Miscellanea ,
Ecco
fatto
.
Ho
voluto
ricopiare
qui
in
questo
mio
giornalino
il
foglietto
del
calendario
d
'
oggi
,
che
segna
l
'
entrata
delle
truppe
italiane
in
Roma
e
che
è
anche
il
giorno
che
son
nato
io
,
come
ci
ho
scritto
sotto
,
perché
gli
amici
che
vengono
in
casa
si
ricordino
di
farmi
il
regalo
.
Ecco
intanto
la
nota
dei
regali
avuti
finora
:
l
.
°
Una
bella
pistola
da
tirare
al
bersaglio
che
mi
ha
dato
il
babbo
;
2.°
Un
vestito
a
quadrettini
che
mi
ha
dato
mia
sorella
Ada
,
ma
di
questo
non
me
ne
importa
nulla
,
perché
non
è
un
balocco
;
3.°
Una
stupenda
canna
da
pescare
con
la
lenza
e
tutto
l
'
occorrente
e
che
si
smonta
e
diventa
un
bastone
che
mi
ha
dato
mia
sorella
Virginia
,
e
questo
è
il
regalo
che
mi
ci
voleva
,
perché
io
vado
matto
per
la
pesca
;
4.°
Un
astuccio
con
tutto
l
'
occorrente
per
scrivere
,
e
con
un
magnifico
lapis
rosso
e
blu
,
regalatomi
da
mia
sorella
Luisa
;
5.°
Questo
giornalino
che
mi
ha
regalato
la
mamma
e
che
è
il
migliore
di
tutti
.
Ah
sì
!
La
mia
buona
mamma
me
ne
ha
fatto
uno
proprio
bello
,
dandomi
questo
giornalino
perché
ci
scriva
i
miei
pensieri
e
quello
che
mi
succede
.
Che
bel
libro
,
con
la
rilegatura
di
tela
verde
e
tutte
le
pagine
bianche
che
non
so
davvero
come
farò
a
riempire
!
Ed
era
tanto
che
mi
struggevo
di
avere
un
giornalino
mio
,
dove
scriverci
le
mie
memorie
,
come
quello
che
hanno
le
mie
sorelle
Ada
,
Luisa
e
Virginia
che
tutte
le
sere
prima
d
'
andare
a
letto
,
coi
capelli
sulle
spalle
e
mezze
spogliate
,
stanno
a
scrivere
delle
ore
intere
.
Non
so
davvero
dove
trovino
tante
cose
da
scrivere
,
quelle
ragazze
!
Io
,
invece
,
non
so
più
che
cosa
dire
;
e
allora
come
farò
a
riempire
tutte
le
tue
pagine
bianche
,
mio
caro
giornalino
?
Mi
aiuterò
con
la
mia
facilità
di
disegnare
,
e
farò
qui
il
mio
ritratto
come
sono
ora
all
'
età
di
nove
anni
finiti
.
Però
in
un
giornalino
bello
come
questo
,
bisognerebbe
metterci
dei
pensieri
,
delle
riflessioni
...
Mi
viene
un
'
idea
!
Se
ricopiassi
qui
un
po
'
del
giornalino
di
Ada
che
giusto
è
fuori
insieme
alla
mamma
a
far
delle
visite
?
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
..
Ecco
qui
:
sono
andato
su
in
camera
di
Ada
,
ho
aperto
la
cassetta
della
sua
scrivania
,
le
ho
preso
il
suo
giornale
di
memorie
,
e
ora
posso
copiare
in
pace
.
"
Oh
,
se
quel
vecchiaccio
del
Capitani
non
tornasse
più
!
ed
invece
,
è
venuto
anche
stasera
.
È
impossibile
!
non
mi
piace
!
Non
mi
piace
,
e
non
mi
piacerà
mai
,
mai
...
La
mamma
ha
detto
che
è
molto
ricco
;
e
che
se
mi
chiedesse
in
moglie
,
dovrei
sposarlo
.
Non
è
una
crudeltà
,
questa
?
Povero
cuore
mio
!
Perché
ti
mettono
a
tali
torture
?
!
Egli
ha
certe
mani
grandi
e
rosse
,
e
col
babbo
non
sa
parlare
d
'
altro
che
di
vino
e
di
olio
,
di
campi
,
di
contadini
e
di
bestie
;
e
se
lo
avessi
veduto
,
almeno
una
volta
vestito
a
modo
...
Oh
,
se
questa
storia
finisse
!
Se
non
tornasse
più
!
Mi
metterei
l
'
anima
in
pace
...
Iersera
,
mentre
l
'
accompagnavo
all
'
uscio
,
ed
eravamo
soli
nella
stanza
d
'
ingresso
,
voleva
baciarmi
la
mano
;
ma
io
fui
pronta
a
scappare
,
e
rimase
con
un
palmo
di
naso
...
Ah
no
!
Io
amo
il
mio
caro
Alberto
De
Renzis
.
Che
peccato
che
Alberto
non
sia
altro
che
un
misero
impiegatuccio
...
Mi
fa
continuamente
delle
scenate
,
e
io
non
ne
posso
più
!
Che
delusione
!
Che
delusione
è
la
vita
...
Mi
sento
proprio
infelice
!!!..."
E
ora
basta
,
perché
ho
empito
due
pagine
.
#
Ti
riapro
prima
d
'
andare
a
letto
,
giornalino
mio
,
perché
stasera
m
'
è
successo
un
affare
serio
.
Verso
le
otto
,
come
al
solito
,
è
venuto
il
signor
Adolfo
Capitani
.
È
un
coso
vecchio
,
brutto
,
grosso
grosso
e
rosso
...
Le
mie
sorelle
hanno
proprio
ragione
di
canzonarlo
!
Dunque
io
ero
in
salotto
col
mio
giornalino
in
mano
,
quando
ad
un
tratto
lui
mi
dice
con
quella
sua
vociaccia
di
gatto
scorticato
:
-
Cosa
legge
di
bello
il
nostro
Giannino
?
-
Io
,
naturalmente
,
gli
ho
dato
subito
il
mio
libro
di
memorie
,
ed
egli
si
è
messo
a
leggerlo
forte
,
davanti
a
tutti
.
Da
principio
la
mamma
e
le
mie
sorelle
ridevano
come
matte
.
Ma
appena
ha
incominciato
a
leggere
il
pezzo
che
ho
copiato
dal
giornalino
di
Ada
,
questa
si
è
messa
a
urlare
e
faceva
di
tutto
per
strapparglielo
di
mano
,
ma
lui
duro
;
ha
voluto
arrivai
fino
in
fondo
,
e
poi
serio
serio
mi
ha
detto
:
-
Perché
hai
scritto
tutte
queste
sciocchezze
?
Io
gli
ho
risposto
che
non
potevano
essere
sciocchezze
,
perché
le
aveva
scritte
nel
suo
libro
di
memorie
Ada
,
che
è
la
mia
sorella
maggiore
,
e
perciò
ha
più
giudizio
di
me
e
sa
quello
che
dice
.
Appena
detto
questo
,
il
signor
Capitani
si
è
alzato
serio
serio
,
ha
preso
il
cappello
e
se
n
'
è
andato
via
senza
salutare
nessuno
.
Bella
educazione
!
E
allora
la
mamma
,
invece
di
pigliarsela
con
lui
,
se
l
'
è
presa
con
me
,
gridando
e
minacciando
,
e
quella
stupida
di
Ada
si
è
messa
a
piangere
come
una
fontana
!
Andate
a
far
del
bene
alle
sorelle
maggiori
!
Basta
!
Sarà
meglio
andare
a
letto
.
Ma
intanto
son
contento
perché
ho
potuto
empire
tre
pagine
zeppe
del
mio
caro
giornalino
!
21
settembre
.
Son
proprio
nato
disgraziato
!
In
casa
non
mi
possono
più
soffrire
,
e
tutti
non
fanno
altro
che
dire
che
per
colpa
mia
è
andato
all
'
aria
un
matrimonio
che
per
i
tempi
che
corrono
era
una
gran
fortuna
,
che
un
marito
come
il
signor
Capitani
,
con
ventimila
lire
di
rendita
,
non
si
trova
tutti
i
giorni
,
che
Ada
sarà
condannata
a
restare
zittella
tutta
la
vita
come
la
zia
Bettina
,
e
via
e
dàlli
,
una
quantità
di
storie
che
non
finiscono
mai
.
Io
vorrei
sapere
che
gran
male
ho
fatto
alla
fin
fine
,
per
copiare
un
pensiero
dallo
scartafaccio
di
mia
sorella
!
Oh
!
ma
da
ora
in
avanti
,
o
bene
o
male
,
giuro
che
il
giornalino
lo
scriverò
tutto
da
me
,
perché
queste
scempiaggini
delle
mie
sorelle
mi
dànno
ai
nervi
.
#
Dopo
il
fatto
di
ieri
sera
,
pareva
che
stamani
fosse
successa
a
casa
una
gran
disgrazia
.
Era
già
sonato
da
un
bel
pezzo
mezzogiorno
,
e
non
c
'
era
nemmeno
l
'
idea
di
mettersi
a
tavola
a
far
colazione
come
gli
altri
giorni
.
Io
non
ne
potevo
più
dalla
fame
;
zitto
zitto
sono
andato
in
salotto
da
pranzo
,
ho
preso
dalla
credenza
tre
panini
,
un
bel
grappolo
d
'
uva
,
un
'
infinità
di
fichi
dottati
,
e
con
la
lenza
sotto
il
braccio
mi
sono
avviato
verso
il
fiume
per
mangiare
in
pace
.
Dopo
mi
son
messo
a
pescare
,
e
non
pensavo
che
ad
acchiappare
i
pesciolini
,
quando
ad
un
tratto
,
ho
sentito
dare
uno
strappone
alla
canna
che
reggevo
in
mano
;
forse
mi
sarò
proteso
un
po
'
troppo
in
avanti
,
perché
...
giù
,
pùnfete
!
sono
cascato
nell
'
acqua
!
Pare
incredibile
:
ma
in
quel
momento
non
ho
potuto
fare
a
meno
di
pensare
fra
me
e
me
:
-
Ecco
,
i
miei
genitori
e
le
mie
sorelle
saranno
contenti
ora
di
non
avermi
più
tra
i
piedi
!
Ora
non
diranno
più
che
son
la
rovina
della
casa
!
Non
mi
chiameranno
più
Gian
Burrasca
di
soprannome
,
che
mi
fa
tanta
rabbia
!
-
Affondavo
giù
giù
nell
'
acqua
,
e
non
capivo
più
nulla
,
quando
mi
son
sentito
tirar
su
da
due
braccia
d
'
acciaio
.
Ho
respirato
a
pieni
polmoni
l
'
aria
fresca
di
settembre
,
e
subito
,
sentendomi
meglio
,
ho
domandato
al
barcaiuolo
che
mi
teneva
in
collo
,
se
aveva
pensato
di
mettere
in
salvo
anche
la
mia
povera
lenza
!
Non
so
perché
la
mia
mamma
abbia
pianto
tanto
,
quando
Gigi
mi
ha
riportato
a
casa
fradicio
mézzo
.
Io
stavo
benissimo
e
glielo
dicevo
,
ma
le
mie
parole
erano
dette
al
vento
,
perché
le
lacrime
della
mamma
pareva
che
non
finissero
mai
.
Come
ero
contento
di
essere
cascato
nel
fiume
,
e
di
avere
corso
rischio
di
affogare
!
Se
no
,
non
avrei
avuto
tanti
complimenti
,
né
tutte
quelle
moine
.
Luisa
mi
ha
messo
subito
a
letto
;
Ada
mi
ha
portato
una
tazza
di
brodo
caldo
bollente
;
e
tutti
,
anche
le
persone
di
servizio
,
sono
stati
intorno
a
me
,
fino
all
'
ora
di
andare
a
desinare
.
Poi
,
lasciandomi
così
infagottato
nelle
coperte
,
da
farmi
davvero
morire
di
soffocazione
,
sono
andati
giù
,
raccomandandomi
di
star
buono
e
di
non
muovermi
.
Ma
era
possibile
questo
,
per
un
ragazzo
della
mia
età
?
Che
cosa
ho
fatto
appena
son
rimasto
solo
?
Mi
sono
levato
,
ho
tirato
fuori
dall
'
armadio
il
mio
vestitino
buono
a
quadrettini
,
mi
son
vestito
,
e
scendendo
pian
piano
le
scale
per
non
farmi
sentire
,
sono
andato
a
nascondermi
sotto
la
tenda
della
finestra
,
in
salotto
.
Se
mi
avessero
scoperto
,
quante
gridate
avrei
avuto
!
...
Non
so
come
sia
andata
che
mi
sono
addormentato
quasi
subito
;
forse
avevo
sonno
,
o
ero
stanco
.
Il
fatto
è
,
che
dopo
una
buona
dormita
,
ho
aperto
gli
occhi
;
e
da
una
fessura
della
tenda
ho
veduto
Luisa
seduta
sul
sofà
,
accanto
al
dottor
Collalto
,
che
chiacchieravano
a
voce
bassa
.
Virginia
strimpellava
il
piano
,
in
un
angolo
della
stanza
.
Ada
non
c
'
era
;
era
andata
certo
a
letto
,
perché
sapeva
che
il
Capitani
non
veniva
.
-
Ci
vorrà
almeno
un
anno
-
diceva
lui
.
-
Il
dottor
Baldi
,
sai
,
comincia
a
diventar
vecchio
,
e
mi
ha
promesso
di
prendermi
come
suo
aiuto
.
Ti
dispiace
di
aspettare
,
amor
mio
?
-
Oh
no
:
e
a
te
?
-
ha
risposto
Luisa
,
e
tutt
'
e
due
si
son
messi
a
ridere
.
-
Ma
non
lo
dire
ancora
a
nessuno
,
-
ha
continuato
lui
.
-
Prima
di
dichiararci
fidanzati
in
pubblico
,
voglio
avere
una
posizione
sicura
...
-
Oh
ti
pare
?
sarebbe
una
sciocchezza
...
-
Mia
sorella
aveva
appena
finito
di
dire
così
,
che
si
alzò
a
un
tratto
,
attraversò
il
salotto
e
si
mise
a
sedere
lontana
dal
dottor
Collalto
.
In
quel
momento
appunto
entravano
nella
stanza
le
Mannelli
.
Tutti
non
facevano
che
domandare
con
grande
interesse
come
stava
il
povero
Giannino
,
quando
la
mamma
si
precipita
in
salotto
,
con
un
viso
bianco
da
far
paura
,
urlando
che
ero
scappato
dal
letto
,
che
mi
aveva
cercato
dappertutto
,
ma
che
non
mi
aveva
potuto
trovare
.
Allora
,
perché
non
si
affannasse
di
più
,
che
cosa
fo
io
?
esco
dal
nascondiglio
cacciando
un
grande
urlo
.
Che
paura
hanno
avuto
tutti
!
-
Giannino
,
Giannino
!
-
si
lamentava
la
mamma
piangendo
-
mi
farai
ammalare
...
-
Come
!
Sei
stato
tutto
questo
tempo
dietro
la
tenda
?
-
mi
ha
domandato
Luisa
,
facendosi
di
mille
colori
.
-
Certo
:
mi
predicate
sempre
di
dire
la
verità
;
e
allora
,
perché
non
dite
alle
vostre
amiche
che
siete
promessi
sposi
?
-
ho
risposto
rivolgendomi
a
lei
e
al
dottore
.
Mia
sorella
mi
ha
preso
per
un
braccio
,
trascinandomi
fuori
della
stanza
,
-
Lasciami
!
Lasciami
!
-
gridavo
.
-
Vado
da
me
solo
.
Perché
ti
sei
rizzata
in
piedi
quando
hai
sentito
toccare
il
campanello
?
Collalto
...
-
ma
non
ho
potuto
finire
la
frase
,
perché
Luisa
mi
ha
tappato
la
bocca
,
sbatacchiando
l
'
uscio
.
-
Avrei
una
gran
voglia
di
bastonarti
,
-
e
cominciava
a
piangere
.
Collalto
non
te
la
perdonerà
più
-
e
singhiozzava
,
singhiozzava
,
poverina
,
come
se
avesse
perduto
il
più
gran
tesoro
del
mondo
.
-
Smetti
di
piangere
,
sorellina
mia
,
-
io
le
dicevo
.
-
Ti
pare
che
sarei
venuto
fuori
dalla
tenda
senza
dir
nulla
,
se
sapevo
che
il
dottore
è
tanto
pauroso
?
-
In
quella
è
venuta
la
mamma
che
mi
ha
riportato
a
letto
,
raccomandando
a
Caterina
di
non
lasciarmi
finché
non
fossi
bene
addormentato
.
Ma
come
avrei
potuto
dormire
,
giornalino
mio
caro
,
senza
prima
confidarti
tutte
le
peripezie
della
giornata
?
Caterina
non
ne
può
più
dal
sonno
,
e
ogni
volta
che
sbadiglia
,
pare
che
la
testa
le
debba
cascare
giù
dal
collo
.
Addio
,
giornalino
,
addio
per
stasera
.
6
ottobre
.
Sono
due
settimane
che
non
ho
più
scritto
una
parola
nel
mio
giornale
,
perché
mi
sono
ammalato
da
quel
giorno
famoso
che
fui
per
affogare
e
che
scappai
dal
letto
mentre
sudavo
.
Collalto
è
venuto
su
a
vedermi
due
volte
al
giorno
;
ed
è
stato
così
buono
con
me
,
che
quasi
quasi
sento
rimorso
di
averlo
fatto
spaventare
quella
sera
.
Quanto
tempo
mi
ci
vorrà
per
guarire
?
...
Stamani
sentivo
Ada
e
Virginia
che
parlavano
insieme
nel
corridoio
:
com
'
è
naturale
,
mi
sono
messo
ad
ascoltare
quello
che
dicevano
.
Pare
che
ci
sarà
,
nientemeno
,
che
una
festa
da
ballo
in
casa
nostra
.
Virginia
diceva
che
era
contentissima
che
io
sia
a
letto
;
così
si
sentiva
più
tranquilla
,
ed
era
sicura
della
riuscita
della
festa
.
Essa
spera
che
io
debba
rimanere
in
camera
un
mese
intero
.
Non
so
capire
perché
le
sorelle
maggiori
non
vogliano
bene
ai
fratelli
più
piccoli
...
Ed
io
,
invece
,
sono
così
buono
con
Virginia
...
Quando
sto
bene
vado
anche
due
volte
al
giorno
alla
posta
,
a
prenderle
e
ad
impostarle
le
lettere
;
qualche
volta
,
non
dico
,
ne
avrò
perduta
qualcuna
;
ma
ella
non
l
'
ha
mai
saputo
,
e
non
ha
nessuna
ragione
di
avercela
con
me
!
Oggi
mi
sentivo
così
bene
,
che
mi
è
venuta
la
voglia
di
levarmi
.
Verso
le
tre
ho
sentito
venir
su
per
le
scale
Caterina
che
mi
portava
la
merenda
;
sono
sgusciato
dal
letto
,
mi
sono
nascosto
dietro
l
'
uscio
di
camera
,
tutto
imbacuccato
in
uno
sciallone
nero
della
mamma
,
e
mentre
la
cameriera
stava
per
entrare
,
le
sono
saltato
addosso
,
abbaiando
come
un
cane
...
Che
credi
che
abbia
fatto
quella
stupida
?
...
Dalla
paura
ha
lasciato
cascare
in
terra
il
vassoio
che
reggeva
con
tutt
'
e
due
le
mani
...
Che
peccato
!
..
Il
bricco
di
porcellana
celeste
è
andato
in
mille
pezzi
;
il
caffè
e
latte
si
è
rovesciato
sul
tappetino
che
la
mamma
mi
aveva
comprato
ieri
;
e
quella
sciocca
ha
cominciato
a
urlare
così
forte
,
che
il
babbo
,
la
mamma
,
le
mie
sorelle
,
la
cuoca
e
Giovanni
sono
corsi
su
tutti
spaventati
,
per
vedere
quello
che
era
successo
...
Ci
può
essere
una
ragazza
più
oca
di
quella
?
...
Al
solito
,
io
sono
stato
gridato
...
Ma
...
appena
sono
guarito
,
voglio
scappare
da
questa
casa
,
e
andare
lontano
lontano
,
così
impareranno
a
trattare
i
ragazzi
come
si
deve
!
...
7
ottobre
.
Finalmente
stamani
ho
avuto
il
permesso
di
alzarmi
...
Ma
era
possibile
che
un
ragazzo
come
me
potesse
star
fermo
su
una
poltrona
,
con
una
coperta
di
lana
sulle
gambe
?
C
'
era
da
morire
di
noia
;
così
mentre
Caterina
era
andata
giù
un
momento
a
prendermi
un
bicchiere
di
acqua
inzuccherata
,
lesto
lesto
,
butto
via
ogni
cosa
,
e
me
ne
vo
in
camera
di
Luisa
a
guardare
tutte
quelle
fotografie
che
tiene
dentro
la
cassetta
della
sua
scrivania
.
Le
mie
sorelle
erano
in
salotto
con
un
'
amica
,
la
signorina
Rossi
.
Caterina
,
appena
tornata
col
bicchiere
e
lo
zucchero
,
mi
cerca
dappertutto
,
inutilmente
...
Sfido
!
...
Mi
ero
nascosto
dentro
l
'
armadio
...
Che
risate
matte
ho
fatto
,
con
quei
ritratti
!
...
Su
uno
c
'
era
scritto
:
Un
vero
imbecille
!
...
Su
un
altro
:
Oh
,
carino
davvero
!
...
Su
un
altro
:
Mi
ha
chiesto
,
ma
...
fossi
minchiona
!
E
in
altri
:
Simpaticone
!
!
!
...
oppure
:
Che
bocca
!
...
In
uno
poi
c
'
era
scritto
:
Ritratto
di
un
ciuco
!
...
In
tutti
c
'
era
una
frase
di
questo
genere
.
Io
mi
sono
impossessato
di
circa
una
dozzina
di
fotografie
delle
persone
che
conosco
,
per
fare
qualche
burletta
innocente
,
appena
uscirò
di
casa
;
poi
ho
richiuso
per
benino
la
cassetta
,
in
modo
che
Luisa
non
si
accorgerà
di
nulla
...
Ma
io
non
avevo
voglia
di
ritornare
nella
mia
stanzaccia
tutta
sporca
e
in
disordine
;
non
avevo
voglia
di
annoiarmi
.
-
Se
mi
mascherassi
da
donna
?
-
Ho
pensato
a
un
tratto
.
Ho
trovato
un
busto
vecchio
di
Ada
,
una
sottana
bianca
inamidata
con
lo
strascico
,
ho
preso
dall
'
armadio
il
vestito
di
batista
color
di
rosa
di
Luisa
a
tramezzi
di
trina
,
e
ho
cominciato
a
vestirmi
.
La
gonnella
era
un
po
'
stretta
alla
vita
e
ho
dovuto
appuntarla
con
gli
spilli
.
Mi
sono
bene
unto
le
gote
con
una
pomata
color
di
rosa
di
un
vasettino
,
e
mi
sono
guardato
allo
specchio
...
Misericordia
!
...
non
ero
più
io
...
Che
bella
signorina
ero
diventato
!
...
-
Che
invidia
,
che
invidia
,
avranno
di
me
le
mie
sorelle
!
-
ho
esclamato
,
al
colmo
della
contentezza
.
E
così
dicendo
,
ero
arrivato
in
fondo
alle
scale
proprio
quando
la
signorina
Rossi
stava
per
andarsene
.
Che
chiasso
!
-
Il
mio
vestito
di
batista
rosa
!
-
ha
urlato
Luisa
,
facendosi
smorta
in
viso
dalla
stizza
.
La
signorina
Bice
mi
ha
preso
per
un
braccio
rivolgendomi
alla
luce
,
e
:
-
"
Come
mai
ti
sono
venute
quelle
belle
gote
rosse
,
eh
,
Giannino
?
"
-
mi
ha
detto
in
aria
di
canzonatura
.
Luisa
mi
ha
fatto
cenno
che
non
parlassi
;
ma
io
,
facendo
finta
di
non
vederla
,
ho
risposto
:
-
"
Ho
trovato
una
pomata
in
una
cassetta
...
"
E
quella
signorina
ha
cominciato
a
ridere
in
un
modo
così
malizioso
,
che
non
so
quello
che
le
avrei
fatto
.
Mia
sorella
,
dopo
,
ha
detto
che
Bice
Rossi
è
una
pettegola
,
che
non
le
parrà
vero
di
andare
a
raccontare
a
tutti
che
mia
sorella
si
tinge
la
faccia
:
e
questo
poi
non
è
vero
,
e
io
lo
potrei
giurare
,
perché
quella
pasta
serve
a
colorire
i
fiori
di
seta
che
Luisa
sa
fare
tanto
bene
per
guarnire
i
cappelli
.
Stavo
per
ritornare
in
camera
alla
svelta
,
allorché
mi
sono
fermato
davanti
a
Luisa
e
,
guardandola
fissa
,
le
ho
strappato
una
gala
in
fondo
al
vestito
.
Non
l
'
avessi
mai
fatto
!
...
È
diventata
una
furia
,
e
mi
ha
dato
uno
schiaffo
...
-
Ah
,
signorina
!
...
-
ho
detto
fra
me
e
me
.
-
Se
sapesse
che
le
ho
preso
i
ritratti
!
-
Le
sorelle
credono
che
le
gote
dei
ragazzi
sieno
fatte
apposta
per
essere
schiaffeggiate
...
Se
sapessero
,
invece
,
i
pensieri
tetri
e
disperati
che
ci
vengono
in
mente
quando
fanno
così
!
...
Sono
stato
zitto
,
ma
...
a
domani
!
8
ottobre
.
Ah
,
come
mi
son
divertito
oggi
a
andare
a
trovare
tutti
gli
originali
delle
fotografie
che
presi
alle
mie
sorelle
!
Ho
cominciato
da
Carlo
Nelli
,
il
padrone
di
quel
bel
negozio
di
mode
che
è
nel
Corso
e
che
va
vestito
sempre
tutto
per
l
'
appunto
,
e
che
cammina
sempre
in
punta
di
piedi
perché
ha
le
scarpe
troppo
strette
,
il
quale
appena
mi
ha
visto
entrare
mi
ha
detto
:
-
Oh
,
Giannino
,
sei
guarito
bene
?
-
Io
gli
ho
detto
di
sì
,
e
poi
ho
risposto
per
bene
a
tutte
le
domande
che
mi
faceva
;
ed
egli
mi
ha
regalato
una
bella
cravatta
tutta
rossa
.
Io
l
'
ho
ringraziato
come
era
mio
dovere
,
e
siccome
lui
ha
cominciato
a
rivolgermi
delle
interrogazioni
sulle
mie
sorelle
.
io
ho
creduto
bene
che
quello
fosse
il
momento
buono
per
tirar
fuori
la
fotografia
.
Sotto
c
'
era
scritto
a
penna
:
vecchio
gommeux
;
ma
non
so
che
cosa
volesse
dire
.
Di
più
gli
erano
stati
allungati
i
baffi
e
allargata
la
bocca
fino
alle
orecchie
.
Lui
nel
vedere
il
suo
ritratto
ridotto
a
quel
modo
,
è
diventato
rosso
come
un
peperone
e
ha
detto
subito
:
-
Ah
!
sei
stato
tu
,
eh
,
brutto
birbante
?
-
Io
gli
ho
risposto
di
no
,
che
avevo
trovato
le
fotografie
a
quel
modo
in
camera
delle
mie
sorelle
,
e
sono
scappato
via
perché
aveva
un
viso
da
far
paura
,
e
poi
non
volevo
più
perder
tempo
con
lui
a
dargli
altre
spiegazioni
,
avendo
da
distribuire
le
altre
fotografie
che
avevo
preso
.
Infatti
sono
andato
subito
in
farmacia
da
Pietrino
Masi
.
Come
è
brutto
,
povero
Pietrino
,
con
quei
capellacci
rossi
e
con
quella
faccia
gialla
tutta
butterata
!
Ma
lui
non
se
lo
figura
nemmeno
...
-
Buon
giorno
,
Pietro
,
-
gli
ho
detto
.
-
O
Giannino
!
-
mi
ha
risposto
.
-
E
a
casa
stanno
tutti
bene
?
-
Sì
,
e
tanti
saluti
da
tutti
.
-
Lui
allora
ha
tirato
giù
dallo
scaffale
un
bel
barattolo
di
vetro
bianco
e
mi
ha
detto
:
-
Che
ti
piacciono
le
pasticche
di
menta
?
E
senza
aspettare
che
gli
rispondessi
,
me
ne
ha
date
una
manciata
di
tutti
i
colori
.
È
proprio
vero
che
i
ragazzi
che
hanno
la
fortuna
d
'
avere
delle
sorelle
simpatiche
ricevono
sempre
mille
attenzioni
dai
giovanotti
!
Io
ho
preso
tutte
le
pasticche
,
poi
ho
tirato
fuori
la
fotografia
,
e
facendogli
l
'
occhio
pio
,
gli
ho
detto
:
-
Guarda
qui
:
l
'
ho
trovata
in
casa
stamani
.
-
Fammi
vedere
!
-
E
Pietrino
Masi
ha
steso
la
mano
,
ma
io
non
gli
volevo
dare
il
ritratto
a
nessun
costo
;
però
lui
me
l
'
ha
preso
per
forza
,
e
così
ha
potuto
leggere
quel
che
c
'
era
scritto
di
dietro
col
lapis
blù
.
Ha
chiesto
la
mia
mano
,
ma
fossi
minchiona
!
Pietrino
è
diventato
bianco
come
questo
foglio
,
e
lì
per
lì
credevo
perfino
che
gli
venisse
uno
svenimento
.
Ma
invece
ha
detto
digrignando
i
denti
:
-
È
una
vergogna
che
le
tue
sorelle
piglino
così
in
giro
le
persone
per
bene
,
hai
capito
?
-
Benché
io
avessi
capito
benissimo
,
lui
per
spiegarmelo
meglio
ha
alzato
una
gamba
per
appiccicarmi
un
calcio
,
ma
io
ho
fatto
una
cilecca
e
ho
infilato
svelto
svelto
la
porta
,
e
mi
c
'
è
entrato
anche
di
pigliare
un
'
altra
manciata
di
pasticche
di
menta
che
erano
rimaste
sparse
sul
banco
.
E
sono
andato
da
Ugo
Bellini
.
Ugo
Bellini
è
un
avvocato
giovanissimo
:
avrà
ventitré
anni
,
e
sta
nello
studio
insieme
al
suo
babbo
,
che
è
avvocato
anche
lui
,
ma
di
quelli
bravi
,
in
Via
Vittorio
Emanuele
al
numero
18
.
Ugo
,
a
vederlo
camminare
,
par
che
sia
chi
sa
chi
;
va
via
tutto
impettito
,
col
naso
per
aria
,
e
quando
discorre
ha
una
voce
da
basso
profondo
,
che
pare
se
la
faccia
venir
su
dalle
suola
delle
scarpe
.
È
proprio
buffo
,
e
le
mie
sorelle
hanno
ragione
;
ma
io
,
nel
presentarmi
a
lui
,
avevo
un
po
'
di
tremarella
,
perché
è
un
tipo
che
non
vuole
scherzi
.
Mi
sono
affacciato
all
'
uscio
e
gli
ho
detto
:
-
Scusi
,
sta
qui
il
Vecchio
Silva
Stendere
?
-
Ma
che
hai
?
-
ha
risposto
.
-
Ecco
,
ho
qui
una
fotografia
per
lui
!
-
E
gli
ho
consegnato
il
suo
ritratto
sotto
il
quale
era
scritto
:
Pare
il
Vecchio
Silva
Stendere
!
Come
è
buffo
!
Ugo
Bellini
l
'
ha
preso
,
e
io
via
,
di
corsa
!
Gli
deve
aver
fatto
un
grande
effetto
;
perché
,
mentre
scendevo
le
scale
,
l
'
ho
sentito
urlare
col
suo
vocione
terribile
:
-
Maleducate
!
Pettegole
!
Sguaiate
!
-
Ah
!
Se
seguitassi
a
scrivere
tutte
le
scene
di
stamani
,
stasera
non
anderei
più
a
letto
!
Che
facce
spaurite
facevano
tutti
quei
giovanotti
appena
avevan
sott
'
occhio
la
loro
fotografia
,
mentre
io
invece
mi
sentivo
scoppiar
dal
ridere
,
vedendo
tutte
le
smorfie
che
facevano
!
Ma
quello
che
mi
ha
fatto
ridere
più
di
tutti
è
stato
Gino
Viani
quando
gli
ho
dato
la
sua
fotografia
dove
in
fondo
era
scritto
:
Ritratto
d
'
un
ciuco
.
Poveretto
!
Gli
son
venute
le
lacrime
agli
occhi
e
ha
detto
con
un
filo
di
voce
:
-
La
mia
vita
è
spezzata
!
-
Ma
non
era
vero
niente
,
perché
se
gli
si
fosse
spezzata
la
vita
non
avrebbe
potuto
camminare
in
su
e
in
giù
per
la
stanza
come
faceva
,
borbottando
una
quantità
di
parole
senza
senso
comune
.
9
ottobre
.
Oggi
Ada
,
Luisa
e
Virginia
hanno
tormentato
tutto
il
giorno
la
mamma
,
perché
acconsentisse
a
dare
quella
famosa
festa
da
ballo
della
quale
esse
chiacchieran
tra
loro
da
tanto
tempo
.
Prega
e
riprega
,
la
mamma
,
che
è
tanto
buona
,
ha
finito
per
contentarle
,
e
la
festa
è
stata
fissata
per
martedì
di
quest
'
altra
settimana
.
Il
bello
è
che
,
discorrendo
degli
inviti
da
fare
,
hanno
rammentato
,
naturalmente
,
anche
tutti
quelli
ai
quali
ho
portato
ieri
le
fotografie
.
Figuriamoci
se
dopo
quei
complimenti
scritti
dalle
mie
sorelle
in
fondo
ai
loro
ritratti
,
avranno
voglia
di
venire
a
ballar
con
loro
!
12
ottobre
.
Mio
caro
giornalino
,
ho
tanto
bisogno
di
sfogarmi
con
te
!
Pare
impossibile
,
ma
è
proprio
vero
che
i
ragazzi
non
vengono
al
mondo
che
per
fare
dei
malanni
,
e
sarebbe
bene
che
non
ne
nascesse
più
nessuno
,
così
i
loro
genitori
sarebbero
contenti
!
Quante
cose
mi
son
successe
ieri
,
e
ne
avrei
tante
da
confidarti
,
giornalino
mio
!
Ma
appunto
perché
ne
ho
avute
tante
,
non
mi
è
stato
possibile
scriverle
.
Ah
sì
,
quante
ne
ho
avute
ieri
!
..
E
anche
ora
duro
fatica
a
muovermi
e
non
posso
star
neppure
a
sedere
a
causa
di
tutte
quelle
cose
che
ho
detto
e
che
mi
ci
hanno
lasciato
,
con
rispetto
parlando
,
certi
vesciconi
alti
un
dito
.
Ma
ho
giurato
oggi
di
descrivere
il
fatto
come
è
andato
,
e
benché
soffra
tanto
a
stare
a
sedere
,
voglio
confidare
qui
tutte
le
mie
sventure
...
Ah
,
giornalino
mio
,
quanto
soffro
,
quanto
soffro
!
...
E
sempre
per
la
verità
e
per
la
giustizia
!
...
Ti
dissi
già
l
'
altro
giorno
che
le
mie
sorelle
avevano
avuto
dalla
mamma
il
permesso
di
dare
una
festa
da
ballo
in
casa
nostra
;
e
non
ti
so
dire
come
erano
tutte
eccitate
da
questo
pensiero
.
Andavano
e
venivano
per
le
stanze
,
bisbigliavan
tra
loro
,
sempre
tutte
affaccendate
...
Non
si
pensava
,
né
si
parlava
d
'
altro
.
Ieri
l
'
altro
,
dopo
colazione
,
si
eran
riunite
in
salotto
a
far
la
nota
degli
invitati
,
e
parevan
tutte
al
colmo
della
contentezza
.
A
un
tratto
,
eccoti
una
grande
scampanellata
,
e
le
mie
sorelle
,
sospendendo
la
nota
degli
invitati
,
si
mettono
a
cinguettare
:
-
Chi
sarà
a
quest
'
ora
?
E
che
scampanellata
!
...
-
Non
può
esser
che
un
contadino
!
...
-
Certo
,
una
persona
senza
educazione
...
-
In
quel
momento
comparisce
la
Caterina
sulla
porta
,
esclamando
:
-
Ah
,
signorine
,
che
sorpresa
!
...
-
E
dietro
di
lei
,
eccoti
la
zia
Bettina
!
...
proprio
la
zia
Bettina
in
pelle
e
in
ossa
,
la
zia
Bettina
che
sta
in
campagna
e
che
viene
a
trovarci
due
volte
l
'
anno
.
Le
ragazze
dissero
con
un
filo
di
voce
:
-
Uh
,
che
bella
sorpresa
!
-
Ma
diventarono
livide
dalla
bile
,
e
con
la
scusa
di
andare
a
farle
preparare
la
camera
piantarono
la
zia
con
la
mamma
e
andarono
a
riunirsi
nella
stanza
da
lavoro
.
Io
le
seguii
per
godermi
la
scena
.
-
Ah
brutta
vecchiaccia
!
-
disse
Ada
con
gli
occhi
pieni
di
lacrime
.
-
E
figuriamoci
se
non
si
tratterrà
!
-
esclamò
la
Virginia
con
aria
ironica
.
-
E
come
sarà
contenta
,
anzi
,
di
aver
l
'
occasione
della
festa
da
ballo
per
mettersi
il
suo
vestito
di
seta
verde
e
i
suoi
guanti
gialli
di
cotone
e
la
cuffietta
lilla
in
capo
!
-
Ci
farà
fare
il
viso
rosso
!
-
soggiunse
la
Luisa
disperata
.
-
Ah
,
è
impossibile
,
ecco
!
Io
mi
vergogno
di
presentare
una
zia
così
ridicola
!
-
La
zia
Bettina
è
ricca
straricca
,
ma
è
così
antica
,
poveretta
!
così
antica
che
pare
uscita
dall
'
arca
di
Noè
:
con
la
differenza
che
gli
animali
dell
'
arca
di
Noè
vennero
fuori
tutti
a
coppie
,
e
la
zia
Bettina
,
invece
,
era
venuta
sola
,
perché
non
ha
mai
trovato
un
cane
di
marito
!
Dunque
le
mie
sorelle
non
volevano
che
la
zia
rimanesse
alla
festa
da
ballo
.
E
siamo
giusti
:
non
avevano
forse
ragione
,
povere
ragazze
?
Dopo
essersi
tanto
affaccendate
perché
la
festa
riuscisse
bene
,
non
era
un
vero
peccato
che
questa
vecchia
ridicola
venisse
a
compromettere
l
'
esito
della
serata
?
Bisognava
salvare
la
situazione
.
Bisognava
che
qualcuno
si
sacrificasse
per
la
loro
felicità
.
Ah
!
non
è
forse
una
nobile
azione
per
un
ragazzo
di
cuore
il
sacrificio
per
la
felicità
delle
sue
proprie
sorelle
?
Io
avevo
il
rimorso
della
vendetta
che
m
'
ero
già
presa
di
loro
con
la
brutta
celia
delle
fotografie
,
e
decisi
subito
di
compensare
le
vittime
con
una
buona
azione
.
Perciò
ieri
l
'
altro
sera
,
dopo
pranzo
,
presi
da
parte
la
zia
Bettina
e
col
tono
serio
che
meritava
la
circostanza
le
dissi
pigliandola
alla
larga
-
Cara
zia
,
vuol
fare
una
cosa
gradita
alle
sue
nipoti
?
-
Che
dici
?
-
Le
dico
questo
:
se
lei
vuol
proprio
contente
le
sue
nipoti
,
faccia
il
piacere
di
andarsene
prima
della
festa
da
ballo
.
Capirà
,
lei
è
troppo
vecchia
e
poi
si
veste
in
modo
troppo
ridicolo
per
queste
feste
,
è
naturale
che
non
ce
la
vogliono
.
Non
dica
che
glie
l
'
ho
detto
io
;
ma
dia
retta
a
me
,
tornì
a
casa
sua
lunedì
,
e
le
sue
nipoti
gliene
saranno
infinitamente
grate
.
-
Ora
domando
io
:
doveva
la
zia
inquietarsi
,
dopo
che
avevo
parlato
con
tanta
franchezza
?
E
doveva
,
dopo
che
l
'
avevo
pregata
dì
non
dir
nulla
a
nessuno
,
andare
a
spifferare
ogni
cosa
a
tutti
,
giurando
e
spergiurando
che
la
mattina
dopo
,
appena
alzata
,
sarebbe
ripartita
?
E
la
zia
Bettina
,
infatti
,
è
andata
via
ieri
mattina
,
facendo
il
solenne
giuramento
dì
non
metter
mai
più
piede
in
casa
nostra
.
Ma
questo
non
è
tutto
.
Pare
che
il
babbo
le
avesse
chiesto
in
prestito
una
certa
somma
di
danaro
,
perché
essa
gli
ha
rinfacciato
il
favore
che
gli
aveva
fatto
,
dicendo
che
era
una
vera
vergogna
il
dare
le
feste
da
ballo
con
i
quattrini
degli
altri
!
Che
colpa
ne
avevo
io
,
di
questo
?
Ma
al
solito
,
la
stizza
dì
tutti
si
è
riversata
su
un
povero
ragazzo
di
nove
anni
!
Non
voglio
avvilire
queste
pagine
col
raccontare
quel
che
ho
sofferto
.
Basti
dire
che
iermattina
,
appena
partita
la
zia
Bettina
,
le
persone
che
più
dovrebbero
volermi
bene
in
questo
mondo
,
mi
hanno
calato
i
calzoncini
e
giù
,
frustate
senza
pietà
...
Ahi
,
ahi
!
Non
posso
più
stare
a
sedere
...
oltre
al
dolore
c
'
è
anche
la
preoccupazione
per
la
festa
da
ballo
.
I
preparativi
son
quasi
finiti
,
e
io
non
son
punto
tranquillo
per
quell
'
affare
delle
fotografie
...
Basta
;
Dio
ce
la
mandi
buona
,
giornalino
mio
,
e
senza
vento
!
15
ottobre
.
Siamo
al
famoso
martedì
,
causa
di
tutte
le
agitazioni
di
questi
giorni
...
Caterina
mi
ha
messo
il
vestito
nuovo
e
quella
bella
cravatta
rossa
tutta
di
seta
che
mi
ha
regalato
l
'
altro
giorno
Carlo
Nelli
,
quello
della
fotografia
dov
'
era
scritto
:
vecchio
gommeux
,
che
non
so
cosa
voglia
dire
.
Le
mie
sorelle
mi
hanno
fatto
una
predica
lunga
come
una
quaresima
,
con
le
solite
raccomandazioni
d
'
esser
buono
,
di
non
far
niente
di
male
,
di
comportarmi
educatamente
con
le
persone
che
verranno
in
casa
,
e
altre
simili
uggiosità
che
tutti
i
ragazzi
sanno
a
memoria
a
forza
di
sentirsele
ripetere
a
tutte
l
'
ore
,
e
che
si
stanno
a
sentire
proprio
per
dar
prova
della
nostra
condiscendenza
verso
i
nostri
maggiori
,
pensando
,
invece
,
a
tutt
'
altre
cose
.
Naturalmente
io
ho
risposto
sempre
di
sì
,
e
allora
ho
avuto
il
permesso
d
'
uscir
di
camera
e
girare
per
tutte
le
stanze
del
pian
terreno
.
Che
bellezza
!
Tutto
è
pronto
per
la
festa
che
comincerà
fra
poco
.
La
casa
è
tutta
illuminata
e
mille
fiammelle
di
luce
elettrica
risplendono
qua
e
là
,
riflettendosi
negli
specchi
,
mentre
ogni
sorta
di
fiori
sparsi
per
tutto
fan
bella
mostra
dei
lor
vivaci
colori
ed
espandono
per
le
sale
i
loro
grati
e
delicati
profumi
.
Ma
il
più
grato
profumo
è
quello
della
crema
alla
cioccolata
e
alla
vainiglia
nelle
grandi
scodelle
d
'
argento
,
e
della
gelatina
gialla
e
rossa
che
trema
nei
vassoi
,
e
di
quei
monti
di
pasticcini
e
di
biscotti
d
'
ogni
qualità
che
si
inalzano
in
salotto
da
pranzo
,
sulla
tavola
ricoperta
da
una
bella
tovaglia
tutta
ricamata
.
Dovunque
è
un
allegro
scintillio
di
cristalli
e
d
'
argento
...
Le
mie
sorelle
sono
bellissime
,
tutte
vestite
di
bianco
,
scollate
,
con
le
gote
rosse
e
gli
occhi
raggianti
di
felicità
.
Esse
girano
per
tutto
per
vedere
se
ogni
cosa
è
in
ordine
e
accorrono
a
ricevere
gli
invitati
.
Io
sono
venuto
su
a
pigliare
questi
appunti
sulla
festa
,
ora
che
ho
la
mente
serena
...
Perché
dopo
,
giornalino
mio
,
non
posso
garantire
se
sarò
in
grado
di
confidarti
ancora
le
mie
impressioni
.
#
Ho
fretta
d
'
andare
a
letto
,
ma
prima
voglio
raccontar
qui
come
sono
andate
le
cose
.
Quando
son
ritornato
al
pian
terreno
,
erano
già
venute
le
signorine
di
nostra
conoscenza
,
come
sarebbero
le
Mannelli
,
le
Fabiani
,
Bice
Rossi
,
le
Carlini
e
tante
altre
,
tra
le
quali
quella
seccherellona
della
Merope
Santini
,
che
si
dà
il
belletto
in
modo
indecente
e
alla
quale
la
mia
sorella
Virginia
ha
appioppato
il
nome
d
'
uscio
ritinto
.
Le
ragazze
erano
molte
,
ma
di
uomini
non
c
'
erano
che
il
dottor
Collalto
,
il
fidanzato
di
Luisa
,
e
il
sonatore
di
pianoforte
che
stava
a
sedere
con
le
braccia
incrociate
,
aspettando
il
segnale
per
eseguire
il
primo
ballabile
.
L
'
orologio
segnava
le
nove
;
e
il
sonatore
ha
incominciato
a
sonare
una
polca
,
ma
le
signorine
seguitavano
a
girar
per
la
sala
,
chiacchierando
tra
di
loro
.
Poi
il
sonatore
ha
sonato
una
mazurca
,
e
due
o
tre
ragazze
si
son
decise
a
ballar
tra
loro
,
ma
non
si
divertivano
.
E
intanto
l
'
orologio
segnava
già
le
nove
e
mezzo
.
Le
mie
povere
sorelle
non
levavano
gli
occhi
dalle
lancette
che
per
rivolgerli
all
'
uscio
d
'
ingresso
;
e
avevano
un
'
aria
così
desolata
,
che
facevano
proprio
compassione
.
Anche
la
mamma
era
molto
preoccupata
,
tant
'
è
vero
che
mi
son
potuto
ingoiare
quattro
gelati
uno
dietro
l
'
altro
,
senza
che
neppur
se
n
'
accorgesse
.
Come
mi
rimordeva
la
coscienza
!
Finalmente
,
quando
mancavano
pochi
minuti
alle
dieci
,
si
è
sentito
una
scampanellata
.
Questa
sonata
di
campanello
ha
rallegrato
le
invitate
più
di
tutte
le
sonate
fatte
fino
allora
sul
pianoforte
.
Tutte
le
signorine
hanno
dato
un
gran
respirone
di
sollievo
,
voltandosi
verso
la
porta
d
'
ingresso
in
attesa
dei
ballerini
da
tanto
tempo
aspettati
.
Le
mie
sorelle
si
son
precipitate
per
far
gli
onori
di
casa
...
Ed
ecco
che
,
invece
degli
invitati
,
entra
Caterina
con
una
gran
lettera
e
la
porge
all
'
Ada
.
Luisa
e
Virginia
le
si
fanno
attorno
esclamando
:
-
Qualcuno
che
si
scusa
di
non
poter
venire
!
-
Altro
che
scusa
!
Quella
non
era
una
lettera
,
né
un
biglietto
:
era
una
fotografia
che
esse
conoscevano
benissimo
e
che
era
stata
per
tanto
tempo
chiusa
nella
scrivania
di
Luisa
.
Le
mie
sorelle
son
diventate
di
mille
colori
,
e
passata
la
prima
impressione
son
cominciate
fra
loro
le
interrogazioni
:
-
Ma
come
mai
?
Ma
come
può
essere
?
Ma
com
'
è
stato
?
...
-
Di
li
a
poco
ecco
un
'
altra
scampanellata
...
Le
invitate
si
voltano
daccapo
verso
l
'
ingresso
,
aspettando
sempre
un
ballerino
,
e
come
prima
si
presenta
invece
Caterina
con
un
'
altra
lettera
che
le
mie
sorelle
aprono
trepidanti
:
è
un
'
altra
delle
fotografie
da
me
recapitate
l
'
altro
giorno
ai
rispettivi
originali
.
E
dopo
cinque
minuti
,
un
'
altra
scampanellata
e
un
'
altra
fotografia
.
Le
mie
povere
sorelle
erano
diventate
di
mille
colori
;
ero
così
mortificato
nel
pensare
che
io
ero
l
'
unica
causa
di
questi
loro
dispiaceri
,
che
mi
misi
a
mangiar
panini
gravidi
per
distrarmi
,
ma
non
mi
fu
possibile
,
perché
il
rimorso
era
troppo
grande
,
e
avrei
pagato
chi
sa
che
per
trovarmi
non
so
dove
,
pur
di
non
vedere
le
mie
povere
sorelle
in
quello
stato
.
Finalmente
son
venuti
Ugo
Fabiani
ed
Eugenio
Tinti
,
che
sono
stati
festeggiati
più
d
'
Orazio
Coclite
dopo
la
sua
vittoria
contro
i
Curiazi
.
Ma
io
ho
capito
perché
il
Fabiani
e
il
Tinti
non
avevano
fatto
come
gli
altri
invitati
!
Mi
son
ricordato
che
sul
ritratto
del
Fabiani
era
scritto
:
-
Che
caro
giovane
!
-
e
su
quello
del
Tinti
:
-
Bello
,
bellissimo
,
troppo
bello
per
questa
terra
!
Ma
anche
essendo
in
tre
ballerini
,
compreso
il
Collalto
che
balla
come
un
orso
,
come
potevano
fare
a
contentare
una
ventina
di
signorine
?
A
un
certo
punto
hanno
fatto
un
carré
di
lancieri
,
ma
una
ragazza
ha
dovuto
far
da
uomo
,
e
così
è
finito
che
hanno
imbrogliato
ogni
cosa
,
senza
che
l
'
imbroglio
facesse
rider
nessuno
.
Le
più
maliziose
bensì
,
come
la
Bice
,
ridevano
tra
loro
nel
vedere
che
la
festa
non
era
riuscita
,
e
che
le
mie
povere
sorelle
avevano
quasi
le
lacrime
agli
occhi
.
Una
cosa
molto
riuscita
,
invece
,
sono
stati
i
rinfreschi
;
ma
,
come
ho
detto
prima
,
io
ero
molto
angustiato
,
sicché
non
ho
potuto
assaggiare
che
tre
o
quattro
bibite
,
delle
quali
la
migliore
era
quella
di
marena
,
benché
anche
quella
di
ribes
fosse
eccellente
.
Mentre
stavo
passeggiando
per
la
sala
,
ho
sentito
Luisa
che
ha
detto
piano
al
dottor
Collalto
:
-
Dio
mio
!
Se
potessi
saper
chi
è
stato
,
come
mi
vorrei
vendicare
!
...
È
stato
uno
scherzo
indegno
!
Domani
,
certo
,
saremo
sulle
bocche
di
tutti
,
e
non
ci
potrà
più
soffrire
nessuno
!
Ah
,
se
potessi
avere
almeno
la
soddisfazione
di
sapere
chi
è
stato
!
..
-
In
quel
momento
il
Collalto
si
è
fermato
dinanzi
a
me
e
,
guardandomi
fisso
,
ha
detto
a
mia
sorella
:
-
Forse
Giannino
te
lo
potrebbe
dire
;
non
è
vero
,
Giannino
?
-
Di
che
?
-
ho
risposto
io
,
facendo
finta
di
nulla
.
Ma
mi
sentivo
il
viso
infocato
,
e
poi
mi
tremava
la
voce
.
-
Come
di
che
!
O
chi
ha
preso
dunque
i
ritratti
dalla
camera
di
Luisa
?
-
Ah
!
-
ho
risposto
io
,
non
sapendo
più
che
cosa
dire
.
-
-
Forse
sarà
stato
Morino
...
-
Come
!
-
ha
detto
mia
sorella
fulminandomi
con
gli
occhi
.
-
Il
gatto
?
-
Già
.
L
'
altra
settimana
gli
detti
due
o
tre
fotografie
perché
si
divertisse
a
masticarle
e
può
essere
che
lui
le
abbia
portate
fuori
e
le
abbia
lasciate
per
la
strada
...
-
Ah
,
dunque
le
hai
prese
tu
!
-
ha
esclamato
Luisa
,
rossa
come
la
brace
e
coli
gli
occhi
che
le
uscivano
dalla
testa
.
Pareva
mi
volesse
mangiare
.
Ho
avuto
una
paura
terribile
e
perciò
,
dopo
essermi
empite
le
tasche
di
torrone
,
sono
scappato
su
in
camera
.
Assolutamente
non
voglio
essere
alzato
quando
gl
'
invitati
se
ne
anderanno
via
.
Ora
mi
spoglio
e
vo
a
letto
.
16
ottobre
.
È
appena
giorno
.
Ho
preso
una
grande
risoluzione
e
,
prima
di
metterla
in
effetto
,
voglio
confidarla
qui
nelle
pagine
di
questo
mio
giornalino
di
memorie
,
dove
registro
le
mie
gioie
e
i
miei
dispiaceri
che
sono
tanti
,
benché
io
sia
un
bambino
di
nove
anni
.
Stanotte
,
finita
la
festa
,
ho
sentito
un
gran
bisbigliare
all
'
uscio
di
camera
mia
,
ma
io
ho
fatto
finta
di
dormire
e
non
hanno
avuto
il
coraggio
di
svegliarmi
:
ma
stamani
,
quando
si
alzeranno
,
mi
toccheranno
certamente
delle
altre
frustate
,
mentre
non
mi
è
ancora
cessato
il
dolore
di
quell
'
altre
che
ebbi
l
'
altro
giorno
dal
babbo
.
Con
questo
pensiero
,
non
ho
potuto
chiudere
un
occhio
in
tutta
la
notte
.
Non
c
'
è
altro
scampo
,
per
me
,
che
quello
di
scappar
di
casa
prima
che
i
miei
genitori
e
le
mie
sorelle
si
sveglino
.
Così
impareranno
che
i
ragazzi
si
devono
correggere
ma
senza
adoprare
il
bastone
,
perché
,
come
ci
insegna
la
storia
dove
racconta
le
crudeltà
degli
Austriaci
contro
i
nostri
più
grandi
patriotti
quando
cospiravano
per
la
libertà
,
il
bastone
può
straziare
la
carne
ma
non
può
cancellare
l
'
idea
.
Perciò
mi
è
venuto
l
'
idea
di
scappare
in
campagna
,
dalla
zia
Bettina
,
dove
sono
stato
un
'
altra
volta
.
Il
treno
parte
alle
sei
,
e
di
qui
alla
stazione
in
mezz
'
ora
ci
si
va
benissimo
.
#
Sono
bell
'
e
pronto
per
la
fuga
:
ho
fatto
un
involto
mettendovi
due
paia
di
calze
e
una
camicia
per
cambiarmi
...
In
casa
tutto
è
silenzio
,
ora
scenderò
piano
piano
le
scale
,
e
via
in
campagna
,
all
'
aria
aperta
...
Viva
la
libertà
!
...
A
questo
punto
il
giornalino
di
Gian
Burrasca
ha
una
pagina
sgualcita
,
e
quasi
interamente
occupata
dall
'
impronta
di
una
,
mano
sudicia
di
carbone
,
sopra
alla
quale
è
,
a
caratteri
grossi
e
incerti
come
se
fosse
stata
scritta
con
un
pezzo
di
brace
,
una
frase
interrotta
da
un
fregaccio
.
Riproduciamo
fedelmente
anche
questo
documento
,
che
è
di
non
lieve
importanza
nelle
memorie
del
nostro
Giannino
Stoppani
.
17
ottobre
.
La
zia
Bettina
non
s
'
è
ancora
alzata
,
e
io
approfitto
di
questo
momento
per
registrare
qui
l
'
avventura
accadutami
ieri
,
e
che
meriterebbe
proprio
di
esser
descritta
dalla
penna
di
un
Salgari
.
Iermattina
,
dunque
,
mentre
tutti
dormivano
,
fuggii
da
casa
come
avevo
stabilito
,
dirigendomi
verso
la
stazione
.
Io
avevo
già
disegnato
nella
mente
il
modo
di
effettuare
il
mio
progetto
che
era
quello
di
recarmi
a
casa
della
zia
Bettina
.
Non
avendo
quattrini
per
prendere
il
treno
e
non
conoscendo
la
strada
provinciale
per
andarvi
,
mi
proponevo
di
entrare
nella
stazione
,
aspettare
il
treno
col
quale
ero
andato
l
'
altra
volta
dalla
zia
Bettina
,
e
dirigermi
per
la
stessa
strada
,
lungo
la
ferrovia
,
seguendo
le
rotaie
,
fino
al
paese
presso
il
quale
è
la
villa
Elisabetta
dove
sta
appunto
la
zia
.
Così
non
c
'
era
pericolo
di
sbagliare
,
e
io
,
ricordandomi
che
ad
andarci
col
treno
ci
si
mette
tre
ore
o
poco
più
,
mi
proponevo
di
arrivarci
prima
di
sera
.
Giunto
dunque
alla
stazione
,
presi
il
biglietto
d
'
ingresso
ed
entrai
.
Il
treno
arrivò
poco
dopo
,
ed
io
,
per
evitare
il
caso
di
esser
visto
da
qualche
persona
di
conoscenza
,
mi
diressi
verso
gli
ultimi
vagoni
per
attraversare
la
linea
e
andare
dalla
parte
opposta
alla
stazione
.
Ma
invece
mi
fermai
dinanzi
all
'
ultimo
vagone
che
era
un
carro
per
bestiame
,
vuoto
,
e
che
aveva
la
garetta
dove
sta
il
frenatore
,
vuota
anch
'
essa
.
-
Se
montassi
lassù
?
-
Fu
un
lampo
.
Assicuratomi
con
un
'
occhiata
che
nessuno
badava
a
me
,
saltai
sulla
scaletta
di
ferro
,
mi
arrampicai
su
,
e
mi
misi
seduto
nella
garetta
,
col
ferro
del
freno
tra
le
gambe
,
e
le
braccia
appoggiate
sul
manubrio
del
freno
.
Di
lì
a
poco
il
treno
partì
e
io
sentii
arrivarmi
fin
dentro
il
cervello
il
fischio
della
macchina
la
cui
groppa
nera
io
vedevo
,
di
lassù
,
distendersi
alla
testa
di
tutti
i
vagoni
che
si
trascinava
dietro
,
tanto
più
che
il
vetro
del
finestrino
della
garetta
da
quella
parte
era
stato
rotto
,
e
non
ve
n
'
era
rimasto
che
un
pezzetto
in
un
angolo
,
a
punta
.
Meglio
!
Da
quel
finestrino
,
aperto
proprio
all
'
altezza
della
mia
testa
,
io
dominavo
tutto
il
treno
che
si
slanciava
a
traverso
la
campagna
che
era
ancora
avvolta
nella
nebbia
.
Ero
felice
,
e
per
festeggiare
in
qualche
modo
la
mia
fortuna
,
cavai
di
tasca
un
pezzetto
di
torrone
e
mi
misi
a
rosicchiarlo
.
Ma
la
mia
felicità
durò
poco
.
Il
cielo
s
'
era
fatto
scuro
,
e
non
tardò
a
venir
giù
una
pioggia
fitta
fitta
e
ad
alzarsi
un
vento
impetuoso
,
mentre
una
scarica
terribile
di
tuoni
si
inseguiva
fra
l
'
ombre
delle
montagne
...
Io
non
ho
paura
dei
tuoni
,
tutt
'
altro
;
ma
mi
mettono
addosso
il
nervoso
,
e
perciò
appena
incominciò
a
tuonare
mi
si
presentò
alla
mente
la
mia
condizione
in
un
quadro
molto
diverso
da
quello
col
quale
mi
era
apparso
da
principio
.
Pensavo
che
in
quel
treno
nel
quale
viaggiava
tanta
gente
ero
isolato
e
ignorato
da
tutti
.
Nessuno
,
né
parenti
,
né
estranei
,
sapeva
che
io
era
lì
,
sospeso
in
aria
in
mezzo
a
così
tremenda
tempesta
,
sfidando
così
gravi
pericoli
.
E
pensavo
anche
che
aveva
molta
ragione
il
babbo
quando
diceva
roba
da
chiodi
del
servizio
ferroviario
e
delle
condizioni
scandalose
nelle
quali
si
trova
il
materiale
.
Io
ne
avevo
lì
una
prova
evidente
nel
finestrino
della
garetta
dal
quale
,
essendo
rotto
il
vetro
come
ho
detto
prima
,
entrava
vento
e
pioggia
,
facendomi
gelare
la
parte
destra
della
faccia
che
vi
si
trovava
di
contro
,
mentre
mi
sentivo
la
parte
sinistra
infocata
in
modo
che
mi
pareva
d
'
esser
mezzo
ponce
e
mezzo
sorbetto
,
e
ripensavo
malinconicamente
alla
festa
da
ballo
della
sera
precedente
,
che
era
stata
la
causa
di
tanti
guai
.
E
il
peggio
fu
quando
incominciarono
le
gallerie
!
Il
fumo
lanciato
dalla
macchina
si
addensava
sotto
la
volta
del
tunnel
,
e
dal
finestrino
rotto
invadeva
la
mia
angusta
garetta
,
impedendomi
il
respiro
.
Mi
pareva
d
'
essere
in
un
bagno
a
vapore
,
dal
quale
poi
,
quando
il
treno
usciva
dal
tunnel
,
passavo
a
un
tratto
al
bagno
freddo
della
pioggia
.
In
un
tunnel
più
lungo
degli
altri
credetti
di
morire
asfissiato
.
Il
fumo
caldo
mi
,
avvolgeva
tutto
,
avevo
gli
occhi
che
mi
bruciavano
per
la
polvere
di
carbone
che
entrava
col
fumo
nella
garetta
e
che
mi
accecava
,
e
per
quanto
mi
facessi
coraggio
sentivo
che
ormai
le
forze
erano
per
abbandonarmi
.
In
quel
momento
l
'
animo
mio
fu
vinto
da
quella
cupa
disperazione
che
in
certe
avventure
provano
anche
gli
eroi
più
valorosi
come
Robinson
Crosuè
,
i
Cacciatori
di
capigliature
e
tanti
altri
.
Ormai
per
me
(
così
mi
pareva
)
la
era
finita
e
volendo
che
almeno
rimanessero
,
come
esempio
,
le
ultime
parole
di
un
ragazzo
infelice
condannato
a
morire
di
soffocazione
in
un
treno
,
nel
fiore
degli
anni
,
scrissi
nel
giornalino
con
uno
zolfino
spento
che
avevo
trovato
nel
sedile
della
garetta
le
parole
della
pagina
13
:
Moio
per
la
Libertà
!
Ma
non
potei
finir
la
parola
,
perché
in
quel
punto
mi
sentii
un
nodo
alla
gola
e
non
capii
più
nulla
.
Devo
essermi
svenuto
di
certo
,
e
credo
che
,
se
non
avessi
avuto
il
ferro
del
freno
tra
le
gambe
che
mi
reggeva
,
sarei
caduto
giù
dalla
garetta
e
morto
stritolato
sotto
il
treno
.
Quando
rientrai
in
me
stesso
,
la
pioggia
gelata
mi
sferzava
di
nuovo
la
faccia
e
mi
prese
un
freddo
così
acuto
nelle
ossa
,
che
incominciai
a
battere
i
denti
.
Fortunatamente
di
lì
a
poco
il
treno
si
fermò
,
e
sentii
gridare
il
nome
del
paese
al
quale
ero
diretto
.
Io
volli
scendere
alla
svelta
giù
per
la
scaletta
di
ferro
,
ma
mi
tremavano
le
gambe
,
e
all
'
ultimo
scalino
inciampai
e
caddi
in
ginocchio
.
Subito
mi
vennero
d
'
intorno
due
facchini
e
un
impiegato
,
che
mi
raccolsero
,
e
guardandomi
con
tanto
d
'
occhi
,
mi
domandarono
come
mai
mi
trovavo
lassù
sulla
garetta
.
Io
risposi
che
vi
ero
salito
in
quel
momento
,
ma
loro
mi
portarono
nell
'
ufficio
del
capostazione
,
il
quale
mi
messe
dinanzi
uno
specchietto
dicendomi
:
-
Ah
,
ci
sei
salito
ora
,
eh
?
E
codesto
muso
da
spazzacamino
quando
te
lo
sei
fatto
?
-
Io
nel
vedermi
nello
specchio
rimasi
senza
fiato
.
Non
mi
riconoscevo
più
.
La
polvere
di
carbone
,
col
fumo
,
durante
il
mio
disastroso
viaggio
,
mi
era
penetrata
nella
pelle
della
faccia
alterando
i
miei
connotati
per
modo
che
parevo
un
vero
e
proprio
abissino
.
Non
dico
niente
poi
degli
abiti
,
ridotti
addirittura
a
brandelli
,
e
sporchi
anch
'
essi
come
la
faccia
.
Fui
costretto
a
dire
da
dove
venivo
e
dove
andavo
.
-
Ah
!
-
disse
il
capostazione
.
-
Vai
dalla
signora
Bettina
Stoppani
?
Allora
pagherà
lei
per
te
.
-
E
disse
all
'
impiegato
:
-
Faccia
un
verbale
di
contravvenzione
computandogli
tre
biglietti
di
terza
classe
e
la
trasgressione
per
aver
viaggiato
in
una
garetta
riservata
al
personale
!
-
Io
avrei
voluto
rispondere
che
questa
era
una
ladronería
bella
e
buona
.
Come
!
Mentre
le
ferrovie
avrebbero
dovuto
per
giustizia
rifare
un
tanto
a
me
che
mi
ero
adattato
a
viaggiare
peggio
delle
bestie
,
che
almeno
viaggiano
al
coperto
,
mi
si
faceva
invece
pagare
per
tre
?
Ma
siccome
mi
sentivo
male
,
mi
contentai
di
dire
:
-
Almeno
,
giacché
il
viaggiare
nelle
garette
costa
così
caro
,
procurino
che
ci
sieno
i
finestrini
col
vetro
!
-
Non
l
'
avessi
mai
detto
!
Il
capostazione
mandò
subito
un
facchino
a
verificare
la
garetta
dove
avevo
viaggiato
e
,
saputo
che
non
c
'
era
il
vetro
,
mi
fece
aumentare
la
contravvenzione
di
ottanta
centesimi
come
se
l
'
avessi
rotto
io
!
Mi
accorsi
una
volta
di
più
che
il
mio
babbo
aveva
ragione
a
dir
corna
del
servizio
ferroviario
,
e
non
dissi
altro
per
paura
che
mi
avessero
a
mettere
nel
conto
anche
il
ritardo
del
treno
,
e
magari
qualche
guasto
della
locomotiva
.
Così
,
accompagnato
dall
'
impiegato
,
mi
avviai
verso
la
villa
Elisabetta
,
e
non
vi
so
dire
come
rimase
la
zia
Bettina
quando
si
vide
capitar
dinanzi
uno
straccione
così
sudicio
com
'
ero
io
e
,
peggio
ancora
,
un
conto
da
pagare
di
sedici
lire
e
venti
,
e
più
la
mancia
all
'
impiegato
che
glielo
portava
!
-
Che
è
accaduto
,
mio
Dio
?
...
-
ha
gridato
appena
ha
potuto
capire
dalla
voce
che
ero
io
.
-
Senti
,
zia
Bettina
,
-
le
ho
detto
-
a
te
,
lo
sai
,
dico
sempre
la
verità
...
-
Bravo
!
Dimmi
dunque
...
-
Ecco
:
sono
scappato
di
casa
.
-
Scappato
di
casa
?
Come
!
Hai
abbandonato
il
tuo
babbo
,
la
tua
mamma
,
le
tue
sor
...
-
Ma
si
è
interrotta
all
'
improvviso
,
come
se
le
fosse
venuto
male
.
Certo
si
ricordava
in
quel
momento
che
le
mie
sorelle
non
l
'
avevano
voluta
alla
festa
.
-
È
naturale
!
-
ha
soggiunto
.
-
Quelle
ragazze
farebbero
perder
la
pazienza
a
un
Santo
!
...
Vieni
in
casa
,
figliolo
mio
,
a
lavarti
,
che
mi
sembri
un
bracino
;
poi
mi
racconterai
tutto
...
-
Intanto
io
guardavo
Bianchino
,
il
vecchio
Barboncino
che
è
così
caro
alla
zia
Bettina
,
e
alla
finestra
della
villa
il
vaso
di
dìttamo
al
quale
ella
è
così
pure
affezionata
.
Nulla
è
cambiato
dall
'
ultima
volta
che
ci
venni
,
e
mi
pare
di
non
essermi
mai
mosso
di
qui
.
Quando
mi
fui
lavato
,
la
zia
Bettina
si
accòrse
che
avevo
un
po
'
di
febbre
e
mi
mise
a
letto
,
benché
io
tentassi
di
persuaderla
che
era
tutta
questione
d
'
appetito
.
La
zia
Bettina
mi
fece
alcuni
rimproveri
a
mezza
bocca
,
ma
in
fondo
mi
disse
che
stessi
pur
tranquillo
,
che
da
lei
non
correvo
nessun
pericolo
;
e
io
fui
così
commosso
dalla
sua
bontà
,
che
volli
farle
assaggiare
un
pezzetto
di
torrone
che
avevo
in
tasca
dei
calzoni
,
e
la
pregai
di
prenderlo
,
ché
così
ne
avrei
mangiato
un
po
'
anch
'
io
.
Difatti
la
zia
Bettina
fece
per
metter
la
mano
in
tasca
,
ma
non
fu
capace
di
aprirla
.
-
Ma
qui
c
'
è
la
colla
!
-
disse
.
Che
era
successo
?
Il
torrone
,
col
calore
del
fumo
rinserratosi
nella
garetta
,
si
era
tutto
strutto
e
aveva
appiccicato
la
tasca
dei
calzoni
per
modo
che
non
era
più
possibile
di
aprirla
.
Basta
:
la
zia
mi
fece
compagnia
,
finché
,
alla
fine
,
la
stanchezza
non
mi
fece
prender
sonno
...
e
da
allora
mi
sono
svegliato
in
questo
momento
,
e
il
primo
mio
pensiero
è
stato
per
te
,
giornalino
mio
,
che
mi
hai
seguìto
sempre
,
mio
fido
compagno
,
a
traverso
a
tanti
dispiaceri
,
a
tante
avventure
e
a
tanti
pericoli
...
Stamani
la
zia
Bettina
s
'
è
molto
inquietata
con
me
per
uno
scherzo
innocente
che
,
in
fin
dei
conti
,
era
stato
ideato
con
l
'
intenzione
di
farle
piacere
.
Ho
già
detto
che
la
zia
è
molto
affezionata
a
una
pianta
di
dìttamo
che
tiene
sulla
finestra
di
camera
sua
,
a
pianterreno
,
e
che
annaffia
tutte
le
mattine
appena
si
alza
.
Basta
dire
che
ci
discorre
perfino
insieme
e
gli
dice
:
-
Eccomi
,
bello
mio
,
ora
ti
dò
da
bere
!
Bravo
,
mio
caro
,
come
sei
cresciuto
!
-
È
una
sua
mania
,
e
si
sa
che
tutti
i
vecchi
ne
hanno
qualcuna
.
Essendomi
dunque
alzato
prima
di
lei
,
stamattina
,
sono
uscito
di
casa
,
e
guardando
la
pianta
di
dìttamo
m
'
è
venuta
l
'
idea
di
farla
crescere
artificialmente
per
far
piacere
alla
zia
Bettina
che
ci
ha
tanta
passione
.
Lesto
lesto
,
ho
preso
il
vaso
e
l
'
ho
vuotato
.
Poi
al
fusto
della
pianta
di
dìttamo
ho
aggiunto
,
legandovelo
bene
bene
con
un
pezzo
di
spago
,
un
bastoncino
dritto
,
sottile
ma
resistente
,
che
ho
ficcato
nel
vaso
vuoto
,
facendolo
passare
a
traverso
quel
foro
che
è
nel
fondo
di
tutti
i
vasi
da
fiori
,
per
farci
scolar
l
'
acqua
quando
si
annaffiano
.
Fatto
questo
,
ho
riempito
il
vaso
con
la
terra
che
vi
avevo
levata
,
in
modo
che
la
pianta
non
pareva
fosse
stata
menomamente
toccata
;
e
ho
rimesso
il
vaso
al
suo
posto
,
sul
terrazzino
della
finestra
,
il
cui
fondo
è
di
tante
assicelle
di
legno
,
facendo
passare
fra
l
'
una
e
l
'
altra
di
esse
il
bastoncino
che
veniva
giù
dal
foro
del
vaso
e
che
io
tenevo
in
mano
,
aspettando
il
momento
di
agire
.
Dopo
neanche
cinque
minuti
,
eccoti
la
zia
Bettina
che
apre
la
finestra
di
camera
,
e
incomincia
la
sua
scena
patetica
col
dìttamo
:
-
Oh
,
mio
caro
,
come
stai
?
Oh
,
poveretto
,
guarda
un
po
'
:
hai
una
fogliolina
rotta
...
sarà
stato
qualche
gatto
...
qualche
bestiaccia
...
-
Io
me
ne
stavo
lì
sotto
,
fermo
,
e
non
ne
potevo
più
dal
ridere
.
-
Aspetta
,
aspetta
!
-
seguitò
a
dire
la
zia
Bettina
.
-
Ora
piglio
le
forbicine
e
ti
levo
la
fogliolina
troncata
,
se
no
secca
,
...
e
ti
fa
male
alla
salute
,
sai
,
carino
!
...
-
Ed
è
andata
a
prendere
le
forbicine
.
Io
allora
ho
spinto
un
po
'
in
su
il
bastoncino
.
-
Eccomi
,
bello
mio
!
-
ha
detto
la
zia
Bettina
tornando
alla
finestra
.
-
Eccomi
,
caro
!
..
-
Ma
ha
cambiato
a
un
tratto
il
tono
alla
voce
ed
ha
esclamato
:
-
Non
sai
che
t
'
ho
da
dire
?
Che
tu
mi
sembri
cresciuto
!
...
-
Io
scoppiavo
dal
ridere
,
ma
mi
trattenevo
,
mentre
la
zia
seguitava
a
nettare
il
suo
dittamo
con
le
forbicine
e
a
discorrere
:
-
Ma
sì
,
che
sei
cresciuto
...
E
sai
che
cos
'
è
che
ti
fa
crescere
?
È
l
'
acqua
fresca
e
limpida
che
ti
dò
tutte
le
mattine
...
Ora
,
ora
...
bello
mio
,
te
ne
dò
dell
'
altra
,
così
crescerai
di
più
...
-
Ed
è
andata
a
pigliar
l
'
acqua
.
Io
intanto
ho
spinto
in
su
il
bastoncino
,
e
questa
volta
l
'
ho
spinto
parecchio
,
in
modo
che
la
pianticella
doveva
parere
un
alberello
addirittura
.
A
questo
punto
ho
sentito
un
urlo
e
un
tonfo
.
-
Uh
,
il
mio
dìttamo
!
...
-
E
la
zia
,
per
la
sorpresa
e
lo
spavento
di
veder
crescere
la
sua
cara
pianta
a
quel
modo
,
proprio
a
vista
d
'
occhio
,
s
'
era
lasciata
cascar
di
mano
la
brocca
dell
'
acqua
che
era
andata
in
mille
bricioli
.
Poi
sentii
che
borbottava
queste
parole
:
-
Ma
questo
è
un
miracolo
!
Ferdinando
mio
,
Ferdinando
adorato
,
che
forse
il
tuo
spirito
è
in
questa
cara
pianta
che
mi
regalasti
o
desti
per
la
mia
festa
?
-
Io
non
capivo
precisamente
quel
che
voleva
dire
,
ma
sentivo
che
la
sua
voce
tremava
e
,
per
farle
più
paura
che
mai
,
ho
spinto
in
su
più
che
potevo
il
bastoncino
.
Ma
mentre
la
zia
vedendo
che
il
dìttamo
seguitava
a
crescere
,
continuava
a
urlare
:
Ah
!
Oh
!
Oh
!
Uh
!
,
il
bastoncino
ha
trovato
un
intoppo
nella
terra
del
vaso
,
e
siccome
io
lo
spingevo
con
forza
per
vincere
il
contrasto
,
è
successo
che
il
vaso
si
è
rovesciato
fuor
della
finestra
,
ed
è
caduto
rompendosi
a
'
miei
piedi
.
Allora
ho
alzato
gli
occhi
e
ho
visto
la
zia
affacciata
,
con
un
viso
che
faceva
paura
.
-
Ah
,
sei
tu
!
-
ha
detto
con
voce
stridula
.
Ed
è
sparita
dalla
finestra
per
riapparire
subito
sulla
porta
,
armata
di
un
bastone
.
Io
,
naturalmente
,
me
la
son
data
a
gambe
per
il
podere
,
e
poi
son
salito
sopra
un
fico
dove
ho
fatto
una
grande
spanciata
di
fichi
verdini
,
che
credevo
di
scoppiare
-
Quando
son
ritornato
alla
villa
,
ho
visto
sulla
solita
finestra
un
vaso
nuovo
con
la
pianta
di
dìttamo
e
ho
pensato
che
la
zia
,
avendo
rimediato
al
mal
fatto
,
si
fosse
calmata
.
L
'
ho
trovata
in
salotto
che
discorreva
con
un
facchino
della
stazione
e
appena
mi
ha
visto
,
mi
ha
detto
con
aria
molto
sostenuta
mostrandomi
due
telegrammi
:
-
Ecco
qui
due
dispacci
di
vostro
padre
.
Uno
di
iersera
che
non
ha
avuto
corso
perché
la
stazione
era
chiusa
,
e
uno
di
stamani
.
Vostro
padre
è
disperato
non
sapendo
dove
vi
siete
cacciato
...
Gli
ho
risposto
che
venga
a
prendervi
col
prossimo
treno
!
-
Io
,
quando
il
facchino
è
andato
via
,
ho
tentato
di
rabbonirla
,
e
le
ho
detto
con
la
mia
voce
piagnucolosa
che
di
solito
fa
un
grande
effetto
perché
ci
si
sente
il
ragazzo
che
è
pentito
:
-
Cara
zia
,
le
chiedo
scusa
di
quel
che
ho
fatto
...
Ma
lei
ha
risposto
arrabbiata
:
-
Vergognatevi
!
-
Però
-
ho
seguitato
a
dire
con
voce
sempre
più
piagnucolosa
-
Io
non
sapevo
che
nel
dìttamo
ci
fosse
lo
spirito
di
quel
signor
Ferdinando
che
diceva
lei
...
-
A
queste
parole
la
zia
Bettina
si
è
cambiata
a
un
tratto
.
È
diventata
rossa
come
il
tacchino
della
contadina
,
e
ha
detto
balbettando
:
-
Zitto
,
zitto
!
...
Mi
prometti
di
non
dir
niente
a
nessuno
di
quel
che
è
successo
?
-
Sì
,
glielo
prometto
...
-
Ebbene
,
allora
non
ne
parliamo
più
:
e
io
cercherò
di
farti
perdonare
anche
dal
tuo
babbo
...
-
Il
babbo
arriverà
certamente
col
treno
delle
tre
,
non
essendovene
altri
né
prima
né
dopo
.
E
io
sento
una
certa
tremarella
...
#
Sono
qui
,
chiuso
nel
salotto
da
desinare
,
e
sento
di
là
nell
'
ingresso
quella
vociaccia
stridula
della
zia
Bettina
che
si
sfoga
contro
di
me
con
la
moglie
del
contadino
e
ripete
:
-
È
un
demonio
!
Finirà
male
!
E
tutto
questo
perché
?
Per
aver
fatto
il
chiasso
coi
figliuoli
del
contadino
,
come
fanno
tutti
i
ragazzi
di
questo
mondo
,
senza
che
nessuno
ci
trovi
nulla
da
ridire
.
Ma
siccome
io
ho
la
disgrazia
d
'
avere
tutti
parenti
che
non
voglion
capire
che
i
ragazzi
hanno
diritto
di
divertirsi
anche
loro
,
così
mi
tocca
ora
a
star
qui
chiuso
e
sentirmi
dire
che
finirò
male
ecc
.
ecc
.
,
mentre
invece
io
volevo
che
la
zia
Bettina
finisse
col
pigliarci
gusto
anche
lei
al
serraglio
di
bestie
feroci
,
che
m
'
era
riuscito
così
bene
.
L
'
idea
m
'
è
venuta
perché
una
volta
il
babbo
mi
portò
a
vedere
quello
di
Numa
Hava
,
e
da
allora
ci
ho
sempre
ripensato
,
perché
il
sentire
nell
'
ora
del
pasto
tutti
quegli
urli
dei
leoni
,
delle
tigri
e
di
tanti
altri
animali
che
girano
in
qua
e
in
là
nelle
gabbie
stronfiando
e
raspando
è
una
cosa
che
fa
grande
impressione
e
non
si
dimentica
tanto
facilmente
.
E
poi
io
ho
sempre
avuta
molta
passione
per
la
storia
naturale
e
a
casa
ho
i
Mammiferi
illustrati
del
Figuier
che
li
leggo
sempre
,
guardando
le
figure
che
mi
son
divertito
tante
volte
a
ricopiare
.
Ieri
,
dunque
,
nel
venire
qui
alla
villa
avevo
visto
nella
fattoria
che
confina
col
podere
della
zia
due
operai
che
tingevano
le
persiane
della
casa
del
fattore
di
verde
e
le
porte
della
stalla
accanto
di
rosso
;
sicché
stamani
,
dopo
il
fatto
della
pianta
di
dìttamo
,
appena
mi
è
venuto
l
'
idea
del
serraglio
,
mi
son
subito
ricordato
dei
pentolini
di
tinta
degli
operai
,
che
avevo
visto
ieri
alla
fattoria
,
e
ho
detto
fra
me
che
avrebbero
potuto
far
comodo
,
come
difatti
mi
sono
stati
molto
utili
.
Prima
di
tutto
mi
son
messo
d
'
accordo
con
Angiolino
,
il
figliuolo
del
contadino
della
zia
,
un
ragazzo
che
ha
quasi
la
mia
età
ma
che
non
ha
mai
visto
nulla
nella
sua
vita
,
sicché
mi
sta
sempre
a
sentire
a
bocca
aperta
e
m
'
ubbidisce
in
tutto
e
per
tutto
.
-
Ti
voglio
far
vedere
qui
sull
'
aia
il
serraglio
di
Numa
Hava
-
gli
ho
detto
.
-
Vedrai
!
-
Voglio
vedere
anch
'
io
!
-
ha
esclamato
subito
la
Geppina
che
è
la
sua
sorella
minore
.
-
Anch
'
io
!
-
ha
detto
Pietrino
,
un
bambino
di
due
anni
e
mezzo
che
non
sa
ancora
camminare
e
che
si
trascina
per
terra
con
le
mani
e
con
le
ginocchia
.
Lì
nella
casa
del
contadino
non
c
'
eran
che
questi
tre
ragazzi
perché
i
loro
genitori
e
i
fratelli
maggiori
eran
tutti
nel
campo
a
lavorare
.
-
Va
bene
,
...
-
ho
detto
.
-
Ma
bisognerebbe
,
poter
pigliare
i
pentolini
delle
tinte
alla
fattoria
!
-
Questo
è
il
momento
buono
,
-
ha
detto
Angiolino
-
perché
è
l
'
ora
che
i
verniciatori
vanno
al
paese
a
far
colazione
.
-
E
siamo
andati
tutt
'
e
due
alla
fattoria
.
Non
c
'
era
nessuno
.
Da
una
parte
,
a
piè
di
una
scala
,
c
'
eran
due
pentoli
pieni
di
tinta
a
olio
-
in
uno
la
tinta
rossa
e
nell
'
altro
la
tinta
verde
;
e
c
'
era
anche
un
bel
pennellone
grosso
come
il
mio
pugno
.
Angiolino
ha
preso
un
pentolo
;
io
ho
preso
l
'
altro
e
il
pennello
,
e
via
,
siamo
ritornati
sull
'
aia
di
casa
sua
,
dove
Pietrino
e
la
Geppina
ci
aspettavano
ansiosi
.
-
Cominceremo
dal
fare
il
leone
,
-
ho
detto
.
A
questo
scopo
avevo
portato
con
me
dalla
villa
,
Bianchino
,
il
vecchio
can
barbone
della
zia
Bettina
,
al
quale
ella
è
così
affezionata
.
Gli
ho
attaccato
al
collare
una
fune
e
l
'
ho
legato
alla
stanga
del
carro
da
buoi
che
era
sull
'
aia
,
e
,
dato
di
piglio
al
pennellone
,
ho
incominciato
a
tingerlo
tutto
di
rosso
.
-
Veramente
-
ho
detto
a
quei
ragazzi
perché
avessero
un
'
idea
precisa
dell
'
animale
che
volevo
loro
rappresentare
-
il
leone
è
colore
arancione
,
ma
siccome
manca
il
giallo
noi
lo
faremo
rosso
,
che
in
fondo
viene
a
esser
quasi
lo
stesso
.
-
In
poco
tempo
Bianchino
,
interamente
trasformato
,
non
era
più
riconoscibile
e
,
mentre
esso
si
andava
asciugando
al
sole
,
ho
pensato
a
preparare
un
'
altra
belva
.
Poco
distante
da
noi
c
'
era
una
pecorella
che
pascolava
;
l
'
ho
legata
alla
stanga
del
carro
,
accanto
al
cane
,
e
ho
detto
:
-
Questa
la
trasformeremo
in
una
bellissima
tigre
.
-
E
dopo
aver
mescolate
in
una
catinella
un
po
'
di
tinta
rossa
e
un
po
'
di
tinta
verde
le
ho
dipinto
sul
dorso
tante
ciambelline
in
modo
che
pareva
proprio
una
tigre
del
Bengala
come
quella
che
avevo
visto
da
Numa
Hava
,
meno
che
,
per
quanto
le
avessi
tinto
anche
il
muso
,
non
aveva
quell
'
espressione
feroce
che
faceva
una
così
bella
impressione
in
quella
vera
.
A
questo
punto
ho
sentito
un
grugnito
,
e
ho
domandato
ad
Angiolino
:
-
Che
ci
avete
anche
un
maiale
?
-
Sì
:
ma
è
un
maialino
piccolo
:
è
qui
nella
stalla
,
guardi
,
sor
Giannino
.
E
ha
tirato
fuori
,
infatti
,
un
porcellino
grasso
grasso
,
con
la
pelle
color
di
rosa
che
era
una
bellezza
.
-
Che
se
ne
potrebbe
fare
?
-
ho
domandato
a
me
stesso
.
E
Angiolino
ha
esclamato
:
-
Perché
non
ci
fa
un
leofante
?
Io
mi
son
messo
a
ridere
.
-
Vorrai
dire
un
elefante
!
-
gli
ho
risposto
.
-
Ma
sai
che
un
elefante
è
grande
come
tutta
questa
casa
?
E
poi
con
che
gli
si
potrebbe
far
la
proboscide
?
-
A
questa
parola
i
figliuoli
del
contadino
si
son
messi
a
ridere
tutt
'
e
tre
e
finalmente
Angiolino
ha
domandato
:
-
O
che
è
ella
,
codesta
cosa
così
buffa
che
ha
detto
lei
,
sor
Giannino
?
-
È
,
come
un
naso
lungo
lungo
quasi
quanto
la
stanga
di
questo
carro
e
che
serve
all
'
elefante
per
pigliar
la
roba
per
alzare
i
pesi
e
per
annaffiare
i
ragazzi
quando
gli
fanno
i
dispetti
.
-
Che
brutta
cosa
è
l
'
ignoranza
!
Quei
villanacci
di
ragazzi
non
mi
hanno
voluto
credere
,
e
si
son
messi
a
ridere
più
che
mai
.
Io
intanto
riflettevo
per
trovare
il
modo
di
utilizzare
il
maialino
color
di
rosa
che
seguitava
a
grugnire
come
un
disperato
.
Alla
fine
ho
risoluto
il
problema
e
ho
gridato
:
-
Sapete
che
cosa
farò
?
Io
cambierò
questo
maialino
in
un
coccodrillo
!
-
Sul
carro
c
'
era
una
copertaccia
da
cavallo
.
L
'
ho
presa
e
l
'
ho
fermata
da
un
lato
,
legandola
con
una
fune
intorno
alla
pancia
del
maialino
;
poi
,
risollevando
tutta
la
parte
di
coperta
che
avanzava
strascicando
di
dietro
,
l
'
ho
legata
stretta
stretta
a
uso
salame
,
in
modo
che
rappresentasse
la
lunga
coda
del
coccodrillo
.
Fatto
questo
,
ho
tinto
di
verde
tanto
il
maialino
che
la
coperta
,
in
modo
che
,
a
lavoro
compiuto
,
l
'
illusione
era
perfetta
.
Dopo
aver
legata
anche
questa
belva
alla
stanga
del
carro
da
buoi
,
ho
pensato
di
farne
un
'
altra
servendomi
dell
'
asino
che
ho
preso
nella
stalla
e
che
,
essendo
di
color
grigio
,
si
è
prestato
benissimo
a
far
da
zebra
.
Infatti
è
bastato
che
gli
dipingessi
sul
corpo
,
sul
muso
e
sulle
gambe
tante
strisce
,
dopo
aver
mescolato
daccapo
il
rosso
col
verde
,
per
ottenere
una
zebra
sorprendente
,
che
ho
legata
con
gli
altri
animali
alla
solita
stanga
.
Infine
,
siccome
per
rallegrare
la
scena
mancava
la
scimmia
,
con
lo
stesso
colore
ho
tinto
la
faccia
di
Pietrino
che
appunto
stava
berciando
e
sgambettando
come
una
bertuccia
,
e
servendomi
d
'
uno
straccio
strettamente
legato
gli
ho
anche
fabbricato
una
splendida
coda
che
ho
assicurata
alla
cintola
del
marmocchio
,
sotto
la
sottanina
.
Poi
,
per
rendere
la
cosa
anche
più
naturale
,
ho
pensato
che
il
vedere
la
scimmia
sopra
un
albero
avrebbe
fatto
un
bellissimo
effetto
e
perciò
,
aiutato
da
Angiolino
,
ho
messo
Pietrino
su
un
ramo
dell
'
albero
che
è
accanto
all
'
aia
,
assicurandolo
con
una
fune
perché
non
cascasse
.
Così
ho
completato
il
mio
serraglio
e
ho
incominciato
la
spiegazione
.
-
Osservino
,
signori
:
questa
bestia
a
quattro
zampe
con
la
groppa
tutta
rigata
a
strisce
bige
e
nere
è
la
Zebra
,
un
curioso
animale
fatto
come
un
cavallo
ma
che
non
è
un
cavallo
,
che
morde
e
tira
i
calci
come
i
ciuchi
ma
che
non
è
un
ciuco
,
e
che
vive
nelle
pianure
dell
'
Affrica
cibandosi
dei
sedani
enormi
che
nascono
in
quelle
regioni
,
e
scorrazzando
qua
e
là
a
causa
delle
terribili
mosche
cavalline
che
in
quei
paesi
caldi
hanno
le
proporzioni
dei
nostri
pipistrelli
...
-
Accidempoli
!
-
ha
detto
Angiolino
.
-
O
che
può
essere
?
-
Può
essere
sicuro
!
-
ho
risposto
io
.
Ma
tu
devi
stare
zitto
,
perché
mentre
si
dà
la
spiegazione
delle
bestie
feroci
,
è
proibito
al
pubblico
di
interrompere
perché
è
pericoloso
.
Quest
'
altra
belva
,
che
è
qui
accanto
,
è
la
Tigre
del
Bengala
,
che
abita
in
Asia
,
in
Affrica
e
in
altri
luoghi
dove
fa
strage
degli
uomini
e
anche
delle
scimmie
...
-
A
questo
punto
della
mia
spiegazione
Pietrino
ha
incominciato
a
piagnucolare
di
sull
'
albero
e
,
voltandomi
in
su
,
ho
visto
che
la
fune
con
la
quale
l
'
avevamo
legato
al
ramo
s
'
era
allentata
ed
egli
stava
sospeso
con
gli
occhi
fuor
della
testa
per
la
paura
.
In
quella
posizione
pareva
proprio
una
scimmia
vera
quando
sta
attaccata
agli
alberi
con
la
coda
,
e
io
ho
approfittato
subito
della
circostanza
per
richiamar
l
'
attenzione
del
pubblico
su
questa
nuova
bestia
del
mio
serraglio
.
-
Hanno
udito
,
signori
e
signore
?
Al
solo
nome
della
tigre
la
Scimmia
si
è
messa
a
stridere
,
e
con
ragione
,
perché
essa
è
spesso
vittima
degli
assalti
di
questo
terribile
animale
ferino
.
La
scimmia
che
loro
osservano
lassù
sull
'
albero
è
una
di
quelle
che
si
chiamano
volgarmente
bertucce
e
che
vivono
abitualmente
in
cima
agli
alberi
delle
foreste
vergini
,
dove
si
nutrono
di
bucce
di
cocomero
,
di
torsoli
di
cavolo
e
di
tutto
quel
che
si
trova
a
portata
delle
loro
mani
.
Questi
curiosi
e
intelligenti
animali
hanno
il
brutto
vizio
di
scimmiottare
tutto
quel
che
vedono
fare
agli
altri
,
e
questo
è
appunto
il
motivo
per
cui
i
naturalisti
hanno
messo
loro
il
nome
di
scimmie
...
Bertuccia
,
fate
una
riverenza
a
questi
signori
!
...
-
Ma
Pietrino
non
ha
voluto
saperne
di
far
la
riverenza
,
e
ha
seguitato
a
piagnucolare
.
-
Faresti
meglio
-
gli
ho
detto
-
a
soffiarti
il
naso
...
Ma
intanto
noi
passeremo
al
Leone
,
a
questo
nobile
e
generoso
animale
che
ben
a
ragione
è
chiamato
il
re
di
tutte
le
bestie
perché
col
suo
bel
manto
e
la
sua
forza
impone
soggezione
a
tutti
quanti
,
essendo
capace
di
mangiarsi
anche
una
mandra
di
bovi
in
un
boccone
...
Esso
è
il
carnivoro
più
carnivoro
di
tutti
i
carnivori
,
e
quando
ha
fame
non
porta
rispetto
a
nessuno
,
ma
non
è
tanto
feroce
come
altre
belve
che
ammazzano
la
gente
per
puro
divertimento
;
esso
invece
è
un
animale
di
cuore
,
e
si
racconta
anche
nei
libri
,
che
una
volta
,
trovandosi
egli
a
Firenze
di
passaggio
,
e
avendo
incontrato
per
la
strada
un
piccolo
bambino
che
si
chiamava
Orlanduccio
e
che
si
era
perso
,
lo
prese
delicatamente
per
la
giacchetta
e
lo
riportò
pari
pari
alla
sua
mamma
che
se
non
mori
di
paura
e
di
consolazione
fu
un
vero
miracolo
.
-
Molte
altre
cose
avrei
potuto
dire
intorno
al
leone
;
ma
siccome
Pietrino
seguitava
a
berciare
sull
'
albero
che
pareva
lo
scannassero
,
mi
sono
affrettato
a
passare
al
Coccodrillo
.
[
v
.
figura
031.jpg
]
-
Guardino
,
signori
,
questo
terribile
anfibio
che
può
vivere
tanto
nell
'
acqua
che
nella
terra
e
che
abita
sulle
sponde
del
Nilo
dove
dà
la
caccia
ai
negri
e
ad
altri
animali
facendoli
sparire
nell
'
enorme
bocca
come
se
fossero
piccole
pasticche
di
menta
!
...
Esso
si
chiama
coccodrillo
perché
ha
il
corpo
ricoperto
di
grosse
squame
dure
come
le
noci
di
cocco
fresco
che
si
vendono
nei
bar
,
e
con
le
quali
si
difende
dai
morsi
delle
altre
bestie
feroci
che
si
aggirano
in
quei
paraggi
...
-
In
così
dire
ho
dato
una
buona
dose
di
bacchettate
sul
groppone
del
maialino
che
ha
incominciato
a
grugnire
come
un
disperato
,
mentre
il
pubblico
rideva
a
più
non
posso
.
-
La
caccia
al
coccodrillo
,
signori
e
signore
,
è
molto
difficile
appunto
perché
su
quel
groppone
così
duro
le
armi
a
punta
come
la
sciabola
e
il
coltello
si
spuntano
,
e
le
armi
a
fuoco
sono
inutili
perché
le
palle
rimbalzano
e
se
ne
vanno
via
.
I
coraggiosi
cacciatori
però
hanno
pensato
un
modo
molto
ingegnoso
per
pigliare
i
coccodrilli
,
servendosi
di
uno
stile
a
due
punte
in
mezzo
al
quale
è
legata
una
corda
,
che
adoperano
così
...
-
E
perché
quei
due
poveri
ignoranti
capissero
qualcosa
,
ho
preso
un
pezzo
di
legno
,
poi
col
temperino
vi
ho
fatto
le
punte
da
tutt
'
e
due
le
parti
e
vi
ho
legato
uno
spago
nel
mezzo
;
fatto
questo
,
mi
sono
avvicinato
al
maialino
,
gli
ho
fatto
aprir
bocca
e
vi
ho
introdotto
dentro
arditamente
il
pezzo
di
legno
,
seguitando
la
mia
spiegazione
:
-
Ecco
qua
;
il
cacciatore
aspetta
che
il
coccodrillo
faccia
uno
sbadiglio
,
ciò
che
gli
succede
spesso
,
dovendo
vivere
sempre
sulle
sponde
del
Nilo
dove
anche
una
bestia
finisce
per
annoiarsi
;
e
allora
ficca
il
suo
dardo
nell
'
enorme
bocca
dell
'
animale
anfibio
che
naturalmente
si
affretta
a
richiuderla
.
Ma
che
cosa
succede
?
Succede
che
chiudendo
la
bocca
viene
a
infilarsi
da
sé
stesso
le
due
punte
del
dardo
nelle
due
mascelle
,
come
possono
osservare
lor
signori
...
-
Infatti
il
maialino
,
richiudendo
la
bocca
s
'
era
bucato
e
mandava
certi
urli
che
arrivavano
al
cielo
.
In
quel
momento
,
voltandomi
,
ho
visto
il
babbo
e
la
mamma
d
'
Angiolino
,
che
venivano
giù
dal
campo
trafelati
.
Il
contadino
gridava
:
-
Oh
,
il
mi
'
maialino
!
...
-
E
la
contadina
sporgeva
le
braccia
verso
quel
moccione
di
Pietrino
che
seguitava
anche
lui
a
piangere
,
e
diceva
:
-
Uh
,
povera
la
mi
'
creatura
!
...
-
È
inutile
.
I
contadini
sono
ignoranti
,
e
perciò
in
tutte
le
cose
si
lasciano
sempre
trasportare
all
'
esagerazione
.
A
vederli
correre
affannati
e
fuor
della
grazia
di
Dio
pareva
che
gli
avessi
ammazzato
tutti
i
figliuoli
e
tutte
le
bestie
,
invece
di
cercare
,
come
facevo
io
,
di
istruire
que
'
villani
tentando
di
far
entrare
in
que
'
cervellacci
duri
,
delle
spiegazioni
sulle
cose
che
non
avevano
mai
visto
.
Ma
sapendo
quanto
sia
difficile
di
far
entrar
la
ragione
in
quelle
zucche
,
per
non
compromettermi
ho
sciolto
alla
svelta
tutte
le
bestie
feroci
e
,
montato
sul
ciuco
,
gli
ho
dato
un
par
di
legnate
,
e
via
a
precipizio
su
per
la
strada
maestra
,
con
Bianchino
dietro
,
che
abbaiava
a
più
non
posso
.
Dopo
aver
girato
un
pezzo
,
finalmente
sono
arrivato
alla
villa
.
La
zia
Bettina
è
corsa
sulla
porta
,
e
vedendomi
sul
ciuco
ha
esclamato
:
-
Ah
,
che
hai
fatto
!
...
-
Poi
,
vedendo
Bianchino
tutto
tinto
di
rosso
,
ha
dato
un
balzo
indietro
impaurita
,
come
se
fosse
stato
un
leone
davvero
;
ma
l
'
ha
riconosciuto
subito
e
allora
gli
si
è
buttata
addosso
,
tremando
come
una
foglia
e
gemendo
:
-
Uh
,
Bianchino
mio
,
Bianchino
caro
!
Come
ti
hanno
ridotto
,
povero
amor
mio
?
...
Ah
!
È
stato
di
certo
questo
manigoldo
!
...
-
E
si
è
rialzata
tutta
inviperita
.
Ma
io
ho
fatto
più
presto
di
lei
,
e
buttatomi
giù
dal
ciuco
,
son
corso
in
questa
stanza
e
mi
ci
son
chiuso
.
-
Starai
lì
in
prigione
finché
non
viene
a
ripigliarti
tuo
padre
!
-
ha
detto
la
zia
Bettina
:
e
ha
chiuso
la
porta
di
fuori
,
a
chiave
.
Dopo
poco
ho
sentito
la
contadina
che
è
venuta
a
far
rapporto
di
tutto
quel
che
ho
fatto
sull
'
aia
,
s
'
intende
esagerando
ogni
cosa
.
Ha
detto
che
il
maiale
sputa
sangue
,
che
Pietrino
è
in
uno
stato
da
far
pietà
,
ecc
.
Basti
dire
che
mi
si
tiene
responsabile
anche
di
quel
che
non
è
successo
,
e
infatti
è
la
decima
volta
che
quell
'
uggiosa
ripete
:
-
Ma
ci
pensa
,
lei
,
sora
padrona
,
se
il
mi
'
Pierino
cascava
giù
dall
'
albero
?
...
-
Lasciamola
dire
,
bisogna
compatire
le
persone
ignoranti
,
perché
loro
non
ci
hanno
colpa
.
Tra
pochi
minuti
arriverà
il
babbo
e
speriamo
che
egli
saprà
distinguere
quel
che
è
la
verità
...
17
ottobre
.
Eccomi
a
casa
mia
,
nella
mia
cameretta
,
che
ho
rivisto
tanto
volentieri
!
...
È
proprio
vero
quel
che
dice
il
proverbio
:
Casa
mia
,
casa
mia
,
Per
piccina
che
tu
sia
,
Tu
mi
sembri
una
badia
.
E
ora
bisogna
che
ripigli
la
narrazione
al
punto
dove
l
'
ho
lasciata
ieri
...
Che
giornata
piena
di
avvenimenti
!
...
Avevo
appena
smesso
di
scrivere
,
che
arrivò
alla
villa
il
mio
babbo
.
La
zia
Bettina
aveva
incominciato
a
raccontargli
le
mie
prodezze
,
come
le
chiamava
lei
,
s
'
intende
esagerando
ogni
cosa
e
mettendo
tutto
in
cattiva
luce
(
ci
vuol
tanto
poco
a
rappresentare
il
fatto
più
innocente
come
un
atroce
delitto
,
quando
si
tratta
di
dare
addosso
a
un
povero
ragazzo
che
non
ha
voce
in
capitolo
!
)
ma
io
ho
incominciato
a
tempestare
l
'
uscio
di
pugni
e
di
calci
,
urlando
a
squarciagola
:
-
Apritemi
!
Voglio
rivedere
il
mio
babbo
,
io
!
...
La
zia
Bettina
mi
ha
aperto
subito
e
io
mi
son
buttato
addosso
al
babbo
,
coprendomi
il
viso
colle
mani
,
perché
in
quel
momento
mi
sentivo
proprio
commosso
.
-
Cattivo
,
-
mi
ha
detto
-
tu
non
puoi
figurarti
quanto
ci
hai
fatto
soffrire
tutti
quanti
!
...
-
È
un
infame
!
-
ha
aggiunto
la
zia
Bettina
.
-
Vedete
un
po
'
come
ha
ridotto
quel
mio
povero
Bianchino
!
-
Toh
!
-
ha
esclamato
il
babbo
guardando
il
cane
tinto
di
rosso
,
e
mettendosi
a
ridere
.
-
Come
è
buffo
!
-
È
stato
lui
!
Ed
è
tinta
a
olio
che
non
va
più
via
!
...
Povero
Bianchino
mio
!
...
-
Che
male
c
'
è
?
-
ho
borbottato
io
con
voce
piagnucolosa
.
-
Lo
chiami
Rossino
da
qui
avanti
...
-
Ah
sì
?
-
ha
gridato
allora
la
zia
con
la
sua
voce
stridula
,
e
tremando
dalla
rabbia
.
-
Questo
sfacciato
ha
incominciato
di
prima
mattinata
a
farmi
disperare
...
-
Ma
che
ho
fatto
,
dopo
tutto
?
Ho
spiantato
la
pianta
di
dìttamo
,
ma
io
non
sapevo
che
gliel
'
avesse
regalata
il
signor
Ferdinando
per
la
sua
festa
e
che
ora
ci
fosse
dentro
lo
spirito
...
-
Basta
così
!
-
ha
gridato
la
zia
Bettina
interrompendomi
.
-
Vattene
,
e
non
ritornare
mai
più
in
casa
mia
,
hai
capito
?
-
Silenzio
!
-
ha
aggiunto
mio
padre
con
voce
severa
;
ma
io
mi
sono
accorto
che
rideva
sotto
i
baffi
.
Poi
ha
parlato
sottovoce
con
la
zia
e
ho
sentito
che
ricordava
spesso
mia
sorella
Luisa
.
E
da
ultimo
mi
ha
preso
per
la
mano
,
e
salutando
la
zia
Bettina
le
ha
detto
:
-
Dunque
ci
conto
,
via
!
Non
sarebbe
né
giusto
né
serio
,
per
un
pettegolezzo
riportato
da
un
ragazzo
,
il
mancare
a
una
festa
di
famiglia
così
importante
.
-
Quando
siamo
stati
in
treno
,
ho
detto
al
babbo
-
Hai
proprio
ragione
,
sai
,
babbo
,
a
dir
male
del
servizio
ferroviario
!
-
E
gli
ho
raccontato
tutte
le
peripezie
del
mio
viaggio
e
del
finestrino
rotto
che
mi
fecero
ripagare
per
nuovo
.
Il
babbo
mi
ha
un
po
'
sgridato
,
ma
ho
capito
che
in
fondo
mi
dava
ragione
,
e
questo
è
naturale
,
perché
io
davo
ragione
a
lui
.
Ora
sono
in
pace
con
tutti
,
e
mi
sento
proprio
felice
.
Iersera
,
alla
stazione
c
'
era
una
vera
folla
ad
aspettarmi
:
parenti
,
amici
,
conoscenti
,
tutti
eran
venuti
lì
apposta
per
salutarmi
,
e
non
si
sentiva
dir
altro
che
Giannino
qua
e
Giannino
là
...
Mi
pareva
d
'
essere
un
soldato
reduce
dalla
guerra
,
dopo
aver
vinto
una
battaglia
.
Non
dico
poi
quel
che
successe
a
casa
;
a
pensarci
solamente
mi
vien
da
piangere
.
La
mamma
,
povera
donna
,
singhiozzava
,
le
mie
sorelle
non
si
saziavano
di
baciarmi
,
e
la
Caterina
si
asciugava
gli
occhi
col
grembiule
e
non
faceva
che
ripetere
:
-
Ah
,
sor
Giovannino
!
Ah
,
sor
Giovannino
!
...
-
È
un
fatto
positivo
che
un
ragazzo
che
scappa
di
casa
,
quando
ritorna
,
poi
,
ha
di
gran
belle
soddisfazioni
!
Ma
poi
c
'
è
un
'
altra
cosa
che
mi
rende
felice
,
ed
è
questa
:
mia
sorella
sposa
il
dottor
Collalto
e
lo
sposalizio
si
farà
tra
cinque
giorni
,
e
ci
sarà
un
gran
pranzo
di
nozze
con
un
'
infinità
di
dolci
di
tutte
le
specie
...
Il
Collalto
essendosi
stancato
di
aspettare
che
il
dottor
Baldi
lo
prendesse
per
suo
aiuto
,
aveva
concorso
per
andare
assistente
in
un
grande
laboratorio
di
medicina
a
Roma
che
non
mi
ricordo
più
come
si
chiama
,
e
ora
avendo
vinto
il
posto
e
dovendo
partir
subito
ha
deciso
di
sposare
mia
sorella
e
andar
via
con
lei
.
Questo
veramente
mi
fa
dispiacere
perché
io
voglio
molto
bene
alla
Luisa
e
anche
al
dottor
Collalto
che
è
un
giovane
allegro
che
spesso
fa
il
chiasso
con
me
e
che
sa
stare
alla
burletta
.
Ma
come
si
fa
?
18
ottobre
.
Come
sono
contento
!
lersera
il
dottor
Collalto
mi
ha
portato
una
splendida
scatola
di
tinte
,
e
mi
ha
detto
:
-
Tieni
:
tu
che
hai
tanta
disposizione
per
il
disegno
,
ti
potrai
esercitare
all
'
acquarello
...
-
E
mia
sorella
,
accarezzandomi
i
capelli
,
ha
soggiunto
:
-
E
così
quando
dipingerai
penserai
un
poco
anche
alla
tua
sorella
lontana
,
non
è
vero
?
-
La
voce
con
la
quale
mia
sorella
ha
detto
queste
parole
era
così
affettuosa
che
mi
sarei
messo
a
piangere
per
la
commozione
:
ma
il
piacere
di
possedere
finalmente
una
bella
scatola
di
tinte
,
di
quelle
complete
come
la
desideravo
da
tanto
tempo
,
era
troppo
grande
e
mi
son
messo
a
saltare
dalla
contentezza
e
poi
mi
son
rinchiuso
qui
in
camera
mia
e
ho
voluto
subito
comunicare
per
il
primo
la
mia
gioia
al
giornalino
,
dipingendo
il
disegno
del
serraglio
che
avevo
fatto
alla
villa
della
zia
Bettina
mentre
ero
in
prigione
aspettando
il
babbo
.
Poi
ho
fatto
vedere
il
mio
lavoro
al
Collalto
che
ha
detto
:
-
Ma
bravo
!
Pare
proprio
un
quadro
dell
'
epoca
giottesca
!
-
Ora
dico
io
:
se
non
avessi
avuto
l
'
idea
di
fare
il
serraglio
delle
belve
feroci
non
avrei
avuto
quella
di
disegnarlo
,
e
allora
questo
lavoro
non
ci
sarebbe
stato
!
Dunque
,
certe
scappate
,
per
un
ragazzo
che
si
sente
nato
per
far
l
'
artista
,
son
necessarie
,
e
allora
perché
i
parenti
son
sempre
lì
pronti
a
sgridarlo
e
a
punirlo
?
Basta
,
quel
che
è
certo
è
che
il
Collalto
mi
ha
fatto
un
bel
regalo
e
che
io
bisognerà
che
in
qualche
modo
gli
manifesti
la
mia
gratitudine
.
Ho
un
'
idea
...
ma
mi
ci
vogliono
tre
o
quattro
lire
per
metterla
in
esecuzione
.
Vedremo
!
19
ottobre
.
Stamani
Luisa
mi
ha
condotto
in
camera
sua
,
mi
ha
baciato
e
con
le
lacrime
agli
occhi
mi
ha
regalato
un
bello
scudo
d
'
argento
dicendomi
,
al
solito
,
di
esser
buono
,
di
non
fare
sciocchezze
,
perché
in
casa
col
da
fare
che
c
'
è
per
i
preparativi
dello
sposalizio
nessuno
può
badare
a
me
...
L
'
ho
sempre
detto
,
io
,
che
Luisa
è
la
migliore
di
tutte
.
Ho
preso
lo
scudo
e
via
,
a
mettere
in
esecuzione
la
mia
idea
.
Ho
comprato
dodici
razzi
col
fischio
,
sei
candele
romane
,
otto
tippi
-
tappi
,
quattro
belle
girandole
e
altri
fuochi
artificiali
tutti
svariati
,
coi
quali
festeggerò
gli
sposi
la
sera
del
matrimonio
,
in
giardino
.
Non
mi
par
vero
d
'
arrivare
a
quel
momento
.
Intanto
ho
nascosto
tutti
i
fuochi
sull
'
armadio
della
mamma
perché
questa
deve
essere
una
sorpresa
per
tutti
.
24
ottobre
.
Eccoci
al
gran
giorno
!
È
dal
19
che
non
scrivo
più
una
riga
qui
nel
giornalino
,
ma
ho
avuto
tanto
da
fare
!
In
questi
giorni
mi
sono
accorto
che
i
ragazzi
possono
essere
molto
utili
nelle
case
quando
vi
sono
circostanze
solenni
,
e
quando
le
persone
grandi
chiedono
loro
un
piacere
con
educazione
e
con
garbo
.
Giannino
qua
!
Giannino
là
!
Giannino
su
!
Giannino
giù
!
Non
riparavo
a
contentar
tutti
.
Chi
voleva
il
rocchetto
di
cotone
,
chi
la
matassina
di
seta
,
chi
i
campioni
di
stoffe
,
chi
mi
mandava
alla
posta
a
ritirar
lettere
,
chi
a
far
telegrammi
,
insomma
arrivavo
alla
sera
stanco
morto
,
ma
con
la
coscienza
tranquilla
d
'
aver
fatto
il
mio
dovere
per
l
'
avvenire
di
mia
sorella
.
Finalmente
il
gran
giorno
è
venuto
,
oggi
ci
sarà
lo
sposalizio
e
stasera
farò
i
fuochi
e
così
dimostrerò
a
Collalto
,
che
ride
sempre
quando
dice
che
io
son
suo
cognato
,
come
anche
i
ragazzi
sappiano
nutrire
l
'
affetto
per
i
parenti
e
la
gratitudine
per
le
scatole
di
tinte
che
ricevono
in
regalo
.
È
arrivata
anche
la
zia
Bettina
per
assistere
allo
sposalizio
,
e
così
ha
rifatto
la
pace
con
tutti
.
Però
,
mentre
la
Luisa
si
aspettava
da
lei
in
regalo
quel
paio
di
diamanti
che
ebbe
in
eredità
dalla
povera
nonna
,
ha
avuto
invece
una
coperta
da
letto
di
lana
gialla
e
celeste
che
la
zia
Bettina
aveva
fatto
con
le
sue
mani
.
Luisa
è
rimasta
mortificata
,
e
io
ho
sentito
che
diceva
a
Virginia
:
-
Quella
vecchia
dispettosa
si
è
voluta
vendicare
dell
'
altra
volta
che
venne
da
noi
.
-
Però
mia
sorella
ha
avuto
dei
bei
regali
da
tutte
le
parti
...
Non
dico
nulla
dei
dolci
che
ci
son
preparati
in
sala
da
pranzo
!
..
Una
cosa
da
sbalordire
!
...
Però
il
migliore
è
la
panna
montata
coi
cialdoni
.
#
Tutti
son
pronti
,
e
fra
pochi
minuti
si
andrà
al
Municipio
.
Ma
la
zia
Bettina
non
verrà
,
perché
ha
deciso
invece
di
ritornare
a
casa
sua
col
treno
che
parte
tra
mezz
'
ora
.
Nessuno
sa
spiegarsi
il
perché
di
questa
improvvisa
decisione
essendo
stata
accolta
con
tutti
i
dovuti
riguardi
:
e
alla
mamma
che
la
pregava
di
dire
francamente
se
qualcuno
le
aveva
mancato
di
rispetto
senza
accorgersene
,
ella
ha
risposto
a
denti
stretti
:
-
Vo
via
,
anzi
,
perché
mi
si
rispetta
troppo
;
e
dirai
a
Luisa
che
se
vuoi
rispettarmi
anche
meglio
,
mi
rimandi
la
coperta
di
lana
che
io
ho
avuto
la
stupidaggine
di
farle
con
le
mie
mani
.
-
E
così
se
n
'
è
andata
via
senza
voler
dire
altro
.
Il
bello
è
che
io
solo
so
il
vero
motivo
della
partenza
della
zia
,
ma
non
lo
dico
per
non
guastare
la
bella
sorpresa
che
avrà
mia
sorella
.
Un
'
ora
fa
io
ho
detto
alla
zia
Bettina
:
-
Cara
zia
,
vuole
un
buon
consiglio
?
Riporti
via
quella
copertaccia
di
lana
che
ha
regalato
a
Luisa
e
le
regali
invece
i
diamanti
ai
quali
mia
sorella
aveva
fatto
la
bocca
...
Così
si
farà
più
onore
,
e
mia
sorella
non
avrà
più
ragione
di
trattarla
di
vecchia
dispettosa
!
-
Ebbene
,
bisogna
che
riconosca
che
questa
volta
la
zia
Bettina
si
è
condotta
molto
bene
.
Ella
deve
aver
capito
di
avere
sbagliato
,
perché
ha
accettato
il
mio
consiglio
e
se
ne
va
di
corsa
a
casa
sua
a
prendere
i
diamanti
per
Luisa
che
sarà
felicissima
,
e
tutto
per
merito
mio
.
Ecco
che
cosa
vuoi
dire
essere
un
buon
fratello
!
#
Giornalino
mio
,
sono
nella
massima
disperazione
,
e
mentre
sto
qui
chiuso
nella
mia
cameretta
non
ho
altro
conforto
che
di
confidare
a
te
tutta
la
mia
angoscia
!
...
Il
babbo
mi
ha
chiuso
qui
dentro
,
dicendomi
una
filza
di
parolacce
,
in
mezzo
alle
quali
invece
di
virgole
ci
ha
messo
tanti
calci
così
forti
,
che
bisogna
che
stia
a
sedere
su
una
parte
sola
e
cambiando
parte
ogni
cinque
minuti
...
Bel
modo
di
correggere
i
ragazzi
che
son
perseguitati
dalla
disgrazia
e
dalle
circostanze
impreviste
!
...
È
colpa
mia
,
domando
io
,
se
stamani
il
Collalto
ha
ricevuto
un
telegramma
ed
è
dovuto
partire
insieme
alla
Luisa
col
treno
delle
sei
,
invece
di
trattenersi
la
sera
come
era
stato
stabilito
prima
?
Naturalmente
io
che
avevo
fatto
tutto
il
mio
progetto
per
fare
i
fuochi
stasera
in
giardino
son
rimasto
male
;
ma
nessuno
si
piglia
mai
pensiero
di
indagare
i
dolori
che
si
nascondono
nell
'
anima
dei
ragazzi
,
come
se
fossimo
dei
pezzi
di
legno
,
mentre
invece
tutti
si
scagliano
addosso
a
noi
quando
per
sfogare
il
nostro
dolore
si
è
fatto
qualcosa
che
ha
urtato
i
nervi
alle
persone
grandi
...
E
poi
,
alla
fine
,
che
ho
fatto
mai
?
Uno
scherzo
,
un
semplice
scherzo
,
che
,
se
il
Collalto
fosse
stato
meno
pauroso
,
tutti
avrebbero
preso
per
il
suo
verso
senza
far
tanto
baccano
...
Che
scena
!
Non
potendo
fare
i
fuochi
la
sera
,
avevo
pensato
di
accendere
almeno
una
girandola
e
me
n
'
ero
messa
in
tasca
una
di
quelle
più
piccole
,
aspettando
il
momento
opportuno
.
Quando
gli
sposi
sono
scesi
dal
Municipio
,
io
mi
son
messo
dietro
a
loro
.
Erano
così
commossi
,
che
non
mi
hanno
neanche
visto
.
Allora
,
non
so
come
,
m
'
è
venuto
l
'
idea
di
attaccar
la
girandola
al
bottone
di
dietro
del
frak
di
Collalto
e
acceso
un
fiammifero
le
ho
dato
fuoco
...
Non
è
possibile
ridire
quel
che
è
successo
...
ed
è
meglio
che
cerchi
di
riprodurlo
con
le
tinte
che
mi
regalò
il
Collalto
stesso
,
con
quelle
tinte
per
le
quali
io
sentivo
tanta
gratitudine
verso
di
lui
da
spendere
tutto
lo
scudo
che
mi
aveva
dato
sua
moglie
,
che
è
mia
sorella
,
in
tanti
fuochi
d
'
artificio
!
...
Che
scena
!
Il
dottore
,
mentre
la
girandola
gli
girava
dietro
le
falde
,
tremava
e
urlava
senza
sapere
che
cosa
fosse
accaduto
,
Luisa
era
quasi
svenuta
,
gli
invitati
anch
'
essi
erano
tutti
impauriti
...
e
io
mi
divertivo
un
mondo
,
quando
a
un
tratto
mio
padre
in
mezzo
alla
confusione
generale
mi
ha
preso
per
un
orecchio
e
mi
ha
accompagnato
fin
qui
,
a
forza
di
parolacce
e
di
pedate
.
In
quel
pandemonio
mi
pareva
d
'
essere
,
un
rivoluzionario
russo
dopo
un
attentato
allo
Zar
!
Ma
io
non
avevo
per
niente
l
'
intenzione
di
attentare
alla
vita
di
Collalto
,
e
volevo
fare
semplicemente
uno
scherzo
per
esprimere
la
mia
gioia
,
tant
'
è
vero
che
non
è
accaduto
nulla
di
male
,
e
se
la
gente
che
s
'
è
trovata
al
fatto
fosse
stata
più
coraggiosa
,
tutto
sarebbe
finito
in
una
risata
.
[
v
.
figura
037.jpg
]
Purtroppo
,
però
,
le
buone
intenzioni
dei
ragazzi
non
sono
mai
riconosciute
,
ed
eccomi
qui
in
prigione
,
vittima
innocente
delle
esagerazioni
delle
persone
grandi
,
condannato
a
pane
e
acqua
mentre
giù
tutti
gozzovigliano
e
si
finiscono
i
dolci
!
#
Che
giornata
eterna
!
Ho
sentito
il
rumore
della
carrozza
che
portava
via
gli
sposi
,
poi
la
voce
di
Caterina
che
cantava
la
solita
canzonetta
della
Gran
Via
,
mentre
metteva
a
posto
i
piatti
:
Là
sulla
spiaggia
Che
si
vede
remota
...
Tutti
sono
allegri
e
contenti
,
tutti
hanno
mangiato
a
crepapelle
,
e
io
son
qui
solo
,
condannato
a
pane
e
acqua
,
e
tutto
questo
mi
succede
per
il
troppo
amor
fraterno
che
mi
ha
spinto
a
festeggiare
lo
sposalizio
di
mia
sorella
.
Il
peggio
è
che
si
fa
sera
e
io
non
ho
né
candela
né
fiammiferi
...
L
'
idea
di
dovere
star
qui
solo
al
buio
mi
mette
i
brividi
,
e
ora
capisco
tutto
quello
che
doveva
soffrire
il
povero
Silvio
Pellico
e
tanti
altri
gloriosi
superstiti
dalle
patrie
battaglie
ingiustamente
perseguitati
.
Zitti
!
sento
rumore
all
'
uscio
...
qualcuno
apre
di
fuori
!
#
Quand
'
ho
sentito
armeggiare
nella
serratura
dell
'
uscio
mi
son
nascosto
sotto
il
letto
perché
avevo
paura
che
fosse
il
babbo
e
che
venisse
per
picchiarmi
.
Invece
era
la
mia
cara
sorella
Ada
.
Sono
uscito
di
sotto
il
letto
e
l
'
ho
abbracciata
gridando
;
ma
lei
mi
ha
detto
subito
:
-
Silenzio
,
per
carità
;
il
babbo
è
uscito
un
momento
...
Guai
,
se
sapesse
che
son
venuta
qui
da
te
!
...
Prendi
!
-
E
mi
ha
dato
un
panino
gravido
col
prosciutto
e
un
involtino
di
confetti
.
L
'
ho
sempre
detto
io
:
Ada
è
la
migliore
di
tutte
,
e
io
le
voglio
molto
bene
perché
lei
compatisce
i
ragazzi
e
non
li
infastidisce
con
tante
prediche
inutili
.
Mi
ha
portato
anche
una
candela
e
una
scatola
di
fiammiferi
e
Il
Corsaro
nero
del
Salgari
.
Meno
male
...
Almeno
potrò
leggere
e
dimenticare
le
ingiustizie
!
25
ottobre
.
È
appena
giorno
.
Ho
letto
quasi
tutta
la
notte
.
Che
scrittore
questo
Salgari
!
Che
romanzi
!
...
Altro
che
i
Promessi
Sposi
,
con
quelle
descrizioni
noiose
che
non
finiscono
mai
!
Che
bella
cosa
essere
un
corsaro
!
E
un
corsaro
nero
,
per
giunta
!
Non
so
che
cosa
mi
sia
entrato
nel
cervello
,
leggendo
tante
avventure
una
più
straordinaria
dell
'
altra
...
Ma
il
fatto
è
che
non
posso
star
fermo
e
sento
proprio
la
voglia
di
far
qualcosa
di
grande
,
che
faccia
impressione
a
quelli
che
mi
perseguitano
,
dimostrando
che
in
certi
momenti
anche
un
ragazzo
può
diventare
un
eroe
,
purché
abbia
del
sangue
nelle
vene
come
il
Corsaro
nero
...
Ora
ci
penso
,
e
qualcosa
alla
fine
farò
...
26
ottobre
.
Sono
ancora
nella
mia
camera
...
ma
,
purtroppo
,
sono
in
letto
malato
,
e
ho
appena
la
forza
di
scrivere
poche
righe
su
quel
che
mi
è
accaduto
iermattina
.
Ricordo
perfettamente
che
tagliai
con
un
temperino
i
lenzuoli
del
letto
in
tante
strisce
,
che
le
annodai
insieme
,
che
le
fermai
da
un
'
lato
a
una
gamba
del
tavolino
,
e
che
afferrandomi
ad
esse
,
mi
calai
arditamente
fuor
della
finestra
.
Ma
a
questo
punto
i
ricordi
mi
si
confondono
...
Battei
la
testa
,
questo
è
certo
:
ma
dove
?
Mi
pare
nel
canale
della
doccia
...
Poi
battei
un
fianco
in
terra
...
Forse
le
strisce
del
lenzuolo
si
strapparono
...
Forse
non
eran
fermate
bene
al
tavolino
...
Non
so
...
Il
fatto
è
che
a
un
tratto
vidi
tutte
le
stelle
...
e
poi
buio
pesto
!
Ah
!
rammento
che
quando
riaprii
gli
occhi
mi
trovai
qui
in
letto
,
e
vidi
il
babbo
che
girava
in
su
e
in
giù
e
si
dava
i
pugni
in
testa
dicendo
:
-
È
impossibile
!
È
impossibile
!
Questo
ragazzo
è
la
mia
disperazione
!
Sarà
la
mia
rovina
!
...
-
Io
avrei
voluto
chiedergli
perdono
di
essermi
rotto
la
testa
,
ma
non
potevo
parlare
...
Poi
è
venuto
il
dottore
,
mi
ha
fasciato
ben
bene
,
e
alla
mamma
che
piangeva
ha
detto
:
-
Non
si
spaventi
...
suo
figlio
ha
la
pelle
dura
!
...
-
Intanto
,
però
,
i
miei
genitori
e
le
mie
sorelle
non
mi
hanno
lasciato
un
minuto
in
tutta
la
giornata
,
e
ogni
pochino
erano
a
domandarmi
:
-
Come
va
la
testa
?
-
Nessuno
s
'
è
azzardato
di
farmi
un
rimprovero
.
Sfido
!
Devono
aver
capito
che
in
fondo
un
po
'
di
ragione
l
'
ho
anche
io
.
Se
il
babbo
che
si
vanta
,
come
tutte
le
persone
grandi
,
d
'
essere
stato
sempre
buono
quand
'
era
piccino
,
fosse
stato
rinchiuso
per
un
'
intera
giornata
in
una
camera
a
pane
e
acqua
,
scommetto
avrebbe
fatto
anche
lui
quel
che
ho
fatto
io
per
riavere
la
libertà
...
29
ottobre
.
Ora
sono
proprio
contento
.
Il
dottore
aveva
ragione
a
dire
che
ho
la
pelle
dura
:
son
completamente
guarito
,
e
per
di
più
tutti
hanno
verso
di
me
mille
attenzioni
e
mille
riguardi
.
Ieri
ho
sentito
il
babbo
che
diceva
alla
mamma
:
-
Proviamo
a
trattarlo
con
dolcezza
,
a
pigliarlo
per
il
suo
verso
...
-
Dev
'
essere
molto
pentito
d
'
avermi
trattato
con
tanta
severità
;
e
difatti
mi
ha
promesso
di
condurmi
stasera
al
teatro
,
a
vedere
il
celebre
prestigiatore
Morgan
che
è
qui
di
passaggio
.
Ci
verrà
anche
l
'
avvocato
Maralli
,
quello
con
gli
occhiali
e
con
quel
barbone
,
che
è
stato
causa
di
una
gran
discussione
in
casa
perché
è
socialista
,
e
la
mamma
non
lo
può
soffrire
specialmente
quando
dice
male
dei
preti
e
di
tutto
,
e
perciò
-
come
dice
l
'
Ada
-
è
una
nota
volgare
nella
nostra
conversazione
,
mentre
il
babbo
sostiene
che
in
fondo
è
un
buon
diavolo
,
che
bisogna
andar
coi
tempi
e
che
il
Maralli
si
va
facendo
una
buona
posizione
e
che
finirà
certamente
deputato
.
30
ottobre
.
Ho
deciso
che
quando
sarò
grande
farò
il
prestigiatore
.
Iersera
mi
son
divertito
immensamente
al
teatro
.
Quel
Morgan
è
molto
bravo
e
ha
fatto
dei
bei
giuochi
.
Io
,
in
tutto
il
tempo
che
è
durata
la
rappresentazione
,
non
gli
ho
levato
gli
occhi
di
dosso
per
scoprire
il
segreto
dei
suoi
giuochi
,
ma
molti
son
troppo
difficili
.
Qualcuno
però
scommetto
che
lo
saprei
fare
anche
io
,
come
per
esempio
quello
delle
uova
,
di
ingoiare
una
spada
e
di
prendere
in
prestito
dalle
signore
un
orologio
e
poi
pestarlo
in
un
mortaio
e
farlo
sparire
...
Oggi
voglio
esercitarmi
ben
bene
in
camera
mia
e
poi
quando
son
sicuro
della
riuscita
voglio
dare
una
rappresentazione
in
salotto
vendendo
i
biglietti
a
due
soldi
alle
mie
sorelle
e
a
quelli
che
vengono
in
conversazione
,
e
tutti
resteranno
a
bocca
aperta
e
impareranno
così
a
rispettarmi
di
più
.
Oggi
,
tanto
per
provare
,
ho
dato
una
piccola
rappresentazione
in
giardino
ai
miei
amici
Renzo
e
Carluccio
e
a
Fofo
e
Marinella
che
stanno
di
casa
accanto
a
noi
e
sono
figli
della
signora
Olga
che
scrive
i
libri
stampati
ed
è
sempre
distratta
e
sempre
affaccendata
.
Il
biglietto
d
'
ingresso
era
di
un
soldo
a
testa
.
-
Mi
farebbe
la
gentilezza
qualche
signora
-
ho
detto
-
di
prestarmi
un
orologio
d
'
oro
?
Lei
?
-
-
Io
non
ce
l
'
ho
,
-
ha
risposto
Marinella
-
ma
posso
vedere
se
mi
riesce
di
pigliar
quello
della
mamma
.
-
Infatti
è
corsa
in
casa
ed
è
tornata
in
giardino
con
un
bell
'
orologino
d
'
oro
.
Io
che
avevo
portato
con
me
un
piccolo
mortaio
dove
Caterina
pesta
le
mandorle
e
lo
zucchero
quando
fa
i
dolci
,
vi
ho
buttato
dentro
l
'
orologio
della
signora
Olga
e
col
pestello
ho
incominciato
a
pestarlo
ben
bene
come
fa
il
Morgan
;
ma
l
'
orologio
era
molto
duro
e
non
s
'
è
tritato
bene
,
meno
il
cristallo
che
si
è
stritolato
subito
in
mille
bricioli
.
-
Osservino
,
signori
!
-
ho
detto
.
-
Come
loro
vedono
,
l
'
orologio
della
signora
Marinella
non
è
più
riconoscibile
...
-
-
È
vero
!
-
hanno
detto
tutti
.
Ma
noi
-
ho
soggiunto
io
-
lo
faremo
riapparire
come
era
prima
!
-
Infatti
ho
rovesciato
il
mortaio
in
un
fazzoletto
dove
ho
legato
strettamente
i
pezzi
dell
'
orologio
che
mi
aveva
dato
Marinella
e
con
molta
sveltezza
mi
son
cacciato
il
fagottino
in
tasca
.
Poi
,
facendo
finta
di
niente
,
ho
cavato
fuori
del
petto
un
altro
fagottino
che
m
'
ero
preparato
prima
e
cioè
l
'
orologio
della
mamma
che
avevo
già
involtato
in
un
fazzoletto
simile
al
primo
,
e
mostrandolo
agli
invitati
ho
detto
:
-
Elà
,
signori
,
osservino
l
'
orologio
ritornato
intatto
!
-
Tutti
hanno
applaudito
rimanendo
molto
contenti
dello
spettacolo
,
e
Marinella
ha
preso
l
'
orologio
della
mamma
mia
credendolo
quello
della
sua
mamma
,
e
così
mi
son
fatto
molto
onore
.
Stasera
darò
una
grande
rappresentazione
in
casa
mia
,
e
credo
che
andrà
splendidamente
.
Ora
preparo
i
biglietti
d
'
invito
.
31
ottobre
.
Ah
,
giornalino
mio
,
come
son
nato
disgraziato
!
E
quel
che
mi
è
successo
finora
non
è
niente
,
perché
c
'
è
il
caso
che
io
finisca
in
galera
,
come
mi
è
stato
predetto
da
più
d
'
uno
e
,
tra
gli
altri
,
dalla
zia
Bettina
...
Sono
così
avvilito
,
che
in
casa
non
hanno
avuto
neanche
il
coraggio
di
picchiarmi
.
La
mamma
mi
ha
accompagnato
qui
in
camera
mia
,
e
mi
ha
detto
semplicemente
:
-
Procura
di
non
farti
vedere
da
nessuno
...
e
prega
Dio
che
abbia
pietà
di
te
e
di
me
che
,
per
causa
tua
,
sono
la
donna
più
disgraziata
di
questa
terra
!
-
Povera
mamma
!
A
pensare
al
suo
viso
pieno
di
malinconia
mi
viene
da
piangere
...
Ma
,
d
'
altra
parte
,
che
ho
a
fare
se
tutte
le
cose
,
anche
le
più
semplici
,
mi
vanno
a
rovescio
!
Come
avevo
stabilito
,
ieri
sera
volli
dare
la
rappresentazione
di
giuochi
di
prestigio
,
nel
salotto
...
e
in
questo
non
c
'
era
niente
di
male
,
tant
'
è
vero
che
tutti
dissero
:
-
Vediamo
,
vediamo
questo
rivale
di
Morgan
!
-
Fra
gli
spettatori
,
oltre
Mario
Marri
che
fa
le
poesie
e
porta
la
caramella
,
la
signorina
Sturli
che
le
mie
sorelle
dicono
che
si
stringe
troppo
,
e
l
'
avvocato
,
c
'
era
anche
Carlo
Nelli
,
quello
che
va
vestito
tutto
per
l
'
appunto
e
che
ha
rifatto
la
pace
dopo
che
s
'
era
avuto
tanto
a
male
che
Virginia
gli
avesse
scritto
sul
ritratto
:
Vecchio
gommeux
.
-
Cominceremo
dal
giuoco
della
frittata
!
-
dissi
io
.
Presi
dal
cappellinaio
il
primo
cappello
che
mi
capitò
fra
mano
,
e
lo
posi
su
una
sedia
,
a
una
certa
distanza
dal
pubblico
:
poi
presi
due
uova
,
le
ruppi
e
versai
le
chiare
e
i
torli
nel
cappello
,
mettendo
i
gusci
in
un
piatto
.
-
Stiano
attenti
,
signori
!
Ora
prepareremo
la
frittata
,
e
poi
la
metteremo
a
cuocere
!
...
-
E
con
un
cucchiaio
mi
misi
a
sbattere
le
uova
dentro
il
cappello
,
avendo
nell
'
idea
,
dopo
,
di
levarci
la
fodera
e
farlo
ritornar
pulito
come
prima
.
Il
Carli
,
nel
vedermi
sbattere
le
uova
dentro
il
cappello
,
dètte
in
una
gran
risata
e
gridò
:
-
Oh
,
questa
è
bella
davvero
!
...
-
Io
,
sempre
più
incoraggiato
nel
vedere
che
tutti
quanti
si
divertivano
ai
miei
giuochi
,
per
finire
l
'
esperimento
proprio
alla
perfezione
come
avevo
visto
fare
al
celebre
Morgan
,
dissi
:
-
Ora
che
le
uova
sono
sbattute
,
io
pregherei
un
signore
di
buona
volontà
a
reggere
il
cappello
mentre
vado
ad
accendere
il
fuoco
...
-
E
rivolgendomi
all
'
avvocato
Maralli
,
che
era
il
più
vicino
a
me
,
ripresi
:
-
Lei
,
signore
,
vuol
avere
la
gentilezza
di
reggere
il
cappello
per
un
minuto
?
-
L
'
avvocato
accondiscese
,
e
preso
il
cappello
nella
destra
vi
gettò
uno
sguardo
dentro
e
si
mise
a
ridere
esclamando
:
-
Toh
!
Ma
io
credevo
che
ci
fosse
un
doppio
fondo
...
Invece
ha
sbattuto
le
uova
proprio
dentro
il
cappello
!
...
-
Carlo
Nelli
che
sentì
,
dètte
in
un
'
altra
risata
più
clamorosa
della
prima
,
ripetendo
:
-
Ah
,
questa
è
bella
!
...
questa
è
proprio
graziosa
!
...
-
Io
,
tutto
contento
,
presi
nell
'
ingresso
il
candelliere
con
la
candela
accesa
che
avevo
già
preparato
e
,
ritornato
accanto
all
'
avvocato
Maralli
,
glielo
misi
nella
sinistra
,
dicendo
:
-
Ecco
acceso
il
fuoco
:
ora
lei
,
signore
,
favorisca
di
tenerlo
sotto
al
cappello
,
non
tanto
vicino
per
non
bruciarlo
...
Ecco
,
così
...
Bravo
...
Ora
poi
la
frittata
è
bell
'
e
cotta
e
spengeremo
il
fuoco
...
Ma
come
?
Ah
!
Ecco
qui
:
noi
lo
spengeremo
con
la
mia
pistola
...
-
Veramente
il
Morgan
adopera
una
carabina
;
ma
io
,
avendo
una
di
quelle
pistole
da
ragazzi
che
si
caricano
con
quei
proiettili
di
piombo
a
punta
da
una
parte
e
con
uno
spennacchietto
rosso
dall
'
altra
,
coi
quali
si
tira
nel
bersaglio
,
avevo
creduto
che
fosse
la
stessa
cosa
;
e
,
impugnata
la
mia
arma
,
mi
impostai
dinanzi
all
'
avvocato
Maralli
.
In
questo
punto
,
molto
importante
per
la
riuscita
dell
'
esperimento
,
dovendo
io
spengere
con
un
colpo
della
mia
pistola
la
candela
,
fui
distratto
improvvisamente
da
due
grida
.
Carlo
Nelli
,
avendo
a
un
tratto
riconosciuto
nelle
mani
dell
'
avvocato
Maralli
il
proprio
cappello
,
aveva
smesso
subito
di
ridere
gridando
con
angoscia
:
-
Uh
!
Ma
quel
cappello
è
il
mio
!
-
Nello
stesso
tempo
l
'
avvocato
Maralli
,
vedendomi
con
la
pistola
stesa
,
aveva
esclamato
sgranando
tanto
d
'
occhi
dietro
gli
occhiali
:
-
Ma
è
forse
carica
?...-
In
quel
momento
lasciai
andare
il
colpo
,
e
si
udì
un
urlo
:
-
Ah
,
mi
ha
ammazzato
!
...
-
E
l
'
avvocato
Maralli
,
lasciandosi
cadere
dalle
mani
il
candelliere
e
il
cappello
con
le
uova
dentro
che
si
sparsero
sul
tappeto
sporcandolo
tutto
,
si
gettò
su
una
sedia
premendosi
il
viso
con
tutt
'
e
due
le
mani
...
Le
signorine
Mannelli
si
svennero
,
le
altre
si
dettero
a
urlare
,
le
mie
sorelle
si
messero
a
piangere
come
fontane
;
Carlo
Nelli
si
precipitò
sul
suo
cappello
,
ringhiando
:
-
Assassino
!
...
-
Mia
madre
,
intanto
,
aiutata
da
Mario
Marri
,
aveva
afferrato
l
'
avvocato
Maralli
,
sorreggendolo
e
scostandogli
le
mani
dal
viso
,
dove
vidi
con
terrore
,
proprio
accanto
all
'
occhio
destro
,
lo
spennacchietto
rosso
del
proiettile
a
punta
che
gli
s
'
era
conficcato
nella
carne
...
Ebbene
:
posso
giurare
che
ero
il
più
dispiacente
di
tutti
,
ma
in
quel
momento
io
non
potei
trattenermi
dal
ridere
,
perché
il
Maralli
,
con
quello
spennacchietto
rosso
ficcato
accanto
all
'
occhio
,
era
proprio
buffo
...
Allora
Carlo
Nelli
,
che
in
tutta
quella
confusione
aveva
sempre
seguitato
a
ripulire
il
cappello
col
fazzoletto
,
esclamò
al
colmo
dello
sdegno
:
-
Ma
quello
lì
è
un
delinquente
nato
!
...
-
E
la
signorina
Sturli
che
si
era
avvicinata
al
Maralli
per
vedere
che
cosa
gli
era
successo
,
accorgendosi
d
'
aver
macchiata
la
camicetta
di
seta
bianca
col
sangue
che
usciva
dall
'
occhio
del
ferito
,
si
mise
anche
lei
a
smacchiarsi
col
fazzoletto
,
borbottando
tutta
stizzita
:
-
Quel
ragazzo
finirà
in
galera
!
...
-
Io
smessi
di
ridere
,
perché
incominciavo
a
capire
che
la
cosa
era
molto
seria
.
Mario
Marri
,
aiutato
dagli
altri
invitati
,
avevano
preso
l
'
avvocato
Maralli
a
braccia
e
l
'
avevan
trasportato
su
nella
camera
dei
forestieri
;
e
intanto
Carlo
Nelli
s
'
era
incaricato
d
'
andar
a
chiamare
il
dottore
.
Io
,
rimasto
solo
in
salotto
,
mi
misi
in
un
cantuccio
a
singhiozzare
e
a
riflettere
ai
casi
miei
...
e
ci
rimasi
così
triste
,
dimenticato
da
tutti
,
quasi
tutta
la
notte
,
finché
non
mi
ha
scoperto
la
mamma
che
mi
ha
accompagnato
,
come
ho
scritto
prima
,
qui
in
camera
mia
...
Pare
che
l
'
avvocato
Maralli
stia
molto
male
.
E
io
?
Io
finirò
in
galera
,
come
dicono
tutti
!
...
Sono
disperato
,
mi
gira
la
testa
,
mi
sento
tutto
pesto
come
se
mi
avessero
bastonato
...
Non
ne
posso
più
,
non
ne
posso
più
!
...
#
Ho
dormito
e
mi
sento
meglio
.
Che
ore
sono
?
Dev
'
esser
tardi
perché
sento
venir
su
dalla
cucina
un
odorino
di
stracotto
che
mi
rallegra
un
po
'
lo
spirito
in
mezzo
a
questo
silenzio
sepolcrale
...
Ma
un
'
idea
terribile
mi
perseguita
sempre
:
quella
del
processo
,
della
prigione
,
dei
lavori
forzati
a
vita
...
Povero
me
!
Povera
la
mia
famiglia
!
...
Mi
sono
affacciato
alla
finestra
,
e
ho
visto
giù
,
in
giardino
,
Caterina
in
gran
conciliabolo
con
Gigi
,
quello
che
mi
salvò
la
vita
quando
ero
per
affogare
.
Caterina
si
sbracciava
,
si
accalorava
,
e
Gigi
ogni
tanto
si
tirava
il
cappello
sugli
occhi
,
allungava
il
collo
e
spalancava
la
bocca
,
come
fa
lui
quando
un
discorso
gli
interessa
di
molto
.
Io
li
guardavo
tutt
'
e
due
,
e
capivo
benissimo
che
Caterina
raccontava
a
Gigi
il
fatto
di
iersera
dell
'
avvocato
Maralli
e
che
Gigi
era
molto
impressionato
del
racconto
;
e
capivo
anelare
che
il
far
quei
gesti
che
facevano
era
segno
che
l
'
affare
era
molto
serio
,
e
che
probabilmente
il
povero
avvocato
stava
molto
male
...
A
un
certo
punto
anzi
,
quando
Caterina
ha
alzato
le
braccia
al
cielo
,
m
'
è
venuto
anche
il
dubbio
terribile
che
il
povero
Maralli
fosse
morto
...
Eppure
bisogna
,
giornalino
mio
,
che
ti
confessi
una
cosa
:
nel
vedere
quei
due
far
tutti
quei
gesti
,
non
ne
potevo
più
dal
ridere
.
Che
io
sia
davvero
un
delinquente
nato
,
come
ha
detto
iersera
Carlo
Nelli
?
Ma
il
buffo
poi
è
questo
,
caro
giornalino
:
che
ora
,
ripensando
a
questa
cosa
del
delinquente
nato
,
mi
vien
da
piangere
perché
più
ci
rifletto
e
più
mi
par
proprio
d
'
essere
un
ragazzo
venuto
al
mondo
per
soffrire
e
far
soffrire
,
e
dico
fra
me
:
-
Oh
quant
'
era
meglio
che
Gigi
mi
avesse
lasciato
affogare
quel
giorno
!
-
Zitti
!
...
sento
rumore
nell
'
andito
...
Ah
!
forse
il
Maralli
è
morto
davvero
...
forse
i
carabinieri
vengono
ad
arrestarmi
per
omicidio
...
Ma
che
carabinieri
!
...
Era
la
mamma
,
la
mia
buona
mamma
che
è
venuta
a
portarmi
da
mangiare
e
a
darmi
notizie
dell
'
avvocato
Maralli
!
...
Ah
,
giornalino
mio
,
che
peso
mi
son
levato
dalla
coscienza
!
...
Salto
e
ballo
per
la
stanza
come
un
pazzo
dall
'
allegria
...
L
'
avvocato
non
è
morto
,
e
non
c
'
è
neanche
pericolo
di
morte
.
Pare
che
tutto
si
ridurrà
alla
perdita
dell
'
occhio
,
perché
è
rimasto
offeso
non
so
che
nervo
...
e
il
dottore
ha
assicurato
che
il
Maralli
tra
una
diecina
di
giorni
potrà
andar
fuori
.
La
mamma
quand
'
è
venuta
era
molto
seria
,
ma
poi
quando
è
andata
via
era
allegra
come
me
,
certamente
perché
anche
,
lei
deve
aver
capito
la
ragione
.
Siccome
quando
è
entrata
in
camera
io
ero
molto
spaventato
perché
credevo
che
fossero
i
carabinieri
,
ella
mi
ha
detto
:
-
Ah
,
meno
male
che
,
se
non
altro
,
hai
rimorso
di
quel
che
hai
fatto
!
...
Io
sono
stato
zitto
,
e
allora
lei
mi
ha
preso
tra
le
braccia
,
e
guardandomi
in
viso
mi
ha
detto
,
ma
senza
sgridarmi
,
anzi
con
voce
piangente
:
-
Lo
vedi
,
Giannino
mio
,
quanti
dispiaceri
,
quante
disgrazie
per
colpa
tua
!
...
-
Io
allora
,
per
consolarla
,
le
ho
risposto
:
-
Sì
,
lo
vedo
:
ma
se
son
disgrazie
,
scusa
,
che
colpa
ci
ho
io
?
-
Lei
allora
mi
ha
rimproverato
perché
io
mi
ero
messo
a
fare
i
giochi
di
prestigio
,
e
io
le
ho
detto
:
-
Ma
se
quando
mi
son
messo
a
farli
,
tutti
quelli
che
erano
in
salotto
si
divenivano
ed
erano
felici
e
contenti
!
...
-
Perché
non
potevano
prevedere
quello
che
hai
fatto
dopo
...
-
E
io
lo
potevo
forse
prevedere
?
Sono
forse
indovino
io
?
-
Allora
lei
ha
tirato
fuori
l
'
affare
del
cappello
di
Carlo
Nelli
che
dice
è
andato
via
impermalito
,
perché
gliel
'
ho
tutto
insudiciato
con
le
uova
.
-
Va
bene
-
ho
detto
io
.
-
Ma
anche
quella
è
stata
una
disgrazia
,
perché
io
ho
preso
un
cappello
qualunque
dal
cappellinaio
,
e
non
sapevo
che
fosse
il
suo
.
-
Ma
,
Giannino
mio
,
se
fosse
stato
d
'
un
altro
non
sarebbe
stato
lo
stesso
?
-
Così
ha
detto
la
mamma
,
ed
era
qui
che
l
'
aspettavo
.
-
No
,
che
non
sarebbe
stato
lo
stesso
...
per
Carlo
Nelli
!
Infatti
,
quando
egli
si
è
accorto
che
io
non
sapevo
più
come
rimediare
il
giuoco
e
che
il
cappello
ormai
era
rovinato
,
il
signor
Carlo
Nelli
rideva
a
crepapelle
,
credendo
che
il
cappello
fosse
d
'
un
altro
,
e
diceva
:
-
Ah
,
questa
è
bella
!
Questa
è
graziosa
!
-
Mentre
invece
,
quando
poi
s
'
è
accorto
che
il
cappello
era
suo
,
ha
detto
che
io
ero
un
delinquente
nato
!
..
Sempre
così
!
..
Tutti
così
!
..
E
anche
il
Maralli
rideva
e
si
divertiva
,
perché
aveva
visto
che
il
cappello
non
era
il
suo
,
e
se
lo
avessi
poi
anche
sfondato
con
un
colpo
di
pistola
,
si
sarebbe
divertito
più
che
mai
...
Invece
la
disgrazia
ha
voluto
che
cogliessi
lui
vicino
a
un
occhio
,
ed
ecco
che
allora
tutti
danno
addosso
al
povero
Giannino
,
e
tutti
si
mettono
a
gridare
che
Giannino
finirà
in
galera
...
Sempre
così
!
...
Tutti
così
!
..
Anche
la
zia
Bettina
mi
ha
detto
a
questo
modo
,
e
ce
l
'
ha
a
morte
con
me
...
E
,
in
fondo
,
che
avevo
fatto
di
male
?
Avevo
sradicato
dal
vaso
una
pianticella
di
dìttamo
che
costerà
due
centesimi
...
Ma
siccome
io
son
nato
disgraziato
,
per
l
'
appunto
s
'
è
data
la
combinazione
che
quella
pianta
era
stata
data
alla
zia
Bettina
da
un
certo
Ferdinando
,
e
pare
anzi
,
a
quanto
dice
lei
,
che
ci
sia
dentro
,
in
quella
pianta
,
lo
spirito
di
questo
signore
...
A
questo
punto
la
mamma
mi
ha
interrotto
piena
di
curiosità
,
dicendomi
:
-
Come
,
come
?
...
Raccontami
tutto
per
bene
:
come
ti
disse
la
zia
Bettina
?
...
-
E
ha
voluto
che
le
dicessi
tutto
il
fatto
del
dìttamo
e
le
ripetessi
quel
che
mi
disse
la
zia
Bettina
,
parola
per
parola
;
e
poi
s
'
è
messa
a
ridere
,
e
poi
mi
ha
detto
:
-
Cerca
di
star
qui
,
zitto
e
tranquillo
...
Poi
ritornerò
,
e
,
se
sei
stato
buono
,
ti
porterò
per
merenda
un
po
'
di
conserva
di
pesche
...
-
E
se
n
'
è
andata
giù
,
e
ho
sentito
che
chiamava
l
'
Ada
e
la
Virginia
dicendo
:
-
Ah
,
ve
ne
voglio
raccontare
una
carina
!
...
-
Meno
male
.
Io
l
'
ho
sempre
detto
:
fra
tutti
,
la
mamma
è
quella
che
capisce
di
più
la
ragione
,
e
che
sa
distinguere
se
una
cosa
succede
per
disgrazia
o
per
cattiveria
.
#
C
'
è
stata
l
'
Ada
a
portarmi
la
cena
e
ha
voluto
anche
lei
che
le
raccontassi
il
fatto
del
dìttamo
della
zia
Bettina
.
Mi
ha
dato
ottime
notizie
.
Un
'
ora
fa
c
'
è
stato
il
dottore
daccapo
e
ha
detto
che
l
'
avvocato
Maralli
va
molto
meglio
,
ma
che
deve
stare
in
camera
al
buio
almeno
per
una
settimana
.
Capisco
che
dev
'
essere
una
cosa
seccante
:
ma
è
anche
più
seccante
il
dovere
stare
relegati
in
una
camera
senza
esser
malati
,
come
son
costretto
a
star
io
.
Ma
ci
vuol
pazienza
.
Ada
mi
ha
detto
che
il
babbo
è
molto
arrabbiato
,
che
non
mi
vuol
più
vedere
e
che
perciò
bisogna
aspettare
che
gli
passi
l
'
inquietudine
e
allora
con
l
'
intromissione
della
mamma
tutto
sarà
appianato
.
Intanto
io
vo
a
letto
,
perché
ho
molto
sonno
.
1°
novembre
Oggi
,
mentre
il
babbo
era
fuori
,
Ada
è
venuta
a
darmi
le
notizie
dell
'
avvocato
Maralli
,
che
va
sempre
migliorando
,
e
a
dirmi
se
volevo
scendere
in
salotto
,
col
patto
che
dopo
una
mezz
'
oretta
ritornassi
in
camera
mia
.
Io
sono
sceso
molto
volentieri
,
per
cambiare
aria
;
e
dopo
poco
è
venuta
la
signora
Olga
a
far
visita
alla
mamma
e
mi
ha
fatto
molte
feste
,
dicendo
che
ero
cresciuto
,
che
avevo
gli
occhi
intelligenti
,
e
molte
altre
cose
che
dicono
le
donne
di
noi
ragazzi
,
quando
discorrono
con
le
nostre
mamme
.
Però
mia
sorella
Virginia
,
che
era
venuta
in
quel
momento
,
ha
creduto
bene
di
farmi
subito
scomparire
,
dicendo
che
ero
troppo
spensierato
,
ed
è
entrata
a
parlare
del
fatto
dell
'
altra
sera
che
ha
raccontato
naturalmente
a
modo
suo
,
esagerando
,
come
fa
sempre
lei
,
e
portando
alle
stelle
la
rassegnazione
della
povera
vittima
(
così
chiama
l
'
avvocato
)
che
rimarrà
privo
di
un
occhio
per
tutta
la
vita
.
Però
,
la
signora
Olga
che
è
una
persona
molto
istruita
e
che
scrive
i
libri
,
ha
detto
che
la
vittima
era
da
compiangersi
,
ma
che
era
stata
una
disgrazia
;
e
io
ho
aggiunto
subito
:
-
Sicuro
:
e
una
disgrazia
voluta
,
perché
se
l
'
avvocato
fosse
stato
fermo
come
dicevo
io
,
non
avrei
sbagliato
la
mira
...
-
Dopo
molti
discorsi
la
signora
Olga
ha
tirato
fuori
l
'
orologio
e
ha
detto
:
-
Mio
Dio
!
Già
le
quattro
!
-
La
mamma
allora
ha
osservato
:
-
Curiosa
!
Lei
ha
un
orologio
che
somiglia
perfettamente
al
mio
...
-
Ah
,
sì
?
-
ha
risposto
la
signora
Olga
-
e
se
l
'
è
riposto
in
seno
,
mentre
Virginia
che
le
stava
di
dietro
faceva
dei
cenni
con
le
mani
alla
mamma
che
non
capiva
niente
.
Quando
poi
la
signora
Olga
se
n
'
è
andata
,
Virginia
,
che
ha
sempre
il
vizio
di
chiacchierare
e
di
ficcare
il
naso
nelle
cose
che
non
le
appartengono
,
ha
esclamato
:
-
Ma
mamma
!
Non
hai
visto
che
,
oltre
all
'
orologio
,
aveva
anche
un
ciondolo
preciso
al
tuo
?
...
È
una
cosa
strana
!
...
-
E
son
salite
tutte
in
camera
della
mamma
per
pigliar
l
'
orologio
...
Ma
l
'
orologio
non
c
'
era
,
perché
l
'
avevo
preso
io
l
'
altro
giorno
per
fare
i
giuochi
di
prestigio
nel
giardino
.
È
impossibile
descrivere
come
son
rimaste
la
mamma
,
l
'
Ada
e
Virginia
.
L
'
Ada
è
corsa
subito
in
camera
sua
,
ed
è
tornata
dicendo
:
-
Ma
io
ve
ne
dirò
un
'
altra
...
un
'
altra
che
è
anche
più
straordinaria
,
tanto
che
,
prima
di
dirla
,
ho
voluto
sincerarmi
.
Quando
la
signora
Olga
si
è
soffiata
il
naso
ho
osservato
che
aveva
un
fazzoletto
di
tela
batista
col
ricamo
come
quello
che
mi
regalasti
tu
,
mamma
,
per
la
mia
festa
.
Ebbene
:
ora
sono
andata
a
vedere
nel
mio
cassetto
e
me
ne
manca
proprio
uno
!
...
-
Sfido
!
È
il
fazzoletto
che
presi
l
'
altro
giorno
per
fare
il
gioco
di
prestigio
in
giardino
,
e
che
consegnai
a
Marinella
con
dentro
l
'
orologio
della
mamma
!
...
Ebbene
:
per
queste
due
cose
così
semplici
,
la
mamma
e
le
mie
due
signore
sorelle
sono
state
lì
a
chiacchierare
più
d
'
un
'
ora
con
mille
:
Ah
!
Oh
!
Uh
!
e
sono
andate
a
ricercare
l
'
ultimo
giorno
che
la
signora
Olga
era
stata
da
noi
,
che
fu
l
'
altro
lunedì
,
e
si
son
ricordate
che
la
mamma
l
'
aveva
fatta
passare
in
camera
sua
,
e
finalmente
Ada
ha
concluso
tutte
le
discussioni
così
:
-
Questo
è
un
caso
di
cleptomania
.
-
Questa
parola
io
la
conosco
per
averla
letta
più
di
una
volta
nel
giornale
del
babbo
,
e
so
che
è
una
specie
di
malattia
curiosissima
,
che
spinge
la
gente
a
rubare
la
roba
degli
altri
senza
neanche
accorgersene
.
Io
allora
ho
detto
:
-
Sempre
l
'
esagerazioni
!
...
-
E
avrei
voluto
spiegare
la
cosa
,
salvando
la
signora
Olga
da
un
'
accusa
ingiusta
;
ma
siccome
Virginia
è
saltata
su
a
dire
che
io
sono
un
ragazzo
e
che
dovevo
stare
zitto
,
e
guai
,
anzi
,
se
avessi
detto
a
qualcuno
del
fatto
al
quale
avevo
assistito
,
così
io
le
ho
piantate
,
lasciando
che
se
la
sbrigassero
fra
loro
.
Quanta
superbia
hanno
i
grandi
!
Ma
questa
volta
si
accorgeranno
che
,
anche
essendo
ragazzi
,
si
può
giudicare
le
cose
molto
meglio
di
loro
,
che
voglion
sempre
saper
tutto
!
...
2
novembre
.
Oggi
è
il
giorno
dei
morti
e
si
va
al
Camposanto
a
visitare
la
tomba
dei
poveri
nonni
e
quella
del
povero
zio
Bartolommeo
che
morì
due
anni
sono
,
purtroppo
,
e
che
se
fosse
campato
m
'
avrebbe
regalato
una
bella
bicicletta
che
m
'
aveva
promesso
tante
volte
...
La
mamma
mi
ha
detto
di
vestirmi
alla
svelta
,
e
che
in
questa
circostanza
solenne
,
se
mi
porterò
bene
,
il
babbo
forse
rifarà
la
pace
con
me
.
Meno
male
!
Finalmente
la
giustizia
trionfa
,
e
l
'
innocente
non
è
più
perseguitato
da
chi
dovrebbe
invece
capir
la
ragione
,
senza
dar
sempre
addosso
al
più
piccino
perché
non
si
può
difendere
.
#
Prima
di
andare
a
letto
voglio
registrare
qui
,
nel
mio
caro
giornalino
,
il
fatto
d
'
oggi
che
è
stato
quello
di
essere
stato
perdonato
dal
babbo
;
però
c
'
è
mancato
poco
che
tutto
andasse
all
'
aria
,
e
anche
questa
volta
proprio
per
una
sciocchezza
.
Oggi
,
dunque
,
prima
d
'
uscir
di
casa
,
il
babbo
mi
ha
consegnato
una
corona
di
fiori
e
mi
ha
detto
dandomi
del
voi
,
con
quella
voce
grave
che
fa
sempre
quando
è
stato
adirato
con
me
e
che
,
dopo
un
pezzo
,
si
decide
a
ridiscorrere
:
-
Speriamo
che
il
pensiero
dei
poveri
nostri
nonni
vi
ispirino
a
diventar
migliore
di
quel
che
siete
...
-
Io
,
naturalmente
,
non
ho
fiatato
,
ben
sapendo
che
in
queste
circostanze
ai
ragazzi
è
proibito
di
dir
liberamente
le
loro
ragioni
:
ho
chinato
la
testa
come
si
fa
quando
si
diventa
rossi
,
e
ho
guardato
di
sotto
in
su
il
babbo
,
che
mi
fissava
con
tanto
di
cipiglio
.
Intanto
la
mamma
ci
ha
chiamati
,
perché
la
carrozza
che
aveva
mandato
a
prendere
per
Caterina
era
pronta
,
e
ci
siamo
montati
tutti
,
meno
la
Virginia
che
è
rimasta
in
casa
,
perché
doveva
venire
il
dottore
dall
'
avvocato
Maralli
che
va
sempre
migliorando
.
Io
ho
detto
alla
mamma
:
-
Se
permetti
vado
a
cassetta
,
così
ci
state
più
comodi
.
-
E
così
ho
fatto
,
anche
perché
a
cassetta
mi
diverto
molto
di
più
,
specialmente
quando
si
piglia
la
carrozza
a
ore
,
perché
allora
si
va
piano
e
il
fiaccheraio
mi
lascia
anche
tener
le
guide
.
-
Che
bella
giornata
!
-
ha
detto
l
'
Ada
.
-
E
quanta
gente
!
...
Infatti
quando
siamo
entrati
nel
Camposanto
pareva
d
'
essere
al
passeggio
ed
era
un
bel
colpo
d
'
occhio
il
vedere
tutte
quelle
famiglie
che
formicolavano
nei
viali
cariche
di
fiori
variopinti
per
i
loro
poveri
defunti
.
Abbiamo
visitato
le
tombe
dei
poveri
nonni
e
del
povero
zio
,
e
pregato
per
loro
come
si
fa
tutti
gli
anni
,
e
poi
si
è
fatto
il
giro
del
Camposanto
per
vedere
le
nuove
tombe
.
A
un
certo
punto
ci
siamo
fermati
a
una
tomba
in
costruzione
e
l
'
Ada
ha
detto
:
-
Ecco
la
cappella
della
famiglia
Rossi
della
quale
discorre
tanto
la
Bice
...
-
Che
lusso
!
-
ha
osservato
la
mamma
-
quanto
costerà
?
-
Tre
o
quattromila
lire
di
certo
!
-
ha
risposto
il
babbo
.
-
Farebbero
meglio
a
pagare
i
debiti
che
hanno
!
...
-
ha
detto
l
'
Ada
.
Io
ho
colto
l
'
occasione
per
riparlare
col
babbo
e
gli
ho
domandato
:
-
E
a
che
serve
questo
fabbricato
?
-
Serve
per
seppellirvi
via
via
tutta
la
famiglia
Rossi
...
-
Come
!
Sicché
anche
la
signorina
Bice
sarà
sotterrata
qui
dentro
?
-
Certamente
.
-
Io
non
ne
potevo
più
,
e
mi
son
messo
a
ridere
come
un
matto
.
-
Che
c
'
è
da
ridere
?
-
C
'
è
che
questa
cosa
di
farsi
fare
,
quando
uno
è
vivo
,
la
casa
per
quando
sarà
morto
,
mi
pare
dimolto
buffa
,
ecco
!
...
-
Eh
!
-
ha
detto
il
babbo
-
sotto
un
certo
punto
di
vista
,
infatti
,
è
una
vanità
come
tante
altre
...
-
Sicuro
!
-
è
saltata
su
a
dire
Ada
.
-
Come
quella
di
avere
il
palco
di
suo
al
teatro
,
e
non
so
come
Bice
non
si
vergogni
a
farcisi
vedere
,
sapendo
che
suo
padre
ha
dovuto
pigliare
altri
quattrini
in
prestito
dalla
banca
...
E
qui
il
babbo
,
la
mamma
e
l
'
Ada
si
son
messi
a
chiacchierar
tra
di
loro
,
e
siccome
io
mi
seccavo
,
avendo
visto
di
lontano
Renzo
e
Carluccio
li
ho
raggiunti
e
ci
siamo
messi
a
fare
ai
cavalli
lungo
i
viali
che
si
prestano
molto
bene
,
essendo
tutti
coperti
di
ghiaia
e
avendo
ai
lati
le
barriere
da
saltare
nei
recinti
pieni
d
'
erba
,
purché
però
non
veggano
i
guardiani
perché
è
proibito
.
A
un
tratto
mi
son
sentito
pigliar
per
il
goletto
.
Era
il
babbo
tutto
infuriato
perché
,
a
quanto
pare
,
mi
cercava
da
un
pezzo
con
la
mamma
e
l
'
Ada
.
-
Proprio
non
e
'
è
nulla
di
sacro
per
te
!
-
mi
ha
detto
con
voce
severa
.
-
Anche
qui
,
dove
si
viene
per
piangere
,
trovi
il
modo
di
far
delle
birichinate
!
...
-
Vergogna
!
-
ha
soggiunto
Ada
dandosi
una
grande
aria
di
superiorità
-
mettersi
a
fare
il
chiasso
in
Camposanto
!
...
-
Allora
io
mi
son
ribellato
e
le
ho
detto
:
-
Ho
fatto
il
chiasso
con
Carluccio
e
Renzo
perché
son
piccino
e
voglio
bene
ai
miei
amici
anche
nel
Camposanto
,
mentre
invece
ci
sono
le
ragazze
grandi
che
vengono
qui
a
dir
male
delle
loro
amiche
!
...
-
Il
babbo
ha
fatto
una
mossa
come
per
picchiarmi
,
ma
l
'
Ada
l
'
ha
fermato
e
ho
sentito
che
ha
borbottato
:
-
Lascialo
stare
,
per
carità
...
Sarebbe
capace
d
'
andare
a
ridirlo
a
Bice
!
-
Ecco
come
sono
le
sorelle
maggiori
!
Esse
difendono
qualche
volta
i
loro
fratelli
minori
,
ma
sempre
per
interesse
e
contro
il
trionfo
della
verità
e
della
giustizia
!
Credevo
che
la
bufera
scoppiasse
poi
a
casa
,
ma
una
grande
novità
che
abbiamo
trovato
al
nostro
arrivo
ha
dissipato
ogni
malumore
.
Virginia
ci
è
venuta
incontro
,
ridendo
e
piangendo
nello
stesso
tempo
,
e
ci
ha
raccontato
che
il
dottore
aveva
trovato
l
'
avvocato
Maralli
molto
migliorato
e
che
ormai
poteva
garantire
non
soltanto
la
prossima
guarigione
,
ma
anche
che
non
avrebbe
altrimenti
perduto
l
'
occhio
che
fino
ad
ora
aveva
creduto
in
pericolo
.
È
impossibile
ripetere
la
contentezza
prodotta
in
noi
da
una
sì
grata
e
inaspettata
notizia
.
Io
ho
avuto
molto
piacere
,
anche
perché
tutto
questo
dimostra
che
in
fondo
quelle
che
chiamano
le
mie
birbonate
sono
vere
inezie
,
e
che
sarebbe
ora
di
finirla
con
le
esagerazioni
e
le
persecuzioni
!
5
novembre
.
In
questi
giorni
non
ho
avuto
un
minuto
di
tempo
per
scrivere
nel
mio
caro
giornalino
,
e
anche
oggi
ne
ho
pochissimo
,
perché
ho
da
fare
le
lezioni
.
Proprio
così
.
Si
sono
riaperte
le
scuole
,
e
io
ho
messo
giudizio
e
voglio
proprio
studiare
sul
serio
e
farmi
onore
,
come
dice
la
mamma
.
Con
tutto
questo
,
non
posso
esimermi
di
mettere
qui
,
nel
giornalino
delle
mie
memorie
,
il
ritratto
del
professore
di
latino
,
che
è
così
buffo
,
specialmente
quando
vuol
fare
il
terribile
e
grida
:
-
Tutti
zitti
!
Tutti
fermi
!
E
guai
se
vedo
muovere
un
muscolo
del
viso
!
Per
questo
noialtri
fino
dai
primi
giorni
gli
abbiamo
messo
il
soprannome
di
Muscolo
e
ora
non
glielo
leva
più
nessuno
,
campasse
mill
'
anni
!
In
questi
giorni
,
in
casa
nulla
dì
nuovo
.
L
'
avvocato
Maralli
va
sempre
migliorando
,
e
tra
un
paio
di
giorni
il
dottore
gli
sfascerà
l
'
occhio
e
gli
permetterà
di
riveder
la
luce
.
Ieri
venne
in
casa
una
commissione
del
partito
socialista
per
rallegrarsi
con
lui
della
guarigione
,
e
c
'
è
stato
un
po
'
di
battibecco
tra
la
mamma
e
il
babbo
,
perché
la
mamma
non
voleva
lasciar
passare
questi
eresiarchi
,
come
li
chiama
lei
,
e
il
babbo
invece
li
fece
entrare
in
camera
dell
'
avvocato
che
mi
fece
proprio
ridere
perché
disse
:
-
Sono
molto
contento
di
vedervi
-
mentre
invece
eran
tutti
al
buio
.
Basta
:
dopo
che
furono
andati
via
,
il
Maralli
,
parlando
col
babbo
,
gli
disse
che
proprio
era
felice
di
avere
avuto
in
questa
circostanza
tante
manifestazioni
di
stima
e
di
simpatia
dalla
cittadinanza
...
E
pensare
che
sul
principio
,
a
sentir
quelli
di
casa
mia
,
pareva
che
l
'
avessi
ammazzato
!
...
6
novembre
.
Ieri
,
mentre
studiavo
la
grammatica
latina
,
stando
attento
a
quel
che
dicevano
tra
loro
la
mamma
e
Ada
,
ne
ho
sentita
una
carina
.
Si
tratta
della
signora
Olga
e
della
sua
pretesa
cleptomania
.
Pare
dunque
che
la
mamma
abbia
avvertito
della
cosa
,
con
tutta
la
delicatezza
possibile
,
il
marito
della
signora
Olga
che
è
il
signor
Luigi
,
un
bolognese
che
discorre
in
napoletano
quando
discorre
,
ma
discorre
poco
perché
è
burbero
e
pare
che
ce
l
'
abbia
con
tutti
,
benché
invece
sia
il
più
buon
uomo
di
questo
mondo
,
pieno
di
cuore
e
che
vuol
bene
ai
ragazzi
e
li
sa
compatire
.
Il
signor
Luigi
,
a
quanto
ho
sentito
,
rimase
molto
sorpreso
della
notizia
che
gli
dètte
la
mamma
,
e
stentava
a
crederci
;
ma
quando
toccò
con
mano
che
l
'
orologio
della
signora
Olga
era
quello
della
mamma
,
si
convinse
...
e
,
con
una
scusa
fece
visitare
sua
moglie
da
un
celebre
dottore
,
il
quale
sentenziò
che
la
cosa
era
possibilissima
trattandosi
di
un
temperamento
molto
nervoso
,
e
prescrisse
una
cura
ricostituente
.
Il
fatto
che
le
hanno
ordinato
questa
cura
l
'
ha
raccontato
lei
ieri
sera
alla
mamma
;
ma
lei
crede
che
sia
per
una
malattia
di
debolezza
che
il
medico
le
ha
riscontrato
,
e
ha
detto
anzi
,
che
se
l
'
è
levata
di
testa
lui
perché
lei
sta
benissimo
e
che
fa
la
cura
unicamente
per
contentar
suo
marito
.
Naturalmente
io
mi
son
divertito
molto
a
questa
scena
,
e
spero
di
divertirmi
anche
di
più
in
seguito
.
Intanto
stamani
ho
colto
il
momento
che
nessuno
badava
a
me
e
sono
andato
in
camera
di
Ada
dove
le
ho
preso
tutti
i
fazzoletti
che
ho
trovato
;
poi
,
passando
dal
salotto
da
pranzo
,
ho
preso
l
'
ampolliera
d
'
argento
e
me
la
son
nascosta
sotto
alla
blouse
;
e
finalmente
sono
andato
in
giardino
,
ho
chiamata
Marinella
e
,
con
la
scusa
di
fare
a
nascondersi
,
sono
andato
in
casa
sua
e
ho
lasciato
l
'
ampolliera
nella
sua
stanza
da
pranzo
.
In
quanto
ai
fazzoletti
li
ho
dati
a
Marinella
dicendole
di
portarli
in
camera
della
sua
mamma
,
ciò
che
ha
fatto
subito
;
e
di
lei
son
sicuro
,
perché
Marinella
è
una
bambina
piuttosto
silenziosa
e
sa
tenere
il
segreto
.
E
ora
aspettiamo
quest
'
altro
atto
della
commedia
!
7
novembre
.
Stamani
a
scuola
alla
lezione
di
latino
n
'
è
successa
una
che
merita
davvero
d
'
esser
raccontata
.
Renzo
,
che
sta
di
posto
accanto
a
me
,
aveva
portato
un
po
'
di
pece
presa
nel
negozio
di
suo
zio
,
che
fa
il
calzolaio
;
e
io
,
colto
il
momento
che
un
compagno
che
davanti
a
noi
si
era
alzato
per
andare
a
dir
la
lezione
,
ho
steso
ben
bene
questa
pallottolina
di
pece
nel
posto
dove
sta
a
sedere
questo
ragazzo
che
è
Mario
Betti
,
ma
noi
si
chiama
il
Mi
'
lordo
perché
va
vestito
tutto
per
l
'
appunto
e
all
'
inglese
,
mentre
invece
ha
sempre
il
collo
e
gli
orecchi
così
sudici
,
che
pare
proprio
uno
spazzaturaio
travestito
da
signore
.
Naturalmente
quando
è
ritornato
al
suo
posto
non
si
è
accorto
di
niente
.
Ma
dopo
un
po
'
di
tempo
la
pece
sulla
quale
stava
a
sedere
gli
s
'
era
riscaldata
sotto
e
ha
fatto
presa
sui
calzoni
in
modo
che
egli
,
nel
moversi
,
e
nel
sentirsi
tirare
per
di
dietro
,
ha
cominciato
a
borbottare
e
a
smaniare
.
Il
professore
se
n
'
è
accorto
,
e
allora
tra
Muscolo
e
il
Mi
'
lordo
è
avvenuta
una
scena
da
crepar
dal
ridere
.
-
Che
c
'
è
lì
?
Che
ha
il
Betti
?
-
Ecco
,
io
...
-
Zitto
!
-
Ma
...
-
Fermo
!
...
-
Ma
io
non
posso
...
-
Zitto
e
fermo
!
Guai
se
lo
vedo
muovere
un
muscolo
!
...
-
Ma
scusi
,
io
non
posso
...
-
Non
può
?
Non
può
star
zitto
né
fermo
?
Allora
esca
dal
suo
posto
...
-
Ma
io
non
posso
...
-
Vada
fuori
di
scuola
!
-
Non
posso
...
-
Ah
!
...
-
E
con
un
ruggito
Muscolo
si
è
scagliato
sul
povero
Mi
'
lordo
e
afferratolo
per
un
braccio
lo
ha
tirato
fuori
del
banco
,
con
l
'
intenzione
di
buttarlo
fuori
di
scuola
,
ma
l
'
ha
lasciato
subito
,
perché
ha
sentito
un
gran
crac
e
s
'
è
accorto
che
un
pezzo
dei
calzoni
di
quel
povero
ragazzo
era
rimasto
attaccato
sul
sedile
.
Muscolo
è
rimasto
male
...
ma
è
rimasto
peggio
il
Mi
'
lordo
;
e
bisognava
vederli
tutti
e
due
impappinati
a
guardarsi
in
faccia
,
senza
che
nessun
de
'
due
si
potesse
spiegare
l
'
accaduto
.
Una
risata
clamorosa
è
rimbombata
nella
classe
,
e
il
professore
,
rovesciando
su
tutti
la
sua
rabbia
,
ha
urlato
:
-
Tutti
fermi
!
Tutti
zitti
!
Guai
se
...
-
Ma
non
ha
avuto
il
coraggio
di
finire
il
suo
solito
ritornello
.
Eh
sì
!
altro
che
muscolo
!
Tutta
la
scolaresca
era
a
bocca
spalancata
,
ed
era
impossibile
,
anche
volendo
,
che
qualcuno
si
potesse
frenare
...
Basta
.
Dopo
,
per
questo
fatto
,
è
venuto
il
Prèside
,
e
per
l
'
affare
della
pece
siamo
stati
interrogati
in
sette
o
otto
di
noialtri
,
che
stiamo
nel
banco
dietro
a
quello
del
Mi
'
lordo
,
ma
non
ci
sono
state
spiate
,
fortunatamente
,
e
la
cosa
è
rimasta
lì
.
Però
il
Prèside
,
guardandomi
fisso
,
ha
detto
:
-
Stia
attento
chi
è
stato
,
ché
può
essere
che
la
paghi
quando
meno
se
l
'
aspetta
.
-
Oggi
il
dottore
ha
sfasciato
l
'
occhio
all
'
avvocato
Maralli
e
ha
detto
che
domani
potrà
incominciare
a
tenere
l
'
imposta
della
finestra
un
po
'
aperta
,
in
modo
che
passi
nella
camera
appena
un
filo
di
luce
.
9
novembre
.
Ieri
la
mamma
e
Ada
sono
andate
a
render
la
visita
alla
signora
Olga
e
quando
son
tornate
ho
sentito
che
dicevano
fra
loro
:
-
Hai
visto
?
Aveva
un
altro
fazzoletto
mio
!
-
E
l
'
ampolliera
d
'
argento
?
Ma
io
mi
domando
come
avrà
fatto
a
portar
via
l
'
ampolliera
!
Dove
se
la
sarà
nascosta
?
-
Uhm
!
È
proprio
una
malattia
seria
...
Bisogna
avvertire
suo
marito
stasera
stessa
.
-
Io
ridevo
dentro
di
me
,
ma
ho
fatto
finta
di
nulla
,
e
anzi
,
ho
detto
a
un
tratto
:
-
Chi
è
malato
,
mamma
?
-
Nessuno
,
-
ha
risposto
subito
Ada
,
con
quella
sua
solita
aria
di
superiorità
,
come
per
dire
che
io
,
essendo
un
ragazzo
,
non
devo
saper
niente
.
E
pensare
che
invece
ne
so
tanto
più
di
loro
!
...
15
novembre
.
Sono
diversi
giorni
che
non
scrivo
nulla
nel
mio
giornalino
,
e
questo
dipende
dall
'
avere
avuto
in
questo
tempo
troppo
da
lavorare
per
la
scuola
.
Basta
dire
sono
stato
mandato
via
due
volte
perché
appunto
,
con
tutta
la
mia
buona
volontà
,
non
ero
arrivato
a
far
tutto
il
compito
che
ci
avevan
dato
!
Ma
oggi
non
posso
proprio
fare
a
meno
di
registrare
qui
,
in
queste
pagine
dove
confido
tutti
i
miei
pensieri
,
una
grande
notizia
,
una
notizia
strepitosa
che
dimostra
come
i
ragazzi
.
anche
quando
fanno
del
male
,
in
fondo
lo
fanno
sempre
a
fin
di
bene
,
mentre
i
grandi
,
per
quel
gran
viziaccio
di
esagerare
che
hanno
,
ci
perseguitano
ingiustamente
,
perché
qualche
volta
son
costretti
a
riconoscere
il
loro
torto
come
sarebbe
appunto
nel
caso
nostro
.
Ed
ecco
la
grande
notizia
:
l
'
avvocato
Maralli
iersera
,
in
una
lunga
conversazione
che
ha
avuto
col
babbo
,
gli
ha
chiesto
la
mano
di
Virginia
.
Questo
fatto
ha
messo
la
rivoluzione
in
casa
.
La
mamma
,
appena
l
'
ha
saputo
s
'
è
messa
a
urlare
che
sarebbe
stato
un
delitto
il
sacrificare
una
povera
figliuola
nelle
mani
di
quell
'
uomo
senza
principi
e
senza
religione
,
e
che
lei
non
avrebbe
mai
e
poi
mai
dato
il
suo
consenso
.
Il
babbo
,
invece
,
sostiene
che
il
Maralli
è
un
ottimo
partito
per
Virginia
sotto
tutti
gli
aspetti
,
perché
è
un
giovane
molto
avveduto
e
che
farà
carriera
e
che
bisogna
adattarsi
ai
tempi
,
molto
più
che
oggi
l
'
essere
socialista
non
è
una
cosa
brutta
come
venti
anni
sono
.
Virginia
dà
ragione
al
babbo
,
e
ha
detto
che
il
Maralli
è
quel
che
si
può
desiderare
di
meglio
,
e
che
lei
,
giacché
s
'
è
presentata
l
'
occasione
d
'
accasarsi
,
non
se
la
vuol
lasciare
scappare
.
Anche
io
avrei
piacere
che
questo
sposalizio
si
facesse
,
perché
così
ci
sarà
un
altro
pranzo
dì
nozze
,
e
chi
sa
quanti
dolci
e
quanto
rosolio
!
...
16
novembre
.
Stamani
Ada
ha
pianto
e
strepitato
con
la
mamma
,
perché
dice
che
non
è
giusta
che
anche
Virginia
si
sposi
mentre
lei
deve
marcire
in
casa
,
condannata
a
restare
zittellona
come
la
zia
Bettina
;
e
che
se
il
babbo
dà
il
permesso
a
Virginia
di
sposare
un
socialista
non
c
'
è
ragione
di
proibire
a
lei
di
sposare
il
De
Renzis
che
è
povero
,
ma
è
un
giovane
distinto
,
e
che
in
seguito
potrà
farsi
una
bella
posizione
.
18
novembre
.
Le
bambine
,
in
generale
,
sono
dei
veri
tormenti
,
e
non
somigliano
punto
a
noi
ragazzi
.
Ora
ne
verrà
una
in
casa
nostra
a
passare
una
settimana
,
e
mi
ci
vorrà
una
bella
pazienza
...
Ma
la
mamma
,
se
sarò
buono
,
mi
ha
promesso
di
regalarmi
una
bicicletta
e
io
farò
il
possibile
per
dimostrarmi
gentile
con
questa
bambina
che
,
a
quanto
ho
sentito
,
deve
arrivare
domani
.
È
questa
la
sesta
volta
a
far
poco
che
mi
promettono
un
velocipede
,
e
,
pare
impossibile
,
tutte
le
volte
è
successo
qualche
cosa
che
mi
ha
impedito
di
averlo
.
Speriamo
che
questa
sia
la
buona
!
La
bambina
che
si
aspetta
è
una
nipotina
dell
'
avvocato
Maralli
,
il
quale
ha
scritto
a
una
certa
signora
Merope
Castelli
,
che
è
una
sua
sorella
maritata
a
Bologna
,
di
venire
qui
con
la
figlia
per
conoscere
la
sua
futura
cognata
che
sarebbe
la
mia
sorella
Virginia
.
Ormai
pare
che
per
lo
sposalizio
tutto
sia
concluso
,
e
tanto
la
mamma
che
l
'
Ada
,
iersera
,
dopo
una
gran
predica
fatta
dal
babbo
,
hanno
finito
con
l
'
acconsentire
.
19
novembre
.
Siamo
andati
alla
stazione
a
prendere
la
signora
Merope
Castelli
e
Maria
,
che
a
vederla
è
una
bambina
qualunque
,
ma
che
discorre
in
bolognese
in
modo
che
fa
proprio
ridere
,
perché
non
ci
si
capisce
niente
.
Tutti
in
casa
sono
felici
e
contenti
che
sieno
venute
queste
nostre
future
parenti
,
e
anche
io
ne
godo
moltissimo
,
tanto
più
che
Caterina
ha
preparato
due
bei
dolci
,
uno
con
la
crema
e
uno
con
la
conserva
di
frutta
perché
ciascuno
scelga
secondo
il
proprio
gusto
,
come
farò
io
che
,
non
avendo
preferenze
,
li
sceglierò
tutt
'
e
due
.
20
novembre
.
È
passato
un
giorno
della
settimana
e
ho
fatto
tutti
gli
sforzi
possibili
e
immaginabili
per
esser
buono
come
promisi
l
'
altro
giorno
alla
mamma
.
Ieri
,
dopo
scuola
,
ho
fatto
i
balocchi
con
Maria
e
l
'
ho
trattata
molto
bene
adattandomi
a
giuocare
tutto
il
giorno
con
la
sua
bambola
che
è
molto
bella
ma
è
anche
parecchio
noiosa
.
La
bambola
di
Maria
si
chiama
Flora
ed
è
grande
quasi
quanto
la
sua
padroncina
.
Ma
l
'
unica
cosa
di
divertente
che
abbia
questa
bambola
è
il
movimento
degli
occhi
che
quando
è
ritta
stanno
aperti
e
quando
la
si
mette
a
diacere
si
chiudono
.
Io
ho
voluto
capacitarmi
di
questa
cosa
e
le
ho
fatto
un
buco
nella
testa
dal
quale
ho
potuto
scoprire
che
il
movimento
era
regolato
da
un
meccanismo
interno
molto
facile
a
capirsi
.
Infatti
l
'
ho
smontato
e
ho
spiegato
a
Maria
come
stavano
le
cose
,
ed
ella
si
è
interessata
alla
spiegazione
,
ma
dopo
,
quando
ha
visto
che
gli
occhi
della
bambola
erano
rimasti
storti
e
non
si
chiudevano
più
,
si
è
messa
a
piangere
come
se
le
fosse
accaduta
una
disgrazia
sul
serio
.
Come
sono
sciocche
le
bambine
!
#
La
Maria
ha
fatto
la
spia
al
suo
zio
dell
'
affare
della
bambola
,
e
stasera
l
'
avvocato
,
Maralli
mi
ha
detto
:
-
Ma
dunque
tu
,
Giannino
mio
,
ce
l
'
hai
proprio
con
gli
occhi
degli
altri
!
...
-
Però
dopo
un
poco
ha
ripreso
sorridendo
:
-
Via
,
via
,
faremo
accomodare
gli
occhi
della
bambola
...
come
si
sono
accomodati
i
miei
.
E
del
resto
,
cara
Maria
,
bisogna
consolarsi
nel
pensare
che
tutte
le
disgrazie
non
vengono
per
nuocere
.
Guarda
quella
toccata
a
me
,
per
esempio
!
Se
Giannino
non
mi
tirava
una
pistolettata
in
un
occhio
io
non
sarei
stato
così
pietosamente
ospitato
e
assistito
in
questa
casa
,
non
avrei
avuto
modo
forse
di
apprezzare
tutta
la
bontà
della
mia
Virginia
...
e
non
sarei
ora
il
più
felice
degli
uomini
!
-
A
queste
parole
tutti
si
sono
commossi
,
e
Virginia
mi
ha
abbracciato
piangendo
.
In
quel
momento
io
avrei
voluto
dire
tutto
quello
che
mi
passava
nell
'
animo
,
ricordando
le
ingiustizie
patite
e
facendo
conoscere
col
fatto
che
i
grandi
hanno
torto
di
perseguitare
i
ragazzi
per
ogni
nonnulla
,
ma
sono
stato
zitto
perché
ero
commosso
anch
'
io
.
22
novembre
.
Riaprendo
il
giornalino
,
e
rileggendo
le
ultime
parole
scritte
ieri
l
'
altro
mi
si
riempie
l
'
anima
dì
malinconia
e
dico
fra
me
:
-
Tutto
è
inutile
,
e
i
grandi
non
si
correggeranno
mai
...
-
E
intanto
anche
questa
volta
,
addio
bicicletta
!
Mentre
scrivo
sono
qui
barricato
in
camera
mia
,
e
deciso
a
non
cedere
finché
non
avrò
la
sicurezza
di
non
essere
picchiato
dal
babbo
.
Il
fatto
,
come
sempre
,
si
riduce
a
una
inezia
e
la
causa
di
esso
dovrebbe
procurarmi
un
premio
invece
che
un
gastigo
,
avendo
io
fatto
di
tutto
per
obbedire
la
mamma
che
ieri
,
prima
di
andar
via
di
casa
con
le
mie
sorelle
e
con
la
signora
Merope
per
far
delle
visite
,
mi
aveva
detto
:
-
Cerca
di
divertire
Maria
,
mentre
siamo
fuori
,
e
abbi
giudizio
.
-
Io
,
dunque
,
dopo
aver
fatto
con
lei
da
cucina
e
qualche
altro
giuoco
,
tanto
per
contentarla
,
essendomi
seccato
a
queste
stupidaggini
da
bambini
,
le
ho
detto
:
-
Guarda
,
è
quasi
buio
e
c
'
è
un
'
ora
prima
di
andare
a
desinare
:
vogliamo
fare
quel
bel
giuoco
,
come
ti
feci
vedere
ieri
in
quel
bel
libro
di
figure
?
Io
sarò
il
signore
e
tu
lo
schiavo
che
io
abbandono
nel
bosco
...
-
Sì
!
Sì
!
-
ha
risposto
subito
.
La
mamma
,
con
le
mie
sorelle
e
la
signora
Merope
non
erano
ancora
tornate
;
Caterina
era
a
preparare
da
mangiare
in
cucina
:
e
io
ho
condotto
Maria
in
camera
mia
,
le
ho
levato
il
vestitino
bianco
,
e
le
ho
messo
il
mio
di
panno
turchino
,
perché
sembrasse
proprio
un
ragazzo
.
Poi
ho
preso
la
mia
scatola
di
colori
e
le
ho
tinto
la
faccia
da
mulatto
,
ho
preso
un
paio
di
forbici
e
siamo
scesi
giù
nel
giardino
,
dove
ho
ordinato
allo
schiavo
che
mi
venisse
dietro
.
Eravamo
giunti
in
un
viale
solitario
,
quando
rivolgendomi
a
Maria
,
ho
raggiunto
:
-
Senti
:
ora
ti
taglio
i
riccioli
,
come
nel
racconto
,
se
no
ti
riconoscono
.
-
La
mamma
non
vuole
che
tu
mi
tagli
i
capelli
!
-
ha
risposto
lei
mettendosi
a
piangere
.
Ma
io
non
le
ho
dato
retta
:
le
ho
tagliato
tutti
i
riccioli
perché
altrimenti
non
era
possibile
fare
quel
gioco
.
Poi
l
'
ho
messa
a
sedere
su
una
pietra
,
vicino
alla
siepe
,
dicendole
che
doveva
far
finta
d
'
essere
smarrita
.
E
mi
sono
avviato
tranquillamente
verso
casa
.
Intanto
ella
urlava
,
urlava
proprio
come
se
fosse
stato
uno
schiavo
vero
,
e
io
mi
tappavo
gli
orecchi
per
non
sentire
perché
volevo
seguitare
il
gioco
fino
in
fondo
.
Il
cielo
era
stato
tutto
il
giorno
coperto
di
nuvole
,
e
in
quel
momento
cominciarono
a
venir
giù
certi
goccioloni
grossi
grossi
...
Quando
sono
entrato
in
salotto
tutti
erano
a
tavola
ad
aspettarci
.
Sulla
tovaglia
c
'
era
un
bellissimo
vassoio
pieno
di
crema
e
di
savoiardi
che
mi
hanno
fatto
venir
subito
l
'
acquolina
in
bocca
.
-
Oh
,
eccoli
finalmente
!
-
ha
esclamato
la
mamma
vedendomi
,
con
un
respirone
di
sollievo
.
-
Dov
'
è
Maria
?
Dille
che
venga
a
pranzo
.
-
Abbiamo
fatto
il
gioco
dello
schiavo
,
-
ho
risposto
.
-
Maria
deve
fingere
di
essersi
smarrita
.
-
E
dove
si
è
smarrita
?
-
ha
domandato
la
mamma
ridendo
.
-
Oh
,
qui
vicino
,
nel
viale
dei
Platani
,
-
ho
continuato
,
mettendomi
a
tavola
a
sedere
.
Ma
il
babbo
,
la
mamma
,
la
signora
Merope
e
l
'
avvocato
Maralli
sono
scattati
in
piedi
,
come
se
la
casa
fosse
stata
colpita
da
un
fulmine
,
mentre
invece
tonava
appena
appena
.
-
Dici
sul
serio
?
-
mi
ha
domandato
il
babbo
,
stringendomi
forte
il
braccio
,
e
imponendo
agli
altri
di
mettersi
a
sedere
.
-
Sì
;
abbiamo
fatto
quel
giuoco
del
signore
e
dello
schiavo
.
Per
questo
ho
dovuto
travestirla
da
mulatto
;
e
io
che
facevo
il
padrone
che
l
'
abbandonava
l
'
ho
lasciata
sola
laggiù
;
poi
viene
la
fata
,
che
la
conduce
in
un
palazzo
incantato
,
e
lei
diventa
,
non
si
sa
come
,
la
più
potente
regina
della
terra
.
-
Nessuno
ha
più
messo
un
boccone
in
bocca
,
dopo
che
ebbi
detto
questo
,
meno
io
.
La
signora
Merope
si
torceva
le
mani
dalla
disperazione
e
diceva
che
la
bambina
sarebbe
morta
dallo
spavento
,
che
aveva
paura
dei
tuoni
,
che
le
sarebbe
venuta
certamente
una
malattia
,
e
altre
esagerazioni
simili
.
A
sentirla
,
pareva
che
dovessero
succedere
tutti
i
guai
del
mondo
per
un
po
'
di
freddo
e
un
po
'
d
'
umidità
.
-
Brutto
!
Cattivo
!
Scellerato
!
-
ha
esclamato
Virginia
,
strappandomi
di
mano
i
biscotti
che
stavo
per
mangiare
.
-
Non
la
finisci
mai
con
le
birbonate
?
Che
coraggio
hai
avuto
di
venire
in
casa
e
di
lasciare
quell
'
angiolo
caro
,
laggiù
.
sola
,
al
freddo
e
al
buio
?
Ma
che
cosa
ti
viene
fuori
dalla
tasca
?
-
Oh
nulla
,
sono
i
capelli
di
Maria
.
Glieli
ho
dovuti
tagliare
perché
non
fosse
riconosciuta
.
Non
ho
detto
che
l
'
ho
travestita
da
mulatto
,
con
i
capelli
corti
e
la
faccia
nera
?
-
Qui
la
signora
Merope
si
è
fatta
pallida
pallida
,
ed
ha
chinato
la
testa
.
La
mamma
ha
cominciato
a
spruzzarle
il
viso
con
l
'
aceto
,
e
piangeva
e
singhiozzava
.
Il
babbo
si
è
alzato
per
andare
a
prendere
una
lanterna
.
Che
furia
d
'
andare
a
cercare
quella
bambina
!
Nemmeno
se
fosse
stata
un
oggetto
di
valore
!
Mi
faceva
stizza
di
veder
la
casa
in
iscompiglio
per
una
cosa
da
nulla
.
Il
fatto
è
che
mi
è
toccato
di
smetter
di
mangiare
per
andare
a
far
vedere
in
che
posto
avevo
lasciato
Maria
.
Era
una
vergogna
sentire
quello
che
dicevano
di
me
;
pareva
che
non
fossi
lì
presente
!
Dicevano
che
ero
un
disubbidiente
,
uno
sbarazzino
,
uno
scellerato
,
un
ragazzo
senza
cuore
,
come
se
le
avessi
tagliato
la
testa
,
invece
dei
capelli
!
Questo
è
il
fatto
nella
sua
semplicità
.
La
signora
Merope
parte
oggi
per
Bologna
,
perché
non
mi
può
più
vedere
,
e
perché
ha
piovuto
mentre
che
la
sua
bambina
era
smarrita
nel
viale
.
E
io
che
mi
infradiciai
tutto
per
andare
a
cercare
Maria
,
non
ebbi
in
ricompensa
né
baci
,
né
abbracci
,
non
ebbi
una
tazza
di
brodo
bollente
con
l
'
uovo
dentro
,
come
lei
,
non
ebbi
un
bicchierino
di
marsala
con
i
biscottini
,
la
crema
e
le
frutte
,
né
mi
stesero
sul
sofà
per
farmi
tante
carezze
.
Neppur
per
sogno
!
Fui
invece
cacciato
in
camera
come
un
cane
,
e
il
babbo
disse
che
sarebbe
venuto
su
per
conciarmi
per
il
dì
delle
feste
.
So
purtroppo
quel
che
vogliono
dire
queste
minacce
.
Ma
io
feci
le
barricate
,
come
nelle
città
in
tempo
di
guerra
,
e
non
mi
prenderanno
che
sulle
rovine
del
lavamano
e
del
tavolino
da
scrivere
che
ho
messo
contro
l
'
uscio
.
Zitto
!
Sento
del
rumore
...
che
sia
l
'
ora
del
combattimento
?
Ho
le
provvigioni
in
camera
,
l
'
uscio
è
chiuso
a
chiave
,
ci
ho
messo
davanti
il
letto
,
sopra
il
letto
c
'
è
il
tavolino
da
scrivere
,
sul
tavolino
lo
specchio
grande
.
Ecco
il
babbo
...
picchia
alla
porta
perché
gli
apra
,
ma
non
gli
rispondo
.
Voglio
star
qui
zitto
zitto
,
come
il
gatto
quando
è
in
cantina
.
Oh
,
se
per
un
miracolo
un
ragno
filasse
la
tela
,
a
un
tratto
,
a
traverso
l
'
uscio
!
Il
nemico
crederebbe
la
camera
vuota
,
e
se
n
'
andrebbe
.
E
se
volesse
aprir
per
forza
?
Sento
un
gran
fracasso
!
Spingono
la
porta
...
Andrà
a
finire
che
lo
specchio
cadrà
,
e
andrà
in
bricioli
,
e
dopo
la
colpa
sarà
mia
,
tanto
per
mutare
..
...
Sempre
così
:
è
il
ragazzaccio
cattivo
,
è
il
famoso
Gian
Burrasca
che
fa
sempre
tutti
i
malanni
...
Roba
vecchia
!
23
novembre
.
Niente
di
nuovo
.
Ieri
,
com
'
era
stato
stabilito
,
è
partita
la
signora
Merope
con
quella
leziosa
di
Maria
,
e
bisognava
sentire
quanti
complimenti
!
Pare
sia
andato
anche
l
'
avvocato
Maralli
ad
accompagnarle
fino
a
Bologna
.
All
'
uscio
di
camera
mia
non
ci
sono
stati
più
assalti
.
In
ogni
modo
io
son
deciso
a
resistere
.
Ho
rinforzato
la
barricata
e
ho
messo
insieme
anche
una
discreta
quantità
di
provvigioni
procuratemi
da
Caterina
per
mezzo
d
'
un
panierino
che
ho
calato
dalla
finestra
del
giardino
,
mentre
la
mia
famiglia
era
andata
ad
accompagnare
alla
stazione
la
signora
Merope
.
24
novembre
.
Dopo
la
tempesta
viene
la
calma
!
Tre
giorni
fa
il
cielo
era
cupo
,
ora
invece
è
sereno
.
La
pace
è
conclusa
,
l
'
assedio
è
levato
.
Stamani
,
dal
buco
della
serratura
,
mi
è
stato
promesso
di
non
darmi
più
bastonate
,
e
io
ho
promesso
solennemente
di
ritornare
a
scuola
,
di
studiare
e
di
esser
buono
.
Così
l
'
onore
è
stato
salvo
...
e
anche
la
mobilia
e
lo
specchio
grande
,
perché
ho
levato
la
barricata
e
sono
uscito
di
camera
.
Viva
la
libertà
!
28
novembre
.
In
questi
giorni
non
ho
scritto
nulla
nel
giornalino
,
perché
ho
avuto
molto
da
fare
per
mettermi
in
pari
con
le
lezioni
.
In
casa
tutti
son
contenti
di
me
,
e
il
babbo
ieri
mi
ha
detto
:
-
Forse
ti
si
presenta
l
'
occasione
di
riguadagnare
la
bicicletta
che
hai
perduta
per
la
tua
cattiveria
con
Maria
.
Vedremo
!
-
29
novembre
.
Con
oggi
incomincia
la
nuova
prova
...
e
questa
volta
voglio
proprio
vedere
se
mi
riesce
d
'
acchiappare
questa
famosa
bicicletta
che
da
tanto
tempo
mi
vedo
scappare
davanti
agli
occhi
.
A
casa
non
ci
siamo
che
io
,
Virginia
e
Caterina
.
I
miei
genitori
con
Ada
sono
andati
a
passare
una
settimana
da
Luisa
.
La
mamma
è
partita
,
dicendo
che
questo
viaggio
non
le
farà
pro
;
che
si
struggerà
tutto
il
tempo
che
starà
fuori
,
per
la
paura
che
io
ne
faccia
delle
solite
.
ma
io
le
ho
raccomandato
di
non
stare
in
pensiero
,
promettendole
che
sarò
buono
,
che
anderò
tutti
i
giorni
a
scuola
,
che
ritornerò
a
casa
appena
finite
le
lezioni
,
e
obbedirò
a
mia
sorella
;
insomma
sarò
un
ragazzo
modello
.
Voglio
invocare
tutti
i
santi
del
Paradiso
che
mi
aiutino
a
cacciare
le
cattive
tentazioni
.
Caterina
dice
che
tutto
sta
a
cominciare
;
che
non
è
poi
una
cosa
tanto
difficile
esser
buoni
per
una
settimana
sola
:
basta
volere
.
Non
so
come
fa
a
sapere
queste
cose
,
lei
che
non
è
stata
mai
un
ragazzo
.
Ma
è
certo
che
per
aver
finalmente
una
bicicletta
,
credo
che
potrò
fare
a
meno
di
gettare
i
sassi
dietro
i
cani
per
la
strada
,
e
salar
la
scuola
.
Non
c
'
è
che
dire
,
quest
'
altra
settimana
potrò
girare
su
e
giù
per
il
paese
tutto
trionfante
su
una
bella
Raleigh
!
E
la
mia
buona
condotta
sarà
portata
per
esempio
agli
altri
ragazzi
...
Mi
sembra
di
sognare
!
30
novembre
.
È
passata
una
notte
sola
,
da
che
il
babbo
,
la
mamma
e
Ada
sono
andati
via
,
e
posso
dire
di
essere
abbastanza
contento
di
me
.
È
vero
che
ieri
ruppi
lo
specchio
in
camera
della
mamma
,
ma
quella
fu
proprio
una
disgrazia
.
Ero
con
Carluccio
a
giocare
a
palla
in
quella
stanza
,
con
l
'
uscio
chiuso
,
perché
Virginia
non
sentisse
,
quando
la
palla
,
che
avevo
legata
alle
calosce
di
mia
sorella
,
per
vedere
se
rimbalzava
di
più
,
andava
a
colpire
lo
specchio
sul
cassettone
,
che
,
com
'
è
naturale
,
si
ruppe
in
mille
pezzi
,
rovesciando
sul
tappeto
nuovo
una
bottiglia
d
'
acqua
di
Colonia
.
Allora
pensammo
di
andare
a
giocare
in
giardino
;
ma
ecco
che
dopo
pochi
minuti
comincia
a
pioviscolare
.
Fummo
costretti
a
rifugiarci
in
soffitta
e
rovistare
tutte
quelle
antichità
.
Quando
più
tardi
andai
a
pranzo
,
mi
misi
addosso
una
vecchia
zimarra
del
nonno
,
che
avevo
trovato
appunto
in
soffitta
;
e
non
so
dire
le
risate
che
fecero
Virginia
e
Caterina
nel
vedermi
così
travestito
.
Avrò
la
bicicletta
?
Mi
pare
di
essere
stato
abbastanza
buono
.
1°
dicembre
.
Sono
due
giorni
e
due
notti
che
i
miei
genitori
sono
partiti
,
e
non
ho
fatto
altro
che
pensare
alla
bicicletta
.
Questa
volta
sono
proprio
sicuro
d
'
acchiapparla
.
Oggi
è
stata
una
giornata
veramente
di
Paradiso
:
tirava
un
bel
venticello
fresco
,
che
mi
ha
fatto
venire
la
voglia
di
andare
a
pescare
,
badando
bene
però
di
non
affogare
come
mi
successe
l
'
altra
volta
,
se
no
addio
bicicletta
!
Dopo
scuola
sono
andato
a
comprare
una
lenza
nuova
,
degli
ami
,
e
mi
sono
avviato
in
riva
al
fiume
.
Da
principio
non
venivano
su
che
delle
erbacce
,
poi
ho
preso
due
ghiozzi
,
che
sono
sguizzati
un
'
altra
volta
nell
'
acqua
;
ma
verso
buio
ecco
un
'
anguilla
vera
,
grossa
come
un
coccodrillo
.
Che
dovevo
farne
?
Naturalmente
,
l
'
ho
portata
a
casa
per
mangiarla
domani
mattina
a
colazione
,
e
per
divertirmici
stasera
ho
pensato
di
metterla
per
benino
sul
pianoforte
,
in
salotto
da
ricevere
.
Dopo
pranzo
,
Caterina
ha
acceso
i
lumi
in
quella
stanza
,
e
mia
sorella
è
scesa
giù
e
si
è
messa
a
sonare
e
cantare
la
solita
romanza
che
canta
sempre
e
che
comincia
:
Nessuno
ci
vede
,
nessuno
ci
sente
...
A
un
tratto
,
ha
dato
un
grand
'
urlo
:
-
Ah
!
Una
vipera
!
...
Uh
!
...
Ah
!
...
Oh
!
...
Ih
!
...
Eh
!
...
-
Che
urli
!
...
Il
fischio
della
locomotiva
non
c
'
è
per
niente
,
a
paragone
!
Io
sono
subito
corso
in
salotto
per
vedere
quello
che
era
successo
;
Caterina
pure
è
accorsa
;
e
abbiamo
visto
Virginia
che
si
contorceva
sul
canapè
come
un
cane
arrabbiato
.
-
Scommetto
che
c
'
è
qualcosa
sul
piano
,
-
ho
detto
a
Caterina
.
Caterina
si
è
avvicinata
al
pianoforte
per
vedere
,
e
poi
via
,
con
un
balzo
è
corsa
alla
porta
di
casa
urlando
:
-
Aiuto
!
...
-
.
Allora
ha
incominciato
a
entrare
in
casa
la
gente
del
vicinato
,
e
tutti
,
appena
data
un
'
occhiata
al
pianoforte
,
a
urlare
come
disperati
.
-
Ma
se
è
un
'
anguilla
!
-
ho
detto
io
,
stanco
finalmente
di
tutte
queste
esagerazioni
.
-
Che
cosa
?
Che
cosa
?
-
hanno
domandato
tutti
in
coro
.
-
È
un
'
anguilla
innocente
!
-
ho
ripetuto
,
mettendomi
a
ridere
.
Le
donne
sono
proprio
sciocche
,
di
buttare
all
'
aria
la
casa
per
un
'
anguilla
,
che
poi
mangiano
con
tanto
gusto
,
quando
viene
portata
a
tavola
cucinata
e
condita
.
Mi
hanno
detto
che
sono
cattivo
,
per
aver
fatto
spaventare
Virginia
...
Si
sa
;
è
sempre
la
medesima
storia
.
Anche
se
ho
la
disgrazia
di
avere
una
sorella
che
non
riconosce
un
'
anguilla
da
una
vipera
,
la
colpa
dev
'
essere
sempre
mia
...
2
dicembre
.
Virginia
ha
brontolato
anche
oggi
perché
sono
stato
tutto
il
giorno
a
pescare
;
ma
il
peggio
è
che
,
avendo
il
vestito
buono
,
ho
fatto
un
bello
strappo
ai
calzoni
e
una
macchia
di
sugna
alla
giacchettina
.
Tornando
a
casa
,
verso
le
cinque
,
son
salito
su
dall
'
usciolino
di
cucina
,
per
cambiarmi
il
vestito
.
A
pranzo
mia
sorella
mi
ha
detto
:
-
Giannino
,
anche
oggi
è
venuto
il
maestro
a
fare
il
rapporto
della
tua
assenza
;
se
seguiti
così
,
lo
dirò
certamente
al
babbo
...
quando
torna
.
-
Domani
andrò
a
scuola
.
-
Meno
male
.
E
hai
portato
a
casa
un
altro
serpente
?
-
Ho
risposto
di
no
,
che
uno
bastava
.
Mi
preme
la
bicicletta
e
non
voglio
comprometterla
per
simili
sciocchezze
.
3
dicembre
.
Com
'
è
paurosa
mia
sorella
!
Ha
tanta
paura
dei
ladri
,
che
non
può
dormire
la
notte
,
ora
che
il
babbo
e
la
mamma
non
sono
a
casa
.
La
sera
guarda
sotto
il
letto
,
dietro
gli
usci
,
dietro
la
tenda
della
finestra
,
per
vedere
se
c
'
è
qualcuno
in
camera
,
e
non
spengerebbe
mai
il
lume
.
Non
capisco
perché
le
ragazze
debbano
essere
così
sciocche
!
Ieri
sera
erano
appena
due
ore
che
dormivo
saporitamente
,
quando
fui
svegliato
da
urla
tremende
,
come
se
la
casa
fosse
addirittura
in
preda
alle
fiamme
.
Balzo
dal
letto
,
e
mi
affaccio
al
corridoio
;
in
questo
mentre
Virginia
entra
precipitosamente
in
camera
mia
,
in
camicia
da
notte
,
mi
prende
per
un
braccio
,
e
chiude
l
'
uscio
a
chiave
.
-
Giannino
!
Giannino
!
...
c
'
è
un
ladro
sotto
il
letto
!
-
esclama
con
la
voce
affannosa
.
Poi
spalanca
la
finestra
,
e
si
mette
a
gridare
:
-
Aiuto
!
...
aiuto
!
...
al
ladro
!
...
al
ladro
!
...
-
Tutte
le
persone
del
vicinato
si
destano
a
quelle
grida
;
e
in
men
che
non
si
dice
,
sono
all
'
uscio
di
casa
nostra
,
Caterina
e
Virginia
,
che
ha
avuto
appena
il
tempo
di
infilarsi
una
veste
da
camera
,
si
precipitano
giù
,
nelle
braccia
dei
vicini
che
domandano
ansiosamente
:
-
Ma
che
cosa
c
'
è
?
che
cosa
c
'
è
?
-
Un
uomo
sotto
il
mio
letto
!
...
l
'
ho
veduto
io
con
i
miei
occhi
!
Presto
!
Andate
a
vedere
...
Ma
per
carità
,
non
andate
su
senza
un
revolver
!
...
-
Due
di
quelli
che
avevano
più
coraggio
salirono
su
;
gli
altri
due
rimasero
con
Virginia
a
rincorarla
.
Andai
anch
'
io
in
camera
di
mia
sorella
.
Quei
valorosi
guardarono
adagino
adagino
sotto
il
letto
.
Era
proprio
vero
;
c
'
era
un
uomo
.
Lo
presero
per
una
gamba
,
e
lo
trascinarono
fuori
.
Egli
lasciava
fare
non
pensando
nemmeno
a
sparare
la
pistola
che
aveva
in
mano
.
Uno
dei
coraggiosi
accorsi
aveva
afferrato
intanto
una
seggiola
,
per
lanciargliela
addosso
,
e
l
'
altro
stava
col
braccio
steso
armato
di
revolver
,
nel
caso
che
avesse
opposto
resistenza
.
Ad
un
tratto
,
tutti
si
rivolsero
a
guardarmi
con
gli
occhi
spalancati
.
-
Giannino
,
anche
questa
è
opera
tua
!
-
Già
,
appunto
;
-
risposi
-
Virginia
crede
sempre
che
ci
sia
un
ladro
sotto
il
letto
,
e
ho
pensato
che
non
le
sarebbe
parso
strano
di
trovarcene
uno
,
almeno
per
una
volta
.
-
Giornalino
mio
caro
,
sai
che
cos
'
era
che
aveva
fatto
tanta
paura
a
mia
sorella
e
aveva
messo
sottosopra
il
vicinato
?
Un
semplice
vestito
vecchio
del
babbo
ripieno
di
innocentissima
paglia
!
...
4
dicembre
.
Sono
cinque
giorni
che
i
miei
genitori
son
partiti
;
ma
Virginia
ha
mandato
oggi
un
telegramma
pregandoli
di
anticipare
il
ritorno
.
Ella
va
dicendo
a
tutti
che
,
se
seguita
a
rimaner
sola
con
me
,
si
ammalerà
certamente
...
E
io
intanto
perderò
anche
questa
volta
la
bicicletta
...
e
perché
?
Perché
ho
la
disgrazia
di
avere
una
sorella
nervosa
che
di
nulla
nulla
si
spaventa
.
È
giusta
?
5
dicembre
.
Oggi
è
tornato
il
babbo
,
la
mamma
e
l
'
Ada
,
tutti
di
cattivissimo
umore
.
È
inutile
dire
che
si
sono
sfogati
tutti
contro
di
me
,
ripetendo
che
sono
un
pessimo
soggetto
,
un
ragazzaccio
incorreggibile
,
e
tutte
le
solite
cose
che
oramai
so
a
mente
da
un
pezzo
.
Il
babbo
per
l
'
affare
del
fantoccio
mi
ha
fatto
una
predica
d
'
un
'
ora
,
dicendo
che
è
stata
un
'
azione
degna
di
uno
sciagurato
senza
cervello
e
senza
cuore
come
sono
io
.
Anche
questo
è
un
complimento
vecchio
,
oramai
,
e
mi
piacerebbe
che
si
rimettesse
un
po
'
a
nuovo
.
Non
mi
si
potrebbe
chiamare
qualche
volta
,
tanto
per
cambiare
,
uno
sciagurato
senza
fegato
e
senza
milza
,
o
uno
sciagurato
senza
ventricolo
e
senza
coratella
?
...
Ma
oggi
era
destino
che
fosse
la
mia
beneficiata
,
la
beneficiata
di
questo
infelice
Gian
Burrasca
-
come
mi
chiamano
tutti
i
miei
persecutori
apposta
perché
sanno
di
farmi
dispetto
-
e
le
disgrazie
mi
capitano
a
due
a
due
come
le
ciliege
,
con
la
differenza
che
le
ciliege
si
ha
piacere
che
capitino
così
,
mentre
le
disgrazie
sarebbe
bene
che
venissero
a
una
per
volta
,
altrimenti
non
ci
si
resiste
.
Il
fatto
è
che
il
babbo
non
aveva
ancora
finita
la
predica
per
lo
spavento
avuto
da
Virginia
,
quando
è
arrivata
una
lettera
di
quel
caro
signor
Prèside
il
quale
ha
voluto
fare
il
suo
bravo
rapporto
per
una
sciocchezza
accaduta
ieri
in
scuola
,
una
cosa
alla
quale
si
è
voluto
dare
una
grande
importanza
,
non
si
sa
perché
.
Ecco
come
sta
il
fatto
.
Ieri
avevo
portato
a
scuola
una
boccettina
d
'
inchiostro
rosso
che
avevo
trovato
sulla
scrivania
del
babbo
...
e
in
questo
mi
pare
non
ci
sia
nulla
di
male
.
Io
ho
sempre
detto
che
sono
un
gran
disgraziato
,
e
lo
ripeto
.
Infatti
guardate
:
io
porto
a
scuola
una
bottiglietta
d
'
inchiostro
rosso
proprio
nel
giorno
in
cui
alla
mamma
del
Betti
viene
in
mente
di
mettergli
una
golettona
inamidata
di
due
metri
;
e
lei
mette
al
suo
figliuolo
quella
golettona
proprio
nel
giorno
che
mi
viene
il
capriccio
di
portare
a
scuola
una
bottiglia
d
'
inchiostro
rosso
.
Basta
.
Non
so
come
mi
è
venuta
l
'
idea
di
utilizzare
la
goletta
del
Betti
,
la
quale
era
così
grande
,
così
bianca
,
così
luccicante
...
e
intinta
la
penna
dalla
parte
del
manico
nell
'
inchiostro
rosso
,
piano
piano
perché
il
Betti
non
sentisse
,
gli
ho
scritto
sulla
goletta
questi
versi
:
Tutti
fermi
!
tutti
zitti
,
Che
se
vi
vede
Muscolo
Siete
tutti
fritti
!
Poco
dopo
il
professor
Muscolo
ha
chiamato
il
Betti
alla
lavagna
,
e
tutti
leggendo
su
quella
bella
goletta
bianca
scritti
questi
tre
versi
in
un
bel
color
rosso
,
hanno
dato
in
una
grande
risata
.
Da
principio
Muscolo
non
capiva
,
e
non
capiva
nulla
neppure
il
Betti
,
proprio
come
l
'
altra
volta
quando
gli
messi
la
pece
sotto
i
calzoni
che
gli
rimasero
attaccati
sulla
panca
.
Ma
poi
il
professore
lesse
i
versi
e
diventò
una
tigre
.
Andò
subito
dal
Prèside
il
quale
,
al
solito
,
venne
a
fare
un
'
inchiesta
.
Io
nel
frattempo
avevo
fatto
sparire
la
boccettina
dell
'
inchiostro
rosso
nascondendola
sotto
la
base
di
legno
del
banco
;
ma
il
Prèside
volle
far
la
rivista
delle
cartelle
di
tutti
noi
,
che
stavamo
di
posto
dietro
al
Betti
(
cosa
insopportabile
perché
l
'
andare
a
frugare
nella
roba
degli
altri
è
proprio
un
modo
di
procedere
degno
della
Russia
)
e
nella
mia
trovò
la
penna
col
cannello
tinto
di
rosso
.
-
Lo
sapevo
che
era
stato
lei
!
-
mi
disse
il
Prèside
-
come
fu
lei
a
metter
la
pece
sotto
i
calzoni
dello
stesso
Betti
...
Va
bene
!
Tanto
va
la
gatta
al
lardo
...
-
E
per
questa
cosa
mi
ha
fatto
rapporto
.
-
Lo
vedi
?
-
ha
gridato
il
babbo
mettendomi
la
lettera
del
Prèside
sotto
il
naso
.
-
Lo
vedi
?
Non
si
finisce
di
rimproverarti
di
una
birbonata
che
ne
vien
fuori
un
'
altra
peggio
!
...
-
È
verissimo
,
ne
convengo
.
Ma
è
colpa
mia
,
se
è
venuta
la
lettera
del
Prèside
proprio
nel
momento
in
cui
il
babbo
mi
rimproverava
per
l
'
affare
del
fantoccio
?
6
dicembre
.
Scrivo
dopo
aver
divorate
tutte
le
mie
lacrime
.
Proprio
così
;
perché
ho
finito
in
questo
momento
di
mangiare
una
scodella
di
minestra
piangendovi
dentro
per
la
rabbia
di
doverla
mangiare
.
Il
babbo
ieri
ha
decretato
che
la
mia
punizione
per
l
'
affare
del
fantoccio
di
Virginia
e
per
l
'
altra
sciocchezza
dei
versi
contro
il
professor
Muscolo
debba
consistere
nel
darmi
da
mangiare
per
sei
giorni
consecutivi
sempre
minestra
,
niente
altro
che
minestra
.
E
questo
,
si
capisce
,
perché
sanno
che
io
le
minestre
non
le
posso
soffrire
...
Se
per
combinazione
la
minestra
mi
piacesse
,
si
può
esser
sicuri
che
mi
avrebbero
tenuto
sei
giorni
senza
minestra
...
E
poi
dicono
che
son
dispettosi
i
ragazzi
!
...
Il
fatto
è
che
ho
resistito
tutto
il
giorno
rifiutandomi
di
mangiare
,
deciso
a
morir
di
fame
piuttosto
che
sottostare
a
una
prepotenza
così
feroce
.
Ma
purtroppo
stasera
non
ne
potevo
più
e
...
ho
dovuto
piegarmi
alla
necessità
,
piangendo
amaramente
sul
mio
infelice
destino
e
sulla
minestra
di
capellini
che
ho
terminata
in
questo
momento
.
7
dicembre
.
È
l
'
ottava
minestra
che
mangio
in
due
giorni
...
e
tutte
di
capellini
.
Io
domando
se
anche
ai
tempi
dell
'
inquisizione
s
'
è
mai
pensato
a
infliggere
un
si
terribile
supplizio
a
un
povero
innocente
.
Ma
tutto
ha
un
limite
,
e
io
comincio
a
ribellarmi
a
questa
indegna
persecuzione
.
Un
'
ora
fa
sono
entrato
in
cucina
nel
momento
in
cui
Caterina
non
c
'
era
e
ho
messo
una
manciata
di
sale
nella
cazzeruola
dove
era
a
cuocere
lo
stufato
.
Il
bello
è
che
oggi
c
'
è
a
pranzo
anche
l
'
avvocato
Maralli
!
Meglio
così
:
io
in
camera
mia
mangerò
la
mia
nona
minestra
di
capellini
,
ma
loro
non
potranno
mangiare
il
loro
stufato
!
#
Oggi
,
dopo
aver
trangugiato
la
minestra
non
ho
saputo
resistere
alla
curiosità
di
vedere
che
effetto
faceva
lo
stufato
con
tutto
quel
sale
,
e
sceso
al
pianterreno
sono
andato
a
far
capolino
all
'
uscio
della
stanza
da
desinare
.
È
stato
bene
,
perché
così
ho
potuto
ascoltare
una
parte
di
conversazione
che
m
'
interessava
da
vicino
.
-
Dunque
,
-
ha
detto
la
mamma
-
domani
l
'
altro
bisognerà
alzarsi
alle
cinque
!
-
Sicuro
,
-
ha
risposto
il
babbo
perché
la
carrozza
sarà
qui
alle
sei
precise
,
e
per
andar
lassù
ci
vogliono
almeno
un
paio
d
'
ore
.
La
funzione
durerà
una
mezz
'
oretta
,
e
così
prima
dell
'
undici
saremo
di
ritorno
...
-
Io
alle
sei
precise
sarò
qui
,
-
ha
detto
il
Maralli
.
E
voleva
dir
di
più
,
ma
in
quel
momento
ha
messo
in
bocca
un
pezzo
di
stufato
e
s
'
è
messo
a
tossire
e
a
sbuffare
come
se
avesse
ingoiato
un
mulino
a
vento
.
Tutti
si
son
messi
a
dire
:
-
Che
è
?
Che
cos
'
è
stato
?
-
Ah
!
...
Assaggiatelo
!
...
-
ha
risposto
l
'
avvocato
.
L
'
hanno
assaggiato
,
e
allora
è
stato
un
coro
generale
di
tosse
e
starnuti
e
tutti
hanno
incominciato
a
urlare
:
-
Caterina
!
Caterina
!
-
Io
non
ne
potevo
più
dal
ridere
,
e
sono
scappato
in
camera
mia
.
Vorrei
sapere
dove
anderanno
tutti
domani
l
'
altro
alle
sei
di
mattina
,
in
carrozza
...
Credono
di
farla
a
me
,
ma
io
starò
all
'
erta
!
9
dicembre
.
Sono
alla
diciannovesima
minestra
di
capellini
...
ma
continuo
nelle
mie
vendette
.
Loro
non
sanno
immaginare
che
cosa
possa
diventare
di
cattivo
un
povero
ragazzo
obbligato
a
mangiare
fin
cinque
e
sei
minestre
al
giorno
,
tutte
di
capellini
,
ma
se
n
'
accorgeranno
.
Intanto
stamani
sono
andato
in
cucina
e
ho
messo
un
bel
pizzicotto
di
pepe
nel
caffè
...
ed
era
un
divertimento
,
dopo
,
il
vedere
come
sputavano
tutti
quanti
!
Oggi
poi
c
'
è
stato
in
casa
un
viavai
di
gente
,
e
da
ultimo
è
venuto
il
garzone
del
pasticciere
con
una
grande
scatola
di
cartone
e
un
sacchetto
pieno
che
Caterina
ha
riposto
subito
nella
credenza
,
chiudendola
a
chiave
.
Io
però
,
sapendo
che
la
chiave
della
camera
di
Ada
apre
benissimo
anche
la
credenza
,
ho
colto
il
momento
opportuno
e
ho
voluto
vedere
che
cosa
ci
fosse
in
quella
scatola
e
in
quel
sacchetto
.
Lo
dico
subito
:
la
scatola
era
piena
di
altre
piccole
scatole
tonde
sulle
quali
era
scritto
con
lettere
dorate
:
Nozze
Stoppani
-
Maralli
.
È
stata
una
rivelazione
per
me
.
-
Ah
!
-
ho
detto
-
c
'
è
uno
sposalizio
in
casa
e
non
mi
si
dice
nulla
?
Ah
,
c
'
è
una
festa
in
famiglia
e
il
povero
Giannino
si
tiene
all
'
oscuro
di
tutto
,
condannato
a
mangiar
minestre
di
capellini
dalla
mattina
alla
sera
?
-
E
aperto
il
sacchetto
portato
dal
pasticciere
,
e
il
cui
contenuto
,
dopo
aver
scoperto
quello
della
scatola
,
non
era
più
un
mistero
per
me
,
mi
son
fatto
una
bella
scorpacciata
di
confetti
esclamando
:
-
No
,
cari
miei
!
Deve
festeggiare
gli
sposi
anche
Giannino
,
perché
Giannino
è
proprio
quello
che
ha
fatto
nascere
lo
sposalizio
e
sarebbe
una
vera
ingratitudine
il
non
fargli
prender
parte
alla
festa
!
-
10
dicembre
.
Evviva
gli
sposi
!
Evviva
Giannino
!
...
E
abbasso
le
minestre
di
capellini
!
Finalmente
la
pace
è
tornata
in
famiglia
e
tutto
per
merito
mio
.
Stamattina
dunque
,
come
mi
ero
ripromesso
,
io
stavo
all
'
erta
;
e
quando
ho
sentito
un
po
'
di
rumore
in
casa
,
zitto
zitto
mi
sono
alzato
,
mi
son
vestito
e
sono
stato
ad
aspettare
gli
eventi
.
Nessuno
pensava
a
me
.
Ho
sentito
il
babbo
,
la
mamma
,
Ada
e
Virginia
che
sono
scesi
giù
dalle
loro
camere
;
poi
è
venuto
l
'
avvocato
Maralli
,
e
in
ultimo
ha
suonato
il
campanello
il
vetturino
e
tutti
sono
usciti
.
Allora
io
che
stavo
pronto
,
lesto
come
una
saetta
,
sono
sbucato
dalla
mia
camera
,
sono
uscito
di
casa
,
e
via
a
corsa
precipitosa
dietro
la
carrozza
che
si
era
appena
mossa
.
L
'
ho
raggiunta
poco
distante
da
casa
,
ho
agguantato
la
traversa
di
legno
che
è
in
fondo
,
dietro
il
mantice
,
e
mi
son
ficcato
lì
a
sedere
,
come
fanno
i
ragazzi
di
strada
,
pensando
fra
me
:
-
Ecco
che
ora
non
potrete
più
nascondermi
dove
andate
!
...
-
Il
più
bello
poi
è
questo
:
che
stando
lì
,
udivo
tutti
i
discorsi
che
facevano
dentro
la
carrozza
...
E
tra
l
'
altro
ho
sentito
il
Maralli
che
diceva
:
-
Per
carità
,
badate
che
quel
tremoto
di
Gian
Burrasca
non
sappia
niente
di
questa
nostra
gita
...
altrimenti
lo
ridice
a
mezzo
mondo
!
-
Cammina
cammina
,
dopo
molto
tempo
la
carrozza
s
'
è
fermata
e
tutti
sono
scesi
.
Ho
aspettato
un
poco
e
poi
sono
sceso
anch
'
io
.
Oh
maraviglia
!
Si
era
davanti
a
una
chiesetta
di
campagna
,
nella
quale
erano
entrati
i
miei
genitori
,
le
mie
sorelle
e
il
Maralli
.
-
Che
chiesa
è
questa
?
-
ho
domandato
a
un
contadino
che
era
lì
fuori
.
-
È
la
chiesa
di
San
Francesco
al
Monte
.
-
Sono
entrato
anch
'
io
,
e
ho
visto
dinanzi
all
'
altar
maggiore
inginocchiati
davanti
al
prete
l
'
avvocato
Maralli
e
Virginia
,
e
più
indietro
Ada
,
il
babbo
e
la
mamma
.
Io
strisciando
lungo
la
parete
della
chiesa
mi
sono
avvicinato
all
'
altare
senza
che
nessuno
si
accorgesse
di
me
,
e
così
ho
potuto
assistere
a
tutto
lo
sposalizio
,
e
quando
il
prete
ha
domandato
a
Virginia
e
al
Maralli
se
erano
contenti
di
sposarsi
e
che
loro
hanno
risposto
di
sì
,
allora
sono
uscito
a
un
tratto
fuori
dell
'
ombra
e
ho
detto
:
-
Sono
contento
anch
'
io
;
e
allora
perché
non
mi
avete
detto
niente
,
brutti
cattivi
?
-
Non
so
perché
,
ma
in
quel
momento
m
'
è
venuto
da
piangere
,
perché
quell
'
azione
mi
era
dispiaciuta
davvero
,
e
tutti
sono
rimasti
così
meravigliati
della
mia
apparizione
,
che
nessuno
ha
fiatato
.
Ma
subito
la
mamma
si
è
messa
a
singhiozzare
e
mi
ha
preso
tra
le
braccia
e
mi
ha
baciato
,
domandandomi
con
voce
tremante
:
-
Giannino
mio
,
Giannino
mio
,
ma
come
hai
fatto
a
venir
fin
qui
?
-
Il
babbo
ha
borbottato
:
-
Una
delle
solite
!
-
Anche
Virginia
,
dopo
lo
sposalizio
,
piangeva
e
mi
ha
abbracciato
e
baciato
,
ma
il
Maralli
m
'
è
parso
molto
malcontento
,
e
presomi
per
un
braccio
mi
ha
detto
:
-
Bada
bene
,
Giannino
,
che
non
ti
scappi
detto
a
nessuno
,
in
città
,
quello
che
hai
visto
...
Hai
inteso
?
-
E
perché
?
-
Non
ti
impicciare
del
perché
.
Non
son
cose
che
possono
capire
i
ragazzi
,
queste
.
Sta
'
zitto
e
basta
.
-
Ecco
dunque
un
'
altra
delle
tante
solite
cose
che
i
ragazzi
non
possono
capire
!
Ed
è
possibile
-
domando
io
-
che
delle
persone
grandi
credano
sul
serio
che
una
ragione
simile
possa
soddisfare
un
ragazzo
?
Basta
.
L
'
interessante
per
me
è
che
ora
tutti
mi
vogliono
bene
;
siamo
tornati
a
casa
,
e
nel
ritorno
sono
stato
a
cassetta
col
vetturino
,
e
ho
guidato
quasi
sempre
io
;
e
,
quel
che
più
conta
,
ora
non
mangerò
più
minestre
di
capellini
per
un
pezzo
.
12
dicembre
.
Gran
bella
cosa
per
un
ragazzo
avere
delle
sorelle
grandi
che
piglian
marito
!
Giù
la
sala
da
pranzo
pare
diventata
una
bottega
di
pasticcere
...
Vi
sono
preparate
paste
di
tutte
le
qualità
:
le
migliori
però
sono
quelle
con
la
conserva
di
frutta
,
ma
son
buoni
anche
i
diti
con
la
crema
dentro
,
sebbene
abbiano
il
difetto
che
quando
si
mettono
in
bocca
da
una
parte
per
mangiarli
,
la
crema
scappa
via
da
quell
'
altra
,
e
anche
le
maddalene
nella
loro
semplicità
sono
squisite
,
ma
in
quanto
alla
delicatezza
le
marenghe
bisogna
lasciarle
stare
...
Io
però
non
le
ho
lasciate
stare
,
e
di
quelle
ne
ho
mangiate
nove
...
Sono
così
fragili
,
che
si
struggono
in
bocca
e
non
durano
nulla
.
Tra
un
'
ora
gli
sposi
torneranno
dal
Municipio
con
i
testimoni
e
tutti
gli
invitati
,
e
allora
avrà
principio
il
rinfresco
...
In
casa
c
'
è
soltanto
Ada
che
piange
,
poveretta
,
perché
vede
che
tutte
le
sorelle
piglian
marito
e
lei
ha
paura
di
far
come
la
zia
Bettina
.
A
proposito
:
la
zia
Bettina
non
è
venuta
,
benché
il
babbo
l
'
abbia
invitata
.
Ha
risposto
che
non
si
sentiva
di
affrontare
il
viaggio
,
e
che
mandava
tanti
augurii
di
felicità
dal
fondo
del
cuore
,
ma
Virginia
ha
detto
che
non
sa
che
se
ne
fare
,
e
che
sarebbe
stato
meglio
se
quell
'
avaraccia
le
avesse
mandato
un
regalo
.
#
Giornalino
mio
,
rieccoci
daccapo
chiusi
in
camera
,
e
forse
,
Dio
non
voglia
,
condannati
alle
minestre
di
capellini
!
Quanto
sono
disgraziato
!
...
Sono
tanto
disgraziato
che
piangerei
chi
sa
come
,
se
non
mi
venisse
da
ridere
nel
ripensare
alla
faccia
del
Maralli
quando
è
scoppiata
la
gola
del
camminetto
.
Com
'
era
buffo
,
con
quel
barbone
che
gli
tremava
tutto
dalla
paura
!
Il
disastro
è
stato
grande
;
ed
è
inutile
dire
che
la
causa
sono
stato
io
,
perché
io
sono
la
disperazione
dei
miei
genitori
e
la
rovina
della
casa
...
per
quanto
,
alla
fin
dei
conti
,
la
rovina
si
riduca
a
una
sola
stanza
e
precisamente
al
salotto
di
ricevimento
.
Ecco
dunque
com
'
è
andato
il
fatto
.
Quando
il
Maralli
,
mia
sorella
,
il
babbo
,
la
mamma
e
tutti
gli
altri
son
tornati
dal
Municipio
faceva
un
gran
freddo
,
ragione
per
cui
uno
degli
invitati
,
entrando
nella
sala
da
pranzo
,
ha
detto
:
-
Siamo
tutti
intirizziti
;
se
ci
date
anche
il
rinfresco
,
moriremo
qui
assiderati
!
-
Allora
Virginia
e
l
'
avvocato
Maralli
hanno
chiamato
subito
Caterina
e
le
han
fatto
accendere
il
caminetto
nella
sala
da
ricevere
.
La
Caterina
,
poveretta
,
ha
obbedito
e
...
Dio
,
che
bomba
!
È
parsa
proprio
una
bomba
;
e
poi
lì
per
lì
,
tra
la
polvere
,
sotto
1a
pioggia
dei
calcinacci
che
schizzavano
qua
e
là
si
è
creduto
che
rovinasse
tutta
la
casa
.
Caterina
è
cascata
lunga
distesa
senza
più
dar
segno
di
vita
;
Virginia
,
che
stava
lì
a
vederle
accendere
il
caminetto
,
ha
cacciato
un
urlo
come
quando
trovò
il
fantoccio
sotto
il
letto
;
e
il
Maralli
,
bianco
come
un
cencio
lavato
,
scoteva
il
barbone
e
ballettava
per
la
stanza
ripetendo
:
-
Mamma
mia
,
il
terremoto
!
Mamma
mia
,
il
terremoto
!
-
Molti
invitati
sono
scappati
via
.
Il
babbo
,
invece
,
è
corso
subito
sul
luogo
del
disastro
,
ma
nessuno
capiva
il
perché
si
era
schiantata
la
gola
del
caminetto
,
facendo
rovinare
giù
mezza
parete
della
stanza
.
A
un
tratto
,
quando
tutto
pareva
finito
,
si
è
sentito
dentro
il
camino
un
fischio
e
tutti
son
rimasti
senza
fiato
per
la
sorpresa
.
Il
Maralli
ha
detto
:
-
Ah
!
Li
dentro
c
'
è
un
incendiario
!
Bisogna
chiamar
le
guardie
!
Bisogna
farlo
arrestare
!
...
-
Ma
io
che
avevo
capito
tutto
non
ho
potuto
fare
a
meno
di
esternare
il
mio
dispiacere
:
-
Ah
,
i
miei
razzi
col
fischio
!
-
Mi
ero
ricordato
in
quel
momento
che
quando
avevo
comperato
i
fuochi
per
festeggiare
il
matrimonio
di
Luisa
,
non
avendoli
potuti
più
adoperare
li
avevo
ficcati
appunto
su
per
la
gola
del
camino
nel
salone
di
ricevimento
,
dove
non
andava
mai
nessuno
,
perché
il
babbo
non
me
li
trovasse
,
ché
altrimenti
me
li
avrebbe
sequestrati
.
Naturalmente
la
mia
esclamazione
è
stata
un
lampo
di
luce
per
tutti
.
-
Ah
!
-
ha
gridato
l
'
avvocato
Maralli
imbestialito
-
ma
tu
sei
addirittura
il
mio
flagello
!
Ero
scapolo
e
tentasti
di
accecarmi
,
ora
piglio
moglie
e
tenti
di
incenerirmi
!
...
-
La
mamma
intanto
mi
aveva
preso
per
un
braccio
e
,
per
salvarmi
dal
babbo
,
mi
ha
portato
qui
in
camera
mia
,
tanto
per
mutare
.
Fortuna
che
quando
ci
sono
dei
rinfreschi
in
casa
,
io
ho
la
precauzione
di
farmi
sempre
la
parte
prima
che
incomincino
!
13
dicembre
.
Stamattina
essendo
terminati
i
sei
giorni
di
sospensione
che
mi
aveva
dati
il
Prèside
per
quei
tre
versi
che
mettevano
in
ridicolo
il
professor
Muscolo
,
la
mamma
mi
ha
accompagnato
a
scuola
.
-
Ti
ci
accompagno
io
,
-
ha
detto
-
perché
se
ti
ci
accompagnasse
il
babbo
ha
giurato
che
ti
farebbe
trovar
davanti
all
'
uscio
di
scuola
senza
neppure
toccar
terra
...
-
Come
!
-
ho
detto
-
in
pallone
?
-
Ho
detto
così
,
ma
avevo
capito
benissimo
che
l
'
idea
era
di
accompagnarmi
a
furia
di
pedate
nel
medesimo
posto
...
Appena
arrivato
mi
è
toccato
naturalmente
di
sentire
una
gran
predica
del
Prèside
in
presenza
alla
mamma
che
sospirava
e
ripeteva
le
solite
frasi
che
dicono
i
genitori
in
queste
circostanze
:
-
Lei
ha
proprio
ragione
...
Sì
,
è
cattivo
...
Dovrebbe
esser
grato
,
invece
,
ai
professori
che
son
così
buoni
...
Ma
ora
ha
promesso
di
correggersi
...
Dio
voglia
che
la
lezione
gli
frutti
!
...
Staremo
a
vedere
...
Speriamo
bene
...
Io
ho
tenuto
sempre
la
testa
bassa
e
ho
detto
sempre
di
sì
;
ma
da
ultimo
mi
son
seccato
di
far
quella
figura
da
mammalucco
e
quando
il
Prèside
ha
detto
sgranando
gli
occhi
dietro
le
lenti
e
sbuffando
come
un
mantice
:
-
Vergogna
,
mettere
il
soprannome
ai
professori
che
si
sacrificano
per
voi
!
-
E
io
allora
che
dovrei
dire
?
-
ho
risposto
.
-
Tutti
mi
chiamano
Gian
Burrasca
!
-
Ti
chiamano
così
perché
sei
peggio
della
grandine
!
-
ha
esclamato
mia
madre
.
-
E
poi
tu
sei
un
ragazzo
!
-
ha
aggiunto
il
Prèside
.
La
sinfonia
è
sempre
questa
:
i
ragazzi
devono
portar
rispetto
a
tutti
,
ma
nessuno
è
obbligato
a
portar
rispetto
ai
ragazzi
...
E
questo
si
chiama
ragionare
;
e
con
questo
credono
di
persuaderci
e
di
correggerci
!
...
Basta
.
A
scuola
tutto
è
andato
bene
,
e
tutto
è
andato
bene
anche
a
casa
,
perché
la
mamma
ha
fatto
in
modo
,
anche
al
ritorno
,
di
non
farmi
incontrare
col
babbo
che
,
come
ho
detto
,
vuol
farmi
camminare
senza
toccar
la
terra
coi
piedi
.
Passando
dal
pianerottolo
ho
visto
un
gran
viavai
di
muratori
:
stanno
accomodando
la
gola
del
camino
del
salotto
da
ricevere
.
14
dicembre
.
Niente
di
nuovo
,
né
a
scuola
,
né
in
casa
.
Non
ho
ancora
rivisto
il
babbo
e
ormai
spero
che
quando
lo
rivedrò
gli
sarà
già
passato
ogni
cosa
.
#
Ah
,
stasera
purtroppo
,
giornalino
mio
,
l
'
ho
visto
e
l
'
ho
sentito
!
...
Scrivo
col
lapis
,
stando
disteso
sul
letto
...
perché
mi
sarebbe
impossibile
stare
a
sedere
dopo
avercene
prese
tante
!
Che
umiliazione
!
Che
avvilimento
!
...
Vorrei
scrivere
ancora
raccontando
la
causa
di
questa
nuova
bufera
che
mi
s
'
è
scaricata
sulle
spalle
...
anzi
,
per
essere
più
esatti
,
sotto
le
spalle
:
ma
non
posso
;
soffro
troppo
nel
morale
per
l
'
amore
proprio
che
è
stato
colpito
a
sangue
,
e
anche
nel
materiale
che
è
stato
purtroppo
anch
'
esso
colpito
a
sangue
senza
nessuna
pietà
.
15
dicembre
.
Sono
stato
a
scuola
:
e
rinunzio
a
dire
quel
che
ho
provato
nell
'
andare
,
nello
stare
e
nel
tornare
.
Scrivo
in
piedi
perché
...
mi
stanco
meno
.
Il
motivo
,
dunque
,
delle
busse
avute
ieri
è
da
ricercarsi
nella
manìa
che
ha
la
Caterina
di
occuparsi
sempre
delle
cose
che
non
la
riguardano
invece
di
pensare
alle
sue
faccende
.
E
si
sa
,
ormai
,
che
in
ultimo
,
chi
ci
va
di
mezzo
son
sempre
io
,
anche
se
si
tratta
di
antiche
sciocchezze
che
a
quest
'
ora
dovrebbero
essere
dimenticate
.
lersera
Caterina
cercando
non
so
che
in
un
armadio
,
pescò
un
paio
di
calzoni
miei
da
mezza
stagione
che
non
mi
ero
più
messo
da
quest
'
autunno
;
e
frugando
nelle
tasche
trovò
,
involtato
in
un
fazzoletto
,
un
orologio
d
'
oro
da
donna
ridotto
in
bricioli
.
Invece
di
lasciar
la
roba
dove
l
'
aveva
trovata
come
le
avrebbe
dovuto
suggerire
la
più
elementare
delicatezza
,
che
cosa
fece
la
Caterina
?
Andò
subito
dall
'
Ada
,
la
quale
andò
dalla
mamma
e
tanto
chiacchierarono
tutt
'
e
due
su
questa
faccenda
che
arrivò
il
babbo
e
volle
sapere
anche
lui
di
che
cosa
si
trattava
.
E
allora
vennero
tutti
da
me
per
le
spiegazioni
.
-
Non
è
niente
,
-
dissi
io
-
è
una
cosa
proprio
da
nulla
.
conto
neanche
di
parlarne
...
-
Ma
come
!
Un
orologio
d
'
oro
...
-
Sì
,
ma
è
inservibile
.
-
Sfido
!
È
ridotto
in
mille
bricioli
.
-
Appunto
.
Serviva
per
fare
certi
giochi
tra
noi
ragazzi
...
ma
è
passato
tanto
tempo
!
-
Meno
discorsi
!
-
disse
il
babbo
a
un
tratto
-
e
sentiamo
subito
di
che
si
tratta
.
-
Mi
è
toccato
naturalmente
a
raccontare
tutta
la
storia
del
gioco
di
prestigio
che
feci
tanto
tempo
fa
con
Fofo
e
con
Marinella
facendomi
dare
l
'
orologio
della
signora
Olga
che
pestai
nel
mortaio
e
che
sostituii
poi
con
quello
della
mamma
.
Appena
ebbi
finito
il
mio
racconto
fa
un
diluvio
di
esclamazioni
,
di
rimproveri
,
di
minacce
.
-
Come
!
-
gridava
la
mamma
.
-
Ah
!
Ora
capisco
!
Ora
si
spiega
tutto
!
La
signora
Olga
che
è
tanto
distratta
non
si
è
mai
accorta
della
sostituzione
...
-
Sicuro
!
proprio
così
!
-
urlava
Ada
.
-
E
noi
che
abbiam
creduto
a
un
caso
di
cleptomania
!
E
quel
che
è
peggio
lo
abbiam
fatto
credere
anche
a
suo
marito
!
Che
figura
!
..
-
Ma
tu
,
-
ripigliava
a
gridare
la
mamma
-
tu
,
sciagurato
,
perché
non
dicesti
niente
?
-
E
qui
le
aspettavo
.
-
Io
anzi
lo
volevo
dire
!
-
risposi
.
-
Mi
ricordo
benissimo
che
incominciai
a
dirvi
che
non
era
per
niente
un
caso
di
cleptomania
,
e
allora
saltaste
su
tutte
a
gridare
che
io
in
queste
cose
non
dovevo
metter
bocca
,
che
i
ragazzi
non
devono
impicciarsi
di
quel
che
dicono
i
grandi
,
che
non
posson
capire
l
'
importanza
delle
cose
...
e
via
dicendo
.
Io
stetti
zitto
per
obbedienza
.
-
E
la
nostra
ampolliera
d
'
argento
che
ritrovammo
poi
in
casa
della
signora
Olga
?
-
E
i
miei
fazzoletti
ricamati
?
-
Anche
questa
roba
la
portai
io
in
casa
della
signora
Olga
per
divertirmi
.
-
A
questo
punto
s
'
è
avanzato
verso
di
me
il
babbo
,
spalancando
gli
occhi
ed
esclamando
con
voce
minacciosa
:
-
Ah
tu
ti
diverti
così
?
Ora
ti
farò
vedere
come
mi
diverto
io
!
...
-
Ma
io
ho
incominciato
a
girare
intorno
alla
tavola
,
mentre
dicevo
le
mie
ragioni
:
-
Ma
è
colpa
mia
se
loro
s
'
eran
messe
in
testa
l
'
affare
della
cleptomania
?
-
Brutto
birbante
,
ora
l
'
hai
da
pagar
tutte
!
-
Ma
pensa
,
babbo
,
-
seguitavo
io
a
dire
piagnucolando
-
pensa
che
son
cose
passate
...
I
fuochi
li
misi
nella
gola
del
camino
quando
prese
marito
la
Luisa
...
L
'
affare
dell
'
orologio
è
dell
'
ottobre
...
Capirei
che
tu
mi
avessi
picchiato
allora
...
Ma
ora
no
,
ecco
,
ora
son
cose
passate
,
babbo
,
non
me
ne
ricordo
più
...
-
Qui
il
babbo
riuscì
ad
acciuffarmi
,
e
disse
con
accento
feroce
:
-
Ora
,
invece
,
io
te
ne
farò
ricordare
per
un
pezzo
!
-
E
infatti
...
mi
ha
lasciato
molti
segni
nel
taccuino
!
È
giusta
?
Se
è
giusta
mi
aspetto
un
giorno
o
l
'
altro
d
'
esser
picchiato
per
le
bizze
che
facevo
quando
ero
piccino
di
due
anni
!
...
16
dicembre
.
Oggi
ho
avuto
una
gran
soddisfazione
.
Era
stato
stabilito
che
appena
tornato
da
scuola
dovessi
andare
con
la
mamma
e
l
'
Ada
dalla
signora
Olga
a
confessare
quella
che
chiamano
la
mia
colpa
e
a
chieder
perdono
.
Infatti
siamo
andati
da
lei
,
e
io
,
tutto
confuso
,
ho
incominciato
subito
a
raccontarle
il
fatto
del
gioco
dì
prestigio
,
che
la
signora
Olga
ha
ascoltato
con
molta
curiosità
.
Poi
ha
detto
:
-
Ma
vedete
un
po
'
che
testa
ho
io
!
Ho
tenuto
per
tanto
tempo
un
orologio
che
non
è
mio
senza
neppure
accorgermene
!
-
Ed
è
corsa
a
pigliarlo
per
restituirlo
alla
mamma
che
diceva
:
-
Ma
le
pare
!
Ma
le
pare
!
-
Ecco
!
Questo
si
chiama
ragionare
!
Infatti
se
la
signora
Olga
si
fosse
accorta
subito
dell
'
orologio
,
tutto
si
sarebbe
spiegato
a
suo
tempo
.
È
colpa
mia
dunque
,
se
la
signora
Olga
è
tanto
distratta
?
Ma
il
più
bello
è
stato
quando
la
mamma
e
l
'
Ada
hanno
dovuto
raccontare
la
faccenda
della
cleptomania
.
Via
via
che
procedeva
il
racconto
,
la
signora
Olga
si
interessava
divertendosi
come
se
si
fosse
trattato
di
un
'
altra
persona
invece
che
di
lei
,
e
da
ultimo
dette
in
una
solenne
risata
,
agitandosi
sul
canapè
esclamando
:
-
Ah
bella
!
Ah
bellissima
!
Come
!
Mi
hanno
fatto
prendere
anche
delle
medicine
per
guarire
della
cleptomania
?
Ah
!
Ma
questo
è
un
episodio
graziosissimo
,
degno
di
un
romanzo
!
...
E
tu
,
birichino
,
ti
ci
divertivi
,
eh
?
Chi
sa
quanto
hai
riso
!
...
Sfido
!
mi
ci
sarei
divertita
anche
io
!
...
-
E
mi
ha
acchiappato
per
la
testa
e
mi
ha
coperto
di
baci
.
Come
è
buona
la
signora
Olga
!
Come
si
capisce
subito
che
è
una
donna
piena
di
cuore
e
piena
d
'
ingegno
,
senza
tutte
le
esagerazioni
che
hanno
le
altre
donne
!
La
mamma
e
l
'
Ada
son
rimaste
molto
confuse
perché
si
aspettavano
,
invece
,
chi
sa
che
scena
!
Ma
quando
siamo
venuti
via
non
ho
potuto
far
a
meno
di
dir
loro
:
-
Imparate
dalla
signora
Olga
come
si
devono
trattare
i
ragazzi
!
...
-
E
mi
son
grattato
dove
mi
duole
tanto
a
camminare
.
17
dicembre
.
Oggi
a
scuola
ho
avuto
che
dire
con
Cecchino
Bellucci
per
causa
di
Virginia
.
-
È
vero
-
mi
ha
detto
il
Bellucci
-
che
tua
sorella
ha
sposato
quell
'
arruffapopoli
dell
'
avvocato
Maralli
?
-
È
vero
-
gli
ho
risposto
-
ma
il
Maralli
non
è
quello
che
dici
tu
:
invece
è
un
uomo
d
'
ingegno
,
e
presto
sarà
deputato
.
-
Deputato
?
Bum
!
...
-
E
il
Bellucci
si
è
coperto
la
bocca
,
soffocando
una
risata
.
Io
,
naturalmente
,
ho
incominciato
a
riscaldarmi
.
-
C
'
è
poco
da
ridere
!
-
gli
ho
detto
scotendolo
per
un
braccio
.
-
Ma
non
sai
-
ha
ripreso
lui
-
che
per
fare
il
deputato
ci
vogliono
dimolti
,
ma
dimolti
quattrini
?
Sai
chi
sarà
deputato
?
Mio
zio
Gaspero
:
ma
lui
è
commendatore
e
il
Maralli
no
;
lui
è
stato
sindaco
e
il
Maralli
no
;
lui
è
amico
di
tutte
le
persone
più
altolocate
e
il
Maralli
no
;
lui
ha
l
'
automobile
e
il
Maralli
no
...
-
Che
c
'
entra
l
'
automobile
!
-
gli
ho
detto
.
-
C
'
entra
,
perché
con
l
'
automobile
mio
zio
Gaspero
può
andare
in
tutti
i
paesi
di
campagna
e
anche
in
cima
ai
monti
a
fare
i
discorsi
,
mentre
il
Maralli
,
se
ci
vuole
andare
,
bisogna
che
ci
vada
a
piedi
...
-
Nel
paesi
di
campagna
?
Il
mio
cognato
,
per
una
certa
regola
tua
,
è
il
capo
di
tutti
gli
operai
e
di
tutti
i
contadini
,
e
se
il
tuo
zio
va
in
campagna
anche
con
l
'
automobile
ci
troverà
delle
brave
bastonale
!
-
Bum
!
A
parole
!
-
C
'
è
poco
da
far
bum
...
-
Bum
!
-
Smetti
di
fare
bum
,
t
'
ho
detto
.
-
Bum
!
bum
!
-
Quando
poi
s
'
esce
di
scuola
,
te
lo
dò
io
il
bum
!
-
Lui
s
'
è
chetato
perché
sa
,
come
sanno
tutti
,
che
Giannino
Stoppani
riffe
non
se
ne
lascia
far
da
nessuno
.
Difatti
dopo
scuola
l
'
ho
raggiunto
alla
porta
d
'
uscita
dicendogli
:
-
Ora
facciamo
i
conti
fra
noi
!
-
Ma
lui
ha
affrettato
il
passo
e
,
appena
fuori
,
è
montato
sull
'
automobile
di
suo
zio
che
lo
aspettava
e
s
'
è
messo
a
suonar
la
tromba
tra
l
'
ammirazione
di
tutti
i
nostri
compagni
,
mentre
lo
scioffèr
girava
il
manubrio
e
via
di
gran
corsa
...
Non
importa
.
Gliele
darò
domani
!
23
dicembre
.
È
quasi
una
settimana
che
non
scrivo
in
questo
mio
caro
giornalino
.
Sfido
!
Come
avrei
potuto
farlo
con
la
clavicola
spostata
e
il
braccio
sinistro
ingessato
?
Ma
oggi
finalmente
il
dottore
mi
ha
tolto
l
'
apparecchio
,
e
alla
meglio
posso
descrivere
qui
,
dove
confido
tutti
i
miei
pensieri
e
tutti
i
casi
della
mia
vita
,
la
tremenda
avventura
che
mi
successe
il
18
dicembre
-
data
memorabile
per
me
perché
fu
un
vero
miracolo
che
non
segnasse
l
'
ultimo
giorno
della
mia
vita
.
Quella
mattina
,
dunque
,
appena
Cecchino
Bellucci
venne
a
sedermi
accanto
in
scuola
,
lo
trattai
di
vigliacco
perché
era
scappato
in
automobile
per
paura
della
lezione
che
gli
avevo
promesso
.
Lui
allora
mi
spiegò
che
in
questi
giorni
essendo
i
suoi
genitori
a
Napoli
per
la
malattia
di
suo
nonno
,
che
sarebbe
il
babbo
della
sua
mamma
,
era
stato
accolto
in
casa
del
suo
zio
Gaspero
il
quale
lo
mandava
a
prendere
a
scuola
tutti
i
giorni
con
l
'
automobile
per
lo
scioffèr
,
e
che
perciò
non
poteva
trovarsi
a
solo
a
solo
con
me
,
almeno
per
un
certo
tempo
.
Dietro
queste
spiegazioni
mi
calmai
,
e
ci
mettemmo
a
discorrere
dell
'
automobile
che
è
una
cosa
che
mi
interessa
assai
;
e
il
Bellucci
mi
spiegò
tutto
il
meccanismo
,
dicendomi
che
lui
lo
conosce
benissimo
e
ci
sa
andare
anche
solo
e
ci
è
andato
più
d
'
una
volta
,
perché
basta
saper
girare
il
manubrio
e
stare
attenti
alle
voltate
,
anche
un
ragazzo
lo
sa
manovrare
.
Io
veramente
ci
credevo
poco
,
perché
mi
pareva
impossibile
che
lasciassero
l
'
automobile
nelle
mani
a
un
ragazzetto
come
Cecchino
Bellucci
.
E
siccome
glielo
dissi
,
lui
per
punto
d
'
impegno
mi
propose
una
scommessa
.
-
Senti
,
-
mi
disse
-
lo
scioffèr
oggi
deve
fermarsi
alla
Banca
d
'
Italia
per
sbrigare
una
commissione
che
gli
ha
dato
lo
zio
Gaspero
,
e
io
rimarrò
solo
sull
'
automobile
.
Tu
cerca
il
modo
di
uscir
prima
dalla
scuola
,
e
fatti
trovare
sul
portone
della
Banca
;
mentre
lo
scioffèr
si
tratterrà
dentro
tu
monterai
sull
'
automobile
e
io
ti
farò
fare
un
giretto
intorno
alla
piazza
,
e
così
vedrai
se
son
capace
o
no
.
Va
bene
?
-
Benone
!
-
E
si
scommise
dieci
pennini
nuovi
e
un
lapis
rosso
e
turchino
.
Detto
fatto
,
una
mezz
'
oretta
prima
dell
'
uscita
cominciai
a
dimenarmi
sulla
panca
,
finché
il
professor
Muscolo
mi
disse
:
-
Tutti
fermi
!
Che
cos
'
ha
lo
Stoppani
che
si
divincola
come
un
serpente
?
Tutti
zitti
!
-
Mi
dòle
il
corpo
,
-
risposi
.
-
Non
ne
posso
più
...
-
Allora
vada
a
casa
...
tanto
c
'
è
poco
all
'
uscita
.
-
E
io
,
come
s
'
era
stabilito
con
Cecchino
,
uscii
e
andai
difilato
alla
Banca
d
'
Italia
,
dove
aspettai
fuori
del
portone
.
Poco
dopo
eccoti
l
'
automobile
del
Bellucci
.
Lo
scioffèr
discese
,
e
quando
fu
entrato
nella
Banca
,
a
un
cenno
di
Cecchino
,
montai
su
e
mi
misi
a
sedere
accanto
a
lui
.
-
Ora
vedrai
se
so
mandarla
anche
da
me
,
-
mi
disse
.
-
Tieni
intanto
la
tromba
,
e
suona
...
-
Sì
chinò
dicendo
:
-
Vedi
?
Per
andare
,
basta
girar
questo
...
-
E
girò
il
manubrio
.
L
'
automobile
fece
:
putupum
!
due
o
tre
volte
,
e
via
di
gran
carriera
.
Io
lì
per
lì
mi
divertii
molto
e
mi
misi
a
sonar
la
tromba
a
tutt
'
andare
ed
era
un
ridere
a
veder
tutta
la
gente
sgambettar
di
qua
e
di
là
per
scansarsi
,
guardandoci
spaventata
.
Ma
fu
un
attimo
;
capii
subito
che
Cecchino
non
sapeva
regolar
l
'
automobile
in
nessuna
maniera
,
né
frenarla
,
né
fermarla
.
-
Suona
,
suona
!
-
mi
diceva
,
come
se
il
sonare
la
tromba
potesse
influire
sul
meccanismo
.
Si
usci
dalla
città
come
una
palla
di
schioppo
,
e
via
per
la
campagna
con
una
velocità
vertiginosa
,
tanto
che
non
si
respirava
.
Cecchino
a
un
tratto
lasciò
il
manubrio
e
si
abbandonò
sul
sedile
,
bianco
come
un
cencio
lavato
.
Dio
mio
,
che
momento
!
Solamente
a
ripensarci
,
mi
sento
rizzare
i
capelli
sulla
testa
.
Fortunatamente
la
strada
era
larga
e
diritta
,
e
io
vedevo
come
in
sogno
sfuggirmi
dinanzi
agli
occhi
la
campagna
intorno
.
Di
questa
visione
mi
è
rimasta
un
'
impressione
così
viva
,
che
posso
qui
riprodurla
come
in
una
istantanea
.
Ricordo
benissimo
che
un
contadino
che
badava
ai
buoi
,
vedendoci
passare
come
una
saetta
,
urlò
con
una
voce
formidabile
che
arrivò
a
coprire
il
rumore
dell
'
automobile
:
-
L
'
osso
del
collo
!
...
-
Il
mal
augurio
si
avverò
anche
troppo
presto
,
e
se
non
ci
si
ruppe
proprio
l
'
osso
del
collo
,
andaron
rotte
altre
ossa
non
meno
utili
.
Io
ricordo
appena
che
a
un
certo
punto
vidi
dinanzi
a
me
sorgere
a
un
tratto
dalla
terra
come
un
grande
fantasma
bianco
che
si
riversasse
sull
'
automobile
...
e
poi
più
nulla
.
Dopo
ho
saputo
che
a
una
svoltata
della
strada
eravamo
andati
contro
una
casa
,
che
la
violenza
dell
'
urto
era
stata
tale
,
che
io
e
Cecchino
avevamo
fatto
un
volo
per
aria
di
una
trentina
di
metri
e
che
nella
disgrazia
avevamo
avuto
la
fortuna
di
cascare
dentro
una
macchia
che
ci
servì
come
di
una
molla
,
attutendo
il
colpo
della
caduta
,
in
modo
che
non
fu
-
come
poteva
essere
-
mortale
.
Dice
che
dopo
mezz
'
ora
del
disastro
arrivò
lo
scioffèr
del
Bellucci
con
un
'
altra
automobile
,
che
era
corso
a
prendere
a
nolo
appena
si
era
accorto
della
nostra
fuga
,
e
ci
trasportò
tutti
e
due
all
'
ospedale
dove
a
Cecchino
ingessarono
la
gamba
destra
e
a
me
il
braccio
sinistro
.
Io
non
mi
potevo
muovere
,
e
dovettero
accompagnarmi
a
casa
in
lettiga
.
Certo
è
stato
un
brutto
azzardo
,
e
i
miei
poveri
genitori
e
Ada
hanno
provato
un
gran
dispiacere
;
ma
però
è
stata
anche
una
bella
soddisfazione
per
me
il
raccontare
a
tutti
quelli
che
son
venuti
a
farmi
visita
questa
mia
avventura
:
descrivendo
la
nostra
corsa
vertiginosa
che
faceva
ripetere
a
ciascuno
:
-
È
stata
una
vera
e
propria
corsa
alla
morte
,
come
quella
di
Parigi
!
E
oltre
a
questo
,
ho
la
soddisfazione
di
aver
vinto
a
quello
sballone
di
Cecchino
Bellucci
dieci
pennini
nuovi
e
un
lapis
rosso
e
turchino
che
,
appena
saremo
guariti
,
mi
dovrà
dare
,
se
non
vuole
che
gli
dia
quella
famosa
lezione
che
deve
avere
per
i
suoi
bum
contro
mio
cognato
!
24
dicembre
.
Il
dottore
ha
detto
che
il
braccio
ritornerà
certo
come
prima
,
ma
intanto
io
non
posso
moverlo
.
Luisa
,
alla
quale
il
babbo
aveva
scritto
di
questa
mia
malattia
,
ha
risposto
proponendo
di
mandarmi
da
lei
a
Roma
dove
il
dottor
Collalto
dice
che
c
'
è
un
suo
amico
specialista
che
mi
farebbe
la
cura
elettrica
e
il
massaggio
sicché
potrei
trattenermi
da
loro
durante
le
vacanze
di
Natale
e
poi
ritornare
a
casa
guarito
.
Io
ho
incominciato
a
urlare
dalla
contentezza
,
e
avrei
anche
battuto
le
mani
se
mi
riuscisse
d
'
alzare
il
braccio
.
-
Però
-
ha
detto
il
babbo
-
con
che
coraggio
ti
si
può
mandar
fuori
di
casa
?
-
Io
starei
sempre
in
pensiero
di
qualche
disgrazia
-
ha
aggiunto
la
mamma
.
L
'
Ada
ha
messo
la
nota
finale
:
-
Bisogna
proprio
dire
che
il
Collalto
sia
un
buon
uomo
a
invitarti
a
casa
sua
dopo
il
bel
regalo
di
nozze
che
gli
facesti
...
-
Io
son
rimasto
così
avvilito
da
questo
plebiscito
,
che
la
mamma
s
'
è
mossa
a
compassione
e
ci
ha
messo
subito
una
buona
parola
:
-
Se
almeno
,
dopo
tanti
guai
,
promettesse
proprio
sul
serio
d
'
esser
buono
d
'
esser
gentile
col
dottor
Collalto
...
-
Sì
lo
prometto
!
-
ho
gridato
con
quello
slancio
e
quell
'
entusiasmo
che
metto
sempre
nelle
mie
promesse
.
E
così
,
dopo
un
po
'
dì
discussione
,
è
stato
stabilito
che
per
Santo
Stefano
il
babbo
mi
accompagnerà
a
Roma
.
Io
sono
felice
e
benedico
il
momento
in
cui
mi
son
rovinato
il
braccio
.
Andare
a
Roma
è
un
mio
antico
sogno
,
e
non
mi
par
vero
di
vedere
il
Re
,
il
Papa
,
gli
Svizzeri
e
tutti
i
monumenti
antichi
che
ci
sono
.
Quello
poi
che
mi
solletica
più
di
tutto
è
l
'
idea
di
far
la
cura
elettrica
,
solamente
a
pensarci
mi
par
di
sentirmi
dentro
il
corpo
una
batteria
di
pile
e
non
posso
star
fermo
.
Viva
Roma
capitale
!
#
In
questo
momento
ho
saputo
che
Cecchino
Bellucci
sta
male
.
Pare
che
sia
proprio
un
affare
serio
,
e
che
sia
difficile
che
la
gamba
gli
ritorni
come
prima
.
Povero
Cecchino
!
Ecco
a
che
cosa
si
può
andare
incontro
quando
ci
si
vanta
di
saper
fare
una
cosa
,
mentre
invece
non
se
ne
sa
niente
!
Però
mi
dispiace
molto
di
questa
cosa
perché
il
Bellucci
con
tutti
i
suoi
difetti
è
un
buon
ragazzo
.
25
dicembre
.
Io
preferisco
a
tutti
gli
altri
mesi
dell
'
anno
quello
di
dicembre
,
perché
c
'
è
il
Natale
e
Caterina
fa
sempre
due
bei
budini
,
uno
di
riso
e
uno
di
semolino
perché
alla
mamma
piace
quello
di
semolino
e
quello
di
riso
non
lo
può
soffrire
,
e
il
babbo
va
matto
per
quello
di
riso
mentre
quello
di
semolino
l
'
ha
a
noia
come
il
fumo
agli
occhi
;
io
,
invece
,
li
preferisco
tutti
e
due
,
e
siccome
anche
il
dottore
dice
che
tra
i
dolci
i
budini
sono
i
più
igienici
,
così
ne
mangio
quanto
mi
pare
e
nessuno
mi
dice
nulla
.
26
dicembre
.
Parto
per
Roma
fra
due
ore
.
C
'
è
una
grande
novità
;
il
babbo
non
viene
ad
accompagnarmi
,
ma
mi
affida
invece
al
signor
Clodoveo
Tyrynnanzy
,
suo
intimo
amico
che
viene
appunto
nella
capitale
per
affari
,
e
che
mi
consegnerà
al
dottor
Collalto
,
-
nelle
sue
proprie
mani
medesime
-
come
ha
detto
lui
.
Che
tipo
buffo
è
il
signor
Clodoveo
!
Prima
di
tutto
vuol
far
sempre
il
forestiero
,
e
s
'
è
cambiato
gli
i
del
suo
cognome
,
che
sarebbe
Tirinnanzi
,
in
tanti
ipsilonni
facendone
un
Tyrynnanzy
,
perché
dice
che
nel
suo
commercio
,
rappresentando
le
principali
fabbriche
d
'
inchiostri
dell
'
Inghilterra
,
gli
giova
presentarsi
ai
clienti
con
tre
ipsilonni
...
E
poi
è
un
tombolotto
grosso
e
grasso
con
un
faccione
largo
contornato
da
due
cespugli
rossi
di
fedine
e
con
un
nasino
più
rosso
che
mai
e
tondo
tondo
nel
mezzo
,
che
pare
proprio
un
di
que
'
pomodorini
piccoli
ma
tutto
sugo
.
-
Bada
!
-
gli
ha
detto
il
babbo
-
ti
prendi
una
bella
responsabilità
,
perché
Giannino
è
un
ragazzaccio
capace
di
tutto
...
-
Eh
!
-
ha
risposto
il
signor
Clodoveo
-
ma
non
sarà
capace
di
scuotere
la
mia
flemma
inglese
garantita
come
i
miei
inchiostri
...
Se
non
è
buono
gli
tingo
la
faccia
e
lo
mando
in
una
colonia
indiana
!
...
-
Marameo
!
-
ho
detto
fra
me
,
e
son
salito
a
prepararmi
la
valigia
con
Caterina
,
perché
da
me
solo
,
col
braccio
malato
,
non
posso
.
Ho
messo
tutto
quel
che
mi
può
occorrere
a
Roma
:
le
tinte
,
la
palla
di
gomma
coi
tamburelli
,
la
pistola
col
bersaglio
,
e
ora
metterò
anche
te
,
mio
caro
giornalino
,
che
mi
accompagni
in
tutte
le
vicende
della
mia
vita
...
A
rivederci
dunque
a
Roma
!
27
dicembre
.
Giornalino
mio
,
ti
riprendo
subito
,
appena
arrivato
a
Roma
,
perché
ho
,
da
narrare
nelle
tue
pagine
tutte
le
mie
avventure
di
viaggio
che
non
sono
piccole
né
poche
.
Ieri
,
poco
dopo
che
si
fu
partiti
,
il
signor
Clodoveo
si
mise
a
porre
in
ordine
la
sua
roba
esclamando
:
-
Meno
male
!
Siamo
noi
due
soli
...
e
speriamo
che
si
rimanga
così
fino
a
Roma
.
Vedi
,
ragazzo
mio
?
Questa
è
la
mia
cassetta
coi
miei
campionari
...
Guarda
qui
quante
boccette
e
boccettine
,
e
che
varietà
d
'
inchiostri
!
...
Ne
avresti
da
scrivere
per
tutta
la
vita
!
...
Questo
è
inchiostro
per
penne
stilografiche
...
Questo
qui
è
inchiostro
per
i
ministeri
dei
quali
ho
la
fornitura
...
e
su
questi
ci
guadagniamo
bene
,
sai
?
Vedi
?
E
bisogna
che
io
sappia
fino
a
un
puntino
i
prezzi
di
tutti
,
e
la
qualità
chimica
...
Ci
vuol
la
testa
a
posto
,
sai
,
per
il
commercio
!
-
Io
da
principio
mi
son
divertito
molto
a
veder
tutte
quelle
boccette
ma
poi
il
signor
Clodoveo
ha
avuto
un
'
ispirazione
infernale
e
mi
ha
detto
:
-
Ora
sta
'
attento
a
tutte
le
principali
stazioni
dove
si
ferma
il
treno
,
e
guarda
dal
finestrino
;
io
ti
spiegherò
l
'
importanza
dì
tutte
le
città
e
te
le
farò
conoscere
meglio
che
la
geografia
,
perché
io
ho
la
pratica
commerciale
e
questa
fa
più
dì
tutti
i
libri
...
-
E
infatti
via
via
che
si
arrivava
a
una
stazione
il
signor
Clodoveo
si
affannava
a
far
la
sua
brava
lezione
peggio
del
professor
Muscolo
,
finché
a
forza
di
sentire
spiegazioni
mi
sono
addormentato
profondamente
.
Quando
mi
sono
destato
ho
visto
nel
divano
difaccia
il
signor
Clodoveo
che
dormiva
,
russando
come
un
contrabbasso
.
Mi
sono
affacciato
al
finestrino
e
mi
son
messo
a
guardar
la
campagna
;
ma
poi
mi
son
seccato
e
non
sapevo
che
cosa
fare
...
Ho
aperto
la
valigia
,
ho
riguardato
tutti
i
miei
balocchi
...
Ma
ormai
li
conoscevo
da
un
pezzo
,
e
non
bastavano
a
farmi
passar
la
noia
da
dosso
...
Allora
ho
tirato
giù
la
cassetta
dei
campionari
del
signor
Clodoveo
e
mi
son
divertito
a
riguardar
tutte
quelle
boccette
coi
cartellini
di
tutti
i
colori
.
In
quel
momento
il
treno
si
era
fermato
,
e
dal
finestrino
ho
visto
che
un
altro
treno
era
fermo
di
faccia
a
noi
,
per
lo
scambio
,
a
pochissima
distanza
,
tanto
che
,
spenzolandomi
fuori
,
forse
avrei
potuto
toccare
la
faccia
dei
viaggiatori
che
vi
stavano
affacciati
...
È
stato
allora
che
m
'
è
venuta
un
'
idea
terribile
.
-
Se
avessi
uno
schizzetto
!
-
ho
pensato
.
Mentre
pensavo
a
questo
,
lo
sguardo
si
è
fermato
sulla
palla
di
gomma
che
era
nella
mia
valigia
rimasta
aperta
,
e
allora
ho
detto
fra
me
:
-
E
perché
non
potrei
fabbricarmelo
?
-
E
cavato
di
tasca
il
temperino
ho
fatto
un
buco
nella
palla
;
poi
ho
preso
tre
bottigliette
d
'
inchiostro
dalla
cassetta
del
signor
Clodoveo
,
e
sono
andato
nella
ritirata
,
dove
,
stappate
le
boccette
,
ho
versato
il
contenuto
nella
catinella
allungandolo
con
l
'
acqua
.
Fatto
questo
ho
sgonfiato
la
palla
,
e
immersala
nella
catinella
l
'
ho
riempita
...
Quando
son
tornato
nello
scompartimento
il
treno
di
faccia
si
moveva
e
i
viaggiatori
eran
tutti
affacciati
...
Non
ho
fatto
altro
che
sporgere
un
po
'
le
braccia
fuori
del
mio
finestrino
e
stringere
gradatamente
la
palla
tra
le
mani
,
col
foro
rivolto
in
avanti
...
Ah
,
che
emozione
!
Che
effetto
!
Che
divertimento
!
...
Campassi
mill
'
anni
non
riderò
mai
quanto
ho
riso
in
quel
momento
nel
vedere
tutti
quei
visi
affacciati
,
che
da
principio
avevano
una
grande
espressione
di
stupore
e
poi
subito
di
rabbia
,
spenzolarsi
fuori
in
mezzo
alle
braccia
che
mi
tendevano
i
pugni
chiusi
,
mentre
il
treno
si
allontanava
...
Mi
ricordo
perfettamente
di
uno
che
ebbe
uno
schizzo
d
'
inchiostro
in
un
occhio
,
e
che
pareva
diventato
pazzo
e
ruggiva
come
una
tigre
...
Se
lo
incontrassi
lo
riconoscerei
...
ma
forse
è
meglio
che
non
lo
incontri
più
!
Il
signor
Clodoveo
intanto
seguitava
a
dormire
come
un
ghiro
,
sicché
io
ebbi
il
tempo
di
rimettere
a
posto
la
sua
cassetta
dei
campionari
in
modo
che
non
potesse
accorgersi
di
niente
.
E
tutto
sarebbe
andato
a
finir
bene
ed
egli
non
avrebbe
avuto
di
che
lamentarsi
di
me
,
se
più
tardi
non
mi
fosse
venuta
un
'
altra
idea
peggiore
della
prima
,
perché
questa
ha
avuto
delle
serie
conseguenze
.
Ricominciavo
a
seccarmi
di
veder
sempre
il
signor
Tyrynnanzy
sdraiato
sul
divano
e
di
sentirlo
stronfiare
,
quando
disgraziatamente
mi
dètte
nell
'
occhio
il
manubrio
del
segnale
d
'
allarme
che
pendeva
da
una
cassettina
sospesa
nel
soffitto
dello
scompartimento
.
Bisogna
sapere
che
qualche
altra
volta
mi
aveva
dato
nell
'
occhio
quel
gingillo
,
e
che
sempre
avevo
provato
una
grande
tentazione
di
vedere
che
cosa
succede
in
un
treno
quando
si
dà
l
'
allarme
.
Questa
volta
non
seppi
resistere
:
montai
sul
divano
,
infilai
la
mano
nel
manubrio
,
e
tirai
giù
con
quanta
forza
avevo
.
Il
treno
si
fermò
quasi
istantaneamente
.
Allora
aiutandomi
alla
meglio
col
braccio
malato
mi
riuscì
d
'
arrampicarmi
sulla
rete
dove
si
metton
le
valige
e
mi
ci
accovacciai
,
stando
a
vedere
che
cosa
sarebbe
accaduto
.
Immediatamente
si
aprirono
tutti
e
due
gli
sportelli
dello
scompartimento
e
cinque
o
sei
impiegati
vi
entrarono
dentro
,
fermandosi
dinanzi
al
signor
Clodoveo
che
seguitava
a
dormire
;
e
uno
scotendolo
disse
:
-
Ah
!
forse
gli
è
venuto
un
accidente
!
-
Il
signor
Tyrynnanzy
si
svegliò
di
soprassalto
,
esclamando
:
-
Che
vi
pigli
!
...
-
E
allora
vennero
le
spiegazioni
:
-
Lei
ha
dato
il
segnale
d
'
allarme
!
-
Io
?
Niente
affatto
!
...
-
Eppure
è
stato
dato
da
questo
scompartimento
!
-
Ah
!
È
Giannino
!
...
Il
ragazzo
!
...
Dov
'
è
il
ragazzo
!
...
-
esclamò
a
un
tratto
come
fuori
di
sé
il
signor
Clodoveo
.
Ah
!
Forse
qualche
disgrazia
!
Dio
mio
!
Il
figlio
di
un
mio
amico
che
mi
era
stato
affidato
!
...
-
Mi
cercarono
nella
ritirata
;
guardarono
sotto
i
divani
;
finalmente
un
impiegato
mi
scoprì
accucciato
tra
due
valige
sulla
rete
,
ed
esclamò
:
-
Eccolo
lassù
!
...
-
Disgraziato
!
...
-
gridò
il
signor
Clodoveo
.
-
Tu
hai
dato
il
segnale
d
'
allarme
?
...
Che
hai
fatto
?
...
-
Ohi
!
...
-
risposi
con
voce
piagnucolosa
,
perché
ora
capivo
tutto
il
male
fatto
-
mi
doleva
tanto
il
braccio
malato
...
-
Ah
!
E
per
questo
ti
sei
arrampicato
costassù
?
-
Intanto
due
impiegati
mi
avevano
preso
di
peso
e
mi
avevano
tirato
giù
,
mentre
gli
altri
eran
corsi
via
a
far
ripartire
il
treno
.
-
Lei
sa
che
c
'
è
la
multa
!
-
dissero
gl
'
impiegati
rimasti
.
-
Lo
so
:
ma
la
pagherà
il
padre
di
questo
signorino
!
-
rispose
il
signor
Clodoveo
,
guardandomi
come
se
mi
avesse
voluto
incenerire
.
-
Intanto
,
però
,
bisogna
che
paghi
lei
...
-
Ma
se
io
dormivo
!
-
Appunto
:
dal
momento
che
le
era
stato
affidato
il
ragazzo
doveva
vigilarlo
...
-
Sicuro
!
-
esclamai
io
tutto
contento
,
guardando
l
'
impiegato
che
dava
prova
di
tanto
senso
comune
.
-
La
colpa
è
del
signor
Clodoveo
...
Ha
dormito
per
tutto
il
viaggio
!
...
-
Il
signor
Tyrynnanzy
fece
l
'
atto
come
di
strozzarmi
,
ma
non
disse
niente
.
È
stato
fatto
il
verbale
di
contravvenzione
,
e
il
signor
Clodoveo
ha
dovuto
pagar
la
multa
.
Rimasti
soli
,
ha
durato
un
pezzo
a
dirmi
delle
impertinenze
;
e
il
peggio
è
stato
quando
,
essendosi
egli
ritirato
nella
ritirata
,
è
riuscito
fuori
e
,
dopo
aver
dato
un
'
occhiata
nella
sua
cassetta
dei
campionari
,
s
'
è
accorto
delle
boccette
che
mancavano
.
-
Che
hai
fatto
dei
miei
campioni
d
'
inchiostro
,
assassino
!
...
-
ha
gridato
.
-
Ho
scritto
una
lettera
ai
miei
propri
genitori
!
-
ho
risposto
tremando
.
-
Come
una
lettera
!
...
Qui
mancano
tre
bottigliette
!
...
-
Ne
avrò
scritte
tre
...
ora
non
mi
ricordo
!
...
-
Ma
tu
sei
peggio
di
Tiburzi
!
...
Come
fa
la
tua
povera
famiglia
a
sopportare
una
canaglia
come
te
?
...
-
E
così
ha
seguitato
a
dirmi
parolacce
finché
non
siamo
arrivati
a
Roma
.
Bel
modo
,
questo
,
di
accompagnare
un
ragazzo
affidato
da
un
amico
!
...
Ma
io
ho
avuto
prudenza
e
non
gli
ho
risposto
mai
niente
,
meno
che
quando
mi
ha
consegnato
al
mio
cognato
Collalto
,
al
quale
ha
detto
:
-
Tenga
:
glielo
consegno
intatto
...
ma
in
parola
d
'
onore
darei
dieci
anni
di
vita
piuttosto
che
essere
nei
piedi
di
lei
che
è
costretto
,
povero
signore
,
a
tenerlo
per
diversi
giorni
!
...
Dio
gliela
mandi
buona
!
...
Hanno
ragione
a
chiamarlo
Gian
Burrasca
!
-
Allora
non
ne
ho
potuto
più
,
e
gli
ho
risposto
:
-
Con
codesti
piedoni
che
ha
lei
,
invece
,
dovrebbe
ringraziare
Iddio
se
potesse
essere
nei
piedi
di
chiunque
altro
!
E
in
quanto
a
Gian
Burrasca
è
meglio
farsi
chiamar
così
che
farsi
chiamare
con
tre
ipsilonni
come
fa
lei
che
è
proprio
una
ridicolaggine
!
-
Il
dottor
Collalto
mi
ha
fatto
cenno
di
stare
zitto
;
e
mentre
mia
sorella
mi
faceva
passare
in
un
'
altra
stanza
,
ho
sentito
che
egli
diceva
sospirando
:
-
Si
comincia
bene
!
-
28
dicembre
.
Il
mio
braccio
è
molto
peggiorato
a
causa
dello
sforzo
fatto
ieri
per
salire
nella
rete
del
compartimento
.
Il
Collalto
mi
ha
portato
stamani
da
quel
suo
amico
che
fa
le
cure
elettriche
,
e
che
si
chiama
il
professor
Perussi
il
quale
,
dopo
avermi
visitato
,
mi
ha
detto
:
-
Ci
vorrà
una
diecina
di
giorni
e
anche
più
...
-
Meglio
!
-
ho
detto
io
.
-
O
che
hai
piacer
a
star
male
?
-
ha
esclamato
il
professore
sorpreso
.
-
No
,
ma
mi
piace
tanto
di
stare
a
Roma
,
e
poi
a
far
la
cura
elettrica
con
tutte
quelle
macchine
deve
essere
molto
divertente
...
-
Il
professor
Perussi
ha
incominciato
subito
a
farmi
il
massaggio
elettrico
applicandomi
la
corrente
con
una
macchina
motto
complicata
che
mi
faceva
come
un
gran
formicolìo
in
tutto
il
braccio
,
mentre
io
ridevo
a
più
non
posso
.
-
Questa
-
ho
detto
-
è
la
macchina
per
fare
il
solletico
...
Ci
vorrebbe
per
il
signor
Tyrynnanzy
che
,
dopo
l
'
affare
del
segnale
d
'
allarme
,
è
diventato
così
serio
!
-
Vergognati
!
-
ha
detto
il
Collalto
;
ma
l
'
ha
detto
ridendo
.
#
Mia
sorella
Luisa
mi
ha
fatto
grandi
raccomandazioni
di
star
buono
e
quieto
in
questi
giorni
che
rimarrò
presso
di
lei
,
perché
prima
di
tutto
la
sora
Matilde
che
è
sua
cognata
,
ossia
la
sorella
di
Collalto
,
è
una
ragazza
invecchiata
ed
è
molto
ordinata
nelle
sue
cose
e
anche
un
po
'
meticolosa
,
e
poi
perché
il
dottor
Collalto
è
specialista
per
le
malattie
del
naso
,
della
gola
e
degli
orecchi
,
come
è
scritto
nel
cartellino
sull
'
uscio
di
casa
,
e
dà
le
consultazioni
tutti
i
giorni
,
motivo
per
cui
non
bisogna
far
rumore
a
causa
dei
clienti
che
vengono
a
farsi
visitare
.
-
Del
resto
-
ha
detto
-
tu
anderai
molto
fuori
,
a
veder
Roma
,
e
ti
accompagnerà
il
cavalier
Metello
che
la
conosce
sasso
per
sasso
.
-
29
dicembre
.
Ieri
sono
stato
a
girare
col
cavalier
Metello
che
è
un
signore
amico
dì
Collalto
,
molto
istruito
e
che
sa
la
storia
d
'
ogni
monumento
dall
'
a
alla
zeta
.
Mi
ha
portato
a
vedere
il
Colosseo
che
anticamente
era
un
anfiteatro
dove
facevano
i
combattimenti
degli
schiavi
con
le
bestie
feroci
,
e
le
matrone
si
divertivano
a
veder
mangiare
i
cristiani
vivi
.
Com
'
è
bella
Roma
per
uno
che
abbia
passione
per
la
storia
!
E
che
grande
varietà
di
paste
al
caffè
Aragno
,
dove
sono
stato
iersera
con
mia
sorella
!
Stamani
andiamo
con
lei
a
fare
una
passeggiata
a
Ponte
Molle
.
#
Torno
ora
da
Ponte
Molle
,
dove
sono
stato
in
tranvai
con
Luisa
.
Le
ho
domandato
perché
si
chiama
Ponte
Molle
,
ma
lei
non
lo
sapeva
,
e
allora
ci
siamo
rivolti
a
un
uomo
di
lì
il
quale
ha
detto
:
-
Si
chiama
Ponte
Molle
perché
è
sul
Tevere
che
è
sempre
molle
,
ossia
bagnato
a
questo
modo
,
e
non
è
come
tanti
altri
fiumi
che
appena
vien
l
'
estate
si
asciugano
subito
.
-
Quando
ho
detto
questa
cosa
al
cavalier
Metello
,
che
è
venuto
poco
fa
per
fissar
la
passeggiata
di
domani
,
si
è
messo
a
ridere
a
crepapelle
,
e
poi
,
ritornato
serio
,
ha
detto
:
-
Questo
ponte
si
chiamava
anticamente
Molvius
e
anche
Mulvius
e
v
'
è
pure
chi
lo
chiamava
Milvius
,
ma
il
nome
che
ha
ora
è
forse
una
corruzione
dell
'
antica
denominazione
Molvius
,
nome
che
deriva
probabilmente
dal
colle
che
gli
sovrasta
di
faccia
,
sebbene
molti
si
ostinino
nella
denominazione
Milvius
,
facendola
derivare
da
Aemilius
ossia
da
Emilio
Scauro
che
si
crede
sia
stato
il
costruttore
del
ponte
,
mentre
d
'
altra
parte
è
provato
che
lo
stesso
ponte
esisteva
un
secolo
prima
che
nascesse
Emilio
Scauro
,
tanto
è
vero
che
Tito
Livio
dichiara
che
quando
il
popolo
di
Roma
andò
incontro
ai
messi
che
portavano
la
notizia
della
vittoria
contro
Asdrubale
,
traversarono
proprio
quel
ponte
...
-
Il
cavalier
Metello
è
molto
istruito
,
e
certo
pochi
posson
vantarsi
di
sapere
la
storia
romana
come
la
sa
lui
;
ma
in
quanto
a
me
,
dico
la
verità
,
mi
persuadeva
più
la
spiegazione
che
mi
ha
dato
stamani
quell
'
uomo
che
tutti
i
Milvius
,
i
Molvius
e
i
Mulvius
del
cavalier
Metello
.
30
dicembre
.
Oggi
,
mentre
eravamo
a
colazione
,
Pietro
il
cameriere
è
venuto
a
dire
a
Collalto
:
-
Professore
,
c
'
è
la
marchesa
Sterzi
,
che
desidera
parlar
con
lei
per
quella
cura
che
le
disse
ieri
l
'
altro
...
-
Il
Collalto
che
aveva
molto
appetito
ha
incominciato
a
sbuffare
dicendo
:
-
Proprio
in
questo
momento
!
...
Dille
che
aspetti
...
E
intanto
tu
va
'
dal
farmacista
,
e
fatti
spedir
questa
ricetta
subito
!
...
-
E
mentre
il
cameriere
se
n
'
andava
ha
aggiunto
:
-
Questa
vecchia
civetta
che
parla
col
naso
come
un
òboe
,
si
è
messa
in
testa
che
io
possa
farla
guarire
...
Però
è
buona
cliente
,
e
va
trattata
bene
...
-
Dopo
questo
discorso
mi
è
venuto
naturalmente
una
voglia
pazza
di
vedere
questa
signora
,
e
poco
dopo
,
con
una
scusa
,
mi
sono
alzato
da
tavola
e
sono
andato
nella
sala
d
'
aspetto
dove
infatti
ho
trovato
una
signora
buffa
con
una
bella
mantella
di
pelliccia
,
e
che
appena
mi
ha
visto
mi
ha
detto
:
-
Ah
,
bel
ragazzino
...
che
fai
?
-
Io
lì
per
lì
non
ho
saputo
resistere
alla
tentazione
di
rifarle
il
verso
,
e
ho
risposto
discorrendo
col
naso
:
-
Io
sto
bene
,
e
lei
?
-
Nel
sentirmi
discorrer
col
naso
si
è
turbata
,
poi
mi
ha
guardato
,
e
vedendo
che
stavo
serio
,
mi
ha
detto
:
-
Ah
!
forse
anche
tu
hai
la
mia
malattia
?
-
E
io
,
parlando
col
naso
più
che
mai
:
-
Sissignora
!
-
-
Forse
-
ha
seguitato
la
marchesa
-
fai
anche
tu
la
cura
del
professor
Collalto
?
-
E
io
daccapo
:
-
Sissignora
!
...
-
Allora
mi
ha
abbracciato
e
baciato
,
e
poi
ha
detto
:
-
Il
professor
Collalto
è
molto
bravo
,
è
uno
specialista
e
,
vedrai
,
ci
guarirà
tutti
e
due
...
-
E
io
,
sempre
discorrendo
col
naso
:
-
Sissignora
,
sissignora
!
...
-
In
quel
momento
è
entrato
il
Collalto
che
sentendomi
discorrere
a
quel
modo
è
diventato
pallido
come
questa
carta
,
e
voleva
certo
dirmi
qualcosa
,
ma
la
signora
non
glie
ne
ha
dato
il
tempo
perché
ha
detto
subito
:
-
Ecco
qui
un
mio
compagno
di
sventura
,
è
vero
,
professore
?
Anche
lui
,
mi
ha
detto
,
è
ammalato
come
me
,
e
viene
da
lei
a
chiederle
la
guarigione
...
-
Il
Collalto
mi
ha
dato
un
'
occhiata
che
pareva
volesse
fulminarmi
,
ma
per
non
pregiudicare
la
situazione
ha
detto
in
fretta
:
-
Eh
,
già
,
già
...
vedremo
,
sicuro
!
Intanto
ecco
,
signora
marchesa
,
prenda
questa
boccetta
e
faccia
delle
inalazioni
mattina
e
sera
,
versando
poche
gocce
del
contenuto
in
una
catinella
d
'
acqua
bollente
...
-
Io
sono
uscito
dalla
sala
e
son
corso
da
mia
sorella
,
dove
poco
dopo
mi
ha
raggiunto
il
Collalto
che
mi
ha
detto
con
la
voce
che
gli
tremava
dalla
rabbia
:
-
Bada
bene
,
Giannino
:
se
tu
ardisci
un
'
altra
volta
di
entrare
nella
sala
d
'
aspetto
e
di
parlare
con
i
clienti
,
io
ti
strozzo
,
hai
capito
?
Ti
strozzo
,
in
parola
d
'
onore
...
Ricòrdatelo
!
-
Come
sono
interessati
gli
uomini
,
e
specialmente
i
dottori
specialisti
in
malattie
del
naso
e
della
gola
!
Per
paura
di
perder
la
clientela
strozzerebbero
anche
le
persone
di
famiglia
e
perfino
i
poveri
ragazzi
innocenti
.
31
dicembre
.
Com
'
è
uggioso
quel
cavalier
Metello
!
Anche
oggi
mi
ha
portato
a
veder
Roma
e
questo
mi
fa
piacere
,
ma
lui
ci
mette
tante
spiegazioni
,
che
è
una
cosa
insopportabile
.
Per
esempio
dinanzi
all
'
arco
di
Settimio
Severo
s
'
è
messo
a
dire
:
-
Questo
splendido
arco
trionfale
eretto
dal
Senato
l
'
anno
205
dell
'
Era
cristiana
in
onore
di
Settimio
Severo
e
,
dei
suoi
figli
Caracalla
e
Geta
,
ha
sulle
due
facce
una
iscrizione
nella
quale
è
dette
come
in
seguito
alle
vittorie
riportate
sui
Parti
,
sugli
Arabi
,
sugli
Adiabeni
...
-
Ah
!
Alla
fine
del
discorso
quest
'
arco
di
Settimio
Severo
mi
pareva
d
'
averlo
tutto
sullo
stomaco
,
e
la
mia
bocca
era
diventata
fin
arco
trionfale
più
grande
di
tutti
gli
archi
trionfali
di
Roma
messi
insieme
...
#
La
sora
Matilde
,
cioè
la
sorella
di
Collalto
,
è
molto
brutta
e
molto
uggiosa
,
e
non
fa
che
sospirare
e
discorrere
col
gatto
e
col
canarino
;
però
con
me
va
molto
d
'
accordo
,
e
anche
oggi
mi
ha
detto
che
in
fondo
sono
un
buon
figliolo
.
Mi
domanda
sempre
come
era
Luisa
da
ragazza
e
che
cosa
faceva
e
diceva
,
e
io
le
ho
raccontato
la
storia
delle
fotografie
che
trovai
in
camera
sua
prima
che
pigliasse
marito
e
della
burletta
che
feci
distribuendole
ai
rispettivi
originali
,
e
poi
le
ho
detto
anche
di
quando
le
trovai
nel
cassetto
della
toeletta
un
vasetto
di
pomata
rossa
con
la
quale
mi
tinsi
le
gote
e
lei
s
'
arrabbiò
tanto
e
mi
dette
perfino
uno
schiaffo
,
perché
c
'
era
presente
la
sua
amica
Bice
Rossi
che
era
una
ragazza
pettegola
e
non
le
sarebbe
parso
il
vero
d
'
andare
a
dire
che
mia
sorella
si
tingeva
...
Bisognava
vedere
come
si
divertiva
la
sora
Matilde
a
sentirmi
descrivere
queste
cose
,
e
basti
dire
che
da
ultimo
mi
ha
regalato
cinque
gianduiotti
e
due
caramelle
di
limone
,
e
bisogna
proprio
dire
che
mi
vuol
bene
,
perché
,
a
quel
che
dice
la
Luisa
,
è
più
golosa
lei
di
dolci
che
dieci
ragazzi
,
e
se
li
mangia
tutti
per
sé
.
Se
li
tiene
tutti
chiusi
nell
'
armadio
e
ce
n
'
ha
di
tutte
le
qualità
,
ma
se
mi
riesce
un
di
questi
giorni
di
metterci
le
mani
,
può
dire
addio
alle
sue
provviste
!
...
Ora
,
caro
giornalino
,
ti
lascio
perché
domani
è
il
primo
dell
'
anno
e
devo
scrivere
una
lettera
ai
miei
genitori
per
chieder
perdono
delle
mie
mancanze
di
quest
'
anno
,
e
promettere
per
l
'
anno
novo
d
'
esser
bono
,
studioso
e
ubbidiente
.
2
gennaio
.
Eccoci
nell
'
anno
novo
!
Che
pranzo
,
ieri
!
Quanti
dolci
e
liquori
e
rosolii
e
pasticcini
di
tutti
i
colori
e
di
tutti
i
sapori
!
Che
bella
cosa
è
il
capodanno
e
che
peccato
che
venga
così
di
rado
!
Se
comandassi
io
,
vorrei
fare
una
legge
perché
il
primo
dell
'
anno
capitasse
almeno
un
paio
di
volte
al
mese
,
e
ci
starebbe
anche
la
sora
Matilde
,
la
quale
ieri
mangiò
tanti
biscottini
,
che
stamani
ha
dovuto
pigliare
l
'
acqua
di
Janos
.
3
gennaio
.
Ieri
ne
ho
fatta
una
grossa
,
ma
però
ci
sono
stato
spinto
;
e
se
si
andasse
in
tribunale
,
credo
che
i
giudici
mi
darebbero
le
circostanze
attenuanti
,
perché
era
un
pezzo
che
il
signor
marchese
mi
provocava
senza
nessuna
ragione
.
Questo
signor
marchese
è
un
vecchio
ganimede
tutto
ritinto
che
viene
dal
professor
Perussi
,
dove
anche
lui
fa
una
cura
elettrica
ma
tutta
diversa
dalla
mia
perché
lui
fa
i
bagni
di
luce
,
mentre
io
fo
il
massaggio
...
o
per
dir
meglio
lo
facevo
perché
dopo
questo
fatto
non
lo
fo
più
.
Pare
che
a
questo
tale
il
professor
Perussi
avesse
raccontato
il
fatto
dell
'
automobile
che
fu
causa
che
io
mi
ruppi
il
braccio
,
perché
ogni
volta
che
ci
incontravamo
su
nel
gabinetto
di
consultazione
mi
diceva
:
-
Ehi
,
giovanotto
!
Quando
andiamo
a
fare
una
corsa
in
automobile
!
-
E
questo
me
lo
diceva
con
un
risolino
così
maligno
,
che
non
so
come
abbia
fatto
a
non
rispondergli
male
.
Io
domando
chi
gli
dava
il
diritto
,
a
questo
corvo
spelacchiato
che
non
so
nemmeno
come
si
chiama
,
di
mettere
in
ridicolo
la
mia
disgrazia
,
e
se
io
non
avevo
tutte
le
ragioni
d
'
averlo
preso
in
uggia
e
di
accarezzare
l
'
idea
di
fargli
qualche
tiro
che
gli
servisse
di
lezione
...
E
il
tiro
gliel
'
ho
fatto
ieri
ed
è
riuscito
anche
peggio
di
come
l
'
avevo
architettato
io
.
Bisogna
sapere
prima
di
tutto
che
il
bagno
di
luce
che
fa
il
signor
marchese
consiste
in
una
specie
di
cassa
piuttosto
grande
,
dentro
la
quale
il
malato
si
mette
a
sedere
su
un
apposito
sedile
,
e
ci
riman
chiuso
dentro
con
tutta
la
persona
,
meno
la
testa
,
che
sporge
fuori
da
un
'
apertura
rotonda
nella
parete
superiore
.
Dentro
questa
cassa
vi
sono
moltissime
lampade
rosse
di
luce
elettrica
che
rimane
accesa
e
nella
quale
dicono
che
il
malato
fa
il
bagno
,
mentre
invece
non
si
bagna
per
niente
e
resta
asciutto
come
quando
ci
è
entrato
,
se
non
di
più
.
Io
,
dunque
,
avevo
visto
un
paio
di
volte
il
signor
marchese
entrare
in
codesto
cassettone
,
che
è
in
una
stanza
molto
distante
da
quella
dove
io
mi
facevo
il
massaggio
,
e
rimanervi
un
'
ora
,
trascorsa
la
quale
l
'
inserviente
andava
ad
aprir
la
cassa
e
a
levarlo
di
dentro
.
E
lì
in
quella
stanza
ieri
si
è
svolta
la
mia
feroce
ma
giusta
vendetta
.
Avevo
portato
con
me
una
cipolla
che
avevo
trovato
in
cucina
a
casa
di
mia
sorella
.
E
dopo
fatto
il
massaggio
,
invece
d
'
andar
via
,
sgattaiolai
nella
stanza
del
bagno
di
luce
dove
si
era
recato
poco
prima
il
signor
marchese
.
Egli
era
là
,
infatti
,
ed
era
così
buffa
quella
sua
testa
tutta
ritinta
sporgente
fuori
da
quel
cassone
,
che
non
potei
fare
a
meno
di
ridere
.
Egli
mi
guardò
meravigliato
,
e
poi
,
col
suo
solito
risolino
canzonatorio
,
mi
disse
:
-
Che
venite
a
far
qui
?
Perché
non
andate
a
fare
una
passeggiata
in
automobile
,
oggi
che
è
una
bella
giornata
?
-
Io
non
ne
potevo
più
dalla
rabbia
.
Tirai
fuori
la
cipolla
e
gliela
stropicciai
forte
forte
sotto
il
naso
e
tutt
'
intorno
alla
bocca
;
ed
era
buffo
il
sentirlo
agitar
gambe
e
braccia
dentro
il
cassone
dov
'
era
chiuso
,
senza
poter
difendersi
in
nessuna
maniera
,
e
vederlo
fare
con
la
faccia
le
più
ridicole
smorfie
,
cercando
di
gridare
,
ma
inutilmente
,
perché
l
'
odore
acutissimo
della
cipolla
quasi
lo
soffocava
...
-
Ed
ora
,
-
gli
dissi
-
se
permette
,
vado
a
far
una
giratina
in
automobile
!
-
E
me
ne
venni
via
,
richiudendo
la
porta
della
stanza
.
Stamani
ho
saputo
che
,
passata
l
'
ora
del
bagno
gli
inservienti
andarono
per
levarlo
dal
cassone
,
e
vedendolo
col
viso
rosso
e
tutto
in
lacrime
,
chiamarono
d
'
urgenza
il
professor
Perussi
che
esclamò
subito
:
-
Questa
è
una
crisi
nervosa
...
Presto
,
fategli
una
doccia
...
-
E
il
signor
marchese
fu
inaffiato
ben
bene
,
malgrado
le
sue
proteste
e
le
sue
grida
,
le
quali
non
facevano
che
confermar
sempre
più
il
professore
nella
sua
opinione
che
si
trattasse
di
una
terribile
sovraeccitazione
nervosa
.
Inutile
dire
che
il
professor
Perussi
si
è
affrettato
a
informare
dell
'
accaduto
il
suo
amico
e
mio
cognato
Collalto
,
pregandolo
di
non
mandarmi
più
a
far
la
cura
elettrica
;
ed
è
anche
inutile
aggiungere
che
il
Collalto
me
ne
ha
dette
di
tutti
i
colori
,
terminando
con
queste
parole
:
-
Bravo
davvero
!
...
Gian
Burrasca
non
poteva
incominciar
l
'
anno
meglio
di
così
...
Ma
in
quanto
a
proseguirlo
,
caro
mio
,
lo
proseguirai
a
casa
tua
,
perché
io
ne
ho
abbastanza
!
-
4
gennaio
.
Stamani
Collalto
aveva
scritto
al
mio
babbo
una
lettera
col
pepe
e
col
sale
(
come
ha
detto
lui
)
informandolo
di
tutte
le
mie
birbanterie
(
son
sempre
sue
parole
)
e
pregandolo
di
venirmi
subito
a
riprendere
;
ma
poi
la
lettera
non
è
stata
più
impostata
e
anzi
mio
cognato
ha
smesso
il
broncio
e
mi
ha
detto
sorridendo
:
-
Via
per
questa
volta
ci
passeremo
sopra
,
anche
per
non
dare
un
dispiacere
ai
tuoi
genitori
...
Ma
bada
bene
!
La
lettera
rimane
qui
nel
cassetto
del
mio
scrittoio
,
e
alla
prima
che
mi
fai
ancora
,
io
l
'
aggiungo
alle
altre
e
le
spedisco
tutte
insieme
a
tuo
padre
...
Règolati
!
-
Il
curioso
è
che
questo
cambiamento
di
scena
è
avvenuto
in
seguito
a
un
'
altra
mia
birbanteria
-
per
dir
come
dice
Collalto
-
ma
che
pare
abbia
fatto
molto
piacere
a
mio
cognato
.
Ed
ecco
come
sta
il
fatto
.
Oggi
,
alla
solita
ora
,
cioè
quando
si
era
a
colazione
,
è
venuta
la
marchesa
Sterzi
,
quella
che
fa
la
cura
per
non
parlar
più
col
naso
.
Io
allora
ho
pensato
,
che
,
giacché
il
Collalto
aveva
scritto
al
babbo
(
allora
credevo
che
avesse
già
impostata
la
lettera
)
,
potevo
pigliarmi
qualche
altro
divertimento
senza
pregiudicare
di
più
la
mia
situazione
;
e
còlto
il
momento
propizio
sono
andato
di
corsa
nella
sala
delle
consultazioni
.
La
marchesa
stava
seduta
in
una
poltrona
voltando
le
spalle
verso
la
porta
per
la
quale
ero
entrato
io
.
Mi
sono
avvicinato
piano
piano
alla
poltrona
,
e
,
quando
le
sono
stato
proprio
dietro
,
mi
son
chinato
perché
non
mi
vedesse
e
ho
gridato
:
-
Maramèo
!..-
La
marchesa
ha
fatto
un
salto
sulla
poltrona
,
e
quando
mi
ha
visto
accoccolato
sul
tappeto
ha
esclamato
:
-
Chi
è
là
?
-
Il
gatto
mammone
!
-
ho
risposto
,
inarcando
la
schiena
,
puntandomi
sulle
mani
e
sul
piedi
e
sbuffando
come
fanno
i
gatti
.
Mi
aspettavo
che
la
marchesa
Sterzi
si
risentisse
per
questo
mio
scherzo
ma
invece
ella
mi
ha
guardato
un
poco
con
ammirazione
e
poi
si
è
chinata
su
me
,
mi
ha
rialzato
,
mi
ha
abbracciato
,
mi
ha
accarezzato
,
e
ha
incominciato
a
dire
con
voce
tremante
per
la
commozione
:
-
Oh
caro
!
Oh
caro
!
Ah
che
gioia
,
che
grande
gioia
mi
hai
recata
,
ragazzo
mio
!
...
Oh
che
grata
sorpresa
!
...
Parla
,
parla
ancora
...
Ripeti
ancora
quella
magica
parola
che
mi
ridà
la
pace
dell
'
anima
e
suona
al
mio
orecchio
come
una
dolce
promessa
e
il
più
gradito
augurio
ch
'
io
possa
mai
desiderare
...
-
Io
,
senza
farmi
pregare
,
ho
ripetuto
:
-
Marameo
!
-
E
la
marchesa
a
raddoppiare
le
carezze
e
gli
abbracci
,
mentre
io
,
per
farle
piacere
,
seguitavo
a
ripetere
:
Marameo
,
marameo
...
Finalmente
ho
capito
il
motivo
di
tanta
allegrezza
:
la
marchesa
sentendo
che
non
discorrevo
più
col
naso
come
la
prima
volta
che
mi
aveva
incontrato
,
mi
credeva
guarito
e
non
finiva
di
domandarmi
:
-
E
quanto
tempo
è
durata
la
cura
?
E
quando
hai
cominciato
a
sentire
il
miglioramento
?
E
quante
inalazioni
facevi
al
giorno
?
E
quanti
sciacqui
?
-
Io
da
principio
le
rispondevo
quel
che
mi
veniva
alla
bocca
;
ma
poi
,
siccome
cominciavo
a
seccarmi
,
l
'
ho
piantata
li
,
e
soltanto
quando
sono
stato
sulla
porta
,
le
ho
ripetuto
,
sempre
per
farle
piacere
:
-
Marameo
!
-
Ma
proprio
in
quel
momento
stava
per
entrare
il
dottor
Collalto
il
quale
,
avendo
sentito
quella
parola
,
mi
ha
allungato
una
pedata
nel
corridoio
che
son
riuscito
a
scansare
per
miracolo
,
e
ha
borbottato
fremendo
:
-
Canaglia
,
ti
avevo
proibito
di
venir
qui
!
..
-
Poi
è
entrato
nella
sala
di
consultazione
,
e
io
,
ritornando
indietro
per
il
corridoio
con
l
'
intenzione
di
andare
in
camera
mia
e
chiudermici
dentro
a
scanso
di
altre
pedate
,
ho
sentito
che
diceva
alla
marchesa
Sterzi
:
-
Perdonerà
,
signora
marchesa
,
se
quel
ragazzaccio
maleducato
...
Ma
la
marchesa
lo
ha
interrotto
subito
:
-
Che
dice
mai
,
caro
professore
!
anzi
non
può
immaginare
quanto
confortante
sia
stato
per
me
il
poter
constatare
i
miracolosi
effetti
della
sua
cura
...
Quel
ragazzo
è
guarito
in
pochi
giorni
!
...
-
Qui
ci
è
stata
una
pausa
,
e
poi
ho
sentito
il
Collalto
che
diceva
:
-
Già
,
già
...
infatti
è
guarito
presto
...
Sa
,
un
ragazzo
!
Ma
spero
col
tempo
di
guarire
anche
lei
...
-
Non
ho
voluto
sentir
altro
;
e
invece
dì
andarmi
a
chiudere
in
camera
,
sono
andato
da
mia
sorella
che
ho
trovato
nel
suo
salottino
da
lavoro
e
alla
quale
ho
raccontato
tutta
la
scena
.
Che
risate
abbiamo
fatto
insieme
!
E
così
,
mentre
si
rideva
a
crepapelle
,
ci
ha
sorpresi
il
Collalto
che
ha
riso
anche
lui
...
e
non
ha
spedito
più
la
lettera
al
babbo
.
-
Giannino
-
ha
detto
mia
sorella
-
ha
promesso
dì
esser
buono
,
non
è
vero
?
-
Sì
,
-
ho
risposto
-
e
non
dirò
più
bugie
...
nemmeno
alla
marchesa
Sterzi
.
-
Ah
!
-
ha
esclamato
mio
cognato
-
badiamo
bene
che
tu
non
abbia
a
incontrarti
più
con
lei
,
altrimenti
c
'
è
il
caso
che
il
bene
vada
a
finire
in
male
!
-
5
gennaio
.
Oggi
ho
avuto
un
'
altra
grande
soddisfazione
...
Pare
proprio
che
in
casa
di
mia
sorella
si
incominci
un
po
'
a
render
giustizia
ai
ragazzi
!
Stamani
verso
le
dieci
è
venuto
da
mio
cognato
il
professore
Perussi
,
quello
che
fa
le
cure
elettriche
,
e
siccome
si
son
chiusi
tutti
e
due
nello
studio
,
io
,
dubitando
che
ci
fosse
qualche
nuova
complicazione
nell
'
affare
di
quel
signor
marchese
ritinto
al
quale
sfregai
una
cipolla
nel
muso
mentre
era
chiuso
nel
bagno
di
luce
elettrica
,
mi
son
messo
con
l
'
orecchio
al
buco
della
serratura
per
ascoltare
...
Dico
la
verità
:
se
invece
di
aver
sentito
quel
che
ho
sentito
proprio
con
quest
'
orecchio
me
l
'
avesse
raccontato
qualcuno
non
ci
crederei
per
tutto
l
'
oro
del
mondo
!
Il
professor
Perussi
,
appena
entrato
nello
studio
,
dando
in
una
gran
risata
ha
detto
al
Collalto
queste
precise
parole
:
-
Non
sai
che
mi
càpita
?
Quel
marchese
,
sai
bene
,
che
veniva
da
me
a
fare
i
bagni
di
luce
,
dopo
la
canagliata
che
gli
fece
l
'
altro
giorno
quel
pezzo
da
galera
di
tuo
cognato
,
mi
ha
detto
che
in
vita
sua
non
era
stato
mai
bene
né
si
era
sentito
così
in
forze
come
quel
giorno
,
e
che
certo
doveva
dipendere
dalle
fregagioni
di
cipolla
fattegli
sul
viso
durante
il
bagno
...
Conclusione
:
ora
nel
mio
gabinetto
gli
fo
una
cura
novissima
,
mai
sentita
rammentare
nelle
cronache
scientifiche
di
tutto
il
mondo
,
che
ho
battezzato
bagno
di
luce
con
massaggio
faciale
di
allium
cepa
.
-
A
questo
punto
hanno
dato
tutt
'
e
due
in
una
grande
risata
,
e
questa
è
stata
una
fortuna
,
perché
così
non
hanno
sentito
la
mia
.
Poi
il
Collalto
ha
raccontato
il
fatto
della
marchesa
Sterzi
,
e
qui
daccapo
a
ridere
come
due
matti
.
E
pensare
che
spesso
si
sgridano
i
ragazzi
per
certe
cose
che
,
se
i
grandi
aspettassero
il
tempo
necessario
per
vedere
come
vanno
a
finire
,
dovrebbero
invece
lodarle
e
ringraziarci
di
averle
fatte
!
6
gennaio
.
Evviva
la
Befana
!
Stamani
Luisa
mi
ha
portato
in
,
camera
una
bella
calza
piena
di
dolci
con
un
bel
pulcinella
in
cima
,
e
Collalto
mi
ha
regalato
un
bel
portamonete
di
pelle
di
coccodrillo
.
Da
casa
mia
poi
mi
hanno
scritto
di
avermi
preparato
altre
liete
sorprese
per
quando
ritornerò
...
Per
me
oggi
è
una
bellissima
giornata
.
Viva
la
Befana
!
...
8
gennaio
.
Sono
qui
in
camera
mia
e
sto
aspettando
il
babbo
che
deve
venire
a
prendermi
,
perché
purtroppo
ieri
il
Collalto
gli
ha
spedito
la
famosa
lettera
,
e
quel
che
è
peggio
con
l
'
aggiunta
delle
ultime
mie
birbanterie
.
Questo
è
il
nome
che
egli
dà
alle
disgrazie
che
possono
capitare
a
un
povero
ragazzo
perseguitato
dal
proprio
destino
che
pare
si
diverta
a
ricacciarlo
nell
'
abisso
proprio
nel
momento
in
cui
tenta
di
sollevarsi
alla
stima
dei
propri
genitori
e
parenti
.
E
le
disgrazie
,
si
sa
,
non
vengono
mai
sole
;
motivo
per
cui
ieri
me
ne
son
successe
diverse
collegate
insieme
in
modo
che
,
se
i
grandi
non
fossero
sempre
propensi
a
esagerare
l
'
importanza
dei
nostri
errori
,
si
dovrebbero
considerare
logicamente
come
una
disgrazia
sola
.
Ed
ecco
per
filo
e
per
segno
come
andò
la
faccenda
.
Ieri
mattina
,
mentre
la
sora
Matilde
era
fuori
di
casa
,
andai
nel
suo
salottino
da
lavoro
dove
avevo
visto
entrare
Mascherino
,
il
grosso
gatto
bianco
e
nero
prediletto
di
mia
cognata
.
Sul
tavolino
da
lavoro
stava
la
gabbia
col
canarino
,
un
'
altra
creatura
che
gode
la
protezione
della
sora
Matilde
la
quale
,
come
dicono
tutti
,
vuol
molto
bene
alle
bestie
mentre
non
può
soffrire
i
ragazzi
,
cosa
,
questa
,
assai
ingiusta
e
che
non
si
spiega
.
E
poi
non
ho
mai
capito
che
razza
di
bene
sia
quello
di
tenere
,
per
esempio
,
un
povero
uccellino
rinchiuso
in
una
gabbia
,
invece
di
lasciarlo
volare
libero
per
l
'
aria
come
è
la
sua
abitudine
.
Povero
canarino
!
Mi
pareva
che
mi
guardasse
e
cinguettando
dolcemente
mi
dicesse
come
nel
libro
di
lettura
che
avevo
in
seconda
elementare
:
-
Fammi
gustare
,
anche
per
poco
,
la
libertà
che
da
tanto
tempo
m
'
è
negata
!
-
La
porta
e
la
finestra
del
salottino
erano
chiuse
:
non
c
'
era
pericolo
perciò
che
il
canarino
potesse
scappare
...
Io
gli
aprii
la
gabbietta
,
ed
esso
si
affacciò
girando
il
capino
qua
e
là
,
tutto
sorpreso
di
trovar
l
'
usciolino
aperto
.
Poi
finalmente
si
decise
e
uscì
dalla
prigione
.
Io
m
'
ero
messo
a
sedere
su
una
sedia
,
col
gatto
sulle
ginocchia
e
stavo
osservando
con
grande
attenzione
tutte
le
mosse
del
canarino
.
Fosse
l
'
emozione
o
altro
,
per
prima
cosa
la
povera
bestiola
sporcò
un
bel
ricamo
di
seta
che
era
sul
tavolino
;
ma
siccome
non
era
ancora
finito
,
pensai
che
fosse
poco
male
,
ché
la
sora
Matilde
avrebbe
potuto
rifarlo
facilmente
.
Ma
il
gatto
,
forse
dando
alla
cosa
una
maggiore
importanza
,
volle
punire
crudelmente
l
'
infelice
canarino
;
il
fatto
è
che
mi
saltò
via
a
un
tratto
dalle
ginocchia
,
balzò
su
una
sedia
che
era
tra
mezzo
rovesciandola
,
e
di
lì
sul
tavolino
,
abbrancò
il
povero
uccellino
e
lo
divorò
in
un
boccone
prima
ancora
che
io
potessi
pensare
a
impedire
una
simile
tragedia
.
Però
a
mia
volta
volli
punire
esemplarmente
la
crudeltà
dì
Mascherino
perché
in
avvenire
in
simile
occasione
non
avesse
a
ricadere
nello
stesso
difetto
.
Accanto
al
salottino
da
lavoro
della
sora
Matilde
c
'
è
la
sua
stanzetta
da
bagno
;
io
dunque
vi
entrai
,
e
,
salito
su
una
sedia
,
aprii
la
cannella
dell
'
acqua
fredda
;
poi
afferrai
il
gatto
per
il
collo
e
lo
tenni
un
pezzo
con
la
testa
sotto
la
doccia
mentre
esso
si
divincolava
come
se
avesse
le
convulsioni
.
A
un
certo
punto
dètte
un
tale
scossone
che
non
lo
potei
più
reggere
,
e
Mascherino
,
gnaolando
in
modo
che
pareva
ruggisse
,
si
slanciò
nel
salottino
,
facendo
salti
terribili
attorno
alla
stanza
e
rompendo
un
vaso
di
vetro
di
Venezia
che
era
lì
sulla
consolle
.
Io
intanto
cercavo
di
richiudere
la
cannella
dell
'
acqua
,
ma
per
quanti
sforzi
facessi
non
vi
riuscivo
.
La
tinozza
era
già
piena
e
l
'
acqua
incominciava
a
traboccare
...
Peccato
!
Mi
dispiaceva
molto
per
l
'
impiantito
della
stanza
da
bagno
,
tutto
lucido
che
era
una
bellezza
;
ma
fortunatamente
l
'
acqua
che
già
vi
scorreva
come
un
fiume
trovò
uno
sfogo
nel
salottino
da
lavoro
dove
anche
io
mi
ritirai
per
non
bagnarmi
troppo
le
scarpe
.
Ma
ci
rimasi
poco
,
perché
vidi
sulla
consolle
Mascherino
,
accovacciato
che
mi
guardava
fisso
con
certi
occhi
gialli
spaventosi
,
come
se
da
un
momento
all
'
altro
mi
avesse
voluto
mangiare
come
aveva
fatto
col
povero
canarino
.
Ebbi
paura
e
uscii
chiudendo
la
porta
.
Passando
dalla
stanza
degli
armadi
,
vidi
dalla
finestra
una
bambina
bionda
,
che
stava
facendo
i
balocchi
sulla
terrazza
del
piano
di
sotto
,
e
siccome
la
finestra
era
molto
bassa
mi
venne
il
pensiero
gentile
di
fare
una
visita
a
quella
bella
bambina
e
mi
calai
di
sotto
.
-
Oh
!
-
esclamò
la
bambina
.
-
Chi
sei
?
Non
sapevo
che
la
signora
Collalto
avesse
un
bambino
...
-
Io
allora
le
dissi
chi
ero
e
le
raccontai
la
mia
storia
che
pare
la
divertisse
immensamente
.
Poi
mi
fece
passare
in
una
stanzetta
vicino
alla
terrazza
dove
aveva
le
sue
bambole
e
me
le
fece
vedere
tutte
,
spiegandomi
in
quali
circostanze
le
aveva
avute
,
chi
gliele
aveva
date
e
via
dicendo
.
A
un
tratto
però
incominciò
a
venir
giù
dell
'
acqua
dal
soffitto
e
la
bambina
chiamò
la
sua
mamma
dicendo
:
-
Mamma
,
mamma
!
Piove
in
casa
!
...
-
La
mamma
accorse
e
rimase
molto
sorpresa
di
trovarmi
con
la
sua
bambina
,
ma
io
le
spiegai
la
cosa
ed
ella
,
che
doveva
essere
una
signora
molto
ragionevole
,
sorrise
dicendo
:
-
Ah
!
si
è
calato
nella
terrazza
?
Ecco
un
ragazzo
che
incomincia
presto
ad
avere
delle
avventure
galanti
!
-
Io
le
risposi
molto
gentilmente
;
e
poi
,
siccome
ella
si
mostrava
assai
impensierita
per
l
'
acqua
che
veniva
giù
sempre
più
abbondante
dal
soffitto
,
le
dissi
:
-
Non
tema
niente
,
signora
;
non
piove
in
casa
...
Io
credo
che
quest
'
acqua
venga
invece
dalla
stanza
da
bagno
di
mia
cognata
,
dove
ho
lasciato
il
rubinetto
aperto
...
-
Ah
,
ma
allora
bisogna
avvertire
di
sopra
...
Presto
,
Rosa
,
accompagnate
questo
signorino
dalle
signore
Collalto
e
avvertitele
che
hanno
la
stanza
da
bagno
allagata
.
-
Rosa
,
che
era
la
cameriera
,
mi
accompagnò
infatti
di
sopra
e
venne
ad
aprire
il
servitore
di
mio
cognato
;
ma
fu
inutile
avvertire
,
perché
proprio
in
quel
momento
era
tornata
in
casa
la
sora
Matilde
e
s
'
era
accorta
di
tutto
.
Il
servitore
del
Collalto
si
chiama
Pietro
e
ha
un
fare
così
serio
e
una
voce
così
grave
che
fin
dalle
prime
volte
mi
ha
dato
sempre
una
grande
soggezione
.
-
Guardi
!
-
mi
disse
con
un
tono
solenne
che
mi
fece
fremere
dal
capo
al
piedi
.
-
Cinque
cose
aveva
la
signorina
Matilde
alle
quali
teneva
molto
e
che
erano
,
si
può
dire
,
le
cose
che
avesse
più
care
al
mondo
:
il
suo
canarino
che
aveva
allevato
lei
,
il
suo
bel
gatto
bianco
e
nero
che
aveva
trovato
e
raccolto
per
la
strada
lei
stessa
quando
era
piccino
,
il
vaso
di
vetro
di
Venezia
che
era
il
ricordo
di
una
sua
amica
d
'
infanzia
che
è
morta
l
'
anno
passato
,
il
ricamo
di
seta
al
quale
lavorava
da
sei
anni
e
che
voleva
regalare
all
'
altar
maggiore
della
chiesa
dei
Cappuccini
,
e
il
tappeto
del
suo
salottino
da
lavoro
,
un
tappeto
vero
persiano
che
le
aveva
portato
un
suo
zio
da
un
viaggio
che
fece
...
Ora
il
canarino
è
morto
,
il
gatto
è
in
agonia
e
dà
di
stomaco
tutta
roba
gialla
,
il
vaso
di
vetro
di
Venezia
è
in
mille
bricioli
,
il
ricamo
di
seta
è
rovinato
e
il
tappeto
vero
di
Persia
è
tutto
scolorito
dall
'
acqua
che
ha
allagato
il
salottino
...
-
Tutte
queste
cose
le
disse
lentamente
,
con
aria
dignitosa
e
mesta
a
un
tempo
,
come
se
raccontasse
una
storia
misteriosa
di
paesi
e
di
tempi
lontani
.
Mi
sentivo
così
avvilito
,
che
balbettai
:
-
Che
devo
fare
?
-
Io
-
soggiunse
Pietro
-
se
avessi
la
disgrazia
di
essere
ne
'
suoi
piedi
...
li
adoprerei
per
ritornare
a
Firenze
di
corsa
.
-
E
disse
questa
freddura
con
una
voce
funebre
che
mi
fece
rabbrividire
.
Eppure
,
in
fin
dei
conti
,
il
suo
consiglio
mi
parve
il
solo
che
mi
offrisse
una
via
di
salvezza
nella
critica
situazione
in
cui
mi
trovavo
.
Avrei
voluto
andarmene
subito
,
sicuro
com
'
ero
di
non
incontrar
nessuno
de
'
miei
parenti
;
ma
potevo
partire
lasciando
in
mani
nemiche
queste
pagine
alle
quali
confido
tutta
l
'
anima
mia
?
Potevo
abbandonarti
,
giornalino
mio
caro
,
unico
conforto
in
tante
vicissitudini
della
mia
vita
?
No
,
mille
volte
no
!
Zitto
,
zitto
,
in
punta
di
piedi
,
salii
nella
mia
cameretta
,
mi
misi
,
il
cappello
,
presi
la
mia
borsa
e
ritornai
giù
,
pronto
a
lasciar
la
casa
di
mia
sorella
per
sempre
.
Ma
non
feci
a
tempo
.
Proprio
nel
momento
in
cui
ero
per
varcare
la
soglia
di
casa
,
Luisa
mi
agguantò
per
le
spalle
esclamando
:
-
Dove
vai
?
-
A
casa
-
risposi
.
-
A
casa
?
-
A
quale
casa
?
-
A
casa
mia
,
dal
babbo
,
dalla
,
mamma
e
dall
'
Ada
...
-
E
come
fai
a
prendere
il
treno
?
-
Non
prendo
treno
:
vo
a
piedi
.
-
Disgraziato
!
A
casa
anderai
domani
.
Collalto
ha
spedito
al
babbo
in
questo
momento
,
la
lettera
alla
quale
non
ha
aggiunto
che
queste
parole
:
«
Stamani
Gian
Burrasca
in
meno
di
un
quarto
d
'
ora
ha
fatto
tante
birbanterie
che
ci
vorrebbe
un
volume
a
descriverle
.
Venga
a
prenderlo
domattina
,
e
gliele
dirò
a
voce
»
.
-
Mi
sentivo
accasciato
sotto
il
peso
delle
mie
sventure
e
non
replicai
.
Mia
sorella
mi
spinse
in
camera
sua
e
,
vedendomi
in
quello
stato
,
cedette
e
un
sentimento
di
pietà
,
e
passandomi
una
mano
sul
capo
esclamò
:
-
Ma
Giannino
,
Giannino
mio
!
Come
hai
fatto
a
far
tanti
danni
in
pochi
minuti
che
sei
rimasto
solo
?
-
Tanti
danni
?
-
risposi
singhiozzando
.
-
Io
non
ho
fatto
niente
...
È
il
mio
destino
infame
che
mi
perseguita
sempre
,
perché
son
nato
disgraziato
...
-
In
quel
momento
entrò
il
Collalto
che
,
avendo
udite
le
mie
ultime
parole
,
esclamò
a
denti
stretti
:
-
Disgraziato
?
Disgraziati
son
quelli
che
devono
tenerti
in
casa
...
ma
per
me
,
questa
volta
puoi
star
sicuro
,
è
una
disgrazia
che
finisce
domani
!
-
L
'
accento
ironico
di
mio
cognato
mi
fece
tanto
rabbia
in
quel
momento
,
che
le
lacrime
mi
si
seccarono
a
un
tratto
negli
occhi
,
e
scattai
:
-
Sì
,
disgraziato
!
Qualche
volta
,
è
vero
,
m
'
è
successo
di
far
del
male
che
poi
è
riuscito
in
bene
per
gli
altri
,
come
il
fatto
di
quel
marchese
che
faceva
i
bagni
di
luce
dal
professor
Perussi
il
quale
guadagna
ora
dei
bei
quattrini
con
la
cura
della
cipolla
che
ho
inventata
io
...
-
Ma
chi
te
l
'
ha
detto
?
...
-
Lo
so
e
basta
.
E
come
quell
'
altro
fatto
della
marchesa
Sterzi
alla
quale
ho
fatto
credere
che
tu
mi
abbia
guarito
dalla
voce
nasale
...
-
Zitto
!
-
No
,
non
voglio
stare
zitto
!
E
siccome
quel
fatto
ti
fece
dimolto
comodo
,
così
tu
non
mandasti
la
lettera
a
casa
mia
,
per
non
dare
un
dispiacere
ai
miei
genitori
!
Succede
sempre
così
:
quando
il
male
che
può
fare
un
ragazzo
vi
torna
utile
,
voialtri
grandi
siete
pieni
di
indulgenza
;
mentre
poi
se
facciamo
magari
qualcosa
a
fin
di
bene
e
che
ci
riesce
male
,
come
è
successo
a
me
stamani
,
allora
ci
date
tutti
addosso
senza
remissione
!
..
-
Come
!
Ardiresti
di
sostenere
che
quel
che
hai
fatto
stamani
era
a
fin
di
bene
?
-
Sicuro
!
Io
volevo
far
godere
un
poca
di
libertà
a
quel
povero
canarino
che
s
'
era
annoiato
a
star
sempre
rinchiuso
in
quella
gabbia
;
è
forse
colpa
mia
se
il
canarino
appena
fuori
ha
sporcato
il
ricamo
di
seta
della
sera
Matilde
?
Allora
il
gatto
l
'
ha
voluto
castigare
e
gli
è
saltato
addosso
;
è
colpa
mia
se
Mascherino
è
troppo
severo
e
si
è
mangiato
il
canarino
?
Per
questo
fatto
si
meritava
una
lavata
di
testa
e
io
l
'
ho
messo
sotto
la
cannella
del
bagno
...
È
colpa
mia
se
l
'
acqua
gli
ha
fatto
male
allo
stomaco
?
È
colpa
mia
se
ha
rotto
il
vaso
di
vetro
di
Venezia
?
È
colpa
mia
se
,
non
riuscendomi
di
chiudere
la
cannella
del
bagno
,
l
'
acqua
ha
allagato
il
salotto
e
ha
fatto
scolorire
il
tappeto
di
Persia
della
sora
Matilde
?
E
poi
io
ho
sempre
sentito
dire
che
i
tappeti
veri
di
Persia
non
sbiadiscono
...
Se
è
sbiadito
vuol
dire
elle
non
era
persiano
...
-
Come
non
era
persiano
!
-
urlò
in
quel
momento
la
sora
Matilde
entrando
in
camera
di
mia
sorella
come
una
bomba
.
-
Anche
le
calunnie
!
E
che
calunnie
!
Si
osa
calunniare
la
buon
'
anima
di
mio
zio
Prospero
che
era
un
galantuomo
,
incapace
di
regalarmi
un
tappeto
persiano
falso
!
...
Ah
!
Quale
profanazione
,
mio
Dio
!
...
-
E
la
sora
Matilde
appoggiò
un
gomito
sul
cassettone
alzando
gli
occhi
al
cielo
e
prendendo
una
posa
malinconica
che
mi
è
rimasta
così
impressa
da
poterla
riprodurre
come
un
ritratto
con
la
fotografia
,
e
che
lì
per
lì
mi
fece
proprio
ridere
.
-
Andiamo
,
via
!
-
esclamò
mia
sorella
.
-
Non
bisogna
poi
esagerare
:
Giannino
non
voleva
certo
mancar
di
rispetto
a
tuo
zio
...
-
Non
è
forse
mancar
di
rispetto
a
mio
zio
il
dire
che
mi
ingannava
regalandomi
dei
tappeti
coi
colori
falsi
?
Sarebbe
come
se
dicessi
a
te
che
hai
le
gote
tinte
col
rossetto
!
-
Eh
no
!
-
rispose
piccata
mia
sorella
.
-
Non
è
lo
stesso
caso
perché
il
tappeto
alla
fin
fine
è
scolorito
,
mentre
io
ho
in
faccia
una
tinta
che
non
sbiadisce
,
e
,
grazie
a
Dio
,
non
divento
mai
gialla
...
-
Dio
,
come
prendi
le
cose
sul
serio
!
-
esclamò
la
sora
Matilde
sempre
più
indispettita
.
-
Io
ho
fatto
un
paragone
,
e
non
ho
voluto
dir
niente
affatto
che
tu
ti
tinga
.
Se
mai
lo
dice
qui
il
tuo
signor
fratello
che
mi
ha
raccontato
che
quando
eri
ragazza
avevi
il
rossetto
sulla
toelette
...
-
A
queste
parole
mi
sentii
arrivare
uno
scapaccione
che
veniva
certo
da
mia
sorella
,
e
corsi
a
chiudermi
in
camera
mia
,
dalla
quale
sentii
una
gran
lite
che
si
accendeva
tra
le
due
donne
che
facevano
a
chi
urlava
di
più
,
mentre
ogni
tanto
la
voce
del
Collalto
cercava
invano
di
calmarle
esclamando
:
-
Ma
no
...
Ma
sì
...
Ma
senti
...
Ma
pensa
...
-
E
rimasi
nella
mia
camera
finché
non
venne
Pietro
a
prendermi
per
andare
a
pranzo
,
durante
il
quale
il
Collalto
e
Luisa
,
tra
i
quali
ero
a
sedere
,
mi
tenevano
a
turno
per
la
giacchetta
come
se
io
fossi
stato
un
pallone
senza
frenare
,
e
loro
avessero
avuto
paura
che
volassi
via
da
un
momento
all
'
altro
.
La
stessa
scena
si
è
ripetuta
stamani
per
la
colazione
,
dopo
la
quale
Pietro
mi
ha
riaccompagnato
qui
in
camera
dove
sto
aspettando
l
'
arrivo
del
babbo
il
quale
certamente
considererà
la
cose
dal
lato
peggiore
,
come
fanno
tutti
!
Intanto
Pietro
mi
ha
detto
che
Luisa
e
la
sora
Matilde
non
si
parlano
più
da
ieri
...
E
anche
di
questo
si
dirà
che
la
colpa
è
mia
come
se
dipendesse
da
me
il
fatto
di
avere
una
sorella
con
la
faccia
troppo
rossa
e
una
cognata
con
la
faccia
troppo
gialla
!
...
9
gennaio
.
Scrivo
in
casa
del
Maralli
.
Ho
un
nodo
alla
gola
e
duro
fatica
a
riordinare
le
idee
per
raccontare
qui
la
scena
di
ieri
che
è
stata
come
la
scena
d
'
una
tragedia
,
ma
non
di
quelle
che
fa
D
'
Annunzio
che
sentii
recitare
una
volta
e
che
anche
la
mamma
diceva
che
non
poteva
stare
,
benché
le
mie
sorelle
le
dessero
sulla
voce
,
dicendo
che
dipendeva
che
lei
non
era
intellettuale
.
La
mia
,
invece
,
è
una
tragedia
vera
che
si
potrebbe
intitolare
:
Il
piccolo
bandito
,
ossia
La
vittima
della
libertà
,
perché
,
in
fin
dei
conti
,
tutto
quello
che
mi
succede
è
stato
per
dare
la
libertà
a
un
povero
canarino
che
la
sora
Matilde
voleva
tenere
chiuso
in
gabbia
.
Ieri
mattina
,
dunque
,
il
babbo
venne
a
prendermi
a
Roma
,
e
naturalmente
ebbe
dal
Collalto
la
descrizione
dì
tutte
le
mio
birbanterie
,
meno
,
s
'
intende
,
quella
della
marchesa
Sterzi
e
del
marchese
che
fa
la
cura
della
cipolla
.
Il
babbo
è
stato
a
sentir
tutto
,
e
da
ultimo
ha
detto
:
-
Ora
il
vaso
è
colmo
.
-
E
non
mi
ha
detto
più
una
parola
,
finché
non
siamo
arrivati
a
casa
.
Lì
ho
trovato
la
mamma
e
l
'
Ada
che
mi
hanno
abbracciato
tutte
piangenti
,
ripetendo
come
un
lamento
:
-
Ah
Giannino
!
Oh
Giannino
!
...
-
Il
babbo
mi
staccò
da
loro
,
mi
accompagnò
in
camera
mia
e
lì
mi
disse
serio
serio
,
con
voce
calma
,
queste
precise
parole
:
-
Ho
già
fatto
tutte
le
carte
necessarie
e
domani
andrai
in
collegio
.
-
E
se
n
'
andò
richiudendo
l
'
uscio
.
Più
tardi
venne
l
'
avvocato
Maralli
con
mia
sorella
Virginia
,
e
l
'
uno
e
l
'
altra
fecero
di
tutto
per
rimuovere
il
babbo
dalla
sua
risoluzione
,
ma
io
sentivo
che
il
babbo
ripeteva
sempre
questo
ritornello
:
-
Non
lo
voglio
più
vedere
!
Non
lo
voglio
più
vedere
!
-
Bisogna
che
renda
questa
giustizia
all
'
avvocato
Maralli
:
è
un
uomo
di
cuore
che
difende
i
deboli
contro
la
persecuzione
e
contro
le
ingiustizie
,
e
che
a
tempo
e
luogo
sa
mostrarsi
grato
dei
benefici
ricevuti
.
E
per
questo
,
ricordando
la
pistolettata
che
gli
tirai
nell
'
occhio
ha
detto
al
babbo
:
-
Che
vuole
?
quel
ragazzo
fu
lì
lì
per
accecarmi
e
dopo
,
il
giorno
in
cui
sposai
Virginia
,
andai
anche
a
rischio
di
esser
seppellito
vivo
sotto
le
rovine
del
caminetto
nel
salotto
da
ricevere
.
Ma
non
posso
dimenticare
che
io
e
Virginia
dobbiamo
a
lui
se
siamo
uniti
...
E
poi
prese
anche
le
mie
difese
,
a
scuola
,
contro
il
nipote
di
Gaspero
Bellucci
che
diceva
male
di
me
...
Io
l
'
ho
saputo
,
e
questo
indica
che
Giannino
è
un
ragazzo
di
sentimento
,
non
è
vero
,
Giannino
?
Perciò
io
gli
voglio
bene
...
Perché
bisogna
guardare
al
fondo
delle
cose
:
per
esempio
anche
per
quei
danni
commessi
a
Roma
,
dopo
tutto
,
il
movente
è
stato
generoso
:
egli
voleva
dar
la
libertà
a
un
uccellino
...
-
Che
avvocato
d
'
ingegno
è
il
Maralli
!
...
Io
che
stavo
fuori
dell
'
uscio
a
sentire
questo
suo
discorso
così
poderoso
,
non
potei
più
star
fermo
ed
entrai
nella
stanza
gridando
:
-
Viva
il
socialismo
!
...
-
E
caddi
nelle
braccia
di
Virginia
,
singhiozzando
.
Mio
padre
si
mise
a
ridere
,
e
poi
disse
,
asciutto
:
-
Va
bene
:
ma
poiché
il
socialismo
vuole
che
ciascuno
abbia
la
sua
parte
di
gioia
nel
mondo
,
perché
l
'
avvocato
non
ti
prende
con
sé
per
qualche
tempo
?
-
E
perché
no
?
-
esclamò
il
Maralli
.
-
Scommetto
che
ho
la
maniera
di
farlo
diventare
un
omino
...
-
Sentirai
che
gioia
!
-
disse
il
babbo
.
-
In
ogni
modo
,
siccome
io
non
voglio
più
vederlo
,
per
me
lo
scopo
è
ugualmente
raggiunto
.
Piglialo
pure
...
-
E
così
fu
conchiuso
il
patto
:
io
sarei
stato
bandito
da
casa
mia
e
tenuto
in
prova
per
un
mese
dal
Maralli
,
dove
potrò
riabilitarmi
e
dimostrare
che
non
sono
,
in
fondo
,
quell
'
essere
insopportabile
che
dicono
tutti
.
#
Virginia
e
suo
marito
,
fin
dal
loro
ritorno
dal
viaggio
di
nozze
che
fecero
quando
prese
fuoco
il
caminetto
nel
salotto
da
ricevere
,
vennero
ad
abitare
questo
quartiere
che
è
molto
comodo
e
centrale
e
dove
mio
cognato
ha
messo
pure
il
suo
studio
d
'
avvocato
,
che
ha
un
ingresso
a
sé
ma
che
comunica
con
la
casa
per
mezzo
d
'
un
usciolino
che
mette
nella
stanza
degli
armadi
.
Io
ho
una
cameretta
piccola
,
ma
elegante
,
che
dà
sul
cortile
e
dove
sto
benissimo
.
In
casa
,
oltre
mia
sorella
e
il
Maralli
,
c
'
è
il
signor
Venanzio
,
zio
del
Maralli
,
che
è
venuto
da
qualche
giorno
a
passare
un
po
'
di
tempo
presso
il
nipote
,
perché
dice
che
questo
clima
gli
giova
di
più
alla
salute
.
Però
la
salute
non
si
sa
dove
l
'
abbia
:
è
un
vecchio
cadente
,
sordo
al
punto
che
bisogna
parlargli
col
corno
acustico
,
e
ha
una
tosse
che
pare
un
tamburo
.
Dicono
però
che
è
ricco
sfondato
,
e
che
bisogna
trattarlo
con
tutti
i
riguardi
.
Domani
ritorno
a
scuola
.
10
gennaio
.
In
questo
momento
vorrei
avere
la
penna
di
Edmondo
De
Amicis
perché
la
scena
che
è
successa
a
scuola
stamani
è
una
di
quelle
da
far
piangere
la
gente
come
vitelli
.
Appena
sono
entrato
in
classe
si
è
sentito
un
gran
brusìo
:
tutti
i
compagni
avevano
gli
occhi
fissi
su
me
.
Certo
è
una
bella
soddisfazione
l
'
essere
stato
il
protagonista
di
un
'
avventura
come
quella
dell
'
automobile
,
e
io
non
stavo
in
me
dalla
gioia
,
e
guardavo
tutta
quella
massa
di
ragazzi
dall
'
alto
al
basso
,
perché
nessuno
di
loro
s
'
era
mai
trovato
a
un
pericolo
come
quello
che
avevo
passato
io
...
Ma
però
sbagliavo
:
ce
n
'
era
uno
,
invece
,
che
ci
s
'
era
ritrovato
come
me
...
e
quest
'
uno
uscì
faticosamente
dal
suo
posto
,
puntellandosi
con
le
mani
sul
banco
e
mi
venne
incontro
reggendosi
su
una
stampella
.
Io
mi
sentii
tutto
un
rimescolìo
dentro
l
'
anima
e
il
corpo
,
e
in
un
baleno
mi
andò
via
tutta
la
vanità
d
'
essere
stato
un
eroe
,
mentre
mi
saliva
un
nodo
alla
gola
e
,
pallido
come
un
morto
,
ripetevo
dentro
di
me
:
-
Oh
povero
Cecchino
!
Oh
povero
Cecchino
!
-
In
un
momento
io
e
il
Bellucci
ci
si
ritrovò
avvinghiati
insieme
,
tutti
bagnati
di
pianto
,
singhiozzando
,
senza
poter
dire
una
parola
.
Tutti
i
ragazzi
avevano
le
lacrime
agli
occhi
e
persino
il
professor
Muscolo
che
aveva
incominciato
a
dire
:
Tutti
fermi
,
rimase
sull
'
effe
che
gli
uscì
di
bocca
come
un
lungo
soffio
:
il
quale
finì
da
ultimo
in
un
dirotto
pianto
.
Povero
Cecchino
,
davvero
!
Malgrado
tutte
le
cure
che
gli
hanno
fatto
fare
gli
è
rimasto
la
gamba
destra
più
corta
e
dovrà
andare
zoppo
per
tutta
la
vita
.
Ah
credi
pure
,
giornalino
mio
:
il
vederlo
ridotto
a
quel
modo
,
con
la
stampella
,
mi
ha
fatto
una
grande
impressione
,
e
io
che
mi
ero
ormai
quasi
dimenticato
il
fatto
dell
'
automobile
,
dinanzi
allo
spettacolo
di
sì
terribili
conseguenze
,
mi
accorgo
di
tutta
la
leggerezza
che
mettiamo
spesso
noi
ragazzi
nell
'
affrontare
certi
rischi
senza
dar
loro
l
'
importanza
che
devono
avere
.
Naturalmente
mi
son
guardato
bene
dal
chiedere
al
povero
Cecchino
Bellucci
i
dieci
pennini
nuovi
e
il
lapis
rosso
e
turchino
che
avevamo
scommesso
e
che
gli
avevo
vinto
.
13
gennaio
.
Il
mio
cognato
è
proprio
una
brava
persona
.
Egli
mi
tratta
come
se
io
fossi
un
uomo
,
non
mi
dà
mai
mortificazioni
e
ripete
sempre
:
-
Giannino
in
fondo
è
un
bravo
ragazzo
e
diventerà
qualche
cosa
.
Or
ora
mi
ha
sorpreso
mentre
avevo
dinanzi
a
me
il
giornalino
,
e
lo
ha
sfogliato
guardando
le
figure
che
vi
ho
disegnato
.
-
Ma
sai
-
ha
detto
-
che
tu
hai
una
grande
disposizione
per
il
disegno
?
E
poi
si
vede
che
osservi
e
ti
vai
migliorando
...
Vedi
un
po
'
dalle
prime
figure
che
hai
fatto
a
queste
ultime
che
progresso
!
Bravo
Giannino
!
Faremo
di
te
un
artista
!
-
Queste
sono
cose
che
fanno
piacere
a
un
ragazzo
,
e
io
voglio
dimostrare
a
mio
cognato
quanto
gli
sono
riconoscente
per
tutto
quello
che
fa
per
me
,
perciò
ho
deciso
di
fargli
un
regalo
e
,
non
avendo
neppure
un
soldo
,
ho
pensato
di
ricorrere
al
signor
Venanzio
,
che
è
tanto
ricco
,
e
di
chiedergli
in
prestito
un
paio
di
lire
.
#
Oggi
a
desinare
il
Maralli
ha
parlato
ancora
del
mio
giornalino
.
-
Tu
non
l
'
hai
mai
visto
?
-
ha
domandato
a
Virginia
.
-
No
.
-
Faglielo
vedere
,
Giannino
:
vedrai
ci
siamo
tutti
,
e
come
somiglianti
!
Giannino
è
un
artista
!
-
Io
tutto
contento
ho
preso
il
giornalino
e
ho
mostrato
a
mia
sorella
le
figure
,
ma
ho
proibito
a
tutti
di
leggerlo
,
perché
voglio
che
i
miei
pensieri
rimangano
segreti
.
Però
,
nonostante
la
mia
proibizione
,
a
un
certo
punto
,
Virginia
ha
esclamato
:
-
Ah
,
guarda
:
qui
c
'
è
il
nostro
sposalizio
di
San
Francesco
al
Monte
!
-
A
queste
parole
mio
cognato
s
'
è
slanciato
sul
giornalino
e
ha
voluto
vedere
quelle
pagine
dove
è
descritto
il
mio
viaggio
sulla
traversa
dietro
la
carrozza
e
la
scena
che
,
successe
quando
li
sorpresi
tutti
in
chiesa
e
li
rimproverai
perché
non
mi
avevano
detto
nulla
.
Dopo
aver
letto
quello
che
avevo
scritto
,
il
Maralli
mi
ha
fatto
una
carezza
e
poi
mi
ha
detto
:
-
Senti
,
Giannino
,
mi
devi
fare
un
gran
piacere
...
Me
lo
prometti
?
Io
gli
ho
risposto
di
sì
.
-
Bene
:
-
ha
ripreso
il
mio
cognato
.
-
Tu
devi
permettermi
di
strappare
dal
tuo
giornalino
queste
pagine
...
-
Questo
poi
no
!
-
Come
!
Ma
se
mi
hai
detto
di
si
!
-
Ma
scusa
,
perché
mi
vuoi
strappar
quelle
pagine
?
-
Per
bruciarle
.
-
Ma
perché
bruciarle
?
-
Perché
...
perché
...
Il
perché
lo
so
io
,
e
non
è
una
cosa
che
possa
capire
un
ragazzo
.
-
Ecco
le
solite
ragionacce
!
Ma
ormai
avevo
giurato
a
me
stesso
di
esser
buono
,
e
ho
voluto
accondiscendere
anche
a
questo
sacrifizio
,
ma
molto
a
malincuore
,
perché
l
'
idea
di
sottrarre
al
mio
caro
giornalino
una
parte
delle
mie
confidenze
,
mi
pareva
una
cosa
fatta
male
e
mi
faceva
un
gran
dispiacere
.
Il
Maralli
,
dunque
,
ha
strappato
le
pagine
del
suo
sposalizio
a
San
Francesco
al
Monte
,
ne
ha
fatto
una
palla
e
l
'
ha
buttata
nel
caminetto
.
Quand
'
ho
visto
che
il
fuoco
s
'
è
attaccato
a
un
angolo
di
una
pagina
che
era
rimasto
arricciato
sulla
palla
di
carta
fatta
da
mio
cognato
,
mi
son
sentito
una
stretta
dolorosa
al
cuore
;
ma
ne
ho
sentita
subito
un
'
altra
,
e
questa
volta
era
di
gioia
,
vedendo
che
la
fiamma
appena
lambito
quel
pezzo
di
carta
accartocciata
s
'
è
spenta
rispettando
la
palla
che
era
stata
molto
compressa
ed
era
perciò
assai
resistente
;
e
da
quel
punto
,
quanti
palpiti
a
ogni
minaccia
del
fuoco
contro
le
pagine
del
mio
giornalino
!
Ma
fortunatamente
ormai
la
fiamma
aveva
esulato
dalla
parte
ove
il
Maralli
l
'
aveva
gettato
,
e
poco
dopo
,
mentre
nessuno
badava
a
me
,
svelto
svelto
,
ho
raccattato
dal
caminetto
la
palla
di
carta
,
me
la
son
nascosta
nella
blouse
,
e
ora
ho
steso
per
bene
le
pagine
e
con
la
gomma
le
ho
riappiccicate
al
loro
posto
.
C
'
è
l
'
angolo
di
una
pagina
un
po
'
abbruciacchiato
ma
lo
scritto
e
l
'
illustrazione
sono
rimasti
intatti
,
e
io
,
caro
giornalino
mio
,
sono
felice
di
riaverti
intero
,
così
,
con
tutti
i
miei
sfoghi
,
buoni
o
cattivi
,
belli
o
brutti
,
spiritosi
o
stupidi
ch
'
essi
sieno
,
secondo
il
momento
.
Ora
voglio
andare
a
chiedere
due
lire
al
signor
Venanzio
.
Me
le
darà
?
#
Ho
preso
il
momento
buono
:
mia
sorella
è
fuori
,
il
Maralli
è
nel
suo
studio
,
e
io
ho
afferrato
la
trombetta
,
l
'
ho
ficcata
in
un
orecchio
al
signor
Venanzio
e
gli
ho
gridato
:
-
Per
piacere
mi
prestereste
due
lire
?
-
Il
paniere
per
poter
partire
?
-
ha
risposto
lui
.
-
Che
paniere
?
-
Io
ho
ripetuto
la
domanda
con
quanta
voce
avevo
,
e
allora
ha
risposto
-
I
ragazzi
non
devono
aver
mai
quattrini
.
-
Questa
volta
aveva
capito
!
Allora
io
gli
ho
detto
:
-
Ha
ragione
la
Virginia
a
dire
che
lei
è
un
grande
avaraccio
!
...
-
A
queste
parole
il
signor
Venanzio
ha
dato
un
balzo
sulla
poltrona
,
e
ha
cominciato
a
brontolare
:
-
Ah
,
dice
così
?
Brutta
pettegola
!
Eh
!
Si
sa
!
...
se
avesse
molti
denari
,
lei
li
spenderebbe
tutti
in
vestiti
e
cappellini
!
...
Ah
!
...
Ha
detto
che
sono
un
avaraccio
?
Eh
!
Eh
!...-
Io
per
consolarlo
ho
creduto
bene
di
dirgli
che
per
questo
il
Maralli
l
'
aveva
sgridata
,
come
infatti
era
vero
;
e
lui
tutto
contento
mi
ha
domandato
:
-
Ah
,
mio
nipote
l
'
ha
sgridata
?
Meno
male
!
Volevo
ben
dire
io
!
Mio
nipote
è
un
buon
giovane
e
mi
è
stato
sempre
molto
affezionato
...
E
che
le
ha
detto
?
-
Le
ha
detto
:
È
bene
che
lo
zio
sia
avaro
:
così
mi
lascerà
più
quattrini
.
-
Il
signor
Venanzio
è
diventato
rosso
come
un
tacchino
,
e
s
'
è
messo
a
balbettare
in
modo
che
credevo
gli
venisse
un
colpo
.
-
Si
faccia
coraggio
!
-
gli
ho
detto
-
forse
questo
è
il
colpo
apoplettico
che
il
Maralli
dice
sempre
che
un
giorno
o
l
'
altro
le
deve
venire
...
-
Egli
ha
alzato
le
braccia
al
cielo
,
ha
borbottato
dell
'
altre
parole
e
poi
alla
fine
s
'
è
levato
di
tasca
il
suo
borsellino
,
ha
preso
una
moneta
di
due
lire
e
me
l
'
ha
data
dicendomi
:
-
Eccoti
le
due
lire
...
E
te
le
darò
spesso
,
ragazzo
mio
,
a
patto
che
tu
mi
dica
sempre
quello
che
dicono
di
me
mio
nipote
e
tua
sorella
...
perché
sono
cose
che
mi
fanno
molto
piacere
!
Tu
sei
un
bravo
ragazzo
e
fai
bene
a
dir
sempre
la
verità
!..-
È
un
fatto
che
a
esser
buoni
e
a
non
dir
bugie
ci
si
guadagna
sempre
.
Ora
penserò
a
fare
il
regalo
a
mio
cognato
,
perché
se
lo
merita
.
14
gennaio
.
Il
giovane
di
studio
del
Maralli
è
,
invece
,
un
vecchio
tentennone
che
sta
sempre
nella
stanza
d
'
ingresso
,
seduto
a
un
tavolino
,
con
lo
scaldino
tra
le
gambe
,
e
scrive
sempre
,
dalla
mattina
alla
sera
,
sempre
copiando
e
ricopiando
le
medesime
cose
...
Io
non
so
come
fa
a
non
incretinire
;
ma
forse
dipende
perché
è
cretino
di
suo
.
Eppure
mio
cognato
ha
molta
fiducia
di
lui
,
e
ho
sentito
spesso
che
l
'
ha
incaricato
d
'
incombenze
anche
difficili
che
non
so
come
faccia
a
disimpegnarle
,
con
quella
faccia
da
Piacciaddìo
che
si
rimpasta
...
Invece
,
se
il
Maralli
avesse
giudizio
,
quando
ha
qualche
commissione
da
sbrigare
alla
svelta
e
per
la
quale
c
'
è
bisogno
d
'
un
po
'
d
'
istruzione
e
d
'
intelligenza
,
dovrebbe
affidarla
a
me
,
e
così
piano
piano
farmi
impratichire
nella
professione
e
tirarmi
su
per
avvocato
.
Mi
piacerebbe
tanto
dì
diventar
come
lui
e
d
'
andar
nei
tribunali
a
difendere
i
birbanti
,
ma
quelli
buoni
però
,
cioè
che
son
diventati
cattivi
per
disgrazia
e
per
forza
delle
circostanze
nelle
quali
si
son
trovati
,
come
è
successo
a
me
;
e
lì
vorrei
fare
certi
bei
discorsi
,
urlando
con
tutto
il
fiato
che
ho
in
corpo
(
e
mi
par
d
'
averne
più
di
mio
cognato
)
per
fare
stare
zitti
gli
avversari
e
far
trionfare
la
giustizia
contro
la
prepotenza
delle
classi
sfruttatrici
,
come
dice
sempre
il
Maralli
.
Io
qualche
volta
mi
trattengo
a
discorrere
con
Ambrogio
che
è
appunto
il
giovane
di
studio
e
che
è
dello
stesso
mio
parere
.
-
L
'
avvocato
Maralli
si
farà
strada
,
-
mi
dice
spesso
-
se
lei
diventasse
avvocato
troverebbe
qui
nel
suo
studio
la
nicchia
bell
'
e
fatta
.
-
Oggi
intanto
ho
incominciato
a
impratichirmi
un
poco
di
processi
e
di
tribunali
.
Mio
cognato
era
fuori
;
e
Ambrogio
a
un
certo
punto
ha
posato
lo
scaldino
,
è
uscito
di
dietro
il
suo
tavolino
e
mi
ha
detto
:
-
Che
mi
potrei
fidar
di
lei
,
sor
Giannino
,
per
un
piacere
?
-
Gli
ho
risposto
di
sì
,
e
lui
allora
mi
ha
detto
che
aveva
da
andare
un
momento
a
casa
sua
dove
aveva
dimenticato
certe
carte
importantissime
,
che
avrebbe
fatto
presto
...
-
Lei
stia
qui
finché
torno
io
:
e
chiunque
venga
lo
faccia
aspettare
...
Mi
raccomando
però
;
non
si
muova
di
qui
...
Posso
star
sicuro
,
sor
Giannino
?
-
L
'
ho
rassicurato
e
mi
son
messo
a
sedere
dove
sta
lui
,
con
lo
scaldino
tra
le
gambe
e
la
penna
in
mano
.
Di
lì
a
poco
è
entrato
un
contadino
,
un
tipo
buffo
con
un
ombrellone
verde
sotto
il
braccio
,
e
che
,
rigirandosi
il
cappello
tra
le
mani
ha
detto
:
-
Che
è
qui
che
ho
a
venire
?
-
Chi
cercate
?
-
gli
ho
domandato
.
-
Del
sor
avvocato
Maralli
...
-
L
'
avvocato
è
fuori
...
ma
io
sono
il
suo
cognato
e
potete
parlare
liberamente
...
È
come
se
ci
fosse
lui
in
persona
.
E
voi
chi
siete
?
-
Chi
sono
io
?
Io
son
Gosto
contadino
del
Pian
dell
'
Olmo
,
dove
mi
conoscono
tutti
,
e
anzi
mi
chiamano
Gosto
grullo
per
distinguermi
da
un
altro
Gosto
che
sta
nel
podere
accanto
,
e
sono
,
come
lei
saprà
,
ascritto
alla
Lega
dove
pago
due
soldi
tutte
le
settimane
che
Dio
mette
in
terra
,
e
il
sor
Ernesto
lo
può
dire
che
è
il
nostro
segretario
e
sa
far
di
conto
perché
lui
non
è
un
contadino
come
noialtri
disgraziati
...
Sicché
i
'
ero
venuto
a
sentire
per
quel
processo
dello
sciopero
con
la
ribellione
,
che
deve
andare
fra
due
giorni
e
dove
son
testimonio
,
come
qualmente
il
giudice
istruttore
mi
ha
mandato
a
chiamare
per
farmi
l
'
interrogatorio
,
ma
io
prima
di
andar
da
lui
son
venuto
qui
per
sentire
come
mi
devo
regolare
...
-
Io
non
ne
potevo
più
dal
ridere
,
ma
mi
son
trattenuto
,
e
anzi
ho
preso
un
'
aria
molto
seria
e
gli
ho
detto
:
-
Come
andò
il
fatto
?
-
Gua
'
!
Il
fatto
andò
che
quando
noi
ci
si
trovò
di
fronte
ai
soldati
si
cominciò
a
vociare
,
e
poco
dopo
Gigi
il
Matto
e
Cecco
di
Merenda
cominciarono
a
tirar
sassate
e
allora
i
soldati
spararono
.
Ma
che
le
ho
a
dire
queste
cose
al
giudice
istruttore
?
-
S
'
intende
esser
bestie
,
ma
a
questo
punto
non
credevo
mai
che
un
contadino
ci
potesse
arrivare
.
Hanno
proprio
ragione
a
chiamarlo
Gosto
grullo
!
Come
si
fa
,
dico
io
,
a
non
sapere
che
in
Tribunale
i
testimoni
devono
dire
la
verità
,
tutta
la
verità
e
niente
altro
che
la
verità
,
che
sono
cose
che
le
sanno
anche
i
bambini
d
'
un
anno
?
Io
gli
ho
detto
di
dire
le
cose
come
stavano
,
che
in
quanto
al
resto
poi
ci
avrebbe
pensato
il
mio
cognato
.
-
Ma
i
compagni
di
Pian
dell
'
Olmo
però
mi
hanno
raccomandato
di
negare
il
fatto
delle
sassate
!
-
Perché
sono
ignoranti
e
grulli
come
voi
.
Fate
come
vi
dico
io
:
non
dite
nulla
a
nessuno
di
quel
che
avete
fatto
,
e
vedrete
che
tutto
anderà
a
finir
bene
.
-
Gua
'
!
...
Lei
non
è
il
cognato
del
sor
avvocato
Maralli
?
-
Sicuro
.
-
E
a
discorrer
con
lei
non
è
lo
stesso
che
discorrer
con
lui
?
-
Precisamente
.
-
E
quand
'
è
così
vo
via
tranquillo
e
dico
come
stanno
le
cose
per
filo
e
per
segno
.
Arrivedella
e
grazie
.
-
E
se
n
'
è
andato
.
Io
son
rimasto
molto
soddisfatto
d
'
aver
sbrigato
quest
'
affare
a
mio
cognato
...
Pensare
che
se
stessi
qui
sempre
potrei
preparare
i
processi
,
dare
il
parere
ai
clienti
ed
essergli
utile
e
nello
stesso
tempo
divertirmi
chi
sa
quanto
!
...
Sento
proprio
d
'
esser
nato
per
far
l
'
avvocato
...
Quando
è
tornato
Ambrogio
e
mi
ha
domandato
se
c
'
era
stato
nessuno
gli
ho
risposto
:
-
C
'
è
stato
un
grullo
...
ma
me
lo
son
levato
di
tra
i
piedi
.
-
Ambrogio
ha
sorriso
,
è
tornato
al
suo
posto
,
s
'
è
messo
lo
scaldino
tra
le
gambe
e
la
penna
tra
le
dita
,
e
ha
ricominciato
a
scrivere
sulla
carta
bollata
...
13
gennaio
.
Il
signor
Venanzio
è
uggioso
,
ne
convengo
,
ma
ha
delle
buone
qualità
.
Con
me
per
esempio
,
è
pieno
di
gentilezze
e
dice
sempre
che
sono
un
ragazzo
originale
e
che
si
diverte
un
mondo
a
sentirmi
discorrere
.
È
di
una
curiosità
straordinaria
.
Vuol
saper
tutto
quello
che
si
fa
in
casa
e
tutto
quello
che
si
dice
di
lui
,
e
per
questo
mi
dà
quattro
soldi
al
giorno
.
Stamani
,
per
esempio
,
si
è
molto
interessato
ai
soprannomi
coi
quali
lo
chiamano
in
casa
,
e
io
glie
ne
ho
detti
parecchi
.
Mia
sorella
Virginia
lo
chiama
vecchio
spilorcio
,
sordo
rimbambito
,
spedale
ambulante
;
il
Maralli
lo
chiama
lo
zio
Tirchio
,
lo
zio
Rùdero
,
e
spesso
gli
dice
anche
vecchio
immortale
perché
non
muore
mai
.
Perfino
la
donna
di
servizio
gli
ha
messo
il
soprannome
:
lo
chiama
Gelatina
perché
trema
sempre
.
-
Meno
male
!
-
ha
detto
il
signor
Venanzio
.
-
Bisogna
convenire
che
,
fra
tutti
,
la
più
gentile
verso
di
me
è
la
serva
.
La
ricompenserò
!
-
E
s
'
è
messo
a
ridere
come
un
matto
.
16
gennaio
.
Ho
già
pensato
al
regalo
che
debbo
fare
a
mio
cognato
.
Gli
comprerò
una
bella
cartella
da
tenere
sulla
sua
scrivania
invece
di
quella
che
ha
ora
,
che
è
tutta
strappucchiata
e
sudicia
d
'
inchiostro
.
E
poi
comprerò
anche
un
paio
di
razzi
che
manderò
dalla
terrazza
in
segno
di
gioia
per
esser
finalmente
diventato
un
buon
ragazzo
come
desiderano
i
miei
genitori
.
17
gennaio
.
Ieri
mattina
me
n
'
è
successa
una
bella
.
Nel
ritornare
a
casa
,
dopo
aver
comprato
la
cartella
per
il
Maralli
e
i
due
razzi
,
passai
dallo
studio
,
e
vedendo
nella
stanza
d
'
aspetto
che
Ambrogio
non
c
'
era
e
che
aveva
lasciato
sotto
il
tavolino
lo
scaldino
spento
,
mi
venne
l
'
idea
di
fargli
una
sorpresa
e
gli
ci
misi
dentro
i
due
razzi
,
nascosti
ben
bene
sotto
la
cenere
.
Veramente
,
se
avessi
potuto
immaginare
le
conseguenze
,
questo
scherzo
non
lo
avrei
fatto
;
ma
come
si
fa
,
santo
Dio
,
a
immaginarsi
le
conseguenze
che
hanno
il
torto
di
venir
sempre
dopo
,
quando
nelle
cose
non
c
'
è
più
rimedio
?
Però
da
qui
in
avanti
voglio
pensarci
ben
bene
prima
di
fare
una
burla
in
modo
che
non
mi
succeda
più
di
sentirmi
dire
,
come
per
questo
fatto
,
che
io
fo
gli
scherzi
di
cattivo
genere
.
È
stata
proprio
una
faccenda
seria
,
ma
per
me
che
sapevo
che
non
c
'
era
pericolo
è
stata
una
cosa
da
morire
dal
ridere
.
Io
avevo
visto
Ambrogio
andare
in
cucina
ad
assettare
lo
scaldino
,
come
fa
tutte
le
mattine
,
e
naturalmente
stavo
in
vedetta
.
A
un
certo
punto
si
è
sentito
un
gran
tonfo
ed
un
urlo
,
e
allora
mio
cognato
e
due
clienti
che
erano
nello
studio
si
son
precipitati
nella
stanza
d
'
aspetto
e
son
corse
pure
Virginia
e
la
donna
di
servizio
per
vedere
quel
che
era
successo
.
Ma
ecco
che
,
quando
tutti
erano
lì
riuniti
,
scoppia
nello
scaldino
un
tonfo
più
grosso
di
prima
,
e
allora
via
tutti
come
pazzi
a
scappar
di
qua
e
di
là
,
lasciando
quel
povero
Ambrogio
solo
,
incastrato
fra
il
tavolino
e
la
seggiola
e
che
non
aveva
la
forza
di
moversi
e
balbettava
:
-
Che
sarà
mai
?
Che
sarà
mai
?
-
Io
ho
cercato
di
fargli
coraggio
,
dicendogli
:
-
Non
è
niente
di
pericoloso
...
Anzi
!
Io
credo
che
sieno
certi
razzi
che
avevo
messo
lì
per
fare
un
po
'
di
festa
...
-
Ma
il
povero
Ambrogio
non
capiva
più
niente
e
non
mi
sentiva
neppure
;
però
mi
ha
sentito
il
Maralli
,
che
dopo
essere
scappato
via
con
gli
altri
ora
ritornava
piano
piano
e
faceva
capolino
alla
porta
.
-
Ah
!
-
ha
gridato
mostrandomi
il
pugno
-
sei
stato
tu
,
ancora
coi
tuoi
fuochi
d
'
artifizio
?
Ma
dunque
hai
giurato
proprio
di
farmi
rovinar
la
casa
in
capo
?
-
Io
allora
ho
cercato
di
rinfrancare
anche
lui
dicendogli
:
-
Ma
no
,
via
;
t
'
assicuro
che
non
è
rovinato
altro
che
uno
scaldino
...
Non
è
niente
,
vedi
?
È
stata
più
la
paura
che
il
danno
...
-
Non
l
'
avessi
mai
detto
!
Mio
cognato
è
diventato
rosso
dalla
rabbia
,
e
ha
incominciato
a
gridare
:
-
Che
paura
e
non
paura
,
brutto
imbecille
che
non
sei
altro
!
Io
non
ho
paura
di
nulla
,
per
tua
regola
...
ma
ho
paura
a
tenerti
in
casa
mia
,
perché
sei
un
flagello
,
e
vedo
che
,
prima
o
poi
,
finiresti
col
farmi
la
pelle
...
-
Io
allora
mi
son
messo
a
piangere
e
sono
scappato
in
camera
mia
,
dove
poco
dopo
è
venuta
mia
sorella
che
mi
ha
fatto
una
predica
d
'
un
'
ora
,
ma
poi
ha
finito
col
perdonarmi
e
col
persuadere
il
Maralli
a
non
riportarmi
a
casa
mia
per
esser
mandato
in
collegio
.
E
io
,
per
dimostrargli
la
mia
gratitudine
,
stamani
prima
che
egli
andasse
nello
studio
,
gli
ho
messo
sulla
scrivania
la
cartella
nuova
che
gli
comprai
,
e
ho
buttato
quella
vecchia
nel
caminetto
.
Speriamo
che
anche
lui
mi
sia
grato
della
mia
gratitudine
...
#
Oggi
ho
pensato
tutto
il
giorno
a
correggermi
del
difetto
di
fare
gli
scherzi
di
cattivo
genere
,
e
perciò
mi
è
venuto
in
mente
di
farne
uno
che
non
può
aver
nessuna
seria
conseguenza
né
recar
danno
a
nessuno
.
Mentre
ero
dal
signor
Venanzio
,
che
tra
parentesi
si
è
divertito
un
mondo
al
racconto
del
fatto
d
'
ieri
,
ho
colto
il
momento
in
cui
aveva
posato
le
lenti
sul
tavolino
e
gliele
ho
prese
.
Poi
sono
andato
nella
stanza
d
'
aspetto
,
e
quando
Ambrogio
è
andato
nello
studio
a
parlare
col
Maralli
,
lasciando
le
sue
lenti
sul
tavolino
,
ho
preso
anche
le
sue
e
son
corso
in
camera
mia
.
Lì
ho
rotto
una
delle
due
punte
di
un
pennino
facendone
un
piccolo
cacciavite
;
e
con
questo
,
svitando
i
perni
delle
lenti
ho
messo
quelle
d
'
Ambrogio
nei
cerchietti
d
'
oro
del
signor
Venanzio
e
le
lenti
del
signor
Venanzio
nei
cerchietti
d
'
acciaio
di
Ambrogio
,
riserrando
poi
i
pernetti
con
le
viti
com
'
eran
prima
.
L
'
operazione
è
stata
fatta
così
alla
lesta
,
che
ho
potuto
rimettere
le
due
paia
di
lenti
al
loro
posto
senza
che
né
Ambrogio
né
il
signor
Venanzio
si
fossero
accorti
della
loro
mancanza
.
Non
mi
par
vero
dì
vedere
come
anderà
,
a
finire
questo
scherzo
che
non
potrà
essere
certo
giudicato
uno
scherzo
di
cattivo
genere
.
18
gennaio
.
Mi
convinco
sempre
più
che
è
molto
difficile
per
un
ragazzo
il
prevedere
le
conseguenze
di
quello
che
fa
,
perché
anche
la
burla
più
innocente
può
causare
a
volte
delle
complicazioni
straordinarie
,
che
neppure
a
esser
grandi
si
saprebbero
immaginare
.
Iersera
,
dunque
,
appena
Ambrogio
ritornò
al
suo
solito
tavolino
e
si
mise
le
lenti
sul
naso
,
fece
un
atto
di
meraviglia
:
e
dopo
averle
rigirate
tra
le
dita
e
ben
considerate
da
tutte
le
parti
e
averle
appannate
più
volte
col
fiato
e
ben
ben
ripulite
col
suo
fazzolettone
a
scacchi
turchini
ed
essersele
rimesse
sul
naso
,
incominciò
a
mugolare
:
-
O
Dio
,
o
Dio
,
o
Dio
!
Che
diamine
mai
m
'
è
accaduto
?
Non
ci
veggo
più
...
Ah
!
Ho
capito
...
questa
è
una
conseguenza
dello
spavento
di
ieri
!
Vuol
dire
che
sono
ammalato
grave
...
Pover
'
a
me
!
Son
rovinato
...
-
E
andò
a
rammaricarsi
col
Maralli
,
al
quale
chiese
il
permesso
di
assentarsi
subito
dallo
studio
per
recarsi
in
una
farmacia
,
perché
sentiva
dì
non
reggere
e
certo
gli
era
per
venire
qualche
cosa
di
molto
serio
.
E
questa
è
una
conseguenza
.
L
'
altra
è
anche
più
strana
e
complicata
.
Stamani
il
signor
Venanzio
s
'
è
messo
nella
poltrona
per
leggere
come
fa
sempre
il
Corriere
della
Sera
che
,
invece
,
gli
arriva
la
mattina
;
ma
appena
s
'
è
messo
le
lenti
ha
incominciato
a
dire
:
-
Uh
!
mi
si
appannano
le
pupille
...
Uh
!
mi
si
confonde
la
vista
...
Mi
gira
la
testa
...
Ah
,
ci
siamo
!
Per
carità
,
mandate
subito
a
chiamare
il
medico
...
e
un
notaro
,
mi
raccomando
!
Un
notaro
!
-
Allora
in
casa
è
successo
una
rivoluzione
.
Il
Maralli
è
accorso
al
fianco
dello
zio
e
,
ficcatogli
il
corno
acustico
nell
'
orecchio
ha
cominciato
a
dirgli
-
Coraggio
,
zio
...
Ci
son
qui
io
,
non
tema
di
niente
!
Penso
a
tutto
io
...
Non
si
spaventi
,
è
un
deliquio
passeggero
...
-
Ma
il
signor
Venanzio
aveva
chiuso
gli
occhi
ed
era
stato
preso
da
un
tremito
che
andava
aumentando
sempre
più
.
Arrivato
il
medico
l
'
ha
visitato
e
ha
detto
che
il
malato
era
in
condizioni
disperate
.
A
questa
notizia
il
Maralli
è
diventato
di
tutti
i
colori
,
non
poteva
più
star
fermo
,
e
non
faceva
che
ripetere
:
-
-
Zio
,
coraggio
...
Sono
qui
io
!
-
Per
metter
fine
a
questa
scena
tragica
son
corso
nella
stanza
d
'
aspetto
e
ho
preso
le
lenti
d
'
Ambrogio
(
che
egli
aveva
lasciato
iersera
sul
suo
tavolino
)
con
l
'
intenzione
di
portarle
al
signor
Venanzio
,
e
che
avrebbero
fatto
il
miracolo
di
guarirlo
immediatamente
.
Ma
quando
son
ritornato
la
porta
era
chiusa
e
di
fuori
stava
mio
cognato
e
Virginia
.
Il
Maralli
era
piuttosto
allegro
,
e
ho
sentito
che
diceva
:
-
Ha
detto
al
notaro
che
sarebbe
stata
una
cosa
lesta
...
e
questo
,
capirai
,
è
un
buon
segno
perché
vuol
dire
che
ci
saranno
pochi
legati
...
-
E
a
me
che
avevo
steso
la
mano
per
aprir
la
maniglia
della
bussola
ha
soggiunto
:
-
Lascia
andare
...
Non
si
può
entrare
.
C
'
è
il
notaro
...
fa
il
testamento
...
-
Di
lì
a
poco
mio
cognato
se
n
'
è
andato
nello
studio
perché
gli
è
venuto
un
cliente
,
e
anche
Virginia
è
andata
via
,
raccomandandomi
di
star
lì
e
di
avvertirla
appena
fosse
uscito
il
notaro
.
Ma
io
,
invece
,
quando
il
notaro
è
uscito
sono
entrato
in
camera
e
presa
la
trombetta
ho
gridato
al
signor
Venanzio
:
-
Non
dia
retta
al
dottore
!
Lei
si
è
impaurito
perché
non
ci
vedeva
più
coi
suoi
occhiali
...
Ma
si
tratta
probabilmente
di
un
indebolimento
di
vista
.
Provi
questi
d
'
Ambrogio
che
sono
più
forti
dei
suoi
...
-
E
messegli
sul
naso
le
lenti
che
avevo
con
me
gli
ho
presentato
davanti
agli
occhi
il
Corriere
della
Sera
.
Il
signor
Venanzio
allora
,
nel
vedere
che
ci
vedeva
,
s
'
è
calmato
subito
,
poi
ha
fatto
il
confronto
fra
le
due
paia
di
lenti
,
e
abbracciandomi
mi
ha
detto
:
-
Ma
tu
,
ragazzo
mio
,
sei
un
portento
!
Tu
hai
un
acume
molto
superiore
alla
tua
età
,
e
diventerai
certamente
qualcosa
di
grosso
...
E
mio
nipote
dov
'
è
?
-
Era
lì
fuori
,
ma
ora
è
nel
suo
studio
.
-
E
che
diceva
?
-
Diceva
che
se
lei
si
sbrigava
presto
col
notaro
era
buon
segno
,
perché
significava
che
c
'
erano
pochi
legati
.
-
A
queste
parole
il
vecchio
ha
dato
in
una
tal
risata
che
credo
non
ne
abbia
mai
fatte
di
simili
in
tutta
la
sua
vita
,
e
poi
regalandomi
i
suoi
occhiali
d
'
oro
che
gli
avevo
chiesto
e
che
gli
erano
oramai
inutili
ha
esclamato
:
-
Ah
,
questa
poi
è
la
più
carina
di
tutte
!
E
ora
non
mi
dispiace
che
di
una
cosa
:
di
non
potere
,
quando
sarò
morto
,
risuscitare
per
assistere
all
'
apertura
del
testamento
...
Rimorirei
dal
ridere
!
-
#
È
tornato
Ambrogio
,
tutto
impensierito
perché
il
medico
gli
ha
detto
che
ha
una
nevrastenìa
acuta
e
gli
ha
ordinato
di
smettere
di
fumare
e
di
mettersi
in
assoluto
riposo
.
-
Pensare
-
diceva
quel
pover
'
uomo
-
che
non
posso
fare
né
una
cosa
né
l
'
altra
!
Come
fo
a
mettermi
in
riposo
se
ho
bisogno
di
lavorare
per
vivere
?
E
come
farò
io
,
disgraziato
,
a
smettere
di
fumare
...
se
non
ho
mai
fumato
in
vita
mia
neppure
una
sigaretta
?
-
Ma
io
l
'
ho
tolto
da
ogni
imbarazzo
,
e
,
presentandogli
gli
occhiali
d
'
oro
del
signor
Venanzio
,
gli
ho
detto
:
-
Si
provi
un
po
'
queste
lenti
,
e
vedrà
che
gli
passerà
la
nevrastenìa
...
-
Bisognava
vedere
la
gioia
d
'
Ambrogio
!
Pareva
diventato
pazzo
e
voleva
sapere
una
quantità
di
come
e
di
perché
;
ma
io
ho
tagliato
corto
dicendogli
:
-
Questi
occhiali
mi
son
stati
regalati
dal
signor
Venanzio
e
io
li
regalo
a
lei
.
Se
li
tenga
e
non
cerchi
altro
!
...
-
19
gennaio
.
Il
Maralli
da
iersera
è
di
un
umore
terribile
.
Prima
di
tutto
se
la
prese
con
me
perché
non
lo
avevo
avvertito
,
come
mi
era
stato
detto
,
quando
il
notaro
era
uscito
dalla
camera
del
signor
Venanzio
,
e
poi
era
molto
preoccupato
perché
non
riusciva
a
spiegarsi
il
miglioramento
avvenuto
nelle
condizioni
di
salute
di
suo
zio
,
così
a
un
tratto
,
senza
una
causa
,
mentre
il
medico
aveva
detto
prima
che
si
trattava
di
una
cosa
grave
.
Stamani
era
anche
più
nero
di
iersera
e
me
ne
ha
dette
di
tutti
i
colori
perché
gli
buttai
nel
caminetto
la
sua
vecchia
cartella
tutta
strappata
e
scarabocchiata
mettendogli
invece
sulla
scrivania
una
cartella
nuova
,
tutta
dorata
che
è
una
,
bellezza
.
E
questa
è
la
gratitudine
per
avere
avuto
il
gentile
pensiero
di
fargli
un
regalo
!
Pare
,
a
quanto
ho
potuto
capire
,
che
nella
cartella
vecchia
vi
fossero
delle
carte
e
dei
documenti
importantissimi
che
riguardavano
un
processo
,
e
che
ora
,
per
la
loro
mancanza
,
il
Maralli
non
sappia
più
dove
battere
la
testa
...
Fortunatamente
era
l
'
ora
della
scuola
e
me
sono
andato
via
lasciando
che
si
sfogasse
con
Ambrogio
.
Quando
son
tornato
di
scuola
ho
trovato
mio
cognato
anche
più
nero
di
stamani
.
Il
signor
Venanzio
gli
aveva
detto
che
ero
stato
io
che
l
'
avevo
guarito
dandogli
le
lenti
d
'
Ambrogio
e
Ambrogio
poi
gli
aveva
raccontato
d
'
essere
stato
guarito
pure
da
me
per
avergli
dato
le
lenti
del
signor
Venanzio
.
-
Voglio
assolutamente
sapere
come
sta
questa
faccenda
!
-
ha
detto
il
Maralli
sgranandomi
tanto
d
'
occhi
in
faccia
.
-
Ma
io
che
c
'
entro
?
-
C
'
entri
benissimo
.
Com
'
è
che
mio
zio
non
ci
vede
più
con
le
sue
lenti
mentre
ci
vede
con
quelle
d
'
Ambrogio
?
E
com
'
è
che
Ambrogio
non
ci
vede
più
con
le
sue
e
ci
vede
con
quelle
dello
zio
Venanzio
?
-
Uhm
!
Bisognerebbe
sentire
un
oculista
...
-
In
quel
momento
però
è
venuto
Ambrogio
,
esclamando
:
-
Tutto
è
spiegato
!
Guardi
:
lo
vede
questo
sgraffietto
in
questa
lente
?
Ebbene
:
da
questo
sgraffietto
ora
riconosco
che
la
lente
è
mia
...
Queste
sono
le
mie
lenti
che
ho
sempre
avute
:
soltanto
sono
state
messe
nei
cerchietti
d
'
oro
di
suo
zio
...
Capisce
?
-
A
questa
rivelazione
il
Maralli
ha
cacciato
un
grido
e
ha
fatto
un
passo
verso
di
me
,
stendendo
un
braccio
per
afferrarmi
,
ma
io
ho
fatto
più
presto
di
lui
e
son
corso
a
chiudermi
in
camera
.
Che
anche
questo
di
cambiar
le
lenti
a
due
paia
d
'
occhiali
sia
stato
uno
scherzo
di
cattivo
genere
?
Ma
chi
avrebbe
potuto
prevedere
che
per
questo
scherzo
il
signor
Venanzio
e
Ambrogio
si
sarebbero
ìmpauriti
a
quel
modo
?
Ed
è
colpa
mia
se
i
loro
medici
per
questo
fatto
hanno
riscontrato
nel
primo
un
caso
disperato
e
nel
secondo
una
nevrastenìa
acuta
?
#
È
un
'
ora
che
son
chiuso
in
camera
mia
.
Tanto
per
passare
il
tempo
,
con
un
bastoncino
,
una
gugliata
di
refe
e
uno
spillo
ritorto
,
mi
son
fabbricato
una
lenza
e
mi
son
divertito
a
pescare
nella
mia
catinella
certi
pesciolini
ritagliati
nella
carta
...
20
gennaio
.
Stamani
Virginia
s
'
è
intromessa
nella
questione
tra
me
e
il
Maralli
e
pare
che
egli
non
mi
riporti
a
casa
mia
come
aveva
minacciato
di
fare
.
-
Che
badi
bene
,
però
,
-
ha
detto
a
mia
sorella
-
che
badi
di
rigar
diritto
!
Io
mi
son
già
pentito
di
quel
che
ho
fatto
per
lui
,
e
ormai
basta
una
goccia
per
far
traboccare
il
vaso
!
...
-
21
gennaio
.
Altro
che
goccia
!
Su
quel
vaso
di
mio
cognato
che
era
lì
lì
per
traboccare
c
'
è
cascato
addirittura
un
diluvio
e
...
non
so
proprio
di
dove
cominciare
.
Dovrei
piangere
dal
dispiacere
,
strapparmi
i
capelli
,
dalla
disperazione
...
ma
le
disgrazie
che
mi
son
capitate
ieri
tra
capo
e
collo
sono
tante
e
si
sono
scatenate
così
improvvisamente
,
tutte
insieme
,
che
io
son
rimasto
rimbecillito
e
mi
par
di
sognare
...
Andiamo
per
ordine
.
La
prima
causa
della
mia
rovina
è
stata
la
passione
per
la
pesca
.
Ieri
,
appena
ritornato
da
scuola
,
presi
in
camera
mia
quella
lenza
che
mi
ero
fabbricato
ieri
l
'
altro
e
andai
nella
stanza
del
signor
Venanzio
con
l
'
intenzione
di
pescare
nella
sua
catinella
per
farlo
divertire
.
Disgraziatamente
il
signor
Venanzio
dormiva
;
e
dormiva
in
un
modo
curioso
,
con
la
testa
arrovesciata
sulla
spalliera
della
poltrona
e
con
la
bocca
spalancata
dalla
quale
gli
usciva
un
rantolino
che
andava
a
finire
in
un
piccolo
fischio
...
Allora
cambiai
idea
.
Dietro
alla
poltrona
c
'
era
una
tavola
,
e
io
montatovi
sopra
,
stando
seduto
su
un
panchettino
,
mi
misi
,
per
ridere
,
a
pescare
nella
bocca
del
signor
Venanzio
,
tenendo
la
lenza
al
disopra
della
sua
testa
e
l
'
amo
sospeso
all
'
altezza
della
bocca
spalancata
...
-
Ora
quando
si
sveglia
-
pensavo
-
chi
sa
come
rimarrà
sorpreso
!
-
Disgraziatamente
gli
venne
a
un
tratto
da
starnutire
;
e
nello
starnuto
,
avendo
egli
chinata
la
testa
,
l
'
amo
andò
a
posarglisi
sulla
lingua
e
,
avendo
poi
richiusa
la
bocca
,
gli
restò
dentro
,
mentre
io
senza
accorgermene
,
per
un
semplice
istinto
di
pescatore
,
detti
una
stratta
alla
lenza
tirando
in
su
...
Si
udì
un
grido
acutissimo
,
e
io
vidi
,
con
mia
grande
meraviglia
,
attaccato
all
'
amo
un
dente
con
due
barbe
!
Nello
stesso
tempo
il
signor
Venanzio
sputava
una
boccata
di
sangue
...
In
quel
terribile
istante
,
preso
da
un
grande
sgomento
,
gettai
la
lenza
e
,
sceso
con
un
salto
dalla
tavola
,
scappai
come
un
pazzo
in
camera
mia
.
Dopo
un
'
oretta
è
venuto
mio
cognato
,
seguito
da
mia
sorella
che
gli
raccomandava
:
-
Riportalo
a
casa
magari
subito
,
ma
non
lo
picchiare
!
-
Picchiarlo
?
Se
mi
ci
mettessi
dovrei
ammazzarlo
!
-
rispondeva
il
Maralli
.
-
No
,
no
;
ma
voglio
che
sappia
almeno
quel
che
mi
costa
l
'
averlo
tenuto
una
settimana
in
casa
mia
!
-
Quando
mi
fu
dinanzi
mi
guardò
ben
bene
in
faccia
e
poi
disse
lentamente
con
una
calma
che
mi
faceva
più
paura
che
se
avesse
urlato
come
tante
altre
volte
:
-
Sai
?
Ora
son
convinto
anche
io
che
tu
anderai
a
finire
in
galera
...
e
t
'
avverto
che
io
non
sarò
certo
il
tuo
avvocato
difensore
...
Io
,
vedi
,
ho
conosciuto
molta
canaglia
:
ma
tu
hai
nelle
tue
intraprese
di
delinquente
delle
risorse
misteriose
,
ignorate
a
tutti
gli
altri
...
Per
esempio
,
come
avrai
fatto
a
fare
un
taglio
alla
lingua
di
mio
zio
Venanzio
e
a
portargli
via
un
dente
che
è
stato
trovato
attaccato
a
uno
spillo
ricurvo
legato
a
un
filo
di
refe
?
E
perché
hai
fatto
questo
?
Chi
lo
sa
!
Ma
quello
che
devi
sapere
è
che
mio
zio
vuole
assolutamente
andar
via
da
casa
mia
,
dove
dice
di
non
sentirsi
sicuro
,
e
che
così
,
per
causa
tua
,
io
vado
a
rischio
di
perder
una
vistosa
eredità
della
quale
,
senza
di
te
,
potevo
dirmi
sicuro
.
-
Il
Maralli
s
'
è
asciugato
il
sudore
,
mordendosi
al
tempo
stesso
le
labbra
;
poi
ha
ripreso
lentamente
:
-
Tu
mi
hai
dunque
rovinato
come
uomo
;
ma
aspetta
,
ché
c
'
è
dell
'
altro
!
E
quest
'
altro
,
purtroppo
,
l
'
ho
scoperto
in
tribunale
,
al
processo
,
che
è
andato
tutto
a
rotoli
e
che
ha
segnato
la
mia
rovina
nella
mia
professione
e
nella
mia
carriera
politica
.
Tu
parlasti
quattro
o
cinque
giorni
fa
con
un
contadino
chiamato
Gosto
grullo
?
-
Sì
-
confessai
io
.
-
E
che
gli
dicesti
?
-
A
questo
punto
mi
parve
che
la
constatazione
di
una
buona
azione
compiuta
dovesse
compensare
il
fallo
rimproveratomi
precedentemente
e
risposi
con
accento
trionfale
:
-
Gli
dissi
che
in
tribunale
doveva
dire
la
verità
,
tutta
la
verità
,
nient
'
altro
che
la
verità
,
come
ho
visto
scritto
nel
cartello
che
è
sulla
testa
del
presidente
.
-
Sicuro
!
E
infatti
l
'
ha
detta
!
Egli
ha
raccontato
che
gli
imputati
avevan
tirato
dei
sassi
ai
soldati
e
gli
imputati
sono
stati
condannati
.
Hai
capito
?
...
E
gli
hai
fatti
condannar
te
!
E
io
che
ero
avvocato
difensore
ho
perso
la
causa
per
te
!
E
per
te
i
giornali
avversari
mi
attaccheranno
ora
con
violenza
,
e
per
te
il
nostro
partito
avrà
in
paese
meno
credito
di
quel
che
aveva
...
Hai
capito
?
Sei
contento
ora
?
Sei
soddisfatto
dell
'
opera
tua
?
Vuoi
far
qualche
cos
'
altro
?
Hai
in
mente
altre
rovine
,
altri
cataclismi
da
compiere
?
Ti
avverto
che
nel
caso
hai
tempo
fino
a
domattina
alle
otto
,
perché
ora
è
troppo
tardi
per
riaccompagnarti
a
casa
tua
.
Io
non
capivo
più
nulla
,
non
avevo
la
forza
né
di
parlare
né
di
muovermi
...
Il
Maralli
mi
lasciò
lì
come
inebetito
;
mia
sorella
mi
disse
:
-
Disgraziato
!
-
e
se
ne
andò
anche
lei
.
Ah
sì
,
disgraziato
:
disgraziato
io
e
più
disgraziati
tutti
quelli
che
hanno
a
che
far
con
me
...
Sono
già
le
otto
,
caro
giornalino
:
il
Maralli
mi
aspetta
nello
studio
per
ricondurmi
a
mio
padre
che
mi
metterà
subito
in
collegio
!
Si
può
essere
più
disgraziati
di
me
!
Eppure
non
mi
riesce
di
piangere
...
Anzi
!
Con
tutta
la
tremenda
prospettiva
del
mio
triste
avvenire
,
non
so
levarmi
dalla
mente
l
'
immagine
di
quel
dente
con
quelle
due
barbe
che
ho
pescato
ieri
nella
bocca
spalancata
del
signor
Venanzio
e
ogni
tanto
mi
scappa
da
ridere
...
22
gennaio
.
Ho
appena
due
minuti
di
tempo
per
scrivere
due
righe
.
Sono
a
Montaguzzo
,
nel
collegio
Pierpaoli
,
e
profitto
di
questo
momento
in
cui
mi
trovo
solo
,
in
camerata
,
con
la
scusa
di
prendere
dal
mio
baule
la
biancheria
che
mi
è
necessaria
per
la
mia
toilette
.
Proprio
così
.
Ieri
mattina
il
Maralli
mi
riaccompagnò
dal
babbo
al
quale
raccontò
tutto
quello
che
gli
era
successo
per
causa
mia
,
e
allora
il
babbo
-
a
racconto
finito
-
non
disse
altro
che
queste
parole
:
-
Me
l
'
aspettavo
:
tant
'
è
vero
che
il
suo
baule
con
tutto
il
corredo
richiesto
dal
collegio
Pierpaoli
è
su
bell
'
e
pronto
.
Partiremo
subito
,
con
la
corsa
delle
nove
e
quarantacinque
!
-
Giornalino
mio
,
non
ho
coraggio
di
descrivere
qui
la
scena
della
separazione
dalla
mamma
,
dall
'
Ada
,
dalla
Caterina
...
Si
piangeva
tutti
come
tante
fontane
,
e
anche
ora
nel
ripensarci
mi
vengon
giù
,
su
queste
pagine
,
i
goccioloni
a
quattro
a
quattro
...
Povera
mamma
!
In
quel
momento
ho
capito
quanto
bene
mi
vuole
,
e
ora
che
sono
così
lontano
da
lei
capisco
quanto
bene
le
voglio
io
...
Basta
:
il
fatto
è
che
,
dopo
due
ore
di
treno
e
quattro
dì
diligenza
,
sono
arrivato
qui
,
dove
il
babbo
uni
ha
consegnato
al
signor
direttore
e
mi
ha
detto
lasciandomi
:
-
Speriamo
che
quando
ritornerò
a
prenderti
possa
trovare
un
ragazzo
diverso
da
quello
che
lascio
!
Mi
riescirà
di
diventare
diverso
da
quel
che
sono
?
Sento
la
voce
della
direttrice
...
#
Mi
hanno
messo
la
divisa
del
collegio
che
è
bigia
,
col
berrettino
da
soldato
,
la
tunica
con
una
doppia
fila
di
bei
bottoni
d
'
argento
e
i
calzoni
lunghi
con
le
bande
rosso
-
scure
.
I
calzoni
lunghi
mi
stanno
benissimo
;
ma
però
la
divisa
del
collegio
Pierpaoli
non
ha
sciabola
e
anche
questo
,
per
me
è
stato
un
bel
dispiacere
!
29
gennaio
.
È
una
settimana
,
giornalino
mio
,
che
non
ho
scritto
più
un
rigo
in
queste
tue
pagine
,
nelle
quali
in
questi
giorni
avrei
avuto
pur
tante
cose
tristi
e
comiche
da
confidare
e
anche
tante
lacrime
da
versare
!
...
Ma
qui
,
in
questo
stabilimento
carcerario
che
chiamano
collegio
,
non
siamo
mai
soli
,
neppure
quando
si
dorme
,
e
la
libertà
non
penetra
mai
per
nessuno
,
neppure
per
un
minuto
secondo
...
Il
direttore
si
chiama
il
signor
Stanislao
ed
è
un
uomo
secco
secco
e
lungo
lungo
,
con
due
gran
baffoni
brizzolati
che
quando
s
'
arrabbia
gli
treman
tutti
,
e
con
una
zazzera
di
capelli
nerissimi
che
gli
vengono
in
avanti
appiccicati
sulle
tempie
e
che
gli
dànno
l
'
aria
di
un
grand
'
uomo
,
ma
dei
tempi
passati
.
È
un
tipo
militare
,
che
parla
sempre
a
forza
di
comandi
e
facendo
gli
occhi
terribili
.
-
Stoppani
,
-
mi
ha
detto
un
paio
di
giorni
fa
-
stasera
starete
a
pane
e
acqua
!
Per
fianco
destro
...
March
!
-
E
questo
,
perché
?
Perché
mi
aveva
sorpreso
nel
corridoio
che
conduce
alla
sala
di
ginnastica
mentre
scrivevo
col
carbone
sul
muro
:
Abbasso
i
tiranni
!
Più
tardi
la
direttrice
mi
disse
:
-
Sei
un
sudicione
e
un
malvagio
.
Sudicione
perché
hai
sporcato
il
muro
,
e
malvagio
perché
offendi
le
persone
che
cercano
di
farti
del
bene
correggendoti
.
Chi
hai
voluto
indicare
come
tiranni
?
Sentiamo
...
-
Uno
è
Federigo
Barbarossa
,
-
risposi
pronto
-
un
altro
è
Galeazzo
Visconti
,
un
altro
è
il
generale
Radeschi
,
e
un
altro
è
...
-
Siete
anche
un
impertinente
,
ecco
tutto
!
Andate
in
classe
subito
!
-
Questa
direttrice
non
capisce
nulla
;
invece
d
'
aver
piacere
chi
io
mi
appassioni
contro
i
peggiori
personaggi
della
storia
patria
,
s
'
è
messa
in
testa
,
da
quella
volta
,
che
io
la
canzoni
,
e
non
mi
leva
mai
gli
occhi
di
dosso
.
La
direttrice
si
chiama
la
signora
Geltrude
ed
è
la
moglie
del
signor
Stanislao
,
ma
è
un
tipo
tutto
diverso
da
lui
.
È
bassa
bassa
e
grassa
grassa
,
con
un
naso
rosso
rosso
,
e
declama
sempre
,
e
fa
dei
grandi
discorsi
per
delle
cose
da
nulla
,
e
non
si
cheta
mai
un
minuto
,
corre
per
tutto
e
discorre
con
tutti
e
su
tutto
e
su
tutti
trova
a
ridire
.
Gli
insegnanti
che
fanno
lezione
alle
diverse
classi
sono
tutti
dipendenti
dal
direttore
e
dalla
direttrice
e
paion
loro
servitori
.
Il
professore
di
francese
arriva
perfino
a
baciare
la
mano
alla
signora
Geltrude
tutte
le
mattine
quando
le
dà
il
buon
giorno
e
tutte
le
sere
quando
le
dà
la
buona
sera
;
e
il
professore
di
matematiche
dice
sempre
al
Signor
Stanislao
quando
va
via
:
"
Servo
suo
,
signor
direttore
!
"
Noi
collegiali
siamo
ventisei
in
tutti
:
otto
grandi
,
dodici
mezzani
e
sei
piccoli
.
Io
sono
il
più
piccino
di
tutti
.
Si
dorme
in
tre
camerate
,
una
accanto
all
'
altra
,
si
mangia
tutti
in
un
gran
salone
,
due
pasti
al
giorno
e
la
mattina
il
caffè
e
latte
col
pane
inzuppato
,
ma
senza
burro
e
sempre
con
poco
zucchero
.
Il
primo
giorno
a
desinare
vedendo
venir
la
minestra
di
riso
esclamai
:
-
Meno
male
!
Il
riso
mi
piace
moltissimo
...
-
Un
ragazzo
di
quelli
grandi
che
sta
di
posto
accanto
a
me
(
perché
a
tavola
ci
mettono
sempre
alternati
,
uno
piccino
e
uno
più
grande
)
e
che
si
chiama
Tito
Barozzo
ed
è
napoletano
,
dètte
in
una
gran
risata
e
disse
:
-
Tra
una
settimana
non
dirai
più
così
!
-
Io
allora
non
capii
niente
,
ma
ora
ho
compreso
benissimo
il
significato
dì
quelle
parole
.
Sono
sette
giorni
che
sono
qui
e
,
meno
l
'
altro
ieri
che
era
venerdì
,
si
è
sempre
mangiato
la
minestra
di
riso
due
volte
al
giorno
...
Mi
è
venuta
così
a
noia
,
che
l
'
idea
di
una
minestra
di
capellini
,
che
prima
mi
era
così
antipatica
,
ora
mi
manda
tutto
in
solluchero
!
...
Oh
mamma
mia
,
cara
mammina
che
mi
facevi
fare
spesso
da
Caterina
gli
spaghetti
con
l
'
acciugata
che
mi
piacciono
tanto
,
chi
sa
come
ti
dispiacerebbe
se
tu
sapessi
che
il
tuo
Giannino
in
collegio
è
obbligato
a
mangiare
dodici
minestre
di
riso
in
una
settimana
!
1°
febbraio
.
È
appena
giorno
e
io
che
mi
sono
svegliato
presto
ne
profitto
per
continuare
a
registrare
le
mie
memorie
nel
mio
caro
giornalino
,
mentre
i
miei
cinque
compagni
dormono
della
grossa
.
In
questi
due
giorni
passati
ho
due
tatti
notevoli
da
narrare
:
una
condanna
alla
prigione
e
la
scoperta
della
ricetta
per
fare
un
'
eccellente
minestra
di
magro
.
Ieri
l
'
altro
dunque
,
cioè
il
30
Gennaio
,
dopo
colazione
,
mentre
stavo
chiacchierando
con
Tito
Barozzo
,
un
altro
collegiale
grande
,
un
certo
Carlo
Pezzi
,
gli
si
accostò
e
gli
disse
sottovoce
:
-
Nello
stanzino
ci
son
le
nuvole
...
-
Ho
capito
!
-
rispose
il
Barozzo
strizzando
un
occhio
.
E
poco
dopo
mi
disse
:
-
Addio
,
Stoppani
,
vo
a
studiare
-
e
se
n
'
andò
dalla
parte
dove
era
andato
il
Pezzi
.
Io
che
avevo
capito
che
quella
d
'
andare
a
studiare
era
una
scusa
bella
e
buona
e
che
invece
il
Barozzo
era
andato
nello
stanzino
accennato
prima
dal
Pezzi
,
fui
preso
da
una
grande
curiosità
e
,
senza
parere
,
lo
seguii
pensando
:
-
Voglio
vedere
le
nuvole
anch
'
io
.
-
E
arrivato
a
una
porticina
dove
avevo
visto
sparire
il
mio
compagno
di
tavola
,
la
spinsi
e
...
capii
ogni
cosa
.
In
una
piccola
stanzetta
che
serviva
per
pulire
e
assettare
i
lumi
a
petrolio
(
ve
n
'
erano
due
file
da
una
parte
,
e
in
un
angolo
una
gran
cassetta
di
zinco
piena
di
petrolio
e
cenci
e
spazzolini
su
una
panca
)
stavano
quattro
collegiali
grandi
che
nel
vedermi
,
si
rimescolarono
tutti
,
e
vidi
che
uno
,
un
certo
Mario
Michelozzi
,
cercava
di
nascondere
qualcosa
...
Ma
c
'
era
poco
da
nascondere
,
perché
le
nuvole
dicevano
tutto
;
la
stanza
era
piena
di
fumo
e
il
fumo
si
sentiva
subito
che
era
di
sigaro
toscano
.
-
Perché
sei
venuto
qui
?
-
disse
il
Pezzi
con
aria
minacciosa
.
-
Oh
bella
!
Son
venuto
a
fumare
anch
'
io
.
-
No
,
no
!
-
saltò
a
dire
il
Barozzo
.
-
Egli
non
è
avvezzo
...
gli
farebbe
male
,
e
così
tutto
sarebbe
scoperto
.
-
Va
bene
:
allora
starò
a
veder
fumare
.
-
Bada
bene
però
,
-
disse
un
certo
Maurizio
Del
Ponte
.
-
Guai
se
...
-
Io
,
per
tua
regola
-
lo
interruppi
con
alterezza
,
avendo
capito
quel
che
voleva
dire
-
la
spia
non
l
'
ho
mai
fatta
e
spero
bene
!
-
Allora
il
Michelozzi
che
era
rimasto
sempre
prudentemente
con
le
mani
didietro
,
tirò
fuori
un
sigaro
toscano
ancora
acceso
,
se
lo
cacciò
avidamente
tra
le
labbra
,
tirò
due
o
tre
boccate
e
lo
passò
al
Pezzi
che
fece
lo
stesso
passandolo
poi
al
Barozzo
che
ripeté
la
medesima
funzione
passandolo
al
Del
Ponte
che
,
dopo
le
tre
boccate
di
regola
,
lo
rese
al
Michelozzi
...
e
così
si
ripeté
il
passaggio
parecchie
volte
,
finché
il
sigaro
fu
ridotto
a
una
misera
cicca
e
la
stanza
era
così
piena
di
fumo
che
ci
si
asfissiava
...
-
Apri
il
finestrino
!
-
disse
il
Pezzi
al
Michelozzi
.
E
questi
si
era
mosso
per
eseguire
il
saggio
consiglio
quando
il
Del
Ponte
esclamò
:
-
Calpurnio
!
-
E
si
precipitò
fuori
della
stanza
seguito
dagli
altri
tre
.
Io
,
sorpreso
da
quella
parola
ignorata
,
indugiai
un
po
'
nella
istintiva
ricerca
del
suo
misterioso
significato
,
pur
comprendendo
ch
'
era
un
segnale
di
pericolo
;
e
quando
a
brevissima
distanza
dagli
altri
feci
per
uscir
dalla
porticina
,
mi
trovai
a
faccia
a
faccia
col
signor
Stanislao
in
persona
che
mi
afferrò
per
il
petto
con
la
destra
e
mi
ricacciò
indietro
esclamando
:
-
Che
cosa
succede
qua
?
-
Ma
non
ebbe
bisogno
di
nessuna
risposta
;
appena
dentro
la
stanza
comprese
perfettamente
quel
che
era
successo
e
con
due
occhi
da
spiritato
,
mentre
gli
tremavano
i
baffi
scompigliati
dall
'
ira
,
tonò
:
-
Ah
,
si
fuma
!
Si
fuma
,
e
dove
si
fuma
?
Nella
stanza
del
petrolio
,
a
rischio
di
far
saltar
l
'
istituto
!
Sangue
d
'
un
drago
!
E
chi
ha
fumato
?
Hai
fumato
tu
?
Fa
'
sentire
il
fiato
...
march
!
-
E
si
chinò
giù
mettendomi
il
viso
contro
il
viso
in
modo
che
i
suoi
baffoni
grigi
mi
facevano
il
pizzicorino
nelle
gote
.
Io
eseguii
l
'
ordine
facendogli
un
gran
sospiro
sul
naso
ed
egli
si
rialzò
dicendo
:
-
Tu
no
...
difatti
sei
troppo
piccolo
.
Hanno
fumato
i
grandi
...
quelli
che
sono
scappati
di
qui
quando
io
imboccavo
il
corridoio
.
E
chi
erano
?
Svelto
...
march
!
-
Io
non
lo
so
.
-
Non
lo
sai
?
Come
!
Ma
se
erano
qui
con
te
!
-
Sì
,
erano
con
me
...
ma
io
non
li
ho
visti
...
Sa
,
con
questo
fumo
!
...
-
A
queste
parole
i
baffi
del
signor
Stanislao
incominciarono
a
ballare
una
ridda
infernale
.
-
Ah
!
Sangue
di
un
drago
!
Tu
ardisci
rispondere
così
al
direttore
?
In
prigione
!
In
prigione
!
March
!
-
E
afferratomi
per
un
braccio
mi
portò
via
,
chiamò
un
bidello
e
gli
disse
:
-
In
prigione
fino
a
nuov
'
ordine
!
-
#
La
prigione
è
una
stanzetta
su
per
giù
come
quella
dei
lumi
a
petrolio
,
ma
più
alta
della
metà
,
e
c
'
è
una
finestra
lassù
per
aria
,
con
una
barra
di
ferro
che
le
dà
,
proprio
l
'
aspetto
triste
di
una
prigione
.
Fui
serrato
lì
dentro
a
catenaccio
,
e
vi
rimasi
solo
con
ì
miei
pensieri
finché
non
venne
a
farmi
visita
la
signora
Geltrude
la
quale
mi
fece
una
lunga
predica
sul
pericolo
dell
'
incendio
che
avrebbe
potuto
succedere
se
il
fuoco
del
sigaro
si
fosse
appiccato
al
petrolio
,
e
seguitò
a
declamare
per
un
bel
pezzo
per
finire
poi
,
con
voce
patetica
,
a
scongiurarmi
di
dire
a
lei
la
verità
,
assicurandomi
che
non
era
per
dare
delle
punizioni
ai
colpevoli
,
ma
per
prendere
delle
precauzioni
nell
'
interesse
di
tutti
...
Io
naturalmente
seguitai
a
dire
che
non
sapevo
niente
e
che
non
avrei
detto
niente
mai
,
anche
se
mi
avessero
tenuto
in
prigione
per
una
settimana
,
che
dopo
tutto
era
meglio
stare
a
pane
e
acqua
che
essere
obbligati
a
mangiar
la
minestra
di
riso
due
volte
al
giorno
...
La
direttrice
se
ne
andò
tutta
invelenita
dicendomi
con
voce
drammatica
:
-
Vuoi
essere
trattato
con
tutto
il
rigore
?
Tal
sia
di
te
!
-
Rimasto
solo
daccapo
,
mi
sdraiai
sul
lettuccio
che
era
in
un
canto
della
prigione
e
non
tardai
ad
addormentarmi
perché
era
già
tardi
e
io
ero
stanco
da
tante
emozioni
.
La
mattina
dopo
,
cioè
iermattina
,
mi
svegliai
di
lietissimo
umore
.
Il
mio
pensiero
,
considerando
i
miei
casi
,
corse
ai
tempi
delle
cospirazioni
,
quando
i
patriotti
italiani
marcivano
nelle
prigioni
piuttosto
che
dire
i
nomi
dei
congiurati
ai
tedeschi
,
e
mi
sentivo
pieno
d
'
allegria
,
e
avrei
voluto
magari
che
la
prigione
fosse
stata
più
stretta
e
magari
anche
umida
,
e
con
qualche
topo
.
Però
,
in
mancanza
di
topi
,
c
'
era
qualche
ragno
,
e
io
mi
misi
in
testa
di
ammaestrarne
uno
,
come
Silvio
Pellico
,
e
mi
misi
all
'
opera
con
tutto
l
'
impegno
,
ma
dovetti
smettere
.
Non
so
se
dipenda
perché
i
ragni
d
'
allora
fossero
più
intelligenti
di
quelli
d
'
ora
o
perché
i
ragni
di
collegio
siano
più
zucconi
degli
altri
,
ma
il
fatto
è
che
quel
maledetto
ragno
faceva
tutto
il
contrario
di
quel
che
gli
dicevo
dì
fare
,
e
mi
fece
tanto
arabbiare
che
da
ultimo
lo
schiacciai
con
un
piede
.
Allora
mi
venne
in
mente
che
,
se
avessi
potuto
chiamare
dalla
finestra
qualche
passerotto
,
sarebbe
stato
molto
più
facile
di
ammaestrarlo
;
ma
la
finestra
era
così
alta
!
...
Non
so
che
cosa
avrei
dato
per
potere
arrampicarmi
su
quella
finestrino
;
e
a
furia
di
pensarci
mi
era
venuto
come
una
frenesia
e
non
potevo
più
star
fermo
,
né
mi
riusciva
di
levarmi
dal
cervello
quell
'
idea
...
Cominciai
dal
trascinare
il
lettuccio
sotto
la
finestra
per
diminuirne
la
distanza
;
poi
presi
un
pezzo
di
corda
che
avevo
in
tasca
,
levai
la
cinghia
dei
calzoni
e
l
'
aggiunsi
a
quella
...
Ma
con
tutt
'
e
due
si
arrivava
appena
alla
metà
dell
'
altezza
cui
era
posta
la
finestra
.
Allora
mi
cavai
la
camicia
,
la
strappai
a
strisce
,
che
attorcigliai
a
uso
fune
e
che
aggiunsi
alla
corda
che
avevo
già
;
ne
venne
una
corda
assai
lunga
che
lanciai
mirando
alla
finestra
.
Ora
ci
arrivava
,
ma
occorreva
una
lunghezza
maggiore
per
farne
ritornar
giù
una
parte
dopo
averla
fatta
passare
sulla
sbarra
che
era
nel
mezzo
alla
finestra
.
Mi
cavai
anche
le
mutande
delle
quali
feci
altre
strisce
che
aggiunsi
alle
altre
.
Cosi
ottenni
una
corda
sufficiente
a
tentare
la
scalata
che
mi
ero
prefisso
di
dare
alla
finestra
.
Da
un
capo
di
essa
attaccai
una
scarpa
;
e
incominciai
i
miei
esercizi
di
tiro
a
segno
lanciando
con
la
destra
la
scarpa
contro
la
barra
di
ferro
e
tenendo
nella
sinistra
l
'
altro
capo
della
corda
.
Quanti
vani
tentativi
!
Non
avevo
orologio
per
calcolare
quanto
tempo
occupassi
in
questo
lavoro
,
ma
potevo
giudicarne
la
durata
dal
sudore
che
mi
bagnava
tutto
per
la
fatica
.
Finalmente
mi
riuscì
di
fare
in
modo
che
la
scarpa
lanciata
al
disopra
della
sbarra
girasse
al
di
sotto
,
ritornando
dentro
la
stanza
;
e
dopo
,
piano
piano
,
a
forza
di
piccole
e
prudenti
scosse
date
con
la
parte
di
corda
che
avevo
in
mano
mi
riuscì
di
far
calare
giù
l
'
altro
capo
tanto
da
arrivare
ad
acchiapparlo
.
Che
felicità
!
Su
quella
doppia
corda
mi
arrampicai
su
fino
alla
finestra
,
dove
mi
riescì
di
accoccolarmi
,
alla
meglio
,
e
salutai
il
cielo
che
mai
mi
era
parso
così
limpido
e
così
bello
come
in
quel
momento
.
Ma
oltre
alla
bellezza
del
cielo
che
scorgevo
al
disopra
di
me
mi
commosse
l
'
animo
un
grato
odorino
di
soffritto
che
veniva
dal
di
sotto
...
La
finestrina
,
infatti
,
dava
sul
cortiletto
della
cucina
in
un
angolo
del
quale
era
una
enorme
caldaia
piena
d
'
acqua
bollente
.
Allora
mi
ricordai
che
era
venerdì
,
il
giorno
sacro
alla
famosa
minestra
di
magro
che
in
mezzo
a
tutte
le
minestre
di
riso
della
settimana
veniva
ad
allietare
i
nostri
stomachi
,
a
quella
eccellente
minestra
di
magro
così
saporita
e
che
pareva
riunire
in
sé
le
fragranze
più
care
dell
'
umano
palato
...
Mi
sentivo
venir
l
'
acquolina
in
bocca
e
una
grande
malinconia
mi
scendeva
giù
nella
desolata
solitudine
delle
mie
povere
budella
...
Fortunatamente
questo
atroce
supplizio
durò
poco
,
perché
ogni
desiderio
mi
sparì
come
per
incanto
dallo
stomaco
appena
scoprii
la
ricetta
con
la
quale
il
cuoco
del
collegio
faceva
la
sua
ottima
minestra
di
magro
.
Stando
appollaiato
sulla
finestra
avevo
visto
più
volte
andare
e
venire
lo
sguattero
,
un
ragazzettaccio
che
da
quel
che
capii
era
stato
preso
da
poco
perché
sentivo
il
cuoco
che
gli
diceva
continuamente
:
-
Fa
'
così
,
fa
'
cosà
,
piglia
qui
,
piglia
là
-
e
gli
insegnava
tutto
quel
che
aveva
a
fare
e
dove
stavano
gli
utensili
e
come
dovevano
essere
adoperati
...
-
Tutti
i
piatti
sudici
di
ieri
,
-
gli
domandò
a
un
certo
punto
il
cuoco
-
dove
gli
hai
messi
?
-
Lassù
su
quell
'
asse
come
mi
diceste
voi
.
-
Benone
!
Ora
rigovernali
nella
solita
caldaia
dove
hai
rigovernato
ieri
e
ier
l
'
altro
,
ché
l
'
acqua
calda
dev
'
essere
al
punto
giusto
...
E
poi
risciacquali
come
le
altre
volte
nell
'
acqua
pulita
.
-
Lo
sguattero
portò
tutti
i
piatti
sudici
nel
cortiletto
e
a
due
a
due
li
fece
scivolare
dentro
il
caldaione
dell
'
acqua
calda
.
Poi
si
mise
a
tirarli
su
,
a
uno
per
volta
,
sciaguattandoli
e
strisciandovi
sopra
l
'
indice
della
destra
steso
per
levarvi
bene
l
'
unto
...
Quand
'
ebbe
tirato
su
l
'
ultimo
piatto
,
lo
sguattero
esclamò
immergendo
la
mano
nella
caldaia
:
-
Che
brodo
!
Si
taglia
col
coltello
!
...
-
Benone
!
-
disse
il
cuoco
comparendo
sull
'
uscio
della
cucina
.
-
Gli
è
come
deve
essere
per
la
minestra
d
'
oggi
.
-
Lo
sguattero
sgranò
tanto
d
'
occhi
,
proprio
come
feci
io
lassù
sul
mio
osservatorio
.
-
Come
!
La
minestra
d
'
oggi
?
-
Sicuro
!
-
spiegò
il
cuoco
,
accostandosi
al
caldaione
.
-
Questo
è
il
brodo
per
la
minestra
di
magro
alla
casalinga
del
venerdì
che
piace
tanto
a
tutte
queste
carogne
di
ragazzi
.
Capirai
!
Qui
ci
son
tutti
i
sapori
...
-
Sfido
io
!
Ci
ho
rigovernato
i
piatti
di
due
giorni
di
seguito
...
-
E
prima
che
tu
venissi
tu
c
'
erano
stati
rigovernati
i
piatti
d
'
altri
due
giorni
...
Insomma
,
per
tu
'
regola
,
in
questa
caldaia
si
comincia
a
rigovernar
la
domenica
e
si
dura
fino
al
giovedì
,
sempre
nella
medesima
acqua
;
e
capirai
bene
che
quando
si
arriva
al
venerdì
l
'
acqua
non
è
più
acqua
,
ma
è
un
brodo
da
leccarsi
i
baffi
...
-
Vo
'
direte
bene
,
-
disse
lo
sguattero
sputando
-
ma
io
i
baffi
non
me
li
voglio
leccare
un
accidente
...
-
Grullaccio
!
-
ribatté
il
cuoco
.
-
Ti
par
'
egli
che
noi
si
mangi
di
questa
roba
?
Il
personale
di
cucina
mangia
la
minestra
speciale
che
si
fa
per
il
direttore
e
per
la
direttrice
...
-
Ah
!
-
fece
lo
sguattero
,
tirando
un
gran
respiro
di
sollievo
.
-
Ora
,
via
:
portiamo
la
caldaia
sul
fuoco
,
che
c
'
è
già
il
pane
bell
'
e
affettato
e
il
soffritto
è
pronto
.
E
tu
impara
il
mestiere
,
e
mosca
!
Il
personale
di
cucina
,
questo
te
l
'
ho
già
spiegato
,
non
deve
mai
far
parola
con
nessuno
al
mondo
di
quel
che
si
fa
intorno
ai
fornelli
.
Hai
capito
?
-
E
,
uno
da
una
parte
uno
dall
'
altra
,
afferrarono
la
caldaia
e
l
'
alzarono
di
peso
;
ma
allo
sguattero
nel
chinarsi
cadde
nella
caldaia
il
berrettaccio
tutt
'
unto
che
aveva
in
testa
,
ed
egli
fermatosi
dette
in
una
grande
risata
e
ritiratolo
su
strizzandovelo
dentro
esclamò
:
-
Gua
'
!
Ora
gli
è
anche
più
saporito
di
prima
!
-
A
questo
punto
non
ne
potetti
più
dallo
schifo
e
dall
'
ira
:
e
cavatomi
la
scarpa
rimastomi
in
piedi
la
tirai
giù
con
forza
nella
caldaia
urlando
.
-
Porci
!
allora
metteteci
anche
questa
!
...
-
Il
cuoco
e
lo
sguattero
si
voltarono
in
su
,
come
due
spiritati
,
e
mi
par
di
vedere
anche
ora
quei
quattro
occhi
dilatati
,
fissi
su
me
in
una
comica
espressione
di
maraviglia
e
di
sgomento
.
Io
intanto
seguitavo
a
lanciar
loro
tutti
i
titoli
che
si
meritavano
,
finché
essi
,
riavutisi
finalmente
dallo
sbalordimento
,
si
precipitarono
dentro
la
cucina
.
Pochi
minuti
dopo
,
la
piccola
porta
della
mia
prigione
si
apriva
e
vi
entrava
di
profilo
-
ché
altrimenti
non
ci
sarebbe
potuta
passare
-
la
signora
Geltrude
declamando
:
-
Ah
disgraziato
!
Uh
,
che
vedo
!
...
A
rischio
di
cader
giù
e
sfracellarsi
!
...
In
nome
di
Dio
,
Stoppani
,
che
cosa
fate
costassù
?
-
Eh
!
-
risposi
-
sto
a
veder
preparare
la
minestra
di
magro
alla
casalinga
...
-
Ma
che
dici
?
sei
impazzato
?
-
In
quel
momento
entrò
un
bidello
con
una
scala
.
-
Appoggiatela
lì
,
e
fate
scendere
quello
sciagurato
!
-
impose
con
aria
drammatica
la
signora
Geltrude
.
-
No
,
non
scendo
!
-
risposi
aggrappandomi
alla
sbarra
dì
ferro
.
-
Se
devo
rimanere
in
prigione
voglio
starmene
quassù
perché
c
'
è
più
aria
...
e
poi
si
impara
come
si
cucinano
i
ragazzi
in
collegio
!
...
-
Scendi
,
via
!
Non
capisci
che
ero
venuta
appunto
per
farti
uscire
dalla
prigione
?
Purché
,
s
'
intende
,
tu
prometta
di
essere
buono
e
ubbidiente
,
ché
se
no
,
figliuolo
mio
,
è
un
affar
serio
!
...
-
Io
guardai
la
direttrice
sorpreso
.
-
Perché
questa
improvvisa
liberazione
?
-
pensavo
fra
me
.
-
Eppure
non
ho
rivelato
i
nomi
dei
ragazzi
che
fumavano
nello
stanzino
del
petrolio
...
Dunque
?
Ah
!
Ho
capito
!
Ora
cercan
di
pigliarmi
con
le
buone
maniere
perché
non
racconti
ai
miei
compagni
la
scoperta
della
ricetta
per
la
zuppa
di
magro
alla
casalinga
.
-
In
ogni
modo
non
c
'
era
più
ragione
di
rimanere
appollaiato
sulla
finestrina
e
discesi
.
Appena
ebbi
toccato
terra
,
la
signora
Geltrude
,
ordinò
al
bidello
di
riportar
via
la
scala
,
e
poi
,
presomi
per
un
braccio
,
mi
disse
con
tono
imperioso
:
-
Di
'
su
:
che
volevi
dire
della
minestra
di
magro
che
si
fa
in
collegio
?
-
Volevo
dire
che
io
non
intendo
di
mangiarla
più
mai
.
Guardi
!
Mi
assoggetto
piuttosto
a
mangiar
quella
di
riso
anche
il
venerdì
...
a
meno
che
non
mi
dia
la
minestra
speciale
che
fanno
per
lei
e
per
il
signor
direttore
...
-
Ma
che
dici
?
Io
non
t
'
intendo
...
Dimmi
tutta
la
verità
...
tutta
,
capisci
?
-
Allora
le
raccontai
semplicemente
tutto
quello
che
avevo
visto
e
sentito
dalla
finestrino
della
mia
prigione
e
con
mia
grande
sorpresa
la
signora
Geltrude
,
molto
impressionata
dal
mio
racconto
,
esclamò
:
-
La
cosa
che
dici
,
ragazzo
mio
,
è
molto
seria
...
Bada
bene
!
Si
tratta
di
far
perdere
il
pane
a
due
persone
:
al
cuoco
e
allo
sguattero
...
Pensaci
:
hai
detto
proprio
la
verità
?
-
L
'
ho
detta
e
la
sostengo
.
-
Allora
vieni
a
far
rapporto
dal
signor
direttore
!
-
Difatti
mi
condusse
nell
'
ufficio
di
direzione
dove
,
dietro
a
una
scrivania
piena
di
libri
,
stava
il
signor
Stanislao
.
-
Lo
Stoppani
-
gli
disse
la
signora
Geltrude
-
ha
un
rapporto
molto
grave
da
fare
contro
il
personale
di
cucina
.
Via
,
racconta
-
E
io
raccontai
da
capo
la
scena
alla
quale
avevo
assistito
.
Passavo
di
sorpresa
in
sorpresa
.
Anche
il
direttore
mi
apparve
indignato
del
racconto
fatto
.
Chiamò
il
bidello
e
ordinò
:
-
Fate
venir
qui
il
cuoco
e
lo
sguattero
.
March
!
-
Poco
dopo
,
eccoli
tutti
e
due
;
e
io
daccapo
a
ripetere
il
racconto
per
la
terza
volta
...
Ma
la
mia
maraviglia
giunse
al
colmo
quando
,
invece
di
rimanere
confusi
,
com
'
io
mi
aspettavo
,
sotto
il
peso
delle
mie
rivelazioni
,
essi
dèttero
in
una
grande
risata
,
e
il
cuoco
,
presa
la
parola
,
disse
indirizzandosi
al
signor
Stanislao
:
-
La
mi
scusi
,
signor
direttore
,
ma
le
par
possibile
che
si
faccia
tutto
questo
?
Deve
sapere
che
io
ho
per
abitudine
di
far
sempre
la
burletta
,
e
ora
specialmente
che
ho
per
le
mani
questo
sguattero
,
che
è
nuovo
del
mestiere
,
mi
diverto
un
mondo
a
dargliene
ad
intendere
delle
cotte
e
delle
crude
...
Quello
che
ha
raccontato
il
signorino
è
sacrosantamente
vero
:
soltanto
,
come
le
ho
detto
,
si
trattava
di
parole
dette
per
ischerzo
...
-
Va
bene
,
-
disse
il
direttore
.
-
Ma
il
mio
dovere
mi
impone
di
procedere
immediatamente
a
un
'
ispezione
in
cucina
.
Precedetemi
...
March
!
E
voi
,
Stoppani
,
attendetemi
qui
...
-
E
uscì
impettito
,
con
passo
militare
.
Quando
ritornò
poco
dopo
mi
disse
sorridendo
:
-
Tu
hai
fatto
bene
a
riferirmi
quel
che
avevi
visto
...
Ma
fortunatamente
la
cosa
sta
come
aveva
raccontato
il
nostro
cuoco
...
e
puoi
mangiar
tranquillo
la
tua
brava
scodella
di
minestra
alla
casalinga
.
Cerca
di
esser
buono
...
Va
'
!
-
E
mi
dètte
un
colpetto
di
mano
su
una
guancia
.
Io
me
ne
andai
tutto
contento
e
persuaso
in
mezzo
ai
miei
compagni
,
che
giusto
in
quel
momento
uscivano
di
classe
.
Poco
dopo
andammo
tutti
a
pranzo
,
e
il
Barozzo
che
,
come
dissi
già
,
è
di
posto
accanto
a
me
,
mi
strinse
forte
la
mano
sotto
la
tovaglia
e
mi
disse
sottovoce
:
-
Bravo
Stoppani
!
sei
stato
forte
...
Grazie
!
-
Quando
venne
in
tavola
la
minestra
di
magro
alla
casalinga
,
il
mio
primo
movimento
fu
di
repulsione
.
Ma
le
parole
del
cuoco
mi
avevano
persuaso
...
E
poi
avevo
molta
fame
...
E
poi
,
appena
assaggiata
dovetti
riconoscere
che
quella
minestra
era
proprio
buona
e
mi
pareva
impossibile
che
una
cosa
tanto
prelibata
potesse
esser
preparata
in
un
modo
così
ripugnante
.
Avrei
voluto
raccontare
al
Barozzo
tutta
la
scena
che
si
era
svolta
nel
cortiletto
della
cucina
e
poi
nell
'
ufficio
di
direzione
...
Ma
la
signora
Geltrude
,
che
quando
si
mangia
gira
sempre
intorno
alla
tavola
,
non
mi
levava
gli
occhi
di
dosso
,
e
mi
accorsi
che
mi
vigilava
in
modo
speciale
,
proprio
per
vedere
se
mangiavo
la
minestra
e
se
raccontavo
l
'
avventura
della
mattinata
ai
miei
compagni
di
tavola
.
Anche
dopo
,
durante
l
'
ora
di
ricreazione
,
la
signora
Geltrude
continuò
la
sua
sorveglianza
speciale
;
la
quale
non
impedì
che
il
Pezzi
,
il
Del
Ponte
e
il
Michelozzi
mi
facessero
una
gran
festa
,
dichiarandomi
che
benché
io
sia
piccino
,
dopo
quel
fatto
d
'
aver
sostenuto
la
prigione
piuttosto
che
far
la
spia
,
mi
consideravano
un
amico
grande
come
loro
,
e
mi
avrebbero
ammesso
nella
loro
società
segreta
che
si
chiama
:
Uno
per
tutti
e
tutti
per
uno
.
La
sorveglianza
speciale
è
durata
fino
a
ieri
sera
;
ma
a
cena
mi
parve
che
il
mio
contegno
avesse
finalmente
persuaso
la
direttrice
che
mi
ero
dimenticato
di
quel
che
avevo
visto
la
mattina
.
Così
potei
narrar
tutto
per
filo
e
per
segno
al
Barozzo
,
il
quale
prese
la
cosa
molto
sul
serio
e
dopo
aver
pensato
un
po
'
disse
:
-
Vorrei
sbagliare
...
Ma
per
me
l
'
interrogatorio
del
cuoco
e
dello
sguattero
è
tutta
una
commedia
.
-
Come
!
-
Sicuro
.
Prendiamo
a
considerare
la
faccenda
dal
momento
in
cui
il
cuoco
,
accortosi
che
tu
avevi
assistito
alla
preparazione
della
minestra
di
magro
alla
casalinga
,
è
corso
ad
avvertire
il
direttore
o
la
direttrice
.
Qual
era
il
consiglio
che
dovevano
seguire
nel
loro
interesse
?
Quello
di
rabbonirti
e
di
cancellare
dalla
tua
mente
lo
spettacolo
che
avevi
visto
.
Essi
dunque
hanno
detto
al
cuoco
e
allo
sguattero
:
Quando
sarete
chiamati
dite
che
è
stata
una
burletta
!
...
Ed
ecco
che
la
direttrice
viene
ad
aprirti
la
prigione
,
finge
di
scandalizzarsi
al
tuo
racconto
e
ti
conduce
dal
direttore
il
quale
finge
di
fare
un
tremendo
processo
al
cuoco
e
allo
sguattero
,
i
quali
fingono
di
avere
scherzato
...
e
tu
,
persuaso
di
tutto
questo
,
mangi
e
gusti
,
come
al
solito
,
la
tua
brava
minestra
di
magro
alla
casalinga
e
...
e
tutto
sarebbe
andato
bene
per
loro
se
tu
non
avessi
raccontato
la
cosa
al
tuo
amico
Barozzo
che
ha
più
esperienza
di
te
e
che
riferirà
la
cosa
alla
società
...
-
Per
questa
faccenda
,
in
tempo
di
ricreazione
faremo
un
'
adunanza
e
decideremo
.
Non
mi
par
vero
che
arrivi
quell
'
ora
!
...
Ma
è
già
sonata
la
sveglia
e
bisogna
che
mi
affretti
a
nasconderti
,
giornalino
mio
!
#
L
'
adunanza
della
Società
segreta
Tutti
per
uno
e
uno
per
tutti
è
andata
benissimo
.
Ci
siamo
riuniti
tutti
in
un
angolo
del
cortile
;
questo
disegno
che
ho
fatto
qui
stasera
,
prima
di
addormentarmi
,
rappresenta
il
momento
più
solenne
della
discussione
,
con
Tito
Barozzo
che
presiedeva
alla
mia
sinistra
,
e
accanto
i
lui
Mario
Michelozzi
,
alla
mia
destra
Carlo
Pezzi
e
,
tra
questi
e
il
Michelozzi
,
Maurizio
del
Ponte
.
Prima
di
tutto
c
'
è
stato
un
voto
di
plauso
per
me
,
perché
quel
giorno
in
cui
i
soci
si
erano
riuniti
a
fumare
nello
stanzino
del
petrolio
,
piuttosto
che
far
la
spia
mi
ero
fatto
condannare
in
prigione
.
Poi
un
altro
voto
di
plauso
per
avere
scoperto
l
'
affare
della
minestra
di
magro
...
Insomma
sono
stato
trattato
come
un
eroe
,
e
tutti
mi
hanno
dimostrato
una
grande
ammirazione
.
Dopo
aver
discusso
ben
bene
ci
siamo
trovati
d
'
accordo
su
questo
punto
:
che
per
accertarsi
se
la
minestra
del
venerdì
è
fatta
con
la
rigovernatura
dei
piatti
serviti
ai
pasti
degli
altri
giorni
,
bisogna
,
incominciando
da
domani
,
dopo
mangiato
,
mettere
nel
piatto
qualche
cosa
che
dia
un
colore
all
'
acqua
nella
quale
i
piatti
saranno
rigovernati
...
-
Ci
vorrebbe
dell
'
anilina
!
-
ha
detto
il
Del
Ponte
.
-
Ci
penso
io
a
procurarla
!
-
ha
aggiunto
Carlo
Pezzi
-
ne
ho
vista
nel
gabinetto
di
chimica
.
-
Benissimo
.
Domani
allora
principieremo
la
prova
.
-
E
ci
siamo
separati
dandoci
la
mano
;
quello
che
la
stendeva
diceva
:
-
Tutti
per
uno
!
-
E
l
'
altro
,
stringendo
la
mano
,
rispondeva
:
-
Uno
per
tutti
!
-
Sono
molto
contento
di
essere
entrato
in
questa
società
;
ma
ero
incerto
,
caro
giornalino
mio
,
di
scriverne
nelle
tue
pagine
,
avendo
giurato
di
non
confidare
il
segreto
a
nessuno
...
Però
ho
pensato
che
a
te
potevo
confidar
tutto
perché
mi
sei
fedele
e
poi
io
ti
custodisco
bene
,
chiuso
a
chiave
nella
mia
valigetta
.
A
proposito
;
la
mia
valigia
è
riposta
con
la
mia
biancheria
in
un
piccolo
armadietto
scavato
nel
vano
della
parete
a
capo
del
letto
,
al
disopra
del
comodino
.
Tutti
i
collegiali
hanno
un
armadietto
simile
,
chiuso
da
uno
sportello
bigio
.
L
'
altra
sera
,
dunque
,
mentre
gli
altri
dormivano
,
per
riporre
nella
valigia
il
giornalino
mi
ficcai
addirittura
dentro
il
mio
armadino
,
e
sentii
delle
voci
.
Rimasi
in
ascolto
,
pieno
di
curiosità
.
Non
mi
ero
sbagliato
:
le
voci
erano
al
di
là
del
muro
in
fondo
all
'
armadietto
...
e
mi
parve
perfino
di
riconoscere
la
voce
della
signora
Geltrude
.
Dev
'
essere
una
parete
sottilissima
.
2
febbraio
.
Si
incomincia
la
prova
.
Prima
di
mezzogiorno
Carlo
Pezzi
aveva
già
distribuito
a
ciascuno
di
noi
un
involtino
nel
quale
sono
dei
granellini
minutissimi
come
quelli
della
rena
.
Per
l
'
appunto
oggi
,
essendo
domenica
,
abbiamo
avuto
una
pietanza
di
più
e
cioè
il
pesce
con
la
maionese
,
e
così
noi
altri
soci
della
Società
segreta
abbiamo
messo
un
granellino
nel
piatto
che
aveva
servito
per
il
pesce
,
e
un
altro
nel
piatto
dei
muscoletti
in
umido
(
anche
questa
dei
muscoletti
in
umido
è
una
pietanza
che
ritorna
spesso
in
tavola
,
come
la
minestra
di
riso
)
e
così
abbiamo
rimandato
in
cucina
due
granellini
d
'
anilina
a
testa
,
cioè
dieci
in
tutto
.
Stasera
a
cena
poi
,
essendoci
una
pietanza
di
stracotto
,
abbiamo
messo
nei
piatti
sudici
un
altro
granellino
,
sicché
nella
giornata
sono
quindici
granellini
che
sono
andati
in
cucina
nel
famoso
caldaione
...
-
Capirai
,
-
mi
ha
detto
il
Barozzo
-
anche
se
di
qui
a
giovedì
ne
mettiamo
un
altro
solo
al
giorno
(
perché
bisogna
mettere
il
granellino
soltanto
nei
piatti
dove
si
è
mangiato
una
pietanza
in
umido
)
sono
altri
venticinque
granellini
e
cioè
quaranta
in
tutti
,
tanti
quanti
bastano
per
colorire
di
rosso
il
brodo
della
minestra
di
venerdì
...
ammesso
che
l
'
inchiesta
del
signor
Stanislao
sia
stata
,
come
séguito
a
credere
,
una
burletta
.
-
Sicché
avremo
la
minestra
col
brodo
rosso
?
-
Eh
no
!
Molto
probabilmente
in
settimana
lo
sguattero
non
si
accorgerà
affatto
del
colore
che
aumenterà
gradatamente
,
giorno
per
giorno
;
e
se
n
'
avvedrà
solo
il
cuoco
il
venerdì
mattina
quando
si
disporrà
a
manipolare
la
sua
famosa
minestra
alla
casalinga
.
-
Ma
allora
farà
un
'
altra
minestra
!
-
Sicuro
:
e
,
dovendo
rimediare
alla
svelta
,
farà
una
minestra
di
riso
...
Ebbene
:
se
venerdì
non
ci
sarà
la
tradizionale
minestra
di
magro
alla
casalinga
,
vorrà
dire
...
che
questa
era
proprio
fatta
col
brodo
della
rigovernatura
,
e
allora
noi
insorgeremo
.
-
Che
ingegno
ha
il
Barozzo
!
Egli
prevede
tutto
e
sa
rispondere
a
tutto
,
sempre
...
Ora
,
giornalino
mio
,
ti
rimetto
a
posto
e
...
E
poi
lo
sai
che
cosa
fo
?
Ho
qui
uno
scalpello
che
ho
preso
oggi
nell
'
ora
di
ricreazione
giù
nel
cortile
,
mentre
il
muratore
che
viene
da
qualche
giorno
a
far
dei
lavori
era
uscito
...
E
con
questo
scalpello
voglio
incominciare
piano
piano
a
fare
un
buco
nella
parete
in
fondo
all
'
armadino
per
vedere
di
dove
vengono
le
voci
che
sentii
l
'
altra
sera
.
I
miei
compagni
dormono
:
ora
spengo
il
lume
e
mi
ficco
dentro
l
'
armadietto
a
lavorare
...
3
febbraio
.
Oggi
dopo
desinare
durante
una
riunione
della
nostra
Società
segreta
abbiamo
,
tra
altre
cose
,
parlato
anche
della
continuità
di
questa
stomachevole
minestra
di
riso
,
e
ci
siamo
tutti
trovati
d
'
accordo
nel
pensare
che
sarebbe
davvero
ora
di
finirla
.
Mario
Michelozzi
ha
detto
:
-
Io
ho
un
'
idea
.
Se
mi
riesce
di
procurarmi
i
mezzi
per
metterla
in
esecuzione
ve
la
comunicherò
,
e
domanderò
l
'
aiuto
del
nostro
bravo
Stoppani
.
-
Per
me
è
un
piacere
di
sentirmi
così
stimato
dai
ragazzi
più
grandi
,
e
di
godere
tutta
la
loro
fiducia
,
mentre
gli
altri
ragazzetti
della
mia
classe
non
son
considerati
nulla
e
non
li
guardano
neppure
.
Però
c
'
è
un
mio
compagno
che
ha
l
'
età
mia
e
si
chiama
Gigino
Balestra
il
quale
è
un
bravo
figliolo
e
siamo
diventati
amici
.
Questo
meriterebbe
di
entrare
nella
Società
segreta
perché
mi
pare
fedele
e
sicuro
...
Ma
prima
voglio
accertarmi
meglio
,
perché
mi
dispiacerebbe
troppo
di
farmi
canzonare
presentando
un
traditore
.
#
Mi
è
venuta
una
lettera
della
mamma
la
quale
mi
dice
tante
belle
cose
e
mi
ha
consolato
un
poco
nella
vita
di
collegio
che
è
una
vitaccia
impossibile
,
sia
per
la
mancanza
di
libertà
,
sia
perché
si
mangia
molto
male
,
e
più
di
tutto
perché
siamo
lontani
dalle
nostre
famiglie
e
,
per
quanto
dicano
di
tener
le
veci
dei
nostri
genitori
,
il
signor
Stanislao
e
la
signora
Geltrude
non
arriveranno
mai
a
farei
dimenticare
il
babbo
e
la
mamma
.
4
febbraio
.
Grande
novità
!
Stanotte
,
dopo
un
lungo
e
paziente
lavoro
,
dovendo
fare
in
modo
di
non
far
rumore
per
non
svegliare
i
compagni
del
dormitorio
,
son
riuscito
finalmente
a
fare
un
buco
nella
parete
in
fondo
all
'
armadietto
che
è
nel
vano
del
muro
a
capo
del
mio
lettino
.
Subito
è
apparso
un
chiarore
,
una
luce
opaca
che
veniva
dall
'
altra
parte
,
ma
riparata
da
qualche
cosa
che
era
frapposta
al
di
là
della
parete
.
Spingendo
lo
scalpello
fuori
del
buco
sentii
che
l
'
ostacolo
era
cedevole
e
,
dopo
averne
studiata
per
un
pezzo
la
natura
,
mi
convinsi
che
doveva
essere
un
quadro
attaccato
nella
parete
che
avevo
forata
.
Ma
se
la
tela
mi
vietava
la
vista
non
mi
impediva
l
'
udito
;
e
io
sentivo
,
sebbene
non
riuscendo
ad
afferrar
le
parole
,
la
voce
del
signor
Stanislao
e
della
signora
Geltrude
che
parlavano
tra
di
loro
.
Mi
giunse
solo
distintamente
questa
frase
pronunziata
con
vivacità
dalla
direttrice
:
-
Tu
sarai
sempre
un
imbecille
!
Queste
carognette
mangiano
anche
troppo
bene
!
Intanto
ho
fatto
un
contratto
col
fattore
del
marchese
Rabbi
per
trenta
quintali
di
patate
...
-
Con
chi
parlava
la
signora
Geltrude
?
L
'
altra
voce
che
io
sentivo
era
certamente
quella
di
suo
marito
;
ma
è
impossibile
che
il
signor
Stanislao
,
con
quella
sua
aria
rigida
di
vecchio
militare
,
permettesse
alla
signora
Geltrude
di
trattarlo
a
quel
modo
...
L
'
argomento
delle
patate
mi
ha
fatto
pensare
che
vi
fosse
presente
anche
il
cuoco
e
che
il
dialogo
corresse
con
lui
.
Tito
Barozzo
al
quale
ho
raccontato
la
cosa
mi
ha
risposto
:
-
Chi
sa
!
In
ogni
modo
questa
è
una
faccenda
secondaria
.
La
questione
principale
è
che
si
presentano
dinanzi
al
nostro
immediato
avvenire
di
infelici
collegiali
trenta
quintali
di
patate
,
cioè
trenta
volte
cento
chilogrammi
,
ovverosia
tremila
chilogrammi
che
è
quanto
dire
centoquindici
chilogrammi
per
ogni
stomaco
,
dovendosi
certo
escludere
dal
conto
gli
stomachi
direttoriali
e
del
personale
di
cucina
,
per
i
quali
è
fatto
un
trattamento
diverso
!
...
-
#
Oggi
durante
l
'
ora
di
ricreazione
si
è
riunita
la
Società
segreta
,
e
io
ho
raccontato
l
'
affare
del
buco
nell
'
armadietto
,
e
tutti
hanno
applaudito
dicendo
che
quel
posto
d
'
osservazione
era
importantissimo
e
poteva
essere
di
molta
utilità
per
tutti
,
ma
che
bisognava
prima
accertarsi
che
stanza
fosse
quella
dalla
quale
venivano
le
voci
del
direttore
e
della
direttrice
.
Di
questo
si
è
preso
l
'
incarico
Carlo
Pezzi
che
ha
uno
zio
ingegnere
e
che
sa
come
si
fa
a
sviluppare
le
piante
delle
case
.
5
febbraio
.
Stamani
mentre
attraversavo
il
corridoio
che
conduce
alla
scuola
di
disegno
,
Mario
Michelozzi
mi
si
è
avvicinato
mormorando
:
-
Uno
per
tutti
!
-
Tutti
per
uno
!
-
ho
risposto
.
-
Vai
nello
stanzino
del
petrolio
che
è
aperto
.
Dietro
la
porta
troverai
un
bottiglione
pieno
di
petrolio
coperto
con
un
asciugamano
:
prendilo
,
portalo
nel
tuo
dormitorio
e
nascondilo
sotto
il
tuo
letto
.
Maurizio
Del
Ponte
fa
la
guardia
:
se
senti
gridare
:
"
Calpurnio
!
"
lascia
andare
il
bottiglione
e
scappa
.
-
Io
ho
eseguito
l
'
ordine
e
tutto
è
andato
benissimo
.
#
Oggi
,
durante
la
ricreazione
,
Carlo
Pezzi
ha
studiato
molto
per
scoprire
quale
stanza
è
quella
al
di
là
del
mio
armadino
.
Ma
più
che
con
la
sua
scienza
d
'
ingegnere
si
è
aiutato
chiacchierando
con
i
muratori
che
seguitano
a
lavorare
a
certe
riparazioni
del
collegio
.
Il
Michelozzi
mi
ha
detto
:
-
Stasera
tieni
pronto
:
mentre
tutti
dormiranno
noi
ci
occuperemo
del
riso
...
e
rideremo
!
-
6
febbraio
.
È
vicina
la
sveglia
,
giornalino
mio
,
e
io
ho
molti
fatti
da
registrare
.
Prima
di
tutto
una
lieta
notizia
:
i
convittori
del
collegio
Pierpaoli
non
mangeranno
più
minestra
di
riso
per
un
pezzo
!
Iersera
,
quando
tutti
dormivano
,
io
che
stavo
sull
'
attenti
sentii
nella
porta
del
dormitorio
un
lieve
sgretolo
a
più
riprese
,
come
quello
di
un
tarlo
.
Era
il
segnale
convenuto
:
il
Michelozzi
raschiava
la
porta
con
l
'
unghia
per
avvertirmi
di
portar
fuori
il
bottiglione
pieno
di
petrolio
,
ciò
che
io
feci
in
un
batter
d
'
occhio
.
Egli
lo
prese
e
porgendomi
la
mano
mi
sussurrò
in
un
orecchio
:
-
Vieni
dietro
a
me
rasentando
il
muro
...
-
Che
palpiti
nell
'
avventurarsi
così
,
nel
buio
dei
corridoi
,
fermandosi
in
ascolto
a
ogni
più
lieve
rumore
,
trattenendo
il
respiro
...
A
un
certo
punto
,
sboccando
da
un
corridoio
stretto
stretto
,
la
scena
fu
rischiarata
da
una
finestra
le
cui
imposte
erano
aperte
,
e
ci
fermammo
dinanzi
a
una
porticina
nascosta
nel
muro
.
-
Il
magazzino
!
-
mormorò
il
Michelozzi
.
-
Prendi
questa
chiave
...
È
quella
del
gabinetto
di
fisica
e
apre
benissimo
anche
questa
porta
...
Fa
'
piano
...
-
Presi
la
chiave
,
la
introdussi
pian
piano
e
la
girai
nella
serratura
adagino
adagino
...
La
porticina
si
aprì
ed
entrammo
.
Il
magazzino
era
fiocamente
illuminato
dal
chiarore
che
veniva
da
un
finestrino
aperto
sulla
parete
difaccia
alla
porta
,
in
alto
;
e
a
quella
luce
incerta
vedemmo
da
un
lato
una
fila
di
balle
aperte
,
con
della
roba
bianca
...
Vi
misi
le
mani
;
era
il
riso
,
quell
'
odiato
riso
che
nel
collegio
Pierpaoli
ci
era
servito
a
tutti
i
pasti
,
tutti
i
giorni
,
meno
il
Venerdi
e
la
domenica
...
-
Aiutami
!
-
mormorò
il
Michelozzi
.
Lo
aiutai
ad
alzare
il
bottiglione
,
e
giù
!
innaffiammo
ben
bene
le
balle
col
petrolio
.
-
Ecco
fatto
!
-
aggiunse
il
mio
compagno
posando
il
bottiglione
in
terra
e
incamminandosi
verso
l
'
uscita
.
-
E
ora
quella
bella
provvista
di
riso
posson
farsela
fritta
.
-
Io
non
risposi
.
Avevo
adocchiato
un
sacco
di
fichi
secchi
e
me
ne
ero
empite
già
le
tasche
e
la
bocca
.
Dopo
aver
richiusa
la
porticina
tornammo
cautamente
per
la
strada
già
fatta
e
ci
separammo
dinanzi
al
mio
dormitorio
.
-
Tutto
è
andato
bene
!
-
disse
a
bassa
voce
il
Michelozzi
-
e
abbiamo
reso
un
grande
servigio
a
tutti
i
nostri
compagni
.
Ora
vo
a
riportare
la
chiave
del
gabinetto
di
fisica
al
suo
posto
e
poi
a
letto
...
Uno
per
tutti
!
-
Tutti
per
uno
!
-
e
ci
stringemmo
la
mano
.
Io
zitto
zitto
andai
a
letto
;
ma
ero
così
commosso
per
questa
avventurosa
spedizione
notturna
che
non
potevo
prender
sonno
.
Alla
fine
mi
decisi
a
ripigliare
il
mio
lavoro
dentro
l
'
armadietto
;
il
segnale
col
quale
il
Michelozzi
mi
aveva
prima
annunziato
la
sua
presenza
mi
aveva
suggerito
il
modo
di
forare
senza
pericolo
la
tela
che
rendeva
inutile
il
mio
osservatorio
.
Ma
prima
di
accingermi
a
tal
lavoro
ho
voluto
allargare
la
buca
,
e
adoperando
con
tutta
la
prudenza
possibile
lo
scalpello
nelle
connessiture
dei
quattro
lati
di
un
mattone
riuscii
a
indebolirlo
talmente
che
finì
con
lo
staccarsi
.
Ora
avevo
dinanzi
a
me
un
vero
e
proprio
finestrino
che
potevo
a
mio
talento
richiudere
e
riaprire
,
rimettendo
o
rilevando
il
mattone
,
a
seconda
del
bisogno
.
Restava
a
bucar
la
tela
che
vi
era
dinanzi
.
Un
po
'
con
l
'
unghie
e
un
po
'
con
lo
scalpello
mi
misi
a
grattarla
a
riprese
cadenzate
,
pensando
:
-
Anche
se
di
dentro
sentono
questo
rumore
crederanno
che
sia
un
tarlo
e
io
potrò
seguitare
il
mio
lavoro
fino
a
che
non
abbia
raggiunto
lo
scopo
.
Difatti
ho
seguitato
a
grattare
finché
non
ho
sentito
,
tastando
col
dito
sulla
tela
,
un
forellino
...
Ma
nella
stanza
che
era
oggetto
di
tante
faticose
ricerche
da
parte
di
Maurizio
Del
ponte
v
'
era
buio
perfetto
.
Allora
,
non
essendovi
per
il
momento
altro
da
fare
,
me
ne
ritornai
a
letto
soddisfatto
del
mio
lavoro
.
In
verità
la
mia
coscienza
non
poteva
rimproverarmi
di
essermi
abbandonato
all
'
ozio
che
è
il
padre
dei
vizii
...
e
io
mi
addormentai
placidamente
pregustando
già
in
sogno
le
grandi
sorprese
che
mi
riserba
questo
mio
osservatorio
che
mi
costa
tanti
sudori
e
per
il
quale
ho
perduto
tanti
sonni
...
Non
mi
par
vero
d
'
arrivare
a
stasera
!
#
Evviva
,
evviva
!
...
Oggi
a
desinare
si
è
finalmente
cambiato
minestra
!
...
Abbiamo
avuto
una
eccellente
pappa
col
pomodoro
alla
quale
le
ventisei
bocche
dei
convittori
dei
collegio
Pierpaoli
han
rivolto
con
ventisei
sorrisi
il
più
caldo
e
unanime
saluto
...
Noi
della
Società
segreta
ci
si
guardava
ogni
tanto
con
un
sorriso
diverso
da
tutti
gli
altri
perché
sapevamo
il
mistero
di
questo
improvviso
cambiamento
.
Chi
sa
che
tragedia
era
successa
in
cucina
!
...
La
signora
Geltrude
girava
attorno
alla
tavola
con
gli
occhi
iniettati
di
sangue
che
pareva
una
belva
,
volgendo
lo
sguardo
qua
e
là
sospettosamente
...
Per
me
e
per
Mario
Michelozzi
è
stata
una
grande
soddisfazione
quella
di
aver
fatto
cambiar
regime
ai
nostri
pasti
,
e
ripensando
alla
nostra
audace
spedizione
di
stanotte
,
ai
pericoli
affrontati
con
tanto
sangue
freddo
,
mi
par
d
'
essere
uno
degli
eroi
di
quelle
imprese
gloriose
che
si
trovano
in
tutto
le
storie
di
tutti
i
popoli
e
che
a
farle
devono
essere
state
molto
divertenti
per
chi
le
ha
fatte
,
quanto
sono
noiose
a
leggerle
per
i
poveri
scolari
perché
devono
poi
impararle
a
mente
con
tutte
le
date
...
E
alla
fin
dei
conti
non
si
tratta
forse
,
sia
pure
in
un
campo
più
ristretto
,
delle
medesime
cause
e
dei
medesimi
fatti
nei
quali
chi
ha
più
core
e
più
coraggio
si
sacrifica
per
il
bene
comune
?
Anche
nelle
storie
delle
nazioni
ci
sono
i
popoli
che
ogni
tanto
si
stancano
d
'
aver
sempre
minestra
di
riso
,
e
allora
avvengono
le
congiure
,
i
complotti
,
e
saltan
fuori
i
Michelozzi
e
gli
Stoppani
che
affrontano
i
pericoli
finché
per
la
loro
abnegazione
,
non
si
passa
alla
pappa
al
pomodoro
...
Che
fa
se
il
popolo
ignora
chi
è
stato
che
ha
fatto
cambiar
minestra
?
A
noi
ci
basta
la
coscienza
d
'
aver
fatto
quel
che
abbiamo
fatto
per
la
felicità
di
tutti
.
Però
gli
altri
soci
della
nostra
Società
segreta
ci
han
fatto
molta
festa
,
a
me
e
al
Michelozzi
,
per
la
riuscita
dell
'
impresa
,
e
Tito
Barozzo
stringendoci
la
mano
ci
ha
detto
:
-
Bravi
!
Vi
nomineremo
i
nostri
petrolieri
d
'
onore
!
...
-
Intanto
Maurizio
Del
Ponte
ci
ha
fatto
una
comunicazione
molto
importante
.
-
Ho
visto
la
stanza
sulla
quale
il
nostro
bravo
Stoppani
ha
aperto
il
suo
finestrino
che
ci
sarà
di
una
utilità
incalcolabile
.
Ho
potuto
penetrarvi
perché
in
questi
giorni
i
muratori
stanno
rifacendovi
un
pezzo
d
'
impiantito
.
È
la
sala
particolare
della
direzione
,
quella
dove
il
signor
Stanislao
e
la
signora
Geltrude
ricevono
le
persone
più
intime
e
di
riguardo
.
Questa
stanza
a
destra
comunica
con
l
'
ufficio
di
direzione
e
a
sinistra
con
la
camera
da
letto
dei
coniugi
direttori
.
In
quanto
al
quadro
che
impedisce
al
nostro
Stoppani
di
spingere
lo
sguardo
su
questa
importante
piazza
nemica
,
è
il
grande
ritratto
a
olio
del
professor
Pierpaolo
Pierpaoli
,
benemerito
fondatore
di
questo
collegio
,
zio
della
signora
Geltrude
alla
quale
passò
in
eredità
...
-
Benissimo
!
Stasera
mi
godrò
dunque
lo
spettacolo
nella
sala
riservata
di
Pierpaolo
Pierpaoli
buonanima
,
dal
mio
palchetto
su
all
'
ultimo
ordine
stando
comodamente
sdraiato
nel
mio
armadietto
.
-
Come
vorremmo
essere
al
tuo
posto
!
-
mi
hanno
detto
i
compagni
della
Società
Uno
per
tutti
e
tutti
per
uno
.
7
febbraio
.
Iersera
,
appena
i
miei
piccoli
compagni
si
furono
addormentati
saltai
su
nel
mio
armadietto
richiudendo
lo
sportello
per
di
dentro
e
levato
il
mattone
aprii
il
mio
finestrino
,
vi
ficcai
la
testa
e
appiccicai
l
'
occhio
al
buchino
fatto
ieri
notte
nella
tela
in
cui
è
effigiato
il
compianto
professor
Pierpaolo
Pierpaoli
che
ebbe
l
'
infelicissima
idea
di
fondare
questo
odioso
collegio
.
Da
principio
tutto
era
buio
:
ma
poco
dopo
la
scena
si
rischiarò
a
un
tratto
e
vidi
comparire
giù
dalla
porta
a
sinistra
la
signora
Geltrude
impugnando
un
doppiere
con
le
candele
accese
,
seguìta
dal
signor
Stanislao
che
diceva
con
accento
di
preghiera
:
-
Ma
cara
Geltrude
,
è
certo
che
quest
'
affare
del
petrolio
nelle
balle
del
riso
è
inesplicabile
...
-
La
direttrice
non
rispose
e
seguitò
lentamente
a
camminare
verso
la
porta
di
destra
.
-
Possibile
che
si
annidi
tra
i
collegiali
un
tipo
così
audace
da
compiere
un
fatto
simile
?
In
ogni
modo
farò
di
tutto
per
scoprirlo
...
-
A
questo
punto
la
signora
Geltrude
si
fermò
,
si
rivoltò
verso
il
marito
e
con
voce
stridula
gli
disse
:
-
Voi
non
scoprirete
niente
.
Perché
voi
siete
un
imbecille
!
-
Ed
entrò
nella
camera
lasciando
la
sala
del
defunto
Pierpaolo
Pierpaoli
nella
più
completa
oscurità
.
La
scena
alla
quale
avevo
assistito
dal
palchetto
era
stata
brevissima
,
ma
abbastanza
interessante
.
Se
non
altro
essa
mi
aveva
dimostrato
che
l
'
altra
notte
la
direttrice
parlando
delle
patate
non
si
era
rivolta
al
cuoco
come
mi
aveva
fatto
supporre
la
grande
libertà
di
linguaggio
adoperato
,
ma
aveva
parlato
col
direttore
...
La
signora
Geltrude
quando
diceva
:
imbecille
!
si
rivolgeva
proprio
al
suo
marito
in
persona
!
...
Oggi
è
una
grande
giornata
;
è
venerdì
,
e
noi
della
Società
segreta
aspettiamo
con
ansia
l
'
esito
del
nostro
strattagemma
per
scoprire
se
la
minestra
di
magro
è
fatta
o
no
con
la
rigovernatura
dei
piatti
...
8
febbraio
.
Ieri
sera
avrei
voluto
scrivere
in
queste
pagine
l
'
ultima
parte
della
cronaca
della
giornata
,
ma
mi
premeva
di
vigilare
il
campo
nemico
dal
mio
osservatorio
...
E
poi
bisogna
da
ora
in
avanti
adoperare
una
grande
prudenza
perché
siamo
spiati
da
tutte
le
parti
e
tremo
al
solo
pensiero
che
mi
possano
trovare
questo
mio
giornalino
...
Fortuna
che
la
chiave
della
valigia
nella
quale
lo
tengo
rinchiuso
è
assai
complicata
...
E
poi
i
sospetti
sono
contro
i
convittori
grandi
e
...
E
poi
in
fin
dei
conti
,
se
fossi
messo
alle
strette
potrei
dir
delle
cose
che
farebbero
smascellar
dalle
risa
tutti
quanti
,
come
rido
io
in
questo
momento
soffocando
a
stento
l
'
ilarità
per
non
svegliare
i
miei
compagni
...
Ah
,
giornalino
mio
,
quante
cose
ho
da
scrivere
!
...
E
che
cose
!
...
Ma
andiamo
per
ordine
,
e
cominciamo
dal
fatto
meraviglioso
,
strabiliante
della
minestra
di
magro
di
ieri
.
#
Dunque
a
mezzogiorno
in
punto
,
tutti
i
ventisei
convittori
del
collegio
Pierpaoli
erano
,
come
al
solito
,
seduti
intorno
alla
tavola
del
refettorio
in
attesa
del
pranzo
...
E
qui
mi
ci
vorrebbe
la
penna
del
Salgari
oppure
di
Alessandro
Manzoni
per
descrivere
l
'
ansietà
di
tutti
i
compagni
della
nostra
Società
segreta
,
mentre
si
aspettava
che
portassero
la
minestra
.
A
un
tratto
eccola
!
...
I
nostri
colli
si
allungano
,
i
nostri
occhi
seguono
con
grande
curiosità
le
zuppiere
...
e
appena
la
minestra
incomincia
a
riempire
le
scodelle
tutte
le
bocche
si
arrotondano
in
un
lungo
ooooh
!
...
di
meraviglia
e
un
mormorio
generale
si
leva
nel
quale
son
ripetute
queste
parole
:
-
L
'
è
rossa
!
...
-
La
signora
Geltrude
,
che
gira
qua
e
là
dietro
le
nostre
sedie
,
si
ferma
ed
esclama
sorridendo
:
-
Si
capisce
!
ci
sono
le
barbabietole
rosse
,
non
vedete
?
-
E
la
minestra
di
magro
,
infatti
,
questa
volta
,
è
piena
di
piccole
fette
di
barbe
rosse
,
testimoni
muti
e
terribili
,
per
la
nostra
Società
segreta
,
della
ingegnosa
nequizia
del
cuoco
...
-
E
ora
che
si
fa
?
-
dico
piano
al
Barozzo
.
-
Ora
si
fa
così
!
-
mormora
egli
con
gli
occhi
sfavillanti
di
sdegno
.
E
alzatosi
in
piedi
,
girando
lo
sguardo
intorno
ai
compagni
,
esclama
con
la
sua
voce
energica
:
-
Ragazzi
!
nessuno
mangi
questa
minestra
rossa
...
Essa
è
avvelenata
!
-
A
queste
parole
i
collegiali
lasciano
cadere
il
cucchiaio
sulla
tavola
e
rissano
gli
occhi
in
faccia
a
Barozzo
esprimendo
il
massimo
stupore
.
La
direttrice
,
il
cui
volto
è
diventato
anche
più
rosso
della
minestra
,
accorre
e
afferrato
il
Barozzo
per
un
braccio
gli
grida
con
la
sua
voce
stridula
:
-
Che
dici
?
-
Dico
-
ripiglia
il
Barozzo
-
che
non
sono
le
barbe
che
tingono
di
rosso
la
minestra
ma
è
l
'
anilina
che
ci
ho
messo
io
!
-
L
'
affermazione
fatta
con
tanta
precisione
e
tanta
fermezza
dal
coraggioso
presidente
della
Società
Uno
per
tutti
e
tutti
per
uno
sconvolge
addirittura
la
signora
Geltrude
che
resta
li
per
qualche
minuto
confusa
,
senza
poter
nulla
rispondere
;
ma
infine
l
'
ira
sua
terribile
esplode
in
questa
frase
piena
di
recondite
minacce
:
-
Tu
!
...
tu
!
...
tu
!
...
Ma
sei
pazzo
?
...
-
No
,
non
sono
pazzo
-
ribatte
il
Barozzo
.
-
E
ripeto
che
questa
minestra
è
rossa
in
causa
dell
'
anilina
che
vi
ho
messo
io
,
mentre
avrebbe
avuto
tutte
le
ragioni
di
diventar
rossa
di
vergogna
per
il
modo
col
quale
è
fatta
!
-
Questa
bella
frase
,
detta
con
quell
'
accento
meridionale
così
sonoro
,
ha
finito
di
sconvolgere
la
povera
direttrice
che
non
sapeva
far
altro
che
ripetere
:
-
Tu
!
Tu
!
Proprio
tu
!
...
-
E
infine
,
scostando
la
sua
sedia
,
ha
concluso
in
un
sibilo
:
-
Va
'
giù
in
Direzione
!
Bisogna
che
tutto
sia
spiegato
!
-
E
ha
fatto
un
cenno
al
bidello
che
lo
accompagnasse
.
Questa
scena
si
è
svolta
così
fulmineamente
che
i
convittori
,
anche
dopo
l
'
uscita
del
Barozzo
dal
Refettorio
,
rimanevano
lì
,
ringrulliti
,
sempre
con
gli
occhi
fissi
sulla
sedia
rimasta
vuota
.
Frattanto
la
direttrice
aveva
dato
ordine
di
portar
via
la
minestra
rossa
e
di
portare
in
tavola
l
'
altra
pietanza
-
che
era
baccalà
lesso
-
sul
quale
i
convittori
si
scagliarono
così
affamati
che
esso
oppose
invano
ai
loro
denti
la
più
dura
e
stopposa
resistenza
.
Io
invece
,
per
quanto
avessi
non
meno
appetito
degli
altri
,
spelluzzicai
la
mia
porzione
di
baccalà
con
fare
impacciato
.
Mi
sentivo
nell
'
anima
lo
sguardo
fisso
,
acuto
della
signora
Geltrude
che
,
fin
dal
primo
momento
in
cui
s
'
era
alzato
da
sedere
il
Barozzo
gettando
l
'
allarme
contro
la
minestra
di
magro
,
non
mi
aveva
mai
levato
gli
occhi
da
dosso
.
Durante
l
'
ora
della
ricreazione
continuò
la
vigile
sorveglianza
della
direttrice
e
non
potei
parlare
che
di
sfuggita
col
Michelozzi
.
-
Che
si
fa
?
-
Prudenza
!
Bisogna
prima
sentire
il
Barozzo
.
-
Ma
il
Barozzo
non
fu
visto
da
nessuno
in
tutto
il
giorno
.
La
sera
ricomparve
a
cena
,
e
pareva
un
altro
.
Aveva
gli
occhi
rossi
e
infossati
e
sfuggiva
gli
sguardi
curiosi
dei
suoi
compagni
,
special
cute
di
noi
della
Società
segreta
.
-
Che
è
stato
?
-
gli
domandai
piano
.
-
Zitto
...
-
Ma
che
hai
?
-
Se
mi
sei
amico
non
parlarmi
.
-
Il
suo
fare
era
imbarazzato
,
la
sua
voce
mal
sicura
.
Che
era
dunque
accaduto
?
Ecco
la
domanda
che
mi
rivolgevo
ieri
senza
trovarvi
una
risposta
.
Ieri
sera
appena
i
miei
piccoli
compagni
di
dormitorio
si
furono
addormentati
,
mi
ficcai
dentro
il
mio
armadietto
,
senza
neppur
pensare
a
scrivere
in
queste
pagine
i
fatti
della
giornata
,
per
quanto
fossero
di
grande
importanza
.
Era
per
il
momento
assai
più
importante
il
vedere
quel
che
accadeva
nella
sala
del
defunto
professor
Pierpaolo
Pierpaoli
cercando
di
scoprire
le
batterie
nemiche
.
E
per
la
verità
,
la
mia
aspettazione
non
fu
punto
delusa
.
Appena
dentro
nel
mio
osservatorio
sentii
la
voce
della
signora
Geltrude
che
diceva
:
-
Sei
un
perfetto
imbecille
!
-
Capii
subito
che
parlava
con
suo
marito
;
e
difatti
,
accostato
l
'
occhio
al
forellino
fatto
nel
ritratto
del
compianto
fondatore
di
questo
collegio
,
ho
visto
giù
nella
sala
i
due
coniugi
direttori
,
l
'
uno
di
fronte
all
'
altra
,
la
direttrice
con
le
mani
sul
fianchi
,
col
naso
addirittura
paonazzo
e
gli
occhi
sfavillanti
,
e
il
direttore
dritto
,
rigido
in
tutta
la
sua
lunghezza
,
nell
'
attitudine
di
un
generale
che
si
prepari
a
sostenere
un
assalto
.
-
Sei
un
perfetto
imbecille
!
-
ripeteva
la
signora
Geltrude
.
-
E
si
deve
a
te
,
naturalmente
,
se
abbiamo
tra
i
piedi
quel
pezzente
napoletano
che
finirà
col
rovinare
l
'
istituto
propalando
l
'
affare
della
minestra
...
-
Calmati
,
Geltrude
,
-
rispondeva
il
signor
Stanislao
-
e
cerca
di
considerare
seriamente
la
cosa
.
Prima
di
tutto
il
Barozzo
fu
accettato
di
comune
accordo
a
condizioni
eccezionali
per
riguardo
al
suo
tutore
che
ci
procurò
altri
tre
convittori
a
retta
intera
...
-
D
'
accordo
?
E
sfido
!
Non
la
finivi
più
con
le
tue
ragionacce
stupide
...
-
Via
,
Geltrude
,
cerca
di
moderarti
e
di
ascoltarmi
.
Il
Barozzo
,
vedrai
,
non
abuserà
della
scoperta
fatta
con
la
sua
anilina
.
Tu
sai
che
egli
ignorava
di
esser
tenuto
qui
a
patti
speciali
;
e
io
profittando
di
questo
e
toccando
la
corda
sensibile
della
sua
dignità
gli
ho
fatto
considerare
con
un
discorso
molto
efficace
,
che
egli
era
tenuto
qui
quasi
per
compassione
e
che
perciò
aveva
,
lui
più
degli
altri
,
il
dovere
di
mostrarsi
grato
e
affezionato
a
noi
e
al
nostro
istituto
.
A
questa
rivelazione
il
Barozzo
è
rimasto
talmente
turbato
che
non
ha
avuto
più
parola
ed
è
diventato
un
pulcino
.
Dopo
la
mia
reprimenda
ha
balbettato
:
"
Signor
Stanislao
,
mi
perdoni
...
Capisco
ora
di
non
avere
qui
dentro
nessun
diritto
...
e
può
esser
sicuro
che
non
avrò
mai
né
una
parola
né
un
atto
contro
il
suo
collegio
...
Glielo
giuro
"
.
-
E
tu
,
imbecille
,
ti
fidi
dei
suoi
giuramenti
?
-
Certamente
.
Il
Barozzo
ha
un
fondo
di
carattere
serio
ed
è
rimasto
molto
impressionato
dal
quadro
che
gli
ho
fatto
delle
sue
condizioni
di
famiglia
.
Sono
assolutamente
sicuro
che
da
parte
sua
non
avremo
nulla
da
temere
...
-
Non
capisci
nulla
.
E
lo
Stoppani
?
Lo
Stoppani
che
è
la
causa
prima
dello
scandalo
?
Lo
Stoppani
che
è
proprio
quello
che
ha
messo
il
campo
a
rumore
per
la
minestra
di
magro
?
-
Lo
Stoppani
è
meglio
lasciarlo
stare
.
Per
lui
è
un
altro
paio
di
maniche
;
egli
è
addirittura
un
bambino
e
le
sue
chiacchiere
non
possono
nuocere
alla
buona
fama
dell
'
istituto
...
-
Come
!
Non
lo
vuoi
neppur
punire
?
-
Ma
no
,
cara
.
Il
punirlo
lo
irriterebbe
maggiormente
.
E
poi
chi
ha
messo
l
'
anilina
nei
piatti
è
il
Barozzo
:
mi
ha
confessato
egli
stesso
di
essere
stato
lui
,
lui
solo
...
-
A
questo
punto
la
signora
Geltrude
ebbe
un
tale
accesso
di
bile
che
credetti
le
pigliasse
li
per
lì
un
accidente
.
Alzò
le
braccia
al
cielo
e
si
mise
a
declamare
:
-
Ah
numi
!
Ah
eterni
dèi
!
...
E
tu
fai
il
direttore
di
un
collegio
?
Tu
così
cretino
da
credere
a
quel
che
ti
dice
un
ragazzaccio
come
il
Barozzo
,
pretendi
di
stare
alla
testa
di
questo
istituto
?
Ma
tu
sei
da
rinchiudere
in
un
manicomio
!
...
Tu
sei
un
idiota
come
non
ve
ne
sono
mai
stati
nel
mondo
!
-
Il
Direttore
sotto
questa
valanga
di
ingiurie
reagì
,
e
abbassata
la
testa
al
livello
della
sua
violenta
consorte
la
guardò
negli
occhi
esclamando
:
-
Ora
poi
basta
.
-
E
a
questo
punto
io
vidi
,
giornalino
mio
,
la
cosa
più
straordinaria
,
più
lontana
da
ogni
previsione
e
insieme
più
comica
che
si
possa
immaginare
.
La
signora
Geltrude
,
allungando
la
destra
sul
capo
del
signor
Stanislao
,
come
un
artiglio
,
gli
afferrò
i
capelli
esclamando
:
-
Ah
!
che
vorresti
fare
?
-
E
mentre
ella
ringhiava
queste
parole
io
vidi
con
profondo
stupore
che
la
chioma
corvina
del
direttore
era
rimasta
nelle
grinfie
della
direttrice
la
quale
agitava
la
parrucca
in
aria
ripetendo
furiosa
:
-
Ah
!
Vorresti
anche
minacciarmi
?
Tu
?
Me
?
...
-
E
gittata
via
a
un
tratto
la
parrucca
afferrò
un
battipanni
di
giunco
ch
'
era
su
un
tavolino
e
si
mise
a
inseguire
il
signor
Stanislao
che
,
avvilito
,
con
la
testa
completamente
nuda
cercava
goffamente
di
sfuggire
alle
minacce
coniugali
girando
attorno
alla
tavola
...
La
scena
era
così
supremamente
ridicola
che
per
quanti
sforzi
facessi
,
non
potei
trattenere
completamente
le
risa
e
mi
usci
dalla
bocca
un
mugolìo
acuto
.
Questo
mugolìo
fu
la
salvezza
del
signor
Stanislao
.
I
due
coniugi
si
voltarono
in
su
stupiti
verso
il
ritratto
;
e
la
signora
Geltrude
passando
dalla
irritazione
a
una
vaga
paura
mormorò
:
-
Ah
!
La
buonanima
dello
zio
Pierpaolo
!
...
-
Ed
io
prudentemente
mi
ritirai
lasciando
i
due
coniugi
pacificati
ad
un
tratto
da
un
comune
sentimento
di
timore
,
a
fantasticare
intorno
al
mugolìo
del
compianto
fondatore
di
questo
malaugurato
collegio
.
9
febbraio
.
Stamani
fra
i
componenti
la
società
Uno
per
tutti
,
tutti
per
uno
è
passata
la
solita
parola
d
'
ordine
che
significa
:
Nell
'
ora
di
ricreazione
c
'
è
adunanza
.
E
infatti
l
'
adunanza
c
'
è
stata
e
io
non
mi
ricordo
d
'
aver
mai
assistito
a
una
seduta
di
società
segreta
più
emozionante
di
questa
.
Nel
rileggere
il
resoconto
che
ne
ho
fatto
nella
mia
qualità
di
segretario
,
mi
par
d
'
avere
davanti
agli
occhi
una
scena
della
vita
dei
cristiani
nelle
catacombe
o
un
episodio
della
Carboneria
,
come
si
trovano
descritti
nei
romanzi
storici
.
Figurati
dunque
,
giornalino
mio
,
che
all
'
adunanza
non
mancava
nessuno
della
nostra
società
,
perché
il
contegno
del
Barozzo
aveva
dato
nell
'
occhio
a
tutti
,
e
s
'
era
tutti
ansiosi
di
sapere
come
mai
tutto
ad
un
tratto
egli
aveva
cambiato
così
,
dopo
essere
stato
chiamato
in
direzione
,
a
proposito
dell
'
affare
dell
'
anilina
.
Ci
siamo
riuniti
nel
solito
angolo
del
cortile
,
con
molta
precauzione
,
per
non
dare
nell
'
occhio
alla
Direttrice
,
la
quale
pare
che
diventi
più
sospettosa
un
giorno
dell
'
altro
,
e
me
specialmente
non
mi
abbandona
mai
con
lo
sguardo
,
come
se
da
un
momento
all
'
altro
temesse
qualche
gherminella
.
Per
fortuna
non
sospetta
neppure
lontanamente
che
la
voce
del
signor
Pierpaolo
,
che
le
ha
fatto
tanta
paura
,
fosse
invece
la
mia
voce
,
se
no
mi
ammazzerebbero
per
lo
meno
;
perché
quella
donna
io
la
credo
capace
di
tutto
!
Dunque
appena
ci
siamo
raccolti
in
circolo
,
il
Barozzo
,
che
era
pallido
in
modo
da
fare
impressione
,
ha
detto
sospirando
,
con
aria
cupa
:
-
Assumo
la
presidenza
dell
'
assemblea
...
per
l
'
ultima
volta
...
-
Tutti
siamo
rimasti
male
e
ci
siamo
guardati
in
viso
con
espressione
di
grande
meraviglia
,
perché
il
Barozzo
era
stimato
da
tutti
un
giovine
pieno
di
coraggio
,
d
'
ingegno
,
e
di
un
carattere
molto
cavalleresco
:
insomma
proprio
il
presidente
ideale
per
una
società
segreta
.
È
seguìto
un
momento
di
silenzio
che
nessuno
ha
osato
interrompere
;
poi
il
Barozzo
con
la
voce
sempre
più
cupa
ha
continuato
:
-
Sì
,
amici
miei
,
fino
da
questo
momento
io
debbo
declinare
l
'
alto
onore
di
presiedere
la
nostra
associazione
...
Ragioni
gravi
,
gravissime
,
per
quanto
indipendenti
dalla
mia
volontà
,
mi
costringono
a
dimettermi
.
Se
non
mi
dimettessi
sarei
una
specie
di
traditore
...
e
questo
non
sarà
mai
!
Di
me
tutto
si
potrà
dire
ma
nessuno
deve
potermi
accusare
mai
di
aver
conservato
per
un
giorno
solo
una
carica
di
cui
mi
considero
indegno
...
-
Qui
il
Michelozzi
,
che
ha
un
'
indole
piuttosto
tenera
,
per
quanto
di
fronte
al
pericolo
si
comporti
da
eroe
,
ha
interrotto
,
con
una
voce
strozzata
dalla
commozione
:
-
Indegno
?
Ma
è
impossibile
che
tu
ti
sia
reso
indegno
di
restare
fra
noi
...
di
conservare
la
presidenza
della
nostra
società
!
-
È
impossibile
!
-
abbiamo
ripetuto
tutti
in
coro
.
Ma
il
Barozzo
tentennando
la
testa
ha
proseguito
:
-
Io
non
ho
fatto
nulla
per
diventare
indegno
...
la
coscienza
non
mi
rimprovera
nessuna
azione
contraria
alle
leggi
della
nostra
società
o
a
quelle
dell
'
onore
in
generale
.
-
Qui
il
Barozzo
si
mise
una
mano
sul
cuore
in
modo
straordinariamente
drammatico
.
-
Non
posso
dirvi
nulla
!
-
prosegui
l
'
ex
presidente
.
-
Se
avete
ancora
un
po
'
d
'
affetto
per
me
non
dovete
domandarmi
né
ora
né
mai
quale
motivo
mi
costringe
ad
abbandonare
la
presidenza
.
Vi
basti
sapere
che
io
non
potrei
,
d
'
ora
innanzi
,
aiutare
e
tanto
meno
promuovere
la
vostra
resistenza
contro
le
autorità
del
nostro
collegio
...
Dunque
vedete
bene
che
la
mia
posizione
è
insostenibile
e
la
mia
decisione
immutabile
.
-
Tutti
si
guardarono
di
nuovo
in
faccia
e
qualcuno
si
scambiò
anche
le
proprie
impressioni
a
bassa
voce
.
Io
capii
subito
che
le
parole
del
Barozzo
sembravano
a
tutti
molto
significanti
,
e
,
che
,
passata
la
prima
impressione
di
stupore
,
le
sue
dimissioni
sarebbero
state
accettate
.
Anche
il
Barozzo
lo
capì
,
ma
rimase
fermo
nel
suo
atteggiamento
,
come
Marcantonio
Bragadino
quando
aspettava
d
'
essere
scorticato
dai
Turchi
.
Allora
io
non
ne
potei
più
e
pensando
a
quello
che
avevo
visto
e
sentito
la
sera
prima
dal
buco
fatto
attraverso
il
fondatore
del
collegio
,
gridai
con
quanto
fiato
avevo
:
-
Invece
tu
non
ti
dimetterai
!
-
E
chi
me
lo
può
impedire
?
-
disse
il
Barozzo
con
molta
dignità
.
-
Chi
può
vietarmi
di
battere
la
strada
che
mi
suggerisce
la
voce
della
coscienza
?
-
Ma
che
voce
della
coscienza
!
-
risposi
io
.
-
Ma
che
strada
da
battere
!
La
voce
che
ti
ha
turbato
così
è
stata
quella
della
signora
Geltrude
:
e
quanto
al
battere
,
ti
assicuro
che
non
c
'
è
bisogno
d
'
altre
battiture
dopo
quelle
che
ha
ricevuto
ieri
sera
il
signor
Stanislao
!
-
A
queste
parole
i
componenti
la
società
Uno
per
tutti
e
tutti
per
uno
sono
rimasti
così
meravigliati
che
m
'
hanno
fatto
compassione
,
e
ho
subito
sentito
il
bisogno
di
raccontar
loro
tutta
la
scena
avvenuta
in
Direzione
.
E
non
ti
so
dire
,
giornalino
mio
,
se
tutti
son
stati
soddisfatti
di
sentire
che
nessun
motivo
serio
costringeva
il
Barozzo
a
dimettersi
,
perché
non
era
vero
nulla
che
lo
tenessero
in
collegio
per
compassione
,
mentre
anzi
ci
avevano
trovato
il
loro
tornaconto
per
via
dei
molti
convittori
procurati
dal
tutore
del
nostro
presidente
.
Ma
più
specialmente
i
componenti
la
società
s
'
interessarono
al
racconto
della
bastonatura
,
e
della
perdita
della
parrucca
,
perché
nessuno
si
sarebbe
immaginato
che
il
Direttore
con
quella
sua
aria
militare
si
lasciasse
maltrattare
in
quel
modo
dalla
moglie
;
e
tanto
meno
si
poteva
supporre
che
i
suoi
capelli
fossero
presi
a
prestito
appunto
come
l
'
aria
militare
.
Il
Barozzo
però
era
rimasto
sempre
distratto
e
come
concentrato
in
sé
stesso
.
Si
vedeva
che
le
mie
spiegazioni
non
lo
avevano
consolato
dalla
terribile
delusione
provata
quando
aveva
saputo
di
trovarsi
nel
collegio
a
condizioni
diverse
dagli
altri
.
E
infatti
,
nonostante
la
nostra
insistenza
non
volle
recedere
dalla
grave
deliberazione
presa
,
e
concluse
dicendo
:
-
Lasciatemi
libero
,
amici
miei
,
perché
io
prima
o
dopo
farò
qualcosa
di
grosso
...
qualcosa
che
voi
non
credereste
in
questo
momento
.
Io
non
posso
più
essere
della
vostra
Società
perché
uno
scrupolo
me
lo
vieta
,
e
ho
bisogno
di
riabilitarmi
,
e
non
di
fronte
a
voi
,
di
fronte
a
me
stesso
.
-
E
disse
queste
parole
in
un
modo
così
deliberato
che
nessuno
osò
aprir
bocca
.
Si
decise
di
riunirsi
al
più
presto
possibile
per
eleggere
un
altro
presidente
,
perché
ormai
s
'
era
fatto
tardi
e
c
'
era
il
caso
che
qualcuno
venisse
a
cercarci
.
-
Gravi
avvenimenti
si
preparano
!
-
mi
disse
Maurizio
Del
Ponte
mentre
ci
stringevamo
la
mano
scambiandoci
le
fatidiche
parole
:
Uno
per
tutti
!
Tutti
per
uno
!
Vedremo
se
il
Del
Ponte
avrà
indovinato
,
ma
anche
a
me
l
'
animo
presagisce
qualche
grossa
avventura
,
per
un
'
epoca
forse
molto
prossima
.
#
Altra
strepitosa
notizia
!
Iersera
dal
mio
osservatorio
ho
scoperto
che
il
direttore
,
la
direttrice
e
il
cuoco
sono
spiritisti
...
Sicuro
!
Quand
'
ho
messo
l
'
occhio
al
solito
forellino
essi
eran
già
riuniti
tutti
e
tre
attorno
a
un
tavolino
tondo
e
il
cuoco
diceva
:
-
Eccolo
!
Ora
viene
!
-
E
chi
doveva
venire
era
proprio
lo
spirito
del
compianto
professor
Pierpaolo
Pierpaoli
benemerito
fondatore
del
nostro
collegio
e
dietro
alle
cui
venerate
sembianze
io
stavo
in
quel
momento
vigilando
i
suoi
indegni
evocatori
...
Non
mi
ci
volle
dimolto
tempo
né
dimolto
ingegno
per
comprendere
la
causa
e
lo
scopo
di
quella
seduta
spiritistica
.
Evidentemente
il
signor
Stanislao
e
la
signora
Geltrude
erano
rimasti
molto
impressionati
dal
mugolìo
che
avevan
sentito
la
sera
avanti
discendere
dal
ritratto
del
loro
predecessore
,
e
ora
,
spinti
un
po
'
dal
rimorso
per
la
scenata
fatta
in
presenza
alla
rispettabile
effige
del
compianto
fondatore
dell
'
istituto
e
forse
anche
da
un
vago
timore
che
incutevan
nel
loro
animo
i
recenti
avvenimenti
,
evocavano
lo
spirito
dell
'
illustre
defunto
per
domandargli
perdono
,
consiglio
ed
aiuto
.
-
Ora
viene
!
Eccolo
!
-
ripeteva
il
cuoco
.
A
un
tratto
la
signora
Geltrude
esclamò
:
-
Eccolo
davvero
!
-
Infatti
il
tavolino
s
'
era
mosso
.
-
Parlo
con
lo
spirito
del
professor
Pierpaoli
?
-
domandò
il
cuoco
fissando
sul
piano
del
tavolino
due
occhi
spalancati
che
luccicavano
come
due
lumini
da
notte
.
Sì
udirono
alcuni
colpi
battuti
sul
tavolino
e
il
cuoco
esclamò
convinto
:
-
È
proprio
lui
.
-
Domandagli
se
era
lui
anche
ieri
sera
-
mormorò
la
signora
Geltrude
.
-
Fosti
qui
anche
ieri
sera
?
Rispondi
!
-
disse
il
cuoco
in
tuono
di
comando
.
E
il
tavolino
a
ballare
e
a
picchiare
,
mentre
i
tre
spiritisti
si
alzavano
dalla
sedia
e
si
dondolavano
qua
e
là
e
si
rimettevano
a
sedere
seguendone
tutti
i
movimenti
.
-
Sì
,
-
disse
il
cuoco
-
era
lui
anche
ieri
sera
.
-
Il
signor
Stanislao
e
la
signora
Geltrude
si
scambiarono
un
'
occhiata
come
per
dire
:
-
Eh
!
Ci
abbiamo
fatto
una
bella
figura
!
-
Poi
il
signor
Stanislao
disse
al
cuoco
:
-
Domandagli
se
posso
rivolgergli
la
parola
...
-
Ma
la
signora
Geltrude
lo
interruppe
bruscamente
,
fulminandolo
con
una
occhiata
:
-
Niente
affatto
!
Se
qualcuno
ha
il
diritto
di
parlare
con
lo
spirito
del
professor
Pierpaolo
Pierpaoli
sono
io
,
io
sua
nipote
e
non
voi
che
egli
non
conosceva
neanche
per
prossimo
!
Avete
capito
?
-
E
rivolta
al
cuoco
soggiunse
:
-
Domandagli
se
vuol
parlare
con
me
!
-
Il
cuoco
si
concentrò
in
sé
stesso
e
poi
,
sempre
figgendo
gli
occhi
sul
piano
del
tavolino
ripeté
la
domanda
.
Poco
dopo
il
tavolino
ricominciò
a
ballare
e
a
scricchiolare
.
-
Ha
detto
di
no
-
rispose
il
cuoco
.
La
signora
Geltrude
rimase
male
,
mentre
il
signor
Stanislao
,
non
sapendo
padroneggiarsi
,
diè
libero
sfogo
alla
gioia
che
provava
per
la
meritata
sconfitta
della
sua
prepotente
consorte
,
esclamando
con
accento
di
giubilo
infantile
degno
più
di
me
che
di
lui
:
-
Hai
visto
?
-
E
non
l
'
avesse
mai
detto
!
La
signora
Geltrude
si
rivoltò
tutta
inviperita
scagliando
in
volto
al
povero
direttore
l
'
ingiuria
abituale
:
-
Siete
un
perfetto
imbecille
!
-
Ma
Geltrude
!
-
rispose
egli
imbarazzato
con
un
fil
di
voce
.
-
Ti
prego
di
moderarti
...
almeno
in
presenza
al
cuoco
...
almeno
in
presenza
allo
spirito
del
compianto
professore
Pierpaolo
Pierpaoli
!
-
La
timida
protesta
di
quel
pover
'
uomo
in
quel
momento
mi
commosse
e
volli
vendicarlo
contro
la
violenza
di
sua
moglie
.
Perciò
con
voce
rauca
e
con
accento
di
rimprovero
esclamai
:
-
Ah
!
...
-
I
tre
si
voltarono
di
botto
verso
il
ritratto
,
pallidi
,
tremanti
di
paura
.
Vi
fu
una
lunga
pausa
.
Il
primo
a
ritornare
padrone
di
sé
fu
il
cuoco
,
il
quale
fissando
verso
di
me
i
suoi
occhi
di
fuoco
esclamò
:
-
Sei
tu
ancora
lo
spirito
di
Pierpaolo
Pierpaoli
?
Rispondi
!
-
Io
feci
un
sibilo
:
-
Sssssss
...
-
Il
cuoco
continuò
:
-
Ti
è
concesso
di
parlare
direttamente
con
noi
?
-
Mi
venne
un
'
idea
.
Contraffacendo
la
voce
come
prima
risposi
:
-
Mercoledì
a
mezzanotte
!
-
I
tre
tacquero
commossi
dal
solenne
appuntamento
.
Poi
il
cuoco
disse
a
bassa
voce
:
-
Si
vede
che
stasera
e
domani
gli
è
vietato
di
parlare
...
A
domani
l
'
altro
!
-
Si
alzarono
,
misero
il
tavolino
da
una
parte
,
rivolsero
uno
sguardo
supplichevole
verso
di
me
e
poi
il
cuoco
uscì
ripetendo
con
voce
grave
:
-
A
domani
l
'
altro
.
-
Il
signor
Stanislao
e
la
signora
Geltrude
restarono
un
po
'
in
mezzo
della
stanza
,
impacciati
.
Poi
il
direttore
dolcemente
disse
alla
moglie
:
-
Geltrude
...
Geltrude
...
Cercherai
di
moderarti
?
Sì
,
è
vero
?
Non
mi
dirai
più
quella
brutta
parola
?
...
-
Ella
,
combattuta
tra
la
paura
e
il
suo
carattere
arcigno
,
rispose
a
denti
stretti
:
-
Non
ve
la
dirò
più
...
per
rispettare
il
desiderio
di
quell
'
anima
santa
di
mio
zio
...
Ma
anche
senza
dirvelo
,
credete
a
me
,
rimarrete
sempre
quel
perfetto
imbecille
che
siete
!
-
A
questo
punto
lasciai
il
mio
osservatorio
perché
non
ne
potevo
più
dal
ridere
.
#
Stamani
dopo
aver
scritto
in
queste
pagine
il
fatto
della
seduta
spiritistica
di
ierisera
,
mi
sono
accorto
che
uno
dei
miei
compagni
di
dormitorio
era
sveglio
.
Gli
ho
fatto
cenno
di
stare
zitto
,
e
del
resto
anche
se
non
glielo
avessi
raccomandato
sarebbe
stato
zitto
lo
stesso
,
perché
si
trattava
di
un
amico
fidato
,
di
Gigino
Balestra
del
quale
ho
già
parlato
in
questo
mio
giornalino
.
Gigino
Balestra
è
un
ragazzo
serio
,
che
mi
è
molto
affezionato
e
ormai
ho
potuto
riscontrare
in
più
circostanze
che
posso
contare
su
lui
senza
pericolo
d
'
esser
compromesso
.
Prima
di
tutto
siamo
concittadini
.
Egli
è
figlio
del
famoso
pasticciere
Balestra
dal
quale
si
serve
sempre
mio
padre
,
rinomato
per
le
meringhe
che
ha
sempre
fresche
,
molto
amico
del
mio
cognato
Maralli
perché
è
anche
lui
un
pezzo
grosso
del
partito
socialista
.
E
poi
ci
sentiamo
anche
legati
di
amicizia
per
la
rassomiglianza
delle
vicende
della
nostra
vita
.
Anche
lui
è
disgraziato
come
me
e
mi
ha
raccontato
tutta
la
storia
delle
sue
sventure
,
l
'
ultima
delle
quali
,
che
fu
la
più
grossa
e
che
fece
prendere
al
suo
babbo
la
risoluzione
di
cacciarlo
in
collegio
,
è
così
interessante
che
voglio
raccontarla
qui
nel
mio
giornalino
.
-
Campassi
mill
'
anni
-
mi
diceva
Gigino
-
non
mi
scorderò
mai
del
primo
Maggio
dell
'
anno
passato
che
è
e
rimarrà
sempre
il
più
bello
e
il
più
brutto
giorno
della
mia
vita
!
-
E
in
quel
giorno
evocato
da
Gigino
-
io
stesso
me
ne
ricordo
benissimo
-
c
'
era
una
grande
agitazione
in
città
perché
i
socialisti
avrebbero
voluto
che
tutti
i
negozi
fossero
stati
chiusi
mentre
molti
bottegai
volevano
tenere
aperto
;
anche
nelle
scuole
c
'
era
un
certo
fermento
perché
alcuni
babbi
di
scolari
,
essendo
socialisti
,
volevano
che
il
Preside
desse
vacanza
,
mentre
molti
altri
babbi
non
ne
volevan
sapere
.
Naturalmente
i
ragazzi
in
quella
circostanza
si
schierarono
tutti
dalla
parte
dei
socialisti
,
anche
quelli
che
avevano
i
babbi
di
un
altro
partito
,
perché
quando
si
tratta
di
far
vacanza
io
credo
che
tutti
gli
scolari
di
tutto
il
mondo
sieno
pronti
a
dichiararsi
solidali
nello
stesso
sacrosanto
principio
che
sarebbe
quello
d
'
andare
a
fare
piuttosto
una
bella
passeggiata
in
campagna
col
garofano
rosso
all
'
occhiello
della
giacchetta
.
Difatti
successe
che
molti
ragazzi
in
quel
giorno
fecero
sciopero
,
e
mi
ricordo
benissimo
che
lo
feci
anche
io
,
e
che
per
questo
fatto
il
babbo
mi
fece
stare
tre
giorni
a
pane
e
acqua
.
Ma
pazienza
!
Tutte
le
grandi
idee
hanno
sempre
avuto
i
loro
martiri
...
Al
povero
Gigino
Balestra
però
successo
qualche
cosa
di
peggio
.
Egli
,
dunque
,
a
differenza
di
me
,
aveva
fatto
sciopero
dalla
scuola
col
consenso
di
suo
padre
;
anzi
suo
padre
lo
avrebbe
obbligato
a
far
vacanza
se
,
per
una
ipotesi
impossibile
ad
avverarsi
,
Gigino
avesse
voluto
andare
a
scuola
.
-
Oggi
è
la
festa
del
lavoro
-
gli
aveva
detto
il
signor
Balestra
-
e
io
ti
dò
il
permesso
di
andare
fuor
di
porta
con
i
tuoi
compagni
.
Sta
'
allegro
e
abbi
giudizio
.
-
Gigino
non
aveva
inteso
a
sordo
:
e
con
alcuni
suoi
amici
era
andato
a
fare
una
visita
a
certi
compagni
che
stavano
in
campagna
.
Arrivati
sul
posto
,
tutti
insieme
si
misero
a
fare
il
chiasso
e
,
via
via
,
il
numero
della
comitiva
era
andato
aumentando
,
tanto
che
da
ultimo
erano
non
meno
di
una
ventina
di
ragazzi
di
tutte
le
età
e
di
tutte
le
condizioni
sociali
,
tutti
affratellati
in
una
grande
baldoria
d
'
urli
e
di
canti
.
A
un
certo
punto
Gigino
che
si
dava
una
cert
'
aria
per
essere
il
figlio
di
uno
dei
capi
del
partito
socialista
,
entrò
a
parlare
del
primo
maggio
,
della
giustizia
sociale
e
di
altre
cose
delle
quali
aveva
sentito
parlare
spesso
in
casa
e
che
aveva
imparato
a
ripetere
pappagallescamente
:
ma
ad
un
tratto
uno
della
comitiva
,
un
ragazzaccio
tutto
strappucchiato
gli
rivolse
a
bruciapelo
questa
inopportuna
domanda
:
-
Tutti
bei
discorsi
;
ma
che
è
giusta
,
ecco
,
che
tu
abbia
una
bottega
piena
di
paste
e
di
pasticcini
a
tua
disposizione
,
mentre
noi
poveri
non
si
sa
neppure
di
che
sapore
le
sieno
?
-
Gigino
a
questa
inaspettata
osservazione
rimase
male
.
Ci
pensò
un
poco
e
rispose
:
-
Ma
la
bottega
non
è
mica
mia
:
è
del
mio
babbo
!
...
-
E
che
vuol
dire
?
-
ribatté
il
ragazzaccio
.
-
Non
è
socialista
anche
il
tuo
babbo
?
Dunque
,
oggi
che
è
la
festa
del
socialismo
dovrebbe
distribuire
almeno
una
pasta
a
testa
a
tutti
i
ragazzi
,
specialmente
a
quelli
che
non
ne
hanno
mai
assaggiate
...
Se
non
comincia
lui
a
dare
il
buon
esempio
non
si
può
pretendere
certo
che
lo
facciano
i
pasticcieri
retrogradi
!
...
-
Questo
tendenzioso
ragionamento
ebbe
la
virtù
di
convincere
l
'
assemblea
e
tutta
la
comitiva
si
mise
a
urlare
:
-
Ha
ragione
Granchio
!
(
Era
questo
il
soprannome
del
ragazzaccio
tutto
strappato
)
Evviva
Granchio
!
...
-
Gigino
,
naturalmente
,
era
mortificato
perché
gli
pareva
,
di
fronte
,
a
tutti
quei
ragazzi
,
di
farei
una
cattiva
figura
,
e
non
solo
lui
ma
anche
il
suo
babbo
;
sicché
si
struggeva
dentro
di
trovar
qualche
ragione
colla
quale
ribattere
il
suo
avversario
,
quando
gli
venne
una
idea
che
da
principio
lo
spaventò
quasi
per
la
sua
arditezza
,
ma
che
gli
apparve
poi
di
possibile
esecuzione
e
l
'
unica
che
avesse
la
virtù
in
quel
frangente
di
salvare
la
reputazione
politica
e
sociale
sua
e
di
suo
padre
.
Aveva
pensato
che
in
quel
momento
il
suo
babbo
era
alla
Camera
del
Lavoro
a
fare
un
discorso
,
e
che
le
chiavi
di
bottega
erano
in
casa
,
nella
sua
camera
,
dentro
il
cassetto
del
comodino
.
-
Ebbene
!
-
gridò
.
-
A
nome
mio
e
di
mio
padre
vi
invito
tutti
nel
nostro
negozio
ad
assaggiare
le
nostre
specialità
...
Ma
intendiamoci
,
eh
,
ragazzi
!
Una
pasta
a
testa
!
-
L
'
umore
dell
'
assemblea
si
mutò
come
per
incanto
e
un
solo
grido
echeggiò
,
alto
,
entusiastico
,
ripetuto
da
tutte
quelle
bocche
in
ciascuna
delle
quali
serpeggiava
la
medesima
acquolina
tentatrice
.
-
Evviva
Gigino
Balestra
!
Evviva
il
suo
babbo
!
-
E
tutti
quanti
mossero
dietro
di
lui
,
compatti
con
l
'
ardore
e
la
velocità
di
un
eroico
drappello
alla
conquista
di
una
posizione
lungamente
vagheggiata
o
il
cui
possesso
si
presenti
a
un
tratto
privo
dì
ogni
ostacolo
.
-
Sono
una
ventina
fra
tutti
-
pensava
intanto
Gigino
-
e
per
una
ventina
di
paste
...
mettiamo
pure
una
venticinquina
...
dall
'
esserci
al
non
esserci
,
in
bottega
dove
ce
ne
sono
a
centinaia
,
nessuno
se
ne
può
accorgere
...
In
verità
non
varrebbe
la
pena
che
per
una
simile
miseria
compromettessi
il
mio
prestigio
,
quello
di
mio
padre
e
perfin
quello
del
partito
al
quale
apparteniamo
!
-
Arrivati
in
città
Gigino
disse
ai
suoi
fedeli
seguaci
:
-
Sentite
:
ora
vo
a
casa
a
pigliar
le
chiavi
di
bottega
...
fo
in
un
lampo
.
Voialtri
intanto
venite
dall
'
usciolino
di
dietro
...
ma
alla
spicciolata
,
per
non
dar
nell
'
occhio
!
-
Bene
!
-
gridarono
tutti
.
Ma
Granchio
osservò
:
-
Ohé
!
...
Non
ci
farai
mica
la
burletta
,
eh
?
Se
no
,
capisci
?
...
-
Gigino
ebbe
un
gesto
di
grande
dignità
:
-
Sono
Gigino
Balestra
!
-
disse
-
e
quando
ho
dato
una
parola
si
può
esser
sicuri
!
-
Andò
lesto
lesto
a
casa
,
dove
c
'
era
la
sua
mamma
e
una
sua
sorellina
;
senza
farsi
vedere
sgusciò
in
camera
del
babbo
,
prese
dal
cassetto
del
comodino
le
chiavi
di
bottega
e
ritornò
via
di
corsa
lanciando
alla
mamma
queste
parole
:
-
Vo
con
i
miei
compagni
,
ma
tra
poco
ritorno
a
casa
!
-
E
se
n
'
andò
difilato
al
negozio
,
guardando
a
destra
e
a
sinistra
per
paura
che
qualche
persona
di
conoscenza
della
sua
famiglia
avesse
a
sorprenderlo
durante
quella
manovra
.
Aprì
la
porta
scorrevole
di
ghisa
e
la
tirò
su
tanto
da
potere
entrare
in
bottega
,
e
una
volta
dentro
la
richiuse
.
S
'
era
provvisto
in
casa
di
una
scatola
di
cerini
e
con
essi
accese
una
candela
che
il
babbo
teneva
sempre
vicino
alla
porta
;
così
trovò
il
contatore
del
gas
,
l
'
aprì
,
e
accese
poi
le
lampade
della
pasticceria
;
e
fatto
questo
andò
ad
aprir
l
'
usciolino
dietro
il
negozio
che
dava
in
un
vicolo
poco
frequentato
.
Da
quell
'
usciolino
incominciarono
a
entrare
i
compagni
di
Gigino
,
a
uno
,
a
due
a
tre
...
-
Mi
raccomando
-
badava
a
ripetere
il
figlio
del
pasticcere
.
-
Uno
per
uno
...
al
più
due
...
Ma
non
mi
rovinate
!
-
Ma
a
questo
punto
è
meglio
che
lasci
la
parola
allo
stesso
Gigino
Balestra
che
essendo
stato
il
protagonista
di
quella
avventura
comica
e
tragica
a
un
tempo
,
la
racconta
certamente
meglio
di
quel
che
potrei
fare
io
.
-
Lì
per
lì
-
dice
Gigino
-
mi
parve
che
il
numero
dei
miei
compagni
fosse
molto
cresciuto
.
Il
negozio
era
addirittura
invaso
da
una
vera
folla
che
bisbigliava
girando
intorno
sulle
paste
e
sulle
bottiglie
de
'
rosolii
certi
occhi
che
parevan
di
fuoco
.
Granchio
mi
domandò
se
potevano
prendere
una
bottiglia
di
rosolio
,
tanto
per
non
murare
a
secco
,
e
avendo
acconsentito
,
me
ne
versò
gentilmente
un
bicchiere
pieno
dicendo
che
il
primo
a
bere
doveva
essere
il
padrone
di
casa
.
E
io
bevvi
e
bevvero
tutti
facendomi
dei
brindisi
e
invitandomi
e
ribere
,
sicché
si
dovette
stappare
un
'
altra
bottiglia
...
Intanto
anche
le
paste
sparivano
e
i
più
vicini
a
me
ne
offrivano
dicendomi
:
-
Prendi
,
senti
com
'
è
buona
questa
,
senti
com
'
è
squisita
quest
'
altra
-
proprio
come
se
loro
fossero
stati
i
padroni
della
pasticceria
e
io
il
loro
invitato
.
Che
vuoi
che
ti
dica
,
caro
Stoppani
?
Si
arrivò
a
un
punto
che
io
non
capivo
più
nulla
;
ero
esaltato
,
mi
sentivo
addosso
un
ardore
e
un
entusiasmo
che
non
avevo
provato
mai
,
mi
pareva
d
'
essere
in
un
paese
fantastico
tutto
popolato
di
ragazzi
di
marzapane
col
cervello
di
crema
e
il
cuore
di
marmellata
uniti
da
un
dolce
patto
di
fratellanza
condita
con
molto
zucchero
e
rosolio
di
tutte
le
qualità
...
E
ormai
anche
io
seguitavo
come
tutti
gli
altri
a
mangiar
paste
a
quattro
ganasce
e
a
vuotar
bottiglie
e
boccette
di
tutti
i
colori
e
di
tutti
i
sapori
volgendo
delle
occhiate
di
beatitudine
in
quel
campo
aperto
alla
baldoria
nel
quale
si
agitavano
come
fantasmi
tutti
quei
ragazzi
che
ogni
tanto
urlavano
a
bocca
piena
:
-
Evviva
il
socialismo
!
Evviva
il
primo
maggio
!
-
Io
non
ti
so
dire
quanto
durasse
quella
grande
scena
d
'
ogni
dolcezza
e
d
'
ogni
letizia
...
So
che
a
un
certo
punto
la
musica
cambiò
a
un
tratto
e
una
voce
terribile
,
quella
di
mio
padre
,
rimbombò
nel
negozio
gridando
:
-
Ah
,
razza
di
cani
,
ora
ve
lo
dò
io
il
socialismo
!
-
e
fu
un
diluvio
di
scapaccioni
che
piovve
da
tutte
le
parti
fra
le
grida
e
i
pianti
di
tutta
quella
folla
di
ragazzi
ubriachi
che
si
accalcava
confusamente
verso
la
porticina
cercando
di
fuggire
.
Io
ebbi
un
momento
di
lucido
intervallo
nel
quale
,
con
un
volger
d
'
occhi
,
abbracciai
quel
quadro
bizzarro
e
sentii
in
un
lampo
tutta
la
terribile
responsabilità
che
mi
pesava
...
Il
banco
prima
cosparso
di
centinaia
di
paste
tutte
messe
per
ordine
era
vuoto
,
gli
scaffali
attorno
erano
tutti
in
disordine
e
vi
si
affacciavano
qua
e
là
i
colli
di
bottiglie
rovesciate
dalle
quali
colavano
giù
rosoli
e
sciroppi
,
in
terra
era
un
piaccichiccio
di
pasta
sfoglia
pesticciata
,
dovunque
sulle
sedie
,
nelle
cornici
degli
scaffali
e
del
banco
eran
bioccoli
di
crema
e
di
panna
sbuzzata
fuori
dalle
meringhe
,
e
ditate
di
cioccolata
...
Ma
fu
solo
,
come
ho
detto
,
in
un
lampo
ch
'
io
intravidi
tutto
questo
,
perché
un
maledetto
scapaccione
mi
fece
rotolar
sotto
il
banco
e
non
vidi
né
sentii
più
nulla
.
Quando
mi
svegliai
ero
a
casa
,
nel
mio
letto
,
e
accanto
a
me
c
'
era
la
mia
mamma
che
piangeva
.
Mi
sentivo
un
gran
peso
nella
testa
e
sullo
stomaco
...
Il
giorno
dopo
,
2
maggio
,
il
babbo
mi
dette
due
once
d
'
olio
di
ricino
;
la
mattina
di
poi
,
tre
maggio
,
mi
fece
vestire
e
mi
portò
qui
nel
collegio
Pierpaoli
...
-
Cosi
Gigino
Balestra
ha
concluso
il
suo
racconto
,
con
un
accento
comicamente
solenne
che
mi
ha
fatto
proprio
ridere
.
-
Vedi
?
-
gli
ho
detto
.
-
Anche
tu
sei
vittima
,
com
'
è
accaduto
a
me
in
più
circostanze
della
vita
,
della
tua
buona
fede
e
della
tua
sincerità
.
Tu
avendo
il
babbo
socialista
hai
creduto
nel
tuo
entusiasmo
di
dover
mettere
in
pratica
le
sue
teorie
distribuendo
i
pasticcini
a
que
'
poveri
ragazzi
che
non
ne
avevan
mai
assaggiati
,
e
il
tuo
babbo
ti
ha
punito
...
È
inutile
:
il
vero
torto
di
noi
ragazzi
è
uno
solo
:
quello
di
pigliar
sul
serio
le
teorie
degli
uomini
...
e
anche
quelle
delle
donne
!
In
generale
accade
questo
:
che
i
grandi
insegnano
ai
piccini
una
quantità
di
cose
belle
e
buone
...
ma
guai
se
uno
dei
loro
ottimi
insegnamenti
,
nel
momento
di
metterlo
in
pratica
,
urta
i
loro
nervi
,
o
i
loro
calcoli
,
o
i
loro
interessi
.
Io
mi
ricorderò
sempre
d
'
un
fatto
di
quando
ero
piccino
...
La
mia
buona
mamma
,
che
pure
è
la
più
buona
donna
di
questo
mondo
,
mi
predicava
sempre
di
non
dir
bugie
perché
a
dirne
solamente
una
si
va
per
sette
anni
in
Purgatorio
;
ma
un
giorno
che
venne
a
cercarla
la
sarta
col
conto
e
che
lei
aveva
fatto
dire
dalla
Caterina
che
era
uscita
,
io
per
non
andare
in
Purgatorio
corsi
alla
porta
di
casa
a
gridare
che
non
era
vero
nulla
e
che
la
mamma
era
in
casa
...
e
in
premio
d
'
aver
detto
la
verità
ci
presi
un
bello
schiaffo
.
-
E
perché
ti
hanno
messo
in
collegio
?
-
Per
aver
pescato
un
dente
bacato
!
-
Come
!
-
ha
esclamato
Gigino
al
colmo
dello
stupore
.
-
Per
uno
starnuto
d
'
un
vecchio
paralitico
!
-
ho
aggiunto
io
divertendomi
a
vederlo
a
sgranar
tanto
d
'
occhi
.
Poi
,
dopo
averlo
tenuto
per
un
bel
pezzo
di
curiosità
,
gli
ho
raccontato
l
'
ultima
mia
avventura
in
casa
del
mio
cognato
Maralli
,
per
la
quale
fu
interrotto
il
mese
di
esperimento
concesso
da
mio
padre
ed
io
fui
accompagnato
in
questa
galera
.
-
Come
vedi
,
-
conclusi
-
anche
io
sono
stato
una
vittima
del
mio
destino
disgraziato
...
Perché
se
quel
signor
Venanzio
zio
di
mio
cognato
non
avesse
fatto
uno
starnuto
proprio
nel
momento
in
cui
lo
avevo
avvicinato
la
lenza
con
l
'
amo
alla
sua
bocca
sgangherata
,
io
non
gli
avrei
strappato
quell
'
unico
dente
bacato
che
gli
rimaneva
e
non
sarei
qui
nel
collegio
Pierpaoli
!
Vedi
un
po
'
,
a
volte
,
da
che
può
dipendere
la
sorte
e
la
reputazione
di
un
povero
ragazzo
...
-
#
Ho
voluto
raccontar
qui
le
confidenze
che
son
corse
tra
me
e
Gigino
Balestra
per
dimostrare
che
siamo
legati
ormai
in
intima
amicizia
e
che
,
se
stamani
egli
era
sveglio
e
mi
guardava
mentre
io
scrivevo
nel
Giornalino
,
non
avevo
nessuna
ragione
-
come
ho
già
detto
in
principio
-
di
diffidare
di
lui
.
Anzi
gli
ho
detto
in
grande
segretezza
di
queste
mie
memorie
che
vo
scrivendo
,
l
'
ho
messo
a
parte
dei
miei
progetti
e
gli
ho
proposto
,
d
'
entrare
nella
nostra
Società
segreta
...
Egli
mi
ha
abbracciato
con
uno
slancio
d
'
affetto
che
mi
ha
commosso
e
ha
detto
che
si
sentiva
orgoglioso
della
fiducia
che
rimettevo
in
lui
.
Oggi
,
infatti
,
durante
l
'
ora
di
ricreazione
,
l
'
ho
presentato
ai
miei
amici
che
l
'
hanno
accolto
benissimo
.
Il
Barozzo
non
c
'
era
.
Da
quando
ha
dato
le
dimissioni
egli
vive
solitario
e
pensieroso
e
quando
ci
incontra
si
limita
a
salutarci
con
un
'
aria
triste
triste
.
Povero
Barozzo
!
Io
in
adunanza
ho
raccontato
tutta
la
scena
della
seduta
spiritistica
di
iersera
e
si
è
stabilito
,
di
riflettere
tutti
seriamente
per
trarre
partito
da
questa
nuova
situazione
e
per
preparar
qualche
tiro
per
mercoledì
notte
.
Domani
martedì
ci
riuniremo
per
eleggere
il
nuovo
presidente
e
per
decidere
sull
'
intervento
dello
spirito
del
compianto
professore
Pierpaoli
all
'
appuntamento
dato
al
signor
Stanislao
,
alla
signora
Geltrude
e
al
loro
degno
cuoco
inventore
della
minestra
della
rigovernatura
.
11
febbraio
Ieri
sera
nulla
di
nuovo
.
Dal
mio
osservatorio
vidi
il
Direttore
e
la
Direttrice
traversare
la
sala
del
venerato
Pierpaolo
,
lentamente
silenziosamente
,
e
andarsene
nella
loro
camera
dopo
aver
rivolto
verso
il
ritratto
una
timida
occhiata
,
come
per
dire
:
-
A
domani
sera
,
e
che
Dio
ce
la
mandi
buona
!
-
Gigino
Balestra
,
mentre
scrivo
,
è
là
nel
suo
lettuccio
che
mi
guarda
e
sorride
...
#
Oggi
,
durante
l
'
ora
di
ricreazione
,
c
'
è
stata
l
'
elezione
del
presidente
della
nostra
Società
segreta
.
Tutti
i
soci
avevano
già
scritto
il
nome
scelto
in
pezzetti
di
carta
che
ripiegati
sono
stati
messi
in
un
berretto
.
Gigino
Balestra
che
è
il
socio
più
piccino
(
ha
due
mesi
e
mezzo
meno
di
me
)
ha
fatto
lo
squittinio
ed
è
risultato
eletto
presidente
Mario
Michelozzi
.
Anche
io
ho
votato
per
lui
perché
se
lo
merita
,
e
perché
se
da
qualche
giorno
nel
collegio
non
si
mangia
più
la
solita
minestra
di
riso
si
deve
a
lui
.
Abbiamo
discusso
su
quello
che
si
deve
preparare
per
la
seduta
spiritica
di
domani
sera
.
Ciascuno
aveva
la
sua
idea
,
ma
è
stata
approvata
quella
di
Carlino
Pezzi
.
Carlo
Pezzi
,
che
è
quel
ragazzo
che
ha
la
specialità
della
topografia
,
mentre
cercava
di
stabilire
su
quale
stanza
dava
il
mio
osservatorio
,
fece
conoscenza
con
un
ragazzo
che
serve
da
manovale
ai
muratori
addetti
ai
lavori
di
riparazione
nel
collegio
.
Servendosi
di
questa
sua
amicizia
egli
spera
di
poter
penetrare
nel
salone
del
ritratto
di
Pierpaolo
e
fare
una
cosa
,
che
se
riesce
,
avrà
un
effetto
straordinario
sui
tre
spiritisti
...
E
poi
...
e
poi
...
ma
non
voglio
scrivere
di
quel
che
abbiamo
progettato
e
complottato
.
Dirò
solo
che
se
quel
che
abbiamo
pensato
di
fare
riuscirà
noi
saremo
finalmente
vendicati
di
tanti
bocconi
amari
che
abbiam
dovuto
ingozzare
...
compresi
quelli
della
famosa
minestra
di
magro
fatta
con
la
rigovernatura
dei
nostri
piatti
,
e
quel
che
è
peggio
di
quelli
del
signor
Stanislao
e
della
signora
Geltrude
.
12
febbraio
Dio
,
quanti
avvenimenti
si
accumulano
per
stanotte
!
A
pensarci
mi
va
via
la
testa
e
mi
pare
d
'
essere
il
protagonista
d
'
uno
di
quei
romanzi
russi
dove
tutto
,
anche
le
cose
più
semplici
come
sarebbe
quella
di
mettersi
le
dita
del
naso
,
acquista
una
grande
aria
di
tenebroso
mistero
.
Intanto
registrerò
qui
due
notizie
importanti
.
Prima
:
oggi
Carlino
Pezzi
,
mentre
il
Direttore
e
la
Direttrice
erano
a
pranzo
,
ha
trovato
modo
per
mezzo
di
quel
suo
amico
manuale
,
di
entrare
nel
salone
di
Pierpaolo
dove
l
'
imbianchino
aveva
lasciato
una
lunga
scala
che
gli
era
servita
per
ritoccare
la
riquadratura
del
soffitto
.
In
un
attimo
il
Pezzi
ha
drizzato
la
scala
al
ritratto
di
Pierpaolo
e
,
arrampicatosi
fin
lassù
,
con
un
temperino
gli
ha
fatto
due
buchi
negli
occhi
.
Cosi
tutto
è
stato
felicemente
preparato
per
il
grande
spettacolo
di
stanotte
.
Seconda
notizia
.
Ho
visto
Tito
Barozzo
che
era
già
stato
messo
a
parte
del
nostro
progetto
e
che
mi
ha
detto
:
-
Senti
,
Stoppani
.
Devi
sapere
che
,
dal
giorno
in
cui
ebbi
a
patire
nella
stanza
del
Direttore
la
grande
umiliazione
che
tu
sai
e
che
ha
annientato
nell
'
anima
mia
ogni
slancio
di
ribellione
contro
le
ingiustizie
e
i
soprusi
che
si
commettono
in
questo
collegio
dove
io
son
tenuto
per
compassione
,
un
solo
pensiero
,
uno
solo
,
capisci
?
mi
ha
dato
la
forza
finora
di
resistere
,
ed
è
questo
:
la
fuga
.
-
Io
ho
fatto
un
atto
di
sorpresa
e
di
dolore
all
'
idea
di
perdere
un
amico
così
simpatico
e
così
amato
da
tutti
;
ma
egli
ha
soggiunto
subito
:
-
È
inutile
,
credi
,
ogni
argomento
che
mi
si
potesse
portare
in
contrario
.
Della
mia
miserabile
condizione
qui
dentro
non
posso
esser
giudice
che
io
,
e
io
ti
so
dire
che
essa
è
intollerabile
e
che
,
se
si
dovesse
prolungare
,
finirebbe
con
l
'
uccidermi
.
Perciò
ho
deciso
di
scappare
,
e
nulla
potrà
rimuovermi
da
questa
mia
risoluzione
.
-
E
dove
anderai
?
-
Il
Barozzo
s
'
è
stretto
nelle
spalle
allargando
le
braccia
.
-
Non
lo
so
:
anderò
per
il
mondo
che
è
così
grande
e
dove
io
sarò
libero
e
non
soffrirò
mai
che
nessun
mio
simile
ardisca
umiliarmi
come
hanno
ardito
il
mio
tutore
e
il
Direttore
del
collegio
.
-
A
queste
parole
pronunziate
con
nobile
alterezza
l
'
ho
guardato
con
ammirazione
e
poi
ho
esclamato
con
entusiasmo
:
-
Scappo
anch
'
io
con
te
!
...
-
Egli
mi
ha
guardato
con
uno
sguardo
pieno
d
'
affetto
che
non
scorderò
mai
e
nel
quale
ho
letto
la
gratitudine
e
il
ricambio
di
tutto
il
bene
ch
'
io
gli
voglio
.
Poi
con
accento
grave
nel
quale
ho
sentito
tutta
la
sua
superiorità
su
me
,
ha
soggiunto
:
-
No
,
caro
amico
mio
.
Tu
non
puoi
né
devi
scappare
di
qui
perché
tu
sei
in
condizioni
molto
diverse
dalle
mie
.
Tu
stai
qui
con
tutti
i
tuoi
diritti
e
puoi
insorgere
ogni
volta
che
qualcuno
te
li
contesti
con
l
'
inganno
o
con
la
violenza
.
E
poi
tu
hai
una
mamma
e
un
babbo
che
soffrirebbero
molto
della
tua
scomparsa
...
mentre
io
non
ho
che
un
tutore
il
quale
non
piangerà
certo
ignorando
le
mie
notizie
!
...
-
E
nel
dir
così
il
povero
Barozzo
ha
avuto
un
sorriso
così
triste
e
così
amaro
che
m
'
ha
fatto
venir
le
lacrime
agli
occhi
e
in
un
impeto
di
affetto
e
di
pietà
l
'
ho
abbracciato
stretto
stretto
esclamando
:
-
Povero
Tito
!
...
-
E
l
'
ho
baciato
bagnandolo
del
mio
pianto
.
Egli
ha
avuto
un
singhiozzo
,
mi
ha
stretto
forte
forte
sul
petto
;
e
poi
scostandomi
e
passandomi
una
mano
sugli
occhi
ha
ripreso
:
-
Dunque
senti
,
Stoppani
.
Quello
che
avete
combinato
per
stanotte
,
può
favorire
splendidamente
il
mio
progetto
.
Vorrete
aiutarmi
?
È
l
'
ultimo
atto
di
solidarietà
fraterna
che
chiedo
ai
miei
compagni
della
Società
segreta
...
-
Figurati
!
-
Allora
sta
'
bene
attento
.
Quando
il
Direttore
,
la
Direttrice
e
il
cuoco
saranno
sopraffatti
dagli
spiriti
,
tu
andrai
nella
stanzina
dei
lumi
a
petrolio
che
tu
conosci
,
l
'
aprirai
con
questa
chiave
e
,
attaccata
alla
porta
dalla
parte
interna
,
troverai
una
chiave
molto
grossa
che
prenderai
teco
.
Quella
è
la
chiave
del
portone
d
'
ingresso
del
collegio
con
la
quale
esso
è
chiuso
ogni
sera
per
di
dentro
.
Vieni
con
questa
chiave
nel
corridoio
a
pian
terreno
...
Lì
ci
sarò
io
.
-
In
così
dire
Tito
Barozzo
mi
afferrò
la
destra
,
me
la
strinse
e
si
allontanò
in
fretta
.
Sono
sopraffatto
dagli
avvenimenti
che
si
preparano
per
stanotte
...
Come
anderà
?
13
febbraio
.
Quante
cose
,
e
quali
,
ho
da
scrivere
stamani
!
...
Ma
tutto
ora
consiglia
la
massima
prudenza
e
non
posso
perdermi
in
descrizioni
e
in
considerazioni
oziose
,
ma
bisogna
che
mi
sbrighi
a
registrare
i
fatti
nudi
e
crudi
.
Che
notte
!
...
e
che
botte
!
...
#
Ecco
dunque
com
'
è
andata
.
Naturalmente
ieri
sera
non
mi
sono
addormentato
.
L
'
orologio
della
chiesa
vicina
suonava
le
undici
e
mezza
...
I
miei
compagni
dormivano
...
mi
alzai
e
mi
vestii
.
Gigino
Balestra
che
dal
suo
lettuccio
non
mi
perdeva
di
vista
fece
lo
stesso
e
pianino
pianino
,
in
punta
di
piedi
,
mi
venne
accanto
.
-
Sdràiati
sul
mio
letto
-
gli
dissi
all
'
orecchio
.
-
Io
vo
nell
'
armadietto
;
a
suo
tempo
di
lassù
ti
darò
il
segnale
.
-
Egli
obbedì
e
io
salii
sul
comodino
,
e
di
lì
entrai
nel
mio
piccolo
osservatorio
.
Misi
l
'
occhio
al
solito
forellino
.
Tutto
era
buio
nel
salone
;
ma
i
tre
spiritisti
non
tardarono
ad
arrivare
.
Il
cuoco
che
portava
un
lume
a
petrolio
lo
posò
su
una
consolle
,
e
tutti
e
tre
si
rivolsero
a
me
...
cioè
al
compianto
Pierpaolo
Pierpaoli
.
Il
direttore
disse
a
bassa
voce
:
-
Mi
pare
che
stasera
abbia
gli
occhi
più
neri
...
-
La
signora
Geltrude
lo
guardò
e
schiuse
le
labbra
in
modo
ch
'
io
capii
benissimo
che
era
per
dargli
dell
'
imbecille
,
ma
si
ritenne
per
paura
dello
spirito
di
suo
zio
.
E
pensare
che
il
povero
sor
Stanislao
aveva
pienamente
ragione
,
perché
i
due
buchi
fatti
da
Carlino
Pezzi
negli
occhi
del
ritratto
,
sul
fondo
nero
dello
sgabuzzino
dove
stavo
io
,
dovevano
fare
appunto
l
'
effetto
che
gli
occhi
del
compianto
fondatore
del
Collegio
si
fossero
molto
ingranditi
!
Poco
dopo
il
Direttore
,
la
Direttrice
e
il
cuoco
erano
seduti
attorno
al
solito
tavolino
,
con
le
mani
unite
e
stavano
aspettando
silenziosamente
,
tutti
riconcentrati
,
che
il
fluido
si
sviluppasse
.
L
'
orologio
della
chiesa
suonò
dodici
tocchi
.
Il
cuoco
esclamò
:
-
Pierpaolo
Pierpaoli
!
-
Il
tavolino
dette
un
balzo
.
-
C
'
è
-
mormorò
la
signora
Geltrude
Vi
fu
una
pausa
solenne
.
-
Puoi
parlare
?
-
domandò
il
cuoco
:
e
tutti
e
tre
sbarrarono
gli
occhi
verso
il
ritratto
.
Incominciava
la
mia
parte
.
Risposi
assentendo
con
un
sì
che
pareva
un
soffio
.
-
Ssssss
...
-
I
tre
spiritisti
erano
così
commossi
che
ci
volle
un
bel
pezzetto
prima
che
ripigliassero
un
po
'
di
fiato
.
-
Dove
sei
?
-
disse
finalmente
il
cuoco
.
-
In
Purgatorio
-
risposi
con
un
fil
di
voce
.
-
Ah
zio
!
-
esclamò
la
signora
Geltrude
.
-
Voi
che
eravate
così
buono
,
così
virtuoso
!
...
E
per
quali
peccati
?
-
Per
uno
solo
,
-
risposi
io
.
-
E
quale
?
-
Quello
di
aver
lasciato
questo
mio
istituto
a
persone
indegne
di
dirigerlo
!
-
Dissi
queste
parole
con
voce
un
po
'
più
alta
e
con
accento
adirato
;
e
parve
che
esse
cadessero
sulla
testa
dei
tre
spiritisti
come
tante
tegole
.
Si
abbandonarono
col
capo
e
con
le
braccia
stese
sul
piano
del
tavolino
,
affranti
dalla
terribile
rivelazione
e
rimasero
così
sopraffatti
dai
loro
rimorsi
,
per
parecchio
tempo
.
La
prima
a
riaversi
fu
la
signora
Geltrude
che
domandò
:
-
Ah
zio
...
adorato
zio
...
Degnatevi
di
dire
i
nostri
torti
e
noi
li
ripareremo
.
-
Li
sapete
!
-
risposi
con
voce
grave
.
Ella
parve
riflettere
;
poi
riprese
:
-
Ma
ditemeli
...
Ditemeli
!
...
-
Io
non
risposi
.
Mi
ero
già
imposto
di
non
rispondere
che
alle
domande
che
favorivano
il
nostro
progetto
e
oramai
non
ve
n
'
era
che
una
che
aspettavo
,
e
che
non
poteva
indugiare
a
essermi
rivolta
.
-
Zio
!
...
Non
rispondete
più
?
...
-
disse
ancora
la
Direttrice
con
voce
insinuante
.
Lo
stesso
silenzio
.
-
Sei
dunque
molto
sdegnato
con
noi
?
-
aggiunse
ella
.
E
io
sempre
zitto
.
-
Che
sia
andato
via
?
-
chiese
al
cuoco
.
-
Pierpaolo
Pierpaoli
!
-
disse
l
'
odiato
manipolatore
delle
minestre
di
magro
con
le
rigovernature
.
-
Ci
sei
sempre
?
-
Ssssss
...
-
risposi
.
-
C
'
è
sempre
;
-
disse
il
medium
-
se
non
risponde
vuol
dire
che
a
certe
domande
non
vuol
rispondere
e
bisogna
fargliene
delle
altre
.
-
Zio
,
zio
!
...
-
esclamò
la
signora
Geltrude
.
-
Abbiate
pietà
di
noi
,
poveri
peccatori
!
...
-
A
questo
punto
io
mi
scostai
dal
forellino
fatto
da
me
nella
tela
e
piantai
gli
occhi
nei
buchi
fatti
da
Carlino
Pezzi
e
incominciai
a
roteare
le
pupille
a
destra
e
a
sinistra
e
,
ogni
tanto
,
a
fissarle
sui
tre
spiritisti
.
Essi
che
tenevano
sempre
lo
sguardo
intento
al
ritratto
,
poco
dopo
si
accorsero
che
esso
moveva
gli
occhi
,
e
presi
da
un
gran
tremito
si
scostarono
dal
tavolino
e
caddero
in
ginocchio
.
-
Ah
,
zio
!
-
mormorò
la
signora
Geltrude
.
-
Ah
,
zio
!
...
pietà
...
pietà
di
noi
!
...
Come
potremo
riparare
ai
nostri
torti
?
-
Era
qui
che
l
'
aspettavo
.
-
Togliete
il
segreto
alla
porta
-
dissi
-
perché
io
possa
venire
a
voi
...
-
Il
cuoco
si
alzò
e
pallido
,
camminando
a
zig
-
zag
come
un
ubriaco
,
andò
a
togliere
il
segreto
alla
porta
.
-
Spengete
il
lume
e
aspettatemi
tutti
in
ginocchio
!
-
Il
cuoco
spense
il
lume
e
io
sentii
poi
tornare
a
inginocchiarsi
accanto
agli
altri
due
.
Il
gran
momento
era
giunto
.
Lasciai
il
mio
posto
d
'
osservazione
e
affacciatomi
all
'
ingresso
dell
'
armadietto
feci
con
la
gola
un
suono
come
si
fa
quando
si
russa
.
Immediatamente
Gigino
Balestra
si
alzò
dal
mio
letto
ov
'
era
ancora
disteso
e
,
senza
far
rumore
,
uscì
dalla
camerata
.
Egli
andava
a
dar
l
'
avviso
ai
compagni
della
Società
segreta
che
eran
tutti
pronti
per
irrompere
nel
salone
di
Pierpaolo
Pierpaoli
e
,
armati
di
cinghie
e
di
battipanni
,
farne
le
giuste
vendette
.
Io
mi
rivoltai
nel
mio
sgabuzzino
e
accostai
l
'
orecchio
alla
tela
del
ritratto
per
godermi
un
po
'
la
scena
.
Sentii
aprire
l
'
uscio
della
sala
,
richiuderlo
col
segreto
,
e
poi
ad
un
tratto
le
grida
dei
tre
spiritisti
sotto
i
primi
colpi
.
-
Ah
!
gli
spiriti
!
...
Pietà
!
...
Aiuto
!
...
Soccorso
!
...
-
Mi
ritirai
precipitosamente
,
e
uscito
di
camerata
accesi
uno
stoppino
del
quale
mi
ero
provvisto
,
andai
nella
stanzetta
dei
lumi
a
petrolio
,
aprii
con
la
chiave
che
mi
aveva
dato
il
Barozzo
,
staccai
la
grossa
chiave
che
trovai
attaccata
dietro
la
porta
secondo
le
istruzioni
che
mi
aveva
dato
,
e
corsi
al
portone
d
'
ingresso
del
collegio
.
Tito
Barozzo
era
lì
.
Prese
la
chiave
,
aprì
il
portone
,
poi
si
rivolse
a
me
e
mi
avvinghiò
con
le
braccia
,
e
mi
tenne
stretto
stretto
al
suo
petto
;
mi
baciò
e
le
nostre
lacrime
si
confusero
insieme
sui
nostri
visi
...
Che
momento
!
Mi
pareva
d
'
essere
in
un
sogno
...
e
quando
ritornai
in
me
io
ero
solo
,
appoggiato
al
portone
dell
'
Istituto
,
chiuso
.
Tito
Barozzo
non
c
'
era
più
.
Girai
la
mandata
e
ritirai
la
chiave
dal
portone
e
rifacendo
rapidamente
la
strada
già
fatta
l
'
andai
a
rimettere
al
suo
posto
,
richiusi
l
'
uscio
dello
stanzino
dei
lumi
e
ritornai
in
camerata
dove
mi
affacciai
con
la
massima
precauzione
,
assicurandomi
se
i
miei
piccoli
colleghi
dormivano
tutti
.
Dormivano
infatti
.
Il
solo
desto
era
Gigino
Balestra
,
a
sedere
sul
mio
letto
,
che
mi
aspettava
inquieto
,
non
sapendo
il
motivo
per
il
quale
ero
uscito
.
-
Siamo
tutti
ritornati
in
dormitorio
-
mormorò
.
-
Ah
,
che
scena
!
...
-
Voleva
parlare
,
ma
io
gli
accennai
di
stare
zitto
;
salii
sul
comodino
,
mi
tirai
su
a
sedere
nell
'
armadietto
e
feci
cenno
a
Gigino
di
venir
su
anche
lui
.
Con
molti
sforzi
si
riuscì
a
ficcarci
tutti
e
due
nel
mio
osservatorio
tra
le
cui
anguste
pareti
,
stavamo
distesi
,
stretti
l
'
uno
all
'
altro
come
due
sardine
di
Nantes
,
con
la
differenza
che
non
eravamo
senza
testa
come
loro
,
ma
anzi
avevamo
i
nostri
visi
,
anch
'
essi
appiccicati
insieme
,
dentro
la
finestrina
da
me
aperta
sulla
gran
sala
di
Pierpaolo
che
era
nella
più
completa
oscurità
.
-
Ascolta
,
-
dissi
in
un
soffio
di
voce
a
Gigino
.
Si
udiva
già
un
singulto
cadenzato
.
-
Geltrude
-
sibilò
il
mio
compagno
.
Doveva
essere
intatti
la
Direttrice
che
piangeva
e
ogni
tanto
borbottava
con
accento
fioco
:
-
Pietà
!
...
Perdono
!
...
Mi
pento
di
tutto
!
Non
lo
farò
più
!
...
Misericordia
dell
'
anima
mia
!
...
-
A
un
tratto
nel
silenzio
tragico
di
quel
momento
s
'
alzò
una
voce
tremula
che
diceva
:
-
Pierpaolo
Pierpaoli
...
possiamo
riaccendere
il
lume
?
-
Era
quel
mascalzone
del
cuoco
,
inventore
della
minestra
di
rigovernatura
.
Non
mi
pareva
vero
di
vedere
come
lo
avevano
conciato
i
compagni
della
Società
segreta
e
mi
affrettai
a
rispondere
col
solito
sibilo
:
-
Sssssss
...
-
Si
udì
inciampare
;
poi
lo
sfregamento
scoppiettante
di
un
fiammifero
di
legno
contro
il
muro
,
si
vide
una
piccola
scialba
fiammella
giallognola
vagar
qua
e
là
nel
buio
come
un
fuoco
fatuo
nel
cimitero
e
finalmente
un
lume
si
accese
.
Ah
,
che
spettacolo
!
Non
lo
dimenticherò
mai
.
Le
sedie
,
i
tavolini
erano
rovesciati
per
terra
.
Sulla
consolle
il
grande
orologio
,
i
candelabri
erano
in
bricioli
.
Dovunque
regnava
uno
spaventevole
disordine
.
Da
un
lato
,
accanto
al
lume
acceso
,
appoggiato
alla
parete
,
il
cuoco
col
faccione
verde
pieno
di
bitorzoli
,
vòlto
verso
di
noi
,
guardava
con
gli
occhi
languidi
e
lacrimosi
il
ritratto
.
Dall
'
altra
parte
,
accovacciata
in
un
angolo
,
era
la
Direttrice
,
col
viso
sgraffiato
,
i
capelli
disciolti
e
le
vesti
in
brandelli
.
Anche
lei
aveva
gli
occhi
gonfi
,
stralunati
,
e
fissava
sul
ritratto
le
inquiete
pupille
.
Poi
sopraffatta
dal
rimorso
e
dal
dolore
dètte
in
un
pianto
dirotto
,
balbettando
sempre
rivolta
alla
venerata
effige
del
defunto
Pierpaolo
:
-
Ah
,
zio
!
hai
avuto
ragione
di
punirci
!
Sì
...
noi
siamo
indegni
di
questa
tua
grande
istituzione
alla
quale
dedicasti
tutta
la
tua
vita
intemerata
!
...
E
hai
fatto
bene
a
mandarci
gli
spiriti
a
punirci
,
a
gastigarci
delle
nostre
colpe
...
Grazie
,
zio
!
Grazie
...
E
se
ci
vuoi
dare
altri
gastighi
,
fa
'
pure
!
...
Fa
'
pure
!
Ma
ti
giuro
che
da
qui
in
avanti
noi
non
ricadremo
più
nel
peccato
tremendo
dell
'
egoismo
,
dell
'
avarizia
,
della
prepotenza
...
Te
lo
giuriamo
,
non
è
vero
,
Stanislao
!
...
-
E
si
volse
lentamente
alla
sua
destra
,
poi
girò
lo
sguardo
da
ogni
parte
,
sgomenta
.
-
O
Dio
!
Stanislao
non
c
'
è
più
!
...
-
Infatti
il
Direttore
mancava
,
e
io
sentii
una
stretta
al
cuore
.
Che
ne
avevano
fatto
,
i
compagni
della
Società
segreta
?
...
-
Stanislao
!
...
-
chiamò
con
voce
più
alta
la
Direttrice
.
Nessuno
rispose
.
Allora
il
cuoco
alzò
la
voce
verso
il
ritratto
:
-
Pierpaolo
Pierpaoli
!
Gli
spiriti
punitori
hanno
forse
portato
il
nostro
povero
Direttore
all
'
inferno
?
...
-
Io
rimasi
zitto
.
Volevo
dimostrare
,
ora
,
che
lo
spirito
del
fondatore
del
Collegio
non
era
più
presente
.
E
vi
riuscii
perché
il
cuoco
,
dopo
averlo
più
volte
chiamato
,
disse
(
e
nel
dir
questo
la
sua
voce
aveva
ripreso
il
suo
tono
calmo
e
naturale
)
:
-
Non
c
'
è
più
!
-
Anche
la
signora
Geltrude
fece
un
sospiro
di
sollievo
e
parve
liberata
da
una
gran
preoccupazione
.
-
Ma
Stanislao
?
-
disse
.
-
Stanislao
!
Stanislao
,
dove
sei
?
...
-
A
un
tratto
dall
'
uscio
che
dalla
sala
mette
nella
camera
dei
due
coniugi
venne
fuori
una
lunga
figura
così
comicamente
fantastica
che
,
pur
essendo
recente
la
drammatica
solennità
di
quel
terribile
convegno
spiritistico
,
il
cuoco
e
la
direttrice
non
poterono
frenar
le
risa
.
Il
signor
Stanislao
pareva
diventato
più
secco
e
più
allampanato
di
prima
;
ma
il
pezzo
della
sua
persona
cui
era
impossibile
volger
lo
sguardo
senza
ridere
era
la
testa
tutta
monda
e
bianca
come
una
palla
di
biliardo
e
con
un
occhio
tutto
cerchiato
di
nero
intorno
e
con
espressione
di
così
comica
desolazione
che
tanto
io
che
Gigino
Balestra
,
malgrado
i
nostri
più
eroici
sforzi
,
non
potemmo
frenare
una
risata
.
Fortunatamente
in
quel
momento
ridevano
anche
il
cuoco
e
la
signora
Geltrude
,
sicché
non
si
accorsero
di
noi
.
Ma
il
direttore
che
non
rideva
dovette
udire
qualcosa
perché
volse
l
'
atterrito
occhio
cerchiato
di
nero
verso
di
noi
...
e
noi
ci
frenammo
ancora
,
resistendo
finché
ci
fu
possibile
,
ma
la
risata
ad
un
tratto
ci
scappò
via
dal
naso
in
un
sordo
grugnito
e
ci
ritirammo
,
più
in
fretta
che
ci
fu
possibile
in
quella
ristrettezza
,
nell
'
armadietto
scendendo
poi
giù
nella
camerata
.
Gigino
raggiunse
il
suo
lettuccio
e
tutti
e
due
spogliatici
in
un
baleno
ci
ficcammo
sotto
le
rispettive
lenzuola
palpitanti
...
Non
ho
chiuso
occhio
in
tutta
la
notte
,
temendo
sempre
che
tutto
fosse
stato
scoperto
e
che
un
'
improvvisa
ispezione
venisse
a
sorprenderci
.
Fortunatamente
nulla
di
nuovo
è
accaduto
e
io
posso
stamani
confidare
al
mio
Giornalino
le
ultime
vicende
del
collegio
Pierpaoli
.
14
febbraio
.
Ho
appena
il
tempo
di
segnare
qui
in
stile
telegrafico
gli
avvenimenti
di
ieri
.
Nel
critico
momento
che
attraversiamo
se
questo
mio
giornalino
cadesse
nelle
grinfie
della
Direttrice
sarebbe
una
rovina
per
tutti
...
Perciò
l
'
ho
levato
dalla
mia
valigia
e
lo
tengo
legato
sul
petto
con
uno
spago
e
vorrei
vedere
chi
avesse
l
'
ardire
di
venirmelo
a
cercare
!
Ecco
dunque
quel
che
è
successo
in
queste
ventiquattr
'
ore
.
Ieri
fin
dalla
prima
mattina
in
tutto
il
collegio
ci
fu
un
gran
movimento
e
un
gran
chiacchierare
sottovoce
,
ed
anche
un
estraneo
avrebbe
capito
subito
che
qualcosa
di
straordinario
doveva
essere
avvenuto
.
Si
era
sparsa
la
notizia
della
fuga
di
Tito
Barozzo
e
mentre
tutti
i
collegiali
commentavano
il
fatto
e
andavano
a
caccia
di
particolari
,
i
bidelli
e
gli
inservienti
dell
'
Istituto
andavano
e
venivano
con
certe
facce
smunte
come
se
avessero
perso
un
terno
al
lotto
e
davano
in
giro
certe
occhiate
torve
che
parevan
proprio
poliziotti
alla
ricerca
di
qualche
bandito
.
Intanto
si
diceva
che
la
Direzione
aveva
diramato
telegrammi
a
destra
e
a
sinistra
,
avvisando
le
autorità
di
tutti
i
paesi
vicini
,
dando
i
connotati
del
fuggiasco
,
mentre
era
aperta
una
severissima
inchiesta
per
stabilire
se
nella
fuga
il
Barozzo
aveva
avuto
dei
complici
tra
i
suoi
compagni
o
nel
personale
addetto
al
collegio
.
C
'
era
in
giro
anche
la
notizia
che
la
Direttrice
,
appena
scoperto
il
fatto
si
era
ammalata
d
'
un
'
eruzione
nella
pelle
ed
era
dovuta
tornare
a
letto
e
che
il
Direttore
per
correre
qua
e
là
a
dare
ordini
aveva
battuto
un
occhio
in
uno
spigolo
e
poi
aveva
preso
una
gran
flussione
sicché
aveva
la
testa
tutta
rinfagottata
in
una
gran
ciarpa
di
seta
nera
e
aveva
un
occhio
anche
più
nero
...
Io
e
i
miei
compagni
della
Società
segreta
sapevamo
il
motivo
di
queste
eruzioni
e
di
queste
flussioni
,
ma
stavamo
naturalmente
zitti
e
cheti
,
limitandoci
a
scambiare
degli
sguardi
che
valevano
cento
discorsi
.
A
colazione
apparve
in
refettorio
il
signor
Stanislao
e
non
so
come
si
facesse
tutti
quanti
a
non
scoppiare
in
una
clamorosa
e
sonora
risata
.
Si
sentiva
bensì
qua
e
là
qualcuno
che
malgrado
tutti
gli
sforzi
sghignazzava
,
e
si
vedeva
dovunque
un
grande
affaccendarsi
a
pulirsi
la
bocca
col
tovagliolo
per
nascondere
alla
meglio
l
'
ilarità
che
aveva
invaso
tutti
...
Com
'
era
ridicolo
,
povero
signor
Stanislao
,
con
quella
ciarpona
nera
avvoltolata
intorno
alla
zucca
completamente
pulita
(
noi
della
Società
si
sapeva
che
ormai
non
poteva
più
coprirsela
con
la
parrucca
ch
'
era
stata
buttata
in
un
luogo
tale
che
anche
se
l
'
avesse
ritrovata
,
non
se
la
sarebbe
rimessa
di
certo
!
)
e
con
quell
'
occhio
grosso
,
languido
e
lacrimoso
come
un
uovo
al
tegamino
poco
cotto
...
-
Pare
un
becchino
turco
!
-
disse
piano
Maurizio
Del
Ponte
alludendo
a
quel
turbante
nero
che
gli
copriva
la
testa
.
Più
tardi
si
seppe
che
a
uno
a
uno
i
collegiali
erano
chiamati
in
Direzione
per
subire
un
interrogatorio
.
-
Che
t
'
hanno
domandato
?
-
chiesi
a
uno
che
incontrai
nel
corridoio
grande
mentre
usciva
di
Direzione
.
-
Nulla
-
mi
rispose
.
Verso
sera
ne
acchiappai
un
altro
:
-
Che
t
'
ha
detto
il
Direttore
?
-
Nulla
.
-
Capii
allora
perfettamente
che
il
signor
Stanislao
doveva
avere
nel
suoi
interrogatori
intimiditi
i
ragazzi
in
un
modo
addirittura
feroce
con
chi
sa
quali
minacce
se
avessero
rivelato
una
parola
.
In
questa
idea
mi
confermò
più
tardi
Mario
Michelozzi
,
il
quale
passandomi
accanto
,
mi
disse
rapidamente
:
-
All
'
erta
!
Calpurnio
ha
mangiato
la
foglia
!
-
Ma
in
camerata
mi
aspettava
la
terribile
rivelazione
della
nostra
completa
rovina
...
-
Sei
stato
in
Direzione
?
-
sussurrai
a
Gigino
Balestra
mentre
mi
passava
dinanzi
.
-
No
,
-
rispose
.
Come
mai
erano
stati
interrogati
tutti
i
collegiali
più
piccoli
e
noi
due
no
?
Questa
esclusione
mi
dava
molto
da
pensare
e
andai
a
letto
deciso
di
non
avventurarmi
nel
mio
osservatorio
,
temendo
di
una
vigilanza
speciale
notturna
.
Non
so
quanto
tempo
stetti
così
sveglio
,
riflettendo
sui
casi
della
giornata
,
architettando
deduzioni
su
deduzioni
;
ma
la
tentazione
di
salire
sull
'
armadietto
mi
si
riaffacciava
sempre
,
ostinata
,
a
traverso
a
tutte
le
mie
riflessioni
,
finché
da
ultimo
mi
vinse
e
mi
fece
abbandonare
ogni
saggio
consiglio
di
prudenza
.
Mi
assicurai
prima
se
tutti
i
miei
compagni
dormivano
,
ficcai
lo
sguardo
in
tutti
gli
angoli
della
camerata
per
vedere
se
c
'
era
qualche
spia
messa
a
vigilare
,
e
alzatomi
pian
piano
salii
sul
comodino
ed
entrai
nell
'
armadietto
...
Oh
,
sorpresa
!
...
La
parete
in
fondo
era
murata
;
murata
come
era
prima
ch
'
io
levassi
con
tanto
paziente
lavoro
il
mattone
,
aprendomi
così
vasto
e
interessante
campo
di
osservazione
sulla
vita
privata
dei
signori
Direttori
del
collegio
Pierpaoli
!
Non
so
come
riuscii
a
trattenere
un
grido
.
Sgusciai
giù
dall
'
armadietto
sul
comodino
e
di
lì
sotto
ì
lenzuoli
...
e
in
mezzo
alle
ipotesi
più
strane
e
fantastiche
che
mi
ballavano
vertiginosamente
nel
cervello
,
una
dominava
sulle
altre
,
e
ritornava
alla
mia
mente
,
tenace
,
implacabile
,
mostrandomi
tutte
le
probabilità
delle
quali
era
armata
...
-
È
andata
così
:
-
diceva
con
una
terribile
sicurezza
l
'
ipotesi
trionfatrice
di
tutte
le
altre
-
il
signor
Stanislao
ha
sentito
ridere
te
e
Gigino
Balestra
dietro
il
quadro
di
Pierpaolo
Pierpaoli
,
e
gli
è
entrato
da
quel
momento
un
vago
sospetto
che
è
andato
via
via
crescendo
;
e
siccome
gli
ci
voleva
poco
a
sincerarsi
,
stamattina
ha
preso
una
scala
,
l
'
ha
appoggiata
alla
parete
,
è
salito
fino
al
quadro
,
l
'
ha
alzato
,
ha
guardato
sotto
di
esso
,
ha
scoperto
il
finestrino
che
avevi
fatto
e
...
e
l
'
ha
fatto
murare
,
dopo
essersi
assicurato
-
questo
s
'
intende
-
dove
rispondeva
questo
finestrino
e
avere
scoperto
così
che
esso
corrispondeva
proprio
nell
'
armadietto
di
Giannino
Stoppani
,
detto
dai
suoi
nemici
Gian
Burrasca
!
-
Ahimé
!
L
'
ipotesi
,
giornalino
mio
caro
,
mi
pare
proprio
che
colga
nel
segno
e
mi
aspetto
qualche
cosa
di
grosso
...
Chi
sa
,
dopo
queste
righe
che
butto
giù
alla
meglio
in
questa
terribile
nottata
insonne
,
quando
potrò
ancora
confidare
i
miei
pensieri
e
i
casi
della
mia
vita
alle
tue
pagine
?
20
febbraio
.
Novità
!
Novità
!
Novità
!
Quanti
avvenimenti
in
questa
settimana
!
Me
ne
sono
accadute
tante
che
non
ho
avuto
mai
il
tempo
di
scriverle
...
Anche
perché
non
volevo
sciupare
le
mie
avventure
descrivendo
in
queste
pagine
troppo
alla
svelta
,
mentre
meriterebbero
di
essere
narrate
in
un
romanzo
.
Perché
la
mia
vita
è
un
vero
romanzo
,
e
io
quando
ci
penso
non
posso
fare
a
meno
di
ripetere
sempre
fra
me
il
solito
ritornello
:
-
Ah
,
se
avessi
la
penna
di
Salgari
,
che
volume
vorrei
scrivere
,
da
far
rimanere
a
bocca
spalancata
tutti
i
ragazzi
di
questo
mondo
,
peggio
che
con
tutti
i
corsari
rossi
e
neri
!
...
-
Basta
:
scriverò
come
so
,
e
tu
,
mio
caro
giornalino
,
non
ti
vergognerai
,
spero
,
se
le
tue
pagine
sono
scritte
con
poca
arte
,
tenendo
conto
in
compenso
che
sono
scritte
con
grande
sincerità
.
E
veniamo
dunque
alle
grandi
novità
,
la
prima
delle
quali
è
questa
:
che
io
in
questo
momento
sto
scrivendo
sul
mio
tavolino
,
in
camera
mia
,
di
fronte
alla
finestra
che
dà
sul
mio
giardino
...
Proprio
così
.
Sono
stato
mandato
via
dal
collegio
Pierpaoli
,
e
questa
è
certamente
una
gran
disgrazia
;
ma
sono
finalmente
in
casa
mia
e
questa
è
una
grandissima
fortuna
.
Andiamo
dunque
per
ordine
.
La
mattina
del
14
avevo
un
triste
presentimento
,
come
appare
dalle
righe
che
scrissi
in
fretta
e
furia
qui
nel
giornalino
;
e
il
presentimento
non
mi
ingannava
.
Uscendo
dalla
camerata
mi
accorsi
subito
che
qualche
cosa
di
grosso
era
per
succedere
.
Si
vedeva
nelle
facce
delle
persone
,
si
sentiva
nell
'
aria
un
non
so
che
di
grave
e
di
solenne
che
annunziava
qualche
avvenimento
straordinario
.
Incontrai
Carlo
Pezzi
che
mi
disse
in
fretta
:
-
I
grandi
sono
stati
interrogati
tutti
,
meno
io
,
il
Michelozzi
e
il
Del
Ponte
...
-
E
dei
nostri
,
-
risposi
-
sono
stati
chiamati
tuttì
meno
io
e
Gigino
Balestra
!
-
È
evidente
che
tutto
è
stato
scoperto
.
Ho
saputo
che
la
signora
Geltrude
dirige
il
processo
dal
letto
facendo
agire
Calpurnio
che
,
certo
,
non
sarebbe
stato
capace
d
'
andare
in
fondo
alla
faccenda
...
Noi
siamo
tutti
d
'
accordo
,
se
saremo
interrogati
,
a
non
rispondere
neanche
una
sillaba
,
per
non
compromettere
di
più
la
situazione
.
-
Io
e
il
Balestra
faremo
lo
stesso
,
-
risposi
alzando
la
destra
in
segno
di
giuramento
.
Proprio
in
quell
'
istante
venne
un
bidello
che
mi
disse
:
-
Il
signor
Direttore
la
desidera
.
-
Confesso
che
quello
fu
un
brutto
momento
per
me
.
Mi
sentii
un
gran
rimescolìo
nel
sangue
...
ma
fu
proprio
un
momento
,
e
quando
mi
presentai
in
Direzione
ero
relativamente
calmo
e
mi
sentivo
sicuro
di
me
.
Il
signor
Stanislao
,
sempre
col
suo
turbante
nero
in
testa
e
il
suo
occhio
maculato
che
era
diventato
violetto
,
mi
squadrò
ben
bene
da
dietro
la
sua
scrivania
,
senza
parlare
,
credendo
di
incutermi
chi
sa
che
paura
,
mentre
invece
io
che
conoscevo
quest
'
arte
,
girai
in
qua
e
in
là
lo
sguardo
distrattamente
sugli
scaffali
pieni
di
libri
,
tutti
splendidamente
rilegati
,
con
certe
dorature
bellissime
e
che
lui
non
leggeva
mai
.
Finalmente
il
Direttore
mi
domandò
a
bruciapelo
con
accento
severo
:
-
Voi
,
Giovanni
Stoppani
,
la
notte
dal
13
al
14
siete
uscito
verso
mezzanotte
dalla
vostra
camerata
e
non
vi
avete
fatto
ritorno
che
dopo
un
'
ora
circa
.
È
vero
?
-
Io
seguitai
a
guardare
i
libri
degli
scaffali
.
-
Dico
a
voi
,
-
ripeté
il
signor
Stanislao
alzando
la
voce
.
-
È
vero
o
no
?
-
E
non
ricevendo
risposta
urlò
anche
più
forte
:
-
Ehi
,
dico
!
Rispondete
;
e
ditemi
dove
siete
stato
e
che
avete
fatto
in
quell
'
ora
!
-
Io
a
questo
punto
fissai
lo
sguardo
sulla
carta
dell
'
America
appesa
alla
parete
a
destra
della
scrivania
e
...
seguitai
a
far
l
'
indiano
.
Il
signor
Stanislao
allora
si
alzò
dalla
sedia
puntando
le
mani
sulla
scrivania
e
protendendo
la
faccia
stralunata
verso
di
me
;
poi
al
colmo
dell
'
ira
gridò
:
-
Hai
capito
che
devi
rispondere
,
eh
?
Pezzo
di
canaglia
!
-
Ma
io
non
mi
scossi
,
e
pensai
fra
me
:
-
Si
arrabbia
perché
sto
zitto
;
dunque
io
sono
il
primo
dei
collegiali
compromessi
che
egli
ha
chiamato
in
Direzione
!
-
A
questo
punto
l
'
usciolino
a
sinistra
della
scrivania
si
aprì
e
comparve
la
signora
Geltrude
tutta
rinfagottata
in
una
veste
da
camera
verdognola
,
con
un
viso
pure
verdognolo
e
con
gli
occhi
tutti
pesti
,
che
si
volsero
subito
su
di
me
pieni
di
odio
.
-
Che
c
'
è
?
-
disse
.
-
Che
sono
questi
urli
?
-
C
'
è
-
rispose
il
Direttore
-
che
questo
pessimo
soggetto
non
risponde
alle
mie
domande
.
-
Lascia
fare
a
me
,
-
rispose
lei
-
ché
tanto
te
sarai
sempre
il
medesimo
...
-
E
si
fermò
;
ma
io
capii
,
e
lo
capì
certo
anche
il
signor
Stanislao
,
che
la
parola
che
mancava
al
discorso
era
imbecille
.
La
Direttrice
fece
tre
passi
e
mi
si
piantò
dinanzi
,
in
una
attitudine
minacciosa
e
cominciò
a
voce
bassa
,
nella
quale
si
sentiva
concentrata
una
rabbia
tanto
più
terribile
in
quanto
doveva
essere
repressa
:
-
Ah
,
non
rispondi
,
eh
?
pezzo
di
mascalzone
...
Tu
non
vuoi
convenire
,
eh
?
delle
tue
prodezze
!
...
Chi
è
dunque
che
ha
fatto
scappare
l
'
altra
notte
quell
'
altro
mascalzone
come
te
,
il
tuo
,
degno
amico
Barozzo
?
Fortunatamente
c
'
è
stato
chi
ti
ha
visto
e
chi
ha
parlato
...
Ah
,
credevi
di
farla
liscia
,
eh
?
Sei
tu
che
ci
hai
messo
il
collegio
in
rivoluzione
fin
dal
primo
momento
che
ci
sei
capitato
tra
i
piedi
,
con
le
tue
perfide
invenzioni
,
con
le
tue
vili
calunnie
...
Ma
basta
,
sai
?
E
anche
senza
interrogarti
vi
sono
tante
prove
e
testimonianze
delle
tue
canagliate
che
abbiamo
avvertito
fino
da
ieri
tuo
padre
di
venirti
a
riprendere
,
e
a
quest
'
ora
dev
'
essere
per
la
strada
...
Se
non
ti
vuol
tenere
in
casa
ti
metterà
in
galera
,
che
è
il
solo
posto
degno
d
'
un
briccone
come
te
!
-
Mi
afferrò
per
un
braccio
e
scuotendomi
riprese
:
-
Sappiamo
tutto
!
Una
cosa
sola
ci
potresti
dire
...
Lo
sai
tu
dov
'
è
andato
il
Barozzo
?
-
Non
risposi
;
ed
ella
scuotendomi
forte
:
-
Rispondi
.
Lo
sai
?
-
E
siccome
io
seguitavo
a
tacere
,
ella
esasperata
,
allargò
un
braccio
come
per
lasciarmi
andare
uno
schiaffo
;
ma
io
balzai
indietro
e
afferrato
un
gran
vaso
giapponese
che
era
sulla
consolle
feci
l
'
atto
di
buttarlo
in
terra
.
-
Brigante
!
Assassino
!
-
urlò
la
Direttrice
tendendomi
il
pugno
.
Lascia
andare
!
Gaspero
!
...
-
Accorse
il
bidello
.
-
Portate
via
questo
demonio
,
e
fategli
preparare
la
sua
roba
che
se
Dio
vuole
tra
poco
ce
lo
leveremo
di
torno
!
Portatemi
qui
il
Balestra
.
-
Il
bidello
mi
accompagnò
in
camerata
,
mi
fece
rivestire
degli
abiti
da
borghese
che
avevo
quando
entrai
in
Collegio
,
-
e
che
tra
parentesi
mi
eran
diventati
corti
ma
larghi
,
prova
manifesta
che
il
regime
del
collegio
Pierpaoli
fa
allungare
i
ragazzi
ma
non
li
ingrassa
-
e
preparare
la
mia
valigia
.
Poi
fece
l
'
atto
di
andarsene
dicendomi
:
-
Stia
qui
,
che
tra
poco
arriverà
il
suo
babbo
e
se
Dio
vuole
si
avrà
dopo
un
po
'
di
pace
.
-
Imbecille
più
del
signor
Stanislao
che
è
tutto
dire
!
-
gli
risposi
al
colmo
dell
'
ira
.
Egli
parve
offendersi
e
mi
venne
sulla
faccia
esclamando
:
-
Lo
ridica
!
-
Imbecille
!
-
ripetei
io
.
Egli
si
morse
un
dito
e
si
allontanò
tutto
stizzito
,
mentre
io
gli
dicevo
:
-
Se
vuoi
che
te
lo
ridica
anche
un
'
altra
volta
non
far
complimenti
,
hai
capito
?
-
E
dètti
in
una
risata
;
ma
era
un
riso
sforzato
,
perché
nell
'
anima
ero
più
arrabbiato
io
di
lui
,
arrabbiato
per
non
poter
trovare
il
bandolo
dell
'
arruffata
matassa
e
per
ignorare
la
sorte
dei
miei
compagni
della
Società
segreta
.
Mi
appariva
chiara
una
cosa
:
che
la
risata
mia
e
di
Gigino
Balestra
mentre
eravamo
nell
'
armadietto
ad
assistere
alla
famosa
scena
notturna
aveva
fatto
scoprire
a
Calpurnio
il
nostro
osservatorio
;
che
zitto
zitto
Calpurnio
lo
aveva
fatto
murare
mentre
noi
eravamo
alle
lezioni
;
che
poi
con
una
intuizione
molto
facile
Calpurnio
aveva
capito
che
le
bòtte
distribuite
nella
fatale
nottata
non
erano
state
date
dallo
spirito
dello
zio
di
sua
moglie
ma
dai
collegiali
;
che
aveva
perciò
incominciato
a
interrogare
qualche
beniamino
cercando
di
scuoprire
quali
collegiali
in
quella
notte
erano
usciti
di
camerata
;
e
che
infine
avevano
trovato
il
beniamino
che
in
quella
notte
,
essendosi
svegliato
,
aveva
visto
uscire
dalla
camerata
i
congiurati
e
aveva
fatto
bravamente
la
spia
.
E
certamente
le
spie
erano
almeno
due
:
una
dei
ragazzi
grandi
che
aveva
compromesso
Mario
Michelozzi
,
Carlo
Pezzi
e
Maurizio
Del
Ponte
,
e
una
dei
piccoli
che
aveva
compromesso
me
e
Gigino
Balestra
.
Un
'
altra
cosa
era
chiara
:
che
Calpurnio
,
certamente
guidato
dall
'
astuta
sua
moglie
,
aveva
basato
tutto
il
suo
processo
sulla
nostra
complicità
nella
fuga
del
Barozzo
,
non
accennando
neanche
lontanamente
al
nostro
complotto
,
dirò
così
,
spiritistico
che
era
in
realtà
molto
più
grave
ma
che
avrebbe
,
se
ammesso
e
risaputo
,
fatto
perdere
il
prestigio
del
Direttore
e
della
Direttrice
...
e
anche
del
cuoco
!
Però
in
questa
ridda
di
tetri
pensieri
,
di
deduzioni
e
di
induzioni
che
mi
frullava
nel
cervello
,
un
'
idea
buffa
mi
si
riaffacciava
continuamente
:
-
Chi
sa
perché
i
compagni
della
Società
segreta
hanno
messo
al
signor
Stanislao
il
soprannome
di
Calpurnio
?
-
E
mi
meravigliavo
di
non
averne
mai
domandato
una
spiegazione
finora
che
mi
sarebbe
stato
così
facile
averla
,
mentre
ora
che
mancava
poco
tempo
ad
abbandonare
per
sempre
il
collegio
mi
sentivo
a
un
tratto
una
grande
curiosità
che
mi
pungeva
sempre
più
,
che
a
poco
a
poco
mi
invadeva
tutto
cacciando
via
,
in
seconda
linea
,
tante
altre
preoccupazioni
che
pure
avevano
diritto
d
'
essere
accolte
in
prima
fila
...
A
un
certo
punto
vidi
passare
pel
corridoio
il
Michelozzi
e
mi
slanciai
verso
di
lui
.
-
Dimmi
-
gli
dissi
rapidamente
-
perché
il
signor
Stanislao
si
chiama
Calpurnio
?
-
Il
Michelozzi
mi
guardò
trasecolato
.
-
Come
!
-
disse
.
-
Ma
non
sai
quel
che
è
successo
?
Non
sei
stato
chiamato
?
-
Sì
:
e
sono
stato
mandato
via
.
E
voialtri
?
-
Anche
noi
!
-
Sta
bene
:
ma
io
voglio
andar
via
sapendo
il
perché
il
signor
Stanislao
si
chiama
Calpurnio
...
-
Il
Michelozzi
rise
.
-
Guarda
nella
Storia
Romana
e
capirai
!
-
rispose
e
fuggì
via
.
In
quel
momento
passava
un
ragazzo
della
mia
camerata
,
un
certo
Ezio
Masi
,
che
mi
guardò
con
un
lieve
risolino
maligno
.
Quel
risolino
,
in
quel
momento
,
fu
per
me
come
una
rivelazione
.
Mi
ricordai
d
'
una
volta
in
cui
avevo
avuto
che
dire
col
Masi
il
quale
infine
aveva
ceduto
alle
mie
minacce
di
picchiarlo
;
sapevo
che
egli
era
uno
dei
collegiali
più
ben
visti
dalla
signora
Geltrude
...
E
tutto
questo
condusse
,
nella
mia
mente
,
a
formular
subito
un
'
accusa
:
-
È
stato
lui
che
ha
fatto
la
spia
!
-
Non
ci
stetti
a
ragionar
sopra
;
lo
presi
per
un
braccio
e
lo
spinsi
così
in
camerata
mormorando
:
-
Senti
,
Masi
...
t
'
ho
da
dire
una
cosa
.
-
Sentivo
che
egli
tremava
;
e
intanto
andavo
architettando
nella
mia
mente
l
'
interrogatorio
da
rivolgergli
e
una
vendetta
nel
caso
ch
'
io
lo
avessi
scoperto
veramente
colpevole
.
Nel
tragitto
che
feci
trascinandolo
dalla
porta
della
camerata
al
mio
letto
feci
tutto
un
piano
strategico
per
l
'
assalto
,
e
uniformandomi
a
quello
rallentai
la
mano
colla
quale
lo
stringevo
e
lo
invitai
a
sedere
accanto
a
me
col
più
bel
sorriso
del
mondo
.
Egli
era
pallido
come
un
morto
.
-
Non
aver
paura
,
Masi
,
-
gli
dissi
con
accento
mellifluo
-
perché
anzi
ti
ho
portato
qui
per
ringraziarti
.
-
Egli
mi
guardò
sospettoso
.
-
Lo
so
che
sei
stato
tu
che
hai
detto
al
signor
Stanislao
che
io
l
'
altra
notte
ero
uscito
di
camerata
...
-
Non
è
vero
!
-
protestò
lui
.
-
Non
lo
negare
;
me
l
'
ha
detto
lui
,
capisci
?
E
appunto
per
questo
io
ti
voglio
ringraziare
,
perché
mi
hai
fatto
proprio
un
piacere
...
-
Ma
io
...
-
Non
capisci
che
io
non
ci
volevo
più
stare
qui
dentro
?
Non
capisci
che
ne
facevo
di
tutte
apposta
per
farmi
mandar
via
?
Che
non
mi
par
vero
d
'
essere
arrivato
a
questo
momento
in
cui
sto
aspettando
mio
padre
che
sarà
qui
fra
poco
a
prendermi
?
Dunque
perché
dovrei
avercela
con
te
che
m
'
hai
fatto
raggiungere
il
mio
scopo
?
-
Egli
mi
guardò
non
ancora
rassicurato
.
-
Ora
giacché
mi
hai
fatto
questo
piacere
,
me
ne
devi
fare
un
altro
.
Senti
...
vorrei
andare
un
momento
di
là
a
salutare
un
mio
amico
e
a
dargli
la
mia
giacchetta
da
collegiale
che
ho
promesso
di
lasciargli
per
ricordo
:
puoi
aspettarmi
qui
,
e
dire
al
bidello
,
nel
caso
che
venisse
a
cercarmi
,
che
ritorno
subito
?
-
Il
Masi
ora
non
dubitava
più
e
manifestò
una
grande
contentezza
di
essersela
cavata
così
a
buon
mercato
.
-
Ma
figurati
!
-
mi
disse
-
fa
'
pure
,
sto
qui
io
!
...
-
Io
corsi
via
.
La
scuola
di
disegno
,
ch
'
era
lì
vicina
era
aperta
e
non
c
'
era
nessuno
.
Vi
entrai
stesi
la
mia
giacchetta
da
collegiale
su
un
banco
e
preso
un
pezzo
di
gesso
scrissi
nella
schiena
della
giacca
,
a
grandi
lettere
,
la
parola
:
Spia
.
Fatto
questo
,
in
un
lampo
,
ritornai
in
camerata
,
dove
entrai
con
passo
misurato
,
tenendo
la
mia
giubba
per
il
bavero
,
ripiegata
in
due
in
modo
che
il
Masi
non
vedesse
la
parola
che
vi
avevo
scritta
.
-
Non
ho
potuto
trovare
l
'
amico
-
dissi
.
-
Pazienza
!
Ma
poiché
non
ho
potuto
lasciar
la
mia
giacchetta
a
lui
,
per
ricordo
,
voglio
lasciarla
a
te
,
mentre
io
mi
prenderò
la
tua
in
memoria
del
gran
servizio
che
mi
hai
reso
.
Vogliamo
fare
a
baratto
?
Vediamo
se
ti
sta
bene
!
-
E
appoggiata
lievemente
la
mia
giacchetta
sul
letto
lo
aiutai
a
levarsi
la
sua
e
poi
a
rimettergli
la
mia
,
facendo
in
modo
naturalmente
che
non
vedesse
la
parola
che
v
'
era
scritta
sulla
schiena
.
Quando
l
'
ebbe
indossata
gliela
abbottonai
e
gli
dissi
toccandolo
con
la
mano
sulla
spalla
:
-
Caro
Masi
,
la
ti
va
come
un
guanto
!
-
Egli
si
dètte
un
'
occhiata
alla
bottoniera
,
e
si
adattò
facilmente
a
questa
mia
stravaganza
.
Si
alzò
,
mi
porse
la
mano
...
ma
io
feci
finta
di
non
accorgermene
,
perché
mi
ripugnava
di
stringer
la
destra
di
un
traditore
,
e
mi
disse
:
-
Dunque
,
addio
Stoppani
!
-
Io
lo
ripresi
per
il
braccio
e
accompagnandolo
alla
porta
risposi
:
-
Addio
Masi
:
e
grazie
sai
?
-
E
lo
vidi
allontanarsi
per
il
corridoio
recando
dietro
la
schiena
la
parola
infamante
che
s
'
era
meritata
.
Poco
dopo
venne
il
bidello
che
mi
disse
:
-
Stia
pronto
,
suo
padre
è
arrivato
ed
è
in
Direzione
a
parlare
col
signor
Stanislao
.
-
Mi
venne
un
'
idea
:
-
Se
andassi
anche
io
in
Direzione
,
a
raccontare
a
mio
padre
in
faccia
al
signor
Stanislao
,
tutti
i
fatti
ai
quali
egli
si
sarebbe
certo
guardato
bene
accennare
,
da
quello
della
minestra
di
rigovernatura
a
quello
della
seduta
spiritistica
?
-
Ma
l
'
esperienza
,
purtroppo
,
mi
avvertiva
che
i
piccini
di
fronte
ai
più
grandi
,
hanno
sempre
torto
,
specialmente
quando
hanno
ragione
.
A
che
pro
difendersi
?
Il
Direttore
avrebbe
detto
che
quelle
che
io
narravo
eran
fandonie
,
malignità
e
calunnie
di
ragazzi
,
e
mio
padre
avrebbe
creduto
certo
più
a
lui
che
a
me
.
Meglio
stare
zitti
e
rassegnarsi
al
proprio
destino
.
Infatti
quando
mio
padre
venne
a
prendermi
non
disse
nulla
.
Avrei
ben
voluto
saltargli
al
collo
e
abbracciarlo
dopo
tanto
tempo
che
non
lo
rivedevo
,
ma
egli
mi
dètte
un
'
occhiataccia
severa
che
mi
agghiacciò
e
non
mi
disse
altra
parola
che
questa
:
-
Via
!
-
E
partimmo
.
In
diligenza
si
mantenne
sempre
il
medesimo
silenzio
.
Esso
non
fu
rotto
da
mio
padre
che
nell
'
entrare
in
casa
.
-
Eccoti
di
ritorno
,
-
disse
-
ma
è
un
cattivo
ritorno
.
E
ormai
per
te
non
c
'
è
che
la
Casa
dì
correzione
.
Te
lo
avverto
fin
d
'
ora
.
-
Queste
parole
mi
spaventarono
;
ma
la
paura
mi
passò
subito
perché
di
lì
a
poco
ero
nelle
braccia
della
mamma
e
di
Ada
,
piangente
e
felice
.
Non
dimenticherò
mai
quel
momento
:
e
se
i
babbi
sapessero
quanto
bene
fa
all
'
anima
dei
figlioli
il
trattarli
così
affettuosamente
piangerebbero
anche
loro
con
essi
quando
c
'
è
l
'
occasione
di
farlo
,
invece
di
darsi
sempre
l
'
aria
di
tiranni
,
ché
tanto
non
giova
a
niente
.
Il
giorno
dopo
,
cioè
il
giorno
15
,
seppi
dell
'
arrivo
di
Gigino
Balestra
,
anche
lui
mandato
via
dal
collegio
per
l
'
affare
della
grande
congiura
del
12
febbraio
,
data
memorabile
nella
storia
dei
collegi
d
'
Italia
e
forse
d
'
Europa
.
E
anche
questa
è
una
novità
che
mi
ha
fatto
piacere
perché
spero
di
trovarmi
spesso
insieme
col
mio
buon
amico
...
e
magari
di
mangiar
qualche
volta
insieme
qualche
pasticcino
nel
suo
bel
negozio
...
però
quando
non
vede
il
suo
babbo
che
è
socialista
,
ma
che
in
quanto
a
pasticcini
li
vorrebbe
tutti
per
sé
.
E
ieri
poi
ne
ho
saputa
un
'
altra
.
Il
signor
Venanzio
,
quel
vecchio
paralitico
al
quale
pescai
a
canna
l
'
ultimo
dente
che
gli
era
rimasto
,
pare
che
stia
di
molto
male
,
poveretto
,
e
il
mio
cognato
è
in
grande
aspettativa
per
la
eredità
.
Questo
almeno
ho
raccapezzato
dai
discorsi
che
sento
fare
;
e
anzi
ho
anche
saputo
che
il
Maralli
,
appena
ebbe
la
notizia
del
mio
ritorno
dal
collegio
,
disse
all
'
Ada
:
-
Per
carità
,
badate
che
non
mi
venga
in
casa
,
perché
se
no
mi
fa
perdere
quel
che
ho
acquistato
in
questo
tempo
nell
'
animo
dì
mio
zio
e
va
a
finire
che
mi
disereda
davvero
!
-
Ma
non
abbia
paura
,
che
io
in
casa
sua
non
ci
vado
.
Oramai
ho
promesso
alla
mia
buona
mamma
e
all
'
Ada
di
metter
la
testa
a
partito
e
di
fare
in
modo
che
il
babbo
non
abbia
a
mettere
in
esecuzione
la
minaccia
fatta
di
cacciarmi
in
una
Casa
di
correzione
ché
questo
sarebbe
davvero
un
disonore
per
me
e
per
la
mia
famiglia
;
e
in
questi
cinque
giorni
ho
dimostrato
che
questa
volta
non
si
tratta
di
promesse
da
marinaro
,
e
che
se
voglio
so
anche
essere
un
ragazzo
di
giudizio
.
Tant
'
è
vero
che
la
mamma
stamani
mi
ha
abbracciato
e
mi
ha
dato
un
bacio
dicendo
:
-
Bravo
Giannino
!
seguita
così
e
sarai
la
consolazione
dei
tuoi
genitori
!
-
La
frase
non
è
nuova
,
ma
però
detta
da
una
mamma
buona
come
la
mia
fa
sempre
un
effetto
nuovo
nel
cuore
di
un
figliolo
per
bene
,
e
io
le
ho
giurato
di
mantenermi
sempre
così
.
Io
l
'
ho
sempre
detto
che
le
mamme
sono
più
ragionevoli
dei
babbi
.
Infatti
la
mamma
,
quando
le
ho
raccontato
dell
'
affare
della
minestra
di
magro
che
ci
davano
in
collegio
il
venerdì
e
dell
'
eterno
riso
che
si
mangiava
in
tutti
gli
altri
giorni
della
settimana
mi
ha
dato
pienamente
ragione
e
ha
detto
a
mia
sorella
:
-
Poverini
,
chi
sa
come
si
stomacavano
a
mangiar
quelle
porcherie
!
-
21
febbraio
.
Pare
che
il
babbo
,
visto
che
mi
son
corretto
dal
miei
difetti
,
abbia
intenzione
di
mettermi
un
maestro
in
casa
per
farmi
poi
pigliar
l
'
esame
regolare
a
fìn
d
'
anno
.
Speriamo
bene
!
Oggi
finalmente
ho
rivisto
Gigino
Balestra
.
Per
l
'
appunto
mia
sorella
ha
un
'
amica
,
una
certa
signorina
Cesira
Beni
,
che
sta
di
casa
in
un
quartiere
accanto
a
quello
dove
abita
Gigino
,
e
siccome
oggi
Ada
è
andata
a
far
visita
a
questa
sua
amica
io
ho
colto
l
'
occasione
di
farne
una
al
mio
amico
.
Quanto
abbiamo
parlato
delle
nostre
avventure
passate
!
A
un
certo
punto
dei
nostri
discorsi
mi
s
'
è
riaffacciata
alla
mente
la
curiosità
di
sapere
come
mai
nel
collegio
Pierpaoli
era
venuto
l
'
uso
di
chiamare
il
signor
Stanislao
col
nome
di
Calpurnio
.
-
Mi
hanno
detto
che
è
levato
dalla
Storia
Romana
,
e
a
questo
ci
arrivavo
anche
io
.
Ma
che
significa
?
Perché
l
'
hanno
adattato
al
Direttore
?
Lo
sai
tu
?
-
Gigino
Balestra
si
è
messo
a
ridere
;
poi
ha
preso
una
Storia
Romana
che
era
nel
suo
scaffaletto
,
ha
cercato
un
po
'
e
mi
ha
messo
il
libro
dinanzi
agli
occhi
aperto
nelle
pagine
dove
sono
raccontate
le
guerre
di
Giugurta
;
e
lì
ho
letto
questo
pezzetto
che
mi
son
ricopiato
perché
volevo
metterlo
qui
nel
mio
giornalino
proprio
tale
e
quale
:
"
Dopo
che
Giugurta
ebbe
fatto
torturare
e
uccidere
il
cugino
profuse
oro
a
destra
e
a
sinistra
perché
il
misfatto
fosse
taciuto
.
Ma
il
tribuno
Caio
Memmio
manifestò
dinanzi
al
Fòro
la
scelleraggine
di
Giugurta
e
il
Senato
bandì
contro
lo
sleale
principe
numida
la
guerra
che
affidò
a
uno
dei
consoli
eletti
,
per
l
'
anno
successivo
,
e
che
chiamavasi
Lucio
Calpurnio
Bestia
...
"
.
-
Ah
!
-
gridai
smascellandomi
dalle
risa
.
-
Ora
ho
capito
finalmente
!
Lo
chiamavano
Calpurnio
perché
...
-
...
perché
anche
se
sentiva
,
-
concluse
Gigino
,
non
avrebbe
capito
che
gli
si
dava
della
bestia
!
È
un
ingegnoso
strattagemma
,
non
c
'
è
che
dire
.
Ma
sarebbe
stato
molto
meglio
che
l
'
avessi
conosciuto
prima
,
perché
allora
chiamando
Calpurnio
il
signor
direttore
del
collegio
Pierpaoli
ci
avrei
provato
più
gusto
.
Ho
parlato
con
Gigino
Balestra
anche
di
un
altro
importante
argomento
:
dei
pasticcini
.
-
Vedi
se
puoi
passare
domattina
dal
negozio
,
verso
le
dieci
.
Il
babbo
a
quell
'
ora
ha
una
adunanza
per
le
elezioni
...
Ti
aspetto
sulla
bottega
.
-
Infatti
ho
saputo
che
ci
sono
le
elezioni
politiche
,
perché
quello
che
era
deputato
è
diventato
pazzo
a
un
tratto
,
per
il
motivo
,
-
dicono
tutti
quelli
che
s
'
intendono
di
politica
,
-
che
aveva
preso
le
cose
troppo
sul
serio
.
E
i
nuovi
candidati
sono
il
commendatore
Gaspero
Bellucci
,
zio
di
Cecchino
,
e
l
'
avvocato
Maralli
mio
cognato
.
Pensare
che
nel
dicembre
scorso
,
proprio
il
giorno
prima
che
ci
si
rovinasse
in
quella
disastrosa
corsa
in
automobile
,
con
Cecchino
Bellucci
ci
pigliammo
a
parole
appunto
sulla
maggiore
o
minore
probabilità
che
avrebbero
avuto
di
diventar
deputati
i
due
che
oggi
si
trovavano
in
lotta
davvero
.
A
sentir
Gigino
Balestra
parrebbe
che
l
'
elezione
del
Maralli
fosse
sicura
;
e
lui
è
al
caso
di
saperlo
perché
il
suo
babbo
non
solamente
è
un
pasticciere
,
ma
è
il
grande
elettore
del
suo
partito
e
dice
che
di
riffe
o
di
raffe
questa
volta
il
collegio
deve
essere
conquistato
dai
socialisti
e
che
è
già
sicuro
della
vittoria
.
Per
questo
ha
messo
fuori
un
giornaletto
intitolato
Il
sole
dell
'
avvenire
che
è
in
grande
polemica
con
l
'
Unione
Nazionale
che
sostiene
lo
zio
di
Cecchino
.
Gigino
Balestra
mi
ha
fatto
vedere
questi
giornali
e
mi
ha
detto
:
-
Il
babbo
ora
non
ripara
a
dar
retta
a
tutte
le
commissioni
,
ed
è
sempre
occupato
a
scrivere
nel
giornale
...
Domani
siamo
sicuri
che
in
bottega
non
viene
.
Non
mancare
!
-
23
febbraio
.
Stamani
mi
son
purgato
.
Non
ho
mai
potuto
capire
il
perché
i
pasticcini
che
sono
tanto
buoni
debbano
far
male
e
i
purganti
che
son
tanto
cattivi
debbano
far
bene
.
Il
fatto
è
che
dei
pasticcini
ieri
ne
mangiai
una
ventina
,
tutti
con
le
mandorle
,
e
pare
che
per
l
'
appunto
le
mandorle
sieno
molto
indigeste
.
Gigino
Balestra
all
'
ora
che
avevamo
fissato
,
cioè
alle
dieci
,
era
sulla
porta
del
negozio
e
mi
fece
l
'
occhiolino
come
per
dire
che
aspettassi
un
poco
prima
di
entrare
.
Infatti
fece
una
giratina
in
su
e
in
giù
e
finalmente
mi
fece
cenno
,
di
passare
.
In
quel
momento
non
c
'
era
nessuno
,
perché
il
ministro
di
bottega
era
andato
a
dare
un
'
occhiata
nel
laboratorio
.
-
Bisogna
far
presto
,
-
disse
Gigino
-
perché
ritorna
subito
.
Io
feci
in
un
lampo
:
quattro
pasticcini
ogni
boccone
...
e
si
vede
che
il
mangiar
così
in
fretta
e
furia
mi
fece
male
,
perché
appena
tornato
a
casa
mi
sentii
un
gran
peso
allo
stomaco
e
dei
giramenti
di
testa
tali
che
dovettero
mettermi
a
letto
.
Naturalmente
dell
'
affare
dei
pasticcini
non
dissi
niente
...
anche
per
non
compromettere
il
mio
amico
Gigino
Balestra
.
24
febbraio
.
Stamani
ci
è
arrivata
in
casa
una
triste
notizia
;
il
signor
Venanzio
è
morto
stanotte
.
Povero
signor
Venanzio
!
Era
un
po
'
uggioso
,
ne
convengo
,
ma
era
un
buon
uomo
e
mi
dispiace
molto
che
se
ne
sia
andato
.
Mi
pare
di
vederlo
ancora
...
Povero
signor
Venanzio
!
25
febbraio
.
Che
giornata
di
grandi
emozioni
!
È
vicina
la
mezzanotte
;
tutti
son
già
andati
a
letto
e
io
sono
solo
qui
nella
mia
cameretta
:
solo
col
mio
segreto
,
col
mio
grande
segreto
,
e
piango
e
rido
e
tremo
non
so
perché
né
di
che
,
e
stento
quasi
a
scrivere
qui
questo
importante
avvenimento
della
mia
vita
nella
paura
che
sia
risaputo
...
Ma
no
!
Oramai
in
queste
pagine
ho
confidato
ogni
mio
atto
e
ogni
mio
pensiero
e
sento
come
un
bisogno
di
sfogare
qui
,
in
questo
mio
caro
giornalino
,
la
piena
dei
sentimenti
che
mi
invade
l
'
animo
e
mi
commuove
tutto
...
Però
prima
di
tutto
voglio
dare
un
'
occhiata
se
il
mio
prezioso
segreto
e
al
suo
posto
...
Sì
,
sì
!
Sono
lì
tutti
e
duegento
...
Non
ne
manca
uno
!
Procuriamo
di
rimetterci
in
calma
,
dunque
,
e
ripigliamo
il
discorso
tranquillamente
dal
punto
in
cui
è
stato
interrotto
.
Il
povero
signor
Venanzio
,
dunque
è
morto
:
e
questo
l
'
ho
scritto
fino
da
ieri
.
Scrissi
anche
che
la
notizia
mi
aveva
fatto
dispiacere
,
ed
è
proprio
vero
,
perché
in
fondo
quel
vecchio
sordo
e
paralitico
,
al
quale
tutti
auguravano
la
morte
,
mi
faceva
compassione
,
e
ora
che
è
morto
e
di
lassù
può
vedere
le
cose
come
stanno
deve
capire
che
se
gli
pescai
con
l
'
amo
l
'
ultimo
dente
non
lo
feci
a
fin
di
male
ma
con
lo
scopo
di
divertirlo
,
e
che
certo
non
avrei
fatto
quello
che
feci
se
ne
avessi
potuto
prevedere
le
conseguenze
,
che
del
resto
furono
motto
esagerate
da
mio
cognato
perché
in
una
bocca
avere
un
dente
solo
e
bacato
e
non
averne
punti
è
tutt
'
uno
,
e
non
credo
per
questo
di
avere
abbreviato
la
vita
d
'
un
minuto
a
quel
povero
disgraziato
.
Però
,
per
quanto
la
notizia
della
morte
del
signor
Venanzio
mi
avesse
fatto
dispiacere
,
stamani
non
ci
pensavo
più
,
quando
un
fatto
stranissimo
è
venuto
a
richiamarmelo
alla
mente
.
Verso
le
nove
e
mezzo
,
mentre
inzuppavo
il
terzo
panino
imburrato
nel
mio
caffè
e
latte
con
molto
zucchero
(
non
è
per
ghiottoneria
,
ma
io
metto
sempre
dimolto
zucchero
perché
la
mattina
prendo
sempre
dimolto
latte
con
dimolto
caffè
per
poterci
inzuppare
dimolti
panini
con
dimolto
burro
)
mi
son
sentito
chiamare
a
un
tratto
.
-
Giannino
!
Giannino
!
...
Vieni
qua
,
subito
...
-
Era
l
'
Ada
che
urlava
a
quel
modo
e
io
certo
,
occupato
com
'
ero
,
non
mi
sarei
mosso
neanche
d
'
un
passo
se
nell
'
accento
di
mia
sorella
non
avessi
sentito
veramente
qualche
cosa
di
insolito
...
Son
corso
nella
stanza
d
'
ingresso
dove
l
'
ho
trovata
insieme
alla
mamma
,
e
tutte
e
due
stavano
commentando
una
lettera
che
tenevano
in
mano
.
-
Guarda
,
Giannino
,
-
mi
ha
detto
subito
la
mamma
-
questa
lettera
è
per
te
...
-
E
allora
,
-
ho
osservato
subito
-
perché
l
'
avete
aperta
?
-
Oh
bella
!
Io
sono
la
tua
mamma
e
ho
diritto
,
credo
,
di
vedere
chi
ti
scrive
...
-
E
chi
mi
scrive
?
-
Ti
scrive
il
cavaliere
Ciapi
notaro
.
-
E
che
vuole
da
me
?
-
Leggi
.
-
Allora
ho
letto
,
pieno
di
meraviglia
la
lettera
che
ricopio
qui
tale
e
quale
:
CAVALIER
TEMISTOCLE
CIAPI
NOTARO
Signor
Giovanni
Stoppani
,
Nella
mia
qualità
di
pubblico
notaro
incaricato
di
dare
esecuzione
alle
disposizioni
testamentarie
del
defunto
signor
Venanzio
Maralli
,
mi
pregio
ricopiare
qui
il
paragrafo
2
di
dette
disposizioni
che
La
riguardano
personalmente
:
"
§
2
.
-
Desidero
e
domando
che
alla
lettura
di
questo
mio
testamento
,
oltre
agli
interessati
,
e
cioè
mio
nipote
avvocato
Carlo
Maralli
,
Cesira
Degli
Innocenti
sua
donna
di
servizio
e
il
commendatore
Giovan
Maria
Salviati
,
sindaco
della
città
,
intervenga
anche
il
giovinetto
Giovannino
Stoppani
cognato
del
predetto
Carlo
Maralli
,
sebbene
nessuna
delle
disposizioni
testamentarie
qui
contenute
lo
interessino
.
Ma
io
desidero
la
sua
presenza
perché
avendolo
conosciuto
di
persona
amo
che
in
queste
mie
disposizioni
il
giovinetto
Stoppani
trovi
un
efficace
ammaestramento
sulla
vanità
delle
umane
ricchezze
e
un
nobile
esempio
verso
il
prossimo
.
A
tale
scopo
dò
espresso
incarico
al
notaro
cavaliere
Temistocle
Ciapi
di
mandare
a
prendere
il
detto
Giovanni
Stoppani
dove
si
trova
,
a
tutte
spese
da
pesare
sulla
somma
dell
'
intero
capitale
di
cui
al
paragrafo
9
"
.
In
ordine
dunque
al
desiderio
espresso
nel
paragrafo
qui
sopra
riportato
La
prevengo
che
alle
ore
quindici
di
oggi
manderò
alla
sua
abitazione
un
mio
incaricato
di
fiducia
il
quale
La
accompagnerà
in
vettura
fino
al
mio
studio
in
via
Vittorio
Emanuele
numero
15
,
piano
1°
,
dove
sarà
data
lettura
dei
testamento
del
defunto
signor
Venanzio
Maralli
.
TEMISTOCLE
CIAPI
,
NOTARO
.
-
Guarda
un
po
'
di
ricordarti
bene
,
caro
Giannino
...
-
mi
disse
la
mamma
dopo
che
ebbi
letto
la
lettera
del
notaro
.
-
Pensa
a
quello
che
facesti
in
quei
giorni
che
rimanesti
in
casa
del
Maralli
...
Non
c
'
è
il
caso
che
ci
sia
sotto
qualche
altro
dispiacere
?
-
Uhm
!
-
risposi
io
.
-
Ci
fu
l
'
affare
del
dente
...
-
È
curiosa
!
-
esclamò
l
'
Ada
.
-
Non
si
è
mai
sentito
un
altro
esempio
di
invitare
un
ragazzo
ad
assistere
alla
lettura
di
un
testamento
...
-
Se
ti
avesse
lasciato
qualcosa
si
capirebbe
-
aggiunse
la
mamma
.
Ma
di
questo
non
c
'
è
pericolo
dopo
tutto
quel
che
gli
facesti
...
-
E
poi
,
-
osservò
mia
sorella
-
la
lettera
parla
chiaro
:
sebbene
,
dice
,
nessuna
delle
disposizioni
testamentarie
qui
contenute
lo
interessino
...
Dunque
!
-
In
ogni
modo
,
-
concluse
la
mamma
-
non
diremo
niente
al
babbo
,
hai
capito
!
Ché
se
c
'
è
qualche
strascico
d
'
allora
non
vorrei
che
compromettesse
quel
che
hai
acquistato
dacché
sei
tornato
di
colleggio
e
ti
mettessero
in
una
Casa
di
correzione
...
Siamo
rimasti
dunque
d
'
accordo
che
alle
ore
quindici
Caterina
si
sarebbe
trovata
fuori
della
porta
di
casa
per
dire
al
vetturino
di
attendere
senza
fargli
suonare
il
campanello
e
che
io
sarei
salito
zitto
zitto
nella
carrozza
annunziata
dalla
lettera
del
notaro
.
Al
babbo
,
la
mamma
e
l
'
Ada
avrebbero
detto
di
avermi
mandato
a
divertirmi
dalla
signora
Olga
.
È
inutile
dire
con
quanto
desiderio
abbia
aspettato
l
'
ora
fissata
.
Finalmente
Caterina
è
venuta
a
chiamarmi
e
io
sono
sgusciato
via
di
casa
e
son
montato
nella
carrozza
che
mi
aspettava
con
lo
sportello
aperto
.
Dentro
c
'
era
un
uomo
tutto
vestito
di
nero
che
mi
ha
detto
:
-
È
lei
Giovannino
Stoppani
?
-
Sì
;
e
ho
qui
la
lettera
...
-
Benissimo
.
-
Quando
,
poco
dopo
,
sono
entrato
nello
studio
del
notaro
Ciapi
c
'
era
il
sindaco
,
e
poco
dopo
è
arrivato
il
mio
cognato
Maralli
che
appena
mi
ha
visto
ha
alzato
tanto
di
muso
,
ma
io
ho
fatto
finta
di
nulla
e
invece
ho
salutato
la
sua
donna
di
servizio
Cesira
,
che
è
arrivata
subito
dopo
di
lui
e
che
è
venuta
a
mettersi
a
sedere
accanto
a
me
,
e
mi
ha
domandato
come
stavo
.
Il
notaro
Ciapi
stava
seduto
su
una
poltrona
,
davanti
a
un
tavolino
.
Questo
notaro
è
un
tipo
buffo
,
piccolo
piccolo
e
grasso
grasso
,
con
una
faccia
tonda
mezza
affogata
dentro
una
papalina
ricamata
,
con
una
nappa
che
gli
vien
sempre
sull
'
orecchio
e
che
egli
cerca
di
cacciar
via
con
certe
scrollatine
di
testa
come
farebbe
uno
che
avesse
i
capelli
troppo
lunghi
sulla
fronte
per
mandarseli
indietro
.
Egli
ci
ha
guardato
tutti
e
poi
ha
suonato
il
campanello
e
ha
detto
:
-
I
testimoni
!
-
E
son
venuti
due
così
neri
neri
,
che
si
son
messi
tra
me
e
il
notaro
,
il
quale
ha
preso
uno
scartafaccio
e
ha
cominciato
a
leggere
con
voce
nasale
,
come
se
avesse
avuto
da
dire
un
'
orazione
:
-
In
nome
di
Sua
Maestà
il
re
Vittorio
Emanuele
III
felicemente
regnante
...
-
E
giù
una
filastrocca
di
cose
nelle
quali
non
capivo
niente
finché
poi
a
un
certo
punto
incominciò
a
leggere
proprio
le
parole
dettate
dal
signor
Venanzio
prima
di
morire
e
quelle
le
capii
benissimo
.
Naturalmente
non
posso
ricordarmi
le
frasi
precise
,
ma
ricordo
le
cifre
dei
diversi
làsciti
,
e
ricordo
anche
che
tutte
quelle
disposizioni
testamentarie
erano
dettate
in
un
modo
curioso
,
con
uno
stile
pieno
di
ironia
come
se
il
povero
signor
Venanzio
nell
'
ultima
ora
della
sua
vita
si
fosse
preso
il
supremo
divertimento
di
pigliare
in
giro
tutti
quanti
.
La
prima
disposizione
era
di
dare
dal
suo
patrimonio
la
somma
di
diecimila
lire
alla
Cesira
,
e
non
saprei
ridire
la
scena
che
nacque
quando
il
notaro
ebbe
letto
questo
paragrafo
del
testamento
.
La
Cesira
alla
notizia
di
quella
fortuna
si
svenne
e
tutti
corsero
attorno
,
fuori
che
il
Maralli
che
diventò
pallido
come
un
morto
e
guardava
la
sua
donna
di
servizio
con
due
occhi
come
se
la
volesse
mangiare
.
Eppure
a
sentire
il
povero
signor
Venanzio
,
che
spiegava
tutte
le
ragioni
per
le
quali
lasciava
tutti
quei
quattrini
a
quella
ragazza
,
pareva
che
l
'
avesse
fatto
proprio
per
far
piacere
al
suo
nipote
.
-
Io
lascio
questa
somma
alla
nominata
Cesira
Degli
Innocenti
(
su
per
giù
diceva
così
)
prima
di
tutto
per
gratitudine
mia
verso
di
lei
che
,
nella
casa
di
mio
nipote
ove
passai
gli
ultimi
anni
della
mia
vita
mi
trattò
con
ogni
riguardo
,
superando
in
gentilezze
perfino
i
miei
parenti
.
Basta
dire
che
ella
abitualmente
si
limitò
sempre
a
trattarmi
col
soprannome
di
gelatina
alludendo
al
tremore
continuo
che
mi
dava
la
paralisi
.
-
Ora
io
mi
ricordavo
benissimo
che
questo
fatto
al
povero
signor
Venanzio
l
'
avevo
detto
proprio
io
,
ragione
per
cui
se
a
Cesira
ora
capitava
questa
bella
eredità
doveva
ringraziar
me
.
Ma
il
signor
Venanzio
aggiungeva
altre
ragioni
:
-
Inoltre
,
-
diceva
press
'
a
poco
nel
suo
testamento
-
a
favorire
in
modo
speciale
questa
buona
ragazza
son
mosso
dalle
giuste
e
sane
teorie
politiche
e
sociali
di
mio
nipote
,
il
quale
ha
sempre
predicato
che
nel
mondo
non
vi
devono
essere
più
né
servi
né
padroni
;
ed
egli
,
io
credo
,
accoglierà
benissimo
questo
mezzo
ch
'
io
porgo
a
Cesira
Degli
Innocenti
di
non
esser
più
serva
in
casa
di
lui
e
a
lui
di
non
esser
più
suo
padrone
.
-
L
'
avvocato
Maralli
nel
sentir
leggere
questo
paragrafo
sbuffava
e
ripeteva
a
bassa
voce
,
rivolgendosi
al
sindaco
:
-
Eh
!
...
Uhm
!
...
Già
mio
zio
,
è
stato
sempre
un
originale
!
...
-
Il
sindaco
sorrideva
con
una
certa
aria
canzonatoria
e
stava
zitto
.
Intanto
il
notaro
seguitava
a
leggere
ed
era
arrivato
a
un
altro
paragrafo
che
diceva
così
:
-
Sempre
per
rispetto
alle
nobili
teorie
di
altruismo
sulle
quali
sono
fondate
le
teorie
politico
-
sociali
di
mio
nipote
,
poiché
mi
parrebbe
di
recare
ad
esso
una
profonda
offesa
lasciando
del
mio
capitale
erede
lui
che
fu
sempre
avversario
accanito
del
capitale
e
dei
suoi
privilegi
,
primo
dei
quali
è
quello
della
eredità
,
lascio
tutto
il
mio
patrimonio
già
descritto
ai
poveri
di
questa
città
,
dei
quali
il
giorno
della
mia
morte
risulterà
negli
atti
del
Comune
la
fede
di
miserabilità
;
mentre
al
mio
amatissimo
nipote
,
in
ricordo
del
suo
affetto
verso
di
me
e
degli
auguri
e
voti
fatti
continuamente
a
mio
riguardo
,
lascio
per
mio
ricordo
personale
,
che
egli
certo
terrà
carissimo
,
l
'
ultimo
mio
dente
strappatomi
dal
suo
piccolo
cognato
Giovannino
Stoppani
e
che
ho
fatto
espressamente
rilegare
in
oro
per
uso
di
spillo
da
cravatta
.
-
E
il
notaro
levò
infatti
da
un
astuccio
un
enorme
spillone
in
cima
al
quale
era
proprio
il
dente
con
le
barbe
che
avevo
pescato
io
nella
bocca
sgangherata
del
povero
signor
Venanzio
.
A
quella
vista
,
naturalmente
,
non
seppi
resistere
e
mi
scappò
da
ridere
.
Non
l
'
avessi
mai
fatto
!
l
'
avvocato
Maralli
che
pareva
invecchiato
di
dieci
anni
e
tremava
tutto
per
la
rabbia
e
per
lo
sforzo
che
faceva
per
contenersi
,
scattò
e
tendendo
una
mano
verso
di
me
esclamò
:
-
Canaglia
!
Ridi
anche
,
eh
?
al
frutto
delle
tue
canagliate
!
-
E
c
'
era
in
queste
parole
tale
accento
di
odio
che
tutti
si
son
voltati
a
guardarlo
e
il
notaro
gli
ha
detto
:
-
Sì
calmi
,
signor
avvocato
!
E
ha
fatto
per
porgergli
l
'
astuccio
col
dente
del
povero
signor
Venanzio
,
ma
il
Maralli
l
'
ha
respinto
con
un
gesto
energico
,
esclamando
:
-
Lo
dia
a
quel
ragazzo
...
Fu
lui
che
lo
levò
al
defunto
e
io
glielo
regalo
!
-
E
s
'
è
messo
a
ridere
.
Ma
si
capiva
che
era
un
riso
sforzato
per
rimediare
alla
scena
fatta
prima
.
Infatti
,
dopo
aver
messo
la
firma
sotto
ai
fogli
che
gli
porgeva
il
notaro
,
ha
salutato
e
se
n
'
è
andato
via
.
Mentre
il
sindaco
prendeva
degli
accordi
col
notaro
per
distribuire
ai
poveri
i
denari
lasciati
loro
dal
povero
signor
Venanzio
,
la
Cesira
mi
ha
detto
:
-
Ha
visto
,
sor
Giovannino
,
com
'
è
rimasto
il
sor
padrone
!
-
Eh
!
il
bello
è
che
se
la
pigliava
con
me
.
-
Già
.
Chi
sa
che
scena
farà
a
casa
!
Io
non
so
come
fare
a
andarci
!
..
-
Che
t
'
ímporta
?
Ormai
tu
sei
una
signora
...
Vedi
che
cosa
vuol
dire
a
trovar
bene
un
soprannome
a
un
vecchio
paralitico
?
...
-
In
quel
momento
il
sindaco
aveva
finito
di
firmar
fogli
e
fissare
col
notaro
,
e
questi
ha
chiamato
la
Cesira
alla
quale
ha
detto
di
ritornar
da
lui
l
'
indomani
.
Così
rimasto
solo
nella
stanza
,
il
notaro
ha
aperto
un
cassetto
della
sua
scrivania
,
ha
levato
fuori
un
involto
e
alzandosi
gli
occhiali
e
guardandomi
fisso
in
faccia
mi
ha
detto
:
-
Il
defunto
signor
Venanzio
Maralli
era
veramente
un
originale
,
ma
a
me
non
sta
il
giudicarlo
,
e
il
mio
dovere
di
notaro
è
di
seguire
fino
all
'
ultimo
le
sue
volontà
testamentarie
,
sieno
esse
state
espresse
per
iscritto
che
a
voce
.
A
voce
dunque
il
signor
Venanzio
mi
disse
:
-
Io
ho
qui
un
involto
contenente
mille
lire
in
tanti
biglietti
di
banca
da
cinque
che
desidero
,
dopo
la
mia
morte
,
sieno
consegnati
a
brevimano
e
senza
che
nessuno
veda
e
che
nessuno
venga
a
saperlo
,
al
cognato
di
mio
nipote
,
Giovannino
Stoppani
,
col
patto
che
egli
li
prenda
e
li
tenga
con
sé
e
ne
disponga
a
suo
piacere
e
non
dica
a
nessuno
di
possedere
tale
somma
.
-
Queste
parole
che
mi
hanno
empito
di
meraviglia
il
notaro
le
ha
dette
con
un
tono
di
voce
uguale
come
se
le
avesse
imparate
a
mente
.
Poi
cambiando
accento
mi
ha
detto
accarezzandomi
:
-
Il
defunto
mi
disse
che
tu
eri
la
disperazione
de
'
tuoi
parenti
...
-
Ora
però
sono
diversi
giorni
che
sono
buono
!
-
ho
detto
io
.
-
Meno
male
!
Guarda
dunque
di
non
usar
male
del
denaro
che
ti
consegno
.
Forse
il
defunto
signor
Maralli
lasciandotelo
senza
alcun
vincolo
e
nessuna
vigilanza
ha
voluto
darti
una
prova
di
grande
stima
e
di
grande
fiducia
...
e
sia
per
questo
,
o
sia
che
per
la
sua
bizzarra
natura
si
sia
divertito
a
pensare
a
quel
che
tu
avresti
potuto
fare
trovandoti
in
possesso
di
questi
quattrini
,
ho
creduto
mio
dovere
di
darti
un
consiglio
che
la
mia
qualità
di
notaro
e
di
esecutore
testamentario
non
mi
vietava
...
-
E
mi
ha
consegnato
l
'
involto
.
Poi
ha
aggiunto
porgendomi
anche
l
'
astuccio
col
dente
del
defunto
:
-
E
questo
?
Tuo
cognato
te
lo
ha
ceduto
.
Prendi
;
e
ora
ti
farò
riaccompagnare
a
casa
.
-
Io
ero
così
confuso
da
tante
inaspettate
sorprese
che
non
gli
dissi
neppure
grazie
.
Sull
'
uscio
dello
studio
era
quell
'
uomo
tutto
nero
che
mi
aveva
accompagnato
fin
lì
e
che
è
sceso
giù
con
me
alla
porta
ed
è
entrato
con
me
nella
carrozza
che
mi
ha
portato
fino
a
casa
.
Il
babbo
non
c
'
era
,
e
la
mamma
e
l
'
Ada
mi
son
venute
subito
d
'
intorno
a
farmi
mille
domande
.
Quando
hanno
saputo
che
il
signor
Venanzio
aveva
lasciato
tutto
il
suo
patrimonio
ai
poveri
del
Comune
e
che
al
Maralli
non
era
toccato
che
uno
spillo
d
'
oro
col
dente
che
aveva
ceduto
a
me
,
hanno
cominciato
a
scaricarmi
un
diluvio
di
esclamazioni
:
-
Come
!
...
Possibile
!
...
Ma
perché
?
...
Ma
come
mai
?
...
-
Io
però
ho
risposto
sempre
che
non
ne
sapevo
nulla
,
e
quando
alla
fine
ho
potuto
liberarmi
dalle
loro
domande
me
ne
son
venuto
qui
in
camera
e
ho
riposto
il
mio
tesoro
nel
cassetto
del
tavolino
che
ho
chiuso
a
chiave
.
Per
il
resto
della
giornata
ho
fatto
finta
di
nulla
,
ma
era
tanto
il
nervoso
che
avevo
addosso
che
il
babbo
a
cena
se
n
'
è
accorto
,
e
ha
detto
:
-
Si
può
sapere
che
cos
'
hai
stasera
,
che
mi
sembri
un
'
anguilla
?
-
Finalmente
quando
sono
stato
solo
qui
nella
mia
cameretta
,
ho
dato
libero
sfogo
alla
mia
emozione
e
ho
contemplato
il
mio
tesoro
,
e
ho
contati
e
ricontati
i
duecento
biglietti
da
cinque
lire
dei
quali
sono
possessore
,
e
li
ripongo
nel
cassetto
del
tavolino
e
lo
chiudo
,
e
poi
lo
riapro
e
poi
li
ritiro
fuori
e
li
rimiro
e
li
riconto
daccapo
per
poi
richiuderli
e
rilevarli
senza
decidermi
a
separarmi
da
loro
...
Mi
pare
d
'
essere
diventato
quel
vecchio
d
'
una
operetta
che
ho
sentita
due
anni
fa
che
era
intitolata
Le
Campane
di
Corneville
;
ma
però
non
è
per
avarizia
che
contemplo
tutti
questi
quattrini
,
ma
per
i
sogni
che
ci
fo
sopra
che
sono
tanti
e
così
diversi
!
Ho
sognato
più
in
queste
poche
ore
che
sto
sveglio
,
che
in
tutte
le
nottate
dormite
da
che
son
nato
!
...
Basta
:
mi
par
che
sia
ora
d
'
andare
a
letto
...
Chiudo
la
mia
cassaforte
e
buonanotte
!
26
febbraio
.
È
appena
giorno
e
io
sono
ancora
qui
a
contare
i
miei
duecento
biglietti
da
cinque
lire
che
mi
si
parano
davanti
come
duecento
punti
interrogativi
:
-
Che
ne
farò
?
-
Il
fatto
è
che
da
quando
ho
tutti
questi
quattrini
non
sono
più
io
:
ho
la
testa
piena
di
pensieri
,
di
preoccupazioni
,
di
paure
.
Stanotte
non
m
'
è
riuscito
di
chiuder
occhio
:
ogni
tantino
mi
svegliavo
di
soprassalto
perché
mi
pareva
sempre
che
venissero
i
ladri
a
rubarmi
le
mie
mille
lire
,
o
il
babbo
a
domandarmi
di
dove
provenivano
,
ciò
che
per
me
,
in
fondo
,
rappresentava
lo
stesso
pericolo
di
perderle
.
In
ogni
modo
bisogna
che
le
assicuri
meglio
perché
ci
potrebbe
essere
in
casa
un
'
altra
chiave
che
apra
il
cassetto
del
mio
tavolino
e
nulla
di
più
facile
che
la
mamma
e
Ada
vengano
a
frugarci
dentro
...
La
prima
spesa
che
bisogna
che
faccia
è
quella
di
una
buona
cassaforte
,
piccola
in
modo
che
possa
nasconderla
in
fondo
all
'
armadio
dove
tengo
miei
balocchi
di
quando
ero
più
piccino
.
In
quanto
all
'
impiego
che
farò
dell
'
eredità
,
fra
i
tanti
sogni
che
ho
fatto
due
specialmente
mi
stanno
fissi
alla
mente
:
comperare
un
automobile
,
o
aprire
un
negozio
di
pasticceria
come
quello
del
babbo
di
Gigino
Balestra
...
Vedremo
!
Intanto
prendo
venti
biglietti
da
cinque
lire
in
tasca
e
vo
a
cercare
la
cassaforte
...
Ed
eccomi
di
nuovo
solo
in
camera
mia
mentre
tutti
dormono
:
solo
col
mio
tesoro
che
è
qui
,
finalmente
sicuro
nel
mio
armadio
...
Che
bella
soddisfazione
avere
una
cassaforte
con
mille
lire
dentro
!
...
Un
momento
:
ora
non
sono
più
mille
lire
,
ma
settecentotrentuno
perché
oggi
ho
speso
la
somma
non
indifferente
di
lire
duecentosessantanove
!
Ma
tutte
spese
giustificate
e
tutte
regolarmente
registrate
qui
nel
libro
d
'
entrata
e
uscita
che
costa
una
lira
e
dal
quale
risulta
il
seguente
stato
di
cassa
a
tutt
'
oggi
.
ENTRATA
USCITA
Ereditato
dal
povero
signor
Venanzio
Libro
d
'
entrata
e
uscita
Elemosine
Cassaforte
Pasticcini
1000,00
1,00
15,00
250,00
3,00
Nel
registro
che
ho
comperato
c
'
è
anche
una
colonna
per
le
Osservazioni
,
ma
lì
non
ho
scritto
niente
,
perché
l
'
unica
osservazione
che
potevo
metterci
era
questa
:
che
i
quattrini
peggio
spesi
sono
stati
quelli
delle
elemosine
.
Infatti
stamani
appena
sono
uscito
di
casa
ho
trovato
sugli
scalini
della
chiesa
di
San
Gaetano
un
povero
cieco
che
chiedeva
l
'
elemosina
,
e
io
messa
subito
mano
a
tasca
ho
tirato
fuori
un
biglietto
da
cinque
lire
e
gliel
'
ho
lasciato
cadere
dentro
il
cappello
che
egli
teneva
sulle
ginocchia
.
Egli
ha
fatto
un
gesto
di
meraviglia
e
,
agguantato
con
moto
fulmineo
il
biglietto
,
lo
ha
messo
contro
la
luce
guardandolo
attentamente
;
poi
mi
ha
chiesto
:
-
Ma
...
non
è
mica
falso
,
eh
,
signorino
?
-
Immediatamente
un
altro
povero
cieco
che
era
dall
'
altra
parte
della
scalinata
è
venuto
a
esaminare
il
biglietto
e
ha
detto
:
-
Ma
non
vedi
che
è
buonissimo
?
E
a
me
,
signorino
?
Non
me
ne
dà
uno
anche
a
me
?
-
Io
per
non
fare
ingiustizie
ne
ho
dato
uno
anche
a
lui
:
e
siccome
in
quel
momento
uno
zoppo
che
chiedeva
l
'
elemosina
sulla
porta
della
chiesa
è
corso
precipitosamente
a
me
per
godere
dello
stesso
trattamento
dei
suoi
due
colleghi
ho
dato
cinque
lire
anche
a
lui
.
Ma
il
bello
della
scena
è
stato
questo
:
che
io
infatuato
come
ero
in
quel
momento
della
mia
munificenza
,
mentre
mi
davo
una
grande
aria
di
importanza
nel
levar
di
tasca
i
miei
biglietti
di
banca
,
non
ho
neanche
menomamente
pensato
al
fatto
stranissimo
di
quei
due
ciechi
che
vedevano
e
di
quello
zoppo
che
correva
.
Ci
ho
ripensato
dopo
...
Allora
ho
capito
che
la
carità
è
una
gran
bella
cosa
,
ma
bisogna
saperla
fare
...
e
lì
per
lì
ho
provato
tanta
stizza
di
essere
stato
ingannato
così
sfacciatamente
che
,
per
un
legittimo
sentimento
di
reazione
,
sono
andato
al
negozio
Balestra
e
mi
son
mangiato
tre
lire
di
pasticcini
!
Forse
ne
ho
mangiati
troppi
,
e
senza
dubbio
ho
abusato
di
canditi
che
mi
piacciono
di
molto
e
per
l
'
appunto
,
fra
i
dolci
sono
i
più
indigesti
di
tutti
.
Ma
insomma
questa
è
stata
una
spesa
fatta
bene
e
non
me
ne
pento
.
Un
'
altra
spesa
molto
complicata
è
stata
quella
della
cassaforte
.
Pare
impossibile
che
sia
così
difficile
a
un
ragazzo
che
si
presenta
in
una
bottega
coi
suoi
bravi
quattrini
di
comperare
quel
che
più
gli
pare
e
piace
!
Eppure
al
primo
negozio
ove
mi
sono
presentato
a
chiedere
una
cassaforte
si
son
messi
a
ridere
e
siccome
io
insistevo
mi
hanno
detto
:
-
Bambino
,
levati
di
qui
che
abbiamo
altro
da
fare
che
badare
alle
tue
burlette
!
-
In
un
altro
negozio
siccome
si
disponevano
a
farmi
la
stessa
accoglienza
,
mi
son
risentito
e
ho
detto
:
-
Che
credono
perché
sono
un
ragazzo
che
io
non
abbia
i
quattrini
?
-
E
ho
levato
di
tasca
una
manciata
di
biglietti
.
Allora
il
commesso
del
negozio
ha
cambiato
subito
maniere
e
mi
ha
dato
del
lei
.
Però
non
mi
ha
voluto
dar
la
cassaforte
,
scusandosi
che
lui
non
poteva
vendere
ai
minorenni
e
che
perciò
bisognava
che
ci
andassi
col
mio
babbo
.
Già
:
non
ci
mancherebbe
altro
!
Per
fortuna
in
quel
momento
sulla
bottega
ci
era
un
giovanotto
che
mi
guardava
mentre
tiravo
fuori
i
quattrini
e
che
appena
sono
uscito
mi
ha
detto
:
-
Ma
come
son
buffi
!
Per
comprar
la
roba
da
ora
in
avanti
ci
vorrà
la
fede
di
nascita
...
-
Naturalmente
io
ho
acconsentito
a
questa
giusta
critica
,
e
allora
questo
bravo
giovanotto
mi
ha
domandato
:
-
Ma
lei
che
voleva
comprar
qualcosa
?
-
Sì
:
una
cassaforte
,
-
ho
risposto
-
ma
una
cassaforte
piccola
...
-
Quanto
vorrebbe
spendere
?
-
Ma
...
non
saprei
.
Voglio
una
cassaforte
che
sia
forte
davvero
,
capisce
?
-
Il
giovanotto
ha
pensato
un
poco
,
e
poi
ha
detto
guardandomi
fisso
:
-
Trecento
lire
?
...
-
Eh
!
È
un
po
'
cara
.
-
Cara
?
No
davvero
!
Non
sa
che
le
casseforti
costano
delle
migliaia
di
lire
?
Ma
lei
deve
prendere
una
cassaforte
d
'
occasione
...
se
ne
trovano
facilmente
:
le
costa
meno
e
le
fa
lo
stesso
servizio
.
-
E
dove
si
trovano
?
-
Lei
deve
venir
con
me
.
Ho
diversi
negozianti
amici
,
tutte
brave
persone
che
vendono
roba
garantita
e
senza
far
tante
storie
come
fanno
nei
negozi
di
lusso
...
-
E
mi
ha
accompagnato
in
diverse
botteghe
dove
vendevano
tutta
roba
usata
e
di
tutte
le
specie
.
Da
principio
pareva
difficile
trovare
una
cassaforte
:
nessuno
ce
l
'
aveva
.
Abbiamo
girato
parecchio
prima
di
trovare
finalmente
quel
che
si
cercava
.
Quel
giovanotto
era
proprio
servizievole
e
non
è
stato
contento
finché
finalmente
non
è
riuscito
a
procurarmi
quel
che
mi
occorreva
.
Egli
entrava
via
via
nelle
botteghe
di
questi
negozianti
suoi
amici
coi
quali
si
tratteneva
a
parlare
mentre
io
aspettavo
sulla
porta
:
e
all
'
ultima
bottega
dove
ci
siamo
fermati
è
ritornato
fuori
col
padrone
mostrandomi
una
cassaforte
che
per
la
misura
era
proprio
quel
che
ci
voleva
sebbene
fosse
un
poco
arrugginita
.
Io
naturalmente
ho
tirato
nel
prezzo
,
e
dài
,
picchia
e
mena
me
l
'
ha
rilasciata
per
duecentocinquanta
lire
.
Gli
ho
dati
tutti
i
quattrini
che
avevo
in
tasca
e
me
la
son
fatta
portare
a
casa
per
le
cinque
,
perché
sapevo
che
a
quell
'
ora
il
babbo
non
c
'
era
e
la
mamma
e
l
'
Ada
erano
a
fare
una
visita
.
Difatti
ho
avuto
la
cassaforte
e
ho
dato
il
resto
,
cioè
centosessantotto
lire
oltre
le
ottantadue
che
avevo
già
date
.
Ma
ora
son
contento
perché
il
mio
capitale
è
al
sicuro
e
non
c
'
è
più
paura
!
27
febbraio
.
L
'
orizzonte
si
rannuvola
.
Oggi
il
babbo
mi
ha
fatto
una
predica
d
'
un
'
ora
,
dicendomene
di
tutti
i
colori
e
terminando
colla
solita
conclusione
:
che
io
son
destinato
a
esser
la
rovina
della
famiglia
.
E
tutto
questo
perché
,
a
quanto
pare
,
l
'
avvocato
Maralli
gli
ha
detto
che
era
stato
diseredato
dal
suo
zio
per
colpa
mia
.
Ma
,
anche
se
questo
fosso
vero
,
dico
io
,
è
giusta
mi
si
debbano
dare
ora
le
sgridate
per
una
colpa
passata
,
della
quale
ho
già
scontata
la
pena
in
Collegio
?
Sempre
così
!
Sempre
ingiustizie
e
prepotenze
!
Io
sono
stato
a
sentire
sempre
zitto
;
e
dopo
la
predica
sono
uscito
con
una
scusa
e
sono
andato
al
negozio
Balestra
,
dove
ho
mangiato
dodici
paste
tutte
svariate
per
rifarmi
la
bocca
.
Uscendo
ho
incontrato
Gigino
Balestra
al
quale
ho
raccontato
della
sgridata
avuta
ed
egli
mi
ha
detto
tutto
meravigliato
:
-
Ma
se
l
'
avvocato
Maralli
,
anzi
,
dice
che
è
stato
lui
che
ha
consigliato
suo
zio
a
lasciar
tutto
ai
poveri
!
...
-
Come
!
-
Vieni
con
me
a
casa
mia
e
vedrai
.
-
Siamo
andati
infatti
a
casa
sua
e
lì
Gigino
mi
ha
fatto
vedere
l
'
ultimo
numero
del
Sole
dell
'
avvenire
dove
è
un
articolo
intitolato
:
Il
nostro
candidato
contro
il
privilegio
dell
'
eredità
.
Ricopio
qui
il
principio
dell
'
articolo
dal
giornale
che
mi
ha
regalato
Gigino
,
perché
è
bene
che
in
queste
pagine
di
un
giornale
scritto
da
un
bambino
si
veda
con
quale
sincerità
sieno
scritti
i
giornali
dei
grandi
:
A
costo
di
parere
indiscreti
al
nostro
egregio
amico
avvocato
Maralli
,
e
sicurissimi
delle
proteste
che
gli
inspirerà
la
sua
naturale
modestia
,
noi
non
possiamo
assolutamente
tacere
di
un
nobilissimo
fatto
che
torna
a
suo
onore
e
che
è
prova
novella
della
coerenza
che
egli
segue
sempre
in
tutti
gli
atti
della
vita
verso
i
suoi
principii
.
Il
nostro
candidato
,
dunque
,
con
la
generosità
che
è
una
delle
prime
virtù
dell
'
animo
suo
,
aveva
ospitato
un
suo
zio
molto
malato
e
molto
ricco
,
straordinariamente
ricco
,
del
quale
egli
sarebbe
stato
il
naturale
erede
...
se
il
nostro
valoroso
compagno
non
fosse
fedele
seguace
dei
nostri
principî
contro
ogni
privilegio
capitalistico
,
primo
dei
quali
il
diritto
di
eredità
.
Egli
dunque
,
in
ossequio
al
programma
del
nostro
partito
,
non
solo
nulla
fece
di
quel
che
avrebbe
fatto
qualunque
borghese
per
persuadere
il
ricco
zio
di
farlo
erede
del
lauto
patrimonio
,
ma
con
la
predicazione
sincera
delle
proprie
idee
lo
convinse
a
nominare
eredi
i
poveri
della
città
,
i
quali
oggi
appunto
in
cui
avverrà
la
distribuzione
del
làscito
al
nostro
Municipio
,
avranno
un
aiuto
alla
loro
grama
esistenza
.
E
qui
l
'
articolo
era
tutto
un
attacco
contro
il
candidato
avversario
che
era
chiamato
egoista
,
sfruttatore
ecc
.
,
mentre
si
esaltava
il
disinteresse
del
mio
cognato
.
Io
,
quando
ho
letto
quest
'
articolo
,
son
cascato
dalle
nuvole
,
poiché
ben
sapevo
com
'
erano
andate
le
cose
riguardo
all
'
eredità
del
povero
signor
Venanzio
.
E
sapendo
che
il
giornale
era
fatto
dal
babbo
di
Gigino
gli
ho
detto
:
-
Ma
come
!
Ma
qui
il
tuo
babbo
ha
sbagliato
!
...
Quando
lo
vedrà
il
Maralli
,
quest
'
articolo
,
starete
freschi
!
...
-
Che
dici
?
Ma
il
Maralli
l
'
ha
visto
e
come
!
-
L
'
ha
visto
?
-
Non
solo
l
'
ha
visto
,
ma
prima
hanno
discusso
a
lungo
,
lui
e
il
babbo
,
se
conveniva
di
farlo
,
e
da
ultimo
hanno
deciso
di
sì
,
perché
,
come
ha
detto
il
Maralli
,
il
suo
zio
nel
testamento
stesso
dichiara
che
lascia
eredi
i
poveri
in
ossequio
alle
idee
del
nipote
e
sebbene
abbia
scritto
questo
per
canzonarlo
,
da
chi
non
conosce
come
stanno
le
cose
può
essere
preso
benissimo
sul
serio
.
"
Almeno
,
"
ha
detto
il
tuo
cognato
"
avrò
avuto
un
utile
morale
!..."
.
-
Sicché
ha
approvato
tutto
?
-
Ha
approvato
?
Altro
che
!
Anzi
,
il
principio
dell
'
articolo
lo
ha
scritto
il
Maralli
stesso
...
-
Io
sono
rimasto
di
stucco
:
ma
Gigino
Balestra
,
che
è
più
infarinato
di
me
di
cose
elettorali
,
mi
ha
detto
:
-
Ti
fa
meraviglia
?
Non
è
nulla
ancora
!
Ora
,
vedi
,
incomincia
la
polemica
con
l
'
Unione
Nazionale
e
sentissi
che
cosa
non
si
dicono
!
...
Ma
il
babbo
,
mentre
gliene
scrive
di
quelle
da
levare
il
pelo
,
ci
ride
e
ci
si
diverte
...
Se
il
mio
babbo
non
facesse
il
pasticciere
,
sarebbe
un
giornalista
di
prim
'
ordine
,
lo
dicono
tutti
:
ma
lui
dice
gli
rendono
più
i
pasticci
con
la
crema
che
quelli
scritti
!
-
E
come
anderà
a
finire
l
'
elezione
?
-
Eh
!
Il
Maralli
ha
tutte
le
probabilità
di
riuscire
perché
c
'
è
l
'
unione
dei
partiti
popolari
...
-
Meno
male
!
-
Bisogna
che
dica
la
verità
;
io
avrei
piacere
che
il
mio
cognato
fosse
eletto
deputato
.
Perché
?
Non
lo
so
neppur
io
precisamente
;
ma
mi
pare
che
avere
un
deputato
in
famiglia
sia
una
cosa
utile
e
da
averci
delle
soddisfazioni
,
e
ho
in
idea
che
se
il
Maralli
riuscisse
,
mi
perdonerebbe
;
e
allora
mi
piacerebbe
molto
d
'
andar
con
lui
nei
comizi
elettorali
dove
tutti
urlano
,
anche
i
ragazzi
,
senza
che
nessuno
li
sgridi
...
-
Anzi
,
-
mi
ha
detto
Gigino
-
più
che
si
urla
e
più
ci
hanno
piacere
.
Se
vuoi
venire
domenica
si
va
a
Collinella
dove
c
'
è
una
gran
fabbrica
con
di
molti
operai
e
lì
il
babbo
vuole
che
si
gridi
:
Evviva
la
lega
!
-
Ci
anderei
volentieri
,
ma
non
so
se
il
babbo
mi
ci
manderà
...
Vedremo
.
1°
Marzo
.
Queste
elezioni
incominciano
a
interessarmi
davvero
.
Ieri
,
mentre
ero
fuori
,
ho
sentito
urlare
il
giornale
dei
moderati
:
-
Legghino
,
Signori
,
l
'
Unione
Nazionale
,
con
la
vera
storia
dell
'
eredità
del
candidato
socialista
!
-
Io
l
'
ho
comperato
subito
e
ho
letto
il
primo
articolo
nel
quale
si
rispondeva
punto
per
punto
all
'
articolo
del
Sole
dell
'
avvenire
che
mi
aveva
fatto
vedere
l
'
altro
giorno
Gigino
Balestra
.
Si
vorrebbe
dal
nostro
avversario
trarre
vantaggio
da
una
meritata
punizione
(
così
diceva
l
'
Unione
)
e
non
possiamo
negare
che
egli
dimostri
in
questo
suo
strattagemma
elettorale
un
cervello
assai
sottile
e
una
faccia
molto
tosta
..
E
seguitava
a
raccontar
la
storia
del
povero
signor
Venanzio
che
non
divideva
affatto
le
idee
dell
'
avvocato
Maralli
e
che
anzi
per
queste
idee
del
nipote
in
perfetta
opposizione
con
le
sue
si
decise
a
diseredarlo
,
lasciando
il
vistoso
patrimonio
ai
poveri
della
città
.
E
di
questo
(
seguitava
a
dire
l
'
Unione
)
il
nostro
avversario
che
vorrebbe
ora
apparire
un
eroe
del
disinteresse
e
un
martire
dell
'
altruismo
,
ebbe
tutt
'
altro
che
piacere
,
e
anzi
provò
tanto
dolore
e
tanta
rabbia
che
licenziò
su
due
piedi
la
propria
domestica
Cesira
Degli
Innocenti
,
magari
dopo
averla
coperta
d
'
improperi
perché
tra
i
legati
del
defunto
Venanzio
Maralli
ve
n
'
era
uno
di
diecimila
lire
in
favore
di
lei
.
Bisogna
convenire
che
questa
era
la
verità
;
e
io
non
potevo
comprendere
come
mai
il
mio
cognato
,
che
pure
era
cosi
furbo
,
avesse
potuto
dare
appiglio
ai
suoi
avversari
di
dirgli
delle
cose
cosi
scottanti
mentre
era
facile
prevedere
che
essi
sarebbero
stati
informati
esattamente
di
tutta
la
faccenda
,
pensando
che
l
'
incaricato
di
distribuire
ai
poveri
l
'
eredità
del
signor
Venanzio
era
stato
proprio
il
sindaco
cioè
uno
dei
capi
del
partito
conservatore
e
che
era
stato
presente
alla
lettura
del
testamento
quando
l
'
avvocato
Maralli
aveva
fatto
quella
famosa
scenata
che
ho
detto
prima
.
Ma
si
vede
che
nelle
lotte
elettorali
le
bugie
sono
all
'
ordine
del
giorno
in
tutti
i
partiti
,
perché
anche
l
'
Unione
Nazionale
ne
dice
parecchie
,
e
una
poi
è
così
sfacciata
che
non
la
posso
mandar
giù
.
In
seconda
pagina
,
infatti
,
c
'
è
un
articoletto
intitolato
:
I
nemici
della
religione
,
che
ricopio
qui
tal
quale
:
Si
dice
che
questa
volta
,
come
al
solito
,
gli
elettori
cattolici
si
asterranno
dal
dare
il
voto
.
Ora
noi
non
sapremmo
concepire
,
nella
lotta
attuale
,
questa
astensione
la
quale
verrebbe
direttamente
a
favorire
,
contro
un
candidato
ossequiente
a
tutti
gli
articoli
del
nostro
Statuto
e
prima
che
agli
altri
al
primo
,
il
trionfo
di
un
candidato
socialista
che
si
vanta
nemico
di
tutte
le
istituzioni
che
sono
i
cardini
d
'
ogni
civile
società
e
rinnega
la
religione
dello
Stato
in
ogni
modo
,
con
le
parole
e
con
le
opere
.
E
qui
il
giornale
seguitava
per
una
colonna
a
trattare
il
Maralli
di
miscredente
,
mentre
io
mi
ricordo
benissimo
(
e
ho
registrato
il
fatto
proprio
qui
nel
mio
caro
giornalino
)
che
mio
cognato
quando
sposò
mia
sorella
andò
in
chiesa
perché
altrimenti
il
babbo
e
la
mamma
non
avrebbero
mai
acconsentito
al
matrimonio
.
Come
si
fa
,
domando
io
,
a
inventare
tante
calunnie
?
Queste
menzogne
del
giornale
conservatore
mi
hanno
talmente
indignato
che
da
ieri
sto
pensando
se
non
sia
il
caso
di
andare
alla
Direzione
per
far
rimettere
le
cose
a
posto
.
Mi
pare
questo
sarebbe
prima
di
tutto
il
mio
dovere
perché
si
deve
sempre
far
risaltare
la
verità
,
e
poi
sarebbe
anche
una
buona
occasione
per
rendere
un
servizio
al
mio
cognato
dopo
che
,
sia
pure
senza
volerlo
,
gli
ho
fatto
perdere
l
'
eredità
di
suo
zio
sulla
quale
egli
faceva
tanto
assegnamento
.
Voglio
andar
subito
a
trovare
il
mio
amico
Gigino
Balestra
che
s
'
intende
molto
di
questioni
elettorali
per
sentire
il
suo
parere
.
2
marzo
.
Oggi
sono
stato
da
Gigino
Balestra
al
quale
ho
confidato
il
mio
progetto
.
Egli
ci
ha
pensato
un
po
'
sopra
e
poi
mi
ha
detto
:
-
È
una
buona
idea
!
Ci
andremo
insieme
.
-
Infatti
siamo
rimasti
d
'
accordo
che
domattina
alle
undici
anderemo
alla
Direzione
dell
'
Unione
Nazionale
e
porteremo
una
rettifica
(
dice
Gigino
che
si
chiama
così
)
all
'
articolo
intitolato
:
I
nemici
della
religione
.
Questa
rettifica
l
'
abbiamo
combinata
insieme
,
e
ora
,
prima
di
andare
a
letto
,
l
'
ho
ricopiata
perbene
in
certi
fogli
di
carta
che
mi
ha
dato
Gigino
e
nei
quali
mi
ha
raccomandato
di
scrivere
da
una
parte
sola
perché
dice
che
quando
si
scrive
per
la
stampa
sì
deve
far
cosi
.
Ed
ecco
la
rettifica
che
ricopio
tal
quale
:
Onorevole
Direzione
,
Leggendo
l
'
articolo
del
numero
scorso
del
suo
pregiato
giornale
il
quale
è
intitolato
"
I
nemici
della
religione
"
mi
credo
in
dovere
di
fare
osservare
alla
S
.
V
.
che
non
è
esatto
quel
che
si
afferma
nel
detto
articolo
dove
è
scritto
che
l
'
avvocato
Maralli
mio
cognato
è
miscredente
,
mentre
posso
garantire
che
questo
è
assolutamente
falso
avendo
assistito
io
in
persona
al
suo
matrimonio
che
fu
celebrato
nella
chiesa
di
San
Sebastiano
a
Montaguzzo
dove
si
comportò
molto
divotamente
dando
prova
di
essere
un
buon
cristiano
al
pari
di
chiunque
.
GIANNINO
STOPPANI
.
È
la
prima
volta
che
scrivo
un
articolo
in
un
giornale
e
non
mi
par
vero
di
arrivare
a
domani
.
Stamani
mi
sono
alzato
ho
fatto
il
riscontro
di
cassa
e
vi
ho
trovato
la
somma
di
lire
italiane
settecentododici
e
centesimi
trentacinque
.
Quando
sono
sceso
per
là
colazione
ho
trovato
il
babbo
di
un
umore
insopportabile
,
perché
dice
che
io
non
studio
,
che
io
non
penso
che
a
divertirmi
e
altre
simili
ripetizioni
che
non
so
capire
come
non
gli
venga
a
noia
a
ritirarle
fuori
cosi
spesso
senza
neanche
cambiarci
una
sillaba
,
senza
trovarci
neppure
un
'
intonazione
di
voce
diversa
.
Basta
.
Io
sono
stato
a
sentirlo
con
rassegnazione
fino
alla
fine
pensando
alla
rettifica
che
devo
portare
all
'
Unione
Nazionale
.
Come
mi
accoglieranno
?
Uhm
!
In
ogni
modo
bisogna
ristabilire
la
verità
,
come
ha
detto
Gigino
Balestra
,
e
io
lo
farò
ad
ogni
costo
.
#
Siamo
stati
,
come
avevamo
stabilito
,
con
Gigino
Balestra
alla
Direzione
del
giornale
l
'
Unione
Nazionale
,
e
sono
proprio
soddisfatto
di
avere
avuto
un
'
idea
cosi
felice
...
Da
principio
quando
ci
siamo
presentati
in
ufficio
,
vedendo
due
ragazzi
non
ci
volevano
far
passare
nella
Direzione
e
uno
ci
ha
detto
:
-
Ragazzi
,
qui
non
si
ha
tempo
da
perdere
!
...
-
Il
bello
è
che
lui
stava
lì
a
sedere
dinanzi
a
un
tavolino
senza
far
nulla
!
-
Ma
noi
veniamo
per
una
rettifica
!
-
ha
detto
subito
Gigino
Balestra
dandosi
una
certa
aria
.
-
Una
rettifica
?
Che
rettifica
?
-
Allora
sono
intervenuto
io
e
ho
detto
:
-
Siccome
nell
'
Unità
Nazionale
è
stato
stampato
che
l
'
avvocato
Maralli
non
è
cristiano
,
io
che
sono
il
suo
cognato
posso
giurare
che
non
è
vero
perché
l
'
ho
visto
io
con
questi
occhi
quando
ha
sposato
mia
sorella
che
stava
inginocchiato
nella
chiesa
di
San
Sebastiano
a
Montaguzzo
.
-
Come
,
come
?
Lei
è
cognato
dell
'
avvocato
Maralli
?
Ah
!
Aspetti
un
poco
...
-
E
quel
giovanotto
è
andato
in
un
'
altra
stanza
da
dove
è
riuscito
poco
dopo
dicendomi
:
-
Si
accomodino
!
-
E
cosi
siamo
entrati
proprio
dal
direttore
che
è
un
uomo
con
una
testa
pulita
pulita
,
e
anzi
è
la
sola
cosa
pulita
che
abbia
perché
ha
un
vestito
che
pare
tessuto
col
sudiciume
,
e
una
cravatta
nera
tutta
unta
nel
cui
centro
brillava
uno
schizzo
di
torlo
d
'
uovo
in
modo
che
pareva
proprio
che
ce
lo
avesse
messo
lì
apposta
per
far
finta
d
'
averci
uno
spillo
d
'
oro
.
Però
è
stato
molto
gentile
e
quando
ha
letto
la
mia
rettifica
,
dopo
aver
riflettuto
un
poco
ha
detto
:
-
Benissimo
!
La
verità
innanzi
tutto
...
Ma
ci
vorrebbero
delle
prove
...
dei
documenti
...
-
Io
allora
gli
ho
raccontato
che
tutto
il
fatto
com
'
era
andato
era
descritto
qui
nel
mio
giornalino
,
in
quelle
pagine
che
fortunatamente
avevo
potuto
salvare
dal
caminetto
quando
il
mio
cognato
aveva
tentato
di
distruggerle
...
-
Ah
!
aveva
tentato
di
distruggerle
,
eh
?
-
Sicuro
!
Ma
vede
la
combinazione
,
eh
?
Se
io
non
le
avessi
riprese
a
tempo
ora
sarebbe
peggio
per
lui
perché
non
potrei
dimostrare
la
verità
di
quel
che
io
dico
...
-
Eh
già
...
sicuro
...
-
Infatti
il
direttore
dell
'
Unione
Nazionale
,
ha
detto
che
gli
era
necessario
di
vedere
questo
mio
giornalino
con
la
mia
firma
,
e
ho
fissato
di
portarglielo
stasera
stessa
,
mentre
egli
da
parte
sua
si
è
impegnato
di
pubblicare
nel
prossimo
numero
non
solo
la
mia
rettifica
,
ma
anche
se
ci
sarà
bisogno
la
descrizione
del
matrimonio
religioso
di
mio
cognato
...
Chi
sa
che
piacere
avrà
il
Maralli
quando
leggerà
l
'
articolo
nel
giornale
avverso
dove
gli
renderanno
giustizia
,
e
quando
saprà
che
io
sono
stato
la
causa
di
tutto
.
Mi
figuro
già
di
vedermelo
venire
incontro
con
le
braccia
aperte
a
rifar
la
pace
,
e
allora
si
metterà
una
pietra
sul
passato
e
l
'
innocenza
trionferà
contro
tutte
le
calunnie
...
E
ora
,
caro
giornalino
mio
,
ti
chiudo
e
mi
accingo
a
separarmi
da
te
per
qualche
giorno
,
ma
son
contento
perché
tu
mi
aiuti
a
compiere
una
buona
azione
e
a
far
rifulgere
la
verità
contro
tutte
queste
invenzioni
tendenziose
-
come
le
chiama
il
mio
amico
Gigino
Balestra
!
Qui
termina
il
giornalino
di
Gian
Burrasca
;
ma
non
terminano
qui
,
naturalmente
,
le
sue
monellerie
e
le
sue
avventure
,
e
a
me
che
ho
impresa
la
pubblicazione
di
queste
memorie
corre
almeno
l
'
obbligo
immediato
di
completar
la
narrazione
dell
'
avventura
elettorale
rimasta
interrotta
sul
più
bello
...
o
sul
più
brutto
,
secondo
il
punto
di
vista
politico
-
sociale
dei
miei
piccoli
lettori
.
Infatti
proprio
in
una
questione
politico
-
sociale
andò
a
incappare
il
nostro
povero
Giannino
Stoppani
,
e
non
è
da
far
le
meraviglie
se
la
sua
buona
fede
fu
tradita
da
tutte
le
parti
e
ogni
suo
calcolo
da
cima
a
fondo
sbagliato
.
Vero
è
che
il
direttore
dell
'
Unione
Nazionale
accolse
come
aveva
promesso
la
rettifica
rimessagli
da
Gian
Burrasca
,
ma
il
titolo
dell
'
articolo
in
cui
essa
comparve
basta
a
rivelare
il
secondo
fine
cui
si
faceva
servire
il
riconoscimento
della
verità
.
L
'
articolo
era
intitolato
:
L
'
avvocato
Maralli
libero
pensatore
in
città
e
bigotto
in
campagna
,
e
in
esso
alla
dichiarazione
di
Giannino
Stoppani
si
faceva
seguire
la
descrizione
del
matrimonio
religioso
di
sua
sorella
col
Maralli
fedelmente
ricopiata
dal
Giornalino
e
si
concludeva
col
dipingere
il
candidato
socialista
come
un
opportunista
della
peggiore
specie
,
non
spinto
da
altre
molle
in
ogni
sua
attitudine
nell
'
agone
politico
che
da
quelle
di
un
volgare
interesse
e
di
una
smodata
ambizione
.
In
casa
Stoppani
la
notizia
di
questa
tragedia
elettorale
giunse
di
prima
mattina
.
Il
babbo
di
Giannino
ricevé
il
numero
dell
'
Unione
Nazionale
,
con
quel
terribile
articolo
segnato
con
lapis
bleu
e
con
queste
parole
scritte
nel
margine
dall
'
avvocato
Maralli
.
-
"
Vostro
figlio
che
mi
aveva
già
rovinato
come
uomo
facendomi
perdere
l
'
eredità
di
mio
zio
e
come
professionista
facendomi
perdere
una
causa
importante
è
tornato
in
tempo
dal
Collegio
per
rovinarmi
nella
mia
carriera
politica
...
e
c
'
è
riuscito
perfettamente
!
"
-
La
tempesta
scoppiò
tremenda
sul
capo
del
povero
Gian
Burrasca
...
e
anche
più
in
giù
.
-
Ma
io
ho
detto
la
verità
!
-
gridava
egli
sotto
la
gragnuola
inaspettata
.
-
Io
credevo
di
far
bene
difendendolo
da
un
'
accusa
ingiusta
!
...
-
E
il
padre
,
mentre
la
gragnuola
rinforzava
:
-
Stupido
!
Rompicollo
!
I
ragazzi
,
non
devono
impicciarsi
nelle
cose
che
non
possono
capire
!
Cretino
!
Birbante
!
Sei
la
rovina
di
tutta
la
famiglia
!
...
-
E
certo
il
nostro
Giannino
non
poteva
capire
i
misteri
della
politica
per
i
quali
a
volte
la
difesa
fatta
da
un
'
anima
semplice
e
ingenua
può
recar
più
danno
di
un
'
offesa
lanciata
dall
'
anima
più
nera
e
perversa
.
Il
fatto
è
che
la
rivelazione
ch
'
egli
fece
all
'
Unione
Nazionale
e
che
questa
fece
al
pubblico
determinò
la
ribellione
contro
il
Maralli
di
una
frazione
del
suo
stesso
partito
e
i
partiti
che
a
quello
si
erano
alleati
,
e
il
giorno
dell
'
elezione
fu
ignominiosamente
sconfitto
.
Ma
non
basta
.
La
polemica
fra
l
'
Unione
Nazionale
e
il
Sole
dell
'
avvenire
sì
inacerbì
al
punto
che
non
bastando
più
tutte
le
male
parole
del
vocabolario
elettorale
italiano
si
passò
alle
bastonate
e
un
giorno
la
pasticceria
del
babbo
di
Gigino
Balestra
fu
teatro
di
una
zuffa
terribile
tra
moderati
e
socialisti
che
si
picchiarono
di
santa
ragione
,
dicendosi
le
cose
più
amare
su
un
terreno
cosparso
delle
cose
più
dolci
che
si
possano
immaginare
,
e
riducendosi
scambievolmente
in
uno
stato
compassionevole
e
anche
appetitoso
,
col
volto
ammaccato
pieno
di
bitorzoli
e
di
bioccoli
di
crema
,
annerito
da
ecchimosi
e
da
ditate
di
cioccolata
,
gocciolante
di
sangue
e
dì
alkermes
...
Ne
vennero
querele
da
ambe
le
parti
,
e
in
Tribunale
uno
dei
documenti
più
importanti
per
stabilire
l
'
origine
dei
fatti
dei
quali
si
discuteva
,
fu
appunto
il
Giornalino
di
Gian
Burrasca
che
il
direttore
dell
'
Unione
Nazionale
non
aveva
più
restituito
al
suo
legittimo
proprietario
e
che
rimase
poi
lungamente
dimenticato
fra
gli
incarti
della
Cancelleria
giudiziaria
,
ciò
che
non
farà
certo
maraviglia
a
chi
sa
come
tutto
della
Giustizia
italiana
sia
lungo
e
oblioso
.
Come
alla
fine
il
Giornalino
di
Gian
Burrasca
capitasse
tra
le
mie
mani
,
io
non
dirò
:
basti
sapere
che
io
,
che
ebbi
la
fortuna
di
scoprirlo
da
una
portinaia
moglie
d
'
un
usciere
del
Tribunale
mentre
ella
lo
leggeva
a
'
suoi
figliuoli
,
dovetti
durar
molta
fatica
e
spender
molti
quattrini
in
carta
bollata
per
ottenere
-
col
consenso
di
Giannino
Stoppani
-
la
restituzione
del
manoscritto
,
non
potendo
il
Tribunale
,
per
regolarità
,
consegnare
un
documento
processuale
né
a
Gian
Burrasca
che
era
proprietario
ma
era
minorenne
né
a
me
che
ero
purtroppo
maggiorenne
,
ma
non
ero
il
proprietario
.
E
neanche
questo
farà
maraviglia
a
chi
sappia
come
tutto
nella
Giustizia
italiana
sia
regolarmente
faticoso
e
costoso
...
Ho
detto
in
principio
che
non
terminato
col
Giornalino
le
avventure
di
Gian
Burrasca
...
Infatti
dopo
che
egli
ebbe
rovinata
la
posizione
politica
di
suo
cognato
,
il
suo
babbo
si
decise
a
rinchiuderlo
in
una
Casa
di
correzione
,
e
la
stessa
decisione
nello
stesso
tempo
era
presa
dal
babbo
di
Gigino
Balestra
che
,
come
avete
visto
,
era
stato
complice
necessario
nella
rettifica
recata
all
'
Unione
Nazionale
.
Sotto
questa
terribile
minaccia
i
due
ragazzi
concertarono
una
fuga
e
...
e
da
questo
punto
si
apre
un
altro
periodo
della
storia
di
Gian
Burrasca
che
vi
racconterò
un
'
altra
volta
.