Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> categoria_s:"Narrativa" > autore_s:"ZUCCOLI LUCIANO"
IL DESIGNATO ( ZUCCOLI LUCIANO , 1920 )
Narrativa ,
PRIMA PARTE . I Nel salotto non c ' ero che io ; io , in piedi , nell ' atteggiamento nervosissimo dell ' aspettazione , guardando dei quadri di cui conoscevo tutto , l ' autore , il tema , il valore artistico , la provenienza , la data in un angolo . Geltrude , la cameriera , entrò dallo studio e mi disse : - Il signore ha una visita ; ma si sbrigherà sùbito , e la prega di pazientare un istante . - La cameriera attraversò la sala ed uscì dalla porta che metteva al sèguito dell ' appartamento : io mi posi a sedere sul divano color foglia morta . Vecchio salotto , dove regnava un ordine insoffribile , quello del signor Pietro Folengo ! V ' era lo scaffaletto da ninnoli , con dei minerali preziosi e degli uccelli imbalsamati ; v ' era il piano , a coda ; v ' era la tavola con dei mostri cinesi , degli albi di famiglia e dei libri regalati dai giornali cui il signor Folengo era abbonato ; v ' eran quegli oggetti e quei mobili volgari , che disposti in qualunque modo , messi sotto qualunque luce , formano sempre un solo tipo di casa , producono sempre una sola impressione . Tuttavia , dopo i quadri , io passava in rivista accuratamente quelle cose notissime , rilevando la maniera sciatta con cui le si eran collocate , e così ligia alle regole di riscontro ch ' io mi volsi per vedere se non vi fossero anche due caminetti , l ' uno di faccia all ' altro . Il gusto informatore della disposizione era indubitabilmente del signor Pietro Folengo ; e il visitatore meno atto all ' osservazione poteva giudicare che il padrone di casa doveva essere inclinato meglio alle cifre che alla meditazione , meglio al commercio che all ' arte ; se poi , di questo padrone si guardava il ritratto - attaccato alla parete principale e naturalmente di fianco a quello della sua signora e , più naturalmente , al disopra di quel di sua figlia , - il signor Pietro Folengo appariva , senza speranza alcuna , ragioniere , amministratore ; uno di quei terribili uomini i quali vi parlan della Borsa , dei corsi d ' acqua , d ' edilizia e di cambiali , allo scopo di divertirvi . Il signor Folengo aveva una fisonomia senza significato , per natura e per arte ; poichè s ' era lasciato crescere i favoriti , lunghi e bianchi , che lo facevan rassomigliare a centinaia d ' altri , servitori o ministri , cocchieri del vecchio stampo o ambasciatori e plenipotenziarî : sulla sua fronte , non troppo alta , ma levigata come di marmo , nessun pensiero aveva fatta presa ; la computisteria gli era stata leggiera ; egli ignorava perfettamente l ' esistenza di Dante e di Raffaello . Dallo studio venivan le voci del visitatore e del Folengo ; la prima , tenue come d ' un implorante , la seconda , calma , con chiaroscuri studiati , che indicavan gl ' incisi dei quali il Folengo usava abbellire il discorso ; ad ora ad ora giungeva anche il fruscio di carte spiegate ; qualche colpo di tosse , che aveva un perchè ; finalmente udii che il visitatore si congedava , col solito : " Allora , siamo d ' accordo ; io le farò avere i documenti .... " La porta che dallo studio metteva all ' anticamera s ' era chiusa dietro le spalle dell ' incognito ; la porta che dallo studio metteva al salotto dov ' io mi trovava , veniva aperta per dare adito al signor Folengo . Io m ' era alzato . Il signor Pietro , basso e largo , severamente abbigliato di nero , colla faccia illuminata da un sorriso breve , mi veniva incontro a mani aperte . - Caro signor Sergio ! - egli disse . - Mi perdoni la lunga attesa : sa , queste benedette faccende ; l ' amministrazione .... Così dicendo , sedette egli pure sul divano e mi fece accomodare presso di lui . - Ora , sono tutt ' orecchi , - continuò . - Mi pare che nel suo viglietto di ieri mi chiedesse udienza per affari , anch ' ella .... - Per affari ! - dissi , brutalmente colpito . - Per affari , no : per cose di sommo rilievo , sì . - Dunque , affari ; - perseverò testardo il signor Folengo , - è question di nomi . Sto a sentirla . - M ' avvidi ch ' egli sapeva già di che cosa io volevo parlargli ; ma , in quel momento , io rappresentava un postulante , e per sistema , il signor Pietro non faceva mai un passo verso questa categoria d ' uomini . S ' io non avessi trovato sùbito le parole adatte , egli avrebbe aspettato anche un quarto d ' ora , con olimpica serenità , senz ' offrirmi il modo d ' entrare in argomento . Guardai fuori della finestra chiusa , riparata da tendine bianche ; oltre la quale si vedevan gli alberi del giardino , spogli di fronde , sotto il cielo bigio d ' ottobre ; alcuni colombi selvatici s ' erano appollajati sui rami e tubavan malinconicamente . Non faceva ancor freddo ; ma il mese era assai triste , e l ' ora - tra le cinque e le sei del pomeriggio , - piena di memorie . - Io non sono un grande oratore , - dissi sorridendo , - e per questo non userò circonlocuzioni . Che cosa pensa ella di me , signor Folengo ? - Qui avevo deluse le aspettazioni del mio interlocutore , e me n ' ero accorto sùbito dall ' impaccio in che la domanda l ' aveva gettato . Il signor Pietro pensava di me ogni bene , e per questo avevo osato chiedergli la sua opinione ; ma è sempre difficile dichiarare una simpatia senza limiti a una persona , la quale è tutto il nostro opposto per idee , per passato , per modo d ' intender la vita ; anche più difficile era nel nostro caso , in quanto il signor Folengo sapeva benissimo dov ' io tendeva , ed era per ciò in obbligo d ' esprimersi senza frasi , senza generare in me il sospetto ch ' egli dicesse per dire , per cavarsela . - Io non giudico - egli rispose - dalle parole , ma dai fatti . Certo , io so come di lei si sia molto parlato in altri tempi e con diversi criterî ; e so pure come , se si volesse giudicarlo dalle sue opinioni .... - Lei non mi farà torto - interruppi - di credere che le opinioni espresse in un salotto o in un caffè sieno le mie .... - No , - disse gravemente il signor Folengo . - So appunto che la gioventù nostra ha questo vezzo pericoloso di mettere innanzi delle idee che nella pratica della vita non vorrebbe mai applicare . Perciò , io mi tolgo affatto da questo campo e , come le dicevo , baso il mio giudizio sulla vera essenza della sua indole , per quello ch ' io ne ho intravisto . Respirò a lungo e proseguì : - A rassicurarla immediatamente , le affermo che il mio giudizio su di lei è ottimo . Questa volta respirai io . La pomposità delle frasi che ascoltavo , andava persuadendomi sempre più vero quanto io aveva presentito : il signor Folengo sapeva lo scopo della mia visita ; non solo , ma aspettandosela da un giorno all ' altro , aveva preso ragguaglio d ' ogni cosa che mi riguardava , del mio stato finanziario , de ' miei amori morti , delle mie abitudini , de ' miei difetti ; notavo quasi con vergogna ch ' io era vilissimo in quell ' istante e che se il signor Folengo m ' avesse imposta l ' abjura d ' ogni credenza più antica , la rinuncia ad ogni orgoglio più accarezzato , io avrei abjurato , io avrei rinunciato , pur d ' effettuare la mia speranza . - È ottimo in questo senso , - riprese il Folengo ; - che ella è di gran lunga migliore di quanto vorrebbe sembrare ; che ella ha dato troppo peso a sciagure intime e ha troppo generalizzati i suoi casi , scambiando l ' uomo e il mondo per gli uomini e il mondo che le furono d ' attorno lunghi anni . Ora , questo non è ; ella è assai giovane ; ha maniera di ricredersi , e nonostante certe sentenze scettiche delle quali s ' è imbevuto , ella a ricredersi volge ogni speranza , ogni forza d ' animo . Io restava in silenzio , perchè intuivo che l ' orazione del signor Folengo non sarebbe così presto finita ; mi pareva il discorso prendere un atteggiamento troppo diplomatico , e aumentarmi le difficoltà non piccole della mia domanda ; ma riservavo un ' interruzione che avrei fatta non appena se ne fosse offerta l ' opportunità . - Si vorrebbe da lei , - continuò il mio giudice , - una maggior coerenza fra le azioni e le parole , una schietta ribellione a tutti i dogmi che l ' infracidita società nostra va infiltrando nei giovani . Ma già , questo vien dall ' esperienza , dalla critica , è frutto dell ' età più vecchia . - Pausa . Il signor Folengo , - la cui testa cominciava a entrar nella penombra della camera , mentr ' io rimaneva ancora in luce , colla finestra di contro - si portò all ' indietro col corpo , quasi prendesse la rincorsa , e giunse inaspettatamente alla conclusione , per esaurimento delle frasi magnifiche . - Insomma , caro signor Sergio , io non ho che a finire come ho cominciato . Ella è per me gentiluomo irreprovevole , al quale è onore proferir dell ' amicizia e dal quale è ambizione ottenerla .... Del resto , io non so rendermi ragione di quest ' inchiesta non aspettata ; sono sorpreso .... Notai che il signor Folengo s ' era sorpreso un po ' tardi , quando cioè aveva comodamente espressi i pochi pensieri che la mia persona e la mia vita gli suggerivano . - Era necessario , - interruppi , - per ambedue ; io la ringrazio assai del concetto ch ' ella nutre di me , e spero di poterne sempre esser degno .... Guardai di nuovo fuor della finestra ; i colombi selvatici erano spariti dagli alberi . Udii la pendola sul caminetto suonar lentamente le cinque ore e la mezza . - Ora , al fatto , - disse il signor Folengo con uno sguardo scrutatore . Ne ' suoi occhi grigi lessi la sicurezza che la mia risposta doveva essere la buona , e avvertii un impercettibile moto in lui , come di preparazione . - Il fatto è semplice e grave , - risposi . Mi alzai , mi posi di fronte all ' uomo , e dissi con voce quasi tremante : - Ho l ' onore , signor Folengo , di chiederle la mano della signorina Lidia sua figlia .... - Vi fu un silenzio che giudicai spaventevole . Il signor Folengo si levò adagio , sempre tenendo gli occhi fissi ne ' miei , uscì dalla penombra , e rispose : - Una simile domanda fatta all ' improvviso .... Io sono lusingato .... - Mi morsi le labbra ; l ' istinto vittorioso aveva costretto l ' uomo a trincerarsi e a guardarsi da una promessa immediata ; le parole uscivan dalla bocca del signor Folengo meccaniche ; egli si dimenticava la sua professione di fede in me ; gli proponevo un affare , secondo lui , ed egli mi trattava da uomo d ' affari . Però , scorgendomi forse impallidire , aggiunse tosto : - Debbo dichiararle ch ' io non ho nulla , nulla in contrario al suo voto ; anzi ho molta propensione a vederlo esaudito , e sono commosso ... - Non era commosso per niente . Si allontanò alcun poco da me e premette il campanello elettrico . - Avvertite donna Teresa che ho bisogno di parlarle , - disse alla cameriera sopraggiunta . - E portate la lampada . - Mentre Geltrude usciva , il signor Folengo mi tornò vicino . - Perchè meglio si persuada ch ' io accolgo la sua domanda con viva simpatia , voglio sùbito comunicarla alla mia signora , - fece con tono affettuoso . Io m ' inchinai , ed essendo sopravvenuto un silenzio molesto , il Folengo occupò quell ' intervallo nell ' accomodare e nello spostare alcuni oggetti sulla tavola , che non ne avevano bisogno ; alla prima ansia era succeduta in me la riflessione e con essa la calma speranzosa ; non trovavo a ' miei desideri alcun ostacolo degno di essere discusso . Donna Teresa comparve , seguita dalla cameriera che posò la lampada sul caminetto e si ritirò . Donna Teresa , allevata alla scuola del marito , ebbe uno sguardo istintivo e ricostruì , evidentemente , a grandi tratti , la conversazione avvenuta fra me e il signor Folengo . Il salotto si riempiva di solennità . Donna Teresa mi venne incontro e mi strinse la mano ; la piccola e grassoccia signora non aveva rinunciato a una certa eleganza ; i suoi capelli eran tuttavia neri , e la sua carnagione , eburneamente lumeggiata dalla lampada , appariva senza rughe nè grinze ; il color delle labbra era rinforzato da una leggiera tinta di carmino abbastanza gradevole . Solo , nel suo corpo difettava l ' eleganza naturale , che l ' assiduità allo specchio non insegna mai ; le forme tozze prorompevano , in odio alla fascetta strettissima ; attorno al collo l ' adipe formava un monile , e sui fianchi si espandeva con insolenza . Noi ci eravamo seduti di nuovo . I coniugi Folengo occupavano il divano ed io , di fronte a loro , in una poltrona bassa , aspettavo con ritornata angoscia la ripresa della orazione . - Ti ho fatto chiamare , - disse il signor Folengo , - perchè il signor Sergio ci presenta l ' opportunità di stringere assai notevolmente i legami della nostra amicizia . - Donna Teresa dimostrò con un cenno della testa che tale opportunità le gradiva . - Per esprimermi chiaramente , il signor Sergio mi ha domandata la mano di Lidia . Donna Teresa balzò dal divano con un ' agilità imprevedibile e mi si precipitò incontro , colla faccia trasformata dalla gioja . Senz ' aspettare un gesto di suo marito , e parlando per istinto , come l ' altro aveva per istinto tergiversato , esclamò : - Grazie , signor Lacava ! Mille volte grazie di simile onore ! Lei effettua la mia più cara speranza ! - Presi la mano di donna Teresa , toccato dall ' effusione ingenua della buona signora . - Ella mi rinfranca , - dissi , alzandomi dalla poltrona . - Io mi sento appoggiato dalla fiducia che le ispiro .... - Ma certo , ma certo ! - rinforzò donna Teresa . - Forse mio marito non le aveva espresso ? ... Forse ella temeva ? ... - Vedi , cara amica , - mormorò il signor Folengo tranquillamente , senza muoversi dal suo posto . - Vedi : io mi sono dichiarato assai favorevole ; ma io non sono il solo arbitro , e prima di me , e prima di te , c ' è Lidia , la cui volontà deve essere libera .... - Lidia ! - esclamò donna Teresa con un ' occhiata di trionfo . - Lidia ! Non ci son che le mamme per saper certe cose .... Io annuncerò immediatamente la felice novella a Lidia .... - Stava per avvicinarsi al campanello elettrico , quando il signor Folengo , levatosi dal divano , la fermò con un cenno . - Tu vuoi ? - disse . - Così , sùbito , senza prender tempo ? ... - Ma certo , ma certo ! - ripetè donna Teresa - non vedi com ' è pallido questo povero giovane ? Io so quel che faccio .... È una tortura inutile che noi infliggiamo loro . - L ' indice di donna Teresa si posò due volte sul bottone del campanello . Il signor Folengo , vistasi levata la direzione diplomatica delle trattative , riprese il suo posto , con un sospiro di sollievo . - Sì , sì , forse è meglio ! - disse come tra di sè . - Io sono contento . - La signorina Lidia sùbito qui ! - ordinò donna Teresa a Geltrude comparsa . Quindi , ripresemi le mani : - Caro , caro figlio mio ! - disse . - Non dubiti di nulla . Io so quel che faccio ! - La signora Folengo assumeva un aspetto di franchezza che non le avevo conosciuto prima ; una leggiera onda sanguigna le aveva imporporato il viso , e la commozione sollevava a ritmo il suo largo seno . L ' uscio fu toccato lievemente , poi girò sui cardini senza romore , schiudendo il passaggio a Lidia . Io non dimenticherò mai com ' ella apparve in quell ' istante , coi capelli biondi pettinati all ' indietro , in modo da scoprir la fronte pura . Lidia vestiva un abito grigio e portava un grembiale nero ; l ' abito indicava forme così giovanili e così recenti di maturanza da ispirar piuttosto sollecitudine tenera che ammirazione ; il suo viso era un po ' pallido , ma freschissimo , e ne aumentavan l ' impressione di giovanezza rigogliosa gli occhi turchini , la bocca dalle labbra rosse e ben delineate ; aveva piccolo naso , con narici rosee , e piccolissime orecchie ; il collo , per quanto appariva dall ' abito , era d ' una bianchezza alabastrina ; il petto non troppo esile nè povero ; le mani magre , con dita affusolate . L ' espressione interrogativa ch ' era sul viso della fanciulla all ' entrar nel salotto , sparve non appena Lidia mi scorse , e fu cancellata da un tenue rossore . - Buona sera , signor Lacava ! - ella mi disse . Per la prima volta dacchè ci conoscevamo , io le tesi la mano , ch ' ella strinse , gettando un ' occhiata dubitosa a suo padre . - Vieni ! - le disse donna Teresa , avvicinandola a sè . - Vieni dalla tua mamma . - Lidia s ' accostò alla poltrona , dove la madre s ' era seduta ; non so quel che passasse allora nell ' animo della giovane , ma certo l ' insolita accoglienza doveva assai turbarla . I suoi occhi andavan senza posa da me a suo padre , e da suo padre alla signora Folengo . Questa la serrò fra le braccia , e la fece sedere vicinissima a sè . Io solo rimaneva in piedi , appoggiato al piano - forte . - Che cosa avviene dunque ? - domandò Lidia , non potendo trattenersi . - Cara ! - esclamò donna Teresa , prendendole la testa e baciandola sui capelli . - Noi ci siamo radunati qui , - cominciò il signor Folengo con voce solenne , - per parlar del tuo avvenire . - Stai bene oggi ? Hai la mente lucida ? - cominciò a sua volta la signora . - Ti senti di poter rispondere e decidere con chiarezza ? - Ma sì , senza dubbio .... - rispose Lidia , guardandomi come per invocare il mio ajuto . - Ebbene .... - disse la signora Folengo con precipitazione , - ebbene il signor Sergio Lacava ti ha chiesto in isposa , noi abbiamo acconsentito , e aspettiamo la tua risposta . - Alle prime parole , Lidia sobbalzò , mentre un rossore intenso le saliva fino alla radice dei capelli ; poi nascose la testa con rapidità sul petto di sua madre . - Oh mamma ! - disse . E scoppiò a piangere con una violenza nervosa irrefrenabile . - Io credo - osservai - che la signorina : si trovi a disagio davanti a me ; sarebbe stato forse meglio .... - Donna Teresa mi troncò la parola con un moto del capo . - Via , - fece poi a Lidia , - non essere bambina . Tu ci metti in pena .... Lo so ; non eri preparata ; è un assalto di nervi ; andiamo , alza la testa .... Lidia obbedì e prese dalle mani di sua madre il fazzoletto per asciugarsi gli occhi ; ella guardava con tanta fissità il viso di donna Teresa , da svelar la paura d ' incontrare i miei sguardi . L ' attitudine era cosi fanciullesca e così bella a un tempo , che i signori Folengo e io sorridemmo insieme . - Forse - disse il signor Folengo - noi esercitiamo su Lidia una pressione involontaria . Vuoi prender tempo ? Vuoi pensare prima ? - Oh no ! - proruppe inavvertitamente la fanciulla , tenendosi immobile . - Allora ? - Allora , è presto detto , - fece donna Teresa , volgendosi a me . - Lidia è contraria a questo matrimonio .... - La fanciulla allungò le mani verso donna Teresa e tentò l ' atto di chiuderle la bocca . - Ah ! - esclamò ridendo la signora . - Dunque , vieni qui . Dunque , sì ? - Sì ! - rispose Lidia , che aveva nascosto nuovamente il capo fra le braccia della madre . Io avventai alla fanciulla uno sguardo quasi violento di desiderio e d ' amore . Da quell ' istante , ella era tutta mia . II . Il cielo prendeva un aspetto retorico , da melodramma . Sopra uno sfondo potentemente azzurro , vagavan certe grosse nuvole bianche , fra cui la luna ora si nascondeva , ora faceva capolino . Dalla finestra della mia camera era , lo spettacolo , più curioso perchè il giardino , al disotto , andava illuminandosi ed oscurandosi a seconda della luna bizzarra . S ' alternavan gradazioni di verde lucido e gradazioni di nero opaco , ombre sul terreno scheletriche e scarmigliate , indecisioni di contorno . Queste diverse imagini s ' imprimevano forte nel mio cervello non come percezioni chiare , ma come sensazioni , che ricordo ; perchè il momento era dei più difficili . Noi ci eravamo ritirati da circa un ' ora ; gli amici , i parenti , avevano abbandonata la casa con un ' ultima stretta di mano , alcuni con un sorriso . Lidia - mia moglie - s ' era appartata nella sua camera , accompagnatavi da donna Teresa , che l ' aveva lasciata poi , baciandola sulla fronte ; pallide e commosse tutt ' e due . Io , in abito nero , sembravo una decorazione della mia stanza da letto , nervosamente allegra , perchè al giuoco della notte indecisa vi faceva robusto divario la luce artificiale ; erano accesi i due bracci a candela dell ' armadio , le due lampade sul caminetto e la lampada pensile nel mezzo . Poi , aleggiava un profumo acuto di fiori , raccolti in coppe , morenti con furiose dispersioni d ' ebrietà . Appoggiato al davanzale della finestra , vedendo ma non osservando il rimpiattino della luna , io meditava . Era necessario lasciare scorrere un certo lasso di tempo affinchè Lidia non credesse la mia un ' intempestiva sorpresa , un ' invasione da barbaro . Il suo cuore doveva battere a martello ; era necessario lasciarlo calmare . Io stesso aveva bisogno di guardare in faccia il fenomeno di questa vergine lanciatami fra le braccia dalla legge , datami esultando da sua madre , perchè la trasformassi in donna , con un mezzo che due giorni avanti si sarebbe chiamato il disonore . Con maravigliosa mutazione , pel semplice fatto che l ' amore , così insofferente di forme e di nomi , aveva preso nome e forma di matrimonio , tutto quanto era proibito , condannato , scandaloso prima , diventava lecito , onesto , doveroso adesso ; un bacio , un abbraccio , una notte , più notti , un giorno , più giorni d ' intimità , erano cosa buona ; e se io avessi dato il bacio , tentato l ' abbraccio , passata una notte con Lidia , avanti ch ' io avessi potuto chiamarmi suo marito , Lidia sarebbe stata perduta , e suo padre avrebbe avuto il diritto d ' uccidermi e di farsi applaudire come un istrione alla ribalta . Ciò non era logico , ma necessario , il che è ben diverso ; tanto diverso che la considerazione de ' miei diritti improvvisi su Lidia mi dava un umor chiaro , allegro , piacevole . Sapevo il significato di quanto era per avvenire ; significato di sì grande rilievo che da esso dipendon quasi sempre le sorti di due esistenze . Mi richiamavo alla memoria delle letture fatte sull ' argomento in altra età , per una speranza di possibile eclettismo che mi servisse di guida ; ma mi sembravano ingenue o inadatte al paragone . L ' unica mia guida dovevo essere io medesimo e trovare nel mio passato quelle cortesie , e quelle delicatezze e quelle audacie che l ' esperienza m ' aveva insegnate ottime , se non in casi identici , almeno in casi di qualche somiglianza col presente , se non in una prima notte di matrimonio , almeno in una prima notte . Accostarmi a Lidia come un amante a un ' amante , era possibile e bello ; ma Lidia , la mia amante , era una fanciulla e il nostro amore non aveva termine , e ogni falso o corrotto insegnamento si sarebbe trasformato in un germe pericoloso del quale avrei colto io il frutto . Quindi , potevo e dovevo essere l ' amante , ma un amante castigato , limitato , rettissimo . Volgendo nel mio animo questi pensieri , m ' ero ritratto dalla finestra ed ero venuto ad appoggiarmi colle braccia sul marmo del cassettone . Innanzi , lo specchio mi rifletteva pallido con un sorriso un po ' convulso , e la lucentezza dello sparato chiuso quadratamente nell ' abito , mi dava un ' aria quasi severa . Il profumo dei fiori vibrava fortissimo alle nari ; dall ' uno lato e dall ' altro dello specchio , due vasi di porcellana traboccavan di narcisi e di garofani e d ' anemoni e d ' altri fiori vigorosi . Levai dal gruppo folto una gardenia , che soffriva più dei compagni e la passai nell ' occhiello . C ' eran molte persone , le quali pensavano a noi in quell ' istante . La nuova del mio matrimonio s ' era sparsa per Milano e fuori con rapidità e maraviglia . Gli amici non si figuravano me nella notte presso Lidia ? non analizzavano con cinica irreverenza il nostro amore che s ' iniziava ? nell ' ombra non si preparavan già delle insidie ? Io avrei trovati i mezzi d ' intercludere il passaggio a qualunque insidia tesa sulla via della mia donna . E anche questo dipendeva dal momento in cui ero . Laura Uglio non era tornata dalla prima notte di matrimonio così nauseata , da giustificare il suo adulterio avvenuto tre mesi dopo ? Angela Tintaro non aveva nella prima notte di matrimonio giurato di darsi a una donna , e a uomini mai più ? Quanti mariti maldestri non avevano in poche ore mutata una fanciulla in un ' impura colomba , presto insaziabile ? Aneddoti sparsi nelle mie memorie , dei quali capivo a un tratto la sapienza .... Secchi e sonori per l ' amico silenzio , l ' orologio del giardino diffuse dodici colpi . Li contai adagio , smorzai i lumi , lasciando accesa la sola lucerna pensile . Mi diedi un ultimo sguardo nello specchio : la gardenia , lo sparato candido , l ' abito nero , anche il viso molto pallido , sembravano giovarmi . Al momento d ' aprir l ' uscio , ero tranquillo ; meglio , ero ilare e sicuro di me ; avevo un indiavolato bisogno di scherzare . Apersi , passai nel salotto oscuro , ma grave di profumi come la mia camera . Un sottil filo di luce rosseggiava sotto l ' uscio della stanza di Lidia : troppo intenso , non poteva provenire dalla lucerna da veglia ; era la luce d ' una lampada portatile . Posta dove ? Non presso il capezzale . Lidia aveva fatta un ' illuminazione nervosa come la mia ? Bussai leggiermente alla porta di Lidia , e mi sentii sorridere . L ' orologio ribattè i dodici colpi nel giardino . Che lampo era stato e che eternità quell ' intervallo ! Avvertii un lieve romore : poi il silenzio proseguì dovunque . - Lidia ! - dissi ponendo la mano alla gruccetta dell ' uscio . - Avanti ! - rispose con voce soffocata . Apersi l ' uscio e guardai . Lidia , in accappatojo , coi capelli sciolti , aspettava in piedi presso una poltrona . Da una tavola sotto la finestra , una lampada alquanto attutita dal paralume a smeriglio , sprigionava luce blanda , quasi pulviscolo azzurrato , che veniva a stendersi sui capelli , sulla fronte , sulle guance di Lidia e le dava una stanchezza , come dopo il ballo , al sorger dell ' alba . L ' atteggiamento della giovane denotava un ' apprensione vivissima , tradita pure dal respiro precipitoso che le agitava il seno . - Non ti sei coricata ? - domandai , mentre avanzavo richiudendomi l ' uscio dietro le spalle . Lidia fe ' cenno di no colla testa . - Hai avuto paura ? - dimandai di nuovo , prendendole una mano . Lidia fe ' cenno di sì . Mi sedetti sulla poltrona a cui ella era appoggiata , e tenendo tutt ' e due le mani di Lidia , attrassi la fanciulla sulle mie ginocchia . - Vediamo , - dissi , posandole le labbra sulle labbra caldissime ed immobili . - Io son desolato d ' essere costretto a disturbarti ; ma non prevedevo di trovarti ancora alzata . Volevo semplicemente augurarti la buona notte . Sorridi ? ... Non bisogna dubitare delle mie parole , - aggiunsi , mentre mi scoprivo a sorridere io pure . Noi , così seduti , avevamo la tavola colla lucerna alle spalle e di fronte il letto ; il letto sui guanciali serbava l ' impronta della testa di Lidia e le coperte apparivano già rimosse . Evidentemente , Lidia s ' era coricata , e vinta a un tratto da un ' impazienza nervosa , aveva dovuto alzarsi . La fanciulla afferrò il mio sguardo , arrossì , e rise lievemente . - Questa paura ! - continuai . - Non t ' ha lasciata riposare ? Ma di che cosa hai paura ? Di me ? - Le presi la testa fra le mani e l ' obbligai a guardarmi ; i suoi occhi azzurri continuavano a ridere sì piacevolmente , ch ' io li avvicinai e li baciai senza aspettare la risposta . Finalmente , le labbra di Lidia si mossero a restituirmi il bacio . Il sistema , come il più semplice , era dunque anche il migliore . - Di me , no , senza dubbio , - ripresi . - Non rispondi ? - Di te , no , senza dubbio , - ripetè Lidia a voce bassa . - Grazie . Ma allora , non capisco più nulla ! Lidia abbassò la testa , guardando la mia gardenia , un po ' ingiallita . Io sentiva il profumo del fiore levarsi dalla massa bionda dei capelli di Lidia , dall ' accappatojo , dalle braccia un po ' scoperte , dal busto senza fascetta , che mi s ' appoggiava contro , in una perspicuità di linee assai tormentosa . Presi la gardenia e tentai di collocarla sul petto della fanciulla ; ma non appena allungai la mano , Lidia portò le proprie , arrossendo , sopra i ganci che le chiudevan l ' accappatojo fino al collo . Il sistema non era dunque il migliore . - Perchè non hai fatta accendere la lucerna da veglia ? - chiesi , tornando a infilare il fiore nell ' occhiello . - Non ci ho pensato , - rispose Lidia . - Vuoi accenderla tu ? S ' io mi fossi alzato , Lidia avrebbe preso il mio posto ed avrei perduta una strategica posizione . - Accendila tu ! - ripetè Lidia . La mia considerazione rapida doveva essere stata fatta anche da Lidia . Ella si levò dalle mie ginocchia e rimase in piedi presso il letto ; nel mentre abbassavo e accendevo la lucerna , Lidia non si ricordò di sostituirmi nella poltrona ; mi guardava impacciata , colla mano destra sul guanciale . - Ora c ' è troppa luce , - disse . M ' avvicinai alla tavola e posi innanzi a quella lucerna una specie di ventaglio roseo , che mutò sùbito la luce viva in altra delicatissima . L ' accappatojo di Lidia prendeva una tinta deliziosa , difficile a riprodursi , che pareva gradazione di due colori soavi compenetrati . Rimasi un istante a gustare il quadro . Lidia continuava a guardarmi coi grandi occhi turchini . M ' accorgevo che se avessi ceduto alla mia volontà , invece di riprendere il posto nella poltrona , come feci , avrei abbracciata Lidia e l ' avrei atterrita coll ' irruenza d ' un amore represso e rattenuto per due anni . - Non ti senti stanca ? - le chiesi , senza pregarla d ' avvicinarsi . - Vuoi coricarti ? È passata la mezzanotte . La fanciulla girò la testa intorno , come cercasse un angolo discreto . - Io me ne andrò , - aggiunsi . - Vuoi ? - Sì , - rispose Lidia , movendosi per aprirmi l ' uscio . Quando fummo sulla soglia , ella tradì una fuggevolissima esitazione , come ogni volta respingeva un pensiero malagevole ad enunciarsi . - Io aspetto qui in sala .... Volevi dirmi ? - Volevo dirti questo , appunto , - ella confessò . E per nascondere il suo turbamento , si ricoverò fra le mie braccia . Provai tale un ' impressione di tutto il suo corpo sul mio , tale una vertigine di piacere , che dovetti ricordarmi il proposito di non fare un ' invasione da barbaro , - per resistere all ' agitazione di prender Lidia e portarla sul letto e spogliarla io . Non dubitando del cimento al quale mi sottoponeva , Lidia rispose a un tratto al mio bacio e mi circondò delle braccia il collo . - Sei molto pallido , - osservò , mentre si staccava . - Non ti senti male ? - No , cara . Ho la camera zeppa di fiori ; deve essere il profumo che m ' ha alterato un istante . - Dev ' essere il profumo ! - ripetè Lidia chiudendo l ' uscio e accompagnando il gesto con un grazioso saluto del capo . - " Sì , il profumo , - pensai . - Ma quale ? " Il salotto era oscuro ; ciò mi servì di pretesto per accomodarmi su una sedia vicinissima all ' uscio . Io udiva così Lidia muoversi nella sua camera ; il fruscìo dell ' accappatojo sciolto e cadutole ai piedi , facendole cerchio , e dell ' accappatojo raccolto su una sedia ; lo scricchiolìo del letto che accoglieva il corpo leggiero ; un fievole colpo di tosse . - Sergio ! - chiamò la voce di Lidia . Non so perchè , l ' essersi ella coricata diede ad entrambi maggiore sicurezza . Lidia medesima sorrideva , guardandomi rientrare , sebbene si fosse accuratamente volte intorno le coperte fino al collo ; aveva spinta la poltrona accanto al letto . - Il mio posto ? - domandai , restando in piedi . - Il tuo posto è lì , - ella rispose accennandomi cogli occhi la poltrona . - Ma qui avrò freddo ! - mormorai . - Nel mese di giugno ! - esclamò Lidia . - Prova . - Proviamo . Il posto non era brutto , sebbene non fosse il migliore . La testa di Lidia circondata , - aureola giovanile , - dai capelli biondi , gli occhi vividi , e quell ' indefinita sola bianchezza della carnagione , propria dell ' età più bella , m ' apparivano ben lumeggiati , precisi . L ' astuzia d ' avvolgersi diligentemente nelle coperte , dovuta al pudore , non aveva sortito il suo effetto , perchè le forme di Lidia si determinavano con procace evidenza e se la fanciulla non fosse stata volta sul fianco , le coltri sottili avrebbero delineato anche il seno . - Sarebbe possibile , - dissi , - baciare una tua manina ? - Possibile , - rispose Lidia , sporgendo la mano destra con un sorriso . La breve camicia lasciava il braccio nudo . Vidi passar negli occhi di Lidia il quesito insolubile di darmi la mano coprendo il braccio ; ma cedette all ' inattuabilità di tale disegno ; nel movimento un po ' precipitoso , le coltri si smossero , ed io le rattenni , e per stabilire e mantenere l ' insperato vantaggio , rapidamente dalla poltrona passai sul fianco del letto , mentre istintivamente Lidia si ritraeva facendomi posto . L ' atto riuscì seducentissimo nella sua schiettezza ; la cortesia femminile dominava la verecondia per un lampo e si faceva incontro alla dolce necessità di cedere . Vidi e compresi , e la improvvisa intelligenza di quel moto mi provocò un brivido lungo . Non ero più nè ilare , nè tranquillo ; consapevole d ' una veniente tristezza . Il mio amore invadeva l ' animo con tale veemenza , da sgominarlo , e farlo debole . Sorgeva misteriosa e meglio che da qualunque legge , da quella verginità , tutta profumo e sorriso , ch ' io stava per distruggere , - la comprensione di quanto io doveva alla fanciulla sacrificata . All ' ultimo baluardo , invece del goloso desiderio , io incontrava una tenerezza mesta ingiustificabile , da avaro innanzi al tesoro lungamente accarezzato . L ' avaro non avrebbe voluto spenderlo , avrebbe voluto aspettar tuttavia , gioirne tuttavia , promettersi e negarsi la frenetica sensazione di tuffar le mani nell ' oro , forse meritarsela di più . Io soffriva dell ' attimo fuggente e dell ' irreparabilità della conquista . Passai adagio le braccia sotto il busto di Lidia , attirandola a me . Ella teneva gli occhi chiusi e il suo pallore mi spaventò . - Anima , - susurrai , - soffri ? - No , - rispose Lidia , aprendo gli occhi . La luce delle due lampade si projettava troppo intensa . Lasciai Lidia e smorzai quella ch ' era sulla tavola ; ora la penombra si faceva tutelare e propizia ; ma tornando al mio posto , di nuovo il pallore della fanciulla mi spaventò . Ella mi guardava smarrita , e un ' agitazione ch ' era male vero , cresceva in lei , le pulsava nel petto , nelle arterie , moltiplicandone il ritmo . Tentò di togliersi alla mia stretta e si trovò sùbito libera . Erta sul busto , colle braccia rigide che le facevano sostegno , rimase un attimo indecisa . - Ho paura ! - esclamò poi . - Non per te , Sergio , ma ho paura ! Perdonami ! Le salivano convulsi alla gola singhiozzi senza lagrime ; chino su di lei , le mie mani sentivan le ciocche de ' suoi capelli , morbide e lisce , disordinate per il guanciale . Non osavo muovermi nè parlare ; lucide , lancinanti , memorie di spose morte così fra i primi amplessi del marito , mi si piantarono nel cervello . Ma come ella avesse intuita la mia angoscia superiore alla sua , Lidia mi gettò le braccia al collo . - Perdonami ! - disse nuovamente . - Ho paura ! Noi ci cercammo le labbra , e al caldo contatto infine le lacrime di Lidia proruppero , mi caddero brucianti sulle mani , chiamarono le mie ; la crisi quietò Lidia a poco a poco , lasciandola colla testa sul mio petto , gli occhi chiusi , da ' cui angoli scorrevan deliziosissime e infantili le lagrime . Non so quanto così rimanessimo , vittime d ' un arcano fascino . Quasi sentivamo i gravi silenzi della casa circondarci lentamente e addormentarci la coscienza dell ' ora . Tutt ' e due sulla soglia d ' una felicità agognata , rimanevamo titubanti , malinconici e paurosi , perchè nulla più del presente doveva tornare . Ella s ' era distesa nel letto , quasi calma ; io la baciava adagio sui capelli , sugli occhi , sulla bocca , sul collo , sulle mani , naufragante in un ' onda voluttuosa . L ' avaro assaporava il suo tesoro che aveva anima e forma , e si sferzava col ricordo di tutte le caducità umane per togliersi al pazzo bisogno di serbare il tesoro intatto . Quindi , la fanciulla ridivenne fiduciosa . E così l ' attimo fuggente si dileguò . III . Parecchi anni addietro , al buon signor Pfaff , io aveva domandato un giorno : - Perchè non mettete un ' epigrafe sul vostro ricovero di pace e di salute ? Il signor Pfaff m ' aveva guardato senza rispondere , ed era stata la figlia a spiegargli il mio concetto . La signorina Silesia Pfaff , dopo aver discusso alcun poco in dialetto grigione col padre , mi s ' era rivolta dicendomi in italiano sgangherato che il padre non capiva e che se volevo porre un ' epigrafe sul piccolo albergo , la dettassi a lei . Fu così che sul ricovero di pace e di salute lampeggiò in lettere d ' oro l ' iscrizione : VENITE , DOLENTES . E i dolenti venivano , uscendo dalla ressa delle città , pallidi e smunti , e cercavano il silenzio , la vita semplice , l ' armistizio di pochi mesi nella battaglia rabbiosa di tutto l ' anno . E v ' ero venuto io medesimo , ora curvo per la morte di mia madre , indimenticabile figura di donna bruna e nobile ; ora freddo , caustico , per l ' opprimente perizia degli inganni ; ora scosso e attonito per la morte inaspettata di mio padre ; ora vuoto ed aspro per diffidenza degli altri e di me stesso ; e ogni volta , l ' anima aveva ricongiunte le ferite , s ' era dilatata nel silenzio , s ' era compiaciuta di quella grande e libera solitudine . Al caro luogo avevo prestata quasi una simbolica potenza di farmaco . Vi sognavo bene , come in città non era possibile , e vi attingevo preziosi cumuli d ' energia morale ; talchè nelle gioje lo desideravo per meglio compenetrarle , e nei grandi dolori per essere umile innanzi a superbi spettacoli di paesaggio . L ' albergo del signor Pfaff era situato fra Splügen e Andeer , sulla via per Coira , in posizione così felice che sempre , quando la diligenza vi si fermava dinanzi , erano esclamazioni ammirative fra i viaggiatori . Poichè , dietro la casa , i prati si stendevan verdemente fino al Reno , indomato ancora e ruinoso ; davanti eran la strada postale e la lunga serie di pinete che costeggian quella strada per notevole tratto ; la conca nella quale l ' albergo ha fondamento , è formata da montagne , alcune ricche d ' abeti e di lecci , altre brulle quasi il fuoco vi sia passato con indileguabil traccia di devastazione . Intorno , vie numerose conducono ai boschi , ai villaggi , ai monti ; una , poco aperta allo sguardo , dietro la casa del signor Pfaff , costeggia il Reno , avvallata fra gli alberi fitti , e conserva l ' indole selvaggia delle strade raramente percorse . Più in alto , al disopra dell ' albergo , il villaggio di Sufers , con quelle case metà di legno e metà di pietra , che danno sùbito l ' imagine della Svizzera , come le pagode caratterizzano l ' India e gli edifici a più tetti e a sesto acuto indicano la Cina . Spesso , in quel villaggio di Sufers , preziosamente conservati sul davanzale delle finestre , alcuni vasi di geranî e di garofani , risvegliano una nota d ' allegria gentile . Noi eravamo diretti al ricovero di pace , non dolenti , ma lieti anzi d ' inesprimibile contentezza . Avevo pregata io Lidia di seguirmi lassù , perchè mi pareva ed era triste cosa di non aver raccolte in un sol luogo ed in un successivo spazio di tempo le più pure nostre memorie . Un po ' di vanità femminile aveva forse giovato a convincer Lidia del mio disegno ; l ' idea di varcare il confine e di veder costumi nuovi , le era parsa men comune e preferibile a un pellegrinaggio per città italiane , notissime a tutti ; ne ' suoi viaggi colla famiglia , non s ' era mai spinta oltre il lago di Como o il lago Maggiore . Salimmo nella carrozza da posta verso mezzogiorno . L ' antico veicolo dipinto in giallo e rosso e tirato da quattro cavalli , ci poteva illudere un istante di non vivere in un ' età insopportabilmente civile e meccanica . Noi avevamo agio a gustare la bellezza dei luoghi e ad aspirare una purissima aria montanina , comecchè il giorno fosse ricco d ' azzurro e di sole . Nella scossa che il veicolo ci comunicò mettendosi in moto , Lidia mi si appoggiò tutta , ridendo , ed io le strinsi le mani . D ' improvviso , mi ricordavo una molestia patita il mattino stesso durante il viaggio in battello da Como a Colico . V ' era salito un giovane elegante , il quale non aveva smesso di guardar Lidia con occhiate da scapolo esperto , date a tempo e in modo che la persona osservata non se ne avvedesse . Per l ' insistenza stupida dell ' ammiratore , avevo sofferto con ridicola intensità , e pretestando l ' aria troppo fresca , avevo finito per invitar Lidia a discender meco sotto - coperta . Era un principio di gelosia vaga ? Senza dubbio , quantunque incoerente col mio intero passato ; non ero mai stato geloso d ' alcuna donna , o perchè non ne valeva la pena , o perchè sapevo allora dominarmi . Ma indubitabilmente d ' ora innanzi , gli sguardi , i sorrisi , le parole dirette a Lidia , m ' avrebbero fatto male ; potevo affermarlo con sicurezza quasi matematica . Ciò era necessario e illogico siccome ogni paradosso di sentimento . Lidia era bella , e non d ' una bellezza così capricciosa da risvegliar l ' attenzione di pochi intelligenti ; ma d ' una bellezza fresca , ingenua , assai pura , che avrebbe stimolato il desiderio perverso , quel desiderio del male , del corrompere , dell ' insozzare un ' anima il quale è peggiore di gran lunga d ' ogni desiderio sensuale , e pur s ' annida in fondo al cuore di molti uomini . Si sarebbe annidato fors ' anco in fondo al mio cuore , se io fossi stato estraneo a Lidia ; anzi , peggio , vi s ' era annidato già , in altri tempi , ed io aveva commesso il delitto di pervertire qualcuna , pel solo piacere di pervertirla , d ' eccitarla malamente e di mutare una superba in una donna come tutte le altre . La cattiva esperienza m ' insegnava che le anime chiarissime , incitano e richiamano la malvagità ; la fede provoca la negazione , quasi processo di fenomeno elettrico . Forse non è lo stesso dei corpi femminili , tanto più procaci quanto più velati allo sguardo in vesti ondeggianti , con linea severa ? Lidia , dopo le prime esclamazioni di gioja al cospetto della vallata che si offriva alla nostra manca , - parlava con inflessioni carezzanti della voce colorita , e parlava d ' ogni cosa , ora sorridendo alla figura burbera del cocchiere appollajato e mutolo sul suo sedile , ora intenerendosi alla vista dei monelli cenciosi che ne seguivano in cerca d ' un soldo . Come la carrozza , per la salita , andava al passo , i monelli si facevano audaci , gettavano mazzolini d ' edelweiss sulle ginocchia di Lidia , senza cessare dalla loro nenia mendicante . Lidia , che credeva liberarsene coll ' offrir loro qualche moneta , se li vedeva comparir più numerosi . V ' era una bambina coi capelli arruffati , sudicia , scalza , insistentissima ; non appena un soldo veniva gettato , ella si slanciava e lo disputava ai maschi , rotolandosi con loro per terra ; la scena crudelmente selvaggia stupiva Lidia , la quale non riusciva a persuadersi che la monella appartenesse al medesimo sesso di lei . Al riprender del trotto , i monelli rimasero , addietro , sparvero ad un gomito della strada e in un nugolo di polvere . La carrozza procedeva robustamente , e il vetturale , curvo , indifferente al paesaggio di cui doveva conoscere ormai ogni anfrattuosità , spingeva i cavalli a esortazioni e a tocchi di frusta . Sui fianchi delle montagne si vedevamo sparsi poledri e giovenche , intenti al pascolo , volgendo appena la testa al passaggio del veicolo romoroso . Alcune fra le giovenche , piantate in mezzo alla strada con bruta apatia , costringevano il vetturale a frustarle perchè facessero largo , e oltrepassata la carrozza , riprendevano , la loro immobilità , coll ' occhio atono e fisso , come animali di bronzo . Dopo il cambio dei cavalli a Campodolcino , - collocato graziosamente in un ' estesa verde di praterie , - l ' aria si fece più viva , il paesaggio intorno più tetro per maestosità di montagne , la salita più decisa . M ' ero lasciato prender volentieri dalla vivacità di Lidia ; era impossibile non esultare alla soddisfazione complessa che illuminava la donna e le brillava negli occhi . Discesi dalla vettura , noi le camminavamo a fianco , studiando di precorrerla quando il terreno ce lo permettesse . La strada , scavata a giri nel fianco della montagna , ci offriva d ' accorciar di molto il cammino che il veicolo doveva seguir tutto e ci arrampicavamo sui rialzi per balzar dall ' altro lato della strada . Lidia , coll ' abito corto da viaggio , i piccoli piedi calzati in forti stivaletti di cuojo giallo , svelta , agile , s ' appoggiava alla mia mano e spiccava il salto con arditezza . Ma si stancò presto e dovemmo attender la carrozza , che avevamo vantaggiosamente distanziata , per risalirvi . Il vetturale ci guardava con occhio tenero , quasi paterno e non riprendeva il viaggio se non certo ch ' io avessi ben collocata Lidia . Una pigra ma sicura mutazione mi faceva sentire , man mano procedendo , che le memorie dei luoghi noti m ' entravan nell ' animo spalancato , ne cacciavano ogni imagine faticosa della città , mi davano una superbia di possesso quasi io solo fossi passato di là e solo conoscessi le voci sonore e profonde dell ' altitudini ; poi , guardando Lidia , - ora avvolta in uno sciallo da viaggio per ripararsi dall ' aria pungente , - provavo un fremito leggiero , nulla giudicando più dolce di simile amore in simili plaghe . A un tratto , Lidia volse il capo verso di me , i nostri sguardi s ' incontrarono , e la donna intuì il mio pensiero dilettosamente soggettivo . - Sei venuto spesso qui ? - ella chiese . - Cinque anni di séguito , in questa medesima stagione . - Solo ? - ribattè ella , con qualche esitanza . - Sempre solo .... Puoi supporre ? ... Ma no . Lidia non mi supponeva capace di condurla dove altre memorie di donne vivessero , e mi pentii del sospetto , e per cancellarlo le narrai in quali condizioni avessi scelto quel ricovero tranquillo , le dissi dell ' epigrafe sulla casa , e ormai mutabile in quest ' altra : " Venite , gaudentes " se gaudente non avesse una significazione materiale e volgare . Le brevi domande , però , mi ricordarono ch ' io doveva la storia del mio passato a Lidia . Non sapeva io tutto di lei ? La sua vita fino al mio incontro era stata così semplice , così eguale , che ponendo piede in casa Folengo , avevo capito come ogni giorno vi fosse monotono e puro , perchè Lidia non aveva amiche . Soffersi quindi , nuovamente , una curiosa molestia dacchè il mio passato era ben diverso , inutilmente ricco d ' intenzioni variate e inesorabilmente vuoto di bene e di male grande ; ero stato un uomo allegro e triste , malvagio o beffardo , a seconda dei casi , e per questo , nel mentre nulla avevo fatto che mi distinguesse da qualunque altro scapolo , - nulla , nel medesimo tempo , era più increscioso a narrarsi di quegli anni desolati , infingardi ; chiusi nella ricerca di commozioni , comunque fossero , anche bassamente colpose . Stabilii , dietro la rapida sintesi , di non parlare e d ' attendere che Lidia desiderasse o in qualsivoglia modo mi ricercasse quella storia , un po ' fosca , un po ' grigia . Pel momento , la donna era assorta nella contemplazione della cascata di Madesimo , presso Pianazzo , balzante rivo d ' acqua bianchissima , spumosa , lunga e molle , che rallegrava d ' un tratto la montagna nera e nel silenzio della strada deserta mormorava con liquida cadenza . Madesimo , l ' elegante ritrovo , era alla nostra destra e larghi affissi sopra una casa cantoniera ne indicavan la via ; ma pel bisogno di calma ch ' io sentiva , per il tepido fiorir dell ' amore di Lidia , il luogo riusciva troppo chiassoso e vivace . Più oltre , e a più fresca altezza , attirò gli sguardi della donna il villaggio d ' Isola , giù nella vallata , disperso a gruppi di capanne brune , dal tetto acuto , e arrampicate pel versante dell ' opposta montagna in notevole estensione e in una mutezza desolante di luce , anche malinconica per la nudità del monte sul quale eran disseminate . Assai piccole e quasi immobili , si scorgevan qua e là delle gregge di mucche . E tutto appariva traverso il fogliame degli alberi che avevamo a fianco della diligenza e che sembrava un immenso ornato , frapposto al villaggio da un artista bizzarro . Una particolarità del cammino erano ora le gallerie , attraversanti il ventre della montagna , e sotto le quali passavamo . Istintivamente , Lidia si curvò , come temesse d ' urtar la testa nelle travi che sostenevan l ' opera ardita , dalle vôlte umide , stillanti , le cui aperture , intervallate a guisa di finestre verso il fianco sinistro del monte , illuminavano con regolar quadrato di luce . V ' eravamo giunti per una via serpentina , talchè , volgendoci , potevamo ritrovar coll ' occhio il percorso fatto . Lidia , nella quale l ' incontro delle gallerie aveva ridestata la maraviglia graziosamente loquace delle prime tappe , si lamentava del freddo , soffiato coll ' aria violenta , che trovandoci in abiti estivi aveva buon giuoco anche sulle coperte da viaggio cui eravamo ricorsi . La molestia durò poco , perchè oltrepassata la vetta dello Spluga e l ' ultima cantoniera italiana , cominciò la discesa , prima quasi insensibile , poi rapida così che i cavalli di timone dovevan resistere all ' impeto del veicolo piuttosto che favorirlo , e quelli di volata si piegavano abilmente sul fianco per mantener l ' equilibrio . Era una bella e potente sensazione , questa della discesa . Il paesaggio svizzero si presentava foltissimo di pini , cosicchè pareva vi ci tuffassimo , e il profumo di resina , l ' aria nitida venissero ad incontrarci , penetrandoci beneficamente nei polmoni . Lidia non mostrava d ' essere stanca più di quanto fosse al principio del viaggio e come il sole andava riprendendo calore , ella si toglieva le coperte , sorridendo alla corsa piacevole , colle mani appoggiate allo sportello e il busto eretto ; l ' onda d ' ossigeno le prestava nuove forze ; la fatica , lo sbalordimento del viaggio , i mutamenti improvvisi di temperatura , di cui avevo temuto per la fragile donna , svanivano innanzi al bisogno nervoso di giungere , dal quale ella appariva animata . La discesa continuava veloce ; vedevamo , come già prima la via percorsa , in basso tutta la via da percorrere , a nastro , bianca e soleggiata , ombrosa di tanto in tanto , - e lontana , diritta , eguale , la strada che da Splügen conduce a Nufenen e a Hinterrhein . Lidia m ' interrogava sulla situazione della casa Pfaff , dimostrandosi felice del mio disegno effettuato , sentendo inconscia ella pure la voluttà d ' una solitudine amorosa , senz ' occhi indiscreti . I cavalli trottavano ora in piano , in direzione opposta a Nufenen . Erano le sei del pomeriggio e il sole si ritraeva man mano , lumeggiando le case più alte , il cimitero e la chiesetta di Splügen , senza malinconia , quasi con un senso largo di quiete abituale . Al passo , traversammo il ponte di Splügen e dal ponte ci arrestammo sulla piazzetta del villaggio , innanzi al Bodenhaus Hôtel , dove un gruppo di contadini raccolto pel riposo della sera , ci salutò con amichevol deferenza . In un angolo della piazzetta , ci aspettava la carrozzetta del signor Pfaff , linda e ripulita , colla giumenta saura ; e mentre ajutavo Lidia a scendere , il signor Pfaff , uscito dal Bodenhaus Hôtel , mi si fece incontro tenendo il cappello tra le mani . Piccolo , tozzo , formidabilmente quadrato di spalle , col viso senza neppure i peli delle sopracciglia , con due furbi occhi cilestri , - il signor Pfaff non era in nulla mutato dall ' ultima volta ch ' io l ' aveva visto , e dimostrava una diecina d ' anni meno de ' suoi sessanta . Egli mi strinse la mano , felicitandosi del mio ritorno , in una specie di dialetto lombardo , da lui imparato per frequenti corse nell ' Alta Italia ad acquisti di vini e di bestiame ; poi guardò Lidia , ch ' era presso di me , esile e dùttile figurina d ' adolescente . - La mia signora ! - dissi . Egli s ' inchinò sùbito , ma compresi che Lidia non gli piaceva . Non era un tipo svizzero ; le mancavano le allegre tinte alle guance , il seno turgido , i fianchi rotondi , e una sola mano del signor Pfaff sarebbe bastata a piegar Lidia come un virgulto . L ' istinto , che in quei paesi fa valutar la donna secondo la capacità a lavorare e a produrre attestata dal suo corpo , dava una delusione al signor Pfaff . Lidia era un essere inutile , a suo credere . Quando fummo nella carrozzella , guidata dal signor Pfaff e seguìta a distanza da un carro coi nostri bauli , io approfittai della solitudine che si ritrovava appena fuori di Splügen , per baciar lungamente la bocca di Lidia . Era una bocca sì viva di colore e così perfetta di linea , ch ' io mi compiaceva a serrarla e a riunirla fra le dita per meglio sentirla sotto le mie labbra . In quel momento , il signor Pfaff si volse dal suo sedile verso di noi , ma rigirò sùbito la testa , allo spettacolo , e la tenne poi ostinatamente fissa in avanti , per non disturbarci . - Ho fatta posticipare la cena ! - egli disse , senza guardarci . - Va bene . Avete molti viaggiatori all ' albergo ? - domandai . - Due francesi . - Maschio e femmina ? - Maschi tutt ' e due . - Volevo chiedere se fossero giovani , ma mi rattenni , vergognandomi dell ' impulso . Pensai che fossero due solitarî com ' ero io qualche anno prima , e li compiansi ; tutto quanto viveva all ' infuori del mio amore , estraneo a Lidia , mi giungeva perdutamente sconsolato , ed ero già disposto a considerare i due francesi come anime in pena . La strada , a sinistra di Splügen , discendeva per breve tratto , poi saliva e si stendeva piana , a gomiti , costeggiata quando dal Reno , quando dalle pinete , su ambo i lati . Il Reno , che interessava Lidia , quasi un personaggio storico di cui si son lette e udite mirabili gesta sanguinose , era nel tramonto quieto , assai sonoro ; una lieve brezza moveva le cime dei pini circostanti lambendoci il viso ; il cielo , privo di sole , pareva una gran vôlta sulle nostre teste , e mai quanto allora ne compresi la maestosità . - C ' è ancora molto ? - chiese Lidia . - Tre chilometri , - rispose il signor Pfaff , rigido al suo posto . - Sei stanca ? - domandai io alla donna . Ella negò col capo e mi volse la bocca in modo ch ' io fui costretto a ribaciarla . Traversando il primo dei ponti che s ' incontrano su quella strada , vedemmo il Reno orribilmente serrato fra due montagne a picco , furioso di spuma . Il vecchio fiume balzava , tutto bianco , irrompeva , accelerando la corsa verso i luoghi dove gli sarebbe stato possibile allargarsi immortale e magnifico .... Anche oggi , mentre scrivo , il Reno ulula così sotto quei monti ; ma chi lo guarda cogli occhi amorosi coi quali noi lo guardammo ? Il crepuscolo ci avvolgeva in un manto cenerognolo , passandoci nell ' animo il presentimento d ' un gran riposo , nella casetta bianca e ilare che ci aspettava a poca distanza ; pareva aleggiassero le sforate d ' una ballata di Göthe fra i rami dei pini , inclinati in uno stormir discreto . Non v ' era altro che pace , all ' intorno , e ombra , e mitissimo grado di calore . S ' incontravan qualche contadino , qualche addetto alla manutenzione della strada ; levavano il cappello , augurando buona sera . Non era il saluto al nostro amore ? Buona sera , veramente , quella in cui arrivammo all ' albergo del signor Pfaff ! Buona sera , che cancellava dallo spirito anni dolorosi d ' errori e mi offriva la fede in qualche cosa , nell ' avvenire , in me stesso ! Quando la casetta s ' abbozzò nell ' ombra , la giumenta saura aumentò l ' andatura , nitrendo ; dalle finestre si scorgevano i lumi accesi della sala di conversazione e della sala da pranzo , unici fari in mezzo ai pini , ormai simili a spettri . Prima che la carrozzella si fermasse , baciai di nuovo Lidia . Sulla soglia , la signorina Silesia Pfaff , coi capelli neri accuratamente ravviati e la tipica faccia rubiconda , comparve insieme a Leo , il grosso cane di Terranova al quale ero insoffribilmente antipatico . La signorina mi porse la mano , Leo m ' abbajò contro , secondo il solito . Ancora , Lidia fu una delusione per Silesia , per quanto questa s ' affrettasse a salutare ossequentemente ; ma certo pensò che se avessi sposata lei , avrei fatto miglior negozio . Ci avevano approntate al primo piano due camere da letto comunicanti , un salottino e una specie di studio colla scrivania , dove avrei potuto sognar di lavorare ; luce e fiori dappertutto , la quale particolarità mi parve assai gentile e mi obbligò a ringraziar vivamente Silesia Pfaff che ci accompagnava . Quando fummo nel tinello per la cena , potei notare che le razze hanno istinti non mai fallaci e sconfessabili ; perchè , se Lidia aveva delusa l ' aspettazione degli svizzeri tedeschi , provocò l ' ammirazione dei due francesi che ci avevano preceduti ; un ' ammirazione rispettosa , ma chiara per qualche sguardo e per quell ' impaccio quasi piacevole che una bella donna ispira sempre ai giovani . I due viaggiatori , sulla trentina , eleganti per abitudine , compìti per esperienza di società , eccellenti parlatori , si contentarono di discutere fra loro alcune questioni superficiali di letteratura ; ma in modo che se la buona volontà non mi fosse mancata , avrei potuto io pure esprimere delle opinioni , concordi o contrarie , il che era affatto indifferente a me e ai due francesi . Io aveva ben più dolce esca alla mia attenzione . Lidia , dai cupi occhi azzurri e dalle labbra vermiglie , appariva serenissima , e la grande notte silvestre che calava , prometteva un ' immensa voluttà di silenzio . IV . Per tutto quel mese di luglio milleottocento ottantasette , uno spettacolo di saltimbanchi e una passeggiata notturna furon le sole digressioni nella gran calma felice della nostra vita . All ' albergo eran sopravvenuti altri forastieri , i soliti dogliosi in cerca d ' oblio ; ma noi li vedevamo di rado , non intervenendo alla mensa comune . Intuivo parecchi intorno a noi che sorridevano del nostro appartarci ; quei due francesi incontrati pei primi , dovevan filosofare mirabilmente sull ' idillio che presentavamo loro , e una vecchia dama bisbetica sogguardava Lidia con qualche acredine , incolpandola d ' essere nata cinquantacinque anni dopo di lei . Ciò non era molto doloroso e noi gustavamo con tanta intensità il nostro egoismo a due , che per tutti gli altri ci sentivamo feroci . V ' erano e vi sono , in quell ' angolo delizioso dei Graubünden , lunghissimi tratti di strada quasi per null ' affatto frequentati e secretissimi e riparati fra la verzura e simiglianti a certi selvatici e vergini paesaggi , dal pennello più presto imaginati che riprodotti fedelmente ; ora chiusi come interminabili chioschi , ora aperti come giardino signorile , dove la vigile attenzione dei paesani ha collocati opportunamente i sedili pei rari passanti . Noi sceglievamo sempre quelle vie , procedendo fin che il Reno sopraggiungeva ad accompagnarci , scapigliato di schiuma , e spesso , non contenti dell ' impreveduto e del mistero , lasciavamo la via segnata , inoltrandoci pei boschi , salendo pei greppi che i lichéni avevan ricoperti di morbidissimi tappeti naturali , qualche volta anche arrischiandoci su rocce a picco , dalle quali si poteva veder sotto il ruinar vertiginoso del fiume . Lidia , cogli abiti a chiare tinte , formava in quella varietà di cose belle per dolcezza o per orrore , un inarrivabile complemento , che io ammirava col rammarico di non sapere in modo alcuno descrivere . Quando , - pel timore che le crittogame delle rocce non nascondessero qualche falla del terreno , - Lidia s ' attaccava alla mia mano e camminava così a capo chino , studiando il passo , sorridendo un po ' nervosa , aiutandosi col bastone ferrato e chiedendomi cogli occhi una parola incoraggiante , io non trovava altra parola che il bacio , dato sulle labbra fresche , volonterose . Qualche incontro inaspettato animava le nostre escursioni ; dei camosci , a gruppi di tre o quattro , s ' allontanavan lentamente , rivolgendo la testa a guardarci coi neri occhi oblunghi ; degli scoiattoli bruni fuggivan d ' albero in albero , la coda ritta , le piccole orecchie calate per la paura ; ed eran graziose macchie sullo sfondo verdastro dei tronchi antichi . Talora , alti cumuli edificati pazientemente con fuscelli di pino , c ' indicavano il soggiorno delle formiche rosse , e innanzi a quei meravigliosi risultati dell ' intelligenza animale , Lidia ed io ci soffermavamo a lungo . Quelle formiche , d ' un ' audacia e d ' un coraggio diabolici , si rizzavan sull ' addome appena tocche , s ' avventavano con furore contro la punta del mio bastone , eran tremendi guerrieri capaci dei più inauditi eroismi ; se io gettava loro qualche insetto , era un accorrere da ogni dove , un fermarlo , un assalirlo per quanto esso potesse sembrare smisurato al confronto degli assalitori ; se scoperchiavo il formicaio , le abnegative abitatrici del luogo correvan tosto a nascondere e a riseppellire le uova così esposte , e si rizzavano a guardar donde venisse l ' attacco , e senza frapporre indugio rimediavano alla catastrofe , ricostruivano immediatamente le abitazioni distrutte . Spettacoli non poco umilianti pel mio orgoglio d ' homo sapiens . Fu giusto al ritorno da una di quelle passeggiate istruttive , che , seguendo un sentiero in mezzo ai campi , protetto su un lato da un filar d ' ontani , Lidia s ' arrestò ad osservar le incisure che mani ignote avevan fatte nel tronco degli alni ; eran lettere intrecciate , numeri e motti stentatamente segnati nella corteccia , ricordi sentimentali . La donna mi domandò il coltellino per aggiungere i nostri nomi all ' elenco sospiroso ; girò intorno al tronco per trovarne una faccia priva di segni , e vedendo una S circondata da mirabili ghirigori , mi chiese : - Quando hai inciso questo , Sergio ? - Mai , cara , - risposi . - Lo vedo ora per la prima volta . - Più sotto alla S , v ' era un ' A , e più sotto ancora , la S e l ' A s ' univano in un monogramma , come due amanti che dopo battuta diversa via , si ritrovano e si congiungono per sempre . Lidia mi restituì il coltellino , prese il mio braccio e s ' incamminò meco senza far parola . - Via , bambina ; - dissi . - Che cosa c ' è ? Tutte le S indicheranno Sergio e tutti i Sergi non potranno essere altri che io ? Ti ho già detto come io sia sempre venuto solo in questi luoghi . - Sei diventato pallido , - osservò Lidia . - Pallido no , - risposi ; - triste sì , pel tuo sospetto ingiusto . - E sciogliendomi dal braccio della donna , mi fermai . Provavo un tormento , improvviso , crudele . Come mai Lidia mi credeva abbastanza vano e vile da condurla dove avevo condotte le mie amanti , da permetterle di scrivere il nostro nome sotto il nome d ' un ' altra donna ch ' era stata mia ? - Perchè mi giudichi così male ? - domandai , guardando la donna fissamente . - Chi ti ha parlato di me ? - Nessuno mi ha parlato di te , Sergio , - ella rispose , ritta , immobile come un ' accusata . - Ho creduto io ; ma non ti ho detto niente , non ti avrei detto niente mai . - La sera calava con quella solita maestà non priva di tristezza che i grandi paesaggi posseggono . Di fronte a noi , sull ' altra strada che conduceva ad Andeer , risonavano le campanelle delle mandre reduci dal pascolo ; le foreste di pini , stese lungo i fianchi dei monti , ispessivano il loro verde fino a diventar nere e lucide . - Mi credi , dunque ? - domandai , avvicinandomi a Lidia . - E tu , mi perdoni ? - ella rispose . Procedemmo in silenzio ; il brevissimo episodio m ' aveva ancor rammentato ch ' io nulla aveva detto a Lidia de ' miei anni precedenti , e simile lacuna poteva ben giustificar nella donna qualunque sospetto . Infine , ella m ' aveva sposato perchè mi amava , i suoi m ' avean data Lidia perchè io conveniva loro ; ma sapevano essi chi io era , non riguardo al mondo , non riguardo alla vita vissuta , ma in faccia alla coscienza e alla vita dei sentimenti ? Nulla sapevano essi ; potevo esser un cinico , un corrotto , un libertino , un ipocrita che avesse trascinata l ' esistenza senz ' infamia e senza lode , sol perchè gli eran mancate le occasioni di far diversamente . Rimaneva perciò un malessere tra me e Lidia , prodotto da quel velo steso sul mio passato , e bisognava rimediarvi , presto , sùbito , perchè non si prolungassero oltre i motivi a sospetti e a dubbi . Quella sera medesima , dopo cena , quando Lidia fu nella sua camera , io ve la raggiunsi . La serata aveva chiuso con un acquazzone formidabile , dando un tracollo alla temperatura , divenuta quasi fredda ; nel nostro appartamento le stufe russavano . Trovai Lidia ben disposta ad ascoltarmi , seduta in una poltrona con dei giornali sulle ginocchia . C ' illuminava chiaramente una lucerna posta a fianco di Lidia , sopra una piccola tavola . Mi sedetti presso la donna , le presi le mani , e le dissi : - Vuoi ascoltarmi , amica mia ? Debbo parlarti a lungo . - Dal movimento di viva attenzione che seguì in Lidia a queste parole , compresi ch ' ero arrivato a tempo e che s ' ella non aveva osato mai chiedere , non aveva per ciò men desiderato quell ' istante di confidenza . Quanto a me , studiai di dare alla mia voce l ' inflessione più affabile di cui era capace , e per la durata dell ' esordio , non abbandonai le mani della donna , fattasi grave subitamente . - Debbo dirti chi sono io , - cominciai sorridendo , - e come ho vissuto fino al giorno del nostro incontro . Io ne ho il dovere , ma ti parlo piuttosto per desiderio d ' una piena confidenza , che per stimolo di soddisfazione ad un obbligo . Sai che io ho perduto mia madre a vent ' anni e che d ' allora , fino all ' altra dolorosa scomparsa di mio padre , io sono stato sempre con questi , accompagnandolo in tutt ' i suoi viaggi per l ' Italia e fuori ; ma non sai quale notevolissima influenza sulla mia indole abbia esercitato questo genere di vita . Mio padre , vecchio colonnello di cavalleria , era di quegli uomini maravigliosi che han conosciuto l ' entusiasmo e che , dopo essere stati eroi in tempo di guerra , non s ' eran dimenticati d ' essere onesti in tempo di pace . Per me aveva una benevolenza sollecita , e io credo d ' aver destata in lui compassione non meno che affetto ; ero esile , gracile , e presso l ' uomo che aveva scritta la propria storia a colpi di sciabola , parevo un virgulto , non abbastanza bello per essere interessante e non abbastanza interessante per essere perdonato della sua gracilità . Quindi , mio padre credette ottima idea d ' evitarmi le noie e le ansie degli studî , supplendovi coi viaggi , ed io confortai questi col tuffarmi a corpo perduto nella lettura di qualunque libro , di qualunque giornale , di qualunque opera pesante od allegra mi fosse dato trovare . Ciò non era grave , alla fine ; conobbi molte cose superficialmente e nessuna con profondità , ma non dovendo votarmi ad alcuna professione , la cultura saltuaria mi rese eguali servigi , nelle conversazioni , dove tutta la scienza si limita ad un accenno .... Gravissime , invece , furono le conseguenze morali di quella vita febbrile e diffusa . Io non ebbi abitudini , perdetti la nozione della famiglia , non amai nulla di quanto si conveniva alla mia età ; come i viaggi m ' insegnavano che non v ' era luogo così bello da escluderne altri migliori , la vita mi si presentava quasi un viaggio lungo , ed ogni avvenimento quasi un incidente di via , che al primo gomito della strada si sarebbe dimenticato . Perciò , io dispersi le forze intellettuali e non potei indirizzarle ad un determinato scopo ; dispersi le forze affettive , non raccogliendole sopra alcuno oggetto . Feci una pausa . Lidia osservò con voce tranquilla : - Io non vedo gran male in tutto questo . Avrai avuta una giovinezza molto fredda e senza peripezie . - No , - risposi . - Allora pareva anche a me che non vi fosse gran male , perchè ero assai giovane , e quello stesso metodo di vita m ' era d ' ostacolo ad interrogarmi , a studiare se in fondo all ' animo io non sentissi qualche irrimediabile amarezza . Ma quando mio padre morì , m ' accorsi tosto d ' essere straordinariamente solo nel mondo , inutile al punto che la mia vita e la mia morte dovevan riuscire indifferenti fenomeni agli altri , non pure , ma a me stesso . Non avevo alcuno scopo , non avevo amici , non rappresentavo nulla , non ero una forza , considerevole o mediocre , nella , meccanica della società ; se fossi sparito , nessuno si sarebbe doluto della mia scomparsa . A tale idea io soffersi molto , e fui così malcontento , così irritato , che invece di tentar qualche cosa , venni in questo paese a rodermi internamente de ' miei anni sciupati . Capisci questo , amica mia ? Lo spettacolo dell ' attività altrui , invece di spingermi all ' emulazione , mi stremò di forze e mi tolse ogni speranza di poter fare . - Come mai ? - domandò Lidia , rizzando la testa a guardarmi . Nel mentre andavo parlando , m ' accorgevo che , diversamente da tutte le aspettative , la confessione mi riusciva facile , e che enunciando e sintetizzando il mio passato , illuminavo me stesso su cose prima oscure . Avevo anche avvertita una certa impazienza in Lidia , e me ne davo ragione sapendo che la donna non poteva contentarsi di quelle linee generali , ma voleva la confessione di argomenti assai più vicini a lei e più pericolosi . - Come ? - ripetei . - Non so . Saranno effetti nervosi , ma certo senz ' alcun rimedio ; avrei avuto bisogno di trovare gli altri molto addietro ; li vidi al contrario molto innanzi , e lo spazio che mi separava da essi , mi diede un vero spavento , quasi una vertigine . - Così , tu non hai fatto bene e non hai fatto male ? - chiese Lidia . La voce della donna s ' oscurò di tristezza , e mi penetrò in fondo al cuore . - No , - confessai , - no , io non ho fatto alcun bene .... - Non hai amato ? - incalzò Lidia , rizzandosi sul busto e stringendomi le mani . - Non ho fatto alcun bene , - dissi nuovamente . - Ero preso da quella specie di malattia della volontà , e divenni maligno , contro di me e contro gli altri ; fui dei più pronti a schernire , dei più volonterosi a negare ; fui un essere colmo d ' odio , perchè invece d ' incolpar me della mia vuotaggine , incolpai non so quale fatalità avversa . - E le donne non riuscirono a toglierti quell ' asprezza , a consolarti ? - Appena pronunciate queste parole , Lidia arrossì vivamente ; ma nel medesimo tempo , il mio viso ebbe forse un ' espressione così dolorosa , che la donna porse la destra sulla mia bocca , aggiungendo : - No , no , non dir nulla , se non vuoi , Sergio ! - E si chinò a baciarmi . Nell ' atto ch ' ella avanzava e serrava le labbra contro le mie , io chiusi gli occhi ed ebbi come un ' immensa visione di tutta l ' impossibilità a parlare . Lidia era ancora , una fanciulla ; donna solo fisicamente ; il suo animo era incontaminato , il suo pensiero casto , i suoi costumi ingenui . In che modo potevo io dire ? ... Perchè bisognava farsi comprendere , cioè sviscerare i fatti , analizzarli .... Quando Lidia staccò la bocca dalla mia , io aveva già divisato di non parlare . Mi diedi a passeggiare per la camera , comprendendo che non potevo tacermi immediatamente , se non col pericolo d ' ingenerar nello spirito di Lidia chi sa quale stranissimo sospetto di mistero . La donna mi seguiva dello sguardo , e per la prima volta s ' insinuò fra noi il dolore di non sentir le nostre anime sopra una medesima via . - A che giovano i fatti ? - io ripresi , avvicinandomi a Lidia e sedendomi sullo sgabello a ' suoi piedi . - In amore e per l ' amore , sono stato un perverso . Non mi chiedere altro , amica mia ; non ti dirò di non avere amata alcuna donna prima di te ; la cosa , più che mirabile , sarebbe ridicola . Ma è certo , è vero , è sacro che dal primo giorno del nostro incontro , ogni altro amore cessò e ho voluto mutarmi . - Sono contenta , - disse Lidia con semplicità . - Sono contenta e ti credo : però .... - Tacque un istante , esitando ; poi si chinò fino al mio orecchio e soggiunse a bassa voce : - Però .... vorrei sapere se fra le donne ch ' io conosco , ch ' io conoscerò e che ci verranno in casa , vi sia qualcuna che tu hai amata . - Non era ancora finita la frase , che Lidia se ne pentì , poichè corresse : - No , no , in casa ; non dubito ; ma v ' è qualcuna ch ' io conosca ? - Nessuna , - risposi prestamente , e volsi il capo perchè Lidia non mi leggesse in viso la menzogna . Una , ve n ' era ; ben conosciuta da Lidia , che l ' ammirava per la superbia e l ' eleganza ; una , che frequentava la casa Folengo , e m ' aveva irritato colle carezze finte prodigate alla fanciulla . Ma perchè dir questo a Lidia ? Non era inutile e pericoloso ? - Vedi , - continuai dominandomi . - Vedi ch ' io non ho nulla di buono nel mio passato e ch ' io ti debbo una totale rigenerazione ? Sono un vagabondo arrestato dalla tua potenza . - E tu mi ami quanto non hai amato alcuna donna , è vero ? - domandò Lidia , ancor dubitosa . - Puoi ben crederlo , - esclamai , - se a te lego tutta la mia vita ! - Vagamente e con un ' indefinita paura , io rilevava uno strano fatto ; che la mia confessione era inutile , perchè non poteva esser chiara , e che , lasciando Lidia più calma di quanto io non m ' aspettassi , aveva invece turbato me oltre ogni previsione . La colpa era mia , non avendo io il coraggio necessario a spingermi fin dov ' era possibile ; la colpa era anche di Lidia , la quale , sorvolando ai miei mali dello spirito , aveva voluto giungere sùbito ai fatti , agli amori , alle donne , alle persone che da un istante all ' altro ella poteva incontrare . In fondo , Lidia non aveva capita l ' amarezza della mia esistenza , tormentata da un inutile desiderio di fare e di lavorare : non aveva viste che delle rivali , non aveva tremato che di gelosia . Così , mentre io credeva la mia confessione dovesse prolungarsi , era invece finita d ' un tratto , proprio sul limitare della piena confidenza . Io guardai la donna ; delicatissime apparivano la bianchezza rosea del suo volto , l ' espressione degli occhi lunghi , ombrati da palpebre simili a minuscoli ventagli , coronati da ciglia simili a leggiere strisce arcuate di pennello . Ed io poteva condannarla , s ' ella non comprendeva l ' infinita melanconia , l ' infinita vacuità dell ' uomo che le parlava ? Anche troppo presto se ne sarebbe avveduta quando la nostra casa si fosse aperta agli amici miei , agli uomini che seguivano una via ben chiara , incontro a una meta ben decisa . Lidia era , del resto , come tutte le donne , chiusa entro i limiti della vita pratica ; non poteva supporre occupazioni oltre la famiglia , o supponendole non le avrebbe trovate necessarie . Io solo , che avevo sognato di giungere alla fama , ero giudice della rovina che al sogno aveva tenuto dietro invece della realtà . Non avevo mai saputo chiuder la vita entro limiti così precisi che arginassero le incomposte tendenze , dirigendole robustamente a un fine ; proclive a più cose ed avido di conoscere , avevo dispersa l ' energia creativa , atrofizzandola in un vuoto compiacimento di sapere ; privo di vanità nella sua forma più eletta ch ' è l ' ambizione , m ' ero limitato ad ammirar l ' opera altrui , spesso semplicemente induttiva , e m ' ero sfiduciato al pensiero di muovere i passi dove uomini eminenti avevan talora dubitato ed erano anche caduti numerosi ; e se di tanto in tanto il peso dell ' inerzia vergognosa mi diveniva intollerabile , - guardandomi intorno e vedendo i già noti e battaglieri preparar nuove opere e nuove battaglie , la mia nervosità suggestionabile soffriva d ' un contraccolpo mortale , la mia volontà si rannicchiava al cospetto di volontà più illuminate e più esperte . Rimaneva poi verissimo quanto io avevo detto a Lidia : che al vuoto del quale arrossivo avevo sempre trovate altrettante giustificazioni , considerandomi vittima di complicate e malaugurose vicende ; e il tempo , la solitudine , l ' incontentabilità , le difficoltà materiali per farmi conoscere , la lenta progressività dell ' esito futuro , mi sbigottirono e mi relegarono decisamente fra l ' immensa caterva di coloro che vivono come possono e che una tomba inonorata accoglie e dissolve . Nei giorni susseguenti a quel colloquio con Lidia , io ebbi più volte l ' opportunità di spiegare alla donna quanto fossi insoddisfatto dell ' indirizzo preposto alla mia giovanezza . Lidia accoglieva questi discorsi con una duplice espressione : lieta , perchè notava come le donne del mio passato fossero totalmente scomparse dalla memoria ; triste , perchè avrebbe voluto altrettale oblio de ' miei sogni e dei proponimenti frustanei . V ' era nel suo modo di rispondere , nell ' angoscia rinnovellata ad ogni apparire de ' miei rimorsi , - un chiarissimo sottinteso , ch ' io aveva sùbito spiegato così : - " Non ti basta la realtà del mio amore ? Non ti basta la vita ch ' io ti offro ? " - Ora , quando in addietro lottavo , cercando di dedicarmi alla letteratura per la quale credevo di aver qualche disposizione , - m ' ero sempre tolto a quelle spaventose lotte col medesimo pensiero : tuffarmi nella vita reale , godere quanto era più vicino e più facile ad ogni uomo . E quel pensiero d ' allora , germinato spontaneo , e quel sottinteso d ' adesso , nascosto nelle parole di Lidia , concludevano in un ' egual rinuncia , avviandomi sulla strada comune , dove non si trova gloria , ma la calma è solenne , l ' indifferenza grande , il benessere sicuro . E poichè questa volta l ' esortazione alla rinuncia veniva da una bocca giovanile e cara , io credetti poterla obbedire , e per lungo tempo i rimorsi della vanità delusa tacquero , mortalmente . V . In quella dissonanza d ' anime , lievissima e tuttavia avvertibile , sorta fra Lidia e me dalla sera in cui ella non aveva capito il mio tormento e non aveva temuto che per donne immemorabili , - so e affermo che , quantunque io volessi negarlo a me stesso , noi non potevam giudicare la giornata trascorsa se non al cominciar della notte . Era nell ' alcova di Lidia che io vedeva sciogliersi i nodi aggruppati durante il giorno ; erano il sorriso o l ' impaccio , il desiderio o la sommissione della donna , che mi davan la misura di quanto noi fossimo all ' unìsono , o delle modificazioni lentissimamente verificatesi nella nostra vita felice . Appena ombre , appena gradazioni d ' una fuggevolezza così rapida che ad uomo chiuso all ' investigazione , sarebbero andate perdute . Lidia , per la prima , non aveva nulla rilevato , e si credeva senz ' alcun dubbio ancora a quell ' altezza di passione che aveva riscaldati i primi giorni della nostra intimità . Io stesso osservava a scatti , e soltanto ora , studiando quei tempi , vedo la strada percorsa , digradante con infinitesimale declivio . Colui che batteva all ' uscio di Lidia era il medesimo , l ' identico uomo che due mesi avanti aveva passata la soglia della camera virginale e aveva pianto alle lagrime della dedizione ? colei che permetteva all ' uomo d ' entrar nell ' alcova , era la medesima , l ' identica Lidia che aveva tremato di paura e non aveva trovato requie nell ' aspettazion timorosa ? No . Oramai , eravamo diversi da quelli . Innanzi tutto , nel mio animo s ' era risvegliata l ' attenzione che m ' era particolare ; a luogo di procedere fidente , gli occhi chiusi , come nei primordî della nostra unione , - io sorvegliava . A che cosa ? A nulla e ad ogni cosa ; a Lidia , a me , ai sorrisi , alle parole , a corrugamenti di ciglia , a strette di mano , ai baci , alle forme di piacere , alla durata dei desiderî , al bisogno di confidenza , all ' intensità di molestia causata da presenza d ' estranei . In quei giorni di Sufers , io aveva ripresa l ' abitudine d ' archiviare dei fatti , e per lunghissimo tempo , a Sufers ed altrove , tutto si ridusse a questo . Onde , da quel risveglio , io aveva soltanto percepito che avvenivano delle modificazioni ; eufemismo col quale si stabilisce il principio d ' una catastrofe ; fiocco di neve , che rotola pel versante , s ' ingrossa , si dilata e forma la valanga . I fatti eran d ' una sola entità . Ne ricordo alcuni : Quando noi ci recavamo il mattino a Splügen , era nostra abitudine seguir la strada men battuta , che partendo dalle spalle dell ' albergo , giunge a quel villaggio per discreti viottoli ombrosi . Non saprei dir quante volte noi ci fermassimo e le nostre labbra si cercassero avidamente ; non saprei dire con quanta diligenza io vegliassi a che Lidia non s ' affaticasse di soverchio . Da qualche tempo , i baci eran diminuiti ; Lidia , dicendo di voler imitare gl ' inglesi , camminava innanzi a me , senza darmi mano ; se ci soffermava l ' improvvisa bellezza d ' un mattino estivo , ammiravamo silenziosi , nè sentivamo il bisogno d ' esser vicini , d ' interrogarci e di commoverci insieme . Una volta , al ritorno da Splügen , invece di riprender la via secreta , m ' incamminai sulla via postale , ch ' era più breve . Lidia mi seguì , senza mostrar noia o stupore ; giungemmo a casa , privi di baci , e risaliti in camera non ci ripagammo di quell ' insolita astinenza . Peggio : da quel giorno , le strade postali furono le preferite . Ancora : noi non parlavamo che del nostro amore , in principio , e non ci curavamo se all ' intorno si vivesse ; il bel tempo e il cattivo erano egualmente benvenuti e con egual piacere si rimaneva in casa o si usciva a passeggio . Da parecchio , - avevo cominciato io , - i nostri discorsi parlavan degli altri ; si faceva la caricatura ai compagni d ' albergo , ci si chiedeva che potessero pensar di noi i genitori di Lidia e i miei amici . Peggio ; si facevan disegni per altri luoghi , si evocavano i ricordi della città ; si prediligevan le passeggiate , nelle quali s ' inframmettevano fra noi mille oggetti e variati spettacoli ; e si leggevano i giornali . Queste modificazioni eran necessarie ; accennavano al passaggio dall ' amor violento , dalla frenesia giovanile a un più calmo possesso , a una più tranquilla felicità ; passaggio inevitabile , poichè sarebbe stato pericoloso e sovrumano che avessimo continuato come nei primissimi tempi . Nè mi potevano esse spaventare , nè eran brusche ed aspre così da lasciar fra l ' inizio e il presente una visibil lacuna ; ma avevan tuttavia qualche cosa di caratteristico , d ' indefinibile , prodotto dalla graduale conoscenza reciproca delle nostre indoli . Certamente , per noi i giorni dipendevan dalle notti , la vita dell ' anima s ' informava alla vita dei sensi , e conservo a tal riguardo la memoria di due episodî , che segnano a mio credere due punti ben chiari e diversi della nostra parabola amorosa . Com ' io aveva indugiato una sera nella mia camera a scorrere diverse lettere , ed era inavvertitamente valicata la mezzanotte , l ' ora classica in cui mi presentavo a Lidia , - sentii presso l ' uscio un tenue fruscìo d ' abiti , e sulla porta l ' errar d ' una mano in cerca della gruccetta . Aguzzai l ' orecchio ; il fruscìo pareva ripetersi ; ma sempre tenue e dubitoso . Mi diressi all ' uscio , l ' aprii sveltamente e vidi Lidia , immobile , fulminata dalla propria audacia . - Oh ! - ella esclamò , giungendo le mani , con voce tra la gioia e il malcontento . - Oh non pensar male di me ! È già mezzanotte ; non ti vedevo , temevo che fossi indisposto . Non pensar male ! - Io risi prendendola fra le braccia . - Mi duole , o signora , - dissi , mentre la portavo sopra una poltrona . - Mi duole immensamente , ma io sono costretto a pensar male di voi ! - E le diedi più baci sugli occhi e sulla bocca .... Questo era avvenuto non molto dopo il nostro arrivo all ' albergo ; ma v ' era anche il riscontro a quella scena d ' impulso ; riscontro causale di cui io aveva la maggior colpa . Leo , il cane del signor Pfaff , s ' era fatto singolarmente ringhioso e per dimostrarmi che la sua antipatia aveva concluso nel più strano odio , mi guardava con occhi torvi e brontolava se appena osassi avvicinarlo . Talchè , scendendo solo , un mattino , e trovando Leo disteso nel corritojo , lungo e stretto , che seguiva alla scala , tentai d ' accarezzare il cane , di persuaderlo all ' amicizia con qualche buona parola . Leo s ' alzò veemente e visto chiuso l ' uscio che dal corritojo metteva alla strada , ringhiò , in atto di difesa ; per punir l ' animale dell ' accoglienza eccessivamente incivile , staccai dalla parete la frusta del signor Pfaff , drizzandone la punta al muso del cane ; ma questo senza darmi tempo di colpirlo , spiccò un balzo con un latrato , mi si lanciò contro così veloce , ch ' io riuscii a mala pena a schivarne l ' urto . Quasi nel medesimo istante , sulla scala che mi era alle spalle , risonò un grido acuto e volgendomi scorsi , abbrancata alla ringhiera , Lidia , pallidissima , cogli occhi aperti su di me . Leo parve ammansato dalla inattesa comparsa della donna ; io corsi a Lidia , la riaccompagnai nella sua camera , dov ' ella , cedendo a un moto nervoso , diede in dirotto pianto , tutta scossa da un tremito . Non so perchè , quelle lacrime innocenti m ' irritarono e mi sconvolsero in modo che invece di chieder perdono a Lidia d ' averla così turbata colla mia improntitudine , non apersi bocca e aspettai ch ' ella avesse rasciugati gli occhi e si fosse dominata ; nè per quanto i suoi sguardi invocassero una scusa , io fui capace di formularla . Ci trattammo con molta freddezza pel resto della giornata , poichè , sapendo d ' aver torto , mi dicevo e mi persuadevo d ' aver ragione , ed ero arrivato ad aspettarmi io una spiegazione dello spavento di Lidia . Quando calò la sera , ci lasciammo al limitare delle nostre camere , e nessuno di noi due tentò una riconciliazione , venuta solo l ' indomani . Se questo chiaroscuro aveva potuto svelare a Lidia la dominante incoerenza del mio carattere , ben ve ne furono in séguito , che squarciarono altri veli . E , per esempio , rammento che all ' arrivo della diligenza avendo una volta osservata con qualche attenzione una signora assai giovane ed elegante , che vi si trovava , rincantucciata in un angolo , - rammento come Lidia soffrisse di quella mia curiosità senza scopo , e me ne chiedesse con insistenza delle ragioni che non potevo dare , poichè non esistevano . E , ancora , Lidia tradiva a poco a poco la smania , l ' impazienza di tornare in Italia , di ritrovarsi fra gente conosciuta , d ' ascoltar dei discorsi e delle narrazioni di fatti . I fatti soli la interessavano , mentre su di me esercitavano una noia indicibile , specie se raccontati con quella minuzia di particolari che Lidia voleva . Gli stupendi paesaggi a noi d ' intorno , eran piaciuti a Lidia , non per sè medesimi , ma per la loro novità ; laddove io , conoscendoli assai bene , li amavo perchè me n ' ero fatto padrone e ne sapevo ogni inflession di linguaggio ; cosicchè avveniva che a me l ' abitudine faceva il soggiorno più caro , e a Lidia il soggiorno non piaceva se non vario di gite e d ' escursioni . Abituato a mutar luogo dalla prima giovanezza , nulla dei costumi stranieri mi riusciva molesto o inaccettabile ; m ' allignavo così prestamente in qualunque paese da dimenticare in pochi giorni d ' avere altri costumi . Lidia , vissuta sempre sotto la tutela assorbente di donna Teresa , trovava insopportabile la minima variazione alle sue abitudini ; aveva sofferto d ' insonnia perchè il letto non era collocato di fronte alla finestra , e dopo più di due mesi , ancora arricciava il nasino quando le avvenisse d ' ascoltar gli svizzeri parlare il dialetto grigione o il romancio ; la cucina dell ' albergo le aveva tolto l ' appetito ; il romore del Reno la spaventava come al primo giorno ; e osservando ch ' io non pativa punto di questi disagi , s ' irritava leggiermente . Perchè , la collana di screzî che sono andato enumerando , era , infine , così sottile da notarsi appena , e ancora sopra tutto dominava l ' amor nostro , che appianava le piccole difficoltà e conservava il color roseo a quei primi mesi ; nessuno di noi due , certo , ingrandiva le scabrosità di carattere dell ' altro , ma al contrario , ciascuno si studiava di sorriderne con affetto e d ' obliarle tosto . Sul cominciar di settembre , donna Teresa ci scrisse , manifestando il desiderio di riveder Lidia e mi parve opportuno cedere alla preghiera nonostante che Silesia Pfaff e suo padre si rammaricassero assai della nostra partenza . - Perchè così presto , quest ' anno , signor Lacava ? - osservò Silesia , all ' annuncio . Perchè così presto , infatti ? Abitualmente , io aspettava la prima tormenta di neve , a levar le tende ; ciò mi offriva la varietà d ' un ritorno in islitta . Ma il mio volere era ormai dimezzato ; io non poteva più vivere a capriccio . Quando tentai di far capire questo a Silesia , ella di nuovo deve aver pensato che se avessi sposata lei , avrei potuto viaggiare in islitta otto mesi all ' anno . Un ultimo incidente segnò la vigilia della partenza . Avevo raccomandato a Silesia che provvedesse a prepararci le bagaglie , e tornando da un ' escursione d ' addio , trovai invece le due cameriere dell ' albergo , che si limitavano ad aiutar Lidia , la quale faceva i bauli da sè . Chiamai questa nella mia camera , e la pregai di lasciar fare ai domestici . - Come ! - esclamò Lidia stupita . - Non vuoi ch ' io sorvegli ? - Sorvegliare sta bene , - risposi . - Ma tu eri inginocchiata ad accomodare le robe nel baule . - Bisogna fare così con costoro che non capiscono niente ! - Lidia concluse , e tornò alla sua camera e riprese ad accomodar la roba . Io mi morsi le labbra . Fra tutte le cose meno tollerabili per me , la buona massaja , questa creazione della società borghese , questa tiratrice di colli d ' oca , era la più urtante . Avevo della donna un concetto quasi orientale , in cui m ' ero conservato con tenacità ; rivedevo sempre mia madre , finissima signora , le cui sole mani innamoravano , e rivedevo tutte le donne di mia conoscenza , anche le men belle , allevate per gli agi e per occupazioni aristocratiche . La concordanza di tali fatti , la vita errabonda che avevo condotta con mio padre , avevano generato in me l ' assurda opinione che la donna fosse un oggetto prezioso , degno di prezioso contorno ; una specie di regina di delizie . Ed io voleva la donna così , io poteva averla così ; nè m ' ero sognato mai di considerar la sorte di quelle che così non erano e non potevano essere . Lidia , bianca , bionda , leggiadra , - giocattolo inestimabile - doveva farsi una di queste signore inutili , uno di questi fiori esili e delicati il cui apparire è pien di regalità , come lo sboccio è luminoso d ' iridescenze . Buona massaja no ! Io mi sarei opposto con ogni mezzo . Lasciammo l ' albergo sul far del giorno , mentre piovigginava , nell ' incertezza d ' un ' alba fredda ; e l ' indomani eravamo alla Villa Folengo , tra Pallanza ed Intra , sul Lago Maggiore . Io sentiva che avevam bisogno degli altri e che la solitudine a due aveva rischiato di sgretolar con lenta marcia un grande edificio d ' amore . La società , gl ' indifferenti , i curiosi , gli amici , le esteriorità che avevam dimenticate durante il soggiorno nei Graubünden e che eran così soavi ad abbandonare in quei tempi , ci tornavan graditi ora , ci scuotevano salutarmente . Lidia , in ispecie , mandava ogni poco dei trilli di gioia , e si buttava fra le braccia di sua madre . Donna Teresa , superato un certo impaccio nel darmi del tu , era commossa della felicità che avevo portata in casa sua , e il signor Pietro Folengo trovava il nostro matrimonio bello e prezioso quanto una partita doppia scritta senza errori in eleganti calligrafie . Per una festa data da Ettore Caccianimico nella propria villa a Pallanza , ebbi occasione di ritrovar parecchie conoscenze ; Ettore Caccianimico , innanzi tutto , l ' interessante uomo la cui vita contava per due , così era stata violenta di passione , ricca d ' avventure e febbrile ; a lui mi legava grandissima amicizia , nonostante la disparità ragguardevole d ' anni . Portava lunghi i capelli bianchi e vestiva con eleganza ; avendo vissuto in quasi tutte le capitali d ' Europa , conosceva la storia di molte genti e ne inventava di molte altre . Non aveva trovato il tempo di far la solita evoluzione senile verso gli scrupoli religiosi . - Amo i divertimenti onesti , la compagnia dei giovani ed i ricordi dei vecchi , - diceva . - Quando sarò di peso , mi farò saltar le cervella . - Sua moglie , Clara Caccianimico , la quale in trent ' anni di matrimonio non s ' era visto vicino Ettore per più di quattro mesi di séguito , era una donna alta , robusta , rossa in viso , cordiale . Non appena ci vide entrare , s ' impadronì di Lidia , l ' abbracciò , le presentò una ventina di cavalieri caricandole il taccuino di tanti nomi , ch ' io a stenti riuscii a fissare un giro di valzer con lei . Appoggiato alla porta che metteva dalla prima alla seconda sala , Ettore Caccianimico mi stava al fianco enumerandomi le qualità dei convenuti . Io da lontano osservava Lidia , che pareva difendersi assai bene e rintuzzar con prontezza i complimenti dei sùbiti corteggiatori . Ella era un po ' accesa in volto , e i suoi occhi fosforici ogni tanto mi cercavano , venivano a salutarmi , sfuggivano . Per l ' abito lilla che indossava , avevo lasciato fare a lei e a donna Teresa ; ma ora mi sembrava oltremodo scollato , e quel movimento del seno alternato ad ogni respiro , quel giro di perle attorno al collo , quei fiori nei capelli , che io aveva tanto ammirati in casa , mi davan fastidio come troppo procaci . Quanto a Lidia , - quand ' ella appariva dalla porta , di fronte a quella ov ' io era con Ettore , - studiava il movimento delle mie labbra per intuire quel che dicessi ; e non appena avevo qualche signora al braccio e mi disponevo a ballare , la distrazione di Lidia arrivava al punto che il cavaliere di lei parlava , interrogava , senz ' ottener mai risposta . A quella festa , la presenza di Giorgio Uglio mi stupì non poco . Bell ' uomo , Giorgio Uglio , dalle membra flessibili per assidui esercizî di scherma ; un po ' vano , così da meritarsi il soprannome di uomo - camelia che il Caccianimico gli aveva dato a indicar la sua fatua eleganza . Quand ' io era partito con Lidia per la Svizzera , a Milano si parlava molto della riconciliazione di Giorgio con sua moglie Laura ; non già perchè il perdonare alla più volte adultera fosse cosa inaudita , ma perchè la pace in casa Uglio s ' era ristabilita con sì stretti nodi , che Giorgio e Laura parevano innamorati novelli e avevan trovato nel museo dei loro affetti una fioritura di tenerezze sbalorditoie , una passione d ' anime disgiunte che si riuniscono a dispetto del destino . Mentre chiedevo al Caccianimico perchè Giorgio fosse solo , Giorgio stesso mi venne incontro a mani aperte . - Caro , caro ! - egli esclamò . - Così presto tornato ? La tua signora è maravigliosa d ' eleganza e di bellezza . Contate di ripartire ? Un giro per l ' Italia , m ' hanno detto .... Laura è nell ' alta Engadina coi parenti ; soffre molto , lontana ; sarà qui a giorni e spero ti tratterrai per salutarla . Ella sarà felice di riveder la tua signora che le era così simpatica da fanciulla .... - Ettore Caccianimico , - nell ' angolo d ' osservazione cui ricorreva durante gl ' intermezzi , - sorrideva malignamente . Quando Giorgio si fu allontanato , domandai conto ad Ettore di quel sorriso . - Che cosa vuoi ? - rispose . - Fa bene veder tanta intimità fra vecchi amici . - E aggiunse : - Hai sentito ? Laura soffre molto , lontana . Lontana da chi ? Lontana da lui , si capisce . Dio mel perdoni , l ' idea è comica . - A me , nell ' animo , s ' era piantata un ' angoscia indicibile per le parole di Giorgio Uglio . Nella solitudine dalla quale uscivo , m ' ero dimenticato affatto che un giorno avrei dovuto incontrarmi con persone che desideravo evitare ; la scelta mi sembrava facile , e non ricordavo quanto la libertà di azione fosse circoscritta nel mondo , sottoposta a compromessi di peso granitico . Avevo una ragione chiara , plausibile , per non ammettere Laura Uglio in casa mia ? Ella era accolta dovunque , poichè il marito perdonava e ne magnificava le virtù ; non avevo speranza che nel tatto di Laura , la quale avrebbe forse compreso ch ' era di cattivo gusto una sua visita a Lidia . - Donna sul far della sera ! - mi susurrò il Caccianimico , mentre passava Angela Tintaro al braccio d ' una giovanetta bruna . - Piacevole , però . Non è piacevole ? Ti sfido a scoprirle un amante . - Anche Angela Tintaro ! Questa no ; questa , poi , in casa mia , non avrebbe messo piede . Ella si dirigeva ora verso di me , sola . - C ' è la sua signora , qui , non è vero ? - domandò offrendomi la mano . - L ' ho vista . Quanto è carina ! Di un ' eleganza tutta francese : molto giovane , molto bella ! - - - La conosceva già ? - disse il Caccianimico . - Non avevo e non ho quest ' onore , - rispose Angela Tintaro . - Stavo appunto chiedendo al signor Lacava .... - Ma prima di lasciarle terminar la frase , Ettore Caccianimico le prese il braccio e se la portò via , esclamando : - Come , non l ' hanno presentata ? Ma che cosa fa dunque mia moglie ? - Quando l ' orchestra attaccò il valzer , raggiunsi Lidia , che l ' aveva fissato con me . Dalla stretta istintiva del suo braccio , dal sorriso risplendente con cui la donna mi accolse , indovinai ch ' ella pure soffriva , soffocava fra la folla . - Andiamo via , dopo , - ella pregò sottovoce . - Sì , sì , - risposi . - Sono stanco . Ti hanno presentata Angela Tintaro ? - Un momento fa . È stata molto gentile ; piena di cortesie . - Lo so , - mormorai inavvertitamente . - Come lo sai ? - Volevo dire ch ' è naturale , - corressi . - Mi ha invitato a renderle visita , all ' Hôtel Pallanza . Ci andremo ? - Ti dirò poi , - risposi . Al cominciar del valzer , vidi che tutti gli occhi erano su di noi , ed ebbi una tremenda e voluttuosa soddisfazione di vanità . Quegli uomini che seguivan dello sguardo le movenze agili di Lidia e aspettavano l ' aria mossa dal suo abito quasi come cosa sua ; quelle donne che l ' odiavan già dell ' odio più femminile ; quell ' Angela Tintaro che aveva preso posto in un divano per goder tutta la visione di Lidia , - sapevano , dal primo all ' ultimo , ch ' io solo poteva amarla , ch ' ella era per me solo . Le loro diverse sofferenze formavano il più bello perchè il più volontario degli omaggi alla nostra felicità . Anch ' io in altri tempi avevo sopportate per altre donne simili torture ; il contrappasso era perfetto . Poco importava se qualche imbecille facesse dei disegni di conquista ; ciò non guastava nulla . Amavo Lidia in quell ' istante come non l ' avevo forse amata neppure il primo giorno della nostra unione ; io la teneva fra le mia braccia , sotto quegli occhi invidi e desiderosi ; il profumo di gardenia saliva dal suo busto , si diffondeva da ' suoi capelli ad inebbriarmi , come l ' onda musicale che avrei voluto sempre accompagnasse la mia donna . - Il signor Uglio ha detto che Laura desidera salutarmi , - Lidia riprese , mentre , lasciato il posto alle coppie seguenti , ci attardavamo a far coda . - L ' ha detto anche a me , - risposi . - Ti piace Laura ? - Dev ' esser finta . - Aspetteremo che venga lei a visitarci . - Quando il valzer finì , Lidia declinò tutti gl ' inviti pei balli successivi , e appena fu possibile , ci congedammo . Angela Tintaro , Giorgio Uglio , Clara Caccianimico , parecchi altri sopraggiunsero , e in un attimo fu una ressa d ' inviti a visite , di cortesie d ' una noiosità sorprendente . Ettore Caccianimico mi strinse la mano , gridando : - Non è permesso , non è permesso andar via a quest ' ora ! - E a bassa voce mi aggiunse : - Sta bene attento : voi vi amate troppo in fretta ! - VI . Avveniva in me da qualche tempo un fenomeno eminentemente nuovo . Avveniva che dopo i maggiori trasporti d ' affetto , dopo le ore più confidenziali , io vedessi a un tratto in Lidia un ' estranea , una donna messasi al mio fianco io non sapeva perchè . Mai simile fatto erasi avverato con altre donne , destinate a passar velocemente ; ma con Lidia sì , poichè ella doveva essere per legge e per diritto non altro che una ripetizione del mio animo , e quasi il sangue mio doveva trasfondersele , ed ella rappresentava la famiglia , il legame alla vita , il perchè della vita . Ora , io mi chiedeva : - " Può ella diventar tutto questo ? Chi è Lidia Folengo ? In qual modo ho io creduto che fossero in lei tali affinità da permetterle questa mutazione di sentimenti ? " - Io , ripeto , vedeva in Lidia un ' estranea ; ma non con amarezza , bensì con maraviglia profonda . Era come se in una corrente d ' aria caldissima , d ' improvviso precipitasse una folata diaccia di nevischio , rapida così che appena avvertita finiva , per dar di nuovo il posto all ' aria calda . Avevo degli stupori mentali , in cui mi trattenevo a forza dal gridare alla donna : - " Chi sei , chi sei ? Come hai sperato di farti un altro io ? Puoi rinunciare alle tue idee , alla tua educazione , alla tua anima per accogliere la mia ? Sai tu dove io ti conduco ? Mi conosci tu bene ? No , no , non affermarlo , perchè io stesso non l ' oserei ! " - Ed uscivo da quelle visioni fulminee più innamorato che avanti , e stringevo Lidia al mio petto con tenerezza infinita . Povera bimba ! Ella non sapeva nulla ; le avevano offerto di sposarmi e mi aveva sposato senza darsi conto di ciò che fosse il matrimonio ; non aveva io fatto altrettanto , seguendo l ' impulso del cuore ? Nè lei nè io somigliavamo a suo padre e a sua madre , nati in altri tempi , vissuti fra altre genti , cresciuti senz ' audacia di discussione . Lidia ed io eravamo giovani , fra un consorzio deturpato dalla civiltà ; io , decisamente moderno ; lei , ancora involuta , ma pronta ad accogliere il soffio turbolento , irrisorio , demolitore , dell ' età nostra . Sotto l ' influsso di tali pensieri , io mi alzava qualche volta a piena notte , e mi recavo nella camera di Lidia . L ' oscurità vi era piena , e mi dirigevo , guidato dall ' abitudine , fino al letto della donna , ascoltandone il respiro isocrono , sfiorandone le mani , la braccia , i capelli , dicendomi mentalmente : - " Chi dorme qui ? Chi è venuto qui ? " - E se mi rispondevo : - " Colei che è tua per sempre , colei alla quale sei per sempre legato , " - io sorrideva , crollava la testa quasi non comprendendo . Non dovevo aver più segreti ? il mio cuore doveva essere aperto agli occhi di Lidia ? Ma come , ma perchè , ma era ciò naturale ? Invece di creder la mia personalità duplicata compenetrando anche quella della donna , io la sentiva rimpicciolita e meschina . Il posto che Lidia prendeva nella mia vita mi pareva enorme , grottescamente sproporzionato a quello che io prendeva nella sua . Per lei , per un suo tradimento , io doveva dare il sangue , o fare uno scandalo e coprirmi di ridicolo ; per me , per un tradimento mio , ella veniva ad acquistar l ' aureola d ' una vittima e ad aumentar la simpatia della quale godeva . Ella era la donna , la classica debole , cui tutto è perdonato , di cui si esagerano la bellezza , lo spirito , l ' eleganza , la grazia .... S ' io avessi osato annoiarmi al suo fianco sarei stato un barbaro , un ottuso , un triviale .... Ma io non osava , perchè i pregiudizi avevano effetto su ' miei impulsi . Non potevo procedere in quest ' analisi irritante ; correvo da Lidia , la facevo parlare , la volevo l ' intero giorno vicina ; non era noiosa , no ; non era esagerata la fama della sua bellezza e della sua grazia . Io m ' era irritato pel principio , evidentemente , non pel mio caso speciale . E , alla scoperta , baciavo Lidia lungamente e andavo con lei in barca , la sera , remando io , sotto il pulviscolo lunare , ch ' era tutta una retorica . Una notte ch ' ero penetrato nella camera di Lidia , questa si svegliò , mi prese le mani dicendo : - Sei tu , lì ? Che fai ? - E tu , chi sei ? - Io ? Io sono la tua bimba , la tua bimba piccola ! - ella rispose colla voce assonnata . Le passai una mano sul viso ; ella aveva gli occhi serrati e teneva le labbra raccolte per ricevere un bacio . Nell ' oscurità me la figurai così graziosa , vinta dal sonno e tuttavia offrendosi per istinto affettuoso , ch ' io sentii svanire d ' un colpo le mie crudeli discussioni d ' indole generale . Ma me ne riprendeva bene la necessità , quand ' eravamo tutti riuniti , donna Teresa , Pietro , Lidia ed io , pel pranzo o per qualunque altro motivo . La villa Folengo era quanto di più inestetico avessi mai visto , con un ' architettura che non si poteva incolpare ad alcuno stile antico o moderno ; e nel villino , il salotto di riunione era il capolavoro di quell ' assenza di gusto . Già le cose m ' urtavan di per se stesse ; già io comprendeva di non poter trovarmi ad agio in una casa dove si voleva far del lusso senza spendere quanto è necessario per essere almeno convenienti . Le persone , poi , compievano quell ' impressione disgustosa e non riconoscevo loro alcun diritto alla mia reverenza . Pietro Folengo era un imbecille , nonostante i suoi favoriti bianchi da diplomatico . Un ' assoluta mancanza di critica lo costringeva alla pecorina devozione alle critiche già fatte ; un ' incurabile povertà d ' iniziativa gl ' impediva d ' agir diversamente da come s ' è agito sempre ; un cieco rispetto per le tradizioni , per tutto quanto è costituito e nei termini legali , per ogni titolo accademico , per ogni apparenza , lo sommetteva alla massa , della quale abbracciava immediatamente il giudizio e applaudiva al gusto . Se si fosse occupato di politica , non avrebbe mai osato rovesciare un Ministero ; se si fosse occupato d ' arte , non avrebbe riconosciuto mai dell ' ingegno a chi non avesse seguìti e finiti gli studi prescritti ; entrato nel commercio , lo continuava nelle proporzioni in cui l ' aveva intrapreso . Sempre , e in ogni caso , la fortuna gli era stata propizia . Per altro , non gli si poteva far colpa se la natura non gli aveva largita una mente d ' aquila , e se l ' educazione di casa aveva cooperato a foggiargliene una da gallina ; bensì , era d ' uopo tener conto della sua onestà in tempi così difficili , e dell ' eccezionale avventurosità che aveva presieduto ad ogni speculazione di lui anche alle più strane . Egli non era nè ingenuo , nè furbo ; evitava con somma cura le idee isolate , per accogliere quelle col battesimo della popolarità ; fra l ' aforisma d ' un uomo intelligente e un proverbio vecchio , s ' atteneva a quest ' ultimo , senz ' esitare . Donna Teresa non era ammiratrice del marito se non in quanto l ' esito era sempre favorevole a lui e pareva dargli ragione ; ma ella ammetteva che in teoria il signor Folengo s ' era arrestato a cinquant ' anni addietro . Donna Teresa non aveva alcun difetto capitale ; trasmodava spesso e volentieri nel raccontare un fatto , gonfiandolo sensibilmente e svisandolo fino a dar forma tragica al caso più insignificante . Troppo facile ad accettar le opinioni altrui , da qualunque parte venissero , si contraddiceva con imperturbabilità olimpica , e parlava d ' ogni cosa , ora con vedute audaci , ora con frasi fatte . Ciò produceva un vaniloquio intollerabile , del quale andavo ogni giorno meglio sentendo la tortura ; e cominciava a crescermi in cuore uno sdegno irragionevole contro donna Teresa , che obbligava Lidia a descriverle il nostro viaggio , minutamente , a renderle conto dei camosci e degli scoiattoli incontrati nelle nostre escursioni , per poi raccontar tutto questo ai visitatori e agli amici di casa . - Figuratevi , - diceva ella un giorno ai Caccianimico , - figuratevi che mia figlia ha trovato a Splügen un centinaio di camosci , che le son corsi incontro .... - Perdòno , - io interruppi , seccato ; - i camosci erano tre e invece di correrci incontro , son fuggiti con molta naturalezza . - Per questo semplice incidente , donna Teresa mi tenne il broncio un giorno intero , durante il quale compresi d ' aver mancato e di non poter vincere il bisogno di mancare in séguito . Sulle prime , con Pietro io mi divertiva ad oppormi a tutte le sue opinioni e ad inquietarlo con delle sentenze paradossali . Il buon uomo , non trovando pronti argomenti , si smarriva o portava la questione in un altro campo , dov ' io lo raggiungeva tosto e ricominciavo coi paradossi . Ma Lidia m ' aveva pregato di non tormentarlo oltre , ed io aveva finito per approvar le teorie di Pietro , limitandomi a monosillabi , secchi ed eguali come battute di pendolo . Giorgio Uglio arrivò un mattino in casa , mentr ' eravamo a colazione . Splendeva d ' una gioia intensa , e dopo i saluti , ci annunciò che Laura sua moglie giungeva l ' indomani . - Domattina , col battello delle dieci , - egli disse . - Verranno a salutarla ? Ella ne avrà molto piacere . Anche lei , signora Lidia , è vero , sarà a riceverla ? - Senza dubbio , - rispose Lidia con prontezza . - Ho tanto desiderato rivederla ! - Quando Giorgio fu uscito , nella sala da pranzo seguì un breve silenzio ; poi , donna Teresa mormorò : - Com ' è felice ! Si amano alla follia ! ... - Si comprendono ! - aggiunse Pietro . Io guardai l ' uno e l ' altra e fui stupito dell ' espressione calma e grave ch ' era sul loro viso . Avevan detto per davvero ! Non sapevano che Laura aveva tradito Giorgio quattro volte , a quanto s ' era scoperto , ed altre volte infinite , a quanto si poteva indovinare ? I romori del mondo svanivan dunque assolutamente sulla soglia di casa Folengo ? Sebbene io conoscessi quella famiglia e sebbene l ' avessi frequentata nel periodo del fidanzamento , non m ' aspettava simile cecità ; forse l ' assidua attenzione che raccoglievo allora su Lidia , m ' aveva tolto di giudicare a fondo i parenti di lei . - Da dove torna la signora Laura ? - chiesi . - Non sai ? Dalla Svizzera , - rispose Pietro Folengo . - Con chi era laggiù ? - ridomandai . - Con dei congiunti , - fece donna Teresa . - Ne sei sicura ? - osservai . - Deve fare un bel freddo in Isvizzera , ora ! - concluse Pietro , senza neanche rilevar la mia insinuazione . E si parlò del freddo , che pel venuto ottobre doveva calare anche da noi . Appena fui solo con Lidia , quel giorno , le dissi : - Andrò io a salutar la signora Uglio . Tu , rimani ; troverò un pretesto per iscusarti . - Non vuoi ch ' io ti accompagni ? - Lo credo inutile . I signori Uglio non sono simpatici nè a me , nè a te ; ce ne libereremo a poco a poco . - Non vorrei che mamma mi rimproverasse , - mormorò Lidia . - Perchè ? Sei tu , sono io , che dobbiam fare la scelta dei nostri amici ; e ci sarà ben lecito aver dei gusti diversi da quelli di tua madre . - Naturale , - assentì Lidia . Non uscii che alle dieci e un quarto l ' indomani mattina e perciò , mentre mi dirigevo al ponte di sbarco , vidi venirmi incontro Giorgio a fianco di Laura , i Caccianimico , Angela Tintaro e qualche altro conoscente . Li salutai , chiedendo venia del mio ritardo , e strinsi la mano a Laura , che mi parve singolarmente bella . - La tua signora ? - domandò Giorgio , nell ' atto ch ' io mi poneva al suo fianco e m ' incamminavo con loro all ' Eden Hôtel . - Lidia è indisposta e vi prega di volerla scusare . - Capii , dalla faccia contrariata di Giorgio , che , come avevo sperato , il pretesto non era buono ; ma nessuno si lasciò sfuggire l ' occasione di sorridere con qualche sottinteso . - Già indisposta ? - fece Laura , guardandomi di tra le ciglia socchiuse . - Oh , una cosa molto semplice , - risposi . Laura era alta , magra , degna del pallio o degli abiti con lungo strascico . La testa , piccola ed animosa , pallida e notevole per una capigliatura bruna e crespa , era capace di più espressioni violente e la tranquillità vi si sarebbe male significata ; dagli archi sopraccigliari larghi e dagli occhi castagni , ma instabili d ' irradiazioni così che parevan neri , usciva un ' energia lieta di vivere , facile a trasmodar nell ' ira e nell ' odio , senza fermarsi in graduali sentimenti ; il naso aveva rettilineo e la bocca dalle labbra carnose ; le orecchie rosee , ben disegnate , nascondevano l ' origine plebea che si rimproverava alla donna ; erano orecchie da patrizia e non anse da schiava ; la voce chiarissima , era nell ' intimità un po ' velata , ma eguale . Ettore Caccianimico , fiancheggiato dalla moglie e da Angela Tintaro , ci seguiva portando la valigetta di Laura ; io m ' offersi di prendere una piccola borsa di pelle che Laura aveva alla mano ; ma la signora si rifiutò , dicendomi : - No , no . Questa non si tocca . C ' è tutta la mia corrispondenza , qui dentro . - Di ' : tutta la nostra ; - corresse Giorgio con un sorriso celestiale . Ettore Caccianimico tossì . Io pensai che Giorgio Uglio volesse beffarsi di noi . Non si poteva ammettere ch ' egli ostentasse la pace domestica con ingenuità così fuor di proposito ; e se tale ingenuità esisteva in lui , non sapeva egli che io , fin dal primo riveder Laura , m ' ero chiesto s ' ella portasse ancora le giarrettiere che nell ' interno avevan ricamato il mio nome ? o quale altro nome chiudessero ora , dopo il soggiorno coi parenti ? Arrivati all ' albergo , Giorgio lasciò Laura , il Caccianimico diede la valigia ai servi accorsi ; vi ebbe un istante in cui Laura ed io fummo a viso a viso , discosti dagli altri . - Vieni a trovarci , - ella sussurrò prestamente . - E di ' a tua moglie che non c ' è bisogno di scuse perchè io la dispensi da ogni visita .... - M ' accomiatai , sottraendomi a un invito a colazione fattomi da Giorgio con insistenza . Quando Laura m ' aveva dette quelle parole coll ' audacia che le era propria e che l ' abitudine al tradimento aveva in lei perfezionata fino alla temerità , - io era rimasto attonito . Mai , per tutto il tempo del mio fidanzamento , Laura aveva fatto cenno al nostro passato , quantunque non di rado la incontrassi in casa Folengo ; mai s ' era curata del mio amore per Lidia .... Che cosa le frullava per la testa , ora ? Non potevo supporla così pazza da credere ch ' io conservassi di lei , non un desiderio , ma pur anco un ricordo .... Vedevo una sola cosa buona ed utile in tutto questo : la persuasione di Laura che un ' amicizia tra lei e Lidia sarebbe stata assurda e mostruosa ; persuasione , espressa da Laura coll ' altierezza sua caratteristica , quasi lei e non Lidia rifiutasse le occasioni d ' un incontro . Chiarissima era in me l ' idea dei doveri che m ' ero assunti verso Lidia e ferma la decisione di compierli , fors ' anco pel sentimento egoistico di pretendere altrettal rigida osservanza dalla donna . La compagnia di Laura m ' era quindi uggiosa ; non riuscivo a comprendere perchè in altri tempi mi fosse ella piaciuta . Osservandola bene , durante il primo rivederci e nei giorni successivi , m ' ero persuaso che Laura era fibra da tradir uomini e donne colla stessa facilità con cui avrebbe bevuto un bicchier d ' acqua . Sul suo viso stava un ' espressione cinica , dura , spudorata , volubile ; gli occhi avevano sguardi equivoci , il sorriso non era aperto e cordiale , ma rapido , presto a mutarsi in sogghigno , a scomparir d ' un tratto perchè i lineamenti assumessero una gravità altrettanto falsa . L ' eleganza di Laura Uglio era capricciosa , troppo spesso procace ; se le risa della donna mi giungevano alle orecchie , mi parevano alte e sguaiate e m ' irritavano contro Giorgio , ch ' era così buono da permetter simile contegno a chi portava il nome di lui . Non sono ben certo delle impressioni che il mio atteggiamento suscitava in Laura . Se non conoscessi l ' acutezza femminile per inarrivabile nell ' avvertire e definire il fascino o la repulsione prodotta in un uomo , sarei tratto a credere che Laura ignorasse il mio mutamento a suo riguardo ; così appariva tranquilla e sicura . Ero con lei più riservato che cortese , più freddo che ostile , ma dovevo in ogni modo rispecchiar l ' antipatia per Laura , dal solo fatto che poco prima del mio matrimonio , io la trattava come ogni altra conoscenza . Noi ci vedevamo al Caffè Bolongaro d ' Intra , ove mi recavo solo . In quel momento , Laura aveva lungo corteo d ' ammiratori , i quali m ' evitavan la noia di trovarmi isolato colla moglie di Giorgio e impedivano a questa un possibile inopportuno richiamo al passato . Nel tornare a Pallanza , Ettore Caccianimico dava di piglio al mandolino e faceva da menestrello alla compagnia ; io mi offriva compagno costantemente ad Angela Tintaro , sebbene anch ' ella mi ripugnasse per le sue innaturali venture amorose . Nel susurro delle conversazioni , fra le risate , sentivo Laura dominar gli altri , avventar motti brucianti come labbra febbrili , aizzar quelli che l ' accompagnavano ; e guardando Giorgio , trovavo sulla faccia di lui il consueto sorriso celestiale . Mercè l ' opera di Laura , la villa Caccianimico s ' era tramutata in una gran sala di divertimento ; il giardino si popolava di giovanotti e di signore attratti dai giuochi eleganti che Giorgio , Ettore e Laura avevano organizzati ; il pianoforte era tormentato di notte fino a tarda ora e dalle finestre aperte prorompevan grida ilari , schiamazzi , risate femminili ; dopo il trattenimento , la baraonda usciva per le strade a far serenate coi mandolini e le chitarre , e di tutto Laura Uglio era l ' anima informatrice .... Quanti diabolici intrighi aveva ella saputo aggrovigliare , nonostante l ' idillio col marito ? Io sarei giunto forse a calcolarli , se il freddo improvviso non m ' avesse indotto a vincer l ' inerzia di quel soggiorno e a ritornare a Milano , donde contavo riprendere il nostro viaggio . VII . Saliva dalla via una sonnolenza larga e morbida , che pareva scemar gli stessi romori dei carri e delle carrozze , passanti sotto la pioggia a rovescio . In qualche negozio , le lampade elettriche splendevano , quantunque non fossero che le due del pomeriggio . Le signore , chiuse nei mantelli , non trattenute dal tempo accidioso , affollavano il Corso egualmente come nel più bel giorno d ' autunno , si soffermavano alle vetrine , trovavan la volontà di comperare e di discutere le compere fatte . Lidia apparteneva a questa categoria di signore instancabili nel passare da un magazzino all ' altro . Quando la pioggia era più violenta , Lidia si faceva allegra . Calzava stivaletti alti serrati , indossava la pelliccia , un piccolo cappello di feltro , guanti scuri , e usciva con me a pellegrinare pei negozi di mode . Aveva un umore eccellente ; mi abbracciava ad ogni poco , prima d ' andar fuori , e rideva ad ogni occasione ; sopratutto era abilissima nello scoprir la necessità degli oggetti inutili , al punto che mentre credevo di doverci trattenere solo un paio di giorni a Milano , ivi eravamo già da dieci e sembravamo incamminati a rimanervene altrettanti . S ' era cominciato cogli acquisti di gran rilievo , rappresentati dagli abiti di Lidia per la veniente stagione . Le stoffe offrivano due motivi a pensieri gravissimi : la qualità ed il colore , o meglio la combinazione dei colori , perchè con mia grande sorpresa , Lidia m ' aveva assicurato che una combinazione di colori falsi avrebbe distrutta la sua fama di signora a modo . Appena ella poneva piede nel negozio , la sua ilarità spariva e un ' ombra grave le si diffondeva sul viso bianco e fresco . Lidia ascoltava le parole del commesso con molta diffidenza , e sottoponeva l ' uomo a un ' analisi psicologica delle più accurate ; non amava i discorsi di quella gente ; non aveva scrupolo alcuno di mettere a soqquadro un magazzino intero , o d ' andarsene senza comperare . Mentr ' ella tuffava con voluttà le piccole mani fra gli ammassi di stoffe sciorinati sul banco , o confrontava gl ' infiniti campioni dei quali aveva zeppo il manicotto , - io mi sedeva presso di lei , ascoltandola , e nei casi dubbi ella si rivolgeva a me . - Che ne pensi , Sergio ? - chiedeva , mostrandomi il velluto o la seta . - Molto bene , - rispondevo . - Ma no , ma no ! - ella esclamava , con un sorriso . - Non si tratta di lodare ; non ho ancora scelto . Credi che questa guarnizione ? ... - Io aveva cura di creder sempre quanto credeva ella medesima e di fingermi anche più ignorante di quel che non fossi , perchè ella non avesse a sospettar d ' una certa mia esperienza di mode , acquisita in diverse occasioni , le quali da Lidia non si dovevan conoscere . - Se fosse qui la mamma , potrebbe consigliarmi ! - diceva ella infine . Faceva mandare a casa gl ' involti voluminosi , ma quando ve n ' era qualcuno appena possibile a portarsi , ella stessa se ne impadroniva e se lo metteva sotto l ' ascella con una tenerezza materna delle più ingenue . Poi mi diceva : - Spero che così andrà bene ; quel mantello aveva assolutamente bisogno della piuma , in basso ; quest ' anno la piuma si usa molto ; purchè la sarta non guasti ! ... Aspetta ; devo entrar qui un istante .... - E si andava in un altro negozio , dove il commesso ricominciava le chiacchiere , e Lidia l ' analisi psicologica . Avevo occasione d ' osservare che tutte le signore facevan così , e che l ' aria grave di Lidia si ripeteva sui viso di quante entravano . In qualche magazzino , il susurro femminile pareva un ronzìo d ' api laboriose ; colla differenza che le api umane qui , scialavano invece di raccogliere ; alcune s ' abbandonavano alla disperazione per non aver trovato quanto desideravano ; altre discutevan sul prezzo e mercanteggiavan per abitudine ; e tutto questo , alternato cogli sguardi rapidi , sintetici , alle compagne , delle quali si valutavano in un baleno anche il veletto e i guanti . Avvenivano incontri di amiche , sùbito unite in una lega tacita contro il commesso ; più sovente , s ' incontravan delle nemiche , riconoscibili alla ostentata cura dell ' una di non sfiorar l ' abito dell ' altra , squadrata con sovrano dispregio . Potevo cogliere a volo dei piccoli dialoghi : - " Sai , l ' ho pagato quaranta lire ; ma a Giuseppe dirò che mi costa venti . - " Naturale . - " In un caso , citerò la tua testimonianza . - " Còntaci pure ; faccio anch ' io lo stesso con Paolo . - " Stavolta donna Mercedes è sbaragliata . Compro questa pelliccia , ch ' è adorabile . - " Adorabile ; somiglia alla mia , salvo che quella mi vien da Parigi . " - Se giungeva per caso una cortigiana in momentaneo favor del pubblico , l ' attenzione delle signore si raccoglieva totalmente su di lei ; lì , era la moda , un po ' audace , ma espressiva . Forse , in qualche cuore di donna onesta non sanguinava una piaga d ' invidia , pensando che il bel giovane presso la cortigiana dava lentamente la vita e il patrimonio per lei ; non tanto per quest ' ultimo , quanto per la vita ? ( Dolce poter dire , levando gli occhi languidi al soffitto : " Ahimè , povero ragazzo ! Se avessi saputo che sarebbe giunto a morirne .... Ma chi lo imaginava , coll ' ipocrisia della nostra gioventù ? " ) Mi pareva di respirare aria più libera , all ' uscir da quei negozî , mentre Lidia rilevava con immenso sconforto che per la giornata non aveva altre compere in vista . Si consolava però sùbito a casa , trovando accatastati gl ' involti nella sua camera ; li apriva , considerava ancora gli acquisti , aspettava la sera per giudicarli alla luce artificiale ; qualche volta li rimandava o li mutava , dopo i consigli della sarta . Questa aveva libero adito in casa nostra , a qualunque ora del giorno . Era una signora alta , magra , con un neo posticcio sulla guancia destra ; compariva , - eccezionalmente e solo per Lidia condiscendeva a muoversi dalla sua officina - seguìta da una commessa che portava i giornali di moda , quei giornali di moda i quali rappresentavan per lei il limite a cui l ' umana intelligenza può giungere e donde è affatto inutile si spinga innanzi . Apertili , con suprema delicatezza quasi porte di tabernacolo , Lidia e la sarta si curvavano sul figurino , v ' appuntavan l ' indice , facevan lunghi calcoli non meno di due generali alla vigilia d ' un attacco decisivo . I consigli di quella signora eran semplicemente infernali ; dovevan partir forse dal principio che ogni cosa bella ne ammette una migliore , e per questo principio indicava lei medesima le stoffe , i colori , le guarnizioni , le fodere più opportune , spiegando a me , sottilmente , come la bellezza di Lidia volesse un ' eleganza raffinata e aristocratica , ma senza possibili confronti . Ella aveva pure intuito che nessun momento della vita coniugale meglio del nostro , si prestava a comporre e a radunare un corredo muliebre così vantaggioso per Lidia , quanto , in altro senso , per lei ; e ciò spiegava l ' attenzion matematica , l ' accuratezza con cui gli abiti erano ideati , fatti e finiti , in un giro di tempo relativamente assai breve e con approvazioni entusiastiche da parte di Lidia . Quei capolavori di buon gusto ammaliavano Lidia , la quale si sentiva diventar donna forse più per merito loro che per merito mio ; sembravan contener fra il raso , il velluto , la seta , un universo d ' insidie , d ' invidie , di frivolezze , di cattiverie , di seduzioni , di sottintesi che ancora mancavano a Lidia per poterla considerare un ' adorabile signora della buona società . L ' intervento della sarta aveva portato un ritardo nella nostra partenza . Ottobre era già venuto al termine e novembre , - in quell ' anno rimasto memorabile per la sua rigidezza , - si presentava carico di nebbioni e assai minaccioso . Al comparir dell ' ultimo abbigliamento , respirai : ora saremmo infine partiti . Ma Lidia , con un ' infinità di moine graziosissime , - dove l ' aveva imparate ? - mi pregò d ' aspettare qualche giorno , perchè v ' eran altre piccole compere a fare , di cui voleva sbrigarsi al più presto . Pensai rapidamente che le compere avevano un incalcolabile peso sulla nostra felicità : mai , come in quei giorni , Lidia raggiava di salute fisica e spirituale ; era un lumeggiar continuo di sorrisi , un brillamento d ' occhi , un accondiscendere a tutto quanto dicessi e anche a quanto stessi per dire , - senza precedenti nel nostro breve passato intimo . In séguito a tale considerazione , credetti il premio adeguato alla fatica di trattenerci qualche giorno ancora a Milano ; e ricominciammo il pellegrinaggio nei negozî , non più di stoffe , ma di gingilli . Stavolta le compere eran d ' un ' inutilità sorprendente , e Lidia non aveva nemmeno il coraggio d ' assumere l ' aria grave di circostanza ; ma quegli acquisti parevan più necessarî a lei , più fatalmente agognati , che la stilla d ' acqua alla gola riarsa d ' Epulone . Si perdeva e s ' estasiava davanti agli oggettini da salotto nei quali la diabolica scaltrezza dell ' artefice aveva sudato a raggiunger la perfezione ; e per l ' impaccio della scelta , non sapendo Lidia decidersi fra due balocchi egualmente leggiadri , finiva collo sceglierli .... ambedue ; e poichè l ' intuizion già notata nella sarta , sembrava ripetersi in tutt ' i negozianti ai quali facevamo capo , a bella posta essi mettevan troppo di frequente Lidia in quell ' impaccio della scelta , così disastroso per le sue conseguenze . In casa , meglio che in ogni altro luogo , la superfluità delle nostre compere strideva maledettamente ; le camere eran già ricche di decorazioni e d ' ornamenti , ed ogni angolo aveva un mondo di gingilli ; inoltre , poichè l ' appartamento nostro era stato arredato col consenso di Lidia e colla sua approvazione , io non riusciva a comprendere com ' ella vedesse tanti e così spaventosi vuoti là , dove alcuni mesi prima tutto le pareva giusto , appropriato , ben messo . Eppure , ella trovava modo di fare spazio , bastante non solo per ciò che aveva comperato , ma anche per ciò che doveva comperare , e innanzi alle sue acrobatiche sovrapposizioni , s ' entusiasmava vie più a cominciar da capo l ' indomani . Tutto questo m ' annoiava d ' una noia grigia e vasta ; io voleva partire . Lidia mi pareva una bimba , ma la sua infantilità si prolungava oltre misura , e s ' io non avessi avuta in fondo al cuore un ' eco di quella tenerezza che ci aveva presi ambedue , al ritorno , nel riveder la nostra camera nuziale , sarei scattato d ' improvviso . In un giorno , dunque , pieno di sonnolenza larga e morbida , che attutiva anche il romor dei carri e delle carrozze , sotto la pioggia sferzante , noi eravamo usciti come di solito . Poco prima , Lidia s ' era messa alla scrivania per mandare una lettera a donna Teresa ; ma dopo aver contemplata la carta colle cifre in carattere antico , ella m ' aveva chiamato : - Sergio ! - Dal tono di voce , era chiara una supplica . - Sergio , non ti sembra che questa carta sia sovranamente funebre ? Quelle cifre in nero .... anche il formato ? ... - L ' hai scelta tu , cara , se non m ' inganno . - Sì , è vero .... Ma ho sbagliato .... Che cosa dirà mamma , ricevendola ? Lei , così attenta a ogni cosa ? ... - Pausa , di meditazione ; poi , chiudendo l ' asse scorrevole della scrivania : - Sergio ! - Lidia ? - Se io ti pregassi .... di cambiarla ? - Cambiarla ? ... colle tue cifre ? ... Bisognerà comperarne dell ' altra ; è più spiccia .... - E tu , non te ne avresti a male ? - Di che ? Se l ' avessi fabbricata io , questa .... - Allora , Sergio .... Allora usciamo , sùbito ? Piove : una bellissima corsa , mi butto in ispalla la pelliccia , e in un minuto sono in ordine .... - E in un minuto era stata in ordine veramente , senz ' aiuto di cameriera , infilandosi i guanti sulle scale , come se la casa dietro noi si fosse incendiata e minacciasse un crollo . E perciò noi eravamo usciti , a piedi , in mezzo al fango e all ' accidia invernale . Pareva una ragazzina scappata di scuola , Lidia , colle mani ricoverate nel manicotto , appoggiandosi al mio braccio , tuffata nella pelliccia , il cui bavero alto le riparava le orecchie dall ' aria pungente . La carta fu scelta , senza cifre , ma benchè Lidia ne fosse ammirata e secondo il solito se ne portasse la scatola tra il seno e il manicotto con materna sollecitudine , - io osservai ch ' era di gran lunga migliore quell ' altra . - No , no , t ' inganni , - rispose Lidia . In fondo , ella si curava pochissimo delle mie obiezioni : aveva la più illimitata presunzione del proprio buon gusto .... - Aspetta , - diss ' io , fermandola innanzi al negozio d ' un libraio . Mentre passavo , m ' era parso di veder sulla copertina d ' un elegante volume , un nome che in quel posto era stranissimo . - Gian Luigi Sideri , - lessi . - Il lastrico dell ' inferno , romanzo ! Come è possibile ? - È un tuo amico ? - domandò Lidia . - Ma senza dubbio , un mio caro amico . È inesplicabile questo risveglio .... - È inesplicabile che abbia scritto un romanzo ? Perchè ? Non avrà avuto di meglio a fare .... - E Lidia , con un movimento del braccio mi accennò che desiderava andarsene . Dove mai Gian Luigi Sideri aveva trovata l ' energia necessaria a far qualche cosa ? - io pensava , riprendendo con Lidia il cammino verso casa . - Come mai era riuscito a darmi questa lezione di buona volontà ? Che cosa sentiva io perciò ? Era invidia ? No : era amarezza , malinconia , per la dispersion di forze che caratterizzava la mia vita .... E sorpresa anche , perchè fra quanti avrebbero potuto fermarsi sulla via inutile , certo io non ascriveva Gian Luigi Sideri . La nostra amicizia contava parecchi anni d ' esistenza . Ci eravamo conosciuti al teatro Manzoni , dove il conte Gian Luigi ed io avevamo le poltrone fianco a fianco , e la mia attenzione era stata attirata dall ' irrequietezza nervosa di Gian Luigi , a pena contenuta per l ' abitudine ai salotti ; durante gl ' intermezzi , egli si rifugiava nell ' atrio compensandosi dell ' immobilità forzata con delle evoluzioni pel lungo e pel largo , a passo celere . Fra un ' armonia di gusti e un senso estetico squisitissimo , una facilità a comprendere ogni cosa bella e originale , Gian Luigi portava talvolta una nota così discorde , così strana , da non lasciar capire come avesse potuto nascere in lui . Le sue carrozze , per esempio , eran di forme e di colori detestabili quanto la livrea della sua casa , e non gliele avevo perdonate se non come effetto d ' un certo disequilibrio di facoltà critiche . Al contrario , la sua mente era piena di concetti e di visioni graziose , sfumate ; Gian Luigi aveva una cultura tutta d ' apparenza , la quale sussidiata da un acume non volgare , gli dava maggiori vantaggi che non la mia , pesantissima ; buon musicista , Gian Luigi componeva ballabili e romanze , di colore azzurrino , su parole proprie , ma un ' ammirazione esagerata per tutto quanto veniva da Parigi , lo costringeva a scriver francese ; egli conosceva questa lingua forse meglio della propria e la parlava volentieri , con accento irreprensibile . In fatto di letteratura , Gian Luigi s ' era limitato sempre a imaginare argomenti da romanzo o da novella , nei quali si poteva sùbito rintracciar la sua tendenza per le cose un po ' indeterminate , e per gli acquerelli di piccole dimensioni ; sfuggiva il dramma o lo decorava di particolari arguti , che l ' avvolgevan quasi in una nube e gli toglievano i bagliori sinistri .... Questi argomenti , creati , modificati , accarezzati nella fantasia , rappresentavano per Gian Luigi altrettante lontane possibilità di lavoro , a cui pensava qualche volta con rammarico , lamentandosi d ' essere incapace di un ' occupazione lunga e abnegativa . Quanto all ' animo di lui , io non era tuttavia riuscito a definirlo con esattezza . Era scettico , Gian Luigi , o indifferente , o fatuo , o innamorato di qualche cosa o di qualcuno ? Probabilmente , colla instabilità sua particolare , egli era a vicenda tutto questo , ma un certo riserbo lo salvava dal dimostrarlo . Senza dubbio , conosceva il mondo , e in trent ' anni di vita aveva corse le vicende istruttive degli uomini liberi ; senza dubbio , anche , era un sognatore , ma non un sognatore classico , il quale attraversa doloroso l ' esistenza in cerca di sensazioni inaudite ; bensì , un sognatore calmo , sorridente , eclettico , il quale coglie il buono dove s ' incontra e lo paragona alle proprie aspettative . Era un ammiratore di Laura Uglio , donna che per la sua beffarda filosofia della vita , doveva singolarmente confarsi allo spirito di Gian Luigi ; forse , egli ne era stato anche l ' amante , perchè in un certo periodo , noi ci guardavamo con curiosità , stimolati dal desiderio di farci una domanda e incapaci a formularla ; ond ' era fra noi due rimasta quella specie di punto interrogativo , non mai soddisfatto . Laura , Gian Luigi , ed io , conoscevamo così profondamente i doveri ed i diritti di ciascun di noi , che non amavamo affrontarci , preferendo un fatto dubbio , larvato di convenienza , a una risposta secca e noiosa .... Certo , nel calendario d ' amanti che la società affibbiava a Laura , il nome di Gian Luigi non era comparso ; ma questo provava ben poco , perchè non era comparso neppure il mio .... Ora , Gian Luigi , - scettico , indifferente , fatuo o innamorato , che importava ? - aveva d ' un tratto raccolte le sue forze , aveva lavorato , aveva dato alla luce un volume , un grosso volume , a quanto si vedeva , che gli era costato almeno sei mesi de fatiche , i sei mesi del mio matrimonio . L ' avvenimento era così straordinario , ch ' io giunsi a casa senz ' aprir più bocca : salii le scale dietro Lidia , a testa bassa ; mi ficcai nella poltrona , presso Lidia , in salotto , dimenticando di guardar nel mio studio se fosse arrivata la posta ; e rimasi in quell ' attitudine , colle braccia incrociate , a pensare . - Ah questa sì , va bene ! - esclamò Lidia , sciogliendo l ' involto della carta da lettera . Si mise innanzi allo scrittoio , dispose i fogli , prese la penna , mi si rivolse : - Che cosa debbo scrivere a mamma ? - E il libro di Gian Luigi - mi domandavo - quale esito aveva avuto ? Un buon esito , certamente , perchè Gian Luigi doveva aver gusto , l ' istinto della misura , che non s ' insegna .... - Sergio ! - chiamò Lidia , sorpresa . - Non hai udito : come debbo scrivere a mamma ? - - Mandale i miei saluti , - risposi ; - annunciale la nostra partenza .... - La nostra partenza ! - ripetè Lidia con un sospiro . - Per quando , per dove ? - Per quando vuoi , per dove vuoi .... - Ma ero stato un imbecille a non comperar sùbito il romanzo di Gian Luigi : bisognava leggerlo , avevo urgenza di quel libro : volevo stabilire immediatamente .... - È proprio necessario partire ? - domandò Lidia , abbassando la testa sul foglio di carta . - Necessario ? - esclamai . - Che domanda ! C ' è qualche cosa di necessario , al mondo ? - Oh , Sergio ! - Ma sì ; non c ' è nulla di necessario , cara amica . Si parte , si viaggia , perchè ciò è nelle abitudini , nelle tradizioni , e perchè sarebbe lo stesso non partire , non viaggiare .... - Allora , non partiamo , e non viaggiamo ! - fece Lidia in tono secco . - Io sto bene qui . - S ' alzò dalla sedia e si mise a passeggiare pel salotto . Ella aveva indossata una vestaglia verde - cupo , che aveva la vita brevissima , e dal petto giù fino ai piedi , serbava una linea rigida e severa , appena interrotta a metà da un nastro fissato ai fianchi e incrociato sul davanti ; somigliava così , Lidia , a una scultoria figura bizantina . Cominciai dal gettarle un ' occhiata d ' ammirazione , senza muovermi dal mio posto : quindi risposi : - Allora , non partiamo e non viaggiamo ! - Lidia si fermò di botto ; poi mi si avvicinò . - Perchè dici questo ? - ella chiese con voce calma . - Perchè credo sia il tuo desiderio .... - Ah , no , no ! Non è per questo che parli in tal modo , Sergio ; io ti conosco , ormai . - Le parole furono dette quasi con benevolenza . La donna si passò una mano sulla fronte , perchè dovevan presentarsele più argomenti d ' eguale importanza , che voleva tutti enunciare , in bell ' ordine ; e all ' uopo , sedette di nuovo innanzi alla scrivania , donde mi riusciva quasi di faccia . Ma mi alzai io dalla poltrona . - Ebbene , - dissi un po ' seccato . - Non si parte , perchè partire o rimanere è affatto indifferente , come tutto il resto . - E mi diressi , verso l ' uscita , e raggiuntala senz ' opposizione da parte di Lidia , mi ritirai nel mio studio . VIII . Mi occupai sùbito a stabilire la gravità di quanto avveniva e a capire il significato d ' una recrudescenza di sogni che supponevo decisamente snebbiati dal mio animo e invece eran ricomparsi cogliendo la prima occasione favorevole . I due termini estremi della situazione eran chiari per quanto dolorosi : un lasso di sei mesi aveva trasformato Gian Luigi Sideri in un uomo che ambiva alla fama e dilatava la propria personalità utilmente ; un lasso eguale di tempo nella mia vita non aveva concluso che a mutarmi da scapolo in marito . L ' enorme abisso fra l ' una condizion di cose e l ' altra , era appena intravedibile e perciò tanto più capace d ' impressionarmi . Gian Luigi ed io , avevamo nel medesimo tempo , nel medesimo giorno forse , spalancate due porte sulla nostra via ; lui dirigendosi a lotte d ' intelligenza , a febbri di concezione , a godimenti e ad amarezze non comuni , e tali da raffinarlo e da toglierlo alla greggia umana ; io sottoscrivendo al mio volgarissimo avvenire , rinunciando a sogni smisurati , collo sposare una fanciulla , che amavo indubbiamente , ma che ancor dopo sei mesi d ' intimità non sapevo se fosse quella la quale m ' abbisognava . Intuivo di questo fatto le conseguenze . Un matrimonio non è mai stato barriera al lavoro intellettuale , ma per me , pel mio bizzarro carattere , assumeva l ' aspetto d ' una barriera insuperabile ; anzi , come altri aveva bisogno della famiglia per lavorare , io aveva invece necessità della vita libera , capricciosa , retta dal mio solo arbitrio . Le angustie derivate dalla casa , gli obblighi assunti , le convenzioni tacite che il matrimonio chiudeva in sè numerosissime , formavano il veleno più potente , più letale , più immedicabile alla mia attività , anche senza tener conto delle obiezioni e dell ' atteggiamento ostile che nel mio caso speciale poteva assumere Lidia per un tentativo , molto problematico , di darmi finalmente alla letteratura . No ; se v ' era stata ancora speranza a qualche cosa , se il destino aveva riserbata nel mio animo una miracolosa potenzialità di scuotermi e d ' agire , - io aveva distrutta quella speranza , avevo stremata quella potenzialità , fatalmente , il giorno in cui m ' ero legato a Lidia . L ' avevo guastato io , il mio destino , come al più degli uomini succede ; e m ' ero scelto l ' avvenire del buon padre di famiglia , quand ' era forse pronto per me l ' avvenire d ' un artista ! Chi m ' aveva tratto in inganno ? Lidia , colla sua fresca bellezza ? i parenti di lei , colle loro cortesie ? Nessuno : una succession di casi , una forza sottile d ' attrazione al pericolo . Onde , non avevo contro chi volgere il mio malcontento e l ' angoscia della delusione ; gli altri , eran vittime ; io era vittima ; eravamo vittime tutti quanti di quelle leggi necessarie e assurde , che ad ottener Lidia corpo ed anima m ' avevan vincolato a lei per l ' esistenza intera . Nel mio studio , l ' ombra del pomeriggio calava rapida fra scrosci di pioggia ; a momenti non ci si vedeva più , ma non sapevo muovermi dalla poltrona , nè deporre il libro che avevo mandato a comperare e che tenevo ancora intonso fra le mani , come un testimonio vivo e straziante di quanto si poteva fare e di quanto non avevo fatto . Dalla camera attigua mi veniva il romor dei passi di Lidia , e mi figuravo la donna pensosa , a testa china , le mani entro le tasche della vestaglia , passeggiando come un automa pel salotto . Lidia era tutto il mio destino ; io doveva cooperare a renderla felice , e raccogliere in questo còmpito non facile ogni facoltà dello spirito ; inutile guardare di là da simile stretta cerchia , oltre la famiglia e la casa . A poco a poco , il romor di quei passi mi divenne intollerabile ; forse Lidia piangeva per il modo brusco e inusato con cui m ' ero sottratto a quanto ella voleva dirmi .... A che stava pensando , ora ? Alla triste scoperta della mia indole , a ' miei torti , alle sue speranze di quiete , inutili .... Giovane , elegante , bella , voleva ben più attente cure di quelle che io non le prestassi ; poteva ben dolersi de ' miei sogni ridicoli i quali creavano una rivalità inafferrabile per lei .... Ma intanto , quei passi mi causavano un rimbombo doloroso nel cervello ; il fruscìo della veste m ' irritava ; il contegno silenziosamente corrucciato di Lidia mi pareva un rimprovero sproporzionato alla colpa .... Gettai il libro di Gian Luigi , d ' un tratto ; mi levai , mi diressi all ' uscio che metteva nel salotto : volevo pregar la donna di non più tormentarmi .... Di non più tormentarmi ? Ella m ' avrebbe giudicato pazzo ; che tormento mi dava ? ... Restai così un attimo innanzi all ' uscio , studiando la frase meno incomprensibile ; e non trovandola , e temendo di veder per davvero le lagrime supposte di Lidia , ritornai alla poltrona , ma l ' oscurità era ormai densa nella camera , e non interrotta se non dallo spiraglio di luce che appariva alla bocca della stufa . Come le sei suonavano all ' orologio della chiesa vicina , mi recai nel tinello , ove rimasi stupito vedendo preparata la tavola con una sola posata . Geltrude - la cameriera che aveva lasciati i signori Folengo per passare al nostro servizio - accendeva il candelabro a gas , nel mezzo del soffitto ; e allo stropiccìo de ' miei passi si volse , dicendomi : - La signora è indisposta e prega il signore a voler pranzare da solo . - Credo che così male io non abbia pranzato mai , in tutta la mia vita . Un ' ira sorda m ' aveva preso contro Lidia e la sua indisposizione pretestata ; il far partecipe la servitù di quanto avveniva tra noi , mi pareva l ' atto più stupidamente borghese che Lidia potesse commettere , e rivestiva a ' miei occhi un carattere d ' ostilità assoluta poichè la donna conosceva benissimo le mie opinioni in proposito . Neppure un istante mi balenò alla mente il pensiero ch ' ella avesse sperato in una mia sollecitudine per il suo malessere , in una mia comparsa nella camera da letto ov ' ella rimaneva . A Geltrude non chiesi spiegazioni ; pranzai male , ma pranzai , col giornale spiegato innanzi a me ; poscia accesi un sigaro e mi accomodai sul divano a fianco del caminetto , studiando con enorme attenzione i ricami della fiamma sulle legna . Verso le nove , uscii di casa ; io non m ' accorgeva d ' agire non per volontà mia , ma per fare meccanicamente ciò che avevo visto fare agli altri in simili casi : gli altri si divertivano o cercavano divertirsi ; io entrai al teatro Dal Verme , ove un Circo equestre attirava folla discreta . Nell ' atrio scansai tre o quattro conoscenze : un marito con seimila lire di rendita , nient ' affatto sorpreso che la moglie ne spendesse diecimila per la casa ; un vedovo in procinto di sposare sua cognata , quantunque la sapesse , come la sorella , già condannata per etica dai medici ; uno scapolo , che manteneva una ragazza della quale si vergognava e per la quale ostentava la massima indifferenza ; ed altri , che mi riuscivano stranamente antipatici a un tratto , mentre m ' erano appena indifferenti per lo passato . Da quanti , invece , appressai fra i miei amici , ricevetti quella sera un ' accoglienza curiosa e significante ; erano saluti e strette di mano sincere , ma diverse dalle consuete ; era un atteggiamento quasi grave che costoro assumevano alla mia presenza ; un gruppo di celibi , noto pe ' suoi discorsi pornologici , troncò una discussione , quand ' io l ' avvicinai , e ne cominciò un ' altra di politica .... Si aveva riguardo per la mia mutata condizione , e pareva s ' aspettasse di definirmi e di classificarmi fra le diverse specie di mariti , prima di scegliere un contegno deciso . Fu l ' ultimo colpo all ' irritazione che mi ribolliva dentro ; ero dunque ben morto per quegli uomini , bene straniero ormai al loro consorzio , se si trattenevano dal mostrarsi cinici e scapati quali erano , e indossavano una cappa di convenienza , pesante a me più che a loro medesimi ? Domandai di Gian Luigi Sideri . Era a Sestri a lavorare , solo . - Com ' è stato accolto il suo Lastrico dell ' Inferno ? - chiesi . - Assai bene ; ne hanno parlato anche all ' estero , - mi si rispose . - Una rivelazione ! - Me ne andai , verso le undici . Gli altri si recavano a cena . - Tu non verrai , non è vero ? - domandò uno . - Grazie ; vado a casa , - risposi dopo un lampo d ' esitazione . E negli augurî di " Buona notte ! " che m ' accompagnarono , volli trovare ironia , invidia , rispetto comico per la fedeltà con cui osservavo i miei doveri di sposo felice ; e l ' irritazione si riversò allora infine , decisamente , contro costoro , contro la buaggine del mondo . Se si fosse indovinato che già tra me e Lidia cominciavan gli screzî ! ... Screzî i quali davan ragione alle ironie sottintese , e avrebbero fatto esultare quei filosofi da marciapiede .... Ebbene , no ! Lidia era a letto ; dormiva , quando rincasai . La scossi leggiermente , la pregai di voler dimenticare , l ' ottenni ben facile , e l ' alba dell ' indomani sorse tranquillissima per noi , smemorata d ' ogni chiaroscuro spiacevole . Tornando , però , durante quella notte , al primo malinteso che aveva prodotto il nostro broncio , Lidia espresse di nuovo il desiderio di non partire ; non aveva voglia di soffrire i disagi di un viaggio lungo ; voleva attendere la migliore stagione , e nel frattempo occuparsi della sua casa , far visite e riceverne , andare a teatro , godere del carnevale prossimo ; tutto coll ' impazienza della donna nuova , che brucia dal desiderio di mostrare al mondo quale splendida farfalla sia sbucata dalla crisalide . Per non toglierle illusioni circa quei divertimenti che il suo nuovo stato le permetteva , ascoltai il programma di Lidia con animo sereno e mi compiacqui a far disegni sull ' argomento . Nei giorni successivi la presentai a quante famiglie conoscevo e mi parevan degne della sua amicizia .... Spesso in quelle case , dov ' io entrava una volta preceduto da impaziente attesa e circondato da cortesie eccezionali , trovai un ' accoglienza compitissima e tuttavia diversa da quella del passato ; le madri mi serbavan qualche rancore per non aver fatta cader la mia scelta sulla signorina , speranza e tormento della famiglia ; ero per esse una fresca tomba di illusioni . Altrove , era la signorina che usava un po ' d ' astio contro Lidia e un po ' di sprezzo contro me ; occhiate traducibili con un : " Tanto , non avrei saputo che farmi di voi ! " Eran più schietti e cortesi gli uomini , quegli stessi uomini , i quali diventavan terribili di satira e acuti di negazione non appena si trovavano in crocchio , al teatro o al caffè . Difficile stabilire il numero esatto di quelli che al veder Lidia si proponevano di sedurla in otto giorni e stringendomi la mano si rallegravan seco stessi d ' aver io preparata una nuova preda per loro ; certo , dovevan essere molti e non tutti scapoli ; certo , anche , Lidia produceva comunemente un effetto d ' ammirazione per la sua bellezza , e di simpatia viva per un ' ingenuità graziosa , per una semplicità pura di modi , che alla bellezza eran fortissimi ausiliari . E in grazia di tali ausiliari , le madri più arcigne e le fanciulle deluse , dopo quindici giorni gareggiarono a diventar l ' amica intima di Lidia , come gli uomini tutti studiaron di farsi amici intimi miei ; del che ero meno lusingato . Lidia aveva stabilito il martedì pe ' suoi ricevimenti ; io v ' assisteva sempre , quantunque i discorsi delle signore mi facessero sui nervi l ' effetto d ' uno strider di lima e non fossi compensato se non dallo spettacolo delle manovre tattiche ivi usate . La simulazione e la dissimulazione vi giuocavano aspre battaglie ; vedevo le nemiche sorridersi , darsi la mano , baciarsi e lodarsi , con un ' abilità che un diplomatico avrebbe pagata un occhio ; ascoltavo le più calunniose insinuazioni fatte col più idilliaco dei sorrisi ; notavo la gara tacita e accanita di soverchiarsi in eleganza , in bellezza , in ispirito , e rilevavo come le più maligne parlassero sempre della malignità altrui , dichiarandosi aliene da ogni vanità umana e inorridite dalla maldicenza , la quale pur troppo non rispetta alcuno . Io mi diceva frattanto che se si fosse scoperto ch ' io era adultero , giuocatore od ubbriacone , tutte le amiche di Lidia avrebbero esultato , in omaggio all ' amicizia femminile . Avevan trovato , quelle eleganti femmine , un tema che si prestava mirabile a piccoli colpi , a punture di spillo , a ferocie squisitamente melate ; ed era , il tema , l ' infecondità di Lidia . Non poteva ella avere un ' emicrania , un malessere passeggero , un pallor più accentuato , o una leggierissima tinta azzurra sotto gli occhi , senza che le amiche vi trovassero qualche significato riposto , qualche preavviso della venuta di un bimbo ; di quel bimbo , il quale , secondo loro , era indispensabile al coronamento della nostra unione , mentre io non vi aveva manco pensato . E poichè il bimbo pareva farsi aspettare , le osservazioni s ' inoltravan più ardite : - " Lei , dunque , non si tedia mai ? - " Mai , cara signora . - " Ciò è stranissimo . - " Perchè ? ... - " Sempre così soli , senza una testolina bionda da accarezzare , senza le cure deliziose per un innocente .... " - Le parole non producevano in Lidia alcun effetto doloroso ; ella non aveva nè propensione nè repulsione per la maternità ; forse non ne aveva una chiara idea , e ciò faceva sì ch ' ella rispondesse colla sua ingenuità quieta alle sollecite visitatrici , frustrando in loro ogni speranza d ' esser riuscite ad amareggiarla . - Assolutamente , si vuol vedere un frutto del nostro amore , - dissi una volta a Lidia . - Se non ci riusciamo , bisognerà adottare un trovatello per far piacere agli amici . - Lidia scoppiò a ridere , e mi tolse ogni inquietudine circa l ' esito sortito da quelle insinuazioni . Più di quanto io non m ' aspettassi , era ella abile a giudicar le persone e a sottrarsi da ogni influenza . Una vecchia signora , assidua ai martedì , s ' era proposta una tutela gratuita su di noi ; voleva insegnarci a vivere , e s ' interessava della servitù , dell ' andamento della casa , dando consigli non cercati perfin sulla disposizione dei mobili . Lidia non era in questo affatto indulgente , e un giorno in cui la signora si lamentava perchè avevamo licenziata la cuoca , Lidia le fece capire che sarebbe stata ottima cosa non si fosse più fatta vedere , nè ai martedì , nè in altri giorni della settimana . Era donna , Lidia oramai ; così donna da inquietarmi un poco per la seduzione inconscia ch ' ella esercitava sui miei amici . Io non poteva più contar quelli che la desideravano ; erano tutti , giovani e vecchi , ammogliati e celibi ; gli ammogliati non m ' avrebbero ceduta volentieri e per un lasso di tempo indeterminato , la loro sposa fedele in cambio della mia ? Sì , certo ; son cose che si fanno , salvando naturalmente le apparenze . Dovevo essere odiato quanto era desiderata Lidia , da costoro . La mia presenza immancabile li urtava come un ' offesa personale ; entravan nel salotto strisciando , la schiena curva , il sorriso rutilante ; trovavan Lidia , coi piedini sulla proda del caminetto , un libro pesante alla mano ; fuori c ' era l ' aria grigia di dicembre ; un complesso di cose molto propizie a discorsi sentimentali , a preliminari d ' attacco . Ma se domandavano : - " E Sergio , il nostro caro Sergio , come sta ? " - e si sentivan rispondere da Lidia : - " Bene , grazie . È nello studio ; ora lo faccio chiamare , " - addio speranze , addio preliminari e discorsi sentimentali ! ... Però , quando compariva io , le strette di mano eran così calorose come tornassi da un viaggio di circumnavigazione . Io mi meravigliava di una cosa sola : che quei furbi seduttori , quegli esperti ladri onorabili , non s ' accorgessero , nella loro furberia , come la mia presenza fosse affatto superflua a sventar le loro arti ; come Lidia , anche sola , anche triste , anche corrucciata contro di me , non fosse donna da cascar fra le loro braccia . Ma essi mi trovavan troppo brutto al loro confronto , per ammettere simile verità ; non so chi , aveva loro insegnato che necessariamente una donna deve cadere ; oggi , domani , fra un mese o fra un anno , la caduta avviene ; e nell ' aspettazione , essi frequentavano la mia casa , e si sedevano alla mia mensa , come già io aveva fatto con Giorgio Uglio . Nessuno di quei visitatori , per altro , aveva ancor preso un atteggiamento perspicuo ; venivano ai martedì , a qualche pranzo , a qualche festa che dava Lidia . Nessuno aveva ancor trovata l ' occasione di scriverle un biglietto o d ' inviarle un libro o d ' addentrarla nella conoscenza dei buoni autori contemporanei ; ma io non mi nascondeva che fra la turba doveva trovarsi già l ' audace , e mi chiedevo con una certa ansia se avrei potuto io stesso scoprirlo . Il concetto che avevo dell ' intuizion dei mariti , non era ottimo , per vecchia esperienza . Ora , io era un marito , dopo tutto , e tanto marito da pensare e da ragionare perfettamente all ' opposto di quanto ragionavo e pensavo un giorno . Sarei stato marito anche nel sospetto ? Anch ' io come gli altri , sarei andato a investigar le cose più assurde e a dubitar dell ' amico sincero , quando ad ogni istante avrei avuto sott ' occhio il nemico ? Era un dubbio affatto indipendente dalla gelosia per Lidia ; era un dubbio che il mio amor proprio sentiva crescere con immenso dolore , perchè avvalorato da un piccolo falso allarme recentissimo . Mi veniva per casa un giovanetto di diciannove anni , poeta : alto , magro , biondo , lezioso ; stabilito a Roma colla famiglia , si tratteneva però volentieri a Milano ; portando un bel nome , aveva molte conoscenze ; corteggiava le signore con arte precoce e con sonetti così lacrimosi da farlo creder Geremia redivivo . Mi era anche antipatico ; sentivo in lui una certa forza di seduzione la quale , non apparendo giustificata da alcuna dote particolare , se non da quei diciannove anni , che eran dote troppo caduca , - m ' inquietava . Di Lidia non sembrava affatto curarsi , pel senso pericoloso ch ' io intendeva ; ma era verso di lei insinuantissimo , e così sobrio nella lode e nell ' ammirazione , da ottener con poche parole effetto doppio di quello che gli altri ottenevan con molte . Io cominciai a sorvegliarlo , a studiare il modo di non lasciargli dire nè molte parole nè poche all ' indirizzo di Lidia ; se abitualmente ero vigile , del poeta sentimentale divenni accortissimo e sospettoso , da un giorno all ' altro aspettandomi qualche volume de ' suoi versi con opportuna dedica a Lidia , e poi un viglietto , e poi una visita nelle ore in cui ero assente . Una sera che , al teatro aveva aiutata Lidia a togliersi la pelliccia , quelle sue mani presso il collo della donna , quel gesto di lui che pareva volesse abbracciarla , mi diedero una fitta al cuore , mi svelarono che là stava il pericolo imminente . Invece , all ' improvviso , il poeta partì , raggiunse la famiglia a Roma , ed io fui stranamente sorpreso venendo a sapere com ' egli si trattenesse a Milano per amor d ' una vedova , alla quale non offriva sonetti ma denari con sì lieta prodigalità , che i suoi lo avevan richiamato al più presto . Non saprei dire se da questo episodio io ritraessi piacere o malcontento ; senza dubbio , ne uscii molto umiliato per la mia intelligenza , ch ' era in altri tempi soddisfacentissima ; e verso il poeta serbai un atroce rancore , quasi m ' avesse schernito nel modo più villano . Dicembre si chiuse per noi col ritorno dei signori Folengo da Pallanza . Io dimenticava sempre che Pietro e donna Teresa facevan parte della mia nuova famiglia , e perciò l ' idea di festeggiar con loro il Natale non mi parve eccessivamente allegra ; avrei preferito restare in casa , dove la presenza di Lidia mi confortava , e non m ' infastidiva l ' assenza di quel bambino biondo che m ' auguravano i conoscenti . Donna Teresa lodò la figlia per la sua decisione di non partire , quantunque osservasse che sarebbe stato bene continuare il viaggio per rispetto alle abitudini generali ; poi , ella e Pietro ci annunciaron la novità già accennata nelle loro lettere . Una casa commerciale importantissima offriva a Pietro l ' impiego di direttore e di procuratore , con lauto stipendio e partecipazione ai vantaggi dell ' azienda . Simile offerta si doveva a un amico di Pietro , deputato , fatto Ministro in quei giorni , il quale curava poco il benessere d ' Italia , ma sufficientemente il proprio , quel dei congiunti e degli amici ; il che gli giungeva anche troppo grave soma . Quando sentii che la casa commerciale era stabilita al Cairo , mi dichiarai avverso a tale disegno , ma fui stupito notando come Lidia l ' avversasse molto meno di me , e cedesse alle ragioni esposte da Pietro . - In ogni modo , - concluse questi , - è cosa che avverrebbe fra qualche tempo . - Mentre ritornavamo a casa , domandai a Lidia : - Perchè non ti sei opposta a quella pazza idea ? - Non so , - ella rispose . - Così ! ... - E poichè ella non agiva talora per ragioni più convincenti , io mi trattenni dal chiedere altro . IX . Fu l ' abito che indossava ? o furono le sue braccia , che le maniche scopriron fin quasi al gomito , nell ' atto in cui ella s ' appoggiava al cassettone ? o fu il suo viso , dai lineamenti un po ' stanchi ? o non fu , piuttosto , la volontà del caso , il quale aveva stabilito che di là cominciassi a soffrire ? Fatto è , che potei d ' un tratto afferrare un ' impressione , e definirla colla rapidità del lampo . Veniva spesso nella mia camera , Lidia , dopo le cure dell ' abbigliarsi e prima della colazione ; mi chiedeva che cosa si sarebbe fatto nella giornata , se ci saremmo occupati delle visite , se a teatro v ' era qualche spettacolo interessante ; anche , mi chiedeva s ' io l ' amassi ancora , come nei primi tempi . Ella cominciò , stavolta , dopo il saluto : - Credi ci convenga render la visita ai signori Cortalancia ? - S ' era appoggiata al cassettone col semplice scopo d ' ammirarsi nello specchio . Io , di fianco a lei in una poltrona , mi dimenticai d ' osservare se quello scopo era giustificato da qualche vestaglia nuova , da qualche bizzarra acconciatura dei capelli . Risposi : - Perchè non si dovrebbe render la visita ? I Cortalancia sono persone rispettabilissime . - Lidia chinò la testa a guardarsi le dita bianche e magre ; si tolse e si rimise un anello . - Mi parevano molto noiosi , - disse . - Non sei ancora abituata a sopportar le persone noiose ? - domandai . Quindi mi morsi le labbra ; il momento che noi attraversavamo rendeva la domanda piena di pericoli . - Sono abituata ! - fece Lidia , continuando ad ammirarsi nello specchio . - E non è inutile aumentare il numero ? - Ogni persona che si trascura , diventa un nemico , - sentenziai . Lidia sospirò , passandosi la mano dietro la nuca a lisciarsi dei capelli che supponeva scomposti ; ma come non si decideva a togliersi dalla sua positura , me le avvicinai , le tenni le mani per l ' estremità delle dita , e fissandola in viso : - Làsciati ammirare ! - dissi . Aveva realmente una vestaglia nuova , alla Pompadour , con fiori sul petto ; un nastro azzurro le girava attorno alla testa , pettinata secondo la foggia greca . Sentii le sue dita fredde , vidi le braccia scoperte , il viso bianco dagli occhi mavì ; in uno sguardo , riassunsi tutta la venustà di quel corpo giovanile . E afferrai l ' impressione di lunga stanchezza che quel corpo giovanile mi produceva . - Piaccio ? - Lidia domandò con frase solita , ma con insolita freddezza . - Piaci , - risposi , lasciandola Ritornammo al nostro posto . - Se si potesse ricevere in veste da camera , sarebbe una buona cosa , - osservò Lidia , sorridendosi nello specchio . - Credo d ' esser più bella ! - Ah ! ... Ce n ' è bisogno ? ... - Un fiore , dal petto passò nelle mani della donna , che cominciò a sfogliarlo e a pelarlo con molta cura . - Non c ' è un bisogno pressante , - ella rispose , - ma la vanità è senza limiti . Dunque , renderemo la visita ai Cortalancia . Stasera c ' è teatro ? - Non ho ancora i giornali . Anche a teatro vorresti andare in veste da camera ? - Oh , lì ! - ella fece , con un gesto di trionfo . - Abbiamo gli abiti scollati , per la Scala ! - Nessuno t ' impedisce di ricevere pure in abito scollato ! - Lidia modulò una risatina di sprezzo pel mio suggerimento che credeva serio , e se ne andò , alzando le spalle e dimenticando di chiuder la porta . Era certo ; la stanchezza cominciava a proiettar la sua ombra nelle nostre anime . Era anche logico ; tutti gli amori finiscono , come cosa mortale , e il nostro non poteva già trovar nella legge , oltre la tutela , l ' eternità ; bensì , era la legge assurda , che prestava la prima e fingeva credere alla seconda . L ' abitudine aveva avvelenata la sorgente del piacere ; l ' idea piatta di rappresentar noi una simmetria legale con uno scopo determinato illanguidiva e smagava tutto quanto era spontaneità ; impendeva sui nostri cuori , ne regolava i battiti , non ci lasciava la freschezza dell ' improvviso . La legge era tra noi , coprendoci ; mezzana stranissima che scemava le forze a luogo d ' eccitarle . Quale amarezza in fondo ai nostri baci ! Un ' amarezza ; non dolore , non uggia irreverente ; una delusione fisica e morale , pesantissima , che avrebbe rotto in lacrime , se tal linguaggio di sentimento ci fosse stato possibile . Soffrivamo ambedue , Lidia ed io ; ella , non arrivando a capire ciò che provava ; io , arrivandovi troppo ; ella , tormentata dall ' indeterminatezza del mistero ; io , da impeti subitanei . Se m ' arrivava d ' un tratto , acuto , inesorabile , il pensiero di poter io pretendere da lei e imporle l ' amore che in altra donna avrei meritato per elezione , - il mio abbraccio si snodava , il suo corpo mi pareva cosa , non esempio di giovane bellezza . L ' avrei respinta , Lidia , con brutalità , perchè incarnava il dovere e il diritto , il principio e la tradizione , la valvola di sicurezza della società mostruosa fatta per la massa . Lidia sentiva così bene tutto questo , da non maravigliar di nulla . Aveva lasciata la sua casa ed era entrata nella mia .... con entusiasmo ? con gioia irrefrenabile ? No ; con amore e illusioni , morte le quali , restavale in animo una congerie di teorie ridicole insegnatele da ' suoi ; teorie di cui intuiva la falsità non meno che il pericolo d ' ammetterla . Assisteva allo svolgersi di teorie nuove , sentiva il rombo di nuove idee soffiate dal secolo morente , e considerando la nostra simmetria decrepita , s ' impauriva di rappresentare ella medesima una di quelle idee agonizzanti , a ringiovanir le quali non la sua bellezza , non la sua fresca età , non il suo fascino raddoppiato mille volte , sarebbero bastati mai . Per una crudele ventura , quello sboccio di desolanti sensazioni combinò col folleggiar del carnevale , che un gruppo di volonterosi aveva tentato richiamare alla gaiezza antica ; e in tutta la mia vita non trovo memoria d ' allegria più funebre , di spigliatezza più voluta , d ' ipocrisia più sconfortevole che quelle dominanti allora per le vie e le piazze di Milano . Sotto i nostri balconi , sul Corso Venezia , passavano i carri stranamente mascherati da una fantasia stanca , talvolta dolorosa nelle sue allusioni ; e carrozze piene d ' ubbriachi , e musiche di straziante festività , e una folla muta , ostile , che non amava i coriandoli e s ' atteggiava a compassione dei falsi gaudenti . Dopo il passaggio d ' un carro mascherato , l ' odore acre del gesso rimaneva , e della polvere ; arrivavan sui nostri balconi palate di coriandoli , nembi di confetti , attràttivi dalla presenza di Lidia e d ' altre signore ; due volte , una mano di cavalieri eleganti lanciò una colluvie di fiori , e furon , sul balcone , braccia levate in alto ad afferrarli , risa discrete per il vano tentativo . Le donne sole , con quell ' inscienza che han del bambino , poteron forse divertirsi . Lidia , il viso riparato da sottile e forte veletto e il corpo da un abito chiuso e bianco , pareva agire per febbre ; intorno a lei , i sacchi di coriandoli si vuotavan magicamente ; il suo braccio , fragile e vigoroso , lanciava quel gesso con maestria sulla folla stupida , contro i carri che la mala sorte obbligava a fermarsi . Le amiche , pure in abiti bianchi e difesa la faccia , imitavan Lidia , animandosi , impazientendosi delle lacune fra l ' un carro e l ' altro . Verso le cinque , i coriandoli arrivavan per entro le finestre , ingolfandosi nelle camere con violenza ; alcune signore dovettero cedere il posto . Lidia resisteva ; irriconoscibile , tanto era soffusa di polvere . Io , dietro di lei , passandole , sul morir del giorno , i fiori dopo i coriandoli , l ' osservava con inesplicabile tristezza ; ella gettava i fiori febbrilmente , con un sorriso rigido sulle labbra . A un tratto , mi porse ancora le mani , senza guardarmi , perchè vi mettessi altri fiori , e indugiando io , Lidia si rivolse , vide i sacchi e le ceste vuote : - Finito ! - ella esclamò , scrutandomi negli occhi . - Finito ! - risposi . Sorridemmo ambedue ; ma la parola aveva un senso largo d ' angoscia . Non v ' erano tra noi se non queste allusioni ; perchè così fresco era il ricordo di gaudî e di sogni , che l ' aria ne pareva piena e ospite la casa ; quella casa la quale , nel medesimo tempo , vicino ai ricordi conservava tutta la storia delle modificazioni sopravvenute a sfatare i gaudî e a corrompere i sogni . Il carnevale , nonostante numerosi inviti a feste , era scorso per noi monotono . Lidia si schermiva con ostinazione dal prender parte a divertimenti serali ; aveva ricevute più visite della sarta , la signora alta e magra col neo posticcio , la quale sperava di ottener molte commissioni , di ripetere il periodo felice dei capolavori di seta e di raso ; ma neppur la dialettica della sarta era riuscita a smuover Lidia dal suo proposito , sebbene i tentatori giornali di mode le presentassero dei figurini superbi , che chiamavano un breve lampo negli occhi di lei . Continuavano i martedì ; qualche pranzo agli intimi , donna Teresa e Pietro ; qualche sera al teatro ; e nella settimana grassa , Lidia aveva voluto gettare i coriandoli forse per soddisfare ad un desiderio delle amiche meglio che ad uno proprio . Ciò era riuscito strano e molesto a Pietro Folengo . - Ma , figlia mia , - egli diceva , - questo non si usa . Due sposi novelli devon farsi vedere , devon prendere viva parte ai trattenimenti della stagione . - Perchè ? - domandava Lidia . - Perchè questo si usa , perchè tutto il mondo ha sempre fatto così .... - Lidia aveva allora il suo piccolo riso di sprezzo , che importunava Pietro ; le ragioni addotte eran per costui insuperabili ; non gli pareva umana cosa il sottrarsi a ciò che si usa , a ciò che il mondo ha sempre fatto ; mentre Lidia , assai più moderna , si rideva bellamente degli usi e costumi che non le quadravano . Veniva poi donna Teresa , la quale illuminava il proprio tramonto di tutti i belletti e di tutte le pomate cognite in Europa e fuori ; e si stringeva vie più nel busto , e studiava metodi arguti per distruggere l ' adipe senile . I suoi consigli erano sospirosi . - Se fossi io al tuo posto , cara Lidia , con quei tuoi vent ' anni ! Perchè non vai al ballo di casa Cortalancia ? Ma è possibile che non ti sorrida un gran trionfo ? Non c ' è nessuna delle tue amiche , elegante e bella come te ; hai qualche dispiacere ? - Lidia scoteva il capo , e da quelle insistenze usciva sempre più testarda a vivere fra le quattro pareti di casa . Un piccolo malessere di Lidia aveva servito a darmi un ' idea delle straordinarie mutazioni che la verità può subire , conservando la propria forma . Il medico aveva detto : - La signora è un po ' delicata e deve guardarsi dalla malaria che domina la città ; c ' è nella signora qualche accenno d ' anemia , facile a combattersi . - Lidia s ' era impadronita trionfalmente di quelle due frasi e non le aveva mutate d ' una parola ; ma ripetendole ad ogni occasione , aveva dato loro un significato di minaccia quasi simbolico . Non si poteva aprire una finestra , senza che la donna si portasse il fazzoletto alla bocca per salvarsi dalla malaria ; nè avveniva mai che Lidia si guardasse nello specchio senz ' accagionare all ' anemia il pallore del viso , e la striscia azzurrognola sotto gli occhi . Ciò era grazioso , dapprima , rendendola quasi più fragile nel mio concetto ; poi , divenne meno grazioso ; e infine non fu grazioso per niente , quando l ' anemia e la malaria furono usate da Lidia ad ogni scopo , e presero vita e consistenza di spettri che passavano instancabili ne ' suoi discorsi e parevano essersi collocati stabilmente a guardia della sua alcova . Gli amici avevano accolta la diagnosi del medico quasi come una notizia gravissima ; raddoppiavan di cortesie verso Lidia e mi guardavano con profondo significato per inculcarmi che da me dipendeva la vita di lei . Le amiche erano state indulgenti , perchè tutte avevano alla lor volta qualche indisposizione civettuola di cui si servivano con impareggiabile maestria e che probabilmente ponevano esse pure a guardia dell ' alcova . Gustavano la rinuncia di Lidia ai trattenimenti mondani ; una signora , assidua frequentatrice di balli , di teatri , di concerti e perfino di conferenze , aveva applaudita Lidia caldamente , assicurandole che non v ' era nulla più doloroso di quanto si chiama piacere ; e guardando la faccia di suo marito , io me n ' era sùbito persuaso . Ma fui veramente sorpreso quando , il sabato grasso , Lidia accettò un invito dei signori Caccianimico . - Faccio un ' eccezione per loro , - ella disse . - È vero , Sergio , che faremo un ' eccezione ? ... - È verissimo , - risposi , nascondendo alla meglio il mio stupore . Appena Clara ed Ettore Caccianimico partirono , domandai a Lidia : - Tu intendi veramente andare a quel ballo ? - Ma che ! - rispose Lidia . - Non , avrei nemmeno un abito decente .... - E allora ? ... - Sai , - disse la donna con aria esperta ; - rifiutar sempre è noioso , diventa quasi una parola d ' ordine ; ho accettato per far cosa nuova ; stasera scriverò un viglietto , pretestando un ' indisposizione ! - Bisognava punirla ; assolutamente , questa donna mi credeva condannato a seguire i suoi capricci , senza tener conto de ' miei ; accettava e declinava gl ' inviti , li faceva accettare e declinare da me con un ' indifferenza da bambina , come fosse identica missione accompagnarla al ballo o tenerle compagnia presso il caminetto . Bisognava punirla , immediatamente . - Bella idea ! - esclamai . - Non ti pare ? - fece Lidia , senza rilevar l ' inflessione ironica delle mie parole . La sera medesima , verso le dieci , mi ritirai in camera colla scusa di rispondere a qualche lettera . - Mandami Andrea . Lo incaricherò di portare un viglietto ai Caccianimico , - disse Lidia . - Andrea serve a me per il momento , - risposi . - Lo manderai più tardi ; così il pretesto sembrerà meno studiato . - Andrea , il domestico , aveva disposto nella mia camera l ' abito di società , e gli oggetti per un minuzioso abbigliamento . Dal giorno del mio matrimonio non avevo più indossato l ' abito nero , e , scoperto che questo può servire anche in occasioni allegre , ero divenuto gaio , d ' improvviso , attendendo colla maggior cura a farmi elegante . Alle undici , seguito da Andrea colla mia pelliccia aperta fra le mani , ricomparvi nel salotto di Lidia . - È inutile mandare il viglietto , - dissi . - Porterò io le tue scuse . - Lidia alzò il capo , e impallidì nel vedermi . - Che cosa fate voi , lì ? - domandò ella al domestico . - Tiene la pelliccia , - spiegai . - Guarda , cara , se questa cravatta è messa bene . - Benissimo , - rispose la donna , levando gli occhi al soffitto . - Vai in casa Caccianimico ? - - Certo . Non m ' hai obbligato a promettere che si sarebbe fatta un ' eccezione per loro ? - Infilai la pelliccia , misi il cappello e uscii , dopo avere stretta la mano di Lidia , che aveva senza dubbio moltissime cose interessanti a dirmi . Fui così sùbito , così largamente punito della mia piccola vendetta , da credere a una giustizia invisibile e sicura . Perchè , non appena entrato nella sala ove Ettore Caccianimico e la sua signora apparivano circondati da una folla elegante , - sentii che i varî profumi ivi sparsi mi facevan male ; un male strano , che si sarebbe detto risvegliasse la mia sensualità . La vista di donne scollate , ingemmate , ostentatrici di bellezze che avevano un padrone e ne cercavano un altro , mi atterrì con questa scoperta : io aveva bisogno d ' una di quelle donne ; d ' una qualunque , purchè non fosse Lidia , non le somigliasse in nulla ; avevo bisogno d ' una donna della quale ignorassi e il sorriso e la voce e il corpo . Finalmente , alla presenza di femmine nuove l ' angoscia che mi circolava da un pezzo nelle vene come una malattia , scoppiò e prese il suo vero aspetto : io m ' irritava di Lidia non perchè rappresentasse la legge o il principio o la tradizione ; ma perchè io la sapeva tutta , dal gesto insignificante all ' ultimo anelito . Mai la poligamia mi parve più saggia cosa e più sana che allora . Conscio di simile rivelazione e messomi in avviso , provai ad avvicinar quelle signore e ad analizzare il senso ispiratomi ; notai che le brune mi piacevan meglio , e le audaci e le esperte ; quelle , infine , le quali eran tutto l ' opposto fisico e morale di Lidia ; notai pure che , sull ' istante , avrei commessa una follia per conquistarne una , e al domani poco mi sarebbe importato di non più vederla e di saperla morta . Era la grave , dolorosa necessità di cambiare , che m ' invadeva con forma così assorbente e mi disponeva l ' animo a una passione per la prima venuta ; io trovava nel mio stato il perchè di certi adulterî che m ' eran parsi altre volte decisamente inesplicabili . Uscii da quel ballo uno degli ultimi , conservando ancora in tutta la persona un residuo di profumo avvelenatore , e nel cervello vivissima l ' impressione dei corpi femminili ignorati . Albeggiava lividamente e faceva un terribile freddo . Non avevo bisogno di guardarmi intorno per sapere come agissero gli uomini che avevano avuta la mia rivelazione , tosto o tardi . Alcuni si mettevano le mani nei capelli , si torcevano il cuore , e tradivano ; altri dubitavano sulla scelta , la determinavano con pertinacia , e tradivano ; molti non dubitavan punto , si fermavano alla cameriera , e tradivano . Io era fratello di tutti costoro , in quella notte ; ma non sarei stato loro fratello nella conclusione . Io avrei mantenute le promesse fino all ' ultima , avrei compiuto il mio dovere fino allo strazio ; perchè volevo altrettanto ed esigevo fino allo strazio i miei diritti . Ma dunque , se il bisogno di cambiare era assoluto , anche Lidia soffriva le torture cui ero in preda ? Ecco perchè non aveva voluto ella recarsi alle feste ; a me era stata necessaria la prova ; a lei era bastato l ' istinto , il fiuto inestimabile della donna - per sentire il pericolo . Rientrato in casa , un barlume di luce proveniente dalla mia camera , m ' inquietò , credendo avessi dimenticata accesa la lucerna o i bracci dell ' armadio , fin dalla sera prima ; apersi la porta , e mi fermai sulla soglia d ' un tratto . Lidia era là , addormentata , vinta dalla stanchezza ; s ' era seduta in una poltrona , reclinando la testa sui guanciali , e come io aveva quel mattino una curiosa tendenza a ricostruire sensazioni e fatti , riuscii a indovinare quant ' era avvenuto . Lidia , assai probabilmente , aveva tentato di coricarsi e di dormire ; poi , non potendo reggere al bisogno di dirmi le cose interessanti che la sera prima aveva dovuto tacere per la presenza del domestico , - s ' era avvolta nell ' accappatoio ed era venuta nella mia camera . La stufa spenta lasciava il luogo assai freddo ; la lampada quasi esausta , l ' illuminava imperfettamente ; e quella donna rannicchiata nella poltrona , coi capelli sparsi , gli occhi chiusi , la faccia pallida , il corpo tutto come piegato da una violenta angoscia , - pareva la superstite d ' una cupa tragedia . Inoltrai cautamente ; levai la lucerna dal cassettone e la posai sulla tavola ; mi tolsi il soprabito , il cappello , e gettai i guanti per terra ; cominciavo a snodarmi la cravatta , quando un lieve romore mi fece volger la testa . Lidia , appoggiato un gomito sul letto e stringendo coll ' altra mano un bracciuolo della poltrona , mi guardava fissa da qualche istante . - Buon giorno ! - le dissi . - Sono rientrato ora . - Lo so , - rispose Lidia con voce velata . - E io ti aspetto qui da mezzanotte . - Ti sono gratissimo di questa sorpresa , - mormorai . - Ma potevi coricarti ; non prendere freddo ; coricarti nel mio letto . - Nel tuo letto ? - esclamò Lidia , balzando in piedi . - Che cosa credi , dunque ! - C ' è sempre stato in me un istinto che io suppongo derivato dalle mie tendenze letterarie ; un istinto a vedere il quadro e la plastica in ogni cosa ; guardai Lidia perciò con sincera compiacenza ; ella pareva una leonessa ferita , dritta nel fondo della camera , gli occhi pieni di sdegno ; bellissima . - Perchè fingi , Sergio ? - ella disse . - Perchè fingi di non capire quel che ho sofferto ? - Che hai sofferto ? - ripetei , colpito dalla voce tremante . - Io non poteva imaginare .... - Ah , non potevi imaginare , - esclamò Lidia , avvicinandosi . - Non potevi imaginare che trattandomi peggio d ' una cameriera , mi avresti fatto male ... ? - Notavo con dolore che le nostre voci si udivano squillanti nella calma del mattino . - Ti prego di moderarti , - osservai . - Tutto si può dire con pacatezza . - Voglio ch ' Ella mi risponda , - fece Lidia . - Voglio mi dia ragione della sua condotta . - Lidia , usando quel tono freddo e straniero sapeva d ' irritarmi quanto le era possibile ; perciò scattai : - Non ho ragioni a dare ; non le darei , nemmeno se la mia condotta fosse meno onesta di quel che è ! - Lanciata la frase , non mi restò che pentirmene allorchè Lidia piegò quasi sotto un gran colpo e cadde di nuovo nella poltrona . Vi fu un lampo d ' intervallo ; quindi sentii i singhiozzi della donna , e la vidi nascondere il viso tra le mani . - Ah , è troppo ! - ella diceva a frasi rotte . - Non l ' ho meritato ! Io fuggirò da questa casa . - Via , - feci appressandomi e mettendo una mano sulla spalla di Lidia . - Ti ripeto che non avrei supposta simile interpretazione d ' un fatto innocentissimo . Sono andato dai Caccianimico , perchè tu avevi promesso di andarvi , e mi doleva mancare verso un buon amico qual ' è Ettore per me . Una volta là , non ho potuto non trattenermi fin tardi . - In quell ' istante , mentr ' ero curvo su di Lidia e le mie labbra toccavan quasi la ricca massa de ' suoi capelli , - mi passò innanzi agli occhi rapidissima una visione informe e tronca di quelle donne che avevo incontrate al ballo ; parevano riunite in gruppo e perciò non riuscivo a distinguer l ' una dall ' altra , ma vedevo capelli bruni , occhi neri , busti scollati e ritti ; serrai le palpebre e la visione passò . - Non sa dunque Ella , - rispose Lidia , guardandomi colle pupille improvvisamente asciutte , - non sa dunque Ella che talvolta basta una parola gentile a persuadere una donna ? Se m ' avesse detto che Lei desiderava recarsi da quei signori , non avrei pensato a fare un ' obiezione . Ma Lei ha voluto prendersi giuoco di me , andandosene d ' un tratto , senz ' avvisarmi , schernendomi perfino col dire che avrebbe mandato Andrea più tardi a portare il mio viglietto . - L ' idea che Lidia aveva scritto un viglietto malizioso e grazioso rimasto ignorato sulla tavola per la mia cattiveria , mi colpì stranamente ; provai un irresistibile bisogno di ridere e una tenerezza da fanciullo . - Già , ho fatto male , - dissi . - Lo riconosco . Basta riconoscere il proprio torto ? - Lidia s ' era alzata , cercando il fazzoletto ; io lo raccattai da terra , e presi posto nella poltrona rimasta libera . - Basta riconoscere il proprio torto ? - ripetei , prendendo Lidia per le braccia e cercando di attirarla sulle ginocchia . - No ! No ! No ! - ella esclamò con veemenza . Io ho passata un ' orribile notte , per Lei , e non l ' ho passata dormendo , com ' Ella potrebbe credere ; mi sono addormentata sull ' ultimo , per la stanchezza .... - E come l ' hai passata , dunque ? - domandai senza resistere allo strappo cui ricorse Lidia per togliersi alla mia stretta . - L ' ho passata meditando ! - rispose la donna , mentre s ' allontanava e si raggiustava l ' accappatoio . La frase mi turbò , e mi trasse alle labbra la risposta , che trattenni a forza . Anch ' io aveva meditato ; Lidia nell ' angoscia dell ' aspettazione , io nell ' angoscia della folla .... E ambedue sopra un istesso argomento ? Forse ; ma Lidia non me l ' avrebbe mai confessato , non avrebbe forse trovate le parole .... Ella si riprometteva certo una mia domanda ; perchè dopo essersi guardata nello specchio , girò la testa verso di me . - Non ho più nulla da dire , - mormorai . - Se non basta riconoscere un errore , non so che altro si possa attendere . - Lidia proruppe nella sua risatina di sprezzo . - Comodi , i signori uomini ! - ella disse , prendendo a camminare per la camera . - Si levano i loro capricci , e poi riconoscono d ' aver fatto male ; con tale sistema pretendono il perdono . E se facessimo noi altrettanto ? - Sentivo che c ' incamminavamo verso i paradossi femminili e non fiatai . - Se facessimo noi altrettanto ? - continuò Lidia . - Sarebbe una catastrofe , una vergogna , il finimondo , perchè non si ammette la possibilità d ' un capriccio in noi .... Siamo fatte per la casa , diavolo ! Pupattole eleganti , decorazioni da salotto , mummie senza nervi nè vibrazioni .... - Vi prego d ' espormi i capricci che io vi ho proibiti , - interruppi . - Ah certo ! - disse Lidia con accento ironico . - Io posso comperare tutto quanto m ' accomoda , vestirmi come mi piace , rimaner qui , o viaggiare .... E Lei crede che la vita d ' una donna finisca lì ? - Non oso supporre che finisca altrove , - osservai . - Volete forse uscir sola di sera , andar sola a teatro , avere un appartamento da scapolo , tirar di scherma e correre lo steeplechase ? - Lidia si fermò , quasi sotto una staffilata ; allungò l ' indice della destra verso di me , e disse in tono minaccioso : - Ricordati questo , Sergio : che tu ti pentirai delle tue parole e dei capricci di stanotte . - Si diresse verso la porta . Ebbi la tentazione fugace di correre a Lidia e di fermarla ; ma nell ' atto che m ' alzavo , dal mio abito salì quel profumo avvelenatore di che s ' era impregnato alla festa ; il profumo di dieci donne , le quali non erano Lidia , non le assomigliavano in nulla , non m ' eran cognite se non nell ' apparenza mondana . E lasciai uscir Lidia . Dalla via sorgevano i romori della città laboriosa . Tacitamente salutai i forti che trovavan l ' opportunità di lavorare anche nella domenica di quaresima ; chiusi le imposte , e mi coricai , più freddo e più tranquillo di quanto non avessi osato sperare . X . Il romanzo di Gian Luigi Sideri era rimasto intonso alcuni giorni sul mio tavolino da lavoro ; poi , nel cumulo di lettere e di giornali che quotidianamente vi si deponevano , io non l ' aveva più trovato , senz ' inquietarmene , poichè mi rammentava una delle prime cause di broncio con Lidia e temevo che , leggendolo , rinascessero i sogni e i rimorsi , or di nuovo snebbiati . Fui quindi assai perplesso allorchè Gian Luigi Sideri comparve ad uno dei nostri martedì . Io non aveva conoscenza delle frasi vaghe , usate per un autore dagli ammiratori che non hanno letti i suoi libri ; e se anche tal vocabolario mi fosse stato familiare , mi mancava il coraggio d ' adoperarlo , non sapendo se Gian Luigi se ne sarebbe contentato o se non , piuttosto , avrebbe volute le impressioni particolari delle varie scene e dei caratteri descritti . Gian Luigi tornava dalla Riviera Ligure , ove la leggenda lo figurava occupato in nuovi lavori ; ma l ' aspetto sano , la tinta viva , l ' occhio limpido , il sorriso tranquillo che vi aveva acquistati , mi sembravan resultare da un larghissimo ozio , meglio che dal lavorio intellettuale . S ' inchinò due volte innanzi a Lidia ; una volta innanzi alle altre signore ; delibò compiacente le lodi degli amici e si divertì a lasciarsi osservare come persona assicurata ai posteri ; finì coll ' accomodarsi sul divano , di fianco a Lidia . Gian Luigi aveva una statura più bassa della media ; ma non era tozzo e non produceva effetto sgradevole ; anzi , la esiguità delle forme gli prestava un che di svelto e d ' arguto , certamente simpatico . Bruno , dagli occhi grigi ; testa proporzionata , fronte alta , significante capacità d ' intelletto ; labbra sensuali e colorite , indicatrici di tendenze epicuree ; baffi ritti e puntuti , a cagion della moda . Egli vestiva con gusto e senza la cura minuziosa dell ' uomo incapace ad altro ; come dissonanza inevitabile in ogni cosa sua , portava quel giorno una cravatta gialla , di foggia molto discutibile . Fugacemente notai che , seduto a fianco di Lidia , Gian Luigi si trovava in posizione svantaggiosa , perchè appariva più piccolo della donna . Io era tuttavia sotto l ' impressione della festa di ballo e delle sue conseguenze con Lidia ; rispondevo male alle interrogazioni che mi si facevano e se non fosse stata la visita di Gian Luigi avrei raggiunte le mie camere al primo pretesto . Guardavo le donne . Ero in quel tremendo periodo di studio muto e desideroso , che non ho dimenticato mai , che si prolungò oltre misura e che mi stampò nel cervello così lucide imagini femminili , da poterle evocare nuovamente oggi , a distanza d ' anni , direi quasi con un semplice corrugar di ciglia . Esse balzan luminose nella steppa grigia del passato . Guardavo le donne , raccolte intorno a Lidia , e specialmente quelle le quali avrebbero potuto essere belle e non lo erano ; voglio dire , le non riuscite . Avevano occhi piacevoli e brutta bocca ; o bocca espressiva e naso lungo ; o naso esatto , bocca deliziosa , occhi loquaci , e mancavan d ' ovale al viso , o di capelli ricchi , o di statura elegante , o di seno giusto . Io sentiva per queste il rincrescimento d ' un artista che lo scalpello ha tradito . E mi volgevo alle altre , - poche , tre o quattro , - nelle quali v ' era armonia e disposizion di forme da sostenere un ' analisi , dopo aver soddisfatta la sintesi . Ancora , per esse non avevo alcuna tenerezza ; forse m ' erano spiritualmente antipatiche , e certo , non valevano Lidia ; ma tutte , a una , a una , rappresentavano l ' altra , l ' incognita , la donna su cui non avevo diritto alcuno ; e le guardavo perciò , e mentre mi lasciavano il cuore vuoto , dominavano il mio pensiero . Mi sarei irritato se una di costoro avesse creduto di poter prendere il posto di Lidia ; e , - ammettendo per un istante una concessione al potente bisogno di cambiare , - sentivo che avrei avuto il cattivo coraggio di spiegare tal bisogno e di respingere , nella donna che mi si fosse data , ogni speranza di stabilità nella nostra colpa . Infine , io sarei stato capace di dire : " Vi voglio , non già perchè siete voi ; ma perchè non siete Lidia " . Formola così vera , che mi toglieva speranza di trovar la donna atta ad apprezzarla . Non potevo sopportare le bionde , in quel periodo ; la sola vicinanza loro mi dava la sensazione tattile dei capelli lunghi , serpentini , di Lidia e la visione del suo corpo ; eran le brune che preferivo studiare , provando certi curiosi impeti d ' afferrarle alle spalle e di rovesciar loro la testa all ' indietro , per baciarne la gola bianca . Nessuno in quel salotto avrebbe imaginati i galoppi della mia mente ; perchè gli uomini e le donne , dopo aver tentennato a lungo per definir me , Lidia , il nostro matrimonio , e collocarci in una delle categorie prestabilite dal mondo , - avevan finalmente trovate e la definizione e la categoria , mettendoci con un gemito fra gli " esemplari " ; quel giorno stesso in cui mi gravava sullo spirito il peso enorme dell ' esemplarità . La fiamma d ' un robusto fuoco nel caminetto gettava sul viso d ' una di quelle brune agognate larghi sprazzi di luce che salivan dalle ginocchia al busto , dal busto alla testa , e le passavan dietro gli omeri a formarle uno sfondo mobile , saltellante , corrusco . Ammiravo di costei , sopra ogni altra cosa , la dolcezza del ridere , che non era contrazion di muscoli , ma lene conquista d ' espressione , di cui la bocca era la sorgente e gli occhi la foce per cui si trasmetteva agli altri . La bruna stava presso il caminetto , volgendogli il fianco sinistro , e di fronte a me , ch ' ero all ' altro lato ; ma ella teneva il capo rivolto a destra , verso il divano . Mi ricordò così , indirettamente , che a Gian Luigi Sideri eran dovute le maggiori cortesie , come ad ospite quasi celebre ; e quando mi levai , vidi gli altri tutti intenti ad ascoltar Lidia e Gian Luigi . Parlavano di letteratura . - Il suo romanzo mi ha veramente entusiasmata , - diceva Lidia a Gian Luigi . - Tutto vi è nuovo ; dal titolo al pensiero che vi domina fino alla chiusa . L ' ho letto due volte . - Io non sapeva fin allora quale dovesse essere la vendetta che Lidia mi aveva minacciata ; ma ero stato tranquillo , pensando che forse non la sapeva nemmen lei . Avevo osservato semplicemente , da quella notte di sabato al martedì , una durezza insolita nelle parole della donna , qualche sarcasmo su tutto quanto la circondava , e sebbene io non fossi personalmente attaccato , indovinavo che il sarcasmo e la durezza eran per me e non avrebbero tardato a trovare il loro indirizzo preciso . Nel veder Lidia così cortese verso Gian Luigi , mi si delineo alla mente , chiara ed innegabile , l ' essenza della vendetta promessa ; e ne sorrisi , trovando ch ' era un po ' vecchia . Lidia si riprometteva d ' eccitar la mia gelosia , come aveva imparato assistendo alle commedie d ' antico repertorio ; non le negavo la capacità a fingere la sua parte con maravigliosa intuizione ; bensì , negavo a ' suoi sforzi l ' esito ch ' ella ne sperava . Io non sarei stato geloso di simpatie volute ; ella , dopo la sua rappresentazione , avrebbe semplicemente ottenuto di allontanarmi da lei , e di farsi considerare piuttosto volgaruccia nelle sue trovate . - Ho scritto come dettava dentro , - rispose Gian Luigi . - Secondo il sistema di Dante Alighieri , - notai , sorridendo . - È ancora discreto . Io non ho letto il tuo romanzo , perchè sono .... - Stavo per dire : occupatissimo , il che avrebbe servito a confermar la definizione di marito esemplare ; ma mi corressi a tempo , e continuai : - Perchè sono un po ' impaurito da quel tremendo titolo : Il lastrico dell ' Inferno ! Ci ho pensato , e mi è parso conveniente sentir prima le impressioni di mia moglie . Mi accorgevo d ' aver detto un mucchio di sciocchezze , secondo la fatalità di chi sbaglia dal principio ; e non mi restava che sperare in un aiuto di Lidia . L ' aiuto venne così : - Tua moglie , - disse Lidia con quell ' ombra di sarcasmo che rimaneva tra me e lei , - tua moglie ti ha consigliato più volte a leggere quel bellissimo romanzo . È tutto imperniato sull ' adagio : di buone intenzioni è lastricato l ' inferno ; e pieno di sapore filosofico . - Lidia non m ' aveva mai parlato di quel libro ; non solo ; io ignorava perfino lo avesse letto . Ella non poteva quindi mentire con maggiore impudenza e con fine più crudele ; fui preso da una terribile vertigine di smascherarla , ma non soccorrendomi sùbito una frase elegante e velenosa , che rimanesse tra me e lei come il suo sarcasmo , trovai miglior partito rispondere a Gian Luigi : - Un ' idea curiosa e originale , davvero ! Di buone intenzioni è lastricato l ' inferno ! Certo , se ne può fare un poema d ' angoscia o un capolavoro di satira .... - È l ' una e l ' altra cosa , - disse freddamente Lidia , colla tranquillità delle donne che non han mai capito nulla . Gian Luigi fece un gesto , sorridendo , quasi a declinar l ' elogio smisurato . - Mi son guardato intorno , ho cercato di dire la verità ; ed ecco tutto ! - egli concluse modestamente . - Ed ora , sta preparando qualche cosa di nuovo ? - domandò la bruna , seduta presso il caminetto . - No : sono piombato nell ' ozio più vergognoso , - disse Gian Luigi volgendosi verso di lei . Non so come , respirai di piacere . Gian Luigi oziava ; ciò me lo rendeva simpatico . - È stato a Sestri , non è vero ? - chiese Lidia . - Me lo annunciò Sergio . - Sì , signora . A Sestri , al ritorno da Saint - Moritz . - M ' ero allontanato alcun poco , andando a sedermi presso una signora , i cui occhi neri e umidi pareva dicessero agli uomini : " Sì , fratello : io seguo il mio triste destino d ' appassionata " . E di quegli occhi , di cui credevo aver tradotta finalmente l ' espressione , io studiava i possibili sogni e le veemenze , lasciando che nell ' angolo , ov ' era Lidia , continuasse il discorso d ' ammirazione e di vanità . Poi , lentamente , i visitatori presero commiato , e come l ' ombra serale precipitava , restai nel salotto , vedendo ancora davanti al caminetto la bruna dal sorriso consolatore , e l ' altra dagli occhi mesti . Quella sera , a pranzo non avevamo che mio suocero , Pietro Folengo . Donna Teresa era rimasta a casa , un po ' indisposta . E un penoso silenzio regnò fra noi tre , quantunque io fossi pronto a seguir Pietro in tutte le idee vecchie di cui volesse farsi il profeta . Lidia , sulla tovaglia disegnava dei geroglifici col manico della forchetta ; assaggiava appena le vivande ch ' ella medesima aveva voluto le prescrivesse il medico , perchè ormai l ' anemia e la malaria dominavan la sua vita ; e benchè io l ' avessi più volte interrogata , non aveva spinto il discorso oltre la forma monosillabica . Stringeva le labbra , di tanto in tanto ; sintomo di malcontento represso . - Vediamo , figli miei , - disse Pietro a un tratto , guardando Lidia e me . - Che cos ' avviene ? - Niente ! - dissi io . - Niente ! - disse Lidia . - Come , niente ! - esclamò Pietro con la sua logica di ferro . - Niente produce niente . Ora niente non può essere la causa , se un broncio è l ' effetto ! - Un broncio ? Ma non siamo stati mai di migliore accordo ! - io risposi . - Mai , proprio mai ! - confermò Lidia , terminando con attenzione la curva d ' un geroglifico . Pietro s ' accarezzò i favoriti , come quando stava per dire qualche bella cosa . - Trovate il modo d ' intendervi su questi niente così disastrosi , - egli consigliò . - A ' miei tempi non s ' usavano ! - Quindi passò a raccontar di nuove instanze che la Casa commerciale di Cairo gli faceva , obbligandolo a prendere una decisione . - Quando entreresti in carica ? - domandò Lidia . - Fino al prossimo anno non se ne parla , - rispose Pietro , - ma capisci che una volta data una promessa , il tempo non conta , e un uomo serio deve mantener la parola . - Io non feci alcuna osservazione , credendo aver bastantemente criticato quel disegno assurdo di lasciar l ' Italia e di correr venture a cinquantasei anni , pel solo ùzzolo della novità ; anche Lidia tacque . Nell ' appressarmi alla finestra , levate le mense e restando Pietro e Lidia innanzi alla tavola , - lo spettacolo della sera , già assai dolce e limpida , m ' istigò un vivo desiderio d ' uscire e veder gente . Le carrozze passavan numerose , coi lucidi fanali proiettanti , nell ' amplissima via ; correvano a trasportar uomini e donne al piacere e alla soddisfazione di mille vanità , cui avevo imparato a irridere senz ' esser convinto del loro nulla . Mi scoprivo d ' un tratto ancor troppo giovane per rinunciarvi e , in fondo , l ' innocenza di quei godimenti mondani , creati per vedere un poco e per esser molto veduti , - mi sembrava il loro più bello elogio ; non s ' era mai sentito dire che , all ' uscir da una festa o da un teatro , le signore avessero abbandonato il marito per cader fra le braccia degli ammiratori ; bensì , ai teatri e alle feste , si tessevano le fila prime degli inganni : ma se le feste e i teatri non fossero stati , gl ' inganni non si sarebbero tessuti egualmente ? L ' indole è tutto . Una sola occhiata a Lidia mi persuase che avrei parlato indarno . Ella andava irrigidendosi ogni giorno più nella risoluzione di sfuggire il mondo ; e come il passato carnevale s ' era sottratta agli inviti , ora si sottraeva a qualunque proposta di svago . Varie amiche l ' avevan pregata di prender parte a delle gite ; la campagna nei dintorni di Milano , che lasciava il suo manto invernale per ricolorirsi a poco a poco , era deliziosa , e allettava a farvi delle escursioni ; ma Lidia aveva da qualche tempo assunto per divisa il motto : questo m ' è indifferente , - ch ' ella ripeteva a frustrar qualunque insistenza . Non partecipai , dunque , la mia idea a Lidia , acconciandomi a subire la conversazione di Pietro . Egli difendeva il Ministero ; dacchè io lo conosceva , Pietro non aveva fatto di meglio , ne ' suoi discorsi di politica ; taceva solo fra una crisi parlamentare e l ' altra ; quando il Ministero era costituito , se ne estasiava , ripetendo le considerazioni dei giornali officiosi , quantunque pochi giorni avanti si fosse estasiato d ' un Ministero affatto opposto . Ma Pietro Folengo era ministeriale per costituzione psicologica e avversarlo sarebbe stato come fargli un salasso . Alle undici se ne andò ; sùbito , Lidia mi disse : - Vado a letto ; mi sento poco bene . - Si levò dalla sedia con apparente fatica , e finse trascinarsi fino alla soglia della sua camera . Qui , si rivolse e appoggiò una mano alla fessura della finestra , ch ' era nell ' angolo . - Queste serramenta , - disse , - non potrebbero essere più cattive . Soffiano aria da ogni dove . - Tossì , portandosi il fazzoletto alla bocca , e uscì con andatura stanca . Le parole eran quelle ; ma il loro significato particolare m ' era sufficientemente noto per non prendere abbaglio ; senza muovermi dalla mia sedia , io sapeva che le serramenta funzionavan benissimo e che l ' aria non vi soffiava punto , e che Lidia non era affaticata nè indisposta . Ogni sera , le parole mutavano , ma rimaneva il loro significato di preghiera ; Lidia non voleva essere disturbata ; la sua alcova era chiusa per me . Da parecchio , ella non desiderava più il mio amore ; ma era obbligata ad aspettare che io desiderassi il suo ; leggiera prostituzione , inevitabile in tutte le buone famiglie amiche della quiete , nelle quali la donna si concede fredda per adempiere a ' suoi doveri e non obbligare l ' uomo a cercarsi una femmina altrove . Lidia non mi conosceva così da indovinare che tale sommissione mi faceva somigliar la donna a una specie di medicinale vivente , di cui si prendon quelle dosi notturne che riescano a calmare i nervi ; e non conoscendomi , l ' ora di ritrarsi nella sua camera sembrava penosissima a Lidia ; non si coricava più per riposare , ma perchè si sentiva poco bene ; evitava d ' incontrare i miei sguardi per timore di leggervi una domanda ; talvolta faceva la storia delle sue indisposizioni ; non si decideva a muoversi se non ben certa ch ' io era compreso di tanti malanni . Le nostre abitudini erano invariabili ; io non mi coricava alla mia volta o non usciva di casa , prima d ' esser passato nella camera di Lidia a salutarla . Vi trovai , quella sera , ancora Geltrude occupata a riporre le vesti . Io m ' avvicinai al letto , dove Lidia stava col busto appoggiato ai guanciali e i capelli sciolti per le spalle ; un bel quadro , senza dubbio , ricco di luce e d ' ombra . Geltrude augurò la buona notte ed uscì . L ' astuta cameriera , un tipo segaligno di giovane trentenne , - conoscendo , i nostri usi dei migliori tempi , aveva spinto vicino al letto una poltrona , in cui mi sedevo abitualmente a chiacchierare con Lidia . Allontanai la poltrona , osservando che sul tavolino da notte stava un romanzo francese , pel quale Lidia non si sentiva poco bene . - Vuoi leggere ? - domandai , accennando il volume . - Ah no , mio Dio ! - esclamò Lidia . - Mi farebbe male alla testa . - Buona notte . - Buona notte . - Allungò la mano , che strinsi freddamente , e tossì di nuovo . Quell ' esagerazione ostentatrice , mi diede una rabbia improvvisa . - È inutile , - dissi , - tutto questo apparato . Lo so . - Che cosa ? - fece Lidia , volgendomi la testa in piena luce . - Che cosa sai ? - Mi strinsi nelle spalle , incamminandomi verso l ' uscio . - Favorisci un istante , - ripetè Lidia . - Che cosa sai ? - Il significato di queste malattie d ' imaginazione , - risposi , nel mentre mi fermavo e mi rivolgevo . - Malattie d ' imaginazione ! L ' anemia .... la malaria ? ... - No ; la freddezza , la stanchezza , la ripulsione . E dico ingiustamente : malattie ; perchè questi sentimenti sono naturalissimi , d ' una fisiologia irreprensibile .... - Ah ecco ! La solita . Noi siamo malate , e loro pretendono una salute di ferro , un ' invariabile disposizione a subire i loro capricci ! - È strano , - dissi , - come tu abbia già appresa la logica delle signore maritate , e il giro del periodo ad hoc . Noi ; loro ; i signori uomini ; se facessimo noi altrettanto ; frasi di prammatica . - È vero o no , - rispose Lidia , - che tu mi vorresti come nei primi tempi ? - Come nei primi tempi ! - esclamai , preso dalla nostalgia . - Se ciò fosse possibile .... - Ma ciò non è possibile , amico mio , - finì Lidia . - Perchè io ora sono malata . - M ' appressai di nuovo al letto , strinsi la mano di Lidia e la baciai ; poscia uscii , mentre Lidia , dimenticando il mal di testa paventato , si disponeva a leggere tranquillamente il romanzo francese . Ettore Caccianimico aveva previsto tutto ciò da un pezzo . Noi ci eravamo amati troppo in fretta . XI . Già nella parvenza fisica , Ettore Caccianimico stupiva , perchè i suoi cinquant ' anni erano attestati non da altro se non dalla canizie e avevan sorvolato alla sua struttura magra , rigida , soldatesca . Sul viso sbarbato rimaneva l ' impronta d ' una volontà decisa ; gli occhi , di colore indefinibile , tra il grigio e l ' azzurro , potevan turbare con la fissità dello sguardo . Se la forza di volere s ' indovina dal naso forte , da labbra sottili , dal mento angoloso , - certo il profilo d ' Ettore Caccianimico era l ' espressione della massima imperiosità di cui è capace animo d ' uomo . E lo scherzo della natura stava in questo ; che tutti quei segni mentivano ; che l ' uomo di bellezza così maschia da farlo supporre uno sfidator di tempeste , era un ingenuo . E ancora , perchè meglio sfuggisse a una definizione * esatta , non era ingenuo se non a intervalli , alternando pensieri ed azioni da fanciullo a imprese da tenace esperto ; ora in preda a entusiasmi ingiustificati , ora scorato per un ostacolo illusorio ; ora senza scrupoli , ora accasciato da rimorsi ingiusti .... Qualche volta lo si poteva credere uomo da calpestar tutto per giungere anche a un capriccio ; qualche volta , un imbelle che si spaventa d ' una parola . Onde , la sua vita era in preda ai mille fattori che costituivano il suo carattere ; e la definizione più vera d ' Ettore Caccianimico poteva limitarsi a considerarlo uomo senza linea di condotta e fors ' anco senza mai un perchè d ' azione . In questo senso , egli era cieco ; si buttava a un ' impresa o ne rifuggiva con terrore , egualmente ; e se avesse dovuto spiegar la sua esistenza , avrebbe scoperto che quei motivi i quali l ' avevano annientato in una vicenda , erano i medesimi che in altra vicenda eguale l ' avevano infiammato di volontà . Così , era stato ufficiale di cavalleria , poi commerciante audace , poi ricco e instancabile cosmopolita , zerando oggi l ' opera d ' ieri ; marito per caso ; amico dubbio ; non convinto di nulla , nemmeno dei propri diritti ; intollerante di doveri certi e scrupoloso per doveri fantastici . Benchè già fossero valicate le tre del pomeriggio quando passai la soglia di casa Caccianimico , trovai Ettore in veste da camera . Lo studio , dalla tettoia vetrata , era illuminato di luce diurna ; non troppo ampio , d ' esatte dimensioni , con due finestre prospicienti la strada ; a fianco dell ' una stavan la scrivania e le poltrone di pelle a borchie d ' ottone , e innanzi all ' altra una giardiniera con alcuni vasi di fiori dai freschi sbocci . La parete cui s ' appoggiava la poltrona della scrivania era coperta fino a metà altezza da una cornice rettangolare contenente schizzi d ' autore , piccoli paesaggi , teste a tempera ; e immediatamente sotto la cornice , un divano di seta color giallo scuro , con avanti un tavolino ingombro di barattoli e di volumi rilegati . Addossati alla parete di contro , la libreria e uno scaffaletto ; poi , senz ' ordine voluto , qua e là , diverse poltrone , della medesima stoffa e del medesimo color del divano . Un odore forte di sigaretta aleggiava per la camera e si mischiava a un altro profumo , più sottile , meno dominante , come riposto e ad ora ad ora agitato dai nostri movimenti . Era un profumo non ignoto alle mie nari , ma snaturato alcun poco dal luogo ; cosicchè m ' arrestai sulla soglia , fiutando e fissando Ettore , che sedeva innanzi alla scrivania , colla testa appoggiata alle mani . - Addio , - egli disse , guardandomi dall ' alto in basso , con un ' occhiata ch ' io sapeva caratteristica delle più negre ore dell ' uomo . - Odore di violetta , d ' eliotropio , d ' avventura proibita ! - risposi , inoltrandomi e stringendo la mano del Caccianimico . - Ah sì ! - egli fece con aria annoiata . - Laura Uglio è venuta a trovar mia moglie ed è passata di qui a salutarmi . Dovreste esservi incontrati sulle scale . - No , - dissi . - Siediti . Laura Uglio non viene in casa tua ? - No . - Per che cosa ? Perchè c ' è stato fra te e lei ? ... che sciocchezze ! - esclamò Ettore , stirandosi e sorridendo d ' un pessimo sorriso . - Acqua passata non macina più . Vien pure in casa dei tuoi suoceri , Laura . - Appunto . Ed è per questo , anzi .... - Sì , sì , capisco , - osservò Ettore , alzandosi con un movimento rapido . - Tu sei ai primordî , e si fanno sempre di questi progetti sui primordî . Si redige l ' elenco di quanti entreranno in casa e di quanti ne staranno fuori . Poi , tutto ciò passa , come un soffio .... - Cacciate le mani nelle tasche , Ettore s ' avvicinò al quadro dei disegni , osservandoli attentamente , come li vedesse per la prima volta ; non sembrava parlare che per sè , quasi senza guardarmi . - Tutto questo non passerà , - dissi con intonazione ferma . - E Angela Tintaro ? - domandò Ettore d ' improvviso , abbassando lo sguardo su di me . Io mi morsi le labbra . Angela Tintaro veniva in casa mia da qualche tempo e Lidia le rendeva le visite ; un piccolo incidente , una semplice seccatura , causata dalla mia indolenza . M ' era parso che le accuse contro Angela Tintaro non fossero così provate da poterle sostenere e da impedire a Lidia quella relazione . - Una cosa ben diversa , - osservai . - La medesima cosa , l ' identica ! - ribattè il Caccianimico . - È tanto certo che la Uglio tradisce suo marito , quanto che la Tintaro seduce le donne . Fra l ' un vizio e l ' altro , fra le due corrotte , non so come tu possa fare un ' eccezione per la seconda .... - Durante la breve pausa che seguì , mi domandai involontariamente se Ettore avesse il diritto di parlarmi in tal modo . Ero rimasto , seduto sul divano , attonito per il curioso indirizzo che la conversazione aveva preso , e alla domanda appena concretata in mente mi vedevo costretto a rispondere che Ettore poteva con arditezza giudicare e criticare quanto avveniva in casa mia . Solo volgendo il pensiero ad alcuni anni prima , la figura di Ettore m ' appariva assai più simpatica di quel che non fosse al presente . L ' uomo aveva forse avuto un ' unica vera amicizia per me , un ' unica devozione per mio padre ; più d ' un viaggio in Italia e fuori era stato fatto con lui ; più d ' un consiglio opportuno m ' era stato dato da lui in varî casi , e se io non aveva corriposto con pari affezione , ciò era avvenuto pel leggiero disgusto che io provava nel vedere un uomo così saggio per gli altri , così incoerente e lato di coscienza con sè medesimo . - Tu , dunque , mi consiglieresti di ricevere anche Laura Uglio ? - ripresi . - Ma sicuro , ma indubbiamente , - egli rispose con una risata che non mi piacque . - Non la riceviamo noi ? Non la ricevono tutti ? Vediamo : quante persone veramente oneste possono entrare in una casa ? Dieci , non di più . E ogni casa ne riceve cento . Del resto , questa vecchia utopia del considerar disonesta una donna perchè non si ferma al primo uomo , dovrebbe far ridere oramai gli spiriti aperti e intelligenti . - Andò allo scaffaletto in mogano , ne tolse una bottiglia e versandone il liquore in piccoli bicchieri , me l ' offerse . - Mi pare , - dissi , riponendo il bicchiere sulla sottocoppa , - che tu non abbia un umore eccellente . - Pessimo , - rispose Ettore . - Sto per commettere una cattiva azione . - Ci sei obbligato ? - Non avrei la forza d ' evitarla . Sarà l ' ultima . - Pronunciò queste parole con amarezza , quasi l ' idea di non avere a commettere cattive azioni in séguito , gli dolesse infinitamente . Come io sorrideva per la frase e pel modo con cui era stata pronunciata , Ettore soggiunse : - Tu puoi ben ridere .... Non sei felice ? Non hai trovata la donna unica per bellezza , per amore , per onestà ? Non v ' accordate nelle cose più insignificanti ? - Ripetè , guardandomi fisso : - Non sei felice ? - Senza dubbio , - risposi . E notai che mentre formulavo tale affermativa , Ettore , ancora in piedi , s ' inclinò leggiermente dal mio lato , come per meglio afferrare il tono di sincerità con cui accompagnavo le parole . Poi si ritrasse , occupando nuovamente il suo posto innanzi alla scrivania , in modo che la luce diurna solcò di tratti argentei i capelli bianchi e lunghi dell ' uomo . - La signora Clara ? - domandai , un po ' impacciato dal silenzio che ci minacciava . - Sta bene . - Io m ' alzai in piedi , congedandomi . Sentivo , all ' improvviso , una ferita viva nel cuore per le teorie d ' Ettore e per quella freddezza che senza causa s ' era d ' un tratto infiltrata nella nostra conversazione ; mi scoprivo irritato contro il Caccianimico , il quale professava le sue idee senz ' alcun riguardo per me , che avevo moglie ; e mi dimenticavo che poco tempo addietro , mi ero invece irritato contro quelli i quali non avevano osato professare le loro idee , appunto per tal riguardo . Ettore m ' accompagnò fino alla soglia di casa ; mi vi trattenne un istante in discorsi senza importanza ; poi , scesi le scale , malcontento di me e di lui . Le giornate di marzo avevano una serenità fredda e tragica . Il cielo azzurro non era tuttavia lieto e doveva riuscire terribilmente feroce , a quanti soffrivano ; di tanto in tanto , dei periodi di vento furioso facevano discendere la temperatura , portavano ancora dei brividi , e disordinavano le abitudini di chi aveva già salutata quella primavera fallace . Appunto in uno dei giorni in cui più forti soffrivo la molestia della stagione e la paura del mio ozio , - mi rammentai d ' un tratto che Laura Uglio abitava sul corso Alessandro Manzoni , e una viva curiosità mi spinse da lei . Io non imaginavo come la donna avesse spiegato a Giorgio , suo marito , l ' indifferenza sorta fra lei e Lidia ; non imaginavo che cosa ella medesima pensasse di me ; e per saper tutto questo , salii le scale della sua casa , premetti il bottone elettrico , e mi trovai nell ' anticamera di Laura prima ancor di considerare quale accoglienza mi aspettasse . Laura riceveva , mi disse la cameriera , prendendomi il soprabito e il cappello . E spalancò la porta a vetri che dava passaggio nella sala ampia , soleggiata .... Un calore insopportabile mi afferrò sùbito alla gola ; era acceso il caminetto , e così carico di legna scoppiettanti , come a pena era logico nel più immite gennaio ... Innanzi al caminetto stava Laura Uglio , ravvolta nella pelliccia . Ella volse il capo al mio entrare , mi fissò un istante , dubbiosa ; poi fece una esclamazione di gioia , s ' alzò , e mi corse incontro , lasciando che la pelliccia le cadesse dalle spalle e s ' arrestasse sui fianchi . Era uno straordinario inganno del momento ? un ' illusione prodotta dal luogo ? ... Io non trovava più sul suo viso quell ' espressione cinica , dura , spudorata , volubile , che m ' aveva ferito a Pallanza ; i suoi occhi non avevano sguardi equivoci , il suo sorriso non era rapido , facile a mutarsi in sogghigno . Si sarebbe quasi detto che una rigenerazione fosse avvenuta nella donna e si trasfondesse in ogni linea del viso , pallido ora , bene rischiarato da occhi tristi e grandi . Il vago sentimento d ' implorazione , che notavo in tutta la fisonomia di Laura , era disceso alle labbra e le aveva come addolcite agli angoli , creando nella bianchezza del volto una curva rossa e deliziosa di vita . La massa di capelli bruni , ravvolta a diadema intorno alla fronte di Laura , attirò ancora la mia attenzione , quasi fatto d ' una gravità nuova e pericolosa ; avevano un colore sì schiettamente cupo , quei capelli , che ne soffersi , come pel caldo esagerato della sala . Tutto il colloquio sembrò prender l ' intonazione da quell ' effetto inaspettato della bellezza di Laura . Ricordo ch ' ella fu singolarmente carezzevole , rimproverandomi la mia freddezza e quasi il disprezzo ostentato altra volta ; ch ' ella mi domandò se non fosse divenuta brutta , perchè era malata , e lo domandò con ansia in cui palpitava tutta la sua apprensione di donna elegante ; che io , per rassicurarla , quasi mi lasciai sfuggire di bocca delle parole passionate , veementi ; e che avvedutomi del pericolo , troncai bruscamente la visita . Poi , ebbi per l ' intero giorno la sensazione della sua mano calda fra le mie . Ero rimasto troppo vicino a Laura , guardandola con intensità , nei momenti in cui non fissava gli occhi ne ' miei ; ora , quei capelli bruni , quel viso pallido , quel corpo aggraziato , senza busto , - mi spingevano a un atroce confronto con Lidia , non meno bella , più giovane ; ma bionda , fiorente di salute , fredda nell ' animo , e mia . Non trovavo agio in casa ; l ' angolo del salotto di Laura , nel quale ella ed io eravamo rimasti a chiacchierare , mi pareva assai più desiderabile che non l ' intero mio appartamento . Laura era malata ; indubbiamente , poichè era sopravvenuta in lei quella mutazione , così dolce .... Chi le era vicino ? ... Chi la confortava ? ... Non aveva osato pregarmi di sacrificarle qualche ora ; ella si ricordava le scortesie di Pallanza , il ridicolo desiderio di sfuggirla , mentre , infine , io l ' aveva perduta pel primo , ed ella aveva ben diritto a un posto nell ' archivio del cuore .... Non avrei voluto essere vanitoso ; ma , riandando gli atti e le parole di Laura , mi convinsi ch ' ella mi amava tuttavia e ciò mi trasse alle labbra il più trionfale dei sorrisi .... Mentre io pensavo a questo , Lidia sul divano , sbadigliava , cercando di farmi capire ch ' era sofferente , molto sofferente , molto stanca , e che la sua alcova sarebbe rimasta inaccessibile anche quella notte .... SECONDA PARTE . XII . Noi eravamo in tre ; così disposti : Lidia e Gian Luigi Sideri innanzi al tavolino verde ; io seduto più basso , guardando il loro giuoco , e le carte che passavano e ripassavan sulla tavola , e le mani che si sfioravano , diverse di bianchezza sotto la luce delle due lampade a lungo stelo . Gian Luigi vinceva da un quarto d ' ora e i gettoni di Lidia restavano inoperosi : il vincitore tentava sorridere come per iscusarsi , ma Lidia , cogli occhi sulle carte , la testa un po ' chinata in avanti , non lo vedeva ; era una pessima giocatrice , Lidia ; non aveva sangue freddo , non sapeva mascherare la sua emozione , che si tradiva in graziose smorfie del viso . Non volgeva mai lo sguardo verso di me , sentendo il mio su di lei , un po ' ironico ; non parlava , appena la fortuna le volgeva le spalle , riprendendo invece , al primo colpo riuscito , un chiacchierio civettuolo , che non so come non confondesse Gian Luigi . Questi era freddo ed elegante nelle sue mosse , come al Circolo , innanzi a una somma vistosa . Le piccole mani senz ' anelli davan le carte lentamente ; non si lasciava sopraffar dal pensiero di giuocare con una giovane signora ; esercitava tutt ' i suoi diritti , e negava spesso a Lidia il favore di cambiar le carte , avanzando la testa e dicendo : - Prego , - con un sorriso dolce e irritante . Lidia , poi lo contraccambiava di pari moneta , e s ' egli concedeva , mutava carte due o tre volte , dicendo : - Propongo , - con voce fredda e squillante , quasi enunciasse una grave necessità . Il giuoco durava fin dopo mezzanotte , ed era Gian Luigi che lo troncava ; Lidia avrebbe giuocato fino al mattino , senza dar segno di noja , senza frapporre un respiro fra l ' una partita e l ' altra ; generalmente vinceva , e allo stupore di Gian Luigi per quella fortuna ostinata , ella s ' abbandonava sulla spalliera della sedia , ridendo , e confortandolo con parole sarcastiche . Poi , quando Gian Luigi riprendeva , Lidia marcando due gettoni annunciava : - À vol , e dava in un nuovo scoppio di risa ; al Gian Luigi intontito . Ma quella sera in cui ci trovavamo soli noi tre , le buone carte parevano accorrere fra le mani di Gian Luigi , troppo generoso per ridere della disdetta di Lidia , quantunque ne avesse quasi il diritto . A una partita più avversa delle altre , Lidia , che non aveva fatto un punto , mi si rivolse : - Vuoi mutar posto , Sergio ? Credo che tu influisca male sul mio giuoco .... - Gian Luigi ebbe un moto di stupore . Io m ' alzai , dicendo : - Sei una giuocatrice perfetta ; non ti mancava che la superstizione . - Ella diede le carte , mentre io mi sedeva a fianco di Gian Luigi . - Marco il re , - dichiarò la donna trionfalmente . Diede un piccolo colpo alla sottana , come per disporsi meglio ad accogliere la fortuna che ritornava , e in breve giro di carte vinse la partita . Gian Luigi volse il capo sorridendo verso di me . - Vedi se non influivi sul mio giuoco ? - osservò Lidia , con voce carezzevole . - Ora influisci sul signor Sideri . - Certo , Gian Luigi non sapeva di concorrere indirettamente a una pace coniugale . Io aveva deciso quella sera di riavvicinarmi a Lidia ; vagliando bene le cause della nostra freddezza , le trovavo così ridevolmente futili da non meritare la discussione ; una sola preghiera da parte mia sarebbe forse bastata a riconquistare Lidia e a infondere nuovo sangue vitale nell ' amore intiepidito .... Avevo bisogno anche di dimenticar la scossa prodottami dalla visita a Laura ; una scossa duratura , perchè non s ' era fermata ai sensi , ma giungeva a toccarmi nel sentimento e a suscitar ricordi assai temibili .... Se Gian Luigi vinceva , io era ben sicuro che Lidia sarebbe divenuta intrattabile e qualunque tentativo di riconciliazione avrebbe naufragato . Era così suscettibile la donna , da considerare una sconfitta al giuoco come un ' umiliazione . Io seguiva per questo le vicende delle carte con un interesse affatto insospettato da Gian Luigi , il quale pareva già pronto a vedersi battuto su tutta la linea come sempre e probabilmente desiderava ch ' io mutassi posto di nuovo e tornassi a zerare la vena di Lidia . Il sopraggiungere d ' Angela Tintaro interruppe il giuoco per un istante ; Gian Luigi si levò , e nel mentre Lidia parlava colla Tintaro , egli mi condusse innanzi alla finestra , dicendomi con inflessione maliziosa : - Una buona notizia , dunque . Un ritorno all ' antico ! - Le sue parole rispondevan così bene al mio pensiero costante di quella serata , ch ' io credetti stranamente Gian Luigi avesse indovinato il desiderio di riconciliarmi con Lidia . Egli soggiunse tosto : - Laura Uglio m ' ha detto della tua visita di ieri . Mi congratulo . Era ben giusto che tu ti mostrassi indulgente con quella buona signora ! - Il punto interrogativo ch ' esisteva fra me e Gian Luigi a proposito di Laura , fiammeggiò d ' improvviso nella mia mente . Se sapevo afferrar l ' occasione , potevo strappare al Sideri una parola che mi rischiarasse .... - Una visita innocente , - mormorai . - Senza dubbio , - rispose Gian Luigi . - Non si può mica principiare colle visite pericolose .... - Una visita che non ti deve ingelosire , - ripetei . - Ingelosire ! ... - esclamò l ' amico , alzando la voce senz ' avvedersene . - Posso essere geloso di Laura ? Ma se siamo come le parallele ? prolungati all ' infinito , non ci toccheremo mai ! - Sei un gentiluomo ! - conclusi malignamente , battendogli sulla spalla . Gian Luigi stava per rispondere , quando Lidia lo chiamò . - Al posto ! - ella diceva . - Prima che la vena mi manchi . - Angela Tintaro s ' era seduta presso Lidia , così vicina a una delle lampade , che la luce gialla veniva a inondarle il viso e a tradirne sottilissime rughe . Doveva toccar la quarantina , Angela Tintaro , quantunque l ' impressione generale del suo corpo sinuoso e del volto bruno , incorniciato da capelli castagni a riccioli , potesse ingannare d ' assai a vantaggio della donna . Spiaceva in lei , tuttavia , la rigidità dei lineamenti , che parevano scolpiti nel marmo , e di profilo eran durissimi , senza curve blande ; la sua caricatura sarebbe stata la testa d ' una bruna pecora ricciuta . Non ho mai potuto giudicare s ' ella fosse elegante ; certi particolari de ' suoi abbigliamenti m ' avrebbero deciso per affermarlo ; ma nel complesso non trovavo quella spontaneità di gusto e quell ' istinto della semplicità , ch ' erano invece una fortissima attrattiva in Lidia , per esempio , e in Laura . - Come giuochi bene ! - esclamò ella d ' un tratto , accarezzando Lidia con uno sguardo .... L ' intimità di quel tono mi ferì e lanciai un ' occhiata a Lidia . - Ah , tu non sapevi , - disse questa , - che noi ci diamo del tu . Sì , l ' ha voluto l ' Angela .... - È ben naturale , - risposi ipocritamente . Non era naturale affatto ; anzi , per me era disgustoso , perchè Angela Tintaro personificava la prima concessione al rispetto umano , la prima debolezza nell ' ammettere in casa mia una donna dei cui disordini ero persuasissimo ; e poichè questa concessione l ' avevo fatta senz ' alcun vantaggio , - a differenza della visita a Laura , - senz ' alcuna soddisfazione egoistica , mi sentivo così sfiduciato sulla fermezza de ' miei intendimenti da odiare Angela , che quella sfiducia mi rammentava e mi rappresentava ad ogni momento . La vena di Lidia persisteva , e la donna era tutta gioiosa , chinandosi verso Angela a mostrar le carte propizie , non conosciute da lei , ma salutate con un sorriso di stima . Verso mezzanotte , la vittoria di Lidia era compiuta e il suo umore serenissimo ; Gian Luigi rimetteva a posto i due mazzi di carte , ed Angela Tintaro diceva : - Sei così fortunata all ' écarté che non puoi aver fortuna in amore ! - Mi fissò gli occhi in faccia , mormorando quelle parole ; ma Lidia ed io avemmo un sorriso concorde e misterioso , che parve ad Angela una terribile mentita alla sua insinuazione . Un servo sopravvenne per riaccompagnare Angela a casa ; congedandosi , ella baciò Lidia sulle labbra socchiudendo gli occhi , e una sottilissima espressione di ribrezzo passò sul viso di Lidia , che si tolse all ' abbraccio con un movimento brusco . Gian Luigi seguì Angela a distanza di qualche minuto ; e noi ci trovammo soli , per un istante silenziosi , Lidia in piedi avanti alla finestra , dove Gian Luigi aveva sciaguratamente evocata l ' imagine di Laura . - Dodici e mezzo ! - esclamò Lidia con un ' occhiata alla pendola . - È tardi ! - Rimasi muto , aspettando ch ' ella aggiungesse : - " Sono stanca ; mi sento male ; ho una terribile sfinitezza ; l ' anemia .... la malaria .... " - Ella proseguì invece : - Come mai non ho sonno ? - Vuoi uscire a passeggio ? - dimandai . - È una notte splendida . - Che idea ! Come due amanti ? ... No : preferisco andare a letto . Il sonno verrà . - Ma aveva nella voce un tono giocondo , d ' eccellente significato . - Buona notte , dunque , - finì Lidia , avvicinandosi . - Troppo presto , - risposi , senza prendere la mano ch ' ella mi stendeva . Lidia avanzò la testa curiosamente per capir l ' intenzione delle parole e scorgendomi impassibile , colle braccia incrociate sul petto , diede in una risata argentina ... - Che cosa vuol dire ? ... - domandò . Poi , senz ' aspettar la risposta , premette il bottone elettrico a fianco della porta , e vi tenne l ' indice finchè non comparve Geltrude col lume . - Arrivederci , - concluse Lidia , incamminandosi . E l ' eccellente significato delle parole non era minore del tono eccellente con cui le usciron di bocca . Due cose tosto mi colpirono quand ' io raggiunsi nella sua camera Lidia , ch ' era già coricata : la poltroncina dov ' io mi sedeva , ricollocata da Geltrude presso il letto , certo per ordine di Lidia ; e l ' acconciatura de ' suoi capelli . Abitualmente , ella li portava disciolti e trattenuti appena da un nastro a metà ; ciò cresceva fede alle sue costanti emicranie e compiva la muta preghiera di riposo .... Ora , al contrario , ella se li era fatti annodare in due grosse trecce attorno alla testa ; il qual vezzo aveva la singolar potenza di ricordarmi Lidia fanciulla , quando la vedevo in casa sua e tutto non aveva avuto ancor principio . Ma la nota curiosa di quest ' apparato si era ch ' esso non aveva scopo alcuno , non era un invito , non derivava da intuizione del mio desiderio di pace ; Lidia m ' aveva preparato il posto vicino a lei e s ' era acconciata la testa , così per capriccio .... Chinatomi a baciarla , sentii che mi sfuggiva e le sue labbra restavano immote , come le braccia , stese lungo i fianchi .... Mi sedetti nella poltroncina , e dissi : - Noi siamo incamminati sopra una pessima strada . - Lidia quella notte aveva un ' assoluta necessità di ridere ; non meno irritante necessità che quella di piangere , e tutt ' e due sentite da Lidia quando appunto non convenivan nè l ' una , nè l ' altra . Onde , non era ancor finita la mia frase , che la donna principiò il suo ilare gorgheggio . - Ma senza dubbio , - proseguii . - Sopra una pessima strada , perchè noi viviamo di dispettucci e ci addestriamo alla guerriglia più ridicola .... Infine , a che scopo ci siamo uniti ? - Vidi con terrore Lidia alzar le spalle e atteggiare il viso come dicesse : - " Chi lo sa ? " - quindi prorompere non più in una risala allegra , ma in un piccolo ghigno sarcastico , il quale giovò a darle una magnifica espressione di scetticismo artificiale . - Non certo , - continuai , - per tenerci il broncio e per sbadigliare .... - Neanche quando si ha sonno ? - ella domandò improvvisamente . - Perchè io ho molto sonno , ora . - Tu non capisci dunque nulla ? - esclamai irritato . - Non capisci che io ti voglio bene e che se ho dei torti , sono pronto a chiedertene scusa .... - Sì , perchè io ti chieda scusa de ' miei ? Soltanto , le tue scuse hanno un interesse , e le mie dovranno essere accompagnate dalle .... dalle prove del mio pentimento ... Voi altri uomini non intendete nulla , senza .... una conclusione ... " - Mio Dio , - mormorai , - se di queste conclusioni è formato il matrimonio , ne sono io responsabile ? - Allora , la risata allegra di Lidia scoppiò ; ella sembrava più felice d ' aver fatto un piccolo discorso a sottintesi , che esilarata dalla mia risposta del medesimo genere . M ' accorgevo con piacere come la sua infantilità persistesse tuttavia ; evidentemente , ella aveva avuti capricci e graziose crudeltà , pel gusto di far da donnina , per giuocare alla signora , come a dodici anni ... - Del resto , io rinuncerò a infastidirti più oltre , - aggiunsi , facendo l ' atto di levarmi dalla poltrona . - No , - ella rispose , trattenendomi . - Se hai qualche cosa da dirmi ancora .... - La fissai negli occhi con tale insistenza , ch ' ella arrossì , e rispose a bassa voce : - Va bene . E poi ? - Senti . Il matrimonio non è la più felice delle istituzioni ; tu te ne sei accorta ; ma noi possiamo correggerne i difetti e ripararne le lacune .... - Ah , se fosse vero ! - esclamò Lidia in uno slancio di sincerità , che non mi piacque soverchiamente . - Ma in che modo , in che modo ? - Dimenticando di essere sposati .... vivendo come amanti , pensando che uno di noi due potrebbe benissimo stancarsi dell ' altro .... - Aspetta , - fece Lidia stendendo la mano , e chiudendo gli occhi . - No ; non cambia nulla .... - Come , non cambia nulla ? - esclamai . - Ma se è tutto diverso .... - Per giudicarne , - rispose Lidia ad occhi aperti , - bisognerebbe sapere che cos ' è un amante .... Infine , - continuò colla sua voce beffarda , - tu mi tieni dei discorsi immorali , ed io ho sonno .... - Il congedo così improvviso mi fece veramente male . Allontanai la poltrona , levandomi , e rimasto colle braccia appoggiate al piano del letto , sopra Lidia , dissi con lentezza : - Tu ti dimentichi che noi siamo legati per tutta la vita . - L ' effetto di quelle parole fu straordinario nella donna : ella mi gettò le braccia al collo , mi attirò sul petto , e baciandomi con emozione , ripetè : - Per tutta la vita ! Lo so bene , e ne ho paura . - Credetti capire , ch ' ella ridonandosi alfine , godesse non già d ' una voluttà materiale , ma del piacere amarissimo di sentirsi schiava e privata d ' ogni volontà ; e che la sua anima femminile soffrisse al punto da comunicare al corpo spasimi e sussulti , i quali la rendevan più sensibile di qualunque donna io abbia mai conosciuta .... Onde , non ebbi la forza di rinunciare a quel possesso , che mi feriva tanto , ed era pur così nuovo nel sentimento e così ricordevole nelle sensazioni . Qualche cosa d ' inesplicabile giaceva in fondo a simile risurrezione d ' amore . Io ne ritrassi una lunga eco di turbamenti , come fossi uscito dalle braccia di Lidia insanguinato ; e il pensiero grottesco non cessava di dominarmi ; invece d ' aver riavuta mia moglie , mi pareva d ' aver fatto male , d ' aver chiusi gli occhi allo spettacolo della sua sommissione , d ' avere esercitato brutalmente un diritto stupido e vile .... Perchè , se Lidia non avesse vibrato di dolor morale , certo non avrebbe palpitato di piacere fisico ; se l ' angoscia di sentirsi schiava non avesse reso quel corpo biondo più tremante d ' un ' asta d ' acciaio , io avrei trovato quel corpo immobile , freddo , prostituito dalla necessità della pace nel focolare domestico .... Era chiaro che , non appena la malvagità della conquista fosse cessata in me , sarei rimasto disgustato dalla mia insistenza .... Una specie di febbre s ' era comunicata improvvisamente a noi .... La suscettibilità estrema di Lidia si vedeva presa , dominata , dilaniata ogni notte , e quando ponevo piede nella camera , leggevo sul viso della donna un ' ansia , che doveva tramutarsi in tortura ; ella temeva ch ' io la volessi , e lo desiderava nel medesimo tempo , per quell ' eccitazione che si propagava sùbito in lei e sembrava più forte d ' un piacere .... Aveva insieme odio ed amore per quelle notti ; odio ed amore per la sua debolezza e per la mia prepotenza tranquilla , celata sotto la maschera del non supporre nemmeno quanto avveniva in lei .... Mi sentivo così dominatore di quella volontà sbigottita , che qualche volta domandavo a bella posta : - Vuoi che rimanga ? E Lidia rispondeva : - Sì , mio signore e padrone ! - con un accento , con un sorriso , con un passaggio d ' ombra e di luce , i quali erano straziantemente irreproducibili . Di giorno , Lidia ridiventava un po ' sarcastica ; non so , ma credo che ripensando alla propria angoscia , ella facesse ogni mattino questa promessa a sè medesima : - Stanotte , mi rifiuto ! - E la notte , desiderata da ambedue con sì diversi intendimenti , si ripeteva eguale alle altre .... Rimaneva per me difficile lo stabilire come Lidia fosse stata veemente di passione , voluttuosa , pronta al piacere , sui primi tempi del nostro matrimonio , quando ora m ' avvedevo ch ' ella non era fatta per l ' amore più che non fosse una statua .... Senza dubbio , il prorompere della giovanezza , la gratitudine per averla tolta a una casa dove tutto era imbecille , la sensibilità morale meglio che la fisica , me l ' avevano gettata fra le braccia con tanto impeto da farmi scambiar Lidia per la più amabilmente sensuale delle donne .... L ' abitudine era sopraggiunta , e Lidia aveva ripresa la sua indole , peggiorandola . Noi giuocavamo a un bruttissimo giuoco : finito il quale , io avrei trovata in Lidia assai maggiore obbedienza , poichè l ' avevo persuasa d ' una volontà più forte della sua , ma un ' obbedienza costretta , non discompagnata da un intimo rancore , che poteva avviarsi a mille diverse e perniciosissime soluzioni . Quanto a me , esaurivo l ' ultima curiosità fisica , mi familiarizzavo con quelle rosee carni , mi stancavo anche una volta di quei capelli biondi , e mi mettevo nella condizione di giustificare in Lidia una rivolta . Occupato da quel presente e da quell ' avvenire , non m ' ero accorto che dal circolo dei corteggiatori s ' avanzava verso Lidia colui che , in fondo , avevo sempre atteso , ma quando il circolo tutto si teneva ancora a rispettosa distanza .... Il bruttissimo giuoco al quale giocavamo Lidia ed io , finì in quel punto in cui ne cominciava un altro peggiore .... XIII . L ' irritazione che m ' aveva preso al rinascer della primavera , s ' era infiltrata nello spirito e nel corpo come un letargo triste e pesante , dovuto al sole , al tepore inusato , alla folla che usciva per le strade a sorbir l ' aria mite . Io vedeva ripetersi in Lidia l ' identico processo d ' inerzia , facendola debole e apatica . S ' alzava presto la mattina perchè il letto le diveniva intollerabile , e sonnecchiava distesa sul divano , parlando a monosillabi ; o ingannata dall ' aspetto fallace del giorno , voleva uscire a passeggio e ne ritornava colle membra rotte , pensando forse che la nostra vita senz ' angustie finanziarie , senza obblighi eguali , senza occupazioni grevi , era infinitamente più odiosa di quella che conducevan le famigliuole incontrate per via , beate del sole , gaudenti di poche ore libere . Non ricamava più ; leggeva spesso i libri inviatile da Ettore Caccianimico , ma saltandone molte pagine per seguire il nudo fatto raccontatovi , come un viaggiatore che fra l ' erba folta cerchi il sentiero diritto e meno faticoso , poco importandogli d ' osservare il verde circostante . Le finestre spalancate l ' infastidivano ; per di là entravan la luce , i romori , l ' accidia fino al dopopranzo , non confortato dai lumi se non tardi , e segnato invece da odiosi tramonti , schiacciati sui muri a illividirli e a renderli più volgari . Avevo lasciati i signori Folengo da un istante , e uscendo da quella casa , pensavo come nessuna stagione avesse la potenza di mutarvi l ' umore e le abitudini . Donna Teresa era inalterabile , agucchiando d ' inverno e d ' autunno , e in villa d ' estate e di primavera ; Pietro amava i suoi registri e vi spendeva attorno la vita , quando nevicava e quando v ' era il sole di luglio . Essi non soffrivano alcuna esterna influenza più che gli animali imbalsamati del loro salotto ; il matrimonio aveva finito per cementar le due indifferenze , costituendone un solito ordine di vita ; ma con molto rammarico cercavo invano nel mio spirito un ' ammirazione per quegli eccellenti campioni della monogamia . Mi rasentavan sul marciapiede le signore eleganti ; qualcuna accompagnata dallo sposo , sorridendogli compostamente e sbirciando se l ' equilibrio del suo sorriso fosse notato all ' intorno ; delle vecchie signore colle figlie , così identiche alla madre sebben giovani , che un amatore del genere poteva , sposando la figlia , già farsi un quadro di quel che sarebbe diventata fra trent ' anni ; e tipi esotici , come inglesi dal passo chilometrico , seguìti da qualche orribile cane , dilettissimo al padrone . C ' eran più donne che uomini , a zonzo . ( V ' è mai stato un giorno dell ' anno in cui una signora non trovi la necessità d ' uscire a guardare le vetrine , e a furia di guardarle , non finisca per entrar nel negozio a far delle spese inutili ? ) Mi ricordavo che già mia madre m ' aveva raccontato come a ' suoi tempi le donne , le fanciulle specialmente , restassero tappate in casa tutta la settimana e non si permettessero passeggiate se non alla domenica , a fianco del marito o del padre ; ma con quella cognizione del domestico focolare che avevo ultimamente acquisita , dubitavo qual moglie fosse più sopportabile : se l ' antica , sempre innanzi al cuscinetto da lavoro , o la moderna , sempre innanzi ai magazzini di mode .... Là dove la gente era fitta , sul corso Manzoni pel quale m ' avviavo , era un ' allegria di colori vivaci , che , man mano avvicinandosi , prendevan forma d ' abiti chiassosi e di cappellini insolenti , più notevoli delle signore che li portavano .... A un tratto , da un gruppo d ' incognite , vidi uno di questi abiti , uno di questi cappellini , farmisi incontro lentamente ; e dentro l ' abito e sotto il cappellaio riconobbi Laura Uglio , senza dubbio incamminata essa pure a una passeggiata inutile ma dispendiosa . - Andavo dai vostri suoceri , - ella disse , mentre rispondeva al mio saluto . - Io ne vengo ora ; stanno benissimo , e non sentono la primavera .... - Allora risparmio la visita . Mi accompagnate fino ai giardini ? - Nell ' atto in cui s ' incamminava , l ' osservai con attenzione , mettendomele a fianco . L ' insolita espressione d ' umiltà era cresciuta in Laura , fino a diventar dolorosa ; in quel volto bianco non vedevo che le occhiaie , assolutamente livide , incavate ; occhiaie prodotte da sofferenze indicibili , continue , roditrici . Quand ' ella si mosse , potei rilevare che Laura procedeva curva , ma così insensibilmente da non esser notato se non da chi sapeva tutta l ' elastica sveltezza di quell ' andatura , tutta l ' abituale superbia di quel portamento .... - Più adagio , - ella disse con un fievole sorriso . - Non posso affrettarmi io . - Perdonate , - risposi , rallentando il passo . - Non siete guarita ? - Colle vostre cure assidue ? - mormorò Laura in tono di corruccio . - Non sono guarita ; faccio la disperazione del mio medico . - Tornai a guardarla , preso da un senso di paura . Laura decadeva con rapidità ; nelle due settimane scorse dalla mia visita , aveva dato un terribile tracollo , anche meglio accentuato dall ' abito nero ch ' ella portava . - Sono brutta , non è vero ? - domandò . E senza lasciarmi il tempo di rispondere , aggiunse : - Ho da dirti una cosa . Giorgio pare geloso di te ; s ' è messo a fare il geloso , dacchè sono malata , per rendermi più allegra l ' esistenza . Quando sei venuto a trovarmi ultimamente , egli t ' ha visto mentre uscivi e lui tornava dal suo ufficio ; mi ha fatta una scenata ; ha detto che non dovevo riceverti , dopo le scortesie di Pallanza .... Non aveva torto , in fondo , ma io ho capito che tu gli dài ombra .... - Il passaggio repentino dal voi al tu mi spiacque ; la notizia m ' indispettì .... - Io lo imaginava , - risposi . - Ecco perchè non son venuto oltre da voi .... - Eppure , poichè sono sempre sola , bisognerà che tu venga a trovarmi , almeno quando c ' è Giorgio .... - Brava ! - esclamai ridendo . - È affatto impossibile . Io parto a giorni .... - Per dove ? - chiese Laura , con tale accento d ' apprensione , che l ' idea d ' essere amato da lei soverchiò l ' angoscia di vederla sofferente e mi richiamò un fugace sorriso di trionfo . - Per dove , non so . Me l ' hanno rammentato or ora i miei suoceri : colla primavera si doveva riprendere il viaggio in Italia .... - Il viaggio ? Quale viaggio ? - Il viaggio di nozze , - mormorai a denti stretti . Eravamo giunti all ' entrata dei giardini . Passammo i cancelli senz ' aggiungere parola , io guardando la gente , Laura a testa bassa . - C ' è la musica laggiù , - diss ' ella accennando una folla immobile di persone . Piegammo verso sinistra , dov ' era il piccolo lago , per un viale disadorno e povero di piante . Sùbito , un ' aria più dolce sembrò spirare beneficamente . Laura sedette sopra una banchina a ridosso d ' un gruppo di tufo e segnò per terra delle orribili teste colla punta dell ' ombrellino . Io restai in piedi , innanzi a lei , appoggiandomi col bastone al tronco d ' una pianta . - Allora , questa è l ' ultima volta che ci vediamo ? - domandò Laura sollevando il capo all ' improvvisa . Ormai , ero certo . Laura mi riamava , per una di quelle recrudescenze di passione , che afferrano talvolta anche le anime stanche : me lo dicevano la sua voce non sicura , i suoi occhi , nei quali , s ' io avessi continuato a indagare , avrei scorte delle lagrime rattenute . La vanità del maschio , assai più adescabile della vanità femminile , ebbe un giocondo sobbalzo nel mio animo . - Ci rivedremo al ritorno , - dissi . - Oh .... al ritorno ! - esclamò Laura tristemente . - Chi sa ? ... Colla punta dell ' ombrellino cancellò sulla sabbia le teste orribili disponendosi a tracciarne delle peggio ; ma aveva appena preparato lo spazio , che richiese le ore . - Sono le tre ! - risposi , guardando l ' orologio . - Ho un appuntamento alle tre e mezzo colla sarta , - ella fece , alzandosi con qualche fatica . - Vuoi riaccompagnarmi ? - Notai di nuovo l ' andatura incerta e greve della donna ; osservandola bene , io la vedevo adesso veramente curva , e il sentimento d ' angoscia mi riprese , fugò qualunque altro pensiero . Presso l ' uscita dei giardini , mormorò : - Te beato , che dopo un anno puoi ancora intraprendere un viaggio di nozze ! - Con quale sarcastica inflessione avrebbe ella pronunciate quelle parole , pochi mesi addietro ! Ora , non vi trovai che il desiderio spossato . S ' apriva il giorno lentamente a una serenità profonda , col disciogliersi delle nuvole bianche , scoprenti all ' occhio nuovi azzurri infiniti ed eguali ; di là veniva il sole tepido che c ' intorpidiva , quasi svegliati da una notte amorosa fra caldissime piume . Quando fummo presso una carrozza chiusa , domandai a Laura : - Volete dirmi l ' indirizzo ? - Piazza del duomo , - ella rispose , mentre saliva nella vettura . - Poi , indicherò io .... - M ' inchinai salutando . Un collegio di fanciulle , numerosissimo , mi passava accanto in lunga colonna ; quante si preparavan là dentro al martirio della vita ? quante avrebbe perdute l ' amore e sciupate il matrimonio ? Avevano illanguidita la loro tinta nell ' ombra delle camerate ; sotto abiti senza linea avevano contraffatta la loro freschezza ; ma dovevano da quel periodo severo e umile sbucar nella vita , svelare le loro facoltà , edificare o distruggere una famiglia . In questo senso , la lunga colonna di fanciulle m ' appariva assai interessante ; da un ' altra simile colonna femminile , s ' eran tolte Laura e Lidia , con sì diverse idee , con sì diversi intendimenti .... E chi poteva assicurare che i primi passi dell ' una e dell ' altra non avessero avuto un oscuro impulso da memorie di collegio , da circostanze di fatto , dalla vicinanza d ' una compagna o dall ' intimità d ' una maestra ? Lidie e Laure si preparavano in silenzio , ripetendo per un ' ennesima volta il processo psicologico di altre , e di altre e di altre , infinite . Io poteva ben comprendere o almeno intuire il divario fra quelle due anime di donna , stretto com ' era da qualche tempo fra la prima e la seconda , sovrapponendo o cancellando le impressioni dell ' una colle impressioni dell ' altra . Un quarto d ' ora dopo lasciata Laura , ero a casa , dominato dal brusco urto , che la presenza di Lidia mi produceva . S ' era mutata , in quella breve mia assenza , colla rapidità con cui mutava d ' abiti . La piccola ombra d ' umiliazione che le offuscava il viso nel mattino e l ' accidia che ne spossava il corpo , lasciavano il posto a un aspetto calmo , consolato , sano fisicamente e moralmente , come dopo una confidenza in cui il cuore avesse rotte per un istante le dighe della rassegnazione e liberando il dolore , l ' avesse diminuito di profondità . Fenomeno già notato in Lidia , di quei giorni ; perciò pericoloso ; che cosa confidava ella , e a chi si confidava ? Non v ' era presso di lei , quand ' io vi giunsi , che Ettore Caccianimico , del quale tutto si poteva sospettare , fuorchè d ' esser capace di consolare alcuno . - Sei stato a passeggio ? - domandò Lidia , seduta davanti al tavolino da lavoro presso la finestra . - Sono stato da tua madre e poi ai Giardini , - risposi . - Donna Teresa mi ha rammentato un vecchio debito ; quel viaggio interrotto , o meglio non intrapreso , per l ' Italia , e rimandato alla migliore stagione .... - Ah , è vero ! - disse Lidia , con voce che pareva uno sbadiglio . Al fenomeno psicologico s ' univa d ' un tratto un fenomeno fisico , non meno degno di nota . Lidia ingrassava ; l ' abito chiaro di quel giorno svelava il fatto assai meglio di quel che non potesse la mia continua esperienza . Sì , m ' era parso di non abbracciar più le forme sottili ed esatte , tanto amate in Lidia fanciulla ; m ' era parso che il suo seno fiorisse , che i suoi fianchi s ' espandessero lievemente , che la gola avesse un ' insolita rotondità ; lento trapasso da una Psiche a una Giunone .... Ma , alla luce sfacciata del sole , questa mutazione si rivelava d ' un colpo , non lasciandomi più dubbio ; forse il confronto istintivo fra Lidia e Laura , debole , divorata dal male , - cooperava a rendere più perspicuo lo sboccio formoso della prima .... Perchè era così sana e lieta di giovanezza Lidia quando Laura moriva ? Uscii bruscamente dal salotto , lasciandovi mia moglie e il Caccianimico , nella ridicola speranza che un ' altra camera , un ' altra luce , potessero calmarmi . Passai dalla stanza da letto ; il letto di Lidia , bianco e vuoto , con un raggio di sole che cadeva diritto sui guanciali , mi lievitò in mente un substrato di amare riflessioni ; passai dalla sala , ove rividi quelle signore brune , le quali mi compiacevo a desiderare , fra il convenzionale chiacchierio dei mariti ; passai dal tinello , ch ' era già stato testimonio di paci e di guerre , di pranzi muti o afflitti dalla retorica di Pietro e di donna Teresa ; la mia camera mi rammentò quella prima notte in cui aspettavo l ' ora di presentarmi a Lidia , mia ancora soltanto per un apparato di formole ; e lo studio , ove m ' ero arrestato , strideva di sogni artistici svaniti , di buoni propositi più deboli delle abitudini , di rinuncia al lavoro per l ' inutile speranza della felicità nella famiglia . Tutto l ' appartamento aveva uno strano sapore di gioie irrancidite . Ritornai nel salotto . Ettore Caccianimico s ' era posto di faccia a Lidia ; s ' egli avesse inclinata avanti la sedia , le sue ginocchia avrebbero toccate quelle della donna . Diceva : - Si potrebbe appunto far così . Ella avrebbe la compagnia di mia moglie , quella de ' suoi parenti .... - Fece una pausa , e rivoltosi a me , soggiunse quasi spiegando : - Proponevo alla tua signora di fare un breve soggiorno con sua madre , prima di lasciarci . Il tempo è bello e a Pallanza ci dev ' essere già molta gente . - Non ho nulla in contrario , - risposi , - quando ciò piaccia a Lidia . Tu , vieni pure laggiù ? - Sì , a Pallanza , con Clara .... - disse Ettore , nominando sua moglie per la seconda volta , cosa affatto insolita e curiosa . Allora , fra Lidia ed Ettore si studiarono i vantaggi d ' un soggiorno sul lago ; c ' era la compagnia piacevole , la vita calma e tuttavia allegra , il buon clima . M ' ero disteso in una larga poltrona , con un libro fra le mani , assolutamente deciso a non prender parte alla conversazione ; Lidia volgeva il capo di tanto in tanto dal mio lato , con quell ' espressione di riposo , che mi dava qualche sospetto . Perchè Lidia era così sana e lieta di giovanezza , quando Laura moriva ? Passando lo sguardo al disopra del libro , osservavo meglio le linee del viso e del busto ; linee di profilo , leggierissimamente , ma indubitabilmente avvantaggiate da qualche tempo ; le mani di Lidia , ch ' ella posava sul tavolino , avevan pure una forma più grassoccia , non aristocratica di soverchio . Ella m ' era piaciuta da fanciulla perchè era fragile e sottile ; certo , m ' era piaciuta per altri motivi spirituali ; ma anche perchè da fanciulla era fragile e sottile . Quest ' attrattiva stava per vanire , nella donna ? Ricordando la signora Folengo , sua madre , ebbi un sussulto : a trent ' anni , Lidia sarebbe stata una bella matrona ; a quarantacinque , una signora grassa .... Frode nel contratto matrimoniale ! ... Una signora grassa e bionda , vale a dire , facilissima a sciuparsi , come certe rose tèa , di cui la floridezza eccezionale è , insieme , la decadenza e lo sfacelo . Fui interrotto nelle mie considerazioni da Ettore Caccianimico , il quale si congedava . - Voi non partirete così presto ? - domandò egli a me . - Quando vorrà Lidia , - risposi , colla formola abituale . - Decideremo , - dichiarò Lidia , stringendo la mano di Ettore , che s ' era inchinato a salutarla . Accompagnai il Caccianimico nell ' anticamera , fin sulla soglia della porta . - Ebbene ? - egli chiese a voce bassa . - Sei stato in casa Uglio ? - Giorni sono . - Hai invitata Laura a far visita alla tua signora ? - Non ne valeva la pena . È ammalatissima povera donna . - Pare anche a te ? ... Io la vedo perduta , - concluse Ettore con indifferenza , mentre se ne andava . Perduta ! Non era dunque un ' esagerazione della mia fantasia ? Ma allora , che valeva il rispetto umano ? S ' ella desiderava di vedermi vicino a lei , potevo contentarla , senza riguardi per il mondo ; perchè rifiutare quel conforto a un ' amica , la quale m ' aveva conosciuto libero , indipendente , e nel turbinìo della vita non s ' era dimenticata di me ? - Andrò da lei , stasera ! - mi dissi , rientrando nel salotto . Il volto calmo di Lidia ebbe la potenza di stornarmi il pensiero dietro altre idee non meno tristi . In quella medesima notte , Lidia aveva pianto ; adesso era serena , quasi allegra Perchè ? - C ' è stato Gian Luigi a trovarti , mentr ' ero fuori ? - domandai . - No , - ella rispose un po ' maravigliata . - Verrà stasera , forse . - M ' augurai fortemente che Gian Luigi non venisse quella sera : la sua presenza in casa mia mi avrebbe impedito di recarmi da Laura . Per la prima volta , non osavo lasciar Lidia sola di fronte a un uomo . XIV . A pranzo , ella mangiò con molto appetito , senza accorgersi ch ' io toccava appena le vivande e preferivo il vino al cibo . Ero troppo solo , nel mondo , circondato da insidie e da cause non mai stanche di dolore ; non avevo amici e mia moglie era un ' estranea che poteva diventare una nemica . Un ' estranea , certamente , dacchè i suoi gusti non somigliavano a ' miei , la sua educazione s ' era fatta entro le chiuse pareti d ' una casetta borghese , e la mia , viaggiando , sognando , osservando uomini e luoghi diversi ; avevo una donna , la cui speranza di comprendermi vacillava e cadeva , senza lasciar traccia di rammarico . Di tutto quanto ci si poteva aspettare dalla nostra unione , un sol fatto era incontestabile , per sanzione di legge : la signorina Lidia Folengo era diventata la signora Lidia Lacava Folengo ; nulla più , e troppo poco al confronto delle nostre libertà perdute . Geltrude entrò a metà del pranzo , portando a Lidia un viglietto arrivato allora . La donna lo aperse , lo lesse , lo mise in tasca , e disse a Geltrude : - Va bene . Non c ' è risposta . - A me : - È Angela Tintaro che mi scrive . - Che esagerazione ! - esclamai seccato . - Quando non viene a trovarti , ti scrive ; quando non ti scrive , ti manda dei fiori . Almeno potrebbe sceglier delle ore più adatte , per annoiare il prossimo ! - Lidia strinse le labbra senza rispondere . Da quella lettera , originò subito un mutamento in lei , palesissimo , per quanto ella volesse nasconderlo ; cosicchè , fui tratto a domandare , contro le mie abitudini , che cosa Angela Tintaro le scrivesse . - Le solite storie , - rispose Lidia con negligenza affettata . Ma la lettera le rimase in tasca . - Tuo padre ha finalmente deciso di partire per Cairo , accettando l ' impiego offertogli , - dissi . - Ha fatto bene , - mormorò Lidia . - Ecco : Cairo è una città che vedrei con piacere . - Niente c ' impedisce d ' accompagnarvi tuo padre quando vi si recherà , sui primi dell ' anno venturo . - Resterò ben sola , dopo , - riflette la donna sbadatamente . Eravamo in due a finger di mangiare , adesso : anche Lidia faceva una cattivissima accoglienza alle portate che Geltrude recava ; attribuii l ' improvvisa svogliatezza al pensiero doloroso di veder partire presto i Folengo , ed ebbi cura di non domandare spiegazioni . Tuttavia , il pranzo si trascinò così malamente , che respirai di sollievo , quando la tavola fu sparecchiata ; i giornali costituivano per noi in quell ' ora e nei giorni d ' impaccio , una salvezza molto apprezzata da ambedue .... Stavo per ricorrervi , quando Lidia mi domandò con voce un po ' tremante : - Sei andato ai Giardini , oggi ? - Mi bastò un ' occhiata alla donna per comprendere ; ella preparava quella domanda da qualche tempo , e studiava il modo di lanciarmela quando meno l ' aspettavo , perchè non potessi ricostruirne il movente ; l ' impazienza l ' aveva però tradita , e troppo breve tempo era scorso dall ' arrivo della lettera all ' interrogazione perchè non vi scorgessi una stretta relazione . - Sono andato ai Giardini , - risposi . - Mi pare d ' avertelo già detto . - Con chi ? - fece Lidia , guardandomi fissa . - La signora Angela Tintaro si assume dunque l ' incarico d ' una polizia segreta ? - domandai ironicamente . - Ho trovata la signora Uglio , che si recava da tua madre , e come io ne veniva appunto , ella ha rimandata la visita , e chiacchierando l ' ho accompagnata ai Giardini , invece . - La signora Uglio , - disse Lidia , coll ' intonazione con cui ci si fa a raccontare una lunga storia , - è fra le persone che tu m ' avevi proibito di ricevere ; anzi , nel caso poco probabile ch ' ella mi facesse visita , mi avevi pregato di non contraccambiarla .... E d ' un tratto tu le servi da cavaliere e ti mostri in pubblico al suo fianco , ai Giardini , nell ' ora più frequentata ? - Sono convenienze a cui un uomo non può sottrarsi , - mormorai ipocritamente . - Benissimo . E che cosa avresti detto tu , se le parti si fossero invertite ? se fossi andata io a passeggio col signor Giorgio Uglio ? - Alzai le spalle , irritato . - Quale assurdità ! - esclamai . - Il torto è appunto quello di supporre che le parti si possano invertire sempre ; quanto ho fatto io , era logico e necessario ; ma ciò non sottintende logico e necessario che tu faccia altrettanto col signor Uglio .... È un modo di ragionare questo , di cui t ' ho mostrata parecchie volte la falsità .... Ormai , dovresti risparmiarmelo . - Benissimo , - ripetè Lidia . - Splendida poi l ' idea di non dir nulla .... Ciò fa supporre molte cose .... - Per esempio ? - So io , - concluse la donna seccamente , alzandosi . - Saresti gelosa ? - Lidia si rivolse , come ferita ; appuntò le mani sulla tavola , e avvicinando il viso al mio , dichiarò a bassa voce : - Gelosa ? Vorrei che tu avessi dieci amanti , non una ! - V ' era nella frase tutto il disprezzo di cui vibrava la donna per la mia condotta di quei giorni ; e la rabbia frenata e accumulata nelle notti d ' obbedienza sua e di fredda prepotenza mia ; l ' uno e l ' altro sentimento davano alle parole un significato profondo , che mi colpì in pieno cuore , come innanzi a qualche cosa di definitivo , d ' irreparabile . Non trovai sùbito una formola di protesta ; rimasi sotto lo sguardo di Lidia , turbatissimo , quasi un colpevole , e quando riuscii a scuotermi da quel fascino angoscioso , Lidia fu chiamata da Geltrude , che annunciava la visita del conte Gian Luigi . Solo nel tinello , in mezzo alla luce grigiastra del dopopranzo , fui colto a un tratto da un impeto di dolore , dalla sensazione raccapricciante che deve afferrar l ' uomo in mare , chiuso in un ' ondata gigantesca . Quel solo giorno m ' aveva portato un séguito di piccole e grandi angustie , intollerabile ; nell ' istesso momento , ero combattuto da opposte idee , da disegni contrarî , i quali sollevavano tutto il mio sistema nervoso , piombandomi nel dubbio , - malattia orribile di cui non avevo mai sofferto . Si poteva la oltraggiante dichiarazione di Lidia collegare al suo mutamento , che mi pareva derivasse da un ' influenza estranea ? Intendeva ella farmi capire la propria indifferenza a qualunque mia colpa , per assolversi ella medesima d ' una simpatia colpevole ? Senza dubbio , senza dubbio alcuno , Lidia sentiva questa simpatia . Dominato da tal pensiero , m ' avvicinai all ' uscio , che metteva nella sala , ove Lidia era con Gian Luigi ; una voce fresca , tranquilla , ben modulata , - la voce della donna - mi riempì di maraviglia . In me , la breve scena del dopopranzo aveva generato un lungo strascico di riflessioni ; in Lidia era scivolata , quasi sopra un ' anima di marmo , non impedendole di mostrarsi cortese , frivola , anche civettuola , come potevo capire da certe sue risatine , gorgheggiate argutamente . Se tutto questo era finzione , meritava ch ' io me ne impensierissi peggio che se fosse stata insensibilità . Nella sala non erano accesi i lumi ancora , quando io v ' entrai . Lidia e Gian Luigi stavan sul divano , ai lati opposti ; ma l ' ombra della sera calante m ' impediva di scorgerne bene il viso ; chiaro non si vedeva che l ' abito di Lidia . Quando i lumi furono portati , rilevai qualche cosa d ' insolito in Gian Luigi e ne fui impressionato d ' un ' impressione confusa , oscillante fra la curiosità e il dispetto . Gian Luigi era abbattuto e pallido ; dacchè era giunto , non avevo sentita la sua voce che per salutarmi ; faceva le spese della conversazione Lidia , la quale aveva una facondia febbrile , ascoltata dall ' uomo con deferenza , approvata da me con qualche cenno del capo , ma incapace a snebbiare il corruccio che pareva esistere fra noi .... - Se vuole la rivincita di iersera , - disse Lidia a Gian Luigi , accorgendosi che da qualche istante era distratto .... Si levarono ambedue e si portarono innanzi al tavolino verde , prendendone dal tiretto le carte e i gettoni . - Stasera sono formidabile , - mormorò il Sideri finalmente . - Accetterei qualunque avversario . - Non vendere la pelle prima d ' ammazzar l ' orso , - diss ' io . Trovandomi di fianco a uno specchio , mi vi osservai e mi confrontai con Gian Luigi , che pareva anche maggiormente pallido , colla testa curva sulle carte e la fronte illuminata dalla lampada . Indubbiamente se non fossero state certe rughe agli angoli degli occhi , e la radezza dei capelli presso le tempia , Gian Luigi avrebbe dimostrato meno anni di me ; la sua testa aveva un ' impronta aristocratica , la quale io non possedeva affatto .... L ' essere di statura piccola non faceva poi grave danno all ' estetica , e in ogni modo , se tal danno si voleva ammettere , era pareggiato in me dalla mia barba rossastra , che m ' invecchiava . Poteva avere importanza questo per Lidia ? No ; ma poteva averne moltissima un altro fatto : il Sideri era un osservatore scrupoloso della forma , un uomo incapace di dire un ' insolenza cruda ; le insolenze le diceva , ma con tal giro di parole da farle rassomigliare a frecce avvelenate e ricoperte di bambagia .... Simile uomo , se avesse voluto assumersi la missione di confidente , avrebbe trovate le formalità più rispettose .... - Molto indovinato , molto parigino , - egli diceva in quell ' istante a Lidia , accorgendosi allora ch ' ella portava una vestaglia nuova , e gettandole un ' occhiata sintetica , da conoscitore . L ' osservazione mi parve audace , se non sconveniente ; forse perchè un lampo di vanità soddisfatta brillò negli occhi di Lidia . Che Gian Luigi potesse risvegliare nella donna la tendenza alle frivole soddisfazioni , già in lei così viva sui primi tempi , e dispersa nelle angustie del matrimonio ? Qualunque ne fosse il valore , questo avrebbe adombrato un predominio dell ' uomo sull ' animo di Lidia e m ' avrebbe fornito un mezzo di studiare fin dove il predominio arrivasse . Contento e quasi riposato da tale induzione , m ' accomiatai da Lidia e dall ' ospite , raggiunsi la mia camera , mutai d ' abiti , e uscii di casa . La serata era placida ; il corso Venezia , male illuminato , staccava anche meglio nello sfondo il corso Vittorio Emanuele , dove le lampade elettriche spandevano una luce piacevole , qua e là più viva per il concorso d ' altre lampade nelle vetrine . Quantunque avessi una meta e il desiderio di giungervi , mi dilungai prendendo la via più allegra ; m ' internai sotto i portici , ove la memoria e l ' abitudine mi ricordavano come tre correnti vi passassero in tre ore diverse del giorno ; al mattino , una fiumana di ragazze che si recavano al lavoro ; nel pomeriggio , una fiumana di signore che ostentavano in sè l ' opera manuale di quelle ragazze ; nella sera e nella notte , una fiumana di perdute . Un formicolar vasto e romoroso di gente era nella Galleria ; poi , piazza della Scala diminuiva sùbito l ' intensità di quel movimento , che andava spegnendosi sul corso Alessandro Manzoni , ove la luce non era sì viva , e la gente era poca . Innanzi alla casa di Laura Uglio , mi fermai ; certo , il marito di Laura non c ' era ; egli aveva l ' abitudine d ' uscir presto e di tornar tardi , dacchè Laura s ' era ammalata e aveva così interrotto l ' idillio , che formava la mia sarcastica ammirazione a Pallanza .... Io sarei dunque salito a prender notizie , narrando insieme come una lettera d ' Angela Tintaro avesse svelata a Lidia la nostra gita innocente di quel giorno ; mi sarei trattenuto poco , se Laura non insisteva . Se Laura insisteva , mi sarei trattenuto molto .... Chi sa ? Laura era bruna e mi amava ancora .... Nel frattempo , Giorgio Uglio .... Sorridendo , considerai la reciprocità fatale cui dava luogo un primo adulterio , senza ricordarmi che tale reciprocità minacciava anche la mia casa , dove avevo lasciato Gian Luigi con Lidia . Quando , inoltrandomi sotto l ' atrio , pensai rapidamente alle infedeltà comode e vili , cui un salotto chiuso e l ' occasione propizia potevan dar luogo , - m ' arrestai di colpo , quasi m ' avessero piantato un coltello nel fianco ; voltai le spalle , tornai in istrada , e mi gettai in una carrozza da nolo che passava . Ero così offuscato , da non ammetter divario fra Laura e Lidia ; perchè ammetterlo , se non ne ammettevo fra me e Gian Luigi ? ... Le notizie di Laura l ' avrei prese l ' indomani ; ella mi amava e non a lei , quindi , doveva esser rivolta specialmente la mia attenzione , - bensì a Lidia , che non mi amava più .... Per ora , bisognava sfuggissi al destino dei mariti , i quali creano essi medesimi le occasioni alle mogli . Nel mio salotto , non si giuocava ; i gettoni e le carte erano abbandonate sul tavolino , qualcuna per terra . Lidia sedeva sullo sgabello innanzi al piano - forte ; Gian Luigi sopra una poltrona , all ' angolo estremo della camera . - Mi manca l ' ultima strofa , - diceva Gian Luigi . - Volevo trovare un pensiero grazioso , un po ' francese , sa , una specie di birichinata elegante ; ed è difficile .... - Sì , - rispondeva Lidia , - bisognerebbe armonizzar le parole colla musica . Finora , quel che ha fatto , mi piace molto . - Hai composta una romanza ? - domandai . - Una cosetta delle solite , - disse Gian Luigi , senza stupirsi pel mio ritorno . - Una cosetta press ' a poco così .... - Prese posto al piano , mentre Lidia ed io restavamo in piedi , ai fianchi di lui ; guardò in alto un istante , quasi per ricordarsi , annunciò : - Ecco .... - e cominciò la romanza , canticchiandone sottovoce le parole con una passione man mano più accentuata .... Lidia non lo guardava , ma lo guardavo io , dicendomi che in quel momento Gian Luigi m ' era di gran lunga superiore , comechè procurasse alla donna un compiacimento intellettuale , ch ' ella sembrava apprezzar molto , anche perchè noi eravamo i primi a conoscere quella composizione inedita , anzi non ancor finita . - Molto buona , - dichiarai , quando Gian Luigi concluse . - Bello specialmente quel passaggio dell ' esordio alla prima parte , - confortò Lidia . - Oh , una cosina francese , di nessuna importanza , - fece modestamente Gian Luigi , richiudendo il piano . Egli restò accoccolato sullo sgabello ; Lidia ed io prendemmo posto innanzi al tavolino verde , rivolgendoci verso il Sideri . - E di letteratura non ti occupi più ? - domandai . - Ora son troppo nervoso ; a mala pena riesco a buttar giù le strofette che t ' ho cantate . Vedremo poi .... - Eppure il successo del tuo romanzo avrebbe dovuto infiammarti , - mormorai di mala voglia , perchè il romanzo di Gian Luigi , letto di recente , non m ' era piaciuto in nulla . - Un artista non è un operaio , - sentenziò Lidia . - Non si può pretendere un lavoro fisso . - Quali delicati riguardi per la produzione letteraria di Gian Luigi ! E tuttavia , s ' io avessi tentato d ' emularlo , mi sarebbe accaduto di sentir Lidia esclamare : - " Ancora queste sciocchezze per la testa ? " - come già l ' aveva esclamato . - Lavorerò in campagna , - promise Gian Luigi . - L ' anno scorso a Saint - Moritz ho appunto preparato il materiale .... - A Saint - Moritz ! - ripetè Lidia , quasi ascoltasse quella notizia per la prima volta . - Ella era poco lontano da noi .... - Poco lontano .... relativamente , - fece Gian Luigi . - C ' era anche la signora Uglio , a Saint - Moritz , l ' anno scorso , con dei parenti , - aggiunse Lidia . - Non ve l ' ho mai vista , - rispose il Sideri senza batter ciglio . Le parole di Lidia mi fecero riflettere .... Dopo un anno ella ricordava , forse con desiderio , gli splendidi paesi testimoni della nostra più intima esistenza , e li ricordava per rimpiangere quasi che tale intimità non fosse stata interrotta da un estraneo .... Inoltre , rilevando il soggiorno di Laura e Gian Luigi nel medesimo luogo , aveva Lidia uno scopo ? dubitava ella di qualche intesa fra i due ? e se dubitava , che cosa poteva importargliene ? Quanto a me , credevo Gian Luigi in perfetta buona fede ; se avesse incontrata Laura a Saint - Moritz , Laura non me l ' avrebbe taciuto a Pallanza , ov ' ella era in tutto il vigore della salute e della sfrontatezza . Lidia non parve della mia opinione , ma non volle insistere ; Gian Luigi parlò d ' altre cose , e si accomiatò un ' ora prima del solito , riprendendo quella tristezza che l ' écarté e il chiacchierio di Lidia avevano alcun poco scemata . XV . Bisognava stringerla in un cerchio di ferro , spiarla attentamente , interpretarne i pensieri , accumulare delle prove , dimostrarle come tutto io sapessi comprendere .... Notai in quei giorni : la serenità piena e indifferente di Lidia ( noi ci parlavamo di rado e ciascuno dormiva nella propria camera , da poi che la donna s ' era dichiarata estranea a quanto mi riguardava ; forse la visione di Laura ammalata non era ultima causa di noncuranza in me per Lidia ) ; un lieve ma crescente desiderio d ' eleganza ( la sarta aveva fatta la sua ricomparsa melliflua , inviando a intervalli di qualche giorno parecchie grandi scatole misteriose ) ; un rinascente piacere per i trattenimenti mondani ( m ' aveva pregato di condurla alle corse , ov ' ella s ' era divertita assai , scommettendo e vincendo mercè felici consigli di Ettore Caccianimico , il quale si vantava di esatte cognizioni ippiche ) ; una cura minuziosissima di tutta la sua persona e qualche posa studiata , innanzi agli indifferenti . Nulla , frattanto , aveva potuto snebbiare i miei sospetti sopra Gian Luigi ; anzi , li avevo confermati osservando come egli mancasse ai martedì abituali , in cui non era possibile la conversazione intima e gustosa . Aveva saputo dispensarsi da quelle visite , adducendo a scusa occupazioni , che lo lasciavan libero soltanto la sera ; strane occupazioni , a mio credere , le quali giovavano a renderlo triste , ogni dì meglio , molto inquieto , nervoso , incoerente , distratto . Se Ettore Caccianimico non si fosse presa la briga di venire quotidianamente da noi , le ore di insopportabile a viso a viso fra me e Lidia sarebbero state pesantissime anche per la frequenza loro . Ettore interessava Lidia colla molteplicità degli argomenti che in un solo discorso sapeva sfiorare o approfondire , a seconda della curiosità risvegliata nell ' ascoltatrice ; conosceva gli autori di grido , e perciò ogni avvenimento , ogni pubblicazione letteraria e artistica gli servivan per un aneddoto , spesse volte sconosciuto anche a quelli i quali vi figuravan come attori . Ettore irradiava a poco a poco una sapienza di vita , sua particolare ; non si poteva negargli il fascino che deriva agli uomini dall ' età matura ; fascino di confidenza , fiorita da passioni morte , non più capaci d ' appannare il terso specchio dell ' equilibrio intellettuale . Io era perciò assai tranquillo , quando vedevo Ettore presso Lidia ; e li lasciavo , recandomi a prender notizie di Laura e attardandomi poi con amici alla passeggiata delle cinque . Le notizie di Laura me le fornivano dei viglietti chiusi , rilasciati in portineria , con queste parole scritte in lapis : - Il medico è contento . Sto meglio . Oggi ho peggiorato . Non venire a trovarmi perchè Giorgio è in casa . - Alternative continue di bene e di male , di meglio e di peggio , che m ' irritavano e m ' eccitavano nel medesimo tempo . Un giorno , il viglietto diceva : - Sono quasi guarita : esco a passeggio con Giorgio . - La cosa mi sembrò di poco rilievo , anzi uggiosa , comechè venisse a scemar l ' aureola di sofferenza , che m ' era consueto vedere intorno alla figura di Laura . Quel buon ragazzo d ' Ettore Caccianimico , il quale aveva giudicata Laura moribonda ! ... Ci saremmo rivisti a Pallanza , dove la donna avrebbe riposta a soqquadro la città colle feste , le passeggiate notturne sul lago , le luminarie alla veneziana , come l ' anno prima , quando col mandolino Ettore serviva da Tremacoldo alla compagnia ! Il negozio nel quale entrai , odorava largamente di profumi stranieri , di saponi e di cosmetici , di acque e di ciprie ; lungo e stretto , era in giuoco a una diversa luce , che a me , rimasto presso il limitare , non permetteva di scorgere le persone del fondo ; ne venivano voci confuse . Poi le voci e le persone s ' avvicinarono , costringendomi a volger la testa per un fruscìo di sottane . Laura usciva a fianco di Giorgio senz ' avvertire la mia presenza e il mio sguardo fisso in lei .... Guarita ! con quel pallore spettrale ! Ebbi dentro di me una rivolta di sconforto senza fine per la donna , e di odio velenoso per tutti gli altri . Scelsi a casaccio , diedi l ' indirizzo , e me ne andai presto , fuggendo quei profumi che mi sonavano intorno una nenia da funerale , o parevano elevarsi a nembi di sinistro incenso . Nessuna esperienza di medico avrebbe potuto constatare meglio della mia , la sorte irreparabile di Laura Uglio , comechè non fossi tanto colpito dalla sua palese decadenza fisica , dall ' attestazione certa delle sue torture , quanto dall ' orribile cambiamento morale della donna ; ella non doveva più avere nè volontà , nè desideri , nè speranze , nè ribellioni .... Passava ormai nella vita , come corpo rigido travolto da un lento fiume . - Sai bene , - mi disse Ettore Caccianimico , quand ' io gli spiegai tutto questo , incontrandolo per via . - È inutile ; essa medesima non ha alcun riguardo . - Ma Giorgio , come può farsi delle illusioni ? - Non se le farà , figlio mio . Oppure , se le farà perchè è un imbecille . In ogni modo , noi non possiamo nulla . - Pur troppo ! E resta a Milano ? Dovrebbe mutare aria , andarsene di qui .... - Ci vuol altro ! - fece Ettore con una scrollata di spalle . - Une femme à la mer ; doloroso , ma irreparabile e non nuovo .... Sono stato dalla tua signora .... - Hai fatto bene , - mormorai . - C ' era qualcuno ? - Tua suocera , donna Teresa ; ci sarà ancora , se torni sùbito a casa . È contraria al vostro disegno di passar qualche tempo nella sua villa a Pallanza . - Perchè ? - Dice che non si usa ; che dovete viaggiare per non far parlare il mondo .... - Ma viaggeremo dopo .... - Pare che non si fidi troppo dei dopo . Io ti consiglio a resistere , perchè se ne dài vinta una , sei un uomo morto , colle suocere . - Sai se Laura Uglio viene a Pallanza ? - Senza dubbio , poveretta ; una buona ragione per andarvi , non ti sembra ? La campagna ti permetterà di visitarla , quando Giorgio sta a Milano per affari ; ormai , si tratta d ' un ' opera buona , di renderle meno pesante la solitudine in cui Giorgio l ' abbandona . - Ma sei certo che non si rechi a Saint - Moritz come l ' anno scorso ? - Credo non ve ne sia più lo scopo ! - disse Ettore con un rapido sorriso . Anche lui , dunque , sospettava Saint - Moritz un nido d ' amori per Laura ? Che volgari sciocchezze ! Prima che donna Teresa avesse a convincere Lidia della necessità d ' un lungo viaggio , mi conveniva dichiarare esplicitamente il mio pensiero in proposito . L ' idea d ' Ettore era giusta ; a Pallanza molte cose avrebbero preso un aspetto diverso . Strinsi la mano all ' amico e m ' affrettai a casa . Ebbi la ventura di trovar donna Teresa ancora seduta vicina a Lidia .... Com ' erano rosee le due donne ! Come si somigliavano , adesso che Lidia accennava ad ingrassare ! "....Delle vecchie signore colle figlie , così identiche alla madre , sebben giovani , che un amatore del genere poteva , sposando la figlia , già farsi un quadro di quel che sarebbe diventata fra trent 'anni...." Non era una mia riflessione , questa , fatta durante una passeggiata ? Ecco , la riflessione sarcastica , si mutava in realtà , per mio conto .... Donna Teresa pareva la caricatura di Lidia , o il suo ritratto sgorbiato da un monello inesperto ; donna Teresa era Lidia a cinquant ' anni , vale a dire in un ' età lontana ; ma per giungervi , le tappe non sarebbero state piacevoli , a giudicar dalla prima , da quella leggierissima pinguedine sopravvenuta in Lidia con l ' aggravante di mutazioni anche psicologiche . L ' odio velenoso per tutti gli altri sentito alla presenza di Laura , mi dominava , e non appena venne una parola , mi suggerì la risposta insolita . - Dunque , - - fece donna Teresa rivolgendosi a me , - volete passare un mese a Pallanza ? - Certamente , - risposi . - Questa è la mia volontà . - Lidia mi guardò con espressione interrogativa . - Se noi ti rechiamo disturbo nella tua villa , - continuai verso donna Teresa , - prenderemo in affitto una cascina . - Ma no , santo Dio ! - esclamò mia suocera , levando le braccia in alto . - Voi siete i miei figliuoli , e vi aspetterei con tutto il piacere - Ma pensate che avete annunciata la ripresa del vostro viaggio in quest ' epoca .... Il rimandarlo un ' altra volta , si potrebbe interpretare malamente . - Io non rimando nulla ; dopo il mese a Pallanza , faremo i comodi altrui ; per adesso , faccio i nostri .... - Anche Lidia , - osservò donna Teresa , - è del mio parere . - Certamente , - disse Lidia , tuttora maravigliata per l ' energia con cui parlavo , - se questo viaggio si deve fare , o prima , o dopo .... - Non ammetto repliche , - interruppi bruscamente . - Fra una settimana saremo a Pallanza , in una villa d ' affitto . - Donna Teresa gettò uno sguardo a Lidia , quasi per sostenerla nell ' opposizione ; ma Lidia mormorò : - Se vuole così Sergio , non replico più . - Si vedevano ora i frutti dell ' obbedienza imparata nei notturni colloqui , e il breve episodio rischiarò certamente mia suocera sull ' attitudine che avevamo presa l ' uno di fronte all ' altra , dopo il periodo delle prime intimità , durante le quali nessuno comanda e nessuno obbedisce . Notai , di passaggio , che i piedini di Lidia erano stretti in babbucce elegantissime , non mai viste prima ; l ' abito mi pareva il solito ; e archiviate queste due osservazioni , mi recai nello studio , ove la finestra spalancata mi attrasse al davanzale . Da qualche ora , facevo parte d ' una piccola categoria d ' uomini , la cui psicologia andò per lungo tempo ignota : da qualche ora facevo parte degli uomini che stanno per tradire ; uomini come tutti gli altri in apparenza , e dagli altri invece così diversi in sostanza , che sarebbe vano sforzo il volerne rilevare le anfrattuosità sentimentali . Se quel piccolo gruppo di gente si potesse costituire in un Circolo , io direi che due condizioni sole possono giustificar la domanda d ' entrarvi come soci : o essere di coloro i quali non hanno mai tradito ; o essere di coloro i quali non hanno abitudine di tradire che un solo sesso . E direi lo scopo del Circolo potersi stabilire così : abilitare i primi a tradire , e i secondi a tradire anche il sesso fino allora rispettato . Dei secondi facevo parte io ; prima e dopo gli amori con Laura Uglio , non avevo mai esitato a impossessarmi della moglie d ' un conoscente , appoggiato dalla convinzione che uno scapolo è uno scorribanda , afferra la donna a carriera , la ruba , la trattiene , e la rilascia , pronto a sostener le conseguenze del suo furto o a difender la sua preda . Romantica e immoralissima convinzione , senza dubbio ; ma in ogni modo , essa m ' aveva avvezzato a tradire soltanto il sesso maschile . Perchè colla donna , in qualunque maniera ella fosse mia , avevo sempre sfoggiata una fedeltà eccezionale ; e non era piccolo merito il potere assolversi da ogni peccato in proposito , da ogni desiderio inconfessabile , da ogni sotterfugio .... La fedeltà nasceva per la certezza che l ' infedeltà è inutile in un amore libero ; certezza non condivisa talvolta dalla donna , la quale aveva trovata utilissima l ' infedeltà in tutti gli amori di questo mondo . A me pareva dolce cosa esser fedele ; dovere innegabile e nel medesimo tempo piacevole , appunto perchè non imposto da alcuno , e senza lode agli occhi della legge . Ma da qualche ora un bisogno vivo , pressante , imperiosissimo di tradire anche la donna , m ' aveva costretto a sconfessare le mie abitudini , così cavalleresche da un lato , così .... arabe dall ' altro ; ed ero venuto a prender posto nel Circolo summentovato , classificandomi fra i soci che si propongono di tradire ambedue i sessi . La mia decisione era grave , perchè il tradimento aveva un nome ; non già perchè mancavo a delle promesse , facevo sanguinare un ' anima femminile , dovevo vivere d ' una vita doppia e falsa ; tutto questo è comune a qualunque tradimento , anche nell ' amore libero .... Ma l ' essere stato previsto il mio caso , l ' essere stato battezzato con un nome da Codice penale , mi metteva un piccolo brivido di vergogna .... Avevo appoggiati i gomiti al davanzale della finestra e guardavo giù nel corso Venezia i non molti passanti , senza distinguerli ; poi sembrandomi che ciò mi distraesse dalla solennità del momento , mi ritrassi , e rimasi bensì presso la finestra , ma in poltrona , collo sguardo al soffitto . Raccoglievo ed elencavo gli eccellenti motivi pei quali dovevo tradire mia moglie . Innanzi tutto , l ' incompatibilità di carattere . ( Come la legge aveva saputo prevedere e battezzare anche questo caso , con dei vocaboli un po ' barbari , ma chiarissimi ! ) . Lidia non amava la letteratura ; Lidia era mutabile così da passare in un solo mese dal desiderio di solitudine , ai divertimenti più chiassosi , e da questi ai piaceri frivoli dell ' abbigliamento raffinato : non aveva alcuna idea della famiglia , e mentre in Isvizzera temevo arieggiasse alla buona massaia , in Italia s ' occupava tanto della casa , da non saper nemmeno quale servo avessi io , dopo lo sfratto d ' Andrea ; non possedeva sentimenti precisi , e per lentissime gradazioni era arrivata a mostrarsi indifferente di dieci supposte mie amanti , quando in principio s ' oscurava se soltanto io trovava bella , non una donna , ma una vestaglia femminile ; non aveva il senso della maternità , anzi peccava del senso contrario , paventando un parto , per la sua bellezza , e per la sua tranquillità se i bambini fossero venuti a troncarle la libera disposizione della giornata ; era imprudentissima , perchè ormai doveva aver compreso che Gian Luigi Sideri mi dava ombra , e tuttavia ella ogni sera lo invitava per la sera successiva , quand ' avrebbe potuto invitare quell ' ottimo Caccianimico , il quale non era men valente giuocatore del Sideri ; era presuntuosa , della presunzione irritante , che sembra ascoltare e approvare i consigli , e poi agisce a modo proprio , con un ' inesperienza sbalorditoia .... Avrei potuto accumulare altre schiaccianti accuse di questo genere , tutte classificabili sotto quel solo titolo legale ; ma mi urgeva di togliermi agli argomenti oggettivi , per vagliare i soggettivi , meno giustificati , ma più tremendi , perchè Lidia non avrebbe mai potuto allontanarli , non supponendoli neppure . Ella non supponeva ch ' io era stanco di lei ; aveva preso alloggio in casa mia , credendo che ciò solo bastasse a farmele considerar legato per l ' esistenza intera . Non ragionava male in fondo , perchè nessuno s ' era preso il disturbo di spiegarle i gravi ostacoli che una donna deve superare per impossessarsi dell ' uomo , il quale , essendo suo per legge , è perciò appunto meno suo d ' ogni altro , e più volonteroso di sottrarsi a un dominio spaventevole per forma e per durata . Nessuno le aveva spiegato che marito e moglie si trovan sempre nelle condizioni di Maometto e della montagna : onde , ne vengono disastrosissime conseguenze , comechè ciascuno ami far da montagna che non si muove , e veder l ' altro far da Maometto che la conquista . Ero stanco di Lidia ; se nessuno le aveva insegnate così belle cose , ella era abbastanza intelligente per averle comprese , quando invece Lidia pareva volersi rifare del servaggio non lungo di fanciulla , con un interminabile sultanato di donna . Cosicchè la sua freddezza complessa mi respingeva , e pur amando le sultane in genere , ero disposto a dei sacrifici per le sultane sole che avessero muscoli e nervi , sorrisi e parole .... Non riconoscevo in Lidia alcun diritto all ' idolatria senza condizioni .... Un calcolo erroneo m ' aveva consigliato ultimamente d ' imporle quelle notti ch ' ella rifiutava per capriccio ; ed avevo così resa anche più problematica la pace del focolare . D ' un tratto , Lidia s ' era assunta la divisa dell ' obbedienza , d ' un ' obbedienza curiosissima , fingendo d ' ignorare i miei gusti , e sbizzarrendosi a invitar gente che non mi piaceva e a trascurarne altra che mi piaceva assai , come quel buon Caccianimico , il quale veniva sempre a visitarci , ma ci vedeva di rado a visitar la sua signora . Da questo era conseguita la sensazione dell ' estraneità di Lidia a tutto quanto mi concerneva . Ella non era la mia donna , o la mia amante , o mia moglie , o un essere caro ed intimo per le cui fibre passassero vibrazioni concordi ad ambedue ; ella era una donna che andava e veniva per la casa , che mi dava del tu , che pranzava alla mia tavola , che mi permetteva di dormirle a fianco e che mi consegnava le note della sarta con una puntualità maravigliosa . A costei io avrei dovuto serbarmi fedele tutta la vita ? Oggi , domani , mi sarei imbattuto nella donna per la quale l ' amore non era vuota parola , e il mio poteva essere anche una salvezza o un motivo di vivere .... Io avrei dovuto rinunciare alle sconfinate gioie d ' un simile possesso , per che cosa ? Per rappresentare nella commedia la maschera del marito fedele . Calai un pugno sul bracciuolo della poltrona , e mi diedi a passeggiare infuriato . Nel lungo ragionamento avevo omessa una cosa d ' importanza non lieve : ero deciso a tradir Lidia ; ma con chi ? Senza dubbio , con una donna per la quale l ' amore non era vuota parola .... E dove si sarebbe trovata questa donna ? ... Fra le mie conoscenze , non mi pareva ; fra le mie conoscenze abbondavano le donne che non soltanto consideravan vuota parola l ' amore , ma eran vuote di cervello esse medesime ; tutte amiche di Lidia .... XVI . Sull ' uscio comparve donna Teresa , dicendo : - Allora , siamo d ' accordo . Io vi aspetto laggiù , per la settimana ventura . Solo , badate nelle visite di congedo , di far ben capire che a Pallanza resterete poco tempo .... - Le diedi uno sguardo , mentre parlava . Aveva un abito di seta scozzese , a grosse righe colorate , assolutamente ridicolo ; e l ' adipe senile , imprigionatovi dentro , protestava da ogni parte , mostrando mia suocera così attillata , angustiata e vistosa , da eccitar le beffe dei monelli . - Va bene , mamma , - risposi con un saluto della mano . Ella se ne andò . Anche costei aveva usurpati i titoli e i poteri ; se non mi fosse venuta la mattana di sposar Lidia , donna Teresa m ' avrebbe servito a maraviglia per esilararmi nei giorni di tedio . Io le doveva adesso il più illimitato rispetto , da che ella mi chiamava suo figlio , ed io chiamava lei mia madre , nei discorsi confidenziali .... Pensandovi , c ' era da riderne o da piangerne senza posa .... Un ritratto incorniciato di nero , pendente a fianco del letto , attrasse i miei sguardi , per imperiosa antitesi .... Quella era la madre mia ; quella ch ' era morta , che mi aveva amato con l ' anima tutta e per troppo brevi anni ! Quale differenza fra la bruna testa aristocratica di lei , e il viso scialbo , dai lineamenti sdruccioli di donna Teresa ! Per un istinto puerile di rivolta , mi guardai bene d ' annunciare una lunga assenza agli amici ; nelle visite di quei giorni , ebbi a rilevare come anche Lidia non determinasse la durata della nostra vacanza . " - Partiamo per qualche tempo - " era la frase di prammatica , " - Facciamo compagnia alla mamma prima che si stabilisca al Cairo . - " La nostra fama di coniugi esemplari durava tuttavia , a quanto potei capire ; davanti a noi si parlava senza paura di felicità coniugale e si condannava con entusiasmo lo stato celibe ; noi sorridevamo cortesemente , sovrani annoiati fino alla morte dalla marcia reale e rassegnati a sentirsela nelle orecchie in ogni occasione . - Molto bene , - mi disse un giorno Ettore Caccianimico , - hai saputo resistere a tua suocera ! - ( Per non sospendere le amichevoli consuetudini , egli anticipava le sue visite o veniva ad accompagnarci fuori , portando sempre a Lidia una bottoniera di fiori freschi , assai graditi dalla donna , che se li disponeva in modo ammirevole ) . - Ne valeva la pena , - risposi . - Hai notizie di Laura ? - Nulla , dacchè tu l ' hai trovata a passeggio con Giorgio . - Questo mi rendeva inquieto . I piccoli viglietti quotidiani mi mancavano da qualche tempo , e la portinaia , interrogata , non aveva saputo dirmi se non che il dottore si vedeva più volte in un sol giorno , e che la cameriera era desolata per un aggravamento della sua signora . Non osavo scrivere , nè presentarmi in casa Uglio , ricordando come l ' ultima volta appunto in cui c ' eravamo incontrati , Giorgio avesse finto di non vedermi per sottrarsi all ' obbligo del saluto . Quand ' ebbi campo d ' appartarmi con Ettore Caccianimico , gli spiegai tutto questo , un po ' titubante . - Infine , - gli dissi , - io mi sacrifico a passare un mese a Pallanza col solo scopo di .... per la sola idea di .... trovarvi Laura , di tenerle compagnia . Come tu dicevi benissimo , è ormai un ' opera buona il non lasciarla sola , poveretta ! ... Ma non vorrei che il sacrificio fosse inutile e Laura rimanesse a Milano .... In tal caso , me ne andrei con Lidia per questo benedetto viaggio . - Ah ! - esclamò Ettore . - Sei matto ? Laura verrà a Pallanza , non dubitare ; question di giorni , ma verrà senza dubbio .... Vuoi che m ' incarichi io di prender notizie ? Non far complimenti , - aggiunse sorridendo , - tra noi è difficile stabilire dove finisca l ' amico e dove cominci .... - Se tu volessi , - interruppi , - te ne sarei gratissimo .... Tu sai le mie intenzioni .... - Ma diavolo ! ... Non mi farei complice d ' idee prave .... - Sei molto allegro . Hai commessa la cattiva azione di cui mi tenesti parola ? - Uh , che ragazzo ! - fece il Caccianimico seccato . - Crede a tutto quanto mi scappa di bocca in un momento di malumore ! - L ' indomani , il colloquio fu più breve , scambiandoci le frasi nell ' intervallo in cui Lidia - che noi accompagnavamo alle solite visite , - si metteva il cappello avanti allo specchio . - Ci sei stato ? - Laura verrà . È a letto per riposo ordinatole dai medici . - L ' hai vista ? - Ho parlato con Giorgio . A proposito : mi ha chiesto se c ' era il pericolo d ' incontrarti in campagna . È diventato geloso ? - Sciocchezze ! - terminai io , alzando le spalle . - Ti ringrazio di cuore . - Da quell ' istante , respirai meglio . Laura sarebbe guarita , ritornandomi quell ' amica intelligente dalla quale avrei potuto bere dolcezze rinnovate ; e a convincermi dell ' affezione rimastami in cuore per lei , sarebbe bastato l ' estremo bisogno ch ' io aveva , di parlarne con Ettore fino alla sazietà . Lidia era l ' aurora fredda ; Laura con dieci anni più di Lidia , era il tramonto dorato d ' un ' esistenza ardentissima .... In una strana rievocazione , mi sentivo già Laura fra le braccia , assetata ella medesima di quell ' amore non tutto esausto di cui ci sapevamo capaci ; e la vedevo con certi abiti , con certi guanti , con un certo ombrellino conosciuto , che appoggiato alla sua spalla ci serviva per appartarci convenientemente dagli altri .... - Tu cominci a farmi dubitare delle tue caste intenzioni , - osservava Ettore , una volta ch ' io lo tormentava perchè mi desse la certezza della guarigione di Laura . - Ti pare ? - Sarebbe enorme , non dico , - mormorò Ettore ; - ma ne ho viste di peggio . - All ' ultimo martedì di Lidia , in mezzo al chiacchierio di visitatori e alla sfilata di gente antipatica , mi trovavo isolato sotto un ' impressione tale da richiamarmi dei sospetti , che nell ' attesa d ' un riavvicinamento a Laura , s ' eran calmati d ' assai . Lidia , soddisfatta delle molte attestazioni di simpatia avute in quei giorni , vibrava di gaiezza ; pareva si fosse iniziato un periodo nuovo per la sua anima depressa , la quale riprendeva quell ' atteggiamento d ' ingenua bontà , d ' infantile confidenza , ch ' eran sì forti ausiliari della sua bellezza . La sera prima , Gian Luigi aveva promesso di venire a Pallanza egli pure e di trattenervisi qualche tempo ; l ' aveva promesso a Lidia , perchè io m ' era guardato d ' interrogarlo sui suoi disegni .... Aveva detto che la campagna gli era necessaria ( la sua tristezza inesplicabile aumentava ) , che si sentiva stanco , sfiduciato ... ; una variazione , insomma , al tema delle sentimentalità pericolose .... E congedandosi , s ' era scusato di non poter venire a salutarci l ' indomani , perchè occupatissimo . Io dava a quelle occupazioni un senso tutto egoistico ; Gian Luigi , innamorato di Lidia , riscaldato dalle sue lodi , ambizioso di soverchiarmi e di giungere alla donna per vie non comuni , - doveva lavorare , preparava qualche romanzo .... forse avrebbe avuta l ' audacia di dedicarlo a Lidia , con le semplici iniziali trasparenti .... Lidia , la quale comprendeva questo , vibrava di gaiezza , quantunque Gian Luigi mancasse fra i pochi intimi ; e perchè mancava , ella non era elegante come di solito .... - Sei nervoso , - mi disse Ettore Caccianimico , sorprendendomi in quelle meditazioni . - Fai gli onori di casa in modo pessimo . La tua signora deve lavorar per due . - Io lo afferrai per un braccio e lo trascinai nel vano d ' una finestra . - Non ho nulla , - risposi ; - tutto si riduce a una gran seccatura per queste convenzionalità stupide di visite e controvisite , come se partissimo pel Congo . - Debbo dirti .... - mormorò Ettore . - Le notizie di Laura paiono men buone .... Domani subirà un ' operazione .... - Domani ! - esclamai ad alta voce . - Ma perchè non me l ' hai detto prima ? Avrei ritardata la partenza con un pretesto .... - L ' ho saputo ora . E poi , non è cosa grave .... Queste donne si fanno operare coll ' indifferenza colla quale noi faremmo una passeggiata .... - Mi sembri pazzo .... - Te lo assicuro . Del resto , anche partendo , avrò notizie . Giorgio ha promesso di telegrafare . - E dici che non è cosa grave ? - Per , nulla . Tanto è vero , che qualche giorno dopo l ' operazione , Laura sarà in villa a Pallanza . - I timori d ' una catastrofe s ' erano addormentati nel mio animo , dietro le parole d ' Ettore ; ma all ' annuncio presente , si risvegliavano e si drizzavano come una turba di spettri .... Solo il cinismo del Caccianimico poteva restare impassibile davanti alla tortura fisica che Laura doveva subir l ' indomani , considerandola facilissima e naturalissima cosa . Io sentiva un orrore muto , un ' apprensione terribile , che avrei sentito forse anche senza gli egoistici disegni d ' amore , anche per Laura contemplata semplicemente come buona amica . Una risata di Lidia mi trapassò in quel momento le orecchie quasi un fischio stridulo . V ' era al suo fianco una signora , la quale faceva professione di spirito e di disinvoltura , dicendo molte sciocchezze con tono rapido e sciolto ; Lidia pareva gustarle profondamente . Per quali diversi oceani veleggiavano le nostre anime ! Io non vedeva intorno a me persona più felice di Lidia ; i suoi crucci erano piccole angustie appena , e già aveva trovato a chi confidarle .... Non v ' era di comune fra noi che questo fatto : ella si riprometteva un lungo soggiorno di Gian Luigi in campagna ; io in campagna temeva di non veder giungere Laura .... Perciò Lidia poteva ridere così gaiamente ed io era in diritto di fremere a quelle risa . Non avevo notato che presso Lidia mancava un ' amica ; significantissima assenza della quale Ettore mi fece accorgere . - Perchè non è venuta a salutarvi la signora Tintaro ? - domandò . - Credo , - mormorai sottovoce , - che non si vedrà più in casa nostra . - Per ordine tuo ? - Anche , ma specialmente perchè Lidia non ama le intriganti e deve averglielo scritto . - Ettore non chiese oltre ; io pensai d ' aver fatto male a confidarmi con lui ; egli non aveva capito quanto m ' urgesse di conoscere il vero stato di Laura , dalle mie confidenze ipocrite e timorose .... Avrei voluto pregarlo di non partire con noi , di trattenersi a Milano finchè ogni pericolo fosse svanito per Laura : dieci volte in quel giorno mi avvicinai ad Ettore per parlare , e dieci volte ebbi paura delle conseguenze . Dovevo necessariamente confessargli quel ch ' io sentiva nell ' animo , ed era così grave la confessione da farmi pentire d ' aver già detto troppo . S ' io non avessi avuti dei sospetti su Gian Luigi , avrei potuto confidarmi in lui , che pure si recava in casa Uglio ; ma se la certezza della sua indifferenza per Laura toglieva l ' odiosità di parlare d ' una donna avuta in comune , - l ' attitudine di Gian Luigi di fronte a Lidia , mi respingeva da ogni intimità che potesse giustificare o perdonare le intenzioni colpevoli dell ' uomo . Non furonvi se non gradazioni di pentimento nel mio animo , quel giorno ; dal pentimento assoluto di non aver sùbito corrisposto a Laura , al pentimento meschino delle confidenze monche . Per certo , Ettore non aveva nulla capito . L ' indomani egli arrivò alla stazione tranquillo , sorridente , colla sua signora ; non aperse bocca su Laura ; dovetti io , mentre eravamo in treno e Lidia cicalava con Clara , - dovetti io domandargli se nulla vi fosse di nuovo . - Ma no , caro , - egli rispose a bassa voce . - L ' operazione è alle due ; ora è mezzogiorno . - Potevi passar da casa e chiedere come si trovasse Laura . - Col trambusto d ' una partenza ! - esclamò egli , alzando le spalle . - Ti ripeto che non c ' è niente di grave . - Ne sei sicuro come ne son sicuro io ! - dissi bruscamente , nauseato da quell ' indifferenza . Il viaggio fu odioso . Delle campagne che il treno si lasciava ai fianchi , io percepiva coll ' occhio quanto rimaneva incorniciato nel finestrino della carrozza ; allontanare una tenda , o avanzare la testa , mi pareva fatica superiore al vantaggio di riveder paesi cogniti e alberi volgari .... Un mutismo feroce , s ' era impadronito di me onninamente , fino a rendermi insensibile ; e dopo due o tre interrogazioni cui avevo risposto a cenni del capo , Lidia , Clara ed Ettore s ' accomodarono a chiacchierar tra di loro , lasciandomi in una vasta e indiana sonnolenza dello spirito . A Laveno , il lago mi parve orrendo , quantunque soleggiato . Mentre io poneva piede sul battello , il corpo di Laura Uglio doveva essere già preda di ferri chirurgici ; un viso bianco di dolore , un silenzio triste per la camera , una positura forzata , un odor d ' acido fenico , e lunghe ore di spasimi quando il corpo , sottratto al ferro , ne risentisse tuttavia l ' impressione fra le carni violate .... A Pallanza , compresi che Laura Uglio non mi avrebbe raggiunto mai . Perchè lo compresi ? Lo compresi d ' un tratto , per un risveglio d ' idee coordinanti e concludenti , sprofondate nell ' anima e ricomparse a galla con la viscida solennità di cadaveri . I signori Folengo erano allo sbarco a incontrarci . Pietro m ' accolse assai freddo , in merito di quel viaggio che mi ostinavo a non intraprendere se non quando mi fosse piaciuto . Osò anche farne accenno in casa , ma io volsi le spalle , salendo alle camere destinateci . Ero dominato dal violento impeto di togliermi a quei luoghi , dove le mie orecchie , avvezze al romore della città , soffrivano del grande silenzio bruto in cui la campagna era immersa . Davanti al letto , nell ' alcova che non aveva il mio specchio , il mio lavabo , le mie fiale , il mio bagno , mi sentii infantilmente perduto , solo e triste . L ' antipatia di quei particolari sarebbe stata così presto vinta , se Laura ci avesse raggiunti ! Perchè io l ' amava ora , senza il menomo dubbio . Non più il desiderio d ' un ' altra circolava nelle mie vene , ma il desiderio preciso ed esclusivo di Laura Uglio , il cui busto io voleva slacciar lentamente , con degli indugi , per baciarle la nuca e le spalle . Fu come una scoperta , a un tratto . Sì , io era un bambino , smarrendomi così presto ! ... Se Laura non veniva a Pallanza , chi m ' inchiodava là , chi m ' impediva d ' andare a Laura ? Un pretesto era facile a trovarsi ; poi non mi mancava il coraggio di partire anche senza pretesto . La scoperta ingenua mi consolò tutto quel giorno , e il lavorìo d ' adattamento al luogo e alla casa venne compiendosi così felicemente , ch ' io non ebbi osservazioni a sollevare quando Lidia mi pregò di condurla dopo pranzo alla villa Caccianimico . Nè la notte fu tormentosa d ' insonnia ; nè l ' indomani il paesaggio sereno fu inquinato dalle mie impressioni soggettive . Mi staccai da Pallanza con una barca , mi recai a Suna , remando adagio , in braccio a sogni colpevoli d ' un ' infinita dolcezza , d ' un carattere audacemente ribelle , quali io poteva fare soltanto se la colpa era incarnata da una donna come Laura Uglio .... Tornai per l ' ora della colazione , ancora cullandomi nella lancia graziosamente battuta alla prora da un soffio d ' aria benigno .... Laura Uglio mi amava , e a tutto il resto avrei pensato io .... Sul terrazzo della villa Folengo , Lidia mi aspettava . - Hanno portato un telegramma per te , - ella mi annunciò dall ' alto , quando fui presso la darsena . Avvicinai la barca in modo che fra essa e il muro del terrazzo non vi fosse più spazio nè acqua . - Gettamelo , - dissi ridendo . - Sei buona ? - Il foglietto giallo si librò un istante nell ' aria , e mi cadde ai piedi con maravigliosa perspicacia . Lo aprii e lessi : " - Laura morta ieri . Funerali domattina alle dieci . - Gian Luigi . - " Ripresi i remi e internai la barca nella darsena assicurandola al suo anello , fra una gondola e una yole . Poscia salii in casa tranquillamente , insensibile . XVII . Fermata una carrozza da nolo , dissi al cocchiere : - In via Alessandro Manzoni , al numero quattro , c ' è un funerale . Va laggiù e tienti un po ' discosto dalla folla ; poi , quando il corteo si muove mettiti alla coda e seguilo fino al cimitero . Hai capito ? - Il cocchiere affermò colla testa ; io entrai nella carrozza , mi cacciai in un angolo , dopo avere abbassate le tendine , e mentre la vettura s ' incamminava , chiusi gli occhi per non vedere la luce scialba . Aveva piovuto violentemente quel mattino e il giorno era rimasto grigio , torpido , stendendo ovunque un ' angoscia inesprimibile , una nausea d ' azione . La città sonnacchiosa doveva pullular d ' adulterî . Appena fui accomodato sul sedile , una confusa ribellione mi penetrò nell ' animo . Io non voleva andare laggiù ; era inutile e straziante , superiore all ' amara dolcezza di compiere un dovere . Tuttavia , quando il cavallo partì al trotto cadenzato , il dubbio scomparve e l ' energia ebbe il sopravvento . Bisognava andare e soffrire fino all ' ultimo ; se l ' anima esisteva , quell ' anima aveva d ' uopo di non sentirsi dimenticata per discendere serena nel sepolcro . Intorno al feretro doveva esservi ben numeroso stuolo di gente ; ma chi aveva palpitato con colei che oggi era morta ? chi l ' aveva conosciuta ed amata quanto ella desiderava ? ... Non sarebbero mancate le persone che vanno a un funerale per mostrarsi forti di conoscenze cospicue ; un insieme obbrobrioso d ' ipocrisie , un finto rimpiangere chi si è dilaniato fino a ieri , uno sfoggio imbecille di lusso e di fiori e di cavalli e di carrozze ; e in mezzo , il povero e caro corpo , cogli occhi serrati per sempre , inchiodato in una bara , la quale doveva infracidir con lui .... Bisognava andare . Da piazza del duomo a via Alessandro Manzoni , il tragitto non era lungo , e , dopo alcuni minuti di trotto , il cavallo da nolo rallentò ( un carro attraversava la via ) , si fermò al luogo indicato . Sùbito s ' udì un brusìo di voci sommesse , che mi fece guardar vivamente dall ' altro lato della strada , per un vetro non difeso dalle tendine , tra il sedile del cocchiere e lo sportello . La scena era questa , semplice e spaventosa : davanti alla porta , un carro funebre , dai cavalli con gualdrappa e pennacchi neri sulla testa ; un po ' indietro , sopra una carrozza a quattro posti , scoperta , infinite corone di fiori freschi , ricche di nastri e di dediche affettuose ; poi tre vetture a due cavalli , nere , dalla sagoma antica e dal cocchiere in parrucca e in tricorno , quelle tetre vetture con le molle ondeggianti che tentennano quasi navi in burrasca ; poi uno stuolo d ' uomini e donne , ora in gruppo , che al momento opportuno si sarebbe allungato come un nastro umano ; raccolti e silenziosi varî servi in livrea , portando i ceri ; e distanziato da tutti un manipolo di beghine e di prefiche venute per accattar la candela ; in ultimo , cinque o sei carrozze padronali e una dozzina da nolo .... Risultava da quell ' insieme d ' uomini e cose un ' impressione profonda e tragica , che mi guidò istintivamente colle mani allo sportello , come per precipitarmi fuori ; dovetti irrigidirmi contro il moto istintivo . I becchini eran comparsi , fra il silenzio fattosi d ' improvviso . Sulle spalle avevano il feretro , col drappo funerario steso di già , ma raccolto ai lati fra le mani dei portatori . E passando sull ' asse scorrevole del carro , il feretro diede un suono metallico e vibrante . L ' asse rientrò ; il feretro fu accomodato , il drappo steso totalmente . Alcuni servi porgevano le corone ai becchini : una fu messa alla testa , coi nastri lunghi che scendevano dietro ; altre posate per tutta la lunghezza della cassa , altre all ' intorno insieme a fiori sciolti ; ma rimanendone pur sempre in quantità notevole , anche la vettura da nolo fu mandata alla coda per seguire il corteo . Quattro signore si collocarono ai fianchi , i preti si misero innanzi , i dolenti ( le donne prima , gli uomini in séguito ) si disposero in colonna e le carrozze presero il loro posto . La coorte luttuosa si mosse lentamente . Il cocchiere seguiva il funerale a giusta distanza perchè la mia carrozza non fosse notata . Mi sembrava l ' andatura del corteo , - eguale e tarda , - ancor troppo veloce .... Costoro non sapevano che ad ogni passo la tomba s ' avvicinava ? la tomba , la dissoluzione , l ' eternità , vaste e spaventevoli cose per un fragile corpo ! Di che stavan per essere preda , quella bocca , quegli occhi , quelle labbra che il male non aveva potuto se non render più delicate ! Perchè non dare il cadavere al fuoco , perchè gettarlo nella fossa ? Vi fu un rallentare , poi una fermata . Il corteo era innanzi alla chiesa parata a drappo nero e oro , con un gran cartello che indicava un nome e due date . I dolenti entrarono ; il feretro fu tolto dal carro e portato in chiesa . Lunghissimo tempo durò la funzione sacra . S ' eran fatte le cose con lusso e i curiosi s ' urtavano formando ala presso la porta ; alcuni ridevano incoscienti , altri numeravan le carrozze ; parecchi s ' eran avvicinati alle corone , e s ' arrischiavano a toccarne o a fiutarne i fiori . Questo mi diceva come insignificante fosse il cessar d ' una vita , nell ' insolenza d ' altre vite più volgari . Avevo trasfusa l ' anima nello sguardo , con una percezione lucida d ' ogni fatto , la quale pareva giovasse a farmi soffrir di meno . Fra i primi a uscir dalla chiesa , notai Gian Luigi Sideri , pallidissimo , coll ' occhio smarrito e atono : sembrò cercare qualcuno in mezzo alla folla , si diresse verso le carrozze da nolo ad interrogare i cocchieri , e a pochi passi da me , tornò indietro , senza vedermi . Giorgio Uglio vestito a lutto , impassibile , badava a dare ordini e a sorvegliare che nulla fosse dimenticato di quanto prescriveva l ' uso in tali circostanze . Angela Tintaro venne poi , maestosa e raccolta , nella sua andatura di matrona .... . Quindi mio suocero , Pietro Folengo , partito la mattina da Pallanza qualche ora prima di me , - si pavoneggiava in una solennità retorica , nella quale il sentimento era muta parola , e aveva composto il viso a una maschera tradizionale .... Ettore Caccianimico , anche lui arrivato con Pietro , passava tra le due ali del pubblico sbirciandole con disdegno : era una delle poche figure maschili che svelassero qualche cosa di nobile e di severo ... Confuse poi fra persone sconosciute , vidi la famiglia Cortalancia , - tre signorine in ordine di statura e d ' età - colla madre enorme di corpulenza ; e quella bruna signora , i cui occhi sembravan così teneri di passione da racchiudere un poema in uno sguardo ; giovanotti eleganti , che avevano sperato di sedurmi Lidia in quindici giorni ; parecchi ufficiali . Allo scoprirsi dei curiosi , il feretro ricomparve . Mi sembrava stranamente lungo e sottile , un ' orribile scatola adattata al corpo di Laura teso come una corda dall ' ultima febbre .... Quale strana solennità doveva riflettere ora quel viso ch ' io aveva baciato e sul quale tante espressioni di speranze e di spasimo eran venute succedendosi ! Le membra già guardate con desiderio , ricoperte di seta , profumate con sapiente civetteria , - dovevano incutere lo spaventoso rispetto del mistero cui erano in preda ; s ' io avessi potuto afferrar quelle braccia che m ' avevano più volte ricinto il collo , le avrei sentite rigide come spranghe di ferro , gelate per l ' inazione del sangue , preste a chiazzarsi di livide macchie , domani mutate in piaga orrenda , formicolante di vermi .... A tutto questo il mondo aveva dato il nome di riposo eterno .... Una scossa della carrozza troncò il filo dei pensieri e mi richiamò all ' osservazione fredda . Il corteo s ' era formato di nuovo e riprendeva il passo lento , ormai senza speranza d ' altri indugi prima della tomba . Ricominciava a piovere ; ma non ve n ' era bisogno perchè il numero dei dolenti s ' assottigliasse dopo la funzione religiosa ; parecchi erano scomparsi , appunto quelli che l ' indomani avrebbero detto di non aver potuto seguire oltre il funerale , perchè troppo , troppo era stato lo schianto ! Le tetre vetture a molle dalla sagoma antica ricoveravan diverse signore ; una beghina , rimasta addietro , mi venne presso a recitare il de profundis , con sì terribile accento cavernoso da produrmi i brividi . Alzai la tendina a guardarla ; era piccola e tutt ' avvolta in uno scialle nero , dal quale spiccava netto un profilo arcigno e lurido insieme , con enorme naso , con labbra penzoloni , che sovrastavano il mento secco , breve , angoloso . Pareva fervorosissima ; aveva spenta la candela per rivenderla a miglior prezzo . La coorte lugubre s ' era internata per vie che a stento riconoscevo : l ' abitudine non mi aveva familiarizzato se non colle vie più ricche e più ilari , e ritrovandomi in quartieri operai , dove diversi erano il moto , il vociare , l ' incrociarsi dei carri , subivo l ' impressione d ' una novità spiacevole . M ' accorsi che si accelerava il passo ; la pioggia , minacciando di farsi larga , spingeva quell ' accozzaglia di gente , la quale aveva furia di compiere il pio officio e sbarazzarsi del cadavere increscioso . Laura avrebbe trovata la terra fradicia ; i fiori deposti sulla tomba si sarebbero sfogliati innanzi tempo . Allo sportello , d ' un tratto , la beghina cessando il mormorio rauco , gettò un ' occhiata innanzi per assicurarsi non la vedessero , e scomparve dentro una porticina , che menava alla sua soffitta ; pratico espediente , quello di prendere alloggio sulla via del cimitero , per risparmiare la fatica del ritorno ! Si presentiva dovunque l ' avvicinarsi di uno scroscio formidabile d ' acqua ; ad ogni poco un carro passava di corsa , romoroso e traballante ; i cocchieri immobili sotto la pioggia masticavano bestemmie ; e lentamente quell ' aria pregna d ' elettricità mi si comunicava , producendomi a un tempo una strana sfinitezza di tutto il corpo , e l ' atonia del pensiero , nel quale s ' ingrandiva la necessità assoluta di giungere . Quanto m ' era passato sotto gli occhi fino allora , non m ' aveva data idea alcuna della morte , come se l ' esteriorità di quella pompa , la lentezza di quell ' andare , m ' avessero diminuita , poi fugata interamente la sensibilità acuta di cui soffrivo sul primo istante . La sensibilità rivenne con forza quando m ' avvidi ch ' eravamo fuori delle mura e i cavalli non battevano più il selciato ma il terriccio d ' un viale . Guardai dallo sportello . Il cimitero a marmi di colore alternato , coi pinnacoli , e la strana forma che pareva stender le braccia verso la città , - era di fronte a noi .... Sui lati del viale , dei mendichi cenciosi e storpi continuavano la cantilena delle prefiche ; vidi in quell ' istante Ettore Caccianimico fissarne uno curiosamente , da capo a piedi , e negare l ' elemosina che quegli domandava . La mia carrozza si fermò . Il convoglio funebre entrava nel cimitero , piegava a destra , scompariva dietro i primi cipressi . Allora provai tutta la sensazione smisurata dell ' irreparabilità ; non avevo sofferto abbastanza . Volevo vedere il feretro calare nella fossa urtando le pareti , e ascoltare il romor della terra che vi si gettava sopra , fino a eguagliare le altre tombe intorno , e la pioggia cadervi , penetrare sottilmente nelle zolle , anticipare la dissoluzione di Laura Uglio . Spalancai lo sportello , entrai nel cimitero , quasi attirato da una gran vampa giallastra che bruciasse là dove il feretro era scomparso . L ' orizzonte oltre le tombe e i cipressi , era stretto e livido . XVIII . E sull ' orizzonte , delle piccole figure cupe spiccavano presso il carro funerario , spoglio ormai , e nudo come uno scheletro . Ero per dirigermi laggiù a corsa , perchè una più lunga attesa avrebbe sfrenato un urlo dalla mia bocca serrata e contorta .... Un uomo , in abito nero , staccandosi dal gruppo di quelle piccole figure , mi tagliò la strada , mi afferrò per il braccio , dicendomi : - Torna indietro ! Sei smunto come un cencio lavato . Prima che ti vedano ! - Restai immobile a guardar Gian Luigi . - Hai la carrozza fuori ? - egli continuò . - Andiamo . - Le parole fredde e ragionevoli mi produssero l ' effetto del lampo a due passi da un precipizio . Obbedii mutamente , ricondussi Gian Luigi fino alla mia carrozza , nella quale entrai , mentre l ' altro dava al cocchiere il proprio indirizzo . Lo scroscio d ' acqua paventato si scatenò allora con terribile veemenza , e dopo l ' acqua una gragnuola fitta , che danzava sinistramente sul coperchio della vettura , minacciando d ' interrompere la nostra corsa . Gian Luigi aveva su di me in quella contingenza l ' impero della calma sopra la passione disordinata . Ci guardavamo in silenzio pallidi tutt ' e due ; io vergognoso d ' essere stato sorpreso all ' atto di commettere una follia da un uomo che non consideravo più come amico intimo . - Sei arrivato stamane ? - domandò Gian Luigi dopo un istante . - Sì , - risposi . - Non sapevi ch ' era ammalata ? - Sì , - ripetei . - Perchè sei partito ? - Dovevo .... Ha sofferto molto ? - Gian Luigi non rispose : guardò fuori , dove la gragnuola aveva spopolate le vie totalmente .... Mi pareva ch ' egli assumesse un tono da giudice affatto insopportabile , considerandosi in diritto di non rispondere alle mie domande . Arrivammo ; pagai il cocchiere e seguii Gian Luigi . Un servo in anticamera ci precedette verso la sala ; ma il Sideri accennò la porta del suo studio , che il servo aperse e richiuse dietro di noi .... Strano gabinetto da lavoro , in cui la nota dominante era il bianco ! Le decorazioni , la pendola di porcellana , alcune statue , il raso dei mobili , la scrivania , erano bianche , producendo un chiarore ampio e senza penombre .... Ne ricevetti un ' impressione sgradevolissima , non volendo allora giustificar quella bizzarria col solito amore del nuovo che produceva tanti errori d ' estetica in Gian Luigi . Egli mi accennò una poltrona , e dopo avere spalancate le imposte socchiuse , mi si rivolse , dicendo : - Io parto questa sera medesima . Andrò a Parigi e a Londra . Ti prego quindi di pazientare finchè abbia dati gli ordini necessari . - È una risoluzione improvvisa ? - domandai . - Meditata . Ho bisogno di stordirmi per alcuni mesi e con quest ' ultima catastrofe non potrei restare in Italia più oltre . - Quale ultima catastrofe ? - Gian Luigi espresse collo sguardo tutta la dolorosa maraviglia di cui era capace . - La morte di Laura , - pronunciò quindi . Io m ' alzai di scatto dalla poltrona e posi una mano sulla spalla di Gian Luigi . - Ah dunque ! - esclamai . - Perchè non ti sei confidato a me ? - Egli mi squadrò da capo a piedi , con espressione tra l ' ironico e il disdegnoso . - Ho l ' occhio troppo esercitato per commettere simili errori , - disse . - Tu hai una stranissima opinione dei tuoi amici , dacchè non sei più libero , e a mio riguardo non ti sei contenuto come per l ' addietro .... Tu .... hai dubitato di me , hai sospettato in me le intenzioni più assurde e più maligne , hai chiaramente dimostrato che vedevi in me un importuno .... - Se tu sapessi , - mormorai , lasciandomi ricadere nella poltrona , - se tu sapessi la tremenda condizione d ' un marito ! Sì , certo io ho dubitato di te , come di tutti .... Ma una tua confidenza poteva rischiararmi e togliermi i sospetti . - Quando ho pensato di farlo , - rispose Gian Luigi , sedendosi presso la finestra , - non era più giusto .... L ' amore , cominciato da uno scherzo , era diventato tragico , mi dava troppi dolori e troppe ansie per poterne discorrere come di un ' avventura qualunque . Inoltre , io sapeva quel che tu andavi meditando .... - Cioè ? - domandai con un presentimento . - Potresti negarmi che tu hai ritardato un viaggio per la sola speranza di afferrar quest ' anno l ' occasione rifiutata l ' anno scorso ? ... Devi ricordare che io mi congratulai un giorno per la tua improvvisa ricomparsa in casa Uglio ; come seppi quello , seppi il resto : una passeggiata ai giardini , mezz ' ora dopo che ne ritornavi ; un incontro in un negozio ; una sollecitudine morbosa e inconcepibile per la salute d ' una persona alla quale avevi dimostrata un ' antipatia quasi grottesca . Non era difficile tirar la deduzione da queste premesse ; e la deduzione escludeva ogni confidenza . - Chinai il capo sotto il peso di quella duplice rivelazione . Io m ' era ingannato come marito e come amante ! Come marito perchè avevo interpretate le tristezze di Gian Luigi , la sua ostinazione a non visitarci cogli altri - quali corollarî d ' un disegno inconfessabile , quali astuzie per goder meglio dell ' intimità di Lidia , laddove un ' altra donna era la segreta causa di quella condotta . Come amante , perchè la mia vanità ridicola aveva dato alle parole e agli atti di quell ' altra donna un significato pericoloso e lusinghiero , mentre essa mi considerava un buon amico e mi voleva tale in casa sua .... Sentii una triste vergogna per il lungo periodo di sospetti onde aveva offesi Gian Luigi e la povera Laura .... Mi levai e dissi stendendo la mano : - Io ti chiedo perdono di tutto ! - Gian Luigi prese la mia mano e la strinse fortemente : - No , - egli rispose , - non c ' è bisogno di perdono . Ho ben compreso che tutto è sorto per un ' allucinazione sciagurata . Credevi di non essere amato , come credevi d ' amare chi non dovevi ; ora colle mie spiegazioni sai a che devi tenerti .... - Io sono umiliato - dissi - del mio stesso pensiero . Tu parti con quest ' ultima nota sgradevole del mio carattere e le scuse non basteranno a cancellarla . È deciso che tu parta ? - Stasera medesima , - fece Gian Luigi corrugando la fronte . Aggiunse sùbito , con uno schianto : - Non posso rimanere , capisci ? Ho quel viso innanzi agli occhi dovunque , per la casa , per le vie , nei ritrovi ; dovunque .... Ella ha sofferto come una martire , è stata capace d ' eroismi .... - S ' interruppe , diede una scrollata di spalle , guardando fuori della finestra per impedirmi di scorgere il velo profondo di dolore che gli si era steso sul volto . - Se tu rimanessi , - mormorai , - io non andrei oggi a Pallanza , e ti terrei compagnia per quanto valgo ... - Gian Luigi volse la testa con un movimento d ' interesse . - Perchè , - aggiunsi , - tu parti così solo , così agitato , che i luoghi nuovi o vecchi , qualunque siano , saranno incapaci a svagarti .... Potresti ritardare , poi venire con me a Pallanza , e di là , quando noi partissimo , intraprendere il viaggio insieme , senza meta .... Anche per il mondo : una specie di fuga come tu vuoi , sarebbe il tema di molte congetture assai dannose . - Credi ? - fece Gian Luigi , colpito dalle mie osservazioni . - Non si tratta che di un ritardo , - incalzai . - E tu rimarresti ? - Non ho che a spedire un telegramma . - Accetto ! - disse Gian Luigi semplicemente . - Ciò che mi atterrisce è la solitudine . - Susseguì un breve silenzio ; mi rimisi a sedere nella poltrona , osservando con rapidità come le cose fossero mutate in poche ore , maravigliando per la rassegnazione venuta nel mio animo a prendere il posto d ' una momentanea follia . - Io non vorrei , - soggiunse Gian Luigi , - che questa tua decisione fosse male interpretata . - Da mia moglie ? - Innanzi tutto .... - Non importa ! - mi sfuggì . - Posso scrivere e spiegarmi .... Lidia è fiduciosa . - Dovetti fare uno sforzo per non dare alle parole un ' intonazione sarcastica ; inutile sforzo , quando Gian Luigi aveva intuite le modificazioni verificatesi in un anno . Quella sera medesima , ritornando verso casa , io pensava d ' essermi assunto un compito ben difficile nel voler sanare la piaga onde il cuore di Gian Luigi sanguinava . Egli s ' era tosto richiuso in una diffidenza egoistica , forse giustificata dalla leggierezza della mia precedente condotta ; nulla più accennava in lui l ' amabile gentiluomo pronto al motteggio e all ' ammirazione , all ' entusiasmo e alla critica per quanto si vedeva intorno .... Era venuto a teatro , e alle prime battute dell ' orchestra il suo volto aveva significata una così intensa sofferenza di ricordi ch ' io gli aveva proposto d ' andarcene sùbito ; al Circolo , non aveva giuocato , limitandosi a sorbire una tazza di tè nero , la quale doveva procurargli una notte d ' odiosa insonnia ; era rincasato verso il tocco , mentre per abitudine , verso il tocco entrava al Circolo , ritornando dalle partite con Lidia ; gravi sintomi d ' assorbimento morale , contro cui non sarebbe valso alcun tentativo di reazione . Egli aveva in animo d ' assaporare fino alla fine il cordoglio insuperabile per un passato perdutissimo , rifacendosi col pensiero chi sa quante volte all ' ultimo periodo tragico onde il primo periodo ridente era stato concluso . S ' io avessi istituito un paragone fra quella specie di sofferenza e la mia , avrei trovato quanto la mia fosse più greve perchè più volgare . La morte di Laura era valsa a coprirmi di ridicolo , comechè io mi fossi martoriato , esaltato , disperato , credendo di perdere un ' amante , laddove mi dovevo presto accorgere ch ' io aveva perduta semplicemente una conoscenza piacevole ; non solo , ma potevo ( forzando con cinismo il passato vivo d ' una donna morta ) , ricostruire quel tempo in cui tutti i desiderî e i sogni risvegliatimi da Laura , si sapevano intorno a me , eran comentati da lei nei convegni con Gian Luigi , ai quali si recava mezz ' ora dopo avermi lasciato .... E forse , il danno s ' estendeva oltre . Angela Tintaro , per esempio , con quell ' arte pettegola di cui aveva date prove inconfutabili , conosceva certo l ' amore di Gian Luigi ; quale sarcastico sorriso dovevo io averle provocato lasciandomi sorprendere ai Giardini con Laura , nell ' intermezzo fra l ' uno e l ' altro appuntamento del Sideri ! Ma , onestamente , Angela Tintaro ne aveva approfittato per denunciarmi a Lidia e tentare un po ' di discordia , della quale Angela si prometteva di giovarsi . Ancora : Ettore Caccianimico ignorava forse tutto questo ? La figura d ' Ettore mi parve la più odiosa fra quante avevan rappresentata la triste farsa . Egli s ' era divertito alle mie spalle , costringendomi a riveder Laura , tormentandomi prima coi dubbi sulla salute di lei e poscia con le assicurazioni arbitrarie ch ' ella sarebbe guarita , mi avrebbe raggiunto in campagna , mi si sarebbe offerto il mezzo di riavvicinarla .... Perchè s ' era permessa una simile condotta , Ettore Caccianimico ? Da ultimo io stava per soccombere al peso della fatalità . Avevo sperato d ' essere un marito accorto ed ero semplicemente un marito , pescatore di granchî colossali .... No ; sarebbe stato assurdo negarlo : Lidia aveva un confidente , il quale andava trasformandola , insegnandole come resistere alle avversità del matrimonio , coltivando in lei una nuova tendenza a mostrarsi fredda per il bene ed il male ch ' io poteva causarle .... Stabilita questa verità , ero cascato nella prima trappola aperta sul mio passaggio . Il conte Gian Luigi Sideri era giovane , elegante , conosciuto , artista ; e per ciò m ' ero fermato a lui .... A un tratto , senza ch ' io cercassi , la soluzione dell ' enigma mi si presentava : sì , Gian Luigi aveva in cuore una donna , tradiva un amico , tesseva il suo quinto o sesto adulterio : ma con Laura Uglio , colla quale era stato in intimi rapporti anche prima , contemporaneamente a me ! In tal modo uno dei punti interrogativi onde mi vedevo circondato , trovava la sua risposta . E l ' altro , restava imperscrutabile : con chi si confidava Lidia e di che si confidava ? Il telegramma spedito a Pallanza per avvertire ch ' io rimaneva in città qualche giorno , provocò una lettera di Lidia , molto breve ; una lettera la quale ostentava dignità , quasi non si volessero indagar le vere cause del mio indugio a Milano , che non doleva ad alcuno , apparentemente . La freddezza informatrice di quelle poche righe , era puerile nel manto dell ' orgoglio offeso . Lidia credeva senza dubbio ch ' io avessi trovato al mio ritorno uno di quei simpatici ostacoli , i quali capitan così opportuni ai mariti nelle allegre commedie francesi : ella aveva del mondo l ' esperienza acquisita in un gioviale repertorio da teatro , migliorata dai comenti peregrini di donna Teresa e dal catechismo ragnato di Pietro Folengo . Il mattino dopo il funerale , nel cortile di casa Sideri , vidi una cavalla saura attaccata alla domatrice . Gian Luigi scendeva dallo scalone , abbottonandosi i guanti . - Esci ? - domandai . - Venivo a prenderti , - egli rispose . - Andiamo a provare Steppa se non hai paura di romperti il collo ! - S ' avvicinò alla cavalla , accarezzandola sulla fronte ; poi salì nel veicolo , prese le redini dalle mani del servo , e quando mi fui accomodato al suo fianco , aizzò Steppa che s ' incamminò con grande strepito di ferri sotto l ' androne . - Hai dormito ? - domandai . - Ho lavorato .... Perchè non lavori anche tu ? È una consolazione . - Bene , Severino Boezio ! E di che cosa debbo io consolarmi ? - Di tutto .... - Allora , io ti domanderò se non ci fosse qualche lavoro di consolazione .... preventiva ; qualche lavoro che ci consola prima di quanto non otterremo o non dovremmo ottenere .... - Se ci fosse , non sarei qui ! - rispose Gian Luigi che aveva capito . La prova del cavallo era un pretesto per uscir di casa . Steppa andava benissimo e percorse un lungo tratto fuor della città senza adombrarsi nè rallentare il suo trotto splendido .... Gian Luigi appariva meno cupo ; incontrato un convoglio funebre che veniva verso la città , gli diede uno sguardo breve con un sussulto , e lo evitò rapidamente . A colazione , dopo aver rimandata la domatrice per un servo , io mi lasciai trascinare dalla vicenda del discorso , a parlar di Laura ; e con quel bisogno irrefrenabile ch ' è proprio delle anime nervose e veementi , Gian Luigi si lasciò trascinare a confidenze . Là io lo volevo appunto , a quelle confidenze delicate dalle quali non venivano a prender luce se non l ' anima di Laura , i segreti angoli di quello spirito inquieto , avido , instabile , perchè aveva un determinato modo di capire il sentimento , a raggiungere il quale s ' era ella macchiata d ' errori , imperdonabili per il mondo . Rappresentava Laura , a parer mio , un bell ' esempio di monogamia forzata : dalla prima notte di matrimonio , ella aveva compresa la volgarità di Giorgio Uglio e non s ' era creduta per un tale uomo di dover rinunciare a passioni fallaci ma affascinanti di pericolo e di cortesia .... Aveva ragionato come io ragionava da qualche tempo : " Serbarmi fedele tutta la vita a un estraneo ? Oggi , domani , m ' imbatterò nell ' uomo pel quale l ' amore non è vuota parola e il mio può essere anche una salvezza o un motivo di vivere .... Io dovrò rinunciare alle sconfinate gioie d ' un simile possesso , per che cosa ? per rappresentar nella commedia la maschera della moglie fedele ? " L ' utopia sembrava doversi effettuare . Gian Luigi Sideri , arrivato , dopo infinite delusioni , a Laura Uglio dolente di infinite delusioni , - era l ' uomo pel quale molto ancora una donna avrebbe potuto contare . Le due stanchezze di vita , le due amare esperienze , s ' erano attratte , sostenute , compenetrate in una passione estesa , cui tutte le forme dell ' amore avevano concorso mirabilmente .... E ( questo si doveva dire sottovoce , perchè il mondo argutissimo non si sbellicasse dalle risa ) , per Laura Uglio aveva lavorato Gian Luigi , scrivendo quel romanzo il quale , se non altro , attestava delle eccellenti intenzioni e un non volgare uso degli agi . Poi a Saint - Moritz ( dove il mondo argutissimo supponeva Laura in compagnia di parenti , ed io per crederlo avevo dovuto innamorarmi di Laura una seconda volta , cioè chiudere gli occhi alla luce ) , a Saint - Moritz s ' era tessuto un idillio audace , quale lo potevan quei due , giuocatori all ' amor libero con circospezione , ma senza ipocrisie , e parati a rispondere ; là , un primo attacco del male onde Laura doveva morire , aveva sinistramente richiamati gli amanti alla realtà fredda e crudele . Il medico , supposto in Gian Luigi un parente di Laura , cioè un indifferente , s ' era creduto in dovere di preavvisarlo che la donna non avrebbe resistito più d ' un anno ; e Laura , per caso , aveva ascoltata la sentenza ; e fra quei due , un terzo personaggio era venuto a collocarsi , spaventosamente afrodisiaco : la morte . Talchè quando io aveva rivista Laura a Pallanza , ella usciva da un idillio mutatosi in ridda fàllica , ella era già consapevole della sua sorte ; l ' espressione cinica , dura , spudorata , volubile , sorpresa su quel volto , originava da un disprezzo vasto d ' ogni cosa , che non fosse il suo amore ; un tal disprezzo d ' ogni cosa , da permettere a Giorgio Uglio di credersi amato fedelmente , perchè Laura trovava inutile allontanarlo , non meno inutile che allontanare uno stupido cane il quale abbia un grottesco modo di mostrare la sua affezione . Questa la confidenza generale di Gian Luigi , fattami in un ' ora di rievocazione dolorosa , e non rammaricata nei giorni successivi ; anzi , ampliata in modo ch ' ebbi a provarne un involontario dispetto . Attirato dall ' argomento , il Sideri parlava con lucidità ed ordine ; semplice dapprima ; poi vario d ' inflessioni , di parole , di pensieri ; un narratore squisito , un artista di memorie ch ' egli sgranava quasi in capitoli di romanzo .... Perchè il suo racconto aveva un concetto pieno di orgoglio : Gian Luigi contava nella vita di Laura come un salvatore : era giunto a tempo , aveva impedito alla donna di perdersi , aveva trasformata l ' adultera in un ' amante saggia e devota .... Questo concetto che in altra età mi avrebbe eccitate le risa più irreverenti , si comunicava al mio spirito ; lo comprendevo e lo ammiravo , dimenticando con Gian Luigi che l ' edificio di quell ' amore aveva le basi false , comechè sorte a oltraggio delle consuetudini e della legge ; infine , io considerava Laura una donna libera di sè , trascurando Giorgio Uglio suo marito , dal quale soltanto la redenzione sarebbe dovuta venire .... Ma mentre Gian Luigi parlava , per maligna stranezza io smarriva la visione di Laura , e un dispetto involontario a poco a poco mi offriva la visione di Lidia ; pura ma fredda ; onesta ma chiusa ; intelligente ma repulsiva . Nulla avrebbe ella capito di tutto ciò che è passione ; io aveva soffocati per lei i germi di tendenze artistiche , nelle quali avrei trovati saporitissimi orgogli , e lei non aveva saputo rendermi l ' apostasia in altrettanto amore . Gian Luigi ricordava con tenera commozione gli ultimi tempi di Laura . L ' elegantissima signora aveva un animo coraggioso fino allo stoicismo ; sapendo che allorchè le forze le fossero mancate , non si sarebbe riavuta mai più , durava in una lotta spaventosa col male , ogni giorno lasciando il letto per una crispazione di volontà , facendosi abbigliare dalla cameriera , uscendo in carrozza , recandosi ai convegni di Gian Luigi nei quali ogni parvenza di piacere era scomparsa per dar posto alla matematica sicurezza della fine impendente . Nuovo rimorso in me , che avevo creduto d ' essere amato , d ' essere desiderato da quella moribonda : e n ' ero andato superbo come un collegiale a cui i primi sguardi femminili rimestano tutte le stupide cattiverie isteriche . In breve , le confidenze di Gian Luigi mi divennero intollerabili . Avrei volontieri apprese le doti di Laura : ma leggendole , non dalla bocca di uno che aveva baciata la sua bocca ; non da una viva voce cui aveva risposta la voce della donna . Poi , rapidamente , io diventava debitore di Gian Luigi , perchè alla sua rinata intimità non potevo contraccambiare .... Narrargli i miei dubbî ? Mostrargli di quali aspre delusioni il mio matrimonio fosse già macchiato ? ... Queste sciagure eran volgarissime , in fondo ; anche un po ' ridicole , perchè me le ero addossate con una scelta inadatta .... E per levarmi d ' impaccio , tentai una strada nuova . Diedi ai nostri discorsi un colore sarcastico : evitai le memorie e i fatti presenti , per raccontare vicende allegre di cui ero stato attore e spettatore : Gian Luigi capì ed accettò l ' invito , e cinque giorni dopo la morte di Laura Uglio , alla nostra tavola sfilavan nomi di donne allegre , episodî amorosi d ' una leggierezza aereostatica .... Il Sideri per l ' occasione ricorreva alla lingua francese , narrando con una malignità semplice e bonaria , la quale valeva meglio d ' ogni reticenza .... Il dolore in lui rimaneva , ma senza forma esterna . Un mattino ch ' io m ' era recato a casa sua , il servo mi disse che il signor conte era uscito . Lo aspettai : arrivò all ' ora della colazione . - Perdona , - mi disse . - Sono stato al cimitero .... Se tu vedessi .... non più un fiore , nulla ! - Ma il buon umore tornò presto : l ' indomani . Dovevamo pranzare al caffè ed io v ' era giunto , rileggendo per la quarta volta una nuova lettera di Lidia . Stranissima lettera , considerando lo stato d ' animo in cui ci trovavamo : ad ogni riga , una espressione affettuosa , un roseo pensiero , un desiderio di rivedermi , una cura della mia salute , e baci nel commiato .... Io non riusciva a stupirmene abbastanza .... Gian Luigi , che mi vedeva allegro , cominciò co ' suoi aneddoti e con allusioni .... Raccontava di un certo amore tessuto parecchi anni prima , in campagna , colla giovane moglie d ' un senatore . - Non ho mai incontrata una donna più interessante , - diceva . - Era la vittima d ' un enorme bisogno di mentire ; mentiva con tutti , e quindi si contraddiceva ad ogni piè sospinto .... Ella non scriveva a suo marito se io non le era al fianco e non la baciavo sui capelli .... Un giorno che per lei avevo scoperto un bacio nuovo , dietro la nuca , ella scrisse al senatore la sua migliore lettera ; una lettera affettuosa , desiderosa , graziosa , eccitante .... E il buon uomo non appena mi rivide , mi costrinse a leggere quella lettera , ch ' egli considerava il capolavoro dell ' affetto coniugale , ed io sapeva invece il capolavoro di tutt ' altro .... - Gian Luigi scoppiò a ridere pel ricordo curioso . Io mi morsi le labbra . - T ' avverto , - dissi qualche tempo dopo , - che domani vado a Pallanza . - Di già ? - fece il Sideri malcontento . - Ti ha scritto la tua signora ? - Mia moglie non mi scrive mai ! - risposi . XIX . Dannato viaggio ! Io credo di non aver più sentite le distanze colla nervosa acutezza d ' allora . Movimenti di passeggeri e di treni ; chiacchiere di viaggiatori ; paesaggi ; fermate e ripartenze lente come agonie ; mormorio d ' acque intorno al battello ; giuoco di colori naturali sullo specchio del lago , nel profilo dei monti ; giuoco di colori artificiali nel volto e nelle vesti delle signore che mi stavano intorno ; tutto aveva posto e si collocava nebulosamente nel mio cervello accanto a un pensiero unico e sanguinoso : Lidia mentiva nella sua lettera . Arrivai inatteso , verso mezzogiorno . Allo sbarco , un gruppo variopinto d ' uomini e signore osservava la solita manovra dell ' approdo ; io , confuso tra la folla sopra - coperta , distinsi immediatamente nel gruppo Lidia al fianco d ' Ettore Caccianimico ; ella guardò i passeggeri , non mi vide , si volse a pronunciar qualche parola con Ettore . Il ponte fu gettato , vi passai , e arrivai innanzi a Lidia e ad Ettore quasi di sorpresa . - Tornato ! - esclamò la donna , stendendomi la mano . - Perchè non ci hai scritto ? - Non sapevo , - mormorai , con uno sguardo sintetico a Lidia . Come s ' era vestita stranamente ! Aveva un abito chiarissimo e senza linee precise , secondo il gusto dominante ; ma una fascia alta color viola cupo le serrava il busto , ricadendo sul fianco sinistro a ravvivar la tinta pallida dell ' abito . Il cappello grande , col pizzo tutt ' intorno , lasciando scorgere ben poco del suo viso delicato , dava alla carnagione in compenso un tono d ' ombra soavissimo . Lidia non aveva guanti nè gioielli ; portava le scarpette di panno bianco . Mi posi al suo fianco , incamminandoci , mentre Ettore le si metteva all ' altro lato . - Il conte Sideri sta meglio ? - domandò Ettore . - Mi pare , - dissi . - In ogni modo , non potevo più resistere alla temperatura della città . - Non fai conto di ripartire , speriamo ? - osservò Lidia con sollecitudine . - No , no , - risposi . - Aspetto anzi Gian Luigi , che ha promesso di raggiungerci . - Lidia salutò in quell ' istante due signore affacciate al balcone d ' una villa . - Sono conoscenze nuove , - mi spiegò poscia . - Ho fatte molte amicizie in questi giorni e non trovo tempo a restituir le visite . La povera mamma è disperata , perchè quando non ho l ' umore per le chiacchiere , incarico lei di sostituirmi . Oggi , per esempio , l ' ho mandata in montagna col papà a una gita che mi spiaceva : torneranno per l ' ora del pranzo . - Appena fui nella mia camera , rilevai una novità . Dall ' uscio comunicante aperto , la camera di Lidia presentava un tale aspetto , di disordine che non v ' era d ' uopo di soverchia intelligenza per capire come la donna non l ' abitasse più : vi mancavano i suoi oggetti d ' abbigliamento e il misterioso profumo ond ' ella nobilitava i luoghi che l ' accoglievano . Lidia mi raggiunse quasi sùbito e leggendo sul mio volto un ' interrogazione , disse : - Non te ne ho avvertito nella lettera per dimenticanza : ho mutato camera : sto al primo piano , presso la mamma . Fu un ' idea mia , credendo ti saresti trattenuto molto in città .... - Un ' idea stranissima , - risposi . - Ma no : questa camera non si prestava a un arredo un po ' elegante , mentre l ' altra è diventata così simpatica . Stasera tornerò qua sopra : tu lo permetti , non è vero ? - Gli occhi di Lidia brillarono : ella stava non seduta , ma appoggiata al letto , colle gambe stese , il busto ritto , la testa in avanti verso di me . Io l ' avvicinai sorridendo . - Te ne avrei pregato , - risposi . E aggiunsi in tono ilare : - Dunque , grandi mutamenti su tutta la linea ? Gite , conoscenze , feste , visite ? ... - Ti dispiace ? - domandò Lidia premurosa . - Per nulla . Ciò vuol dire che la tua salute è buona . - Discreta , sì . E poi c ' è un ' altra novità .... - Io sussultai , preparandomi a una tenera notizia ; le mie braccia istintivamente si stesero verso la donna .... - Una novità , - ripetè questa . - Studio l ' inglese . - Lasciai cadere le braccia , ritornando allo specchio innanzi al quale mi ravviavo la barba . - Ah , è qui tutto ? - dissi . - E con chi ? - Col Caccianimico . - Da quando ? - Oh dalla tua partenza : cinque o sei giorni soli . - Meglio così ; perchè queste lezioni mi dispiacciono . - Lidia crollò le spalle , abbandonando la sua positura incomoda e venendomi al fianco . - Per qual motivo ? - chiese ella . - Ettore non avrà più tempo , adesso . - Se non fa nulla tutto il giorno ! - Appunto . È una crudeltà distoglierlo da simili occupazioni per delle sciocchezze . - Lidia ebbe un moto di stizza , dicendo nell ' allontanarsi : - Come si può fare ? Io non oserei ripetere al Caccianimico il tuo ordine . - Va bene , - risposi . - Lo dirò ad Ettore . Sei contenta ? - La donna mi guardò e comprese essere vana l ' insistenza . - Dovresti accompagnarmi giù , - pregò calma e affettuosa . Giù , ella aperse la porta del suo piccolo appartamento e mi vi precedette . Le camere eran due . La prima , un salottino fatto per l ' intimità : a sinistra il divano a due posti , con innanzi la tavola carica di gingilli , e sull ' impiantito di legno un tappeto alto e silenzioso : la parete di fronte era occupata dal caminetto chiuso , e la parete principale s ' apriva a due grandi finestre , che davan su quel terrazzo dal quale Lidia m ' aveva gettato il fatale telegramma ; tra l ' una e l ' altra finestra , uno scaffaletto ove i ninnoli stavan presso numerose fotografie . Ma ciò che al luogo prestava un caro significato di raccoglimento , era un gran vano che doveva essere stato un ' alcova , presso l ' entrata . La tappezzeria vi era più scura : una piccola tavola col servizio da tè e due piccole poltrone formavano tutto l ' arredo : ma vi eran diversi quadri alle pareti , e in un angolo , sopra una specie di sgabello , una pila di libri francesi , di novissima pubblicazione . - Qui prendiamo il tè , - disse Lidia , accennando . Io guardai un ' altra volta le due poltrone , e seguii la donna nella seconda camera . Non vi rilevai nulla di speciale : era la sua camera da letto , solita in villa : il letto bianco dalla coperta a ricami rossi , il tavolino d ' abbigliamento colla superficie in cristallo e un grande specchio ovale trattenuto al disopra da un grifo d ' oro ; l ' armadio , qualche mobile per sopportare altri gingilli .... Fra i gingilli , un libro , una grammatica inglese , e nella grammatica una lettera del Caccianimico , aperta . - E qui dormo ! - fece Lidia . - Era necessario questo cambiamento , finchè tu non v ' eri . Quell ' uscio mette nella camera della mamma ; così ci teniam compagnia , la notte . Sai che ho paura dei temporali ! - Nella grammatica inglese una lettera del Caccianimico , aperta ; aperta , quindi leggibile a tutti : eppure , avrei pagato non so che per leggerla io pure ; se l ' avessi fatto sùbito , come per distrazione , la cosa sarebbe venuta naturalissima ; ora , bisognava darle un significato dal quale rifuggivo . - E adesso , - mormorò Lidia venendomi incontro , - vorresti lasciarmi sola ? Debbo mutar d ' abito per il pranzo . - Voce nuova : gentilezze nuove ; peggio ancora : le braccia di Lidia mi ricinsero il collo , e le sue labbra s ' unirono spontaneamente alle mie .... Ebbi come un lampo innanzi agli occhi , un sussulto di felicità mi chiamò vivamente il sangue al cuore .... Se quelle moine fossero state sincere ! S ' ella avesse saputo trasformarsi d ' un tratto e trasformare anche me , perduto già in altri desideri , perchè ella era perennemente eguale ! - Che sapor di rosa il tuo bacio ! - dissi . - Poi mi morsi le labbra , poichè questa era una frase della morta Laura . - Ti aspetto in giardino , - aggiunsi , uscendo . Invece , quando fui in giardino , un istinto più forte mi trasse a passarne il cancello e ad avviarmi sulla strada per Intra . V ' era dovunque un delizioso profumo d ' olea fragrans ; i muri di cinta ai lati , coprivan già d ' ombra benigna la strada , così dilettevole e propizia alle meditazioni , ch ' io mi trovai ad Intra quasi senz ' avvedermene . Analizzavo il bacio di Lidia ; s ' ella non mi fosse stata cognita , l ' impressione deliziosa prodottami da quell ' abbraccio improvviso , avrebbe avuta una giustificazione ; ma perchè io conosceva Lidia di fronte alle forme dell ' amore , l ' impressione era puerile , non potendo attribuire lo slancio affettuoso della donna a un desiderio di darsi , forse l ' unico desiderio , forse l ' unica forma amorosa per rallentare se non distruggere il processo de ' miei sospetti e le dissonanze d ' indole che ci torturavano .... Quel bacio era stata una spensieratezza o una malignità , ed io n ' era rimasto vittima come a diciott ' anni . Avrei dovuto attendermi ben altro , ben più ammalianti seduzioni da una donna che stava per tradirmi : ( ormai avevo classificata Lidia così , mettendola al mio fianco in quel Circolo sul quale avevo fatte profonde meditazioni , giorni addietro ) . Bene ammalianti seduzioni doveva ella sfoderar come artigli , per ingannarmi e chiudermi gli occhi , perchè noi ci eravamo amati troppo in fretta e le seduzioni naturali eran già esauste ! Bisognava stringerla in un cerchio di ferro , spiarla attentamente , interpretarne i pensieri , accumulare delle prove , dimostrarle come tutto io sapessi comprendere . Una barca approdò alla riva , mentre formulavo quel chiaro indirizzo di condotta .... Allungai un po ' la testa dalla soglia del caffè ove m ' ero seduto , e vidi Ettore balzare agilmente sul greto , salir la piccola ascesa fino all ' altezza della strada , e dirigersi alla mia volta . Egli sedette al mio tavolino esprimendo il piacere d ' avermi incontrato . Io lo guardava con intensità : era costui che insegnava l ' inglese a Lidia e le scriveva ; era costui che nella caverna de ' miei sospetti veniva a prendere il posto di Gian Luigi Sideri ; dovevo badare stavolta a non ingannarmi , a dedurre con facilità , cernendo i fatti significanti da quelli comuni ai quali il mio amore prestava un significato fittizio . - Spiegami , - egli disse ridendo , - il mistero della tua scomparsa . Ai funerali non ti ho visto : quando hai telegrafato , credevo in qualche intrigo ; poi , quando sei ritornato , non ho saputo più che dire . - Naturalmente , - risposi . - Tu sei avvezzo a interpretare con malignità ogni cosa , ed è questo il metodo più sicuro per non capire le azioni semplici . Ho trovato a Milano il conte Sideri molto indisposto , e mi son trattenuto qualche tempo . - Malignità , - fece Ettore , alzando le spalle . - Non fui più maligno degli altri ; perchè ti debbo avvertire che le tue stranezze fecero una cattiva impressione qui . - A chi ? - Ai tuoi suoceri , per esempio . È sopravvenuto un fatto gravissimo , nella tua assenza . Si è parlato molto della defunta , e siccome se ne parlava fra gentildonne , s ' è sgranato un rosario diabolico di cattiverie : la si è accusata d ' inganni , di vita libera , di galanterie che passavano il segno , di sregolatezze mostruose ; tutto ciò perchè qualcuno voleva compiangerne la fine . - Si è osato questo ? - esclamai . - Non solo , - continuò Ettore freddamente . - Ma alla conversazione assistevano i tuoi suoceri , i quali hanno strepitato per dieci , alla rivelazione . L ' idea che simile donna avesse l ' adito in casa loro e la loro confidenza , li ha fatti arrossire fino alla radice dei capelli ; Pietro Folengo era già stato al funerale , e se n ' è pentito amaramente ; donna Teresa aveva già sparsa qualche lagrima , e l ' ha ricomprata accusando la morta della più odiosa ipocrisia . Ti dico , un pandemonio . - E .... mia moglie ? - chiesi titubando . - Questo verrà dopo , - continuò Ettore , il quale sembrava voler procedere col massimo ordine . - L ' irritazione dei signori Folengo si rovesciò sulla sua testa , perchè supponevano che tu fossi a ragguaglio della vita intima della morta , e n ' eran confermati dalla freddezza fra te e Giorgio Uglio .... Qualcuno , a Milano , s ' incaricò di soffiar nell ' orecchio del signor Pietro non so quali storie : un passato legame tuo colla povera defunta , un riavvicinamento pericoloso in questi ultimi tempi . - Angela Tintaro , senza dubbio ! - osservai . - Non so ; ma è certo che , più o meno chiaramente , i signori Folengo ti fanno l ' accusa di non aver loro aperti gli occhi e d ' aver permesso che la donna così colpevole passasse la soglia della casa ov ' era la tua fidanzata e se ne facesse un ' amica . Non tengono conto dell ' ostracismo a cui la condannasti più tardi e non capiscono come tu abbia potuto sopportare ch ' ella continuasse nella loro intimità , quando tu non la volevi in casa tua .... - Queste osservazioni sono state fatte alla tua presenza ? - No , pur troppo , - sospirò Ettore . - Io non le avrei sofferte .... Le seppi per caso .... - E mia moglie ? - La tua signora ti ha difeso strenuamente ; si è proclamata sicurissima della tua buona fede , ed ha osato tentare una discolpa della morta .... - Ettore s ' arrestò per guardare l ' orologio . - Sono le cinque , - disse . - Vuoi che ritorniamo ? Ritornammo lentamente , dandoci il braccio . - Sicchè , - ripresi , - Lidia non ha creduto nulla di queste calunnie ? - Lo puoi capire dall ' accoglienza d ' oggi ; mi è parsa felicissima di rivederti . - Sì , felicissima , - ripetei a malincuore , pensando al trasloco della sua camera da letto . - E durante la mia assenza ? ... - Io le ho tenuto compagnia quanto potevo , e non le ho mai sentito elevare un dubbio sulla verità delle tue parole .... Anzi , per distrarla , avevo cominciato a darle qualche lezione d ' inglese , la lingua elegante ch ' ella desiderava conoscere .... - Me lo disse , infatti .... - Ma l ' allieva e il maestro ne son già ristucchi , - seguitò Ettore , ridendo . - Ci fermeremo così all ' I am , thou art .... - O costui era l ' ottimo fra gli amici , o il peggiore degli ipocriti ; nell ' un caso e nell ' altro , un uomo avveduto per annunciarmi con tanta semplicità quanto io voleva chiedergli .... Quelle lezioni d ' inglese mi sembravano sospette ed eran tali , in ogni modo , da eccitare i comenti maligni degli estranei ; Ettore l ' aveva capito meglio di Lidia , evitandomi così il rincrescimento di parlarne ancora . Sulla soglia della villa , gli strinsi la mano freddamente , angustiato da quel dilemma fra l ' amico e l ' ipocrita che mi ripromettevo di snodare al più presto . Si pranzava in giardino , plebeamente , sotto un chiosco di verzura più inestetico di quanti avevo visti nelle osterie del sobborgo . Attorno alla tavola , scintillante d ' argenteria e di stoviglie , eran già seduti i signori Folengo e Lidia . - Ben tornato ! - esclamò Pietro , alzandosi a stringermi la mano . Io lo baciai sulle guance e ripetei la sacra cerimonia con donna Teresa . Quest ' abitudine rivestiva un carattere orientale a cui i miei suoceri annettevano grande importanza . Quindi baciai sulla fronte Lidia , piena di sorrisi e di gioielli . Dopo le parole d ' Ettore , ero come un segugio in attesa . Presentivo una battaglia impossibile ad evitarsi , e m ' irritavo che i signori Folengo non ripetessero a me le opinioni espresse all ' indirizzo della defunta , la cui memoria avrei difesa con accanimento . Lidia taceva , passandomi il vino , la saliera , quanto chiedevo , con movenze amichevoli : poi si parlò della gita a cui avevan preso parte i miei suoceri , e gli episodî minuti , esagerati , piovvero in larga copia . - La miglior camminatrice è la signora Giustiniani , - diceva donna Teresa . - Ella ha percorsa tutta la strada a piedi e non ha mai domandato di riposarsi . - Parte domani , non è vero ? - domandò Lidia . - Va a Milano perchè suo marito ve la richiama . - Questa signora , - mi spiegò Lidia chinandosi alcun poco verso di me , - è una simpatica giovane che ha il marito infermo . E hai notata , mamma , una stranezza ? - Donna Teresa affermò col capo . - Non avevo ragione io ? - continuò Lidia . - Proprio , una rassomiglianza non comune . - Con chi ? - domandai . - Bisognerà pensare a far rimettere in ordine la camera che Lidia occupava prima , - disse Pietro a donna Teresa . - Ci ho già pensato io , - mormorò Lidia , arrossendo brevemente . E distratto da quel rossore , non insistetti a chieder con chi avesse una strana rassomiglianza la signora Giustiniani . Si sorbì il caffè sulla terrazza ; poi ciascuno prese posto in qualche angolo , nell ' attesa del tramonto ampio e sanguigno . I signori Folengo in preda a un ' inesauribile degustazione dell ' intimità coniugale , s ' appartarono , volgendoci le spalle e chiacchierando sottovoce ; Lidia ed io rimanemmo lungamente appoggiati al davanzale : soffiava una fresca brezza , e lontana si stendeva una nebbia azzurrognola , entro cui le ville e i monti parevano spostati innanzi , isolati sull ' acqua , come avviene dei corpi chiusi fra lucidissime pareti di ghiaccio . La campagna giovava a Lidia , che in pochi giorni aveva presa una tinta bruna , assai piacevole ; e le nuoceva nel medesimo tempo , comechè dovesse aiutare quella tendenza alla pinguedine , di cui io m ' era avveduto e s ' era avveduta anche la donna , ora angustiata dalla scoperta e impensierita .... Verso le otto , ci recammo alla villa Caccianimico , ove tutte le sere si radunavano gli amici . Una bell ' accolta di provinciali , in quel salotto , curiosamente impacciati di sedersi in un divano a molle e di prendere il tè col latte : per giudicarli , bastava un ' occhiata ai colori onde le signore si pavoneggiavan nelle vesti , e alle cravatte degli uomini . - Se queste son le tue nuove conoscenze , mi congratulo della scelta , - dissi a Lidia sottovoce . Lidia crollò il capo , prendendo familiarmente da un vaso della caminiera una mano di garofani , che in un batter d ' occhio s ' appuntò sul davanti del corpetto . - Sono miei ? - chiese a Ettore . - Sì signora , - fece questi , occupato a spinger nel mezzo il tavolino da giuoco . - Mi ha tolto il piacere di offrirglieli .... - La frase mi sembrò audace ; gettai un ' occhiata rapida intorno per vedere se fosse stata notata ; ma tutti chiacchieravano gaiamente , ed ebbi l ' intuizione che se fossi rimasto più a lungo a sorvegliar l ' écarté di Lidia , avrei finito per esser notato io , peggio di qualunque frase . Dall ' angolo ove m ' ero posto , confrontai il giuoco d ' Ettore col giuoco di Gian Luigi e vi trovai spaventose differenze . Non teneva la testa curva sulle carte , Ettore ; non era triste nè pallido ; i suoi occhi guardavan Lidia prima d ' ogni altra cosa , poi venivano a cercar prudentemente i miei , e credendoli distratti o divertiti , ritornavano a Lidia . Non avrei voluto che fosse : ma mi sembrava l ' écarté potesse magnificamente sostituire qualunque lezione di qualunque lingua .... XX . Un servo entrò , portando le lampade accese e collocandone una sul caminetto , l ' altra sulla tavola . Quasi immediatamente dietro lui , giunsero Pietro e donna Teresa ; poi Lidia , vestita a nero ; tutt ' e tre ostentarono di non guardarmi . I miei suoceri sedettero sul divano : Lidia in una poltrona di fronte a loro . Io , all ' uscir del servo , chiusi le porte , assicurandomi prima che nessun romore indicasse la presenza d ' altri domestici ; le porte si chiusero in silenzio , e ritornai verso le persone sedute e taciturne . Pietro ebbe un lieve colpo di tosse nervosa . Il processo cominciava . Rimasto in piedi , appoggiato alla finestra prospiciente la terrazza , mi rivolsi a Lidia , dicendo con calma : - Vi prego ; se volete parlar voi per la prima .... - Sì , - rispose Lidia , - parlerò io . - S ' accomodò meglio nella poltrona , guardando in faccia i suoi parenti . - Il signore , - mi accennò col dito , - si è permessa una condotta che mi ha obbligata a chiamarvi qui e a chiedervi consiglio . La mia deliberazione è già presa e la vostra spero non sarà differente . Era da molto ch ' io aveva notato in Sergio un contegno insolito , ma non ne ho avuta la spiegazione che ieri solo . Il signore mi sospetta e mi accusa d ' adulterio ! - Pietro , a cui Lidia si rivolgeva in modo speciale , sussultò visibilmente ; donna Teresa si drizzò in piedi . Ma Lidia con un cenno della mano li tranquillò , continuando in pari tempo : - Sergio è venuto nella certezza della mia colpa in séguito a un fatto molto semplice : io ho ricevuta ieri una lettera , della quale non ho creduto di riferire il senso , perchè non potevo supporre vi si annettesse un significato così grave e insultante .... Sergio ha spiato però dove io posassi il foglio , e durante la notte ha aperto il cassettone , ne ha levata la chiave dello scrigno , ha aperto lo scrigno , e s ' è impadronito della lettera .... Io era coricata e dormivo : egli è venuto a svegliarmi , chiedendomi conto di quelle poche righe , e siccome io , offesa dalla domanda , mi son rifiutata di dargli spiegazioni , il signore mi ha minacciata d ' uno scandalo , di non so quale scandalo .... Peggio ancora , continuando io a rimanere muta , Sergio mi ha preso pel braccio e me l ' ha stretto in modo che .... ecco , ne porto i segni . Così dicendo , con rapida mossa , Lidia rimboccò la manica destra della vestaglia e offerse allo sguardo dei signori Folengo due chiazze livide intorno al polso .... Quantunque l ' argomento mi sembrasse una parodia di quel d ' Iperide per Frine , m ' avvicinai io pure , e fremetti alla vista ; certo , io non credeva averle fatto un tal male , io non credeva rimanessero sulle carni fragili della donna le tracce della mia violenza .... - È semplicemente una vigliaccheria ! - proruppe il signor Folengo , guardando il braccio di Lidia con attenzione . - Povera bambina ! - esclamò donna Teresa . Io tornai al mio posto , riprendendovi l ' indifferente immobilità . - I fatti che giustificarono l ' oltraggiosa supposizione del signor Sergio , - riprese Lidia , mentre riabbassava la manica , - sono ridicoli .... Sergio m ' accusa d ' aver ricevuta la persona creduta mia complice , in ogni giorno della settimana , contrariamente alle abitudini : di non aver rifiutati i fiori che quella persona mi portava fedelmente , e l ' altra sera , perchè avevo preso dei garofani e li avevo appuntati al corpetto , il signor Sergio mi rimproverò in modo assurdo .... Se volete anche il nome di quella persona , io ve la dirò , e ne rimarrete sorpresi : Ettore Caccianimico ! - Il signor Caccianimico ! - ripetè Pietro . - Un uomo della mia età ! - Bisogna essere ben corrotti per arrivare a simili supposizioni ! - osservò donna Teresa , guardandomi accigliata . Io restai muto e immobile . - Vi domando , - fece Lidia , - se potevo accogliere male un vecchio il quale veniva a tenermi onestissima compagnia quando mio marito s ' occupava d ' una donna , che se non fosse morta , dovrei giudicare .... - Ve ne prego , - dissi inoltrandomi verso Lidia , - non pronunciate parole indegne .... - Voi sapete di chi intendo parlare , - seguitò Lidia , rivolgendosi a ' suoi . - Quanto alla lettera , il signore la tiene nel portafogli e potrete giudicarla .... - Qui Lidia si alzò e continuò a parlare , camminando per la camera nervosamente : - Dopo questo , io non ho che un ' idea : verrò con voi al Cairo , subito , se volete , anticipando la partenza , o più tardi ; ma è ben certo , ben deciso , che tra me e il signore non può durar più alcun legame . V ' era già una differenza di caratteri tra noi , molto pericolosa , v ' erano altre ragioni di discordia ; ma dopo che mi si accusa d ' esser l ' amante d ' un uomo di cinquant ' anni , è impossibile perdonare e chiudere gli occhi .... - Se permettete , - dissi , - parlerò io , ora ... - Che cosa volete dire ? - interruppe Lidia . - Osereste smentirmi ? - Lascialo parlare , - fece Pietro con dolcezza . - Ne ha il diritto .... - Sì , sì , via , - incalzò donna Teresa , avvicinandosi a Lidia e riconducendola presso di sè . - Calmati un poco .... - Sono dolente , - cominciai , - di dover negare , non i fatti esposti , ma l ' interpretazione e il senso che Lidia ha prestato loro . Ella si lagna ch ' io l ' abbia trascurata per occuparmi d ' altri : mi sono interessato , è vero , d ' una persona ammalata , ma semplicemente perchè ella era una nostra conoscenza .... - Quanto a questo , - obiettò Pietro Folengo , - sarà meglio tacere . Non già che io ti accusi di troppa simpatia verso quella donna : ma senza dubbio , caro Sergio , l ' opinione pubblica ti ha indicato come .... suo amico in altri tempi e tu avresti dovuto perciò costringerti in più delicato riserbo . - L ' opinione pubblica ! - ripetei . - E che cos ' è l ' opinione pubblica ? - È tutto , per gli uomini serî , - disse gravemente Pietro . - Del resto , sarà meglio sorvolare a questo tema . Tu conoscevi la vita di quella donna e non ce ne hai parlato , lasciandola per lungo tempo al fianco di colei che doveva essere tua moglie .... Dovrei rimproverarti molto ; volevo rimproverarti , anzi , appena ritornasti da Milano .... - Hai fatto male a non farlo , - risposi . - Avrei potuto difendere una memoria .... - Che sciocchezze ! - esclamò Pietro . - Finiamola lì .... - E ti pare , - dissi , mettendomi innanzi a Pietro , poichè il duello si limitava a noi due , - ti pare che fosse giusta , ragionevole , la condotta di Lidia ? S ' ella vedeva mal volentieri ch ' io prendessi notizie di quell ' ammalata , perchè non dirmelo ? - Ah , - interruppe Lidia , sciogliendosi dalle braccia di sua madre , - ah non te l ' ho detto , quando mi fu riferito che t ' avevan visto ai Giardini con lei ? - Ai Giardini ! - fece donna Teresa . - Andavano ai Giardini insieme ? - Una volta , per caso , - dissi , volgendomi a mia suocera . E a Lidia : - quella volta , mi dicesti che t ' era affatto indifferente ch ' io avessi una o dieci amanti ! - Hai detto questo ? - domandò Pietro a Lidia . - Fu per rabbia , papà ! - rispose Lidia , mordendosi le labbra . - E con simile congedo , non era io in diritto di supporre qualcuno tenesse nel cuore di Lidia un posto più importante del mio ? - ripresi , verso Pietro . - L ' assiduità del Caccianimico non mi piaceva .... Conoscete il Caccianimico : perfetto gentiluomo , il quale non esiterebbe tuttavia a romper fede e a portare il disonore nella casa che lo ospita .... - ( Queste parole , pronunciate con forza , mi stridettero alle orecchie come un fischio ) . -....È un uomo elegante , parlatore facile , scettico fin dove si può esserlo senza pericolo .... A ' suoi cinquant ' anni , io non pensava . Lidia leggeva solo i libri prestati o indicati da lui ; non portava che i fiori inviati da lui ; ne riceveva delle lettere , e si sobbarcava a studiar l ' inglese con lui .... Ebbi troppa precipitazione formulando un ' accusa gravissima ; tuttavia , non potrete assolvere Lidia dalla taccia d ' imprudenza .... - I volti di Pietro e di donna Teresa restarono impassibili . Lidia corrugò la fronte . - Oggi , - proseguii con voce calda , - non son più i giorni in cui una moglie rappresenti agli occhi d ' un estraneo qualche cosa di sacro e di sovrano , se pure tali giorni sono mai esistiti . E quando questa moglie non si sforzi a mantenersi in ogni atto superiore al dubbio , nel cuore del marito entrano il sospetto , la gelosia , quell ' orribile tortura che io ho provata e che mi ha fatto trasmodare .... - Io credo , - osservò donna Teresa , - vi sia dell ' esagerazione . Un uomo deve conoscere la moglie . - Chi può rispondere del proprio domani ? - ribattei . - E , peggio , chi può rispondere del domani d ' un altro ? - Non divaghiamo , - disse Pietro . - Non facciamo teorie .... - Eccomi . Io sorvegliava Lidia , da qualche giorno : lo confesso . Mi sono impossessato d ' una lettera del Caccianimico quando e come ho potuto . Lidia m ' accusa d ' essere entrato stanotte nella sua camera e d ' averne aperto la scrivania furtivamente .... Voi capite benissimo che la mia idea era giusta , al contrario : s ' io non avessi trovato nulla di significante nella lettera , avrei evitata qualunque spiegazione incresciosa .... - Era meglio agire con lealtà , - fece donna Teresa . - Chieder la lettera a Lidia medesima .... - A mente fredda si fanno molte belle cose , - replicai . - Quanto alla lettera , io non dirò ch ' essa sia molto compromettente ; ma è , innanzi tutto , una lettera inutile , vale a dire una lettera scritta pel solo scopo di abbreviare le già brevissime assenze e di tenersi presente nel pensiero di Lidia .... - Frugai nella tasca interna dell ' abito , ne cavai il portafoglio e ne trassi la lettera , mettendola sulla tavola .... Lidia mi guardava con espressione avversa . - .... Eccola qui . Leggila tu , Pietro ! - C ' è la data , - osservò Pietro , guardando il foglio che teneva in mano . - Ed anche la firma . - Questo è naturale , - risposi . - Senza data e senza firma , la lettera formerebbe di per sè un documento grave . " Gentilissima signora , - cominciò Pietro . - Le faccio consegnare il libro di cui Le tenni parola ; nel medesimo tempo la ringrazio d ' avermi resa bella e interessante la serata , acconciandosi a passarla nel mio inestetico salotto , in mezzo a gente , più estetica forse , ma non meno indifferente per me . A Sergio ho annunciato che le nostre lezioni d ' inglese non proseguiranno oltre ; credo con questo d ' aver risposto a un desiderio di lui , se non al mio : egli è addolorato e nervoso per altre contrarietà e non avrei voluto che interpretasse a rovescio un così semplice passatempo , quantunque la lunga amicizia e la perfetta comprensione che Sergio ha del mio animo , dovrebbero impedire alla sua mente ombrosissima di pensar men bene di me . Ho l ' onore di dirmi , ecc . , ecc . " Un silenzio grave piombò nella camera non appena , finita la lettura , Pietro ripiegò il foglio e lo rimise nella busta . Lidia ed io avevamo compreso che la lettera lasciava tranquilli i signori Folengo ; onde ella , prima colle braccia stese e chiuse fra le ginocchia in atto d ' angoscia , sollevò la testa guardandomi : io restai muto ad aspettare . - Ebbene ? - cominciò mia suocera . - Io non trovo nulla di strano in queste righe . - Nulla di strano , - ripetè Pietro . - Una lettera convenzionale .... - C ' è della malafede , - notai irritato . - E non so come voi non ve ne siate accorti .... Io sono addolorato e nervoso per altre contrarietà , afferma il Caccianimico . È falso : quali contrarietà possono addolorarmi quando tutto il mio pensiero e la mia vita son chiusi qua dentro ? E perchè chiamarmi ombrosissimo , se non per prevenire Lidia e animarla contro ogni più giusta mia osservazione ? Io credo che tutto quanto si fa da un uomo come Ettore abbia uno scopo ; lo scopo delle sue insinuazioni era di disgiungerci , e a sua volta questo disegno ne aveva un altro che vi lascio indovinare . - Ero riuscito a flettere la voce con molti chiaroscuri sentimentali e simpatici ; mi ripromettevo dalle parole un ottimo resultato per la mia causa ; onde fui scosso da capo a piedi , quando scorsi Pietro Folengo sorridere bonariamente , stirarsi , e lasciando il divano venirmi incontro . - Tutto questo è molto buono ! - egli disse , battendomi sulla spalla . - Sei geloso e perciò pigli dei granchî ; ma se sei geloso in modo così esagerato , vuol dire che ami la nostra Lidia . - No , - proruppe Lidia , - Sergio non mi ama più .... - Tu taci , ragazza ! - si rivolse Pietro alla donna . - Tu sei troppo suscettibile e non sai che in ogni cattiva cosa può esservi del buono .... Siete due bambini oziosi e null ' altro .... Se non era che per mostrarci una piccolissima contusione , tu , Lidia , potevi risparmiar di muoverci e di minacciarci una fuga al Cairo ; quanto a te , Sergio , potevi rimetter nella scrivania quella lettera ingenua .... Questa è la mia sentenza : datevi due baci , e buona notte .... - Certo , - corroborò donna Teresa , alzandosi ella pure con un sospirone ; - avete fatto un romore indiavolato per delle fanciullaggini .... Non c ' è stata colpa in Lidia , come non ci fu nel signor Caccianimico .... - Dunque , - esclamai , - venite voi pure a concludere ch ' io sono ombrosissimo ? ... - Pietro Folengo si strinse nelle spalle . - Sono contrario alla mania di concludere , - disse . - Ma senza dubbio , io al tuo posto non avrei dubitato nè d ' una moglie nè d ' un amico , stando le cose come sono .... Al Caccianimico parlerò io .... - Tu ? Che vuoi dirgli ? - Lo pregherò di non scrivere , di farsi veder meno in casa .... Non infastidirti , Sergio : il tuo nome non sarà pronunciato : parlerò per conto mio ; sono vecchio e quanto in bocca mia ha un significato , in bocca tua ne assumerebbe uno ben diverso .... Ciò che mi preme è la pace vostra .... - In così dire gettò un ' occhiata a Lidia , la quale si alzò dal divano e rimase colle mani incrociate sul grembo .... Sembrava ella pure stupita che tutto finisse con sì inaspettata calma : la freddezza di Pietro ci toglieva la possibilità di dire altre cose , o di persistere in quanto avevamo già detto .... - Quali erano le tue idee , infine ? - mi domandò Pietro . - Volevi anche tu un estremo rimedio a un male supposto estremo ? - No , - risposi ; - non ho chiesto io , questo giudizio .... Son venuto qui per spiegare la mia condotta e in ogni caso non avrei resa Lidia responsabile , ma il Caccianimico .... - Vi fidate di me ? - disse allora donna Teresa . - Fate quel che vi ordina vostro padre , chiamato a giudicarvi . - Andò presso Lidia e la prese per mano , trascinandola dietro come una bambina .... - Datevi due baci , - concluse la signora Folengo , mentre mi spingeva Lidia fra le braccia .... XXI . Aveva concorso anche il sole a render bello il trattenimento ; un lieto sole , che s ' infiltrava fra le piante , illuminava i viali , riscaldava e faceva fremere di brividi voluttuosi . Il giardino della villa Folengo non aveva mai vista una tal varietà di gente . C ' eran dei bambini , quattordici o quindici , seduti innanzi a una tavola bianca , e serviti da noi in mezzo al frastuono ch ' essi sollevavano .... Fra i maschi ve n ' eran di precoci i quali mangiavano poco per guardar la loro vicina : tra le femmine , ve n ' era di precocissime , le quali mangiavano meno , preoccupate dall ' abito a vive tinte e dal cappello , pendente dalla spalliera della sedia .... Una mestizia , quell ' accolta d ' innocenze : avevan le loro bizze , i loro sopraccapi , le loro cattiverie . I più piccoli ci sorvegliavano attentamente perchè facessimo le parti uguali e nulla passasse innanzi a loro senz ' averlo gustato : quando un ' involontaria sbadataggine riempiva il piatto meglio all ' uno che all ' altro , il meno favorito dalla sorte cacciava le mani nel tondo del più fortunato e si serviva a suo piacere . I più grandi sentivan già la differenza dei sessi e mostravan le loro simpatie : per metterli a posto , donna Teresa , Lidia , la signora Giustiniani , Clara Caccianimico , avevan dovuto affaticarsi , rassegnandosi infine a una specie di poule de dames in cui le bambine andavano a prendere il maschio che accomodava loro e lo facevan sedere al fianco .... Quelle piccole donne , ancor vergini di convenienze , vibravano della più schietta femminilità : s ' eran guardate dal piccolo cavaliere , affettavano delle leziosaggini , e masticavano con sentimento : una , aveva rifiutate le frutta , per mostrarsi superiore ; un ' altra aveva chiesto il caffè senza zucchero , mentre a casa lo zucchero era il suo più intimo amico : fra tutt ' e due , queste sirene , contavano vent ' anni .... In quel banchetto , un marmocchio di quattro anni , era lo scandalo generale : mangiava colle mani , si rovesciava i piatti in grembo , inaffiava la tovaglia d ' acqua e di vino , e fra l ' una portata e l ' altra , si cavava le scarpe e le metteva sulla tavola : poi aveva degli urli speciali per indicare il suo aggradimento , e alla fine della colazione s ' era dovuto portarlo via perchè minacciava di bere il rosolio di tutti quanti .... Era il convitato che aveva ricevuto un maggior numero di baci .... I commensali si sparpagliarono pel giardino , quando le mense furon levate : qualche geloso impenitente restò presso la tavola a raccogliere gli ultimi biscotti e a riempirsene le tasche , ma le grida dei compagni chiamarono anche quello per i viali .... Noi , affaticati dal servizio romoroso , avevamo trovata pace sull ' erba , all ' ombra d ' una magnolia gigantesca ; le signore trascinandosi le loro sedie lunghe o dondolanti ; gli uomini s ' erano accomodati alla turca .... Quella signora Marta Giustiniani , tornata allora dalla città , sola , perchè il marito infermo le concedeva una libertà grandissima , - s ' era accorta presto dell ' impressione ch ' ella produceva su di me .... Il suo volto era il volto di Laura Uglio , il suo corpo era il corpo di Laura Uglio ; soltanto , Marta Giustiniani aveva gli occhi grigi , quegli occhi splendidi i quali non hanno uno sguardo immutabile , ma sembrano allargar l ' iride e impicciolirla a capriccio , fosforescendo nella notte ; soltanto , i suoi capelli non eran neri , ma castagno - scuro ; pel resto , io poteva ben sognare che ella fosse la morta , ritornata a darmi l ' amore .... Ecco la strana rassomiglianza già rilevata da Lidia . Si dondolava sulla sedia parlando con donna Teresa , Marta Giustiniani ; in un momento d ' oblio , era stata per accavallare una gamba sull ' altra , ma notando ch ' io sedeva più basso , innanzi a lei , s ' era trattenuta ; non così presto , ch ' io non vedessi gli stivaletti di cuoio giallo finire ai polpacci , per mostrare il principio della gamba difesa da calze di seta nera .... Un piccolo inconveniente molto gradito , per me . Tuttavia pensai che forse in avvenire sarebbe avvenuto quant ' era avvenuto già per la povera Laura : i miei suoceri si sarebbero accorti di aver dato adito in casa loro a una donna frivolissima , e m ' avrebbero tenuto il broncio per non averlo impedito .... Stavolta , però , l ' avrei impedito sùbito , non appena .... Pietro Folengo era inquieto perchè non giungeva ancora il conte Gian Luigi Sideri col principe Santanera .... - Se ha detto che verrà , non c ' è da dubitare , - osservai , mentre Pietro mi frastornava co ' suoi timori .... Che importanza assumeva quel principe agli occhi di mio suocero ! Il Folengo pareva ringiovanito per la confidenza con cui lo trattava il principe Santanera , e aveva data quella festicciuola ai bambini dei villeggianti pel solo gusto di mostrare il principe in casa propria .... A me , personalmente , quel giovanotto era antipatico . Sembrava sonnecchiasse da mattina a sera , cogli occhi socchiusi e una grinza maligna agli angoli delle labbra .... Era stata una cattiva idea di Gian Luigi , quella di presentarmelo ; ritornando da Milano , Gian Luigi se l ' era condotto seco e me l ' aveva anche raccomandato come un amico ottimo , un uomo di spirito , dottissimo in tutte le eleganze .... Io però mi chiedeva che cosa trovasse in me di così interessante , da volermi sempre a passeggio o alle gite con lui : che cosa potesse offrirgli la mia casa , da frequentarla con sì rigida osservanza .... Lidia mi domandò in quel momento : - Che cos ' ha babbo da esser nervoso ? - Nervoso ? - dissi ipocritamente . - Non mi pare . - E con un gesto della mano , la feci avvicinare , mi alzai , le diedi il braccio , e la condussi pei viali .... - Non potresti , - mormorai , - mutarti d ' abito ? Hai un abito così succinto , così attillato , che mi spiace .... Eppoi , vedi qui : se t ' inchini un po ' innanzi mostri tutto il petto .... - Tutto ! - esclamò Lidia ridendo . - Che esagerazione ! Appena un dito , se m ' inchino .... Ma io non m ' inchino .... - E se ti siedi , colla gonna così corta , mostri le gambe fino al polpaccio .... - Fino al polpaccio ! - ripetè Lidia arrossendo . - Che esagerazione ! Appena il piede fino alla caviglia .... - Bene : fa come vuoi , allora ! - dissi , rassegnato , lasciandola ritornare al gruppo delle sue amiche , le quali vedendoci così insieme parlar sottovoce confermarono per la millesima volta la nostra fama di sposi esemplari . Quando giunsi io dietro Lidia , presso la magnolia ombrosa , il principe Santanera e Gian Luigi erano arrivati e avvenivano le presentazioni .... Pietro voleva stupidamente far portare una sedia pel principe , e fu entusiasmato quando lo vide sedersi invece tra noi , alla turca : pareva non lo supponesse capace di piegar le gambe come gli altri . Era giunto anche Ettore Caccianimico , il quale conoscendo Marta Giustiniani allora per la prima volta , non potè reprimere un movimento di stupore .... Ciò io temeva , appunto : e guardai Gian Luigi Sideri .... Questi , accoccolato innanzi a Lidia , le proponeva scherzosamente una partita di écarté sull ' erba , ma girando poi gli occhi intorno e fissandoli in volto alla Giustiniani , non sembrò affatto stupito nè colpito dalla rassomiglianza colla donna che doveva avere in cuore . Il principe Santanera parlava di lawn - tennis . Non si poteva piantare il giuoco in giardino ? E socchiudeva gli occhi , dirigendosi specialmente a Lidia , la quale aveva accolta l ' idea con piacere .... Pietro Folengo , un po ' impacciato di non conoscere quel giuoco , se lo fece spiegare dal principe , il quale lo tuffò in un tal mare di parole inglesi , che poco dovette capirne , il Folengo . Così disposti , le cose andavano malissimo . Nessuno poteva far la corte alle signore o dire delle malignità cogli amici ; il convegno aveva dell ' academico : io ruminava invano delle frasi per Marta : ella era chiusa fra Lidia e le altre e guardava tutti e nessuno a un tempo , rispondendo una parola a questo , una parola a quello , stancamente . Per fortuna , venne il servo ad annunciare che il tè era pronto .... Marta Giustiniani , in sette giorni dacchè ci conoscevamo , ebbe allora il primo atto simpatico , e levandosi venne a mettersi così sapientemente , ch ' io le offrii il braccio e ci trovammo gli ultimi in coda . - S ' annoia molto ? - le domandai . - No , per nulla , - rispose . - Ci sono troppe coppie ; - osservai . - Una basterebbe per questo giardino .... - Lei e la sua signora : verissimo , - disse la Giustiniani . Se non avesse sorriso , avrei potuto credere di non essere stato compreso . Ma vi fu il sorriso e non vi fu resistenza quando le tenni la mano stretta nella mia . In sala , ci aspettavan già i bambini tumultuanti attorno alle pile di biscotti ; le piccole chicchere sollevarono da prima un grido di gioia ; poi accorgendosi i bimbi che le chicchere eran più piccole che belle , si dovette servirli nelle chicchere grandi . Ettore Caccianimico s ' occupò lui di questo , passando innanzi ai ragazzi colla guantiera e raccomandando la calma . Anche lì , le cose non andavan meglio .... C ' era della rigidezza , della mancanza di spontaneità .... Quel principe Santanera aveva portata una insoffribile freddezza con sè .... Io mi guardava attorno e leggeva sul viso d ' Ettore e di Gian Luigi il mio medesimo pensiero . Quand ' ebbi vicino Pietro Folengo , gli dissi : - Se non conti di farci muovere , ci addormenteremo tutti .... - Lo credi ? - domandò Pietro spaventato . - Che cosa posso fare ? - Non incaricarti troppo di quel Santanera imbecille e màndaci a spasso pei viali .... - Come debbo ? ... - Se vuoi , m ' incaricò io di dar l ' esempio , - risposi . Marta Giustiniani aveva finito di prendere il tè , in piedi , a fianco di Gian Luigi . Io passai dietro le spalle della donna , e le susurrai : - Vuole che fuggiamo ? - La signora si volse di soprassalto , e vedendomi sorrise : - Dove ? - domandò . - Tu , - io dissi a Gian Luigi , - fànne fuggire un ' altra .... - Gian Luigi assentì col capo e s ' avvicinò a una piccola bionda , madre di tre bambine che strillavano per aver rovesciato il tè sull ' abito nuovo . Era l ' unica signora che s ' adattasse alla statura di Gian Luigi : parva sed apta .... Mentre uscivo in giardino con Marta Giustiniani , vidi muoversi il principe Santanera e dirigersi lui pure al gruppo delle donne .... Ormai , l ' esempio attecchiva , e non mi occupai che della signora al mio fianco .... Per una leggiera salita , dietro un filar di pini , si giungeva fino al muro di cinta , e là da un rialzo si godeva la vista del lago . Noi vi ci dirigemmo , appoggiandoci quindi alla balaustrata .... - Lei avrà troppo sole , - osservò Marta , mettendo l ' ombrellino in modo che venisse a riparare anche me .... Ah , io sentiva in quell ' istante come avessi amata la povera Laura Uglio , se per l ' incontro d ' una donna che le somigliava stranamente , io era colmo di gioia , non più capace di vincere i bizzarri impeti del mio cuore ! Non avevo amata che lei , checchè ne dicesse Gian Luigi ; e non mi pareva possibile una resistenza in Marta Giustiniani . - Perchè non si chiama Laura ? - domandai curiosamente a Marta . - Le piace questo nome ? - fece la Giustiniani . - E le dispiace il mio ? - Sì , - risposi . - Io la chiamerò Laura .... nell ' intimità .... - In quale intimità ? - chiese Marta corrugando le ciglia . - Quando non ci sono gli altri , - dissi . La fronte le si spianò sùbito , quantunque dovesse rimanere nella donna un ' impressione spiacevole . - Ella deve essersi fatta una strana idea di me , - osservò Marta . - È d ' un ' arditezza punto conveniente : io voleva fidarmi di lei , sapendolo sposo da poco .... - Poteva ben parlare , Marta Giustiniani , ch ' io non l ' ascoltava affatto : o meglio , ascoltavo la sua voce e non le sue parole . Ero in preda a un risveglio gigantesco di memorie e di rammarichi . S ' io fossi stato libero , non avrei trovati ostacoli per impossessarmi di quella donna , anche a costo di farla rubare e di tenerla chiusa finchè avesse ceduto .... Così , invece , stava rigidamente fra noi la nostra condizione di gente legata ad altri , e non eran più ostacoli materiali che ci si frapponevano , ma spettri di convenzioni , scrupoli e paure . - Torniamo ! - disse la Giustiniani , accorgendosi ch ' ella arrischiava di sentirsi baciata sulle labbra da un momento all ' altro . E invero , dopo sette giorni , era troppo presto . Nel ritorno , chiacchierammo frivolamente , incontrando pel viale due bambini che facevan correre il cerchio di legno e ci avrebbero sorpresi se fossimo rimasti ancor più a lungo lassù . Quindi ci passaron daccanto Pietro Folengo ed Ettore Caccianimico , a braccio : gli uomini serî andavan senza donne e dovevan parlare di me .... sentii queste parole , pronunciate da Ettore : - " .... sciupando così le sue facoltà preziose d ' osservazione in sospetti ridicoli , non se ne potrà servire utilmente , quando venisse il giorno .... " - e i due uomini piegarono verso il chiosco ove qualche volta si pranzava . - Eppure Lei m ' interessa , - mi diceva Marta Giustiniani , rifatta ardita dalla presenza d ' altri e scintillando inconsciamente negli occhi grigi , dilatati . - Avrei un mucchio di domande a farle .... - Ora ci si avvicinava Gian Luigi colla signora bionda , seguìta dalle tre figlie . Sebbene Gian Luigi fosse tuttavia triste e scorato , la sua vista mi eccitò un sorriso maligno .... Per istinto beffardo , lo vidi ridevolmente piccolo , con una piccola testa , un piccolo fiore all ' occhiello , una piccola canna alle mani .... Diceva : - " .... Questo secondo romanzo è finito . Lo consegnerò all ' editore entro il mese , e ne spero bene . Ci si salva da molti dolori , lavorando .... " Oh , le mie speranze di gloria , i miei amori d ' arte , i miei proponimenti , dov ' erano andati ? Scossi la testa , rabbrividendo , e mi volsi a Marta Giustiniani . Costei era corpo ed anima , non vuoto fantasma : purchè ella acconsentisse , io avrei dimenticato .... Onde , risposi con viva speranza : - Un mucchio di domande vuol farmi ? E perchè manca di confidenza ? Sarei ben felice di rispondere a tutte , a tutte , nessuna eccettuata . - Non so da quale cominciare , - disse Marta sorridendo . - Ebbene , vuole scriverle ? Molte cose che non si direbbero mai , si scrivono facilmente . - Scrivere ? - mormorò la donna , guardando nel vuoto , al di là del muro di cinta , ov ' era l ' orizzonte vasto . - Scrivere a lei ? - Eravamo giunti presso la magnolia ombrosa ; vi restavan le sedie vuote . E Lidia era in piedi , appoggiata al tronco , mentre il principe Santanera si sforzava di giungere al ramo più basso e di coglierne un magnifico fiore .... Marta si allontanò da me , dirigendosi a Lidia . - Abbiamo due altri compagni di viaggio , - disse questa . - Il principe e il conte Sideri verranno al Cairo essi pure quando vi accompagneremo papà .... - Il principe si volse , tenendo fra le mani il fiore che aveva spiccato dal ramo . - Saremo in sei , - continuò egli . - Quattro uomini e due signore : una bellissima carovana , Le pare ? - Gli occhi sonnolenti e socchiusi , la piega sarcastica agli angoli delle labbra , davano un senso ironico a tutto quanto diceva il principe . Io ne fremetti . - Bella , davvero , - mormorai , osservando di sfuggita la signora Giustiniani . - Solo , il viaggio non è ancor deciso , almeno per parte mia e di Lidia . - Questa ebbe un gesto di stupore e mosse le labbra come per interrompere . Io ne la impedii con un ' occhiata . Perchè il Santanera voleva accompagnarci , intraprendendo un lungo viaggio dall ' oggi al domani , con delle semplici conoscenze ? Perchè Lidia ne pareva felice ? Le coppie giravan pei viali , alla luce meridiana : quei due s ' eran ridotti presso la magnolia ove difficilmente altri sarebbero ritornati ; Lidia non aveva il contegno rigido ch ' io avrei amato s ' imponesse col principe , e il principe fra tante signore aveva scelta Lidia appunto per una passeggiata nel giardino e nell ' ombra . Bisognava stringerla in un cerchio di ferro , spiarla attentamente , interpretarne i pensieri , accumular delle prove , dimostrarle come tutto io sapessi comprendere .... Milano , ottobre 1893 - aprile 1894 . FINE .
ROBERTA ( ZUCCOLI LUCIANO , 1919 )
Narrativa ,
I . La prima volta che Cesare Lascaris entrò in casa delle due sorelle , il cielo sfarfallava di lampi infaticabili a levante e a ponente , come per un ' alternativa di colori liquefatti e largamente diffusi sopra una cupola immensa . Roberta era stata ripresa dal suo male . Una leggera spuma rosea le era sgorgata dalla bocca , mentre innanzi alla finestra seguiva col binocolo un vapore , che all ' ultima linea delle acque passava sotto il tumulto dei lampi , sotto il cumulo più nero delle nubi . Aveva deposto sùbito il cannocchiale , e volgendosi a Emilia con la pezzuola umida di sangue , aveva detto : - Ecco ! - rispondendo alla sorda inquietudine , che dalla prima comparsa del morbo le aveva confitto gli artigli nel cuore . Il giorno , levatosi per le due giovani tranquillo come gli altri , divenne repentinamente funebre ; l ' uragano addensato fuori , parve ad ambedue il quadro naturale in cui il dramma doveva svolgersi , e l ' aria pregna di correnti elettriche , solcata dalle luci minacciose , le avvolse e le fece vibrare di spavento . L ' Implacabile risorgeva . Avevan voluto dimenticarla , fuggendo dalla città , aspirando i germi vitali nel paesello ligure inapprezzato dal capriccio misterioso della folla . Tutto della loro vita era stato tacitamente disposto per raggiungere quell ' oblio . Scorrevano ogni giorno lungo tempo sulle rocce più inoltrate nel mare , fin dove l ' onda s ' accartocciava ribollendo passeggiavano adagio , metodicamente verso il crepuscolo , dov ' era men facile incontrare i carri , che sollevavano nugoli di polvere ; la villetta era aperta sempre a finestrate di sole , a fiumi d ' aria pura . Roberta seguiva i consigli dei medici , ed Emilia si studiava d ' allontanarle ogni causa di malcontento . Se si fissavan negli occhi per leggervi il medesimo pensiero inconfessato , gli occhi tentavan sùbito d ' esprimere pensieri frivoli e pieni d ' avvenire . Il male sembrava cosa antica , pessimo sogno pessimamente interpretato dagli uomini della scienza . Guardavano innanzi a sè , lasciandosi addietro il ricordo della malattia breve e furiosa , cui Roberta s ' era sottratta per una generosità de ' suoi diciannove anni . E l ' Implacabile risorgeva ; e quella spuma sanguigna voleva dire la Morte , e quei colpi di tosse che riprendevano , erano la Morte , e tutto ; era la Morte , la Morte , la Morte nel giorno denso di luci minacciose , divenuto il primo periodo d ' un dramma del quale s ' ignoravano gli episodii futuri e s ' intuiva la fine . - Non spaventarti , - disse Emilia con la voce tronca . - Non è nulla .... Sai che non può essere nulla .... Mando a chiamare il medico ... Roberta era caduta sul divano , e nell ' ombra dell ' angolo si vedevan l ' abito turchino a merletti bianchi , il volto cereo ed ovale . Le braccia erano abbandonate lungo il corpo . Sotto l ' atteggiamento incerto , covava il terrore di chi aspetta un nuovo segno infallibile : ella attendeva un altro colpo di tosse , un rigurgito di sangue , la rottura d ' una arteria , che la soffocasse in un lago di sangue ; poichè nessuno meglio di lei conosceva tutte le possibilità spaventose d ' una soluzione certa . - Sùbito dal medico ; venga sùbito ; lasci qualunque cosa .... Hai capito ? - ordinò Emilia alla cameriera accorsa . - Sùbito , sùbito , sùbito .... Vuoi andare a letto , Roberta ? Ti aiuterò ' io .... Fatti coraggio .... E mentre parlava riprendendo il suo posto innanzi alla sciagura , si irrigidiva per resistere alla tentazione di fuggire , mandando grida laceranti .... Piegarsi , prosternarsi brutalmente alla fatalità , piangere fino al torpore e sentire il tempo uguale , infinito , passare su di lei e sopra le cose , doveva essere una voluttà divina . Ella non era creata per tener fronte alle avversità : con la morte del marito dopo un anno di matrimonio e con la prima malattia di Roberta , due volte una ribellione di inerzia era nata in lei ; il bisogno di sfuggire a sè medesima e all ' azione , era divampato così furibondo , che le era avvenuto d ' inginocchiarsi a pregare perchè fosse mutata in una statua dal gesto eterno , dalla insensibilità eterna .... Ma si riprese per quello stesso spirito di rivolta , il quale d ' ora in ora aveva forme così diverse ; allungò le mani alla sorella e l ' aiutò ad alzarsi , riuscendo a sorriderle . Sulla soglia della sua camera , Roberta si arrestò un istante sotto un nuovo attacco del male ; il fazzoletto si arrossò , una sottil bava sanguigna le scese lungo la connessura delle labbra , si ruppe .... Allora , sciogliendosi dalle mani d ' Emilia , la fanciulla corse al letto , strappò gli abiti , slacciò i cordoni delle sottovesti , gettò ogni cosa a terra , fu pronta , e si ricoverò tra le coltri , dicendo febbrilmente : - Vedi , che è proprio il male ? Vedi , che bisogna morire ? ... Non parlare , hai capito ? Non dir nulla .... Il medico , non lo voglio .... Va via , anche tu .... Emilia rimase in piedi presso il letto , fisicamenta assorta nei romori della tempesta , che dalle sbarre delle gelosie proiettava il suo livido ghigno nella camera . Così , spoglia d ' ogni attraenza materiale degli abiti , Roberta era l ' ammalata . Sotto l ' epidermide bianca , una miriade di piccoli punti rossi , qua diffusi e là raccolti in nucleo , segnava la persistenza del morbo ; il seno , questa gloria incomparabile del sesso e della giovanezza , era crivellato dai nuclei rossastri e s ' affondava , invece di protendersi esuberante .... Di quel corpo virgineo avvolto fra le lenzuola , non rimaneva attenta , vivente , perspicace , se non la testa coi capelli biondi e disordinati ; ma ancòra sotto la pelle della fronte e sulle guance , comparivano le piccole macchie rosse incancellabili . Gli occhi erano d ' un azzurro vitreo , le labbra tumide , i denti bianchissimi , il profilo netto e puro , quasi ellenico . Il resto delle sue forme non aveva linea e valore , se non corretto dalle mani scaltre delle cucitrici e lusingato dai colori festevoli o ingenui delle stoffe . Per la camera semioscura aleggiava un profumo indefinito d ' acque odorose ; i mobili modesti delle case d ' affitto variamente ricoperti e senza stile , parevano l ' avanzo di diversi addobbi ; il letto solo in mogano lucidissimo era elegante e nuovo . Sui tavolini , sui divani , s ' ammucchiavano i libri rilegati o sciolti , una collezione di romanzi , da Walter Scott agli ultimi autori russi , che Roberta leggeva senza posa e senza scelta , fino ad averne l ' emicrania . Ella era ancòra la fanciulla tipica , angariata e deliziata dai sogni un po ' umoristici del romanticismo ; si costruiva in testa una favola di principi e di re , si assegnava una parte nella favola , mutava e rimutava gli episodii , vivendo , con qualche residuo dei preconcetti acquei di collegio , in assoluto ritardo , in voluta contraddizione con tutto quanto era vita intorno a lei . Emilia , seduta a fianco del letto , tenendo fra le sue una mano di Roberta , stava sempre attenta ai romori esterni , poichè nella camera era piombato un silenzio di malattia , che la riconduceva a dieci mesi prima , richiamando a galla i terrori , le stanchezze , le disperazioni di quei giorni . Fuori , a levante e a ponente , i lampi gareggiavano ; sulla casa il tuono si trascinava con lunga eco ; di momento in momento , la camera era infiammata da una vampa lividiccia , cui seguiva il crepitio secco d ' una scarica elettrica . Roberta si drizzava a sedere , guardava Emilia negli occhi , e ricadeva sui guanciali . In quei passaggi di pesante angoscia , esse comprendevano , o chiaramente o vagamente , che nè per loro nè per altri la vita non aveva indulgenze , che i benigni non esistevano , e che la lotta non era solo in grandi giorni di battaglia , ma in tutti i meschini giorni dell ' anno , in tutte le piccole ore del giorno . - È finito ? - disse Roberta ansiosa . - Guarda se è finito .... Mi fa così male ... Emilia andò a guardare , socchiudendo le imposte . Per quanto si vedeva da quella finestra sul fianco della casa , l ' uragano pareva cominciasse allora . Il monte di Santa Croce era fosco sotto le proiezioni oscure della nuvolaglia , e la collana d ' uliveti che ne discendeva e si propagava sul versante , aveva preso il colore sinistro e scialbo dei giorni di tempesta . Le case a tinte vive , secondo il concetto degli antichi marinai , i quali da lontano volevano riconoscerle e salutarle , aspettavano silenziose la cavalcata delle nubi , illuminandosi al riflesso dei lampi .... E a un tratto , per la violenza del tuono , le nuvole si spalancarono come porte gigantesche e mostrarono il fulmine ricurvo , dorato , arme classica e divina , che si sfoderò precipitando dietro la montagna .... Susseguì il vento , la pioggia sferzò , ora verticale , ora a sghimbescio , a capriccio del vento , e l ' uragano si stabilì sopra il paese . - Siamo alla fine , - rispose Emilia , accostando le gelosie . - Come stai , cara ? Va meglio ? La sorella teneva le palpebre calate e sul volto le era scesa una maschera di sublime indifferenza per ogni cosa mortale . - Vuoi dormire ? - soggiunse Emilia con voce più cauta . Roberta scosse un poco la testa ; ad occhi chiusi sembrava assorta nell ' ascolto del male , - dava tregua o saliva di grado in grado senza ostacoli ? - e il mutismo d ' una rassegnazione interamente fisica le aveva invaso l ' anima . Emilia , rimasta a guardarla , fece un gesto perduto , a sgombrar le visioni di certezza che andavano stringendola intorno . Con le mani serrate , immobile a ' piedi del letto , ella pensava alla morte prossima ; sua sorella doveva morire , forse quello stesso giorno , soffocata dal sangue rigurgitante nelle caverne dei polmoni . La fantasia , rinforzata dalla meccanica dei racconti uditi e delle memorie , dipingeva l ' avvenimento , a grandi tratti prima , e poi ne ' particolari più minuti e dolorosi : la donna si sentiva già piangere e mormorare le parole profonde , dissennate , che echeggiano inutilmente nelle case tragiche per la morte . Aveva gli occhi fissi al letto , e lo vedeva vuoto . - Vuoi il ghiaccio ? Devo prepararlo ? - ella domandò , scuotendosi e avvicinandosi . Ma a quel ricordo della malattia antica , Roberta alzò faticosamente le palpebre e negò con la testa . Emilia le toccò il polso , la fronte , le tempia . - È fresca ; non ha febbre . Non ha mai febbre , - mormorò , quasi parlasse con le visioni di certezza ch ' erano intorno . - È la febbre , da temersi . L ' altra volta l ' aveva , ed è stata così male . Oggi non ha febbre ; è fresca .... E se avesse obbedito all ' istinto , avrebbe seguitato , gestendo contro le ombre del terrore : " - Capite , capite , che non può morire ? Si salverà pure questa volta ; continueremo la nostra via , l ' una a fianco dell ' altra , come ci siamo promesso . " . Non era passata un ' ora dalla ricomparsa della malattia , ed Emilia aveva già smarrito ogni senso della vita abituale , quasi soffrisse da mesi , da anni . La mattinata semplice e monotona s ' era dispersa tra le memorie bianche ; la giovane ritrovava in sè medesima lo stato un po ' febbrile , l ' espressione laconica , il gesto attivo e silenzioso dei momenti solenni . - Roberta , - disse con l ' inesorabile ostinazione della paura , - stai meglio ? Vuoi riposare ? L ' ammalata sbarrò gli occhi cercando per la camera : vide la sorella a ' piedi del letto e la fissò a lungo , ancòra con l ' indifferenza serena di chi è già per altre vie lontane e mute . Poi , senza tosse , senza fremiti , recò alle labbia la pezzuola , e l ' arrossò ampiamente . - Dio ! - esclamò Emilia , accorrendo a sostenerla . Il sangue sgorgava , non più roseo ma purpureo , una fontana vitale entro la catinella che Emilia teneva con una mano . - Coraggio , cara , fatti coraggio , - susurrò Emilia . - È una crisi momentanea , lo sai .... Il sangue sgorgava , e le due sorelle s ' erano avvinghiate intorno al busto tenacemente , guardando quella vita liquida , quella morte liquida , cui alcuna scienza umana non avrebbe potuto arrestare . Emilia era curva sotto un peso invisibile ; Roberta non dava segno di terrore , ma stava rigida nell ' attesa fredda e spaventevole , ritrovata fra le abitudini delle sue sofferenze . La crisi cessò , il sangue ristette . - Ti porterò il ghiaccio , - disse Emilia , posando la catinella insanguinata - Il ghiaccio ti guarisce , non è vero ? Ma non appena uscita dalla camera , traversando il gran salotto centrale , Emilia s ' aggrappò a un mobile . Libera di naufragare nella disperazione ampia , senza difese , ella vedeva immancabilmente certa la soluzione ; era destinata a seguitar tutta sola la sua strada , poichè la compagna le sarebbe caduta al fianco fra breve . E per una satanica raffinatezza della fantasia , una folla di episodii rosei le corse incontro ; e per malvagia associazione d ' idee , ella ricordò alcune pagine lette sbadatamente o alcuni discorsi distrattamente ascoltati sulla legge di selezione , sulla matematica necessità della morte precoce .... La fanciulla era senza dubbio inadatta a sostenere gli attriti dell ' esistenza , e portava in sè le mortali ferite d ' una vecchia razza esausta . Ella pareva essere stata concepita in una notte di nevrosi , per un desiderio fiacco e metodico : imperfetta opera di due creature incatenate da vincoli legali e fittizii , Roberta aveva già troppo resistito alle raffiche forti e alle acute brezze micidiali ; poichè , prima di lei , i fratelli erano stati travolti , e dopo lei , Emilia sola aveva rievocato il buon tipo originario ; e dopo Emilia , i fratelli di nuovo erano tutti scomparsi in piccola età . Ora , cotesta differenza di nervi , di muscoli , di forze , aveva più volte in Emilia risvegliato l ' antipatia latente dei sani per i malati , l ' antipatia bruta d ' un corpo vivido e fresco per un corpo fradicio e passo . " Tu ti leghi a un mostro , - le susurrava lo spirito loico . - I tuoi sforzi non serviranno se non a prolungare un ' agonia e a trasmetterti i germi , dai quali per maraviglia di natura ti sei salvata . " E alla sentenza , che sembrava macabramente scritta con le ossa d ' uno scheletro sulla via sperduta dell ' avvenire , tosto succedeva la reazione generosa , esagerata ; e per punirsene , Emilia avrebbe dato intera l ' esistenza propria , e contratto volonterosamente i germi della malattia atroce . Poichè il sordo antagonismo non giaceva soltanto in fondo alla sua coscienza ; ma con disperata tristezza erasi dovuta persuadere che anche nell ' anima di Roberta andava cristallizzandosi un rancore quasi animale contro la sanità e la procacità inconscia di lei , contro il suo avvenire , contro la facoltà di goder le gioie , cui ella , Roberta , non avrebbe avvicinato mai .... Certi misteriosi allontanamenti , certi risvegli di violenta simpatia , nei quali la fanciulla soffocava una voce imperiosa e sconsigliata , avevano quella sola spiegazione . Mai come quando le due sorelle si gettavano una nelle braccia dell ' altra , mai come allora eran così fresche reduci dall ' odio , mai come allora avevan sentito passar sulle reni una cosa viscida e molle , che si chiama ribrezzo . Anche in quel giorno in cui lo spavento rinasceva con la tenera sollecitudine , l ' istinto oscuro aveva arrestato Emilia , uscita appena dalla camera di Roberta : " Perchè ti affatichi ? - le fischiava all ' orecchio . - L ' ha detto ella stessa : il suo male ritorna e bisogna ch ' ella muoia . Vuoi contrastare il passo a una legge sovrumana ? " Una scampanellata la richiamò interamente ; doveva essere il dottor Noli , il medico del paese , che con l ' esperienza di chi ha visto innumerevoli casi d ' una stessa malattia , aveva fortificato , la sua teorica mediocre . Emilia andò ella medesima ad aprire ; la mano tremava d ' impazienza , volgendo due volte la chiave nella toppa , Sul ripiano stavano la cameriera e un uomo , che Emilia non ravvisò sùbito . - Il medico non c ' era , - disse la domestica . - È andato a Genova ; mi hanno indicato il signore ; è medico anch ' egli e si trova qui per i bagni . Ho pregato lui di accorrere ; non voleva , ma l ' ho persuaso , perchè il dottor Noli non tornerà fino a domani .... Ho fatto bene ? Le pare ? ... Mentre parlava la cameriera , Emilia aveva dato il passo all ' uomo . Cesare Lascaris entrò , mormorando un saluto . Emilia gli gettò uno sguardo : era alto , elegante , bruno in viso ; dimostrava alcuni anni più dei trenta . La giovane lo conosceva per averlo visto in paese qualche volta . - È dottore , lei ? - gli domandò bruscamente , guardandolo dritto in faccia . - Perchè non sta a Genova ? Come può essere qui in ozio , se è dottore ? ... Si tratta della vita di mia sorella .... Cesare Lascaris consegnò l ' ombrello gocciolante alla domestica , e sorrise tranquillo . - Se si tratta d ' un caso grave , sarà forse inutile perder tempo in spiegazioni che darò dopo , - rispose . - Non appena giungerà l ' amico mio dottor Noli , gli cederò il posto ; ma intanto , se si tratta d ' un caso grave ... Si fermò , annoiato di dover ripetersi , della diffidenza che l ' accoglieva , della penombra che le imposte chiuse stendevano nel salotto e che gl ' impediva di veder bene in volto la sua nemica ; ma l ' abitudine gli smorzò sùbito la voce un po ' vibrante . - S ' accomodi , - offerse Emilia , vergognosa del primo impeto . - Mia sorella ha avuto stamane uno sbocco di sangue .... Allora , innanzi di passar nella camera dell ' ammalata , Cesare Lascaris propose una serie di domande imbarazzanti su Roberta , mentre Emilia a testa bassa di fronte a lui rispondeva precisa e chiara , con una mal celata animosità contro l ' uomo , il quale aveva diritto a conoscere ogni fatto intimo della vita fisica d ' una vergine . II . Uno scoglio scabro crivellato dalle trafitte secolari dei marosi , si tuffava nel mare ardendo sotto il sole : era uno scoglio grigio , su cui il piede s ' incastrava fra le spaccature ; spesso era uno scoglio bruno , quando la spuma crepitante giungeva a superarlo , colando ai fianchi in piccoli torrenti lattei . Nella cabina drizzata a ridosso delle rocce sovrastanti alla spiaggia , Emilia vestì l ' abito pel mare ; un abito tutto candido , costellato di fioretti d ' oro con le foglioline d ' oro ; i piccoli piedi ricoverati nei sandali , ella tentò studiosamente lo scoglio che li afferrava come nel pugno d ' un innamorato ; s ' avanzò , cercò il proprio riflesso nell ' onda , si buttò a capofitto , sparve , riapparve lontana , tagliando con le braccia nude l ' acqua ritmicamente . L ' acqua ! Emilia l ' aveva sempre temuta e vi si abbandonava con un piacere non privo di fremiti .... L ' acqua che poteva essere la morte , l ' onda che aveva la forza di dieci leoni scatenati , l ' acqua e l ' onda l ' attiravano , le parlavano , la cullavano perfidamente , ed Emilia non sapeva se un giorno non si sarebbero chiuse sopra la sua testa , eternando la conquista giovanile . Il corpo di lei , peregrinando nell ' abisso tra le gòrgoni , avrebbe seguito le correnti sotto il piano del mare ; con gli occhi spalancati avrebbe visto gli scafi delle navi sommerse , i resti dei naviganti deformi e tentacolari per i filamenti delle alghe .... Laggiù avevan tomba molti cadaveri d ' uomini e di donne , ancòra paludati dalle vele entro le barche , o avviluppati ancòra tra le erbe viscide .... Ma non godevano quiete e sentivano la vita mostruosa che pullulava intorno a loro . Pel brivido che quei pensieri le scandevano sulle reni e sugli òmeri , Emilia si spinse allo scoglio , lo risalì , e in un accappatoio bianco dal cappuccio aguzzo stette a guardare la superficie maliarda , un po ' gonfia all ' orizzonte . Il sole violento bruciava lo scoglio e la spiaggia ; la donna , i gomiti sulle ginocchia e la testa fra le mani , tornò a imbrancarsi nel gregge silente delle sue fantasie , delle memorie senza forma , delle sensazioni vibrate a un tratto nel cervello , le quali parevano uscire un attimo da una guaina di cose vissute . Emilia non era più fanciulla , ma era stata donna per così poco tempo , che i guanciali del suo letto avevan dimenticato l ' impronta d ' una testa maschile e la luce del suo corpo risplendeva nell ' alcova deserta . Era vedova da due anni ; ma il desiderio di chiudere la solitudine dell ' anima le faceva sembrar quel tempo assai lontano . Aveva gli occhi grigi ; i capelli neri avvolti intorno alla testa e attorti presso le orecchie , davano qualche riflesso d ' acciaio . Ella entrava sola nel talamo e sola riposava . Le era avvenuto forse di svegliarsi nella notte e d ' irritarsi per uno di quegli arguti sogni , che non lascian tregua , popolano la mente di fiamme , soffiano sulle carni ; le era avvenuto forse di stendere le braccia disperatamente nell ' ombra , e di piegarsi ad arco sotto lo spasimo del sogno che sfiora e sfugge .... Ma giungeva l ' alba a quietarla , e il torpore invece del sonno .... Si guardava nello specchio al mattino , e vedeva sotto gli occhi puri un livido cerchio . Anch ' ella navigava per un ampio oceano di dubbii ; non aveva mai trovato chi la guardasse senza invidia o senza libidine ; stupita che tutto ponesse capo all ' odio o all ' amore , avrebbe voluto un senso nuovo e tranquillo . I suoi pensieri sfilavano come una torma di volpi azzurre sul disco bianco della luna ; si disperdevano , s ' interrompevano , riprendevano tutto il giorno fra lo svolgersi isocrono d ' una vita femminile incapace a mutar l ' avvenire con la sola forza della propria volontà . Emilia era votata al destino , tremendo nella sua indomabile dolcezza , che aspetta la donna , bella e giovane . Nessuno avrebbe potuto dubitarne ; un altro uomo sarebbe arrivato a conquistarla poichè era giovane e bella . Doveva vivere le delizie meschine dell ' amore ; traversare le foreste millenarie della passione , che tutte le donne pari a lei hanno traversato . Ella non possedeva memorie d ' amore , le quali non fossero anche ricordi di morte . Se si chiedeva chi l ' aveva baciata , si rispondeva che chi l ' aveva baciata era morto , lasciando la sua giovanezza in mezzo a un cumulo di rovine ; una chiara fonte in un parco abbandonato . Ma da qualche tempo i sogni molestavano la sua alcova deserta , e anche sotto la selvaggia prepotenza della luce diurna , Emilia avrebbe potuto stendere le braccia e sentir fuggire nell ' aria i fantasmi quasi afferrabili , divenutile crudelmente familiari . Il corpo roseo tra la pelurie bianca dell ' accappatoio sembrava chiamar quei fantasmi , nascenti dalla mollizie del bagno , ridenti nel gorgogliare delle acque , un istante prima così funeste e minacciose . Era la vita , l ' anima incoercibile della giovanezza , da cui i raggi si espandevano con lunga chioma di luce ; sciogliendo l ' accappatoio per rivestire l ' abito da passeggio , tutto il fulgore delle membra prorompeva , saliva , stupiva ella medesima .... Quante volte non aveva sentito che la dimane era certa , e la dissoluzione aspettava ogni sua grazia mortale , così gelosamente ornata di cure assidue ? Ma il giorno era pigro , lentissimo , in quella campagna marina . Dal sorgere del sole al calar della luna sembravano passare dei secoli ; dal frinire delle cicale al gracchiar delle rane , era un giorno e un ' epopea di sensazioni . Il mare solo , il cielo solo bastavano per una sfilata gigantesca di spiriti senza nome . La folla aveva dimenticato il piccolo paese . Non v ' erano alberghi : visto dal mare era un gruppo e una distesa d ' edifici spinti fino all ' ultimo limite della terra , ove l ' acqua spaziava o si drizzava nella furia delle tempeste . Dietro il vivente ammasso di case si snodava la strada , che dall ' altro lato , verso le colline , aveva alcune ville non illustri , coi giardini grigi per il predominio degli ulivi . E tutti i giorni Emilia tornava , dal bagno alla villetta , ove l ' attendevano Roberta e le piccole cose le quali aiutano a precipitar le ore : un libro , una lettera , un discorso con Roberta appena convalescente , una passeggiata per le camere ombrose . Ma , breve come un lampo o lungo come uno spasimo , imperava il sogno sognato ad occhi aperti sopra una poltrona a dondolo ; e le due sorelle abbandonate nelle due poltrone , sognavano ad occhi aperti con le mani sulle ginocchia in atteggiamento da idoli insensibili ; mentre quel tempo precipitava , che esse dovevano piangere in avvenire per l ' ineffabile attrattiva delle cose perdute . Dì sera , il giardino era tutto una festa ; certi fiori non s ' aprivano se non nell ' umidità dell ' ombra , ed effondevano un odor vellutato , un odor misterioso di notte romantica ed antica . Fra i bassi filari degli aranci , migliaia di lucciole nottiludie trescavano , vibrando i piccoli lampi verdognoli , alternando la loro luce così , da sembrare la fosforescenza delle acque sotto i raggi di luna . Erano disposte a brevi intervalli sapienti ; volavano e lampeggiavano ad intervalli , s ' innalzavano fin sopra la casa e ritornavano ai filari degli alberelli e vibravano la luce mite , che bastava a inebbriarle co ' suoi giuochi puerili . Emilia scendeva nel giardino ad aspirare il profumo selvatico delle notti serene . Coglieva a volo nelle mani bianche e sottili qualche lucciola sperduta e la posava tra i capelli , ridendo in su , verso Roberta che guardava dalla finestra . I cani abbaiavano invisibili , sui colli neri ; i palmizii non si muovevano per alito d ' aria ; il silenzio massimo non era calato per anco sulla terra , ma già i romori s ' affievolivano a grado a grado . In breve il sonno penetrava negli umili edifizii , mentre tutte le cose non umane proseguivano il loro ciclo eterno , senza fatica . Ma innanzi al letto , Emilia si chiedeva s ' ella pure avrebbe dormito . Le pareva che inutilmente la sua alcova fosse chiusa : qualcuno vi passeggiava in ispirito ogni sera . Inutilmente celava il suo corpo sotto vesti senza linee : qualcuno l ' aveva già posseduto in ispirito e conosceva l ' arco mortifero del suo braccio , ove la testa dell ' amante avrebbe riposato presso il seno . Le vecchie regole morali che avevano fiancheggiate la sua adolescenza , e a cui Emilia ricorreva per salvezza , si rivelavano goffe come una processione di gesuiti attraverso a una folla di donna scarlatte . Altre volte , ogni formula imperativa era agevole , un sentiero diritto per una campagna senza sterpi ; ma procedendo , a poco a poco la strada invasa da viluppi d ' erba tenace , si smarriva in una palude di verde sdrucciolo . E le idee scarne assolute dei tempi rosei mutavano in una fuga di statue , a cui il cuore appendeva corone di rimpianto o di rimorso .... Così , prima che sorgesse il dramma , la giornata simmetrica si dissolveva nel circolo del tempo . III . Mentre Cesare Lascaris percorreva la strada ineguale , a piccole salite e a piccole discese , tra il villaggio e Pieve di Sori , Emilia comparve ritornando dal bagno , per un viottolo di fianco digradante al mare . Aveva un gaio abito lilla , e camminava con passo così leggero , che non avrebbe lasciato orma se il terriccio fosse stato di cera liquefatta . Portava alta la testa , un po ' indietro ; fra le labbra semichiuse apparivano i denti candidi . Ambedue i giovani eran diretti verso Pieve , a una passeggiata ; da parecchi giorni non si erano visti . Emilia gradì l ' offerta d ' accompagnarla . Imperava dovunque una molle rilassatezza . La campagna verde , a sinistra , inturgidiva sotto il calor sensuale ; oltre la strada , a destra , il mare si stendeva ampio ; e tra i due azzurri cupi del cielo e delle acque , una vela , porporina di raggi , somigliava a una svelta lingua di fuoco . Era uno di quei giorni frequenti , in cui la complessa vita d ' ogni cosa ha una solennità d ' indimenticabile concordia ; e dagli umili ai più alti gradi della scala creativa , tutto gioisce d ' un benessere il quale sembra eterno , senza possibilità di mutamenti , senza ricordi d ' altri stati meno giocondi . Nulla rammentava il tempo , la parabola triste , la decadenza , la morte ; era nell ' aria una galoppata di note ilari , un inno d ' oblio e d ' impassibilità quasi non crudele per ogni miseria . Emilia aperse il parasole bianco a merletti : intorno alla testa e alle spalle , le sfolgorò uno scudo rotondo , una parma di luce scintillante . Ella sentiva la gioia d ' essere tra quella pomposa gioia di vita ; Cesare al suo fianco , ritraendosi un poco , la studiava furtivamente . Parlarono , sul principio , di cose leggère , variazioni di temi comuni cui era troppo difficile sfuggire in quel giorno : la tranquillità della campagna , i paragoni tra la campagna e la città , furono i temi . Poi Emilia parlò di sua sorella . Percorrevano allora l ' ultimo tratto di strada nelle vicinanze di Pieve ; a destra , il muricciuolo di riparo era finito , e sul pendio scendente alla spiaggia , i pini marittimi svelti s ' arrampicavano , chiudendo tra i naturali intercolunnii le trasparenti chiazze dell ' acqua cerulea . Emilia , di tempo in tempo , guardava Cesare in volto , ed egli vedeva i due occhi grigi sotto le ale delicate delle sopracciglia fissarsi in lui con espressione di grande fiducia . Molte piccole cose significanti erano avvenute , da quando la cameriera di Emilia era corsa a cercarlo per supplire momentaneamente il dottor Noli al letto di Roberta . Cesare aveva preso vivo interesse alla malattia di questa , aveva confortato Emilia con parole d ' amicizia , le quali eran giunte strane e inaspettate a lui medesimo ; e allorchè Roberta s ' era infine potuta levare , l ' opera del buon dottor Noli era parsa alle due sorelle ancor meno efficace , ancor meno provvidenziale che il soccorso opportuno di Cesare . E , - fra le grandi cose , - dal giorno in cui la malattia aveva fatto la sua ricomparsa , qualche legame non visibile aveva aggiogato le due donne alla sorte del giovane ; l ' invitto soffio del destino aveva sfiorato le tre esistenze . - Dunque , - domandò Emilia , acuendo l ' intensità dello sguardo , - Ella non crede mortale la malattia di Roberta ? Fra tanti medici consultati , non uno mi ha detto chiaramente si trattasse d ' etisia .... Se fosse altro , una cosa semplice ? Non è possibile ? Mi dica .... Cesare pensava all ' immancabile fatalità che tutti quanti sono a fianco d ' un ammalato s ' ingannino sull ' importanza e sui progressi del morbo . Il bisogno di sperare è testardo nell ' uomo ; e Cesare aveva udito parecchie volte i consanguinei negar l ' evidenza , e gioire del miglioramento che precede di ventiquattr ' ore la morte . - È possibile , senza dubbio , - egli affermò , dopo essersi interrogato e risposto che non aveva alcun motivo a mostrarsi rudemente sincero . - La signorina Roberta è assai giovane , e , oltre questo , ogni momento s ' incontrano dei casi di guarigione spontanea . - Non è vero ? - esclamò Emilia , arrestandosi un attimo . - Essa è uscita dal letto , passeggia , si nutre volontieri ; sta proprio bene .... Come potrebbe riammalarsi ? ... Cesare lanciò alla donna uno sguardo non visto . Quella fede assurda , quell ' inganno puerile , in cui Emilia cadeva , pel solo indizio che i moribondi giacciono a letto e Roberta era in piedi , commossero l ' uomo , il quale sapeva l ' avvenire . Trovò dolce essere assurdo a sua volta e negar l ' evidenza , come una sfida al domani .... . - Non dubiti , - soggiunse , - è certo che altre crisi non si presenteranno . - Anche il dottor Noli me lo ha fatto sperare .... Sarebbe così terribile ! - mormorò Emilia , rivedendo con la memoria la giornata di sangue . - Abbiamo tanto sofferto , l ' ultima volta ! ... ed io ho accolto Lei in un modo abbastanza strano , - aggiunse mentre sorrideva quasi umilmente . Oh sì , in modo strano ; lo pensava anche Cesare , il quale per l ' abitudine di ricercar le cause , da qualche tempo andava studiando le ragioni che lo avevano indotto , a frequentare la casa delle due sorelle ; e aveva creduto trovarne una , nella orgogliosa necessità di farsi ben conoscere , di mostrarsi migliore di quanto egli non fosse , poichè ancòra gli stillava nell ' animo la ferita dell ' ingiusta diffidenza . Ma pronunziò sùbito alcune frasi comuni , per rassicurare Emilia sulla impressione di quella accoglienza ; ed egli stesso in fondo all ' animo sentiva una curiosa tenerezza per la ruvidità inabituale , che la donna aveva mostrato nel terribile giorno di paura e di sollecitudine . - Roberta è tutta la mia vita , - ella disse . - Quando non vi fossero tra me e lei così stretti vincoli di parentela , basterebbe la delicatezza della sua salute per rendermela cara , preziosa .... Per ciò , ho diritto a sapere , come una madre ; ho diritto a non essere ingannata pietosamente . Ancòra la franchezza delle parole piacque al Lascaris , quantunque fosse ben lungi dal riconoscere quel diritto , o almeno la necessità di obbedirgli . Ella taceva , guardando alcune donne , le quali andavano a rivendere , con un canestro di pesce o di frutta sulla testa ; due carri uno dietro l ' altro , a quattro o cinque cavalli in fila , romoreggiavano pesantemente , e nella discesa il freno guaiva sui toni più striduli . Cesare approfittò dell ' attenzione ch ' ella prestava allo spettacolo caratteristico , per osservare con qualche agio la sua compagna . Appariva tranquillamente superba di bellezza ; irradiato dal senso di equilibrio ch ' era in ogni cosa intorno , il volto calmo aveva particolari squisiti : gli occhi grigi a mandorla ornati di ciglia lunghe , il naso diritto con piccole narici , la bocca purissima dalle labbra vive . Conservava fresche le linee , che il male aveva atrofizzate o guaste in Roberta ; onde , la figura era snella , la elasticità delle membra era nel passo libero e ritmico , nei movimenti di grazia , nella stessa curva del braccio e della mano , con cui sosteneva l ' ombrellino presso la spalla . Infine , coi capelli neri , potenti di attrazione , ella risvegliava l ' imagine di una donna orientale , e ancòra molte imagini di obliosa mollezza in qualche stupendo gineceo . - Come si sta bene , qui ! - riprese , guardandosi in giro . - Noi volevamo partir dopo i bagni , ma il dottor Noli .... - Certo , - esclamò il Lascaris vivamente . - Sarebbe pericoloso ricondurre la signorina a Milano durante l ' inverno . - Per ciò , rimarremo . Ho già prolungato l ' affitto per tutta la stagione invernale .... Il paese è tanto tranquillo .... E s ' interruppe , aspettando ch ' egli dicesse se partiva dopo i bagni ; ma l ' uomo tacque , sembrandogli stranamente che l ' annunzio avrebbe preso un significato d ' intenzione . - Siamo a Pieve , - egli disse , con un gesto alle case , dove la piccola discesa moriva . - Vuole andare avanti ? - No ; riposo un poco , e poi ritorno . Emilia traversò la strada , scelse un rialzo coperto di spessa erba , verso il mare , e sedette . Cesare restò in piedi , contemplandola . " Com ' è bella ! " - pensò fanciullescamente . Per vent ' anni di vita vera , e per dieci di professione medica , egli non aveva conosciuto se non il piacere comune , e s ' era fatta l ' abitudine di ricevere le lettere femminili che parlassero d ' una voluttà testè morta , e ne promettessero altre per la dimane . Dell ' amore , nulla più gli era noto : non gli ostacoli stimolanti , non i contrasti gravi , non alcuna delle condizioni per le quali la necessità fisica si purifica . Egli aveva appena assaggiato qua e là , gustosamente . Ma in quell ' ora , a fianco d ' Emilia , Cesare cominciava a provare una specie di deliziosa angoscia , turbato dal presentimento del destino . - Sì , è molto tranquillo il villaggio , - egli soggiunse , - e ci si diventa molto pigri . Io non mi occupo di nulla , e non trovo tempo di scrivere agli amici . - Io pure , - disse Emilia sorridendo , - non ho che abitudini d ' ozio .... Essi erano perduti , dimenticati in fondo al paese . I treni passavano frequentissimi , trascinando gente ignota a ignote fortune ; ma in gran parte procedevano oltre , e non rimaneva nell ' aria se non l ' eco d ' un fischio stridente , e qualche latteo globo di vapore . A mezz ' ora di cammino , a Nervi , la vita era già più intensa ; la rinomanza de ' suoi alberghi e la bellezza della sua marina vi chiamavano ogni anno una varia folla di stranieri , malati d ' anima o di corpo , o abituati a climi tepenti . E intensissima , febbrile , tumultuosa , era la vita a Genova , dove Emilia , per unica distrazione , si recava spesso con Roberta . Lasciata la carrozza , le due sorelle andavano a passeggio per le grandi vie e per le viuzze stipate di botteghe , quasi ad un viaggio d ' esplorazione , su per le lunghe salite , a capriccio , felici quando arrivavan da sole a qualche altura , che dominasse la città , il porto , il mare ampio e multicolore . Non conoscevano persona , a Genova ; non capivano una parola dei dialetto serrato ed aspro ; godevano di sentirsi forestiere , e di passare a fianco d ' una folla che le ignorava ; l ' andirivieni della gente , il frastuono dei carri , la sfilata fitta dei negozii , davan loro l ' idea d ' un gran mercato sempre in tumulto ; e diversamente che a Milano , ove sapevano a memoria i nomi delle ditte principali , e credevano sapere tutte le abitudini della città , - gustavano a Genova ogni volta qualche cosa imprevista , e osservavano l ' ansia della vita romorosa , estranee come a uno spettacolo . Sul tardi riprendevano la carrozza per tornare a casa , raccomandando al cocchiere di non frustar troppo . Esse temevano un poco ; ma la gita le divertiva appunto perchè le discese ripidissime , la strada spesso parallela alla via ferrata , incutevano un ' ombra d ' attraente pericolo . Qualche volta , il treno le sopraggiungeva , rapido e formidabile ; e il cavallo , fermo innanzi alle barriere , drizzava le orecchie , volgeva la testa a guardare . Era l ' attimo più commovente della passeggiata ; le giovani si stringevano la mano , sorridendo . Il mare pompeggiava , solenne di quieta potenza ; le ville davano al paesaggio la nota leggiadra o maestosa , incensando l ' aria coi profumi dei giardini , e tagliando il cielo puro coi ricami aggrovigliati o con le punte argute degli alberi . Di frequente il sole era tramontato , e la carrozza saliva ancòra l ' ultima ascesa tra Nervi e Sant ' Erasmo ; i monelli sulle porte schiamazzavano ; qualche carro , con le ruote pesanti affondate nel terriccio , ingombrava la strada , e nella penombra risonavano gli aizzamenti gutturali degli uomini , i tintinnabuli dei muli e dei cavalli inarcati a trarre il veicolo . Arrivavano a casa , le due sorelle , quando già i fanali modesti fiammellavano sul verde cancello del giardino ; correvano , salivan presto le scale , trovavan l ' uscio spalancato e la cameriera impaziente . Sulla tavola lumeggiata da un ' alta lucerna a colonna , la tovaglia , il vasellame , le posate mandavano bagliori ; e la serata cominciava , tutta bella d ' intimità . Non v ' erano se non i radi colpi di tosse , che potessero mettere sul volto d ' Emilia una nube fugace .... - Vuole che torniamo ? - disse a un tratto la donna , alzandosi e incamminandosi . Essi ripresero la via , involuti nella sensazione della complessa irresponsabilità delle cose , la quale sovraneggiava ovunque . - I suoi amici stanno a Milano ? - riprese quindi Emilia , più audace perchè rifletteva sempre troppo tardi . - Quasi tutti , - disse Cesare . - Ma veri amici non ne ho : colleghi , compagni di studii , conoscenze : legami , infine , che non resistono alla lontananza .... Mandò un respiro di sollievo , perchè gli sembrava d ' aver detto molto con la parola legami . - " Avrà capito ? " - si chiedeva , studiando sul viso d ' Emilia l ' impressione della risposta . Ed Emilia , che camminava con lo sguardo a terra , parve ergersi più dritta , liberata da un peso invisibile ; alzò gli occhi , incontrò gli occhi del Lascaris , e si trattenne a forza per non sorridergli . " Com ' è bella ! " - ripensò questi , un po ' umiliato di non trovare altro per lei . Ella non era corpo soltanto , ma uno spirito , un pensiero , un ' anima ; e tuttavia dal cuore di lui non salivano con violento impeto , se non quelle tre parole , che l ' avrebbero fatta arrossire , s ' egli le avesse pronunziate . Emilia fu punta da un brusco rimorso . Aveva dimenticato Roberta . Perchè aveva potuto dimenticarla e parlarne tanto poco e non insistere sulla guarigione inattesa ? Disse allora , con voce tutta diversa : - Dunque , è ben certo , signor Lascaris , che possiamo considerar salva Roberta ? Non v ' è pericolo d ' una ricaduta , d ' un peggioramento subitaneo ? ... Preso all ' impensata , in mezzo a visioni così lontane dalla malattia , dalla morte , da quella giovanetta , ch ' egli considerava col dispregio compassionevole d ' un artista per un bel quadro screpolato , Cesare ebbe la tentazione abbacinante di gridare ad Emilia : " Non legarti a lei ; è condannata . Tu sei per la vita , ed ella è per la morte . Tu hai i diritti di quelli , che il genio della specie ha creato a tutela della sua purezza , e Roberta ha i doveri di rinunzia , che il suo male e il pericolo del contagio le impongono " . Esitò un lampo a rispondere , e già Emilia s ' era arrestata , esclamando con voce angosciosa : - Ma Lei non m ' inganna , dottore ? Non avrà coraggio di farmi sperare nell ' assurdo , se fra poco ? ... Non m ' inganna , non m ' inganna ? ... Il grido confermò Cesare nell ' assoluta necessità d ' ingannare . Le ansie precedenti una catastrofe sono tutte inutili , e più torturanti per l ' incertezza del giorno e del modo . S ' egli avesse detto la verità , da quell ' ora Emilia sarebbe vissuta in uno strazio continuo , col dovere continuo di portare una maschera intollerabile di fronte all ' ammalata . Quando l ' inganno non fosse stato più possibile , egli l ' avrebbe confortata , dimostrandole la carità dell ' antica menzogna . Afferrò dunque la mano stesa dalla donna quasi ad implorare , e stringendola nella sua , rispose con fermezza : - Le dò la mia parola , signora , ch ' io non dubito dell ' avvenire .... La signorina Roberta è guarita .... - Quanto le sono grata ! - esclamò Emilia , riprendendo il cammino a fianco di lui . Poscia cedettero senza rimorsi al piacere di parlar di sè , obliando un ' altra volta la fanciulla . Quando passarono innanzi al viottolo digradante al mare , pel quale Emilia era comparsa e s ' era incontrata col Lascaris , lo guardarono ambedue un istante , e trovarono bellissima la scorciatoia stretta , impedita qua e là dagli arbusti scortesi . Parlarono degli amici , figure scialbe divenute più pallide in quell ' ora di porpora . Emilia descrisse le sue conoscenti , sfiorandole con la satira femminile ; Cesare usò la satira maschile , un po ' rude , che aveva talvolta la gravita d ' un rancore ; e l ' iconografia servì a riempire qualche lacuna , accennando ai luoghi visti in tempi diversi da ambedue , e alle persone conosciute dall ' uno e dall ' altra . Infine , l ' ultimo tratto di strada fu silenzioso , angustiato dal prossimo breve distacco e dal problema d ' occupare la giornata , il cui inizio era sorto pieno di vibranti speranze , di tremanti desiderii . Ammirarono insieme il ponte della ferrovia , a cinque grandi arcate , le quali incorniciavano cinque enormi quadri d ' orizzonte , d ' azzurro , di verde e di casupole : sfida insostenibile alla meccanica arte umana . Cesare accompagnò Emilia fino all ' ingresso della villetta , spalancandole innanzi il robusto cancello che cigolava . Dall ' ombra dei palmizii uscì incontro ai due giovani la figura curva e malaticcia di Roberta ; si avanzava adagio , svogliata , trascinando seco una folla di disgusti , e fra le mani teneva un gran libro di racconti fantastici . La fosforescenza , ch ' è nel sorriso e intorno al corpo degli innamorati , si spense tosto intorno a Cesare e ad Emilia . IV . Da quel giorno , i pensieri di Cesare Lascaris si fecero così duttili e balzani , ch ' egli avrebbe potuto comporne un facile poema , se avesse avuto l ' espressione letteraria e la pazienza d ' arrestare gli scoiattoli molleggianti sulle branche della fantasia . La fantasia gli divenne più elastica , e dovunque gli presentò visioni , lo deliziò coi gesti ricordati della donna e con la melodia della voce femminile ; il paesaggio gli riapparve asservito alla bellezza di lei ; più che quadro , umile cornice . E visse tra una flora mortifera di figurazioni sensuali . Erano gli occhi grigi , ch ' egli prediligeva ? E i capelli bruni , e la giovanezza , e il corpo alto , sottile ? Sì , era tutto questo . Nell ' animo di lei voleva un ' indefinita stanchezza , come per atavismo ? Voleva quell ' ingenuo senso della vita , che disarma una donna e la dà intera all ' uomo capace di dominarla ? Sì , tutto questo voleva . Ma tutto questo era in colei , la quale il destino gli aveva offerto nella solitudine della mite campagna . La sua vista gli aveva dato una tortura insoffribile . Sarebbe dovuto passare per la solita trafila , prima di giungere a lei ? Aprirle le braccia , non doveva bastare ? Si sarebbe offesa , s ' egli le avesse chiesto un bacio senza averle mai parlato d ' amore ? La sua bellezza l ' attraeva così , ch ' egli aveva vergogna di perdersi in lunghe e successive preghiere . Perchè non comprendeva ch ' egli l ' avrebbe amata sempre ? Qualcuno intorno a lei , poteva farsi amare e rapirla ? Essa era tutti i profumi più voluttuosi , tutti i suoni di una lenta orchestra invisibile , tutta l ' iride dell ' amore , tutte le promesse dei paradisi orientali . Egli doveva dirle che per lei avrebbe dato il suo sangue , la sua vita , il suo orgoglìo ; che avrebbe abbandonato gli amici , sfidato il mondo , portato superbo il più greve giogo da lei imposto ; che avrebbe rinnegato ogni fede , e avrebbe avuto la sua sola fede , la sua religione . Sì , tutto questo doveva dirle ; farla sorridere e pensare , turbarla , agitare le sue notti con visioni ardenti . Ch ' ella non avesse più requie se non fra le sue braccia . Che gli giungesse assetata di voluttà . Il bacio dell ' uomo le avrebbe comunicato un sì lungo spasimo di piacere , da toglierle la percettibilità d ' ogni altra sensazione ; e il suo corpo si sarebbe piegato , contorto , allacciato a rosee spire sotto le labbra di lui . Non doveva essere più nulla di conosciuto , se non una splendida forma armonizzata dalla passione . Ma eran parole o intricate formule di magìa , capaci di denudare colei ? Dove le avrebbe egli scoperte , in qual lingua , fra quali documenti di anime appassionate ? Era dunque possibile che le agili e bianche dita salissero al corpetto e intonassero la sinfonia classica dei bottoni che si slacciano ? E tuttavia qualcuno l ' aveva già posseduta .... Quale uomo ? Un uomo scomparso , travolto nell ' eternità , lasciando ad altri , per altri , il fiore da lui appena schiuso e intravisto .... Ma da tempo sì lontano - ( la voluttà più astuta non lascia traccia se non in ricordi simili a pigmei , i quali corrano dove son passati i giganti ) - da tempo sì lontano , che il corpo della donna era puro , immemore , e i frutti del suo seno avevano obliato le labbra tremanti del maschio . A pranzo in casa di lei , un giorno Cesare potè contemplarla perdutamente e vivificar le limpide acque della fantasia , in cui l ' imagine d ' Emilia si rispecchiò senza più timore di venir cancellata . Fu un pranzo al chiaro di luna , perchè cominciato assai tardi aspettando il dottor Noli , che giunse nella penombra del grasso pomeriggio estivo . La luna , sorta dietro le rocce di Portofino , interamente rossa in un guazzo rosso a filamenti , era nell ' ascesa diventata a mano a mano pallida , aveva preso la sua espressione di bamboccio anemico e imbronciato . Al momento di chiuder la finestra e d ' accendere , i raggi entrarono inattesi , le lampade furono dimenticate , e il pranzo continuò tra il pulvìscolo argenteo . In faccia a Cesare , Emilia apparve quasi un busto marmoreo . Pel cielo correvano alcune nuvole fioccose ; non velavano ma attutivano il raggio , facendolo più molle e più serico . La luna restava sullo sfondo cilestrino a guardar dolente le nubi che sfilavano , disperdendosi in forme rapide e balzane . Emilia si levò , mentre sull ' astro le nuvole gettavano il velo traslucido ; e si rivolse a prendere un Trionfo d ' argento che non avevan ricordato di porre in tavola . Ritta allora così , col Trionfo carico di tonde pesche mature e di grappoli d ' uva ricadenti , la donna si fermò innanzi alla finestra , giusto nel punto in cui succedeva alla gradazione della luce pulviscolare , una più tenue e morbida . Fu illuminata intera , tra una gloria di bianco lucido , di bianco latteo , e di bianco .... ; parve più alta , la testa cinta nel diadema di nerissimi capelli , gli occhi grigi dilatati dalla notte ; una divina statua . Cesare fu preso dal bisogno istintivo di parlar sottovoce , d ' ascoltar qualche racconto strano e cadenzato , il quale , come un fresco ragnatelo d ' argento , gli avvolgesse il cuore .... Si rattenne a pena dall ' esprimere l ' idea bizzarra , per quei due , Roberta e il dottore , che continuavano a vivere la vita normale . Ma ebbe il sottil gaudio di penetrar lo spirito d ' Emilia , di sentirlo inebbriato dalla scena fantastica . Anch ' ella era lontana dalla vita normale , in quella sera avvolta nel ricco manto della luna ; quasi il pulviscolo bianco le fosse passato attraverso le carni , dando all ' anima di lei una luminosità maravigllosa , una chiara gaiezza , quasi ella sorgesse formalmente e sostanzialmente nuova da un bagno di liquidi metalli .... ; mentre il dottor Noli e Roberta parevano due livide caricature , che assistessero senza sospetto al mistero della duplice ebbrezza , spellando gravemente le turgide pesche succose .... Quella fu la scena prediletta in cui Cesare volle conservare l ' immagine di Emilia , e le limpide acque della fantasia la ritennero poi per sempre , in uno specchio senz ' appannature . V . Roberta si svegliava di notte improvvisamente e si ascoltava respirare : il respiro era tranquillo ; sotto la scapola sinistra , il dolore sordo non rodeva più . Se le piccole macchie rosse , i nuclei di macchie sul petto e su le spalle non avessero rammentato la minaccia , il gran male sarebbe parso dominato per intero . Ma erano tuttavia frequenti le notti d ' insonnia con la paura dell ' oscurità , in cui s ' annidavano i pensieri che durante il giorno non osavano prender figura e avvicinarsi . Roberta stava distesa sul letto , ad occhi aperti ; le visioni pispigliavano nell ' ombra , e se ne udiva il passo cauto o il volo maligno d ' arpia ; qualche inesplicabile romore nella camera o in giardino dava tal brivido alla fanciulla , che le tempia le s ' imperlavano di sudore , ed ella era incapace d ' allungar la mano ad accendere il lume . Talvolta , lungo tutto il litorale , per tre giorni e tre notti di sèguito urlava il vento ; soffiasse dalla montagna o sibilasse dal mare , aveva una voce straziante d ' assassinato , una voce furiosa di chi scuota la porta per ripararsi , e negli intervalli , una flebile voce di sarcasmo , la quale prometteva nuovi assalti , nuove grida , nuove violenze . La fanciulla dimenticava le proprie angosce e viveva con l ' anima al di fuori , in ispirito nella campagna , tra le chiome convulse degli alberi , che disperatamente si torcevano e ricadevano nell ' aria . Quando aveva ben teso l ' orecchio ad assicurarsi la sinfonia notturna non fosse soprannaturale , accendeva il lume e si guardava in giro . La consolavano un poco gli oggetti con le loro forme conosciute , la tavola , il divano carico di libri , il cassettone su cui posava un alto specchio ; ma a confortarsi meglio , scendeva dal letto e correva a scrutar dalla finestra . In quel mezzo - nudo virginale , l ' unica bella cosa era la camicia dalle tinte pallide , coi merletti intorno alle maniche e al collo , col monogramma dominato da una coroncina senza significato gentilizio . Sotto il tessuto azzurro si ricoverava la magrezza ch ' era quasi deformità , e fuori balzavano due spalle pungenti : due mani allacciate con forza intorno all ' esile busto della giovanetta , avrebbero potuto ritorcerlo come un virgulto . Ella guardava dalla finestra in giardino , cercando distinguere attraverso la tenebra . I confusi moti dei due palmizii rispondevano all ' urlìo più accanito del vento , al rombo più profondo del mare ; v ' era dunque la logica dei fenomeni e nessuna vittima umana rantolava presso la villa , come pareva . La cosa era semplice ma rassicurante ; e aprendo l ' uscio della propria camera , la fanciulla volgeva l ' attenzione al silenzio della casa ; di là dal gran salotto centrale , la camera d ' Emilia aveva la porta spalancata , la soglia rischiarata mollemente da una rosea lampada notturna . Emilia godeva di tale incredulità per ogni cosa non verisimile , che qualche volta Roberta n ' era offesa ; l ' equilibrio de ' suoi nervi era assoluto e le avrebbe permesso di addormentarsi alla porta d ' un cimitero ; gli usci bene assicurati , Emilia non temeva nulla di soprannaturale , e non ammetteva ciò che sfuggiva alla logica . Una notte in cui aveva udito lo scricchiolìo lento dei mobili , e il passo cauto , e il volo maligno di visioni febbrili , Roberta balzò dal letto e corse alla camera della sorella . La lampada proiettava sopra Emilia dormente un raggio opaco e calmo ; gli occhi chiusi con le nere ciglia abbassate , la bocca chiusa con le labbra raccolte a un ' immobilità statuaria , le braccia nude e composte lungo i fianchi , indicavano una pace secura , la vittoria della giovinezza su gli abituali sogni voluttuosi . Si sarebbe detto ch ' ella si fosse abbandonata al sonno quasi sopra le acque inesplorabili e serene d ' un gran fiume che conducesse al nulla .... Roberta indugiò un istante a contemplarla , tra il rispetto e l ' invidia ; ma mentre stava per tornare alla sua camera , rammentò d ' averla lasciata oscura , e si decise . - Emilia , - disse cautamente , - Emilia , Emilia .... - posando una mano sul braccio della sorella e pensando che se qualcuno avesse chiamato lei Roberta nella notte , ella avrebbe gettato un grido dì spavento . Ma Emilia si drizzò a sedere , uscendo dal sonno per entrar con agile prontezza nella realtà , senza stati intermedii . Le due punte dei seni urgevano vigorosamente la camicia , quasi visibili ; e le lenzuola abbassate scoprivano la linea del busto fino ai fianchi . - Sei tu ? - chiese con la voce velata . - Che vuoi ? ... Non ti senti bene ? ... Roberta esitò , ancòra in contemplazione di quel bianco volto sotto le trecce nerissime , di quegli òmeri giovanili e freschi ; pensò che sua sorella avrebbe potuto lasciare il letto così , vestirsi , e comparire fra la gente , senza nemmeno rinfrescarsi il viso . - Non hai udito un romore ? - disse la fanciulla . - Un romore strano ? - Quando mai ? Non è possibile : tutti gli usci sono chiusi .... Roberta crollò la testa a quell ' argomento di prammatica : Emilia non ammetteva i romori se non quali indizio di fatti comuni e di persone vive . - Avrai udito schioccar la frusta sulla strada , - ella riprese sorridendo . - A quest ' ora ci son sempre dei carri che passano .... - No .... Infine , ho paura , - dichiarò l ' altra , più inquieta per quelle ipotesi , ch ' ella aveva già fatto e aveva dovuto respingere .... - Ho una paura terribile .... Mi permetti di dormire con te ? ... Solo fino a quando si rifaccia chiaro , solo fino all ' alba .... Gli sguardi d ' Emilia non seppero dissimulare e percorsero tutto il corpo infermiccio della sorella , il corpo madido d ' un mador contagioso . L ' istinto non affievolito dalla vita diurna si ribellò all ' idea d ' un sacrificio senza ragione , per le paure infantili della ragazza . E , come a spegnere l ' espressione di turbamento , girando incerti gli occhi per la camera , Emilia rispose : - Che pazzia , cara ? Che cosa ti passa per la testa ? Sai pure che non c ' è nulla , nulla affatto a temere .... E poi , non abbiamo mai dormito insieme .... Ma Roberta aveva afferrato lo sguardo e l ' aveva compreso con la sagacità dei malati , sempre vigili a quanto può consolarli e a quanto può ferirli .... - Hai paura ? - disse con un gesto di sdegno , serrandosi nelle spalle . - Hai paura di prendere il mio male , non è vero ? ... di diventar brutta ? ... Non disturbarti : vado via .... Trovò nell ' umiliazione il coraggio per sfidare le notturne inquietudini , ed uscì prestamente , s ' inoltrò nel buiore delle altre camere , senza curar la sorella , che aveva steso un braccio a trattenerla . Emilia restò a sedere sul letto qualche tempo , meditando gli argomenti offerti dall ' istinto egoistico per giustificare il suo rifiuto : poi si vinse , e gettò da un lato la leggera coperta . Nella fretta e nel bisogno di buttarsi qualche cosa su le spalle , afferrò l ' accappatoio bianco che giaceva sopra una sedia . Aveva , l ' accappatoio , una sottil fragranza di mare e di sole ; conservava fra le pieghe i sogni luccicanti pullulati dalla mollizie del bagno ; era un emblema di salute e di vigor giovanile . Emilia lo spiegazzò fra le mani e lo indossò con furia , quasi tentasse far tacere quei ricordi carnali . Quando fu nella camera di Roberta , il singhiozzo prolungato e sommesso della ragazza la guidò fino al letto , e trovatala nel buio , si chinò ad abbracciarla . - Perdonami , - disse Emilia ; - mi hai colta nel sonno e ti ho risposto bruscamente ; non sapevo quel che rispondessi .... Vedi che sono qui , ora ? ... Ti domando scusa .... Meglio sarebbe stato il fatto di coricarsi vicino a lei , di consolarla , rassicurarla così ; ma non appena presentatosi quel pensiero , l ' istinto lo combattè con tutte le forze , come un sacrificio inutilmente dannoso e forse inapprezzato . Roberta , aggomitolata e lagrimosa , massa oscura nell ' oscurità più tenera del luogo , non disse parola ; Emilia , cercata una sedia a tastoni , la trascinò presso il capezzale , e vi si sedette , raccogliendosi intorno l ' accappatoio . Non pensò ad accendere il lume ; rimase immota , sentendo calar sul cuore l ' ingiustizia della sorella , che non le aveva aperto sùbito le braccia . I suoi occhi fissavano la giovanetta oscura e singhiozzante , o vagavano tra le forme volubili del nero , desiderando invano che il quadrato della finestra s ' illuminasse a poco a poco della tenue alba estiva . Il sonno era svanito . Emilia riprese a parlare , e le parole fluivano nel silenzio notturno , vibranti e squillanti sotto l ' onda d ' un ' irritazione contenuta . - Suvvia , Roberta , - disse , - perchè continui a piangere ? ... Perchè hai paura di tutto , come una bambina ? Bisogna essere meno deboli , più ragionevoli .... Non ti è mai venuto il dubbio d ' essere ingiusta , con me ? E tuttavia lo sei , lo sei troppo .... Io non ho fatto nulla di bene perchè conto poco sul tuo animo .... Ti ho dato solo dei consigli : ti ho pregato di condurre una vita più attiva , di non rimaner l ' intero giorno nella tua camera , di non leggere fino a indebolirti ; ti ho pregato di tante cose semplici , che pure ti avrebbero giovato .... Ma tu sorridi , quando parlo io ; la mia buona volontà si spezza contro la tua diffidenza .... Non ti sembra , Roberta , ch ' io abbia diritto a vivere una vita mia ? Ora , invece io vivo solamente della tua , mi trovo inceppata , schiava , ho sempre timore di spiacerti .... Non me ne lagno ; sarei felicissima se tutto questo avesse un resultato .... nella tua affezione , per esempio .... Quando sono rimasta vedova .... Il ricordo che le si presentava così repentino l ' arrestò a un tratto perchè le doleva crudelmente . Ella era stata moglie innamorata , più che affettuosa ; l ' amore era conseguito dal bisogno di trovare un senso nuovo intorno a sè , il quale non fosse parso desiderio volgare ; e mentre l ' uomo intendeva a crearle l ' esistenza sognata , la morte era sopraggiunta , e ogni cosa erasi ridotta a parvenza d ' un ' idealità intravista , d ' una rarità avvicinata e scomparsa ... Roberta non piangeva più , ma raddoppiando d ' attenzione , tentava figurarsi il volto e l ' atteggiamento d ' Emilia . La cercò a lungo con lo sguardo senza muoversi e scoperse infine una forma chiara , diritta ; ascoltò il rimprovero , pensando che le parole erano inutili e rimaneva il fatto , il ribrezzo mal celato ; s ' indugiò con gli occhi a quella forma quasi chiara e diritta , indovinando l ' ombra scesa sulla fronte della donna . - Quando sono rimasta vedova .... - continuò Emilia , dolorosamente colpita che Roberta non l ' avesse interrotta e l ' obbligasse a compiere la frase , - io ti ho promesso di non allontanarmi da te , e tu mi hai promesso la tua affezione più devota .... Dovevamo percorrere la nostra via insieme , veramente da sorelle .... Io non ho ancòra nulla da rimproverarmi .... E tu , Roberta ? Non hai nulla da rimproverarti ? Ti sembra di amarmi quanto ti amo io ? ... Roberta ? ... Non mi ascolti ? ... Non vuoi rispondere ? Allungò la mano vivamente , incontrò sul tavolino la candela e l ' accese .... La fanciulla appoggiava un gomito al guanciale , stando coricata di fianco sopra le coperte ; alla luce inattesa si rannicchiò dentro la camicia per nascondere le gambe smagrite . Ella andava macchinando molte ragioni da obiettare , molte dure e taglienti parole , che avrebbe pronunziato senza ritegno col favore dell ' oscurità ; ma il lume acceso le smagò l ' energia necessaria , e le ragioni e le parole si dispersero . Guardò di nuovo Emilia avvolta nell ' accappatoio bianco , da cui sorgevano il collo tornito e la testa fiorente di vitalità ; le gambe chiuse nelle calze di seta nera erano accavallate l ' una sull ' altra ; e i piccoli piedi , seminascosti in piccole pantofole rosse . Quello spettacolo di giovanezza , quella giovanezza piena , la quale pareva dicesse : - " Io sfiorisco lentamente qui , ma qui non dovrei essere , e il mio destino è più forte d ' ogni calcolo pietoso , " - riattizzarono in Roberta l ' energia per le parole amare . - Ecco , - rispose chinando la testa a osservarsi le mani , perchè non osava sostenere lo sguardo interrogativo e dolente di Emilia , - senza dubbio quanto tu dici è vero ; ma io non ti aveva chiesto di ricordarmi i tuoi beneficii .... Mi sentivo male , stasera , e avevo paura .... Sai che io sono una sciocca e non ragiono bene come te .... Avevo paura , son venuta nella tua camera , e tu mi hai mandata via .... - Ma è falso , Roberta ! - No , non è falso : mi hai mandata via .... Perchè ? Potresti dirmelo , tu che mi ami tanto , potresti dirmi il motivo pel quale non mi hai concesso di passar teco la notte ? Non è forse perchè ti faccio orrore , perchè sai che la mia malattia è probabilmente contagiosa ; perchè hai ribrezzo di tua sorella , infine ? ... - Roberta , che cosa dici ? - Hai ribrezzo di tua sorella , e sei stanca di doverle prestar le tue cure .... Tutto ciò , io l ' ho capito , l ' ho visto ne ' tuoi sguardi , non soltanto questa notte , ma da tempo , dal giorno in cui ti è venuto il dubbio ch ' io fossi tisica , tisica , tisica ! ... Nello sforzo di lanciare le terribili parole , s ' era spinta innanzi col busto , protendendo il collo scarno ; e coi capelli sciolti per le spalle , arruffati sugli occhi , sembrava una magra femmina selvaggia che gettasse un grido lugubre nella notte ; di sotto gli archi sopraccigliari saettava una corrente d ' odio . - Ascolta , Roberta .... , - disse Emilia , sgominata dalla subitanea trasformazione della giovanotta in una energia fisica , urlante di rivolta e di dolore . - No , tutto questo mi fa peggio di qualunque malattia , - seguitò Roberta senza curare l ' interruzione . - Sei venuta a rassicurarmi , dici , e resti lì , inchiodata sulla sedia , studiando di non avvicinarti .... Se ti chiedessi di stringermi forte fra le braccia , di mettere le tue labbra sulle mie , rifiuteresti inorridita .... Sei la mia condanna , tu che mi vuoi bene ... ! Ah sì , i medici mi confortano , mi dànno a sperare , ma io vedo che le loro parole sono false , perchè tu me lo fai capire ad ogni istante , me lo dici ogni giorno , ch ' io sono ammalata per sempre .... E non hai compreso , Emilia , non hai compreso che io non voglio morire ? che ho il terrore della morte , che non posso dormire per quell ' idea ? Voglio vivere , vivere , vivere , come te , come gli altri , perchè sono giovane , perchè ne ho il diritto , perchè .... E senza compiere la frase , spalancando , le braccia nell ' aria disperatamente , mandò tale un grido di rabbia e di desiderio , che Emilia balzò in piedi quasi una scudisciata le avesse lacerata le carni .... Corse a Roberta , la strinse pazzamente al seno , appoggiandone la testa sulla propria spalla . - Roberta , - mormorò quasi con febbre , - Roberta , non è vero che sei malata e ch ' io ho ribrezzo di te ! Come hai potuto supporre ? ... Vuoi le mie labbra , vuoi che ti stringa così ? Senti che ti bacio ? Senti che ti chiedo perdono , se ti ho dato , motivo a dubitare di me ? Dormirò con te questa notte , dormirò ogni notte con te , purchè tu mi creda ... ! Aspetta .... Con la mano che non sosteneva il corpo di Roberta , Emilia slacciò i cordoni dell ' accappatoio e adagiò la fanciulla per coricarsi a fianco di lei ; ma Roberta era pallida e anelante , e la donna tacque a un tratto , e si chinò a guardarla spaurita .... - Roberta , - disse , - ti sentì male ? - No , - rispose la giovanetta , - ma sono stanca : ho bisogno di riposare ; lasciami sola .... - Che paura mi hai fatto , bambina ! Perchè mi hai detto tante cose tristi ? Hai voluto punirmi ? Emilia stava in piedi accanto al letto . Roberta , aggomitolata nella camicia azzurra , fissando gli occhi in alto , coi capelli sparsi sull ' origliere ascoltava giunger di fuori il ritmo quadruplice d ' un treno , il quale passava soffiando nella tenebra dei campi , lungo la tenebra del mare . - Bisogna resistere alle cattive idee , - continuò Emilia ; - ho parlato di te l ' altro giorno al signor Lascaris : e anch ' egli mi ha detto che tu sei guarita .... Guarita , capisci ? - Oh , il signor Lascaris dirà tutto quanto vorrai , - osservò Roberta con un riso stridulo . - Il signor Lascaris non sarà mai sincero con te , ed io non credo a lui , come non credo agli altri .... Guarda , - aggiunse , facendo uno sforzo per tornare a sedersi sul letto e rimboccando una manica della camicia , - guarda come sono ridotta , come sono divorata dal male .... Ti paion queste le braccia , il petto d ' una ragazza di diciannove anni ? ... Non vedi quante macchie ? Fin che queste macchie non spariscano , io sarò malata , avrò la morte qui dentro , - e si toccava il seno con le mani febbrili . - Il signor Lascaris , il dottor Noli , tutti possono ben parlare : nessuno oserebbe dire a me o a te , ch ' io debbo morir presto .... Si raccolse per seguire a testa bassa l ' eco della frase spietata , che le risonò nell ' animo quasi non l ' avesse pronunziata ella medesima . La luce gialla della candela le stendeva sul volto una maschera cerea , in cui gli occhi vitrei diventavano traslucidi e i capelli biondi si snaturavano in un pallidissimo color d ' ambra ; la camicia cilestrina così mite e ridente sopra un corpo rigoglioso , era sinistra su quel corpo magro , pareva un drappo ilare avvoltolato per ischerno intorno a un rigido fantoccio . Emilia s ' era collocata di fianco sul letto , a viso a viso con la sorella , e la guardava inquieta . - Non agitarti di nuovo , - ella pregò , - non esaltarti , non è vero nulla di quanto tu dici .... - Morire , morire , capisci ? - continuò Roberta . - Devo morire , presto . Tu non credi alla morte ; tu l ' hai dimenticata , perchè sei sana , sei bella .... Vedi come sei bella , - proruppe in aria di corruccio , mentre , allungando le mani , apriva ad Emilia l ' accappatoio già sciolto , e le additava il collo rotondo , i seni tondi e duri , che si delineavano , perspicui sotto la camicia . Emilia si ricoperse vivamente . - E anch ' io avrei voluto essere bella , e piacere .... Ogni cosa è per voi , che siete belle e forti .... Io devo morire , morire ! La voce , dopo essere stata mordace , era divenuta sommessa , desolatamente triste , ed Emilia non osò più resistere . Ella s ' era ben detto che doveva consolar la sorella e farla sperare e vincerne i fantasmi ; ma dove trovar le parole di conforto , le quali valessero quelle parole disperate , e le superassero ? Tacque ; poi lentamente , anche la voce di Roberta s ' abbassò a un mormorìo lamentoso : - Avrei voluto essere bella , e devo morire .... Non ho più nulla per me : non posso nemmeno respirar l ' aria che respiri tu , e goder l ' ombra ; devo andare in cerca del sole .... - Fatti coraggio , Roberta ; sono , idee .... - tentò ancòra Emilia . - Ho paura della morte .... - Perchè vuoi renderci tristi ? Sei guarita .... - Ho paura della morte , e ogni giorno , essa può entrare in questa camera .... - Sei così giovane .... La giovanezza è una forza ... - Quanti muoiono giovani ! E come , come , dovrò morire ? - Roberta , Roberta , non esaltarti . - Ma sono disperata ! Non senti la disperazione nelle nostre parole ? - È la notte ; domattina tornerà la speranza . - Sarà peggio ; e la morte continuerà il suo cammino , mentre noi aspetteremo la vita .... - Silenzio , Roberta .... Pensa a domattina , col sole , col mare calmo e illuminato .... - Tutto questo è così indifferente al mio male ! E nessuno , anche i non indifferenti , potranno giovarmi : dovranno assistere alla mia morte , senza stendere la mano per allontanarla d ' un ' ora .... Nascose il volto tra i guanciali , piangendo liberamente ; Emilia le passò le braccia attorno al busto , mettendo il capo presso il capo di lei . Così piansero a lungo , rischiarate dalla luce giallastra della candela elle si consumava : e l ' alba trovò le due donne discinte , che parlavan della morte , a testa china sul medesimo , guanciale . VI . La notìzia fu annunzìata con tanto ingenua serenità , che nessuno avrebbe supposto fosse falsa . Per sospettarlo , bisognava conoscere l ' indole impulsiva di Roberta , la quale non trovava nulla così dolce quanto inventare un fatto o raccontare una bugia . Qualche volta rimaneva ella medesima colpita dalla propria abilità , dalla spontaneità incomparabile con cui repentinamente , minutissimamente , sapeva esporre una lunga favola di sua creazione ; e in un attimo stendeva una rete di menzogne inutili , sbizzarrendosi a saldar l ' allacciatura dei nodi , che potessero resistere a qualunque sforzo d ' obiezione . Spesso con Emilia aveva fatto il giuoco infantile , ma lo aveva concluso con una risata , gettando le braccia al collo de la sorella , e dicendole : - " Non è vero . Ho inventato tutto , per divertirmi . " Con Cesare Lascaris lo esperimentò un giorno in cui era piena di speranze e si sentiva bene e aveva voglia di ridere a spese di qualcuno . D ' altra parte , Cesare non le piaceva : era bruno , coi tratti del viso irregolari e forti , senza barba , ed evidentemente magro quasi quanto lei . - Mia sorella è uscita per il bagno , - ella disse non appena l ' uomo comparve in giardino . - Tornerà ' forse fra un ' ora . Poi , mentre parlavano di cose indifferenti , la fanciulla trovò modo di farvi sgusciar dentro la notizia falsa , a guisa di parentesi : - .... Lei sa che mia sorella è fidanzata , non è vero ? ... Lo sa ? ... Cesare stava fortunatamente a testa bassa , disegnando sulla sabbia una serie di circoli concentrici ; e sùbito , al colpo non atteso , ricordò che la professione medica aveva saputo creargli una maschera di calma impenetrabile , per i casi disperati . Sollevò la testa , senza batter palpebra . - Me ne congratulo sinceramente , - rispose . - Non ne dica nulla a Emilia , però . Forse mi rimprovererebbe .... E per qualche minuto la ragazza continuò a parlare , enunziando tutte le particolarità del fidanzamento . Si trattava d ' un giovane signore di Milano : il matrimonio sarebbe avvenuto nell ' ottobre prossimo , in Riviera , perchè Emilia non voleva abbandonar la sorella un sol giorno ; quanto a lei , Roberta , sarebbe rimasta presso gli sposi . Cesare ascoltava immobile , non accorgendosi che dalle mani gli era scivolato il portasigarette di tartaruga ed era caduto a terra . Guardava la ragazza , scoprendole a un tratto qualche espressione profondamente femminile , che gli era sempre sfuggita . Con una gamba sull ' altra in modo da lasciar vedere un po ' delle calze , con le braccia aperte sulla spalliera della panchetta rustica , la testa portata indietro , le ciglia socchiuse , Roberta era in quel giorno e in quell ' atto molto sessualmente femmina , emanava inconsapevole un ' acredine sensuale , eccitava una cupidigia di violenza bruta . Il giovane aveva tentato a più riprese di sviar l ' argomento ; ma Roberta era inflessibile , quantunque la mancanza d ' obiezioni da parte dell ' ascoltatore le togliesse il meglio del suo piacere ; pur tuttavia seguitò a descrivere il carattere del fidanzato , un uomo eccezionale , senza confronti . Infine , Cesare si alzò per troncare la conversazione , e mise il piede sul portasigarette , che schizzò in frantumi . Fu la sola prova di oblio completo , ma fu anche quella la quale divertì immensamente Roberta , che lanciò alcuni trilli di gioia puerile . - Che cosa fa ? Che cosa fa ? - esclamò ridendo . - È il suo astuccio ! ... Se n ' era dimenticato ? ... Guardi come l ' ha ridotto ! Le risatine perlate della ragazza lo ferirono anche peggio . Si chinò a raccogliere i frantumi , e se li rovesciò macchinalmente in tasca insieme a un po ' di ghiaia e a qualche sigaretta , mentre Roberta raddoppiava le risatine quasi maligne . - Deve star molto bene , Lei , oggi ? - domandò Cesare . - Sì .... Perchè ? - rispose la giovanetta oscurandosi subitamente in volto , - Come mi trova ? ... - Sono pallida ? Tale era l ' umile preghiera della voce , che Cesare non ardì spingere oltre la sua vendetta . - Appunto , - si affrettò a dire . - Non l ' ho mai vista meglio : ha un colorito splendido . Roberta mandò un sospiro di conforto , e Cesare si limitò a pensare : " Con una parola potrei forse ucciderti . " Ma sentì di repente che si svegliava da un sogno , e che tutte le cose intorno a lui avevano ripreso il loro aspetto comune , laddove per qualche tempo egli aveva visto il giardino grande come una foresta , e i filari degli aranci profondi come i sentieri di quella foresta . Nauseato , stava per andarsene quando Emilia sopraggiunse ; aveva il suo solito abito , lilla , e in testa portava un cappello rotondo , di grossa paglia ; le mani erano nude . Cesare la guardò appena , rifuggendo dall ' analizzare anco una volta lo spettacolo di bellezza che non era per lui ; Roberta prestamente gli gettò un ' occhiata per implorarlo a tacere ; e la conversazione s ' avviò con una svogliatezza inabituale . - Ebbene , che cosa è accaduto ? - domandò Emilia a Roberta , quando Cesare ebbe preso commiato . - Eravate così confusi tutti e due .... Roberta scoppiò a ridere . - Ha rotto il suo astuccio da sigarette , - rispose . - Null ' altro .... Poi , più tardi , in casa , non potè trattenersi e narrò ad Emilia la sua menzogna . - Sono vere sciocchezze , - osservò la donna bruscamente . - Quale intimità abbiamo noi col signor Lascaris per prendercene giuoco ? E perchè inventare una storia di genere così delicato ? È orribile , che tu non possa vivere un giorno senza dire una bugia , a qualunque costo , al primo venuto .... Parlava con voce un po ' alta , mentre andava preparando alla sorella una tazza di cioccolata di cui Roberta aveva abitudine ; ma le sue mani tremavano , e con un movimento maldestro rovesciò la tazza di porcellana e la ruppe . Per la prima volta , Roberta ebbe a pentirsi quel giorno d ' una sua favola ; perchè Emilia andò a rinchiudersi in camera e non si mostrò fino all ' ora di pranzo . Roberta non l ' aveva mai vista così agitata : fosse imaginazione o realtà , le parve che la sorella avesse pianto . VII . Si arrampicò per il monte dietro il paese , dove la straducola mancava del muro , e apparivano , come da uno squarcio , le acque , il paesaggio , il verde , il grigio . Là , Cesare sedette ; restò a guardar lo spettacolo fantastico , in una posa d ' attenzione totale , sdraiato sopra un piano d ' erba , all ' ombra d ' alcuni folti ulivi . E lo spettacolo era così raro , che l ' uomo ne fu per qualche istante tutto assorbito , e cominciò a osservar da lontano , avvicinandosi con lo sguardo a poco a poco fin dov ' egli si trovava . Da lontano , il mare in un ' invasione di luce singolarmente nebulosa e dorata , aveva smarrito la linea d ' orizzonte , unendosi col cielo dorato e nebuloso ; talchè non si sarebbe potuto dire , nella falsa rifrazione , se le vele piccoline danzassero sul mare , o non piuttosto fossero tra cielo e mare sospese . In quella sterminata dovizie di luce impalpabile o dentro le acque animate dal formidabile riverbero , due scogli neri sorgevano , apparenti e scomparenti a capriccio dell ' onda , circonvoluti da un rigoglio di spuma gialla . Le coste lontane , che nei giorni d ' aria lucida si disegnavano perdutamente , stavan celate dietro il velario d ' oro . Ma verso le rocce violette di Portofino , a levante , le acque avevan disperso il pulviscolo solare , e una violenta chiazza azzurra restituiva la solita visione col limite ben netto dell ' orizzonte . Ancòra là , otto o dieci vele bianche , l ' una accosto all ' altra , erano farfalle posate con le ale trepide sul pelo delle acque ; e due o tre , più basse , avevano una tinta bruna , quasi la luce non fosse giunta a tangerle . Così lungi , le imbarcazioni peschereccie , tenevan forma e significato di giuocattoli ; nè si poteva credere portassero uomini massicci , curvi sul liquido specchio o stesi sulle tavole umide in aspettazione . Poi , ad un tratto , diminuendo di molti gradi la lontananza prospettica , s ' apriva agli occhi di Cesare la costeggiante verzura del paese , fitta e spessa come un vello , in numerose gamme di colore , in diverse altezze , da cui s ' ergevano , i cipressi cuspidali . E ridenti di bianco o di rossiccio , le case vivevano tra quel magnifico sopore della vegetazione , che nell ' aria calda non muoveva fronda o foglia . Verso oriente era la chiesa bigia col livido campanile , cui s ' aggruppavano stretti attorno gli altri edifici , i quali a mano a mano andavan poi disseminati in mezzo al verde , spinti fino al mare , collocati più alti sul lene pendio dei colli ; e frequenti balzavan fuori tra casa e casa i ciuffi di verzura , i ciuffi argentei degli ulivi .... Dominava il grigio , per i ciuffi degli ulivi e per le lastre di ardesia che coprivano i tetti . Più qua , immediatamente sotto il piano erboso dove Cesare stava , lo spettacolo era gentile , con due lunghi rettangoli di terra , che un giardiniere coltivava a rosai ; e le rose bianche , opulenti , molte già sfatte , innalzavano un profumo carnale , potentissimo in quell ' aria pura d ' ogni altro profumo . Una cagna volgare abbaiava dietro invisibili fantasmi , correndo sulla terra grassa a calpestar le foglie di rose disperse . Alcuni romori salivan dal paese : il grido di qualche rivendugliolo , lo schioccar delle fruste , il lamentio d ' uno zufolo stonato ; così fievoli tutti , vaganti nel grande spazio , che la lontananza pareva maggiore . Lentamente le scene diverse si mutarono in imagini d ' abitudine , per Cesare che le fissava con lo sguardo pigro di chi medita cose lontane ; assorbivano la sua attenzione fisica , dando libero il corso ai pensieri . La donna amata da lui , era per altri ; la plastica di quell ' impareggiabile corpo sul quale i suoi occhi s ' eran posati nella deliziosa trepidanza dell ' intuizione , doveva svelarsi intera a un altro uomo ; in un ' alcova ignota , la voce d ' Emilia sarebbe diventata intima .... E la sinfonia classica dei bottoni che si slacciano ? La visione della donna soffusa di bianco nel pulviscolo lunare ? Egli si trovava dunque impegolato in uno di quegli amori cui il volgo definisce , tra il rammarico e lo scherno , senza speranza ; e ne derivava la necessità di gettarsi a capofitto in pieno romanticismo , o di togliersi per sempre da una strada che cominciava a diventar malagevole . Aveva sognato . Qualche particolare dei sogni che inconsciamente era andato accarezzando in quei giorni , gli tornava alla memoria . Per esempio , aveva sognato una piccola villa con molti palmizii , addossata a una falange d ' ulivi rampicanti sui colli ; e tutto in giro , la campagna esalava quella serenità , la quale giunge così crudele alle umane sventure , ed è così piacevole per gli umani egoismi : la serenità dei grandi paesaggi alpestri , o dei graziosi paesaggi sui laghi lombardi .... Entro la villa , una voce femminile risonava nell ' ombra moderata delle camere fresche .... In abito purpureo Emilia giaceva sovra un ampio divano carico di molti origlieri bizzarri ; a ' suoi piedi , egli stesso , Cesare , seguiva la voce della donna .... Uno svelto scaffale da ninnoli era coronato da un alto vaso di porcellana riboccante di fiori , che cadevan sotto uno spiraglio di luce ; il sole ne irrubinava metà , un angolo di rose e di verbene , tra cui si drizzava qualche ciuffo di vainiglia . Questa ed altre ideali concezioni d ' avvenire , erano state bruscamente travolte , poichè non nella villa con molti palmizii , ma la voce d ' Emilia sarebbe diventata intima e flessuosa in un ' alcova ignota , per un uomo ignoto .... VIII . - Senta ! Senta ! - gridava la fanciulla , rivolgendosi a Cesare e additando le ondate furibonde che si gettavano contro la spiaggia . - Sembrano colpi di cannone ! Cesare e le due donne eran giunti in riva al mare , convulso per il soffio poderoso del vento , e tutto bianco ; eran scesi dalla strada sulle rocce più eminenti , arrampicandosi dove le onde non potevano arrivare . Ascoltavano così il rimbombo sordo dell ' acqua contro le cavità degli scogli ; un fragore talmente reiterato , che a fatica si distinguevano le voci . - È bello ! è bello ! - esclamava Roberta , aspirando l ' aria , e trovando sulle labbra un impercettibile umore salino . I riccioli intorno alla fronte e al collo le si scompigliavano sotto la veemenza del vento ; le gonne le si serravano alle gambe ; ella rimaneva forte sul dosso scabro della roccia , sorridendo alla burrasca . Dietro lei , Cesare s ' era fermato a fianco d ' Emilia . Questa , meditabonda e inquieta , aveva obliato un istante le sue riflessioni affannose , per ammirare lo spettacolo ; ma la vicinanza dell ' uomo , il quale pareva triste quel giorno e d ' una tristezza di cui ella sospettava la causa , le dava un ' immensa brama di spiegarsi , di togliere a sè e a lui dal cuore le punte , che la ingenua malizia di Roberta vi aveva affondato . E pensava , quasi tremando : " Com ' è strano che Roberta stessa ci costringa a parlare ! Ella medesima ci ha offerto un argomento grave e pericoloso . Dovrò spiegare a Cesare che io non sono fidanzata ad alcuno , che non lo sarò mai , perchè mi sono votata a un ' opera di sacrificio e ho promesso la mia esistenza alla sorella ammalata . Ma come risponderà egli ? Come accoglierà la mia rinunzia ? ... La combatterà , certo , e poi non riuscendo a vincermi , - non riuscirà , - dovrà partire .... Resteremo noi due , io e Roberta , per sempre .... " Gettò uno sguardo a Roberta e a Cesare , e per la prima volta il tormento di dovere sceglier presto , inappellabilmente , le si affacciò all ' anima con tutta la sua tremenda potenza . Doveva sacrificare in eterno l ' uno all ' altra , e la scelta non le avrebbe dato mai pace , egualmente non fosse mai avvenuta ; perchè la rinunzia di lei all ' amore e alla felicità avrebbe reso più cupa la dissonanza fra il suo spirito e lo spirito di Roberta ; nè ella avrebbe potuto perdonare a questa l ' insanabile spasimo che le era costata . E con l ' orrore abituale in lei per ogni veemente dibattito , guardava in fronte l ' avvenire , il quale si presentava amarissimo , qualunque via ella avesse percorso ; e innanzi al mare fremebondo , alle ondate gigantesche , al cielo seminascosto sotto nubi tempestose , innanzi allo spettacolo ribelle , provava l ' impeto di gridar la sua disperazione , di confondere la voce del suo furore inutile con la voce assordante di quel liquido furore , che si lanciava alla spiaggia , dopo aver già forse travolto uomini e navi . - Fa bene quest ' aria , signor Lascaris , non è vero ? - domandò Roberta , sorbendo ancòra l ' aria pregna di sali . - Ma non si esponga al vento così , - osservò Cesare , mentre pensava che sotto la gioia della giovanetta si celava tuttavia la molestia d ' un ' idea roditrice . - Venga più qua ; si ripari dietro queste rocce . Alcune rocce grigiastre bucherellate formavano una specie di profonda insenatura , e drizzandosi fino all ' altezza della strada , porgevano un ricovero naturale dalle raffiche del vento . Nella insenatura profonda , le onde si scaraventavano una sull ' altra bianchissime , andavano a battere contro il fondo , si ritorcevano , ed erano risospinte dalle sopravvenienti , con vece assidua , con un ribollir di schiuma più candida del latte . Lo strepito risonava enorme . Roberta sedette molto in basso , dove giungevano talora gli spruzzi minutissimi dei flutti ; più in alto sedettero Cesare ed Emilia , e sul principio Roberta si voltò a guardarli di tanto in tanto , additando senza parlare i cavalloni , che giungevan da lungi e si precipitavano entro la piccola baia . Poi stette , assorta , e sembrò aver dimenticato i compagni , per seguire qualche suo pensiero non anco definito e infantilmente triste . - Che cosa Le ha detto , ieri , mia sorella ? - domandò Emilia , girando a un tratto la testa verso Cesare . Sorrideva , con una fuggevole vampa di rossore sul volto ; e bastaron quel sorriso , l ' espressione involontariamente carezzevole degli occhi , per segnare un passo grande sulla via delle confidenze . Emilia pensò più tardi , - quando tutto era già per sempre finito e la sua esistenza era per sempre tracollata negli abissi della disperazione , - pensò che la sventura aveva avuto origine da quel suo moto irriflessivo .... Perchè non tacere ? Perchè spiegarsi , animando le speranze dell ' uomo , più forti quanto più gravi si presentavano gli ostacoli alla lustra di felicità , cui l ' uno e l ' altra sognavano ? Ma ormai , la frase le era sfuggita dalle labbra : - Che cosa Le ha detto mia sorella ? - Non è vero ? ... - esclamò Cesare . Gli occhi gli scintillavano , e il respiro gli usciva dal petto caldo e vibrato . - Non è vero ? ... Mi ha detto che Lei è fidanzata .... Ma non è vero ? ... La donna crollò il capo , continuando a sorridere , con un senso più mesto . - Roberta , - disse , - ha voluto scherzare . Qualche volta passa il segno e commette delle fanciullaggini ; ma è allegra così di rado , che bisogna perdonargliele .... Non è vero nulla .... E Lei ha creduto ? Io non sono fidanzata ad alcuno ; non lo sarò mai , ad alcuno .... E Lei ha creduto sùbito ! Le sembra che io potrei abbandonare Roberta ? Parlava con voce debole , molto commossa , tenendo gli sguardi alla tempesta ; e Cesare le si era un poco avvicinato per non perdere sillaba . Il mare ai loro piedi ruggiva .... Spingendo l ' occhio oltre l ' insenatura , si vedevan le onde infaticate battere disordinatamente per tutta la lunghezza della spiaggia , fino a Nervi : e gli spruzzi si levavano altissimi , aprendosi a guisa di Ventaglio e ricadendo tra il bulicame della spuma . - Perchè ? - domandò Cesare stupito . - Lei non abbandonerebbe sua sorella ? Innanzi tutto , abbandonare è cosa diversa .... - Più piano , - interruppe Emilia , temendo che Roberta non udisse . Il cuore le batteva in tumulto , ascoltando le parole divenute intime , segrete , come già l ' uomo avesse confessato il suo amore e già parlasse per difendere la propria conquista . Egli aveva sentito nel fondo dell ' anima scatenarsi la malvagità egoistica , per la quale voleva ogni cosa al suo dominio e non poteva soffrire ostacolo alcuno . S ' era fatto un po ' pallido , gli occhi neri lucenti ; aveva guardato in basso , verso Roberta , con un lampo d ' odio improvviso . - Lei vuole sagrificarsi a sua sorella ? - continuò , smorzando la voce . - È impossibile , assurdo ; sarebbe mostruoso . Pensi che ciascuno ha nella vita una strada da percorrere . Nessuno può , nessuno deve mutarla a forza , per seguire il cammino d ' un altro . E a quale scopo , a chi gioverebbe ? Ella sciuperà tutta la vita in una rinunzia inutile , la quale non sarà forse nemmeno compresa .... , nemmeno compresa ! " Perchè mi parla così ? " - domandò in quel punto Emilia a sè stessa , trasalendo sotto il soffio della scomposta eloquenza . E tentando sorridere ancòra , obiettò : - Ma ciascuno ha il diritto di scegliere la via , in capo alla quale spera di trovare una sodisfazione , un riposo della coscienza .... Non Le pare ? Quella ragazza è attaccata a me , è gelosa della mia affezione , e non reggerebbe al dolore d ' una lontananza , alla rivalità di un altro , affetto .... Io la conosco .... E Lei pure sa quanto la sua salute sia debole .... Infine , ho pensato , può crederlo : e ho giudicato che questo è il mio dovere , e che posso compierlo serenamente , anche senza sacrificio .... Sì fermò . Giungeva con fragore infernale un ' ondata verdastra , alta , e incontrando i primi scogli , spumeggiò d ' un tratto senza rompersi ; poi coperse la spiaggia , si franse , s ' ingolfò entro l ' insenatura , conquistando alcuni frastagli , fin allora intatti , della roccia su cui sedeva Roberta . - Hai visto ? - gridò la fanciulla ad Emilia . - È giunta fin qua su ! - Non sei bagnata ? - domandò Emilia con una premura timorosa , la quale significò per Cesare più di tutte le spiegazioni . - No , no . Sto benissimo qui , - rispose la giovanetta . Seguì una pausa lunga . Tutti e tre guardavano la vicenda delle acque potenti e il cielo giallastro pel riflesso di un moribondo raggio solare . - Sono le illusioni solite dell ' altruismo , - riprese Cesare , con voce cauta , piena di fremiti rattenuti . - Il tempo ne fa giustizia , ma sempre troppo tardi .... E perchè mai , a un tratto , questo sacrificio ? ... Perchè non prima ? Emilia battè le palpebre ; un pudore ardente le bruciava di rossore le guance ; ella avrebbe voluto riprendere la coscienza delle cose reali e fiaccare con lo sdegno la domanda ardita ; ma dal cuore le saliva un singulto di smarrimento . Guardò l ' uomo in volto e lo vide oscurato dalla passione dolorosa ; capì ch ' egli andava dietro ai balzi del pensiero e li ripeteva , dimenticando il riserbo tenuto fino a quel giorno e i doveri che quel riserbo gli imponeva . La comprensione della sua sofferenza incontenibile turbò maggiormente la donna . - Allora , - ella disse con voce spenta , - Roberta non era ammalata . Ella viveva con noi , non aveva bisogno della mia assistenza , nè io gliel ' aveva offerta .... E d ' altra parte .... Voleva dire : e , d ' altra parte , la dissonanza delle loro anime aveva avuto principio da quel tempo , appunto ; gli occhi di Roberta , da quel tempo s ' eran fatti vigili , gelosi , cattivi ; in quel tempo , Emilia aveva dovuto nascondere la sua gioia , misurarne gli slanci , guardarsi dalla sorella .... E , - il sospetto era atroce , ma non mancavano i dati a nutrirlo e a renderlo verisimile , - ed Emilia sospettava che il giorno in cui la morte aveva visitato la sua casa , fosse stato un giorno di letizia crudele per Roberta , infine liberata d ' una presenza agghiacciante , d ' una minacciosa rivalità . Voleva dir questo ; ed esitava tra il timore di addentrarsi troppo nelle confidenze più delicate , e la paura di non arrivare a convincere .... Ma Cesare , obbedendo all ' impazienza della sua superbia , scosso dal ricordo d ' un passato che non gli apparteneva e che aveva evocato egli stesso , interruppe : - Sì , sì , tutto questo è forse vero .... E , in ogni modo , io non ho alcun diritto a sapere , non ho alcun titolo per consigliare .... Vuole perdonarmi ? ... Perchè discutiamo di queste cose tristi ? - Infatti , - ripetè Emilia , - perchè discutiamo di queste cose inutili ... La forma brusca con cui l ' uomo aveva troncato il sèguito del colloquio , le dava un cocentissimo dolore . In fondo all ' incrollabilità del suo divisamento giaceva una oscura speranza , viveva il torturante piacere d ' ascoltar le obiezioni di Cesare . Per dissimulare lo spasimo , chiamò Roberta fortemente , nell ' intervallo fra un colpo e l ' altro delle onde . - Roberta ! - disse , - vieni qua con noi . Ti esponi troppo all ' aria .... La fanciulla s ' arrampicò per la distanza che la separava , dalla sorella , e Cesare la studiò in quell ' atto , mentre s ' appoggiava all ' ombrellino chiuso , aiutandosi contro le difficoltà dello scoglio . " Non ha un anno di vita ! " - egli pensò freddamente . Poi , a voce alta osservò : - Come si è fatta svelta , signorina ! Roberta sorrise di compiacenza , e tese la mano ad afferrar la mano che Cesare le offriva , per valicare l ' ultima scabrosità della roccia . - Ho bevuto tant ' aria di mare ! - ella rispose , quando fu seduta a fianco d ' Emilia . - Il mare è mio amico ; io gli voglio molto bene , ed esso mi lascia respirare così leggermente ! ... Emilia sorrise alla sua volta , con un ' ombra di tristezza . Qualche notte prima , Roberta aveva avuto la febbre e un nuovo sbocco di sangue , non forte , appena da arrossare la pezzuola ; ma lo spavento s ' era ridestato in Emilia , più grave poichè Roberta sembrava fatalmente illusa , ricca di speranze , e faceva molti disegni per l ' avvenire . - Questa , è la prima volta che vedo il mare , - seguitò Roberta , con la stessa volubilità fanciullesca . - Ma ne sono felice . Un altr ' anno voglio andare alla montagna , in Isvizzera .... Andremo , non è vero , Emilia ? ... C ' è un piccolo paese , con un bel lago , a mille ottocento metri d ' altezza .... Come si chiama ? Cesare ascoltava , rilevando senza pietà il sintomo delle strazianti illusioni ; e Roberta continuò a fantasticare , garrula e variabile . Aveva dei luoghi lontani una visione romantica , la visione dei giorni in cui il male non le si faceva sentire , ed ella poteva svelarsi in tutta la sua giovane ignoranza della vita e della realtà . Per inconscio paganesimo , si figurava il paesaggio ancòra popoloso di creazioni mitiche ; il mare , la montagna , il lago , la pianura , la notte ed i crepuscoli , eran gli elementi delle sue predilette fantasie .... Quando la sofferenza fisica e il terror della morte non le strappavano un grido di precoce disperazione , Roberta s ' indugiava tra quei pensieri panteistici come fra uno stormo di Fauni capripedi . Ma il chiacchierio febbrile passava sull ' anima d ' Emilia non diversamente d ' una mano incauta sopra una ferita viva ; e per troncarlo , la donna interruppe : - Sarà tempo di tornare , Roberta . Il vento arriva fin qui , ed è più forte .... Il vento rabbuffava ancòra le acque , levandole attorno agli scogli in danza alterna , senza posa ; per tornare , e ripercorrere un lungo tratto delle rocce , Cesare e le due sorelle aspettavano qualche volta l ' onda si ritraesse crepitando ; Roberta salutava con esclamazioni l ' impeto dei flutti , ma procedeva a disagio sul dorso sdrucciolo ineguale dei massi , e barcollava , e di frequente doveva valersi delle mani .... - No : aiuti Roberta , - disse Emilia a Cesare , rifiutando . - Io non ho paura . Ella non aveva paura ; guardava le ondate non anco infrante , ricurve , concave , ergersi lontano , in pieno mare , correre unite in linea di battaglia , gettare un balzo , valicando i più facili scogli , ricomporsi , correre di nuovo compatte , arrivare alla spiaggia , stendersi pianamente lattiginose , echeggiar sonore contro le cavità , dissolversi , ripiegarsi , arricchir le ondate susseguenti , riattaccar gli ostacoli ; ebbrezza del mare ampio e della goccia imponderabile . Sull ' ultimo tratto , Roberta vacillò , quantunque s ' appoggiasse alla mano ferma di Cesare ; egli stava giù avendo superato una costa rigidissima , e la fanciulla , al sommo , inciampò nelle vesti , non trovò tempo a riprendersi , e cadde sul petto dell ' uomo , che dovette stringerla fra le braccia . - Sono salva ! - ella gridò , sulla spiaggia , sciogliendosi dal non forte amplesso inopinato . E rise per confortare Emilia , la quale giungeva in quel punto . Ma la donna era impallidita , alla rapida scena ; non di paura ; per un altro sentimento confuso , per un morso al cuore ; e più da quel sentimento non mai avvertito innanzi , era turbata , che non dal fatto d ' aver visto Roberta fra le braccia di Cesare . Salirono una breve scala di pietra ; poi , arrivati sulla strada presso la chiesa , s ' accostarono al parapetto a salutare di nuovo il mare tuonante . Roberta si staccò l ' ultima , e rivolgendosi mentre gli altri s ' erano , già incamminati , mandò un grido . - È orribile ! - disse . Dalla strada provinciale veniva verso la chiesa una coorte di dolenti , alcuni recando sulle spalle un feretro coperto dello strato di velluto bruno , con una gran croce d ' oro nel mezzo ; altri al sèguito , salmodiando in lunga fila , rivestiti di càmici bianchi o di ampie vesti nere , il viso tutto nascosto dal cappuccio , ad eccezione degli occhi ; altri , pigiandosi sui fianchi del corteo , in disordine ; e la nuvolaglia tempestosa e l ' ora già tarda proiettavano una lunga ombra sinistra . Roberta s ' indugiò a guardare , accasciata , fissando ostinatamente gli uomini della Confraternita procedenti in cadenza , grotteschi e solenni ; i quali ridestavano nella giovanetta il terror della morte , la memoria , di qualche incubo .... - È orribile ! - disse ancòra ad Emilia , che tentava persuaderla a seguitar la via . - Non li dimenticherò più ! ... E a Cesare , che pure la rassicurava sorridendo , rispose : - No , no , taccia ! La prego ! Lei non sa ! Lei non sa ! ... Egli non sapeva , infatti , il motivo di quello sgomento . Tra gli spettri dolorosi della fantasia inferma , Roberta aveva fissa la visione del proprio cadavere , freddo e rigido , con le braccia incrociate sul petto , sopra un catafalco ricco di drappi funerei , presso una finestra spalancata in faccia alla campagna eterna .... IX . Forse la felicità non è che la simmetria del tempo ; l ' ora , il giorno , l ' anno , eguali all ' altra ora , all ' altro giorno , all ' altro anno .... La passione è il disordine , e il disordine è il dolore . Emilia si divincolava invano sotto l ' assillo . Celava il volto in mucchi di rose rosse , fresche e simili a labbra innamorate ; si chiudeva in lunghi silenzii o prorompeva in risa febbrili .... Neppur l ' alba riusciva ormai a quietarla : neanche il torpore suppliva al sonno . Cercava i narcotici , che distendono il corpo quasi sopra nuvole di bambagia . Fuggire ! Pareva quello il sogno più caro alla sua anima .... Era il formidabile istinto di salvezza , che sul viso del soldato nuovo diffonde un pallore mortale , e lo fu guardare indietro con immenso desiderio ai piani liberi e tranquilli , mentre la massa oscura del nemico si delinea e giganteggia di minuto in minuto .... Fuggire in qualche paese straordinario , dove il suo cuore avesse potuto riprendere il battito quieto , dove le sue notti fossero potute ridiventar calme e senza sogni .... Ma il paese straordinario , il cielo iperbolico sotto il quale tacciono le miserie , non sono cogniti ad alcuno . Nella più serena plaga del mondo non s ' incontra che tenebra umana .... Ella avrebbe voluto confessarsi a qualche anima intenditrice . A fianco di lei era soltanto Roberta , una fantasima ammalata , la quale trascinava la vita sotto un altro peso , con un altro spettro .... Oh come le teste giovanili piegavano in quei giorni al soffio delle cose implacabili , al rinascere infaticato delle visioni ! La casa era piena di silenzio , e le donne camminavano in una lieve nube di sonnambulismo , senza parlarsi ; e spesse volte calava la sera e l ' ombra si faceva sempre più densa e nessuna delle due sorelle pensava a difendersi da quell ' oscurità , in cui l ' anima cercava un rifugio avidamente .... Ciascuna era assorta nelle variazioni infinite del proprio tema . Roberta , nelle variazioni sul tema della morte ; Emilia , nelle variazioni sul tema dell ' amore .... Spingevano e rivolgevano ambedue il fardello , arrivavano al culmine d ' una faticosa salita imaginaria , e il fardello ricadeva in basso , e le due condannate riprendevano a sospingerlo , indefessamente così , l ' intero giorno . Emilia era afferrata dalla follia di gettarsi ai piedi di Roberta .... ( Roberta non s ' era a lei confessata ? non le aveva detto il mistero dello spavento che la divorava ? ) .... E di gridarle : " Ascolta , ascolta ; anch ' io sono malata . Anch ' io ho bisogno d ' illudere la mia vita e di snebbiare una visione .... Ascolta la mia tortura : da notti innumerevoli , non riposo ; da giorni e da notti innumerevoli , un pensiero mi coglie di soprassalto , mi passa traverso l ' anima come una lama infuocata .... Aiutami a salvarmi , Roberta ! ... Dimmi in qual modo potremmo distruggere gli spettri della nostra vita .... Non v ' ha un paese di silenzio , di là da quell ' orizzonte ? un paese d ' oblio , dove tutti vivano in pace solenne e la vita sia una meccanica semplice , la quale non muterà mai , non sarà mai turbata dal mistero del domani ? Vuoi che viviamo laggiù ? ... Tu non temerai la morte ; io non temerò l ' amore .... Ogni cosa avrà i suoi colori ingenui , e le notti saranno calme .... Dimmi se v ' ha una terra così felice , e dovunque ella sia , noi la raggiungeremo .... Oh fuggire all ' ignoto , comprendi ? sarà la nostra salvezza .... Anche tu soffri il terrore dell ' ignoto ; anche tu ti domandi : " Quando sarà ? Sarà oggi ? Sarà domani ? Quanto manca ancòra ?..." Dobbiamo fuggire , per non interrogare l ' anima nostra .... Non v ' è un paese dove l ' anima tace ? " . Ella avrebbe voluto confessarsi , gettarsi ai piedi di Roberta e piangere con lei , come altre volte .... Ma se la furia del tormento la spingeva fino alla sorella , e se Roberta alzava gli occhi interrogativi a guardarla , Emilia sentiva le fiamme salirle alle guance e alla fronte .... Che pensava ? ... Colei era la fanciulla , era la vergine , monda nel corpo e candida nel pensiero .... Poteva dirle ? .... Poteva confessarle ? ... Poteva dirle : - " Le mie notti sono più torturanti delle tue ; la mia vita è più spaventevole della tua ; la mia giovinezza sfiorisce in un desiderio vano di sentirmi amata , nell ' agonia di trovare un affetto più caldo , più misterioso , più inebbriante del tuo affetto di sorella ? " ; Poteva confessarle : - " Non so rimanere sola ; ti ho promesso di vivere sempre al tuo fianco , e mi sono ingannata , e ti ho ingannata , perchè invoco l ' amore , perchè invoco la felicità fuori della nostra esistenza , quotidiana . E so che l ' amore esiste , e verrà a cercarmi , e dovrò rifiutare la felicità implorata ? " Nulla poteva dirle di tutto questo ; si rinchiudeva in sè e si smarriva per le solitudini del dolore .... Oh , come in quei giorni le teste giovanili piegavano al soffio della sventura prossima ! ... La catena delle abitudini s ' era spezzata , e nulla le due donne facevano , che non fosse per ingannare la tenacità del pensiero caparbio . Uscivano a passeggio , andavano al mare , camminavano pel giardino , aspiravano i profumi dei fiori , assistevano alle feste del sole , udivano le minacce degli uragani ; e lo spirito invisibile dentro di loro martellava la domanda : - " Quando sarà ? ... Quanto manca ancòra ?..." - " Non v ' è un paese dove l ' anima tace ?..." Gli episodii esterni erano indifferenti . Esse non percepivano con acutezza se non gli episodii delle proprie ossessioni , i quali erano senza fine ; poichè all ' una tutto intorno parlava della morte , e all ' altra tutto parlava d ' amore ; l ' una , in ogni filo d ' erba , in ogni albero , in ogni farfalla , vedeva qualche cosa destinata a scomparire miseramente , e presto ; l ' altra vedeva il frutto d ' un amplesso universale , necessario , sacro , divino . E dopo aver lottato per metodica resistenza , si abbandonavano perdutamente alla sciagurata voluttà delle inquietudini diuturne , quasi calando a poco a poco in un abisso pieno di raggi lunari .... X . Ella aveva passato la notte fra un corteo di sogni lubrici e maravigliosi che s ' innestavano l ' un nell ' altro , e non finivano .... Le erano sembrati la carezza d ' una mano sagace , uno sfiorar di labbra ardite , un principio di tutte le voluttà e un ' interruzione di tutte , un invito al piacere e una lusinga ingannatrice , un vellicar di piume , dalla nuca alle reni .... Da ultimo , sull ' alba , s ' era vista per una lunga amplissima scala , i cui gradi erano dissimulati con drappi vivaci così di tinte , così poderosi nel disegno , che si sarebbero creduta l ' opera di molti artisti immortali . La scala metteva capo a una porta chiusa , pesante per ornati di bronzo a cesello . Stagnava una grigia penombra .... E sugli scalini , - indimenticabile spettacolo , - seminude o nude , erano sdraiate numerose femmine di bellezza magica .... Alcune Emilia poteva ricordar tuttavia ; adagiata alla sommità era una , intensamente bionda , una bionda simile a luce d ' oro , a torrente di luce ; ed ogni sua bianchezza appariva , ogni curva , ogni delicatezza di vene azzurreggianti .... V ' era anche una bruna ridente con la grande e pur deliziosa bocca aperta a uno schianto irresistibile . , pel quale più rosse parevano le labbra schiuse a mostrar denti perfetti .... V ' era una creola , dagli occhi ingenui e larghi .... Ah quei capelli , non lunghi ma folti , dal torpido profumo , quelle ciocche selvagge che cadevan dietro le spalle , passavano per le spalle sul petto , e lo baciavano , attorcendovisi intorno , - quale illustre guanciale , quale acqua di Lete a tutte le angosce ! ... Nessuna parlava , nessuna aveva idea del tempo . Un magnifico silenzio d ' accidia sopiva le donne , viventi d ' ineffabile vita animale . Anch ' ella , Emilia , stava tra di loro .... A capo della scala o al fondo ? Non rammentava se non d ' avere visto dopo di sè , sotto di sè altri corpi femminili digradanti in basso , fino a smarrire la perspicuità delle linee , giù nella lontananza . Non rammentava se non il turbamento che le era penetrato nell ' animo quando , imbevuti gli occhi di quelle forme e i sensi di quella invincibile pigrizia , aveva richiamato lo sguardo sopra sè medesima , e si era scorta nuda , tutta nuda , tanto crudelmente nuda , ch ' ella non aveva trovato fra le compagne se non la bionda aurea la quale potesse competere con lei d ' impudicizia .... Era rimasta sgominata dalla molesta punta di verecondia ; i suoi occhi non s ' erano più vòlti a guardare in giro , e con una mano aveva nascosto infantilmente un piccolo nèo che le macchiava d ' una macchia graziosa il petto , fra i due seni . Poi , di repente , all ' orecchio le avevano susurrato una parola , qualche parola imperativa per la quale ella s ' era alzata , aveva asceso la scala fino alla sommità , movendosi , non sapeva perchè , non meno leggiadramente che se il suo corpo fosse stato protetto dalle vesti . Nessuna delle donne al suo passaggio aveva sollevato la testa a lanciarle gli sguardi invidi , che nella realtà le dilaniavano le carni . Il silenzio e la penombra incombevano dovunque . Su , a capo della scala , s ' era trovata a seguire un essere bizzarra , nè maschio , nè femmina ; il volto era infantile e le membra , come fuse nel bronzo , erano glabre , neutre . La strana guida l ' aveva condotta in una sala marmorea , radiosa di luce .... ( Emilia soffriva ancòra la sensazione del marmo freddo sotto i piedi )...., impregnata di fragranze le quali per un attimo le avevan dato le vertigini .... Un largo bagno tepido , più limpido del cristallo , si apriva nel mezzo .... Emilia v ' era accorsa , vi si era tuffata : l ' acqua emanava globi d ' odori floreali e mormorava discreta intorno al corpo della donna . Allora la strana guida accosciata presso la vasca aveva dato principio a narrare le voluttà che aspettavano Emilia . Quali parole ! ... Non mai Emilia ne aveva udito di simili ... ! Quella bocca dalle labbra piatte , dai denti aguzzi , sprigionava un fiume incandescente , soffiava un vento infuocato , così le imagini erano procaci e le parole schiumanti di lascivia .... . Ritta nell ' acqua , la quale giungevale poco oltre i fianchi , e con le braccia stese ai due lati della vasca , Emilia ascoltava : il liquido mormorìo era cessato , ma salivano ancòra i globi di profumo ; la donna aveva conservato la sensazione del suo corpo lentamente preso da un tremito di concupiscenza , e degli occhi dilatati quasi ad afferrare le imagini fluenti dalla bocca del neutro narratore .... Che cosa egli prometteva ? Che cosa raccontava ? A chi era ella destinata , a quale non comune Iddio di libidine inesausta ? Il viso di lei doveva essere purpureo di vergogna , mentre il suo corpo si dibatteva sotto la scudisciata delle cùpide visioni ; più volte l ' aveva scossa l ' impeto di balzar dall ' acqua e di fuggire ; ma la curiosità di quella facondia sensuale la tratteneva , con le braccia spalancate e le mani ferme ai due bordi della vasca .... Se il suo sguardo vagava , sotto di sè ella poteva veder nel liquido cristallino il riverbero del seno , del collo , del viso , dei capelli diffusi per le spale ; e si sorrideva , e socchiudeva le labbra ad ammirarsi i denti piccoli ed eguali . Le parole soffiavano intanto sopra la sua testa , fischiava il vento infiammato delle promesse lascive . E come avviene nei sogni in cui la personalità non è morta intera , Emilia si diceva : " Ora , tutto sparirà ; ancòra un poco e potrò risvegliarmi e rientrar nella vita ; dopo questa tortura , tutto sparirà . " Invece la forma umana che parlava , l ' aveva afferrata intorno al busto , le aveva passato sul petto , sulle reni , una mano accorta comunicandole brividi inenarrabili , con una carezza nuova , con uno sfiorar di piume sulla vibratile colonna nervosa ; onde a poco a poco entro le vene ella aveva sentito scorrere non sangue ma lava , e dalla bocca le erano sfuggiti singulti di desiderio .... Era balzata infine dall ' acqua , le membra asciutte quasi per magìa e odoranti un balsamo più intenso dei profumi che esalavano dal bagno .... Pronta per l ' amore , era uscita , s ' era ritrovata presso la gran porta chiusa , al sommo della scala ricoperta di tappeti doviziosi e di femmine o seminude o nude . Allora ( i polsi le battevano più forte , ricordando ) s ' era incontrata nell ' uomo al cui capriccio doveva sacrificarsi ; e sùbito le mani di lei avevan tentato invano di celare la nudità , ma comprendendo il malgarbo dell ' inutile movimento , era rimasta dritta in piedi , le braccia lungo i fianchi , a testa china . Ella avrebbe detto che la sua vita fisica si fosse in quell ' istante sospesa ; assorta nella trepidanza dell ' aspettazione , solo il palpito del cuore veemente aveva segnato l ' attimo d ' angoscia . " Ti guarda ! Non temere ; sei bella . " Ma alzando gli occhi , un grido le era sfuggito . L ' uomo sorridendo le aveva preso una mano appena per l ' estremità delle dita . Ella non aveva visto di lui se non lo sguardo ; ma non s ' era ingannata , o colui che doveva possederla era ben lo stesso ch ' ella amava nella realtà d ' ogni giorno . Il misterioso lavacro l ' aveva così preparata all ' amore di lui ; il canto fescennino ricco di promesse infernali le aveva trasfuso il fuoco nelle vene , perchè ella gli fosse potuta giungere assetata di voluttà , perchè non avesse più avuto requie se non fra quelle braccia , perchè il suo corpo si fosse piegato , allacciato a rosee spire sotto le labbra dell ' uomo ; perchè non fosse stata infine più nulla di cògnito , se non una splendida forma armonizzata dalla passione . Ed aveva seguìto l ' uomo con la tremante gioia di essere costretta alla felicità . Ma qual terribile cosa , quale scherno satanico era avvenuto poi ? La donna bionda , a sommità della scala , si era gettata fra le braccia dell ' amante , ed egli , sollevatala in un amplesso gagliardo , l ' aveva raccolta trasportandola via . Sulla soglia della porta invarcabile , Emilia era piombata in ginocchio , senza il conforto delle lacrime . Risvegliatasi dal sogno , ella girò gli occhi per la camera . La lampada notturna era spenta , e l ' alba entrava dalle finestre . Nella mente della donna , le inconfessabili promesse cantate al suo fianco nel bagno eran rimaste intatte , quasi scolpite sopra tavole di bronzo ; e avrebbe potuto ripeterle in un giorno di delirio ; e le davano ancòra un brividìo di cupidigia e di spavento . Ora , con le membra estenuate di fatica , dopo il sogno molle e focoso non aveva tardato a riaddormentarsi , cercando una tranquilla pace ; e sùbito avevan ripreso le figurazioni di malìa . Erale parso le si fosse aperto innanzi un libro dalle pagine smisurate , sulle quali le imagini raggiungevano quasi la dimensione delle umane sembianze ; i fogli passavano adagio , svolti da una mano occulta . Inutilmente Emilia , aveva tentato di staccarne gli sguardi . La curiosità era viva ; attraente il mistero dei gruppi figurati , e la donna aveva finito per guardare ad una ad una le pagine enormi , seguendo tutta la liturgìa d ' amore , che di foglio in foglio diveniva più mordace . I margini erano all ' intorno carichi di ornati massicci , spesse volte intrecciantisi con l ' imagine principe , avviluppandola in tale rigiro di draghi , di convolvoli , di èdere , di gigli e di grifoni , che il disegno centrale si faceva oscuro . Sfilava , in principio , una serie di ritratti femminili ; teste di donne , classiche nelle vicissitudini amorose , delineate con gagliardìa fino al busto sopra uno sfondo turchiniccio . Ognuna portava , o negli occhi , o sulle labbra , o sulla fronte , una stimate vigorosa di passione ; ognuna aveva , in diverso grado ed espressi con diversa perizia tecnica , il senso di vitalità esuberante , la luce incontenibile , palese sul volto delle donne che amano l ' amore e gli si dànno senza limiti . L ' iconografia partiva da tempi lontanissimi e procedeva attraverso tutte le epoche , attraverso tutte le nazioni . Vi erano dapprima alcuni tipi di femmine quasi selvagge , probabilmente fantasticate dall ' artista , meglio che ricordate in una qualunque storia : seguivano di mano in mano tipi più calmi ed evoluti , i quali avevano qualche legame di somiglianza con le prime , nella manifestazione di un non comune calore ; e spesso i simboli mitologici rammentavano la loro divinità , o un diadema sui capelli indicava la loro origine gentilizia o regale . Dai margini , i capricciosi avvolgimenti degli ornati concorrevano talvolta a portare una nota originale , allargandosi dietro le teste gentili a guisa di verzura iperbolica , formando con quei visi eburnei , e quei capelli bruni e fulvi uno stridulo contrasto , creando nuovi intrecci o qualche coppa non mai veduta , da cui sorgevano e la testa e il busto , sveltamente . Eran così forse passate centinaia di ritratti , ed a similitudine di rapide meteore avevan lasciato negli occhi d ' Emilia una pertinace luminosità , lo strascico di molte scintille . Concludeva la serie una figura di donna , - questa , tutta intera da capo a piedi - con intorno al corpo e sulle reni avviticchiato un mostro ributtante , verde , in forma di ragno smisurato , gli occhi fosforescenti a fior di pelle ; il quale teneva confitti i suoi tentacoli nella carne viva della femmina , passandoli sopra le spalle a serrarle anche i seni ed il ventre in un abbraccio furioso . I tentacoli possedevano un rilievo quasi tattile , e la bocca era tremenda , appoggiata alle reni della vittima , da cui suggeva sangue e midollo . Ancòra dritta e prona innanzi , la donna s ' affaticava a divincolarsi dall ' amplesso viscido , e con le braccia stillanti gocce porporine , resisteva alla stretta che la soffocava . Sul volto , l ' impronta di raccapriccio era formidabile , la bocca aveva un rictus di strazio , gli occhi schizzavano dalle orbite , e dietro la schiena la chioma nera s ' avvolgeva attorno alle branchie del mostro orrendo . Non pareva , quello , il simbolo eterno delle anime passionali ? Non era , il mostro , una cupidità salda ed ostinata ? Ma lo sgomento del dramma terrifico era sfumato in Emilia al succedersi di pagine liete , in cui una fantasia senza confini aveva trovato un ' espressione priva d ' esitanze . Le scene si svolgevano dissimili , gli abbracci strani e contorti , i gruppi numerosi . La dormente non riusciva ad afferrarli tutti . Il cuore aveva rialzato il battito , una morsa di ferro le aveva attanagliato la gola , e con gli occhi immobili nel sogno ella stava a scrutare . Che cosa avveniva ? Un caos , un turbine , lo straripare di un torrente in dirotta ; ed ogni scena pareva di prim ' acchito semplice e casta ; a ciascun foglio , si sarebbe detto che la fantasia stanca si fosse compiaciuta di un riposo , disegnando idillii ed atteggiamenti pudichi . Ma le linee si spostavano sotto gli occhi della spettatrice ; il quadro , in cui eran raccolte le cose stridenti che nella realtà si escludono e nel sogno si sposano con tranquilla inverosimiglianza , il quadro scopriva presto , il suo concetto afrodisiaco . Corpi femminei e corpi maschili , antichi mostri e simboli nuovi foggiati dall ' ingegno balzano , contorni sfrontati , figure d ' una temerità insultante , ogni creazione sfolgorava linee di demoniaca audacia . Strette le mani , stese le braccia , aggomitolato il corpo spasmodicamente , Emilia convergeva nel sogno gli sguardi immobili , la bocca un po ' schiusa al respiro tronco . No , ella non avrebbe mai supposto una sì lunga scala di secreti piaceri .... Inorridiva , e soffriva la tentazione di ridere senza fine , d ' atteggiare la fisionomia al ghigno lubrico onde si illustravano i volti degli ossessi , che le sfilavano innanzi e le si accavallavano nella memoria . Provava l ' ambascia di un solletico mortale , abbinata colla sensazione dolorosissima della nuca , ove l ' epidermide sembrava ristringersi gradatamente . Non poteva gridare , nè di spasimo nè di rivolta , e tuttavia aveva informi nel cervello lo parole , e le si aprivano le labbra e si movevano invano . La fatica greve dell ' incubo , la luce ormai chiara che , tormentandole gli occhi chiusi , arrossava anche le imagini , finirono con lo spossarla . Ella vide ancòra passar due Centauri , maschio e femmina , rapidamente in una prateria soleggiata ; dell ' una , intese con la vista una grossa treccia bionda , il petto superbo ; del Centauro , la rincorsa avida , il raggiungere , l ' impennarsi .... Poi il corpo d ' Emilia si ribellò a un tratto , inarcandosi come un vimine che brucia .... Ed ella battè due volte con le reni sul piano del letto .... XI . Sembravano due ragazzi accaniti in una gara ingenua , ed eran due odii che si cercavano , una coppia che travisava la lotta dei sessi , la quale finisce con un abbraccio , e qui non aveva speranza di finire se non con qualche impreveduta violenza . Tale era divenuta a poco a poco l ' intimità fra Cesare e Roberta , che il dottore e la fanciulla non si chiamavano più coi nomi loro , ma con nomignoli bizzarri . Cesare per Roberta era " pipistrello " , e Roberta era " cavalletta " per Cesare . Trascinato dal giuoco , egli s ' era fatto più audace di lei , ed ella doveva talora cercare un cantuccio nascosto del giardino per leggere in pace i suoi libri ; dove il Lascaris arrivava , agitando in aria un grosso ranocchio o un ispido vermiciattolo , minacciando di gettarglielo sulle vesti . Stavano in agguato delle debolezze reciproche per cavarne il tema a uno scherzo o a un ' insolenza ; si disegnavano il ritratto sopra un pezzo di carta , prodigando linee buffonesche , musi spaventevoli , capelli incolti ; le fogge di vestire non isfuggivano alla critica ; l ' inesperienza di Roberta a descrivere una scena e ad esporre un lungo racconto , offriva a Cesare l ' opportunità di contraffare la ragazza crudelmente . Sentivano nella implacabile guerriglia una attrazione quasi sensuale , aspra . Cesare aveva bisogno di tutta la sua prudenza per vigilarsi , per costringere lo scherzo entro i confini e non eccedere . Illuminata dal male , Roberta appariva certi giorni veramente bella : un viso bianco e giovanile , che già si piegava a scrutare i vuoti abissi del nulla , un corpo fragile di cui Cesare conosceva quasi intere la forma e l ' attraenza .... Poi , la giovanetta , anelante alla bellezza , si faceva di ora in ora più seduttrice , con molta incoscienza , la quale era un ' altra seduzione ; e nel giuoco sfoggiava una naturale arte femminea , dando alla voce alcuni coloriti di preghiera e d ' ironia , che vibravano a lungo e sembravano commuovere lei medesima . Si vestiva con cura minuziosa ; aveva strappato a Emilia il permesso di portare gli orecchini di brillanti e i gioielli inibiti ancòra alle ragazze . Attillata , guantata , coi cappelli fantastici allora in moda , vivificata e rosea per la piccola febbre che la distruggeva lentamente , somigliava qualche volta a sua sorella , e , predestinata dalla malattia , qualche volta era di sua sorella più capziosa . - Non Le sembra , - aveva detto a Cesare un giorno , in cui era scoppiato il temporale , e voleva ottenere ch ' egli chiudesse la finestra , alla quale ella non osava affacciarsi , - non Le sembra che La preghi deliziosamente , con una voce da sirena ? ... Aveva intrecciato le mani , composto il viso a timida umiltà , pel timore che il Lascaris non si giovasse dell ' incidente a vendicarsi delle spesse cattiverie di lei .... Ma quella sera eran giunti anche più oltre . Per difendersi dal fulmine , Cesare aveva suggerito a Roberta la consuetudine dei pusillanimi che si nascondono nudi fra due materassi .... - È un ' idea , - aveva aggiunto , incapace a frenarsi . - La provi . Supponiamo che il fulmine cada nella sua camera , mentre Lei è così al riparo ; non imagina che gioia , che trionfo ? Aveva taciuto un attimo ; quindi , pazzamente : - Badi però di non dimenticare in quale posizione Ella si trova . Sarebbe piacevole che balzasse fuori dal nascondiglio , tutta nuda , e venisse ad annunziarmi gravemente il pericolo scampato ! ... Andare da lui , tutta nuda ? L ' imagine s ' era presentata assai monca alla fantasia della giovanetta , ed ella non vi aveva visto se non la comicità o il ridicolo ; per questo , mentre Cesare già si mordeva le labbra , risuonò nella camera una lunga risata , e Roberta concluse negligentemente : - Sì , sarebbe piacevole , Pipistrello ! ... E fu tutto . Il Lascaris la tormentava con una gragnuola di proverbii , stroppiati , confusi , mescolato il capo dell ' uno con la coda dell ' altro ; e interrompeva le parole di lei per lanciare due o tre sentenze così grottescamente camuffate , ch ' ella ricordava e ripeteva .... In tal modo infilavano discorsi strani , scintillanti qua e là di qualche lampo d ' arguzia spontanea . Poi , di repente , l ' un dei due si faceva serio e parlava di cose gravi ; ciò avveniva più spesso alla presenza d ' Emilia , la quale aveva assistito in parte al nascere della confidenza inaspettata , e non sapeva giudicarla , attonita . La conversazione diventava saggia , ma variata per le immancabili puerilità di Roberta ; discutevano del matrimonio , dell ' amore , in termini poco definiti , perdendosi . Cesare non poteva esprimersi compiutamente ; Roberta non aveva dell ' amore se non l ' idea romantica ; Emilia era distratta e nervosa . Seguitavano fin che l ' abitudine della quotidiana guerriglia non li avesse ripresi , e l ' uno non avesse dichiarato l ' altra incapace a qualunque ragionamento più volgare . Ma con abili scandagli , il Lascaris era riuscito a stabilire che , sebbene romantica , l ' idea dell ' amore era completa in Roberta . Senza madre , non vigilata da Emilia se non materialmente , in dimestichezza stretta con altre fanciulle , Roberta sapeva e indovinava con una perspicacia talvolta contradditoria . Non arrossiva mai fuor di proposito ; sapeva benissimo , ad esempio , d ' essere vergine , e ignorava in che cosa la sua verginità consistesse . La conversazione seria assumeva una vivacità estrema . Cesare si levava in piedi , camminava pel salotto , parlava come innanzi a un avversario che si deve convincere . La fanciulla ascoltava e prendeva poi la parola ad esporre i suoi dubbii ; la facondia dell ' uomo le smagava i sogni e le toglieva il concetto abituale della vita . La spauriva l ' insistenza di Cesare nel definir nettamente i termini della lotta , una cosa nuova per lei , orribile nelle sue forme infinite . Ella aveva sempre considerato l ' esistenza uno scambio d ' aiuti e una gara d ' arrendevolezze ; non poteva piegarsi a credere specialmente nel male e a diffidare del bene . Le discussioni davan luogo anche a qualche episodio . Una sera in cui parlavan di matrimonio , Cesare aveva chiesto a Roberta quale sarebbe stato per lei il marito ch ' ella avrebbe idealmente scelto ; e come la fanciulla non sapeva sbrigarsene sùbito , il Lascaris seguitò , con una fievole punta d ' ironia : - Vediamo , per esempio : io so che sarei un marito eccellente . Se io , dunque , la domandassi in isposa , Lei accetterebbe ? Emilia drizzò il capo , sussultando . Roberta esitava ; nonostante la confidenza , ella soffriva sempre innanzi a Cesare un po ' d ' impaccio , e finita la febbre dello scherzo , era ripresa dalla tema d ' offenderlo . Infine , si decise : - No , - disse . - Rifiuterei . Non è abbastanza idealista . L ' osservazione fece ridere il Lascaris , forse perchè si sentiva colpito a fondo ; ma Roberta aveva nascosto una verità più cruda . Per lei , Cesare era brutto , ed ella pensava che la bellezza era quanto si doveva cercare e portare nel matrimonio .... Ah , la bellezza eterna e l ' eterna giovanezza rappresentavano la fantasia carissima fra tutte alla fanciulla ! Solo aveva sguardi per istudiare il volto degli uomini e delle donne , la maniera di vestirsi , gli atteggiamenti e le espressioni .... - Hai visto che begli occhi ? - domandava a Emilia , quando passeggiavano . - Hai visto che bella figura ? ... Cesare coglieva il momento in cui passava , qualche deforme , per chiedere alla giovanetta : - Ha visto , che bel naso ? La bellezza era il riflesso d ' una grande bontà ; le anime belle non potevano stare se non in bei corpi ; e non era questa l ' opinione più bambinesca di lei : arrivava fino alle ultime puerilità , fino a credere una persona elegante assai superiore ad una dagli abiti modesti . L ' ingegno doveva avere un paludamento visibile .... E poi , con un ' inflessione di voce , con un nonnulla nel gesto o nella posa , risaliva all ' altezza della donna e alla scienza della seduzione . Di tratto in tratto , il Lascaris aveva per l ' inconsapevole morente un lampo di vera tenerezza ; la consigliava e la correggeva , quasi una sorella .... - Andiamo , selvaggia ! Andiamo , cavalletta , si tenga bene sul busto , porti alto il capo .... Su , un poco d ' energia , Lei che vuol essere bella ! Perchè s ' incurva così ? - Non posso , mi lasci : sono malata , - rispondeva la fanciulla , ora distrattamente , ora con un ' esclamazione di strazio indimenticabile . " Sì , non ha un anno di vita , - pensava il dottore . - Perchè la tormento ? " La condanna crudele , senza scampo , dava giusto al Lascaris tanta libertà con Roberta . I suoi discorsi non interamente scettici , ma già troppo scettici per l ' inesperta ascoltatrice , la sua intimità ardita , pericolosa , la quale nessuno sapeva fin dove sarebbe giunta , avevano scosso lui medesimo ; e non si liberava dal dubbio di coscienza , se non pensando : " Muore : non ha dimane . Sarà almeno vissuta . " Salvare la fanciulla non poteva ; crescevagli l ' odio per quel fragile e infrangibile ostacolo alla sua passione ; e tuttavia avrebbe voluto accendere la moribonda giovanezza di Roberta , non lasciarla spegnere così , semplice larva . In lui , simile tentazione non era nuova ; spesso , innanzi ai casi di fatali malattie con prògnosi sfavorevole , s ' era sentito spinto ad avvertir l ' ammalato . Avrebbe detto volentieri : " Voi avete diritto a vivere diversamente da noi , che siamo sani e rappresentiamo l ' esempio e l ' avvenire . Toglietevi dal volto la maschera , gettate lungi l ' ipocrisia atavica . Siete liberi ! " E pensava al terribile spettacolo di quei morituri , che avrebbero traversato il mondo in cerca d ' una plaga serena , ove sfrenar la rabbia degli ultimi piaceri . Ma se in tutti gli altri casi l ' uomo era stato vinto dal medico , egli per Roberta non era più il dottore che compiange e passa : aveva rapito a Emilia qualche cosa delle sue ribellioni contro il male . Indi , il combattente si rialzava improvviso da quelle prostrazioni sentimentali . Egli voleva Emilia ; ogni giorno il bavaglio imposto al suo amore lo torturava vie più ; Roberta doveva morire , poichè era l ' ostacolo .... Cominciava anzi a sospettare che la fanciulla si prestasse all ' anormalità dell ' imprevista confidenza non per altro se non per distrarlo e sviarlo dalla sorella .... Lo infiammavano allora l ' inquieto egoismo , la caparbietà di raggiungere un fine con qualunque mezzo .... No : no : egli non si lasciava sviare .... La tentazione era forte , senza dubbio : si sarebbe detto che la febbrile audacia di Roberta dèsse l ' adito a tutte le speranze . Ma Cesare nelle sue inclinazioni , per indole e per sapere era normale : amava la sanità quanto la bellezza , e non poteva cader vittima d ' un inganno momentaneo dei sensi . Il giorno stesso in cui aveva secretamente fatto pervenire a Emilia una lunga lettera appassionata , fu attentissimo a Roberta , fraterno . Il cuore gli batteva in petto , da spezzarsi ; quando Emilia comparve taciturna e pallida , egli si sentì così goffamente intimidito , che non osò guardarla in volto , nè dirigerle la parola . Dovevano recarsi il giorno appresso a una gita , a Mont ' Allegro . Vi andarono , salendo da Rapallo al monte , Emilia sopra una quieta giumenta , Roberta con un asinello piagato che l ' aveva commossa sino alle lacrime , quantunque avesse poi finito col batterlo ; e Cesare a piedi . La guida , un ragazzotto esile e sciocco , li esilarò co ' suoi spropositi di storia e di lingua . Dava a Roberta il titolo di signora , credendola moglie del Lascaris , e di signorina a Emilia , ch ' egli supponeva la cognata di Cesare .... - Signora , signorina , è poi lo stesso , - egli comentava col dottore . - Io , di queste mariuolerie non m ' intendo .... La fanciulla rideva a gola spiegata ; anche Emilia trovava qualche sorriso ; Cesare stava presso la ragazza , lasciando la guida a fianco della donna . Roberta era a cavalcioni della bestia ; per un malinteso , mancava la sella acconcia , e la giovanetta aveva bravamente inforcato la sua cavalcatura . - Su , ritta : i gomiti ai fianchi ; nella staffa , appena metà del piede , - suggeriva Cesare , fingendo una partita d ' equitazione . - Non tormenti il puro sangue colle redini del morso : andiamo , trotto leggiero ! Battute giuste in sella ! ... - Oh , insomma , - gridava Roberta , irritata e ridente . - Vuol lasciarci tranquilli ? ... A poco a poco , le dolsero i ginocchi : la presenza del Lascaris la impacciava , togliendole la libertà di mutar positura . Infine , poichè l ' asinello s ' era fermato a brucar tranquillamente l ' erba , ella riprese la sua arditezza infantile e pregò Cesare d ' aiutarla a scavalcare . Fu quello l ' istante , in cui l ' abitudine mentale di considerar la giovanetta come una larva che non provava e non comunicava alcun fluido di desiderio , spinse il Lascaris alla temerità estrema . Egli cercò di trar Roberta d ' arcione afferrandola pel busto ; non vi riuscì , e la cavalcatura avviandosi in quel punto di nuovo , Cesare non esitò a passare una mano sotto le vesti della fanciulla , ad allargarne le ginocchia indolenzite , e a strapparla di sella in tal modo , rapidissimamente . Poi la sostenne in piedi , e le disse ridendo , impassibile : - Che nessuno lo sappia ! XII . Per aprire il cancello cigolante , egli approfittò del fragore d ' un treno che scivolava nell ' ombra notturna . Il vento taceva ; le cime degli alberi stavano tutte immote ; tra i filari degli aranci , le lucciole non trescavano più . Risonava di tempo in tempo la caduta d ' un frutto delle palme , o il gracidar già fievole dei ranocchi , su in alto nel serbatoio delle acque irrigue . Il giardino grigiastro susurrava con un brivido ignoto alla vita diurna , e qualche cosa placidamente singolare era fra le lucide frasche delle magnolie , fra le chiome dei palmizii , fra i cespi dei fiori .... Cesare entrò . Il passo cauto sulla ghiaia aveva risvegliato l ' attenzione del cane di guardia , che accorreva latrando . Si udiva il galoppo della bestia ; e quando gli fu vicina , Cesare la chiamò sottovoce : - Nero , silenzio ! Qui , Nero ! Il cane , un bastardo , di grandezza mediocre , nero col petto bianco , fiutò l ' uomo e tacque ; si scrollò e ripartì di galoppo , mandando ancòra qualche latrato , lontano , per chiasso . Cesare aveva anticipato di pochi istanti l ' ora del convegno . Temeva d ' incontrarsi coi figli del massaio , che lavoravan di notte al torchio in una piccola casa rustica , dietro la villa . La villa , dal chiosco ove il Lascaris era giunto , aveva contorni indefiniti , nell ' ombra , e , davanti , i due palmizii immobili sembravano proteggerne il riposo . L ' uomo si sentiva inquietamente felice ; pregustava le delizie dell ' amore che comincia , e non possedendo ricordi d ' avventure consimili , non aveva preparato nè una frase nè un gesto ; egli sapeva che la sua passione sarebbe bastata a trascinare lui e la donna nell ' ampio cerchio di luce , in cui tutte le parole sfavillano e sono grandi . A mezzanotte precisa , Emilia gli andò incontro e gli tese la mano . Teneva dall ' altra la catena di Nero , che s ' era imbattuto in lei , e ch ' ella aveva posto al guinzaglio , perchè non disturbasse oltre . - Accenda ! - disse brevemente . Cesare s ' avvide allora che sulla tavola di pietra nel mezzo del chiosco era preparata una piccola lampada . - Non tema , - aggiunse la donna . - Il giardino è deserto , questa notte : gli ulivi ci nascondono interamente . Al debole raggio della lucerna , sì guardarono . Emilia indossava un abito bruno ; per effetto della luce scialba , o per la commozione violenta , appariva di una pallidezza mortale . Seduta sopra un rozzo sgabello di legno , il cane sdraiato a ' suoi piedi , era una figura tragica , davanti alla quale i desiderii arditi dovevano svanire . Cesare ostentava una calma , che di momento in momento poteva mancargli . Il corrugare delle sopracciglia avevagli solcato la fronte d ' una linea scura . Stava in piedi ; guardava la donna con un senso di nuova inquietudine . La sola vista di lei gli richiamava anco una volta la tristezza , che mai non era giunto a dominare , avvicinando le due sorelle . Su quelle giovani , su quelle fresche esistenze , il grigio nembo del destino s ' addensava ; ed egli aveva voluto sfidarlo con loro , ed era troppo tardi per isfuggire alla solidarietà paurosa . " Chi direbbe , questo , un convegno d ' amore ? " - si domandò , mentre Emilia aveva cominciato a parlare . - Mi ha scritto che desiderava un colloquio , - ella disse , incerta nella voce . - Perchè vuole spiegarmi una cosa assurda ed inutile ? ... Non le basta avere per sempre spezzato la nostra amicizia , dandole un significato che io non posso accettare ? Egli incrociò le braccia al petto , e dichiarò : - Non è cosa assurda , il mio amore ; forse , non sarà cosa inutile . Debbo ripetervi quanto vi ho già scritto : ho bisogno di voi per vivere . - No ! - proruppe Emilia , alzando la testa a guardar , più che l ' uomo , la realtà della passione ond ' era ormai stretta e incalzata . - Io non ascolto queste frasi . Con una parola posso toglierle ogni speranza , se non le ha tutte ancora perdute .... Odio l ' amore di Lei , odio l ' amore di chiunque . Cesare fece un passo verso la leggiadra figura dolorosa , la quale parlando aggiungeva una grazia ignara al suo aspetto , e gli toglieva l ' ombra di durezza , che l ' abito aveva tentato di dargli . - Emilia , - egli disse , prendendole una mano . - Voi mi sapete incapace , per indole e per abitudini , a compor delle frasi .... Mi vedete calmo , perchè non ho esitanze , e la fine di questo convegno sarà anche la fine di lunghi tormenti .... . - Non si muore per una donna sconosciuta , - mormorò Emilia , distogliendo lo sguardo dal volto di Cesare , e liberando la mano .... - Sconosciuta ? ... - esclamò il Lascaris . - Io vi conosco . La giovane tornò a fissargli in viso gli occhi grigi , a cui la luce scialba non aveva rapito l ' espressione di smarrimento e di timida carezza . - .... E so che in questo istante nessuno è meno sincero di voi , - proseguì l ' uomo , con voce calda . - Volete ingenuamente tradire voi medesima .... Perchè non dirmi che vi sono indifferente , che non v ' ispiro la simpatia più modesta ? ... Ciò è ben possibile ! ... Ma mi dite che tutti gli amori vi sono odiosi , ed è falso , Emilia . Voi desiderate l ' amore quanto lo desidero io ; voi l ' aspettate , come vogliono la giovanezza vostra e la vostra bellezza . Siete pura , ma non fredda , nè insensibile . - Oh , ve ne prego ! ... - ella interruppe , Avvertendo una vampata di rossore salirle alle guance e alla fronte , per l ' acuta indagine , la quale pareva emergere da un di quei sogni , che non dànno tregua , e popolano la mente di fiamme , e soffian sulle carni . Cesare le afferrò di nuovo le mani , le trattenne , inginocchiato presso di lei , parlandole quasi all ' orecchio . - Ascoltami , Emilia , e rispondimi . La tua anima non ha più segreti per me ; essa vive con la mia , da lunghi giorni , da mesi .... Perchè sottrarla alla gioia ? ... Perchè odii il mio amore , se ancòra non si è espresso ? Non è una passione della quale tu debba arrossire . Non è un ingannò . Forse , colmerà la lacuna de ' tuoi sogni ... Emilia pensò in quel punto : " Davvero , dunque , la mia alcova è chiusa invano .... Qualcuno vi passeggia in ispirito ogni notte .... " Il rossore bruciante che di nuovo soffuse il volto della donna , fece pensare a Cesare : " Ah , quest ' abito nero sarà l ' ultimo , che me la tolga allo sguardo ! " Avvenne una pausa brevissima . Si guardarono negli occhi , sentendo quasi tattile il nembo del destino che li avvolgeva . Era qualche cosa tragica , fra loro , come un urlar lontano di lupi famelici , che a mandra lascino le steppe nevose , per addentrarsi ov ' è speranza di preda . Grandi visioni li turbavano , inesplicabili visioni d ' altri luoghi e d ' altri tempi . La passione quasi taceva , innanzi al mistero di due anime congiunte da ineluttabile fatalità .... Era il silenzio minaccioso , il quale precede un terribile duello ? ... Era la corrente del fascino , irradiatrice d ' ultimi bagliori , prima che i due corpi balzino , s ' allaccino , si travolgano nell ' eternità ? Ascoltavano come lo stormire di una immensa foresta . Emilia si scosse la prima , bruscamente , atterrita . Udì le parole intime dell ' uomo , e le interruppe con un grido , chinandosi su di lui : - Ma io , io , non vi conosco , Cesare ! ... Io non so chi voi siate ! ... Che cosa avete fatto di me ? - È vero , - disse il Lascaris . - Hai bisogno del mio passato , Emilia , per giudicar del nostro avvenire . - Neppur questo , - ella seguitò , con voce profonda , quasi mistica nel silenzio vivo del giardino . - Neppur questo , Cesare . I fatti son forse ben poca cosa , in paragone dei sentimenti .... Ma io non so il vostro animo .... Chi siete ? Ditemi chi siete ! Che cosa volete da me ? Vedete come sono triste ? Non vi manca il coraggio di prender parte alle mie angosce ? E perchè volete sacrificarmi il vostro avvenire ? ... Così parlando , ella non ebbe forza a trattenere un affettuoso gesto istintivo , in cui la sorella pareva confondersi con l ' amante ; e le sue mani sfiorarono i capelli del giovane , e vi s ' indugiarono in una mite carezza . - Dimmi che mi ami , prima ! - egli esclamò , stendendo le braccia a cingerle il busto , con un gioioso slancio di vittoria . Le cercò avidamente la bocca , e la risposta migrò da labbra a labbra , non udita nemmeno dalle pallide foglie immote . Ma poichè Emilia sentiva la stretta divenire ardente , e il suo cuore e il cuore dell ' uomo precipitare i battiti come nell ' ora delle supreme follie , ella aggiunse : - Lasciami ! ... Lasciami ! ... Lasciami ! ... E si scostò con un balzo . Da quel punto , tutto aveva mutato significazione . Il passato era sepolto nell ' oscurità ; non fiammeggiava di fronte ai due innamorati se non il futuro , un ' ampia via pagana , che luccicò un attimo visibilissima ai loro sguardi ; poi essa pure si spense , e Cesare ed Emilia si ritrovarono nella notte , nel chiosco , entro il circolo delle cose reali , che dovevano essere vissute ad una ad una . Nero si drizzò inquieto . Aveva udito romore e scrutava nel giardino grigiastro , le orecchie aguzze ; cominciò a ringhiare , e si slanciò fuori d ' un tratto , abbaiando distesamente . Emilia pure aveva guardato la villa , impallidendo ; e mentre Cesare la raggiungeva , ebbro di desiderii , avido di baci , ella lo arrestò con la mano . - Ve ne prego ! - disse con voce spenta . - Che cosa ho fatto ? Che cosa speri ? - Ah non pentirti di vivere ! - esclamò il Lascaris , vedendole il volto tutto bianco di sgomento . - Più tardi , più tardi , mi dirai : concedimi ancòra un lampo di felicità . E fissandola così ritta , pallida , pallidissima per l ' abito bruno , per il diadema di capelli neri , coi grigi occhi illuminati da un ' espressione in cui lottavano mille sentimenti contrarii , fissando la svelta forma , ch ' egli aveva temuto di non potere allacciar mai colle braccia , - l ' inno semplice e immortale gli sgorgò dal cuore e dalle labbra : - Come sei bella ! - proruppe , non osando quasi avvicinarla . - Come sei bella , anima mia , divina statua ! ... Come sei bella ! Emilia rabbrividì allora , al sogno : l ' uomo che sorridendo le aveva preso una mano , appena per l ' estremità delle dita , e l ' aveva condotta sulla soglia della porta invarcabile . Fuori del sogno , in quella notte estiva , Cesare era ancòra innanzi a lei , ed ella rabbrividiva di spavento e di pudore .... - Dimmi che vuoi essere mia per sempre , - egli le susurrava , prendendole una mano , timidamente , appena per l ' estremità delle dita , e chiamandola a sè . - Perchè non comprendi che io ti amerò sempre come oggi ? Io darò per te il mio sangue , la mia vita , il mio orgoglio ; abbandonerò gli amici , porterò superbo il più greve giogo che ti piaccia impormi ; rinnegherò ogni fede , e avrò la tua sola fede , la tua religione .... Quindi aggiunse , esaltato , traendola dolcemente a sedere sulle sue ginocchia , e cingendola con le braccia : - Tutto questo , io te l ' ho già detto , da molto tempo . E tu l ' hai udito , non è vero , senza che io parlassi ? Hai capito che la mia esistenza cessava , per raddoppiarsi con la , tua ? ... Abbandonata fra le braccia di lui , Emilia non osava far moto , bevendo la dolcezza dell ' inno eterno . E di repente , sollevò la testa col suo atto risoluto , e offerse il viso ai baci , perdutamente , ebbramente , avvinghiata al petto dell ' amante . Tutti i baci scesero sulla bocca di lei , sugli occhi , sui capelli , sulla gola ; ella li rese , così assetata di delizie , che non avrebbe resistito al tentativo più audace . Sotto l ' impeto della passione senz ' argini , ebbe d ' improvviso la visione della strada che conduceva a Pieve di Sori ; vide sè stessa calma in apparenza e turbata nell ' anima : vide Cesare al suo fianco ; capì come già da quel giorno tutto fosse stato predisposto .... Ella aveva resistito assai , aveva sacrificato abbastanza alla verecondia del suo sesso . Nessuno avrebbe ormai osato condannarla . - Ascoltami , - disse Cesare sottovoce . - Non mi negherai ciò che ti domanderò ? Sorrise , vedendo Emilia ritrarsi un poco , e fissarlo inquieta . - È un piccolo capriccio , - aggiunse , - una cosa puerile .... Voglio salir con te nella tua camera da letto ; voglio vedere dove tu riposi ... - No , no , no , - rispose la giovane , sgomenta . - È impossibile .... È già una pazzia riceverti qui .... Non chiedere .... Debbo rifiutare .... - Faremo così adagio , - proseguì Cesare , tranquillamente implacabile . - Saliremo all ' oscuro : tu mi condurrai . Resteremo un solo minuto ; vedrò dove tu riposi , e torneremo .... Non rifiutare , mia divina .... Voglio respirare il profumo della tua camera , un minuto solo .... Mentr ' egli parlava , la donna s ' era levata dalle ginocchia di lui , e guatava la villa piena d ' ombra . - Dov ' è la sua finestra ? - interrogò il Lascaris , ritto alle spalle d ' Emilia . - La finestra di mezzo è la sua finestra , - mormorò Emilia , immobile . - Senti che silenzio ? ... Dorme .... Non la sveglieremo .... Suvvia , anima , non rifiutare ! - Ma non capisci ? - esclamo Emilia , volgendosi a guardarlo . - Non capisci che rifuggo dal condurti nella casa dov ' ella dorme ... ? - Di che cosa siamo colpevoli , Emilia ? - rispose Cesare . - Quando vivrai dunque per te , senza spettri ? Manchi di fede a qualcuno ? Sono io legato a qualcuno ? Siamo liberi ; ci amiamo .... Perchè devi arrossire ? E camminando per il chiosco , seguitò concitato : - È dunque verO che hai rinunziato a vivere ! Non potevo credere , tanto la cosa è triste e strana ! Ti vergogni d ' amare , e ti avveleni ogni istante di gioia ! Dovrò nascondere la passione ch ' è il mio orgoglio , per lasciar dormire i tuoi scrupoli ? - Cesare ! - implorò la giovane , fermandolo e prendendogli una mano . Esitava ; guardava ora lui , ora la villa assopita coi due palmizii i quali ne vigilavano il sonno . - Vieni ! - disse rapidamente . Cesare spense la lampada sulla tavola , ed uscirono dal chiosco . Il giardino susurrava con un brivido ignoto alla vita diurna , e il gracidar delle rane era cessato ; ma certi fiori che non s ' aprono , se non nell ' umidità dell ' ombra , effondevano un profumo di notte romantica ed antica . Emilia pensò alle sere innocenti in cui scendeva ad aspirar la fragranza selvatica di quei fiori , tra i quali le lucciole nottiludie vibravano i loro piccoli lampi . - Nero ! Povero Nero ! - ella mormorò , vedendo il cane sbucar da un viale , e tornare a lei . Esso veniva cautamente , trascinandosi dietro la catena ; Emilia si chinò a staccargliela dal collare , e il cane si drizzò a ringraziare , scodinzolando . - Va , va , Nero ! - disse Cesare , a bassa voce . - È inquieto : vuol seguirci , - osservò Emilia . - Non si fida .... - Non si fida di me , - soggiunse il Lascaris , sorridendo . Emilia gli strinse la mano in silenzio . Quanto più procedeva , tanto più si smarriva di coraggio ; l ' inutile audacia di ciò che stava per fare , le sembrava enorme . - Sai quale pericolo affrontiamo ? - bisbigliò , quando giunsero a ' piedi della breve scala di marmo - .... Di notte , ella si sveglia , e qualche volta entra nella mia camera , - Perchè ? - Ha paura . - Di che cosa ? La giovane fece un gesto perduto , rabbrividendo . - E tu temi anche per questa notte ? - chiese il Lascaris , con lo stesso fremito . Emilia tacque , guardò la scala bianca , e , al sommo , la porta chiusa . - Vieni , vieni ! - ripetè febbrilmente . - Non temo nulla .... Ti ho promesso .... Parve infinita la breve scala ; parve ai due innamorati che nella oscurità qualche spirito potesse ergersi minaccioso ; sentirono il respiro affievolirsi e il battito del cuore crescere vertiginosamente . Procedettero , sapendo pure che ad ogni passo il pericolo aumentava . - Eccoci ! - susurrò a un trattò la donna , aprendo cauta un uscio . - Sei nella mia camera . - Chiudi la porta che comunica , ed accendi , accendi un lume , una lampada , - pregò Cesare , stringendo Emilia fra le braccia . - No ! No ! Sei pazzo ? - balbettò questa , tutta tremante . - Se non dorme ? ... Udrà il romore , vedrà la luce .... Ebbe un sussulto che la scosse dalla testa ai piedi . Le sembrava già di scorgerla sulla soglia , d ' ascoltarne il grido .... Come erasi potuta dimenticare così ? In brevi ore , ella s ' era mutata , compieva degli atti di cui non aveva quasi coscienza , e che in pieno giorno le sarebbero parsi d ' un ' arditezza proterva e malsana . - Perchè siam venuti qua su ? ... È una cosa spaventevole , Cesare ! - continuò , soffocata dalla paura . - Ella cammina così adagio ! ... E l ' uscio è aperto ; non si può chiuderlo ; stride . - Suvvia , anima , - tentò l ' uomo , - non pensare .... Dorme ! ... Parlavano senza vedersi , ritti ed abbracciati , con le voci morte ; a un passo da loro , non si sarebbe udito verbo . Infine , dopo una pausa d ' angoscia , Emilia dichiarò : - È impossibile resistere .... Voglio assicurarmi che dorma .... Aspettami ; non muoverti di qui ; entro nella sua camera e torno . Già si avviava decisamente ; ma Cesare la trattenne . - Vuoi andare così ? - disse . - Così vestita ? ... Se non dorme , t ' interrogherà .... Che cosa risponderai ? ... Spogliati ! ... Hai dimenticato che son le due di notte , - proseguì , sorridendo . - Spògliati , Emilia ; devi fingere di essere scesa dal letto .... Spògliati ! La voce era commossa , quasi l ' invito avesse avuto un ' altra , ben più cara significazione ; e l ' idea lo incalzava senza pietà , non venuta da lui , non meditata prima , balzata viva dalle tenebre infide . - Spògliati , - ripetè . - È oscuro ; non potrò vederti . Dubiti di me ? ... Coraggio , mia divina ; l ' uscio è aperto , ed ella può giungere . - Ah , non lo dire ! - esclamò Emilia , aggrappandosi a lui , come per sottrarsi al pericolo . Angosciata , smarrita , con un ronzìo di terrore negli orecchi , la giovane avrebbe in quell ' istante obbedito a qualunque voce imperiosa .... Girò lo sguardo nella spessa tenebra ; non uno spiraglio di luce che potesse tradirla .... Si decise . - Sì , sì , mi spoglio , - acconsentì febbrilmente , senza pensare che la parola sembrava in bocca di lei un grido di passione . - Farò come tu vuoi , Cesare .... Mi spoglio ! ... Cesare la sentì staccarsi e avventurarsi nella camera , francamente , con l ' infallibile destrezza dell ' abitudine . Egli aveva trovato il vano della finestra , e vi stava immoto . Non mai un più energico dominio di sè stesso gli era stato imposto ; si curava ben poco del pericolo , si rideva dell ' uscio aperto . A due passi da lui , l ' amante si spogliava tutta , e rivestiva la molle veste notturna . Oh , giungere alla donna invisibile , e sentirla palpitare fra le braccia ! ... Vi doveva essere un momento in cui l ' oscurità ammantava il corpo nudo di Emilia , e glie la sottraeva allo sguardo innamorato . Egli pensava alla sventura dei ciechi , profonda come un abisso . E sussultò , udendo ; la voce della donna mormorare sommessamente : - Ecco ; ora vado .... Aspettami .... Tornerò sùbito .... Egli protese le braccia nell ' ombra , bevendo , il profumo della giovane discinta ; ma non riuscì se non a sfiorare una mano di lei , che non si lasciò attrarre . - Aspettami , - disse ancòra Emilia . - Dopo , sarò più tranquilla . Cesare si calmò . Ella doveva tornare . Nessuna forza umana , allora , avrebbe potuto contenderla al suo destino . XIII . Il cane , che aveva abbaiato buona parte della notte , e che ancòra abbaiava , da lontano , da vicino , per una grande inquietudine , - non aveva permesso a Roberta di addormentarsi . Era a letto , ma leggicchiava uno de ' suoi libri romantici , alla luce di un doppiere , sul tavolino ; e le avveniva di ripetere una stessa frase , senz ' afferrarne il significato . Quando scorse Emilia varcar la soglia , stese le braccia , ed un buon sorriso le rischiarò il volto . Emilia s ' accostava , tutta chiusa in una leggera veste da camera , con un gran collare alla Stuart , i capelli crespi e lunghi snodati per le spalle . - Anche tu non dormi ? - chiese Roberta . - Nero non è mai stato così cattivo ... ! Come sei rosea ! - aggiunse , guardandola attentamente , nell ' abbracciarla . - Come sei calda ! - osservò ancòra , prendendole le mani . - Smetti di leggere , - le ordinò Emilia . - Ora dormirai , non è vero ? I suoi occhi contemplarono quasi con ostilità il volto della sorella e le forme che s ' indovinavano sotto le lenzuola . Ella tremava al pensiero che se non avesse affrontato così il pericolo , Roberta sarebbe venuta a trovarla ; e sentiva nell ' animo agitarsi il rancore per colei , la quale anche da lungi dava ombra a tutta la sua vita , e le dimezzava , le rubava un ' ora della breve felicità . Accomodò i guanciali a Roberta , e le tolse il libro . Sapeva d ' avere sulla giovanetta un impero senza confini ; la sua mano passata nei capelli di lei , per materna carezza , poteva addormentarla ; la sua presenza era più volte bastata a rassicurarla da qualunque timore . - Come sei calda ! - ripetè la fanciulla , avvertendo la carezza tra i capelli biondi . - Dormi , dormi ! - Emilia mormorò impaziente . Agiva con la tranquillità consueta ; e tuttavia , se Roberta avesse voluto oltrepassar la soglia , ella si sarebbe uccisa , piuttosto che darle il passo . - Chi sa perchè Nero , abbaia in questo modo ? - osservò Roberta , udendo ancòra il latrato del cane , sotto la finestra . - Risponde agli altri , che abbaiano nelle altre ville , - disse la giovane . - Hai paura anche del cane , stanotte ? - No , non ho paura .... Rimani fin che mi sono addormentata ? - Sì , certo ; fin che ti sei addormentata .... Roberta sorrise , e chiuse gli occhi , tossendo di tempo in tempo . " Dormi , - le imponeva la sorella col pensiero . - Io sfiorisco lentamente qui , ma qui non dovrei essere , e il mio destino è più forte d ' ogni calcolo pietoso . Dormi ; non rapirmi il tempo che è mIo , non amareggiarmi l ' ebbrezza che tu ignori , e che mi appartiene . " La guardava con uno sguardo quasi magnetico , e la sua mano non ristava dalla lenta carezza , in cui si era trasfusa una volontà imperativa , in cui vibrava un dominio nuovo e assoluto . A poco a poco , il respiro della giovanotta si fece eguale ; sotto le palpebre , gli occhi non vagarono più ; la bocca si schiuse leggiadramente ; il corpo tutto si distese in una quiete benefica e profonda . Allora Emilia ritrasse la mano ; il suo còmpito era terminato ; Roberta dormiva .... Fu , d ' un tratto , come se in un perduto villaggio di montagna risonassero inaspettate mille trombe di guerra .... Nell ' animo d ' Emilia , la quietudine della camera virginale e il proprio contegno affettuoso , non ebbero più senso ; ella si volse ad altre imagini ; una turba d ' aspettazioni gioconde la invase .... L ' intermezzo candido era finito , e la notte di fiamme la riallacciava .... Prima di spegnere il doppiere , si chinò sopra Roberta per udirne ancòra il respiro eguale , e la fissò un attimo duramente , con la crudeltà d ' un egoismo che trionfa . Poi soffiò sulle candele , uscì , accostò la porta , stette un poco in ascolto , e quasi di corsa traversò il salotto per raggiungere l ' amante . XIV . - Non dormiva , - ella disse in un tronco bisbiglio . - Ora l ' ho addormentata .... Ma , tu partirai , Cesare , non è vero ? ... È l ' alba .... - Mancano tre ore all ' alba . Non mandarmi via , adorata , - pregò Cesare , trovando la donna nell ' ombra , e abbracciandola come avesse temuto di non più rivederla . Egli , aspettando , aveva fatto il giro della camera , e nella densa oscurità poteva adesso muoversi non meno destramente d ' Emilia .... Pure aspettando , aveva udito i colpi di tosse , e aveva pensato alla fanciulla ; un confronto audace tra le due sorelle gli si era imposto allo spirito , gli aveva infiammato le vene d ' un ardore quasi cupo .... Andò all ' uscio che comunicava , e lo chiuse , senza farlo stridere , prudentemente . - Che cosa fai ? - domandò Emilia , la quale conosceva il romore . - Chiudo .... Voglio vederti .... - rispose il Lascaris , tornato a lei , riprendendola fra le braccia . - Per carità , non pensarlo .... - Voglio vederti , mia unica bellezza , coi capelli sciolti così .... Che profumo hanno i tuoi capelli ! - Non insistere , Cesare .... Appena siamo sfuggiti a un pericolo . - Dorme ; se anche si sveglia , non oserà disturbarti nuovamente . Emilia s ' accorse ch ' egli la lasciava ... - Si vedrà il lume , - disse , impaurita . - È inutile ; è tutto inutile , - esclamò il Lascaris , abbassando poi sùbito la voce imprudente . - Non resisto più a una simile tortura ; dovessi perderti per sempre , voglio vederti così , come ti ho sognata e non ti ho vista mai .... Questa notte , non ha paura , è tranquilla , - continuò , mentre s ' avvicinava al tavolino , sul quale aveva prima tastato un lungo candelabro . - Tu l ' hai rassicurata , - soggiunse . - Una forza divina ci protegge .... E accese i cinque bracci del candelabro , e si rivolse . Emilia s ' avvide che il momento era terribile ; non tanto pel pericolo di Roberta , forse , poichè ogni notte in camera era accesa la lampada pènsile , e l ' oscurità sarebbe parsa alla fanciulla più strana della luce ; quanto per l ' uomo , superbo di desiderio e di speranze . No ; Emilia doveva confessarselo : ella non lo conosceva , non aveva mai supposto d ' essere così violentemente agognata , di poter così intimamente mutarlo .... Per tutto il volto di lui raggiava un maschio tripudio ; la linea scura della fronte era scomparsa ; si sarebbe detto che la morte sola potesse arrestarlo .... Emilia lo fissava , amandolo ; e cercava un mezzo , pensava a un grido per isfuggirgli . - Non vi avvicinate ! - gli ordinò , a bassa voce . - Non vi avvicinate ! Girò lo sguardo intorno , più sgomenta di sè che di lui , non sapendo come togliersi all ' abbraccio , che presentiva invincibile . - Volete approfittare della mia debolezza e del pericolo ! - gli lanciò ancòra . - È un tranello , questo ! Cesare s ' era fermato , pallido . - Che cosa dici , Emilia ? - susurrò , - che cosa temi ? - Non avvicinatevi ! - ripetè la giovane , con lo stesso imperio nella voce . Ella ignorava d ' essere straordinariamente bella . Abbandonata sul letto , svelata dalla luce aurea in ogni linea della sua positura di battaglia e di rifiuto , dominava l ' uomo e i desiderii con uno sguardo bruciante .... Aveva chiamato a raccolta le formidabili energie di resistenza , insite nella donna ; e ormai riposava tranquilla , sapendo che così debole , così indifesa , non aveva tuttavia nulla a temere , poichè non temeva più nulla da sè medesima . Cesare capì . - Perdonatemi , - disse lentamente . - Vi ho spaventata ! , e ve ne chiedo perdòno .... Volete concedermi di baciarvi le mani ? Emilia lo lasciò avvicinare e gli diede le mani , ch ' egli si chinò a coprire d ' intensi baci ; ella lo guardava , sommesso e vinto ; ma quando Cesare allungò un braccio per cingerla intorno al busto , la donna si sciolse vivamente . - Non osate di più , - disse . - O mi alzo , e vado da Roberta , e mi vi rinchiudo . Poi , mentre il Lascaris le si sedeva ai piedi , sulla candida pelle d ' orso ch ' era stesa di fianco al letto , Emilia seguitò : - Questa , è stata una notte di pazzie .... Anche ora , siamo in mano del caso , ed io posso perdermi , da un minuto all ' altro .... Una simile notte , non tornerà più . Avete voluto sapere s ' io vi amassi .... Lo avete saputo ; ed è molto .... , ed è tutto .... - Tutto ? ... Tutto finirà qui ? - domandò Cesare angosciosamente . - Vi ho chiesto se volete essere mia per sempre .... Tu lo vedi , Emilia ; io non ho mai supposto che tu potessi essere una conquista .... Per il tuo amore , ti offro la mia vita .... . " Dove vai ? " - gridò in quel punto lo spirito loico nell ' animo dell ' uomo libero .... Ma l ' uomo non ebbe tempo a rispondersi , che già l ' attitudine d ' Emilia s ' era cangiata , e sul viso di lei tornava la chiara fiducia , e nella sua preziosa figura splendeva il gaudio d ' una felicità senza sospetto . Poi ebbe un cenno muto della testa , verso l ' uscio chiuso . - Il nostro avvenire è là , - disse . - S ' ella si oppone , siamo perduti per sempre .... - Tu non lo pensi ! - esclamò il Lascaris , levatosi in ginocchio a guardarla con intensità . - Non è possibile fidar due esistenze al capriccio d ' una fanciulla ! ... - Noi giuochiamo anche la sua vita , e tu non lo capisci ! - insistette Emilia , solcando ancòra teneramente con la mano i capelli di lui . - Tu non capisci quale strazio sarebbe per me stessa il compiere un atto che potesse amareggiarla ! ... Ma lo capirai , non è vero ? quando ti dirò che sono pronta a rinunziare , se la mia rinunzia le darà un giorno di pace .... - Siete pronta a rinunziare ? - ripetè Cesare . - E come chiamate , allora , il sentimento vostro per me ? ... Se mi amaste , non esitereste un istante a superare un ostacolo ... Si drizzò in piedi , e rimase a testa bassa , pensando .... Aveva pronunziato le ultime parole con tanto odio , che la giovane sentì un leggero , brivido correrle per le spalle . - Voi non pensate .... - egli proruppe quindi . Emilia fece un gesto di preghiera , perchè smorzasse la voce incauta ; scivolò dal letto , continuando il gesto silenzioso , e andò all ' uscio , e vi restò qualche minuto , con tutto il sangue alle tempia e al cuore .... Le era parso d ' udire un colpo secco di tosse , lontano ; poi , rassicurata dalla taciturnità successiva , s ' appressò a Cesare . - Può svegliarsi , - disse . - Non abusiamo della nostra fortuna ! ... Va ! Va ! Tornerai quest ' altra notte , mio amore ! Ma Cesare non ascoltava ; osservando l ' atto pieno di grazia , col quale ella s ' era un po ' inchinata a studiare il silenzio oltre la porta , e l ' armonìa del suo passo inavvertibile , - l ' uomo le andò incontro , di nuovo in preda a un ' esultanza veemente , l ' accolse e la serrò nel cerchio delle braccia , la ricoperse di baci vivi , sentendola tutta fremere . Fu di quegli schianti appassionati , che sfiorano i giovani corpi come folate aquilonari , e in una vita rimangono , inestinguibili . Ambedue gl ' innamorati risplendevano , per la gioia di spezzar fugacemente la catena diuturna , di riscattare il passato gelido , forse l ' avvenire temibile , con un magnifico slancio d ' oblio .... Cesare adagiò sul letto la donna , languida ; le mani di lui avevano sganciato l ' abito notturno d ' Emilia , e ancòra un gesto gli avrebbe tutta scoperta l ' amante , nuda e bianca , sotto i cinque raggi del candelabro .... E osò il gesto rapido , e la contemplò nivea fra la molle custodia della veste , e le sue labbra diedero i baci ultimi .... La scena era stata così violentemente fuggevole , che Emilia sentì quasi a un tempo il gesto e i baci .... Si sollevò d ' un balzo , si ristrinse l ' abito attorno al corpo . Era pallida del mortale pallore che aveva sgomentato Cesare , al principio del convegno .... - Ah , tu credi , - bisbigliò questi , chiamandola a posare il capo su la sua spalla , - ah tu credi ch ' io vorrò rinunziare a te ? ... È dunque così diffìcile , a voi donne , penetrare il senso della vostra propria bellezza , e comprendere ciò che potete in noi ? Nessuna forza umana , capisci ? ... arriverà a contrastare la mia passione ! ... Perchè sei così pallida , anima ? Perchè piangi ? Perchè piangi ? ... Ella piangeva , ma , dominata ed ebbra , non si staccava da lui .... Rimasero in un calmo silenzio lungamente , avvinti ; udirono nell ' aria qualche cosa eterna passare , - il tempo , l ' amore , la morte ? - e sfiorarli , e procedere incontro ad altri destini , che aspettavano . - Ancòra mi darai una notte come questa , è vero ? - mormorò Cesare timidamente . - Ancòra molte notti di gioia ? - Sì , ancòra molte notti di gioia ! - ripetè Emilia . - Non senti come tutto è strano , in questa notte ? Noi rapiremo alla sorte una grande felicità senza confine .... Bisogna vivere , vivere diversamente . Emilia rabbrividì . V ' era infatti qualche grande energia che li stimolava all ' amore quasi ad un farmaco delizioso , dalle inesauste ebbrezze ; era in loro il bisogno di vivere la doppia esistenza degli appassionati , con doppia forza , con doppia anima , per gli altri e per sè . Tutte le cose grige dovevano fondersi nel calore febbrile di molte notti misteriose , fra gli alti silenzii che vanno dispersi nel sonno . Lo stridore di una candela più breve li fece sussultare insieme . Guardarono insieme la finestra oramai chiara . - È giorno ! - disse Emilia , sciogliendosi dall ' abbraccio , e correndo smarrita alla finestra . - È giorno ! Mio Dio , come farai ? Cesare l ' aveva raggiunta e guardava l ' alba apparire , con le nuvolette rosee ; una fresca alba estiva , sotto il cui sorriso si stendeva il mare .... Mostruoso d ' ombra , solo il puntazzo di Portofino pareva ancòra addormentato . - Va presto , mia vita ! - susurrò Emilia . - Che non ti vedano ! - Non mi vedranno , - disse Cesare . - Rassicurati ; nessuno è alzato , a quest ' ora ! Emilia lo abbracciò la prima , offrendogli la bocca ; sotto gli occhi puri , un livido cerchio aveva cominciato a disegnarlesi .... - Ancòra quest ' altra notte , anima ! - le rammentò Cesare , innanzi di lasciarla presso la porta che metteva alla scala . La scala bianca di marmo era vivida nello sbozzo di luce lividiccia . - Sì , sì , ancòra una notte ; tutte le notti che vorrai , Cesare ! E appena egli fu in basso della scala , ella rientrò , corse di nuovo alla finestra , e vide Cesare traversar cauto il giardino , lungo le siepi , e dove gli alberi offrivano qualche incerta ombra . Da ultimo , nel silenzio cristallino s ' udì il cancello cigolare e richiudersi . XV . Ma no , per lungo tempo , ella rifiutò ogni altro convegno . Troppo temeva di sè , troppo di lui .... Emilia lo amava di quel formidabile amor delle vedove , che paiono spinte dai ricordi del morto fra le braccia dei vivi .... A pena , scambiavano qualche frase , congiungevano le labbra , quando Roberta non era presente . Le molte notti che la donna aveva promesso e Cesare aveva sperato di gioia , si dissolvevano oscure , senza memorie , se non di tristezza e d ' insonnia . Era succeduta la stagione media , quando il periodo dei bagni è finito , e ancòra non ha avuto inizio il periodo invernale , caro alle anime e ai corpi malati . Sul paese , la solitudine pesava ; v ' erano stati in settembre inesorabili giorni di scirocco , durante i quali l ' aria scottava e il sole pareva non dover tramontare mai . Nelle caldissime serate , salivano Cesare e le due sorelle sopra un canotto a remi , con un agile marinaio più cùpreo del rame ; e si facevan trasportar lentamente verso Nervi , verso Quinto , o a capriccio .... In mare l ' aria era ricca e buona ; ma Roberta aveva dovuto ben presto rinunziare alle fresche gite , poichè il lene ondeggiamento della barca le dava le vertigini . Se pure quelli del paese avessero supposto o mormorato , ciò importava ben poco a Cesare e ad Emilia , già ciechi per la necessaria imprudenza della passione ; ed essi continuarono ogni dopo pranzo , spesso col marinaio , soli più spesso , remando il Lascaris .... Roberta stava ad aspettarli , e qualche volta indugiava una lunga ora sulle rocce , a guardare il canotto lontano e tardo , fra la porpora del tramonto , fra le maravigliose zone di luce irrubinata .... L ' imbarcazione , minuscola nella latitudine delle acque , non poteva affondare e sparire ? Le vele bianche o rosee eran lungi , alle estremità dell ' orizzonte , dove anche un pennacchio di fumo svelava qualche invisibile vapore ; mentre dalla spiaggia la distanza era grande .... La fanciulla sentiva d ' odiare qualcuno , là dentro . E la deliziosa strada che da Nervi sale a Sant ' Ilario , s ' appiana , discende per viottoli aspri fino a sboccar di nuovo sulla strada comunale , - anche vedeva talvolta Cesare ed Emilia incontrarsi e passeggiare nella tenera oziosità di chi aspetta giorni felici e si studia a render felici i giorni comuni . Passavano per quella strada sempre le medesime persone alle medesime ore ; quando un gruppo di monache in abito bruno col soggòlo bianco , per la questua ; e quando un curiosissimo carretto tirato da un asinello grigio , guidato da un omiciattolo , che gridava a giusti intervalli , per tutta la durata del viaggio : - Aaah ! ... Iiih !...., e spingeva l ' animale , e scambiava parole coi conoscenti che incontrava . Cesare aveva chiesto all ' uomo da quanto tempo egli percorresse quella strada .... Da venti anni ; da venti anni , tutti i giorni egli scendeva a Genova a portare involti e a raccoglierne , e risaliva a Sant ' Ilario , senz ' affrettarsi , parlando col ciuco , se gli mancavano incontri .... L ' alba rischiarava il suo andare ; il tramonto salutava il suo ritorno .... - Aaah ! ... Iiih ! ... Cesare l ' aveva seguìto con l ' occhio , fino a un gomito della salita , invidiandolo .... Passione ? dolore ? desiderio ? ... Vocaboli ignoti all ' umile ; egli non si augurava se non di poter gridare : - Aaah ! ... Iiih ! ... per altri venti anni . Il Lascaris meditava così , dietro le sensazioni del momento , per qualche spettacolo semplice e fugace ; fin che non fosse comparsa Emilia , che saliva adagio , sorridendo da lungi all ' amico .... Sempre , quell ' apparizione aspettata lo toglieva dalla supina realtà d ' ogni giorno ; ma dentro l ' animo gli si risvegliava , l ' amarezza intollerante di uno che abbia sognato , che abbia sentito sul proprio corpo il contatto fresco d ' un corpo femmineo , e al risveglio si sia trovato in una camera deserta e priva di lume . In quel periodo , Cesare soffriva presso Roberta qualche molestia , quasi lo spettacolo tuttora vivissimo d ' Emilia ignuda sotto i suoi occhi , gli avesse conficcato nel cervello la cupidigia sacrilega di giungere una notte alla camera della giovanetta , di risvegliarla e dominarla come la sorella . Fra le due sessualità ancòra per lui misteriose , egli aveva dei lampi d ' esitanza . Quelle voci si rassomigliavano assai , e Cesare sussultava , udendosi chiamare da Roberta con la stessa inflessione , che gli aveva reso caro il proprio nome pronunziato dalle labbra d ' Emilia . Ambedue le donne adoperavano un solo profumo , aliante intorno ai corpi in una nube leggera ; un profumo , il quale , sorgendo dagli abiti e dalle mani di Roberta , rammentava ostinatamente all ' uomo il gesto , ch ' egli aveva osato quella notte per veder tutta Emilia , e ch ' egli avrebbe voluto osare anche più audace sopra la fanciulla gettata attraverso al letto , per rivelarla pure , fra la molle custodia dell ' abbigliamento intimo . Ambedue avevano un certo movimento risoluto del capo , e certi atti di grazia nel chinarsi fino a un fiore , nel dar la mano , nel sedersi e acconciarsi le gonne intorno . Differivan poco di gusti , e si vestivano quasi a un modo , portando gli stessi gioielli ai polsi e alle orecchie , e gli stessi monili . Non di rado , Emilia esprimeva a metà un ' idea o una sensazione , e Roberta continuava e concludeva .... Si sorridevano , allora , come se le loro anime fossero vissute un attimo nel medesimo cerchio invisibile . Ma sotto quelle e simili apparenze , restava il fenomeno , inquietante per Cesare , che l ' una completava l ' altra ; la bionda ammalata s ' era avvinta per sempre alla sorella bruna , perchè da questa pareva trarre qualche mistico alimento alla propria anima ; ed Emilia aveva contesto il filo della sua esistenza al filo tenue dell ' altra . Egli erasi interposto fra di loro , ma esse . all ' infuori di lui , seguitavano una vita comune , indissolubile per le oscure simiglianze del sangue ; erano carne d ' una medesima carne , due rami d ' un albero unico . - Perchè , - domandò Cesare una volta a Emilia , - perchè ti vesti come tua sorella ? Perchè usi del suo profumo ? Perchè da lontano io posso scambiarti con lei ? - Vi spiace ? Egli scosse la testa , incerto . - Vorrei che nessuno ti somigliasse , anche da lontano .... - Ma la somiglianza con Roberta non è cosa che possa ferirvi . Io ho forse la sua voce , e probabilmente uno stesso modo di esprimermi .... Ciò avviene quando si vive tutta la vita con una persona , tanto più se questa ci è legata da parentela . Non vi è nulla di strano o di voluto .... - Si può volere il contrario .... - Odiate Roberta al punto da non tollerar nemmeno un abito simile al suo ? - Comprendimi , Emilia .... E si arrestò . Non avrebbe potuto comprenderlo mai , perchè non sapeva il turbamento arrecatogli con quella notte di mezza voluttà ; pel quale turbamento , la pace dei sensi era scomparsa , e innanzi a Cesare s ' era spalancata la voragine dissolvitrice delle fantasie , dei sogni , delle figurazioni carnali .... - Oh lasciatemi amarla ! - esclamò Emilia , credendo d ' aver capito . - Dovrò sfuggire ogni somiglianza con Roberta , come si trattasse d ' una nemica ? Perchè odiate tanto una fanciulla , che non vi ha fatto male alcuno ? - È certo , - mormorò Cesare , trascinato in quel nuovo ordine d ' idee , - è certo che voi non capirete mai la lotta . Io non odio ; mi difendo .... Fin che il tuo cuore sarà pieno di lei , io non potrò sperare nulla da te .... Devo darti la forza di comparare e di scegliere , se la scelta sarà necessaria .... Tu ti sei chiusa nel presente e ti sei innamorata del tuo dolore ! ... - Non ammettete alcun legame . Siete un selvaggio , - disse la giovane , cercando , di sorridere per calmarlo .... Erano le cinque del pomeriggio ; avevan preso il tè , in casa , e Roberta era andata sùbito dopo a visitar la figlia del massaio , che giaceva ammalata . Il sole prorompeva dalla finestra aperta nel salotto , chiazzando d ' oro le pareti e il pavimento a mosaico . Nero latrava in giardino , allo strepito d ' un carro . E gli amanti ricordavano ; ella , la scena del chiosco , non osando spingersi fino al ricordo impudico ; egli , la scena della camera , parendogli che di là fosse cominciato il gaudio . - Non ammetto alcun legame ? - ripetè . - Vorrei poter non ammetterlo ; e sarei libero , e la mia vita riprenderebbe il suo corso tranquillo , e non aspetterei tutto il mio avvenire dalla volontà capricciosa di due bambine crudeli .... È questa , ormai , la condizione difficile in cui mi trovo : chi devo vincere ? Te , o Roberta ? Di quale animo devo essere padrone ? Del tuo , o dell ' animo di tua sorella ? Emilia si concedeva qualche atteggiamento un po ' oblioso , appena si trovavan soli ; e s ' era allungata sul divano , col gomito e la mano destra sostenendo il capo ; sottil figura , che rammentava a Cesare quel suo nèo prezioso fra i due seni , e le calze di seta nera alte fino alla coscia . Ella si raddrizzò di scatto , e restò immota , ascoltando . - Per liberarmi da questo dubbio , bisogna che la soluzione venga da noi , da te , - seguitò Cesare , il quale aveva notato e goduto l ' effetto della propria domanda . - Bisogna , infine , parlare a tua sorella , poichè la vuoi arbitra della nostra sorte .... - E se rifiuta ? Se minaccia ? - chiese Emilia . - Se mi fa comprendere che una diminuzione del mio affetto le toglierà ogni forza di vivere e di sperare ? Il Lascaris si strinse nelle spalle ; egli era innanzi al tavolino da tè , e passava macchinalmente le tazze , guardandone il fondo zuccherato , quasi a trovarvi un ' idea . - Non è probabile , - disse finalmente , per dire . - - È molto probabile , invece , che ella si opponga . Vivere con noi , adattarsi a un posto secondario nel mio cuore , cedere a te , le parranno cose assurde e spaventevoli .... Oh , continuiamo così , Cesare , fin che è possibile ! Io sono felice , ora per ora ; non cerchiamo di più , non affrettiamo nulla ! ... Tu sei troppo impaziente .... Egli obbedì a uno slancio , con le braccia tese verso la donna ; ma sùbito si vinse , e abbassò la testa . Urtava nuovamente contro a una barriera : tra il suo concetto della vita e il concetto d ' Emilia , l ' indole , la coltura , l ' esperienza , avevano scavato un abisso .... Egli era non meno sollecito della vita morale che della fisica ; il contatto femmineo , la cupidità esaltata e imprigionata , gli avevano sconvolto la mente e il cuore ; sotto la fustigazione della brama inutile , stava per sorgere l ' uomo pervertito ; ed egli lo intuiva .... Già gli era balenato il pensiero di Milano , dove si sarebbe potuto tuffare in una palude di stravizio , e aspettare coi nervi calmi . Dir questo a Emilia e perderla , doveva essere una cosa sola . Ella , come quasi tutte le donne , ignorava il fascino proprio : ignorava che , ad essere serenamente amata , doveva sodisfar prima la bramosia del maschio , eccitata da lei stessa con l ' incautela d ' una visione , con la vicinanza continua , ch ' era uno stimolo a fantasticare . Sapeva resistere , o almeno fuggir le opportunità , perchè ciò stava nel suo medesimo spirito femminile ; e non sapeva che , al contrario , cercar quelle occasioni , avversar senza posa la resistenza di lei , eran nell ' indole maschile . - Ebbene ? - chiese la donna , vedendo l ' atto di Cesare . - Non è possibile continuare a questo modo , - disse il Lascaris , rialzando la testa . La ruga profonda e dritta gli solcava ancòra la fronte . - Se tu pensassi a raddolcire la mia impazienza , se tu mi dessi qualche convegno , come quella notte , in giardino .... Emilia s ' era inavvertitamente stesa di nuovo sul divano , con un moto di voluttuosa pigrizia ; sentiva ascendere fino al suo egoismo di donna il nembo di quella preghiera incessante , e lo aspirava a guisa di profumo , trovandovi tutto il compenso alla sua resistenza tenace , tutta la ragione della sua resistenza futura . Cesare la vide , e si alzò . Ma ella ebbe appena il tempo a comporsi in un atteggiamento calmo , che sulle scale risonò il passo di Roberta . - Non partire così presto , Cesare , - disse Emilia , sottovoce . Quando Roberta entrò , scorse la sorella intenta a tagliar le pagine d ' un libro e Cesare , in piedi nel vano della finestra , parlando della prossima stagione di Nervi . La giovanetta spense immediatamente lo sguardo che aveva lanciato sui due , e s ' inoltrò con un sorriso pallido . - Lei dovrebbe visitare quella povera ragazza , - fece al Lascaris , mentre si accomodava sulla poltrona a dondolo , in faccia a Emilia . - È in cura del dottor Noli , ma il consiglio di Lei sarebbe utile .... Il tòno metallico della voce e lo studio insolito con cui Roberta spiccava le parole chiarissime , avvertirono Emilia dello stato d ' agitazione in che la sorella si trovava ; ma il Lascaris tardò a rispondere . Guardava la fanciulla , vestita come l ' amante , con una camicetta , una cintura di cuoio giallo , una sottana azzurro - mare ; la camicetta d ' Emilia era rosea ; la camicetta di Roberta , cilestre . Tutt ' e due le giovani portavano i capelli annodati in giro al capo , folti e copiosi . - Non potrebbe visitarla ? - chiese di nuovo Roberta . - No , - rispose Cesare scuotendosi . - È in cura del dottor Noli , il quale non ha bisogno di consigli .... - Soltanto un ' occhiata , passando . - È impossibile , signorina ... - Sta malissimo .... Grida , ha le convulsioni , la schiuma alla bocca .... Il dottor Noli non verrà fino a domani . - Possono chiamarlo sùbito , - osservò Emilia . - L ' ho suggerito , ma i parenti dicono , ch ' è inutile , e sanno ciò che devono fare ; è una famiglia di zotici .... E come è possibile , - seguitò Roberta verso Cesare , - come è possibile negare aiuto a un ' infelice , che è forse in pericolo ? - So di che cosa si tratta , - assicurò il Lascaris . - Me ne ha parlato il dottor Noli ; non v ' è pericolo alcuno .... E pronunziando le parole , le quali caddero in un corto silenzio susseguito , egli osservava la testa bionda e animosa di Roberta , a riscontro con la testa bruna d ' Emilia ; quella superava questa , per la venustà dell ' espressione , e una debole tinta azzurrognola sotto gli occhi , dava alla giovanetta un senso tra di ardore e tra di allettamento . - Quanti anni ha l ' ammalata ? - domandò Emilia , che , pur volendo schivare quel tema , vi era caduta meglio , d ' un colpo . - Diciannove , - rispose Roberta . - Oh , morire a questa età , è spaventoso ! La scena aveva dovuto sinistramente colpirla ; fra sè stessa e la giovane epilettica , fra il male che rodeva l ' una e il male che minava l ' altra , aveva forse trovato qualche occulta rispondenza ; e la esclamazione venutale di lancio , dal cuore , diede una scossa agli amanti . Ella recava sempre nei colloquii di loro una nota acre , un presentimento cupo ; e , partiti già da tempo dietro imagini diverse , gagliarde , quali le imagini d ' amore , essi eran di tanto in tanto soprappresi , arrestati e torturati dal richiamo aspro della fatidica . Emilia la fissò con un ' interrogativa di mite rimprovero , quasi per trattenerla ; ma ella aveva sentiti gli artigli della paura Si levò in piedi , senza curar la presenza del Lascaris , che , rivolte le spalle alla finestra , seguiva attento l ' atto della ragazza . irrequieta . - Se sapessi di dover morire fra un anno , non so che cosa farei oggi , - ella continuò intensamente . - È orribile , simile dubbio , quando la vita ci dà l ' abitudine di pensar sempre all ' avvenire , come se il presente non contasse .... Ecco un esempio , l ' esempio di quella giovane , che non ha vissuto , che non ha gioito , e che un giorno , assai presto , rimarrà vittima d ' una crisi .... Povera anima ! Povera bambina ! Cesare avvertì uno sguardo supplichevole d ' Emilia , per invitarlo a rassicurar la sorella ; ma egli non si mosse dalla sua posa consueta , le braccia incrociate al petto , gli occhi freddi sopra Roberta , che camminava concitata per la camera .... - Perdere questa bella , bella vita , perdere il sole , perdere questi spettacoli , - ella aggiunse , delineando un gesto verso l ' amplitudine del mare e dell ' orizzonte , - perdere tutto , senza aver conosciuto nulla ! ... No , io voglio ancòra vivere , dovunque , comunque , purchè viva ; non è cosa umana rassegnarci al destino , e passare così , quando ancor nessuno ci è tanto legato da poter ricordarci sempre ! ... Perchè se morissi io oggi , chi mi ricorderebbe fra dieci anni ? ... Che bene ho fatto ? ... Che cosa sono stata ? ... Allora , vedendola tutta vibrare di nervosa esaltazione , e rilevando un nuovo sguardo angosciato di Emilia , Cesare si staccò adagio dalla finestra , e andò incontro a Roberta , la prese dolcemente per un braccio , e fissàtole negli occhi gli occhi imperativi , le disse : - Basta , signorina . Che significano queste idee ? Dove le ha lette ? ... È guarita , è forte , e nulla contrasta il suo avvenire .... Tutta la colpa della sua tristezza , è in Lei medesima . Sotto lo sguardo attanagliante dell ' uomo , Roberta parve decadere da un ' alta allucinazione ; il colorito le si diffuse alle guance vivissimo , e nel punto in cui Cesare la lasciava , ella andò a sedersi , e restò a capo chino , umiliata .... - Suvvia , - finì il Lascaris con un sorriso , - la sua povera malata guarirà , e non valeva la pena di trarre deduzioni pessimiste contro il destino .... Quale comunanza poi , Ella abbia con l ' epilettica , dall ' età infuori , io non saprei ; e l ' età è poca cosa , per credere che se quella morisse , dovrebbe morire anche Lei .... Non è vero ? Mi dica che ho ragione , ... Con una fievole punta d ' ironia , egli era a bella posta passato al di là de ' suoi diritti ; s ' era compiaciuto a far sentire l ' indulgenza mordace che le debolezze di Roberta suscitavano nel suo animo , quasi le debolezze d ' una bimba .... - Sì , - ella rispose a voce bassa , levando infine lo sguardo in volto a Cesare . - Ho avuto torto . Quello spettacolo mi ha tanta commossa ! E per sottrarsi al dominio di lui , corse alba sorella , che la ricevette e la strinse fra le braccia . - Non recarti oltre , laggiù , - disse Emilia con dolcezza . - Vi andrò io , se vuoi . Tu ti lasci troppo impressionare . Innanzi alle due giovani riavvicinate e avvinte , le quali lo guardavano con occhi sì diversamente intensi , il Lascaris provò ancòra la vampa di calda sensualità che lo bruciava ormai sempre alla vista delle due sorelle ; e quell ' entrare di un tratto nel possesso spirituale di Roberta , quell ' impero ch ' egli poteva , ch ' egli avrebbe potuto stendere più ampio su di lei , col diritto del medico sull ' ammalata inconscia , gli piacquero e lo aizzarono . Un fastidioso silenzio chiuse la rapida scena . Cesare stava per tôrre commiato , quando la fanciulla lo prevenne , diede un bacio a Emilia , e salutato il Lascaris , ridiscese in giardino . - Nessuna speranza , dunque ? - egli ricominciò non appena furono soli . - Non parlerai ? Emilia era tuttavia circonfusa dalla tristezza , che Roberta sembrava aver lasciato con la sua assenza . - Chi oserebbe parlare ? - rispose . - Non vedi ? Non capisci ? È crudelmente ammalata di spirito .... Chi oserebbe parlarle , in simili condizioni ? - Ammalata di spirito ? - ripetè il Lascaris . - Io ho conosciuto parecchie fanciulle , le quali inghiottivano il sale e bevevan l ' aceto , nella ingenua speranza di morir consunte .... Sono le piccole follìe , cui poche normalissime si sottraggono ; sono i perturbamenti dell ' età .... La signorina legge forse troppi romanzi . - Cesare ! - interruppe Emilia . - Non posso lasciarvi parlare così di Roberta .... - Legge troppi romanzi , - proseguì Cesare pacatamente , nell ' atto che riprendeva la canna e il cappello . - La morte è sempre descritta nei romanzi con un lusso di particolari falòtici , che fanno ridere ; non è un fenomeno naturale e semplice , ma una trovata dello scrittore , una punizione d ' Iddio , una giustizia degli uomini , uno scioglimento di qualche terrifico dramma , che diversamente non sarebbe mai più finito .... Questo ha turbato la fantasia di tua sorella , e una contadinotta qualunque non può patir di capogiro , senza che la signorina ne preveda la morte e le esequie .... E noi , qui ad attendere che i fantasmi passino , mentre andranno sempre rinnovandosi poichè non sono formazioni esterne e occasionali , ma flora indigena , creazioni caratteristiche del suo cervello .... . - Cesare ! ... Cesare ! ... Cesare ! ... - esclamò nuovamente la donna , su tre tòni diversi . - Non vi avrei supposto tanta ingenerosità .... Essa è malata .... - Addio , Emilia , - egli rispose , prendendole ambo le mani . - Cercate di non farmi ricordare quanto può un uomo che vuole .... Cercate di parlarle .... O le parlerò io , benchè non abbia su di lei autorità alcuna . Una maschera di sarcasmo gli era scesa sul volto , e traverso le frigide parole di lui sembrava minacciare qualche imprevedibile ribellione . Emilia non consentì alla stretta delle sue mani ; e lo lasciò partire , pensando che non lo conosceva , che in fondo al cuore dell ' uomo doveva giacere una malvagità sottile , una acerba indifferenza per i mali altrui . Forse , tutto ciò ch ' egli era apparso fino allora , poteva essere stato frutto d ' ipocrisia , di quella ipocrisia non volgare , cui la lotta medesima suggerisce e insegna .... Certo , il sarcasmo , il lieve disprezzo per Roberta e probabilmente per lei stessa , rivestivano i suoi lineamenti arguti meglio assai delle altre espressioni delle quali il volto mobilissimo di Cesare era capace . Quando fu a ' piedi della scalinata marmorea , egli scorse Roberta china sopra un cespo di gaggìa , da cui staccava a uno a uno i granelli dorati e fragranti , serrandoli nel cavo della mano . Cesare avrebbe voluto scansarla ; ma ella avvertì il passo , lasciò la sua leggiadra occupazione , e andò incontro al Lascaris . - Ascolti , - gli disse . - Le grida giungono fin qui .... L ' ammalata è nel rustico .... Vada , vada a vederla .... Veramente , grida non s ' udivano , e il silenzio non era interrotto se non da un canto acutissimo sulla strada , un canto lamentoso e azzurro , che i popolani liguri trascinano in note di falsetto . - Sarebbe indelicatezza verso l ' amico mio dottor Noli , - osservò Cesare annoiato . - Non v ' è pericolo , non ve n ' è affatto .... E , d ' altra parte , io non rappresento nulla ; sono il signor Lascaris , un passante , un villeggiante qualunque . Da due anni , lo sa , ho lasciato la carriera .... Il mio intervento non può essere scusato se non da casi eccezionali . - Ero dunque ben gravemente ammalata , quando Lei è venuto a visitarmi la prima volta ? - chiese Roberta con una triste lentezza . S ' erano fermati poco lungi dalla villa , sul principio del viale che digradava fino alla verde cancellata ; ed Emilia udiva le loro voci , senza afferrar le parole .... Ricordò allora , la donna , la dubbia frase dell ' amante : " Di quale animo devo impadronirmi ? Del tuo , o dell ' animo di tua sorella ? " Un malefico intento di torturar la fanciulla nacque sùbito nello spirito affaticato dell ' uomo ; e invece di protestare , di confortare , di toglierle ogni apprensione sulla malattia d ' ieri , che poteva essere la malattia di domani , egli non rispose motto , e finse l ' impaccio di chi cerca una benevola menzogna . Gli fiammeggiava in mente la sensazione da lui medesimo definita : " Con una parola potrei forse ucciderti " e la parola stava per iscattare , rovesciando ai suoi piedi la giovane dritta e titubante . Ma fu tosto , ridestato dall ' incubo . - Abbiamo una giornata ideale , - egli disse . - Perchè non esce a passeggio ? Le gioverebbe assai più che occuparsi di quella ragazza . - Se ero tanto malata , come posso essere guarita d ' un tratto ? - soggiunse Roberta , allentando il pugno e lasciandosi sfuggire i grani odorosi della gaggìa . - E perchè Lei m ' illude ? Aveva nella voce qualche cosa umile e paziente , qualche cosa forse anco vile e trepida , non mai udita da Cesare nelle domande di lei . Ella era innanzi al giudice , al quale voleva carpire per insidia la sentenza intima e sepolta . Studiava d ' avvicinarsi alla verità , fingendo una rassegnazione consapevole ; ma sotto alla scaltra indagine , il terrore , l ' angoscia istintiva della giovanezza per la tenebra eterna , vibravano . Pur di assaporare la vita , il sole , la felicità d ' una lunga dimane , la vergine intatta nel corpo e monda nel pensiero , si sarebbe macchiata di qualunque impudicizia ; colui che avesse potuto offrirle la salvezza , avrebbe imprigionato la fanciulla in una schiavitù senza limiti , per sempre . O forse , rispondendo alla visione che balenava qualche volta alla mente di Cesare , fors ' ella si sarebbe gettata ai piaceri con la fame avida di chi vuol tutto conoscere in breve giro di tempo , con la febbre di chi alle spalle intende il galoppo macabro . - Che cosa posso dirle più di quanto non Le abbia detto ? - egli rispose freddamente . - Io non ho mai incontrato anima meno fiduciosa ... ! Ella turba la pace d ' una persona che le è cara , e rattrista un ' esistenza che non le appartiene .... Si mosse per allontanarsi , e già s ' era incamminato , quando la voce di Roberta lo richiamò tenera e sommessa : - Almeno , mi saluti , - diceva . - Almeno , mi saluti .... Un ' altra fanciulla , Cesare vide venirgli incontro , nell ' animo della quale le parole di lui secche , brevi , imperiose , avevano prodotto la reazione . Gli veniva incontro Roberta , il volto irradiato da un lampo di gioia riconoscente ; bella di fiducia , a testa alta , con la mano tesa , ormai sulla via della schiavitù assoluta , per quanto piccola sicurezza di bene egli avesse potuto offrirle . - Addio , fantastica ! - Cesare disse , stringendo quella mano , la quale già rispondeva alla sua stretta con qualche abbandono femminile . - Addio , dottore ! - ella replicò , mettendo in quell ' appellativo un arcano senso di devozione e di fede . Allora , veramente , l ' ululo della epilettica lacerò l ' aria , rompendosi in un sèguito di singulti barbari . Cesare fissò in viso Roberta ; ma questa gli sorrideva ancòra , e tutta colma di speranze egoistiche , non aveva udito . XVI . - Se lei volesse mandarci il fidanzato di sua sorella .... - pregò la vecchia . Roberta , incamminata per uscir dalla casupola , si volse bruscamente . - Il fidanzato di mia sorella ? - ripetè . - Che cosa dite ? - Sì , quel signore , il medico che viene tutt ' i giorni dalle Signorie Vostre .... La fanciulla s ' abbrancò allo stipite per non vacillare ; e rispose , impallidendo : - Va bene , glielo dirò . Poscia si fece forza , e uscita rapida in giardino , entrò in casa , risalì nella sua camera . Non aveva trovato energia per protestare . Cesare Lascaris , agli occhi di quei contadini , era il fidanzato d ' Emilia ; probabilmente , anche agli occhi delle cameriere , agli occhi di chiunque avesse voluto spiegar l ' assiduità del giovane presso le due sorelle . E fidanzato era certo l ' eufemismo che significava l ' amante . In tal modo , Roberta veniva punita della sua pietà ; poichè dal giorno della crisi , quotidianamente s ' era recata a visitar l ' epilettica . Nella famiglia de ' massai , tutti piagnucolavano , per l ' ereditaria viltà delle razze inferiori ; e tutti s ' occupavano , guadagnavano , spendevano avaramente ; tenevano a fitto la terra circostante alla villa , facevan da procaccia tra il paese e Genova , lavoravan da falegname ; e tutti piagnucolavano . Pareva che il lamentìo sommesso della schiatta si fosse impersonato nell ' avolo , un vecchio d ' ottantatrè anni , curvo e disseccato ; il quale non moveva piede , non si poneva a sedere , non girava lo sguardo , non s ' appoggiava alla lunga canna , senza trarre dal petto concavo un lagno querulo e abitudinario . Roberta s ' era lasciata cogliere , e portava cibo , vesti , danaro . Vigilava con gli occhi inteneriti la scialba fanciulla , che non sembrava notarla mai al suo fianco . E scorrendo quasi l ' intera giornata in quella casupola , tanto malinconiosa da non credersi piantata come la villa a oriente di una vaghissima costiera , - Roberta intendeva di tempo in tempo qualche allusione , o coglieva qualche sorriso , che le riuscivano strani e la facevan pensare . Senza dubbio , lievi cose ; ma l ' animo di lei , dopo aver lavorato nella vacuità del sospetto , era avido ormai d ' indizii , e cercava inconsapevole una traccia , una guida , purchè fosse . - È il cane del diavolo , cotesto , - diceva la massaia , accenando Nero , che andava a scodinzolare presso la fanciulla . - Abbaia sempre .. Vossignoria non l ' ode , qualche volta ? ... Sveglia tutti quanti , la notte .... Ma .... , di guardia ! ... Oh , se è di guardia ! Quando urla , sa perchè .... Vien qua , Nero ! ... Eh , gli piacciono i signori ! I signori , li rispetta .... Sorrideva , d ' un sorriso decisamente sciocco ; ma non sorrideva con lo sguardo , irresoluto , fuggevole ; e il piccolo corpo secco e magro della femmina pareva allungarsi ; e il collo s ' allungava di certo , aiutando la voce senile che fischiava il polifono dialetto ligure . - Una notte , perfino , mio marito è dovuto scendere a vedere .... Nero abbaiava .... Come abbaiava forte ! ... Ma sapeva perchè .... C ' era qualcuno in giardino .... - Qualcuno , di notte ? - esclamò Roberta . - Chi , dunque ? - Eh , qualcuno ! - ripetè l ' altra , seguitando il suo ghigno melenso . - Un ladro , un vagabondo , senza dubbio .... - Eh no , un ladro ... ! Qualcuno , insomma .... Basta : quando Nero abbaia , sa perchè .... Ma Roberta , guidata da una bieca luce improvvisa , aveva voluto sapere , aveva insistito , per combinar la data del trascurabile episodio con un certo suo ricordo , esso pure , fino a quel giorno , trascurabile . Poi , avvistasi della curiosità feroce cui si dava in pascolo , sentì una nausea violenta , troncò l ' interrogatorio , gettando alla femmina un involto che le aveva portato . E non essendo riuscita a definir tuttavia se la fanciulla avesse compreso o non avesse avuto bisogno di comprendere , la femmina aveva allora tentato il colpo maestro , fingendo l ' ingenuità : - Se la Signoria Vostra ci mandasse il fidanzato di sua sorella .... Roberta uscì rapida in giardino , entrò in casa , risalì nella sua camera . Ella aveva toccato il colpo , quasi piegando sopra sè medesima ; e avvertiva lo scatenarsi d ' un gran male fisico , non diversamente che ne ' suoi giorni di terrore . Il fatto prendeva nella imaginazione mobile e ignara della giovanetta le proporzioni d ' un delitto , del quale sua sorella , la sua Emilia , si fosse macchiata . Ella ritrovava nella mente la figura incomparabile della donna , chiusa in una leggera vestaglia con gran collare alla Stuart , i capelli crespi snodati e lunghi fino oltre le reni ; bella , giovane , fresca , esultante per una delizia attesa ; e finta , simularda , egoista come tutti i felici .... Era entrata nella camera di Roberta ; cosa strana , non mai avvenuta prima ; e aveva rassicurato la fanciulla , nervosa per l ' abbaiare , anche strano , di Nero ; l ' aveva così caramente ripresa delle sue inquietudini ; le aveva imposto le care mani sul volto , l ' aveva addormentata . E un uomo , nel giardino , stava ad aspettarla ! Perchè non si poteva nutrir dubbio ; e l ' aneddoto narrato dalla vecchia , rispondeva benissimo alla maraviglia interrogativa onde Roberta era stata colpita quella notte . In giardino ? La donna era scesa in giardino , con la vestaglia piena di fruscìo , coi capelli snodati ? Il cuore di Roberta cominciò a battere violentemente . Ricoveratasi nella camera , era corsa al cassettone , vi aveva appoggiato i gomiti , e secondo l ' abitudine delle sue ore meditative , vi era rimasta , guardandosi nello specchio , a pensare .... Una vampata calda di sangue le affluì al volto .... In giardino era avvenuto il convegno ? Non poteva dubitarne ; non osava , benchè tale convegno non fosse verosimile , con quell ' abbigliamento , col pericolo di essere uditi .... Ma dell ' abbigliamento ella sapeva alcuni particolari , i quali ritornatile alla memoria , le avevan chiamato tutto il sangue al volto . Sotto la vestaglia , sua sorella era indifesa .... Dunque , mentre Roberta credeva sè medesima ed Emilia serrate in un inviolabile cerchio di sventura , la donna aveva spezzato il cerchio , n ' era uscita , abbandonando la fanciulla alle sue angosce , al suo male , a ' suoi spettri .... La voce della giovanezza l ' aveva chiamata all ' amore . E la parola magica sfolgorò un gran raggio , passando traverso la mente di Roberta ; a lungo fu assorta nella contemplazione del mistero , non diversa dalla femminetta innanzi al Tabernacolo , timorosa della maestà del luogo e impaziente di varcarne la soglia , per essere inondata di luce . L ' amore , alle giovani veniva carico di promesse , ricco di secrete e di palesi delizie , invitto di superba possanza nel ridente aspetto d ' Iddio ; e nulla aveva più senso , nulla aveva più forza , nulla poteva essere d ' indugio o d ' ostacolo alla sua via trionfale . Era l ' Iddio eternamente pagano ; l ' agile sua navicella varcava insommergibile gli oceani del tempo , sfidava tutte le tempeste .... A lei , forse , povera , di sangue , attanagliata fra le branche del male senza pietà , a lei non doveva giungere l ' amore ; non mai avrebbe avuto potere di strapparla alla sua vita letargica , di lanciarla nelle spire della passione , di farle obliare i presentimenti sconsolati .... - Ebbene ? - disse Emilia , aprendo la porta . - Che fai lì , tutta sola ? Roberta sussultò , ritraendosi , e guardando la sorella . Vestiva Emilia un abito chiaro , largo di gonne , aggraziato e snellissimo di busto ; portava un cappello di paglia con qualche piuma ; attraverso il veletto , gli occhi splendevano e le labbra apparivano tumide , ingranate . - Niente , - rispose la fanciulla , sentendosi ancor tremare . - Tu esci ? - Andrò alla marina , un poco .... , verso Nervi .... Roberta notò che Emilia non la fissava negli occhi , e le sembrò di avvertire che un debole rossore salisse alla fronte della donna . Ebbe una stranissima pietà per il lieve impaccio di lei ; ebbe lo stranissimo bisogno d ' aiutarla a mentire . - Va , - disse . - È una magnifica giornata .... Avrai forse un po ' d ' emicrania ? - Sì , un po ' d ' emicrania , - confermò Emilia . - Vado ; l ' aria mi farà bene . Addio , cara . - Addio . E in preda sempre al desiderio d ' aiutarla , Roberta si mosse , andò a posare un piccolo bacio sulla fronte della donna , e stringendone la mano , le sorrise . Dall ' orrore temerario , decadeva quasi alla complicità ; dallo sdegno , si sentiva repentemente portata all ' occulta simpatia . Non riusciva a comprendere ella medesima come le fosse mancato ogni impeto di rivolta . Il suo cuore stava muto ; nulla che significasse lo sfacelo d ' un sogno , il precipitare d ' un ' illusione ; l ' abbandono d ' Emilia la lasciava fredda .... Di più ; ascoltando bene il cuore bizzarro , una voce pareva sorgerne : " Sono libera anch ' io ; debbo anch ' io procedere sola , vivere una vita mia , cercare altrove la mia strada . " Ella volse in giro lo sguardo . Come aveva potuto credere che l ' esistenza intera fosse racchiusa fra le quattro pareti della sua cameretta ? Andò a sedere sul divano , facendosi posto tra i libri ch ' erano stati i soli confidenti delle sue speranze tumultuose ; e appoggiato il capo alla spalliera , partì con l ' anima dietro una selvaggia orda di visioni , afferrando di tempio in tempo il filo d ' un ragionamento seguìto , e sùbito riperdendolo tra la baraonda . Quanto era stata ingenua ! ... Da più mesi , sua sorella amava ; sua sorella godeva le squisitezze d ' un sentimento immortale , ed ella , Roberta , l ' aveva supposta ancòra meschinamente chiusa nelle abitudini quotidiane ! Ella , Roberta , s ' era lasciata sfuggire una infinità d ' indizii preziosi , che ora le tornavano ad uno ad uno , col loro significato certo ; e v ' era stato bisogno che una contadina maligna l ' avviasse , quasi facendo i nomi , quasi offrendo le date ! Mentre il fatto era così manifesto , che Cesare Lascaris aveva tentato addormentare i sospetti , traendola a un ' amicizia bonaria , fanciullesca , mostrandosi di lei più sollecito che di Emilia . Sarebbe rimasta sola . Era ricca ; da tempo , ella poteva disporre liberamente della propria agiatezza , e alla sua inesperta fantasia , l ' indipendenza materiale sembrava il càrdine d ' una grande felicità . Aveva cancellato d ' un tratto le figure dei due amanti , e si fingeva sola . Innanzi alla finestra , fissando le acque sterminate , col mobilissimo luccichìo solare , pensava : " Tutto ciò mi è indifferente ; tutto ciò non ha ancòra senso per me . In questo decembre , Milano , la città , i teatri , le feste , mi sarebbero assai più cari . Io sono sola , e non posso godere cotesto spettacolo magnifico , ma eterno e pieno di silenzio . No ; v ' è qualche cosa pronta e facile , nella vita , che io non conosco : io non conosco i sodisfacimenti dell ' ambizione , la delizia di sentirsi ammirata , il gaudio d ' essere libera , padrona d ' oggi , di domani , arbitra di restare o di partire .... Sono bella ? " - Tornò allo specchio , e interrogò la propria imagine , un poco pallida , con gli occhi febbrili , i capelli biondi e arruffati . " Potrò essere elegante .... Ma perchè non soffro ? Mio Dio , perchè non soffro ? Non amo più Emilia ? Ci siamo ingannate ambedue , forse , imponendoci una schiavitù senza ragione . Le sorelle non si amano come noi volevamo amarci , chiusi gli occhi a tutto quanto non fosse del nostro affetto .... Emilia se n ' è avveduta la prima . Presto , ella dovrà parlarmi e confessarsi : io la stringerò fra le braccia e le dirò ch ' ella è libera , che noi siamo libere . Poi , comincerò a vivere sola , per me stessa , d ' una vita elegante .... " - E , poichè era sempre la fanciulla angariata e attratta dai sogni un po ' umoristici del romanticismo , perdette ogni nozione della realtà , cominciò a imaginare il mondo alla stregua delle sue fantasie . Vide luce , molta luce sulla strada dell ' avvenire , e vide sè medesima incedere tra quei nimbi aurati , vergine superba e intatta . Curva su gli abissi della disperazione , non aveva mai pensato all ' amore ; e lo scoperto amore d ' Emilia prendeva un significato di giocondo auspicio anche per lei . Aveva creduto morire , mentre non si moriva alla sua età ; aveva paventato che l ' amore non fosse mai per giungere , e sarebbe giunto a tutte . Ella avrebbe saputo farsi amare ed esser fedele quanto una schiava ; le sue gioie , le sue sciagure , si sarebbero confuse con un altro destino , nell ' ora dell ' incontro . Questi pensieri andò volgendo , su questi pensieri variando in gradazioni infinite . Respirava come un ' assetata d ' aria pura in una pinnacolata selva di balsamifere . Alcuni giorni squallidi ed inutili seguirono , di cui Natura non dava credito ; li contava buoni sulla bilancia , e li avrebbe fatti pagar con la morte . Il giuoco di Cesare Lascaris appariva ormai così semplice agli occhi di Roberta , ch ' ella si stupiva di non averlo compreso avanti ; e docile alla solidarietà istintiva per la sorella , per la donna innamorata , - pur rilevando ad ogni poco un cenno , uno sguardo , un fatto , i quali sempre le erano prima sembrati differenti , - si prestava all ' inganno . Le piaceva ridere ; perdeva la sensibilità onde aveva trovato tutt ' i giorni un argomento di dolore : la fanciulla irriflessiva era risorta . Non mai amicizia le era parsa più saporosa che quella di Cesare Lascaris , dell ' uomo caro alla sorella sua , destinato ad avviar l ' esistenza dell ' una e dell ' altra verso la strada piena di luce . Egli le avrebbe tolte al malaticcio incubo del reciproco obbedire , legando a sè la vita d ' Emilia , liberando Roberta di fronte all ' indomani . Già aveva liberato questa dal fantasma della morte precoce ; già la sua prima apparizione in casa loro era stata salutare , provvidenziale . Roberta gli doveva la vita , e più che la vita , la fede ; e più che la fede , l ' avvicinamento insperato d ' un sogno . Perchè dalla nuova sorte d ' Emilia , scaturiva naturale che Roberta sarebbe rimasta sola , intutelata , arbitra di tutta sè medesima . Tali vertiginose mutazioni s ' eran fatte manifeste . L ' istante venne , in cui Cesare sentì che il cuore della giovinetta era colmo di gratitudine , e ch ' egli aveva imprigionato la fanciulla in una schiavitù senza limiti , per sempre . Ancòra lontana , l ' idea dell ' amore ; limpido , il sentimento di lei ; ma ella era entrata nello stadio più favorevole alla suggestione , quando l ' anima femminile si confida , e dall ' uomo aspetta la parola che la calmi o che la inciti . Se Cesare si fosse lasciato trascinare a posar le labbra sulla bocca di Roberta , ella non si sarebbe opposta , concedendo senza sapere , forse come tributo d ' obbedienza , in un oblio fulmineo . Dopo , e invano , sarebbe venuto lo sguardo tragico , pazzo , col quale le fanciulle sedotte si risvegliano dalla colpa . Cesare palesavasi finalmlente a Roberta nel fàscino dell ' uomo freddo ; ella scopriva d ' aver creduto a lui solo , d ' avere sperato solo per opera di lui ; non alcun altro medico , non Emilia avevano osato irridere alle sue paure , al suo presentire , a ' suoi vaticinii puerili . Nessuno al mondo l ' aveva avvicinata con tanta familiarità ; a lui nemmeno era balenato il pensiero d ' adularla ; il motto piacevole e comune , la lusinga piccola , la meschina frasuccia erangli ignote . L ' aveva presa , collocata più alta delle convenzioni , dominata per maschia semplicità , combattuta e salva . Tutto ciò , nello spirito di Roberta , aveva prodotto un ' eco lenta , che saliva a poco a poco , ma tenace e prolungata ; così come gli indizii dell ' amore di Cesare per Emilia erano stati torpidi a collegarsi nello spirito di lei , e poi a poco a poco le si erano svelati agli occhi della mente con una logica sicura . E alla sua ammirazione anche la conquista d ' Emilia giungeva quale argomento . La donna pareva scusare la giovanetta ; la donna aveva tutto dimenticato ; era scesa nel giardino , formidabile di ombra , a notte alta . Roberta ammirava il romanticismo di quel colloquio , dell ' amore che a quel colloquio aveva concluso ; e comprendendo che le vicissitudini del dramma dovevano essere state per la giovane altrettante ore di dubbio , d ' angoscia , forse di rammarichi , la fanciulla fu tutta nuova intorno a lei ... - È strano , - osservò Emilia , un di quei giorni , a Cesare . - In mia sorella non trovate nulla di mutato ? Vi pare ch ' ella tema ? Non l ' ho vista mai così affettuosa , in nessun tempo .... Mi parla con dolcezza , mi ascolta con devozione , mi circonda di cure gentili .... Accennò presso all ' uomo , sopra lo scaffale da ninnoli , una leggiadra statuetta eburnea , rappresentante Diana in atto di scoccar la freccia , un grosso cane avido ed intento al suo fianco . - Ecco : ieri è andata a Genova e n ' è tornata con codesta piccola statua d ' avorio , ch ' io desiderava .... Quel mazzo di rose sulla tavola , è stato colto e messo insieme da lei ; è il suo regalo d ' ogni mattina .... V ' è , infine , un mutamento senza causa , che mi turba .... Non avete notato nulla ? - È ancòra triste ? - domandò Cesare . - No , non è più triste . Poco fa , mi diceva che vuole andare a Parigi ; ella sogna Parigi , come potrebbe sognarla una bambina , la quale non sappia che cosa sia una città . Ma una volta , io aveva parte a ' suoi disegni ; ora mi dimentica , parla di sè , quasi volesse andare a Parigi sola .... Poi , vi sono altre cose inesplicabili .... Non vi sembra , ad esempio , che da qualche tempo moltiplichi le sue assenze e le prolunghi ? Appena giungete voi , trova un pretesto per allontanarsi . Mentre la donna parlava , Cesare andava mentalmente enumerando i segni delle mutazioni che in Roberta aveva egli pure afferrato ; e sopra tutti , certi sguardi fissi , poco meno che affettuosi e caldi , i quali venivano a lui dall ' amica incapace a simulare ; e ancòra meglio , la sommissione timida che impediva a Roberta di rifarsi alla confidenza , una volta così audace , con Cesare . - Chi può indagare il significato d ' un capriccio ? - egli disse . - Forse noi diamo troppo peso alle variabilità del suo umore ; e aspettando , ci torturiamo . Suvvia , Emilia , bisogna affrontar gli ostacoli , d ' un colpo , e uscire da queste incertezze , che non muteranno nulla , poichè io non rinunzierò mai a te .... Dovessi commettere la più strana follìa , dovessi spingere il mio diritto fino alla crudeltà , non esiterei .... Io ti amo , e il mio diritto è divino . Egli aveva meditato in quei giorni , e il terrore della solitudine , che non ha grida , ma risuona dentro l ' anima in vibrazioni echeggianti , lo prendeva d ' un tratto .... Egli soffriva la responsabilità della propria solitudine ; non aveva mai saputo meritarsi una pronta amicizia , un tenero amore , una commovente solidarietà . Non aveva saputo esser nulla fra le energie simpatiche le quali attraggono ; era stato piuttosto , quando per fatalità , quando per orgoglio o per indifferenza , era stato un ' energia repulsiva , un solitario , un egoista , un nomade , un parassita , che gode la civiltà e la disprezza , che ha bisogno degli altri e non se lo confessa , che vive la vita di tutti e finge di vivere una vita speciale . Ora , tra lui e Roberta , tra l ' uomo forte , calcolatore , e la fanciulla esile , quasi moribonda , inutile , impacciante , egli non doveva essere sacrificato . - Hai inteso , anima mia ? - continuò . - Questo periodo di miraggi non sarà distrutto , qualunque cosa sia per accadere .... Io ti voglio , perchè tu devi essere la mia vita . - Te ne prego , Cesare , - interruppe Emilia , avvertendo ch ' egli dimenticava il luogo ove si trovavano e il pericolo d ' essere uditi dalle persone di servizio . Rapidamente , ella intuiva l ' uomo , passionale e cupo sotto la maschera della freddezza ; capace d ' arrivare al delitto per il chiuso egoismo del possesso , per la difesa della conquista . Se ne sentiva atterrita e sdegnata ; l ' ardore incontenibile dell ' amante le pareva brutale , e certo assai dubbio per il sèguito , quando l ' ardore fosse stato soddisfatto e Cesare non avesse saputo mitigarne la vuota fine con un sentimento più puro . - Dunque , parlerai , le annunzierai ? - egli insisteva , baciando ; le mani della donna . - Le annunzierò .... - disse Emilia . - Oggi , oggi stesso ? - Appena se ne offrirà l ' occasione , Cesare .... - No , oggi stesso , quando sarò partito .... - Ebbene , oggi , quando sarai partito .... Ella sapeva avanti che non avrebbe trovato la forza di dire una parola a Roberta . Da tempo , aveva preso l ' abitudine d ' aspettare , paurosamente ; sapeva che a toglierla da quella incerta aspettazione , solo qualche fatto non voluto e non cercato , avrebbe avuto potere .... Dopo un lampo d ' esitanza , Cesare le si avvicinò , le prese la testa che ricoperse di baci fitti e ardenti .... - E promettimi ancòra .... - egli soggiunse . - Promettimi .... Terminò la frase presso l ' orecchio di lei , sorridendo ; mentr ' ella ebbe un gesto di diniego col capo e con la mano .... - Perchè ? - implorò Cesare . - Dammi questa prova ; non tenermi in angoscia .... Vuoi ? - È inutile , - disse Emilia . - No , non è inutile , - proruppe il giovane . - quando tu mi ami .... - Ma se oggi non potessi parlarle ? - osservò la donna , risentendo , al solo pensiero di quel colloquio , battere dolorosamente il cuore . - Se vorrai , potrai parlarle .... E per ciò .... - Sta bene , - concluse Emilia . - Ti prometto anche questo . Stranamente , concepiva in quell ' ora contro il Lascaris un ' ombra di avversione ; quasi l ' insistenza di lui l ' avvertisse che non era più libera di sfuggire alle battaglie temute , e di adagiarsi nella sua bella viltà femminile . Il periodo d ' indugio veniva dunque a morire ? La dolce gioia di contemplar l ' avvenire era finita ? Ella avrebbe voluto ancòra tuffarvisi , in un fiume d ' oblio ; laddove , più rudemente , l ' uomo desiderava la realtà , avvicinava il futuro tenue e roseo , si stancava dell ' aspettazione dubbiosa , non comprendeva neppur lontanamente la delicata fragilezza di quei giorni , che non sarebbero tornati mai più . Era il maschio . Ma intanto , Cesare la ringraziava con lo slancio , che la passione faceva in lui ribollire ; chinato sulle mani della donna , le baciava minutamente . Egli così appariva , in vicenda alterna , or l ' uomo cùpido , inquieto , fosco ; ora , per una lieve speranza o per una scarsa grazia , il fanciullo entusiasta , sommesso , incurante del giogo . E vedendolo in tal modo scendere e salir dolorosamente la scala del travaglio amoroso , Emilia fu tòcca , e gli rendette i baci . Più tardi , quando ella si trovò sola , il pensiero del colloquio con Roberta sùbito l ' agghiacciò . Avrebbe dovuto addentrarsi in una difficile spiegazione ; avrebbe dovuto dire alla sorella , che aveva sull ' affetto di lei fondato ogni cara speranza : " Io amo Cesare Lascaris , e mi darò a lui per sempre ; egli terrà nel mio cuore un dominio invincibile e assoluto .... Senza interrogarti , noi abbiam disposto anche del tuo avvenire : ci seguirai ; vivrai , non più nella calda intimità della sorella tua , ma presso la moglie d ' un uomo che tu appena conosci , e che per mio consenso avrà i diritti poderosi della legge , il diritto di consiglio sopra di te , l ' autorità d ' un fratello .... Io ho deciso del mio avvenire ; e senza interrogarti , ho deciso del tuo .... " Quantunque ella sapesse che nulla in simile procedere era strano o inusitato , pure qualche cosa l ' avvertiva sottilmente come la sua potestà fosse falsa , come per Roberta le vicende future si riducessero a una diminuzione di libertà . E la critica spontanea faceva sì ch ' Emilia presentisse le obiezioni della giovinetta , contro le quali , in caso estremo , non avrebbe potuto opporre se non la volgarità della solita prudenza , i ragionamenti gretti e senza luce delle consuetudini sociali , che avevano statuito la più severa tutela per le fanciulle minorenni , quasi la differenza d ' un anno o d ' un giorno rappresentasse gran cosa in un ' indole o nelle inclinazioni d ' una giovane anima . Fu inquietissima , sentendo nascere da ' suoi stessi dubbii la necessità " d ' affrontar gli ostacoli , d ' un colpo " , perchè ella medesima non demolisse in breve le sue ragioni . Fu irrequieta , rifuggendo dalle quotidiane abitudini , andando e venendo per l ' appartamento , senza posa ; affacciandosi alle finestre , scendendo in giardino , cercando aria diversa , cielo diverso , un sèguito di diverse libertà ; arrossendo del proprio necessario egoismo , ribellandosi all ' idea antipatica di giocar non l ' esistenza sua , ma quella anche della giovanetta ignara , sopra l ' àlea d ' un amore che doveva essere di lei sola . Infine , tentò . Si diresse alla camera di Roberta ; ne spalanco l ' uscio , decisa a uscir d ' angustia , e a parlare . La fanciulla stava , tutta grave , raccolta a un suo leggiadro lavoro di uncinetto ; un gran lavoro , del quale non lasciava ad alcuno vedere il disegno complicato , del quale non diceva ad alcuno lo scopo , attendendovi instancabile ; sebbene Emilia avesse compreso che l ' opera paziente era destinata a lei . La fanciulla stava tutta raccolta , mentre viaggiava forse per qualche città d ' oro , nella sua prossima vita d ' eleganza . Una buona finestrata di sole erale intorno . Ella andava soffocando le fisiche ambasce con un ' interpretazione nuova ; soffriva nel petto un ' arsura di fiamma , le granfie d ' un dolor sordo a le spalle , per tutto il corpo la ripugnanza di vivere , di muoversi , di agire ? erano impressioni nervose , bizzarrie sensitive , fantasticaggini . Tossiva , arrossando la pezzuola portata alle labbra ? perturbazioni fuggevoli della donna . Aveva la febbre ? caldura della pelle , generata dall ' ansia di quei giorni . Si sdoppiava , facendo a un tempo da malata e da medico ingannatore ; interrogandosi e rispondendosi . - Hai bisogno di me ? - chiese , al vedere Emilia così repentemente comparsa . - Debbo parlarti .... - cominciò questa . S ' interruppe bruscamente , soggiogata dalla propria commozione . Roberta si levò , riponendo i suoi arnesi nel panierino da lavoro , e prendendo un atteggiamento non solito , quasi avesse aspettato quell ' ora , da tempo . Ma trovata infine la formula per cominciare , Emilia sentì il desiderio irresistibile di non usarne . Già era per colorir qualche pretesto ; già respirava , felice del ritardo che poteva concedersi ; già pensava a calmar l ' impazienza di Cesare ; quando , nell ' alzar lo sguardo in volto a Roberta , vide questa sorridere mitemente e stendere le braccia verso lei .... La novissima êra di libertà pareva alla fanciulla dovesse principiar da quel giorno . XVII . Con gli occhi chiusi , immobile , si fingeva addormentata .... Udì posar cautamente la bugìa sul tavolino ; alcuni passi , non più materiali che il fruscìo del velluto sul velluto .... Una pausa ; certo , Emilia la guardava dormire ; e poco dopo s ' appoggiava al letto , lievissima , e si chinava fino al volto di Roberta .... Ancòra un attimo d ' esitanza ; sopra i capelli della dormente lo sfiorar delicato delle mani d ' Emilia , il tatto appena d ' una piuma , quant ' era bastevole per richiamarla se fingeva , per non turbarla se dormiva .... Poi , sempre camminando così leggera da essere indovinata piuttosto che udita , Emilia si ritraeva , sicura ; tentava prudentemente la finestra , ad assicurarsi fosse ben chiusa ; riprendeva la bugìa sul tavolino , riaccostava l ' uscio .... Al di là , stava ancòra in ascolto ; indi , osava un passo più deciso , allontanandosi ... E tutto ripiombava nel silenzio . S ' era svelata da sè medesima , per la cautela soverchia di verificare se Roberta dormisse : e sùbito , nel pensiero di questa lampeggiò la certezza disgustosa : - " Qualcuno ancòra l ' aspetta in giardino ! " - La fanciulla si sciolse dalla immobilità forzata ; si levò a sedere sul letto , guardando con gli occhi fissi nel buio ... " Che cosa si diranno ? - pensò . - Certamente parleranno di me , faranno dei disegni per l ' avvenire ; disporranno della mia vita e della mia libertà , come di cosa loro ! " Allungò il braccio ad accendere una candela ; s ' intrattenne , fra la luce giallognola , a riflettere , sentendosi a poco a poco tutta conquidere dalla brama d ' udire , mentre numerava i pericoli di quello spionaggio , la probabilità d ' essere sorpresa , la difficoltà di raggiungere gli amanti senza incontrar Nero , che accusasse la presenza di lei , latrando . Ma pur nel tempo in cui meditava , si lasciava scivolar dal letto , e , prese le sue vesti , le indossava rapidamente . Quando si trovò vestita , la riflessione tacque ; spense il lume , ed uscì , incontro alla morte dell ' anima . XVIII . Che qualche cosa di grave fosse avvenuto , Cesare capì , non appena Emilia giunse al convegno e si liberò dalla stretta delle sue mani . - No , no ! Lasciatemi ! - ella disse . - Ascoltatemi ! La luna circondava , magnifica di tralucente azzurro , la testa e il corpo della donna , come la sera in cui Cesare aveva prima ammirato Emilia , ritta in una gloria di bianco , di bianco latteo , e di bianco e di bianco . La luna era dovunque ; batteva sui gruppi degli alberi , creava un paesaggio di tenui chiaroscuri ; illividiva la villa , massiccia ; stendeva dietro le foglie un velame cilestre a gradazioni argentee ; abbozzava sul terreno ombre leggere . - Ebbene ? - egli domandò avidamente . - Le hai parlato ? - Sì , oggi : me ne ha dato forza ella stessa , perchè s ' aspettava .... Aveva indovinato , sapeva .... E notando un atto di maraviglia nel Lascaris , aggiunse : - Oh , ci saremo traditi le mille volte ! - Ma che cosa ha risposto ? - Ah ! ... È stata una cosa orribile ! - esclamò Emilia , ancòra vibrando . - Sapeva , ed era felice ! ... Io non credeva .... Nessun rammarico , nessun dolore , nessun rimpianto per la mia affezione .... No , non imaginavo tanta facilità d ' oblio .... Mi ha parlato gravemente : ha detto che io sono libera , che noi ci siamo ingannate , supponendo di poter vivere sempre l ' una per l ' altra .... Ha espresso perfino riconoscenza a voi , che siete giunto a toglierci dalla nostra illusione .... Cesare sospirò e le andò incontro , le mani tese , il volto rischiarato di viva gioia . - Se tutto è riuscito bene , perchè non siete felice , perchè così pallida e spaurita ? - egli chiese con espressione di mite rimprovero . - Dubitate del mio amore ? - Oh , Cesare , - disse Emilia . - Non affliggetemi anche voi ; ascoltatemi .... Le sue speranze eran fondate sopra un malinteso , sopra un inganno .... - Un inganno ? - ripetè l ' uomo . - Che cosa ? - Sì ; era felice , ma per sè ; insisteva sull ' idea della mia libertà , soltanto per conquistare la propria .... Non vedeva se non questo ; non capiva , non si augurava che ogni cosa avvenisse in breve , se non per essere libera , per vivere sola , per viaggiare .... Vi fu un intervallo di pausa . Cesare guardava Emilia , trasognato e quasi sorridendo . - Per vivere sola ? - osservò poscia , decisamente sorridendo . - E tu non volevi ammettere ch ' ella leggesse troppi romanzi ! ... Sono idee trovate fra quelle pagine .... - Cesare , - disse Emilia bruscamente , - voi non capite la gravità di quanto vi narro , perchè non imaginate l ' animo di mia sorella , non sapete di che cosa è capace per una follia o per un sogno .... Quando le ho annunziato i nostri disegni , la necessità ch ' ella vivesse con noi , ha gettato un grido come cadesse da una grande altezza .... Sta male , e tutto mi atterrisce .... Tutto mi atterrisce , - seguitò con voce tremula , già prossima al pianto . - Una piccola contrarietà le ha portato altre volte conseguenze gravi , e questo è un forte dolore per lei .... Invece di proseguire , Emilia trasalì ; stette in ascolto , il busto prono , gli sguardi al limitare del chiosco , ove la luna delineava fra le macchie degli alberi un lungo viale , quant ' era lungo impolverato d ' argento . - Il romore delle foglie , - spiegò sotto voce il Lascaris , che aveva origliato a sua volta . E riprese incalzando : - Dunque ? Dunque ? ... Che cosa vuole ? - Un fruscìo , non il romore delle foglie , - osservò la donna ancòra inquieta . - Non vi può essere alcuno , Emilia ; ho girato tutto il giardino , aspettandoti .... Suvvia , dimmi .... - Certo , ella vive di quelle speranze dal primo istante in cui ci siamo traditi , - continuò la giovane . - E da allora , è vissuta per la gioia d ' essere libera , per l ' illusione di disporre a suo capriccio l ' esistenza propria ! .... - Cose incredibili ! - esclamò il Lascaris , passandosi una mano sulla fronte . - Cose folli ! - Sì , sì , chiamatele idee romantiche , assurde ; ma , ahimè , ciò non muta l ' attrazione che hanno per lei ! ... - E tu , - interruppe Cesare , prendendola per le mani , - tu non hai saputo opporre nulla , non hai saputo vincerla , non ti sei ricordata che si trattava del nostro amore , della nostra vita ! - Io ho tanto , tanto combattuto , che l ' ho vista mutarmisi innanzi ! ... Come non la conoscevo ! ... Esitò un poco , involontariamente assorta nel ricordo ; avrebbe voluto tacere , sentendo ch ' era difficile manifestare all ' uomo l ' esaltazione della fanciulla , convincerne lui , così logico e normale . Ma l ' ansietà dipinta sul viso del Lascaris , la stretta delle sue mani impazienti , la diressero : - Ah , che mi ha detto ! - riprese , affievolita dall ' angoscia indimenticabile . - Che colore aveva negli occhi ! Mi ha detto che non l ' ho amata mai , che ho cercato solo la sodisfazione del mio egoismo , che sempre l ' ho trattata e ancòra la tratterò da schiava , da cosa , disponendo di lei , della sua giovanezza , della sua volontà , del suo avvenire ! ... Come non la conoscevo ! ... Questo , ho udito dirmi ! ... Questo ho meritato con le mie cure ! ... Questo , questo , questo , ella pensava di me ! ... Si lasciò cadere sul rozzo sedile , e ruppe in lacrime convulse , le prime lacrime di disperazione che Cesare avesse mai visto sgorgar dagli occhi dell ' amata .... Egli ne fu tòcco dolorosamente ; e inginocchiandosi al suo fianco , accarezzandola con sì lieve carezza quale la donna stessa sapeva usare ne ' suoi momenti d ' abbandono , baciandola discreto con casti baci , tentò il conforto solito con la voce insolita dell ' amore : - Oh io ti amerò per ogni affetto che il mio amore ti sarà costato ! Non piangere , anima ; saremo ugualmente felici ; rimedieremo .... Vedrai ; non disperarti ! ... Ella si sciolse adagio da lui , asciugò gli occhi , rimase taciturna ; mentre nel cuore di Cesare l ' inevitabile parte d ' egoismo appariva , cercando a sua volta la consolazione . - Ed io , - mormorò , - io son venuto al nostro colloquio con tanta gioia , con tanta speranza ! Non ho voluto attendere fino a domani per ricever dalla tua bocca la notizia che nessun ostacolo ci separava più ! ... - Aggiunse , rizzandosi , movendosi nervoso entro il piccolo spazio della chiosca : - Chi si sarebbe aspettato ? ... Egli mentiva , ingannandosi senz ' averne coscienza . Al convegno s ' era recato nella sicurezza della prossima conquista , e perciò calmo , sereno , sodisfatto della liberazione dai malsani istinti carnali , che le due sorelle riavvicinate stimolavano in lui ; ben sapendo che il possesso certo d ' Emilia avrebbe fiaccato e rotto l ' incanto suggestivo di Roberta , per sempre . Il dubbio della conquista , la quale pareva , non isfuggirgli , ma allontanarsi di nuovo assai , gli dava ora fuoco nel sangue . - Chi si sarebbe aspettato una tale pazzia ? ... Lasciarla libera , lasciarla vivere sola ? - seguitò , interrogandosi . - Non ha ancòra vent ' anni ! Le manca perfin l ' ombra dell ' esperienza volgare ! E , quando pure , non è qui , non è qui il pericolo più grave .... Il pericolo più grave .... No , no , Emilia , non hai saputo parlare , non hai saputo dominarla , tu per la prima non hai sentito l ' assurdità intollerabile delle sue pretensioni ! Le si rivolgeva poco men che accigliato , egli stesso non trovando in qual modo , contro chi sfrenare lo sdegno per la forma insospettata della difficoltà .... Gli prorompeva dal cuore , infine , l ' odio non più velato , dalla perversion sessuale , ma chiaro , ma virulento , ma bramoso di frantumare e disperdere la volontà contraria . - Cesare , abbiate pietà , - implorò la donna , alzando il volto nel quale gli occhi , ancòra umidi sfavillavano un voluttuoso languore . - Perchè vuoi giudicarmi ? Ti amo , ti amo , e ho trovato tutte le parole del nostro affetto e della ragione ! S ' arrestò , prolungando il gesto supplice , che le piccole mani intrecciate volgevano al Lascaris ; tese l ' orecchio , seguì un misterioso fremito delle foglie ; poi , riprendendosi , continuò : - Mi pare che ad ogni istante qualche cosa di terribile debba avvenire .... - Sì ; sì , lo so , che hai sofferto molto , per me , per noi , - disse Cesare intensamente .... - Sì , devi aver lottato ; ma come non si è arresa all ' evidenza , come non ha capito ? Emilia aveva uno spontaneo moto di sbigottimento , passandosi le mani sul viso , sui capelli , ricco di grazia quasi infantile , che nel cuore dell ' uomo sempre risvegliava tenerezza infinita . Ella fece il gesto , e l ' amante l ' attirò a sè , stringendola al petto . - Sono arrivata fino a minacciarla , - ella rispose , fra le braccia di lui . - È stata una cosa orribile , ti dico . Ha mutato espressione , ha mutato voce ; non la riconoseevo più .... E tossiva , tossiva , senz ' arrestare la veemenza delle parole .... Un istante , l ' ho creduta pazza .... Uscì dall ' amplesso , di Cesare , e appoggiandosi alla tavola di pietra , soggiunse : - Pure , mi ha fatta dubitare di me ; e perchè dubitava , perchè non mi sentivo forte innanzi a lei , ho voluto insistere , odiosamente . - Odiosamente ? - ripetè il Lascaris . - Non potevi cedere .... La donna tacque . I suoi sguardi vagavano tra gli arabeschi delle foglie cupe sullo sfondo lunare ; e pensava , non udendo l ' altra voce , ma ancòra la voce di Roberta , ancòra punta dall ' inutile pietà della scena , rabbrividendo all ' idea di ritrovarsi domani ancor di fronte alla sorella così mutata . - Non potevi cedere a lei , o ritardare , o sacrificare la nostra felicità , - egli continuava , serrato nell ' implacabile egoismo . - Che v ' ha d ' odioso , rifiutando l ' una e l ' altra soluzione imposte ? La rinunzia ? Pensi tu sempre a rinunziare ? ... - Mi diceva , - interruppe Emilia , senza avere udito , - mi diceva che è forte e risanata ; l ' esistenza meschina di paure e di precauzioni , priva di svaghi , non è più per lei , mi diceva .... È forte , e vuol vivere ; si sente giovane , e non può acconciarsi a star nell ' ombra , sempre . Desidera conoscere il mondo , prender parte alla vita che le è intorno .... Certo , di tutto ciò non sarebbe nulla , presso noi ; forse non ci cureremmo di lei , e non potremmo occuparcene con la tenerezza che avevo io sola , quand ' ero libera .... Ella prevede questo , e la logica fredda non vale , non ha forza alcuna contro i suoi sogni .... - Ma così ? - domandò il Lascaris , inquieto . - Ti sei lasciata vincere ? Emilia , inerte presso la tavola , senza uno sguardo a lui , le braccia abbandonate , si scosse e lo fissò d ' improvviso , con durezza . Che cosa egli sapeva delle sue lotte diuturne ? Che cosa apprezzava , che cosa agognava , che cosa voleva conoscere , se non le bellezze del suo corpo , ignorandone l ' anima insanguinata ? Egli aveva sempre studiato i fenomeni materiali , i fatti , gli indizii dei fatti ; ma non gli era mai occorso di riflettere ai fluidi imponderabili dello spirito , alle delicatissime correnti tra spirito e spirito .... Per ciò , non aveva dato alcun valore alla colleganza delle due sorelle ; per ciò , Roberta era per lui un ' ammalata ; non altro ; ed egli poteva esserne il medico diligente , non l ' amico pietoso . - Ho taciuto , - disse Emilia . - Ed ora ? - insistette Cesare , attonito . - Ma voi credete ch ' io abbia taciuto alle prime obiezioni ? ... Ho taciuto quando non potevo altro .... Sono arrivata al punto .... Crollò la testa , angosciosamente .... Come sentiva , allora , che la tristezza non inganna mai ! Proseguì , decisa : - Io la teneva fra le braccia , perchè cessasse dai rimproveri che mi facevan tanto male ; e andavo pregandola di pensare , di capire .... A un tratto .... Ah , che spavento , Cesare ! ... A un tratto , m ' è sfuggita , è corsa alla finestra .... Sai che sotto la finestra , a parecchi metri , è il ripiano della scala di marmo ; e sporgendosi infuori , tutta diversa , stravolta , mi ha detto : " Non insistere , non insistere , non insistere ! Voglio essere libera per sempre .... Promettimi .... O mi getto di qui ! " Era bianca ; io vedeva il suo cuore battere attraverso il busto .... Che orrore ! ... Che orrore ! ... - E tu , e tu ? .... - incalzò Cesare , divenuto pallido . - Io ho promesso , e ho taciuto .... Non la conosci , - disse poi la donna , a un movimento avverso del Lascaris . - Ella è ben capace ! ... Sì , sì , mi sembra che qualche cosa di terribile debba avvenire ! Cesare rimase muto . L ' abitudine dottrinale di considerare i fenomeni dell ' anima in istrettissima dipendenza dai fenomeni del corpo , gli suggeriva dubbii , osservazioni , risposte , che non avrebbe osato esporre all ' amante . Rimaneva la gravità della minaccia ; e alcuni ricordi , dai più lontani , dal giorno in cui aveva visitato la prima volta Roberta , ai più vicini , alla sollecitudine per l ' epilettica , alla facilità con la quale aveva visto la fanciulla disperare e sperare senza ragione , - questi ricordi gl ' impedivano di sorridere e d ' alzar le spalle . Rimaneva la promessa strana di Emilia a Roberta . - Sì , - affermò poscia , lentamente . - Sì , tu sei libera verso di lei , e il tuo dovere è finito .... Che cosa pretende ? Abusare della tua affezione , approfittare d ' un mutamento della tua vita , per disfrenare la sua .... Hai parlato , hai pregato , hai imposto .... Non hai ottenuto nulla .... Ti ha spaurita con la violenza .... Si opporrà sempre ai nostri diritti , fin che tu non cessi dall ' opporti alle sue follie . I diritti ! ... La parola spontanea sulle labbra dell ' uomo , produceva in Emilia un senso di ripugnanza .... Egli non pareva comprendere se non questo , non vedeva in una squisita dubitanza di sentimenti e di libertà , se non un altaleno di diritti e doveri . Ella battè le palpebre , smarrita , provando la vertigine d ' essere spinta giù per una china , inesorabilmente . - Ebbene ? - domandò , guardando il Lascaris . Ma egli non osava concludere ; sedette , appoggiò le braccia alla tavola , si strinse la testa fra le mani , pensoso e freddo . - Ebbene ? - ridisse Emilia . - Che cosa dunque mi consigliate ? ... Ah , come si capisce , come si capisce che non avete affezioni ! - soggiunse amaramente . - Arrivate a credere ch ' io pensi davvero ad abbandonar mia sorella in faccia all ' ignoto , in mezzo ai pericoli ? ch ' io abbia promesso , coll ' intenzione di mantenere ? ... Per chi ? ... Per me ? Io posso sacrificarmi ! ... Per voi ? ... L ' amante alzò la testa a guardar la dolorosa , e fu colpito dalla mutazione . Rigida era la figura , tesa da un supremo sforzo , gagliarda di rilievo sulla cortina tremula del fogliame ; la piccola fronte femminea s ' era corrugata per lo sforzo d ' una volontà che sembrava incrollabile . Fissava , Emilia , il giovane con espressione ostile , forse esagerata , quasi avesse voluto abituare i proprii occhi a non più risplendere di dolcezza , a non più balenar di speranze . - Emilia ! - sclamò Cesare balzando in piedi . - Che cosa ho fatto ? Perchè mi parlate così aspramente ? Dov ' è il vostro amore ? Che significa ciò ? - Oh , non chiedetemi ! - proruppe la donna , cedendo alla nervosa tensione e singhiozzando . - Non chiedetemi nulla , non so nulla , non potrei rispondere ! ... Tutta la mia esistenza è avvelenata ; io non mi riconosco .... Soffro , soffro , soffro ! Si torceva le mani , piangendo ora fra le braccia di Cesare accorso a lei , commosso della commozione dura e illacrimante dell ' uomo . Rimasero stretti un lungo intervallo in amplesso convulso , senza parlare , e tuttavia disgiunti , opposti , nello scatenarsi d ' opposti sentimenti per una medesima persona . L ' odio , l ' odio solo , l ' odio fremeva nell ' anima di Cesare , quanto più sentiva tenerezza e dolore per l ' amante disperata ; l ' odio arrivava a fargli rammaricare d ' aver più volte soggiogato l ' impulso che lo spingeva contro la fanciulla , a fargli rammaricare di non averla martirizzata di spavento , egli che con una parola avrebbe potuto ucciderla ! Ma già Emilia , dominando la crisi , interrogava , la voce un po ' rauca per le lacrime : - Aspetteremo , è vero ? Ella capirà , più tardi ; e noi aspetteremo , ci ameremo così .... Dimmi ? - Non è cattiva , non vuol farci male ; si tratta forse d ' un capriccio improvviso , e noi avremo ancòra pazienza .... Tu mi aiuterai a vincerla ; tu sai parlare meglio di me , e a poco a poco verrà a comprendere le nostre ragioni .... Dimmi ! Il silenzio all ' intorno era solenne e poderoso ; anche il rombo del mare aveva taciuto nel grande assopimento notturno ; così che gli amanti circonfusi dalla complice sicurezza avevan di poco levato il tòno delle voci , senza bisbigli ormai , senza susurri . - Poichè non osi .... - disse il Lascaris . - Poichè non osi .... , aspetteremo ! E già in mente fermava di non aspettare oltre , di affrettare con qualunque mezzo , a qualunque costo , la soluzione . - Non oserò mai acconsentire a simile follia , che è momentanea , - dichiarò Emilia . - E se tu fossi calmo , tu stesso non oseresti consigliarmi ad abbandonare mia sorella .... Qui l ' astuzia femminile si drizzò repentina , istintiva ; perchè , nonostante l ' ambascia di quell ' ora , nonostante la tenebra in cui la sua anima era avvolta , Emilia vide a un tratto la possibilità di attirar Cesare in inganno . Proseguì , accortamente lenta , togliendosi alle braccia di lui e andando a sederglisi a viso a viso : - Sai tu stesso che la sua salute è fragile .... Questo , il vero , il grande pericolo ! ... Ella può ammalarsi di nuovo , e si troverebbe sola , sola , in quali mani ! È il pericolo peggiore d ' ogni altro .... Può ammalarsi gravemente , gravissimamente ancòra ; lo prevedi anche tu ? - Sì , certo , - rispose il Lascaris , senza difendersi , assorto nel pensiero molesto del ritardo , nel pensiero difficile di giungere tuttavia all ' amore , al possesso . - La sua , è di quelle malattie che non guariscono , - seguitava la donna , dissimulando il brivido ond ' era stata presa all ' inconsulta affermazione . - La sua malattia è orribile , senza speranze ! ... Ascolta ! ... - mormorò improvvisamente , con la voce fioca . - Che cosa è questo ? ... Un romore ! Addossato a uno dei tronchi i quali sostenevano il chiosco ai quattro angoli , il Lascaris appena gettò uno sguardo fuori , dicendo : - Sarà Nero , che passeggia .... - L ' ho messo io alla catena , Nero .... Non può essere . Ascoltarono allora tutt ' e due , guardandosi ; ma sùbito echeggiò da lungi il ritmo fragoroso d ' un treno ; veniva crescendo , si spezzò in cadenze distinte , accompagnato da un tremulo fischio ; riprese l ' onda unisona , s ' affievolì e si spense . Ancòra una pausa , ad ascoltare il silenzio susseguito ; indi , Emilia procedette decisa : - Io vorrei che per un istante dimenticassi noi e non vedessi che mia sorella ammalata . Potresti in coscienza abbandonarla senza cure , lasciarla vivere a capriccio ? ... Pensiamo a questo , Cesare ! ... Noi non saremmo felici .... Egli cadde nella rete ; con la mano tesa , inoltrò verso Emilia , e stringendone la mano : - È vero , - disse . - È vero ; non possiamo abbandonarla .... Come ho dimenticato tutti i sacri doveri della mia arte ? ... Mi sono mutato ! ... Ella deve stare presso di noi : da un giorno all ' altro , qualche grave crisi può sopraggiungerle . Il colpo arrivò così crudele alla donna , ch ' ella sentì un ronzìo nelle orecchie , e ne rimase stordita ; ma sottraendo la mano , perchè il Lascaris non ne avvertisse il tremito febbrile , ebbe la forza di non retrocedere : - Una crisi imminente .... Imminente ! ... I suoi sogni , le sue pretensioni , la triste follia che noi condannavamo senza pietà ; tutto , forse , è il sintomo del male .... E non v ' è speranza ! - ella esclamò , sussultando da capo a piedi . - Nessuna speranza ! Il medico tacque . Con lo spirito lontano dalla realtà presente , s ' interrogava ; notava attonito l ' oblio in cui era caduto sùbito , al primo divampar della passione , quell ' oblio di sè stesso , pel quale non aveva visto in Roberta se non l ' ostacolo da infrangere , la debole da vincere , la larva da distruggere . Il cuore , la mente , annebbiati dall ' egoismo senza confine degli innamorati , avevano avuto per la fanciulla contemplazioni malvage , sensi d ' odio , o fugaci desiderii perversi ; non mai uno slancio durevole di tenerezza e di casta sollecitudine ! Egli n ' era atterrito , e taceva pensando . Ma d ' improvviso , riudì la voce d ' Emilia , che mormorava : - Condannata ! ... È condannata per sempre .... - Sì , - egli proruppe , inconscio . - È condannata per sempre .... Come ho potuto odiarla ? ... È condannata .... Si fermò . Vide l ' amante sorgere in piedi , tutta bianca nel volto , tutta agitata da un brividìo convulso , muovere alcuni passi verso di lui , cercando un appoggio ; arrestarsi , barcollare .... - Un grido ! ... - ella esclamò con la voce rauca . - Ho udito un grido .... Cesare , Cesare , gridano , là fuori ! ... Chi grida ? ... Gli cadde sul petto , s ' aggrappò ai suoi abiti , ripetendo la parola di terrore , nella notte : - Chi grida ? ... Chi grida ? ... L ' uomo la sostenne fra le braccia , l ' adagiò sul sedile . E si slanciò fuori del chiosco a vedere , a cercare , per la prima volta in sua vita , anch ' egli tutto livido di spavento .... XIX . Giunta innanzi alla sorella , Roberta sentì nel cuore l ' odio aprirsi un varco fino al fondo , e il corpo gelarsi di repulsione . Fiaccata dalle paure della notte prima , Emilia era stesa sul divano , tranquilla e composta , similmente che nel riposo della morte . Di fianco a lei , sopra un tavolino era un calice d ' acqua ghiaccia , per le labbra in arsura ; insaziabile , la sete della fatica doveva torturarla . Ma nel rilassato atteggiamento conservava pur sempre la superbia della bellezza ; ma con largo ritmo il seno si alzava e s ' abbassava in un valido respiro ; ma il busto libero dalla fascetta era centrifugo e scultorio ; ma era tutta bella , la giovane , la forte , la destinata ai gaudii molteplici del vivere ; tutta bella , dalla massa robustamente cupa della capigliatura , ai piccoli piedi serrati negli alti stivaletti . Colma di grazie fisiche , era un ' arpa dalla quale poteva la passione risvegliar gli echi vibranti delle intime felicità , che inebbriano gli uomini . Dormiva ? ... Pensava ? ... Dentro la fronte , più angusta per i riccioli tenaci , chiudeva o credeva chiudere il secreto della fine prossima della sorella , con altri secreti d ' amore , con altre secrete intenzioni di voluttà e d ' avvenire . Nè mai la terribile consapevolezza del lutto imminente si sarebbe tradotta in parole ; Emilia , come il Lascaris , come i medici , come tutti , voleva perseverar nell ' inganno , fare sperar Roberta , additarle il futuro da cui la fanciulla era divisa per un abisso insuperabile . Oh , la spaventevole realtà , balzata alla gola della giovanetta quasi una tigre dal covo ! Aveva udito ; prima , aveva udito parole d ' amore , le quali non le avrebbero dato impeto alcuno di rivolta ; aveva indovinato gesti e baci , i quali avevanle svelato l ' amore come un ' inclinazione grottesca , assurda , e pur piacevole , se nessun curioso poteva notarne la forma delirante . In ultimo , dalle labbra più pronte a mentire e a ingannare , in ultimo aveva ascoltato la propria condanna , chiara , fredda , atroce ! Sì , il falso amico , l ' uomo da lei già ammirato non per altro se non per la forza prepotente del suo egoismo , colui che trattandola aveva dimenticato ogni riserbo , teneva dunque chiusa nell ' animo la certezza ch ' ella era per morire in breve ; e la beffava del suo presentire , e ne calpestava i sentimenti , e godeva a farla vibrare di speranze folli ! Divincolandosi sotto il morso feroce della realtà , ella aveva gettato un grido fievolissimo ; e s ' era messa a correre inavvertita nell ' ombra , rientrando in casa non avrebbe potuto dire in qual modo . Ma prigioniera ormai d ' un mostro dai tentacoli enormi , che le succhiava sangue e midolla ad ogni passo . Urtò a bella posta nel tavolino , per richiamar la sorella . Emilia diè un sobbalzo , levandosi repentemente sul gomito ; guardò Roberta , ancòra con lo sguardo velato dal sogno . - Vado a Nervi , - disse la fanciulla . - Tornerò per il pranzo . - Vuoi che ti faccia accompagnar dalla cameriera ? - domandò Emilia , dopo un istante in cui aveva sperato invano una parola di scusa pel modo brusco col quale Roberta l ' aveva strappata alla breve quiete . Ma tremava intanto ; sulle labbra della donna un ' altra domanda , trattenuta a forza . Poco prima , in camera di Roberta le era venuta alle mani una salvietta arrotolata quasi rabbiosamente , e largamente fradicia di sangue ; testimonio orribile del male ricomparso . Non osava parlarne , sentendo che la sorella medèsima voleva tacerne , per paura , forse per disdegno di conforto . - No . Vado sola ; devo comprar qualche cosa pel mio ricamo . Andrò sola . La voce erasi fatta rauca , incerta , con alterni suoni di metallo prossimo a fendersi . - Non fi stancherai ? - osservò timidamente Emilia . - Se tu aspettassi fino a domani ? O vuoi mandare a prendere una carrozza ? - Stancarmi ? Andare in carrozza ? - ripetè la giovanetta . - Si direbbe che tu mi credi sempre in agonia . L ' altra ebbe un tremito improvviso , rapidissimo . - Dicevo , perchè tu ritornassi più presto , - spiegò quindi col medesimo accento di sommessione . - Anche perchè c ' è molto sole ; un sole abbastanza forte .... Non irritarti .... Sarai di ritorno pel pranzo ? Io mi ero addormentata qui .... Confusa , cercava distogliere sè e la sorella dall ' argomento unico , il quale si presentava con malignità caparbia ; ma poichè s ' avvide che i loro occhi parlavano , che il pensiero si rifiutava , che qualunque parola sarebbe riuscita inutile , si tacque . Roberta era a un passo da lei ; immobile . Aveva un semplice abito grigio e tra le mani guantate portava un involto . Lo sforzo penoso d ' Emilia non le sfuggiva , avvertendola che la vita loro , con quello studio di menzogne , di dissimulazioni , con quella commedia di sorrisi e di fiducie , la vita loro diveniva intollerabile . - Vado , - ella annunzio , quasi a malincuore . - Arrivederci , Emilia . Emilia si levò , allora , d ' un colpo , e andò incontro alla sorella . Il ricordo del grido nella notte era venuto a fustigarla crudamente di nuovo ; chi aveva gridato ? Chi era nascosto a udir la rivelazione paurosa ? ... Doveva saperlo , affinchè il grido non le risonasse più nell ' orecchio , nel cervello , mentr ' era sveglia , mentre dormiva , come soffiato da mille bocche . Ma si arrestò a tempo .... Aveva detto Cesare sùbito ch ' era stata una allucinazione .... In ogni modo non poteva interrogare , non poteva confessar l ' orrore .... La fanciulla stava innanzi a lei ; pallida , irrigidita dallo spavento di una domanda . - Arrivederci , - disse Emilia , lasciandosi trascinar dal destino ; e tese la mano ardente . Roberta l ' afferrò e trasse la sorella fra le braccia . - Addio , cara , - susurrò , baciandola , stringendola al petto . - Addio ; riposa . " Che cosa è ? ... Che cosa pensa ?..." - chiese Emilia a sè stessa , nell ' atto in cui rendeva i baci . E per celare nuovamente il fremito improvviso , disse a voce alta : - Siamo tristi tutt ' e due , oggi .... Le rilucevano negli occhi le lacrime , e volse il capo , sciogliendosi presto da Roberta . - Non farmi aspettare troppo , - soggiunse . - Tornerai per il pranzo , è vero ? Avrebbe voluto vivere ora per ora , minuto per minuto , l ' esistenza della sorella ; non allontanarsene mai più , non perdere un attimo della vita di lei ; adorarla come una fragile e pura idealità , luminosa di grazia e di sventura . - Ma sì ; quante volte me lo chiedi ? - osservò Roberta con un sorriso stentato . Poi , sul limitare si rivolse : - Non impensierirti per me , - soggiunse . - Riposa . E abbozzò un saluto ultimo con la mano . Emilia , ritta in mezzo alla camera , ebbe ancòra un dubbio . - Aspetta ! - disse . - Mi vesto .... Verrò anch ' io .... Roberta aveva chiuso l ' uscio , e discendeva . Allora Emilia corse alla finestra che guardava in giardino , e vedendo la sorella passare indi a poco , mosse le labbra per ripetere la preghiera . Ma di nuovo , il destino la trascinò : " No , è inutile ; di che cosa temi ? Va a Nervi ; perchè inquietarla con le tue paure ? " E la donna , obbedendo , cadde sul divano , e scoppiò in pianto dirotto . In istrada , la prima persona che s ' offerse allo sguardo di Roberta fu Cesare Lascaris , il quale era incamminato verso la villa , quietamente , secondo l ' abitudine . L ' espressione di lui appariva serena , della serenità fredda ed energica , onde quel volto era riuscito dapprima spiacevole alla giovanetta . Cesare la scorse e la salutò ; ma poichè faceva l ' atto d ' andarle incontro , Roberta attraversò la via e passò sull ' altro marciapiede . Egli ignorava d ' averla ferita a morte con una parola ; egli ignorava d ' aver messo in quel cuore un gruppo di vipere infaticabili .... Appena vistala , aveva già forse preparato la frase di speranza e d ' inganno .... E andava da Emilia a parlar d ' avvenire ! ... " Costui potrà consolarla , - si disse Roberta . - Potranno consolarsi tutti in breve ! " - Sentì accerchiante l ' impeto di tornare indietro ella pure , di correre a casa , e di baciare Emilia e d ' abbracciarla , d ' abbracciarla furiosamente . Nè fu libera dalla suggestione se non quando accelerò il passo , e arrivata a Sant ' Erasmo , discese verso Nervi , dove i passanti eran numerosi e potevano distrarla . La giornata splendeva ; quell ' ultimo periodo di decembre recava la stupenda fragranza dei giardini tempestati di rose , le quali traboccavan fin dai muri di cinta per una catena ininterrotta di colori diversi , di diversa ricchezza . Soffiava mordace la fragranza del mare , denso di tinta , e pur tuttavia dardeggiato di raggi , che sembravano frangersi alla superficie e lasciarvisi pigramente onduleggiare . Sulla piazza di Nervi , a capo del lungo viale fiancheggiato di palme che conduce alla stazione , Roberta salì in una carrozza , ordinando di portarla a Genova ; e quando fu seduta , avvertì la greve stanchezza della notte insonne , la debolezza estrema per il sangue perduto in quello sbocco furioso . Ebbe paura ; il male poteva riprenderla , ucciderla sulla pubblica via . Ma se fosse rimasta , lo avrebbe forse fermato ? Ella aveva la mente in un cerchio di follia , e si volse d ' un tratto a guardar lo spettro che le stava alle reni , minacciandola di continuo . La carrozza partì . Roberta mise sui ginocchi l ' involto che teneva fra le mani ; era tutta la sua ricchezza , là dentro , una grossa somma in titoli dì rendita , ch ' ella aveva divisato di vendere a poco a poco ; gettandola anche a profusione , non sarebbe finita tanto presto quanto la vita di lei . Trasse una lettera , ancòra con la busta aperta ; la ripercorse con l ' occhio , temendo che il ribrezzo , l ' odio , la certezza della fine , le avessero suggerito qualche parola di rimprovero o d ' ingratitudine . Il senso ne era calmo ed affettuoso ; nessun cenno alla scoperta della notte ; perchè aggravare la disperazione d ' Emilia con la possibilità d ' un rimorso ? ... Ella non aveva se non la colpa di voler trattenere la sorella , di voler farne un oggetto miserevole su cui sfogare tutta la ferocia della sua pietà . Ma come si sentiva male ! Ardevano le tempia , ardevano le mani ; dentro il petto era insostenibile l ' artiglio della tortura ; di quando in quando , la sofferenza fisica raggiungeva tal grado da parere una voluttà calda , che le corresse le membra e le facesse ribollir le vene .... Chiudere gli occhi , oh chiudere gli occhi al sole fiammeggiante ! ... Sarebbe stato più dolce chiuderli sotto freschi baci , che avrebbero potuto placar l ' ardore delle carni . Voleva distrarsi , guardando .... La strada bianca , fra la spiaggia ilare e le ville pregne d ' effluvio , quanto era crudele di ricordi ! Ben per quella medesima strada le due sorelle tornavano un tempo dalle loro gite ; e le discese ripidissime e la prossimità della via ferrata incutevano un ' ombra d ' attraente pericolo . Qualche volta il treno le sopraggiungeva rapido e formidabile ; e il cavallo fermo innanzi alla barriera drizzava le orecchie , volgeva la testa a guardare . Era l ' attimo più commovente della passeggiata ; le giovani si stringevano la mano sorridendo . Il mare pompeggiava , solenne di quieta potenza ; le ville davano al paesaggio la nota leggiadra o maestosa , incensando l ' aria coi profumi dei giardini , e tagliando il cielo puro coi ricami aggrovigliati o con le punte argute degli alberi . Roberta ebbe così l ' imagine di quel molle passato , che portò le mani alla fronte con un gesto di sbigottimento ; poi restò attonita , gli occhi fissi sul sedile vuoto innanzi a lei , per non più vedere , per non pensare , per non obbedire alla sorda voce , che le gridava nell ' intimo , che gridava dalle cose tutte : - " Ritorna ! ritorna ! Non trascinare altri nella tua rovina ! " Solo dopo Sturla , quando la fiumana della gente , delle carrozze , dei carri , si fece più tumultuosa sotto il biondo sole , ella abbandonò il suo atteggiamento inerte ; si drizzò e finse . La vita incombeva . Roberta passava tra la vita e le speranze mostruose di quegli sconosciuti , e doveva fingere vita e speranze ella pure ; già il suo volto era insolitamente pallido e malato . Si drizzò sul busto ; trovò uno sguardo impersonale per lo stupido spettacolo . Alcuni giovanotti fermi in gruppo a chiacchierare , si volsero insieme e la fissarono .... Ah , il suo corpo e il suo animo ! Non avevano ormai se non un valore d ' effimera . L ' animo era in agonia . Volevano il corpo ? Avrebbe potuto offrirlo al primo passante cui fosse piaciuto , per distruggere anche la sua verginità inutile , per sentire una qualunque nausea degli altri e di sè stessa . Arrivata a Genova , tenne la carrozza e discese presso varii negozii , ad acquisti . Ella eseguiva automaticamente il disegno stabilito nella notte e calcolato fin nei più minuti particolari di tempo . Ai commessi parve una strana compratrice . Era molto distratta ; non osservava la merce , e faceva domande alle quali non aspettava risposta . Dal negoziante di valigie aveva dimenticato di ritirar l ' avanzo di cinquecento lire e avevan dovuto rincorrerla per consegnarglielo . I suoi occhi s ' offuscavano d ' una espressione poco men che atterrita quando qualcuno le diceva la frase abituale : - " Vedrà , signora , che questa stoffa le farà una gran durata . " . Ed era molto , molto stanca ; si sedeva appena giunta e non si alzava se non per uno sforzo visibilissimo . Dalla sua guantaia , aveva chiesto un cordiale , un po ' di liquore , e aveva trangugiato un bicchierino di cognac , ch ' era parso animarla un istante . Risalì in carrozza , e si fece condurre alla stazione di Piazza Principe . Si rammentò , in quel punto , della lettera ; pensò che , inviandola per posta , non sarebbe arrivata se non la dimane , ed Emilia avrebbe sofferto un ' altra notte di dubbii , più spaventosi di qualunque spaventosa certezza . Chiuse la busta , e quando fu alla stazione guardò il cocchiere , il quale la conosceva e aveva frequentemente servito le due sorelle . Poteva fidarsene . - Voi tornate a Nervi ? - gli domandò Roberta . - Sì , signorina , sùbito . - Sùbito ; bisogna vi andiate sùbito ; io vi pagherò il ritorno . Ma vi spingerete fino a casa mia , e consegnerete questa lettera alla signora , sapete ? l ' altra signora che è sempre con me .... Andate sùbito ; non fermatevi per via .... Fra un ' ora dovete essere lassù ! Poi , quando l ' uomo voltò briglia e traversò la piazza , stette a guardarlo fin che le si tolse alla vista .... Fra un ' ora sarebbe arrivato .... Oh , solo a vederlo comparire , solo a leggere la soprascritta della busta , Emilia avrebbe gettato un grido ! La fanciulla si strinse nervosamente le mani fino a farle scricchiolare ; diede un ' occhiata in giro ad assicurarsi nessuno avesse rilevato l ' atto ; ma non v ' erano se non viaggiatori frettolosi e portatori in attesa di bagagli . Entrò sotto il peristilio della stazione , seguendo il facchino impadronitosi degli oggetti ch ' ella aveva posato a terra . Ritirò la tessera . Contava recarsi a Nizza , verso quelle coste di Francia , ch ' ella aveva tante volte sognato , verso quella Parigi , che le sembrava chiusa da un velario d ' oro , oltre il quale erano gioie insidiose ed ebbrezze ignote . Proveniente da Milano , il treno per Ventimiglia era in ritardo di trenta minuti ; la giovanetta si recò nella sala d ' attesa . Sedette ; sentì che il male e la stanchezza precipitavano su di lei con peso inesorabile ; doveva fortemente resistere per non curvare le spalle , per tener gli occhi aperti ; ma portava spesso la mano al collo , al petto , dove un ' arsura di fuoco la divorava ; batteva la lingua contro il palato , temendo d ' assaggiar l ' orribile sapor dolciastro del sangue . Ebbe di nuovo il movimento brusco per volgersi a guardare se non le stesse alle reni uno spettro visibile ; s ' accorse di ciò che faceva , e rabbrividì pensando che aspettava la morte e poteva giungere la follia . Dove andava ? ... Non aveva scritto in fronte l ' angoscia e il terrore ? ... Perchè la guardavano tutti ? ... Che cosa diceva il suo volto ? ... A fatica si alzò e andò fino a un grande specchio nel mezzo della parete centrale . Il suo volto diceva che in un sol giorno la freschezza della giovane età era smarrita per sempre ; magre e pallide le guance , accese le labbra , cerchiati gli occhi d ' un giro lividastro ; poteva essere bella , per la straordinaria espressione di sfinitezza e per la grande ombra di malinconia . Poichè udiva dei passi , il dovere della vita la riprese , e finse d ' acconciarsi il veletto ; ritornò al divano , studiandosi d ' allargar le spalle e d ' ergere il busto . Era prudenza , forse , passar la notte a Genova e partire il giorno appresso . Cercò il facchino con lo sguardo , per consegnargli le valigie e farle recare a gualche prossimo albergo . Aveva deciso d ' essere prudente , di fermarsi a Genova , di riposare . Ma in quel punto , un impiegato gridò la partenza per Ventimiglia . - Per Ventimiglia ? - domandò il facchino , accorso a riprender gli oggetti . - Va a Ventimiglia , la signora ? - egli ripeteva . - Sì , - disse la fanciulla , ancora guardandosi intorno smarrita . - Per Ventimiglia ! Fermarsi a Genova ? Con quale scopo ? ... Essere prudente ? Per chi ? Da quell ' ora , tutte le vicende erano sue ; ella si trovava sola e libera . L ' aveva desiderata con ogni forza , quell ' ora , l ' aveva sognata ! Ed ecco , la realtà ; ecco , il sogno tramutatosi in fatto : non la visione di un ' esistenza piena di avvenimenti inaspettati e rosei ; ma la visione , più lucida che mai , del proprio cadavere freddo e rigido sopra un catafalco ricco di drappi funerei , presso una finestra spalancata in faccia alla campagna eterna ... Trovò posto in uno scompartimento di prima classe , vuoto , sperando di potere stendersi e dormire , non appena uscito il treno dalla stazione . E sentiva che già Emilia aveva udito la carrozza fermarsi avanti al cancello , che già l ' uomo aveva portato la lettera , che già la sorella aveva mandato il grido .... Ritornare ? Non trascinare altri nella rovina ? ... Cesare Lascaris avrebbe ripetuto con la voce fischiante di sarcasmo : " Lo sapevo , che la signorina legge troppi romanzi ! " Mentre sotto la tettoja annerita accendevano i bracci a gas , e mentre i viaggiatori passavano e ripassavano , - romore di treni in moto , globi di vapor bianco diffusi , cantilene d ' impiegati ad annunziare le partenze , suoni della campana ad avvertir gli arrivi , - mentre la vita fremeva , Roberta si tolse i guanti , e studiò la morte sulle pallide mani , dalle dita lunghe e affusolate , dalle unghie lucenti ; pallide mani , che narravan tutta l ' anima di lei , facile a smarrirsi , incapace a calcolare , pronta a violenze ingenue . La fanciulla piombò in una disperata tristezza così assorbente , che ella non s ' avvide come all ' ultimo , quando il treno s ' avviava a ritroso fuor della stazione , - un viaggiatore fosse salito nel suo scompartimento ; ma sollevando gli occhi , ebbe un moto involontario di stupor timoroso . L ' uomo la salutò , prese posto di fronte , l ' avvolse tutta dalla testa ai piedi in uno sguardo scrutatore , che la fanciulla non aveva mai sofferto e che la costrinse a volgere il capo , fingendo di guardar dallo sportello . Il treno si lanciava sotto la bella luce del tramonto tingente di carnicino gli edifizii dei sobborghi di Genova e poi la conca azzurra del porto , reticolata d ' alberi di navi , ingombra di barchi massicci . Chi era lo sconosciuto ? La mancanza d ' Emilia doleva con nuova forma ; Emilia sapeva bene rassicurar la sorella , diffondeva attorno a sè un ' aura di tanta fiducia , che Roberta ne viveva giorno e notte . Ora , Emilia non v ' era più . Roberta l ' aveva abbandonata , e si trovava sola di fronte ad uno sconosciuto . Una paura strana l ' afferrò ; si mise a tremare , irrigidendosi con le mani nude strette ai bracci del sedile ; se l ' uomo avesse fatto un movimento , ella avrebbe gettato un urlo , poichè senz ' altro Roberta aveva stabilito ch ' egli era un ladro e che doveva ucciderla .... Ma il viaggiatore trasse dalla valigia un libro , vi cercò la pagina segnata , e cominciò a leggere ; allora , a poco a poco , di tra le ciglia , cautamente , la giovanetta si sforzò a indovinare il titolo del volume , e quando giunse a comporre in mente le lettere , e quando scoperse ch ' era un romanzo cui ella conosceva ed amava , il cuore le battè di gioja infantile , e concluse che lo sconosciuto non era un ladro , non doveva ucciderla . Poi , con la medesima astuzia lenta , si studiò a osservare l ' uomo , inosservata . Egli era giovane ed elegante ; nel volto un poco abbronzato luccicavano gli occhi neri ed acuti ; aveva un profilo quasi rettilineo , volitivo ; la testa era bella ; la bocca pura , con labbra sensuali , coi mustacchi piegati in su . Apparteneva alla razza di quelli che mai non hanno lavorato in nessuna cosa , e mai non lavoreranno . Roberta aveva incontrato simili uomini ai bagni , ai teatri , ai concerti , ovunque s ' offriva un passatempo di moda o un trattenimento per lo spirito ; e sempre ella aveva avvertito una specie d ' attrazione verso i giovani epicurei , lasciandosi cogliere dalla forma della loro cortesia , dalla scelta della loro eleganza . Anche ora , guardando lo sconosciuto , la fanciulla si fermava all ' apparenza ; non rilevava una piega amara all ' angolo delle labbra di lui , nè sul volto l ' energia fosca di chi si getta ai piaceri passionatamente , correndo l ' alternativa d ' uscirne per un mortale disgusto , o di non uscirne se non insieme con la vita . Pareva uno di quegli uomini , cui la donna unica può arrestare , salvare , vincere e domare col dono della propria esistenza , della verginità assoluta , con la forza d ' una sincerità non attesa . Egli aveva notato nella giovanetta il destreggiar degli sguardi , e pur fingendo di leggere , si lasciava studiare ; ma quando appena s ' accorse che la compagna era tranquilla e sicura ( forse , molto aveva giovato una piccola corona , dominante due cifre intrecciate sopra la targhetta argentea della valigia ) , - egli stesso , con maggiore astuzia , non lasciandosi mai sorprendere , guardò Roberta a lungo . Fu colpito dalla bellezza malinconica di quel viso giovanissimo , prima ancòra che dall ' aspetto di sofferenza onde il viso e il corpo sembravano chiedere sollecitudine . La fanciulla sfolgorava negli occhi , pieni di febbre e tuttavia ignari di sguardi procaci e ingannevoli ; le labbra curve eran deliziose di colorito , un poco umide ; per tutto il volto , la stanchezza , la commozione , la malattia , avevan diffusa un ' ombra grave , in aperto contrasto con la palese giovanezza di Roberta . Non mai era stata così bella , e il sole morente che dallo sportello la illuminava senza darle molestia , cresceva forza al significato romantico della gentile figura . Lo sconosciuto ritornò al libro aperto , notando un ' occhiata della fanciulla , che sembrava disporsi a continuare il suo studio . In verità , il giovane attirava l ' attenzione di lei potentemente , ed ella cominciava a farsi delle domande che non trovavano risposta ; andava a Nizza egli pure ? come si chiamava ? era ammogliato ? ... Cercò sulle dita di lui il cerchietto d ' oro , ch ' ella credeva indivisibile dalle persone non più libere ; ma alla mano destra , nuda , non aveva anelli , e la sinistra era ancòra guantata . E perchè non parlava ? In molti romanzi , Roberta aveva letto i dialoghi d ' un giovane e d ' una giovane incontratisi nel treno ; e veniva poi una sfilata , di capitoli interessanti , che si rannodavano tutti a quel primo capitolo dell ' incontro . Lo sconosciuto non le parlava , non la degnava d ' uno sguardo ; credendo fare piacere , aveva tirato la cortina per toglierle il sole ultimo , e sùbito s ' era rimesso a leggere , in modo ch ' ella non aveva potuto ringraziarlo con un cenno del capo , come in quei romanzi .... Egli pure vestiva un abito grigio , calzava stivaletti di cuoio giallo , - aveva i piedi piccoli - e il collo della camicia era molto alto , con una cravatta enorme , di gusto inglese . La fronte di lui era ampia , con qualche sottilissima ruga , visibile a pena ; ma i capelli erano tutti nerissimi , naturalmente lucidi , un poco arricciati . Solo , pareva a Roberta ch ' egli fingesse di leggere , perchè non voltava mai pagina ; e a un tratto , ella s ' avvide con maraviglia , che lo sconosiciuto non poteva leggere affatto , perchè aveva ripreso il libro capovolto . Cominciò a temere di nuovo ; perchè fingeva ? a che cosa pensava ? In quel punto gli sguardi suoi s ' incontrarono con gli sguardi del giovane , e non sapendo come reggere all ' onda carezzevole di quegli occhi bruni , e sentendo d ' arrossire , Roberta cercò in fretta i guasti e cominciò a calzarli , con la testa china . Il treno si fermò a Sampierdarena lungamente . La fanciulla guardò in basso la sfilata gaja dei molti edifizi , dispersi in una pianura grigia e uniforme ; l ' ombra cominciava a scendere tristissima . Il ricordo di Emilia , la visione della villetta , l ' intuizione dello spavento cui la sorella doveva essere in preda , vennero tutti insieme a turbarla . Che cosa aveva fatto ? Dove andava ? Aveva commesso un crimine .... Fra il brusco estollersi di quei pentimenti , una cosa sola poteva consolarla ; ella si sentiva bene , d ' improvviso , quanto non s ' era ; mai sentita , e irrompeva nel suo cuore una turba di speranze magnifiche , audaci , sicure ; era tuttavia molto affaticata molto languida , ma la cosa pareva ben naturale , dopo le orribili torture . Sperava , tornava a sperare violentemente nell ' avvenire ; la giovane età avrebbe trionfato de ' suoi mali nervosi . E ritraendosi dal finestrino perchè il treno ripartiva , questa volta per una ben lunga corsa , Roberta vide gli sguardi del compagno fissi ai capelli di lei , biondi , copiosi , rutilanti sotto il raggio della lampada elettrica , la quale pendeva dall ' alto della carrozza e cominciava a dar luce non contrastata dalla luce diurna . La fanciulla gli fu riconoscente ; l ' attenzione del giovane significava l ' avvenire e la vita : egli doveva pensare a lei , non come a larva moritura , ma come a donna vibrante di calda sensibilità , ricca di delicati sentimenti . Allora , non sapendo d ' agire in modo strano , ella si abbandonò a quell ' attenzione , vi si offerse scaltramente . Perchè l ' uomo non avesse a temere d ' essere sorpreso , restò col capo inclinato , ma non così che il suo volto bianco non si vedesse , non così che i suoi occhi azzurri paressero spenti ; e si dispose un po ' in obliquo sul sedile , perchè tutta la linea dei fianchi acerbi risaltasse sopra lo sfondo grigiastro . Provò un gaudio nuovo , a quella dedizione capricciosa ; più forte , accorgendosi che il giovane si lasciava attirare , e la studiava , l ' ammirava con intensità , riusciva a definirla in quanto aveva di raro e di meno atteso : l ' incoscienza virginale e la civetteria mite .... La curiosità di lui non era volgare e momentanea , ma doveva , certo doveva risvegliare a poco a poco un sentimento , una brama di non finire così la muta avventura . Vi fu un istante , in cui Roberta osò levare il capo , e da tutto l ' atteggiamento del compagno vide perspicua la certezza ch ' egli si accingeva a parlare , a gettare la rete , la quale avrebbe involto lei , e forse non lei sola , per sempre . - Ora mi parla ! - ella pensò . Fu come un tremendo schianto , un balzo in una voragine profonda . La fanciulla avvertì di nuovo l ' orribile sapore dolciastro del sangue ; ebbe un sussulto visibilissimo , tossì seccamente due volte , e con la fronte imperlata di sudor freddo , aspettò . Poi , quando la prima spuma rosea comparve alla connessura delle labbra , portò il fazzoletto alla bocca , serrandolo contro , perchè nulla si vedesse ; ma non era un filo di schiuma , e non cessava , diffondendosi per la pezzuola , empiendole la bocca tutta , minacciando di soffocarla . Tossì ancòra ; venne ancòra il liquido vermiglio su per la gola ; e smarrendo ogni speranza , ogni senso della vita formale , Roberta balzò in piedi , afferrò le mani già tese del giovane , e rantolò con un urlo : - Muoio ! L ' impeto enorme del sangue proruppe , non più affievolito dal lieve ostacolo del fazzoletto ; e la figura bianca della vergine insanguinata , ritta fra le braccia del compagno che la sorreggeva , precipitò nella spessa ombra d ' una galleria come in una voragine profonda .