Miscellanea ,
"
Tutto
è
stato
per
me
un
passare
tra
la
vita
per
giungere
a
completare
la
mia
anima
"
.
Tozzi
Premessa
Nel
presentare
un
nuovo
volume
del
Tozzi
non
ci
dovrebbe
essere
bisogno
di
aggiungere
parola
,
se
non
,
forse
,
per
spiegarne
le
origini
,
o
le
intenzioni
di
chi
ne
curò
la
stampa
.
Notando
le
incertezze
o
inesattezze
di
alcuni
giudizi
susseguitisi
in
molti
giornali
e
riviste
,
mi
sono
accorta
della
necessità
di
dare
a
conoscere
meglio
il
Tozzi
a
coloro
che
per
giudicare
della
sua
arte
debbono
riferirsi
unicamente
ad
opere
le
quali
,
perché
appartenenti
tutte
a
periodi
di
travaglio
e
di
lotta
,
dovrebbero
considerarsi
,
piuttosto
,
in
quanto
a
valore
psicologico
,
indici
di
stato
d
'
animo
transitori
che
di
realtà
spirituale
permanente
.
Distinzione
che
non
viene
fatta
quasi
mai
;
così
,
mentre
concorde
è
il
riconoscimento
della
perfezione
di
espressione
e
di
forma
raggiunta
nell
'
arte
dal
Tozzi
,
da
pochi
è
ammesso
che
questa
eccellenza
,
anzi
che
il
frutto
di
gravi
studi
o
paziente
tirocinio
,
sia
prima
di
tutto
,
in
ogni
sua
caratteristica
-
come
lucidità
scultorea
del
pensiero
,
acutezza
d
'
analisi
,
sincerità
di
sentimento
,
ecc
.
-
rivelazione
non
dubbia
di
una
poderosa
potenza
creatrice
,
predestinata
immancabilmente
ad
affermarsi
in
opere
di
valore
spirituale
universale
,
se
all
'
autore
fosse
stato
concesso
il
tempo
,
o
data
la
possibilità
,
di
compiere
la
propria
evoluzione
interiore
e
di
fermarsi
sulle
acquistate
certezze
.
Specialmente
,
guardando
all
'
opera
pubblicata
,
non
si
pensa
abbastanza
che
del
Tozzi
si
ha
,
si
può
dire
,
un
solo
periodo
di
produzione
e
relativamente
breve
;
perché
anche
le
cose
scritte
prima
:
Con
gli
occhi
chiusi
(
1912
)
,
Ricordi
di
un
impiegato
(
1910
)
,
ecc
.
,
furono
stampate
nel
1918
e
1920
,
ed
ebbero
,
perciò
,
nell
'
ultimo
rimaneggiamento
,
più
o
meno
,
l
'
impronta
di
questo
periodo
unico
.
E
in
quali
condizioni
d
'
animo
naturali
potesse
trovarsi
allora
il
Tozzi
per
potere
essere
obbiettivo
,
basti
,
tra
il
resto
,
pensare
che
,
artista
precoce
-
come
dal
presente
volume
-
avendo
al
sogno
d
'
arte
sempre
sacrificato
e
sottoposto
tutto
se
stesso
,
non
riusciva
che
allora
,
cioè
al
suo
trentaquattresimo
anno
d
'
età
,
e
soltanto
per
raccomandazione
,
a
farsi
aprire
i
battenti
di
una
Casa
Editrice
importante
!
Per
un
autore
fecondo
come
lui
-
lavorava
di
getto
,
con
vena
prodigiosa
,
riempiendo
cartelle
dietro
cartelle
quasi
le
ricevesse
dettate
-
ma
per
cui
il
consenso
o
successo
era
condizione
base
se
non
all
'
impeto
creativo
certamente
alla
facilità
di
produrre
,
ciò
che
questo
significò
non
è
facilmente
computabile
.
Ad
aiutare
,
dunque
,
uno
studio
sul
Tozzi
più
esteso
e
fedele
intesi
che
bisognava
pubblicare
altri
documenti
;
e
,
il
più
possibile
,
diretti
,
perché
non
si
avesse
sospetto
di
parzialità
o
di
esagerazione
.
Dovevano
,
quindi
,
necessariamente
,
essere
pagine
del
Tozzi
stesso
e
anche
,
per
quanto
si
poteva
,
libere
da
preoccupazioni
d
'
arte
.
Il
mio
primo
disegno
fu
di
comporre
con
dei
frammenti
inediti
,
scelti
tra
i
più
soggettivi
,
una
specie
di
autobiografia
.
Ma
,
cominciata
la
scelta
da
le
lettere
che
sono
quelle
che
formano
la
seconda
parte
del
presente
volume
,
mi
avvidi
che
sarebbero
state
esse
sole
sufficienti
a
dimostrare
limpidamente
l
'
anima
vera
del
Tozzi
.
Però
,
non
si
potevano
pubblicare
isolate
per
più
motivi
:
anzitutto
,
non
davano
della
vita
dell
'
autore
che
un
periodo
breve
;
poi
,
non
vi
era
abbastanza
sviluppata
la
parte
narrativa
,
e
,
infine
,
potevano
non
convincere
,
perché
troppo
esclusivamente
passionali
.
Mentre
,
indecisa
,
pensavo
al
modo
migliore
,
da
scegliere
,
per
completare
il
lavoro
,
inaspettatamente
venne
in
mio
contatto
una
persona
che
aveva
conosciuto
il
Tozzi
diciannovenne
.
Erano
stati
amici
,
ma
poi
,
separati
dalle
circostanze
,
dal
1903
non
si
erano
più
incontrati
,
e
né
l
'
uno
aveva
saputo
dell
'
altro
.
Risale
a
quell
'
epoca
lontana
uno
studio
analitico
sull
'
arte
del
Tozzi
fatto
da
questa
stessa
persona
,
sulla
sola
base
di
alcune
lettere
scritte
dal
Tozzi
ad
una
ignota
:
Annalena
;
e
da
esse
date
a
quest
'
amico
appunto
per
averne
un
giudizio
.
Lettere
che
egli
copiò
senza
che
il
Tozzi
né
l
'
Annalena
lo
sapessero
mai
.
Sono
quelle
che
formano
il
primo
gruppo
del
presente
,
di
cui
non
si
hanno
più
gli
originali
perché
distrutti
dal
Tozzi
con
altre
,
poco
dopo
scritte
.
Si
deve
,
dunque
,
alla
chiaroveggenza
del
caso
,
alla
devota
e
disinteressata
ammirazione
di
un
amico
che
esse
si
siano
conservate
e
concesse
a
integrare
la
presente
raccolta
.
Sono
le
più
importanti
perché
dell
'
epoca
la
più
remota
e
perché
appunto
in
esse
l
'
autore
si
è
lungamente
indugiato
a
descriversi
per
riuscire
a
farsi
conoscere
dall
'
ignota
alla
quale
scriveva
.
Con
l
'
insieme
dei
due
gruppi
,
così
,
si
ha
l
'
evolversi
di
quasi
tutta
la
prima
giovinezza
del
Tozzi
(
quella
che
si
può
dire
,
è
la
parte
fondamentale
della
vita
d
'
ogni
uomo
)
la
meno
conosciuta
,
dov
'
è
già
,
però
,
la
rivelazione
sicura
della
sua
inconfondibile
personalità
,
se
anche
adombrata
dalle
influenze
degli
autori
preferiti
.
Personalità
,
che
,
se
porta
le
stimmate
certe
delle
passioni
e
dei
sentimenti
che
si
dovranno
sviluppare
in
corso
di
tempo
e
farlo
soffrire
tanto
,
porta
anche
scolpiti
i
caratteri
di
quella
forza
con
la
quale
trionferà
poi
sempre
d
'
ogni
contagio
:
la
bontà
semplice
e
schietta
dell
'
animo
.
Perché
,
se
è
vero
che
Egli
fu
senza
remissione
e
più
che
non
si
creda
,
esposto
a
risentire
e
soffrire
tutte
le
influenze
,
le
più
disparate
,
a
partirsi
dalle
sensuali
e
passare
per
tutte
le
deviazioni
dello
spirito
(
dalle
nichiliste
-
tra
cui
le
reazionarie
cattoliche
e
le
reazionarie
bolsceviche
-
alle
malate
di
misticismo
nordico
;
dall
'
intellettualità
pretenziosa
e
gretta
di
provincia
alle
raffinatezze
ambiziose
dei
cerebrali
intriganti
della
capitale
;
dalla
mondanità
frivola
fino
alle
compiacenti
esibizioni
spiritistiche
)
;
è
pure
anche
certo
che
si
trattò
sempre
di
aberrazioni
momentanee
,
le
quali
se
lo
turbarono
non
lo
modificarono
,
mai
,
sostanzialmente
.
Nella
scelta
dei
brani
,
oltre
lo
scopo
fondamentale
,
cercai
di
raggiungere
anche
quello
di
una
lettura
che
interessasse
per
se
stessa
:
da
qui
la
forma
a
diario
e
la
concessione
di
alcuni
particolari
non
strettamente
necessari
.
Dichiaro
che
nella
compilazione
delle
note
non
guardai
tanto
a
una
chiarificazione
immediata
quanto
all
'
occasione
che
mi
si
porgeva
per
sottolineare
sentimenti
o
fatti
d
'
importanza
biografica
.
Vinsi
la
naturale
ritrosia
a
pubblicare
pagine
intime
con
la
coscienza
di
un
dovere
da
compiere
:
quello
di
restituire
al
Tozzi
,
e
alla
sua
più
nobile
fama
,
cosa
che
gli
appartiene
.
Del
resto
considero
impossibile
sbagliare
:
di
attori
,
in
quest
'
opera
come
in
qualche
altra
del
Tozzi
,
ce
n
'
è
uno
solo
:
l
'
autore
.
Non
m
'
illudo
che
la
storia
troppo
ingenua
e
semplice
,
passi
senza
incontrare
sogghigni
:
roba
d
'
altri
tempi
,
roba
superata
!
Ma
le
generazioni
non
nascono
adulte
.
Ci
sono
dei
giovani
oggi
;
ci
saranno
domani
-
e
tra
essi
il
figlio
di
Tozzi
.
A
loro
dedico
il
libro
.
EMMA
TOZZI
Parte
prima
Da
Siena
,
a
Siena
27
novembre
1902
(
A
)
.
Veramente
non
dovrei
scriverle
,
dal
momento
che
alla
mia
prima
lettera
Ella
non
ha
né
meno
risposto
...
Ma
non
posso
ritenere
il
vivo
desiderio
che
ho
di
comunicare
così
con
una
donna
che
io
non
conosco
,
forse
trasportato
dalla
novità
stessa
di
questo
fatto
.
Le
dissi
che
avrei
desiderato
essere
uno
fra
i
suoi
corrispondenti
,
per
avere
agio
di
studiare
il
carattere
di
una
giovane
donna
.
Riconosco
di
aver
mostrato
troppo
rudemente
il
mio
scopo
facendolo
apparire
privo
di
ogni
grazia
.
Spero
di
rimediare
con
la
presente
dicendole
che
io
vorrei
conoscere
le
sue
impressioni
su
l
'
arte
senese
;
intendo
dire
su
quanto
di
artistico
esiste
in
Siena
,
specialmente
nelle
chiese
,
dove
si
trovano
veramente
tesori
di
pitture
e
di
sculture
quasi
obliati
dall
'
indifferenza
.
Io
che
ho
diritto
di
chiamarmi
un
artista
,
come
Ella
potrebbe
riconoscere
accettando
la
mia
proposta
,
ho
passato
molto
tempo
a
contemplare
tali
capolavori
,
rapito
nell
'
idea
istessa
che
l
'
artista
aveva
saputo
infondere
nel
suo
soggetto
.
Vorrei
che
Ella
mi
dicesse
-
per
esempio
-
l
'
affresco
tale
che
trovasi
nella
chiesa
tale
,
mi
piace
specialmente
perché
ha
questa
maniera
,
ecc
.
Riconosco
che
così
non
le
posso
essere
chiaro
.
Ma
in
ogni
modo
Ella
dev
'
essere
capace
di
afferrare
il
mio
concetto
e
di
apprezzarlo
.
Le
scrivo
in
un
momento
in
cui
non
potrei
fare
di
meglio
perché
(
glielo
voglio
dire
)
sono
in
un
...
caffè
dove
,
d
'
intorno
a
me
,
si
giuoca
,
si
grida
,
si
bestemmia
,
si
sputa
...
Un
mio
amico
m
'
interrompe
per
voler
sapere
quello
che
io
scrivo
,
ma
con
un
pugno
lo
ricaccio
al
suo
posto
e
continuo
a
scrivere
,
Questo
accenno
rapidissimo
le
darà
così
un
'
idea
del
mio
modo
di
fare
facendole
conoscere
un
lembo
della
mia
vita
e
in
qual
ambiente
si
svolga
.
Ma
non
mi
creda
un
triviale
!
Nella
rozzezza
degli
atti
esteriori
,
conservo
intatta
la
purità
della
mia
anima
a
cui
non
giungono
se
non
le
armonie
...
(
1
)
4
dicembre
1902
.
Non
ho
potuto
rispondere
subito
alla
sua
grata
perché
mi
trovavo
fuori
di
Siena
a
tessere
uno
dei
più
deliziosi
idillii
con
la
mia
...
Mimì
(
B
)
.
Quindi
sono
certo
di
trovare
presso
di
lei
il
perdono
e
il
desiderio
di
spendere
un
altro
soldo
per
scrivermi
un
'
altra
volta
.
Ecco
:
io
penso
che
Ella
abbia
notato
quella
mano
mentre
stava
pregando
.
Non
è
vero
?
Se
così
è
,
non
posso
lodarla
come
religiosa
né
non
ammettere
che
Ella
sia
una
brava
e
intelligente
signorina
come
se
ne
trovano
poche
.
Non
per
la
ragione
di
aver
rilevato
quel
grossolano
difetto
di
figurazione
,
che
sarebbe
ben
poca
cosa
;
ma
perché
da
quello
facilmente
si
comprende
come
i
suoi
occhi
devono
essere
animati
da
una
curiosità
nobilissima
(
2
)
.
Quel
dipinto
del
Casolani
è
uno
dei
peggiori
,
sia
pel
colorito
che
pel
disegno
.
Non
sono
stato
a
rivederlo
dopo
la
sua
lettera
per
una
ragione
semplicissima
,
che
dietro
i
vetri
delle
finestre
che
sono
lì
di
fronte
alla
chiesa
,
potrebbe
esservi
la
fronte
ridente
di
Annalena
.
Però
mi
ricordo
bene
della
chiesa
.
Anzi
le
dirò
che
se
io
fossi
un
credente
non
andrei
a
pregare
lì
dentro
.
Per
me
ci
vorrebbero
delle
chiese
più
grandi
,
capaci
di
darmi
impressione
ed
immagini
.
S
.
Quirico
(
parlo
della
chiesa
)
è
un
aborto
dell
'
arte
.
Che
potevan
far
di
più
il
Salimbeni
,
il
Casolani
e
magari
anche
il
Vanni
?
Per
me
questi
tre
artisti
e
i
minori
che
furono
della
scuola
loro
,
non
meriterebbero
di
essere
ricordati
.
Badiamo
:
a
proposito
del
Vanni
parlo
di
quello
che
ha
dipinto
a
S
.
Quirico
e
non
dell
'
altro
che
ha
lavorato
anche
in
Duomo
nella
cappella
di
S
.
Ansano
,
alla
sinistra
di
chi
entra
,
al
lato
dell
'
altar
maggiore
.
Il
Salimbeni
poi
è
il
più
incapace
di
tutti
.
Basta
vedere
i
lavori
che
ha
fatto
nella
Chiesa
di
S
.
Spirito
.
Che
roba
!
Degna
di
stare
vicina
alle
carceri
.
Il
Casolani
ha
qualche
cosa
di
buono
.
Per
esempio
,
al
Carmine
c
'
è
il
supplizio
di
S
.
Bartolommeo
,
che
,
toltane
la
troppa
aridezza
,
è
riuscito
lodevolmente
.
Questa
volta
le
scrivo
tra
una
forchettata
e
l
'
altra
di
pasta
al
sugo
e
non
ho
avuto
voglia
di
consultare
alcun
libro
o
le
mie
note
,
per
sfoggiare
il
mio
patrimonio
artistico
.
Ho
scritto
così
alla
buona
,
distendendo
in
periodi
quello
che
mi
veniva
a
mente
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
la
prego
a
riscrivermi
,
indicandole
di
visitare
la
Chiesa
del
Convento
dell
'
Osservanza
,
quasi
l
'
unica
che
accolga
bellezze
artistiche
di
diverse
scuole
.
Ci
vada
.
Non
badi
al
fango
.
Poi
me
ne
parli
.
Il
prossimo
lunedì
andrò
alla
Posta
.
Badi
:
non
mi
faccia
fare
il
viaggio
invano
.
8
dicembre
1902
.
Per
tutto
il
fascino
che
sento
per
lei
mi
perdoni
quello
che
sono
per
scrivere
!
Questa
volta
non
la
terrò
allegra
,
son
certo
.
Non
tutti
i
giorni
della
mia
vita
hanno
il
riso
della
giovinezza
e
la
gioia
di
un
cuore
soddisfatto
.
Una
volta
gli
angeli
scendevano
volentieri
dai
loro
troni
lucenti
per
consolare
gli
uomini
,
ma
ora
,
ohimè
,
la
sola
leggenda
ci
rimane
per
rimpiangerli
.
Io
devo
,
signorina
,
lavorare
più
di
lei
.
Ella
forse
nel
lavoro
trova
una
soddisfazione
,
le
sue
mani
sui
fiori
di
qualche
ricamo
,
hanno
più
fortuna
delle
mie
.
A
Lei
la
tranquillità
soffusa
nel
salottino
elegante
,
nella
luce
temperata
e
nel
tepore
:
a
me
,
Ella
lo
indovina
,
una
stanza
brutta
assai
volgare
,
per
valermi
di
un
aggettivo
di
moda
,
dove
solo
i
miei
sogni
pieni
di
fantasmi
e
di
suggestioni
come
le
visioni
pallide
di
frati
medioevali
,
danzano
intorno
vanamente
.
Se
Ella
mi
vedesse
con
la
fronte
posata
dentro
il
cavo
trepido
di
una
mano
,
guardare
dolcemente
lungo
le
righe
d
'
una
pagina
stampata
,
inseguendo
nel
volo
ardente
e
silenzioso
della
mia
anima
una
immagine
incantevole
,
oh
!
Ella
non
riderebbe
!
I
miei
segreti
,
Ella
non
li
conosce
;
ed
è
bene
.
Ho
bisogno
di
dirle
che
le
mie
lettere
sono
come
le
stoffe
orgogliose
che
coprono
l
'
ossa
d
'
un
disperato
?
Forse
Ella
non
mi
crederebbe
.
Ma
è
così
.
Sì
,
nella
corsa
ardente
della
mia
vita
,
che
pulsa
nelle
mie
vene
irrequiete
e
anelanti
,
nel
pensiero
angoscioso
che
m
'
invade
,
mi
troverebbe
or
dubbioso
,
scettico
,
magari
beffardo
.
Ma
non
lo
sono
.
Anch
'
io
ho
bisogno
più
d
'
altri
della
finzione
,
della
finzione
che
piace
,
sa
!
Ella
pensa
:
questo
...
Rodolfo
ha
bisogno
d
'
un
soldo
?
Io
le
rispondo
gridando
:
no
,
no
!
Ho
bisogno
d
'
illusioni
,
io
che
penso
con
Max
Nordau
che
l
'
illusione
è
il
migliore
dei
beni
dello
spirito
umano
.
Come
vede
,
sono
contento
di
un
paradosso
!
Ride
?
Il
fumo
del
mio
ponce
è
un
'
evanescenza
che
sale
nell
'
Invisibile
...
Le
mie
digestioni
-
molto
differenti
dalle
sue
,
o
signorina
-
sono
necessarie
-
sono
la
base
prima
del
Necessario
...
Come
vede
,
questo
misticismo
,
a
cui
pochi
credono
,
mi
domina
interamente
.
Ride
?
Io
invece
mi
faccio
più
serio
.
Conosce
il
Cyrano
?
-
Diamine
!
Allora
queste
parole
non
le
possono
essere
sfuggite
:
".............non,
merci
!
Mais
...
chanter
,
Rêver
,
rire
,
passer
,
être
seul
,
être
libre
,
Avoir
l
'
oeil
qui
regarde
bien
,
la
voix
qui
vibre
,
Mettre
,
quand
il
vous
plaît
,
son
feutre
de
travers
,
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
..
N
'
écrire
jamais
rien
qui
de
soi
ne
sortît
,
Et
modeste
,
d
'
ailleurs
,
se
dire
:
mon
petit
,
Sois
satisfait
des
fleures
,
des
fruits
,
même
des
feuilles
,
Si
c
'
est
dans
ton
jardin
à
toi
que
tu
les
cueilles
!
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
..
....
....
....
....
....
....
....
....
....
....
..
Déplaire
est
mon
plaisir
.
J
'
aime
qu
'
on
m
'
haïsse
"
.
Ora
,
meno
il
suo
intelletto
o
il
...
suo
naso
,
io
ho
il
cuore
di
Cyrano
!
Se
ho
scritto
le
due
lettere
in
un
caffè
e
in
una
trattoria
,
non
è
perché
io
passi
tutto
il
giorno
a
bere
caffè
o
a
mangiare
porzioni
di
pasta
asciutta
,
ma
perché
scrivendole
lì
,
mi
piaceva
di
più
.
Mi
vuole
più
sincero
?
Lo
so
,
a
volte
,
anzi
spesso
,
la
sincerità
non
piace
alle
donne
,
perché
essa
ha
la
disgrazia
di
essere
troppo
rude
;
per
Annalena
dovevo
fingermi
un
elegante
col
naso
pieno
di
aromi
e
co
'
baffi
tirati
in
su
...
Ma
che
vuole
,
io
conosco
e
gusto
altri
passatempi
!
E
poi
-
ci
creda
-
non
è
questione
di
volgarità
,
è
questione
...
d
'
appetito
.
Con
ciò
,
si
capisce
,
io
non
voglio
urtarmi
con
lei
.
Se
mi
scappa
qualche
sgarbatezza
mi
perdoni
,
ché
all
'
infuori
della
mia
Mimì
non
conosco
altre
donne
.
Ci
crede
?
Non
posso
spiegarmi
.
Lasciamo
andare
le
chiese
!
Stiamo
pure
all
'
aria
libera
,
respirando
liberamente
altre
aure
.
Per
un
momento
posso
lasciare
anche
il
diletto
dell
'
arte
religiosa
,
ché
poco
danno
me
ne
viene
.
Ma
non
ci
partiamo
dall
'
arte
.
E
dicendo
così
,
questa
volta
,
intendo
di
esprimermi
in
una
concezione
latissima
che
tutte
le
forme
dell
'
arte
comprende
.
Le
piace
notomizzare
con
me
questa
manifestazione
dell
'
intelletto
?
Posso
essere
importuno
e
insistente
quanto
lo
è
una
zanzara
,
ma
non
per
questo
cedo
alla
speranza
d
'
avere
corrispondenza
con
Lei
!
Le
pare
?
Nel
tempo
che
scrivo
una
lettera
non
sento
manco
il
freddo
della
mia
stanza
!
11
dicembre
1902
,
ore
18
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sì
,
io
credo
che
ella
m
'
abbia
compreso
e
che
desideri
conoscere
a
fondo
tutto
il
segreto
dell
'
anima
mia
,
con
la
voluttà
ingenua
di
una
innamorata
.
Ed
io
l
'
appagherò
con
la
fede
di
un
mistico
.
Però
,
che
mai
abbia
da
pentirmi
dell
'
orecchio
d
'
Annalena
!
Le
mie
lettere
saranno
come
i
petali
della
mia
anima
,
strappati
l
'
uno
dopo
l
'
altro
e
sparsi
in
grembo
ad
una
donna
che
lo
sconosciuto
mi
fa
somigliare
a
una
nova
Melisenda
,
non
di
Tripoli
.
E
parlerò
ancora
di
quella
Mimì
perché
Ella
,
nel
profilo
morale
,
colga
gl
'
incanti
di
una
giovine
che
non
disdegnerebbe
ad
amica
.
Ma
creda
a
tutto
quello
che
io
le
scrivo
!
La
menzogna
m
'
appare
come
il
peggiore
dei
mostri
,
che
dell
'
alito
pestifero
dell
'
umanità
vive
e
si
nutre
.
Ma
la
credo
immortale
e
invincibile
come
lo
erano
quelle
antiche
Sfingi
che
gli
Orientali
avevano
create
in
una
delle
loro
aberrazioni
fantastiche
e
che
,
pur
tuttavia
,
sovrastavano
fatalmente
a
'
destini
degli
uomini
.
Oggi
queste
Sfingi
non
sono
morte
.
Vivono
spiritualmente
nelle
nostre
abitudini
viziose
,
ne
'
nostri
pensieri
,
e
il
bagliore
de
'
loro
occhi
spaventa
i
buoni
.
Per
questo
non
amare
la
verità
?
Ah
,
no
;
mai
!
Mi
attorciglio
ad
essa
,
come
un
'
edera
che
sfida
primavere
ed
inverni
.
Con
me
,
un
'
altra
pianta
intreccerà
le
foglie
e
dall
'
alto
guarderà
eternamente
il
cielo
,
rapita
nell
'
estasi
di
tanta
bellezza
.
Ed
Ella
?
(
3
)
13
dicembre
1902
,
ore
20
.
Quando
sono
per
scriverle
non
mi
preoccupo
mai
di
ritrovare
l
'
intonazione
precedente
;
non
sono
io
che
comando
,
ma
le
mie
passioni
che
lascio
passare
come
un
pastore
assopito
guarda
l
'
acqua
che
corre
.
Così
,
a
seconda
del
diverso
umore
in
cui
mi
trovo
,
esse
sono
tristi
o
liete
,
dolci
o
amare
,
odiose
o
amorevoli
.
In
fondo
,
si
capisce
,
sono
sempre
il
medesimo
:
soltanto
il
campo
marginale
della
mia
coscienza
è
quello
che
si
muta
,
perché
esposto
direttamente
alle
impressioni
esteriori
;
ma
,
naturalmente
,
il
mio
io
non
oscilla
.
Stasera
,
per
esempio
,
sono
più
disposto
ad
esporre
un
'
analisi
psicologica
,
che
a
cercar
fiori
in
immagini
e
fantasmi
.
Ciò
dipende
dal
fatto
che
tutto
il
giorno
ho
letto
un
libro
dello
psicologo
americano
James
,
ossia
Gl
'
ideali
della
Vita
.
Mi
riuscirebbe
imperfetto
e
faticoso
cambiare
tal
modo
di
associare
le
idee
mie
...
Forse
,
nel
corso
della
lettera
,
pensando
specialmente
che
io
sto
scrivendo
ad
una
signorina
,
e
che
non
devo
sperdermi
inutilmente
in
discussioni
di
un
'
indole
disadatta
,
è
facile
che
lentamente
ritorni
a
quello
che
mi
piace
di
più
:
alla
poesia
.
Se
ciò
non
chiama
sincerità
io
non
so
quello
che
dovrò
dire
.
Perché
è
un
caso
curioso
che
a
me
,
forse
più
sincero
di
ogni
altro
(
per
carità
non
pensi
che
io
voglia
dir
male
d
'
alcuno
)
,
Ella
non
sappia
trovare
un
sentimento
completo
di
fiducia
.
O
quella
Mimì
?
Io
non
l
'
avrei
più
portata
in
campo
se
Ella
,
nella
seconda
lettera
,
mi
pare
,
non
l
'
avesse
creduta
...
È
stato
per
un
bisogno
istintivo
di
protezione
e
di
difesa
che
io
ho
speso
alcune
parole
,
per
essa
.
Del
resto
la
mia
Mimì
,
che
non
potrebbe
né
meno
immaginare
d
'
occupare
l
'
attenzione
sua
,
non
l
'
avrei
più
tolta
dal
segreto
ripostiglio
del
mio
cuore
.
E
le
dà
da
pensare
?
Perché
?
Veda
,
se
Ella
non
mi
credesse
ancora
quello
che
realmente
sono
,
sa
che
farei
?
Rinuncerei
da
me
stesso
ad
ottenere
una
corrispondenza
,
ed
invece
del
solito
pseudonimo
metterei
il
mio
nome
senza
timore
e
senza
vergogna
.
La
prego
di
non
dirmi
più
a
quel
modo
,
che
lo
faccio
da
vero
!
In
quanto
poi
ad
essere
caduto
in
varie
contraddizioni
non
mi
pare
giusto
,
anzi
sono
certo
del
contrario
,
ché
ho
la
coscienza
d
'
aver
parlato
sempre
sinceramente
.
Mi
chiede
Ella
:
perché
con
tanta
insistenza
cerca
di
mettersi
meco
in
relazione
se
ha
la
possibilità
di
espandere
in
un
altro
cuore
fidato
i
tesori
della
sua
anima
?
Questa
domanda
non
doveva
essere
fatta
.
Le
chiedo
io
:
perché
con
tanta
insistenza
cerca
di
non
mettersi
meco
in
relazione
se
ha
la
possibilità
di
espandere
in
un
cuore
fidato
i
tesori
della
sua
anima
?
Probabilmente
come
le
rispondo
io
,
ossia
...
stando
zitta
!
Ora
,
perdoni
la
troppa
confidenza
che
mi
prendo
con
queste
chiacchiere
(
o
ragionamenti
se
vuole
)
,
ma
non
ne
posso
fare
a
meno
dal
momento
che
Ella
non
mi
ha
risparmiato
.
Scommetto
che
questa
volta
mi
trova
...
di
un
altro
carattere
...
È
vero
?
Di
un
carattere
pessimo
,
un
po
'
acre
,
disadorno
.
Oh
,
non
tutti
i
giorni
sono
uguali
!
Oggi
mi
vesto
di
lana
ché
nevica
;
domani
di
tela
,
ché
splende
un
bel
sole
:
ma
le
vesti
sono
sempre
le
mie
.
Una
volta
scrivendo
a
un
mio
amico
e
parlandogli
del
mio
primo
amore
(
che
allora
da
poco
tempo
avevo
perso
e
che
era
passato
dinanzi
a
gli
occhi
abbagliati
del
mio
cuore
come
un
astro
nella
notte
profonda
della
mia
ingenuità
)
tra
le
altre
cose
io
gli
dicevo
:
"
È
tanto
dolce
il
primo
amore
!
Ignoriamo
la
donna
e
la
si
ama
per
conoscerla
.
Questa
ingenuità
da
Dafni
è
così
soave
che
non
si
dimentica
più
.
I
primi
baci
!
Il
mistero
che
si
svela
!
Sorprese
della
gioventù
sempre
rosee
!
Quando
la
si
guarda
negli
occhi
,
che
ebbrezza
!
La
mia
donna
aveva
gli
occhi
neri
;
ma
io
non
sono
stato
mai
capace
di
scrutarli
perché
m
'
abbagliavano
e
tremavo
.
Se
io
dovessi
descrivere
il
suo
viso
non
potrei
.
Ne
ho
avuta
sempre
,
una
sensazione
scompigliata
,
meravigliosa
.
Ecco
:
chiudendo
gli
occhi
la
rivedo
,
ma
non
bene
.
Riconosco
la
guancia
tanto
bianca
come
un
petalo
di
rosa
,
e
la
bocca
leggermente
rosea
,
sempre
atteggiata
ad
un
sorriso
calmo
,
incantevole
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Deliziosa
!
Deliziosa
!
Fa
che
ti
ribaci
,
che
le
mie
mani
scorrano
sui
tuoi
capelli
tanto
neri
,
pieni
di
profumi
come
fiori
selvaggi
:
pieni
di
dolcezze
ignote
.
Ma
tu
non
arrossisci
più
,
quando
mi
vedi
.
Io
ti
sono
indifferente
.
È
vero
?
Pensi
che
me
ne
dolga
?..."
Non
so
a
lei
che
impressione
hanno
fatto
queste
parole
;
a
me
,
rileggendole
prima
e
riscrivendole
,
sono
parse
non
più
vere
,
anzi
esagerate
.
Ora
devo
forse
dire
che
due
anni
fa
,
scrivendole
,
non
ero
sincero
?
La
risposta
non
è
dubbia
.
Potrei
riportare
a
mio
comodo
una
infinità
di
documenti
psicologici
,
ché
io
ho
la
buona
abitudine
di
fermare
,
ogni
giorno
,
su
la
carta
,
quello
che
è
passato
nella
mia
anima
.
E
tutti
questi
documenti
proverebbero
come
non
solo
da
un
anno
ad
un
altro
si
cambia
interiormente
,
ma
come
di
giorno
in
giorno
le
nostre
associazioni
intellettive
si
trasformino
evolvendosi
in
poco
tempo
;
e
che
quindi
il
nostro
carattere
,
pur
rimanendo
fermo
sostanzialmente
l
'
io
,
assuma
tante
forme
quante
sono
le
circostanze
esteriori
e
cause
interiori
che
entrano
in
giuoco
a
modificarlo
.
Un
'
altra
volta
,
per
esempio
,
parlare
di
queste
cose
mi
parrebbe
troppo
fatica
e
mancando
una
necessità
a
influire
su
la
decisione
della
mia
volontà
,
preferirei
o
parlare
d
'
altre
cose
o
valermi
d
'
altri
materiali
.
E
per
questo
Annalena
direbbe
che
lo
non
sono
lo
stesso
?
Adesso
le
chiedo
scusa
della
noia
che
devo
averle
procurata
.
Lo
so
,
certe
conversazioni
richiedono
uno
sforzo
particolare
d
'
attenzione
che
snerva
e
che
spiace
.
Ma
...
la
colpa
è
un
po
'
sua
!
In
ogni
modo
Le
prometto
però
che
in
seguito
terrò
tutt
'
altro
contegno
.
Specialmente
quando
avrò
anch
'
io
qualche
segretuccio
di
Lei
.
Non
è
vero
?
Dunque
...
m
'
assolva
.
17
dicembre
1902
,
ore
18
.
Giobbe
avrebbe
avuto
meno
pazienza
di
me
!
Tuttavia
non
mi
sono
adirato
della
sua
letterina
,
perché
l
'
ho
trovata
abbastanza
spiritosa
;
e
lo
spirito
mi
piace
,
specialmente
quando
in
parte
...
è
meritato
.
Perciò
le
dico
subito
quello
che
ho
creduto
o
sperato
e
credo
e
spero
di
trovare
in
Annalena
.
Ecco
:
un
giorno
Rodolfo
che
era
in
bottega
del
suo
barbiere
,
legge
...
che
c
'
è
una
signorina
senese
che
accetterebbe
corrispondenza
epistolare
(
C
)
.
Rodolfo
pensa
:
ciò
non
l
'
aspettavo
e
mi
piace
;
non
mi
perderò
sulla
scelta
dell
'
argomento
,
che
sono
felice
in
ogni
modo
quando
una
signorina
rubi
al
mio
cuore
!
E
bene
,
le
scrive
e
le
dice
:
"
vorrei
essere
uno
de
'
suoi
corrispondenti
,
per
conoscere
il
carattere
di
una
giovine
donna
"
.
Imposta
la
lettera
e
più
tardi
riflette
:
-
che
bestia
!
non
mi
risponderà
,
perché
è
impossibile
che
una
donna
risponda
a
certe
curiosità
.
Rodolfo
aspetta
due
...
tre
giorni
e
la
risposta
non
viene
.
Allora
riscrive
e
le
propone
una
discussione
su
l
'
arte
sacra
,
esistente
in
Siena
.
Peggio
che
peggio
!
Ma
non
si
perde
di
coraggio
!
propone
un
tema
più
vasto
;
una
discussione
generica
su
l
'
arte
.
Peggio
che
peggio
!
E
allora
?
Signorina
Annalena
,
a
Rodolfo
non
rimarrebbe
che
abbassare
la
coda
-
se
l
'
avesse
-
e
andarsene
.
Ma
...
no
!
In
sostanza
che
cosa
le
ha
chiesto
senza
mai
stancarsi
?
Di
confondere
i
suoi
sogni
,
di
respirare
un
po
'
di
tempo
insieme
,
di
confondere
il
rumore
dei
nostri
cuori
in
un
solo
.
Alle
conseguenze
poi
non
vi
ha
mai
pensato
.
Chi
s
'
occupa
di
certe
conseguenze
?
A
Rodolfo
l
'
onda
libera
dell
'
anima
sgorgante
senza
fine
nel
mare
delizioso
della
fantasia
;
a
Rodolfo
que
'
giuochi
di
pensiero
che
fanno
sorridere
i
più
e
che
incantano
i
poeti
,
come
i
rosignoli
i
viatori
.
Chi
s
'
occupa
del
rimanente
?
Ma
Annalena
-
ora
sono
io
che
faccio
la
domanda
-
è
da
vero
fatta
come
Rodolf
?
Se
sì
,
perché
tanti
dubbi
e
tante
riluttanze
?
Se
no
,
perché
non
troncargli
la
speranza
di
aver
trovato
quella
che
,
senza
saperlo
,
l
'
anima
di
Rodolfo
aspettava
?
Se
Rodolfio
non
avesse
trovato
tanta
opposizione
,
il
colloquio
sarebbe
già
cominciato
.
Ella
si
duole
di
non
aver
conosciute
le
sue
brame
...
La
contento
io
,
abusando
delle
confidenze
che
il
mio
protetto
Rodolfo
mi
ha
fatte
.
Egli
,
come
tutti
i
pazzi
,
ha
un
'
idea
fissa
:
la
sua
è
quella
che
un
giorno
(
tra
un
anno
,
due
...
)
avrà
potuto
comporre
(
come
egli
dice
)
un
'
operuccia
drammatica
.
Il
soggetto
della
quale
-
benché
non
ancora
ben
sviluppato
,
come
egli
lo
sente
confusamente
-
l
'
ha
già
trovato
...
Ed
ora
su
ciò
mi
permetta
di
non
fare
più
altre
parole
,
ché
se
Rodolfo
lo
sapesse
guai
a
me
!
Ma
le
dirò
,
per
darle
un
documento
abbastanza
prezioso
su
di
lui
,
che
egli
è
iscritto
nel
partito
socialista
e
che
...
non
dico
altro
,
altrimenti
lo
riconosce
subito
!
Ora
è
contenta
?
Deve
anche
comprendere
che
se
Rodolfo
non
ha
un
carattere
ben
delineato
e
fermo
dipende
prima
di
tutto
dalla
sua
età
(
19
anni
)
e
dagli
studi
che
hanno
su
di
lui
una
grande
influenza
morale
,
a
seconda
degli
autori
di
cui
studia
il
pensiero
(
D
)
.
Deve
anche
comprendere
che
Rodolfo
non
ha
una
coltura
completa
,
benché
abbia
scorazzato
assai
,
più
che
nell
'
italiano
,
nella
letteratura
francese
e
tedesca
.
Adesso
la
parola
alla
signorina
Annalena
!
Dalla
camera
n
.
22
,
dell
'
albergo
de
'
Tre
Re
.
-
21
dicembre
1902
.
Per
una
strana
necessità
mi
trovo
in
questo
albergo
da
cinque
giorni
e
non
ne
sono
uscito
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Che
ho
fatto
in
questo
tempo
?
Che
fo
?
Da
un
amico
mi
sono
fatto
prestare
le
opere
drammatiche
di
Shakespeare
e
me
le
sono
lette
una
dietro
l
'
altra
,
con
l
'
avidità
insaziabile
di
un
assetato
.
A
punto
,
quando
ho
letto
la
sua
graditissima
lettera
,
stavo
ripassando
quell
'
immortale
monologo
di
Amleto
che
comincia
con
le
parole
:
Essere
ovver
non
essere
!
Da
quello
ho
subito
ricavato
...
il
tema
per
intavolare
la
nostra
conversazione
,
scartando
concezioni
scientifiche
o
religiose
o
morali
,
e
dicendo
è
più
bello
pensare
quel
mistero
che
noi
chiamiamo
anima
,
immortale
o
mortale
?
(
4
)
Amleto
dice
:
"
Morir
-
dormire
...
e
nulla
più
;
-
del
core
La
tortura
finir
con
questo
sonno
,
E
i
mille
strazi
che
natura
fece
Eredità
di
carne
.
Unico
è
dunque
La
putredine
amor
!..."
Questo
principe
infelice
preferisce
dunque
l
'
idea
di
una
morte
pagana
?
Lasciamo
andare
il
suo
particolare
umore
e
le
cagioni
che
l
'
hanno
indotto
a
ragionare
così
-
ché
da
un
caso
speciale
non
potremmo
trarre
un
concetto
generico
-
;
ma
badiamo
a
ciò
che
egli
dice
dopo
:
"
Chi
mai
vorria
La
sfera
e
l
'
onte
sopportar
del
tempo
,
Dell
'
oppressor
gli
oltraggi
,
o
del
superbo
La
contumelia
,
di
schernito
amore
L
'
angoscie
,
il
duro
della
legge
indugio
,
E
l
'
insolenza
de
'
ministri
,
e
il
vile
Dispregio
,
onde
ogni
tristo
al
paziente
Merito
insulta
,
s
'
ei
potesse
appena
Con
la
punta
saldar
dello
stiletto
Le
sue
partite
?
"
E
poi
continua
in
altre
considerazioni
concludendo
:
"
Se
non
fosse
il
terror
di
qualche
cosa
Dopo
la
morte
?
"
Vuol
dire
che
mettendoci
nelle
condizioni
patologiche
d
'
Amleto
veniamo
a
pensare
che
la
fede
nell
'
immortalità
dell
'
anima
è
bella
,
poiché
in
essa
si
nutre
la
speranza
di
una
vita
ineffabilmente
migliore
.
E
se
non
ci
fosse
questa
credenza
?
Che
forse
alcuno
più
sopportare
vorrebbe
la
sferza
e
l
'
onta
del
tempo
,
gli
oltraggi
dell
'
oppressore
,
ed
altre
sofferenze
e
calamità
?
Io
credo
di
sì
.
Anzi
tutto
,
per
prova
di
fatto
,
ché
pochi
credenti
si
consolano
mettendosi
dinanzi
agli
occhi
della
mente
il
panorama
del
paradiso
;
ma
tutti
trovano
nell
'
effondere
,
o
nella
puerizia
o
nella
gioventù
,
gl
'
incanti
dei
propri
desiderî
,
delle
splendide
speranze
,
gli
abbagli
delle
illusioni
,
la
tenerezza
di
un
affetto
,
il
godimento
fisico
di
una
bella
giornata
o
di
una
camminata
o
di
un
altro
piacere
,
la
soddisfazione
intellettuale
,
il
cibo
delizioso
all
'
istinto
di
conservarsi
in
vita
.
Ma
ciò
non
è
propriamente
nello
svolgimento
del
tema
.
Domandando
se
è
più
bella
l
'
immortalità
o
la
mortalità
dell
'
anima
,
voglio
indagare
qual
'
è
il
sentimento
che
ci
piace
,
se
quello
che
proviene
dalla
percezione
intellettiva
d
'
un
vivere
eterno
o
se
quello
del
contrario
.
Una
volta
,
dopo
aver
sofferto
una
lunga
malattia
-
ero
ancora
in
convalescenza
-
mi
capitò
di
trovarmi
solo
in
camera
.
Non
so
perché
guardandomi
nello
specchio
i
miei
occhi
si
inumidirono
ed
io
mi
volsi
a
guardare
un
piccolo
crocifisso
d
'
avorio
che
stava
su
la
parete
della
stanza
.
M
'
era
balenato
,
senza
che
l
'
aspettassi
,
il
fantasma
della
morte
e
con
esso
avevo
sentito
empire
il
mio
spirito
di
un
terrore
indicibile
.
Per
un
momento
mi
parve
di
aspirare
quell
'
odore
sacro
di
cadavere
,
e
vidi
le
mie
mani
farsi
ceree
e
m
'
immaginai
steso
in
un
letto
di
fiori
e
la
stanza
piena
di
fiamme
di
torce
.
Sentii
anche
piangere
mia
madre
e
mio
padre
,
la
donna
di
servizio
,
una
giovinetta
che
allora
amavo
e
due
amici
.
Strana
cosa
?
Pur
morto
non
avevo
perduto
i
sensi
!
Anzi
ero
contento
di
sapere
quello
che
intorno
a
me
si
faceva
.
Ma
poi
quando
pensai
che
mi
avrebbero
chiuso
dentro
una
cassa
e
portato
al
cimitero
,
dove
tante
volte
avevo
riso
e
scherzato
,
e
che
io
perdevo
tutto
,
cominciai
a
piangere
e
dicevo
rivolto
al
Cristo
:
-
"
Perché
,
perché
son
nato
?
Fammi
vivere
"
.
E
in
quel
momento
ero
pieno
di
dolcezza
e
di
umiltà
.
Oh
,
se
avessi
sperato
in
un
'
altra
vita
!
Ma
non
lo
potevo
perché
troppo
possente
era
il
distacco
da
tutto
quello
che
i
miei
occhi
avevano
veduto
.
E
quel
tormento
interiore
durò
lungo
tempo
.
Finalmente
mi
assopii
sopra
una
poltrona
:
quando
mi
svegliai
non
conservavo
che
un
ricordo
spaventoso
,
ma
tanto
lontano
che
presto
svanì
.
Oggi
quando
la
mia
anima
si
lascia
afferrare
da
quel
fascino
doloroso
dell
'
ignoto
,
ho
le
medesime
pene
.
Sembrami
di
scendere
per
una
spirale
senza
fine
,
spinto
a
viva
forza
dal
destino
,
udendo
il
grido
affannoso
di
mille
disperati
che
,
come
me
,
spariscono
in
quella
tomba
eternamente
aperta
in
cui
il
rumore
dei
nostri
corpi
rotolanti
,
a
pena
giunge
all
'
orecchio
.
E
fino
a
quando
?
Rivedremo
un
dì
le
nostre
ossa
?
E
i
nostri
teschi
ritorneranno
a
parlare
?
Oh
,
abissi
spaventosi
!
Oh
,
infinito
maligno
!
De
Musset
gridava
:
"
Réponds
-
moi
,
toi
qui
m
'
as
falt
naître
,
Et
demain
me
feras
mourir
!
"
Ma
nessuna
voce
rispose
.
Muto
è
il
cielo
,
muto
è
il
suo
Creatore
.
Siamo
dunque
dannati
come
un
gregge
di
pecore
a
guardare
stupidamente
la
terra
?
Ah
,
perché
,
o
Mistero
,
io
posso
vederti
e
non
posso
comprenderti
?
Perché
la
mia
anima
giunge
fino
a
te
,
anzi
è
desiosa
di
sentire
il
tuo
alito
che
le
dà
i
brividi
della
più
alta
voluttà
?
Sei
tu
un
'
allucinazione
del
pensiero
che
t
'
insegue
?
La
mia
Mimì
,
un
giorno
che
m
'
ero
lasciato
prendere
da
queste
tetre
fantasticherie
,
mi
chiuse
le
labbra
con
un
bacio
;
ed
io
non
vi
pensai
più
.
Soave
bocca
!
...
Ma
Ella
,
signorina
,
aspetta
la
mia
risposta
,
non
è
vero
?
Eccola
:
per
me
,
che
non
posso
credere
ad
una
vita
spirituale
eterna
(
pur
non
ritenendola
impossibile
)
è
penoso
ma
bello
il
pensare
che
la
nostra
anima
finirà
.
Attendo
la
sua
critica
.
Badi
però
-
come
Ella
vede
-
ho
escluso
dal
mio
sentimento
ogni
influenza
religiosa
o
atea
;
quindi
non
vorrei
essere
frainteso
.
E
...
basta
!
Perdonerà
se
alcuna
volta
mi
scapperà
qualche
parola
sconveniente
o
impertinente
.
Ma
,
desiderando
di
esprimermi
con
quelle
forme
che
più
mi
sembrano
adatte
al
mio
pensiero
,
non
credo
di
recarle
alcuna
offesa
.
In
ogni
modo
fin
da
ora
le
chiedo
perdono
per
sempre
.
Accetto
i
suoi
patti
e
desidero
che
anche
per
parte
sua
siano
osservati
,
specialmente
quello
che
riflette
il
caso
che
uno
di
noi
fosse
conosciuto
dall
'
altro
.
Troverà
la
mia
lettera
inferiore
all
'
aspettativa
!
Specialmente
nella
prima
parte
...
Vero
?
Me
lo
dica
.
Ho
piacere
di
conoscere
l
'
impressione
che
le
mie
lettere
le
fanno
.
La
sua
m
'
è
piaciuta
immensamente
per
quello
spirito
sparso
con
tanto
criterio
nelle
sue
pagine
.
Io
non
sarei
capace
.
28
dicembre
1902
.
Oggi
parlo
d
'
una
cosa
che
ho
avidamente
provata
e
sempre
provo
:
il
bisogno
d
'
amare
.
Quest
'
altra
volta
:
il
bisogno
d
'
essere
amati
.
Glielo
dico
perché
si
tenga
pronta
e
perché
possa
dirmi
nella
lettera
sua
se
tale
scelta
di
tema
le
piace
,
ché
altrimenti
Ella
stessa
lo
cambia
in
un
altro
suo
.
La
mia
paura
è
sempre
quella
di
proporle
conversazioni
che
non
possano
interessarla
quanto
interessano
me
.
Perciò
ho
desiderio
che
Ella
scelga
i
temi
e
per
prima
li
tratti
:
sono
certo
che
il
suo
gusto
sarà
conforme
al
mio
.
Per
esempio
,
nel
parlare
del
bisogno
di
amare
,
occorre
entrare
in
certe
intimità
psicologiche
che
la
potrebbero
offendere
,
ma
io
da
buon
cavaliere
sacrificherò
volentieri
alcune
parti
dello
svolgimento
del
tema
al
rispetto
che
dovrei
portare
ad
Annalena
.
Cosi
spero
di
comportarmi
come
devo
.
Amen
!
Io
ho
sofferto
due
mesi
la
fame
.
Non
ero
in
Siena
(
E
)
;
amici
non
ne
avevo
,
perché
tutti
quelli
che
mi
era
dato
avvicinare
,
non
mi
piacevano
...
Quando
siamo
affamati
ed
è
inverno
non
si
può
stare
in
casa
.
Io
me
ne
uscivo
e
andavo
sempre
alla
campagna
,
tutto
beato
quando
un
po
'
di
sole
splendeva
.
Era
un
pezzo
che
non
mi
ero
fatto
tagliare
la
lanuggine
del
mento
e
i
capelli
avevo
lunghi
e
riccioli
;
portavo
un
cappello
nero
a
larga
tesa
e
un
pastrano
alla
...
Rodolfo
,
spelacchiato
e
scolorito
.
La
quotidiana
sofferenza
m
'
aveva
procurato
un
'
aria
di
sognatore
,
dolorosa
.
Alle
donne
non
potevo
piacere
!
(
5
)
E
poi
io
ero
in
una
città
piena
di
brio
e
di
eleganza
,
dove
anche
le
ragazze
povere
rubano
le
occhiate
ai
principi
.
Si
figuri
io
che
non
sono
principe
,
come
m
'
estasiavo
dinanzi
a
una
bellezza
!
Col
tormento
fisico
che
m
'
infiacchiva
ed
esagerava
le
impressioni
estetiche
,
io
non
ero
padrone
di
lasciarmi
cadere
in
un
vortice
d
'
idee
senza
desiderare
l
'
amicizia
di
una
di
quelle
donne
che
per
un
momento
mi
avevano
affascinato
e
poi
erano
scomparse
nell
'
ombra
della
loro
vita
.
A
volte
alcune
di
esse
-
erano
lavoratrici
-
mi
producevano
una
pena
indicibile
:
mi
pareva
che
la
loro
giovinezza
dovesse
cadere
nell
'
abbrutimento
dell
'
insaziabilità
carnale
,
sfatte
lentamente
nella
corruzione
,
come
fiori
nel
fondo
di
un
'
acqua
.
Altre
le
avrei
volute
odiare
,
perché
m
'
apparivano
cattive
,
vane
;
ma
i
loro
occhi
erano
troppo
dolci
perché
non
mi
dessero
tanta
voluttà
,
quanto
ne
basta
ad
innamorare
un
uomo
.
Quelle
brutte
?
Chi
guarda
una
donna
brutta
?
Mi
facevano
compassione
;
ma
tuttavia
avrei
desiderato
che
anch
'
esse
fossero
amate
,
con
meno
squisitezza
di
sentimento
,
ma
bonariamente
da
un
onesto
operaio
.
In
quei
giorni
io
respiravo
tutte
quante
le
dolcezze
femminee
;
amavo
infinitamente
e
astrattamente
la
donna
,
con
tutta
l
'
ingenua
passione
di
cui
è
capace
il
mio
cuore
.
Era
la
fame
?
io
non
lo
so
.
È
un
fatto
che
se
io
fossi
stato
costretto
a
non
vedere
più
una
donna
,
ne
sarei
morto
di
desiderio
.
Come
esplica
Ella
questa
sentimentalità
?
(
6
)
7
gennaio
1903
.
Ella
ha
perfettamente
indovinato
il
mio
carattere
:
io
sono
d
'
un
temperamento
nervosissimo
,
eccitabile
fino
all
'
eccesso
;
capace
di
piangere
(
io
che
sono
ateo
)
dentro
una
chiesa
,
di
tremare
al
suono
d
'
una
musica
,
d
'
avere
illusioni
e
allucinazioni
.
La
mia
calligrafia
,
s
'
ella
ha
qualche
cognizione
grafologica
,
le
confermerà
quanto
le
ho
detto
.
Di
qui
-
come
Ella
ha
bene
osservato
-
-
quell
'
iperbolico
fascino
femmineo
che
sorse
in
un
momento
in
cui
una
sofferenza
fisica
lungamente
prolungata
metteva
il
mio
organismo
in
uno
stato
anormale
.
Del
resto
,
anche
ora
,
la
donna
,
per
me
,
nuota
dentro
un
infinito
d
'
idealità
da
cui
malamente
posso
togliere
il
mio
spirito
.
E
pure
dalla
donna
non
ho
avuto
che
amarezze
.
lo
amo
teneramente
la
mia
Mimì
,
ella
pure
mi
ama
.
Ma
la
sua
bocca
spesso
è
bugiarda
...
Non
so
perché
.
Il
bisogno
d
'
amare
è
innato
in
me
;
bisogno
strano
,
amaro
,
infelice
.
Una
donna
non
mi
farà
mai
contento
.
Siccome
io
l
'
amo
secondo
i
suoi
meriti
e
sento
l
'
amoroso
dovere
di
ricompensarla
in
più
,
quanto
più
ella
accresce
il
suo
affetto
tanto
più
io
accresco
il
mio
,
già
superiore
,
e
quindi
avrò
sempre
quel
senso
di
dispiacere
che
proviamo
quando
si
crede
di
non
essere
amati
bastantemente
.
Questo
è
il
mio
supplizio
di
Tantalo
...
È
inutile
che
cerchi
guarire
i
miei
nervi
con
bagni
di
letture
filosofiche
,
non
sarò
mai
capace
ché
la
mia
volontà
in
ciò
è
fiacca
.
Vede
Ella
che
dubitava
della
mia
sincerità
,
io
le
apro
lealmente
il
mio
cuore
e
le
ho
proposto
anche
di
discutere
su
questo
male
che
è
comune
a
noi
uomini
e
che
affligge
me
con
più
forza
.
A
un
certo
punto
della
sua
lettera
-
dopo
il
consiglio
d
'
invecchiare
-
c
'
è
questa
domanda
:
"
Il
suo
dialogo
con
l
'
impiegato
postale
,
me
lo
ha
dato
per
saggio
delle
sue
qualità
drammatiche
?
"
.
Questa
è
stata
una
freccia
scoccata
con
molta
maestria
,
ma
non
a
proposito
,
poiché
non
feci
che
trascrivere
quello
che
realmente
mi
accadde
la
prima
volta
che
usai
del
nome
di
Bernardo
...
Ella
,
lo
so
,
sarebbe
curiosa
di
conoscere
fino
a
qual
grado
può
spingersi
la
mia
abilità
,
ma
io
le
giuro
che
terrò
sempre
velato
il
mio
sapere
e
nascosti
quei
pochi
(
o
molti
)
criteri
d
'
arte
che
posseggo
.
Per
carità
,
non
mi
giudichi
dalle
lettere
che
io
le
mando
!
Se
comincio
ad
analizzare
tutti
i
periodi
è
difficile
che
non
trovi
in
ognuno
almeno
una
dissonanza
di
rettorica
.
Questo
non
lo
faccio
per
irriverenza
a
Lei
,
ma
le
dico
che
quando
scrivo
una
lettera
non
mi
curo
punto
né
poco
di
quello
che
la
punta
metallica
va
segnando
su
la
carta
:
è
un
'
altra
abitudine
che
io
della
nuova
bohème
non
mi
curo
di
perdere
.
Rilegge
Ella
le
lettere
che
mi
manda
?
Io
no
.
Se
sapesse
nella
mia
vita
piena
di
avventure
curiose
quante
viole
potrei
cogliere
per
profumare
la
mia
prosa
!
Ora
non
lo
faccio
,
ma
lo
farò
in
seguito
,
quando
i
miei
criteri
in
proposito
saranno
più
definiti
.
Veda
,
io
sono
socialista
ma
il
mio
socialismo
non
è
conforme
a
quello
dei
miei
compagni
...
Così
in
tutte
le
cose
per
una
originalità
della
quale
alcune
volte
mi
dolgo
,
perché
agli
occhi
degli
uomini
che
mi
giudicano
non
posso
mostrare
chiaramente
quello
che
valgo
.
Insomma
,
a
diciannove
anni
che
si
può
fare
?
Io
non
so
,
o
Annalena
,
quanti
ne
abbia
Ella
;
certo
dev
'
essere
più
vecchia
di
me
.
Vero
?
Quando
mi
risponde
,
mi
parli
un
po
'
del
bisogno
d
'
amare
che
sente
lei
,
perché
io
non
voglio
fare
la
parte
di
un
libro
aperto
:
voglio
leggere
anch
'
io
.
Non
è
giusta
?
....
.
ora
non
mi
faccio
indirizzare
le
lettere
a
casa
da
alcuno
,
non
avendo
domicilio
fisso
;
ma
vagolando
ora
in
questo
albergo
,
poi
in
quella
casa
,
ora
a
Siena
,
ora
in
un
altra
città
.
Ricevette
due
cartoline
da
Firenze
?
11
gennaio
1903
.
Ella
ha
finito
per
conoscermi
...
Ma
perché
non
faccia
dipendere
la
gamma
scapigliata
dei
miei
sentimenti
dalla
sola
costituzione
del
mio
temperamento
le
dirò
brevemente
come
io
vivo
.
Vivo
da
gran
signore
:
da
un
certo
tempo
sono
fuori
di
famiglia
,
padrone
di
prendermi
tutti
quei
spassi
e
godimenti
che
la
miseria
concede
ad
un
giovane
.
Per
ora
sto
a
Siena
,
ma
da
un
giorno
all
'
altro
non
so
dove
andrò
.
Per
esempio
,
un
mio
amico
e
compagno
di
fede
e
di
abitudini
,
un
socialista
,
mi
ha
proposto
una
gita
di
propaganda
nell
'
Umbria
e
nel
Monferrato
,
nel
paradiso
e
nell
'
inferno
...
Lo
farò
?
Io
non
lo
so
.
-
Certo
,
per
ora
non
ho
altri
orizzonti
!
Il
mio
temperamento
vorrebbe
che
non
lo
esponessi
alle
emozioni
della
folla
e
ai
disagi
d
'
una
peregrinazione
,
compiuta
in
paesi
e
villaggi
dove
l
'
imprevisto
e
le
dure
necessità
materiali
a
cui
dovrei
sottoporlo
finirebbero
di
acutizzargli
quella
sensibilità
patologica
che
ora
di
tratto
in
tratto
a
lui
fa
capo
.
Quindi
,
con
assai
facilità
,
preferirò
rimanere
nell
'
ombra
,
in
compagnia
segreta
dei
miei
sogni
,
pago
se
qualche
anima
come
quella
di
Annalena
gentile
non
mi
dimenticherà
.
La
mia
Mimiì
La
donna
che
mi
ama
non
mi
piace
tanto
quanto
quella
che
scorgo
di
lontano
soffusa
dietro
il
velame
desiderato
dello
ignoto
.
Ed
ella
che
conosce
ormai
queste
fughe
di
tenui
faville
,
spente
nel
loro
diffondersi
per
uno
sforzo
di
volontà
negativa
,
potrà
comprendere
perché
a
volte
io
mi
soffermi
,
incerto
su
la
soglia
di
un
'
idea
e
poi
ripieghi
di
tutto
tediato
e
di
me
stesso
.
Sì
,
spesso
avviene
che
io
mi
contraddica
e
non
trovi
la
forza
di
una
decisione
;
e
così
mi
lascio
andare
in
labirinti
oziosi
(
F
)
e
non
invoco
mai
il
filo
d
'
una
Arianna
...
Ella
,
buona
,
mi
dice
:
"
Bisognerebbe
che
ella
s
'
esercitasse
all
'
esercizio
del
volere
"
.
Come
devo
fare
?
Senta
,
le
porto
un
esempio
recente
:
ieri
sera
verso
le
dieci
,
quando
ero
già
andato
a
letto
(
in
un
letto
patriarcale
dove
dorme
anche
quell
'
amico
di
cui
le
ho
parlato
)
non
so
come
mai
entrammo
a
parlare
di
spiritismo
,
di
superstizioni
,
di
terrore
e
di
arte
del
terrore
,
ripensando
alle
novelle
del
Poe
.
Fatto
sta
,
a
forza
di
raccontarci
vicendevolmente
certi
fenomeni
e
certe
leggende
eravamo
entrati
in
uno
stato
suggestivo
tremendo
.
Bastava
che
il
canterano
scricchiolasse
perché
il
mio
cervello
udisse
il
digrignare
maligno
d
'
uno
di
quei
spiriti
che
la
mia
fantasia
aveva
creato
...
Avevo
la
pelle
d
'
oca
!
!
Il
mio
amico
,
del
pari
,
era
invaso
dalla
paura
del
terrore
e
la
sua
voce
,
quasi
attraversata
da
un
insolito
brivido
,
mi
faceva
fremere
.
...
Nel
buio
percepivo
dei
fiocchi
fosforescenti
,
ondeggianti
,
prima
piccoli
,
poi
grandi
,
prima
stretti
,
poi
lunghi
,
della
lunghezza
meravigliosa
d
'
uno
spettro
.
Chiudevo
gli
occhi
e
allora
vedevo
dei
limoni
tagliati
,
poi
un
teschio
d
'
oro
,
poi
una
corona
di
lauro
verde
e
rossa
,
una
grande
bandiera
nerastra
,
dei
punti
turchini
,
dei
fiocchi
,
delle
donne
,
degli
occhi
,
dei
gatti
,
dei
mostri
,
una
statua
greca
,
una
girandola
vaporosa
,
una
luce
lontana
,
un
panno
,
un
orecchio
...
Ed
il
cervello
mi
doleva
sotto
la
fronte
fredda
.
Il
racconto
d
'
una
novella
del
Poe
(
Cuore
rivelatore
)
mi
aveva
stravolto
.
Poi
lentamente
mi
assopii
,
scorgendo
sempre
dinanzi
agli
occhi
delle
luci
sanguigne
.
La
notte
l
'
ho
passata
in
sogni
straordinari
,
ma
sconnessi
.
C
'
era
un
'
enorme
girandola
che
parlava
,
una
luna
che
rideva
,
un
uomo
che
mi
tirava
i
sassi
,
il
rombo
misurato
di
una
cascata
.
Stamani
,
naturalmente
,
ho
rifatto
a
mente
tutta
la
via
della
sera
e
senza
un
evidente
legame
di
continuità
,
ho
pensato
alla
mia
Mimì
,
ma
in
un
modo
cattivo
.
L
'
ho
trovata
piena
di
difetti
morali
,
bugiarda
sopratutto
.
E
l
'
idea
della
menzogna
in
quella
bocca
tante
volte
baciata
,
mi
travolgeva
in
un
dolore
muto
,
indicibile
.
Ma
stamani
avrei
dovuto
rimeditare
su
l
'
"
Agamennone
"
di
Eschilo
...
Come
potevo
farlo
?
Ho
interrotta
la
lettera
per
guardare
il
cielo
.
Un
cielo
pieno
di
splendori
metallici
su
le
colline
soffuse
di
polvere
d
'
oro
.
Ma
come
-
Ella
dirà
-
come
ha
fatto
questo
ciarlatano
a
guardare
un
cielo
pieno
di
splendori
metallici
,
se
tutto
il
giorno
è
stato
nuvolo
e
la
sera
ha
piovuto
?
È
vero
,
ma
io
l
'
ho
guardato
con
gli
occhi
della
mia
mente
,
avendomi
ricordato
un
libro
di
Zola
che
ho
visto
sopra
il
tavolino
,
la
descrizione
di
uno
splendido
tramonto
primaverile
.
Se
fossi
stato
in
una
conversazione
che
non
mi
avesse
dato
tanto
interesse
,
io
avrei
cessato
di
parlare
o
di
ascoltare
per
risentire
dentro
di
me
tutta
quanta
la
bellezza
di
quella
descrizione
o
di
un
'
altra
a
seconda
del
caso
.
E
siccome
dopo
la
domanda
che
le
avevo
rivolta
,
sono
stato
un
momento
con
l
'
attenzione
sospesa
attendendo
qualche
idea
,
mi
è
capitato
invece
di
rivedere
una
cosa
che
senza
dubbio
non
m
'
aspettavo
e
che
c
'
entrava
(
per
dirla
alla
senese
)
come
il
cavolo
a
merenda
.
Ecco
anche
perché
,
scrivendo
o
parlando
,
io
mi
perdo
e
non
tratto
profondamente
il
soggetto
preso
in
esame
.
Così
,
fuori
,
anche
se
in
compagnia
,
mi
avviene
di
cadere
in
un
buio
completo
e
allora
faccio
dei
calcoli
aritmetici
mentalmente
...
Sono
sempre
i
soliti
.
O
rileggo
per
tre
o
nove
volte
di
seguito
l
'
insegna
d
'
una
bottega
o
il
nome
di
una
strada
o
compio
qualche
atto
-
preferibilmente
con
le
dita
o
con
la
bocca
-
per
tre
o
nove
volte
,
sforzandomi
di
essere
esatto
per
paura
...
di
che
?
Non
saprei
.
È
un
fenomeno
curioso
che
un
ateo
abbia
certe
debolezze
superstiziose
,
non
è
vero
?
Se
noi
continueremo
a
stare
in
corrispondenza
,
come
ardentemente
desidero
,
ne
ascolterà
delle
curiose
.
Oh
,
come
gli
uomini
sono
pieni
di
cose
ridicole
!
Altri
si
vergognerebbero
a
fare
certe
confessioni
,
perché
-
come
dice
il
Rousseau
-
l
'
uomo
è
più
proclive
a
farsi
stimare
per
mezzi
di
violenza
che
di
sincerità
.
Ed
ora
,
Annalena
,
ora
che
tutte
le
piaghe
della
mia
anima
cominciano
ad
aprirsi
sotto
il
suo
occhio
indagatore
,
non
mi
sia
avara
del
suo
consiglio
benefico
.
Certo
,
se
Ella
vuole
,
può
farmi
del
bene
.
Quando
vuole
che
cominciamo
a
fare
un
'
escursione
artistica
per
le
nostre
chiese
?
Dobbiamo
da
prima
trattare
il
soggetto
promesso
,
ossia
del
bisogno
d
'
essere
amati
?
Come
crede
.
Scriva
presto
.
14
gennaio
1903
.
I
due
anni
che
Ella
ha
sopra
i
miei
,
le
danno
il
diritto
di
consigliarmi
come
una
buona
mammina
?
La
maggiore
età
poco
;
ma
la
saggezza
,
di
cui
mostra
avere
un
largo
senso
,
si
.
Io
gliene
sono
grato
.
Potrà
Ella
influire
tanto
su
me
,
da
migliorarmi
?
Lo
desidero
e
non
lo
spero
,
conoscendo
troppo
bene
la
natura
disgraziata
del
mio
carattere
.
S
'
immagini
di
vedermi
in
una
selva
,
solo
,
a
'
piedi
di
tronchi
smisurati
;
e
di
lontano
io
oda
avvicinarsi
il
latrato
d
'
infiniti
cani
e
io
fugga
,
e
la
paura
mi
faccia
correre
e
urlare
come
un
dannato
nella
selva
delle
arpie
;
ad
un
tratto
,
mi
sembra
che
una
voce
mi
chiami
,
una
voce
melodiosa
in
quell
'
inferno
di
suoni
bestiali
;
io
rispondo
con
un
grido
e
mi
soffermo
ansando
,
girando
gli
occhi
smarriti
...
la
voce
mi
chiama
,
io
singhiozzo
-
i
cani
sbucano
,
gli
occhi
sanguigni
-
io
caccio
un
urlo
di
terrore
e
corro
,
corro
mentre
la
voce
si
spegne
e
gli
animali
sono
alle
mie
calcagna
.
Que
'
cani
li
infuria
il
Destino
,
e
il
suo
ghigno
cattivo
è
in
ogni
persona
e
in
ogni
cosa
.
Ma
la
selva
finisce
,
i
cani
son
quieti
:
io
ho
finito
di
correre
e
di
vivere
all
'
aprirsi
della
luce
.
Muoio
così
,
senza
un
riso
di
donna
,
senza
una
carezza
di
fiore
.
Negli
ultimi
lampi
di
vita
,
ho
gli
occhi
pieni
di
fantasmi
orribili
e
l
'
orizzonte
me
ne
sembra
oscurato
.
Molti
anni
dopo
due
pastorelli
inciampano
nelle
mie
ossa
terrose
.
Uno
di
essi
dice
:
-
Questo
scheletro
è
di
un
uomo
?
Risponde
l
'
altro
:
-
Poco
me
ne
interessa
.
Ma
tu
perché
lo
guardi
e
ti
commuovi
?
-
Chi
sa
?
Queste
mani
mi
possono
aver
toccato
.
-
Sciocco
!
Vendiamo
la
sua
testa
;
guadagneremo
qualche
cosa
...
Piangi
?
-
I
suoi
occhi
mi
hanno
guardato
.
-
Ma
gli
occhi
non
ci
sono
più
.
-
Non
li
vedi
?
-
Io
non
vaneggio
.
-
Non
li
vedi
?
Avvicinati
.
-
È
vero
.
-
Ti
sembrano
umani
?
-
Oh
,
oh
,
come
guardano
.
-
Copriamoli
col
fango
.
-
Guardano
sempre
.
Mi
fanno
paura
.
-
Ora
sono
neri
,
ma
sembra
che
uno
splendore
rosso
li
attraversi
.
-
Si
fanno
più
grandi
.
-
Dio
!
-
Fuggiamo
!
-
Sotterriamoli
.
-
Sono
gli
occhi
del
diavolo
.
-
Si
,
si
,
di
lui
.
-
Dio
!
Dio
!
E
i
due
pastorelli
fuggono
.
Gli
occhi
erano
quelli
del
mio
destino
.
Che
le
pare
?
Potrò
un
giorno
divenire
com
'
Ella
mi
consiglia
?
Mai
,
mai
...
Pensando
alla
mia
vita
,
al
mio
avvenire
,
non
posso
mai
separare
il
reale
dall
'
immaginario
o
dal
fantastico
.
Ho
nel
cervello
un
vulcanetto
che
non
si
stanca
mai
e
le
sue
ceneri
e
le
sue
fiamme
si
diffondono
per
tutta
la
mia
anima
in
un
turbinìo
che
acceca
e
abbaglia
.
Del
resto
,
dato
il
mio
temperamento
,
non
potrei
esercitare
alcuna
di
quelle
professioni
in
cui
la
normalità
degli
individui
si
cristallizza
.
Se
facessi
l
'
avvocato
farei
a
pugni
con
tutti
i
presidenti
,
giurati
,
ecc
.
Se
facessi
il
professore
strozzerei
qualche
alunno
.
Il
medico
?
Non
me
ne
parli
manco
.
Quindi
se
sarò
capace
di
esplicare
la
mia
intelligenza
nell
'
arte
,
la
mia
vita
troverà
il
suo
senso
.
Altrimenti
l
'
unica
volontà
che
mi
farà
una
volta
decidere
sarà
quella
della
morte
.
Non
si
spaventi
!
Sarà
una
morte
da
vero
stoico
!
Prima
di
parlare
del
bisogno
d
'
essere
amati
voglio
fare
un
'
osservazione
circa
i
libri
che
Ella
mi
ha
suggeriti
;
poi
...
se
ci
sarà
carta
,
parlerò
del
mio
socialismo
.
Non
conosco
il
libro
di
Ippolito
Nievo
perché
non
ho
mai
avuto
i
danari
per
comprarlo
e
alcuno
dei
miei
amici
ce
l
'
ha
.
Non
sono
d
'
accordo
con
lei
di
porre
i
"
Promessi
Sposi
"
a
corona
della
letteratura
italiana
perché
in
quel
libro
,
all
'
infuori
della
prosa
scritta
bene
,
non
ci
trovo
niente
.
Ho
letto
il
principio
dei
Ricordi
,
ma
cessai
subito
perché
non
mi
davano
nessuna
impressione
di
bellezza
artistica
-
quindi
...
nel
cestino
.
Ella
ha
detto
che
il
Sogno
e
le
novelle
del
Poe
dilettano
ma
riescono
per
un
temperamento
fantastico
un
incentivo
dannoso
.
Niente
di
vero
.
Possono
dilettare
soltanto
quelle
persone
che
li
leggono
così
per
passatempo
;
senza
alcun
interesse
intellettuale
.
Ma
per
chi
ha
un
fine
artistico
,
non
è
così
.
Inoltre
,
invece
che
dannosi
,
quei
libri
sono
utilissimi
a
un
temperamento
fantastico
che
voglia
speculare
.
Le
conosce
le
novelle
del
Poe
?
Se
non
le
conosce
le
compri
,
che
avrei
piacere
di
esaminarle
insieme
.
Per
esempio
,
prendo
il
racconto
intitolato
Il
ritratto
ovale
.
Si
tratta
di
un
pittore
che
dipingendo
una
donna
,
mano
mano
che
compie
il
lavoro
sottrae
i
colori
dalla
carne
della
modella
e
li
stempera
sul
ritratto
;
poi
quando
ha
finito
vi
trasfonde
anche
l
'
anima
della
giovane
.
Pare
il
sogno
di
un
pazzo
e
forse
lo
è
.
Ma
quanta
bellezza
in
quell
'
idea
!
Che
m
'
importa
se
il
Poe
era
un
alcoolico
,
se
quel
pittore
è
un
fantasma
sorto
tra
i
fumi
del
vino
,
e
se
quella
donna
è
impossibile
?
Quando
l
'
artista
,
contemplando
il
suo
quadro
ormai
penosamente
finito
,
grida
con
voce
possente
:
"
Da
vero
che
è
la
vita
istessa
"
non
è
questa
voce
l
'
allegoria
che
glorifica
l
'
arte
nell
'
amore
?
o
l
'
amore
nell
'
arte
?
E
quando
si
rivolge
bruscamente
per
guardare
la
sua
amata
e
la
sua
amata
è
morta
,
non
è
forse
lì
scolpito
il
sacrificio
umano
a
un
ideale
?
Poe
è
sublime
.
Oh
,
sì
,
altro
che
Manzoni
col
suo
classicismo
camuffato
da
romantico
!
E
quei
racconti
mi
colpiscono
tanto
più
quando
penso
al
temperamento
diabolico
del
loro
autore
.
Che
forza
!
Quando
egli
con
lo
stomaco
pieno
di
vino
,
di
zozza
,
e
la
bocca
fetente
di
cicche
masticate
chinava
la
testa
sul
marmo
lurido
di
un
tavolino
,
dentro
una
bettolaccia
,
la
sua
anima
diveniva
meravigliosa
.
Dentro
a
quel
cranio
ributtante
c
'
era
un
sole
.
Un
sole
da
tempesta
che
apriva
le
nuvolaglie
degli
istinti
immondi
e
cacciava
a
stormi
gli
uccellacci
delle
idee
nere
dentro
il
Maelstrom
.
Edgardo
teneva
a
memoria
quello
che
in
quel
momento
vedeva
.
Erano
abissi
inarrivabili
,
tramonti
di
sangue
,
lame
di
coltello
,
profili
soavi
di
donna
.
Sì
,
il
Poe
,
dopo
il
sommo
poeta
inglese
,
è
quello
che
di
più
ha
ingrandito
la
compagna
dell
'
uomo
.
Le
donne
del
Poe
sono
tutte
straordinariamente
affascinanti
per
quel
contenuto
che
hanno
,
fin
dentro
le
ossa
,
d
'
inverosimile
.
In
quanto
allo
Zola
,
mi
limito
al
Sogno
,
riuscendomi
qui
sul
tamburo
troppo
difficile
anche
uno
sguardo
rapido
a
tutta
l
'
opera
sua
poderosa
.
Il
Sogno
è
un
libro
mistico
.
La
fanciulla
che
sogna
un
principe
a
sposo
e
tanto
oro
che
abbaglia
i
suoi
occhi
,
è
il
Desiderio
di
una
ragazza
ingenua
.
In
ogni
pagina
di
quel
libro
c
'
è
una
frase
che
vorrei
sapere
a
memoria
.
Anche
questo
,
se
non
l
'
ha
letto
,
lo
legga
.
Il
mio
socialismo
?
Io
seguo
la
teoria
rivoluzionaria
del
Ferri
;
ma
vi
sono
giunto
non
per
via
scientifica
(
come
sarebbe
meglio
)
ma
per
via
sentimentale
:
ossia
naturalmente
mi
sento
portato
alla
ribellione
aperta
,
magari
violenta
.
Nei
momenti
di
eccitazione
mi
balenano
imagini
criminose
d
'
anarchico
.
Odio
i
potenti
,
i
preti
e
i
soldati
.
È
un
odio
implacabile
che
morirà
con
me
.
Dopo
che
ho
letti
i
suoi
libri
ho
sempre
amato
idealmente
il
Ferri
,
e
quando
vi
potetti
conversare
mi
parve
un
sogno
nella
realtà
.
Del
resto
per
farsi
un
'
idea
chiara
di
quello
che
è
il
socialismo
non
basta
dirlo
così
in
una
lettera
,
Bisogna
leggere
molti
libri
e
molto
...
indigesti
.
Leggerebbe
Ella
La
teoria
materialistica
del
Marx
,
L
'
origine
della
famiglia
dell
'
Engels
,
Socialismo
e
scienza
positiva
del
Ferri
,
ecc
.
ecc
.
?
(
G
)
.
Se
vuole
gliene
posso
fare
dei
riassunti
.
Quando
riscriverà
,
cominci
Ella
a
parlare
del
bisogno
di
essere
amati
.
Io
non
ne
ho
avuto
...
la
carta
bastante
!
E
poi
mi
dica
sinceramente
una
cosa
,
che
è
questa
:
dei
tre
suoi
corrispondenti
quale
posto
occupo
io
?
Lo
dica
francamente
.
Se
occupo
l
'
ultimo
non
le
scriverò
più
perché
mi
riuscirebbe
spiacevole
non
essere
io
il
migliore
degli
altri
.
Me
lo
dica
senza
riguardi
.
Veda
,
io
non
nascondo
né
meno
le
mie
ambizioncelle
!
17
gennaio
1903
.
Ecco
quello
che
ci
vuole
ad
urtare
i
nervi
ad
una
donna
!
Ella
spende
quasi
tre
pagine
per
dirmi
...
quello
che
io
non
le
avevo
chiesto
.
Se
ora
volessi
abusare
della
mia
abilità
di
polemista
potrei
metterla
in
sacco
e
dirgliene
tante
da
farla
arrossire
,
ma
siccome
la
nostra
amicizia
non
mi
concede
il
diritto
di
tanta
confidenza
l
'
avverto
soltanto
che
un
'
altra
volta
non
le
porterò
alcun
rispetto
.
Donna
avvisata
è
...
quasi
salvata
.
Che
poi
non
ci
troveremo
d
'
accordo
nella
questione
politica
è
un
fatto
anche
da
me
preveduto
.
Il
mio
temperamento
ribelle
è
naturalmente
violento
e
la
violenza
mi
piace
quando
sia
esplicata
contro
un
ordine
sociale
o
politico
o
morale
che
è
il
resultato
di
una
umanità
degenerata
.
La
nostra
società
è
un
letamaio
:
i
ricchi
sono
i
funghi
che
essa
ha
prodotto
.
La
nostra
politica
è
una
sopraffazione
,
la
nostra
religione
(
errore
psicologico
in
principio
)
è
divenuta
un
'
ipocrisia
indecente
;
la
nostra
morale
è
stupida
.
Io
sono
socialista
perché
credo
unico
il
partito
socialista
efficace
a
combattere
e
migliorare
moralmente
ed
economicamente
;
quindi
io
faccio
della
propaganda
socialista
convinto
del
suo
contenuto
ideale
e
pratico
,
pieno
di
verità
incontrastabile
,
espressione
esatta
d
'
una
plebe
oppressa
,
sofferente
,
ma
buona
ed
ardita
.
Ma
io
non
ho
l
'
anima
socialista
;
io
sono
anarchico
e
lo
sono
divenuto
senza
volerlo
né
senza
averne
contezza
.
Non
faccio
della
propaganda
anarchica
-
ma
milito
invece
in
un
partito
sostanzialmente
differente
-
perché
gli
effetti
della
propaganda
anarchica
sono
inefficaci
e
perché
inevitabilmente
generano
esplosioni
di
forme
delinquenti
e
mattoidi
.
Ravachol
,
Pini
sono
esseri
schifosi
,
mi
ripugnano
;
ma
non
mi
impediscono
di
sentirmi
nel
fondo
dell
'
anima
l
'
aculeo
dell
'
anarchia
che
fa
sanguinare
.
Vorrei
che
l
'
idea
anarchica
fosse
posseduta
da
individui
sani
,
intelligenti
:
Ottavio
Mirbeau
è
un
anarchico
bellissimo
.
Perché
Ella
sentisse
a
un
tratto
l
'
indignazione
dolorosa
che
produce
la
sofferenza
della
miseria
che
urla
e
geme
nei
fondamenti
luridi
dei
palazzi
signorili
,
bisognerebbe
che
per
un
momento
dimenticasse
la
sua
pace
e
la
sua
tranquillità
,
il
suo
adattamento
alle
necessità
che
la
inseguono
,
ed
entrasse
con
me
nell
'
anima
di
chi
spasima
e
maledice
quotidianamente
,
di
chi
è
corrotto
nella
prostituzione
,
di
chi
gavazza
nell
'
aberrazione
turpe
della
delinquenza
.
Ma
Ella
non
vuole
sporcare
le
scarpette
di
coppale
su
tanto
fango
...
quindi
il
mondo
del
dolore
le
rimarrà
sempre
ignoto
.
Pertanto
io
le
do
una
definizione
rigorosamente
scientifica
del
socialismo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Senza
offenderla
io
penso
che
questa
definizione
le
rimarrà
un
po
'
ostica
e
bisognevole
di
commento
.
Sono
disposto
a
farcelo
quando
Ella
me
lo
dica
.
Adesso
,
scommetto
che
dopo
aver
lette
queste
quattro
pagine
,
Ella
mi
vuole
...
un
altro
Rodolfo
;
non
è
vero
?
Mai
mi
ero
fatto
conoscere
nell
'
aspetto
politico
,
e
insolita
le
sarà
la
mia
intonazione
,
tutt
'
altro
che
serena
,
ma
aspramente
violenta
,
e
diretta
a
demolire
,
senza
scrupolo
alcuno
,
tutto
quello
che
la
gran
massa
dell
'
umanità
oggi
tiene
gelosamente
come
suo
patrimonio
morale
.
Del
resto
,
giudicando
sotto
questo
punto
di
vista
,
ella
non
ha
un
artista
né
un
sognatore
,
ma
un
politicante
che
nell
'
agone
delle
sue
lotte
è
deciso
di
battere
qualsiasi
avversario
.
È
così
.
Per
ora
le
mie
convinzioni
politiche
(
che
per
me
sono
subordinate
alle
mie
speciali
vedute
morali
)
sono
incrollabili
.
Forse
con
il
tempo
potrei
modificarmi
senza
avvedermene
,
come
m
'
è
avvenuto
di
dovermi
conoscere
anarchico
senza
averlo
mai
pensato
.
Ma
di
politica
non
parliamone
più
.
A
volte
,
scrivendole
,
mi
sono
immaginato
una
donna
dai
capelli
biondi
oscuri
,
dagli
occhi
celesti
,
dalla
fronte
pensosa
,
dal
sorriso
gentile
,
alta
,
snella
,
ma
di
un
insieme
quasi
brutto
(
7
)
.
Senza
che
Ella
mi
renda
pan
per
focaccia
le
dico
preventivamente
da
me
,
il
mio
aspetto
fisico
:
capelli
lunghi
e
anellati
,
biondi
con
chiazza
d
'
oro
;
fronte
alta
e
spaziosa
con
due
rughe
;
occhi
color
d
'
acciaio
turchiniccio
e
vivaci
,
aspetto
non
florido
,
quasi
sempre
pallido
,
bocca
da
violento
;
camminatura
da
epilettico
;
parlata
franca
,
ma
nervosa
(
a
volte
stentata
)
;
agito
le
mani
in
mimica
a
seconda
il
significato
delle
parole
(
di
bontà
,
di
irritazione
,
di
paura
)
,
guardo
in
viso
quasi
tutte
le
persone
.
E
basta
.
Oggi
le
propongo
un
tema
che
credo
essere
originale
perché
non
m
'
è
occorso
di
trovarlo
in
alcun
libro
e
perché
m
'
è
sorto
spontaneamente
senza
una
derivazione
.
Eccolo
:
se
l
'
uomo
deve
subordinare
la
sua
felicità
alla
sua
moralità
,
quando
quella
fosse
in
contrasto
con
questa
.
Per
felicità
(
tanto
per
intenderci
subito
nel
significato
dei
termini
)
intendo
un
godimento
illimitato
fisico
,
morale
,
intellettuale
,
e
per
moralità
intendo
certi
confini
stabiliti
convenzionalmente
,
al
di
fuori
dei
quali
un
uomo
perderebbe
la
sua
integrazione
di
onestà
.
Per
onestà
intendo
tutto
quello
che
è
fatto
per
utile
proprio
senza
danneggiare
altrui
,
oppure
tutto
ciò
che
si
fa
nei
giusti
limiti
dei
rapporti
amorevoli
.
Per
rapporti
amorevoli
intendo
quelli
derivati
dalla
pratica
della
massima
biblica
:
"
Non
fare
agli
altri
quello
che
non
vorresti
fatto
a
te
"
.
Premesso
ciò
,
si
tratta
di
stabilire
se
l
'
uomo
deve
avere
per
scopo
supremo
il
raggiungimento
della
propria
felicità
,
qualunque
poi
siano
le
conseguenze
naturali
dello
stato
di
questa
felicità
;
oppure
se
l
'
uomo
,
prefissosi
costantemente
di
essere
morale
,
sacrifichi
il
raggiungimento
di
quello
stato
felice
al
compimento
dei
propri
doveri
(
H
)
.
Ma
,
intendiamoci
bene
.
Non
si
tratta
di
sacrificare
il
dovere
occasionale
per
il
godimento
effimero
d
'
una
particella
di
felicità
,
ma
io
intendo
parlare
del
sistema
sociale
a
cui
gli
uomini
possono
giungere
per
via
di
processi
psicologici
dipendenti
o
da
cause
economiche
o
da
fenomeni
fisici
.
Nella
società
attuale
mi
pare
che
non
si
miri
né
al
raggiungimento
della
felicità
né
al
compimento
d
'
una
morale
.
La
nostra
società
,
essendo
organizzata
con
criterii
essenzialmente
di
egoismo
economico
perde
di
vista
il
mondo
morale
ed
anche
il
mondo
intellettuale
,
poiché
presentemente
non
conta
chi
è
ma
conta
chi
ha
.
Quindi
deriva
che
ognuno
cerca
di
accumulare
quella
maggior
copia
di
energie
economiche
perché
quasi
solamente
da
quelle
dipende
il
suo
sviluppo
e
il
suo
evolversi
morale
e
intellettuale
.
Da
ciò
ne
deriva
che
la
mia
tesi
è
un
'
ipotesi
astratta
prodotta
da
uno
stato
di
ideazione
,
prodotto
alla
sua
volta
o
da
una
impressione
estetica
o
da
un
sentimento
di
dolore
o
di
piacere
.
Ma
questo
per
noi
non
vuol
dir
nulla
.
Possiamo
stabilire
ugualmente
una
discussione
in
questo
campo
immaginario
,
sottoponendolo
alle
leggi
fondamentali
della
logica
.
E
...
tanto
per
cominciare
,
enuncio
la
mia
opinione
,
che
è
questa
:
l
'
uomo
,
siccome
dovrebbe
trovare
la
felicità
nel
compimento
del
proprio
dovere
,
deve
subordinare
all
'
ordine
morale
il
sentimento
del
proprio
egoismo
.
Quest
'
opinione
se
volessi
sostenerla
in
pubblico
farebbe
ridere
.
Alcuno
si
immaginerebbe
per
quale
processo
psicologico
io
sia
pervenuto
a
questo
paradosso
,
e
per
questo
motivo
poi
me
lo
tenessi
caro
,
quando
d
'
intorno
a
me
non
avrei
che
a
ritrovare
esempi
d
'
opinione
che
mi
smentiscono
.
Ma
...
io
me
ne
curo
poco
.
Intanto
però
,
prima
di
tenermela
per
inoppugnabile
,
la
sottopongo
alla
disamina
di
Lei
che
per
me
può
rappresentare
l
'
espressione
di
una
critica
intelligente
.
Oggi
avviene
tutto
l
'
opposto
di
quello
su
cui
ho
basato
il
mio
paradosso
,
non
c
'
è
bisogno
che
glielo
dimostri
perché
certamenle
Ella
lo
deve
sentire
e
riconoscere
più
di
me
.
Prima
di
ragionare
attorno
ai
fatti
pratici
aspetto
che
Ella
mi
dica
come
la
pensa
(
8
)
.
Ma
scusi
la
maniera
disordinata
della
presente
che
ho
scritta
in
momenti
piuttosto
...
difficili
per
me
.
Facilmente
le
annunzio
che
me
ne
anderò
da
Siena
,
per
stabilirmi
a
Firenze
.
Ancora
non
lo
posso
sapere
né
meno
io
.
In
ogni
modo
anche
di
là
(
se
vi
andrò
)
avrò
piacere
di
continuare
la
nostra
corrispondenza
.
Non
si
turbi
se
alcuna
volta
non
mi
riguardo
di
metter
fuori
pensieri
e
parole
che
la
potrebbero
urtare
nella
sua
suscettibilità
;
lo
faccio
liberamente
certo
di
trovare
in
Lei
una
buona
Annalena
,
che
comprende
tutto
il
mio
brutto
,
assai
brutto
retroscena
.
La
saluto
cordialmente
,
ringraziandola
de
'
buoni
consigli
dei
quali
forse
(
non
per
mia
colpa
)
non
potrò
mai
fare
uso
.
Il
destino
è
più
forte
di
me
e
di
Lei
.
26
gennaio
1903
.
Scriva
pure
.
La
precedente
mia
ebbe
un
ritardo
perché
la
tenni
due
o
tre
giorni
nelle
tasche
...
in
mancanza
di
francobollo
.
Miserie
della
bohème
!
29
gennaio
1903
.
Per
ciarlare
bene
di
tutte
le
cose
che
abbiamo
sfiorato
è
necessario
che
io
le
divida
con
ordine
e
ne
prenda
poi
una
per
una
...
Comincio
dal
mio
e
dal
suo
ritratto
.
Non
metto
in
dubbio
la
veridicità
della
sua
descrizione
,
ma
la
trovo
mancante
in
quella
parte
che
non
aveva
né
meno
la
mia
,
e
per
riparare
quella
lacuna
io
per
il
primo
lo
farò
adesso
.
Da
circa
due
mesi
ho
cambiate
le
mie
abitudini
.
Vado
a
letto
prima
delle
nove
e
non
mi
addormento
che
dopo
le
due
,
consumando
più
d
'
una
candela
a
leggere
opere
letterarie
straniere
.
La
mattina
mi
sveglio
alle
otto
e
leggo
fino
alle
undici
i
passi
che
più
mi
sono
piaciuti
durante
la
notte
.
Poi
mi
alzo
,
mi
lavo
,
faccio
un
po
'
di
ginnastica
e
alle
dodici
mangio
.
Alle
due
la
stanza
dove
sono
a
mangiare
è
piena
di
amici
che
sono
sempre
i
soliti
e
allora
se
l
'
albergatore
ha
acceso
il
caminetto
ci
mettiamo
a
parlare
,
cantare
,
discutere
,
lottare
lì
,
altrimenti
(
o
tempo
buono
o
tempo
cattivo
)
ce
ne
andiamo
fuori
di
qualche
Porta
,
spingendoci
dentro
i
campi
e
facendo
delle
camminate
che
durano
fino
alle
sette
della
sera
,
ora
in
cui
modestamente
ceno
.
La
mia
camera
fa
ribrezzo
.
Su
'
l
tavolino
sono
sparsi
alla
rinfusa
opuscoli
,
giornali
,
carta
da
scrivere
,
un
fazzoletto
...
poco
pulito
,
una
ciarpa
stracciata
;
in
terra
,
cicche
di
sigarette
,
carta
bruciata
ed
....
altro
;
su
'
l
canterano
c
'
è
uno
specchio
verde
...
che
non
specchia
;
e
,
infilata
nella
cornice
di
questo
,
una
cartolina
ill
:
che
è
una
caricatura
(
orrenda
)
del
maestro
Giordano
.
Sul
marmo
del
canterano
,
coperto
di
macchie
di
tutti
'
l
colori
,
stanno
sparsi
altri
giornali
,
una
spazzola
,
una
dozzina
di
colletti
,
un
bicchiere
sbocconcellato
,
una
ciarpa
di
seta
,
un
paio
di
forbici
(
che
hanno
servito
al
cuoco
dell
'
albergo
a
pulire
il
pesce
)
un
portasigarette
(
regalo
di
Mimì
)
;
su
'
l
comodino
una
bottiglia
d
'
acqua
,
un
candeliere
pieno
di
fitte
,
libri
d
'
ogni
genere
,
e
da
una
parte
,
pensato
con
un
certo
riguardo
,
un
libro
delle
poesie
di
Alfredo
De
Musset
che
è
il
mio
poeta
preferito
.
Poi
di
mio
non
c
'
è
altro
.
Oh
!
no
,
dicevo
una
bugia
!
Nel
cassettino
dello
specchio
ci
sono
due
bollette
(
sacre
per
me
)
del
Monte
Pio
;
una
è
di
un
orologio
,
l
'
altra
di
un
anello
e
di
una
medaglia
che
avevo
preso
alla
scuola
.
Ora
all
'
infuori
delle
lettere
che
ricevo
e
del
ritratto
di
Mimì
e
d
'
un
pacco
di
manoscritti
miei
,
non
c
'
è
proprio
altro
.
Dico
tutto
questo
con
grande
abbondanza
di
particolari
perché
Ella
mi
possa
conoscere
senza
sapere
chi
sono
.
Al
mio
ritratto
debbo
aggiungere
un
paio
di
baffetti
biondi
,
spuntati
precocemente
fino
dai
dodici
anni
.
La
mia
fisonomia
quindi
tradisce
la
mia
età
.
Porto
(
eternamente
)
un
cappello
e
un
cappotto
neri
;
rido
spesso
e
,
come
le
dissi
,
caccio
i
miei
occhi
in
viso
a
tutte
le
persone
che
mi
capita
di
notare
,
che
non
sono
poche
.
Una
volta
(
ai
bei
tempi
dell
'
abbondanza
)
portavo
i
capelli
pettinati
alla
Chopin
,
ma
ora
,
invece
,
li
lascio
crescere
come
vogliono
.
Un
'
altra
cosa
.
Anche
la
mia
fisonomia
è
dolce
e
la
mia
aria
ordinariamente
è
malinconica
;
e
se
anche
rido
spesso
il
mio
riso
si
spegne
in
una
naturale
e
severa
compostezza
di
linee
.
Le
dico
tutto
ciò
perché
anche
quando
mi
legge
Ella
,
possa
avere
un
'
impressione
più
definita
e
più
forte
del
mio
amico
Rodolfo
.
Per
questo
motivo
ho
cercato
d
'
avere
la
descrizione
del
suo
ritratto
.
Il
quale
(
Ella
era
sicura
del
mio
complimento
)
mi
piace
malgrado
delle
sue
reticenze
nel
dirmi
che
sa
di
non
essere
bella
.
Via
più
sincerità
!
Si
è
guardata
allo
specchio
prima
di
scrivermi
?
Del
resto
delle
bellezze
a
Siena
non
ce
ne
sono
,
o
almeno
gliele
posso
contare
su
le
dita
d
'
una
mano
...
Fra
quelle
può
essere
lei
!
Me
lo
auguro
con
tutto
il
cuore
.
Io
vorrei
ancora
che
mi
fosse
noto
il
nome
di
Annalena
...
Il
mio
,
se
ben
ripensa
ad
una
lettera
da
molto
tempo
ricevuta
,
lo
conoscerà
facilmente
insieme
con
quello
di
Mimì
.
Tanto
non
c
'
è
nulla
di
male
,
e
le
nostre
conversazioni
non
rimarranno
intaccate
!
Buone
e
belle
le
parole
che
Ella
malamente
adopra
per
annegare
in
un
triste
pessimismo
.
Già
le
donne
le
ho
trovate
tutte
così
,
ed
io
spiego
questo
sentimento
predominante
di
accasciamento
nella
inettitudine
e
nella
debolezza
organica
e
morale
della
femmina
.
Tuttavia
ho
speranza
che
Ella
cambierà
l
'
ordine
delle
sue
idee
(
I
)
,
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
...
L
'
ideale
evangelico
(
a
cui
Ella
forse
voleva
alludere
per
tutti
gli
altri
)
è
fallito
appunto
perché
era
contrario
e
nemico
alla
natura
degli
uomini
.
Leone
Tolstoi
,
che
in
uno
slancio
potente
del
suo
genio
ha
ricondotto
le
nubi
opprimenti
del
misticismo
su
l
'
orizzonte
della
letteratura
,
non
sarà
ascoltato
.
Egli
è
un
socialista
inefficace
perché
,
come
dice
il
Ferri
in
un
suo
libro
,
è
rimasto
troppo
al
di
fuori
al
movimento
scientifico
contemporaneo
su
'
l
quale
ogni
dottrina
morale
è
d
'
uopo
che
si
basi
,
e
altre
religioni
poi
non
hanno
mai
pensato
alle
condizioni
degli
uomini
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Con
quale
gioia
mi
do
a
calpestare
quello
che
odio
!
Uccidere
un
mostro
che
è
?
Ma
sgominare
le
legioni
di
tutti
i
pregiudizi
è
qualche
cosa
di
grande
che
mi
dilata
e
mi
riscalda
l
'
anima
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Di
quel
problema
che
le
avevo
proposto
ne
riparleremo
in
seguito
,
quando
avremo
discusso
di
cose
che
ne
sono
l
'
orditura
.
Perdoni
se
oggi
scrivo
peggio
delle
altre
volte
.
Ho
un
'
idea
fissa
che
mi
perseguita
.
3
febbraio
1903
.
"
La
politique
,
hélas
!
Voilà
notre
misère
.
Mes
meilleurs
ennemis
me
conseillent
d
'
en
faire
...
"
e
facendone
non
posso
fare
a
meno
di
essere
violento
fino
alla
cattiveria
.
Ma
Ella
,
spirito
infinitamente
buono
,
ha
perdonato
tutto
quello
che
la
bocca
dell
'
esaltazione
mi
diceva
di
scrivere
,
ed
io
ne
sono
rimasto
colpito
fino
all
'
umiliazione
.
A
che
la
politica
?
Torniamo
ai
nostri
sogni
che
sono
belli
,
perché
noi
soli
li
conosciamo
,
ed
apriamo
con
una
gioia
avara
il
nostro
cuore
pieno
di
essi
.
Rodolfo
sente
che
la
sua
Annalena
non
può
occuparsi
di
una
idea
politica
senza
guardarla
con
gli
occhi
mansueti
e
ingenui
d
'
una
donna
che
ama
troppo
le
cose
belle
nella
modesta
considerazione
di
se
stessa
e
del
suo
piccolo
mondo
,
e
Rodolfo
non
farà
più
della
politica
con
la
sua
Annalena
.
È
contenta
così
?
Stasera
se
non
avessi
uno
strano
malessere
che
serpeggia
nelle
mie
vene
come
uno
spirito
maligno
per
le
vie
della
sua
dannazione
,
avrei
l
'
anima
aperta
alle
più
dolci
emozioni
e
ne
direi
con
quella
gioia
pura
di
vaghe
dubbiezze
,
che
è
la
linfa
deliziosa
dei
cuori
giovani
.
Ma
non
potrò
mai
sentirmi
tanto
sano
?
Chi
sono
io
?
Perché
quel
tormento
indefinito
che
proviene
dalla
presenza
di
tutte
le
cose
?
Tutto
mi
è
cagione
di
rimpianto
.
Mi
pare
che
la
mia
vita
vada
sperdendosi
come
un
rigagnolo
nelle
fogne
melmose
del
comune
destino
,
e
ne
provo
un
malessere
interiore
paragonabile
a
quello
d
'
un
malato
che
vede
le
sue
carni
sfarsi
lentamente
senza
rimedio
.
Io
compiango
me
stesso
,
mi
addoloro
dei
miei
stessi
dolori
,
che
forse
non
ho
,
ma
che
sono
orribili
.
Ah
!
oggi
ho
pensato
di
ubriacarmi
.
Perché
no
?
Ho
imaginato
la
mia
ebrezza
,
l
'
ebrezza
di
un
uomo
che
beve
per
non
soffrire
.
Soffrire
?
ma
soffro
io
realmente
?
Sono
i
miei
nervi
malati
che
opprimono
la
mia
esistenza
?
Non
esistere
!
E
di
quello
che
ho
veduto
e
udito
che
ne
sarà
?
Che
è
questa
mano
che
ubbidisce
al
mio
pensiero
e
traccia
su
la
carta
dei
segni
che
mi
hanno
fatto
imparare
?
Rispondi
,
rispondi
tu
,
che
mi
tormenti
,
o
triste
dubbio
!
Ma
il
dubbio
esiste
di
per
se
stesso
o
sono
io
che
lo
fabbrico
e
vi
abito
dentro
?
Forse
.
Ah
,
poveri
i
miei
vent
'
anni
che
molti
invidiano
,
che
siete
voi
per
me
?
Per
me
,
per
...
Non
so
,
non
so
come
definire
il
mio
io
.
Che
sono
io
?
Il
mio
pensiero
che
è
,
e
da
che
proviene
?
Potrà
morire
come
muore
la
carne
?
O
pure
si
riconfonderà
nella
forza
infinita
di
tutte
le
cose
dell
'
universo
,
sotto
la
forma
di
un
altro
fenomeno
che
poi
,
alla
sua
volta
,
si
trasformerà
in
un
altro
e
poi
in
un
altro
per
non
morire
mai
e
sentire
sempre
?
E
la
mia
consapevolezza
che
ho
di
quel
pensiero
dove
finirà
?
Si
è
essa
prodotta
nel
volgere
degli
anni
crescendo
con
la
carne
o
pure
è
un
elemento
dissociato
da
tutti
gli
altri
ma
che
nella
vita
si
combina
con
altre
energie
,
con
altre
forze
,
per
dare
l
'
esistenza
agli
esseri
animati
?
C
'
è
una
coscienza
comune
a
tutti
gli
animali
?
Oh
,
com
'
è
triste
la
chimica
di
chi
si
dedica
alla
meditazione
dell
'
esistenza
!
Mimì
!
non
so
perché
io
ti
penso
in
questo
momento
e
perché
i
miei
occhi
abbiano
delle
lagrime
.
Oh
,
come
è
grande
e
smisurato
il
sentimento
dell
'
amore
!
Somiglia
alla
sua
fragilità
.
Ma
tu
,
Mimì
,
capisci
?
Già
,
che
t
'
importa
di
tutto
questo
?
Tu
mi
baci
,
e
nei
baci
effondi
tutta
la
tua
anima
;
sei
troppo
semplice
.
Io
,
vedi
,
mentre
scrivo
e
penso
a
te
e
a
tante
cose
di
cui
tu
non
ti
curi
,
ho
avuto
paura
di
un
rumore
che
il
vento
ha
fatto
attraverso
il
mio
uscio
...
Tu
avresti
riso
.
A
me
,
invece
,
è
parso
il
ghigno
d
'
un
essere
maligno
e
sconosciuto
che
mi
perseguita
.
Guai
,
guai
se
il
vento
spegnesse
la
mia
candela
!
Morrei
di
spavento
.
Più
tardi
,
uscendo
avrò
paura
.
Ora
mi
soffermo
,
il
mio
cuore
è
agitato
,
il
mio
respiro
è
breve
:
ho
avuto
paura
lo
stesso
.
Ed
è
sempre
così
.
Oggi
non
sono
uscito
.
Chi
mi
avesse
visto
mi
avrebbe
preso
per
uno
di
quei
fantocci
che
non
hanno
il
cerebro
per
pensare
.
Sono
stato
con
gli
occhi
stranamente
fissi
al
soffitto
perseguendovi
qualche
cosa
,
ed
aspettandovi
una
figura
che
non
vi
è
apparsa
.
Poi
mi
sono
guardato
nello
specchio
.
Le
mie
pupille
erano
enormemente
dilatate
e
cupamente
turchinicce
.
Chi
sa
!
Ho
pensato
a
certi
cipressi
che
ho
intraveduti
in
una
poesia
del
Carducci
,
ho
ripensato
ad
un
cielo
d
'
arancio
,
a
un
cielo
che
mi
pare
d
'
aver
visto
,
poi
a
tante
croci
nere
gigantesche
,
a
una
donna
del
d
'
Annunzio
,
che
s
'
è
fusa
in
una
statua
bianca
,
che
è
divenuta
il
corpo
nudo
della
mia
adorata
Mimì
,
poi
ho
sentito
il
rumore
di
un
sospiro
.
Mi
sono
alzato
dalla
sedia
dov
'
ero
seduto
da
sì
gran
tempo
,
sono
uscito
di
camera
guardandomi
indietro
come
fossi
inseguito
.
Ed
ora
ho
come
una
vertigine
.
Mi
sembra
d
'
esser
travolto
per
il
baratro
d
'
un
precipizio
,
insieme
con
della
neve
che
mi
ha
tutto
avvolto
e
precipitato
;
precipito
senza
toccare
mai
il
fondo
.
La
neve
?
Se
ne
avessi
,
ne
mangerei
.
Certo
io
sono
un
anormale
e
la
mia
anima
è
come
un
turbine
che
passa
devastando
e
uccidendo
:
ella
devasta
e
uccide
la
mia
giovinezza
.
Ora
io
penso
a
una
novella
che
volevo
scrivere
,
a
una
novella
strana
,
pazza
.
Mi
alzo
e
vado
in
cerca
di
amici
.
Il
mio
nome
è
F
...
Mi
dica
il
suo
.
28
marzo
1903
.
...
m
'
è
venuta
una
cosa
orribile
...
Andando
improvvisamente
a
trovare
la
mia
fidanzata
,
Mimì
,
-
dopo
quattro
mesi
di
assenza
-
l
'
ho
trovata
...
l
'
ho
trovata
...
Ed
io
l
'
avevo
rispettata
sempre
come
una
sorella
!
Vorrei
impazzire
piuttosto
che
credere
alla
verità
di
ciò
.
Federigo
.
30
marzo
1903
.
Mi
permetta
che
io
le
narri
in
poche
parole
la
storia
del
mio
amore
e
perdoni
se
metterò
a
nudo
delle
verità
atroci
e
ributtanti
.
Sento
,
il
bisogno
di
fare
così
.
Molti
anni
fa
-
possono
essere
otto
o
nove
anni
-
avevo
conosciuto
Mimì
:
era
una
mia
contadina
.
Fra
di
noi
erasi
stabilita
un
'
amicizia
forte
e
passionale
,
ed
io
ricordo
che
provavo
quasi
un
'
ebrezza
quando
,
vincendo
la
mia
ritrosia
ingenua
,
riuscivo
a
farmi
dare
del
tu
.
Ricordo
anche
che
sono
stato
quasi
un
mese
intero
senza
frequentare
la
mia
scuola
perché
la
mattina
ella
mi
aspettava
nel
fondo
del
campo
ed
andavamo
a
braccetto
lungo
il
torrente
che
serve
di
confine
al
campo
.
Le
davo
anche
dei
baci
senza
che
me
ne
rendesse
.
Mio
padre
,
quando
si
accorse
della
nostra
relazione
la
intese
in
un
senso
peggiore
,
e
cacciò
Isola
dal
podere
.
Da
quel
tempo
siamo
stati
sette
anni
senza
rivederci
,
eccetto
che
una
volta
per
una
festa
religiosa
,
quando
ella
,
ritornando
a
Siena
di
passaggio
mi
fece
vedere
il
ritratto
del
suo
amante
.
Durante
tutto
questo
tempo
l
'
avevo
scordata
completamente
;
la
mia
educazione
e
la
mia
condizione
sociale
non
la
richiedevano
.
Ma
,
stando
agli
studi
a
Firenze
,
mi
venne
lentamente
un
desiderio
che
poi
divenne
una
brama
insensata
,
e
scrissi
a
casa
sua
per
avere
il
suo
indirizzo
.
Quando
lo
ebbi
,
circostanze
gravi
di
famiglia
mi
richiamarono
a
Siena
ed
io
non
potei
né
meno
vederla
.
Le
dirò
(
perché
devo
scrivere
molto
confusamente
)
che
Isola
stette
poco
tempo
a
casa
-
in
un
paesetto
del
Chianti
-
e
che
se
ne
andò
a
servizio
.
Allora
,
dopo
aver
avuto
il
suo
indirizzo
,
le
mandai
quasi
giornalmente
delle
cartoline
illustrate
,
ed
ella
mi
contraccambiava
.
Non
so
perché
,
senza
né
meno
rivederla
l
'
amavo
egualmente
da
desiderarla
con
tutte
le
forze
dell
'
anima
.
Finalmente
,
un
anno
fa
,
detti
gli
esami
a
Firenze
ed
improvvisamente
andai
a
trovarla
(
J
)
.
La
trovai
molto
cambiata
,
assai
più
bella
(
è
una
ragazza
bellissima
)
e
mi
parve
anche
più
intelligente
di
quello
che
potevo
supporre
.
Mi
piacque
tanto
che
il
giorno
dopo
le
feci
dichiarazione
e
fui
riamato
.
Le
vicende
del
nostro
amore
sono
state
assai
tristi
.
Non
ci
vedevamo
che
una
volta
al
mese
,
per
poche
ore
.
Per
questo
motivo
ho
pianto
tanto
che
mi
sono
reso
così
tenero
ad
ogni
emozione
...
da
far
ridere
,
forse
!
Non
posso
fare
a
meno
di
includere
in
questa
lettera
il
suo
ritratto
!
La
giudicherà
e
mi
scuserà
meglio
!
Mercoledì
passato
ricevetti
una
lettera
da
una
donna
che
io
non
conosco
affatto
,
nella
quale
mi
si
diceva
che
la
mia
fidanzata
faceva
delle
cose
sconvenienti
.
Senza
né
pure
dirlo
a
nessuno
-
feci
avvisare
mio
padre
da
Empoli
per
mezzo
di
un
conoscente
-
partii
e
...
Per
non
cedere
all
'
emozione
provata
fuggii
da
quella
casa
,
gridando
di
fondo
alle
scale
:
"
Tornerò
più
tardi
!
Non
posso
!
non
posso
!
"
.
Quando
fui
in
istrada
camminai
verso
i
viali
dalla
parte
di
S
.
Gallo
(
è
pratica
,
vero
?
)
e
mi
sedetti
sopra
un
mucchio
di
sassi
.
Allora
cominciò
a
farsi
chiaro
in
me
.
Avevo
un
senso
vago
di
tutto
quello
che
avevo
veduto
da
credermi
in
sogno
.
In
poche
parole
,
m
'
ero
convinto
che
io
fossi
un
allucinato
:
e
ci
credevo
tanto
che
ebbi
una
gran
paura
di
me
.
Di
lì
passò
un
antico
compagno
di
scuola
,
e
quando
mi
vide
,
disse
:
-
Che
hai
?
Ti
senti
male
?
Parla
.
Io
gli
risposi
con
un
sorriso
e
gli
dissi
che
era
una
bella
giornata
,
ma
che
il
sole
era
ancora
molto
freddo
.
Che
mi
piacevano
tanto
i
mandorli
in
fiore
e
che
se
fossi
stato
ricco
ne
avrei
voluti
un
giardino
per
respirare
interamente
nella
primavera
...
Il
mio
amico
penso
che
mi
credesse
rimbambito
.
Sorrise
e
mi
lasciò
augurandomi
tante
cose
...
Poi
entrai
in
una
gran
calma
.
Mi
pareva
che
io
fossi
divenuto
un
altro
e
che
Isola
non
fosse
lei
.
Sembra
impossibile
questa
incoscienza
della
propria
personalità
,
ma
avviene
realmente
.
Domandai
a
un
facchino
che
mi
trovasse
una
camera
...
Non
le
dico
per
quali
generi
di
case
fossi
scortato
...
Da
per
tutto
la
miseria
e
la
prostituzione
;
da
per
tutto
la
melma
e
l
'
orrore
del
vizio
...
Quante
cose
conobbi
in
quelle
ore
.
Finii
col
sentire
piacere
di
tutto
quello
che
vedevo
.
Sì
,
ne
avevo
piacere
perché
mi
veniva
mostrato
senza
veli
un
aspetto
della
nostra
società
,
forse
l
'
aspetto
più
caratteristico
ed
importante
.
Finalmente
trovai
una
camera
in
via
S
.
Cristoforo
.
Mangiai
e
tornai
da
Isola
.
Mi
accorsi
(
dico
così
perché
la
prima
volta
avevo
visto
tutto
annebbiato
)
mi
accorsi
che
la
casa
dove
stava
era
quella
di
una
levatrice
.
Una
casa
orrida
.
Mi
chiusi
con
Isola
nella
sua
camera
e
feci
alcuni
passi
avanti
,
con
le
mani
tese
e
tremando
.
Ella
era
pallida
e
doveva
soffrire
orribilmente
.
Volevo
farle
del
male
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
questa
imagine
si
arrestò
.
Caddi
in
ginocchio
e
la
baciai
senza
posa
;
ed
ella
piangeva
,
tenendo
la
testa
su
una
delle
mie
spalle
,
quasi
tramortita
sul
canapè
dove
erasi
seduta
.
Le
dissi
io
:
-
Isola
,
così
?
-
È
vero
,
è
vero
...
-
E
...
perché
?
-
Non
lo
so
,
non
me
lo
domandare
.
Ella
piangeva
;
lo
domandai
:
-
Chi
...
è
stato
?
Dovetti
pregarla
molto
per
saperlo
e
quando
lo
seppi
un
'
ira
potentissima
s
'
impadronì
di
me
.
Ma
affettavo
di
essere
calmo
e
nessuno
avrebbe
imaginato
quello
che
passava
per
il
mio
cervello
.
Sono
stato
tre
giorni
con
Isola
...
Ne
ho
avuta
una
compassione
sincera
e
grande
.
Quando
sotto
la
carne
del
suo
corpo
sentivo
muoversi
il
corpicciuolo
di
un
'
altra
vita
,
avevo
quasi
un
terrore
sacro
di
me
,
di
lei
,
di
tutto
.
Che
ho
deciso
?
In
tutte
le
maniere
non
devo
abbandonarla
.
Certo
non
l
'
amo
più
,
ma
ho
fatto
questo
:
ho
detto
a
mio
padre
che
io
ero
il
colpevole
e
che
volevo
aiutare
quella
ragazza
.
Forse
con
un
'
altra
vita
,
può
divenire
onesta
.
Mi
ha
ingannato
interamente
,
ma
la
scuso
perché
il
suo
amore
mi
ha
procurato
delle
gioie
indicibili
.
Che
gliene
pare
?
Io
non
so
,
non
so
come
giudicarmi
,
e
come
giudicare
.
Mi
scusi
.
P.S.
Prima
di
chiudere
in
busta
la
presente
,
l
'
ho
riletta
e
m
'
è
venuto
il
pensiero
di
stracciarla
.
In
ogni
modo
non
metterò
il
suo
ritratto
come
ho
detto
.
Non
so
se
io
sono
un
insensato
a
far
conoscere
certe
cose
...
A
volte
mi
viene
il
desiderio
di
gridarlo
a
tutti
,
a
volte
vorrei
circondarlo
di
un
segreto
...
Ieri
sera
mi
ubriacai
con
mezza
bottiglia
di
cognac
.
Stamani
mi
duole
fortemente
la
testa
e
mi
brucia
il
cervello
.
Ho
passato
la
notte
su
l
'
erba
nel
piazzale
della
chiesa
dei
Servi
.
Mio
padre
non
se
n
'
è
accorto
e
l
'
ho
confessato
spontaneamente
alla
matrigna
.
Credo
di
aver
la
febbre
per
l
'
umidità
che
ho
preso
.
2
aprile
1903
.
Mi
provo
a
scriverle
lo
stato
d
'
animo
presente
quantunque
io
sappia
che
i
dolori
altrui
finiscono
col
diventare
noiosi
...
Ella
,
così
buona
con
me
,
non
conosce
a
fondo
il
mio
carattere
,
e
forse
è
un
bene
.
Dovrei
mettere
in
luce
certi
sentimenti
oscuri
che
in
me
nessuno
suppone
;
ma
che
formano
la
base
della
mia
volontà
,
se
volontà
può
chiamarsi
quel
fluttuamento
passionale
che
mai
non
mi
abbandona
.
Non
ho
mai
parlato
di
quelle
vertigini
che
mi
travolgono
nel
loro
impeto
incosciente
in
gorghi
di
brutalità
animale
,
in
fondo
al
vizio
!
lei
mi
capisce
?
Come
sono
bestialmente
ebbro
di
me
stesso
allora
!
Sul
mondo
in
orgia
danzano
le
peccatrici
livide
...
L
'
aria
è
procace
,
l
'
orizzonte
è
un
bacio
,
la
luce
un
brivido
,
la
vita
una
voluttà
.
Le
povere
fanciulle
caste
-
stranamente
contorte
dalla
rachidine
della
loro
anima
-
s
'
avviano
silenziose
verso
un
luogo
oscuro
,
dove
le
aspettano
il
viscidume
e
il
ribrezzo
di
serpi
ammucchiati
e
di
rospi
morenti
.
E
tutto
è
silenzio
...
Qualcuna
di
esse
si
volge
e
guarda
la
vita
che
splende
come
un
gran
sole
fiammante
e
mormora
:
la
verginità
mi
ha
condannata
.
È
una
pentita
.
Un
'
altra
,
idiota
,
sorride
facendosi
velo
agli
occhi
perché
anche
quel
chiarore
incerto
le
fa
male
;
un
'
altra
ha
i
brividi
lunghi
della
febbre
.
E
le
loro
figure
si
sperdono
,
mentre
nel
mondo
volteggiano
le
risa
isteriche
delle
cortigiane
;
e
il
mostro
della
libidine
,
il
cui
alito
fa
male
al
sangue
,
urla
,
urla
...
Passa
così
molto
tempo
,
ma
nessuno
s
'
annoia
.
Gli
uomini
hanno
intuito
la
religione
del
Piacere
.
Non
vi
sono
sacerdoti
,
ma
sacerdotesse
.
È
un
culto
semplice
,
primitivo
.
Non
vi
sono
preghiere
in
segreto
.
Avvengono
fenomeni
straordinarii
,
il
pensiero
si
può
materializzare
;
anzi
,
tutto
ciò
che
è
desiderato
con
una
certa
intensità
ha
la
proprietà
di
divenire
un
corpo
.
Il
quale
allorché
il
desiderio
cessa
,
si
sperde
e
si
riconfonde
nella
fluidità
cosmica
che
avvolge
tutte
le
cose
.
Questa
fluidità
verrà
a
costituire
il
punto
di
partenza
della
nuova
chimica
.
È
un
composto
di
vari
elementi
emananti
dal
grande
Invisibile
le
cui
proprietà
verranno
assiduamente
studiate
,
rimanendo
sempre
sconosciute
.
Il
fenomeno
fisico
più
elementare
sarà
quello
di
due
desiderii
identici
che
producendo
un
corpo
identico
cagioneranno
un
disturbo
nell
'
ordine
naturale
delle
cose
...
Il
quale
disturbo
entrerà
nella
classe
della
fisiologia
,
perché
gli
uomini
tutti
ne
risentiranno
organicamente
.
Non
si
avrà
più
né
meno
un
concetto
modesto
come
abbiamo
ora
del
tempo
.
Lo
spazio
sarà
incomprensibile
.
Due
amanti
potranno
baciarsi
a
quella
distanza
che
vorranno
...
per
esempio
,
a
due
o
tre
chilometri
.
Sarà
scomparso
il
regno
animale
,
vegetale
,
minerale
...
Solo
l
'
uomo
perfetto
,
con
le
vene
in
cui
,
invece
del
sangue
,
scorrerà
la
voluttà
,
dominerà
nel
mondo
.
La
donna
sarà
l
'
anima
di
tutte
le
cose
...
Infine
si
può
definire
il
mondo
uu
immenso
ed
unico
cervello
etereo
,
la
cui
sostanza
grigia
è
la
donna
e
la
bianca
l
'
uomo
...
Vi
saranno
uomini
che
,
per
raccontare
delle
fanfaronate
agli
altri
,
diranno
:
stamani
il
fumo
della
mia
pipa
addensandosi
sopra
la
mia
casa
e
caricandosi
di
elettricità
ha
fatto
piovere
un
diluvio
.
Un
altro
:
il
mio
sputo
ha
annegato
diverse
persone
...
Queste
esagerazioni
dipenderanno
dal
fatto
reale
che
un
profeta
molto
sciocco
ha
creduto
di
potere
stabilire
una
dottrina
emanata
,
dice
lui
,
dall
'
Impossibile
.
Si
capisce
che
verrà
chiuso
in
un
manicomio
!
Le
donne
naturalmente
saranno
tutte
belle
e
tutte
bionde
.
Perché
questo
colore
sarà
nell
'
intonazione
morale
estetica
,
musicale
,
economica
,
ecc
...
,
di
tutte
le
idee
.
Ora
riesce
difficile
a
concepire
un
biondo
cosi
...
ma
...
allora
!
Frattanto
i
filosofi
vanno
costruendo
diversi
sistemi
...
Colui
che
saprà
indovinare
,
diverrà
il
centro
e
l
'
emanazione
di
tutto
perché
egli
stesso
è
costituito
dall
'
essenza
dell
'
emanazione
...
Perdoni
:
ho
bevuto
!
7
aprile
1903
.
Isola
non
è
più
mia
:
è
di
tutti
!
Il
suo
orgoglio
di
ragazza
corrotta
la
fa
sprofondare
di
luridezza
in
luridezza
...
Che
cosa
costa
per
lei
il
sacrificio
del
suo
onore
?
La
folla
del
vizio
la
domina
.
È
schiava
del
suo
istinto
brutale
.
Il
piacere
della
carne
è
troppo
possente
in
lei
perché
abbia
un
moto
di
rivolta
contro
il
mondo
che
la
compra
...
Ora
si
deve
vendere
perché
il
bisogno
materiale
della
vita
vuole
il
denaro
.
Per
lei
non
c
'
è
più
la
famiglia
.
Io
le
sono
troppo
lontano
perché
possa
sperare
...
Tutto
le
sfugge
.
Con
me
ha
orrore
della
sua
colpa
.
La
vergogna
la
schiaccia
come
un
sughero
.
Il
rimorso
la
fa
peggiore
.
Non
deve
rivedere
più
le
amiche
della
sua
innocenza
.
Il
mondo
le
ghigna
in
faccia
...
È
una
vinta
.
È
anche
vile
perché
non
si
uccide
.
La
sua
bellezza
val
bene
qualcosa
!
Il
maschio
-
il
terribile
maschio
-
la
paga
a
contanti
.
Un
bacio
,
due
baci
...
e
le
carezze
.
Io
non
entro
nella
sua
anima
che
con
la
fitta
del
dolore
suo
...
Deve
piangere
molto
.
Dopo
la
voluttà
,
quando
la
nausea
assale
anche
le
anime
le
più
brutali
,
deve
vedere
la
mia
imagine
.
Forse
essa
mi
rimpiange
...
Ma
perché
prendersela
tanto
a
cuore
?
La
giovinezza
avvizzisce
presto
...
dunque
?
Bisogna
goderla
la
giovinezza
.
E
quando
siamo
povere
,
quando
non
si
ha
famiglia
,
né
parenti
né
amici
né
sogni
,
che
c
'
è
di
meglio
dopo
il
piacere
?
Il
domani
non
conta
.
Chi
ha
delle
preoccupazioni
non
può
godere
pienamente
...
Del
resto
,
anche
,
esse
non
potrebbero
nulla
...
dunque
?
"
Ieri
ero
quasi
affamata
,
oggi
sono
sazia
abbastanza
"
.
E
al
bimbo
chi
ci
pensa
?
Suo
padre
?
Chi
lo
conosce
?
E
poi
suo
padre
è
troppo
ricco
perché
possa
ricordarsi
di
lui
!
Un
giorno
,
il
figlio
della
prostituta
si
vendicherà
...
oh
,
sì
,
che
si
vendicherà
!
Sarà
un
ladro
,
un
assassino
...
Già
la
madre
non
guadagna
più
!
Ha
un
bel
fare
di
lisciarsi
la
faccia
con
quei
cosmetici
!
È
vecchia
:
non
la
vogliono
più
.
Ci
sono
delle
giovani
ora
!
E
quante
!
Bisogna
vederle
.
E
anch
'
esse
si
lamentano
.
Il
figlio
perde
la
pazienza
,
batte
sua
madre
...
Diamine
!
Non
gli
dà
più
né
meno
un
soldo
per
la
zozza
.
Come
si
fa
a
vivere
così
?
E
poi
una
casaccia
sporca
,
puzzolente
...
Gli
avventori
sono
tutti
anziani
e
ingiovabili
...
Ma
né
meno
loro
si
contentano
!
Dicono
che
alla
vecchia
puzza
troppo
il
fiato
.
E
poi
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Del
suo
corpo
non
rimangono
che
gli
ossi
indolenziti
e
le
giunture
,
Il
figlio
che
fa
?
Una
malattia
terribile
lo
corrode
e
lo
rende
ripugnante
.
Da
per
tutto
è
scacciato
,
lo
si
percuote
anche
.
Ma
egli
grida
minaccioso
con
la
sua
voce
rauca
,
di
sifilitico
e
si
caccia
le
mani
nella
tasca
dei
pantaloni
come
per
levare
un
'
arma
...
Lo
si
arresta
;
resiste
.
Una
convulsione
lo
scontorce
su
'
l
rigagnolo
nero
della
via
schifosa
.
Sua
madre
è
disopra
che
sbaciucchia
il
suo
vecchio
amante
.
Poche
ragazze
spaurite
guardano
trascinare
il
corpo
del
loro
amico
...
Una
d
'
esse
sospira
,
un
'
altra
sputa
e
bestemmia
...
La
strada
torna
silenziosa
.
Dopo
poco
,
la
vecchia
meretrice
va
su
la
porta
del
suo
postribolo
;
ha
il
mal
di
cuore
e
respira
affannosamente
.
Un
bambinetto
le
racconta
la
scena
...
Ella
non
ci
crede
,
poi
qualche
lagrima
le
scende
fin
su
le
labbra
alquanto
pelose
.
Ma
si
dà
pace
.
Una
gran
calma
sembra
scendere
dalla
breve
striscia
di
cielo
cupamente
azzurro
che
s
'
accende
di
stelle
..
Si
ode
il
suono
vellutato
di
una
chitarra
e
una
vociaccia
sguaiata
di
mastino
,
il
suono
di
un
cornetto
,
un
fischio
,
una
folata
di
vento
,
poi
torna
il
silenzio
.
Le
ombre
verdognole
,
quasi
nere
.
La
megera
guarda
in
su
,
sembra
commossa
da
quella
pace
inaspettata
.
Ora
tosse
e
tiene
una
mano
sul
cuore
:
il
dolore
è
più
forte
.
Mormora
:
"
Dio
mio
,
Dio
mio
,
morire
!
"
.
Ma
l
'
dea
improvvisa
della
morte
spaventandola
l
'
ha
fatta
ritornare
in
sé
;
dice
:
-
Che
sciocca
sono
ad
aver
paura
!
Poi
chiama
:
-
Martino
!
Martino
!
Silenzio
.
-
Dov
'
è
quell
'
imbecille
?
Martino
!
Martino
!
Il
vuoto
oscuro
del
bordello
non
risponde
.
In
fondo
vede
biancheggiare
il
letto
e
una
tenda
si
agita
:
le
sembra
il
braccio
di
qualcuno
che
la
chiami
.
Va
là
,
ferma
la
tenda
,
poi
torna
su
la
strada
.
Ora
sente
un
malessere
opprimente
in
tutta
la
persona
,
le
gambe
le
tremano
;
si
guarda
le
mani
e
vede
che
sono
bianche
...
-
Dio
mio
è
la
morte
?
Perché
pensa
per
la
seconda
volta
alla
morte
?
Questa
osservazione
le
mette
nell
'
animo
uno
spavento
grandissimo
.
S
'
avvia
lentamente
verso
la
sua
camera
e
si
distende
sopra
il
letto
supina
.
Tutta
la
camera
gira
...
Un
rombo
confuso
le
empie
le
orecchie
.
Sembra
che
qualcuno
vicino
a
lei
singhiozzi
,
ma
ha
paura
a
volgersi
da
quella
parte
...
Vede
entrare
delle
figure
che
si
chinano
,
la
tastano
,
la
frucano
...
Ella
vuol
gridare
;
ma
dalla
sua
bocca
contratta
a
forza
non
esce
che
un
gemito
debole
.
Un
tappeto
immenso
,
nero
come
la
notte
,
la
soffoca
,
la
involge
,
la
trascina
via
lontana
...
lontana
...
vertiginosamente
.
La
vecchia
puttana
è
morta
!
Queste
sono
le
cupe
fantasticherie
che
ingombrano
la
mia
mente
.
Io
non
me
ne
posso
liberare
.
Anche
le
larve
del
vino
non
sono
più
belle
.
Attenderò
che
la
spugna
del
tempo
lavi
il
mio
spirito
e
allora
...
allora
...
Ci
vuole
un
altro
amore
;
più
frenetico
del
prirno
,
più
folle
...
che
duri
due
settimane
,
un
mese
,
non
importa
!
Io
la
ringrazio
infinitamente
della
cura
premurosa
che
dimostra
per
me
,
e
gliene
sarò
grato
per
sempre
.
Di
una
cosa
sola
però
non
mi
capacito
,
come
Ella
,
senza
conoscermi
,
possa
amarmi
di
un
'
amicizia
così
tenera
.
Certo
,
noi
due
c
'
intendiamo
più
di
quello
che
non
sembra
:
Vero
?
Chi
avrebbe
detto
che
quel
birichino
,
del
sor
Bernardo
-
allora
perfetto
bohémien
-
potesse
acquistarsi
tanta
fiducia
e
tanta
benevolenza
?
Si
ricorda
delle
prime
incertezze
inquietanti
?
La
nostra
amicizia
era
proprio
in
fasce
e
per
sorreggerla
c
'
è
voluta
tutta
la
mia
buona
volontà
.
Che
balia
,
che
balia
!
Perché
non
mi
manda
mai
un
fiore
?
Mi
piacciono
molto
.
Le
farò
una
confessione
(
scusi
se
salto
di
palo
in
frasca
)
:
più
d
'
una
volta
m
'
è
venuta
la
tentazione
di
darle
del
tu
,
ma
poi
...
certi
scrupoli
...
certe
riflessioni
...
insomma
,
non
ne
son
stato
buono
!
Guardi
se
è
capace
Lei
,
per
prima
.
Mille
cose
gentili
(
K
)
.
Note
alla
parte
prima
(
A
)
Avvertiamo
che
le
note
segnate
coi
numeri
sono
dell
'
autore
;
e
quelle
con
le
lettere
dell
'
alfabeto
sono
di
chi
ha
curato
la
stampa
del
volume
.
(
1
)
L
'
altra
volta
mi
firmai
Isola
di
Federigo
,
ma
riconoscendo
ciò
inadatto
ho
cambiato
...
pseudonimo
.
(
B
)
L
'
autore
,
secondando
lo
scherzo
della
sua
corrispondente
che
ha
chiamato
lui
...
Rodolfo
,
chiama
Mimì
la
ragazza
di
cui
qui
si
parla
.
(
2
)
La
forma
del
mio
scrivere
le
parrà
grossolana
e
quello
che
voglio
dire
non
le
sarà
sempre
chiaro
...
è
vero
?
(
3
)
Finché
Ella
non
abbia
acconsentito
a
tenere
corrispondenza
con
me
,
sono
costretto
a
scriverle
...
monche
,
senza
un
soggetto
determinato
.
Perciò
perdoni
la
loro
poca
correttezza
.
(
C
)
Legge
negli
avvisi
di
quarta
pagina
di
un
giornale
.
(
D
)
Fino
a
qual
punto
,
si
potrà
giudicare
nel
progredire
di
queste
lettere
.
(
4
)
Ella
m
'
ha
chiesto
una
conversazione
da
buoni
amici
ed
io
credo
di
contentarla
portandola
con
me
a
riflettere
e
fantasticare
su
tutto
quello
che
può
dare
interesse
a
due
cuori
e
due
menti
,
ancora
giovani
,
desiderosi
di
apprendere
e
di
migliorare
;
senza
pretensioni
né
frasi
ricopiate
.
Le
piace
così
?
Ella
che
conosce
il
mio
segreto
,
comprende
facilmente
quant
'
io
mi
appassioni
e
quanto
sia
contento
d
'
aver
trovato
una
signorina
tanto
cortese
e
spiritosa
,
che
rispondendo
mi
faccia
accorgere
de
'
miei
errori
e
m
'
incoraggi
,
se
ne
sono
meritevole
,
all
'
attuazione
di
ciò
che
è
il
desiderio
ardente
del
mio
animo
.
Che
se
io
dovessi
disilludermi
non
troverei
più
la
volontà
di
vivere
.
Mi
sono
tanto
ingrandito
nel
mio
sogno
che
ogni
altra
cosa
mi
sembra
meschina
e
immeritevole
d
'
attenzione
!
-
Povero
Rodolfo
!
Se
tu
conoscessi
la
vita
!
Ti
senti
re
quando
un
altro
cuore
palpita
con
il
tuo
e
alla
tua
voce
risponde
un
'
eco
!
...
E
dimentichi
la
tua
picciolezza
e
nel
tuo
pensiero
si
riflette
il
firmamento
:
un
po
'
d
'
affetto
ti
rende
orgoglioso
.
(
E
)
Al
principio
di
questo
stesso
anno
(
1902
)
l
'
autore
faceva
il
2°
dell
'
Istituto
Tecnico
a
Firenze
.
Non
lo
finì
perché
si
sentiva
quasi
sempre
male
.
Continuò
da
sé
a
Siena
e
poi
si
ripresentò
a
Firenze
per
l
'
esame
di
ammissione
in
terza
;
ma
bocciò
in
italiano
e
in
disegno
.
"
Allora
non
seppi
più
che
fare
.
"
(
5
)
Nè
meno
ora
!
...
(
6
)
Rileggendola
mi
accorgo
che
è
scritta
orrendamente
.
Pare
che
io
non
conosca
la
sintassi
manco
di
nome
.
Forse
è
colpa
del
freddo
che
a
forza
di
brividi
scompone
l
'
orditezza
delle
idee
.
Dev
'
essere
così
.
In
ogni
modo
non
sto
a
rifarla
,
ché
dovendola
leggere
Ella
soltanto
,
sarò
perdonato
.
(
F
)
Confessione
importante
.
(
G
)
A
questa
e
simili
sorgenti
filosofiche
,
si
è
quasi
esclusivamente
abbeverata
la
gioventù
studiosa
appartenente
alla
generazione
del
Tozzi
.
(
Particolarmente
la
toscana
:
vedi
Un
uomo
finito
del
Papini
.
)
Con
il
resultato
,
per
quelli
che
non
ebbero
a
loro
sventura
da
contrapporre
principi
più
solidi
e
influenze
più
sane
,
di
una
quantità
immensa
di
energie
disperse
in
andirivieni
tortuosi
per
strade
che
erano
fermate
.
"
Ma
il
mio
spirito
non
ha
incontrato
ancora
una
cosa
solida
,
su
la
quale
s
'
assieda
a
guardare
.
Sembra
che
cammini
sempre
per
certe
strade
silvestri
,
senza
scopo
,
per
sfuggire
gli
altri
"
.
(
Pag
.
?
?
?
del
presente
volurne
.
)
(
7
)
-
Perdoni
l
'
offesa
a
quello
che
la
donna
ha
di
più
caro
,
e
mi
perdoni
due
volte
se
invece
di
essere
...
come
ho
detto
io
...
è
quasi
bella
.
(
H
)
Dilemma
posto
di
nuovo
nell
'
Incalco
(
Gli
Egoisti
,
Mondadori
)
e
ivi
risolto
con
verità
derivate
all
'
autore
dall
'
esperienza
;
quindi
,
non
appartenenti
a
presupposti
ideologici
astratti
(
com
'
è
nel
caso
qui
)
come
con
facilità
può
propendere
a
credere
chi
non
ha
le
medesime
convinzioni
.
(
8
)
-
Mi
perdoni
anche
l
'
audacia
di
questo
intermezzo
che
ho
fatto
in
un
momento
di
rilassatezza
mentale
.
La
lettera
poi
è
scritta
a
pezzettini
in
diversi
tempi
.
(
I
)
Di
questa
lettera
,
quasi
tutta
su
tema
politico
,
lunghissima
,
ho
soppresso
quanto
,
da
parte
dell
'
autore
,
non
offriva
carattere
d
'
interpretazione
originale
.
(
J
)
"
Suonò
al
piccolo
uscio
...
"
-
Con
gli
occhi
chiusi
.
(
Pag
.
?
?
?
-
Treves
.
)
(
K
)
Nessun
'
altra
lettera
più
resta
dei
tre
anni
intercorsi
tra
quest
'
ultima
e
quella
con
cui
s
'
inizia
la
raccolta
seguente
.
Ma
l
'
autore
,
nelle
pagine
che
seguono
,
dice
quanto
occorre
a
fare
intendere
quello
che
resterebbe
oscuro
.
Basti
perciò
accennare
che
la
relazione
tra
Lui
e
l
'
Annalena
continuò
,
intima
,
per
qualche
mese
.
Poi
venne
interrotta
.
Indi
ripresa
quando
il
Tozzi
era
malato
agli
occhi
(
1904
)
e
dopo
poco
di
nuovo
lasciata
a
cagione
dei
parenti
che
la
ostacolavano
.
Fu
allora
che
il
Tozzi
distrusse
gli
originali
delle
lettere
riprodotte
fin
qui
,
e
le
lettere
dei
tre
anni
,
di
cui
sopra
.
Parte
seconda
Da
Siena
,
a
Siena
Settembre
,
1906
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
sono
in
momento
terribile
d
'
incoscienza
.
Tanto
che
non
ho
più
volontà
né
so
come
regolarmi
in
qualsiasi
cosa
;
e
ciò
che
mi
piaceva
un
'
ora
fa
mi
pare
orribile
.
La
conclusione
?
Io
ho
bisogno
di
rinnovarmi
completamente
e
di
mettermi
in
una
condizione
,
la
quale
mi
faccia
profittare
della
mia
coltura
e
di
quel
pochissimo
che
la
natura
mi
ha
dato
.
Tu
stessa
,
quando
ci
parlammo
,
avrai
potuto
capire
ch
'
io
sono
divenuto
un
essere
quasi
imbecille
,
sottoposto
a
una
volontà
non
sincera
,
e
che
non
ho
altra
soddisfazione
se
non
quella
di
fare
male
a
me
stesso
e
ad
altrui
.
A
volte
,
anzi
,
sono
così
sicuro
della
mia
pazzia
,
che
per
me
è
divenuto
abito
l
'
adattarmi
a
ciò
che
essa
esige
.
Tu
sai
che
a
te
solamente
il
mio
animo
s
'
è
aperto
,
così
come
si
apre
ora
.
Mai
in
tutta
la
mia
vita
,
nessuna
altra
persona
ha
bevuto
alla
mia
fonte
amara
come
hai
fatto
tu
.
E
così
forse
mai
io
troverò
chi
vorrà
porgere
orecchio
a
me
:
né
lo
desidero
.
Quando
mi
confido
a
te
sento
dileguarsi
ogni
nebbia
;
ma
dentro
a
me
c
'
è
un
essere
che
mi
comanda
,
dinanzi
al
quale
io
tremo
.
E
quest
'
essere
brutale
ride
di
me
,
quand
'
io
appoggio
l
'
anima
a
chicchessia
.
E
quest
'
essere
,
forse
,
è
la
mia
verità
.
Che
vale
amare
,
quand
'
esso
non
è
contento
,
e
urla
,
e
piange
,
e
si
curva
per
la
rabbia
?
Ora
tace
,
ascoltando
ciò
che
la
mia
anima
sta
per
dire
.
Ora
parla
.
E
la
mia
anima
si
dilegua
dinanzi
al
padrone
che
comanda
.
Emma
,
ciò
che
ho
passato
io
è
terribile
e
grottesco
.
Da
questo
ne
deriva
la
confusione
della
mia
mente
e
la
minaccia
(
che
non
mi
fa
paura
)
della
follia
.
(
Forse
perché
è
molto
tempo
ch
'
io
respiro
sul
suo
petto
)
(
A
)
.
Per
lavorare
da
vero
ho
bisogno
di
togliermi
da
Siena
,
la
quale
è
divenuta
per
me
come
una
grande
allucinazione
,
per
questa
insistenza
quasi
di
persecuzione
.
Ho
perduto
il
mio
ingegno
?
Non
so
.
Non
scriverò
più
finché
non
produrrò
tale
,
quale
io
mi
sforzo
di
produrre
.
Lascia
ch
'
io
scriva
così
a
intervalli
,
perché
sinceramente
tu
possa
ricevere
gli
stati
d
'
animo
che
attraverso
parlandoti
.
Occorre
anche
ch
'
io
mi
senta
bene
.
Chi
ha
più
avuto
la
testa
al
posto
?
Soltanto
il
pensare
che
fra
poco
debbo
uscire
a
passeggiare
tra
la
gente
,
mi
fa
star
male
.
Io
non
ti
sposerò
mai
.
Mi
sento
legato
a
te
da
un
'
amicizia
che
mi
fa
star
male
quand
'
io
non
ho
la
tua
anima
ad
ascoltare
i
miei
pensieri
.
E
t
'
amo
anche
sensualmente
.
T
'
amo
,
ma
soffro
lo
stesso
.
Forse
,
un
medico
sorriderebbe
de
'
miei
nervi
malati
!
Per
oggi
non
ti
scrivo
più
,
né
so
quando
ti
scriverò
.
Hai
tu
davvero
la
forza
di
fuggirmi
?
Di
acquietare
tutto
dentro
di
te
?
Di
reprimere
,
come
io
faccio
,
ogni
moto
di
sentimento
?
Tu
,
quando
mi
ami
,
stai
male
.
Ciò
non
è
amore
.
Anche
io
soffro
perché
l
'
emozione
che
tu
mi
susciti
è
contraria
alla
mia
natura
.
Rimaniamo
in
ciò
che
si
chiama
amicizia
.
Mi
sembra
che
ora
si
riproducano
gli
istanti
di
Porta
Tufi
.
Perdona
alla
mia
perversione
insaziabile
.
Di
più
non
puoi
avere
.
(
Lettera
2.a
)
Settembre
1906
.
Che
devo
combattere
?
Io
mi
sono
provvidamente
rifugiato
in
me
,
e
ad
altrui
non
credo
nulla
.
Non
ti
scriverò
se
non
quando
avrò
me
stesso
;
ora
,
no
.
Molte
cose
devo
fare
,
alle
quali
non
devo
dare
indugio
.
Ti
prego
di
non
scrivermi
più
,
però
ch
'
io
son
libero
di
non
ricordarmi
di
te
,
anche
avendoti
amata
.
Se
tu
sei
all
'
altezza
del
mio
animo
,
questa
lettera
non
ti
farà
dispiacere
(
B
)
.
Da
Siena
,
a
Roma
20
gennaio
1907
.
Ti
prego
d
'
una
cosa
.
Mandami
prima
che
tu
possa
i
denari
per
venire
a
Roma
.
Partirò
la
sera
alle
diciotto
,
il
giorno
stesso
ch
'
io
abbia
ricevuto
il
denaro
.
Non
so
se
la
signora
R
...
ti
abbia
fatto
sapere
che
con
mio
padre
ho
dovuto
rompere
affatto
la
relazione
....
Ma
di
ciò
ora
non
mi
sento
di
scrivere
.
Costà
ho
una
raccomandazione
per
un
giornalista
;
ma
io
stesso
mi
presenterò
più
volentieri
ad
alcune
redazioni
.
Non
so
s
'
io
sogni
;
però
che
credo
io
possa
trovare
un
'
occupazione
tale
,
bastante
a
farmi
vivere
.
Ti
renderò
il
denaro
tosto
che
sarò
in
grado
di
guadagnare
.
Qua
è
impossibile
ch
'
io
possa
lavorare
.
Sento
diminuirmi
l
'
intelligenza
a
poco
a
poco
come
una
cera
che
si
fonde
.
E
poi
a
che
pro
lavorerei
?
Sono
divenuto
stupido
anche
.
Non
ti
preoccupare
niente
per
il
modo
di
vivere
costà
prima
che
io
abbia
trovato
da
lavorare
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
Ho
scritto
cose
che
non
avrei
mai
voluto
rivelare
.
Da
Roma
,
a
Roma
25
gennaio
1907
.
Tu
avresti
diritto
di
non
amarmi
...
In
questa
mia
solitudine
aspra
io
ti
cerco
con
gelosia
,
e
vorrei
che
tu
fossi
sempre
con
me
.
Oggi
ho
sofferto
tutto
il
giorno
pensando
che
se
tu
per
un
momento
disprezzassi
la
mia
pusillanimità
,
potresti
amare
un
altro
.
Domani
per
me
è
il
giorno
veramente
decisivo
.
Vorrei
vederti
presso
la
fine
della
giornata
per
dirtene
l
'
esito
.
E
poi
che
non
tornerò
a
Siena
,
quale
che
sia
la
mia
condizione
qua
,
è
bene
che
ti
parli
forse
per
consigliarmi
di
una
cosa
.
Emma
,
io
devo
chiederti
solo
pietà
.
Non
parmi
d
'
aver
diritto
a
nessuna
cosa
da
te
,
finché
io
non
siami
sistemato
e
non
ti
tolga
dallo
stare
lungi
da
me
;
perocché
non
soffro
poco
avendoti
così
distante
e
non
in
mio
potere
.
Mi
pare
che
tu
a
poco
a
poco
sfugga
dalla
mia
volontà
.
Che
anche
tu
mi
ami
,
volendomi
male
.
26
gennaio
1907
.
...
avrei
dovuto
ricevere
un
vaglia
telegrafico
da
...
Siena
.
Se
non
vogliano
addirittura
non
aiutarmi
!
Lo
scopo
di
avere
un
posto
nel
giornalismo
è
per
guadagnare
per
potere
studiare
per
conto
mio
,
e
non
per
avanzare
nel
giornalismo
...
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
Ora
sono
nervosissimo
perché
prevedo
qualche
cosa
d
'
inatteso
.
Forse
anche
perché
stanotte
non
ho
avuto
da
dormire
ed
ho
...
digiunato
.
Ma
oggi
quel
Commendatore
del
quale
ti
parlai
mi
ha
invitato
un
'
altra
volta
a
pranzo
,
e
mi
ha
prestato
cinque
lire
.
A
te
non
voglio
scrivere
più
con
la
solita
preoccupazione
di
scrivere
bene
,
ma
voglio
scriverti
come
a
quell
'
essere
dolce
(
capace
di
rivolgere
ad
un
tratto
tutto
il
mio
animo
)
che
sta
in
me
come
un
sogno
reale
.
.
.
.
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.
.
Ma
se
io
scorgessi
in
te
una
piccola
macchia
ti
ucciderei
.
Bada
,
Emma
,
tu
sei
riuscita
a
vincermi
.
E
a
volte
non
ti
amo
,
perché
dubito
di
te
.
27
gennaio
1907
.
Il
Commendatore
mi
ha
fatto
il
biglietto
di
presentazione
per
...
senza
parlarmi
di
te
,
né
della
tua
amica
.
Mi
ha
promesso
anche
di
interessarsi
di
più
parlando
con
altri
amici
suoi
;
ma
non
ha
dissimulato
la
difficoltà
dell
'
intento
.
Dunque
,
dovranno
passare
alcuni
giorni
.
Scrivo
nello
stesso
tempo
a
mio
padre
per
i
denari
.
Hai
ancora
in
mente
le
brutte
parole
che
ti
dissi
?
Perdonami
:
mi
vengono
perché
ti
amo
(
C
)
.
Fai
ch
'
io
ritrovi
l
'
antico
io
.
Mi
parve
,
al
contrario
,
che
tu
sia
ironica
con
me
.
E
basterebbe
che
le
nostre
anime
riaccendessero
la
loro
fiaccola
!
Quando
da
Siena
scrivevo
di
essere
impazzito
,
non
esageravo
.
Veramente
io
sono
inceppato
da
una
nuova
vita
,
che
non
ho
capito
.
Mi
sembra
di
camminare
tra
le
nebbie
grosse
di
un
mattino
di
cui
sento
l
'
immenso
sole
.
Ma
fai
che
le
mie
mani
non
carezzino
mai
l
'
imagine
della
follia
,
amata
da
me
più
che
la
vita
.
Mi
sembra
di
vederla
,
capisci
,
questa
follia
!
Una
faccia
bianca
,
quasi
floscia
,
senz
'
occhi
,
e
sorridente
.
È
qui
.
Non
dubitare
se
non
sempre
produco
.
Mi
sono
assicurato
anche
oggi
che
è
cosi
.
Non
ti
dico
i
nomi
degli
artisti
viventi
,
ai
quali
accade
lo
stesso
...
Ma
è
vero
.
Non
mi
tormentare
.
O
meglio
:
tormentami
.
Ti
ringrazio
di
averti
trovata
indifferente
.
Emma
,
anche
quando
credo
di
aver
ragione
di
trattarti
male
,
poi
sento
da
tutto
il
mio
animo
un
affetto
più
grande
.
Guariscimi
interamente
.
Sai
che
non
ho
altri
che
te
.
Ma
è
proprio
vero
che
mi
credi
qualche
cosa
?
Dimmelo
.
Ti
credo
ironica
;
che
tu
sappia
ch
'
io
son
pazzo
inutilmente
.
28
gennaio
1907
.
Puoi
mandarmi
per
stasera
almeno
cinque
lire
?
Altrimenti
non
ho
un
'
altra
volta
da
dormire
.
Quando
ti
scrissi
,
ieri
sera
,
ne
avevo
quattro
e
ottanta
;
poi
spesi
una
lira
e
cinquanta
per
la
camera
,
una
per
mangiare
,
due
mi
occorrono
oggi
,
ed
anche
con
meno
non
potrei
fare
.
...
riscrissi
a
mio
padre
...
30
gennaio
1907
.
Mio
padre
ha
mandato
venticinque
lire
.
Il
Commendatore
al
quale
egli
ha
inviato
i
denari
,
penserà
a
fargli
regolare
il
mio
sussidio
.
Gli
confermerà
che
io
o
prima
o
dopo
troverò
lavoro
,
ed
altre
cose
...
Poi
che
a
me
non
crede
!
Per
il
troppo
camminare
mi
è
venuto
male
ad
un
calcagno
.
Non
mancava
questa
?
6
febbraio
1907
.
Tu
credi
di
far
bene
mostrandoti
indifferente
.
È
il
contrario
,
perché
sto
male
finché
non
ho
trovata
alcuna
spiegazione
o
altro
.
Passai
malissimo
la
notte
della
domenica
.
Piangevo
quasi
.
E
credevo
già
finito
tutto
.
Io
voglio
trovare
in
te
ciò
che
alcuna
volta
può
mancare
in
me
.
Ma
se
,
quando
t
'
adoro
,
tu
fai
credere
come
...
mi
facesti
credere
!
Uscii
dalla
tua
casa
scoraggiato
,
deluso
.
Non
trovavo
in
te
l
'
essere
adorato
,
per
il
quale
mi
piace
di
piangere
con
dolcezza
.
Sono
un
poco
sognatore
.
Ma
non
capisco
perché
mi
si
disperdano
tante
cose
ch
'
io
penso
.
Io
sono
veramente
un
artista
,
ma
non
ho
ne
'
miei
nervi
l
'
energia
per
produrre
.
Sono
sfinito
.
È
così
.
S
'
io
ti
potessi
far
vedere
un
momento
la
mia
anima
!
Ma
tu
devi
essere
anche
rude
.
Dimmi
apertamente
ciò
che
ti
faccio
pensare
di
me
.
Respingimi
,
fai
bene
.
Non
mi
volere
,
finché
io
non
abbia
creato
.
Sarebbe
buono
ch
'
io
non
sentissi
nessuna
amarezza
scrivendo
così
...
Ma
io
ti
ho
fatta
parte
di
me
stesso
.
Volerti
bene
significa
appoggiare
la
mia
anima
alla
tua
.
18
febbraio
1907
.
Non
rispondo
punto
per
punto
alla
tua
lettera
,
perché
vi
sono
cose
che
mi
spiacciono
.
Penserai
,
poi
,
come
me
.
Ma
bada
;
ho
provato
il
più
grande
de
'
dolori
.
Ricorda
ch
'
io
non
sono
uguale
agli
altri
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
È
necessario
ch
'
io
sia
libero
come
te
.
La
mia
dignità
non
mi
permette
più
di
leggere
le
lettere
che
mio
padre
si
permette
di
mandarmi
.
Non
esagero
,
né
posso
.
Ma
non
basta
un
atto
della
mia
volontà
,
per
annullare
l
'
esistenza
di
tale
gente
!
19
febbraio
1907
.
Strappo
la
busta
,
e
ti
dico
ciò
che
nascosi
ieri
sera
.
Mio
padre
ha
saputo
che
tu
sei
a
Roma
,
e
,
dopo
aver
insultato
me
e
te
,
non
vuole
più
mandarmi
i
denari
.
24
febbraio
1907
.
Se
tu
fossi
venuta
a
me
,
che
ti
attendevo
,
avresti
saputo
che
non
potevo
scriverti
.
Il
perché
...
te
lo
imagini
.
Oggi
vendo
un
libruccio
che
non
mi
serve
a
nulla
e
così
posso
.
Manda
subito
la
presentazione
alla
Tribuna
.
Te
ne
prego
.
Lascia
fare
a
me
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Dovresti
sapere
l
'
angoscia
e
lo
sbigottimento
che
provo
,
quando
ti
devo
lasciare
.
Attendo
dalle
tue
parole
la
mia
forza
.
25
febbraio
1907
.
Mio
padre
(
non
avendogli
io
risposto
)
m
'
ha
scritto
domandandomi
se
mi
ero
recata
ad
offesa
la
lettera
ultima
sua
,
e
ritornando
nel
buono
animo
della
penultima
.
Stasera
sono
stato
dal
G
.
È
il
primo
uomo
ch
'
io
creda
onesto
e
buono
.
Non
ha
potuto
farmi
nulla
,
ma
mi
ha
fatto
intravedere
in
seguito
,
promettendo
di
scrivere
all
'
indirizzo
della
signora
Bisi
-
Albini
.
È
stato
pieno
di
rispetto
.
M
'
ha
dato
un
biglietto
d
'
invito
per
una
sua
conferenza
,
della
quale
spero
di
fare
alcuna
cosa
.
(
Un
'
ora
dopo
)
Sono
stato
alla
C
.
Ti
riferisco
ciò
che
m
'
ha
detto
il
direttore
:
"
È
un
giornale
che
si
fa
in
tre
ore
.
Se
potessi
mandare
via
due
giovani
,
che
sono
a
carico
mio
,
lo
farei
.
Vada
al
Popolo
Romano
.
Le
daranno
cento
lire
al
mese
.
Lavorerà
la
notte
.
È
possibile
che
Chauvet
lo
prenda
,
perché
ha
tante
rubriche
.
Qui
gli
articoli
di
quinta
colonna
son
fatti
dal
...
e
non
glieli
pago
.
Li
fa
tanto
per
avere
i
biglietti
per
i
teatri
.
I
suoi
articoli
sono
traduzioni
dal
francese
.
Piacciono
molto
.
Egli
non
ha
nessuna
cultura
.
Si
faccia
presentare
dal
F
.
ed
anch
'
io
dirò
due
parole
a
Chauvet
.
Dia
retta
a
me
,
vada
al
Popolo
Romano
...
"
All
'
inferno
!
Non
ti
pare
ch
'
io
debba
attendere
prima
di
andare
in
certe
mani
?
Se
tu
sapessi
che
impressione
ho
di
tali
persone
!
Comprendo
che
tutto
il
mio
lavoro
non
servirebbe
a
nulla
.
E
,
poi
,
con
cento
lire
,
posso
pensare
al
nostro
domani
?
-
Dal
G
.
mi
sono
sentito
sulla
soglia
della
mia
strada
.
Ma
io
ho
deciso
.
Mi
stringo
a
te
ed
ai
miei
studii
.
Così
non
mi
perderò
.
-
Tuttavia
non
ho
deciso
se
andrò
o
no
un
'
altra
volta
dal
F
.
per
il
Popolo
Romano
.
Vi
andrò
se
persisterà
il
mio
stato
depresso
.
26
febbraio
1907
.
Un
'
altra
lettera
di
mio
padre
,
ma
differente
.
I
soliti
insulti
usciti
dalla
sua
idiozia
,
dove
tutte
le
male
volontà
contro
di
me
hanno
potere
.
Onde
sono
pronto
ad
accogliere
qualunque
lavoro
,
solo
che
basti
a
scrivergli
che
io
non
voglio
più
lettere
sue
né
denari
.
Cioè
(
per
non
sognare
troppo
)
ne
approfitterò
finché
ne
ho
bisogno
,
e
poi
potrò
sentirmi
uomo
.
Domattina
vado
da
F
.
Ma
,
se
vuoi
ch
'
io
ti
possa
amare
sempre
,
devi
sentire
anche
tu
lo
stesso
odio
o
ribrezzo
o
ripugnanza
verso
tale
gente
,
e
quindi
non
volerne
sapere
nulla
;
vergognartene
.
Credo
di
non
ingannarmi
,
rifugiandomi
nel
tuo
amore
.
4
marzo
1907
.
Per
me
tu
sei
sacra
.
Ma
bada
di
scrivermi
intelligentemente
,
e
non
dimenticare
che
ogni
tua
lettera
è
un
mare
di
dolcezza
dove
perdo
me
stesso
.
Da
,
ciò
,
dunque
,
deve
nascere
il
mio
lavoro
.
Considera
il
momento
tristissimo
che
attraverso
.
Io
credo
che
non
ve
n
'
è
peggiore
.
Ma
basta
ch
'
io
t
'
ami
perché
mi
senta
come
pieno
d
'
una
luce
dolcissima
.
Non
so
trovare
un
'
imagine
.
Io
sorrido
:
sono
forte
:
t
'
amo
.
Non
era
in
ufficio
né
meno
il
F
.
Ma
che
non
voglia
più
ricevermi
?
Perdona
la
mia
supposizione
,
perché
sono
triste
e
dolorosamente
pessimista
.
Io
non
ne
posso
giudicare
.
7
Marzo
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ho
studiato
assai
in
biblioteca
,
e
sono
quasi
a
raggiungere
il
nuovo
mondo
,
che
sentivo
muoversi
dentro
di
me
.
Vorrei
che
tu
credessi
come
me
,
a
qualche
cosa
di
nuovo
che
io
porterò
nel
pensiero
.
Leggendo
,
ora
,
mi
tornano
tutte
le
sensazioni
,
che
prima
si
perdevano
in
tutto
il
male
che
era
penetrato
fino
alle
ossa
della
mia
anima
.
Con
te
e
con
la
mia
intelligenza
,
Emma
!
9
marzo
1907
.
Non
ti
voglio
sentire
come
un
idealismo
molto
stupido
per
me
,
ma
devi
attaccarti
al
mio
spirito
,
il
quale
può
ricevere
da
te
qualsiasi
forza
.
-
Non
approvo
ciò
che
fai
in
un
ospedale
.
Ciò
è
estraneo
a
me
...
.
.
.
.
.
.
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.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sei
vile
,
vile
.
E
dovevi
scrivere
quell
'
articolo
nella
Vita
femminile
?
Di
me
soltanto
dovresti
scrivere
,
se
tu
mi
amassi
.
Sai
ch
'
io
ti
voglio
mia
,
realmente
.
Tutto
il
mio
essere
respinge
questi
momenti
.
Ho
disgusto
anche
di
me
.
Ma
scrivimi
come
la
mia
moglie
.
Risveglia
in
me
tutte
le
dolcezze
,
e
,
poi
che
sei
intelligente
,
risveglierai
anche
la
mia
intelligenza
.
Così
no
.
Mi
sento
solamente
un
amico
affezionato
e
fedele
,
il
quale
deve
molto
a
te
.
Smetto
di
scriverti
;
preferisco
il
sole
e
la
strada
.
10
marzo
1907
.
Perdonami
.
Fai
ch
'
io
ti
veda
presto
.
11
marzo
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Mai
più
accadranno
queste
cose
.
Ne
ho
avuto
paura
come
un
bambino
.
Adesso
risorrido
perché
vedo
i
tuoi
occhi
fulgidi
di
gioia
.
Non
so
se
lavorerò
,
ma
sento
fremere
al
soffio
della
mia
anima
come
una
vegetazione
di
pensieri
.
M
'
è
apparso
anche
un
breve
dramma
,
il
cui
fondo
m
'
è
stato
dato
dalla
portineria
di
questa
casa
.
Non
saprei
.
Una
stanzetta
col
paravento
,
che
cela
un
letto
dov
'
è
malato
il
padre
del
protagonista
...
Ma
non
saprei
.
Ho
veduti
questi
personaggi
come
in
un
viale
d
'
imagini
:
ho
avuto
un
brivido
(
D
)
.
Non
studio
più
,
ma
rifletto
senza
sforzo
.
Sono
travolgimenti
immensi
.
E
ogni
volta
trovo
più
bianco
il
sentimento
di
te
.
Una
sola
cosa
non
mi
piace
del
tutto
:
che
tu
non
creda
d
'
essere
la
sorgente
di
ogni
mio
bene
.
Almeno
,
lo
hai
dubitato
a
parole
con
me
.
Ma
non
ci
torniamo
sopra
.
Scrivo
malvolentieri
,
perché
scrivo
male
.
Solo
la
necessità
mi
s
'
impone
.
Prima
ch
'
io
ti
scrivessi
la
prima
lettera
,
erano
passati
molti
anni
senza
che
io
avessi
potuto
pensare
qualcosa
.
Del
resto
,
ciò
spiega
la
mia
bocciatura
agli
esami
dell
'
istituto
tecnico
.
Se
non
dovessi
scrivere
a
te
non
prenderei
certamente
la
penna
in
mano
.
Mi
ci
vuole
qualcosa
che
muova
i
miei
sentimenti
.
Lascia
stare
.
A
poco
a
poco
tu
farai
tutto
.
Hai
fatto
già
molto
facendomi
scrivere
queste
lettere
.
Credo
che
questo
sia
il
segno
dell
'
intelletto
superiore
.
Che
ti
devo
dire
?
Penso
a
quando
scriverò
bene
.
Nel
mio
libretto
,
ho
notato
:
Durante
un
anno
scrissi
solo
queste
parole
:
"
Vorrei
uccidere
tutti
"
.
Ed
è
vero
.
Ho
dimenticato
completamente
la
schifosissima
città
,
onde
sono
venuto
.
Parlo
a
tutti
volentieri
per
vivere
e
sentire
qui
.
Non
ho
altra
dolcezza
che
la
tua
.
12
marzo
1907
.
Quanti
giorni
ti
attenderò
?
Anche
oggi
m
'
è
parso
che
tu
dovessi
venire
.
Mi
sono
alzato
da
tavola
con
il
presentimento
che
tu
venissi
.
Come
ti
desidero
ad
ogni
momento
!
È
necessario
che
noi
ci
sposiamo
presto
.
Al
mio
lavoro
non
pensare
per
ora
.
Se
non
viene
,
che
dobbiamo
fare
?
Sono
in
un
periodo
(
ahimé
,
troppo
lungo
!
)
d
'
impotenza
.
Io
passo
le
giornate
quali
le
passava
un
vecchio
poeta
:
né
meno
sono
capace
a
ripensare
al
passato
.
Sembra
ch
'
io
possa
prendere
qualche
cosa
da
un
'
immensa
montagna
di
pensieri
...
e
non
trovo
nulla
.
Non
piace
né
meno
a
me
l
'
analisi
di
ciò
.
Ma
come
potrei
assicurarti
che
t
'
amo
?
Non
ci
vediamo
,
ed
è
necessario
ch
'
io
butti
fuora
le
mie
gonfiezze
dall
'
anima
.
Leggo
anche
il
Tolstoi
...
A
volte
devo
interrompermi
e
gettarmi
sul
letto
,
perché
mi
prende
come
uno
sbalordimento
doloroso
.
Sembra
che
tante
funi
siano
tirate
...
Che
malessere
!
Nel
Tolstoi
ho
segnate
in
margine
queste
parole
,
perché
leggendole
,
ho
esclamato
:
"
Ecco
,
Emma
,
credi
come
io
credo
"
.
Le
parole
:
"
Nessun
rètore
troverà
la
parola
o
la
disposizione
di
parola
che
trova
senza
sforzi
chi
esprime
quello
che
sente
"
.
"
L
'
insegnamento
delle
scuole
s
'
arresta
dove
comincia
il
tocco
,
cioè
dove
comincia
l
'
arte
"
.
"
Così
si
spiega
come
non
ci
siano
artisti
peggiori
che
quelli
i
quali
sono
passati
per
le
scuole
e
vi
riportarono
dei
successi
...
"
Tu
capisci
che
ciò
è
la
mia
maggiore
preoccupazione
,
e
che
il
mio
pensiero
nascerà
da
essa
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Quanto
hai
da
fare
ancora
!
Credo
che
dopo
quest
'
altra
passeggiata
lavorerò
(
E
)
.
Sempre
più
fitti
vengono
i
pensieri
.
A
momenti
ne
ho
come
un
peso
.
Figurati
che
a
volte
mi
par
di
vedere
due
mani
all
'
anima
...
Ma
quanto
sono
insulsi
e
sciocchi
ancora
!
Non
ho
da
dire
nulla
.
Appare
qualche
cosa
e
poi
se
ne
va
lasciandomi
scontento
.
Come
vorrei
vedere
i
tuoi
pensieri
di
mano
in
mano
che
tu
leggi
!
Come
non
devi
avere
nessuna
ombra
di
tristezza
pensando
al
nostro
passato
sbiadito
!
Ma
che
dico
?
Come
devo
ancora
trasformare
i
miei
nervi
!
Ora
non
posso
scrivere
.
Vorrei
averti
qui
per
ringiovanire
la
mia
forza
.
Vorrei
che
noi
fossimo
felici
presto
.
Vorrei
che
tu
non
fossi
stanca
;
vorrei
adorarti
,
mia
signora
,
in
casa
mia
.
Com
'
è
tisico
tutto
ciò
che
ho
fatto
!
E
non
vorrei
che
la
sua
infezione
prendesse
i
pensieri
d
'
ora
.
Devo
ricominciare
a
vivere
.
Amami
,
amami
con
tutta
la
tua
anima
,
senza
velature
...
Non
siamo
mica
morti
:
dammiti
tutta
senza
esitazioni
.
Come
mal
pensasti
l
'
altro
giorno
!
Ecco
la
causa
della
mia
ira
.
Non
ti
potevo
perdonare
il
tuo
ripiegamento
su
te
stessa
,
quasi
la
tua
rinuncia
.
Che
sono
questi
gomitoli
di
timore
!
Noi
stessi
siamo
la
causa
della
mia
impotenza
.
Giù
tutto
:
strappiamo
le
tende
,
buttiamo
giù
le
imposte
:
aria
.
Siamo
come
tutti
gli
altri
.
Amiamoci
senza
i
nervi
guasti
...
Ti
bacio
con
la
gioia
semplice
de
'
forti
.
Come
mi
vanno
via
a
pezzi
le
stupidaggini
che
avevano
coperto
il
mio
spirito
.
Giù
,
giù
:
mi
par
di
veder
cadere
tutte
le
male
cose
dall
'
anima
.
Che
freschezza
c
'
è
ora
!
Sembra
un
senso
di
rigagnolo
tra
i
ciuffi
verdi
dell
'
erba
.
No
,
no
:
questa
non
è
un
'
imagine
.
Come
ancora
è
confuso
tutto
il
mio
pensiero
!
Forza
,
forza
!
Il
mio
pensiero
ricade
come
un
velo
che
si
ripiega
dopo
che
è
stato
alzato
.
Ciò
che
passa
non
dura
.
Sono
come
le
sassate
dei
monelli
contro
le
invetriate
.
Spariscono
i
vetri
.
Amami
:
il
solo
amore
tuo
è
la
forza
mia
.
Non
è
vero
che
non
saremo
lieti
finché
i
nostri
figli
spirituali
non
saranno
nati
?
Devono
nascere
,
C
'
è
come
un
caos
di
cose
che
non
sta
fermo
mai
.
Mi
dà
l
'
aspetto
della
bufera
infernale
,
che
mena
gli
spiriti
con
la
sua
rapina
.
Figure
piegate
e
pigiate
che
piangono
...
Il
resto
sta
a
te
.
Fai
ch
'
io
ti
veda
.
A
volte
pare
che
nel
mio
cervello
stiano
le
cose
come
l
'
acqua
nella
spugna
;
mi
par
di
vedere
questa
spugna
,
che
,
premuta
,
scola
tutta
...
16
marzo
1907
.
Sono
otto
pagine
che
voglio
empirti
.
Penso
dirti
tante
cose
!
Non
ho
nessuno
amico
,
ma
parlo
sempre
con
te
.
Mi
piace
tanto
quest
'
illusione
!
Veniamo
a
cose
serie
.
Tu
mi
hai
scritto
per
incitarmi
al
lavoro
,
ed
hai
fatto
bene
.
Maltrattami
anche
.
Sentendo
la
tua
volontà
vicina
alla
mia
,
torno
alla
vita
.
Stamani
ho
pianto
quando
un
raggio
di
sole
è
entrato
nella
mia
camera
.
Ritorno
artista
.
Ma
,
vedi
,
potresti
anche
bastonarmi
senza
ch
'
io
potessi
scrivere
una
parola
.
Nè
amor
proprio
o
altro
può
muovermi
.
Cioè
,
io
mi
consumo
per
l
'
ansia
di
studiare
,
ma
la
mia
poesia
non
è
nata
ancora
tutta
.
Ho
qualche
accenno
,
ogni
giorno
più
insistente
,
che
mi
fa
gonfiare
il
petto
di
tenerezza
.
Come
mi
sento
buono
allora
.
Penso
che
l
'
ingegno
sia
solamente
bontà
.
Sapere
amare
tutte
le
cose
.
Si
:
io
ho
dentro
di
me
questo
sentimento
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
farò
nulla
su
Siena
.
Mi
ricordo
solamente
che
esiste
una
città
di
tal
nome
,
ma
essa
è
ben
morta
?
Qui
è
la
mia
vita
.
Qui
sento
tornare
le
mie
sensazioni
.
Qui
anelo
ad
un
sentimento
legittimo
.
Ma
vedi
come
son
fatto
?
Dianzi
avevo
la
certezza
di
essere
qualche
cosa
,
adesso
ho
la
certezza
di
essere
un
melanconico
solamente
.
Che
mi
vuoi
fare
?
Conviene
che
tu
aiuti
tutto
il
mio
io
a
risorgere
.
Dì
alla
signora
Celli
ch
'
io
studierò
il
tedesco
e
che
lo
conosco
già
un
poco
,
avendolo
studiato
un
anno
a
scuola
.
Comprerò
una
grammatica
e
un
vocabolario
,
poi
che
si
tratterà
solamente
di
farmi
tornare
a
memoria
cose
note
.
Ma
ora
mi
sono
dato
tutto
a
Dante
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Vuoi
sapere
a
chi
penso
quando
lavoro
?
Mi
par
di
vedere
(
o
meglio
:
vedo
)
il
tuo
viso
fisso
nel
mio
.
E
ti
parlo
.
Non
so
se
tu
puoi
rievocare
le
imagini
visive
.
Ma
io
ho
quasi
un
'
allucinazione
.
Non
ho
veduto
ora
la
tua
fronte
?
E
odo
la
tua
voce
.
Se
non
temessi
di
turbare
tanta
tranquillità
,
ti
direi
le
mie
impressioni
dell
'
altro
giorno
.
Sono
cose
che
anderanno
via
tosto
che
tu
non
sarai
più
infermiera
.
Ma
,
no
:
ho
torto
.
Io
non
ti
devo
forzare
a
modellarti
secondo
il
mio
sogno
.
Voglio
vederti
lieta
di
te
stessa
,
e
capace
di
farmi
piangere
di
tenerezza
.
Perché
non
immagini
come
io
sento
te
?
Quando
ti
rivolgi
a
Dio
,
non
hai
il
sentimento
della
divinità
?
Non
senti
una
forza
che
non
è
tua
,
così
pura
che
non
vi
è
paragone
?
E
ti
senti
presa
da
Dio
,
e
ti
pare
di
avere
contatto
con
lui
,
non
è
vero
?
Io
sento
ciò
per
te
.
Vorrei
avere
quasi
terrore
del
tuo
affetto
.
Perciò
tu
mi
chiami
bambino
.
Io
ti
ammiro
e
t
'
amo
.
Ma
bada
,
sai
.
Non
turbare
mai
questa
serenità
.
Una
piccola
menzogna
o
contraddizione
,
romperebbe
tutto
.
-
E
non
è
vero
che
questo
affetto
sarà
immutabile
?
Sì
,
perché
io
lo
sento
fuori
dell
'
umano
.
Lo
sento
confuso
con
la
mia
intelligenza
.
Ah
,
non
t
'
ho
detto
mai
una
cosa
.
Compongo
molta
musica
originalissima
.
Ma
,
ohimè
,
tutto
nasce
e
muore
nella
mia
mente
.
Mentre
scrivevo
il
principio
di
questa
pagina
(
ed
è
ciò
che
m
'
ha
fatto
ricordare
di
parlartene
)
ho
pensato
un
motivo
bellissimo
.
Qualche
cosa
di
simile
ad
un
pianto
.
Oh
,
come
ora
ritorna
!
È
bello
molto
(
F
)
.
Tutto
ciò
io
lo
chiamo
il
tuo
amore
.
Poiché
una
minuzia
di
esso
vale
molto
più
di
ogni
altra
cosa
.
Esso
è
tutta
la
dolcezza
del
mio
ingegno
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ho
letto
due
terzine
di
Dante
,
che
ho
dinanzi
,
ed
ho
provato
scoraggiamento
.
Sento
da
vero
qualcosa
e
lo
capisco
,
o
è
un
'
illusione
?
M
'
è
venuto
a
mente
:
Pianger
di
doglia
,
e
sospirar
d
'
angoscia
...
Sono
per
piangere
.
17
marzo
1907
.
Sono
stato
alla
Galleria
di
Villa
Borghese
,
e
ti
mando
ora
queste
violette
colte
attraverso
i
bellissimi
prati
.
Ho
quasi
certezza
di
me
.
I
quadri
che
guardavo
divenivano
mie
idee
,
e
del
loro
sentimento
userò
scrivendo
.
Un
paesaggio
del
Francia
...
(
Non
so
dire
ciò
che
ho
in
mente
)
.
Ma
è
necessario
che
con
un
atto
di
volontà
mi
decida
a
star
lontano
dal
solito
studiare
,
il
quale
m
'
ha
indebolito
e
confuso
molto
.
Deve
venire
tutto
da
sé
,
però
che
sembra
che
l
'
imagini
scorrano
alla
superficie
del
mio
pensiero
,
senza
ch
'
io
le
sappia
fermare
.
Così
è
per
ora
.
Non
ti
posso
dire
tutte
le
cose
indefinite
che
si
accolgono
nel
mio
essere
.
Pare
che
pensi
anche
il
mio
corpo
.
E
quando
io
apro
le
mie
sensazioni
per
vedere
che
cosa
abbiano
dentro
,
vi
trovo
solamente
il
desiderio
di
te
.
(
Non
so
se
abbia
detto
una
cosa
seria
facendoti
ridere
.
Non
mi
piace
)
.
Sì
;
il
mio
sentimento
ha
origine
da
te
.
Tutto
quel
senso
ineffabile
che
accompagna
la
mia
mente
è
solamente
il
tuo
amore
.
Tutto
ciò
che
posso
adunare
nella
mia
volontà
,
è
sigillato
da
te
.
Capisco
che
esprimo
il
mio
pensiero
balbuziendo
,
e
con
la
mente
debole
di
un
fanciullo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
studia
anche
tu
.
Non
t
'
ho
mai
domandato
che
tu
capissi
un
quadro
o
altro
,
ma
ho
fatto
male
.
Che
pensi
di
tali
ammoscimenti
?
Io
ne
rido
con
te
(
ho
riveduta
la
tua
bocca
)
,
ma
desidero
che
tu
obbedisca
.
Del
resto
,
fiat
voluntas
tua
!
22
marzo
1907
.
Non
ho
ancora
potuto
piangere
dinanzi
a
te
,
a
cagione
delle
cose
vili
che
lo
star
lungi
da
te
ha
raccolte
.
Ma
io
lo
faccio
ora
imaginando
il
tuo
volto
.
Sembra
anche
ch
'
io
mi
purifichi
tutto
così
.
Sentomi
tornato
ad
una
tenerezza
innocente
.
Amami
.
Non
ti
so
dire
ciò
che
questa
parola
significa
per
me
.
Ho
la
sensazione
di
una
cosa
eterna
.
Parmi
che
il
silenzio
della
mia
anima
sia
la
significazione
del
nostro
amore
.
Ma
questo
gaudio
,
così
quasi
libero
dai
sensi
,
lo
hai
anche
tu
.
Anzi
,
io
l
'
ho
appreso
da
te
.
Fai
che
a
poco
a
poco
il
mio
animo
possa
tornare
alla
sua
completa
esistenza
.
Ora
esso
è
ancora
in
formazione
.
È
inutile
che
tu
chieda
adesso
lavoro
.
Sono
ancora
tra
le
nebbie
della
impossibilità
.
Non
hai
ancora
capito
ch
'
io
sono
stato
un
anno
troppo
lontano
dalla
vita
.
A
Siena
ho
voluto
ritirarmi
da
ogni
contatto
.
Tu
sola
,
a
poco
a
poco
mi
riconduci
al
naturale
,
all
'
umano
.
Sono
anche
stato
cattivo
molto
;
o
pazzo
.
Pensava
di
essere
privilegiato
da
Dio
sopra
tutti
gli
altri
.
Pensavo
che
avrei
dovuto
comandare
a
tutti
,
e
pensavo
che
tutti
mi
dovessero
avere
tale
rispetto
.
Pazzo
addirittura
.
Ed
ora
ciò
mi
fa
dubitare
.
Ma
io
sento
che
questo
male
mi
ha
lasciato
.
Ne
ho
terrore
soltanto
.
Mi
pare
,
sai
,
che
questa
oscurità
ridiscenda
alcuna
volta
sull
'
anima
,
ma
ora
ne
ho
un
'
imagine
soltanto
.
Tu
sola
mi
hai
guarito
e
mi
tieni
sano
.
Perciò
tu
hai
qualunque
diritto
su
ciò
che
potrò
fare
.
Non
avrei
dovuto
dirtene
alcuna
cosa
,
per
non
attristarti
.
Ma
devi
conoscere
me
fino
al
fondo
dell
'
anima
.
Non
vi
deve
essere
per
te
nessuna
cosa
incompresa
.
Ma
tutto
deve
cadere
di
ciò
.
Tu
mi
darai
e
mi
dai
un
nuovo
aspetto
del
tempo
...
.
.
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.
Ma
che
fa
lo
studiare
,
e
la
Biblioteca
?
Non
devo
studiar
più
,
come
studia
-
per
esempio
-
un
professore
;
cioè
per
sapere
.
Conviene
che
studi
come
prima
,
cioè
torni
a
vedere
ciò
che
mi
è
intorno
.
Questa
sala
non
mi
deve
interessare
se
non
come
un
oggetto
della
mia
attenzione
creatrice
(
G
)
.
Ma
devo
avere
pazienza
che
si
combinino
insieme
tutti
i
frammenti
disparati
che
ho
nella
mente
.
Allora
sorgeranno
le
idee
.
23
marzo
1907
.
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.
Ch
'
io
non
senta
più
la
fiacca
nell
'
anima
,
che
io
non
sia
più
triste
...
Se
tu
sapessi
quanto
ho
sofferto
io
!
Devi
essere
di
me
gelosa
ed
egoista
,
come
sei
,
non
è
vero
?
Perché
non
dovrei
dar
retta
a
te
?
Dentro
te
c
'
è
tutto
,
poi
che
ci
metto
tutto
.
24
marzo
1907
.
Ieri
sera
mi
si
formarono
alcuni
simboli
bellissimi
,
ma
al
solito
sfuggenti
.
Io
credo
di
non
poterli
descrivere
per
il
grande
cambiamento
che
essi
hanno
rispetto
gli
altri
di
un
tempo
.
E
ti
assicuro
che
sono
belli
da
vero
.
La
maggiore
gioia
mia
è
di
scrivere
a
te
.
Mi
sono
così
infuso
dentro
di
te
,
che
tu
devi
percepirne
qualcosa
.
Ora
ho
pensato
ad
una
statua
del
Rodin
:
il
Pensiero
.
Egli
è
uno
dei
maestri
che
mi
ha
dato
molto
della
sua
arte
.
Non
ti
posso
dire
bene
che
è
questo
Pensiero
,
però
che
è
un
simbolo
.
È
una
testa
di
donna
che
ha
il
collo
sorgente
da
un
blocco
di
marmo
.
Credi
che
il
volto
di
lei
è
un
pensiero
.
Ma
che
Rodin
!
In
parte
,
il
mio
scrivere
non
bene
dipende
dalla
confusa
mescolanza
di
stili
che
io
ho
studiato
.
È
stata
una
fatica
per
ora
,
la
quale
mi
ha
guastato
.
Lascia
che
ritorni
la
chiarezza
,
e
avrò
coscienza
dello
scrivere
.
25
marzo
1907
.
Sono
desideroso
di
parlarti
martedì
della
mia
sistemazione
,
dalla
quale
dipende
la
nostra
contentezza
.
Mi
consiglierai
.
Tornerei
a
Siena
,
se
mio
padre
smettesse
la
trattoria
(
H
)
(
me
lo
ha
anche
scritto
)
e
non
avesse
più
in
casa
la
solita
donna
di
servizio
.
Con
la
mia
matrigna
staresti
benissimo
.
Ma
,
poi
,
a
Siena
che
faccio
?
Ho
orrore
ricordando
.
D
'
altra
parte
desidero
che
tu
non
stia
più
al
Policlinico
.
27
marzo
1907
.
Non
faresti
cosa
ridicola
se
tu
scrivessi
in
un
foglio
ogni
pensiero
di
me
che
t
'
avviene
.
Potresti
farne
due
gruppi
:
l
'
uno
di
quelli
riguardanti
la
nostra
vita
,
l
'
altro
di
ciò
che
dubiti
di
me
.
Ho
notato
molte
volte
una
diffidenza
mal
celata
contro
me
.
Tu
hai
messo
sopra
me
molto
delle
chiacchiere
,
e
mi
hai
giudicato
come
gli
altri
(
alcuna
volta
,
s
'
intende
)
.
Domanda
tutto
,
ogni
minuzia
oscura
,
e
se
tu
non
domanderai
,
dirò
io
spontaneamente
.
E
ciò
per
chiudere
definitivamente
ogni
cosa
brutta
.
Vorrei
che
tu
comprendessi
tutto
il
rimorso
che
ho
di
non
averti
adorata
come
ora
.
E
questo
intensifica
di
più
la
mia
adorazione
.
Ma
sul
passato
ho
posto
i
piedi
.
È
vero
però
ch
'
io
t
'
amo
anche
per
il
passato
.
Tutti
i
miei
ricordi
sono
come
una
brace
che
tiemmi
calda
l
'
anima
.
Forse
,
ti
amavo
fin
dalla
prima
lettera
.
Sentivo
da
te
una
luce
sopra
tutta
la
volgarità
.
È
vero
così
.
Il
primo
che
adulò
le
mie
speranze
,
predisse
che
io
avrei
scritto
dopo
averti
sposata
.
Come
io
volli
perdere
te
,
non
sono
stato
più
buono
di
scrivere
una
parola
.
A
Firenze
(
e
fui
maligno
di
non
dirtene
alcuna
cosa
)
scrissi
una
prosa
esaltante
la
tua
anima
.
Ma
non
volevo
manifestarti
il
mio
affetto
perché
ti
chiudevo
con
tutto
l
'
altro
del
mio
passato
,
del
quale
ora
sono
vincitore
.
Dalla
signora
R
.
sentii
il
desiderio
di
cadere
come
fulminato
;
non
so
che
voglia
ebbi
di
divenire
niente
:
ti
adorai
come
penso
che
alcuni
adorino
gli
dèi
.
Divenisti
una
cosa
della
mia
anima
,
inseparabilmente
.
Ma
la
mia
pazzia
e
la
mia
malvagità
,
forse
necessarie
per
uscire
dal
pelago
(
e
allora
credevo
che
fosse
necessaria
)
m
'
impedì
di
manifestare
il
mio
amore
.
Sentivo
mordermi
tutte
le
membra
dal
dolore
,
ma
dovevo
essere
impassibile
.
E
alcuna
volta
ne
piangevo
.
Sentivami
legato
dalla
pietra
della
mia
sciocca
pazzia
,
invasato
dall
'
idea
fissa
di
essere
una
potenza
,
e
non
ti
dovevo
scrivere
.
.
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.
Ma
di
quando
in
quando
il
tuo
ricordo
sfondava
la
mia
anima
,
ed
io
mi
dolevo
anche
fisicamente
.
Pensavo
il
mio
dolore
anche
dentro
le
ossa
.
E
credevo
di
aver
perduto
per
sempre
l
'
intelligenza
.
Credevo
di
aver
sulle
labbra
il
riso
degli
idioti
,
e
che
tu
mi
disprezzassi
.
E
ti
davo
ragione
.
Ti
domandavo
tante
cose
che
non
ricordavo
più
la
sera
,
stando
un
'
ora
fermo
a
guardare
lontano
.
Oh
,
s
'
io
potessi
ridirti
bene
ogni
cosa
!
Pensavo
di
essere
pazzo
e
che
tu
mi
tenessi
come
un
bambino
,
poi
mi
facevi
cadere
,
ed
io
piangevo
.
Ciò
è
un
momento
di
quello
che
ho
sofferto
!
La
signora
R
.
mi
parlò
di
te
,
ed
io
decisi
ciò
che
prima
parevami
come
un
buco
alla
luce
fatto
in
una
grotta
.
Tornai
quasi
in
me
,
e
non
mi
vergognai
di
chiederti
il
denaro
per
venire
a
Roma
.
Sentivo
di
fare
una
cosa
dignitosa
.
Già
vedevo
il
tuo
volto
e
i
tuoi
atti
.
Pensavo
che
avremmo
pianto
insieme
.
Tu
vedi
ora
quanto
la
mia
anima
ha
camminato
,
senza
che
tu
la
vedessi
.
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Così
si
gonfia
l
'
anima
di
sogni
,
come
di
succo
.
Penso
agli
alberi
che
colano
di
linfa
.
Quando
la
solidità
del
mio
passato
sarà
divenuta
polvere
e
non
sarà
più
come
una
corteccia
sopra
la
mia
anima
,
lavorerò
.
Ma
senza
il
tuo
amore
non
farei
niente
,
però
che
esso
è
la
sola
acqua
che
bagna
la
mia
anima
.
28
marzo
1907
.
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Non
ti
pare
che
ambedue
dovremmo
preoccuparci
di
scrivere
meglio
?
Dammi
l
'
emulazione
tu
.
Però
che
se
prendo
l
'
abitudine
di
scrivere
rilassatamente
,
temo
di
non
aver
perduto
tempo
quando
ho
studiato
la
stilistica
e
altre
cose
!
.
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.
Oggi
sono
un
poco
ragazzo
.
Ma
conviene
esser
così
per
avere
la
spensieratezza
.
Mi
par
d
'
essere
in
mezzo
a
tante
vigne
verdi
.
.
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.
Sono
allegro
ho
detto
?
Ohimè
,
si
è
rivelata
la
faccia
già
.
Quanta
grandine
su
le
vigne
!
1
aprile
1907
.
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Pensando
con
te
la
mia
anima
si
ritrae
dalle
sue
vacuità
,
e
rifletto
,
e
mi
appaiono
le
mie
vie
.
Si
risolvono
tante
incertezze
,
in
un
'
ora
di
amore
!
Non
saprei
spiegarti
questa
influenza
intellettuale
.
E
di
quella
morale
?
Non
ho
dipinta
la
mia
vita
attorno
alla
tua
persona
?
So
come
dovrò
comportarmi
sempre
,
però
che
in
te
ho
trovato
il
mio
sostegno
.
2
aprile
1907
.
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.
Perché
credi
che
i
miei
impulsi
saranno
cagione
di
dolore
?
Quanto
erri
!
I
miei
impulsi
sono
simili
alle
bizze
dei
fanciulli
:
se
tu
non
lo
credessi
,
non
avresti
veduto
nell
'
anima
mia
qual
fanciullo
è
.
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.
...
ho
bisogno
di
leggere
due
o
tre
volte
le
tue
lettere
,
però
che
nella
prima
lettura
mi
assale
un
tremito
fortissimo
.
4
aprile
1907
.
Mentre
studio
,
mi
viene
di
risentire
tutti
i
tuoi
atti
,
e
particolarmente
le
espressioni
del
tuo
volto
.
Le
ripenso
e
le
rifaccio
nel
pensiero
.
Come
sono
esaltato
da
me
stesso
di
questo
amore
!
Parmi
di
avere
dinanzi
la
felicità
.
Ed
ogni
giorno
vi
aggiungo
un
atto
di
devozione
col
pensiero
,
e
lo
allargo
con
tante
minuzie
di
sogno
.
Il
mio
fine
morale
è
di
scomparire
in
te
,
di
perdermi
nella
tua
anima
.
Allora
sento
che
sarò
felice
.
.
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.
Lascia
ch
'
io
esca
dal
pantano
della
mia
mente
.
Perché
non
lavorerò
,
se
dentro
di
me
sono
tante
cose
?
5
aprile
1907
.
.
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.
Il
verso
libero
dovrebbe
essere
trasportato
nella
nostra
letteratura
.
Non
ti
pare
?
Esso
è
buon
mezzo
per
riconoscere
chi
è
poeta
o
no
,
però
che
non
fa
figurare
se
non
il
vero
pensiero
.
E
quante
chiacchiere
rimate
di
meno
!
Ma
ciò
precisamente
lo
fa
tenere
lontano
.
.
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.
.
Se
io
lavorerò
sarà
tutta
roba
ricevuta
dal
tuo
amore
.
E
come
mi
piace
il
tuo
dubitare
di
ciò
!
Ma
lascia
stare
.
Io
so
che
vivremo
bene
,
e
che
io
sarò
qualcosa
.
7
aprile
1907
.
Ho
deciso
di
tradurre
La
Cathédrale
,
ed
ho
già
ricopiato
il
frontespizio
e
la
dedica
.
Metterò
anche
una
inserzione
nella
Tribuna
offrente
lezioni
d
'
italiano
.
Ma
sono
ancora
inquieto
,
oscillante
.
Non
ti
posso
descrivere
il
mio
stato
.
.
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.
Queste
belle
giornate
mi
ricordano
la
Piazza
del
Carmine
,
quando
io
venivo
a
passare
sotto
la
tua
finestra
,
inquieto
come
ora
,
come
una
tavola
nell
'
acqua
mossa
.
Capisci
bene
ch
'
io
non
ho
ancora
dimenticato
Siena
:
vi
è
di
lei
in
me
uno
sfondo
di
sensazioni
.
.
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Adesso
sono
i
ricordi
i
quali
io
vedo
.
La
Torre
del
Mangia
,
quasi
bianca
nel
cielo
azzurro
;
e
sotto
,
quasi
annebbiate
,
le
case
di
Siena
.
Non
altro
.
Distruggi
tu
con
un
colpo
della
tua
anima
queste
cose
informi
.
Che
confusione
tutto
il
mio
passato
!
Vedi
che
tavole
si
presentano
nella
mia
anima
,
ed
io
non
so
ridirtele
!
.
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Imagina
che
io
ho
qui
dinanzi
,
come
pitture
,
tutte
le
figure
della
novella
di
Candia
.
Questa
forza
,
che
,
forse
,
è
anima
,
tutta
libera
dalla
felicità
,
è
il
tuo
amore
.
Io
non
ho
niente
,
potresti
ritogliere
tutto
ciò
che
mi
hai
dato
.
E
perché
questa
forza
non
diverrà
il
mio
lavoro
?
Ti
parlo
come
se
tu
fossi
qui
realmente
.
Prendo
proprio
da
te
questo
ideale
che
fa
fremere
la
mia
anima
.
Ma
ho
paura
,
domani
,
di
non
aver
più
questo
slancio
spirituale
.
.
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Togliamo
questi
mucchi
di
sassi
che
aggravano
la
mia
anima
.
Togliamoli
.
Lavorerò
,
guadagnerò
,
t
'
amerò
.
Sono
tre
cose
in
una
sola
:
uno
stesso
pensiero
delizioso
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
t
'
umiliare
più
con
le
parole
dinanzi
a
me
,
però
che
i
fatti
sono
l
'
origine
non
sproporzionata
del
mio
sogno
.
Direi
che
tu
fossi
questo
sogno
.
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.
Avevo
pensato
durante
la
malattia
de
'
miei
occhi
,
che
non
avrei
più
amato
nessuna
persona
,
ma
solamente
le
sensazioni
che
mi
avrebbero
date
le
pitture
dei
miei
preferiti
.
Scacciavo
la
realtà
,
e
adoravo
una
faccia
femminea
di
Leonardo
...
Così
si
perdeva
la
mia
vita
,
senza
sentimenti
,
nella
freddezza
della
conoscenza
.
Ciò
che
pensavo
,
il
quale
era
pochissimo
e
tenue
,
era
tolto
dalle
superfici
delle
tavole
guardate
.
Credevo
che
in
esse
fosse
tutta
la
vita
per
il
mio
spirito
.
Non
avrei
voluto
altro
.
Ma
nella
guarigione
,
i
miei
nervi
(
credo
tutto
ciò
un
effetto
di
essi
)
migliorarono
...
Sono
sempre
stato
tuo
nella
grande
astrazione
in
cui
vivevo
.
Ma
tu
,
prima
,
e
a
Roma
,
hai
ricondotto
me
a
vivere
.
Guariscimi
ancora
.
Togli
tutta
la
secchezza
del
mio
egoismo
,
del
quale
anche
il
ricordo
mi
ha
agghiacciata
ora
l
'
anima
,
come
una
colonna
di
marmo
(
I
)
.
Togli
,
togli
!
Fammi
guarire
.
9
aprile
1907
.
Che
abbiamo
guadagnato
con
tali
lettere
tue
?
Non
ti
meraviglierai
se
ho
manifestato
il
mio
animo
materialmente
,
buttando
per
terra
ciò
che
avevo
dinanzi
!
Mi
pare
impossibile
che
tu
non
veda
la
mia
anima
piena
di
sogni
.
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.
Ti
dissi
che
ogni
giorno
,
a
ogni
ora
,
è
come
se
il
mio
io
si
rinnovellasse
tutto
.
A
tratti
,
lo
cambio
.
14
aprile
1907
.
Le
altre
due
volte
precedenti
,
scrissi
movendo
il
mio
animo
con
le
impressioni
ancora
recenti
di
una
lettura
carducciana
.
Tu
hai
avuto
paura
del
mio
gridare
alla
forza
;
a
torto
.
17
aprile
1907
.
Tu
non
sapevi
che
cosa
era
per
me
il
lasciarti
allora
.
T
'
imaginai
legata
a
me
solamente
con
un
tenue
filo
d
'
affetto
,
e
pensai
che
tu
godessi
più
della
vita
che
fai
ora
.
Il
non
desiderarmi
,
il
non
obbedirmi
,
mi
provava
(
e
forse
mi
prova
)
il
tuo
poco
affetto
.
Ma
ora
non
posso
giudicare
nulla
.
Ciò
che
tu
chiami
desiderio
meschino
di
prolungare
di
dieci
minuti
una
gioia
,
fu
per
me
il
compimento
delle
ore
precedenti
.
.
.
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Non
ho
prodotto
più
nulla
per
una
sfiducia
che
avevo
dentro
di
me
e
fuori
di
me
.
Onde
t
'
ho
detto
sempre
che
il
tuo
amore
può
farmi
tornare
a
scrivere
.
Ma
non
farmi
ripetere
sempre
le
cose
stesse
.
Facesti
di
più
con
un
sorriso
e
una
stretta
di
mano
,
prima
di
salire
sul
tranvai
.
Allora
mi
amasti
.
Vorrei
che
tu
avessi
fiducia
in
me
per
tutte
le
cose
.
S
'
io
non
lavoro
credo
che
se
ne
debba
cercare
la
cagione
nella
mia
struttura
psichica
.
Chi
sa
prima
ch
'
io
voglia
lavorare
,
quante
altre
combinazioni
devono
avvenire
nella
materialità
della
mia
psiche
.
Prima
di
tutto
,
ho
bisogno
della
contentezza
.
Intendiamoci
bene
:
contentezza
nel
senso
di
aver
trovato
chi
raccolga
,
come
li
ha
suscitati
,
i
miei
sentimenti
.
Sufficienza
spirituale
nel
nostro
amore
.
Tu
capisci
da
ciò
che
ti
dico
,
come
ogni
sensazione
di
te
è
causa
d
'
ascendere
o
di
fermarmi
.
Ciò
che
ricevo
proprio
da
te
è
splendore
di
un
ideale
;
ciò
che
mi
danno
le
persone
,
le
cose
e
i
fatti
che
ti
vedo
intorno
mi
fa
soffermare
.
Molta
parte
di
ieri
non
t
'
amai
,
appunto
perché
ti
sentivo
come
scomparsa
o
chiusa
dentro
questa
tavola
,
o
barriera
come
dici
tu
.
.
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.
.
.
.
...
si
può
essere
poeti
anche
per
la
distruzione
.
Ed
io
ho
molta
dose
d
'
anarchia
nella
mente
e
nell
'
unghie
.
18
aprile
1907
.
Ho
ricevuto
una
lettera
del
babbo
,
che
m
'
impone
di
tornare
a
Siena
.
Io
cercherò
,
in
questi
giorni
,
in
tutti
i
modi
.
Sono
tornato
oggi
ad
una
agenzia
,
dove
avevo
chiesto
per
lezioni
d
'
italiano
.
Il
proprietario
m
'
ha
detto
che
non
è
facile
che
io
trovi
.
Domani
andrò
dal
direttore
del
Giornale
d
'
Italia
.
Credo
che
saprò
presentarmi
.
Emma
mia
,
è
possibile
ch
'
io
lavori
in
queste
condizioni
d
'
animo
?
Ciò
che
sentivo
stamani
è
già
scomparso
dalla
mente
.
Senti
:
in
questo
momento
mi
sembra
il
meglio
che
io
obbedisca
al
babbo
.
Tornerò
a
Siena
,
e
interpreterò
il
mio
stare
a
Roma
,
come
una
scappata
:
egli
dice
cosi
.
Tanto
è
impossibile
l
'
intenderci
.
Mi
sarei
ammazzato
se
tu
non
mi
legassi
alla
vita
e
al
lavoro
.
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.
.
Sono
ricaduto
?
Abbi
pazienza
con
me
.
Non
tutto
è
immobile
nella
mia
anima
.
19
aprile
1907
.
Ora
vado
dal
direttore
del
Giornale
d
'
Italia
.
Questo
sole
mi
fa
bene
.
Ho
accettata
la
condizione
di
tornare
a
Siena
,
con
più
tranquillità
che
non
avrei
creduto
.
Forse
è
ora
ch
'
io
lavori
.
.
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.
Verrai
a
Siena
ad
agosto
?
Ci
sposeremo
allora
?
.
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Stamani
ho
letto
tre
o
quattro
libri
:
un
minimo
per
uno
,
e
via
.
Non
posso
più
star
fermo
,
ed
odio
i
libri
.
Mi
paiono
brutti
.
Penso
ora
che
a
Siena
potrò
lavorare
,
perché
da
vero
sento
empirsi
i
miei
pensieri
come
ad
una
fontana
ignota
.
Ma
com
'
è
bello
il
d
'
Annunzio
!
Basta
un
periodo
suo
per
far
fiorire
,
sia
pure
poco
per
ora
,
il
mio
animo
.
Vedi
:
ogni
mio
pensiero
parla
d
'
amore
,
ed
ho
tanta
dolcezza
nel
cuore
che
parmi
di
avere
una
musica
divina
qui
nella
segretezza
del
mio
essere
(
J
)
.
.
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Scriverò
,
forse
,
la
novella
;
ed
altre
ancora
,
ma
ho
bisogno
che
tu
mi
mantenga
in
questa
nebbiuzza
fantastica
,
che
è
tutta
dolce
del
tuo
amore
.
Imagina
una
fessura
da
cui
si
veda
qualche
cosa
della
campagna
fuora
:
tale
è
la
mia
mente
.
Non
so
perché
sono
insensibile
ora
a
Siena
(
K
)
;
certamente
perché
m
'
appare
come
un
sogno
.
Ne
ho
una
sensazione
d
'
arte
.
A
Siena
non
ho
né
meno
un
amico
,
e
mi
conserverò
tale
.
21
aprile
1907
.
Può
darsi
ch
'
io
prolunghi
il
soggiorno
a
Roma
fino
a
giugno
.
La
padrona
di
casa
scrive
a
mio
padre
che
vuole
essere
pagata
anche
del
mese
di
maggio
.
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Col
direttore
del
Giornale
d
'
Italia
non
ho
potuto
parlare
per
ora
;
ma
lo
cercherò
anche
domani
.
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So
che
sei
intricata
in
troppe
cose
,
e
che
riesci
ad
amarmi
solo
quando
mi
scrivi
.
E
poco
anche
allora
.
22
aprile
1907
.
Ciò
che
scrivo
mi
pare
una
tela
intessuta
di
fumo
.
Dietro
,
senza
che
il
mio
pensiero
possa
toccarlo
,
è
ciò
che
vedo
.
8
maggio
1907
.
Che
pace
non
mai
sognata
quando
penso
a
te
!
20
maggio
1907
.
Non
ci
dobbiamo
mai
contentare
di
noi
stessi
.
Per
me
,
è
questo
dispiacere
che
mi
si
ferma
nell
'
anima
,
che
mi
fa
agire
.
27
maggio
1907
.
Anch
'
io
penso
la
stessa
cosa
;
ma
riesco
a
sopprimerla
per
il
bene
nostro
.
Non
hai
indovinato
le
lunghe
giornate
d
'
abbattimento
,
con
certi
pensieri
oscuri
che
raspano
su
l
'
anima
come
cani
affamati
?
Oh
!
,
taci
,
taci
.
Quando
la
mia
anima
sta
bene
,
ed
io
sogno
il
lavoro
,
non
ci
sono
preoccupazioni
.
Non
devi
averle
.
Sono
riuscito
a
rimorchiare
la
tua
anima
nel
mare
di
forza
che
vedo
io
?
Emmina
mia
,
non
mi
fare
triste
.
Sognavo
di
dirti
tante
cose
piene
di
sole
!
Ho
scritto
tanto
;
quasi
cinquanta
pagine
di
quella
traduzione
...
Ed
un
dramma
l
'
ho
visto
io
,
l
'
ho
sentito
nel
suo
principio
.
Sii
forte
come
me
:
noncurante
.
Noncurante
?
Oh
,
noncuranza
fatta
di
dolori
e
di
impeti
!
Ma
non
è
essa
la
nostra
speranza
e
la
mia
forza
?
(
Se
devo
chiamare
noncuranza
quella
fiducia
che
ho
di
me
...
)
31
maggio
1907
.
Ti
mando
la
lettera
ricevuta
stamani
del
C
.
Se
le
cose
andassero
bene
,
sarebbero
tutto
secondo
il
nostro
piano
.
Per
ora
non
rispondo
al
C
.
e
mi
riservo
di
decidermi
se
accetterò
ciò
che
è
proposto
da
mio
padre
.
Di
questo
parleremo
lunedì
.
Non
so
anche
se
devo
accettare
l
'
amicizia
e
la
confidenza
del
C
.
Data
la
mia
sincerità
,
si
tratta
di
prenderlo
com
'
egli
s
'
è
offerto
o
di
non
occuparsene
,
come
ho
fatto
fino
a
qui
.
1
giugno
1907
.
Ieri
passai
la
giornata
malissimo
,
in
previsione
di
ciò
che
mi
avverrà
a
Siena
.
Sono
di
parere
che
non
debba
accettare
la
camera
fuori
di
casa
mia
.
Io
gliela
chiederò
in
campagna
.
E
poi
,
capisco
che
per
farmi
lavorare
scrivendo
,
è
necessario
ch
'
io
lavori
con
la
vita
.
Ora
mi
pare
d
'
essere
pieno
solamente
di
cose
quasi
fittizie
.
Del
resto
,
colpa
mia
.
Perché
ho
voluto
io
così
tentare
quasi
la
costruzione
di
un
interiore
fatto
di
pensieri
più
eletti
.
Ho
detto
male
sopra
.
La
mia
vita
non
è
stata
mai
fittizia
.
2
giugno
1907
.
Non
so
che
c
'
è
dopo
domani
.
Ho
già
fatto
una
cassetta
.
Da
Siena
,
a
Roma
,
5
giugno
1907
.
Mio
padre
è
affezionatissimo
ed
è
pronto
a
qualunque
volere
mio
.
Ora
sta
alla
fortuna
.
Perdonami
.
Sono
così
agitato
dalla
fatica
e
dalle
impressioni
di
Siena
che
non
potrei
dirti
nulla
.
.
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.
.
Ho
vedute
le
solite
facce
di
vagabondi
e
di
persone
non
molto
per
bene
.
Credo
che
per
la
salute
mia
(
e
tua
)
dovremmo
tentare
d
'
uscirne
per
sempre
.
Che
silenzio
e
che
antipatia
!
Sono
in
una
camera
in
via
del
Refe
Nero
e
vi
sto
bene
(
L
)
.
Come
t
'
ho
detto
,
mio
padre
mi
vuol
bene
.
Onde
tutto
è
da
credere
.
Ti
devo
spiegare
.
Mio
padre
non
m
'
ha
fatto
nessuna
domanda
.
M
'
ha
accolto
da
vero
padre
.
Nel
suo
viso
si
vedeva
tutto
.
.
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.
Vuole
ch
'
io
faccia
una
cura
ricostituente
,
perché
m
'
ha
trovato
molto
magro
...
Ho
tanta
voglia
di
lavorare
.
Non
so
;
porrei
mano
a
tutto
.
.
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.
.
Ho
mangiato
in
una
stanza
di
questa
casa
.
Un
lume
a
petrolio
,
al
quale
assomigliavo
me
;
e
i
canti
dei
beceri
dentro
le
taverne
.
Io
sono
sopra
una
taverna
.
6
giugno
1907
.
Mi
dimenticai
di
dirti
che
mio
padre
,
perché
gli
sembrai
magro
molto
,
andò
a
piangere
dal
C
.
Il
quale
lo
ha
detto
a
me
.
Ti
faccio
sapere
tali
cose
per
appianarti
verso
di
lui
.
Ancora
non
ho
aperto
un
libro
.
Non
volevo
né
meno
rientrare
nello
stanzino
di
prima
(
M
)
.
Ho
sentito
addosso
tutta
l
'
ottusità
antica
.
E
un
odore
di
rinchiuso
!
Quei
libri
lì
,
certamente
,
non
mi
serviranno
più
.
.
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Siena
ha
messo
tra
me
e
tutti
gli
altri
quella
distanza
che
volevo
.
.
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Sono
stato
convinto
a
lasciar
fare
quella
persona
che
è
in
casa
.
E
,
infatti
,
è
meglio
ch
'
io
non
me
ne
occupi
.
È
meglio
ch
'
io
non
pensi
a
lei
,
ne
pure
per
farle
male
.
Ho
riletto
il
Boccaccio
nel
Decamerone
.
Che
freschezza
di
stile
e
di
lingua
!
Certi
autori
li
sento
come
fossero
moderni
.
Dunque
,
il
mio
sforzo
passato
è
servito
a
qualche
cosa
.
Ma
vorrei
anche
guadagnare
.
Mio
padre
ha
detto
,
mangiando
,
ed
io
ero
lì
,
che
quella
ragazza
prende
presto
marito
.
È
vero
?
Vorrò
sapere
per
bene
.
Se
fosse
sempre
così
,
non
avrei
nessuna
difficoltà
a
stare
in
casa
del
babbo
.
Ma
ancora
io
non
vedo
niente
a
cui
concorrere
.
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.
È
curiosa
!
Leggo
due
poesie
del
Leopardi
,
poi
una
dell
'
Alfieri
,
un
'
altra
del
Chiabrera
.
Un
poco
di
riposo
,
e
poi
due
o
tre
terzine
di
Dante
.
Il
mio
animo
passeggia
qua
e
là
attratto
da
tante
cose
.
Ieri
rividi
il
S
.
Sebastiano
del
Sodoma
,
che
mi
fece
fare
uno
dei
miei
primi
lavori
.
Ma
il
più
delle
volte
non
gusto
più
quell
'
arte
.
Non
lo
so
.
In
me
ci
sono
travolgimenti
profondi
.
Ora
ho
la
coscienza
di
tali
fatti
in
un
modo
,
ora
vedo
altri
aspetti
.
.
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.
T
'
annoio
?
Ma
con
chi
devo
parlare
?
Ma
tutti
questi
libri
che
sono
accanto
a
me
,
mi
hanno
già
dato
qualcosa
.
Siena
è
bella
da
vero
.
7
giugno
1907
.
Sono
stato
seduto
mezz
'
ora
sull
'
inforcatura
di
un
ciliegio
(
N
)
.
Ho
un
dispiacere
oscurissimo
di
te
.
Ed
ho
pianto
.
Ora
dimentico
e
ti
scrivo
.
Vorresti
sapere
quel
che
pensavo
su
quel
ciliegio
?
Pensavo
che
tu
fossi
seduta
sopra
un
bel
greppo
che
è
lì
,
ed
io
t
'
avrei
buttate
le
ciliege
.
In
faccia
a
me
c
'
era
un
paesaggio
che
mi
ricordava
una
tela
del
Segantini
.
Un
bove
bianco
e
una
contadina
con
un
fascio
d
'
erba
;
ma
velati
dal
sole
,
ch
'
era
in
cima
al
poggio
.
Io
sono
così
fatto
che
non
posso
né
pure
pensare
che
tu
sei
costà
.
Quando
le
cose
in
cui
sei
,
prendono
il
sopravvento
,
tutto
il
mio
amore
prova
un
'
angoscia
che
mi
fa
piangere
.
.
.
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.
.
Quel
ciliegio
m
'
ha
fatto
bene
.
L
'
ho
ancora
nell
'
anima
con
tutte
le
altre
cose
.
Poi
sono
andato
nel
pisellaio
dove
erano
le
contadine
che
s
'
empivano
i
grembiali
,
e
ho
mangiato
molti
piselli
,
lasciando
il
guscio
attaccato
alla
pianta
.
Mio
padre
andava
in
cantina
per
empire
alcuni
barili
.
E
mi
ha
dato
mezzo
bicchiere
di
vino
.
Avrei
anche
mangiato
,
ma
nella
madia
della
contadina
era
solo
un
pezzetto
di
pane
.
Il
cane
,
che
è
bianco
nella
pancia
e
nero
sopra
,
m
'
ha
attaccato
molti
peli
su
i
ginocchi
.
Per
la
strada
che
porta
al
podere
,
pare
quasi
d
'
essere
a
Roma
,
perché
è
sempre
piena
di
forestieri
.
Per
andare
al
podere
,
sono
passato
dalla
scorciatoia
a
traverso
altri
poderi
e
mi
son
fermato
alla
casa
di
una
contadina
,
dove
una
bambina
m
'
ha
colto
una
rosa
che
ho
infilata
nel
vestito
.
Ti
mando
questi
fiori
strappati
a
un
melo
.
Erano
tra
certe
meluzze
di
un
verde
oscuro
,
grosse
poco
più
che
le
noci
.
Odorano
molto
.
Già
,
a
me
piace
anche
l
'
odore
delle
zolle
che
s
'
aprono
sotto
la
vanga
.
.
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.
.
Credi
che
Siena
non
mi
abbia
fatto
bene
?
Credo
che
abbia
maturato
le
melucce
dei
miei
sogni
.
.
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.
.
(
Ho
portato
anche
una
formica
.
È
passata
proprio
rasente
la
punta
della
penna
.
)
.
.
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.
.
Qui
a
Siena
si
sentono
battere
le
ore
con
una
tranquillità
strana
.
A
volte
mi
par
di
vedere
passare
quest
'
ore
(
O
)
.
9
giugno
1907
.
.
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.
È
inutile
ch
'
io
ti
dica
che
in
fondo
alla
mia
anima
è
la
noia
.
10
giugno
1907
.
Anch
'
io
sento
prossimo
il
tuo
ritorno
.
Ma
vorrei
vivere
ora
per
ora
,
come
se
l
'
avvenire
fosse
un
sacco
vuoto
.
E
non
so
che
è
,
e
che
sarà
di
me
.
Ero
venuto
qui
a
casa
pensando
di
scriverti
;
ma
i
miei
pensieri
sono
rimasti
fuori
.
Li
sento
fuori
tra
un
raggio
di
sole
e
una
zolla
verde
.
.
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.
.
.
A
chi
dovrei
parlare
qua
,
tolte
le
conversazioni
insignificanti
?
Preferisco
le
parole
delle
mie
contadine
,
a
cui
rispondo
pensando
ai
campi
.
11
giugno
1907
.
.
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.
Con
mio
padre
è
impossibile
.
Io
non
so
quel
che
voglia
.
Gli
ho
parlato
e
fatto
dire
che
ho
fretta
di
guadagnare
,
ed
egli
mi
faceva
capire
che
me
ne
lasciava
il
tempo
.
Dunque
,
speravo
bene
di
tutto
.
Ma
ieri
sera
m
'
è
saltato
addosso
e
mi
ha
picchiato
.
Approfitto
di
questa
cosa
per
andare
oggi
dal
Procuratore
del
Re
.
Credo
che
darà
ragione
a
me
e
obbligherà
mio
padre
a
tenermi
fuori
di
Siena
.
È
ciò
ch
'
io
cerco
.
Ricordi
come
nella
lettera
del
C
.
,
egli
mi
prometteva
una
stanza
e
il
vitto
per
alcuni
mesi
?
La
camera
ce
l
'
ho
,
ma
egli
è
già
cambiato
.
Imagina
il
mio
immenso
dispiacere
.
.
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.
Da
queste
lotte
io
riesco
sempre
più
forte
.
Non
avevo
mai
pensato
con
tale
freddezza
.
12
giugno
1907
.
Il
Procuratore
m
'
ha
detto
conoscere
da
un
pezzo
le
condizioni
che
sono
tra
me
e
il
babbo
,
e
m
'
ha
chiamato
giovane
disgraziato
.
Onde
tra
un
certo
numero
di
giorni
egli
farà
in
modo
ch
'
io
possa
rivenire
via
da
Siena
,
imponendo
a
mio
padre
un
mantenimento
di
tre
mesi
,
come
ho
chiesto
io
.
Ora
,
egli
m
'
ha
detto
d
'
aspettare
lui
,
il
quale
farà
tutto
,
per
evitare
una
tragedia
tra
mio
padre
e
me
.
Egli
mi
ha
consigliato
Milano
.
Anzi
ha
insistito
molto
che
andassi
là
.
Io
ho
detto
che
deciderò
pochi
giorni
avanti
che
tutto
sia
fatto
.
Veramente
non
potrei
stare
senza
rivederti
.
Onde
penso
che
se
tu
non
sarai
tornata
a
Siena
,
quando
io
me
ne
verrò
via
,
sceglierò
un
mese
a
Roma
,
e
gli
altri
due
a
Milano
.
A
Roma
mi
ripresenterei
al
direttore
della
C
.
,
per
esempio
.
E
,
poi
,
pensando
,
mi
vengono
alla
mente
tutte
le
cose
da
essere
tentate
.
Emma
mia
,
riuscirò
questa
volta
?
Ho
molta
esperienza
di
più
.
Mi
sento
più
piegato
ad
entrare
in
qualunque
posto
.
.
.
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.
.
.
.
.
In
generale
,
ho
perso
la
fiducia
in
tutti
.
Ma
trattandosi
di
una
autorità
non
posso
dubitare
interamente
delle
sue
parole
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
Sembra
,
non
so
,
che
il
nostro
amore
prenda
un
sentimento
di
santità
.
Ma
il
mio
libro
di
lettura
sai
qual
'
è
?
Oggi
l
'
ho
letto
quattro
volte
.
13
giugno
1907
.
Non
ho
più
veduto
mio
padre
.
Il
quale
non
vuole
né
meno
ch
'
io
vada
là
in
campagna
.
Ma
ciò
mi
ha
messo
un
desiderio
di
vivere
da
me
.
Se
potessimo
non
chiedere
il
permesso
a
nessuno
!
Sei
contenta
ch
'
io
prendessi
non
più
di
tre
lire
al
giorno
?
Ti
basterebbe
il
mio
amore
,
come
a
me
il
tuo
?
Che
m
'
è
datore
di
ogni
soavità
.
Suonano
le
nove
.
Voglio
uscire
per
chiedere
i
soldi
per
le
sigarette
,
cioè
del
francobollo
.
Torno
a
casa
a
mezzanotte
.
Ho
girato
molte
strade
giù
tra
i
Pispini
e
il
Casato
;
e
in
S
.
Martino
mi
sono
trovato
dentro
la
bottega
di
un
pizzicagnolo
che
conoscevo
da
prima
;
il
quale
m
'
ha
domandato
...
informazioni
sulle
pizzicherie
di
Roma
.
Con
grande
meraviglia
ha
udito
rispondersi
che
non
...
le
avevo
vedute
.
È
curiosa
però
che
quando
parlo
,
tutti
i
ricordi
di
Roma
mi
si
fanno
più
netti
e
più
vicini
.
Io
ero
con
te
,
la
notte
fuori
porta
Pia
o
il
giorno
nelle
nostre
passeggiate
.
Risentivo
proprio
la
realtà
di
tali
cose
.
Desideravo
di
tornare
a
casa
presto
.
Mi
pareva
che
tu
m
'
aspettassi
.
Non
so
se
t
'
ho
detto
mai
che
io
mi
lascio
guidare
da
tali
superstizioni
o
impressioni
.
Mi
pare
d
'
avere
il
tuo
desiderio
,
ed
io
sto
male
se
non
faccio
come
vuoi
.
Per
le
strade
che
ho
fatte
,
non
c
'
è
stata
quasi
una
persona
che
non
siasi
voltata
o
che
non
m
'
abbia
guardato
.
Con
l
'
ignorante
insistenza
dei
visi
senesi
.
No
,
di
te
non
parlammo
.
Ti
avevo
scritto
una
lettera
con
la
narrazione
di
tutto
,
ma
temendo
di
aumentarti
il
dispiacere
,
non
l
'
ho
mandata
,
anzi
l
'
ho
strappata
.
Io
chiesi
alla
matrigna
,
il
giorno
,
che
mi
comprasse
una
saponetta
.
La
sera
,
alle
undici
,
andai
in
bottega
per
prenderla
.
Perché
ella
m
'
aveva
comprato
un
pezzo
di
sapone
da
panni
,
le
dissi
:
-
Con
gli
stessi
denari
poteva
comprarmi
una
saponetta
da
teletta
.
Mio
padre
,
che
stava
seduto
,
col
capo
appoggiato
sul
tavolino
,
si
alzò
e
con
i
modi
più
ributtanti
disse
:
-
Che
diritto
hai
tu
del
sapone
e
della
saponetta
?
Io
t
'
afferro
per
il
collo
e
t
'
ammazzo
!
Dato
il
gran
cambiamento
da
poche
ore
innanzi
,
non
seppi
ne
meno
quel
che
rispondere
.
Solo
pensai
a
te
.
Allora
egli
con
le
mani
sopra
il
mio
viso
continuò
:
-
Vigliacco
,
mascalzone
,
voglio
sapere
che
facevi
a
Roma
.
Tu
non
mangiavi
,
perché
sei
magro
.
Ed
io
:
-
Non
mangiavo
?
Mangiavo
meglio
che
in
casa
tua
.
-
No
,
non
mangiavi
.
Adesso
con
me
non
potresti
fare
ai
pugni
.
Sei
il
più
debole
,
ora
.
-
Io
non
voglio
fare
ai
pugni
.
Se
dici
che
non
mangiavo
o
stavo
male
,
sei
un
imbecille
.
Perché
ho
mangiato
e
bevuto
alle
spalle
tue
.
Allora
egli
mi
prese
e
mi
piegò
in
terra
,
facendomi
un
poco
male
a
un
fianco
e
pigiandomi
uno
zigomo
.
Poi
mi
tenne
un
ginocchio
su
lo
stomaco
,
sempre
ingiuriando
e
dicendo
che
mi
voleva
ammazzare
.
Io
mi
difesi
solamente
.
Gridavo
a
tutta
la
gente
ch
'
era
intorno
a
noi
che
non
mi
facessero
percuotere
e
che
andassero
a
chiamare
le
guardie
.
Allora
egli
mi
lasciò
.
Io
mi
feci
rendere
il
cappello
,
ch
'
era
caduto
sopra
una
tavola
ed
uscii
,
dicendo
:
-
Sei
ammattito
.
In
casa
de
'
matti
non
ci
sto
.
.
.
.
.
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.
.
Tra
le
altre
ingiurie
è
questa
:
-
Tu
non
sei
il
mio
figliuolo
.
No
,
non
sei
.
Tu
sei
un
degenerato
.
Sei
un
vigliacco
...
Ma
nessun
accenno
a
te
.
Ora
so
che
scriverà
alla
padrona
di
casa
(
P
)
,
alla
quale
io
manderò
una
cartolina
per
prevenirla
.
Tu
non
te
ne
occupare
.
Che
cosa
era
?
Tutto
il
fondaccio
di
odio
e
di
passione
contro
di
me
.
Mio
padre
non
mi
sente
eguale
a
sé
.
E
così
mi
tratta
come
un
nemico
(
Q
)
.
Il
giorno
dopo
prese
parte
anche
un
mio
cugino
,
del
quale
non
m
'
ero
mai
rammentato
.
Lo
trovai
sull
'
uscio
dalla
X
...
dov
'
è
cuoco
,
e
prese
le
parti
del
babbo
dicendo
che
se
i
suoi
figli
dicessero
a
lui
imbecille
,
egli
li
sbatterebbe
nel
muro
.
Io
non
potei
evitare
le
prime
parole
,
perché
m
'
ero
fermato
a
salutarlo
.
Ma
ti
puoi
imaginare
quale
vergogna
sentii
.
Anche
egli
(
beato
lui
)
disse
che
ero
un
cretino
e
che
non
capivo
niente
.
Da
queste
parole
,
ora
comprendiamo
bene
quali
pensieri
siano
contro
a
me
.
Ma
non
so
perché
questa
volta
mi
senta
tanto
più
agile
quanto
più
sono
preso
dalle
mani
di
costoro
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
Ora
vedo
che
dentro
quest
'
anno
mi
devo
impiegare
.
.
.
.
.
.
.
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Sto
un
poco
meglio
.
Ma
mi
sento
sempre
la
febbre
.
Qualunque
intelligente
m
'
avvicini
,
capisce
che
sono
agitato
.
Anche
il
Procuratore
mi
raccomandò
che
stessi
calmo
e
mi
divagassi
.
Più
che
l
'
amore
non
c
'
è
.
L
'
inchiostro
s
'
è
appastato
dentro
i
calamai
.
In
media
vanno
tre
lettori
al
giorno
.
E
che
lettori
!
(
R
)
.
Un
'
altra
cosa
mi
piace
di
prometterti
.
È
che
quando
io
guadagnassi
prenderemo
in
casa
una
delle
tue
sorelle
piccole
.
15
giugno
1907
.
Mio
padre
non
l
'
ho
più
visto
.
Ho
l
'
ordine
da
lui
di
non
entrare
più
in
casa
,
né
in
bottega
o
di
andare
in
campagna
.
Così
mi
fa
vivere
come
un
signore
;
perché
sto
in
una
camera
bella
come
non
ho
mai
avuta
,
ho
il
cameriere
che
mi
porta
il
pranzo
e
la
cena
e
più
di
un
litro
di
latte
la
mattina
.
Naturalmente
non
c
'
era
bisogno
del
suo
ordine
per
non
farmi
più
andare
in
casa
,
in
bottega
e
in
campagna
.
La
biancheria
me
la
cambio
quaggiù
;
la
campagna
è
bella
in
ogni
luogo
.
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.
Ma
di
che
parlo
?
Stasera
m
'
urta
i
nervi
la
penna
che
non
va
bene
,
e
gli
spropositi
che
metto
nelle
parole
.
Non
so
più
scrivere
né
meno
come
un
ragazzo
?
Io
ho
per
te
come
una
religione
.
Tutti
gli
altri
esseri
sono
le
figure
di
una
lanterna
,
illuminata
da
essa
.
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.
.
Che
lettere
,
non
è
vero
?
Dovrei
almeno
ricopiarle
,
per
togliere
le
macchie
d
'
inchiostro
.
Ma
non
ne
avrei
la
pazienza
.
Ho
presi
alcuni
appunti
per
un
commento
,
a
uso
mio
,
delle
poesie
del
Carducci
.
Ma
in
Biblioteca
io
studio
bene
.
La
gente
non
dà
noia
.
Solamente
gli
impiegati
non
hanno
molta
garbatezza
!
E
poi
,
quando
voglio
trovare
un
libro
,
bisogna
che
,
stando
col
naso
su
la
spalla
dell
'
impiegato
che
sfoglia
le
schede
,
agguanti
con
gli
occhi
il
nome
dell
'
autore
,
mentre
che
sta
per
sparire
.
Non
so
se
hai
capito
.
E
gli
autori
,
che
domando
io
,
non
sono
molto
noti
.
Conviene
che
li
presenti
scritti
all
'
impiegato
,
il
quale
,
brontolando
un
poco
,
se
ne
va
allo
schedario
.
Per
trovare
il
Bartsch
,
dovetti
bisticciare
quasi
.
Osservare
queste
cose
potrebbe
essere
bene
.
Ma
non
le
so
scrivere
!
Ho
acceso
la
candela
ed
ho
chiusa
la
finestra
.
Che
pasticci
...
poetici
ancora
!
Da
Dante
alla
Bibbia
,
dalla
Bibbia
a
Omero
,
da
Omero
a
Platone
,
da
Platone
al
Maeterlink
,
dal
Maeterlink
al
Leibniz
,
e
dal
Leibniz
a
Dante
e
via
in
un
cerchio
d
'
imagini
.
Mi
vergogno
perfino
a
scriverlo
.
Ne
faccio
il
viso
rosso
.
Ma
come
mi
si
potrebbe
comandare
un
certo
ordine
se
io
ho
appetito
di
tutti
?
In
questo
momento
ho
ripensato
a
Virgilio
,
e
sono
stato
proprio
lì
per
aprirlo
.
Io
ti
ho
già
trovato
il
lavoro
,
tanto
più
che
dovrò
togliermi
le
ore
dell
'
impiego
.
Ora
non
te
lo
posso
spiegare
chiaramente
,
ma
si
tratta
,
di
mano
in
mano
che
ve
n
'
è
bisogno
,
di
prendere
appunti
da
dizionarii
o
da
libri
.
Peccato
che
tu
non
sappia
un
poco
il
latino
!
Oggi
t
'
avrei
fatta
arrabbiare
per
un
certo
nome
biblico
.
L
'
ho
dovuto
cercare
in
molti
libri
,
perché
in
principio
non
sapevo
se
fosse
biblico
o
no
.
Dunque
,
prima
ho
dovuto
con
la
mia
ignoranza
conoscere
questo
.
Poi
ritrovarlo
in
un
dizionario
scritto
in
latino
.
E
perché
non
mi
piaceva
la
spiegazione
che
ne
derivava
,
ho
guardato
nell
'
Enciclopedia
italiana
e
francese
,
nel
dizionario
geografico
,
nel
dizionario
latino
,
nel
dizionario
d
'
antichità
,
in
quello
mitologico
,
ecc
.
L
'
impiegato
mi
guardava
.
Sai
:
tutti
questi
libri
sono
in
quello
scaffale
basso
che
è
vicino
alla
porta
,
ed
io
li
prendevo
di
mano
in
mano
che
li
scorgevo
.
Domattina
,
t
'
ho
detto
,
ho
voglia
d
'
andare
alle
Taverne
d
'
Arbia
.
Porterò
con
me
un
libro
.
Il
quale
è
già
scelto
,
quantunque
mi
si
rivolga
nell
'
animo
il
desiderio
di
ciascuno
.
Ma
adesso
sono
più
forte
.
Oggi
sono
stato
all
'
Osservanza
.
Ricordavo
bene
la
nostra
passeggiata
fatta
per
quella
strada
.
Mi
sono
seduto
sul
muricciolo
della
chiesa
,
e
guardavo
la
campagna
fino
al
Monte
Amiata
,
ch
'
era
quasi
schiacciato
dalle
nuvole
.
Un
fraticello
è
venuto
a
spazzare
,
e
due
poveri
mangiavano
la
zuppa
.
Mi
sono
ricordato
del
desiderio
,
molto
velato
,
che
ebbi
di
farmi
frate
.
Ridi
,
perché
rido
anch
'
io
.
Ciò
è
il
lato
comico
del
mio
animo
.
E
pure
,
se
non
avessi
riveduta
te
,
se
non
ti
avessi
più
sentita
,
c
'
era
caso
che
fuggissi
in
un
convento
.
La
mia
vita
non
è
se
non
una
preparazione
alla
nostra
.
Vivendo
così
nell
'
attesa
,
non
potrei
tessere
da
solo
un
avvenire
senza
strappi
.
19
giugno
1907
.
Perdonami
se
ti
scrivo
in
fretta
.
Stamani
mi
sentivo
quasi
male
.
Io
penso
di
andare
a
trovare
il
Procuratore
per
sollecitare
.
Credi
che
ogni
giorno
mi
diviene
sempre
più
triste
.
E
poi
,
senza
te
!
Non
voglio
abbracciare
sempre
una
forma
del
mio
spirito
(
S
)
.
Io
voglio
te
,
ti
voglio
vicina
.
.
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.
Sto
sempre
solo
,
e
passeggio
sempre
solo
.
Ciò
mi
dà
una
libertà
immensa
.
Tra
questa
gente
mi
sento
un
viaggiatore
che
s
'
è
fermato
poco
volentieri
.
Oggi
ho
riveduto
mio
padre
,
il
quale
mi
ha
tranquillamente
sorriso
.
Ma
i
giuochi
bastano
anche
con
lui
.
Quel
che
egli
ha
fatto
è
fatto
.
E
poi
,
non
sarebbe
il
ricominciare
da
capo
domani
?
Quindi
...
via
!
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Anche
passando
dalla
casa
tua
mi
agito
tutto
.
...
quando
penso
a
te
,
tutta
la
mia
anima
si
muove
come
le
foglie
di
una
vigna
.
Hai
ragione
.
Per
distrarmi
era
necessario
ch
'
io
pensassi
seriamente
a
te
ed
a
me
.
Con
la
voglia
di
questo
impiego
,
io
ho
acquistato
un
vigore
nuovo
.
Mi
sento
anche
meglio
.
Ma
è
necessario
che
noi
siamo
uguali
.
E
quando
ti
sento
tale
la
mia
anima
è
come
un
torrente
che
freme
di
spume
.
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In
me
è
una
purezza
,
alla
quale
voglio
foggiare
te
.
In
me
,
forse
,
non
traspare
perché
...
non
lo
so
.
Ma
questo
bisogno
d
'
una
cosa
ignota
che
cos
'
è
?
Questo
vuoto
che
la
bocca
della
volontà
fa
?
Ciò
che
ho
ottenuto
un
momento
fa
,
diminuisce
.
Io
ho
bisogno
di
accrescermi
sempre
,
perché
l
'
acquistato
scompare
.
Ma
il
mio
spirito
non
ha
incontrata
ancora
una
cosa
solida
,
su
la
quale
s
'
assieda
a
guardare
.
Sembra
che
cammini
sempre
per
certe
strade
silvestri
,
senza
scopo
,
per
fuggire
gli
altri
.
Ti
dirò
una
cosa
.
Oggi
sono
stato
al
sole
.
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Non
so
di
quale
piacere
esso
riempie
tutta
la
mia
carne
.
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Senti
:
risogno
anche
il
caldo
di
Roma
.
Mi
ricordo
ora
della
via
Venti
Settembre
tutta
accecante
di
luce
,
la
quale
m
'
ha
fatto
provare
piaceri
acutissimi
.
Da
vero
,
ne
ho
il
desiderio
.
Tu
,
scommetto
,
sei
spaventata
anche
a
sentirne
parlare
!
20
giugno
1907
.
Non
so
ancora
come
dirti
di
questo
fuoco
divino
che
tu
hai
riacceso
in
me
.
Occorrevano
,
dunque
,
le
tue
parole
perché
la
mia
anima
si
sentisse
così
gonfia
!
Quando
saremo
insieme
,
io
non
so
se
potremo
desiderare
che
sia
aggiunta
qualche
cosa
alla
nostra
felicità
.
22
giugno
1907
.
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Poi
ti
scriverò
con
più
pace
.
Ora
sono
ancora
inquieto
per
gli
opposti
sentimenti
di
ieri
e
di
oggi
.
Vedi
:
ieri
sentivo
un
rincrescimento
indicibile
di
te
.
T
'
amavo
,
passai
sotto
la
tua
casa
,
ma
avevo
dentro
un
abisso
di
desolazione
,
e
il
bisogno
d
'
amare
.
Poi
che
tu
eri
stata
quasi
scancellata
da
tutte
queste
sensazioni
,
e
pensavo
che
tu
non
mi
amassi
.
Ed
è
logico
che
pensassi
così
.
No
;
credevo
d
'
averti
amato
io
solamente
.
Delusione
e
dolore
era
il
miscuglio
che
m
'
amareggiava
.
E
ti
chiedevo
con
una
angoscia
indicibile
.
Ma
tutto
mi
pareva
delusione
.
Stamani
sei
riuscita
a
trionfare
un
'
altra
volta
in
me
.
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.
Non
mi
amare
soltanto
.
Serviti
di
me
per
la
tua
anima
.
25
giugno
1907
.
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Sarebbe
impossibile
che
il
nostro
amore
non
avesse
fatto
eguali
le
nostre
anime
.
Ciò
che
sento
io
deve
essere
sentito
da
te
,
identicamente
.
Altrimenti
è
impossibile
che
la
felicità
s
'
adagi
in
noi
.
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.
Già
vedo
l
'
altra
faccia
del
tuo
amore
qui
a
Siena
.
Non
mai
il
ricordo
di
tali
cose
mi
turberà
.
26
giugno
1907
.
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.
.
Dovresti
credere
con
me
di
avere
una
personalità
più
complessa
e
più
estesa
.
Non
è
possibile
che
i
tuoi
pensieri
si
dipartano
senza
di
me
.
Per
me
,
tu
sei
il
secondo
io
,
a
cui
ricorre
il
primo
.
Mi
pare
che
il
nostro
possesso
sia
uguale
per
ambedue
.
Ci
ameremo
così
sempre
.
Penso
che
qualsiasi
modificazione
che
avvenisse
in
me
sarebbe
provata
anche
da
te
.
È
impossible
che
tra
i
nostri
spiriti
sia
un
luogo
per
l
'
ombra
o
dell
'
uno
o
dell
'
altro
.
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.
Perdonami
dell
'
altro
giorno
.
Fu
un
egoismo
brutale
.
Da
Siena
,
a
Siena
6
luglio
1907
.
Ho
parlato
stamani
,
con
il
C
.
che
non
vide
mio
padre
.
E
mi
ha
detto
che
oggi
gli
scriverà
un
bigliettino
per
invitarlo
da
lui
.
Senza
i
denari
,
non
posso
fare
i
molti
fogli
che
sono
chiesti
nel
concorso
.
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Quando
ci
sono
motivi
per
andare
in
ira
,
io
non
ho
niente
da
dirti
.
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Non
mi
scriverai
tutto
quello
che
fai
e
quel
che
pensi
all
'
infuori
di
me
?
Non
t
'
avrò
mai
fatta
quale
t
'
ho
sognata
o
sentita
?
Dimmi
che
è
così
.
Ci
sono
le
sensazioni
di
alcuni
istanti
che
mi
danno
questa
gioia
profonda
,
ma
poi
...
Vincerai
,
dunque
?
Io
ti
chiamo
.
Sai
che
i
miei
occhi
non
possono
mentire
,
perche
hanno
chiesto
da
'
tuoi
la
loro
amicizia
.
E
la
mia
anima
ha
chiesto
la
tua
.
.
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Ed
è
strano
che
tu
non
capisca
il
mio
animo
,
o
che
tu
non
faccia
nulla
allora
per
farmi
piangere
ai
tuoi
piedi
.
Era
così
.
Io
t
'
annullavo
o
ti
calpestavo
come
una
pianta
che
si
vuol
distruggere
.
E
tu
eri
sempre
più
ferma
nelle
cose
che
ti
hanno
modificata
.
Perché
a
volte
,
penso
questo
.
E
più
lo
credo
,
quando
ti
vedo
reagire
.
No
,
Emma
:
è
possibile
che
tu
mi
strazi
così
?
Bada
:
assicurami
che
non
sei
stata
mai
un
'
infermiera
.
Che
non
hai
sentito
mai
come
un
'
infermiera
.
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.
.
.
.
.
.
.
Che
se
mi
assicuro
essere
così
come
angosciosamente
penso
,
io
ti
lascio
.
È
impossibile
ch
'
io
mi
possa
togliere
queste
cose
,
e
bisognerebbe
che
non
ti
scrivessi
per
tacertele
e
per
allontanarmi
da
te
.
7
luglio
1907
.
Ho
sognato
di
te
oggi
e
dopo
ho
pensato
.
È
orribile
la
via
che
abbiamo
presa
.
Non
è
possibile
che
io
,
alla
mia
fidanzata
,
a
te
che
comprendi
tutti
i
miei
sentimenti
,
possa
scrivere
tali
lettere
.
Ed
ho
pensato
che
il
mio
grande
affetto
fosse
la
causa
di
turbarmi
tanto
.
Dove
è
grande
altezza
è
grande
profondità
.
Onde
anche
il
ricordo
delle
questioni
passate
,
a
cui
non
è
da
negare
la
verità
,
mi
fa
talvolta
esaminare
se
io
dovessi
aver
tale
dolore
un
'
altra
volta
da
divenire
un
bruto
.
Non
potrei
lasciarti
senza
impazzire
.
Perché
tutto
ciò
che
è
mio
è
da
te
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
Ma
,
purtroppo
,
per
giungere
all
'
affetto
quasi
divino
che
abbiamo
già
provato
è
necessario
,
se
ce
n
'
è
bisogno
,
togliere
tutte
le
questioni
.
Amando
te
,
la
mia
anima
è
quieta
.
Mio
padre
ha
risposto
al
C
.
voler
fare
i
fogli
da
sé
.
Onde
io
gli
devo
dare
la
lista
dei
documenti
necessarii
.
Ma
non
ti
pare
...
curiosa
?
Starò
a
vedere
se
vorrà
scrivermi
anche
la
domanda
.
Del
resto
,
è
meglio
ch
'
io
m
'
approfitti
di
questa
...
idea
per
togliermi
le
noie
.
Ma
,
nello
stesso
tempo
,
sento
l
'
impeto
di
distruggere
questa
noia
.
E
farò
il
concorso
con
la
deliberazione
di
andare
poi
fuori
di
Siena
.
8
luglio
1907
.
Anelo
tanto
a
te
che
tu
sei
sempre
nella
mia
mente
come
un
'
allucinazione
dolcissima
.
.
.
.
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.
.
Non
sappiamo
perché
,
a
vicenda
,
possiamo
essere
la
mèta
di
noi
stessi
,
ma
abbiamo
di
ciò
la
voluttà
quasi
folle
.
Io
non
penso
se
non
vedendoti
dentro
a
me
stesso
.
Ecco
che
,
scrivendoti
,
sono
tornato
contento
,
felice
,
anzi
.
Non
occorre
che
tu
mi
punisca
per
quel
che
ti
scrissi
.
È
sufficiente
il
mio
rimorso
e
la
mia
vergogna
.
Ma
dimmi
che
mi
ami
e
mi
perdoni
.
Ti
posso
baciare
?
Vorrei
che
il
tuo
sorriso
m
'
assentisse
.
9
luglio
1907
.
Ti
prego
di
non
guastare
quel
che
faccio
con
molta
pazienza
.
E
tieni
in
mente
che
l
'
ospedale
m
'
ha
fatto
star
male
ogni
ora
e
m
'
ha
fatto
dubitare
.
Quando
eri
laggiù
provavo
un
dolore
fortissimo
,
di
cui
nessuno
ti
potrebbe
parlare
.
E
,
peggio
ancora
,
non
ho
potuto
mettere
in
dubbio
la
tua
purezza
?
Oh
,
Emma
,
vorrei
che
non
t
'
avessi
detto
mai
nulla
,
perché
prima
di
tagliar
te
,
tagliavo
le
mie
carni
.
Mi
son
roso
più
che
piangendo
,
perché
stavi
laggiù
.
Ed
ora
pensa
al
dolore
che
mi
daresti
se
tu
andassi
via
(
T
)
.
E
non
ti
potrei
amare
più
.
Onde
non
mettiamo
a
rischio
un
avvenire
che
deve
essere
felice
,
perché
preparato
con
tanto
dolore
e
con
tanto
affetto
.
È
impossibile
che
tu
non
risenta
il
mio
dolore
.
Ma
t
'
amo
anche
se
mi
fai
soffrire
.
Forse
,
di
più
.
10
luglio
1907
.
.
.
.
.
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.
.
Questi
momenti
non
si
possono
narrare
.
Vorrei
piangere
ai
tuoi
piedi
.
Dimmi
che
mi
perdoni
;
ma
non
ho
voluto
offenderti
.
E
saresti
capace
di
lasciarmi
?
Non
senti
come
la
mia
anima
si
sbrana
?
Oh
,
stasera
è
necessario
ch
'
io
ti
veda
.
Dimmi
che
hai
compreso
ch
'
io
non
ti
volevo
offendere
.
.
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.
M
'
hai
perdonato
?
Rivedo
la
gioia
risorridere
ne
'
tuoi
occhi
?
Tu
mi
vedresti
arrossire
dinanzi
alla
tua
purezza
.
Rispondi
con
tutta
la
tua
anima
alla
mia
che
ti
ascolta
.
.
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.
.
Io
t
'
amo
ogni
giorno
di
più
.
È
come
un
'
esaltazione
di
te
.
Ti
sento
più
frequente
,
quasi
in
forma
visiva
,
qui
accanto
a
me
.
E
non
puoi
sapere
la
disperazione
provata
dalla
tua
lettera
.
T
'
amo
come
ti
devo
amare
,
e
la
tua
fierezza
m
'
ha
fatto
balzare
di
gioia
e
d
'
adorazione
.
Voglio
tenerti
informata
delle
brevi
conversazioni
che
ho
con
tuo
padre
.
-
Come
sta
Emma
?
-
Io
l
'
ho
lasciata
che
stava
bene
.
-
No
,
voglio
dire
se
sta
bene
d
'
animo
e
se
sta
volentieri
qua
.
-
Per
ora
certamente
.
-
Io
non
l
'
ho
più
veduta
.
-
Esce
poco
perché
avrà
paura
che
incontri
lei
.
Così
evita
ciò
che
le
ho
detto
.
-
Fa
bene
.
Ma
senta
:
molti
giovani
sono
accolti
nella
famiglia
della
fidanzata
anche
prima
d
'
avere
un
impiego
,
i
quali
non
hanno
i
mezzi
che
ho
io
.
Che
se
dentro
quest
'
anno
non
riuscissi
a
trovare
un
impiego
,
ho
sempre
modo
di
unirmi
con
Emma
.
-
Oh
,
io
non
le
dico
che
s
'
impieghi
.
Basta
che
si
sistemi
con
suo
padre
.
-
Va
bene
,
va
bene
.
Per
ora
sono
contento
che
ella
non
pensi
male
di
me
.
-
Sì
;
di
ciò
sono
convinto
.
E
quando
ella
avrà
una
sistemazione
,
le
cose
cambieranno
.
E
ciò
m
'
ha
soppresso
la
domanda
di
volerti
vedere
ora
.
Ed
ho
avuto
un
impeto
di
sdegno
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
Ma
io
,
t
'
avevo
scritto
quelle
due
lettere
così
,
confidenzialmente
.
Pensavo
appunto
alla
nostra
confidenza
,
e
mi
sentivo
così
unito
a
te
,
come
se
le
nostre
anime
fossero
già
invecchiate
insieme
.
Non
dobbiamo
dinanzi
a
noi
prendere
nessun
tono
.
Io
mi
sento
completamente
tuo
e
abbandonato
alla
tua
anima
.
Puoi
fare
di
me
quello
che
vuoi
.
.
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.
.
E
so
che
senza
di
te
,
io
m
'
ucciderei
.
Perché
sai
bene
che
nessuna
persona
,
ne
meno
per
amicizia
,
può
tenermi
compagnia
o
farmi
vivere
.
Ricordati
che
ciò
ch
'
io
ti
dico
è
scritto
incancellabilmente
nella
mia
anima
.
L
'
idea
di
uccidermi
è
la
parte
opposta
e
legata
al
tuo
amore
.
Ma
scrivimi
,
scrivimi
tanto
.
Fa
così
bene
e
m
'
innalza
il
tuo
animo
.
.
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.
.
T
'
ho
veduta
!
Ed
abbiamo
compreso
quanto
dolore
è
passato
in
noi
.
11
luglio
1907
.
Ho
scritto
all
'
avviso
che
ti
mando
,
con
il
francobollo
per
la
risposta
.
E
penso
di
fare
un
'
inserzione
(
a
pena
potrò
)
per
correttore
di
bozze
.
Ti
giuro
che
non
passerà
giorno
nel
quale
io
non
abbia
procurato
come
posso
qualche
cosa
.
Prima
di
leggere
la
tua
lettera
,
ho
baciato
sul
tuo
nome
.
Sapevo
che
mi
avresti
scritto
così
.
.
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.
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.
.
Abbiamo
pazienza
.
La
gioia
presente
non
è
poca
.
12
luglio
1907
.
Ieri
sera
t
'
avevo
scritto
che
ho
parlato
col
babbo
mio
e
che
non
è
cattivo
.
Curioso
.
Non
crede
che
io
possa
concorrere
.
.
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.
T
'
ho
talmente
dentro
di
me
,
che
per
chiamare
qualche
persona
devo
prima
correggere
il
nome
che
direi
.
.
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È
molto
bene
che
io
abbia
presa
questa
via
pratica
dei
concorsi
,
perché
ci
darà
il
mezzo
di
sposarci
.
E
perché
non
dentro
quest
'
anno
?
.
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.
Stasera
è
bene
che
non
ti
veda
.
Quantunque
ciò
sia
per
me
uno
squilibrio
mentale
.
13
luglio
1907
.
.
.
.
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.
.
A
me
,
se
mi
hai
capito
,
non
devi
negare
mai
nessuna
soddisfazione
,
perché
voglio
che
tu
risponda
a
quell
'
ideale
che
mi
son
fatto
di
te
.
Condizione
necessaria
al
mio
affetto
.
Vuoi
dirmi
ch
'
io
m
'
illudo
di
te
?
No
.
A
volte
sento
che
né
meno
la
mia
imaginazione
giunge
a
comprendere
tutta
la
tua
bellezza
.
.
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.
.
Io
mi
sforzo
di
contraccambiare
tutto
ciò
che
sogno
dentro
di
te
.
E
le
cose
del
mio
passato
sono
come
un
incubo
.
Non
t
'
amo
per
abitudine
.
Voglio
avere
sempre
cagione
di
amarti
.
Ed
io
chiedo
a
te
,
per
sempre
,
la
mia
resurrezione
.
.
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.
In
te
ho
trovato
quella
purezza
e
bellezza
che
m
'
ero
finta
tante
volte
studiando
.
E
tutti
i
miei
pensieri
sono
come
una
corona
di
fuoco
a
te
.
Si
:
tu
sei
come
il
tipo
eterno
che
avevo
pensato
.
Ho
trovato
in
te
ciò
che
è
di
più
puro
,
e
voglio
che
tu
m
'
inalzi
sempre
di
più
.
.
.
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.
.
.
Oh
,
Emma
!
Compissi
anche
le
cose
più
vili
della
gelosia
non
lo
farei
se
non
per
poterti
adorare
di
più
.
Perché
so
che
il
male
è
dentro
di
me
,
e
che
basta
una
tua
affermazione
per
toglierlo
.
Ma
è
necessario
che
questa
affermazione
tu
la
faccia
.
Vedi
che
t
'
abbozzo
il
mio
carattere
,
a
cui
non
puoi
rimproverare
se
non
un
esaltamento
datogli
dal
tuo
affetto
.
Ma
son
cose
passeggere
.
Ti
scriverò
sempre
meglio
.
E
ciò
che
sento
di
te
sarà
uno
sforzo
a
migliorarmi
sempre
.
Ti
devo
nascondere
ciò
che
provo
?
Dianzi
pensavo
che
tu
non
m
'
avresti
scritto
e
mi
son
gettato
sul
letto
.
Pensavo
di
ammazzarmi
.
In
tali
momenti
la
morte
non
è
nulla
.
È
l
'
andare
là
dove
il
pensiero
giunge
.
14
luglio
1907
.
Con
mio
padre
ho
fatto
bene
di
contenermi
così
.
Ci
parliamo
senza
rancori
visibili
;
ma
è
necessario
ch
'
io
continui
la
mia
via
,
e
sarà
possibile
che
anche
viviamo
insieme
in
concordia
.
Abbiamo
lottato
per
interessi
,
al
suo
modo
di
capire
,
e
non
c
'
è
ragione
di
tenere
cattiverie
.
15
luglio
1907
.
Perdonami
se
non
riesco
nell
'
animo
tuo
a
fare
il
bene
che
vorrei
farvi
.
Perché
è
per
me
il
torto
più
grave
.
Io
vorrei
compensarti
con
una
cosa
simile
alla
felicità
che
ho
da
te
.
Mi
sono
offerto
come
correttore
di
bozze
(
ottima
coltura
letteraria
)
e
come
cassiere
.
17
luglio
1907
.
Mi
sono
divertito
abbastanza
,
con
i
nostri
rispettivi
padri
!
Prima
il
mio
.
Non
è
contrario
al
mio
matrimonio
con
te
,
si
capisce
,
perché
sa
quanto
t
'
amo
(
e
non
c
'
è
stato
bisogno
di
fare
il
tuo
nome
)
anzi
è
favorevole
e
ci
metterei
anche
l
'
issimo
.
Ma
un
giorno
non
basta
per
assodare
bene
il
discorso
.
Quindi
,
domani
o
tosto
che
venga
il
momento
favorevole
,
un
signore
di
Livorno
,
che
è
là
in
villeggio
(
U
)
,
riparlerà
a
mio
padre
per
incarico
mio
,
esprimendo
il
suo
favore
a
me
.
È
un
uomo
,
a
cui
mio
padre
obbedisce
molto
.
E
uno
.
Ho
trovato
il
tuo
in
Camollia
.
Gli
ho
riferito
tutto
,
e
gli
ho
detto
d
'
aspettare
due
giorni
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
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.
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.
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.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
Tuo
padre
,
poi
,
ha
preso
sul
serio
certi
discorsi
allegri
che
usa
mio
padre
nei
suoi
momenti
.
Ha
l
'
abitudine
di
dire
:
-
Già
,
voglio
finir
tutto
.
Quel
che
ho
fatto
me
lo
voglio
mangiare
,
ecc
.
-
E
tali
cose
ha
detto
,
a
tuo
padre
tempo
fa
.
Figuriamoci
!
Egli
vuole
assicurarsi
che
mio
padre
non
finirà
niente
,
che
lascerà
a
me
,
che
non
soffriremo
la
fame
,
ecc
.
Io
,
quando
ho
udito
la
confidenza
che
mio
padre
ha
dato
al
tuo
,
mi
sono
fregato
le
mani
e
mi
sono
sentito
molto
più
contento
.
E
per
togliere
anche
tale
impiccio
non
ci
vorrà
molto
.
Lasciami
fare
.
Parmi
proprio
di
assomigliare
a
quei
sensali
che
tirano
le
mani
del
compratore
e
del
venditore
perché
facciano
l
'
accordo
.
Ma
che
cosa
non
farei
?
Ed
ora
?
Forse
,
siamo
sulla
via
della
nostra
felicità
.
Non
so
perché
sono
tanto
di
buon
umore
.
Non
ho
mai
riso
come
questa
sera
.
Via
via
che
scioglievo
i
nodi
,
m
'
aumentava
la
contentezza
.
È
stato
un
crescendo
d
'
ilarità
.
Di
Roma
,
mio
padre
ha
detto
:
-
Con
quei
denari
che
hai
speso
là
,
potevi
fare
una
casetta
e
starci
.
18
luglio
1907
.
Le
cose
hanno
proseguito
bene
!
Stamani
quel
signore
ha
parlato
a
mio
padre
.
Il
quale
ha
detto
esser
contentissimo
,
e
che
il
padre
tuo
può
andare
da
lui
quando
voglia
.
Ma
,
qui
,
c
'
è
da
murar
bene
i
mattoni
,
perché
non
cadano
su
noi
...
Quindi
ho
pensato
che
debbano
passare
ancora
due
giorni
,
per
far
decidere
meglio
la
cosa
nell
'
animo
di
mio
padre
e
perché
si
maturino
i
mezzi
di
farlo
parlare
con
il
tuo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Vedi
quanta
...
pace
mi
ci
vuole
?
Ma
l
'
erba
è
seminata
,
e
la
segheremo
.
Questa
sera
,
io
non
ho
potuto
parlare
a
mio
padre
,
perché
s
'
è
arrabbiato
con
una
contadina
.
Per
causa
di
un
ramo
d
'
olivo
,
che
quella
aveva
trascinato
a
casa
senza
farlo
sapere
...
Io
guardo
queste
cose
da
artista
.
19
luglio
1907
.
Sì
,
è
bene
che
tu
venga
al
podere
,
perché
può
darsi
,
con
molta
probabilità
,
che
mio
padre
s
'
affezioni
subito
a
te
,
ecc
.
Sai
da
te
le
altre
cose
buone
che
possono
derivare
.
Vedremo
.
Potei
parlare
a
tuo
padre
ieri
sera
molto
tardi
.
Siamo
sempre
alla
stessa
stecconata
,
e
temo
ch
'
egli
non
butti
all
'
aria
tutto
.
20
luglio
1907
.
Io
sono
diventato
ottimista
;
perché
per
mio
padre
è
come
se
volesse
darmi
una
prova
d
'
affetto
e
,
forse
,
sente
il
bisogno
d
'
essere
corrisposto
da
me
.
In
somma
,
siamo
d
'
accordo
.
E
per
lui
,
se
anche
tuo
padre
guastasse
,
sarebbe
lo
stesso
dopo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
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.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
avevo
mai
provato
a
parlare
col
babbo
così
.
E
credo
che
da
parte
mia
non
verranno
fuori
cause
a
scompigliare
.
21
luglio
1907
.
Emma
,
non
ti
addolorare
.
Mio
padre
,
a
cui
poco
fa
avevo
rivolta
tutta
l
'
intensità
del
nostro
sogno
,
m
'
ha
...
percosso
e
maltrattato
.
Ha
maltrattato
anche
te
,
e
vuole
dirti
ciò
che
ha
detto
a
me
.
Ma
non
ti
parlerà
.
Tu
non
abboccherai
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
m
'
impiegherò
fuori
di
Siena
,
da
commesso
,
e
vivremo
insieme
.
So
che
Dio
fa
forti
le
nostre
anime
e
guarda
la
nostra
onestà
.
Forse
,
a
voce
potrei
dirti
tutto
.
Ma
se
non
vuoi
..
Anche
il
dolore
mi
è
dolce
.
Domani
parlerò
col
Procuratore
un
'
altra
volta
,
senza
aspettare
il
concorso
(
V
)
.
Appoggiati
a
me
,
com
'
io
a
te
.
E
non
posso
narrarti
alcuna
cosa
.
Come
ieri
si
fingeva
affettuoso
e
lieto
,
oggi
ha
insolentito
con
le
peggiori
parole
.
Tu
conosci
la
mia
serenità
,
e
non
penserai
,
né
meno
un
poco
,
male
di
me
se
lo
chiamo
mascalzone
.
È
tale
.
Ed
è
bene
che
di
nessuna
cosa
abbiamo
da
ringraziarlo
.
Non
avremo
da
ringraziarli
.
Perdonami
se
,
per
un
istante
,
questo
fango
non
mi
è
parso
fango
.
Su
la
carne
mi
ha
fatto
poco
,
perché
è
stato
tenuto
.
Ho
graffiato
il
collo
e
il
petto
,
e
basta
.
Non
è
niente
.
E
non
ne
sento
niente
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
E
di
ciò
incolpa
solamente
la
mia
bontà
,
che
mi
faceva
credere
nel
mio
genitore
;
quantunque
lo
avessi
giudicato
quel
che
è
(
W
)
.
22
luglio
1907
.
Col
Procuratore
ho
parlato
molto
di
te
.
Ma
io
non
mi
fido
più
d
'
alcuno
.
Vedo
che
bisogna
rendere
dattero
per
fico
.
E
mi
stringo
tutto
a
te
per
il
mio
bisogno
di
sentirmi
amato
e
stimato
,
e
di
amare
e
stimare
.
Da
mio
padre
ero
chiamato
vile
,
perché
non
picchiavo
anche
io
.
Proseguo
dopo
che
sono
stato
dal
Commissario
di
Polizia
,
il
quale
m
'
ha
chiamato
per
incarico
del
babbo
.
Non
ha
voluto
concedermi
che
io
mi
faccia
mantenere
dal
babbo
,
due
o
tre
mesi
fuori
,
prima
che
io
abbia
sicurezza
d
'
impiegarmi
.
M
'
ha
consigliato
di
cercare
da
qua
.
E
,
capirai
,
che
non
potevo
fare
altrimenti
,
perché
è
stato
inutile
ch
'
io
insistessi
su
ciò
.
Ma
vedrò
in
seguito
.
Forse
tu
leggi
più
giornali
di
me
,
e
puoi
dirmi
quando
s
'
apriranno
i
concorsi
alle
Poste
o
alle
Ferrovie
.
Di
ogni
avviso
,
insomma
,
per
il
quale
possiamo
sperare
.
Tu
sai
che
ho
a
pena
due
soldi
al
giorno
,
e
che
questa
settimana
non
ho
avuto
niente
.
23
luglio
1907
.
Mio
padre
ha
seguitato
a
trattarmi
secondo
il
solito
.
Era
possibile
che
in
una
cosa
così
grave
cambiasse
?
Per
lui
,
trattavasi
di
una
modificazione
(
e
l
'
ha
giudicata
troppo
grande
)
de
'
suoi
interessi
.
Ha
temuto
ch
'
io
mi
potessi
imporre
di
più
;
o
,
meglio
,
potessi
cominciare
a
impormi
.
Io
gli
avevo
detto
che
non
volevo
obbligarlo
a
mantenermi
,
e
,
che
,
anzi
(
e
ciò
nel
seguito
del
discorso
)
non
ti
avrei
messa
in
casa
sua
certamente
,
finché
ci
fossero
le
stesse
persone
.
E
tu
sai
che
mio
padre
è
minato
da
quella
ragazza
,
da
suoi
zii
,
che
vanno
in
casa
sua
,
e
da
suoi
nonni
che
sono
due
vecchi
invalidi
,
cui
mio
padre
terrà
di
conto
più
che
il
figlio
,
finché
vivranno
.
Sue
parole
.
Era
naturale
,
quindi
,
che
,
sotto
l
'
aspetto
tranquillo
,
dovesse
essere
in
fermento
tutto
il
miscuglio
delle
questioni
che
abbiamo
avute
.
Io
so
che
ho
ragione
,
perché
sono
sempre
andato
innanzi
con
un
ideale
,
cui
ora
tu
nutri
.
E
ciò
non
dobbiamo
mai
dimenticare
.
Le
persone
alle
quali
ne
avevo
parlato
credevano
che
si
trattasse
di
una
ragazza
che
non
disturbasse
.
E
mio
padre
,
perché
sono
tutte
sue
amicizie
,
le
ha
potute
avere
con
sé
con
una
parola
,
o
per
un
torto
ch
'
io
possa
avere
con
lui
.
Al
babbo
bisogna
obbedire
,
ed
ha
ragione
se
si
oppone
ad
un
matrimonio
,
che
non
gli
frutta
niente
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Insomma
,
il
perché
è
nelle
condizioni
con
le
quali
vivevamo
io
e
il
padre
.
I
primi
due
giorni
mi
disse
di
sì
,
forse
senza
riflettere
e
farsi
consigliare
.
Poi
cambiò
senza
nessuna
cagione
nata
allora
.
Ciò
avvenne
nella
trattoria
,
dalla
quale
fui
mandato
via
;
perché
mi
disse
averla
regalata
.
(
E
può
darsi
da
vero
:
a
quella
gente
.
)
Finita
la
speranza
ch
'
io
potessi
fare
il
fidanzamento
,
così
detto
officiale
,
io
andai
a
piedi
al
podere
dove
era
andato
egli
con
la
moglie
.
Al
podere
mi
disse
:
-
Che
cerchi
qui
?
-
Niente
.
Sono
venuto
a
sentire
se
me
ne
devo
andare
anche
di
qui
;
dato
che
tu
l
'
avessi
regalato
.
-
Sì
:
anche
questo
.
-
Non
stento
a
crederlo
.
A
quella
...
ragazza
che
hai
in
casa
.
Allora
m
'
assalì
e
mi
picchiò
molti
pugni
,
senza
che
io
mai
reagissi
.
Tre
o
cinque
dei
contadini
,
che
erano
sotto
un
arco
a
mangiare
,
si
alzarono
e
lo
tennero
a
stento
.
Mentre
che
m
'
allontanavo
,
prese
un
palo
.
Fu
tenuto
,
ed
egli
me
l
'
attraventò
senza
colpirmi
.
Quel
signore
,
che
è
similissimo
al
padre
mio
,
gli
ha
dato
ragione
,
perché
lo
volevo
forzare
a
questa
cosa
.
Capirai
che
mio
padre
è
irriducibile
.
Io
non
ho
nessun
rimorso
,
ed
anche
una
minuzia
me
lo
farebbe
avere
.
Mio
padre
s
'
è
voluto
imporre
con
i
pugni
,
e
quel
signore
stamani
ha
approvato
,
e
molto
,
tale
sistema
.
Noi
,
dicono
,
abbiamo
i
muscoli
buoni
e
combattiamo
così
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
nego
però
di
avere
stupore
di
me
stesso
.
Come
avevo
potuto
illudermi
di
tali
persone
?
Non
sapevo
io
per
prova
quali
sono
?
E
il
mio
carattere
chiuso
non
mi
ha
fatto
nascere
come
funghi
i
nemici
?
Mio
padre
pareva
proprio
dettato
da
loro
.
E
le
sue
parole
non
erano
differenti
a
quelle
che
hanno
usate
tante
persone
,
che
mi
vogliono
male
.
Ma
io
non
t
'
avrei
né
meno
più
parlato
di
loro
,
se
tu
non
mi
avessi
chiesto
con
ansia
il
perché
.
25
luglio
1907
.
Il
concorso
del
Comune
è
prorogato
fino
al
17
,
per
l
'
aggiunta
di
un
altro
posto
.
Ma
non
m
'
attrae
,
ne
mi
distoglie
dal
cercare
fuori
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
Ma
,
picchiando
tutti
i
giorni
,
qualche
porta
sarà
spalancata
.
27
luglio
1907
.
Ho
riparlato
con
il
Commissario
:
mio
padre
dice
non
avermi
percosso
né
maltrattato
.
E
una
lira
che
dette
alla
padrona
di
casa
,
ieri
,
è
divenuta
dieci
lire
.
Non
vuole
darmi
l
'
assegno
per
fuori
né
per
Siena
.
Lunedì
devo
tornare
lassù
per
un
'
altra
deliberazione
.
Ma
,
se
non
faccio
da
me
,
nessuno
mi
farà
una
cosa
minima
.
Nè
amici
né
polizia
.
La
nostra
forza
è
la
nostra
pazienza
.
.
.
.
.
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.
.
.
Io
ho
deliberato
questa
cosa
.
Prepararmi
in
agosto
,
settembre
e
ottobre
per
il
concorso
ai
Telegrafi
,
e
intanto
tentare
tutti
i
giorni
qualche
avviso
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
Non
posso
né
pure
riflettere
al
male
che
riceviamo
quotidianamente
.
Hanno
voluto
essere
combattuti
come
nemici
...
E
così
sia
.
28
luglio
1907
.
Oggi
farò
il
piccolo
orario
per
le
materie
che
devo
studiare
.
Vorrei
che
il
concorso
fosse
tra
un
mese
!
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
Ora
ti
lascio
Ma
mi
avviene
come
quando
ti
vedo
.
Non
me
ne
anderei
mai
.
E
devo
fare
male
alla
mia
volontà
,
per
non
lasciarti
mai
più
.
Ma
tre
mesi
passeranno
quasi
rapidamente
,
e
poi
avremo
la
nostra
gioia
completa
.
E
perché
non
prima
?
29
luglio
1907
.
Ho
già
cominciato
a
prepararmi
,
e
volevo
che
tu
mi
mandassi
Arturo
acciocché
mi
spiegasse
una
formula
chimica
,
a
me
molto
capricciosa
.
.
.
.
.
.
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.
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.
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.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
Sacrifico
anch
'
io
ogni
gioia
del
presente
per
il
nostro
avvenire
,
e
non
ti
prego
,
né
meno
per
la
mia
angoscia
,
di
ritardare
la
tua
partenza
.
Non
te
ne
prego
.
Ma
tu
sai
quel
che
ne
provo
già
.
Se
ti
fosse
possibile
...
non
resteresti
?
So
che
,
farai
anche
per
me
,
e
sono
tranquillo
.
30
luglio
1907
.
Non
parrebbe
vero
,
ma
dovrò
studiare
molto
bene
le
materie
per
questo
esame
.
Chi
ricordava
le
frazioni
?
Mi
son
provato
a
risolvere
un
esercizio
e
non
ci
sono
riuscito
...
In
un
mese
entrano
dieci
lezioni
.
per
ogni
materia
;
onde
di
quelle
che
t
'
ho
detto
,
avrò
fatto
buon
vantaggio
.
E
poi
devo
imparare
bene
l
'
alfabeto
del
Morse
.
Studio
la
mattina
perché
il
giorno
mi
riesce
quasi
impossibile
l
'
applicarmi
a
tali
materie
.
Il
giorno
mi
serve
a
digerire
ciò
che
ho
imparato
la
mattina
ed
a
riflettere
se
fa
bisogno
che
io
ripassi
alcuni
punti
.
Ma
vivo
come
in
un
sogno
.
Ed
è
come
una
luce
sempre
più
splendente
.
Quando
penso
a
te
mi
sento
bene
,
e
voglio
,
rabbiosamente
,
farmi
una
condizione
da
poterti
sposare
.
Imagina
che
volontà
sia
entrata
dentro
di
me
.
Quando
sarò
con
te
,
lavorerò
.
Accetto
la
tua
scodella
in
due
.
E
perché
non
mangeremo
sempre
così
?
Lo
faremo
anche
se
ne
avremo
due
(
X
)
.
Ma
infine
de
'
conti
che
c
'
è
di
tanto
male
?
Non
avrei
dovuto
lo
stesso
impiegarmi
?
Non
avrei
dovuto
studiare
lo
stesso
?
E
credi
che
mi
sia
fatica
?
Ben
altre
cose
ho
studiate
,
perché
trattatucci
elementari
,
che
mi
rimangono
tosto
in
mente
,
mi
possano
affaticare
!
Non
ne
sorrideresti
se
ti
dicessi
che
m
'
affaticassi
?
Che
c
'
è
,
dunque
,
di
tanto
male
?
Si
tratta
di
attendere
ancora
tre
mesi
.
E
passeranno
presto
.
Considera
i
già
passati
.
Ma
vero
è
che
l
'
ansia
e
il
desiderio
aumentano
;
e
la
nostra
sensibilità
s
'
accresce
.
Basta
il
tuo
nome
soltanto
per
svegliarmi
una
infinità
di
sensazioni
deliziose
.
E
le
tue
lettere
!
Scrivimi
sempre
come
hai
fatto
queste
volte
ultime
.
Non
abbiamo
un
'
altra
soddisfazione
.
2
agosto
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
vivo
con
un
affetto
troppo
intimo
perché
il
tuo
andar
via
mi
sembri
come
un
dispiacere
momentaneo
.
Per
me
è
come
una
disgrazia
.
Provo
lo
stesso
dolore
che
proverei
se
tu
mi
fossi
strappata
dopo
due
o
tre
anni
della
nostra
unione
.
6
agosto
1907
.
Manda
(
perdona
il
verbo
)
Arturo
oggi
alle
quattordici
perché
ho
risoluto
bene
e
male
molti
altri
problemi
aritmetici
,
e
non
mi
scomodano
alcune
spiegazioni
della
chimica
studiata
stamani
.
Io
non
ho
punta
pazienza
.
Ma
riesco
a
sfuggire
ad
essa
,
sovrapponendomi
sempre
a
tutte
le
contrarietà
.
Taglia
la
coda
ad
una
lucertola
,
e
dopo
alcun
tempo
gliene
troverai
una
nuova
.
Noi
ci
vedremo
.
Perché
tuo
padre
ha
voluto
che
facessimo
così
.
Io
non
gli
mandai
la
lettera
,
che
avevo
anche
affrancata
...
Sei
ancora
sotto
il
dolore
?
Da
un
punto
di
vista
,
considero
queste
repulsioni
essere
un
bene
.
Noi
evitiamo
il
pericolo
di
sottometterci
alle
condizioni
paterne
,
che
farebbero
della
nostra
vita
come
una
camera
buia
.
7
agosto
1907
.
Ritorno
a
tuo
padre
.
Sai
perché
s
'
arrabbiò
d
'
essere
stato
fermato
nel
mezzo
della
via
e
in
pieno
mezzogiorno
?
Prima
per
una
certa
posa
che
ha
ancora
con
me
e
che
mi
vuol
dimostrare
.
Poi
,
credo
,
perché
trovammo
don
M
.
e
quel
tale
alto
che
va
sempre
con
lui
,
poi
il
S
.
e
alcuni
alunni
.
Sicché
furono
fatte
scappellate
doppie
.
E
chi
ci
vide
dovette
credere
che
il
professore
Palagi
fosse
divenuto
il
più
domestico
suocero
di
questo
mondo
.
Quindi
...
se
ne
seccò
;
ed
io
ridevo
e
rido
ancora
.
Bisogna
vincere
con
la
bontà
e
la
superiorità
...
8
agosto
1907
.
Stamani
ero
molto
debole
,
e
non
ho
potuto
studiare
come
il
solito
.
La
stessa
debolezza
m
'
ha
fatto
dormire
un
poco
più
che
l
'
altre
mattine
.
Ma
ora
sono
uscito
al
sole
,
e
mi
sento
meglio
.
Soffro
anche
perché
non
ti
posso
né
vedere
né
parlare
.
Soffro
anche
fisicamente
.
Ma
non
dovrei
dirlo
a
te
,
per
non
peggiorare
il
tuo
animo
.
Ma
tu
sai
che
ci
amiamo
così
,
e
avresti
supposte
queste
mie
condizioni
.
Voglio
lavorare
.
Voglio
averti
con
me
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Stasera
ho
quasi
fatto
quel
che
dovevo
fare
stamani
.
Ho
da
imparare
a
mente
le
noiose
e
difficili
città
e
circondari
.
In
camera
mia
fa
un
caldo
soffocante
,
e
terrei
le
due
porte
aperte
se
non
ci
fossero
due
ragazzi
a
gridare
e
due
donne
a
chiacchierare
.
E
anche
dalla
strada
il
chiasso
è
vario
.
C
'
è
un
segantino
,
un
calzolaio
e
una
taverna
sempre
piena
.
La
sera
tutti
i
bevoni
si
mettono
a
cantare
,
e
,
durante
il
giorno
,
non
è
difficile
che
debba
ascoltare
qualche
conversazione
tra
l
'
una
finestra
e
l
'
altra
.
Io
sono
tuo
,
e
se
altri
di
casa
tua
hanno
una
parte
del
mio
sentimento
è
per
te
.
12
agosto
1907
.
Tutto
ciò
che
ci
guasta
sono
appunto
le
difficoltà
che
abbiamo
.
Basta
un
minuto
con
te
perché
mi
senta
incamminato
nella
mia
strada
.
E
non
posso
non
avere
te
.
Allora
soltanto
al
mio
animo
il
mondo
si
spezza
,
ed
io
percepisco
ciò
che
prima
mi
era
dietro
un
velo
.
È
curiosa
.
Le
nostre
lettere
(
e
specialmente
le
mie
)
somigliano
a
una
statua
coperta
da
qualche
cencio
sottile
.
Aspetta
,
ve
'
;
ti
spiego
quel
che
voglio
dire
.
Il
cencio
si
modella
così
bene
su
la
statua
,
che
essa
si
vede
com
'
è
fatta
.
Così
io
voglio
nascondere
ciò
che
non
vorrei
far
sapere
,
ma
lo
dico
in
modo
che
...
14
agosto
1907
.
Ero
indeciso
se
cominciavo
a
scrivere
,
perché
da
due
giorni
avevo
chiesto
invano
la
mezza
lira
.
Ma
mentre
stavo
per
rimettere
il
foglio
nel
cassetto
,
è
venuto
lo
sguattero
con
una
lira
in
mano
...
Quanto
deve
durare
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Poi
stetti
una
mezzoretta
in
conversazione
con
X
.
,
che
ieri
sera
era
più
...
balordo
che
il
solito
.
È
matto
come
tutti
i
senesi
.
Anche
per
lui
,
la
musica
è
rappresentata
...
dal
Franci
,
e
la
pittura
...
dal
Maccari
,
dal
F
.
e
dal
V
.
E
la
letteratura
,
gli
volevo
chiedere
?
Ah
,
si
!
Anche
la
letteratura
è
...
senese
.
Egli
sa
a
mente
le
poesie
di
un
professore
senese
che
sta
a
Milano
.
Non
ti
diverti
?
Ma
mi
fa
anche
schifo
.
Scusa
la
parola
che
ci
vuole
.
19
agosto
1907
.
Ho
riparlato
con
quell
'
impiegato
di
Roma
che
mi
ha
detto
dei
concorsi
alla
Congregazione
di
Carità
.
Saranno
tenuti
a
Novembre
!
Ma
,
cosa
strana
e
inaspettata
,
non
m
'
ha
detto
...
del
francobollo
che
avevo
appiccicato
bene
nella
lettera
mandatagli
a
Roma
(
Y
)
.
E
non
m
'
ispira
più
fiducia
.
Ti
scriverò
anch
'
io
quel
che
ho
passato
,
ma
penso
,
che
venga
un
manoscritto
più
lungo
che
una
lettera
.
Se
mi
sentirò
in
grado
di
farlo
,
scriverò
,
Ma
non
devo
preoccuparmene
:
regola
prima
.
E
devo
scrivere
senza
né
meno
far
preoccupare
te
.
Ma
lo
farò
...
Per
ora
è
proprio
come
questo
tempo
.
Un
poco
di
sole
,
le
nuvole
sparse
imbiancano
,
e
sembra
che
debba
nascere
così
un
giorno
eterno
.
Poi
...
Non
potrò
scrivere
nulla
ancora
.
Perché
la
mia
anima
s
'
apre
e
si
chiude
;
si
illumina
e
si
oscura
.
20
agosto
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
In
quanto
al
mio
io
,
son
ben
certo
che
c
'
è
tutto
ciò
di
cui
ha
bisogno
il
tuo
.
Tu
a
me
sei
,
psicologicamente
,
ciò
che
per
altrui
è
la
divinità
.
Sono
certo
,
dicendo
così
,
di
esprimere
bene
la
verità
che
è
dentro
di
me
.
Io
mi
sentii
come
abbandonato
,
come
respinto
da
tale
atto
,
ed
errai
.
Ma
solo
degli
errori
che
t
'
ho
scritto
.
Sai
bene
che
non
potrei
nascondere
la
mia
sincerità
,
che
riscapperebbe
da
una
parte
se
io
la
volessi
respingere
dall
'
altra
.
Del
resto
,
in
tal
modo
è
cacciato
ancor
meglio
,
il
male
che
per
una
allucinazione
forse
(
perché
devo
credere
alla
stima
che
tu
hai
ad
altrui
)
io
trovo
riunito
in
quella
persona
.
Ma
credi
ch
'
io
sono
stato
sempre
puro
con
la
tua
anima
?
Dimmi
che
non
hai
nessun
motivo
di
lagnarti
e
di
addolorarti
.
E
che
appunto
per
preservare
te
stessa
da
quel
male
io
ho
cercato
di
allontanartelo
.
Ma
non
sono
state
queste
le
mie
intenzioni
?
Non
ho
agito
male
,
dunque
.
21
agosto
1907
.
Lo
scrivere
al
babbo
tuo
mi
sarà
difficile
,
perché
le
cose
che
a
me
sono
molto
evidenti
non
riesco
ad
esprimerle
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
ho
baloccato
la
bambina
della
padrona
,
con
dei
voli
magnifici
,
fino
a
farle
toccare
la
testa
al
soffitto
!
28
agosto
1907
.
Entra
la
bambina
in
camera
.
Tiene
il
pollice
in
bocca
e
ha
gli
occhi
un
poco
rossi
.
Non
vuole
andare
a
vestirsi
per
la
passeggiata
,
e
si
distende
nella
mia
poltrona
.
-
O
che
fai
costì
?
-
Le
dico
io
.
-
Dormo
!
-
E
appunta
i
piedi
al
tavolino
.
-
Tanto
in
camera
tua
,
la
mia
mamma
non
mi
picchia
!
Guarda
dove
le
metto
le
gambe
,
o
signore
!
perché
fai
lesto
,
dimmelo
?
dimmelo
!
dimmelo
!
perché
fai
lesto
?
Vuol
domandarmi
perché
scrivo
presto
.
-
Perché
non
vuoi
andare
fuori
?
-
Sì
.
La
tua
mamma
chiama
!
Sta
distesa
e
non
risponde
.
Poi
dice
:
-
Mi
picchia
.
-
Perché
?
-
Perché
il
mio
babbo
ha
buttato
i
pomidori
in
terra
.
(
Non
mica
lei
!
)
-
Mi
dici
perché
fai
lesto
?
E
s
'
alza
e
mi
tira
i
capelli
.
-
Stai
buona
,
se
no
ti
picchio
anch
'
io
!
Ora
s
'
è
decisa
ad
andarsene
.
Non
ne
busca
,
ma
piagnucola
.
-
Guarda
come
sono
bella
,
signore
!
-
E
mi
batte
il
dito
sul
gomito
della
destra
.
-
Sta
buona
!
E
se
ne
va
.
S
'
è
vestita
per
fuori
.
L
'
altro
giorno
le
feci
,
sopra
un
pezzetto
di
stoffa
scura
,
una
casetta
col
filo
bianco
.
Passai
sei
o
sette
volte
l
'
ago
tra
sopra
e
sotto
.
E
poi
che
era
impaziente
,
per
farla
star
ferma
,
dovetti
trattenermi
dal
pronunciare
il
tuo
nome
.
Ma
mi
accade
sovente
,
quando
parlo
con
chi
non
mi
toglie
l
'
incanto
interiore
del
mio
affetto
.
Quando
mi
parli
di
Dio
tu
,
ci
credo
anch
'
io
.
Ne
ho
la
sensazione
.
Ma
devi
gridarmi
che
all
'
infuori
della
mia
anima
(
perché
non
nostra
?
)
non
sapresti
trovare
alcuna
cosa
per
cui
la
vita
ti
sembrasse
a
contatto
con
una
realtà
divina
.
Devi
sentire
come
me
.
Io
credo
in
te
e
in
Dio
.
Onde
puoi
comprendere
ciascuno
mio
sforzo
verso
una
perfezione
morale
,
che
,
combinandosi
con
il
mio
affetto
,
fa
del
nostro
amore
una
spiritualità
meravigliosa
.
29
agosto
1907
.
Può
darsi
che
io
sia
pagano
,
almeno
superficialmente
.
Io
bacio
te
,
e
soddisfo
al
bisogno
della
mia
anima
.
A
quel
bisogno
della
divinità
.
Quando
ti
saprò
parlare
,
capirai
meglio
,
come
a
traverso
un
vetro
,
da
quale
spiritualità
io
t
'
amo
.
E
non
t
'
ho
mai
lasciata
.
Solo
in
me
si
compiva
una
lenta
trasformazione
.
Era
necessario
che
si
compisse
il
mio
intelletto
.
E
s
'
è
compiuto
da
un
dolore
,
quand
'
io
credevo
d
'
essere
ucciso
da
ciascuno
,
e
forse
,
pensavo
d
'
uccidere
,
T
'
ho
riparlato
di
questa
calma
di
delirio
.
Le
poche
volte
che
ho
scritto
,
abbozzavo
una
lettera
a
chi
era
rimasto
nella
mia
anima
come
una
limpidezza
senza
nome
.
Tu
esistevi
in
me
.
Io
non
so
se
ti
potrò
mai
ridire
qualche
cosa
.
Ma
voglio
che
tu
comprenda
con
quale
angoscia
è
venuto
fuori
il
mio
amore
.
Ma
tutto
ora
s
'
è
scancellato
.
Io
t
'
amo
per
la
tua
realtà
;
e
sono
rivenuti
in
me
gli
affetti
umani
.
Ora
m
'
addolora
e
m
'
impaurisce
anche
la
tua
scottatura
.
La
sento
anche
io
.
Meglio
è
,
forse
,
ch
'
io
non
rientri
ora
in
questo
stato
di
formazione
.
Non
ne
traggo
parole
chiare
.
Io
ti
scrivo
tali
cose
,
perché
tu
sappia
compiere
l
'
opera
tua
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
...
tu
mi
hai
fatto
avere
una
fiducia
che
è
sostenuta
da
Dio
veramente
.
Io
mi
sento
libero
da
tutti
.
Sono
felice
e
pieno
di
speranza
.
...
ti
dirò
un
modo
di
mangiare
che
ho
quando
sono
solo
(
si
capisce
!
l
'
abolivo
anche
a
Roma
)
.
Prima
mangio
la
pietanza
,
che
oggi
era
costituita
da
tre
taglioli
di
lesso
.
Un
pizzico
di
sale
preso
da
un
cartoccino
azzurro
,
che
tengo
in
uno
dei
cassetti
dello
specchio
,
e
basta
.
Poi
le
frutta
e
il
formaggio
.
Un
tocchettino
di
parmigiano
,
una
pesca
e
una
pera
.
La
pesca
in
due
morsi
,
la
pera
in
quattro
spicchi
sbucciati
alquanto
;
e
nella
meditazione
che
m
'
avviene
dopo
il
mangiare
,
ingoio
anche
le
bucce
.
Dopo
ciò
,
bevo
alla
tazza
la
minestra
,
che
è
già
fredda
.
Ora
m
'
attira
anche
il
vino
,
ma
non
ne
bevo
più
che
un
litro
al
giorno
.
Soltanto
due
volte
ne
ho
preso
un
altro
bicchiere
dal
padrone
di
casa
.
Ho
soddisfatto
la
tua
curiosità
?
Dopo
mangiato
,
appallottolo
la
midolla
che
è
rimasta
del
pane
,
e
penso
.
E
il
mio
pensiero
nasce
dalla
tua
sensazione
.
30
agosto
1907
.
Perché
prendersela
?
Essi
(
tutti
)
credono
di
non
farci
male
se
mantengono
una
opposizione
che
di
mano
in
mano
diminuisca
,
finché
io
ti
possa
sposare
.
Non
vogliono
capire
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
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.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
credo
che
si
tenti
in
tutti
i
modi
il
mio
amor
proprio
per
fare
allargare
la
buca
che
è
tra
me
e
loro
.
Ma
su
questo
ho
deciso
di
vincere
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
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.
.
È
necessario
saper
vivere
con
costoro
,
perché
il
ribellarsi
non
concluderebbe
altro
che
la
nostra
peggiore
separazione
.
Contentiamoci
di
ciò
.
Io
non
comprendo
perché
tu
possa
addolorarti
per
un
tale
rifiuto
...
Non
era
preparato
?
.
.
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Ma
io
sono
tuo
e
non
soffro
.
Non
so
;
sono
insensibile
a
tutti
gli
altri
.
Ho
te
come
diffusa
nella
mia
anima
,
e
non
sento
altro
.
Perché
non
è
così
anche
a
te
?
Devi
assicurarmi
che
saprai
...
Pensa
che
nessun
rispetto
è
dovuto
a
colui
che
non
lo
porta
.
E
che
nella
vita
è
necessario
fare
così
.
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Entra
nella
nostra
realtà
.
Consigliati
anche
dinanzi
a
Dio
,
che
non
toglierà
a
te
ciò
che
è
la
tua
vita
.
Sforzati
di
dimenticare
ciò
che
volevamo
ottenere
in
faccia
alla
gente
.
Amiamoci
segretamente
come
una
volta
.
È
il
mezzo
per
conservare
al
nostro
affetto
la
sua
forza
.
Dimentichiamo
ciò
che
abbiamo
chiesto
(
del
quale
aspettavamo
questa
risposta
)
e
amiamoci
senza
pretendere
niente
.
Egli
ti
può
negare
ciò
che
ci
può
dare
da
sé
medesimo
,
ma
alla
tua
anima
non
toglierà
niente
.
Ricordi
quanta
forza
spirituale
avevamo
?
Noi
la
perdiamo
comunicandoci
con
altrui
.
31
agosto
1907
.
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Non
faccio
tutte
le
cose
insieme
con
te
?
Non
vedo
sempre
il
tuo
volto
?
Non
pensi
anche
tu
le
cose
che
io
penso
?
Io
prendo
un
libro
,
tu
mi
dici
qualche
cosa
;
e
poi
l
'
imaginazione
s
'
intensifica
ed
io
giungo
a
riprovare
la
soavità
dei
nostri
istanti
migliori
.
È
un
alternarsi
di
tali
effetti
.
Allora
completo
tutti
i
pensieri
che
m
'
erano
sorti
con
te
,
di
cui
la
mia
coscienza
non
aveva
avuta
la
scoperta
.
Si
sviluppano
lentamente
tutte
le
sensazioni
rapide
(
Z
)
.
3
settembre
1907
.
.
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.
Ti
lascio
un
mi
momento
,
perché
non
posso
trascurare
lo
studiare
(
per
la
prima
volta
...
)
l
'
alfabeto
telegrafico
...
Dopo
tre
quarti
d
'
ora
ho
trascritto
,
con
un
solo
errore
,
una
strofa
del
Carducci
.
Ma
ho
capito
che
la
difficoltà
è
nel
ricevimento
.
Tuttavia
...
lascia
fare
a
me
.
M
'
uggiano
da
vero
le
interruzioni
!
È
venuta
nella
poltrona
la
bambina
a
canticchiarmi
la
Colombina
bella
.
Oggi
ho
chiuso
l
'
uscio
subito
.
Mio
padre
ha
fatto
rispondere
a
voce
(
perché
a
voce
gliel
'
ho
fatto
domandare
)
che
non
intende
la
mia
calligrafia
.
Allora
mi
riporteranno
la
lettera
cui
io
ricopierò
sufficientemente
bene
,
sottoponendola
prima
agli
occhi
di
qualche
altro
ignorante
.
E
poi
...
vedremo
.
Tra
la
buffonata
e
la
vigliaccheria
!
Perché
anzi
tutto
doveva
dirmi
subito
ciò
che
mi
ha
detto
dopo
tre
giorni
,
e
perché
la
lettera
è
già
stata
letta
e
discussa
.
Sempre
la
verità
!
Anche
la
mezza
lira
che
mi
dà
ogni
due
o
tre
giorni
(
e
dopo
averla
mandata
a
chiedere
)
è
-
dice
-
divenuta
quotidiana
!
Ma
perché
penso
a
tali
cose
?
Sempre
avrò
io
,
se
con
uno
,
se
con
due
e
quattro
,
aver
da
fare
!
La
vita
è
uguale
per
tutti
.
Ho
mangiato
in
fretta
,
e
ho
scritto
in
calligrafia
da
maestro
la
lettera
al
babbo
.
Per
prova
l
'
ho
fatta
leggere
alla
padrona
di
casa
.
Poi
mi
sono
sbarbato
,
con
una
riga
di
sangue
giù
per
il
collo
,
che
mi
faceva
assomigliare
a
un
crocefisso
di
Sano
di
Pietro
.
Il
Donati
(
A1
)
,
che
ha
negato
a
me
i
libri
ch
'
egli
chiama
di
lettura
amena
,
quelli
del
d
'
Annunzio
,
dell
'
Ibsen
ecc
.
,
li
dà
,
al
contrario
...
ai
consiglieri
comunali
.
A
que
'
pochi
che
vanno
in
Biblioteca
.
Naturalmente
,
gli
domanderò
se
per
studiare
è
necessario
essere
prima
consiglieri
.
A
me
li
negò
per
questa
ragione
:
"
Li
ha
letti
già
,
e
può
fare
a
meno
quindi
,
di
riprenderli
!
"
.
I
consiglieri
,
si
capisce
,
non
li
conoscono
ancora
,
e
quindi
...
bisogna
che
li
prendano
.
Mi
pare
d
'
essere
molto
più
giù
che
a
Siena
.
Si
vede
che
le
zucche
s
'
incontrano
da
per
tutto
.
Rimetto
un
po
'
d
'
onore
ai
nostri
babbi
.
Ho
voglia
di
riferirti
ciò
che
la
padrona
mi
ha
detto
,
perché
può
darsi
che
sia
informata
bene
.
M
'
ha
detto
che
mio
padre
si
contenterebbe
che
io
gli
chiedessi
perdono
(
!
)
e
che
solo
per
una
mezz
'
ora
gli
amministrassi
le
aziende
(
senza
insistere
su
le
persone
che
ha
in
casa
)
perché
mi
facesse
sposare
te
e
fossi
libero
di
fare
il
comodo
mio
.
(
?
)
Che
egli
tenga
a
un
qualche
cosa
di
simile
,
per
riprendere
l
'
onore
che
...
non
ha
acquistato
con
tali
questioni
e
per
far
piacere
a
quella
gente
,
può
essere
.
Ma
alle
altre
cose
,
meno
che
non
mi
faccia
una
dichiarazione
legale
...
5
settembre
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
mio
padre
non
ha
ancora
risposto
.
Può
essere
un
segno
buono
.
E
sarebbe
,
se
ci
fosse
una
persona
che
entrasse
nel
mezzo
.
Ma
come
vuoi
fare
?
S
'
è
rovinato
la
mente
con
tutti
i
sudicissimi
che
gli
stanno
addosso
.
6
settembre
1907
.
Mio
padre
ha
mandato
a
dire
per
un
uomo
,
espressamente
:
"
Oggi
non
ho
tempo
di
scrivere
.
Quando
sarai
chiamato
a
dare
gli
esami
io
farò
tutto
ciò
che
c
'
è
da
fare
"
.
Io
ho
avuto
il
torto
di
dire
,
piuttosto
nervosamente
,
che
me
lo
scrivesse
.
Ho
avuto
torto
,
perché
con
mio
padre
non
bisognava
che
esigessi
ciò
.
Spero
che
quell
'
uomo
abbia
fatto
l
'
ambasciata
in
modo
da
non
irritarlo
.
Me
l
'
ha
fatto
notare
anche
la
padrona
di
casa
,
che
insieme
con
il
marito
era
in
salotto
e
ha
udito
,
essendo
rimasto
l
'
uscio
aperto
.
Ed
in
fatti
...
Ma
,
certo
,
non
lo
farò
mutare
.
8
settembre
1907
.
Sono
seduto
a
lato
della
Cappella
in
cui
è
sepolta
una
contessa
,
molto
devota
,
secondo
la
sua
lapide
latina
(
A2
)
.
T
'
ho
colto
questi
ciclamini
....
Sento
il
campano
di
un
gregge
e
odo
un
belato
tra
gli
alberi
,
ma
lungi
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
Passa
il
campano
vicino
.
Hai
indovinato
il
mio
desiderio
intenso
di
tutta
la
giornata
,
che
s
'
è
accresciuto
con
la
dimenticanza
?
Il
campano
erra
tra
gli
alberi
.
Odo
i
passi
della
pecora
che
ha
il
campano
.
Non
vorresti
tu
essere
con
me
?
Uguale
nel
mio
pensiero
?
Ti
adoro
così
,
ed
esiste
questa
rispondenza
.
La
pecora
è
venuta
qui
.
Ha
un
rogo
sul
dorso
.
Le
altre
giungono
con
un
calpestio
su
le
foglie
.
La
pecora
guarda
.
Sul
muso
le
batte
il
sole
.
Guarda
verso
le
altre
.
Non
sei
tu
il
mio
pensiero
stesso
?
Di
quale
altra
sostanza
esso
è
fatto
?
La
pecora
è
rimasta
attraverso
la
strada
.
S
'
è
fermata
volta
verso
me
.
Ne
giunge
un
'
altra
che
la
cozza
col
muso
;
e
ambedue
si
muovono
.
Non
mi
ami
tu
per
sentire
ciò
che
è
,
nella
nostra
unione
?
Le
pecore
passano
.
Odo
il
campano
.
Giunge
tutto
il
gregge
.
S
'
è
fermato
.
Si
sente
lo
strappìo
dell
'
erba
.
12
settembre
1907
.
(
A3
)
Se
io
potessi
guardare
i
tuoi
occhi
,
sentirei
tutto
il
mio
essere
pieno
di
febbre
.
Allora
mi
si
definisce
come
un
paesaggio
da
raggiungere
;
mi
sento
roso
da
tutti
i
miei
istinti
d
'
ambizione
.
Ma
ciò
non
è
tutto
.
Ciò
è
il
mio
io
che
si
agita
.
Tu
ora
anche
capisci
come
io
ho
voluto
associarti
a
questa
fiamma
di
forze
.
Tu
ora
sai
come
le
migliori
tue
energie
sono
la
fonte
al
mio
affetto
.
Capisci
che
da
te
,
quanto
da
me
,
dipende
il
mio
cammino
intellettuale
.
Ma
anche
tu
hai
sofferto
per
conto
tuo
.
E
non
sempre
hai
capito
di
quali
fuochi
la
mia
anima
fosse
bruciata
.
Adesso
noi
siamo
ricongiunti
,
e
una
parola
tua
m
'
ha
svelato
come
tutto
il
tuo
essere
dipende
dal
mio
.
Che
cosa
sono
quelle
nuvole
bruciate
su
la
vetta
dei
monti
?
Onde
sono
venute
?
Vorrei
che
il
mio
spirito
fosse
il
mondo
,
per
comprendere
tutte
queste
cose
.
Io
ho
sognato
di
amare
le
foglie
di
una
siepe
!
Fuggivo
per
i
campi
a
guardare
un
granturcheto
perché
esso
m
'
escludeva
gli
uomini
.
Che
cosa
volevo
?
Io
pensavo
di
scoprire
qualche
pezzo
del
mistero
che
copre
tutta
la
natura
.
Io
avrei
dato
tutto
me
stesso
per
parlare
ad
un
albero
.
Io
guardavo
la
luna
tra
gli
ulivi
,
bassa
come
una
fiamma
rossa
,
e
pensavo
che
essa
volesse
parlare
al
mio
io
.
Perché
era
lì
ed
io
pensavo
ad
essa
?
Allora
gli
uomini
mi
apparivano
come
greggi
da
guidare
.
La
mia
voce
li
avrebbe
condotti
.
Non
era
possibile
che
un
uomo
mi
amasse
.
Io
non
ero
più
un
uomo
.
Io
partecipavo
dell
'
aria
e
delle
nubi
.
Il
mio
spirito
era
simile
alla
rugiada
sparsa
su
tutti
i
campi
.
Ricordavo
che
gli
uomini
avessero
un
corpo
?
La
carne
mi
appariva
come
una
cosa
sconcia
da
lasciare
.
Io
odiavo
ed
amavo
questa
carne
.
Ma
nessuno
doveva
possedere
la
mia
.
Io
era
divenuto
un
Dio
.
Chi
poteva
amare
me
?
Io
conservavo
del
tuo
amore
la
sola
energia
.
Chi
me
l
'
aveva
prodotta
era
scomparsa
in
questo
miscuglio
umano
,
a
cui
io
non
appartenevo
più
.
Io
ero
conservato
da
questa
sola
energia
che
talvolta
strappava
alla
mia
anima
parole
.
Ma
non
dovevo
amare
,
non
potevo
amare
colei
,
perché
più
non
esisteva
realmente
.
Ella
era
sacrificata
alla
mia
volontà
segnata
da
Dio
.
Anche
tu
,
dunque
saresti
stata
infranta
.
Perché
talvolta
mi
sembrava
di
pigiare
con
l
'
anima
tutta
la
folla
umana
,
come
con
le
mani
.
Io
percepivo
degli
uomini
una
realtà
simile
a
quella
di
una
pittura
...
(
A4
)
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Stasera
mi
sono
ricordato
meglio
di
tutte
queste
sensazioni
e
le
ho
scritte
.
Da
esse
tu
comprendi
come
il
mio
io
sia
stato
sempre
governato
da
te
.
E
comprendi
quale
significato
ha
per
me
questo
te
.
Quando
ti
rividi
a
Siena
,
fu
come
uno
spiraglio
della
realtà
che
io
avevo
lasciato
,
o
che
aveva
lasciato
me
.
Mi
sono
sempre
accostato
di
più
ad
essa
.
E
tu
mi
ridonerai
alla
nostra
vita
.
Gli
uomini
,
in
generale
,
m
'
erano
divenuti
come
simboli
d
'
idee
.
Io
,
in
un
bambino
non
so
quali
pensieri
componevo
.
Gli
uomini
m
'
erano
divisi
dalla
mia
anima
.
Non
ho
mai
voluto
amare
nessuna
altra
donna
.
Debbo
ringraziare
gli
amici
di
avere
respinto
il
mio
io
nel
suo
proprio
confine
,
acciocché
vivesse
di
sé
e
non
straripasse
a
fruttificare
altrui
.
Il
mio
io
era
come
un
albero
che
avesse
disteso
i
rami
lungo
una
strada
.
Adesso
non
è
più
un
albero
:
è
come
un
giuocattolo
nelle
mani
della
tua
anima
.
Con
te
io
ritrovo
tutte
queste
sensazioni
...
Non
ho
mai
domandato
a
me
stesso
,
prima
di
stasera
,
se
tu
avessi
potuto
pensare
queste
cose
che
aveva
prodotte
il
mio
spirito
.
Non
ho
mai
domandato
se
nel
tuo
dolore
avessi
imaginato
che
io
vivevo
solo
dell
'
energia
datami
da
te
.
Un
'
energia
simile
ad
una
ossessione
.
Perché
io
passavo
da
casa
tua
?
Quale
ricordo
mi
ci
spingeva
?
Perché
,
sfuggendo
tutti
,
io
ti
ricordavo
?
T
'
avevo
dentro
di
me
incancellabilmente
?
Io
aspettavo
di
rivederti
.
E
quando
ti
rividi
tutto
il
mio
essere
fu
scosso
.
Emma
!
Emma
!
Non
avevo
più
provato
un
sentimento
umano
.
E
come
spiegarti
perché
,
dopo
,
io
non
ti
scrivessi
che
t
'
amavo
così
?
Con
una
malvagità
di
cui
era
pieno
il
mio
spirito
.
Malvagità
verso
di
te
,
perché
io
negavo
alcuno
interesse
agli
uomini
.
Essi
erano
quasi
fantasmi
che
potevo
avvicinare
e
allontanare
....
Sorridi
mesta
?
È
la
pazzia
di
cui
altra
volta
t
'
ho
parlato
.
Allontanandomi
da
te
,
per
colpa
di
ambedue
,
io
non
sentii
più
nessuno
intorno
.
Io
mi
sentii
obbligato
ad
odiare
,
fino
al
negamento
dell
'
esistenza
altrui
.
Tu
avevi
tratto
fuori
da
me
qualche
cosa
,
io
ti
ricordavo
come
un
'
aurora
tiepida
.
Ma
perché
non
era
venuto
il
meriggio
?
Perché
io
avevo
guardato
soltanto
tra
le
nuvole
dell
'
alba
.
Non
era
il
tuo
essere
che
doveva
sospingermi
ancora
verso
l
'
alto
?
Verso
un
'
altezza
apparsa
al
mio
spirito
,
per
la
quale
m
'
era
sembrato
di
camminare
fino
allora
tra
gli
sterpi
d
'
una
bassura
?
E
per
colpa
mia
io
t
'
avevo
perduta
.
Oppure
,
per
colpa
di
nessuno
.
Ma
ciò
che
pensavo
allora
era
sorto
ancora
da
te
.
Il
mio
pensiero
s
'
era
ingigantito
di
sottilità
.
E
se
talvolta
piangevo
era
per
il
ricordo
di
te
.
Che
cosa
avevo
perso
?
Che
cosa
mi
mancava
?
Dove
tendevo
ora
?
Ma
a
nessun
luogo
.
Io
non
trovai
mai
,
quando
ridiscesi
alla
realtà
degli
uomini
,
una
persona
a
cui
potessi
attribuire
qualche
cosa
di
te
.
Nessuna
,
nessuna
!
Solo
a
lei
,
dal
viso
ideale
,
trasformato
dal
mio
spirito
,
visto
dal
mio
spirito
,
l
'
anima
mia
si
alzava
.
Io
studiavo
allora
Dante
.
Ed
esso
,
forse
,
era
la
mia
realtà
.
Io
amavo
le
sue
parole
.
Io
mi
riempivo
di
esse
.
Non
volevo
ascoltare
altro
.
Non
volevo
nessuna
voce
reale
.
Non
volevo
ascoltare
nessuno
.
In
esso
il
mio
spirito
s
'
esaltava
.
Ma
quando
io
volevo
ricordarmi
d
'
alcun
contatto
,
il
tuo
solo
,
perché
esso
è
stato
il
solo
,
era
pronto
con
un
invito
.
"
Ella
t
'
ama
...
t
'
aspetta
...
vuole
te
...
è
degna
di
te
...
Ma
,
vedi
,
vuoi
tu
farla
piangere
?
Non
senti
le
sue
lagrime
?
...
Non
ricordi
?
"
E
purtroppo
io
rispondevo
:
"
Nessun
ricordo
ho
io
.
Io
appartengo
a
questo
ignoto
.
Ch
'
ella
mi
scriva
come
la
mia
anima
aspetta
,
ed
ella
sarà
amata
.
Ma
ella
mi
scriverà
come
una
volta
.
Io
proverò
le
stesse
sensazioni
.
Dunque
,
io
ricadrò
nel
mondo
che
ho
lasciato
...
"
.
E
mi
veniva
da
piangere
.
Stavo
con
la
fronte
su
'
vetri
quasi
verdi
di
una
finestra
,
a
cui
giungeva
il
lezzo
di
tante
camere
che
s
'
aprivano
nello
stesso
luogo
.
E
mi
contentavo
di
un
pezzo
di
cielo
azzurro
...
Passavo
molte
ore
con
la
testa
assopita
sotto
un
raggio
di
sole
,
quasi
incerto
,
attraverso
i
vetri
vecchi
.
E
poi
riprendevo
a
leggere
.
Dante
parla
con
S
.
Tommaso
...
Molti
giorni
ho
passato
in
queste
incertezze
.
Ricordo
che
desideravo
tanto
il
canto
di
una
passera
,
che
non
ho
mai
veduta
,
ma
che
doveva
essere
proprio
sotto
quell
'
azzurro
.
Il
canto
di
quell
'
uccello
mi
sembrava
una
musica
.
E
,
poi
,
mi
alzavo
.
In
quello
stanzino
dov
'
erano
ammuchiati
tutti
i
libri
era
puzzo
di
rinchiuso
.
Non
aprivo
le
finestre
perché
mi
vergognavo
di
farmi
vedere
lì
su
quel
tavolino
,
coperto
di
cartone
,
dalla
gente
che
passava
ai
piani
di
sopra
.
E
la
mattina
,
in
una
luce
quasi
verdognola
,
si
alzava
il
fumo
acido
di
un
cappellaio
,
mischiato
a
quello
della
carta
bruciata
,
la
quale
serviva
a
dare
fuoco
al
fornello
.
Poi
riudivo
le
stesse
persone
(
A5
)
.
"
Ecco
,
l
'
uscio
è
sospinto
da
quella
.
Entra
in
camera
ora
.
Perché
non
l
'
uccido
?
Perché
non
esco
fuori
da
questo
stanzino
per
rompere
la
sua
testa
?
"
Non
hai
avuto
tu
molte
volte
l
'
imagine
sanguinosa
di
una
persona
odiata
?
"
No
:
tutto
deve
andare
regolarmente
.
Io
devo
stare
qui
,
e
lavorare
.
"
Prendo
il
mio
classico
:
Ovidio
.
Sfoglio
il
vocabolario
finché
non
mi
s
'
annebbiano
gli
occhi
.
E
mi
propongo
di
non
uscire
più
.
Di
non
esistere
più
per
altrui
.
Mi
passano
per
il
cervello
tutte
le
imaginazioni
di
questi
poeti
...
"
Emma
dov
'
è
?
E
com
'
è
?
Ha
qualche
cosa
di
quel
che
provo
io
ora
?
Emma
t
'
ha
fatto
star
male
.
Ella
t
'
ha
aperto
la
via
e
non
t
'
ha
accompagnato
.
Emma
ti
lascia
sognare
senza
speranza
.
Ma
se
ella
non
ti
ama
,
più
,
dove
ti
rivolgerai
?
Quale
affetto
è
più
possibile
in
te
?
Non
rivedi
il
suo
viso
?
Non
desideri
tu
,
senza
volerlo
,
i
suoi
baci
?
Non
vorresti
tu
che
le
sue
mani
ti
toccassero
?
Ma
scrivele
,
dunque
.
Dille
che
l
'
ami
.
Diglielo
.
Non
senti
che
cosa
quasi
nuova
le
è
ciò
?
Tu
non
hai
provato
mai
questo
pianto
...
Io
non
scriverò
mai
più
a
nessuno
.
Il
mio
io
è
prigioniero
solo
di
se
stesso
.
Egli
guarda
dalla
sua
rude
fortezza
,
cui
s
'
è
costruita
,
tutti
gli
altri
.
E
li
odia
tutti
.
Perché
tutti
devono
odiare
lui
.
"
Una
mattina
,
anche
le
mie
mani
m
'
apparvero
cose
staccate
dal
mio
io
.
Potevo
non
averle
.
E
le
guardavo
come
fossero
rosse
...
Da
questo
stato
mentale
,
tu
ora
capisci
come
sono
rivenuto
a
te
.
Capisci
come
tu
mi
hai
fatto
ridoventare
.
Ma
ricorda
sempre
che
in
questa
selva
io
ho
radunato
tutta
l
'
energia
sufficiente
.
Guardando
i
tuoi
occhi
,
io
sento
di
avere
attuato
il
mio
sogno
.
Io
non
sono
più
di
queste
cose
.
Io
sono
tuo
e
posso
amarti
.
Sei
lieta
?
(
Sera
del
12
settembre
)
.
13
settembre
1907
.
Sono
stato
lungo
tempo
dinanzi
alla
Croce
.
(
A6
)
Il
cipresso
mi
teneva
compagnia
.
Poi
che
piove
e
vengono
i
lampi
,
(
A7
)
ho
chiuso
la
finestra
e
sto
a
scrivere
.
Andrei
volentieri
a
letto
adesso
,
quantunque
siano
soltanto
le
venti
.
Sono
quasi
abbattuto
.
Quanto
tempo
passerà
prima
che
le
nostre
vite
abbiano
le
stesse
siepi
lungo
la
loro
via
sola
?
Stasera
sono
simile
a
questo
tempo
,
che
è
pieno
di
nuvoloni
.
Penso
che
noi
siamo
molto
disgraziati
.
Non
c
'
è
cosa
tanto
umile
che
ci
possa
invidiare
.
Pensavo
alla
strada
ed
a
'
suoi
sassi
.
Noi
siamo
separati
.
Ci
amiamo
quanto
nessuna
immaginazione
mi
dà
esempio
.
Abbiamo
bisogno
l
'
uno
dell
'
altro
per
sentire
che
siamo
umani
anche
noi
.
Io
non
so
che
pietre
metto
nella
tua
anima
.
Sono
pieno
di
spine
io
.
Quando
ci
potremo
parlare
?
Vorrei
che
la
pioggia
distruggesse
tutto
.
Domani
mi
vorrei
alzare
e
non
veder
più
le
stesse
cose
.
Penso
ai
vigneti
co
'
loro
grappoli
quasi
acerbi
.
Ma
fingo
che
il
tuo
spirito
sia
qui
mescolato
nel
mio
.
Nessuna
cosa
ci
può
diminuire
questa
adorazione
.
Anche
se
Dio
disponesse
il
mondo
in
tal
modo
che
non
ci
vedessimo
più
,
il
nostro
pensiero
sarebbe
sufficiente
a
noi
.
Ma
tu
credi
più
che
me
in
Dio
.
Perché
Egli
,
che
ci
vede
,
non
ti
dà
ciò
che
gli
chiedi
?
Smetto
di
scrivere
,
perché
sono
troppo
triste
.
Come
quel
cipresso
...
14
mattina
,
settembre
1907
.
...
fu
la
desolazione
di
un
momento
.
Bastò
che
uscissi
di
casa
e
mi
avvicinassi
alla
tua
per
star
meglio
.
Tu
vi
eri
.
Che
importava
se
non
ti
vedevo
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Vorrei
che
tu
provassi
con
me
questa
dolcezza
...
15
settembre
1907
.
(
A8
)
Io
passavo
le
serate
d
'
inverno
sul
focolare
dei
contadini
del
podere
.
Non
v
'
erano
molte
legna
,
ma
mi
potevo
scaldare
.
Stavo
fino
alle
undici
in
campagna
e
poi
venivo
a
dormire
in
città
,
piacendomi
di
camminare
così
solo
di
notte
.
Io
non
so
se
pensassi
.
Per
due
mesi
furono
in
villeggio
un
professore
di
violoncello
e
la
moglie
;
e
mi
sarebbe
piaciuto
di
udire
di
suonare
.
Ma
una
sera
mi
accontentò
.
Non
erano
intelligenti
.
Mi
negavano
l
'
ambizione
e
dicevano
che
non
avrei
mai
fatto
nulla
.
E
che
fra
quattro
o
cinque
anni
mi
avrebbero
ritrovato
lì
al
podere
con
gli
stessi
desiderii
.
Io
odiavo
in
tal
modo
tutti
,
piacendomi
di
stare
in
tale
stato
d
'
animo
.
Una
volta
d
'
estate
mi
sentii
meglio
dopo
esser
stato
circa
un
'
ora
sdraiato
su
l
'
aia
in
pieno
sole
,
tra
gli
stocchi
imputriditi
del
granoturco
.
Stavo
bocconi
posando
il
capo
sopra
le
mani
,
e
dinanzi
avevo
un
mucchio
di
alberi
tagliati
.
Guardavo
le
foglioline
che
avevano
ributtato
,
mentre
i
tronchi
,
dentro
,
erano
quasi
secchi
e
scortecciati
in
molti
luoghi
.
Mi
ricordo
bene
di
tal
giorno
.
Un
contadino
scaricava
le
pietre
,
e
lì
sull
'
aia
passeggiava
una
di
quelle
donne
che
aveva
in
casa
mio
padre
.
I
contadini
non
mi
dicevano
niente
.
Pochi
momenti
innanzi
avevo
accarezzato
un
piccolo
gatto
a
cui
volevo
portare
un
certo
affetto
,
ma
credo
che
non
mi
fosse
possibile
.
Questo
gattino
mi
saliva
su
per
i
calzoni
,
le
mani
,
e
mi
stava
sul
collo
anche
se
io
camminavo
per
i
campi
.
Una
volta
lo
posi
dentro
la
giubba
e
lo
portai
a
casa
.
Non
mi
riuscì
a
farlo
mangiare
,
perché
era
impaurito
.
La
mattina
lo
ripresi
e
lo
riportai
in
campagna
.
Passai
per
i
campi
ancora
umidi
di
pioggia
,
e
feci
alle
scarpe
zoccoli
di
fango
.
Il
gattino
mi
sfuggì
dalle
mani
e
corse
per
un
altro
campo
.
Dovetti
correre
anche
io
tra
le
erbe
fradicie
,
passare
tra
i
filari
,
e
lo
ripresi
.
Poi
tornai
lesto
a
Siena
,
perché
volevo
che
nessuno
s
'
accorgesse
che
l
'
avevo
preso
.
Passavo
il
più
del
tempo
con
il
capo
appoggiato
al
mio
tavolino
.
Non
so
che
pensassi
e
se
fossi
in
grado
.
Studiavo
molto
,
ma
con
un
atto
di
volontà
esterna
,
senza
che
sentissi
niente
.
Era
un
impulso
che
m
'
ero
proposto
.
Passavo
anche
una
settimana
senza
parlare
.
Le
poche
parole
erano
scambiate
,
per
necessità
,
con
la
matrigna
quando
veniva
a
rifare
il
letto
:
"
È
possibile
ch
'
io
possa
stare
in
questa
camera
?
Siete
vigliacchi
!
Vi
ucciderei
!
"
.
Ella
arrossiva
e
mi
diceva
:
"
Sta
'
zitto
,
sta
'
zitto
.
Ci
penseremo
"
.
"
Ma
io
che
faccio
qui
?
Io
voglio
andar
via
.
Voglio
anche
andar
via
da
Siena
.
È
possibile
che
io
viva
tra
voi
?
Chi
siete
voi
per
me
?
Io
vi
odio
.
Vi
sputerei
addosso
.
"
La
matrigna
taceva
e
rifaceva
lesta
il
letto
.
Ricordo
il
coltrone
rosso
e
il
comodino
verniciato
di
scuro
.
Nella
camera
uno
specchio
verdognolo
con
un
ornato
vecchio
d
'
oro
.
Il
marmo
del
canterano
sporco
e
segnato
da
me
di
lapis
.
Nella
camera
era
l
'
uscietto
dello
stanzino
dove
stavo
a
lavorare
.
Una
volta
vi
bruciai
molto
incenso
,
che
si
sparse
per
tutta
la
casa
.
Non
so
che
significato
gli
dessi
.
Mi
noiava
e
n
'
ero
umiliato
,
il
puzzo
di
quella
stanza
.
Puzza
di
latrine
,
di
altre
camere
,
e
di
rinchiuso
.
Sotto
alla
mia
finestra
era
quella
della
...
donna
,
e
fino
alle
undici
,
la
mattina
,
dovevo
udire
i
suoi
rumori
.
Talvolta
non
volevo
che
l
'
uomo
passasse
in
camera
con
il
pranzo
.
Me
lo
facevo
posare
dietro
l
'
uscio
.
E
quando
egli
saliva
su
nella
mia
camera
,
io
mi
chiudevo
nello
stanzino
e
procuravo
di
non
farmi
sentire
.
Se
mi
chiamava
non
rispondevo
.
Tutte
le
mattine
dovevo
chiedere
alla
matrigna
i
quindici
centesimi
per
le
sigarette
.
"
Mi
dà
,
per
piacere
,
i
soliti
tre
soldi
?
"
"
Non
te
li
detti
ieri
?
"
"
Si
,
si
:
li
ebbi
ieri
.
Sono
troppi
?
"
E
dovevo
pregarla
che
me
li
mandasse
per
mezzo
di
una
cuginetta
che
era
in
casa
,
e
credo
,
sia
ancora
.
Era
una
bambina
che
mi
avrebbe
fatto
del
bene
.
Ma
quando
s
'
accorsero
che
la
trattavo
differente
,
le
imposero
di
non
obbedirmi
.
Ella
mi
rifaceva
inconsciamente
tutti
i
modi
di
loro
.
Dallo
stanzino
,
perché
stavo
attento
,
udivo
cadere
i
tre
soldi
dentro
la
cassetta
da
lettere
dell
'
uscio
(
A9
)
.
Perché
,
senza
aprirlo
,
me
li
davano
così
.
E
lo
chiesi
io
per
non
vedere
alcuno
.
Poi
cominciai
a
mangiare
in
cucina
(
A10
)
.
Una
stanza
che
ha
tutto
il
necessario
ma
non
è
adoperata
.
Vi
avevo
portato
uno
sgabello
,
che
era
ritolto
regolarmente
,
perché
dava
noia
alle
donne
la
mattina
per
le
faccende
.
Chiudevo
l
'
uscio
della
cucina
,
perché
non
fossi
veduto
.
Quando
saliva
il
professere
Citernesi
,
tenevo
una
mano
dinanzi
al
lume
,
perché
,
vedendo
la
luce
,
egli
non
cercasse
qualcuno
lì
dentro
.
Meno
che
d
'
inverno
,
perché
andavo
in
campagna
,
non
uscivo
più
la
sera
.
Imaginavo
di
non
essere
a
Siena
.
E
le
voci
degli
uomini
erano
interessanti
come
i
rumori
delle
cose
.
Quando
udivo
chiudere
l
'
uscio
di
casa
,
fuggivo
in
camera
mia
.
Una
volta
udii
due
signore
dire
che
ero
pazzo
(
A11
)
.
Non
mi
dispiaceva
.
Aumentava
il
mio
odio
e
camminavo
per
la
strada
d
'
aridità
che
m
'
ero
tracciato
.
Nessun
affetto
:
motto
del
mio
spirito
.
Ma
un
affetto
c
'
era
.
A
me
non
sembrava
,
perché
chissà
come
ero
divenuto
.
C
'
eri
tu
,
e
ricordo
bene
le
improvvise
mie
disperazioni
.
Sentivo
ad
un
tratto
gli
occhi
bagnati
,
mi
si
torceva
la
bocca
e
mi
mettevo
le
mani
nei
capelli
.
Poi
sedevo
sul
canapé
,
con
la
testa
quasi
in
giù
.
Ma
il
deserto
della
mia
anima
era
più
potente
.
Tale
affetto
mi
pareva
da
scordare
.
Dovevo
scordarlo
.
Altrimenti
non
avrei
camminato
più
verso
i
diademi
che
il
mio
ingegno
mi
metteva
dinanzi
.
E
credevo
che
tu
non
mi
amassi
sufficientemente
.
Pensavo
che
tu
non
mi
avessi
compreso
più
.
"
Perché
devo
ricadere
?
Ella
non
può
tener
dietro
a
te
.
Che
ti
scriva
...
ti
scriva
...
ti
prenda
.
Ma
ella
,
al
contrario
,
vivrà
di
ricordi
.
Ella
non
avrà
saputo
foggiare
un
'
altra
spada
.
Si
;
tutto
il
tuo
animo
è
una
spada
:
fredda
e
senza
pietà
.
Ed
Emma
,
Emma
non
seppe
entrare
in
queste
recenti
sinuosità
del
tuo
animo
.
Ella
non
sa
quello
che
pensi
.
Ma
devi
tu
pensare
ad
Emma
?
Non
ti
riesce
di
lasciarla
?
Non
ti
riesce
di
ucciderla
?
Odiala
"
.
E
talvolta
sono
andato
a
letto
,
spogliandomi
subito
dopo
queste
crisi
,
nervosissimo
;
coprendomi
tutto
il
capo
,
con
i
lenzuoli
stretti
tra
i
pugni
chiusi
.
Una
volta
scrissi
qualche
cosa
:
e
fu
pensata
con
te
.
Era
lo
spirito
tuo
nel
mio
.
Io
m
'
ero
messo
moralmente
dinanzi
agli
uomini
così
.
Li
paragonavo
ad
una
processione
svolgentesi
dinanzi
a
me
,
e
dovevo
vederla
senza
prendervi
parte
.
Non
imaginavo
mai
che
vita
tu
facessi
.
Ricordavo
semplicemente
te
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
In
una
camera
senza
finestre
,
a
metà
della
scala
per
venire
in
camera
mia
,
dormiva
un
giovinetto
compaesano
a
mio
padre
.
Era
venuto
a
Siena
per
lavare
i
piatti
,
ed
era
tenuto
,
invece
,
in
campagna
per
ramare
le
viti
.
Ricordo
il
suo
viso
rosso
con
la
scottatura
del
sole
,
la
sua
giubba
bianca
di
ramato
e
il
cappello
,
sfondato
,
di
paglia
.
Prima
di
andare
a
letto
andavo
in
camera
sua
.
Gli
puzzavano
i
piedi
,
e
tutti
i
cassetti
del
canterano
avevano
un
odore
di
cicca
e
di
sudore
.
Talvolta
mi
divertivo
a
fargli
dispetti
.
Lo
bagnavo
.
Egli
batteva
i
pugni
sul
muro
che
divideva
le
nostre
camere
;
io
gli
rispondevo
battendo
i
piedi
.
Quando
ero
malato
(
A12
)
,
mi
ha
aiutato
anche
un
cugino
,
che
è
minatore
in
Austria
.
I
ricordi
di
allora
hanno
un
significato
quasi
simbolico
.
Una
volta
questionai
con
il
padre
,
e
andai
la
sera
a
bussare
all
'
Osservanza
.
Più
che
bisogno
di
mangiare
e
del
dormire
,
mi
piaceva
il
significato
che
aveva
per
me
un
convento
.
Io
pensavo
al
suo
giardino
rude
,
alle
mura
gialle
,
a
studiare
.
Sarei
divenuto
(
avevo
quest
'
ambizione
)
un
uomo
dotto
e
celebre
per
tutto
.
Mi
davano
una
tenerezza
infinita
i
cipressi
e
le
valli
.
Io
scorgevo
da
per
tutto
un
significato
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Intellettualmente
ero
molto
variabile
.
Un
giorno
ero
inondato
dall
'
acque
del
misticismo
cristiano
;
un
'
altra
volta
l
'
imaginazione
pagana
mi
travolgeva
lo
spirito
.
Ma
era
un
giuoco
puro
dell
'
intelletto
.
Una
ricerca
sua
.
Ero
giunto
a
sopprimere
qualsiasi
contatto
morale
.
Gli
uomini
erano
sensazioni
.
Gli
ultimi
giorni
che
stetti
a
Siena
,
ero
riuscito
,
pensando
,
a
trasformare
tutto
un
paesaggio
d
'
intorno
.
Lo
sentivo
dentro
di
me
...
Anche
gli
affetti
degli
uomini
divenivano
in
me
spiritualità
intellettuale
.
Io
non
li
provavo
.
Li
analizzavo
nel
mio
spirito
,
e
li
credevo
mia
proprietà
.
Quando
mi
fosse
passato
per
il
capo
che
non
era
così
,
si
scancellava
il
mio
sogno
intellettuale
.
Gli
uomini
mi
sembravano
affini
alle
bestie
.
In
loro
non
trovavo
se
non
un
pezzo
di
carnaccia
con
le
budella
sudicie
dentro
.
Io
amavo
le
cose
e
,
principalmente
,
le
piante
.
Le
trovavo
uguali
a
me
.
E
ho
desiderato
spesso
di
divenire
uno
stocco
di
granoturco
...
(
Anche
di
ciò
,
ora
non
ho
maggiore
chiarezza
)
.
Capisci
come
tu
stessa
sia
stata
l
'
origine
di
questa
forma
di
spiritualità
.
Capisci
come
tu
stessa
generasti
l
'
ascetismo
di
questa
ambizione
.
E
come
,
in
ogni
abbiezione
,
io
conservassi
sempre
una
quantità
di
tua
energia
.
E
l
'
errore
fatale
era
che
tu
non
mi
scrivessi
secondo
le
nuove
ambizioni
.
(
Pensavo
allora
così
)
.
Potrei
darti
un
dolore
ora
?
Ieri
sera
ero
per
piangere
.
Ma
io
ho
voluto
che
tu
suggessi
tutta
la
mia
forza
.
Io
non
t
'
amerei
se
non
ti
sentissi
uguale
a
me
.
E
sei
tale
.
E
provo
anche
un
'
altra
cosa
.
Hai
mai
pensato
la
morte
tu
?
Io
molte
volte
.
A
Roma
per
colpa
tua
;
e
qui
a
Siena
ho
sentito
che
moriremmo
insieme
prima
che
ci
accadesse
qualche
cosa
.
...
ti
sento
come
una
ineffabilità
;
e
,
forse
,
anche
per
l
'
effetto
del
tuo
amore
.
Potrei
pensare
un
tempo
indefinito
qualche
cosa
per
esprimere
come
ci
adoriamo
,
senza
che
trovassi
una
parola
.
Non
parliamo
,
dunque
.
L
'
affetto
è
inesprimibile
.
Quando
scrivo
,
penso
invece
.
L
'
affetto
non
dice
una
parola
.
Il
che
ti
spiega
che
quando
siamo
stati
insieme
io
abbia
provato
ciò
che
è
possibile
provare
,
cambiandomi
nell
'
anima
;
e
senza
riferirtene
niente
.
Sono
lieto
di
sentire
la
differenza
del
mondo
che
ho
lasciato
e
la
gioia
reale
che
tu
mi
dài
.
Potrò
mai
dirti
meglio
come
tutto
il
mio
essere
ti
venera
?
Come
io
mi
senta
in
un
abisso
dinanzi
a
te
?
E
quando
penso
che
da
parte
tua
mi
ami
altrettanto
,
arrossisco
.
Non
ne
sono
degno
.
Ma
sento
tutta
la
tua
anima
.
Arrossisco
anche
di
non
avere
mai
saputo
parlare
di
te
.
Io
penso
alla
nostra
unione
come
ad
un
simbolo
.
Non
può
avere
altro
scopo
a
noi
.
Molte
volte
,
anche
ora
,
tu
,
non
sei
una
persona
.
Il
che
dipende
dal
non
vederci
.
Tu
sei
la
mia
anima
.
Tu
sei
qui
dentro
.
"
Se
tutto
il
mondo
perisse
,
Emma
non
morirebbe
"
.
Ma
ieri
sera
,
passando
sotto
le
tue
finestre
,
sentii
come
questa
spiritualità
è
congiunta
alla
realtà
.
Io
adoravo
la
mia
sposa
.
Domenica
,
15
settembre
1907
.
Dalle
19
alle
21
.
16
settembre
1907
.
...
non
c
'
è
un
accordo
più
sublime
che
il
nostro
.
I
tuoi
occhi
,
interamente
,
sono
miei
.
E
tu
ne
'
miei
trovi
la
stessa
rispondenza
.
E
odo
e
vedo
il
tuo
sorriso
,
e
il
mio
gli
risponde
.
Io
trovo
nel
tuo
essere
la
completa
soddisfazione
dell
'
anima
.
E
così
è
per
te
.
Torno
ora
dalla
stazione
ove
non
sono
stato
tenuto
il
tempo
promesso
.
Sono
stato
consigliato
di
comprarmi
un
tasto
e
d
'
esercitarmi
a
casa
.
Laggiù
ho
imparato
a
scrivere
quattro
o
cinque
lettere
.
Stasera
ho
un
appuntamento
con
uno
che
mi
porterà
una
zona
da
leggere
.
Ma
sono
molto
inquieto
.
Alle
Ferrovie
sono
aperti
i
concorsi
;
e
penso
che
debba
fare
i
fogli
anche
per
essi
.
17
settembre
1907
.
Io
riesco
a
provare
le
mie
emozioni
reali
con
te
soltanto
.
Con
gli
altri
,
la
superficie
della
mia
anima
non
è
intaccata
;
o
,
per
lo
meno
,
v
'
è
tanta
corteccia
che
gli
aghi
bucano
poco
dove
ne
farei
sangue
...
Ridi
?
Quando
saremo
stati
insieme
un
mese
,
diventerai
identica
a
me
.
Non
puoi
capire
tal
cosa
se
non
ripensando
com
'
io
sia
come
colui
che
stesse
nel
fondo
di
una
caverna
,
ed
egli
vedesse
il
fuori
.
Ridi
ancora
?
Stamani
sono
meno
inquieto
per
la
telegrafia
.
Ho
ordinato
ad
un
legnaiolo
un
tasto
,
dopo
aver
persa
quasi
un
'
ora
a
disegnarglielo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Da
mio
padre
,
ieri
,
ebbi
un
'
attenzione
che
non
taccio
.
Sa
che
mi
piace
soltanto
l
'
uva
fragola
.
E
ieri
ne
trovai
con
le
altre
frutta
,
una
ciocca
abbastanza
grossa
.
Non
poteva
non
esser
colta
se
non
per
me
,
perché
non
piace
a
nessuno
.
Ti
parlerò
presto
di
Firenze
e
di
Roma
,
perché
ciò
che
provavo
(
A13
)
è
lontano
ugualmente
come
quel
che
provavo
a
Firenze
.
È
passato
tutto
come
un
fiume
,
e
ne
ho
,
nell
'
udito
,
a
pena
lo
scroscio
.
Pure
d
'
averti
con
me
,
di
sposarti
,
farei
qualunque
cosa
.
Ma
fammi
esser
forte
.
Non
dimenticare
che
questo
lavoro
è
momentaneo
,
e
che
è
solo
la
sveglia
per
quello
che
dirà
di
noi
.
Senza
di
te
,
io
mi
perderei
nel
mio
sogno
.
Il
che
mi
avvenne
a
Firenze
.
Ma
ora
non
ne
scrivo
...
Quando
parlo
del
passato
,
mi
sembra
che
i
personaggi
non
siano
nemmeno
un
riflesso
di
noi
.
19
settembre
1907
.
Credo
che
il
tuo
affetto
sia
un
'
emanazione
infinita
e
inestimabile
del
tuo
essere
.
E
che
tu
hai
bisogno
di
questo
raccoglimento
in
te
stessa
e
di
questa
adorazione
che
arroventa
la
tua
anima
.
Da
quando
sono
tuo
per
sempre
,
tu
hai
avuto
i
tuoi
diritti
.
Ho
sentito
in
me
compiersi
questa
purificazione
,
che
aumenterà
con
la
nostra
unione
completa
.
Ho
avuto
sempre
un
istinto
invincibile
di
trovarti
...
20
settembre
1907
.
Ho
trasmesso
anche
un
verso
di
Dante
,
e
ho
capito
a
orecchio
le
lettere
che
un
impiegato
mi
faceva
del
suo
nome
.
Ti
mando
una
strisciolina
col
tuo
nome
scritto
diciassette
volte
,
in
fretta
,
quando
sono
rimasto
io
e
gli
apparati
.
Bada
se
i
tuoi
telegrafisti
riescono
a
leggere
.
Per
ridere
:
il
capostazione
,
pestandomi
un
piede
e
chiedendo
scusa
:
-
Lei
verrà
un
provetto
telegrafista
.
Forza
!
forza
!
21
settembre
1907
.
Oggi
non
ho
potuto
dormire
,
perché
la
padrona
e
la
sua
figlia
degnissima
stavano
proprio
in
salotto
a
cantarellare
.
I
rumori
della
strada
non
mi
danno
noia
.
Ma
una
voce
...
che
non
vorrei
udire
,
mi
dà
uggia
da
vero
.
Pensavo
,
prima
di
decidermi
a
saltare
dal
letto
,
che
certe
necessità
non
si
possono
evitare
.
Ma
io
voglio
la
tua
voce
,
e
pensavo
che
tu
non
m
'
avresti
dato
noia
.
In
certi
momenti
,
che
il
desiderio
quasi
si
sovrappone
alla
realtà
,
m
'
è
insopportabile
qualunque
cosa
.
23
settembre
1907
.
Non
c
'
è
bisogno
ch
'
io
ti
dipinga
i
miei
pensieri
.
Ecco
:
l
'
impiego
,
specialmente
di
tal
genere
,
non
farà
se
non
aumentare
l
'
attività
mentale
.
Il
giornalismo
mi
guasterebbe
.
Di
letteratura
non
si
campa
.
Tutti
o
sono
ricchi
di
famiglia
o
hanno
un
impiego
o
sono
in
un
giornale
.
In
un
giornale
,
non
guasta
quando
si
scriva
per
la
rubrica
...
più
o
meno
letteraria
.
Ma
per
tutto
il
resto
,
è
una
corruzione
grammaticale
ed
estetica
.
L
'
impiego
,
lasciando
libera
la
mente
(
a
me
l
'
eccita
già
)
(
l
'
eccita
lo
studio
che
faccio
)
aiuta
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
sento
,
nell
'
anima
che
m
'
è
congiunta
,
questa
soglia
dell
'
immortalità
.
24
settembre
1907
.
Firenze
,
non
dandomi
quel
che
la
mia
ambizione
voleva
,
cominciò
a
produrre
la
malvagità
nel
mio
animo
(
A14
)
.
Io
non
cercai
mai
una
rispondenza
da
sostituire
alla
nostra
.
E
volevo
soppressa
questa
,
perché
non
trovava
più
nel
mio
animo
quelle
inclinazioni
morali
che
l
'
avevano
mantenuta
.
Io
volevo
dimenticare
la
nostra
relazione
,
perché
mi
sembrava
che
un
altro
orizzonte
fosse
per
aprirsi
.
Non
volevo
più
scriverti
per
dimenticare
(
e
ci
riuscii
)
tutto
quel
complesso
di
vita
che
la
circondava
.
Ciò
che
produceva
le
mie
lettere
a
te
,
doveva
essere
superato
.
Io
ti
trattai
come
tutti
gli
altri
.
Ma
tu
,
quanto
più
io
volevo
ottenere
,
insorgevi
in
me
.
E
io
,
tornato
a
Siena
,
ti
scrissi
:
"
Scrivimi
"
.
Ora
ricordo
di
averti
parlato
un
'
altra
volta
di
questo
punto
.
Tu
non
rispondesti
,
e
io
ne
rimasi
sdegnato
.
Perché
non
scrivevi
?
Io
ero
molto
salito
nella
mia
coscienza
,
e
ne
provai
quel
che
si
prova
quando
siamo
delusi
.
Io
t
'
aspettavo
sempre
.
Ogni
giorno
aumentava
il
tuo
orizzonte
.
Una
mattina
guardai
lungo
tempo
il
sole
e
ne
piansi
.
"
La
mia
giovinezza
-
scrissi
-
si
leva
fiammeggiando
.
Mille
angioli
gridano
in
questo
sole
.
Ma
Dio
solo
li
ode
.
Il
mondo
si
volge
e
non
ascolta
"
.
Ed
altro
simile
,
cui
non
ricordo
più
.
Quando
stavo
chiuso
in
casa
per
gli
occhi
,
cominciò
il
mio
vaneggiamento
intellettuale
.
Io
volevo
sopprimere
gli
uomini
e
vivere
delle
mie
allucinazioni
.
Mi
sarebbe
impossibile
rientrare
in
tale
stato
mentale
.
Io
non
comprendevo
più
.
Non
comprendevo
più
le
tue
lettere
.
Se
tu
ricordi
le
mie
,
conosci
di
quale
sforzo
inane
io
fossi
pieno
,
per
esprimere
quel
che
non
pensavo
completamente
.
Avevo
intraveduto
qualche
cosa
d
'
ignoto
a
me
,
e
volevo
esprimerlo
.
Ma
non
vi
riuscivo
,
perché
ne
ero
troppo
al
disotto
.
Una
volta
,
d
'
inverno
,
io
camminai
su
la
neve
ed
entrai
nella
chiesa
di
S
.
Francesco
;
ero
accompagnato
dallo
stesso
uomo
che
vedesti
con
me
la
prima
volta
che
uscii
e
ci
trovammo
ai
Quattro
Cantoni
.
Tornato
a
casa
scrissi
:
"
Il
vento
mormora
le
preghiere
ai
vetri
della
Cattedrale
.
Il
vento
che
abbatte
nei
piani
le
grandi
foreste
"
.
Ripiglio
a
lumeggiare
il
periodo
di
Siena
,
che
precedette
la
mia
malattia
.
Rimasi
offeso
che
tu
ti
offrissi
a
me
soltanto
quando
cominciai
ad
ammalarmi
.
Perché
prima
no
?
Avrei
voluto
,
quando
mi
sentivo
bene
,
essere
amato
secondo
i
miei
bisogni
.
Ed
io
non
capivo
affatto
la
tua
astensione
dal
manifestarmi
l
'
affetto
.
Ora
capisco
che
tu
hai
altrettante
ragioni
per
dimostrarmi
che
non
ti
pareva
conveniente
il
giungere
prima
a
me
.
Da
Firenze
non
t
'
avevo
mai
scritto
.
Ma
,
appunto
,
il
malinteso
nostro
è
sempre
sorto
dal
nascondiglio
in
cui
tu
sei
entrata
quando
di
più
avevo
bisogno
d
'
affetto
.
Tu
,
in
silenzio
,
mi
amavi
.
Ma
che
valeva
a
me
tale
amore
?
Io
non
potevo
toccare
il
tuo
spirito
.
E
il
mio
temperamento
non
è
fatto
di
rinunzie
.
Per
un
istinto
ampio
di
imitazione
,
io
volli
fare
lo
stesso
.
Volli
sentire
in
me
quegli
spazî
silenziosi
di
affetto
,
in
cui
l
'
anima
cammina
come
in
sogno
.
Ma
sorpassai
quel
che
volevo
.
Giunsi
a
negare
la
realtà
di
quel
che
non
era
in
me
,
e
a
dare
realtà
soltanto
ai
fenomeni
del
mio
spirito
.
Chi
sa
da
quali
antri
io
ti
scrivevo
!
29
settembre
1907
.
Stamani
ho
potuto
trovare
da
comperare
la
mia
psicologia
a
tre
lire
mensili
.
E
ne
sono
contento
per
quando
potrò
leggerla
e
la
leggerò
.
Adesso
desidero
tanto
per
precauzione
come
per
un
tuo
adornamento
intellettuale
,
che
il
libro
sia
tagliato
da
te
e
stia
nelle
tue
mani
.
Col
solo
patto
che
sia
toccato
solo
dalle
tue
mani
,
e
veduto
soltanto
da
'
tuoi
occhi
.
E
ciò
per
non
diminuire
una
sensazione
che
decide
molto
nel
godimento
che
ne
avrò
.
E
sta
a
te
di
essere
gelosa
di
questa
mia
adorazione
e
relazione
,
da
non
farmi
avere
bisogno
di
altri
"
sbocchi
intellettuali
"
.
In
quanto
ai
miei
principî
morali
,
essi
ti
sarebbero
piaciuti
se
fossero
stati
scritti
astrattamente
.
È
impossibile
,
poi
che
mi
ami
,
che
non
ti
possa
piacere
la
faccia
della
mia
anima
.
E
penso
che
educherò
così
una
nostra
figlia
.
E
io
che
non
sarei
nel
caso
di
essere
dispregiato
da
una
sorella
,
non
sarò
dispregiato
da
una
figliuola
.
Ambizione
nobile
che
hai
anche
tu
.
Per
la
quale
ci
siamo
sentiti
spinti
l
'
uno
verso
l
'
altra
,
in
tutta
la
rimanente
indifferenza
delle
altre
persone
.
1
ottobre
1907
.
Se
ti
scrivo
così
a
scatti
attribuiscine
la
causa
al
mio
lavoro
multiforme
,
di
cui
sono
molto
più
preoccupato
.
Do
alle
tue
lettere
soltanto
un
'
ora
al
giorno
,
da
dividersi
in
due
parti
.
Ma
tu
sai
che
,
studiando
,
sono
con
te
e
faccio
per
noi
.
Senza
di
te
,
mi
sembra
come
di
perdere
tempo
.
Sento
la
mancanza
e
l
'
insufficienza
della
mia
vita
.
Io
penso
ora
a
te
come
all
'
unica
mia
gioia
.
E
la
mia
vita
è
una
roccia
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
vorrei
scrivere
a
te
un
libro
di
preghiere
.
2
ottobre
1907
.
Dal
mio
tavolino
sono
partiti
tutti
i
libri
non
appartenenti
a
questi
esami
.
Tra
poco
,
la
padrona
e
la
sua
figlia
andranno
in
campagna
.
È
molto
tempo
che
le
dico
:
-
Quando
se
ne
va
da
vero
,
signora
Maria
?
Quantunque
un
poco
di
conversazione
non
guasti
.
Iolanda
si
butta
su
la
poltrona
,
mette
le
mani
nel
piatto
della
frutta
...
Ed
io
,
che
non
voglio
più
scherzare
,
la
prendo
di
peso
e
la
porto
fuori
.
Nelle
altre
ore
chiudo
a
stanghetta
e
non
mi
dà
noia
.
Ma
è
bene
che
se
ne
vadano
.
A
volte
,
ho
bisogno
di
non
salutare
nessuno
.
3
ottobre
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Le
cose
piccine
sono
sempre
intorno
,
e
bisogna
evitare
di
affezionarsi
o
di
abituarsi
ad
esse
e
specialmente
alle
persone
che
le
producono
.
Cerca
di
comprendere
come
tutto
il
mio
io
,
tutto
il
mio
essere
t
'
appartiene
.
E
come
esso
subisca
le
leggi
di
ciò
che
prova
da
te
.
E
voglio
che
la
mia
intelligenza
e
il
mio
animo
siano
affidati
a
te
.
Quando
saremo
insieme
,
tu
giungerai
a
non
curarti
più
di
nessuno
,
a
non
desiderare
più
nulla
:
contentandoti
del
mio
possesso
completo
.
Ma
per
me
,
anche
ora
è
così
.
5
ottobre
1907
.
Stamani
ho
studiato
soltanto
il
Belgio
,
e
alcune
cose
di
telegrafia
,
per
istrada
,
in
un
manuale
che
m
'
ha
comprato
subito
mio
padre
,
a
pena
chiesto
.
Ho
avuto
anche
denari
per
altri
fogli
.
Ed
assicurazione
che
quando
sarò
impiegato
mi
sarà
possibile
riavvicinarmi
a
lui
ed
avere
ciò
che
alla
paga
manca
per
me
e
per
chi
sarà
con
me
.
È
stato
il
C
.
,
che
è
una
persona
onesta
e
rispettabilissima
,
a
malgrado
del
male
passeggero
che
anche
egli
può
produrre
.
Ma
io
li
ringrazio
,
perché
formano
il
mio
carattere
e
mi
spingono
alla
mia
condizione
.
Così
bisogna
fare
l
'
altalena
della
vita
.
7
ottobre
1907
.
La
padrona
di
casa
,
che
ieri
andò
a
farsi
pagare
il
mese
e
due
lire
di
candele
,
ebbe
questo
incarico
.
-
Glielo
dica
a
quel
mascalzone
;
che
io
a
cercare
il
pane
per
lui
non
ci
voglio
andare
!
E
poi
,
che
io
passeggio
tutto
il
giorno
...
Ed
altre
cose
che
ti
dirò
quando
saremo
in
grado
di
guardare
in
faccia
certa
gente
.
T
'
arrabbieresti
?
Sognerei
se
cercassi
da
lui
altri
discorsi
.
E
sta
a
me
d
'
essere
cosciente
della
mia
età
e
della
mia
vita
.
È
così
.
9
ottobre
1907
.
Ieri
sera
pensavo
che
tu
sei
divenuta
il
mio
impulso
a
fare
.
10
ottobre
1907
.
Dammi
tu
di
che
sognare
in
te
stessa
,
e
mi
sembrerà
(
e
sarà
così
)
ch
'
io
ascenda
a
quel
che
Dio
mi
ha
dato
.
Non
è
vero
ch
'
Egli
,
a
cui
io
credo
(
A15
)
,
ha
donato
ed
affidato
te
a
me
;
che
l
'
ho
trovato
?
Non
è
vero
che
Egli
ha
voluto
ch
'
io
provassi
in
te
quel
che
il
mio
intelletto
aveva
foggiato
?
Tu
comprendi
come
tu
mi
sia
sacra
.
Ma
io
adopero
Dio
per
amare
te
.
Di
quel
che
Egli
ha
aumentato
il
mio
io
,
mi
faccio
come
una
forza
per
adorare
te
.
Non
sento
altro
scopo
.
E
la
mia
anima
termina
in
te
.
Stamani
ho
portato
al
C
.
l
'
elenco
delle
spese
da
farsi
per
i
fogli
alla
Ferrovia
,
e
tra
poco
vado
a
prendere
la
risposta
paterna
ch
'
egli
ha
avuto
.
Avrei
già
presentato
gli
altri
alla
Posta
se
mio
padre
avesse
saputo
firmare
un
foglio
di
carta
bollata
.
Egli
ha
messo
la
firma
...
troppo
distante
;
onde
gli
ci
vorranno
ancora
sessanta
centesimi
.
Questa
volta
,
va
a
cercare
il
pane
da
vero
!
Io
vivo
solamente
di
te
.
E
come
se
tutto
il
rimanente
non
fosse
altro
che
una
sensazione
:
talvolta
tediosa
.
Vorrei
essere
lungi
dal
rumore
degli
uomini
.
Il
C
.
s
'
adopra
,
quanto
può
,
per
affrettare
i
miei
fogli
.
Ma
non
gli
è
stato
possibile
avere
oggi
una
risposta
,
perché
ora
è
il
tempo
della
vendemmia
...
Egli
m
'
ha
detto
che
procurerà
di
farmeli
fare
,
ed
io
son
deciso
di
farmi
prestare
le
dieci
lire
da
lui
,
nel
caso
di
un
rifiuto
.
Credo
però
,
che
il
buon
senso
comune
prevalga
.
12
ottobre
1907
.
Finalmente
,
la
padrona
se
n
'
è
andata
in
Vald
'
Arno
!
E
vi
starà
un
mese
!
14
ottobre
1907
.
Ho
già
mandato
via
i
fogli
della
Ferrovia
,
con
una
gioia
che
fa
crescere
la
mia
volontà
di
essere
sicuro
di
ciò
che
studio
.
Ci
è
lecito
di
non
disperare
più
di
noi
stessi
e
prega
Dio
ch
'
io
sappia
riuscire
.
Non
gli
chiediamo
altro
.
15
ottobre
1907
.
Un
particolare
.
Capisco
che
oggi
è
fiera
o
mercato
da
...
quel
che
ho
mangiato
.
In
tali
giorni
mio
padre
è
in
cucina
,
e
il
piatto
che
mi
manda
invariabilmente
è
la
trippa
.
Io
non
sono
veramente
per
essa
,
ma
oggi
era
buona
e
sembrava
che
ci
fosse
anche
il
burro
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
...
e
la
minestra
in
brodo
,
della
quale
la
metà
cade
nella
scodella
e
nel
tovagliolo
,
durante
...
il
viaggio
dalla
bottega
a
qui
.
18
ottobre
1907
.
Ho
bisogno
,
la
mattina
,
di
avere
subito
le
tue
parole
.
Ma
tu
sei
sempre
dentro
di
me
,
e
mi
parli
come
vuole
la
mia
anima
.
Le
tue
lettere
,
forse
,
non
basterebbero
;
ma
tu
sei
qui
in
me
sempre
,
come
un
desiderio
.
Io
non
ho
mai
più
avuto
un
'
amicizia
da
tre
anni
ormai
,
né
mai
ho
amato
una
donna
in
tutta
la
mia
vita
.
M
'
è
piaciuta
qualcuna
ed
ho
desiderato
carnalmente
,
ma
la
mia
anima
è
sempre
stata
disdegnosa
e
ne
ho
conservata
l
'
infanzia
.
Della
quale
io
irroro
l
'
affetto
per
te
.
Ne
'
lunghi
mesi
che
non
ci
siamo
scritti
io
ho
desiderato
e
voluto
che
il
mio
io
discendesse
come
nella
propria
profondità
oscura
,
opponendo
alla
vita
ogni
mezzo
di
sviamento
.
Così
,
non
ho
desiderato
carnalmente
più
alcuna
.
Così
ero
giunto
a
desiderare
una
completa
castità
limpida
per
la
quale
mi
piacevano
le
letture
mistiche
del
Trecento
e
per
la
quale
io
ho
camminato
più
che
una
volta
intorno
al
recinto
di
un
convento
,
pensando
di
trovar
là
quell
'
indicibile
contatto
con
una
divinità
.
Ma
hanno
prevalso
,
senza
che
io
le
volessi
,
le
conseguenze
pratiche
del
mio
passato
.
Ed
ho
avuto
bisogno
di
te
.
Non
ti
potrò
mai
dire
la
mia
sofferenza
a
Roma
.
Tu
comprendesti
subito
la
mia
adorazione
.
Ma
mi
mancavi
.
Non
trovavo
in
te
quel
che
trovo
ora
.
E
m
'
imposi
,
non
senza
sforzo
,
la
mia
adorazione
passiva
,
finché
io
fossi
giunto
a
provare
il
tuo
affetto
.
M
'
imposi
,
a
traverso
a
siepi
di
riluttanze
morali
,
di
ritrovarti
.
E
sentivo
,
come
di
là
da
un
ostacolo
opaco
,
la
tua
anima
inquieta
come
la
mia
,
che
passava
dinanzi
a
me
come
dinanzi
al
bel
pascolo
dalla
mia
anima
e
non
la
mangiava
.
Non
ti
so
dire
in
quali
profondità
umide
io
discendessi
.
Giunsi
perfino
a
scrivere
che
non
mi
amavi
,
e
fui
come
pentito
e
respinto
.
Allora
camminai
su
le
rocce
di
uno
smarrimento
.
Ma
inesauribilmente
quel
che
m
'
ero
imposto
ti
chiamava
sempre
.
Ti
chiamava
,
ti
chiamava
...
E
tutta
la
mia
adorazione
a
Roma
fu
come
un
'
espiazione
.
19
ottobre
1907
.
Lo
zampillo
del
babbo
mio
s
'
accresce
.
Oggi
mi
ha
mandato
a
dire
che
è
necessario
che
egli
mi
faccia
un
vestiario
nuovo
.
Il
che
vuol
dire
che
tra
...
due
o
tre
settimane
lo
avrò
.
Gli
scriverò
oggi
che
me
lo
mandi
prima
ch
'
io
vada
a
Firenze
...
20
ottobre
1907
.
M
'
hanno
già
portato
il
mangiare
,
ma
prima
voglio
scriverti
tante
cose
.
Eccole
.
I
fogli
sono
tutti
ribattezzati
.
Si
capisce
che
mio
padre
non
s
'
è
fidato
né
meno
del
C
.
,
e
ha
fatta
vedere
la
dichiarazione
per
il
Ministero
a
non
so
quanti
avvocati
.
Finalmente
ha
capito
...
che
non
volevo
fargli
firmare
una
obbligazione
estranea
al
concorso
,
e
i
fogli
sono
qui
(
A16
)
.
Ringraziando
il
C
.
,
il
quale
mi
ha
parlato
,
come
desideravo
da
molto
tempo
.
M
'
ha
detto
che
mio
padre
sa
che
ti
sposerò
appena
impiegato
.
M
'
ha
riferito
come
fa
a
condurre
mio
padre
ad
accettare
questa
cosa
giusta
,
acciocché
non
ci
siano
più
contrasti
contro
di
noi
.
"
Perché
fare
i
figliuoli
crocifissi
?
"
M
'
ha
parlato
di
sé
e
del
proprio
matrimonio
.
Ha
detto
aver
capito
che
tu
sei
la
molla
della
mia
volontà
,
e
m
'
ha
augurato
che
possiamo
presto
sistemarci
.
Mi
pare
che
si
tratti
di
un
galantuomo
di
quelli
radi
.
Poi
...
ho
veduto
la
matrigna
reduce
dal
Pola
e
Todescan
,
con
un
ampio
rotolo
sotto
il
braccio
.
Non
è
di
fuori
il
caso
che
si
tratti
di
un
vestiario
a
me
.
Perché
lo
scelgono
,
ad
ogni
modo
,
a
modo
loro
.
Ma
...
piano
!
Domani
sentirò
se
mi
sono
sbagliato
.
E
ora
noi
continuiamo
nella
nostra
via
,
senza
impazienza
di
quel
che
Dio
non
ci
negherà
.
21
ottobre
1907
.
Ho
dovuto
fare
altre
legalizzazioni
ai
fogli
della
Posta
,
che
non
mi
furono
ancora
accettati
.
Ma
dentro
domani
potrò
ripresentarli
come
hanno
voluto
.
Ringraziando
anche
il
C
.
,
che
s
'
incarica
,
con
molta
pazienza
,
di
convincere
mio
padre
ad
andare
da
un
notaro
per
autentificare
la
sua
firma
.
Chi
sa
che
imbrogli
crede
!
Anche
il
C
.
e
tutti
i
suoi
uomini
ne
ridono
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tutto
quello
che
mi
darai
tu
,
rispondendo
io
,
darà
luogo
al
mio
lavoro
.
Andrò
dai
L
.
anche
se
mio
padre
non
m
'
avrà
fatto
il
vestiario
nuovo
.
Quantunque
malvolentieri
,
perché
questo
vestito
mi
dà
un
'
aria
come
non
vorrei
.
Sorridi
tu
di
questa
trivialità
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
senza
di
te
mi
sentirei
avvilito
e
pronto
ad
uccidermi
.
23
ottobre
1907
.
Dimmi
che
comprendi
la
mia
adorazione
,
e
di
quale
febbrilità
è
preso
il
mio
animo
in
questa
rispondenza
di
pensiero
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Quando
ti
scrivo
pare
che
le
parole
si
traggano
da
una
febbre
del
mio
spirito
.
25
ottobre
1907
.
Dimmi
se
tu
hai
tutta
questa
felicità
.
Io
non
so
come
esprimermi
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Nè
capisco
affatto
perché
tu
hai
paura
che
non
giungiamo
al
nostro
sogno
.
Io
non
mi
abbandono
a
fantasticherie
:
ho
messo
la
mia
volontà
nella
realtà
.
La
mia
volontà
,
che
non
erra
mai
,
sa
bene
quale
fecondità
spirituale
sarà
nella
nostra
famiglia
.
E
se
tu
fossi
malinconica
come
ora
...
non
vi
sarebbe
nessuna
altra
pena
maggiore
per
me
.
Tu
non
hai
nessuna
cagione
di
paura
.
La
malinconia
ti
viene
dalle
persone
tra
cui
tu
vivi
.
26
ottobre
1907
.
La
padrona
di
casa
mi
mandò
una
cartolina
con
veduta
del
corso
di
S
.
Giovanni
Valdarno
,
e
io
l
'
ho
fatta
risalutare
dal
suo
marito
e
ho
scritto
,
nell
'
angolo
della
cartolina
:
"
Auguri
di
lunghissima
permanenza
dov
'
ella
si
trova
"
.
Non
parlo
quasi
mai
,
e
quando
parlo
...
c
'
è
poco
da
parlare
.
Ora
viene
il
padrone
a
rifare
il
letto
:
-
Buon
giorno
a
lei
,
-
dice
.
E
poi
:
-
Oggi
,
piove
.
-
Già
.
-
E
io
m
'
alzo
dall
'
atlante
e
accendo
una
sigaretta
.
Stamani
gli
ho
domandato
:
-
Ha
sentito
tutti
quei
gridi
fino
alle
undici
e
mezzo
?
-
Che
gridi
?
-
Ma
,
io
non
so
.
Si
sentivano
bene
dalla
piazzetta
interna
.
-
Ah
!
devono
essere
stati
i
...
i
...
come
si
chiamano
?
...
accidenti
...
ora
non
mi
viene
in
mente
...
i
...
Finalmente
viene
il
nome
(
interessante
)
.
Io
vado
a
riempire
il
brocchino
dell
'
acqua
,
che
consumo
due
o
tre
volte
.
Poi
egli
esce
.
Viene
il
latte
.
-
Buon
giorno
-
dice
il
ragazzo
.
Ed
io
a
volte
rispondo
e
a
volte
dico
:
-
Piglia
il
tovagliolo
sporco
e
le
posate
...
Ieri
sera
,
volevano
che
io
andassi
a
misurarmi
il
vestiario
a
casa
,
lassù
.
-
Non
ci
vengo
-
scrissi
-
mandatelo
e
lo
farò
guardare
dalla
donna
della
pigionale
.
Dopo
tre
quarti
d
'
ora
che
aspetto
la
risposta
,
viene
il
ragazzo
con
la
cena
e
mi
dice
:
-
C
'
è
la
padrona
all
'
uscio
.
-
Quale
uscio
?
-
Quello
...
quello
...
di
fuori
.
Ripiglio
la
candela
e
vado
ad
aprire
.
Entra
,
con
un
"
buona
sera
"
a
cui
non
rispondo
,
la
matrigna
avvolta
in
uno
scialle
di
lana
bianca
.
Mi
svesto
.
Faccio
prendere
dal
ragazzo
una
candela
,
l
'
accendo
e
gliela
faccio
tenere
in
mano
,
dinanzi
allo
specchio
.
I
calzoni
erano
cuciti
,
la
giubba
e
la
sottoveste
aggiuntate
.
Stavano
bene
(
A17
)
.
Io
dico
:
-
Per
lunedì
alle
quattro
,
devono
essere
fatte
.
Potevate
pensarci
anche
prima
.
La
matrigna
non
se
la
prende
e
risponde
:
-
Farò
quello
che
posso
.
-
Ora
mi
mandi
subito
mezza
lira
,
perché
ho
da
pagare
il
rasoio
al
barbiere
.
-
Domattina
non
sei
a
tempo
?
-
Stasera
,
perché
ho
combinato
stasera
.
Apro
l
'
uscio
e
li
richiudo
fuori
.
Al
ragazzo
,
mentre
la
matrigna
mi
appunta
la
sottoveste
,
domando
:
-
Che
hai
portato
da
cena
?
-
Io
...
non
lo
so
.
27
ottobre
1907
.
...
Volevo
dirti
un
'
altra
cosa
.
Vorrei
che
tu
comprendessi
il
dispiacere
che
ho
non
avendo
tu
mai
tempo
di
educare
la
tua
intelligenza
.
Ma
col
nostro
matrimonio
,
quando
io
non
ci
sarò
,
tu
potrai
occuparti
benissimo
secondo
che
ti
consiglierò
io
.
...
Ho
avuto
mezza
lira
dopo
aver
scritto
(
in
bella
calligrafia
!
!
)
quattro
bigliettini
.
Cominciano
i
canti
...
domenicali
!
Da
questo
vinaio
qui
,
no
;
ma
ce
n
'
è
un
'
altro
proprio
di
fianco
.
Quando
avrai
veduto
il
mio
animo
,
conoscerai
che
si
può
fare
a
meno
di
tutti
gli
uomini
.
Entro
in
Duomo
e
parlo
con
l
'
arte
,
e
nell
'
animo
è
come
una
luce
del
tuo
affetto
.
Onde
il
significato
mistico
al
mio
,
e
la
superiorità
che
ti
attribuisco
,
perché
l
'
hai
.
Superiorità
che
è
sopra
tutti
gli
uomini
e
confina
,
con
la
mia
anima
,
in
quella
specie
di
divinità
che
ho
raggiunta
in
me
.
Non
ti
senti
tu
penetrata
da
Dio
?
Non
senti
tu
questa
divinità
collegata
col
tuo
essere
?
Prima
di
adorarti
come
ora
,
era
individuale
nel
mio
animo
.
M
'
ero
congiunto
con
Dio
,
e
la
sua
forza
era
distribuita
a
me
.
Ed
ora
io
trasfiguro
la
tua
carne
e
tutto
il
tuo
essere
con
la
mia
anima
.
Tanto
che
mi
è
impossibile
un
attimo
di
pensiero
il
quale
non
provenga
da
te
.
Ora
mi
sono
spiegato
.
E
tu
hai
tutta
la
verità
del
mio
affetto
.
Ho
paura
che
io
non
riuscirò
ad
approfittare
di
tutto
ciò
che
mi
suggerirai
leggendo
insieme
.
Molte
altre
volte
,
quando
siamo
stati
insieme
,
è
nata
l
'
effigie
di
un
'
idea
,
senza
ch
'
io
l
'
abbia
potuta
ricevere
...
Il
nostro
affetto
farà
tutto
.
Tu
hai
insistito
più
di
una
volta
su
la
noia
di
studiare
queste
cose
.
No
:
io
sto
male
quando
per
ragioni
non
dipendenti
dalla
mia
volontà
,
devo
star
seduto
senza
far
niente
.
Io
desidero
perciò
di
sentirmi
sempre
bene
e
forte
.
Anche
oggi
farò
meno
che
il
solito
.
Ma
dopo
il
riposo
vengono
più
sicure
le
energie
.
1
novembre
1907
.
Ho
sempre
detto
via
via
delle
cose
cattive
che
sono
passate
attraverso
la
mia
anima
,
per
purificarcene
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
non
facciamo
che
le
nostre
intelligenze
possano
turbare
il
nostro
affetto
.
Prima
esso
,
e
poi
quel
che
Dio
ci
ha
concesso
.
2
novembre
1907
.
Comprometti
la
tua
serietà
quando
vuoi
sapere
le
donne
che
mi
sono
piaciute
.
Prima
di
conoscere
te
,
non
sono
mai
stato
amato
da
nessuna
,
quando
ho
avuto
una
simpatia
:
due
volte
sole
.
Ma
la
mia
intelligenza
m
'
ha
sempre
salvato
.
Come
ti
posso
parlare
di
quella
cosa
inesprimibile
che
mi
tiene
fuori
delle
sensazioni
comuni
?
Dopo
aver
amata
te
,
senza
averne
coscienza
,
non
ho
più
parlato
a
nessuna
,
né
mi
è
più
piaciuta
nessuna
.
Chiameresti
amori
quelli
della
giovinetta
che
era
sarta
in
casa
della
padrona
di
Firenze
?
Io
le
parlavo
come
ad
un
'
altra
qualunque
.
Ella
soltanto
sentiva
qualche
cosa
.
Così
pure
dei
fidanzamenti
carnevaleschi
di
Siena
.
C
'
è
bisogno
che
ti
faccia
conoscere
ch
'
io
son
fatto
così
?
Da
quella
giovinetta
di
Firenze
,
io
non
ho
ingannato
più
nessuna
.
Ed
esse
non
mi
hanno
dato
effetto
differente
a
tutte
le
altre
donne
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Dunque
,
di
me
nemmeno
gelosia
nei
ricordi
.
Tu
mi
creasti
l
'
intelligenza
e
l
'
affetto
.
Perché
prima
d
'
allora
io
non
sapevo
scrivere
.
Sentivo
dentro
di
me
qualche
potenza
,
ma
non
avevo
trovato
chi
me
la
sviluppasse
.
Io
mi
sono
rinnovato
.
Ma
vedi
:
è
tanta
la
differenza
presente
,
che
quando
parlo
di
tali
cose
mi
sento
avvilitissimo
.
Ti
chiedo
sempre
perdono
.
3
novembre
1907
.
Il
mio
affetto
per
te
m
'
ha
ridestato
una
sensazione
che
ebbi
confessandomi
per
la
prima
comunione
.
Avrei
voluto
urlare
,
per
mandar
via
dall
'
anima
le
cose
che
sentivo
esser
peccato
.
Era
una
percezione
del
peccato
.
E
piansi
improvvisamente
,
mentre
parlavo
.
Il
tuo
affetto
,
da
un
pezzo
,
m
'
ha
ricondotto
a
questa
sensazione
di
limpidezza
e
di
trasparenza
.
Nella
mia
anima
non
ci
sono
più
peccati
.
E
il
ricordo
di
essi
ha
l
'
imagine
di
una
macchia
che
se
ne
va
.
Il
tuo
affetto
mi
fa
riprovare
questa
innocenza
.
4
novembre
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Un
altro
particolare
.
M
'
hanno
mandato
,
in
un
affisso
del
cinematografo
,
una
camicia
greve
,
le
mutande
e
un
solino
,
che
s
'
è
tutto
sporcato
dell
'
inchiostro
ancor
fresco
del
manifesto
.
Sì
che
l
'
ho
dovuto
rimandare
.
M
'
hanno
detto
che
mi
mutassi
subito
la
camicia
perché
...
non
ce
ne
sono
più
.
E
me
l
'
hanno
mandata
di
lana
.
Così
,
quest
'
altra
volta
,
toccherà
quella
di
cotone
,
alternativamente
.
La
stessa
cosa
per
le
mutande
....
Basta
che
non
sia
né
men
veduto
il
libro
di
psicologia
.
E
così
pure
gli
altri
libri
.
Non
ho
la
preoccupazione
comune
,
ma
qualche
cosa
di
più
.
Prestare
un
libro
mio
e
nostro
mi
lega
quasi
in
un
'
amicizia
.
9
novembre
1907
.
Ieri
sera
tornò
la
padrona
di
casa
,
che
ho
pregata
di
aiutarmi
facendo
silenzio
.
Infatti
oggi
è
stato
come
non
ci
fosse
.
Manda
la
bambina
dalla
pigionale
.
Il
cuore
mi
dice
che
passerò
.
È
impossibile
di
no
.
11
novembre
1907
.
Stamani
ho
avuto
un
effetto
magnifico
d
'
un
sonetto
del
Carducci
dopo
aver
studiate
volontieri
le
assegnate
pagine
della
fisica
.
Così
,
l
'
altro
giorno
,
di
un
canto
del
Paradiso
.
18
novembre
1907
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
Sono
passate
due
ore
in
cui
non
ho
più
creduto
in
te
,
ed
ho
riprovato
quel
brivido
che
avevo
quando
la
mia
anima
era
sola
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
è
strano
.
Nascono
gl
'
imbrogli
fra
noi
per
un
differente
modo
di
esprimersi
.
Quando
chiedo
vorrei
che
tu
mi
rispondessi
con
la
stessa
gioia
e
la
stessa
forza
mia
:
si
!
Così
(
e
c
'
è
da
sorridere
)
se
io
non
ti
conoscessi
,
ora
starei
un
'
altra
volta
in
dubbio
della
tua
decisione
.
Perché
io
,
che
sono
violento
nella
mia
passione
,
ho
come
il
bisogno
di
afferrare
subito
la
tua
anima
nelle
parole
.
E
ciò
è
soltanto
da
attribuirsi
a
una
differenza
superficiale
del
temperamento
,
la
quale
sparirà
con
lo
scambio
mutuo
del
nostro
essere
.
Ecco
quel
che
m
'
ha
fatto
Iolanda
.
Sono
andato
in
cucina
dov
'
erano
a
mangiare
.
La
padrona
ha
voluto
darmi
un
pezzetto
d
'
arrosto
e
intanto
ella
m
'
aveva
riempito
un
bicchiere
di
vino
.
Iolanda
l
'
ha
afferrato
e
,
bevendone
,
ha
dato
dopo
la
ragione
:
-
Se
no
diventi
briaco
!
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
Quattro
anni
fa
io
t
'
amavo
ma
non
avevo
lasciato
né
meno
con
te
quell
'
ironia
fredda
con
la
quale
vedo
.
Adesso
tu
mi
hai
cambiato
,
e
son
venuto
a
bussare
alla
tua
anima
.
Ma
a
te
soltanto
.
Sono
orgoglioso
della
tua
gioia
,
che
significa
la
nostra
piena
concordia
.
20
novembre
1907
.
(
Adesso
suona
un
organetto
.
Ho
cessato
di
scrivere
perché
i
suoni
quasi
aggrovigliolano
la
mia
anima
.
Mi
ricordo
che
una
volta
potevo
piangere
.
Lascia
spiegarti
una
cosa
,
cui
io
non
intendo
.
Nel
tempo
che
stetti
solo
,
avevo
voglia
di
piangere
pensando
a
un
bambino
qualunque
che
avessi
veduto
.
Spiega
tu
;
ma
deve
essere
una
cosa
troppo
anormale
per
essere
compresa
)
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ieri
sera
bussò
qui
all
'
uscio
la
matrigna
e
quella
cuginetta
,
che
è
una
bambina
di
sette
anni
,
orfana
e
povera
,
che
tiene
in
casa
mio
padre
.
Andai
io
ad
aprire
.
Fu
gentile
.
Mi
prese
la
misura
del
pastrano
sopra
un
foglietto
,
e
portò
via
gli
altri
panni
d
'
estate
.
M
'
ha
promesso
di
cucirmi
una
camicia
in
pochi
giorni
,
Anch
'
io
fui
sorridente
dentro
di
me
,
e
quindi
non
molto
orso
,
perché
pensavo
a
quel
che
mi
scrivesti
l
'
altra
volta
,
quando
ella
rivenne
per
mesurarmi
i
panni
.
Ma
io
non
desidero
d
'
essere
minchione
.
E
quindi
studiai
bene
quale
parte
morale
rappresentasse
di
fronte
a
me
e
...
a
mio
padre
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
L
'
accompagnai
,
un
poco
nervoso
,
fino
alla
porta
,
e
mostrai
impazienza
perché
la
bambina
cavando
fuori
una
manata
di
fiammiferi
dalla
scatola
,
non
si
spicciava
ad
accenderli
,
per
scendere
le
scale
.
Questa
volta
s
'
erano
premunite
...
dell
'
illuminazione
!
Ma
,
d
'
altra
parte
,
io
devo
sfuggire
la
loro
influenza
,
e
devo
tenere
il
mio
contegno
.
Sono
contenti
perché
credono
ch
'
io
passi
.
(
Si
capisce
bene
)
.
22
novembre
1907
.
Mio
padre
ha
avuto
male
a
un
piede
,
per
una
bulletta
.
Lo
domandai
,
ieri
,
al
ragazzo
;
perché
non
mi
avevano
detta
alcuna
cosa
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Quante
volte
la
mia
anima
prima
di
lasciarsi
prendere
da
tale
intensità
,
ha
origliato
su
la
soglia
del
nostro
affetto
per
scorgere
entro
te
le
cose
indicibili
.
Ed
ella
ha
voluto
come
camminare
su
per
il
fiume
della
tua
anima
,
fino
alla
sorgente
,
ammaliata
sempre
di
più
,
in
una
fissità
di
paesaggio
.
Tutta
la
tua
anima
ha
gorgogliato
in
me
,
come
un
'
acqua
.
25
novembre
1907
.
Tuo
padre
ha
molta
simpatia
per
il
mio
,
perché
con
il
lavoro
s
'
è
fatto
un
poco
di
capitale
.
Ed
io
anche
gli
sarei
rimasto
più
simpatico
se
...
avessi
portato
il
grembiulone
e
avessi
lavato
i
piatti
.
Allora
mi
avrebbero
detto
:
-
Tenga
:
ecco
la
mia
figliola
.
"
Peccato
,
non
è
vero
,
Emma
!
"
26
novembre
1907
.
Ho
ripassato
i
minerali
più
importanti
,
e
mi
trovo
ben
fornito
.
Ma
guai
se
facessi
capolino
dalla
parte
della
letteratura
!
Dovrei
stare
parecchie
ore
a
riserrare
dentro
me
la
voglia
di
leggere
qualche
cosa
.
27
novembre
1907
.
Uno
ha
già
avuto
la
chiamata
per
il
trenta
(
A18
)
.
Io
non
ho
avuto
niente
.
Ora
m
'
informo
.
28
novembre
1907
.
...
ho
saputo
finalmente
(
il
ragazzo
s
'
era
tenuto
in
tasca
l
'
avviso
)
che
io
ho
l
'
esame
il
primo
dicembre
.
Da
Firenze
,
a
Siena
29
novembre
1907
.
Ti
scrivo
in
treno
.
.
.
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.
.
.
Stanotte
ho
dormito
pochissimo
.
Dall
'
una
ho
sentito
battere
tutte
le
ore
.
30
novembre
1907
.
Ti
scrivo
passeggiando
,
o
,
meglio
,
attraversando
Piazza
della
Signoria
...
Ho
avute
informazioni
dai
già
esaminati
,
e
mi
sento
sicurissimo
per
la
teoria
,
forse
farò
meglio
di
parecchi
.
Per
l
'
udito
sono
tra
i
mediocri
.
Domattina
,
tocca
a
me
.
1
dicembre
1907
.
(
Telegramma
)
Teoria
ottimamente
,
elogi
;
pratica
,
mediocremente
.
Parto
stasera
.
Da
Siena
,
a
Siena
2
dicembre
1907
.
Anche
se
ti
dicessi
un
'
infinità
di
particolari
del
mio
esame
,
saremmo
sempre
incerti
.
Ma
dallo
spoglio
di
tutti
i
risultati
,
io
spero
di
essere
ammesso
relativamente
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
Ho
sempre
dormito
poco
;
alle
tre
ero
alzato
a
studiare
.
E
le
altre
ore
le
ho
passate
febbrilmente
a
leggere
altre
nozioni
in
libri
prestatimi
,
o
a
ripassare
le
cose
più
difficili
con
altri
,
lungo
l
'
Arno
e
lungo
il
Mugnone
.
Per
la
teoria
fui
elogiato
da
tutti
e
tre
della
commissione
.
La
trasmissione
finì
con
un
bene
del
presidente
.
Ma
al
ricevimento
non
scrissi
affatto
il
primo
(
italiano
)
mezzo
il
secondo
(
francese
)
e
interamente
il
terzo
(
inglese
)
.
Ne
parleremo
.
In
questi
giorni
bisogna
che
studi
tutte
le
altre
cose
anche
per
le
Ferrovie
,
che
faranno
gli
esami
prima
di
quelli
scritti
della
Posta
(
pare
)
.
4
dicembre
1907
.
Ho
saputo
che
gli
esami
delle
ferrovie
saranno
fatti
a
Siena
(
nei
locali
del
convitto
)
nel
giorni
27
e
28
di
questo
mese
.
6
dicembre
1907
.
Le
occasioni
di
rubare
capitano
a
chi
è
ladro
.
E
così
a
te
sono
avvenute
quelle
...
Ma
le
occasioni
si
respingono
,
quando
si
desidera
.
.
.
.
.
.
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.
.
Dal
canto
mio
ti
faccio
notare
che
tali
sciocchezze
avrebbero
la
forza
di
cambiarmi
moralmente
,
e
di
dipingerti
come
tutte
le
altre
donne
.
7
dicembre
1907
.
La
mia
lettera
t
'
avrà
fatto
dispiacere
.
Ma
essa
è
l
'
espressione
quasi
selvaggia
della
mia
severità
,
che
mi
conserva
degno
del
più
puro
affetto
.
.
.
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.
.
.
.
.
Quando
si
ama
non
si
discute
.
Perdona
me
,
ora
.
12
dicembre
1907
.
Devo
darti
la
brutta
notizia
,
che
ha
solo
la
soddisfazione
morale
di
un
'
uguale
riuscita
per
tutti
gli
altri
.
Perdonami
.
13
dicembre
1907
.
Provo
dispiacere
per
aver
perduto
un
'
occasione
di
farci
indipendenti
.
Non
per
l
'
esame
in
se
stesso
.
Ho
studiato
l
'
udito
quanto
ho
potuto
,
e
in
questa
prova
sono
riusciti
soltanto
coloro
che
da
diversi
anni
facevano
servizio
.
.
.
.
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.
.
Stamani
ho
comprato
i
quaderni
per
la
calligrafia
.
Se
non
fossero
state
le
tue
lettere
,
non
so
in
quale
stato
d
'
animo
io
sarei
.
Tu
mi
hai
confortato
e
fatto
conoscere
una
parte
della
tua
bontà
.
L
'
affetto
toglie
il
dolore
.
Ho
cercato
di
fare
tardi
inutilmente
per
le
vie
.
Qui
nel
salotto
c
'
è
un
branco
di
briachi
,
che
hanno
festeggiato
Santa
Lucia
.
Credevo
che
avessero
finito
.
È
la
prima
volta
che
accade
una
porcheria
di
questo
genere
.
.
.
.
.
.
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.
.
Intanto
,
poi
che
sono
andato
giù
fuori
di
Porta
Tufi
,
fino
quasi
alla
cappella
(
battevano
le
21
)
ho
fatto
una
riflessione
:
il
primo
dell
'
anno
compio
25
anni
,
e
così
nessuno
c
'
impedirà
il
matrimonio
.
Non
è
poco
.
Dato
che
nessuno
dei
nostri
padri
fosse
disposto
ad
accordarcelo
.
Non
so
se
te
n
'
eri
accorta
!
Ho
quasi
voglia
in
questi
giorni
di
...
farti
vedere
che
so
scrivere
bene
.
Voglio
dire
calligraficamente
.
Guarda
:
ieri
empii
un
quaderno
tra
questo
corsivo
e
il
rotondo
.
Non
potrei
schiacciare
per
...
non
saper
scrivere
?
.
.
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.
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.
.
.
.
.
.
Mi
duole
già
la
mano
!
(
1
)
15
dicembre
1907
.
Dinanzi
a
questi
esami
,
mi
son
sentito
fuggire
tutto
quel
che
ti
volevo
scrivere
,
Ti
volevo
dire
quanto
stasera
ho
veduto
nella
campagna
.
.
.
.
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.
.
.
.
Dove
hai
messo
la
psicologia
?
Son
desideroso
forte
di
rileggerla
.
Ma
fra
due
settimane
sento
che
sarò
libero
di
farlo
.
16
dicembre
1907
.
.
.
.
.
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.
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.
.
.
.
.
Ma
come
tu
diverresti
un
oggetto
comune
!
Senza
ch
'
io
compia
un
atto
di
riflessione
tu
diverresti
una
persona
qualunque
,
priva
della
mia
anima
.
Diverresti
come
tutte
le
persone
ch
'
io
conosco
.
Un
impulso
decisivo
a
difendermi
da
te
,
e
la
ricerca
insaziabile
di
un
'
anima
che
mi
comprenda
ed
è
soddisfatta
solo
del
mio
affetto
.
Io
capii
che
tu
temevi
che
io
divenissi
estraneo
a
te
e
mi
comportassi
come
se
tu
non
esistessi
.
E
ciò
che
t
'
ha
scusato
meno
,
dopo
,
sono
state
le
tue
scuse
.
Tu
non
dovevi
ragionare
.
Tu
dovevi
comprendere
la
mia
disperazione
...
Basta
.
Io
ti
scrivo
sensazioni
di
questi
giorni
,
le
quali
io
avrei
scritte
in
un
mio
libretto
se
tu
non
fossi
divenuta
la
pagina
dove
si
segnano
tutti
i
miei
pensieri
.
È
cosa
che
se
ne
va
.
Ma
voglio
dirti
anche
che
molte
volte
ho
supposto
che
tu
non
mi
trovassi
abbastanza
serio
da
prendere
la
tua
anima
.
E
ne
ho
sorriso
con
sarcasmo
.
E
questa
cosa
ti
prova
quanto
io
sia
sensibile
a
te
.
Ma
,
più
di
ogni
altra
cosa
io
incolpo
la
nostra
separazione
.
Se
tu
avessi
vissuto
con
me
,
non
mi
avresti
ingannato
mai
.
Penso
così
!
Sono
stupido
a
scrivere
queste
cose
!
Dovrei
essere
tanto
forte
da
lasciarle
passare
,
senza
che
te
le
confidassi
.
Ma
tu
le
leggerai
come
le
hai
intuite
.
Fai
conto
di
avere
trovato
qualche
foglio
dove
io
le
avessi
dimenticate
.
Io
non
te
le
scrivo
.
Tu
me
le
perdoni
,
perché
sono
tuo
e
rivenuto
a
pensare
con
te
.
E
quando
penso
con
te
,
sono
felice
.
Io
ho
trovato
un
'
altra
anima
.
La
mia
non
era
sufficiente
a
contenere
i
suoi
contorcimenti
,
e
tu
l
'
hai
presa
e
la
fai
credere
.
Sì
:
tu
m
'
hai
fatto
credere
.
Io
ho
bisogno
di
essere
amato
.
Quando
sono
vicino
ad
una
siepe
,
mi
sembra
ch
'
essa
debba
comprendere
il
mio
desiderio
.
E
quando
penso
ch
'
essa
sa
che
io
sono
adorato
,
ch
'
io
possiedo
finalmente
quel
che
ho
domandato
sempre
,
mi
sembra
che
ne
provi
con
me
la
soddisfazione
dell
'
infinito
.
Essere
amato
!
Io
non
aveva
mai
saputo
che
in
ciò
stia
il
limite
spirituale
:
la
felicità
.
Non
avevo
mai
saputo
d
'
essere
amato
.
Da
te
,
Emma
,
dipende
la
nostra
vita
e
la
mia
spiritualità
.
Una
volta
,
quando
non
ci
scrivevamo
,
io
studiavo
,
e
nelle
parole
e
nei
libri
era
la
realtà
percepita
da
me
.
Gli
uomini
non
esistevano
.
Io
avevo
sensazioni
di
tal
genere
soltanto
.
Era
lo
stesso
ch
'
io
camminassi
non
tra
gli
altri
.
Io
non
volevo
nessuno
d
'
intorno
.
Volevo
che
non
esistesse
alcun
altro
uomo
.
E
nei
libri
io
trovavo
la
mia
realtà
.
Così
tornai
a
te
,
perché
mi
ero
conservato
e
preparato
per
la
tua
anima
.
Tu
non
eri
uscita
mai
dal
mio
intelletto
.
Quand
'
io
mi
rivolsi
alla
vita
,
trovai
te
sola
.
E
ricordo
bene
la
sera
ch
'
io
mi
decisi
a
scriverti
.
Lo
gridai
da
solo
:
"
Le
scrivo
"
.
Sono
ricordi
veri
.
Perché
non
dirteli
?
Siamo
lungi
,
non
è
vero
?
Siamo
prossimi
alla
nostra
realtà
.
Tu
hai
sorriso
di
me
quando
hai
creduto
ch
'
io
m
'
avvicinassi
a
te
o
ti
guardassi
con
un
pensiero
che
non
appartenesse
al
nostro
infinito
;
ma
hai
avuto
torto
.
Tu
mi
facesti
trovare
la
mia
anima
,
e
tu
l
'
hai
conservata
.
S
'
io
sono
un
superiore
,
tu
ne
devi
essere
lieta
.
Della
tua
letizia
pura
,
inesprimibile
.
Ecco
perché
io
sorrido
d
'
ogni
altra
cosa
.
Ecco
perché
io
passo
come
un
soffio
davanti
a
tutto
.
Tu
sola
sei
reale
.
E
se
ho
pensate
cose
volgari
di
te
,
è
stato
perché
non
m
'
hai
dimostrato
sempre
di
comprendermi
.
Di
non
sempre
comprendere
quel
che
è
il
mio
affetto
.
E
allora
t
'
ho
come
maledetta
.
T
'
ho
scacciata
da
me
,
dal
mio
spirito
puro
,
che
vive
per
la
tua
realtà
in
una
carne
pura
.
Ma
se
così
non
ti
piaccio
,
basta
che
tu
mi
ami
e
ch
'
io
abbia
confidenza
in
te
.
Tu
puoi
condurmi
dove
vuoi
.
E
di
ciò
soltanto
sono
preoccupato
.
Stamani
.
Devo
mandarti
questa
lettera
?
No
.
La
devo
stracciare
.
La
leggerai
quale
conferma
di
ciò
che
avevi
intuito
da
te
medesima
.
Ma
tu
attendi
da
me
la
tua
letizia
spirituale
ed
io
così
ti
contristerei
se
ti
avessi
scritto
tali
cose
.
Non
te
le
ho
scritte
.
Ti
scrivo
che
devi
essere
lieta
,
così
come
abbiamo
vissuto
alcuni
istanti
.
E
devi
leggere
nei
miei
occhi
il
mio
affetto
.
Sei
mia
.
Scrivo
,
ciò
con
gaudio
senza
limite
.
Io
non
ricordo
più
quel
che
non
mi
piace
del
tuo
sguardo
alcuna
volta
.
Quando
m
'
è
sembrato
che
tu
vivessi
solo
in
te
stessa
,
e
che
tu
fossi
addolorata
.
Quando
ho
supposto
che
i
tuoi
occhi
fossero
stati
torbidi
;
se
io
li
avessi
potuti
vedere
.
Quando
il
mio
affetto
,
la
mia
vicinanza
,
avrebbero
solo
sfiorato
il
tuo
animo
.
Ma
quando
penso
che
il
mio
affetto
è
come
sensibile
sul
tuo
volto
,
e
che
il
tuo
sorriso
è
il
mio
affetto
,
allora
mi
s
'
aduna
nell
'
anima
come
una
moltitudine
di
pensieri
tutti
giocondi
.
Stamani
non
mi
hai
scritto
?
Ciascuna
lettera
mi
fa
sognare
.
Quando
lessi
quella
con
la
rosa
sfogliata
,
io
sentii
trascinarmi
nell
'
infinito
del
nostro
affetto
,
che
ha
Dio
sulla
sua
vetta
.
Dio
,
cui
io
ho
percepito
per
il
tuo
affetto
.
Tu
m
'
hai
aperto
a
questa
soglia
,
dove
le
nostre
anime
tremano
per
la
delizia
.
20
dicembre
1907
.
Io
tesso
il
filo
che
tu
mi
porgi
.
(
Ora
ho
sorriso
.
È
venuta
Iolanda
e
,
messasi
,
senza
invito
,
coi
gomiti
sul
tavolino
,
m
'
ha
detto
:
"
Ma
te
fai
anche
gli
scarabocchi
!
"
)
Non
posso
mandarla
subito
via
,
perché
suppongo
che
in
questo
momento
non
siano
in
casa
i
suoi
genitori
.
Il
modo
suo
d
'
entrare
è
questo
:
molti
calci
e
pugni
su
l
'
uscio
.
Ho
risolto
più
di
venti
problemi
geometrici
e
ho
anche
compreso
come
un
matematico
(
A19
)
sia
completamente
stupido
e
anche
un
poco
cattivo
.
23
dicembre
1907
.
Io
non
penso
se
non
avendo
dentro
di
me
la
tua
imagine
.
E
mi
è
impossibile
separare
alcun
mio
pensiero
dalla
tua
presenza
spirituale
.
Che
è
per
me
un
indirizzo
e
una
volontà
morale
.
Voglio
dire
che
ogni
mio
atto
è
segnato
dallo
scopo
di
possedere
te
e
di
farmi
possedere
da
te
.
Tutto
il
tempo
trascorso
è
lo
svolgersi
delle
nostre
anime
.
Alcune
volte
mi
sono
domandato
se
tu
avevi
sempre
presente
questa
specie
di
fato
...
E
più
di
una
volta
ho
riconosciuto
che
la
coscienza
del
mio
affetto
mi
aveva
come
nascosto
il
tuo
.
Ed
ho
compreso
che
io
non
giungerò
mai
a
riamarti
quanto
tu
mi
ami
.
Il
che
non
è
punto
un
'
illusione
del
mio
stesso
affetto
.
Io
ti
imagino
,
sempre
come
una
protezione
su
di
me
;
ma
anche
tu
,
forse
,
provi
la
stessa
sensazione
.
Ora
avevo
interrotto
un
poco
.
E
sono
andato
da
Pispini
alla
Certosa
,
insieme
con
due
fratelli
che
concorrono
.
Non
avevo
mai
provato
tanto
nettamente
la
poesia
della
Terra
.
24
dicembre
1907
.
Io
sono
quasi
impaziente
dell
'
esame
.
Tre
giorni
soli
!
27
dicembre
1907
.
È
andata
bene
.
28
dicembre
1907
.
Ad
Arturo
ho
potuto
raccontare
bene
del
problema
che
ho
risolto
esattamente
,
senza
aver
tempo
di
ridurre
in
ore
le
frazioni
dei
giorni
.
Cosa
che
non
era
richiesta
e
la
maggioranza
non
ha
fatto
.
Mi
dimenticavo
di
dirti
una
cosa
strana
.
L
'
altra
notte
sognai
esattamente
il
problema
che
ho
risolto
stamani
,
senza
percepirne
le
quantità
,
però
.
Lo
dissi
perfino
a
un
concorrente
!
Il
tema
è
stato
così
facile
che
non
mi
è
stato
possibile
adoprare
la
mia
cultura
.
Errori
di
grammatica
,
credo
che
non
ce
ne
siano
.
Gli
orali
vanno
dal
gennaio
al
marzo
,
e
non
posso
sapere
quando
sarò
chiamato
.
30
dicembre
1907
.
Sono
in
Biblioteca
da
un
'
ora
.
Ma
capisco
che
se
voglio
lavorare
devo
studiare
meno
che
sia
possibile
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
guardavo
nei
campi
e
pensavo
a
noi
.
E
il
cimitero
mi
faceva
sembrare
che
tutto
fosse
morto
.
Mi
ributtava
!
Ridevo
anche
di
certe
fantasticherie
,
che
una
volta
,
frettolosamente
,
avrei
scritte
.
Sensazioni
di
racconti
del
Poe
...
1
gennaio
1908
.
(
A20
)
Stasera
ti
faccio
un
poco
di
...
biografia
.
Ho
fatto
fino
alla
metà
del
terzo
anno
di
ginnasio
,
al
seminario
.
Fui
fatto
allontanare
dal
Rettore
,
che
ora
è
vescovo
a
Montalcino
,
perché
non
studiavo
e
per
la
non
buona
condotta
.
Infatti
...
ci
sarebbero
molte
cose
della
mia
condotta
.
Del
latino
ricordavo
poco
.
Più
della
sala
ove
mi
facevano
lezione
e
del
teatro
dei
seminaristi
.
E
per
avere
appunto
,
durante
una
recita
,
scandalizzato
i
vicini
con
le
mie
schiette
osservazioni
intorno
...
all
'
arte
degli
attori
,
fui
escluso
dall
'
intervenirvi
,
e
pochi
giorni
dopo
fu
consigliato
mio
padre
a
togliermi
di
la
giù
.
Bisogna
che
dica
la
verità
.
Allora
fui
messo
,
dalla
mamma
,
a
ripetizione
da
quel
prete
da
cui
ho
imparato
il
latino
tre
anni
fa
.
Il
quale
s
'
era
preso
l
'
incarico
di
farmi
fare
terza
,
quarta
e
quinta
,
in
sette
mesi
,
e
prepararmi
per
le
scuole
governative
.
Io
non
so
quanto
ero
intelligente
.
Ricordo
che
mi
sentivo
quasi
sempre
male
;
avendo
la
febbre
quasi
tutti
i
giorni
.
E
il
volto
di
quel
prete
mi
era
odiosissimo
.
Non
lo
potevo
guardare
più
.
Dopo
due
settimane
,
la
mia
mamma
,
mentre
si
accingeva
a
portarmi
a
ripetizione
...
(
A21
)
.
Stetti
tre
giorni
senza
andarvi
.
Mio
padre
non
si
combinò
con
il
prezzo
delle
lezioni
,
e
non
mi
ci
mandò
più
.
Credo
che
si
guastasse
per
due
lire
al
mese
.
Da
ragazzo
avevo
attitudine
al
disegno
,
quantunque
sentissi
,
dentro
di
me
,
che
quella
manifestazione
era
la
preparazione
di
una
cosa
più
interna
.
Avevo
quest
'
idea
.
Ingrandivo
i
ritratti
discretamente
.
E
fui
mandato
alle
Belle
Arti
.
Feci
il
corso
d
'
ornato
,
mezzo
di
quello
dell
'
Architettura
e
,
poi
passai
al
corso
della
Figura
.
Ohimé
!
Le
sospensioni
erano
frequentissime
.
Alcune
meritate
e
altre
per
malvagità
di
un
tale
.
In
fine
,
lui
sospeso
per
sempre
,
credo
.
E
non
volendo
essere
picchiato
più
,
smisi
.
Questi
fatti
mi
trasformarono
interamente
.
Disegnavo
un
giorno
,
e
due
andavo
con
i
compagni
a
bagnarmi
.
Sudavo
,
m
'
eccitavo
alla
vista
di
tutto
.
E
anche
ora
che
scrivo
ho
presente
quella
sensazione
di
avidità
con
che
scoprivo
le
cose
.
E
come
esse
mi
si
manifestassero
come
cose
del
mio
animo
.
Dopo
un
anno
di
questa
vita
,
fui
messo
alle
scuole
tecniche
.
Tentò
,
un
maestrucolo
,
di
farmi
ammettere
al
secondo
anno
,
ma
fui
schiacciato
in
aritmetica
,
e
dovetti
studiare
tutti
i
tre
anni
.
Al
principio
della
seconda
,
per
una
sospensione
,
fuggii
con
due
altri
,
senza
soldi
,
e
chiesi
il
pane
fino
a
Certaldo
.
Al
terzo
anno
ebbi
molte
sospensioni
,
tanto
che
fui
costretto
a
dare
l
'
esame
di
ammissione
all
'
Istituto
ad
Arezzo
.
Passai
io
solo
.
Feci
il
primo
anno
qui
a
Siena
,
in
quell
'
istituto
tecnico
posticcio
.
E
a
Firenze
non
finii
il
secondo
perché
mi
sentivo
continuamente
male
.
Male
d
'
esser
solo
,
e
più
volte
pensai
di
suicidarmi
.
Detti
l
'
esame
di
ammissione
al
terzo
anno
,
avendo
continuato
da
me
il
secondo
a
Siena
,
e
fui
bocciato
in
italiano
e
in
disegno
(
A22
)
.
Allora
non
seppi
più
che
fare
.
Le
questioni
in
famiglia
erano
frequenti
.
Io
facevo
una
vita
sciocca
e
sudicia
.
Quando
ti
scrissi
non
pensavo
veramente
di
essere
quale
sono
.
Più
volte
ho
paragonato
questo
passo
all
'
ultima
vignetta
delle
avventure
di
Pinocchio
.
Mi
cadde
,
con
te
,
la
veste
di
sudicio
e
di
volgarità
che
mi
s
'
era
addossata
.
Ed
ho
ricevuto
ora
qualche
cosa
,
che
somiglia
a
pena
soltanto
alla
mia
purità
dell
'
adolescenza
.
E
,
in
questi
giorni
,
di
essa
ho
riavuto
tante
sensazioni
.
Ma
io
non
so
perché
ho
dovuto
essere
prima
un
uomo
comune
.
Come
fossi
avviluppato
da
una
tela
di
volgarità
e
di
stupidità
.
Quanto
tempo
sei
stata
attesa
,
senza
che
ne
avessi
coscienza
?
Forse
mai
se
non
quando
tu
venisti
.
Ma
a
parlare
di
quel
tempo
mi
pare
di
essere
stato
un
bruto
.
Allora
leggevo
i
materialisti
:
il
Comte
,
il
Bu
...
(
non
ricordo
nemmeno
il
nome
)
,
il
Darwin
.
Durante
la
terza
elementare
ebbi
il
tifo
.
Stetti
in
fin
di
vita
due
volte
,
e
ricordo
le
pallide
allucinazioni
che
avevo
.
Ma
come
erano
dolci
alla
mia
imaginazione
l
'
aspetto
della
campagna
e
i
suoni
ch
'
io
udivo
!
Mi
pareva
che
la
campagna
avesse
una
voce
speciale
,
quasi
un
fruscìo
.
E
quando
fui
guarito
,
vedevo
dentro
di
me
tante
imagini
che
mi
davano
come
una
pazzia
.
E
quando
tornai
a
scuola
,
dopo
essere
stato
una
settimana
a
Roma
,
presso
quel
commendatore
,
non
ebbi
più
voglia
.
Credo
che
sentissi
dentro
di
me
un
vocìo
assordante
di
cose
.
Sognavo
di
giorno
.
Non
ricordo
più
nulla
.
Il
tuo
affetto
mi
ha
ripurificato
.
Lo
sai
.
La
tua
conoscenza
mi
dette
un
'
energia
inaspettata
.
Tu
mi
rivelasti
l
'
anima
.
Prima
che
io
scrivessi
a
te
,
non
pensavo
e
non
sapevo
scrivere
.
E
quando
ti
lasciai
,
non
per
mia
volontà
,
avevo
bisogno
di
raggiungere
un
'
altra
sommità
del
mio
spirito
.
Oh
,
come
mi
sentivo
avvilito
per
non
poterti
distruggere
!
Io
ti
credevo
un
danno
,
per
sempre
.
Io
volevo
,
nel
vuoto
di
me
stesso
,
trovare
la
nuova
perfezione
,
la
nuova
forza
cui
avevo
percepita
.
E
prima
ch
'
io
tornassi
a
te
è
stato
necessario
ch
'
io
abbia
toccato
il
culmine
di
questo
sforzo
,
ch
'
io
abbia
sentito
la
mia
vita
esser
piena
,
ch
'
io
non
potevo
aggiungere
altra
cosa
a
me
stesso
.
Ma
mi
sentivo
arido
;
dell
'
aridezza
prodotta
dalla
mia
volontà
(
A23
)
.
E
più
d
'
una
volta
,
t
'
ho
detto
,
in
quel
tempo
,
essere
stato
pazzo
.
E
non
avrei
potuto
nemmeno
imaginare
l
'
affetto
di
ora
.
È
necessario
però
che
tu
apprenda
meglio
di
quale
affetto
io
t
'
adoro
,
e
come
per
produrlo
è
stata
necessaria
la
modificazione
morale
avvenuta
nel
silenzio
.
Perciò
ti
mando
quest
'
altra
lettera
di
cui
t
'
ho
parlato
stamani
.
Piacerebbe
a
te
,
forse
di
sapere
come
io
abbia
conosciuto
Dio
.
Sono
per
scrivertelo
.
Oggi
la
mia
anima
è
come
un
prato
ben
umido
dalle
piogge
che
lo
hanno
coltivato
,
e
io
parlo
.
Fu
da
principio
un
insolito
aspetto
di
me
stesso
,
di
cui
anche
temevo
.
Stetti
molto
in
dubbio
se
dovevo
accogliere
questa
visione
che
mi
sembrava
strana
.
Ma
essa
fu
tirata
alla
sua
pienezza
dal
ricordo
di
te
.
Non
dico
bene
ricordo
.
Io
ti
amavo
;
amavo
quel
che
m
'
avevi
dato
di
te
,
e
lo
desideravo
un
'
altra
volta
.
Ma
io
sfuggivo
te
perché
non
eri
quel
che
il
mio
animo
sognava
.
Parevami
che
di
noi
non
fosse
rimasto
qualche
cosa
se
non
nel
mio
pensiero
.
Non
so
perché
non
sapemmo
continuare
il
nostro
contatto
.
Che
si
disperse
in
me
per
una
serie
di
considerazioni
intorno
a
fatti
che
mi
dipingevano
te
incapace
di
continuare
e
di
comprendere
la
nuova
superiorità
che
m
'
ero
imposta
.
E
finii
col
divenire
assolutamente
indifferente
alla
vita
.
Io
studiai
,
studiai
tanto
;
e
leggendo
Dante
ora
sento
quella
nuova
volontà
.
Ma
essa
non
sarebbe
fiorita
senza
ch
'
io
t
'
avessi
amata
.
Ora
sento
tutto
il
tuo
affetto
!
E
,
secondo
la
mia
coscienza
,
mai
finisco
di
piangere
sul
male
che
ti
feci
.
Spesso
il
mio
stato
è
tale
.
Dunque
,
dicevo
,
il
ricordo
di
te
fece
spuntare
l
'
idea
di
Dio
.
E
fin
dal
giorno
ch
'
io
son
tornato
a
te
,
mai
nel
mio
animo
il
mio
affetto
è
stato
separato
da
esso
.
Così
ho
provato
per
te
,
e
provo
,
adorazioni
che
sole
mi
danno
le
idee
che
ho
.
Anche
tutto
il
mio
intelletto
è
legato
ad
esse
.
E
s
'
io
voglio
sentirmi
come
raffermato
in
una
vita
che
io
non
so
esprimere
,
bacio
il
tuo
ritratto
.
Mi
sento
bene
,
allora
.
Comprendo
la
terribilità
dei
nostro
affetto
.
Prova
a
pensare
che
un
istante
tu
non
diriga
la
mia
anima
e
la
mia
carne
!
Prova
a
pensare
ch
'
io
non
abbia
nella
mia
carne
le
tue
volontà
!
E
,
senza
ch
'
io
ne
sappia
la
ragione
,
quest
'
affetto
è
come
sospeso
su
l
'
abisso
di
Dio
.
C
'
è
l
'
Inesprimibile
intorno
,
c
'
è
una
voragine
di
una
potenza
superiore
.
Ecco
:
Dio
esiste
.
Io
Lo
provo
.
La
mia
anima
si
spaventa
,
quasi
.
E
questo
bisogno
,
questa
fede
,
sono
date
da
te
.
Io
voglio
avere
un
concetto
di
te
,
come
io
te
ne
scrivo
.
Io
lo
provo
.
Sei
mia
!
Eccoti
quel
che
provavo
quando
ero
condotto
per
forza
in
chiesa
(
A24
)
.
In
quella
di
S
.
Donato
ero
dispiacente
che
non
suonasse
l
'
organo
;
e
i
dipinti
che
sono
dietro
il
coro
erano
guardati
da
me
durante
tutta
la
mezz
'
ora
.
Mi
sembravano
vivi
.
Mi
scuotevano
.
Credo
che
se
n
'
avvedesse
anche
la
mamma
.
Come
seguivo
il
moto
di
un
angiolo
,
che
con
la
spada
percuote
un
dannato
che
cade
in
giù
!
Ora
lo
taglia
!
E
tutti
gli
altri
angioli
mi
davano
un
senso
di
movimento
e
di
scompiglio
.
La
domenica
dopo
mi
meravigliavo
che
fossero
sempre
negli
stessi
luoghi
,
ed
io
studiavo
il
dipinto
da
un
altro
verso
.
Vi
trovavo
allora
nuove
battaglie
,
nuove
vicende
,
e
...
poi
mi
impazientivo
a
stare
in
ginocchio
!
A
Provenzano
,
guardavo
i
volti
dei
canonici
.
La
messa
cantata
mi
piaceva
per
le
cotte
e
gli
ori
.
Le
voci
no
.
Il
messale
grande
,
molto
;
ed
anche
il
gruppo
dei
preti
che
vi
leggevano
.
Anche
a
Provenzano
guardavo
le
pitture
.
Ma
questa
chiesa
era
piena
di
contadini
,
che
stavano
in
ginocchio
soltanto
con
una
gamba
,
e
sdrusciavano
gli
sputi
con
le
scarpe
.
Il
che
pensavo
avrei
fatto
anch
'
io
quando
fossi
stato
grande
.
La
mamma
aveva
un
vestito
di
un
rosso
pallido
,
che
non
mi
piaceva
.
Molte
volte
l
'
avrei
stracciato
.
A
lei
ciò
sarà
parso
una
ragazzata
,
ma
era
l
'
impeto
cieco
di
distruggere
quel
che
non
mi
piaceva
.
I
suoi
orecchini
mi
piacevano
.
Una
volta
,
ella
mi
dette
una
Beatrice
Cenci
illustrata
.
E
perché
io
sostenni
che
quei
passi
d
'
autore
messi
a
principio
di
ogni
capitolo
non
erano
la
spiegazione
delle
figure
,
come
ella
diceva
,
ne
buscai
...
Mattina
.
Non
vorrei
mandarti
quel
che
ho
scritto
.
Perché
io
ho
avuto
bisogno
di
sopprimere
in
me
tutte
queste
cose
.
Ma
ho
preso
occasione
dal
non
saper
tu
quali
studii
ho
fatto
.
Perdonami
questa
vita
estranea
a
te
.
Io
non
potei
ascoltare
la
tua
senza
provarne
angoscia
.
Dunque
sarebbe
bene
ch
'
io
potessi
scrivere
molto
di
me
.
Ma
i
ricordi
a
volte
non
vengono
,
o
sono
vinti
dal
presente
.
3
gennaio
1908
.
Hai
pensato
mai
essere
una
pura
anima
,
e
percepire
il
peso
del
corpo
?
T
'
è
mai
sembrato
essere
egli
un
ingombro
fra
la
vera
vita
delle
sensazioni
,
che
sono
la
superficie
dello
spirito
?
Hai
pensato
mai
di
perdere
questo
corpo
,
per
provare
qualche
cosa
di
più
?
Hai
pensato
che
le
nostre
percezioni
siano
come
una
cosa
velata
;
che
Dio
si
manifesti
a
noi
soltanto
ne
'
pensieri
?
Hai
tu
pensato
che
io
e
tu
siamo
uniti
indissolubilmente
?
E
che
le
nostre
anime
si
trovano
in
questa
realtà
?
4
gennaio
1908
.
Le
vacanze
se
ne
vanno
.
Il
giorno
dopo
l
'
Epifania
mi
rimetto
a
studiare
.
Ma
questa
volta
la
fatica
è
meno
,
perché
si
tratta
di
ripassare
quel
che
so
discretamente
.
Ora
non
scrivo
per
mancanza
di
una
vera
ispirazione
,
della
quale
non
sono
privo
affatto
.
Ma
alle
idee
che
mi
vengono
sono
mescolati
sentimenti
interamente
estranei
.
Ne
vuoi
un
esempio
?
Dalla
fortezza
ho
guardato
l
'
Appennino
coperto
di
neve
rosea
,
ed
ho
pensato
:
"
Ecco
i
veli
delle
fate
"
.
E
dopo
:
"
È
carducciano
"
.
E
poi
:
"
Parmi
di
esser
fatto
di
questa
luce
,
e
di
questi
alberi
,
e
dei
monti
:
sono
un
uomo
informe
composto
di
tali
elementi
"
.
E
dopo
:
"
Mi
ricorda
un
passo
delle
Odi
del
d
'
Annunzio
"
.
La
strada
di
Pescaia
,
che
scende
giù
tra
gli
alberi
,
quasi
tagliando
,
mi
ricordava
un
'
idea
mistica
dell
'
Hujsman
.
E
poi
ho
pensato
al
Maeterlink
.
"
Gli
alberi
parlavano
"
.
"
Ieri
sera
,
un
angelo
nero
volò
dall
'
una
parte
all
'
altra
della
strada
,
sparendo
tra
gli
olivi
"
.
È
il
Passavanti
.
Sono
pensieri
che
ho
avuti
dallo
studiare
quell
'
epoca
.
E
a
te
non
so
quel
che
rispondere
.
Perché
le
idee
e
le
imagini
spariscono
e
appaiono
nel
mio
pensiero
,
come
tagliate
,
sminuzzate
da
se
stesse
o
trascinate
via
da
un
fiume
che
precipita
sempre
dentro
la
mia
mente
.
Ho
scorse
le
poesie
del
Panzacchi
.
Mi
pare
impossibile
che
siano
prese
per
poesie
.
Le
sciocchezze
dette
belle
e
rimate
,
purtroppo
piacciono
.
E
chissà
quante
signorine
esse
commuovono
.
Oh
,
gloria
!
Non
sapevo
come
impostare
questa
lettera
,
ma
riprendendo
il
cappello
che
avevo
messo
sul
marmo
del
canterano
,
ho
scorto
due
ventini
sopra
un
diecino
.
È
poco
.
Mi
farò
mandare
altrettanto
domani
.
8
gennaio
1908
.
Ho
mangiato
,
e
non
ho
voglia
di
continuare
a
studiare
la
geometria
.
O
meglio
,
avrei
voglia
ma
non
ne
posso
più
.
Ma
studio
.
Bisogna
che
non
mi
occupi
più
di
letteratura
fin
dopo
l
'
esame
.
Sono
un
ragazzo
anch
'
io
?
Per
divertire
Iolanda
ho
messo
alcune
pasticche
di
potassio
nello
scaldino
.
E
Iolanda
,
saltando
:
"
Me
lo
rifà
,
signore
?
Via
,
signore
;
me
lo
rifà
?
"
9
gennaio
1908
.
Non
so
se
tra
l
'
uno
ambasciatore
,
e
l
'
altro
avrai
saputo
che
sono
chiamato
agli
orali
la
mattina
del
quindici
.
13
gennaio
1908
Di
me
in
questi
giorni
,
giudica
soltanto
dall
'
esito
dell
'
esame
.
15
gennaio
1908
.
Il
desiderio
di
scriverti
è
stato
quanto
puoi
comprendere
,
ma
non
ho
avuto
tempo
,
né
mezzi
,
né
...
materia
.
Tuo
fratello
t
'
avrà
detto
dell
'
esito
buono
,
e
dell
'
altra
cosa
.
Cioè
che
fino
a
marzo
non
ci
sono
chiamate
.
Ad
aritmetica
scritta
nussun
errore
e
a
italiano
ho
veduto
una
pagina
piena
di
sottolineature
.
Imbecilli
!
Ma
mi
passarono
,
e
,
quindi
,
non
ci
sono
...
rancori
!
A
geografia
benissimo
e
così
ad
aritmetica
e
a
italiano
,
nel
quale
m
'
hanno
domandato
,
non
cose
come
agli
altri
ma
...
gli
artisti
che
hanno
scritto
nel
cinquecento
.
Non
ho
avuto
paura
.
17
gennaio
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Noi
siamo
come
i
pensieri
di
un
sogno
,
e
ci
percepiamo
nella
lontananza
.
Ieri
mattina
rinchiusi
bene
i
libri
degli
esami
!
19
gennaio
1908
.
Ho
sperimentato
che
talvolta
abbiamo
alimentato
un
sentimento
affatto
estraneo
alla
realtà
delle
nostre
anime
.
Nella
nostra
separazione
abbiamo
trovato
come
tante
braccia
di
pensieri
,
che
non
hanno
alcuna
cosa
con
la
nostra
realtà
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
credevo
(
ed
è
vero
)
che
la
tua
anima
si
sarebbe
attorcigliata
a
me
come
un
'
edera
attorno
ad
un
vaso
antico
.
E
che
nel
mio
essere
avresti
trovato
la
fiamma
per
accendere
il
tuo
.
E
non
è
così
?
Ma
io
ho
notato
che
alcuni
miei
trasporti
non
m
'
hanno
fruttato
alcun
pomo
,
di
cui
sono
avidissimo
.
E
che
,
ad
una
mia
lettera
,
è
succeduta
una
tua
,
che
non
aveva
in
sé
niente
di
quel
che
avevo
desiderato
.
Ed
allora
mi
son
sforzato
di
comprendere
quale
cavità
non
avevo
prevista
;
o
se
le
mie
parole
fossero
troppo
lievi
per
produrre
alcun
suono
alle
orecchie
del
tuo
spirito
.
E
la
Disperazione
è
passata
in
me
.
Ma
simile
all
'
insistenza
di
un
ramo
,
che
ributta
la
gemma
là
dove
prima
è
stata
strappata
,
il
mio
sogno
,
uscito
dalle
lagrime
,
ha
parlato
.
E
poi
la
gemma
è
divenuta
una
pianta
.
Con
qual
tremore
io
ho
atteso
un
temporale
!
E
la
pianta
non
cresceva
più
.
Ma
per
essa
,
lo
sai
,
occorre
tutta
la
tua
anima
.
Occorrono
i
baci
della
tua
anima
,
e
le
mani
della
tua
Volontà
.
Ed
io
,
un
anno
fa
,
m
'
imposi
di
seminarla
.
M
'
imposi
ch
'
essa
fosse
da
prima
costrutta
dalle
mie
lagrime
non
versate
.
E
poi
io
attesi
il
tepore
tuo
.
Io
la
vidi
divenire
il
tuo
Perdono
.
E
poi
essa
raggiò
del
mio
spirito
.
Ella
divenne
come
d
'
oro
.
Quante
volte
le
nostre
mani
si
sono
toccate
nella
cura
di
crescerla
!
21
gennaio
1908
.
Io
non
sono
capace
a
giudicarmi
.
Ma
credo
che
il
mio
pensiero
si
esplichi
meglio
in
brani
di
prosa
.
Nelle
scene
o
dialoghi
,
per
sapere
se
hanno
qualche
merito
,
converrebbe
che
provassi
quel
che
provi
tu
a
leggerli
.
Quando
io
li
scrivo
,
non
faccio
altro
che
ricordare
di
quel
che
mi
viene
in
mente
dopo
che
il
mio
spirito
è
stato
toccato
dal
tuo
affetto
.
E
all
'
infuori
delle
lettere
a
te
non
saprei
scrivere
.
Tutto
è
l
'
espressione
del
mio
animo
fecondato
dal
tuo
affetto
.
22
gennaio
1908
.
Sono
stato
dal
C
.
per
una
nuova
farabuttata
del
padre
mio
.
Disse
,
ieri
,
al
T
.
che
non
doveva
pagargli
niente
e
che
dovevo
pagarlo
io
.
L
'
ho
portato
dal
C
.
che
s
'
è
impegnato
di
mettere
le
cose
a
posto
.
Aggiungi
che
a
quello
della
stazione
disse
aver
già
pagato
il
T
.
Se
non
fosse
per
metterti
nella
verità
di
quell
'
uomo
non
ti
scriverei
queste
cose
.
25
gennaio
1908
.
Ti
lamenti
,
scherzando
,
ch
'
io
ti
scrivo
poco
,
ma
quando
ho
questo
peso
nell
'
anima
non
potrei
di
più
.
Conviene
che
io
stia
a
pensare
sempre
la
stessa
cosa
,
con
la
stessa
intensità
,
anche
quando
non
ho
la
carta
dinanzi
.
Mi
sembra
anche
che
tutto
debba
aver
fine
;
penso
che
tu
abbia
lo
stesso
sogno
,
che
è
come
il
sangue
della
mia
anima
.
E
questa
doglia
segreta
mi
fa
sovvenire
di
cose
indefinibili
.
Sembra
ch
'
io
barcolli
dentro
la
realtà
.
Dove
sei
tu
?
Io
udivo
tutta
la
tua
voce
.
E
quando
ho
scritto
riappare
il
dolore
.
Ed
io
ho
voglia
di
alzarmi
e
di
correre
verso
una
campagna
silenziosa
,
dove
la
mia
anima
e
la
mia
carne
si
dileguino
.
O
dove
io
ritrovi
le
tue
mani
illuminate
di
sole
,
o
dove
la
tua
anima
sia
come
un
usignolo
.
Dove
ci
ameremo
giocondamente
.
Dio
ci
consola
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tu
hai
il
mio
bacio
come
un
filo
nell
'
invisibile
...
Io
ho
conosciuto
la
bontà
della
preghiera
,
che
è
il
linguaggio
più
profondo
dell
'
anima
.
Per
essa
posso
esprimere
quel
che
non
si
dice
con
le
parole
.
Oh
,
io
l
'
ho
provata
come
un
fiume
che
scorre
da
noi
nell
'
infinito
.
Io
l
'
ho
provata
come
un
rapimento
.
-
O
Dio
,
che
mi
hai
atteso
,
o
Dio
che
mi
hai
udito
,
io
sono
annientato
alla
tua
presenza
.
Quel
che
dirò
di
te
-
siano
pure
le
parole
bagnate
dalla
tua
rugiada
-
è
come
il
suono
del
mio
compimento
in
Te
.
29
gennaio
1908
.
Se
tu
fossi
qui
con
me
non
avrei
alcune
disperazioni
piene
d
'
echi
tristi
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
La
tua
lettera
che
ho
avuto
stamani
darà
origine
,
credo
,
ad
una
novella
...
Scrivimi
di
più
.
Non
se
'
qui
con
me
e
per
me
?
Ho
bisogno
d
'
essere
amato
.
30
gennaio
1908
.
Ci
son
già
tre
novelle
da
darti
.
31
gennaio
1908
.
Nelle
lettere
voglio
essere
breve
,
per
parlarti
nelle
novelle
.
Se
no
quel
buono
che
può
darmi
l
'
intelligenza
anderebbe
in
una
forma
da
cui
non
se
ne
trarrebbe
più
.
Ti
paio
un
avaro
?
No
;
perché
tutto
è
nostro
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
E
più
di
ogni
altra
cosa
mi
piace
che
questo
amore
nostro
ci
empia
della
sua
forza
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sono
stato
sciocco
a
dirti
che
volevo
essere
breve
per
l
'
importante
ragione
detta
.
Io
dissimulavo
il
mio
affetto
.
Che
è
senza
limiti
nella
mia
anima
dilatata
da
te
fino
a
Dio
.
Io
t
'
amo
non
come
se
tu
fossi
una
creatura
,
ma
come
se
tu
rappresentassi
quel
mistero
ignoto
della
mia
esistenza
,
quel
bisogno
di
toccare
l
'
infinito
e
di
sentirmi
prendere
,
meravigliosamente
,
in
tutto
il
mio
spirito
;
ed
ho
avuto
abbandoni
,
in
cui
anche
la
mia
carne
sembrava
attaccata
alla
mia
anima
.
In
cui
io
percepivo
la
mia
carne
animata
dalla
violenza
pura
dello
spirito
.
Preferirei
che
la
bambina
della
padrona
non
piangesse
!
Devo
smettere
,
perché
mi
fa
male
ai
nervi
.
E
la
critica
dorme
in
te
?
Sai
bene
che
per
scrivere
è
necessario
che
tu
me
ne
parli
come
me
ne
sai
parlare
.
Dimmi
,
dunque
,
di
quel
che
avesti
mercoledì
.
Bada
ch
'
esse
ti
diano
soltanto
un
interesse
estetico
,
e
per
ciò
,
in
tale
tempo
,
fai
conto
che
non
si
parli
di
una
ispirazione
datami
da
te
.
3
febbraio
1908
.
Nella
lettera
indirizzata
all
'
uomo
del
C
.
è
detto
:
"
Ti
faccio
sapere
che
il
tuo
amico
Federigo
Tozzi
è
stato
promosso
;
lo
so
con
certezza
da
un
esaminatore
,
il
quale
m
'
ha
detto
che
già
cinque
persone
glielo
avevano
domandato
(
A25
)
.
-
"
Dunque
devono
venire
anche
le
altre
informazioni
!
Questa
è
venuta
per
espresso
"
.
Oggi
ho
lavorato
quanto
tutti
gli
altri
giorni
insieme
,
e
,
secondo
il
mio
parere
,
meglio
.
Forse
il
presentimento
!
In
fatti
,
se
tu
m
'
avessi
veduto
,
avresti
notato
una
gioia
...
No
:
quella
era
la
gioia
del
mio
lavoro
,
che
è
più
importante
del
responso
dell
'
inclita
commissione
.
Poveretta
!
Con
tutti
quei
freghi
sotto
il
mio
componimento
!
Si
vede
che
non
so
scrivere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sono
molto
allegro
.
E
tu
?
4
febbraio
1908
.
Vicino
a
te
,
ieri
sera
,
mi
apparve
meglio
la
forza
della
mia
vita
,
e
le
aspirazioni
del
mio
essere
si
maturarono
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
ti
preoccupare
di
quel
che
avverrà
tra
i
nostri
padri
.
Noi
,
ormai
,
siamo
entrati
nella
certezza
nostra
ineluttabile
.
7
febbraio
1908
.
Il
mio
affetto
è
terribile
anche
.
Io
sono
legato
a
te
ed
in
te
,
come
una
cosa
che
galleggia
alla
superficie
del
tuo
essere
.
Io
non
ho
altri
sentimenti
.
Ma
io
ho
notato
che
tu
sei
sempre
tale
che
io
non
debba
mai
ritorcere
questo
affetto
.
Tu
mi
presenti
sempre
un
'
infinita
bellezza
.
E
non
ho
mai
da
chiederti
.
Perché
tu
hai
sempre
molta
copia
per
nutrire
la
mia
volontà
e
i
miei
spiriti
.
Tu
rimani
dinanzi
alla
mia
anima
con
l
'
immobilità
di
un
sogno
reale
...
A
volte
non
mi
sembro
degno
di
guardare
la
tua
bellezza
.
Io
mi
sento
troppo
incompleto
dinanzi
a
te
.
Però
che
la
mia
anima
scruta
incessantemente
,
io
ti
vedo
come
una
roccia
di
bellezza
.
Come
una
cosa
che
fa
piangere
la
mia
anima
come
la
gola
di
un
usignolo
.
Tu
mi
crei
tutte
le
cose
della
mia
intelligenza
.
Per
te
,
m
'
è
possibile
lo
svolgimento
di
quel
che
sarebbe
soltanto
latente
in
me
.
10
febbraio
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
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.
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.
.
.
.
.
Ma
tu
non
capivi
che
il
gusto
e
i
sentimenti
di
colui
che
è
amato
,
per
farsi
contraccambiare
devono
essere
condivisi
.
E
andò
talmente
che
ci
trovammo
sempre
più
lontani
,
pur
avendo
dentro
di
noi
la
necessità
di
amarci
.
È
proprio
così
.
Poi
che
sembra
che
noi
siamo
nati
da
una
stessa
volontà
divina
.
Non
ti
scriverò
più
di
ciò
.
Quel
che
hai
avuto
basta
a
farti
vedere
,
come
in
un
lampo
,
la
costruzione
della
mia
anima
e
del
tuo
passato
.
Tu
sbagliasti
a
scrivermi
che
hai
una
nemica
.
Perché
il
tuo
amore
è
il
bagliore
che
folgora
la
mia
ambizione
,
che
sarebbe
inerte
senza
di
te
.
Io
non
so
come
provarti
la
grandezza
del
mio
affetto
.
Ogni
cosa
per
esprimermi
sembra
meschina
.
Da
te
,
da
te
,
solo
da
te
tutto
il
mio
avvenire
.
11
febbraio
1908
Devi
avere
anche
tu
una
gran
gioia
.
Io
ne
ho
tanta
che
ricordo
le
cose
come
se
fossero
lucide
.
Non
puoi
imaginare
quel
che
hai
fatto
ieri
sera
a
me
.
Mi
sembrò
un
sogno
questa
notte
e
oggi
m
'
esalta
.
Vorrei
...
E
fino
a
domani
il
tempo
non
è
poco
.
Ogni
imagine
di
te
mi
fa
come
stupefatto
di
quel
che
provo
.
Io
posso
star
così
a
sognare
di
te
,
delle
tue
mani
,
come
se
tu
fossi
(
e
sei
)
il
termine
della
mia
anima
.
Ieri
sera
avrei
pianto
di
gioia
e
il
mio
spirito
pianse
;
ma
(
vedi
?
)
ogni
cosa
scritta
è
niente
.
Ed
io
scrivo
soltanto
perché
so
che
tu
provi
quel
che
provo
io
.
Hai
lo
stesso
slancio
in
un
infinito
raggiante
.
Sembra
che
io
trattenga
il
fiato
sotto
il
senso
di
trovarmi
in
una
immensità
.
Capisco
che
in
quel
momento
dovesti
perdonarmi
.
Ma
in
tal
modo
giungiamo
ad
un
amore
che
non
aveva
concepito
né
meno
la
mia
mente
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Oggi
mi
pare
un
giorno
di
festa
.
17
febbraio
1908
.
Oggi
ho
bisogno
di
sentirmi
cullato
da
tutti
i
nostri
sogni
.
La
mia
anima
è
un
libro
dove
tu
puoi
scrivere
quel
che
vuoi
.
È
vero
che
ho
sofferto
,
ma
il
nostro
amore
è
uno
zampillo
che
ha
ribagnato
i
miei
pensieri
.
Scrivimi
,
parlami
:
dalle
tue
parole
,
dai
tuoi
atti
ha
forma
il
mio
essere
.
Pensavo
a
qualche
cosa
da
scrivere
,
ma
pare
che
stamani
le
mie
idee
siano
inchiodate
nella
volta
profonda
dell
'
anima
.
21
febbraio
1908
.
Stasera
ho
provato
,
in
altro
modo
,
l
'
amarezza
della
nostra
separazione
.
Sono
uscito
dalle
tue
mani
e
sono
entrato
qui
in
una
stanza
circondata
di
estranei
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Avrei
scritto
tante
cose
di
noi
,
ma
è
strano
che
la
voce
di
questa
gente
mi
svii
.
Io
fuggirei
in
qualunque
luogo
,
perché
la
mia
anima
non
si
nascondesse
come
una
colomba
a
cui
sono
state
toccate
le
ali
.
22
febbraio
1908
.
Prima
di
scriverti
ho
riletto
quel
che
ho
scritto
oggi
...
(
A26
)
.
Sei
tu
che
salvi
i
nostri
figli
.
Avrei
strappato
tutto
.
Io
non
posso
dirti
a
voce
quel
che
sei
per
me
.
Ma
tu
senti
bene
nel
tuo
affetto
come
tu
sei
la
migliore
parte
di
me
stesso
.
Quella
che
mi
dà
ogni
emozione
,
e
quella
a
cui
io
devo
tutto
.
Ad
ogni
istante
il
mio
pensiero
ricorre
alla
tua
tenerezza
,
alla
tua
compagnia
.
Tu
mi
sorreggi
come
se
rispondessi
immediatamente
ad
ogni
mia
ansia
,
ad
ogni
mio
timore
di
me
stesso
.
E
ciò
mi
esalta
dandomi
una
gioia
vibrante
(
A27
)
.
A
volte
sembra
che
un
'
oscurità
si
faccia
nella
mia
anima
,
o
ch
'
io
vacilli
in
un
vuoto
;
ma
io
trovo
tutta
te
.
E
non
m
'
è
piccola
gioia
il
sapere
che
anche
il
mio
amore
è
il
tuo
nutrimento
.
A
volte
,
io
vorrei
che
il
mio
essere
sapesse
così
sorreggere
il
tuo
!
Io
agisco
sempre
in
modo
che
tu
mi
creda
degno
della
tua
tenerezza
.
Tu
anche
sai
come
io
ho
bisogno
di
essere
amato
da
te
.
Oh
,
perdonami
anche
le
presenti
volgarità
involontarie
,
perdonami
se
non
sempre
io
ti
comprendo
.
Ma
tutto
avviene
perché
si
compia
indissolubilmente
nell
'
infinito
la
nostra
unione
.
Tutto
ci
dà
una
confidenza
di
una
intimità
di
lunghi
mesi
.
Una
parola
od
un
atto
rude
ci
svela
una
plaga
dello
spinto
,
verso
la
quale
ci
precipitiamo
per
afferrare
la
nostra
felicità
.
24
febbraio
1908
.
Stamani
,
devo
cercare
X
.
,
che
cura
mio
padre
da
quattro
giorni
.
Il
C
.
m
'
ha
allarmato
dicendomi
aver
saputo
che
gli
è
venuta
la
cancrena
in
ambedue
le
gambe
.
Ma
anche
egli
non
è
sicuro
,
perché
lo
ha
saputo
da
una
donnicciola
di
lì
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ma
spero
che
sia
un
incubo
e
basta
.
Ho
trovato
il
dottore
,
che
mi
ha
smentito
la
chiacchiera
,
dicendomi
però
che
la
cosa
era
grave
e
che
potrebbe
darsi
,
non
curandosi
,
che
avvenisse
una
brutta
conseguenza
.
Ma
poi
che
sicura
,
guarirà
col
tempo
.
Da
Pontedera
,
a
Siena
4
marzo
1908
.
Entro
in
servizio
domattina
alle
otto
,
alla
gestione
.
5
marzo
1908
.
Son
qui
dentro
la
stazione
da
un
quarto
d
'
ora
,
e
,
finché
non
arriva
il
nuovo
capostazione
e
l
'
ispettore
,
devo
aspettare
.
Per
darti
un
'
idea
precisa
di
Pontedera
ti
faccio
ricordare
quel
pezzo
di
Firenze
che
è
di
là
dalla
piazza
Beccaria
,
con
via
Aretina
per
strada
principale
e
le
altre
,
uguali
,
al
lato
.
Ci
sono
le
stesse
botteghe
,
gli
stessi
marciapiedi
,
e
la
linea
del
tram
che
va
a
Pisa
.
La
campagna
è
bellissima
.
Non
ho
veduto
ancora
l
'
Arno
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
posso
scrivere
oltre
per
ora
,
perché
c
'
è
una
confusione
di
persone
nuove
che
si
installano
(
parola
ufficiale
)
e
il
capostazione
vecchio
,
che
se
ne
va
.
Ancora
non
ho
capito
chi
mi
comanderà
e
quel
che
mi
si
comanderà
.
Passano
continuamente
treni
.
Ora
ho
scritto
una
cartolina
a
mio
padre
.
Urli
di
facchini
e
fischi
del
sottocapo
.
6
marzo
1908
.
L
'
orario
è
dalle
otto
alle
dodici
e
dalle
quattordici
alle
diciannove
.
Ho
trovato
da
spendere
poco
.
Con
una
lira
e
venti
il
giorno
mangio
due
minestre
,
due
pietanze
,
formaggio
e
un
litro
di
vino
.
La
camera
,
sudicissima
,
come
te
l
'
attesta
la
carta
che
mi
s
'
è
sporcata
su
l
'
incerato
del
tavolino
,
costa
mezza
lira
a
sera
.
(
Il
lume
è
compreso
nella
mezza
lira
)
.
7
marzo
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Vedi
bene
che
non
spendo
più
che
cinquantotto
lire
il
mese
,
comprendendo
anche
cinque
lire
per
la
biancheria
.
Faccio
i
conti
perché
ci
sono
interessanti
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
ho
preoccupazioni
dell
'
avvenire
economico
.
Per
ora
quest
'
impiego
ci
dà
la
possibilità
che
abbiamo
invocata
.
Quel
che
faremo
insieme
non
so
né
meno
io
.
Pensando
a
te
,
sembra
che
la
mia
anima
s
'
esalti
violentemente
.
Vedi
come
va
qui
?
Potrei
imparare
subito
molte
cose
e
...
devo
fare
,
invece
,
macchinalmente
.
Perciò
non
sono
contento
di
questa
stazione
.
8
marzo
1908
.
Senti
come
sono
fatti
i
paesi
.
Ho
saputo
oggi
,
alla
stazione
,
che
nella
mia
camera
,
il
venerdì
e
la
domenica
,
ci
viene
un
dentista
a
cavare
i
denti
.
Domani
,
tornerò
improvvisamente
facendo
una
scappatina
di
una
mezz
'
ora
.
Vedrò
e
...
non
pagherò
tutto
il
mese
.
Ma
se
dovrò
stare
qua
...
(
A28
)
Intanto
oggi
,
per
acquietarmi
,
ho
scritto
ad
un
mio
conoscente
per
domandare
quali
libri
sono
pubblicati
appositamente
per
chi
vuol
dare
subito
gli
esami
di
cultura
e
passare
applicato
:
prendere
cioè
cinque
lire
al
giorno
.
Credi
che
così
sto
molto
male
.
Mi
sembra
di
perdere
tempo
.
Io
non
so
come
sia
il
paese
nelle
altre
ore
.
Quando
l
'
attraverso
io
per
andare
a
casa
,
dalla
stazione
,
c
'
è
una
corrente
di
donne
sui
marciapiedi
le
quali
vanno
alla
lavorazione
dei
tessuti
o
della
cicoria
.
L
'
altro
giorno
ti
dissi
inesattamente
della
somiglianza
con
la
via
Aretina
.
Dalla
Posta
in
su
somiglia
,
invece
,
a
via
dei
Servi
,
perché
c
'
è
il
lastricato
,
e
le
botteghe
sono
migliori
.
Non
ho
mai
varcato
un
ponticello
che
passa
su
l
'
affluente
dell
'
Arno
.
Ma
,
del
resto
,
dall
'
ufficio
c
'
è
l
'
aria
buona
,
e
la
porta
è
quasi
sempre
aperta
sul
piazzale
che
collega
il
paese
.
Odo
arrivare
i
treni
,
ma
se
li
voglio
vedere
bisogna
che
vada
nella
stanza
del
telegrafo
o
in
quella
del
capostazione
.
Che
gente
!
T
'
assicuro
che
una
fastella
è
uguale
a
Cristo
...
9
marzo
1908
.
Dunque
,
oggi
alle
undici
e
mezzo
sono
andato
a
casa
.
Su
l
'
uscio
della
camera
c
'
era
un
cartello
:
Tale
dei
tali
,
dentista
.
Io
entro
.
Il
dentista
mi
fa
un
inchino
...
Ho
trattato
male
il
padrone
di
casa
,
dicendogli
che
stasera
riprendo
le
dieci
lire
e
la
roba
mia
.
Ma
,
scese
le
scale
,
ho
fatto
una
risata
.
Non
ti
pare
?
Ho
visto
il
mio
tavolino
,
su
cui
sono
quei
libretti
firmati
da
te
e
quei
pochi
libri
,
tutto
insanguinato
e
imbavato
.
Sopra
una
sedia
un
canavaccio
sanguinoso
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
È
tanto
caldo
...
Ci
sono
soltanto
poche
nuvole
in
fondo
alla
pianura
e
una
su
la
cima
di
un
monte
:
credo
sui
monti
lucchesi
.
Dianzi
volevo
scriverti
da
casa
per
avere
quiete
,
ma
come
potevo
fare
?
Son
ritornato
quaggiù
e
ti
scrivo
fra
gli
apparati
telegrafici
che
scricchiolano
.
(
Mentre
aspetto
che
sia
cotta
la
minestra
)
.
-
Io
devo
imparare
la
gestione
delle
merci
,
la
gestione
dei
biglietti
e
mettermi
nella
possibilità
di
far
servizio
al
telegrafo
.
Non
basta
saperlo
come
lo
so
io
.
Bisogna
imparare
a
leggere
delle
zone
orribili
nella
stazione
.
Pare
che
prima
delle
due
mi
scappi
il
tempo
(
A29
)
di
trovare
la
camera
,
per
cui
ho
avuto
un
indirizzo
.
Ho
già
imparicchiato
(
come
m
'
è
stato
insegnato
)
,
la
registrazione
delle
partenze
e
degli
arrivi
delle
merci
,
che
sono
moltissime
.
Forse
trecento
al
giorno
.
E
qui
basta
per
sempre
su
tale
argomento
.
Son
convinto
che
quando
mi
sarò
tolto
queste
preoccupazioni
,
mi
sarà
possibile
di
lavorare
per
noi
.
Sentomi
aumentare
il
desiderio
e
lo
slancio
.
Vorrei
farti
ricopiare
una
o
due
volte
delle
novelle
che
hai
;
ma
non
mi
decido
,
perché
vorrei
riguardarle
.
Ho
trovato
un
'
altra
camera
.
Sembra
di
essere
in
campagna
completamente
.
È
di
là
dalla
ferrovia
tra
case
di
contadini
.
9
marzo
1908
.
Cosa
non
ho
fatto
mai
,
ti
scrivo
stando
a
letto
.
Ma
questa
carriera
mi
piace
tanto
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Dinanzi
a
me
la
finestra
,
che
dà
su
alcuni
orti
e
sulla
pianura
dalla
parte
di
Empoli
.
Stasera
ho
sognato
tanto
,
alla
finestra
,
dimenticando
che
potremmo
stare
meglio
in
una
città
.
10
marzo
1908
.
Scrivo
mangiando
perché
oggi
c
'
è
stato
un
ispettore
,
ed
ho
dovuto
sgobbare
tutte
le
quattro
ore
.
È
impossibile
migliorare
l
'
orario
.
Ed
è
anche
impossibile
che
io
mi
possa
apprestare
agli
esami
di
passaggio
.
Ora
non
mi
preoccupo
per
l
'
arte
.
È
necessario
,
poi
che
ho
potuto
fare
la
nostra
vita
,
che
io
la
sappia
conservare
.
11
marzo
1908
.
Senti
che
superiori
:
Perché
il
mio
cappello
era
tutto
infangato
di
fresco
,
il
capogestione
mi
dette
il
suo
,
ed
io
tutto
il
giorno
,
passando
dinanzi
al
suo
banco
dicevo
:
-
Mi
sento
mordere
!
-
E
lui
:
-
Badi
che
non
me
li
attacchi
lei
,
invece
!
-
Lo
riposi
subito
.
Ieri
sera
mi
fece
fare
mezzanotte
per
pagarmi
un
ponce
.
Quegli
che
fa
le
funzioni
di
capostazione
,
dice
:
-
Ma
com
'
è
serio
lei
!
Ha
lasciato
la
fidanzata
?
Invece
sono
seccato
della
confidenza
e
della
differenza
.
Ma
non
credere
però
che
io
facessi
a
baratto
con
Siena
!
Non
capisco
perché
ti
piaccia
ch
'
io
ti
scriva
tutti
i
giorni
di
queste
cose
.
No
,
da
vero
.
T
'
ho
detto
come
li
sfrutterò
.
E
quando
tu
hai
tempo
ricopia
la
novella
che
ti
piace
di
più
.
13
marzo
1908
.
Mio
padre
sta
sempre
al
solito
.
Il
C
.
ieri
mi
mandò
una
cartolina
nella
quale
mi
diceva
che
mio
padre
era
ansioso
di
riavere
mie
notizie
.
14
marzo
1908
.
Per
la
prima
volta
mi
sento
tra
i
miei
libri
.
Avrei
baciati
i
libretti
dove
tu
segnasti
il
tuo
nome
,
ma
non
ho
scritto
nulla
.
Aspetto
te
,
se
devo
restare
qua
,
a
vivere
.
Il
paese
è
una
fabbrica
.
Cinque
o
sei
camini
si
alzano
sopra
una
striscia
di
case
,
che
sembrano
una
fabbrica
sola
.
Tu
hai
avuto
la
mia
fronte
sulle
tue
mani
ed
hai
avuto
il
mio
unico
sogno
d
'
amore
.
Tutto
il
resto
è
stato
per
me
un
passare
tra
la
vita
per
giungere
a
completare
la
mia
anima
.
Ma
,
forse
,
anche
tutto
il
passato
è
tuo
.
Perché
allora
cercavo
invano
chi
mi
amasse
;
io
cercavo
te
.
Dimmi
ch
'
io
mi
fermi
in
te
.
Ecco
perché
io
mi
sono
potuto
,
adesso
,
serbare
casto
per
te
.
Per
farti
sognare
il
tuo
sogno
.
Perché
tu
trovassi
quanto
ha
bisogno
la
tua
anima
.
Il
credere
in
Dio
per
me
è
stata
una
cosa
sola
col
conoscimento
del
tuo
amore
e
di
te
.
Stamani
il
nuovo
Capo
mi
ha
elogiato
.
Ma
c
'
è
gente
che
è
contro
me
.
Ed
io
sono
anche
più
seccato
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Non
t
'
avevo
ancora
detto
della
feccia
che
c
'
è
e
del
chiasso
che
fanno
...
Non
ho
voglia
di
stare
dove
non
c
'
è
né
capo
né
coda
,
a
pagare
le
multe
per
la
leggerezza
altrui
.
17
marzo
1908
.
Stamani
sono
venuto
in
ufficio
alle
sette
.
Il
nuovo
Capo
ha
aumentato
di
due
ore
l
'
orario
;
dalle
sette
fino
alle
venti
!
Oggi
o
domani
,
domando
se
,
domenica
,
mi
danno
il
permesso
di
venire
costà
.
L
'
altro
giorno
mi
fu
indicato
un
palazzo
vicino
che
una
volta
mi
avrebbe
dato
noia
,
e
quando
mi
fu
detto
riprovai
fortemente
una
specie
di
febbre
violenta
.
Perdonami
se
non
ho
taciuto
.
19
marzo
1908
.
.
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Perché
non
sei
qui
,
perché
non
posso
scriverti
sempre
?
Vedi
?
Scrivendoti
,
sono
tornato
io
;
ho
una
tenerezza
che
mi
empie
l
'
anima
.
Sembra
che
il
mio
animo
si
completi
e
si
dilati
.
Andando
lungo
l
'
Arno
,
l
'
altra
sera
,
io
avrei
benedetto
la
campagna
e
tutto
ciò
che
vedevo
,
per
il
tuo
amore
.
Sentivo
un
antico
strazio
dileguarmisi
dal
cuore
.
Sembrava
ch
'
io
fossi
assunto
ad
una
eternità
con
te
;
perché
t
'
amo
.
Dio
mi
perdonava
tutto
.
In
certi
momenti
dico
che
la
mia
faccia
esprima
questi
pensieri
.
.
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.
.
Devi
sentire
anche
tu
come
ci
completiamo
.
La
tua
lettera
ha
risposto
pienamente
a
quel
che
non
t
'
ho
detto
.
Ed
è
stata
bastante
a
farmi
tornare
me
stesso
.
.
.
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.
.
Molte
volte
(
anche
ieri
sera
)
sentivo
la
morte
dietro
il
senso
del
bacio
.
Dopo
te
non
c
'
è
nulla
.
Quando
saremo
insieme
?
A
noi
è
destinata
una
grande
cosa
.
È
dentro
di
me
,
nella
mia
anima
o
nella
mia
intelligenza
:
nel
nostro
amore
e
nella
tua
intelligenza
.
Perdona
se
nella
lettera
di
ieri
ti
parlai
di
un
'
emozione
costante
,
ma
che
devo
tenere
segreta
perché
inutile
.
20
marzo
1908
.
Oggi
non
sono
soltanto
undici
ore
,
ma
dodici
.
E
anche
non
ho
tempo
di
scriverti
.
Sto
in
ufficio
fino
all
'
una
,
ma
non
viene
nessuna
spedizione
di
polli
.
(
Ragione
del
prolungamento
d
'
orario
)
.
Anzi
...
mentre
me
ne
guardavo
una
molto
canora
,
un
tale
m
'
ha
detto
:
-
Lei
fa
la
caccia
alle
uova
,
eh
?
(
A30
)
Dove
vanno
a
essere
interpretati
i
miei
gusti
d
'
estetica
!
.
.
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.
.
Lavoro
bene
e
volontieri
quando
non
avvengono
becerate
tra
gli
impiegati
.
Che
cantano
come
gli
ubriachi
delle
taverne
,
s
'
attraventano
la
roba
,
ecc
.
21
marzo
1908
.
L
'
altra
sera
m
'
avvenne
una
cosa
grave
.
Il
Capo
m
'
aveva
dato
l
'
inventario
della
stazione
,
ed
io
lo
lasciai
,
essendo
dovuto
andare
a
compiere
un
altro
lavoro
,
sopra
il
tavolino
.
Quando
lo
ricercai
non
c
'
era
più
.
Pare
che
uno
lo
avesse
portato
per
sbadataggine
sopra
il
tavolino
dove
fu
ritrovato
.
Dovetti
dirlo
al
Capo
,
che
mi
fece
capire
il
pericolo
che
correvo
se
non
l
'
avessi
ritrovato
...
Per
fortuna
dopo
dieci
minuti
fu
ritrovato
sotto
molte
altre
carte
.
Non
è
il
caso
di
pensare
che
mi
sia
stato
fatto
un
brutto
tiro
?
Chi
sa
!
Non
ho
potuto
tacerti
questo
fatto
.
23
marzo
1908
.
Stamani
non
ho
durato
nessuna
fatica
a
lavorare
.
Il
rivederti
m
'
ha
dato
una
gran
forza
.
Nel
vagone
tutti
i
pensieri
chiacchieravano
con
la
tua
anima
.
Ti
dicevo
:
-
vedi
?
non
ci
sarà
doloroso
quest
'
altro
tempo
,
perché
tu
lo
impiegherai
nel
prepararti
i
fogli
e
mi
scriverai
se
io
posso
farli
fare
da
qua
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
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.
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.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Perché
non
sei
qui
con
la
luce
,
nell
'
aria
?
Ma
credo
che
l
'
amore
componga
l
'
anima
di
molta
essenza
dell
'
amata
.
Tu
sei
qui
.
24
marzo
1908
.
Può
darsi
che
questo
lavoro
mi
divenga
sempre
meno
faticoso
,
ma
per
quel
che
sappiamo
è
necessario
ch
'
io
stia
in
una
città
ed
abbia
meno
ore
per
gli
altri
.
25
marzo
1908
.
Mentre
scrivo
,
entra
uno
nella
trattoria
:
-
Siete
voi
che
state
allo
sportello
?
-
No
.
-
C
'
è
una
spedizione
di
bovi
.
-
Ma
lo
sportello
sta
chiuso
fino
alle
due
.
È
un
paese
fatto
così
.
Quegli
se
n
'
è
andato
brontolando
.
Forse
qualcuno
della
stazione
l
'
ha
mandato
qui
a
cercarmi
.
O
meglio
:
è
certo
che
è
stato
indirizzato
qui
.
Mi
ci
viene
da
ridere
.
Ogni
giorno
che
mi
allontana
da
domenica
mi
attrista
di
più
.
Lo
sento
oggi
.
Stamani
pensavo
se
la
"
Nuova
Antologia
"
(
A31
)
pubblicherà
le
novelle
di
uno
affatto
ignoto
.
È
un
tentativo
.
Ma
un
tentativo
da
non
rimettersi
.
26
marzo
1908
.
Stasera
ti
posso
scrivere
:
non
mi
sento
stanco
.
Domattina
è
necessario
che
vada
verso
le
sei
in
ufficio
,
per
fare
un
lavoro
che
si
chiama
il
riassunto
della
quindicina
.
A
pena
viene
un
ispettore
gli
domanderò
di
mandarmi
a
Firenze
,
o
se
devo
rimanere
qui
ch
'
io
non
debba
fare
sempre
la
stessa
cosa
.
Capisco
però
che
come
stazione
non
ho
combinato
male
;
ci
devono
essere
peggiori
.
Rimane
sempre
l
'
ignoranza
,
ma
ho
saputo
dirozzarmi
bene
a
suo
riguardo
.
Ecco
:
sono
uscito
quasi
lieto
dalla
trattoria
perché
conversavo
con
te
.
Ma
è
ben
altra
cosa
.
Quando
so
che
è
un
'
illusione
mi
sento
male
.
Sembra
che
mi
entri
nell
'
anima
una
cosa
spaventevole
.
.
.
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.
.
.
.
.
Che
finisca
questa
lontananza
.
Io
ricordo
tutti
i
tuoi
atti
;
anzi
,
essi
sono
dentro
di
me
.
Ho
voglia
di
stare
qui
a
ripensarli
.
Io
risento
le
tue
mani
che
prendono
le
mie
.
Che
mi
dici
oggi
?
Parlami
,
parlami
.
Mi
fai
lieto
perché
ti
sento
mia
,
sempre
mia
,
come
se
anche
il
tuo
passato
fosse
stato
mio
.
Io
posso
chiedere
alla
tua
bocca
la
mia
coscienza
e
tutta
la
mia
vita
.
Ma
non
senti
come
il
nostro
amore
si
continua
con
Dio
medesimo
,
come
noi
completiamo
il
bisogno
dell
'
anima
?
.
.
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.
.
Tu
mi
conosci
innocente
in
tutta
la
mia
vita
,
dinanzi
a
te
.
Come
se
il
mio
carattere
fosse
fatto
per
te
.
Perché
tu
fossi
amata
.
(
Mi
ricordo
quando
ti
volevo
uccidere
,
credendo
che
tu
non
fossi
più
la
stessa
)
.
Dimmi
sciocco
.
Dove
sono
entrato
?
Ti
devo
parlare
così
adesso
?
.
.
.
.
.
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.
.
Sei
mia
;
sei
degna
della
mia
passione
,
che
io
ho
sempre
racchiuso
.
Ma
essa
prorompe
sotto
la
tua
anima
.
Io
ti
devo
amare
perché
non
c
'
è
cosa
più
pura
di
te
.
Io
devo
lasciarmi
prendere
dallo
spavento
del
tuo
affetto
,
come
siamo
presi
dallo
spavento
di
Dio
.
Io
ho
del
tuo
amore
la
sensazione
che
tu
hai
di
Lui
.
28
marzo
1908
.
È
mezz
'
ora
che
aspetto
di
finire
di
mangiare
.
Sono
entrati
tre
avventori
,
e
la
padrona
è
occupata
per
loro
.
Suo
marito
,
che
è
un
mattonaio
,
addormenta
suo
figlio
.
La
bambina
gira
dalla
stanza
alla
cucina
,
e
si
approssima
ad
una
lanterna
di
ferrovieri
che
è
accanto
a
un
mucchio
di
fiaschi
.
Un
mattonaio
è
seduto
dinanzi
a
me
.
Ha
un
naso
che
somiglia
il
becco
di
un
'
anatra
.
Un
altro
,
che
ha
già
mangiato
,
s
'
appoggia
con
il
braccio
al
tavolino
.
Ho
avuto
una
lettera
da
casa
dove
mi
si
prega
di
avere
pazienza
se
devo
lavorare
undici
ore
,
e
...
si
finisce
con
la
santa
benedizione
.
Dice
che
è
migliorato
...
Tutti
i
giorni
viene
qui
una
ragazza
delle
filature
.
Si
mette
a
sedere
dinanzi
ai
vetri
e
guarda
nel
piazzale
.
È
stata
fatta
madre
dal
portalettere
,
che
in
quest
'
ora
scarica
i
pacchi
alla
stazione
.
Quando
ella
lo
scorge
le
si
arrossano
gli
occhi
.
Ora
è
scoppiata
a
piangere
...
È
strano
il
colloquio
che
ella
fa
,
piangendo
,
con
un
facchino
che
le
è
seduto
di
dietro
...
Entrano
i
ragazzi
del
trattore
,
ed
ella
guarda
,
sporgendosi
.
29
marzo
1908
.
Ecco
quel
che
mi
scrive
il
C
.
del
babbo
:
"
Babbo
suo
sta
proprio
al
solito
ed
io
prevedo
che
sarà
una
cosa
lunga
molto
trattandosi
non
solo
di
malattia
locale
,
ma
generale
"
.
Anderei
a
casa
a
scriverti
.
Ma
se
facessi
così
non
avrei
tempo
...
Qui
mi
urtano
i
rumori
che
ci
sono
...
...
dipenderà
dalla
stazione
a
cui
sono
destinato
,
meno
che
se
mi
mandassero
a
quella
del
Campo
di
Marte
...
Sogno
?
Mi
par
d
'
essere
certo
di
Firenze
.
30
marzo
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
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.
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.
.
.
.
.
A
volte
,
ho
l
'
allucinazione
che
tu
debba
entrare
improvvisamente
,
ed
ho
voglia
di
volgermi
per
scorgerti
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
A
volte
penso
che
tu
m
'
attenda
a
casa
mia
,
ed
io
non
abbia
che
da
alzarmi
per
vederti
.
È
un
sogno
la
sensazione
.
3
aprile
1908
.
Ho
riletto
qua
e
là
le
novelle
,
mangiando
.
Non
tutto
mi
piace
:
specialmente
lo
stile
,
che
è
ingenuo
.
(
Così
m
'
è
sembrato
)
.
Ma
i
ritratti
sono
belli
.
Vedi
che
il
critico
è
stato
vinto
...
dall
'
artista
.
Mi
hanno
fatto
tanto
bene
.
Se
ho
tempo
,
stasera
accomodo
Il
musicomane
,
metto
qualche
virgola
tralasciata
da
me
,
e
le
mando
alla
Nuova
Antologia
.
Proprio
alla
Nuova
Antologia
?
Ma
,
in
ogni
modo
le
respingerà
perché
metterò
i
francobolli
per
la
spesa
...
O
ne
avrò
almeno
una
parola
incoraggiante
.
.
.
.
.
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.
.
.
Più
il
desiderio
è
forte
e
violento
,
più
l
'
urto
scompone
l
'
anima
.
4
aprile
1908
.
Fai
conto
ch
'
io
non
abbia
altra
cosa
nella
vita
all
'
infuori
di
te
.
Perdonami
la
brevità
.
Ma
anche
lo
scrivere
,
adesso
che
il
bisogno
di
te
s
'
è
fatto
più
acuto
,
mi
sembra
una
cosa
inutile
prossima
la
nostra
unione
.
5
aprile
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
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.
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.
.
.
.
.
.
Starei
bene
anche
moralmente
e
nell
'
intelletto
se
fossi
qua
tu
e
non
fossi
oppresso
da
tredici
ore
di
lavoro
.
Ma
son
certo
che
anderò
a
Firenze
.
E
là
,
anche
se
non
andrò
agli
uffici
subito
,
non
avrò
più
di
sette
ore
da
fare
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
Sai
che
oggi
è
una
giornata
magnifica
?
Scrivendo
,
all
'
ufficio
,
vedo
la
montagna
lucchese
turchina
e
verde
,
sparsa
di
case
,
di
ponti
e
di
strade
!
9
aprile
1908
.
Io
non
soffro
più
quanto
prima
,
ma
t
'
assicuro
che
un
paese
non
è
roba
per
noi
.
È
un
'
ignoranza
tale
che
ci
farebbe
sfigurare
l
'
anima
.
O
forse
tale
rimpiattamento
l
'
ho
provato
più
forte
perché
son
solo
.
10
aprile
1908
.
Per
darti
un
'
idea
dell
'
ignoranza
di
qua
ti
riscrivo
quel
che
mi
disse
la
padrona
della
trattoria
l
'
altro
ieri
:
-
Mi
pare
impossibile
che
il
signor
Tozzi
(
ella
ha
l
'
abitudine
di
rivolgersi
in
terza
persona
)
che
è
così
freddo
e
taciturno
possa
avere
un
affetto
per
una
persona
.
Quando
lo
vedo
scrivere
alla
sua
sposa
,
mi
pare
una
cosa
strana
.
Un
'
altra
:
-
Scommetto
io
che
il
signor
Tozzi
,
quantunque
a
vederlo
pare
che
non
debba
capir
niente
,
è
il
più
osservatore
di
tutti
.
Ed
io
:
-
Grazie
del
complimento
.
Il
gestore
ride
.
11
aprile
1908
.
Stanotte
ho
avuto
un
altro
saggio
pontederino
.
A
mezzanotte
sono
stato
svegliato
da
una
sassata
su
la
persiana
.
E
odo
gridare
la
padrona
e
due
uomini
:
-
Oè
?
Quanto
ci
vuole
a
svegliarlo
?
Ci
butti
la
chiave
!
Un
uomo
diceva
:
-
Ci
volevano
le
fucilate
a
svegliarti
?
Come
capisci
,
non
è
acqua
per
la
nostra
barca
.
Naturalmente
,
né
meno
grazie
.
E
stamani
ci
sorrido
.
T
'
è
piaciuto
quel
che
ho
scritto
là
a
Firenze
?
Era
necessario
non
parlare
in
altro
modo
.
Oggi
,
la
lettera
sarà
letta
e
...
avverrà
quel
che
Dio
ha
disposto
.
Non
c
'
è
altra
speranza
.
Per
noi
il
matrimonio
deve
essere
una
cosa
semplicissima
:
una
camminata
in
piazza
del
Campo
e
una
a
S
.
Quirico
.
Tanto
meno
faremo
mostra
del
nostro
atto
e
più
,
nella
semplicità
,
il
compimento
della
nostra
vita
ci
sarà
grato
e
buono
.
Parlami
tanto
della
tua
anima
:
puoi
abbreviare
il
mio
star
male
qua
.
Ch
'
io
possa
assicurarmi
che
da
essa
io
avrò
conforto
alla
mia
.
Perché
molte
volte
,
ne
'
momenti
miei
di
dolore
,
mi
vedevo
come
scacciato
da
essa
,
ed
io
ne
piangevo
invano
.
Dimmi
che
pensi
come
me
;
che
sei
identica
a
me
.
Che
tutto
il
tuo
essere
sia
un
sorriso
immenso
al
mio
.
Sono
in
un
momento
di
sconforto
,
ed
ho
bisogno
di
scacciare
l
'
oppressione
di
quel
che
dovevo
provare
una
volta
.
Ora
che
sono
uscito
di
casa
sto
meglio
.
Scrivo
sul
tavolino
del
telegrafo
.
Non
ebbi
niente
dal
babbo
né
dal
C
.
:
però
scriveranno
.
Ma
se
anche
non
mi
fosse
assegnato
niente
non
me
la
prenderei
che
dal
lato
finanziario
.
Finalmente
,
mi
trovo
libero
e
pronto
a
fare
della
nostra
vita
l
'
atto
della
nostra
volontà
.
Un
altro
particolare
:
stamani
,
alla
stazione
,
sapevano
già
che
per
svegliarmi
ci
sono
volute
due
ore
.
(
Ridiamo
)
.
12
aprile
1908
.
La
lettera
dal
babbo
è
abbastanza
gentile
e
mi
fa
pensare
che
egli
siasi
preparato
alla
prossima
domanda
.
Dice
:
circa
l
'
assegno
che
tu
mi
chiedi
,
io
non
posso
sbilanciarmi
e
quello
che
potrei
darti
in
questo
momento
sarebbe
di
lire
venticinque
mensili
e
quando
sarò
guarito
vedremo
se
ti
potrò
dare
qualche
cosa
di
più
e
credo
che
potrai
essere
contento
.
14
aprile
1908
.
A
Pasqua
ci
vedremo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
M
'
ha
scritto
il
C
.
per
dirmi
che
mio
padre
sta
peggio
(
mentre
egli
m
'
aveva
detto
che
stava
meglio
)
.
15
marzo
1908
.
Ebbi
ieri
sera
la
tua
lettera
.
Ogni
volta
ch
'
io
ne
ricevo
una
rivivo
realmente
con
te
,
e
fuori
di
qui
.
Già
,
oggi
,
non
mi
pare
di
essere
...
impiegato
.
Sembra
ch
'
io
debba
essere
costà
tra
un
attimo
.
Ieri
sera
mi
provai
a
continuare
il
lavoro
senza
il
quale
sarebbe
impossibile
avere
il
permesso
,
ma
dovetti
andarmene
a
casa
per
le
becerate
chiassose
.
Stasera
,
se
sarà
lo
stesso
,
farò
rapporto
.
Sai
una
cosa
?
Vorrei
che
per
un
giorno
tu
fossi
qua
,
tanto
per
vedere
dove
sto
io
.
Oggi
il
monte
pistoiese
era
meraviglioso
.
E
se
staremo
qua
vi
faremo
una
gita
.
A
me
la
primavera
fa
bene
.
Ma
tutto
è
per
l
'
illusione
che
ho
di
essere
con
te
.
Da
vero
!
Non
avevo
mai
provato
questa
cosa
certa
.
Mi
sembra
di
vederti
incontro
a
me
:
rivedo
il
tuo
sorriso
.
Tu
hai
ancora
da
comprendere
,
forse
,
quel
che
fa
il
tuo
affetto
a
me
.
Tu
sei
tutto
...
io
ti
devo
ringraziare
di
tutta
la
festività
che
allieta
la
mia
anima
,
ti
devo
ringraziare
del
senso
indicibile
di
cui
s
'
empie
il
mio
animo
.
16
marzo
1908
.
Dalle
venti
ad
ora
,
che
è
la
mezza
dell
'
una
,
ho
tirato
a
finire
quel
lavoro
.
È
una
bella
notte
chiara
.
Mi
sono
soffermato
a
guardare
.
Poche
case
nella
lucentezza
della
luna
,
molti
rospi
e
il
respiro
della
macchina
elettrica
.
20
marzo
1908
.
Dissi
che
la
lettera
della
stazione
ti
venga
consegnata
:
per
mio
padre
detti
incarico
al
padrone
,
perché
non
riuscii
a
vedere
nessuno
di
casa
sua
(
A32
)
!
Stamani
mi
sentivo
benissimo
,
ma
la
lontananza
ha
già
fatto
il
suo
effetto
.
Ora
sto
male
.
A
volte
,
anche
dianzi
,
pensavo
che
tu
dovessi
fuggirtene
da
casa
per
venire
con
me
subito
.
Una
cosa
che
provavo
stamani
:
non
sono
salito
in
treno
fino
all
'
ultimo
momento
,
perché
aspettavo
che
tu
comparissi
al
cancello
della
stazione
.
Ma
ora
trovo
che
non
era
possibile
.
Ieri
sera
...
non
t
'
accorgesti
di
un
'
altra
cosa
.
La
lettera
che
scrissi
a
mio
padre
...
sembrava
una
di
quelle
che
ho
scritto
a
te
!
Cioè
:
te
ne
accorgesti
e
non
me
lo
dicesti
perché
ancora
non
siamo
soli
.
Il
nostro
affetto
e
la
certezza
della
nostra
unione
imminente
,
mi
fa
essere
me
stesso
.
Quando
non
sono
vinto
alla
lontananza
.
Vedi
:
io
non
posso
né
meno
parlare
a
nessuno
.
E
lo
stesso
avviene
a
te
.
Ricordati
sempre
che
tra
un
mese
e
mezzo
saremo
marito
e
moglie
,
e
che
la
vita
allora
comincerà
ad
esserci
normale
.
Quando
ci
ameremo
come
dobbiamo
amarci
,
io
lavorerò
tanto
.
Non
sentirò
nessuna
fatica
.
Tu
,
m
'
ispirerai
.
E
noi
saremo
felici
per
il
nostro
amore
e
per
la
nostra
intelligenza
.
Senti
come
la
nostra
unione
,
che
respira
in
noi
,
ci
solleva
?
Come
ci
sembra
che
l
'
anima
nostra
attenda
una
cosa
quasi
dal
di
là
?
Una
cosa
che
abbiamo
intravista
,
quando
il
desiderio
ci
faceva
vedere
intorno
a
noi
come
un
sogno
eterno
?
Amami
come
t
'
amo
io
.
Rinunciando
ad
ogni
cosa
,
ad
ogni
altra
relazione
.
Io
mi
sento
con
te
come
dinanzi
ad
una
divinità
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
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.
.
.
.
.
.
Tu
mi
dài
il
tuo
affetto
come
se
la
mia
anima
fosse
fatta
di
esso
soltanto
.
E
quando
ti
ho
baciata
,
m
'
è
sembrato
che
una
soavità
che
ignoravo
m
'
avesse
fatto
simile
ad
un
fanciullo
.
Allora
io
ho
benedetta
la
tua
bocca
.
Ma
quando
non
t
'
ho
più
veduta
!
Tutte
le
torture
mi
hanno
affiaccato
fino
a
credere
che
la
terra
fosse
tutta
nell
'
ombra
,
E
vedendo
le
piante
fiorite
ho
pensato
al
simbolo
della
tua
castità
e
del
nostro
amore
.
21
aprile
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
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.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
Ora
sono
certo
finalmente
dei
passi
che
facciamo
.
Non
si
tratta
più
di
pensieri
o
di
sentimento
:
noi
agiamo
sicuramente
alla
nostra
felicità
.
Come
potrei
leggere
in
questo
tempo
un
libro
?
Tutto
il
resto
mi
sembra
fittizio
,
e
la
mia
anima
è
piena
del
suo
orgoglio
e
del
sito
amore
.
22
aprile
1908
.
Che
pace
nella
tua
anima
!
...
Sono
così
tuo
che
tutto
il
resto
è
per
me
una
rappresentazione
che
svolge
il
mio
pensiero
.
23
aprile
1908
.
Adesso
,
in
stazione
,
sono
in
soprannumero
.
Il
Capo
ha
fatto
un
telegramma
alla
Direzione
per
chiedere
come
deve
disporre
di
me
ma
(
e
non
me
l
'
aspettavo
)
pregando
di
tener
conto
di
una
sua
nota
che
chiede
aumento
di
personale
.
Egli
mi
ha
domandato
stamani
se
avessi
ricevuto
niente
;
ed
io
gli
ho
detto
che
aspettavo
di
essere
chiamato
a
Firenze
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
È
un
'
illusione
?
Ma
sento
quel
cambiamento
d
'
animo
che
si
ha
quando
si
cambia
di
luogo
.
Domani
,
certo
,
verrà
la
risposta
a
mio
riguardo
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
mi
è
impossibile
di
scriverti
.
Mi
sembra
da
un
'
ora
all
'
altra
possa
andare
a
casa
a
fare
le
valige
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ora
rimane
a
vedere
se
questo
nuovo
impiegato
è
stato
mandato
per
traslocare
me
o
per
aumento
di
personale
.
25
aprile
1908
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ho
interrotto
per
leticare
allo
sportello
...
Per
darti
una
pittura
dell
'
ambiente
:
Qui
non
si
parla
se
non
della
mia
sistemazione
e
dell
'
imbroglio
mosso
dall
'
altro
...
e
aspettano
quel
che
avverrà
.
Subito
dopo
mangiare
,
il
Capo
mi
ha
detto
:
"
Tozzino
,
finisca
per
stasera
l
'
inventario
e
poi
credo
di
darle
una
buona
notizia
!
"
.
Ed
ora
mi
sono
messo
qui
nel
suo
ufficio
a
finirlo
.
26
aprile
1908
.
(
Telegramma
)
Parto
Firenze
,
stazione
centrale
;
trasloco
.
26
aprile
1908
.
Dovevo
essere
partito
stamani
alle
undici
e
mezzo
,
e
seppi
dal
Capo
soltanto
ieri
sera
del
trasloco
e
della
nomina
a
quella
stazione
.
Ma
il
benedetto
inventario
non
era
finito
e
l
'
ho
dovuto
finire
...
Non
posso
né
men
concepire
la
mia
contentezza
.
Finalmente
abbiamo
quel
che
chiediamo
.
Da
Firenze
,
a
Siena
1
maggio
1908
.
Sono
stato
messo
in
archivio
,
cioè
...
a
impolverarmi
le
dita
e
la
bocca
per
ritrovare
nei
registri
vecchi
le
spedizioni
e
gli
arrivi
inesatti
...
Il
lavoro
è
meno
,
e
riposato
quanto
non
imaginavo
né
pure
.
A
mezzogiorno
ero
a
tavola
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ieri
sera
mi
sentii
male
un
poco
.
Ma
non
era
se
non
l
'
effetto
di
lasciarti
.
Che
mi
sembrava
impossibile
...
Dianzi
pensavo
che
tu
m
'
aspettassi
dai
L
.
Con
la
nostra
intimità
sarà
possibile
una
esistenza
che
sia
il
compimento
della
mia
intelligenza
...
Tutto
il
mio
essere
è
a
tua
disposizione
:
tu
hai
la
gioia
di
conoscerne
tutti
i
segreti
.
2
maggio
1908
.
Sono
contento
della
gente
che
mi
sta
intorno
.
Io
ti
attendo
.
Non
può
incominciare
la
mia
vita
senza
di
te
.
Ora
è
come
un
sonno
.
E
so
che
sarò
felice
perché
sono
degno
della
felicità
.
3
maggio
1908
.
Stamani
ho
avuto
tempo
di
rivedere
la
Cattedrale
,
entrando
da
un
lato
e
uscendo
dal
mezzo
...
Non
t
'
ho
mica
detto
com
'
è
la
stanza
dove
sto
io
?
È
tutta
cinta
di
scaffali
,
e
alla
finestra
c
'
è
uno
scaleo
con
due
vasi
di
colla
,
un
fiasco
e
un
bricco
con
un
pennello
grande
dentro
.
Sotto
due
tegamini
,
uno
dei
quali
è
pieno
di
latte
e
l
'
altro
di
acqua
.
E
lì
intorno
,
due
o
tre
carte
col
ventricello
...
È
per
due
gattini
.
Ma
c
'
è
,
in
ogni
modo
,
più
pulizia
di
dov
'
ero
prima
.
Anche
col
Capo
ufficio
di
qua
mi
son
trovato
alla
stessa
trattoria
!
...
Sembra
che
una
vita
nuova
,
sorta
dal
nostro
sentimento
,
mi
avvii
nella
mia
strada
di
volontà
.
Perché
io
ho
bisogno
di
vivere
e
di
essere
amato
fino
in
fondo
...
5
maggio
1908
.
M
'
ha
scritta
una
cartolina
abbastanza
fitta
lo
S
.
,
nella
quale
ho
capito
soltanto
che
mio
padre
sta
al
solito
.
Con
le
informazioni
finanziarie
che
t
'
ho
dato
abbiamo
veduto
che
fino
all
'
uno
o
il
due
di
giugno
,
o
alla
fine
di
maggio
,
è
impossibile
sposarci
.
Con
i
denari
d
'
ora
posso
pensare
alle
spese
mie
di
questo
mese
,
e
con
quelli
che
riscuoterò
possiamo
trovare
un
fondamento
alla
nostra
casa
.
Sono
impazientissimo
della
tua
risposta
.
Da
vero
che
ti
parlerei
anche
con
il
telefono
!
Sto
molto
volentieri
tra
questa
gente
buona
e
cattiva
,
ma
dov
'
è
sempre
possibile
essere
noi
.
Non
mi
sembra
né
meno
un
impiego
.
Ma
è
la
nostra
felicità
che
mi
tiene
così
contento
.
Sappiamo
essere
felici
e
usufruire
della
nostra
intelligenza
.
Io
non
mi
sono
mai
alienato
da
te
,
ma
se
non
trovassi
in
te
quel
bisogno
ideale
che
è
quotidianamente
nel
mio
animo
e
nelle
mie
parole
,
quale
vita
sarebbe
la
nostra
?
...
Tu
devi
venire
a
me
dopo
aver
calpestato
nella
purezza
del
tuo
affetto
ciò
che
mi
urta
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Il
C
.
mi
ha
spedito
venticinque
lire
dicendomi
che
mio
padre
ha
detto
che
non
può
darmi
per
ora
di
più
,
e
che
è
peggiorato
nelle
condizioni
generali
.
Io
spero
di
ottenere
qualche
cosa
nell
'
occasione
del
nostro
matrimonio
.
Ho
potuto
capire
di
più
la
calligrafia
del
medico
che
mi
diceva
del
leggero
peggioramento
,
e
non
miglioramento
come
avevo
inteso
io
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Ora
rassomiglio
a
quando
,
ragazzo
,
ero
nervoso
per
la
prima
comunione
.
Tutto
il
mio
essere
bevve
un
'
altra
esistenza
.
9
maggio
1908
.
Io
non
voglio
parlare
più
di
nulla
,
perché
dopo
una
settimana
che
avremo
vissuto
insieme
tu
sarai
quale
ti
voglio
io
,
anche
di
fronte
a
me
,
perché
pur
non
avendo
più
nulla
da
domandarti
è
avvenuto
che
mi
sono
ingannato
.
E
se
è
l
'
amore
che
ottiene
tutto
,
posso
bene
essere
certo
.
Ma
se
ambedue
ci
incolpiamo
adesso
di
cose
che
non
esistono
dobbiamo
rimproverare
la
nostra
lontananza
.
Vedrai
poi
che
il
mio
amore
non
è
mai
piccino
.
Cosa
che
non
pensi
,
pur
avendomela
scritta
.
Ogni
palpito
della
mia
vita
voglio
che
sia
speso
per
il
tuo
essere
.
Voglio
che
tutta
l
'
energia
che
Dio
e
la
natura
mi
hanno
dato
sia
per
produrti
una
gioia
nella
nuova
vita
comune
.
E
allora
non
parlerai
più
d
'
imposizioni
.
(
Quantunque
,
né
meno
ora
pensi
ch
'
io
m
'
impongo
.
Mi
ameresti
se
tu
dicessi
cosi
?
)
M
'
incolpo
,
qua
da
Firenze
,
di
avere
fatto
intravedere
a
te
stessa
,
male
,
le
infinite
dolcezze
che
l
'
essere
tuo
irradia
nel
mio
.
Siamo
uno
solo
.
E
se
t
'
ho
detto
che
dovresti
calpestare
ciò
che
è
stato
il
tuo
passato
è
perché
nella
mia
coscienza
improvvisa
di
questa
felicità
che
ci
attende
,
avrei
fatto
così
...
E
tu
non
l
'
hai
fatto
?
Perdonami
,
perché
anche
tu
hai
fatto
così
.
Sono
io
che
ho
precipitato
.
.
.
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.
.
.
Perché
mi
scriverai
poco
?
Sono
egoista
.
Togliti
anche
dal
pensiero
che
io
sia
inclinato
a
farmi
del
male
.
Non
è
vero
.
Io
sono
forse
permaloso
.
E
quel
tacermi
,
m
'
ha
fatto
pensare
male
del
tuo
carattere
.
Ecco
la
semplicissima
spiegazione
.
Temevo
,
che
tu
non
mi
volessi
confidare
,
siano
pure
le
sciocchezze
.
Dalle
tue
labbra
pende
la
mia
anima
.
E
la
gioia
è
tanta
che
nessuno
mi
riconoscerebbe
.
Ho
cambiato
anche
modo
di
fare
.
Perdonami
tutto
.
Anche
io
m
'
avvedo
che
a
torto
ti
scrivo
questi
pensieri
cattivi
(
?
)
.
Dovrei
aprire
la
bocca
e
darli
al
vento
.
11
maggio
1908
.
.
.
.
.
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.
.
Da
questa
signora
ho
saputo
che
mio
padre
era
in
bottega
l
'
altra
settimana
.
(
Ella
vi
andò
a
mangiare
)
.
E
ciò
mi
rammenta
che
devo
stare
sempre
in
guardia
verso
di
lui
.
Perché
non
me
l
'
ha
scritto
nessuno
?
E
bada
che
non
c
'
è
da
dubitare
di
lei
,
perché
sono
molti
anni
che
va
lì
a
mangiare
.
In
ogni
modo
ho
già
riscritto
al
medico
.
Io
ho
voluto
amare
soltanto
colei
che
nella
sua
vita
non
trovava
altro
all
'
infuori
di
me
.
.
.
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.
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.
.
.
Se
tu
ti
supponessi
morta
t
'
amerei
ancora
come
un
'
apparizione
divina
.
Se
tu
non
mi
amassi
io
ti
ucciderei
.
Io
ho
veduto
di
rado
i
tuoi
occhi
farsi
lieti
,
irradiarsi
,
per
guardare
me
(
non
so
quando
pensi
al
nostro
amore
)
.
Ma
quando
ti
rivedrò
io
voglio
che
il
tuo
sguardo
sia
così
.
Io
lo
sorpresi
una
volta
,
a
Roma
,
ma
non
so
se
era
per
il
nostro
affetto
.
Fu
un
sorriso
e
una
pace
per
la
tua
anima
:
era
per
me
.
Tu
pensavi
a
noi
.
E
ti
apparve
,
in
un
sorriso
spirituale
,
la
realtà
che
ci
è
prossima
.
Tutto
il
tuo
animo
era
quieto
.
Tu
avevi
dimenticato
ogni
cosa
:
tu
possedevi
il
tuo
amore
.
Dammi
le
tue
mani
;
guardami
come
tu
guardasti
allora
.
Nei
miei
occhi
tu
devi
leggere
tutte
le
parole
gioconde
dell
'
anima
.
Sono
tue
:
è
un
libro
per
te
sola
.
Ma
se
io
sono
giunto
a
ciò
,
a
non
poter
chieder
e
più
oltre
,
io
ho
dovuto
amarti
anche
quando
...
dubitavo
(
forse
)
.
Io
ho
dovuto
sentirti
posseditrice
d
'
ogni
mia
fibra
.
E
l
'
ideale
posto
in
te
m
'
ha
salvato
dalle
contaminazioni
.
Perdonami
se
non
sempre
ti
ho
fatta
lieta
.
Ma
più
che
così
non
ci
possiamo
amare
.
Noi
abbiamo
preparato
a
tutta
la
nostra
vita
il
guanciale
della
felicità
.
Ora
sento
che
posso
riposarmi
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
Dio
ha
creato
in
me
un
mondo
di
cui
tu
sei
la
forza
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
sono
così
lieto
intimamente
che
io
vedo
brillare
la
mia
lettera
,
e
il
cielo
sembra
attendere
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Sei
lieta
?
Dobbiamo
essere
pieni
di
letizia
.
Non
mai
più
dolcezza
era
stata
in
me
.
12
maggio
1908
.
Io
non
ho
tanta
confidenza
con
quella
persona
da
poterla
invitare
a
fare
da
testimonio
.
Dunque
,
dì
a
tuo
padre
,
rileggendogli
questa
lettera
,
come
se
avessi
scritto
a
lui
,
che
egli
pensi
a
trovarli
di
sua
conoscenza
,
perché
io
sarò
contentissimo
della
sua
scelta
.
E
se
facesse
l
'
imbecille
,
digli
che
io
all
'
infuori
della
stessa
persona
non
posso
disporre
di
altri
e
che
saremmo
costretti
a
sceglierli
(
se
a
lui
non
garbasse
)
ambedue
come
piacciono
a
noi
.
Ridigli
proprio
così
,
risparmiando
di
scrivergli
.
Come
ti
dissi
nella
lettera
di
ieri
,
io
ho
provveduto
ad
informarmi
di
quel
che
avviene
a
mio
padre
e
...
tra
me
e
mio
padre
...
Non
sono
affatto
convinto
di
quello
che
t
'
ha
detto
il
tuo
(
A33
)
.
Vedremo
la
cartolina
che
mi
giungerà
domani
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Io
arriverò
costà
alle
nove
e
minuti
.
Alle
dieci
e
mezzo
potremo
essere
al
Comune
,
e
dopo
in
chiesa
.
La
sera
bisogna
esser
qua
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Tutti
questi
preparativi
aumentano
il
mio
affetto
e
desiderio
.
Mi
pare
di
aver
fatto
quello
che
chiedi
,
scrivendo
al
medico
e
al
babbo
.
Al
quale
dicevo
che
mi
scrivesse
e
domandavo
se
il
matrimonio
gli
recherà
dispiacere
.
Dimenticavo
dirti
che
se
mio
padre
risponderà
,
gli
chiederò
che
io
lo
possa
vedere
...
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Fai
che
la
mia
anima
abbia
pace
in
te
,
interamente
.
Da
Siena
,
a
Siena
Castagneto
,
14
maggio
1908
.
È
agonizzante
.
Non
mi
muovo
da
qua
(
A34
)
.
Castagneto
,
15
maggio
1908
.
È
spirato
stamani
alle
otto
.
Note
alla
Parte
seconda
(
A
)
Non
c
'
è
dubbio
che
Lombroso
ci
entrasse
per
qualche
cosa
.
Peraltro
,
l
'
autore
era
in
un
momento
di
reale
squilibrio
molto
somigliante
alla
pazzia
.
(
B
)
Questo
distacco
,
significante
,
dall
'
ultima
lettera
del
settembre
alla
prima
del
gennaio
susseguente
,
corrispose
ad
una
pausa
effettiva
nei
rapporti
dei
due
corrispondenti
.
(
C
)
Si
tenga
presente
che
le
lettere
si
alternano
con
i
colloquî
.
(
D
)
Più
tardi
verrà
notata
e
quasi
rimproverata
al
Tozzi
,
la
sua
preferenza
per
i
soggetti
umili
e
i
personaggi
di
poca
importanza
.
Se
Egli
si
ferma
di
solito
ad
essi
non
è
solo
perché
è
vissuto
molto
fra
gli
umili
,
né
perché
sono
quelli
che
s
'
incontrano
più
di
frequente
(
che
di
cose
e
di
persone
mediocri
è
fatta
gran
parte
della
vita
)
;
ma
,
specialmente
,
lo
interessano
di
più
per
l
'
inesplicabilità
della
loro
esistenza
.
Non
dimentichiamo
che
Egli
ha
il
bisogno
di
razzolare
nel
mistero
!
Vuole
rendersi
conto
di
tutto
;
sapere
qual
'
è
la
ragione
che
fa
agire
,
soffrire
o
godere
!
Ora
quale
mistero
più
profondo
della
umanità
negli
esseri
in
cui
si
presenta
limitato
il
possesso
della
coscienza
,
o
negli
anormali
ai
quali
non
può
servire
di
regola
la
legge
comune
?
Ma
,
certo
,
anche
,
i
suoi
personaggi
,
specie
nelle
novelle
,
spesso
sono
solo
semplici
comparse
,
create
all
'
ufficio
di
mascherare
quel
sentimento
,
attuale
o
no
,
che
l
'
autore
non
potè
sempre
esprimere
in
prima
persona
,
e
dal
quale
,
talvolta
,
tentava
di
liberarsi
scrivendo
(
e
,
come
un
altro
s
'
ubriaca
,
scrivo
!
)
.
Nei
quali
casi
,
è
la
sua
anima
stessa
,
piena
di
ombre
,
che
foggia
dalla
stia
tinta
i
personaggi
che
debbono
rappresentarla
:
Oh
,
dall
'
anima
mia
potessi
togliere
le
cose
tristi
che
son
piene
d
'
ombra
,
come
di
un
peso
immenso
che
m
'
ingombra
!
Come
rugiada
il
cor
potessi
sciogliere
!
(
inedito
)
(
E
)
Passeggiata
da
farsi
insieme
.
(
F
)
"
Ad
un
tratto
,
gli
parve
che
la
sua
anima
si
mettesse
a
suonare
...
"
(
Gli
egoisti
,
pag
.
18
,
Mondadori
)
.
(
G
)
Scrive
dalla
Biblioteca
Vittorio
Emanuele
.
(
H
)
La
trattoria
del
Sasso
.
(
I
)
Egoismo
dell
'
intelligenza
.
Quello
,
appunto
,
che
l
'
autore
si
prefisse
,
poi
,
di
colpire
con
il
romanzo
Gli
egoisti
"
Dario
aveva
voluto
trovare
dovunque
i
segni
del
proprio
pensiero
;
credendo
di
potersi
sostituire
a
tutto
.
Quanti
lasciava
a
Roma
in
simili
presunzioni
!
"
(
Gli
egoisti
,
pag
.
105
,
Mondadori
)
.
(
J
)
Ogni
mio
pensiero
parla
d
'
amore
è
detto
quî
.
E
a
pagina
?
?
:
Il
bisogno
d
'
amare
è
innato
in
me
.
Nei
Ricordi
di
un
impiegato
(
novella
scritta
nel
1910
,
circa
,
e
pubblicata
nel
1920
)
ritoccando
il
testo
aggiunge
:
L
'
amore
mi
occupa
tanto
quanto
l
'
animo
e
mi
pare
l
'
unico
mestiere
che
si
confaccia
alla
mia
coscienza
e
alla
mia
superbia
.
Non
possiamo
non
sentire
la
verità
di
questo
istinto
,
e
notandone
l
'
insistenza
non
dubitare
che
vi
si
connetta
una
ragione
profonda
.
È
l
'
anima
di
grande
capacità
la
quale
presentisce
nella
dolcezza
di
questo
sentimento
universale
l
'
attuazione
della
sua
felicità
.
Dice
S
.
Giovanni
della
Croce
,
come
non
possa
darsi
beatitudine
senza
amore
,
e
d
'
amore
essa
sia
frutto
.
(
Opere
Spirituali
,
vol
.
II
,
Lega
Eucaristica
,
Milano
.
)
Io
non
avevo
mai
saputo
che
in
ciò
stia
il
limite
spirituale
:
la
felicità
,
ripete
anche
il
Tozzi
a
pag
.
?
?
?
del
presente
volume
.
Ma
,
infine
,
accortosi
che
è
stolto
chi
cerchi
il
bene
dov
'
è
sommo
male
,
e
la
luce
dove
sono
le
tenebre
,
dov
'
è
la
morte
cerchi
la
vita
,
la
ricchezza
dov
'
è
somma
povertà
,
e
e
lo
infinito
nelle
cose
finite
(
S
.
Caterina
da
Siena
)
,
nell
'
Incalco
,
la
sua
ultima
opera
,
dice
:
Se
avessi
creduto
in
Dio
sarei
stato
un
santo
(
pag
.
232
)
.
L
'
affermazione
prova
quanto
l
'
autore
cosciente
della
meravigliosa
potenza
racchiusa
nella
sua
anima
fosse
nel
vero
presagendo
l
'
altezza
a
cui
egli
era
mancato
.
Che
nell
'
amore
-
dice
ancora
S
.
Tomaso
-
è
riposto
il
segreto
della
santità
.
(
K
)
Insensibile
alle
influenze
contrarie
a
lui
.
(
L
)
-
Suo
padre
aveva
preferito
di
prendergli
in
affitto
una
camera
fuori
di
casa
,
come
aveva
fatto
altre
volte
.
(
M
)
Parla
di
uno
stanzino
in
casa
del
padre
dove
erano
rinchiusi
i
suoi
libri
.
(
N
)
-
"
Alla
bella
pianta
di
ciliegio
da
capo
ad
un
filare
di
viti
"
.
Con
gli
occhi
chiusi
,
pag
.
68
(
Treves
)
.
"
Siena
,
da
sotto
il
mio
ciliegio
,
pareva
un
arco
che
non
si
potesse
aprire
di
più
...
"
(
Bestie
,
pag
.
104
,
Treves
)
.
(
O
)
Non
si
potrebbe
ridire
meglio
l
'
effetto
del
suono
delle
ore
,
battute
dalla
Torre
del
Mangia
,
quando
si
ripercuote
nelle
strade
silenziose
di
Siena
.
Bisogna
averlo
sentito
.
(
P
)
-
Di
Roma
.
(
Q
)
Ad
onta
di
tutto
si
amavano
.
Quanto
al
padre
basti
dire
che
,
in
fondo
,
era
sempre
lui
a
piegare
,
purché
non
entrassero
in
gioco
interessi
o
sentimenti
suoi
particolari
;
ma
tra
loro
,
anche
i
sentimenti
più
benevoli
e
dolci
erano
come
quelli
dei
nemici
.
(
Incalco
,
pag
.
246
)
.
(
R
)
Scrive
dalla
Biblioteca
Comunale
.
(
S
)
Momenti
nei
quali
doveva
balenargli
la
verità
:
cioè
che
la
sua
anima
non
tesseva
con
altro
filo
che
il
proprio
.
(
T
)
Da
Siena
.
(
U
)
Cioè
:
in
villeggiatura
al
podere
di
Castagneto
.
(
V
)
Del
Comune
di
Siena
.
(
W
)
Era
nel
suo
carattere
di
passare
da
un
eccesso
di
fiducia
all
'
eccesso
opposto
,
istantaneamente
,
violentemente
;
esponendosi
in
tal
modo
,
spesso
,
a
delusioni
e
dolori
quasi
irragionevoli
.
Si
pensi
che
bastava
,
in
ogni
caso
,
la
più
leggera
emozione
per
fargli
perdere
ogni
dominio
di
sé
.
Questo
,
forse
,
per
la
grande
quantità
di
idee
che
l
'
emozione
svegliava
nella
sua
mente
.
Ho
nel
cervello
un
vulcanetto
che
non
si
stanca
mai
e
le
sue
ceneri
e
le
sue
fiamme
si
diffondono
in
tutta
la
mia
anima
in
un
turbinio
che
accieca
e
abbaglia
...
non
posso
mai
separare
il
reale
dall
'
immaginario
.
(
Pag
.
?
?
del
presente
volume
)
.
Ma
è
certo
che
questa
facoltà
,
preziosa
e
terribile
,
è
stata
la
piaga
che
ha
fatto
sanguinare
di
più
la
sua
anima
;
perché
,
in
ogni
modo
,
la
vita
non
gli
fu
avversa
senza
compensi
,
né
più
di
quello
che
lo
è
a
tutti
.
Frequentissimo
,
per
Lui
,
il
caso
di
torti
o
meriti
,
che
s
'
ingrandivano
per
solo
effetto
di
fantasia
.
Nè
la
consapevolezza
di
uno
sbaglio
accertato
,
di
cui
appena
accorto
si
pentiva
e
confessava
,
valevagli
,
all
'
occasione
prossima
,
per
evitargli
un
nuovo
eccesso
.
Ma
,
così
,
pure
,
nessuna
delusione
reale
sofferta
che
riuscisse
a
sminuirgli
la
prodigiosa
e
divina
facoltà
che
aveva
di
entusiasmarsi
di
tutto
come
un
fanciullo
.
Credi
che
bisogna
vivere
così
,
con
entusiasmo
di
tutto
e
non
discuter
mai
quello
che
Dio
ci
mette
dinnanzi
agli
occhi
.
Tutto
è
bello
e
forse
anche
buono
,
quando
il
nostro
animo
è
aperto
e
senza
considerazioni
.
(
Lett
.
agosto
1919
)
.
(
X
)
Non
è
da
scambiarsi
questa
facilità
d
'
adattamento
per
l
'
effetto
di
un
entusiasmo
passeggero
.
Il
Tozzi
non
ha
sofferto
la
povertà
al
modo
inteso
dai
più
.
Pochi
i
suoi
bisogni
materiali
;
tanto
pochi
da
sembrargli
superfluo
possedere
due
abiti
e
preferire
spendere
quel
poco
denaro
che
aveva
-
o
che
non
aveva
come
al
tempo
delle
cambiali
,
durante
il
periodo
del
"
Podere
"
-
in
gite
strapazzose
,
dove
però
c
'
era
la
gioia
di
vivere
,
di
sentirsi
giovine
e
forte
,
e
di
dare
all
'
anima
la
sua
,
libertà
armoniosa
.
La
stanza
in
Via
del
Gesù
,
a
Roma
-
dov
'
è
morto
-
con
il
letto
,
il
suo
tavolo
,
un
armadio
a
muro
dove
teneva
la
valigia
dei
manoscritti
e
i
libri
,
due
casse
con
sopra
i
vocabolari
e
le
carte
da
adoperare
,
due
sedie
,
la
bicicletta
e
varie
stampe
artistiche
giro
giro
alla
parete
,
gli
bastava
e
gli
piaceva
anche
,
come
diceva
;
e
non
sognava
di
aggiungervi
che
una
stufa
per
l
'
inverno
e
un
asse
,
lunga
quanto
la
parete
più
lunga
,
per
degli
altri
libri
.
Mi
sono
tanto
ingrandito
nel
mio
sogno
che
ogni
altra
cosa
,
mi
sembra
meschina
e
immeritevole
d
'
attenzione
.
Ma
è
fuori
di
dubbio
che
questa
semplicità
istintiva
,
ammirevole
,
incomprensibilie
oggi
,
portata
incosciamente
nella
vita
,
sia
stato
uno
degli
anacronismi
che
lo
ha
esposto
di
più
a
soffrire
senza
sapere
perché
.
(
Y
)
Francobollo
per
la
risposta
.
(
Z
)
Cioè
:
del
primo
momento
.
(
A1
)
Direttore
,
allora
,
della
Biblioteca
Comunale
.
(
A2
)
Sulla
vetta
di
Montemaggio
.
(
A3
)
Lettera
di
rievocazione
di
quel
tempo
di
cui
non
si
hanno
più
i
documenti
.
Crediamo
di
riprodurla
quasi
per
intero
,
come
qualche
altra
sul
medesimo
argomento
,
per
la
loro
importanza
psicologica
;
se
bene
l
'
insistenza
del
tema
e
la
confusione
che
può
derivare
al
lettore
da
questi
intermezzi
retrospettivi
,
starebbero
a
sconsigliarne
.
(
A4
)
La
scena
tra
Virgilio
e
Flora
nell
'
atto
3°
dell
'
Incalco
è
certamente
ispirata
dal
ricordo
di
questo
tempo
.
Si
noti
,
però
,
che
il
Tozzi
non
aveva
mai
rilette
queste
lettere
.
(
A5
)
Componenti
la
sua
famiglia
.
(
A6
)
"...in
fondo
alla
strada
del
Mandorlo
,..."
"...c'è
una
croce
di
legno
,
con
un
gallo
colorato
in
cima
;
in
mezzo
a
due
cipressi
"
Tre
Croci
,
Pagine
71-72
(
Treves
)
.
(
A7
)
I
temporali
lo
mettevano
sempre
in
grande
agitazione
.
(
A8
)
Lettera
sul
suo
passato
.
(
A9
)
Il
restante
della
famiglia
stava
,
durante
il
giorno
,
nella
trattoria
.
(
A10
)
La
cucina
della
casa
,
che
non
era
adoperata
perché
si
servivano
di
quella
della
trattoria
.
(
A11
)
Affittavano
delle
camere
ai
clienti
della
trattoria
.
(
A12
)
Di
una
malattia
grave
e
pericolosa
agli
occhi
.
(
A13
)
Quel
che
provava
a
Roma
.
(
A14
)
A
Firenze
c
'
era
stato
diverse
volte
.
Qui
allude
ad
una
volta
dopo
smessa
la
scuola
.
(
A15
)
Per
accertarci
dell
'
entità
di
questa
fede
sarà
bene
osservare
che
il
Tozzi
veniva
da
famiglia
cattolica
praticante
,
ed
era
stato
da
bambino
ammesso
ai
Sacramenti
(
pag
.
190
del
presente
volume
)
.
Poi
,
adolescente
,
e
specie
nel
periodo
dell
'
entusiasmo
socialista
,
non
aveva
voluto
più
credere
.
"
Anche
prima
che
Anna
morisse
non
voleva
andare
in
chiesa
;
ed
ella
non
riusciva
quasi
mai
a
farlo
pregare
.
Ormai
si
sentiva
ateo
.
Bestemmiava
perché
non
voleva
avere
i
pregiudizi
dei
preti
"
.
-
Con
gli
occhi
chiusi
,
pag
.
107-108
(
Treves
)
.
Ma
è
da
supporsi
che
i
germi
della
fede
,
deposti
nell
'
anima
del
fanciullo
,
anche
se
non
sembrava
,
avessero
trovato
dove
mettere
radice
,
perché
appena
gli
riuscì
di
liberarsi
dal
socialismo
e
dalle
cattive
amicizie
,
la
fede
risorse
.
Da
quel
punto
,
che
coincise
con
la
sua
malattia
agli
occhi
(
1904
)
,
torna
ad
ammettere
l
'
esistenza
di
Dio
;
e
ciò
chiamerà
,
poi
,
Conversione
(
S
.
Giorgio
,
n
.
9-12
,
Bologna
,
1913
)
;
ma
non
è
da
intendersi
conversione
nel
senso
di
accettazione
concreta
del
domma
cattolico
.
A
ciò
non
arriverà
che
dopo
avere
imparato
,
con
la
propria
esperienza
che
la
fede
vuole
essere
accompagnata
dall
'
azione
perché
solo
in
essa
è
la
realtà
.
(
Incalco
,
248
)
.
(
A16
)
Per
il
concorso
alle
Poste
.
(
A17
)
Era
la
matrigna
,
non
sarta
,
che
gli
cuciva
gli
abiti
.
Da
qui
la
sua
poca
eleganza
(
che
Egli
portava
con
perfetta
disinvoltura
)
scambiata
qualche
volta
per
posa
.
(
A18
)
Chiamata
all
'
esame
per
il
concorso
alle
Poste
.
(
1
)
Tutte
le
lettere
di
quel
tempo
sono
scritte
...
calligraficamente
.
(
A19
)
Allude
ad
una
data
persona
.
(
A20
)
Altra
lettera
sul
passato
.
(
B21
)
Morte
della
madre
descritta
in
Con
gli
occhi
chiusi
pag
.
90
(
Treves
)
.
(
A22
)
Si
osservi
che
questo
giudizio
ufficiale
di
non
idoneità
in
italiano
,
colpiva
il
Tozzi
precisamente
nell
'
esame
governativo
di
ottobre
,
di
quello
stesso
1902
da
cui
ha
principio
l
'
attuale
epistolario
.
(
A23
)
Ma
mi
sentivo
arido
dell
'
aridezza
prodotta
dalla
mia
volontà
.
Effetto
del
contrasto
in
cui
,
in
una
mente
imbevuta
di
filosofie
anarchiche
,
viene
a
trovarsi
la
volontà
quando
s
'
incontra
con
la
realtà
della
vita
.
E
in
ciò
è
consistito
,
sempre
,
il
dramma
interiore
del
Tozzi
.
Da
qui
il
ripetersi
,
troppo
frequente
nella
sua
vita
,
di
resultati
negativi
,
di
cui
la
ripercussione
nell
'
arte
.
Avevo
la
devozione
e
il
rispetto
di
me
stesso
,
confessa
nell
'
Incalco
(
pag
.
232
)
e
subito
dopo
,
a
dimostrare
che
cosa
gli
è
valso
:
"
E
ora
io
sono
un
uomo
qualunque
,
mediocre
e
stanco
anche
di
questa
sopravvivenza
di
vita
che
mi
fa
spavento
"
.
Ma
se
è
scoraggiato
di
sé
,
non
lo
è
,
però
della
vita
.
Pensa
che
se
"
il
bene
che
si
cerca
è
sempre
introvabile
,
dipende
da
noi
.
Ma
esso
esiste
e
dobbiamo
rispettarlo
"
.
Egli
ha
finalmente
riconosciuto
che
la
causa
del
contrasto
è
in
noi
e
non
giova
ribellarsi
alla
legge
(
che
è
da
Dio
)
ma
,
piuttosto
,
giova
secondarla
per
realizzare
quanto
all
'
uomo
è
possibile
di
bene
.
"
Ho
imparato
che
l
'
opera
di
ogni
uomo
consiste
nell
'
attività
della
sua
anima
secondo
ragione
"
.
Ed
anche
:
"
Bisogna
trovare
un
punto
fermo
dentro
di
noi
;
ma
non
fatto
soltanto
di
noi
"
.
Le
citazioni
sono
dell
'
Incalco
(
Gli
egoisti
-
Mondadori
)
.
Per
dare
ad
esse
tutta
l
'
importanza
che
meritano
si
deve
tenere
presente
che
L
'
Incalco
fu
l
'
ultima
opera
del
Tozzi
,
ed
in
questa
opera
Egli
intese
particolarmente
di
fissare
le
conclusioni
alle
quali
si
era
fermata
la
sua
anima
.
(
A24
)
Dalla
mamma
:
alla
messa
.
(
A25
)
Nel
concorso
per
le
Ferrovie
.
(
A26
)
Una
novella
.
(
A27
)
L
'
eccitazione
favorivagli
il
lavoro
creativo
.
Da
ciò
,
il
bisogno
continuo
di
sentirsi
esaltato
e
la
sensazione
di
non
vivere
se
non
lo
era
.
(
A28
)
Vedi
:
Ricordi
di
un
impiegato
.
Rivista
Letteraria
N
.
II
1920
(
Berlutti
)
.
(
A29
)
Modo
di
dire
senese
.
(
A30
)
Le
galline
,
chiuse
nelle
ceste
di
spedizione
,
facevano
le
uova
,
che
qualcuno
,
con
una
canna
,
riusciva
a
levare
senza
romperle
.
(
A31
)
"
La
Nuova
Antologia
"
,
nel
1919
,
rifiutò
anche
di
pubblicargli
Tre
Croci
.
(
A32
)
Si
riferisce
a
una
visita
a
Siena
,
dalla
quale
è
di
ritorno
.
(
A33
)
Cioè
:
che
suo
padre
era
agli
estremi
.
Cosa
che
nessuno
della
sua
famiglia
aveva
pensato
di
fargli
sapere
.
(
A34
)
"
La
mattina
dopo
Giacomo
era
già
in
agonia
...
"
.
(
Il
podere
,
pag
.
11
,
Treves
)
.
Pagine
di
taccuino
(
A
)
3
settembre
1903
.
Ad
una
certa
strada
incontriamo
il
curato
,
vestito
con
una
giacca
e
calzoni
neri
.
Gli
facciamo
una
scappellata
esagerata
;
poi
io
torno
indietro
e
gli
dico
:
-
Reverendo
,
avremmo
piacere
di
conoscerlo
più
intimamente
:
noi
siamo
artisti
,
e
...
stasera
verremo
a
mangiare
da
lei
.
-
Come
?
Loro
sono
artisti
,
e
...
-
Certamente
:
vogliamo
questo
onore
.
-
Ma
cosa
vogliono
mangiare
?
-
Quello
che
ella
vorrà
:
in
questo
caso
il
suo
gusto
è
superiore
al
nostro
,
e
quindi
ci
rimettiamo
...
a
lei
.
Il
prete
mi
guarda
,
guarda
gli
altri
e
scoppia
in
una
risata
.
Il
G
...
mi
tocca
nel
gomito
,
incitandomi
a
proseguire
.
Allora
dico
:
-
Ci
dica
a
che
ora
è
solito
cenare
ché
noi
mangiamo
a
qualunque
ora
.
E
il
prete
:
-
Intanto
verranno
a
vedere
la
chiesa
!
Andiamo
.
Su
la
scalinata
della
canonica
troviamo
un
branco
di
galline
.
-
Queste
son
sue
?
-
Ma
che
:
io
non
ci
conto
né
pure
per
la
decima
.
Intanto
entriamo
in
chiesa
.
Una
costruzione
barocca
.
Diciamo
che
ci
piace
e
guardiamo
anche
un
affresco
del
Lorenzoni
.
Quando
riusciamo
,
il
prete
dice
:
-
Chiudete
bene
la
porta
,
se
no
le
galline
vanno
a
pregare
.
-
E
ride
.
Entrati
nella
sua
canonica
ci
ha
fatto
ammirare
lo
splendido
panorama
:
si
vede
Chiusdino
,
Ciciano
,
la
miniera
,
Siena
e
Monticiano
.
Quando
stiamo
per
uscire
,
ci
ferma
dinanzi
un
andito
,
e
dice
:
-
Vogliono
sentire
la
mia
mamma
,
quando
le
dico
che
stasera
mangiano
qui
.
-
Sì
.
Ci
spinge
verso
una
scala
,
e
chiama
:
-
Mamma
!
-
Oh
!
-
Stasera
ci
sono
tre
senesi
a
cena
.
Un
poco
di
silenzio
,
e
poi
sentiamo
una
voce
di
vecchia
,
che
risponde
.
-
Ecché
?
Maledetta
questa
casa
!
Non
siamo
mai
liberi
...
E
,
fortunatamente
,
non
intendiamo
le
altre
parole
.
Facciamo
tutti
una
bella
risata
(
e
il
prete
ha
riso
più
di
tutti
)
e
ritorniamo
al
sole
.
LE
FOGLIE
SECCHE
.
Prendo
in
mano
una
foglia
e
la
stritolo
.
Dentro
il
mio
pugno
stride
,
e
mi
fa
pensare
.
M
'
è
parso
che
quello
scricchiolio
dicesse
molte
cose
.
In
quel
balbettar
doloroso
,
simile
a
un
pianto
,
c
'
è
una
malinconia
potente
e
la
storia
di
una
rapida
esistenza
.
Ci
sono
i
baci
del
sole
e
le
gocce
picchiettanti
della
tempesta
.
La
foglia
secca
è
lo
scheletro
di
un
sorriso
verde
.
NELLE
MINIERE
DI
BOCCHEGGIANO
.
(
Miniere
di
rame
)
.
4
settembre
1903
.
Entrai
in
una
galleria
di
quattrocento
metri
.
Il
terreno
era
fangoso
,
e
le
traverse
della
ferrovia
,
che
serve
per
il
trasporto
del
minerale
scavato
,
sconnesse
e
disguazzanti
.
Le
pareti
gocciolano
.
In
principio
si
ha
un
'
impressione
di
freddo
,
poi
giungono
soffi
caldi
di
vento
.
Quando
fummo
,
io
ed
il
sorvegliante
,
quasi
a
metà
della
galleria
ci
dovemmo
fermare
in
una
incavatura
,
per
lasciar
passare
gli
operai
scaricatori
.
Erano
cinque
e
nudi
.
Spingevano
i
vagoncini
carichi
di
minerale
,
ansando
.
Quando
passarono
mi
salutarono
.
Proseguimmo
ed
entrammo
nel
primo
cantiere
:
una
grotta
,
nera
e
scabrosa
,
in
fondo
alla
quale
tre
minatori
battevano
colpi
di
martello
su
i
loro
lunghi
scalpelli
.
Ciascuno
aveva
una
lucerna
a
guisa
di
cipolla
,
alimentata
con
l
'
olio
minerale
.
L
'
aria
,
per
me
,
era
insopportabile
.
Provavo
una
pena
come
se
il
mondo
intero
mi
avesse
imprigionato
per
sempre
in
uno
dei
suoi
buchi
.
La
lanterna
,
a
gas
acetilene
,
mi
tremava
nella
mano
.
Bisognava
urlare
per
farsi
intendere
.
I
colpi
su
gli
scalpelli
vibravano
per
tutta
la
volta
.
I
minatori
avevano
l
'
aria
di
dirmi
:
-
Perché
sei
venuto
a
vederci
?
E
il
mio
sorriso
rispondeva
:
-
Vi
amo
.
Ci
fu
per
un
istante
il
ritorno
violento
de
miei
sentimenti
,
e
mi
vergognai
d
'
essere
andato
in
quel
luogo
a
godere
delle
sofferenze
altrui
.
Giunsi
a
pensare
:
Io
non
ho
il
diritto
di
credermi
superiore
a
loro
.
Queste
ombre
d
'
alcoolici
e
d
'
idioti
hanno
in
sé
una
potenza
smisurata
:
nel
loro
pugno
si
condensa
l
'
energia
dell
'
umanità
.
-
E
per
un
istante
non
vidi
che
il
lavoro
trionfante
nel
mondo
.
Ma
il
sorvegliante
mi
spiegava
le
qualità
della
roccia
,
ed
io
con
la
testa
accennavo
d
'
intendere
ma
guardando
altrove
:
dove
quelle
membra
si
scaldavano
affannosamente
,
nel
tormento
del
bisogno
.
Di
lì
scendemmo
per
una
botolina
-
in
cui
era
infilata
,
verticalmente
,
una
scaletta
di
legno
-
in
un
altro
cantiere
.
Era
abbandonato
.
Rimaneva
ancora
l
'
armatura
consistente
in
una
piramide
di
traverse
,
nel
mezzo
della
grotta
.
Dai
fianchi
,
sporgevano
massi
di
minerale
sterile
,
luccicante
in
un
verde
smorto
.
Mi
parve
di
vedere
una
fila
d
'
operai
a
martellare
.
Il
letto
del
cantiere
era
umido
,
e
vi
erano
alcune
tavole
imporrite
.
Risalii
a
stento
ed
entrai
in
un
altro
buco
.
Dovetti
fare
venti
scalini
con
le
mani
e
con
i
piedi
,
piegando
le
spalle
per
non
urtare
ne
'
macigni
.
Il
lume
mi
batteva
su
le
ginocchia
.
Vidi
sei
operai
che
cercavano
un
mezzo
acconcio
a
far
saltare
in
aria
una
grossa
porzione
di
minerale
.
Il
sorvegliante
che
era
con
me
dette
loro
alcuni
consigli
che
furono
accettati
in
silenzio
.
Quegli
uomini
,
quando
mi
passavano
accanto
,
si
voltavano
a
guardarmi
fissamente
.
Io
cercavo
di
leggere
nei
loro
occhi
una
qualche
espressione
,
ma
li
trovai
ghiacci
e
pieni
di
ombre
.
Che
cosa
attraversava
il
loro
cranio
sfuggente
?
Alcuni
non
risposero
al
mio
saluto
,
e
gli
altri
lo
fecero
quasi
di
malavoglia
.
Perché
salutarmi
?
Lasciandoli
,
mi
parve
che
piombassero
in
un
'
ombra
di
delusione
.
Il
sorvegliante
mi
propose
di
visitare
altri
cantieri
,
ma
io
ero
stanco
e
volli
tornare
al
sole
.
La
mia
giacchetta
di
minatore
era
fradicia
per
le
gocciole
ghiacce
cadute
dal
soffitto
;
la
camiciola
s
'
attaccava
alla
pelle
sudata
.
Mi
sentivo
male
.
Un
certo
silenzio
era
penetrato
in
me
,
interrotto
da
irruzioni
sensatoriali
.
Pensavo
certe
ariette
popolari
che
avevo
cantate
il
giorno
avanti
,
a
come
rideva
il
prete
,
a
quello
che
avrei
veduto
nelle
altre
gallerie
.
Ebbi
il
desiderio
di
tornare
subito
dentro
.
Entrammo
in
una
galleria
di
centoquaranta
metri
.
Non
aveva
nulla
differente
all
'
altra
,
se
non
che
era
più
umida
,
ed
alcune
armature
avevano
ceduto
alla
pressione
del
minerale
.
Mi
parve
che
qualche
traversa
si
dovesse
staccare
e
farmi
del
male
.
Guardai
il
sorvegliante
:
pensai
che
egli
mi
accompagnava
volentieri
,
e
sorrisi
alla
sua
nuca
rugosa
e
sporca
.
Il
suo
lume
dondolava
malamente
.
Guardai
la
fiamma
del
mio
,
e
mi
parve
molto
bella
.
L
'
acetilene
bruciava
con
un
fruscio
di
gonnella
di
seta
:
mi
fece
pensare
ad
una
cosa
indeterminata
.
Da
'
miei
capelli
cadde
una
goccia
di
sudore
su
la
mano
:
ebbi
timore
d
'
ammalarmi
.
Rivedevo
il
contorno
esteriore
de
'
monti
verdi
e
il
sole
.
Un
uccello
svolazzava
nel
cielo
.
Ma
il
sorvegliante
mi
toccò
nel
braccio
e
disse
:
"
Scenderemo
nella
sala
dov
'
era
la
pompa
"
.
-
La
pompa
?
-
E
mentalmente
continuai
:
"
c
'
è
una
pompa
.
Dev
'
essere
pericolosa
.
Perché
?
"
.
Mi
rispose
:
-
La
pompa
che
serviva
a
tirar
fuori
l
'
acqua
d
'
una
sorgente
,
che
abbiamo
incontrata
nel
seguire
un
filone
.
Ebbi
uno
sguardo
di
diffidenza
,
ma
sapevo
bene
che
certe
macchine
si
trovano
nelle
miniere
.
Scendemmo
per
una
scala
di
legno
abbastanza
larga
.
Un
soffio
gelato
mi
passò
su
la
fronte
;
posi
la
mano
al
cuore
.
Udivo
lo
scroscio
di
un
torrente
rapido
.
Pensai
che
la
miniera
ne
poteva
essere
invasa
.
A
quel
fracasso
s
'
univa
il
gocciolare
sommesso
delle
rocce
.
Percepivo
tutto
distintamente
.
Da
una
parte
della
scala
era
una
specie
di
fosso
colmo
di
ombra
.
Supposi
che
l
'
acqua
corresse
lì
dentro
.
Ma
dovetti
accorgermi
che
,
invece
,
passava
di
sotto
alla
scala
dove
erano
i
miei
piedi
,
e
che
quando
un
gradino
si
piegava
al
peso
del
mio
corpo
ne
usciva
a
piccole
onde
che
dilagavano
.
Era
un
'
acqua
sporca
di
sostanze
di
ferro
,
e
quindi
giallastra
.
I
muri
eran
coperti
di
quel
colore
.
La
scala
fu
molto
lunga
.
In
fondo
era
cessato
il
rumore
dell
'
acqua
ed
udivo
i
colpi
sordi
dei
minatori
.
Una
crociera
di
gallerie
si
apriva
,
ma
io
mi
ricusai
di
visitarle
.
Trovavo
sconveniente
guardare
degli
uomini
affaticati
.
Entrai
nella
stanza
della
pompa
:
avevo
creduto
di
trovarla
sola
,
e
,
invece
,
vi
erano
molti
operai
.
Quello
che
facessero
precisamente
non
so
.
Ero
preoccupato
da
certi
tonfi
enormi
che
facevano
tremare
il
suolo
,
e
dallo
sbuffo
caldo
e
forzato
di
un
tubo
rosso
.
Dopo
un
poco
,
scorsi
la
gabbia
che
scendeva
e
si
fermava
al
livello
della
stanza
.
Vidi
che
un
operaio
vi
era
dentro
.
Il
sorvegliante
guardava
i
minatori
e
parlava
a
me
.
Mi
dava
delle
spiegazioni
che
non
m
'
interessavano
.
Avevo
paura
di
una
idea
:
che
la
stanza
dovesse
scoppiare
con
tutte
le
provocazioni
che
le
facevano
quegli
uomini
.
Il
tubo
,
da
cui
schizzava
quell
'
acqua
bollente
,
perché
non
sarebbe
scoppiato
?
E
perché
qualche
congegno
dell
'
ascensore
non
sarebbesi
strappato
?
Quei
petti
nudi
mi
facevano
male
.
Il
pelo
arricciato
,
dove
le
gocce
di
sudore
si
soffermavano
prima
di
cadere
,
più
male
ancora
...
Gli
operai
rovesciavano
in
terra
lunghi
pezzi
di
legno
bianco
.
Pareva
che
si
sfasciassero
.
In
terra
,
per
quanto
era
lunga
la
stanza
,
era
uno
strato
di
cemento
;
e
,
ficcato
in
questo
,
rimanevano
gli
avanzi
della
pompa
,
che
consistevano
in
cavicchi
tozzi
di
ferro
verniciato
in
rosso
.
Mettevo
una
cura
estrema
di
non
urtare
in
quelli
:
mi
sarei
vergognato
molto
.
Degli
uomini
si
muovevano
negli
angoli
di
fondo
:
uno
cercava
nella
sua
giacca
.
Rumori
violenti
mi
ferivano
senza
posa
:
percepivo
un
urlo
confuso
,
in
cui
passavano
,
di
quanto
in
quanto
,
dei
suoni
che
non
riuscivo
a
spiegare
.
Il
sorvegliante
mi
domandò
se
avevo
caldo
.
Gli
risposi
mostrandogli
il
viso
.
Sotto
le
ascelle
mi
si
appiccicava
anche
la
camicia
.
Le
scarpe
erano
umide
.
Mi
doleva
la
testa
.
-
Scendiamo
?
-
Scendiamo
.
Entriamo
nella
gabbia
,
ed
io
domando
come
devo
attenermi
.
Da
prima
credo
che
quella
scesa
mi
dia
una
vertigine
,
ma
poi
mi
assicuro
di
no
.
Vedo
i
ferri
scorrere
,
larghi
e
piatti
,
sopra
ad
un
altro
rettangolare
,
con
un
moto
sicuro
.
Il
sorvegliante
tossisce
più
volte
:
io
credo
che
sorridessi
.
Intravedo
diversi
tubi
verniciati
in
rosso
.
Finalmente
provo
un
sobbalzo
;
la
gabbia
ha
urtato
terra
.
-
Ha
avuto
paura
?
-
No
,
no
.
In
un
polverone
,
qua
e
là
acceso
da
lumi
rossastri
,
vedo
agitarsi
molti
uomini
.
Prima
d
'
uscire
esito
e
guardo
la
mia
lanterna
.
Il
caldo
è
insopportabile
;
più
tardi
ho
saputo
che
eravamo
a
47°
sopra
zero
ed
a
una
profondità
di
150
metri
.
Viene
incontro
un
giovine
.
Io
saluto
ma
non
mi
risponde
.
Mi
pare
beffardo
.
La
sua
fronte
è
solcata
da
un
raggio
di
rughe
secche
,
come
se
un
ragno
vi
avesse
accomodate
le
sue
zampe
.
Chi
è
?
Ha
gli
occhi
chiari
e
cristallini
,
la
bocca
contorta
.
Passa
oltre
.
Ne
vedo
un
altro
a
cui
mancano
le
estremità
interne
dei
baffi
:
la
bocca
ha
una
cicatrice
verticale
.
Non
lo
saluto
.
La
stanza
dove
sono
tutti
questi
uomini
ha
il
pavimento
soltanto
alle
pareti
:
nel
mezzo
è
una
fossa
rettangolare
coperta
di
tavole
messe
a
caso
.
Là
dentro
si
muovono
le
perforatrici
a
vapore
,
che
non
ho
voluto
vedere
.
I
loro
colpi
di
una
sonorità
sorda
mi
danno
una
pena
fisica
.
Passo
in
una
nuova
stanza
,
dove
si
sta
costruendo
una
nuova
pompa
.
Non
mi
curo
di
nulla
.
Guardo
i
minatori
.
Sono
agitati
.
Ne
saluto
qualcuno
che
mi
risponde
con
una
indifferenza
seria
.
Un
giovine
mi
guarda
nel
viso
,
sporgendo
il
suo
in
avanti
.
Quando
ho
cercato
di
contraccambiare
lo
sguardo
,
è
sparito
.
Che
significava
?
C
'
è
un
altro
sorvegliante
;
un
uomo
alto
e
dagli
occhi
slargati
,
che
mi
dà
alcune
spiegazioni
con
sicurezza
.
Quello
che
mi
ha
accompagnato
smozzica
il
lucignolo
del
suo
lume
.
Voltandomi
a
sinistra
,
scorgo
un
ventilatore
,
dalle
ali
d
'
acciaio
,
girare
come
un
vortice
affannoso
,
ronzando
acutamente
.
Il
sorvegliante
s
'
avvicina
ad
un
operaio
bruno
e
gracile
,
e
gli
parla
all
'
orecchio
.
L
'
operaio
guarda
ora
me
ora
il
sorvegliante
,
tenendosi
i
pugni
sui
fianchi
.
Mi
parve
che
egli
fosse
più
degli
altri
rôso
dalla
fatica
,
e
che
la
sua
volontà
si
fosse
ritratta
per
non
più
uscire
.
"
Quell
'
uomo
non
deve
pensare
a
se
stesso
.
La
sua
anima
brutale
,
sofferente
,
è
scomparsa
nel
tormento
selvaggio
dei
sensi
.
Il
lavoro
,
come
un
incubo
eterno
,
ha
succhiato
il
sangue
nero
della
sua
vita
"
.
Il
sorvegliante
mi
chiama
,
e
mi
dice
se
voglio
vedere
la
porta
che
rattiene
l
'
acqua
calda
.
Esito
.
Non
volevo
più
saperne
.
Ma
egli
si
era
avviato
,
ed
io
lo
seguo
.
In
fondo
ad
un
corridoio
,
largo
ed
alto
un
metro
,
scorsi
una
paletta
di
ferro
:
somigliava
ad
una
vanga
piantata
nella
terra
.
Ma
il
caldo
era
insopportabile
:
mi
aveva
ridotto
di
una
debolezza
estrema
...
Temevo
di
sentirmi
male
.
Dissi
di
risalire
.
Mi
pareva
che
il
tempo
fosse
lentissimo
.
Lasciai
con
un
certo
piacere
quegli
uomini
.
Pensai
ch
'
io
fossi
un
loro
nemico
,
com
'
essi
erano
a
me
:
ero
diffidente
d
'
ogni
più
piccolo
gesto
.
Entrando
nella
gabbia
mi
sentii
inquieto
.
Il
sorvegliante
non
mi
disse
più
nulla
.
Però
,
a
un
certo
punto
della
salita
,
domandò
sorridendo
:
-
Che
ne
pensa
di
quello
che
ha
veduto
?
Non
ricordo
la
risposta
che
feci
mentalmente
:
era
un
accozzo
di
sentimenti
disparati
e
terribili
.
Perdurava
in
me
la
violenza
delle
sensazioni
.
Ma
risposi
così
,
con
un
sorriso
nervoso
ed
evitando
lo
sguardo
del
mio
compagno
:
-
Io
?
...
Vorrei
che
venissero
a
minare
le
nostre
città
.
E
dentro
di
me
,
ebbi
un
senso
di
timore
.
Mi
parve
di
vedere
una
cosa
lunga
e
bianca
giacere
di
fianco
;
mi
accorsi
che
mi
era
cominciato
a
dolere
la
testa
e
che
respiravo
male
.
19
ottobre
1903
.
PAESAGGIO
D
'
OTTOBRE
.
Sorgono
i
monti
turchini
,
e
in
cima
la
neve
biancheggia
,
come
un
chiaro
di
sogno
veduto
da
lontano
.
Pallidi
i
boschi
,
e
rinchiusi
tra
poggi
che
scendono
a
valle
,
fremon
a
'
venti
freddi
,
con
le
poche
foglie
vizze
.
È
questo
il
mese
maligno
,
che
lascia
squagliare
nel
fango
i
colori
maliardi
,
pieni
di
nostri
amori
.
L
'
anima
ancora
si
spoglia
d
'
orgogli
fioriti
in
estate
:
nuda
,
ricerca
il
sole
tiepido
,
e
aspetta
stanca
,
quasi
ch
'
un
altro
sorriso
le
giunga
,
invitandola
a
amare
.
Passano
in
fretta
donne
meste
,
con
nere
trecce
:
vanno
lontano
a
morire
in
nebbie
giallognole
e
verdi
di
visioni
oppresse
da
la
mestizia
loro
:
sembrano
foglie
travolte
dal
vento
,
avviate
ad
un
lago
;
e
un
riso
di
pezzente
s
'
asconde
dietro
i
tronchi
.
21
ottobre
1903
.
Come
un
ruscello
di
rose
vermiglie
,
che
scorra
olezzante
,
lungo
il
mio
verso
nuoti
radiante
d
'
amore
:
ridono
i
denti
più
bianchi
di
neve
,
la
chioma
respira
dentro
la
luce
,
e
il
cielo
splende
su
la
tua
fronte
.
Chinansi
i
rami
fioriti
di
sopra
al
tuo
corpo
maliardo
da
le
sponde
esultanti
in
desiderii
nuovi
.
Tu
placida
,
non
curante
del
ritmo
,
che
lene
ti
spinge
a
plaghe
di
bellezza
,
stese
ne
la
mia
angoscia
,
socchiudi
gli
occhi
che
sono
due
sogni
dell
'
anima
stanca
e
dolce
t
'
abbandoni
al
murmure
avvolgente
.
Miscellanea ,
POCHE
PAROLE
PER
CAPIRCI
ALLA
PRIMA
.
Questo
libro
non
è
per
gli
strategici
e
molto
meno
pei
letterati
;
un
cruscante
,
leggendolo
,
avrebbe
di
che
arricciare
il
naso
moltissime
volte
;
un
soldato
di
quelli
che
vanno
per
la
maggiore
,
giurerebbe
che
lo
scrivente
sa
di
arte
di
guerra
,
quanto
sa
d
'
ortografia
un
'
analfabeta
;
nè
io
dicerto
vorrei
sfegatarmi
per
far
cambiar
loro
opinione
;
io
non
l
'
ho
mai
pretesa
a
linguista
ed
ho
una
vecchia
ruggine
con
chi
si
arrovella
,
per
studiare
il
sistema
di
ammazzare
più
gente
che
può
.
I
miei
non
sono
che
appunti
;
appunti
presi
al
chiaro
di
luna
,
nel
silenzio
degli
avamposti
o
nel
cicaleggio
giocondo
e
spigliato
della
caserma
;
tra
il
fischiar
delle
palle
e
le
canzoni
entusiastiche
,
tra
una
bestemmia
e
una
lacrima
,
in
mezzo
alla
baldoria
e
ai
cadaveri
,
ai
generosi
proponimenti
e
alle
continue
disillusioni
,
nasce
spontanea
in
chiunque
abbia
del
cuore
,
una
filosofia
che
l
'
arcigno
e
pettoruto
pedante
non
crederebbe
possibile
in
una
vita
scapigliata
,
chiassona
,
piena
d
'
emozioni
,
ma
sempre
senza
pensieri
,
quale
è
la
vita
del
campo
.
E
di
tali
riflessioni
,
ispirate
dai
fatti
ora
tristi
,
ora
gloriosi
,
di
cui
fummo
gran
parte
,
può
essere
che
qua
e
là
se
ne
trovino
anche
in
questi
appunti
,
che
raffazzonati
alla
meglio
,
ora
ardisco
di
offrire
ai
miei
buoni
lettori
,
persuaso
che
,
se
non
avranno
altro
merito
,
avranno
certamente
quello
di
essere
dettati
dalla
verità
,
mai
da
rancore
o
da
invidia
.
Se
arrivato
all
'
ultima
pagina
,
qualcuno
che
avrà
avuto
l
'
eroismo
di
seguirmi
fin
là
,
volgerà
un
pensiero
pietoso
ai
poveri
martiri
,
che
ignorati
si
giacciono
nell
'
estese
pianure
sotto
Fontaine
e
Talant
e
resterà
persuaso
che
i
pochi
,
i
quali
per
la
causa
più
santa
che
si
sia
dibattuta
in
questi
ultimi
tempi
lasciarono
interessi
e
famiglia
,
quantunque
disconosciuti
e
non
aiutati
da
chi
aveva
il
dovere
di
aiutarli
,
hanno
fatto
tutto
quello
che
umanamente
era
loro
possibile
per
far
trionfare
la
idea
,
battendosi
da
prodi
,
e
non
mostrandosi
indegni
di
quella
camicia
rossa
,
che
da
gente
abietta
e
codarda
si
voleva
condannare
al
Bargello
,
io
sarò
più
che
contento
,
io
potrò
dire
che
il
mio
povero
libro
ha
raggiunto
il
suo
scopo
.
CAPITOLO
I
.
-
Bada
bene
che
domani
ti
aspettiamo
a
Livorno
.
-
Non
ne
dubitate
...
Brucio
anche
io
dal
desiderio
di
lasciar
queste
lastre
.
-
Allora
siamo
intesi
?
-
Intesisissimi
.
-
A
domani
dunque
!
...
E
tutti
,
e
tre
ci
stringemmo
vicendevolmente
la
mano
,
e
si
stava
per
congedarci
,
quando
tutto
a
un
tratto
un
prolungato
mormorio
ci
giunge
all
'
orecchio
:
è
un
accorrere
di
gente
,
uno
spalancarsi
improvviso
di
finestre
e
di
usciali
di
botteghe
vicine
,
un
domandare
e
un
rispondere
,
un
incomposto
gridìo
di
ragazzi
,
un
esclamare
di
donne
,
continuo
e
in
tuono
di
spavento
.
-
Che
ci
sia
la
rivoluzione
?
-
Domandò
un
mio
compagno
che
da
circa
quindici
giorni
non
sognava
che
sangue
e
trambusti
.
Senza
rispondere
alla
strana
supposizione
,
mossi
dalla
curiosità
escimmo
tutti
dalla
bottega
di
caffè
,
nella
quale
eravamo
seduti
.
Qual
magnifico
spettacolo
non
ci
si
offerse
alla
vista
!
Era
terminato
di
piovere
ed
il
cielo
era
tutto
rosso
,
infuocato
,
quasichè
fosse
avolto
in
un
lenzuolo
d
'
amianto
;
i
popolani
,
tutti
a
bocca
spalancata
tenevano
la
testa
all
'
insù
,
e
distornavano
gli
sguardi
dall
'
alto
,
solamente
por
occhieggiarsi
tra
loro
,
lambiccando
il
cervello
e
arrapinandosi
,
per
spiegare
il
fenomeno
,
che
per
la
prima
volta
vedevano
,
e
di
cui
non
erano
mai
giunti
a
farsi
un
'
idea
.
I
lettori
si
rammenteranno
dell
'
Aurora
boreale
che
apparve
ai
venticinque
dell
'
ottobre
decorso
;
la
sera
appunto
del
venticinque
d
'
ottobre
era
l
'
ultima
che
,
a
nostro
giudizio
,
dovevamo
passare
in
Firenze
.
-
Anche
il
cielo
si
tinge
di
rosso
-
Gridò
il
solito
compagno
,
provocando
un
'
occhiataccia
dal
padron
di
bottega
,
il
quale
dacché
aveva
raggruzzolato
la
miseria
di
un
mezzo
milione
si
era
buttato
,
anima
e
corpo
,
nella
categoria
dei
ben
pensanti
-
Allegri
ragazzi
-
Continuò
collo
stesso
tuono
di
voce
lo
scapato
-
Gli
augurii
,
non
potrebbero
essere
migliori
...
Evviva
il
rosso
!
-
Evviva
!
-
Rispondemmo
noi
tutti
,
contenti
come
pasque
per
la
nuova
distrazione
che
ci
dava
quel
caso
inopinato
e
maraviglioso
che
faceva
inorridire
dallo
spavento
il
superstizioso
fellak
e
la
donnicciola
dei
nostri
camaldoli
;
due
selvaggi
in
questo
secolo
in
cui
non
si
fa
che
ragionare
di
civiltà
.
Dopo
pochi
minuti
,
lasciai
i
miei
compagni
,
e
prima
di
ridurmi
a
casa
,
ebbi
vaghezza
di
vedere
,
forse
per
l
'
ultima
volta
,
il
lungarno
.
Era
deserto
!
Non
sto
a
ripetere
tutti
i
pensieri
che
,
ispirati
dalla
solitudine
,
si
accavallavano
e
si
cozzavano
nel
mio
cervello
in
ebollizione
:
finalmente
si
poteva
partire
,
e
partire
per
la
Repubblica
...
finalmente
era
venuto
il
momento
di
far
vedere
ai
nostri
nemici
che
non
si
era
buoni
soltanto
a
declamare
per
i
caffè
e
per
le
bettole
,
finalmente
si
realizzava
quel
sogno
che
da
tanto
tempo
vagheggiavamo
nel
più
segreto
dei
nostri
pensieri
.
E
dire
che
i
pezzi
grossi
della
democrazia
,
tutti
,
come
un
sol
uomo
ci
avevano
sconsigliato
.
Ma
che
vogliono
dunque
-
ripeteva
tra
me
-
questi
vecchi
che
coi
loro
scritti
,
colle
loro
opere
sono
stati
i
primi
a
farci
amar
la
repubblica
?
-
Lasciar
solo
là
,
tra
un
popolo
straniero
,
Garibaldi
e
farci
sfuggire
una
sì
bella
occasione
....
Ma
che
vogliono
dunque
costoro
?
....
Alla
fine
soccorrendo
la
Francia
,
noi
non
adempiamo
che
al
nostro
dovere
;
si
soccorre
la
nostra
sorella
maggiore
,
la
patria
delle
grandi
iniziative
,
quella
che
ci
ha
istruito
colle
sue
opere
,
che
ci
ha
dato
sollazzo
coi
suoi
romanzi
,
che
ha
fatto
le
spese
dei
nostri
teatri
,
che
dal
campo
sereno
e
grandioso
della
scienza
a
quello
frivolo
della
moda
ci
ha
dato
ogni
cosa
;
se
ci
è
di
mezzo
quel
maledetto
affare
di
Montana
,
che
colpa
ce
ne
ha
la
Francia
,
che
colpa
ce
ne
hanno
i
discendenti
di
Voltaire
e
di
Danton
,
i
figli
di
quella
Nazione
che
ha
proclamato
per
prima
in
faccia
all
'
attonito
mondo
i
diritti
dell
'
uomo
?
....
Oh
!
la
sarebbe
bella
,
se
i
nostri
soldati
fossero
mandati
in
China
o
in
qualunque
parte
del
mondo
,
a
puntellare
un
monarca
imbecille
e
codardo
,
oh
!
la
sarebbe
bella
,
che
se
ne
avesse
a
fare
un
carico
a
noi
!
...
Eppoi
andare
contro
un
re
per
la
grazia
di
Dio
,
noi
che
non
crediamo
in
Dio
e
non
abbiamo
i
re
nelle
nostre
simpatie
;
aiutare
un
governo
che
ha
i
palloni
volanti
per
posta
e
per
soldato
chiunque
è
buono
di
portare
un
fucile
;
utilizzare
a
prò
di
causa
santissima
una
vita
noiosa
e
disutile
,
traversare
il
Mediterraneo
,
veder
città
e
paesi
che
tante
volte
abbiamo
sentito
nominare
nei
libri
,
e
che
tante
volte
abbiamo
desiderato
vedere
,
riabbracciare
i
vecchi
compagni
con
cui
in
altro
tempo
si
è
diviso
i
pericoli
e
l
'
emozioni
delle
battaglie
;
inebriarsi
di
nuovo
tra
la
polvere
,
il
fumo
e
l
'
assordante
rumore
dei
combatimenti
;
e
udire
le
grida
dei
prodi
,
che
si
lanciano
,
come
un
sol
'
uomo
,
alla
carica
e
unirsi
a
loro
e
vederli
...
vederli
da
vicino
i
terribili
soldati
che
fan
tremare
l
'
Europa
,
misurarsi
con
essi
,
picchiarsi
,
vincere
,
morire
forse
anche
pel
nostro
ideale
....
Oh
!
le
care
fantasie
che
mi
carezzavano
l
'
immaginazione
,
sotto
quel
Cielo
di
fiamme
,
sul
quale
proprio
davanti
ai
miei
occhi
staccava
superbamente
modesto
,
il
tempio
monumentale
di
san
Miniato
-
Anche
là
sono
morti
dei
repubblicani
-
Io
dissi
con
compiacenza
a
me
stesso
-
anche
là
fu
combattuta
l
'
aspra
tenzone
che
da
tanto
tempo
agita
l
'
umanità
...
Essi
son
morti
,
ma
vivono
eterni
nella
memoria
del
popolo
.
Oh
!
toccasse
a
noi
la
lor
sorte
!
Insomma
d
'
idea
in
idea
,
di
fantasticaggine
in
fantasticaggine
,
chi
sa
dove
sarei
andato
a
cascare
,
se
,
più
macchinalmente
che
altro
,
non
mi
fossi
ritrovato
sulla
piazzetta
,
dove
era
la
mia
abitazione
-
Eccolo
-
Gridò
una
voce
ben
nota
,
appena
spuntai
dall
'
angolo
della
via
.
-
Eccolo
!
-
Ripresero
altre
voci
;
I
miei
due
amici
,
a
cui
se
ne
erano
aggiunti
altri
due
,
avevan
fatto
un
capannello
davanti
al
mio
uscio
e
mi
avvidi
alla
prima
che
mi
aspettavano
.
-
Abbiamo
creduto
bene
di
venir
tutti
da
te
;
così
domani
saremo
sicuri
di
svegliarci
e
non
recheremo
disturbo
ai
nostri
padroni
di
casa
...
-
Lo
recherete
al
mio
-
Interruppi
....
-
Non
importa
;
già
ora
siamo
liberi
;
abbasso
i
padroni
...
-
Specialmente
quelli
di
casa
,
che
se
si
tarda
a
pagarli
,
diventano
peggio
di
jene
.
-
Su
..
su
;
gridarono
tutti
.
-
Su
!
-
Gridai
anche
io
,
facendo
di
necessità
virtù
;
che
oramai
o
girellare
tutta
la
notte
,
o
portare
in
casa
mia
quell
'
indiavolati
.
S
'
immagini
il
lettore
,
che
cosa
divenisse
in
pochi
minuti
quella
camera
;
tutti
fumavano
come
cammini
,
ed
io
in
un
cantuccio
davo
fuoco
a
certi
appunti
,
coi
quali
sera
per
sera
confidavo
alla
carta
le
impressioni
provate
durante
il
corso
della
giornata
.
Il
mio
letto
era
piccolo
per
uno
solo
e
in
lunghezza
non
avea
niente
da
invidiare
al
celebre
di
Procuste
;
cotesta
sera
ci
entrarono
in
quattro
,
e
non
potendo
dormire
,
come
è
più
che
naturale
,
cominciarono
a
tirarsi
spinte
e
pedate
tra
loro
,
facendo
un
baccano
da
mettere
in
sussulto
il
vicinato
:
ora
uno
stivale
colpiva
negli
stinchi
qualcuno
,
provocando
certi
moccoli
da
fare
arrossire
un
vetturino
;
ora
si
sentiva
un
'
urlaccio
,
che
traeva
l
'
origine
da
un
gentil
pizzicotto
;
ora
un
guanciale
cadeva
,
a
mo
'
di
bomba
,
sul
tavolino
,
rovesciando
il
calamaio
sul
tappeto
,
che
,
se
non
era
Turco
,
non
era
meno
diletto
al
padrone
di
casa
che
ci
passava
davanti
intiere
mezz
'
ore
in
ammirazione
;
ed
ad
accrescere
il
diavoleto
,
risate
omeriche
,
grida
incomposte
,
esclamazioni
più
o
meno
frizzanti
,
ma
non
certamente
autorizzate
dal
Galateo
di
Monsignor
della
Casa
.
Il
più
rivoluzionario
dei
miei
amici
si
avvolse
dignitosamente
nel
lenzuolo
,
quasichè
fosse
un
peplo
;
le
forme
del
futuro
difensore
della
Repubblica
Francese
non
erano
greche
di
certo
;
i
suoi
stinchi
potevano
benissimo
scambiarsi
per
fusi
,
e
tutto
l
'
insieme
ti
dava
un
'
idea
esattissima
di
un
Cristo
del
Cimabue
.
-
Cantiamo
la
Marsigliese
-
Gridò
E
tutti
,
con
certe
voci
da
birboni
,
che
non
le
può
immaginare
all
'
infuori
di
chi
l
'
abbia
sentite
,
cominciarono
il
celebre
inno
di
Rouget
de
l
'
Isle
:
Allons
,
enfants
de
la
patrie
,
con
quel
che
segue
.
-
Signori
per
carità
-
Urlava
con
voce
più
delle
nostre
stuonata
,
la
padrona
di
casa
dall
'
uscio
vicino
.
-
Questa
è
una
vera
porcheria
-
Di
rimando
aggiungeva
l
'
inquilino
della
stanza
di
contro
-
Quando
si
ha
la
sbornia
,
la
si
va
a
digerire
in
campagna
.
-
A
chi
la
dice
briaco
?
-
Protestava
,
offeso
nella
sua
dignità
,
il
Romano
dal
letto
.
-
Misuri
i
termini
.
Vociavano
gli
altri
.
-
Per
chi
la
ci
ha
preso
?
-
Bellino
lui
!
...
Fa
il
feroce
,
perché
è
dietro
la
porta
.
-
Giù
la
porta
.
-
Alle
barricate
!
...
-
Alle
barricate
!
...
Descrivervi
la
pioggia
di
proiettili
d
'
ogni
genere
che
fu
scaraventata
su
quell
'
uscio
,
sarebbe
cosa
impossibile
;
era
un
turbine
di
stivaletti
,
di
libri
,
di
guanciali
,
di
spazzole
;
il
malcapitato
se
ne
andò
battendo
a
più
riprese
la
porta
e
protestando
che
andava
a
far
rapporto
alla
delegazione
vicina
.
-
E
ora
,
saranno
soddisfatti
!
-
Esclamò
la
padrona
,
sempre
dietro
le
scene
.
Per
nostra
buona
fortuna
il
chiarore
bianchiccio
dell
'
alba
,
si
fece
vedere
tra
gli
spiragli
delle
nostre
finestre
,
ed
i
miei
compagni
partirono
allegri
e
contenti
,
dopo
averci
scambiato
la
promessa
di
vedersi
tra
otto
ore
in
via
Grande
a
Livorno
,
chè
le
mie
occupazioni
esigevano
che
io
mi
dovessi
trattenere
tutta
la
mattina
a
Firenze
.
Andai
per
dormire
,
ma
avevo
fatto
i
conti
senza
l
'
oste
,
e
questa
volta
la
parte
dell
'
oste
doveva
esser
sostenuta
dalla
mia
vecchia
padrona
di
casa
,
la
quale
mi
caricò
di
rimprocci
,
mi
torturò
coi
suoi
omei
,
mi
seccò
colle
sue
geremiate
-
Noi
si
cercava
di
rovinarla
,
il
nostro
non
era
agire
da
persone
educate
.
-
Io
presi
pretesto
da
tutte
queste
lamentazioni
,
per
restituire
la
chiave
,
uscii
,
senza
ascoltare
scusa
veruna
,
disbrigate
in
fretta
e
furia
le
mie
faccenduole
mi
avviai
,
diritto
come
un
fuso
,
alla
stazione
,
ed
aspettando
il
magico
fischio
che
doveva
annunziarmi
la
partenza
dalla
moribonda
capitale
del
felicissimo
regno
degli
analfabeti
,
mi
rincantucciai
in
un
vagone
.
-
Era
tempo
!
-
Esclamerà
il
lettore
e
non
avrà
tutti
i
torti
.
Ci
moviamo
:
qual
felicità
!
Eppure
credevo
di
dover
provare
un
po
'
più
d
'
allegrezza
:
il
Cielo
era
d
'
un
colore
plumbeo
e
,
per
quanto
tu
aguzzassi
lo
sguardo
,
non
giungevi
a
vedere
un
solo
strappo
che
ti
facesse
sperare
il
sereno
:
eppoi
,
non
lo
so
,
partendo
non
si
può
fare
a
meno
di
risentire
una
certa
malinconia
....
son
troppe
le
reminiscenze
che
vengono
a
assalirti
,
tutte
di
un
colpo
;
il
minimo
nonnulla
prende
le
proporzioni
delle
cose
più
grandi
;
ci
si
rammenta
i
più
inconcludenti
discorsi
,
si
ripensa
alle
passeggiate
gradite
,
ai
geniali
convegni
,
alle
conversazioni
che
eravamo
soliti
di
frequentare
;
gli
stessi
dispiaceri
che
abbiamo
provato
ci
sembrano
meno
crudeli
;
e
nelle
nostre
fantasie
si
affollano
invece
le
gentili
esibizioni
degli
amici
,
gli
affettuosi
conforti
delle
nostre
belle
,
i
favori
che
ti
fu
dato
ricevere
,
frequentando
la
società
;
le
vie
per
le
quali
eri
solito
passeggiare
le
ti
sfilano
davanti
,
coi
suoi
negozi
,
colle
sue
gentili
passeggiatrici
che
ti
sono
divenute
familiari
,
quantunque
tu
non
le
abbia
mai
avvicinate
:
e
davanti
ai
tuoi
occhi
che
distrattamente
si
affissano
sugli
alberi
,
i
quali
sembra
che
friggano
indietro
impauriti
a
veder
passare
la
macchina
,
sfilano
ad
uno
ad
uno
,
quasiché
fossero
figure
di
lanterna
magica
,
i
volti
di
tutti
coloro
che
ti
conoscono
,
che
tu
conosci
,
o
che
hai
veduto
anche
soltanto
una
volta
:
le
occupazioni
che
poco
fa
riguardavi
come
un
martirio
,
ora
ti
sembrano
,
care
...
E
quando
tornerò
?
...
E
se
non
tornassi
più
?
....
Quante
cose
saranno
cambiate
,
nel
primo
caso
....
chi
mi
compiangerà
nel
secondo
?
!
..
Oh
!
In
questi
momenti
si
comprende
l
'
eroismo
di
chi
per
una
idea
può
lasciare
una
madre
!
-
Livorno
-
Grida
la
guardia
.
-
Già
....
a
Livorno
-
Pensai
tra
me
e
me
-
Ed
io
che
credeva
di
essermi
mosso
da
pochi
minuti
!
Chi
avevo
avuto
per
compagni
di
viaggio
?
io
non
me
lo
ricordo
;
probabilmente
mi
devono
aver
preso
per
matto
.
Scendo
e
vado
di
corsa
in
via
Grande
,
ove
avevo
l
'
appuntamento
a
Livorno
;
il
Consolato
Francese
doveva
darci
modo
di
pervenire
sicuramente
a
Marsiglia
;
chè
la
questura
Livornese
,
diretta
dal
celebre
Bolis
stava
con
tanto
d
'
occhi
sgranati
,
affinchè
nessuno
salisse
sui
vapori
francesi
,
importunando
e
viaggiatori
,
e
marinari
,
e
facchini
di
porto
,
fino
a
tanto
che
questi
non
avessero
dati
schiarimenti
più
che
lampanti
sull
'
esser
loro
,
o
sulle
faccende
che
li
facevano
stare
sul
mare
;
anche
muniti
di
biglietto
,
si
correva
rischio
di
esser
mandati
e
con
cattivo
garbo
,
di
dove
si
era
venuti
,
e
i
passaporti
non
si
volevano
più
concedere
ad
alcuno
.
Sicuro
che
gli
amici
avessero
fatto
le
pratiche
,
che
ci
era
stato
consigliato
di
fare
,
io
sentii
sollevarmi
un
gran
peso
dal
cuore
,
appenachè
potei
muovere
un
passo
nella
città
;
rincontrai
quasi
subito
gli
altri
,
ma
,
ahimè
qual
delusione
!
....
Le
loro
ridenti
fisonomie
erano
diventate
oscure
;
nessuno
di
loro
osava
indirizzare
una
parola
al
compagno
,
e
tutti
mi
accolsero
con
quella
musoneria
con
cui
i
popoli
accolgono
un
re
,
dopo
un
manifesto
del
sindaco
,
che
invita
a
rimettere
anche
un
tanto
di
tasca
per
le
spese
del
ricevimento
.
-
Che
ci
è
di
nuovo
?
-
Domandai
con
ansia
,
a
quelli
che
mi
avevano
fatto
un
cerchio
all
'
intorno
.
-
Che
ci
è
di
nuovo
?
-
Proferì
con
rabbia
,
il
più
secco
e
più
bisbetico
-
Perdio
!
....
Vieni
al
Consolato
e
vedrai
....
E
avrebbe
a
andar
benino
,
davvero
!
-
Andrà
come
doveva
andare
-
Soggiunse
un
'
altro
-
Quando
alla
testa
ci
si
vuol
metter
certa
gente
....
Quando
si
vuol
proceder
sempre
con
certa
maniera
....
Già
lo
dicevo
io
...
tutte
le
volte
che
ci
siam
fidati
dei
Francesi
si
è
fatto
proprio
un
bel
bollo
.
-
Ma
insomma
cosa
ci
è
?
...
si
parte
?
....
-
Sì
....
per
Firenze
,
o
per
dir
meglio
per
le
Murate
!
-
Ma
....
come
?
-
Vieni
....
vieni
con
noi
e
ti
si
ripete
,
vedrai
.
Non
intendendo
alcuna
cosa
,
ma
volendomi
per
lo
meno
sincerare
su
una
sventura
,
che
non
conoscevo
e
che
ci
minacciava
,
seguii
colla
coda
tra
le
gambe
,
i
bravi
ragazzi
.
Arrivammo
in
due
salti
alla
sede
del
Consolato
;
in
faccia
alla
porta
una
folla
innumerevole
di
popolani
chiassava
,
si
agitava
,
gestiva
;
qualcuno
,
senza
far
tanti
discorsi
,
si
era
già
messa
la
camicia
rossa
sotto
la
giacchetta
;
un
andare
o
venire
,
un
rimescolarsi
continuo
,
un
'
accalcarsi
intorno
a
qualche
povera
vittima
che
esciva
dal
portone
,
un
vociar
di
ragazzi
che
a
capanelli
osservavano
la
scena
,
e
gridavano
incessantamente
:
Viva
Garibaldi
....
Per
una
spedizione
fatta
in
tutta
segretezza
il
principio
non
poteva
esser
migliore
!
-
Ma
che
vi
è
dunque
?
-
Domandai
a
un
mio
compagno
.
-
Il
console
non
si
fa
vedere
,
il
cancelliere
,
nuovo
Pilato
,
dice
che
se
ne
lava
le
mani
,
e
tutta
questa
gente
è
rimasta
come
la
celebre
statua
di
Tenete
.
-
E
che
abbiamo
da
fare
?
-
Va
tu
,
che
sai
alla
meglio
bestemmiare
un
po
'
di
francese
,
scongiura
quella
gente
a
prendere
una
decisione
;
lo
vedi
meglio
di
me
,
qui
,
se
non
si
schizza
tutti
in
domo
Petri
è
un
vero
miracolo
.
Con
quale
animo
andassi
,
se
lo
può
di
leggieri
immaginare
il
lettore
;
chi
ben
comincia
è
alla
metà
dell
'
opera
,
dicevano
i
nostri
nonni
che
non
era
baggei
,
e
cominciare
peggio
di
noi
,
credo
,
sarebbe
stata
cosa
impossibile
.
Mi
feci
annunziare
al
cancelliere
,
e
poco
dopo
venivo
introdotto
.
Il
cancelliere
era
un
bel
giovinetto
;
aveva
una
fisonomia
distinta
ed
aristocratica
e
mi
accolse
con
tutta
l
'
educazione
possibile
;
pure
sin
da
bel
principio
mi
avvidi
,
che
la
mia
presenza
gli
riusciva
incresciosa
più
di
quella
di
un
creditore
,
e
rimasi
convinto
che
la
camicia
rossa
non
era
di
certo
una
delle
simpatie
più
sentite
di
quell
'
impiegato
.
Difatti
il
nuovo
governo
della
Repubblica
Francese
aveva
lasciato
al
suo
posto
tutti
i
vecchi
funzionari
,
i
quali
in
quel
bailamme
non
sapendo
a
qual
Santo
votarsi
cercavano
di
restare
in
bilico
,
come
meglio
sapevano
,
fermi
però
nella
idea
di
non
compromettersi
;
mettetete
anche
un
po
'
d
'
affezzione
alla
dinastia
che
aveva
loro
dato
quel
posto
....
eppoi
ditemi
se
questa
trascuraggine
del
governo
repubblicano
non
ha
dicerto
influito
a
che
fosse
sì
scarso
il
numero
degli
Italiani
,
che
mossi
da
un
'
idea
generosa
,
hanno
pugnato
e
gloriosamente
pugnato
sui
campi
di
Francia
.
-
Capisco
digià
,
perché
viene
.
-
Mi
disse
pel
primo
e
facendomi
segno
di
sedere
,
il
cancelliere
-
Con
mio
gran
rincrescimento
:
però
,
sono
obbligato
di
dirle
che
non
possiamo
far
niente
per
loro
.
-
Ma
se
a
Firenze
ci
hanno
inviato
qui
!
....
-
A
Firenze
hanno
perduto
certamente
il
cervello
....
Le
pare
,
che
noi
vogliamo
suscitare
una
questione
di
diritto
internazionale
....
-
Ma
anche
noi
,
le
ripeto
siamo
stati
spediti
direttamente
e
a
colpo
,
sicuro
:
di
più
sappiamo
che
l
'
altra
sera
partirono
altri
volontarii
,
mandati
da
loro
,
e
si
ha
diritto
d
'
andare
anche
noi
.
-
Per
me
si
figuri
le
manderei
subito
-
Aggiunse
l
'
altro
con
un
sorriso
ed
io
credendo
immediatamente
a
quest
'
ultimo
desiderio
di
lui
che
parlava
,
ma
non
volendo
darmi
per
vinto
,
esclamai
:
Ma
è
così
,
che
l
'
Ambasciata
Francese
di
Firenze
mantiene
le
proprie
promesse
?
-
Noi
non
abbiamo
ricevuto
ordini
dall
'
Ambasciata
...
-
Ma
pure
l
'
altra
sera
partirono
...
-
Non
glielo
nego
,
ma
sapesse
le
rimostranze
della
questura
...
-
Ebbene
:
su
noi
può
fidare
,
noi
non
la
comprometteremo
...
ci
dia
l
'
imbarco
...
lei
vede
lo
scopo
pel
quale
partiamo
...
-
Si
provvedano
dei
loro
passaporti
...
-
Se
non
gli
vogliono
dare
.
-
Prenda
un
mio
consiglio
...
lei
mi
pare
un
giovane
a
modo
,
torni
a
casa
...
Metz
,
se
non
ha
capitolato
,
poco
può
stare
a
farlo
...
accetti
un
mio
consiglio
,
glielo
ripeto
,
torni
a
Firenze
.
-
A
Firenze
poi
no
!
..
-
È
la
meglio
!
-
Mi
meraviglio
che
un
Francese
..
-
Allora
faccia
lei
-
secco
,
secco
ed
alzandosi
,
per
farmi
veder
che
l
'
uggivo
,
mi
proferì
il
cancelliere
.
Disanimato
,
e
non
volendo
attaccare
una
briga
che
poteva
mandare
a
voto
tutti
i
nostri
disegni
,
salutai
appena
il
mio
consigliere
,
e
gabellandolo
per
imperialista
e
anche
,
peggio
,
scesi
di
corsa
la
scala
,
e
preso
a
braccetto
un
mio
amico
,
partii
con
gli
altri
dalla
piazzetta
del
Consolato
.
Andare
bisognava
andare
;
a
dispetto
del
mondo
e
delle
circostanze
;
una
nuova
poesia
si
aggiungeva
a
quella
immensa
che
ci
aveva
sostenuto
fino
a
quel
punto
;
sfuggire
i
questurini
,
farla
in
barba
alle
autorità
costituite
,
sfidare
un
nuovo
pericolo
,
raggiungere
il
nostro
scopo
,
giusto
appunto
,
quando
i
pusilli
,
scoraggiati
sarebbero
tornati
indietro
,
...
era
troppo
bella
,
troppo
attraente
la
prospettiva
,
per
poter
stare
un
sol
'
attimo
dubbiosi
su
ciò
che
dovevamo
intraprendere
.
Io
esposi
queste
idee
agli
amici
,
e
,
godo
dire
,
che
queste
idee
furono
accolte
con
entusiasmo
:
ma
a
che
parte
rivolgersi
per
ottenere
l
'
intento
?
Quali
passi
potevamo
tentare
con
sicurezza
?
Quale
speranze
ci
sorridevano
?
Quali
probabilità
di
successo
?
Noi
non
lo
sapevamo
,
il
romanticismo
di
una
avventura
,
che
offriva
in
se
stessa
tanti
pericoli
,
ci
sorrideva
certamente
e
noi
eravamo
contenti
:
contenti
come
il
povero
diavolo
,
abbandonato
da
tutti
che
incerto
dell
'
indomani
,
si
addormenta
tranquillamente
sull
'
erba
di
un
viottolo
,
sotto
un
cielo
sereno
e
popolato
di
stelle
,
sognando
pace
,
agiatezza
,
fortuna
...
Oh
!
l
'
idea
dì
un
dovere
che
si
compie
,
malgrado
gli
ostacoli
che
frappongono
gli
uomini
e
la
sorte
,
fa
piovere
in
seno
una
consolazione
che
intender
non
la
può
chi
non
l
'
abbia
provata
.
Andammo
all
'
Agenzia
dei
vapori
della
compagnia
Valery
,
e
per
quanto
scongiurassimo
l
'
agente
,
ci
fu
impossibile
ottener
da
lui
,
anche
pagandolo
il
doppio
,
un
biglietto
di
imbarco
.
Gli
ordini
della
questura
erano
precisi
.
-
Noi
glielo
daremmo
anche
gratis
,
ci
ripetevano
quegli
impiegati
,
ma
...
Quel
ma
era
tanto
eloquente
,
che
noi
non
aggiungemmo
parola
.
Con
un
po
'
di
sconforto
nell
'
anima
,
dopo
aver
girellato
a
casaccio
un
'
altra
mezz
'
ora
afiaccolati
e
cascanti
ci
butammo
sulle
panche
di
un
caffè
di
Via
Grande
;
un
tavoleggiante
,
giovinetto
che
avrà
avuto
appena
appena
quindici
anni
,
dopo
averci
ben
bene
sbirciato
,
venne
da
me
e
chiamommi
dapparte
.
-
Lei
vuole
imbarcarsi
per
la
Francia
?
Mi
sussurrò
a
bassissima
voce
.
-
Sì
-
risposi
io
francamente
,
chè
non
potevo
credere
in
sì
giovine
età
nequizia
veruna
.
-
Ebbene
...
le
dò
il
mezzo
d
'
imbarco
.
-
Non
scherzi
?
-
Sulla
mia
parola
d
'
onore
..
Aspetti
un
momentino
e
le
porto
l
'
uomo
per
la
quale
!
....
.
-
Bravo
,
e
se
farai
bene
ti
prometto
una
buona
mancia
.
Il
giovinetto
se
ne
andò
saltellante
e
fece
poco
dopo
ritornò
,
accompagnato
da
un
barcaiolo
,
un
pezzo
di
diavolone
,
tarchiato
e
traverso
;
che
era
un
piacere
a
vederlo
;
intanto
io
aveva
messo
i
compagni
a
parte
della
peregrina
scoperta
e
,
quando
questi
ultimi
videro
avvicinarsi
quel
colosso
in
giacchetta
,
gli
si
fecero
incontro
con
una
grazia
e
con
certe
fisonomie
così
gentilmente
ridenti
,
che
si
poteva
credere
che
non
un
omaccio
,
ma
la
più
vaga
figlia
di
Eva
fosse
entrata
in
quel
mentre
nel
nostro
caffè
.
-
Dunque
loro
vogliono
,
andare
?
Dandomi
una
seconda
,
stretta
di
mano
,
cominciò
a
dirmi
il
barcaiolo
.
-
Sicuro
!
-
Rispondemmo
noi
tutti
-
Ma
vediamo
tante
difficoltà
.
-
Si
fidino
di
me
,
che
non
fo
per
dire
,
ma
lo
può
domandare
a
tutta
la
piazza
sono
uno
di
quei
buoni
..
si
figurino
,
ho
fatte
tutte
le
campagne
e
anche
Aspromonte
e
Mentana
e
se
non
fosse
perchè
;
perchè
...
e
questo
non
è
nulla
:
quello
che
ho
fatto
per
salvare
i
compromessi
politici
!
...
Le
son
cose
che
forse
non
le
crederebbero
...
Hanno
fatto
bene
a
rivolgersi
a
me
,
perchè
ci
è
di
gran
canaglia
tra
i
barchettaioli
e
..
e
....
-
E
insomma
t
'
impegni
di
farci
entrare
in
un
bastimento
,
deludendo
la
vigilanza
delle
guardie
?
...
-
Se
me
ne
impegno
....
Faccian
conto
di
esserci
sopra
...
-
Tu
potrai
contare
sulla
nostra
riconoscenza
.
-
Oh
!
io
per
il
partito
darei
un
bicchier
del
mio
sangue
.
-
Dopo
ti
daremo
qualche
cosa
....
-
Oh
!
mi
contento
di
un
trentino
per
uno
:
-
Così
poco
!
-
Esclamammo
noi
,
credendo
che
ragionasse
di
centesimi
:
-
Sicuro
,
...
vedono
che
mi
adatto
:
per
lor
signori
cosa
son
trenta
franchi
?
Ammirammo
tutti
insieme
lo
spìrito
patriottico
che
ci
faceva
pagare
150
lire
,
quello
che
nella
stagione
dei
bagni
si
ottiene
a
dir
molto
con
ottanta
centesimi
;
pure
,
strìngemmo
la
mano
al
generoso
,
dicendogli
che
ci
saremmo
riveduti
più
tardi
;
poichè
eravamo
decisi
,
con
nostro
gran
sacrifizio
,
ad
appigliarci
a
quest
'
ultimo
partito
,
se
gli
altri
ci
fossero
falliti
.
-
Ci
movemmo
dal
caffè
,
e
vedemmo
un
insolito
brulichìo
in
quella
contrada
,
sempre
brulicante
di
popolo
:
che
è
,
che
non
è
?
...
Hanno
arrestato
un
maggiore
Garibaldino
:
la
questura
si
era
avveduta
,
e
non
ci
voleva
una
gran
fatica
,
che
molti
giovanotti
volevano
partire
per
la
Francia
e
cominciava
a
allungar
le
sue
grinfe
.
Lo
sconforto
cominciava
a
impossessarsi
anche
di
noi
.
-
Ettore
-
Sento
gridarmi
vicino
.
Mi
voltai
e
vidi
il
Colonnello
Perelli
.
-
Dunque
si
parte
?
Gli
domandai
immediatamente
.
-
Parli
a
bassa
voce
...
chè
io
son
tenuto
d
'
occhio
,
guardi
,
ecco
subito
due
musi
proibiti
che
ci
osservano
...
-
Ma
dunque
?
-
Dunque
venga
stasera
,
alla
Locanda
della
Luna
.
-
Ma
ci
è
speranza
?
-
Credo
che
ci
sia
sicurezza
...
A
rivederci
-
A
rivederci
a
stasera
..
-
Allegri
amici
,
dissi
subito
appena
ebbi
lasciato
il
mio
interlocutore
-
Allegri
amici
,
le
speranze
non
che
diminuire
,
prendono
tutte
le
probalità
di
un
vicino
successo
..
Andiamo
a
mangiare
all
'
Ardenza
.
Senza
rispondere
alle
mille
domande
colle
quali
mi
oppressero
gli
altri
,
che
tutti
di
certo
conoscevano
il
colonnello
,
accesi
un
sigaro
,
e
strascinai
i
reluttanti
all
'
Ardenza
.
CAPITOLO
II
Il
sole
,
avvolgendosi
in
un
lenzuolo
di
porpora
,
si
era
coricato
dietro
le
ultime
linee
del
tranquillissimo
mare
;
non
la
più
piccola
nube
nel
cielo
,
non
il
più
leggiero
maroso
in
quella
superficie
azzurra
,
e
dolcemente
increspata
dal
venticello
della
sera
che
ci
carezzava
la
faccia
:
l
'
isola
della
Gorgona
appariva
modestamente
su
quel
sereno
Orizzonte
,
nel
quale
cominciava
qua
e
là
a
apparir
qualche
stella
,
tutto
ispirava
una
calma
e
una
pace
divina
;
il
creato
ti
sembrava
quasi
un
'
arpa
sterminata
,
da
cui
si
elevasse
un
canto
grandioso
:
il
canto
dell
'
accordo
e
dell
'
armonia
delle
sfere
.
Era
insomma
l
'
ora
che
la
giovinetta
,
la
quale
non
ha
ancora
fatto
all
'
amore
,
prova
desiderio
di
piangere
,
senza
farsene
una
ragione
e
contempla
malinconicamente
il
fiorellino
che
sboccia
e
la
foglia
che
cade
,
e
risponde
con
meno
affetto
agli
amplessi
materni
,
chè
il
cuore
in
quel
momento
vuole
qualchecosa
di
più
di
quello
che
ha
avuto
fin
qui
;
era
l
'
ora
in
cui
il
perduto
,
l
'
irreconciliabile
,
quello
che
non
ha
niente
da
perdere
,
rianda
tutte
le
opere
buone
che
ha
fatto
,
si
sente
superbo
di
trovare
nella
sua
vita
più
pagine
onorevoli
che
tristi
,
ripensa
a
coloro
che
languono
,
non
invidia
quelli
che
godono
,
e
affissando
gli
sguardi
alla
nuvoletta
diafana
che
va
sfumandosi
nell
'
azzurro
padiglione
dei
cieli
,
finisce
col
dire
a
se
stesso
:
sien
pur
gli
uomini
dappoco
e
malvagii
,
io
ho
in
me
un
patrimonio
d
'
affetto
che
mi
rende
contento
;
il
borghese
a
quest
'
ora
sorbisce
sibariticamente
una
buona
tazza
di
Moka
per
digerire
il
pranzo
.
Esatto
più
di
un
'
impiegato
il
giorno
della
riscossione
della
paga
,
lasciai
la
trattoria
e
mi
avviai
,
pian
pianino
,
in
via
Grande
esaminando
distrattamente
il
bello
spettacolo
che
mi
si
offriva
davanti
e
le
nuvolette
grigiastre
che
mi
uscivano
di
bocca
a
causa
del
sigaro
.
Arrivai
alla
Locanda
della
Luna
,
e
dopo
essermi
fatto
annunziare
dal
cameriere
,
passai
in
un
salotto
,
dove
,
intorno
ad
un
tavolino
nel
quale
erano
varie
bottiglie
stappate
se
ne
stavano
a
chiacchiera
tre
o
quattro
individui
che
formavano
una
specie
di
stato
Maggiore
del
Colonnello
Perelli
.
Con
mia
gran
meraviglia
vidi
tra
loro
una
giovine
donna
.
Il
Colonnello
era
più
brusco
del
solito
e
,
appena
mi
vide
,
si
affrettò
a
parlarmi
in
tal
modo
:
Anche
lei
vorrà
sapere
qualche
cosa
..
me
lo
immagino
..
ma
per
ora
,
purtroppo
,
siamo
sempre
alle
solite
:
vede
,
qui
siamo
in
un
piccolo
consiglio
di
famiglia
e
cerchiamo
....
-
Se
fossi
un
uomo
io
!
..
Saltò
a
dire
la
giovine
donna
,
la
quale
era
la
moglie
di
quel
Gagliano
,
arrestato
poco
tempo
avanti
ed
ora
nascosto
in
casa
,
perché
tenuto
d
'
occhio
dalla
questura
e
deciso
a
partire
,
con
noi
.
-
Se
foste
un
uomo
voi
!
-
Borbottò
il
Colonnello
,
-
quando
non
ci
son
mezzi
...
-
Garibaldi
,
quando
ha
voluto
,
è
riuscito
.
-
Se
si
andasse
avanti
colle
chiacchiere
!
....
-
Eppoi
tutti
questi
giovani
che
sono
qua
?
-
Li
ho
fatti
partire
io
...
forse
?
-
Non
dico
questo
:
ma
è
un
fatto
che
non
hanno
avuto
che
cinque
lire
:
quattro
e
novantacinque
ne
hanno
spese
pel
viaggio
e
cominciano
a
far
chiasso
,
perché
non
si
sono
anche
sdigiunati
e
qua
non
conoscon
nessuno
...
Quello
che
sentivo
era
Vangelo
!
...
se
certi
comitati
avessero
agito
un
poco
più
sul
serio
,
non
si
avrebbe
avuto
a
deplorare
tanti
scangei
,
certa
gente
non
avrebbe
gongolato
e
nell
'
armata
dei
Vosgi
avremmo
avuto
più
soldati
e
più
buoni
.
-
E
dunque
,
cosa
facciamo
?
-
Ripeterono
tutti
guardandosi
.
A
tale
interrogazione
mi
cascaron
le
braccia
;
anche
qui
dunque
non
si
sapeva
a
qual
gancio
attaccarsi
,
anche
qui
si
passava
il
tempo
,
cullandosi
tra
le
illusioni
e
le
ipotesi
,
come
nel
nostro
modesto
cerchio
di
amici
.
Dopo
essere
stati
un
poco
in
silenzio
,
entrò
quasi
di
corsa
,
nella
stanza
un
tale
che
già
si
era
accomodato
a
fare
da
ordinanza
al
Colonnello
;
proferì
sommessamente
alcune
parole
al
padrone
:
questi
ci
parve
soddisfatto
ed
infatti
poco
dopo
con
tuono
brioso
ci
disse
:
Signori
,
domani
arriva
il
Var
,
chi
è
buono
di
salirci
,
va
in
Francia
..
Confido
nella
vostra
accortezza
e
nel
vostro
coraggio
...
Io
tento
di
salire
pel
primo
...
A
domani
!
Non
dormimmo
in
tutta
la
notte
e
appena
fu
giorno
,
andammo
al
porto
e
prendemmo
una
barca
.
Un
forte
libeccio
aveva
cominciato
a
soffiare
;
il
mare
era
agitatissimo
ed
i
cavalloni
sbalzavano
di
qua
di
là
,
di
sotto
di
sopra
la
nostra
barchetta
,
spruzzandoci
più
o
meno
impetuosamente
il
volto
,
e
procurandoci
quel
malessere
interno
che
è
il
primo
principio
del
mal
di
mare
..
-
Oggi
me
li
guadagno
-
Ci
diceva
il
barcaiolo
.
-
E
vogliono
girar
molto
tempo
!
-
Fino
a
che
non
arriva
il
vapore
!
-
E
un
casca
un
cencio
...
Se
arriverà
a
mezzogiorno
...
O
che
anche
loro
vogliono
andare
in
Francia
?
...
A
me
lo
possono
dire
.
-
Ebbene
..
sì
..
vogliamo
andare
in
Francia
.
-
Me
l
'
avevano
a
dire
!
....
Guardino
,
due
barche
piene
di
guardie
.
-
È
vero
...
e
ora
cosa
si
fa
?
-
Non
si
sgomentino
...
Figureranno
di
pescare
...
Prendano
le
lenze
!
Noi
prendemmo
questi
ordigni
e
,
tramutati
lì
per
lì
in
pescatori
,
cominciammo
,
con
una
serietà
unica
,
un
'
operazione
che
dentro
di
noi
ci
faceva
scompisciar
dalle
risa
.
Io
credo
che
i
pesci
fossero
i
primi
a
canzonarci
;
e
'
si
vedevano
guizzare
a
fior
d
'
acqua
,
proprio
vicini
ali
'
esca
fatale
,
poi
,
facevan
cilecca
e
ci
lasciavano
con
un
palmo
di
naso
.
Non
so
quanto
durasse
questo
divertimento
;
mi
rammento
però
che
ci
venne
un
'
appetito
diabolico
;
il
nostro
Caronte
,
da
uomo
saggio
,
capì
per
aria
l
'
antifona
e
ci
condusse
a
dei
vicini
barconi
,
dove
per
lo
più
mangiano
i
marinari
e
i
facchini
del
porto
.
Uno
stoccafisso
,
rifatto
colle
cipolle
,
ci
sembrò
più
gustoso
di
un
manicaretto
,
apprestato
da
Tomson
;
ci
bevemmo
due
fiaschi
di
vino
,
e
ci
sentimmo
raddoppiati
in
coraggio
e
in
costanza
.
Intanto
il
libeccio
seguitava
a
infuriare
;
il
mare
era
divenuto
addirittura
cattivo
;
si
troncavano
gli
alberi
delle
piccole
navi
vicine
,
si
vedeva
volare
dei
cappelli
,
che
appartenevano
agli
imprudenti
che
troppo
si
erano
accostati
all
'
infido
elemento
...
la
cosa
cominciava
ad
essere
non
troppo
graziosa
;
in
quell
'
aspettativa
i
minuti
ci
sembravano
ore
;
non
avevamo
alcuna
notizia
dei
moltissimi
nostri
compagni
e
non
il
più
piccolo
indizio
ci
faceva
sperare
che
si
avvicinasse
il
tanto
desiderato
bastimento
.
Ecco
una
striscia
di
fumo
!
...
Un
oggetto
nero
,
che
ingrandisce
a
vista
d
'
occhi
si
approssima
..
è
il
Var
,
si
grida
tutti
con
un
urlo
di
contentezza
che
si
sprigiona
dalle
più
intime
viscere
,
è
il
Var
,
il
momento
supremo
è
venuto
,
coraggio
!
Il
battello
si
accosta
ad
un
brigantino
,
che
ha
bandiera
Greca
;
in
un
fiat
è
circondato
dalle
guardie
.
Cominciano
le
difficoltà
,
noi
siamo
decisi
a
superarle
.
-
Se
non
li
metto
sù
,
che
Santa
Lucia
benedetta
mi
faccia
perder
la
vista
degli
occhi
!
-
Grida
il
barcaiolo
,
diventato
entusiasta
dopo
l
'
ultimo
fiasco
.
Si
traversò
arditamente
la
fila
dei
bastimenti
,
e
,
allorché
,
fummo
vicini
alle
guardie
,
ci
sdraiammo
nel
fondo
del
nostro
piccolo
schifo
,
l
'
uno
sull
'
altro
,
proprio
alla
maniera
dei
fichi
secchi
;
poi
,
scongiurato
il
pericolo
,
si
girò
dietro
ad
una
tartana
che
combaciava
perfettamente
col
brigantino
:
i
questurini
che
non
sono
mai
stati
ritenuti
per
aquile
d
'
intelligenza
,
non
avevan
posto
attenzione
alla
manovra
e
si
poteva
cominciare
a
credere
che
la
nostra
intrapresa
cominciasse
ad
avere
molte
probabilità
di
sicuro
successo
.
-
Ed
ora
,
come
si
sale
?
-
Domandai
io
,
molto
imbarazzato
nel
non
vedere
alcuna
fune
.
-
Si
va
per
la
catena
dell
'
ancora
-
Aggiunse
immediatamente
e
con
tuono
esaltato
lo
Stefani
,
il
compagno
più
secco
e
più
susurrone
tra
tutti
coloro
che
erano
venuti
con
noi
da
Firenze
.
La
proposizione
fu
accettata
di
subito
ed
io
che
non
ho
mai
brillato
per
la
mia
sveltezza
e
molto
meno
per
le
mie
movenze
ginnastiche
,
mi
aggrappai
alla
catena
di
ferro
e
a
forza
di
urti
e
di
spinte
arrivai
ad
andar
ruzzoloni
e
facendo
un
gran
tonfo
sul
cassero
della
tartana
:
riavuto
appena
dal
colpo
mi
avvidi
che
ero
molto
al
disotto
del
livello
dei
miei
amici
,
saliti
dietro
di
me
;
infatti
caduto
sopra
un
monte
d
'
avena
,
per
quanti
sforzi
facessi
,
non
giungevo
a
capo
di
trarmi
d
'
impaccio
,
chè
ogni
sforzo
ad
altro
non
era
valevole
che
a
farmi
affondare
di
più
.
Dopo
essere
stato
ripescato
alla
meglio
dagli
altri
,
saltammo
tutti
insieme
sul
brigantino
.
Pochi
passi
di
più
ed
i
nostri
voti
erano
esauditi
:
un
maledetto
cagnaccio
comincia
a
abbaiare
e
finisce
coll
'
attaccarsi
alle
polpe
di
mio
fratello
.
Si
tenta
l
'
ultimo
colpo
:
il
mio
fratello
lascia
al
famelico
cane
un
straccio
dei
suoi
pantaloni
...
E
dire
che
sperava
con
questi
di
far
tanta
figura
,
quando
sarebbe
sceso
a
Marsiglia
!
Il
salto
riesce
,
siamo
a
bordo
del
Var
:
i
marinari
ci
accolgono
tra
le
loro
braccia
,
la
gioia
ci
rende
frenetici
e
tutti
insieme
confondiamo
le
nostre
aspirazioni
,
le
nostre
speranze
,
i
nostri
voti
più
cari
,
al
magico
grido
di
viva
la
repubblica
.
-
Giù
,
giù
-
Ci
gridarono
quei
bravi
figli
del
mare
,
appena
che
fu
terminato
quello
slancio
di
esultanza
,
e
ci
buttarono
a
viva
forza
nella
carbonia
.
S
'
immagini
un
po
'
il
lettore
la
nostra
situazione
,
in
quell
'
atmosfera
soffocante
,
e
a
quella
polvere
,
che
ci
ridusse
in
pochi
momenti
in
uno
stato
veramente
deplorevole
;
di
più
si
aggiunga
lo
spettacolo
non
troppo
gradito
che
ci
si
presentava
alla
vista
dall
'
unico
finestrino
,
pel
quale
prendeva
aria
questa
stamberga
;
un
andare
e
venire
di
barche
su
cui
facevano
bella
mostra
di
loro
tutte
le
faccie
più
proibite
della
Cristianità
,
e
pennacchi
di
carabinieri
e
monture
di
guardie
di
pubblica
sicurezza
...
Fortuna
che
siamo
protetti
dalla
bandiera
francese
-
si
diceva
tra
noi
-
e
qui
il
Reale
Governo
Italiano
non
conta
un
bel
corno
.
Ogni
poco
veniva
a
noi
qualcheduno
dell
'
equipaggio
e
ci
esortava
a
soffrire
con
pazienza
.
L
'
equipaggio
,
composto
quasi
tutto
da
originarii
della
Linguadoca
,
naturalmente
parlava
francese
;
di
qui
grande
imbroglio
nei
nostri
,
i
quali
per
farsi
capire
francesizzavano
l
'
italiano
,
creando
una
lingua
ibrida
,
bastarda
,
che
ci
faceva
crepar
dalle
risa
:
lingua
che
si
perfezionò
in
Francia
e
che
ha
fatto
dire
,
bene
a
ragione
,
ultimamente
al
Bizzoni
,
che
,
se
fosse
continuata
la
campagna
il
mondo
avrebbe
annoverato
un
idioma
di
più
;
quello
dei
volontarii
.
Da
un
paio
d
'
ore
si
era
in
quei
triboli
,
quando
si
vide
arrivare
il
Perelli
;
che
nell
'
ascensione
aveva
perduto
il
suo
cappello
a
cilindro
...
-
Cosa
fanno
qui
loro
?
-
Ci
disse
.
-
Lo
vede
:
siamo
nascosti
.
-
Vengano
su
nelle
cabine
...
ci
siamo
tutti
noi
...
Contenti
,
come
uno
che
abbia
beccato
un
terno
,
salimmo
.
Quale
non
fu
la
nostra
sorpresa
,
quando
vedemmo
quasi
tutti
i
nostri
amici
!
-
O
tutte
le
guardie
cosa
facevano
lì
intorno
?
...
La
.
questura
ci
dava
l
'
idea
di
quei
mariti
baggei
che
stanno
in
fazione
,
difaccia
all
'
uscio
di
casa
,
mentre
il
cicisbeo
della
moglie
passa
dalla
finestra
.
Una
gran
risata
echeggia
da
un
capo
all
'
altro
del
ponte
...
Che
è
,
che
non
è
?
...
È
comparso
un
individuo
:
in
perfetto
costume
di
Adamo
:
per
risparmiare
la
spesa
del
barchettaiolo
,
oppure
per
non
esporsi
al
pericolo
di
perder
qualche
cosa
,
come
noi
tutti
,
aveva
preferito
buttarsi
a
noto
nel
mare
;
Era
un
bel
giovinotto
e
ci
riuscì
subito
simpatico
per
lo
strano
modo
con
cui
a
noi
si
presentava
.
Povero
diavolo
!
...
Io
lo
dovea
rivedere
,
ma
col
cranio
fracassato
da
una
palla
prussiana
,
sulla
gran
via
di
Parigi
,
sotto
Talant
,
e
mi
rincresce
di
non
sapere
il
suo
nome
,
perché
rammentandolo
,
forse
a
lui
darebbe
un
pensiero
pietoso
qualche
anima
buona
!
Mi
conforta
però
,
la
persuasione
che
chiunque
lo
abbia
veduto
in
quel
giorno
,
non
potrà
così
facilmente
obliarlo
,
e
,
leggendo
queste
modeste
mie
righe
,
capirà
alla
prima
di
chi
voglio
parlare
.
-
Signori
mi
rincresce
-
Venne
adirci
il
capitano
-
ma
per
stasera
è
impossibile
la
partenza
-
Il
libeccio
è
tremendo
ed
io
non
ho
intenzione
di
mettermi
in
sicuro
pericolo
.
-
Ma
noi
...
saremo
sicuri
?
-
Domandò
uno
.
-
Sulla
mia
parola
d
'
uomo
onesto
,
nessuno
potrà
farsi
bello
di
avere
insultato
la
bandiera
francese
,
qui
dove
sono
io
...
se
non
viene
il
console
a
bordo
,
e
se
egli
pel
primo
non
mi
ordina
di
assistere
ad
una
flagrante
violazione
del
diritto
delle
genti
,
i
questurini
prima
di
toccare
uno
solo
di
loro
,
dovranno
passare
sul
mio
cadavere
.
-
Grazie
,
capitano
-
Gridammo
noi
tutti
-
Voi
siete
un
vero
Francese
.
-
E
a
che
ora
si
mangia
?
-
Chiese
sbadigliando
uno
dei
nostri
,
a
cui
le
idee
non
facevano
dimenticare
di
essere
uomo
.
-
Alle
cinque
....
ci
è
il
pranzo
dei
viaggiatori
....
-
Noi
veniamo
tutti
a
quello
...
non
è
vero
compagni
?
-
Sì
-
Risposero
gli
altri
all
'
unisono
.
Io
mi
azzardai
allora
di
salire
:
e
rincattucciato
dietro
il
parapetto
del
bastimento
,
diedi
un
'
occhiata
alla
riva
vicina
:
qualche
facchino
passeggiava
distrattamente
in
su
e
in
giu
,
nessuno
osservava
il
nostro
battello
;
tutto
a
un
tratto
uno
scialle
rosso
e
uno
nero
,
compariscono
sulla
via
;
due
donnine
dalla
taglia
svelta
e
slanciata
si
appoggiano
all
'
impalancato
che
circonda
il
porto
ed
affissano
i
loro
occhi
sul
Var
.
Chi
sieno
queste
due
creature
?
-
Pensai
tra
me
e
me
e
cominciai
a
figurarmele
bellissime
,
e
mi
parvero
gli
angeli
del
buon
'
augurio
che
fossero
venute
li
a
darci
il
buon
viaggio
;
ma
poi
un
altro
pensiero
mi
sopraggiunse
:
Povere
donne
!
..
Devono
essere
di
certo
parenti
,
amiche
di
qualcuno
che
è
insieme
con
noi
,
e
sfidano
questo
vento
e
questa
indiavolata
stagione
,
purché
loro
sia
dato
vederlo
,
fosse
anche
per
l
'
ultima
volta
:
povere
donne
!
...
Per
noi
uomini
la
gloria
,
le
improvvise
e
belle
emozioni
,
lo
stordimento
che
ci
procurano
e
i
nuovi
piaceri
e
le
nuove
occupazioni
,
le
gioie
dell
'
orgoglio
soddisfatto
,
per
esse
la
solitudine
,
la
lontananza
delle
care
persone
,
la
continua
ansia
di
saperle
in
pericolo
.
Tornai
giù
e
dopo
poco
ci
movemmo
tutti
per
il
pranzo
:
nel
ripassare
io
vidi
i
due
fantastici
scialli
.
Il
trovarci
tutti
insieme
a
mangiare
sul
Var
,
dopo
le
belle
cose
che
ci
erano
accadute
,
non
poteva
fare
a
meno
di
darci
un
brio
,
una
parlantina
,
un
ebbrezza
,
che
,
chiunque
ha
in
zucca
un
pò
di
mitidio
,
comprenderà
perfettamente
alla
prima
.
I
nostri
appetiti
erano
qualche
cosa
di
classico
ed
il
cameriere
di
bordo
ci
guardava
con
certi
occhi
stralunati
,
pensando
certamente
che
,
su
ogni
giorno
gli
fossero
capitati
di
tali
avventori
,
prudenza
avrebbe
voluto
,
che
l
'
ordinario
fosse
a
dir
poco
,
raddoppiato
.
Cominciarono
i
brindisi
;
i
ricordi
più
cari
s
'
intrecciavano
coi
più
generosi
propositi
:
ora
uno
parlava
degli
occhi
celesti
della
graziosa
biondina
che
aveva
lasciato
a
Firenze
,
ora
un
altro
giurava
di
non
aver
comprato
un
revolver
perché
era
sicuro
di
prenderlo
al
primo
ufficiale
prussiano
,
che
gli
si
fosse
presentato
davanti
e
che
avrebbe
ucciso
dicerto
.
-
Evviva
,
Evviva
.
Che
c
'
è
?
Entra
nella
stanza
Gagliano
!
Un
altro
fiasco
che
hanno
fatto
le
guardie
!
-
Ieri
passò
da
Firenze
Ricciotti
;
là
-
dice
-
troveremo
lassù
anche
lui
!
-
Evviva
Ricciotti
-
Gridano
tutti
.
-
E
Menotti
,
e
Garibaldi
e
tutti
i
bravi
Italiani
che
ci
han
preceduto
!
.
Dopo
poco
entra
Tito
Strocchi
,
giornalista
repubblicano
e
valoroso
soldato
,
che
tanto
onore
si
è
fatto
dappoi
.
-
Ma
dunque
ci
siamo
tutti
!
-
Tutti
-
Urlano
entrando
alla
lor
volta
il
Rossi
e
il
Piccini
.
-
Anche
tu
!
-
Dicemmo
a
quest
'
ultimo
-
E
come
hai
fatto
stronco
,
come
sei
,
ad
arrampicarti
?
-
Eh
!
Le
guardie
di
finanza
son
dalla
nostra
e
ci
hanno
insegnato
la
strada
:
Figuratevi
che
noi
siamo
passati
per
la
scaletta
,
proprio
,
come
se
si
fosse
viaggiatori
!
-
Ma
le
guardie
ci
son
sempre
?
-
Se
ci
sono
!
..
E
bisogna
vederli
quei
poveri
diavoli
a
questo
brezzone
...
infilan
le
pispole
,
come
se
si
fosse
in
pieno
gennaio
!
-
Anche
voi
però
...
-
Non
ve
lo
neghiamo
,
il
freddo
ci
è
entrato
nell
'
ossa
.
-
Del
cognac
del
cognac
!
...
-
E
il
cameriere
ci
portò
una
bottiglia
polverosa
dì
vecchio
cognac
,
che
avrebbe
messo
energia
anche
a
un
deputato
del
terzo
partito
.
E
qui
bevi
;
bevi
in
un
modo
incredibile
;
in
un
momento
il
tavolo
fu
pieno
di
bottiglie
e
quando
andai
per
distendermi
nella
mia
cabina
vedevo
tre
o
quattro
colonnelli
,
una
ventina
di
lumi
,
e
un
centinaio
di
persone
,
tra
le
quali
apparivano
circondati
da
un
'
aureola
i
due
scialli
che
mi
avevano
fatta
tanta
impressione
,
pochi
momenti
innanzi
.
Tale
era
il
mio
sonno
e
,
diciamolo
pure
,
l
'
alterazione
in
me
prodotta
dal
vino
che
quando
mi
destai
,
il
sole
era
già
alto
.
Salii
a
poppa
della
nave
dove
trovai
il
povero
Rossi
che
contemplava
astrattamente
l
'
immensa
superficie
del
mare
,
divenuto
di
nuovo
tranquillissimo
;
tutto
era
celeste
e
l
'
onde
venivano
a
baciare
colla
loro
spuma
bianchiccia
,
la
carena
del
nostro
battello
:
si
sarebbe
di
momento
in
momento
aspettato
che
qualche
Nereide
sbucasse
a
fior
d
'
acqua
per
rammentare
ai
mortali
le
dolcezze
del
buon
tempo
antico
.
Il
colonello
Perelli
,
da
vero
vecchio
militare
,
sapendo
quanto
il
tempo
è
prezioso
non
se
ne
stava
con
le
mani
in
mano
ma
dava
prova
di
una
instancabile
attività
;
già
aveva
costituito
le
squadre
,
nominandone
i
capi
,
già
aveva
pensato
al
modo
di
provvedere
il
vitto
per
tutta
quella
gente
(
chè
nella
nottata
il
numero
dei
volontarii
era
asceso
fino
a
cento
)
ed
aveva
in
serbo
per
tutti
buone
speranze
e
conforti
.
La
salle
à
manger
era
stata
trasformata
in
ufficio
di
stato
maggiore
ed
io
fui
incaricato
a
compilare
il
primo
ordine
del
giorno
.
Cominciavo
a
scrivere
,
quando
scesero
nella
stanza
l
'
agente
della
compagnia
accompagnato
dal
capitano
;
mi
domandarono
dove
si
trovasse
il
Colonnello
ed
io
mi
mossi
per
andarlo
a
chiamare
.
Salii
immediatamente
e
trovai
il
Perelli
a
tu
per
tu
con
una
vecchietta
,
tutta
pepe
e
tutta
piangente
.
-
Queste
sono
infamie
e
il
governo
dovrebbe
mandarli
in
galera
....
non
si
strappano
così
i
figliuoli
alle
povere
mamme
che
hanno
fatto
tanti
sacrifizii
per
mantenerli
.
-
L
'
ho
forse
chiamato
io
il
suo
figliuolo
?
borbottava
l
'
altro
stizzito
.
-
Non
lo
so
,
ma
lo
voglio
!
-
Ebbene
,
se
lo
trova
,
che
se
lo
riprenda
!
-
Loro
me
l
'
hanno
nascosto
,
ho
girato
per
tutto
e
non
mi
è
stato
possibile
di
trovarlo
,
-
E
allora
?
-
E
allora
?
!
allora
me
l
'
hanno
a
rendere
,
e
mi
meraviglio
di
lei
che
non
è
più
dell
'
erba
d
'
oggi
e
che
dovrebbe
avere
un
po
'
di
cuore
e
un
po
'
di
cervello
.
-
Ma
,
se
il
nome
del
suo
figliolo
non
comparisce
nel
ruolo
!
....
-
Quel
birbone
ne
avrà
dato
uno
falso
...
-
Colonnello
,
interruppi
io
,
c
'
è
il
capitano
e
l
'
agente
che
lo
desiderano
.
-
Vado
....
mi
sbrighi
lei
questa
donna
.
Cercai
di
persuadere
e
di
consolare
alla
meglio
quella
povera
madre
che
mi
rispondeva
con
impertinenze
da
levare
il
pelo
:
feci
guardare
nei
buchi
più
ascosi
della
nave
,
ma
non
potei
rintracciare
suo
figlio
.
Allora
la
donnicciola
impallidì
e
non
potendo
resistere
alla
pena
e
allo
stringimento
di
cuore
mi
cadde
fra
le
braccia
svenuta
.
Un
vecchio
che
l
'
aveva
accompagnata
in
barchetta
e
che
seppi
dopo
esser
marito
di
lei
,
saltò
infuriato
sul
ponte
facendo
un
baccano
indiavolato
,
minacciando
tutti
e
bestemmiando
peggio
di
un
turco
.
La
mia
posizione
,
se
era
interessante
era
anche
molto
noiosa
.
I
volontarii
si
erano
affollati
intorno
all
'
energumeno
e
di
momento
in
momento
stava
per
nascere
una
pubblicità
spaventevole
.
Riavutomi
un
pochino
dalle
stupore
,
fui
preso
da
rabbia
indicibile
e
mi
venne
voglia
perfino
di
scaraventare
in
mare
l
'
incomodo
fardello
che
mi
gravava
le
braccia
.
-
Oh
!
andremo
in
questura
!
...
-
Proferì
il
vecchio
strascinandosi
dietro
la
moglie
che
s
'
era
riavuta
e
che
urlava
a
squarciagola
:
birbanti
,
ladri
,
assassini
,
il
giusto
Dio
verrà
anche
per
voi
!
Appena
rimessi
da
quella
brutta
impressione
,
vedemmo
capitare
altre
due
donne
.
Capimmo
,
pur
troppo
,
per
aria
quello
che
volevano
anche
loro
.
Io
cominciai
a
credere
di
assistere
ad
una
processione
di
streghe
e
mi
persuasi
che
il
nostro
orizzonte
cominciava
a
oscurarsi
davvero
.
Una
dell
'
ultime
venute
vide
il
suo
figliolo
e
noi
glielo
restituimmo
.
Ecco
un
'
altro
scandalo
!
Il
figliolo
non
voleva
andare
a
nessun
costo
e
si
mise
a
correre
come
uno
spiritato
offrendo
un
gradito
spettacolo
alle
guardie
che
ci
circondavano
e
che
si
erano
tutte
rizzate
per
goder
meglio
la
scena
,
urlando
ad
ogni
poco
:
piglialo
piglialo
.
Non
si
creda
calunnia
il
contegno
che
io
attribuisco
alle
guardie
:
chiunque
è
stato
sul
Var
può
fare
ampia
testimonianza
che
esse
fino
dal
bel
principio
della
mattina
erano
completamente
ubriache
.
A
viva
forza
spingemmo
il
recalcitrante
figliuolo
,
giù
dal
battello
;
appena
però
egli
si
assise
nella
barchetta
che
aveva
accompagnato
sua
madre
,
fu
circondato
dai
carabinieri
i
quali
non
curando
i
pianti
,
i
lamenti
,
le
disperazioni
delle
disgraziatissima
donna
,
lo
condussero
verso
le
carceri
.
-
Si
nascondano
si
nascondano
per
carità
,
l
'
ha
raccomandato
anche
il
signor
Colonnello
.
-
Venne
a
gridarci
con
voce
angosciosa
il
cameriere
di
bordo
.
-
Che
c
'
è
dunque
?
-
C
'
è
che
la
polizia
vuole
acchiapparli
...
-
È
una
storiella
!
...
-
È
la
verità
,
se
lo
assicurino
.
-
Ma
il
Colonnello
?
-
È
nascosto
.
-
E
tutti
gli
altri
?
-
Hanno
seguito
l
'
esempio
del
Capo
...
si
nascondano
anche
loro
...
o
che
vorrebbero
comprometterci
tutti
col
rimanere
in
così
pochi
sul
ponte
?
Ci
guardammo
difatti
e
con
nostra
sorpresa
il
brulichìo
che
ci
eravamo
abituati
a
vedere
,
era
scomparso
e
tutti
i
nostri
compagni
,
come
per
incanto
,
si
erano
dileguati
.
Anche
noi
ci
buttammo
gattoni
verso
la
carbonaia
e
poco
dopo
i
miei
amici
vi
erano
già
scesi
:
ero
per
seguitarli
,
quando
sentii
bussare
dietro
la
porta
della
vicina
cabina
e
la
voce
del
Colonnello
mi
disse
:
Noi
siamo
qui
,
venga
anche
lei
.
La
porta
si
schiuse
ed
io
entrai
.
Eravamo
in
sette
in
una
stanzuccia
dove
a
mala
pena
ci
si
poteva
rigirare
in
tre
!
la
grotta
di
Monsummanno
era
al
paragone
una
cantina
in
tempo
d
'
estate
!
mai
bagno
a
vapore
ha
ottenuto
l
'
efficacia
diretta
che
produceva
in
noi
quell
'
ambiente
!
i
nostri
abiti
e
le
nostre
camice
sembravano
inzuppate
nell
'
acqua
:
se
le
autorità
costituite
avessero
saputo
i
nostri
tormenti
,
benevole
come
sono
verso
noi
scavezzacolli
,
scommetto
che
invece
di
arrestarci
ci
avrebbero
lasciato
diverse
ore
in
quel
bagno
;
se
non
altro
per
avere
il
gusto
di
aprire
la
porta
a
trovarci
in
uno
stato
di
liquefazione
completa
.
-
Ma
cos
'
è
accaduto
,
di
nuovo
?
Domandai
a
bassa
voce
.
-
È
accaduto
che
la
questura
lasciava
liberamente
partire
noi
sette
o
otto
,
purché
prima
le
avessimo
,
consegnato
tutti
questi
bravi
ragazzi
....
Io
ho
sdegnosamente
rifiutato
questa
proposta
.
-
Bravissimo
!
-
E
ora
?
-
Ora
credo
che
sieno
andati
a
riportare
la
mia
risposta
al
questore
.
-
O
guardiamo
,
se
Bolis
è
tanto
birro
da
violare
anche
la
bandiera
francese
.
-
Prima
di
farlo
vorrà
pensarci
due
volte
.
-
E
perché
?
..
I
ciuchi
hanno
sempre
dato
pedate
ai
leoni
morenti
...
ma
per
qual
causa
stiamo
nascosti
?
-
Il
capitano
è
sceso
a
terra
;
se
gli
rilasciano
le
patenti
,
in
meno
di
un
'
ora
si
prenderà
il
largo
.
-
Speriamolo
...
perché
qui
non
siamo
di
certo
in
un
letto
di
rose
.
Passa
mezz
'
ora
,
un
'
ora
e
nessuna
notizia
:
si
comincia
a
udir
qualche
rumore
;
poi
di
sotto
la
fortezza
ci
giunge
all
'
orecchio
un
sussurro
inusitato
;
poniamo
,
l
'
occhio
al
finestrino
della
cabina
:
il
mare
è
popolato
di
barche
,
e
le
barche
,
son
popolate
d
'
angioli
custodi
in
lucerna
;
affollatìssima
è
tutta
la
spiaggia
:
sul
cassero
un
calpestìo
concitato
e
in
senso
diverso
,
poi
reclamazioni
a
cui
si
risponde
dalla
parte
del
popolo
con
fischiate
non
interrotte
;
un
battere
di
sciabole
,
uno
sbatacchiare
di
porte
....
pur
troppo
non
vi
era
più
dubbio
alcuno
,
il
grande
atto
si
era
consumato
,
e
gli
eroici
campioni
del
Regio
Governo
Italiano
potevano
annoverate
una
gloria
di
più
tra
tutte
le
altre
che
li
ha
resi
famosi
.
Sprangammo
la
porta
;
ci
rannicchiammo
nelle
cucciette
e
,
rattenendo
il
respiro
,
facendoci
piccini
piccini
coll
'
ansia
e
la
trepidazione
nell
'
anima
,
collo
sconforto
nel
cuore
,
incerti
di
ciò
che
ci
sarebbe
accaduto
tra
pochi
minuti
,
ma
decisi
a
giocare
di
tutto
,
attendevamo
di
momento
in
momento
di
veder
saltare
la
porta
.
Trascorre
un
altra
mezz
'
ora
;
si
ascolta
il
rumore
dei
disgraziati
che
sono
stati
avvinghiati
pei
primi
dai
falchi
del
Bolis
:
si
compiangono
,
ma
quale
fortuna
,
se
noi
potessimo
uscir
loro
dalle
unghie
!
..
Il
vapore
è
in
movimento
...
Che
si
parta
davvero
?
Non
si
osa
credere
a
noi
stessi
,
ma
alle
fine
ci
si
persuade
che
si
va
...
Si
va
,
ripetiamo
tutti
tra
noi
,
e
sentiamo
tra
ciglio
e
ciglio
l
'
umor
di
una
lacrima
-
Ci
si
ferma
di
nuovo
!
...
-
Esclama
un
nostro
compagno
,
e
pur
troppo
,
ci
si
convinse
di
subito
della
triste
verità
.
Una
testa
comparisce
al
nostro
finestrino
;
era
la
testa
di
un
questurino
,
che
da
abile
esploratore
,
si
era
arrampicato
al
difuori
del
bastimento
,
ed
aveva
scoperto
il
nostro
nascondiglio
.
-
Signori
,
non
resistano
-
Ci
disse
con
voce
rauca
.
-
Nessuno
rispose
;
egli
se
ne
andò
...
Oh
!
avessimo
avuto
un
revolver
!
-
Lei
deve
aprirci
la
porta
-
Ripeteva
intanto
sul
cassero
una
vocina
melliflua
,
a
cui
rispondeva
l
'
accento
ben
cognito
del
capitano
:
Mi
rincresce
,
ma
fu
perduta
la
chiave
...
l
'
assicuro
però
che
quello
è
il
mio
spogliatoio
...
-
Io
ho
l
'
ordine
di
perquisire
ogni
cosa
..
si
mandi
pel
magnano
del
porto
.
Intanto
una
tempesta
di
colpi
si
sprigionava
su
quel
povero
uscio
.
-
È
impossibile
trovare
il
magnano
-
Diceva
poco
dopo
un
'
altra
voce
.
-
Signori
-
Gridava
allora
al
buco
della
nostra
serratura
quello
che
poco
fa
parlava
col
capitano
.
-
Signori
,
io
li
prego
a
non
commettere
imprudenze
,
si
arrendano
colle
buone
;
partire
è
impossibile
,
non
facciano
perdere
un
tempo
prezioso
al
capitano
.
Che
fare
?
Qualunque
resistenza
sarebbe
stata
inutile
e
non
ci
poteva
riuscir
che
dannosa
;
ci
guardammo
in
faccia
(
che
facce
!
il
condannato
che
vien
trascinato
al
patibolo
ne
può
dare
un
'
idea
!
)
e
con
mano
tremante
il
più
vicino
alla
porta
tirò
la
stanghetta
.
Un
'
ooh
prolungato
e
di
soddisfazione
ci
accolse
,
appena
che
comparimmo
.
Dalla
scena
che
si
presentò
allora
ai
nostri
occhi
,
un
pittore
avrebbe
potuto
prendere
argomento
per
un
bellissimo
quadro
ed
un
letterato
per
una
magnifica
descrizione
.
Una
lunga
fila
di
carabinieri
e
di
questurini
occupava
tutto
il
lato
del
bastimento
che
era
dicontro
alla
nostra
cabina
;
più
avanti
il
giudice
d
'
istruzione
colla
ciarpa
turchina
,
Bolis
raggiante
di
contentezza
,
e
un
nuvolo
di
delegati
e
d
'
applicati
di
Pubblica
Sicurezza
che
si
davano
un
moto
,
un
daffare
indicibile
,
e
si
pavoneggiavano
,
esponendo
al
rispettabile
pubblico
ed
all
'
inclita
guarnigione
le
fasce
tricolori
che
avevano
a
tracolla
,
come
segno
indiscutibile
della
loro
autorità
.
Il
capitano
serio
serio
rivolgeva
delle
parole
concitatissime
al
console
,
che
appoggiato
ad
un
tavolino
,
con
una
fisonomia
di
tramontana
guardava
distrattamente
il
cancelliere
che
redigeva
il
processo
verbale
.
Tra
le
squarciate
nuvole
si
era
fatta
strada
la
luna
;
e
,
pareva
,
che
ci
mandasse
un
compassionevole
sguardo
;
sulla
spiaggia
uno
scintillio
di
baionette
,
sulle
quali
si
ripercoteva
il
malinconico
raggio
della
poetica
face
dei
cuori
sensibili
e
degli
innamorati
,
ci
abbarbagliava
la
vista
e
ci
rendeva
sicuri
che
molta
truppa
era
sotto
l
'
armi
è
che
la
questura
di
Livorno
non
aveva
trascurato
verun
provvedimento
perché
i
pesciolini
non
le
scappassero
di
rete
.
Una
lunga
processione
di
barche
solcava
le
onde
tranquille
del
mare
sulla
cui
superfice
una
miriade
di
atomi
luminosi
,
frequenti
più
delle
stelle
del
cielo
,
avrebbe
fatto
nascer
la
voglia
di
intonare
un
bel
canto
alla
natura
,
se
natura
ed
uomini
non
si
fossero
mostrati
,
così
accanitamente
contrarii
ad
una
impresa
che
tanto
avevamo
sospirato
e
che
,
purtroppo
,
così
miseramente
finiva
.
Le
trombe
che
suonavano
la
ritirata
sui
bastioni
della
vicina
fortezza
ci
suonavano
in
cuore
meste
,
come
il
pensiero
che
manda
in
queill
'
ora
il
coscritto
alla
madre
,
alla
casetta
paterna
,
alle
occupazioni
di
un
tempo
:
meste
come
quella
luna
,
come
quei
visi
lunghi
dei
nostri
compagni
che
ci
passavano
davanti
colla
respettiva
accompagnatura
,
come
i
popolani
che
vedendo
la
loro
impotenza
a
salvarci
ci
guardavano
da
riva
con
occhi
stralunati
e
pregni
di
lacrime
.
-
Ma
Gagliano
...
Gagliano
dove
è
?
...
Noi
credevamo
che
fosse
tra
loro
?
...
Esclamò
Bolis
,
dopo
averci
ben
bene
sbirciati
;
-
E
perché
han
fatto
resistenza
?
Ci
domandò
con
un
sorrisetto
volpino
il
giudice
d
'
Istruzione
.
-
Perché
!
...
-
Rispondemmo
noi
tutti
a
una
voce
e
in
tuono
di
meraviglia
..
-
Sì
...
quando
sapranno
tutto
,
chi
sa
,
che
non
sieno
i
primi
a
ringraziarci
...
-
Ringraziarlo
di
averci
arrestati
?
-
Sissignori
...
Oggi
è
venuta
la
notizia
della
capitolazione
di
Metz
.
Quest
'
ultima
sassata
che
,
così
benignamente
ci
si
scagliava
nel
nostro
infortunio
,
ci
fece
nascere
lì
per
lì
una
tal
rabbia
contro
quegli
arnesacci
di
una
bottega
fallita
,
che
loro
volgemmo
disdegnosamente
le
spalle
.
Già
...
è
egli
possibile
che
le
idee
di
sacrifizio
,
di
abnegazione
,
di
generosità
,
possano
esser
comprese
anche
alla
lontana
,
da
un
birro
?
-
L
'
ho
,
l
'
ho
preso
!
..
-
Saltando
come
un
burattino
,
e
fregandosi
le
mani
,
strillò
con
la
sua
vocina
da
pettegola
il
Fassio
,
avvicinandosi
a
noi
.
Questo
Fassio
e
uno
dei
più
famigerati
ispettori
di
Pubblica
Sicurezza
che
si
abbia
in
Italia
;
Garibaldino
nel
1860
,
come
succede
di
tutti
gli
apostati
,
ora
è
diventato
la
più
gran
colonna
della
sbirraglia
italiana
.
-
Che
qualcuno
di
noi
avesse
in
tasca
una
mitragliatrice
?
-
Pensai
tra
me
e
me
-
O
che
tra
i
nostri
compagni
si
sia
mescolato
sotto
mentite
spoglie
qualche
gran
malfattore
?
!
Difatti
l
'
aria
del
Fassio
me
lo
faceva
sperare
;
Cristoforo
Colombo
che
dal
ponte
del
suo
bastimento
vede
baluginare
qualche
cosa
,
che
ha
sembianza
di
terra
;
Moltke
a
Sadowa
che
riceve
l
'
annunzio
dell
'
arrivo
del
corpo
d
'
armata
del
bon
Fritz
,
ci
possono
dare
a
malapena
un
'
immagine
della
beatitudine
che
provava
in
quel
momento
il
rinnegato
democratico
.
Dietro
di
lui
si
vide
arrivare
lemme
lemme
il
Gagliano
in
uno
stato
tale
,
che
,
se
ne
avessimo
avuta
la
voglia
ci
avrebbe
fatto
crepar
dalle
risa
.
Nero
,
per
lo
meno
come
uno
spazzacamino
,
stizzito
come
un
giocator
di
Mako
che
fa
l
'
ultima
cista
,
senza
azzardarsi
nemmeno
di
farci
un
saluto
,
il
povero
uomo
passò
a
capo
basso
davanti
alle
autorità
e
fu
fatto
immediatamente
scendere
in
una
barchetta
,
dietro
la
quale
in
un
'
altra
fummo
messi
io
,
mio
fratello
,
il
Colonello
ed
un
giovinetto
,
che
ancora
non
conoscevo
.
-
Viva
la
libertà
d
'
Italia
!
-
Si
gridava
tutti
come
pazzi
per
via
,
ed
i
carabinieri
non
ardivano
di
dirci
una
sillaba
;
anzi
dalle
loro
fisonomie
si
vedeva
chiaramente
che
avrebbero
lasciato
quell
'
incarico
alle
guardie
di
questura
,
che
,
tutte
impettite
,
boriose
si
tenevano
dell
'
arresto
di
giovani
inermi
nello
stesso
modo
che
avrebbero
fatto
,
se
avessero
vinto
la
battaglia
,
più
aspra
che
si
sia
combattuta
,
dacché
mondo
è
mondo
.
Giunti
vicini
alla
Sanità
,
dove
vedevamo
sbarcare
tutti
gli
altri
,
un
carabiniere
mi
toccò
dolcemente
nel
braccio
e
mi
accennò
un
vaporino
,
la
cui
camminiera
faceva
fumo
.
-
Vede
quello
là
?
-
Mi
disse
-
Era
preparato
per
loro
,
qualora
avessero
preso
il
largo
.
Guardai
e
quello
spauracchio
mi
fece
sorridere
;
il
grande
edifizio
navale
non
aveva
che
due
cannoni
,
uno
per
parte
e
di
un
calibro
così
modesto
,
che
sembravano
,
piuttosto
giocattoli
da
bimbi
che
utensili
da
guerra
.
Oh
!
...
se
si
fosse
usciti
dal
posto
,
se
si
avesse
cominciato
a
filare
...
se
erano
buoni
a
acchiapparci
con
quel
trabiccolo
,
sarei
stato
contento
di
perder
la
testa
!
..
La
barca
si
fermò
:
noi
scendemmo
.
Diedi
un
'
ultimo
sguardo
al
porto
,
vidi
il
cammino
del
Var
che
fumava
,
e
il
battello
che
era
in
movimento
!
Oh
come
in
quell
'
istante
il
mio
pensiero
ricorse
alle
cabine
,
dove
ci
eravamo
sdraiati
la
sera
avanti
alla
medesima
ora
:
oh
!
come
desiderai
che
il
tempo
ritornasse
indietro
di
poche
ore
soltanto
per
non
essere
sicuro
della
barbara
realtà
,
che
ci
opprimeva
in
quel
mentre
.
Moltissima
gente
si
era
affollata
a
due
lati
della
porta
che
conduceva
all
'
uffizio
della
delegazione
del
porto
.
Tra
questa
gente
io
vidi
di
nuovo
i
due
scialli
...
Ma
dunque
,
non
ci
abbonderanno
più
queste
donne
?
I
volontari
erano
stati
ammassati
,
pigiati
in
una
stanzuccia
;
una
guardia
,
con
un
coraggio
da
eroe
,
distribuiva
ogni
tanto
qualche
pedata
a
chi
più
susurrone
e
più
curioso
degli
altri
si
azzardava
a
rivolgere
qualche
interrogazione
.
È
un
fatto
:
la
polizia
degli
antichi
sovranucci
,
che
i
monarchici
d
'
oggi
gabellano
per
tiranni
e
per
despoti
,
non
hanno
mai
usato
dei
modi
schifosi
che
usano
i
questurini
del
nostro
beatissimo
regno
:
quando
uno
capita
per
caso
tra
le
loro
mani
,
può
attaccare
un
voto
,
se
per
lo
meno
non
ci
lascia
una
costola
,
chè
questa
gente
è
molto
feroce
...
quando
l
'
individuo
è
in
ceppi
e
puzza
un
tantino
di
repubblicano
!
...
Chiuder
gli
occhi
sui
gallinai
,
fare
il
manutengolo
ai
ladri
è
permesso
,
ma
lasciare
in
santa
pace
un
soggetto
pericoloso
,
un
uomo
che
sbraita
sempre
perchè
vuole
esser
riconosciuto
per
uomo
...
oh
!
questo
è
troppo
!
E
il
paterno
governo
,
simile
al
giusto
Dio
che
fa
cader
la
grandine
e
i
fulmini
sul
campo
dei
peccatori
,
deve
aggravar
la
mano
su
coloro
che
hanno
le
sfacciataggine
di
urlare
quando
tutti
dormono
:
i
galantuomini
non
devono
essere
svegliati
...
lo
impedisce
anche
il
regolamento
di
Pulizia
!
Coroniamoci
adunque
di
elleboro
,
sorbiamo
il
papavero
che
giorno
per
giorno
ci
ammanniscono
i
giornali
governativi
e
,
dacchè
non
abbiamo
il
coraggio
di
fare
,
abbiamo
almeno
il
buon
senso
di
darci
ad
un
sonno
profondo
.
Un
vecchietto
,
con
li
occhiali
d
'
oro
più
giù
che
a
metà
del
naso
,
rincantucciato
in
uno
sgabbiolo
di
legno
che
faceva
le
veci
di
scrittoio
,
via
via
che
si
passava
ci
chiedeva
il
nostro
nome
,
quello
dei
nostri
parenti
,
il
nostro
domicilio
e
la
nostra
,
professione
.
-
Possono
partire
-
Gridò
poco
dopo
con
voce
tonante
il
Bolis
,
Giove
Tonante
di
quell
'
Olimpo
di
birracchioli
e
di
guardie
di
tutte
le
qualità
e
di
tutte
le
dimensioni
.
Un
applauso
prolungato
fece
eco
a
queste
parole
;
i
giovinotti
credavano
di
essere
liberi
...
Poveri
grulli
!
...
Quale
storia
ci
ha
mai
fatto
sapere
che
il
gatto
si
lasci
scappare
il
sorcio
dalle
unghie
?
-
Avanti
!
...
-
Urlarono
con
mala
grazia
a
loro
volta
le
guardie
...
-
O
dove
si
va
?
-
Cercò
qualcheduno
.
-
Loro
non
lo
devono
sapere
.
A
noi
,
come
presi
insieme
col
colonnello
,
fu
fatto
il
favore
di
farci
passare
nella
caserma
dei
carabinieri
;
ci
si
disse
,
in
attesa
di
ordini
superiori
...
Intanto
gli
altri
traversavano
via
Grande
,
tutta
gremita
di
popolo
che
li
accompagnava
con
applausi
frenetici
;
ci
volle
del
buono
e
del
bello
per
sconsigliare
i
popolani
a
non
far
qualche
pazzia
,
ed
essi
allora
non
potendo
fare
altro
,
si
mostrarono
generosissimi
con
quei
poveri
diavoli
che
venivano
trasferiti
alle
carceri
;
e
fu
una
pioggia
continua
di
sigari
,
di
pezzi
di
pane
,
d
'
involti
di
companatico
,
e
persino
di
foglietti
da
mezzo
franco
e
da
un
franco
.
Oh
!
...
il
popolo
è
generoso
,
il
popolo
ha
la
magnanimità
per
istinto
,
e
,
se
si
lascia
abbindolare
dai
farabutti
,
al
momento
buono
,
quasi
per
miracolo
,
sente
spingersi
avanti
dalla
voce
del
dovere
,
del
progresso
,
della
libertà
;
rinnegando
le
massime
false
,
che
gli
son
volute
inoculare
nelle
scuole
governative
e
nei
così
detti
giornali
popolari
che
vivono
sulle
spese
segrete
del
ministero
,
egli
al
primo
indizio
di
lotta
vicina
,
come
un
uomo
solo
corre
al
suo
posto
.
Oggi
protesta
con
gli
urli
alle
guardie
e
colle
picchiate
di
mano
ai
prigionieri
,
domani
muore
,
santificando
il
principio
democratico
,
sulle
barricate
.
Perdendo
lo
vedrete
marcire
nelle
,
carceri
,
e
soffrire
per
le
vie
,
vincendo
voi
lo
vedrete
al
lavoro
!
I
carabinieri
ci
accolsero
con
tutta
la
gentilezza
immaginabile
,
ci
domandarono
,
se
si
aveva
bisogno
di
qualche
cosa
,
e
noi
che
,
come
uomini
,
dopo
tante
ore
dì
disagio
si
aveva
diritto
ad
avere
appetito
,
ordinammo
del
salame
,
del
prosciutto
e
due
fiaschi
di
vino
.
Incontrammo
in
quella
stanza
lo
Strocchi
;
anche
egli
aveva
ricevuto
lo
strano
favore
di
essere
trattato
un
pò
meglio
del
rimanente
della
spedizione
.
Chi
era
stato
la
causa
diretta
dell
'
invasione
del
Var
?
Io
non
lo
saprei
dire
.
Hanno
qualche
carattere
di
verità
le
accuse
che
si
son
palleggiati
l
'
uno
con
l
'
altro
a
vicenda
diversi
individui
che
facevano
parte
della
nostra
mandata
!
Io
credo
di
no
:
credo
soltanto
che
il
governo
Italiano
,
il
quale
ha
sempre
in
serbo
un
granello
d
'
incenso
per
chi
trionfa
ed
è
forte
,
siccome
,
è
uso
di
tutti
i
codardi
,
sìa
sempre
disposto
a
tirar
sassate
da
orbi
a
tutti
quelli
che
per
propria
disgrazia
si
trovano
a
terra
;
e
così
,
mentre
or
non
sono
pochi
anni
,
per
non
violare
la
bandiera
Imperiale
di
Francia
si
lasciavano
tranquillamente
a
bordo
dell
'
Authion
i
fratelli
La
Gala
:
in
pieno
1870
si
aveva
il
coraggio
di
buttar
giù
porte
,
scassinar
serrature
e
strappare
a
viva
forza
dei
giovani
generosi
,
che
dovevano
essere
sacri
,
perché
protetti
dallo
stendardo
di
una
nazione
amica
,
di
un
governo
che
si
era
riconosciuto
,
ma
che
versava
in
pericoli
immensi
-
E
dove
ci
mandano
?
-
Domandammo
al
brigadiere
dei
carabinieri
,
dopo
che
avemmo
veduto
un
soldato
,
latore
di
un
piego
,
che
fu
letto
attentamente
dal
capoposto
.
-
Io
devo
trasmetterli
ai
Domenicani
.
-
Sicché
proprio
in
prigione
?
-
Pur
troppo
!
Un
lungo
silenzio
tenne
dietro
a
queste
parole
.
Creder
di
andare
in
Francia
e
sgusciare
diritti
come
fusi
in
prigione
,
era
una
cosa
che
non
ci
si
aspettava
di
certo
,
e
,
per
quanto
tutti
,
chi
più
chi
meno
ci
si
piccasse
di
esser
filosofi
,
per
quanto
dopo
l
'
arresto
questa
soluzione
fosse
l
'
unica
prevedibile
,
una
tal
notizia
dettaci
lì
a
bruciapelo
,
mentre
il
ritardo
ci
aveva
fatto
rinascere
in
cuore
un
po
'
di
speranza
,
ci
mise
a
tutti
un
diavolo
por
capello
.
-
Si
facciano
coraggio
-
Ci
diceva
il
brigadiere
-
Prendano
le
cose
con
calma
...
tutt
'
al
più
sarà
il
male
di
qualche
settimana
!
Qualche
settimana
!
-
E
gli
pareva
di
dir
poco
al
buon
'
uomo
!
...
Rinunziare
alla
vita
,
alle
nostre
speranze
,
non
goder
più
di
quella
libertà
,
che
è
prima
attributo
di
ogni
essere
,
ma
sia
pur
per
un
'
ora
,
per
chi
sente
qualcosa
,
è
sempre
un
supplizio
.
-
Entri
,
entri
,
ma
mi
raccomando
non
faccia
scene
-
Così
diceva
,
introducendo
nella
stanza
la
moglie
di
Gagliano
,
un
carabiniere
.
-
Veramente
!
...
-
Borbottò
alzandosi
il
brigadiere
...
-
Lasci
correre
-
Ci
affrettammo
a
proferire
noi
tutti
-
nessuno
parlerà
di
questo
colloquio
.
-
Ti
hanno
messo
le
manette
,
questi
vili
,
eh
?
-
E
tu
non
hai
avuto
cuore
di
bucar
loro
la
pancia
?
-
Gettandosi
al
collo
del
marito
,
e
frammischiando
al
suo
dire
qualche
singhiozzo
,
esclamava
l
'
arditissima
donna
.
Perdemmo
un
cinque
minuti
a
persuaderla
che
non
eranvi
state
manette
,
ed
allora
lei
,
facendoci
dei
segni
,
ci
fece
capire
che
,
se
avevamo
qualche
cosa
di
compromettente
,
le
si
consegnasse
:
ed
in
fatti
,
colto
il
momento
che
i
carabinieri
non
ci
guardavano
,
demmo
a
lei
certe
lettere
,
che
,
se
ci
fossero
state
trovate
addosso
,
non
ci
avrebbero
certamente
servito
di
raccomandazione
presso
quella
gente
,
che
si
doveva
bazzicare
fra
poco
tempo
.
La
presenza
di
una
donna
in
quell
'
ora
tristissima
,
in
mezzo
ai
carabinieri
,
dopo
tutte
le
emozioni
che
si
era
subito
durante
il
corso
di
quella
giornata
memorabile
ci
procurò
un
sollievo
,
e
uno
stringimento
di
cuore
,
che
non
mi
provo
nemmeno
a
descrivere
;
e
quando
la
ci
stese
la
mano
e
con
voce
resa
tremula
dalla
voglia
di
piangere
,
ci
disse
:
coraggio
,
io
mi
sentii
inumidite
le
ciglia
e
provai
l
'
inenarrabile
voluttà
di
una
lacrima
.
-
Le
carrozze
son
pronte
!
-
Partiamo
!
-
Meno
male
che
marciamo
en
grands
seigneurs
.
-
Di
'
piuttosto
,
come
i
malfattori
che
vanno
alla
Corte
d
'
Assise
...
-
Eh
!
...
loro
ed
i
principi
sono
i
soli
che
hanno
diritto
di
avere
una
scorta
!
Gli
estremi
si
toccano
...
-
E
si
rassomigliano
!
Si
montò
nelle
carrozze
e
dopo
un
breve
tratto
di
via
ci
fermammo
:
si
sentì
cigolare
una
porta
...
Eravamo
giunti
ai
Domenicani
.
CAPITOLO
III
.
La
prigione
!
...
È
mai
vissuta
creatura
umana
,
dirò
con
Guerrazzi
,
che
sollevando
le
pupille
verso
il
soffitto
di
una
di
quelle
stamberghe
,
in
cui
,
per
ravvederlo
,
s
'
incretinisce
il
colpevole
,
non
abbia
esclamato
esser
questa
l
'
invenzione
più
barbara
,
che
mai
sia
mulinata
nel
cervello
dell
'
uomo
?
Quattordici
passi
di
lunghezza
;
sei
di
larghezza
:
una
finestra
alta
cinque
piedi
da
terra
,
e
dalla
cui
ferriata
a
quadrelli
vedi
sempre
quel
medesimo
strappo
di
Cielo
,
quella
medesima
tettoia
dell
'
edifizio
difaccia
,
quella
medesima
stella
che
sera
per
sera
,
qual
malinconica
amica
,
par
che
venga
a
darti
un
saluto
,
un
conforto
ed
una
speranza
;
un
pagliericcio
per
sdraiarsi
:
una
brocca
d
'
acqua
per
bere
;
in
quanto
a
mangiare
...
ci
sono
le
mani
che
paiono
fatte
apposta
per
questo
!
...
Il
rumore
del
mondo
,
in
mezzo
al
quale
ti
trovi
ma
che
,
almeno
per
ora
è
morto
per
te
,
viene
a
colpirti
gli
orecchi
nella
tua
solitudine
ed
ora
qualche
allegra
canzone
ti
rammenta
i
bei
tempi
che
unito
agli
amici
andavi
a
far
la
serenata
sotto
i
balconi
della
tua
bella
:
ora
i
concerti
di
una
musica
militare
t
'
inebriano
,
ti
rapiscono
in
pensieri
l
'
uno
più
dell
'
altro
impetuosi
:
ora
il
frastuono
della
via
,
le
urla
dei
venditori
,
il
continuo
passare
delle
carrozze
ti
riportano
i
momenti
in
cui
tu
pur
passeggiavi
,
in
cui
tu
pure
davi
alla
sfuggita
un
occhiata
alle
belle
signore
che
come
Dee
ti
passavano
innanzi
agli
occhi
,
trasportate
da
'
loro
cocchi
:
insomma
un
cumulo
di
reminiscenze
che
ti
straziano
l
'
anima
:
è
un
martirio
che
fa
deperire
e
qualche
volta
impazzire
l
'
uomo
d
'
ingegno
e
di
cuore
,
e
che
indurisce
viepiù
chi
è
incallito
nel
vizio
.
Aggiungete
a
tutto
questo
l
'
obbligo
di
restare
lì
chiuso
,
mentre
,
alla
semplice
idea
di
esser
costretto
a
fare
una
cosa
,
fosse
pure
la
più
gradita
,
si
prova
una
certa
repugnanza
che
ci
fa
entrar
le
paturnie
.
Perchè
invece
di
una
severità
che
non
dà
alcun
resultato
,
non
si
cerca
di
ricondurre
sulla
buona
via
quello
,
che
ne
è
lontano
,
a
forza
di
cure
amorevoli
?
Quando
si
è
messo
il
colpevole
nell
'
impossibilità
di
nuocere
alla
società
,
a
che
prò
aggravare
la
mano
sopra
di
lui
,
e
incessantemente
torturarlo
?
...
Io
fò
una
scommessa
;
se
domani
un
domatore
di
fiere
uccidesse
così
per
ghiribizzo
un
leone
che
ha
in
gabbia
,
o
si
divertisse
a
martoriarlo
a
colpi
di
spillo
,
i
filantropi
non
la
farebbero
più
finita
colle
loro
proteste
:
i
giornali
partoribbero
articoli
sopra
articoli
e
se
ne
farebbe
quasi
quasi
una
questione
di
Stato
.
Qui
invece
abbiamo
degli
uomini
che
sentono
,
amano
,
che
hanno
peccato
per
inesperienza
,
per
fatalità
,
ma
che
per
ora
non
possono
tornare
a
peccare
:
una
delle
due
...
o
questi
uomini
si
credono
capaci
di
ravvedimento
,
o
no
:
in
questo
ultimo
caso
uccideteli
:
nel
primo
cercate
d
'
istruirli
,
fate
loro
conoscere
quanto
sia
migliore
la
strada
della
virtù
da
quella
del
vizio
,
educateli
col
lavoro
,
metteteli
in
un
'
isola
incolta
e
provvedete
che
quest
'
isola
affidata
alle
loro
mani
,
addivenga
ridente
,
ubertosa
...
fate
loro
conoscere
l
'
agiatezza
,
la
calma
,
la
soddisfazione
del
buono
operaio
,
eppoi
restituiteli
alla
società
,
che
potrà
a
ben
diritto
vantarsi
di
avere
acquistato
dei
buoni
cittadini
in
quelli
che
fin
ora
non
eran
che
rei
!
...
Anche
per
legge
fisica
quanta
più
è
la
repressione
,
tanta
maggiore
è
la
reazione
.
Chiedo
scusa
ai
lettori
di
aver
loro
fatto
ingozzare
questa
tirata
,
che
a
qualcuno
farà
l
'
effetto
del
cavolo
in
una
merenda
;
d
'
altronde
qui
si
parla
di
una
carcere
,
qual
migliore
occasione
per
spifferare
le
riflessioni
che
si
son
covate
in
quella
solitudine
e
in
contatto
di
quei
disgraziati
?
In
quanto
a
noi
,
grazie
all
'
amabilità
del
capo
guardiano
dello
stabilimento
,
fu
cercato
di
renderci
meno
dura
che
fosse
possibile
la
prigionia
.
Ci
misero
in
sei
in
una
stanza
;
lasciarono
che
si
fumasse
a
nostro
bell
'
agio
:
ci
si
passavano
i
giornali
,
dove
tra
le
altre
cose
apprendemmo
l
'
infame
tradimento
del
generale
cortigiano
Bazaine
:
non
ci
era
fatta
alcuna
restrizione
nel
mangiare
e
nel
bere
:
ci
si
trattava
insomma
coi
guanti
,
e
inservienti
e
guardiani
,
lungi
dal
far
pompa
di
quelle
mosse
scortesi
di
cui
sì
spesso
e
sì
volentieri
fanno
pompa
coi
carcerati
di
bassa
estrazione
,
si
perdevano
in
scappellature
ed
inchini
e
venivano
due
tre
volte
per
ora
a
domandarci
,
se
si
abbisognava
di
qualche
cosa
.
Era
compassione
questa
,
o
,
piuttosto
come
succede
in
qualunque
circostanza
nel
mondo
anche
là
si
venerava
l
'
abito
,
anche
là
avendoci
veduti
insieme
col
Colonnello
e
per
questo
scambiandoci
forse
per
uno
stato
Maggiore
,
si
cercava
entrare
nelle
nostre
buone
grazie
,
perchè
si
aveva
la
ferma
credenza
che
eravamo
pezzi
grossi
?
...
Io
credo
che
quest
'
ultima
sia
la
ragione
più
giusta
e
più
esatta
delle
preferenze
che
si
avevano
per
noi
.
Quell
'
ingegno
ferace
,
che
tanto
predominava
sugli
altri
per
lo
spirito
d
'
osservazione
e
che
così
presto
doveva
esser
rapito
all
'
Italia
,
intendo
parlare
di
Carlo
Bini
,
nelle
sue
riflessioni
sui
prigionieri
ha
dettato
delle
pagine
maravigliose
per
la
verità
sulle
distinzioni
sociali
,
che
con
scrupolo
sono
venerate
ancora
nelle
carceri
.
Povero
!
...
t
'
hanno
condotto
qui
,
tu
devi
aver
peccato
di
certo
;
va
'
giù
nel
buglione
,
là
troverai
degli
amici
e
dei
degni
compagni
...
e
spesso
per
spingerlo
più
presto
gli
si
amministra
gentilmente
una
pedata
che
il
meschinello
riceve
,
grattandosi
il
capo
!
Sarà
innocente
...
E
che
importa
?
...
Lo
si
manda
giù
tra
la
feccia
,
tra
i
borsaioli
,
tra
i
ladri
d
'
ogni
qualità
e
d
'
ogni
risma
;
gli
si
fanno
degli
sgarbi
premeditati
,
gli
si
ride
sul
muso
quando
protesta
della
propria
innocenza
;
si
tiene
a
stecchetto
di
pane
,
si
fa
mangiare
mezz
'
ora
dopo
quella
prescritta
dai
regolamenti
,
si
cerca
infine
di
rendere
più
triste
,
più
penosa
la
di
lui
posizione
:
mai
una
parola
d
'
affetto
per
lui
,
sempre
un
ghigno
,
sempre
una
maledizione
...
E
se
fosse
innocente
!
...
Per
un
signore
poi
è
un
altro
paio
di
maniche
:
inchini
,
conforti
,
agevolezze
:
il
caffè
e
latte
la
mattina
,
la
bottiglia
per
pranzo
,
e
qualche
volta
anche
il
the
per
la
sera
...
oh
,
come
è
rispettata
l
'
eguaglianza
a
questi
lumi
di
luna
!
Dunque
,
come
ho
detto
,
eravamo
in
cinque
in
una
prigione
.
Gagliano
,
il
Colonnello
,
mio
fratello
,
io
ed
un
giovinetto
Perugino
,
che
per
la
prima
volta
si
moveva
da
casa
,
e
che
era
innamorato
come
un
ciuco
di
una
ballerina
cui
aveva
promesso
per
quanto
prima
l
'
anello
nuziale
.
Il
primo
giorno
,
non
vedendo
alcuna
probabilità
di
un
interrogatorio
,
non
facemmo
che
scrivere
.
Scrivemmo
al
console
,
a
una
dozzina
di
deputati
,
a
una
mezza
dozzina
dì
giornalisti
,
e
perfino
al
Lanza
:
in
tutti
i
nostri
scritti
si
protestava
contro
la
patente
ingiustizia
,
di
cui
eravamo
stati
le
vittime
,
e
si
scongiurava
,
affinchè
fosse
troncato
quello
stato
penoso
,
che
,
temevamo
,
si
prolungasse
ancora
per
un
lasso
di
tempo
,
non
indifferente
.
Uno
dei
nostri
,
che
era
stato
diverse
volte
in
prigione
sempre
per
affari
politici
,
ci
iniziò
nei
misteri
della
vita
non
troppo
geniale
del
carcere
,
e
c
'
insegnò
tra
le
altre
cose
un
mezzo
sicuro
,
per
comunicare
con
gli
altri
infelici
,
quantunque
fossero
in
stanze
dalla
nostra
lontane
:
il
nome
tecnico
di
questo
nuovo
sistema
di
comunicazione
è
il
cavallo
;
si
attacca
ad
un
sasso
o
a
un
pezzo
di
legno
una
cartolina
,
in
cui
si
scrive
,
quello
che
vogliamo
;
si
avvolge
poi
tutto
ad
un
filo
e
dalla
finestra
si
lancia
,
dove
si
ha
intenzione
di
farlo
recapitare
;
i
prigionieri
,
nella
solitudine
aguzzano
tanto
l
'
ingegno
,
addiventano
così
maestri
nella
precauzione
,
che
se
si
ingannano
una
volta
sola
,
in
questo
nuovo
bersaglio
,
si
può
assicurare
che
è
una
fatalità
.
Inutile
il
dire
,
che
noi
ci
servimmo
di
questo
mezzo
spessissimo
,
e
sul
principio
facemmo
delle
matte
risate
,
alle
spalle
di
qualcheduno
il
quale
più
che
si
piccava
ad
essere
gran
tiratore
,
più
ne
mandava
di
fuori
.
"
Come
son
lunghe
,
eterne
L
'
ore
del
prigionier
!
"
Canta
il
tenore
nel
secondo
atto
del
Pipelet
,
e
se
noi
non
cantavamo
queste
parole
,
se
ne
comprendeva
però
in
quei
momenti
tutta
la
desolante
verità
.
Addormentarsi
colle
galline
,
essere
in
piedi
ai
primi
chiaror
dell
'
alba
;
appena
desti
,
eccoti
ad
assalirci
la
spaventevole
idea
di
quattordici
o
quindici
ore
d
'
inerzia
forzata
;
oh
,
almeno
oggi
tuonasse
,
infuriasse
una
gran
tempesta
...
sarebbe
una
distrazione
!
..
Oh
!
se
si
avesse
nel
cuore
la
mansuetudine
pecoresca
del
Pellico
,
chè
potremmo
passare
ore
intiere
,
facendo
asceticamente
delle
contemplazioni
sulle
tele
di
ragno
,
che
in
sì
gran
numero
e
,
a
mò
di
tendoni
,
adornano
la
volta
della
nostra
abitazione
!
Oh
!
venisse
un
nuovo
carceriere
gobbo
,
sbilenco
,
rachitico
,
o
per
lo
meno
tartaglione
si
potrebbe
ridere
qualche
tempo
per
conto
suo
...
Ma
no
signori
,
sempre
i
medesimi
volti
,
sempre
il
medesimo
cielo
nè
sereno
,
nè
brusco
,
sempre
qualche
pezzetto
di
ragnatelo
che
ci
dà
fastidio
,
cadendo
ed
appiccicandosi
sui
nasi
respettivi
.
Si
fece
delle
palle
colla
midolla
di
pane
e
ci
si
mise
a
giocare
alle
boccie
...
Ci
si
annoiava
mortalmente
;
si
tentava
attaccare
una
discussione
filosofica
o
letteraria
...
sul
più
bello
un
prolungato
sbadiglio
faceva
uscir
di
carreggiata
l
'
oratore
e
lo
squarcio
di
poesia
e
di
eloquenza
finiva
con
una
solita
imprecazione
,
dove
non
si
risparmiava
nessuno
.
L
'
unico
che
vivesse
estraneo
a
tutto
quello
che
si
svolgeva
dinanzi
a
noi
,
era
il
giovinetto
che
tesseva
omelie
,
ripensando
alla
sua
bella
ed
ai
dolci
momenti
che
era
solito
passare
con
lei
.
A
questi
sproloqui
,
noi
assumendo
la
dignità
di
uomini
stagionati
,
e
che
hanno
corso
per
tutti
i
versi
la
cavallina
,
facevamo
tener
dietro
delle
dissertazioni
serio
-
facete
,
e
dei
consigli
che
le
più
volte
facevano
diventar
rossa
come
una
ciliegia
la
faccia
del
pudibondo
giovinetto
il
quale
terminava
ogni
suo
dire
,
sacrando
per
tutti
gli
Dei
,
che
la
gentile
fanciulla
,
malgrado
tutti
gli
ostacoli
,
avrebbe
finito
per
diventare
sua
moglie
.
E
infatti
,
oggi
tornato
di
Francia
,
ho
saputo
la
grata
novella
del
felice
connubio
che
amore
sparga
sempre
di
rose
il
beato
talamo
in
cui
piange
la
ragione
e
la
democrazia
:
che
quel
giovine
infondo
aveva
cuore
,
e
si
entusiasmava
per
le
idee
generose
.
Gagliano
pareva
poi
,
che
avesse
in
corpo
un
'
organino
;
cominciava
a
ciabare
la
mattina
a
bruzzico
e
durava
a
sfringuellare
fino
all
'
undici
e
anche
a
mezzanotte
;
se
noi
si
dormiva
lui
non
si
perdeva
d
'
animo
e
con
una
costanza
degna
di
miglior
causa
,
discorreva
solo
,
trinciando
l
'
aria
con
gesti
agitati
,
e
ripetendo
ordini
del
giorno
e
proclami
di
là
da
venire
:
ei
s
'
era
fitto
in
capo
di
costituire
una
compagnia
che
si
doveva
chiamare
dei
cacciatori
del
Varo
,
egli
l
'
avrebbe
costituita
,
appena
che
ci
si
fossero
schiuse
le
porte
.
La
questura
che
seppe
forse
il
progetto
,
e
che
,
da
abile
maestra
,
sa
quanto
va
maturato
un
disegno
perchè
possa
riuscire
,
mentre
dava
la
via
,
pochi
giorni
dopo
,
a
tutti
noi
,
riteneva
in
chiusa
per
altri
tre
mesi
il
povero
capitano
di
quella
compagnia
,
la
quale
,
come
direbbero
le
nostre
donnicciole
,
restò
sempre
nella
mente
di
Dio
.
Ci
si
faceva
prendere
aria
due
volte
per
giorno
:
la
prima
volta
lungo
i
corridoi
circondati
da
terrazzini
,
da
cui
è
intersecato
lo
stabilimento
:
la
seconda
su
,
in
un
piccolo
belvedere
dal
quale
si
godeva
di
un
colpo
d
'
occhio
incantevole
.
Sui
muri
dei
corridoii
,
come
su
quelli
della
terrazza
non
si
vedevano
che
scritti
in
lapis
:
erano
ricordi
,
conforti
scambievoli
dei
prigionieri
:
geroglifici
indecifrabili
,
ma
che
forse
contenevano
rivelazioni
per
chi
era
d
'
intesa
:
accidenti
alle
spie
e
morte
ai
birri
erano
quasi
sempre
il
ritornello
obbligato
di
questi
sfoghi
.
Su
in
terrazza
trovammo
anche
dei
versi
:
quantunque
si
sia
detto
,
e
ridetto
fino
a
sazietà
che
la
solitudine
fa
crescere
il
bernoccolo
poetico
,
anche
a
coloro
che
da
mamma
natura
non
hanno
avuto
un
tal
dono
,
l
'
apparizione
di
queste
strofe
fu
salutata
da
noi
con
un
hourrà
clamoroso
,
che
fece
venire
in
fretta
e
furia
i
guardiani
a
domandar
cosa
fosse
avvenuto
.
I
versi
eramo
mediocri
,
ma
giudicando
dal
modo
col
quale
erano
scritti
,
si
poteva
giurare
che
quello
che
li
aveva
vergati
aveva
fatto
anche
troppo
e
che
aveva
un
'
anima
molto
più
sensibile
di
tutte
le
altre
che
si
trovavano
in
quelle
catapecchie
.
I
versi
son
questi
;
ve
li
riscrivo
tali
e
quali
,
chiedendo
scusa
all
'
anonimo
autore
dell
'
indiscrezione
,
e
ai
miei
lettori
qualora
non
andassero
loro
a
fagiuolo
.
Campanella
che
rammenti
Al
dolente
prigioniero
I
dolori
ed
i
tormenti
Di
una
vita
,
che
finì
...
Deh
!
Riporta
al
mio
pensiero
Le
speranze
d
'
altri
dì
.
Di
quei
dì
,
che
una
tranquilla
Gioia
al
Cielo
mi
rapia
:
Fissa
in
Lei
la
mia
pupilla
Comprendevo
la
beltà
,
Comprendevo
la
poesia
Sentia
in
cuor
la
libertà
Or
son
morto
,
o
campanella
Suona
,
suona
a
funerale
Più
non
veggo
la
mia
bella
Più
non
palpita
il
mio
onor
Sul
mio
letto
sepolcrale
Suona
i
tocchi
del
dolor
E
qui
il
poeta
finiva
e
la
parola
dolor
con
cui
avea
terminato
tu
la
vedevi
ripetuta
ai
quattro
angoli
dell
'
ode
!
...
Sia
stato
un
malfattore
colui
che
vergò
questi
versi
?
...
Se
anche
lo
fu
,
è
certo
che
fu
più
infelice
di
quello
che
fosse
colpevole
!
Passammo
altri
due
giorni
in
questa
completa
atonia
;
già
tre
giorni
che
eravamo
separati
da
tutti
,
già
tre
giorni
col
timore
che
i
nostri
compagni
avessero
bruciato
delle
cartuccie
contro
i
Prussiani
!
...
Finalmente
venne
l
'
interrogatorio
:
un
interrogatorio
pro
forma
,
dove
ognuno
rispondeva
a
casaccio
tutto
quello
che
gli
veniva
alla
bocca
,
dove
s
'
inventavano
scuse
così
magre
e
storie
così
bambinesche
,
che
sarebbero
cadute
al
primo
soffio
di
un
accusatore
,
fosse
anche
il
più
dozzinale
.
Entrammo
dal
giudice
colla
speranza
:
si
credeva
che
finito
l
'
interrogatorio
ci
avrebbero
rimandato
:
invece
quale
non
fu
la
nostra
sorpresa
,
quando
ci
vedemmo
di
nuovo
rinchiudere
nell
'
aborrita
stamberga
,
che
ci
aveva
accolto
fino
a
quel
giorno
?
-
Non
ci
mandano
via
che
a
guerra
finita
-
Borbottò
stizzosamente
uno
di
noi
.
Chinammo
tutti
la
testa
,
che
tale
cominciava
a
diventare
l
'
universale
credenza
.
E
passò
un
altro
giorno
,
eppoi
un
altro
:
era
il
tre
di
novembre
;
la
vigilia
eravamo
stati
di
un
umor
perfidissimo
;
senza
provare
alcuno
dei
sentimenti
dettati
dalla
religione
,
quelle
campane
che
invitavano
a
andare
a
commemorare
i
defunti
,
ci
facevano
pensare
ai
nostri
poveri
morti
,
a
quelli
che
caddero
per
le
nostre
idee
,
a
quelli
che
cadevano
in
quel
mentre
per
far
scudo
coi
loro
corpi
a
una
pericolante
repubblica
,
per
opporre
un
'
argine
all
'
irrompente
valanga
dei
venduti
soldati
della
monarchia
degli
Hokenzöllern
...
Noi
eravamo
mesti
,
e
si
passava
intere
mezz
'
ore
difaccia
alle
quadrelle
dell
'
inferriata
,
tanto
per
vedere
quel
miserabile
lembo
di
Cielo
:
orizzonte
rimpiccolito
come
quello
dell
'
idee
che
ci
bollivano
in
testa
e
che
non
si
potevano
espandere
.
Il
tre
novembre
fu
un
gran
movimento
pei
corridoi
,
un
via
vai
continuato
e
un
accorrere
di
guardiani
.
Qual
nuova
avventura
era
giunta
a
disturbare
la
quiete
monotona
di
quel
sepolcro
di
vivi
?
...
Il
caso
era
nuovo
.
Rossi
,
Piccini
,
Stefani
ed
altri
Fiorentini
avevano
avuto
l
'
idea
bizzarra
di
commemorare
i
caduti
a
Montana
;
ne
correva
l
'
anniversario
,
e
loro
,
come
avanzi
degli
Chassepots
di
De
Failly
,
non
ultima
celebrità
di
Sédan
,
vollero
degnamente
onorarlo
;
coi
pagliericci
improvvisarono
un
catafalco
,
ci
posero
sopra
una
camicia
di
flanella
rossa
,
lo
circondarono
con
venticinque
candele
steariche
,
comprate
la
sera
avanti
,
eppoi
attaccarono
un
cartello
nel
quale
a
parole
cubitali
era
scritto
:
Ai
Martiri
di
Mentana
I
superstiti
Repubblicani
S
'
immagini
un
pò
il
buon
lettore
,
quando
i
guardiani
entrarono
nella
prigione
,
per
portare
il
becchime
a
quegli
uccelli
ingabbiati
.
Vedere
tutti
quei
lumi
,
poi
quel
catafalco
...
e
'
era
da
fare
andare
in
bestia
il
secondino
più
mansueto
che
abbia
mai
esercitato
questa
nobile
professione
!
Subito
un
reclamo
dal
direttore
,
il
quale
seguito
dal
capo
guardiano
,
dallo
stato
maggiore
e
da
un
nuvolo
di
carcerieri
si
presenta
maestosamente
sulle
soglie
delle
profanata
stanzaccia
.
-
Questo
è
troppo
!
...
Io
sono
buono
,
ma
non
lo
sono
tre
volte
...
Impongo
loro
di
tor
via
quel
cartello
rivoluzionario
...
-
Ma
noi
non
diamo
noia
a
nessuno
,
e
poi
qui
chi
lo
vede
?
-
Non
importa
...
Lascino
pure
il
catafalco
,
ma
levino
il
cartello
!
-
Ma
se
nessuno
può
leggerlo
!
...
-
Io
ho
usato
troppe
gentilezze
con
loro
-
questo
scandalo
non
lo
subisco
...
-
Ma
,
se
non
v
'
è
scandalo
!
Insomma
per
il
buon
della
pace
,
fa
necessario
tor
via
quel
disgraziato
cartello
.
-
È
un
fatto
,
chiaro
,
lampante
e
arci
che
provatissimo
:
i
governi
che
pericolano
hanno
paura
dei
morti
,
eguali
in
tutto
e
per
tutto
all
'
infermo
incurabile
che
fa
il
viso
serio
solamente
a
sentir
parlare
di
morte
.
In
premio
di
non
aver
preso
parte
alle
dimostrazioni
sovvertitrici
dei
nostri
amici
,
quel
giorno
noi
fummo
mandati
a
prender
aria
un
'
ora
più
presto
.
Una
dolce
sorpresa
ci
attendeva
sulla
terrazza
:
arrampicandoci
sull
'
inferriata
,
e
spenzolandoci
come
meglio
si
poteva
,
si
vide
sedute
sulla
spalletta
di
un
fosso
che
attraversava
la
via
,
le
due
fate
dai
magici
scialli
,
che
tanto
mi
avevano
dato
a
riflettere
sul
Var
:
esse
guardavano
in
su
;
era
certo
che
qualche
prigioniero
,
aveva
portato
con
se
molta
parte
di
cuore
di
quelle
creature
che
credevamo
vezzosissime
e
che
le
ci
apparivano
come
una
visione
,
nei
momenti
più
climaterici
di
quella
intrapresa
.
Ci
si
perdeva
,
come
di
solito
,
in
congetture
su
quelle
apparizioni
,
quando
venne
un
custode
e
con
ilare
fisonomia
,
ci
disse
:
Giù
,
giù
nella
stanza
del
capo
guardiano
.
-
Ci
son
novità
?
-
Eccome
!
-
Loro
son
liberi
.
-
Liberi
!
-
Urlammo
noi
e
ci
stringemmo
l
'
un
l
'
altro
la
mano
.
O
libertà
!
...
Prima
tra
tutti
gli
affetti
e
le
aspirazioni
dell
'
uomo
,
senza
te
è
impossibile
vivere
,
e
solamente
si
giunge
a
comprendere
tutta
la
tua
dolcezza
ineffabile
,
allorquando
per
disgrazia
ti
si
è
perduta
;
ridotti
allo
stato
di
cose
,
costretti
a
reprimere
i
battiti
del
cuore
,
le
concezioni
del
cervello
,
gli
slanci
che
suol
produrre
l
'
intelligenza
,
a
te
si
ripensa
come
lo
stanco
e
affaticato
peregrino
,
in
una
montagna
o
in
mezzo
al
deserto
ripensa
all
'
agiatezza
della
sua
casa
,
ai
dolci
riguardi
dei
parenti
lontani
.
Tanta
è
la
gioia
che
si
sente
nel
ricuperarti
,
che
si
tornerebbe
a
soffrire
gli
istanti
penosi
,
che
abbiamo
sofferti
,
pur
di
provare
l
'
inenarrabile
felicità
,
che
si
prova
in
quell
'
istante
divino
.
Scendemmo
a
rotta
di
collo
le
scale
,
entrammo
nel
corridoio
,
dove
di
subito
fummo
circondati
dai
nostri
compagni
,
che
ci
abbracciavano
,
ci
baciavano
,
ci
opprimevano
di
mille
domande
;
chi
troverebbe
parole
per
descrivere
l
'
emozione
di
quel
momento
solenne
?
Non
era
il
tornare
a
vivere
che
ci
sorridesse
soltanto
:
era
l
'
idea
che
prima
o
poi
si
avrebbe
raggiunto
nostro
padre
,
che
tale
deve
considerarsi
da
un
giovane
l
'
eroe
leggendario
della
libertà
e
del
progresso
,
che
tale
deve
essere
riguardato
da
tutti
coloro
che
soffrono
,
il
prode
general
Garibaldi
.
Fassio
,
incaricato
dalla
questura
ad
assistere
alla
nostra
liberazione
,
volle
farci
sospirare
,
più
che
fosse
possibile
,
un
tanto
agognato
momento
!
Eravamo
una
lunghissima
fila
,
ognuno
che
usciva
dalla
stanza
provocava
in
tutti
un
sospirone
che
si
poteva
tradurre
in
queste
parole
:
Lui
felice
...
ed
io
pure
,
che
mi
avvicino
alla
liberazione
!
Venne
la
mia
volta
.
Entrai
:
Il
commissario
mi
abbordò
subito
con
queste
parole
:
Lei
è
di
Firenze
?
-
Sissignore
!
-
Vuoi
fare
il
viaggio
a
spesa
sue
,
o
a
conto
della
questura
?
-
Ma
io
voglio
restare
in
Livorno
-
È
impossibile
!
-
Se
ci
ho
i
miei
interessi
!
-
Non
importa
:
lei
è
di
Firenze
e
deve
tornare
a
Firenze
!
-
Ma
questa
è
bella
!
-
O
bella
,
o
brutta
...
tali
son
gli
ordini
.
Strana
logica
invero
questa
della
polizia
!
se
nel
mio
interrogatorio
avessi
detto
di
essere
del
Missisipì
chi
sa
che
la
questura
non
mi
avesse
spedito
gratis
fino
a
quelle
lontane
regioni
!
...
Ah
!
averlo
pensato
!
!
A
tutti
gli
altri
fu
fatta
la
medesima
proposizione
:
tutti
accettammo
di
andare
a
spese
nostre
,
decisi
di
tentare
ogni
via
per
sfuggire
ai
questurini
.
-
Domani
si
presenteranno
al
questore
in
Firenze
-
Disse
allora
il
Fassio
con
tuono
burbanzoso
e
poi
volgendosi
al
Piccini
aggiunse
:
lei
mi
par
più
serio
degli
altri
,
farà
da
capo
squadra
...
Alla
stazione
gli
accompagneranno
le
guardie
,
nè
li
lascieranno
fino
a
che
non
avranno
preso
il
biglietto
.
Un
'
altra
speranza
che
si
dileguava
!
Bisognerà
tornare
per
forza
donde
eravamo
partiti
con
tutta
allegrezza
.
-
Possono
andare
...
e
si
sbrighino
perchè
il
vapore
parte
a
momenti
..
Dei
picchi
ripetuti
all
'
uscio
della
nostra
antica
carcere
,
richiamano
l
'
universale
attenzione
verso
quel
posto
.
È
Gagliano
che
protesta
all
'
ingiustizia
e
all
'
infamia
:
è
il
povero
Gagliano
che
solo
vien
rilasciato
ai
Domenicani
per
conto
della
questura
-
Scrivete
sui
giornali
-
Egli
vociava
-
Fate
nota
la
nuova
ingiustizia
,
dite
che
mi
si
vuoi
rovinare
da
questa
canaglia
.
-
Nessuno
porgeva
ascolto
,
alle
di
lui
querele
,
qualcuno
rideva
:
l
'
uomo
che
esce
da
un
pericolo
diventa
egoista
.
-
Via
,
via
-
ci
disse
il
nostro
accompagnatore
,
una
specie
di
Don
Checco
,
scalcinato
come
un
poeta
,
e
zoppicante
,
come
un
verso
sciolto
di
qualche
genio
incompreso
.
Demmo
un
'
ultimo
sguardo
alla
stanzaccia
che
ci
aveva
racchiusi
quei
giorni
,
e
,
cosa
strana
,
provammo
un
certo
dispiacere
ad
abbandonarla
.
Quanti
pensieri
,
quanti
generosi
proponimenti
,
quanti
ricordi
,
quante
speranze
non
ci
avevano
agitato
là
entro
!
Quando
io
esco
di
prigione
,
e
lo
so
benissimo
grazie
al
benigno
nostro
governo
,
io
provo
il
medesimo
effetto
di
quando
esco
di
un
bastimento
.
Mi
gira
la
testa
e
le
gambe
mi
reggono
appena
....
quella
sera
mi
pareva
di
essere
addirittura
ubriaco
.
Ed
anche
senza
parere
ubriaca
,
io
credo
che
la
nostra
comitiva
avesse
in
se
tanto
di
umoristico
da
farsi
guardare
da
chiunque
passava
.
Figuratevi
:
prima
Don
Checco
con
una
mazza
gigantesca
,
su
cui
si
appoggiava
,
ma
che
non
era
valevole
a
farlo
passar
per
meno
zoppo
di
quello
che
era
:
poi
il
Colonnello
in
cappello
a
cilindro
coi
due
tubi
di
latta
,
in
cui
erano
le
carte
geografiche
,
ma
che
di
notte
gli
davano
un
'
idea
di
Sesto
Caio
Baccelli
,
con
gli
annessi
canochiali
;
dietro
a
loro
il
giovinetto
innamorato
con
due
valigione
,
che
erano
vote
,
ma
che
egli
aveva
portato
con
se
per
dar
polvere
negli
occhi
alla
pulizia
;
in
coda
noi
altri
urlando
,
chiassando
,
facendo
le
fiche
a
quel
povero
diavolo
,
che
tentava
attaccar
discorso
con
tutti
,
senza
che
nessuno
gli
rispondesse
:
in
poche
parole
egli
sembrava
un
precettore
che
conduce
a
passeggiare
una
mandata
di
birichini
,
e
scommetto
che
in
quell
'
ora
,
avvedutosi
della
parte
redicola
che
sosteneva
,
avrebbe
mandato
in
quel
paese
Bolis
,
la
Francia
,
il
Ministero
e
gli
eroi
della
libertà
.
Arrivati
alla
ferrovia
,
le
guardie
ci
fecero
ala
,
nè
si
allontanarono
,
fino
a
che
non
avemmo
presi
i
biglietti
.
-
Dunque
a
rivederli
,
signori
-
Traendo
un
sospiro
di
contentezza
ci
disse
il
delegato
.
-
Dica
addio
!
-
Riprendemmo
,
noi
tutti
.
-
Grazie
dell
'
accompagnatura
!
-
Proferiva
uno
in
tuon
di
burla
.
-
La
ci
saluti
Bolis
...
-
Al
piacere
di
non
riverirla
mai
più
..
E
via
di
seguito
con
espressioni
più
o
meno
frizzanti
,
tutte
all
'
indirizo
di
quel
'
infelice
che
impappinato
come
un
pulcino
nella
stoppa
,
voltandosi
ad
ora
ad
ora
per
darci
una
sbirciata
più
o
meno
benevola
,
se
ne
andò
quatto
quatto
e
colla
coda
tra
le
gambe
.
Entrammo
nella
stazione
:
quelli
che
viaggiavano
a
conto
della
questura
erano
stati
ficcati
in
due
vagoni
di
terza
classe
,
e
cantavano
:
cantavano
dalla
rabbia
o
dal
piacere
?
Non
saprei
dirlo
davvero
,
ma
è
un
fatto
che
un
uomo
che
si
trova
in
una
situazione
eccezionale
,
prova
un
refrigerio
,
stuonando
un
'
arietta
;
i
ragazzi
che
hanno
paura
a
andar
soli
in
una
stanza
canticchiano
,
i
poveri
coscritti
cercano
alle
canzoni
montagnole
,
e
ai
patriottici
inni
quel
coraggio
che
invano
cercherebbero
al
cuore
.
Ecco
i
due
scialli
!
..
Ecco
le
due
donne
che
ci
hanno
fatto
tanto
almanaccare
colla
testa
sul
Var
e
in
prigione
!
-
Oh
!
finalmente
ci
è
dato
avvicinarle
!
Sono
la
madre
e
la
sorella
dì
un
'
arrestato
,
mi
sussurra
uno
,
che
ho
accanto
.
Mi
approssimo
a
loro
.
Qual
delusione
!
La
madre
è
sbilenca
,
le
mancano
due
denti
davanti
ed
ha
una
bazza
,
come
quella
del
barone
Ricasoli
.
E
la
figlia
?
Mi
risparmino
i
lettori
l
'
orrore
di
descriverla
!
..
Un
viso
da
leticare
il
giallo
alle
carote
,
un
personale
impossibile
,
due
mani
che
certamente
non
sarebbero
state
sproporzionate
per
il
Biancone
di
piazza
.
Mi
fecero
mille
complimenti
,
mi
volevano
presentare
il
figliuolo
e
il
fratello
:
io
con
una
scusa
qualunque
voltai
loro
gentilmente
le
spalle
,
che
amavo
credere
il
nostro
compagno
di
sventura
,
gobbo
,
sciancato
,
ridicolo
,
per
potere
almeno
avere
il
vanto
di
aver
conosciuta
la
famiglia
più
brutta
,
che
in
questi
tempi
Borgiani
,
passeggi
sotto
la
cappa
del
Cielo
!
Pochi
minuti
dopo
,
si
entra
tutti
nel
convoglio
:
Piccini
che
doveva
essere
,
il
capo
squadra
ci
sfugge
:
il
treno
è
in
movimento
e
noi
ci
si
trova
,
spinte
e
sponte
,
trasportati
a
Firenze
.
CAPITOLO
IV
.
Essere
in
Firenze
,
e
ricominciare
a
studiare
le
strade
per
tornare
in
Francia
fu
tutt
'
una
.
Il
male
si
era
,
che
le
nostre
piccole
risorse
avevano
avuto
un
colpo
tremendo
,
e
che
la
questura
aguzzava
,
come
Argo
cento
occhi
per
spiare
i
nostri
movimenti
più
piccoli
,
le
nostre
più
segrete
conventincole
.
Non
si
credano
esagerate
le
mie
parole
:
per
il
malaugurato
affare
di
Livorno
si
era
cominciato
un
processo
,
e
si
adopravano
nelle
sfere
governative
a
tutt
'
uomo
per
mandarlo
avanti
o
di
riffe
o
di
raffe
:
si
voleva
infatti
far
vedere
alla
Prussia
come
in
Italia
fossero
ligi
al
principio
di
neutralità
e
come
il
governo
non
dividesse
per
nulla
le
idee
piazzaiole
di
quello
scomunicato
di
Garibaldi
.
Noi
dal
canto
noStro
non
stavamo
con
le
mani
in
mano
,
e
,
tra
le
altre
cose
(
vedete
,
come
eravamo
poeti
)
si
cercò
di
organizzare
in
Firenze
una
compagnia
tutta
Toscana
,
che
si
sarebbe
chiamata
dei
carabinieri
dell
'
Arno
.
Un
tal
disegno
ci
portò
per
le
lunghe
:
e
tra
proposte
,
decisioni
,
consigli
si
perse
un
tempo
prezioso
.
Mentre
nell
'
Atene
dell
'
Arno
,
quantunque
muniti
delle
più
belle
intenzioni
,
non
si
dava
nè
in
tinche
,
nè
in
ceci
,
il
coraggioso
e
bravo
Ricciotti
compieva
la
romanzesca
impresa
di
Chantillon
.
La
democrazia
e
tutti
coloro
che
sentono
amore
per
l
'
Italia
,
applaudivano
calorosamente
il
giovane
condottiero
,
che
con
un
pugno
di
uomini
,
sorprendeva
,
notte
tempo
,
ottocento
Prussiani
,
ne
faceva
più
che
quatTrocento
prigionieri
,
e
toglieva
loro
buon
numero
di
cavalli
e
di
armi
.
Garibaldi
,
dopo
aver
costituito
il
suo
microscopico
esercito
a
Dôle
,
si
era
portato
ad
Autun
,
e
dopo
avere
ottenuto
splendidi
resultati
a
Lantenay
,
si
era
spinto
fin
sotto
Dijon
,
ed
avrebbe
certamente
occupato
questa
città
,
se
l
'
imperizia
e
la
codardia
della
guardia
mobile
non
lo
avesse
obbligato
a
ritirarsi
fino
nella
città
,
da
dove
si
era
partito
con
tanta
speranza
nel
cuore
.
I
Prussiani
avevano
cercato
di
sorprenderlo
,
capitando
all
'
impensata
in
Autun
,
ma
grazie
all
'
esattezza
dei
tiri
delle
batterie
da
montagna
che
l
'
illustre
generale
aveva
sotto
i
suoi
ordini
ed
al
valore
dei
giovani
volontarii
,
i
tremendi
soldati
che
facevano
paura
a
tutta
l
'
Europa
,
dopo
averne
buscate
come
ciuchi
,
si
erano
refugati
a
rotto
di
collo
dentro
Dijon
,
dove
il
generale
Werder
aveva
piantato
il
suo
quartier
generale
.
Queste
notizie
che
leggevamo
sui
giornali
erano
tante
stilettate
per
noi
;
già
varii
dei
nostri
compagni
erano
partiti
alla
spicciolata
per
la
Francia
.
Io
mi
rammento
che
in
quei
giorni
mi
vergognavo
ad
uscir
soltanto
di
casa
:
mi
pareva
che
tutta
quella
gente
che
era
conscia
della
mia
prima
partenza
mi
ridesse
sul
muso
,
e
che
dentro
di
se
mi
rimproverasse
quell
'
ineRzia
,
che
d
'
altronde
era
la
conseguenza
logica
della
mia
situazione
.
Finalmente
un
giorno
capitò
da
me
,
che
in
quel
momento
avevo
già
dismesso
il
pensiero
di
poter
prender
parte
alla
campagna
di
Francia
,
il
Bocconi
,
e
,
senza
che
io
prOferissi
nemmeno
una
parola
mi
disse
:
Sei
sempre
deciso
di
venire
in
Francia
?
-
Sicuro
!
-
Gli
risposi
.
-
Allora
domani
l
'
altro
partiamo
.
-
Non
burli
?
-
Ti
parlo
del
miglior
senno
possibile
...
ci
stai
sempre
.
?
-
Se
ci
stò
!
...
-
Allora
siamo
in
cinque
,
-
Ma
,
ai
fondi
?
-
Ci
è
chi
provvederà
...
-
Tanto
meglio
!
E
fissammo
di
vederci
due
sere
dopo
al
Caffè
Ferruccio
;
chè
l
'
ora
della
nostra
partenza
era
alle
quattro
del
mattino
,
ed
era
deciso
che
saremmo
andati
a
Genova
per
via
di
terra
,
non
essendo
cosa
ben
fatta
il
tentar
di
ripassar
da
Livorno
,
dove
il
questore
Bolis
comandava
tutt
'
ora
a
bacchetta
.
La
sera
che
dovevamo
partire
me
ne
andai
solo
solo
all
'
Arena
Merini
...
pardon
al
teatro
Principe
Umberto
;
chiacchierai
cogli
amici
,
mi
mostrai
più
di
buon
'
umore
di
quello
che
ero
realmente
,
dissi
male
degli
Italiani
che
erano
andati
in
Francia
,
e
protestai
di
riconoscer
di
avere
io
fatto
malissimo
a
partire
la
prima
volta
.
Che
volete
?
I
casi
che
mi
erano
accaduti
antecedentemente
mi
rendevano
sempre
più
convinto
,
che
a
voler
che
un
'
impresa
vada
per
il
suo
verso
,
è
necessaria
un
pò
di
gesuiteria
,
e
che
una
persona
che
crede
di
andare
avanti
colla
buona
fede
,
e
collo
spifferare
tutto
quello
che
ha
sullo
stomaco
,
in
generale
finisce
coll
'
avere
il
male
,
il
malanno
e
l
'
uscio
addosso
.
Salutai
gli
amici
e
verso
mezzanotte
mi
ridussi
al
caffè
Ferruccio
.
I
miei
quattro
compagni
,
non
avevano
mancato
all
'
appello
e
cominciavano
a
susurrare
della
mia
tardanza
;
alcune
nostre
conoscenze
fiorentine
,
colle
quali
potevamo
fidarsi
a
chiusi
occhi
,
si
erano
assise
al
nostro
tavolino
,
e
sotto
voce
ci
davano
qualche
conforto
,
o
si
lamentavano
di
non
poterci
seguire
.
Il
caffè
si
chiuse
alle
due
,
ed
i
nostri
amici
partirono
.
Qui
cominciarono
le
dolenti
note
.
Sembra
una
cosa
incredibile
,
ma
in
Firenze
capitale
d
'
Italia
,
fu
impossibile
di
trovare
un
locale
che
fosse
aperto
in
quell
'
ora
.
Un
nevischio
impertinente
ci
filtrava
nell
'
ossa
,
e
ci
batteva
sulla
faccia
,
procurandoci
dei
brividi
che
erano
salutati
da
veementissime
apostrofi
.
Come
furono
lunghe
quelle
due
ore
!
...
E
con
qual
gioia
non
si
salutò
,
l
'
aprirsi
dei
cancelli
delle
stazione
.
Gli
Ebrei
che
giunsero
finalmente
a
mettere
il
piede
nella
terra
promessa
,
dovevano
forse
aver
provato
la
medesima
gioia
...
maggiore
è
impossibile
.
-
Prudenza
,
ragazzi
-
Ci
dice
a
bassissima
voce
il
Materassi
,
uno
dei
nostri
.
-
Che
ci
è
?
Proferimmo
tutti
spaventati
.
-
Guardate
!
-
E
ci
accennò
colla
mano
una
delle
più
celebri
guardie
di
sicurezza
Fiorentine
,
che
prendeva
il
biglietto
.
Soprapensieri
,
come
eravamo
noi
tutti
,
cominciammo
a
temere
!
...
Ci
si
buttò
in
un
vagone
,
e
dopo
un
'
ora
eravamo
a
Pistoia
.
Altro
intoppo
!
...
Viene
una
guardia
e
ci
annunzia
che
dovremo
restar
lì
fermi
,
a
dir
poco
due
ore
.
La
neve
impediva
che
il
treno
procedesse
,
fino
a
che
una
macchina
non
fosse
andatA
ad
esplorare
la
ferrovia
.
Difatti
per
quanto
tu
stendessi
lo
sguardo
,
non
ti
era
dato
di
vedere
che
un
bianco
lenzuolo
:
bianchi
erano
i
monti
lontani
;
bianche
le
collinette
vicine
!
gli
alberi
più
alti
sembravano
pianticelle
di
giardino
,
ed
invece
di
essere
in
quella
località
così
ricca
di
vegetazione
tu
avresti
,
a
buon
diritto
,
creduto
di
essere
ai
piedi
delle
Alpi
.
Per
digerire
il
male
umore
,
e
per
farci
passare
il
freddo
dalle
ossa
,
bevemmo
un
par
di
bicchieri
di
Cognak
,
che
era
proprio
un
castigo
di
cielo
,
ma
che
fu
bevuto
da
noi
con
quella
filosofia
con
cui
si
trangugia
una
medicina
.
Le
due
ore
sì
tramutarono
in
più
di
tre
,
finalmente
venne
le
famosa
locomotiva
:
rimontammo
nel
nostro
vagone
,
e
insieme
con
noi
rimontò
la
guardia
di
pubblica
sicurezza
.
Che
si
avesse
a
fare
la
seconda
di
cambio
?
-
si
pensava
tutti
tra
noi
,
ma
nessuno
ardiva
dirlo
a
un
compagno
.
Maggiore
il
nostro
desiderio
di
sbrigarsi
,
minore
la
velocità
eon
la
quale
si
andava
:
la
neve
infatti
più
che
ci
si
avvicinava
all
'
Appennino
prendeva
delle
proporzioni
imponenti
;
a
tutte
le
stazioni
intermedie
bisognava
fermarsi
una
buona
ora
:
ad
ogni
fermata
si
trangugiava
un
bicchierino
d
'
acqua
vite
.
-
Aqua
vitae
,
la
chiamavan
gli
antichi
-
Declamava
il
Materassi
,
vecchio
soldato
-
per
mettere
anima
in
corpo
par
fatta
apposta
.
Si
cominciò
a
traversare
gallerie
e
a
percorrer
viadotti
!
..
Quali
considerazioni
non
vengono
in
mente
al
maestoso
spettacolo
,
che
scienza
ed
arte
offrono
innanzi
ai
nostri
occhi
!
..
E
pensare
che
un
secolo
fa
,
sarebbe
stato
trattato
da
pazzo
,
chiunque
avesse
predetto
la
magica
impresa
,
e
pensare
che
il
primo
Napoleone
,
il
genio
della
tirannide
,
rise
sulla
faccia
a
colui
che
gli
proponeva
il
sublime
ritrovato
dell
'
umana
potenza
!
..
Ma
così
è
;
disgraziato
chi
trionfa
alla
prima
:
l
'
umanità
è
codarda
coi
grandi
,
e
ne
attua
solamente
i
grandiosi
disegni
allorquando
essi
non
sono
che
polvere
!
Giovanni
Uss
,
Galileo
,
i
Parigini
della
Comune
,
ce
ne
possono
e
ce
ne
potranno
dare
un
'
esempio
.
Corri
adunque
,
o
macchina
apportatrice
di
civiltà
e
di
grandezza
:
corri
,
che
tu
ci
rappresenti
il
progresso
che
non
cura
gli
intoppi
o
che
li
debella
;
gli
ostacoli
cadono
a
te
davanti
:
tu
ti
fai
strada
tra
le
impraticabili
montagne
,
in
mezzo
alle
più
folte
boscaglie
;
superi
fiumi
,
traversi
estese
pianure
,
riunisci
e
fai
conoscer
tra
loro
popoli
diversi
di
costumanze
,
di
tradizioni
,
e
generalizzi
l
'
idee
generose
,
a
dispetto
del
prete
che
ti
stigmatizzò
,
quando
nascesti
;
a
dispetto
del
retrogrado
che
in
te
vide
l
'
annunzio
di
sua
prossima
morte
.
A
Pracchia
ci
dovemmo
trattenere
altre
due
ore
;
anche
a
questa
fermata
della
nostra
via
Crucis
ripetemmo
la
parola
sacramentale
,
che
proferì
anche
Cristo
dopo
essere
stato
inchiodato
,
la
parola
:
Sitio
,
Malgrado
però
questa
nostra
manìa
di
confortarsi
le
intirizzite
viscere
a
forza
di
liquore
non
potemmo
fare
a
meno
di
ammirare
l
'
inponente
panorama
che
ci
si
stendeva
davanti
.
Dalla
finestra
del
bugigattolo
in
cui
ci
eravamo
refugiati
si
godeva
un
immenso
spettacolo
.
Le
punte
accuminate
dei
monti
,
gli
scoscesi
burroni
erano
tutti
bianchi
,
come
l
'
immensa
volta
del
cielo
:
gli
sconfinati
orizzonti
che
ci
si
stendevano
innanzi
a
noi
ci
rendevano
piccini
,
piccini
;
i
castelli
,
i
villaggi
,
lo
chiese
che
così
di
frequente
si
trovano
in
quelle
catene
di
monti
,
si
alzavano
forse
un
metro
dal
suolo
e
ti
apparivano
quasi
informi
ammassi
di
neve
.
Manfredi
,
che
s
'
ispira
all
'
orridezza
della
natura
,
ci
appariva
,
ombra
incresciosa
e
vagabonda
su
quel
candido
strato
,
e
ci
faceva
volgere
tutti
i
nostri
pensieri
alla
fantasia
più
che
umana
di
Byron
!
L
'
aspettativa
era
lunga
;
è
un
fatto
che
in
certi
momenti
si
prova
la
voluttà
di
bamboleggiare
:
gli
uomini
più
grandi
hanno
in
comune
coi
collegiali
moltissimi
divertimenti
...
«Deh.,
fa
che
io
possa
ritornar
bambino
A
te
daccanto
!
scriveva
un
mio
amico
che
non
credeva
più
a
nulla
;
e
noi
che
non
eravamo
guariti
e
che
ancora
si
credeva
a
qualche
cosa
,
incominciammo
una
guerra
a
palle
di
neve
:
guerra
che
se
non
ebbe
le
conseguenze
terrIbili
che
ebbero
le
altre
di
cui
facemmo
parte
,
ci
riusciva
più
fastidiosa
,
quando
qualche
proiettile
veniva
a
spiaccicarsi
sulle
nostre
faccie
.
I
macchinisti
col
muso
nero
,
i
lavoranti
colla
faccia
tutta
unta
(
rimedio
per
scongiurare
la
forza
del
freddo
)
stavano
a
guardare
con
maraviglia
,
e
s
'
interessavano
alle
peripezie
del
combattimento
.
Nel
più
bello
della
lotta
mi
si
avvicina
una
donna
e
tendendomi
la
mano
mi
chiede
un
'
elemosina
.
Abituato
all
'
accattonaggio
delle
grandi
città
,
io
rifiutai
la
richiesta
.
-
Se
sapesse
....
Io
ho
il
genero
e
la
nuora
malata
e
sei
nipotini
che
moiono
di
fame
e
di
freddo
.
-
Solite
storie
-
Interruppe
uno
dei
nostri
alzando
le
spalle
.
-
Storie
!
-
Borbottò
piangendo
la
povera
vecchia
-
Storie
!
vengano
a
vedere
e
saranno
persuasi
.
Seguimmo
la
povera
;
in
una
capannuccia
tutta
coperta
di
neve
,
sopra
un
monte
di
strame
,
vedemmo
una
donna
ancora
giovine
,
forse
anche
bella
,
circondata
da
quattro
bambini
assiderati
dal
freddo
.
Uu
fetore
immenso
,
una
miseria
che
metteva
spavento
:
tutto
insieme
uno
spettacolo
che
faceva
venir
voglia
di
piangere
.
Poveri
disgraziati
,
mentre
il
ricco
annoiato
profonde
le
migliaia
di
lire
ai
piedi
di
una
ballerina
,
o
per
avere
una
bella
pariglia
,
e
finimenti
magnifici
alle
passeggiate
ed
ai
corsi
,
essi
morivano
di
fame
,
non
si
sdigiunavano
nemmeno
tutti
i
giorni
,
perché
il
marito
dell
'
afflitta
giacente
,
dopo
aver
lavorato
come
un
ciuco
,
era
caduto
da
varii
mesi
ammalato
e
i
di
lui
padroni
gli
avevano
sospeso
il
salario
.
Noi
avevamo
pochi
quattrini
,
questi
pochi
ci
servivano
appena
per
fare
il
viaggio
e
purnonostante
non
potemmo
fare
a
meno
di
dare
il
nostro
piccolo
obolo
,
per
questa
miseria
che
ci
faceva
piangere
il
cuore
.
Oh
!
se
tutti
andando
a
prendere
un
punch
,
o
fumando
un
sigaro
(
vedete
che
prendo
le
più
piccole
spese
)
pensassero
che
con
quei
pochi
soldi
si
potrebbe
procurare
un
tozzo
di
pane
a
tanta
gente
che
è
degna
di
aiuto
e
che
langue
nella
più
tremenda
miseria
,
oh
!
scommetto
che
allora
i
vizi
scomparirebbero
,
che
nessuno
avrebbe
cuore
di
abusar
del
superfluo
,
mentre
tanti
fratelli
mancano
del
necessario
:
Il
fischio
della
macchina
che
arrivava
ci
annunziò
che
l
'
ora
della
partenza
era
giunta
;
lasciammo
la
casa
del
dolore
e
non
potendo
esser
più
allegri
,
chiotti
,
chiotti
rientrammo
nel
treno
,
che
dopo
due
o
tre
ore
ci
lasciava
a
Bologna
.
A
Bologna
fu
mestieri
fermarsi
fino
al
giorno
dipoi
;
s
'
immagini
chiunque
ha
fior
di
senno
,
con
qual
malumore
:
malumore
che
ci
cresceva
a
mille
doppi
,
vedendo
come
la
celebra
guardia
di
sicurezza
seguisse
come
un
cagnolino
tutte
le
nostre
pedate
.
La
mattina
all
'
alba
partimmo
;
mi
sembra
inutile
descrivere
ai
miei
buoni
lettori
il
lungo
viaggio
che
avemmo
a
fare
da
Bologna
a
Genova
;
le
famose
avventure
in
ferrovia
,
che
sono
così
spesso
tirate
in
ballo
dai
romanzieri
,
per
me
sono
favole
belle
e
buone
;
noi
fummo
trasportati
,
nell
'
identico
modo
con
cui
son
trasportati
i
bauli
.
Avemmo
a
compagni
dei
mercanti
,
dei
contadini
e
dei
soldati
in
congedo
;
ci
fermammo
per
far
colazione
,
come
tutti
gli
altri
a
Piacenza
;
mangiammo
di
nuovo
a
Tortona
;
bevemmo
una
buona
bottiglia
di
vino
a
Novi
,
non
potemmo
fare
a
meno
di
ammirare
la
magnifica
vallata
di
Serravalle
,
schiudemmo
i
cuori
alle
più
liete
speranze
,
osservando
l
'
infinito
numero
di
fabbriche
di
San
Pier
'
d
'
Arena
,
e
scendemmo
a
Genova
nelle
prime
ore
della
notte
.
La
luna
illuminava
il
bel
monumento
di
Cristoforo
Colombo
che
è
sulla
piazza
della
stazione
.
Noi
volgemmo
un
saluto
a
quel
grande
,
che
in
ricompensa
di
un
nuovo
mondo
si
ebbe
le
catene
da
un
re
,
e
ci
persuademmo
,
che
per
volger
di
secoli
e
per
variare
di
avvenimenti
l
'
umanità
non
è
punto
cambiata
.
Nostro
primo
pensiero
fu
di
recarci
da
un
certo
individuo
,
che
ci
doveva
dare
il
mezzo
sicuro
,
perché
si
potesse
muovere
senza
disturbi
alla
volta
di
Francia
.
Ci
aveva
dato
una
lettera
di
raccomandazione
per
questo
genio
benefico
,
Andrea
Pieri
,
uno
dei
nostri
buoni
amici
Fiorentini
,
giovane
egregio
e
provato
patriotta
,
di
cui
la
democrazia
piange
a
lacrime
amare
la
perdita
.
Trovammo
quasi
subito
la
tanto
desiderata
persona
,
e
secolui
ci
riducemmo
in
una
bettoluccìa
non
molto
distante
dal
teatro
Carlo
Felice
,
bettoluccia
frequentata
soltanto
dai
marinari
,
e
da
qualche
facchino
di
porto
.
-
Noi
si
vuoLpartir
subito
-
Fu
il
primo
discorso
che
facemmo
.
-
Non
dubitatE
...
domani
sera
voi
partirete
...
Domattina
...
uno
di
voi
verrà
con
me
e
combineremo
ogni
cosa
.
-
Va
bene
!
-
Ma
saremo
disturbati
qua
in
Genova
?
...
Dimandai
io
che
avevo
sempre
fisse
in
mente
le
persecuziOni
con
cui
ci
onorava
il
Bolis
a
Livorno
.
-
Loro
possono
andare
tranquillamente
...
Si
figurino
in
quest
'
ultimo
mese
ne
ho
già
imbarcati
più
di
duecentocinquanta
...
Mi
rincresce
non
poter
nominare
questo
giovine
che
con
tanta
abnegazione
si
prestava
,
per
procurare
dei
difensori
alla
Francese
repubblica
;
egli
in
oggi
è
uno
dei
miei
amici
più
cari
,
ma
,
se
lo
nominassi
,
domani
forse
non
avrebbe
più
pane
e
quello
che
è
peggio
,
non
l
'
avrebbe
nemmeno
la
sua
numerosa
famiglia
.
Quanti
,
oh
!
quanti
sono
obbligati
a
nascondere
le
idee
generose
che
loro
bollono
in
cuore
,
per
la
miseria
e
per
il
bisogno
!
Non
vi
disperate
però
,
o
povere
vittime
,
che
ce
lo
ha
lasciato
detto
anche
Giusti
:
«
Tra
i
salmi
dell
'
uffizio
C
'
è
anche
il
Dies
irae
O
che
non
ha
a
venire
Il
giorno
del
giudizio
?
!
Si
dormì
in
un
Albergo
,
a
cui
c
'
indirizzò
il
nostro
amico
;
il
proprietario
,
i
camerieri
la
pensavano
come
noi
e
terminammo
la
serata
,
cullandoci
tra
le
più
belle
illusioni
e
facendo
i
più
attraenti
progetti
per
l
'
avvenire
.
Al
mattino
Materassi
andò
a
fissare
per
la
partenza
;
noi
andammo
a
vedere
i
magnifici
giardini
dell
'
Acquasola
ed
ammirammo
tutta
la
poesia
di
una
magnifica
giornata
;
il
mare
,
la
terra
,
il
cielo
erano
ridenti
,
ridenti
come
il
nostro
pensiero
,
che
spaziava
in
quell
'
Oceano
di
luce
,
in
quel
verde
sterminato
delle
miriadi
di
piante
che
ci
circondava
,
e
che
traeva
da
tanta
magnificenza
di
natura
nuova
forza
per
tentare
l
'
impresa
,
e
certa
speranza
di
sicura
riuscita
.
-
Stasera
alle
otto
si
parte
!
-
Ci
disse
a
pranzo
il
Materassi
.
-
Ma
come
?
-
Andremo
ad
uno
ad
uno
al
battello
...
Io
vo
per
il
primo
:
voi
mi
seguirete
.
Sull
'
imbrunire
ci
avviammo
al
porto
;
il
porto
di
Genova
è
senza
dubbio
il
primo
d
'
Italia
:
il
continuo
movimento
,
l
'
affaccendarsi
di
migliaia
di
persone
,
lo
sterminato
numero
di
navi
che
vi
sono
ancorate
,
lo
sterminato
numero
di
vapori
che
s
'
incrociano
arrivando
e
partendo
,
disegnando
sull
'
Orizzonte
una
lunga
striscia
di
fumo
,
ti
rendono
certo
di
essere
in
uno
degli
emporii
commerciali
tra
i
più
accreditati
in
Europa
.
A
terra
hai
il
lavoro
,
in
mare
hai
il
vapore
:
le
due
leve
che
rialzeranno
l
'
umanità
fino
all
'
altezza
dei
suoi
gloriosi
destini
;
l
'
attività
individuale
e
la
scienza
!
Se
i
barcaioli
di
Livorno
ci
si
erano
mostrati
usurai
e
sordidi
,
quelli
di
Genova
ci
sorpresero
per
il
loro
galantomismo
.
-
Lei
va
in
Francia
?
-
Mi
domandò
quello
che
guidava
la
mia
barca
.
-
Sì
-
Gli
risposi
.
E
lui
,
zitto
come
un
muro
.
-
Quanto
devi
avere
?
-
Gli
domandai
quando
fui
giunto
alla
scala
del
bastimento
.
-
Mi
,
darà
mezzo
franco
.
-
Soltanto
!
-
Esclamai
io
con
sorpresa
.
-
È
il
mio
avere
.
Io
gli
diedi
due
franchi
,
egli
mi
pose
in
mano
il
resto
e
si
offese
quando
gli
dissi
che
del
resto
io
intendeva
fargli
un
regalo
.
A
bordo
,
mi
buttarono
giù
tra
le
cabine
dei
marinari
.
Dove
erano
gli
altri
?
Sul
bastimento
di
certo
,
e
se
non
li
vedevo
quella
sera
,
li
avrei
veduti
quando
l
'
aria
fosse
più
libera
!
Noi
eravamo
nientemeno
che
sul
Conte
Cavour
,
vapore
italianissimo
e
appartenente
alla
compagnia
Aquarone
.
Mi
sdraiai
alla
meglio
iN
una
cabina
,
quando
entrò
nella
stanza
un
tale
,
che
mi
fu
presentato
con
queste
parole
da
un
marinaro
:
anche
lui
,
viene
in
Francia
.
-
E
di
dove
viene
?
-
Io
gli
richiesi
.
-
Vengo
da
Milano
,
ed
ho
fatto
a
piedi
fin
qui
tutta
la
strada
...
-
E
come
mai
?
-
Io
ero
nei
cavalleggeri
Monferrato
e
son
disertore
!
Io
lo
guardai
e
sentii
compassione
di
lui
;
io
non
ho
mai
creduto
che
l
'
impresa
di
Francia
potesse
riuscire
,
e
,
se
andavo
,
era
solamente
perché
reputavo
un
delitto
per
un
republicano
il
non
accorrere
là
dove
si
pugnava
e
si
moriva
eroicamente
intorno
al
glorioso
vessillo
dell
'
umana
emancipazione
.
Morire
è
nulla
per
chi
ha
un
poco
dì
cuore
:
ma
andando
alla
guerra
ci
son
più
probabilità
di
restare
che
di
andare
tra
i
più
,
e
se
quel
povero
diavolo
l
'
avesse
scampata
,
che
avrebbe
fatto
?
In
Italia
non
poteva
tornare
dicerto
,
in
Francia
non
sapendo
una
parola
di
lingua
francese
sarebbe
morto
di
fame
...
Oh
!
quanti
eroi
vivono
e
moiono
ignorati
,
in
questo
secolo
falso
in
cui
si
inneggia
all
'
effetto
scenico
dei
bugiardi
eroismi
.
Questa
volta
ci
si
muoveva
davvero
;
allorché
io
ne
fui
proprio
sicuro
mi
addormentai
profondamente
.
Quando
al
mattino
mi
destai
noi
eravamo
fermi
.
-
Venga
pur
su
dai
suoi
compagni
,
mi
disse
un
mozzo
.
-
Ma
perché
ci
siamo
fermati
?
-
Siamo
a
Savona
:
ci
fermiamo
fino
a
stasera
.
-
E
avremo
altre
soste
avanti
di
arrivare
a
Marsiglia
?
-
Oh
!
...
sissignore
!
Per
lo
meno
si
sta
dieci
ore
a
san
Maurizio
.
I
miei
compagni
,
secondo
il
solito
,
più
fortunati
di
me
,
erano
stati
messi
nelle
cabine
di
prima
classe
.
Io
li
trovai
nel
così
detto
salone
,
nel
quale
ci
si
rigirava
appena
,
tanto
era
piccolo
!
...
ma
pure
lo
avevan
battezzato
come
salone
.
Prendemmo
un
caffè
,
e
si
assise
con
noi
un
Pollacco
,
che
bisticciava
alla
peggio
un
po
'
di
francese
:
egli
ci
disse
che
veniva
in
Francia
,
e
che
era
già
stato
ufficiale
di
cavalleria
nell
'
esercito
Austriaco
e
Prussiano
,
e
per
convalidare
ciò
che
diceva
,
ci
mostrò
una
fotografia
,
che
aveva
in
tasca
,
dove
era
rappresentato
in
alta
montura
di
ussero
.
Alla
nostra
domanda
se
pur
egli
avesse
intenzione
di
arruolarsi
con
Garibaldi
,
fece
una
smorfia
.
e
portestandoci
di
amare
i
volontari
,
ma
di
trovarsi
al
mo
posto
soltanto
tra
truppe
disciplinate
,
ci
fece
noto
il
suo
divisamente
di
entrare
nell
'
esercito
di
Bourbaki
,
allora
in
formazione
,
io
credo
,
a
Châlons
.
Era
intanto
sceso
giù
da
noi
il
macchinista
,
un
bel
tipo
di
Francese
meridionale
:
un
repubblicano
a
prova
di
bomba
,
che
faceva
parte
del
Comitato
di
Marsiglia
e
che
anzi
s
'
incaricava
di
condurre
più
gente
che
gli
fosse
possibile
in
quest
'
ultima
città
.
La
testa
di
quest
'
uomo
era
molto
espressiva
;
fronte
spaziosa
e
barba
foltissima
;
con
un
berretto
Frigio
sul
capo
ti
rassomigliava
perfettamente
uno
di
quei
celebri
convenzionali
che
tanto
impaurirono
ed
entusiasmarono
la
Francia
sullo
scorcio
del
secolo
decimottavo
.
Franco
e
leale
egli
cantava
le
cose
come
le
sentiva
,
per
cui
alle
parole
del
Polacco
,
che
aveva
terminato
il
discorso
con
mille
elogi
dell
'
eserciti
permanenti
,
sola
speranza
di
una
nazione
in
pericolo
(
sic
)
alzava
furiosamente
le
spalle
,
e
finì
borbottando
:
Noi
non
andiamo
d
'
accordo
.
-
E
come
è
vestita
la
cavalleria
in
Francia
?
Gli
domandò
il
discendente
di
Sobieskj
,
che
persino
in
viaggio
era
di
un
'
eleganza
ineccezionabile
.
-
Da
soldato
!
-
Rispose
l
'
altro
bruscamente
e
volgendosi
a
noi
ci
disse
a
bassa
voce
e
in
genovese
-
Dev
'
essere
un
imbecille
,
un
soldato
di
ventura
.
Tale
opinione
ci
fu
poco
dopo
convalidata
;
il
nostro
compagno
di
viaggio
cominciò
a
parlarci
delle
sue
conquiste
,
dei
cavalli
che
aveva
lasciato
a
Vienna
e
degli
illustri
parenti
che
aveva
lasciato
a
Berlino
,
e
terminò
mostrandoci
il
ritratto
della
sua
maitresse
,
una
bella
bionda
che
non
in
fotografia
,
ma
in
carne
ed
ossa
avremmo
desiderato
avere
davanti
.
Durante
tutta
la
campagna
non
vidi
più
questo
Pollacco
;
probabilmente
come
tanti
altri
avventurieri
avendo
veduta
la
malaparata
sarà
andato
in
cerca
di
fortuna
migliore
:
chè
la
campagna
di
Francia
ebbe
questo
di
buono
:
pochi
volontarii
,
ma
i
pochi
ispirati
e
che
dicevano
e
facevano
davvero
...
ne
diano
prova
luminosa
le
migliaia
dei
cadaveri
che
abbiamo
lasciato
lassù
.
A
mezzogiorno
preciso
il
vapore
si
mosse
;
tutti
salimmo
in
coverta
.
La
giornata
era
superba
,
il
panorama
incantevole
.
Il
nostro
battello
,
che
si
poteva
chiamare
un
guscio
,
tanto
era
piccolo
,
costeggiava
la
bella
riviera
che
è
una
delle
prime
bellezze
della
bellissima
Italia
;
noi
non
ci
scostammo
mai
più
di
cinquanta
passi
da
riva
;
si
passava
adunque
vicinissimi
a
quei
seni
,
a
quei
golfi
che
s
'
intersecano
nelle
montagne
,
ora
ridenti
per
il
verde
delle
piante
,
ora
tristi
per
il
cenerognolo
dei
molti
uliveti
,
ora
orride
per
il
colore
rossiccio
delle
pietre
e
per
la
mancanza
di
abitazioni
;
i
cento
villaggi
,
i
pittoreschi
castelli
che
si
vedevano
spuntare
qua
e
là
,
e
dominare
superbi
sulle
vette
delle
colline
e
dei
monti
;
le
capannuccie
dei
pescatori
a
cui
ad
ora
ad
ora
si
scorgeva
legata
qualche
barchetta
,
le
onde
leggermente
increspate
dal
venticello
che
rapiva
i
profumi
dalle
piante
del
lido
,
e
li
offriva
a
noi
ricreandoci
,
gli
alcioni
che
apparivano
a
fior
d
'
acqua
,
che
si
tuffavano
e
riapparivano
scuotendo
le
ali
immense
,
e
il
cielo
tutto
sereno
,
celeste
come
l
'
estesa
superficie
del
mare
ci
facevano
credere
di
essere
in
primavera
,
e
ci
facevano
mandare
un
saluto
dal
profondo
dell
'
anima
alla
terra
dell
'
amore
e
della
poesia
,
a
quell
'
Italia
che
si
biasimava
,
si
vituperava
vivendoci
,
ma
che
ora
si
sentiva
di
amare
più
di
noi
stessi
.
E
a
farlo
apposta
sembrava
che
l
'
Italia
,
quasi
amante
che
si
voglia
tradire
,
si
facesse
bella
di
tutti
i
suoi
vezzi
per
renderci
più
amara
la
dipartita
.
Ci
fermammo
di
nuovo
a
san
Maurizio
,
e
fu
forza
il
pernottarci
.
Mi
condonino
i
lettori
la
noia
di
tutti
questi
ragguagli
:
ne
soffrimmo
tanta
noi
della
noia
...
che
possono
pazientare
,
anche
loro
,
poiché
poco
più
ora
manca
alla
fine
di
questa
escursione
marittima
.
Il
mare
si
fece
cattivo
:
un
colpo
di
vento
portò
via
tutte
le
panche
che
erano
a
poppa
e
dove
ci
eravamo
seduti
il
dì
innanzi
:
il
nostro
stato
era
deplorevole
:
lascio
dapparte
certe
descrizioni
che
urterebbero
il
delicato
sentire
dei
miei
lettori
e
delle
mie
buone
lettrici
;
lo
stesso
Capitano
non
sapeva
più
che
pesci
si
prendere
:
l
'
equipaggio
giurava
per
tutti
i
Santi
del
Calendario
Cattolico
di
non
essersi
mai
ritrovato
in
acque
sì
brutte
.
A
Tolone
si
sobbalzava
tanto
nelle
nostre
cabine
che
si
arrivava
a
picchiare
capate
terribili
nelle
asse
del
soffitto
;
è
per
sopramercato
si
era
anche
nel
colmo
della
notte
.
È
impossibile
descrivere
l
'
irritazione
di
cui
eravamo
in
preda
:
lo
sconforto
si
era
impossessato
di
noi
,
e
ci
si
aspettava
di
momento
in
momento
di
trovar
la
tomba
,
ora
che
si
era
arrivati
in
Francia
.
Il
tempo
si
calmò
;
altre
cinque
ore
di
viaggio
,
eppoi
il
Capitano
ci
chiamò
sul
ponte
.
Corremmo
tutti
.
Un
bosco
d
'
antenne
occupava
tutto
il
porto
:
una
magnifica
città
ci
si
stendeva
davanti
in
mezzo
a
due
picchi
,
sul
primo
dei
quali
si
vedeva
il
campanile
di
una
chiesuola
.
-
Quella
è
la
Madonna
della
Guardia
-
ci
disse
il
Capitano
.
-
Loro
sono
a
Marsiglia
.
Finalmente
ci
si
era
!
CAPITOLO
V
.
Andammo
subito
al
Comitato
;
non
ci
era
nessuno
:
se
ne
domandò
la
ragione
,
ci
risposero
che
era
domenica
;
si
cominciava
benino
!
Facendo
di
necessità
virtù
,
deliberammo
di
tornarci
il
giorno
dopo
,
e
intanto
andammo
a
passeggiare
per
la
città
:
Non
posso
negare
che
più
che
mi
inoltravo
in
quelle
magnifiche
strade
,
più
osservavo
il
chiasso
,
il
movimento
,
il
lusso
,
il
fare
spigliato
di
quella
popolazione
,
più
mi
sentivo
in
preda
d
'
impressioni
bruttissime
.
Non
che
essere
in
una
Nazione
,
tanto
bistrattata
,
tanto
avvilita
,
tanto
depressa
come
era
allora
la
Francia
,
tu
avresti
creduto
trovarti
in
un
paese
dove
tutte
le
cose
vadano
a
meraviglia
,
dove
non
si
sia
nemmeno
alla
lontana
sentito
parlare
di
guerra
.
Molti
giovanotti
avevano
il
berretto
da
guardia
nazionale
,
ma
molti
ancora
se
la
passeggiavano
tranquilli
e
contenti
,
a
braccio
di
signore
di
virtù
più
o
meno
problematica
,
e
occupavano
cianciando
,
chiassando
e
ridendo
i
tavolini
che
sono
al
difuori
dei
molti
caffè
,
che
si
trovano
nella
magnifica
strada
della
Canobiere
.
Ai
cafès
chantants
,
si
cantava
la
Marsigliese
,
le
chant
du
depart
tutte
canzoni
patriotiche
...
ma
pur
si
cantava
;
alla
Maison
doré
si
ballava
sempre
patriotticamente
il
cancan
:
tutte
le
cocottes
di
Parigi
,
allontanate
da
quella
citta
a
causa
dell
'
assedio
,
erano
piovute
là
a
Marsiglia
,
dove
abbassando
le
loro
pretese
,
avevano
trovato
ammiratori
a
iosa
;
erano
aperti
tre
teatri
;
sui
boulevards
tutte
le
sere
suonava
la
banda
;
unico
indizio
di
vita
belligera
noi
lo
trovammo
in
certi
cartelli
che
erano
attaccati
a
tutte
le
cantonate
;
cartelli
ove
era
scritto
a
lettere
cubitali
:
Parigi
non
si
arrenderà
mai
;
del
resto
,
come
ho
detto
,
un
'
indifferenza
da
fare
schifo
,
una
corruzione
che
non
ci
faceva
mai
presupporre
che
un
Trochu
avesse
la
sfacciataggine
di
qualificarla
all
'
Assemblea
per
Italiana
.
Se
si
fa
un
paragone
tra
qualunque
delle
nostre
città
nel
1866
e
Marsiglia
nel
1871
,
bisogna
in
coscienza
affermare
che
noi
,
quantunque
corrotti
,
siamo
molto
,
ma
molto
superiori
,
se
non
altro
nell
'
amore
di
patria
,
alla
città
più
spinta
del
mezzogiorno
della
Francia
.
Né
solamente
le
classi
agiate
se
la
spassavano
,
bastava
andare
sul
porto
per
potere
esser
certi
se
quel
popolo
lì
,
aveva
intenzione
di
concorrere
alla
guerra
!
Le
infinite
baracche
dei
saltimbanchi
,
i
giuochi
improvvisati
lungo
la
strada
,
la
gente
che
si
affollava
intorno
ad
un
vaporino
che
conduceva
intorno
il
porto
,
i
cantastorie
ambulanti
ci
offrivano
un
bel
colpo
d
'
occhio
,
ma
ci
raffermavano
sempre
più
nella
nostra
opinione
.
È
vero
che
tra
gli
altri
sollazzi
vedemmo
anche
un
tiro
al
bersaglio
e
in
questo
servivano
di
mira
due
Prussiani
più
grandi
del
naturale
;
ma
a
che
prò
sciupare
la
polvere
contro
i
Prussiani
di
carta
,
quando
si
fuggiva
a
rotta
di
collo
davanti
a
quelli
di
ciccia
?
La
molta
gente
che
interrogammo
,
ci
rispose
facendo
voti
,
per
la
pace
;
il
commercio
incagliato
,
i
guadagni
diminuiti
parlavano
nel
cuore
di
tutti
quegli
uomini
,
più
della
voce
della
patria
tradita
.
Noi
pensammo
che
era
ben
difficile
che
la
Francia
potesse
pigliare
una
rivincita
.
In
mezzo
alla
folla
vedemmo
qua
e
là
confusi
ed
incerti
alcuni
Turcos
ed
alcuni
Zuavi
,
zoppicanti
e
con
volti
emaciati
.
Erano
feriti
;
erano
avanzi
gloriosi
di
Wissembourg
,
di
Woërt
,
di
Gravelotte
.
Abituati
a
vedere
questi
fieri
soldati
,
allorché
nel
cinquantanove
baldanzosi
e
trionfanti
traversarono
l
'
Italia
,
noi
provammo
un
senso
di
dolore
nel
vederli
ridotti
in
tale
stato
.
I
ragazzacci
del
popolo
non
di
rado
li
accompagnavano
colle
loro
fischiate
,
o
facevano
loro
degli
scherzi
da
far
rivoltare
lo
stomaco
agli
uomini
più
abboccati
del
mondo
:
la
sventura
dovrebbe
esser
sacra
.
La
popolazione
di
Marsiglia
l
'
aveva
maledettamente
con
l
'
armata
:
mentre
uomini
,
donne
,
fanciulli
si
affollavano
lungo
le
vie
e
guardavano
con
ammirazione
la
guardia
Nazionale
,
che
faceva
crepar
dalle
risa
,
tutti
avevano
sempre
pronto
un
frizzo
,
un
insulto
per
quei
poveri
diavoli
del
60°
reggimento
,
che
allora
si
ricostituiva
in
quella
città
:
li
chiamavano
i
soldati
di
Napoleone
,
e
tutti
erano
all
'
unisono
per
dichiarare
quest
'
ultimo
come
un
traditore
,
come
l
'
unica
causa
di
tutti
i
disastri
che
avevano
ridotto
al
lumicino
la
patria
degli
eroi
del
novantadue
e
degli
espugnatori
di
Malakoff
.
Un
po
'
sconfortati
continuammo
a
girellare
,
ma
è
un
fatto
che
quella
varietà
,
quel
movimento
ci
stordiva
in
modo
,
che
queste
cose
le
quali
,
or
ripensando
mi
danno
fastidio
,
terminarono
col
non
farmi
nè
caldo
nè
freddo
e
col
darmi
gusto
.
Rintoppammo
sul
porto
il
nostro
compagno
di
viaggio
,
disertore
dall
'
esercito
Italiano
.
-
Vadano
al
Comitato
-
Ci
disse
-
perché
fra
poco
si
parte
..
-
Dici
davvero
?
-
Sul
mio
onore
.
E
noi
ci
avviammo
al
celebre
Comitato
che
aveva
la
sua
sede
sulla
piazza
della
prefettura
.
Un
gruppo
di
giovani
dal
portamento
spigliato
,
era
sulla
cantonata
e
faceva
pervenire
ai
nostri
orecchi
il
dolce
suono
della
gentile
favella
del
sì
.
Saranno
stati
all
'
incirca
una
cinquanta
ed
erano
tutti
Italiani
,
qualcuno
aveva
il
berretto
rosso
:
tutti
vestivano
ancora
con
abiti
cittadineschi
.
Fummo
accolti
da
loro
come
fratelli
:
in
quei
momenti
s
'
improvvisano
le
amicizie
,
e
il
tu
alla
quacquera
di
primo
acchito
,
soave
reminiscenza
dell
'
Università
,
predomina
su
tutta
la
linea
:
nè
si
creda
che
queste
amicizie
che
si
concludono
in
un
quarto
d
'
ora
,
sfumino
come
tutte
le
amicizie
del
mondo
,
poiché
sono
le
più
inalterabili
,
perché
dopo
molti
anni
quando
l
'
uomo
vive
nel
passato
e
chiede
un
conforto
e
una
lacrima
al
sacro
patrimonio
d
'
affetto
che
ha
raccolto
qua
in
terra
,
ripensa
a
questi
amici
di
gloria
e
di
sventura
come
l
'
esule
,
o
il
prigioniero
ripensano
alla
casetta
paterna
.
Tutti
erano
allegri
...
si
andava
incontro
a
un
nemico
formidabile
,
si
era
certi
della
difficoltà
di
vincere
,
si
sapeva
che
probabilmente
metà
di
noi
avrebbe
pagato
col
sangue
le
idee
che
ci
bollivano
in
testa
,
ma
che
c
'
importava
?
Anche
il
sacrificio
ha
le
sue
voluttà
e
sono
più
inebrianti
di
quelle
della
gioia
.
-
Stasera
non
possono
partire
.
-
Venne
a
dirci
un
coso
sbilenco
,
che
doveva
essere
addetto
al
Comitato
.
-
Daccapo
-
Urlarono
i
giovani
e
proruppero
in
fischi
.
-
Domani
sera
partiranno
di
sicuro
-
Proferì
a
malapena
quel
corvo
del
malaugurio
e
se
la
svignò
alla
chetichella
.
-
Pazienza
ragazzi
bisogna
assuefarsi
alle
disillusioni
;
venite
con
me
alla
vicina
taverna
e
là
faremmo
passare
la
malinconia
,
trangugiando
un
buon
bicchier
di
vino
caldo
.
Quello
che
parlava
era
un
bel
tipo
di
militare
;
era
già
vestito
da
Garibaldino
e
camminava
un
po
'
zoppo
.
-
Evviva
il
Mago
!
-
Gridarono
tutti
.
-
Venite
con
me
sempre
,
o
ragazzi
,
e
vedrete
che
anche
al
fuoco
non
vi
farò
scomparire
.
-
Eh
!
lo
sappiamo
che
tu
sei
un
eroe
...
-
Che
eri
all
'
attacco
di
Dijon
...
-
E
che
ci
fosti
ferito
.
-
Evviva
i
prodi
soldati
!
-
Evviva
.
E
cantando
patriottiche
cantiche
ce
ne
andammo
tutti
alla
vicina
taverna
,
dove
due
fior
di
ragazze
dispensavano
bibite
e
sorrisi
agli
avventori
,
che
ne
andavano
in
solluchero
a
questo
connubio
cotanto
attraente
.
A
Marsiglia
,
il
vin
caldo
e
il
Cognak
costano
la
miserabile
somma
di
10
centesimi
,
e
si
noti
bene
che
le
bibite
non
si
amministrano
omeopaticamente
come
da
noi
.
-
Se
ci
fossero
certi
amici
!
-
Esclamò
il
Materassi
,
quando
giunse
a
cognizione
di
questa
consolante
notizia
.
-
Mago
,
su
...
giacché
non
sappiamo
come
passare
il
tempo
,
raccontaci
i
fatti
gloriosi
di
cui
è
già
stato
eroe
Garibaldi
...
Noi
ci
istruiremo
e
le
ore
ci
trascorreranno
,
come
se
fossero
minuti
.
-
Che
volete
...
che
dica
...
-
Di
quello
che
sai
:
raccontaci
come
si
portano
i
nostri
,
quale
è
la
nostra
organizzazione
,
e
se
infine
i
soldati
Prussiani
sono
poi
quella
gente
famosa
da
far
tremare
tutto
il
mondo
...
-
In
quanto
a
questi
vi
assicuro
che
non
fanno
di
noccioli
e
che
tirano
diritto
,
e
che
son
duri
come
montagne
,
ma
,
poiché
volete
saper
proprio
ogni
cosa
,
vi
spiffero
tutto
dall
'
a
alla
z
pregandovi
a
scusarmi
se
non
parlo
in
punta
di
forchetta
.
Tutti
fecero
silenzio
e
il
sergente
(
il
Mago
era
sergente
)
,
incominciò
:
Figuratevi
che
si
era
in
Autun
.
Il
clima
di
Francia
è
pazzo
come
gli
abitanti
.
A
Dôle
non
aveva
fatto
che
piovere
,
a
Autun
era
un
freddo
che
ci
pareva
di
essere
in
Siberia
.
Noi
stemmo
sei
giorni
all
'
avamposti
e
vi
assicuro
di
aver
provato
certi
brezzoni
,
che
al
solo
ricordarli
mi
sento
gelato
.
Riunita
tutta
la
legione
,
si
partì
col
nostro
Vecchio
per
Arnay
le
Duc
.
-
O
in
che
legione
eri
?
-
Interruppe
uno
.
-
Io
ero
con
Tanara
;
un
bravo
uomo
,
ragazzi
,
un
uomo
,
del
genere
del
quale
ce
ne
vorrebbe
dimolti
nella
democrazia
,
uno
di
quei
pochi
insomma
che
si
seguono
volentieri
,
quando
cominciano
a
fischiare
le
palle
!
..
Tornando
a
bomba
:
vi
dirò
che
da
Arnay
le
Duc
,
girammo
come
l
'
Ebreo
Errante
,
per
tutti
quei
paesuoli
,
sempre
in
cerca
dei
Prussiani
che
non
si
vedevano
mai
...
Che
marcie
,
figliuoli
!
..
Non
dubitate
,
che
chi
potrà
raccontare
questa
campagna
,
potrà
esserne
altero
e
potrà
dire
di
esser
sfuggito
alle
unghie
del
diavolo
.
Il
giorno
ventiquattro
entrammo
in
Malin
,
abbandonato
poco
prima
dai
Prussiani
;
pernottammo
alla
stazione
,
e
Garibaldi
,
il
bravo
uomo
,
era
là
..
in
mezzo
a
noi
,
a
farci
coraggio
,
a
prometterci
che
ci
saremmo
fatti
onore
.
Il
freddo
era
intenso
,
acutssimo
e
il
nostro
Vecchio
era
sorridente
,
sereno
,
come
se
fosse
stato
nella
stanza
più
bella
e
più
riscaldata
del
suo
quartier
generale
.
Gli
abitanti
cercavano
di
renderci
meno
dure
le
privazioni
colle
loro
gentilezze
:
e
si
affannavano
a
portarci
da
mangiare
,
e
da
bere
;
le
donne
,
anche
delle
classi
non
basse
,
ci
portavano
il
pane
ed
il
vino
e
ci
stringevano
la
mano
.
L
'
era
una
cosa
da
far
piangere
i
sassi
...
ve
l
'
assicuro
.
All
'
alba
partimmo
e
ci
frastagliammo
compagnie
per
compagnie
nei
borghi
diversi
,
adiacenti
a
Malin
.
Così
passammo
l
'
intera
giornata
:
sul
far
della
sera
venne
ordine
immediato
di
partenza
,
e
difatti
tutti
insieme
si
andò
a
Lantenay
.
Qui
trovammo
un
infinità
di
guardie
mobili
,
qualche
pezzo
di
artiglieria
,
un
mezzo
squadrone
di
Chasseurs
d
'
Afrique
e
varii
corpi
di
volontari
.
Garibaldi
alloggiò
al
castello
;
noi
ci
fermammo
proprio
sotto
di
lui
e
per
riscaldarci
facemmo
degli
immensi
falò
.
I
Prussiani
erano
al
di
là
di
una
foresta
che
si
stende
sull
'
alture
del
Nord
Ovest
del
Castello
;
in
linea
retta
tra
noi
e
loro
non
ci
correva
nemmanco
un
chilometro
.
La
mattina
del
ventisei
oltre
la
paga
ci
diedero
dei
pezzi
di
capretto
che
erano
stati
requisiti
;
ma
sul
più
bello
,
allorché
si
cominciava
ad
assaporare
questa
vivanda
così
patriarcale
,
suonò
l
'
assemblea
,
e
in
un
minuto
bisognò
correre
ai
ranghi
,
lasciando
sul
terreno
e
nelle
case
più
di
metà
di
quel
cibo
,
che
con
tanta
veemenza
veniva
reclamato
dai
nostri
stomachi
vuoti
.
Appena
arrivati
al
castello
,
vedemmo
Garibaldi
a
cavallo
:
era
seguito
da
Menotti
,
da
Bordone
,
da
Canzio
.
Il
Vecchio
diede
qualche
ordine
,
poi
seguito
dai
suoi
e
da
alcune
guide
ci
precedette
,
inoltrandosi
al
trotto
verso
l
'
estremità
della
foresta
;
dopo
brevi
istanti
noi
ci
avanzammo
.
Pigliammo
una
viuzza
e
in
poco
tempo
raggiungemmo
lo
stato
maggiore
.
Allora
si
ordinò
a
due
compagnie
del
primo
battaglione
,
tra
le
quali
alla
mia
,
di
occupare
l
'
altipiano
e
di
stenderci
in
catena
.
Nell
'
eseguire
quest
'
ordine
voltai
i
miei
occhi
a
destra
e
vidi
in
terra
sdraiato
il
prode
Garibaldi
.
Egli
si
riposava
:
lì
a
cento
passi
da
noi
..
Io
non
sono
un
poeta
,
sono
un
ignorante
,
un
soldataccio
cresciuto
tra
bestemmie
della
caserma
,
ma
che
volete
,
non
ve
lo
nascondo
,
veder
quel
vecchio
,
malato
,
quell
'
uomo
della
cui
fama
è
pieno
il
mondo
e
che
si
è
già
conquistata
l
'
immortalità
,
vederlo
,
dico
lì
sdraiato
come
uno
di
noi
,
con
quella
faccia
di
santo
,
a
pochi
passi
dalla
morte
,
io
sentii
inumidirmi
le
ciglia
e
piansi
come
una
donnicciuola
,
o
come
un
abatino
.
Due
batterie
,
una
da
campagna
e
l
'
altra
da
montagna
,
presero
posizione
accanto
a
noi
.
Poco
distante
tuonava
il
cannone
;
erano
le
truppe
di
Bossak
e
di
Ricciotti
,
almeno
lo
credo
,
che
disturbavano
le
mosse
del
nemico
.
Che
magnifico
spettacolo
ci
si
presentò
agli
occhi
,
quando
principiammo
a
guardare
!
Una
vallata
ubertosissima
di
vegetazione
si
stendeva
sotto
di
noi
;
i
battaglioni
Bavaresi
e
Prussiani
formavano
un
'
estesa
e
ben
compatta
colonna
;
gli
ulani
correvan
da
un
estremo
all
'
altro
di
quella
linea
,
che
sembrava
di
ferro
,
tanto
era
nera
:
ma
colle
nostre
complessioni
e
coi
nostri
comandanti
si
ammacca
anche
il
ferro
!
..
Venne
l
'
ordine
infatti
di
avanzarsi
.
Il
terreno
che
dovevamo
percorrere
era
pieno
d
'
intoppi
:
era
un
avvicendarsi
di
piccoli
scaglioni
che
qualche
volta
ci
facevano
andare
a
gambe
levate
.
I
Francs
Tireurs
si
erano
internati
nella
foresta
e
appoggiavano
i
nostri
movimenti
.
Dopo
poco
trovammo
dietro
uno
dei
tanti
rialzi
gli
Chasseurs
d
'
Afrique
che
erano
in
esplorazione
.
Una
scarica
a
bruciapelo
eseguita
dai
Prussiani
,
li
fece
retrocedere
;
allora
occupammo
noi
la
sommità
abbandonata
dalla
nostra
cavalleria
.
Il
rombo
del
cannone
si
fece
sentire
da
tutte
e
due
le
parti
,
i
Prussiani
rispondevano
ai
nostri
con
accanimento
:
le
palle
,
le
bombe
ci
smaniavano
di
sopra
,
di
sotto
,
intorno
al
capo
,
alle
gambe
:
ogni
poco
i
superiori
ci
ordinavano
di
sdraiarci
per
terra
,
Una
rachetta
portò
via
la
coscia
del
bravo
luogotenente
Dell
'
Isola
aiutante
di
Menotti
.
Il
nostro
capitano
Morelli
era
sempre
alla
testa
della
compagnia
e
diè
prova
di
un
sangue
freddo
,
che
,
come
vecchio
soldato
,
io
vi
dichiaro
rarissimo
.
Pigliammo
d
'
assalto
un
paesetto
,
lo
traversammo
a
baionetta
calata
,
in
mezzo
agli
applausi
di
quei
buoni
abitanti
.
I
Prussiani
si
ritiravano
colle
loro
artiglierie
:
apriamo
il
cuore
alla
gioia
,
guardiamo
e
si
vede
in
capo
alla
strada
il
Generale
;
ma
dunque
quest
'
uomo
è
per
tutto
,
quest
'
uomo
è
miracoloso
,
quest
'
uomo
è
invulnerabile
!
..
Gridano
i
volontari
,
e
poi
,
tutti
prorompono
in
acclamazioni
all
'
illustre
condottiero
.
Garibaldi
ci
salutava
col
suo
solito
sorriso
,
poi
,
chiamata
una
tromba
,
si
fece
dare
un
poco
da
bere
,
e
bevve
l
'
acqua
di
una
vicina
pozzanghera
.
Intanto
il
cielo
aveva
aperto
le
sue
cateratte
,
ed
una
pioggia
diabolica
c
'
inzuppava
maledettamente
i
vestiti
,
e
ci
rendeva
assai
malagevole
il
camminare
a
causa
del
fango
che
produceva
.
Facemmo
alto
in
un
luogo
disabitato
e
scoperto
;
quivi
sfilò
innanzi
ai
nostri
occhi
tutto
il
piccolo
esercito
che
aveva
sotto
di
se
Garibaldi
.
Passato
che
fu
,
venne
anche
per
noi
l
'
ordine
di
avanzarci
senza
sapere
ove
si
andasse
e
senza
nemmeno
curarsene
:
che
il
buon
soldato
non
deve
mai
discutere
,
nè
sofisticare
su
quanto
ordinano
i
superiori
.
Dopo
aver
camminato
un
poco
,
noi
del
battaglione
,
comandato
da
Ciotti
,
arrivammo
in
un
piccolo
villaggio
situato
al
Nord
di
Lantenay
,
e
qui
dalla
bocca
stessa
dei
villici
sapemmo
che
i
Prussiani
,
prima
di
partire
,
avevan
fatto
man
salva
di
tutto
il
bestiame
.
Di
cibo
non
ci
era
da
parlarne
,
e
noi
si
aveva
un
appetito
numero
uno
;
una
sola
botteguccia
era
aperta
,
ma
anche
in
questa
non
si
trovavano
che
pochi
pezzucci
di
pane
;
li
dividemmo
da
buoni
fratelli
,
ma
appena
si
cominciavano
a
divorare
,
eccoti
di
nuovo
l
'
ordine
d
'
immediata
partenza
.
Ragazzi
miei
,
non
è
il
fuoco
che
costituisce
lo
amaro
di
una
campagna
,
chè
anzi
ne
è
la
pagina
bella
;
sono
le
privazióni
e
gli
stenti
,
a
cui
però
di
buon
grado
deve
assoggettarsi
il
soldato
dell
'
idea
.
Noi
eravamo
stanchi
,
le
gambe
non
ci
reggevano
più
,
i
respiri
si
elevavano
a
mala
pena
dal
petto
,
ma
il
nostro
lavoro
non
era
terminato
,
bisognava
finirlo
,
come
volea
Garibaldi
,
e
o
male
o
bene
noi
lo
facemmo
ed
ecco
come
andò
.
Il
Generale
voleva
sorprendere
Digione
,
ed
era
sicuro
d
'
impadronirsene
con
uno
dei
suoi
colpi
di
mano
e
vi
garantisco
che
sarebbe
riuscito
....
Oh
!
mille
valorosi
di
più
o
duemila
vigliacchi
di
meno
,
e
avreste
veduto
!
Noi
ci
inoltrammo
silenziosi
lungo
la
strada
;
avevamo
avuto
il
comando
di
non
scaricare
il
fucile
;
quatti
quatti
senza
respirare
nemmeno
,
col
cuore
che
ci
batteva
forte
forte
,
procedevamo
in
mezzo
a
quel
buio
d
'
inferno
;
nessun
rumore
si
sentiva
all
'
intorno
:
un
acquazzone
tremendo
ci
percoteva
da
tutti
i
lati
.
Noi
marciavamo
per
primi
insieme
ad
una
compagnia
di
Francs
tireurs
,
dietro
a
noi
venivano
diversi
battaglioni
di
guardie
mobili
e
l
'
artiglieria
.
Così
giungemmo
fino
a
un
kilometro
dalla
città
;
pareva
che
i
Prussiani
non
si
fossero
anche
accorti
di
noi
;
un
subitaneo
schioppettìo
di
fucilate
ci
rese
sicuri
che
la
nostra
avanguardia
era
alle
prese
cogli
avamposti
dell
'
inimico
.
I
nostri
superiori
ci
diedero
l
'
ordine
che
ad
ogni
scarica
,
ci
buttassimo
nei
fossi
che
fiancheggiavano
la
strada
;
questi
erano
pieni
d
'
acqua
,
e
allorché
il
lampo
annunziatore
delle
palle
vicine
si
faceva
vedere
in
quel
buio
,
noi
prendevamo
dei
bagni
,
nè
troppo
comodi
in
quella
stagione
,
nè
troppo
puliti
.
Però
di
tratto
in
tratto
ci
si
avanzava
,
tra
quel
diavoleto
:
le
nostre
trombe
suonavano
avanti
;
avanti
,
gridavano
gli
ufficiali
;
avanti
si
gridava
noi
tutti
,
e
come
un
sol
uomo
,
ci
spingevamo
,
ci
accalcavamo
,
per
quella
strada
che
poco
dopo
doveva
essere
ingombra
da
mucchi
di
deformati
cadaveri
.
Già
qualche
ferito
emetteva
grida
strazianti
,
già
l
'
aria
s
'
impregnava
di
quel
simpatico
odore
di
polvere
che
suole
accompagnare
i
combattimenti
,
già
il
lontano
rullo
del
tamburo
,
il
subito
guizzo
che
pari
a
lingua
di
fuoco
si
ripercuoteva
per
tutta
quella
estensione
,
e
il
fischio
non
interrotto
mai
delle
micidialissime
palle
nemiche
,
ci
rendeva
sicuri
che
assistevamo
ad
un
'
imponente
battaglia
.
Le
scariche
dei
Prussiani
di
minuto
in
minuto
crescevano
d
'
intensità
,
eppure
noi
fedeli
ai
nostri
ordini
non
ci
azzardavamo
a
far
uso
delle
nostre
armi
,
quando
quei
vili
delle
guardie
mobili
cominciarono
a
scappare
e
a
tirar
fucilate
all
'
indietro
,
fucilate
che
colpivano
noi
,
non
i
Prussiani
.
L
'
impresa
a
quel
momento
si
poteva
chiamare
fallita
;
un
uomo
prudente
,
uno
che
va
col
successo
si
sarebbe
ritirato
,
ma
Garibaldi
era
lì
in
prima
fila
,
ma
noi
si
vedeva
fuggire
i
Francesi
e
volevamo
far
vedere
quanto
più
di
loro
valessero
i
calunniati
Italiani
,
epperciò
con
l
'
entusiasmo
di
chi
sa
di
sacrificarsi
per
una
idea
generosa
si
stava
fermi
,
al
nostro
posto
.
E
lì
morì
il
povero
tenente
,
Anzillotti
;
lì
morì
il
bravo
Del
Pino
uno
dei
ragazzì
più
buoni
e
più
coraggiosi
che
io
m
'
abbia
conosciuto
,
e
certo
uno
dei
migliori
della
mia
compagnia
.
Non
vi
sto
a
dire
il
numero
dei
feriti
,
i
Carabinieri
Genovesi
furono
decimati
...
gli
Italiani
si
battevano
e
si
battevano
da
eroi
.
Fu
giuocoforza
il
ritirarsi
;
mai
ritirata
poteva
cominciare
con
tanto
disordine
;
si
correva
all
'
impazzata
pei
campi
,
ogni
poco
,
si
cadeva
per
terra
,
ogni
poco
ci
si
trovava
a
mezza
gamba
nell
'
acqua
,
e
tutto
questo
sotto
un
fuoco
continuo
di
mitragliatrici
,
di
cannoni
,
di
moschetterìa
.
Giunto
a
capo
di
una
viuzza
,
fui
scaraventato
per
terra
:
tentai
di
rialzarmi
,
mi
fu
impossibile
poco
dopo
io
era
fuori
dei
sensi
;
non
so
quanto
durò
,
il
mio
sbalordimento
;
quando
mi
riebbi
mi
trovai
sopra
un
barroccio
che
mi
portò
all
'
ambulanza
d
'
Autun
,
da
dove
fui
trasferito
a
Lione
.
Un
'
impertinentissima
scheggia
di
mitraglia
mi
aveva
forato
la
coscia
.
Ottenuto
un
permesso
di
convalescenza
,
ho
fatto
un
mesetto
di
villeggiatura
a
Nizza
,
e
ora
me
ne
torno
lassù
,
che
,
grazie
al
Cielo
,
della
forza
per
battermi
coi
Prussiani
ne
ho
sempre
,
perché
,
sappiatelo
ragazzi
,
una
battaglia
è
uno
di
quei
divertimenti
che
non
capitano
ad
ogni
canto
di
gallo
;
si
può
morire
,
ma
dove
volete
trovarmi
una
cosa
più
bella
di
morire
,
in
mezzo
al
fumo
,
al
rumore
,
alle
trombe
e
alla
gloria
...
eh
!
via
dunque
,
venite
con
me
,
e
vi
farete
onore
,
il
vecchio
Mago
ha
veduto
troppe
volte
da
vicino
la
morte
,
perché
vi
possa
far
fare
una
figuraccia
indecente
.
-
Evviva
il
Mago
!
-
Gridarono
tutti
e
tutti
picchiarono
il
bicchiere
tra
loro
.
Dopo
aver
discorso
un
'
altra
buona
mezz
'
ora
,
dopo
aver
domandato
tutto
il
domandabile
al
brav
'
uomo
che
aveva
già
veduto
i
Prussiani
,
ci
congedammo
da
quell
'
allegra
compagnia
e
ci
avviammo
all
'
albergo
.
-
Ma
se
ci
mandassero
con
Frapolli
!
-
Esclamò
uno
di
noi
per
la
strada
.
-
Che
...
Parleremo
ben
chiaro
al
Comitato
,
noi
intendiamo
di
batterci
e
non
di
fare
il
framassone
a
cento
miglia
dal
teatro
della
guerra
.
-
E
però
va
specificato
-
ci
disse
uno
che
per
buona
fortuna
era
venuto
dalla
taverna
con
noi
-
Perché
quei
signori
che
spediscono
sono
tutti
una
zuppa
e
un
pan
molle
con
quelli
arfasatti
e
se
voi
state
zitti
,
vi
trovate
di
certo
mistificati
.
Noi
ringraziammo
il
gentile
consigliero
e
ci
addormentammo
decisi
di
raggiungere
tra
poche
ore
il
generale
,
e
l
'
Armata
dei
Vosgi
.
CAPITOLO
VI
.
Il
giorno
seguente
,
appena
fu
un
'
ora
da
persone
educate
,
andammo
dal
Comitato
.
Dopo
molta
anticamera
,
chè
anche
nella
democrazia
quando
si
comincia
a
salire
si
assume
tutte
le
belle
e
gentili
maniere
le
quali
distinguono
l
'
aristocrazia
,
fummo
introdotti
in
quel
sinedrio
di
senno
e
di
patriottismo
,
e
ci
trovammo
davanti
al
presidente
Panni
,
un
omaccino
tarchiato
colla
barba
lunga
,
nato
a
Firenze
ma
domiciliato
da
vario
tempo
a
causa
di
affari
a
Marsiglia
.
Tanto
lui
come
il
segretario
Lalli
,
si
davano
tutto
il
tuono
di
persone
importanti
,
ci
squadravano
dall
'
alto
in
basso
con
una
prosopopea
da
commissarii
di
polizia
,
e
parlavano
della
guerra
colla
medesima
autorità
,
che
avrebbero
adoperato
se
fossero
stati
generali
d
'
armata
o
per
lo
meno
,
capi
di
stato
maggiore
....
.
Adempiute
le
formalità
,
di
quella
specie
di
arruolamento
che
si
firmava
presso
di
loro
,
noi
facemmo
noto
a
quella
gente
,
il
nostro
proposito
di
andare
diretti
al
quartier
generale
dì
Garibaldi
.
-
Loro
possono
andare
anche
con
Frapolli
-
Ci
disse
il
segretario
-
Tutte
le
vertenze
sono
accomodate
e
i
due
generali
,
glielo
assicuro
io
,
camminano
verso
la
medesima
mêta
.
-
Sono
belle
assicurazioni
,
ma
noi
abbiamo
deciso
di
raggiungere
Garibaldi
e
vogliamo
andare
a
Digione
.
-
Facciano
come
vogliono
;
stasera
partono
una
cinquantina
di
volontarii
...
potranno
andare
anche
loro
-
Borbottò
il
presidente
,
non
nascondendo
un
senso
di
malumore
e
di
contrarietà
:
poi
,
rivoltosi
ad
Omero
Piccini
,
fratello
di
quello
che
era
sul
Var
e
in
prigione
con
noi
,
gli
proferì
in
tuono
brusco
:
Lei
non
può
andare
.
-
E
perché
?
-
Non
lo
vede
...
è
un
ragazzo
.
Difatti
il
nostro
compagno
aveva
17
anni
.
-
Eppure
,
interrompemmo
noi
,
è
già
stato
a
Mentana
.
-
Allora
faccia
lei
...
Stasera
alle
dieci
sieno
qui
...
se
vogliono
partire
.
Cosa
dovevamo
fare
per
giungere
alle
dieci
?
..
Entrammo
nella
taverna
della
sera
avanti
...
Ah
!
così
ci
fosse
venuto
un
granchio
alle
gambe
!
..
Rivedemmo
le
simpatiche
Ebi
che
con
tanta
grazia
porgevano
il
nettare
agli
avventori
,
entusiasti
delle
loro
bellezze
,
le
rivedemmo
,
e
ci
attaccammo
discorso
;
si
parlò
della
guerra
,
della
Francia
,
delle
donne
Italiane
,
che
esse
dicevano
bellissime
,
delle
prossime
emozioni
del
campo
,
della
moda
,
dei
vestiti
corti
,
del
ciuco
ammaestrato
che
facevano
vedere
sul
porto
,
della
guardia
mobile
,
dell
'
esercito
di
Bourbaki
e
dei
pasticcini
di
Strasburgo
che
non
arrivavano
più
.
Erano
discorsi
le
più
volte
senza
senso
comune
,
ma
che
servivano
ammirabilmente
per
farci
ammazzare
alla
meno
peggio
qualche
ora
.
Il
male
si
fu
,
che
le
parole
erano
accompagnate
dalle
libazioni
:
le
libazioni
c
'
indussero
a
fare
il
dejuner
,
questo
tirò
dietro
da
se
lo
Champagne
...
Avevamo
cominciato
a
sdrucciolare
su
una
sgamba
viuzza
e
ormai
bisognava
ruzzolare
a
rotta
di
collo
per
tutta
la
china
.
Il
piacere
di
esser
giunti
finalmente
in
quella
Francia
,
che
da
tanto
tempo
agognavamo
,
il
trovarsi
accanto
a
quelle
vaghe
ragazze
,
la
generosità
dei
vini
che
avevamo
trincato
,
la
gioventù
che
ci
bolliva
nel
cuore
,
ci
avevano
sprigionato
tale
un
'
allegrezza
dalle
più
intime
fibre
,
che
,
non
sapendo
più
quello
che
si
faceva
,
ridevamo
senza
alcuna
ragione
,
folleggiavamo
come
se
fossimo
tornati
bambini
,
si
faceva
le
più
strane
proposte
e
tutte
venivano
approvate
.
-
Andiamo
tutti
in
barca
sul
porto
.
-
Sì
...
sì
...
sul
porto
.
E
prese
a
braccetto
le
due
silfidi
,
ci
avviammo
versò
il
mare
,
traversammo
la
popolosa
città
e
poco
dopo
eravamo
in
barchetta
.
Io
ero
divenuto
il
cavaliere
servente
o
per
dir
meglio
il
consigliere
intimo
della
più
giovine
delle
due
vezzose
sorelle
.
Essa
chiamavasi
Aissa
,
e
nella
sua
vita
disordinata
,
aveva
veduto
l
'
Affrica
,
la
Spagna
,
l
'
Italia
sempre
con
nuovi
amanti
,
e
cercando
soltanto
la
voluttà
vertiginosa
dell
'
orgia
;
senza
curarsi
nè
punto
nè
poco
del
mondo
,
delle
convenienze
sociali
e
di
quel
buon
nome
che
si
acquista
soltanto
col
rispetto
dell
'
apparenze
,
la
capricciosissima
figlia
d
'
Eva
,
siccome
farfalla
,
dì
fiore
in
fiore
aveva
libato
in
tutte
le
sue
forme
svariate
l
'
emozioni
e
i
piaceri
ed
ora
annoiata
di
tutto
e
di
tutti
continuava
la
sregolata
sua
vita
,
per
far
fronte
alle
spese
pazze
che
sono
la
logica
conseguenza
degli
sbalordimenti
procacciati
a
bella
posta
per
obliare
il
presente
e
per
non
pensare
all
'
avvenire
.
La
taverna
non
era
che
un
pretesto
;
la
vecchia
padrona
teneva
quelle
ragazze
per
accalappiare
i
merlotti
,
e
mentre
ritraeva
da
loro
dei
lucri
non
indifferenti
,
mentre
non
lesinava
il
denaro
per
vestirle
con
tutto
il
lusso
immaginabile
,
mai
era
larga
con
esse
dell
'
oro
che
così
indegnamente
guadagnava
.
Aissa
del
resto
era
simpaticissima
;
aveva
in
sé
qualche
cosa
di
Orientale
;
i
suoi
occhi
nerissimi
ed
umidi
sempre
indicavano
chiaramente
la
di
lei
voluttà
:
due
labbra
tumide
che
reclamavano
un
bacìo
;
due
mani
da
principessa
;
un
piedino
da
vera
Andalusa
;
insomma
un
boccone
da
fare
escire
dai
gangheri
un
anacoreta
!
Il
mare
era
tranquillo
:
la
campana
della
Madonna
della
Guardia
sonava
lentamente
;
ora
l
'
ora
poetica
delle
ricordanze
;
cento
barchette
in
qua
e
là
solcavano
le
onde
.
Noi
ci
sentivamo
commossi
;
su
'
di
un
piccolo
schifo
,
un
sonatore
girovago
,
uno
di
quei
Napoletani
che
strascinano
per
i
caffè
il
biblico
strumento
degli
antichi
profeti
,
fece
echeggiare
per
l
'
aere
una
canzonetta
patetica
,
molle
,
meridionale
e
noi
rammentammo
l
'
Italia
,
le
sue
belle
costiere
profumate
d
'
aranci
,
il
movimento
delle
nostre
città
,
le
amate
fisonomie
dei
nostri
amici
,
e
dei
nostri
congiunti
...
la
commozione
era
al
colmo
e
il
bello
si
è
che
al
pari
di
noi
erano
intenerite
le
nostre
compagne
...
E
perché
ciò
ha
da
essere
strano
?
..
Le
reminiscenze
sono
il
patrimonio
degli
sventurati
,
e
pari
alla
rugiada
del
cielo
vivificano
i
cuori
...
quelle
povere
donne
erano
certamente
sventurate
,
e
più
oneste
di
tante
che
scroccano
il
nome
d
'
oneste
nel
mondo
,
sentivano
la
santa
voluttà
di
una
lacrima
,
e
trovavano
una
scusa
ai
loro
trascorsi
,
immerse
nell
'
imponente
,
nel
sublime
spettacolo
della
calma
natura
.
La
nostra
,
escursione
si
prolungò
per
più
di
due
ore
;
il
momento
;
della
partenza
si
avvicinava
a
gran
passi
;
era
mestieri
dirci
addio
.
Riaccompagnammo
a
casa
le
donne
.
-
Vi
prometto
di
raggiungervi
-
Mi
disse
Aissa
,
stringendomi
forte
forte
la
mano
.
Io
la
guardai
e
sorrisi
:
non
credevo
punto
al
coraggio
di
quell
'
eroina
...
Col
tempo
però
come
vedranno
i
lettori
,
fui
completamente
disingannato
;
e
solo
per
tal
causa
ho
riportato
questo
episodio
della
nostra
breve
dimora
a
Marsiglia
:
episodio
che
sarebbe
stato
proprio
un
di
più
,
se
non
fosse
collegato
con
altri
che
si
svolgeranno
a
Digione
...
-
Bisogna
pagare
il
conto
-
Disse
un
di
noi
.
Oh
!
la
crudele
parola
!
..
Oh
!
la
bruttissima
prosa
dopo
tante
ore
di
non
interrotta
poesia
!
..
Ci
guardammo
in
faccia
l
'
uno
l
'
altro
!
Che
una
donna
gravida
non
vegga
mai
,
per
l
'
amore
dei
suoi
futuri
nati
,
delle
fisonomie
come
avevano
in
quel
momento
,
i
miei
compagni
...
Le
nostre
risorse
erano
tanto
limitate
,
che
se
noi
ne
fossimo
usciti
puliti
,
ci
era
di
che
attaccare
un
voto
.
Il
conto
era
di
102
franchi
:
tra
tutti
ne
avevamo
104
:
se
ci
fossimo
trattenuti
un
'
ora
di
più
si
restava
in
pegno
a
Marsiglia
!
E
la
bella
prospettiva
che
avevamo
davanti
:
intraprendere
un
viaggio
di
due
giorni
con
due
franchi
in
saccoccia
...
o
negatemi
che
in
Francia
il
divertirsi
non
costi
salato
!
Baci
,
saluti
strette
di
mano
,
e
poi
di
galoppo
al
Comitato
.
-
E
se
non
si
partisse
...
che
facciamo
senza
quattrini
?
-
Ma
!
-
Preferì
filosoficamente
il
Materassi
,
e
noi
a
nostra
volta
ripetemmo
la
filosofica
esclamazione
...
Per
buona
fortuna
quella
sera
pareva
che
si
dovesse
partire
certamente
:
erano
già
stati
distribuiti
i
berretti
rossi
ed
i
Garibaldini
,
schierati
in
due
file
lungo
la
strada
attendevano
il
luogotenente
che
doveva
accompagnarli
fino
a
Digione
.
I
volontari
erano
allegri
,
cantavano
a
squarciagola
,
e
negli
intermezzi
cianciavano
,
politicavano
,
facevano
infine
un
brusio
indiavolato
;
un
Milanese
ponendosi
ambe
le
mani
alla
bocca
imitava
perfettamente
il
fischio
del
vapore
,
un
altro
faceva
da
cane
,
abbaiando
e
guaendo
con
tanta
naturalezza
da
chiamar
per
la
strada
tutti
i
cani
che
giravano
per
quei
dintorni
.
Era
insomma
una
scena
deliziosissima
e
il
tenente
non
si
vedeva
.
Ognuno
che
abbia
frequentato
per
poco
i
volontari
,
sa
quanto
sia
susurrone
e
incontentabile
questo
elemento
,
quando
è
lontano
dal
fuoco
;
quindi
facilissimo
e
immaginarsi
quali
recriminazioni
,
quale
sussurro
provocasse
questa
inopinata
tardanza
.
Prima
furono
proteste
,
poi
fischi
acutissimi
:
finalmente
calci
e
pugni
alla
porta
.
-
Noi
non
si
vuol
fare
il
comodo
dì
nessuno
!
-
Si
comincia
male
!
Tali
erano
a
un
dipresso
le
espressioni
di
quella
gente
stizzita
,
e
a
rinforzare
la
dose
il
Mago
dava
degli
schiarimenti
sul
comitato
e
sulle
spilorcerie
ed
angherie
da
questo
commesse
per
il
passato
.
Figuratevi
,
diceva
,
che
a
me
diede
a
portare
venti
uomini
a
Dôle
,
e
mi
diedero
una
lira
per
uomo
...
Di
qui
bisognava
andare
a
Mouchard
,
ventiquattro
ore
di
strada
,
lì
bisognava
dormire
e
poi
partire
il
giorno
dopo
per
la
destinazione
...
vi
raccomando
quello
che
dovevo
fare
...
E
lo
stesso
che
a
me
è
succeduto
a
tutti
i
capi
squadra
...
Oh
!
hanno
un
gran
talento
quei
signori
di
sù
!
...
-
Abbasso
...
Abbasso
questi
grulli
-
Urlavano
tutti
-
Son
Frapollini
...
Giù
i
traditori
!
Chi
sa
dove
avremmo
finito
,
se
fortunatamente
non
avessimo
udito
degli
altri
rumori
e
più
intensi
dei
nostri
sulla
piazza
vicina
.
Cosa
era
succeduto
?
..
Noi
non
vedevamo
che
delle
guardie
mobili
,
che
venivano
via
a
rotta
di
collo
.
Rompemmo
le
righe
ed
andammo
a
vedere
cosa
era
.
Un
battaglione
delle
guardie
mobilizzate
delle
Bouches
du
Rhôn
aveva
rifiutato
partire
,
ed
aveva
lasciato
soli
sulla
piazza
,
il
maggiore
e
tre
o
quattro
altri
ufficiali
di
buona
volontà
;
uno
di
questi
si
mordeva
le
mani
e
piangeva
...
Oh
!
ne
avea
ben
ragione
:
A
vedere
quel
branco
di
vili
che
fuggivano
piuttosto
di
andare
a
difender
la
patria
,
ci
era
da
esecrare
l
'
umanità
,
di
vergognarsi
di
esser
uomini
per
non
avere
a
compagni
quella
canaglia
.
Vedendo
l
'
inutilità
della
nostra
presenza
,
tornammo
indietro
,
e
dopo
pochi
minuti
fummo
consolati
dalla
venuta
del
tenente
.
Il
nostro
accompagnatore
era
grasso
e
rubizzo
,
e
avrebbe
fatto
più
figura
vestito
da
canonico
che
da
garibaldino
.
Lo
accompagnava
una
bella
ed
elegantissima
signora
,
che
sapemmo
,
essere
la
di
lui
indivisibile
compagna
;
non
si
creda
che
quella
donna
fosse
un
'
eroina
,
giacchè
quel
tenente
in
tutta
la
campagna
avrà
forse
veduto
il
fumo
del
camminetto
:
quello
dei
combattimenti
no
certo
;
tutti
i
suoi
incarichi
si
limitavano
ad
accompagnare
i
volontari
da
Marsiglia
al
quartier
generale
;
non
nego
con
questo
che
certi
impieghi
sono
indispensabili
,
ma
io
vorrei
vederci
dei
vecchi
e
non
dei
giovani
tarchiati
e
robusti
,
come
giusto
appunto
era
il
nostro
duce
provvisorio
.
Si
fece
l
'
appello
,
eppoi
a
quattro
a
quattro
ci
movemmo
per
andare
alla
stazione
.
Che
l
'
Italia
sia
la
terra
del
canto
,
non
può
esser
dicerto
impugnato
da
chiunque
ha
fatto
anche
una
sola
campagna
;
il
soldato
Italiano
appena
si
muove
canta
,
canta
andando
all
'
attacco
,
come
quando
è
in
ritirata
,
canta
nei
malinconici
stanzoni
della
caserma
,
come
in
mezzo
alle
strade
,
quando
sa
di
partire
;
parta
per
una
guarnigione
,
parta
per
andare
alla
guerra
.
«
Non
pianger
,
mio
tesoro
Forse
ritornerò
»
Cantavamo
in
coro
noi
tutti
;
e
le
finestre
si
spalancavano
,
si
illuminavano
,
ci
offrivano
dei
leggiadri
visetti
,
degli
occhi
superbi
che
ci
lanciavano
occhiate
tanto
benigne
da
farci
commuovere
;
il
nostro
contegno
non
poteva
non
esser
paragonato
a
quello
dei
mobili
delle
Bouches
du
Rhôn
,
e
chiunque
ha
un
po
'
di
mitidio
può
di
leggieri
comprendere
quanto
un
tal
paragone
resultasse
per
noi
favorevole
.
Il
lunghissimo
tratto
di
via
che
è
tra
la
prefettura
e
la
stazione
ci
passò
in
un
baleno
;
in
una
carrozza
sul
piazzale
della
ferrovia
vedemmo
la
simpatica
Aissa
che
ci
buttò
un
bacio
sulla
punta
delle
dita
.
Se
quel
bacio
non
era
precisamente
il
castissimo
bacio
degli
angeli
,
è
innegabile
che
per
noi
era
assai
caro
.
Salutammo
gentilmente
quella
donna
;
il
sapere
che
qualcuno
serba
dolce
ricordanza
di
noi
,
ci
fa
piovere
in
cuore
un
sentimento
di
gratitudine
,
e
in
quei
momenti
che
,
volere
o
non
volere
,
non
sono
così
facili
a
ripetersi
nella
vita
di
un
uomo
,
magnifichiamo
certe
cose
alle
quali
in
certi
altri
non
daremmo
alcuna
entità
.
-
Avanti
,
march
-
Gridò
con
voce
stentorea
il
lilliputtiano
segretario
del
comitato
...
e
tutti
noi
gli
si
tenne
dietro
nella
stazione
....
Vedendo
otto
vagoni
a
nostra
disposizione
fummo
colpiti
da
una
dolce
meraviglia
.
Fin
allora
avevamo
veduto
i
soldati
ammonticchiati
l
'
uno
sull
'
altro
nei
vagoni
di
terza
classe
:
noi
tutt
'
al
più
eravamo
quattro
per
scompartimento
;
ci
era
posto
da
sdraiarsi
e
di
attaccare
anche
un
sonnellino
.
Ah
!
..
quanto
sono
fallaci
le
speranze
del
mondo
!
..
Ah
!
..
la
speranza
meretrice
della
vita
,
dirò
con
Francesco
Domenico
!
...
La
nostra
gioia
,
il
nostro
benessere
doveva
protrarsi
fino
alla
prima
stazione
,
e
questa
è
appena
a
venti
minuti
di
distanza
,
da
Marsiglia
.
Vienna
,
Avignone
,
Remoully
dovevano
vomitare
sul
nostro
disgraziatissimo
treno
una
congerie
di
mobilizzati
.
L
'
educazione
pare
che
non
entrasse
nella
teoria
che
s
'
insegnava
a
questi
campagnuoli
del
mezzogiorno
dell
'
antica
terra
dei
Druidi
.
Infatti
entravano
in
frotta
e
senza
garbo
nè
grazia
in
quei
vagoni
che
avevamo
avuto
l
'
illusione
di
credere
nostra
proprietà
;
entravano
pestandoci
i
piedi
,
sedendosi
sulle
nostre
ginocchia
con
l
'
indifierenza
di
una
donna
del
mondo
galante
,
non
però
colla
di
lei
grazia
,
nè
colla
di
lei
leggerezza
.
Fra
tutte
le
sventure
che
possono
capitare
a
un
viaggiatore
,
io
credo
,
non
esserne
alcuna
che
possa
stare
a
confronto
colla
compagnia
di
un
mobilizzato
della
campagna
.
Se
lo
immaginino
un
poco
i
lettori
:
questi
eroi
avevano
sulle
spalle
un
magazzino
,
una
vera
montagna
d
'
involti
,
di
fagotti
e
di
fagottini
;
erano
muniti
di
due
o
tre
paia
di
scarpe
;
pretendevano
di
stare
a
baionetta
in
canna
anche
tra
noi
,
anche
in
quelli
sgabuzzini
;
avevano
chi
il
cane
,
chi
un
uccello
in
gabbia
,
tutti
poi
indispensabilmente
delle
pagnotte
stragrandi
;
si
piantavano
a
sedere
,
e
per
quante
gomitate
,
per
quanti
urtoni
loro
si
amministrassero
,
non
ci
era
verso
di
farli
muovere
un
solo
centimetro
;
i
più
attaccavano
sonno
e
russavano
come
contrabbassi
;
quei
pochi
che
erano
desti
non
ci
rispondevano
,
e
si
lamentavano
tra
loro
del
governo
che
li
strappava
alle
ordinarie
occupazioni
.
I
nostri
compagni
di
viaggio
erano
vestiti
in
mille
maniere
;
ve
ne
erano
col
cappello
alla
spagnola
,
col
gasco
e
col
berretto
;
ve
ne
erano
dei
bigi
,
dei
neri
,
dei
verdi
,
dei
turchini
;
avevano
tutti
il
fucile
all
'
antica
ed
in
pessimo
stato
.
Siamo
giusti
!
..
Se
le
guardie
mobili
hanno
fatto
nella
campagna
del
1871
una
figura
non
invidiabile
,
non
ne
sono
del
tutto
colpevoli
.
Comandate
dal
nipote
del
sindaco
,
dallo
speziale
del
luogo
,
dal
Beniamino
della
moglie
del
sottoprefetto
,
insomma
da
tutti
ufficiali
creati
per
dato
e
fatto
dell
'
impero
,
e
che
non
ne
sapevano
un
acca
:
armate
con
certi
fucili
che
avevano
più
apparenza
di
schizzettoni
che
di
armi
micidiali
:
disilluse
di
tutto
,
persuase
di
esser
tradite
e
condotte
al
macello
(
persuasione
che
io
credo
loro
avessero
inoculata
i
preti
)
dolenti
di
avere
a
trascurare
i
loro
interessi
per
una
patria
,
che
finora
non
conoscevano
,
esse
non
potevano
fare
eroismi
:
l
'
eroismo
richiede
la
convinzione
:
l
'
eroismo
nasce
dalla
virtù
cittadina
.
Appena
cominciò
a
farsi
giorno
cominciammo
a
vedere
le
colline
circostanti
a
Lione
;
colline
che
nelle
belle
stagioni
devono
essere
amenissime
;
ubertose
per
viti
dell
'
altezza
di
un
palmo
,
così
fitte
tra
loro
da
farti
sembrare
quei
campi
un
'
estesa
brughiera
,
bagnate
da
un
'
infinità
di
ruscelletti
che
scorrono
placidamente
alle
loro
falde
,
per
perdersi
poi
nella
Loira
o
nel
Rodano
.
A
tutte
le
stazioni
eravi
un
movimento
indicibile
:
un
andare
e
venire
di
soldati
e
di
guardie
nazionali
:
uno
stringersi
di
mano
,
un
baciarsi
tra
loro
nei
vari
gruppi
che
facevano
ressa
intorno
a
quei
che
partivano
.
Finalmente
si
cominciò
a
vedere
un
'
infinità
di
cammini
di
fabbriche
;
poi
una
miriade
di
case
e
di
palazzi
;
finalmente
si
trascorse
in
mezzo
ad
immensi
magazzini
.
Eravamo
arrivati
a
Lione
.
Sotto
la
magnifica
stazione
ci
si
mise
in
rango
e
il
tenente
ci
fece
un
'
arringa
che
non
aveva
certo
nessuna
parentela
,
neppure
alla
più
lontana
,
con
quello
di
Demostene
o
di
Napoleone
primo
.
Fece
l
'
eroe
,
magnificò
le
gesta
dei
Garibaldini
nostri
predecessori
,
sfoggiò
di
tutti
i
luoghi
comuni
che
si
sono
inventati
dal
quarantotto
a
questa
parte
,
e
tutto
questo
per
dirci
che
bisognava
rimanere
fino
alla
sera
a
Lione
,
e
che
coloro
i
quali
non
sarebbero
partiti
,
sarebbero
restati
!
Questa
peregrina
scoperta
del
nostro
duce
ci
fece
acquistare
una
grande
opinione
sul
di
lui
talento
;
lo
salutammo
perciò
con
rispetto
,
e
contenti
di
vedere
anche
questa
nuova
città
,
e
di
paragonarla
con
quella
che
avevamo
lasciato
da
così
poco
tempo
,
scendemmo
la
gradinata
che
è
davanti
all
'
edifizio
e
ci
trovammo
nella
magnifica
piazza
con
due
fontane
,
che
gli
sta
dicontro
.
CAPITOLO
VII
.
Lione
era
seria
;
non
il
brio
di
Marsiglia
per
le
sue
vie
sempre
affollate
di
popolo
,
non
il
più
piccolo
movimento
d
'
allegria
negli
eleganti
caffè
:
moltissimi
negozi
chiusi
,
poche
le
donne
abbigliate
con
galanteria
ed
anche
queste
non
curate
;
un
affacendarsi
continuo
vicino
alla
prefettura
ed
alla
Mairie
per
sapere
i
dispacci
,
per
strappare
la
notizia
più
piccola
agli
uscieri
,
ai
galoppini
,
a
qualche
soldato
.
Quasi
tutti
coloro
che
si
incontrava
,
avevano
il
berretto
da
guardia
nazionale
,
alcuno
non
abbandonava
mai
il
fucile
;
tutti
poi
erano
muniti
di
sciabole
o
di
pistole
;
vedemmo
diversi
a
braccetto
delle
loro
mogli
,
armati
fino
a
denti
,
agitarsi
a
mo
'
degli
ubriachi
e
vociare
a
squarciagola
:
Ah
,.,
si
viennent
les
Prussiens
!
,
...
Era
proprio
così
;
nessuno
si
sarebbe
mosso
per
andare
a
incontrare
il
nemico
,
ma
guai
a
lui
se
avesse
osato
di
presentarsi
fiu
sotto
le
mura
!
Le
fortificazioni
si
rinforzavano
;
sulle
piazze
si
vedevano
parchi
d
'
artiglieria
,
e
capannoni
di
legno
che
servivano
di
rimesse
ai
cavalli
;
fanteria
,
lancieri
,
pollacchi
,
mobilizzati
,
compagnie
addette
alle
mitragliatrici
...
;
un
esercito
insomma
;
uniformi
per
tutti
i
gusti
;
una
idea
tale
di
resistenza
da
mettere
anima
in
corpo
all
'
uomo
più
vigliacco
del
mondo
-
Ma
come
mai
ne
hanno
buscate
-
Si
diceva
tra
noi
-
con
tutti
questi
soldati
che
abbiamo
veduto
in
due
giorni
?
Spuntava
in
qua
e
là
,
ma
raramente
,
per
le
vie
anche
qualche
berretto
da
Garibaldino
.
-
E
come
mai
siete
qua
?
-
Domandammo
ad
uno
di
quelli
che
ci
avevano
colpito
con
tale
sorpresa
.
-
Siam
qua
con
Frapolli
-
Ci
rispose
questi
ingenuamente
.
-
O
perché
non
raggiungete
il
generale
?
-
Lo
raggiungeremo
quanto
prima
.
-
E
chi
ve
lo
ha
detto
?
..
-
Il
nostro
capo
!
-
Ed
è
qui
in
Lione
il
vostro
capo
?
-
Sì
..
oggi
anzi
è
a
un
banchetto
Massonico
.
-
Questo
ci
fa
piacere
!
..
I
Francesi
a
quel
che
pare
,
trattano
bene
gli
Italiani
..
-
Oh
!
In
quanto
a
cotesto
non
ci
è
da
fare
eccezioni
...
Si
figurino
:
in
quattro
mesi
sarà
il
centesimo
banchetto
a
a
cui
assiste
il
nostro
generale
...
e
quando
ci
ha
menato
anche
noi
,
le
abbiamo
fatte
noi
pure
le
belle
strippate
e
le
belle
bevute
!
-
Empitevi
tutti
!
-
Esclamai
io
un
poco
irritato
-
Empitevi
e
così
serbando
la
pancia
ai
fichi
,
mentre
i
vostri
fratelli
arrischieranno
la
vita
per
battere
i
Prussiani
,
voi
batterete
i
pasticciai
e
il
Bordeaux
risparmiando
dell
'
esistenze
così
utili
all
'
umanità
pericolante
.
Il
nostro
interlocutore
non
mi
rispose
,
ci
disse
addio
e
se
ne
andò
:
noi
pure
ce
ne
andammo
verso
una
trattoria
,
dove
mangiammo
in
fretta
e
furia
per
poter
dare
un
'
occhiata
alle
bellezze
principali
della
città
.
Per
tutto
dove
andavamo
si
trovava
una
piccola
cassetta
,
su
cui
in
grossi
caratteri
era
scritto
:
Sécours
aux
blessées
;
per
tutto
dove
andavamo
per
lo
spaccio
delle
manifatture
non
vedevamo
che
donne
:
ciò
non
ci
recò
alcuna
sorpresa
,
perché
anche
nella
scioperata
Marsiglia
,
avevamo
veduto
adottato
lo
stesso
sistema
.
In
Francia
non
si
vedono
come
da
noi
degli
uomini
incaricati
di
dar
sigari
agli
avventori
,
di
misurare
le
tele
,
le
stoffe
,
di
contare
i
punti
del
biliardo
,
di
fare
insomma
tutte
quelle
piccole
cose
che
possono
esser
fatte
benissimo
da
donne
e
che
troppo
impugnano
al
posto
che
l
'
uomo
deve
avere
in
società
a
causa
della
di
lui
forza
,
e
delle
di
lui
attività
.
Gli
uomini
lavorano
nelle
fabbriche
,
passano
le
loro
giornate
nelle
officine
,
accudiscono
ai
loro
interessi
,
ma
non
tolgono
certi
lavori
da
nulla
alle
femmine
,
ma
si
vergognerebbero
ad
esser
impiegati
in
certe
funzioni
,
che
si
compiono
oziando
.
La
sera
si
avvicinava
;
noi
prendemmo
direzione
verso
la
ferrovia
:
passando
sul
quai
sul
Rodano
(
passeggiata
che
ci
rammentava
Firenze
e
i
nostri
lungarni
)
facemmo
una
breve
sosta
ad
una
taverna
per
bere
un
bicchiere
di
vin
caldo
.
Qui
vedo
il
lettore
alzare
le
spalle
,
farmi
il
viso
dell
'
arme
e
susurrare
stizzosamente
:
«
Ma
dunque
non
facevate
che
bere
?
...
E
invece
di
vergognacene
ora
ve
ne
fate
bello
,
come
se
ciò
costituisse
una
delle
più
predilette
occupazioni
della
vostra
esistenza
»
.
Non
vi
nego
quest
'
ultima
verità
:
per
me
il
generoso
umore
della
vite
è
il
solo
amico
dell
'
uomo
;
per
lui
si
dimenticano
gli
affanni
,
le
codardie
,
le
ignominie
di
questa
società
di
buffoni
,
per
lui
i
tradimenti
amorosi
finiscono
col
non
farci
nè
caldo
,
nè
freddo
:
per
lui
germogliano
a
mille
e
mille
nel
cuore
le
magnanime
idee
,
e
nel
cervello
le
ardite
concezioni
.
Chi
sa
dirmi
quante
idee
ci
sono
in
un
fiasco
di
vino
?
...
Esclamava
il
compianto
Ugo
Tarchetti
,
uno
di
quei
perduti
che
cadono
avvizziti
per
esuberanza
di
cuore
;
noi
lasciamo
al
buon
Evio
le
ispirazioni
delle
quali
era
così
prodigo
a
Orazio
e
a
Plutarco
,
noi
gli
chiediamo
solamente
l
'
oblio
.
Nella
stanza
di
aspetto
della
ferrovia
,
dove
ci
riducemmo
quasi
subito
,
al
nostro
arrivo
si
aggirava
una
folla
stragrande
:
quel
movimento
c
'
inebriava
:
in
un
canto
del
salone
noi
vedemmo
un
gran
cartello
dove
a
caratteri
cubitali
era
scritto
:
Qui
si
dà
da
mangiare
e
da
bere
ai
soldati
di
passaggio
.
Credo
inutile
il
dire
che
quell
'
appello
non
trovava
dei
sordi
;
intorno
a
quella
porta
era
un
'
accalcarsi
,
specialmente
di
mobilizzati
da
far
rabbia
:
a
onor
del
vero
anche
qualche
Garibaldino
non
fece
il
restìo
:
l
'
amico
disertore
,
da
volpe
vecchia
,
rinnovò
un
par
di
volte
,
e
ci
magnificò
poco
dopo
la
squisitezza
dei
cibi
,
il
gentile
contegno
ed
i
modi
aggraziati
delle
belle
ragazzine
che
li
distribuivano
,
la
succulenza
dei
consommés
e
delle
gelatine
,
apprestate
per
i
feriti
,
ma
che
egli
aveva
assaggiato
,
facendo
lo
zoppo
.
L
'
esempio
dì
lui
venne
tosto
imitato
da
moltissimi
dei
nostri
commilitoni
:
una
valanga
di
storpi
e
di
zoppi
si
rovesciò
sul
desco
,
dove
le
vivande
erano
apprestate
;
una
tal
cosa
mi
fece
provare
una
forte
repugnanza
,
e
mi
fece
disperare
di
quei
soldati
che
mentivano
per
una
zuppa
.
Fortuna
che
al
fuoco
si
portarono
dappoi
tanto
eroicamente
da
farmi
attribuire
a
semplice
giovanile
vaghezza
,
quello
che
in
quel
mentre
mi
aveva
prodotta
un
'
impressione
tanto
spiacevole
!
Se
da
un
lato
avevamo
questo
brutto
spettacolo
,
dall
'
altro
lato
però
ci
consolava
la
vista
ed
il
cuore
un
esempio
di
carità
cittadina
,
che
vorrei
potere
eternare
.
Questo
esempio
ci
veniva
dato
da
donne
;
già
la
più
bella
metà
del
genere
umano
fu
,
è
,
e
sarà
sempre
in
prima
linea
laddove
trionfa
sovrana
la
santa
religione
dall
'
affetto
.
Cinque
,
o
sei
signore
,
tutte
vestite
di
nero
,
tutte
colla
fascia
al
braccio
,
distintivo
dell
'
ambulanze
,
giravano
per
ogni
verso
,
si
affaticavano
a
far
complimenti
onde
raccogliere
offerte
per
i
feriti
.
Il
portamento
distinto
,
il
loro
modo
gentile
di
chiedere
,
la
squisita
educazione
che
trapelava
dai
loro
discorsi
più
inconcludenti
ci
resero
certi
che
quelle
donne
appartenevano
ad
elevatissimo
rango
:
stuzzicare
la
sensibilità
,
mettere
in
opera
anche
un
po
'
dì
civetteria
per
fare
più
quattrini
per
i
poveri
diavoli
che
scontavano
la
pena
di
aver
troppo
amato
la
patria
e
l
'
umanità
...
ecco
quale
era
lo
scopo
di
queste
generose
,
e
si
sforzavano
di
raggiungerlo
con
la
abnegazione
dell
'
apostolo
,
colla
poesia
che
suole
essere
ispirata
dall
'
idea
di
fate
un
'
opera
buona
.
Bisognava
vedere
con
che
grazia
le
vi
levavano
di
tasca
il
denaro
!
...
se
un
ministro
delle
finanze
avesse
di
tali
esattori
il
nostro
impareggiabile
pareggio
sarebbe
pareggiato
!
....
bisognava
vederle
queste
care
donnine
,
abituate
all
'
atmosfera
profumata
dei
saloni
,
al
linguaggio
adulatore
dei
felici
del
mondo
,
bisognava
vederle
,
ripeto
,
discorrere
confidenzialmente
coll
'
operaio
dalla
giubba
sdrucita
,
colla
popolana
i
cui
vestituccì
emanavano
degli
effluvi
tutt
'
altro
che
aristocratici
,
ringraziarli
con
amabile
sorriso
,
infonder
loro
speranza
,
promettere
di
occuparsi
dei
loro
cari
che
erano
al
campo
,
stringer
loro
cordialmente
la
destra
.
Spiccava
sopra
tutte
le
altre
per
autorità
una
vecchia
matrona
:
una
di
quelle
matrone
dell
'
antico
stampo
,
che
fedeli
alle
tradizioni
cingevano
la
spada
ai
loro
figliuoli
,
quando
si
trattava
di
difendere
il
re
e
la
patria
;
la
di
lei
fisonomia
avrebbe
ispirato
rispetto
all
'
uomo
più
screanzato
del
mondo
.
Passò
vicino
a
me
,
io
le
feci
cenno
dì
avvicinarmisi
e
nello
stesso
tempo
mi
avvicinai
verso
di
lei
.
-
Cosa
bramate
?
-
Mi
domandò
per
la
prima
.
-
Vorrei
fare
la
mia
piccola
offerta
-
Apro
una
parentesi
;
la
mia
borsa
sì
era
rafforzata
di
poche
lire
,
datemi
da
mio
fratello
che
fortunatamente
non
aveva
preso
parte
alle
nostre
poetiche
smancerie
di
Marsiglia
.
-
Ma
voi
siete
soldato
?
-
Mi
disse
con
meraviglia
la
signora
-
voi
pure
potrete
esser
ferito
....
-
Speriamo
di
no
!
-
Ve
lo
auguro
...
Ma
perché
espropriarvi
di
una
somma
che
può
farvi
comodo
?
Provai
un
leggero
imbarazzo
;
la
mia
scappata
poteva
costarmi
salata
:
la
mia
dignità
m
'
imponeva
un
ultimo
sacrifizio
;
si
parlava
di
una
somma
...
ed
era
precisamente
quello
che
avrei
desiderato
in
quel
momento
;
posi
mano
alla
borsa
e
diedi
due
lire
che
mi
escivano
dagli
occhi
;
ma
pure
tentai
di
richiamare
un
sorriso
sul
labbro
e
dissi
:
È
l
'
offerta
della
vedova
...
-
La
più
gradita
al
Signore
;
-
Ma
non
probabilmente
ai
feriti
.
La
mia
interlocutrice
fe
'
una
boccaccia
,
e
poi
riprese
di
subito
:
Voi
siete
Italiano
?
-
Sì
...
signora
.
-
Me
ne
ero
accorto
al
vostro
disprezzo
per
le
cose
sacre
.
Rimasi
di
sasso
;
che
avessi
avuto
anche
a
subirmi
una
romanzina
in
tutte
le
regole
?
la
signora
difatti
con
voce
calma
,
accento
di
madre
,
cominciò
a
dirmi
:
Voi
siete
giovane
,
e
son
sicura
che
diventerete
un
bravo
soldato
,
ma
anche
voi
pur
troppo
siete
affetto
dalla
malattia
che
condurrà
a
perdizione
il
vostro
bel
paese
.
Ma
che
vi
ha
fatto
quel
povero
vecchio
di
Pio
IX
per
entrargli
nella
sua
città
a
forza
di
cannonate
,
per
tenerlo
prigioniero
nel
Vaticano
?
-
E
perché
prender
Roma
?
Non
è
dessa
la
città
di
san
Pietro
,
del
Cattolicismo
,
di
tutti
coloro
che
si
son
dedicati
a
questa
sublime
religione
che
ha
per
precetto
di
dimenticare
le
offese
,
di
amare
tutti
come
noi
stessi
,
di
sollevare
quelli
che
soffrono
?
Un
amico
un
pochino
più
scettico
di
me
,
presente
al
colloquio
,
mi
susurrò
negli
orecchi
:
Questa
non
è
una
donna
,
è
un
priore
di
campagna
.
Io
invece
che
non
credo
a
nulla
,
compresi
quello
che
passava
nel
cuore
della
vecchia
signora
,
e
piuttosto
che
attaccare
una
disputa
con
una
che
aveva
tutta
la
poesia
della
fede
,
che
mi
simpatizzava
per
il
modo
con
cui
ne
faceva
propaganda
,
mi
contentai
di
dirle
che
non
si
andava
daccordo
.
-
Io
torno
alle
mie
elemosine
-
Allora
la
mi
replicò
-
spero
però
che
resteremo
amici
!
-
Sarò
onorato
di
una
tale
fortuna
.
-
Se
restate
in
Lione
...
-
Io
parto
stasera
!
...
Ed
ecco
ci
è
là
il
nostro
tenente
che
ci
fa
cenno
di
seguirlo
.
-
A
rivederci
...
A
rivedervi
colla
commenda
...
e
vestito
da
capitano
!
-
Potevate
dire
addirittura
da
generale
!
-
E
perché
no
?
...
Il
soldato
francese
ha
in
tasca
il
bastone
da
maresciallo
!
Io
mi
rammentai
che
ci
avevo
pochi
soldi
soltanto
e
mi
passò
la
poesia
.
La
signora
sorridendomi
si
era
allontanata
.
-
Dove
si
va
tenente
?
-
Non
so
,
se
a
Autun
o
a
Digione
.
-
Come
...
lei
non
lo
sa
?
...
O
per
che
direzione
si
parte
?
-
Ma
!
...
-
O
chi
ce
lo
deve
dire
?
-
Il
quartier
generale
doveva
trasferirsi
a
Digione
,
non
so
se
abbia
avuto
ancora
luogo
un
tal
trasferimento
.
Lo
dimanderemo
al
capo
stazione
.
-
Al
capo
stazione
!
...
-
Si
ripetè
tutti
meravigliati
-
Per
vedere
di
queste
cose
bisognava
venir
proprio
in
Francia
!
E
in
Italia
che
dicevamo
nel
1867
di
aver
raggiunto
l
'
apice
della
confusione
!
Un
innocentissimo
capo
stazione
ridotto
lì
per
lì
a
capo
di
stato
maggiore
per
provvedere
al
movimento
dei
corpi
che
son
di
passaggio
,
ci
riesciva
proprio
nuova
di
zecca
!
E
qui
al
solito
tutti
i
discorsi
di
convenzione
che
si
ripetono
in
tutte
le
campagne
.
-
E
se
il
capo
stazione
ci
tradisse
?
-
E
se
fosse
una
spia
dei
Prussiani
?
-
O
anche
che
non
ne
sappia
nulla
sarà
un
bel
lavoro
!
-
Ma
chi
è
quest
'
imbecille
di
tenente
che
non
prende
nemmeno
ordini
?
-
Ve
lo
diceva
che
era
anche
lui
della
cricca
!
-
Già
...
e
ora
cerca
tutti
i
mezzi
per
farci
restar
con
Frapolli
.
-
Abbasso
Frapolli
!
-
Abbasso
il
tenente
!
E
qualcuno
gridò
anche
:
Abbasso
il
capo
stazione
!
...
Povero
uomo
!
...
come
ci
apparve
impappinato
quando
si
vide
fatto
segno
di
quel
fuoco
di
fila
d
'
interrogazioni
,
alla
maggior
parte
delle
quali
non
sapeva
cosa
rispondere
!
-
Li
assicuro
che
Garibaldi
è
a
Digione
-
Badava
a
protestare
.
-
Allora
a
Digione
!
-
Gridammo
tutti
.
-
A
Digione
-
Ripetè
,
come
eco
,
il
duce
nostro
!
-
Ma
non
so
-
Riprese
il
capo
stazione
-
no
so
,
se
ci
potranno
arrivare
,
se
le
linee
saranno
libere
...
tante
volte
i
Prussiani
...
sono
così
accidentati
quei
soldatacci
di
Bismark
!
-
Eh
!
non
importa
...
noi
si
va
.
-
Faccian
loro
!
-
Arrivederlo
e
stia
bene
!
-
E
tutti
via
di
corsa
in
un
treno
che
era
lì
pronto
.
-
Ma
dove
vanno
,
dove
vanno
signori
?
-
Gridava
con
tuono
di
raccomandazione
quella
povera
vittima
dell
'
ignoranza
del
tenente
e
dei
nostri
capricci
-
Quel
treno
lì
va
a
Marsiglia
:
montino
in
quell
'
altro
!
-
Sanno
,
cosa
è
-
Proferì
stizzosamente
allora
il
nostro
accompagnatore
-
io
con
loro
non
ci
voglio
star
più
,
e
me
ne
lavo
le
mani
fino
da
questa
momento
:
ecco
la
loro
paga
.
Nessuno
protestò
;
nessuno
scongiurò
il
tenente
a
ritirare
quello
che
aveva
detto
;
ma
egli
,
dopo
averci
dato
un
franco
a
testa
,
montò
per
il
primo
in
un
vagone
di
prima
classe
,
mentre
noi
fummo
di
nuovo
pigiati
in
una
di
quelle
gabbie
che
a
vederle
sembrano
molto
più
atte
a
ricettar
delle
bestie
che
dei
Cristiani
...
o
degli
Ebrei
.
Il
benefico
Morfeo
,
ausiliato
potentemente
dalla
fatica
e
dallo
strapazzo
che
ci
avevano
martoriati
in
quei
giorni
,
scosse
i
suoi
papaveri
intorno
a
noi
,
che
ci
addormentammo
saporitamente
.
Con
qual
voluttà
si
dormiva
!
non
il
più
piccolo
sogno
,
nè
piacevole
nè
triste
,
veniva
a
turbare
la
nostra
quiete
di
morte
:
come
si
deve
esser
felici
,
quando
siam
morti
!
Non
sentire
,
non
vedere
più
nulla
,
esser
nulla
...
ecco
quello
che
devono
anelare
le
anime
generose
,
trambasciate
,
sbattute
in
quest
'
orrenda
burrasca
del
mondo
,
dove
giungono
a
salvamento
solamente
gli
ipocriti
e
i
vili
.
Un
urtone
rompe
l
'
incanto
di
quella
calma
.
Che
è
?
Siamo
giunti
a
Tournus
:
sono
le
nove
e
bisogna
trattenersi
fino
alle
due
.
Meno
male
che
troveremo
qualche
caffè
,
qualche
bettola
,
pensammo
tra
noi
e
forse
potremo
anche
riposare
su
coltri
più
o
meno
sprimacciate
quattro
ore
.
«
Chi
mi
darà
la
voce
e
la
parola
,
»
Per
stimmatizzare
degnamente
questo
iniquo
paesucolo
,
in
cui
ci
faceva
capitare
la
nostra
malvagia
fortuna
.
Io
consacro
Tournus
all
'
esecrazione
di
tutta
la
gente
per
bene
;
io
auguro
ai
di
lei
cittadini
che
il
naso
ghiacci
loro
,
come
ci
si
era
ghiacciato
a
noi
quella
sera
.
La
camera
dei
deputati
quando
parla
Michelini
è
il
luogo
più
popolato
del
mondo
appetto
a
Tournus
:
noi
non
ponemmo
vedere
un
abitante
;
picchiammo
a
due
o
tre
osterie
,
non
ci
vollero
rispondere
:
tirammo
pedate
da
orbi
alle
porte
,
vennero
i
gendarmi
a
pregarci
gentilmente
che
si
smettesse
;
non
un
caffè
aperto
,
non
una
finestra
illuminata
,
non
il
minimo
indizio
di
vita
.
Persino
l
'
orologio
del
campanile
della
chiesa
.
maggiore
era
fermo
e
segnava
le
sette
.
Nel
mentre
che
noi
avevamo
dormito
in
vagone
,
la
neve
era
cominciata
a
cadere
ed
ora
ricopriva
col
suo
bianco
lenzuolo
tutte
le
circostanti
pianure
;
il
freddo
,
il
malessere
in
cui
uno
si
trova
quando
viene
svegliato
di
soprassalto
,
il
desio
intenso
di
bere
che
ci
accompagnava
,
come
l
'
angelo
custode
accompagna
un
cattolicone
di
quelli
coi
fiocchi
,
ci
avevano
procreato
un
'
arsione
,
come
se
si
fosse
attraversato
il
deserto
;
e
anelavamo
un
centellino
di
vino
,
come
in
circostanze
normali
si
anelerebbe
un
milione
.
I
cittadini
di
Tournus
non
dovevano
aver
molto
in
pratica
l
'
Evangelo
;
battete
e
vi
sarà
aperto
,
diceva
il
divino
maestro
,
e
noi
battemmo
colle
mani
,
coi
piedi
,
colle
mazze
:
battemmo
ovunque
eravi
un
'
insegna
d
'
albergo
e
di
trattoria
,
nessuno
ci
rispose
:
in
qualche
casa
si
sentiva
metter
la
spranga
.
Tornammo
tutti
sconsolati
alla
stazione
:
la
trovammo
piena
di
gente
sdraiata
,
che
cantava
in
coro
una
litania
d
'
invettive
all
'
indirizzo
di
questo
sconsacrato
paese
.
-
Ma
non
vi
è
un
Restaurant
?
-
Domandammo
a
una
guardia
.
-
Una
volta
ci
era
...
-
Ed
ora
!
-
Lo
chiusero
al
principiar
della
guerra
!
-
E
per
bere
come
si
potrebbe
fare
?
-
Uhm
!
...
Guardino
là
ci
è
una
vivandiera
.
Guardammo
verso
il
punto
che
ci
accennava
quell
'
uomo
e
vedemmo
difatti
un
pezzo
di
ciccia
del
peso
di
un
centinaio
di
chilogrammi
:
quest
'
informe
ammasso
di
carne
in
sottanina
e
cappello
con
piume
,
ci
sembrò
bella
come
un
angelo
,
come
l
'
Angelo
che
insegnò
alla
povera
Agar
la
benefica
polla
che
doveva
rinfrancare
di
spirito
e
di
vita
l
'
assetato
Ismaele
.
Le
chiedemmo
da
bere
...
-
Non
ce
ne
ho
che
pochi
bicchierini
...
ma
sono
per
quelli
della
mia
compagnia
.
-
Va
benissimo
!
...
Borbottammo
noi
,
emettendo
un
sospiro
,
che
non
poteva
sembrare
enigmatico
a
chicchessia
!
-
Meno
male
che
poco
ci
abbiamo
da
attendere
!
-
Esclamò
uno
di
noi
.
Aveva
appena
terminato
di
dirlo
,
quando
venne
una
guardia
e
coll
'
accento
più
naturale
del
mondo
ebbe
il
coraggio
di
dirci
:
Il
treno
di
Lione
è
in
ritardo
,
bisognerà
che
aspettino
altre
due
ore
.
Noi
eravamo
prostrati
...
Andammo
alla
pompa
che
è
lì
a
pochi
passi
per
rinfrescare
la
macchina
:
uno
si
mise
a
tirare
come
un
facchino
e
gli
altri
bevettero
,
bevettero
con
rabbia
,
quasi
per
protestare
che
,
se
la
fortuna
ci
era
avara
di
vino
e
di
liquori
,
essi
se
la
ridevano
di
lei
e
gliela
facevano
in
barba
.
Poi
si
andò
nel
magazzino
,
ci
sdraiammo
alla
meglio
su
certi
cassoni
che
vi
erano
e
sonnacchiammo
malamente
quelle
maledettissime
due
ore
.
Il
fischio
della
locomitiva
ci
richiamò
a
noi
stessi
e
dopo
pochi
minuti
eravamo
tutti
al
nostro
posto
.
Già
da
vario
tempo
avevo
cominciato
a
inebriarmi
delle
mille
fantasmagorie
che
sogliono
produrre
i
beati
momenti
del
dormiveglia
,
quando
il
treno
si
fermò
;
e
vidi
baluginare
dentro
il
nostro
vagone
,
all
'
incerto
chiarore
del
lumicino
,
due
fisonomie
eteree
,
due
di
quelle
fisonomie
che
ti
strappano
di
bocca
un
grido
di
ammirazione
,
tanto
le
ti
sembrano
sovrumane
:
senza
trarre
il
respiro
,
io
le
contemplava
estatico
e
pensavo
che
seguitasse
una
di
quelle
belle
visioni
che
tanto
mi
avevano
entusiasmata
la
testa
,
pochi
momenti
innanzi
:
ma
quale
non
fu
la
mia
meraviglia
,
allorché
io
sentii
posarmi
sulle
spalle
una
manina
gentile
,
allorché
un
alito
profumato
mi
carezzò
dolcemente
la
faccia
?
-
Ma
è
egli
vero
quello
che
si
svolge
davanti
a
me
?
-
Riflettevo
,
quando
una
vocina
simpatica
,
che
mi
s
'
insinuava
proprio
nel
cuore
,
mi
rivolse
queste
parole
:
-
Tenete
...
Voi
dovete
averne
bisogno
.
E
del
pane
,
del
salame
e
una
bottiglia
di
vino
generoso
furono
lasciate
a
nostra
disposizione
da
quelle
simpatiche
fate
.
Eravamo
arrivati
a
Macon
,
e
le
signore
addette
all
'
uffizio
del
soccorso
ai
feriti
,
portavano
,
come
d
'
ordinario
,
qualchecosa
per
ristorare
i
soldati
di
passaggio
.
Erano
le
sei
della
mattina
:
faceva
un
freddo
tremendo
,
persino
i
vecchi
soldati
,
imbacuccati
fino
alla
punta
del
naso
,
sbraitavano
contro
una
stagione
sì
perfida
,
e
quelle
donne
,
e
quelle
signorine
erano
là
da
tutta
la
notte
,
portavano
quell
'
immensi
canestri
con
una
disinvoltura
e
con
una
grazia
che
forse
si
vede
adoprare
da
chi
porta
un
mazzo
di
fiori
:
gelavano
dal
freddo
,
ma
pure
sorridevano
:
morivano
dal
sonno
,
ma
pure
avevano
una
parola
di
conforto
,
una
di
speranza
per
noi
.
Ah
!
La
donna
!
..
I
miei
lettori
avranno
osservato
che
io
non
l
'
ho
punto
risparmiata
ai
Francesi
,
che
io
ho
detto
di
loro
tutto
quello
che
sentivo
,
che
ho
esposto
alla
libera
le
mie
impressioni
sul
loro
contegno
,
e
che
l
'
ho
chiamati
degeneri
,
corrotti
,
indegni
della
fama
che
si
erano
scroccati
in
Europa
,
ma
in
quanto
alle
donne
bisogna
convenire
,
che
avevano
tutta
l
'
abnegazione
,
tutti
i
riguardi
,
tutte
le
doti
,
tutte
le
delicatezze
di
una
madre
,
e
tutto
il
coraggio
delle
donne
spartane
:
coraggio
che
le
ha
spinte
a
curare
in
prima
fila
i
feriti
,
e
che
poi
ha
fatto
loro
incontrare
la
morte
sulle
barricate
,
quando
Thiers
ha
iniquamente
schiacciato
e
soffocato
nel
sangue
la
generosa
Parigi
.
Ah
!
non
si
chiamino
utopie
gli
sforzi
generosi
di
certi
publicisti
che
vogliono
collocare
la
donna
nel
posto
che
le
si
spetta
:
le
donne
hanno
già
fatto
abbastanza
per
mostrarsene
degne
,
che
anzi
alla
prova
io
le
ho
vedute
riuscir
sempre
a
mille
doppi
dell
'
uomo
.
Questo
avvenimento
,
così
inopinato
,
mi
riconciliò
lì
per
lì
colla
Francia
,
con
me
,
con
la
sorte
:
ringraziai
alla
peggio
quelle
vezzose
signore
e
mi
misi
a
mangiare
con
un
'
appetito
da
cointeressato
.
Ci
si
mosse
quasi
subito
:
i
volontari
salutarono
con
applausi
fregorosi
quella
città
che
si
era
mostrata
tanto
ospitale
con
noi
.
Intanto
albeggiava
;
la
giornata
almeno
per
quello
che
se
ne
poteva
preconizzare
doveva
essere
uggiosissima
:
il
cielo
pareva
di
piombo
,
la
terra
era
coperta
di
neve
,
grossi
stormi
di
corvi
alleggiavano
per
quei
dintorni
.
Sulla
spianata
di
Baune
io
vidi
un
corazziere
in
alta
tenuta
,
ritto
,
stecchito
al
piede
di
un
albero
.
Gli
enormi
cipressi
,
tutti
nevicati
fuori
che
in
punta
,
dove
tuttora
mostravansi
verdi
cupi
,
mi
sembravano
tanti
scheletri
giganteschi
col
morione
delle
vecchie
guardie
i
quali
ghignando
sbirciassero
quello
omuncolo
coperto
di
ferro
e
che
in
faccia
a
loro
stava
nella
medesima
proporzione
di
un
granello
di
rena
a
una
piramide
dei
Faraoni
.
Dopo
un
'
ora
ci
si
fermava
e
questa
volta
ci
si
fermava
definitivamente
.
Per
somma
ventura
di
quei
dieci
o
dodici
lettori
che
hanno
avuto
la
più
che
cristiana
pazienza
di
seguirmi
fin
qui
,
noi
eravamo
giunti
a
Digione
,
a
quella
Digione
che
poco
dopo
doveva
illustrare
il
sangue
di
tanti
prodi
Italiani
e
che
allora
ci
appariva
in
mezzo
alla
nebbia
coi
suoi
gotici
campanili
,
colla
sua
semplice
guglia
di
San
Benigno
,
come
apparisce
un
'
Oasi
a
chi
si
è
sperso
nell
'
ampio
deserto
,
come
apparisce
la
meta
allo
stanco
auriga
che
già
comincia
a
disperar
del
trionfo
.
La
stazione
era
ingombra
di
cannoni
,
di
casse
,
dell
'
ambulanza
,
di
bagagli
di
tutte
le
dimensioni
che
appartenevano
alle
truppe
ed
ai
battaglioni
che
di
poco
ci
avevano
preceduto
.
Due
o
tre
sentinelle
di
guardie
mobili
passeggiavano
per
lungo
sull
'
ambulatorio
,
facendo
sfoggio
di
una
prosopopea
,
che
te
li
avrebbe
fatti
gabellare
per
eroi
;
d
'
altronde
eravamo
in
prima
linea
,
e
quando
il
nemico
non
attacca
,
ci
si
può
prendere
la
scesa
di
testa
di
farla
da
gente
feroce
e
terribile
,
-
In
rango
-
Gridò
il
nostro
ufficiale
con
una
voce
da
baritono
molto
sfogata
,
e
sfoderando
per
la
prima
volta
la
Durlindana
.
Questo
movimento
in
altre
circostanze
ci
avrebbe
fatti
scompisciare
dalle
risa
:
in
quel
momento
eravamo
troppo
felici
per
aver
raggiunto
lo
scopo
delle
nostre
fatiche
,
e
dei
nostri
dolori
,
per
poter
nemmeno
prestare
attenzione
a
questa
spacconata
.
Per
quattro
fianco
destro
,
avanti
marchs
!
E
mettendoci
alla
peggio
per
quattro
,
escimmo
dalla
stazione
dietro
all
'
ardente
condottiero
,
infilammo
il
viale
dei
Platani
che
vi
conduce
,
e
passando
di
sotto
all
'
Arco
che
fu
inalzato
ad
onore
dello
strenuisissimo
Principe
di
Condè
,
entrammo
nel
capoluogo
delle
Côte
d
'
Or
.
CAPITOLO
VIII
.
Traversammo
la
città
e
nella
nostra
traversata
non
ci
fu
dato
vedere
alcuno
amico
,
nè
tampoco
alcuno
che
rivestisse
la
divisa
di
Garibaldino
;
in
quell
'
ora
così
mattinale
,
i
componenti
dell
'
Armata
dei
Vosgi
,
o
erano
occupati
in
recognizioni
ed
esercizi
,
oppure
se
la
dormivano
saporitamente
.
Felici
questi
ultimi
...
noi
cascavamo
dal
sonno
!
ci
portarono
al
quartier
generale
che
era
proprio
in
fondo
della
città
al
lato
opposto
della
ferrovia
;
il
generale
Garibaldi
abitava
il
palazzo
della
prefettura
,
dove
erano
stati
anche
impiantati
gli
uffizi
dello
stato
maggiore
.
Vedemmo
alla
porta
in
fazione
un
carabiniere
genovese
ed
una
guardia
nazionale
.
Il
rivedere
la
simpatica
camicia
rossa
,
ci
fece
nascere
in
cuore
un
'
emozione
dolcissima
;
i
nostri
timori
di
non
arrivare
in
tempo
eransi
dileguati
:
entrammo
nel
cortile
ilari
,
e
svelti
,
proprio
come
se
uscissimo
allora
da
un
morbido
letto
.
Il
tenente
andò
a
prendere
ordini
;
poco
dopo
tornò
e
ci
disse
:
Loro
possono
andare
per
la
città
:
per
ora
non
è
stata
data
alcuna
disposizione
per
loro
;
a
mezzogiorno
sulla
piazza
delle
Mairie
io
farò
le
paghe
:
Dopo
queste
poche
parole
,
se
ne
andarono
tutti
,
e
si
stava
per
andarsene
anche
noi
dell
'
esigua
combriccola
,
che
si
era
mossa
da
Firenze
,
quando
ci
sentimmo
chiamare
su
di
verso
il
terrazzo
e
avemmo
appena
tempo
di
voltarci
che
si
era
abbracciati
e
baciati
...
-
Ne
eravamo
sicuri
!
-
Credevamo
dì
trovarvi
quassù
.
Guardammo
e
vedemmo
il
Piccini
e
lo
Stefani
già
vestiti
da
Garibaldini
,
che
ci
salutavano
così
affettuosamente
.
-
O
Rossi
?
...
Domandammo
noi
altri
.
-
Rossi
è
a
lavorare
...
Riatta
tutti
i
fucili
della
compagnia
...
Lo
vedremo
più
tardi
!
-
O
come
mai
siete
arrivati
a
raggiunger
Garibaldi
?
-
È
una
cosa
lunga
!
-
Allora
ne
riparleremo
stasera
,
perché
noi
si
ha
un
'
appetito
birbone
,
e
si
ha
una
voglia
di
dormire
grandissima
.
-
Per
dormire
non
ci
è
bisogno
d
'
andare
all
'
albergo
.
-
Davvero
?
-
Sicuro
!
..
Venite
con
noi
dal
mair
ed
avrete
un
biglietto
d
'
alloggio
...
qui
in
Francia
,
in
tempo
di
guerra
,
i
militari
hanno
questo
diritto
.
-
Evviva
la
Francia
!
..
Gridammo
noi
,
sedotti
ed
entusiasmati
dall
'
idea
di
non
spendere
quei
pochi
piccioli
che
ci
erano
rimasti
,
onde
procurarci
una
stanza
.
-
Venite
dunque
con
me
-
Disse
il
Piccini
e
tutti
noi
lo
seguimmo
verso
la
piazza
maggiore
della
città
.
Durante
il
nostro
tragitto
cominciammo
a
farci
un
idea
del
corpo
d
'
armata
che
era
stato
affidato
all
'
eroe
dei
due
mondi
;
vedemmo
i
Franchi
tiratori
,
i
Mobilitati
,
gli
Spagnoli
,
la
Croce
di
Nizza
,
le
Guide
:
i
costumi
,
gli
abbigliamenti
di
questi
giovani
soldati
della
libertà
,
formavano
un
contrasto
così
bizzarramente
artistico
,
che
ti
faceva
credere
di
essere
in
un
mondo
nuovo
,
in
un
mondo
variato
;
ad
ogni
cantonata
tu
vedevi
un
nuovo
vestiario
:
pareva
quasi
di
avere
in
faccia
agli
occhi
un
caleidiscopio
continuo
;
chi
aveva
in
cuore
un
po
'
di
sentimento
di
artista
,
lo
si
poteva
facilmente
conoscere
dal
modo
con
cui
portava
le
piume
al
cappello
e
la
svelta
casacca
;
una
collezione
di
penne
di
tutte
le
qualità
;
dall
'
aristocraticissima
penna
di
pavone
,
alla
plebea
di
gallina
,
che
forse
rammentava
un
allungamento
di
mano
non
permesso
dal
Codice
,
tu
vedevi
brillare
sui
cappelli
di
questi
amabili
matti
,
ogni
specie
di
questi
arnesi
indispensabili
agli
animali
che
s
'
elevano
dal
suolo
.
I
Franchi
Tiratori
ci
offrivano
l
'
esattissima
riproduzione
dei
volontari
Italiani
del
1860
e
del
1866;
tra
loro
spiccavano
delle
distintissime
fisonomie
:
tra
loro
figurava
in
mezzo
ai
figli
della
montagna
l
'
artista
,
in
mezzo
all
'
uomo
del
lavoro
abbronzato
dal
fumo
dell
'
officine
,
il
generoso
milionaro
abbronzato
dal
sole
:
tutti
erano
rappresentati
in
quelle
file
,
che
lo
spirito
potente
dell
'
amore
di
libertà
affratella
nel
momento
supremo
,
in
cui
questa
libertà
versa
in
pericolo
,
coloro
che
sentono
rispondere
generosamente
il
loro
cuore
all
'
appello
dei
santi
principii
,
che
saranno
il
Vangelo
dell
'
Umanità
.
Una
tal
vista
rallegrò
i
nostri
spiriti
:
il
sonno
si
era
dileguato
,
si
era
dileguato
lo
strapazzo
,
si
era
dileguata
la
fame
.
O
divini
entusiasmi
di
colui
che
affronta
la
morte
per
un
'
idea
generosa
,
perché
siete
svaniti
,
e
così
presto
svaniti
?
..
Siamo
forse
diventati
vecchi
in
due
mesi
?
..
Le
nostre
fibre
non
si
commuovono
forse
tuttora
alla
corrente
magnetica
,
che
infonde
le
voce
del
dovere
,
della
patria
,
della
società
conculcata
?
Chi
sa
....
L
'
atonia
in
cui
viviamo
ci
ripiomba
in
uno
scetticismo
che
voglio
credere
temporaneo
...
Tornino
i
giorni
felici
,
torni
il
santo
momento
di
una
rivoluzione
,
e
scettici
o
no
,
ci
troveremo
al
nostro
posto
!
Utilizzare
la
vita
a
prò
di
chi
langue
:
ecco
quale
deve
essere
in
tanta
tristezza
di
tempi
,
il
programma
per
chi
ha
cuore
e
coscienza
.
Andammo
alla
Mairie
e
volendo
render
meno
dura
che
fosse
possibile
la
situazione
,
che
ci
si
preparava
,
approfittandoci
dei
nosti
abiti
cittadineschi
,
demmo
a
bere
all
'
impiegato
che
eravamo
ufficiali
,
e
ci
fu
sul
tamburo
steso
un
biglietto
d
'
alloggio
per
uno
dei
primari
palazzi
di
Digione
,
nientemeno
che
il
palazzo
de
Beverant
.
Qui
fummo
accolti
gentilissimamente
da
una
vecchia
signora
,
che
ci
condusse
in
un
magnifico
appartamento
e
c
'
insegnò
uno
stanzino
tutto
pieno
di
legna
,
dicendoci
che
con
quel
freddo
ci
avrebbero
fatto
assai
comodo
!
Eppoi
la
simpatica
vecchia
si
intrattenne
con
noi
in
amichevole
conversazione
;
la
ci
disse
le
cose
le
più
gentili
,
ci
salutò
come
gli
angioli
salvatori
di
quel
disgraziato
paese
...
E
i
nostri
buoni
governanti
d
'
Italia
che
ci
riguardavano
come
diavoli
,
ed
i
malvoni
che
ci
tenevano
a
rispettosa
.
distanza
,
che
ci
gabellavano
per
scavezzacolli
,
per
beceri
,
per
intrattabili
?
..
Proprio
il
caso
da
dire
nemo
propheta
in
patria
,
e
se
i
benigni
nostri
avversarii
avessero
udito
le
gentili
proteste
a
nostro
riguardo
indirizzateci
da
quella
donna
,
appartenente
alla
più
pura
aristocrazia
della
Francia
,
scommetto
la
testa
che
alla
lor
volta
sarebbero
divenuti
frementi
.
L
'
ospite
nostra
ci
ragguagliò
su
certe
prodezze
che
avevano
commesso
i
soldati
di
re
Guglielmo
nella
prima
occupazione
della
città
;
il
comando
generale
gliene
aveva
messi
in
palazzo
cinquantasei
:
e
tutti
spadroneggiavano
peggio
che
se
fossero
in
una
caserma
;
accendevano
il
fuoco
e
facevano
da
cucina
nelle
magnifiche
camere
;
avevan
ridotto
il
giardino
a
maneggio
per
i
cavalli
:
pretendevano
le
legna
,
e
qualche
giorno
persino
il
vino
e
la
carne
.
L
'
amor
nazionale
avrà
forse
fatto
esagerare
un
poco
quella
signora
,
ma
è
un
fatto
che
molti
tra
i
soldati
della
grazia
di
Dio
ne
fecero
di
quelle
di
pelle
di
becco
,
a
detta
di
tutti
;
tutti
però
concordavano
nell
'
affermare
,
che
questa
gente
,
la
quale
dicerto
non
era
stata
restia
nel
far
pompa
di
prepotenza
verso
il
popolo
inerme
,
era
rispettosissima
,
educatissima
verso
il
sesso
gentile
.
Sapemmo
anche
per
mezzo
della
nostra
interlocutrice
,
quanto
fu
lo
spavento
da
cui
fu
colto
il
generale
Werder
,
quando
Garibaldi
tentò
di
sorprenderlo
la
sera
del
26
novembre
:
tutti
i
cariaggi
erano
stati
preparati
,
tutte
le
disposizioni
per
una
ritirata
erano
state
ordinate
in
men
che
si
dice
;
i
soldati
avevan
fatto
fagotto
:
i
battaglioni
di
riserva
erano
adunati
nelle
piazze
,
e
di
momento
in
momento
altro
non
si
attendeva
che
l
'
ordine
della
partenza
.
La
signora
ci
rese
informati
di
un
episodio
,
che
poi
ci
fu
dato
raccogliere
anche
da
tutti
gli
altri
cittadini
che
avvicinammo
;
episodio
ben
meschino
a
paragone
di
quelli
che
si
svolsero
in
quel
maraviglioso
periodo
di
storia
che
farà
stupire
i
nostri
posteri
,
ma
che
ci
si
dava
come
ragione
principale
dello
sgombro
della
città
da
parte
dei
soldati
Germanici
.
Io
credo
però
che
quello
che
ci
si
raccontava
,
come
verità
indiscutibile
,
non
fosse
altro
che
una
di
quelle
storielle
,
che
nascono
non
si
sa
come
,
che
si
propagano
con
facilità
straordinaria
in
un
momento
in
cui
una
nazione
ha
perso
la
bussola
,
ma
che
cadon
di
subito
di
faccia
alle
riflessioni
che
può
ispirare
il
più
volgare
buon
senso
.
Secondo
questi
discorsi
il
buon
Werder
,
che
è
un
cattolicone
coi
fiocchi
,
uno
di
quei
cattolici
per
cui
il
regno
dei
cieli
è
spalancato
come
per
tutti
i
poveri
di
spirito
,
dopo
un
lungo
colloquio
che
aveva
avuto
col
vescovo
di
Djon
,
degno
servo
dì
Dio
,
avrebbe
preso
le
sue
carabattole
e
cheto
come
un
olio
,
spaventato
dalle
minaccie
dei
fulmini
dell
'
ira
divina
aveva
trasferito
le
sue
tende
ben
lontano
da
quella
città
,
dove
sarebbe
piovuto
acqua
bollente
se
egli
si
fosse
piccato
di
continuare
un
occupazione
in
odio
alle
tremende
divinità
che
reggono
il
mondo
.
Le
frequenti
visite
che
il
generale
Badese
con
un
unzione
veramente
apostolica
faceva
al
vescovo
,
l
'
intimità
più
che
fraterna
che
esisteva
tra
questi
due
personaggi
,
il
patriottismo
ben
noto
del
pastore
che
aveva
sotto
la
sua
tutela
i
buoni
abitanti
delle
Côte
d
'
Or
furono
dicerto
la
ragione
precipua
per
cui
nacquero
e
presero
voga
queste
chiacchiere
di
nessuna
entità
.
Io
non
posso
credere
che
un
capo
di
stato
maggiore
,
reputatissimo
come
è
il
signor
Moltk
,
possa
ritenere
ai
suoi
ordini
un
sagrestano
che
si
lascia
imbecherare
dalle
fandonie
impossibili
di
un
porporato
qualunque
.
Dopo
aver
bevuto
dell
'
eccellente
Wermuth
,
lasciammo
il
palazzo
,
che
cominciavamo
a
riguardar
come
nostro
,
e
rientrammo
in
quelle
strade
,
dove
un
continuo
viavai
di
soldati
,
di
cavalieri
,
di
carri
,
d
'
artiglierie
produceva
un
chiasso
,
una
confusione
che
c
'
inebriava
,
mentre
avrebbe
fatto
venire
un
'
emicrania
solenne
al
pacifico
e
ben
pasciuto
gaudente
,
che
per
caso
si
fosse
trovato
lassù
.
Arrivati
appena
nella
rue
Condé
,
via
principale
della
città
,
degli
applausi
entusiastici
ci
colpiron
gli
orecchi
;
poi
un
correre
concitato
di
ragazzi
e
di
donne
;
uno
spalancarsi
di
finestre
;
un
'
affollarsi
repente
lungo
i
marciapiedi
,
ed
un
gridìo
unanime
,
pieno
,
che
ci
produsse
immediatamente
una
commozione
indicibile
.
Vive
Galibardi
(
!
)
Vìve
le
premier
defenseur
de
la
France
.
Il
primo
soldato
della
libertà
dei
popoli
passava
per
quella
strada
,
ed
il
popolo
che
in
tutto
il
mondo
fa
sempre
sentire
la
generosa
sua
voce
in
favore
dei
generosi
che
alla
libertà
dedicano
la
loro
intiera
esistenza
,
accoglieva
come
si
conveniva
,
ben
differente
dai
grandi
del
mondo
che
dispregiano
sempre
,
chi
è
grande
davvero
.
Garibaldi
!
...
Chi
può
rammentare
questo
nome
,
chi
le
gesta
famose
dell
'
eroe
divenuto
già
leggendario
,
senza
sentirsi
dì
subito
rapito
in
una
commozione
divina
?
...
Eccolo
là
,
questo
vecchio
figlio
della
rivoluzione
,
sempre
giovine
quando
si
tratta
di
rispondere
ai
di
lei
magnanimi
appelli
!
Eccolo
là
quell
'
uomo
,
che
nel
suo
splendido
passato
dall
'
ultima
Montevideo
alla
vicina
Mentana
è
stato
sempre
in
prima
fila
per
la
causa
divina
dell
'
Umanità
!
...
A
che
mi
si
rammentano
i
grandi
,
a
che
mi
si
rammentano
gli
eroi
?
Pari
al
sole
che
quando
sorge
col
suo
Oceano
di
luce
fa
oscurare
le
stelle
,
quest
'
uomo
ha
fatto
oscurare
la
fama
di
tutti
quelli
che
lo
precessero
.
I
posteri
lo
crederanno
un
mito
:
perché
la
fortuna
ha
dato
a
questi
tempi
un
Garibaldi
,
quando
non
ci
ha
dato
un
Plutarco
per
rammentarne
degnamente
le
gesta
?
Ma
i
buoni
popolani
son
pronti
a
rammentarlo
degnamente
ai
lor
figli
,
ad
insegnar
loro
a
venerarlo
come
quelli
da
cui
dipende
la
felicità
,
l
'
avvenire
di
quelli
che
soffrono
!
Io
per
me
,
le
poche
volte
che
mi
è
stato
dato
incontrarlo
mi
son
sentito
le
lacrime
agli
occhi
ed
egli
mi
è
trasvolato
davanti
come
un
eroe
dei
tempi
sublimi
,
in
cui
i
Cincinnati
e
i
Fabbrizi
lasciavano
la
spada
dopo
aver
salvato
la
patria
,
per
tornare
alle
glebe
natie
,
O
alle
officine
rese
sacre
dal
sudore
di
quelli
operai
,
che
veramente
erano
grandi
per
il
lavoro
e
per
la
virtù
cittadina
.
Benedetto
da
tutti
quelli
che
amano
;
implorato
,
come
una
speme
da
tutti
quegli
che
soffrono
;
terribile
ai
tiranni
;
sempre
presente
agli
schiavi
;
invano
tenteranno
d
'
abbatterlo
i
Giuda
politici
,
che
si
inspirano
ai
fondi
segreti
del
ministero
,
mai
alle
azioni
generose
.
Il
Generale
era
in
carrozza
con
l
'
indivisibile
Basso
;
ambedue
erano
vestiti
in
borghese
:
Garibaldi
aveva
un
cappello
alla
calabrese
bigio
ed
il
punch
che
sempre
lo
ho
accompagnato
in
tutte
le
campagne
;
dietro
alla
carrozza
venivano
a
cavallo
il
maggiore
Fontana
dello
stato
maggiore
,
e
il
capitano
Galeazzi
delle
Guide
,
aiutante
di
campo
.
Il
Generale
sorrideva
a
quei
popolani
che
l
'
applaudivano
con
tanto
entusiasmo
,
e
li
salutava
gentilmente
con
le
mani
.
Il
popolo
di
Digione
accompagnava
sempre
con
dimostrazioni
d
'
affetto
il
Generale
,
e
quello
che
si
vedeva
,
si
doveva
d
'
ora
in
là
ripetere
ogni
giorno
davanti
ai
nostri
occhi
.
Poco
dopo
che
noi
ci
eravamo
commossi
ad
un
tale
spettacolo
,
dovevamo
esser
sorpresi
da
un
'
incontro
non
meno
gradito
di
quello
del
nostro
Generale
.
Trovammo
Rossi
,
nostro
compagno
sul
Var
,
uno
di
quei
pochi
Fiorentini
,
che
sempre
fedeli
al
principio
Repubblicano
,
avevano
subito
gli
oltraggi
dei
giornali
dello
sbruffo
,
e
l
'
ire
delle
questura
,
e
che
ora
,
coerenti
al
proprio
principio
,
dopo
mille
peripezie
,
che
più
tardi
racconterò
ai
miei
lettori
,
era
pervenuto
a
raggiungere
gli
stendardi
della
,
libertà
e
della
emancipazione
sociale
.
Il
Rossi
era
ingrassato
in
una
tal
maniera
,
che
noi
durammo
fatica
a
riconoscerlo
:
sembrava
più
un
Domenicano
che
un
Garibaldino
;
gli
si
leggeva
in
volto
la
contentezza
dell
'
uomo
che
dopo
tante
fatiche
,
ha
potuto
raggiungere
uno
scopo
per
tanto
tempo
da
lui
vagheggiato
.
Andammo
tutti
insieme
a
pranzo
:
lì
sapemmo
a
un
'
incirca
tutto
l
'
andamento
preciso
dell
'
Armata
dei
Vosgi
:
questo
mucchio
di
uomini
,
abbastanza
omeopatico
,
a
cui
superbamente
si
regalava
il
titolo
d
'
armata
,
era
allora
diviso
in
quattro
brigate
:
la
prima
sotto
il
comando
del
generale
Bossak
,
aveva
il
suo
quartier
generale
a
Fontaine
,
paesetto
,
a
circa
due
kilometri
di
distanza
da
Digione
:
la
seconda
,
anticamente
comandata
da
Delpeche
,
ed
ora
comandata
dal
Lobbia
,
si
era
avviata
verso
Langres
,
e
non
si
sapevano
notizie
precise
sul
di
lei
conto
:
la
terza
,
generale
Menotti
,
era
a
Talant
,
e
ne
formavano
parte
le
due
legioni
italiane
sotto
gli
ordini
di
Tanara
e
Ravelli
:
Ricciotti
con
la
quarta
brigata
era
dalle
parte
di
Poully
,
lato
Nord
Est
della
città
.
Le
traversie
che
ebbero
a
subire
Rossi
e
Piccini
,
Squaglia
e
Baldassini
per
giungere
in
Francia
,
ci
furono
raccontate
a
quel
desinare
e
meritano
,
credo
,
l
'
attenzione
dei
lettori
,
se
non
altro
perché
questo
serva
ad
assicurarli
del
come
,
quando
si
nutrono
certe
idee
,
si
affronta
qualunque
pericolo
da
quel
partito
che
i
troculenti
avversarii
,
hanno
osato
qualificare
per
gente
che
non
ha
nulla
da
perdere
e
che
si
pasce
solamente
di
trambusti
perché
in
questi
ci
è
da
pescare
nel
torbido
,
Rossi
e
gli
altri
,
dopo
il
nostro
arresto
restarono
in
Livorno
e
giungendo
ad
eludere
quell
'
oculatissima
pulizia
,
poterono
giungere
al
momento
bramato
di
imbarcarsi
su
una
piccola
barca
,
colla
quale
si
accingevano
a
intraprendere
una
traversata
che
mette
in
pensiero
l
'
indolente
e
pacifico
borghese
che
deve
farla
in
piroscafo
.
Perseguitati
dalla
polizia
che
non
si
ristava
un
momento
da
pedinarli
,
con
un
tempo
indiavolato
essi
poterono
imbarcarsi
verso
mezzanotte
,
due
miglia
lontani
da
Livorno
.
Il
mare
metteva
spavento
:
ognuno
potrà
facilmente
rammemorarsi
di
quanto
furono
sconsocrate
le
giornate
che
nell
'
anno
passato
annunciarono
l
'
inverno
;
perfido
il
clima
,
continue
le
pioggie
,
mai
interrotte
le
burrasche
;
ora
mi
si
mettano
otto
o
dieci
persone
sopra
uno
schifo
,
atto
solamente
a
fare
delle
passeggiate
,
eppoi
se
ne
tragga
l
'
unica
conseguenza
possibile
,
e
la
non
può
esser
che
questa
:
i
bravi
giovani
erano
decisi
a
giocare
di
tutto
per
raggiungere
il
loro
scopo
,
e
possedevano
tempra
,
da
reputarsi
più
che
miracolosa
in
questi
tempi
di
unversali
debolezze
e
di
codardia
inesprimibile
.
Certo
che
chiunque
avesse
veduto
quel
piccolo
legno
,
sbattuto
in
mezzo
agli
spaventevoli
cavalloni
,
sempre
a
un
pelo
per
far
cuffia
,
sempre
frisando
gli
scogli
,
sempre
a
pochi
passi
dalla
morte
,
non
poteva
fare
a
meno
di
esser
colpito
da
tanta
sublimità
,
da
tanta
abnegazione
,
da
tanto
coraggio
...
Oh
!
non
mi
si
dica
,
che
ai
dì
d
'
oggi
l
'
antica
virtù
è
un
mito
nel
mondo
...
oh
!
no
...
la
virtù
esiste
:
sarà
a
bella
posta
obliata
;
si
tenterà
di
farla
passare
per
pazzia
,
ma
a
dispetto
di
chi
non
lo
vuole
,
essa
trova
sempre
dei
seguaci
,
dei
seguaci
che
vivono
e
muoiono
ignorati
,
ma
che
sono
anche
troppo
superbi
per
ottenere
tale
oblio
,
nel
secolo
in
cui
i
ciarlatani
di
professione
,
i
codardi
e
colpevoli
servitori
delle
corti
e
del
vizio
sono
portati
in
palma
di
mano
da
una
folla
più
di
loro
codarda
e
colpevole
!
La
virtù
la
vìve
,
ma
per
volerla
rintracciare
,
bisogna
andare
tra
quella
gente
che
è
posta
in
quarantina
dalla
società
degli
uomini
serii
,
bisogna
rintracciarla
nei
bassi
fondi
sociali
,
tra
la
gente
che
soffre
,
lavora
e
muore
di
fame
;
simile
in
tutto
alle
perle
che
non
si
trovano
che
tra
la
melma
.
Il
vento
impetuosissimo
,
i
marosi
che
in
conseguenza
di
questo
avevano
raggiunto
tutto
ciò
che
può
esservi
di
più
orribile
per
il
marinaro
,
l
'
albero
maestro
troncato
costrinsero
i
nostri
giovani
amici
a
fermarsi
a
Vada
,
piccolo
paese
della
Maremma
,
distante
a
dir
molto
mezza
giornata
di
cammino
da
Livorno
.
Attorniati
immediatamente
dai
carabinieri
,
essi
dovettero
ai
sentimenti
generosi
dei
buoni
popolani
di
lassù
,
il
potersi
ridurre
in
salvo
:
si
rifugiarono
diffatti
in
un
'
abbaino
,
alle
cui
finestre
non
erano
imposte
,
nè
vetri
,
e
che
aveva
tanto
basso
il
soffitto
da
costringere
chiunque
v
'
entrasse
,
ad
andarvi
carponi
.
Vi
doverono
star
sette
giorni
:
senza
un
pagliericcio
,
senza
un
brodo
che
loro
ravvivasse
le
forze
già
esauste
;
costretti
a
dormire
,
l
'
uno
l
'
altro
abbracciati
,
per
scongiurare
la
veemenza
del
freddo
Siberico
,
confortandosi
e
prendendo
animo
all
'
idea
del
santissimo
sacrificio
che
per
santissimo
intento
essi
in
quel
mentre
facevano
,
passarono
in
quella
dolorosissima
situazione
degli
istanti
divini
.
Riattato
il
piccolo
navicello
,
essi
a
notte
inoltrata
poteron
ripartire
:
a
bordo
vi
erano
viveri
,
ma
essendo
durato
il
viaggio
per
altri
sedici
giorni
,
i
futuri
difensori
della
repubblica
,
soffrirono
anche
la
fame
ed
arrivarono
sfiniti
,
cascanti
,
dopo
cento
altre
peripezie
a
Bastia
.
Nella
capitale
della
Corsica
,
Rossi
,
Piccini
,
e
i
compagni
,
trovarono
una
perfidissima
accoglienza
:
tutti
ci
dichiararono
umanimemente
che
quegli
abitanti
,
devoti
alla
causa
Napoleonica
,
appena
che
ebbero
odorato
,
che
i
giovinetti
,
sbarcati
dal
quel
navicello
,
stracciati
,
ed
in
cattivissimo
,
stato
,
erano
dei
Garibaldini
,
non
fecero
che
guardarli
in
cagnesco
,
non
risparmiando
loro
certi
atti
villani
,
che
sarebbero
stati
degnamente
rintuzzati
,
se
in
quei
momenti
ragioni
potentissime
non
avessero
consigliato
sangue
freddo
e
prudenza
.
Ricevuti
come
cani
alla
prefettura
,
trattati
,
quasi
come
pazzi
al
comando
di
piazza
,
guardati
con
diffidenza
dal
Mair
,
essi
non
si
perdettero
di
coraggio
e
fiduciosi
nel
proverbio
che
l
'
importuno
vince
l
'
avaro
,
tanto
almanaccarono
,
tanto
scombussolarono
,
usando
ora
buone
maniere
,
ora
sgarbi
,
pregando
e
protestando
,
che
alla
fine
furono
imbarcati
sopra
un
piroscafo
,
e
inviati
a
Marsiglia
,
dove
si
erano
già
costituiti
i
due
celebri
comitati
Garibaldini
.
Credendo
dì
aver
toccato
il
cielo
con
un
dito
,
i
bravi
nostri
amici
salutarono
Marsiglia
,
come
il
fanciullo
che
si
è
perduto
nel
bosco
,
saluta
il
cammino
della
casa
paterna
.
E
furono
accolti
a
braccia
aperte
dal
Comitato
,
ed
i
membri
di
questo
furono
loro
cortesi
d
'
incoraggiamenti
e
di
belle
parole
;
nè
quando
accamparono
il
loro
desiderio
di
partir
prontamente
,
fu
fatta
l
'
obiezione
più
piccola
...
Meno
male
che
la
fortuna
qualche
volta
corona
felicemente
gli
sforzi
di
chi
ha
sofferto
-
Pensavano
i
nostri
,
entusiasmati
..
-
Oh
sì
,
che
la
pensavano
bene
!
Essi
non
erano
giunti
che
alla
prima
stazione
del
Calvario
che
doveva
menare
,
qualcuno
di
loro
alla
morte
,
e
credevano
invece
di
aver
preso
possesso
della
terra
Promessa
.
Frapolli
aveva
in
quell
'
epoca
il
suo
quartier
generale
a
Chambery
,
e
già
stava
instituendo
un
primo
battaglione
di
fanteria
a
Montmèlian
nell
'
estrema
Savoia
.
Là
furono
diretti
i
nostri
amici
,
i
quali
,
non
sapendo
ancora
,
quanto
fosse
discorde
il
celebre
grande
Oriente
della
Massoneria
dai
disegni
del
Generale
,
andarono
alla
loro
destinazione
,
allegri
e
contenti
,
con
la
ferma
convinzione
di
raggiungere
tra
pochi
giorni
,
l
'
invitto
capo
dell
'
armata
dei
Vosgi
.
Arrivati
alle
loro
destinazione
essi
trovarono
tra
i
componenti
del
battaglione
lo
Stefani
,
venuto
via
pochi
giorni
avanti
di
Firenze
.
Quattrocento
giovinetti
erano
già
adunati
,
ma
nessuno
di
loro
aveva
arme
,
nessuno
di
loro
aveva
il
più
piccolo
distintivo
che
potesse
contrassegnarli
,
come
soldati
.
I
superiori
,
si
sfogavano
,
a
rammentare
ogni
giorno
,
che
presto
anche
loro
sarebbero
andati
in
prima
linea
,
e
intanto
esortavano
i
dipendenti
a
fare
delle
esercitazioni
,
le
quali
tutte
,
si
compendiavano
in
gite
di
15
,
16
e
persino
20
chilometri
,
su
quei
monti
,
dove
la
neve
si
alzava
sette
o
otto
metri
dal
suolo
.
I
continui
strapazzi
,
tutti
infruttuosi
,
il
rigido
clima
di
quelle
alpine
ragioni
influirono
maledettamente
sulla
salute
di
quei
poveri
diavoli
di
cui
molti
ne
andarono
allo
spedale
,
mentre
gli
ufficiali
passavano
allegre
serate
,
ravvivati
da
cene
Lucullesche
,
che
il
loro
capo
scroccava
ai
buoni
Massoni
di
quelle
montagne
;
ragione
questa
per
cui
ogni
ufficiale
che
dipendeva
dal
buon
Frapolli
si
faceva
di
subito
iniziare
ai
misteri
della
Massoneria
!
Fu
dato
il
comando
del
battaglione
al
Perla
,
a
quest
'
eroe
che
ora
è
una
delle
più
belle
figure
nel
Panteon
dei
martiri
della
libertà
:
Perla
,
valoroso
soldato
delle
nostre
guerre
dell
'
Indipendenza
,
patriotta
di
romana
virtù
,
comandando
una
frazione
del
microscopico
esercito
del
Frapolli
,
non
si
rese
certamente
complice
dei
bassi
intrighi
del
suo
superiore
,
e
lo
mostrò
chiaramente
quando
tra
i
primi
,
raggiunse
la
legione
del
Garibaldi
tra
cui
doveva
incontrare
così
gloriosamente
la
morte
.
Rossi
,
Piccini
,
Stefani
,
in
ricompensa
di
aver
servito
altre
volte
,
furono
fatti
sergenti
,
ma
il
tempo
passava
(
erano
già
scorse
due
settimane
)
e
ancora
non
si
veniva
a
capo
di
nulla
;
unica
cosa
fatta
,
fu
l
'
abbigliamento
per
i
volontari
:
i
giovani
cominciavano
a
mormorare
:
le
notizie
degli
scontri
che
aveva
sostenuto
Garibaldi
erano
giunte
fin
là
,
e
troppo
repugnava
a
giovine
gente
restare
in
un
deposito
,
mentre
i
fratelli
si
misuravano
coll
'
inimico
e
spargevano
di
nobile
sangue
gli
ubertosi
vigneti
della
Borgogna
.
Tutte
le
sere
in
caserma
succedevano
concitatissime
conversazioni
;
si
proferivano
gridi
che
non
erano
certo
d
'
ammirazione
per
i
comandanti
;
si
fischiavano
gli
accaniti
difensori
degli
ufficiali
,
era
insomma
una
confusione
da
metter
pensiero
a
chi
era
incaricato
di
condurre
tutta
quell
'
accolta
di
gente
:
una
di
queste
sere
,
proprio
all
'
impensata
,
capitò
a
Montmelian
Frapolli
ed
ordinò
una
rivista
per
il
giorno
dipoi
.
Dopo
aver
squadrato
,
così
per
pretesto
,
ad
uno
ad
uno
i
suoi
dipendenti
,
il
Frapolli
fece
formare
il
quadrato
,
e
piantandosi
in
mezzo
alle
file
,
sciorinò
tutto
d
'
un
fiato
un
lungo
discorso
,
dove
chi
capì
un
acca
potè
chiamarsi
ben
fortunato
.
Parlò
di
trame
e
di
cospirazioni
,
protestò
di
esser
calunniato
,
di
andar
d
'
accordo
con
Garibaldi
,
ma
che
però
non
bisognava
sposarsi
a
quest
'
ultimo
,
poiché
dei
guerrieri
bravi
ce
ne
erano
anche
più
di
lui
,
poiché
era
succeduta
la
rivoluzione
anche
nell
'
armi
e
nella
strategia
e
che
perciò
ci
voleva
gente
nuova
.
Un
lungo
mormorio
ed
anche
qualche
fischio
accolsero
le
strampalate
parole
del
generale
,
che
alzando
,
bruscamente
le
spalle
e
borbottando
,
non
so
quali
inpertinenze
,
si
ritirò
seguito
dal
suo
stato
maggiore
.
Giunto
il
battaglione
alla
caserma
,
Piccini
,
incoraggiato
e
sostenuto
da
Rossi
e
Stefani
,
scrisse
addirittura
una
lettera
a
Garibaldi
,
lettera
nella
,
quale
si
metteva
chiaramente
a
nudo
la
situazione
e
si
chiedevano
consigli
su
ciò
che
era
da
operarsi
:
qualora
non
forse
pervenuta
alcuna
risposta
i
tre
amici
avevano
deciso
di
disertare
.
Come
furono
lunghi
i
cinque
giorni
d
'
aspettativa
!
quante
polemiche
,
quante
questioni
anche
serie
non
accaddero
in
quel
breve
lasso
di
tempo
!
i
soldati
cominciavano
a
perder
la
fiducia
nel
loro
capo
,
dacché
subodoravano
che
tra
lui
e
il
grande
Italiano
non
ci
era
più
quell
'
accordo
,
che
solo
può
produrre
buoni
resultati
;
finalmente
venne
il
colpo
dì
grazia
,
e
questo
colpo
fu
giusto
appunto
la
lettera
con
cui
Canzio
a
nome
del
Generale
rispondeva
a
Piccini
.
Frapolli
vi
tradisce
,
Frapolli
è
un
'
inviato
del
Governo
Italiano
,
che
tenta
di
seminare
la
zizzania
nel
campo
degli
eroi
delle
libertà
-
Tale
era
a
un
dipresso
il
sunto
dello
scritto
di
Canzio
.
Un
fulmine
e
questa
lettera
potevano
produrre
il
medesimo
effetto
.
I
volontarii
si
ragunarono
tumultuosamente
:
siamo
traditi
:
abbasso
i
traditori
:
viva
Garibaldi
vogliamo
partire
...
ecco
le
grida
che
sorgevano
da
tutti
quei
petti
,
ecco
le
convinzioni
che
tutti
quei
giovani
esprimevano
proprio
all
'
unisono
:
invano
gli
ufficiali
con
preghiere
,
con
moine
,
con
minaccie
pretendono
di
far
rientrare
in
caserma
i
sottoposti
e
di
ridurli
a
dovere
;
invano
si
rammenta
loro
la
causa
che
sostengono
e
che
può
esser
compromessa
con
moti
intempestivi
e
con
deliberazioni
inprovvise
:
oramai
tutti
son
rimasti
troppo
scottati
dalle
buone
parole
,
oramai
tutti
son
stanchi
di
lasciarsi
abbindolare
di
più
;
gli
ufficiali
sono
obbligati
ad
andarsene
scorbacchiati
e
confusi
;
nè
potevano
quei
bravi
avanzi
delle
guerre
della
libertà
disapprovare
in
cuor
loro
l
'
impazienza
generosa
di
quei
bravi
ragazzi
:
difatti
la
maggior
parte
degli
ufficiali
raggiunse
poco
dopo
l
'
armata
,
e
si
portò
eroicamente
:
rimasero
solamente
quegli
eroi
che
fanno
la
guerra
per
diventare
ricconi
,
che
fuggono
al
fuoco
,
ma
che
sono
i
primi
ad
attaccarsi
i
ciondoli
del
valor
militare
sul
petto
.
Dalla
rivoluzionaria
assemblea
,
fu
conchiuso
d
'
inviare
una
sommissione
al
Generale
e
fargli
noto
,
come
idea
decisa
di
tutti
,
fosse
il
raggiungere
i
fratelli
che
si
trovavano
in
faccia
al
nemico
.
Eletti
a
far
parte
di
questa
commissione
furono
appunto
i
tre
nostri
amici
Rossi
,
Piccini
,
Stefani
.
Essi
portaronsi
immediatamente
a
Chambery
,
dove
si
abboccarono
col
colonnello
Pais
,
una
delle
onestissime
persone
e
dei
repubblicani
distinti
che
era
rimasto
acchiappato
dalle
reti
del
Frapolli
.
Pais
cominciò
col
fare
qualche
appunto
al
quartier
generale
,
deplorò
le
parole
del
Canzio
,
esortò
i
nostri
giovani
a
non
volere
attizzare
quel
fuoco
,
che
divampando
avrebbe
distrutto
la
reputazione
di
patriotti
distinti
e
forse
anche
l
'
esito
della
intrapresa
repubblicana
.
I
tre
furono
irremovibili
:
vedendo
allora
il
Colonnello
come
qualunque
parola
sarebbe
stata
vana
a
trattenerli
,
permise
loro
di
allontanarsi
dal
battaglione
,
anzi
li
pregò
a
presentarsi
al
quartiere
generale
,
allora
in
Autun
,
e
a
scongiurare
coloro
che
comandavano
l
'
armata
dei
Vosgi
a
prendere
una
definitiva
risoluzione
affinchè
cessasse
quel
fatale
dualismo
che
poteva
condurre
a
così
triste
,
a
così
deplorevoli
consequenze
.
Accompagnati
alla
stazione
dagli
applausi
di
tutti
i
compagni
,
ed
imbarcatisi
,
dopo
un
viaggio
lungo
,
anzichenò
a
causa
dell
'
interruzioni
ferroviarie
,
i
nostri
amici
arrivarono
al
capoluogo
del
Giura
,
alla
città
che
fu
culla
del
noto
Mac
Mahon
,
e
senza
por
tempo
di
mezzo
,
si
recarono
alla
sede
del
quartier
generale
.
Lobbia
e
Canzio
accolsero
i
nuovi
venuti
più
che
se
fossero
amici
,
proprio
come
se
fossero
stati
fratelli
.
Tutti
erano
indignati
per
il
contegno
tenuto
dal
Frapolli
:
difatti
nessuno
poteva
farsi
una
ragione
del
come
quest
'
uomo
daccordo
coi
Comitati
accaparasse
per
se
tutta
la
miglior
gioventù
che
veniva
d
'
Italia
,
e
la
forzasse
all
'
inazione
,
alla
vita
coruttrice
della
caserma
e
della
guarnigione
,
mentre
il
generale
Garibaldi
non
faceva
che
raccomandarsi
a
tutte
le
parti
,
perché
gli
inviassero
dell
'
uomini
.
No
!
Non
erano
induzioni
fallaci
,
non
erano
calunnie
,
quelle
che
si
formulavano
sopra
quest
'
uomo
.
La
ragione
ridicola
che
accamparono
alcuni
miei
amici
,
svanisce
davanti
al
primo
soffio
del
più
volgare
buon
senso
.
Frapolli
,
dicevano
questi
,
vuol
risparmiare
il
sangue
di
tanti
generosi
:
ha
preso
il
grado
di
generale
per
impedire
degli
inutili
combattimenti
;
Frapolli
a
tale
scopo
è
stato
inviato
dalle
Massonerie
.
Io
non
voglio
credere
che
un
'
associazione
che
ha
per
base
l
'
amore
del
vero
e
dell
'
umanità
,
abbia
non
che
autorizzato
,
permesso
,
che
uno
dei
suoi
più
influenti
fratelli
la
facesse
o
da
Don
Basilio
o
da
Arlecchino
in
momenti
in
cui
il
sangue
correva
a
ruscelli
e
in
cui
si
poteva
finalmente
risolvere
il
gran
problema
dell
'
emancipazione
dei
popoli
.
Io
credo
coi
più
,
che
Frapolli
non
fosse
che
un
'
ambizioso
di
bassissima
lega
;
un
innocuo
coniglio
che
per
poco
tempo
si
era
provato
a
indossare
una
veste
da
leone
,
che
aveva
riconosciuto
troppo
pesante
per
lui
;
un
ciarlatano
qualunque
,
uso
in
Italia
a
recitare
due
parti
in
commedia
,
deputato
e
tribuno
,
scenziato
e
generale
,
capace
di
tutto
fuori
che
di
far
tacere
la
sua
sperticata
superbia
,
ed
a
combattere
sotto
gli
ordini
di
chi
ne
sapeva
più
di
lui
,
di
chi
più
di
lui
ne
aveva
il
diritto
.
Canzio
in
special
modo
era
irritatissimo
:
disse
ai
nostri
amici
che
a
giorni
sarebbe
partito
,
come
infatti
partì
,
per
condurre
via
tutti
gli
uomini
che
erano
adunati
a
Chambery
e
a
Montmelian
.
Rossi
,
Piccini
,
e
Stefani
non
vollero
tornare
donde
erano
venuti
,
quantunque
loro
si
facessero
conoscere
delle
prospettive
di
avanzamenti
sicuri
;
troppo
contenti
di
aver
finalmente
raggiunto
Garibaldi
,
di
aver
potuto
riabbracciare
i
vecchi
compagni
d
'
arme
e
di
trovarsi
con
loro
,
essi
si
strapparono
i
galloni
di
sergente
ed
entrarono
semplici
soldati
nella
compagnia
dei
Carabinieri
Genovesi
,
compagnia
che
si
costituiva
allora
sotto
gli
ordini
del
distinto
capitano
Razzeto
.
Dopo
due
o
tre
giorni
il
quartier
generale
erasi
trasferito
a
Digione
ed
i
tre
nostri
amici
,
insieme
al
prode
comandante
dell
'
armata
dei
Vosgi
(
chè
la
compagnia
dei
Carabinieri
Genovesi
mai
si
staccava
da
lui
)
erano
venuti
in
questa
città
.
Tale
a
un
dipresso
fu
la
narrazione
che
a
pezzi
e
bocconi
strappammo
durante
il
desinare
ai
nostri
compagni
,
che
si
mostravano
di
un
buon
'
umore
e
di
una
gaiezza
invidiabile
.
Entrarono
nella
trattoria
e
si
unirono
con
noi
Mecheri
e
Ghino
Polese
,
appartenenti
ambedue
alle
Guide
,
e
già
in
Francia
ambedue
fino
dai
primi
principii
della
campagna
.
E
qui
furono
lunghi
discorsi
,
domande
spesse
,
ripetute
,
alla
maggior
parte
delle
quali
era
impossibile
dare
una
risposta
,
tanto
rapidamente
le
si
succedevano
;
era
una
conversazione
briosa
,
scapigliata
,
attraente
;
e
a
renderla
più
allegra
e
più
rumorosa
influiva
non
poco
lo
squisito
nettare
,
che
producono
i
vigneti
della
Côte
d
'
Or
,
incantevole
soggiorno
per
chi
adora
il
dio
Bacco
.
Prometto
che
sarà
l
'
ultima
volta
che
mi
perdo
nel
cantare
le
glorie
del
vino
;
hanno
ragione
,
purtroppo
coloro
,
che
dicono
che
noi
abbiamo
troppo
presenti
le
libazioni
che
abbiamo
fatto
nell
'
ospitale
Borgogna
,
e
che
ad
ogni
poco
io
apparisco
più
un
ubriaco
che
uno
scrittore
:
ma
mi
crederei
uno
scrittore
macchiato
della
più
nera
ingratitudine
,
se
io
non
ti
rammentassi
o
liquore
color
d
'
ambra
,
che
c
'
ispirasti
tante
magnanime
idee
,
che
ci
mantenesti
in
tanta
salute
per
la
modica
somma
di
cinquanta
centesimi
per
bottiglia
,
mentre
qua
adulterato
,
bisogna
pagarti
tre
o
quattro
franchi
..
Noi
secondo
l
'
abitudinaccia
nostra
si
diceva
male
di
tutto
e
di
tutti
,
si
stroncava
per
passatempo
qualche
reputazione
,
si
prendevano
in
burletta
certe
cose
che
,
convengo
pel
primo
,
sarebbe
stato
assai
meglio
pigliare
sul
serio
.
Le
nostre
lingue
sono
un
po
'
lunghe
...
d
'
altronde
è
un
difetto
organico
,
che
si
sviluppa
frequentando
la
società
!
...
Il
Rossi
soltanto
non
prendeva
parte
alcuna
alle
nostre
maldicenze
;
anzi
con
fare
affettuoso
e
paterno
ci
faceva
delle
reprimende
che
per
lo
più
terminavano
in
lirismi
ed
in
voti
di
esagerate
speranze
per
l
'
avvenire
.
Il
Rossi
aveva
la
fede
e
l
'
energia
di
un
apostolo
,
la
fermezza
di
un
cospiratore
,
il
fanatismo
del
martire
.
Sempre
eguale
a
se
stesso
:
nella
sua
officina
a
Firenze
,
nelle
prigioni
che
spesse
volte
aveva
assaggiato
per
non
voler
troppo
bene
al
presente
ordine
di
cose
,
nei
combattimenti
dove
aveva
a
incontrare
poco
dopo
tanto
gloriosamente
la
morte
,
egli
avrebbe
creduto
di
peccare
smentendo
se
stesso
,
anche
così
per
far
chiasso
in
una
conversazione
d
'
amici
.
A
sentir
lui
era
certo
il
trionfo
della
repubblica
,
non
solamente
in
Francia
ma
in
un
'
altro
paese
dove
egli
era
sicuro
che
Garibaldi
ci
avrebbe
portato
appena
distrigati
gli
ultimi
conti
coi
fedeli
alleati
della
Grazia
di
Dio
.
Figuratevi
in
quella
combriccola
di
scapestrati
,
quale
effetto
facessero
le
parole
calme
,
dolci
di
questo
giovine
la
cui
perdita
ha
lasciato
tanto
voto
nelle
file
dell
'
esiguo
partito
democratico
della
mìa
bella
Firenze
.
È
inutile
:
il
Rossi
parlava
come
un
santo
,
ma
quella
sera
doveva
essere
baccano
:
si
festeggiava
il
nostro
arrivo
e
non
poteva
essere
a
meno
!
...
Squaglia
,
Baldassini
,
una
caterva
di
Livornesi
ci
raggiunsero
,
e
tutti
insieme
rammentandoci
le
vaghe
colline
della
nostra
Toscana
,
il
nostro
bel
cielo
,
il
volto
delle
nostre
ragazze
,
idealizzato
dalla
lontananza
,
le
chiassose
baldorie
e
le
ribotte
di
un
tempo
,
incominciammo
a
intronare
quegli
stornelli
,
che
si
sentono
tante
volte
sulle
labbra
gentili
delle
nostre
donne
del
popolo
:
stornelli
d
'
amore
,
malinconici
come
il
ricordo
di
una
svanita
illusione
,
modesti
e
simpatici
come
i
fiorellini
dei
campi
che
l
'
hanno
ispirati
,
poeticamente
rozzi
,
come
coloro
che
senza
alcuna
istruzione
l
'
hanno
composti
.
Dagli
stornelli
passammo
alle
ardenti
canzoni
ed
agli
inni
:
la
Rondinella
di
Mentana
,
l
'
inno
di
Garibaldi
,
la
Marsigliese
...
Era
la
voce
dell
'
Umanità
e
della
Patria
,
che
sorgeva
gigante
ad
oscurare
quella
della
città
e
della
famiglia
,
e
che
in
mezzo
alla
orgia
ci
faceva
ricordar
di
essere
uomini
.
Escimmo
cantando
:
quella
sera
ci
si
sentiva
felici
:
i
popolani
si
accalcavano
al
nostro
passaggio
e
ci
accompagnavano
coi
loro
applausi
:
noi
italiani
in
Francia
abbiamo
molta
fama
musicale
,
molta
più
di
quella
che
ci
si
merita
:
qualcuno
di
noi
per
esempio
stuonava
più
di
un
secondo
tenore
del
teatro
Nazionale
,
eppure
sentimmo
ripetere
che
mai
coro
più
accordato
del
nostro
erasi
sentito
in
Digione
...
Chi
si
contenta
gode
!
L
'
orologio
battè
mezzanotte
:
l
'
ora
era
più
che
canonica
:
bisognava
ritirarsi
:
Rossi
che
voleva
sapere
l
'
andamento
generale
delle
cose
d
'
Italia
,
e
i
progressi
,
che
vi
aveva
fatto
l
'
idea
,
e
come
le
masse
accogliessero
le
notizie
di
Francia
,
volle
in
tutti
i
modi
accompagnarci
a
casa
.
Povero
Rossi
!
...
Venne
con
noi
,
cominciò
a
domandare
...
ma
noi
con
poco
rispetto
attaccammo
un
sonno
da
paragonarsi
solamente
a
quello
di
un
lettore
delle
Perseveranza
,
ed
egli
continuò
a
gestire
,
e
scalmanarsi
per
una
buona
mezz
'
ora
,
in
mezzo
alle
note
più
o
meno
sfogate
delle
nostre
trachee
cambiate
lì
per
lì
in
contrabbassi
.
CAPITOLO
IX
.
L
'
aver
ritrovato
i
nostri
amici
,
la
contentezza
di
poter
passare
qualche
ora
con
loro
ci
aveva
fatto
dimenticare
il
ritrovo
,
a
cui
eravamo
stati
invitati
il
dì
innanzi
dal
nostro
ufficiale
.
Un
vecchio
soldato
arriccerà
il
naso
a
questa
notizia
,
e
dirà
,
come
di
solito
,
che
primo
ed
essenziale
requisito
di
coloro
che
bramano
farsi
onore
e
debellare
il
nemico
è
la
disciplina
:
ma
noi
che
abbiamo
a
noia
il
veder
l
'
uomo
ridotto
allo
stato
di
macchina
,
noi
che
siamo
persuasi
che
l
'
affezione
a
un
'
idea
può
benissimo
generare
l
'
eroe
,
che
non
hanno
mai
generato
le
ridicole
e
assurde
pedanterie
,
noi
credemmo
di
non
aver
dicerto
peccato
,
se
in
quel
primo
giorno
eravamo
stati
sordi
all
'
invito
,
decisi
di
raggiungere
al
domani
la
compagnia
,
o
il
battaglione
a
cui
eravamo
stati
aggregati
.
Perciò
appena
albeggiò
,
escimmo
di
casa
e
ci
avviammo
verso
il
centro
della
città
per
sapere
le
notizie
che
ci
riguardavano
.
La
piazza
della
Mairie
,
era
una
delle
più
belle
piazze
di
Digione
:
notevole
per
un
gran
numero
di
baracche
e
di
banchi
dove
alcune
donne
,
tutte
brutte
,
ad
eccezione
di
una
sola
,
facevano
spaccio
,
di
sigari
,
di
caffè
e
di
liquori
.
I
volontarii
si
affollavano
intorno
a
loro
,
e
non
avevano
torto
:
lì
con
dieci
centesimi
,
avevano
quello
che
nelle
botteghe
costava
quaranta
e
anche
cinquanta
centesimi
.
Ad
uno
di
questi
banchi
trovammo
il
nostro
tenente
:
meno
male
!
..
questo
incontro
ci
rispiarmava
il
fastidio
di
dover
interrogare
altra
gente
e
di
dovere
impazzare
per
rinvenire
la
caserma
.
-
Scusi
tanto
...
-
Noi
principiammo
,
avvicinandolo
,
ma
egli
tagliò
ogni
discorso
dicendoci
:
-
Ieri
non
si
fece
nulla
....
.
Vengano
oggi
a
mezzogiorno
...
è
l
'
ora
delle
paga
:
credo
che
nessuno
mancherà
.
-
Duuque
a
Mezzogiorno
?
-
Sì
.
-
E
dove
è
il
nostro
quartiere
?
-
Vadano
alla
Madaleine
e
là
troveranno
i
loro
ufficiali
...
Loro
non
dipendono
più
da
me
...
Io
appena
che
ho
accompagnato
le
spedizioni
,
me
ne
lavo
le
mani
,
-
A
rivederlo
!
-
A
rivederci
!
Andammo
allora
al
quartier
generale
;
per
quella
mattina
,
non
pareva
che
alcuna
cosa
alla
più
lontana
indicasse
qualche
probabilità
di
un
attacco
da
parte
del
nemico
.
I
Prussiani
difatti
avevano
sgombrato
Digione
,
per
concentrarsi
;
si
aspettava
,
che
dopo
tanti
giorni
di
quiete
una
gran
massa
di
Tedeschi
,
col
solito
sistema
che
ha
sempre
guidato
i
movimenti
di
Moltk
,
piombasse
sulla
città
principale
delle
Côte
d
'
Or
.
Dicevasi
anche
che
a
ciò
fosse
stato
pescelto
il
corpo
d
'
armata
del
principe
Federigo
Carlo
,
perché
a
Versailles
si
voleva
finirla
una
volta
con
questa
riunione
accogliticcia
di
giovanastri
che
rompevano
anche
troppo
le
scatole
alle
truppe
più
agguerrite
e
più
disciplinate
del
mondo
;
ad
ogni
modo
,
e
lasciando
da
parte
qualunque
interpetrazione
a
cui
dava
luogo
questa
continua
inazione
dei
nostri
nemici
,
quello
che
si
può
accertare
si
è
che
questi
si
erano
allontanati
parecchi
kilometri
da
Digione
;
le
nostre
scorrerie
,
le
recognizioni
che
senza
posa
facevano
le
truppe
di
linea
,
mai
si
erano
scontrate
con
loro
,
e
tutti
insieme
concordavano
nell
'
affermare
che
di
Prussiani
non
ci
era
il
minimo
segno
in
tutti
i
dintorni
.
Garibaldi
non
si
lasciava
sfuggire
questa
bella
occasione
che
gli
fornivano
i
propri
avversarii
:
tutti
gli
uomini
che
dipendevano
dai
suoi
ordini
a
poco
a
poco
si
riunivano
nella
città
dove
egli
aveva
posto
il
quartier
generale
;
come
abbiamo
veduto
,
il
brigadiere
Lobbia
era
stato
da
lui
inviato
verso
la
direzione
di
Langres
dal
lato
di
Parigi
;
Canzio
era
partito
per
definire
la
questione
con
Frapolli
e
portare
all
'
Armata
dei
Vosgi
,
tutti
quei
volontari
che
fino
allora
si
erano
tenuti
lontani
dal
teatro
della
guerra
.
Le
circostanti
colline
formavano
oggetto
di
studii
speciali
e
si
fortificavano
alla
meglio
,
come
lo
consentivano
gli
scarsissimi
mezzi
di
cui
il
governo
era
largo
con
l
'
armata
guidata
dall
'
invitto
Eroe
dei
due
mondi
.
Tutte
le
mattine
alle
quattro
il
generale
esplorava
la
linea
dei
nostri
avamposti
.
Esso
percorreva
l
'
immensa
estensione
in
carrozza
e
sempre
accompagnato
da
Basso
:
poi
si
riduceva
al
quartier
generale
da
cui
era
ben
raro
che
si
muovesse
durante
la
giornata
.
Il
povero
vecchio
era
torturato
dai
dolori
attritici
:
ben
di
rado
egli
abbandonava
le
grucce
,
ma
pure
si
vedeva
sempre
sorridere
,
sempre
incoraggiare
i
soldati
,
beato
di
potere
offrire
anche
una
volta
il
suo
braccio
in
difesa
dei
santi
principii
,
di
cui
è
sempre
stato
il
più
infaticabile
apostolo
e
il
più
temuto
sostegno
.
Ah
!
..
quanto
ben
differenti
da
lui
erano
certi
arfasatti
che
si
erano
ficcati
nello
stato
maggiore
e
pei
quali
chiunque
è
amico
della
verità
,
deve
avere
delle
parole
assai
dure
e
dei
rimproveri
che
nessuno
può
tacciare
d
'
esagerati
,
perché
naturali
in
chiunque
abbia
potuto
conoscere
vita
,
morte
e
miracoli
di
quella
gente
che
si
muove
solamente
da
casa
per
speculare
e
per
farsi
ricca
nel
mentre
che
una
nazione
illaguidisce
od
è
per
subire
le
più
grande
delle
sventure
che
la
possa
colpire
,
voglio
dire
le
schiavitù
.
Gli
appartenenti
allo
stato
maggior
generale
,
in
buon
numero
erano
francesi
;
io
non
intendo
minimamente
attaccare
gli
stati
maggiori
delle
brigate
,
dove
un
Castellazzo
,
un
Bizzoni
,
un
Sant
'
Ambrogio
,
un
Vichard
,
un
Canessa
,
e
tanti
altri
,
di
cui
noi
non
potemmo
sapere
il
nome
,
si
coprirono
di
gloria
e
si
mostrarono
pari
alle
generosissime
idee
che
sempre
gli
hanno
guidati
.
Io
parlo
soltanto
di
quei
famosi
strategici
,
che
dipendevano
direttamente
dal
generale
Bordone
.
Qui
devo
dire
alcune
parole
di
questo
generale
da
alcuni
troppo
abbattuto
,
da
altri
troppo
esaltato
.
Io
non
voglio
riandare
la
vita
passata
del
nostro
capo
di
stato
maggiore
;
mio
compito
è
il
riveder
le
buccie
a
coloro
che
giraron
nel
manico
durante
il
periodo
che
noi
fummo
in
Francia
e
non
quello
di
nototmizzare
le
faccende
trascorse
che
a
noi
non
riguardano
,
e
delle
quali
noi
non
abbiamo
a
curarsi
:
noi
pensiamo
che
chi
ha
intenzione
di
far
bene
,
e
traduce
in
atto
questa
intenzione
,
certamente
si
riabilita
da
ogni
peccato
che
possa
aver
contaminato
la
di
lui
fama
antecedente
.
Bordone
era
zelantissimo
per
il
bene
dei
suoi
sottoposti
:
Bordone
aguzzava
di
minuto
in
minuto
il
suo
ingegno
,
si
arrovellava
,
non
dormiva
pur
di
fare
all
'
esercito
Garibaldino
tutte
quelle
agevolezze
che
da
lui
dipendevano
.
Infaticabile
sempre
,
importuno
col
governo
di
Tours
egli
era
giunto
ad
ottenere
armi
,
denaro
,
concessioni
.
Di
più
,
se
si
pensa
,
che
rimanendo
lui
nel
suo
posto
,
toglieva
all
'
ambizioso
Frapolli
ogni
speranza
di
poter
comandare
a
bacchetta
,
bisogna
convenire
che
la
cosa
migliore
per
noi
era
che
rimanesse
quello
che
ci
era
,
invece
che
venisse
fuori
uno
nuovo
che
probabilmente
avrebbe
mandato
in
perdizione
le
nostre
povere
cose
.
Lobbia
avendo
lasciato
lo
stato
maggiore
per
assumere
il
comando
della
seconda
brigata
aveva
condotto
con
se
il
Castellazzo
,
nome
a
cui
qualunque
elogio
sarebbe
superfluo
;
caro
a
chi
ama
la
letteratura
,
come
a
chi
ama
la
guerra
;
eroe
in
tutte
le
battaglie
che
si
son
combattute
,
autore
del
Tito
Vezio
negli
ozi
della
pace
,
in
quegli
ozi
dove
tanta
gente
che
fa
professione
di
far
le
campagne
si
butta
sull
'
imbraca
e
fa
rivoltare
lo
stomaco
alle
persone
perbene
.
Partiti
questi
,
lo
stato
maggiore
rimase
molto
,
ma
molto
barbino
.
Mi
rincresce
dover
dir
male
di
nostri
compagni
,
me
ne
piange
il
cuore
,
ma
il
culto
della
verità
deve
esser
sacro
per
chi
scrive
e
le
segrete
tendenze
dell
'
anima
devono
essergli
sacrificate
.
La
più
completa
assenza
di
nozioni
strategiche
si
poteva
chiaramente
osservare
in
quelle
sale
dove
si
dormiva
di
giorno
e
dove
molte
volte
si
giocava
di
notte
:
cosa
quest
'
ultima
che
fece
esclamare
ad
uno
dei
nostri
amici
assai
noto
per
le
freddure
,
che
stato
maggiore
più
solerte
del
nostro
era
inpossibile
ritrovare
,
avendo
i
suoi
membri
ad
ogni
ora
in
mano
le
carte
.
Una
caterva
di
giovanotti
raggruzzolati
non
si
sa
come
,
certa
gente
di
cui
è
bene
non
dir
cosa
alcuna
,
poiché
stando
alle
dicerie
generali
,
i
di
lei
fatti
insudicerebbero
troppo
le
pagine
di
qualsivoglia
libro
...
ecco
a
un
dipresso
,
fatte
poche
eccezioni
,
quale
era
il
corteggio
di
Bordone
.
Oh
!
se
non
fosse
stata
la
mente
del
Generale
,
il
valore
e
l
'
intelligenza
dei
quattro
che
comandavano
le
brigate
,
l
'
innegabile
slancio
dei
volontari
,
per
il
nostro
stato
maggiore
se
ne
poteva
passar
delle
belle
,
e
i
Prussiani
potevano
agevolmente
circondarci
in
Digione
,
come
avevano
circondato
a
Metz
il
famigerato
Bazaine
.
La
maggior
parte
degli
ufficiali
,
che
dovevano
provvedere
alle
sorti
della
armata
,
e
che
dovrebbero
avere
avuto
l
'
attribuzione
di
fare
i
piani
di
guerra
,
oltre
l
'
esser
digiuni
di
qualunque
nozione
d
'
arte
militare
,
lo
erano
anche
del
minimo
odore
di
polvere
:
tra
gli
altri
per
esempio
il
figlio
di
Bordone
finì
la
campagna
come
capitano
:
era
un
giovanotto
che
poteva
aver
tutt
'
al
più
ventitre
anni
e
che
per
la
prima
volta
si
spingeva
davanti
al
fuoco
....
delle
stufe
del
quartiere
generale
!
Del
resto
di
questi
ufficiali
improvvisati
ve
ne
era
un
sacco
e
una
sporta
.
Conobbi
un
volontario
che
di
motuproprio
si
mise
il
berretto
di
luogotenente
e
poco
dopo
ottenne
quel
grado
;
non
vi
è
esagerazione
a
dire
che
quando
arrivammo
a
Digione
,
trovammo
più
ufficiali
che
soldati
:
i
sarti
e
i
cappellai
di
lassù
,
che
avevano
buon
naso
,
riempivano
lo
vetrine
di
monture
e
di
berretti
più
o
meno
gallonati
.
Fin
qui
non
ci
sarebbe
statò
gran
male
;
ma
il
male
appariva
manifestamente
ad
ogni
persona
,
quando
si
pensava
che
molti
e
molti
che
a
forza
di
fatiche
e
di
sangue
erano
giunti
a
conquistarsi
un
grado
nelle
altre
campagne
,
non
si
erano
voluti
riconoscere
o
si
erano
portati
tanto
pel
naso
che
essi
troppo
disdegnando
di
sembrare
accattoni
e
in
cerca
di
una
posizione
,
preferivano
servire
da
semplici
soldati
.
Il
nostro
Generale
era
del
tutto
estraneo
a
queste
brutture
,
le
quali
possono
sembrare
a
qualcuno
inverosimili
,
ma
che
sono
vere
come
la
luce
del
sole
.
Materassi
,
Pacini
(
per
non
citare
molti
altri
)
capitani
nelle
altre
campagne
,
non
ebbero
alcun
grado
,
furono
appagati
però
con
molte
promesse
,
con
molte
proteste
di
buone
intenzioni
,
ma
,
come
dicevano
i
nostri
antichi
,
di
buone
intenzioni
è
lastricato
anche
l
'
Inferno
.
Io
non
sono
estraneo
all
'
idea
di
accogliere
gente
nuova
nelle
file
di
quei
che
comandano
;
il
principio
di
rispettare
l
'
anzianità
per
me
deve
cedere
a
quello
di
rispettare
il
merito
:
si
facciano
pure
dei
nuovi
ufficiali
,
si
cerchi
pure
di
ringiovanire
i
ranghi
della
democrazia
militante
,
ma
per
attuare
questo
nobile
proposito
si
possono
scegliere
tanti
e
tanti
avanzi
della
mitraglia
,
tanti
e
tanti
che
tuttora
soffrenti
per
antiche
ferite
son
corsi
di
nuovo
in
faccia
al
nemico
,
e
non
coloro
che
non
fanno
altro
che
salire
e
scendere
le
scale
degli
astri
maggiori
dell
'
Orizzonte
Garibaldino
,
lisciando
tutti
,
strofinandosi
a
tutti
,
menando
buona
ogui
sciocchezza
,
ogni
spavalderia
,
purché
venga
dall
'
alto
....
Dopo
aver
confabulato
con
varii
amici
nel
cortile
del
quartier
generale
,
vedendo
che
l
'
orologio
segnava
le
undici
e
mezzo
,
ci
movemmo
verso
la
Madaleine
,
ansiosi
di
sapere
in
qual
maniera
ci
avessero
cucinati
.
Impazzamo
una
buona
mezza
ora
per
rintracciare
questa
caserma
,
che
non
era
caserma
ma
un
antica
prigione
,
e
che
era
situata
al
lato
opposto
della
città
.
Tra
una
caserma
e
una
prigione
io
non
so
trovare
differenza
alcuna
e
perciò
trovai
più
che
coerente
colui
che
aveva
fatta
la
scelta
.
Una
scala
,
mezza
rovinata
,
per
la
quale
era
necessario
andar
di
sghimbescio
,
portava
ad
una
specie
di
torrione
,
il
cui
interno
era
costituito
da
una
stanza
,
più
larga
che
lunga
;
il
pavimento
era
tutto
coperto
di
paglia
,
sulla
quale
si
vedevano
sdraiati
una
cinquantina
di
volontarii
che
aspettavano
a
braccia
aperte
l
'
arrivo
dell
'
ufficiale
pagatore
.
Tra
questi
volontarii
alcuni
parlavano
francese
:
sarà
una
ridicolezza
,
ma
io
la
voglio
confessare
tale
e
quale
ai
lettori
;
d
'
altronde
,
dirò
con
Terenzio
:
Ego
homo
sum
et
nihil
humanum
a
me
alienum
puto
;
Io
provai
un
pò
di
rabbia
a
veder
vestiti
colla
camicia
rossa
individui
che
non
appartenevano
all
'
Italia
;
saranno
stati
fior
di
soldati
,
eccellenti
ragazzi
,
patriotti
e
repubblicani
a
prova
di
bomba
,
ma
abituato
a
diffidare
degli
altri
,
m
'
annoiava
un
pensiero
:
Chi
sa
,
se
noi
avessimo
vinto
che
tutto
il
vanto
della
vittoria
non
fosse
attribuito
a
quei
Francesi
che
erano
nelle
nostre
file
,
e
che
invece
tutte
le
invettive
non
si
fossero
volte
al
nostro
indirizzo
,
qualora
le
sorti
dell
'
armi
non
ci
fossero
state
propizie
?
!
Eppoi
chi
si
sacrifica
per
un
'
idea
buona
,
non
può
fare
a
meno
di
nutrire
una
certa
ambizione
,
ed
io
sentiva
quella
di
far
parte
di
un
corpo
esclusivamente
composto
d
'
Italiani
,
se
non
altro
per
mostrare
che
pochi
o
molti
,
anche
nella
nostra
patria
vi
sono
dei
giovani
sempre
pronti
a
versare
il
lor
sangue
per
la
repubblica
.
Tale
idea
,
rafforzata
,
anche
dell
'
altra
che
forse
ci
avrebbero
tenuto
in
quel
deposito
per
chi
sa
quanto
tempo
,
mi
fece
prendere
il
proponimento
deciso
di
girar
largo
e
cercare
un
'
altro
corpo
,
dove
vi
fosse
la
certezza
di
prender
parte
al
primo
combattimento
che
sarebbe
succeduto
.
Il
tenente
Zauli
venne
poco
dopo
:
fece
la
chiama
,
diè
la
paga
e
poi
annunziò
che
in
quel
giorno
avremmo
goduto
della
libertà
più
assoluta
.
Eravamo
tuttora
lungo
la
scala
,
allorché
comunicai
ai
miei
amici
le
mie
impressioni
,
e
tutti
accolsero
i
miei
progetti
;
appena
fummo
esciti
,
ci
capitò
proprio
la
palla
al
balzo
!
Mecheri
,
Polese
,
ci
dissero
,
senza
che
noi
loro
facessimo
interrogazione
alcuna
,
di
entrar
nelle
guide
,
di
cui
si
stava
formando
il
quarto
squadrone
,
e
noi
senza
frapporre
tempo
di
mezzo
andammo
alla
foreria
,
dove
c
'
inscrivemmo
nei
ruoli
.
Possedere
un
cavallo
e
seguitare
sempre
il
Generale
,
per
uno
che
è
abituato
a
andare
a
piedi
e
a
venerare
più
d
'
ogni
altro
uomo
nel
mondo
Garibaldi
non
ci
poteva
esser
prospettiva
più
attraente
.
In
seguito
si
vedrà
,
come
anche
questa
bella
visione
non
fosse
per
noi
che
una
Fata
Morgana
.
CAPITOLO
X
.
Le
guide
si
erano
costituite
a
Dôle
sotto
gli
auspicii
del
capitano
Farlatti
:
da
bel
principio
non
furono
che
uno
squadrone
,
poi
due
;
poi
tre
:
ed
ora
il
quarto
,
come
abbiamo
detto
pocanzi
,
era
in
via
di
gestazione
;
così
Farlatti
da
capitano
era
divenuto
maggiore
;
per
terminare
la
campagna
come
tenente
colonnello
:
nel
momento
in
cui
noi
si
arrivava
,
i
primi
tre
squadroni
facevano
parte
della
Brigata
Lobbia
,
ed
erano
con
questo
partiti
alla
volta
di
Langres
.
Come
ben
si
vede
,
le
guide
facevano
il
servizio
di
cavalleria
,
e
non
erano
incaricate
minimamente
delle
missioni
a
loro
speciali
:
per
le
esplorazioni
erano
sempre
in
giù
e
in
su
gli
Chasseurs
d
'
Afrique
e
gli
Ussari
;
e
ciò
da
un
lato
era
più
che
naturale
:
pochissimi
nelle
nostre
file
sapevano
parlare
il
francese
e
anche
tra
questi
alcuni
ne
basticciavano
solamente
qualche
parola
a
casaccio
...
ora
era
egli
possibile
che
per
questo
mezzo
si
potessero
sapere
informazioni
sicure
,
notizie
esatte
,
ricevute
dai
paesetti
dove
trasitavano
nelle
loro
escursioni
?
Le
guide
non
dovevano
essere
un
reggimento
,
ma
tutt
'
al
più
uno
squadrone
,
come
era
nel
1866
,
uno
squadrone
costituito
dall
'
eletta
dell
'
armata
...
pochi
ma
intelligenti
.
Nel
nostro
squadrone
poi
era
un
vero
bailamme
:
cinquantaquattro
uomini
con
diciassette
cavalli
,
di
cui
undici
tanto
malati
da
non
potersi
muovere
dalle
scuderie
;
nessun
vestiario
;
tanto
cavalli
che
vestiarii
si
aspettavano
di
momento
in
momento
,
i
primi
da
Chambery
dove
Canzio
e
Tironi
erano
andati
per
levarli
a
Frapolli
,
i
secondi
d
'
Autun
.
Figuratevi
dunque
una
cavalleria
di
persone
in
cilindro
,
in
papalina
e
col
cappello
alla
Pouff
,
eppoi
ditemi
che
noi
non
avevamo
qualche
rassomiglianza
,
se
non
altro
nella
tenuta
,
con
i
celebri
eroi
del
novantadue
.
A
capo
di
quest
'
accozzaglia
di
gente
poco
cavalleresca
,
almeno
all
'
aspetto
,
era
il
tenente
Ricci
,
buon
patriotta
di
Forlì
,
ferito
ad
Aspromonte
,
e
reputato
assai
dal
Generale
.
Il
Ricci
però
,
se
era
tra
i
primi
quando
si
trattava
di
condurre
al
fuoco
i
soldati
,
non
si
vedeva
mai
alla
caserma
e
lasciava
andare
le
cose
,
o
male
o
bene
,
per
il
loro
verso
.
Spadroneggiava
per
tale
ragione
al
nostro
comando
,
il
sottotenente
Miquelf
,
francese
corto
di
vista
ma
pieno
d
'
ambizioncine
da
femminuccia
:
sulla
sua
carta
da
visita
si
qualificava
per
ingegnere
,
per
sottotenente
e
per
*
*
*
...
questa
cuspide
,
mi
rammento
fece
nascer
discussioni
tra
noi
più
che
ne
abbia
fatte
nascere
quella
famosa
che
si
vuole
o
non
si
vuole
appiccicare
alla
facciata
del
Duomo
.
Miquelf
era
sempre
in
foreria
a
romper
le
scatole
agli
scribaccini
e
a
dettare
ordini
del
giorno
.
Un
prestigiatore
,
congedandosi
dalla
società
che
lo
ha
onorato
,
suole
fare
apparir
mazzi
di
fiori
dalle
maniche
,
dalle
punte
degli
stivali
,
dai
capelli
,
dal
naso
...
il
nostro
sottotenente
,
senza
essere
prestigiatore
,
aveva
un
ordine
del
giorno
nel
berrettino
,
uno
in
tutte
le
tasche
,
uno
sotto
il
panciotto
,
insomma
un
ammasso
,
una
farragine
di
disposizioni
,
di
preghiere
,
di
comandi
gli
scaturivano
da
tutte
le
parti
,
e
sciorinava
paragrafi
e
pagine
intiere
di
scritto
,
mezzo
francese
,
mezzo
italiano
,
e
faceva
sgelare
,
ogni
pochino
il
foriere
,
facendoglieli
leggere
a
noi
.
Tre
appelli
ogni
giorno
,
la
passeggiata
ai
cavalli
,
la
fienata
,
il
passamano
,
la
guardia
alla
scuderia
;
a
dar
retta
a
lui
ci
sarebbe
rimasto
appena
appena
un
poco
di
tempo
per
mangiare
un
boccone
e
invece
...
invece
nella
nostra
caserma
c
'
era
gente
come
a
una
lezione
popolare
;
le
trombe
che
,
secondo
la
sacra
scrittura
,
fecero
muovere
le
mura
di
Gerico
non
erano
buone
a
far
muovere
verso
il
quartiere
una
sola
Guida
,
e
,
se
tu
avessi
voluto
trovare
qualcuno
che
apparteneva
a
questo
rispettabile
corpo
,
tu
lo
dovevi
andare
a
cercare
in
qualche
biliardo
o
in
qualche
caffè
,
o
sulla
piazza
principale
,
dove
delle
gentili
venditrici
per
spacciare
Cognach
e
acquavite
avevano
innalzato
delle
baracche
proprio
in
faccie
al
magnifico
palazzo
dei
vecchi
duchi
della
Borgogna
.
Tutti
i
servizi
erano
disinpegnati
da
tre
o
quattro
zelanti
di
...
farsi
pagare
dai
commilitoni
più
o
meno
indolenti
!
Nessuna
notizia
si
aveva
intanto
sulle
mosse
del
nemico
;
continuava
e
pigliava
piede
la
voce
che
i
Prussiani
si
riconcentrassero
sotto
gli
ordini
del
principe
Federigo
Carlo
per
marciare
poi
separatamente
verso
il
mezzogiorno
della
Francia
,
tagliar
fuori
il
Bourbaki
,
e
sbaragliare
le
nostre
file
e
terminare
così
la
campagna
contemporaneamente
alla
resa
di
Parigi
.
Garibaldi
continuava
ad
approfittarsi
di
questa
tregua
per
concentrare
a
sua
volta
la
piccola
armata
dei
Vosgi
.
La
brigata
Menotti
e
Bossak
erano
in
Digione
:
si
temeva
in
quei
giorni
per
Ricciotti
,
del
quale
non
si
sapevano
sicure
novelle
,
quantunque
si
bucinasse
di
scontri
e
di
prigionieri
fatti
da
lui
:
Lobbia
erasi
troppo
inoltrato
ed
oramai
era
inutile
lo
sperare
di
congiungersi
a
lui
.
Canzio
,
coi
soldati
che
avrebbe
portato
da
Chambery
e
da
Lione
doveva
costituire
la
quinta
brigata
;
eransi
anche
radunate
ventimila
guardie
nazionali
mobili
capitanate
da
Pelissier
...
ma
di
queste
sarebbe
meglio
il
non
farne
menzione
:
mai
caricaturista
può
avere
ideato
dei
tipi
più
grotteschi
di
loro
;
gli
stessi
popolani
non
potevano
fare
a
meno
di
ridere
in
vederli
passare
:
certe
fisonomie
di
paura
,
certe
arie
d
'
imbecillità
da
non
farteli
dimenticare
,
neppure
avendo
la
fortuna
di
campar
quanto
Matusalemme
:
Loro
non
vedevano
che
Tedeschi
,
non
sognavano
che
agguati
:
gli
Ulani
si
presentavano
difaccìa
alle
loro
immaginazioni
alterate
come
le
versiere
e
le
streghe
ai
ragazzi
;
se
passava
un
di
noi
ci
affollavano
con
mille
domande
,
alla
quali
noi
rispondevamo
sempre
col
dipingere
la
situazione
con
colori
molto
più
foschi
di
quello
che
era
realmente
;
e
allora
si
vedevano
picchiarsi
il
capo
e
poi
andar
via
sconsolati
e
quasi
piangenti
:
e
quel
che
è
peggio
arrestavano
a
casaccio
per
spie
persone
onorabilissime
e
militari
d
'
ogni
corpo
:
un
giorno
ci
volle
del
buono
e
del
bello
a
salvare
delle
loro
unghie
tre
delle
nostre
Guide
,
che
essendo
Pollacche
,
parlavano
in
modo
da
essere
scambiate
per
Tedesche
.
Sei
piccole
mitragliatrici
(
che
non
furono
mai
adoperate
)
erano
state
pure
aggiunte
all
'
armata
dei
Vosgi
;
il
Colonnello
Olivier
,
comandante
dell
'
Artiglieria
,
ed
il
maggiore
Sartorio
del
Genio
avevano
fatto
qualche
lavoro
di
fortificazione
passeggiera
sulle
due
colline
di
Fontain
e
dì
Talant
,
e
queste
due
formidabili
posizioni
,
secondo
tutte
le
probabilità
,
avrebbero
dato
molto
daffare
ai
nostri
avversarii
,
qualora
ne
avessero
tentato
l
'
attacco
.
La
fiducia
insomma
dei
Digionesi
in
quel
momento
era
giunta
al
massimo
grado
:
difatti
alla
sottoprefettura
ogni
giorno
veniva
affisso
un
bullettino
in
cui
Bourbaki
annunciava
una
vittoria
:
Gambetta
aveva
fatto
sapere
a
tutta
l
'
Europa
che
l
'
uomo
della
situazione
era
venuto
e
che
quest
'
uomo
era
Chanzy
:
le
notizie
di
Parigi
erano
rassicuranti
:
Trochu
giurava
di
tornare
cadavere
piuttosto
che
vinto
:
Faidherbe
non
si
ritirava
...
il
buon
popolo
che
,
malgrado
disillusioni
su
disillusioni
,
ha
sempre
bevuto
grosso
,
aveva
tutte
le
buone
ragioni
di
cullarsi
in
liete
speranze
.
Eppoi
tutti
i
giorni
,
il
bravo
colonnello
Lhoste
coi
suoi
Francs
tireurs
faceva
qualche
prigioniero
e
questi
attraversavano
Digione
,
e
il
popolino
,
sempre
pronto
a
credere
e
ad
esagerare
,
chi
sa
quali
idee
rimuginava
di
sicura
vendetta
e
di
più
che
sicuro
trionfo
!
La
vita
di
quei
primi
giorni
per
noi
non
fu
di
certo
una
vita
color
di
rose
:
il
freddo
era
a
trentadue
gradi
,
tre
sentinelle
gelarono
agli
avamposti
;
molti
volontarii
erano
negli
ospedali
assiderati
in
qualche
parte
del
corpo
e
di
più
ogni
giorno
noi
eravamo
sconcertati
dal
tristo
spettacolo
di
una
infinità
di
bare
e
di
casse
da
morto
;
il
vaiolo
ed
il
tifo
infierivano
,
e
,
come
se
fosse
poco
la
guerra
,
diradavano
le
file
dei
generosi
campioni
della
libertà
.
-
Se
si
torna
è
un
miracolo
-
ripetevamo
tra
noi
-
qui
ci
è
il
tifo
,
il
vaiolo
e
i
Prussiani
.
Era
tanto
spaventevole
l
'
idea
di
morire
di
malattia
,
che
tra
i
flagelli
che
ci
minacciavano
si
ponevano
in
ultima
linea
i
Prussiani
:
la
sorte
voleva
ben
esperimentare
la
tempra
dei
giovani
soldati
e
questi
hanno
resistito
alla
prova
.
Basti
il
dire
che
si
era
tutti
infreddati
...
Oh
!
la
prosa
desolante
di
una
ostinata
infreddatura
!
In
certi
momenti
invece
di
essere
tra
seguaci
di
Marte
,
si
poteva
creder
benissimo
di
essere
in
un
ospedale
di
tisici
al
terzo
stadio
.
Ma
non
cessavano
per
questo
le
burlette
,
ed
era
un
ridere
continuato
alle
spalle
di
qualcuno
che
se
la
prendeva
,
un
avvicendarsi
di
prognostici
di
cattivissimo
augurio
che
terminavano
con
una
bevuta
alla
salute
di
tutti
noi
altri
...
anche
questi
erano
mezzi
per
cacciare
la
noia
di
quei
giorni
monotoni
!
Eppoi
Digione
offriva
delle
distrazioni
anche
in
tempo
di
guerra
e
coi
nemici
alle
porte
.
Nel
palazzo
ducale
eravi
un
museo
,
nel
quale
non
facevano
difetto
artistici
capolavori
;
l
'
arte
italiana
vi
era
degnamente
rappresentata
da
alcuni
quadri
di
Guido
Beni
,
da
una
Sacra
famiglia
di
Andrea
del
Sarto
,
e
da
piccole
pitture
dei
Caracci
e
del
Francia
;
una
bellisima
collezzione
di
litografie
all
'
acqua
forte
,
delle
statue
moderne
di
qualche
valore
,
diversi
busti
di
uomini
celebri
,
tra
cui
quello
di
Piron
,
celui
qui
ne
fut
riên
,
pas
même
academicien
,
i
superbi
mausolei
dei
duchi
della
Borgogna
offrivano
a
chi
desiderava
di
ammazzare
il
tempo
un
divertimento
geniale
e
istruttivo
.
Un
bellissimo
quadro
di
una
battaglia
era
sfondato
...
ci
dissero
che
autori
di
tale
barbarie
erano
stati
i
Badesi
nella
prima
occupazione
;
i
soldati
delle
monarchie
,
quando
vincono
,
diventano
Vandali
.
Una
biblioteca
,
assai
fornita
di
libri
,
dava
un
'
altro
passatempo
a
chi
voleva
far
l
'
uomo
grave
:
per
gli
scapati
ci
era
il
Caffè
di
Parigi
,
dove
si
beveva
e
si
giocava
:
lì
era
il
convegno
del
fior
fiore
dell
'
armata
:
lì
vedevi
l
'
elegante
ufficiale
di
stato
maggiore
,
lo
svelto
Franc
tireur
,
mobilizzato
sornione
,
lo
scapigliato
volontario
,
tutti
affratellati
davanti
,
a
un
banco
di
lansquenet
,
o
in
una
partita
al
Carambolo
.
Le
prime
ore
della
sera
noi
le
passavamo
al
Restaurant
,
cianciando
tra
noi
e
mangiando
e
bevendo
.
Dopo
si
andava
in
una
bottega
di
tabaccaio
,
vicina
al
nostro
palazzo
,
cioè
al
palazzo
della
nostra
ospite
:
bottega
dove
avevamo
rinvenuto
una
gentile
donnina
,
che
ci
incantava
per
il
suo
spirito
e
per
la
sua
educazione
.
Questa
graziosa
ragazza
che
la
nostra
buona
fortuna
ci
aveva
fatto
incontrare
,
era
figlia
di
un
colonnello
che
era
stato
fatto
prigioniero
a
Sedan
;
suo
zio
generale
,
era
pur
egli
prigioniero
e
ferito
gravemente
a
una
coscia
;
ora
la
stava
in
casa
della
tabaccaia
che
l
'
aveva
veduta
bambina
e
che
l
'
amava
come
una
mamma
.
Parlava
di
piani
di
guerra
con
la
medesima
facilità
che
la
quale
un
'
altra
donna
parlerebbe
di
crochet
,
d
'
orli
,
o
di
ricami
;
non
aveva
alcuna
fiducia
del
Bourbaki
,
disperava
delle
sorti
di
Francia
e
attendeva
un
combattimento
per
poter
recar
soccorso
ai
feriti
,
tra
l
'
imperversare
della
mitraglia
.
Un
tipo
curioso
,
ma
piena
d
'
ardimento
.
Una
volta
diede
in
presenza
nostra
uno
schiaffo
ad
un
mobilizzato
della
Provenza
,
perché
le
aveva
detto
che
era
amica
dei
Prussiani
;
correva
tutto
il
giorno
per
gli
ospedali
,
spendeva
le
sue
piccole
risorse
in
quelle
ghiottonerie
che
son
tanto
gradite
ai
convalescenti
e
si
sdegnava
se
qualcuno
le
proponeva
di
accompagnarla
in
queste
pietose
escursioni
:
presto
divenimmo
di
lei
amici
..
era
tanto
carina
,
che
non
avremmo
meritato
scusa
veruna
a
trascurarla
.
Dopo
cinque
o
sei
giorni
,
dacché
eravamo
arrivati
,
fummo
rallegrati
dai
concenti
più
o
meno
armoniosi
di
trombe
che
suonavano
marcie
Italiane
:
era
la
legione
Tanara
,
che
veniva
per
fermarsi
qualche
giorno
in
città
.
I
volontari
marciavano
come
vecchi
soldati
e
avevano
un
piglio
guerresco
da
farteli
cari
;
il
primo
battaglione
era
comandato
da
Ciotti
;
il
secondo
dal
simpatico
Erba
;
questo
aveva
una
bandiera
tutta
rossa
sulla
quale
in
lettere
d
'
oro
stava
scritto
:
Patatrac
.
I
cittadini
ogni
poco
ci
fermavano
per
domandarci
che
significava
quella
arcana
parola
,
e
noi
rispondevamo
loro
che
significava
ciò
che
era
tanto
bramato
da
noi
,
ciò
che
ora
il
procuratore
del
re
non
mi
permette
di
far
sapere
ai
lettori
.
La
maggior
parte
dei
componenti
delle
legioni
appartenevano
alle
provincie
settentrionali
d
'
Italia
;
tra
gli
ufficiali
erano
molti
dei
compromessi
negli
affari
di
Pavia
,
commilitoni
e
fratelli
d
'
idea
del
martire
Barsanti
.
Dietro
pochi
passi
da
loro
io
vidi
l
'
Imbriani
...
Povero
Giorgio
!
...
Come
io
ti
vidi
contento
,
per
aver
raggiunto
finalmente
le
schiere
dei
generosi
difensori
di
quel
principio
che
avevi
sempre
adorato
!
..
Con
quale
affetto
tu
non
mi
stringesti
la
mano
,
vedendo
che
io
pure
non
avevo
mancato
all
'
appello
?
Eri
giovane
,
forte
:
l
'
avvenire
ti
si
dipingeva
davanti
con
i
colori
più
rosei
,
eppure
un
presentimento
vago
,
indefinito
ad
ora
ad
ora
ti
sorgeva
nella
anima
«
chi
sa
per
quanti
di
noi
sarà
tomba
questa
città
»
tu
mi
dicesti
;
e
lo
doveva
essere
anche
per
te
;
ed
in
mezzo
al
combattimento
mi
doveva
giungere
la
novella
della
tua
fine
;
che
,
ardimentoso
come
eri
,
tu
dovevi
morire
tra
i
primi
,
ed
io
non
era
a
te
vicino
per
poterti
dare
l
'
ultimo
bacio
dell
'
amicizia
,
per
poter
raccogliere
il
tuo
estremo
sospiro
!
Erano
due
anni
che
non
ci
si
vedeva
:
ci
avevamo
lasciati
ad
un
banchetto
,
dove
si
era
inneggiato
alla
Repubblica
e
alle
barricate
,
ora
ci
si
doveva
ritrovare
per
essere
eternamente
divisi
.
Eternamente
!
..
Oh
!
la
dura
parola
per
chi
ti
ha
conosciuto
!
Ora
giaci
nell
'
Italia
tua
,
vicino
al
tuo
mare
,
sotto
la
volta
del
tuo
splendido
cielo
,
là
dove
la
poesia
di
una
natura
sempre
maestosa
aveva
fatto
germogliare
nel
tuo
cuore
la
fede
per
la
quale
ora
giaci
cadavere
...
Tanto
meglio
...
non
contamineranno
l
'
urna
del
martire
le
codarde
calunnie
e
le
turpi
accuse
dei
vili
,
pei
quali
noi
affrontavamo
la
morte
e
che
erano
ben
lontani
da
ogni
pericolo
.
Addio
,
giovane
di
tempra
romana
,
addio
figlio
prediletto
della
democrazia
...
possa
l
'
esempio
delle
tue
virtù
procacciarti
degli
emulatori
ed
il
fiore
della
speranza
sorga
sul
tuo
sepolcro
,
o
fiore
più
bello
,
troppo
presto
staccato
dalla
ghirlanda
delle
nostre
speranze
!
CAPITOLO
XI
.
Ricciotti
arrivava
in
questo
frattempo
a
Digione
,
dopo
aver
sostenuto
diversi
piccoli
scontri
con
recognizioni
nemiche
,
scontri
in
cui
aveva
sempre
ottenuto
indiscutibili
vantaggi
;
il
di
lui
arrivo
fu
per
noi
una
vera
festa
:
il
giovine
ed
ardito
condottiero
che
già
erasi
acquistata
tanta
gloria
in
questa
campagna
,
troppo
ci
aveva
fatto
temere
per
il
suo
troppo
coraggio
ed
era
di
troppa
utilità
al
nostro
esercito
,
perchè
non
ne
valutassimo
l
'
arrivo
come
un
lieto
avvenimento
.
Dipiù
nella
sua
brigata
noi
avevamo
amici
carissimi
:
lo
Strocchi
,
l
'
Orlandi
,
Cardini
erano
nei
Francs
chavaliers
de
Chatillon
,
squadrone
di
cavalleria
che
il
prode
e
simpatico
figlio
di
Garibaldi
aveva
organizzato
dopo
la
memorabile
impresa
che
aggiunse
non
poco
lustro
alle
armi
italiane
.
Quasi
nel
medesimo
tempo
arrivava
da
Chambery
il
simpatico
Canzio
,
portando
seco
circa
duecento
uomini
,
che
uniti
a
quelli
del
deposito
,
a
cui
eravamo
stati
ascritti
in
principio
,
formarono
un
battaglione
sotto
gli
ordini
del
maggiore
Perla
,
battaglione
che
fu
denominato
dei
Cacciatori
di
Marsala
.
Cavallotti
,
Rossi
di
Lodi
e
tanti
altri
generosi
si
trovavano
in
quelle
file
:
essi
avevano
lasciato
il
Frapolli
per
essere
in
prima
linea
.
La
gioia
di
questi
arrivi
fu
per
noi
un
po
'
amareggiata
dalla
notizia
che
i
famosi
cavalli
che
dovevano
arrivare
con
Canzio
,
sarebbero
arrivati
due
o
tre
giorni
dopo
...
se
ci
avessero
detto
che
non
dovevano
arrivare
mai
,
saremmo
usciti
addirittura
dai
gangheri
e
chi
sa
quale
determinazione
avremmo
preso
!
Ai
nuovi
volontarii
furono
distribuite
delle
carabine
Weincester
,
bellissime
armi
ma
che
forse
esigevano
un
po
'
troppo
perizia
in
chi
le
adoperava
;
avevano
esse
diciotto
colpi
di
riserva
,
erano
elegantissime
e
quando
se
ne
vedeva
una
in
mano
di
qualche
Garibaldino
,
ci
si
affollava
intorno
a
lui
,
e
con
noi
si
affollavano
a
bocca
spalancata
i
buoni
popolani
della
città
;
difatti
nelle
piazze
,
nelle
vie
principali
tu
non
avresti
veduto
che
gruppetti
di
gente
,
e
in
mezzo
a
questi
un
volontario
che
dava
tutte
le
spiegazioni
possibili
e
immaginabili
in
mezzo
allo
stupore
e
alla
soddisfazione
generale
.
Bisogna
esser
giusti
:
nell
'
ultimo
periodo
della
campagna
i
volontarii
non
erano
armati
malaccio
:
i
Carabinieri
Genovesi
avevano
per
esempio
delle
buone
carabine
Spencer
,
con
sette
colpi
di
riserva
nel
calcio
:
unico
danno
come
diceva
,
poco
anzi
,
era
la
difficoltà
con
cui
potevano
adoperarsi
da
mani
inesperte
;
per
cui
avrei
reputato
cosa
molto
migliore
il
dispensare
fino
dal
bel
principio
quei
Remingtons
che
furono
dispensati
,
come
sempre
succede
,
quando
non
ce
ne
era
più
alcun
bisogno
.
Ai
nostri
soldati
non
si
distribuiva
alcun
rancio
:
si
dava
loro
un
franco
il
giorno
,
se
erano
di
fanteria
;
uno
e
venticinque
centesimi
,
se
di
cavalleria
:
questo
provvedimento
,
se
era
molto
noioso
per
quando
le
truppe
si
trovavano
in
marcia
o
nei
passetti
,
era
assai
comodo
per
quando
le
si
trovavano
in
Digione
.
I
cittadini
non
si
potevano
infatti
mostrare
nè
più
ospitali
,
nè
più
generosi
:
accoglievano
a
braccia
aperte
nelle
loro
case
i
giovani
loro
difensori
e
li
trattavano
cavalierescamente
.
Gran
bella
città
Digione
-
mi
diceva
un
mio
amico
-
anche
con
pochi
soldi
ci
è
da
farsi
un
peculio
!
...
È
un
fatto
che
gli
abitanti
delle
Côte
d
'
Or
ci
volevano
un
ben
dell
'
anima
;
bastava
che
le
trombe
del
Tanara
suonassero
la
ritirata
perché
s
'
improvvisasse
una
dimostrazione
con
grandi
evviva
a
Garibaldi
e
all
'
Italia
;
allorchè
fu
data
onorata
sepoltura
nel
cimitero
alla
salma
del
bravo
tenente
Anzillotti
,
tutta
la
popolazione
prese
parte
alla
cerimonia
pietosa
,
ed
assistè
religiosamente
ai
discorsi
del
Tanara
e
di
Canzio
,
quantunque
fossero
proferiti
in
lingua
italiana
:
si
erano
troppo
assaggiati
i
soldati
della
grazia
di
Dio
per
non
fare
buon
viso
ai
soldati
della
Libertà
.
La
concentrazione
di
truppe
continuava
:
giungeva
pure
in
Digione
l
'
altra
legione
italiana
comandata
dal
Bavelli
:
questa
era
costituita
di
tre
battaglioni
,
della
forza
di
circa
quattrocento
uomini
per
ciascheduno
;
se
il
nome
del
comandante
giungeva
a
tutti
nuovissimo
,
vi
erano
sotto
di
lui
bravi
soldati
e
bene
esperimentati
patriotti
.
I
maggiori
Pastoris
,
Ravá
,
i
capitani
Becherucci
,
Romanelli
,
Sartori
,
il
tenente
Ademollo
e
tanti
altri
che
non
cito
,
perchè
ciò
troppo
mi
trarrebbe
fuori
dal
seminato
.
La
legione
era
organizzata
militarmente
più
di
ogni
altra
;
aveva
anche
una
piccola
fanfara
,
nè
eccellente
,
nè
perfida
,
ma
lassù
applauditissima
.
Il
trovarsi
tutti
riuniti
produsse
un
brio
generale
:
mai
le
strade
della
capitale
della
vecchia
Borgogna
hanno
assistito
a
un
movimento
,
a
un
brusio
simile
a
quello
di
queste
belle
serate
:
ogni
poco
si
riconosceva
qualcuno
:
ogni
poco
uno
schioppettio
di
baci
ti
solleticava
dolcemente
l
'
orecchio
;
e
conforti
reciproci
,
e
augurii
di
future
vittorie
,
e
strette
di
mano
e
ricordi
del
passato
s
'
incrociavano
,
si
avvicendevano
tra
i
varii
individui
.
Oh
!
...
Chi
ci
rende
quei
momenti
felici
in
cui
non
si
pon
mente
al
domani
,
in
cui
,
tanto
vicini
alla
morte
,
si
ritrova
la
calma
e
l
'
allegria
del
fanciullo
,
in
cui
lasciata
ogni
maschera
di
convenienze
sociali
,
si
parla
col
cuore
sulla
bocca
,
e
si
dà
l
'
ultimo
soldo
all
'
amico
,
persuasi
di
non
fare
nemmeno
una
gentilezza
,
ma
di
adempire
a
un
dovere
!
..
E
ancora
qui
dal
tavolino
della
mia
camera
,
raffazzonando
questi
appunti
,
io
vi
veggo
sfilare
a
me
davanti
,
o
simpatici
volti
dei
miei
compagni
d
'
arme
,
e
mi
par
d
'
esser
tornato
in
mezzo
alle
vie
rallegrate
dal
vostro
chiasso
e
dalle
vostre
canzoni
:
molti
di
voi
non
sono
più
,
ma
se
soltanto
chi
lascia
eredità
d
'
affetto
ha
gioia
dall
'
urna
,
voi
vivrete
eternamente
nella
memoria
del
popolo
,
come
vi
giuro
,
che
eternamente
vivrete
nella
mia
.
All
'
oscuro
,
come
eravamo
,
sui
movimenti
del
nemico
,
tutti
noi
eravamo
convinti
che
Garibaldi
avesse
intenzione
di
tentare
un
gran
colpo
.
È
pur
la
brutta
cosa
esser
soldato
!
...
Non
saper
mai
nulla
su
quello
che
hanno
intenzione
di
fare
i
superiori
ed
avere
in
capo
una
curiosità
,
come
avevo
io
!
La
nostra
perplessità
non
poteva
durare
molto
a
lungo
:
la
domenica
,
15
gennaio
,
una
guida
che
doveva
portare
un
dispaccio
al
Maggiore
Farlatti
,
tornò
quasi
subito
,
annunciandoci
che
a
poco
più
di
tre
chilometri
dalla
città
vi
erano
i
Prussiani
.
In
questa
stessa
domenica
,
passeggiando
lungo
il
viale
del
Parco
,
bellissima
passeggiata
con
un
getto
d
'
acqua
assai
da
ammirarsi
,
mi
sentii
toccar
leggermente
sulle
spalle
.
Mi
voltai
immediatamente
,
e
non
potei
fare
a
meno
di
proferire
un
grido
di
stupore
.
Quella
mano
che
mi
aveva
così
gentilmente
toccato
,
era
la
mano
d
'
Aissa
.
La
gentile
ragazza
indossava
un
bellissimo
costume
da
vivandiera
,
tutto
in
velluto
nero
;
il
suo
piedino
aristocratico
faceva
mostra
di
tutta
la
sua
eleganza
,
a
causa
della
corta
sottana
;
un
piccolo
rewolver
le
stava
alla
cintola
...
era
insomma
un
bel
tipo
.
-
Voi
qui
?
-
Le
dissi
.
-
Mi
credevate
incapace
di
mantenere
una
promessa
.
-
No
...
ma
...
e
con
chi
siete
?
-
Sono
con
i
mobilizzati
dell
'
Isere
...
non
vedete
,
son
vivandiera
!
-
Mi
rallegro
con
voi
...
E
ci
potremo
vedere
?
-
Chi
sa
...
ora
vi
lascio
!
-
Restate
un
pochino
...
-
È
impossibile
...
son
là
col
mio
...
col
mio
...
non
so
come
chiamarlo
...
è
geloso
come
una
jena
...
A
rivederci
.
Le
strinsi
la
mano
,
e
guardai
questo
...
non
so
come
chiamarlo
...
e
vidi
un
capitano
della
guardia
mobile
,
brutto
come
un
brigadiere
delle
guardie
di
sicurezza
o
poco
meno
;
piccolo
e
grasso
come
una
botte
.
Capii
la
di
lui
gelosia
...
e
lo
compiansi
:
egli
non
era
che
un
pas
per
tout
per
la
avvenente
fanciulla
,
che
aveva
trovato
modo
di
distrarsi
e
di
essere
utile
a
quella
società
,
dalla
quale
aveva
ricevuto
tanti
sgarbi
e
alla
quale
aveva
fino
allora
arrecati
tanti
danni
.
Avevo
appena
veduta
questa
vecchia
conoscenza
(
dico
vecchia
perché
una
conoscenza
di
un
mese
in
quegli
eccezionali
momenti
si
può
dichiarare
per
antichissima
)
quando
cominciò
a
cadere
a
larghi
fiocchi
la
neve
,
e
questa
persistè
ostinatamente
fino
alla
sera
:
ci
alzammo
al
mattino
dipoi
e
continuava
la
poco
aggradevole
sinfonia
:
il
neigait
,
il
neigait
,
il
neigait
,
proprio
come
nella
ritirata
di
Russia
,
così
ammirabilmente
dipinta
da
Victor
Hugo
nei
suoi
Chatiments
.
Figuratevi
,
quale
allegria
non
fosse
per
noi
,
il
vedere
tutti
quei
tetti
acuminati
,
candidi
come
l
'
anima
di
una
verginella
;
il
passeggiare
quelle
vie
,
quelle
piazze
dove
si
affondava
fino
a
mezza
gamba
,
l
'
ammirare
i
nasi
dei
nostri
compagni
di
sventura
rossi
come
peperoni
,
seccati
chi
sa
da
quanti
anni
!
..
Ed
il
cielo
ci
fece
questa
burletta
fino
a
notte
avanzata
;
decisamente
il
cielo
sapendoci
nemici
del
trono
come
dell
'
altare
,
ci
voleva
amministrare
una
di
quelle
lezioncine
paterne
,
che
ci
facevano
ricordare
la
dottrina
Cristiana
del
cardinal
Bellarmino
.
Quella
sera
noi
non
potevamo
godere
:
poiché
ci
ricorrevano
al
pensiero
quei
disgraziati
nostri
fratelli
che
si
trovavano
accampati
o
agli
avamposti
.
Poveri
diavoli
-
si
susurrava
,
scaldandoci
davanti
a
un
bel
fuoco
-
Poveri
diavoli
,
quanti
di
loro
hanno
con
gioia
abbandonate
tutte
le
dolcezze
di
una
vita
beata
,
e
forse
ci
sarà
chi
oserà
mettere
in
dubbio
la
purezza
delle
loro
intenzioni
,
la
lealtà
dei
loro
propositi
,
la
fede
che
li
ha
sostenuti
in
mezzo
a
quest
'
avvicendarsi
perpetuo
di
peripezie
,
che
a
malapena
si
credono
nell
'
udirle
narrare
?
!
Meno
male
,
che
la
bestemmia
dei
tristi
giunge
più
cara
agli
orecchi
di
chi
fa
il
proprio
dovere
,
della
lode
dei
buoni
.
Declami
pure
,
rida
pure
la
gente
che
non
si
muove
da
casa
se
non
quando
vi
è
la
prospettiva
di
un
grande
interesse
...
l
'
armata
dei
Vosgi
ha
troppo
la
coscienza
di
quello
che
ha
fatto
per
poter
dare
ascolto
ai
ragli
e
agli
impotenti
grugniti
dei
pravi
.
CAPITOLO
XII
.
Così
giungemmo
al
dì
17
gennaio
dell
'
anno
di
Grazia
milleottocentosettanta
.
Il
cielo
si
era
un
po
'
rischiarato
:
ci
destammo
un
poco
più
tardi
del
solito
,
poiché
in
dormiveglia
ci
sentivamo
solleticare
gli
orecchi
dal
monotono
tic
tac
dell
'
acqua
che
sgocciolava
dai
tetti
,
su
cui
si
sfaceva
la
neve
.
Andammo
al
quartiere
,
nulla
di
nuovo
;
allora
lasciati
i
compagni
,
me
ne
tornai
a
casa
a
tener
compagnia
al
Materassi
che
avendo
mandato
ad
allargare
uno
stivale
,
si
trovava
nella
dura
situazione
o
di
marciare
a
pie
'
nudo
,
o
di
aspettare
il
comodo
del
cittadino
calzolaio
;
sdraiato
in
poltrona
,
ed
in
faccia
ad
un
camminetto
le
cui
fiammate
eloquentemente
addimostravano
le
prodigalità
...
dei
nostri
padroni
di
casa
.
Materassi
aveva
prescelto
quest
'
ultimo
partito
,
e
con
una
posa
tra
il
Pachà
e
il
cuor
contento
aspirava
voluttuosamente
le
boccate
di
fumo
,
di
una
pipa
da
dieci
soldi
,
che
riteneva
come
un
ricordo
di
Lione
.
Io
era
sdraiato
su
di
un
'
altra
poltrona
davanti
a
lui
:
si
discorse
per
due
ore
buone
:
si
discorse
delle
nostre
padroncine
di
casa
che
tutti
ci
elogiavano
e
che
noi
non
avevamo
per
anche
vedute
:
si
fecero
un
centinaio
di
progetti
per
giungere
ad
ammirare
queste
famose
beltà
:
si
parlò
di
una
nuova
mitragliatrice
che
avrebbe
ottenuto
portentossimi
effetti
:
questo
nuovo
ordigno
di
guerra
,
invece
di
mitraglia
,
doveva
vomitar
dei
marenghi
,
e
le
truppe
dell
'
inimico
sarebbero
state
sbaragliate
più
presto
...
ma
sul
più
bello
della
discussione
,
sentimmo
un
gran
rumore
per
le
scale
:
l
'
uscio
s
'
aprì
improvvisamente
,
la
nostra
padrona
,
con
una
fisonomia
da
metter
paura
in
corpo
all
'
uomo
più
sconclusionato
del
mondo
,
si
buttò
ai
nostri
piedi
,
gridando
a
squarciagola
:
Les
Prussiens
,
Les
Prussiens
!
-
Les
Prussiens
?
!
-
Grida
il
Materassi
-
Che
siano
giù
per
le
scale
?
!
-
Ma
dove
..
ma
come
..
ma
quando
?
-
Per
carità
partite
.
-
Oh
!
non
abbiamo
bisogno
delle
vostre
preghiere
!
Prendo
le
scale
e
vado
..
-
Va
'
..
prima
a
pigliarmi
lo
stivale
..
eppoi
partiremo
insieme
.
-
Ma
ora
..
-
Permetteresti
che
io
non
venissi
con
voi
?
-
Hai
ragione
:
in
due
salti
,
vado
e
torno
Scendo
in
strada
:
un
movimento
da
dar
la
vertigine
:
un
correre
da
tutte
le
parti
:
un
ritirarsi
continuo
dei
cittadini
dentro
le
porte
:
a
tutte
le
cantonate
squilli
di
tromba
che
chiamavano
a
raccolta
;
e
un
chiudersi
di
botteghe
,
un
vocìo
di
donne
che
dalle
finestre
si
raccomandavano
..
insomma
una
desolazione
,
uno
spavento
tale
da
non
farsene
idea
;
spavento
e
desolazione
che
non
hanno
altro
riscontro
all
'
infuori
di
quello
prodotto
da
false
notizie
nella
serata
del
ventitre
.
Via
via
che
mi
inoltravo
verso
la
piazza
,
vedevo
battaglioni
di
guardia
mobile
che
s
'
indirizzavano
verso
le
porte
della
città
;
il
contegno
di
queste
genti
non
era
bellicoso
di
certo
e
sembravano
più
montoni
condotti
al
macello
,
che
difensori
di
un
sacrosanto
principio
.
Difaccia
alla
Mairie
incontrai
la
legione
Tanara
:
i
Garibaldini
cantavano
.
Addio
mia
bella
addio
e
interrompevano
l
'
inni
,
soltanto
per
prorompere
in
acclamazioni
entusiastiche
alla
Repubblica
e
a
Garibaldi
.
Eppoi
mi
trasvolarono
difaccia
agli
occhi
due
batterie
con
i
cavalli
a
trotto
serrato
;
quindi
venne
la
volta
della
brigata
Ricciotti
;
il
simpatico
giovane
era
alla
testa
,
ed
i
suoi
Francs
tireurs
,
col
volto
raggiante
di
gioia
,
colla
testa
alta
,
col
passo
accelerato
,
quasiché
loro
tardasse
il
trovarsi
a
fronte
col
'
oppressor
della
Francia
,
avevano
intuonato
il
magnifico
inno
dello
Chenier
:
C
'
est
la
republique
,
qui
nous
apelle
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Un
Francais
doit
vivre
pour
elle
Et
pour
elle
un
Français
doit
mourir
.
-
Dunque
ci
siamo
per
davvero
?
-
Dicevo
tra
me
e
me
,
esaltato
anche
io
dalla
febbre
generale
,
trascinato
dal
potentissimo
fascino
dell
'
entusiasmo
-
A
rivederci
a
fra
poco
,
o
giovani
soldati
della
libertà
,
o
eroica
falange
dei
pochi
che
tra
l
'
ignavia
dei
più
vogliono
essere
gli
apostoli
,
i
rivendicatori
dell
'
umanità
conculcata
!
...
molti
di
voi
stasera
non
risponderanno
all
'
appello
,
le
vostre
file
diraderà
la
mitraglia
:
siete
giovani
,
ardenti
,
pieni
di
salute
tra
poco
sarete
mutilati
....
e
che
importa
?
..
Il
vostro
nome
resterà
eterno
sulle
labbra
dei
reietti
e
dei
diseredati
,
unica
gente
che
ha
cuore
,
essi
insegneranno
ad
adorarvi
,
siccome
martiri
,
ai
figli
,
e
voi
non
morirete
del
tutto
...
"
....
...
Ai
generosi
,
"
"
Giusta
di
gloria
dispensiera
è
morte
.
"
Arrivai
dal
ciabattino
;
lo
stivale
era
nell
'
identico
stato
di
quando
era
entrato
in
bottega
;
lo
agguantai
non
senza
stiacciar
qualche
moccolo
e
a
passi
di
corsa
ripresi
la
via
.
Io
sono
molto
nervoso
,
e
la
fantasia
in
me
è
proprio
un
cavallo
che
non
sente
alcun
freno
:
quel
movimento
,
quelle
grida
,
quell
'
entusiasmo
mi
avevano
dato
il
capogiro
ed
io
saltava
come
un
pazzo
,
agitando
lo
stivale
,
in
mezzo
alla
folla
.
O
..
sentite
un
po
'
cosa
mi
va
a
capitare
per
dato
e
fatto
di
quei
baggei
di
mobilizzati
,
allucinati
,
secondo
il
solito
,
da
una
paura
birbona
!
....
Il
vedere
un
'
individuo
,
vestito
metà
da
cittadino
e
metà
da
soldato
,
vederlo
andare
di
corsa
ed
esaminando
la
di
lui
fisonomia
che
certo
non
era
francese
,
fece
nascere
in
quei
cervelli
balzani
l
'
idea
che
l
'
individuo
in
questione
non
fosse
che
una
spia
dei
Prussiani
.
Immaginatevi
dunque
che
bella
improvvista
mi
si
preparava
:
giacché
colui
che
veniva
preso
di
mira
non
era
altri
che
il
signor
Mestesso
.
Chi
sa
da
quanto
tempo
io
era
pedinato
da
coloro
che
invece
di
correre
in
faccia
al
nemico
preferivano
restare
in
città
,
ad
arrestare
chi
voleva
andarci
;
io
non
mi
era
minimamente
avveduto
di
nulla
.
Allo
svolto
di
Rue
Piron
,
mi
rattiene
nella
disordinata
mia
fuga
,
un
braccio
che
mi
avvinghia
alle
spalle
:
mi
volto
per
rispondere
per
le
rime
,
al
villano
che
si
azzardava
fermarmi
e
mi
veggo
in
men
che
si
dice
,
circondato
da
una
folla
di
gente
,
che
mi
squadrava
in
cagnesco
,
e
che
emetteva
grida
tutt
'
altro
che
rassicuranti
.
-
Cosa
volete
?
-
Proferii
io
maravigliato
.
-
C
'
est
un
espion
...
c
'
est
un
Prussien
!
-
Ma
no
...
io
sono
un
Garibaldino
!
-
Risposi
in
francese
.
-
Non
è
vero
..
non
è
vero
!
-
Urlava
più
che
mai
indemoniata
la
folla
..
-
Me
vi
dico
di
sì
...
ve
lo
garantisco
.
-
Alla
Mairie
,
alla
Mairie
-
Dalli
alla
spia
!
...
-
Abbasso
i
Prussiani
!
-
Caput
a
Bismarck
!
Non
ci
è
che
dire
io
doveva
esser
proprio
una
spia
;
garantisco
che
in
tre
campagne
,
e
tra
le
mille
peripezie
che
hanno
agitato
la
mia
esistenza
,
garantisco
di
non
aver
mai
passato
un
momento
più
brutto
di
quello
.
La
folla
si
aumentava
a
vista
d
'
occhio
e
di
momento
in
momento
diventava
più
minacciosa
:
mi
aspettavo
di
udir
gridare
:
à
la
lanterne
e
di
sentirmi
appiccare
ad
uno
dei
prossimi
lampioni
.
Per
buona
fortuna
passò
il
nostro
tenente
,
che
attirato
dal
chiasso
,
si
avvicinò
per
curiosità
al
gruppo
tumultuante
;
non
sto
a
descrivere
lo
stupore
dal
quale
fu
preso
,
vedendomi
in
mezzo
a
quei
disperati
;
il
tenente
era
in
alta
montura
e
tutti
gli
fecero
largo
.
-
Che
c
'
è
?
-
Mi
domandò
-
Si
figuri
,
che
mi
hanno
preso
per
una
spia
!
-
Baie
!
-
Sul
mio
onore
.
Il
tenente
che
ne
avea
pochi
degli
spiccioli
fece
allora
una
paternale
numero
uno
,
a
quei
mobilizzati
che
pretendevano
di
fare
il
sopracciò
a
tre
chilometri
dal
campo
di
battaglia
:
questi
accettarono
la
reprimenda
a
viso
basso
e
confuso
e
ci
lasciarono
passare
.
Appena
scongiurato
il
pericolo
,
io
mi
rivolsi
al
mio
salvatore
e
gli
domandai
:
Ma
dunque
ci
si
batte
sul
serio
?
-
Sembra
di
sì
...
Anzi
venga
con
me
al
quartier
generale
,
che
presto
partiremo
anche
noi
!
-
A
piedi
?
-
Ben
'
inteso
:
quando
non
ci
sono
cavalli
!
-
Vado
ad
avvertire
Materassi
e
vengo
subito
.
-
Gli
raccomando
sbrigarsi
!
-
Non
dubiti
:
vado
e
torno
!
Materassi
mi
accolse
con
un
diluvio
d
'
imprecazioni
,
a
causa
del
ritardo
:
l
'
imprecazioni
arrivarono
poi
al
grado
superlativo
,
quando
io
gli
mostrai
lo
stivale
,
preciso
come
l
'
aveva
dato
al
mattino
.
Che
fare
?
Tempo
da
perdere
non
ce
ne
era
dicerto
:
bisognò
prendere
un
'
eroico
proponimento
,
e
con
un
rasoio
spaccarlo
sopra
la
fiocca
...
Se
Materassi
avesse
saputo
che
doveva
terminare
la
campagna
con
quello
spacco
,
non
troppo
elegante
,
chi
sa
,
se
avrebbe
avuto
il
braccio
tanto
fermo
!
In
due
salti
si
arriva
al
quartier
generale
,
i
nostri
compagni
erano
già
partiti
:
si
domanda
alle
sentinelle
per
dove
hanno
preso
ed
esse
c
'
indicano
la
vicina
strada
della
stazione
;
allunghiamo
il
passo
e
tentiamo
raggiungerli
:
per
la
strada
non
s
'
incontra
nessuno
:
tutto
è
calma
all
'
intorno
ed
un
combattimento
non
può
essere
ancora
incominciato
:
meno
male
,
pensiamo
tra
noi
,
sentiremo
il
primo
saluto
,
ma
più
ci
si
avvicina
,
maggiore
è
il
silenzio
,
Fatto
appena
un
chilometro
,
sempre
per
una
strada
,
fiancheggiata
da
campi
che
ci
sembrano
incolti
,
e
da
estese
pianure
,
su
cui
si
alzavano
a
poca
distanza
da
noi
i
due
promontorii
di
Fontain
e
Talant
,
cominciammo
a
vedere
dei
Franchi
tiratori
,
delle
Guardie
mobili
,
dei
Garibaldini
tra
cui
qualche
Guida
.
Domandiamo
il
perché
se
ne
tornano
,
ed
essi
ci
rispondono
che
tra
poco
tutte
le
truppe
rientreranno
in
Digione
:
che
i
Prussiani
che
erano
alla
viste
,
nonché
avanzare
,
si
son
ritirati
,
e
che
gli
Chasseurs
han
preso
due
cavalli
ai
cavalieri
nemici
.
Queste
informazioni
erano
più
che
veridiche
:
pochi
momenti
dopo
,
passava
il
Generale
e
lo
stato
maggiore
;
noi
rientrammo
in
città
,
insieme
alla
legione
Tanara
,
le
cui
trombe
suonavano
gioiosamente
.
Non
si
era
trattato
che
di
un
falso
allarme
:
un
falso
allarme
equivale
ad
un
appuntamento
al
quale
manchi
la
bella
dei
nostri
pensieri
:
io
preferisco
cinque
battaglie
,
ad
una
sola
delle
ore
penose
dell
'
aspettativa
.
Quella
sera
la
città
fu
ravvivata
da
un
chiasso
dei
più
clamorosi
:
o
male
o
bene
si
era
veduto
che
dei
Prussiani
ce
ne
era
dintorno
a
noi
,
e
così
avevamo
acquistato
la
certezza
di
potersi
levare
il
pizzicore
dalle
mani
;
non
mi
provo
nemmeno
a
raccontare
tutte
le
strampalerie
che
furono
proferite
:
tutti
volevan
dir
la
sua
su
quella
sorpresa
dell
'
inimico
:
chi
diceva
che
era
un
corpo
sbandato
,
chi
che
avevano
avuto
paura
,
chi
che
credevano
pigliarci
all
'
impensata
:
in
tutti
però
era
certezza
,
che
poco
poteva
tardare
una
battaglia
.
La
mattina
dipoi
,
mentre
eravamo
a
chiacchierare
sul
più
sul
meno
sulla
piazza
delle
Mairie
,
vedemmo
il
colonnello
Bossi
con
due
guide
,
e
dietro
a
loro
una
diecina
di
prigionieri
Prussiani
.
Appartenevano
tutti
al
61
Reggimento
,
e
procedevano
stupidi
e
mogi
in
mezzo
a
due
file
di
popolo
che
non
risparmiava
di
tanto
ia
tanto
qualche
espressione
poco
gentile
al
loro
indirizzo
.
Cercammo
avvicinarli
:
le
maggior
parte
di
loro
bisticciava
alla
peggio
il
francese
:
ci
parlarono
delle
loro
famiglie
,
come
ne
parlerebbe
un
ragazzo
lontano
:
ci
chiesero
con
infantile
curiosità
dove
li
avrebbero
mandati
,
e
ci
domandarono
se
era
loro
permesso
di
accender
la
pipa
e
fumare
.
Io
ho
osservato
che
nessuna
altra
categoria
di
persone
è
disposta
a
bamboleggiare
,
come
i
soldati
:
il
pifferaro
Scozzese
tra
l
'
imperversare
della
mitraglia
a
Waterloo
ripeteva
le
canzonette
delle
montagne
native
;
il
coscritto
bacia
i
ragazzi
che
incontra
e
gli
porta
in
braccio
con
quella
delicatezza
con
cui
non
son
use
a
portarli
le
serve
:
il
prigioniero
,
tra
le
schiere
nemiche
,
spesso
tra
i
fischi
del
popolo
,
si
perde
in
che
sa
quali
vaneggiamenti
,
e
fuma
imperturbabile
.
Così
è
:
i
regolamenti
militari
o
sviluppano
la
malinconia
in
modo
da
render
gli
uomini
stupidi
,
o
gli
rendono
feroci
più
delle
belve
.
Quanto
saremo
civili
,
quando
avremo
abolite
le
caserme
,
questo
ricettacolo
di
gente
che
divora
la
parte
più
grossa
del
ben
essere
di
tutti
,
a
beneficio
di
quello
di
un
solo
!
Questo
piccolo
incidente
ci
rallegrò
un
pochetto
,
ma
la
nostra
allegria
crebbe
a
mille
doppi
per
una
buona
notizia
che
ci
fu
comunicata
ai
quartier
generale
.
In
un
piccolo
villaggio
poco
distante
da
Fontain
una
recognizione
Prussiana
si
era
impadronita
di
centoventi
capi
di
bestiame
,
è
poi
se
ne
era
andata
zitta
zitta
e
quasi
di
corsa
.
Il
coraggiosissimo
colonnello
Lhoste
dei
Franchi
Tiratori
da
alcuni
paesani
era
stato
informato
del
furto
che
avevano
commesso
i
campioni
della
Grazia
di
Dio
e
della
legittimità
.
Appiattatosi
con
molti
suoi
uomini
in
una
boscaglia
attese
al
varco
i
predoni
,
e
mentre
questi
se
ne
andavano
sicuri
e
canticchiando
a
bassa
voce
certe
canzoni
che
se
erano
tedesche
,
non
avevano
niente
che
fare
colle
ispirate
melodie
che
si
sentono
sulle
rive
del
Danubio
e
del
Reno
,
una
scarica
a
bruciapelo
originò
una
confusione
universale
.
Chi
cadde
nei
fossati
vicini
,
chi
urlò
come
uno
spiritato
,
qualcuno
rimase
ferito
,
e
morti
furono
pochissimi
...
chiunque
era
in
grado
di
farlo
,
se
l
'
era
battuta
senza
rifiatare
nemmeno
.
Così
fu
ripreso
tutto
il
bestiame
,
e
il
bravo
Lhoste
coi
bravissimi
suoi
volontari
tornò
nel
villaggio
in
mezzo
alle
benedizioni
e
agli
applausi
di
quei
paesani
.
Non
ci
era
che
dire
:
i
Franchi
Tiratori
non
potevano
fare
a
meno
di
addiventare
gli
enfants
cheríes
delle
popolazioni
:
già
si
sapeva
come
essi
nel
novembre
avevano
ritolto
ai
Prussiani
,
piombando
loro
addosso
all
'
impensata
,
un
centinaio
di
Garibaldini
che
traducevano
prigionieri
:
già
si
sapeva
con
quanto
ardimento
essi
disseminavansi
nelle
boscaglie
e
dietro
le
siepi
,
da
dove
con
un
fuoco
alla
spicciolata
scombuiavano
i
nemici
,
più
che
,
se
si
fossero
trovati
in
aperta
battaglia
:
già
a
tutti
era
noto
come
i
Prussiani
ripetessero
sempre
,
che
non
avrebbero
dato
quartiere
a
questi
bravi
figli
di
Francia
ed
ai
Garibaldini
,
mentre
trattavano
da
buoni
figlioli
gli
appartenenti
alla
Guardia
mobile
;
insomma
il
nome
di
Franc
tireur
ispirava
in
tutti
rispetto
,
e
tutti
si
fermavano
a
veder
passare
questa
eletta
della
gioventù
francese
che
per
guerreggiare
poteva
dare
dei
punti
alla
truppa
più
agguerrita
d
'
Europa
.
Erano
così
svelti
,
così
simpatici
,
così
pieni
di
vita
che
c
'
era
da
andarne
matti
per
l
'
entusiasmo
!
Il
battaglione
condotto
da
Canzio
a
cui
dei
nostri
erano
rimasti
soltanto
mio
fratello
ed
Omero
Piccini
,
fu
battezzato
col
glorioso
nome
di
cacciatori
di
Marsala
,
e
il
comando
ne
fu
dato
allo
strenuissimo
Perla
.
I
Cacciatori
di
Marsala
,
i
Carabinieri
Genovesi
e
alcuni
battaglioni
dei
mobilizzati
dell
'
Isere
formarono
la
quinta
brigata
,
al
cui
stato
maggiore
Canzio
chiamò
tra
gli
altri
il
Canessa
.
Questi
erano
graditissimi
avvenimenti
per
noi
;
ma
il
dolce
ci
doveva
essere
amareggiato
e
non
poco
.
«
Ahi
sventura
,
sventura
,
sventura
Quei
celebri
cavalli
che
si
attendevano
a
braccia
aperte
,
che
dovevano
esser
per
noi
la
realizzazione
di
tanti
e
sì
prolungati
desiderii
,
i
celebri
cavalli
sfumarono
come
i
140
milioni
dell
'
Onorevole
Mezzanotte
.
Tironi
era
rimasto
a
Remoully
,
dove
organizzava
uno
squadrone
di
cavalleria
per
la
nugva
brigata
e
noi
rimanevamo
a
piedi
...
A
piedi
!
..
Oh
la
desolante
parola
!
Dunque
saremo
d
'
ora
in
là
un
corpo
ibrido
,
di
nuovo
genere
?
Squadrone
,
speroni
,
grandi
stivali
e
niente
altro
.
Fortuna
che
per
chi
lo
vuoi
trovare
un
fucile
ci
è
sempre
,
e
noi
fin
d
'
allora
proponemmo
d
'
attenerci
a
questo
partito
,
che
fu
dipoi
attuato
a
puntino
.
CAPITOLO
XIII
Il
19
gennaio
,
sul
far
del
giorno
tutte
le
truppe
che
erano
in
Digione
presero
la
campagna
:
i
Carabinieri
Genovesi
furono
mandati
d
'
avanposto
,
a
circa
tre
chilometri
dalla
porta
Sant
'
Apollinare
,
poco
distante
da
una
piccola
borgata
.
Essi
piazzarono
le
loro
vedette
dietro
un
muricciolo
,
e
poi
si
buttarono
distesi
nel
campo
,
come
loro
era
stato
ordinato
;
I
Cacciatori
di
Marsala
presero
posizione
sulla
loro
destra
sempre
dietro
quel
piccolo
muro
che
cingeva
quelle
coltivazioni
:
In
faccia
dietro
le
case
eravi
una
fitta
boscaglia
.
Il
Generale
si
era
portato
tra
i
primi
lassù
...
tutto
in
fine
annunciava
per
quel
giorno
un
combattimento
;
ma
anche
per
questa
volta
la
speranza
degli
animosi
doveva
esser
delusa
.
Noi
fummo
,
consegnati
al
quartier
generale
e
passammo
tre
o
quattro
ore
di
noia
,
di
pena
,
di
continua
ansietà
;
interrompeva
solamente
la
monotonia
di
quell
'
angosciosa
situazione
,
l
'
ordine
di
portare
qualche
dispaccio
al
comando
d
'
artiglieria
,
alla
Marie
,
a
qualche
caserma
.
Non
si
può
immaginare
,
non
che
descrivere
quale
voglia
ci
prendesse
tante
volte
,
di
dissigillare
quei
dispacci
,
e
di
giunger
così
a
capir
qualche
cosa
anche
noi
...
in
quel
momento
si
sentiva
rifluire
nelle
nostre
vene
il
pretto
sangue
di
quell
'
Eva
che
per
vera
curiosità
si
giuocò
il
Paradiso
Terrestre
.
Lo
stare
inattivi
,
mentre
si
presume
che
i
nostri
amici
agiscano
come
si
conviene
,
per
chi
ha
un
poco
di
cuore
è
un
vero
supplizio
di
Tantalo
:
per
cui
nel
cortile
dove
eravamo
,
cominciò
a
farsi
un
susurro
:
questo
susurro
prese
delle
proporzioni
imponenti
,
in
tal
modo
imponenti
che
,
lasciati
due
o
tre
pel
servizio
,
il
Ricci
ci
disse
di
seguirlo
,
e
tutti
contenti
prendemmo
con
lui
,
il
primo
viottolo
che
è
fuor
della
porta
,
sicuri
con
ciò
di
accorciare
la
via
.
Arrivammo
difatti
in
poco
più
di
mezz
'
ora
alle
prime
linee
dei
nostri
;
vedemmo
il
Generale
e
Canzio
che
,
ritto
in
mezzo
alla
via
,
osservava
tranquillamente
col
suo
canocchiale
le
mosse
del
nemico
:
si
distinguevano
infatti
in
lontananza
sopra
una
piccola
spianata
diversi
cavalieri
prussiani
,
(
certo
uno
stato
maggiore
)
e
al
principiare
della
foresta
ogni
tanto
abbarbagliava
la
vista
il
luccichio
di
qualche
fucile
o
baionetta
:
la
fanteria
prussiana
doveva
esser
ricovrata
là
entro
.
Ci
dissero
di
buttarci
,
come
tutti
gli
altri
,
per
terra
:
la
cosa
era
un
po
'
incomoda
a
causa
del
fango
prodotto
dalla
neve
che
si
sgelava
,
ma
à
la
guerre
comme
à
la
guerre
:
quella
non
era
l
'
ora
certo
di
pretenderla
a
damerini
.
Cominciammo
poco
dopo
a
sentir
fischiar
delle
palle
,
i
nostri
avamposti
risposero
...
poi
tutto
finì
e
fu
un
silenzio
lungo
,
ostinato
fino
sull
'
imbrunire
:
quella
gente
a
cavallo
che
ci
aveva
colpito
le
vista
,
appena
che
eravamo
arrivati
,
si
era
dileguata
.
Una
guida
di
Ricciotti
,
il
quale
con
tutta
la
sua
brigata
era
alla
nostra
sinistra
,
si
avanzò
arditamente
per
esplorare
,
e
venne
ricevuta
da
una
potentissima
scarica
:
la
credevamo
morta
,
quando
la
vedemmo
apparire
trionfante
,
avendo
perduto
soltanto
il
cappello
.
Garibaldi
tornò
verso
la
città
e
noi
lo
seguimmo
:
i
Genovesi
rimasero
d
'
avamposto
fino
al
mattino
dipoi
.
Quando
rientrammo
in
Digione
eravamo
in
uno
stato
compassionevole
:
impiastricciati
di
fango
dalla
punta
dei
capelli
a
quella
degli
stivali
...
eppure
le
belle
donnine
ci
salutavano
e
ci
sorridevano
con
grazia
:
la
vezzosa
fata
che
passava
le
sue
giornate
dalla
tabaccaia
ci
volle
offrire
per
forza
dei
sigari
scelti
,
e
ci
mostrò
con
fierezza
romana
,
una
cappa
d
'
incerato
alla
manica
della
quale
faceva
uno
stacco
molto
sentito
la
fascia
bianca
colla
croce
rossa
del
soccorso
ai
feriti
.
Giunti
a
casa
trovammo
sul
camminetto
una
bottiglia
di
vecchio
Borgogna
che
in
quel
momento
ci
apparve
più
cara
di
tutte
le
moine
.
Oh
!
non
erano
sconoscenti
i
buoni
abitanti
della
Còte
d
'
Or
!
Le
gentilezze
di
cui
ci
erano
prodighi
infondevano
nuovo
ardore
nei
nostri
petti
,
e
tutti
noi
anelevamo
un
combattimento
per
mostrare
che
non
eravamo
indegni
della
fiducia
che
in
noi
riponeasi
.
E
il
combattimento
poco
poteva
tardare
:
la
era
questione
non
di
giorni
,
ma
d
'
ore
:
se
per
due
volte
di
seguito
avevamo
tenuto
la
difensiva
,
alla
fine
attaccheremo
noi
-
si
pensava
.
Garibaldi
non
è
uomo
da
lasciarsi
posar
mosche
sul
naso
!
-
Erano
istanti
di
febbrile
ansietà
:
specialmente
la
notte
;
ad
ogni
rumore
ci
si
alzava
dal
letto
,
si
correva
alla
finestra
,
si
tendeva
l
'
orecchio
:
poi
quasi
dubitando
delle
nostre
facoltà
auricolari
,
ci
s
'
infilava
alla
peggio
la
giubba
,
si
scendeva
in
strada
,
si
correva
alla
piazza
...
tutto
silenzio
....
tutti
dormivano
...
e
allora
a
rifare
i
nostri
passi
,
ed
a
darsi
del
bambino
,
del
grullo
,
dell
'
uomo
che
s
'
impressiona
per
niente
,
e
a
giurare
di
non
muoversi
più
sino
a
che
non
venissero
le
trombe
a
suonare
sotto
le
finestre
di
case
...
sì
...
bei
proponimenti
,
superbi
disegni
!
Batte
una
porta
,
una
folata
di
vento
agita
gli
alberi
del
giardino
,
i
cavalli
della
vicina
scuderia
urtano
nella
mangiatoia
colla
testa
,
o
scalpitano
sulle
pietre
del
pavimento
..
ed
eccoci
di
nuovo
in
balìa
delle
nostre
fisime
..
-
E
se
ritornassi
fuori
?
..
Lasciare
il
calduccino
delle
lenzuola
per
andare
a
scivolare
sul
diaccio
e
a
battere
i
denti
,
mentre
vi
sono
tutte
le
probabilità
che
non
ci
sia
nulla
di
serio
!
..
Già
i
Prussiani
dì
notte
non
hanno
mai
attaccato
...
ma
se
questa
volta
attaccassero
,
se
si
facesse
sul
serio
?
..
Permetterò
che
i
miei
compagni
si
ammazzino
,
compiano
il
loro
dovere
,
ed
io
starò
qui
,
poltrone
,
a
sciogliere
un
'
inno
alla
beatitudine
del
dolce
far
niente
?
...
Oh
!
no
,
sarebbe
troppo
egoismo
,
confessiamolo
pure
,
troppa
vigliaccheria
...
se
non
dormo
stanotte
,
dormirò
domani
,
non
son
mica
venuto
quassù
per
stare
in
panciolle
!
Bisogna
andare
...
-
E
via
un
'
altra
volta
giù
in
strada
e
via
a
correre
come
un
matto
,
ad
arrapinarsi
,
a
ficcare
per
tutto
il
naso
,
che
era
divenuto
un
vero
pezzo
gelato
...
e
allora
addio
di
nuovo
belle
volontà
,
addio
proponimenti
di
passar
l
'
intera
nottata
ad
aspettare
quelli
che
non
venivano
,
e
dì
nuovo
nel
letto
coll
'
idea
fissa
di
non
addormentarsi
e
invece
appisolarsi
di
subito
,
destandosi
però
ad
ogni
momento
,
e
tendendo
l
'
orecchio
,
come
le
esterrefatte
madri
descritte
dal
Foscolo
.
La
nottata
passò
,
e
nulla
di
nuovo
ci
annunziò
il
giorno
seguente
;
i
Carabinieri
Genovesi
tornarono
dagli
avamposti
,
le
legioni
italiane
non
si
mossero
neppure
;
per
ora
tutto
annunziava
riposo
.
Che
giornata
triste
,
uggiosa
,
pesante
!
il
cielo
era
oscuro
,
la
neve
caduta
nei
giorni
decorsi
era
ghiacciata
,
da
un
lato
all
'
altro
delle
vie
si
poteva
patinare
e
furono
fatti
sdruccioloni
tremendi
.
Ci
dissero
di
star
pronti
per
il
domani
;
noi
trascorremmo
cinque
o
sei
ore
a
chiacchera
davanti
il
camminetto
fumando
,
ragionando
di
Firenze
,
che
ci
appariva
come
un
sogno
lontano
e
delle
feste
da
ballo
in
cui
saranno
stati
immersi
i
nostri
amici
,
allora
nel
pieno
sviluppo
del
Carnovale
.
Non
si
sperava
che
ci
rammentassero
:
un
giro
di
wals
,
una
stretta
di
mano
,
un
'
occhiata
procace
per
la
gioventù
d
'
oggi
ha
molto
più
attrazione
della
lotta
tra
l
'
Umanità
e
i
suoi
carnefici
.
Andammo
a
desinare
e
trovammo
la
trattoria
,
più
piena
del
solito
;
si
assisero
al
mio
tavolino
Rossi
,
Squaglia
,
Piccini
e
Stefani
:
eravamo
tutti
uggiosi
:
pareva
quasi
si
divinasse
che
erano
l
'
ultime
ore
che
si
ragionava
con
qualcuno
di
quelli
che
erano
tra
noi
.
Venne
a
noi
vicino
il
Maggiore
Pastoris
,
accompagnato
da
un
'
elegantissima
signora
:
Pastoris
ci
disse
che
,
quantunque
in
permesso
,
egli
non
aveva
potuto
resistere
all
'
idea
che
di
ora
in
ora
potea
nascere
qualche
attacco
e
che
non
poteva
star
più
lontano
da
noi
.
Bevemmo
allegramente
tutti
:
eravamo
sul
più
bello
degli
anni
,
tutti
ci
si
sentiva
bollire
nel
sangue
l
'
energia
e
l
'
attività
..
non
dovevano
passare
venti
ore
,
e
Pastoris
,
Rossi
,
Squaglia
,
dovevano
esser
cadaveri
!
Ci
ritirammo
più
di
buon
'
ora
del
solito
,
nè
,
quella
sera
ci
demmo
alle
baldorie
,
a
noi
consuete
.
Io
non
credo
ai
presentimenti
.
Napoleone
a
Waterloo
preconizzava
un
secondo
Austerlitz
,
ma
o
fosse
il
tempo
,
o
la
noia
,
o
qualunque
altra
ragione
,
il
fatto
è
che
quella
sera
eravamo
di
pessimo
umore
.
CAPITOLO
XIV
.
Ed
eccoci
all
'
Epopea
.
O
giorni
sublimi
,
che
resterete
onorati
fino
a
che
il
cuore
dei
generosi
palpiterà
alla
memoria
delle
azioni
magnanime
e
dei
leggendarii
eroismi
,
al
rammemorarvi
qual
fremito
nuovo
non
m
'
infondete
in
tutte
le
fibre
!
..
La
penna
trema
nelle
mie
mani
:
troppo
sono
inferiore
all
'
alto
subietto
!
..
Eschilo
solo
,
il
possente
cantor
di
Prometeo
,
potrebbe
degnamente
parlare
di
voi
,
giovani
,
cui
rodeva
il
cuore
,
più
tenace
del
favoloso
avvoltoio
l
'
inestinguibile
desio
di
redimere
l
'
Umanità
:
ma
ad
Eschilo
sorridevano
intorno
le
Grazie
,
abitatrici
perenni
degli
incantati
recessi
della
poetica
Grecia
,
ma
ad
Eschilo
ritornato
dal
combattimento
non
faceva
difetto
l
'
applauso
ed
il
conforto
dei
suoi
cittadini
entusiasti
,
mentre
noi
,
privi
della
scintilla
creatrice
del
Genio
,
scriviamo
tra
gente
che
non
comprende
virtù
,
che
ha
pronti
per
noi
i
dardi
avvelenati
del
sarcasmo
e
della
maldicenza
,
che
,
sempre
presta
a
giudicare
una
intrapresa
dall
'
esito
,
corona
di
lauro
e
porta
in
trionfo
i
fortunosi
al
Campidoglio
,
ed
accenna
ai
disgraziati
la
vicina
rupe
Tarpea
.
Oh
!
..
questa
umanità
che
dava
in
premio
a
Socrate
la
cicuta
,
a
Dante
l
'
esilio
,
a
Galileo
la
tortura
,
la
prigione
a
Camoens
,
il
rogo
a
Huss
e
a
Savanarola
,
e
la
forca
a
Jon
Brownh
,
questa
umanità
può
e
deve
serbare
un
assoluto
silenzio
sulle
eroiche
vittime
della
Borgogna
:
meglio
così
;
il
piagnisteo
di
plebi
codarde
,
sarebbe
un
insulto
a
quei
prodi
,
e
dalle
loro
ossa
sorgerebbe
una
rampogna
all
'
ingnavia
dei
contemporanei
;
quando
i
vivi
son
morti
,
parlano
un
'
eloquente
linguaggio
gli
estinti
;
qualche
volta
un
cimitero
ha
demolito
una
reggia
.
Giunto
a
questo
punto
supremo
dei
miei
meschini
ricordi
,
quanto
mi
grava
il
non
aver
sortito
dal
caso
una
di
quelle
intelligenze
,
che
,
come
aquile
,
si
elevano
al
disopra
dello
stupido
gregge
degli
umani
!
Qui
cade
ogni
scetticismo
,
qui
ogni
dubbio
non
che
follìa
sarebbe
delitto
.
Esiste
,
esiste
la
fede
,
l
'
abnegazione
,
la
virtù
anche
in
questo
secolo
nel
quale
ci
s
'
inchina
ai
subiti
guadagni
,
alle
problematiche
fortune
,
all
'
oro
,
nel
quale
si
calcolano
i
benefizi
di
una
battaglia
da
quanto
rialza
la
borsa
.
Io
ti
ho
veduta
,
o
sacra
primavera
d
'
Italia
:
io
ti
ho
veduta
affrontar
sorridendo
la
morte
,
correre
incontro
ai
cannoni
con
la
stessa
vaghezza
con
cui
una
fanciullina
corre
a
cogliere
un
fiore
,
accompagnare
con
guerresche
canzoni
il
fischio
delle
palle
,
perdere
l
'
ultima
stilla
di
sangue
,
col
volto
ispirato
,
coll
'
occhio
raggiante
,
come
chi
sa
di
riabilitare
,
morendo
,
l
'
umanità
che
lo
spregia
:
io
ti
ho
veduta
e
d
'
ora
in
avanti
in
mezzo
alle
delusioni
continue
,
alle
ambizioni
codarde
,
ai
vaneggiamenti
ridicoli
di
questa
società
trista
ed
ipocrita
,
il
tuo
glorioso
ricordo
infonderà
nuova
lena
al
mio
spirito
,
mi
raffermerà
sempre
più
in
quei
santi
principii
che
mi
sono
di
guida
,
mi
farà
affrontare
,
se
pur
ne
è
duopo
,
a
mia
volta
la
morte
...
La
morte
?
..
Oh
!
ben
felice
chi
la
può
incontrare
col
vostro
eroismo
!
Calate
,
o
corvi
dall
'
alte
montagne
e
dalle
folte
foreste
vicine
...
i
re
della
terra
vi
apprestano
per
oggi
un
sontuoso
banchetto
:
i
re
della
terra
son
vostri
degni
fratelli
,
e
non
si
mostreranno
oggi
dammeno
della
fama
di
splendidi
,
per
cui
l
'
inalzano
a
'
sette
cieli
i
cortigiani
ed
i
giornalisti
venduti
.
Da
una
parte
è
l
'
avvenire
,
la
gioventù
!
dall
'
altra
il
passato
,
il
calcolo
freddo
,
impassibile
come
il
destino
.
In
oggi
chi
troverà
il
sistema
di
distruggere
reggimenti
intieri
in
un
colpo
avrà
lauri
,
corone
,
commende
ed
archi
trionfali
...
i
medici
condotti
,
questi
poveri
figli
della
scienza
che
sfidano
l
'
inclemenza
delle
stagioni
,
i
disagi
delle
montagne
,
stentano
la
vita
e
maledicano
la
fecondità
delle
loro
compagne
di
sventura
e
di
triboli
...
oh
,
è
pur
giusta
la
giustizia
dei
re
,
ma
qualche
volta
può
anche
sbagliare
i
suoi
calcoli
!
Il
progresso
infrange
l
'
edifizio
granitico
inalzato
dall
'
oscurantismo
e
sorretto
dalla
violenza
:
il
progresso
debella
ogni
ostacolo
,
apparisca
pur
formidabile
.
Quando
si
fora
il
Moncenisio
e
si
taglia
l
'
istmo
di
Suez
,
potrà
l
'
umanità
soffermarsi
difaccia
alla
barriera
di
un
privilegio
,
più
d
'
ogni
altro
schifoso
,
perché
tenuto
su
da
baionette
tuttora
rosseggianti
di
sangue
?
Che
si
coronino
adunque
d
'
elleboro
,
che
danzino
,
come
pazzi
,
sull
'
orlo
della
voragine
,
che
si
inebrino
ai
baci
comprati
delle
loro
Odalische
,
che
votino
allegramente
quei
calici
dove
il
rosso
licore
dovrebbe
rammentar
loro
il
sangue
di
popolo
,
da
loro
indegnamente
versato
...
il
Dies
irae
ha
da
giunger
per
tutti
,
la
scienza
ha
già
segnato
nell
'
aule
dei
re
il
Mane
,
Tekel
,
Fares
,
ed
incapaci
di
rinvenire
nell
'
estremo
momento
il
coraggio
di
Sardanapalo
,
noi
li
vedremo
ricchi
accattoni
girellare
nel
mondo
,
sfuggiti
da
tutti
come
belve
feroci
,
impotenti
e
rabbiosi
!
..
Brillava
ancora
qua
e
là
per
il
cielo
qualche
stella
,
che
man
mano
sbiancandosi
andava
a
svanire
nell
'
infinito
come
un
generoso
proposito
di
una
anima
debole
,
e
noi
eravamo
al
quartier
generale
.
Passammo
lì
molte
ore
senza
alcuna
novella
,
quando
ci
fu
detto
che
anche
per
quel
giorno
non
eravi
alcuna
cosa
di
nuovo
;
ma
che
però
,
stessimo
pronti
per
il
domani
che
nel
domani
avremmo
avuto
una
grande
,
una
decisiva
battaglia
.
Rossi
,
Piccini
,
gli
altri
nostri
amici
della
Compagnia
Genovese
,
ci
confermarono
l
'
esattezza
di
ciò
che
si
sentiva
e
tutt
'
insieme
giurammo
di
pigliare
la
sera
una
sbornia
solenne
,
per
rassomigliare
almeno
in
qualche
cosa
a
Leonida
e
ai
suoi
trecento
spartani
che
,
come
ognuno
sa
,
banchettarono
allegramente
prima
di
farsi
incontro
alle
tremende
falangi
di
Serse
,
dandosi
appuntamento
pel
dì
dopo
all
'
inferno
...
e
nessuno
di
loro
mancò
alla
propria
parola
...
Beati
quei
tempi
!
Sul
mezzogiorno
però
a
tutti
i
canti
della
città
suonarono
le
trombe
;
i
soldati
furono
in
fretta
e
in
furia
mandati
fuori
della
città
...
il
cannone
tuonava
:
questa
volta
ci
si
era
davvero
.
Tutti
si
corse
come
un
sol
uomo
,
al
palazzo
della
prefettura
:
là
trovammo
il
nostro
tenente
Ricci
-
Si
vuole
andare
-
Gridammo
a
coro
pieno
-
Andremo
,
rispose
lui
,
anche
senza
arme
,
e
poco
dopo
tutti
ci
movemmo
,
senza
curarsi
nemmeno
di
avere
un
fucile
.
Passammo
dalla
Porta
sant
'
Apollinare
dove
trovammo
Bordone
con
tutti
i
suoi
ufficiali
:
prendemmo
a
passo
di
corsa
un
viottolo
,
desiosi
di
anticipare
il
momento
,
che
anelavamo
da
sì
gran
tempo
.
Ad
ogni
minuto
il
rimbombo
dell
'
artiglieria
,
rassembrava
una
voce
potente
che
ci
accusasse
di
essere
lontani
dal
pericolo
:
i
circostanti
campi
erano
ghiacciati
:
ghiacciati
i
fossi
che
fiancheggiavano
la
via
,
eppure
si
sudava
,
eppure
il
cuore
ci
batteva
forte
forte
nel
petto
e
noi
avevamo
la
lingua
fuori
.
Ad
ogni
colpo
un
sol
grido
elevavasi
da
tutti
noi
,
un
sol
grido
che
chiaramente
mostrava
la
nostra
animazione
,
la
nostra
bramosia
,
il
grido
di
:
Avanti
!
A
mezzo
chilometro
dalla
città
,
incominciammo
a
trovare
delle
guardie
mobili
,
o
appiattate
,
o
che
si
ritiravano
:
noi
non
facemmo
loro
alcun
rimprovero
,
ma
invece
con
la
più
buona
maniera
del
mondo
,
si
richiedevano
del
loro
fucile
.
Molti
lo
diedero
assai
volentieri
;
molti
altri
,
inorridisco
a
dirlo
,
ce
la
venderono
:
pochi
,
messi
su
dall
'
esempio
,
ci
seguitarono
.
E
intanto
pochi
passi
ci
mancavano
ancora
per
arrivare
a
Fontain
;
una
salita
,
molto
erta
,
e
ci
si
era
;
facemmo
quella
salita
di
corsa
.
Al
limitare
del
paese
,
due
palle
attraversarono
la
via
;
i
più
giovani
abbassarono
istintivamente
la
testa
,
noi
godemmo
per
aver
raggiunto
finalmente
la
meta
.
Fontain
era
desolato
:
chiuse
tutte
le
case
,
non
un
abitante
per
le
due
o
tre
vie
che
costituiscono
questa
borgata
.
Prendemmo
la
prima
strada
che
ci
si
parò
innanzi
alla
vista
,
ed
arrivammo
ad
una
piazzetta
,
che
è
proprio
sotto
alla
piccola
collina
,
sulla
quale
è
situata
la
chiesa
.
La
mitraglia
imperversava
,
al
nostro
arrivo
:
i
piccoli
muri
che
custodivano
i
vicini
giardini
,
erano
battuti
,
scalcinati
,
rovinati
addirittura
da
quest
'
uragano
di
nuovo
genere
:
andare
in
mezzo
alla
spianata
sarebbe
stato
impossibile
;
meno
male
che
fu
l
'
affare
di
pochi
secondi
!
...
Addossati
a
una
cancellata
di
un
giardino
,
lì
trovammo
Kane
,
Niklatz
è
le
altre
due
guide
che
erano
state
attaccate
al
seguito
del
generale
Bossak
..
Kane
mi
trasse
dapparte
,
e
mi
sussurrò
negli
orecchi
:
Si
crede
morto
Bassak
:
è
da
stamani
che
noi
non
l
'
abbiamo
veduto
....
Montammo
su
alla
chiesa
,
una
sezione
d
'
artiglieria
stava
ai
due
lati
della
modesta
parrocchia
;
il
colonnello
Olivier
,
assisteva
alle
operazioni
dei
suoi
cannonieri
:
e
a
pochi
passi
da
lui
,
con
un
sangue
freddo
invidiabile
,
col
suo
breviario
sotto
il
braccio
se
ne
stava
il
prior
di
Fontain
.
Il
fuoco
degli
assalitori
era
diminuito
;
di
tanto
in
tanto
qualche
nuvoletta
di
fumo
appariva
improvvisamente
sul
Orizzonte
,
e
qualche
scaglia
veniva
a
cadere
ai
nostri
piedi
.
-
Datemi
un
po
'
il
canocchiale
-
Domandai
a
un
'
artigliere
,
un
bellissimo
giovane
.
-
Tenete
mi
disse
e
non
fu
capace
di
darmelo
che
una
palla
gli
faceva
schizzare
il
cervello
...
Fu
l
'
unica
palla
di
fucile
che
sentimmo
ronzare
in
Fontain
,
Intanto
un
vivissimo
fuoco
di
moschetteria
cominciò
a
sentirsi
dalla
parte
della
vicina
Talant
.
Talant
e
Fontain
son
due
collinette
isolate
,
che
si
elevano
in
una
estesa
pianura
,
frastagliata
qua
e
là
da
piccoli
rialzi
,
e
nel
cui
fondo
è
il
piccolo
paese
di
Daix
,
che
era
stato
sgombrato
al
mattino
da
due
battaglioni
di
guardia
mobile
che
l
'
aveano
in
custodia
.
I
Prussiani
si
erano
spinti
verso
Fontain
,
poi
ritirandosi
con
una
mossa
improvvisa
,
si
erano
ricostituiti
dietro
il
villaggio
di
Daix
,
per
piombare
in
grandi
masse
sopra
Talant
:
per
conseguenza
il
fuoco
di
fronte
a
noi
potea
dirsi
quasi
cessato
;
mentre
cominciava
,
e
senza
posa
,
sulla
nostra
sinistra
.
-
Che
facciamo
?
-
Domandammo
al
Ricci
.
-
Andiamo
laggiù
...
E
tutti
scendemmo
la
strada
e
per
far
più
presto
entrammo
nei
campi
:
lì
cominciò
la
bella
sinfonia
delle
palle
...
Addio
Italia
,
pensammo
tra
noi
,
addio
occupazioni
della
nostra
vita
scapata
...
un
grido
ci
tolse
alle
reflessioni
...
il
povero
Gaido
,
colpito
in
mezzo
del
cuore
,
cadeva
a
pochi
passi
da
noi
.
Si
procede
...
riscontriamo
un
ferito
che
vien
trasportato
a
braccia
alla
vicina
ambulanza
...
Ciao
ragazzi
,
ci
dice
,
viva
la
Repubblica
e
noi
si
procede
ancora
e
vediamo
il
prode
capitano
Vichard
,
capo
di
stato
maggiore
del
Bossak
,
dilaniato
da
cinque
ferite
.
-
Portalo
all
'
ambulanza
-
Mi
grida
il
tenente
.
-
Ma
...
-
Poi
ci
raggiungerai
...
tu
sai
dove
siamo
!
E
io
e
il
Bocconi
,
preso
a
braccetto
il
Vichard
,
rifacemmo
quella
via
sempre
in
mezzo
all
'
imperversar
delle
palle
,
almanaccammo
una
buona
mezz
'
ora
per
trovare
questa
benedetta
ambulanza
,
e
quando
ci
fummo
arrivati
,
fummo
dolorosamente
sorpresi
nell
'
osservare
,
che
punto
più
esposto
di
quello
alle
palle
era
impossibile
il
ritrovare
;
lì
ci
era
addirittura
una
grandine
e
molti
feriti
,
credo
,
vi
ricevessero
il
colpo
di
grazia
.
Dopo
poco
raggiungemmo
i
compagni
....
Ed
ora
spingiamoci
sotto
Talant
,
dove
aveva
da
essere
la
sublime
ecatombe
,
dove
Garibaldi
in
persona
,
a
cavallo
,
in
prima
linea
capitanava
il
combattimento
.
Nei
campi
sulla
destra
del
paese
avevano
preso
posizione
,
e
si
accingevano
a
rintuzzare
l
'
assalto
dei
Prussiani
,
la
Compagnia
Genovese
(
capitano
Razzeto
)
i
Cacciatori
Spagnoli
,
del
cui
capitano
sono
rincrescevole
di
non
sapere
il
nome
,
e
gli
Egiziani
,
comandati
da
Zauli
.
I
cacciatori
di
Marsala
erano
in
sostegno
di
queste
compagnie
.
La
legione
Tanara
era
dall
'
altro
lato
della
via
,
mentre
Ravelli
coi
suoi
era
in
riserva
nel
paese
.
Tutta
la
terza
e
quinta
brigata
erano
insomma
lassù
.
Dai
vigneti
,
dalle
ville
poco
distanti
i
Prussiani
cominciarono
un
fuoco
d
'
inferno
:
gli
alberi
erano
scheggiati
ad
ogni
minuto
;
le
siepi
si
stroncavano
,
producendo
un
fracasso
indescrivibile
:
ogni
poco
si
spengeva
per
sempre
una
generosissima
vita
;
ogni
poco
erano
gemiti
,
strida
,
imprecazioni
;
gli
strazianti
lamenti
degli
uomini
avevano
riscontro
in
que
'
dei
cavalli
...
povere
bestie
innocenti
,
che
ad
ogni
poco
cadevano
stramazzoni
per
terra
in
quella
grandinata
di
proiettili
,
che
di
minuto
in
minuto
raddoppiava
d
'
intensità
.
I
nostri
erano
imperterriti
come
vecchi
soldati
:
gli
Spagnoli
ammirabili
;
nelle
legioni
Italiane
non
mancavano
spiritosaggini
,
nè
arguzie
..
-
Guarda
,
se
con
quegli
elmi
non
paiono
civiconi
del
quarantotto
!
-
Diceva
uno
.
-
Mirali
bene
...
che
vadano
a
godere
della
sua
grazia
di
Dio
!
-
Coraggio
amici
,
si
gioca
l
'
ultima
carta
...
o
si
sballa
o
saremo
eroi
.
Conforti
reciproci
,
incoraggiamenti
non
mancavano
certo
in
quelle
file
che
decimava
la
morte
.
I
Prussiani
avevano
fatto
delle
feritoie
in
un
muro
difaccia
e
con
tutta
la
sicurezza
possibile
miravano
come
se
fossero
al
bersaglio
.
Nella
prima
mezz
'
ora
,
Squaglia
ebbe
una
palla
in
bocca
che
poco
dopo
lo
rese
cadavere
.
Povero
Squaglia
!
...
Quasichè
presentisse
la
morte
aveva
dato
a
tutti
i
compagni
la
sua
carta
di
visita
con
l
'
indirizzo
preciso
della
propria
famiglia
.
Canzio
,
come
sempre
elegantissimo
,
se
ne
stava
in
capo
alla
via
,
puntando
i
nemici
col
canocchiale
,
indifferente
come
se
puntasse
una
bella
donna
al
teatro
.
Canessa
era
a
pochi
passi
da
lui
.
Menotti
,
Bizzoni
,
Tanara
,
Erba
trapassavano
recando
ordini
,
incoraggiando
col
loro
contegno
i
più
timidi
in
mezzo
a
quel
turbine
di
palle
di
ogni
qualità
,
che
ci
aveva
ridotti
,
alla
lettera
,
sordi
.
Garibaldi
esposto
come
tutti
gli
altri
,
più
di
tutti
gli
altri
alle
micidialissimo
scariche
del
nemico
,
era
sorridente
,
tranquillo
e
faceva
nascere
nel
cuore
d
'
ognuno
un
sentimento
tale
di
dignità
e
di
rispetto
che
credo
,
sarebbe
stato
per
chiunque
impossibile
il
mancare
al
proprio
dovere
.
I
nostri
si
mandarono
a
dare
due
cariche
alla
baionetta
,
cariche
che
furono
ricevute
accanitamente
dal
nemico
...
Quante
nobili
vite
non
furono
spente
!
..
Il
terreno
era
chiazzato
di
sangue
,
ad
ogni
passo
impediva
l
'
andare
un
cadavere
,
via
via
che
si
procedeva
i
morti
erano
ammonticchiati
l
'
uno
sull
'
altro
.
E
intanto
si
avvicinava
la
sera
;
e
un
'
acqua
fine
fine
ci
filtrava
nell
'
essa
;
fu
allora
che
vidi
Mis
Wite
Mario
passeggiare
intrepidamente
lì
proprio
in
prima
fila
con
un
sangue
freddo
da
fare
invidia
a
un
vecchio
soldato
;
chiunque
ha
preso
parte
alle
tremende
giornate
di
Digione
,
deve
serbare
eterna
memoria
di
questa
eroina
,
che
abbiamo
veduta
trasvolarci
davanti
,
come
un
'
esempio
vivente
di
quanto
può
fare
una
donna
animata
da
generosi
propositi
;
lei
hanno
ammirata
al
proprio
fianco
i
combattenti
,
lei
hanno
salutata
come
affettuosa
sorella
i
feriti
;
lei
hanno
riverito
gli
stessi
nemici
,
in
mezzo
ai
quali
passava
dalle
nostre
file
,
per
poter
recare
un
sollievo
a
chi
era
in
angustie
,
per
potere
avere
informazioni
sicure
su
certe
cose
che
rimanevano
al
buio
.
Mai
la
morte
ha
mietute
tante
vite
magnanime
in
pochi
momenti
,
come
quella
sera
a
Talant
.
Gli
Spagnoli
si
erano
ridotti
ad
un
piccolo
nucleo
ed
avevano
perduto
i
loro
ufficiali
,
lo
stesso
era
degl
'
Egiziani
il
cui
prode
tenente
Zauli
giaceva
ferito
;
morto
il
bravo
tenente
Gniecco
dei
Genovesi
,
ed
esanimi
al
suolo
giacevano
già
Salomoni
,
Imbriani
,
Settignani
,
e
Pastoris
.
L
'
ecatombe
stava
per
compiersi
:
a
quelli
in
prima
linea
mancavano
le
munizioni
,
e
l
'
ostinatezza
dei
Prussiani
raddoppiava
:
mentre
difatti
essi
avevano
sgombrato
quasi
tutto
l
'
esteso
terreno
che
ci
stava
dicontro
,
si
agglomeravano
in
faccia
a
Talant
,
a
Talant
i
di
cui
difensori
oramai
potevansi
calcolare
a
poche
centinaie
.
Avevano
i
nostri
avversarii
occupata
una
cascina
al
disotto
del
paese
,
e
si
avanzavano
a
pelettoni
serrati
,
e
tirando
su
noi
con
una
continuità
straordinaria
.
Vien
dato
al
battaglione
dei
Cacciatori
di
Marsala
l
'
ordine
di
avanzarsi
e
di
caricare
il
nemico
.
Lo
strenuissimo
Perla
col
volto
raggiante
,
con
piglio
da
infonder
coraggio
ad
un
morto
si
pone
alla
testa
.
Genovesi
,
Egiziani
,
Spagnoli
,
quelli
delle
altre
legioni
,
tutti
si
raggranellano
dietro
di
lui
,
tutti
sono
ansiosi
di
morire
da
forti
o
di
veder
rinculare
il
nemico
.
Molti
non
hanno
più
cariche
molti
sono
sfiniti
dalla
stanchezza
,
molti
non
resistono
più
in
mezzo
a
quella
desolazione
e
vanno
incontro
a
una
palla
tanto
per
finirla
una
volta
con
questo
mondo
codardo
;
avanti
,
gridano
gli
ufficiali
,
avanti
ripetono
i
più
animosi
,
avanti
grida
nel
cuore
l
'
amore
dell
'
umanità
e
della
repubblica
,
avanti
la
voce
del
dovere
e
tutti
,
come
un
sol
'
uomo
,
si
accingono
alla
titanica
impresa
.
Cinquecento
cori
battevano
in
quell
'
istante
all
'
unisono
!
...
Viva
la
Repubblica
,
viva
Garibaldi
...
giù
la
baionetta
ed
a
passo
di
corsa
contro
i
soldati
di
re
Guglielmo
.
Il
fumo
impedisce
la
vista
:
in
quella
penombra
,
prodotta
anche
dall
'
ora
divenuta
tarda
,
ad
ogni
secondo
si
vedono
guizzare
immense
strisce
di
fuoco
;
si
procede
pestando
i
cadaveri
e
seminando
a
ogni
poco
di
nuovi
cadaveri
il
suolo
;
i
Prussiani
essi
pure
si
avanzano
,
ma
lentamente
;
il
cozzarsi
è
divenuto
inevitabile
e
sarà
un
cozzo
tremendo
.
Lo
slancio
dei
nostri
è
impetuoso
...
troppo
impetuoso
:
Perla
,
il
veterano
di
tutte
le
campagne
dell
'
indipendenza
stramazza
per
terra
mortalmente
ferito
:
Cavallotti
è
morto
;
moribondo
il
tenente
Rossi
di
Lodi
:
i
soli
cacciatori
di
Marsala
hanno
17
ufficiali
fuori
di
combattimento
.
I
Prussiani
si
asserragliano
in
due
casette
;
vien
dato
anche
ai
nostri
l
'
ordine
di
ritirarsi
;
rimanendo
la
sola
legione
Ravelli
a
guardia
di
Talant
...
-
Vieni
via
-
Grida
il
Piccini
al
Rossi
,
quando
tutti
si
erano
ritirati
.
-
Fammi
utilizzare
anche
le
ultime
due
cariche
che
mi
sono
restate
-
Questi
rispose
...
e
si
avanzò
verso
il
nemico
.
Un
vivissimo
fuoco
di
moschetteria
,
l
'
ultimo
che
si
eseguisse
in
quel
punto
,
uccise
il
nostro
amico
diletto
,
il
nostro
compagno
di
tante
sventure
e
di
tante
peripezie
.
Nessuno
più
lo
rivide
:
il
giorno
dipoi
sapemmo
da
una
guida
che
egli
era
morto
in
conseguenza
di
tre
ferite
:
due
nel
petto
ed
una
nella
faccia
.
Ci
ritirammo
;
il
cielo
era
ingombrato
qua
e
là
da
densi
nuvoloni
;
gli
alberi
sembravano
giganteschi
;
al
fragore
prolungato
di
poco
fa
era
succeduto
un
silenzio
cupo
,
lugubre
,
interotto
solamente
a
lunghi
intervalli
da
qualche
colpo
;
rientrammo
nella
gran
strada
e
qui
un
viavai
di
carri
,
d
'
ambulanze
,
sopra
uno
dei
quali
vidi
la
simpatica
donnina
che
avevamo
veduto
dalla
tabaccaia
,
e
trasporti
di
feriti
,
e
imprecazioni
di
morenti
,
e
un
chiamarsi
ad
alta
voce
tra
i
carri
e
un
domandarsi
informazione
,
accolte
ora
da
sospiri
,
ora
da
bestemmie
,
ora
da
un
«
meno
male
»
proferito
in
senso
stizzoso
e
soddisfatto
;
nei
campi
adiacenti
si
vedevano
a
quell
'
incerto
chiarore
molti
cadaveri
;
la
luna
si
mostrava
timidamente
in
mezzo
alle
nubi
.
Mi
venne
in
mente
la
leggenda
popolare
che
sostiene
Caino
esser
stato
relegato
nella
luna
;
le
macchie
di
questo
pianeta
mi
sembravano
in
quella
sera
proprio
gli
occhi
di
questo
primo
fratricida
,
che
ora
allegravasi
a
quella
strage
fraterna
.
Su
un
carrettone
vedemmo
insieme
a
tanti
altri
lo
Stefani
che
era
stato
ferito
in
un
braccio
;
noi
c
'
inoltravamo
serii
serii
in
mezzo
a
quelle
confusione
;
nessuno
avrebbe
potuto
scherzare
:
un
giovinetto
si
azzardò
di
intuonar
sottovoce
una
cantilena
fu
acremente
ripreso
:
erano
troppi
i
morti
che
avevamo
veduti
a
quell
'
ora
,
eran
troppe
le
perdite
che
ci
facevano
sanguinare
l
'
anima
a
tutti
e
,
ce
lo
perdonino
gli
spiriti
forti
,
noi
si
sentiva
voglia
di
piangere
.
Io
comprendo
in
certi
momenti
l
'
indispensabilità
di
una
guerra
,
comprendo
che
nel
fervore
delle
pugne
ci
s
'
inebrii
più
che
se
prendessimo
parte
a
una
scena
d
'
amore
e
di
ardentissimo
amore
,
ma
,
quando
tutto
ritorna
nella
solita
calma
;
quando
girando
gli
occhi
non
vedi
che
informi
ammassi
di
carne
che
saran
putrefatti
tra
poco
,
e
che
poco
tempo
fa
sentivano
,
amavano
,
speravano
;
quando
ripensi
al
dolore
,
alla
disperazione
di
migliaia
di
madri
e
di
vedove
,
se
non
detesti
questa
macelleria
d
'
innocenti
,
questa
violazione
delle
più
care
affezioni
e
dei
legami
più
sacri
,
bisogna
dire
che
la
natura
ti
ha
dotato
di
un
cuore
di
pietra
!
..
I
Chinesi
,
che
noi
abbiamo
avuto
il
coraggio
di
chiamar
barbari
sino
a
questi
ultimi
tempi
,
fino
dall
'
età
più
lontane
,
come
ci
dice
Laotsu
,
imponevano
ai
loro
generali
di
mettersi
in
lutto
,
appenachè
avevano
vinto
una
battaglia
:
noi
che
ci
si
becca
il
titolo
di
umanissimi
e
di
civilizzati
inalziamo
sulle
nostre
piazze
monumenti
ai
generali
,
anche
quando
hanno
perduto
,
purché
abbiano
tirato
a
far
ciccia
.
Evviva
la
civiltà
!
Entrati
in
Digione
,
con
grandissima
nostra
sorpresa
,
trovammo
aperte
tutte
le
botteghe
;
andammo
alla
solita
trattoria
...
era
quasi
deserta
;
quanti
di
quelli
che
erano
soliti
a
frequentarci
non
avevano
lasciato
la
vita
,
nel
breve
volgere
di
otto
o
dieci
ore
!
...
Ogni
persona
che
entrava
,
erano
domande
,
grida
di
sorpresa
,
strette
di
mano
:
e
solamente
allora
si
cominciava
a
forza
di
racconti
a
sapere
gli
episodi
gloriosi
del
combattimento
,
le
perdite
che
avevamo
subito
,
l
'
andamento
preciso
della
battaglia
.
-
Il
tale
...
?
domandava
qualcuno
;
è
morto
,
gli
si
rispondeva
;
e
il
tale
altro
?
...
Morto
anche
lui
...
e
tutti
a
sforzarci
a
sorridere
per
far
gli
uomini
forti
,
ma
il
sorriso
moriva
sul
labbro
e
ci
si
sentiva
invece
un
groppo
alla
gola
che
ci
faceva
discorrere
stentatamente
,
e
avremmo
pianto
così
volentieri
,
se
il
pianto
non
fosse
qualificato
per
una
debolezza
da
donnicciole
.
Le
guide
del
generale
Bossak
ci
annunziarono
la
morte
di
questo
eroico
figlio
della
Polonia
;
come
erano
commosse
via
via
che
procedevano
nel
loro
racconto
!
Non
era
un
superiore
quello
che
avevano
perduto
,
era
un
fratello
:
Bossak
aveva
voluto
dar
loro
di
sua
tasca
ogni
giorno
il
doppio
della
paga
che
le
ricevevano
dal
corpo
;
ogni
giorno
le
voleva
a
mensa
con
lui
;
il
primo
dell
'
anno
fe
'
loro
presente
di
qualche
marengo
:
una
volta
che
la
brigata
mancava
di
viveri
provvide
,
sempre
a
sue
spese
,
affinchè
nessuno
soffrisse
la
fame
.
La
democrazia
faceva
una
perdita
irreparabile
con
la
morte
di
lui
;
figlio
di
una
delle
più
illustri
famiglie
Pollacche
,
si
era
posto
a
capo
della
rivoluzione
nel
1864
,
ed
esule
in
Svizzera
confezionava
le
cartoline
da
spagnolette
,
tanto
per
tirare
avanti
onoratamente
la
sua
famigliola
.
Appenachè
seppe
esser
la
Francia
divenuta
repubblica
,
si
mise
a
di
lei
servizio
,
e
nella
mattina
di
questo
giorno
glorioso
,
spintosi
alla
testa
di
una
ventina
di
guardie
mobili
,
più
arditamente
di
quello
che
sogliono
fare
tutti
i
generali
,
aveva
incontrato
la
morte
,
suggellando
col
sangue
la
sua
vita
esemplare
.
Verso
le
dieci
io
volli
ridurmi
a
casa
:
la
stanchezza
mia
è
indescrivibile
;
appena
in
strada
incontrai
i
Carabinieri
Genovesi
:
saranno
stati
una
trentina
;
gli
Spagnoli
che
li
seguiano
erano
tutt
'
al
più
venticinque
:
quante
vittime
in
quella
giornata
:
quante
nazioni
non
affratellava
quel
sangue
generoso
sparso
in
prò
di
una
repubblica
!
Arrivato
a
casa
,
mi
scinsi
la
sciabola
:
non
guardai
nemmeno
una
vecchia
bottiglia
che
ci
aveva
apprestato
la
padrona
di
casa
,
meditai
molto
,
riandai
tutti
i
più
piccoli
episodii
della
strage
a
cui
avevo
assistito
,
poi
cominciai
ad
appisolarmi
e
un
benefico
sonno
mi
tolse
alle
ansie
,
alle
dolorose
.
ricordanze
,
alle
considerazioni
più
o
meno
filosofiche
.
«
La
gioia
dei
profani
È
un
fumo
passeggier
.
»
Mi
desto
di
soprassalto
è
sento
di
nuovo
suonar
delle
trombe
;
credo
sul
principio
che
ciò
non
sia
che
un
giuoco
della
mia
alterata
immaginazione
:
aguzzo
l
'
orecchio
,
vò
alla
fine
-
stra
,
la
schiudo
...
Non
ci
è
che
dire
...
sono
trombe
che
ci
chiamano
un
'
altra
volta
a
raccolta
-
Ci
siamo
,
dico
tra
me
e
non
senza
imprecazioni
,
mi
ricingo
la
durlindana
e
scendo
in
mezzo
alla
via
.
Doveva
esser
suonata
di
poco
la
mezzanotte
.
I
soldati
si
avviano
verso
la
stazione
;
io
tenni
lor
dietro
.
-
Che
ci
è
?
-
I
Prussiani
si
avanzano
...
hanno
avuto
rinforzi
.
-
O
non
si
erano
ritirati
?
-
Sì
...
ma
ora
ritornano
.
-
E
noi
?
-
Si
batte
in
ritirata
.
-
È
impossibile
...
Garibaldi
si
farà
ammazzare
ma
non
vorrà
dar
loro
questa
soddisfazione
.
-
Eppure
vedrete
...
vi
dico
che
si
va
a
Lione
.
-
Smettete
,
pazzo
!
-
Non
è
vero
!
-
Se
hai
paura
,
và
a
letto
.
-
È
impossibile
!
...
Insomma
a
forza
di
queste
discussioni
,
si
era
giunti
al
cimitero
che
è
quasi
difaccia
alla
ferrovia
.
Lì
trovammo
Garibaldi
in
carrozza
,
tutto
lo
stato
maggiore
e
alcuni
battaglioni
schierati
.
Degli
scorridori
prendevano
la
via
onde
attinger
notizie
,
o
recar
dei
dispacci
.
Il
freddo
era
tremendo
;
tutti
si
batteva
i
denti
,
ci
si
strisciava
le
mani
,
si
passava
infine
un
quarto
d
'
ora
più
climaterico
di
quello
di
Rabelais
.
Fortunamente
,
dopo
informazioni
ricevute
,
il
Generale
ci
rimandò
tutti
a
dormire
:
non
era
stato
che
un
'
equivoco
,
di
cui
noi
avevamo
pagato
le
spese
.
Mezz
'
ora
dopo
,
a
dir
molto
,
si
dormiva
di
nuovo
tranquillamente
.
CAPITOLO
XV
.
Quattro
ore
di
sonno
,
e
poi
via
di
corsa
in
quartiere
:
quelli
erano
giorni
che
si
poteva
affermare
di
essere
esempii
viventi
della
teoria
di
là
da
venire
,
del
moto
perpetuo
.
La
nostra
scuderia
aveva
due
nuovi
ospiti
;
due
cavalli
che
Mecheri
e
Ghino
Polese
avevano
preso
sul
campo
:
questi
due
giovani
,
il
giorno
innanzi
,
distaccandosi
con
tre
o
quattro
altri
da
noi
,
erano
corsi
in
prima
fila
,
ed
avevano
ottenuto
dai
presenti
gli
elogii
più
ampi
per
il
loro
sangue
freddo
e
il
loro
coraggio
:
Ghino
,
da
quel
capo
ameno
che
era
,
tra
una
scarica
e
l
'
altra
,
nel
turbinio
dello
palle
faceva
un
minuetto
,
destando
unanimi
sorrisi
d
'
ammirazione
...
non
dico
di
più
,
perché
non
si
abbia
a
dire
che
l
'
amicizia
ha
potere
di
convertir
noialtri
scapati
in
società
di
mutua
ammirazione
;
chi
li
ha
veduti
non
potrà
dire
che
come
me
:
con
loro
fu
ferito
assai
gravemente
il
nostro
caporal
furiere
Pianigiani
,
giovinetto
Livornese
quasi
bambino
,
ma
che
per
fermezza
poteva
dar
dei
punti
a
un
vecchio
militare
;
il
Mattei
,
guida
pur
egli
,
fu
ferito
a
una
coscia
da
un
colpo
di
mitragliatrice
,
mentre
si
disponeva
ad
andare
all
'
attacco
.
Raggranello
altri
ragguagli
del
giorno
innanzi
:
delle
quindici
guide
che
si
erano
mosse
a
piedi
col
tenente
Ricci
,
due
erano
morte
e
sette
ferite
:
il
nostro
deposito
avea
dato
il
suo
contingente
alla
carneficina
.
Nella
nottata
due
nostri
caporali
,
Luperi
e
Aribaud
avevan
fatto
prigioniero
il
nipote
del
generale
Werder
,
che
si
era
addormentato
in
una
casetta
.
Mi
si
parla
di
un
Romagnolo
,
Salvadore
Caimi
,
che
,
giacente
in
letto
all
'
ospedale
,
e
dato
per
spacciato
da
medici
,
essendo
afflitto
da
perfidissimo
vaiolo
,
all
'
udire
il
cannone
saltò
giù
,
si
rinpannucciò
alla
meglio
,
e
corse
in
prima
fila
,
ove
morì
,
ma
non
colpito
da
palla
:
tutti
hanno
da
raccontare
qualche
eroismo
che
hanno
veduto
,
qualche
atto
di
valore
di
cui
furono
parte
:
manco
male
,
non
avranno
più
il
coraggio
di
dire
che
gli
Italiani
non
si
battono
!
I
preti
,
strano
a
dirsi
erano
stati
pel
contegno
loro
ammirabili
;
alcuni
signori
dei
paesi
a
noi
vicini
si
erano
mescolati
ai
soldati
,
ed
alcuni
erano
caduti
vittime
del
loro
amore
di
patria
.
Se
la
perdita
di
molti
nostri
compagni
ci
faceva
essere
di
malumore
,
ci
era
anche
di
che
rifarsi
la
bocca
!
Ci
pongono
in
libertà
,
raccomandandoci
di
non
scostarsi
tanto
dal
quartier
generale
:
approfitto
di
questo
intermezzo
per
recarmi
a
far
visita
al
ferito
Stefani
;
la
ferita
era
leggerissima
,
e
lo
avevano
di
nuovo
portato
nella
sua
casa
,
che
serviva
anche
d
'
ambulanza
.
Ci
trovai
mio
fratello
,
diversi
della
compagnia
Genovese
;
tutti
seduti
intorno
al
fuoco
facevano
piani
di
guerra
,
discutevano
i
comandi
del
giorno
avanti
,
rammentavano
i
morti
,
godevano
ed
erano
sorpresi
di
averla
scapolata
e
giuravano
che
fuoco
indiavolato
,
come
quello
sotto
Talant
era
più
che
impossibile
,
avesse
di
nuovo
a
farsi
sentire
.
Vollero
di
riffa
che
io
facessi
una
corrispondenza
per
un
giornale
di
Firenze
e
tutti
ci
vollero
mettere
lo
zampino
....
immaginatevi
che
brodo
lungo
la
venne
a
riuscire
,
e
come
mostrasse
eloquentemente
che
chi
la
scriveva
non
era
un
Montecuccoli
,
nè
un
Napoleone
....
pure
ci
sembrò
un
capolavoro
di
descrizione
,
una
vera
pagina
di
dottrina
strategica
...
ci
si
contentava
di
tanto
poco
,
dopo
una
batosta
così
indiavolata
!
A
interrompere
la
nostra
ammirazione
,
capita
in
mezzo
a
noi
,
come
una
bomba
,
il
Piccini
;
aveva
l
'
amico
un
viso
di
tramontana
da
metterci
i
brividi
addosso
e
non
aveva
torto
;
partito
a
bruzzico
insieme
al
Baldassini
per
rinvenire
il
cadavere
del
suo
già
indivisibile
Rossi
,
per
quanto
avesse
frugato
,
gli
era
stato
impossibile
effettuare
questo
disegno
;
nelle
sue
investigazioni
il
giovine
Garibaldino
erasi
spinto
tanto
in
avanti
,
che
si
era
in
una
strada
incontrato
con
una
squadra
di
Prussiani
,
che
gli
aveva
fatto
una
scarica
addosso
,
scarica
alla
quale
con
favoloso
coraggio
aveva
risposto
con
due
o
tre
colpi
,
rimanendo
illeso
proprio
per
uno
di
quei
miracoli
del
caso
che
non
si
sanno
spiegare
.
A
quel
che
ci
diceva
,
anche
in
quel
giorno
avremmo
avuto
battaglia
sicura
;
confermò
questa
idea
anche
l
'
amico
Mecheri
,
che
andato
a
Fontain
a
restituire
quel
cavallo
che
si
era
appropriato
il
dì
innanzi
,
aveva
udito
un
rumore
vivissimo
di
fucileria
agli
estremi
avamposti
.
Bisogna
confessare
che
queste
notizie
non
furono
accolte
con
molto
entusiasmo
da
noi
;
quel
giorno
avremmo
bramato
di
riposare
;
..
si
riposò
anche
Dio
,
secondo
i
cattolici
:
ma
pure
se
ci
fosse
l
'
ordine
,
se
Garibaldi
si
fosse
battuto
,
senza
essere
onnipotenti
come
il
Dio
dei
Cattolici
,
noi
eravamo
tomi
da
cacciar
la
stanchezza
e
di
fare
quello
che
dovevamo
fare
.
Andammo
però
alla
prefettura
.
Il
cortile
di
questa
dava
l
'
esattissima
idea
del
vestibolo
del
l
'
Inferno
di
Dante
;
non
mancavano
le
diverse
lingue
,
le
favelle
orribili
,
le
voci
alte
e
fioche
di
chi
dava
schiarimenti
,
di
chi
chiedeva
informazioni
,
di
chi
narrava
i
fatti
del
giorno
innanzi
,
nè
mancò
il
suon
di
mani
,
quando
comparve
la
nobile
figura
di
Garibaldi
sorridente
più
dell
'
ordinario
.
Montò
in
carrozza
svelto
,
come
ai
suoi
bei
tempi
e
montò
insieme
con
lui
,
secondo
il
solito
,
Basso
.
Ci
salutò
affettuosamente
;
poi
ci
disse
:
Oggi
avremo
vittoria
.
Parlò
Spagnuolo
con
due
o
tre
figli
d
'
Iberia
che
erano
poco
distanti
dal
nostro
gruppo
,
e
si
rallegrò
con
loro
per
lo
splendido
contegno
che
essi
avevano
tenuto
il
dì
innanzi
:
poi
i
cavalli
si
misero
al
trotto
,
il
generale
si
tolse
il
cappello
in
mezzo
alle
acclamazioni
,
e
,
partì
seguito
da
alcuni
ufficiali
di
stato
maggiore
.
Aveva
appena
oltrepassata
la
porta
che
un
colpo
dì
cannone
ci
annunziò
che
anche
per
quel
giorno
ci
si
era
.
I
Prussiani
,
mentre
potevano
attaccare
Digione
al
Nord
Ovest
,
la
dalla
Ferme
de
Poully
,
pianura
senza
la
minima
ombra
di
fortificazione
,
commettendo
un
'
errore
che
non
si
sa
comprendere
nei
vincitori
di
Sadowa
e
di
Sedan
,
si
ostinarono
a
tornare
all
'
attacco
di
Talant
,
precisamente
come
il
ventuno
.
La
brigata
Menotti
avveva
a
sostenere
adunque
l
'
attacco
e
il
degno
figlio
dell
'
eroe
dei
due
mondi
ebbe
tutti
gli
onori
di
quella
giornata
;
diverse
compagnie
di
Franchi
Tiratori
e
qualche
pezzo
d
'
artiglieria
avevano
durante
la
notte
rinforzate
le
file
che
dipendevano
da
lui
.
Le
legioni
Italiane
rimasero
in
seconda
fila
;
ma
varii
se
la
svignarono
alla
chetichella
dai
ranghi
,
e
corsero
tra
il
fischiar
delle
palle
e
l
'
imperversare
della
mitraglia
,
presentendo
quasi
che
la
vittoria
annunziata
da
Garibaldi
doveva
avere
la
più
ampia
realizzazione
.
I
colpi
dell
'
artiglierie
si
succedevano
senza
tregua
:
i
cittadini
non
se
ne
addavano
;
quel
giorno
tutti
avevan
fiducia
.
Materassi
e
Polese
erano
al
seguito
del
generale
,
io
,
Mecheri
,
Bocconi
pigliammo
a
piedi
la
via
e
ci
incamminammo
verso
Talant
.
Al
principiar
della
strada
incontraMO
il
maggior
Sartorio
che
provvedeva
a
che
fossero
presto
recate
a
compimento
molte
barricate
che
s
'
inalzavano
da
operai
,
requisiti
a
tale
scopo
.
Era
una
vera
giornata
di
primavera
:
il
sole
era
splendido
,
senza
una
nuvola
il
cielo
:
i
due
paesetti
di
Fontain
e
Talant
,
con
le
due
vaghe
colline
,
staccavano
sul
fondo
azzurro
del
cielo
e
invitavano
più
a
godere
di
quell
'
aria
purissima
,
e
ad
inebriarsi
in
quell
'
oceano
di
luce
che
ad
andare
a
scannarsi
.
Splendi
pure
,
con
tutta
la
potenza
degli
animatori
tuoi
raggi
,
o
ministro
maggiore
della
madre
natura
,
oggi
almeno
rischiarerai
il
trionfo
della
Libertà
!
A
poco
più
di
mezzo
chilometro
dalla
città
,
vedemmo
cinque
o
sei
cavalli
morti
;
da
uno
di
questi
si
partiva
una
striscia
di
sangue
,
che
,
come
la
mistica
colonna
che
guidò
nel
deserto
gli
Isrealiti
,
doveva
guidare
i
nostri
passi
fino
a
Talant
.
A
piè
della
scala
di
una
casuccia
,
vedemmo
steso
morto
un
giovine
Garibaldino
;
un
campagnolo
ci
mostrò
una
lettera
che
aveva
trovato
nelle
di
lui
tasche
...
era
una
lettera
della
sua
mamma
;
la
povera
donna
sperava
di
riabbracciare
suo
figlio
nelle
feste
di
Ceppo
:
la
data
di
quella
lettera
era
di
novembre
ed
il
giovine
l
'
aveva
tenuta
sul
cuore
tutto
quel
tempo
!
Arrivammo
alle
nostre
batterie
;
il
fumo
impediva
di
poter
scorgere
ciò
che
avveniva
nel
versante
a
noi
sottoposto
;
un
ronzio
impertinente
di
palle
ci
rendeva
avvertiti
che
i
nemici
non
erano
molto
lontani
.
Garibaldi
,
MeNotti
,
Bizzoni
,
Sant
'
Ambrogio
in
quel
momento
eran
là
.
Troviamo
lo
Strocchi
che
ci
avevano
dato
per
ferito
,
lo
abbracciamo
e
si
aggiunge
con
noi
.
Il
Generale
era
sceso
di
carrozza
,
esaminava
i
tiri
dell
'
artiglieria
e
dava
consigli
agli
artiglieri
.
Uno
di
marina
,
che
faceva
il
servizio
ai
pezzi
,
puntò
due
volte
il
cannone
e
fece
due
tiri
ammirevoli
:
le
nostre
perdite
erano
fin
allora
pochissime
e
i
nostri
nemici
,
non
che
avanzare
,
perdevano
di
momento
in
momento
terreno
;
allora
fu
comandata
la
carica
alla
baionetta
.
I
Franchi
tiratori
si
lanciarono
,
come
leoni
,
all
'
attacco
:
due
zuavi
li
procedevano
di
qualche
passo
,
agitando
,
a
mò
di
bandiera
,
i
guidoni
delle
compagnie
a
cui
erano
stati
ascritti
.
Il
momento
era
sublime
!
Il
fumo
si
era
dileguato
ed
il
sole
ripercotendo
i
suoi
raggi
sugli
elmi
dei
nostri
avversari
,
faceva
apparire
qua
e
là
dei
subiti
guizzi
di
luce
,
da
farteli
scambiare
per
lampi
.
Un
gridìo
continuo
,
entusiastico
,
un
prorompere
di
fucilate
...
eppoi
i
soldati
di
re
Guglielmo
,
pestati
,
inseguiti
colla
baionetta
alle
reni
,
abbandonavano
a
rotta
di
collo
il
campo
di
battaglia
,
seminando
il
terreno
di
fucili
,
d
'
elmi
,
di
feriti
e
di
morti
,
e
ritirandosi
per
tre
chilometri
buoni
:
tra
gli
altri
trofei
furono
presi
sette
fuRgoni
d
'
ambulanza
del
valore
di
circa
novantamila
franchi
.
Il
bravo
colonnello
Lhoste
però
,
caricando
arditamente
alla
testa
dei
suoi
audaci
Franchi
Tiratori
veniva
mortalmente
ferito
.
La
battaglia
era
compiuta
,
la
vittoria
aveva
sorriso
all
'
indomito
coraggio
,
allo
slancio
più
che
umano
dei
volontari
della
repubblica
.
Tornammo
subito
indietro
per
annunziare
la
grata
novella
;
quale
non
fu
la
nostra
maraviglia
,
quando
,
fatti
pochi
passi
dal
campo
,
incontrammo
delle
signore
che
si
erano
spinte
arditamente
fino
lassù
;
signore
che
infangavano
nelle
pozzanghere
i
loro
stivaletti
aristocratici
e
che
ci
salutavano
sventolando
i
fazzoletti
,
sorridendoci
con
un
'
angelica
grazia
.
Non
era
gioia
,
non
era
entusiasmo
quello
da
cui
era
presa
Digione
la
sera
del
ventidue
...
era
ebbrezza
,
delirio
:
a
mezzo
chilometro
dalla
città
era
già
affollata
la
via
;
donne
vecchi
,
ragazzi
ci
saltavano
al
collo
,
ci
prendevano
tra
le
mani
la
testa
ci
sollevavano
dal
peso
delle
anni
,
ci
insegnavano
l
'
un
l
'
altro
,
gridando
a
squarciagola
:
Vive
les
Galibardiens
,
vive
Galibardi
,
vive
l
'
Italie
.
Ci
portavano
quasi
in
collo
dal
mezzo
di
strada
nelle
trattorie
,
e
lì
ci
offrivano
da
bere
,
nè
ci
era
versi
di
rifiutarlo
;
da
ogni
parte
strette
di
mano
,
da
ogni
parte
baci
:
«
come
sono
giovani
»
si
sentiva
ripeter
da
una
parte
;
son
dei
bravi
soldati
,
si
ripeteva
dall
'
altra
...
oh
!
divini
momenti
,
oh
!
dolci
soddisfazioni
di
chi
compie
un
dovere
,
capaci
di
riabilitare
la
persona
più
turpe
,
capaci
di
fare
un
eroe
del
più
pusillanime
.
Ma
echeggia
un
grido
potente
,
non
interrotto
,
che
fa
rintronare
da
un
capo
all
'
altro
la
strada
;
le
finestre
si
spalancano
con
forza
;
le
vecchie
,
rimaste
uniche
in
casa
,
si
affacciano
,
si
spenzolano
,
agitano
le
loro
pezzole
;
un
fremito
nuovo
di
gioventù
rianima
quelle
fibre
affralite
dagli
anni
:
non
è
il
vincitore
d
'
ingiuste
battaglie
quello
che
passa
,
è
l
'
apostolo
delle
cause
giuste
,
è
il
propugnatore
dell
'
umanità
,
è
l
'
eroe
leggendario
,
l
'
uomo
incorrotto
che
con
un
pugno
di
ragazzacci
fa
retrocedere
i
soldati
che
han
fatto
tremare
l
'
Europa
...
è
Garibaldi
.
-
Viva
Garibaldi
-
Gridano
tutti
,
e
popolani
,
soldati
si
buttano
verso
di
lui
,
vanno
quasi
sotto
i
cavalli
e
le
rote
della
carrozza
:
tutti
vorrebbero
stringergli
la
mano
,
tutti
vorrebbero
divorarlo
dai
baci
!
-
Gridate
:
viva
la
repubblica
-
Grida
il
buon
vecchio
-
e
non
sa
riparare
a
salutare
,
e
sorridere
.
I
soldati
che
tornano
hanno
tutti
un
'
elmo
,
un
fucile
preso
ai
Prussiani
;
un
giovinetto
ha
un
piffero
e
fischia
un
'
arietta
in
mezzo
agli
applausi
di
tutti
.
Passano
dei
prigionieri
;
tutti
gli
guardano
,
ma
nessuno
alza
un
grido
...
il
popolo
sente
la
generosità
per
istinto
!
Per
tutte
le
piazze
è
baldoria
:
per
tutto
si
canta
,
si
grida
,
si
applaude
:
sulla
piazza
del
teatro
si
da
fuoco
persino
a
dei
mortaletti
:
la
fiducia
generale
è
rinata
;
gli
elmi
dei
Prussiani
coll
'
annesso
parafulmine
fanno
le
spese
di
tutta
la
sera
;
contento
dell
'
oggi
,
nessuno
cura
il
domani
e
tutti
dimenticano
l
'
ieri
.
Si
va
a
portare
il
fausto
annunzio
allo
Stefani
;
sul
principio
credeva
che
si
scherzasse
:
gli
avevano
nientemeno
dato
a
bere
che
si
trattava
di
fare
una
capitolazione
e
che
i
Prussiani
si
avanzavano
verso
Digione
a
marcia
forzata
.
Io
era
stanco
morto
:
tutte
quelle
emozioni
,
tutte
quelle
fatiche
mi
avevano
prostrato
:
mi
pareva
che
la
vita
mi
sfuggisse
ed
in
camera
del
mio
amico
ferito
ebbi
un
trabocco
di
sangue
.
-
O
guardiamo
,
se
dopo
che
ti
han
risparmiato
la
palle
,
vieni
qui
a
far
la
morte
della
signora
delle
Camelie
?
Mi
disse
il
Materassi
,
che
non
si
reggeva
più
dalla
fatica
,
essendo
stato
in
giro
tutta
la
notte
,
e
a
cavallo
tutto
il
giorno
.
-
Non
gli
risposi
,
perché
quest
'
ultimo
incidente
mi
faceva
uscir
proprio
dai
gangheri
.
Cheto
,
cheto
me
ne
andai
e
neppur
mezz
'
ora
dopo
mi
sdraiavo
sul
letto
.
CAPITOLO
XVI
.
Per
quanto
facessi
,
mi
fu
impossibile
in
quella
nottata
il
provare
un
poco
di
sonno
.
La
testa
mi
ardeva
,
la
febbre
in
certi
momenti
mi
procurava
la
celeste
voluttà
del
delirio
;
ora
mi
pareva
di
essere
in
mezzo
alla
mischia
,
di
vedere
i
nostri
giovani
battaglioni
avanzarsi
,
sgominare
le
schiere
nemiche
,
ed
annusavo
a
piene
narici
il
simpatico
odor
della
polvere
,
e
m
'
inebriavo
ai
mille
episodii
di
un
combattimento
e
di
una
vittoria
;
ora
mi
pareva
di
essere
tornato
in
mezzo
ai
miei
cari
,
e
li
vedevo
a
me
d
'
intorno
,
raccolti
,
pendere
ansiosi
dai
miei
labbri
,
interessarsi
alle
vicende
delle
battaglie
,
alle
storie
che
raccontavo
e
vedevo
brillar
delle
lacrime
,
spuntar
dei
sorrisi
....
.
Finalmente
venne
il
mattino
,
e
parve
che
la
luce
,
come
fugava
le
tenebre
,
fugasse
da
me
i
vaneggiamenti
della
immaginazione
malata
.
Mi
alzai
ed
uscii
;
quelli
non
mi
sembravano
giorni
da
poltrir
sulle
piume
.
A
tutte
le
cantonate
della
città
era
affisso
un
'
ordine
del
giorno
di
Garibaldi
;
ordine
del
giorno
nel
quale
l
'
illustre
comandante
dei
volontarii
,
nonché
inorgoglirsi
ai
fumi
delle
vittorie
e
proclamare
i
suoi
soldati
per
eroi
,
raccomandava
a
loro
di
moderare
la
foga
dei
dì
passati
,
di
non
attaccare
in
massa
il
nemico
,
ma
sì
in
pochi
,
alla
spicciolata
,
e
spronava
in
special
modo
gli
ufficiali
ad
adempiere
un
poco
di
più
il
proprio
dovere
.
Alla
porta
del
quartiere
delle
Guide
,
vidi
il
Materassi
che
scendeva
da
cavallo
;
mi
accolse
a
braccia
aperta
e
mi
mostrò
delle
bottiglie
di
vino
generoso
,
urlando
:
Ecco
lo
specifico
per
la
tua
malattia
!
Quel
vino
era
stato
trovato
nelle
ambulanze
PrussianE
e
doveva
far
le
spese
di
un
mattiniero
banchetto
che
imbandimmo
lì
sul
tamburo
.
Era
mezzogiorno
e
,
malgrado
tutte
le
dicerio
,
si
cominciava
a
credere
che
per
quel
giorno
gli
oppressori
della
Francia
non
ci
avrebbero
molestato
.
Finito
il
pasto
,
ce
ne
andammo
tutti
a
trovare
lo
Stefani
;
dopo
poco
che
eravamo
entrati
nella
di
lui
camera
,
mi
si
cominciò
ad
abbagliare
la
vista
,
sentii
al
palato
un
sapore
di
sangue
,
tossii
a
più
riprese
e
caddi
sfinito
sopra
il
divano
.
Non
so
quanto
stessi
in
quello
stato
in
cui
più
non
sentivo
la
vita
:
quando
cominciai
a
comprender
qualchecosa
tuonava
il
cannone
,
e
lo
Stefani
,
mezzo
vestito
,
stava
per
alzarsi
da
letto
.
-
Si
son
riattaccati
?
..
Domandai
-
Altro
che
riattaccati
!
..
Affacciati
alla
finestra
e
guarda
,
Guardai
...
confesso
di
non
aver
mai
assistito
a
un
così
sconfortante
spettacolo
!
..
La
gente
scappava
a
rotta
di
collo
per
tutte
le
vie
;
le
porte
si
chiudevano
ermeticamente
;
le
finestre
erano
pure
ermeticamente
tappate
;
ogni
poco
qualche
guardia
nazionale
,
o
senza
fucile
,
o
senza
cappello
,
traversava
a
passo
accelerato
davanti
a
noi
,
battendosi
il
capo
,
proferendo
gridi
di
lamento
o
d
'
imprecazione
;
donne
piangenti
che
si
portavano
dietro
i
bambini
,
carri
che
si
caricavano
,
ufficiali
d
'
intendenza
che
a
gran
passi
si
avviavano
in
direzione
del
quartier
generale
....
-
Ma
dunque
siamo
in
completa
disfatta
?
-
Dissi
trA
me
,
e
inpaziente
,
colla
più
dolorosa
angoscia
nell
'
anima
,
col
dubbio
che
mi
torturava
il
cervello
,
presi
la
mia
sciabola
,
ed
andai
anche
io
per
strada
,
deciso
di
correre
alla
prefettura
,
e
di
là
portarmi
sul
campo
.
Sulla
piazza
del
teatro
,
vidi
quattro
batterie
di
cannoni
guardate
da
due
o
tre
guardie
mobili
..
Erano
nuove
artiglierie
arrivate
allora
allora
dalle
fabbriche
di
Lione
e
del
Creusot
...
osservandole
bene
,
lo
si
sarebbe
agevolmente
compreso
,
ma
in
quel
momento
,
in
quell
'
esitazione
le
credei
anche
io
,
come
il
popolo
,
un
indizio
di
ritirata
.
Ma
donde
venivano
queste
paure
?
I
nostri
avevan
forse
perduto
?
..
No
;
come
vedremo
tra
poco
:
ma
alcuni
battaglioni
di
guardia
nazionale
presi
dal
panico
a
quel
terzo
assalto
dei
nostri
nemici
,
atterriti
anche
dal
numero
con
cui
questa
volta
si
erano
presentati
,
non
ascoltando
più
alcun
comando
,
avevano
retrocesso
,
e
,
siccome
,
valanga
erano
piombati
per
le
vie
della
città
,
travolgendo
coloro
che
volevano
impedire
questa
ignobile
fuga
e
facendo
nascere
l
'
allarme
e
lo
spavento
per
ogni
dove
.
I
Prussiani
,
avvedendosi
del
grave
errore
che
avevano
commesso
nei
giorni
antecedenti
,
e
pensando
forse
che
le
nostre
truppe
fossero
,
almeno
per
le
maggior
parte
,
agglomerate
in
Fontain
e
Talant
(
posizioni
contro
le
quali
essi
si
erano
rotte
le
corna
)
si
concentrarono
in
grandi
masse
e
prendendo
la
strada
di
Langres
si
spinsero
infino
al
castello
di
Poully
.
Garibaldi
aveva
ordinato
alla
brigata
Canzio
,
di
avanzarsi
verso
la
direzione
,
da
cui
venne
difatti
il
nemico
,
il
quale
,
fugati
ben
facilmente
i
mobilizzati
,
che
sparsero
poi
tanta
desolazione
in
città
,
erano
giunti
persino
ad
accerchiare
in
una
prossima
masseria
l
'
ardito
Ricciotti
,
che
coi
suoi
bravi
Franchi
Tiratori
,
faceva
una
resistenza
eroica
,
seminando
la
morte
tra
quelle
schiere
che
non
si
azzardavano
ad
assalirlo
e
tenute
a
rispettosa
distanza
dal
ben
nutrito
fuoco
di
fila
,
che
a
loro
opponevano
dalle
finestre
,
dalle
feritoie
,
dalle
siepi
questi
giovani
soldati
della
libertà
.
I
figli
di
Garibaldi
si
mostrarono
degni
del
loro
genitore
,
e
la
Francia
ha
da
serbar
eterna
memoria
del
loro
coraggio
,
delle
loro
abnegazione
,
dalla
loro
bravura
.
Le
bombe
solcavano
l
'
aria
,
già
impregnata
di
fumo
:
il
sibilo
delle
palle
non
avea
tregua
alcuna
;
i
carabinieri
Genovesi
,
i
cacciatori
di
Marsala
,
(
tutta
la
quinta
brigata
)
sdraiati
pei
campi
o
nelle
vicine
praterie
non
facevano
uso
alcuno
delle
armi
.
Canzio
osservava
impassibilmente
le
masse
nemiche
,
ed
ogni
tanto
andava
da
Garibaldi
,
con
cui
confabulava
.
Tutto
ad
un
tratto
guizza
,
come
un
lampo
dall
'
uno
all
'
altro
dei
militi
,
una
notizia
;
un
fremito
generale
si
comunica
di
fila
in
fila
,
come
,
se
tutti
quegli
uomini
subissero
l
'
influenza
di
una
pila
Galvanica
:
Canzio
concitato
,
col
viso
raggiante
,
si
alza
,
grida
a
tutti
i
suoi
uomini
:
Ricciotti
è
circondato
,
salviamolo
,
e
,
come
l
'
ultimo
dei
suoi
subalterni
,
si
lancia
eroicamente
alla
carica
.
La
cavalleria
Prussiana
si
schiera
in
ordine
di
battaglia
difaccia
ai
nostri
;
due
tiri
di
cannone
bene
aggiustati
bastano
a
metterla
in
fuga
,
prima
ancora
che
si
ponga
al
trotto
contro
di
noi
;
altri
colpi
a
mitraglia
sbaragliano
i
battaglioni
nemici
che
si
ammassano
,
si
urtano
,
si
infrangano
contro
la
masseria
,
le
cui
mura
sembrano
di
fuoco
;
i
Genovesi
,
i
cacciatori
di
Marsala
,
gli
Egiziani
,
gli
Spagnuoli
e
persino
due
battaglioni
di
mobilizzati
di
Saone
Loire
animati
dal
nobile
esempio
dei
volontari
,
si
spingono
dietro
il
prode
Canzio
alla
baionetta
,
gridando
viva
la
repubblica
,
viva
la
Francia
,
viva
Garibaldi
e
intonando
la
Marsigliese
e
l
'
inno
d
'
Italia
.
Che
spettacolo
imponente
...
al
solo
pensarci
si
provano
le
vertigini
,
e
quasi
si
crede
di
avere
assistito
a
una
fantasmagoria
.
La
brigata
Ricciotti
si
spinge
eroicamente
fuori
della
masseria
e
arditamente
dà
di
cozzo
nelle
file
Prussiane
:
da
tutte
le
parti
è
una
carneficina
terribile
;
i
cadaveri
si
addensano
sopra
i
cadaveri
;
là
affusti
di
cannoni
stroncati
,
qua
siepi
distrutte
,
alberi
sbarbicati
dal
terreno
;
per
terra
frantumi
di
bombe
,
pozze
di
sangue
,
ossa
scheggiate
,
rimasugli
schifosi
di
corpi
umani
;
i
Prussiani
non
possono
più
reggere
;
è
troppo
formidabile
l
'
urto
dei
nostri
soldati
e
non
che
compatte
colonne
di
uomini
,
sfonderebbe
le
muraglie
d
'
acciaio
.
Le
file
a
noi
dicontro
,
piegano
,
indietreggiano
,
si
sparpagliano
eppoi
si
danno
a
disperatissima
fuga
.
Tito
Strocchi
e
il
capitano
Rostain
di
Grenoble
,
raccolgono
allora
in
mezzo
ai
cadaveri
di
un
picchetto
che
avevano
sbaragliato
,
terminando
tutte
le
cariche
dei
loro
Spencers
,
sempre
tra
l
'
infuriare
delle
palle
nemiche
,
lo
stendardo
del
61
Reggimento
Guglielmo
;
reggimento
che
in
quel
giorno
fu
quasi
disfatto
.
Io
era
arrivato
poco
prima
dell
'
ultima
carica
;
uscito
appena
di
Digione
cominciai
a
imbattermi
in
mobilizzati
senza
il
più
piccolo
vestigio
d
'
armi
,
che
se
la
ritornavano
tranquillamente
in
città
:
fatti
pochi
passi
vidi
la
strada
tutta
seminata
di
sacchi
,
buttati
là
da
questi
prodi
onde
correr
meglio
e
scappare
:
poi
il
consueto
corteggio
di
feriti
e
di
vetture
d
'
ambulanze
:
e
il
capitano
Galeazzi
e
l
'
Orlandi
con
la
sciabola
in
pugno
,
e
con
due
o
tre
guide
che
piattonavano
i
fuggitivi
e
che
si
sforzavano
dì
rimandarli
al
lor
posto
:
finalmente
i
nostri
compagni
che
si
battevano
accanitamente
e
che
si
disponevano
all
'
attacco
.
Garibaldi
corse
subito
sul
luogo
dove
era
stata
definita
la
tremenda
tenzone
,
e
dove
era
accaduto
l
'
orrendo
macello
;
tutti
gli
furono
intorno
;
tutti
vollero
dire
qualchecosa
...
pochi
e
ben
pochi
furono
capaci
di
articolare
un
monosillabo
;
la
gioia
di
quel
momento
è
inesprimile
;
nessuno
sentiva
più
la
fatica
;
eravamo
tra
mucchi
immensi
di
morti
,
si
sentiva
qualche
fucilata
lontana
,
indizio
che
i
soldati
della
grazia
di
Dio
erano
molto
ma
molto
distanti
da
noi
e
che
se
la
battevano
disperatamente
:
avevamo
preso
una
bandiera
:
più
bella
vittoria
noi
non
la
potevamo
sperare
,
ed
ora
se
ne
aspirava
a
pieni
polmoni
tutta
la
voluttà
.
Perché
non
poterono
dividere
le
nostre
letizie
tanti
generosi
che
ora
giacevano
cadaveri
,
perché
non
le
doveva
dividere
il
buon
Ferraris
il
medico
del
generale
,
che
dopo
aver
recato
un
ordine
,
pochi
momenti
avanti
era
morto
?
Mentre
Garibaldi
,
dopo
aver
risposto
ai
più
vicini
,
stava
per
congedarsi
da
noi
e
tornare
in
Digione
,
una
scarica
quasi
a
bruciapelo
c
'
involse
tutti
in
un
turbine
di
proiettili
che
fortunatamente
non
colpirono
alcuno
.
Fu
fatto
voltare
la
carrozza
e
il
Generale
fu
fatto
immediatamente
ritirare
.
Da
chi
ci
veniva
fatta
quella
sorpresa
?
..
Io
non
lo
so
;
certo
che
gli
autori
ne
ebbero
poco
gusto
;
i
volontarii
si
gettarono
con
rabbia
verso
la
parte
da
cui
così
stranamente
eravamo
stati
salutati
,
e
probabilmente
altri
cadaveri
si
aggiungevano
ai
molti
che
ingombravano
il
circostante
terreno
.
I
Genovesi
e
i
cacciatori
di
Marsala
,
dovevano
pernottare
nelle
loro
posizioni
:
salutai
caramente
i
miei
amici
,
ed
appoggiato
al
braccio
di
uno
dei
Francs
chevaliers
de
Chautillon
piano
piano
me
ne
tornai
verso
la
città
,
persuaso
di
assistere
,
se
pur
era
possibile
,
ed
una
dimostrazione
e
ad
un
entusiasmo
maggiore
di
quelli
precedenti
.
Avevo
sbagliato
i
miei
calcoli
!
..
Si
aveva
un
bel
dire
ai
cittadini
che
avevamo
conquistato
una
bandiera
,
che
la
nostra
era
stata
una
completa
vittoria
,
che
i
Prussiani
erano
lontani
chi
sa
quante
miglia
,
oramai
lo
spavento
si
era
loro
infiltrato
nel
cuore
,
oramai
vedevano
le
cose
dietro
il
prisma
della
paura
:
poche
botteghe
si
riaprirono
;
pochissime
donne
si
azzardarono
a
far
capolino
dalle
finestre
;
difaccia
alla
Prefettura
e
alle
Mairie
vi
erano
i
soliti
capannelli
susurroni
,
insistenti
:
fu
insomma
necessario
che
il
Mair
facesse
battere
i
tamburi
a
tutte
le
cantonate
,
ed
ivi
dal
banditore
annunziare
ai
Digionesi
che
potevano
andare
a
letto
,
e
prender
sonno
tranquilli
,
poiché
I
Prussiani
erano
stati
respinti
su
tutta
la
linea
.
-
Dietro
questa
confortante
pubblicazione
,
ricominciammo
a
veder
del
movimento
per
le
strade
;
si
riaprirono
i
caffè
e
la
città
riprese
il
suo
aspetto
normale
.
CAPITOLO
XVII
.
Alla
mattina
del
ventiquattro
la
bandiera
Prussiana
fu
mostrata
a
tutte
le
truppe
e
suscitò
ovunque
l
'
entusiasmo
più
vivo
;
quella
bandiera
era
nuovissima
,
tutta
in
seta
,
magnifica
.
La
popolazione
Digionese
,
accortasi
dell
'
errore
meschino
in
cui
l
'
avevano
fatta
cadere
la
sera
precedente
alcuni
vigliacchi
,
non
si
restava
dal
magnificare
il
nostro
coraggio
ed
aumentava
verso
di
noi
di
dimostrazioni
affettuose
e
gentili
;
sapemmo
che
causa
principale
dello
sgomento
e
dell
'
allarme
era
stato
il
colonnello
dei
mobilizzati
dell
'
Alta
Savoja
,
che
al
primo
rumore
del
combattimento
,
era
corso
con
diversi
suoi
uomini
alla
ferrovia
,
e
lì
aveva
preteso
che
di
riffe
o
di
raffe
si
mettesse
in
pronto
un
convoglio
,
onde
partire
alla
volta
di
Lione
.
Tutto
ci
faceva
sicuri
che
i
Prussiani
non
avrebbero
riattaccato
;
i
nostri
amici
erano
all
'
avamposti
;
pensammo
bene
di
far
loro
una
visita
e
intanto
dare
un
'
occhiata
al
terreno
,
dove
poche
ore
avanti
erasi
combattuta
la
sanguinosa
battaglia
,
alla
quale
eravamo
stati
presenti
.
Qual
tremando
spettacolo
non
ci
offersero
quei
campi
!
Se
io
avessi
la
potenza
descrittiva
di
poterli
ritrarre
al
vero
,
farei
inorridire
i
lettori
...
fortuna
che
non
l
'
ho
,
e
così
risparmio
loro
un
'
emozione
ben
cruda
!
Il
più
sfegatato
paladino
della
guerra
,
ammenoché
non
fosse
un
mostro
,
non
avrebbe
potuto
fare
a
meno
di
fremere
davanti
a
quella
carneficina
autorizzata
dalle
così
dette
gente
civili
.
In
qualche
punto
i
cadaveri
erano
a
strati
;
pochi
i
nostri
,
moltissimi
quelli
Prussiani
;
i
Tedeschi
si
erano
battuti
come
eroi
;
nel
posto
dove
fu
rinvenuta
la
bandiera
si
contavano
uno
accanto
all
'
altro
più
di
novanta
cadaveri
,
tra
i
quali
quello
di
un
maggiore
;
la
prateria
,
la
strada
,
i
viottoli
erano
ingombri
di
elmi
,
di
fucili
,
di
sacchi
;
ogni
passo
che
noi
si
faceva
eravamo
sicuri
d
'
inciampare
in
un
morto
...
Quanta
gioventù
,
quanta
vita
dileguata
in
un
soffio
!
...
Erano
imberbi
adolescenti
,
uomini
tarchiati
;
tutti
avranno
lasciato
nelle
proprie
case
una
sposa
,
una
moglie
,
una
madre
:
queste
povere
donne
ogni
giorno
saranno
accorse
al
giungere
della
posta
,
avranno
divorato
coi
baci
le
righe
,
che
tra
le
fastidiose
occupazioni
del
campo
,
scrivevano
i
loro
cari
:
le
avranno
aspettate
anche
il
domani
quelle
benedette
righe
,
che
loro
facevano
spuntare
tra
ciglio
e
ciglio
una
lacrima
e
l
'
avranno
aspettate
invano
,
e
invano
anche
domani
,
e
così
via
di
seguito
per
chi
sa
quanto
tempo
,
eppoi
finiranno
col
vestirsi
a
bruno
,
col
piangere
,
col
pregare
,
coll
'
imprecare
a
chi
ordinò
,
a
chi
volle
,
a
chi
fece
la
guerra
:
ma
re
Guglielmo
sarà
salutato
imperator
di
Germania
,
ma
Napoleone
goderà
in
santa
pace
nei
beati
ozi
di
Londra
i
milioni
carpiti
alla
disgraziatissima
Francia
!
Oh
!
avessi
avuto
la
virtù
d
'
Ezzecchiello
!
Oh
avessi
potuto
trasfondere
la
vita
in
quegli
esanimi
corpi
!
...
Sorgete
,
avrei
voluto
gridare
con
voce
tuonante
,
sorgete
ed
imprecate
alle
arpie
coronate
,
ai
potenti
del
mondo
;
tornate
nelle
vostre
città
,
nei
vostri
villaggi
,
nelle
vostre
famiglie
,
predicate
che
si
ha
da
esser
tutti
fratelli
,
che
non
si
deve
sprecar
più
tanto
coraggio
per
soddisfare
l
'
ambizione
di
quelli
che
ci
opprimono
,
che
si
deve
abolire
il
macello
di
creature
innocenti
,
fatte
apposta
per
amarsi
tra
loro
,
l
'
une
all
'
altre
simpatiche
,
perché
legate
dal
santo
vincolo
della
sventura
...
Se
Traupmann
con
otto
omicidii
fece
rabbrividire
tutto
il
mondo
civile
,
perché
si
devono
dar
ghirlande
d
'
alloro
a
chi
,
a
sangue
freddo
,
ne
fa
sgozzar
centomila
?
E
mi
pareva
difatti
che
quei
morti
si
levassero
giganti
,
e
colle
braccie
poderose
scaraventassero
nel
vano
i
tarlati
troni
delle
tirannidi
umane
.
Garibaldi
traversò
la
via
in
carrozza
con
Canzio
;
i
due
illustri
e
prodi
soldati
,
arrivati
che
furono
al
punto
di
cui
parlo
,
furono
pur
essi
commossi
:
no
...
non
era
soddisfazione
,
come
dicevano
alcuni
,
quella
che
brillava
sui
loro
volto
,
io
credo
che
fosse
disgusto
.
Il
guerriero
è
inesorabile
,
quando
fischiano
le
palle
,
ma
è
commosso
al
vedere
le
prove
di
un
valore
,
che
il
caso
non
ha
compensato
,
ma
che
è
innegabile
.
Poco
distante
lì
avevan
passata
tutta
la
notte
i
Carabinieri
Genovesi
.
Piccini
ci
accolse
ridendo
...
Oh
!
la
bella
istoria
che
ho
da
contarvi
!
-
-
Raccontacela
.
-
In
poche
parole
vi
sbrigo
...
vedete
quella
casetta
?
...
Terminata
la
mia
guardia
sono
andato
lì
per
riposarmi
...
ci
erano
tre
Prussiani
morti
ed
io
mi
sdraiai
in
mezzo
a
loro
;
appena
steso
per
terra
,
è
inutile
che
vi
dica
,
che
attaccai
un
sonno
birbone
:
mi
ero
addormentato
di
poco
,
quando
mi
parve
sentirmi
girellare
d
'
intorno
,
non
mi
volli
scomodare
a
aprir
gli
occhi
,
e
il
calpestio
,
non
che
cessare
,
accresceva
:
una
mano
poco
delicatamente
si
posò
sul
mio
petto
,
mentre
un
'
altra
si
avvicinava
con
gran
celerità
alla
mia
tasca
;
mi
alzo
allora
,
come
di
soprassalto
e
do
un
grand
'
urlo
:
Chi
è
?
...
Non
sono
mica
morto
io
,
perché
mi
abbiate
a
frugare
!
...
Un
grido
disperato
e
una
fuga
generale
tenne
dietro
alle
mie
parole
:
seguii
i
fuggitivi
e
trovai
due
della
mia
compagnia
che
esercitavano
questo
mestiere
proficuo
sì
,
ma
schifoso
...
-
E
domandaste
loro
,
se
avevano
trovato
molta
roba
?
-
Sì
...
mi
risposero
anzi
che
tutti
quelli
che
avevano
frugato
avevano
in
tasca
la
bibbia
,
e
moltissimi
la
carta
geografica
.
Era
verità
:
nessun
bass
'
uffiziale
era
sprovveduto
della
carta
di
Francia
:
è
così
che
si
vincono
le
battaglie
,
e
non
come
si
fece
nel
beatissimo
regno
d
'
Italia
nella
vergognosissima
guerra
del
66
,
ove
le
carte
non
erano
conosciute
nemmeno
di
vista
dai
colonnelli
di
stato
maggiore
..
Dopo
avere
scambiato
qualche
altra
parola
partimmo
dalle
linee
dei
Genovesi
e
andammo
per
tornare
a
Digione
:
avevamo
fatti
appena
pochi
passi
,
che
sentimmo
dei
gemiti
poco
distanti
da
noi
:
questi
gemiti
venivano
da
una
specie
di
casaccia
che
era
al
principiar
di
una
viottola
:
quella
casaccia
non
doveva
servire
di
abitazione
ad
alcuno
,
nemmeno
in
tempo
di
pace
;
era
bassa
,
piccola
,
e
non
aveva
finestre
.
Il
desiderio
di
giovare
a
qualcuno
,
l
'
idea
che
forse
si
poteva
trovare
lì
qualche
amico
,
ci
fecero
entrare
risolutamente
in
quella
catapecchia
.
Sopra
una
barca
di
concio
vedemmo
all
'
incerta
luce
che
veniva
dalla
piccola
porta
,
un
'
involucro
di
carne
;
da
questo
partivano
i
lamenti
e
,
cosa
strana
,
questi
lamenti
non
ci
parvero
d
'
uomo
;
ma
che
lì
dentro
ci
fosse
una
donna
?
-
accesi
con
mano
tremante
un
fiammifero
,
mi
appressai
...
un
urlo
mi
partì
dalla
strozza
,
il
lume
mi
cadde
di
mano
,
chè
io
non
poteva
credere
a
ciò
che
mi
si
parava
davanti
;
era
,
purtroppo
,
una
povera
donna
colei
che
si
lamentava
in
tal
guisa
e
in
quella
povera
donna
io
riconobbi
Aissa
.
-
Aissa
,
Aissa
-
Le
dissi
e
fui
incapace
di
proferire
altre
parole
.
La
moribonda
mi
guardò
attentamente
,
direi
quasi
con
ostinazione
;
si
pose
una
mano
sul
cuore
,
come
per
reprimerne
i
palpiti
,
stiè
un
poco
senza
articolare
parole
,
poi
faticosamente
,
senza
riconoscermi
,
sussurrò
a
bassissima
voce
:
portatemi
fuori
!
Interrogai
con
un
'
occhiata
i
compagni
;
vedendo
com
'
essi
erano
propensi
ad
esaudire
quest
'
ultimo
voto
di
quella
bella
creatura
,
la
presi
amorevolmente
pel
capo
,
mentre
gli
altri
adagino
adagino
la
sollevarono
pei
piedi
,
e
la
deponemmo
su
di
un
praticello
,
dove
l
'
erbetta
era
tutta
ingemmata
dalle
stille
della
mattiniera
rugiada
,
e
dove
rimpercotevasi
un
vagabondo
rAggio
di
sole
,
che
si
era
fatto
strada
tra
le
nuvole
che
tutto
ingombravano
il
cielo
.
Aissa
era
rimasta
prostrata
;
gli
occhi
le
si
erano
chiusi
;
come
era
bella
!
...
Soffusa
di
un
pallore
che
faceva
apparire
le
di
lei
carni
di
cera
;
coi
magnifici
capelli
neri
disciolti
lungo
le
spalle
,
tu
l
'
avreste
creduta
l
'
angelo
della
grazia
e
della
bellezza
,
morto
esso
pure
in
tanto
turbinio
di
barbarie
!
Poco
più
sotto
del
cuore
,
uno
straccio
nell
'
abito
,
delle
goccie
di
sangue
rappreso
indicavano
dove
l
'
avesse
colpita
il
piombo
nemico
!
In
quell
'
istante
la
si
sarebbe
detta
già
morta
,
se
un
'
anelito
frequente
muovendo
ad
ogni
poco
il
busto
di
lei
non
avesse
ispirato
la
certezza
,
che
ancora
non
si
era
dileguato
il
soffio
animatore
di
quella
materia
.
La
discinsi
;
feci
portare
da
uno
dei
nostri
dell
'
acqua
:
con
questa
le
bagnai
ambe
le
teMpia
,
e
poi
colla
faccia
proprio
sopra
la
sua
,
mi
misi
a
spiare
il
momento
,
in
cui
ella
sarebbe
tornata
ad
essere
in
se
.
-
Chiamino
un
medico
!
...
Sentii
esclamare
una
voce
.
-
Bravo
-
Gridai
io
in
tuono
d
'
assentimento
,
ma
senza
muovermi
...
e
uno
in
fretta
e
furia
andò
per
il
medico
.
L
'
aria
fresca
rianimò
la
bella
dolente
;
Aissa
aprì
le
sue
luci
;
girò
lo
sguardo
per
le
circostanti
campagne
e
addiventò
pensierosa
:
in
quel
momento
forse
le
tornarono
in
mente
i
molti
fatti
del
lugubre
dramma
,
a
cui
ella
aveva
assistito
negli
ultimi
giorni
,
mi
osservò
lungamente
,
un
sorriso
sfiorò
le
di
lei
labbra
sbiancate
...
ella
mi
aveva
riconosciuto
.
-
Vedete
se
ho
bene
adempiuto
alla
promessa
che
io
vi
feci
a
Marsiglia
.
-
Ma
dove
siete
stata
ferita
?
-
Qui
...
-
La
rispose
accennandomi
,
dove
avevo
veduto
il
sangue
rappreso
.
-
Ed
è
grave
?
-
Io
credo
che
sia
mortale
...
lo
spero
Restai
annichilito
;
sperar
nella
morte
in
quell
'
età
,
con
quella
bellezza
,
con
quel
carattere
ardente
e
leggiero
che
tanto
mi
aveva
sorpreso
fino
dal
giorno
che
la
conobbi
!
...
Un
fremito
mi
aveva
invaso
ogni
fibra
,
volevo
persuadermi
di
assistere
ad
una
allucinazione
mentale
e
avrei
dato
la
mia
vita
,
pur
di
non
assistere
a
questo
tristissimo
episodio
,
che
doveva
avere
lo
scioglimento
in
faccia
ai
miei
occhi
.
-
A
che
mi
guardate
così
stranamente
?
-
con
voce
sempre
più
tremula
continuò
la
moribonda
-
Oh
!
lo
so
cosa
pensate
tra
voi
!
...
Me
lo
immagino
...
ma
se
sapeste
,
quanto
mi
sorride
il
lasciar
questa
vita
,
che
mi
opprime
come
la
camicia
di
forza
del
galeotto
...
-
Oh
!
quante
volte
ho
proposto
di
farla
finita
per
sempre
e
sul
più
bello
mi
è
mancato
il
coraggio
!
-
Ma
voi
non
morrete
-
Interruppi
io
-
voi
siete
sul
fiorire
degli
anni
,
siete
robusta
,
la
vostra
ferita
non
è
tanto
grave
...
-
È
mortale
..
lo
sento
!
...
Non
sprecate
le
vostre
cure
per
me
...
sentite
...
là
...
come
urla
quel
povero
soldato
ferito
...
vedete
,
scommetto
che
lui
ha
o
una
mamma
,
o
una
sposa
...
allora
si
soffre
a
lasciare
la
terra
,
ma
io
...
io
..
-
Voi
potrete
trovar
degli
amici
-
Degli
amici
?
!
..
Ma
dove
?
..
Ma
come
?
..
Ma
chi
?
..
-
Io
per
esempio
!
-
Voi
traverserete
il
mare
,
tornerete
in
mezzo
ai
cari
vostri
,
e
presto
,
come
tutti
gli
altri
,
vi
dimenticherete
di
me
...
Noi
donne
galanti
,
alla
moda
non
sappiamo
,
non
c
'
immaginiamo
neppure
l
'
amicizia
;
l
'
amicizia
richiede
del
cuore
e
a
noi
ce
l
'
hanno
strappato
i
signori
di
cui
siamo
i
giocattoli
.
Chi
ci
ha
mai
inculcata
la
santa
religione
dell
'
affetto
,
delle
fede
?
Chi
ci
ha
mai
rammentato
di
esser
donne
?
ripensando
al
passato
una
nube
qualche
volta
passava
sulle
nostre
fronti
...
«
Le
vostre
fronti
son
fatte
per
baci
e
per
i
diademi
,
»
ci
dicevano
i
felici
del
mondo
,
e
a
noi
diamanti
,
abiti
,
ricchezze
...
qualche
volta
la
miseria
degli
altri
ci
strappava
dal
ciglio
una
lacrima
.
«
i
vostri
occhi
non
son
fatti
per
piangere
,
son
fatti
per
brillare
di
voluttà
e
di
piacere
,
»
ci
ripetevano
i
nostri
adoratori
e
a
noi
le
inebrianti
emozioni
dell
'
orgia
.
L
'
artigiano
che
ci
disprezza
perché
colla
prostituzione
si
ha
quello
che
egli
non
giungerà
mai
ad
aver
col
lavoro
,
ci
addita
alle
sue
figlie
,
come
vampiri
,
come
mostri
e
queste
ci
salutano
colle
loro
fischiate
;
i
nostri
protettori
quando
si
son
sbizzarriti
con
noi
vanno
a
cercarne
delle
altre
,
noi
ricorriamo
a
spese
matte
,
a
piaceri
che
abbruciano
:
i
denari
van
via
,
e
viene
l
'
età
:
la
prima
grinza
fa
fuggire
l
'
ultimo
adoratore
e
...
e
...
se
non
morissi
qui
,
se
continuassi
a
vivere
,
tra
pochi
anni
,
obliata
da
tutti
,
morirei
nel
fondo
di
uno
spedale
...
eccolo
l
'
avvenire
di
noi
povere
colpevoli
coperte
d
'
oro
e
di
gemme
!
Fortuna
che
questa
palla
ha
troncato
tanta
colpa
e
tanta
miseria
!
..
Ve
lo
ripeto
,
ve
ne
scongiuro
....
andate
a
soccorrere
quel
povero
soldato
....
forse
potrete
risparmiare
un
gran
dolore
ad
una
povera
madre
,
pensate
alla
vostra
che
ora
prega
per
voi
in
Italia
...
Oh
se
avanti
di
morire
il
Cielo
volesse
concedermi
là
santa
voluttà
di
una
lacrima
!
Le
mani
d
'
Aissa
cominciavano
ad
agghiacciarsi
,
e
posandosi
sulle
mie
,
mi
producevano
la
medesima
impressione
,
come
quando
si
tocca
una
serpe
.
-
Oh
!
..
un
tempo
...
io
ve
lo
voglio
dire
...
un
tempo
io
non
era
cattiva
!
-
La
proseguì
con
tuono
più
flebile
-
Amai
troppo
,
credei
troppo
...
e
ne
ho
scontato
anche
troppo
la
pena
.
Ah
!
avessi
dato
retta
alla
mamma
...
fatemi
il
piacere
,
levatemi
dal
seno
,
la
crocellina
che
è
attaccata
a
questo
piccolo
nastro
.
,
ce
la
conservo
da
tanto
tempo
e
quando
i
miei
amanti
ci
ridevano
sopra
,
io
correva
a
nascondermi
e
la
baciavo
,
la
baciavo
colle
lacrime
agli
occhi
e
col
cuore
che
mi
si
stringeva
dalla
pena
...
vi
raccomando
di
lasciarmela
indosso
anche
quando
sarò
morta
:
è
il
più
caro
ricordo
che
io
abbia
...
l
'
ebbi
da
lei
,
una
sera
,
una
bella
sera
di
estate
:
eravamo
sull
'
aja
,
e
ci
era
stato
il
prete
a
benedire
il
ricolto
;
l
'
immagine
della
madonna
era
illuminata
,
un
'
andirivieni
di
lucciole
faceva
sembrare
illuminate
anche
le
siepi
,
i
contadini
cantavano
le
litanie
,
io
accarezzavo
il
vecchio
Bibi
perché
non
abbaiasse
;
la
mamma
,
finita
la
preghiera
,
mi
venne
vicina
,
mi
baciò
e
mi
attaccò
al
collo
questa
crocetta
...
da
quella
sera
non
lo
ho
più
abbandonata
e
quando
ero
per
darmi
in
braccio
alla
disperazione
,
quando
dentro
me
meditavo
qualche
vendetta
terribile
,
quando
avevo
commesso
una
colpa
,
guardavo
quella
crocetta
e
mi
tornavano
in
mente
l
'
aja
,
il
prete
,
le
litanie
,
il
vecchio
Bibi
,
i
bei
tempi
insomma
in
cui
ero
giovine
,
in
cui
ero
buona
,
e
vendetta
,
disperazione
,
come
per
incanto
,
sparivano
,
e
le
colpe
mi
sembravano
meno
gravi
,
perché
mi
sembrava
vedere
la
mamma
che
pregava
per
me
,
che
sorridente
additavami
il
cielo
...
quel
cielo
che
si
acquista
soltanto
coll
'
espiazione
,
e
colle
sofferenze
.
Lo
spirito
che
aveva
animato
quella
donna
a
proferire
il
lungo
discorso
,
via
via
che
la
parlava
sembrava
che
l
'
abbandonasse
;
l
'
affievolita
voce
,
il
faticoso
respiro
che
aveva
preso
tutte
le
parvenze
del
rantolo
mi
convinsero
che
ormai
niente
vi
era
da
sperare
,
che
oramai
gli
istanti
di
quella
vaga
creatura
erano
contati
!
La
squilla
della
vicina
parrocchia
di
Fontain
si
fè
modestamente
sentire
;
i
tocchi
di
quella
campana
mi
scesero
in
cuore
mesti
,
siccome
la
preghiera
pei
moribondi
:
traversò
il
viottolo
a
noi
vicino
una
vecchia
cenciosa
che
portava
per
mano
un
ragazzo
...
-
Nonna
-
disse
quest
'
ultimo
-
cosa
fa
tutta
quella
gente
sdraiata
?
-
Povero
bimbo
-
rispose
la
vecchia
-
quelli
che
vedi
son
morti
-
E
non
si
risveglieranno
mai
...
mai
più
?
...
Mai
più
!
Il
bambino
chinò
gli
occhi
e
poi
si
rimpiattò
nel
fossato
...
intanto
uno
stormo
di
corvi
volteggiò
intorno
a
noi
!
...
la
nonna
si
mise
in
ginocchio
e
pregò
:
il
fanciullo
urlava
e
piangeva
!
Uu
prete
col
brevario
sotto
il
braccio
si
avvicinò
,
quasi
pauroso
,
alla
moribonda
:
io
gli
additai
la
crocellina
che
essa
si
era
portata
alle
labbra
,
egli
se
ne
andò
,
al
soldato
che
era
per
morire
poco
distante
da
noi
,
ed
intuonò
ad
alta
voce
le
preci
dei
moribondi
.
Cessa
,
o
prete
,
dalla
stolta
cantilena
;
tu
per
il
primo
,
dando
un
'
occhiata
all
'
intorno
,
devi
convincerti
di
quanto
le
tue
preci
sono
bugiarde
!
Se
fossevi
un
Dio
,
potrebbe
egli
permettere
un
tanto
massacro
?
...
È
vero
che
voi
,
sacerdoti
l
'
avete
chiamato
Sabbaot
,
il
Dio
degli
eserciti
e
delle
battaglie
;
è
vero
che
a
lui
in
altri
tempi
avete
offerte
vittime
umane
;
è
vero
che
nel
suo
santo
nome
avete
fatto
sgozzare
dai
vostri
sicari
le
donne
e
i
fanciulli
a
Perugia
,
i
giovani
generosi
a
Mentana
,
i
padri
di
famiglia
nelle
mura
stesse
di
Roma
;
ma
è
vero
puranche
che
i
popoli
hanno
pieno
diritto
d
'
odiarlo
e
d
'
abbatterlo
,
schifati
alla
idea
delle
carneficine
che
voi
avete
perpetrato
nel
nome
di
lui
,
schifati
all
'
idea
del
privilegio
e
della
rapina
che
avete
benedetto
,
e
resi
sacri
sotto
la
protezione
di
questa
divinità
,
che
,
onnipotente
,
avrebbe
creato
il
male
.
O
prete
,
se
tu
fossi
convinto
,
agiresti
in
altra
maniera
:
cessa
adunque
dall
'
ipocrita
prece
:
noi
,
come
te
,
non
crediamo
al
tuo
Dio
!
Gli
stormi
dei
corvi
raddoppiavano
;
la
nebbia
sollevandosi
a
poco
a
poco
dall
'
estreme
linee
di
quell
'
estesa
pianura
aveva
offuscato
il
sole
e
i
grandi
alberi
della
strada
maestra
in
quell
'
incerto
barlume
sembravano
giganti
che
osservassero
con
fiero
cipiglio
quella
scena
d
'
orrore
:
dei
carrettoni
traversavano
innanzi
a
noi
,
come
una
triste
visione
di
mente
impaurita
;
questi
carrettoni
erano
colmi
di
cadaveri
e
i
carrettieri
,
sferzando
i
cavalli
,
fischiettavano
le
ariette
dei
villaggi
natii
;
ogni
tanto
qualche
lurida
faccia
,
tale
da
farti
ribrezzo
solamente
a
pensarci
,
appariva
in
mezzo
ai
solchi
,
nei
cespugli
,
tra
le
siepi
,
disopra
al
ciglione
dei
fossi
,
che
non
pochi
erano
quelli
che
giravano
per
frugare
i
cadaveri
.
Aissa
mi
strinse
forte
forte
la
mano
;
parve
che
a
furia
di
baci
volesse
divorare
la
crocellina
:
si
sforzò
di
richiamare
sulle
labbra
un
sorriso
e
gli
occhi
invece
le
si
empirono
di
lacrime
,
proferì
mestamente
:
a
rivederci
,
chinò
il
capo
,
sembrò
addormentarsi
,
e
si
addormentò
difatti
per
non
destarsi
mai
più
.
Il
bambino
si
era
fatto
animo
,
era
saltato
dal
fosso
ed
era
venuto
a
vederla
,
la
volle
toccare
con
infantile
curiosità
;
la
sentì
fredda
come
una
pietra
,
e
rimase
impietrito
;
il
prete
e
la
vecchia
continuavano
a
biascicare
orazioni
,
e
i
corvi
si
erano
tanto
a
noi
avvicinati
da
sfiorarci
il
capo
con
le
nerissime
ali
.
Nello
stesso
tempo
esalava
l
'
estremo
respiro
il
soldato
vicino
,
susurrando
a
fior
di
labbra
il
gentil
nome
di
Greetchein
.
Greetchein
!
...
Mi
passò
innanzi
alla
mente
la
poetica
creazione
di
Göethe
e
vidi
in
un
remoto
abituro
una
bionda
fanciulla
che
in
quel
momento
fissando
il
cielo
,
pregava
per
l
'
amico
lontano
e
che
già
pregustava
le
gioie
inenarrabili
di
un
sospirato
ritorno
,
che
l
'
affetto
immenso
di
vergine
suole
ispirare
fiducia
;
l
'
amico
lontano
muore
invece
esecrato
da
tutti
;
muore
in
terra
straniera
,
in
terra
che
egli
calpestò
vincitore
e
su
cui
battè
prepotentemente
la
sciabola
;
muore
proferendo
il
nome
di
lei
,
senza
che
alcuno
possa
portarle
questa
notizia
,
che
le
sarebbe
non
lieve
conforto
nelle
future
afflizioni
.
Vestiti
a
bruno
,
o
bionda
fanciulla
,
ed
impara
ad
esecrare
i
tiranni
:
vestiti
a
bruno
e
grida
insieme
con
me
:
Maledetta
la
guerra
!
Come
erano
belli
quei
due
cadaveri
!
...
Tutti
e
due
erano
morti
,
ispirandosi
a
reminiscenze
soavi
...
tutti
e
due
assorti
nell
'
ideale
sorridendo
eran
morti
!
...
Io
correva
dall
'
uno
all
'
altro
,
mi
chinavo
su
loro
,
li
contemplavo
,
avrei
voluto
trasfondere
nel
suo
corpo
il
mio
spirito
vitale
onde
di
nuovo
animare
tanta
gioventù
,
tanta
forza
,
tanta
bellezza
...
mi
sembrava
che
il
cervello
avesse
a
darmi
volta
:
i
miei
compagni
mi
trascinaron
via
a
forza
dal
triste
spettacolo
:
quando
rinvenni
dallo
stupore
aveva
fatto
più
che
mezza
strada
per
arrivare
a
Digione
.
La
febbre
mi
aveva
occupato
tutte
le
membra
.
-
Và
a
letto
-
Mi
dissero
.
-
Sì
-
Risposi
,
deciso
di
dare
ascolto
a
un
tal
consiglio
e
lasciai
gli
amici
.
Arrivato
appena
in
città
trovai
alla
porta
del
quartier
generale
Materassi
,
Piccini
e
alcuni
altri
.
-
Vieni
con
noi
-
Mi
dissero
.
-
E
dove
?
-
Si
va
a
vedere
i
morti
che
hanno
già
portato
in
città
chi
sa
che
non
rinveniamo
,
il
cadavere
di
qualche
amico
,
di
qualche
conoscente
.
Quantunque
la
scena
a
cui
ci
si
preparava
ad
assistere
offrisse
una
prospettiva
tutt
'
altro
che
ridente
in
special
modo
per
un
'
ammalato
,
come
ero
io
,
un
po
'
per
bruttissima
curiosità
(
ripeto
ai
lettori
che
io
non
bramo
di
farmi
meglio
di
quello
che
sono
)
un
po
'
per
non
sembrare
da
meno
degli
altri
,
un
po
'
per
una
vaga
speranza
di
ritrovar
forse
una
memoria
da
consegnare
ai
parenti
lontani
di
qualche
estinto
,
seguii
la
comitiva
che
si
accingeva
a
questa
visita
lugubre
.
Durante
il
tragitto
,
mi
fu
raccontata
la
storia
luttuosissima
del
capitano
dei
Franchi
Tiratori
,
rinvenuto
cadavere
e
tutto
bruciato
nel
castello
di
Poully
.
Garibaldi
aveva
ordinato
un
inchiesta
su
tale
nuova
barbarie
:
io
qui
non
voglio
discutere
,
nè
avrei
dati
bastanti
per
farlo
,
se
sieno
o
no
vere
le
spiegazioni
,
che
pretese
dare
il
Governo
Prussiano
con
una
nota
pubblicata
su
quasi
tutti
i
giornali
del
mondo
:
quello
che
è
certo
si
è
che
l
'
ufficiale
aveva
le
mani
legate
,
che
covoni
di
paglia
già
incendiati
erano
a
poca
distanza
da
lui
e
che
l
'
infelice
,
come
ben
si
può
osservare
dalla
fotografia
,
era
tutto
coperto
d
'
ustioni
,
all
'
infuori
del
capo
.
Con
ciò
non
intendo
lanciare
un
'
accusa
generale
a
tutto
il
popolo
Germanico
;
il
soldato
abbrutito
nella
caserma
,
a
qualunque
nazione
appartenga
,
spesso
e
volentieri
cessa
di
essere
un
uomo
per
addiventare
la
belva
la
più
sanguinaria
.
Passata
di
poco
la
porta
Sant
'
Apollinare
,
avanti
di
giungere
alla
barriera
vi
è
il
convento
dei
Cappucini
:
ivi
erano
stati
messi
i
cadaveri
,
forse
perchè
si
potessero
riconoscere
a
bell
'
agio
dagli
amici
.
Prima
d
'
entrare
la
nostra
vista
fu
dolorosamente
colpita
da
due
carrettoni
,
zeppi
di
morti
Prussiani
;
quale
di
questi
ciondolava
una
gamba
,
quale
una
mano
;
l
'
insieme
ti
offriva
l
'
idea
di
una
gran
montagna
di
carne
;
il
pavimento
era
tutto
cosperso
di
sangue
,
che
alcune
ferite
tuttora
gocciavano
.
Entrammo
in
una
piccola
stanza
;
sopra
due
tavoloni
erano
stesi
una
ventina
di
Garibaldini
,
tutti
privi
di
vita
;
tra
questi
lo
Squaglia
,
sorridente
come
vivesse
tuttora
;
la
maggior
parte
mancava
di
qualchecosa
di
vestiario
:
gli
avvoltoi
della
gloria
,
avevano
,
come
pocofà
si
è
veduto
,
fatto
man
bassa
sulle
più
piccole
inezie
,
purché
vi
fosse
da
ricavar
qualche
soldo
.
Noi
procedevamo
in
silenzio
:
solo
il
Piccini
,
incaponito
di
ritrovare
il
Rossi
,
esaminava
ad
uno
ad
uno
i
cadaveri
,
passava
per
far
più
presto
disopra
alle
tavole
,
sempre
con
viso
imperturabile
,
e
con
un
sangue
freddo
da
essere
ammirato
.
La
seconda
stanza
era
grandissima
:
avrà
contenuto
più
di
settanta
morti
,
disposti
non
colla
medesima
precisione
di
quelli
che
giacevano
nella
prima
;
qui
vi
erano
Guardie
Mobili
,
Franchi
Tiratori
,
Garibaldini
ed
anche
qualche
Prussiano
:
vedemmo
tra
gli
altri
il
povero
Pastoris
col
cranio
tutto
fracassato
;
il
prode
maggiore
era
stato
spogliato
fino
della
camicia
;
questa
profanazione
mi
fece
ribrezzo
,
e
aggiunta
al
desolante
spettacolo
a
cui
fino
dal
primo
mattino
assistevo
,
ebbe
potenza
di
farmi
rinforzare
la
febbre
,
che
credevo
di
aver
fugata
;
frequenti
brividi
lungo
le
reni
,
mi
rendevano
omai
più
che
certo
di
questa
nuova
peripezia
che
veniva
a
conturbarmi
.
Ci
fu
impossibile
ritrovare
il
Rossi
;
domandammo
schiarimenti
ai
guardiani
e
questi
ci
risposero
che
forse
la
salma
del
nostro
amico
doveva
essere
nella
stanza
di
quelli
che
erano
morti
di
vaiolo
.
Avanti
di
partire
non
potei
fare
a
meno
di
rivolgere
uno
sguardo
a
tutta
quella
gioventù
,
che
si
era
dileguata
come
una
meteora
nel
cielo
;
un
raggio
di
gloria
,
uno
sprazzo
di
luce
eppoi
il
nulla
.
Quante
illusioni
,
quante
speranze
,
quanti
pensieri
non
si
erano
spenti
,
per
sempre
in
quella
clade
sanguinosissima
!
Chi
sa
che
tra
quelli
non
vi
fosse
uno
nato
a
creare
qualche
nuovo
ordinamento
sociale
,
e
che
invece
finirà
per
procreare
un
cavolo
,
una
pianta
d
'
ortica
?
Felice
lui
!
che
,
se
grande
fosse
riuscito
realmente
,
avrebbe
imprecato
alla
vita
,
angariato
dai
ghigni
e
dalle
calunnie
dei
contemporanei
.
Quante
madri
,
quante
sorelle
abbrunate
-
pensavo
dentro
di
me
e
continuando
a
guardare
i
cadaveri
,
sentivo
commuovermi
non
tanto
per
loro
,
quanto
per
le
care
persone
che
avevano
lasciato
.
La
democrazia
Italiana
,
credo
bene
ripeterlo
,
ha
lasciato
un
degno
e
glorioso
contingente
sui
campi
di
Francia
;
la
democrazia
Italiana
,
come
sempre
,
anche
nel
1871
ha
immolato
al
principio
repubblicano
,
i
cuori
più
giovani
ed
entusiasti
,
le
immaginazioni
più
fervide
,
le
intelligenze
più
belle
.
Una
pleiade
di
generosi
scompare
ogni
volta
che
la
coscienza
dell
'
umanità
si
risveglia
,
ogni
volta
che
si
traducono
in
atto
le
sante
credenze
,
le
così
dette
utopie
dei
pochi
ispirati
che
ci
han
preceduto
:
solo
col
sangue
rinvigoriscono
le
idee
.
E
sangue
di
eroi
onorò
le
strade
ed
i
campi
dell
'
ubertosa
Borgogna
,
e
una
pleiade
di
magnanimi
figli
d
'
Italia
scomparve
,
lasciando
di
se
imperituro
ricordo
in
chiunque
abbia
il
core
informato
al
gentil
culto
delle
azioni
generose
.
Perla
,
Pastoris
,
Settignani
,
Cavallotti
,
Ferraris
,
Gnecco
,
Imbriani
,
Zauli
,
Salomoni
,
Canovi
,
Zerbini
,
Anzillotti
,
Caimi
,
Ricci
,
Giordano
,
Valduta
,
Resegotti
...
dall
'
Alpi
all
'
estrema
Sicilia
la
calunniata
Penisola
ebbe
un
figlio
,
per
ogni
città
,
per
ogni
paese
,
da
offrire
in
olocausto
al
sacrosanto
principio
.
Firenze
ebbe
nove
morti
:
Rossi
,
Squaglia
,
Viti
,
Aterini
,
Carli
,
Pini
,
Scali
,
Cortopassi
e
Signorini
;
la
vicina
Pistoia
su
sette
volontarii
ebbe
a
piangerne
quattro
:
Biechi
,
Ferrarini
,
Bongi
e
Lanciotti
.
Se
io
avessi
appunti
precisi
,
vorrei
citar
tutti
i
martiri
,
e
ben
si
avvedrebbero
gli
odierni
politicanti
di
Francia
,
i
generali
famosi
,
allora
rincatucciati
per
la
paura
,
e
in
oggi
spavaldi
,
ben
si
avvedrebbero
,
dico
,
che
l
'
italiana
democrazia
non
mancò
al
proprio
dovere
e
che
,
superando
ostacoli
a
lei
frapposti
dalla
mancanza
di
mezzi
e
dalla
vigilanza
la
più
sospettosa
del
timido
governo
del
re
,
corse
volenterosa
all
'
appello
.
Ed
i
Digionesi
con
quel
buon
senso
che
suol
distinguere
i
popoli
,
non
tardarono
a
esserne
più
che
convinti
ed
a
dimostrarcelo
con
ripetuti
segni
di
sincera
affezione
.
Nel
ridurmi
a
casa
difatti
ebbi
la
prova
più
luminosa
della
fiducia
generale
che
si
nutriva
in
Garibaldi
ed
in
noi
;
dappertutto
non
si
faceva
che
domandar
notìzie
e
porgere
elogi
all
'
eroico
Ricciotti
e
alla
sua
valorosa
brigata
;
i
nomi
di
Menotti
,
di
Canzio
volavano
accompagnati
da
lodi
,
per
tutte
le
bocche
;
e
le
donne
con
quel
sentimento
gentile
,
che
ci
rende
caramente
diletto
quel
sesso
che
,
sembra
,
esser
stato
messo
quaggiù
per
asciugare
le
lacrime
e
per
darci
un
pietoso
conforto
in
mezzo
alle
disillusioni
e
all
'
affanni
,
accoppiavano
a
questi
nomi
,
omai
resi
gloriosi
,
quello
non
meno
caro
,
quantunque
modesto
,
di
Teresita
.
È
stato
detto
che
la
superstizione
è
la
poesia
dell
'
ignoranza
:
io
,
quando
vidi
in
capo
alla
strada
,
dove
abitavo
,
le
donne
affollarsi
a
pregare
davanti
a
un
'
immagine
,
per
Garibaldi
,
per
noi
,
per
la
Francia
,
aspirai
tutto
il
profumo
di
questa
ingenua
poesia
,
e
rimasi
a
contemplare
estatico
quel
gruppo
,
che
avrebbe
offerto
a
un
pittore
un
'
invidiabile
quadretto
di
genere
,
e
che
a
me
offriva
un
certo
tal
qual
refrigerio
di
cui
non
so
farmi
ragione
.
Il
male
però
progrediva
spaventosamente
:
mi
martellavano
le
tempie
;
avevo
perduto
la
voce
,
le
gambe
mi
reggevano
appena
.
Passando
dalla
bottega
della
tabaccaia
,
vi
entrai
,
e
mi
buttai
rifinito
su
di
una
seggiola
.
La
graziosa
fanciulla
,
affidata
alle
cure
della
bottegaia
,
si
svestiva
in
quel
mentre
della
sua
cappa
di
appartenente
all
'
ambulanza
;
aveva
già
visitato
tutti
gli
ospedali
della
città
,
aveva
già
fatto
amicizia
con
tutti
i
feriti
Prussiani
:
mi
disse
tutto
questo
d
'
un
fiato
,
senza
che
la
potessi
interrompere
;
quando
io
cominciai
a
parlare
,
la
buona
ragazza
sentendo
la
mìa
voce
roca
,
esaminandomi
fissamente
nel
volto
,
con
tono
affettuoso
mi
disse
:
Ma
voi
avete
bisogno
delle
mie
cure
...
voi
siete
malato
.
-
Che
...
non
è
nulla
!
-
Oh
voi
dovete
curarvi
...
andare
a
letto
!
-
Vi
pare
...
qui
...
in
faccia
al
nemico
...
-
Il
nemico
ha
di
catti
a
rifarsi
di
forze
,
e
credo
che
non
avrà
intenzione
di
riattaccare
.
-
Ammettiamolo
pure
:
Ma
che
vorreste
...
che
io
passassi
uno
,
due
,
forse
tre
giorni
solo
,
come
un
cane
?
...
-
Siete
ingiusto
...
voi
dimenticate
gli
amici
...
-
Son
tutti
occupati
...
-
E
...
le
amiche
?
Ficcandomi
gli
occhi
negli
occhi
proferì
la
ragazza
.
-
Le
amiche
!
-
Sì
andate
ed
ei
vi
prometto
di
venirvi
a
far
visita
,
di
passare
la
maggior
parte
della
giornata
da
voi
.
-
Davvero
?
-
Sul
mio
onore
...
via
,
via
andate
...
non
fate
il
bambino
...
il
vostro
sarebbe
un
eroismo
inutile
...
-
E
tanti
altri
bei
discorsi
,
che
uniti
al
male
che
mi
sentivo
in
dosso
,
e
alla
voglia
di
aver
dei
colloqui
intimi
con
quella
gentile
infermiera
,
di
cui
avevo
imparato
ad
ammirare
il
carattere
,
mi
persuasero
a
cacciarmi
nel
letto
,
deciso
però
di
non
badare
a
prescrizione
veruna
del
medico
,
o
di
chicchessia
,
qualora
avessi
udito
suonare
a
raccolta
le
trombe
,
o
tuonare
il
cannone
.
Dopo
poco
ero
a
letto
;
a
letto
,
con
una
tazza
di
tisana
a
me
vicina
sul
comodino
,
apprestatami
dalla
mia
gentilissima
ospite
.
CAPITOLO
XVIII
.
Se
il
trovarsi
ammalato
lontano
dai
suoi
,
in
terra
dove
siamo
sconosciuti
,
nella
solitudine
,
che
,
a
detta
di
Pascal
,
fa
giocare
persino
alle
carte
con
se
medesimi
,
in
generale
è
una
disgrazia
,
godo
nel
dire
che
io
feci
eccezione
alla
regola
.
La
solitudine
che
io
temeva
,
non
l
'
ebbi
a
provare
che
in
qualche
momento
,
gentili
premure
,
assistenza
più
che
fraterna
,
riguardi
inconcepibili
non
mi
fecer
difetto
ed
io
serberò
riconoscenza
indelebile
per
le
generose
creature
che
,
ispirandosi
al
santo
amor
della
patria
e
dell
'
umanità
,
con
le
loro
attenzioni
resero
meno
tristi
le
travagliate
ore
di
un
povero
malato
.
Se
questi
miei
ricordi
varcassero
le
Alpi
,
io
l
'
avrei
caro
soltanto
per
mostrare
ai
miei
pietosi
assistenti
che
sotto
la
camicia
Rossa
del
Garibaldino
non
batte
il
cuore
di
un
ingrato
,
ma
che
,
finché
campa
,
egli
serba
una
soave
reminiscenza
di
chi
gli
fece
del
bene
.
Appena
da
un
'
ora
ero
in
letto
,
quando
capitò
la
mia
vaga
vicina
in
perfetto
abbigliamento
da
infermiera
:
andò
al
camminetto
,
attizzò
il
fuoco
e
mi
preparò
della
nuova
tisana
;
poi
mi
disse
che
più
tardi
avrebbe
portato
anche
il
medico
,
e
cominciò
a
tirar
fuori
boccette
d
'
essenze
,
scatole
di
pasticche
e
,
quel
che
più
m
'
importava
dei
libri
...
e
che
libri
!
...
Le
poesie
di
Alfredo
di
Musset
e
un
paio
di
romanzi
di
Walter
Scott
;
un
libro
è
un
grande
amico
nella
solitudine
ed
io
salutai
quei
libri
con
la
medesima
gioia
con
cui
si
salutano
gli
amici
più
cari
.
Per
quella
sera
però
non
potei
leggere
:
le
palpebre
mi
si
erano
appesantite
:
un
sonno
profondo
,
prodotto
dalle
febbre
,
mi
rese
inerte
durante
tutta
la
notte
.
Al
mattino
stavo
un
pò
meglio
;
pregai
Materassi
e
Bocconi
che
stavano
di
casa
con
me
di
tenermi
informato
a
puntino
di
quanto
sarebbe
successo
,
e
di
non
por
tempo
in
mezzo
per
venire
a
avvisarmi
,
se
vi
fosse
stata
la
probabilità
di
un
nuovo
attacco
.
Cosa
d
'
altronde
poco
probabile
,
chè
i
Prussiani
ne
avevano
buscate
anche
troppe
!
Erano
trascorse
due
ore
buone
e
nessuna
notizia
erami
per
anco
arrivata
:
io
tentava
,
per
passare
il
tempo
di
legger
qualchecosa
,
ma
,
quantunque
ciò
che
leggevo
fosse
bellissimo
,
il
mio
pensiero
volava
lontano
lontano
,
nientemeno
che
fino
a
Firenze
.
I
miei
occhi
percorrevano
macchinalmente
quelle
linee
stampate
,
le
mie
mani
sempre
macchinalmente
sfogliavano
quelle
pagine
,
ma
io
non
mi
occupava
per
nulla
di
ciò
che
credevo
leggere
,
che
anzi
leggevo
di
certo
.
Pensavo
alla
mia
povera
mamma
già
morta
:
chi
le
avesse
detto
,
quando
proibiva
al
bambino
di
correre
,
di
pigliar
fresco
,
di
saltare
,
chi
l
'
avesse
detto
che
il
bambino
diventato
uomo
,
si
avesse
a
trovare
nella
situazione
nella
quale
mi
trovavo
io
in
quel
momento
?
...
Povere
mamme
...
povere
le
vostre
cure
!
...
sarà
una
stranezza
la
mia
:
ammiro
la
donna
spartana
,
ma
anco
molto
di
più
la
povera
vecchia
che
,
da
vera
bacchettona
,
si
strascina
a
malapena
a
un
'
altare
,
onde
implorar
dal
Cielo
che
mai
certe
ideacce
frullino
nella
mente
di
quel
figliuolo
,
a
cui
vol
tanto
bene
...
Eppoi
la
solitudine
mi
spaventava
.
-
O
cosa
fanno
tutti
i
miei
amici
?
..
Perche
non
vengono
?
...
E
se
si
battessero
?
...
Oh
così
la
non
può
durare
...
oh
!
molto
meglio
una
palla
e
farla
finita
per
sempre
!
...
Fu
bussato
dolcemente
alla
porta
.
Quale
non
fu
la
mia
sorpresa
,
quando
,
dopo
aver
detto
:
entrate
,
io
vidi
comparire
in
compagnia
della
vecchia
padrona
,
due
graziose
figurine
,
di
donna
degne
proprio
dell
'
elegante
pennello
dell
'
ispirato
Wattau
.
Le
principesse
invisibili
si
erano
finalmente
degnate
di
scendere
dall
'
Olimpo
per
visitare
un
mortale
...
quelle
due
signorine
erano
le
figlie
del
proprietario
del
nostro
ricco
palazzo
:
le
medesime
,
per
veder
le
quali
avevamo
tanto
almanaccato
nelle
molte
ore
d
'
ozio
che
avevano
preceduto
le
tre
giornate
di
combattimento
.
La
fama
questa
volta
non
era
bugiarda
;
vi
assicuro
che
erano
proprio
carine
;
modeste
,
educate
,
geniali
...
tanta
fu
la
mia
sorpresa
che
non
sapevo
cosa
dire
,
e
sul
primo
devo
aver
fatto
la
figura
del
collegiale
più
candido
che
sia
mai
scappato
dall
'
unghie
dei
reverendissimi
maestri
.
Si
trattennero
una
mezzora
;
dissero
,
secondo
il
solito
,
ira
di
Dio
dei
Prussiani
,
canzonarono
i
moblots
inalzarono
al
cielo
i
Garibaldini
;
parlarono
dell
'
Italia
e
del
desiderio
intensissimo
che
aveano
di
vederla
,
mi
fecero
con
mille
moine
trangugiare
altri
due
bicchieri
di
tisana
,
e
protestando
di
non
volere
più
oltre
importunarmi
,
si
accomiatarono
,
promettendomi
di
tornar
la
sera
a
farmi
visita
.
Ero
tutt
'
ora
sotto
la
dolce
impressione
di
questa
visita
inaspettata
,
quando
con
strepito
immenso
entrò
Materassi
,
seguito
da
uno
sciame
di
Guide
.
-
Notizie
?
-
Domandai
subitamente
.
-
Nessuna
.
-
La
cronaca
del
giorno
?
-
Ah
...
La
Corte
Marziale
ha
condannato
a
dodici
anni
di
galera
una
guardia
mobile
che
non
ha
voluto
ricevere
un
'
ordine
dal
suo
tenente
.
-
Hai
detto
una
guardia
mobile
?
-
Benissimo
!
...
Meglio
in
galera
che
averli
tra
i
piedi
!
-
Approvato
-
Urlarono
tutti
.
-
Di
più
-
Continuò
il
Materassi
-
Sembra
che
i
Prussiani
marcino
su
Dòle
...
tentando
così
di
prenderci
in
mezzo
...
-
O
di
avere
altre
briscole
!
-
Speriamo
che
debba
succeder
così
!
Del
resto
per
oggi
puoi
restar
tranquillamente
a
letto
;
da
tutti
i
lati
della
città
per
ben
molte
miglia
è
impossibile
rintracciare
un
Tedesco
,
e
noi
siamo
venuti
qui
per
far
l
'
ora
di
andare
al
trasporto
di
Ferraris
...
credi
che
per
oggi
non
ci
è
timore
di
alcuna
cosa
!
...
Dopo
poco
entrarono
in
camera
mio
fratello
,
i
due
Piccini
e
vari
altri
;
si
poteva
creder
benissimo
di
essere
in
una
caserma
;
per
ammazzare
il
tempo
vari
si
posero
a
giocare
alle
carte
:
alcuni
altri
chiesero
aiuto
alle
muse
,
e
si
misero
a
sciorinare
ottave
,
sonetti
,
rispetti
con
una
facilità
più
che
Arcadica
.
Fra
le
altre
birbonate
,
sentii
un
rispetto
non
molto
bruttaccio
,
e
lo
regalo
ai
lettori
,
se
non
altro
onde
mostrare
che
a
tu
per
tu
colla
morte
,
colla
corte
Marziale
,
e
col
linguaggio
barbino
dei
superiori
e
dei
regolamenti
,
qualcuno
alla
meglio
o
alla
peggio
trovava
il
momento
di
dedicarsi
alle
arti
gentili
.
Il
rispetto
era
dedicato
ai
Franchi
Tiratori
,
a
questi
Beniamini
della
situazione
.
Eccolo
:
«
Son
della
patria
un
Franco
tiratore
E
vo
pei
monti
a
caccia
dei
Prussiani
:
Amor
mi
spinge
contro
all
'
oppressore
,
Amor
dei
cari
miei
,
che
or
son
lontani
:
Tra
il
fragor
dei
fucili
e
del
cannone
,
Siccome
a
nozze
,
corro
alla
tenzone
:
Venga
l
'
Ulano
dall
'
acuta
lancia
...
Io
non
ritiro
il
piè
...
Viva
la
Francia
!
Vengan
di
Prussia
i
difensor
più
saldi
...
Io
qui
l
'
attendo
...
Evviva
Garibaldi
!
»
Ogni
tanto
la
padrona
di
casa
,
veniva
a
pigliar
mie
notizie
,
dava
un
'
occhiata
a
quei
gruppi
e
se
ne
andava
proferendo
con
amabil
sorriso
:
Oh
les
braves
garcons
!
L
'
ora
di
assistere
alla
cerimonia
pietosa
in
onore
del
compianto
Ferraris
si
avvicinava
a
gran
passi
,
e
i
miei
amici
mi
lasciaron
solo
di
nuovo
:
questa
partenza
che
lì
per
lì
mi
uggiva
non
poco
,
doveva
procacciarmi
un
paio
d
'
ore
di
felicità
,
se
almeno
la
felicità
si
valuta
dalla
maggiore
o
minor
prestezza
con
la
quale
volan
gli
istanti
...
quelle
due
ore
mi
sembrarono
infatti
appena
un
minuto
,
ed
eccone
la
ragione
.
Leggevo
con
più
attenzione
del
solito
una
delle
più
bella
poesie
del
Musset
,
poesia
un
po
'
materialista
,
se
vogliamo
,
ma
non
per
questo
meno
ispirata
;
il
fino
contorno
di
una
gamba
elegante
,
ed
il
piccolo
piede
di
una
figlia
d
'
Eva
,
attraente
come
la
colpa
,
erano
ivi
tratteggiate
con
una
finezza
indicibile
dal
poeta
più
simpatico
della
Francia
moderna
:
il
mio
pensiero
vagava
per
orizzonti
tutt
'
altro
che
Platonici
e
la
mia
immaginazione
esaltata
riandava
i
bei
piedini
ed
i
fini
contorni
di
certe
gambe
,
che
lo
zeffiro
compiacente
come
un
ufficiale
d
'
ordinanza
di
un
re
,
tante
volte
aveva
svelato
al
povero
bohème
che
dalla
porta
di
un
caffè
vede
a
trasvolarsi
davanti
,
come
una
visione
,
le
belle
del
mondo
privilegiato
.
Leggera
quasi
farfalla
,
senza
che
io
la
veda
,
si
è
avvicinata
al
mio
letto
la
gentile
infermiera
,
la
pietosa
visitatrice
di
tutte
le
ambulanze
:
Essa
mi
guarda
in
silenzio
;
alla
mia
volta
io
la
guardo
e
sto
zitto
.
Per
cotesto
,
si
principia
benino
!
Finalmente
lei
rompe
il
ghiaccio
,
e
colla
sua
vocina
simpatica
la
comincia
:
Non
ho
potuto
portare
il
medico
,
come
vi
avevo
promesso
.
-
Non
importa
...
-
Vi
sentite
meglio
?
-
Tanto
meglio
che
domani
mattina
esco
di
casa
.
-
Voi
non
commetterete
questa
pazzia
!
Ve
lo
proibisco
in
nome
di
vostra
madre
...
pensate
alla
povera
donna
che
forse
vi
aspetta
...
-
Mia
madre
è
morta
!
Proferisco
un
po
'
commosso
all
'
evocazione
di
tale
ricordo
..
-
A
vostro
padre
...
-
Continua
più
affettuosamente
la
cara
fanciulla
.
-
È
morto
!
-
Replico
in
tuono
brusco
-
Dunque
siete
orfano
?
..
-
Purtroppo
!
-
Avrete
una
bella
però
?
...
confessatelo
?
-
No
.
-
È
impossibile
!
-
Ve
lo
garantisco
.
Osservo
che
la
mia
interlocutrice
arrossisce
molto
facilmente
ed
ha
un
nasino
rétroussé
graziosissimo
.
Altri
due
minuti
di
silenzio
.
-
Ebbene
vi
farò
da
sorella
.
Come
vi
chiamate
?
-
Ettore
..
e
voi
?
-
Luisa
!
-
Ho
appunto
una
sorella
che
si
chiama
come
voi
.
-
Benissimo
!
..
Allora
ci
faremo
confidenze
reciproche
.
-
Va
bene
?
-
A
meraviglia
!
Cominciate
voi
,
che
mi
avete
fatto
tante
domande
e
rispondetemi
a
tuono
...
E
voi
...
?
Non
mi
azzardo
a
continuare
,
ma
l
'
altra
capisce
alla
prima
e
volendo
soddisfare
a
quel
sentimento
di
vanità
,
prerogativa
del
sesso
debole
in
generale
e
delle
Francesi
in
particolare
,
si
affretta
a
rispondermi
:
Ah
!
..
Io
appena
sarà
finita
la
guerra
ho
da
essere
sposa
..
-
E
chi
è
il
fortunato
?
..
-
È
...
Ve
lo
do
a
indovinare
tra
mille
...
-
Non
saprei
...
qui
non
conosco
nessuno
.
-
È
nientemeno
che
un
ufficiale
Badese
.
-
Un
vostro
nemico
?
-
Io
non
ho
alcun
nemico
.
-
Ma
...
che
so
io
...
un
oppressore
.
-
Che
ci
han
che
fare
quei
poveri
diavoli
!
..
Oh
!
sentiste
come
la
pensa
anche
lui
!
...
scommetto
,
che
se
vi
avvicinaste
,
in
pochissimo
tempo
diventereste
amici
del
cuore
.
È
tanto
buono
,
è
così
generoso
!
-
Sarà
..
ma
dove
l
'
avete
conosciuto
?
-
Qui
all
'
epoca
dell
'
occupazione
:
egli
mi
chiese
in
tutte
le
regole
ed
io
acconsentii
.
Cosa
strana
,
egoistica
,
tutto
quel
che
volete
!
Io
non
sentivo
nulla
per
quella
donna
,
ma
provai
dispetto
ad
udir
quella
confessione
,
che
così
ingenuamente
venivami
fatta
:
per
cui
non
potei
fare
a
meno
di
diventar
brusco
;
Luisa
se
ne
avvide
e
per
placarmi
si
chinò
su
me
e
le
di
lei
labbra
sfioraron
le
mie
;
non
l
'
avesse
mai
fatto
!
..
un
fuoco
di
fila
di
baci
,
tutt
'
altro
che
fraterni
,
echeggiò
sotto
il
padiglione
nuziale
che
adornava
il
mio
letto
.
Povero
ufficiale
Badese
,
io
mi
prevaleva
un
po
'
troppo
dei
diritti
del
vincitore
,
ma
ora
ti
auguro
un
brevetto
di
colonnello
,
una
croce
dell
'
aquila
nera
,
un
'
eredità
di
un
mezzo
milione
,
purché
tu
renda
felice
la
mia
assidua
assistente
!
Era
tanto
carina
,
quando
partì
,
imbacuccata
nel
suo
water
-
proof
!
Giunta
alla
porta
tornò
indietro
,
si
levò
di
tasca
una
medaglina
,
me
l
'
attaccò
al
collo
...
io
la
lasciai
fare
:
era
una
medaglia
della
vergine
madre
...
oh
!
religione
!
...
Eppure
non
ho
mai
abbandonato
quel
microscopico
pezzetto
d
'
argento
:
non
fremano
i
liberi
pensatori
:
io
tengo
molto
alla
religione
...
dei
gentili
ricordi
!
Partita
lei
,
tornarono
le
padroncine
e
insieme
alla
vecchia
vollero
servire
il
mio
desinare
da
ammalato
:
le
più
squisite
galanterie
,
che
l
'
arte
e
l
'
umana
ghiottoneria
hanno
inventato
pei
convalescenti
,
mi
si
portarono
davanti
;
a
siffatta
gentilezza
,
a
vedere
intorno
a
me
le
due
creaturine
che
sembravano
angeli
,
mi
vennero
le
lacrime
agli
occhi
.
Gli
spiriti
forti
hanno
poco
da
ridere
:
Campanella
,
il
quale
non
era
certo
un
debole
nè
una
donnicciola
,
rifugiatosi
a
Marsiglia
per
sfuggire
alle
persecuzioni
ha
confessato
di
aver
sostenuto
a
ciglio
asciutto
prigionia
e
tortura
e
di
aver
pianto
sperimentando
l
'
opera
benefica
dell
'
illustre
Pereiscius
che
l
'
ospitò
:
ed
io
che
avevo
non
un
Pereiscius
,
ma
delle
donne
e
molto
belline
,
per
ospiti
e
che
ancora
non
ho
provato
torture
,
potevo
piangere
come
il
celebre
perseguitato
dalla
Corte
di
Roma
.
«
Cosa
bella
e
mortal
passa
e
non
dura
»
.
La
campana
dei
vespri
mi
rapì
la
genial
compagnia
:
in
quella
famiglia
erano
religiosissimi
,
come
in
quasi
tutte
le
famiglie
delle
classi
aristocratiche
e
borghesi
di
Francia
.
Mai
ho
maledetto
San
Paolino
di
Nola
e
la
sua
sconsacrata
invenzione
delle
campane
,
come
lo
feci
in
quella
sera
.
E
a
rincarar
la
dose
del
mio
malumore
,
capitarono
gli
amici
.
Avevano
accompagnato
la
salma
del
Ferraris
,
ma
,
colla
teorica
degli
antichi
Romani
,
dopo
i
funerali
erano
andati
alle
mense
,
e
ciò
si
vedeva
chiaramente
dalle
accese
loro
fisonomie
,
dal
lor
modo
di
muovere
i
passi
.
Il
Piccini
entrò
traballando
,
e
parlando
un
francese
che
non
si
capiva
nè
da
Italiani
nè
da
Francesi
:
ogni
poco
interrompeva
il
bisticcio
per
vociare
:
le
saucisson
de
Lyon
...
en
avant
Garibaldiens
...
Cosa
credeva
di
dire
,
non
giungemmo
mai
a
capirlo
nemmeno
da
lui
!
...
Il
Dio
Bacco
l
'
aveva
inalzato
,
a
dir
poco
,
alla
ventesima
potenza
dell
'
ebrietà
,
e
quando
si
mise
a
sedere
attaccò
un
tal
sonno
,
che
per
portarlo
via
ci
vollero
persino
dei
pugni
.
Giunsi
a
comprendere
in
tanto
baccano
che
il
funebre
trasporto
era
stato
imponentissimo
e
che
Canzio
aveva
proferito
generose
e
ben
degne
parole
sulla
tomba
del
figlio
prediletto
della
democrazia
Torinese
.
Dopo
aver
rimesso
un
polmone
,
o
poco
meno
,
per
mandar
via
di
camera
tutti
quegli
indiavolati
mi
addormentai
saporitamente
...
Con
poche
ore
di
riguardo
e
di
calma
il
mio
male
era
passato
.
CAPITOLO
XIX
.
Non
ascoltando
i
consigli
degli
amici
,
io
me
ne
andai
il
giorno
dipoi
,
secondo
il
solito
,
al
quartiere
,
e
secondo
il
solito
,
non
vi
rinvenni
alcuno
.
Facendo
necessità
virtù
,
mi
misi
a
girellar
per
la
piazza
,
molto
più
deserta
dell
'
ordinario
.
I
volontarii
erano
stanchi
e
dopo
essersi
battuti
,
come
leoni
sul
campo
,
avevano
anche
ragione
,
se
voleano
riposarsi
:
si
sapeva
che
i
nostri
esploratori
erano
giunti
fino
a
Messigny
senza
rintracciare
il
più
piccolo
vestigio
dell
'
inimico
,
e
il
Garibaldino
ha
un
'
avversione
pronuziatissima
per
far
l
'
eroe
per
chiassata
.
Tutti
coloro
che
han
fegato
sono
scansafatiche
per
eccellenza
:
può
sembrare
alla
prima
un
'
assurdo
,
ma
ho
provato
che
è
vero
.
Dopo
poco
rintoppai
il
nostro
tenente
Ricci
,
che
aveva
domicilio
e
stanza
d
'
ordini
su
quella
piazza
.
-
Il
generale
è
contentissimo
di
voi
-
Mi
disse
con
la
soddisfazione
sul
volto
-
Dovreste
fare
un
ordin
del
giorno
?
-
Chi
?
...
io
?
-
No
...
Miquelf
...
-
O
non
sei
tu
il
comandante
il
deposito
?
-
Che
deposito
d
'
Egitto
!
-
e
qui
una
bestemmia
in
Romagnolo
-
io
non
ne
voglio
saper
nulla
...
che
faccia
lui
,
che
sa
tutto
-
e
qui
una
litania
d
'
improperi
alle
spalle
del
sottotenente
.
Era
sempre
così
;
una
lotta
continua
,
un
ricambiarsi
perpetuo
d
'
impertinenze
,
che
ci
facevano
godere
amenissime
scene
:
Miquelf
non
sapeva
l
'
Italiano
,
il
Ricci
non
conosceva
neanche
di
vista
il
Francese
,
per
cui
noi
si
rideva
e
le
cose
del
deposito
andavano
a
vanvera
.
Dopo
essermi
assicurato
che
nulla
di
nuovo
eravi
al
quartier
generale
,
lasciai
il
mio
tenente
,
e
presi
la
Rue
Condè
.
Vidi
alle
cantonate
delle
città
una
nuova
sentenza
della
corte
marziale
;
questo
tribunale
,
istituito
dal
dittatore
Gambetta
,
continuava
a
terrorizzare
l
'
esercito
,
e
solo
,
mercè
l
'
influenza
benigna
di
Garibaldi
,
ora
si
addimostrava
assai
più
benevole
di
quando
fu
impiantato
;
sul
principio
non
erano
che
sentenze
di
morte
:
per
il
nonnulla
più
piccolo
non
si
esitava
a
decretare
la
fucilazione
di
un
soldato
:
in
Autun
fu
ucciso
perfino
un
volontario
,
che
,
affamato
,
aveva
rubato
una
gallina
...
A
Digione
per
colpe
così
gravi
,
ci
si
contentava
di
mandar
l
'
uomo
in
galera
!
Lo
spirito
bizzarro
dei
Garibaldini
però
aveva
ridotto
a
materia
di
scherzo
questo
tribunale
il
cui
nome
faceva
venir
la
pelle
d
'
oca
ai
birbanti
.
Il
gran
giudice
veniva
chiamato
Bertoldino
:
il
codazzo
dei
sommi
consulenti
erano
additati
come
le
comparse
della
giustizia
,
o
come
le
guardie
di
sicurezza
della
libertà
.
Guardia
di
sicurezza
nel
linguaggio
di
uno
scavezzacollo
significa
,
un
animale
irragionevole
che
ha
del
pagliaccio
e
delle
birbante
,
del
coniglio
e
dell
'
uccello
da
preda
,
sempre
ridicolo
e
spregevole
specialmente
poi
quando
vuol
fare
l
'
eroe
.
Leggevo
la
sentenza
,
quando
mi
sentii
battere
sulla
spalla
e
vidi
Tito
Strocchi
con
un
berrettino
da
sottotenente
.
-
Mi
rallegro
!
-
Esclamai
,
stringendogli
la
mano
.
-
Cosa
vuoi
?
!
Bisogna
rassegnarsi
:
con
questo
alluvione
di
gradi
non
ci
è
ombrello
che
tenga
.
-
Ma
tu
te
lo
meriti
-
Interruppi
io
,
volendo
far
rimarcare
all
'
amico
la
sua
troppa
modestia
-
Ti
hanno
promosso
per
il
tuo
contegno
del
ventitrè
?
-
Sì
...
anzi
volevano
in
tutti
i
modi
portarmi
da
Garibaldi
,
ma
io
mi
vergogno
.
O
anima
eccezionale
!
...
O
vera
mosca
bianca
in
quel
turbinio
di
ambiziosi
sfacciati
!
...
Il
vero
merito
è
modesto
,
ed
è
abbastanza
soddisfatto
dalle
voce
della
coscienza
.
Battano
pur
la
gran
cassa
i
ciarlatani
e
gli
eroi
di
professione
,
facciano
pubblicare
ai
quattro
venti
le
loro
mirabili
gesta
,
chi
ha
fatto
realmente
il
proprio
dovere
non
si
cura
se
l
'
opinione
pubblica
fischi
od
applauda
,
troppo
è
convinto
che
quest
'
opinione
ha
avuto
sempre
un
ghigno
per
il
grande
,
una
lode
e
un
'
applauso
pel
miserabile
.
Digione
era
allegra
:
un
'
insolito
viavai
di
gente
percorreva
le
strade
:
le
donne
venivano
sull
'
uscio
delle
botteghe
per
vederci
passare
e
tutte
avevano
un
sorriso
,
un
complimento
per
noi
...
per
niente
non
avevamo
debellato
i
più
celebri
soldati
della
Pomerania
!
...
Oh
!
giorni
!
...
O
dolcezze
perdute
,
o
memorie
!
...
Dirò
con
quel
povero
Renato
così
tradito
dalla
moglie
e
da
Piave
!
Vicino
alle
caserme
osservai
un
'
affaccendarsi
e
un
movimento
indicibile
.
Si
temeva
forse
che
i
Prussiani
ci
riattaccassero
?
Nemmeno
per
sogno
!
Si
trattava
di
armare
tutti
i
soldati
,
a
qualunque
corpo
appartenessero
,
colle
carabine
Remington
e
in
quell
'
ora
appunto
si
distribuivano
quest
'
armi
.
Questo
provvedimento
fu
commendevolissimo
:
con
tante
specie
di
fucili
,
così
differenti
tra
loro
il
provveder
le
cartucce
per
tutti
,
era
una
cosa
assai
malagevole
:
di
più
,
mi
pare
averlo
detto
altra
volta
,
le
carabine
Wincester
esigevano
una
pratica
d
'
armi
,
una
avvedutezza
in
chi
le
possedeva
,
come
non
si
può
che
raramente
trovare
in
un
corpo
di
giovinetti
,
la
maggior
parte
dei
quali
è
inesperta
al
maneggio
delle
armi
;
nè
minori
cure
esigevano
le
Spencer
,
per
cui
si
trovò
nei
combattimenti
chi
dopo
tre
o
quattro
colpi
si
ridusse
all
'
impossibilità
di
tirare
.
Il
Remington
non
offre
difficoltà
alcuna
,
nè
alcun
pericolo
in
chi
lo
maneggia
.
Il
provvedimento
adunque
fu
magnifico
:
peccato
che
fosse
preso
,
quando
,
pur
troppo
,
non
aveva
ad
esservi
alcun
bisogno
di
armi
.
È
una
cosa
buffa
:
Mi
rammento
che
anche
in
Tirolo
si
cominciò
a
cambiare
gli
schioppettoni
dei
volontarii
in
buone
carabine
di
precisione
,
quando
era
già
segnato
l
'
armistizio
.
Son
le
solite
cose
che
toccano
a
quel
povero
uomo
di
Garibaldi
.
Al
quartier
generale
mi
si
notifica
che
dopo
tre
giorni
è
stato
rinvenuto
il
cadavere
del
prode
Bossak
,
e
che
gli
si
apprestano
funerali
solenni
:
non
funerali
preteschi
,
veli
,
che
di
tali
sciocchezze
all
'
armata
dei
Vosgi
non
se
ne
facevano
di
certo
,
ma
invece
un
'
accompagnatura
con
tutta
la
pompa
che
si
conviene
ad
un
generale
morto
in
battaglia
.
Al
quartier
generale
saluto
affettuosamente
il
capitano
Bacherucci
,
il
cui
battaglione
della
legione
Barelli
,
si
è
coperto
di
gloria
a
Talant
,
sostenendo
sulle
prime
ore
della
sera
l
'
urto
formidabile
degli
irrompenti
battaglioni
Prussiani
e
scaricando
fino
all
'
ultimo
colpo
:
fa
parte
di
quel
battaglione
anche
il
capitano
Romanelli
d
'
Arezzo
,
giovine
veterano
della
guerra
dell
'
Indipendenza
,
e
patriotta
di
tempra
Spartana
;
è
l
'
uomo
più
piccolo
dell
'
armata
dei
Vosgi
,
ma
forse
dei
più
grandi
per
coraggio
:
mi
dicono
che
in
faccia
al
fuoco
ha
voltato
il
cappotto
dalla
parte
della
fodera
rossa
ed
in
tal
modo
ha
sostenuto
per
più
di
mezz
'
ora
l
'
ostinato
fuoco
di
fila
delle
compagnie
nemiche
.
Un
altro
capitano
,
Nizzardo
credo
,
che
è
lì
con
gli
amici
,
con
una
franchezza
piuttosto
brusca
,
senza
conoscermi
,
mi
stringe
forte
forte
la
mano
e
mi
dice
:
finora
credevo
che
le
Guide
non
fossero
buone
che
a
farsi
vedere
per
i
caffè
,
o
a
far
la
corte
a
queste
pettegole
...
ma
l
'
altro
giorno
,
vi
ho
vedute
come
noi
col
fucile
,
tra
il
fischiar
delle
palle
,
bravi
figliuoli
,
vi
rimetto
la
stima
.
Ritrovai
molto
dopo
questo
capitano
,
ma
,
con
mia
grande
meraviglia
,
lo
riconobbi
accanito
più
di
prima
nel
suo
odio
contro
le
Guide
.
Le
penne
dei
nostri
cappelli
erano
il
suo
cauchemar
.
Bisogna
sentire
che
cosa
non
ne
diceva
!
...
E
se
la
bravura
del
nostro
corpo
si
doveva
argomentar
dalle
nostre
penne
,
convengo
che
l
'
amico
non
avea
tutti
i
torti
.
Mai
collezione
più
originale
può
essere
veduta
nel
mondo
!
Chi
ne
aveva
una
lunga
lunga
:
chi
così
piccola
che
per
vederla
ci
volevan
le
lenti
d
'
ingrandimento
:
chi
le
aveva
rossa
,
chi
nera
,
chi
verde
ed
uno
perfino
se
l
'
era
messa
celeste
:
aggiungete
il
colore
sfacciato
dei
molti
cordoni
che
ornavano
la
nostra
uniforme
,
eppoi
ditemi
,
se
capitando
in
pieno
veglione
a
un
teatro
,
non
ci
era
proprio
da
scambiarci
per
una
mascherata
.
-
Se
fossi
io
nei
piedi
del
Generale
-
Borbottò
lasciandomi
il
vecchio
ufficiale
-
vi
pianterei
tutti
nel
treno
.
-
Io
mi
augurai
che
quel
vecchio
non
diventasse
mai
un
pezzo
grosso
nella
nostra
piccola
armata
.
Ritorno
a
bomba
per
far
sapere
ai
lettori
che
la
legione
Ravelli
,
che
noi
non
incontrammo
nel
combattimento
si
era
comportata
strenuame
.
Ravelli
era
stato
leggermente
ferito
,
erano
morti
gli
ufficiali
Giomi
,
Mauroner
,
Falchiero
,
Leviski
e
molti
altri
di
cui
non
so
i
nomi
;
stragrandi
erano
state
le
perdite
della
bassa
forza
.
Lasciai
gli
amici
e
il
capitano
e
mi
avviai
verso
casa
.
Per
quel
giorno
la
repubblica
non
era
in
pericolo
.
Mi
fermai
a
dire
due
sciocchezze
con
la
tabaccaia
;
la
Luisa
mi
rimproverò
perché
io
era
uscito
,
io
le
accennai
che
ritornavo
in
casa
;
ci
si
bisticciò
,
si
fece
la
pace
,
si
rise
eppoi
andai
in
camera
a
scaldarmi
.
Non
sentendo
più
dentro
me
alcun
'
indizio
di
malattia
,
la
sera
me
ne
andai
al
solito
Restaurant
;
vi
entrai
tristo
:
ripensavo
che
l
'
ultima
volta
ci
ero
entrato
insieme
con
Rossi
!
Appena
aprii
l
'
uscio
,
sentii
un
grand
'
urlo
un
urlo
,
come
di
chi
prova
paura
.
Mai
erami
successo
in
tutta
la
vita
di
venire
accolto
in
quel
modo
nè
sapea
farmene
ragione
,
per
quanto
mi
scervellassi
.
L
'
urlo
era
stato
proferito
dalla
proprietaria
,
che
finora
si
era
mostrata
gentilissima
ed
educatissima
a
nostro
riguardo
.
-
O
non
siete
morto
?
-
Mi
disse
finalmente
di
dietro
il
banco
l
'
ostessa
.
-
Ma
io
credo
di
no
!
-
Risposi
immediatamente
.
-
È
impossibile
!
-
Questa
replicò
,
turandosi
gli
occhi
,
quasiché
si
trovasse
al
cospetto
di
un
'
ombra
.
Non
starò
a
riportare
tutte
le
spiegazioni
;
basti
il
sapere
che
gli
amici
mi
avevano
dato
per
morto
,
onde
assister
più
tardi
a
questa
burletta
,
«
On
est
toujours
trâhi
,
què
par
les
siens
.
Come
eran
lunghe
le
serate
a
Digione
!
Cosa
fare
?
...
Gli
altri
ammazzavano
il
tempo
col
fare
frequenti
libazioni
in
onore
del
generoso
paese
che
ci
ospitava
e
del
vino
che
produceva
:
io
non
era
in
stato
di
farlo
:
mi
misi
a
chiacchiera
colla
padrona
ed
insieme
combinammo
che
le
avrei
insegnato
la
lingua
italiana
.
Io
non
so
chi
abbia
inventato
l
'
accento
;
ma
vi
assicuro
che
,
se
gli
arrivassero
le
maledizioni
che
dentro
di
me
gli
scagliai
nel
mio
periodo
magistrale
,
egli
chiederebbe
un
permesso
al
Padre
Eterno
per
fare
una
scappatina
nel
mondo
di
qua
,
onde
sfidarmi
a
duello
...
fu
una
vera
desolazione
!
...
Dite
lunedì
-
dicevo
alla
mia
graziosa
scolara
;
e
lei
:
Lunedi
:
dite
casa
,
e
lei
casà
;
in
sette
o
otto
lezioni
insomma
non
arrivò
che
a
proferire
la
sera
che
noi
partimmo
:
Buonà
serà
.
Povero
fiato
!
...
È
vero
che
se
ci
si
perdeva
di
fiato
,
ci
si
risparmiava
di
borsa
,
e
quello
che
nelle
prime
sere
io
ed
i
miei
compagni
si
pagava
tre
franchi
,
nelle
ultime
si
pagava
un
franco
e
mezzo
e
anche
meno
.
A
proposito
di
mangiare
devo
far
notare
ai
gastronomi
che
avessero
intenzione
di
andare
a
Digione
due
grandi
inconvenienti
:
primo
la
eterna
zuppa
,
che
come
in
tutta
la
Francia
,
si
mangia
indispensabilmente
,
quasichè
non
vi
fossero
fabbricatori
di
paste
:
secondo
l
'
ora
regolare
,
indiscutibile
del
dejuner
e
del
pranzo
.
Un
povero
disgraziato
che
capita
in
città
dopo
le
undici
,
abbia
pure
le
saccoccie
rigurgitanti
di
maranghi
,
farà
la
fine
del
conte
Ugolino
.
Dopo
aver
provato
all
'
albergatrice
che
almeno
per
ora
non
ero
anche
morto
,
ce
ne
andammo
al
café
de
la
Paix
,
dove
un
subisso
di
mobili
raccontavano
mirabilia
degli
ultimi
fatti
.
Tra
questi
predominava
un
capitano
lungo
come
una
pertica
,
elegante
come
un
perfetto
dandy
.
-
Guarda
ha
la
croce
di
Mentana
!
-
Mi
dice
all
'
orecchio
il
furiere
Quaranta
che
in
quella
sera
ci
aveva
accompagnato
.
-
Lascialo
stare
-
Gli
risposi
io
immediatamente
,
ma
conoscendo
l
'
umor
delle
bestie
,
fino
da
quel
momento
previdi
dei
guai
.
Godo
dire
che
i
miei
amici
furono
delicatissimi
e
che
per
parte
nostra
non
sarebbe
nato
certamente
diverbio
di
sorta
.
Si
lasciaron
cadere
inosservate
le
solite
fanfaronate
francesi
,
si
lasciò
correre
su
certi
eroismi
di
cui
si
facevano
belli
questi
Don
Chisciotte
da
dieci
al
centesimo
;
ma
quando
in
mezzo
all
'
attenzione
generale
,
il
gallonato
cosaccio
si
lasciò
scappare
di
bocca
:
Les
Garibaldiens
sont
dès
aventuriers
,
ci
alzammo
tutti
contemporaneamente
da
sedere
e
ci
avvicinammo
a
questi
guerrieri
da
caffè
.
Scommetto
che
il
capitano
non
ci
aveva
veduti
:
me
lo
fa
credere
la
sua
fisonomia
pallida
e
sconvolta
,
che
fece
,
appena
che
ci
vide
vicini
.
-
Rèpetez
,
Monsìeur
,
ce
que
vous
aves
dit
?
-
Urlò
come
un
indemoniato
il
Quaranta
.
-
Je
vous
assùre
...
-
Ah
..
lache
-
E
un
potente
manrovescio
fe
'
capitombolare
sotto
il
biliardo
lo
spilungone
.
Ci
si
era
:
battaglia
campale
:
volavano
banchetti
,
tazze
,
piattini
:
fu
rotto
uno
specchio
e
chi
sa
quanti
bicchieri
:
le
guardie
mobili
sul
primo
tennero
fermo
,
poi
,
peste
e
malconcie
,
se
la
diedero
a
gambe
.
Al
capitano
fu
perfino
tolta
la
sciabola
;
gli
fu
levata
dal
petto
la
croce
e
gli
fu
battuta
sul
naso
.
Che
gusto
schiaffeggiare
un
'
eroe
di
Mentana
,
sputare
in
faccia
a
un
difensore
del
papa
!
..
E
come
se
ne
andò
scorbacchiato
e
confuso
!
...
Traballava
come
un
briaco
e
non
si
azzardava
ad
alzar
gli
occhi
.
Noi
eravamo
rimasti
padroni
del
campo
:
in
cinque
avevamo
messo
in
fuga
una
ventina
di
moblots
.
Che
bella
vittoria
!
E
dire
che
la
padrona
pretendeva
che
le
si
rifacesse
le
spese
dei
danni
,
che
aveale
recato
il
combattimento
!
...
Da
quando
in
qua
il
vincitore
paga
qualche
cosa
dopo
una
battaglia
?
Nella
terra
di
Brenno
,
si
dovrebbe
conoscere
il
tradizionale
:
Veh
victis
!
CAPITOLO
XX
.
Il
giorno
ventisette
gennaio
si
presentò
colla
solita
mancanza
di
ogni
e
qualunque
movimento
strategico
.
Finivo
di
sorbire
un
'
eccellente
tazza
di
caffè
,
quando
vidi
entrare
nella
bottega
il
Perelli
,
sergente
del
nostro
squadrone
,
un
Meneghino
puro
sangue
,
impavido
al
fuoco
,
susurrone
sempre
.
-
Oui
ti
-
Mi
disse
abbordandomi
-
Ti
è
passata
la
malattia
?
..
-
Mi
pare
!
-
Allora
in
servizio
...
-
Questo
poi
...
-
Meno
osservazioni
...
-
E
che
ho
a
fare
!
-
Devi
portare
questo
plico
a
Fontaine
,
quando
sei
lassù
,
piglia
pure
una
cotta
...
te
lo
concedo
.
-
Ma
dimmi
perché
non
ci
vai
tu
?
-
Ecco
lascierò
il
tuono
di
superiore
e
te
lo
chiederò
in
piacere
...
sai
quante
volte
ti
ho
risparmiato
la
guardia
...
se
tu
conoscessi
le
occupazioni
che
ho
!
...
Figurati
,
bisogna
che
contenti
tre
o
quattro
ragazze
...
-
Scusate
,
se
è
poco
!
-
Eh
!
...
non
è
niente
!
non
fo
che
pigliare
la
rivincita
di
ciò
che
fecero
i
Francesi
da
noi
nel
cinquantanove
...
d
'
altronde
i
Garibaldini
son
troppo
necessari
all
'
Umanità
e
per
conto
mio
,
cerco
tutte
le
strade
per
eternarne
la
razza
...
-
Va
bene
...
dunque
parto
!
-
Addio
!
Il
plico
che
avevo
a
portare
era
per
un
certo
Meyssac
o
Meglac
salvo
errore
,
maggiore
dei
mobilizzati
dell
'
Ain
.
Mi
aggrego
il
tromba
delle
Guide
,
un
Romagnolo
che
ha
la
pretesa
di
far
dello
spirito
.
Infatti
,
passando
sotto
la
chiesa
di
Nôtre
Dame
,
chiesa
mezzo
rovinata
,
la
sbircia
ben
bene
eppoi
dice
:
I
Francesi
non
credono
alla
verginità
di
Maria
...
-
E
perchè
?
-
Perchè
in
tal
caso
la
chiamerebbero
nôtre
demoiselle
!
Chiedo
scusa
ai
lettori
per
il
disgraziatissimo
tromba
.
Passammo
la
barriera
e
rivedemmo
quei
luoghi
tanto
illustrati
dai
recenti
combattimenti
;
non
un
cadavere
si
vedeva
per
l
'
immensa
estensione
:
solo
qualche
albero
stroncato
,
qualche
muro
disfatto
,
qualche
casa
scortecciata
,
crivellata
dalle
palle
faceva
supporre
la
tremenda
tenzone
che
si
era
svolta
in
quei
luoghi
.
Un
sole
bellissimo
,
come
mai
avevamo
veduto
dacché
eravamo
arrivati
in
Francia
,
ripercoteva
i
suoi
raggi
in
quella
campagna
squallida
e
tetra
,
o
che
forse
tale
ci
appariva
al
ricordo
di
tante
generose
esistenze
che
ivi
erano
state
tolte
alla
patria
,
agli
amici
per
saziare
la
indomabile
sete
di
sangue
che
suole
distinguere
i
re
.
Giunti
a
Fontain
andammo
per
informazioni
alla
scuola
,
che
per
la
prima
ci
si
parava
davanti
.
Domandammo
ad
un
uomo
in
blouse
turchina
che
era
sulla
porta
,
dove
si
trovasse
il
maestro
.
Con
nostra
gran
sorpresa
ei
ci
rispose
che
il
maestro
era
lui
.
Tutte
le
attribuzioni
che
Sue
nel
Martino
il
Trovatello
dà
ai
maestri
campagnoli
non
sono
che
vere
,
come
vero
purtroppo
è
il
meschino
stipendio
con
cui
vengono
retribuiti
nella
grande
Nation
.
Il
maestro
rimette
l
'
orologio
della
parrocchia
,
suona
le
campane
,
pulisce
il
giardino
,
spazza
le
scale
,
fa
tutto
...
tutto
quello
che
troppo
repugna
al
gran
ministero
dell
'
insegnamento
.
È
una
cosa
desolante
!
...
Nei
più
piccoli
borghi
è
proibita
la
mendicità
,
e
si
fa
languir
quasi
di
fame
questo
pover
'
uomo
che
suda
,
che
si
affatica
per
provvedere
il
pane
intellettuale
ai
poveri
Paria
della
montagna
.
Il
maestro
fu
con
noi
gentilissimo
,
conosceva
il
posto
a
cui
noi
dovevamo
arrivare
,
e
c
'
insegnò
una
scorcitoia
;
questa
scorcitoia
doveva
procurarci
degli
impicci
gravissimi
.
Avevamo
appena
passato
un
viottolo
,
che
una
voce
imponente
,
ci
grida
:
Qui
vive
,
e
cinque
o
sei
canne
di
fucili
si
abbassano
in
nostra
direzione
,
procurandoci
col
loro
barbaglio
una
sensazione
non
troppo
piacevole
.
-
France
!
-
Gridammo
io
e
il
tromba
,
proprio
all
'
unisono
.
-
Alto
...
o
fò
fuoco
!
-
Per
Cristo
!
-
Strilla
il
tromba
-
E
'
son
capaci
di
farlo
!
..
questi
mobili
lontani
dal
fuoco
sono
capaci
di
tutto
.
-
Dove
è
il
capoposto
?
Cominciai
io
avvicinandomi
.
-
Present
-
Declamò
con
burbanza
un
ghiozzo
,
rinfagottato
sotto
un
involto
di
panni
...
un
vero
sacco
di
panni
sudici
legato
in
mezzo
:
e
dietro
a
lui
altri
cinque
o
sei
che
non
aveano
da
invidiargli
nulla
in
bellezza
ed
in
eleganza
si
presentarono
a
noi
con
baionetta
calata
,
e
con
quel
piglio
da
eroe
che
suole
assumere
l
'
uomo
che
esponendosi
a
un
pericolo
è
sicuro
della
vittoria
.
-
A
noi
-
replicai
io
immediatamente
-
Ci
ho
qui
un
plico
da
consegnare
al
vostro
capitano
,
conducetemi
a
lui
,
chè
non
ho
tempo
da
perdere
.
-
Assicuratevi
bene
di
loro
-
Comandò
ai
suoi
uomini
il
capoposto
,
e
poi
rivoltosi
a
noi
con
fare
sdegnoso
,
borbottò
:
seguiteci
.
Il
capitano
era
in
una
specie
di
bettola
,
ridotta
lì
per
lì
in
stanza
d
'
ordine
;
era
un
coso
rimpresciuttito
,
che
parea
proprio
dovesse
regger
l
'
anima
coi
denti
:
sdraiato
su
di
una
poltrona
impagliata
,
teneva
tra
le
labbra
la
pipa
,
di
cui
si
divertiva
ad
esaminare
con
certa
voluttà
le
nuvolette
grigiastre
di
fumo
,
che
man
mano
andavano
a
dileguarsi
in
quell
'
ambiente
.
Consegnai
il
mio
plico
;
Monsieur
,
così
lo
chiamavano
con
grande
unzione
i
suoi
sottoposti
,
prima
mi
sbirciò
ben
bene
con
tale
ostinazione
che
mi
ridestava
il
pizzicor
nelle
mani
,
poi
cominciò
a
capolvogere
,
e
spiegazzare
quel
povero
foglio
in
tutti
i
versi
,
finalmente
si
decise
a
porvi
gli
occhi
.
Per
maledetta
disgrazia
quell
'
ordine
era
stata
fatto
in
lapis
:
di
qui
non
sto
a
dire
quanto
aumentassero
i
sospetti
in
quella
zuccaccia
ignorante
.
-
C
'
est
un
affair
tres
serieux
-
Proferì
rivoltandosi
al
sergente
Ces
coquins
de
Prussiens
ont
trop
d
'
espions
...
-
poi
di
nuovo
girando
la
faccia
verso
di
me
,
mi
domandò
:
Vous
etes
Polonais
?
-
Non
,
monsieur
,
je
suis
Italien
.
-
Attendes
-
E
senza
dire
ai
nè
bai
,
ci
lasciò
in
asso
in
mezzo
a
quei
mammalucchi
.
Si
aspettò
cinque
minuti
,
se
ne
aspettò
dieci
,
l
'
affare
cominciava
a
diventar
serio
davvero
:
ogni
poco
venivano
a
frotte
dei
mobili
e
ci
guardavano
,
come
se
fossimo
bestie
feroci
:
le
donne
di
casa
,
una
vecchia
e
una
fanciullina
avevano
a
nostro
riguardo
lo
stesso
contegno
:
sbaglio
,
la
fanciullina
ci
faceva
le
boccacce
.
-
O
bada
...
che
le
do
uno
scappellotto
-
Mi
diceva
il
tromba
digrignando
i
denti
.
Io
non
gli
rispondeva
:
se
però
fossero
arrivati
al
Perelli
,
che
ci
aveva
mandati
lassù
,
tutti
gli
accidenti
che
gli
augurai
in
quella
mezz
'
ora
,
il
povero
diavolo
chi
sa
mai
quante
volte
avrebbe
fatto
il
fatale
viaggio
che
gli
avevano
risparmiato
le
palle
prussiane
.
Esaminando
però
tanto
per
ammazzare
la
noia
e
il
malumore
quei
gruppi
di
mobilizzati
che
convenivano
in
quella
stanza
,
sempre
più
mi
convincevo
della
decadenza
tanto
fisica
e
morale
della
disgraziata
nazione
francese
.
Quella
gente
rachitica
,
mingherlina
,
paurosa
non
si
poteva
certamente
chiamare
la
genia
dei
Cimbri
e
dei
Galli
,
l
'
orgia
e
il
deboscio
han
dato
il
colpo
di
grazia
all
'
antica
terra
di
Brenno
e
dei
Druidi
,
l
'
orgia
e
il
deboscio
hanno
ridotto
una
baracca
dei
burattini
la
così
detta
signora
del
mondo
:
qualche
bel
tipo
raramente
si
trova
nei
campagnoli
,
ma
la
gioventù
delle
città
muove
a
schifo
.
Per
me
la
generazione
è
un
diritto
pubblico
,
non
un
diritto
privato
,
e
se
ogni
giorno
si
fanno
,
delle
leggi
per
il
miglioramento
della
razza
equina
e
canina
,
perché
non
si
hanno
da
istituire
delle
leggi
che
provvedano
al
miglioramento
della
razza
umana
?
L
'
uomo
è
il
re
della
natura
,
dicevano
gli
antichi
:
oh
sì
,
che
la
dissero
grossa
...
tra
un
leone
ed
un
gobbo
non
può
esser
dubbio
su
chi
ha
aspetto
più
sovrano
!
E
il
tempo
passava
e
non
il
più
piccolo
indìzio
che
avesse
a
cessare
la
nostra
prigionia
.
-
Si
può
mangiare
?
Domandai
ad
uno
.
Questi
alzò
disdegnosamente
le
spalle
e
se
ne
andò
-
O
guardiamo
,
se
questi
pezzi
d
'
ira
di
Dio
finiscono
col
farci
far
la
morte
del
conte
Ugolino
?
Dopo
un
ora
rientrò
l
'
invitto
duce
,
seguito
da
una
scorta
tutt
'
armata
,
che
ci
prese
nel
mezzo
.
-
E
ora
che
ci
fanno
?
Mi
domandò
con
emozione
il
tromba
.
-
Scommetto
che
ci
fucilano
qui
sulla
piazza
...
raccomandati
l
'
anima
-
Io
gli
risposi
per
ridere
...
Ma
che
brutta
faccia
non
fece
a
tale
annunzio
il
mio
compagno
di
sventura
!
-
Per
Cristo
!
...
Esser
fucilato
dai
Francesi
non
me
l
'
aspettavo
.
I
mobili
ci
accompagnavano
con
fischi
ed
imprecazioni
a
cui
facevano
eco
i
borghigiani
di
tutto
Fontain
che
si
erano
accalcati
lungo
la
via
.
Vidi
che
i
nostri
carnefici
avevano
intenzione
di
ricondurci
in
città
:
per
nostra
buona
fortuna
un
capitano
Nizzardo
tutto
vestito
di
rosso
,
ci
vide
,
ci
riconobbe
(
eravamo
stati
insieme
il
giorno
ventuno
)
fece
una
partaccia
al
capoposto
,
ci
tolse
di
mezzo
ai
soldati
e
ci
condusse
a
bere
con
lui
.
Ci
raggiunse
il
maestro
di
scuola
e
ci
chiese
un
milione
di
scuse
per
averci
cacciati
in
quel
laberinto
.
Gli
facemmo
toccare
il
bicchiere
con
noi
,
e
tutti
insieme
propinammo
alla
felicità
della
Francia
,
di
quella
Francia
i
cui
figli
ci
trattavano
con
tanto
riguardo
.
In
fretta
e
furia
tornammo
a
Digione
al
nostro
quartiere
:
là
ci
furono
date
due
novità
:
la
prima
che
erano
stati
incorporati
nelle
guide
quei
quattro
Pollacchi
,
che
erano
di
scorta
al
generale
Bossak
:
questi
disgraziati
non
sapevano
un
ette
nè
d
'
italiano
,
nè
di
francese
e
poco
tardarono
a
diventare
i
buffoni
dello
squadrone
:
ci
sembravano
bravi
ragazzi
:
ci
guardavano
attoniti
,
ci
offrivano
il
loro
tabacco
,
e
divennero
poi
i
cirenei
del
servizio
:
la
seconda
si
fu
che
Miquelf
con
otto
guide
era
partito
insieme
colla
colonna
dei
Franchi
Tiratori
Alsaziani
,
comandata
dal
maggiore
Bun
,
allo
scopo
di
far
saltare
alcuni
ponti
che
erano
nelle
vicinanze
.
Se
la
partenza
di
Miquelf
ci
fece
tutti
respirare
dalla
contentezza
,
il
perdere
anche
per
pochi
giorni
Materassi
e
altri
amici
lasciò
un
voto
intorno
a
noi
.
Una
ben
più
dolorosa
notizia
doveva
però
poco
dopo
recarci
turbamento
:
il
generale
Cremmer
aveva
abbandonato
Dôle
,
lasciandoci
così
quasi
accerchiati
dai
Prussiani
,
rimanendo
libera
,
al
caso
di
una
ritirata
,
soltanto
la
via
di
Lyon
.
Il
generale
Cremmer
pareva
messo
a
bella
posta
a
noi
vicino
per
scombuiare
i
disegni
del
pro
'
Garibaldi
:
a
Baune
attaccando
intepestivamente
il
fuoco
e
non
volendo
servirsi
dell
'
aiuto
del
nostro
piccolo
esercito
aveva
dovuto
ritirarsi
,
mettendo
i
nostri
in
falsa
posizione
:
ora
era
la
causa
vera
dell
'
ultimo
disastro
di
Francia
,
poiché
l
'
armata
di
Bourbaki
nella
disastrosissima
sua
ritirata
avrebbe
potuto
appoggiarsi
a
questo
paese
,
invece
che
di
gettarsi
in
Svizzera
.
Il
governo
della
difesa
nazionale
cominciava
a
prendere
in
considerazione
la
fin
qui
disdegnata
armata
dei
Vosgi
,
e
si
bucinava
in
quei
giorni
che
la
somma
delle
cose
militari
sarebbe
rimessa
nelle
mani
del
general
Garibaldi
:
ottimo
provvedimento
che
,
ne
siamo
certi
,
avrebbe
salvata
la
Francia
e
che
in
allora
reclamava
ogni
ceto
di
cittadini
.
Parigi
non
ancora
arresa
e
coi
suoi
trecentomila
uomini
,
gli
eserciti
dì
Chanzy
e
di
Faidherbe
,
lo
spirito
pubblico
rialzato
con
le
tre
ultime
vittorie
,
una
direzione
franca
,
ardita
,
incorruttibile
non
potevano
non
influire
contro
un
esercito
da
otto
mesi
entrato
in
campagna
,
vittorioso
sì
ma
omai
stanco
di
guerreggiare
in
terra
straniera
,
ma
omai
affralito
dalle
intemperie
del
cielo
,
dalle
malattie
,
dalle
morti
;
io
credo
infine
che
più
fiducia
in
Garibaldi
avrebbe
servito
per
salvare
la
Francia
;
è
una
idea
,
come
un
'
altra
,
e
perché
non
l
'
han
voluta
attuare
,
io
ho
tutto
il
diritto
di
gabellarla
per
ottima
.
Non
vennero
rinforzi
di
uomini
,
ma
furono
però
a
noi
spedite
,
e
giunsero
in
quel
giorno
in
città
,
nuove
batterie
che
,
almeno
a
vederle
,
prometteano
assai
;
Quella
sera
dopo
il
pranzo
ci
saltò
il
ticchio
di
dar
dietro
a
qualche
figlia
del
piacere
,
di
cui
vi
era
in
Digione
un
vero
formicolaio
.
O
sia
che
molte
bocche
vote
di
Parigi
fossero
piovute
nella
capitale
della
vecchia
Borgogna
,
o
che
piuttosto
tutta
quanta
la
Francia
sìa
appestata
da
una
corruzzione
ributtante
,
è
un
fatto
più
che
provato
che
il
cinismo
con
cui
ti
abbordavano
,
che
la
franchezza
con
cui
di
caffè
in
caffè
,
di
bottega
in
bottega
queste
disgraziate
trascinavano
le
loro
grazie
e
la
loro
prestituzione
era
tale
,
che
non
potevi
fare
a
meno
di
sentir
dentro
di
te
un
disgusto
che
non
eri
capace
di
mascherare
:
no
,
non
è
stata
l
'
abilità
degli
strategi
Germanici
quella
che
ha
debellato
la
Francia
,
lo
torno
a
ripetere
a
rischio
di
passar
per
un
predicatore
noioso
,
è
stata
la
corruzione
aiutata
e
sorretta
da
un
governo
corrotto
che
voleva
distrarre
,
divertendolo
,
il
popolo
dalle
materie
di
stato
.
In
Italia
non
ci
si
può
fare
un
'
idea
di
cosa
erano
le
strade
di
Digione
sulle
prime
ore
di
sera
;
bisogna
aver
veduto
quelle
giovinette
che
col
sorriso
più
provocante
fermavano
vecchi
,
giovani
,
soldati
e
ufficiali
,
che
li
prendevano
a
braccietto
,
che
proferivano
i
più
laidi
discorsi
con
una
indifferenza
,
con
una
leggerezza
da
darti
la
nausea
,
e
tutto
per
scroccare
una
cena
.
Io
non
sono
un
puritano
:
quando
si
tratta
di
scherzare
ci
sto
,
ve
lo
provi
il
mio
contegno
di
questa
sera
,
ma
se
è
permesso
ad
un
soldato
approfittarsi
delle
circostanze
,
in
un
pubblicista
,
se
tale
pur
posso
chiamarmi
,
sarebbe
delitto
il
non
alzare
la
voce
su
certi
scandoli
che
deturpano
l
'
umanità
.
Tenemmo
dietro
a
due
giovinette
e
secoloro
entrammo
in
una
via
che
rimane
sotto
i
bastioni
della
città
.
La
porta
della
Maison
du
Plaisir
era
tutta
crivellata
da
colpi
di
revolwer
.
Gli
ufficiali
prussiani
,
superbi
e
sguaiati
,
come
tutti
i
conquistatóri
,
avevan
provato
diletto
a
rovinar
tutti
gli
usci
,
e
tutte
le
vetrate
di
quella
strada
dedicate
al
piacere
.
Aggiunsi
anche
questo
a
tutti
gli
altri
soprusi
che
avevano
commesso
i
soldati
della
grazia
di
Dio
,
e
mi
tornarono
in
mente
le
parole
dell
'
inno
di
Handt
:
Dove
non
radica
straniero
vezzo
Dove
ha
l
'
onesto
stima
:
e
al
disprezzo
Il
vil
si
danna
...
È
sol
sol
'
ella
L
'
intiera
ed
una
Germania
è
quella
.
È
deliberato
che
i
poeti
non
abbino
ad
imbroccarne
una
sola
.
Lo
stendardo
Germanico
,
finchè
è
nelle
mani
di
un
re
,
rappresenterà
l
'
oppressione
come
tutti
gli
altri
stendardi
monarchici
.
Entrammo
in
una
bella
sala
,
circondata
da
divani
in
velluto
,
tutti
occupati
da
moblots
d
'
ogni
grado
,
intenti
a
ber
della
birra
e
a
far
la
corte
alle
damigelle
:
una
ventina
di
bottiglie
stappate
erano
disposte
in
batteria
sul
tavolino
;
sei
erano
le
disgraziate
,
passabili
ma
avvizzite
;
in
un
canto
ve
ne
era
una
ubriaca
;
quasi
tutti
fumavano
cigarettes
;
predominava
sulle
altre
un
'
Alsaziana
,
bella
,
ma
stupida
...
una
vera
rosa
del
Bengala
;
bellezza
senza
profumo
:
la
degnava
solamente
con
gli
ufficialetti
,
a
cui
ogni
poco
chiedeva
da
bere
.
Il
nostro
ingresso
non
provocò
certamente
una
dimostrazione
:
le
donne
rimasero
indifferenti
:
i
moblots
facendoci
il
viso
dell
'
arme
ogni
tanto
ci
occhiavano
a
squarciasacco
:
per
far
qualchecosa
ordinammo
da
bere
e
uno
dei
nostri
andò
al
pianoforte
.
Gli
illustri
campioni
di
Francia
si
misero
a
ballare
...
ci
pareva
di
assistere
al
ballo
dell
'
orsi
:
come
è
ridicolo
un
'
uomo
che
balla
sul
serio
!
..
I
nostri
cantavano
:
tutto
andava
benissimo
,
quando
uno
dei
nostri
,
un
po
'
allegro
,
ci
disse
:
Scommettiamo
che
mi
metto
a
far
la
corte
a
quel
biondino
difaccia
.
Detto
fatto
,
la
proposta
venne
accolta
:
era
deciso
che
i
moblots
fossero
gli
jocrisses
del
momento
;
di
più
il
biondino
in
questione
era
un
'
individuo
rubicondo
e
pasciuto
,
un
traccagnotto
che
avrebbe
fatto
figura
a
vender
castagne
e
polenta
in
mezzo
ai
buzzurri
;
le
stesse
donne
mentre
ne
accettavano
le
gentilezze
lo
canzonavano
dietro
alle
spalle
.
Il
nostro
amico
gli
va
risolutamente
daccanto
!
tutti
noi
ci
avviciniamo
per
goder
la
scenetta
:
lo
guarda
con
un
occhio
di
triglia
da
fare
sdilinquere
una
pulzellona
,
e
a
fior
di
labbra
,
pigliando
una
posa
da
Paolo
nella
Francesca
,
gli
dice
:
Combien
tu
es
gentil
!
..
-
Que
ce
que
vous
dites
?
-
Riprese
l
'
altro
di
subito
,
e
l
'
innamorato
con
più
anima
gli
ripetè
le
frase
.
Immaginatevi
come
rimanesse
il
povero
grullo
!
Da
bel
principio
non
sapeva
che
pesci
si
prendere
,
guardò
un
paio
di
volte
il
soffitto
,
diventò
rosso
come
una
ciligia
,
eppoi
si
decise
a
far
l
'
Indiano
,
ma
l
'
altro
gli
posò
gentilmente
sulla
spalla
una
mano
.
-
Vous
vous
trompez
-
Borbottava
allora
-
je
vous
assure
..
je
vous
prie
ne
me
fâcher
d
'
avantage
.
Quando
ecco
che
uno
dei
nostri
per
compire
il
mazzo
leva
di
sul
tavolino
il
tappeto
e
lo
butta
sul
lume
.
quindi
buio
pesto
,
buio
come
in
cantina
:
ed
i
nostri
si
misero
ad
abballottare
donne
e
guardie
mobili
:
e
fu
un
'
urtarsi
,
uno
spingere
un
'
inciampare
,
un
ruzzolarsi
per
terra
;
strida
,
bestemmie
,
risate
,
un
vero
pandemonio
.
Ansioso
di
terminare
la
burla
,
giunsi
a
farmi
strada
in
mezzo
a
quel
diascoleto
:
a
tentoni
trovai
il
tavolino
,
tolsi
via
il
tappeto
e
la
luce
fu
fatta
.
I
moblots
accettarono
la
burla
:
bisogna
convenire
che
non
sangue
,
ma
acqua
di
malva
avevano
nelle
loro
vene
.
CAPITOLO
XXI
.
A
causa
della
presa
di
Dôle
fu
necessario
che
le
nostre
truppe
,
eseguendo
nuovi
movimenti
,
occupassero
le
posizioni
situate
al
Sud
Est
di
Digione
,
posizioni
fino
allora
sguernite
.
La
brigata
Menotti
traversò
la
città
,
portandosi
da
Talant
al
suo
nuovo
destino
.
Nel
comando
dei
Francs
Tireurs
réunis
era
succeduto
al
bravo
Lhoste
l
'
Italiano
Baghino
:
qualche
volontario
da
Marsiglia
o
da
Lione
era
giunto
a
rafforzare
le
file
delle
nostre
compagnie
,
già
abbastanza
stremate
nell
'
ultimi
fatti
.
La
mattina
del
ventotto
il
generale
Garibaldi
passò
in
rivista
la
brigata
di
Canzio
:
le
truppe
erano
schierate
in
battaglia
lungo
il
viale
del
Parco
:
il
nostro
generale
più
sorridente
del
solito
traversò
in
carrozza
sulla
loro
fronte
;
quindi
assistè
a
vederle
sfilare
.
I
battaglioni
dei
mobili
passandogli
davanti
lo
acclamarono
,
plutone
per
plutone
,
con
entusiasmo
;
i
cacciatori
di
Marsala
,
i
carabinieri
Genovesi
,
questi
giovani
eroi
,
procederono
come
vecchi
soldati
e
il
prode
vecchio
si
fè
più
sereno
,
guardando
quei
veterani
sul
fiorire
degli
anni
.
Nel
tempo
che
io
pure
guardava
un
così
consolante
spettacolo
,
mi
sentii
chiamare
,
e
volgendomi
vidi
il
fratello
di
Perelli
che
mi
salutò
caramente
:
egli
aveva
il
braccio
al
collo
:
sapevo
che
era
stato
ferito
e
fui
felice
di
vederlo
così
presto
sulla
via
di
guarigione
.
Rammento
ai
lettori
questo
mio
amico
che
di
diciassette
anni
era
là
in
mezzo
a
noi
,
lo
rammento
perché
nel
raccontarmi
come
buscò
quella
palla
adoperò
con
me
una
verità
da
reputarsi
impossibile
.
-
Alle
prime
palle
ebbi
una
paura
birbona
-
mi
disse
il
buon
ragazzino
-
pensai
alla
mia
povera
mamma
,
che
mi
proibiva
di
saltare
,
di
pigliare
il
fresco
,
che
stava
in
pensiero
,
quando
tornavo
tardi
,
e
che
ora
non
era
più
buona
a
proteggermi
...
mi
addossai
a
im
muro
tutto
rannicchiato
,
facendomi
piccino
,
piccino
e
ci
stetti
qualche
minuto
:
passarono
gli
Egiziani
,
uno
di
loro
mi
disse
:
sei
un
vile
;
mi
saltò
il
rossore
alla
faccia
,
avrei
ucciso
quell
'
uomo
,
poi
vidi
che
aveva
ragione
,
ripensai
anche
allora
alla
mamma
,
alla
mamma
che
piuttosto
di
vedermi
infamato
,
piuttosto
di
piangere
su
me
vivo
avrebbe
pianto
sulla
mia
tomba
,
e
mi
accodai
all
'
Egiziani
,
con
loro
mi
stesi
lungo
i
vigneti
,
con
loro
sostenni
due
ore
di
fuoco
,
con
loro
caricai
alla
baionetta
,
fino
a
che
mi
sentii
percuotere
questo
braccio
,
come
da
una
bastonata
e
caddi
per
terra
...
ero
ferito
!
...
La
rivista
era
terminata
:
allegri
e
contenti
tornammo
in
città
;
l
'
eccellente
spirito
da
cui
erano
animate
indistintamente
le
truppe
,
la
fisonomia
sorridente
di
Garibaldi
,
il
piglio
ardito
e
simpatico
di
Canzio
,
la
memoria
dei
generosi
amici
nostri
che
ci
avevano
dimostrato
come
si
deve
morire
allorché
siam
guidati
da
magnanimi
proponimenti
,
una
certa
tal
quale
ambizione
di
avere
assistito
ad
uno
dei
drammi
più
splendidi
dell
'
Epopea
Garibaldesca
,
sempre
più
ci
stimolava
ad
adempire
scrupolosamente
il
nostro
dovere
,
sempre
più
ci
rendeva
sicuri
di
brillanti
,
di
memorabili
trionfi
:
ma
a
che
serve
la
fede
,
quando
i
traditori
ed
i
mercanti
di
popolo
paralizzano
coll
'
alito
gelato
del
calcolo
le
sublimi
abnegazioni
delle
minoranze
da
loro
dette
fazioni
?
Mentre
l
'
avvenire
ci
si
dipingeva
davanti
con
i
colori
più
rosei
,
mentre
germogliava
viepiù
gigante
nel
petto
dei
prodi
l
'
inestinguibile
desio
di
quella
gloria
che
sola
è
da
rispettarsi
,
perché
nasce
nel
sacrificio
e
nel
sacrifizio
consolidasi
,
Favre
coi
suoi
prestigiatori
camuffati
da
repubblicani
,
segnava
la
vergogna
della
Francia
:
la
patria
di
Danton
diventava
la
cloaca
dei
Cesari
;
il
berretto
frigio
che
aveva
sul
capo
le
si
tramutava
,
in
meno
che
lo
si
dice
,
nell
'
ignobile
berretto
del
galeotto
;
ed
un
tal
berretto
nelle
ultime
circostanze
a
me
parve
il
più
adatto
,
che
i
popoli
che
hanno
sentimento
vero
di
libertà
e
di
giustizia
sanno
morire
sotto
le
ruine
delle
loro
città
:
informino
Sagunto
,
Saragozza
e
Missolungi
:
i
popoli
invece
,
i
quali
sono
corrotti
,
vigliaccamente
si
accasciano
sotto
le
verghe
dei
Napoleonidi
,
o
sotto
alle
bombe
a
petrolio
dei
manigoldi
di
un
Thiers
.
Chiami
pur
vandali
i
primi
e
civili
i
secondi
la
stampa
venduta
;
tra
il
vandalismo
di
cruenta
ma
eroica
protesta
e
il
civismo
di
chi
si
appoggia
alla
prepotente
codardia
della
forza
,
io
m
'
inchinerò
sempre
,
io
sempre
mi
farò
di
cappello
al
primiero
.
Ma
a
noi
non
doveva
esser
noto
per
anche
il
grande
avvenimento
che
fece
andare
in
solluchero
i
borsaioli
(
vedi
negozianti
di
borsa
che
alla
fine
è
tutta
una
zuppa
e
un
pan
mollo
)
e
tutti
gli
Arlecchini
quattrinai
di
questa
valle
di
trappolerie
.
Una
nazione
che
cade
fa
arrichire
un
banchiere
:
il
pianto
delle
vedove
e
degli
orfanelli
che
reclaman
vendetta
e
che
son
costretti
a
piegare
il
capo
alla
tremenda
necessità
della
forza
fa
alzare
il
sessantacinque
al
settanta
:
vinca
il
nemico
:
se
rialzano
i
fondi
,
ben
vengano
l
'
umiliazione
,
le
rapine
,
gli
incendii
;
s
'
impingui
la
borsa
,
e
poi
si
balli
il
cancan
colle
baldracche
più
laide
tra
le
rovine
tuttora
fumanti
della
nostra
povera
patria
,
tra
i
cadaveri
dei
nostri
fratelli
che
avendo
sortito
dal
caso
un
generoso
carattere
hanno
preferito
all
'
ignominia
la
morte
...
son
storie
vecchie
quanto
Noè
,
ne
convengo
,
ma
son
vere
come
è
vera
la
luce
del
sole
...
oh
!
benedetta
l
'
aristocrazia
dell
'
oro
,
del
prezioso
metallo
che
solamente
qualche
scalzacane
ha
potuto
qualificare
per
vile
:
oh
,
benedetto
il
trionfo
della
classe
borghese
,
di
quella
classe
che
ha
per
patria
le
mura
del
proprio
negozio
,
o
del
palazzo
carpito
a
forza
di
scrocchi
e
d
'
usure
a
un
rampollo
di
magnanimi
lombi
,
che
si
è
giocato
a
bambara
gli
averi
e
la
reputazione
dei
vetusti
parenti
!
I
nobili
dei
tempi
andati
avevano
,
se
non
altro
,
delle
tradizioni
alle
quali
si
mostravano
ligissimi
;
spinti
da
queste
(
inutile
sarebbe
il
negarlo
)
hanno
regalato
al
mondo
degli
eroici
tratti
,
che
giocoforza
è
ammirare
;
noblesse
oblige
:
tale
era
la
loro
divisa
,
e
si
facevano
uccidere
per
quel
re
,
a
cui
avevano
giurato
devozione
illimitata
;
per
un
sorriso
,
per
un
'
occhiata
,
per
una
sciarpa
della
bella
dei
loro
pensieri
col
sorriso
sul
volto
andavano
incontro
,
al
pauroso
fantasma
degli
spiriti
deboli
,
alla
morte
:
loro
cantava
il
trovatore
nella
mesta
ballata
,
o
nell
'
ispirato
inno
di
guerra
:
loro
salutavano
come
protettori
gli
artisti
....
erano
nel
falso
,
dovevano
cadere
,
chè
la
legge
del
progresso
non
ammette
ostacolo
alcuno
,
sia
pure
attraente
;
ma
era
un
falso
splendido
,
era
un
falso
del
quale
,
nostro
malgrado
,
non
potevamo
non
ammirare
in
qualche
parte
la
cavalleria
;
esso
ci
rammentava
la
Tavola
Rotonda
,
le
crociate
,
le
battaglie
di
Luigi
XIV
;
e
quando
quest
'
aristrocrazia
si
vide
impotente
ad
impedire
la
marcia
del
progresso
ella
cadde
eroicamente
,
cospergendo
di
sangue
glorioso
i
campi
della
Vendea
:
questo
sangue
segnó
la
morte
del
nobilume
:
in
oggi
i
rampolli
degli
antenati
magnanimi
o
funghiscono
nella
loro
castella
,
o
fanno
da
comparse
nel
Club
.
Ma
l
'
aristocrazia
dell
'
oro
?
Nata
nel
lurido
bugigattolo
di
uno
strozzino
,
cresciuta
nella
stanza
di
affari
di
un
ladro
intendente
,
rinvigorita
nello
splendido
palazzo
di
un
commendatore
banchiere
che
pur
ieri
vendeva
i
cenci
o
raccattava
le
cicche
,
vergognosa
del
proprio
passato
,
piena
di
sospetti
per
l
'
avvenire
,
codardamente
accanita
alla
sola
idea
di
perdere
o
di
scapitare
su
dei
capitali
accumulati
a
forza
d
'
infamie
,
e
di
bassezze
,
è
lei
sola
il
vero
sostegno
delle
tirannidi
,
è
lei
sola
che
fa
cadere
nel
fango
i
popoli
più
gloriosi
,
è
a
lei
sola
che
si
devono
attribuire
i
disastri
del
mondo
:
poiché
,
se
l
'
antica
aristocrazia
a
un
'
idea
falsissima
sacrificava
e
vita
e
agiatezza
,
la
moderna
all
'
agiatezza
e
alla
vita
sacrifica
tutto
.
Io
non
ammetto
nemmeno
la
così
detta
aristocrazia
dell
'
intelligenza
:
il
nascer
savi
è
caso
e
non
virtù
,
dirò
parafrasando
i
celebri
versi
del
Metastasio
;
ed
allora
?
mi
domanderà
qualcheduno
:
allora
,
rispondo
,
io
non
ammetto
che
una
sola
aristocrazia
,
aristocrazia
basata
sull
'
eguaglianza
,
l
'
aristocrazia
del
lavoro
!
...
Mi
scusino
i
lettori
,
se
io
vado
di
palo
in
frasca
:
mi
scusino
le
lettrici
che
potranno
ravvisare
in
me
più
un
predicatore
noioso
,
che
un
narratore
giocondo
;
tra
i
miei
appunti
ho
trovato
anche
queste
linee
e
non
sono
stato
buono
di
sacrificarle
;
non
saprei
dirne
il
motivo
;
ma
per
non
fare
brontolare
nessuno
rientro
a
gran
carriera
in
carreggiata
.
Mecheri
,
Materassi
,
Piccini
,
Bocconi
ed
io
eravamo
nella
nostra
camera
,
sognando
tra
una
boccata
e
l
'
altra
di
fumo
nuove
battaglie
,
e
per
conseguenza
nuovi
trionfi
.
«
Quando
il
vecchio
passa
in
rassegna
i
soldati
,
si
pensava
tra
noi
,
ci
è
sempre
per
aria
qualche
cosa
di
grosso
»
.
Per
tranquillizzare
gli
amici
e
i
parenti
si
scrivevano
lettere
nelle
quali
si
magnificava
il
bel
cielo
che
ci
faceva
credere
di
essere
in
primavera
(
come
han
sentito
i
lettori
erano
giornataccie
piovose
da
metter
l
'
uggia
in
corpo
anche
ad
un
'
ombrellaio
)
;
si
descriveva
i
nostri
adipi
che
addivenivano
d
'
ora
in
ora
da
canonici
,
si
dava
ad
intendere
che
si
apprestavano
feste
da
ballo
.
Chi
parlava
di
andare
a
Parigi
,
chi
di
riprendere
Metz
,
chi
di
schizzare
diritti
diritti
a
Berlino
...
...
Oh
degli
eventi
umani
Antiveder
bugiardo
!
Spalancando
la
porta
con
una
pedata
,
entra
in
camera
Ghino
Polese
con
un
viso
da
far
rizzare
i
bordoni
all
'
uomo
più
apatista
del
mondo
.
-
Che
è
?
-
Gli
si
grida
tutti
a
una
voce
.
-
È
...
-
e
qui
un
moccolo
da
Livornese
puro
sangue
-
È
...
che
si
tratta
nientemeno
...
-
Di
assedio
della
città
?
-
Peggio
...
potremmo
morire
con
le
armi
alla
mano
.
-
I
Prussiani
son
entrati
?
-
Ma
peggio
!
-
Ma
cosa
dunque
...
per
carità
!
-
Ci
è
l
'
armistizio
!
...
Un
fulmine
che
fosse
caduto
in
mezzo
a
noi
poteva
produrre
il
medesimo
effetto
.
Prima
un
silenzio
di
morte
,
poi
una
salpa
d
'
imprecazioni
;
tutte
allo
stesso
indirizzo
.
-
Ma
sei
ben
sicuro
di
quello
che
dici
?
-
Me
lo
ha
assicurato
un
'
ufficiale
di
stato
maggiore
...
-
È
impossibile
!
Parigi
si
difenderà
fino
all
'
ultima
pietra
.
-
Parigi
ha
capitolato
!
...
Altro
silenzio
,
poi
tutti
mossi
dallo
stesso
pensiero
giù
a
rotta
di
collo
per
la
scala
,
onde
portarci
al
quartier
generale
.
Sulla
cantonata
incontriamo
la
vaga
Luisa
...
Dites
donc
...
proferisce
ed
io
secco
secco
la
congedo
con
un
«
non
ho
tempo
da
perdere
»
e
continuo
la
via
...
Dei
gruppi
concitati
s
'
incontrano
in
qua
e
là
...
la
parola
vile
errava
dì
bocca
in
bocca
.
-
E
Favre
che
giurava
che
finchè
esistesse
una
pietra
di
queste
città
l
'
invasore
avrebbe
trovato
un
baluardo
.
-
Ed
è
stato
lui
che
ha
segnato
la
capitolazione
.
-
E
noi
cosa
faremo
?
-
Gridava
un
disertore
dall
'
esercito
.
-
Imparerete
a
servire
la
Francia
-
Di
rimando
rispondeva
un
Gallofobo
.
E
i
popolani
abbassavano
il
capo
,
quando
noi
si
passava
,
che
la
maggioranza
dei
Digionesi
era
republicana
:
e
lo
svelto
ed
allegro
Garibaldino
era
divenuto
sornione
e
lo
vedevi
trascorrere
colle
mani
in
tasca
,
col
berretto
sugli
occhi
e
mordendosi
i
labbri
,
e
ad
ogni
poco
sentivi
ripetere
,
commiserandoli
,
i
nomi
dei
prodi
caduti
...
solo
i
volti
dei
moblots
brillavano
per
insueta
gaiezza
...
non
ci
era
più
dubbio
.
Colle
gambe
che
ci
facevano
cilecca
arrivammo
alla
prefettura
;
una
folla
di
gente
si
accalcava
intorno
alle
due
colonne
che
son
di
fianco
alla
porta
,
e
su
cui
si
attaccavano
i
dispacci
e
le
comunicazioni
officiali
:
tutti
si
alzavano
in
piedi
,
e
,
quando
erano
pervenuti
a
leggere
,
si
ritiravano
mandando
imprecazioni
e
grattandosi
il
capo
.
Si
sarebbe
detto
che
le
magiche
parole
del
convito
di
Baldassare
fossero
là
,
scolpite
su
quei
marmi
e
che
tutti
coloro
che
vi
si
avvicinavano
ne
risentissero
i
terribili
effetti
.
Due
sole
righe
di
scritto
:
due
righe
che
contenevano
però
la
più
dolorosa
notizia
per
chiunque
preferisce
la
dignità
al
beato
vivere
-
«
Oggi
è
stato
concluso
un
'
armistizio
di
ventun
giorno
»
.
E
dire
che
mani
francesi
non
avevan
rifiutato
di
firmare
un
patto
,
che
segnava
lo
stigma
sulla
fronte
di
quella
nazione
che
fin
'
ora
come
il
favoloso
Dio
dell
'
Olimpo
bastava
muovesse
le
ciglia
per
fare
allibire
il
mondo
tutto
dalla
paura
;
e
dire
che
un
Favre
era
stato
tra
i
manipolatori
di
tale
infamia
!
Oh
,
allora
si
vide
chiaramente
che
il
vecchio
republicano
aveva
ciurlato
nel
manico
,
oh
!
fin
d
'
allora
la
gente
dal
cervello
sottile
preconizzava
nel
difensore
d
'
Orsini
,
nel
montagnardo
dell
'
Impero
uno
dei
tanti
carnefici
che
hanno
straziato
la
Francia
.
Impotente
contro
i
Prussiani
,
si
macchiò
nel
sangue
dei
suoi
cittadini
:
ora
si
è
ritirato
,
ma
non
tanto
lontano
che
a
lui
non
pervenga
l
'
eco
dei
pianti
e
dell
'
imprecazioni
delle
migliaia
d
'
orfani
e
di
vedove
che
per
lui
son
ridotte
a
stendere
la
mano
!
Ma
di
maggiore
infamia
si
doveva
macchiare
Favre
contro
Garibaldi
e
di
ciò
sapranno
tra
poco
i
lettori
.
L
'
armistizio
fu
la
testa
di
Medusa
dell
'
entusiasmo
nostro
;
io
vidi
qualcuno
piangere
:
la
maggior
parte
si
sbizzariva
lanciando
improperii
a
Favre
e
alla
Francia
:
quella
sera
non
canti
per
le
vie
,
non
le
allegre
conversazioni
dei
giorni
passati
,
ma
una
musoneria
generale
...
non
vi
era
più
fede
!
Un
'
ordine
del
giorno
di
Garibaldi
nel
quale
ci
si
esortava
ad
addestrarsi
nelle
armi
,
ad
attender
preparati
il
momento
della
riscossa
,
fece
credere
a
diversi
che
non
sarebbe
stata
cosa
impossibile
il
potersi
di
nuovo
misurare
col
nemico
e
ciò
fece
rinascere
un
poco
quella
gaiezza
di
cui
davano
tanta
prova
ne
'
dì
del
pericolo
i
Garibaldini
.
Per
conto
mio
non
mi
illudevo
:
armistizio
non
poteva
significare
che
pace
disonorante
:
la
resa
di
Parigi
lo
diceva
troppo
chiaràmente
,
eppoi
da
quando
in
qua
i
seguaci
di
Garibaldi
potranno
ottenere
un
completo
trionfo
?
..
Gli
unitari
d
'
oggi
non
lo
relegarono
nel
60
a
Caprera
,
mentre
volava
alla
conquista
di
Roma
?
Gli
arfasatti
che
gli
si
caccian
sempre
davanti
non
gli
han
fatto
sgombrare
il
Tirolo
,
quando
palmo
a
palmo
lo
aveva
conquistato
,
mentre
a
Lissa
e
Custoza
veniva
oltraggiata
la
bandiera
italiana
?
..
Non
fu
il
prode
Generale
ferito
da
piombo
italiano
a
Aspromonte
?
..
Non
fu
lasciato
dopo
la
vittoria
di
Monterotondo
,
solo
a
Mentana
e
si
lasciarono
scannare
i
suoi
generosi
,
mentre
trentamila
uomini
di
truppa
italiana
erano
sul
confine
?
Non
si
è
sempre
cercato
di
sfruttare
i
suoi
trionfi
,
facendolo
poi
passare
quasi
per
un
pazzo
per
un
avventuriere
?
Non
si
è
avuto
il
coraggio
di
stampare
,
che
lo
si
aveva
aiutato
,
mentre
si
era
tentato
ogni
mezzo
per
avversarlo
o
per
screditarlo
?
..
I
repubblicani
francesi
erano
presso
a
poco
gli
stessi
pagliacci
dei
consorti
italiani
,
ed
era
da
prevedersi
quello
che
era
avvenuto
,
quello
che
avvenne
dipoi
.
Ma
muovan
pur
guerra
le
anime
vili
e
i
livreati
pigmei
a
quest
'
uomo
che
da
solo
basterebbe
a
riabilitare
la
società
,
tentino
pure
di
schiacciarlo
e
di
avvilirlo
,
Garibaldi
vincerà
sempra
in
nome
della
libertà
,
vincerà
anche
perdendo
perché
il
suo
nome
oramai
rappresenta
una
idea
e
le
idee
non
si
vìncono
.
CAPITOLO
XXII
.
Passammo
il
lunedì
svogliatamente
,
senza
conclusione
alcuna
:
fino
allora
il
pensiero
dell
'
Italia
di
rado
balenava
nella
nostra
mente
,
ma
dall
'
ora
fatale
in
cui
cominciò
a
tenzonarci
nel
capo
il
dubbio
che
non
avremmo
fatto
più
alcuna
cosa
,
vennero
ad
assalirci
tutte
ad
un
tratto
le
care
affezioni
alle
quali
avevamo
dato
un
'
addio
,
ed
un
cocente
desiderio
di
rivarcare
le
Alpi
occupò
le
nostre
anime
.
-
Noi
abbiamo
finito
di
combattere
-
Dicevo
alla
vaga
Luisa
che
colla
testolina
chinata
sempre
osava
appena
guardarci
.
-
Oh
!
voi
siete
felice
..
voi
rivedrete
la
vostra
bella
io
me
la
immagino
...
una
charmante
pétite
Italienne
.
-
No
,
assicuratevelo
,
io
non
son
punto
felice
!
-
E
perché
?
-
Voi
...
Francese
...
mi
potete
domandare
il
perchè
?
-
Io
Francese
vedo
che
siamo
traditi
.
-
E
...
e
..
-
gridai
io
dimenticandomi
di
parlare
con
una
donna
.
-
Ed
ho
pianto
-
Sussurrò
lei
con
le
lacrime
agli
occhi
.
-
Vi
ricorderete
di
me
?
-
Sempre
...
ci
avete
il
vostro
ritratto
?
-
No
!
-
Me
lo
manderete
?
-
Ve
lo
prometto
!
-
Grazie
...
io
voglio
tanto
bene
ai
Garibaldini
.
Questa
parola
fu
un
balsamo
per
l
'
esacerbato
mio
spirito
;
di
cosa
non
è
capace
una
donna
?
...
Per
niente
gli
antichi
non
immaginarono
Ercole
che
fila
ai
piedi
di
Onfale
.
E
così
venne
il
martedì
,
giornata
che
noi
credevamo
simile
alle
altre
che
ci
aspettavano
,
per
monotomia
e
che
grazie
alla
lealtà
dei
governanti
francesi
doveva
esser
pregna
per
noi
di
avvenimenti
di
nuovissimo
genere
.
Usciti
di
casa
riscontrammo
la
legione
Ravelli
,
che
colla
musica
in
testa
marciava
verso
la
direzione
della
barriera
del
Parco
.
-
Dove
andate
?
-
Domandai
al
capitano
Becherucci
che
si
era
staccato
dalla
sua
compagnia
per
salutarmi
.
-
Ma
...
sento
un
presentimento
che
mi
dice
che
ci
si
avvia
verso
l
'
Italia
.
Il
mio
amico
doveva
esser
profeta
.
Erano
appena
le
undici
e
Mecheri
,
Ghino
ed
io
mangiavamo
delle
paste
in
una
bottega
di
faccia
al
teatro
.
Digione
era
piena
di
pasticcerie
,
dove
si
mangiavano
dei
pasticcetti
eccellenti
.
Tutto
ad
un
tratto
,
quando
meno
lo
si
aspettava
,
vedemmo
formarsi
dei
capannelli
di
gente
che
discorreva
con
animazione
:
poi
ci
giunsero
agli
orecchi
dei
colpi
d
'
artiglieria
:
credevamo
sognare
:
si
pagò
il
conto
,
si
andò
in
strada
e
cercammo
raccapezzare
qualchecosa
tra
le
mille
versioni
che
si
davano
del
fatto
inopinato
.
-
I
Prussiani
si
avanzano
...
-
O
l
'
armistizio
?
-
Quei
barbari
non
rispettano
niente
!
-
No
...
è
Menotti
che
di
motuproproprio
ha
attaccato
il
fuoco
.
-
Ed
ora
espone
la
città
a
chi
sa
quale
disastro
!
-
È
impossibile
-
Urlammo
noi
-
Menotti
sa
il
suo
dovere
.
-
È
vero
,
è
vero
-
Ripetevano
allora
i
popolani
e
davano
del
grullo
a
chi
aveva
accampato
un
così
sciocco
discorso
.
-
Qui
non
si
saprà
nulla
-
Disse
Mecheri
-
andiamo
alla
caserma
che
è
a
pochi
passi
.
Era
così
giusto
questo
consiglio
che
non
differimmo
un
'
istante
a
metterlo
in
pratica
.
Alla
caserma
il
foriere
aveva
fatta
caricare
tutte
le
casse
e
i
registri
su
di
un
carro
a
cui
era
già
stata
attaccata
la
rozza
più
arrembata
della
nostra
scuderia
.
-
Partiamo
?
-
Si
domandò
,
appena
giungemmo
.
-
Non
lo
so
.
-
E
allora
a
cosa
servono
questi
preparativi
?
-
Questi
preparativi
?
...
Gli
ho
fatti
per
precauzione
...
però
ho
mandato
a
prendere
ordini
al
quartier
generale
...
-
O
il
tenente
?
-
Non
l
'
ho
veduto
-
E
tutti
gli
altri
?
-
Nemmeno
per
sogno
!
Frattanto
le
trombe
della
compagnia
delle
mitragliatrici
,
compagnia
che
aveva
stanza
poco
distante
da
noi
,
suonavano
a
raccolta
e
poco
dopo
i
soldati
della
medesima
si
muovevano
in
completa
assetto
di
marcia
.
Poco
dopo
gli
Usseri
,
nostri
vicini
di
caserma
,
montavano
a
cavallo
e
partivano
a
mezzotrotto
.
Decidemmo
di
prendere
la
stessa
direzione
,
allorché
vedemmo
venire
a
noi
il
sottotenente
Mussi
e
il
caporale
Luperi
,
che
essendosi
portati
fuori
della
città
per
recare
una
lettera
al
colonnello
Tanara
,
ci
ragguagliarono
,
essere
cominciato
un
fuoco
abbastanza
lento
tra
le
due
artiglierie
.
Ci
dissero
essere
ottimo
lo
spirito
dei
volontari
,
ma
che
nessuno
sapeva
farsi
ragione
,
del
come
i
Prussiani
,
violando
i
trattati
si
avanzassero
verso
di
noi
con
colonne
strapotentissime
.
Tra
gli
altri
Garibaldini
in
faccia
al
nemico
si
trovava
quel
giorno
il
bravo
Pais
,
che
deposto
il
berretto
da
colonnello
e
,
messosene
uno
di
pelo
,
marciava
come
un
semplice
soldato
,
munito
di
carabina
.
Dopo
essere
stato
destituito
da
Frapolli
,
l
'
integro
patriotta
,
l
'
onesto
repubblicano
era
corso
là
dove
aveva
spedito
tanti
uomini
che
non
si
volevano
far
partire
,
esponendosi
fino
d
'
allora
ad
essere
destituito
e
a
subire
un
consiglio
di
guerra
.
Si
andò
alla
prefettura
;
v
'
incontrammo
Ricci
che
ci
ordinò
di
star
pronti
;
domandammo
ragione
di
quel
diascoleto
ed
ei
ce
lo
spiegò
con
poche
parole
.
Il
governo
della
difesa
Nazionale
,
non
ultima
disgrazia
della
disgraziatissima
Francia
,
non
aveva
compreso
nel
patto
proposto
i
dipartimenti
della
Côte
d
'
Or
,
del
Doubs
e
del
Jura
.
Quindi
sospensione
d
'
ostilità
per
tutti
gli
eserciti
fuori
che
per
il
nostro
:
si
voleva
avere
il
gusto
di
vedere
sconfitti
anche
i
pochi
cialtroni
che
sapevano
farsi
ammazzare
,
perchè
non
avevano
niente
da
perdere
...
a
detta
di
loro
!
-
Nessuno
avviso
era
stato
comunicato
a
Garibaldi
su
questa
clausola
dello
iniquo
contratto
:
così
si
ricompensava
l
'
eroe
generoso
,
che
unico
aveva
vinto
,
che
unico
aveva
strappato
una
bandiera
ai
Prussiani
:
così
si
ricompensava
l
'
ardente
figlio
della
libertà
,
che
,
pur
di
porre
il
suo
braccio
a
disposizione
della
repubblica
,
aveva
dimenticato
le
prodezze
francesi
del
1849
,
le
maraviglie
degli
Chassepots
che
il
vile
de
Failly
aveva
provato
contro
i
petti
dei
generosi
figli
d
'
Italia
a
Mentana
.
Sorpresi
da
imponenti
colonne
nemiche
nelle
loro
posizioni
,
i
nostri
sarebbero
caduti
vittime
dell
'
infame
tranello
e
già
i
Prussiani
triplicati
di
numero
pregustavano
le
gioie
di
una
facile
vittoria
,
ma
i
traditori
francesi
e
i
generali
nemici
avevano
fatto
i
conti
senza
Garibaldi
:
non
mi
si
venga
ad
impugnare
la
valentia
strategica
dell
'
illustre
Italiano
,
non
mi
si
dica
che
solo
alla
fortuna
e
al
coraggio
si
debbano
i
grandi
trionfi
che
egli
ha
riportato
:
quel
giorno
si
videro
chiaramente
le
sue
virtù
militari
,
ed
egli
fu
più
grande
nella
precipitosa
ritirata
dalla
Borgogna
che
nelle
tre
celebri
giornate
che
tanta
gloria
aggiunsero
alla
nostra
povera
Italia
.
I
nemici
furono
tenuti
a
bada
per
tutto
il
giorno
dai
nostri
cannoni
:
Menotti
,
i
suoi
ufficiali
facevano
da
puntatori
,
e
in
questo
tempo
le
truppe
si
avviavano
verso
Chagny
.
-
Ma
sicché
dobbiam
proprio
partire
?
-
Domandammo
al
nostro
tenente
che
ci
dava
tutti
questi
ragguagli
.
-
Purtroppo
.
Andammo
a
casa
:
facemmo
in
pochi
momenti
il
nostro
modesto
bagaglio
e
senza
avere
il
coraggio
dì
salutare
i
nostri
ospiti
,
scendemmo
a
rotta
di
collo
le
scale
.
-
Ou
allez
vous
?
-
Ci
domandò
allorché
ci
vide
passare
la
Luisa
,
sorpresa
in
vederci
in
perfetta
tenuta
di
marcia
.
-
Andiamo
a
batterci
-
Rispondemmo
noi
tutti
.
-
Vraiment
?
-
Sulla
nostra
parola
!
-
Sayes
prudents
-
susurrò
a
mezza
bocca
e
volle
a
ogni
costo
baciarmi
alla
presenza
di
tutti
.
Gli
angioli
del
Signore
,
favoleggiati
dai
buoni
credenti
,
non
avrebbero
avuto
di
che
velarsi
la
faccia
,
e
quel
bacio
doveva
esser
l
'
ultimo
che
io
riceveva
dalla
vezzosa
fanciulla
.
Arriviamo
al
quartier
generale
,
il
partire
dei
carri
aveva
prodotto
un
'
adunanza
insolita
di
gente
davanti
alla
porta
:
tra
le
molte
persone
scorgo
le
due
gentili
figliole
della
nostra
padrona
di
casa
:
cerco
sfuggirle
:
mi
chiamano
:
non
vi
è
dubbio
,
esse
pure
mi
ripeteranno
l
'
importuna
e
dolorosa
richiesta
.
-
Dove
andate
?
-
Partiamo
.
-
Sul
serio
?
-
Così
non
fosse
!
-
Ma
la
ragione
?
...
-
Chiedetela
a
Favre
ed
agli
altri
vigliacchi
che
volevano
ricompensarci
di
quel
poco
che
abbiamo
fatto
,
mettendoci
in
trappola
.
Le
ragazze
mi
guardaron
fisse
negli
occhi
,
poi
chinarono
i
proprii
e
si
tacquero
;
e
in
questo
tempo
mille
altre
domande
sullo
stesso
tenore
si
rivolgevano
a
noi
,
e
noi
ci
sfogavamo
a
dire
tutto
il
male
possibile
degli
eroi
da
commedia
che
per
vigliaccheria
rovinavano
in
quel
momento
la
Francia
,
ed
i
Digionesi
facevano
eco
alle
nostre
invettive
.
Arriva
il
Piccini
tutto
sonnacchioso
.
Che
ci
è
di
nuovo
?
-
Proferisce
con
uno
sbadiglio
.
-
C
'
è
di
nuovo
che
noi
si
parte
.
-
E
perché
?
-
Perché
non
siamo
compresi
nell
'
armistizio
.
-
O
la
mia
compagnia
?
-
Sarà
partita
.
-
Ed
io
?
-
Vieni
con
noi
!
-
Vengo
subito
:
vo
a
dire
addio
a
due
bambine
e
vi
raggiungo
.
E
via
a
gran
carriera
.
-
Le
Guide
alla
Stazione
-
Grida
poco
dopo
il
Ricci
-
la
tromba
vada
suonando
per
chiamar
gli
sbandati
.
A
quattro
a
quattro
,
con
accompagnamento
di
tromba
e
di
bestemmie
,
traversando
la
città
le
cui
botteghe
eransi
chiuse
ad
un
tratto
,
arrivammo
al
gran
piazzale
,
dove
si
doveva
attendere
quei
pochi
che
avevano
un
cavallo
e
che
dovevano
ricevere
ordini
sull
'
itinerario
che
avevasi
da
percorrere
per
recarsi
a
Chagny
.
Sul
piazzale
vi
era
una
confusione
indicibile
:
cariaggi
,
cannoni
,
trasvolavano
tra
l
'
incerto
chiarore
(
era
sorta
la
notte
)
a
noi
davanti
,
provocando
esclamazioni
che
io
non
riporto
per
non
fare
arrossire
la
mia
leggitrice
:
tutti
eravamo
stizziti
e
non
si
cercava
che
un
pretesto
qualunque
onde
dar
sfogo
alla
bile
.
Un
vivandiere
della
guardia
mobile
arrota
col
suo
baroccio
un
di
noi
...
-
Figlio
di
un
cane
!
...
Accidenti
a
te
e
alla
Francia
...
Strilla
l
'
offeso
e
un
concerto
di
fischiate
si
fa
udire
per
quell
'
aure
.
I
moblots
si
erano
addossati
ai
lati
della
piazza
,
mettendo
in
fasci
i
loro
fucili
e
intuonando
ad
ora
ad
ora
la
Marsigliese
...
ci
voleva
il
loro
coraggio
!
...
Questi
canti
che
mai
eransi
da
loro
uditi
,
durante
il
pericolo
,
fecero
saltare
a
qualcuno
dei
nostri
più
bizzoso
,
il
pulcino
,
e
quindi
lotte
con
scambi
di
pugni
,
subito
appacificate
dai
superiori
:
qualcuno
altro
per
far
la
burletta
si
divertiva
a
vociare
:
Les
Prussiens
,
les
Prussiens
e
compagnie
intere
scappavano
,
poco
curandosi
dei
loro
armamenti
:
ma
allorché
potemmo
ammirare
una
fuga
dirotta
,
si
fu
,
quando
un
cavallo
del
treno
,
lasciato
in
balìa
di
se
stesso
si
diè
a
saltare
a
scavezzacollo
in
mezzo
alla
piazza
.
Un
grido
immenso
,
un
'
urtarsi
,
un
rovesciarsi
addosso
ai
fasci
di
armi
,
una
Babilonia
insomma
da
far
perder
la
testa
.
Ricciotti
era
vicino
all
'
arco
di
trionfo
,
battendo
i
piedi
e
sbuffando
:
poco
più
in
là
un
volontario
consolava
in
Italiano
un
bel
fior
di
ragazza
che
si
struggeva
in
lacrime
;
a
poca
distanza
una
guida
per
smaltire
il
malumore
si
divertiva
a
pestare
i
calli
,
di
alcuni
mobilizzati
che
si
erano
sdraiati
.
Il
cannone
era
cessato
:
la
notte
era
fredda
,
ma
tranquillissima
;
un
bel
chiaro
di
luna
faceva
spiccare
sul
fondo
stellato
,
nel
quale
errava
qua
e
là
qualche
vagabonda
nuvoletta
bianca
e
diafana
,
le
purissime
linee
della
guglia
di
San
Benigno
...
Le
case
non
apparivano
che
incerte
masse
nere
ad
ora
ad
ora
intramezzate
da
un
lumicino
,
o
dall
'
argenteo
riflesso
dei
raggi
ripercossi
sui
vetri
:
un
chiarore
confuso
s
'
inalzava
sui
tetti
.
O
Digione
,
o
Digione
come
mi
apparivi
cara
in
quel
tristo
momento
!
...
Come
mi
si
strinse
il
cuore
al
pensiero
di
doverti
lasciare
!
Il
sangue
generoso
dei
nostri
compagni
morti
nelle
fertili
pianure
che
ti
ricingono
ti
ha
legata
all
'
Italia
!
...
Le
gentilezze
che
tu
facesti
ai
suoi
cari
,
le
cure
assidue
,
più
che
fraterne
che
hanno
da
te
ricevuto
i
nostri
feriti
hanno
a
te
legato
l
'
Italia
-
Oh
!
venga
il
nemico
-
Io
pensava
tra
me
nell
'
esaltazione
del
dispiacere
-
venga
e
mi
uccida
qui
,
proprio
sotto
quest
'
arco
...
Oh
!
che
io
possa
morire
piuttostochè
di
accingermi
a
questa
dipartita
fatale
,
che
mi
fa
sprezzare
l
'
umanità
,
che
mi
fa
vergognare
di
essere
uomo
.
-
Su
...
su
...
non
ci
è
tempo
da
perdere
-
Mi
grida
il
foriere
-
Alla
stazione
.
-
Partiamo
col
treno
?
...
-
Sì
nello
stesso
convoglio
del
Generale
.
Con
uno
sforzo
sovrumano
arriviamo
a
varcare
i
cancelli
:
un
'
infinità
di
mobilizzati
ed
anche
qualche
Italiano
,
o
di
riffe
o
di
raffe
,
pretendevano
forzare
la
consegna
e
risparmiarsi
,
assoggettandosi
a
degli
urtoni
o
al
pericolo
di
qualche
partaccia
,
una
trentina
di
kilometri
da
farsi
colla
cavalcatura
di
San
Francesco
.
Arriviamo
sotto
la
stazione
:
lì
troviamo
qualche
aiutante
del
Generale
,
diversi
ufficiali
di
stato
maggiore
e
un
convoglio
a
cui
era
già
stata
attaccata
la
macchina
..
quel
convoglio
però
non
era
per
noi
,
esso
era
stato
serbato
ai
feriti
.
Garibaldi
non
era
anche
giunto
:
il
generoso
eroe
dei
due
mondi
voleva
partire
soltanto
,
allorché
sarebbe
stato
sicuro
che
nessuno
dei
suoi
cari
,
sofferente
,
potesse
cadere
nelle
mani
dell
'
inimico
.
Appena
partito
il
treno
,
cominciano
ad
arrivare
nuovi
stroppi
:
si
buttano
sulle
panche
della
stazione
gemendo
ed
urlando
;
alcune
donne
prestano
loro
qualche
soccorso
o
qualche
conforto
.
Si
appresta
un
'
altro
convoglio
-
Speriamo
sia
il
nostro
dice
qualcuno
;
si
domanda
al
capo
stazione
,
o
a
una
guardia
qualunque
e
ci
risponde
negativamente
.
Allora
la
solita
storia
delle
mille
chiacchiere
inutili
.
-
O
sta
a
vedere
,
che
ci
prendono
come
salami
!
-
Sentite
ma
certe
ostinazioni
non
le
si
capiscono
.
-
E
se
andassimo
in
quel
treno
lì
?
-
Ma
noi
si
ha
l
'
ordine
di
star
qui
.
-
Eppoi
abbandonereste
il
nostro
vecchio
?
-
E
se
fosse
partito
?
Un
grido
di
disapprovazione
copriva
queste
ultime
parole
,
e
il
disgraziato
che
sbadatamente
le
aveva
proferite
,
ebbe
dicatti
a
rincantucciarsi
e
a
non
farsi
più
vivo
durante
tutto
il
viaggio
.
Qualcuno
più
furbo
di
lui
,
ma
con
la
stessa
tremarella
,
mentre
gli
altri
si
perderono
in
chiacchiere
,
facendo
lo
zoppo
od
il
monco
,
entrò
in
qualche
vagone
,
gabbando
le
guardie
e
anticipando
il
momento
di
scappar
di
mano
a
quei
Prussiani
che
l
'
esaltata
immaginazione
facea
vedere
a
pochi
passi
.
La
locomotiva
dà
un
fischio
,
ed
il
triste
convoglio
dei
feriti
si
dilegua
ai
nostri
occhi
.
La
stazione
resta
un
po
'
più
libera
!
..
Si
attacca
la
carrozza
del
Generale
;
è
un
vagone
di
prima
,
a
cui
fa
seguito
uno
di
seconda
per
lo
stato
maggiore
:
è
preceduto
da
due
carri
per
i
bagagli
.
Entrano
il
colonnello
Bossi
e
il
Capitano
Galeazzi
.
-
Guide
-
Dice
quest
'
ultimo
-
Che
nessuno
monti
in
questo
convoglio
..
ad
eccezione
di
voi
...
-
E
dove
andremo
?
-
Su
..
tra
i
bagagli
.
Prendiamo
d
'
assalto
i
due
carri
,
dove
ci
accomodiamo
alla
meglio
.
Dopo
pochi
minuti
subito
una
questione
in
capo
del
carro
..
-
Giù
...
sacramento
!
Che
c
'
è
?
-
Siamo
Italiani
come
voi
,
Dio
....
.
-
C
'
è
l
'
ordine
di
non
far
salire
che
Guide
.
-
E
noi
siamo
della
legione
Tanara
..
della
legione
di
ferro
..
-
O
di
ferro
o
di
rame
noi
rispettiamo
gli
ordini
.
-
E
noi
siamo
qui
...
-
Giù
...
giù
.
E
qui
qualche
colpo
di
mano
e
qualche
pedata
:
quindi
gran
discussione
di
ufficiali
,
a
cui
finiamo
col
prender
parte
noi
tutti
.
-
Dagli
ragione
-
Mi
dice
un
Livornese
-
Non
vedi
che
fiasca
di
vino
hanno
a
tracolla
...
per
strada
fa
comodo
.
Si
urla
,
si
strepita
..
molti
scendono
,
poi
risalgono
e
i
due
non
van
via
...
-
Il
Generale
-
Grida
una
voce
.
Tutto
tace
e
nessuno
più
pensa
al
meschino
incidente
.
All
'
udire
che
ci
è
Garibaldi
,
mi
si
prende
uno
stringimento
di
cuore
,
e
mi
spenzolo
dal
carro
onde
meglio
vederlo
.
Povero
eroe
!
..
Come
ti
han
ricompensato
i
falsi
repubblicani
di
Francia
,
ma
tu
sai
deludere
le
inique
lor
mire
,
ma
tu
sai
sventare
i
loro
infami
tranelli
!
Garibaldi
era
serio
,
ma
,
come
sempre
,
sereno
,
ma
come
sempre
spirante
dal
volto
una
bontà
che
è
impossibile
descrivere
:
lo
accompagnava
il
generale
Bordone
,
che
non
partì
con
noi
:
a
poca
distanza
da
lui
venivano
il
maggior
Fontana
e
il
tenente
Grossi
.
Tutti
quelli
,
che
erano
sotto
la
stazione
si
levarono
il
cappello
:
il
Generale
,
appoggiandosi
su
un
bastoncello
,
stiè
un
pò
fermo
e
girò
uno
sguardo
malinconico
all
'
intorno
.
Parlò
a
lungo
con
un
signore
,
tutto
vestito
di
nero
,
con
barba
,
(
credo
il
sindaco
od
il
prefetto
)
poi
si
mosse
per
montar
nel
vagone
.
Un
vecchio
venerando
gl
'
impedisce
l
'
andare
per
serrargli
la
mano
.
Il
Generale
lo
guarda
,
poi
ricambia
affettuosamente
la
stretta
.
Non
so
perché
,
ma
ho
voglia
di
piangere
.
Tutti
ci
sentiamo
commossi
:
un
guardatreno
grida
:
Vive
Galibardi
...
nessuno
risponde
:
in
quell
'
istante
ogni
evviva
era
superfluo
:
la
vera
grandezza
disdegna
le
facili
manifestazioni
del
volgo
.
Il
Generale
è
in
carrozza
:
la
locomitiva
fischia
:
siamo
in
movimento
.
Do
un
'
ultima
occhiata
a
Digione
,
appena
mosso
,
nè
mi
sento
capace
di
staccar
più
gli
occhi
da
lei
.
Quanti
ricordi
,
quanta
parte
di
cuore
noi
non
lasciamo
là
entro
!
Come
mi
tornarono
in
mente
in
quel
brutto
istante
tutti
gli
sforzi
che
avevamo
fatto
per
giungere
in
Francia
,
come
mi
apparvero
caramente
dilette
le
peripezie
che
ci
avevano
conturbato
,
come
desideravo
che
il
tempo
avesse
potenza
di
tornare
indietro
tre
mesi
per
provare
di
nuovo
le
belle
emozioni
che
tanto
mi
apparvero
gradite
in
allora
!
Oh
!
come
mi
sembrarono
giusti
i
versi
del
gentile
poeta
:
«
Les
chants
,
que
on
les
entend
le
soir
dans
la
campagne
«
Plus
ils
vont
s
'
eloignant
,
plus
leur
charme
nous
gagne
....
«
Ainsi
de
souvenirs
qui
bercent
nôtre
coeur
!
Erano
dolci
memorie
quelle
che
cullavano
il
mio
spirito
affralito
,
e
nella
dolce
serenità
del
ricordo
lontano
io
giungevo
a
raccapezzare
un
po
'
di
quella
poesia
che
purtroppo
erasi
estinta
!
Garibaldi
,
non
è
inutile
il
ripeterlo
,
si
mostrò
abilissimo
generale
nella
precipitosa
nostra
ritirata
:
niente
restò
in
mano
a
un
nemico
che
ci
capitò
addosso
,
quando
meno
lo
si
aspettava
:
il
primo
febbraio
la
Côte
d
'
Or
era
sgombra
assolutamente
dall
'
armata
dei
Vosgi
.
CAPITOLO
XXIII
.
Batteva
mezzanotte
e
noi
ci
fermavamo
a
Chagny
:
non
una
persona
era
nella
stazione
:
Garibaldi
e
il
suo
seguito
si
ritirarono
nella
stanza
di
aspetto
dei
viaggiatori
di
seconda
classe
.
Una
guardia
mi
battè
sulle
spalle
e
accennandomi
il
Generale
che
entrava
in
quella
stanza
,
sorreggendosi
al
braccio
del
capitano
Galeazzi
,
con
voce
commossa
mi
disse
:
Cinque
uomini
,
come
quello
,
e
la
Francia
era
salva
!
Per
tutta
risposta
io
gli
strinsi
calorosamente
la
mano
.
Il
breve
viaggio
che
avevamo
dovuto
fare
in
ferrovia
era
stato
più
che
sufficiente
per
aggrappirmi
tutte
le
membra
,
poiché
quel
diabolico
freddo
che
ci
aveva
perseguitato
,
durante
tutta
la
campagna
,
non
aveva
la
minima
volontà
di
cessare
;
ci
buttammo
per
questa
potentissima
ragione
nel
caffè
dove
fortunatamente
vi
era
una
stufa
,
e
cercammo
di
riscaldarci
alla
meglio
.
-
E
non
potremo
andare
in
città
?
-
Azzardò
qualcuno
di
domandare
al
Ricci
.
-
Noi
dobbiamo
stare
a
guardia
del
Generale
.
-
E
sia
-
Rispondemmo
in
coro
,
ordinando
una
,
o
più
bottiglie
di
vino
.
Poco
dopo
vedemmo
Garibaldi
che
ascendeva
la
piccola
scala
,
che
è
in
fondo
al
caffè
della
stazione
di
Chagny
:
l
'
uomo
eroico
ci
volse
uno
sguardo
,
uno
di
quelli
sguardi
mestamente
soavi
,
nei
quali
è
compreso
un
poema
:
noi
tutti
lo
capimmo
alla
prima
e
istintivamente
ci
levammo
il
cappello
:
era
impossibile
non
venerare
l
'
eroe
che
per
un
'
idea
aveva
affrontato
nella
vecchiezza
disagii
,
fatiche
inesprimibili
,
era
impossibile
non
venerare
l
'
uomo
che
così
infamemente
ricompensato
,
collo
sconforto
nell
'
anima
,
aveva
un
'
occhiata
di
conforto
per
noi
:
quella
semplice
occhiata
ci
rendeva
più
grandi
,
più
generosi
.
Ah
!
..
non
mi
scappi
fuori
una
scuola
novellina
a
sostenere
che
i
popoli
si
debbano
solamente
muovere
per
gl
'
interessi
materiali
:
oh
...
non
mi
si
dica
che
il
correre
dietro
ai
sogni
e
alle
generose
utopie
addimostra
un
'
ingenuità
d
'
animo
quasi
primitiva
!
..
Io
li
capisco
sogni
siffatti
,
io
li
capisco
tanto
,
che
ne
sono
entusiasta
.
Oh
,
mi
si
lasci
morire
per
una
di
queste
generose
utopie
,
mi
si
facciano
provare
tutte
le
asprezze
della
vita
disagiata
del
campo
,
tutte
le
emozioni
di
colui
che
dice
un
addio
per
il
vagheggiato
ideale
alle
dolcezze
della
vita
;
in
oggi
che
si
fa
guerra
ad
oltranza
alla
poesia
,
oh
,
si
lasci
questo
piccolo
scampo
a
chi
vuole
appartarsi
da
questa
società
di
calunniati
e
di
calunniatori
,
di
strozzini
e
di
morti
di
fame
,
oh
!
ci
si
permetta
di
utilizzare
delle
vite
,
forse
disutili
,
per
le
nostre
aspirazioni
,
che
si
potranno
mettere
in
ridicolo
,
ma
sulla
cui
santità
nessuno
onesto
potrà
nutrire
sospetto
veruno
!
Erano
passati
pochi
minuti
,
allorché
un
ufficiale
ci
notificò
,
che
non
ordine
ma
desiderio
del
nostro
generale
era
quello
che
si
andasse
a
riposare
in
città
:
tanto
Garibaldi
al
contrario
dei
soliti
generali
pieni
di
boria
ha
carità
,
dei
suoi
sottoposti
!
Non
vi
sto
a
dire
come
questo
desiderio
corrispondesse
al
nostro
,
pure
tutti
noi
ad
una
voce
dicemmo
che
nessuno
avrebbe
abbandonato
quel
luogo
,
tenendosi
tutti
troppo
onorati
di
mostrare
al
grande
uomo
,
quanto
fosse
la
nostra
riconoscenza
e
il
nostro
rispetto
per
lui
.
-
No
,
no
-
Ci
ripetè
l
'
ufficiale
-
Qui
non
vi
è
alcun
pericolo
:
qui
non
vi
è
bisogno
di
guardie
:
Garibaldi
si
avrebbe
molto
per
male
,
se
voi
non
lo
secondaste
.
E
allora
?
....
Via
a
rotta
di
collo
in
paese
.
CAPITOLO
XXIV
.
Tutto
era
calmo
:
il
rumore
dei
nostri
squadroni
e
dei
nostri
sproni
turbava
soltanto
il
sepolcrale
silenzio
in
cui
erano
avvolte
le
poche
vie
di
Chagny
:
nella
quiete
quasi
lugubre
di
quella
serata
a
mille
doppi
sembrava
più
potente
il
rumore
prodotto
da
noi
,
e
ripercosso
dall
'
eco
:
s
'
illuminò
qualche
finestra
,
ma
per
pochi
minuti
:
il
pacifico
cittadino
,
rassicurato
che
non
vi
era
nulla
a
temere
,
spengeva
il
lume
e
tornava
di
certo
a
gustare
il
calduccio
delle
coltri
,
quel
calduccino
che
io
cominciava
a
vagheggiare
come
un
sogno
irrealizzabile
.
Con
molta
fatica
si
perviene
a
trovare
la
Mairie
:
meno
male
che
le
finestre
sono
illuminate
.
I
nostri
capi
,
riflettiamo
fra
noi
,
avranno
telegrafato
,
e
gli
alloggi
saranno
già
pronti
.
Le
nostre
induzioni
erano
,
come
d
'
ordinario
,
falsissime
.
-
Dove
è
il
Maire
?
...
Domandiamo
a
un
villanzone
che
scaldandosi
le
mani
alla
stufa
andava
tanto
in
brodo
di
giuggiole
da
non
avvedersi
nemmeno
che
noi
eravamo
entrati
.
-
Son
io
-
Ci
risponde
questo
con
certo
sussiego
.
Cosa
desiderano
?
-
Cosa
desideriamo
?
....
Ci
vuoi
poco
a
capirlo
!
...
Un
biglietto
d
'
alloggio
.
-
Sapristi
!
,
..
Vi
pare
ora
conveniente
?
-
Siamo
arrivati
ora
!
...
-
Ma
ora
dormono
tutti
:
-
Poco
importa
!
...
Li
sveglieremo
.
-
Ma
...
guardino
!
-
Pretenderebbe
che
sì
dormisse
in
strada
?
..
-
Dopo
quello
che
si
è
fatto
per
voi
?
-
Aggiunse
un
amico
in
pretto
Livornese
-
Ah
!
Francesi
,
Francesi
,
se
si
fosse
,
mondo
birbone
,
soldati
del
vostro
schifoso
imperatore
o
del
papa
...
Il
Maire
confuso
,
senza
capire
un
'
acca
all
'
ultimo
discorso
,
andò
a
un
tavolino
per
stendere
i
famosi
biglietti
.
Un
urtone
spalanca
la
porta
,
ed
un
'
altra
mandata
dei
nostri
si
butta
addosso
al
tavolino
....
I
nuovi
venuti
son
la
bellezza
di
diciassette
,
tra
cui
una
vivandiera
.
-
Sapristi
-
Ripete
il
sindaco
con
voce
stizzita
-
C
'
est
impossible
loger
tout
ce
mond
là
!
...
Descrivere
il
bailamme
che
succede
a
tale
esclamazione
sarebbe
cosa
impossibile
:
tutti
parlano
a
un
tempo
,
tutti
intendono
snocciolare
le
loro
brave
ragioni
,
e
quel
pover
'
uomo
,
che
rappresenta
l
'
autorità
,
pare
il
sor
Cecchino
.
-
Ecco
come
ci
ricompensano
-
Continua
a
vociare
il
Livornese
.
-
Vogliamo
giustizia
-
Interrompe
un
altro
.
-
Io
voglio
soltanto
un
alloggio
....
-
Vous
étes
un
cochon
...
E
giù
di
seguito
sullo
stesso
tenore
.
Io
e
Bocconi
arriviamo
a
strappare
di
mano
il
primo
biglietto
vergato
e
via
di
galoppo
...
-
Rue
Saint
Antoin
?
-
Domandiamo
al
primo
che
passa
.
-
C
'
est
là
bas
.
-
Questo
ci
risponde
e
va
via
a
passi
concitati
.
Arriviamo
alla
destinazione
:
Numero
41
si
picchia
:
silenzio
glaciale
:
si
ripicchia
,
la
stessa
accoglienza
:
allora
pedate
;
è
poco
anche
questo
:
son
morti
dunque
in
questa
casa
?
Si
sfoderano
gli
squadroni
e
si
comincia
una
sinfonia
infernale
alla
porta
del
mal
capitato
,
che
il
municipio
ci
aveva
destinato
per
ospite
.
-
Mon
Dieu
-
strilla
una
voce
femminea
-
Il
y
a
donc
de
Prussiens
?
-
Siamo
Italiani
...
il
cittadino
Bicornet
abita
qui
?
-
Sì
cittadini
...
ma
è
a
letto
!
-
Si
svegli
!
-
E
cosa
volete
?
-
Abbiamo
il
biglietto
d
'
alloggio
...
-
C
'
est
impossible
!
..
Noi
abbiamo
di
già
uno
zuavo
...
-
Solite
storie
!
...
Aprite
o
vi
sfondiamo
la
porta
!
-
Nom
de
Dieu
!
...
veniamo
,
veniamo
.
Non
ho
mai
veduto
in
mia
vita
una
fisonomia
più
ridicola
di
quella
del
cittadino
Bicornet
.
Cogli
occhi
tuttora
fra
il
sonno
,
con
un
berretto
da
notte
dal
quale
scappavano
fuori
due
orecchi
che
non
avrebbero
minimamente
stuonato
sulla
testa
di
un
coniglio
,
il
povero
diavolo
,
basso
e
traccagnotto
come
un
fattore
ti
dava
l
'
idea
di
Don
Bartolo
,
quando
rimane
immobile
coma
una
statua
nel
finale
del
primo
atto
del
Barbiere
di
Siviglia
.
-
Cittadini
...
fratelli
...
amici
...
Italiani
...
sul
mio
onore
è
impossibile
che
vi
possa
albergare
.
-
E
perché
?
-
Guardate
...
e
,
se
siete
giusti
,
giudicherete
da
voi
stessi
.
Guardammo
:
in
quella
miserabile
stamberga
difatti
noi
non
scorgemmo
che
un
meschino
lettuccio
,
su
cui
era
disteso
un
bel
giovine
dalla
barba
bruna
,
probabilmente
lo
zuavo
,
il
quale
aveva
tuttora
il
braccio
al
collo
;
una
vecchiarella
sdraiata
su
di
un
pagliericcio
alzò
la
testa
al
nostro
arrivo
e
ci
guardò
con
occhi
stralunati
.
-
Signori
-
Ci
disse
il
giovine
-
Il
buon
soldato
deve
aver
sempre
rispetto
...
Guardate
se
il
mio
ospite
non
vi
diceva
la
verità
...
-
Non
ve
la
rifate
con
noi
,
ma
col
Maire
,
perché
c
'
invia
qui
,
quando
ci
siete
voi
.
-
Il
Maire
l
'
ha
presa
con
noi
-
Borbottò
il
buon
'
uomo
-
Al
principio
della
guerra
ebbe
il
coraggio
un
giorno
di
mandarmene
quindici
!
-
E
noi
che
faremo
?
-
Domandammo
in
tuono
di
compassione
a
Monsieur
Bicornet
.
-
Aspettate
-
Disse
questi
dopo
aver
riflettuto
-
venite
con
me
alla
Mairie
e
vi
fo
fare
un
biglietto
per
un
mio
amico
.
-
Tentiamo
anche
questa
.
-
Riflttemmo
noi
due
e
col
buon
'
uomo
rifacemmo
i
nostri
passi
.
Il
Maire
non
oppose
alcun
osservazione
al
cambiamento
dell
'
alloggio
,
e
noi
insieme
con
Bicornet
,
andammo
in
fondo
al
paese
in
una
meschina
casupola
,
alla
cui
porta
il
nostro
accompagnatore
bussò
replicatamente
.
Quello
che
doveva
albergarci
era
un
macchinista
della
ferrovia
;
egli
ci
accolse
con
un
sorriso
gentile
,
e
,
appena
passati
,
si
mise
a
rifarci
un
lettuccio
che
era
a
un
lato
della
stanza
,
mentre
nel
fondo
della
medesima
dispiegava
tutta
la
sua
pompa
un
letto
nunziale
,
dalle
cui
coltre
vedemmo
scappar
fuori
una
testa
di
donna
,
giovine
certo
,
bella
non
sì
poteva
propriare
,
poiché
il
lumicino
che
era
stato
acceso
al
nostro
arrivo
non
aveva
la
potenza
di
rischiarare
quella
stanza
,
quantunque
la
fosse
stretta
e
corta
come
una
carcere
.
Rifatto
il
letto
,
il
macchinista
con
franchezza
tutta
popolana
ci
disse
:
Ora
spogliatevi
e
dormite
,
che
dovrete
averne
bisogno
....
Buona
sera
!
Lo
spogliarsi
in
faccia
a
una
donna
che
ci
vedeva
per
la
prima
volta
,
ci
arrecava
un
certo
fastidio
:
pure
la
necessità
era
troppo
imperiosa
,
e
dopo
pochi
minuti
noi
stiravamo
le
nostre
membra
intirizzite
sotto
le
lenzuola
.
Il
sonno
si
ostinava
a
non
venire
,
quasichè
il
caso
volesse
proprio
farci
assistere
a
un
tormento
di
nuovo
genere
,
al
supplizio
di
Tantalo
riveduto
e
corretto
per
conto
nostro
....
Prima
delle
dolci
parole
tra
i
coniugi
,
poi
uno
scoccar
di
baci
....
Noiato
dalla
scena
che
rappresentavo
,
feci
un
solennissimo
starnuto
;
ahi
non
bastò
;
degli
interrotti
sospiri
....
Diedi
nel
braccio
al
Bocconi
,
egli
era
desto
come
me
,
e
finimmo
con
un
'
omerico
scoppio
di
risa
.
D
'
allora
in
poi
fu
silenzio
e
noi
attaccammo
un
sonno
magnifico
!
CAPITOLO
XXV
.
Chagny
fu
per
noi
una
vera
desolazione
:
fortuna
che
ci
si
trattenne
soltanto
due
giorni
.
Immaginatevi
un
paesucolo
più
sudicio
di
quelli
del
Napoletano
:
degli
abitanti
a
cui
non
pareva
vero
di
esserci
prodighi
di
sgarbi
e
d
'
impertinenze
,
e
non
avrete
immaginato
che
una
metà
delle
nostre
noie
.
L
'
intiera
armata
dei
Vosgi
si
riversò
,
come
valanga
,
su
queste
prime
case
del
dipartimento
della
Saône
et
Loire
ed
all
'
ora
in
cui
noi
ci
alzammo
da
letto
ci
fu
impossibile
il
rinvenire
,
neppure
a
peso
d
'
oro
,
un
tozzo
di
pane
.
I
soldati
affaticati
dalla
lunghissima
marcia
si
buttavano
lungo
le
strade
:
i
carriaggi
si
succedevano
a
ogni
minuto
:
a
ogni
minuto
vedevi
un
via
vai
di
ufficiali
di
stato
maggiore
,
di
staffette
,
di
batterie
;
alle
botteghe
di
fornaio
,
ai
caffè
,
ai
restaurants
una
pigia
di
persone
concitate
che
bestemmiavano
e
facevano
ai
pugni
tra
loro
;
noi
eravamo
affamati
,
ci
avevano
detto
al
quartier
generale
che
per
quel
giorno
saremmo
rimasti
in
paese
,
e
non
si
trovava
un
tozzo
di
pane
per
sfamarci
....
Oh
!
la
dolorosa
situazione
....
In
campagna
,
alla
guerra
,
ci
si
adatta
l
'
idea
del
sacrificio
,
di
un
dovere
da
compiersi
offre
soddisfazioni
più
belle
dì
quelle
di
un
bisogno
naturale
soddisfatto
,
ma
sicuri
di
non
scaricare
più
il
fucile
,
testimoni
di
una
pace
disonorevolissima
che
veniva
vigliaccamente
subita
da
una
nazione
,
fin
'
ora
rispettabile
,
noi
ci
sfogavamo
con
imprecazioni
,
e
forse
saremmo
stati
anche
capaci
di
qualche
malestro
,
pur
di
fugare
la
minima
sofferenza
.
Finalmente
,
verso
le
due
,
mi
riescì
d
'
agguantare
in
un
'
osteria
di
sesto
ordine
una
bella
bistecca
e
la
mangiai
senza
pane
.
La
sera
andai
a
dormire
in
una
chiesa
,
poiché
il
biglietto
d
'
alloggio
era
per
un
giorno
soltanto
.
Verso
le
due
erano
arrivati
i
nostri
compagni
delle
Guide
che
avevano
cavallo
.
Il
giorno
dipoi
partenza
di
tutte
le
truppe
:
Garibaldi
accompagnato
dal
suo
stato
maggiore
partì
per
Chalons
sur
-
Saone
:
noi
avemmo
l
'
ordine
di
rimanere
.
Nella
giornata
liti
immense
con
i
Francesi
.
Ghino
dà
dei
pugni
al
caporale
Aribaud
,
questi
scappa
e
vuol
protestare
:
subissato
dai
nostri
discorsi
tace
.
Il
tenente
Raffoni
insolentisce
un
capitano
delle
guardie
mobili
ed
uno
dei
carabinieri
;
lo
traducono
alla
corte
marziale
:
salta
fuori
un
nuvolo
di
testimoni
ed
è
assoluto
.
Noi
siamo
chiamati
di
guardia
al
quartier
generale
;
alcuni
,
essendo
restati
soli
in
paese
,
cominciano
a
mormorare
ed
a
dire
che
i
Prussiani
sono
a
quattro
passi
e
che
ci
faranno
viaggiar
gratis
fino
a
Berlino
;
improvvisiamo
una
cenetta
in
corpo
di
guardia
rallegrata
da
Ricci
e
Fabbri
che
pretendono
parlare
francese
e
che
attaccano
briga
con
un
Ussero
di
piantone
,
che
si
permette
di
sedere
con
noi
dopo
essersi
permesso
di
russare
come
un
violoncello
antecedentemente
.
L
'
ordinanza
di
Bordone
ci
porta
una
forma
di
cacio
,
e
noi
,
andando
nella
stanza
di
ordini
,
rubiamo
due
bottiglie
di
vino
generoso
,
riservato
per
gli
ufficiali
di
stato
maggiore
.
Gismondi
,
un
Genovese
rovinato
nella
faccia
da
una
palla
a
Monterotondo
,
si
aggiunge
a
noi
e
porta
due
altre
bottiglie
di
vino
...
quindi
baldoria
generale
.
Nel
più
bello
del
chiasso
,
si
schiude
la
porta
con
impeto
e
vediamo
ritto
,
stecchito
davanti
a
noi
,
truce
come
lo
spettro
di
Banco
il
generale
Bordone
.
Stupore
generale
,
e
relativi
moccoli
a
fior
di
labbra
.
Il
generale
ci
da
una
sbirciata
e
invece
di
farci
un
rimprovero
,
si
rivolge
al
nostro
tenente
e
gli
dice
:
Mandi
un
sergente
e
quattro
uomini
a
rimetter
l
'
ordine
in
casa
di
questo
povero
vecchio
,
dove
sono
entrati
tre
Franchi
Tiratori
,
pretendendo
farci
di
tutto
un
po
'
.
Mecheri
,
sergente
,
e
tre
o
quattro
di
noi
ci
moviamo
col
vecchio
che
era
rimasto
a
caso
nell
'
ombra
:
eccoci
ridotti
anche
carabinieri
!
Non
nego
,
che
un
tale
incarico
mi
andava
poco
a
sangue
:
io
non
ho
mai
nutrito
una
decisa
simpatia
per
gli
agenti
della
legge
,
che
d
'
altronde
sono
riveriti
come
angeli
custodi
da
tanti
che
meriterebbero
di
andare
in
prigione
assai
più
di
quelli
che
ci
vanno
:
eppoi
...
il
vecchio
che
ci
accompagnava
,
mi
aveva
una
fisonomia
proibita
:
qualche
cosa
di
prete
smesso
o
di
mezzano
amoroso
.
Arriviamo
alla
casa
:
per
le
scale
non
ci
è
lume
e
nessuno
ha
fiammiferi
....
si
comincia
benino
!
...
-
Mi
piglino
per
una
falda
e
salgano
.
-
Ci
dice
il
vecchio
.
Ci
si
attacca
tutti
alla
falda
....
maledizione
!
...
la
scala
è
a
chiocciola
e
la
falda
a
una
voltata
resta
in
mano
a
uno
dei
nostri
.
-
Mon
Dieu
!
-
Grida
la
povera
vittima
di
quelle
tenebre
.
-
La
ci
tenga
un
lume
!
-
si
contenta
di
aggiungere
con
filosofia
l
'
autore
dell
'
eccidio
.
La
moglie
del
vecchio
,
avvisata
forse
dal
chiasso
improvviso
,
ci
comparisce
davanti
con
una
lucernina
.
Quantunque
la
nuova
venuta
fosse
in
perfetto
deshabillè
non
ci
faceva
peccare
di
gola
.
Credo
che
donna
più
brutta
non
sia
stata
mai
messa
al
mondo
per
dar
di
bugiardi
a
coloro
che
asseriscono
esser
la
donna
l
'
ideale
della
creazione
.
Tra
moglie
e
marito
avevano
tutti
i
requisiti
per
farsi
odiar
cordialmente
.
-
Aiuto
...
carità
...
protezione
-
Urlava
la
megera
.
Entrammo
colle
mani
sull
'
elsa
dei
nostri
squadroni
:
credevamo
di
trovare
tre
indemoniati
:
quale
non
fu
la
nostra
meraviglia
?
Ci
vennero
incontro
tre
buoni
figliuoli
,
che
cominciarono
col
chiederci
scusa
di
averci
disturbati
,
narrandoci
per
filo
e
per
segno
tutti
i
particolari
del
disgustoso
incidente
.
Provvisti
di
biglietto
d
'
alloggio
,
essi
si
erano
presentati
al
padrone
di
quella
bicocca
ed
egli
aveva
negato
con
mal
garbo
di
ricettarli
;
gli
avevano
detto
che
erano
stanchi
,
che
avrebbero
anche
pagato
,
ed
egli
duro
come
un
Tedesco
.
Allora
loro
,
esasperati
,
erano
entrati
per
forza
in
camera
ed
avevano
approfittato
del
divano
ove
si
erano
addormentati
.
Il
vecchio
era
uno
sfegatato
Napoleonista
,
e
giurava
che
a
'
tempi
della
tirannide
non
si
offendeva
la
pudicizia
di
una
signora
,
svestendosi
innanzi
a
lei
.
A
tale
protesta
nessuno
potè
trattenere
le
risa
:
persuademmo
i
giovani
a
venir
via
,
si
diè
due
prese
d
'
imbecille
al
tarpano
,
e
tutti
insieme
si
andò
in
una
vicina
casetta
,
dove
bevemmo
di
nuovo
.
Tra
un
bicchiere
e
l
'
altro
,
sapemmo
che
i
Prussiani
avevano
fatto
fuoco
sull
'
ultimo
convoglio
di
Garibaldini
che
era
partito
da
Digione
,
convoglio
nel
quale
tra
gli
altri
si
trovava
il
Piccini
:
nessuno
fu
offeso
ad
eccezione
del
Macchinista
che
restò
morto
sul
colpo
.
Il
giorno
dopo
,
noi
partivamo
da
Chagny
,
diretti
a
Chalons
sur
-
Saone
,
dove
si
trasferì
il
quartier
generale
.
L
'
annunzio
della
partenza
fu
salutato
da
tutti
,
con
gioia
inesprimibile
.
Se
io
avessi
un
nemico
accanito
,
lo
manderei
a
domicilio
coatto
a
Chagny
,
certo
che
dopo
poche
ore
implorerebbe
la
pena
di
morte
.
CAPITOLO
XXVI
.
Prima
di
terminare
il
racconto
è
necessario
che
io
parli
della
seconda
brigata
,
comandata
dal
Lobbia
,
di
questa
brigata
che
,
quantunque
lontana
dalle
altre
e
perciò
non
abbastanza
rammentata
nelle
molte
memorie
che
si
son
pubblicate
sulla
campagna
di
Francia
,
non
si
è
meno
coperta
di
gloria
,
nè
ha
meno
faticato
delle
altre
.
I
dati
della
relazione
che
io
farò
ai
miei
lettori
,
mi
furono
forniti
a
Chalons
da
un
distintissimo
ufficiale
di
stato
maggiore
che
era
al
seguito
del
colonnello
Lobbia
,
e
il
pubblico
avanti
di
parlare
del
nostro
soggiorno
in
quella
città
,
poiché
avendo
fin
'
ora
discorso
di
guerra
e
dovendo
d
'
ora
in
là
discorrere
di
pace
,
qui
mi
sembrano
nel
posto
più
adatto
.
Sul
finire
del
dicembre
,
erano
in
Soulieu
il
colonnello
di
cavalleria
Bossi
,
il
maggiore
Farlatti
con
uno
squadrone
di
Guide
e
una
piccola
compagnia
di
pionieri
comandati
da
Kauffman
:
questa
spedizione
aveva
per
scopo
di
danneggiare
le
comunicazioni
dei
Prussiani
,
appunto
sulle
famose
linee
che
dovevano
servire
all
'
esercito
di
Manteuffel
per
venire
a
combattere
le
truppe
di
Bourbaki
.
Oltre
ad
altri
ingegni
di
guerra
,
il
capitano
Kauffman
avea
con
se
due
furgoni
pieni
di
materia
incendiaria
e
di
dinamite
,
che
dovevano
servire
a
una
importantissima
operazione
della
quale
si
faceva
un
gran
segreto
;
e
che
consisteva
noi
far
saltare
un
tunnel
della
ferrovia
di
Strasburgo
.
Pare
che
tra
Kauffman
e
Bossi
non
s
'
intendessero
molto
e
le
operazioni
non
procedendo
,
come
avrebbero
dovuto
,
Garibaldi
richiamò
quest
'
ultimo
al
quartier
generale
e
diede
un
tale
incarico
al
colonnello
di
stato
maggiore
Lobbia
,
nominandolo
brigadiere
e
destinandolo
al
comando
della
seconda
brigata
.
Questa
era
costituita
nel
modo
seguente
:
Stato
Maggiore
Uff
.
7
Uom
.
14
Genio
»
3
»
20
Guide
»
9
»
150
Francs
tireurs
de
la
Bigorde
»
3
»
35
Égalitè
»
12
»
175
Chasseurs
d
'
Orient
»
16
»
270
Marin
»
4
»
55
Atlas
»
4
»
60
Guerillas
Marseilles
»
18
»
280
Uff
.
75
Uom
.
1059
Lobbia
partì
da
Autun
,
conducendo
con
se
per
ufficiali
di
stato
maggiore
il
capitano
Pozzi
ed
i
tenenti
Scipione
,
Primerano
e
Bonomi
:
partì
secoloro
il
signor
Visitelli
,
corrispondente
del
Dayl
Neuw
.
Il
capo
squadrone
Castellazzo
partiva
per
Chatau
Chinon
,
Clamecy
e
Vermenton
,
incaricato
di
tenere
relazione
tra
la
brigata
Ricciotti
e
Lobbia
e
sorvegliarne
le
operazioni
,
servendosi
dei
telegrafi
e
di
tutti
gli
altri
mezzi
che
le
sottoprefetture
e
i
sindaci
dovevano
mettere
a
di
lui
disposizione
.
Da
Autun
la
seconda
brigata
si
portò
a
Soulieu
per
Lucenay
,
quindi
a
Precy
e
a
Vitteau
.
La
marcia
è
lunga
e
fu
resa
più
disagevole
dall
'
immensa
quantità
d
'
impedimenti
che
venivano
dietro
ai
soldati
e
che
occupavano
a
dir
poco
tre
chilometri
di
spazio
:
carri
con
gli
equipaggi
dei
soldati
,
barrocci
,
trabiccoli
dei
vivandieri
...
donne
...
insomma
una
vera
marcia
di
barbari
!
Le
compagnie
dei
Francs
tìreurs
erano
scarse
:
ve
ne
erano
persino
di
dieci
uomini
,
ma
anche
queste
avevano
tre
o
quattro
ufficiali
...
già
,
se
durava
un
altro
pochino
la
campagna
di
Francia
avremmo
finito
coll
'
avere
diecimila
generali
e
nemmeno
una
tromba
!
...
Mentre
Lobbia
marciava
verso
Vitteau
,
Ricciotti
aveva
che
fare
coi
Prussiani
di
Montbard
.
Questo
paese
era
difeso
da
4000
uomini
e
6
pezzi
di
cannone
.
L
'
ardimentoso
figlio
di
Garibaldi
tentò
l
'
assalto
,
il
giorno
6
di
gennaio
.
Sul
più
bello
dell
'
impresa
egli
però
si
vide
accerchiato
dai
Prussiani
che
in
forza
di
2000
uomini
avevano
intanto
marciato
sopra
a
Semour
.
Ricciotti
tenne
fermo
fino
alla
sera
,
e
ritiratosi
a
Montfort
per
sentieri
appena
tracciati
,
potè
sul
mattino
eludere
la
vigilanza
dei
nemici
che
lo
volean
prigioniero
e
si
ritirò
sano
e
salvo
presso
Les
Lommes
.
La
seconda
brigata
,
a
cui
Castellazzo
aveva
comunicato
l
'
ordine
del
Generale
di
fare
un
movimento
in
avanti
per
distrigare
Ricciotti
,
potè
continuare
la
sua
via
e
di
concerto
colla
quarta
brigata
che
pur
si
ritirava
per
la
medesima
strada
verso
Digione
,
potè
manovrare
così
bene
da
schiudersi
l
'
adito
in
mezzo
alle
colonne
nemiche
che
già
si
avanzavano
numerose
per
le
vie
di
Chatillon
,
Aignay
le
Duc
e
Precy
;
era
una
marcia
difficilissima
,
di
fianco
,
che
avrebbe
potuto
compromettere
la
sicurezza
di
quella
brigata
,
se
questa
non
avesse
avuto
la
precauzione
molto
giusta
di
proteggersi
sul
suo
lato
sinistro
per
mezzo
della
cavalleria
dì
Farlatti
che
eseguì
egregiamente
questo
difficilissimo
compito
.
Al
villaggio
di
Marai
-
sur
-
Tille
la
brigata
Ricciotti
si
divise
da
quella
di
Lobbia
,
essendo
stata
la
prima
richiamata
a
Digione
e
dovendo
proseguire
la
seconda
per
il
compito
a
lei
designato
.
Qui
raggiunse
la
colonna
il
capo
squadrone
Castellazzo
.
Egli
veniva
da
Grancey
le
Chateau
,
dove
poco
corse
che
rimanesse
prigioniero
colla
somma
di
90,000
lire
.
Lobbia
lo
aveva
infatti
mandato
a
prender
denari
a
Digione
,
e
aveva
fissato
di
attenderlo
a
Grancey
.
Castellazzo
attendeva
da
parecchio
tempo
e
nessuno
arrivava
:
i
Prussiani
avendo
saputo
dalle
chiacchiere
dei
borghigiani
qualche
cosa
,
mandano
venticinque
usseri
nel
paese
;
e
,
mentre
il
nostro
amico
aveva
fatto
attaccar
la
carrozza
,
i
cinque
uomini
dell
'
avanguardia
nemica
annunciano
al
capoposto
che
non
vi
erano
Garibaldini
.
Senza
por
tempo
in
mezzo
,
senza
aspettare
che
gli
usseri
si
ricredessero
dal
loro
sbaglio
,
Castellazzo
salta
in
carrozza
,
e
prendendo
un
altra
via
gli
riesce
di
raggiungere
il
corpo
.
Erano
novantamila
lire
che
egli
salvava
dagli
artigli
dei
soldati
di
re
Guglielmo
:
certo
che
se
questi
l
'
avessero
potuto
immaginare
,
per
un
uomo
solo
erano
capaci
di
assediare
il
paese
.
La
seconda
brigata
da
Maray
-
sur
Tille
si
recò
a
Selongey
diretta
per
Langres
.
Siccome
però
numerosi
si
avanzavano
i
nemici
dalla
parte
di
Grancey
,
minacciando
di
tagliare
la
strada
di
Prauthoy
,
Lobbia
con
ottimo
intendimento
fe
'
fare
alla
sua
truppa
il
giro
di
Fontaine
Francaise
e
di
Champly
recandosi
a
Chalindrey
ed
a
Langres
,
dove
arrivò
il
15
di
gennaio
,
sempre
attorniato
dai
Prussiani
,
con
una
felicità
veramente
meravigliosa
.
A
Langres
,
dietro
ordini
del
Generale
,
furono
lasciati
tutti
i
bagagli
,
compresi
i
due
furgoni
di
dinamite
e
il
capitano
Kaupffeman
.
La
brigata
si
pose
a
campo
pei
boschi
di
Bouchemin
,
di
Marat
e
di
Faverolle
,
minacciando
le
comunicazioni
prussiane
di
Chaumont
,
Arc
en
Barroi
,
e
Auberive
sulle
quali
passavano
le
truppe
dirette
a
Digione
.
L
'
incertezza
del
generale
francese
Meyer
,
il
quale
negò
ogni
appoggio
,
diede
meno
importanza
di
quello
che
si
meritava
,
al
movimento
:
avendo
perciò
il
brigadiere
dovuto
rinunciare
all
'
idea
di
attaccare
Chaumont
,
occupato
da
6000
uomini
,
troppi
al
certo
pel
di
lui
piccolo
effettivo
,
portavasi
il
22
a
Perrogney
e
Pierre
Fontaine
e
,
di
lì
passando
per
Auberive
,
muoveva
alla
testa
della
cavalleria
sopra
il
villaggio
di
Germain
per
sorprendervi
quel
posto
.
Tra
i
due
paesi
sono
tre
chilometri
di
scesa
e
tutto
il
terreno
era
una
crosta
di
ghiaccio
:
ad
onta
di
questo
la
distanza
fu
percorsa
in
una
carica
sola
a
carriera
sfrenata
:
guai
,
se
un
cavallo
fosse
caduto
!
...
Non
poteva
fare
a
meno
di
succedere
un
monte
generale
,
una
vera
cuffia
,
come
si
direbbe
in
termine
basso
.
Il
nemico
che
stava
poco
sulle
intese
,
parve
che
non
avesse
nemmeno
tempo
di
montare
a
cavallo
:
gli
Usseri
Rossi
si
erano
ammucchiati
nella
scuderia
;
i
meno
,
incerti
se
avessero
a
difendersi
o
a
darsi
prigionieri
,
i
più
,
cercando
nascondersi
in
tutti
i
buchi
e
perfino
nel
fieno
.
Furono
presi
12
uomini
e
15
cavalli
:
gli
uomini
erano
superbi
:
alti
,
benissimo
vestiti
e
riccamente
equipaggiati
:
quasi
tutti
del
Posen
;
le
loro
pipe
,
pagate
ben
inteso
a
pronti
contanti
,
furono
i
trofei
più
ricercati
della
vittoria
.
Dopo
questo
brillante
episodio
,
Lobbia
tornò
a
Auberive
,
da
cui
si
mosse
dirigendosi
verso
Vaillant
:
a
poca
distanza
da
questo
villaggio
giunse
la
notizia
che
il
sindaco
del
medesimo
veniva
trascinato
a
Prauthoy
da
una
trentina
di
ulani
:
nuova
carica
sul
ghiaccio
:
gli
ulani
lasciano
la
preda
e
via
a
carriera
verso
Esnoms
,
e
siccome
chi
corre
corre
e
chi
fugge
vola
,
quando
i
nostri
arrivarono
a
quel
paese
,
i
nemici
erano
già
a
Prauthoy
.
Gli
oggetti
requisiti
ed
il
sindaco
rimasero
a
noi
,
e
quest
'
ultimo
offrì
in
Vaillant
un
pranzo
Lucullesco
agli
ufficiali
di
stato
maggiore
.
La
notte
fa
passata
a
Pierre
Fontaine
;
il
25
,
avvisato
che
una
sessantina
di
Prussiani
che
facevano
scorta
a
un
centinaio
di
prigionieri
francesi
,
dirigevansi
da
Prauthoy
sopra
Auberive
,
il
colonnello
Lobbia
con
cinque
ufficiali
del
suo
stato
maggiore
e
con
una
compagnia
di
Francs
Tireurs
faceva
un
'
imboscata
nella
foresta
di
Mont
'
Avoir
per
sorprendere
il
convoglio
:
verso
sera
però
gli
esploratori
avvertirono
che
i
nemici
avevan
presa
altra
strada
,
quella
di
Grancey
.
Avanti
di
continuare
,
sento
il
dovere
di
esporre
un
fatto
che
torna
a
grandissimo
onore
del
Lobbia
.
Allorchè
nel
giorno
precedente
imbandite
le
mense
,
altro
non
si
aspettava
all
'
infuori
che
il
colonnello
si
assidesse
nel
posto
d
'
onore
,
egli
domandò
se
era
stato
pensato
ai
prigionieri
,
ed
avendo
ottenuta
una
risposta
negativa
,
energicamente
protestò
,
minacciando
di
non
prender
parte
alla
mensa
,
qualora
non
si
trattassero
con
umanità
quelle
povere
vittime
della
fortuna
guerresca
;
nè
qui
si
arrestò
l
'
uomo
generoso
:
a
sua
iniziativa
fu
fatta
una
colletta
tra
gli
ufficiali
,
colletta
che
fruttò
un
sette
franchi
a
testa
pei
prigionieri
:
e
questi
,
vedendosi
fatti
segno
di
tal
gentilezza
,
sentendosi
sempre
palpitare
il
cuore
anche
sotto
la
tunica
di
gregario
,
piansero
,
piansero
come
fanciulli
e
gridarono
:
Viva
Garibaldi
,
Viva
l
'
Italia
.
Povera
gente
!
...
Lontana
da
suoi
,
in
un
paese
che
del
bene
non
gliene
voleva
dicerto
,
paurosa
di
tutto
,
al
balsamo
della
consolazione
sentiva
stemprarsi
quel
gelo
,
che
le
si
era
voluto
addensare
sull
'
anima
dagli
stupidi
ed
infami
regolamenti
che
vorrebbero
fare
degli
uomini
la
macchina
più
iniqua
,
che
torturi
la
povera
umanità
!
La
notte
Lobbia
,
Castellazzo
,
Pozzi
e
due
ufficiali
di
stato
maggiore
s
'
incamminarono
verso
Vaillant
:
gli
altri
li
seguitavano
a
un
chilometro
di
distanza
:
giunti
a
due
chilometri
da
Vaillant
,
quattro
ombre
,
silenziose
come
quell
'
oscurità
,
si
avanzano
...
si
dà
loro
l
'
alto
:
Castellazzo
si
avanza
arditamente
,
e
domanda
chi
sono
.
Essi
esitano
a
rispondere
.
Pozzi
grida
:
sono
Prussiani
,
abbassate
le
armi
....
ed
i
quattro
ubbidiscono
senza
far
motto
.
Si
disarmano
e
poi
vengono
consegnati
ad
una
compagnia
che
si
avanza
a
passo
di
corsa
.
Passata
quella
notte
a
Vaillant
,
l
'
indomani
la
brigata
si
portò
di
nuovo
a
Pierre
Fontaine
e
di
qui
passò
ad
Augeres
,
dove
la
sera
del
27
arrivarono
due
compagnie
di
linea
con
parecchi
ufficiali
,
inviati
dal
generale
Meyer
onde
coadiuvare
i
garibaldini
nell
'
attacco
di
Prauthoy
:
il
rinforzo
era
comandato
dal
capitano
Mas
,
vecchio
soldato
d
'
Affrica
.
Fu
tenuto
consiglio
di
guerra
nella
stanza
da
letto
del
sindaco
:
vi
assistevano
Lobbia
,
Castellazzo
,
Pozzi
e
altri
due
di
stato
maggiore
.
Il
Mas
era
un
po
'
in
bernecche
,
e
invasato
dai
sacri
furori
che
il
Dio
Bacco
suole
prodigare
ai
suoi
fedeli
seguaci
,
si
riprometteva
con
le
sue
due
compagnie
di
mangiare
in
un
colpo
tutti
i
Prussiani
;
domandava
soltanto
un
po
'
di
tempo
per
far
prendere
il
caffè
ai
soldati
.
Castellazzo
osservò
che
era
assai
meglio
che
lo
prendessero
dopo
aver
mangiato
i
Prussiani
,
per
aiutare
la
digestione
..
Mas
,
con
serietà
imperturbabile
,
chiese
allora
che
i
suoi
dipendenti
fossero
messi
al
posto
d
'
onore
(
all
'
avanguardia
)
.
Lobbia
accettò
e
commosso
da
tanto
eroismo
,
fè
la
consueta
grimace
,
Castellazzo
citò
i
versi
del
Miles
gloriosus
di
Plauto
:
....
..
virum
Fortem
,
atque
fortunatum
et
forma
regia
,
tum
bellator
Mars
Haud
ausit
dicere
:
neque
aequiparare
suas
virtutes
ad
tuas
.
Il
vecchio
soldato
non
sapendo
che
si
rispondere
a
quel
complimento
in
lingua
a
lui
incognita
;
scambiando
forse
Mars
per
Mas
fa
'
una
gran
riverenza
e
si
avvolse
in
dignitoso
silenzio
.
Alle
11
di
sera
tutti
erano
a
cavallo
:
per
sentieri
tutti
incrostati
di
ghiaccio
la
brigata
arrivò
a
Lucenay
.
Mentre
sul
viso
dei
coraggiosi
si
leggeva
chiaramente
l
'
ansia
,
il
desio
prepotente
di
misurarsi
coll
'
inimico
,
i
soldati
di
linea
perdevano
un
tempo
prezioso
a
prendere
il
caffè
e
a
fare
il
chilo
.
Dopo
mille
e
mille
sollecitazioni
a
partire
,
alla
fine
si
avviarono
:
si
avviarono
,
ma
con
tale
un
passo
da
tartarughe
,
che
invece
di
arrivare
,
come
era
stato
previsto
,
a
Prauthoy
alle
quattro
di
notte
,
ebbero
il
fresco
cuore
d
'
arrivarci
alle
sei
del
mattino
.
Aveva
preso
stanza
in
questo
villaggio
il
2°
battaglione
del
61
reggimento
Guglielmo
di
Pomerania
:
battaglione
che
apparteneva
giusto
appunto
,
come
rammenteranno
i
lettori
,
a
quel
reggimento
che
tanto
era
stato
battuto
il
giorno
23
alla
masseria
di
Poully
e
la
di
cui
bandiera
era
già
in
nostra
mano
:
800
fanti
,
50
cavalli
e
varii
cariaggi
:
tale
era
l
'
effettivo
di
cui
disponeva
il
nemico
.
Le
compagnie
di
linea
francese
aveano
avuto
l
'
ordine
di
penetrare
nel
villaggio
,
senza
trar
colpo
;
esse
invece
si
fermarono
a
trecento
passi
dal
medesimo
e
per
avvisare
il
nemico
si
misero
a
sparare
alle
passere
.
Convenne
allora
far
di
necessità
virtù
:
si
spiegarono
le
colonne
e
ci
si
accinse
a
dare
l
'
assalto
.
I
Prussiani
avevano
occupate
le
case
,
il
cimitero
,
la
chiesa
e
di
là
facevano
un
fuoco
d
'
inferno
.
Gli
Chasseurs
de
Lyon
e
le
guide
(
per
la
maggior
parte
italiane
)
si
portarono
eroicamente
:
qualche
altra
compagnia
fe
'
il
proprio
dovere
,
qualcuna
,
purtroppo
,
scappò
,
sparando
all
'
aria
,
o
,
quel
che
è
peggio
,
addosso
agli
ufficiali
di
stato
maggiore
che
cercavano
arrestarle
nella
corsa
disordinata
.
Ad
onta
però
di
tal
confusione
la
costanza
dei
pochi
prevalse
e
dopo
quattro
ore
circa
di
fuoco
,
i
Prussiani
,
perduto
il
loro
comandante
e
dopo
aver
lasciato
sul
campo
un
centinaio
tra
morti
e
feriti
si
salvarono
con
dirottissima
fuga
pei
campi
.
La
giornata
era
vinta
.
Noi
avemmo
49
morti
e
62
feriti
:
gli
avversarii
oltre
i
morti
e
i
feriti
,
lasciarono
nelle
nostre
mani
14
cavalli
,
73
prigionieri
,
14
cariaggi
d
'
avena
e
di
pane
,
una
ingente
quantità
d
'
oggetti
rubati
tra
cui
orologi
,
bauli
e
argenteria
,
200
fucili
,
la
contabilità
,
la
cassa
con
1,500
talleri
,
un
furgone
da
munizioni
e
diversi
carri
d
'
ambulanza
.
Tutto
insieme
fu
uno
dei
fatti
più
brillanti
della
campagna
di
Francia
e
se
monsieur
Mas
,
il
miles
gloriosus
,
avesse
secondato
a
dovere
il
resto
della
brigata
,
sarebbe
rimasta
prigioniera
l
'
intera
colonna
Prussiana
.
Inutile
il
dire
che
Castellazzo
in
quel
giorno
si
condusse
da
eroe
:
chiunque
l
'
ha
veduto
in
altre
campagne
,
può
e
deve
giustamente
argomentarlo
:
Pozzi
e
Farlatti
riscossero
l
'
ammirazione
di
tutti
,
e
non
ultimo
certo
tra
i
valorosi
si
addimostrò
il
signor
Visitelli
,
il
corrispondente
del
Dayly
News
.
Per
quel
giorno
e
per
la
notte
vegnente
si
trattennero
gli
stanchi
soldati
in
Prauthoy
;
il
domani
si
portarono
a
Langres
,
onde
accompagnare
i
prigionieri
,
riportare
la
preda
e
apprestarsi
a
nuove
avventure
.
Il
31
Lobbia
si
spinse
e
Neully
l
'
Eveque
a
12
chilometri
da
Langres
:
il
nemico
si
era
raccolto
in
forze
a
Montigny
le
Roi
e
la
2a
nostra
brigata
si
preparava
per
andargli
a
fare
una
delle
solite
visite
,
quando
arrivarono
anche
lassù
le
prime
notizie
dell
'
armistizio
.
Il
generale
Meyer
,
protestando
di
eseguire
scrupolosamente
i
decreti
del
suo
governo
,
non
permise
alcun
movimento
e
così
la
brigata
Lobbia
restò
isolata
dal
rimanente
dell
'
armata
dei
Vosgi
,
nè
si
seppe
più
alcuna
notizia
di
lei
,
fino
a
che
il
Castellazzo
,
travestitosi
da
contadino
,
dando
prova
di
un
favoloso
coraggio
,
traversò
imperterritamente
le
linee
prussiane
,
e
portandosi
a
Autun
,
venne
di
là
a
Chalons
-
sur
Saône
,
latore
di
notizie
e
dispacci
.
Terminato
che
fu
l
'
armistizio
e
conclusa
la
pace
,
la
brigata
Lobbia
con
lascia
passare
Prussiano
passò
in
mezzo
alle
schiere
nemiche
che
le
resero
gli
onori
militari
:
da
Langres
venne
a
Chalons
,
dove
furono
tolti
persino
i
mantelli
alle
Guide
,
che
così
bene
avevano
adempiuto
il
loro
incarico
,
che
tanto
si
erano
coperte
di
gloria
per
difendere
quella
Repubblica
Francese
che
ora
in
tal
modo
le
ricompensava
.
CAPITOLO
XXVII
.
Torniamo
a
noi
:
i
giorni
delle
belle
emozioni
erano
cessati
:
prolungare
dettagliatamente
questa
mia
storia
,
sarebbe
un
voler
portare
il
cane
per
l
'
aia
,
e
terminerei
rendendomi
assai
più
noioso
di
quello
che
son
riuscito
fin
qui
....
ed
è
tutto
dire
!
..
Pure
,
qualche
episodio
della
nostra
guarnigione
,
qualche
sbozzo
alla
peggio
di
certe
scene
,
che
,
se
non
altro
,
possono
illuminare
qualcuno
sullo
spirito
che
dominava
allora
in
Francia
,
non
sembreranno
superflui
ai
lettori
e
serviranno
,
quasi
di
cornice
al
quadro
che
male
o
bene
ho
tentato
di
tratteggiare
sin
qui
:
stacco
perciò
dal
mio
libriccino
di
appunti
le
pagine
meno
seccanti
e
ben
volentieri
le
offro
a
quei
Cirenei
,
che
hanno
subito
il
peso
della
mia
croce
per
tanto
tempo
,
dando
prova
in
tal
modo
di
più
che
cristiana
pazienza
.
Chalons
ha
da
essere
un
soggiorno
incantevole
;
ha
strade
e
piazze
pulite
,
eleganti
e
con
sfarzosi
negozii
:
il
suo
quai
sur
la
Saône
rammenta
i
nostri
lungarni
:
il
fiume
è
però
più
bello
e
più
tranquillo
dell
'
Arno
:
sul
far
della
sera
quando
arriva
Parisièn
,
il
piccolo
piroscafo
che
viene
da
Lione
,
disegnando
una
striscia
di
fumo
sulle
limpide
plaghe
del
cielo
sereno
,
si
gode
una
incantevole
poesia
e
troviamo
artisticamente
superbi
i
visi
sin
'
allora
simpatici
semplicemente
delle
cittadine
:
Il
desiderio
di
rivedere
l
'
Italia
si
fa
più
vivo
...
a
che
ci
tengono
qua
,
se
non
ci
è
più
da
menare
le
mani
?
Vien
dato
a
me
e
a
Gismondi
un
biglietto
d
'
alloggio
per
un
palazzo
in
Rue
aux
Fievres
:
il
nome
non
è
di
buon
'
augurio
:
Troviamo
un
prete
,
un
vecchio
signore
ed
una
ragazza
nè
bella
,
nè
brutta
:
fanno
mille
difficoltà
:
Gismondi
va
in
bestia
,
e
piglia
quest
'
occasione
per
dire
:
maledetta
la
Francia
!
...
-
Parlate
Italiano
?
-
ci
dice
subito
la
ragazza
:
l
'
amico
rimane
di
sasso
:
e
allora
sappiamo
che
la
ragazza
ha
studiato
la
nostra
lingua
tre
anni
;
cosa
che
non
impedisce
di
scambiarla
,
quando
pronunzia
,
per
un
'
Abissina
.
Dopo
mille
daddoli
,
ci
accomodano
nella
camera
delle
cameriere
.
Meno
male
.
Oltre
il
quartier
generale
ha
stanza
in
Chalons
l
'
eroica
brigata
Ricciotti
:
ritroviamo
lo
Strocchi
,
l
'
Orlandi
e
altri
amici
.
Si
passano
le
giornate
aux
Vendange
de
Bourgogne
,
dove
una
ragazza
robusta
e
impertinentemente
carina
serve
da
pranzo
,
e
mesce
gli
asenzii
e
i
cognak
.
Mademoiselle
Marie
,
après
la
guerre
je
vous
epouse
si
sente
ripetere
ad
ogni
minuto
e
con
tutto
questo
ci
si
noia
,
come
a
un
pezzo
di
musica
dell
'
Avvenire
.
Meno
male
,
che
a
giorni
sono
l
'
elezioni
;
l
'
agitazione
politica
ci
stordirà
,
eppoi
chi
può
predire
di
cosa
sieno
gravide
l
'
urne
.
Questa
è
carina
!
Viene
da
me
il
solito
tromba
Romagnolo
:
mi
chiama
in
disparte
eppoi
mi
dice
con
importanza
.
:
-
Chat
in
Francese
non
vuoi
dire
altro
che
gatto
?
-
Di
certo
.
-
E
pigeon
piccione
?
-
È
innegabile
!
-
Dovevo
immaginarlo
!
...
Esclamava
allora
in
tuono
tragico
,
battendosi
il
capo
.
-
Che
ti
è
successo
?
!
-
Proruppi
io
stimolato
dalla
curiosità
-
Versa
in
seno
dell
'
amicizia
quello
che
ti
grava
nel
cuore
.
-
Se
tu
sapessi
....
io
faceva
la
caccia
a
una
bella
bambina
:
ed
ero
,
cioè
credevo
di
esser
corrisposto
...
stamani
vo
in
casa
,
l
'
abbraccio
,
lei
non
si
muove
,
ma
nel
più
bello
,
nel
calore
dei
discorsi
,
mi
ha
cominciato
a
dire
:
Mon
chat
,
mon
pigeon
dunque
vuole
in
tutti
i
modi
battezzarmi
per
una
bestia
..
io
era
indeciso
,
ma
ora
...
-
Son
le
gentilezze
che
usano
le
innamorate
di
qua
..
-
Forse
perché
riconoscono
quelli
che
ronzan
loro
dintorno
,
ma
io
non
sono
del
mazzo
e
protesto
.
Un
proclama
di
Gambetta
,
affisso
alle
cantonate
,
invita
i
cittadini
ad
accorrere
unanimi
alle
urne
,
chiama
sosta
la
sospensione
dell
'
arme
,
non
risparmiando
certe
spavalderie
che
non
dovrebbero
essere
più
di
moda
.
Interrogo
difatti
varie
persone
e
tutte
mi
rispondono
,
facendo
voti
per
la
pace
,
e
arrivando
perfino
a
confessare
che
preferiscono
la
caduta
della
repubblica
a
nuove
guerre
e
a
nuovi
disastri
.
Ah
!
...
Francia
,
Francia
come
sei
caduta
nel
basso
:
perché
non
ritrovasti
in
tanto
sterminio
l
'
eroismo
di
Missolungi
?
...
Io
non
ti
posso
stimare
.
Il
sottoprefetto
di
Chalons
è
una
pasta
di
zucchero
:
Corso
,
è
contrarissimo
a
Napoleone
:
sottoprefetto
è
un
sansculot
di
prima
forza
!
Oggi
ero
di
guardia
:
si
è
trattenuto
un
poco
con
me
sul
terrazzo
:
mi
ha
parlato
della
Francia
colle
lacrime
agli
occhi
ed
ha
finito
con
accenti
di
disperazione
.
Sul
far
della
notte
ha
mandato
una
damigiana
di
vino
e
del
salame
ai
soldati
.
Garibaldi
si
è
ritirato
a
un
chilometro
dalla
città
:
noi
non
sappiamo
che
pesci
si
prendere
:
cominciano
i
bullettini
dell
'
elezioni
:
si
ritiene
che
uscirà
eletto
Garibaldi
.
Tornano
Miquelf
;
Materassi
e
le
altre
Guide
,
che
si
credevano
già
putrefatte
,
o
per
lo
meno
nelle
mani
nemiche
.
Materassi
ci
racconta
che
hanno
fatto
saltare
due
ponti
,
che
hanno
visitato
un
visibilio
di
paesi
,
ricevuti
sempre
bene
,
ma
sempre
costretti
ad
udire
discorsi
in
favor
della
pace
.
Non
ci
è
caso
:
la
Francia
è
sfiduciata
,
la
Francia
è
come
colui
che
,
finita
ogni
risorsa
,
preferisce
portar
la
livrea
di
coloro
che
l
'
hanno
spogliato
e
non
sa
trovare
il
coraggio
di
uccidersi
.
La
corruzione
di
Chalons
non
la
cede
per
nulla
a
quella
di
Digione
.
Il
quai
è
un
continuo
viavai
di
donnette
che
ti
lanciano
occhiate
assassine
.
Non
vi
è
soldato
che
non
abbia
un
'
amante
.
O
mariti
Italiani
che
nel
1859
coronaste
d
'
alloro
i
vincitori
di
Magenta
e
ne
aveste
in
ricambio
altre
corone
,
gioite
:
i
vostri
compatriotti
sanno
ben
vendicarvi
!
Il
maggiore
di
piazza
è
un
militarista
accanito
:
mi
ha
fermato
nella
grande
rue
perché
non
l
'
ho
salutato
.
Ha
minacciato
di
far
sciogliere
le
guide
,
perché
vanno
di
trotto
al
passeggio
e
perché
non
vanno
alla
piazza
a
prender
l
'
ordine
del
giorno
.
Sì
....
i
nostri
soldati
non
sono
venuti
per
questi
servizii
vigliacchi
-
urla
Ghino
allorché
riferisco
la
commissione
-
ci
pare
ora
di
tornare
in
Italia
!
..
E
nessuno
va
al
comando
di
piazza
.
Giorno
dell
'
elezioni
:
le
sale
ove
sono
le
urne
riboccano
di
gente
:
vedo
due
liste
di
candidati
:
in
una
figura
Garibaldi
nell
'
altra
Mac
Mahon
:
non
riescono
nè
l
'
uno
nè
l
'
altro
nel
dipartimento
di
Saône
et
Loire
.
Garibaldi
è
eletto
però
in
cinque
dipartimenti
ed
ottiene
in
tutti
gli
altri
splendidissime
votazioni
.
La
sera
delle
elezioni
più
animazione
e
più
chiasso
nelle
trattorie
e
nei
caffè
.
Chi
la
vuol
lessa
chi
arrosto
:
tutti
però
si
aspettano
una
Camera
molto
meno
peggiore
di
quella
che
resulta
realmente
.
I
coscritti
della
nuova
classe
,
preceduti
da
un
tamburone
attraversano
la
città
,
gridando
:
Viva
Garibaldi
,
Viva
la
guerra
,
Viva
la
Francia
.
A
che
tanto
entusiasmo
?
..
Son
tutti
giovani
di
18
e
19
anni
,
perché
non
hanno
preso
il
fucile
,
quando
la
patria
era
in
pericolo
?
..
Uno
spilungone
,
vero
pagliaccio
,
ha
in
testa
un
morione
da
guardia
imperiale
e
agita
una
canna
da
capo
tamburo
...
Ah
,
Francesi
,
quando
sarete
più
serii
?
!
..
A
che
conservare
quella
blague
schifosa
che
vi
rendeva
spregevoli
anche
a
dì
del
trionfo
?
Meditate
sulle
vostre
sventure
,
e
non
fate
gli
eroi
quando
ne
è
passato
il
tempo
,
se
non
volete
rassomigliare
...
«
Al
nobile
guitto
«
Che
senza
un
quattrino
«
Ostenta
il
diritto
«
Di
andare
al
casino
Giunge
il
maggior
Tironi
a
fare
uomini
pel
suo
squadrone
dei
Cacciatori
d
'
Italia
che
si
costituisce
a
Reumelly
:
è
indirizzato
al
nostro
corpo
:
si
consegnano
a
lui
tutti
i
Francesi
che
figurano
nei
nostri
quadri
.
Tra
questi
infatti
ci
è
della
robaccia
in
tutta
l
'
estensione
del
termine
:
tra
gli
altri
il
sergente
di
scuderia
che
converte
la
biada
dei
cavalli
in
bottiglie
d
'
eccellente
Borgogna
:
i
nostri
cavalli
sono
ridotti
allo
stato
di
quello
dell
'
Apocalisse
.
Rimasti
tra
noi
,
in
famiglia
,
si
respira
un
po
'
più
liberamente
.
Arrivano
da
Marsiglia
un
centinaio
d
'
Italiani
,
che
il
maggior
Pennazzi
,
aggregherà
alla
compagnia
Egiziana
.
Arrivano
a
tempo
....
.
per
ritornare
con
gli
altri
in
Italia
!
Giungono
pure
due
o
tre
che
son
disertati
dal
Frapolli
:
ci
raccontano
come
in
Lione
dei
volgari
truffatori
e
dei
veri
e
proprii
malandrini
da
strada
disonorino
il
nome
italiano
in
tal
guisa
da
veder
scritto
a
parole
cubitali
lungo
le
vie
:
Defendue
la
chémise
rouge
.
Ricomincia
un
po
'
di
vaiolo
!
ne
è
attaccato
anche
il
nostro
foriere
:
morire
ora
...
la
sarebbe
birbona
!
..
Garibaldi
parte
per
Bordeaux
onde
intervenire
all
'
assemblea
:
lo
accompagnano
Fontana
,
Gattorno
,
Vivaldi
Pasqua
e
Galeazzi
.
Menotti
arrivato
al
mattino
piglia
il
comando
dell
'
armata
dei
Vosgi
interinalmente
:
è
con
lui
Bizzoni
.
Mi
alzo
più
presto
del
solito
,
e
vo
'
dalla
bella
Marie
a
bever
la
goutte
-
Socci
-
Mi
grida
una
voce
di
basso
profondo
:
mi
volto
e
veggo
Galliano
-
Tu
qui
....
ora
?
-
Vienci
prima
,
se
ti
riesce
!
...
il
sor
Bolis
mi
ha
tenuto
fin
ora
in
prigione
:
appena
sono
stato
libero
,
son
venuto
qua
con
dieci
uomini
.
-
Ma
ora
torniamo
indietro
....
-
Neanche
per
sogno
io
li
sò
i
progetti
del
generale
....
se
tu
sapessi
!
....
-
Che
c
'
è
?
-
C
'
è
...
ma
per
ora
non
lo
dire
a
nessuno
....
c
'
è
,
che
ora
si
scende
in
Nizza
,
si
proclama
la
repubblica
....
-
Sogni
!
-
Vedrai
.
-
E
t
'
han
fatto
nulla
?
-
Son
capitano
-
Si
bagneranno
i
galloni
?
-
Lasciami
prender
l
'
entrata
in
campagna
.
-
E
a
qual
corpo
ti
hanno
aggregato
?
-
A
qual
corpo
?
!
...
A
dirtela
non
lo
so
neppure
io
.
-
Tanto
meglio
....
Una
triste
notizia
;
il
colonnello
Bossi
,
mentre
accingevasi
a
partire
da
Chalons
è
assalito
da
un
trabocco
di
sangue
e
cade
tra
le
braccia
dell
'
ufficiale
di
stato
maggiore
che
lo
ha
accompagnato
alla
stazione
.
Bossi
era
un
vecchio
soldato
:
franco
e
leale
;
non
troppo
ben
visto
dai
proprii
dipendenti
per
la
sua
rigidezza
,
ma
patriotta
di
antica
tempra
e
di
coraggio
prodigioso
.
Veterano
di
tutte
le
campagne
d
'
Italia
lasciava
colla
sua
morte
un
voto
molto
sensibile
nelle
file
della
democrazia
militante
.
Passeggio
svagolato
sul
Quai
:
sento
fermarmi
,
mi
volto
credendo
ravvisare
un
amico
e
invece
vedo
un
vecchio
di
fisonomia
rispettabile
,
che
porta
all
'
occhiello
la
fettuccia
rossa
della
legione
d
'
onore
.
Siete
Italiano
?
....
Mi
domanda
nel
nostro
idioma
.
-
Sissignore
,
rispondo
-
Volete
venire
a
farvi
il
ritratto
?
-
Io
lo
sbircio
bene
bene
,
e
quasi
quasi
suppongo
che
sia
un
pazzo
.
-
La
mia
domanda
è
assai
strana
,
si
affretta
a
soggiungere
-
ma
io
sto
facendo
un
'
Album
dove
intendo
far
collezione
de
'
figurini
dei
differenti
corpi
dell
'
Armata
dei
Vosgi
.
-
Sicché
io
dovrei
venire
?
....
-
A
fare
da
figurino
delle
Guide
.
-
perché
no
?
!
-
Borbotto
:
dopo
tutto
è
bellina
!
Non
potendo
farla
da
eroe
sono
utile
almeno
a
far
da
figurino
!
....
Mezz
'
ora
dopo
in
eroico
atteggiamento
sono
in
posa
difaccia
a
Monsieur
Philip
che
mi
parla
di
Firenze
da
lui
veduta
,
or
sono
trent
'
anni
,
che
mi
offre
un
punch
eccellente
,
e
che
mi
fa
vedere
un
piccolo
album
tascabile
,
sul
quale
en
passant
per
la
via
,
ha
schizzato
dieci
o
dodici
caricature
di
Garibaldini
tra
cui
quelle
di
tre
miei
amici
,
ripresi
alla
perfezione
.
Esco
dal
pittore
e
vedo
davanti
al
quartier
generale
:
una
folla
straordinaria
di
gente
:
i
ragazzi
si
aggrappano
alla
cancellata
del
giardino
:
i
popolani
formano
dei
crocchi
:
tutti
discorrono
concitatamente
e
sgranano
certi
occhi
da
non
avere
invidia
con
quelli
di
un
bue
,
nella
direzione
del
palazzo
.
Che
è
,
che
non
è
?
Mille
dubbi
tenzonano
nella
mia
mente
:
mi
faccio
largo
tra
la
calca
a
forza
di
urtoni
,
tratto
male
le
sentinelle
che
volevano
precludermi
il
passo
,
e
tocco
,
come
si
suol
dire
,
il
Cielo
con
un
dito
,
quando
posso
sbirciare
una
guida
,
a
cui
immediatamente
domando
:
Che
è
successo
di
nuovo
?
-
Nulla
,
sono
arrivati
due
parlamentarii
Prussiani
....
l
'
armistizio
è
stato
protratto
e
vengono
a
fissare
le
linee
di
demarcazione
.
-
Non
chiedo
altre
spiegazioni
e
vo
su
nella
sala
d
'
ordini
:
tutti
gli
ufficiali
leggono
pacificamente
i
giornali
;
qualcuno
si
scalda
al
camminetto
:
ciò
non
mi
produce
alcun
senso
,
gli
avevo
veduti
usare
in
tal
modo
nelle
circostanze
supreme
,
possono
fare
così
anche
ora
!
ragioniamo
con
alcuni
altri
coi
due
bassi
ufficiali
che
hanno
accompagnato
il
colonnello
di
stato
maggiore
che
fa
da
parlamentario
:
con
nostra
maraviglia
li
troviamo
istruitissimi
:
ci
parlano
con
rispetto
degli
Italiani
,
ci
dicono
francamente
che
senza
di
noi
sarebbero
andati
a
Lione
,
ma
ci
dichiarano
con
altrettanta
franchezza
,
che
da
noi
non
si
aspettavano
simile
ingratitudine
,
da
noi
che
eravamo
andati
a
Venezia
soltanto
per
dato
e
fatto
della
Prussia
.
Questa
è
proprio
carina
!
....
I
Francesi
ce
ne
dicono
di
tutte
un
po
'
,
perchè
ci
siamo
dimenticati
di
Magenta
e
di
Solferino
,
non
accorrendo
come
un
'
uomo
solo
dall
'
Alpi
a
Lilibeo
,
a
dar
due
botte
ai
Prussiani
:
i
Prussiani
ci
gabellano
addirittura
per
ingrati
perché
abbiam
loro
strappato
uno
stendardo
a
Digione
.
La
morale
?
....
La
morale
è
questa
:
Guai
a
coloro
che
hanno
bisogno
di
una
mano
per
sollevarsi
;
fortunati
coloro
che
sanno
fare
da
se
:
chi
fa
da
se
fa
per
tre
,
dice
un
proverbio
e
i
proverbii
,
a
detta
di
Salomone
,
sono
la
sapienza
dei
popoli
.
Dopo
un
lungo
colloquio
il
parlamentario
ritorna
verso
la
Côte
d
'
Or
:
il
popolo
lo
saluta
con
fischi
.
Assai
brutta
idea
si
devono
aver
fatta
quei
Tedeschi
della
civiltà
Francese
;
un
popolo
deve
essere
feroce
nella
lotta
d
'
indipendenza
,
ma
dee
mai
sempre
rispettare
il
diritto
delle
genti
e
,
cessati
i
guai
,
ha
da
ravvisare
un
fratello
in
colui
che
ridotto
macchina
nelle
mani
di
un
re
,
può
avergli
fatto
del
male
.
Ci
giungono
notizie
dì
Bordeaux
....
e
che
brutte
notizie
!
....
Le
nostre
previsioni
non
sono
andate
fallite
.
La
Francia
accasciata
sotto
la
vigliaccheria
,
ha
mandato
al
corpo
Legislativo
l
'
assemblea
più
retrograda
che
immaginar
si
possa
.
Lo
spirito
generoso
delle
città
è
stato
soffocato
dall
'
alito
maligno
della
reazione
provinciale
.
Niente
di
strano
:
tutti
in
Chalons
a
mò
d
'
esempio
desiderano
la
pace
,
riaccetterebbero
Napoleone
pur
di
non
vedere
un
Prussiano
:
il
mio
amico
pittore
tratta
di
buffone
Gambetta
,
il
padrone
di
casa
maledice
la
repubblica
perché
ha
i
suoi
campi
occupati
dal
nemico
:
nessuno
prenderebbe
un
fucile
per
ricacciare
gli
stranieri
oltre
Reno
....
I
popoli
hanno
il
governo
che
si
meritano
:
in
nazioni
come
la
Francia
corrotte
,
son
degni
presidenti
i
Thiers
,
e
veri
rappresentanti
i
ruraux
di
Versailles
.
Si
leggono
i
giornali
:
Garibaldi
è
stato
ricevuto
iniquamente
nell
'
Assemblea
:
gli
si
è
vietato
persino
di
discorrere
:
una
voce
sola
ha
tuonato
in
mezzo
ai
codardi
in
difesa
dell
'
eroe
:
è
la
voce
generosa
che
si
elevò
da
Guernesey
in
favore
dei
caduti
di
Mentana
,
è
la
voce
che
ha
agitato
le
fibre
della
decrepita
Europa
,
e
che
ha
fatto
allibire
sui
troni
i
regnanti
:
è
la
voce
di
Victor
Hugo
;
fra
tanti
cialtroni
Garibaldi
non
poteva
esser
compreso
degnamente
che
dall
'
autore
dei
Miserabili
.
Il
Generale
dava
le
sue
dimissioni
.
Queste
notizie
finiscono
di
rovinare
il
morale
dei
volontarii
.
Nessuno
presta
servigio
,
tutti
vogliono
tornare
in
Italia
.
Vedo
aux
Vendanges
de
Bourgogne
Castellazzo
:
mi
perdoni
l
'
egregio
amico
,
ma
lo
avevo
scambiato
per
un
barocciaio
.
Ha
un
cappellaccio
di
pelo
e
una
casacca
pure
di
pelo
.
Gli
parlo
:
egli
,
con
quell
'
abbigliamento
,
è
riuscito
a
deludere
la
sorveglianza
del
nemico
ed
ha
attraversato
le
file
prussiane
.
Anche
lui
è
sfiduciato
e
mi
dice
che
in
quanto
al
partire
per
noi
può
essere
questione
di
giorni
.
Siamo
chiamati
in
quartiere
:
il
nostro
tenente
dice
di
averci
a
fare
una
importantissima
comunicazione
e
fa
leggere
al
foriere
il
seguente
ordine
del
giorno
:
«
Ai
bravi
dell
'
Armata
dei
Vosgi
.
Io
vi
lascio
con
dolore
,
miei
bravi
,
e
sono
costretto
a
tal
separazione
da
circostanze
imperiose
.
Ritornando
ai
vostri
focolari
raccontate
alle
vostre
famiglie
i
lavori
,
le
fatiche
,
i
combattimenti
che
abbiamo
sostenuti
insieme
per
la
santa
causa
della
repubblica
.
Dite
loro
sopratutto
che
aveste
un
capo
che
vi
amava
come
figli
e
che
andava
orgoglioso
della
vostra
bravura
.
A
rivederci
in
circostanze
migliori
.
GIUSEPPE
GARIBALDI
Terminata
questa
lettura
,
do
un
'
occhiata
ai
compagni
,
vedo
degli
occhi
lustri
e
non
posso
fare
a
meno
di
notare
un
silenzio
molto
eloquente
:
non
vi
è
che
dire
;
i
miei
compagni
sono
tutti
commossi
,
quanto
lo
sono
io
.
Le
generose
parole
dell
'
eroe
sono
scese
nel
cuore
di
tutti
:
ci
insultino
pure
i
Giuda
politici
,
i
prezzolati
campioni
della
Monarchia
,
ci
chiamino
vagabondi
e
gente
che
non
ha
nulla
da
perdere
,
le
nostre
fatiche
non
potevano
esser
meglio
ricompensate
,
le
nostre
idee
non
potevano
esser
meglio
comprese
.
Una
sola
parola
di
elogio
sgorgata
dalle
labbra
intemerate
di
Garibaldi
vale
di
più
di
tutti
i
belati
della
mandra
comprata
;
il
nostro
non
è
feticismo
,
non
è
un
moto
idolatra
,
è
la
giusta
estimazione
che
gli
uomini
di
cuore
devono
mai
sempre
nutrire
per
coloro
che
hanno
tanta
benemerenza
verso
l
'
umanità
,
per
coloro
la
di
cui
vita
è
stata
sempre
un
continuo
sacrifizio
,
una
continua
abnegazione
in
favore
delle
magnanime
idee
.
Si
legge
anche
un
ordine
del
giorno
di
Bordone
;
non
manca
pur
questo
di
generosità
,
ma
quali
parole
possono
fare
effetto
dopo
quelle
del
Romito
di
Caprera
?
Tornano
da
Digione
alcuni
nostri
feriti
,
tra
i
quali
Pianigiani
.
Non
si
lagnano
del
contegno
dei
Prussiani
,
e
fanno
molti
elogii
di
quello
del
popolo
,
sempre
repubblicano
anche
in
presenza
degli
invasori
.
Ci
parlano
della
magnificenza
dei
funerali
del
Perla
.
Un
battaglione
Prussiano
ha
reso
gli
onori
militari
alla
salma
:
tutta
la
popolazione
è
corsa
lungo
le
vie
da
cui
è
passato
il
funebre
corteo
;
la
madre
del
prode
maggiore
non
ha
curato
i
lunghi
disagii
del
viaggio
ed
è
corsa
onde
essere
in
tempo
a
far
meno
triste
l
'
agonia
del
figliuolo
;
essa
lo
ha
accompagnato
al
sepolcro
.
Povera
donna
!
..
se
tuo
figlio
è
morto
gloriosamente
,
se
il
di
lui
nome
sarà
eternamente
celebrato
tra
quello
dei
martiri
della
libertà
,
tu
non
cessi
di
esser
madre
e
hai
diritto
di
piangere
:
le
lacrime
delle
madri
sono
la
rugiada
benefica
che
fa
rinvigorire
le
magnanime
idee
.
Distruggiamo
i
tiranni
e
nessuna
avrà
da
piangere
su
di
un
figlio
innanzi
tempo
rubato
all
'
avvenire
e
alla
patria
.
È
partito
per
Avignone
il
terzo
degli
usseri
.
Erano
buoni
figliuoli
e
durante
la
campagna
hanno
fatto
un
servizio
di
ferro
Li
abbiamo
accompagnati
alla
stazione
:
hanno
voluto
abbracciarci
e
ci
hanno
lasciato
gridando
:
Viva
l
'
Italia
,
rammentatevi
di
noi
!
...
Non
temete
,
bravi
figliuoli
,
noi
non
potremo
dimenticarvi
:
noi
vi
abbiamo
veduto
volare
intrepidamente
di
faccia
al
nemico
,
noi
abbiamo
spezzato
il
poco
pane
con
voi
,
noi
vi
si
siamo
affezionati
nelle
fatiche
,
nei
disagi
che
abbiamo
sostenuti
per
la
repubblica
...
certe
cose
le
non
si
dimenticano
mai
!
Un
'
altra
bellina
!
...
L
'
amico
Kane
si
trova
senza
quattrini
e
sente
tutta
la
necessità
di
fare
un
pranzo
lucullesco
.
Cosa
inventa
?
Va
da
Monsieur
Coq
,
il
nostro
cittadino
trattore
,
e
a
faccia
tosta
gli
annunzia
di
esser
passato
ufficiale
.
Monsieur
Coq
lo
guarda
con
aria
d
'
ammirazione
e
gli
dà
il
mi
rallegro
.
Kane
gli
fa
osservare
la
necessità
di
dare
un
banchetto
agli
amici
,
e
,
consenziente
il
trattore
,
ordina
un
lautissimo
desinare
da
pagarsi
appena
riscossa
l
'
entrata
in
campagna
.
Io
sono
del
bel
numero
uno
degli
invitati
.
Il
giorno
dopo
,
si
hanno
da
vendere
i
cavalli
di
rimonta
e
,
a
farlo
apposta
,
tra
le
povere
vittime
designate
per
condurli
in
giro
e
per
trovar
compratori
è
designato
anche
l
'
apocrifo
ufficiale
.
Non
senza
stiacciare
dei
moccoli
,
il
disgraziato
agguanta
le
redini
di
uno
dei
più
sghangherati
Bucefali
e
va
cogli
altri
sotto
l
'
obelisco
della
Piazza
per
portarlo
all
'
incanto
.
Noi
cerchiamo
in
tutti
i
modi
di
far
prender
cappello
al
nostro
amico
:
ora
gli
si
da
la
baia
,
ora
si
esige
che
metta
al
trotto
la
bestia
:
sul
più
bello
delle
nostre
burlette
,
capita
in
mezzo
a
noi
,
come
lo
spettro
di
Banco
,
il
povero
Monsieur
Coq
,
vede
il
preteso
ufficiale
che
fa
quel
basso
servizio
,
fa
un
urlaccio
e
rimane
come
Don
Bartolo
:
dal
canto
suo
Kane
non
sa
quali
pesci
si
prendere
,
e
ci
dà
certe
occhiate
da
commuovere
i
sassi
,
ma
che
ci
fanno
scompisciar
dalle
risa
.
Silenzio
di
un
paio
di
minuti
,
finalmente
l
'
amico
nostro
si
risolve
,
empie
di
chiacchere
la
testa
dell
'
oste
e
te
lo
ingarbuglia
in
modo
tale
da
persuaderlo
a
comprare
il
cavallo
e
così
tra
sconto
,
tra
senseria
ed
altri
ammennicoli
,
chi
ha
avuto
ha
avuto
e
tutti
rimangon
contenti
!
Il
comando
dell
'
Armata
dei
Vosgi
è
passato
nelle
mani
del
vice
ammiraglio
Penohat
.
In
tempo
di
rivoluzione
niente
di
strano
che
un
uomo
di
mare
comandi
un
armata
di
terra
....
eppoi
,
ce
lo
han
ripetuto
,
egli
viene
per
scioglierci
.
Laus
Deo
:
ci
leveremo
alla
fine
da
questa
vita
noiosa
,
di
cui
le
feste
improvvisate
all
'
Hotel
du
Parc
,
le
facili
conquiste
delle
Veneri
appassite
che
passeggiano
sui
Quais
,
la
maldicenza
su
tutto
e
su
tutti
,
compendiano
tutte
le
fasi
.
Se
si
restasse
un
altro
mese
,
ci
abbrutiremmo
di
più
degli
ubriachi
d
'
assenzio
che
riscontriamo
ogni
mattina
,
quando
ci
si
leva
dal
letto
.
Questi
ultimi
non
sono
pochi
.
L
'
uso
dell
'
assenzio
è
stata
una
delle
rovine
di
Francia
.
Altri
due
parlamentari
Prussiani
!
La
popolazione
s
'
insospettisce
:
la
strada
infaccia
al
quartiere
generale
è
gremita
di
gente
:
si
sussurra
,
si
grida
:
bisogna
rinforzare
la
guardia
al
cancello
.
I
parlamentari
partono
quasi
subito
e
la
calma
si
ristabilisce
.
Alcuni
dicono
che
il
nemico
concede
altri
otto
giorni
d
'
armistizio
,
purché
sia
occupato
anche
il
dipartimento
di
Saone
e
Loire
...
Vedremo
!
Vien
l
'
ordine
di
restituire
i
nostri
cavalli
e
di
portarli
al
deposito
di
rimonta
a
Macon
.
Buon
segno
!
..
Io
sono
incaricato
della
missione
,
prendo
meco
dieci
uomini
e
vo
per
quella
direzione
.
Appena
arrivati
,
sentiamo
tutti
un
gran
desiderio
di
mangiare
e
di
vedere
una
nuova
città
.
Lasciamo
nei
vagoni
i
cavalli
,
senza
curarci
di
dar
loro
quel
pasto
che
tanto
si
anela
per
noi
ed
a
corsa
entriamo
in
Macon
:
si
questiona
col
sindaco
per
aver
il
biglietto
d
'
alloggio
;
finalmente
ci
vien
concesso
,
io
vado
in
casa
di
una
bellissima
vedova
:
mi
metto
a
dormire
in
uno
stanzino
accanto
alla
sua
camera
;
però
prima
lei
chiude
l
'
uscio
con
doppio
giro
di
chiave
;
le
precauzioni
non
sono
mai
troppe
!
Al
mattino
ci
rammentiamo
dei
cavalli
:
si
vanno
a
prendere
e
ci
si
monta
a
pelo
per
condurli
al
deposito
.
Ci
riceve
un
vecchio
capitano
che
ci
guarda
a
squarciasacco
,
arricciandosi
i
lunghi
mustacchi
,
e
battendo
il
frustino
sugli
stivali
.
Ci
ordina
di
metter
le
bestie
in
una
vastissima
scuderia
.
Maledizione
!
Queste
hanno
tanta
fame
che
si
mettono
a
dar
dentate
al
legno
della
mangiatoia
.
Si
figurino
i
lettori
quali
occhi
piantasse
nei
nostri
il
capitano
!
Sbuffò
come
un
istrice
,
bestemmiò
un
paio
di
sacres
tonners
e
poi
in
tuono
burbero
ci
chiese
:
Ma
da
quanto
tempo
non
mangiavano
questi
cavalli
?
-
Fingi
di
non
capire
il
francese
,
mi
sussurra
un
vecchio
merlo
che
ho
accanto
.
Così
faccio
,
non
rispondo
ad
alcuna
domanda
,
il
vecchio
soldato
ci
manda
al
diavolo
e
noi
andiamo
a
desinare
.
Il
nostro
pasto
si
prolunga
tanto
,
che
non
solo
non
possiamo
veder
la
città
,
ma
arriviamo
a
buco
per
la
partenza
del
treno
.
Appena
scesi
dalla
stazione
di
Chalons
,
ci
colpisce
la
vista
un
insolito
brulichio
di
persone
:
la
vasta
piazza
dell
'
obelisco
è
occupata
da
capannelli
che
si
agitano
,
si
sbracciano
,
discorrono
ad
altissima
voce
.
Domandiamo
a
qualcuno
che
cosa
è
avvenuto
:
ci
si
risponde
che
domani
i
Prussiani
saranno
in
città
.
Ci
si
stringe
nelle
spalle
e
si
entra
nella
grande
Rue
:
questa
è
tanto
affollata
che
bisogna
procedervi
a
forza
di
spinte
;
per
pervenire
alla
sottoprefettura
ci
è
necessaria
una
buona
mezzora
.
Il
popolo
è
più
abbattuto
che
mai
:
qualcuno
si
azzarda
a
proferire
a
bassa
voce
la
parola
tradimento
.
Pesco
altre
notizie
:
oggi
scade
l
'
ultima
proroga
dell
'
armistizio
,
nessuno
avviso
è
venuto
,
niente
di
più
facile
che
ricomincino
l
'
ostilità
.
Incontro
finalmente
il
nostro
tenente
-
Stia
pronto
a
partire
,
mi
dice
-
Verso
Chagny
?
-
Nemmen
per
idea
,
noi
andiamo
a
Macon
-
O
i
Prussiani
?
-
Ci
crede
anche
lei
?
...
Va
via
il
quartiere
generale
,
ecco
tutto
;
in
settimana
ci
danno
il
congedo
,
fra
quindici
giorni
siamo
in
Italia
-
E
si
parte
?
-
Domattina
alle
quattro
.
-
La
partenza
dello
stato
maggiore
aveva
prodotto
quel
panico
da
cui
era
occupata
tutta
la
città
.
Vo
a
casa
:
per
via
non
posso
fare
a
meno
di
pensare
a
tutti
gli
addii
,
a
tutte
le
promesse
,
a
tutti
i
pianti
che
si
faranno
nel
corso
di
questa
nottata
;
sento
la
voluttà
di
non
lasciare
nemmeno
uno
spicchio
di
cuore
in
questa
graziosa
città
.
Annunzio
ai
miei
ospiti
la
mia
vicina
partenza
;
mi
dicono
le
solite
cose
e
mi
offrono
da
bere
;
passo
in
salotto
e
mi
trovo
in
compagnia
con
un
prete
che
dice
ira
di
Dio
di
Vittorio
Emanuele
perchè
ha
osato
di
entrare
nell
'
eterna
città
:
messo
a
punto
,
è
la
prima
volta
che
faccio
il
realista
(
che
il
Cielo
me
lo
perdoni
!
)
:
nasce
un
battibecco
,
i
padroni
di
casa
mi
fanno
il
viso
dell
'
arme
:
mi
avveggo
che
se
domani
non
partissi
loro
troverebbero
qualche
pretesto
per
mettermi
gentilmente
alla
porta
.
Vo
in
camera
è
comincio
a
fare
i
fagotti
:
sento
bussare
dolcemente
alla
porta
e
vedo
entrare
Maguelonne
,
un
bel
tipo
provenzale
,
una
delle
bonnes
della
famiglia
.
È
in
completo
deshabillè
le
domando
cosa
desidera
-
Son
venuta
ad
aiutarvi
,
mi
risponde
con
una
mossa
provocante
e
lanciandomi
un
'
occhiata
assassina
-
Capisco
l
'
antifona
,
ma
mi
ha
messo
tanto
malumore
la
disputa
col
curato
,
ma
son
tanto
felice
di
andarmene
che
risolvo
di
far
l
'
indiano
per
vedere
se
la
appetitosa
fanciulla
mi
si
leva
d
'
intorno
.
E
pensare
che
il
mio
compagno
d
'
abitazione
le
he
fatto
una
corte
spietata
e
che
dopo
un
'
infinità
di
salamelecchi
non
è
giunto
a
ricever
da
lei
che
...
uno
schiaffo
.
Proprio
la
fortuna
favorisce
i
poltroni
!
Prima
il
solito
discorso
della
mia
amante
italiana
,
poi
le
solite
proteste
d
'
affetto
ai
soldati
,
mille
bei
discorsi
insomma
a
'
quali
rispondo
,
come
le
mura
testimoni
di
quel
colloquio
.
Il
vecchio
Giuseppe
Ebreo
è
un
Don
Giovanni
a
paragone
mio
...
in
questa
sera
.
Terminato
che
ho
d
'
accomodar
la
mia
roba
,
cogli
occhi
fissi
in
terra
,
che
alzandoli
ho
paura
di
perdere
la
tramontana
,
auguro
la
buona
notte
all
'
inaspettata
visitatrice
.
Oh
!
disillusione
!
...
Essa
mi
stende
graziosamente
la
mano
e
con
un
tuono
di
voce
gentile
mi
dice
:
E
non
avete
da
dar
nulla
alla
bonne
?
Alzo
gli
occhi
;
la
stoccata
fa
perder
la
poesia
;
le
do
uno
scudo
che
m
'
esce
dal
cuore
e
vo
per
darle
anche
un
abbraccio
...
è
troppo
tardi
:
lo
schiaffo
del
mio
povero
compagno
riceve
una
seconda
edizione
nella
mia
povera
guancia
!
...
vo
a
letto
bestemmiando
,
mentre
sento
nella
stanza
accanto
le
risate
della
birichina
.
Mi
alzo
elle
quattro
:
è
un
buio
d
'
inferno
:
per
rischiararmi
la
vista
prendo
due
gouttes
,
poi
vo
di
corsa
alla
foreria
.
I
nostri
sono
già
in
rango
:
si
aspetta
mezz
'
ora
,
cominciamo
a
impazientirsi
....
dopo
un
'
ora
eccoti
l
'
ordine
che
partiremo
alle
dieci
.
Rinunzio
a
descrìvere
la
salva
d
'
imprecazioni
con
cui
viene
accolto
un
tale
annunzio
!
Si
va
al
caffè
;
trovo
un
campagnolo
che
mi
si
appiccica
:
va
a
Belfort
,
suo
fratello
fa
parte
di
quella
eroica
guarnigione
che
sola
in
tutta
la
campagna
ha
capitolato
coll
'
onore
dell
'
armi
;
sarà
morto
,
sarà
ferito
il
povero
diavolo
?
Il
mio
nuovo
conoscente
non
ne
sa
un
'
acca
,
ma
spera
ed
è
allegro
come
uno
sposo
novello
;
mi
invita
ad
ogni
costo
a
far
colazione
con
lui
;
la
colazione
è
sì
lauta
che
le
trombe
chiamano
a
raccolta
e
noi
non
abbiamo
ancora
finito
di
trincare
.
Esco
mezzo
in
bernecche
,
mi
accodo
agli
altri
;
appena
arrivato
sotto
la
stazione
schizzo
in
un
vagone
di
prima
;
cinque
minuti
dopo
mi
addormento
saporitamente
per
destarmi
a
Macon
.
CAPITOLO
XXVIII
.
Mi
perdonino
i
lettori
,
se
tanto
li
ho
intrattenuti
con
certi
dettagli
di
minima
importanza
e
forse
tali
da
raffreddar
l
'
interesse
di
questa
mia
narrazione
,
se
pure
da
qualcuno
di
facile
contentatura
ci
si
può
ravvisare
dell
'
interesse
:
oramai
avevo
buttato
giù
queste
note
e
non
ho
potuto
resistere
al
desiderio
di
pubblicarle
:
nella
vita
oziosa
,
monotona
che
siamo
,
purtroppo
,
costretti
a
condurre
in
Italia
,
le
reminiscenze
di
un
tempo
che
,
se
non
era
bellissimo
,
ci
offriva
almeno
il
destro
di
poter
favellare
col
cuore
sulle
labbra
e
dire
cogli
amici
ad
alta
voce
i
propositi
ardenti
che
ci
bollivano
in
seno
,
senza
aver
paura
dei
birri
e
del
procuratore
del
re
,
parlano
una
voce
così
eloquente
al
mio
cuore
,
che
il
più
piccolo
nonnulla
di
tale
epoca
,
che
in
tanta
degradazione
io
veggo
passarmi
davanti
agli
occhi
della
fantasia
,
caramente
diletta
come
una
illusione
svanita
,
o
come
un
sogno
perduto
,
m
'
ispira
un
'
affezione
che
non
saprei
abbastanza
spiegare
,
ed
egoista
come
tutti
gli
uomini
che
sono
sotto
l
'
impressione
di
un
'
affetto
dimentico
gli
altri
per
non
deliziar
che
me
stesso
.
Fatte
alla
peggio
queste
mie
scuse
,
ritorno
al
racconto
che
,
grazie
al
cielo
,
è
quasi
giunto
al
suo
termine
.
Macon
è
il
capoluogo
del
dipartimento
di
Sâone
et
Loire
;
in
tempi
di
pace
è
celebre
per
il
buffet
della
stazione
e
per
le
mode
originali
delle
sue
donne
del
popolo
;
in
tempo
di
guerra
noi
vi
trovammo
delle
gentilissime
signore
che
rivolgevano
ogni
cura
per
alleviare
i
feriti
e
per
recar
conforto
ai
soldati
di
passaggio
:
in
tempo
d
'
armistizio
,
come
ci
si
capitava
ora
,
non
rinvenimmo
che
di
bei
caffè
,
delle
donne
eleganti
e
un
giornale
Buonapartista
ad
oltranza
,
che
ci
screditava
facendo
di
noi
certe
biografie
imposibili
,
piene
di
una
filza
di
menzogne
.
Non
sto
a
dire
qual
folla
di
gente
invadessero
i
pacifici
uffizi
della
Mairie
,
appena
noi
fummo
arrivati
.
Il
Maire
protestava
sbuffava
,
sudava
:
tutti
volevano
esser
serviti
alla
prima
ed
egli
non
serviva
nessuno
:
per
temperamento
fu
deciso
di
dare
solamente
i
biglietti
d
'
alloggio
agli
ufficiali
:
mi
fo
prestare
il
berretto
al
tenente
Mussi
e
in
poco
tempo
non
che
con
uno
mi
trovo
con
quattro
biglietti
in
saccoccia
.
Il
primo
di
questi
era
per
un
marchese
,
il
secondo
per
un
droghiere
,
il
terzo
per
un
macchinista
della
ferrovia
.
Preferii
quest
'
ultimo
:
piccato
ad
osservare
,
volevo
conoscere
intimamente
i
sentimenti
del
popolo
e
di
più
provavo
il
bisogno
di
ritemprar
la
mia
anima
in
una
atmosfera
serena
,
in
quella
calma
che
sempre
si
trova
nel
tugurio
del
povero
,
quasi
mai
nella
dorata
magione
del
ricco
Nababbo
.
Nè
mal
mi
era
apposto
:
una
fanciulla
dall
'
aria
ingenua
,
dal
vestitino
d
'
indiana
mi
ricevè
con
aria
franca
,
poi
l
'
andò
a
chiamare
la
mamma
:
questa
era
una
vecchiarella
che
si
perse
in
inchini
,
che
mi
sgranò
in
faccia
due
occhioni
grossi
come
pan
tondi
quando
seppe
che
io
era
nato
in
Italia
e
che
per
andare
da
Macon
ai
confini
d
'
Italia
ci
erano
più
di
duecento
miglia
:
le
due
donne
mi
prepararono
una
cameretta
pulita
,
modesta
,
degna
di
accogliere
una
vergine
:
non
so
perché
,
ma
quell
'
aria
mi
purificava
,
e
non
trovavo
verso
di
staccarmi
da
quelle
due
donnicciole
che
parlavano
il
linguaggio
dell
'
ignoranza
,
l
'
unico
che
si
parte
veramente
dal
cuore
.
Noi
eravamo
andati
a
Macon
per
disciogliersi
;
pure
ci
trattennero
due
giorni
in
un
ozio
increscioso
:
a
romper
la
monotonia
di
quelle
lunghe
ore
venne
il
Journal
de
Macon
.
In
un
articolo
pieno
di
bile
la
più
velenosa
,
il
venduto
imbrattator
di
carte
si
scagliava
su
noi
in
modo
veramente
indecente
.
Dopo
aver
detto
ira
di
Dio
di
Garibaldi
e
Gambetta
,
l
'
articolista
aveva
lo
spudorato
coraggio
di
chiamarci
i
cavalieri
erranti
della
repubblica
,
i
fannulloni
Italiani
che
erano
andati
in
Francia
a
fare
i
signori
,
gli
spavaldi
guerrieri
che
non
avevano
mai
veduto
il
fuoco
ma
,
che
trattavano
il
dipartimento
di
Saône
e
Loire
,
come
se
fosse
un
paese
conquistato
.
Mettere
una
mano
in
un
alveare
e
scrivere
quella
robaccia
fu
la
medesima
cosa
!
In
poche
ore
più
di
trecento
Garibaldini
corsero
all
'
ufficio
del
malcapitato
giornale
:
un
pagliaccio
qualunque
,
allibito
dalla
paura
,
si
scusava
,
si
profondeva
in
mille
proteste
,
dava
insomma
tal
prova
di
vigliaccheria
,
che
nessuno
dei
nostri
volle
sporcarsi
le
mani
col
dargliele
sul
muso
.
Il
giorno
dopo
il
giornale
escì
fuori
colle
due
prime
colonne
in
bianco
:
più
sotto
vi
era
una
protesta
,
in
cui
si
dichiarava
che
la
libera
stampa
deve
tacere
là
dove
regna
la
sciabola
.
È
un
fatto
:
i
giornalisti
codardi
e
venduti
son
come
i
rospi
,
bisogna
schiacciarli
.
Dopo
tale
incidente
cominciava
a
rinascere
in
noi
il
malumore
.
A
che
ci
trattengono
?
si
cominciava
a
dire
tra
noi
;
forse
non
è
finita
la
guerra
?
...
Non
veggono
forse
come
noi
cominciamo
a
trovarci
in
una
situazione
abbastanza
anormale
?
....
E
qui
gli
stessi
lamenti
,
e
gli
stessi
lunghi
discorsi
,
da
cui
,
stringi
stringi
,
non
si
poteva
rilevare
che
l
'
immenso
desiderio
che
occupava
noi
tutti
di
rivedere
al
più
presto
l
'
Italia
.
Alcuni
avevano
già
indossato
abiti
cittadineschi
:
non
vi
erano
più
appelli
,
non
si
salutavano
più
i
superiori
;
ai
caffè
erano
liti
continue
e
baruffe
da
dare
scandalo
alla
popolazione
:
alcuni
per
distrarsi
si
affidavano
all
'
opera
energica
del
vieux
Mecon
e
quindi
sbornie
a
cascare
su
tutta
la
linea
.
Era
infine
una
vitaccia
inconcludente
che
ci
rovinava
la
salute
e
che
ci
faceva
mandare
in
quel
paese
da
tutti
coloro
che
amano
la
pace
.
Arriva
finalmente
la
legione
Ravelli
per
essere
disarmata
;
lo
stesso
giorno
disarmano
noi
,
promettendoci
pel
dì
dopo
due
mesi
di
paga
e
il
congedo
.
Due
mesi
di
paga
e
a
spese
nostre
il
viaggio
!
....
E
pensare
che
il
soldato
avea
un
franco
il
giorno
!
....
La
repubblica
Francese
non
fu
certamente
prodiga
con
coloro
che
così
prodigalmente
avevano
esposto
la
vita
per
lei
.
Pure
quella
sera
fu
baldoria
:
si
trattava
di
tornare
in
Italia
,
di
riveder
la
famiglia
,
gli
amici
,
e
non
osavamo
misurare
col
pensiero
quelle
poche
ore
che
ci
dividevano
dall
'
istante
bramato
,
tanto
era
la
nostra
bramosia
d
'
arrivarvi
:
mai
ho
sentito
l
'
amor
di
patria
,
come
quando
ne
sono
stato
lontano
:
so
anche
io
che
l
'
idea
falsa
della
nazionalità
deve
o
prima
o
poi
cedere
in
faccia
a
quella
santissima
dell
'
umanità
,
ma
che
volete
?
Noi
,
che
abbiamo
avuto
la
disgrazia
di
nascere
in
un
periodo
di
transizione
,
noi
che
siamo
stati
tirati
su
colle
idee
vecchie
,
noi
che
abbiamo
veduto
il
sacrificio
di
tanti
martiri
,
che
abbiamo
assistito
alle
lotte
generose
che
i
giovani
più
magnanimi
hanno
intrapreso
contro
i
governi
e
contro
gli
eserciti
stranieri
per
raffermare
il
principio
della
nazionale
unità
,
non
abbiamo
potuto
non
affezzionarci
a
quella
patria
che
ci
hanno
insegnato
a
rispettare
più
di
noi
stessi
gli
scritti
di
tanti
filosofi
ed
il
sangue
di
tanti
eroi
.
Capisco
tutto
l
'
immensa
poesia
del
futuro
,
mi
sento
capace
di
sacrificarmi
per
la
causa
della
libertà
in
qualunque
luogo
la
vegga
risorgere
o
la
vegga
in
pericolo
,
ma
a
conti
fatti
se
a
qualche
straniero
saltasse
il
ticchio
di
voler
venire
a
spadroneggiare
di
qua
dall
'
Alpi
mi
sento
pure
capace
d
'
impugnare
un
fucile
anche
colla
monarchia
e
forse
collo
stesso
entusiasmo
,
con
cui
lo
facemmo
nel
1866
.
Non
vi
nego
che
in
ciò
si
possa
riscontrare
della
contradizione
,
ma
a
certi
sentimenti
non
si
comanda
ed
il
cuore
,
vero
rivoluzionario
,
non
si
può
piegare
alle
disquisizioni
dei
dottrinari
,
i
quali
per
predicare
son
usi
a
dar
dei
punti
a
Fra
Girolamo
,
buon
'
anima
sua
,
per
fare
sono
più
impotenti
dei
poveri
Eunuchi
.
Furono
disarmate
le
legioni
Italiane
(
mi
dimenticavo
di
dire
che
era
arrivata
anche
quella
del
valoroso
Tanara
)
furono
disarmati
i
Franc
Tireurs
:
molti
di
questi
ultimi
non
volevano
depositare
le
loro
armi
:
gli
Spagnoli
minacciarono
un
ammutinamento
«
con
queste
armi
noi
vogliamo
passare
i
Pirenei
e
mandare
a
gallina
quel
buffone
che
l
'
Europa
ha
voluto
regalarci
per
re
»
tali
a
un
dipresso
erano
i
loro
discorsi
.
E
quando
,
ridotti
a
buon
partito
dai
consigli
dei
superiori
,
si
decisero
di
sciogliersi
pacificamente
,
ci
vollero
stringer
la
mano
e
dicendoci
addio
aveano
le
lacrime
agli
occhi
.
Voi
ci
diceste
addio
,
o
giovani
generosi
che
nei
giorni
del
pericolo
ci
siamo
abituati
ad
amare
come
fratelli
,
ma
io
,
e
con
me
tutti
i
miei
compagni
d
'
arme
,
vi
diciamo
:
a
rivederci
.
La
libertà
non
ha
ancora
piantato
radici
nella
decrepita
Europa
,
e
poco
può
tardare
un
nuovo
appello
che
richiami
i
generosi
di
qualunque
nazione
ai
santi
combattimenti
a
prò
di
un
'
idea
.
In
quel
giorno
io
sono
sicuro
di
rivedervi
,
io
sono
sicuro
di
tornare
a
divider
con
voi
le
lunghe
fatiche
,
i
diuturni
disagii
,
forse
anche
la
morte
,
ne
sono
sicuro
,
perchè
io
vi
ho
veduti
intrepidi
difaccia
al
fuoco
dell
'
inimico
,
sublimi
nei
sacrifizii
,
sempre
pari
ai
principii
magnanimi
che
vi
covano
in
seno
.
A
rivederci
adunque
,
o
figli
prediletti
della
libertà
,
o
generosi
precursori
di
quel
beato
avvenire
in
cui
tutti
saremo
più
che
compagni
fratelli
,
in
cui
non
ci
saranno
le
guerre
,
in
cui
ogni
uomo
sarà
eguale
davanti
all
'
altro
uomo
.
Posando
le
vostre
carabine
,
tornando
alle
vostre
case
,
parlate
ai
fratelli
,
agli
amici
le
sante
parole
del
vero
,
dell
'
eguaglianza
,
della
giustizia
:
battaglieri
in
tempo
di
guerra
,
siate
apostoli
in
tempo
di
pace
...
A
rivederci
per
poco
,
a
rivederci
...
allorchè
tuonerà
di
nuovo
il
cannone
,
allorchè
un
altro
popolo
sorga
dal
fango
,
dove
lo
han
tenuto
i
suoi
re
,
ed
abbia
la
forza
d
'
insorgere
,
nessuno
di
noi
mancherà
all
'
appello
glorioso
;
le
file
dei
soldati
della
libertà
saranno
rinforzate
dai
nuovi
campioni
,
ma
io
sono
sicuro
di
ritrovarvi
al
vostro
posto
,
di
ristringervi
la
mano
tra
il
fischiar
delle
palle
è
il
gemitio
dei
feriti
!
..
A
rivederci
!
Miquelf
ci
chiama
in
fretta
e
furia
,
ci
da
i
due
mesi
di
paga
e
ci
ordina
di
partire
il
giorno
dopo
col
treno
delle
quattro
e
quaranta
antimeridiane
.
Decidiamo
di
non
andare
a
dormire
:
vo
a
casa
,
faccio
alla
meglio
il
mio
piccolo
involto
,
bacio
tutta
la
famiglia
dei
miei
ospiti
,
torno
dagli
amici
,
che
sono
au
soleil
couchaut
,
trattoria
dove
si
mangia
benissimo
,
e
beviamo
un
'
infinità
di
bottiglie
.
Il
primo
giorno
che
arrivammo
a
Marsiglia
avevamo
cercato
allegria
al
Dio
Bacco
:
se
non
altro
per
debito
di
riconoscenza
,
dovevamo
offrirgli
copiose
libazioni
anche
nelle
ultime
ore
che
ci
si
tratteneva
nelle
terre
di
Francia
.
A
mezzanotte
si
chiuse
la
trattoria
;
girellammo
per
persi
un
'
oretta
nelle
deserte
vie
di
Macon
:
per
passare
le
altre
tre
,
ed
essendo
abbastanza
assonnati
,
credemmo
che
non
sarebbe
stato
cosa
malfatta
sonnecchiare
un
pochino
,
ma
quasi
tutti
avevamo
detto
addio
a
coloro
che
ci
avevano
ospitato
;
per
cui
ci
riducemmo
in
dodici
nella
camera
di
un
nostro
amico
:
la
notte
antecedente
alla
mia
partenza
di
Firenze
aveva
un
degno
riscontro
nell
'
ultima
che
passavamo
lassù
.
Quattro
saltaron
sul
letto
,
gli
altri
,
me
compreso
,
si
buttaron
per
terra
facendo
un
diavoleto
indescrivibile
.
Nessuno
potè
dormire
:
tutti
ci
perdevamo
in
congetture
più
o
meno
umoristiche
sulle
accoglienze
che
avremmo
avuto
in
Italia
.
Suonarono
le
tre
e
ci
avviammo
alla
stazione
:
si
bevve
per
l
'
ultima
volta
una
buona
bottiglia
di
vieux
Macon
e
poi
ci
buttammo
nei
vagoni
a
noi
destinati
.
La
macchina
fischia
:
il
treno
è
in
movimento
:
ci
spenzoliamo
,
quantunque
sia
sempre
buio
,
per
dare
un
ultimo
saluto
alla
città
,
e
non
possiamo
a
meno
di
ripeter
tra
noi
:
Povera
Francia
!
Si
cammina
,
si
cammina
per
tutta
la
mattinata
;
traversiamo
l
'
Est
della
Francia
:
si
arriva
alla
Savoja
:
traversiamo
i
suoi
monti
,
siamo
colpiti
dall
'
immensa
poesia
che
fanno
piover
nel
cuore
le
folte
boscaglie
,
gli
scoscesi
macigni
,
il
verde
cupo
degli
alberi
,
tutt
'
a
un
tratto
intramezzati
da
estese
pianure
di
neve
.
La
ferrovia
va
per
lungo
spazio
sul
lago
di
Chautillon
:
quel
lago
stretto
,
monotono
,
lungo
:
quella
neve
,
quella
solitudine
così
bella
nella
sua
orridezza
ha
qualcosa
d
'
imponente
:
quanto
volentieri
me
ne
anderei
sul
muricciolo
di
quella
chiesetta
che
sbuca
sulla
cima
del
promontorio
:
La
è
circondata
da
pini
:
una
cascata
che
va
a
versarsi
nel
lago
scaturisce
a
pochi
passi
da
lei
e
di
lassù
ci
deve
essere
un
incantevole
colpo
d
'
occhio
.
Delle
mandre
di
pecore
s
'
inerpicano
sui
sassi
che
le
fanno
ghirlanda
:
il
montanino
vi
corre
per
dare
un
pensiero
ai
suoi
morti
e
poi
ne
ritorna
cantando
le
ispirate
canzoni
che
suol
dettare
ne
'
vergini
cuori
la
poesia
dell
'
aperta
campagna
....
ah
!
come
sarei
felice
di
viver
lassù
,
lontano
dal
rumore
del
mondo
,
solo
con
le
mie
meditazioni
,
salutando
con
un
inno
il
sole
che
nasce
,
ritrovando
una
lacrima
,
quando
la
squilla
della
sera
che
invita
a
pregar
pei
morti
ripercotesse
quell
'
aure
calme
,
che
t
'
incitano
a
esser
buono
e
a
sperare
.
Mi
avveggo
che
io
,
fumatore
per
eccellenza
,
ho
da
due
ore
il
sigaro
spento
e
che
non
ho
importunato
alcun
'
amico
per
avere
un
fiammifero
.
Giungiamo
a
Chambery
;
ci
tratteniamo
alcuni
minuti
:
tanto
,
perchè
le
gentili
signore
della
capitale
della
Savoia
ci
offrano
una
refezioncella
,
a
cui
facciamo
onore
con
un
'
appetito
invidiabile
.
Altre
montagne
,
altri
boschi
,
Montmelian
in
lontananza
,
ecco
cosa
ci
offre
il
breve
tragitto
che
da
Chambery
ha
da
farsi
per
arrivare
a
Saint
Michel
.
Qui
ci
si
ferma
una
buona
mezz
'
ora
:
fa
un
freddo
indiavolato
:
ci
sembra
di
esser
ritornati
ai
primi
giorni
della
campagna
:
si
monta
nel
treno
Fell
,
e
ci
si
accinge
a
traversare
le
Alpi
.
Il
passeggio
delle
Alpi
colla
ferrovia
Fell
è
una
cosa
imponente
:
il
pauroso
che
si
affaccia
al
vagone
in
tal
traversata
,
son
persuaso
,
che
passa
un
cattivo
momento
:
ma
per
noi
,
che
tanto
poco
curiamo
i
pericoli
,
vi
assicuro
che
è
uno
dei
più
attraenti
spettacoli
.
Trovarsi
in
cima
a
burroni
tanto
scoscesi
da
perder
gli
occhi
per
volerne
rintracciare
la
fine
,
vedere
ogni
tanto
qualche
picco
,
passare
in
mezzo
a
una
neve
perenne
,
osservare
le
centinaia
di
croci
che
in
ricordo
di
disgrazie
avvenute
son
seminate
lungo
la
via
,
ti
da
un
ebbrezza
da
farti
pigliare
la
vertigine
.
Ah
!
potenza
del
progresso
!
...
Quell
'
Alpi
che
Annibale
e
Napoleone
giunsero
solamente
a
valicare
con
tanta
iattura
dei
suoi
,
or
si
sorpassano
in
poco
più
di
quattro
ore
,
e
,
quando
sarà
compiuto
il
foro
del
Moncenisio
,
i
cui
lavori
non
possiamo
a
meno
di
ammirare
anche
trasvolando
quassù
,
il
più
imbecille
dei
commessi
viaggiatori
supererà
i
baluardi
della
natura
,
fino
ora
detti
insuperabili
,
nel
medesimo
tempo
che
agli
eroi
ci
voleva
per
muovere
solamente
di
un
passo
una
balestra
o
un
cannone
.
Traversiamo
Modane
:
Modane
è
un
grazioso
,
bizzarro
e
pittoresco
paesucolo
di
case
di
legno
,
di
capanne
fatte
alla
peggio
,
ove
abita
la
gran
quantità
degli
operai
che
sono
occupati
ai
lavori
della
ferrovia
.
Ci
si
beve
una
grappa
eccellente
:
le
donne
vi
posson
trovare
a
qualunque
ora
un
buon
bicchiere
di
latte
.
Il
nostro
guardatreni
scende
e
ne
sale
uno
nuovo
,
il
quale
fa
presto
amicizia
con
noi
:
ci
dice
in
buona
lingua
Italiana
che
alla
mattina
ha
accompagnato
tre
ufficiali
dello
stato
maggiore
italiano
e
che
uno
scese
più
avanti
per
studiar
quelle
posizioni
.
Gran
meraviglia
da
parte
nostra
:
tre
ufficiali
di
stato
maggiore
che
studiano
,
ma
dunque
in
Italia
voglion
morire
?
!
Vediamo
il
forte
d
'
Esilles
.
-
Ora
siamo
in
Italia
-
Mi
dice
il
guardatreni
.
Sento
allargarmi
il
cuore
:
un
senso
di
dolcezza
mi
corre
di
fibra
in
fibra
e
ripeto
,
entusiasta
agli
amici
:
Siamo
in
Italia
.
-
E
ora
?
-
Mi
risponde
uno
in
tuono
di
dubbiosa
ansietà
.
-
E
ora
che
?
...
Di
rimando
rispondo
.
-
Come
ci
tratteranno
i
nostri
padroni
?
Restai
pensieroso
,
ma
uno
,
certamente
più
giovine
e
per
conseguenza
più
poeta
di
me
,
prese
la
parola
e
schiccherò
questo
bel
discorsino
.
Come
vuoi
che
ci
trattino
?
...
Io
lassù
in
Francia
ho
letto
dei
giornali
e
tutti
dicevano
bene
di
noi
e
celebravano
le
vittorie
di
Garibaldi
:
la
nostra
gloria
,
assicuratevelo
,
ha
avuto
un
'
eco
potente
nelle
nostre
città
,
quantunque
avvilite
e
prostrate
sotto
il
falso
sistema
che
le
corrompe
,
tenendole
schiave
:
noi
non
siamo
fuggiti
:
reietti
dal
governo
Francese
,
pochi
,
senz
'
arme
abbiamo
vinto
:
i
nostri
compagni
più
cari
,
i
giovini
in
cui
l
'
Italia
riponeva
ogni
sua
speranza
si
son
lasciati
cadaveri
:
la
morte
ha
falciato
nelle
nostre
file
con
più
animazione
di
quella
con
cui
il
colono
falcia
le
spiche
:
poveri
siamo
partiti
,
più
poveri
siamo
tornati
:
abbiamo
affrontato
fatiche
che
a
narrarle
soltanto
possono
sembrare
impossibili
,
abbiamo
fatto
sempre
il
nostro
dovere
...
come
vuoi
che
ci
accolga
il
nostro
popolo
,
come
vuoi
che
ci
accolga
il
nostro
governo
?
Abbiamo
forse
fatto
disonore
all
'
Italia
?
le
glorie
della
camicia
rossa
non
sono
state
oscurate
:
il
nostro
debito
di
graditudine
verso
la
Francia
è
stato
pagato
;
abbiam
vinto
,
abbiam
tolto
una
bandiera
al
nemico
ah
!
non
temete
:
il
governo
Italiano
non
si
darà
per
inteso
del
nostro
arrivo
,
e
non
ci
farà
dei
soprusi
...
è
impossibile
!
...
La
gloria
Italiana
si
è
arricchita
di
una
nuova
pagina
,
e
chiunque
si
sente
balzare
nel
petto
un
cuore
che
risponda
degnamente
a
'
sentimenti
italiani
,
non
potrà
che
applaudirci
.
-
Va
bene
-
Gridammo
noi
tutti
solleticati
a
tale
speranza
-
Va
bene
-
Viva
l
'
Italia
!
-
Evviva
tutti
coloro
che
non
son
mai
mancati
al
proprio
dovere
!
...
-
E
che
gli
avversarii
onesti
sono
in
obbligo
di
rispettare
...
-
Come
farà
il
governo
Italiano
!
-
Susa
!
...
-
Grida
in
perfetto
accento
piemontese
la
guardia
della
stazione
.
-
Ci
siamo
!
-
Si
grida
noi
tutti
,
emettendo
un
sospiro
di
contentezza
.
Scendiamo
,
anche
avanti
che
il
treno
si
fermi
:
calpestiamo
con
compiacenza
la
terra
italiana
,
le
parole
semibarbare
di
due
o
tre
paesani
che
ci
stringono
la
mano
,
ci
sembrano
una
musica
paradisiaca
...
-
Facciano
il
piacere
di
venire
con
noi
-
Mi
dice
battendomi
sulla
spalla
,
un
carabiniere
.
-
E
dove
si
ha
andare
?
...
-
Dal
sor
Delegato
...
-
Ho
capito
...
Povero
amico
!
...
Come
hai
speso
bene
il
tuo
fiato
,
quando
ci
hai
voluto
convincere
sulle
buone
grazie
che
il
governo
Italiano
avrebbe
usato
a
nostro
riguardo
!
...
Seguitiamo
dunque
i
carabinieri
e
andiamo
dal
sor
Delegato
...
FINE