatili
i
soli
spazzini
dei
quartieri
indù
,
spazzini
economici
,
ma
non
meno
utili
di
quelli
umani
perché
tutto
divorano
:
ossa
,
vegetali
marci
,
avanzi
di
qualunque
genere
che
i
cani
più
affamati
sdegnerebbero
.
Le
stelle
cominciavano
ad
impallidire
quando
il
drappello
giunse
nel
luogo
dove
era
stata
lasciata
la
bangle
.
-
Niente
di
nuovo
?
-
chiese
Sandokan
ai
due
malesi
che
erano
rimasti
a
guardia
della
barca
.
-
Sì
:
siamo
spiati
,
Tigre
della
Malesia
,
-
rispose
uno
dei
due
.
-
Che
cos
'
hai
notato
?
-
Alcuni
uomini
sono
venuti
a
ronzare
presso
la
bangle
.
-
Molti
?
-
Cinque
o
sei
.
-
Soldati
del
rajah
?
-
No
,
non
erano
guerrieri
quelli
.
-
Sono
ritornati
?
-
Due
ore
fa
li
abbiamo
riveduti
,
-
rispose
il
malese
.
Sandokan
guardò
Tremal
-
Naik
.
-
Che
cosa
ne
dici
tu
?
-
gli
chiese
.
-
Che
la
nostra
presenza
è
stata
notata
e
che
il
rajah
o
il
greco
tenteranno
di
fare
qualche
colpo
contro
di
noi
,
-
rispose
il
bengalese
.
-
Che
vengano
ad
assalirci
nella
jungla
?
-
Ho
proprio
questo
dubbio
.
-
Bah
!
Abbiamo
laggiù
forze
sufficienti
per
opporre
una
terribile
resistenza
.
Se
vogliono
seguirci
lo
facciano
pure
:
saremo
pronti
a
dar
loro
una
tale
lezione
che
non
dimenticheranno
facilmente
.
-
Salirono
sulla
bangle
;
i
malesi
presero
i
remi
e
si
spinsero
al
largo
risalendo
la
corrente
del
Brahmaputra
.
Sandokan
,
come
era
sua
abitudine
,
si
era
collocato
a
prora
con
Tremal
-
Naik
e
Surama
.
Gli
occhi
vigili
del
pirata
sorvegliavano
attentamente
la
riva
,
poiché
,
dopo
quanto
gli
avevano
riferito
i
due
malesi
lasciati
a
guardia
della
barca
,
un
dubbio
lo
aveva
assalito
.
Ed
infatti
la
bangle
non
aveva
ancora
percorso
duecento
metri
,
quando
da
una
piccola
insenatura
,
nascosta
da
giganteschi
tamarindi
,
vide
avanzarsi
sul
fiume
una
di
quelle
leggere
barche
,
che
gli
indiani
chiamano
mur
-
punky
e
che
rassomigliano
nelle
forme
alle
baleniere
,
quantunque
abbiano
la
prora
un
po
'
elevata
ed
adorna
d
'
una
grossa
testa
di
pavone
.
-
Ah
!
furfanti
!
-
mormorò
.
-
M
'
aspettavo
questo
inseguimento
.
-
E
ci
lasceremo
dare
la
caccia
da
quegli
uomini
?
-
chiese
Surama
.
-
Non
siamo
ancora
giunti
nella
jungla
di
Benar
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Chissà
che
cosa
può
succedere
prima
d
'
imboccare
il
canale
che
conduce
nello
stagno
dei
coccodrilli
.
Io
spero
di
offrire
a
quei
brutti
sauriani
una
cena
appetitosa
,
quantunque
li
detesti
.
-
Quegli
uomini
possono
diventare
un
giorno
miei
sudditi
.
-
Ne
avrai
sempre
abbastanza
,
-
rispose
freddamente
Sandokan
.
-
Se
io
avessi
risparmiati
tutti
i
miei
nemici
,
non
sarei
diventato
la
Tigre
della
Malesia
,
né
avrei
potuto
rimanere
per
tanti
anni
nella
mia
Mompracem
.
D
'
altronde
io
non
potrei
tenere
troppi
prigionieri
:
ne
ho
già
due
nella
jungla
,
uno
dei
quali
potrebbe
darmi
dei
gravi
fastidi
.
-
Chi
è
?
-
Il
fakiro
che
ti
ha
rapita
,
mia
cara
Surama
.
Se
quello
riuscisse
a
scapparmi
,
a
noi
non
resterebbe
altro
che
di
rifugiarci
al
più
presto
nel
Borneo
,
e
allora
la
tua
corona
sarebbe
perduta
.
Ah
!
ci
corrono
dietro
!
La
vedremo
,
signori
miei
:
abbiamo
palle
e
polvere
ancora
.
-
Il
mur
-
punky
che
era
montato
da
otto
rematori
e
da
un
timoniere
,
filava
rapidissimo
tenendosi
sulla
scia
della
bangle
.
Che
quegli
uomini
fossero
semplici
rematori
,
vi
era
da
dubitare
,
poiché
gli
sguardi
acuti
di
Sandokan
avevano
veduto
,
quantunque
cominciasse
solo
allora
a
rischiararsi
il
cielo
,
le
estremità
di
parecchi
fucili
che
s
'
appoggiavano
sui
due
bordi
.
Poteva
darsi
che
fossero
cacciatori
in
cerca
di
anitre
bramine
e
di
oche
,
volatili
che
abbondano
sempre
sulle
rive
dei
grandi
fiumi
dell
'
India
,
specialmente
su
quelli
che
bagnano
le
terre
orientali
di
quella
immensa
penisola
.
Ad
un
tratto
però
la
leggera
baleniera
si
gettò
fuori
dalla
scia
,
piegando
a
destra
e
con
uno
sforzo
di
remi
sorpassò
la
bangle
,
che
in
causa
della
sua
pesante
costruzione
e
dei
suoi
larghi
fianchi
,
non
poteva
vincerla
in
velocità
,
e
con
non
poca
sorpresa
di
Sandokan
e
di
Tremal
-
Naik
,
si
diresse
verso
la
riva
sinistra
,
dove
si
scorgeva
vagamente
,
sotto
le
immense
fronde
di
tamarindi
costeggianti
il
fiume
,
una
massa
nera
.
-
Che
cosa
significa
questa
manovra
?
-
si
chiese
il
pirata
corrugando
la
fronte
.
-
Che
ci
siamo
ingannati
?
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Adagio
,
amico
-
rispose
Sandokan
.
-
Che
cos
'
è
,
innanzi
a
tutto
,
quell
'
ombra
grossa
che
si
nasconde
sotto
le
piante
?
-
Da
'
ordine
al
timoniere
di
accostarsi
alla
riva
.
Voglio
vederci
chiaro
in
questa
faccenda
.
-
Toh
!
Guarda
,
Tremal
-
Naik
.
Il
mur
-
punky
l
'
ha
abbordata
.
-
Che
sia
qualche
bangle
?
In
tale
caso
non
dovremmo
spaventarci
.
Quegli
uomini
del
mur
-
punky
possono
essere
marinai
che
tornano
a
bordo
del
loro
legno
.
-
Uhm
!
-
fece
Sandokan
.
-
Non
sono
affatto
rassicurato
.
Ehi
,
Kammamuri
,
poggia
ancora
!
-
La
bangle
deviò
verso
la
riva
sinistra
mentre
i
malesi
rallentavano
la
battuta
e
passò
dinanzi
alla
massa
oscura
a
trenta
o
quaranta
metri
di
distanza
.
Un
doppio
grido
di
stupore
sfuggì
dalle
labbra
del
pirata
e
del
bengalese
.
-
Il
poluar
!
-
Si
guardaron
l
'
un
l
'
altro
interrogandosi
cogli
occhi
.
-
Sarà
poi
quello
che
ci
ha
seguiti
quando
scendevamo
il
fiume
?
-
chiese
finalmente
Tremal
-
Naik
.
-
Quando
io
ho
veduto
una
volta
una
nave
non
la
scordo
più
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Quello
è
il
poluar
che
ci
ha
dato
la
caccia
.
-
E
che
si
prepara
a
seguirci
ancora
,
-
aggiunse
Kammamuri
,
che
aveva
ceduto
il
timone
ad
un
malese
.
-
Stanno
spiegando
le
vele
.
-
Eppure
non
devono
scoprire
il
nostro
rifugio
,
-
disse
Sandokan
che
era
diventato
pensieroso
.
-
Vorresti
assalirlo
?
-
chiese
Surama
,
-
Un
equipaggio
ben
più
numeroso
del
tuo
.
-
Ho
un
'
idea
,
-
disse
Sandokan
,
dopo
essere
rimasto
alcuni
istanti
silenzioso
.
-
Tu
,
Kammamuri
,
saresti
capace
di
fabbricarmi
una
bomba
?
Basterà
una
scatola
di
latta
,
una
di
quelle
che
contengono
le
conserve
.
Ne
dobbiamo
avere
qui
.
-
Ne
ho
fatto
imbarcare
una
dozzina
piene
di
biscotti
,
prima
di
lasciare
la
jungla
.
-
Basterà
una
di
quelle
:
con
un
chilogrammo
di
polvere
si
può
produrre
un
bel
guasto
.
Lega
però
solidamente
la
scatola
,
con
del
filo
di
ferro
se
lo
puoi
trovare
e
mettici
una
buona
miccia
,
che
non
sia
più
lunga
di
cinque
centimetri
.
-
E
con
quale
cannone
la
lancerai
a
bordo
del
poluar
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Andrò
io
a
regalarla
a
quei
signori
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Saremo
costretti
ad
aspettare
la
notte
poiché
il
sole
già
si
alza
;
ma
noi
non
abbiamo
fretta
ed
i
nostri
amici
,
che
sono
nella
jungla
,
non
si
inquieteranno
pel
nostro
ritardo
.
-
Non
riesco
a
comprendere
il
tuo
progetto
.
-
Lo
capirai
quando
mi
vedrai
all
'
opera
.
Va
'
a
riposarti
,
Surama
,
tu
devi
essere
molto
stanca
.
Ti
sveglieremo
all
'
ora
della
colazione
e
tu
Kammamuri
va
'
a
fabbricarmi
la
bomba
e
metti
fra
la
polvere
più
palle
di
carabina
che
puoi
.
Vedremo
poi
come
se
la
caverà
quel
poluar
.
-
Accese
la
pipa
e
si
portò
a
poppa
della
nave
per
sorvegliare
le
mosse
di
quei
misteriosi
naviganti
.
Il
piccolo
naviglio
,
levate
le
ancore
e
sciolte
le
sue
due
vele
quadrate
,
aveva
lasciata
la
riva
ed
avendo
il
vento
favorevole
,
si
era
messo
dietro
alla
bangle
tenendosi
ad
una
distanza
di
tre
o
quattrocento
metri
.
Dietro
la
poppa
rimorchiava
il
mur
-
punky
.
Se
avesse
voluto
avrebbe
potuto
superare
facilmente
la
pesante
barca
di
Sandokan
,
essendo
quei
piccoli
bastimenti
velocissimi
,
anche
con
vento
scarso
;
ma
si
vedeva
che
il
suo
equipaggio
non
aveva
alcun
desiderio
di
fare
troppo
cammino
,
poiché
di
quando
in
quando
abbassava
ora
l
'
una
ora
l
'
altra
vela
per
rallentare
la
marcia
.
Essendosi
il
sole
ormai
innalzato
sopra
le
immense
foreste
del
levante
,
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
potevano
distinguere
facilmente
le
persone
che
montavano
quel
poluar
.
Non
erano
che
dieci
o
dodici
e
parevano
battellieri
,
non
avendo
per
vestito
che
un
semplice
dootèe
annodato
intorno
ai
fianchi
per
esser
più
lesti
a
montare
sull
'
alberatura
,
ma
forse
altri
si
tenevano
nascosti
nella
stiva
.
Una
cosa
aveva
subito
colpito
il
pirata
ed
il
bengalese
:
era
un
enorme
tamburo
,
uno
di
quelli
che
gl
'
indiani
chiamano
hauk
e
di
cui
si
servono
nelle
feste
religiose
,
tutto
adorno
di
pitture
e
di
dorature
e
sormontato
da
mazzi
di
penne
variopinte
e
che
si
trovava
collocato
fra
i
due
alberi
,
quasi
in
mezzo
alla
coperta
.
-
Quello
non
è
un
istrumento
da
guerra
,
-
disse
Sandokan
,
a
cui
nulla
sfuggiva
,
-
né
fino
ad
oggi
ho
veduto
quei
tamburoni
sui
velieri
indiani
.
-
E
nemmeno
io
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Lo
hanno
collocato
là
per
qualche
motivo
e
che
io
forse
indovino
.
-
Vuoi
dire
?
-
Che
quegli
istrumenti
quando
sono
vigorosamente
percossi
si
possono
udire
a
distanze
incredibili
.
-
Sicché
servirebbe
?
-
Per
trasmettere
dei
segnali
.
-
Sono
della
tua
opinione
,
-
disse
Sandokan
.
-
Si
prepara
qualche
cosa
contro
di
noi
.
Ormai
abbiamo
fatto
troppe
osservazioni
.
-
Bah
!
aspettiamo
questa
sera
e
anche
quel
tamburone
andrà
a
tenere
allegra
compagnia
ai
pesci
del
Brahmaputra
.
-
La
bangle
intanto
continuava
la
sua
marcia
,
senza
troppo
affrettarsi
,
non
volendo
Sandokan
allontanarsi
di
troppo
dal
canale
che
conduceva
alla
laguna
,
seguìta
ostinatamente
dal
poluar
,
il
quale
si
sforzava
di
mantenersi
sempre
alla
medesima
distanza
,
quantunque
la
brezza
mattutina
fosse
diventata
più
forte
.
Il
fiume
che
si
svolgeva
superbo
,
scendendo
dolcemente
,
invece
di
restringersi
tendeva
ad
allargarsi
,
scorrendo
fra
due
magnifiche
rive
coperte
di
palas
,
di
palmizi
tara
,
di
mangifere
splendide
e
di
nim
dal
tronco
enorme
e
dal
fogliame
cupo
e
foltissimo
.
Di
quando
in
quando
compariva
qualche
risaia
,
chiusa
tra
arginetti
alti
alcuni
piedi
,
destinati
a
trattenere
le
acque
,
tutta
coperta
da
lunghi
steli
d
'
un
bel
verde
e
che
producono
dei
chicchi
enormi
;
ma
ben
presto
la
foresta
riprendeva
il
suo
impero
svolgendosi
fra
un
caos
di
liane
che
formavano
dei
pergolati
bellissimi
.
Numerose
bande
di
semnopiteci
,
svelte
e
leggere
scimmie
che
gli
indiani
chiamano
langur
,
alte
un
metro
e
mezzo
,
ma
così
magre
da
non
pesare
oltre
dieci
chilogrammi
,
si
mostravano
sugli
alberi
e
salutavano
i
naviganti
con
fischi
acuti
,
scagliando
nel
medesimo
tempo
frutta
e
ramoscelli
,
essendo
insolentissime
.
Sulle
rive
invece
,
fra
i
canneti
,
svolazzavano
gruppi
di
bellissime
anitre
bramine
,
di
cicogne
,
di
bozzagri
e
di
marabù
e
sonnecchiavano
indolentemente
,
scaldandosi
al
sole
,
grossi
coccodrilli
dai
dorsi
rugosi
e
coperti
di
piante
acquatiche
.
A
mezzogiorno
,
Sandokan
fece
dirigere
la
bangle
verso
la
riva
sinistra
e
affondare
l
'
ancora
,
onde
permettere
ai
suoi
uomini
di
far
colazione
.
Il
poluar
continuò
la
sua
marcia
per
altri
tre
o
quattrocento
metri
per
non
destare
forse
dei
sospetti
,
ma
poi
poggiò
verso
la
riva
destra
gettando
le
sue
ancore
in
un
minuscolo
seno
,
dove
l
'
acqua
era
ancora
abbastanza
profonda
.
Dal
fumo
che
sfuggiva
dal
casotto
di
poppa
,
Sandokan
s
'
accorse
subito
che
anche
quell
'
equipaggio
si
preparava
il
pasto
del
mezzodì
.
-
Hai
ancora
qualche
dubbio
sulle
intenzioni
di
quegli
uomini
?
-
chiese
a
Tremal
-
Naik
.
-
No
,
-
rispose
il
bengalese
che
appariva
preoccupato
.
-
Se
non
troviamo
il
mezzo
di
sbarazzarci
di
quel
legno
,
non
ci
lasceranno
più
.
Quegli
uomini
devono
aver
ricevuto
l
'
ordine
di
spiarci
.
-
Aspettiamo
questa
notte
.
-
Fecero
chiamare
Surama
e
pranzarono
sulla
tolda
,
dopo
d
'
aver
avuto
la
precauzione
di
far
stendere
una
vela
sopra
le
loro
teste
onde
preservarsi
da
qualche
colpo
di
sole
.
Non
fu
che
verso
le
quattro
del
pomeriggio
che
Sandokan
fece
dare
il
segnale
della
partenza
.
La
bangle
si
era
appena
mossa
che
anche
il
poluar
spiegava
una
delle
sue
due
vele
,
prendendo
la
medesima
via
.
-
Ah
,
non
volete
lasciarci
?
-
disse
il
pirata
.
-
La
bomba
è
pronta
e
penserà
essa
ad
arrestarvi
anche
in
piena
corsa
.
-
Le
due
barche
continuarono
a
navigare
di
conserva
,
l
'
una
a
remi
e
l
'
altra
a
vela
,
mantenendo
la
medesima
distanza
che
variava
dai
trecento
ai
cinquecento
metri
.
La
regione
era
diventata
deserta
.
Non
si
scorgevano
più
né
risaie
,
né
capanne
e
nemmeno
barche
.
La
jungla
,
sfuggita
da
tutti
gli
abitanti
che
non
avevano
alcun
desiderio
di
ricevere
le
visite
poco
gradite
delle
tigri
e
delle
pantere
,
non
doveva
essere
lontana
.
Infatti
verso
il
tramonto
,
la
bangle
che
si
era
avanzata
assai
,
benché
lentamente
,
passava
dinanzi
al
canale
che
conduceva
nella
palude
;
ma
Sandokan
vedendosi
sempre
alle
costole
il
poluar
,
si
guardò
bene
dal
dare
il
comando
di
cacciarvisi
dentro
.
Lasciò
che
la
barca
risalisse
il
fiume
per
un
paio
di
miglia
ancora
,
poi
,
quando
le
tenebre
scesero
,
fece
gettare
di
nuovo
le
ancore
presso
la
riva
sinistra
.
Il
poluar
,
come
aveva
fatto
al
mezzodì
,
proseguì
la
sua
marcia
per
alcune
centinaia
di
metri
e
si
ancorò
non
già
sulla
riva
opposta
,
bensì
in
mezzo
al
fiume
,
onde
sorvegliare
più
strettamente
la
piccola
barca
.
-
Cenate
pure
,
-
disse
Sandokan
a
Tremal
-
Naik
ed
a
Surama
.
-
E
tu
?
-
chiese
il
bengalese
.
-
Mangerò
dopo
il
bagno
.
-
Che
cosa
vuoi
tentare
?
-
Non
te
l
'
ho
detto
?
Voglio
sbarazzarmi
di
quegli
spioni
.
-
E
come
?
-
Il
tuo
bravo
Kammamuri
m
'
ha
preparato
una
bomba
veramente
splendida
.
Quando
tu
,
Surama
,
diventerai
la
regina
dell
'
Assam
lo
nominerai
generale
dei
granatieri
.
-
Io
farò
tutto
quello
che
desidereranno
i
miei
protettori
,
-
rispose
la
giovane
con
un
amabile
sorriso
.
-
Pensiamo
ora
al
nostro
affare
,
-
disse
Sandokan
.
-
La
notte
è
oscura
e
nessuno
mi
vedrà
attraversare
il
fiume
.
-
Tu
vuoi
farti
divorare
!
-
esclamò
Tremal
-
Naik
spaventato
.
-
Da
chi
?
-
Vi
sono
coccodrilli
e
anche
squali
d
'
acqua
dolce
nelle
acque
del
Brahmaputra
.
-
Sandokan
alzò
le
spalle
,
poi
levandosi
dalla
fascia
il
kriss
malese
disse
con
noncuranza
:
-
E
quest
'
arma
a
che
cosa
dovrebbe
dunque
servire
?
-
chiese
.
-
Quando
il
vecchio
pirata
di
Mompracem
l
'
ha
bene
in
pugno
,
se
ne
ride
degli
uni
e
anche
degli
altri
.
La
mia
carne
non
fa
per
loro
,
tranquillizzati
.
-
Lascia
che
t
'
accompagni
.
-
No
,
amico
.
In
queste
faccende
non
può
agire
che
un
solo
uomo
.
-
Non
mi
hai
spiegato
ancora
il
tuo
progetto
.
-
È
semplicissimo
.
Vado
ad
appendere
la
mia
bomba
ai
cardini
del
timone
del
poluar
,
accendo
la
miccia
e
ritorno
tranquillamente
a
bordo
della
mia
bangle
.
Vedrai
che
guasto
farà
quel
chilogrammo
di
polvere
!
Kammamuri
,
sono
pronto
.
-
Il
maharatto
accorse
portando
con
una
certa
precauzione
la
famosa
bomba
,
la
quale
non
consisteva
che
in
una
scatola
di
latta
,
bene
cerchiata
con
filo
di
rame
tolto
dai
bordi
della
bangle
,
con
una
miccia
lunga
otto
o
dieci
centimetri
ed
un
gancio
,
ad
una
delle
due
estremità
,
formato
pure
di
filo
di
rame
,
per
poterla
appendere
ai
cardini
del
timone
.
Sandokan
la
esaminò
attentamente
,
fece
col
capo
un
gesto
come
d
'
uomo
soddisfattissimo
,
poi
entrato
nel
casotto
di
poppa
,
si
spogliò
rapidamente
stringendosi
ai
fianchi
un
dootèe
e
passandovi
dentro
il
kriss
.
-
Ora
tu
,
mio
bravo
Kammamuri
,
mi
legherai
sulla
testa
la
bomba
e
vi
unirai
l
'
acciarino
e
l
'
esca
.
Assicura
bene
l
'
una
e
gli
altri
,
onde
non
costringermi
a
rifare
il
viaggio
.
-
Kammamuri
non
si
fece
ripetere
due
volte
l
'
ordine
.
-
Fa
'
calare
una
fune
ora
,
-
riprese
Sandokan
.
-
Bada
ai
coccodrilli
,
signore
,
-
disse
Surama
che
sembrava
commossa
.
-
Tu
arrischi
la
tua
preziosa
vita
per
me
.
-
E
per
gli
altri
,
-
rispose
il
fiero
pirata
.
-
Sii
tranquilla
,
mia
bella
fanciulla
.
La
carne
delle
vecchie
tigri
di
Mompracem
è
troppo
coriacea
.
-
Stese
la
mano
alla
giovane
ed
a
Tremal
-
Naik
,
raccomandò
il
più
assoluto
silenzio
,
poi
si
lasciò
scivolare
lungo
la
fune
,
immergendosi
,
dolcemente
,
nella
corrente
dal
fiume
.
Surama
,
Tremal
-
Naik
e
tutto
l
'
equipaggio
,
avevano
seguìto
ansiosamente
cogli
sguardi
il
formidabile
pirata
chiedendosi
,
non
senza
sgomento
,
come
sarebbe
finito
quell
'
audace
tentativo
,
ma
dopo
pochi
istanti
lo
perdettero
di
vista
essendo
l
'
acqua
oscurissima
ed
il
cielo
coperto
di
vapori
.
Sandokan
si
era
messo
a
nuotare
silenziosamente
,
tagliando
la
corrente
,
che
era
d
'
altronde
debolissima
,
senza
far
rumore
.
Con
frequenti
colpi
di
tallone
si
teneva
ben
alto
,
temendo
che
qualche
spruzzo
bagnasse
l
'
esca
o
la
miccia
.
Il
poluar
si
trovava
a
soli
quattrocento
metri
:
una
distanza
derisoria
per
un
uomo
dell
'
arcipelago
della
Sonda
.
Nessun
nuotatore
può
competere
con
un
malese
ed
un
bornese
della
costa
.
Si
può
dire
che
quegli
audaci
pirati
nascono
nel
mare
e
che
vi
muoiono
dentro
.
Sandokan
,
di
passo
in
passo
che
s
'
accostava
al
piccolo
veliero
indiano
,
diventava
più
prudente
.
Non
era
il
timore
d
'
incontrare
qualche
coccodrillo
o
qualche
squalo
d
'
acqua
dolce
,
bensì
il
timore
che
degli
uomini
vegliassero
a
bordo
e
che
potessero
scorgerlo
.
Di
quando
in
quando
si
fermava
per
ascoltare
,
poi
rassicurato
dal
profondo
silenzio
che
regnava
sul
fiume
e
sul
veliero
,
riprendeva
la
sua
marcia
silenziosa
,
agitando
le
braccia
e
le
gambe
con
somma
prudenza
e
sempre
più
dolcemente
.
A
cinquanta
passi
dal
poluar
subì
un
urto
.
Credette
per
un
istante
che
qualche
sauriano
cercasse
di
assalirlo
;
trovò
invece
sotto
mano
un
corpo
molle
,
che
lo
appestò
col
suo
puzzo
nauseante
di
carogna
imputridita
.
-
Un
cadavere
,
-
mormorò
,
respirando
.
S
'
allungò
lasciando
il
passo
al
morto
e
con
cinque
o
sei
bracciate
giunse
sotto
la
poppa
del
veliero
.
Quantunque
avesse
avuta
la
precauzione
di
non
levare
le
mani
dall
'
acqua
,
gli
uomini
che
vegliavano
sul
poluar
,
s
'
accorsero
certamente
di
qualche
cosa
d
'
insolito
,
poiché
udì
distintamente
una
voce
a
dire
:
-
Si
direbbe
,
Maot
,
che
qualcuno
ha
rasentato
il
bordo
della
nave
.
Hai
udito
nulla
tu
?
-
Solo
il
timone
a
cigolare
sui
cardini
,
-
rispose
un
'
altra
voce
.
-
Bah
!
qualche
coccodrillo
lo
avrà
urtato
.
-
Sarà
meglio
accertarsene
,
Maot
.
Mi
hanno
detto
i
seikki
che
quelli
che
montano
la
bangle
non
sono
indiani
.
-
Guarda
dunque
.
-
Sandokan
si
era
prontamente
cacciato
sotto
la
poppa
,
aggrappandosi
al
timone
.
Trascorse
un
mezzo
minuto
poi
la
medesima
voce
di
prima
riprese
:
-
Non
si
vede
nulla
con
questa
oscurità
,
Maot
.
Ti
ripeto
che
sarà
stato
un
coccodrillo
.
Quelle
brutte
bestie
non
mancano
su
questo
fiume
.
Dammi
un
po
'
di
betel
e
riprendiamo
la
nostra
guardia
a
prora
.
Dal
castello
osserveremo
meglio
.
-
Sandokan
,
che
ascoltava
attentamente
,
udì
uno
stropiccìo
di
piedi
nudi
allontanarsi
.
-
Stupidi
!
-
mormorò
.
-
Al
vostro
posto
non
mi
sarei
accontentato
di
chiacchierare
come
pappagalli
.
Ah
!
sapete
che
noi
non
siamo
indiani
?
Ecco
una
ragione
di
più
per
farvi
saltare
in
aria
.
-
Attese
ancora
qualche
minuto
,
poi
rassicurato
dal
profondo
silenzio
,
che
regnava
sul
poluar
,
levò
con
una
mano
la
scatola
,
si
mise
fra
le
labbra
l
'
acciarino
e
l
'
esca
,
badando
bene
di
non
bagnare
quest
'
ultima
e
appese
la
bomba
al
secondo
cardine
.
Ciò
fatto
strinse
le
gambe
contro
il
timone
e
con
grande
precauzione
,
diede
fuoco
all
'
esca
accostandola
alla
miccia
.
Il
rumore
però
,
per
quanto
lievissimo
,
prodotto
dalla
selce
battuta
contro
l
'
acciarino
,
fu
certamente
udito
dai
due
battellieri
di
guardia
,
poiché
Sandokan
s
'
accorse
che
s
'
avvicinavano
.
Si
lasciò
andare
a
picco
nuotando
sott
'
acqua
con
estrema
velocità
,
onde
non
saltare
insieme
con
la
nave
.
Emerse
a
cinquanta
metri
e
fissò
subito
gli
occhi
sul
poluar
.
Piccole
scintille
cadevano
sotto
la
poppa
.
Era
la
miccia
che
ardeva
.
-
Eccovi
serviti
,
-
mormorò
,
tornando
a
tuffarsi
e
percorrendo
sempre
sott
'
acqua
altri
cinquanta
o
sessanta
metri
.
Quando
tornò
a
galla
,
urla
acutissime
partivano
dal
poluar
:
-
Al
fuoco
!
al
fuoco
!
-
Quasi
nell
'
istesso
momento
un
lampo
squarciò
le
tenebre
,
seguìto
da
una
detonazione
che
parve
un
colpo
di
cannone
.
La
poppa
del
piccolo
veliero
era
stata
squarciata
dalla
bomba
,
e
per
l
'
enorme
falla
l
'
acqua
entrava
a
torrenti
.
Il
timone
era
stato
già
mandato
in
pezzi
.
A
quel
rimbombo
,
che
si
propagò
lungamente
sotto
le
interminabili
volte
di
verzura
che
si
estendevano
sulle
due
rive
,
tenne
dietro
un
breve
silenzio
,
poi
le
grida
dell
'
equipaggio
tornarono
a
farsi
udite
:
-
Il
poluar
affonda
!
Si
salvi
chi
può
!
-
Sandokan
con
poche
bracciate
raggiunse
la
bangle
e
afferrata
la
fune
,
che
non
era
stata
ritirata
,
si
issò
sul
ponte
.
Surama
e
Tremal
-
Naik
erano
accorsi
.
-
Ah
!
Tigre
della
Malesia
!
-
esclamò
la
prima
.
-
Io
ormai
non
dubito
più
di
diventare
una
regina
,
quando
l
'
uomo
che
mi
protegge
possiede
tale
audacia
.
-
Tu
sei
un
demonio
,
-
aggiunse
il
bengalese
.
-
Lascia
che
me
lo
dicano
quei
poveri
diavoli
che
affondano
,
-
rispose
Sandokan
,
scuotendosi
di
dosso
l
'
acqua
.
Il
poluar
s
'
inabissava
rapidamente
,
inclinandosi
verso
la
poppa
.
Numerosi
uomini
saltavano
in
acqua
,
mentre
altri
si
salvavano
sull
'
alberatura
mandando
grida
di
terrore
,
colla
speranza
che
il
fiume
non
fosse
in
quel
luogo
così
profondo
da
inghiottire
tutta
la
nave
.
-
Lasciamoli
urlare
e
raggiungiamo
il
canale
,
-
disse
Sandokan
freddamente
.
-
Se
la
cavino
da
loro
.
Ai
remi
,
amici
.
-
I
malesi
che
avevano
assistito
impassibili
a
quel
disastro
,
per
loro
già
non
nuovo
,
afferrarono
le
lunghe
pagaie
e
la
bangle
ridiscese
velocemente
il
fiume
,
aiutata
dalla
corrente
,
che
si
faceva
sentire
piuttosto
forte
lungo
la
riva
sinistra
.
Per
alcuni
minuti
i
fuggiaschi
udirono
ancora
le
urla
disperate
dei
disgraziati
che
venivano
tratti
a
fondo
insieme
col
naviglio
,
poi
il
grande
silenzio
tornò
ad
imperare
sul
Brahmaputra
.
Sandokan
che
si
era
affrettato
ad
indossare
le
sue
vesti
,
aveva
raggiunto
Surama
e
Tremal
-
Naik
,
che
dall
'
alto
della
poppa
cercavano
ancora
di
discernere
il
poluar
.
-
Non
mi
ero
ingannato
,
-
disse
loro
.
-
Ho
avuto
la
prova
che
quei
battellieri
avevano
avuto
l
'
incarico
di
sorvegliarci
e
fors
'
anche
di
catturarci
.
A
bordo
vi
erano
dei
seikki
del
rajah
.
-
E
come
l
'
hai
appreso
?
-
chiese
il
bengalese
stupefatto
.
-
Da
un
discorso
fatto
da
due
di
quegli
uomini
,
nel
momento
in
cui
stavo
appendendo
la
scatola
al
timone
.
È
un
vero
miracolo
se
non
mi
hanno
scoperto
.
-
Sanno
dunque
chi
siamo
noi
?
-
chiese
Surama
.
-
Forse
non
lo
credo
,
-
rispose
Sandokan
,
-
ma
qualche
cosa
è
trapelato
di
certo
dei
nostri
progetti
.
Tu
devi
aver
parlato
,
Surama
.
-
È
possibile
,
se
mi
hanno
dato
da
bere
qualche
narcotico
.
-
E
ciò
m
'
inquieta
per
Yanez
.
-
Non
spaventarmi
signore
!
-
esclamò
la
bella
assamese
.
-
Tu
sai
quanto
io
ami
il
sahib
bianco
.
-
Tu
finché
Yanez
non
ci
manda
qualche
messo
,
non
devi
preoccuparti
.
Aspettiamo
che
torni
Bindar
.
-
Tu
però
sospetti
che
possa
correre
qualche
pericolo
.
-
Pel
momento
no
,
e
poi
mio
fratellino
è
un
uomo
da
cavarsela
anche
senza
il
mio
aiuto
.
Come
ha
giuocato
James
Brooke
,
il
rajah
di
Sarawak
,
saprà
burlare
anche
il
rajah
dell
'
Assam
.
Aspettiamo
sue
nuove
.
-
La
bangle
che
scendeva
il
fiume
con
grande
rapidità
,
era
già
giunta
dinanzi
al
canale
che
conduceva
alla
palude
.
Kammamuri
che
aveva
ripreso
il
suo
posto
al
timone
,
guidò
la
barca
entro
il
passaggio
,
dopo
essersi
prima
ben
assicurato
che
nessun
'
altra
nave
spiava
la
bangle
.
Venti
minuti
dopo
affondavano
le
ancore
in
mezzo
al
vasto
stagno
.
Essendo
la
jungla
pericolosissima
di
notte
,
Sandokan
mandò
a
dormire
i
suoi
uomini
,
che
cadevano
per
la
fatica
,
vi
mandò
poi
Surama
,
e
lui
si
stese
sul
ponte
,
su
una
semplice
stuoia
accanto
a
Tremal
-
Naik
,
dopo
essersi
messa
a
fianco
la
sua
fida
carabina
.
L
'
indomani
,
dopo
aver
assicurata
bene
la
bangle
che
era
loro
necessarissima
e
d
'
averla
nascosta
sotto
un
enorme
ammasso
di
canne
e
di
rami
,
Sandokan
ed
i
suoi
compagni
attraversarono
felicemente
la
jungla
e
giunsero
alla
pagoda
di
Benar
.
I
malesi
ed
i
dayachi
si
trovavano
riuniti
,
sorvegliando
attentamente
il
fakiro
ed
il
demjadar
dei
seikki
.
Durante
l
'
assenza
della
Tigre
della
Malesia
,
nessun
avvenimento
aveva
turbato
la
calma
che
regnava
in
quella
parte
della
jungla
.
Solo
qualche
tigre
e
qualche
pantera
avevano
fatto
la
loro
comparsa
,
senza
però
osar
di
assalire
l
'
accampamento
,
troppo
formidabile
anche
per
quei
feroci
animali
.
Sandokan
fece
allestire
alla
meglio
,
in
una
delle
stanze
dei
gurum
,
un
modesto
alloggetto
per
Surama
,
non
presentando
la
vasta
sala
della
pagoda
,
in
parte
diroccata
,
molta
solidità
,
ed
attese
pazientemente
il
ritorno
di
Bindar
.
Fu
la
sera
del
settimo
giorno
che
il
fedele
assamese
finalmente
comparve
.
Aveva
risalito
il
fiume
su
un
piccolo
gonga
,
ossia
su
un
battello
scavato
nel
tronco
d
'
un
albero
,
e
aveva
attraversata
la
jungla
prima
che
le
belve
,
che
l
'
abitavano
si
fossero
messe
in
cerca
di
preda
.
Egli
recava
una
terribile
notizia
.
-
Sahib
,
-
disse
appena
fu
condotto
dinanzi
a
Sandokan
che
stava
fumando
sotto
un
tamarindo
,
godendosi
un
po
'
di
fresco
insieme
con
Tremal
-
Naik
,
-
una
catastrofe
ci
ha
colpiti
.
-
Sandokan
ed
il
bengalese
balzarono
in
piedi
in
preda
ad
una
vivissima
agitazione
.
-
Che
cosa
vuoi
dire
tu
?
-
gridò
il
primo
.
-
Il
sahib
bianco
è
stato
arrestato
ed
i
suoi
malesi
sono
stati
decapitati
.
-
Un
vero
ruggito
uscì
dalle
labbra
del
pirata
.
-
Lui
...
preso
!
-
E
tu
stai
per
essere
assalito
.
La
jungla
domani
sarà
circondata
.
-
21
.
Una
caccia
emozionante
Mentre
Sandokan
lavorava
tenacemente
e
con
buona
fortuna
a
liberare
Surama
,
Yanez
si
riposava
,
almeno
apparentemente
,
alla
corte
del
rajah
,
passando
il
suo
tempo
a
bere
,
a
mangiare
,
a
fumare
più
sigarette
che
poteva
e
ad
ammirare
le
bellissime
bajadere
,
che
ogni
sera
intrecciavano
danze
nel
vasto
cortile
del
palazzo
al
suono
di
tamburi
d
'
ogni
genere
e
di
lottatori
,
avendone
sempre
un
buon
numero
i
principi
indiani
.
Non
perdeva
però
di
vista
il
greco
e
non
mancava
d
'
informarsi
minutamente
,
ogni
mattina
,
della
guarigione
del
suo
avversario
,
ben
sapendo
che
il
maggior
pericolo
stava
celato
nel
cervello
di
quell
'
avventuriero
.
Una
cosa
però
l
'
aveva
subito
crucciato
,
una
certa
freddezza
che
aveva
notato
nel
rajah
.
Dopo
quella
famosa
rappresentazione
teatrale
ed
il
suo
duello
,
il
principe
non
si
era
più
occupato
di
lui
,
né
più
lo
aveva
fatto
chiamare
,
come
se
in
tutto
il
regno
gli
animali
feroci
fossero
scomparsi
.
Ciò
annoiava
non
poco
quell
'
uomo
d
'
azione
che
era
tutt
'
altro
che
amante
della
neghittosità
e
dell
'
indolenza
indiana
.
-
Per
Giove
!
-
esclamava
ogni
mattina
,
rotolando
giù
dal
suo
splendido
letto
dorato
e
scolpito
.
-
Che
cacciatore
sono
dunque
io
?
Possibile
che
gli
animali
feroci
non
mangino
più
indiani
nell
'
Assam
?
Eppure
le
tigri
non
devono
mancare
in
questo
paese
che
ha
così
tante
foreste
e
così
tante
jungle
.
-
Erano
tre
giorni
che
oziava
non
sapendo
più
come
impiegare
il
suo
tempo
,
quando
la
mattina
del
quarto
,
un
ufficiale
del
rajah
,
si
presentò
dicendogli
:
-
Mylord
,
il
rajah
ha
bisogno
del
suo
grande
cacciatore
.
-
Finalmente
!
-
esclamò
il
portoghese
che
si
trovava
ancora
a
letto
.
-
Il
principe
si
è
dunque
ricordato
di
avere
ai
suoi
servigi
un
distruttore
di
belve
feroci
?
Cominciavo
ad
annoiarmi
.
Di
che
cosa
si
tratta
?
-
Gli
abitanti
d
'
un
villaggio
,
che
si
trova
presso
le
rive
del
fiume
,
si
lamentano
perché
un
rinoceronte
distrugge
ogni
notte
i
loro
raccolti
.
Tutte
le
piantagioni
d
'
indaco
,
che
formavano
la
loro
principale
ricchezza
,
sono
perdute
.
-
Mi
rincresce
per
quei
disgraziati
coltivatori
,
ma
saranno
vendicati
.
Dove
scorazza
quel
bestione
?
-
A
venti
miglia
di
qui
.
-
Dirai
al
rajah
che
io
lo
ucciderò
e
che
gli
porterò
il
corno
.
Fa
'
preparare
cavalli
ed
elefanti
.
-
Tutto
è
pronto
,
mylord
.
-
Ed
anche
la
mia
carabina
è
pronta
,
-
rispose
Yanez
.
-
Ed
il
favorito
come
va
?
-
Ieri
sera
si
è
alzato
qualche
ora
.
-
Per
Giove
!
Quell
'
uomo
ha
la
pelle
più
grossa
del
rinoceronte
che
andrò
a
uccidere
,
-
mormorò
il
portoghese
.
-
Se
un
'
altra
volta
mi
capita
fra
i
piedi
lo
passerò
da
parte
a
parte
.
-
Saltò
giù
dal
letto
,
chiamò
il
suo
maggiordomo
per
dargli
alcuni
ordini
,
poi
si
vestì
rapidamente
.
-
Chissà
che
uscendo
dal
palazzo
non
possa
avere
qualche
notizia
di
Surama
e
di
Sandokan
,
-
disse
quando
fu
solo
.
-
E
chissà
che
il
rajah
,
dopo
una
tale
caccia
,
si
ricordi
più
sovente
di
me
.
Il
greco
lavora
sott
'
acqua
ed
io
farò
altrettanto
,
amico
.
Vedremo
chi
uscirà
colle
costole
rotte
da
questa
battaglia
.
La
popolarità
s
'
avanza
e
quando
sarà
ben
assicurata
avrò
buon
giuoco
su
te
e
sul
principe
,
tuo
protettore
.
Non
è
che
questione
di
pazienza
,
come
dice
sempre
Sandokan
.
-
Prese
la
sua
carabina
,
quell
'
istessa
che
aveva
già
abbattuta
la
terribile
tigre
nera
,
chiamò
i
malesi
fra
i
quali
si
trovava
Kubang
,
che
si
era
ben
guardato
di
narrargli
del
rapimento
di
Surama
,
e
scese
nel
gran
cortile
,
dove
si
trovavano
pronti
dodici
cavalli
,
due
elefanti
,
molti
cani
e
una
ventina
di
seikki
,
che
dovevano
aiutarlo
nella
pericolosissima
caccia
.
Fu
nondimeno
un
po
'
sorpreso
nel
trovare
invece
d
'
un
maggiordomo
o
d
'
un
conduttore
di
scikari
,
un
alto
ufficiale
del
rajah
,
il
quale
gli
disse
senza
preamboli
:
-
Mylord
,
la
direzione
della
caccia
spetterà
esclusivamente
a
me
.
-
Oh
!
-
fece
Yanez
incrociando
le
braccia
.
-
Ed
a
me
che
cosa
spetta
?
-
Di
uccidere
il
rinoceronte
.
-
E
se
lo
uccideste
voi
invece
?
-
Io
non
sono
il
gran
cacciatore
della
corte
,
-
rispose
seccamente
l
'
alto
ufficiale
.
-
Ah
!
-
Mi
hai
capito
mylord
?
Io
solo
ho
la
direzione
.
-
Spero
che
mi
caccerai
dinanzi
il
bestione
però
.
-
Lascia
fare
ai
seikki
,
mylord
.
-
Yanez
salì
su
uno
dei
due
elefanti
,
molto
di
cattivo
umore
ed
un
po
'
anche
pensieroso
.
-
Non
ci
vedo
chiaro
in
questa
faccenda
-
mormorò
.
-
Il
greco
deve
aver
tentato
qualche
colpo
.
Come
mai
il
rajah
ha
cambiato
così
presto
d
'
umore
verso
di
me
?
C
'
è
qui
sotto
qualche
cosa
che
mi
sfugge
.
Stiamo
in
guardia
.
In
una
caccia
è
facile
sbagliare
un
animale
e
uccidere
invece
un
cacciatore
.
Avvertirò
i
miei
malesi
d
'
aprire
per
bene
gli
occhi
e
di
non
perdere
di
vista
un
solo
istante
i
seikki
.
Il
pericolo
sta
là
.
-
Si
sdraiò
sui
cuscini
della
cassa
,
accese
la
sigaretta
e
affettando
una
calma
completa
che
realmente
non
sentiva
,
fece
segno
al
cornac
di
muovere
l
'
elefante
,
il
quale
già
cominciava
a
dar
segni
d
'
impazienza
.
La
carovana
attraversò
la
città
sfilando
fra
due
ali
di
popolo
,
che
osservava
con
curiosità
,
non
esente
da
una
certa
simpatia
,
il
famoso
cacciatore
;
poi
rimontò
la
riva
destra
del
fiume
avviandosi
ai
grandi
boschi
che
si
estendevano
verso
ponente
,
formati
di
superbi
tek
dal
legno
durissimo
ed
incorruttibile
,
di
gomma
lacca
,
di
nagassi
,
ossia
d
'
alberi
dal
legno
di
ferro
perché
i
loro
tronchi
ed
i
loro
rami
sono
così
duri
da
smussare
le
scuri
le
più
affilate
,
e
di
imponenti
fichi
baniani
.
L
'
ufficiale
del
rajah
che
montava
il
secondo
elefante
,
si
era
messo
alla
testa
della
truppa
,
fiancheggiato
dai
seikki
che
montavano
bellissimi
cavalli
,
di
forme
perfette
,
d
'
origine
certamente
araba
o
per
lo
meno
persiana
.
Pareva
che
si
fosse
perfino
scordato
della
presenza
del
grande
cacciatore
di
corte
a
cui
spettava
il
poco
invidiabile
onore
di
abbattere
il
terribile
rinoceronte
.
Per
cinque
ore
la
carovana
continuò
a
costeggiare
la
riva
del
fiume
,
oltrepassando
di
quando
in
quando
dei
meschini
raggruppamenti
di
capanne
,
formate
di
rami
intrecciati
,
mescolati
a
fango
rossastro
o
grigiastro
;
poi
l
'
ufficiale
fece
l
'
alt
nei
dintorni
d
'
un
villaggio
piuttosto
grosso
,
che
sorgeva
in
mezzo
a
vastissime
piantagioni
d
'
indaco
,
che
si
vedevano
realmente
qua
e
là
gravemente
danneggiate
,
come
se
una
truppa
di
bestie
si
fosse
divertita
a
farvi
sopra
delle
corse
sfrenate
.
-
È
questo
il
luogo
che
il
rinoceronte
frequenta
?
-
chiese
Yanez
al
cornac
che
stava
a
cavalcioni
dell
'
elefante
.
-
Sì
,
signore
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Quel
brutto
animale
ha
già
distrutto
tanto
indaco
,
che
seicento
rupie
non
sarebbero
bastanti
per
ricompensare
questi
poveri
contadini
.
Oh
,
ma
tu
lo
ucciderai
signore
,
è
vero
?
-
Farò
il
possibile
.
-
Ci
fermiamo
qui
,
signore
.
-
La
popolazione
del
villaggio
guidata
dal
suo
capo
,
un
bel
vecchio
ancora
vegeto
,
erasi
avanzata
incontro
alla
carovana
,
dando
a
tutti
il
benvenuto
e
mettendosi
a
loro
disposizione
.
Essendo
già
stata
precedentemente
avvertita
da
un
corriere
mandato
dal
rajah
,
aveva
preparato
una
specie
di
campo
chiuso
da
bambù
incrociati
e
solidamente
legati
,
innalzandovi
nel
mezzo
otto
o
dieci
capanne
formate
con
frasche
e
coperte
da
rami
ancora
verdeggianti
.
Yanez
senza
occuparsi
dell
'
alto
ufficiale
,
scelse
la
più
comoda
e
la
più
ampia
,
istallandovisi
coi
suoi
sei
malesi
.
Nella
sua
qualità
di
grande
cacciatore
,
credeva
di
averne
bene
il
diritto
.
I
cuochi
servirono
ai
cacciatori
ed
ai
servi
una
colazione
fredda
e
abbondante
,
inaffiata
con
dell
'
eccellente
toddy
,
poi
il
capo
del
villaggio
,
accompagnato
dall
'
ufficiale
del
rajah
,
chiese
a
Yanez
:
-
Sei
tu
sahib
,
che
sei
incaricato
di
liberarci
dal
cattivo
animale
?
-
Sì
,
amico
-
rispose
il
portoghese
-
ma
per
poter
far
ciò
tu
devi
darmi
delle
indicazioni
e
anche
una
guida
.
-
Io
darò
a
te
tutto
quello
che
vorrai
,
signore
,
e
anche
un
premio
.
-
Quello
lo
darai
ai
danneggiati
.
Dove
credi
che
il
rinoceronte
abbia
il
suo
covo
?
-
Nella
foresta
che
costeggia
lo
stagno
dei
coccodrilli
.
-
Lontana
?
-
Qualche
ora
di
marcia
.
-
Si
è
mai
mostrato
di
giorno
?
-
Mai
,
sahib
.
È
solamente
a
notte
tarda
che
lascia
la
foresta
per
venire
a
devastare
le
nostre
piantagioni
.
-
L
'
hai
veduto
tu
?
-
Sì
,
tre
notti
or
sono
gli
ho
sparato
contro
due
colpi
di
carabina
e
probabilmente
non
sono
riuscito
a
colpirlo
.
-
È
grosso
?
-
Non
ne
ho
mai
veduto
di
così
colossali
.
-
Va
bene
.
Lasciami
riposare
fino
dopo
il
tramonto
e
avverti
l
'
uomo
che
deve
guidarci
di
tenersi
pronto
.
-
Sarò
io
che
ti
condurrò
sul
luogo
che
la
cattiva
bestia
frequenta
.
-
Una
parola
,
mylord
-
disse
l
'
ufficiale
del
rajah
.
-
Come
intendi
cacciarlo
?
-
Lo
aspetterò
all
'
imboscata
.
-
Non
otterresti
nulla
,
perché
al
primo
colpo
di
fucile
,
quegli
animali
assalgono
e
scappano
,
e
tu
sai
che
una
palla
sola
non
basta
ad
atterrarli
.
Il
rajah
ha
messo
a
tua
disposizione
uno
dei
suoi
migliori
cavalli
,
onde
tu
possa
inseguire
l
'
animale
dopo
fatto
il
colpo
.
-
Me
ne
servirò
,
-
rispose
Yanez
.
-
Ora
lasciatemi
tranquillo
perché
non
so
se
questa
sera
avrò
tempo
di
dormire
.
-
Attese
che
il
capo
e
l
'
ufficiale
si
fossero
allontanati
,
poi
volgendosi
verso
i
suoi
malesi
che
stavano
seduti
a
terra
,
lungo
le
pareti
,
disse
loro
:
-
Qualunque
cosa
debba
succedere
,
voi
non
mi
lascerete
solo
nella
foresta
.
Non
abbiate
paura
del
rinoceronte
:
penso
io
ad
abbatterlo
.
-
Temi
qualche
tradimento
,
padrone
?
-
chiese
Kubang
.
-
Sono
sicurissimo
che
quel
maledetto
greco
,
cercherà
di
vendicarsi
,
con
tutti
i
mezzi
possibili
,
del
colpo
di
scimitarra
che
gli
ho
dato
,
e
perciò
dubito
di
tutto
e
di
tutti
.
In
una
caccia
in
mezzo
alla
foresta
accade
talvolta
di
ammazzare
un
cacciatore
invece
dell
'
animale
.
-
Non
perderemo
d
'
occhio
i
seikki
,
capitano
Yanez
.
Alla
prima
mossa
sospetta
,
piomberemo
addosso
loro
come
tigri
e
vedremo
quanti
sfuggiranno
alle
nostre
scimitarre
.
-
Che
uno
di
voi
monti
la
guardia
fuori
della
capanna
e
prendiamo
un
po
'
di
riposo
.
-
Si
stese
su
una
stuoia
ed
invitato
dal
gran
calore
che
regnava
e
dal
profondo
silenzio
,
poiché
anche
gli
elefanti
e
gli
indiani
si
erano
addormentati
,
chiuse
gli
occhi
.
Fu
svegliato
verso
il
tramonto
dai
latrati
dei
cani
,
dai
nitriti
dei
cavalli
,
dai
barriti
degli
elefanti
e
dalle
grida
dei
cornac
e
dei
seikki
.
I
malesi
erano
già
in
piedi
e
pulivano
le
loro
carabine
e
le
loro
pistole
.
-
La
cena
,
-
disse
Yanez
.
-
Poi
andremo
a
scovare
questo
signor
colosso
.
-
I
cuochi
avevano
preparato
il
pasto
serale
e
non
aspettavano
che
l
'
ordine
del
gran
cacciatore
per
servire
.
Yanez
mangiò
alla
lesta
,
prese
la
sua
magnifica
carabina
a
doppia
canna
,
caricata
con
palle
rivestite
di
rame
,
veri
proiettili
da
grossa
caccia
,
e
uscì
.
Gli
uomini
scelti
ad
accompagnarlo
,
non
erano
che
in
sei
e
tenevano
per
le
briglie
alcuni
splendidi
cavalli
,
fra
i
quali
uno
tutto
nero
che
pareva
avesse
il
fuoco
nelle
vene
e
che
era
riccamente
bardato
,
con
staffe
corte
all
'
orientale
.
-
Il
mio
?
-
chiese
Yanez
all
'
ufficiale
.
-
Sì
mylord
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Non
montarlo
però
ora
.
-
Perché
?
-
I
cavalli
devono
giungere
sul
luogo
della
caccia
freschissimi
.
I
rinoceronti
corrono
colla
velocità
del
vento
quando
caricano
e
guai
al
cavallo
che
in
quel
momento
si
trovasse
affaticato
.
-
Hai
ragione
.
E
la
guida
?
-
Ci
aspetta
di
là
delle
piantagioni
.
-
Partiamo
,
ma
senza
cani
:
disturberebbero
la
caccia
.
-
Così
ho
pensato
anch
'
io
,
desiderando
tu
cacciare
all
'
agguato
.
-
Lasciarono
l
'
accampamento
e
presero
un
sentiero
che
attraversava
le
piantagioni
d
'
indaco
,
seguìti
dagli
sguardi
di
tutti
i
contadini
,
i
quali
si
erano
schierati
sui
margini
dei
campi
.
La
notte
era
splendida
e
propizia
per
una
buona
caccia
.
Una
fresca
brezzolina
,
che
scendeva
dagli
altipiani
giganteschi
del
Bhutan
,
soffiava
ad
intervalli
,
sussurrando
fra
le
pianticelle
d
'
indaco
,
e
la
luna
sorgeva
mestosa
dietro
i
lontani
picchi
della
frontiera
birmana
.
In
cielo
le
stelle
fiorivano
a
milioni
e
milioni
,
proiettando
una
luce
dolcissima
.
Yanez
colla
sua
eterna
sigaretta
fra
le
labbra
,
colla
carabina
sotto
un
braccio
,
seguìto
subito
dai
suoi
malesi
,
marciava
in
testa
al
drappello
.
L
'
ufficiale
invece
guidava
i
seikki
che
conducevano
i
cavalli
.
Oltrepassate
le
piantagioni
il
drappello
trovò
il
vecchio
capo
.
-
L
'
hai
veduto
?
-
gli
chiese
Yanez
.
-
No
,
sahib
,
ma
ho
saputo
dove
si
trova
il
suo
covo
.
Un
cacciatore
di
nilgò
me
l
'
ha
indicato
.
-
Credi
che
sia
già
uscito
a
pascolare
?
-
Oh
!
non
ancora
.
-
Meglio
così
:
lo
sorprenderemo
nel
suo
covo
.
-
Ripresero
la
marcia
avviandosi
verso
una
foresta
che
nereggiava
verso
ponente
e
che
sembrava
immensa
.
Bastò
un
'
ora
di
marcia
rapidissima
,
essendo
gli
indiani
dei
camminatori
lestissimi
ed
infaticabili
non
meno
degli
abissini
,
perché
la
raggiungessero
.
Per
un
caso
veramente
raro
,
quella
foresta
si
componeva
quasi
tutta
di
fichi
d
'
India
,
piante
colossali
d
'
una
longevità
straordinaria
,
dalle
foglie
ovali
lanceolate
,
coriacee
,
mescolate
a
piccoli
frutti
d
'
un
sapore
dolciastro
che
poco
hanno
da
fare
coi
nostri
fichi
d
'
Europa
,
e
dai
cui
tronchi
gl
'
indiani
estraggono
,
mediante
una
semplice
incisione
,
una
specie
di
latte
che
non
è
però
bevibile
,
ma
che
invece
serve
ottimamente
a
preparare
una
specie
di
gomma
-
lacca
,
che
nulla
ha
da
invidiare
a
quella
che
viene
usata
dai
cinesi
e
dai
giapponesi
.
Il
vecchio
capo
fece
una
breve
fermata
sul
margine
della
foresta
mettendosi
in
ascolto
,
poi
non
udendo
che
gli
ululati
lontani
di
alcuni
lupi
indiani
,
s
'
inoltrò
risolutamente
fra
quella
miriade
di
tronchi
,
dicendo
a
Yanez
:
-
Non
ha
ancora
lasciato
il
suo
covo
.
Se
fosse
uscito
lo
si
udrebbe
,
perché
quando
scorazza
per
le
boscaglie
fa
sempre
udire
il
suo
niff
-
niff
.
-
Meglio
così
,
-
rispose
Yanez
.
Gettò
via
la
sigaretta
,
armò
la
carabina
,
fece
segno
ai
malesi
di
fare
altrettanto
e
seguì
la
guida
che
s
'
inoltrava
con
passo
sicuro
sotto
le
immense
volte
dei
fichi
,
tenendo
in
mano
un
vecchio
fucile
che
ben
poco
avrebbe
potuto
servire
contro
quei
colossali
animali
,
che
hanno
una
pelle
quasi
impenetrabile
ai
migliori
proiettili
.
La
foresta
,
di
passo
in
passo
che
i
cacciatori
s
'
avanzavano
,
diventava
sempre
più
fitta
.
Per
di
più
enormi
cespugli
crescevano
qua
e
là
,
avvolti
in
una
vera
rete
di
calamus
e
di
nepente
.
I
cacciatori
avevano
percorso
un
buon
mezzo
miglio
,
quando
il
vecchio
indiano
fece
a
loro
segno
di
arrestarsi
.
-
Ci
siamo
?
-
chiese
Yanez
sottovoce
.
-
Sì
,
sahib
:
lo
stagno
dei
coccodrilli
è
poco
lontano
ed
è
sulle
sue
rive
che
il
rinoceronte
ha
il
suo
covo
.
Fa
'
avvolgere
le
teste
dei
cavalli
nelle
gualdrappe
onde
non
nitriscano
.
L
'
animale
può
essere
di
buon
umore
e
sfuggirci
,
invece
di
caricarci
.
-
Yanez
trasmise
l
'
ordine
ai
seikki
poi
disse
alla
guida
:
-
Avresti
paura
a
seguirmi
?
-
Perché
sahib
?
-
Desidero
scovare
il
rinoceronte
senza
avere
dietro
di
me
i
seikki
ed
i
miei
uomini
.
Spareranno
dopo
di
me
se
non
riuscirò
ad
abbatterlo
.
-
Tu
sei
il
grande
cacciatore
del
rajah
,
quindi
nulla
devo
temere
.
-
Aspettatemi
qui
e
tenetevi
pronti
a
montare
a
cavallo
,
-
disse
Yanez
alla
scorta
.
-
Se
io
manco
aprite
il
fuoco
e
mirate
bene
.
Se
ci
carica
sarà
un
affare
serio
ad
arrestarlo
in
piena
corsa
.
Andiamo
amico
:
conducimi
nel
luogo
preciso
dove
si
trova
il
covo
.
-
Vieni
,
sahib
.
-
Si
allontanarono
in
silenzio
,
passando
con
precauzione
fra
le
innumerevoli
colonne
dei
fichi
,
cogli
occhi
in
guardia
e
gli
orecchi
ben
tesi
.
Regnava
un
profondo
silenzio
.
Perfino
i
bighama
,
i
lupi
dell
'
India
,
tacevano
in
quel
momento
.
Anche
il
venticello
notturno
era
cessato
e
non
faceva
più
stormire
il
fogliame
degli
immensi
alberi
.
Percorsi
altri
trecento
passi
il
vecchio
indiano
tornò
a
fermarsi
.
-
Lasciami
ascoltare
,
-
disse
sottovoce
a
Yanez
.
-
Lo
stagno
dei
coccodrilli
sta
dinanzi
a
noi
.
-
Odi
nulla
?
-
Il
respiro
del
rinoceronte
.
Deve
essere
nascosto
in
mezzo
a
quel
vasto
cespuglio
.
-
Che
non
abbia
fame
questa
sera
?
-
Si
sarà
cibato
abbondantemente
stamane
.
-
Lo
costringerò
io
a
mostrarsi
.
-
Si
guardò
intorno
e
scorto
un
grosso
pezzo
di
ramo
,
lo
scagliò
,
con
quanta
forza
aveva
,
al
disopra
del
cespuglio
.
Subito
una
specie
di
fischio
rauco
s
'
alzò
fra
le
fronde
seguìto
da
uno
strano
grido
.
Era
il
niff
-
niff
del
rinoceronte
.
-
Si
è
svegliato
-
sussurrò
Yanez
mettendosi
rapidamente
la
carabina
alla
spalla
.
-
Che
si
mostri
e
gli
caccerò
due
palle
nel
cervello
.
-
Trascorsero
alcuni
istanti
senza
che
l
'
animale
si
mostrasse
.
Anche
l
'
indiano
,
quantunque
avesse
una
scarsa
fiducia
nell
'
efficacia
del
suo
vecchio
fucile
,
si
teneva
pronto
a
sparare
.
Ad
un
tratto
il
cespuglio
si
agitò
in
tutti
i
sensi
,
come
se
una
tempesta
fosse
improvvisamente
scoppiata
nel
suo
seno
,
poi
s
'
aprì
bruscamente
ed
un
enorme
rinoceronte
comparve
lanciando
furiosamente
il
suo
grido
di
guerra
.
Subito
tre
detonazioni
rimbombarono
l
'
una
dietro
l
'
altra
,
seguìte
tosto
da
un
altissimo
grido
lanciato
dall
'
indiano
.
-
Fuggi
,
sahib
!
...
-
Il
rinoceronte
quantunque
dovesse
aver
ricevuto
qualche
palla
,
poiché
Yanez
non
mancava
mai
ai
suoi
colpi
,
caricava
all
'
impazzata
coll
'
impeto
furibondo
,
che
è
particolare
a
quegli
animalacci
.
Il
portoghese
vedendolo
,
aveva
voltato
le
spalle
slanciandosi
a
tutta
corsa
verso
il
luogo
ove
si
trovavano
i
malesi
e
i
seikki
.
Fortunatamente
gl
'
innumerevoli
tronchi
dei
fichi
d
'
India
,
che
in
certi
luoghi
crescevano
così
uniti
da
non
permettere
il
passaggio
ad
un
grosso
animale
,
avevano
frenato
lo
slancio
terribile
del
colosso
,
lasciando
così
tempo
ai
fuggiaschi
di
raggiungere
i
loro
compagni
.
-
A
cavallo
!
-
gridò
Yanez
.
Un
seikko
gli
condusse
prontamente
dinanzi
quel
cavallo
che
il
rajah
gli
aveva
destinato
.
Il
portoghese
con
un
solo
slancio
fu
in
sella
senza
servirsi
delle
staffe
.
I
malesi
e
i
seikki
vedendo
il
rinoceronte
apparire
fra
i
tronchi
dei
baniani
a
corsa
sfrenata
,
fecero
una
scarica
,
poi
si
dispersero
in
varie
direzioni
,
trasportati
loro
malgrado
dai
cavalli
spaventati
che
non
obbedivano
più
né
alle
briglie
,
né
agli
speroni
.
L
'
ufficiale
del
rajah
era
stato
il
primo
a
scappare
,
senza
perdere
tempo
a
far
fuoco
.
Yanez
aveva
fatto
fare
al
suo
nero
destriero
un
salto
terribile
per
evitare
l
'
urto
del
furibondo
colosso
,
mentre
il
vecchio
indiano
,
più
fortunato
,
si
poneva
in
salvo
,
con
un
'
agilità
scimmiesca
,
su
un
fico
.
Il
rinoceronte
,
reso
feroce
dalle
ferite
ricevute
,
continuò
la
sua
corsa
per
un
due
o
trecento
passi
;
poi
fatto
un
brusco
voltafaccia
tornò
indietro
lanciando
per
la
seconda
volta
il
suo
grido
di
guerra
:
niff
-
niff
!
...
Se
gli
altri
erano
scappati
,
Yanez
era
rimasto
sul
luogo
della
caccia
e
non
per
volontà
sua
,
bensì
per
bizzarria
del
suo
cavallo
che
pareva
fosse
diventato
improvvisamente
pazzo
.
Faceva
dei
terribili
salti
di
montone
come
se
il
peso
del
cavaliere
gli
spezzasse
le
reni
,
s
'
inalberava
nitrendo
dolorosamente
,
poi
sferrava
calci
in
tutte
le
direzioni
.
Il
portoghese
però
non
si
lasciava
scavalcare
e
stringeva
nervosamente
le
ginocchia
e
non
risparmiava
né
strappate
di
briglie
,
né
colpi
di
sperone
,
sagrando
come
un
turco
.
-
Via
!
scappa
!
-
urlava
.
-
Vuoi
farti
sventrare
?
-
Il
cavallo
non
obbediva
ed
il
rinoceronte
tornava
alla
caccia
,
colla
testa
bassa
ed
il
corno
teso
,
pronto
ad
immergerlo
tutto
nel
ventre
del
nemico
.
Un
freddo
sudore
bagnava
la
fronte
di
Yanez
.
Un
terribile
sospetto
gli
era
balenato
nel
cervello
,
ossia
che
il
greco
gli
avesse
preparato
qualche
tranello
per
perderlo
nel
momento
più
pericoloso
.
Guardò
rapidamente
in
aria
.
Appena
ad
un
metro
sopra
la
sua
testa
si
stendevano
orizzontalmente
i
rami
dei
fichi
.
-
Sono
salvo
!
-
esclamò
,
gettandosi
a
bandoliera
la
carabina
.
In
quel
momento
il
rinoceronte
piombò
addosso
all
'
imbizzarrito
destriero
.
Il
corno
scomparve
intero
nel
ventre
del
povero
animale
,
poi
con
un
colpo
di
testa
alzò
cavallo
e
cavaliere
.
Uno
solo
però
cadde
:
il
primo
,
poiché
il
secondo
,
che
aveva
conservato
un
meraviglioso
sangue
freddo
anche
in
quel
terribile
frangente
,
si
era
disperatamente
abbrancato
ad
un
ramo
,
issandosi
prontamente
.
Il
cavallo
,
sventrato
di
colpo
,
stramazzò
al
suolo
,
s
'
alzò
ancora
inalberandosi
,
poi
cadde
di
quarto
mandando
un
nitrito
soffocato
.
Il
rinoceronte
,
colla
brutalità
e
ferocia
istintiva
degli
animali
della
sua
razza
,
tornò
addosso
al
povero
animale
immergendogli
per
la
seconda
volta
nel
corpo
il
corno
,
poi
preso
da
un
eccesso
di
furore
indescrivibile
,
si
mise
a
calpestarlo
rabbiosamente
mandando
fischi
acuti
.
Sotto
il
suo
peso
enorme
,
le
ossa
del
cavallo
scricchiolavano
e
si
spezzavano
,
e
dagli
squarci
prodotti
da
quei
due
colpi
di
corno
,
uscivano
insieme
getti
di
sangue
,
intestini
e
polmoni
.
Yanez
che
aveva
ricuperata
prontamente
la
sua
calma
,
appena
messosi
a
cavalcioni
del
ramo
,
ricaricò
la
carabina
,
borbottando
:
-
Ora
vendicherò
il
cavallo
del
rajah
,
quantunque
quel
testardo
,
per
poco
,
non
mi
abbia
spedito
diritto
nell
'
altro
mondo
.
-
In
quel
momento
alcuni
spari
rimbombarono
a
breve
distanza
:
poi
i
sei
malesi
passarono
a
centocinquanta
metri
circa
da
Yanez
,
trasportati
in
un
galoppo
sfrenato
.
-
Andate
pure
,
miei
bravi
-
disse
Yanez
.
-
Ci
penso
io
al
rinoceronte
.
-
Si
accomodò
meglio
che
poté
sul
ramo
e
puntò
la
carabina
.
Il
bestione
che
pareva
impazzito
non
aveva
ancora
lasciato
la
sua
vittima
.
La
squarciava
a
gran
colpi
di
corno
avvoltolandosi
nel
sangue
,
la
calpestava
lasciandosi
poi
cadere
con
tutto
il
suo
enorme
corpaccio
e
non
cessava
di
mandare
urla
stridenti
.
Una
palla
che
lo
colpì
un
po
'
sopra
l
'
occhio
sinistro
,
lo
calmò
per
un
istante
.
S
'
arrestò
guardando
in
aria
,
colla
bocca
aperta
.
Era
il
momento
che
Yanez
aspettava
.
Il
secondo
colpo
di
carabina
partì
colpendo
l
'
animale
al
palato
e
penetrandogli
nel
cervello
.
La
ferita
era
mortale
,
pure
il
bestione
non
cadde
.
Anzi
si
mise
a
galoppare
vertiginosamente
intorno
ai
tronchi
dei
fichi
schiantandone
parecchi
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
Yanez
ricaricando
l
'
arma
.
-
Per
questi
animali
ci
vorrebbe
una
spingarda
o
meglio
un
cannone
.
-
Attese
che
gli
passasse
sotto
e
fece
fuoco
quasi
a
bruciapelo
,
colpendolo
fra
la
nuca
ed
il
collo
.
L
'
effetto
fu
fulminante
.
L
'
animalaccio
si
rizzò
di
colpo
sulle
zampe
posteriori
,
poi
stramazzò
pesantemente
a
terra
rimanendo
immobile
.
Aveva
ricevuto
cinque
palle
e
tutte
foderate
di
rame
e
di
grosso
calibro
.
-
Era
tempo
che
tu
morissi
!
-
esclamò
Yanez
lasciandosi
scivolare
giù
da
uno
di
quegli
innumerevoli
tronchi
.
-
Ho
ammazzato
tanti
animali
,
ma
nessuno
m
'
ha
fatto
sudare
né
passare
un
brutto
momento
come
questo
.
Vediamo
ora
che
giuoco
hai
tentato
,
maestro
Teotokris
dell
'
Arcipelago
greco
.
Che
una
tigre
mi
divori
se
qui
sotto
non
vi
è
la
tua
mano
!
Il
cavallo
era
troppo
impazzito
.
-
S
'
avvicinò
con
precauzione
al
rinoceronte
e
dopo
essersi
ben
accertato
che
era
proprio
morto
e
che
non
vi
era
più
pericolo
che
si
rimettesse
in
piedi
,
rivolse
la
sua
attenzione
al
destriero
del
rajah
.
Disgraziato
animale
!
Intestini
,
cuore
,
polmoni
e
fegato
giacevano
intorno
a
lui
,
strappati
dal
brutale
corno
del
colosso
ed
il
suo
corpo
schiacciato
,
mostrava
delle
ferite
spaventevoli
dalle
quali
il
sangue
colava
ancora
abbondantemente
.
-
Sembra
quasi
una
focaccia
,
-
mormorò
Yanez
.
-
Spero
nondimeno
di
poter
ancora
trovare
il
perché
aveva
il
diavolo
in
corpo
.
Ci
deve
essere
qui
sotto
qualche
bricconata
.
-
Guardò
a
lungo
il
cadavere
,
poi
slacciò
la
fascia
del
sottoventre
e
alzò
la
sella
.
-
Ah
!
birbanti
!
-
esclamò
.
Nella
parte
interna
vi
erano
state
confitte
tre
punte
d
'
acciaio
,
lunghe
un
centimetro
.
-
Ecco
perché
il
povero
animale
era
diventato
furibondo
,
-
riprese
il
portoghese
.
-
Saltando
in
sella
gli
si
erano
conficcate
nelle
carni
.
Questo
è
un
tiro
del
greco
.
Egli
sperava
che
il
rinoceronte
mi
sventrasse
.
No
,
mio
caro
,
anche
questa
t
'
è
andata
a
vuoto
.
Yanez
ha
la
pelle
più
dura
di
quello
che
tu
credi
e
,
devo
dirlo
,
anche
una
fortuna
prodigiosa
.
Acqua
in
bocca
per
ora
e
lasciamo
correre
,
ma
ti
giuro
,
birbante
,
che
un
giorno
ti
farò
pagare
,
e
tutto
d
'
un
colpo
,
i
tuoi
tradimenti
.
Già
quell
'
altissimo
ufficiale
,
che
deve
essere
una
tua
creatura
,
mi
era
sospetto
.
-
Caricò
flemmaticamente
la
carabina
e
sparò
,
con
un
certo
intervallo
l
'
uno
dall
'
altro
,
due
colpi
in
aria
.
Le
due
detonazioni
rombavano
ancora
sotto
le
infinite
volte
di
verzura
,
quando
vide
giungere
,
a
breve
distanza
l
'
uno
dall
'
altro
,
i
suoi
fidi
malesi
seguìti
dall
'
ufficiale
del
rajah
.
-
Ecco
fatto
,
-
disse
Yanez
con
una
certa
ironia
,
guardando
l
'
indiano
.
-
Come
vedi
la
faccenda
è
stata
sbrigata
senza
troppa
fatica
.
-
L
'
ufficiale
rimase
per
qualche
istante
muto
,
guardandolo
con
profondo
stupore
.
-
Morto
,
-
disse
poi
.
-
Non
si
muove
più
,
-
rispose
Yanez
.
-
Tu
sei
il
più
grande
cacciatore
di
tutta
l
'
India
.
-
È
probabile
.
-
Il
rajah
sarà
contento
di
te
.
-
Lo
spero
.
-
Farò
tagliare
dai
seikki
il
corno
e
tu
stesso
lo
regalerai
al
principe
.
-
Lo
presenterai
tu
,
così
potrai
avere
una
mancia
.
-
Come
vuoi
,
mylord
.
-
Fammi
condurre
un
altro
cavallo
,
purché
sia
più
docile
del
primo
.
Ne
ha
qualcuno
troppo
bizzarro
il
tuo
signore
.
-
L
'
ufficiale
finse
di
non
udirlo
ed
essendo
in
quel
momento
giunti
i
seikki
accompagnati
dal
vecchio
indiano
,
fece
cenno
a
uno
di
loro
di
smontare
.
Yanez
stava
per
montare
in
sella
quando
un
'
improvvisa
agitazione
si
manifestò
fra
i
seikki
,
seguìta
quasi
subito
dalle
grida
:
-
Lo
jungli
-
kudgia
!
...
Lo
jungli
-
kudgia
!
-
Yanez
udendo
dietro
di
sé
aprirsi
i
cespugli
si
voltò
rapidamente
.
Un
animale
che
a
prima
vista
sembrava
un
bisonte
indiano
,
era
comparso
improvvisamente
aprendosi
il
passo
fra
le
liane
e
i
nepenti
.
-
Fuoco
,
amici
!
-
gridò
.
I
sei
malesi
,
che
avevano
le
carabine
ancora
cariche
,
fecero
fuoco
simultaneamente
,
non
badando
al
grido
mandato
dal
vecchio
indiano
:
-
Ferma
!
-
Il
ruminante
colpito
da
cinque
o
sei
palle
stramazzò
fra
le
erbe
,
senza
mandare
un
muggito
.
-
Sventura
sui
maledetti
stranieri
!
-
urlò
il
capo
del
villaggio
slanciandosi
verso
l
'
animale
che
agonizzava
e
alzando
le
braccia
verso
il
cielo
.
-
Hanno
ucciso
la
vacca
sacra
di
Brahma
!
-
Ehi
capo
,
diventi
matto
?
-
chiese
Yanez
.
-
Se
è
per
spillarmi
un
po
'
di
rupie
,
sono
pronto
a
pagarti
la
tua
bestia
.
-
Una
vacca
sacra
non
si
paga
,
-
rispose
l
'
ufficiale
del
rajah
.
-
Andate
tutti
al
diavolo
!
-
gridò
Yanez
che
perdeva
la
pazienza
.
-
Temo
,
mylord
che
tu
dovrai
fare
i
conti
col
rajah
,
perché
qui
,
come
in
tutta
l
'
India
,
una
vacca
è
un
animale
sacro
,
che
nessuno
può
uccidere
.
-
Perché
dunque
i
tuoi
uomini
hanno
gridato
lo
jungli
-
kudgia
?
Sebbene
non
conosca
profondamente
la
lingua
indiana
,
quel
nome
lo
si
dà
,
se
non
erro
,
ai
terribili
bisonti
della
jungla
,
che
non
sono
meno
pericolosi
d
'
un
rinoceronte
.
-
Si
saranno
ingannati
.
-
Peggio
per
loro
.
-
Mentre
si
scambiavano
quelle
parole
,
il
vecchio
indiano
continuava
a
girare
intorno
al
cadavere
della
vacca
,
manifestando
la
più
violenta
disperazione
e
vomitando
una
serqua
infinita
d
'
ingiurie
contro
gli
uccisori
dell
'
animale
sacro
.
-
Finiscila
,
cornacchia
!
-
gridò
Yanez
,
sempre
più
seccato
.
-
T
'
ho
liberato
dal
rinoceronte
che
guastava
le
tue
piantagioni
,
e
non
cessi
d
'
ingiuriarmi
.
Tu
sei
la
più
grande
canaglia
che
abbia
conosciuto
da
che
sono
nato
.
Se
non
ritiri
la
tua
linguaccia
da
cane
,
ti
farò
bastonare
dai
miei
uomini
.
-
Tu
non
lo
farai
,
-
disse
l
'
ufficiale
del
rajah
con
voce
dura
.
-
Chi
me
lo
impedirebbe
,
signor
ufficiale
?
-
chiese
Yanez
.
-
Io
,
che
qui
rappresento
il
rajah
.
-
Tu
non
sei
,
per
me
,
che
sono
un
mylord
inglese
,
che
un
impiegato
della
corte
,
inferiore
ai
miei
servi
.
-
Mylord
!
-
Vattene
all
'
inferno
,
-
disse
Yanez
,
montando
a
cavallo
.
Poi
volgendosi
verso
i
malesi
che
guardavano
ferocemente
i
seikki
,
pronti
a
caricarli
al
primo
moto
sospetto
,
disse
a
loro
:
-
Torniamo
in
città
;
ne
ho
abbastanza
di
questo
affare
.
-
Mylord
,
-
disse
l
'
ufficiale
,
-
gli
elefanti
ci
aspettano
.
-
Gettali
nel
fiume
,
non
ne
ho
bisogno
.
-
Fece
salire
dietro
di
sé
il
malese
che
gli
aveva
dato
il
cavallo
e
partì
al
galoppo
,
mentre
il
vecchio
indiano
gli
urlava
dietro
ancora
una
volta
:
-
Maledetti
stranieri
!
Che
Brahma
vi
faccia
morire
tutti
!
-
Usciti
dal
bosco
,
le
tigri
di
Mompracem
si
gettarono
fra
le
piantagioni
,
senza
badare
se
rovinavano
più
o
meno
l
'
indaco
,
e
presero
la
via
di
Gauhati
.
Quando
entrarono
in
città
era
ancora
notte
.
Le
guardie
che
vegliavano
dinanzi
al
portone
,
si
affrettarono
ad
introdurli
nel
vasto
cortile
d
'
onore
,
dove
,
sotto
i
porticati
spaziosi
,
dormivano
su
semplici
stuoie
,
scudieri
e
staffieri
,
onde
essere
più
pronti
ad
ogni
chiamata
del
loro
signore
.
Yanez
affidò
a
loro
i
cavalli
e
salì
nel
suo
appartamento
svegliando
il
chitmudgar
.
-
Tu
,
signore
!
-
esclamò
il
maggiordomo
stropicciandosi
gli
occhi
.
-
Non
mi
aspettavi
così
presto
?
-
No
,
signore
.
Hai
già
ucciso
il
rinoceronte
?
-
Sì
,
l
'
ho
messo
a
terra
con
quattro
colpi
di
carabina
.
Portami
una
bottiglia
nella
mia
stanza
,
alcune
sigarette
e
aspettami
,
ché
devo
chiederti
importanti
spiegazioni
.
-
Sono
ai
tuoi
ordini
,
sahib
.
-
Yanez
si
sbarazzò
della
carabina
,
mandò
i
suoi
malesi
a
coricarsi
,
poi
raggiunse
il
chitmudgar
,
che
aveva
già
accesa
la
lampada
e
messo
sul
tavolo
una
bottiglia
di
liquore
ed
una
scatola
di
sigarette
indiane
,
formate
d
'
una
foglia
di
palma
arrotolata
e
di
tabacco
rosso
.
Vuotò
un
bicchiere
di
vecchio
gin
,
poi
sdraiatosi
su
una
poltrona
,
gli
narrò
succintamente
come
si
era
svolta
la
caccia
,
dilungandosi
solo
sull
'
uccisione
di
quella
maledetta
vacca
sacra
,
che
l
'
aveva
fatto
uscire
dai
gangheri
:
-
Che
cosa
ne
dici
tu
ora
di
questo
affare
?
-
È
una
cosa
grave
,
mylord
-
rispose
il
maggiordomo
che
appariva
preoccupato
.
-
Una
mucca
è
sempre
sacra
,
e
chi
l
'
uccide
incorre
in
grandi
fastidi
.
-
Mi
avevano
detto
che
era
un
bisonte
della
jungla
ed
io
ho
comandato
il
fuoco
senza
guardarla
bene
.
-
Il
chitmudgar
scosse
il
capo
mormorando
:
-
Affare
serio
!
affare
serio
!
-
Dovevano
tenersela
nel
villaggio
.
-
Tu
hai
ragione
,
mylord
,
ma
il
torto
sarà
tuo
.
-
Quel
capo
è
un
vero
furfante
.
Non
gli
ho
ucciso
il
rinoceronte
che
devastava
le
piantagioni
del
villaggio
?
Ah
!
e
se
in
questa
faccenda
vi
fosse
sotto
la
mano
del
favorito
del
rajah
?
Le
punte
di
ferro
vi
erano
nella
sella
.
-
Non
mi
stupirei
,
-
rispose
il
maggiordomo
.
-
Io
so
che
quell
'
uomo
ti
odia
a
morte
.
-
Me
ne
sono
già
accorto
e
poi
vorrà
vendicarsi
di
quel
colpo
di
scimitarra
.
-
Certo
,
mylord
.
-
Allora
è
stata
ordita
una
vera
congiura
.
Prima
ha
tentato
di
farmi
sventrare
dal
rinoceronte
,
poi
mi
ha
mandato
la
vacca
sacra
.
Che
fosse
d
'
accordo
anche
il
capo
del
villaggio
?
-
È
probabile
,
signore
.
-
Per
Giove
!
non
mi
lascerò
mettere
nel
sacco
.
Vado
a
riposarmi
e
se
prima
di
mezzogiorno
il
rajah
manda
qualcuno
dei
suoi
satrapi
,
risponderai
che
dormo
e
che
non
voglio
essere
disturbato
.
Se
insistono
,
lancia
contro
di
loro
i
miei
malesi
.
È
ora
di
mostrare
a
quel
cane
di
greco
e
a
quell
'
ubriacone
che
serve
,
che
un
mylord
non
si
lascia
prendere
a
gabbo
.
Va
'
,
chitmudgar
.
-
Spense
la
lampada
e
si
gettò
sul
ricchissimo
letto
senza
spogliarsi
,
addormentandosi
quasi
subito
.
22
.
La
prova
dell
'
acqua
Sognava
di
Surama
,
che
già
vedeva
assisa
sul
trono
del
rajah
,
con
un
dootèe
azzurro
tutto
costellato
di
diamanti
del
Guzerate
e
di
Visapur
,
quando
tre
colpi
fortissimi
,
battuti
sulla
porta
della
sua
stanza
da
letto
,
lo
fecero
balzare
in
piedi
.
-
Entrate
,
per
Giove
!
-
esclamò
con
voce
tuonante
.
-
È
codesto
il
modo
di
svegliare
un
mylord
?
-
Il
maggiordomo
,
tutto
umile
,
si
avanzò
dicendo
:
-
Signore
,
è
mezzodì
.
-
Aho
!
benissimo
.
Non
mi
ricordavo
più
dell
'
ordine
che
ti
avevo
dato
.
Hanno
chiesto
di
me
?
-
Più
volte
,
signore
,
un
ufficiale
del
rajah
si
è
presentato
insistendo
per
vedervi
.
-
Ed
i
miei
malesi
non
si
sono
seccati
?
-
Hanno
finito
per
scaraventarlo
giù
dalla
scala
.
-
Si
è
rotto
almeno
una
gamba
quel
seccatore
?
-
Si
sarà
certo
ammaccato
le
costole
.
-
Avrei
preferito
che
si
fosse
rotto
il
collo
,
-
disse
Yanez
.
-
Sono
tornati
quei
bricconi
che
mi
hanno
accompagnato
alla
caccia
?
-
Sì
,
poco
dopo
lo
spuntare
del
sole
.
-
Briganti
!
Chissà
che
cosa
avranno
detto
di
me
dopo
il
servizio
reso
.
Il
rajah
troverà
però
questa
volta
un
osso
duro
da
rodere
,
ed
il
signor
Teotokris
avrà
poco
da
ridere
.
Per
Giove
!
Un
mylord
non
si
lascia
divorare
come
un
pesce
del
Brahmaputra
.
-
Fece
un
po
'
di
toeletta
,
poi
uscì
dopo
d
'
aver
raccomandato
ai
malesi
di
non
muoversi
.
Sembrava
in
preda
ad
una
viva
agitazione
,
ad
una
sorda
collera
:
cosa
piuttosto
strana
in
un
uomo
che
pareva
più
flemmatico
d
'
un
vero
inglese
.
Sulla
porta
del
salone
reale
trovò
un
ufficiale
.
-
Va
'
a
dire
al
tuo
signore
che
io
desidero
vederlo
,
-
gli
disse
con
tono
imperioso
.
Ciò
detto
entrò
nel
magnifico
salone
sdraiandosi
su
uno
dei
divani
,
che
si
stendevano
lungo
le
marmoree
pareti
,
mettendosi
a
fumare
come
fosse
nella
sua
propria
stanza
.
Non
trascorse
un
minuto
,
che
le
cortine
di
seta
pendenti
dietro
a
quel
letto
-
trono
,
s
'
aprirono
ed
il
principe
comparve
.
-
Ah
!
siete
voi
!
-
disse
Yanez
gettando
via
la
sigaretta
e
accostandosi
alla
piattaforma
.
-
T
'
ho
fatto
chiamare
tre
volte
,
-
disse
il
rajah
con
voce
un
po
'
dura
.
-
Dormivo
,
-
rispose
Yanez
pure
seccamente
.
-
La
caccia
mi
aveva
molto
stancato
.
-
Ho
ricevuto
il
corno
del
rinoceronte
che
tu
mylord
hai
ucciso
.
Il
suo
proprietario
doveva
essere
un
animale
ben
grosso
.
-
E
anche
molto
cattivo
,
Altezza
.
-
Lo
credo
.
I
rinoceronti
sono
sempre
di
cattivo
umore
.
-
Non
sono
solamente
quelle
bestie
che
hanno
indosso
l
'
umore
nero
:
vi
sono
anche
degli
uomini
.
-
Che
cosa
vuoi
dire
,
mylord
?
-
chiese
il
principe
fingendo
un
grande
stupore
.
-
Che
alla
vostra
corte
,
Altezza
,
avete
dei
furfanti
.
-
Che
cosa
dici
mai
,
mylord
?
-
Sì
,
perché
mentre
io
arrischiavo
la
mia
vita
,
per
fare
il
mio
dovere
di
grande
cacciatore
del
rajah
dell
'
Assam
,
altri
cercavano
di
assassinarmi
a
tradimento
,
-
disse
Yanez
con
collera
.
-
Ed
in
quale
modo
?
-
Mettendo
delle
punte
di
ferro
sotto
la
sella
dal
cavallo
,
che
voi
mi
avete
mandato
.
L
'
animale
s
'
imbizzarrì
nel
momento
in
cui
occorreva
che
fosse
calmo
per
permettermi
di
far
fuoco
,
e
se
non
vi
fosse
stato
un
ramo
sopra
la
mia
testa
,
io
non
sarei
qui
,
Altezza
,
a
raccontarvi
come
finì
la
caccia
.
-
Io
farò
cercare
il
colpevole
e
lo
punirò
come
si
merita
,
-
disse
il
rajah
.
-
Non
ti
nascondo
però
che
sarà
un
po
'
difficile
a
scovarlo
.
Altra
cosa
invece
è
la
colpa
che
tu
hai
commesso
e
che
è
gravissima
.
Stamane
è
venuto
da
me
il
capo
del
villaggio
,
dove
tu
hai
cacciato
,
e
che
per
tua
disgrazia
è
uno
dei
più
influenti
del
regno
,
a
dirmi
che
tu
ed
i
tuoi
uomini
avete
ucciso
la
vacca
sacra
,
che
godeva
la
protezione
di
Brahma
.
-
Io
credevo
in
buona
fede
che
fosse
un
bisonte
della
jungla
.
-
Il
capo
del
villaggio
sostiene
il
contrario
e
ti
sfida
alla
prova
.
-
Mi
sfida
!
-
esclamò
Yanez
,
scattando
.
-
A
colpi
di
carabina
forse
?
Venga
e
gli
salderò
il
conto
con
una
palla
nella
testa
.
-
Non
credo
che
sia
capace
di
tanto
,
-
disse
il
rajah
con
un
sottile
sorriso
.
-
Vuole
sfidarti
a
provare
il
contrario
.
-
Come
!
vuole
avere
ragione
lui
?
-
E
ci
tiene
.
-
Dov
'
è
quel
mascalzone
?
-
Il
principe
prese
una
piccola
mazza
d
'
argento
che
stava
su
una
piccola
mensola
,
e
batté
tre
colpi
su
un
disco
di
bronzo
appeso
alla
parete
.
Subito
la
porta
principale
del
magnifico
salone
s
'
aprì
ed
entrò
il
vecchio
indiano
,
accompagnato
dall
'
ufficiale
e
dai
sei
seikki
,
che
avevano
assistito
all
'
uccisione
della
vacca
sacra
.
Nel
vederli
Yanez
non
poté
trattenere
un
moto
di
collera
.
Aveva
compreso
che
stavano
per
tendergli
un
secondo
agguato
e
forse
più
pericoloso
del
primo
.
-
Furfanti
!
-
mormorò
.
-
Questi
sono
le
anime
dannate
di
quel
maledetto
greco
.
-
Il
rajah
si
era
sdraiato
sul
suo
letto
-
trono
,
appoggiandosi
ad
un
gran
cuscino
di
seta
cremisina
con
ricami
d
'
oro
,
mentre
una
mano
passando
fra
le
cortine
,
gli
aveva
dato
un
superbo
narghilè
di
cristallo
azzurro
,
già
acceso
,
con
una
lunga
canna
di
pelle
rossa
ed
il
bocchino
d
'
avorio
.
Il
capo
del
villaggio
s
'
avanzò
verso
la
piattaforma
e
si
gettò
tre
volte
a
terra
,
senza
che
il
rajah
si
degnasse
di
rispondere
a
quell
'
umiliante
saluto
.
-
Ah
,
sei
qui
,
vecchio
briccone
,
-
disse
Yanez
con
disprezzo
.
-
Che
cosa
vuoi
tu
?
-
Solamente
giustizia
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Dopo
che
ti
ho
sbarazzato
del
rinoceronte
?
Bella
riconoscenza
la
tua
!
-
Mi
hai
ucciso
la
vacca
sacra
e
chissà
ora
quali
calamità
piomberanno
sul
villaggio
.
I
danni
che
recava
il
rinoceronte
,
saranno
niente
in
confronto
a
quelli
che
ci
colpiranno
ora
.
-
Tu
sei
un
imbecille
.
-
No
,
io
sono
un
indiano
che
adora
Brahma
.
-
Yanez
stava
per
mandare
a
casa
del
diavolo
anche
il
dio
,
però
si
trattenne
a
tempo
.
Il
rajah
si
era
un
po
'
alzato
e
dopo
d
'
aver
guardato
per
qualche
istante
tanto
il
capo
quanto
l
'
europeo
,
disse
gettando
in
aria
una
nuvoletta
di
fumo
:
-
Che
cosa
vuoi
Kadar
?
-
Giustizia
,
rajah
.
-
Quest
'
uomo
bianco
che
io
ho
nominato
grande
cacciatore
della
mia
corte
,
sostiene
che
tu
hai
torto
.
-
Io
ho
dei
testimoni
.
-
E
cosa
dicono
?
-
Che
il
sahib
ha
ucciso
la
vacca
sacra
pur
avendo
riconosciuto
che
non
era
un
jungli
-
kudgia
.
-
Tu
sei
una
canaglia
!
-
gridò
Yanez
.
-
Taci
,
mylord
,
-
disse
il
rajah
con
accento
severo
.
-
Io
sto
amministrando
la
giustizia
e
non
devi
interrompere
né
Kadar
,
né
me
.
-
Ebbene
ascoltiamo
questo
brigante
,
che
non
ha
mai
saputo
che
cosa
sia
riconoscenza
.
-
Continua
,
Kadar
,
-
disse
il
rajah
.
-
Quella
vacca
era
stata
consacrata
a
Brahma
,
onde
proteggesse
il
mio
villaggio
,
tale
essendo
l
'
uso
.
Nessuno
poteva
ucciderla
,
né
avrebbe
osato
commettere
un
così
esecrando
delitto
.
Brahma
certo
si
vendicherà
e
allora
che
cosa
accadrà
delle
nostre
piantagioni
?
La
miseria
più
spaventosa
piomberà
su
noi
tutti
e
finiremo
per
morire
tutti
di
fame
.
-
Te
ne
regalerò
una
,
così
il
tuo
dio
si
rabbonirà
,
-
disse
Yanez
ironicamente
.
-
Non
sarà
più
quella
.
-
Che
cosa
vuoi
tu
dunque
?
-
La
tua
punizione
.
-
Io
non
l
'
ho
uccisa
per
recare
uno
sfregio
alle
tue
credenze
religiose
.
-
Sì
.
-
Tu
menti
come
un
sudra
.
-
Mi
appello
a
questi
uomini
.
-
È
vero
,
-
disse
l
'
ufficiale
che
lo
aveva
accompagnato
alla
caccia
.
-
Tu
hai
ordinato
il
fuoco
ai
tuoi
,
per
fare
un
dispetto
a
quest
'
uomo
ed
uno
sfregio
a
tutti
gli
abitanti
.
-
Anche
tu
m
'
accusi
?
-
Ed
anche
i
seikki
.
-
Yanez
si
trattenne
a
stento
e
volgendosi
verso
il
rajah
,
che
stava
vuotando
un
enorme
bicchiere
pieno
di
liquore
fornitogli
dalla
mano
misteriosa
che
gli
aveva
dato
il
narghilè
,
gli
disse
:
-
Non
credere
,
Altezza
,
a
questi
miserabili
.
-
Il
rajah
ingollò
con
uno
sforzo
il
liquido
,
poi
rispose
socchiudendo
gli
occhi
:
-
Sono
in
otto
che
ti
accusano
,
mylord
,
ed
io
devo
,
secondo
le
nostre
leggi
,
credere
più
a
loro
perché
sono
in
molti
.
-
Io
farò
venire
qui
i
miei
uomini
.
-
I
servi
non
possono
testimoniare
dinanzi
ai
guerrieri
.
La
loro
casta
è
troppo
bassa
.
-
Che
cosa
devo
fare
adunque
?
-
Confessare
che
tu
hai
ucciso
la
vacca
sacra
per
dispetto
e
lasciarti
punire
.
Il
delitto
è
grave
.
-
Sicché
dovrei
subire
qualche
pena
.
-
Se
tu
fossi
un
mio
suddito
,
mylord
,
io
dovrei
farti
schiacciare
il
capo
dal
mio
elefante
carnefice
,
come
vogliono
le
nostre
leggi
;
ma
tu
sei
straniero
e
per
di
più
inglese
e
siccome
io
non
desidero
aver
questioni
col
viceré
del
Bengala
,
con
mio
grande
rincrescimento
,
dovrò
sfrattarti
dallo
stato
.
-
Se
ti
giuro
,
Altezza
,
che
questi
uomini
hanno
mentito
.
-
Io
ti
sfido
!
-
disse
il
capo
.
-
Vieni
con
me
a
tentare
la
prova
dell
'
acqua
!
Se
tu
rimarrai
più
sotto
di
me
,
la
ragione
sarà
tua
.
-
Che
cosa
mi
proponi
tu
,
manigoldo
?
-
Ti
propone
la
prova
dell
'
acqua
.
-
In
che
consiste
?
-
Si
tratta
di
tuffarsi
nelle
acque
del
Brahmaputra
,
di
discendere
lungo
un
palo
fino
in
fondo
al
fiume
e
di
resistere
più
che
si
può
.
Il
primo
che
salirà
avrà
torto
.
-
Ah
!
-
fece
Yanez
.
Squadrò
il
vecchio
da
capo
a
piedi
poi
gli
disse
freddamente
:
-
Per
quando
questa
prova
?
-
Per
domani
mattina
,
sahib
;
se
non
ti
spiace
.
-
Sta
bene
ed
io
dimostrerò
al
rajah
che
tu
hai
torto
.
-
E
allora
gli
farò
dare
cinquanta
legnate
,
-
disse
il
principe
,
facendo
un
cenno
per
far
capire
che
l
'
udienza
era
finita
:
Yanez
fece
un
leggero
inchino
e
fu
il
primo
ad
uscire
non
senza
aver
lanciato
sui
suoi
accusatori
uno
sguardo
di
profondo
disprezzo
e
di
aver
sputato
sulle
scarpe
rosse
che
l
'
ufficiale
calzava
.
-
Ah
,
mi
tendono
un
altro
agguato
,
-
mormorò
salendo
le
scale
che
conducevano
nel
suo
appartamento
.
-
Anche
questa
volta
vi
siete
ingannati
,
bricconi
.
Io
rimarrò
qui
a
vostro
dispetto
.
Per
Giove
!
valgo
quanto
un
palombaro
e
sarai
tu
,
vecchio
furfante
,
che
caccerai
prima
fuori
la
testa
,
se
non
vorrai
crepare
asfissiato
.
Tu
non
sai
che
quantunque
io
sia
un
europeo
,
sono
ormai
mezzo
malese
,
la
razza
più
acquatica
del
mondo
.
-
Il
chitmudgar
lo
aspettava
sulla
porta
dell
'
appartamentino
in
preda
ad
una
vivissima
ansietà
,
poiché
quel
brav
'
uomo
amava
sinceramente
il
grande
cacciatore
della
corte
.
-
Dunque
,
mylord
?
-
gli
chiese
.
-
Me
la
caverò
a
buon
mercato
,
-
rispose
Yanez
.
-
Mi
si
tendono
delle
reti
intorno
,
tuttavia
non
dispero
di
sgusciare
fra
le
maglie
.
Poi
verrà
la
mia
volta
e
tutti
questi
bricconi
avranno
il
loro
conto
.
Portami
il
pranzo
e
non
chiedermi
altro
.
-
Non
ostante
le
sue
preoccupazioni
,
mangiò
con
appetito
invidiabile
,
poi
scrisse
un
biglietto
per
Surama
incaricando
Kubang
di
portarglielo
.
Voleva
avvertire
Sandokan
di
quanto
gli
accadeva
e
della
pessima
situazione
in
cui
cominciava
a
trovarsi
.
Gli
agguati
del
greco
,
troppo
possente
pel
momento
,
cominciavano
ad
impensierirlo
,
quantunque
fosse
ben
deciso
a
tenere
testa
a
quell
'
avventuriero
dell
'
Arcipelago
greco
.
Passò
la
serata
chiacchierando
coi
suoi
malesi
e
andò
a
coricarsi
presto
,
onde
essere
pronto
a
subire
,
al
mattino
seguente
,
la
prova
dell
'
acqua
.
Se
si
fosse
trovato
in
altro
paese
,
avrebbe
certamente
accoppato
i
suoi
accusatori
e
fors
'
anche
il
rajah
,
ma
trovandosi
quasi
solo
in
una
corte
che
poteva
scagliargli
addosso
delle
centinaia
di
guerrieri
,
Yanez
,
che
non
era
uno
stupido
,
si
vedeva
pur
troppo
costretto
,
a
suo
malgrado
,
a
subire
gli
avvenimenti
.
Tuttavia
,
quantunque
seri
pensieri
lo
turbassero
,
anche
quella
notte
dormì
non
meno
saporitamente
del
solito
,
fidando
nella
propria
audacia
e
soprattutto
nella
sua
stella
e
sull
'
appoggio
della
formidabile
Tigre
di
Mompracem
,
il
vincitore
dei
tughs
e
del
loro
non
meno
formidabile
capo
.
L
'
orologio
della
torre
che
s
'
alzava
sul
palazzo
reale
,
suonava
le
cinque
,
quando
il
chitmudgar
lo
svegliò
,
portandogli
il
thè
.
-
Mylord
,
-
disse
il
fedele
maggiordomo
.
-
Il
capo
indiano
,
i
giudici
del
rajah
ed
i
testimoni
,
sono
già
partiti
pel
Brahmaputra
ed
un
elefante
ti
aspetta
sulla
piazza
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
Yanez
.
-
Quelle
canaglie
hanno
fretta
di
vedermi
emergere
asfissiato
.
Vedremo
se
fra
un
'
ora
quel
vecchio
lupo
avrà
il
dorso
fracassato
a
colpi
di
bastone
,
o
se
io
sarò
in
viaggio
per
la
frontiera
del
Bengala
.
Una
buona
tazza
di
liquore
dammi
,
chitmudgar
,
onde
mi
scaldi
un
po
'
il
sangue
.
Ed
il
favorito
,
come
sta
?
-
M
'
hanno
detto
che
si
è
già
alzato
e
che
assisterà
alla
prova
.
-
Perdio
!
Ha
la
pelle
dura
come
un
coccodrillo
quell
'
avventuriero
?
Un
'
altra
volta
invece
della
scimitarra
adoprerò
le
armi
da
fuoco
,
con
palle
foderate
di
rame
.
Se
ho
ammazzato
un
rinoceronte
,
bucherò
anche
lo
stomaco
di
quel
greco
dell
'
Arcipelago
.
Aspettiamo
l
'
occasione
.
-
Vuotò
la
tazza
di
thè
ed
il
bicchiere
che
gli
aveva
portato
il
maggiordomo
e
discese
.
Sulla
piazza
,
dinanzi
alla
marmorea
gradinata
del
palazzo
reale
,
lo
aspettavano
cinque
malesi
,
giacché
Kubang
non
si
era
ancora
fatto
vivo
,
dopo
che
era
stato
mandato
al
palazzo
di
Surama
.
Un
elefante
,
bardato
sontuosamente
,
con
una
immensa
gualdrappa
di
velluto
rosso
e
grossi
pendagli
d
'
argento
agli
orecchi
e
sulla
fronte
,
lo
aspettava
.
-
Parti
,
mahut
-
disse
salendo
rapidamente
la
scala
di
corda
e
prendendo
posto
nella
cassa
che
era
coperta
da
una
cupoletta
di
legno
dipinta
in
bianco
con
arabeschi
dorati
.
-
Fa
'
trottare
l
'
animale
.
-
I
malesi
lo
avevano
seguìto
,
prendendo
posto
di
fronte
a
lui
:
-
Amici
,
-
disse
loro
,
-
qualunque
cosa
accada
,
lasciate
in
riposo
le
vostre
armi
,
tanto
da
fuoco
che
da
taglio
.
Lasciate
che
me
la
sbarazzi
da
solo
.
Sto
giuocando
una
carta
che
può
farmi
perdere
la
partita
.
Siate
prudenti
e
non
muovetevi
se
io
non
vi
darò
il
segnale
.
-
L
'
elefante
si
era
messo
in
moto
allungando
il
passo
.
Essendo
ancora
molto
presto
,
poche
persone
,
per
lo
più
sudra
,
muniti
di
enormi
panieri
destinati
a
ricevere
le
provviste
,
percorrevano
le
vie
della
capitale
.
Veder
passare
degli
elefanti
era
poi
una
cosa
così
comune
che
nessuno
se
ne
curava
,
sicché
Yanez
poté
giungere
sulla
riva
del
fiume
senza
quasi
essere
stato
notato
.
La
prova
doveva
avere
certamente
un
carattere
privato
e
non
pubblico
,
poiché
nella
notte
il
rajah
aveva
fatto
innalzare
una
specie
di
semi
-
recinto
,
le
cui
ali
estreme
terminavano
nel
fiume
.
Numerosi
personaggi
appartenenti
tutti
alla
corte
,
vi
si
erano
già
radunati
.
Anche
il
vecchio
indiano
era
giunto
e
chiacchierava
coi
tre
giudici
scelti
dal
rajah
,
che
stavano
seduti
su
un
tappeto
collocato
di
fronte
a
due
pali
piantati
nel
letto
del
Brahmaputra
,
a
due
metri
di
distanza
l
'
uno
dall
'
altro
,
in
un
luogo
ove
l
'
acqua
era
molto
profonda
.
Vedendo
giungere
il
gran
cacciatore
,
tutti
gl
'
invitati
avevano
interrotto
le
loro
conversazioni
,
guardandolo
con
viva
curiosità
.
Forse
credevano
di
scorgere
sul
viso
dell
'
europeo
qualche
preoccupazione
per
quella
prova
che
non
aveva
mai
subita
;
ma
dovettero
rimanere
ben
delusi
.
Yanez
era
calmo
come
il
solito
e
gustava
pacificamente
il
fumo
della
sua
sigaretta
.
-
Eccomi
,
vecchio
briccone
!
-
disse
dopo
d
'
aver
attraversato
il
recinto
,
fermandosi
dinanzi
all
'
indiano
.
-
Forse
tu
speravi
che
io
non
venissi
.
-
No
,
-
rispose
asciuttamente
Kadar
.
I
tre
giudici
si
erano
alzati
inchinandosi
dinanzi
al
grande
cacciatore
,
poi
il
più
anziano
gli
disse
:
-
Sai
di
che
cosa
si
tratta
,
mylord
?
-
Me
l
'
ha
spiegato
il
rajah
,
-
rispose
Yanez
.
-
Bah
!
un
bagno
non
fa
male
in
questa
stagione
,
anzi
servirà
ad
aguzzarmi
l
'
appetito
.
-
Tu
dovrai
resistere
più
che
potrai
.
-
Oh
stancherò
facilmente
questo
vecchio
brigante
.
-
Lo
vedremo
,
sahib
,
-
disse
Kadar
con
voce
ironica
.
-
Se
non
vorrai
crepare
asfissiato
dovrai
mettere
fuori
la
testa
.
-
Sì
,
dopo
la
tua
.
-
Non
mi
conosci
ancora
.
-
Si
levò
la
giacca
,
i
calzoni
e
gli
stivali
,
conservando
solo
la
camicia
e
le
mutande
e
con
un
salto
fu
sulla
riva
dicendo
:
-
Vieni
birbante
.
-
Un
momento
,
mylord
,
-
disse
uno
dei
giudici
.
-
Quando
avrai
raggiunto
il
tuo
palo
,
aspetta
il
nostro
segnale
prima
di
tuffarti
.
-
Un
momento
anche
per
voi
,
signori
giudici
,
-
aggiunse
a
sua
volta
Yanez
.
-
Vi
avverto
che
se
non
agirete
lealmente
vi
farò
accoppare
dalla
mia
scorta
.
-
Ciò
detto
balzò
in
acqua
,
subito
seguito
da
Kadar
e
con
quattro
bracciate
raggiunse
il
suo
palo
,
aggrappandovisi
strettamente
,
onde
la
corrente
non
lo
portasse
via
.
Si
era
fatto
un
profondo
silenzio
fra
gli
spettatori
.
I
tre
giudici
ritti
sulla
riva
,
aspettavano
che
i
due
uomini
fossero
pronti
.
Ad
un
tratto
il
più
anziano
alzò
un
braccio
gridando
con
voce
tuonante
:
-
Giù
!
...
-
Yanez
ed
il
vecchio
indiano
si
tuffarono
nel
medesimo
istante
,
lasciandosi
scivolare
per
qualche
metro
lungo
il
palo
e
stringendo
attorno
al
medesimo
le
gambe
.
Tutti
gli
spettatori
si
erano
riversati
sulla
riva
,
fissando
attentamente
i
due
pali
che
l
'
impeto
della
corrente
faceva
oscillare
fortemente
.
Una
viva
ansietà
si
scorgeva
su
tutti
i
volti
.
Trascorse
un
minuto
,
ma
nessuna
testa
riapparve
.
La
corrente
continuava
la
sua
marcia
gorgogliando
sopra
i
due
sommersi
.
Passarono
ancora
alcuni
secondi
,
poi
un
cranio
,
nudo
e
lucido
come
la
palla
d
'
un
bigliardo
,
comparve
bruscamente
;
quindi
il
viso
di
Kadar
,
spaventosamente
alterato
,
emerse
.
Una
salva
d
'
invettive
coprì
il
disgraziato
.
-
Canaglia
!
-
Stupido
!
-
Buono
da
nulla
!
-
Va
'
a
coltivare
i
campi
!
-
Ti
sei
fatto
insaccare
dall
'
uomo
bianco
!
-
Carogna
!
-
Kadar
mezzo
asfissiato
non
rispondeva
che
con
furiosi
colpi
di
tosse
e
con
contorcimenti
da
scimmia
.
I
suoi
occhi
erano
iniettati
di
sangue
e
la
sua
respirazione
affannosa
.
Altri
tre
o
quattro
secondi
erano
trascorsi
,
quando
anche
Yanez
comparve
a
galla
aspirando
rumorosamente
una
lunga
boccata
d
'
aria
.
Non
era
in
così
cattive
condizioni
come
Kadar
.
Più
sviluppato
del
magro
indiano
,
con
polmoni
più
ampi
e
anche
più
abituato
alle
lunghe
immersioni
,
aveva
meglio
resistito
alla
prova
pericolosa
.
Vedendo
presso
di
sé
il
suo
avversario
tutto
avvilito
,
gli
disse
ironicamente
:
-
Te
lo
avevo
detto
io
che
non
avresti
guadagnato
con
me
.
Va
'
ad
offrire
il
tuo
dorso
al
bastone
del
carnefice
.
Consolati
che
hai
la
pelle
dura
e
poca
carne
sulle
tue
ossa
.
-
Lasciò
il
palo
e
raggiunse
la
riva
.
Gli
spettatori
che
avevano
posto
tutte
le
loro
speranze
in
Kadar
,
lo
accolsero
con
un
silenzio
glaciale
.
Solo
il
giudice
più
vecchio
gli
disse
:
-
Tu
hai
vinto
,
mylord
,
quindi
tu
avevi
ragione
e
quel
miserabile
avrà
la
punizione
che
si
merita
,
a
menoché
tu
non
chieda
la
sua
grazia
.
-
Ai
furfanti
di
quella
specie
io
non
la
fo
mai
-
rispose
il
portoghese
.
Si
asciugò
alla
meglio
con
un
dootèe
che
gli
aveva
dato
uno
dei
suoi
malesi
,
si
vestì
rapidamente
e
lasciò
il
recinto
senza
salutare
alcuno
,
mentre
le
invettive
continuavano
a
grandinare
sul
disgraziato
Kadar
,
il
quale
si
teneva
ancora
aggrappato
al
palo
,
per
paura
di
aver
un
'
accoglienza
peggiore
da
parte
dei
suoi
compatriotti
.
-
Subito
al
palazzo
reale
,
-
disse
il
portoghese
salendo
sull
'
elefante
.
Dieci
minuti
dopo
,
avvertito
da
un
ufficiale
che
lo
aveva
atteso
alla
base
della
marmorea
gradinata
,
entrava
nella
sala
del
trono
dove
il
rajah
lo
attendeva
.
-
So
che
tu
hai
vinto
la
prova
,
-
gli
disse
il
principe
con
un
benevolo
sorriso
-
e
ne
sono
lieto
.
-
Ed
io
ben
poco
.
La
vostra
giustizia
indiana
è
ben
al
di
sotto
di
quella
inglese
,
Altezza
.
-
Da
migliaia
d
'
anni
è
rimasta
sempre
eguale
ed
io
non
ho
il
tempo
di
modificarla
.
Che
cosa
posso
fare
ora
per
te
?
Io
ti
devo
una
ricompensa
per
l
'
uccisione
del
rinoceronte
.
-
Voi
sapete
,
Altezza
,
che
io
mi
sono
messo
ai
vostri
servigi
senza
nessuna
pretesa
.
Lasciate
che
vada
a
riposarmi
:
è
tutto
quello
che
chiedo
.
-
Penserò
più
tardi
al
miglior
modo
di
mostrarmi
generoso
con
te
,
mylord
.
-
Yanez
,
che
pareva
fosse
un
po
'
indispettito
,
s
'
inchinò
senza
ribattere
parola
e
salì
al
suo
appartamento
.
23
.
Le
terribili
rivelazioni
del
greco
Yanez
non
doveva
ancora
essere
giunto
al
suo
appartamento
,
quando
le
tende
che
servivano
,
come
abbiamo
detto
,
di
sfondo
al
letto
-
trono
,
su
cui
si
trovava
ancora
il
rajah
,
s
'
aprirono
e
Teotokris
comparve
.
Questi
non
era
ancora
completamente
guarito
e
certo
il
principe
non
lo
aspettava
,
poiché
,
nello
scorgerlo
,
non
poté
frenare
un
gesto
di
sorpresa
,
esclamando
nel
medesimo
tempo
:
-
Tu
!
...
-
Io
,
Altezza
,
-
rispose
il
greco
.
-
Perché
hai
lasciato
il
tuo
letto
?
Codesta
è
un
'
imprudenza
.
-
La
gente
che
appartiene
alla
mia
razza
,
è
la
più
solida
dell
'
Europa
,
-
disse
,
-
e
poi
non
amo
infiacchirmi
nel
letto
.
-
Sicché
va
meglio
la
tua
ferita
?
-
Fra
pochi
giorni
non
rimarrà
più
,
sulla
mia
pelle
,
nessuna
traccia
.
-
E
perché
ti
sei
alzato
?
-
Perché
volevo
ascoltare
ciò
che
diceva
quel
mylord
.
-
Non
sai
dunque
che
ha
vinto
?
-
Purtroppo
,
-
rispose
il
greco
coi
denti
stretti
.
-
Eppure
io
avevo
ordita
bene
la
cosa
e
se
perdeva
,
tu
avresti
potuto
sbarazzarti
per
sempre
di
quella
spia
.
-
Spia
!
-
esclamò
il
rajah
.
-
Sì
,
quell
'
uomo
è
una
spia
!
-
ribatté
il
greco
.
-
Ed
io
ne
ho
le
prove
.
-
Tu
!
-
Egli
era
d
'
accordo
con
una
principessa
venuta
da
non
so
dove
,
la
quale
lo
aiutava
...
-
Tu
vuoi
spaventarmi
,
Teotokris
?
-
interruppe
il
rajah
che
era
diventato
grigiastro
,
e
che
per
l
'
improvvisa
emozione
,
aveva
lasciato
cadere
sulla
ricca
coperta
del
suo
letto
-
trono
,
il
bicchierino
di
forte
liquore
che
teneva
in
mano
.
-
No
,
poiché
anche
essendo
a
letto
ho
provveduto
a
tutto
.
-
In
quale
modo
?
-
Facendo
rapire
e
sequestrare
l
'
amica
del
mylord
.
-
Per
tutti
i
cateri13
dell
'
India
!
Tu
hai
fatto
questo
?
-
Sì
,
Altezza
-
rispose
Teotokris
.
-
E
dove
si
trova
ora
?
-
Nel
mio
palazzo
.
-
E
tu
mi
accerti
che
quella
principessa
sia
una
spia
?
-
E
qualche
cosa
di
più
ancora
posso
provare
.
-
Continua
.
-
Sembra
che
ella
ti
stesse
ordendo
una
congiura
per
prenderti
la
corona
.
I
miei
uomini
e
uno
de
'
tuoi
ministri
l
'
hanno
costretta
a
confessare
.
-
Il
rajah
che
aveva
preso
dallo
sgabello
,
situato
presso
il
trono
,
un
altro
bicchierino
,
lasciò
cadere
anche
quello
senza
aver
avuto
il
tempo
di
vuotarlo
.
Un
forte
tremito
assalì
quel
principe
ubriacone
,
mentre
dal
suo
viso
trapelava
uno
spavento
impossibile
a
descriversi
.
-
Ma
io
farò
stritolare
tutti
quei
traditori
sotto
le
zampe
del
mio
elefante
carnefice
!
-
urlò
poscia
con
uno
scatto
di
furore
.
-
Allora
dovresti
cominciare
da
mylord
.
-
Perché
da
lui
?
-
È
l
'
amico
intimo
di
quella
principessa
e
prima
che
egli
fosse
nominato
grande
cacciatore
,
la
visitava
di
frequente
.
-
Chi
te
l
'
ha
detto
?
-
Un
fakiro
che
elemosinava
nei
pressi
del
Palazzo
della
misteriosa
principessa
.
-
E
nessun
'
altra
prova
?
Capirai
che
noi
dobbiamo
agire
colla
maggior
prudenza
.
Il
mylord
può
essere
stato
mandato
qui
dal
viceré
del
Bengala
,
e
tu
sai
che
gli
inglesi
sono
abituati
ad
approfittare
anche
delle
più
piccole
occasioni
,
per
stendere
le
loro
mani
rapaci
sui
principati
ancora
indipendenti
.
-
Ma
quella
principessa
è
un
'
indiana
e
non
già
una
donna
bianca
.
-
Ebbene
la
farò
sfrattare
dal
mio
stato
.
-
E
gli
altri
?
-
Quali
altri
?
-
I
complici
.
Sai
che
cosa
credo
?
Che
faccia
parte
della
congiura
un
principe
di
non
so
quale
paese
,
non
di
razza
bianca
però
e
che
è
quello
stesso
che
respinse
i
nostri
seikki
,
quando
assalirono
la
pagoda
sotterranea
.
-
E
me
lo
dici
ora
,
Teotokris
!
-
gridò
il
re
con
collera
.
E
vuotando
un
paio
di
bicchierini
per
prendere
probabilmente
un
po
'
d
'
animo
,
saltò
o
meglio
si
lasciò
scivolare
giù
dal
letto
-
trono
,
mettendosi
a
passeggiare
nervosamente
per
la
piattaforma
.
Teotokris
,
appoggiato
allo
stipite
della
porta
,
lo
guardava
con
un
sorriso
beffardo
sulle
labbra
.
-
E
dunque
?
-
chiese
finalmente
il
principe
,
-
che
cosa
mi
consigli
di
fare
?
-
Accusare
direttamente
il
grande
cacciatore
e
,
giacché
non
osi
farlo
schiacciare
dall
'
elefante
,
metterlo
sotto
chiave
.
-
E
poi
?
-
Eh
!
-
fece
il
greco
.
-
In
carcere
si
possono
far
succedere
tante
cose
.
-
Ossia
?
-
Se
passato
un
certo
tempo
,
senza
che
il
viceré
del
Bengala
inoltri
qualche
reclamo
sull
'
arresto
del
suo
suddito
,
un
po
'
di
veleno
farà
scomparire
ogni
cosa
:
carne
ed
ossa
.
-
Il
rajah
lo
guardò
con
ammirazione
.
-
Tu
sei
un
grande
ministro
,
Teotokris
,
-
disse
poi
.
-
Ah
!
questi
europei
sono
meravigliosi
!
-
Siete
deciso
,
Altezza
?
-
Ho
piena
fiducia
di
te
.
-
Lo
accuserai
direttamente
?
-
Sì
,
-
rispose
il
rajah
.
-
Quando
?
-
Il
rajah
pensò
qualche
momento
poi
rispose
:
-
Onde
meglio
mascherare
le
cose
,
questa
sera
daremo
una
festa
nella
sala
degli
elefanti
,
e
quando
l
'
allegria
sarà
al
colmo
,
chiederò
conto
al
mio
grande
cacciatore
delle
sue
relazioni
colla
misteriosa
principessa
.
Tu
terrai
pronti
cinquanta
seikki
,
perché
quel
mylord
è
sempre
armato
e
non
fa
un
passo
se
non
ha
dietro
que
'
sei
brutti
musi
verdastri
.
-
Non
vi
pentirete
Altezza
?
-
No
,
sono
risoluto
a
troncare
la
testa
a
questa
congiura
.
Ho
ucciso
mio
fratello
per
avere
la
corona
;
non
la
cederò
a
stranieri
finché
avrò
una
goccia
di
sangue
.
-
Il
greco
aprì
le
tende
e
scomparve
,
mentre
il
principe
saliva
sul
suo
trono
-
letto
,
allungandosi
sulla
coperta
di
seta
azzurra
fiorita
,
inzuppata
di
whisky
...
Mentre
il
greco
preparava
la
perdita
di
Yanez
,
questi
,
che
non
sospettava
nemmeno
lontanamente
quale
tegola
stava
per
cadergli
sul
capo
,
specialmente
dopo
la
splendida
riuscita
della
prova
e
le
promesse
del
rajah
,
faceva
tranquillamente
la
sua
colazione
chiacchierando
col
chitmudgar
e
coi
suoi
malesi
.
Quantunque
le
manovre
del
greco
lo
preoccupassero
non
poco
,
egli
era
profondamente
convinto
di
dare
fra
non
molto
la
scalata
al
trono
,
e
di
offrirlo
alla
sua
adorata
Surama
.
Ciò
che
lo
inquietava
invece
,
era
la
mancanza
di
notizie
da
parte
di
Sandokan
e
da
parte
di
Surama
,
che
non
aveva
più
riveduta
,
dopo
la
sua
entrata
nel
palazzo
reale
,
temendo
di
comprometterla
.
Se
avesse
saputo
che
in
quel
momento
ella
era
già
prigioniera
del
greco
!
Kubang
fortunatamente
si
guardò
bene
dall
'
avvertirlo
,
confidando
nell
'
audacia
della
Tigre
della
Malesia
.
Divorata
coscienziosamente
la
eccellente
colazione
,
fattagli
preparare
dal
chitmudgar
,
si
era
pacificamente
addormentato
sull
'
ampio
seggiolone
di
bambù
,
colla
sigaretta
semi
-
spenta
fra
le
labbra
.
I
malesi
non
tardarono
ad
imitarlo
dopo
essersi
ritirati
nella
loro
ampia
stanza
che
serviva
a
loro
,
in
certo
qual
modo
,
di
quartiere
.
Era
d
'
altronde
l
'
ora
in
cui
tutti
si
riposavano
,
ricchi
e
poveri
,
poiché
dal
mezzodì
alle
quattro
pomeridiane
,
in
tutte
le
città
dell
'
India
,
ogni
lavoro
viene
sospeso
,
per
evitare
i
tremendi
colpi
di
sole
,
che
sono
quasi
sempre
fortissimi
,
come
lo
sono
i
colpi
di
luna
per
coloro
che
durante
la
notte
s
'
addormentano
all
'
aperto
,
senza
aver
la
precauzione
di
gettarsi
qualche
straccio
sul
viso
.
I
primi
quasi
sempre
uccidono
,
i
secondi
invece
accecano
o
producono
gonfiori
alla
faccia
,
accompagnati
da
malessere
e
da
fortissime
febbri
.
Alle
cinque
il
chitmudgar
svegliò
il
portoghese
portando
,
su
un
vassoio
d
'
argento
,
un
biglietto
profumato
ed
una
piccola
scatola
d
'
oro
finamente
cesellata
.
-
Ah
!
-
esclamò
Yanez
,
alzandosi
.
-
Il
rajah
vuole
certamente
ricompensarmi
dell
'
uccisione
del
rinoceronte
.
Se
ciò
gli
fa
piacere
accettiamo
pure
.
-
La
scatoletta
conteneva
un
altro
magnifico
anello
con
uno
splendido
rubino
,
del
valore
di
qualche
migliaio
di
rupie
;
la
lettera
era
un
invito
per
una
festa
che
il
rajah
offriva
alla
sua
corte
nella
sala
degli
elefanti
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
nuovamente
Yanez
.
-
Il
rajah
comincia
a
diventare
gentile
ed
apprezzare
i
miei
servigi
.
Speriamo
d
'
indurlo
a
poco
a
poco
a
sbarazzarsi
di
quel
briccone
di
greco
.
Via
quell
'
individuo
,
io
e
Sandokan
non
avremo
da
fare
altro
che
allungare
le
mani
e
togliere
,
dalla
testa
di
quell
'
ubriacone
,
la
corona
che
gli
pesa
ormai
troppo
.
-
Si
mise
in
un
dito
il
prezioso
anello
e
siccome
la
festa
doveva
cominciare
subito
dopo
la
scomparsa
del
sole
,
fece
un
'
accurata
toeletta
,
indossando
un
nuovissimo
vestito
di
flanellina
bianca
,
molto
leggero
,
e
stivaloni
lucidissimi
.
Alle
reni
cinse
poi
una
larghissima
fascia
di
seta
a
varie
tinte
,
doppiandola
in
modo
da
poter
nascondere
le
sue
pistole
ed
il
kriss
,
lasciando
solo
in
vista
la
scimitarra
.
-
Non
si
sa
mai
quello
che
può
succedere
alla
corte
d
'
un
principe
indiano
,
-
mormorò
.
Anche
i
suoi
malesi
si
erano
vestiti
a
nuovo
ed
avevano
ben
pulite
le
loro
carabine
e
le
loro
scimitarre
,
empiendosi
le
tasche
e
le
fasce
di
munizioni
,
come
se
dovessero
recarsi
ad
una
partita
di
caccia
,
piuttosto
che
ad
una
festa
,
essendo
per
istinto
non
meno
diffidenti
del
loro
padrone
.
Quando
Yanez
udì
squillare
nell
'
ampio
cortile
i
baunk
,
che
sono
specie
di
trombette
dal
suono
acutissimo
,
e
rumoreggiare
i
grossi
tamburi
,
lasciò
l
'
appartamento
preceduto
dal
chitmudgar
,
che
si
pavoneggiava
in
un
ampio
dootèe
di
seta
gialla
e
seguìto
dai
suoi
malesi
.
La
sala
degli
elefanti
si
trovava
a
pianterreno
e
s
'
apriva
su
uno
dei
quattro
angoli
del
cortile
.
Era
più
vasta
e
più
splendida
di
quella
che
il
rajah
usava
pei
ricevimenti
,
con
magnifiche
colonne
ricche
di
scolture
e
di
dorature
,
e
anche
quella
non
mancava
d
'
un
trono
.
Era
un
immenso
seggiolone
sorretto
,
come
quello
del
Gran
Mogollo
,
da
sei
piedi
d
'
oro
massiccio
,
che
si
dipartivano
da
una
foglia
di
palma
di
dimensioni
enormi
,
di
legno
intagliato
.
Sopra
la
spalliera
un
pavone
tutto
di
bronzo
dorato
,
allargava
la
sua
coda
variopinta
,
che
teneva
incastrati
diamanti
,
zaffiri
e
rubini
d
'
un
effetto
splendido
.
Il
rajah
vi
si
era
già
assiso
,
circondato
dai
suoi
ministri
e
dai
suoi
favoriti
e
riceveva
gli
omaggi
dei
pezzi
grossi
della
capitale
,
offrendo
a
tutti
bicchieri
di
liquori
.
In
un
angolo
dell
'
immensa
sala
,
su
una
piattaforma
,
coperta
da
un
bellissimo
tappeto
di
Persia
,
una
trentina
di
suonatori
soffiavano
disperatamente
dentro
quelle
lunghe
trombe
di
rame
chiamate
ramsinga
,
o
dentro
le
surnae
che
rassomigliano
alle
nostre
chiarine
,
mentre
altri
pizzicavano
le
corde
di
seta
delle
sitar
,
che
sono
le
chitarre
indiane
,
o
quelle
dell
'
omerti
,
quello
strano
istrumento
formato
con
una
mezza
noce
di
cocco
,
coperta
per
un
terzo
d
'
una
pelle
finissima
,
o
quelle
dei
sarindàh
.
Fra
le
otto
colonne
che
reggevano
la
volta
della
sala
,
una
cinquantina
di
can
-
ceni
,
ossia
di
danzatrici
,
tutte
bellissime
e
sfarzosamente
vestite
,
coi
petti
chiusi
entro
corazze
di
metallo
dorato
,
coi
lunghi
capelli
sciolti
,
che
avevano
alle
estremità
dei
mazzolini
di
fiori
,
eseguivano
la
danza
della
ram
-
genye
,
la
più
graziosa
di
tutti
i
ballabili
indiani
.
All
'
estremità
della
sala
invece
altrettanti
balok
,
ossia
giovani
ballerini
,
col
corpo
semi
-
nudo
,
dipinto
in
più
luoghi
e
colle
teste
ornate
di
fiori
e
di
nastri
,
danzavano
la
ram
-
genye
,
eseguendo
dei
passi
difficilissimi
,
assai
ammirati
dai
numerosissimi
spettatori
che
erano
accorsi
all
'
invito
del
rajah
.
Yanez
dopo
d
'
aver
dato
un
rapido
sguardo
a
tutti
quegli
invitati
,
attraversò
la
sala
sempre
seguìto
dai
suoi
malesi
e
andò
a
salutare
il
principe
,
il
quale
,
in
contraccambio
,
gli
offrì
una
tazza
di
arak
birmano
,
porgendogliela
di
propria
mano
.
Il
principe
sembrava
molto
di
buon
umore
,
forse
anche
perché
era
ormai
molto
alticcio
;
però
aveva
negli
sguardi
un
certo
lampo
falso
che
non
sfuggì
al
portoghese
,
che
era
un
osservatore
profondo
.
Non
vedendo
però
fra
i
ministri
il
greco
,
si
rassicurò
alquanto
e
dopo
aver
vuotata
la
tazza
,
andò
a
sedersi
su
uno
dei
divani
,
che
giravano
tutto
intorno
alla
sala
.
Le
danze
si
seguivano
alle
danze
,
ora
accompagnate
dal
bin
,
dal
sitar
e
da
altri
istrumenti
a
corda
,
come
usano
gli
indiani
ed
ora
dal
tobla
,
dall
'
hula
e
dal
sarindàh
,
come
usano
invece
i
mussulmani
dell
'
India
centrale
e
settentrionale
.
Le
can
-
ceni
ed
i
balok
facevano
meraviglie
,
dando
prova
d
'
una
resistenza
incredibile
.
Di
quando
in
quando
una
turba
di
servi
,
splendidamente
vestiti
,
che
reggevano
degli
immensi
vassoi
d
'
argento
o
d
'
oro
,
irrompevano
nella
sala
,
offrendo
agli
invitati
pasticcini
,
gelati
,
bibite
di
varie
specie
,
o
delle
pipe
già
cariche
di
eccellente
tabacco
,
o
scatole
piene
di
betel
.
Già
la
danza
durava
da
un
paio
d
'
ore
quando
,
con
sorpresa
di
tutti
,
si
vide
regnare
una
improvvisa
agitazione
sulla
piattaforma
del
trono
.
I
ministri
che
fino
allora
erano
sempre
stati
seduti
presso
il
trono
,
bevendo
e
fumando
,
si
erano
alzati
discorrendo
animatamente
fra
di
loro
e
gesticolando
,
mentre
il
rajah
era
balzato
giù
dal
trono
,
facendo
dei
gesti
che
parevano
di
collera
.
Ufficiali
salivano
e
scendevano
dalla
piattaforma
,
come
per
ricevere
e
dare
ordini
.
-
Che
cosa
può
essere
successo
?
-
si
chiese
Yanez
a
cui
non
era
sfuggito
quel
tramestìo
.
-
Che
sia
scoppiata
qualche
rivoluzione
in
qualche
parte
del
regno
?
-
Si
era
appena
fatta
quella
domanda
quando
vide
il
rajah
lasciare
la
piattaforma
e
scomparire
dietro
una
tenda
,
subito
seguìto
da
uno
dei
suoi
ministri
.
Quasi
nel
medesimo
tempo
un
ufficiale
della
guardia
si
diresse
verso
il
divano
ch
'
egli
occupava
.
Yanez
vedendolo
accostarsi
,
provò
una
stretta
al
cuore
.
Gli
era
balenato
subito
il
sospetto
che
Sandokan
avesse
tentato
qualcuno
dei
suoi
audaci
colpi
di
testa
e
che
gli
fosse
toccata
qualche
disgrazia
.
-
Mylord
,
-
disse
l
'
ufficiale
,
fermandoglisi
dinanzi
e
curvandosi
,
onde
i
vicini
non
potessero
udirlo
.
-
Il
rajah
desidera
parlarti
.
-
Che
cosa
è
avvenuto
?
-
Lo
ignoro
:
so
solo
che
mi
ha
detto
di
condurti
senza
indugio
da
lui
.
-
Ti
seguo
-
rispose
Yanez
forzandosi
a
mostrarsi
tranquillo
.
I
malesi
che
stavano
appoggiati
alla
parete
,
vedendo
il
loro
padrone
alzarsi
,
si
erano
staccati
per
seguirlo
,
ma
l
'
ufficiale
fu
pronto
a
dire
:
-
Il
rajah
desidera
parlare
al
suo
grande
cacciatore
senza
testimoni
,
perciò
voi
dovete
rimanere
qui
.
È
l
'
ordine
che
ho
ricevuto
.
-
Rimanete
pure
,
-
disse
Yanez
volgendosi
verso
i
malesi
.
Fece
colla
mano
un
gesto
che
voleva
dire
:
-
Tenetevi
pronti
a
tutto
.
-
Poi
seguì
l
'
ufficiale
,
mentre
le
danze
continuavano
animatissime
e
gl
'
istrumenti
musicali
facevano
echeggiare
di
allegre
melodie
l
'
ampia
sala
degli
elefanti
.
Uscirono
da
una
delle
due
parti
che
si
aprivano
ai
due
lati
del
trono
,
e
Yanez
si
trovò
in
una
saletta
ammobigliata
con
molto
gusto
,
con
divani
,
specchi
e
lampadari
bellissimi
.
Il
rajah
era
là
,
seduto
su
una
poltrona
di
bambù
,
appoggiata
contro
una
tenda
,
che
doveva
nascondere
di
certo
qualche
porta
.
Non
aveva
con
sé
che
un
ministro
e
due
ufficiali
della
sua
guardia
.
Yanez
comprese
di
primo
acchito
,
dall
'
espressione
alterata
del
viso
,
che
il
rajah
non
era
più
di
buon
umore
.
-
Che
cosa
desiderate
,
Altezza
,
da
me
?
-
chiese
Yanez
fermandosi
a
due
passi
dal
principe
.
-
Vi
è
qualche
altra
caccia
da
organizzare
?
-
Forse
,
mylord
-
rispose
bruscamente
il
rajah
;
-
ma
dubito
molto
che
si
dia
l
'
incarico
a
te
,
questa
volta
.
-
Perché
,
Altezza
?
-
Perché
potresti
essere
tu
la
selvaggina
.
-
Yanez
con
uno
sforzo
prodigioso
trattenne
un
sussulto
,
poi
guardando
bene
in
viso
il
principe
gli
chiese
freddamente
:
-
Volete
scherzare
,
Altezza
,
o
guastare
la
festa
?
-
Né
l
'
una
,
né
l
'
altra
cosa
.
-
Allora
spiegatevi
meglio
.
-
Il
rajah
s
'
alzò
e
facendo
un
passo
innanzi
,
gli
chiese
a
bruciapelo
:
-
Chi
è
quella
principessa
indiana
?
-
Per
la
seconda
volta
il
portoghese
fu
costretto
a
fare
un
nuovo
e
più
terribile
sforzo
,
per
mantenersi
calmo
e
non
tradirsi
.
-
Di
quale
principessa
intendete
parlare
,
Altezza
?
-
domandò
mentre
impallidiva
a
vista
d
'
occhio
.
-
Di
quella
che
ha
il
suo
palazzo
dinanzi
la
vecchia
pagoda
di
Tabri
.
-
Ah
!
-
fece
Yanez
tentando
di
sorridere
.
-
Chi
è
stato
quell
'
imbecille
che
vi
ha
detto
che
quella
è
una
principessa
?
-
Non
importa
che
te
lo
dica
,
mylord
.
La
conosci
tu
?
-
Da
molto
tempo
.
-
Chi
è
?
-
Una
bellissima
indiana
,
che
io
ho
scoperta
nel
Mysore
,
e
che
m
'
accompagna
sempre
nei
miei
viaggi
,
perché
ella
mi
ama
ed
io
l
'
amo
.
Siete
ora
soddisfatto
,
Altezza
?
-
No
,
-
rispose
seccamente
il
principe
.
-
Che
cosa
desiderate
di
sapere
ancora
?
-
Sapere
quale
motivo
ti
ha
spinto
a
venire
nel
mio
regno
.
-
Ve
l
'
ho
già
detto
:
la
passione
per
le
grosse
cacce
.
-
In
tale
caso
non
si
conducono
tanti
uomini
.
-
Non
ne
ho
che
sei
.
-
E
quelli
che
occupavano
il
tempio
sotterraneo
e
che
mi
sono
sfuggiti
di
mano
?
-
Yanez
,
malgrado
il
suo
straordinario
coraggio
,
si
sentì
vacillare
.
-
Quali
?
-
chiese
dopo
un
breve
silenzio
.
-
Io
non
so
di
quali
uomini
vogliate
parlare
.
-
Non
li
conosci
tu
?
-
Non
so
chi
siano
,
né
per
quale
motivo
si
siano
rifugiati
in
quella
pagoda
.
-
È
strano
che
la
tua
donna
non
te
n
'
abbia
mai
parlato
.
-
Chi
?
-
chiese
Yanez
con
impeto
.
-
Quella
che
chiamano
la
principessa
.
-
Quella
fanciulla
conoscere
quegli
uomini
!
Chi
v
'
ha
narrato
ciò
,
Altezza
?
È
una
infamia
codesta
!
-
L
'
ha
confessato
ella
stessa
.
-
Yanez
portò
ambo
le
mani
alla
fascia
dove
teneva
nascoste
le
pistole
e
guardò
ferocemente
il
principe
.
Una
bella
collera
,
a
poco
a
poco
,
lo
invadeva
.
Aveva
capito
perfino
troppo
e
si
sentiva
mancare
il
terreno
sotto
i
piedi
.
-
Altezza
!
-
disse
con
voce
minacciosa
,
-
che
cosa
avete
fatto
di
quella
fanciulla
?
-
L
'
abbiamo
fatta
rapire
.
-
Miserabili
!
-
tuonò
Yanez
con
accento
terribile
.
-
Chi
vi
ha
dato
il
permesso
?
-
Il
rajah
che
aveva
preso
un
animo
insolito
per
l
'
eccitamento
dei
liquori
poco
prima
tracannati
,
rispose
prontamente
:
-
Da
quando
un
principe
,
che
regna
assoluto
,
deve
chiedere
dei
permessi
agli
stranieri
,
mylord
?
-
Io
vi
ho
reso
dei
servigi
.
-
Ed
io
ti
ho
pagato
.
-
Un
uomo
come
me
non
si
compera
,
né
con
diecimila
,
né
con
cento
mila
rupie
,
m
'
avete
capito
,
Altezza
?
-
Si
strappò
dalle
dita
i
due
anelli
e
li
gettò
con
disprezzo
a
terra
dicendo
:
-
Ecco
che
cosa
ne
faccio
io
dei
vostri
regali
.
Fateli
raccogliere
dai
vostri
servi
.
-
Il
rajah
un
po
'
atterrito
da
quello
scoppio
d
'
ira
e
da
quell
'
atto
,
rimase
silenzioso
,
limitandosi
ad
aggrottare
la
fronte
.
-
Altezza
,
-
rispose
Yanez
con
rabbia
concentrata
,
-
voi
avete
agito
non
come
un
principe
,
bensì
come
un
malandrino
.
Ricordatevi
però
che
io
sono
un
suddito
inglese
,
che
sono
per
di
più
un
mylord
,
che
la
mia
donna
è
sotto
la
protezione
del
governo
inglese
,
e
che
alle
frontiere
del
Bengala
vi
sono
truppe
sufficienti
per
invadere
il
vostro
stato
e
conquistarlo
.
-
Tu
mi
hai
offeso
,
mylord
,
-
rispose
il
rajah
con
collera
.
-
Non
me
ne
importa
.
Rendimi
quella
fanciulla
o
io
...
-
Che
cosa
oseresti
fare
?
-
Non
ti
terrò
più
in
conto
di
un
principe
.
-
Ed
io
ti
risponderò
invitandoti
a
deporre
le
armi
.
-
Io
!
-
gridò
Yanez
balzando
indietro
.
-
Tu
,
mylord
,
devi
averne
sotto
la
tua
fascia
,
-
disse
il
rajah
.
-
Un
inglese
quando
si
trova
in
paesi
ancora
barbari
,
non
lascia
mai
le
sue
pistole
.
-
Allora
sarò
costretto
a
fartele
togliere
colla
violenza
.
-
Yanez
incrociò
le
braccia
sul
petto
e
guardandolo
fisso
con
tono
di
sfida
:
-
Provatevi
e
vedrete
che
cosa
succederà
qui
...
-
Il
rajah
,
visibilmente
spaventato
dall
'
audacia
del
portoghese
,
era
rimasto
silenzioso
,
volgendo
gli
occhi
ora
verso
l
'
una
ed
ora
verso
l
'
altra
delle
sue
guardie
,
come
per
chiedere
una
pronta
protezione
.
Il
suo
ministro
,
che
tremava
come
se
avesse
avuta
la
febbre
,
aveva
battuto
prudentemente
la
ritirata
verso
una
delle
due
porte
della
sala
degli
elefanti
.
-
Dunque
?
-
chiese
Yanez
vedendo
che
il
principe
non
si
decideva
a
riprendere
la
parola
.
-
Mylord
,
-
disse
finalmente
il
rajah
riprendendo
un
po
'
di
coraggio
,
-
ti
dimentichi
che
ho
qui
più
di
duecento
seikki
,
pronti
a
dare
il
loro
sangue
per
me
?
-
Lanciatemeli
addosso
:
io
sono
qui
ad
aspettarli
.
-
Allora
deponi
le
armi
.
-
Mai
!
-
Finiamola
!
-
gridò
il
rajah
esasperato
.
-
Ufficiali
,
disarmate
quest
'
uomo
!
-
Ah
!
è
così
che
tu
tratti
il
tuo
grande
cacciatore
?
-
gridò
Yanez
.
In
tre
salti
attraversò
la
stanza
e
si
precipitò
nella
sala
tuonando
:
-
A
me
,
malesi
!
...
-
Aveva
estratte
le
pistole
e
le
aveva
puntate
verso
la
porta
,
pronto
a
fulminare
i
due
ufficiali
della
guardia
,
se
lo
avessero
seguìto
.
I
malesi
,
udendo
la
voce
del
loro
capo
e
vedendolo
precipitare
fra
le
danzatrici
e
gli
spettatori
colle
armi
in
pugno
,
balzarono
innanzi
come
tigri
,
armando
precipitosamente
le
carabine
e
puntandole
verso
la
folla
.
Un
immenso
grido
di
terrore
echeggiò
nella
vasta
sala
.
-
Via
tutti
!
-
gridò
Yanez
,
-
o
comando
il
fuoco
!
-
Le
danzatrici
,
i
suonatori
e
gli
spettatori
,
che
erano
inermi
e
che
ormai
sapevano
quanto
fosse
audace
il
grande
cacciatore
,
si
rovesciarono
confusamente
verso
la
porta
,
che
metteva
nel
cortile
d
'
onore
,
pigiandosi
e
gareggiando
accanitamente
per
giungere
prima
all
'
aperto
.
Urlavano
tutti
in
preda
ad
un
vivissimo
spavento
,
credendo
in
buona
fede
che
la
scorta
del
grande
cacciatore
,
si
preparasse
a
far
fuoco
dietro
le
loro
spalle
.
Yanez
approfittò
di
quella
confusione
per
chiudere
le
due
piccole
porte
di
bronzo
massiccio
,
che
mettevano
nelle
vicine
stanze
ed
a
sprangarle
,
onde
impedire
ai
seikki
d
'
irrompere
nella
sala
.
Quando
gli
ultimi
spettatori
,
dopo
essersi
schiacciati
presso
l
'
uscita
,
riuscirono
a
loro
volta
a
mettersi
in
salvo
nel
cortile
,
i
malesi
chiusero
con
gran
fracasso
anche
quella
porta
,
che
era
pure
di
bronzo
,
e
così
spessa
da
sfidare
il
fuoco
d
'
un
pezzo
d
'
artiglieria
.
-
Ora
-
disse
Yanez
,
-
prepariamoci
a
vendere
cara
la
pelle
,
amici
.
Sappiate
che
tutto
è
stato
scoperto
,
che
Surama
è
stata
rapita
,
e
che
non
si
sa
nulla
di
Sandokan
.
Non
ci
resta
che
di
morire
,
ma
noi
vecchie
tigri
di
Mompracem
,
non
abbiamo
paura
della
morte
.
Avete
molte
munizioni
?
-
Quattrocento
colpi
-
rispose
Burni
.
-
Peccato
che
Kubang
non
sia
ritornato
a
tempo
.
Vi
sarebbe
una
carabina
di
più
.
Come
mai
non
si
è
più
fatto
vivo
?
-
Capitano
,
che
sia
stato
assassinato
?
-
disse
uno
dei
cinque
malesi
.
-
Può
darsi
-
rispose
Yanez
.
-
Vendicheremo
anche
lui
.
Burni
,
tu
pel
momento
prenderai
il
posto
di
Kubang
.
-
Va
bene
,
capitano
.
-
In
quell
'
istante
,
ad
una
delle
due
porte
che
comunicavano
colle
stanze
,
si
udì
echeggiare
un
colpo
sonoro
che
parve
prodotto
dall
'
urto
d
'
una
mazza
di
metallo
,
seguìto
subito
da
una
voce
imperiosa
che
gridava
:
-
Aprite
,
ordine
del
rajah
!
-
Yanez
che
stava
dirigendosi
già
verso
il
portone
di
bronzo
,
immaginandosi
che
l
'
attacco
più
vigoroso
sarebbe
stato
tentato
da
quella
parte
,
tornò
prontamente
indietro
,
gridando
a
sua
volta
:
-
Va
'
a
dire
a
S
.
A
.
che
il
suo
grande
cacciatore
non
ha
pel
momento
alcun
desiderio
di
ricevere
i
suoi
ordini
.
-
Se
non
obbedisci
,
mylord
,
farò
abbattere
le
porte
.
-
Ma
dietro
le
porte
troverai
degli
uomini
pronti
a
tenerti
testa
,
perché
tutti
noi
siamo
risoluti
a
vendere
carissima
la
nostra
pelle
.
-
Rifiuti
,
mylord
?
-
Assolutamente
.
-
È
la
tua
ultima
parola
?
-
Sì
,
l
'
ultima
-
rispose
Yanez
.
La
voce
non
si
fece
più
udire
.
Yanez
s
'
accostò
alla
porta
di
bronzo
che
metteva
sul
cortile
e
si
mise
in
ascolto
.
Al
di
fuori
si
udiva
un
brusio
di
voci
,
come
se
molti
uomini
si
fossero
radunati
dinanzi
alla
porta
.
-
Saranno
i
seikki
del
rajah
,
-
mormorò
.
-
Per
Giove
!
La
faccenda
minaccia
di
diventare
seria
!
Non
poter
avvertire
Sandokan
!
Come
finirà
tutto
ciò
?
Non
potremo
resistere
indefinitamente
,
e
questa
porta
,
per
quanto
robusta
,
finirà
per
cadere
.
-
Ad
un
tratto
trasalì
!
Aveva
udito
un
barrito
spaventevole
,
come
quello
d
'
un
elefante
in
furore
,
rimbombare
a
breve
distanza
dalla
porta
.
-
Ah
per
Giove
!
Io
non
avevo
pensato
a
questo
!
-
esclamò
.
-
A
me
,
malesi
!
-
I
cinque
uomini
si
ripiegarono
rapidamente
verso
il
centro
della
sala
.
-
Che
cosa
dobbiamo
fare
,
capitano
Yanez
?
-
chiese
Burni
.
-
Prendere
tutti
questi
divani
,
queste
sedie
ed
innalzare
una
barricata
dietro
la
grande
porta
di
bronzo
.
-
Non
aveva
ancora
terminato
di
parlare
che
già
i
malesi
erano
al
lavoro
.
Bastarono
pochi
minuti
a
quegli
uomini
infaticabili
,
per
elevare
dietro
alla
porta
una
barricata
imponente
,
più
per
intralciare
il
passo
all
'
elefante
che
per
arrestarlo
.
Yanez
però
era
sicuro
di
abbatterlo
a
colpi
di
carabina
,
prima
che
potesse
scagliarsi
attraverso
la
sala
.
-
Dietro
a
tutti
questi
divani
,
ci
difenderemo
a
meraviglia
,
-
disse
ai
malesi
.
-
Rimanga
un
uomo
solo
a
guardia
delle
due
porticine
.
L
'
attacco
si
farà
qui
per
ora
.
-
In
quell
'
istante
un
altro
e
più
formidabile
barrito
si
fece
udite
al
di
fuori
,
seguìto
da
alcune
grida
.
Erano
i
cornac
che
eccitavano
l
'
animale
a
dare
addosso
alla
porta
.
-
Tutti
intorno
a
me
!
-
comandò
Yanez
.
-
Qualunque
cosa
accada
,
non
lasciate
la
barricata
,
o
morrete
schiacciati
dalle
porte
di
bronzo
.
-
Un
rombo
metallico
fece
tremare
perfino
le
pareti
della
vasta
sala
e
oscillare
spaventosamente
le
massicce
porte
di
bronzo
.
L
'
elefante
aveva
dato
il
primo
cozzo
colle
parti
deretane
.
-
Che
forza
prodigiosa
hanno
questi
pachidermi
!
-
mormorò
Yanez
.
-
Sette
od
otto
di
questi
colpi
ed
il
varco
sarà
aperto
.
-
Trascorse
mezzo
minuto
d
'
angosciosa
aspettativa
per
gli
assediati
,
poi
un
altro
urto
fu
dato
alla
porta
,
la
quale
oscillò
dalla
base
alla
cima
.
Parve
che
fosse
scoppiata
qualche
grossa
granata
,
o
che
gli
assedianti
avessero
dato
fuoco
ad
un
mortaio
di
grosso
calibro
.
Ne
seguì
un
terzo
,
poi
un
quarto
,
sempre
più
violento
.
Al
quinto
le
porte
,
svelte
dai
cardini
,
piombarono
con
un
fragore
assordante
addosso
ai
divani
,
schiacciandone
un
gran
numero
,
ma
rinforzando
nel
medesimo
tempo
colla
loro
massa
,
la
barricata
.
-
Amici
!
-
gridò
Yanez
,
che
era
già
preparato
a
quella
caduta
-
prepariamoci
a
dare
a
questi
indiani
una
lezione
che
faccia
epoca
.
-
24
.
La
resa
di
Yanez
L
'
elefante
,
atterrato
l
'
ostacolo
,
si
era
frettolosamente
allontanato
di
una
ventina
di
passi
,
poi
si
era
voltato
presentando
agli
assediati
la
sua
formidabile
tromba
,
che
stringeva
all
'
estremità
una
massiccia
sbarra
di
ferro
.
Seduto
fra
le
due
orecchie
stava
il
suo
cornac
,
armato
dell
'
uncino
onde
spingerlo
all
'
attacco
.
Dietro
ed
ai
fianchi
si
erano
radunati
trenta
o
quaranta
seikki
;
però
altri
dovevano
trovarsi
nel
cortile
a
giudicare
dalle
grida
e
dai
comandi
che
si
udivano
.
La
porta
era
così
ampia
che
l
'
elefante
poteva
entrare
senza
fatica
nella
sala
,
la
quale
,
forse
in
altri
tempi
,
aveva
servito
da
scuderia
a
quei
colossali
pachidermi
.
Avanti
che
il
grosso
animale
salisse
il
primo
gradino
,
una
ventina
di
seikki
gli
si
gettarono
dinanzi
,
sparando
all
'
impazzata
fra
i
divani
e
le
sedie
,
colla
speranza
di
far
scaricare
le
carabine
degli
assediati
;
questi
però
,
che
erano
bene
al
riparo
dalle
palle
degli
avversari
,
si
guardarono
bene
dal
cadere
nel
tranello
.
Non
ricevendo
risposta
,
i
seikki
,
dopo
d
'
aver
consumato
senza
alcun
risultato
un
centinaio
di
cartucce
,
lasciarono
il
passo
al
pachiderma
,
il
quale
s
'
avanzò
coraggiosamente
ostruendo
,
col
suo
corpaccio
,
tutta
la
porta
.
Era
il
momento
atteso
da
Yanez
.
-
Ecco
un
'
altra
barricata
,
-
mormorò
.
-
Non
lasciamolo
passare
del
tutto
.
-
Alzò
la
sua
grossa
carabina
,
tenendosi
inginocchiato
dietro
un
divano
e
lasciò
partire
uno
dopo
l
'
altro
i
due
colpi
,
tosto
imitato
dai
suoi
uomini
.
L
'
elefante
colpito
alle
giunture
delle
spalle
,
i
due
punti
più
vulnerabili
,
e
crivellato
dai
proiettili
dei
malesi
,
tentò
di
dare
indietro
per
uscire
da
quella
strettoia
;
ma
le
forze
improvvisamente
gli
mancarono
e
s
'
accasciò
di
colpo
,
ostruendo
tutto
il
passaggio
colla
sua
massa
enorme
.
Al
di
fuori
si
levò
un
coro
di
urla
di
rabbia
,
mentre
il
disgraziato
animale
,
dopo
d
'
aver
lanciato
tre
o
quattro
possenti
barriti
,
cominciava
a
rantolare
.
Grosse
lagrime
gli
cadevano
dagli
occhi
e
la
sua
tromba
,
scossa
da
un
tremito
convulso
,
soffiava
sangue
:
indizio
sicuro
d
'
una
prossima
morte
.
-
Per
Giove
!
-
esclamò
Yanez
.
-
Ecco
un
colpo
magnifico
che
i
seikki
non
s
'
aspettavano
.
Vedremo
ora
come
faranno
a
entrare
.
Sarano
costretti
ad
assalirci
dalla
parte
delle
due
porticine
,
e
quelle
aperture
non
sarà
difficile
difenderle
.
Burni
!
-
Capitano
.
-
Prendi
due
uomini
e
va
'
a
demolire
il
palco
dei
suonatori
.
È
necessario
barricare
le
due
porticine
.
-
Quindi
volgendosi
verso
i
due
malesi
che
gli
stavano
inginocchiati
ai
fianchi
,
spiando
gli
ultimi
sussulti
del
pachiderma
,
disse
a
loro
:
-
Non
perdete
di
vista
un
solo
istante
la
porta
,
e
fate
fuoco
sul
primo
che
cercherà
d
'
entrare
.
Potrete
facilmente
vederlo
perché
sarà
costretto
passare
sul
corpo
dell
'
elefante
.
Ed
ora
vedremo
come
stanno
le
cose
.
-
Si
alzò
con
precauzione
e
sporse
il
capo
fra
due
divani
,
lanciando
un
rapido
sguardo
verso
la
porta
.
L
'
elefante
rantolava
ancora
e
dietro
la
sua
massa
si
vedevano
sorgere
numerose
carabine
.
Era
evidente
però
che
i
seikki
aspettavano
che
il
povero
pachiderma
avesse
esalato
il
suo
ultimo
respiro
,
prima
di
avventurarsi
sul
suo
corpo
,
per
timore
di
ricevere
qualche
colpo
di
proboscide
.
Burni
e
i
suoi
due
uomini
avevano
appena
terminato
di
barricare
le
due
porticine
,
accumulandovi
dietro
tavole
,
pali
grossissimi
e
gli
ultimi
divani
,
quando
una
nota
metallica
uscì
dalle
fauci
del
pachiderma
:
la
morte
stava
per
sorprendere
il
disgraziato
animale
.
-
È
il
suo
barrito
supremo
,
-
disse
Yanez
.
-
Tenetevi
pronti
a
respingere
l
'
attacco
.
I
seikki
non
tarderanno
ad
aprire
il
fuoco
.
-
Ne
vedo
già
uno
che
sta
arrampicandosi
sul
dorso
dell
'
elefante
-
disse
Burni
.
Un
guerriero
seikko
,
sicuro
ormai
che
l
'
elefante
era
morto
,
oppure
non
più
in
grado
di
far
uso
della
terribile
proboscide
,
erasi
arrampicato
sul
gigantesco
corpo
e
si
avanzava
strisciando
.
Burni
,
che
non
lo
perdeva
di
vista
,
si
rizzò
in
piedi
,
mirò
qualche
istante
,
tenendosi
semi
-
nascosto
dietro
un
divano
,
poi
lasciò
partire
un
colpo
secco
che
risuonò
nell
'
immensa
sala
.
L
'
indiano
rotolò
verso
uno
degli
stipiti
della
porta
,
lasciandosi
sfuggire
il
fucile
che
teneva
in
mano
,
senza
fare
nemmeno
un
gesto
,
né
mandare
un
grido
.
-
Ecco
uno
che
non
griderà
più
,
-
disse
Yanez
freddamente
.
-
Se
tutti
i
proiettili
colpissero
così
bene
,
colle
munizioni
che
abbiamo
,
non
resterebbe
più
un
solo
seikko
a
quel
maledetto
rajah
.
-
Altri
due
seikki
avevano
preso
il
posto
dell
'
ucciso
.
Vedendo
alzarsi
dietro
i
divani
una
nuvoletta
di
fumo
,
fecero
fuoco
quasi
contemporaneamente
,
credendo
di
colpire
l
'
uccisore
del
loro
compagno
,
ma
Burni
si
era
nascosto
dietro
la
barricata
.
-
A
me
,
ora
,
-
disse
Yanez
.
-
Vi
mostrerò
io
come
tira
il
grande
cacciatore
.
-
Due
spari
fortissimi
seguirono
quelle
parole
.
La
grossa
carabina
del
portoghese
aveva
fulminato
anche
quei
nuovi
assalitori
,
facendoli
ruzzolare
uno
a
destra
e
l
'
altro
a
sinistra
dell
'
elefante
.
Quei
tre
colpi
meravigliosi
scatenarono
un
clamore
assordante
e
rallentarono
,
nel
medesimo
tempo
,
l
'
attacco
.
Il
grande
cacciatore
del
rajah
,
già
ammirato
per
la
sua
straordinaria
audacia
,
cominciava
a
terrorizzare
anche
quei
coraggiosi
guerrieri
,
che
tutti
gli
indiani
ritenevano
invincibili
.
-
Ah
!
Se
potessi
avvertire
la
Tigre
della
Malesia
!
...
-
esclamò
Yanez
.
-
Ma
dove
si
troverà
?
Deve
essere
impegnato
in
qualche
grave
affare
il
mio
fratellino
,
se
non
ha
mandato
a
noi
sue
notizie
.
La
va
male
!
Come
finirà
questa
brutta
faccenda
?
Orsù
,
non
disperiamo
e
cerchiamo
di
resistere
più
che
potremo
!
I
lamenti
sono
affatto
inutili
in
questo
momento
.
-
Una
detonazione
fortissima
scosse
l
'
immensa
sala
,
poi
un
largo
tratto
di
soffitto
precipitò
al
suolo
,
a
breve
distanza
dagli
assediati
.
I
seikki
,
non
osando
attaccare
risolutamente
i
malesi
,
avevano
messo
in
batteria
,
all
'
estremità
del
cortile
d
'
onore
,
un
pezzo
d
'
artiglieria
ed
avevano
cominciato
il
fuoco
.
La
fronte
di
Yanez
si
era
annuvolata
.
-
Questo
non
me
l
'
aspettavo
,
-
mormorò
.
-
Speriamo
che
non
adoperino
delle
granate
.
-
Una
seconda
detonazione
rimbombò
più
acuta
della
prima
,
ed
un
proiettile
,
dopo
d
'
aver
attraversato
l
'
elefante
quasi
a
livello
della
spina
dorsale
,
passò
sibilando
sopra
la
barricata
dei
divani
,
conficcandosi
profondamente
nella
parete
opposta
.
-
Fino
a
quando
potremo
resistere
?
-
disse
Yanez
.
Un
terzo
sparo
rimbombò
nel
cortile
e
si
vide
uno
spettacolo
orribile
.
L
'
elefante
era
stato
colpito
da
una
granata
e
questa
,
scoppiando
nel
suo
corpo
,
aveva
orrendamente
squarciata
la
massa
,
scagliando
,
contro
gli
stipiti
della
porta
,
enormi
lembi
di
pelle
e
di
carne
e
spruzzando
di
sangue
le
vicine
pareti
,
le
porte
di
bronzo
,
i
divani
e
perfino
le
sedie
.
La
detonazione
non
si
era
ancora
spenta
,
quando
dieci
o
dodici
seikki
si
slanciarono
sul
corpo
mutilato
del
pachiderma
,
mandando
urla
feroci
e
facendo
fuoco
in
tutte
le
direzioni
.
I
malesi
avevano
già
alzate
le
carabine
per
rispondere
all
'
attacco
;
Yanez
fu
pronto
a
trattenerli
:
-
No
:
a
colpo
sicuro
!
-
I
seikki
,
superato
il
corpaccio
del
pachiderma
,
si
erano
slanciati
sulle
due
porte
di
bronzo
che
,
come
abbiamo
detto
,
erano
cadute
addosso
ai
divani
,
e
stavano
per
attraversarle
quando
una
voce
secca
,
tagliente
,
si
fece
udire
:
-
Fuoco
,
malesi
!
-
Una
scarica
terribile
,
quasi
a
bruciapelo
,
colpì
il
minuscolo
drappello
d
'
avanguardia
.
Sei
seikki
caddero
in
mezzo
ai
divani
,
più
o
meno
fulminati
.
Gli
altri
,
che
avevano
le
carabine
scariche
,
balzarono
rapidamente
sull
'
elefante
attraverso
lo
squarcio
sanguinoso
e
scapparono
a
gambe
levate
.
-
Questi
montanari
sono
testardi
,
-
disse
Yanez
.
-
Però
io
al
loro
posto
sarei
più
prudente
,
sapendo
d
'
aver
dinanzi
degli
uomini
che
tirano
meravigliosamente
ed
a
colpo
sicuro
.
-
In
guardia
,
capitano
!
-
esclamò
Burni
.
-
Vengono
ancora
?
-
Sì
,
tornano
all
'
attacco
.
-
Turbanti
e
canne
di
carabine
tornavano
a
mostrarsi
dietro
all
'
elefante
.
I
seikki
si
preparavano
di
certo
per
tentare
uno
sforzo
supremo
.
Dovevano
essere
furibondi
per
le
perdite
subite
,
quindi
ben
più
terribili
di
prima
.
Un
urlo
feroce
,
il
grido
di
guerra
di
quelle
intrepide
tribù
montanare
,
li
avvertì
che
l
'
attacco
stava
per
essere
ripreso
.
Ed
infatti
,
un
momento
dopo
,
una
valanga
d
'
uomini
scalava
l
'
elefante
,
proteggendosi
con
un
fuoco
vivissimo
,
di
nessun
effetto
però
per
gli
assediati
,
che
si
trovavano
riparati
prima
dalle
porte
di
bronzo
che
erano
rimaste
inclinate
,
e
poi
da
tutto
quell
'
ammasso
di
divani
e
sedie
.
-
Date
dentro
!
-
comandò
Yanez
ai
suoi
uomini
.
I
malesi
non
si
fecero
ripetere
il
comando
.
Meravigliosi
tiratori
,
aprirono
a
loro
volta
il
fuoco
abbattendo
un
uomo
ogni
colpo
che
sparavano
.
I
seikki
,
quantunque
atterriti
dalla
precisione
di
quel
fuoco
,
che
non
cessava
un
solo
istante
,
se
non
osavano
avanzare
,
si
tenevano
però
ostinatamente
sul
dorso
del
pachiderma
,
rispondendo
colpo
per
colpo
,
mentre
il
pezzo
d
'
artiglieria
,
piazzato
in
fondo
al
cortile
,
tuonava
mandando
le
palle
sopra
le
loro
teste
,
cercando
di
sfondare
il
soffitto
e
di
provocarne
la
caduta
per
schiacciare
i
difensori
della
sala
.
Fortunatamente
la
volta
era
stata
troppo
bene
costruita
e
non
rovinavano
che
qualche
mattone
e
larghi
pezzi
di
calcinaccio
,
proiettili
che
non
inquietavano
affatto
né
Yanez
,
né
i
malesi
.
Il
fuoco
era
diventato
terribile
d
'
ambo
le
parti
e
anche
rapidissimo
.
Ogni
seikko
che
cadeva
,
veniva
subito
surrogato
da
un
altro
non
meno
ostinato
,
né
meno
valoroso
del
compagno
e
che
non
tardava
a
capitombolare
morto
o
ferito
.
Una
ventina
di
uomini
erano
già
stati
posti
fuori
di
combattimento
,
quando
il
segnale
della
ritirata
venne
dato
.
Quel
comando
giungeva
in
buon
punto
,
poiché
i
malesi
si
trovavano
ormai
imbarazzati
a
tener
fronte
a
tanti
avversari
,
e
si
bruciavano
le
mani
essendo
diventate
le
canne
delle
carabine
ardenti
.
Anche
questa
volta
il
fuoco
dei
seikki
non
aveva
ottenuto
alcun
risultato
,
poiché
solo
Burni
era
stato
colpito
da
una
palla
di
rimbalzo
,
che
gli
aveva
portato
via
il
lobo
dell
'
orecchio
destro
,
provocando
un
'
emorragia
che
non
poteva
avere
alcuna
grave
conseguenza
.
-
Capitano
,
-
disse
Burni
,
-
come
ce
la
caveremo
noi
?
Che
cosa
tenteranno
i
seikki
?
-
Eccoli
radunati
intorno
al
pezzo
,
-
gridò
Yanez
.
-
Amici
,
preparatevi
a
sgombrare
o
riceverete
in
pieno
petto
una
palla
di
buon
calibro
.
-
I
malesi
furono
solleciti
ad
allontanarsi
,
riparandosi
dietro
le
due
estreme
ali
della
barricata
,
che
si
trovavano
fuori
dalla
linea
del
portone
.
Avevano
appena
raggiunti
i
loro
posti
,
quando
il
cannone
avvampò
con
un
fragoroso
rimbombo
.
La
palla
rimbalzò
sulle
porte
di
bronzo
,
scheggiando
quella
di
destra
,
attraversò
la
barricata
dei
divani
,
affondandone
parecchi
e
andò
a
conficcarsi
in
una
parete
.
-
Avranno
però
da
fare
,
a
sfondare
le
porte
di
bronzo
,
capitano
-
disse
il
malese
.
-
Cederanno
anche
quelle
.
Il
pezzo
che
i
seikki
adoperano
deve
essere
buonissimo
,
-
osservò
Yanez
.
Un
altro
colpo
seguì
il
primo
e
la
palla
tornò
a
rimbalzare
,
sfondando
però
un
'
altra
buona
parte
della
barricata
.
-
Se
ne
va
,
-
disse
Burni
scuotendo
tristemente
la
testa
.
I
colpi
si
succedevano
ai
colpi
,
facendo
tremare
le
invetriate
della
sala
.
Le
palle
rimbalzavano
da
tutte
le
parti
,
scrosciando
sulle
porte
di
bronzo
,
le
quali
a
poco
a
poco
cedevano
,
e
si
conficcavano
contro
le
muraglie
aprendo
dei
buchi
enormi
.
Yanez
ed
i
malesi
,
rannicchiati
dietro
i
divani
,
cupi
,
pensierosi
,
stringevano
le
loro
carabine
senza
sparare
un
solo
colpo
,
ben
sapendo
che
sarebbero
state
cartucce
perdute
senza
alcun
profitto
,
poiché
la
massa
del
pachiderma
impediva
a
loro
di
scorgere
gli
artiglieri
.
Il
cannoneggiamento
durò
una
buona
mezz
'
ora
,
poi
quando
le
due
porte
caddero
spezzate
,
e
la
barricata
fu
sfondata
,
il
fuoco
fu
sospeso
ed
un
uomo
,
salito
sui
resti
dell
'
elefante
,
si
presentò
,
tenendo
infisso
sulla
baionetta
un
pezzo
di
seta
bianca
.
Yanez
si
era
già
alzato
,
pronto
a
fulminarlo
,
ma
accortosi
a
tempo
che
si
trattava
d
'
un
parlamentario
,
abbassò
la
carabina
chiedendo
:
-
Che
cosa
vuoi
tu
?
-
Il
rajah
mi
manda
per
intimarvi
la
resa
.
La
vostra
barricata
ormai
non
vi
protegge
più
.
-
Dirai
a
Sua
Altezza
che
ci
proteggeranno
le
nostre
carabine
,
e
che
il
suo
gran
cacciatore
ha
ancora
le
braccia
ferree
e
la
vista
eccellente
,
per
mettergli
fuori
di
combattimento
le
guardie
reali
.
-
Il
rajah
mi
ha
mandato
per
proporti
delle
condizioni
,
mylord
.
-
Quali
sono
?
-
Accorda
a
te
la
vita
,
purché
tu
ti
lasci
condurre
alla
frontiera
del
Bengala
.
-
Ed
a
'
miei
uomini
?
-
Hanno
ucciso
,
non
sono
uomini
bianchi
e
pagheranno
colla
loro
vita
.
-
Va
'
a
dire
allora
al
tuo
signore
,
che
il
suo
grande
cacciatore
li
difenderà
finché
avrà
una
cartuccia
e
un
soffio
di
vita
.
Sgombra
o
ti
fucilo
sul
posto
!
-
Il
parlamentario
fu
lesto
a
scomparire
.
-
Amici
,
-
disse
Yanez
con
voce
perfettamente
tranquilla
,
-
qui
si
tratta
di
morire
:
la
Tigre
della
Malesia
penserà
a
vendicarci
.
-
Signore
,
-
disse
Burni
,
-
la
nostra
vita
ti
appartiene
e
la
morte
non
ha
mai
fatto
paura
alle
vecchie
tigri
di
Mompracem
.
Cadere
qui
o
sul
mare
è
tutt
'
una
,
è
vero
camerati
?
-
Sì
,
-
risposero
i
malesi
ad
una
voce
.
-
Allora
prepariamoci
all
'
ultima
difesa
,
-
disse
Yanez
.
-
Quando
non
potremo
più
sparare
,
attaccheremo
colle
scimitarre
.
-
Ai
colpi
di
cannone
di
poco
prima
,
era
successo
un
profondo
silenzio
.
I
seikki
si
consigliavano
e
stavano
preparando
la
colonna
d
'
attacco
.
Essi
,
invece
di
esporsi
al
tiro
di
quelle
infallibili
carabine
,
avevano
trascinato
il
pezzo
d
'
artiglieria
vicino
alla
porta
,
e
siccome
l
'
elefante
,
ormai
quasi
interamente
distrutto
dalle
granate
,
non
impediva
più
il
puntamento
,
si
preparavano
a
mitragliare
i
difensori
della
sala
.
-
Ecco
la
fine
!
-
disse
Yanez
,
che
si
era
accorto
della
manovra
.
-
Cerchiamo
di
morire
da
prodi
.
-
Una
bordata
di
mitraglia
scrosciò
sugli
avanzi
della
barricata
,
fulminando
Burni
che
si
era
avanzato
per
vedere
come
stavano
le
cose
.
Seguì
una
seconda
scarica
che
fece
cadere
un
altro
malese
,
poi
il
parlamentario
tornò
a
mostrarsi
fra
il
corpaccio
dilaniato
dell
'
elefante
,
gridando
per
la
seconda
volta
:
-
Il
rajah
mi
manda
per
intimarvi
la
resa
.
Se
rifiutate
vi
stermineremo
tutti
.
-
La
difesa
era
insostenibile
.
-
Noi
siamo
pronti
ad
arrenderci
,
-
rispose
finalmente
il
portoghese
,
-
a
condizione
però
che
i
miei
uomini
abbiano
,
al
pari
di
me
,
la
vita
salva
.
-
Il
mio
signore
te
lo
promette
.
-
Ne
sei
ben
certo
?
-
Mi
ha
dato
la
sua
parola
.
-
Eccomi
.
-
Balzò
sopra
gli
avanzi
della
barricata
seguito
dai
suoi
malesi
,
superò
l
'
elefante
e
saltò
sul
gradino
,
fermandosi
dinanzi
al
cannone
ancora
fumante
.
Il
cortile
era
pieno
di
seikki
ed
in
mezzo
a
loro
si
trovava
il
rajah
coi
suoi
ministri
,
i
quali
reggevano
delle
torce
.
Yanez
gettò
a
terra
la
carabina
,
respinse
gli
artiglieri
che
cercavano
di
afferrarlo
e
mosse
verso
il
principe
a
testa
alta
,
colle
braccia
strette
sul
petto
,
dicendo
con
un
accento
sardonico
:
-
Eccomi
Altezza
.
I
seikki
hanno
vinto
l
'
uccisore
di
tigri
e
di
rinoceronti
,
che
esponeva
la
sua
vita
per
la
tranquillità
dei
vostri
sudditi
.
-
Tu
sei
un
valoroso
,
-
rispose
il
rajah
evitando
lo
sguardo
fiammeggiante
del
portoghese
.
-
Poche
volte
mi
sono
divertito
come
questa
sera
.
-
Sicché
Vostra
Altezza
non
rimpiange
i
seikki
,
che
sono
caduti
sotto
il
mio
piombo
.
-
Li
pago
-
rispose
brutalmente
il
principe
.
-
Perché
non
dovrebbero
distrarmi
?
-
Ecco
una
risposta
degna
d
'
un
rajah
indiano
,
-
rispose
Yanez
ironicamente
.
-
Che
cosa
farete
ora
di
me
?
-
A
questo
penseranno
i
miei
ministri
,
-
rispose
il
principe
.
-
Io
non
voglio
avere
questioni
col
governatore
del
Bengala
.
T
'
avverto
però
che
finché
non
si
saranno
decisi
,
tu
sarai
mio
prigioniero
.
-
Ed
i
miei
uomini
?
-
Li
farò
rinchiudere
intanto
in
una
stanza
appartata
.
-
Assieme
a
me
?
-
No
,
mylord
,
almeno
per
ora
.
-
Perché
?
-
Per
maggior
sicurezza
.
Siete
uomini
troppo
astuti
voi
per
lasciarvi
insieme
.
-
Avverto
però
V
.
A
.
che
anche
i
miei
servi
sono
sudditi
inglesi
,
essendo
nati
a
Labuan
.
-
Io
non
so
che
cosa
sia
questo
Labuan
,
-
rispose
il
principe
.
-
Tuttavia
terrò
conto
di
quanto
tu
mi
dici
.
-
Fece
poi
un
segno
colla
mano
e
tosto
quattro
ufficiali
piombarono
sul
portoghese
,
afferrandolo
strettamente
per
le
braccia
.
-
Conducetelo
dove
voi
sapete
,
-
disse
il
rajah
.
-
Non
dimenticatevi
però
che
è
un
uomo
bianco
e
per
di
più
un
inglese
.
-
Yanez
si
lasciò
condurre
via
senza
opporre
resistenza
.
Era
appena
entrato
in
una
delle
sale
pianterrene
,
quando
i
seikki
si
scagliarono
,
coll
'
impeto
di
belve
feroci
,
contro
i
tre
malesi
,
strappando
a
loro
di
mano
le
carabine
e
legandoli
solidamente
.
Quasi
nel
medesimo
istante
,
da
una
delle
ampie
porte
che
s
'
aprivano
sul
cortile
,
usciva
un
colossale
elefante
,
montato
da
un
cornac
barbuto
e
d
'
aspetto
feroce
.
Appeso
alla
tromba
reggeva
un
ceppo
,
poco
dissimile
a
quello
su
cui
i
macellai
usano
spaccare
i
quarti
di
bue
.
Quel
bestione
era
l
'
elefante
-
carnefice
.
In
tutte
le
corti
dei
principotti
indiani
vi
è
un
simile
animale
,
ammaestrato
sul
miglior
modo
di
mandare
all
'
altro
mondo
tutti
coloro
che
danno
ombra
a
quei
crudeli
regnanti
.
Mentre
i
seikki
si
ritiravano
per
lasciargli
il
passo
,
il
gigantesco
pachiderma
depose
,
proprio
nel
centro
del
cortile
,
il
ceppo
,
posandovi
poi
sopra
una
delle
sue
zampacce
,
come
per
provarne
la
solidità
.
-
Avanti
il
primo
,
-
disse
il
rajah
che
stava
comodamente
seduto
su
una
poltrona
,
con
un
sigaro
fra
le
labbra
.
-
Voglio
vedere
se
questi
uomini
,
che
si
battono
col
coraggio
delle
tigri
,
saranno
altrettanto
coraggiosi
dinanzi
alla
morte
.
-
Quattro
seikki
afferrarono
uno
dei
tre
malesi
e
lo
trascinarono
dinanzi
all
'
elefante
,
facendogli
appoggiare
la
testa
sul
ceppo
e
trattenendolo
con
tutto
il
loro
vigore
.
Il
gigantesco
carnefice
,
ad
un
ordine
del
cornac
,
fece
due
o
tre
passi
indietro
,
alzò
la
proboscide
cacciando
fuori
un
lungo
barrito
,
poi
s
'
avanzò
verso
il
ceppo
,
levò
la
zampa
sinistra
e
la
lasciò
cadere
sulla
testa
del
povero
malese
.
Il
cadavere
fu
gettato
da
un
lato
,
e
coperto
con
un
largo
dootèe
;
poi
l
'
uno
dopo
l
'
altro
,
furono
giustiziati
,
nel
medesimo
modo
,
i
due
altri
malesi
.
-
Teotokris
sarà
ora
contento
,
-
disse
il
rajah
.
-
Andiamo
a
riposarci
.
-
Cominciava
allora
ad
albeggiare
.
Egli
si
alzò
e
entrò
in
uno
degli
edifici
laterali
,
seguìto
dai
suoi
ministri
e
dai
suoi
ufficiali
,
mentre
i
seikki
si
preparavano
a
portare
via
i
loro
camerati
,
caduti
sotto
il
piombo
delle
tigri
di
Mompracem
.
Il
principe
si
era
forse
appena
coricato
,
quando
un
uomo
entrava
frettolosamente
nel
palazzo
reale
e
saliva
a
quattro
a
quattro
i
gradini
,
che
conducevano
nell
'
appartamento
di
Yanez
.
Era
Kubang
che
tornava
,
dopo
aver
assistito
all
'
attacco
del
palazzo
di
Surama
,
e
alla
fuga
di
Sandokan
e
di
Tremal
-
Naik
verso
il
fiume
.
Udendo
bussare
frettolosamente
,
il
chitmudgar
,
che
dopo
le
prime
fucilate
sparate
nella
sala
si
era
precipitosamente
rifugiato
lassù
,
non
osando
prendere
le
parti
del
gran
cacciatore
,
aveva
subito
aperto
.
Il
pover
'
uomo
,
che
da
una
finestra
che
prospettava
sul
cortile
d
'
onore
,
aveva
assistito
alla
resa
di
Yanez
,
e
all
'
esecuzione
dei
tre
malesi
,
era
disfatto
per
l
'
intenso
dolore
e
piangeva
come
un
fanciullo
.
-
Ah
,
mio
povero
sahib
!
-
esclamò
vedendosi
dinanzi
Kubang
;
-
vuoi
morire
anche
tu
,
dunque
?
-
Che
cosa
dici
chitmudgar
?
-
chiese
il
malese
,
spaventato
dal
pianto
di
quell
'
uomo
.
-
Il
tuo
signore
è
stato
arrestato
.
-
Il
capitano
!
-
esclamò
il
malese
facendo
un
salto
.
-
Ed
i
tuoi
compagni
sono
stati
tutti
giustiziati
.
-
Kubang
diede
indietro
come
se
avesse
ricevuto
una
palla
di
fucile
in
mezzo
al
petto
.
-
Povera
Tigre
della
Malesia
!
-
esclamò
con
voce
strozzata
,
-
povero
capitano
Yanez
!
-
Poi
rimettendosi
prontamente
e
afferrando
strettamente
le
braccia
del
chitmudgar
,
gli
disse
:
-
Narrami
ciò
che
è
avvenuto
,
tutto
,
tutto
.
-
Quando
fu
informato
del
combattimento
avvenuto
nella
notte
,
il
malese
si
passò
più
volte
una
mano
sugli
occhi
,
strappando
via
qualche
lagrima
,
poi
chiese
:
-
Credi
tu
che
il
rajah
giustizierà
anche
il
mio
padrone
?
È
necessario
,
prima
che
lasci
questo
palazzo
,
che
io
lo
sappia
.
-
Io
non
so
nulla
,
tuttavia
secondo
il
mio
modesto
parere
,
il
rajah
non
oserà
alzare
la
mano
su
un
mylord
inglese
.
Ha
troppa
paura
del
governatore
del
Bengala
.
-
Dove
hanno
rinchiuso
il
mio
padrone
?
-
Se
non
m
'
inganno
devono
averlo
condotto
nel
sotterraneo
azzurro
,
che
si
trova
sotto
la
terza
cupola
del
cortile
d
'
onore
.
-
Un
luogo
inaccessibile
?
-
Sicuro
di
certo
.
-
Bene
guardato
?
-
So
che
giorno
e
notte
vegliano
dei
seikki
dinanzi
alla
porta
di
bronzo
.
-
Vi
sono
dei
carcerieri
?
-
Sì
,
due
.
-
Incorruttibili
?
-
Eh
,
questo
poi
non
lo
posso
sapere
.
-
Sotto
la
terza
cupola
mi
hai
detto
?
-
Sì
,
-
rispose
il
chitmudgar
.
-
Potresti
farmi
uscire
senza
che
mi
vedano
?
-
Per
la
scala
riservata
ai
servi
,
che
mette
dietro
il
palazzo
.
-
Un
'
ultima
domanda
.
-
Parla
,
sahib
.
-
Dove
potrei
rivederti
?
-
Ho
una
casetta
nel
sobborgo
di
Kaddar
,
che
è
tutta
dipinta
in
rosso
,
ciò
che
la
fa
spiccare
fra
tutte
le
altre
,
che
sono
invece
bianchissime
,
e
dove
tengo
una
donna
che
mi
è
assai
affezionata
e
che
due
volte
alla
settimana
posso
vedere
.
Là
potrai
trovarmi
quest
'
oggi
,
dopo
mezzogiorno
.
-
Tu
sei
un
brav
'
uomo
,
-
disse
il
malese
.
-
Ora
fammi
fuggire
.
-
Seguimi
:
il
sole
è
appena
sorto
ed
i
servi
non
si
saranno
ancora
alzati
.
-
Attraversarono
un
piccolo
terrazzo
che
s
'
allungava
sul
di
dietro
dell
'
alloggio
di
Yanez
,
si
cacciarono
entro
una
scaletta
aperta
nello
spessore
delle
muraglie
,
e
così
stretta
da
non
permettere
il
passaggio
che
ad
un
solo
uomo
alla
volta
,
e
scesero
nei
giardini
del
rajah
,
che
avevano
una
notevole
estensione
e
che
,
stante
l
'
ora
mattutina
,
erano
deserti
.
Il
chitmudgar
condusse
il
malese
verso
una
porticina
di
metallo
,
adorna
delle
solite
teste
di
elefante
e
l
'
aprì
,
dicendogli
:
-
Qui
non
vi
sono
sentinelle
.
Ti
aspetto
nella
mia
casetta
.
Io
mi
sono
affezionato
al
tuo
padrone
e
tutto
quello
che
potrò
fare
per
liberarlo
dalla
sua
prigionia
,
te
lo
giuro
su
Brahma
,
mio
sahib
,
lo
tenterò
.
-
Tu
sei
il
più
bravo
indiano
che
io
abbia
conosciuto
fino
a
oggi
,
-
rispose
Kubang
,
commosso
.
-
Il
padrone
,
se
un
giorno
sarà
libero
,
non
ti
dimenticherà
.
-
S
'
avvolse
nel
dootèe
e
s
'
allontanò
frettolosamente
,
senza
volgersi
indietro
,
avviandosi
verso
la
casa
di
Surama
,
colla
speranza
d
'
incontrare
in
quei
dintorni
qualcuno
di
sua
conoscenza
.
Stava
per
giungervi
scorgendo
già
le
ultime
colonne
di
fumo
che
s
'
alzavano
sopra
le
rovine
del
palazzo
,
interamente
divorato
dal
fuoco
,
quando
un
uomo
che
veniva
in
senso
contrario
con
molta
premura
,
gli
sbarrò
bruscamente
il
passo
.
Kubang
,
già
troppo
esasperato
dalla
catastrofe
che
aveva
colpito
il
suo
padrone
,
stava
per
sparare
una
pistolettata
sull
'
insolente
,
quando
un
grido
di
gioia
gli
sfuggì
:
-
Bindar
!
-
Sì
,
sono
io
sahib
,
-
rispose
subito
l
'
indiano
.
-
Surama
e
la
Tigre
della
Malesia
sono
ormai
in
viaggio
per
la
jungla
di
Benar
e
venivo
ad
avvertire
il
tuo
padrone
.
-
Troppo
tardi
,
amico
-
rispose
Kubang
con
voce
triste
.
-
Egli
è
prigioniero
ed
i
miei
camerati
sono
stati
massacrati
.
Pare
che
tutto
sia
stato
scoperto
e
che
quel
cane
di
greco
sia
vincitore
su
tutti
.
Non
perdere
un
momento
,
va
'
a
raggiungere
subito
la
Tigre
della
Malesia
e
avvertilo
subito
di
quanto
è
avvenuto
.
-
E
tu
?
-
Io
rimango
qui
a
sorvegliare
il
greco
.
Ho
modo
di
sapere
quello
che
può
accadere
alla
corte
.
La
mia
presenza
in
Gauhati
può
essere
più
utile
che
altrove
.
-
Hai
bisogno
di
denaro
?
Ho
riscosso
or
ora
per
conto
del
capo
.
-
Dammi
cento
rupie
.
-
E
dove
potrò
io
trovarti
?
-
Nel
sobborgo
di
Kaddar
vi
è
una
casetta
tutta
rossa
,
che
appartiene
al
chitmudgar
,
che
era
stato
messo
a
disposizione
del
capitano
Yanez
.
Là
andrò
a
stabilirmi
.
Ora
parti
senza
indugio
e
va
'
ad
avvertire
la
Tigre
.
Quell
'
uomo
libererà
di
certo
il
capitano
.
-
Bindar
gli
contò
le
cento
rupie
,
poi
partì
a
corsa
sfrenata
dirigendosi
verso
il
fiume
,
dove
contava
di
acquistare
o
di
noleggiare
qualche
piccolo
battello
.
Kubang
proseguì
il
suo
cammino
per
raggiungere
il
borgo
,
il
quale
trovandosi
lontano
dal
palazzo
reale
,
aveva
meno
probabilità
,
in
quel
luogo
,
di
venire
scoperto
.
Sua
prima
cura
però
fu
quella
di
entrare
da
un
rigattiere
baniano
e
di
cambiare
il
suo
costume
troppo
vistoso
,
con
uno
mussulmano
;
poi
dopo
d
'
aver
fatto
colazione
in
un
modestissimo
bengalow
di
passaggio
,
riprese
la
marcia
addentrandosi
nelle
tortuose
viuzze
della
città
bassa
.
Eccetto
che
nei
grandi
centri
,
o
nei
dintorni
dei
palazzi
reali
o
delle
più
celebri
pagode
,
le
città
indiane
non
hanno
strade
larghe
.
La
pulizia
è
una
parola
poco
conosciuta
,
sicché
quelle
viuzze
,
prive
d
'
aria
,
sempre
sfondate
e
polverose
,
essendo
rare
le
piogge
,
somigliano
a
vere
fogne
.
Una
puzza
nauseante
si
alza
da
quei
labirinti
,
anche
perché
di
quando
in
quando
si
trovano
delle
vaste
fosse
,
dove
vengono
gettate
le
immondizie
delle
case
,
il
letame
delle
stalle
e
le
carogne
d
'
animali
morti
.
Guai
se
non
vi
fossero
i
marabù
,
quegli
infaticabili
divoratori
,
che
da
mane
a
sera
frugano
entro
quei
mondezzai
,
ingozzandosi
fino
quasi
a
scoppiare
.
Fu
solamente
verso
le
tre
del
pomeriggio
che
Kubang
,
che
aveva
parecchie
volte
sbagliata
via
,
non
conoscendo
che
imperfettamente
la
città
,
riuscì
finalmente
a
scoprire
la
casetta
rossa
del
chitmudgar
.
Era
una
minuscola
costruzione
a
due
piani
,
che
sembrava
più
una
torre
quadrata
che
una
vera
casa
,
che
si
elevava
in
mezzo
ad
un
giardinetto
dove
sorgevano
sette
od
otto
maestose
palme
,
che
spandevano
all
'
intorno
una
deliziosa
ombra
.
-
È
un
vero
nido
,
-
mormorò
Kubang
.
-
Speriamo
che
il
proprietario
vi
sia
già
.
-
Aprì
il
cancelletto
di
legno
che
non
era
stato
fermato
e
s
'
inoltrò
sotto
le
piante
.
Il
maggiordomo
stava
seduto
dinanzi
alla
sua
casetta
,
insieme
a
una
bella
e
giovane
indiana
dalla
pelle
vellutata
,
appena
un
po
'
abbronzata
,
con
lunghi
capelli
neri
adorni
di
mazzolini
di
fiori
.
-
Ti
aspettavo
,
sahib
,
-
disse
l
'
indù
muovendo
sollecitamente
incontro
al
malese
.
-
Sono
due
ore
che
sono
giunto
.
Ecco
la
mia
donna
,
una
brava
fanciulla
,
che
sarà
ben
lieta
di
riceverti
come
ospite
,
se
tu
,
come
credo
,
avrai
intenzione
di
fermarti
qui
.
Almeno
saresti
sicuro
,
specialmente
ora
che
hai
cambiato
pelle
.
-
È
una
offerta
che
io
accetto
ben
volentieri
,
avendo
dato
appuntamento
qui
agli
amici
del
mio
padrone
.
-
Saranno
sempre
ben
ricevuti
da
me
e
dalla
mia
donna
.
-
Hai
raccolte
notizie
sul
capitano
?
-
Ben
poche
.
Posso
solo
dirti
che
è
sempre
rinchiuso
nel
sotterraneo
della
terza
cupola
,
però
...
-
Continua
.
-
Ho
trovato
il
modo
di
poter
far
pervenire
a
lui
tue
notizie
,
se
credi
che
possano
essergli
utili
.
-
E
come
?
-
chiese
il
malese
con
ansietà
.
-
Il
rajah
ha
rinnovato
i
carcerieri
che
vi
erano
prima
,
e
uno
è
un
mio
parente
.
-
E
si
presterà
al
pericoloso
giuoco
?
-
È
troppo
furbo
per
lasciarsi
sorprendere
.
Con
un
po
'
di
rupie
,
sarà
a
nostra
disposizione
.
-
Dammi
un
pezzo
di
carta
.
-
Più
tardi
:
ora
pranziamo
.
-
25
.
La
ritirata
della
Tigre
della
Malesia
Quantunque
il
colpo
,
che
non
si
aspettavano
di
certo
,
fosse
stato
terribile
,
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
non
avevano
tardato
a
riprendere
il
loro
sangue
freddo
.
Erano
uomini
troppo
bene
temprati
,
per
rimanere
molto
a
lungo
sotto
l
'
impressione
d
'
un
disastro
,
per
quanto
grave
fosse
.
Dopo
aver
avvertito
Surama
di
quanto
era
accaduto
e
di
averla
tranquillizzata
,
radunarono
fuori
della
pagoda
tutti
i
loro
uomini
per
concentrarsi
sul
da
farsi
.
Da
quel
consiglio
non
scaturì
che
una
sola
idea
,
condivisa
da
tutti
.
Salvare
più
presto
che
fosse
possibile
Yanez
,
prima
di
tentare
il
cozzo
supremo
che
doveva
travolgere
il
rajah
e
privarlo
della
corona
.
Disgraziatamente
un
gravissimo
pericolo
li
minacciava
,
pericolo
che
non
erano
ben
certi
di
evitare
.
Bindar
,
dopo
aver
annunciata
la
cattura
del
portoghese
,
aveva
pure
recato
la
notizia
che
il
loro
rifugio
era
stato
scoperto
e
che
le
truppe
del
rajah
si
preparavano
a
circondare
la
jungla
.
Era
quindi
necessario
,
innanzi
a
tutto
,
sfuggire
a
quel
pericoloso
accerchiamento
.
Perciò
appena
terminato
il
consiglio
,
Sandokan
,
dopo
d
'
aver
lanciato
una
diecina
d
'
uomini
in
tutte
le
direzioni
,
onde
non
farsi
sorprendere
,
richiamò
Bindar
che
stava
rifocillandosi
entro
la
pagoda
:
-
Hai
veduto
tu
,
coi
tuoi
propri
occhi
,
le
truppe
del
rajah
avanzarsi
verso
la
jungla
?
-
Ho
scorti
tre
grossi
poluar
,
carichi
di
seikki
e
di
guerrieri
assamesi
,
gettare
le
ancore
nella
palude
dei
coccodrilli
e
due
bangle
pure
montate
da
soldati
,
risalire
il
fiume
coll
'
evidente
intenzione
di
sbarcare
più
a
oriente
.
-
Quanti
uomini
supponi
che
vi
fossero
a
bordo
di
quei
cinque
velieri
?
-
Non
meno
di
duecento
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Hai
veduto
artiglieria
a
bordo
?
-
I
poluar
avevano
un
pezzo
ciascuno
;
le
bangle
solamente
delle
spingarde
.
-
Sei
tu
proprio
sicuro
che
quegli
uomini
mirino
ad
impadronirsi
di
noi
,
oppure
che
si
tratti
di
qualche
spedizione
diretta
contro
qualche
tribù
ribelle
?
-
Non
vi
sono
abitanti
da
queste
parti
,
sahib
,
per
un
tratto
immenso
.
Qui
le
jungle
e
gli
stagni
si
seguono
per
parecchie
dozzine
di
miglia
e
non
vi
è
che
un
solo
villaggio
,
quello
di
Aurang
,
ed
è
troppo
piccolo
per
ribellarsi
all
'
autorità
del
rajah
,
o
per
rifiutarsi
di
pagare
le
tasse
.
No
,
sahib
,
quei
guerrieri
hanno
intenzione
di
muovere
verso
di
noi
.
-
Dove
si
trova
quel
villaggio
?
-
A
oriente
della
jungla
.
-
Si
potrebbero
trovare
colà
degli
elefanti
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Il
capo
ha
un
piccolo
parco
dove
nutre
una
mezza
dozzina
di
quegli
animali
.
-
Pagandoglieli
bene
ce
li
venderebbe
?
-
Certo
,
sahib
.
Non
li
fa
ammaestrare
per
puro
capriccio
.
-
Potresti
tu
raggiungere
quel
villaggio
?
-
Una
quindicina
di
miglia
non
mi
fanno
paura
.
-
Che
cosa
vuoi
farne
tu
di
quelle
bestie
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
,
che
assisteva
al
colloquio
insieme
a
Surama
e
a
Kammamuri
.
-
Tu
sai
che
ho
sempre
delle
strane
idee
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
.
-
E
sempre
di
esito
sicuro
,
-
aggiunse
il
maharatto
.
-
Io
ho
bisogno
di
almeno
quattro
elefanti
,
-
riprese
Sandokan
rivolgendosi
a
Bindar
.
-
Hai
riscosso
le
rupie
?
-
Sì
,
sahib
.
-
Credi
tu
che
gli
uomini
che
hanno
risalito
il
fiume
,
abbiano
già
circondata
la
jungla
verso
oriente
?
-
È
impossibile
:
da
quel
lato
è
molto
vasta
e
anche
se
fossero
già
sbarcati
,
sarei
più
che
certo
di
passare
attraverso
alle
loro
sentinelle
senza
correre
il
pericolo
di
venire
scorto
e
fucilato
.
-
Amico
,
tu
tieni
nelle
tue
mani
la
sorte
di
tutti
,
-
disse
Sandokan
con
voce
grave
.
-
Parti
subito
,
additaci
la
via
che
noi
dovremo
tenere
per
giungere
al
villaggio
,
acquista
gli
elefanti
e
non
preoccuparti
per
noi
.
Questa
sera
noi
leveremo
il
campo
e
attraverseremo
la
jungla
a
dispetto
dei
seikki
e
dei
guerrieri
assamesi
.
Ah
!
mi
scordavo
una
cosa
importantissima
.
Tu
sai
dove
rivedere
Kubang
?
-
Sì
,
nella
casa
del
chitmudgar
,
che
il
rajah
aveva
messo
a
disposizione
del
sahib
bianco
.
-
Mi
basta
.
-
Sandokan
,
-
disse
Surama
che
aveva
ancora
i
lucciconi
agli
occhi
,
-
che
cosa
vuoi
fare
?
Non
abbandonerai
il
mio
fidanzato
è
vero
?
-
Un
lampo
terribile
avvampò
negli
occhi
del
formidabile
uomo
.
-
Fossi
sicuro
di
perdere
ambe
le
braccia
,
ti
giuro
,
Surama
,
che
Yanez
,
l
'
uomo
che
io
amo
più
che
se
fosse
mio
fratello
,
sarà
libero
,
e
che
vendicherò
anche
i
miei
uomini
caduti
sotto
le
zampe
dell
'
elefante
-
carnefice
.
Quando
saremo
sfuggiti
all
'
accerchiamento
,
il
rajah
ed
il
greco
avranno
da
fare
i
conti
con
me
.
-
E
perché
vuoi
quegli
elefanti
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Desidero
,
prima
di
ridiscendere
verso
Gauhati
,
vedere
le
montagne
dove
nacque
Surama
.
E
poi
mi
occorre
della
forza
in
mano
,
ed
una
forza
terribile
da
scaraventare
addosso
a
quei
due
miserabili
.
I
seikki
li
tengo
in
mano
e
quando
vorrò
,
il
demjadar
s
'
incaricherà
di
metterli
a
mia
disposizione
;
ma
quelli
non
bastano
per
spazzare
via
un
trono
.
Che
io
possa
avere
cinque
o
seicento
montanari
e
vedrai
come
prenderemo
d
'
assalto
la
città
e
come
l
'
Assam
intero
griderà
:
Viva
la
nostra
regina
!
Orsù
,
facciamo
i
nostri
preparativi
.
-
Ed
i
prigionieri
?
-
Verranno
con
noi
,
per
ora
.
-
Due
ore
prima
del
tramonto
,
come
già
era
stato
convenuto
,
i
dieci
uomini
mandati
in
esplorazione
,
fecero
ritorno
alla
pagoda
.
Recavano
tutti
notizie
poco
rassicuranti
.
Molti
uomini
erano
realmente
sbarcati
nello
stagno
dei
coccodrilli
,
e
si
erano
accampati
sul
margine
della
jungla
.
-
Bindar
non
si
è
ingannato
,
-
disse
Sandokan
.
-
È
proprio
contro
di
noi
che
si
preparano
ad
operare
.
Ebbene
prenderanno
d
'
assalto
la
pagoda
vuota
.
-
I
malesi
ed
i
dayachi
si
caricarono
dei
loro
fardelli
,
contenenti
tappeti
,
tende
,
coperte
,
munizioni
ed
un
po
'
di
viveri
e
si
misero
in
marcia
su
una
doppia
fila
,
tenendo
nel
mezzo
i
prigioneri
e
Surama
.
Tremal
-
Naik
e
la
Tigre
della
Malesia
,
con
sei
uomini
scelti
fra
i
migliori
tiratori
,
aprivano
la
marcia
,
mentre
Kammamuri
e
Sambigliong
con
altri
quattro
,
pure
scelti
,
la
chiudevano
per
coprire
la
colonna
alle
spalle
.
Le
tenebre
calavano
rapide
e
le
grida
dei
numerosi
volatili
,
appollaiati
sulle
cime
degli
altissimi
bambù
,
a
poco
a
poco
si
spegnevano
,
mentre
invece
in
lontananza
cominciavano
a
farsi
udire
le
lugubri
urla
dei
cani
selvaggi
.
Di
passo
in
passo
che
la
piccola
colonna
si
allontanava
dalla
pagoda
,
la
via
diventava
sempre
più
difficile
,
poiché
in
quella
direzione
non
esistevano
sentieri
.
Gigantesche
macchie
di
bambù
,
di
quando
in
quando
,
sbarravano
il
passo
,
obbligando
gli
uomini
dell
'
avanguardia
a
lavorare
colle
scimitarre
per
aprirsi
un
varco
.
Fortunatamente
di
tratto
in
tratto
s
'
incontravano
delle
radure
abbastanza
vaste
;
ma
anche
là
i
fuggiaschi
si
vedevano
costretti
ad
avanzare
con
infinite
precauzioni
,
perché
il
suolo
era
tutto
irto
di
quelle
erbe
taglienti
e
rigide
come
sciabole
,
chiamate
kalam
,
che
hanno
le
punte
così
acute
,
da
traforare
le
suole
delle
scarpe
.
La
marcia
,
in
conseguenza
di
quegli
ostacoli
,
diventava
lentissima
,
mentre
Sandokan
avrebbe
desiderato
che
fosse
stata
velocissima
,
temendo
,
e
non
a
torto
,
che
anche
le
truppe
,
sbarcate
nella
palude
dei
coccodrilli
,
approfittassero
delle
tenebre
per
avanzarsi
nella
jungla
,
colla
speranza
di
sorprendere
gli
abitatori
della
pagoda
ancora
addormentati
.
Dopo
un
'
ora
la
colonna
aveva
appena
percorse
due
miglia
,
ed
il
margine
orientale
della
jungla
era
ancora
lontanissimo
.
-
Eppure
bisogna
raggiungerlo
prima
che
spunti
l
'
alba
,
-
disse
Sandokan
a
Tremal
-
Naik
,
-
se
vorremo
passare
inosservati
.
Gli
indiani
che
hanno
risalito
il
fiume
possono
essere
già
sbarcati
ed
essere
in
agguato
.
La
nostra
salvezza
sta
nella
nostra
rapidità
e
negli
elefanti
,
se
Bindar
riuscirà
a
procurarceli
.
Con
quegli
animali
ci
lasceremo
indietro
seikki
e
assamesi
.
-
Di
quando
in
quando
qualche
animale
,
disturbato
dal
rumore
prodotto
dalle
scimitarre
e
dal
cadere
delle
gigantesche
canne
,
balzava
fuori
dai
cespugli
vicini
e
fuggiva
a
precipizio
.
Non
erano
però
sempre
dei
nilgò
o
degli
axis
,
gli
eleganti
cervi
delle
jungle
indiane
,
che
scappavano
davanti
alla
colonna
:
qualche
volta
era
una
pantera
che
mostrava
qualche
velleità
di
resistenza
,
ma
che
si
decideva
,
dinanzi
al
lampeggiare
delle
scimitarre
dell
'
avanguardia
,
a
battere
in
ritirata
,
pur
ringhiando
e
brontolando
.
Altre
tre
miglia
erano
state
guadagnate
ed
in
lontananza
cominciava
a
delinearsi
qualche
albero
,
quando
una
detonazione
debole
,
si
propagò
attraverso
i
bambù
della
jungla
.
-
La
detonazione
viene
da
oriente
,
è
vero
,
Tremal
-
Naik
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Sì
,
-
rispose
il
bengalese
che
ascoltava
attentamente
.
-
Allora
vuol
dire
che
gli
indiani
hanno
raggiunto
il
margine
della
jungla
.
-
Un
altro
sparo
,
un
po
'
più
distinto
però
,
si
udì
in
quel
momento
e
non
già
verso
oriente
,
bensì
verso
occidente
.
-
Le
due
colonne
si
corrispondono
,
-
riprese
Sandokan
,
la
cui
fronte
si
era
rabbuiata
.
-
Quella
che
viene
dalla
palude
dei
coccodrilli
,
ci
è
ben
più
vicina
dell
'
altra
.
-
Abbiamo
però
un
vantaggio
di
tre
o
quattro
miglia
per
lo
meno
,
-
disse
Kammamuri
.
-
Che
perderemo
se
riescono
a
trovare
la
nostra
pista
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Mentre
noi
saremo
costretti
ad
aprirci
la
via
,
loro
invece
seguiranno
quella
che
ci
lasciamo
alle
spalle
.
Affrettiamoci
!
-
L
'
avanguardia
fu
accresciuta
di
altri
quattro
uomini
:
due
armati
di
bastoni
,
fiancheggiavano
l
'
avanguardia
tirando
furiose
legnate
a
destra
ed
a
manca
,
per
far
fuggire
i
serpenti
,
i
quali
preferiscono
abitare
le
macchie
più
fitte
per
meglio
sorprendere
le
prede
.
Già
tutte
le
jungle
indiane
,
sia
del
settentrione
,
del
centro
che
del
mezzodì
,
sono
infestate
di
serpenti
del
minuto
,
che
in
meno
di
quaranta
secondi
fulminano
l
'
uomo
più
robusto
;
di
gulabi
,
chiamati
anche
serpenti
rosa
;
di
cobra
-
capello
,
i
più
terribili
della
specie
,
e
di
cobra
manilla
,
lunghi
appena
un
piede
,
di
colore
azzurro
e
sottilissimi
e
pure
pericolosi
,
e
di
colossali
rubdira
mandali
,
che
raggiungono
talvolta
la
lunghezza
di
dieci
e
perfino
undici
metri
,
e
di
pitoni
che
posseggono
una
forza
così
prodigiosa
da
stritolare
,
fra
le
loro
possenti
spire
,
i
formidabili
bufali
e
perfino
le
ferocissime
tigri
.
A
mezzanotte
Sandokan
concesse
un
po
'
di
riposo
ai
suoi
uomini
,
sia
per
riguardo
a
Surama
che
doveva
essere
stanchissima
,
quanto
per
mandare
Kammamuri
con
due
dayachi
a
fare
una
rapida
esplorazione
alle
spalle
della
colonna
.
Quella
corsa
,
eseguita
dal
maharatto
con
velocità
straordinaria
,
non
diede
però
alcun
risultato
apprezzabile
.
I
guerrieri
sbarcati
nella
baia
dei
coccodrilli
dovevano
essere
ancora
lontani
.
Una
detonazione
che
rimbombò
verso
oriente
,
più
chiara
della
prima
,
decise
Sandokan
a
levare
frettolosamente
il
campo
.
Una
seconda
rispose
,
dopo
qualche
minuto
,
in
direzione
opposta
.
-
Ci
stringono
,
-
disse
Sandokan
a
Tremal
-
Naik
.
-
Se
deviassimo
verso
il
nord
?
-
Ed
il
villaggio
dove
Bindar
ci
aspetta
cogli
elefanti
?
-
chiese
il
bengalese
.
-
Lo
ritroveremo
più
tardi
.
Quello
che
ora
preme
di
più
è
di
non
lasciarci
rinchiudere
in
un
cerchio
di
ferro
e
di
fuoco
.
-
Proviamo
,
-
concluse
il
bengalese
.
-
Riformarono
la
colonna
e
dopo
d
'
aver
percorso
il
tratto
di
sentiero
aperto
dall
'
avanguardia
,
piegarono
decisamente
verso
il
settentrione
.
L
'
idea
di
Sandokan
fu
ottima
,
poiché
dopo
che
ebbero
percorso
altri
cinque
o
seicento
metri
,
la
jungla
pur
rimanendo
sempre
tale
,
e
conservando
le
sue
inestricabili
macchie
,
cominciò
a
diradarsi
.
La
colonna
incontrava
con
maggior
frequenza
degli
spazi
liberi
,
dove
non
vi
erano
che
delle
erbe
che
non
avevano
la
rigidezza
dei
kalam
e
dove
poteva
avanzare
con
maggior
rapidità
,
però
aumentava
il
pericolo
da
parte
degli
abitatori
della
jungla
.
Se
cervi
e
caprioli
scappavano
,
di
tratto
in
tratto
qualche
gigantesco
bufalo
o
qualche
rinoceronte
,
si
precipitava
all
'
impazzata
addosso
all
'
avanguardia
e
non
voltava
il
dorso
se
non
dopo
d
'
aver
ricevuto
una
mezza
dozzina
di
palle
di
pistola
nel
corpo
.
Alle
due
del
mattino
Sandokan
fece
fare
un
secondo
alt
.
Era
inquieto
,
e
prima
di
piegare
verso
oriente
,
non
volendo
discostarsi
troppo
dalla
linea
,
sulla
quale
doveva
incontrare
il
villaggio
,
voleva
avere
almeno
qualche
notizia
delle
due
bande
indiane
,
per
sapersi
regolare
sul
cammino
che
doveva
tenere
.
Avendo
scoperto
un
fico
baniano
,
che
da
solo
formava
una
piccola
foresta
e
la
cui
cupola
immensa
era
sorretta
da
parecchie
centinaia
di
tronchi
,
come
il
famoso
ficus
chiamato
dagli
indiani
cobir
-
bor
,
che
è
celebre
nel
Guzerate
,
fece
nascondere
là
in
mezzo
la
sua
colonna
,
poi
chiamati
due
uomini
e
Tremal
-
Naik
,
partì
alla
scoperta
,
dopo
aver
raccomandato
agli
accampati
il
più
assoluto
silenzio
.
-
Rifacciamo
la
via
percorsa
,
-
disse
al
bengalese
.
-
Noi
non
dobbiamo
procedere
così
alla
cieca
senza
prima
sapere
se
i
nostri
nemici
ci
sono
alle
calcagna
o
se
ci
preparano
qualche
nuovo
agguato
.
-
Si
erano
messi
in
corsa
,
seguendo
la
medesima
via
tenuta
da
prima
,
segnata
da
bambù
abbattuti
e
da
kalam
decapitati
.
Un
silenzio
profondo
regnava
sulla
jungla
.
Non
si
udivano
né
urla
di
bighama
,
né
ululati
di
sciacalli
:
quello
non
era
un
indizio
rassicurante
.
Se
estranei
non
avessero
percorso
le
macchie
,
quegli
eterni
cacciatori
non
sarebbero
stati
zitti
.
Se
tacevano
,
ciò
voleva
dire
che
erano
spaventati
.
Bastarono
venti
minuti
,
a
quegli
infaticabili
corridori
,
per
giungere
al
sentiero
che
avevano
aperto
prima
di
cambiare
direzione
.
Sandokan
,
non
udendo
alcun
rumore
e
non
parendogli
di
scorgere
nessun
nemico
,
stava
per
spingere
una
breve
esplorazione
anche
su
quello
,
quando
Tremal
-
Naik
,
che
gli
stava
presso
,
gli
posò
energicamente
una
mano
sulle
spalle
,
spingendolo
poi
quasi
con
violenza
verso
un
gruppo
di
banani
selvatici
,
i
quali
stendevano
in
tutte
le
direzioni
le
loro
gigantesche
foglie
.
Erano
trascorsi
appena
due
minuti
,
quando
udirono
distintamente
i
bambù
ad
agitarsi
e
scricchiolare
,
poi
quattro
uomini
,
armati
di
fucili
,
sbucarono
nella
piccola
radura
che
s
'
apriva
fra
le
gigantesche
canne
ed
il
gruppo
di
banani
.
Erano
non
già
seikki
,
bensì
scikari
,
ossia
battitori
delle
jungle
,
persone
abilissime
,
anzi
impareggiabili
nel
seguire
le
piste
,
sia
degli
uomini
come
delle
belve
feroci
.
Si
erano
subito
arrestati
esaminando
attentamente
il
terreno
e
rimovendo
le
erbe
che
lo
coprivano
.
-
Hanno
cambiato
direzione
,
Moko
-
disse
uno
di
quegli
scikari
.
-
Non
marciano
più
verso
oriente
.
-
Lo
vedo
,
-
rispose
colui
che
doveva
chiamarsi
Moko
.
-
Devono
essersi
accorti
che
noi
marciamo
sulle
loro
tracce
e
filano
verso
il
settentrione
.
-
Allora
sfuggiranno
all
'
accerchiamento
.
-
E
perché
?
-
Non
abbiamo
truppe
in
quella
direzione
.
Uno
di
noi
raggiunga
i
seikki
che
ci
seguono
,
e
noi
continuiamo
a
camminare
sulla
pista
.
-
Mentre
uno
partiva
di
corsa
rifacendo
la
via
,
gli
altri
tre
si
erano
rimessi
in
cammino
,
curvandosi
di
quando
in
quando
al
suolo
,
per
non
perdere
di
vista
le
piste
della
colonna
fuggente
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
attesero
che
si
fossero
allontanati
,
poi
,
a
loro
volta
,
si
misero
in
cammino
,
girando
la
macchia
di
banani
dal
lato
opposto
.
-
Dobbiamo
gareggiare
di
velocità
e
sorpassarli
,
-
disse
la
Tigre
della
Malesia
.
-
E
se
tendessimo
invece
un
agguato
a
quegli
scikari
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Un
colpo
di
carabina
in
questo
momento
tradirebbe
la
nostra
presenza
.
Penseremo
più
tardi
a
sbarazzarci
di
loro
.
Corriamo
,
amici
!
-
Tremal
-
Naik
,
che
aveva
trascorsa
la
sua
gioventù
fra
le
grandi
jungle
delle
Sunderbunds
,
possedeva
un
'
orientazione
naturale
,
cosa
comune
a
molti
popoli
dell
'
oriente
,
quindi
era
più
che
sicuro
di
condurre
i
suoi
compagni
là
dove
la
colonna
si
era
accampata
.
Per
timore
però
d
'
incontrare
nuovamente
gli
scikari
sui
suoi
passi
,
deviò
verso
ponente
,
descrivendo
un
lungo
giro
.
Quella
corsa
rapidissima
,
poiché
tutti
avevano
ancora
le
gambe
solide
,
quantunque
il
malese
e
l
'
indiano
non
fossero
più
giovani
,
durò
una
ventina
di
minuti
.
-
Pronti
a
ripartire
senza
indugio
,
-
comandò
Sandokan
ai
suoi
uomini
,
quando
ebbe
raggiunto
l
'
accampamento
.
-
Ci
seguono
?
-
chiese
Surama
.
-
Hanno
scoperto
le
nostre
tracce
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Non
inquietarti
però
,
fanciulla
.
Noi
sfuggiremo
all
'
accerchiamento
,
dovessimo
sfondare
qualche
linea
.
-
La
colonna
si
riformò
,
mettendo
i
prigionieri
nel
mezzo
e
partì
a
passo
accelerato
.
Sandokan
aveva
raddoppiato
gli
uomini
della
retroguardia
,
temendo
da
un
istante
all
'
altro
un
attacco
da
parte
degli
scikari
.
Aveva
però
raccomandato
a
Kammamuri
,
che
la
comandava
,
di
respingerli
colle
armi
bianche
non
volendo
segnalare
,
con
spari
,
la
sua
direzione
al
grosso
degli
assamesi
.
La
jungla
continuava
a
diradarsi
e
tendeva
a
cambiare
.
Alle
macchie
intricate
e
difficili
ad
attraversarsi
,
si
succedevano
,
di
quando
in
quando
,
gruppi
d
'
alberi
,
per
lo
più
palmizi
tara
,
circondati
però
da
cespugli
foltissimi
,
che
avevano
delle
estensioni
straordinarie
,
ottimi
rifugi
in
caso
di
pericolo
.
La
marcia
diventava
sempre
più
precipitosa
.
Tutti
sentivano
per
istinto
che
solo
dalla
velocità
delle
gambe
,
dipendeva
la
loro
salvezza
e
che
stavano
per
giuocare
una
partita
estremamente
pericolosa
,
anzi
la
corona
di
Surama
.
Che
cosa
sarebbe
avvenuto
se
le
truppe
del
rajah
li
avessero
schiacciati
nella
jungla
?
Chi
avrebbe
salvato
Yanez
?
La
catastrofe
sarebbe
stata
completa
e
avrebbe
segnata
la
fine
assoluta
delle
ultime
e
formidabili
tigri
della
gloriosa
Mompracem
.
Alle
tre
del
mattino
Kammamuri
,
che
era
rimasto
sempre
colla
retroguardia
,
ad
una
notevole
distanza
,
raggiunse
Sandokan
.
-
Padrone
,
-
disse
con
voce
affannosa
per
la
lunga
corsa
,
-
gli
scikari
ci
hanno
raggiunti
.
-
Quanti
sono
?
-
Sei
o
sette
.
-
Sono
dunque
aumentati
di
numero
?
-
Sembra
,
Tigre
della
Malesia
.
Che
cosa
devo
fare
?
-
Tendere
a
loro
un
agguato
e
distruggerli
.
-
E
se
fanno
fuoco
?
-
Farai
il
possibile
di
sorprenderli
e
d
'
ucciderli
prima
che
pongano
mano
alle
carabine
.
-
Kammamuri
ripartì
a
corsa
sfrenata
,
mentre
la
colonna
continuava
la
ritirata
fra
le
macchie
e
gli
alberi
.
Altri
dieci
minuti
trascorsero
,
minuti
lunghi
come
ore
per
Sandokan
e
per
Tremal
-
Naik
,
poi
delle
grida
orribili
ed
un
cozzar
d
'
armi
ruppero
il
silenzio
,
che
regnava
sulla
tenebrosa
jungla
,
seguìto
qualche
istante
dopo
da
un
colpo
d
'
arma
da
fuoco
.
-
Maledizione
!
-
esclamò
Sandokan
,
fermandosi
.
-
Questo
sparo
non
ci
voleva
.
-
E
nemmeno
questi
,
-
aggiunse
Tremal
-
Naik
.
A
quella
detonazione
isolata
aveva
tenuta
dietro
una
scarica
di
carabine
fortissima
.
Dovevano
essere
stati
i
seikki
e
gli
assamesi
a
far
fuoco
.
-
Sono
ancora
lontani
!
-
esclamò
Sandokan
,
il
cui
viso
si
era
subito
rasserenato
.
-
Un
miglio
almeno
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Aspettiamo
Kammamuri
.
-
Non
attesero
molto
.
Il
maharatto
giungeva
di
corsa
seguìto
dalla
retroguardia
.
-
Distrutti
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Tutti
,
padrone
-
rispose
Kammamuri
.
-
Disgraziatamente
non
abbiamo
potuto
impedire
a
uno
degli
scikari
di
scaricare
la
sua
carabina
.
-
Ha
ucciso
nessuno
dei
nostri
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Ho
avuto
il
tempo
di
fargli
deviare
la
canna
del
fucile
.
-
Tu
vali
una
tigre
di
Mompracem
,
-
disse
Sandokan
.
-
Riprendiamo
la
corsa
.
Abbiamo
qualche
miglio
di
vantaggio
e
potremo
forse
aumentarlo
.
-
O
perderlo
,
-
disse
in
quel
momento
Sambigliong
.
-
Perché
?
-
chiese
Sandokan
.
-
I
kalam
ricominciano
al
di
là
di
queste
macchie
e
ci
faranno
nuovamente
tribolare
,
padrone
.
-
Sono
secche
quelle
erbe
?
-
Bruciate
dal
sole
.
-
Benissimo
,
avremo
,
in
caso
disperato
,
una
riserva
preziosa
.
-
In
quale
modo
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
Invece
di
rispondere
Sandokan
si
bagnò
l
'
estremità
del
dito
pollice
e
l
'
alzò
come
fanno
i
marinai
,
per
indovinare
la
direzione
del
vento
.
-
Soffia
da
settentrione
la
brezza
,
-
disse
poi
.
-
Allo
spuntare
del
sole
sarà
più
viva
.
Dio
,
Maometto
,
Brahma
,
Siva
e
Visnù
,
tutti
uniti
,
ci
proteggono
.
Dateci
la
caccia
ora
,
miei
cari
seikki
!
Amici
,
avanti
,
io
rispondo
di
tutto
!
-
26
.
Fra
il
fuoco
ed
il
piombo
Che
cosa
aveva
scoperto
?
Lui
solo
lo
sapeva
e
se
un
tale
uomo
aveva
pronunciate
quelle
parole
,
voleva
dire
che
era
certo
della
riuscita
del
suo
piano
.
Sambigliong
aveva
detto
il
vero
annunciando
la
presenza
dei
kalam
,
quelle
erbe
alte
e
durissime
,
rigide
come
lame
.
Infatti
appena
la
colonna
ebbe
attraversata
l
'
ultima
macchia
,
cadde
nel
bel
mezzo
d
'
una
vastissima
radura
,
tutta
irta
di
quei
pericolosi
vegetali
.
Non
mancavano
però
,
qua
e
là
,
gruppi
di
cespugli
che
avevano
delle
estensioni
non
comuni
.
L
'
avanguardia
fu
raddoppiata
e
riprese
la
faticosa
sua
manovra
,
sciabolando
le
erbe
per
aprire
il
passo
ai
compagni
,
che
correvano
il
pericolo
di
rovinarsi
le
gambe
ed
i
piedi
.
Ed
intanto
le
tenebre
cominciavano
a
dileguarsi
.
Le
stelle
impallidivano
rapidamente
,
ad
oriente
la
luce
cominciava
a
fare
la
sua
comparsa
dilagando
pel
cielo
,
la
jungla
continuava
ad
estendersi
come
se
non
dovesse
finire
mai
.
Sandokan
si
manteneva
nondimeno
sempre
tranquillo
.
I
suoi
sguardi
erano
fissi
su
una
massa
ancora
oscura
che
giganteggiava
al
di
là
della
pianura
dei
kalam
e
che
sembrava
una
foresta
od
una
gigantesca
macchia
di
altissimi
bambù
.
Certamente
era
quella
che
desiderava
raggiungere
,
prima
di
decidersi
a
mettere
in
effetto
il
suo
piano
.
Si
era
messo
dietro
all
'
avanguardia
e
stimolava
i
falciatori
a
far
presto
,
temendo
che
la
sua
truppa
potesse
venire
raggiunta
prima
di
arrivare
a
quel
rifugio
,
che
aveva
già
indovinato
e
dove
sperava
di
poter
opporre
un
'
accanita
resistenza
,
anche
se
fosse
stato
assalito
alle
spalle
.
La
pianura
dei
kalam
fu
finalmente
attraversata
,
nel
momento
in
cui
il
sole
sorgeva
,
fiammeggiante
,
sull
'
orizzonte
.
Tutti
erano
sfiniti
,
specialmente
Surama
che
aveva
tenuto
testa
a
quei
poderosi
camminatori
delle
foreste
del
Borneo
.
Erano
giunti
sul
margine
d
'
un
piccolo
bosco
,
formato
quasi
esclusivamente
di
banani
selvatici
e
di
giacchieri
,
che
reggevano
delle
frutta
colossali
.
Sandokan
fece
ricoverare
la
sua
truppa
sotto
quelle
foglie
superbe
,
poi
chiamato
Kammamuri
gli
chiese
:
-
Abbiamo
delle
bottiglie
di
gin
fra
i
nostri
bagagli
?
-
Una
dozzina
.
-
Falle
deporre
dinanzi
a
me
,
poi
farai
raccogliere
quanta
legna
secca
si
potrà
trovare
.
Affrettati
,
poiché
i
seikki
e
gli
assamesi
,
non
devono
essere
lontani
.
-
Sì
,
padrone
.
-
Chiamò
alcuni
uomini
e
si
cacciò
nel
bosco
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
intanto
si
erano
spinti
innanzi
,
verso
i
kalam
,
sorvegliando
attentamente
la
radura
che
avevano
poco
prima
attraversata
.
S
'
aspettavano
da
un
momento
all
'
altro
di
veder
comparire
gli
assalitori
ed
erano
sicuri
di
non
ingannarsi
.
Un
fischio
di
Kammamuri
li
avvertì
che
gli
ordini
erano
stati
eseguiti
.
Non
vedendo
comparire
gli
avversari
,
si
ripiegarono
verso
il
bosco
,
dove
trovarono
pronti
una
trentina
di
fasci
di
legna
secca
,
disposti
in
semi
-
cerchio
davanti
al
campo
.
-
Preparatevi
ad
aprire
il
fuoco
,
-
disse
Sandokan
ai
suoi
malesi
ed
ai
suoi
dayachi
,
che
aspettavano
appoggiati
alle
loro
carabine
.
-
Sparate
a
colpo
sicuro
e
non
fate
spreco
di
munizioni
:
oggi
ne
abbiamo
più
bisogno
che
mai
.
Sei
uomini
attraversino
intanto
il
bosco
e
ci
guardino
le
spalle
.
Gli
uomini
che
sono
sbarcati
a
monte
del
fiume
,
possono
averci
chiusa
la
ritirata
verso
il
nord
.
Silenzio
e
lasciamo
avanzare
quelli
che
procedono
da
ponente
.
-
Si
erano
tutti
sdraiati
dietro
le
ultime
file
dei
kalam
,
tenendo
la
carabina
a
fianco
.
Ad
un
tratto
una
parola
sfuggì
da
tutte
le
labbra
:
-
Eccoli
!
-
All
'
estremità
della
vasta
radura
,
in
piena
luce
,
poiché
il
sole
si
alzava
rapidamente
dietro
i
grandi
alberi
,
erano
comparsi
alcuni
uomini
,
che
portavano
sulla
testa
dei
turbanti
monumentali
,
ed
altri
ne
sbucavano
.
Erano
i
seikki
del
rajah
che
precedevano
gli
assamesi
,
e
che
si
avanzavano
su
due
colonne
,
pronti
a
slanciarsi
all
'
attacco
.
Sandokan
s
'
appressò
alle
bottiglie
,
le
spaccò
una
ad
una
lasciando
scorrere
il
liquido
sui
fastelli
di
legno
,
poi
acceso
un
ramo
resinoso
,
li
incendiò
tutti
.
Fiamme
livide
s
'
alzarono
tosto
,
comunicandosi
ai
kalam
,
semi
-
bruciati
dal
sole
.
Bastarono
pochi
secondi
perché
una
vera
cortina
di
fuoco
,
si
stendesse
dinanzi
al
margine
della
foresta
.
-
Ora
,
amici
!
-
gridò
il
formidabile
uomo
,
gettando
il
ramo
fiammeggiante
e
afferrando
la
carabina
-
salutate
i
montanari
dell
'
India
.
Sono
degni
avversari
delle
tigri
di
Mompracem
,
e
ne
hanno
il
diritto
.
-
I
seikki
,
che
si
erano
avanzati
rapidissimi
,
non
erano
che
a
quattrocento
metri
.
Una
scarica
nutrita
,
li
arrestò
di
colpo
,
facendone
cadere
parecchi
a
terra
.
I
montanari
indiani
,
quantunque
non
si
aspettassero
una
così
brutta
accoglienza
,
allargarono
le
loro
file
per
offrire
meno
presa
alle
palle
nemiche
,
ed
a
loro
volta
cominciarono
a
sparare
,
a
casaccio
però
,
poiché
le
fiamme
che
si
alzavano
altissime
ed
i
nuvoloni
di
fumo
misti
a
immensi
getti
di
scintille
,
coprivano
interamente
i
dayachi
ed
i
malesi
.
Questi
d
'
altronde
,
si
erano
così
bene
appiattati
in
mezzo
alle
piante
,
da
non
poter
essere
colpiti
.
Il
fuoco
dei
seikki
e
dei
soldati
assamesi
,
ebbe
una
durata
brevissima
,
poiché
l
'
incendio
si
dilatava
con
rapidità
prodigiosa
,
soffiando
una
forte
brezza
dal
settentrione
.
I
kalam
investiti
dalle
fiamme
si
contorcevano
,
scoppiettavano
e
sparivano
a
vista
d
'
occhio
.
Pareva
che
tutta
la
jungla
dovesse
venire
distrutta
dall
'
elemento
divoratore
.
I
seikki
,
dinanzi
a
quel
formidabile
nemico
che
li
minacciava
da
tutte
le
parti
,
e
contro
il
quale
nulla
potevano
,
avevano
cominciato
a
battere
rapidamente
in
ritirata
.
Nuvole
di
cenere
ardente
e
di
scintille
,
piovevano
già
su
di
loro
,
costringendoli
a
raddoppiare
la
corsa
.
Sandokan
,
appoggiato
al
tronco
d
'
un
tara
,
guardava
tranquillamente
l
'
incendio
ed
i
nemici
a
scappare
a
rotta
di
collo
.
-
Non
credevo
che
ti
fosse
nata
nel
tuo
fantasioso
cervello
una
così
splendida
idea
,
-
gli
disse
Tremal
-
Naik
,
che
gli
stava
presso
con
Surama
.
-
Tu
sei
sempre
la
terribile
ed
invincibile
Tigre
della
Malesia
.
-
Questo
incendio
non
si
spegnerà
,
se
non
quando
avrà
divorato
l
'
ultimo
bambù
di
questa
jungla
;
e
i
seikki
,
se
vorranno
salvarsi
,
saranno
costretti
a
riguadagnare
la
palude
dei
coccodrilli
.
-
E
gli
altri
,
li
hai
dimenticati
?
Possono
aver
già
compiuto
l
'
aggiramento
alle
nostre
spalle
.
-
Sfonderemo
le
loro
linee
.
-
Una
cosa
però
mi
cruccia
.
Dove
si
troverà
il
villaggio
?
Ci
siamo
gettati
molto
fuori
di
strada
.
-
Vedo
una
collina
a
tre
o
quattro
miglia
verso
il
settentrione
.
Di
lassù
potremo
benissimo
scorgerlo
e
raggiungerlo
.
-
Già
la
colonna
di
Sandokan
stava
per
raggiungere
gli
avamposti
mandati
ad
esplorare
i
margini
settentrionali
della
macchia
,
quando
si
vide
avanzarsi
Sambigliong
,
facendo
dei
larghi
gesti
come
per
raccomandare
il
più
assoluto
silenzio
.
-
Che
cosa
c
'
è
ancora
?
-
chiese
la
Tigre
della
Malesia
quando
il
vecchio
pirata
fu
vicino
.
-
C
'
è
padrone
,
che
noi
siamo
giunti
troppo
tardi
sui
margini
della
jungla
,
-
rispose
Sambigliong
.
-
Vuoi
dire
che
abbiano
dinanzi
a
noi
altri
nemici
.
-
Sì
,
e
non
mi
sembrano
pochi
.
-
Saccaroa
!
-
esclamò
Sandokan
con
ira
.
-
Sono
uccelli
questi
indiani
per
percorrere
in
così
breve
tempo
tali
distanze
?
Quei
guerrieri
devono
essere
quelli
sbarcati
a
monte
del
fiume
.
-
Certo
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Dove
sono
?
-
Imboscati
a
quattro
o
cinquecento
passi
da
noi
,
-
rispose
Sambigliong
.
-
Quando
sono
giunti
?
-
Pochi
minuti
fa
.
Correvano
come
gazzelle
,
attratti
senza
dubbio
dall
'
incendio
.
-
Vi
hanno
scorti
?
-
Sì
e
per
questo
si
sono
arrestati
.
-
Ebbene
li
attaccheremo
e
passeremo
attraverso
le
loro
file
,
-
disse
Sandokan
.
-
Formiamo
due
piccole
colonne
d
'
attacco
,
con
Surama
ed
i
prigionieri
in
coda
guardati
da
sei
uomini
.
Siete
pronti
?
-
Non
aspettiamo
che
il
vostro
segnale
,
-
rispose
Kammamuri
per
tutti
.
-
All
'
attacco
,
Tigrotti
della
Malesia
!
-
Dayachi
e
malesi
si
sparpagliarono
alla
bersagliera
e
si
spinsero
innanzi
attraverso
le
erbe
ed
i
cespugli
,
guidati
gli
uni
da
Tremal
-
Naik
e
da
Kammamuri
,
e
gli
altri
da
Sandokan
e
da
Sambigliong
.
La
fucileria
incominciò
intensissima
da
una
parte
e
anche
dall
'
altra
.
Gli
indiani
però
,
che
non
contavano
fra
di
loro
alcun
seikko
,
tiravano
come
coscritti
alle
prime
prove
del
bersaglio
,
mentre
gli
uomini
di
Sandokan
,
che
erano
tutti
meravigliosi
bersaglieri
,
di
rado
mancavano
ai
loro
colpi
.
Sandokan
che
non
voleva
esporre
troppo
i
suoi
uomini
al
fuoco
,
per
quanto
irregolarissimo
e
pessimo
,
spingeva
alacremente
l
'
attacco
,
desideroso
di
venire
all
'
arma
bianca
.
Si
era
gettato
a
bandoliera
la
carabina
ed
aveva
impugnata
la
sua
terribile
scimitarra
,
quell
'
arma
che
manovrata
dal
suo
formidabile
braccio
,
non
poteva
trovare
alcuna
difesa
.
Correva
dinanzi
ai
suoi
uomini
,
balzando
come
una
vera
tigre
a
destra
ed
a
sinistra
,
urlando
come
una
belva
feroce
:
-
Sotto
,
Tigrotti
di
Mompracem
!
All
'
attacco
!
-
I
dayachi
ed
i
malesi
,
che
non
erano
meno
agili
di
lui
,
piombarono
colle
scimitarre
in
pugno
addosso
alla
colonna
assamese
,
come
uno
stormo
di
avvoltoi
affamati
.
Sfondarla
e
fugare
i
nemici
a
gran
colpi
di
sciabola
,
fu
l
'
affare
di
pochi
secondi
.
Una
scarica
di
carabine
li
decise
a
sgombrare
completamente
la
fronte
d
'
attacco
ed
a
rifugiarsi
nella
jungla
.
-
Tutta
quella
gente
non
vale
un
seikko
,
-
disse
Sandokan
.
-
Se
il
rajah
conta
su
questi
guerrieri
è
perduto
.
-
Prima
che
possano
riunirsi
e
ritentare
l
'
attacco
,
raggiungiamo
la
collina
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Potrebbero
ritornare
alla
caccia
e
tormentare
la
nostra
marcia
verso
il
villaggio
.
-
E
poi
lassù
potremo
opporre
una
maggior
resistenza
,
-
aggiunse
Sambigliong
.
-
Voi
parlate
come
generali
prudenti
,
-
disse
Sandokan
,
sorridendo
.
-
Riprendiamo
la
nostra
corsa
amici
.
-
La
collina
non
distava
che
cinque
o
seicento
metri
e
sorgeva
perfettamente
isolata
.
Era
una
montagnola
che
spingeva
la
sua
vetta
a
sette
od
ottocento
piedi
,
e
coi
fianchi
coperti
da
una
lussureggiante
vegetazione
.
La
colonna
,
che
si
era
riformata
,
attraversò
a
passo
di
corsa
la
distanza
,
sparando
di
quando
in
quando
qualche
colpo
di
fucile
.
L
'
ascensione
fu
compita
in
meno
di
mezz
'
ora
,
non
ostante
gli
ostacoli
opposti
da
tutta
quella
massa
di
piante
e
senza
che
gli
assamesi
avessero
ritentato
l
'
attacco
.
Giunti
sulla
cima
,
Sandokan
fece
accampare
i
compagni
,
onde
accordare
a
loro
un
paio
d
'
ore
di
riposo
,
ben
meritato
d
'
altronde
,
dopo
una
così
lunga
corsa
attraverso
la
jungla
,
sempre
battagliando
;
poi
con
Tremal
-
Naik
e
Kammamuri
si
inerpicò
su
una
roccia
che
formava
il
culmine
della
collina
,
e
che
era
affatto
spoglia
di
qualsiasi
vegetazione
.
Di
lassù
lo
sguardo
poteva
dominare
un
immenso
spazio
,
estendendosi
tutto
intorno
la
pianura
.
L
'
incendio
continuava
ancora
nella
jungla
minacciando
di
estendersi
fino
sulle
rive
del
Brahmaputra
e
verso
la
palude
dei
coccodrilli
.
Era
un
vero
mare
di
fuoco
,
che
aveva
una
fronte
di
cinque
o
sei
miglia
e
che
tutto
divorava
sul
suo
passaggio
.
Enormi
colonne
di
fumo
nerissimo
e
getti
immensi
di
scintille
,
ondeggiavano
su
quell
'
immane
braciere
,
avvolgendo
già
la
foresta
che
si
estendeva
dietro
la
jungla
.
Perfino
la
vecchia
pagoda
di
Benar
era
crollata
,
e
non
era
rimasto
in
piedi
che
qualche
pezzo
di
muraglia
.
Sandokan
ed
i
suoi
compagni
volgendo
gli
sguardi
verso
levante
,
non
tardarono
a
scoprire
un
piccolo
villaggio
,
formato
da
una
minuscola
pagoda
e
da
qualche
centinaio
di
capanne
.
Si
trovava
molto
lontano
dall
'
incendio
e
fuori
da
qualsiasi
pericolo
,
perché
vaste
risaie
,
coi
canali
pieni
d
'
acqua
,
lo
circondavano
.
-
Non
può
essere
che
quello
,
-
disse
Sandokan
additandolo
ai
compagni
.
-
Non
ne
vedo
altri
in
nessuna
direzione
.
-
E
nemmeno
io
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Quanto
credi
che
disti
da
noi
?
-
Cinque
miglia
.
-
Una
semplice
corsa
.
-
Sì
,
se
gli
assamesi
ci
lasceranno
tranquilli
.
-
Li
vedi
?
-
Sono
sempre
nascosti
fra
i
kalam
.
-
Che
ci
spiino
?
-
Ne
sono
certo
.
Ci
proveremo
a
ingannarli
scendendo
l
'
altro
versante
della
collina
.
-
Si
lasciarono
scivolare
lungo
la
parete
rocciosa
,
che
aveva
già
una
notevole
pendenza
e
raggiunsero
i
loro
compagni
,
che
si
erano
accampati
fra
le
piante
.
-
Tutto
va
bene
,
almeno
per
ora
-
disse
Sandokan
a
Surama
.
-
Io
spero
di
poter
raggiungere
il
villaggio
in
un
paio
d
'
ore
,
tenuto
conto
delle
difficoltà
che
incontreremo
nella
foresta
.
Se
troveremo
gli
elefanti
,
faremo
correre
i
seikki
,
se
vorranno
darci
la
caccia
.
-
E
Yanez
?
-
chiese
la
giovane
con
angoscia
.
-
Come
ben
puoi
comprendere
,
pel
momento
,
nulla
possiamo
fare
per
lui
.
La
sua
liberazione
richiederà
un
certo
tempo
.
D
'
altronde
non
inquietarti
:
egli
non
corre
alcun
pericolo
,
perché
il
rajah
,
convinto
che
sia
un
inglese
,
non
oserà
torcergli
un
capello
.
Tutt
'
al
più
lo
farà
tradurre
alla
frontiera
bengalese
.
-
E
come
potremo
ritrovarlo
poi
?
-
Oh
!
Sarà
lui
che
muoverà
incontro
a
noi
,
quando
gli
giungerà
la
buona
notizia
che
le
Tigri
di
Mompracem
ed
i
tuoi
montanari
hanno
preso
d
'
assalto
la
capitale
del
tuo
futuro
regno
.
Ah
!
mi
dimenticavo
di
chiederti
una
preziosa
notizia
.
Il
Brahmaputra
attraversa
le
tue
montagne
?
-
Sì
.
-
Ha
delle
barche
quella
gente
?
-
Bangle
e
anche
dei
grossi
gonga
.
-
Non
speravo
tanto
,
-
disse
Sandokan
.
Si
sdraiò
poi
sotto
un
banano
selvatico
,
accese
la
sua
pipa
e
si
mise
a
fumare
con
studiata
lentezza
,
tenendo
gli
sguardi
fissi
sui
kalam
,
in
mezzo
ai
quali
dovevano
trovarsi
ancora
gli
assamesi
,
non
potendo
allontanarsi
in
causa
dell
'
incendio
,
che
sbarrava
a
loro
la
ritirata
verso
il
fiume
.
Gli
altri
lo
avevano
già
imitato
,
chi
fumando
e
chi
masticando
noci
d
'
areca
.
Era
trascorsa
un
'
ora
e
fors
'
anche
di
più
,
quando
Sandokan
vide
delle
ombre
umane
scivolare
fra
i
kalam
e
radunarsi
presso
una
doppia
fila
di
cespugli
,
che
s
'
allungavano
quasi
ininterrottamente
verso
la
base
dell
'
altura
.
-
In
piedi
amici
,
-
comandò
.
-
È
il
momento
di
sloggiare
.
-
Che
cosa
succede
ancora
?
-
chiese
Surama
.
-
I
tuoi
futuri
sudditi
si
preparano
a
snidarci
,
-
rispose
Sandokan
,
-
ed
io
non
ho
alcun
desiderio
di
aspettarli
quassù
.
Preparate
le
vostre
gambe
,
perché
si
tratta
di
fare
una
vera
corsa
.
Tenetevi
sempre
fra
le
piante
,
finché
avremo
raggiunto
il
versante
opposto
.
-
Strisciando
fra
i
sarmenti
ed
i
cespugli
e
tenendosi
al
riparo
dalle
larghe
foglie
dei
banani
,
la
piccola
colonna
girò
intorno
alla
roccia
e
raggiunse
,
inosservata
,
il
pendio
settentrionale
,
che
si
presentava
ingombro
di
superbe
mangifere
,
che
formavano
dei
gruppi
giganteschi
di
manghi
e
di
areca
dai
tronchi
contorti
,
legati
strettamente
fra
di
loro
da
un
numero
infinito
di
piante
parassite
,
che
avevano
raggiunto
delle
lunghezze
straordinarie
.
L
'
avanguardia
fu
costretta
a
riprendere
il
suo
faticoso
lavoro
,
per
praticare
un
passaggio
attraverso
a
quella
muraglia
di
verzura
,
che
non
presentava
alcuna
apertura
.
Sandokan
,
sempre
prudente
,
aveva
rinforzata
la
sua
retroguardia
,
non
potendo
venire
il
pericolo
che
dal
versante
opposto
.
Forse
in
quel
momento
gli
assamesi
avevano
già
attraversata
la
distanza
che
li
separava
dalla
collina
e
stavano
salendo
,
sicuri
di
sorprendere
i
fuggiaschi
ancora
accampati
.
Se
loro
salivano
in
fretta
,
anche
i
malesi
ed
i
dayachi
,
scendevano
non
meno
rapidamente
,
sfondando
rabbiosamente
quel
caos
di
piante
.
Gli
uomini
dell
'
avanguardia
,
si
cambiavano
di
cinque
in
cinque
minuti
,
onde
vi
fossero
sempre
alla
testa
lavoratori
freschi
.
La
fortuna
proteggeva
certamente
la
colonna
,
poiché
questa
poté
finalmente
raggiungere
la
foresta
,
che
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
avevano
scorta
dall
'
alto
della
roccia
,
e
senza
che
fosse
stato
sparato
un
colpo
di
fucile
,
né
da
una
parte
,
né
dall
'
altra
.
Contrariamente
a
quanto
avevano
dapprima
creduto
,
quella
foresta
era
poco
folta
,
essendo
composta
di
piante
di
tek
e
di
nagassi
,
ossia
di
alberi
del
ferro
,
vegetali
che
conservano
una
certa
distanza
e
che
non
permettono
,
ai
cespugli
che
nascono
sotto
le
loro
foglie
,
di
svilupparsi
troppo
.
La
marcia
poteva
quindi
ridiventare
rapidissima
come
nell
'
ultimo
tratto
della
jungla
.
Era
bensì
vero
che
anche
gli
assamesi
,
se
avevano
scoperta
la
pista
,
ciò
che
non
era
difficile
col
sentiero
aperto
dalle
scimitarre
,
potevano
a
loro
volta
spingere
l
'
inseguimento
;
ma
già
a
Sandokan
ormai
poco
importava
,
essendo
sicuro
che
Bindar
avrebbe
già
preparato
gli
elefanti
.
Già
non
distavano
dal
villaggio
che
un
mezzo
miglio
,
quando
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
,
udirono
a
echeggiare
alle
loro
spalle
alcuni
spari
,
seguìti
subito
da
una
nutrita
scarica
di
carabine
.
-
Ci
sono
già
addosso
!
-
esclamò
il
primo
arrestandosi
.
-
La
retroguardia
ha
risposto
con
un
fuoco
di
fila
-
aggiunse
il
secondo
.
-
Dieci
uomini
con
me
:
gli
altri
con
Kammamuri
continuino
la
via
.
Vi
raccomando
di
far
preparare
subito
gli
elefanti
.
-
Dieci
malesi
si
staccarono
dalla
colonna
e
seguirono
a
passo
di
corsa
i
due
capi
,
che
già
rifacevano
la
via
percorsa
,
armando
le
carabine
.
Dopo
trecento
passi
s
'
incontrarono
colla
retroguardia
,
che
era
condotta
da
Sambigliong
.
-
Siete
stati
attaccati
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Sì
,
da
un
piccolo
gruppo
di
esploratori
,
che
è
fuggito
a
rompicollo
alla
nostra
prima
scarica
.
-
Abbiamo
dei
feriti
?
-
Nessuno
,
Tigre
della
Malesia
.
-
Come
mai
quegli
uomini
ci
hanno
raggiunti
così
presto
?
-
Correvano
come
gazzelle
.
-
Sei
ben
sicuro
che
si
siano
dispersi
?
-
Li
abbiamo
inseguiti
per
due
o
trecento
metri
.
-
Affrettatevi
:
il
villaggio
non
è
che
a
due
passi
e
forse
troveremo
gli
elefanti
pronti
.
-
Radunò
i
due
piccoli
drappelli
e
tornò
indietro
sempre
di
corsa
,
temendo
che
il
grosso
degli
assalitori
,
si
trovasse
a
poca
distanza
.
Quando
raggiunse
la
colonna
,
questa
si
trovava
già
intorno
a
cinque
colossali
elefanti
,
montati
ognuno
da
un
cornac
e
forniti
della
cassa
destinata
a
contenere
gli
uomini
.
Bindar
era
con
loro
.
-
Ah
,
sahib
!
-
esclamò
il
bravo
ragazzo
.
-
Quante
inquietudini
ho
provato
per
te
,
vedendo
l
'
incendio
divorare
la
jungla
e
udendo
tante
scariche
!
Temevo
che
tu
fossi
stato
sopraffatto
ed
i
tuoi
guerrieri
distrutti
.
-
Siamo
gente
diversa
dagli
indiani
noi
,
-
si
limitò
di
rispondere
Sandokan
.
-
Vi
sono
altri
elefanti
nel
villaggio
?
-
Due
soli
ancora
.
-
Basteranno
questi
a
trasportare
tutta
la
mia
gente
?
-
Sì
,
sahib
.
-
Fece
salire
Surama
sul
primo
elefante
,
poi
diede
ordine
ai
suoi
uomini
di
occupare
gli
altri
e
di
tenersi
pronti
a
salutare
con
una
buona
scarica
gli
assalitori
,
nel
caso
che
si
mostrassero
sul
margine
della
foresta
.
Bindar
s
'
arrampicò
anche
lui
,
coll
'
agilità
d
'
una
scimmia
,
sul
primo
elefante
,
che
era
montato
,
oltre
che
dalla
futura
regina
,
da
Sandokan
,
da
Tremal
-
Naik
,
da
Kammamuri
e
da
tre
malesi
,
che
si
erano
accomodati
dietro
la
cassa
sull
'
enorme
dorso
del
bestione
.
-
Avanti
,
cornac
e
spingete
la
corsa
.
Venti
rupie
di
regalo
,
se
li
farete
galoppare
come
cavalli
spronati
a
sangue
,
-
gridò
Sandokan
.
Non
ci
voleva
di
più
per
incoraggiare
i
conduttori
,
che
forse
non
guadagnavano
tanto
in
un
anno
di
servizio
.
Mandarono
un
lungo
fischio
stridulo
impugnando
,
nel
medesimo
tempo
,
i
corti
arpioni
e
tosto
i
cinque
colossali
pachidermi
si
misero
in
marcia
con
passo
rapidissimo
,
con
quello
strano
dondolamento
che
dà
l
'
impressione
,
a
chi
li
monta
,
di
trovarsi
su
un
battello
scosso
ora
dal
rollio
ed
ora
dal
beccheggio
.
Bindar
,
che
come
abbiamo
detto
,
si
trovava
sull
'
elefante
montato
da
Sandokan
,
aveva
dato
ordine
ai
cornac
di
risalire
verso
il
sud
-
est
,
seguendo
la
lunga
e
stretta
frontiera
bengalese
,
che
si
frappone
come
un
cuscinetto
fra
il
Boutam
e
l
'
Assam
,
avvolgendo
quest
'
ultimo
stato
a
settentrione
ed
a
levante
,
in
modo
da
separarlo
dai
montanari
dell
'
Himalaya
e
dai
montanari
della
vicina
Birmania
.
Makum
,
l
'
antica
capitale
del
piccolo
principato
,
retto
dal
padre
di
Surama
,
ultima
cittadella
della
frontiera
assamese
,
doveva
essere
la
meta
della
loro
corsa
.
Appena
oltrepassate
le
risaie
,
che
si
estendevano
tutte
intorno
al
villaggio
per
uno
spazio
considerevole
,
i
cinque
elefanti
si
trovarono
in
mezzo
alle
eterne
jungle
,
che
seguono
,
per
centinaia
e
centinaia
di
miglia
,
la
riva
destra
del
Brahmaputra
,
spingendosi
quasi
ininterrottamente
fino
ai
primi
scaglioni
della
catena
del
Dapha
Bum
e
dell
'
Harungi
.
La
foresta
che
stavano
per
attraversare
,
non
era
così
fitta
come
quella
di
Benar
,
tuttavia
aveva
anche
questa
immense
distese
di
bambù
di
dimensioni
straordinarie
,
ottime
per
servire
d
'
agguato
a
uomini
ed
a
belve
,
infinite
distese
di
kalam
e
di
cespugli
;
però
non
mancavano
le
piante
d
'
alto
fusto
,
come
tara
,
pipal
,
palas
e
palmizi
splendidi
,
che
allargavano
smisuratamente
le
loro
foglie
dentellate
o
frangiate
.
Sandokan
che
s
'
aspettava
da
un
momento
all
'
altro
qualche
brutta
sorpresa
da
parte
degli
assamesi
,
i
quali
potevano
essersi
accorti
della
nuova
direzione
presa
dai
fuggiaschi
,
raccomandò
ai
suoi
uomini
di
non
deporre
le
carabine
e
di
sorvegliare
attentamente
le
macchie
.
Era
sicuro
di
non
passarla
liscia
,
quantunque
gli
elefanti
s
'
avanzassero
colla
velocità
di
cavalli
spinti
a
buon
galoppo
.
Più
innanzi
le
cose
si
sarebbero
certamente
cambiate
,
poiché
i
nemici
per
quanto
lesti
corridori
,
non
avrebbero
potuto
resistere
a
lungo
alla
corsa
indiavolata
degli
elefanti
,
ma
pel
momento
era
da
aspettarsi
qualche
brutto
giuoco
.
-
Tu
temi
qualche
altra
sorpresa
,
è
vero
?
-
gli
chiese
Tremal
-
Naik
,
senza
cessare
di
osservare
attentamente
le
folte
macchie
dei
bambù
,
che
gli
elefanti
costeggiavano
,
aprendosi
un
passaggio
a
gran
colpi
di
proboscide
,
quando
se
le
trovavano
dinanzi
.
-
Dubito
sempre
,
e
poi
mi
sembra
impossibile
che
quegli
uomini
abbiano
interrotto
così
bruscamente
l
'
inseguimento
.
Devono
averci
scorti
e
mi
aspetto
,
fra
queste
macchie
,
qualche
colpo
di
testa
.
-
In
quel
momento
,
con
sorpresa
di
tutti
,
gli
elefanti
,
che
fino
allora
avevano
continuato
ad
accelerare
la
corsa
,
la
rallentarono
bruscamente
.
-
Ehi
,
cornac
,
che
cos
'
ha
il
tuo
elefante
-
pilota
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
,
che
si
era
subito
accorto
.
-
Sente
la
vicinanza
di
qualche
tigre
forse
?
Noi
siamo
uomini
da
ammazzarne
anche
una
dozzina
.
-
Pessimo
terreno
,
signore
-
rispose
il
conduttore
crollando
il
capo
.
-
Vuoi
dire
?
-
Che
le
ultime
piogge
hanno
reso
il
terreno
eccessivamente
fangoso
e
che
le
zampe
dei
nostri
animali
affondano
fino
al
ginocchio
.
Non
mi
aspettavo
una
simile
sorpresa
.
-
Non
possiamo
deviare
?
-
Altrove
il
terreno
non
sarà
migliore
.
Vi
è
dell
'
argilla
sotto
questa
jungla
e
le
acque
stentano
a
filtrare
.
-
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
si
alzarono
guardando
il
terreno
.
Apparentemente
sembrava
asciutto
alla
superficie
,
ma
guardando
le
larghe
impronte
,
lasciate
dagli
elefanti
,
si
poteva
facilmente
comprendere
come
sotto
esistesse
una
riserva
d
'
acqua
,
poiché
quei
buchi
si
erano
subito
riempiti
d
'
un
liquido
fangoso
ed
a
quanto
sembrava
,
tenacissimo
.
-
Ehi
,
cornac
,
cerca
di
spingere
più
che
puoi
il
tuo
elefante
,
-
disse
Sandokan
.
-
Farò
il
possibile
,
signore
.
-
I
cinque
pachidermi
non
sembravano
troppo
contenti
di
aver
incontrato
quel
terreno
,
che
arrestava
il
loro
slancio
.
Barrivano
sordamente
,
agitavano
la
tromba
e
le
grandi
orecchie
e
scuotevano
le
loro
teste
massicce
,
manifestando
il
loro
mal
umore
.
Nondimeno
,
quantunque
affondassero
di
quando
in
quando
fino
al
ginocchio
e
provassero
talvolta
qualche
difficoltà
ad
estrarre
le
loro
zampacce
da
quel
fango
tenace
,
come
se
avessero
compreso
che
dalla
loro
velocità
dipendeva
la
salvezza
degli
uomini
che
li
montavano
,
facevano
sforzi
prodigiosi
,
per
non
rallentare
troppo
la
corsa
.
Disgraziatamente
,
di
passo
in
passo
che
s
'
avanzavano
,
il
terreno
diventava
sempre
meno
resistente
.
L
'
acqua
ed
il
fango
sprizzavano
da
tutte
le
parti
,
macchiando
le
rosse
gualdrappe
dei
pachidermi
.
Era
soprattutto
sotto
i
bambù
che
si
trovava
maggior
copia
di
materia
liquida
:
là
gli
elefanti
non
potevano
scorgere
dove
ponevano
i
piedi
;
avanzavano
a
passo
quasi
d
'
uomo
e
non
cessavano
di
barrire
,
segnalando
così
la
loro
presenza
,
mentre
Sandokan
avrebbe
desiderato
il
più
scrupoloso
silenzio
.
Una
buona
mezz
'
ora
era
trascorsa
,
da
che
avevano
lasciato
il
villaggio
,
quando
Bindar
,
che
si
teneva
dietro
al
cornac
del
primo
elefante
,
con
una
mano
stretta
sull
'
orlo
della
cassa
,
avendo
nell
'
altra
la
carabina
,
si
lasciò
sfuggire
una
esclamazione
.
Quasi
nell
'
istesso
momento
l
'
elefante
si
fermava
,
alzando
rapidamente
la
tromba
e
fiutando
l
'
aria
a
diverse
altezze
.
-
Che
cos
'
hai
,
Bindar
?
-
chiese
subito
Sandokan
,
alzandosi
precipitosamente
.
-
Ho
veduto
dei
bambù
ad
agitarsi
,
-
rispose
l
'
indiano
.
-
Dove
?
-
Sulla
nostra
sinistra
.
-
Che
vi
sia
qualche
tigre
?
Mi
pare
che
l
'
elefante
sia
inquieto
.
-
Una
bâgh
non
spaventerebbe
questi
cinque
colossi
,
che
marciano
uno
addosso
all
'
altro
.
Deve
aver
fiutato
qualche
cosa
d
'
altro
.
-
Fermo
,
cornac
!
-
L
'
elefante
non
avanza
più
,
-
rispose
il
conduttore
.
-
Preparate
le
armi
!
-
continuò
Sandokan
,
alzando
la
voce
.
Malesi
e
dayachi
si
erano
alzati
come
un
solo
uomo
,
armando
le
carabine
.
Anche
gli
altri
elefanti
,
che
si
erano
stretti
contro
il
primo
,
manifestavano
una
certa
inquietudine
.
Trascorsero
alcuni
minuti
senza
che
alcun
che
di
straordinario
accadesse
.
I
bambù
non
si
erano
più
mossi
,
eppure
i
pachidermi
non
si
erano
ancora
interamente
tranquillizzati
.
Sandokan
,
che
era
impaziente
di
guadagnare
via
,
stava
per
ordinare
ai
cornac
di
riprendere
la
marcia
,
quando
alcune
detonazioni
scoppiarono
entro
un
macchione
di
bambù
,
che
si
estendeva
a
circa
duecento
metri
dai
pachidermi
.
-
Gli
assamesi
!
-
esclamò
Sandokan
.
-
Fuoco
là
in
mezzo
!
-
I
malesi
dapprima
,
poi
i
dayachi
con
un
intervallo
di
pochi
secondi
,
fecero
una
scarica
poderosa
,
mentre
l
'
elefante
-
pilota
mandava
un
barrito
spaventevole
,
rovesciandosi
addosso
ai
compagni
.
Qualche
palla
doveva
averlo
colpito
,
poiché
gli
altri
si
mantennero
impassibili
,
come
brave
bestie
,
abituate
al
fuoco
.
Gli
assamesi
non
risposero
più
.
A
giudicare
dai
movimenti
disordinati
dei
bambù
,
dovevano
aver
battuto
precipitosamente
in
ritirata
,
per
paura
forse
di
dover
subire
una
carica
furiosa
da
parte
dei
pachidermi
.
-
Quindici
uomini
vadano
a
esplorare
quella
macchia
!
-
gridò
Sandokan
.
-
Se
il
nemico
resiste
,
ripiegatevi
verso
di
noi
facendo
fuoco
.
-
Le
scale
furono
gettate
ed
un
drappello
composto
di
dayachi
e
di
malesi
,
sotto
la
guida
del
vecchio
Sambigliong
,
si
slanciò
attraverso
il
pantano
,
balzando
fra
i
bambù
e
le
erbe
,
le
cui
radici
opponevano
una
certa
resistenza
.
Sandokan
e
gli
altri
,
dall
'
alto
delle
casse
,
sorvegliavano
intanto
la
macchia
,
pronti
a
sostenere
i
loro
compagni
.
L
'
elefante
-
pilota
continuava
a
lanciare
barriti
formidabili
e
ad
indietreggiare
,
non
ostante
le
buone
parole
che
gli
diceva
il
suo
conduttore
.
-
Ha
ricevuto
certamente
una
palla
nel
corpo
,
-
disse
Tremal
-
Naik
a
Sandokan
.
-
Mi
spiacerebbe
che
fosse
stato
ferito
gravemente
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
.
-
È
bensì
vero
che
ce
ne
rimangono
altri
quattro
.
-
Cornac
,
va
'
a
un
po
'
a
vedere
dove
è
stato
toccato
.
-
Sì
,
signore
-
rispose
il
conduttore
raggiungendo
rapidamente
la
scala
di
corda
e
lasciandosi
scivolare
sul
pantano
.
Girò
intorno
al
pachiderma
osservandolo
attentamente
lungo
i
fianchi
e
si
arrestò
presso
la
gamba
sinistra
posteriore
.
-
Dunque
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Sanguina
qui
,
signore
-
rispose
il
cornac
.
-
Ha
ricevuto
una
palla
presso
l
'
articolazione
.
-
Ti
sembra
grave
la
ferita
?
-
Il
conduttore
scosse
il
capo
a
più
riprese
,
poi
disse
:
-
Durerà
finché
potrà
.
Questi
colossi
posseggono
una
forza
prodigiosa
,
eppure
sono
d
'
una
sensibilità
estrema
e
guariscono
difficilmente
.
-
Puoi
fare
una
fasciatura
?
-
Mi
proverò
,
signore
,
tanto
per
arrestare
il
sangue
.
Estrarre
il
proiettile
,
che
si
è
cacciato
sotto
la
pelle
,
sarebbe
impossibile
.
-
Fa
'
presto
.
-
In
quel
momento
Kammamuri
ed
il
suo
drappello
ritornavano
.
-
Fuggiti
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Scomparsi
ancora
-
rispose
il
maharatto
.
-
Canaglie
!
Non
hanno
il
coraggio
d
'
affrontarci
in
campo
aperto
.
-
Li
ritroveremo
più
innanzi
,
se
gli
elefanti
non
trovano
un
terreno
migliore
.
Subiremo
delle
imboscate
finché
non
potremo
galoppare
furiosamente
.
-
Continua
il
fango
?
-
Sempre
.
-
Montate
e
tenete
sempre
pronte
le
carabine
.
-
Malesi
e
dayachi
s
'
inerpicarono
come
tanti
scoiattoli
su
per
le
scale
di
corda
,
seguiti
poco
dopo
dal
cornac
dell
'
elefante
-
pilota
,
che
era
riuscito
ad
arrestare
l
'
emorragia
.
-
Avanti
!
-
comandò
Sandokan
.
-
Vedremo
che
cosa
sapranno
fare
quei
dannati
assamesi
.
-
27
.
La
carica
degli
jungli
-
kudgia
Qualche
minuto
dopo
la
piccola
colonna
riprendeva
l
'
interminabile
ritirata
attraverso
le
jungle
,
ritirata
che
rassomigliava
,
in
certo
qual
modo
,
a
quella
famosa
compiuta
attravero
il
Bundelkund
da
Tantia
Topi
,
il
celebre
generalissimo
degli
insorti
indiani
del
1857
,
che
per
un
anno
intero
,
insieme
alla
bellissima
rhani
di
Jhansie
,
tenne
in
iscacco
ben
tre
corpi
d
'
inglesi
.
Gli
elefanti
s
'
avanzavano
sempre
prudentemente
,
tastando
prima
il
fango
per
assicurarsi
della
solidità
del
sottosuolo
e
aspirando
l
'
acqua
,
che
trapelava
dalle
buche
aperte
dalle
loro
zampacce
.
L
'
elefante
-
pilota
,
che
si
era
di
già
calmato
,
teneva
sempre
la
testa
alta
e
indicava
ai
compagni
,
con
dei
sordi
barriti
,
la
via
da
tenersi
.
L
'
istinto
di
quell
'
animale
,
il
più
grosso
dei
cinque
,
era
assolutamente
meraviglioso
,
poiché
sapeva
scegliere
,
anche
di
primo
acchito
,
il
posto
dove
poteva
procedere
più
speditamente
.
Degli
assamesi
non
si
scorgeva
alcuna
traccia
,
tuttavia
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
erano
più
che
certi
che
non
avrebbero
rinunciato
all
'
inseguimento
.
La
marcia
continuava
,
sempre
lentissima
,
mettendo
a
dura
prova
i
muscoli
dei
pachidermi
.
Le
macchie
di
bambù
,
ora
altissimi
ed
ora
invece
bassi
,
grossi
e
assai
spinosi
,
si
susseguivano
quasi
senza
interruzione
,
ma
i
banchi
di
fango
non
accennavano
a
terminare
tanto
presto
.
Pareva
che
quella
jungla
fosse
stata
un
giorno
il
fondo
di
qualche
immensa
palude
.
Corvi
,
bozzagri
e
cicogne
,
s
'
alzavano
in
grandi
stormi
all
'
appressarsi
degli
elefanti
.
Altre
volte
erano
bande
di
superbi
pavoni
,
volatili
ritenuti
sacri
dagli
indiani
perché
rappresentano
,
secondo
le
loro
strane
leggende
,
la
dea
Sarasvati
,
che
protegge
le
nascite
ed
i
matrimoni
;
oppure
coppie
di
sâras
,
meglio
conosciute
sotto
il
nome
di
gru
antigone
,
le
più
belle
della
famiglia
,
avendo
le
penne
setacee
di
una
splendida
tinta
grigio
perla
,
e
la
testa
che
è
piccola
,
adorna
di
piume
rosse
del
più
bell
'
effetto
.
Sono
anche
le
più
grosse
perché
raggiungono
sovente
l
'
altezza
di
un
metro
e
mezzo
ed
al
pari
dei
pavoni
sono
venerate
,
rappresentando
l
'
emblema
della
fedeltà
coniugale
,
e
forse
non
a
torto
,
perché
vanno
sempre
appaiate
.
Si
scorgevano
pure
cani
selvaggi
dal
pelame
corto
e
bruno
fulvo
,
a
scappare
attraverso
le
macchie
,
e
qualche
tcita
,
graziosa
e
piccola
pantera
dell
'
India
,
che
si
addomestica
con
molta
facilità
e
che
viene
adoperata
per
la
caccia
degli
antilopi
.
Per
due
ore
i
pachidermi
continuarono
a
lottare
in
mezzo
ai
pantani
,
facendo
subire
alle
persone
che
li
montavano
delle
brusche
scosse
;
poi
avendo
trovato
un
pezzo
di
terreno
sodo
,
che
formava
come
una
striscia
di
qualche
centinaio
di
passi
su
tre
o
quattro
metri
d
'
altezza
,
tutto
coperto
di
erbe
palustri
,
grosse
come
lame
di
sciabole
,
di
cui
sono
ghiotti
tutti
i
pachidermi
,
di
comune
accordo
,
si
arrestarono
.
-
Sono
stanchi
,
-
disse
il
cornac
dell
'
elefante
-
pilota
,
volgendosi
verso
Sandokan
.
-
E
poi
qui
hanno
trovato
il
loro
pasto
.
-
Avrei
amato
meglio
che
continuassero
fino
a
trovare
il
terreno
duro
.
-
Non
deve
essere
lontano
,
signore
.
Vedo
all
'
orizzonte
una
linea
oscura
.
Laggiù
vi
devono
essere
delle
foreste
di
palas
e
quelle
piante
non
si
sviluppano
nei
terreni
acquitrinosi
.
D
'
altronde
le
nostre
bestie
non
chiederanno
che
qualche
ora
di
riposo
.
-
Approfitteremo
per
fare
colazione
,
se
avremo
ancora
viveri
bastanti
.
-
Faremo
presto
a
provvederci
di
buoni
arrosti
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
I
volatili
sono
numerosi
e
abbiamo
due
buoni
fucili
da
caccia
.
-
Accettato
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Così
faremo
una
piccola
punta
verso
il
settentrione
,
per
vedere
se
gli
assamesi
continuano
a
seguirci
.
-
Scesero
tutti
improvvisando
un
accampamento
in
mezzo
alle
typha
elephantina
,
come
chiamano
i
botanici
quelle
piante
;
ma
i
viveri
non
erano
sufficienti
per
tante
bocche
.
Non
v
'
era
che
un
mezzo
sacco
di
biscotti
e
una
mezza
dozzina
di
scatole
di
carne
conservata
.
Fu
quindi
decisa
subito
una
partita
di
caccia
,
anche
per
mettere
in
serbo
un
po
'
di
cibo
,
non
essendo
le
jungle
sempre
popolate
di
volatili
grossi
come
i
pavoni
ed
i
sâras
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
si
armarono
di
fucili
a
doppia
canna
,
di
fabbrica
inglese
,
carichi
di
pallettoni
e
balzarono
risolutamente
in
mezzo
al
pantano
,
seguìti
da
quattro
malesi
muniti
di
carabine
e
di
scimitarre
per
scortarli
.
Attraversato
una
specie
di
canale
fangoso
,
trovarono
un
altro
strato
di
terreno
solido
,
tutto
ingombro
di
bambù
,
che
pareva
avesse
una
estensione
maggiore
di
quello
dove
si
erano
arrestati
gli
elefanti
.
In
mezzo
a
quelle
canne
giganti
,
dalle
foglie
verdi
pallide
,
i
volatili
abbondavano
straordinariamente
.
Gru
,
pavoni
,
oche
,
pappagalli
,
volteggiavano
in
tutti
i
sensi
,
insieme
a
grossi
stormi
di
anitre
bramine
,
senza
manifestare
troppa
paura
per
la
presenza
di
quei
cacciatori
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
non
tardarono
ad
aprire
il
fuoco
e
siccome
erano
entrambi
valentissimi
cacciatori
,
in
pochi
minuti
un
buon
numero
di
volatili
furono
raccolti
dai
quattro
malesi
di
scorta
.
Continuando
a
trovare
terreno
resistente
,
s
'
avanzarono
ancora
,
impegnandosi
in
mezzo
ad
una
pianura
molto
vasta
,
che
era
coperta
di
folti
cespugli
ed
anche
da
qualche
piccolo
gruppo
di
palmizi
.
-
Ecco
un
posto
che
servirà
magnificamente
ai
nostri
elefanti
,
-
disse
Sandokan
al
bengalese
.
-
Li
faremo
deviare
su
questo
terreno
,
così
potranno
galoppare
a
loro
agio
.
-
È
anche
un
luogo
propizio
per
fare
delle
grosse
cacce
,
-
aggiunse
il
bengalese
che
si
era
bruscamente
arrestato
.
-
Che
cos
'
hai
veduto
?
-
Della
selvaggina
,
bensì
pericolosa
,
ma
molto
grossa
.
-
Non
vedo
che
dei
sâras
volare
dinanzi
a
noi
.
-
Guarda
presso
quella
macchia
,
che
si
stende
a
duecento
passi
da
noi
.
È
ben
uno
jungli
-
kudgia
quello
.
-
Un
bufalo
selvaggio
,
vuoi
dire
?
-
Sì
,
Sandokan
.
-
Fra
mezz
'
ora
ti
saprò
dire
se
le
sue
bistecche
sono
veramente
squisite
,
come
ho
udito
affermare
più
volte
.
-
Fa
'
nascondere
i
tuoi
uomini
e
cambiamo
le
armi
.
Quelle
bestie
sono
a
prova
di
spingarda
.
-
Presero
due
carabine
colle
relative
munizioni
,
diedero
ordine
alla
scorta
di
cacciarsi
in
mezzo
ad
un
cespuglio
e
si
allontanarono
,
tenendosi
curvi
,
onde
non
farsi
scoprire
prima
di
giungere
a
buon
tiro
.
Si
trattava
veramente
d
'
uno
di
quei
giganteschi
bufali
che
,
in
fatto
di
statura
,
nulla
hanno
da
perdere
,
nel
confronto
,
coi
bisonti
dell
'
America
settentrionale
,
colla
testa
corta
,
colla
fronte
alta
e
larga
,
armata
di
due
corna
ovali
,
e
fortemente
appiattite
,
curvantesi
dapprima
indietro
per
rialzarsi
poi
in
avanti
,
il
collo
grosso
e
breve
,
il
dorso
gibboso
ed
il
pelame
rossiccio
.
Dopo
le
tigri
sono
le
bestie
più
pericolose
che
s
'
incontrano
nelle
jungle
,
potendo
gareggiare
coi
formidabili
rinoceronti
,
quantunque
per
mole
siano
inferiori
a
questi
.
Raggiungono
tuttavia
sovente
i
tre
metri
,
dal
muso
all
'
origine
della
coda
,
e
un
'
altezza
di
un
metro
e
ottanta
centimetri
,
e
hanno
la
pelle
così
spessa
,
che
si
adopera
per
fare
degli
scudi
resistentissimi
,
a
prova
di
sciabola
.
Sono
inoltre
irascibili
,
coraggiosi
fino
alla
pazzia
e
una
volta
in
corsa
,
non
s
'
arrestano
nemmeno
dinanzi
ad
un
esercito
di
cacciatori
.
Non
temono
,
d
'
altronde
,
né
le
tigri
,
né
le
pantere
e
non
esitano
ad
impegnare
,
con
quei
terribili
predoni
,
dei
furiosi
combattimenti
.
Lo
jungli
-
kudgia
scoperto
da
Tremal
-
Naik
pascolava
tranquillamente
lungo
il
margine
della
macchia
,
senza
manifestare
alcuna
apprensione
,
quantunque
quegli
animali
abbiano
un
udito
finissimo
,
che
li
compensa
largamente
della
loro
pessima
vista
.
Fu
appunto
quella
tranquillità
che
non
fece
buon
effetto
sul
bengalese
,
che
conosceva
profondamente
le
abitudini
di
quegli
animali
,
avendoli
già
cacciati
per
molti
anni
nelle
Sunderbunds
del
Gange
.
-
Quella
calma
non
mi
rassicura
affatto
,
-
disse
a
mezza
voce
a
Sandokan
,
che
strisciava
a
qualche
passo
di
distanza
.
-
Non
deve
essere
solo
.
Già
di
solito
marciano
a
branchi
e
piuttosto
numerosi
.
-
Ammazziamo
quello
li
intanto
,
-
disse
Sandokan
che
non
voleva
rinunciare
a
quella
grossa
preda
.
-
Dietro
di
noi
abbiamo
i
malesi
imboscati
.
A
me
il
primo
colpo
.
-
Lo
jungli
-
kudgia
si
presentava
magnificamente
per
un
buon
colpo
,
poiché
in
quel
momento
offriva
al
tiratore
il
suo
largo
petto
,
lasciando
così
indifeso
il
cuore
.
Una
detonazione
secca
rimbombò
,
facendo
scappare
le
gru
ed
i
pavoni
,
che
stavano
nascosti
in
mezzo
ai
bambù
.
Il
bisonte
indiano
,
colpito
un
po
'
sotto
la
spalla
sinistra
,
mandò
un
lungo
muggito
,
abbassò
rapidamente
la
testa
e
si
avventò
verso
il
luogo
ove
vedeva
ancora
ondeggiare
la
nuvola
di
fumo
.
Quella
corsa
furibonda
non
durò
più
di
due
secondi
,
poiché
stramazzò
pesantemente
a
meno
di
venti
passi
dal
cacciatore
,
agitando
pazzamente
le
zampe
.
Era
appena
caduto
,
quando
i
cespugli
s
'
aprirono
impetuosamente
,
sotto
un
urto
irresistibile
e
quindici
o
venti
bufali
,
di
statura
gigantesca
,
irruppero
attraverso
la
jungla
,
lanciati
ad
una
carica
spaventosa
.
-
Gambe
,
Sandokan
!
-
urlò
Tremal
-
Naik
,
facendo
fuoco
a
casaccio
,
quantunque
fosse
sicuro
di
non
arrestare
quei
furibondi
colossi
.
I
due
cacciatori
che
avevano
le
ali
ai
piedi
,
in
pochi
istanti
raggiunsero
i
malesi
,
traendo
i
bufali
nella
loro
corsa
sfrenata
;
poi
balzarono
in
mezzo
al
pantano
,
salvandosi
a
tempo
in
mezzo
agli
elefanti
.
Alle
loro
grida
d
'
allarme
,
tutti
gli
accampati
,
credendo
a
un
nuovo
attacco
degli
assamesi
,
erano
balzati
in
piedi
,
afferrando
le
carabine
,
mentre
i
cornac
facevano
rialzare
precipitosamente
i
pachidermi
,
che
si
erano
coricati
per
meglio
brucare
le
alte
e
durissime
typha
.
I
bisonti
,
dopo
essersi
arrestati
un
momento
presso
i
cespugli
,
dove
poco
prima
si
erano
tenuti
nascosti
i
malesi
,
sperando
forse
che
i
cacciatori
si
fossero
imboscati
là
in
mezzo
,
avevano
ripresa
la
loro
carica
indiavolata
,
tutto
abbattendo
sul
loro
passaggio
.
Parevano
tanti
enormi
proiettili
scagliati
da
qualche
colossale
pezzo
di
marina
,
tanto
era
il
loro
impeto
.
I
bambù
,
che
come
si
sa
,
sono
resistentissimi
,
cadevano
falciati
dai
robusti
zoccoli
di
quei
demoni
,
come
se
fossero
semplici
giunchi
.
Giunti
dinanzi
allo
strato
fangoso
,
s
'
arrestarono
di
colpo
,
piegandosi
fino
a
terra
e
accavallandosi
gli
uni
sopra
gli
altri
.
-
Per
Siva
!
-
esclamò
Kammamuri
,
raggiungendo
rapidamente
i
suoi
padroni
,
che
si
erano
messi
in
salvo
sul
loro
elefante
.
-
Altro
che
assamesi
!
Questi
sono
ben
più
pericolosi
di
quei
poltroni
!
...
-
Avanti
,
cornac
!
-
gridò
Tremal
-
Naik
.
-
Se
passano
lo
strato
fangoso
,
assaliranno
gli
elefanti
.
-
E
voialtri
aprite
il
fuoco
!
-
comandò
Sandokan
,
vedendo
che
anche
tutti
i
suoi
uomini
erano
già
montati
.
Otto
o
dieci
colpi
di
carabina
rimbombarono
,
ma
non
ottennero
altro
effetto
,
che
quello
di
rendere
maggiormente
furiosi
gli
jungli
-
kudgia
.
Gli
elefanti
,
aizzati
dai
cornac
,
si
erano
già
lanciati
coraggiosamente
nella
fanghiglia
,
avanzandosi
frettolosamente
,
temendo
di
dover
provare
la
robustezza
e
l
'
acutezza
di
quelle
terribili
corna
.
I
bisonti
,
vedendoli
allontanarsi
,
anziché
calmarsi
si
misero
a
muggire
spaventosamente
ed
a
spiccare
salti
;
poi
si
provarono
a
gettarsi
a
loro
volta
nel
pantano
,
ma
accorgendosi
che
le
loro
gambe
,
che
non
avevano
lo
spessore
di
quelle
degli
elefanti
,
sprofondavano
interamente
,
rimontarono
lo
strato
duro
,
seguendo
su
quello
i
fuggiaschi
.
-
Che
non
vogliano
lasciarci
?
-
chiese
Sandokan
che
cominciava
ad
inquietarsi
.
-
Avrei
desiderato
meglio
incontrare
gli
assamesi
.
-
Quegli
animali
sono
testardi
ed
eccessivamente
vendicativi
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
Aspetteranno
che
i
nostri
elefanti
trovino
un
terreno
solido
per
darci
battaglia
.
-
Spero
che
prima
di
allora
saranno
ben
decimati
.
-
Non
ci
rimane
altro
da
fare
,
amico
.
-
Non
sono
che
a
trecento
metri
,
e
le
nostre
carabine
hanno
una
portata
più
che
doppia
.
-
Gli
è
che
il
dondolìo
degli
elefanti
renderà
il
nostro
tiro
molto
difficile
.
-
Sandokan
prese
la
carabina
,
si
piantò
per
bene
sulle
gambe
,
appoggiando
il
petto
contro
l
'
orlo
superiore
della
cassa
,
e
puntò
l
'
arma
,
aspettando
che
l
'
elefante
pilota
trovasse
qualche
punto
su
cui
poggiare
con
minor
violenza
,
le
sue
zampacce
.
Trascorse
qualche
minuto
,
poi
Sandokan
lasciò
partire
il
colpo
,
approfittando
d
'
un
istante
di
sosta
del
pachiderma
.
La
palla
,
quantunque
ben
diretta
,
andò
a
spezzare
una
delle
corna
del
bisonte
,
che
guidava
la
truppa
e
che
era
il
più
colossale
di
tutti
.
L
'
animale
si
fermò
un
momento
,
sorpreso
,
senza
dubbio
,
di
vedersi
cadere
dinanzi
una
delle
sue
principali
difese
;
poi
riprese
tranquillamente
la
marcia
,
come
se
nulla
fosse
avvenuto
.
-
Saccaroa
!
-
esclamò
Sandokan
,
deponendo
l
'
arma
ancora
fumante
,
per
prenderne
un
'
altra
che
gli
porgeva
Kammamuri
.
-
Quegli
animali
valgono
i
rinoceronti
.
-
Te
l
'
ho
detto
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
Sandokan
tornò
a
puntare
l
'
arma
,
mirando
ancora
il
capo
-
fila
,
essendosi
promesso
di
abbatterlo
a
qualunque
costo
.
Due
minuti
dopo
un
altro
sparo
rimbombava
e
la
palla
passava
oltre
senza
aver
colpito
nessuno
del
branco
.
-
Tu
sprechi
il
piombo
,
-
disse
il
bengalese
.
-
Ho
ancora
una
palla
.
-
Confesserai
almeno
che
si
spara
male
,
stando
sul
dorso
d
'
un
elefante
,
e
che
per
distruggere
tutto
quel
branco
,
dovremmo
consumar
tutte
le
munizioni
.
-
Ciò
che
non
desidero
affatto
,
non
sapendo
se
gli
assamesi
ci
seguono
ancora
o
,
se
sono
tornati
indietro
.
-
Uhm
!
Lo
dubito
:
sono
testardi
come
gli
jungli
-
kudgia
.
-
Riprese
la
carabina
e
per
la
terza
volta
l
'
alzò
,
aspettando
il
momento
favorevole
.
Una
nuova
fermata
dell
'
elefante
pilota
,
il
quale
era
sprofondato
nel
fango
fino
alle
ginocchia
,
rimanendo
immobile
per
qualche
istante
,
gli
permise
di
sparare
il
suo
ultimo
colpo
.
Il
bisonte
mandò
un
lunghissimo
muggito
,
poi
si
fermò
bruscamente
abbassando
la
testa
fino
quasi
al
suolo
,
colla
lingua
pendente
.
Tutto
il
branco
si
era
fermato
,
guardandolo
e
muggendo
.
Aveva
compreso
che
il
capo
doveva
essere
stato
gravemente
ferito
.
Il
colossale
bisonte
non
accennava
a
muoversi
.
Tenera
sempre
la
testa
bassa
e
dalla
sua
bocca
,
assieme
ad
una
bava
sanguigna
,
uscivano
dei
rauchi
muggiti
,
che
diventavano
rapidamente
fiochi
.
-
Sta
per
morire
!
-
esclamò
Sandokan
.
In
quel
momento
il
bisonte
cadde
sulle
ginocchia
,
affondando
il
muso
nel
fango
.
Tentò
ancora
di
rimettersi
in
piedi
;
le
forze
invece
bruscamente
gli
mancarono
e
si
rovesciò
su
un
fianco
.
-
Pare
che
sia
proprio
morto
,
è
vero
Tremal
-
Naik
?
-
disse
Sandokan
,
tutto
lieto
di
quel
successo
insperato
.
-
Tu
hai
provveduto
agli
sciacalli
ed
ai
cani
selvaggi
una
buona
preda
,
che
avrebbe
servito
a
meraviglia
anche
a
noi
,
-
rispose
il
bengalese
.
-
Tu
tiri
,
come
Gengis
-
khan
lanciava
le
sue
frecce
.
-
Non
lo
conosco
,
né
mi
occupo
di
sapere
chi
sia
.
-
Un
meraviglioso
conduttore
di
esercito
ed
un
famoso
arciere
.
-
I
bisonti
,
dopo
d
'
aver
fiutato
a
più
riprese
il
loro
capo
e
di
aver
manifestata
la
loro
rabbia
con
muggiti
possenti
,
avevano
ripresa
la
marcia
,
camminando
quasi
parallelamente
agli
elefanti
.
Vi
era
da
augurarsi
che
quel
pantano
si
prolungasse
indefinitivamente
,
o
almeno
fino
alle
falde
delle
montagne
di
Sadhja
,
ciò
che
era
impossibile
a
sperarsi
.
Per
altre
due
ore
gli
elefanti
continuarono
a
marciare
,
ostinatamente
seguìti
dai
bisonti
.
Trovato
un
altro
strato
solido
,
che
formava
come
un
isolotto
in
mezzo
alla
fanghiglia
della
circonferenza
di
tre
o
quattrocento
passi
e
coperto
d
'
alberi
di
varie
specie
,
Sandokan
comandò
una
seconda
fermata
.
Era
una
precauzione
necessaria
,
poiché
il
mezzodì
era
già
trascorso
e
continuando
ad
avanzare
,
senza
alcun
riparo
,
potevano
buscarsi
qualche
terribile
colpo
di
sole
,
non
meno
fatale
del
morso
dei
velenosissimi
cobra
-
capello
.
D
'
altronde
tutti
avevano
fame
,
non
avendo
potuto
prepararsi
la
colazione
durante
la
prima
fermata
,
in
causa
dell
'
attacco
furioso
degli
jungli
-
kudgia
.
Il
luogo
non
era
stato
scelto
male
,
poiché
un
largo
canale
fangoso
li
difendeva
dall
'
attacco
di
quei
testardi
animali
;
e
poi
su
quell
'
isolotto
assieme
a
parecchie
palme
ed
a
piante
d
'
areca
,
si
vedevano
degli
ham
,
ossia
dei
manghi
,
carichi
di
frutta
oblunghe
di
tre
o
quattro
pollici
di
lunghezza
,
che
sotto
la
buccia
dura
e
verdognola
,
contengono
una
polpa
giallastra
,
d
'
un
sapore
aromatico
squisitissimo
e
salubre
se
ben
matura
.
Il
campo
fu
subito
improvvisato
alla
meglio
,
all
'
ombra
delle
piante
,
poiché
anche
gli
elefanti
soffrono
assai
il
calore
;
anzi
tenendoli
troppo
esposti
,
corrono
il
pericolo
di
veder
la
loro
pelle
screpolarsi
,
formando
così
delle
piaghe
nella
carne
viva
,
che
sono
talvolta
difficilissime
a
guarirsi
.
Gli
è
perciò
che
i
loro
cornac
li
spalmano
di
grasso
,
specialmente
sulla
testa
.
Furono
accesi
parecchi
fuochi
e
furono
messi
ad
arrostire
i
volatili
abbattuti
da
Sandokan
e
da
Tremal
-
Naik
.
Mentre
gli
arrosti
rosolavano
infilzati
nelle
bacchette
di
ferro
delle
carabine
,
e
attentamente
sorvegliati
da
una
mezza
dozzina
di
cuochi
improvvisati
,
Sandokan
,
Surama
ed
il
bengalese
,
scortati
da
alcuni
dayachi
,
esploravano
l
'
isolotto
,
per
far
raccolta
di
frutta
,
non
avendo
ormai
più
nemmeno
un
biscotto
.
La
loro
gita
non
fu
inutile
,
poiché
oltre
a
molli
manghi
,
furono
tanto
fortunati
da
scoprire
un
paio
di
mahuah
,
piante
preziosissime
,
che
non
a
torto
vengono
chiamate
la
manna
delle
jungle
,
perché
danno
,
dopo
la
caduta
dei
fiori
,
che
sono
pure
mangiabilissimi
,
quantunque
sappiano
di
muschio
,
delle
grosse
frutta
col
mallo
violaceo
,
contenenti
delle
mandorle
bianche
eccellenti
,
lattiginose
,
colle
quali
gli
indiani
si
preparano
delle
focacce
gustosissime
,
che
surrogano
benissimo
il
pane
.
La
colazione
,
abbondantissima
,
essendo
tutti
i
volatili
grossissimi
,
fu
divorata
in
pochi
minuti
;
poi
tutti
,
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
eccettuati
,
si
stesero
sotto
la
fresca
ombra
delle
palme
,
a
fianco
degli
elefanti
,
i
quali
stavano
consumando
una
enorme
provvista
di
teneri
rami
e
di
foglie
,
non
potendosi
dare
a
loro
né
farina
di
frumento
impastata
,
né
la
solita
libbra
di
ghi
per
ciascuno
,
ossia
di
burro
chiarificato
.
I
due
capi
,
che
sospettavano
sempre
un
attacco
degli
assamesi
,
e
che
da
veri
avventurieri
non
sentivano
bisogno
di
riposarsi
,
avevano
riprese
le
loro
armi
,
per
sorvegliare
le
due
rive
dell
'
isolotto
.
Volevano
anche
assicurarsi
di
ciò
che
facevano
i
bisonti
,
che
poco
prima
avevano
veduto
ancora
gironzolare
al
di
là
della
fanghiglia
.
Percorso
l
'
isolotto
tutto
all
'
ingiro
,
scorsero
nuovamente
gli
jungli
-
kudgia
.
Si
erano
sdraiati
al
di
là
del
canalone
,
brucando
le
dure
erbe
palustri
che
crescevano
presso
di
loro
.
Vedendo
apparire
i
due
cacciatori
,
in
un
attimo
furono
tutti
in
piedi
,
cogli
occhi
iniettati
di
sangue
,
sferzandosi
rabbiosamente
i
fianchi
colle
loro
lunghe
code
infioccate
.
Muggivano
ferocemente
e
dimenavano
freneticamente
le
teste
,
come
se
si
provassero
ad
avventare
delle
cornate
.
-
Qui
non
siamo
più
sul
dorso
degli
elefanti
,
-
disse
Sandokan
.
-
È
questo
il
momento
di
decimarli
.
-
Accostò
le
mani
alle
labbra
e
mandò
un
lungo
fischio
.
Subito
malesi
e
dayachi
si
precipitarono
verso
la
riva
.
-
Fucilatemi
quelle
canaglie
,
-
disse
a
loro
Sandokan
.
-
È
tempo
di
finirla
con
questo
inseguimento
che
dura
da
troppo
tempo
.
-
Fu
una
scarica
terribilissima
quella
che
partì
.
Su
diciotto
bisonti
,
undici
caddero
morti
o
moribondi
;
gli
altri
,
vista
la
mala
parata
,
si
allontanarono
a
corsa
sfrenata
,
mettendosi
in
salvo
fra
le
moltissime
macchie
di
bambù
,
che
coprivano
la
jungla
settentrionale
.
I
nostri
fuggiaschi
non
scorgendo
più
i
bisonti
,
fecero
ritorno
all
'
accampamento
,
sicuri
di
potersi
finalmente
riposare
senz
'
essere
più
disturbati
.
Verso
le
quattro
pomeridiane
,
quando
l
'
intenso
calore
cominciava
a
scemare
,
l
'
accampamento
fu
levato
e
gli
elefanti
,
sempre
preceduti
dal
pilota
,
riprendevano
le
mosse
.
Mezz
'
ora
dopo
ritrovavano
finalmente
il
terreno
solido
.
La
jungla
paludosa
era
stata
attraversata
e
cominciava
quella
secca
,
con
distese
di
eterni
bambù
lisci
e
spinosi
,
di
erbe
altissime
semi
-
bruciate
dal
solleone
,
di
immensi
cespugli
con
qualche
gruppo
di
mindi
,
quei
graziosi
arbusti
dalla
corteccia
bianchiccia
,
foglie
verdi
pallide
e
lunghi
grappoli
di
fiori
,
d
'
un
giallo
delicato
e
dal
profumo
delizioso
.
Era
il
momento
di
spingere
i
pachidermi
a
gran
corsa
,
per
lasciare
definitivamente
indietro
gli
assamesi
,
se
ancora
li
seguivano
.
Una
brutta
sorpresa
però
attendeva
i
fuggiaschi
e
si
preparavano
a
offrirla
gli
implacabili
bisonti
.
Nessuno
più
pensava
a
quegli
animali
,
che
non
si
erano
fatti
più
vedere
dopo
la
disastrosa
sconfitta
,
che
avevano
subìta
sul
margine
della
fanghiglia
,
quando
una
improvvisa
agitazione
si
manifestò
fra
gli
elefanti
.
Il
pilota
pel
primo
si
era
fermato
dimenando
la
proboscide
e
lanciando
dei
sonori
barriti
.
-
In
guardia
,
signori
!
-
gridò
il
cornac
,
volgendosi
verso
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
,
che
si
erano
alzati
scrutando
le
folte
macchie
che
li
circondavano
.
-
Noi
abbiamo
dimenticato
gli
jungli
-
kudgia
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
Ancora
quelle
canaglie
!
-
esclamò
Sandokan
furioso
.
-
T
'
ho
già
detto
che
tu
non
li
conosci
.
-
Questa
volta
li
stermineremo
!
-
Non
ci
resta
altro
da
fare
,
se
vogliamo
continuare
tranquillamente
la
marcia
.
-
Sandokan
alzò
la
voce
.
-
Tenetevi
pronti
tutti
!
Fuoco
accelerato
e
mirate
meglio
che
potete
.
-
Gli
elefanti
,
malgrado
i
colpi
d
'
arpione
,
non
si
muovevano
e
non
cessavano
di
barrire
.
Si
erano
piantati
solidamente
sulle
zampacce
,
colla
proboscide
ben
alta
,
pronta
a
vibrare
colpi
vigorosi
e
le
teste
basse
colle
lunghe
zanne
tese
innanzi
.
Avevan
fiutato
il
pericolo
prima
degli
uomini
e
si
preparavano
a
sostenere
gagliardamente
l
'
urto
degli
avversari
,
proteggendosi
vicendevolmente
i
fianchi
,
per
non
farsi
sventrare
dalle
aguzze
corna
di
quegli
indemoniati
animali
.
I
malesi
ed
i
dayachi
,
tutti
appoggiati
ai
bordi
delle
casse
,
colle
dita
sui
grilletti
delle
carabine
,
erano
pronti
ad
appoggiarli
e
ben
risoluti
a
difenderli
.
Gli
jungli
-
kudgia
s
'
avvicinavano
,
sfondando
con
slancio
irresistibile
le
macchie
.
Le
altissime
canne
oscillavano
in
diversi
punti
,
poi
cadevano
abbattute
dalle
corna
d
'
acciaio
dei
colossi
animali
.
La
carica
,
a
giudicarlo
dalle
mosse
disordinate
dei
bambù
,
doveva
avvenire
per
diverse
direzioni
.
Gli
astuti
e
vendicativi
animali
,
non
si
slanciavano
più
in
una
sola
massa
,
per
non
cadere
in
gruppo
come
sulle
rive
della
fanghiglia
.
-
Eccoli
!
-
gridò
ad
un
tratto
il
cornac
.
Un
bisonte
,
dopo
d
'
aver
sfondato
con
un
ultimo
urto
una
vera
muraglia
di
bambù
spinosi
,
comparve
all
'
aperto
e
si
slanciò
,
con
impeto
selvaggio
,
contro
l
'
elefante
pilota
,
colla
testa
bassa
,
per
piantargli
le
corna
in
mezzo
al
petto
.
Fu
così
fulmineo
l
'
attacco
,
che
Sandokan
,
Tremal
-
Naik
,
Kammamuri
e
anche
Surama
,
la
quale
si
era
pure
armata
,
essendo
una
buona
bersagliera
,
non
ebbero
nemmeno
il
tempo
di
far
fuoco
.
L
'
elefante
-
pilota
però
vegliava
attentamente
.
Alzò
la
sua
possente
tromba
,
poi
quando
si
vide
l
'
animale
quasi
fra
le
gambe
,
lo
percosse
furiosamente
sulla
groppa
.
Parve
un
colpo
di
spingarda
.
Lo
jungli
-
kudgia
stramazzò
di
colpo
,
colla
spina
dorsale
fracassata
da
quella
tremenda
sferzata
.
S
'
udì
quasi
subito
un
crac
,
come
se
delle
ossa
si
spezzassero
sotto
una
pressione
spaventevole
.
Il
pachiderma
aveva
posato
ambe
le
zampe
posteriori
sul
moribondo
,
schiacciandogli
la
testa
.
-
Bravo
pilota
!
-
gridò
Tremal
-
Naik
.
-
Questa
sera
avrai
doppia
razione
di
typha
!
-
Altri
tre
bisonti
erano
comparsi
sbucando
da
diverse
direzioni
e
caricando
all
'
impazzata
.
Uno
fu
subito
fulminato
da
una
scarica
dei
malesi
e
dei
dayachi
,
il
secondo
andò
a
cacciarsi
fra
due
elefanti
della
retroguardia
e
subito
schiacciato
prima
che
avesse
potuto
far
uso
delle
sue
corna
,
ed
il
terzo
,
ferito
e
forse
gravemente
da
una
palla
di
Sandokan
,
voltò
le
spalle
rientrando
nelle
macchie
,
forse
per
morire
là
dentro
in
pace
.
Giungeva
però
il
grosso
,
formato
fortunatamente
da
cinque
soli
animali
,
gli
unici
superstiti
della
numerosa
truppa
.
L
'
accoglienza
che
ebbero
fu
tremenda
.
I
malesi
ed
i
dayachi
che
avevano
avuto
il
tempo
di
ricaricare
le
armi
,
li
ricevettero
con
un
vero
fuoco
di
fila
,
arrestandoli
in
piena
corsa
ed
il
peggio
fu
quando
gli
elefanti
,
aizzati
dai
cornac
,
caricarono
a
loro
volta
abbattendo
con
gran
colpi
di
proboscide
quelli
che
,
quantunque
gravemente
feriti
,
tentavano
ancora
di
rialzarsi
.
-
Ehi
,
Tremal
-
Naik
!
-
gridò
allegramente
Sandokan
.
-
Che
questa
volta
la
sia
proprio
finita
?
-
Vorrei
sperarlo
,
-
rispose
il
bengalese
che
non
era
meno
lieto
di
quel
completo
successo
.
-
E
quello
che
si
è
rifugiato
nella
jungla
,
vada
a
cercare
altri
compagni
?
-
Le
truppe
di
bisonti
non
s
'
incontrano
ad
ogni
passo
e
poi
ogni
gruppo
fa
da
sé
e
non
si
unisce
mai
agli
altri
.
Facciamo
le
nostre
provviste
,
giacché
la
carne
qui
abbonda
,
mentre
noi
siamo
a
secco
.
Il
filetto
e
le
lingue
di
questi
animali
,
godono
fama
di
essere
bocconi
da
re
.
-
Gli
elefanti
furono
fatti
inginocchiare
e
tutti
scesero
a
terra
,
senza
l
'
aiuto
delle
scale
,
correndo
verso
quelle
enormi
masse
di
carne
.
Non
fu
però
impresa
facile
spaccare
quelle
gobbe
per
trarne
i
filetti
.
I
bisonti
indiani
,
al
pari
di
quelli
americani
,
offrono
delle
resistenze
incredibili
anche
dopo
morti
,
per
lo
spessore
enorme
delle
loro
ossa
che
sono
a
prova
di
scure
.
I
malesi
,
dopo
essersi
invano
affaticati
,
dovettero
lasciare
il
posto
a
Bindar
ed
ai
cornac
più
pratici
di
loro
.
Fatta
un
'
abbondante
provvista
di
lingue
e
di
carne
scelta
,
la
carovana
riprese
la
marcia
,
rimontando
verso
il
settentrione
con
passo
abbastanza
celere
,
malgrado
gli
ostacoli
che
presentava
incessantemente
l
'
interminabile
jungla
.
Non
fu
che
verso
le
otto
della
sera
,
nel
momento
in
cui
il
sole
precipitava
all
'
orizzonte
e
dopo
d
'
aver
percorse
ben
quaranta
miglia
in
poche
ore
,
che
Sandokan
diede
il
segnale
della
fermata
a
breve
distanza
dalla
riva
destra
del
Brahmaputra
,
il
quale
piegava
pure
,
in
senso
inverso
,
a
settentrione
,
scendendo
dall
'
imponente
catena
dell
'
Himalaya
.
Non
essendo
improbabile
che
in
quel
luogo
vi
fossero
molti
animali
feroci
,
Tremal
-
Naik
e
Kammamuri
fecero
improvvisare
dai
malesi
e
dai
dayachi
,
uno
stecconato
di
bambù
,
intrecciati
e
accendere
anche
,
ad
una
certa
distanza
,
numerosi
falò
;
poi
le
tende
furono
rizzate
per
difendersi
dai
colpi
di
luna
,
che
nell
'
India
non
sono
meno
pericolosi
di
quelli
di
sole
,
poiché
dormendo
col
viso
esposto
all
'
astro
notturno
,
sovente
ci
si
sveglia
ciechi
affatto
.
La
cena
fu
deliziosa
e
,
come
si
può
ben
immaginare
,
abbondantissima
.
Gustate
furono
specialmente
le
lingue
dei
bisonti
,
che
erano
state
messe
a
bollire
in
un
pentolone
di
rame
.
I
flying
-
fox
,
quei
brutti
vampiri
notturni
,
dalle
ali
nere
,
che
quando
sono
interamente
spiegate
,
misurano
insieme
perfino
un
metro
e
che
hanno
il
corpo
rivestito
da
una
folta
pelliccia
rossastra
,
e
la
testa
che
somiglia
a
quella
della
volpe
,
cominciavano
a
descrivere
in
aria
i
loro
capricciosi
zig
-
zag
,
quando
Sandokan
,
Surama
e
Tremal
-
Naik
,
si
ritirarono
sotto
la
loro
tenda
,
sicuri
di
poter
passare
finalmente
una
notte
tranquilla
.
Gli
altri
li
avevano
già
preceduti
.
Solo
Kammamuri
e
Sambigliong
,
con
quattro
dayachi
,
erano
rimasti
a
guardia
del
campo
,
potendosi
dare
che
qualche
tigre
,
qualche
pantera
,
si
celassero
nei
dintorni
e
tentassero
,
quantunque
i
fuochi
ardessero
sempre
,
qualche
colpo
sugli
addormentati
.
28
.
I
montanari
di
Sadhja
La
notte
era
splendida
e
fresca
,
cominciando
a
farsi
sentire
le
forti
arie
delle
non
lontane
montagne
,
che
si
delineavano
maestosamente
verso
il
settentrione
,
primi
contrafforti
dell
'
imponente
catena
dell
'
Himalaya
.
La
luna
splendeva
in
un
cielo
purissimo
,
sgombro
di
qualsiasi
nube
,
fra
miriadi
di
stelle
che
fiorivano
senza
posa
,
facendo
proiettare
,
alle
altissime
e
folte
macchie
di
bambù
,
ombre
lunghissime
.
Un
silenzio
profondo
,
rotto
solo
di
quando
in
quando
dall
'
urlo
monotono
e
triste
di
qualche
sciacallo
affamato
o
dallo
strido
acuto
di
qualche
flying
-
fox
(
volpe
volante
)
,
regnava
sulla
immensa
pianura
.
Pareva
che
né
le
tigri
,
né
le
pantere
,
né
i
serpenti
,
animali
che
vivono
in
gran
numero
nelle
jungle
indiane
,
avessero
ancora
lasciato
i
loro
covi
,
per
mettersi
in
caccia
.
Kammamuri
e
Sambigliong
,
seduti
a
breve
distanza
da
un
falò
,
fumavano
scambiandosi
di
quando
in
quando
qualche
parola
,
mentre
i
dayachi
passeggiavano
silenziosamente
dietro
la
cinta
improvvisata
,
alimentando
di
tratto
in
tratto
i
fuochi
.
Vegliavano
da
un
paio
d
'
ore
senza
che
avessero
notato
alcunché
di
straordinario
,
quando
udirono
improvvisamente
alzarsi
nella
jungla
,
un
urlio
indiavolato
,
come
se
centinaia
e
centinaia
di
cani
selvaggi
irrompessero
attraverso
le
macchie
.
-
Che
cosa
succede
laggiù
?
-
si
chiese
Sambigliong
alzandosi
.
-
I
cani
avranno
scovato
qualche
nilgò
e
si
saranno
messi
in
caccia
,
-
rispose
Kammamuri
.
-
O
che
mirino
ad
assalirci
?
-
Non
sono
da
temersi
molto
.
-
Odi
come
i
loro
latrati
diventano
sempre
più
acuti
?
Si
direbbe
che
s
'
avvicinano
.
-
Kammamuri
stava
per
rispondere
,
quando
un
colpo
di
fucile
,
che
fece
subito
tacere
la
banda
urlante
,
rintronò
nella
jungla
.
-
Ah
!
Questo
è
da
temersi
,
altro
che
i
cani
!
-
brontolò
il
maharatto
.
Lo
sparo
che
si
era
ripercosso
perfino
dentro
le
tende
,
aveva
fatto
balzare
subito
fuori
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
e
svegliati
i
suoi
uomini
e
anche
gli
elefanti
.
-
Chi
ha
fatto
fuoco
?
-
chiese
la
Tigre
della
Malesia
accorrendo
.
-
Nessuno
di
noi
,
padrone
,
-
rispose
Kammamuri
.
-
Che
gli
assamesi
ci
abbiano
raggiunti
?
-
Io
credo
,
padrone
,
che
si
tratti
invece
di
qualche
viandante
che
si
difende
dai
cani
selvaggi
.
-
Uhm
!
-
fece
Tremal
-
Naik
.
-
Chi
oserebbe
inoltrarsi
nella
jungla
,
solo
,
di
notte
?
Tu
t
'
inganni
,
mio
bravo
Kammamuri
.
-
Si
posero
tutti
in
ascolto
,
ma
non
udirono
nessun
altro
sparo
.
Anche
i
cani
non
avevano
più
riprese
le
loro
urla
.
-
Tu
che
sei
un
figlio
delle
jungle
,
che
cosa
proponi
di
fare
?
-
chiese
Sandokan
rivolgendosi
verso
Tremal
-
Naik
;
-
di
lanciare
un
drappello
d
'
uomini
in
mezzo
ai
bambù
?
-
Sarebbe
un
pessimo
consiglio
,
-
rispose
il
bengalese
,
-
che
non
lo
darei
a
nessuno
.
Le
jungle
si
prestano
troppo
bene
alle
imboscate
.
-
Tu
sospetti
che
si
cerchi
di
attirarci
in
qualche
agguato
.
-
Nel
tuo
caso
sai
che
cosa
farei
,
amico
Sandokan
?
Leverei
senza
indugio
il
campo
e
prenderei
il
largo
spingendo
gli
elefanti
alla
massima
corsa
.
-
Ed
io
accetto
la
tua
proposta
,
senza
cercare
nemmeno
di
discuterla
.
-
Poi
alzando
la
voce
,
comandò
:
-
Ohe
,
cornac
!
Fate
alzare
gli
elefanti
e
fate
prendere
a
loro
la
corsa
.
Tutti
pronti
a
salire
!
Vi
accordo
,
amici
,
cinque
soli
minuti
per
ripiegare
le
tende
.
-
Malesi
e
dayachi
si
erano
slanciati
attraverso
l
'
accampamento
,
come
uno
stormo
di
avvoltoi
,
sciogliendo
le
tende
e
arrotolando
con
rapidità
fulminea
tappeti
,
materassini
e
coperte
,
mentre
Sandokan
,
Tremal
-
Naik
e
Kammamuri
,
varcata
la
cinta
improvvisata
,
si
spingevano
per
qualche
centinaio
di
passi
nella
jungla
,
colla
speranza
di
scoprire
qualche
cosa
.
I
cinque
minuti
non
erano
ancora
trascorsi
,
che
gli
elefanti
si
trovavano
pronti
a
ripartire
,
quantunque
dimostrassero
il
loro
mal
umore
per
quella
inaspettata
marcia
,
con
sordi
barriti
e
con
un
alzare
e
abbassare
d
'
orecchi
.
Dayachi
,
malesi
e
prigionieri
erano
tutti
al
loro
posto
,
chi
entro
le
casse
,
chi
sui
larghi
dorsi
dei
pachidermi
,
tenendosi
ben
stretti
alle
corde
.
Sandokan
ed
i
suoi
compagni
,
dopo
aver
fatta
una
breve
punta
senza
nulla
vedere
di
sospetto
,
si
erano
affrettati
,
a
loro
volta
,
a
raggiungere
l
'
elefante
-
pilota
,
il
solo
che
si
mantenesse
tranquillo
.
-
Siamo
pronti
?
-
chiese
Sandokan
quando
si
fu
accomodato
nella
cassa
a
fianco
di
Surama
.
-
Tutti
!
-
risposero
ad
una
voce
malesi
e
dayachi
.
-
Via
!
-
Gli
elefanti
,
quasi
avessero
compreso
che
un
grave
pericolo
minacciava
i
loro
conduttori
,
avevano
cessato
di
barrire
ed
avevano
preso
un
vero
galoppo
,
e
così
rapido
,
che
difficilmente
un
buon
cavallo
avrebbe
potuto
tenere
dietro
a
loro
.
A
vedere
quelle
masse
enormi
,
che
hanno
qualche
cosa
di
antidiluviano
,
si
giudicherebbe
che
essi
fossero
eccessivamente
tardivi
,
mentre
invece
posseggono
un
'
agilità
straordinaria
ed
una
forza
di
resistenza
incredibile
,
che
permette
a
loro
di
gareggiare
,
e
senza
svantaggio
,
coi
mahari
,
i
famosi
corridori
del
deserto
di
Sahara
.
Avevano
appena
preso
lo
slancio
,
quando
un
grido
di
rabbia
ed
insieme
d
'
angoscia
,
sfuggì
da
tutte
le
bocche
.
A
destra
ed
a
sinistra
,
dalla
via
presa
dai
pachidermi
,
come
per
un
segnale
convenuto
,
i
bambù
e
le
erbe
secche
della
jungla
,
arse
dal
sole
,
avevano
preso
fuoco
su
diversi
punti
!
...
-
Me
l
'
aspettavo
questo
brutto
giuoco
!
-
esclamò
Sandokan
.
-
Cornac
!
Spingete
la
corsa
,
o
morremo
tutti
arrostiti
!
-
I
conduttori
,
senza
attendere
quel
comando
,
vedendo
il
fuoco
propagarsi
con
rapidità
incredibile
,
avevano
già
afferrati
i
loro
corti
arpioni
,
lasciandoli
cadere
violentemente
sui
crani
dei
pachidermi
,
lanciando
contemporaneamente
fischi
stridenti
.
Vampe
immense
s
'
alzavano
di
già
minacciando
di
rinchiudere
i
fuggiaschi
in
un
cerchio
di
fuoco
.
I
malesi
ed
i
dayachi
avevano
aperto
il
fuoco
,
sparando
all
'
impazzata
in
tutte
le
direzioni
,
mentre
gli
elefanti
,
atterriti
,
raddoppiavano
lo
slancio
,
barrendo
spaventosamente
e
sfondando
,
come
mostruose
catapulte
,
le
folte
macchie
che
si
paravano
a
loro
dinanzi
.
Quella
fuga
rapidissima
aveva
qualche
cosa
di
spaventoso
ed
insieme
di
fantastico
.
Cominciando
a
cadere
le
scintille
addosso
agli
elefanti
e
anche
sulle
persone
che
stavano
nelle
casse
,
Sandokan
sciolse
rapidamente
una
coperta
e
la
gettò
addosso
a
Surama
,
avvolgendola
completamente
,
mentre
Tremal
-
Naik
gridava
agli
altri
:
-
Sciogliete
le
tende
ed
i
materassini
!
Copritevi
e
riparate
le
groppe
degli
elefanti
!
-
L
'
ordine
fu
subito
eseguito
ed
appena
in
tempo
,
poiché
le
due
linee
di
fuoco
,
ormai
diventate
giganti
,
stavano
per
raggiungersi
e
chiudere
completamente
la
ritirata
.
-
Poggia
verso
il
fiume
,
cornac
!
-
comandò
Sandokan
che
conservava
,
anche
in
quel
terribile
momento
,
tutta
la
sua
calma
di
grande
capitano
.
-
Là
sta
la
nostra
salvezza
!
Getta
questa
coperta
sulla
testa
dell
'
elefante
e
bendagli
gli
occhi
!
Fate
altrettanto
voialtri
!
Su
,
forza
,
attraverso
al
fuoco
!
-
I
pachidermi
,
spaventati
di
vedersi
dinanzi
quelle
cortine
fiammeggianti
,
pareva
che
esitassero
a
proseguire
la
corsa
.
Quando
però
si
sentirono
avvolgere
la
testa
dalle
coperte
e
dalle
tende
,
presi
da
un
maggior
spavento
,
si
slanciarono
innanzi
all
'
impazzata
,
mandando
clamori
orribili
.
Le
due
cortine
di
fuoco
non
distavano
che
pochi
metri
l
'
una
dall
'
altra
.
Ancora
un
mezzo
minuto
di
ritardo
e
si
sarebbero
raggiunte
.
Scintille
,
cenere
ardente
,
foglie
accese
,
cadevano
da
tutte
le
parti
e
l
'
aria
minacciava
di
diventare
,
da
un
istante
all
'
altro
,
irrespirabile
.
I
cinque
elefanti
giunsero
,
come
un
uragano
,
là
dove
le
due
linee
fiammeggianti
stavano
per
operare
la
loro
congiunzione
,
e
attraversarono
il
passo
coll
'
impeto
dei
proiettili
,
raddoppiando
i
loro
spaventevoli
clamori
.
Quattro
o
cinque
colpi
di
carabina
li
salutarono
al
passaggio
,
sparati
però
a
una
così
notevole
distanza
,
che
le
palle
non
produssero
alcun
effetto
contro
il
grosso
cuoio
che
rivestiva
quei
colossi
.
I
cornac
s
'
affrettarono
a
togliere
le
coperte
che
avvolgevano
le
teste
degli
animali
,
mentre
i
malesi
ed
i
dayachi
gettarono
via
materassini
e
tende
,
che
avevano
già
preso
fuoco
.
-
Non
credevo
di
avere
tanta
fortuna
,
-
disse
Sandokan
che
appariva
di
buon
umore
.
-
Se
gli
elefanti
continueranno
questa
corsa
indiavolata
per
tre
o
quattro
ore
,
non
avremo
più
nulla
da
temere
da
parte
degli
assamesi
.
Che
cosa
ne
dici
,
Tremal
-
Naik
?
-
Dico
,
-
rispose
il
bengalese
,
-
che
da
questo
momento
noi
potremo
proseguire
tranquillamente
il
nostro
viaggio
verso
Sadhja
,
senza
essere
più
disturbati
.
È
vero
,
Bindar
?
-
Sì
,
sahib
-
rispose
il
fedele
giovanotto
.
-
Tra
due
giorni
noi
saremo
fra
le
montagne
dove
regnava
il
padre
della
principessa
,
il
valoroso
Mahur
.
-
Come
rivedrò
volentieri
il
mio
paese
natio
!
-
esclamò
la
futura
regina
dell
'
Assam
,
con
un
sospiro
.
-
Purché
si
ricordino
ancora
del
capo
dei
kotteri
.
-
Non
ci
sono
io
forse
?
-
disse
Bindar
.
-
Mio
padre
era
uno
dei
più
fedeli
servitori
del
tuo
e
,
lassù
,
fra
le
montagne
,
ho
molti
parenti
.
Basterà
che
io
ti
presenti
a
Khampur
.
-
Chi
è
costui
?
-
Il
nuovo
capo
dei
kotteri
.
Era
un
amico
intimo
di
tuo
padre
e
sarà
ben
lieto
di
rivederti
e
di
mettere
a
tua
disposizione
tutti
i
suoi
guerrieri
.
Egli
odia
Sindhia
e
non
si
rifiuterà
di
prestarti
man
forte
.
-
Speriamolo
,
-
rispose
Surama
.
-
A
me
basta
di
liberare
il
sahib
bianco
,
che
tanto
amo
.
-
Lo
rivedrai
più
presto
di
quello
che
credi
,
-
disse
Sandokan
.
-
Non
lascerò
l
'
Assam
,
checché
debba
accadere
,
senza
aver
prima
strappato
il
mio
fratellino
bianco
dalle
zampe
di
quell
'
ubriacone
di
Sindhia
e
senza
aver
saldato
i
conti
con
quel
cane
di
greco
,
causa
principale
di
tutte
le
nostre
disgrazie
.
Fra
quindici
giorni
,
e
fors
'
anche
prima
,
tutto
sarà
finito
e
andrò
a
respirare
una
boccata
d
'
aria
marina
,
della
quale
sento
un
bisogno
grandissimo
.
-
Come
!
Non
ti
fermerai
alla
mia
corte
,
ammesso
che
io
possa
diventare
la
rhani
dell
'
Assam
?
-
Sì
,
per
un
paio
di
settimane
,
ma
poi
tornerò
laggiù
,
al
Borneo
,
-
disse
Sandokan
che
era
diventato
improvvisamente
cupo
.
-
Anche
nelle
mie
vene
scorre
sangue
di
rajah
ed
un
giorno
mio
padre
fu
potente
,
e
dominava
una
regione
forse
più
vasta
dell
'
Assam
.
Pensiamo
a
dare
ora
un
trono
a
te
ed
a
Yanez
:
poi
penserò
a
posare
anche
sul
mio
capo
una
corona
.
Sono
vent
'
anni
che
medito
una
vendetta
e
sono
vent
'
anni
che
un
miserabile
straniero
siede
sul
trono
dei
miei
avi
,
dopo
d
'
aver
spazzato
mio
padre
,
mia
madre
,
i
miei
fratelli
,
le
mie
sorelle
!
Quel
giorno
che
comparirò
sulle
rive
del
lago
di
Kini
Ballù
sarà
un
giorno
di
sangue
e
di
fuoco
.
-
Sandokan
!
-
esclamarono
Tremal
-
Naik
e
Surama
.
Il
terribile
pirata
si
era
alzato
cogli
occhi
accesi
,
il
viso
alterato
da
un
furore
spaventevole
,
agitando
la
destra
come
se
brandisse
una
scimitarra
assetata
di
sangue
e
di
stragi
,
ma
dopo
qualche
istante
tornò
a
sedersi
,
calmo
come
prima
,
dicendo
con
voce
rauca
:
-
Aspettiamo
quel
giorno
!
-
Caricò
rabbiosamente
la
pipa
,
l
'
accese
e
si
mise
a
fumare
con
furia
,
guardando
la
jungla
che
fiammeggiava
sempre
dietro
gli
elefanti
.
Tremal
-
Naik
gli
batté
su
una
spalla
.
-
Quel
giorno
,
-
gli
disse
,
-
spero
che
mi
avrai
per
compagno
.
-
Ti
accetto
fin
d
'
ora
,
-
rispose
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Ed
io
,
-
disse
Surama
,
-
metterò
a
tua
disposizione
tutti
i
tesori
dell
'
Assam
e
tutti
i
seikki
.
-
Grazie
fanciulla
,
ma
a
tuttociò
,
preferisco
Yanez
,
il
mio
buon
genio
.
Il
principe
consorte
potrà
assentarsi
per
un
paio
di
mesi
.
-
Anche
per
dodici
se
lo
vorrai
.
-
Gli
elefanti
,
ancora
spaventati
dai
bagliori
dell
'
incendio
,
continuavano
intanto
la
loro
rapidissima
corsa
,
ansando
fortemente
ed
imprimendo
alle
casse
tali
scosse
,
che
le
persone
che
le
montavano
,
di
quando
in
quando
,
cadevano
le
une
nelle
braccia
delle
altre
.
La
jungla
continuava
ad
estendersi
lungo
la
riva
destra
del
Brahmaputra
,
però
a
poco
a
poco
tendeva
a
cambiare
.
I
bambù
sparivano
per
lasciare
il
posto
alle
alte
graminacee
,
ai
folti
cespugli
,
alle
mangifere
che
formavano
dei
superbi
gruppi
,
ai
tara
ed
ai
latania
.
Era
però
sempre
una
regione
senza
villaggi
,
senza
capanne
,
non
amando
gli
indiani
abitare
là
dove
imperano
le
tigri
,
i
rinoceronti
,
le
pantere
ed
i
serpenti
dal
morso
mortale
.
Quella
corsa
velocissima
durò
fino
alle
dieci
del
mattino
,
poi
Sandokan
,
vedendo
che
gli
elefanti
rallentavano
,
diede
il
segnale
della
fermata
.
Ormai
gli
assamesi
non
erano
più
da
temersi
.
Anche
se
avessero
avuto
dei
cavalli
di
buona
razza
,
non
avrebbero
potuto
tenere
dietro
a
quei
colossi
,
che
avevano
mantenuto
per
cinque
o
sei
ore
una
velocità
assolutamente
straordinaria
.
Quella
fermata
si
prolungò
fino
alle
quattro
del
pomeriggio
,
poi
gli
elefanti
ripresero
,
di
buon
umore
,
la
loro
corsa
,
senza
aver
bisogno
di
essere
aizzati
dai
loro
conduttori
,
avendo
trovato
,
durante
quel
riposo
,
un
'
abbondante
provvista
di
typha
e
di
rami
di
bâr
(
ficus
indica
)
,
il
cibo
che
preferiscono
sopra
tutti
gli
altri
,
quando
non
trovano
delle
foglie
di
pipal
(
ficus
religiosa
)
.
A
mezzanotte
marciavano
ancora
,
avanzandosi
verso
le
non
lontane
catene
di
montagne
,
abitate
dai
sudditi
del
defunto
Mahur
,
il
padre
di
Surama
.
Le
jungle
erano
a
poco
a
poco
scomparse
,
per
lasciare
il
campo
a
pianure
ondulate
e
coperte
da
fitti
gruppi
di
alberi
,
all
'
ombra
dei
quali
,
cominciavano
a
succedersi
piccoli
villaggi
,
circondati
da
risaie
.
Un
'
altra
fermata
fu
fatta
che
si
prolungò
fino
alle
sette
del
mattino
:
poi
gli
instancabili
elefanti
ripresero
la
corsa
rimontando
verso
il
nord
-
est
,
dove
già
si
delineavano
alcune
catene
di
altissime
montagne
,
coperte
da
foreste
immense
.
Altre
due
tappe
,
poi
i
pachidermi
,
sempre
agili
e
sempre
rapidi
,
salivano
il
giorno
dopo
i
primi
scaglioni
di
quelle
boscose
catene
,
innalzandosi
gradatamente
.
Il
paese
cominciava
a
popolarsi
.
Minuscoli
villaggi
di
quando
in
quando
apparivano
sui
declivi
,
in
mezzo
a
folte
macchie
di
mangifere
e
di
tamarindi
stupendi
.
-
Ecco
i
sudditi
di
mio
padre
!
-
diceva
Surama
con
un
sospiro
.
-
Quando
sapranno
che
la
figlia
del
vecchio
capo
dei
kotteri
,
dopo
tanti
anni
,
è
ritornata
,
non
le
rifiuteranno
il
loro
appoggio
.
-
Lo
spero
,
-
rispose
Sandokan
.
Quella
sera
l
'
accampamento
fu
piantato
in
mezzo
alle
foltissime
foreste
e
mai
notte
fu
più
calma
di
quella
,
non
abbondando
sulle
montagne
né
cani
selvaggi
,
né
sciacalli
,
ed
essendo
anche
piuttosto
rare
le
tigri
,
le
quali
preferiscono
il
clima
umido
e
caldo
delle
jungle
.
La
sveglia
fu
suonata
da
Bindar
,
che
possedeva
un
ramsinga
di
rame
,
alle
quattro
del
mattino
,
desiderando
tutti
di
riposarsi
alla
sera
a
Sadhja
,
l
'
antica
residenza
del
capo
dei
kotteri
.
Gli
elefanti
,
ben
riposati
e
anche
ben
pasciuti
,
avendo
trovato
dei
banian
da
saccheggiare
,
avevano
subito
ripresa
allegramente
la
marcia
,
costeggiando
una
enorme
spaccatura
,
in
fondo
alla
quale
rumoreggiava
il
Brahmaputra
,
che
forse
dopo
migliaia
e
migliaia
d
'
anni
,
si
era
aperto
un
varco
fra
quelle
montagne
,
per
raggiungere
il
sacro
Gange
e
riversare
le
sue
acque
nel
golfo
del
Bengala
.
Quantunque
le
chine
fossero
faticosissime
,
gli
elefanti
procedettero
sempre
con
grande
rapidità
;
dimostrando
ancora
una
volta
la
loro
incredibile
resistenza
e
la
loro
agilità
assolutamente
straordinaria
.
Verso
il
tramonto
la
carovana
,
dopo
aver
superate
altre
altissime
montagne
,
sempre
ricche
di
boscaglie
,
poiché
la
vegetazione
dell
'
India
non
cessa
che
là
dove
cominciano
le
nevi
ed
i
ghiacciai
,
entrava
finalmente
in
Sadhja
,
la
capitale
del
piccolo
stato
,
quasi
indipendente
,
ossia
dei
kotteri
,
dei
montanari
guerrieri
,
i
più
valorosi
dell
'
Assam
.
Bindar
guidò
i
suoi
padroni
verso
una
vasta
capanna
,
circondata
da
un
giardino
,
dimora
di
un
suo
parente
,
la
quale
si
trovava
un
po
'
fuori
dal
bastioni
della
cittadella
,
desiderando
non
suscitare
,
almeno
pel
momento
,
la
curiosità
della
popolazione
.
Essendo
già
prossima
la
notte
,
quasi
nessuno
aveva
fatto
attenzione
all
'
arrivo
della
carovana
,
trovandosi
la
maggior
parte
di
quei
montanari
nelle
loro
casette
a
cenare
.
Due
vecchi
indiani
,
parenti
del
giovane
,
accolsero
cortesemente
gli
ospiti
raccomandati
dal
nipote
,
mettendo
a
loro
disposizione
tutte
le
provviste
che
possedevano
.
-
Cenate
senza
preoccuparvi
di
me
,
-
disse
Bindar
,
-
e
consideratevi
come
in
casa
vostra
.
Io
vado
ad
avvertire
Khampur
del
vostro
arrivo
.
-
Come
accoglierà
la
notizia
?
-
chiese
Sandokan
che
appariva
un
po
'
pensieroso
.
-
Khampur
era
l
'
amico
devoto
di
Mahur
,
il
grande
capo
dei
kotteri
guerrieri
,
e
sarà
ben
felice
di
rivedere
la
figlia
del
forte
montanaro
.
E
poi
so
che
odia
mortalmente
Sindhia
e
che
non
gli
ha
mai
perdonato
d
'
aver
venduta
,
come
una
miserabile
schiava
,
l
'
ultima
principessa
di
Sadhja
.
-
Ciò
detto
il
bravo
giovanotto
,
dopo
aver
presa
per
precauzione
,
forse
eccessiva
,
la
sua
carabina
,
uscì
entrando
in
città
.
Sandokan
si
rivolse
al
capo
dei
seikki
che
gli
sedeva
di
fronte
e
gli
chiese
:
-
Posso
sempre
contare
sulla
fedeltà
dei
tuoi
uomini
?
-
Sempre
,
sahib
-
rispose
il
demjadar
.
-
Quando
tu
lo
vorrai
,
spiegheranno
la
tua
bandiera
,
se
ne
hai
una
,
e
apriranno
il
fuoco
contro
il
palazzo
reale
.
-
Ho
la
mia
bandiera
fra
i
miei
bagagli
,
-
rispose
Sandokan
,
con
uno
strano
sorriso
.
-
È
tutta
rossa
con
tre
teste
di
tigre
.
Sanno
gli
inglesi
quanto
vale
.
-
Dammela
ed
i
miei
seikki
la
faranno
sventolare
dinanzi
al
rajah
.
-
Sì
,
domani
,
quando
ridiscenderemo
il
Brahmaputra
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Sarà
la
nuova
bandiera
dell
'
Assam
,
è
vero
Surama
?
-
E
che
io
conserverò
religiosamente
se
diventerò
veramente
la
rhani
-
disse
la
giovane
principessa
.
-
Così
mi
ricorderò
sempre
di
dover
la
mia
corona
alle
Tigri
di
Mompracem
.
-
Avevano
appena
terminata
la
cena
,
quando
Bindar
entrò
seguìto
da
un
bel
tipo
d
'
indiano
sulla
quarantina
,
vestito
come
un
ricco
kaltano
,
ossia
con
un
costume
mezzo
orientale
,
con
una
larga
fascia
di
seta
rossa
piena
di
pistoloni
e
di
armi
da
taglio
.
Era
un
uomo
di
statura
imponente
,
vigoroso
come
uno
jungli
-
kudgia
,
barbuto
come
un
brigante
della
montagna
,
con
due
occhi
nerissimi
e
sfolgoranti
ed
i
lineamenti
energici
.
Solo
a
vederlo
si
capiva
che
doveva
essere
un
gran
capo
e
soprattutto
un
uomo
d
'
azione
.
Prima
ancora
che
Sandokan
ed
i
suoi
compagni
si
fossero
alzati
,
mosse
diritto
verso
Surama
e
le
si
inginocchiò
dinanzi
,
dicendole
con
voce
alterata
da
una
profonda
commozione
:
-
Salute
alla
figlia
del
valoroso
Mahur
!
Tu
non
puoi
essere
che
quella
.
-
La
giovane
principessa
con
un
rapido
gesto
l
'
aveva
rialzato
.
-
Il
mio
primo
ministro
non
deve
rimanere
ai
miei
piedi
,
se
io
un
giorno
riuscirò
ad
atterrare
Sindhia
,
-
disse
.
-
Io
...
tuo
primo
ministro
,
rhani
!
-
esclamò
il
montanaro
,
meravigliato
.
-
Se
,
coll
'
aiuto
di
queste
persone
che
mi
circondano
,
che
per
valore
valgono
mille
uomini
ciascuno
,
otterrò
la
corona
che
mi
spetta
.
-
Khampur
gettò
uno
sguardo
sui
malesi
e
sui
dayachi
,
fermandolo
sulla
Tigre
della
Malesia
.
-
È
quello
il
capo
,
è
vero
,
Surama
?
-
chiese
.
-
Un
uomo
invincibile
.
-
Lo
si
vede
,
-
rispose
l
'
assamese
.
-
Me
ne
intendo
di
uomini
.
Quello
ha
la
folgore
negli
occhi
.
-
E
anche
la
mano
lesta
,
-
disse
Sandokan
sorridendo
e
avanzandosi
verso
il
montanaro
,
che
pareva
aspettasse
una
vigorosa
stretta
di
mano
.
-
Tu
sahib
,
sei
un
valoroso
,
-
disse
il
montanaro
,
-
e
ti
ringrazio
di
aver
raccolta
e
protetta
la
figlia
del
mio
amico
,
il
prode
Mahur
.
Bindar
tutto
mi
ha
raccontato
:
che
cosa
posso
fare
?
Che
cosa
vuoi
tu
?
Parla
:
Khampur
è
pronto
a
dare
la
sua
vita
,
se
fosse
necessario
,
per
la
felicità
di
Surama
.
-
Io
non
desidero
da
te
che
mille
uomini
della
montagna
,
risoluti
a
qualunque
sbaraglio
e
le
barche
necessarie
per
condurli
a
Goalpara
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Puoi
tu
fornirmeli
?
-
Anche
duemila
se
ne
vuoi
,
-
rispose
il
montanaro
.
-
Quando
i
miei
sudditi
domani
sapranno
che
la
figlia
di
Mahur
è
ritornata
,
affileranno
subito
le
loro
armi
e
staccheranno
dalle
pareti
i
loro
scudi
di
pelle
di
bufalo
.
-
A
noi
basta
la
metà
purché
siano
scelti
e
valorosi
,
-
disse
Sandokan
.
-
Noi
possiamo
contare
sulla
guardia
del
rajah
,
che
è
formata
tutta
di
seikki
provati
al
fuoco
,
è
vero
demjadar
?
-
Quando
tu
lo
vorrai
,
sahib
,
saranno
pronti
,
-
rispose
il
capo
dei
mercenari
.
-
Non
avrò
da
dire
a
loro
che
una
parola
.
-
Khampur
guardò
attentamente
il
seikko
,
poi
disse
con
una
certa
soddisfazione
:
-
Ecco
un
vero
guerriero
:
conosco
il
valore
di
questi
montanari
.
-
Quando
potranno
essere
pronte
le
barche
?
-
chiese
Sandokan
.
-
Domani
dopo
mezzodì
i
miei
uomini
saranno
pronti
a
discendere
il
Brahmaputra
.
-
Di
quanti
legni
puoi
disporre
?
-
Ho
una
ventina
di
piccoli
legni
fra
poluar
e
bangle
e
potremo
caricare
su
ognuno
una
cinquantina
d
'
uomini
,
-
rispose
Khampur
.
-
Quanto
credi
che
impiegheremo
a
giungere
a
Gauhati
?
-
Non
più
di
due
giorni
,
se
non
troveremo
degli
ostacoli
.
So
che
il
rajah
tiene
una
flottiglia
sul
fiume
.
-
Hai
delle
bocche
da
fuoco
?
-
Una
cinquantina
di
falconetti
.
-
S
'
incaricheranno
i
miei
uomini
di
provarli
sulle
barche
del
rajah
,
se
cercheranno
di
sbarrarci
il
passo
,
-
disse
Sandokan
.
-
D
'
altronde
non
ci
avanzeremo
che
con
estrema
prudenza
e
cercheremo
di
non
destare
sospetti
.
È
necessario
piombare
improvvisamente
sulla
capitale
e
prenderla
d
'
assalto
con
un
colpo
di
mano
.
-
Tu
farai
,
sahib
,
quello
che
meglio
crederai
,
-
disse
Khampur
.
-
I
miei
uomini
ti
seguiranno
dovunque
.
Vado
a
far
battere
il
tumburà
,
onde
domani
siano
qui
tutti
i
guerrieri
della
montagna
.
-
S
'
inginocchiò
dinanzi
a
Surama
e
le
baciò
replicatamente
l
'
orlo
della
veste
,
omaggio
che
si
rende
solo
ai
sovrani
e
alle
principesse
del
sangue
;
e
dopo
d
'
ager
augurato
a
tutti
la
buona
notte
,
uscì
rapidamente
rientrando
nella
cittadella
.
29
.
Sul
Brahmaputra
Quella
notte
nessuno
certamente
dormì
tranquillo
in
Sadhja
.
Il
tumburà
,
quell
'
enorme
e
splendido
tamburo
,
ricco
di
dorature
e
di
pitture
,
di
nastri
e
di
ciuffi
di
penne
di
pavone
,
che
gli
indiani
adoperano
solo
nelle
grandi
circostanze
,
non
cessò
un
solo
istante
di
rullare
fragorosamente
sulla
piazza
della
cittadella
.
Da
tutti
i
villaggi
installati
sulle
chine
,
o
sulle
cime
delle
vicine
montagne
o
nelle
profonde
gole
,
si
rispondeva
a
colpi
d
'
hula
,
altri
tamburi
,
di
dimensioni
inferiori
al
tumburà
,
ma
che
tuttavia
si
odono
egualmente
ad
incredibili
distanze
,
o
si
rispondeva
con
acuti
suoni
di
trombe
di
rame
e
con
scariche
di
fucile
.
I
prodi
montanari
della
frontiera
birmana
,
avvertiti
dall
'
incessante
rullare
del
tumburà
,
che
qualche
grave
avvenimento
stava
per
accadere
,
accorrevano
da
tutte
le
parti
,
in
grossi
drappelli
ed
in
pieno
assetto
di
guerra
:
scudi
di
pelle
di
bisonte
o
di
rinoceronte
,
lance
,
carabine
,
pistoloni
,
scimitarre
e
tarwar
affilatissimi
.
Forse
supponevano
che
qualche
esercito
birmano
,
avesse
varcata
la
frontiera
,
minacciando
la
capitale
del
loro
minuscolo
stato
,
avvenimento
già
parecchie
altre
volte
accaduto
.
Certo
nessuno
s
'
immaginava
che
Surama
,
la
figlia
del
loro
adoratissimo
capo
,
che
per
tanti
anni
avevano
pianto
,
fosse
la
causa
di
tutto
quel
trambusto
.
Quando
l
'
indomani
,
poco
dopo
l
'
alba
,
Sandokan
,
Tremal
-
Naik
e
Surama
entrarono
in
Sadhja
,
guidati
da
Bindar
e
seguìti
dai
loro
malesi
e
dayachi
,
uno
spettacolo
bellissimo
s
'
offerse
ai
loro
occhi
.
Sulla
vasta
piazza
della
cittadella
,
più
di
mille
e
cinquecento
montanari
,
che
indossavano
i
pittoreschi
costumi
dei
kaltani
,
con
larghi
calzoni
variopinti
,
alta
fascia
rossa
piena
d
'
armi
da
fuoco
e
da
taglio
,
casacche
con
alamari
gialli
o
azzurri
ed
immensi
turbanti
,
stavano
schierati
in
bell
'
ordine
divisi
per
compagnia
,
coi
capi
dei
villaggi
alla
testa
,
che
avevano
per
unico
distintivo
un
mazzo
di
penne
di
sâras
ondeggiante
sulle
loro
fronti
.
Khampur
che
per
l
'
occasione
montava
un
bellissimo
cavallo
bardato
all
'
orientale
,
con
una
lunga
gualdrappa
rossa
a
guarnizioni
d
'
oro
,
appena
vide
giungere
Surama
coi
suoi
protettori
,
sguainò
la
sua
scimitarra
,
e
l
'
agitò
in
alto
gridando
con
voce
tuonante
:
-
Salutate
la
figlia
di
Mahur
,
il
vostro
defunto
signore
.
Ella
viene
a
ricevere
l
'
omaggio
dei
suoi
fedeli
montanari
.
-
Un
grand
'
urlo
,
che
parve
il
rombo
d
'
una
valanga
e
che
si
propagò
attraverso
le
montagne
e
le
vallate
,
seguì
quell
'
ordine
.
-
Salute
alla
rhani
di
Sadhja
!
Salute
!
-
Poi
millecinquecento
carabine
fecero
fuoco
contemporaneamente
in
alto
,
facendo
tremare
le
muraglie
mal
solide
delle
case
.
-
Salute
ai
miei
fedeli
montanari
!
-
gridò
Surama
quando
l
'
eco
delle
montagne
e
delle
vallate
non
ripeté
più
la
scarica
.
Khampur
si
avanzò
verso
Sandokan
,
che
riconosceva
ormai
come
il
capo
della
spedizione
,
e
dopo
essere
sceso
da
cavallo
gli
disse
:
-
Siamo
pronti
a
muovere
alla
conquista
di
Gauhati
.
Non
hai
che
da
scegliere
i
mille
uomini
che
ti
occorrono
,
sahib
.
Ti
prometto
che
essi
ti
seguiranno
anche
fino
sulle
sponde
del
golfo
del
Bengala
,
se
tu
lo
desidererai
.
-
Scegli
tu
i
migliori
;
li
conosci
meglio
di
me
.
-
Come
vuoi
,
sahib
.
-
Sono
pronte
le
barche
?
-
Sono
già
due
ore
che
la
flottiglia
aspetta
.
-
Hai
imbarcati
i
falconetti
?
-
Tutti
.
-
Andiamo
a
vedere
,
intanto
che
tu
scegli
i
tuoi
guerrieri
.
Guidaci
,
Bindar
.
-
Eccomi
,
padrone
-
rispose
il
giovane
indiano
.
Mentre
Khampur
sceglieva
i
montanari
che
dovevano
prendere
parte
alla
pericolosa
spedizione
,
Sandokan
,
Tremal
-
Naik
e
Surama
,
seguìti
dai
malesi
e
dai
dayachi
,
scendevano
verso
il
fiume
,
il
quale
scorreva
,
con
grande
fracasso
,
fra
due
immensi
muraglioni
di
granito
,
alti
più
di
trecento
metri
e
nei
quali
gli
abitanti
avevano
scavato
delle
comode
gradinate
.
Sulla
riva
,
solidamente
ancorati
,
si
trovava
una
ventina
di
legni
,
fra
bangle
e
poluar
,
di
cinquanta
od
ottanta
tonnellate
di
portata
,
costruiti
un
po
'
rozzamente
,
ma
che
pure
non
dovevano
essere
cattivi
galleggianti
.
-
Basteranno
,
-
disse
Sandokan
,
dopo
aver
dato
una
rapida
occhiata
alla
flottiglia
.
-
Ogni
barca
può
contenere
comodamente
una
cinquantina
di
persone
sotto
-
coperta
.
-
Perché
sotto
-
coperta
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
.
-
Noi
dovremo
figurare
,
fino
a
Gauhati
,
come
onesti
trafficanti
che
vanno
a
vendere
le
loro
merci
nel
Bengala
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Voglio
giungere
alla
capitale
incognito
e
senza
destare
sospetti
.
Se
il
rajah
o
meglio
il
greco
,
sapessero
qualche
cosa
dei
nostri
progetti
,
radunerebbero
di
certo
tutte
le
truppe
che
si
trovano
nell
'
Assam
e
questo
non
deve
avvenire
.
Il
nostro
colpo
di
mano
deve
essere
fulmineo
.
Caduto
il
rajah
,
più
nessuno
si
occuperà
certo
di
accorrere
in
sua
difesa
ed
il
popolo
accetterà
,
senz
'
altro
,
il
fatto
compiuto
ed
acclamerà
la
sua
bella
e
giovane
rhani
.
È
così
che
si
fa
la
politica
nel
tuo
paese
,
è
vero
?
-
Tu
eri
destinato
a
diventare
un
grand
'
uomo
di
stato
,
-
rispose
Tremal
-
Naik
.
-
È
quello
che
mi
diceva
anche
Yanez
,
-
rispose
Sandokan
ridendo
.
I
primi
drappelli
di
montanari
giungevano
in
quel
momento
preceduti
dai
loro
rispettivi
capi
.
Sandokan
diede
ai
suoi
uomini
le
disposizioni
per
l
'
imbarco
.
Si
prese
,
innanzi
a
tutto
,
il
più
grosso
poluar
della
flottiglia
,
che
era
stato
armato
con
sei
falconetti
e
che
poteva
servire
benissimo
come
nave
ammiraglia
,
specialmente
se
montata
dai
malesi
,
abili
marinai
e
formidabili
artiglieri
,
imbarcando
Surama
,
Tremal
-
Naik
e
Kammamuri
,
oltre
i
prigionieri
.
Occorse
non
meno
di
un
'
ora
prima
che
i
mille
montanari
si
fossero
imbarcati
e
accomodati
alla
meglio
sotto
i
ponti
,
non
dovendo
mostrarsi
che
sotto
le
mura
della
capitale
del
rajah
,
onde
non
destare
degli
allarmi
,
che
avrebbero
potuto
produrre
delle
conseguenze
incalcolabili
.
Alle
sette
del
mattino
la
flottiglia
salpava
le
ancore
,
scendendo
il
Brahmaputra
a
gruppi
di
tre
o
quattro
legni
,
misti
fra
bangle
e
poluar
,
essendo
solamente
questi
armati
di
falconetti
.
Il
primo
giorno
di
navigazione
fu
senza
incidenti
.
Soli
pochi
legnetti
furono
incontrati
,
che
salivano
la
corrente
,
portando
agli
abitanti
delle
montagne
dei
carichi
di
riso
.
Anche
il
secondo
fu
senza
allarmi
.
Nessuno
aveva
fatto
caso
a
quel
numero
,
un
po
'
insolito
di
navigli
,
non
essendo
il
Brahmaputra
troppo
frequentato
,
quantunque
sia
una
delle
più
grandi
arterie
fluviali
dell
'
India
settentrionale
.
Avendo
i
malesi
,
i
dayachi
ed
i
barcaiuoli
di
Khampur
,
arrancato
vigorosamente
tutto
il
giorno
,
ed
essendo
stati
molto
favoriti
dalla
corrente
che
scorreva
più
rapida
e
dal
vento
che
soffiava
deciso
da
levante
,
alla
sera
giungevano
di
fronte
all
'
imboccatura
del
canale
che
conduceva
nella
palude
dei
coccodrilli
.
-
Dobbiamo
fermarci
nel
nostro
vecchio
rifugio
per
qualche
giorno
,
-
disse
Sandokan
a
Tremal
-
Naik
.
-
È
assolutamente
necessario
che
ci
assicuriamo
innanzi
a
tutto
l
'
aiuto
dei
seikki
e
di
avere
notizie
di
Yanez
,
prima
di
piombare
su
Gauhati
.
-
E
se
vi
è
qualche
legno
del
rajah
nella
palude
?
-
Lo
caleremo
a
fondo
dopo
d
'
averlo
abbordato
,
-
rispose
risolutamente
la
Tigre
della
Malesia
.
Poi
alzando
la
voce
gridò
:
-
Ehi
,
Kammamuri
!
Da
'
ordine
ai
nostri
uomini
d
'
imboccare
il
canale
.
-
Il
poluar
che
marciava
sempre
alla
testa
della
flottiglia
,
cambiò
subito
rotta
e
si
cacciò
entro
il
passo
,
seguìto
subito
da
tutti
gli
altri
legni
,
che
avevano
già
ricevuto
l
'
ordine
di
regolarsi
sempre
sulle
mosse
della
così
detta
nave
ammiraglia
.
Come
già
Sandokan
aveva
previsto
,
nessun
legno
del
rajah
stazionava
nella
palude
.
I
seikki
,
cacciati
dal
fuoco
che
aveva
già
divorato
interamente
la
jungla
di
Benar
,
disperando
ormai
di
ritrovare
i
loro
avversari
,
dovevano
aver
fatto
ritorno
a
Gauhati
,
sicché
la
flottiglia
dei
montanari
poté
gettare
indisturbata
le
sue
ancore
all
'
estremità
della
palude
,
presso
una
riva
coperta
di
folte
piante
sfuggite
,
chissà
per
quale
caso
,
all
'
incendio
spaventevole
che
aveva
divorato
la
jungla
su
tutta
la
sua
estensione
.
Sandokan
,
mentre
gli
equipaggi
preparavano
la
cena
,
fece
chiamare
Bindar
ed
il
demjadar
dei
seikki
.
-
Ecco
il
momento
di
operare
,
-
disse
a
loro
.
-
Noi
siamo
pronti
a
giuocare
la
suprema
partita
.
-
Ed
io
sono
sempre
ai
tuoi
ordini
,
sahib
-
rispose
il
capo
della
guardia
.
-
Ho
avuto
il
tempo
di
conoscerti
e
preferisco
servire
sotto
di
te
,
piuttosto
che
sotto
il
rajah
ed
il
suo
favorito
,
due
bricconi
che
non
hanno
mai
saputo
far
nulla
di
buono
.
-
Io
spero
che
tu
diventerai
un
bravo
ufficiale
della
rhani
,
giacché
è
a
quella
fanciulla
che
spetta
il
trono
e
non
a
me
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Prendiamo
gli
ultimi
accordi
.
-
Ti
ascolto
.
-
Sei
sicuro
che
nessuno
dei
tuoi
guerrieri
ti
tradirà
?
-
Non
avere
il
più
lontano
dubbio
su
di
ciò
.
Rispondo
io
per
tutti
.
Che
cosa
dovrò
fare
?
-
Impadronirti
innanzi
a
tutto
del
favorito
del
rajah
.
-
E
poi
?
-
Liberare
immediatamente
l
'
uomo
bianco
che
si
trova
prigioniero
in
uno
dei
sotterranei
del
cortile
d
'
onore
.
Affiderai
a
lui
,
momentaneamente
,
il
comando
delle
tue
truppe
.
È
un
uomo
che
vale
quanto
me
e
d
'
un
coraggio
a
tutta
prova
.
Tu
farai
quello
che
ti
dirà
lui
.
-
Dovrò
rimanere
nel
palazzo
?
-
Se
vedrai
che
gli
assamesi
opporranno
resistenza
ai
miei
montanari
,
accorrerai
in
nostro
soccorso
e
li
prenderai
alle
spalle
.
Di
quanti
uomini
,
senza
la
tua
guardia
,
potrà
disporre
il
rajah
?
-
Di
tre
o
quattromila
,
-
rispose
il
demjadar
.
-
Con
artiglierie
?
-
Due
dozzine
di
vecchi
cannoni
.
-
E
gli
uomini
sono
solidi
?
-
I
cipay
terranno
certamente
duro
,
sahib
,
ma
quelli
non
sono
che
sette
od
ottocento
.
-
Non
lascerò
a
loro
il
tempo
di
barricarsi
,
-
disse
Sandokan
.
-
Entreremo
in
città
di
sorpresa
.
Ed
ora
a
te
,
Bindar
.
-
Comanda
,
padrone
-
disse
il
giovane
indiano
che
aspettava
di
essere
interrogato
.
-
Tu
accompagnerai
il
demjadar
e
t
'
informerai
come
meglio
potrai
del
capitano
Yanez
.
-
A
questo
ci
penso
io
,
sahib
-
disse
il
capo
dei
seikki
.
-
Appena
giungerò
alla
corte
interrogherò
i
miei
uomini
.
-
Ma
tu
come
giustificherai
la
tua
prolungata
assenza
?
-
chiese
Tremal
-
Naik
,
che
assisteva
al
colloquio
insieme
a
Khampur
ed
a
Surama
.
-
Il
rajah
vorrà
sapere
dove
sei
stato
finora
.
-
Ho
già
pensato
a
ciò
,
-
rispose
il
demjadar
.
-
Gli
dirò
che
mi
sono
occupato
di
dare
la
caccia
ai
rapitori
del
suo
primo
ministro
Kaksa
Pharaum
,
e
che
le
ricerche
mi
hanno
condotto
molto
lontano
da
Gauhati
.
Il
rajah
non
dubiterà
di
quanto
racconterò
io
.
-
Allora
tu
,
Bindar
,
entro
domani
,
verrai
a
raggiungerci
,
-
disse
Sandokan
volgendosi
al
giovane
indiano
.
-
Aspetto
tue
notizie
prima
di
salpare
le
ancore
.
-
Prima
del
tramonto
io
sarò
qui
,
padrone
.
-
Conto
su
di
te
.
-
Sandokan
fece
mettere
in
acqua
un
piccolo
gonga
,
che
aveva
fatto
imbarcare
sul
suo
poluar
prima
di
lasciare
Sadhja
,
e
fece
cenno
al
demjadar
ed
a
Bindar
di
prendere
il
largo
,
dicendo
:
-
A
domani
notte
:
checché
debba
succedere
,
ricordatevi
che
io
non
ricondurrò
a
Sadhja
questi
valorosi
montanari
.
-
I
due
uomini
scesero
nel
gonga
,
afferrarono
i
remi
e
si
allontanarono
rapidamente
,
scomparendo
ben
presto
fra
le
tenebre
.
-
Ora
,
-
disse
Sandokan
,
-
possiamo
cenare
.
-
Anche
quella
notte
nessun
molesto
avvenimento
turbò
la
calma
che
regnava
fra
gli
equipaggi
della
flottiglia
,
sicché
tutti
poterono
dormire
tranquillamente
,
malgrado
i
concerti
assordanti
degli
sciacalli
ed
i
rauchi
brontolii
dei
coccodrilli
,
i
quali
giravano
in
gran
numero
intorno
ai
legni
colla
speranza
che
qualche
battelliere
cadesse
fra
le
loro
mascelle
spalancate
.
L
'
indomani
Sandokan
,
quantunque
non
avesse
veramente
dubbi
sulla
fedeltà
del
demjadar
,
forse
pel
suo
istinto
sospettoso
,
mandò
un
drappello
di
montanari
,
guidati
da
Kammamuri
,
verso
la
bocca
del
canale
ed
un
altro
,
sotto
la
direzione
di
Sambigliong
,
verso
la
jungla
,
onde
sorvegliassero
il
fiume
ed
i
dintorni
.
Quelle
precauzioni
furono
però
assolutamente
inutili
,
poiché
il
primo
drappello
non
vide
che
qualche
bangle
carica
d
'
indaco
scendere
la
corrente
,
ed
il
secondo
non
scorse
,
fra
le
ceneri
della
jungla
,
che
qualche
banda
di
cani
selvaggi
.
Un
'
ora
prima
del
tramonto
,
dai
montanari
che
vegliavano
verso
il
fiume
,
fu
segnalato
un
gonga
,
montato
da
due
uomini
,
che
si
avanzava
velocissimo
verso
il
canale
.
La
notizia
trasmessa
subito
a
Sandokan
,
destò
una
viva
ansietà
fra
l
'
equipaggio
.
-
Non
può
essere
che
Bindar
!
-
esclamò
la
Tigre
della
Malesia
,
raggiante
.
-
E
l
'
altro
?
-
avevano
chiesto
ad
una
voce
Surama
e
Tremal
-
Naik
.
-
Sarà
qualche
barcaiuolo
suo
amico
,
suppongo
.
-
Infatti
un
quarto
d
'
ora
dopo
,
il
piccolo
battello
compariva
,
muovendo
a
gran
forza
di
remi
verso
la
nave
ammiraglia
.
Subito
un
grido
di
gioia
sfuggì
dalle
labbra
di
Sandokan
:
-
Bindar
e
Kubang
,
il
capo
della
scorta
di
Yanez
!
-
Il
gonga
che
filava
come
una
rondine
marina
,
abbordò
il
poluar
sotto
la
poppa
ed
il
montanaro
ed
il
malese
in
un
baleno
furono
a
bordo
.
Tutti
si
erano
affollati
intorno
ai
due
nuovi
arrivati
per
interrogarli
.
Sandokan
con
un
gesto
imperioso
li
fece
diventare
muti
.
-
Prima
a
te
Bindar
,
-
disse
.
-
I
seikki
sono
tutti
ai
tuoi
ordini
,
-
rispose
il
giovane
assamese
.
-
Sono
bastate
poche
parole
dal
demjadar
per
deciderli
.
-
Quanti
sono
?
-
Quattrocento
.
-
Aspettano
il
nostro
attacco
?
-
Sì
,
padrone
.
-
E
Yanez
?
-
È
sempre
prigioniero
,
quantunque
trattato
con
tutti
i
riguardi
possibili
ed
è
stato
già
avvertito
dal
demjadar
di
tenersi
pronto
.
-
Non
lo
hanno
sfrattato
?
-
No
.
-
Ah
!
-
esclamò
Surama
,
con
una
esplosione
di
gioia
intensa
.
-
Il
mio
caro
sahib
bianco
!
-
Taci
,
fanciulla
,
-
disse
Sandokan
ruvidamente
.
-
Perché
non
lo
hanno
ancora
condotto
alla
frontiera
bengalese
?
-
Il
demjadar
mi
ha
detto
che
il
favorito
ha
mandato
dei
corrieri
a
Calcutta
,
per
accertarsi
se
il
capitano
è
veramente
un
mylord
inglese
.
-
E
nel
caso
che
non
lo
fosse
farlo
ammazzare
,
-
aggiunse
Sandokan
.
-
Sono
tornati
?
-
No
,
sahib
.
-
Quando
giungeranno
,
il
loro
padrone
non
regnerà
più
sull
'
Assam
.
Ora
a
te
Kubang
.
-
Per
mezzo
del
maggiordomo
che
il
rajah
aveva
messo
a
disposizione
del
suo
grande
cacciatore
,
ho
avvertito
il
capitano
Yanez
che
non
abbia
nulla
da
temere
.
-
Non
vi
è
pericolo
che
lo
avvelenino
?
-
No
,
Tigre
della
Malesia
,
perché
il
carceriere
è
un
parente
del
maggiordomo
e
fa
prima
assaggiare
i
cibi
ad
un
cane
.
-
Surama
,
ti
raccomando
quel
maggiordomo
e
quel
suo
parente
-
disse
Sandokan
volgendosi
verso
la
giovane
.
-
Forse
quei
due
uomini
hanno
salvata
la
vita
al
tuo
fidanzato
.
-
Non
li
dimenticherò
,
Sandokan
,
te
lo
prometto
.
-
Hai
altro
da
dire
,
Kubang
?
-
riprese
poi
la
Tigre
della
Malesia
.
-
Vorrei
chiederti
un
favore
.
-
Parla
.
-
Di
vendicare
i
miei
amici
che
formavano
la
scorta
del
capitano
Yanez
,
-
disse
il
malese
con
voce
commossa
.
Il
viso
di
Sandokan
si
fece
cupo
.
-
Non
era
necessario
che
tu
lo
chiedessi
,
amico
-
disse
con
voce
stridula
.
-
Sai
che
la
Tigre
della
Malesia
non
perdona
.
Saranno
tutti
vendicati
.
-
Quindi
volgendosi
verso
Khampur
,
il
capo
dei
montanari
,
gli
disse
:
-
Darai
ordine
a
tutti
gli
equipaggi
,
che
alla
mezzanotte
salpino
le
ancore
e
che
i
falconetti
siano
carichi
e
pronti
a
trasportarsi
in
città
.
Avremo
probabilmente
bisogno
di
un
po
'
di
artiglieria
,
per
controbattere
quella
degli
assamesi
,
se
avranno
il
tempo
di
condurla
al
fuoco
.
-
Sarai
obbedito
,
sahib
-
rispose
il
montanaro
.
-
Tutti
i
miei
uomini
sono
impazienti
di
combattere
e
di
dare
una
corona
alla
figlia
di
Mahur
.
-
Li
ringrazierai
da
parte
mia
,
-
disse
Surama
,
-
e
dirai
a
loro
che
non
scorderò
giammai
di
dover
ai
prodi
montanari
di
Sadhja
il
mio
trono
.
-
Vieni
,
Tremal
-
Naik
-
disse
Sandokan
.
-
Andiamo
a
preparare
il
nostro
piano
.
-
A
mezzanotte
precisa
la
flottiglia
salpava
le
ancore
e
coi
poluar
in
testa
,
essendo
i
più
grossi
ed
i
meglio
armati
,
lasciava
silenziosamente
la
palude
dei
coccodrilli
,
scendendo
il
Brahmaputra
su
due
colonne
.
30
.
L
'
assalto
a
Gauhati
Alle
due
del
mattino
la
flottiglia
,
sempre
in
buon
ordine
,
giungeva
inosservata
presso
l
'
isolotto
su
cui
sorgeva
la
pagoda
di
Karia
,
gettando
le
ancore
in
prossimità
del
tempio
sotterraneo
,
che
aveva
servito
di
rifugio
a
Sandokan
ed
ai
suoi
malesi
e
dayachi
.
Pareva
che
nessuno
si
fosse
accorto
dell
'
arrivo
di
quella
piccola
squadra
,
che
si
preparava
a
dare
un
formidabile
attacco
alla
capitale
dell
'
Assam
.
Sandokan
aveva
già
comunicati
a
tutti
i
capi
i
suoi
ordini
,
D
'
altronde
non
si
trattava
che
di
sorprendere
le
guardie
che
vegliavano
dinanzi
alla
porta
del
bastione
di
Siringar
,
che
era
il
più
prossimo
,
e
di
muovere
rapidamente
verso
il
palazzo
reale
,
terrorizzando
la
popolazione
con
scariche
furiose
.
Sandokan
aveva
preso
il
comando
assieme
a
Tremal
-
Naik
dei
malesi
e
dei
dayachi
,
poco
numerosi
,
è
vero
,
ma
d
'
un
coraggio
a
tutta
prova
;
Sambigliong
era
stato
incaricato
di
dirigere
l
'
artiglieria
,
formata
da
una
trentina
di
falconetti
;
Khampur
aveva
divisi
i
montanari
in
quattro
gruppi
,
di
duecento
cinquanta
uomini
ciascuno
.
Prima
di
scendere
a
terra
,
Sandokan
si
accostò
a
Surama
e
le
disse
:
-
Non
temere
,
mia
giovane
amica
.
Ora
che
sono
sicuro
che
i
seikki
sono
con
noi
,
non
dubito
più
di
nulla
.
Non
lasciare
questo
legno
,
checché
debba
accadere
.
Lascio
a
te
una
buona
guardia
,
che
ti
ricondurrà
fra
le
tue
montagne
se
un
disastro
,
che
io
però
non
prevedo
,
dovesse
accadere
.
Aspetta
tranquilla
mie
notizie
.
-
Mi
manderai
almeno
il
sahib
bianco
?
-
chiese
Surama
che
appariva
profondamente
commossa
.
-
Sì
,
quando
tutto
sarà
terminato
.
Yanez
non
rinuncerà
di
certo
a
prendere
parte
alla
battaglia
.
-
Le
strinse
calorosamente
la
mano
e
raggiunse
il
suo
gruppo
che
formava
l
'
avanguardia
delle
quattro
colonne
montanare
.
-
Avanti
,
miei
bravi
!
-
gridò
,
snudando
la
scimitarra
.
-
Le
vecchie
tigri
di
Mompracem
devono
aprire
la
strada
ai
forti
guerrieri
di
Sadhja
!
-
I
mille
uomini
si
misero
in
marcia
,
trascinando
con
loro
i
falconetti
,
sui
quali
molto
contavano
per
spaventare
maggiormente
la
popolazione
ed
impressionare
il
rajah
e
la
sua
corte
,
formata
ormai
di
soli
cortigiani
e
di
servi
,
dacché
i
seikki
si
preparavano
a
disertare
.
Sandokan
giunto
a
trecento
passi
dalla
porta
che
s
'
apriva
nel
bastione
di
Siringar
,
fece
fermare
i
suoi
uomini
e
s
'
avanzò
solo
con
Tremal
-
Naik
,
dopo
d
'
aver
montate
le
pistole
.
-
Faremo
il
colpo
noi
,
-
disse
al
bengalese
.
-
Ci
apriranno
?
-
Lo
vedrai
.
Seguimi
correndo
.
-
Entrambi
si
slanciarono
come
se
avessero
avuto
le
ali
ai
piedi
.
Una
voce
che
partiva
dall
'
alto
del
bastione
,
li
costrinse
a
fermarsi
.
Ormai
però
non
erano
che
a
pochi
passi
dalla
porta
.
-
Chi
vive
!
-
gridò
la
sentinella
.
-
Corrieri
del
rajah
!
-
rispose
Sandokan
in
buon
indiano
.
-
Aprite
subito
!
Gravi
notizie
dalla
frontiera
.
-
Da
dove
vieni
?
-
Da
Sadhja
.
-
Aspetta
.
-
Dietro
la
porta
,
che
era
di
bronzo
,
si
udirono
delle
voci
a
discutere
animatamente
per
qualche
istante
,
poi
a
stridere
i
grossi
chiavistelli
.
-
Le
pistole
in
pugno
e
fa
'
fuoco
subito
,
-
sussurrò
Sandokan
a
Tremal
-
Naik
.
-
Pronto
,
-
rispose
il
bengalese
mettendosi
la
scimitarra
fra
i
denti
e
levando
le
sue
armi
da
fuoco
.
Un
momento
dopo
la
massiccia
porta
di
bronzo
si
apriva
e
tre
soldati
assamesi
comparivano
muniti
di
lanterne
.
Subito
otto
colpi
di
pistola
rimbombarono
uno
dietro
l
'
altro
,
con
rapidità
fulminea
,
crivellando
i
disgraziati
.
-
Avanti
!
-
urlò
Sandokan
riprendendo
la
scimitarra
.
I
dayachi
ed
i
malesi
,
udendo
quegli
spari
si
erano
a
loro
volta
slanciati
a
corsa
disperata
;
pronti
ad
aiutare
i
loro
capi
.
Non
vi
era
ormai
più
bisogno
del
loro
concorso
,
poiché
i
cinque
o
sei
uomini
che
formavano
il
corpo
di
guardia
,
spaventati
da
tutti
quei
colpi
,
erano
fuggiti
a
gambe
levate
,
non
senza
urlare
però
ed
a
squarciagola
:
-
All
'
armi
,
cittadini
!
All
'
armi
!
-
Di
corsa
,
tigrotti
di
Mompracem
!
-
esclamò
Sandokan
.
-
Non
lasciamo
alla
guarnigione
il
tempo
d
'
organizzare
la
difesa
.
-
Assicuratosi
che
i
montanari
di
Khampur
s
'
avanzavano
a
passo
di
corsa
,
portando
a
braccia
i
falconetti
,
onde
fare
più
presto
,
si
slanciò
risolutamente
attraverso
il
bastione
,
sboccando
in
una
delle
principali
vie
di
Gauhati
.
I
malesi
ed
i
dayachi
che
avevano
già
ricevuto
prima
le
istruzioni
,
lo
avevano
seguìto
,
mandando
clamori
selvaggi
e
sparando
contro
le
finestre
delle
case
e
le
porte
,
onde
impedire
agli
abitanti
di
scendere
nelle
strade
e
di
prestare
man
forte
alla
guarnigione
.
Anche
i
montanari
di
Khampur
che
s
'
avanzavano
in
ranghi
serrati
,
si
erano
messi
a
gridare
ed
a
sparare
.
Quella
marcia
non
doveva
però
prolungarsi
molto
.
I
guerrieri
che
formavano
il
corpo
di
guardia
,
avevano
già
dato
l
'
allarme
,
e
quando
l
'
avanguardia
malese
e
dayaca
fu
giunta
presso
la
piazza
del
mercato
,
si
vide
sbarrata
la
via
da
un
grosso
attruppamento
di
soldati
.
Erano
i
cipay
del
rajah
,
i
quali
avendo
la
loro
caserma
in
quei
dintorni
,
erano
stati
lesti
ad
accorrere
con
qualche
pezzo
d
'
artiglieria
ed
un
mezzo
squadrone
di
cavalleggeri
irregolari
.
-
Ci
siamo
!
-
gridò
Sandokan
.
-
Stringete
le
file
e
caricate
alla
disperata
.
Qui
bisogna
sfondare
.
-
Quei
cipay
erano
una
truppa
eccellente
,
formata
del
fiore
dei
guerrieri
assamesi
,
milizia
salda
che
aveva
fatto
le
sue
prove
alle
frontiere
della
Birmania
,
e
quindi
capace
di
opporre
una
lunga
e
fors
'
anche
ostinata
resistenza
.
-
Bah
!
-
mormorò
Sandokan
che
guidava
bravamente
all
'
attacco
il
suo
drappello
;
-
se
non
cedono
,
li
faremo
assalire
alle
spalle
dai
seikki
.
-
Un
fuoco
vivissimo
accolse
i
montanari
che
irrompevano
sulla
piazza
in
ranghi
ben
serrati
,
facendo
non
pochi
vuoti
fra
gli
assalitori
;
però
questi
,
senza
troppo
impressionarsi
,
misero
rapidamente
in
batteria
i
loro
trenta
falconetti
e
aperte
le
file
fulminarono
a
loro
volta
i
cipay
del
rajah
.
Una
vera
battaglia
si
era
impegnata
d
'
ambo
le
parti
,
con
vero
accanimento
.
Se
i
cipay
fossero
stati
soli
,
non
avrebbero
resistito
a
lungo
a
quel
fuoco
infernale
,
quantunque
disponessero
anche
loro
di
alcuni
pezzi
d
'
artiglieria
.
Disgraziatamente
pei
montanari
,
altri
rinforzi
giungevano
da
tutte
le
parti
,
asserragliando
le
vie
che
sboccavano
sulla
piazza
con
carri
e
lastre
e
pietre
,
formando
delle
vere
barricate
.
Tutta
la
guarnigione
della
capitale
,
allarmata
da
quegli
spari
,
si
portava
sollecitamente
sul
campo
della
pugna
.
Sandokan
,
che
conservava
un
ammirabile
sangue
freddo
,
intuì
subito
il
pericolo
che
lo
minacciava
.
-
Ogni
minuto
che
perdiamo
,
aumenterà
la
resistenza
-
disse
a
Tremal
-
Naik
che
combatteva
al
suo
fianco
.
-
Forziamo
la
fronte
.
Battuti
i
cipay
,
saremo
padroni
della
città
.
-
Radunò
duecento
uomini
,
mise
in
testa
i
malesi
ed
i
dayachi
e
li
scagliò
all
'
assalto
contro
le
linee
dei
cipay
.
Malgrado
l
'
uragano
di
fuoco
,
la
colonna
attraversò
di
gran
corsa
la
piazza
e
si
gettò
contro
i
primi
avversari
,
impegnando
un
terribile
combattimento
all
'
arma
bianca
.
Tre
volte
i
montanari
furono
costretti
a
dare
indietro
,
lasciando
sul
terreno
un
gran
numero
d
'
uomini
,
ma
al
quarto
attacco
,
appoggiato
da
una
nuova
colonna
guidata
da
Khampur
,
riuscirono
a
tagliare
a
metà
la
fronte
dei
cipay
.
Aperto
il
varco
,
tutte
le
altre
schiere
si
spinsero
innanzi
sciabolando
il
nemico
,
che
già
si
ripiegava
in
disordine
riversandosi
attraverso
le
vie
laterali
.
-
Diritti
al
palazzo
!
-
urlò
Sandokan
.
-
Avanti
,
prodi
montanari
di
Sadhia
!
Avanti
tigrotti
di
Mompracem
!
-
I
guerrieri
assamesi
che
avevano
bloccate
le
vie
trasversali
,
vedendo
i
cipay
a
fuggire
e
temendo
di
venire
sorpresi
alle
spalle
,
lasciarono
le
barricate
per
concentrare
forse
la
difesa
in
altro
luogo
.
I
montanari
,
vedendo
la
via
sgombra
,
si
misero
alla
corsa
,
non
cessando
di
far
fuoco
contro
le
finestre
e
le
porte
.
Nessun
abitante
osava
d
'
altronde
mostrarsi
.
Le
stuoie
di
coccottiero
,
rimanevano
ermeticamente
abbassate
,
perfino
quelle
delle
verande
.
Bindar
,
che
era
sfuggito
miracolosamente
ai
colpi
dei
cipay
,
quantunque
avesse
sempre
combattuto
e
valorosamente
in
prima
fila
,
guidava
Sandokan
e
le
sue
schiere
,
verso
l
'
immensa
piazza
,
in
mezzo
alla
quale
s
'
ergeva
il
superbo
palazzo
del
rajah
.
I
montanari
stavano
per
irrompere
nell
'
ultima
e
più
ampia
via
che
conduceva
nella
piazza
,
quando
si
trovarono
dinanzi
ad
una
serie
di
barricate
,
costruite
è
vero
alla
buona
,
con
carri
,
materassi
e
panconi
di
legno
incrociati
,
ma
che
offrivano
una
certa
resistenza
.
Fra
le
une
e
le
altre
si
erano
ammassati
i
cipay
ed
i
guerrieri
assamesi
,
con
un
certo
numero
di
bocche
da
fuoco
.
-
Ecco
l
'
osso
più
duro
da
rosicchiare
-
disse
Sandokan
fermandosi
.
-
I
cipay
sono
stati
più
lesti
di
noi
ed
hanno
avuto
il
tempo
di
trincerarsi
.
-
Capo
,
-
disse
Khampur
,
accostandosi
al
pirata
.
-
Se
i
seikki
non
si
muovono
,
corriamo
il
pericolo
di
farci
schiacciare
.
-
I
seikki
al
momento
opportuno
entreranno
in
azione
.
Devono
essere
occupati
ad
impossessarsi
del
rajah
e
dei
suoi
favoriti
,
in
questo
istante
.
Quando
giungeremo
al
palazzo
reale
,
non
avremo
più
nulla
da
fare
là
dentro
.
Fa
'
piazzare
tutta
la
tua
artiglieria
lungo
i
camminapiedi
e
manda
duecento
uomini
a
occupare
le
case
che
si
trovano
presso
la
prima
barricata
.
Dalle
verande
e
dalle
terrazze
potranno
fare
dei
buoni
colpi
di
carabina
.
Se
è
possibile
,
fa
'
installare
anche
lassù
dei
falconetti
.
-
Sì
,
capo
.
-
Dammi
ora
quattrocento
uomini
per
formare
una
solida
colonna
d
'
attacco
.
-
Quel
rapido
discorso
era
stato
fatto
in
mezzo
ai
colpi
di
fuoco
.
Gli
assamesi
,
credendosi
sicuri
dietro
le
loro
barricate
,
non
avevano
però
ancora
fatto
uso
delle
loro
artiglierie
,
che
dovevano
essere
state
caricate
a
mitraglia
.
I
malesi
,
i
dayachi
ed
una
compagnia
di
montanari
,
avevano
risposto
con
poche
scariche
e
con
qualche
colpo
di
falconetto
,
tanto
per
provare
la
resistenza
di
quelle
trincee
e
dei
loro
difensori
.
Sandokan
,
prima
di
dare
il
gran
cozzo
,
attese
che
i
suoi
ordini
fossero
stati
eseguiti
,
e
quando
vide
i
montanari
comparire
sulle
verande
e
sulle
terrazze
delle
case
più
prossime
alla
prima
trincea
,
comandò
alcune
scariche
di
falconetti
.
Quei
piccoli
pezzi
lanciarono
per
ben
tre
volte
un
vero
uragano
di
palle
,
del
calibro
d
'
una
libbra
,
sfondando
parte
dei
carri
e
dei
panconi
,
e
costringendo
i
difensori
della
barricata
a
ripiegarsi
contro
le
pareti
delle
case
.
Era
il
momento
opportuno
per
dare
il
cozzo
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
fecero
stringere
le
file
alla
colonna
d
'
assalto
,
e
mentre
i
montanari
che
occupavano
le
terrazze
e
le
verande
li
proteggevano
con
un
fuoco
violentissimo
,
diretto
specialmente
contro
i
cipay
,
che
servivano
i
pezzi
d
'
artiglieria
,
si
slanciarono
all
'
attacco
con
impeto
meraviglioso
.
A
cento
passi
dalla
barricata
una
poderosa
scarica
di
mitraglia
,
vomitata
da
tre
pezzi
collocati
ai
lati
della
barricata
,
fece
oscillare
la
colonna
d
'
assalto
,
che
però
si
rimise
subito
,
strinse
ancor
più
i
ranghi
e
si
spinse
audacemente
innanzi
,
malgrado
avesse
subito
gravi
perdite
.
Una
seconda
volta
si
trovò
esposta
alle
scariche
di
mitraglia
,
nondimeno
quei
prodi
montanari
,
incoraggiati
dallo
slancio
ammirabile
dei
malesi
e
dei
dayachi
e
dalle
grida
dei
valorosissimi
capi
,
che
si
esponevano
intrepidamente
al
fuoco
,
mostrando
un
disprezzo
assoluto
della
vita
,
furono
ben
presto
sopra
la
barricata
,
caricando
i
difensori
colle
larghe
scimitarre
e
gli
affilati
tarwar
.
I
cipay
ed
i
guerrieri
assamesi
tennero
duro
per
qualche
minuto
,
poi
volsero
in
fuga
salvandosi
dietro
la
seconda
barricata
.
Sandokan
fece
voltare
verso
quella
i
cannoni
conquistati
,
che
valevano
ben
meglio
dei
piccoli
falconetti
,
mentre
una
parte
dei
suoi
uomini
sfondavano
,
coi
calci
delle
carabine
,
le
porte
delle
case
per
occupare
le
verande
e
le
terrazze
.
Un
'
altra
colonna
,
composta
di
trecento
uomini
,
correva
in
aiuto
dei
vincitori
.
La
guidava
Khampur
.
Quel
poderoso
rinforzo
si
slanciò
a
sua
volta
,
dopo
alcune
cannonate
,
all
'
attacco
della
nuova
trincea
,
dietro
la
quale
i
cipay
e
gli
assamesi
,
si
preparavano
ad
opporre
un
'
altra
accanita
resistenza
,
malgrado
avessero
subito
perdite
enormi
.
Tutto
il
tratto
di
via
che
correva
fra
le
due
trincee
,
era
coperto
di
morti
e
di
feriti
,
segno
evidente
che
gli
indiani
si
erano
valorosamente
difesi
,
prima
di
cedere
al
possente
urto
dei
montanari
e
delle
vecchie
tigri
di
Mompracem
.
Il
secondo
attacco
fu
meno
laborioso
del
primo
.
I
soldati
del
rajah
,
scoraggiati
,
non
ressero
che
pochi
minuti
,
poi
si
rifugiarono
nell
'
immensa
piazza
dove
sorgeva
il
palazzo
reale
e
dove
avevano
collocate
le
loro
migliori
artiglierie
.
I
montanari
però
li
avevano
seguìti
così
da
presso
da
non
permettere
a
loro
d
'
innalzare
un
'
altra
trincea
,
né
di
fare
troppe
scariche
.
L
'
urto
fra
le
due
falangi
fu
nondimeno
sanguinosissimo
.
Assamesi
e
montanari
gareggiavano
per
coraggio
e
per
ostinazione
.
Tutti
avevano
gettate
via
le
carabine
,
diventate
inutili
in
un
combattimento
corpo
a
corpo
,
non
essendo
armate
di
baionette
e
combattevano
colle
pistole
e
colle
armi
bianche
,
con
una
rabbia
crescente
e
con
grande
strage
da
una
parte
e
dall
'
altra
.
La
resistenza
che
opponeva
la
guarnigione
,
sempre
ingrossata
da
altre
truppe
fresche
,
che
giungevano
ad
ogni
istante
dai
quartieri
più
lontani
della
città
,
era
diventata
così
tenace
,
che
Sandokan
,
Tremal
-
Naik
e
Khampur
,
per
un
momento
,
dubitarono
dell
'
esito
dell
'
impresa
.
I
montanari
cominciavano
a
dar
segno
di
stanchezza
e
non
assalivano
più
coll
'
impeto
primiero
,
un
po
'
scoraggiati
anche
di
trovarsi
continuamente
dinanzi
truppe
fresche
,
che
non
cedevano
facilmente
ai
replicati
assalti
.
Ad
un
tratto
però
,
all
'
estremità
opposta
della
piazza
,
in
direzione
del
palazzo
reale
,
proprio
dietro
le
spalle
delle
truppe
del
rajah
,
si
udirono
echeggiare
improvvisamente
delle
nutrite
scariche
di
fucileria
,
appoggiate
da
alcuni
colpi
di
cannone
.
Un
immenso
urlo
di
gioia
sfuggì
dai
petti
dei
montanari
e
dai
petti
delle
vecchie
tigri
di
Mompracem
:
-
I
seikki
!
-
Erano
infatti
i
saldi
ed
invincibili
guerrieri
del
demjadar
,
che
accorrevano
in
loro
aiuto
,
e
che
avevano
aperto
il
fuoco
dalle
gradinate
del
palazzo
reale
.
I
cipay
e
gli
assamesi
,
passato
il
primo
momento
di
stupore
,
non
potendo
subito
credere
ad
un
tale
tradimento
,
vistisi
presi
fra
due
fuochi
,
si
diedero
ad
una
fuga
precipitosa
,
gettando
le
armi
onde
essere
più
lesti
.
Tre
o
quattrocento
però
erano
rimasti
sulla
piazza
,
abbassando
le
carabine
e
le
scimitarre
in
segno
di
resa
.
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
si
erano
slanciati
verso
il
demjadar
,
che
marciava
alla
testa
della
sua
magnifica
truppa
,
accompagnato
da
un
uomo
vestito
di
flanella
bianca
,
che
portava
sul
capo
un
elmetto
di
tela
con
un
lungo
velo
azzurro
.
-
Yanez
!
-
esclamarono
entrambi
precipitandosi
fra
le
braccia
aperte
del
portoghese
.
-
In
carne
ed
ossa
,
amici
miei
-
rispose
l
'
ex
mylord
ridendo
.
-
Peccato
che
sia
giunto
un
po
'
tardi
a
prendere
parte
alla
battaglia
,
che
assicura
il
trono
alla
mia
bella
Surama
;
ma
abbiamo
avuto
un
po
'
da
fare
al
palazzo
reale
,
è
vero
mio
bravo
demjadar
?
-
Il
capo
dei
seikki
fece
un
cenno
affermativo
.
-
Il
rajah
?
-
chiese
Sandokan
.
-
È
nelle
nostre
mani
.
-
Ed
il
greco
?
-
Si
è
difeso
come
un
dannato
,
aiutato
da
un
manipolo
di
favoriti
e
di
bricconi
degni
di
lui
,
e
nella
lotta
è
caduto
con
tre
o
quattro
palle
in
corpo
.
-
Morto
?
-
Per
Giove
!
Erano
palle
di
carabina
e
di
buon
calibro
,
mio
caro
Sandokan
.
-
Forse
è
meglio
così
,
-
disse
Tremal
-
Naik
.
-
I
tuoi
malesi
sono
stati
egualmente
vendicati
.
-
Hai
ragione
,
-
rispose
Sandokan
.
-
Il
rajah
è
furibondo
?
-
È
mezzo
ubbriaco
e
credo
che
non
abbia
nemmeno
capito
che
la
corona
gli
cadeva
dalla
testa
,
-
rispose
Yanez
.
-
Ma
Surama
dov
'
è
?
-
È
a
bordo
d
'
uno
dei
nostri
poluar
.
La
faremo
subito
avvertire
.
-
E
tutta
questa
gente
dove
l
'
hai
scovata
,
tu
?
-
Sono
i
sudditi
del
padre
della
tua
fidanzata
.
Lascia
le
spiegazioni
a
più
tardi
.
-
In
quell
'
istante
giunse
Khampur
.
-
Capo
,
-
disse
volgendosi
verso
Sandokan
.
-
Che
cosa
devo
fare
?
Tutti
i
soldati
del
rajah
o
scappano
o
si
arrendono
.
-
Manda
,
innanzi
a
tutto
,
una
buona
scorta
al
poluar
,
onde
conduca
qui
,
il
più
presto
possibile
,
Surama
.
Manderai
poi
i
tuoi
uomini
a
occupare
tutte
le
caserme
della
città
ed
i
fortini
dei
bastioni
.
Non
troveranno
ormai
più
alcuna
resistenza
.
-
Lo
credo
anch
'
io
,
capo
.
-
E
ripartì
di
corsa
,
mentre
i
suoi
montanari
disarmavano
i
prigionieri
e
sparavano
le
loro
ultime
cartucce
contro
le
case
,
onde
la
popolazione
non
scendesse
nelle
vie
.
-
Dal
rajah
ora
,
-
disse
Sandokan
.
-
Guidaci
,
mio
bravo
demjadar
.
Tu
hai
mantenuto
la
tua
promessa
e
la
rhani
dell
'
Assam
manterrà
i
suoi
patti
.
-
Il
capo
dei
seikki
si
diresse
verso
il
palazzo
reale
seguìto
da
Sandokan
,
da
Yanez
,
da
Tremal
-
Naik
e
da
una
piccola
scorta
.
I
seikki
guardavano
le
porte
,
dinanzi
alle
quali
erano
stati
piazzati
dei
piccoli
pezzi
d
'
artiglieria
.
Il
drappello
salì
lo
scalone
principale
ed
entrò
nella
sala
del
trono
,
dove
si
trovavano
radunati
i
ministri
ed
alcuni
dei
più
alti
dignitari
dello
stato
.
Il
rajah
invece
se
ne
stava
,
semi
-
coricato
,
sul
suo
letto
-
trono
,
mezzo
inebetito
dai
liquori
e
dallo
spavento
.
Certo
la
morte
del
greco
,
del
suo
fido
,
quantunque
perfido
consigliere
,
doveva
avergli
schiantata
l
'
anima
.
Vedendo
entrare
Yanez
seguìto
da
tutti
gli
altri
,
scese
dal
trono
e
assumendo
una
cert
'
aria
di
dignitosa
fierezza
,
infusagli
dal
cognac
bevuto
,
gli
chiese
con
voce
rauca
:
-
Che
cosa
vuoi
tu
,
mylord
,
ancora
da
me
?
La
mia
vita
forse
?
-
Noi
non
siamo
assamesi
,
Altezza
-
rispose
il
portoghese
togliendosi
il
cappello
e
facendo
un
inchino
.
-
Al
governo
inglese
premerebbero
,
forse
,
più
che
la
mia
vita
le
mie
ricchezze
?
-
Vostra
Altezza
s
'
inganna
.
-
Che
cosa
volete
dire
,
mylord
?
-
Che
il
governo
inglese
non
c
'
entra
affatto
in
questa
rivoluzione
o
,
sollevazione
,
se
così
vi
piace
meglio
.
-
Il
rajah
fece
un
gesto
di
stupore
.
-
Per
conto
di
chi
avete
agito
voi
dunque
così
?
Chi
siete
?
Chi
vi
ha
mandati
qui
?
-
Una
fanciulla
che
voi
ben
conoscete
,
Altezza
-
rispose
Yanez
.
-
Una
fanciulla
!
-
Sapete
Altezza
chi
sono
i
guerrieri
che
hanno
vinto
le
vostre
truppe
?
-
chiese
Sandokan
,
avanzandosi
.
-
No
.
-
I
montanari
di
Sadhja
.
-
Un
grido
terribile
lacerò
il
petto
del
principe
.
-
I
guerrieri
di
Mahur
!
-
Si
chiamava
ben
così
,
il
forte
montanaro
che
vostro
fratello
uccise
a
tradimento
,
-
continuò
Sandokan
.
-
Ma
io
non
ho
preso
parte
a
quell
'
assassinio
!
-
urlò
il
principe
.
-
Ciò
è
vero
,
-
rispose
Yanez
,
-
però
Vostra
Altezza
non
avrà
dimenticato
che
cosa
ha
fatto
della
piccola
Surama
,
la
figlia
di
Mahur
.
-
Surama
!
-
balbettò
il
rajah
diventando
livido
.
-
Surama
!
-
Sì
,
Altezza
.
A
chi
l
'
avete
venduta
?
Ve
lo
ricordate
?
-
Il
rajah
era
rimasto
muto
guardando
Yanez
con
intenso
terrore
.
-
Allora
voi
,
Altezza
,
mi
permetterete
di
dirvi
che
quella
fanciulla
,
figlia
di
un
grande
capo
che
era
vostro
zio
,
invece
di
farla
sedere
sui
gradini
d
'
un
trono
,
come
le
spettava
per
diritto
di
nascita
,
l
'
avete
venduta
,
come
una
miserabile
schiava
,
ad
una
banda
di
thugs
indiani
,
onde
ne
facessero
una
bajadera
.
Vi
ricordate
ora
?
-
Anche
questa
volta
il
rajah
non
rispose
.
Solamente
i
suoi
occhi
si
dilatavano
sempre
più
,
come
se
dovessero
schizzargli
dalle
orbite
.
-
Quella
fanciulla
,
-
proseguì
l
'
implacabile
portoghese
,
-
chiese
il
nostro
aiuto
e
noi
,
che
siamo
uomini
capaci
di
mettere
sottosopra
il
mondo
intero
,
siamo
venuti
qui
,
dalle
lontane
regioni
della
Malesia
,
per
sostenere
i
suoi
diritti
e
,
come
avete
veduto
,
ci
siamo
riusciti
,
poiché
voi
non
siete
più
rajah
.
È
la
rhani
che
da
questo
momento
regna
sull
'
Assam
.
-
Il
principe
scoppiò
in
una
risata
stridula
,
spaventosa
,
che
si
ripercosse
lungamente
nell
'
immensa
sala
.
-
La
rhani
!
-
esclamò
poi
,
sempre
ridendo
.
-
Ah
!
...
ah
!
ah
!
Le
mie
carabine
...
le
mie
pistole
...
i
miei
elefanti
...
voglio
sposare
la
rhani
!
...
Dov
'
è
...
dov
'
è
?
Ah
!
Eccola
!
Bella
,
bellissima
!
...
-
Yanez
,
Sandokan
e
Tremal
-
Naik
si
guardarono
un
po
'
atterriti
.
-
È
diventato
pazzo
,
-
disse
il
primo
.
-
Bah
!
Vi
sono
degli
ospedali
a
Calcutta
,
-
aggiunse
il
secondo
.
-
Surama
è
ormai
abbastanza
ricca
per
pagargli
una
pensione
principesca
.
-
E
uscirono
tutti
e
tre
,
un
po
'
pensierosi
,
mentre
il
disgraziato
,
colpito
improvvisamente
da
una
pazzia
furiosa
,
continuava
a
urlare
come
un
ossesso
:
-
Le
mie
carabine
...
le
mie
pistole
...
i
miei
elefanti
...
voglio
sposare
la
rhani
!
-
Dieci
giorni
più
tardi
gli
avvenimenti
narrati
,
quando
già
il
disgraziato
rajah
era
stato
condotto
a
Calcutta
,
sotto
buona
scorta
,
per
essere
internato
in
uno
dei
primari
stabilimenti
d
'
alienati
e
quando
già
tutte
le
città
dell
'
Assam
,
avevano
fatto
atto
di
sottomissione
completa
,
la
bellissima
Surama
impalmava
solennemente
il
suo
amato
sahib
bianco
,
cedendogli
metà
della
corona
.
-
Eccovi
finalmente
felici
,
-
disse
a
loro
Sandokan
,
la
sera
istessa
,
mentre
la
folla
,
delirante
,
acclamava
i
nuovi
sovrani
dell
'
Assam
,
ed
i
fuochi
d
'
artifizio
illuminavano
fantasticamente
la
capitale
.
-
Ora
tocca
a
me
procurarmi
una
corona
,
quella
stessa
che
portava
sul
capo
mio
padre
.
-
E
quando
sarà
quel
giorno
?
-
chiese
Yanez
.
-
Sai
che
noi
,
quantunque
di
tinta
diversa
,
siamo
più
che
due
fratelli
.
Parla
e
verrò
io
ad
aiutarti
coi
miei
scikari
e
,
se
sarà
necessario
,
coi
montanari
di
Sadhja
.
-
Chi
lo
sa
,
-
disse
Sandokan
dopo
un
silenzio
relativamente
lungo
.
-
Forse
quel
giorno
è
più
prossimo
che
tu
non
lo
creda
,
ma
non
voglio
per
ora
guastare
la
tua
luna
di
miele
,
come
dite
voi
uomini
dell
'
estremo
occidente
.
Fra
giorni
mi
imbarcherò
pel
Borneo
coi
miei
ultimi
malesi
e
dayachi
e
,
quando
sarò
là
,
riceverai
miei
ordini
.
-
NOTE
1
Sacerdoti
di
Siva
.
2
Colazione
leggera
degli
anglo
-
indiani
,
composta
di
carne
,
legumi
,
birra
.
3
Liquore
mescolato
con
oppio
.
4
Anche
gli
indù
come
gli
altri
popoli
credono
al
diluvio
universale
.
5
Tigri
che
non
assaltano
che
gli
esseri
umani
.
6
Moneta
d
'
oro
che
vale
16
rupie
(
40
lire
)
.
7
Battitori
.
8
Mangiatrice
d
'
uomini
.
9
Facchini
.
10
Forte
dose
di
oppio
.
11
Riso
del
Bengala
finissimo
che
cuocendo
spande
un
profumo
soavissimo
.
12
A
questa
casta
,
che
è
l
'
ultima
,
appartengono
i
domestici
e
gli
artigiani
.
13
Giganti
malefici
.