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> categoria_s:"Saggistica" > autore_s:"LA MARCHESA COLOMBI"
LA GENTE PER BENE ( LA MARCHESA COLOMBI , 1893 )
Saggistica ,
Agli Editori . Egregi Signori ed Amici , Quando pubblicai per la prima volta questo libriccino avrei creduto ad ogni cosa strana ed inverosimile , prima che a quella che mi sembrava più strana ed inverosimile di tutte , * un bel successo pel mio lavoro . Fu uno dei pochi disinganni piacevoli che accadono a questo mondo , il vedere che le mie « leggi di cortesia , » * messe giù alla buona in meno d ' un mese , sotto la pressione d ' un contratto , che mi reclamava le pagine scritte di giorno in giorno come cambiali a scadenza , * si vendevano ad un numero di copie non mai sperato . Il merito non era mio , ma delle buone regole di vita che avevo attinte ai migliori galatei antichi e moderni , italiani e stranieri , ed alle usanze che avevo studiato fra la vera gente per bene , che , se Dio vuole , va sempre più crescendo di numero . E questo merito altrui , ch ' io avevo soltanto avuta l ' idea di ridurre in moneta corrente raccogliendo molte cose sparse e condensandole nelle poche pagine del mio libro , mi fece apprezzare il libro stesso per la sua utilità pratica , e desiderare di migliorarlo , ampliarlo un pochino , fare molte correzioni di stile e di lingua che la critica intelligente mi aveva suggerite . Tutto questo l ' ho fatto ora , grazie a loro , per la ventiduesima edizione ; e se questa incontrerà il favore del pubblico quanto le altre , o più delle altre lo dovrò in parte agli editori cortesi , che mi hanno incoraggiata alla fatica , assumendone la ristampa . Io lo dedico adunque a loro il mio libro , affido a loro la mia Gente per bene . La trattino colla cortesia cui hanno trattato me stessa ; e se il galateo moderno non avrà per loro nulla da insegnare , la Gente per bene si troverà in famiglia , in casa di gentiluomini . Milano , 1891 LA MARCHESA COLOMBI . INTRODUZIONE Le mie gentili lettrici , ed i miei gentili lettori * dato che vi sieno lettori pel mio libriccino , e che sieno gentili , * debbono usarmi la cortesia di tornare colla mente alla presentazione che l ' illustre commediografo Paolo Ferrari fece loro di me , Marchesa Colombi , in una serata che dedicò a Parini ed alla satira . Si ricordano l ' epoca di quella presentazione ? Fu poco dopo la pubblicazione del Mattino di Parini , fatta , come ognuno sa , nel 1763 . Io era giovane , giovanissima allora , sposa da poco tempo . Non avevo che diciasette anni ; non uno di più . Ma , se ai diciasette che avevo allora , aggiungo i centoventisei che sono trascorsi , non posso a meno di riconoscere che la mia fede di nascita deve attribuirmi la venerabile età di 143 . Questo calcolo deve averlo fatto * poco galantemente bisogna convenire * il primo editore di questo libro quando mi disse : " Lei , Marchesa , che vive da tanti e tanti anni nella società elegante , che ha potuto osservarne i costumi durante tre o quattro generazioni , dovrebbe scrivermi un libro , che trattasse appunto dei doveri e delle convenienze sociali . Una specie di Galateo moderno , che , preso a studiare anche da una persona che abbia vissuto sempre in campagna , le servisse di guida , e le insegnasse a condursi ed a figurar bene in tutte le circostanze della vita . " Una cosa che mi ha sempre inspirato uno spavento indicibile , e mi ha preservata dal peccato capitale non compreso fra i sette condannati dalla Santa Chiesa di far gemere i torchi , è la critica . L ' idea di quei giudici ignoti , che sezionano un lavoro , lo tagliano , lo spolpano , lo analizzano , lo lambiccano sotto gli occhi dell ' autore , senza commoversi menomamente allo strazio del suo cuore paterno , mi mette nello stato di sgomento d ' un povero scolaretto , il quale deve esporre la sua pagina , il giorno degli esami , ad una Commissione esaminatrice , che non si compone dei suoi maestri , che gli è affatto ignota , che lui considera come un tribunale venerabile e pauroso . Ora , il genere di libro che mi disponevo a scrivere doveva avere per critici naturali le signore . E però , dato anche che il tribunale supremo delle appendici di giornali avesse voluto scendere ad occuparsi di simile inezia , avrebbe sempre dovuto consultare su molti punti un giurì di signore , prima di pronunciare il suo terribile verdetto . Ed io aveva tanta fede nell ' indulgenza delle signore , che ne presi coraggio , ed accettai l ' incarico . Ai tempi remoti della mia giovinezza , non esisteva ancora il bel Galateo di Melchiorre Gioia pubblicato sul finire del secolo passato . E fra tutti gli altri libri dello stesso genere , pubblicati prima e dopo di quello , l ' unico usato generalmente , era quello di Monsignor Della Casa , un vero gioiello di spirito , reso anche più ameno dallo stile candidamente ricercato e solenne , del cinquecento . Ma l ' illustre prelato scriveva il suo libro dedicandolo ad un giovinetto , conciossiacosachè questi cominciasse appena il viaggio della vita , che lui , il Monsignore , stava per compiere . E però sentiva il dovere di ammonirlo di non fare in compagnia cose laide o fetide , o schife o stomachevoli ; di non spruzzare nel viso i circostanti , nel tossire e nello starnutare ; di non urlare o ragghiar come un asino sbadigliando ; e , soffiando il naso , di non aprire il moccichino e guatarvi dentro come se perle e rubini dovessero esser discesi dal celabro , ecc . , ecc . Tutti questi ammaestramenti negativi , sono pregevolissimi senza dubbio . Tanto pregevoli che riuscirono , con lungo andare , a sradicare completamente tra la gente per bene quelle straordinarie abitudini . Ma , per ciò appunto , è affatto inutile ch ' io mi occupi di particolari tanto rudimentali , conciossiacosachè i miei lettori * se Dio vuole * non ne hanno bisogno , ed i Bosiemanni e le Pelli Rosse , a cui potrebbero ancora giovare , dubito molto che mi vogliano far l ' onore di leggermi . Il Galateo di Monsignor Della Casa è completo , ragionato , tanto da elevarsi quasi all ' altezza d ' un trattato di morale . Io sono certa , e rassegnata a priori , di non poter fare un lavoro , non dirò migliore , * sarebbe una pretesa ridicola , * ma neppure che s ' avvicini al merito di quello . E tuttavia lo faccio . * Perchè ? Perchè vi sono certe cose speciali ai nostri tempi , ai nostri costumi , che io posso dire , perchè in questi costumi ed in questi tempi ci vivo , e che in nessun galateo antico si trovano , oppure vi si trovano differenti da quelle che pratichiamo tra noi . Cadono le città , cadono i regni , e cadono le costumanze adottate fra la gente civile . * Ai tempi di Monsignor Della Casa erano considerate inciviltà parecchie cose che ora sono ammesse . Invece non si troverà nulla nei galatei antichi sullo scambio delle carte di visita , sulle partecipazioni di matrimoni , nascite , morti , guarigioni ; sulle strette di mano ; sul contegno da tenere in viaggio , e tante altre cose che appartengono alle nostre usanze moderne . È per questo soltanto * non per fare meglio di nessuno , ma per fare tutt ' altro * che imprendo a scrivere il mio galateo moderno . Ed in esso intendo parlare a persone ammodo che , se possono ignorare , tutte od in parte , le convenienze sociali , non hanno bisogno ch ' io insegni loro l ' a b c della creanza . Non farò del mio libro un trattato di morale ; sarebbe superfluo il pretendere d ' instillare in tutti gli animi i veri sentimenti a cui debbono ispirarsi le leggi della cortesia ; sentimenti che , del resto , si riassumono tutti nella massima : « Non fate ad altri quello che non vorreste fosse fatto a voi . » Purtroppo i sentimenti umani hanno un limite , e sono pochi i filantropi che possono largire una parte del loro affetto a ciascuno dei loro simili . Non serve negarlo . Tutti possiamo avere rapporti con persone che ci sono uggiose , antipatiche , indifferenti . Tutti gli argomenti morali ch ' io potrei scrivere non muterebbero questi sentimenti impulsivi . Mi limiterò dunque ad indicare quello scambio di cortesie che si praticano fra persone educate , e che l ' uso generale ha fatto passare in costume : se saranno soltanto cortesie di forma , pazienza ! Sarà sempre meglio che seguire l ' impulso , e fare uno sgarbo ad una persona che non piace . Dai dieci comandamenti del Decalogo derivarono tutti i trattati di morale che si scrissero poi , con tutti i loro raffinamenti e perfezionamenti . E dalle prime regole di civiltà insegnate da Monsignor Della Casa , emerse la cortesia cavalleresca dei nostri babbi , quella un po ' più ... disinvolta che usiamo noi ; ed emergerà pure la civiltà più gentile , lo spero , e raffinata , che beatificherà l ' esistenza dei nostri nepoti fino alla più remota discendenza . È là , in quella parte di libriccino boccaccevole , che ho imparato per la prima volta a condurmi coi miei simili , e però , tutto quanto so delle convenienze sociali , il mio galateo , ed i galatei di tutti i tempi che verranno , non sono altro che l ' eredità di Monsignor Della Casa . PARTE PRIMA PAGINE ROSEE CAPITOLO I . Il bimbo . In tutte le leggi umane , ad ogni diritto fa riscontro un dovere . Ma il bimbo , piccino , inconsapevole , fragile come il vetro , ed imperioso come un sultano , fa eccezione alla legge generale . Per lui tutto è diritto , nulla è dovere . Gli inglesi , più serî , più freddi di noi , malgrado le loro esclamazioni continue sulla famiglia , sull ' Home , passano metà dell ' anno girovagando in paesi stranieri , e pel poco tempo che rimangono at home , hanno provato il bisogno di inventare la nursery , una camera a parte , dove relegano i bambini colle nutrici e le bambinaie . Noi invece amiamo meglio la famiglia , la casa in cui passiamo tutta la vita . I bimbi non ci disturbano , non li isoliamo . Vivono con noi . Sono padroni di tutto l ' appartamento . Impariamo il loro linguaggio monco e , nell ' intimità , ne adottiamo la nomenclatura strampalata ; li mettiamo a tavola con noi ; vegliamo ai loro bisogni , li vezzeggiamo , li chiamiamo con nomignoli graziosi ed insensati . Ninì , Rirì , Lolò ; conosco un bimbo che ha nome Fulvio , ed è chiamato Fufù . È il giorno di ricevimento . La signora ha molte visite . Ad un tratto risuonano alte grida ; non ci si intende più a discorrere . È Mimì che si desta ; e significa alla famiglia , sulla quale regna , che è stanco della posizione orizzontale . La mamma sorride di beatitudine ; se occorre , lascia un momento la compagnia e corre ad esprimere con un bacio la sua ammirazione per quelle gesta del piccolo despota . Nessuno pensa a biasimarlo ; figurarsi ! Sono così carine e commoventi quelle note scordate d ' una vocina di bimbo ! Mimì fa il suo ingresso in sala nelle braccia della nutrice . Qualche cosa di grave lo impensierisce ; s ' è sognato male , è ancora di cattivo umore . Non si degna di salutare la compagnia ; all ' invito della mamma di compiere colla sua manina quell ' atto di civiltà , alza le spalline rosee e nasconde il volto in seno alla balia , presentando la sua personcina ... dal rovescio . È ancora nei suoi diritti . E poi Mimì è così bellino da tutte le parti . Avete un amico di famiglia a pranzo ; la mamma ha sorvegliato gli apparecchi con affetto . Mimì troneggia vestito di bianco sul seggiolotto . Osserva che il babbo e la mamma fanno ogni maniera di cortesie a quel vecchio signore , che sono felici di ospitarlo . Pensa che lui pure deve , come rappresentante della famiglia , dimostrare la sua deferenza all ' ospite intimo e caro . E togliendosi dai labbruzzi il cucchiaino non completamente vuoto , lo porge rovesciato al vecchio commensale . Tutti sorridono . Mimì sente d ' aver compreso bene il suo dovere , e per incoraggiare l ' invitato ad accettare la sua offerta , gli carezza il volto colla manina unta .... Com ' è gentile Mimì ! Eppure Melchiorre Gioia dice che è atto inurbanissimo il palpare il volto ad un proprio eguale e peggio se maggiore d ' età ; e su questo argomento non transige neppure cogli Dei , e scaglia acerbi rimproveri a Omero , per la sconvenienza d ' averci rappresentata Teti , in atto di palpare il volto a Giove . Ma il bimbo è più padrone nel mondo che gli Dei nell ' Olimpo . La nutrice entra con Mimì in una chiesa . Mimì ha il sentimento musicale sviluppatissimo . L ' organo lo commove piacevolmente ; e lui accompagna con modulazioni che va improvvisando quelle note solenni . Tutti si voltano , la nutrice gli dice che quella è la casa del Signore . Ma Mimì è superiore a queste considerazioni . I lumicini dell ' altare lo divertono , è al colmo del tripudio , ed è troppo sincero ed espansivo per dissimularlo , e si dà a far galloria con sussulti , e grida , e contorcimenti . Il sacerdote intuona le litanie , il pubblico fa coro . Quelle voci alte , discordi , stonate , offendono il senso artistico di Mimì . E lui esprime con alte strida il suo disgusto , la sua disapprovazione . La balia ha avuto torto di esporlo a quella contrarietà . Ma Mimì ha ragione . È logico e schietto . La sua legge è l ' istinto . Non ne conosce altro . * * * Finchè l ' uomo non fruisce dell ' intelligenza e della parola , i due grandi e fatali privilegi dell ' umanità , il mondo non domanda nulla da lui . Ma guai ai primi passi , ai primi discorsi , alle prime riflessioni ! * Il giorno in cui il bimbo troverà una ragione qualunque , bislacca fin che Dio vuole , per affermare un suo diritto , evocherà d ' un tratto una folla di doveri , che l ' accompagneranno per tutta la vita crescendo con lui , e moltiplicandosi come i germogli della vite , ed i discendenti della sposa evangelica . CAPITOLO II . I fanciulli . Coi parenti * Festa in famiglia * Colle sorelline * Colle persone di servizio * A pranzo * Visite * Inviti * Essendo ospiti in casa altrui * In iscuola * In serata * In chiesa . Così è , signorini miei . Loro hanno sei , sette , otto anni ; vestono la gonnellina come la mamma , o il farsettino come il babbo . Si chiamano Mario o Maria , Carlo o Carolina , a seconda del loro sesso . L ' abito neutro , il nomignolo neutro sono abdicati . S ' immischiano di ragionare o di sragionare , il che viene a dire lo stesso : hanno preso il loro posto in società . Hanno dunque , oltre l ' obbligo della civiltà elementare che hanno imparata dalla mamma , e direi quasi succhiata col latte , anche quello dei piccoli doveri di società . La prima società è la famiglia ; la più cara ; e , come tale , quella che si deve meglio curare per non turbarne l ' armonia . * Buon giorno , mamma , buon giorno , babbo , buon giorno , buon giorno ... Questa è la prima parola che i ragazzini educati debbono avere sul labbro svegliandosi ; e , possono crederlo senza vanità , pronunciata da loro riesce veramente di buon augurio pel cuore dei loro parenti . Così pure avanti di andare a tavola debbono augurare a tutta la famiglia il buon appetito ; avanti di coricarsi la buona notte . Queste cose sono già abbastanza elementari , nevvero ? Eppure io so di signorini , fino ad un certo punto educati , che non commetterebbero mai nessuna delle sconcezze accennate ne ' primi consigli di Melchiorre Gioia , che si dànno l ' aria di personcine importanti , che salutano que ' di fuori e fanno de ' complimenti per sentirsi dire : Che ragazzi gentili ! e poi in casa si svegliano domandando ad alta voce la colazione , o magari facendo il broncio e piagnucolando : siedono a tavola prima de ' loro genitori ; la sera si fanno dire dalla mamma di dare la buona notte al babbo ; e , quando escono a passeggio , hanno bisogno che la bambinaia , la quale , poveretta , non ha avuta educazione , li avverta di salutare le persone della famiglia che rimangono in casa . Così , dunque , mi hanno intesa , signorini ? Tutti i complimenti che si fanno cogli estranei , li debbono prima di tutto praticare nella loro casa , colla loro famiglia . Questo per la vita di tutti i giorni ; ma vi sono giorni diversi degli altri ; giorni solenni . Il Natale , il Capo d ' anno , gli onomastici , i natalizi di famiglia . È allora che i ragazzi educati debbono dar prova di vera gentilezza . Quando si tratta di festeggiare il babbo , è la mamma che consiglia i bambini , e loro non hanno che a lasciarsi dirigere . Ma se sapessero come soffre la mamma , e che malagrazia hanno loro stessi , quando reagiscono contro la lettera da scrivere , contro il complimento da recitare , contro il lavoro da eseguire ; e brontolano che non sanno cosa scrivere ; e che il complimento è difficile da imparare a memoria ; ed a dirlo poi ... non osano ... E , al momento di dirlo , quelle esitazioni , que ' contorcimenti , quel ridere scemo , quasi che il fare una manifestazione d ' affetto ai genitori fosse cosa buffa , quegli straordinari abbassamenti di voce e tutto il corredo di smorfie , con cui i fanciulli sogliono guastare le più care scene di famiglia , lo sanno loro , signorini miei , come si traducono in lingua parlata ? * Che ragazzi egoisti ! Come sono freddi pei loro genitori ! Tutto quello che fanno è una formalità compiuta per forza , e non hanno neppur abbastanza delicatezza per non farsi scorgere . Triste solennità per que ' genitori ! E triste idea , soggiungo io , che danno quei fanciulli della loro educazione ! Vi sono poi fanciulli soprammodo disgraziati , che non hanno più mamma o non hanno più babbo . Ed altri la cui sventura è più grande ancora : li hanno perduti entrambi . È un parente , un ' istitutrice , che tiene il luogo di que ' poveri cari . Allora , a quel parente , a quell ' istitutrice , debbono gli stessi riguardi che avrebbero dovuto a ' genitori . Se è una sola persona che veglia su di loro , debbono ingegnarsi a farle da sè stessi qualche improvvisata che le rallegri i giorni solenni ; poichè , naturalmente , non debbono farsi consigliare da lei . Allora non vi sarebbe più improvvisata possibile . In tal caso , un lavoretto semplice che sappiano eseguir bene , qualche fiore , poche parole scritte , venute schiettamente dal loro cuoricino , anche con qualche errore , non importa , ecco quello a cui debbono attenersi . Pregare un maestro oppure un conoscente che scriva per loro una lettera , sarebbe quanto dire alla persona a cui fanno omaggio , la quale conosce troppo la loro capacità per essere ingannata : * " Badi , non ci avevo proprio nulla nel cuore . Non ho trovato una parola per lei , ho dovuto farmela prestare da altri . " Dolorosa novella questa , e tutt ' altro che fatta per allietare un giorno solenne . Alle volte però si possono recitare de ' versi ed è certo un pensiero grazioso , sebbene difficilmente i versi possano essere scritti dal bambino che li dice . Ma bisogna che siano scritti appositamente per quella circostanza ; o , quanto meno , che il fanciullo , leggendoli in qualche buona raccolta , li abbia compresi perfettamente , e vi abbia trovato l ' espressione dei propri sentimenti per la persona alla quale vuol dirli . Ma è assai difficile trovare in un libro i versi che si adattino precisamente a ' sentimenti , a ' rapporti sociali , alle qualità , alle circostanze d ' una persona . Una allusione fuor di proposito basta a metter in ridicolo chi li dice , ed anche la persona a cui sono rivolti . Io conobbi , anni sono , una bambina , che non aveva più mamma , povera gioia ! Il suo babbo occupava una alta situazione , ed era sempre assorto in gravi lavori . L ' educazione della piccina era affidata ad una vecchia signora nubile , buona senza dubbio , come lo sono tutti quelli che prendono cura de ' bambini , ma d ' aspetto tutt ' altro che avvenente , di modi rigida , rigorosa , punto espansiva , austera nel suo vestire che era sempre nero o color tabacco . Una mattina , giocando con un calendario che stava sul camino , la piccola Gemma vide che quel giorno era San Gaudenzio . L ' onomastico della sua governante , che si chiamava Gaudenzina . Cosa fare ? Non lo aveva saputo prima , ed omai il babbo era andato allo studio , e non c ' era speranza che rientrasse fin all ' ora del pranzo . Tuttavia la bimba era compresa del suo dovere , e si sarebbe fatto uno scrupolo di non fare un complimento alla governante . Nel suo imbarazzo pensò di andare in cucina a consultare la cuoca . * Se tu volessi andar a prender de ' fiori , Margherita ... insinuò la Gemma colla voce supplichevole . * Sie ! De ' fiori ai ventidue di gennaio ; dove li prendo ? * Allora , aiutami a pensare cosa debbo fare per la signorina ; ( la signorina era l ' appellativo con cui si soleva nominare la severa governante , che non era mai discesa alla famigliarità di lasciarsi chiamare col suo nome ) . Fu un ' ardua questione . La cuoca cominciò col proporre alla bimba di fare un sonetto . La Gemma non sapeva cosa fosse un sonetto . * Un sonetto , come quello lungo lungo , che ha recitato lo scorso Natale al babbo , spiegò la cuoca . * Quella era una poesia . * Ebbene , una poesia è un sonetto . Ne faccia uno e lo reciti questa sera alla signorina . * Ma io non so farlo . * Se scrive sempre ! ... * Sì , ma non so come si fa a far le poesie . So soltanto copiare . * Ne copii una da un libro . Ne ha tanti ! Era un ' idea . La bimba la trovò subblime , e la proposta fu approvata alla piccola unanimità da quell ' ingenua assemblea . La Gemma si mise a sfogliare con gran sussiego il suo libro di lettura , ed a leggerne tutte le poesie . Non ne capiva gran cosa . Ce n ' erano di quelle che parlavano della patria : comprese vagamente che non facevano al caso suo . Poi c ' erano delle favole : La cicala e la formica ; La rana ed il bue ; Il cane e la fonte . * Ti pare che una di queste possa andare ? domandò alla cuoca . La cuoca trovò che quelle storie di bestie erano fatte per raccontarsi dalle governanti a ' bambini , e non dai bambini alle governanti . * E proprio per la signorina non dicono niente , soggiunse . La Gemma continuò a cercare . Finalmente trovò una poesia che le parve messa là per lei . Non la capiva tanto bene , poverina : aveva appena sette anni , e non capiva molto chiaramente neppure la prosa ; figurarsi poi i versi ! Ma quelli erano dedicati ad una signora , e le pareva ben chiaro che le facessero de ' complimenti . La Gemma cominciò a copiarla colla sua più bella scrittura . Vi sciupò un quinterno di carta , con cui la cuoca fece un rogo per nascondere la cosa anche al padrone . Giacchè la grande impresa era riuscita senza il suo concorso , bisognava serbare l ' improvvisata anche a lui . La sera giunsero parecchi conoscenti che andavano a fare la partita alle carte col babbo della Gemma e la governante , e quando quella signora fu seduta fra loro , cogli occhiali d ' argento e con un bel vestito color tabacco , nuovo per la solennità della circostanza , la Gemma si fece innanzi tutta trionfante colla poesia scritta in mano , mentre la cuoca dalla porta faceva capolino , per godere anche lei di quel trionfo dovuto in gran parte alla sua pensata . Una salva di elogi accolse la bimba . * Come ! La Gemmolina era riescita da sè sola a combinare quella gentilezza ? Era una meraviglia . E dove l ' aveva copiata ? Nel libro di lettura ? Ma che idea luminosa ! * Via , leggila tu stessa la tua poesia , disse la signorina . Sarà più accetta a me , e la sentiranno tutti . Incoraggiata così , la Gemma aperse la carta , fece un bell ' inchino , e cominciò a leggere : Bella , sul fior degli anni , Cinta d ' allegri panni , Sopra un sentier di rose , Tu vai movendo il piè : Tutte le belle cose Hanno una vita , un palpito Un ' armonia per te . La signorina color tabacco aveva varcata la cinquantina , e non era per nulla superiore a questa disgrazia . Lascio pensare come accogliesse il complimento della bimba , ed in che imbarazzo mettesse il babbo di lei , col suo risentimento . La povera Gemmolina non capiva nulla di quel cambiamento di contegno a suo riguardo . Lei non aveva mai pensato se la signorina fosse bella o brutta , giovane o vecchia . Una idea simile viene di rado ai bambini circa i loro superiori . Io aveva una mamma bellissima , e non lo seppi che tardi , dopo la sua morte , sentendolo dire , ripensandoci , ed osservando i suoi ritratti . Si dice : « La mamma è bella » si reagisce contro quelli che fanno il cattivo scherzo di dire : « La tua mamma è brutta . » Ma non si pensa mai a renderci ragione d ' una cosa nè dell ' altra . Mi ricordo di un servitore che s ' aveva in casa , il quale era d ' una bruttezza proverbiale . Si diceva : Brutto come Tommaso , per dire l ' ultima espressione del brutto . Ma era tanto buono e carezzevole coi bimbi ! Io lo adorava ; lo colmavo di carezze e di baci ; e quando udivo dire che Tommaso era brutto mi mettevo a piangere , e protestavo che era bello , con una convinzione , ed una fede che avrebbe smosso i monti . Mi ricordo pure di una maestra che ebbi più tardi , la quale , poveretta , era gobba , ed aveva il naso schiacciato . Mi pareva un prodigio di bellezza : era la mia ammirazione . Mi sforzavo di tenere alta una spalla , e mi schiacciavo il naso contro i cristalli delle finestre , nella speranza di rassomigliarle . La Gemmolina era nella stessa ignoranza su quell ' argomento ; a lei per complimento tutti dicevano che era bella , e le era sembrato giusto di dirlo anche lei alla persona a cui voleva fare un complimento . E , ad un tratto , il babbo aveva interrotta la sua lettura ; la signora s ' era ritirata nella sua camera in collera : un silenzio glaciale era succeduto a tutte le gentilezze che l ' avevano accolta un momento prima , ed il babbo aveva finito col mandarla a coricarsi col cuoricino serrato . * Ma perchè ? domandava alla cuoca . * Perchè il sonetto diceva che la signorina è bella . E la signorina è rimasta male perchè è brutta . * È brutta ? ne sei sicura , Margherita ? Fu un triste episodio per la povera Gemmolina . Ora è una piccola mammina di vent ' anni ; e leggendo questi ricordi della sua infanzia , si ricorderà d ' insegnare alla sua creaturina , quando sarà in grado di capir qualche cosa , a non recitar mai complimenti , quando non comprenda bene cosa voglion dire . Anche tra fratellini e sorelline si debbono scambiare saluti , auguri nelle circostanze speciali , e dimostrazioni d ' affetto . * * * Loro poi , miei piccoli lettori , dovranno cercare d ' essere i primi a far atto di cortesia verso le loro sorelline . Un uomo , anche in erba , deve essere sempre gentile e deferente verso una signora , anche se è una sorella , e se porta la gonnellina corta . Ed alle amiche delle loro sorelline debbono volgere il saluto loro pei primi ; debbono cedere i posti migliori , e , quando cominceranno a farsi grandicelli , a dieci , dodici anni , non le tratteranno più col tu , come si usa tra bimbi . Andando fuori di casa in compagnia , senza darsi l ' aria buffa di piccoli galanti , nè offrirsi di portare gli scialletti , i panieri , gli ombrellini delle ragazze , cercheranno di compiacerle se loro li pregano con discrezione di portarli . E , se volessero caricarli in modo , da render loro faticosa la strada ed impossibile di divertirsi e correre , dovrebbero scusarsi con buon garbo , offrendosi però di consegnare quegli oggetti al servitore o alla bambinaia . * * * E , poichè ho accennato alle persone di servizio , debbono ricordarsi , miei piccoli lettori , * le piccole lettrici sono comprese , * che i primi giudici della educazione dei padroni sono i servitori . Li stiano a sentire quando discorrono in anticamera colla cameriera dei loro piccoli amici : * E così come va , Teresita ? Si trova bene in questa casa ? * Così , così , veda ( cameriera e servitori si danno , sempre del lei ) . Per la signora , è come servire la Madonna , il signore , lui , non dice mai nulla . Ma i bambini , che tempesta ! * Non sono buoni ? * Punto . E che mala grazia ! « Teresita questo ; Teresita quello ; Va ; vieni ; fa . » Comandano come sultani ; e mai una buona parola . … * Ah ! da noi poi è differente . Tutto quel che domandano è per favore , e per ogni servizio : « Grazie , Giannotto . » * Quelli sono bambini per bene ! Glì altri no ; hanno capito , miei piccoli lettori ? Dappertutto c ' è da ìmparare . Ma badino ; si parla ancora . Vogliamo ascoltare dell ' altro ? Chissà che ci sia ancora qualche cosuccia di buono . È la Teresita che riprende : * I padroncini della Caterina sono buoni . * Oh ! quelli poi sono troppo buoni . Li ha visti mai , Teresita , a passeggio ? Si figuri che vanno a braccetto della Caterina come fosse la loro mamma . * Ah ! È per questo poi che la Caterina non li rispetta , e gli dà del tu . * Ma che le pare , rispettarli ? Sono sempre in cucina , frugano nei piatti , le fanno dei dispettacci , e se ci arrivano , siedono alla tavola della servitù . * Allora si capisce che la Caterina li tratti da pari a pari . È l ' opposto de ' miei che sono d 'un'arroganza.… Io ho il mal vezzo di risponder brusca qualche volta , ed allora , sentirli come saltano ! « E che i padroni sono loro , e che io sono una serva , e che mi si paga perchè debba obbedire .... » * Oh ! qui da noi di queste parole non se ne sentono . Anch ' io , veda , ho un po ' il vizio di risponder male . Ed allora bisogna sentire con che pace e con che serietà mi dicono : « Siate un po ' più cortese , Giannotto . La mamma ne avrebbe dispiacere se sapesse che ci fate uno sgarbo . » La gli vada a voler male a bambini educati a quella maniera ! La lezione è completa , signorini miei . Cerchino di imitare i padroncini di Giannotto : evitino gli errori di quelli della Caterina e della Teresita , e si comporteranno benissimo colla gente di servizio . * * * In tutte le case dove c ' è o c ' è stato un bimbo , si vede una sediola d ' un ' altezza straordinaria , stretta stretta , con due bracciolini , e qualche volta anche una sbarra a saliscendi dinanzi per assicurare dalle cadute la personcina minuscola che ci si deve sedere . Quel mobiluccio , che i Toscani chiamano seggiolotto , è il trono del bimbo . Finchè si mette a tavola inalberato su quel piccolo trono , il bimbo regna sul mondo ; ma , appena ne discende , appena adotta una sedia comune , fosse pure per starvi in ginocchio , perchè seduto non arriverebbe col nasino sopra la tavola , allora è il mondo che regna su lui . Allora non è più permesso pigliare il cucchiaino in mano dalla parte che si mette in bocca ; nè cacciar le manine sul piatto ; nè accarezzare in viso i convitati , nè buttare le posate ed il pane per terra ; nè canticchiare o parlare tra sè : nè esprimere ad alta voce la propria opinione sopra un argomento qualunque , mentre i commensali parlano di tutt ' altra cosa . È assolutamente proibito di far qualsiasi commento sulla figura o sul vestire o sul contegno delle persone ; un errore in cui i bambini cadono ispessissimo . Una volta c ' era in casa di mia sorella , a pranzo , una buona e rispettabilissima signora la quale era affetta da un grosso neo sulla punta del naso . Una mia nipotina , che non aveva ancora due anni e parlava appena , impressionata da quella sporgenza insolita , allungò il ditino traverso la tavola , ed accennando quel naso disgraziato , disse : * Ci gno a ha bibì . La supponeva una malattia , ed aveva la buona intenzione di compiangerla . Ma che mortificazione avrebbe risparmiata a noi tutti , se non avesse manifestato così apertamente la sua opinione ! Un ' altra manìa dei bambini è di sindacare la distribuzione che fa la mamma nel piatto pei loro fratellini , e di annunciare tutti i piatti appena entrano in sala da pranzo , come fossero personaggi importanti . * La minestra ! Mamma , mi permetti ch ' io non mangi minestra ? * Oh ! Gigi non mangia minestra ? Neppur io . * Neppur io allora ! E la mamma deve interrompere ogni discorso , trascurare gli ospiti e le persone della famiglia , per metter fine a quel battibecco . Alle frutta poi : * La crema ! Mamma , a me darai i geroglifici di cioccolatte ! * Anche a me . * No , l ' ho detto prima io . Nel loro profondo egoismo , sono persuasi che il pranzo è fatto unicamente per loro . La questione è soltanto di sapere chi reclamerà primo i bocconi migliori . A tutti gli altri commensali debbono bastare gli avanzi . E questo spettacolo disgustoso di egoismo e di avidità , che merita così poco gli onori del bis , è ripetuto quasi ad ogni servizio . Ma i miei piccoli lettori , se pure , eccitati dall ' olezzo inebbrianti di qualche piatto favorito , sono caduti in tali sconvenienze , arrossiscono ora nel rileggere qui a sangue freddo le loro parole . Vorrebbero , senza dubbio , alla prossima occasione comportarsi in modo che i loro parenti non abbiano a rimanerne male . Ebbene , si persuadano che la loro parte non è nè difficile , nè sacrificata . La mamma non si mette a mangiare di nulla , se non ha servito prima i suoi figliuoli , questo lo sanno . Ma debbono pur sapere e tenere per certo , che quello che lei mette loro davanti è calcolato da lei nella giusta proporzione delle loro facoltà digestive . Debbono persuadersi che per le loro liti , per le loro piccole opinioni personali sul servizio , non mette conto d ' interrompere un discorso , e neppure di occupare un minuto l ' attenzione della compagnia . Quando non sono in famiglia non prenderanno mai l ' iniziativa per dare il buon appetito . Basterà che lo diano piano ai loro genitori . Se sono interrogati parlino , senza alzar la voce tanto da sbalordire , e senza abbassarla in modo assurdo . Non si restringano ai monosillabi sì e no . Se una persona li interroga , vuol dire che quel discorso è adatto alla loro intelligenza e capacità , e vi possono prender parte liberamente . Non reclamino mai nulla : non prendano il bicchiere colle mani tanto unte da toglierne la trasparenza ; si ritirino quando la mamma lo dice , senza aver domandato di farlo prima , senza esitazioni , nè malumori , nè lagnanze . Evitino di fare qualsiasi rumore colla bocca nel mangiare ; non mettano il tovagliolo in istato di fare schifo a vederglielo disteso dinanzi . Tengano la forchetta dalla mano sinistra , il coltello dalla destra ; prendano il pane ogni volta che devono metterlo in bocca staccandone soltanto il pezzettino necessario ; non posino mai le posate sporche sulla tovaglia ; se si cambiano ad ogni servizio le lascino sul piatto ; se sono in case di grandissima confidenza dove non si cambiano , le posino sul reggi posate . Si rassegnino a lasciar le salse nel piatto , malgrado le tentazioni della gola , che vorrebbe asciuttarlo col pane come se l ' avesse leccato il gatto . A questo modo pranzeranno bene , figureranno bene e non faranno indigestioni vergognose . Non c ' è cosa più umiliante che il dover scontare ogni pranzo con un citrato di magnesia , come fanno , purtroppo , parecchi signorini di mia conoscenza , i quali nutrono una tale tenerezza pel loro piccolo stomaco , da non sapergli rifiutar nulla , anche quando i suoi desideri sono smodati . * * * Altre volte un ragazzo , levandosi da tavola si metteva a farne il giro domandando a ciascun commensale se avesse pranzato bene . Era imbarazzante pei ragazzi il rivolgere pei primi la parola a persone che conoscevano poco , o non conoscevano affatto . Ed era seccante per ogni individuo interpellato , che si trovava nella necessità d ' inventare un complimento nuovo ad ogni bambino che veniva , e differente da tutti quelli detti dagli altri commensali . Supposto sei ragazzi che facessero a dodici convitati la stessa domanda invariabile : « ha pranzato bene ? » le dodici immaginazioni dei convitati dovevano fornire la bellezza di 72 ( dico settantadue ) risposte variate sull ' unico tema : * Sì , ho pranzato , benissimo . * Perchè , naturalmente , una persona educata non può pranzare in casa d ' altri senza il superlativo assoluto . Se poi gli invitati non erano gente molto immaginosa , si correva il rischio di udire 72 Ha pranzato bene ? + 72 Benissimo , grazie ; e tu ? + 72 Anch ' io , grazie . In tutto 216 frasi , da mandar a monte la digestione d ' uno struzzo o d ' un elefante . E però , visti e considerati tutti gli inconvenienti sovraesposti , quel viaggio d ' esplorazione intorno alla tavola in cerca dell ' esatta misura d ' appetito d ' ogni convitato , fu abolito alla grande unanimità . * * * Alle volte accade che un ragazzo si trovi in salotto quando le persone di servizio introducono una visita , e la lasciano per andar ad avvertire la signora che deve riceverla . In tal caso è ben difficile che il visitatore , o la visitatrice , lasci al bambino l ' imbarazzo di prendere la parola . Gli parla , ed il bambino non ha che rispondere . Dato però che il visitatore non facesse quel primo passo , tocca al piccolo padrone di casa a farlo , sacrificando la sua timidezza al dovere d ' ospitalità . Si avanzerà , ad ogni modo , verso il nuovo venuto , e se questi non dice nulla , gli darà il buon giorno , e lo pregherà d ' accomodarsi . Da parte d ' un bambino è sempre meglio che si limiti a dare il buon giorno o la buona sera ; perchè questo obbliga soltanto ad una risposta analoga . Vi sono persone che non amano discorrere coi bambini ; questo non fa il loro elogio , ma vi sono . Risponderanno : buon giorno ; grazie : e sarà finita . Mentre invece , se il bimbo domanda « Come sta ? » si richiede la risposta circa la propria salute , ed il ricambio della domanda , a cui il bimbo deve poi rispondere alla sua volta . Senza contare che al bambino , il quale non è in grado di comprendere nè di compatire la sofferenza di chicchessia , è affatto assurdo di esporre il nostro stato di salute . All ' entrare della persona che deve ricevere la visita , il bambino si ritirerà , limitandosi a domandarne il permesso . In tutte le case però si ricevono visite , relativamente di confidenza , alle quali i bambini possono assistere per qualche tempo . Allora , come in tutte le circostanze , non debbono parlare colle persone adulte se non sono interrogati . Quando però una prima interrogazione li ha invitati a discorrere , non debbono obbligare il visitatore o la mamma a farli continuare il discorso a forza di domande , come se recitassero il catechismo . Dovranno prender parte alla conversazione , senza parlar troppo nè forte , ma senza soggezione ridicola , nè interruzioni nè silenzi assurdi , finchè il discorso sia esaurito . E non entreranno in un secondo argomento se non vi sono di nuovo invitati da una domanda diretta . Se i visitatori hanno con sè dei bambini , i piccoli padroni di casa si metteranno accanto a loro dopo aver salutato i loro parenti , ed avvieranno il loro discorso in modo da poterli invitare a giuocare ; ma con naturalezza , e senza che appaia o un ' abitudine imparata , o un effetto della noia , che provano a stare colle persone che sono nella sala . Vi sono bimbi che , chiamati in sala per una visita , vi accorrono tutti ansimanti , investono i visitatori ad uno ad uno con un : « Come sta ? » a bruciapelo come se dicessero : « O la borsa o la vita ! » e prima che l ' ultimo interpellato abbia pagata la sua imposta a quella curiosità simulata , si voltano ai bambini e dicono colla stessa precipitazione : * Andiamo a giocare . Bisogna invitare il piccolo visitatore a giocare , ma senza fretta , e senza scortesia verso la gente che è in sala . E quando il bimbo ha detto di sì , il padroncino di casa deve rivolgersi a chi accompagna il suo giovine amico e domandare se permette che il ragazzo vada con lui a giocare . Una volta poi ottenuto il permesso , bisognerà lasciare la scelta dei giochi agli ospiti ; e qualunque sia quello che scelgono , cedere a loro la parte più piacevole . È superfluo il dire che un bambino educato non deve mai nè domandare un giocatolo nè accettare un dono qualsiasi da un altro bambino , e neppure rispondere : « Se la mia mamma e la tua lo permettono accetterò » come fanno taluni , per avere la coscienza d ' aver agito bene , senza tuttavia rinunciare affatto alla speranza del dono . Bisognerà rispondere : * Ti ringrazio ; ma sai pure che i bambini non possono nè fare nè ricevere doni . * E se la mia mamma lo permette ? potrebbe insistere l ' altro . * La tua mamma lo permetterebbe sicuro per non fare una scortesia alla mia mamma ed a me ; ma non bisogna metterla in questa necessità . E per nessuna insistenza non deve cedere e prestarsi a quella parte ridicola di giungere in sala ad esporre le sconvenienti domande : * Mamma , sei contenta ch ' io offra questo ? * Mamma , mi permetti di accettar quello ? Se un bambino va colla famiglia a far una visita , osserverà le regole che ho già accennate riguardo al saluto , ed alla conversazione . Se nella casa dove va non vi sono bambini , e gli tocca di assistere a tutta una serie di discorsi che non comprende e non lo interessano , dovrà rimanere composto e non dare il menomo segno di noia . Convengo che questo è difficile . Mi ricordo ancora certe discussioni interminabili a cui dovevo assistere nella mia infanzia , tra la mia povera mamma ed una vecchia baronessa inferma , che non aveva nessun bambino in casa , e teneva in sala tre enormi cani barboni . Si parlava sempre di quitanze , ipoteche , usufrutto , capitale ed interesse . Avevo imparate a memoria quelle parole , e qualche volta mi sorprendevo a canticchiarle mentre giocavo colla bambola , ma mi erano oscure come il Pape satan Aleppe , che mi ha tanto fatto pensare , ed impaurita nei miei primi anni di scuola . Un giorno dopo aver assistito un ' ora a quei discorsi inesplicabili , ed essermi fatto dire parecchie volte , di non dimenare una gamba , di non strappar la frangia del mio paltoncino , di non strofinare i nastri del cappello , di non agitarmi sulla sedia , di non fare assolutamente nessuna cosa , ridotta all ' immobilità d ' una piccola statua mal posata e punto artistica , sentii che la mia pazienza era completamente esaurita ; e tentai di porre fine a quel supplizio , ricorrendo all ' atto più incivile che possa fare una ragazzina per bene ; dissi coll ' accento strisciante della noia : * Mamma , andiamo ? Vedo ancora , dopo tanto , tanto tempo , la vampa di rossore che salì al volto della mia cara e bella mammina . Si rizzò senza parlare . Era tanto educata , e sapeva che un rimprovero , fatto a me in presenza alla vecchia signora , avrebbe fatto capire meglio l ' idea inurbana , che avevo implicitamente espressa : « Mi annoio mortalmente in sua compagnia . » Ma la baronessa non aveva bisogno che le si mettessero i punti sugli i . Si alzò a stento , prese le mani della mia mamma nelle sue , e disse : * Sì ; va , povera Nina . Anche tu devi annoiarti , così giovane e bella , a passare tanto tempo con una vecchia ; sono egoista quando ti prego di venire . Perdonami , cara la mia figliola ; sono inferma e sola . Ma non ho più molto da vivere ; avrò presto finito di annoiarti . Ed il suo povero volto , tanto rugoso , si raggrinzava , e le tremavano le labbra e la voce . Piangeva ! La mia mamma non rispose , aveva gli occhi gonfi . La baciò , le strinse la mano , ed uscì tutta rossa e mortificata , come se quella villania l ' avesse fatta lei . Non mi disse nulla . Non una parola di rimprovero . Capì che ero già castigata . Oh se lo ero ! Pochi giorni dopo si disponeva ad uscire , senza avermi detto nulla . * Non mi vuoi con te , mamma ? le domandai . * No , vado dalla baronessa . Chinai il capo avvilita . Era la mia punizione . Venivo espulsa dalla casa di quella venerabile amica di mia madre . La baronessa morì pochi mesi dopo , senza che l ' avessi più riveduta . Ma passarono gli anni , mi feci donna , e non ho mai dimenticata quella scena dolorosa . Ed anche ora , quando ci penso , sento al cuore la stretta di un rimorso . Non si affligge impunemente una vecchia buona ! D ' allora non mi accadde mai piú di dimostrare la noia che provavo in compagnia . Tuttavia , debbo confessare che la risentivo ancora e spesso . Ma per evitare alla mia buona mamma un dispiacere , come quello che le avevo dato una volta , cercavo di non farmi scorgere . Quando mi trovavo con parecchi altri ragazzi , si aveva l ' abitudine di raccontar fole . Si ripetevano quelle udite altrove , o se ne inventava , se ci pareva di poterci mettere un po ' di costrutto . Per lo più era un ' illusione dell ' amor proprio ; ma infine .... Mi venne l ' idea di scacciar la noia de ' lunghi silenzi miei , e dei lunghi discorsi degli altri che non comprendevo durante le visite , preparandomi in mente le fole che dovevo dire . La prima volta che mi provai , fui stupita quando la mamma si alzò per uscire . Mi pareva d ' esser rimasta pochissimo in quella casa , e la fola era tutt ' altro che finita . Consiglio questo rimedio contro la noia , ai miei piccoli lettori . Oltre il vantaggio di non offendere nessuno , s ' impara a fantasticare ed a far castelli in aria , e questa è una ginnastica che sviluppa l ' immaginazione , ed avvezza alla solitudine , ed al silenzio . Mi ricordo d ' aver fatto da bambina dei castelli in aria , che , interrotti e ripresi , hanno durato parecchi giorni ; e ne serbo ancora memoria come di cari avvenimenti . Li creavo a modo mio . Il mio spirito non poteva esserne contrariato , e vi si manteneva sereno . E la serenità di spirito dà la pace al cuore e rende buoni . Ed il mio volto esprimeva la soddisfazione interna ; e quelle persone , se fossi stata ad ascoltarle , coi loro discorsi m ' avrebbero dato noia , credevano d ' aver parte alla mia soddisfazione , e ne erano contente , ed io più di loro . Sovente da tutte quelle contentezze risultava l ' offerta di qualche chicca , la quale certo non poteva che aumentarle . * * * Quando vien fatto ad un ragazzo un invito perchè rimanga a pranzo , o a cena , o a passare qualche giorno in campagna presso una famiglia che non è la sua , non deve mai scusarsi con quei complimenti comuni e convenzionali : * Non vorrei dar disturbo ; * Grazie ! non posso accettare ; * Sarebbe indiscrezione se accettassi , ecc . Il bambino non è padrone di sè . Non può disporre da sè , se accetterà o no l ' invito ; e però , è inutile che si dia l ' aria di rifiutarlo . Dovrà limitarsi a mostrarsi molto lusingato dell ' invito , rimettendosi al genitori , o a chi per loro , perchè decidano in proposito . Sia che accetti o rifiuti , non deve mai , nè colle persone che lo hanno invitato , nè coi ragazzi della famiglia ripetere le discussioni avvenute in casa , circa l ' invito ; nè le osservazioni , nè i commenti uditi . Può darsi che la mamma dica : * No . In quella casa non si avvezzano abbastanza bene i ragazzi . Non voglio che i miei si vizino al cattivo esempio . Questo lo dirà nell ' intimità , col proprio marito , e , di comune accordo , troveranno una scusa plausibile per non accettare l ' invito senza offendere le persone , cortesi ed ospitali , che l ' hanno fatto . Ma guai se un ragazzo indiscreto avesse il cattivo pensiero di ripetere a ' suoi piccoli anici quell ' osservazione ! Basterebbe a far nascere un diavolìo , a mettere la discordia fra due famiglie , a screditare sè stesso e l ' educazione che ha ricevuta . Quand ' anche dal ripetere una parola udita , non dovessero risultare altri danni che quello di fare un po ' ridicolo il piccolo relatore , sarebbe sempre abbastanza per consigliarle a non ripetere mai , se non i discorsi sui quali ha potuto acquistare la certezza che le stesse persone , da cui li udì , non esiterebbero a farli dove lui li ripete . Anche a questo proposito l ' infanzia della piccola Gemma mi offre un esempio . Usciva coll ' istitutrice per andar in una famiglia dove spessissimo la trattenevano a pranzo . * Se invitano la Gemma a pranzo , posso lasciarla ? domandò l ' istitutrice prima di uscire , al babbo della bambina . Il babbo che s ' annoiava di non averla a tavola , rispose : * Se le fanno molte istanze , la lasci , altrimenti veda di ricondurla . Infatti la signora che andavano a visitare , disse alla bimba : * Mi fai il regalo di rimanere a pranzo , Gemmolina ? * Il babbo ha detto che se mi fanno molte istanze posso restare , ripetè quella pettegolina , senza saper neppure cosa volesse dire fare delle istanze . Le istanze reclamate a quel modo le furono fatte ; sfido io ! Ma l ' istitutrice rimase male , ed il babbo pure quando lo seppe , al vedere rivelato così , che in famiglia s ' era quasi contato su quell ' invito , e si erano prese anticipatamente delle disposizioni in proposito . Sono cose che tutti fanno , ma non si dicono mai . Rimanendo ospite in casa d ' altri , un bambino educato dovrà mettersi in ischiera coi bambini della famiglia , obbedire come loro , alzarsi , coricarsi , mangiare , studiare , giocare , passeggiare , alle ore fissate pe ' suoi piccoli compagni . Soltanto , se quelli si permettono qualche indisciplinatezza o qualche capriccio , allora si guarderà bene dall ' imitarli . Andando in giardino , si ricorderà sempre che i frutti ed i fiori non sono proprietà della sua famiglia , e però non gli è permesso toccarli . Trovando qualche mammola , qualche ciclamino , o fragole selvatiche , o altre cose che , siccome vengono naturalmente dalla terra , non si considerano proprietà esclusiva di nessuno , le potrà cogliere ed offrire alla mamma , alla sorella , alla zia , all ' istitutrice de ' suoi ospiti . Ma deve ricordarsi pure che le persone educate e gentili , accolgono con apparente soddisfazione e con ringraziamenti anche una cosa di cui non sanno che farne , per puro riguardo a chi l ' offre . Per cui si guarderà bene dall ' insistere sulla stessa offerta , com ' è pur troppo una noiosa abitudine dei bambini , che , se vedono una signora gradire un fiore , seguitano a portargliene piene le mani , pieno il grembiulino , obbligandola a caricarsi d ' un fascio di fieno . A tavola poi dovranno osservare le stesse regole che ho indicate pel pranzo in casa propria ; ed anche con maggior scrupolo , perchè una sconvenienza commessa in casa d ' altri , acquista maggior gravità . Fuori dalla loro famiglia , se appena non sono più piccolissimi , non saranno serviti nel piatto dalla mamma nè da altri . Passerà il piatto di mezzo davanti a loro come davanti agli altri commensali , e dovranno servirsi da sè . Prendano un po ' di tutto , accettando il pezzo che vien più comodo , e non istiano a fare una scelta accurata da piccoli ghiotti , facendo aspettare il vicino . E si servano sempre con misura , in modo da non lasciare avanzi sul piatto . Dimentichino addirittura le parole : " Non mi piace " come se non esistessero , perchè , con quelle , sembra che vogliano fare un rimprovero ai padroni di casa d ' aver fatto servire una cosa che non ha la fortuna d ' incontrare il loro gusto . Se vi sono bambini di casa , i piccoli invitati si ritireranno da tavola quando si ritirano loro , altrimenti aspetteranno di riceverne un ordine diretto . Uscendo da una casa dove sono stati a pranzo , i bambini , come tutti gli invitati , sono tenuti ad un ringraziamento ai padroni di casa . Ma sono caldamente pregati di non cercare di fornir complimenti imitati da qualche signore o signora , per far il ragazzo di spirito ed attirar l ' attenzione . Riescirebbero soltanto ad apparir pedanti , pretenziosi e ridicoli . Si limitano a dire : Tante grazie e buona sera , o qualche cosa di simile ; ma molto simile , perchè i bambini , nuovi al mondo , non si rendono ben conto del valore delle parole , non sanno quello che va detto , e quello che non va , e facilmente sbagliano . Conosco un ragazzino di sette anni e mezzo che , uscendo da una casa dove era stato a pranzo , disse al padrone di casa , coll ' aria di un giudice supremo che decreta un ' assolutoria : * Votre dîner a été bon . Je vous remercie . * Aveva la cattiva abitudine di parlar francese anche in compagnia . Tutti risero di quello strano complimento , e lui si credette il bambino più spiritoso dei due mondi , mentre l ' ilarità generale era nata dalla grottesca figura che faceva erigendosi lui , così piccino , a giudice culinario ; e dichiarando implicitamente , che non avrebbe ringraziato se il pranzo non gli fosse sembrato buono . * * * Alla scuola , in collegio , gli stessi doveri che si praticano in casa verso i genitori si debbono praticare verso i maestri ; agli stessi obblighi di civiltà a cui si è tenuti in società verso i conoscenti , si è tenuti verso i compagni . Nulla è più scortese che quel saluto gettato là dall ' uscio della classe , con una cadenza da lezione obbligatoria , che è purtroppo il saluto generale degli scolari ai maestri : * Riverita , signora maestra ! E si va in fretta a far quel saluto , e si grida tutte in coro , qualche volta tra piccoli scoppii di risa soffocate , e poi , via correndo , come se si dicesse * Là ! anche questa è fatta . " J ' étais enfant ; j ' étais petit ; j ' étais cruel ; " Tout homme sur la terre , où l ' âme erre asservie , Peut commencer ainsi le récit de sa vie . Così dice quel grande de ' grandi che è Victor Hugo . E dice il vero . Se sapessero i ragazzi quanto sono crudeli verso quel maestro dal quale fuggono così , senza una parola affettuosa ! Quel maestro vive per loro . Oh ! se si voltassero indietro a vedere com ' è triste , quell ' essere solo in una scuola deserta ! Il saluto al maestro deve essere fatto con calma , accostandosi alla cattedra . Non si deve però sporgere la mano , nè domandare un bacio . Una scuola si compone di trenta o quaranta scolari , spesso di più ; sarebbe indiscrezione e da stupido imporre ad una persona quaranta strette di mano o quaranta baci . Nulla è più villano che il mettere in caricatura i propri maestri , anche quando non se ne possono avvedere . Io aveva questa pessima abitudine . Quando mi riusciva d ' impadronirmi della cuffia e della tabacchiera d ' una vecchia maestra di disciplina , e d ' imitarne il portamento ed i modi , le mie compagne si divertivano straordinariamente . E che applausi ! Che ammirazioni ! Io credeva di fare qualche cosa di molto spiritoso , ed una volta non seppi resistere al desiderio di mettere a parte la mia famiglia di quel mio talento peregrino , e dei miei trionfi . * Ebbene , di che cosa ridete ? domandò la mamma . * Ma della signora maestra . * E che cosa ha di ridicolo la maestra ? * È vecchia . * E poi ? * E poi .... non altro . * E allora cosa c ' è da ridere ? Infatti cosa c ' era da ridere ? Ero stata cattiva , incivile , e stupida per giunta . * * * Un ragazzo che entra per la prima volta in una scuola , o in un collegio , è dolente per la famiglia lasciata ; è timido in quell ' ambiente nuovo , ed ha bisogno d ' essere consolato , incoraggiato . Invece per lo più , appena esce alla ricreazione , si vede venir incontro due o tre monelli ( o monelline ) , i più impertinenti nella scuola , che gli fanno subire un interrogatorio goffo , indiscreto , brutale . * Come ti chiami ? I tuoi parenti sono ricchi ? Cosa fa il tuo babbo ? L ' abito di uniforme lo hai già fatto ? È fine ? Il mio è dei più belli del collegio . E questo era il tuo abito da passeggio ? Di seta ne avevi ? E di velluto ? E via di questo passo un piccolo inventario della guardaroba sua e della sua mamma , poi delle abitudini di famiglia ; se si va in campagna , e se la campagna è bella , ed un mondo di calcoli insulsi e volgari , a cui i bambini non dovrebbero nemmanco pensare . E , quel che è peggio , l ' accoglienza che gli si fa è misurata sul grado dell ' agiatezza della famiglia , che si desume dalle risposte del ragazzo . Per poco che un ragazzo sia perspicace , sente l ' intenzione dei piccoli inquisitori , e , se il suo animo non è più che leale e candido , s ' induce a mentire per evitare delle umiliazioni . Ho conosciuta una bambina , figlia di un mercante di mobili , che si fece passare , durante i tre anni di collegio , per figlia di un possidente . Otto anni dopo la rividi ; eravamo due giovinette . Sua madre pregò il mio babbo di lasciarmi andare a passar alcuni giorni a Vercelli con sua figlia . La poveretta si fece di brace e non appoggiò l ' invito . Mio padre non accettò . Pochi giorni dopo mi scrisse confessandomi d ' aver mentito la sua condizione in collegio , perchè s ' era accorta che esser figlia di gente che aveva bottega era la cosa più vergognosa che si potesse immaginare nella nostra stupida aristocrazia da collegiali . Dopo otto anni duravano ancora le funeste conseguenze di una volgare abitudine da scolarette . Un altro fatto anche più disgraziato . Il mio nonno molte volte , mentre era fuori con me , mi aveva fatta entrare in un botteghino , dove si provvedeva di carta , inchiostro e tutto quanto gli occorreva per lo studio . In quel botteghino , oltre la donnetta che serviva al banco , vedevo spesso una ragazza lunga , allampanata , timida , che non osava guardarmi , e si faceva di brace se la guardavo io . Quando fui in collegio , un bel giorno vidi entrare in classe un ' esterna , che riconobbi subito per la figliola del botteghino , sebbene lei , tutta vergognosa , fingesse di non conoscermi . Allora , sempre dietro quella falsa idea che i bottegai fossero bassa gente , e l ' avere bottega fosse cosa umiliante , da vergognarsene , mi venne l ' ispirazione generosa di avvertire tutte le esterne che la mamma di quella ragazza aveva un botteghino da cartolaio nella contrada del collegio ; e che si guardassero bene dall ' andare là a provvedere i quaderni , ed i fogli da compiti , e le penne . Avrebbero potuto incontrarvi la ragazza , che ne sarebbe stata mortificata ... Era tanto timida ... bisognava risparmiarle un ' umiliazione . Le mie compagne , grulle quanto me , seguirono il generoso consiglio . Ed io era soddisfatta di me , ed un po ' gloriosa dell ' opera mia . Nel segreto del mio cuore mi aspettavo se non un ringraziamento , da quella ragazza , troppo timida per essere espansiva , uno sguardo di riconoscenza , una stretta di mano , un cenno qualunque che mi provasse che non era ingrata . Invece mi parve che diventasse ancora più selvatica , e che , quando per caso incontravo i suoi occhi , mi guardassero con un ' espressione di malevolenza . Ne concepii una triste idea del suo carattere , che non sentiva gratitudine per la squisita delicatezza del mio tratto , e tra me e le compagne se ne parlava con indignazione . Ve ne furono alcune che dissero : * « Meriterebbe che s ' andasse tutte quante a comperare quaderni e ogni cosa nel suo botteghino , per mortificarla ! » Ma io , clemente , le pregai di non farle subire un castigo così severo . Una mattina quella selvaggia entrò in iscuola più rossa e timida del solito , e passò alla cattedra a consegnare una lettera alla maestra ; poi , nel rasentare i nostri banchi da convittrici per andare al suo fra le esterne , che era più indietro , mi volse un ' occhiata addirittura di sfida . Io pensava che a questo mondo « si è più sovente puniti di una buona azione che d ' una cattiva » ; pensavo che a « far bene si trova male » ed altre riflessioni sull ' ingratitudine umana , quando la maestra , dopo aver letta la lettera , domandò alle esterne se era vero che avevano tutte cessato di provvedersi di quaderni alla bottega Tale dei tali . Si udirono vari sì male articolati , timidi , soffocati , poi una , la più ardita , si alzò e rispose francamente . * Sissignora . * Perchè ? * Ma ... perchè ora che viene a scuola con noi la figlia della ... cartolaia , non volevamo mortificare una nostra compagna andando a comperare ... non si sarebbe potuto fingere di ignorare che la sua mamma ha una bottega .... Io trovai quell ' esterna indelicata d ' aver detto tutto questo alla presenza della poveretta , ma arrossii di modesto orgoglio al pensiero che quella gentilezza l ' avevo immaginata io , e m ' aspettavo un po ' confusa che la maestra cercasse l ' origine della cosa , e mi lodasse pubblicamente .... Invece ella diede sulla voce all ' esterna . * Ma che bisogno c ' è di ignorare che la sua mamma ha una bottega ? Perchè volete che se ne debba mortificare ? Ne avete più di grullerie da mettervi in testa ? Quella buona signora ha cercato apposta un negozio nella contrada , per aver la pratica della scuola , e mi scrive lagnandosi di averla perduta , e domandandone il perchè . Sapete che la vostra stramberia la mette in tali imbarazzi da farle quasi chiudere il negozio ? È una crudeltà quella che avete fatto , oltre ad essere una sciocchezza . Il commercio , sia grande che piccolo , non ha mai fatto torto a nessuno .... E faccio grazie del resto della predica , che è facile immaginarsi . * * * Ai balli da bambini , i piccoli padroni di casa debbono sacrificarsi un pochino , ballando a preferenza con quelli che , o per essere troppo piccini o troppo timidi , rimangono trascurati . Alle volte vi sono bimbi che non sanno ancora ballare , ma al vedere quel movimento insolito , all ' udire la musica , sono invasi da una grande smania di prender parte all ' agitazione generale . I parenti li trattengono perchè non vadano ad impacciare le figure danzanti ; e loro , se sono docili , obbediscono a malincuore ; se sono indisciplinati fanno dei capricci ; ad ogni modo , invece di divertirsi si trovano contrariati ed infelici . Un po ' di abnegazione da parte dei piccoli padroni di casa , che tratto tratto li vadano a prendere , e , tenendoli per le manine li facciano saltare in giro , dando loro l ' illusione di ballare come gli altri , basterebbe ad evitare ogni guaio . E la gioia di vedere quelle piccole creaturine col visetto infiammato , la bocchina aperta in un riso tripudiante , e gli occhietti scintillanti di piacere , darà a quei buoni figlioli un largo compenso pel piccolo sacrificio che fanno . È così bello il sentire che abbiamo in noi la facoltà di rendere qualcheduno felice ! Ed è così triste veder piangere quei cari piccolini che non sanno ancora nulla della vita ! Quest ' inverno andai più volte ad un ballo settimanale pei bambini , dove c ' era sempre una povera fanciulletta inferma . Aveva sette anni e stava ancora in braccio alla bambinaia ; non poteva nè camminare nè moversi , e parlava con fatica . Ed era una cosa commovente e cara vedere alcune giovinette che appena avevano cessato di ballare , non dimenticavano mai d ' andare un momento a farla discorrere , a portarle un confetto , un fiore . Al buffet era una nobile gara a chi prenderebbe prima il gelato da offrire alla piccola inferma ; e bisognava vedere con che buon garbo glielo facevano pigliare , * perchè non poteva fare da sè * e come le parlavano di cose serene senza mai alludere alla sua disgrazia . Debbono avere un bel cuore ed una buona mamma le bambine che sanno , nella foga d ' un divertimento , comportarsi a questo modo . Udii una bellissima e giovane mamma , che esortava la sua bambina ad imitarle . * Se ci vai , le diceva , se ti fai forza per vincere la tua timidezza * perchè non ti farei il torto di credere che sia ripugnanza o mala voglia , * più tardi ti troverai contenta di pensare che quella povera bimba malata si ricorderà di te , e ti vorrà bene , perchè sarai stata cortese con lei e l ' avrai aiutata con qualche buona parola a dimenticare che non può muoversi e divertirsi come le altre . La bambina esitava sempre ; crollava le spalline , faceva delle smorfiette un pochino sprezzanti , un pochino altere . Ah ! lei non sapeva , poverina , cosa fossero malattia , privazioni , sofferenza . Chissà forse che nel suo piccolo cervello inconsapevole sentisse una certa vanità del proprio benessere , della propria bellezza , e credesse di umiliarsi accostandosi a quella bimba disgraziata e sdegnasse di farlo . Allora la bella e buona mammina fece il viso serio e disse : * Io t ' ho dato un consiglio , t ' ho detto quello che sarebbe tuo dovere . Pensaci e fa come il cuore ti dice . Non voglio farti far nulla per forza . Ma mentre parlava era triste , e poco dopo , non trovandola più accanto a me , guardai in giro e la vidi inginocchiata presso la bimba malata che la faceva discorrere e la divertiva . Le mamme buone fanno come Gesù Cristo ; predicano colla parola e coll ' esempio , ed i bambini , fortunati loro ! non hanno che imitarle . * * * Una delle cose che incontra più resistenza presso i fanciulli è l ' adempimento dei doveri religiosi . Non è il caso di discorrere qui del grado di devozione che possono avere , e tanto meno di discutere sulla maggiore o minore utilità delle pratiche religiose in rapporto alla loro età , ecc . Le modeste frivole convenienze sociali , che formano il tema di questo modesto e frivolo libriccino , s ' insuperbirebbero troppo di vedersi un momento innalzare al grado d ' una questione religiosa ; e le famiglie mi direbbero , con ragione , che sono uscita dalla linea di demarcazione che mi ha tracciata il titolo del mio lavoro . Del resto , parlo ora ai fanciulli ; e , per loro , il sistema adottato dalla loro famiglia per educarli è sempre il migliore . Se la mamma , il babbo , o chi per loro , crede bene di condurli in chiesa , qualunque sia la disposizione del loro spirito , debbono starci con un contegno rispettoso e tranquillo . Non borbottino all ' orecchio di chi li accompagna , non urtino col gomito i fratellini o gli amici , non sussurrino fra loro , non ridano , non si voltino a guardare qua e là : e quando si cantano salmi o litanie non strillino come matti per il piacere di cantare , se sanno d ' aver la voce stonata , come è frequente nei bambini , che metterebbe la confusione nel coro . E qui debbo far punto . Sento dire che il mio lavoro non è destinato specialmente ai bambini . Tutt ' alpiù , è permesso loro di occupare le poche pagine che ho scritte fin , qui nel libro scritto per le loro sorelle , le loro mamme , ed anche un poco pei loro babbi . Che farei , miei piccoli amici ? Per ora dobbiamo lasciarci . Ma lo faccio con rincrescimento . È vero , le loro mamme li guideranno assai meglio di me . Ma ciò non toglie che avrei voluto farlo un po ' più lungamente anch ' io . Non ne ho forse il diritto , io la bisnonna centenaria di parecchie generazioni ? Forse un giorno riprenderò questo lavoro , lo amplierò , lo completerò , e ne farò un volume a parte , dedicato unicamente all ' infanzia , ai volti rosei , alle testine bionde , che Dio le benedica ! Intanto , quando , parlando alle mamme , avrò ancora , per inciso a parlar di loro , saranno le ore meno faticose , le più care di questo lavoro , arduo per me , e forse seccante per chi lo legga . Purchè non riesca inutile affatto , sarà già qualche cosa . PARTE SECONDA LUCI ED OMBRE CAPITOLO I . La signorina . In casa * Visite * Pranzi * Balli * Ospiti in casa altrui * Ai bagni ed in villa * Corrispondenza . Quando penso che questo capitolo , dedicato alle giovinette che sono tutte freschezza , tutte azzurro , tutte luce , debbo cominciarlo brontolando , m ' indispettisco contro me stessa . Sono dunque tanto decrepita , da non saper più sorridere ai vent ' anni sereni e biondi ? Ebbene no . Non voglio brontolare . C ' è sempre modo di dire con garbo anche le cose più dispiacevoli . È una scoperta che hanno fatto i farmacisti quando hanno inventato di inargentare le pillole . Io non posso inargentare la mia vecchia persona . Ma mi riparerò all ' ombra d ' un poeta moderno e simpatico . Traverso l ' azzurro della sua leggenda , apparirà meno uggiosa la tinta grigia de ' miei consigli . * Sono state al teatro a sentire la Partita a scacchi , signorine ? * Il babbo dice che le signorine non debbono andare alla commedia . * È vero . Allora l ' avranno letta ? Neppure ? Ebbene , in quella Partita a scacchi c ' è una fanciulla giovane come loro , bella come loro , bionda come le visioni dei poeti , placida come l ' innocenza , serena come un lembo di cielo . Si chiama Jolanda . È una figlia unica , ricca come una miniera , nobile come una regina . Ed elegante poi ! N ' hanno voglia loro , mie giovani lettrici , di studiare abbigliature e di mutarle ? Jolanda non avrebbe che a comparire , per ecclissarle tutte . Portava in casa un abito lungo a strascico , di raso azzurro , guarnito d ' ermellino , rialzato da un lato sopra una gonna di velluto ; ed aveva le treccie cadenti ; due lunghe treccie bionde , morbide , lucenti .... Oh le belle treccie di Jolanda ! Non c ' era partito così splendido , che fosse superiore a quella ricchezza di treccie . E Jolanda viveva solitaria col suo babbo in un vecchio castello , dove i giorni erano tutti uguali , dove non c ' era mai ricevimento , punto feste , punto teatri , e se capitava una visita , era un avvenimento . Loro pensano di certo : * Come doveva annoiarsi , poverina ! Ebbene no , signorine mie . E qui sta tutto il merito di Jolanda . Sapeva amare la sua casa , sapeva starci . È appunto l ' argomento su cui ero disposta a brontolare in principio di questo capitolo . Via . Una mano alla coscienza , belle fanciulle . Nella situazione di Jolanda , in un completo isolamento dove , se un poeta non gliel ' avesse condotto , non sarebbe capitato forse mai un giovine per apprezzare la sua bellezza , come sarebbero state tristi loro ! Come avrebbero deplorata la loro miseria , e pensato giorno e notte al pericolo tremendo di rimaner zitellone ! Ed il povero babbo , invece d ' una compagna gioconda e serena , si sarebbe visto accanto un viso allungato , una fronte accigliata ; ed in ogni atto della sua figliola avrebbe indovinata la noia della sua casa , della sua compagnia , ed il desiderio crudele d ' essere altrove . Eppure Jolanda non era insensibile nè senza aspirazioni . Lei stessa diceva una sera al suo babbo : " Anch ' io , Quando mi trovo sola meco stessa e con Dio , Sogno talora i gaudi dell ' amore , e mi sento Addormentarmi l ' anima tutta in un rapimento . " A quei tempi le signorine educate parlavano in versi . Ora però si può anche farne a meno . E fingo che il mio fato conduca un forte e bello A superar la fossa del mio patrio castello . Lo ascolto in tuon sommesso mormorarmi parole Più ardenti e più feconde che la luce del sole , E lo sguardo negli occhi che divampano fuoco E mi cullo in visioni celesti ... e a poco a poco Mi risveglio ... e le sale del mio patrio castello Non suonan mai dei passi di questo forte e bello . Ebbene , cosa importa ? Il forte e bello non compariva , e Jolanda era sempre lieta ugualmente come un raggio di sole . Non parlava mai di quando sarebbe maritata ; il babbo le diceva : * Bada , Jolanda , non si vive isolati . Se non accetti qualche partito fra quelli che ti sono offerti , corri il rischio di rimanere zitellona . Provvedi al tuo avvenire . Jolanda rispondeva celiando : " Sì , fonderò un convento per farmene badessa . " E discorreva del tempo , dei boscaioli , delle vecchie piante che finiscono nel focolare , e s ' interessava ai racconti del babbo , che le ripeteva le sue gesta giovanili o le narrava una certa fiaba di Aroldo e il suo corsiero ; in fine stava là in quelle antiche stanze solitarie come un augello nel suo nido , il quale vi si trova bene , e vi si adagia come se dovesse rimanervi tutta l ' eternità , salvo a volarne via l ' indomani s ' intende . Loro invece , signorine ... scusino , bisogna pur venirci a questa conclusione ; * le favole sarebbero pur belle se non avessero la morale in fondo , ma , poichè ce l ' hanno inventata , lascino che io la metta come si faceva ai miei tempi , * loro dunque , non s ' adagiano punto nella loro casa , nè come l ' augello nel nido , nè come nessun ' altra immagine di cosa adagiata . Ci stanno , salvo il rispetto , come il diavolo in una ampolla . Sono irrequiete , impensierite . La loro mente non è lì . Ogni giorno si meravigliano , si impazientano di esserci ancora , come se la casa paterna fosse un albergo , o un ponte gettato tra il collegio e la casa coniugale , e da traversarsi in fretta , per paura che si rompa sotto i piedi . Non saranno tutte così ; ne convengo , almeno lo spero . Ma conobbi molte , moltissime fanciulle ; ed , eccettuate ben poche , tutte dimostravano una tale impazienza di maritarsi , da dar ragione al signor Achille Torelli , nel ritratto poco lusinghiero che ha fatto della Fanciulla . Sovente ho udito una giovinetta dire : * Quando sarò a casa mia , farò questo o quell ' altro ; ed intendeva : quando sarò maritata . Che impressione doveva fare al babbo , alla mamma , l ' udire che la loro figliola non si sentiva a casa sua , in mezzo a loro e nella loro casa ! Se si tratta d ' andare in campagna , dove non c ' è altra compagnia che le persone di casa , si mostrano disgustate e non mancano di parlare di quella loro miseria , come vestali che stiano per essere sepolte vive . Ma i loro genitori cosa sono ? Per riguardo a loro , e per il rispetto a quel dolore che dovranno provare , staccandosi dalla loro figliola per darla ad uno sposo , una signorina educata non dovrà mai dimostrare che desidera appunto di dar loro quel dolore , e che non ci prende parte . Lo sposo stesso , che un giorno la piglierà , è già implicitamente offeso da quella smania di maritarsi , che gli dice anticipatamente : * Badi , ch ' io lo sposo perchè non vedo l ' ora di diventare una signora , e non per lei . Se un altro fosse capitato prima , avrei preso quello . Senza contare poi il ridicolo che matura sul capo di quelle che , poverette , non trovano marito . Si sente ogni giorno dire dall ' una o dall ' altra : * La signorina tale ha già trentacinque anni . E non ha ancora marito ! * Poveretta , dopo averlo desiderato tanto * Si ricorda lei ? Diceva sempre : Quando sarò maritata .... * Ed il corredo che preparava ? * E quando si ricamava quella bella pezzuola , quante volte ha detto : " Per ora non lo porto ; servirà per quando sarò , maritata . " * Ora può servirsene per asciugar le lagrime ogni volta che si marita qualcun ' altra . Una signorina non dovrebbe mai dire : " quando sarò maritata " se non dopo essere fidanzata . Allora è un fatto che si prepara ; non è più una supposizione nè una speranza , e potrà parlarne liberamente . Prima no . E se taluno le dicesse quella parola , dovrebbe rispondere : * Io non so se mi mariterò . Non ci penso . Sto tanto bene in casa mia .... E debbono procurare di starci bene davvero , e di buon umore come si conviene alla loro età . Credano a me , il mostrarsi desiderose di marito , annoiate della propria casa e della propria famiglia , ha fatto invecchiar nubili tante belle ragazze . E la giocondità , la pace , l ' amore del nido paterno , non ha mai impedito ad un augello di scioglierne il volo , nè ad una bella Jolanda di udirsi dire da un paggio innamorato , davanti a testimoni però : " Ti guardavo negli occhi , che sono tanto belli . " * * * Qualche volta i babbi , i nonni sono molto vecchi ; e , si sa , i vecchi sono spesso noiosi . Ho io bisogno di dir loro , signorine mie , che sarebbe oltremodo scortese il lasciar trasparire , da un atto , dalla fisonomia , da un momento di distrazione , il tedio che ispirano ? L ' ho detto ai bambini , perchè , poverini , non sanno ancora cosa sia mondo . Ma loro , signorine , ad educazione finita , non possono aver bisogno di questi insegnamenti . So bene che non si dimeneranno sulla sedia , nè si divertiranno a sciupare i nastri e le frangie dei vestiti per trastullarsi , mentre gli altri parlano di cose che non le interessano ; però talora , me lo lascino dire , si permettono il ripiego che ho suggerito ai bambini : si distraggono . L ' ho suggerito ai bambini , non per evitare i discorsi noiosi che vengono fatti direttamente a loro ; ma pel caso in cui altri parlasse , loro presenti , di cose che non li riguardano e che non capiscono . Invece accade spesso che un vecchio parente fa un lungo racconto ad una figlia , ad una nipote ; il racconto della sua giornata , o di qualche suo malanno . Ed intanto la signorina pensa a quel forte e bello di là da venire , al quale Jolanda pensava soltanto quand ' era sola con sè stessa e con Dio ; ed il narratore domanda : * Che te ne pare ? Come ti regoleresti tu ? * Lo sposerei ... Ah ! scusi ; sa , zio ? ero distratta . Per una signorina gentile , una simile confessione scortese ad un vecchio dev ' essere talmente umiliante e penosa , da farle ascoltare con attenzione inalterata tutte le lamentazioni di Geremia , lasciando al piagnoloso profeta l ' illusione di essere il più ameno narratore del mondo . Questa indifferenza delle fanciulle , questa noncuranza per tutto quanto non riguarda il loro avvenire , si rivela in tutte le occasioni . Le grandi feste di famiglia , quando si raduna tutta la parentela a pranzo , i ricordi che vi si evocano , lo scambio dei doni , le occupazioni del babbo , i suoi studi , tutto questo le lascia fredde . Ho vedute delle fanciulle passare delle ore in famiglia senza parlare , con un fare svogliato , ed animarsi soltanto all ' entrare di un giovine visitatore . Ne ho vedute altre ricevere senza nessuna dimostrazione di gioia i doni dei parenti a Natale o a capo d ' anno , senza neppure scartocciarli , riservandosi a guardarli più tardi . Tutto questo è penoso a vedersi . Sono i servitori a cui si dà la mancia , che non debbono osservarla subito per non aver l ' aria di contare i quattrini ; ma un dono bisogna vederlo ed ammirarlo molto , e dichiararlo magnifico , fosse pure miserabile e di cattivo gusto : e ringraziare con espansione . Ai vecchi amici di casa , ai vecchi parenti ed a tutte le signorine della parentela o dell ' intimità , le giovinette dovranno fare auguri o doni all ' occasione dell ' onomastico o del natalizio . Ammetto che è difficile trovare ogni anno , e tante volte qualche cosa di nuovo da dire nelle identiche circostanze . Ma il farlo con aria infastidita non facilita la cosa . Il borbottare , il lagnarsi di quel compito forzato , è quanto dire a chi sente : * Vedete ? Quando verrà la vostra festa mi costerà tanta noia così il farvi gli auguri ... E la causa è sempre la stessa . È il pensiero costante dell ' avvenire , di un affetto più grande e più forte , che impedisce a quei giovani cuori di sentire l ' amicizia , l ' amicizia calma e serena , che dura anche dopo l ' amore svanito , e ce ne consola . Se un precedente stabilito non ci fa sapere che un amico festeggia un natalizio , sarà bene fargli gli auguri per l ' onomastico , perchè questo non calcola l ' età come il compleanno indiscreto , il quale pare studiato apposta per non lasciarci dimenticare le tristi verità : che il tempo passa , che s ' invecchia , che la morte s ' avanza . * * * A ' miei tempi , * tempi delle vecchie mamme , delle nonne , delle bisnonne , * le donne non ricevevano l ' istruzione che si dà ora alle fanciulle . Allora era generale l ' opinione dell ' Arnolphe di Molière circa le donne : " C ' est assez pour elle , à vous en bien parler , De savoir prier Dieu , m ' aimer , coudre et filer . Ora le giovinette escono dalle scuole dotte come tanti piccoli professori . Guardano il mondo dall ' alto della loro dottrina geografica , senza mai scambiare un punto per un altro . Sanno perchè il Vesuvio erutta vampe e lava , e perchè la luna splende d ' una luce scialba ; ed il sole abbaglia coi suoi raggi ; e dove scalda più e dove meno ; ed un mondo di cose alle quali , ai miei tempi , non si pensava nemmanco . E non hanno paura a parlar di storia , nè di letteratura , e neppur d ' algebra . E se non parlano di politica , è perchè sanno che è cosa uggiosa ; l ' hanno imparato studiando gli uomini . E , per un vezzo grazioso , tutto femminile , dicono ad ogni tratto : * Voi altri che sapete di politica .... Oh , io di politica non ne capisco nulla ! ... C ' è ancora il sultano di Turchia ? ... Ed a San Marino hanno sempre la Repubblica ? Ma chi ci crede ? Se volessero , con quelle piccole menti intelligenti ed erudite , terrebbero testa agli uomini anche in politica . Fanno bene a non tentarlo , del resto . Ma dov ' eravamo ? Ah sì ! All ' uscir della scuola . Le signorine con quel po ' di coltura , non hanno difficoltà a trovare i lati deboli dell ' istruzione delle mamme . Quanta delicatezza ci vuole per non mostrare di trovarli , e per fare che lei stessa , la buona mamma , non si avveda della superiorità intellettuale della figliola ! Ho conosciuto una signora allevata in provincia , maritata a sedici anni , e subito divenuta madre di bambini che aveva allattati tutti lei stessa , dal primo all ' ottavo . Prima di maritarsi aveva fatte due classi elementari , e poi non ci aveva pensato più . Poco aveva trovato tempo di leggere con quel po ' di maternità . Per cui di rado imbroccava , quando voleva fare un discorso , altrimenti che nel dialetto lombardo al quale era avvezza . Un giorno , dopo aver letto non so che cronaca di giornale , disse : * Si fabbrica una casa sul Corso che ha da essere una meraviglia . L ' articolo che ne parlava cominciava : È delizia . E di questi granchi ne pescava sovente ! Quella sera sua figlia , uscita allora allora di collegio , esclamò ridendo : * Chi sa perchè le mamme , quando non parlano di cose casalinghe , dicono sempre spropositi ? Credeva di essere una fanciulla di spirito . Non abbiano mai dello spirito a questo prezzo , mie gentili lettrici : la mamma diceva spropositi , ma le figlie fanno uno sproposito ben più grave mancando di rispetto alla madre ed umiliandola . Se la mamma non sa parlare perfettamente in buona lingua , la figlia deve sempre parlare il dialetto quand ' è presente lei , per evitare che sia messa nella necessità di prendere qualche cantonata . E , se ci casca , la figlia deve mutar discorso , affinchè la sua serietà ed il suo rispetto , impediscano di ridere ed impongano il rispetto anche agli altri . Ma per fortuna le signore tanto ignoranti si fanno sempre più rare . Le signore anche attempate , in generale , parlano bene , e suppliscono col buon senso naturale , a quella mancanza di coltura che è una conseguenza del tempo in cui furono educate . Basterà che la figliola eviti di mettere il discorso su argomenti astrusi , li tronchi se altri li ha intavolati , o non vi prenda parte ; e la mamma non sarà costretta ad astenersi da una conversazione alla quale prende parte sua figlia o a fare cattiva figura . E badino che , quando dico conversazione , non intendo soltanto le conversazioni con estranei : ma anche quelle del focolare , dove importa più che mai di mantenere il prestigio della mamma presso i fratellini , e di frenare i figli giovinotti sulla via sdrucciola dell ' irriverenza , sulla quale si avviano tanto presto ai nostri giorni . Non posso credere che esista nel mondo incivilito una signorina che sieda al suo posto a tavola , prima che siano seduti il babbo e la mamma , e le altre persone vecchie , e signore maritate che fanno parte della famiglia . Ma dato il caso , tutto è possibile a questo mondo , che fra le mie lettrici vi fosse una piccola ostrogota , la quale si trovi una simile macchia sulla coscienza , non lo dica a nessuno per carità ; e si sorvegli bene per l ' avvenire . In nessuna circostanza , in nessuna età della vita , bisogna lasciar andare il proprio contegno sulle massime volgari ed egoistiche : « In famiglia ci si deve trattare in confidenza . In famiglia non si fanno complimenti . » È in famiglia che passiamo la massima parte della nostra vita , ed è là , più che altrove , che bisogna serbare inalterata quella reciprocità di riguardi , quella cortesia squisita di modi , che sono fra le migliori espressioni dell ' affetto , e senza di cui non c ' è gentilezza d ' animo possibile . Ho conosciuto una signorina bella come un amore , ( non ne ho mai visti di veri , ma parlo di quelli dipinti ) , intelligente , onestissima . Ma aveva modi , se non affatto aspri , asciutti . Di rado diceva una parola espansiva ; si alzava , si coricava , usciva di casa , rientrava , senza mai gettare le braccia al collo ai suoi genitori , nè dar loro un bacio ; colle amiche era fredda , aveva l ' aria di diffidarne , di star sempre in guardia . Malgrado la sua bellezza non ispirò mai nessuna simpatia , rimase senza marito , fece il vuoto intorno a sè . Gentilezza continua , inalterata , colla propria famiglia ; espansione , cordialità con tutti , sono le doti essenziali d ' una signora , la vera base della civiltà ; e sopratutto deve saper interessarsi anche delle cose che non la riguardano personalmente , delle occupazioni , delle gioie e dei dolori degli altri . * * * Vi sono paesi dove le signorine non prendono parte alle visite che riceve o che fa la loro mamma . Da noi quest ' ostracismo per le fanciulle non è ammesso , e credo sia meglio . Dall ' oggi al domani una signorina si marita : se è affatto nuova alle visite , come potrà disimpegnarsene ? In Francia le signorine prendono parte alle visite , ma non parlano mai , se non sono interrogate , ed anche allora si limitano ad una risposta . Tutto questo è artificioso , forzato , è una ipocrisia . Fra persone educate non si tengono mai , presente una signorina , discorsi che lei non possa ascoltare e comprendere senza arrossire . Sarebbe una sconvenienza senza nome , e nessuna padrona di casa potrebbe tollerarla . Quale è dunque la ragione per cui una signorina non potrebbe prender parte alla conversazione ? Proprio non la vedo . Conosco molte signorine che discorrono , con moderazione , soltanto delle cose di cui sanno di poter parlare * d ' arte , di letteratura , di balli , di nuove della città * senza mai scendere a pettegolezzi nè darsi arie dottorali , colla schiettezza e la giocondità che sono proprie della giovinezza , colla sua fede ed i suoi entusiasmi ; e le trovo adorabili , e vedo che tutte le simpatie si raccolgono intorno a loro . Questo non vuol dire che una signorina possa intavolare lei un discorso , dove ci sono delle signore per farlo . Se però fra le visitatrici vi sono altre fanciulle o qualche signora giovane di sua confidenza , potrà benissimo la signorina di casa prendere l ' iniziativa d ' un discorso . Ricevendo visite in casa sua una giovinetta non prende mai posto nè sul divano , nè ai lati del camino . Si alzerà ad incontrare tutte le signore , e si collocherà accanto a loro all ' ultimo posto ; se c ' è una signorina le starà accosto ; se sono più d ' una , siederà in mezzo a loro . Quando una signora , o anche un visitatore , si alza per uscire , se la casa non è abbastanza ricca perchè vi sia sempre qualche servitore in anticamera , la signorina suonerà il campanello perchè una persona di servizio vi si trovi ad aprire l ' uscio . Trattandosi d ' un uomo però , dovrà lasciarsi salutare prima da seduta , e non alzarsi per suonare il campanello , se non quando lui sarà per uscir dalla sala . Le convenzioni vogliono che una signorina non sia mai la prima ad osservare che una visita è stata breve , nè insista perchè si prolunghi . Questo riguarda sua madre . Non deve mai domandar conto alle visitatrici dei loro figli , dei fratelli , dei cognati , quando sono giovinotti . Si deve limitare ad informarsi , delle signore , dei vecchi , dei mariti , dei bambini . È una affettazione ipocrita , ed io non l ' approvo . Ma l ' uso ne ha fatta una legge , che ora però si va perdendo . E badino di non dire a nessuno : Come sta il suo signor padre o la sua signora madre , ecc . Non si sono mai trovate a sentire le vecchie commedie in cui i personaggi parlano così ! A noi fa un effetto strano ; sembra uno scherzo . Se la situazione sociale della persona a cui parliamo non è differente della nostra , si dice semplicemente il suo babbo , la sua mamma . Se poi si tratta di persone di gran soggezione , invece di nominarle col titolo di parentela , si dirà : Come sta il conte ? La contessa ? Il commendatore ? Il presidente ? Il duca ? ecc . , ecc . Alle persone che ci sono superiori non si mandano saluti ; sarebbe un atto di confidenza . S ' immagini un povero scrittorello , un professorello , un concertista ricevuto dalla Regina , il quale nel congedarsi dicesse : Maestà , mi saluti il Re ! Andando a far visite una signorina , sia a piedi che in carrozza , lascierà la destra alla mamma . Se è col babbo , accetterà lei la destra , se le è offerta . Non avrà carte da visita , s ' intende . Se è figlia unica , può avere un biglietto collettivo colla mamma : Signora e signorina tale . È però un ' usanza imitata affatto dai Francesi . Da noi nessuno si chiama signora nè signorina sulla carta di visita . Si mette soltanto nome , cognome e titolo , se c ' è , e la figlia scrive a matita il proprio nome sotto quello della madre . Entrando in una sala una signorina siede accanto alla sua mamma , o accanto alla signorina di casa , se c ' è . Se la padrona di casa le accenna un posto , anche al suo fianco , lo deve accettare senza complimenti , in atto d ' obbedienza . Questo genere di complimenti indicano un sentimento di eguaglianza , che una giovinetta non può arrogarsi con una signora . Cederà poi quel posto d ' onore alla prima signora che entrerà . In tal caso dovrà evitare di impegnare una questione noiosa . Dovrà alzarsi , ed accennando in atto di offerta il sedile abbandonato , andar subito a sedere presso sua madre . È affatto provinciale l ' usanza di certe signorine , di offrire alle figlie delle visitatrici di passare in un ' altra stanza , o di andare con loro al balcone . Questo fa supporre discorsi secreti , che offendono le mamme , e fanno torto alle signorine . L ' uscire sul balcone poi , perchè sono signorine , mentre le signore rimangono in sala , vuol dire : * " Dacchè non abbiamo ancora trovato un compratore , andiamo a metterci in mostra ; chi sa ? " Se la signora di casa è una di quelle adorabili persone attempate , che amano la gioventù , e la trattano con quell ' aria di dolce protezione che invita l ' affetto , una signorina farà bene a porgere il volto in atto di domandare un bacio nel congedarsi . Altrimenti cercherà , nello stringerle la mano , di accentuar molto l ' inchino , in modo di escludere quel che c ' è di confidenziale in quell ' atto . Se una signorina non ha madre , e fa o riceve visite colla istitutrice , deve lasciare a lei il posto alla destra del camino o del divano , con quella deferenza che è sempre dovuta da una giovinetta ai superiori . Però sarà lei che osserverà che la visita fu breve quando una signora si alza per congedarsi , e che insisterà presso le persone intime , perchè si trattengano più a lungo . In tali circostanze , se c ' è qualche invito affatto privato e confidenziale ( non potrebbero essere differenti , perchè in una famiglia senza signore non si fanno inviti ) , toccherà alla signorina il farlo . Potrà benissimo pregare un ' amica di rimanere a pranzo , o a passare la sera ; o di andare in campagna con lei . Ma non mancherà mai di dire che farà molto piacere anche al babbo ed all ' istitutrice ; e pregherà questa di unire le sue insistenze alle proprie , affinchè la povera signora , condannata dalle circostanze a vivere in una casa che non è la sua , non se ne senta troppo estranea , e messa da parte . Gli stessi riguardi dovrà usare ad una zia , o ad una parente qualsiasi che vivesse con lei . * * * Una signorina potrà accettare di pranzare da un ' amica , e rimanerci , anche sola , sotto la custodia della signora di casa . Ma ad un pranzo d ' invito non andrà se non accompagnata da una signora . Tutto quanto è bello , grazioso , rasserena lo spirito ; e se c ' è momento in cui tutti desideriamo di essere di buon umore , e di veder tutti allegri e contenti , è quando sediamo a tavola . Per questa ragione io non finirò mai di ammirare l ' abitudine degli Inglesi , che , anche in famiglia , non mancano mai di abbigliarsi per andare a pranzo . E pure per questa ragione che le abbigliature da pranzo , parlo dei pranzi d ' invito , anche tra noi si usa farle più ardite ed eleganti da quella da visita e da passeggio . Le signorine dovranno scegliere fra i loro vestiti della stagione il più fresco e gaio . O , se si mettono un abito scuro , lo rallegreranno con fiocchi di nastri azzurri , rosei o rossi o di quel colore che la moda favorisce , in modo da far iscomparire la severità della tinta . Del resto , non c ' è signora nè signorina che non possieda qualche abito bianco , e quello sta sempre bene ed è sempre elegante . Non dovrei supporre che una padrona di casa , dando un pranzo , possa commettere la sconvenienza di collocare una signorina accanto ad un giovinotto . Ma siccome : " Tutto è possibile sotto il sole " ed " Errare humanum est " ed " Error non è frode " ed " Il giusto cade sette volte al giorno " e mille altri proverbi , che non ripeto ( perchè il dirne parecchi è una inciviltà condannata dai vecchi galatei ) , potrebbe darsi che una padrona di casa un po ' inesperta cadesse in quell ' errore , tanto per dimostrare ancora una volta che " non tutte le ciambelle riescono col buco . " Per carità , signorine mie , se codesto accadesse , si guardino bene dal fare la menoma osservazione e neppure un segno di meraviglia . Sarebbe rivolgere un rimprovero crudele alla signora che le ha collocate così . Quando io era giovane , in temporibus illis , fui invitata ad una sagra di villaggio in una famiglia di ricchi proprietarii . Dopo il pranzo e le feste del giorno , si doveva ballare , per cui c ' erano invitate molte signorine e molti giovinotti . Quella buona padrona di casa provinciale , avvezza alla semplice verità della natura in mezzo alla quale viveva , doveva aver fatto questo ragionamento : * Se fra due ore i giovinotti e le fanciulle che ho invitati dovranno prendersi per le mani , abbraccíarsi , e circolare appaíati a due a due come colombelle , non ci può essere una ragione al mondo perchè si scandolezzino di trovarsi seduti accanto a tavola . Era una logica da dar dei punti ad Aristotile . E lei agì come avea pensato , e collocò a tavola ogni signorina accanto ad un giovinotto . Tutte fecero " a mauvais jeu bonne mine " , e molte mi confessarono che non l ' avevano trovato un troppo mauvais jeu . Ma una , una sola , una signorina di villaggio , che era uscita per l ' appunto di collegio , cominciò a guardarsi intorno impaurita , come se i due che aveva ai lati fossero due leoni pronti a farla a brani , o due Don Giovanni venuti là per rapirla . Uno , che non era punto Don Giovanni , ed ancora meno lion , si sentì tutto confuso , si fece rosso , e tirò in là la sedia , come se temesse di sporcare quella signorina ; ma l ' altro fece le viste di nulla , le offrì da bere , e tutti i piccoli servigi che un uomo non manca mai di offrire ad una vicina di tavola . Bisognava vedere l ' aria diffidente e l ' esagerazione di riserbo di cui s ' armò quella poveretta ! Parlava a monosillabi . Rifiutava tutto , era tutta sulle difese , pareva che fino i fiocchi del suo vestito appuntassero le nocche ed i capi come armi difensive . Il suo babbo , dall ' altro lato della tavola , fremeva , Finalmente , vedendo che era giunta al dessert respingendo ogni piatto , e stava per rifiutare le frutta che il suo vicino le porgeva , le gridò : * Via , accetta una volta ! Non è veleno . * Ah ! era di questo che aveva paura , signorina ? ed io che mi lusingavo che avesse paura di me ! le disse il suo vicino . La lezione era meritata . È appunto in tali circostanze eccezionali , che una signorina può mostrare di sapersi condurre dignitosamente senza darsi quell ' aria di noli me tangere , che la rende antipatica , e senza incoraggiare una confidenza sconveniente . Altre volte era di rigore che le signorine mangiassero pochissimo , e non bevessero vino affatto . Per cui riuscivano commensali punto piacevoli . In qualunque modo si volesse interpretarla , quella continenza cenobitica , era una sciocchezza . Le fanciulle intendevano con quel mezzo di atteggiarsi ad un sentimentalismo ideale , non d ' altro nudrito che di poesia e di sogni . Era un ' idea da précieuses ridicules . Le mamme incoraggiavano quella manìa , ed all ' occorrenza l ' imponevano , volendo con quel mezzo dire ai giovinotti : * Vedano come mangia pochino la mia figliola . E non beve punto . La sposino , via . Non costa nulla a mantenerla . Era un calcolo da Arpagone . Ora , se Dio vuole , il sentimentalismo è passato di moda . E , non fosse che per quest ' unica riforma , benedetto il realismo ! Le giovinette sono tornate ad esser loro stesse , col loro appetito giovanile : ed a tavola lavorano coi loro dentini , che è una benedizione , un ' allegrezza guardarle . Se qualcuna delle mie lettrici era rimasta in arretrato , ora lo sa . La civiltà vieta soltanto di trasmodare . Ma vieta altrettanto severamente di rifiutare ogni cosa , di mangiare a fior di labbra , di lasciare la roba nel piatto , di rifuggire dai vini , quasi si volesse dire ai padroni di casa : Io non so che farmene di tutto questo . Il vostro pranzo mi mette la nausea . Quando si è a questi estremi bisogna non accettar l ' invito . Se sapessero come è bella e come piace la gioventù robusta , e francamente allegra , che Dio la benedica ! Se la padrona di casa fa posare dal servitore il vassoio del caffè , dopo che i convitati sono passati in sala , ed offre lei stessa le tazze , le signorine debbono subito accorrere ad aiutarla . Dovranno però servire soltanto le signore ed i vecchi . Una signorina non porge mai la tazza ad un giovine , a meno che sia suo fratello . Ed ancora ha l ' aria d ' uno scherzo . Dopo aver assistito ad un pranzo , una signorina è tenuta ad accompagnare la madre nella visita che rende , entro gli otto giorni , alla famiglia da cui ebbe l ' invito : e dovrà anche lei lodare la compagnia che vi ha trovata , la disposizione della tavola , i fiori , l ' allegrezza che si è goduta , infine quel che c ' era da lodare .... ed anche un pochino quel che non c ' era * * * In teatro una signorina non va mai scollata . Se l ' abito ha lo scollo , lo porta con una modestina dí tulle . È verissimo che ora molte giovinette vanno scollate come le signore ; ma la questione è dì sapere se fanno bene . Ad ogni modo non sono in regola colle convenienze . Una signorina mi osserva a questo proposito che . " È meglio errar con molti che esser savio solo . " Ma io rispondo con un altro proverbio che dice : " L ' uso serve di tetto a molti abusi . " E con un altro ancora : " Cosa rara è la più cara . " Così , punto scollature . Pochissimi gioielli . I Francesi dicono : Les diamants sont faits pour les têtes brunes ; les fleurs sont faites pour les têtes blondes . Ma , finchè sono teste da fanciulla , anche le teste più brune debbono accontentarsi dei fiori . Per portare i diamanti ci vuole il permesso della Chiesa , ed anche del Municipio . Ma credano a me , signorine , non ci perdono nulla . Il diamante ha un pregio convenzionale : il fiore è una cosa bella davvero . Le arti belle hanno sempre imitati i fiori . Ma soltanto il commercio , che specula sulla vanità , ha imitato i brillanti . Neppure la catenella dell ' orologio è concessa ad una signorina che vuole osservare tutte le regole di convenienza . Ed infatti , dacchè quello è il primo dono che le deve offrire lo sposo , se l ' ha già portata fin allora , non le fa più quell ' impressione nuova ; non è più un simbolo . Quando si domanda : * Ma è ben sicuro che la signorina tale sia sposa ? Altri risponde : * Pensi ! Ha già la catena ! L ' abbigliatura d ' una giovinetta dev ' essere semplice . Ma badino certe signorine e certe mamme che hanno l ' abitudine di prender le parole a rigor di lettera , che semplice , quando si parla di vestiti , vuol dire appunto d ' una stoffa di poco valore , adatta per fanciulle , senza trine antiche , senza ornamenti costosi . Ma la semplicità d ' un abito da serata non ne esclude l ' eleganza ed il gusto . In teatro , la signorina ( non scollata insisto ) , cederà sempre alla signora , che l ' accompagna , il posto d ' onore , che è quello di fronte al palco scenico . Le signorine si trovano contentissime di questa combinazione , perchè , voltando il dorso al palco scenico , guardano meglio nella platea e nei palchi , e sono più in vista . Vedono ch ' io sono addentro nei loro piccoli segreti . Ebbene credano a me che sono vecchia , non guardino mai fisso nessun giovine , checchè ne dica loro la simpatia . Non c ' è cosa più sconveniente di quell ' ostentare in pubblico una preferenza , che una fanciulla dovrebbe appena confessare , arrossendo , alla propria madre . Per gl ' indifferenti , poi , c ' è la legge generale di elementare decoro , che una fanciulla non deve mai fissare in volto un uomo che sta discorrendo . Quelle che se ne emancipano appunto in teatro , dove cento occhi sono là per notare quella sconvenienza , e cento bocche per ripeterla , mi fanno ricordare un ladro che l ' estate scorsa , rubò il soprabito di un avvocato nel tribunale criminale , mentre l ' avvocato stesso stava perorando la causa d ' un ladro . Aveva scelto male il posto per farla in barba alla Questura . A questo proposito ricordo una letterina che ricevetti pochi mesi sono . Debbono sapere che la prima edizione di questo libro mi guadagnò se fosse meritata o no non saprei dire la fiducia di molte lettrici , le quali presero l ' abitudine di rivolgersi a me , anche senza conoscermi , nei loro piccoli imbarazzi . Un giorno il mio editore mi mandò una lettera d ' una signorina che doveva andare ad un ballo , e mi domandava : " come dovesse contenersi , sapendo che dovrebbe incontrar a quel ballo , e che le verrebbe presentato , un giovine il quale da un mese la guardava , e del quale ricambiava gli sguardi ! " Ah signorine mie ! Non l ' hanno capita che non ci deve essere mai un giovine di cui una signorina ricambia gli sguardi ? E se quel giovine c ' è , è un personaggio da romanzo , un errore ; e la signorina pure , è un altro errore . Ed in tal caso , che esce dalla normalità , cerchino di tirar innanzi il romanzo in modo che lo possano leggere anche le signorine . Regole di convenienza pel loro contegno in quella circostanza non posso darne , perchè i personaggi da romanzo e le passioni da romanzo l ' hanno sempre fatta in barba a tutti i galatei . Ed hanno fatto bene , ma , in mancanza di una regola di convenienza , posso dar loro un consiglio da amica . Vadano dalla loro mamma e le dicano la verità ; confessino tutto : " Che da un mese fanno quell ' armeggio d ' occhiate ; ed ora si trovano imbarazzate all ' idea di trovarsi in faccia a quel giovine .... " E se la mamma dirà , che in tal caso è bene rinunciare alla festa per evitare quell ' incontro , si picchino il petto e dicano Mea culpa . In teatro una signorina non porge mai la mano agli uomini che entrano a far visita in palco , e non dimostra mai di prestare più attenzione agli spettatori che allo spettacolo . Certi atteggiamenti indifferenti ed annoiati , che affettano molte signorine sono di cattivo gusto . Oltre all ' offendere le persone che stanno con loro , le fanno apparire disilluse e già incapacì di divertirsi . Oh giovinezza ! Si può non divertirsi a vent ' anni ? All ' atto di ritirarsi le signorine debbono mettersi la sortita da sole , o farsi aìutare da una persona della famiglia ; non mai da un giovine . E scendendo le scale , daranno il braccio al loro babbo , ad un fratello , oppure rimarranno accanto alla mamma . Così è , signorine mie ; i cavalieri serventi sono come i diamanti . Non li hanno che le signore . È ancora una privazione di cui non posso compiangerle . I diamanti hanno almeno un pregio convenzionale . Sono rarissimi e costano cari , quando sono veri brillanti . I cavalieri serventi , invece , spesseggiano come le mosche , e sovente , non valgono di più . Di brillantì poi , ce n ' è uno su mille . * * * Ed ora , signorine mie , le conduco in un luogo dove non sono mai state . Ed anche ora non vi possono entrare che in ispirito , e sotto la mia seria tutela di nonna centenaria ; in un circolo di giovinotti . Ben inteso che , entrando in ispirito , loro non sono vedute ; e però non s ' interromperanno i discorsi incominciati .... Oh ! non s ' inquietino , signore mamme , so press ' a poco di cosa si parla ; ed anzi , ci conduco le loro figliole per questo ; è il domani d ' un ballo , di che s ' ha a discorrere ? Per quanto meritino poco di essere elevati a questa dignità , i giudici delle signorine , alle feste da ballo , sono i giovinotti . È vero che , in compenso , i giudici dei giovinotti sono le signorine ; ma questo è un giurì non troppo accreditato perchè pecca d ' indulgenza . Per ora ascoltiamo l ' altro che non ha questa debolezza . * Non c ' era male la signorina Tizia , con quell ' abito azzurro , sentenzia un piccolo Giove Ansuro , con l ' esperienza dei suoi diciott ' anni . * Non c ' era male ? osserva un conoscitore più esperto . Ma hai a dire che era una bellezza addirittura . Soltanto che è una bambola col meccanismo ; una ruota ed una cordicella per ogni monosillabo o bisillabo . La mamma l ' aveva caricata prima d ' uscire , e lei da brava bambola ha articolato uno dei suoi monosillabi o bisillabi per ogni domanda , che faceva da cordicella : " Sì . No . Grazie . Basta . Poco .... " E così via . , * Doveva avere delle rotelle anche ai piedi , perchè ballava diritta , stecchita come un fantoccio . * Bambola , bambola . * E le signorine Sempronie ? entra a dire un terzo . * Ah ! quelle sono due berte . Non sanno tacere un minuto . E che tono confidenziale pigliano discorrendo col ballerino ! Un vecchio gentiluomo mi disse : " Quelle signorine devono avere una famiglia numerosissima . " Perchè ? domandai compiacentemente per fargli finire il suo motto . " Perchè tutti i giovanotti con cui ballano mi sembrano loro fratelli . " Infatti andavano da una sala all ' altra , ed al buffet con questo e con quello , e senza la loro mamma , e si dice che ballassero anche con qualcheduno che non era stato presentato . * A te piaceva la signorina Caia , che ti si abbandonava mollemente nelle braccia , come se fosse al quarto atto d ' un melodramma .... Avevi sulla spalla dell ' abito la cipria delle sue guancie . . * Il color della dama . Mi piaceva per una sera , però . Non la vorrei fra le concorrenti , quando mi decidessi a gettare la mia pezzuola per trovare una sposa . * Io ho fatto un giro colla signorina Ipsilonne , che , ad ogni complimento che le facevo me ne rispondeva un altro , come se si giocasse di scherma . * Pazienza , era ingenua .... Tu avessi udita la signorina Zeta , che , per far la spiritosa , canzonava le tolette ed i modi delle altre signorine e dei giovinotti ! * Ah ! dev ' essere stata curiosa . Cosa t ' ha detto di me ? * E di me ? * E di me ? * Ha detto che le pareva d ' essere una tazza di miele , perchè si vedeva ronzare intorno tanti mosconi . * Oh Dio ! Che barba ! * Caro quel miele ! * I mosconi volano anche intorno .... Via ; la porta è chiusa e non si ode altro . Ma credo che basti . Vedono , signorine mie , che ogni medaglia ha il suo rovescio ; ogni festa il suo dimani . " Ahi gioie umane , d ' amarezza asperse ! " La civiltà francese fa della fanciulla una bambola muta , compassata , insignificante , tutta artificio . Le inglesi sono severe , fredde , vaporose . Le americane sono emancipate . Le tedesche sono libere . Loro sono italiane ; hanno lo spirito vivace , l ' immaginazione pronta ; sono entusiaste ed espansive . Volerle ridurre come automi modellati su figurine straniere , sarebbe una profanazione , una finzione . Siano loro stesse . Ma sappiano contenersi in modo da non meritarsi le censure che hanno udite . Si può essere amabili , schiette , allegre , anche senza staccarsi da quella dignità di contegno che s ' addice ad una fanciulla . Il buon senso naturale , ed il naturale decoro , devono guidarle . Io domando soltanto di scrivere sul loro taccuino una massima di Victor Cherbullier . La leggano sempre prima di andare ad un ballo , dove la loro mamma non può udire tutte le parole che scambiano coi ballerini : " Rien ne rafraîchit plus le sang , que le souvenir d ' une sottise que l ' on n ' a pas dite . " * " Mi ricordo quand ' era fanciulla " come la vecchia Pipelet di gioconda memoria , e nel carnovale , la mia zia , che mi teneva il posto della povera mamma che avevo perduta , invitava una mia cugina a tenermi compagnia . Cara quella compagnia ! Aveva l ' abilità di sacrificarmi completamente . Non sapeva pettinarsi da sè ; bisognava che ogni mattina la cameriera di casa perdesse ad acconciarle il capo un tempo tanto più prezioso , in ragione di quell ' aumento di personale in famiglia . Noi si faceva colazione per solito alle nove , ma la Teresina era alla toletta a quell ' ora , oppure veniva a tavola spettinata ed in abito da camera . E guai se la zia osservava , che le signorine non debbono farsi vedere in abito da camera : che è permesso appena di portarlo nella loro stanza da letto ! Diceva che a quell ' ora era materialmente impossibile d ' essere in ordine . E bisognava che noi s ' avesse pazienza e si differisse la colazione . Tutte le lezioni , che prendevamo insieme , dovevano pure spostarsi per fare il suo comodo ; ed i miei maestri non le piacevano mai . Erano un branco di ignoranti . E tutti i mobili della casa avevano qualche difetto o erano mal collocati . E le mie amiche le erano antipatiche . S ' io doveva far delle visite , lei non poteva adattarsi a venire da quelle signorine pedanti , nè da quelle altre sguaiate . Quando s ' andava in teatro o in compagnia , ipotecava addirittura la cameriera per farsi vestire , e la zia ed io dovevamo aiutarci a vicenda . In palco , poi , si metteva al posto di contro alla zia , ed io era relegata tutta la sera sullo sgabello in mezzo . Non c ' era caso che mi offrisse una volta di cambiar posto . E , per ospitalità , non potevo domandarglielo , nè fare osservazioni . Bisognava che le offrissi i fiori da scegliere prima . E se li provava tanto in capo , sul petto , e si serviva così bene , che a me rimanevano degli avanzi appassiti . In carrozza pure , prendeva posto accanto alla zia , senza che occorresse neppure dirglielo . Qualche volta le mie povere abbigliature si sciupavano tutte , strette così , accanto al babbo sulla panchetta dinanzi . Ma la Teresita si stendeva a suo agio , seppelliva la zia sotto le sue gonne e arrivava fresca come una rosa . In casa , poi si prendeva l ' incarico di studiare tutti i caratteri , come se ci fosse venuta con quella missione . Io aveva quel difetto , e quel pregio ; e la zia era placida , e troppo indulgente ; ed il babbo era avaro ; e le persone di servizio ci derubavano come tanti briganti . * Come ! Voi spendete tanto per la carne ? E tanto per le ova ? E questo pollo è costato tanto Ma buona gente ! A casa mia si mangia meglio assai , e si spende la metà . Quel pollo è magro , tíglioso . Si può avere per trenta soldi . Il resto se l ' è tenuto la cuoca . Io non so come la sopportiate . Non sa cucinare . A casa mia le bistecche sono tutt ' altro : queste sembrano suole di scarpe . Ed ogni giorno aveva fatta una scoperta nuova sull ' ordine della nostra casa , ed erano sempre indiscrezioni . Quando poi veniva in campagna l ' autunno , era un raddoppiamento di biasimo . Si trovava addirittura ad un bivacco . Tutto era incomodo , tutto rozzo . Quasi quasi si meravigliava che nei sentieri del giardino non si stendessero tappeti per farla camminare sul liscio . E combinava lei le gite , i píc nics . Ed entrava in confidenza coi vicini di villa , prima e più di noi ; e passeggiava cogli altri ospiti , anche s ' erano giovinotti , sola con loro per delle ore in giardino , ed usciva quando noi si stava in casa ; e stava in casa quando noi s ' usciva . Mie giovani lettrici , se sono ospiti in casa altrui , badino , le prego , di non lasciarvi le tristi memorie che m ' ha lasciate la Teresina . La persona ospitata deve fare una completa abnegazione della propria volontà , delle proprie abitudini , dei proprii gusti . È necessaria questa rinuncia assoluta , per bilanciare l ' immensa deferenza della famiglia che la ospita , e metterci un limite , affinchè non abbia a diventare un sacrificio di tutte le ore . E qui mi viene a proposito di avvertirle , che nulla è più scortese di quell ' abitudine tanto generale , pur troppo , di far esaurire tutte le formole di preghiere inventate da Adamo in poi , prima di aderire a sonare o a cantare , in compagnia . La padrona di casa , che per quella sera le ospita , è messa in grave imbarazzo . Deve unire le sue insistenze alle altre , ed aver l ' aria di imporre un sacrificio ? O deve astenersene , e dimostrare che non desidera di ascoltarle ? Difficile alternativa . * * * Non ho mai compreso perchè le signorine , che debbono rimanere sotto gelosa custodia nella loro città , dove sono note loro e la famiglia , ed hanno un mondo di amici e conoscenti intorno , debbano poi godere una libertà relativa , ma sicuramente soverchia , quando si trovano in viaggio o alle bagnature , ignote fra gl ' ignoti ; dove potrebbero anche essere prese in fallo . Il nuoto è uno degli esercizi prediletti dagli Inglesi e dagli Americani . Ma non credo necessario , per adottare la loro abitudine delle bagnature , adottarne pure la flirtation insidiosa e sconveniente . To flirt , coqueter , sono parole che in italiano non hanno riscontro . Le traduciamo : flirteggiare , civettare ; ma le parole sono barbarismi nella nostra lingua , come la cosa è un barbarismo nei nostri costumi . Noi , espansivi e schietti , ci pieghiamo male a quella meschina scherma di parole , che giocano su sentimenti frivoli ; e , quando riesciamo a scimiottare le signore straniere , lo facciamo a scapito del nostro carattere . Credano a me , signorine , non si lascino attirare da quello scoppiettìo di frasi leggere , brillanti e fuggevoli come fuochi d ' artificio . Quando si disperdono e svaniscono nell ' aria , portano sempre con sè qualche briciola del loro decoro . Briciole appena visibili , atomi , ma che importa ? " Gatta cavat lapidem . " In campagna come in città , ai bagni come altrove , una giovinetta non deve mai uscire da sola , a meno di trovarsi in un paese non frequentato da colonie di villeggianti avventizi . Nel contrarre nuove relazioni deve usare la massima prudenza e lasciarsi dirigere completamente da ' suoi genitori . Alla tavola d ' albergo , se non ha due persone della famiglia fra le quali sedere , ed il caso le colloca da un lato uno sconosciuto , non deve scambiare con lui che le parole strettamente necessarie , finchè non sia stato presentato alla signora che l ' accompagna , e questa gli abbia accordata la sua relazione . L ' unico punto su cui in campagna ed ai bagni le signorine possono permettersi qualche libertà , è il vestire colori più vivaci , foggie più ardite , un cappellino un po ' bizzarro o un po ' sull ' orecchio , fori naturali in capo a tutte le ore , ed anche passeggiare a capo scoperto ... Tutto questo è concesso ; ma quanto al contegno , deve essere tanto più riserbato in quanto che sono meno conosciute , e chi le osserva deve giudicare dall ' apparenza . * * * Se una signorina è stata ospite in una casa , appena ritornata in famiglia , dovrà scrivere una lettera espansiva alla signora od alla signorina che l ' ha ospitata , ringraziandola delle cortesie ricevute . Non scrivano a molte persone , signorine mie . Oltre le lettere di dovere ai parenti vecchi , alle maestre , possono tener corrispondenza con qualche amica . Ma siano vere amiche , di quelle a cui si scrive non per fare dello stile epistolare , ma per vero affetto , e col linguaggio dell ' intimità . Non occorre dire che , in tutta la loro corrispondenza non ci deve essere una parola che la mamma non possa leggere . Quanto a formole , non s ' aspettino ch ' io ne dia . Le lettere tengono luogo di discorsi . Scrivano come discorrerebbero e basta . L ' introduzione , la chiusa , sono storie del tempo trapassato remoto . La lettera comincia con quello che s ' ha a dire , e finisce quando non s ' ha più nulla a dire . Ecco la sola regola ch ' io ammetto . Non si firmino mai serva , perchè le signore non sono mai serve di nessuno . Non facciano litanie di saluti in fine nè sfoggio di aggettivi sulla soprascritta , a tutto beneficio del portalettere e dei portinai . Non usino carta colle iniziali , come non usano carte da visita ; siano semplici , schiette ; se hanno dello spirito , non ne privino le loro corrispondenti , e lascino andare i loro giovani pensieri come " La rondine alla primavera e la preghiera al cielo . " CAPITOLO II . La signorina matura . Pur troppo tutto matura sotto il sole . Gli uomini le piante , le mele rosee e le spighe dorate ; e col tempo e colla paglia , lo dice il proverbio , anche le sorbe e la canaglia . I bocciuoli diventano rose , i quindici anni diventano venticinque . La maturanza è un pregio . È il massimo grado di perfezione a cui può giungere una cosa creata . Una fanciulla matura è più completa , più perfezionata che una giovinetta . Ma è necessario che tutto sia maturato in lei in proporzione cogli anni . Si cerca spesso di dissimulare il grado di maturanza del frutto , mantenendo verdi il gambo e le frasche , al regime dell ' acqua pura . Si vogliono dissimulare i venticinque anni della fede di nascita , colla finta acerbità dell ' ingenua . Perchè ? Basta così poco a serbare una fanciulla di venticinque anni in tutto il suo prestigio ! Lasci maturare il suo giudizio come la sua persona . Sanno , mie signore , qual è la stregua a cui si conosce se un giudizio di fanciulla è maturo ? Quando accetta l ' età che le dà il suo passato , senza false vergogne , e meschine dissimulazioni . A conti fatti , in quell ' accettazione una signorina ha tutto da guadagnare . Non potrà ancora uscire di casa sola : ma potrà uscire con un fratello , con uno zio . Potrà andare alla commedia , proibita alle giovinette . Vestirà con più ricchezza ; non sarà esclusa da nessun ricevimento , da nessuna cerimonia , neppure dalle nozze e dai battesimi , dove le sue sorelline non vanno . Potrà tenere a battesimo il figlio d ' un ' amica o d ' una sorella . Potrà essere madrina di cresima ; semprechè , anche a quelle cerimonie , vada accompagnata da sua madre , o da un ' altra signora . Ai balli porterà i grandi scolli come una signora ; in villeggiatura potrà uscire sola con una compagna , o anche accompagnare una giovinetta . Potrà scrivere con maggior libertà ; leggere una quantità di cose che pochi anni prima le erano proibite . Eppure la maggior parte delle signorine mature rinunciano a tali vantaggi , per non confessare di esserlo . Ma chi possono illudere ? Mi ricordo d ' una famiglia in cui c ' erano tre sorelle . La maggiore aveva ventinove anni . La più giovane ne aveva diciasette . Si fece sposa per intromissione del mio babbo , mentre era uscita provvisoriamente di collegio per curare un ' oftalmia . La seconda era rimasta in collegio . Quando si fecero le nozze , la sorella di ventinove anni venne in casa nostra a passare una settimana , perchè , come signorina , non poteva assistere a nozze . Si tirò addosso un ridicolo da cui non potè più liberarsi . Una signorina che a venticinque anni si desse l ' aria bambina di dire che non può andare alla commedia , perchè la sua ingenuità ne sarebbe scandolezzata , farebbe ridere . Se vestisse come la sua sorellina uscita appena dall ' adolescenza , sarebbe una caricatura . Ma accetti francamente la sua età , la sua condizione ; vesta e si comporti come lo richiedono lo sviluppo della sua persona , la sua maggiore serietà , la sua esperienza , e sarà una giovine interessante , amabile , e potrà ecclissare tutto un collegio di giovinette . CAPITOLO III . La zitellona . Coraggio della sua situazione * Toletta * Divertimenti . " E qui comincian le dolenti note ! " Nessuna vorrebbe essere una zitellona . È un nome che fa orrore . Perchè ? Non l ' ho capito mai . Forse in causa di questo appellativo ridicolo ? Ma chi lo usa ? Le signore che non hanno preso marito , non sono ridicole , per questo . Io ne conosco di adorabili , la cui compagnia mi ha fatti passare giorni deliziosi , mi ha resa amena la solitudine d ' una campagna isolata , mi ha lasciata una dolcissima memoria , ed un profondo desiderio di sè . Tu lo comprendi , Emilia , che parlo di te , il cui spirito superiore non rifugge dalla situazione che la sorte ti ha fatta , che l ' accetti con coraggio e serenità , e puoi servire di modello alle altre signore , che una circostanza qualunque ha obbligate a rinunciare alla benedizione della famiglia . Lascia che guardi a te , che m ' ispiri a te , per insegnare come debbono contenersi le altre . A trent ' anni , una signorina deve assolutamente rinunciare a tutti i riserbi esagerati di cui si sogliono circondare le fanciulle ; deve adottare nella misura delle sue finanze , il vestire , le abitudini , il contegno , il linguaggio d ' una signora maritata ; uscire sola , ricevere e fare visite , viaggiare sola , se non ha la necessità , avere le sue carte da visita . Con questo non s ' intende che , se Dio le conserva i genitori , abbia a far vita a parte . Goda finchè può la benedizione di dar il braccio alla sua mamma . Ma lo faccia per godere di quella compagnia dolcissima , non per farsene guidare e proteggere come una tortorella insidiata . La mia Emilia ha goduto a lungo la fortuna di avere la mamma . E le ha consacrate tutte le sue ore , i giorni e le notti , non s ' è mai staccata da lei , senza una estrema necessità . L ' ha amata con entusiasmo , l ' ha pianta con passione . E tuttavia ha saputo farsi più presto ancora del tempo , una personalità seria , rispettabile , indipendente , senza ardimenti e senza emancipazione . Che una signora nubile si comporti così , e sfido tutti gli umoristi del mondo a farle passare sul capo neppur l ' ombra del ridicolo . Se vive in famiglia , qualunque sia la sua età , non ha rappresentanza ; per cui dovrà astenersi dal fare inviti lasciando questa briga ai capi di casa ; e , nei ricevimenti , dovrà assumere una parte secondaria , non avanzarsi al saluto se non quando le persone della famiglia hanno accolto i loro ospiti , non offrire mai rinfreschi di propria iniziativa , ma appoggiare con garbo le offerte che hanno fatte i padroni di casa . Si asterrà assolutamente dal ballare , sotto pena di ridicolo . Si adatterà ad imparare i giuochi più in uso , per potere , all ' occorrenza fare il quarto in una partita , e per non restar sola e spostata in un circolo giovanile , dove avrà sempre la scappatoia di sedere al gioco colle persone serie . Se in famiglia vi sono persone a pranzo , si collocherà in modo da non darsi nessuna importanza , senza affettare tuttavia di prender l ' ultimo posto nè atteggiarsi da vittima . * * * Se una signorina nubile ha rendita sufficiente per fare casa da sè , perduti i genitori , si comporterà precisamente come una vedova , potrà ricevere , fare inviti a pranzo , tenere una serata fissa ogni settimana per dare il tè , accogliere ospiti in campagna . In Francia si usa chiamare Mademoiselle una signorina fino all ' ultima vecchiaia . Noi abbiamo la fortuna di poter evitare il ridicolo di quell ' appellativo comune colle giovinette . Una signora nubile si fa chiamare « Signora » dalla gente di servizio , e tutte le persone di tatto eviteranno sempre di chiamarla signorina ; sarebbe una canzonatura . Soltanto in Piemonte si ha l ' abitudine francese , e si dice Tota anche ad una donna di ottant ' anni quando non ha marito ; è un piccolo ridicolo che non si può evitare , e che fa molta impressione a chi non è del paese . Mi ricordo d ' essere giunta una volta a Torino per fare un lungo soggiorno in una famiglia composta di un babbo , d ' una bambina , e d ' uno zio prete che la istruiva . Il babbo era sempre fuori , la bimba passava molte ore collo zio allo studio . Per cui temevano ch ' io dovessi annoiarmi di rimanere parecchio sola , e mi dissero fin dal primo momento : * Si annoierà forse un poco , ma c ' è un ' altra Tota che viene ogni sera da noi e le farà compagnia . Era nel cuore di gennaio . Faceva quel freddo orribile degli inverni di Torino . Si abitava assai lontani dal centro , e poco mi sorrideva l ' idea di uscire di casa . Per cui ero senza speranza di procurarmi la compagnia di altre signore e signorine della mia età . La prospettiva di quella Tota ( signorina ) che verrebbe ogni sera a vegliare con me , mi rallegrò . Le fanciulle hanno tanta esuberanza di vita , tanta serenità , tante speranze nel cuore ! Mi figuravo le più liete serate . Aspettai con impazienza che il giorno finisse . Quando Dio volle s ' udì un campanello , e la cameriera annunciò : * Ai ' è tota Gin " È qui la signorina Gin " ( un diminutivo che può servire per Teresa , Lucia , Luigia ed altri nomi . ) Io saltai in piedi e corsi fino all ' uscio del salotto per incontrarla ... Per poco non caddi come corpo morto cade . Vidi entrare una figura lunga , lunga , lunga , come una guglia , ed allampata ; con un volto di pergamena ; tutta coperta d ' un involucro di panno color tonaca da frate ; con uno di quei cappelli secolari che si vedono nelle vignette dei romanzi inglesi ; armata d ' una gran borsa di lana dalla quale uscivano minacciose le otto punte di quattro ferri da calza . Era una buona signora , ed abbastanza amena in compagnia . Ma quel maledetto appellativo di Tota l ' aveva demolita coll ' immagine primaverile che me ne aveva suggerita , e le raddoppiava ai miei occhi tutti gli anni che aveva in più , di quei tanti di meno che le avevo dati . Se è ammissibile un consiglio contrario agli usi del paese dove si vive , io consiglio le signore nubili piemontesi a non permettere mai che le chiamino Tote quando hanno passata la quarantina .... * * * Il vestire d ' una signora nubile ( la parola zitellona , non dovrebbe mai sonare sulle labbra di una persona educata ) , il vestire d ' una signora nubile , dev ' essere , come già dissi , quello stesso di una signora maritata . Potrà portare le pelliccie di martora , lo scialle turco , i diamanti e le trine . E , finchè l ' età ed il grado di conservazione della sua figura glielo permettono , nulla osta a che vada in teatro con abiti scollati come un ' altra signora . * * * Il teatro e la conversazione sono i divertimenti che le si addicono meglio . Al ballo non ci dovrebbe andare , perchè vi sarebbe spostata , a meno che vi dovesse accompagnare una giovinetta . Ed in tal caso il suo contegno dovrebbe essere , a seconda della sua età , quello d ' una sorella maritata o d ' una madre . Ai bagni di Viareggio , pochi anni sono , c ' era una signora nubile , che accompagnava una nipotina di diciotto anni . La zia ne aveva trentanove . Aveva certi occhi , certi capelli neri , certi denti , da far invidia ad una giovinetta . Vestiva con grande eleganza , ma sempre di nero o di bianco . Discorreva benissimo in francese coi francesi , in inglese cogli inglesi , in tedesco coi tedeschi , in spagnolo con una vecchia dama spagnola . Ho desiderato parecchie volte un Turco ed un Cinese per udire la zitellona parlare in quelle due lingue . Era una Lombarda . Aveva fatto molte conoscenze ; ma il suo contegno era perfetto . Accompagnava sempre la nipote al ballo , ma non ballava mai . Ne era pregatissima ; e tuttavia non l ' ho udita rispondere , come fanno molte in simili circostanze : * " Non posso : faccio la mamma " con accompagnamento di smorfiette e sorrisi , che vuol dire : " rinuncio ai divertimenti della mia età , per fare una parte da vecchia . " Perfettamente ridicolo ! Lei diceva francamente : * Ma che le pare alla mia età ! Un giorno mi confidò , – mi piaceva tanto che me l ' era fatta amica , – che un signore , il quale faceva pensare e sospirare molte belle bagnanti , dimostrava di essere innamorato di sua nipote . Era quello che si suol dire un brillante partito . Ricchissimo ; godeva d ' una magnifica situazione , aveva riputazione di uomo d ' ingegno , e forse era ; ad ogni modo , aveva molto spirito , era perfetto gentiluomo , e , per giunta , bell ' uomo . Ma aveva trentasei anni , giusto il doppio della ragazza . La zia era impensierita da questa circostanza ; la fanciulla invece lasciava indovinare , nella semplicità del suo cuore , una notevole preferenza per quel bel signore . Quando giunse il babbo della ragazza la zia gli presentò il nuovo conoscente , di cui aveva prese informazioni e studiato il carattere , e gli narrò le sue assiduità , l ' accompagnarle al passeggio , l ' intrattenersi tutta la sera con loro , ecc . , ecc . Il babbo lo conosceva di riputazione , ne fu soddisfatto , e , coll ' accoglienza cordialissima , gli dimostrò che non sarebbe rifiutato . Il giorno dopo , con un biglietto da vero innamorato , il gentiluomo gli scrisse domandandogli la mano .... di sua sorella . La zitellona ! PARTE TERZA UN LEMBO DI CIELO CAPITOLO I . La fidanzata . Domanda di matrimonio * Contegno coi parenti * Colle amiche * Col fidanzato . * Signorina , il signor padrone la prega di favorire nel suo studio perchè deve parlarle . È così che , per bocca d ' una cameriera o d ' un servitore , hanno principio la massima parte delle proposte di matrimonio . La signorina , che è educata a saper morire sulla breccia anzichè commettere l ' ombra d ' una sconvenienza , si comprime vivamente il cuore per rischiuderne le orecchiette curiose , che vorrebbero interrogare la cameriera su quel che ne dicano gli usci di casa , che , nella sua qualità di cameriera perfetta , deve aver ascoltati ; si limita a rispondere che andrà subito ; e la congeda . Però i cuori delle signorine sono meno ingenui di quanto si crede . Quel signore che fu presentato alcune sere prima in palco , accompagnato dal babbo , o dallo zio o dal fratello maggiore , come un bimbo che si presenta alle scuole elementari , non è passato inosservato a quel cuoricino di fanciulla . Lei ha veduto che il signore accompagnato la guardava con certi occhi che parevano due punti interrogativi incaricati di domandarle " Sì ! o no ? " Ed ha veduto pure che gli occhi del signore accompagnante sembravano due unità di misura , intente a registrare quanto lei fosse lunga e larga ; e quale fosse il suo peso specifico ; e quali le proporzioni esatte di gas che componevano la sua graziosa personcina , e se il peso specifico della sua dote fosse sufficiente a bilanciare le irregolarità risultanti dall ' inventario . * Ma la signorina , educata con quella perfezione che non viene mai meno anche nelle circostanze solenni , ha fatto come se non avesse veduto nulla , e si è sempre mostrata intenta alle estasi melodiose di quel tenore innamorato , ed alle disperazioni di quella infelicissima prima donna ( i tenori sono tutti innamorati , e le prime donne sono tutte infelici ) , come se quei due individui fossero la sola cura della sua anima giovinetta , e se alla possibilità d ' una certa domanda , non ci pensasse più che all ' eredità dell ' imperatore della China . Così si comportano le signorine per bene . Ma ciò , non toglie che il giorno del grande invito , dato uno sguardo rapido alla propria coscienza per assicurarsi che non hanno commesso nessun errore da provocare quell ' ambasciata paterna , vi accorrono perfettamente informate di quanto stanno per udire . * Senti , bimba , dice il capo della famiglia . Ora hai finita la tua educazione . Gli abiti non ti si accorciano più ad ogni stagione . Il dente del giudizio ce l ' hai ; fa un po ' vedere ? Sì , è già completamente cresciuto . Sei una donna e bisogna pensare a collocarti . Qualunque sia la sua opinione in proposito , una signorina per bene si ricorderà che i genitori ci penano a mandarla fuori di casa ; e non mancherà di dar loro una dimostrazione d ' affetto , assicurandoli che si trova tanto bene con loro , che è felice , e non desidera punto punto di maritarsi , e sarebbe dispiacentissima di lasciarli . * Hai veduto quel signore che venne in palco l ' altra sera ? riprende il capo di casa . Oh ! se l ' ha veduto ! Ma ad ogni modo si limita a rispondere freddamente di sì , che lo ricorda . * E che ne dici ? Ti piace ? Quel signore ti converrebbe perfettamente dal lato dell ' interesse e delle qualità morali , e domanda la tua mano . Le alternative sono tre . Il signore può piacere , può dispiacere , e può essere indifferente . La signorina deve esprimere francamente in quale di questi tre casi si trova . E se le piace , deve dirlo senza enfasi . E , se le dispiace , senza disprezzo , e sopra tutto senza fare mai la caricatura d ' un suo difetto o della sua professione . Uscendo dallo studio del babbo , dopo avere rifiutata una domanda di matrimonio , deve fare come se la memoria di quel fatto non avesse passata con lei la soglia dello studio , e non deve tenerne parola con anima viva , neppure colla più intima amica . Incontrandosi con quel signore dovrà trattarlo come qualunque altro che le sia stato presentato ; non attingere nessuna falsa vanità della sua domanda , e non attribuirgli la menoma umiliazione pel rifiuto patito . Sono tanto vecchia , ho tanto vissuto , che per ogni circostanza , mi torna a mente un avvenimento che calza appuntino . Era una fanciulla di provincia , che non aveva genitori . Non era abbastanza agiata per avere una istitutrice addetta alla sua persona . Viveva sola con uno zio vecchio e severo . Per una delle tante licenze poetiche rigorosamente vietate da tutti i codici delle convenienze , s ' era fidanzata di sua testa con un compagno d ' infanzia ; e con un coraggio degno di miglior causa , ed una fede idem , rifiutava tutte le proposte di matrimonio per aspettare che quel suo fidanzato minuscolo raggiungesse una situazione non ancora determinata , che si smarriva nel più lontano avvenire . Un giorno una conoscente di fuori città le mandò un bel giovine , un vero giovine con baffi e basette , munito d ' una lettera di presentazione . Andava a stabilirsi in quella provincia , e la signora , amica della madre di lui , voleva procurargli qualche conoscenza . Un ' altra sconvenienza . * Alle signorine senza mamma non si presentano giovinotti . Ma quella signora sperava di veder combinarsi un matrimonio , ed aveva presa la sola via che le era aperta . I due giovani si rividero in società , in teatro , e , per farla breve , perchè mi accorgo d ' essermi impegnata in una storia lunga , s ' innamorarono come due eroi da romanzo , malgrado quel fidanzatino più da romanzo ancora . Un bel giorno il giovine si presentò in casa della signorina portandole una lettera della signora che lo aveva presentato a lei , e che aveva riveduta in una sua gita a Torino . Lasciò la lettera ed uscì . Lo zio era presente , ma udendo che si trattava semplicemente d ' un ' epistola da signora , si risparmiò la briga di leggerla . Era quello appunto su cui il giovine aveva contato . La lettera era sua , e , confessando sentimenti che i suoi occhi ed il suo contegno avevano già rivelati , offriva la sua mano ed il suo cuore , e domandava alla signorina il consenso per chiederla in isposa allo zio . Precisamente il contrario di quello che avrebbe dovuto fare . Ma erano eroi da romanzo e dovevano passare di sconvenienza in sconvenienza . Infatti , la fanciulla non disse nulla allo zio , e , lottando col proprio cuore , innamorato del bel giovinotto coi baffi , e stemperandosi in lacrime , rispose segretamente nella prossima visita , che era fidanzata , e spinse l ' eroismo donchisciottesco , fino a dirsi innamorata di quell ' ombra di fidanzatino col quale giocava alla sposa . Il bel giovine fu desolato , pianse , prese atteggiamenti sentimentali , .... poi si fece sposo con un ' altra . Ma la signorina , che s ' era imposto un vero eroismo per rifiutarlo mentre ne era innamorata , pensò che l ' eroismo di cui nessuno è informato non ottiene il compenso d ' ammirazione che gli è dovuto . E narrò la sua grande azione ad un ' amica in tutta confidenza , tanto che vi fosse almeno una voce al mondo , per rimandare ai posteri la notizia di quel gran sacrifizio che si era compiuto in quel piccolo cuore . Il segreto fu così ben custodito che si seppe in anticamera ed anche in cucina . Uno di quei casi , che sembrano fatti apposta per gli eroi da romanzo , portò , poco tempo dopo , una cameriera che era allora in casa della signorina eroica , a servire la nuova sposa del giovinotto . Quella cameriera era una giovine invidiosa e pettegola . E però , appena ebbe veduto lo sposo , profittò di quanto sapeva per informare la sposa del precedente amore , della precedente domanda e del precedente rifiuto , tacendo , con malizia crudele , le lacrime che quel rifiuto aveva fatte spargere , e che erano a tutta gloria del giovine . Narrata così , la cosa era d ' una trivialità .... La povera sposa si vide nel pericolo di accettare un uomo rifiutato , disprezzato da un ' altra . ( Oh ! disprezzato ! ) E , con quell ' amor proprio che distingue , o per dir meglio , accomuna tutti gli esseri umani , dichiarò che : visto e considerato che il tale giorno del tale anno , nella casa tale , il signorino aveva patito un rifiuto , la sua dignità la obbligava a dargliene un altro . Ma i parenti della sposa non potevano lasciar andare a rotoli un matrimonio ben assortito , per quella inezia ; si misero intorno al povero giovine , e lo indussero a scrivere alla infelice eroina del gran rifiuto , invitandola a dichiarare per iscritto , che lui non le aveva mai fatta domanda formale di matrimonio . " Da questo , scriveva , dipende per me una questione vitale . " La domanda che egli aveva fatta , in realtà , era tutt ' altro che formale , ma era una domanda di matrimonio bella e buona . Ad ogni modo però , quella povera fanciulla aveva troppo decoro , malgrado il suo curioso fidanzamento , per non mostrare di aver dimenticata tutta l ' importanza che lui aveva data a quel passo extralegale . E dichiarò che mai in eterno lui aveva pensato a lei , che la conosceva appena , ecc . E l ' altro matrimonio si fece . Morale . Una parola imprudente , suggerita dalla vanità di farsi vedere desiderata , può offendere l ' amor proprio di un uomo , e far nascere un ginepraio di guai , in cui la meno umiliata e ferita non è certo la signorina imprudente . * * * Se invece il partito proposto riesce simpatico , la risposta è favorevole ; e si fissa un giorno per presentare il pretendente sotto questo aspetto . Quello è il momento più difficile della vita d ' una fanciulla . Non sa che viso fare , nè che contegno tenere . Il mostrarsi allegra e contenta è sconveniente . Il mostrarsi dolente è assurdo , perchè è lei che l ' ha voluto . Il mostrarsi indifferente è scortese . Ma tutte le difficoltà scompaiono , quando una signorina si rassegna a non curarsi affatto del come deve mostrarsi , ed a lasciarsi vedere nello stato in cui si trova realmente : commossa , confusa , intimidita . Così è naturalmente , e così dev ' essere . Tutto quello che può far per dissimulare il suo imbarazzo riescirà artificioso e sguaiato . Allora sì , è il caso di non parlare se non è interrogata . E se lo sposo è un po ' ardito , e si fa coraggio a dirle : " Spero di non averla afflitta colla mia domanda " oppure : " Mi lusingo che non sarà pentita del favore che mi ha accordato " o qualunque altra cosa di questo genere , la sposa non deve mai tornire una frase da commedia per rispondere in modo lusinghiero . Risponda come le suggerisce il cuore , il quale in quelle circostanze non le suggerisce altro che un monosillabo , una breve risposta . " Ma no . " " Sa pure di no . " Ma glieli suggerisce uniti ad una confusione , ad un rossore , ad una peritanza dello guardo intenerito , che quel monosillabo , quella risposta breve riescono più lusinghieri di qualunque discorso . Da quel momento lo sposo ottiene l ' accesso in casa , e , se è in altra città , è autorizzato a scrivere ogni giorno alla sposa ; che è pure autorizzata a rispondergli . Molte volte , invece d ' essere simpatico , lo sposo è indifferente . E tuttavia , per qualche considerazione , che qui non è il caso di discutere , viene accettato . Questa sfumatura di sentimento però non cambia nulla al seguito delle cose . E dopo il consenso della signorina , i due fidanzati , che ieri non si conoscevano affatto , sono obbligati a vedersi o scriversi periodicamente e con intimità . Quasi tutte le signorine si credono in dovere , da quel momento , di mostrare una passione da Desdemona , di persuadere anche l ' infelice , accettato per cento ragioni che non hanno nulla a che fare col cuore , che l ' adorano addirittura , " Fra quanti figli della terra il sole Veggon , e il cielo degli Dei stellato . " È un errore che una signorina di tatto deve evitare . Le sue lettere ed i suoi discorsi possono parlar d ' altro che d ' un amore che non ha nel cuore , e che le espressioni forzate non faranno nascere . Al di sopra di tutte le regole di civiltà , di tutte le cortesie , di tutte le virtù , si deve metter sempre la verità . Si può ( almeno è una cosa che accade ) accettare uno sposo senza esserne innamorata ; ma non si deve fingere , per ingannarlo colle apparenze d ' una passione che egli non ispira . Anzi , una signorina veramente per bene , dovrebbe in coscienza rivelare allo sposo che lo accetta , lo stima , non ama un altro , ma non è innamorata di lui . Ma tratto tratto mi accorgo che è difficile tracciare una linea di demarcazione tra le regole di cortesia e quelle dell ' onestà , ed invado un campo estraneo al mio lavoro . Torniamo alle inezie : La fidanzata non accetta nessun dono ; tutt ' al più , se i genitori si tengono sicuri che tutto procederà bene , possono permettere fra i due giovani lo scambio delle fotografie . E la gioia di poter vedere il fidanzato in casa sua , una signorina dovrà pagarla con una rinuncia assoluta ai balli , ai teatri , alle conversazioni numerose . Ben inteso che non si lagnerà mai di questa privazione . Non sarebbe più quella signorina educata che s ' è mostrata sempre , se facesse sentire al fidanzato il sacrifizio che le costa . E quello è il minore degli atti d ' eroismo che la perfetta convenienza richiede dal suo giovine cuore . Supponiamo che un giorno la mamma sia fuori di casa , oppure non sentendosi bene , sia rimasta a letto . Ed il fidanzato ha avvisato che a quell ' ora farebbe la sua visita . ( Un fidanzato ammodo avvisa sempre , e non arriva , come una tegola sul capo , quando meno lo si aspetta ) . Eccolo . La signorina conosce il suo modo di sonare . È lui . La cameriera lo annuncia . Quel povero cuoricino balza di gioia . Avrebbe una cosa da dirgli , proprio a lui solo , e tornerebbe tanto a proposito cogliere quell ' occasione ... Ebbene no . Deve avere il coraggio di rinunciarvi . Una signorina non deve ricevere il fidanzato quando è sola . E dice alla cameriera : * Marietta , digli che la mamma non c ' è ; non posso riceverlo . E , quando lo rivede , le pare di volergli più bene dopo quella privazione che gli ha imposta . Poveretto , come deve averne sofferto ! Vorrebbe compensarlo con un po ' d ' espansione , chiamarlo semplicemente col suo nome . E neppure questo le è concesso , dicono le regole di convenienza . Il loro modo di trattarsi dev ' essere affettuoso , amichevole , ma non mai confidenziale . Bisogna darsi del lei , e non anticipare le espansioni reciproche , nè i nomi di parentela alle future suocere , ai cognati . Un matrimonio può andare a monte , ed allora tutte quelle famigliarità anticipate rendono più difficile la situazione . Come si fa ad incontrare come un indifferente , senza arrossire , senza confondersi , un uomo a cui si è dato del tu ? Non anticipi nulla , signorina . Lasci che il tempo maturi gli avvenimenti . I frutti acerbi hanno sempre un fondo di asprezza , mentre sono tanto buoni e dolci i frutti maturi . CAPITOLO II . La sposa . Annuncio delle promesse * Visite * Corredo * Doni nuziali * La sera del contratto * Circolari ed inviti * Al municipio * Colazione * In chiesa * Viaggio di nozze . Ecco ; il tempo ha già mutate le circostanze . Omai i babbi hanno finito di parlamentare a lungo in segreto col notaio . Sono perfettamente d ' accordo su tutti i punti . Il contratto è tutto steso come si dovrà leggere a suo tempo ; ed il matrimonio è fissato a due mesi di data . Non si va ancora a teatri nè a feste . Ma la vita è tutta una festa . Ormai il matrimonio non è più un segreto per nessuno . Si mandano agli amici ed ai conoscenti dei bei cartoncini levigati sui quali è litografato in caratteri inglesi : Elisa Elisei * Bernardo Bernardi Promessi sposi . Un poema ! E lo sposo ha già offerto alla sua futura compagna un ricordo ; di poco valore ma tanto caro ! E dietro l ' invio di quegli annunci è venuta in casa una pioggia di carte da visita colle iniziali P . C . scritte a mano che vuol dire per congratulazioni . * Profondamente sentite come profondamente espresse . * Ma cosa importa ? La sposa ha tanta esuberanza di gioia , e d ' affetto nel cuore , che può metterne dove mancano . E tutti quelli che incontra , tutti i visitatori si rallegrano con lei , e le fanno augurii , e si mostrano così contenti , che finisce col persuadersi che il suo matrimonio forma la felicità di mezzo un paese . E scrive la grande nuova alle amiche lontane ; e tra lettera e lettera vi sono i mazzi di fiori , e le scatole di dolci che porta lo sposo , e che lei può accettare , ormai , liberamente . E la mamma tratto tratto ha una piccola faccenduola , che la chiama nella stanza vicina ; è lì , coll ' uscio aperto , senza dubbio ; ma è tanto presto fatto dirsi una parola : * Non è pentita della sua promessa ? * Pensi ! * Mi dia la mano . Dica , mi vuole un po ' di bene ? * Stia zitto . Viene la mamma . * Soltanto una parola , dica ? * Lo sa pure . Tutte le dichiarazioni da commedia , non riesciranno mai a ritrarre la poesia di quelle paroline esitanti e misteriose . E tutto questo una sposa lo può fare , senza la menoma sconvenienza . Intanto la sarta le prepara un bell ' abito nuovo , da signorina , ma più elegante di quelli che ha portati fin allora ; e la sposa , tutta ornata di quella nuova abbigliatura e della nuova gioia , va colla mamma a presentare lo sposo ai parenti ed agli amici più intimi . E si fanno gli itinerari pel viaggio ; si può parlarne liberamente . * Andremo qua , e là , e poi là . Staremo fuori tanto tempo ; vedremo questo e quell ' altro . Ed il corredo ? La sposa ne ha stesa la lista , ha assistito colla mamma a tutte le compere . Ha scelti lei tutti i modelli , le tele , le guarnizioni . E , man mano che ne giunge una parte , è lei che la riceve dalle mani delle operaie , ed esamina accuratamente oggetto per oggetto , prima di accettarli . Sarebbe trascurata una sposa che non facesse tutto questo . È una dolce occupazione , continuamente interrotta da dolci improvvisate . Tutti i parenti le mandano , o le portano un dono . Lei non ha che da accettare , ringraziare , esser contenta , e , ad ogni visita dello sposo , rendergli conto di tutte quelle novità , ed esser contenti in due . Ma la gioia delle gioie l ' aspetta la mattina del giorno fissato pel contratto . Lo sposo le manda una scatola , un cofanetto , un tavolino da lavoro , un oggetto a sua scelta , che , qualunque ne sia la forma , è sempre una cornucopia della fortuna dal quale escono ogni sorta di meraviglie . Sono i doni nuziali , * quello che i Francesi ed i Piemontesi chiamano il Panier galant , e che , per regola generale , deve rappresentare un valore tra il cinque ed il dieci per cento della dote della sposa . Ma una sposa per bene non fa questi calcoli : o se ha il cattivo pensiero di farli , deve avere il buon gusto di non esprimerli , neppure colla propria famiglia . In quel cofanetto trova l ' abito bianco sacramentale pel giorno delle nozze , alcuni altri abiti ; uno o più scialli turchi , e di Casimira . Se lo sposo possiede trine di famiglia , la loro tinta giallognola apparirà tra i freschi colori delle stoffe moderne . Altrimenti saranno due guarnizioni di trine moderne e di valore che faranno le veci ; per lo più una di Bruxelles ed una di Chantilly . E finalmente una schiera di buste di velluto , colle iniziali del nuovo nome che la sposa sta per assumere , cioè del suo nome e del cognome dello sposo . Sono : i brillanti , ereditari o nuovi , che lo sposo può offrirle ; un finimento completo d ' oro e pietre ; parecchi anelli ; insomma i gioielli più o meno sfarzosi , a seconda della ricchezza e generosità dello sposo , fra i quali primeggerà la famosa catena coll ' orologio , che la sposa porterà quella sera stessa al contratto . Qualche volta lo sposo presenta in persona i doni , ma è sconveniente . Obbliga la sposa e la sua famiglia a fare meraviglie e ringraziamenti ripetuti , per ogni oggetto , a misura che li osservano ; e mette sè stesso nella situazione imbarazzante di stare ad aspettare , ad una ad una , quelle esplosioni di riconoscenza , e di rispondere a ciascuna con un complimento , che , per l ' identica uniformità del caso , può avere ben poche varianti . Uno sposo ammodo manda i doni il mattino , e ne riceve i ringraziamenti , tutti in una volta , più tardi , quando va a fare la solita visita . I doni vengono esposti col corredo nella camera della sposa , dopo la lettura del contratto , tutti gli invitati sono condotti ad ammirarli . È un ' usanza brutale , perchè , sebbene in molti casi lusinghi l ' amor proprio del donatore , stabilisce sempre dei confronti indelicati . Infatti , dopo quelle esposizioni , è raro che non si sentano dei commenti di questo genere : * Che spilorceria il dono della tale signora ! * E quello della tal ' altra , che cattivo gusto ! Ed in causa dell ' esposizione i doni nuziali si fanno , più che per islancio di cuore , per quello che dirà la gente ; le famiglie poco agiate s ' impongono dei sacrifici per far buona figura all ' esposizione dei doni , e difficilmente combattono un vago risentimento contro la sposa , che fu la causa involontaria di uno squilibrio nel loro bilancio . Ed il corredo poi .... via , proprio non so approvare che venga messo in mostra a quel modo . È un fatto indiscutibile che si usa . La signorina Rotschild , che maritandosi ebbe un corredo di dugento cinquantamila lire in biancheria , aveva consacrate parecchie camere all ' esposizione delle camicie , delle gonnelle , dei calzoni . I giornali ne fecero minute descrizioni . Ma , dopo aver adempito al mio debito accennando quest ' uso , sento il bisogno di aggiungere , a titolo di consiglio , che sarebbe meglio non seguirlo . Mi sembra che quelle biancherie , tanto intimamente personali , debbono avere il loro pudore , o piuttosto , che facciano parte del nostro . Una giovinetta non può a meno di arrossire , mostrando ad un uomo le sue camicie . Io conosco una bella sposina , maritata da parecchi anni ; la vigilia delle sue nozze , un giovinotto , che frequentava la casa , mi descrisse il corredo , poi soggiunse : * Mi ha fatto veder tutto . Fino le calze che metterà domani . Non ho mai potuto dimenticare quella circostanza . La confidenza , fatta ad un giovine , delle proprie calze , mi ha spoetizzata . Ancora adesso , quando incontro per via quella bella donnina , comunque sia vestita , traverso il velluto , il raso , la seta , un ' illusione ottica mi fa vedere le sue calze . E sarei pronta a scommettere che quel giovinotto prova la stessa illusione . Cosa ne penserebbe la bella signora se lo sapesse ? E , sopratutto , cosa ne penserebbe suo marito ? Lo sposo dovrà mandare un dono anche alle sorelle ed ai fratelli nubili della sposa ; e la famiglia di lui ne offrirà alla futura parente . Quella sera la sposa distribuirà i suoi gioielli da signorina alle sue amiche più intime . Nè la sposa , nè la sua famiglia , debbono far doni allo sposo . Però vi sono paesi in cui la futura moglie deve offrire al futuro marito uno spillo di brillanti , in segno di unione . Pare che là non conoscano il proverbio : " Dono che punge , l ' amor disgiunge . " Ad ogni modo , in questa , come in tutte le circostanze in cui vi sono formalità convenzionali da compiere , la perfetta convenienza sta nell ' uniformarsi agli usi del paese dove si vive , e non a quelli del paese proprio , quando se ne vive lontano ; poichè nulla è più indelicato ed egoistico , che il respingere i costumi della città dove siamo ospitati . Il contratto nuziale viene letto dal notaio , ad alta voce e per intero , alle persone invitate , e , dopo la lettura , lo sposo deve essere il primo a sottoscriverlo . Porge poi la penna alla sposa ; in seguito firmano i parenti , ed ultimi gl ' invitati , cominciando dalle persone più ragguardevoli per età e grado sociale . Tutte le persone che firmano il contratto , se non lo hanno fatto prima , sono in dovere di mandare un ricordo alla sposa . Debbo aggiungere , e confesso che lo aggiungo con piacere , che , da qualche tempo , le persone d ' animo raffinato vanno smettendo quest ' usanza indiscreta di leggere i fatti loro dinanzi ad una numerosa società . Può darsi che la sposa abbia una dote modestissima , che il babbo , un po ' avaro , le abbia ristretta oltremodo la somma destinata al corredo . Quegli indifferenti invitati , che sono là per divertirsi , si divertiranno facendo commenti : " Per quella dote avrebbe l ' obbligo d ' essere un po ' più bella .... la legge di compensazione . " Duemila lire di corredo ! Ma se farà una malattia le verranno meno le lenzuola . " Oppure è lo sposo che non ha un patrimonio corrispondente alla dote , e patisce un ' umiliazione , che la delicatezza della sposa deve sapergli risparmiare , sopprimendo la formalità della lettura del contratto . Anche quando tutto è perfettamente equilibrato , c ' è sempre , se non altro , il gergo notarile che fa ridere . Ultimamente ho assistito ad un contratto ; lo sposo aveva varcato il mezzo secolo , e la sposa gli stava indietro di poco . E quel buon uomo di notaio non la finiva di ripetere che erano maggiorenni . Oh mio Dio ! Chi ne dubitava ? Udii un cugino della sposa che diceva ad un altro cuginetto di diciott ' anni : " Come ! Rita è già maggiorenne ? Ed io che ti avevo preso pel suo tutore ! " In quello stesso contratto , descrivendo le proprietà dello sposo , il notaio leggeva d ' una casa " ed annesso giardino con cinta di muro , chiuso da doppio cancello . " " Sfido ! dicevano gl ' invitati , con una sposina appena maggiorenne le precauzioni non sono mai troppe . Ai due cancelli bisogna mettere due catenacci . " * * * Otto giorni prima del matrimonio , si mandano le circolari alle persone che si vogliono invitare , indicando l ' ora in cui si andrà al municipio , alla chiesa , ecc . L ' invito deve essere su cartoncino lucido , diviso per metà da una linea verticale . Alla destra , sarà stampato l ' invito a nome dei parenti della sposa , a sinistra quello dei parenti dello sposo . Le signorine mature , che vivono sole , faranno l ' invito a nome proprio ; ed in tal caso lo sposo , anche avendo i genitori , dovrà fare altrettanto . Oppure la sposa si fa fare , per la prima volta , delle carte da visita col suo nome da signorina , ( è l ' unica circostanza in cui le sono permesse ) e si mandano ai conoscenti le carte da visita dei due sposi , unite da un anellino d ' argento o d ' oro . Però quest ' uso , nato pochi anni sono , è già quasi abbandonato . Ed infatti , perchè voler fare da sè , e mettere da parte i genitori , che hanno sempre annunciato loro i matrimonii dei loro figlioli ? Sembra che gli sposi si vogliano emancipare con quelle carte da visita personali . Si emancipano già col matrimonio ; perchè togliere a genitori quell ' ultimo atto di tutela , che non impone nessun vincolo , ed è un segno di rispetto ? Io lascerei le carte da visita alle vedove ed alle zitellone orfane . Ma finchè una sposa ha i genitori , qualunque sia la sua età , sono loro che la maritano , è da loro che lei riceve la mano dello sposo che ama … , o che non ama ; e tocca a loro annunciarlo alla società . * * * Nell ' epoca di positivismo in cui viviamo , si usa fare prima il matrimonio civile , e dopo l ' ecclesiastico ; prima il contratto , poi la cerimonia ; prima la prosa , poi la poesia . Per recarsi al municipio la sposa fa una toletta , elegante quanto vuole , ma sempre una toletta da visita , col cappellino assortito . La sposa , che quel giorno è il personaggio più importante , siede a destra nella prima carrozza , a sinistra sua madre , o quella parente che ne fa le veci . Sulla panchina dinanzi siedono , in faccia alla sposa , il suo babbo , in faccia alla madre , il testimonio della sposa . Nella seconda carrozza si mette lo sposo coi suoi genitori , o se non li ha , con quel parente che li ha suppliti nella domanda di matrimonio , e la signora che l ' ha assistito nella compera de ' doni , e nell ' allestimento della casa ; con loro deve entrare il testimonio dello sposo . Nelle altre carrozze si collocano i parenti e gli invitati . Tutto il corteggio parte dalla casa della sposa . Per lo più , tornando dal municipio , si offre agli invitati una colazione , che deve dare la famiglia della sposa in casa sua . A tavola gli sposi siedono vicini ; a destra dello sposo la suocera , a destra della sposa il suocero . Dopo la colazione la sposa cambia d ' abito . Si veste di bianco col velo ed i fiori d ' arancio ; oppure toglie solamente il cappello e si mette il velo bianco . Ed all ' ora stabilita , coll ' ordine di prima si parte pel matrimonio ecclesiastico . La sposa entra in chiesa dando il braccio a suo padre , e ne esce dando il braccio al padre dello sposo . Lo sposo entra accompagnando la suocera . Il babbo , che rimane libero , dà il braccio alla mamma che rimane libera in tutti e due i casi . E nel ritorno , la sposa entra in carrozza colla suocera , ma non prende più la destra . La cerimonia è compiuta , passata . Ella cessa d ' essere nella situazione eccezionale di sposa : è una giovine signora , e deve alla suocera , ed alla vecchia signora , il riguardo di cederle la destra in carrozza . Il suocero si colloca in faccia alla sposa ; lo sposo in faccia alla propria madre . In molti casi si differisce il matrimonio ecclesiastico fino alla sera o al mattino seguente , ed allora invece d ' una colazione , la famiglia della sposa offre un pranzo . Le spose che hanno passato i venticinque anni non si vestono di bianco . Ed ora l ' indifferenza scettica da cui siamo dominati va abolendo quel costume anche nelle giovani , ed accade di vedere giovinette di sedici o diciott ' anni che vanno a marito senza l ' abito bianco nuziale . Non posso a meno di dire che fanno male . Capisco le prime . La loro età richiede una serietà maggiore . Ma una giovine sposa perchè toglierebbe una parte di solennità a quella cerimonia che è la più importante della sua vita ? Ho conosciuto una signorina , che per una serie di circostanze troppo lunghe a ripetersi , dovette maritarsi sull ' alto d ' una montagna , dove possedeva un villino , e nel cuore dell ' inverno . Il suo villino non aveva cappella , e c ' erano due miglia di strada , impraticabile alle carrozze , per scendere ad una chiesuola del villaggio . E tuttavia si vestì di bianco , e fece , in quel gelido costume , la lunga strada sulla neve , per inginocchiarsi in abito nuziale accanto al suo sposo , che anche lui era rigorosamente in abito nero . Confesso che , quando mi narrò questo particolare delicato , ne fui profondamente commossa . Le signorine mature , per lo più , semplificano la cerimonia andando prima al municipio , e di là direttamente alla chiesa in completo costume da viaggio . Vanno alla colazione così , e partono senza cambiar toletta . Le vedove che si maritano devono fare lo stesso . Nel matrimonio d ' una vedova , qualunque pompa è della massima sconvenienza . In chiesa una vedova deve fare il matrimonio a porte chiuse ; non deve mandare prima delle nozze la partecipazione della promessa ; non fa inviti . Dopo il matrimonio , entro otto giorni , si mandano le circolari coll ' annuncio che il matrimonio ha avuto luogo . Le partecipazioni dopo le nozze sono di primissima necessità , e si deve essere larghi nel distribuirle anche alle lontane conoscenze . È un riguardo che lo sposo deve a sua moglie , per non esporla ad incontrarsi , essendo al suo braccio , con qualche compagno di gioventù di lui , che la prenda in fallo , o con qualche signora che esiti a salutarla . Tutte le conoscenze dello sposo debbono essere informate del cambiamento , avvenuto nella sua situazione , ed aspettarsi d ' incontrarlo colla moglie , per essere pronte a salutarla come tale . Per questo riguardo anche le vedove debbono mandare le partecipazioni del matrimonio compiuto . Tutte le spese del matrimonio , comprese le carrozze , se le rimesse delle famiglie non le forniscono , sono a carico dello sposo . Una volta era , se non un obbligo , un ' abitudine per la sposa di sciogliersi in lacrime nell ' andare all ' altare . Gli occhi umidi ed accesi , le labbra tumide , il naso rosso come una ciriegia , facevano parte della tenuta di rigore per una sposina ammodo . Lo sposo , se non altro per amore di simmetria , non doveva mostrarsi lieto , in faccia a tanto dolore ; si atteggiava al più profondo compianto , dinanzi alla lacrimevole situazione della fanciulla . Il sacerdote , compreso della necessità di mettersi all ' unisono , recitava un predicozzo straziante ai due sventurati giovani , e tutte le signore lacrimavano nelle pezzuole ricamate . Se un indiano fosse entrato in una chiesa durante la cerimonia nuziale , al vedere il pubblico , e specialmente la sposa in quello stato di desolazione , l ' avrebbe creduta una suttie , da ardere sul rogo del marito estinto . La prima sposa giovane che fu veduta maritarsi senza piangere , fu la principessa Margherita . Tutti sanno che a Torino vi sono , o vi erano allora quattro signorine di famiglie patrizie , le quali avevano il gentile diritto di accompagnare all ' altare le principesse della casa reale e di portare poi in capo quando andavano a marito , gli stessi fiori portati dall ' augusta sposa . Ereditando i fiori della principessa Margherita , quelle signorine ne ereditarono naturalmente il diritto di non piangere . Ed infatti la cronaca assicura che quando si sposarono non si presentarono cogli occhi gonfi e col naso rosso . Fin d ' allora dunque le lacrime furono messe da banda , a grande soddisfazione degli sposi , che s ' accomodavano male di quelle scene in cui facevano la parte di necrofori , seppellitori di Vestali . Questo non vuol dire che le signorine amino meno la loro famiglia , e ne sentano meno il distacco . Si sono fatte più coraggiose e ragionevoli ; hanno compreso che le loro lacrime non farebbero che affliggere maggiormente i loro cari , e che infine , per un matrimonio accettato da loro , e con pieno aggradimento , quell ' atteggiarsi da vittime sarebbe un ' incoerenza . Al momento poi di dire addio al babbo , alla mamma , alla casa paterna , di entrare in carrozza e di partire , se i singhiozzi fanno gruppo alla gola , se le lacrime fanno violenza alle ciglia , lascino che il loro cuore si sfoghi : non è che un istante . I cavalli scalpitano , i bauli sono già alla stazione ; fra pochi minuti il fischio della macchina a vapore dirà alla mamma commossa , che la portiera del coupè s ' è chiusa sui due viaggiatori , e che il primo bacio di sposa ha cancellato quelle ultime lacrime di fanciulla . * * * Nota dell ' autrice . Nel correggere le bozze mi accorgo che il periodo seguente non ha nulla a che fare colle leggi di convenienza . A scarico di coscienza ne prevengo lealmente le lettrici . Se , come credo , non si curano punto delle mie opinioni personali sul viaggio di nozze , possono saltare queste pagine senza offendere nè me , né il mio libro . LA MARCHESA COLOMBI . Ho udito alcuni sentimentali vaporosi , esclamare che il viaggio di nozze è una profanazione ; che : " si vanno disseminando le più care memorie nelle camere d ' albergo ! Vorrebbero la villetta isolata , e rinchiudervisi : " solo con sola Dido Enea ridotto . " E ripetersi giorno e notte : * Amoris tui solum et dives sum satis ; e quando se ne vanno pei fatti loro , le più care memorie , rinchiuderle tutte là sotto chiave . Sono spiriti unilaterali , e non comprendono che una felicità unilaterale . La felicità del viaggio di nozze invece è un prisma . In viaggio gli sposi si studiano , si conoscono , si apprezzano sotto mille aspetti diversi . Pensano : * Come saprà adattarsi agli inconvenienti del viaggio questa persona che ha vissuto sempre fra le agiatezze ? Saprà resistere alle fatiche delle lunghe corse , delle abbigliature mattutine , delle visite assidue alle chiese , ai musei ? Ed i suoi gusti artistici ? Cosa dirà di quel quadro ? di quella statua ? Che impressione le farà quella musica , quel dramma ? Come saprà discorrere nell ' espansione della vita intima ? Capirà , gusterà le bellezze della natura ? Avrà impeti entusiastici , calore d ' ammirazione e quella dolce bontà indulgente che porta a vedere alla prima il lato bello e buono di ogni cosa ? Ed avrà spirito d ' osservazione , intelligenza critica , e carattere pieghevole ? Oh , le delizie del viaggio di nozze ! Avere innanzi a sè una lunga serie di giorni , completamente liberi da qualunque cura , all ' infuori del proprio amore e delle proprie gioie . Andar incontro all ' ignoto che si annuncia con tinte color di rosa , come il sole col crepuscolo ! E sentirsi nell ' anima la convinzione che inebria e riposa , d ' avere un essere sulla terra pel quale siamo il primo pensiero , il primo affetto ed anche il primo dovere . E con quest ' essere amante e caro , prendersi allegramente a braccetto , ed affrettarsi per le strade , unendo il passo e parlandosi con abbandono ; e poter ripetere a se stessi : Abbiamo diritto d ' amarci ! Lo neghino pure i romanzieri , ma il diritto di amarsi alla luce del sole , senza menzogne , senza rossori , sarà sempre la poesia dell ' amore . Ed a poco a poco si comprende che quelle ore di espansione e di delizia non sono più misurate dalla durata d ' una visita ; che si ripetono senza interrompersi , e si ripeteranno sempre , per un tempo lungo , infinito . L ' ora del pranzo , l ' ora del riposo non li separa più . Oh la dolce prosa della vita materiale ! Sedere insieme ad una mensa d ' albergo interrogandosi a vicenda sui propri gusti , confessando di aver appetito , mangiando allegramente * à la guerre comme à la guerre , * dandosi del tu presente una quantità di persone , pagando il conto colla borsa comune ! Tutto il resto può parere un sogno poetico da menti innamorate ; ma il primo pranzo all ' albergo , è pretta realtà . Dopo il primo pranzo soltanto gli sposi sentono che quella felicità è vera , positiva , che le loro esistenze si sono congiunte per la vita vera , con tutto il suo corredo di spirito e di materia , di poesia e di prosa . E poi vi sono le ore in cui non sono soli : al teatro , al caffè . E nella piena libertà del viaggio da nozze rigustano il mistero d ' una stretta al braccio , d ' una mano presa furtivamente , del lungo sguardo appassionato che narra un ' illiade di desideri , dello sguardo fuggevole e lampeggiante , che dà il fremito e l ' ebbrezza d ' un bacio . A traverso quel turbine di godimenti , in quel sogno di delizie , vedono azzurreggiare , in un prossimo avvenire la placida promessa d ' una casetta tranquilla , dove saranno padroni e soli , e dove si vedranno sotto un aspetto nuovo , nell ' uniformità della vita casalinga ... È un ' altra serie d ' incanti , che promette loro quel dolce riposo dopo tanto movimento . I sentimentalisti che , pel culto delle memorie , hanno cominciato dalla fine e si sono isolati , hanno sacrificate tutte le immense dolcezze del viaggio e non le ritroveranno più tardi , perchè il viaggio di nozze è un frutto che fuori stagione non si gusta più . È vero che non hanno disperse le memorie care negli alberghi , e le hanno gelosamente rinchiuse ; ma son ben certi che , a lungo andare , non ci sia entrata la sazietà o la noia , a metterle in fuga come una nidiata di passeri ? Per quell ' affetto che m ' ispirano le mie lettrici le consiglio , qualunque sia la loro età , il loro grado di agiatezza , non rinunzino al viaggio di nozze , anche a costo di qualche sacrifizio d ' interesse , di qualche privazione . Tutte le felicità che potrà dar loro l ' avvenire , non le compenseranno mai di quella immensa gioia perduta . PARTE QUARTA A mezzo del cammin di nostra vita . CAPITOLO I . La Signora . Ritorno dal viaggio * In famiglia * Visite * Pranzi in casa propria * Pranzi d ' invito * Ricevimenti * Balli * Teatri * Ai balli * In campagna * Corrispondenza . * Ma , marchesa , io non ci sono giunta ancora a mezzo del cammin di nostra vita . * Scusi , ha marito ? * Sissignora , ma ho appena diciasette anni . * Non importa . Se ha marito , questa parte del mio libro la riguarda . S ' è maritata assai presto ; ma questo non toglie che , dal giorno in cui è diventata una signora , la parte ingenua , ridente , spensierata della sua esistenza è passata . Non vadano in collera , signori mariti ; non protestino . Non intendo dire che il matrimonio non abbia le sue grandi gioie , che il loro affetto di sposi non dia alle loro compagne soddisfazioni forse , e senza forse , maggiori di quelle vaporose e inconsapevoli che ebbero da fanciulle . Ma loro sanno che una signora maritata , qualunque sia la sua età , assume il governo della casa , riceve il grave deposito di un nome di cui è responsabile , risponde dell ' onore di quel nome , e del decoro della famiglia . I misteri che ha scoperti hanno sfrondate molte delle sue illusioni e le hanno insegnate delle verità dolci e tremende . D ' allora la spensieratezza non le è più possibile . È entrata nel periodo serio della sua esistenza , ed avesse pure quindici anni soltanto , ha acquistate tutte le responsabilità , tutti i doveri d ' una persona che è giunta " A mezzo del cammin di nostra vita " * * * La vecchiaia concede privilegi straordinari . Io mi valgo della mia cuffia e dei miei occhiali , per introdurmi nel nido della sposa appena tornata dal viaggio ed assicurarmi co ' miei occhi , se sa essere una signora , com ' è stata una signorina veramente ammodo . Verifichiamo prima di tutto gli arretrati . * Ha scritto ogni giorno alla suocera ed alla mamma durante il viaggio di nozze ? * Un giorno a Firenze , ero stata a San Miniato .... ero così stanca non ho proprio potuto . Ed un ' altra volta a Livorno .... * Ebbene , bisognerà farne delle scuse , e riconoscere d ' aver mancato ad un dovere , verso la suocera ; quanto alla mamma .... * Oh ! alla mamma ho scritto sempre . Me lo figuravo . Eppure là l ' indulgenza era sicura , l ' affetto non correva pericolo . Quella che va trattata sempre in modo da guadagnarne il cuore , è la suocera , sono i parenti del marito , che nutrono sempre una vaga ostilità contro quella giovine , la quale , arrivata ultima , s ' è fatto il posto più largo nell ' animo del loro figliolo , se lo è accaparrato , l ' ha fatto suo , e d ' un balzo ha messo tutti gli altri affetti al secondo posto ; ed a che distanza anche ! La mamma è già venuta lei a vederla ? Era alla stazione ad incontrarla ? Oh le mamme ! Ebbene , la sua prima visita , ora ha da essere per la suocera . Vediamo i bauli . Vi sono i doni per la famiglia del marito ? Benissimo . Bisognerà mandarli subito , ed al tempo stesso , annunciare alla suocera che andrà con suo marito a salutarla in giornata . È venuto un fascio , una pioggia di carte da visita , in risposta alle partecipazioni . Si deve fare una scelta d ' accordo col marito , una scelta accurata delle famiglie colle quali si vuol mantenersi in relazione . A quelle non si manda una carta , ma ci si va in persona col marito o con una signora della famiglia di lui . Alle altre , l ' invio d ' una semplice carta dei due sposi , dice urbanamente che sono grati della loro memoria , ma non intendono continuar le visite . Quelle sono le così dette relazioni di saluto . Si conoscono , s ' inchinano per via , si scambiano parole scontrandole in compagnia ; ma tutto finisce lì . * * * Alcuni anni or sono ricevetti una lettera da uno dei miei molti nipoti , nella quale mi diceva , dopo tante belle cose : "....e ti confesso che il mio secondo anno di nozze fu assai meno beato del primo . E sì , che ci ho Ninì , il mio dolce amorino biondo color di rosa , che comincia a dire bab ... bo . Nelle mie ore di noia ho fatto una scoperta che non può essere senza importanza per la società . Ho trovata la vera causa della poca devozione degli uomini pel settimo sacramento . È una specie di malattia nervosa , che si sviluppa , dopo la luna di miele , nelle facoltà visive del marito , e gli fa apparire tutte le mogli degli altri più attraenti della propria . Se tu trovassi un buon oculista , che volesse occuparsi di questa oftalmia maritale .... " Partii immediatamente per Torino , senza medico oculista , s ' intende . Sotto il melanconico umorismo di mio nipote , c ' era qualche cosa di amaro , che mi fece temere per la felicità avvenire di quella famiglia . Tuttavia avevo un vago presentimento che , a guarire la malattia di Primo , basterebbe la mia vecchia esperienza . Giunsi inaspettata . Primo era fuori . La cameriera mi disse : * La signora è rientrata or ora dalle visite ; si sta mettendo in libertà . Mettersi in libertà ! Era la chiave del mistero ! la prima causa della malattia del marito . Guai , alle mogli che si credono in diritto di mettersi in libertà quando sono in casa ! Ordinai alla cameriera di lasciarla fare , di non annunciarmi ; passai ad aspettarla in sala da pranzo , dov ' era già apparecchiata la tavola . L ' Emma entrò poco dopo . Era in abito da camera ed in pianelle . Una grazia di abito da camera ; ma era un abito da camera ; e portato con tutta comodità , discinto ; e là sotto la sposa non aveva fascetta . Le pianelle di raso azzurro , ricamate di perline rosee , sembravano quelle di Cenerentola che avessero finito coll ' incontrarsi per fare il paio . Ma erano pianelle . E quella toletta mattinale , calzata in fretta , era mal completata da un foulard bianco annodato intorno al collo . * Tuo marito non viene a pranzo ? le domandai . * Sì , verrà a momenti . * E ti metti a tavola a quella maniera ? * Scusi , nonna ; non prevedevo la fortuna della sua visita ; e , sa , in casa .... siamo soltanto noi .... * In casa ! ... soltanto noi ! soltanto ! quando siete tu e tuo marito ? Ma la tua casa è il tuo regno ; ma tuo marito è il tuo mondo . Cosa ci guadagni se le persone a cui hai fatto visita , e quelle che ti hanno scontrata per via ti trovano bella ? Nulla . Ma se ti trova bella tuo marito ; se gli piaci , è il suo amore che guadagni ; è la felicità della tua vita . Una lettrice : * Ah Marchesa ! Questa è la storia d ' uno dei sette peccati capitali di Eugenio Sue ; La … . * Ho capito . Non occorre dirne il titolo . Il mio libro lo possono leggere anche le signorine . È per questo che cercavo di dare un ' altra forma alla tesi di quel racconto , ma non voglio che mi si accusi di plagio . Ho dato all ' Emma quel romanzo e lei v ' imparò che una signora ammodo non deve mai trascurare il proprio vestire davanti al marito . Deve tenere gli abiti da camera per le ore mattutine o per la tarda sera in camera da letto . Ma durante il giorno deve portare abiti attillati , eleganti nella loro casalinga semplicità , oppure , il che è anche meglio , abiti da casa chiari , di forma speciale che non si possano portare fuori di casa , che non siano nè il compassato costume da passeggio o da visite , nè il trascurato abito da camera . Qualche cosa di speciale , che le donnine di gusto sanno immaginare tanto bene coll ' aiuto d ' una buona sarta , e nel quale non manca una buona dose di civetteria , a tutto beneficio del marito . E questa toletta da casa dev ' essere portata con tutti quegli accessori che costituiscono l ' ordine : calze bene assortite ( nere sotto un abito bianco , carnicine o azzurre sotto un abito turchino , rosa pallido sotto un abito rosa , ecc . ) , qualche braccialetto , un nastro al collo o una cravatta . È così che un uomo è avvezzo a vedere le mogli degli altri , e se la sua è meno accurata , ne viene di conseguenza quella tale malattia agli occhi , per cui si vedono tutte le donne più attraenti della propria . L ' accuratezza , l ' eleganza bene intesa , sono una specie di nobiltà individuale . Ad una persona che vediamo trascurata e dimessa , finiamo per attribuire una specie d ' inferiorità ; ed al confronto delle altre , la trattiamo con quella stessa noncuranza con cui si tratta lei stessa . Vi sono molte signore che , come hanno abbigliature di casa ed abbigliature per uscire , hanno pure un tono di voce , delle maniere , ed un ' educazione di casa ; ed altre di gala . E , pur troppo , quelle di casa sono rozze ed elementari come una vera tenuta di fatica . * Vuoi bere ? domanda il marito a tavola . Sì . No . Oppure porge il bicchiere in silenzio . * Dio ! quanto mi dà sui nervi questo tintinnìo della forchetta sul piatto ! * Oh che noioso ! risponde la signora , la quale avrebbe ai suoi ordini tutto un frasario di scuse , se , invece che a suo marito , avesse urtato i nervi ad un primo venuto qualunque . E sorbisce la minestra con un rumore da tromba aspirante . E , dimenticando completamente la regola severa del collegio , di masticar sempre a bocca chiusa , lascia sonare quei mcia mcia pastosi che rivoltano lo stomaco a chiunque ha la disgrazia di mangiare con lei . Se avrà invitati , o se andrà a pranzo fuori non lo farà ; ma in famiglia ! Alla famiglia s ' ha diritto di rivoltar le budella , pur di fare i propri comodi . Sono queste signore che hanno inventata la frase volgare : * " In famiglia non si fanno complimenti . " Perchè non se n ' hanno a fare ? Non è in famiglia che si deve amare più e meglio , che fra semplici conoscenti ? Ed i complimenti non sono espressioni di sentimenti gentili ed affettuosi ? Eppure quelle stesse signore non rifiniscono di curare la propria camera , di ammonticchiar materassa sul loro letto , e dicono : * Si può soffrire un cattivo letto in un albergo , perchè ci si sta qualche notte di passaggio . Ma dove s ' ha da dormire tutta la vita , si vuole che sia comodo . Ebbene : i loro conoscenti le vedono soltanto di passaggio ; ma è il marito che s ' ha da sedere a mensa con loro per tutta la vita e per tutta la vita deve tenersele al fianco , e render loro mille piccoli servigi . Perchè non cercano di rendergli morbide le loro maniere , di appianare le asprezze del carattere , di addolcire la voce per lui , colla stessa cura con cui ammorbidiscono il letto a sè stesse ? Dipende da loro che il matrimonio riesca un letto di piume , o un letto di Procuste . Se sapessero come le ingentiliscono quelle paroline di cortesia : Grazie ; scusa ; quanto sei gentile ; non disturbarti , ecc . , ecc . Senza contare che gli uomini , meno graziosi , per natura , inclinano sempre ad esagerare per proprio conto il grado di emancipazione dalla civiltà , che la moglie accorda a sè stessa . E se lei riceve un favore senza ringraziarlo , e va a colazione spettinata , lui si crederà autorizzato a passeggiare per la casa in mutande ed a fumarle sul naso con una pipa di gesso ; troppo fortunata ancora , se l ' età o la calvizie non gli suggerisce di beatificarsi la giornata colle delizie d ' un berretto da notte . Una moglie , a meno che sia in una delle grandi situazioni sociali in cui una signora rimane quasi estranea alle modeste cure della famiglia , non deve mai affidare ad una cameriera nè ad altri la cura di sorvegliare la guardaroba di suo marito . Sarebbe dimostrargli un ' indifferenza scortese . Non deve abusare della sua compiacenza offrendolo troppo per cavaliere alle signore che non hanno chi le accompagni , tanto più se la signora a cui lo offre non può ispirarle nessuna gelosia . Se crede di poterlo fare senza dargli noia , potrà dire : " Mio marito avrà il piacere di accompagnarla . " Ma lascerà a lui la libertà d ' insistere più o meno su quell ' offerta . Nulla è più ridicolo di quelle mogli che dispongono così del marito come d ' una proprietà e ne fanno il cavalier servente di tutte le signore che non ne trovano altri . Dovrà pure evitare di dargli certi consigli : * Dà il braccio alla signora Tale . Oppure a tavola : * Versa da bere alla tua vicina . Avvisi salutari , senza dubbio , ma che fanno supporre che quella signora sia avvezza a vedere il marito mancar di cortesia , e perciò si creda in obbligo di suggerirgli le cose più elementari . Qualche volta dovrà farlo , se vede una vera mancanza ; ma avrà cura di volgere la cosa in ischerzo , mettendola sul conto della distrazione e mostrandosene abbastanza stupita per non lasciar credere che quello sia il modo abituale con cui il suo marito tratta le signore cominciando da lei . Sarebbe quanto dire : * Vedono che zotico ho sposato ! Se non foss ' io , ad insegnargli la creanza ! Se una signora , entrando a far visita in una casa , vi trova suo marito , dovrà salutarlo porgendogli la mano , subito dopo aver salutati i padroni di casa e le altre signore , e prima d ' ogni altro uomo . Se lui arriva in campagna o ai bagni dopo un certo tempo di separazione , e lei si trova ad accoglierlo alla presenza di altre persone , non eviterà per questo di corrergli incontro e di abbracciarlo ; se non lo facesse mostrerebbe di vergognarsi di dargli una dimostrazione d ' affetto . Ma dopo quella prima accoglienza dovrà subito ricordarsi dei doveri di cortesia e d ' ospitalità , e presentare il marito alle persone che non conosce ancora , se ce ne sono o ad ogni modo lasciare che faccia i saluti e complimenti che crede , e non accaparrarlo tutto per sè , e non domandargli particolari di famiglia di cui gli altri non sono informati o non si curano , e serbare le espansioni ed i discorsi intimi per più tardi , quando sarà sola con lui o in famiglia . Se il marito le offre un divertimento qualunque , una serata , un viaggio , l ' accoglierlo con freddezza , il mostrarvisi indifferente per far pompa di gusti casalinghi , è una mancanza di tatto , che tende a diminuire il pregio dell ' offerta ed umilia chi la fa . Qualche volta il marito approfitta del Natale , del capo d ' anno , dell ' onomastico , d ' una festa di famiglia , per offrire in dono alla sposa un oggetto che avrebbe dovuto provvederle . Il farne l ' osservazione sarebbe addirittura villano , come pure il calcolare sul prezzo della cosa offerta , e considerare quella spesa nel bilancio di famiglia . Un dono si accetta sempre come un dono , con elogi , ringraziamenti , e si mostra alle persone intime , e si ripete , che è una gentilezza del marito , precisamente come fosse d ' un ' altra persona . Al marito ed ai suoceri si deve il riguardo di aspettarli sempre prima di mettersi a tavola , e non si deve spiegare il tovagliolo che quando sono seduti . La moglie , alla tavola di famiglia , tiene sempre la destra del marito ; ma se c ' è una suocera , le cede il diritto di servirsi per la prima , e le risparmia tutte le brighe del servizio , il tagliare , il mescere , ecc . Gli stessi riguardi deve pure accennare di usarli anche al suocero , per deferenza alla sua età , ma non insistere se , come uomo , rifiuta d ' accettarli . Infine una signora educata non deve ammettere altra differenza tra il contegno che usa in società , e quello che tiene in casa fuorchè un grado maggiore di espansione . * * * Il giorno fisso per ricevere , per quanto si sia cercato di bandirlo , si è radicato nei nostri usi . Alcune signore stabiliscono una data ora ogni giorno , ed è ugualmente bene . Anticamente sarebbe stata un ' impertinenza . Erano soltanto i principi e le autorità , che potevano fissare un giorno od un ' ora alle persone a cui volevano far l ' onore di riceverle . Ma i semplici privati dovevano mostrarsi sempre pronti ad accogliere in qualunque giorno i loro eguali , che avevano la gentilezza di andarli a visitare . Accadeva però , che , mostrandosi sempre pronti ad accoglierli , erano sempre fuori , e non li accoglievano mai . Per cui si dovette adattarsi a dare alle visite quella specie di regolamento burocratico che è il giorno fisso . Parlando ad un ' altra signora , si potrà domandare in che giorno riceve . Ma parlando di noi stessi bisogna dire : " Sto in casa il tal giorno " per non darsi l ' aria importante d ' una piccola potenza , che tiene ricevimento ufficiale . Una signora che riceve non deve mettersi un abito di gala , ma neppure può tenere un abito troppo dimesso ; deve avere una toletta da casa elegante per mostrare ai suoi visitatori che ha pensato a loro , che s ' è preparata ad accoglierli . Le persone di buon gusto hanno abolito l ' usanza di far annunciare le visite dai servitori . Che Dio le benedica ! È la cosa più inurbana che si possa immaginare per mettere una signora nell ' imbarazzo . Entrare in una casa , e trovare un servitore che ci domanda il nostro nome come un avvocato fiscale che deve istituire un processo ! E dover rispondere a quella potenza d ' anticamera , la quale ci guarda con meraviglia , se ci permettiamo di far annunziare un nome qualunque , senza un po ' di marchesa o di contessa davanti ! Ed entrare in una sala presentate da un servitore ! Fu un pensiero gentile che fece dire alle padrone di casa moderne : * Le persone che vengono a farmi visita sono invitate da mio marito o da me , e però sono gente ammodo . Entrino dunque senza trovare inquisizioni per via , e sarò io stessa che dirò il loro nome agli altri visitatori , senza obbligarle a declinarmelo prima . Tuttavia vi sono ancora famiglie , che per fare una grandezza , continuano a far annunciare . In tal caso una visitatrice , entrando nell ' antisala , dovrà dire spontaneamente il proprio cognome senza nessun titolo , prima che il servitore , per adempire al suo incarico , sia costretto a rivolgerle la parola . La destra del camino , o del divano , durante le visite , è riservata alla padrona di casa . E per regola generale non la cede mai . Ma non deve dimenticare che non vi sono regole senza eccezioni . Un giorno parlando d ' una signora io dissi : * È molto giovine . Credo che non abbia ancora vent ' anni . * Davvero ? mi osservò un vecchio signore . Avrei creduto che ne avesse almeno settantuno . Lo sproposito era così grande , che lo presi per uno scherzo e lo pregai che mi spiegasse il perchè di quell ' unità su tante decine . * Perchè non ha ceduto la destra del camino a mia moglie che ne ha settanta . Vi sono poi certe superiorità d ' età , di grado , di meriti , così incontestabili , davanti alle quali anche una signora deve inchinarsi . Una mia amica , di un tatto squisito , incapace di commettere neppure l ' ombra d ' una sconvenienza , mi confessava d ' essersi alzata in piedi nel suo palco , quando le fu presentato Paolo Ferrari , alla prima rappresentazione del Cantoniere . * Cosa vuoi ? mi diceva ; quella sera era la figura principale del teatro . Ci dominava tutti . Ci alziamo pure quando entra il Re . Lui rimase imbarazzato sai ; ma io no . Ed aveva ragione . Era un ' irregolarità , ma una bella irregolarità ; felix culpa ; e provava che lei possedeva meglio di tutte il sentimento dell ' arte ; che il suo animo era più gentile . Dopo aver presentata l ' ultima venuta alle altre persone che sono in sala , una padrona di casa deve rivolgerle la parola direttamente , per far cessare la confusione che la presentazione ha potuto ispirarle e , soltanto dopo averla fatta parlare un momento , riprenderà il discorso interrotto dalla sua venuta , avendo cura di metternela a parte . Per congedarsi dalle signore , la padrona di casa si alza , e le accompagna fino all ' uscio della sala , e là ripete la stretta di mano e l ' inchino , senza fermarsi in complimenti che la terrebbero troppo a lungo lontana dagli altri visitatori . Credo di non dover aggiungere che non deve mai dir nulla fuorchè bene delle persone che sono uscite . Questa è la civiltà più elementare . Se agisse altrimenti , autorizzerebbe chi l ' ascolta a domandarle : * E perchè riceve , e ci espone a trovarci al contatto di persone , che non meritano la sua stima ? Qualche volta accade che appunto quando vi sono altre visite , capiti una di quelle tante sfortunate che si presentano alle signore per qualche raccomandazione ; per trovare un impiego , delle lezioni , ecc . La menoma freddezza nel modo di accogliere la persona disgraziata farebbe torto alla padrona di casa . Quanto più la situazione di chi viene a raccomandarsi è imbarazzante , altrettanto una signora per bene deve cercare di rassicurarla , usandole modi affabili e cortesi , presentandola ai suoi visitatori come un ' eguale , rivolgendo il discorso a lei come agli altri , e studiandosi di persuaderla , non colle parole ma col tratto , che la sua sventura non è che un titolo maggiore alla simpatia delle anime gentili . * * * " Souvenez vous toujours dans le cours de la vie , Qu ' un dîner sans façon est une perfidie . Assolutamente una perfidia , non voglio ammetterlo ; non arrivo fin là . Ma credano pure , signore mie , che il prender troppo sul serio la preghiera degli amici intimi di dar loro il pranzo di famiglia , non è il favore più grande che possano fare ai loro convitati . Il pranzo di famiglia , sia ; ma con qualche aggiunta . Un buon antipasto ; il piatto del compenso , ed il piatto del complimento , ed una bottiglia con tanto di polvere ; ed allora pazienza , il pranzo di famiglia sarà bene accetto . Altrimenti si corre il pericolo di ricevere la lezione che si ebbe un certo avaro , il quale invitò parecchi amici a pranzo e fece servire : una minestra di riso al brodo , un lesso di manzo , un piatto di spinacci , formaggio e pere . Dopo pranzo disse ai convitati : * Vedono che proprio non ho fatto complimenti . * Via , rispose uno di quegli infelici , non doveva poi obbedirci tanto strettamente . Del resto , per questi pranzi d ' amici intimi , basta ricordare quanto diceva Brillat Savarin , gastronomo di grande rinomanza : " Invitare una persona , equivale ad assumere l ' incarico della sua felicità per tutto il tempo che deve passare in casa nostra . " Ci si metta cordialità ed affetto , e basta . Ma dove si richiede tutta l ' intelligenza d ' una buona padrona di casa , è ai pranzi più o meno di gala . Lo stesso Brillat Savarin diceva che , perchè un pranzo riesca bene , i commensali debbono essere non meno delle Grazie , e non più delle Muse . Per verità io credo che , senza uscire dalla mitologia , si possa salire fino al numero delle Ore , senza inconvenienti . Purchè sia proporzionato il numero degli uomini e delle signore . Una vicina gentile , che potrebbe agitarsi , od anche cadere svenuta se nascesse una discussione , basterà sempre ad impedire ad un uomo educato di impegnarsi in quei discorsi di politica , di religione , che fanno bollire il sangue facilmente . Bisogna calcolare il numero di persone che possono stare alla tavola , a tutt ' agio con uno spazio non minore ai sessanta e non maggiore di settanta centimetri per ciascuna . Così non saranno nè strette nè isolate . E sopra tutto , per tutti i santi del paradiso , che non sieno tredici ! Lei , mia signora , non ha questi pregiudizi ; suo marito neppure . Ma qualcuno de ' commensali potrebbe averli ; e quello là sarà infelice , non per quel giorno soltanto , ma per tutto un anno , in capo al quale dev ' essere morto il più vecchio o il più giovine della triste compagnia . Aggiunga che conterà spietatamente gli anni in viso a tutti i suoi invitati , non escluse le signore ; e se gli resta il dubbio d ' essere lui stesso uno dei due in pericoli , sarà capace di correre il domani alle dodici parocchie a prendere la fede di nascita di tutti i commensali , per rassicurarsi . E ci penserà tanto e se ne cruccerà tanto , che non sarà meraviglia se entro l ' anno finirà per morirne davvero . Non si deve mai , per vincere un pregiudizio , compromettere la pace d ' un nostro simile . Se , per una circostanza imprevista , il giorno stesso del pranzo manca un invitato su quattordici , si corre a pregare un amico intimo di supplirlo . Si prega il primo venuto , il lustrascarpe della via , uno spazzacamino , ma non si condannano i nostri ospiti a sedere a tavola in tredici . Un giovinotto che da vero lion , era avvezzo a pranzare tardissimo , passeggiava una sera verso le sei in cerca d ' appetito , e forse di qualche bella crestaina , che , tornando dal lavoro , consentisse a fargli compagnia , quando vide un signore ammodo passargli accanto , guardarlo , riguardarlo con occhio d ' amore , gironzargli intorno , fargli la corte come avrebbe fatto lui stesso con quella tale crestaina , se l ' avesse trovata . * Che mi prenda per una donna americana , di quelle che portano i calzoni ? pensava il giovinotto : e si carezzava le basette per metterle in evidenza . Ma l ' altro non si scoraggiava per così poco . Anzi parve farsi più ardito a quell ' atto , tanto che gli si fece accosto , e , salutandolo con uno sguardo che avrebbe sedotta una vestale , gli disse : * Signore ; non si offenda per amor del cielo . Debbo farle una proposta indiscreta , impertinente addirittura .... Il giovinotto si pose una mano sull ' orologio , un ' altra sul portamonete , e rispose : * Se non può farne a meno ... parli . * Se lei vedesse un uomo in pericolo di annegarsi , si getterebbe in acqua per salvarlo ? * No ? * Mi faccio l ' onore di crederlo . * Ebbene , io sto per annegare in un mare di guai . Ho invitati parecchi amici a pranzo . Dovevamo essere quattordici , ed uno è mancato . Ho una zia , una zia tremenda che ha paura del numero tredici . È capace d ' andarsene , di non perdonarmi più . Un uomo che si getterebbe nell ' acqua per salvare un altro , non potrebbe spingere l ' eroismo fino a gettarsi alla mia povera tavola ? Il giovine rideva tanto di cuore , che non seppe rifiutare . Quella povera tavola era sontuosa ; e per giunta quel signore aveva una bella figliola , che piacque a prima vista al fortunato giovinotto . Due mesi dopo le faceva il primo dono da sposo ; un braccialettino d ' oro niellato sul quale era inciso il proverbio : " È meglio imbattersi che cercarsi apposta . " * * * Stabilito il numero delle persone che si vogliono invitare , si mandano gl ' inviti : stampati se è un pranzo di lusso , scritti se non ci si vuol dare troppa importanza . Oppure si fa l ' invito verbalmente . Ben inteso che , volendo pregare un superiore di favorirci alla nostra mensa , dobbiamo andare in persona ad invitarlo ; perchè gli inviti scritti o stampati non si fanno che tra eguali . A meno che si tratti d ' un pranzo tra persone intime , l ' invito dev ' essere fatto otto giorni prima del pranzo . Se qualcuno risponde che non può accettare , e si vuol supplirlo , bisogna affrettarsi a pregare un conoscente , e se è possibile non fargli sapere che riempie un vuoto . Però , se altri ne è informato , e se c ' è il pericolo che anche l ' invitato per via di discorso venga a saperlo più tardi , è meglio dirgli la cosa francamente . La tavola dev ' essere coperta da un grosso tappeto sotto la tovaglia , per evitare ogni rumore nel deporvi le posate ed i piatti . Il tappeto però dev ' essere corto e non s ' ha da vedere pendere sotto la tovaglia . La biancheria da tavola può essere di fiandra ricca senza guarnizioni come usava altre volte , può essere ricamata in giro , oppure ai due capi alla moda del medio evo e può essere guarnita di grossa trina di filo , secondo l ' ultimo figurino . In questi due casi non sarà di tovagliato , ma di fina tela di lino . Ad ogni modo deve avere le iniziali del padrone di casa , ricamate . I tovaglioli si piegano semplicemente in quadrato colla cifra in evidenza . Tutti gli altri artifici di piegature sono volgarità da locanda . Le sottocoppe , pel momento , si usano non più d ' argento , nè di porcellana , ma assortite alla biancheria da tavola , rotonde o quadrate colla cifra in mezzo . Una striscia lunga , assortita alla tovaglia , ma sempre ricamata a colori , si mette ora in diagonale traverso la tovaglia bianca . È l ' ultima novità . Il servizio di cristalleria dev ' essere tutto assortito colle cifre , se è moderno . Ma chi ha cristalli antichi di pregio ha sempre una cosa superiore . Ogni convitato deve avere dinanzi un numero di bicchieri , non meno di quattro , di varie dimensioni , adatti ai vini che si debbono servire . Il vino da pasto è il solo che si mette in tavola nelle bottiglie bianche di cristallo del servizio . Gli altri vini sono versati in giro dalla servitù , eccetto lo sciampagna che gode il privilegio di posare in tavola col suo secchiello d ' argento . Per l ' acqua si possono mettere piccole anfore di vetro colorate con dei fiori legati al manico ; una per ciascun commensale . Accanto alla schiera dei bicchieri ci deve essere una larga coppa assortita al servizio , dove si metterà l ' acqua pura per bagnarvi la punta delle dita alla fine del pranzo . Un ' operazione che non va fatta in modo da disgustare nessuno , con ripetute immersioni , con sgocciolamenti , ecc . Ho veduto un servizio nuovo di corte ; è di vetro opalizzato cogli orli dorati , collo stemma reale in colori . Se credono , signorine mie .... La padrona di casa può mettere in tavola fiori quanti ne vuole , purchè eviti le magnolie e tutti i fiori che hanno un ' acutezza di profumo da dar l ' emicrania ai commensali . Ed invece di quegli uggiosi mazzi stretti , serrati , in cui i fiori sono disposti a disegno e figurano nell ' insieme un pezzo di tappeto , li ponga sciolti coi loro gambi e le foglie nelle coppe . Sono un ornamento elegante ed artistico . La padrona di casa stabilisce i posti tenendo conto delle simpatie , delle analogie , ecc . , fra i suoi convitati ; scrive il nome di ciascuno sul cartoncino apposito , e lo fa collocare sul tovagliolo . Accanto alla posata di ciascun uomo si usa collocare la noticina dei piatti che saranno serviti . Badino , che dico si usa , ma non dico che sia bello . Ha un ' aria da osteria ; mi pare sempre che , giunti in fondo , si debba tirar la somma e pagare il conto . Quelli che sono molto devoti al culto dello stomaco però , sono fanatici di questa moda , che permette loro di prendere le debite misure , e di far il posto più largo ai piatti che preferiscono . Il padrone e la padrona di casa stanno nel centro della tavola , ai due lati , uno in faccia all ' altro . Alla destra della moglie si mette l ' uomo che si vuol onorare di più ; ed alla destra del marito la signora di maggior riguardo : i due posti alla loro sinistra sono ancora posti d ' onore . Sotto la tavola vanno messi gli scaldapiedi per le signore freddolose se è inverno . Gli sgabelli per le eroine che sfidano il gelo . La camera dev ' essere stata ben riscaldata prima ; e durante il pranzo si lascia spegnere la stufa per non rialzar troppo la temperatura . Nella sala da pranzo si prepara sulla credenza una tovaglia lunga , assortita al servizio della biancheria da tavola , o , se questo è bianco , assortita alla traversa diagonale , e sovr ' essa una quantità di posate , avendo cura che vi siano quelle di forma apposita pel pesce , quelle pei legumi , per le frutta , i cucchiaini a spatola pei gelati , il coltello d ' argento a due tagli pei gelati e le torte , ecc . , ecc . ; più i piatti pel servizio , le bottiglie dei vini scelti ed un certo numero di tovaglioli e di bicchieri per il caso di qualche inconveniente che richiedesse di sostituirli a quelli già posti in tavola . L ' illuminazione sarà splendida . Che i cristalli e l ' argenteria scintillino allegramente . In mezzo alla tavola si mettono soltanto i dolci e le frutta , ornati di fiori . La padrona di casa si mette un abito elegante , scollato o no , a seconda che il suo pranzo è più o meno di gala , e riceve gli invitati in sala . In Francia si usa far annunciare : " Madame est servie . " Da noi il servitore apre l ' uscio e dice : " È servito " , sottinteso il pranzo . In molte famiglie adottano la formola francese . Ma è inutile , poichè si può farne a meno . La padrona di casa si rivolgerà lei stessa al signore che dovrà sedere alla sua destra , e lo inviterà ad accompagnarla in sala da pranzo . Se però fosse un sacerdote ( e tengano bene a mente che , se s ' invita un prete , bisogna dargli il posto d ' onore , altrimenti bisogna far a meno d ' invitarlo ) , se è un sacerdote , la signora non gli prenderà il braccio , e si limiterà a metterglisi accanto , ed a discorrere con lui , per fargli capire che dev ' essere il suo vicino di destra . Il padrone di casa darà il braccio alla signora che deve stargli vicina , e s ' incamminerà pel primo . Dietro lui seguiranno gli invitati , tutti gli uomini accompagnando le signore , ed evitando i complimenti sull ' uscio , per non far attendere la padrona di casa , che deve rimaner l ' ultima . Se la signora che dà il pranzo è vedova , o nubile , in faccia a sè metterà un vecchio parente od amico . Mai un giovinotto , a meno che lei fosse francamente vecchia . È soltanto nei pranzi di gran confidenza che si può scalcare in tavola ; ed allora è il padrone di casa che si assume quell ' incarico . Del resto , i piatti vengono recati interi , e poi ritolti e tagliati dal servitore ad hoc sopra una tavola a parte , nella stessa sala , e portati in giro ai commensali . Il primo giro comincia dalla signora che è a destra del padrone di casa . Il secondo dalla signora alla sua sinistra . I giri seguenti cominciano man mano dalle signore che vengono di seguito , in modo che ciascuna signora alla sua volta sia prima a servirsi . Nel servizio alla francese , è il padrone di casa che taglia e manda dal servitore a ciascun commensale il piatto servito . Non faccio che accennare quest ' uso e raccomandare caldamente di non adottarlo mai . Sono i locandieri che servono a porzioni ; quanto a noi possiamo farle sui piatti dei servitori . Ma ai nostri ospiti dobbiamo lasciare almeno la libertà di servirsi da sè . Gli scaldavivande in tavola sono affatto fuori di moda ; e non occorre spender parole a descrivere quel genere di servizio strano , che mandava tanto calore e tanti odori da dare il mal di capo e la nausea a tutti i convitati . Va pure passando di moda l ' uso stomachevole di servire i vasi d ' acqua tiepida per lavare la bocca . Doveva avere uno stomaco a prova di bomba quegli che ha imaginato di offrirsi quello spettacolo d ' una dozzina di persone che gargarizzano e rivomitano l ' acqua nella coppa , appunto al momento di finire il pranzo e cominciare la digestione . Certe cose è inconcepibile che si osi farle in pubblico . Non è più civile il risciacquarsi la bocca , che il fare un pediluvio alla presenza della gente . Cosa ne penserebbe il povero Monsignor della Casa , la cui suscettività era tale , che non poteva soffrire neppure che altri tenesse in bocca lo stuzzicadenti " come l ' uccello che va a fare il suo nido ? " E , le prego , signore padrone di casa , non infilzino un interminabile rosario di piatti . Non è il numero , ma la squisitezza delle vivande , che fa il lusso ed il pregio del trattamento . Io penso ancora con raccapriccio a certi pranzi di provincia , dove ebbi il supplizio di vedermi sfilare davanti trenta , trentacinque e persino quaranta piatti . Si stava a tavola tre , quattro ore ; veniva il granchio alle gambe , e si provava una smania , una frenesia di prendere un capo della tovaglia e di buttar tutto all ' aria , e danzare sulle rovine per isgranchirsi . Durante il pranzo i discorsi debbono essere alternati in modo che ciascuno possa collocare la sua parola , e fare la sua figura . A questo deve vegliare la padrona di casa . E se un argomento prende il campo e minaccia di non cessare finchè se n ' è visto il fondo , o se nasce una discussione , la padrona di casa deve avere abbastanza spirito per troncarli . Basterà una parola : * Signori miei , non sanno che noi signore , della loro politica non ci divertiamo punto ? ... * Badiamo che non s ' avessero a sfidare in casa mia .... Non cerchino dei ripieghi . Non gioverebbero a nulla . Una signora aveva letto in un galateo moderno pubblicato alcuni anni fa , non so che bislacca storia d ' una contessa , che per far cessare una discussione politica molto animata , aveva trovato il sublime ripiego di rompere un piatto . Quella poveretta l ' aveva presa sul serio , e vedendo due signori riscaldarsi in una questione alla sua tavola , s ' affrettò a gettare in terra una magnifica salsiera di porcellana . Sciupò il suo abito , i calzoni del vicino ; ma era troppo educata per dar importanza a quel disastro . * Via non ci badino ; è cosa da nulla , disse . Ed i due oratori ripresero il discorso al punto , preciso dov ' era rimasto : * E come le dicevo , la Prussia è una nazione che pensa ; una nazione filosofica .... * Ma lasci stare ! La Francia è la prima nazione del mondo .... Un momento dopo erano più animati di prima , e la signora si credette in obbligo di rompere una fruttiera , più tardi una tazza da caffè senza ottener altro risultato , che l ' interruzione di un momento . Se li avesse interrotti con garbo , ma francamente , la questione sarebbe finita senza lasciare sul campo la rovina di due servizi . All ' opposto , bisogna aver grande cura noi stessi , e raccomandare caldamente ai servitori , di evitare , per amor del cielo , quei disgustosissimi incidenti , di rovesciamenti , di rotture , che obbligano sempre una persona a fare un atto eroico , per dimostrare uno stoicismo sovrumano , dinanzi ad un servizio guasto od un abito sciupato . Alzandosi da tavola la padrona di casa dà il braccio non più al suo vicino di destra , ma a quello di sinistra , e s ' avvia per la prima alla sala dove si deve prendere il caffè , che servirà in persona aiutata dalle signorine . Gli invitati la seguono ed in ultimo viene il padrone di casa colla sua vicina di sinistra . * * * Se una signora riceve un invito a pranzo , risponde subito ringraziando e dicendo se accetta . O , se deve rifiutare , adduce una scusa plausibile , senza por tempo in mezzo , affinchè si possa , volendo offrire il suo posto in tempo ad un ' altra persona . E , sia che abbia accettato o no , dovrà entro otto giorni fare una visita alla signora che l ' ha invitata . Regolerà la sua abbigliatura da pranzo sulla forma dell ' invito . Se è stampato , si metterà in abito di gala . Se è manoscritto , un po ' meno . Giungerà all ' ora indicata , nè prima nè dopo : e piuttosto prima che dopo . Il quarto legale è una concessione di chi invita , ma l ' invitato non deve farsene un diritto . Gli antichi Romani non pagavano i servitori . E quando davano un pranzo li facevano schierare ai due lati della porta , affinchè i commensali , uscendo , porgessero man mano a ciascuno una mancia . Era un onore non indifferente . È vero però che ne era compensato da un uso strambo , il quale dava diritto a ciascun invitato di togliere tre pietanze dalla mensa e mandarle in dono ai propri amici . Supposto che s ' avessero dieci commensali , si dovevano preparare trenta pietanze di troppo affinchè si potessero togliere , senza che il pranzo ne patisse . Noi non usiamo portar via nulla dalla casa che ci ospita . Ma non affettiamo neppure , con una mancia ai servitori , di volerci sdebitare del pranzo ricevuto . Sarebbe un ' impertinenza . Per dare la mancia alla servitù d ' una casa che non è la nostra , bisogna averci passato almeno una notte . Tuttavia , se in una casa si va a pranzo sovente , o a passar la sera con assiduità , il giorno di capo d ' anno si darà una mancia alle persone di servizio , che si trovano all ' entrata , senza mai cercare di quelle che sono assenti , il che parrebbe un mezzo di far conoscere ai padroni che si vuol fare una generosità . Per quanto meschino , strano , assurdo possa essere il servizio d ' un pranzo , una signora ammodo si guarderà bene dal censurarlo , o dal metterlo in caricatura . Gli anfitrioni soltanto debbono avere in mente i due versi che ho messi per epigrafe a questo capitolo ; gli invitati invece debbono ricordarsi che l ' ospitalità non consiste nell ' offrir molto , ma nell ' offrire quello che si ha . * * * Ricevendo di sera , se la conversazione è numerosa , è indispensabile di far annunciare alla porta le persone che entrano , perchè la padrona di casa non potrebbe , dopo aver presentato un nuovo venuto , ripetergli tutta la litania dei nomi dei suoi ospiti , e ricominciare la medesima seccatura ad ogni persona che entra . Allora le presentazioni saranno parziali , ed il tatto della signora soltanto dovrà dirigerle , regolandosi sui rapporti di gusti , di professione , d ' età , in modo che le persone che ha presentate le une alle altre si trovin bene insieme . Sa che una signora ha grande ammirazione per un poeta ? presenterà quel poeta all ' ammiratrice . Due persone che hanno viaggiato molto le saranno grate se le riunirà per discorrer delle loro impressioni . Tutti i melomani saranno lusingati d ' essere presentati alle notabilità musicali . Fuorchè nel caso in cui si balli , non presenterà mai un giovinotto ad una signorina ed in nessun caso presenterà mai una signora ad un uomo ; ma sempre l ' uomo alla signora ; a meno che si trattasse d ' un uomo tanto vecchio da poter ricevere lui quell ' atto di deferenza . Gian Giacomo Rousseau ha detto : " A la manière dont les gens du monde passent leur temps , on dirait qu ' ils ont peur de n ' être pas assez bêtes . " Quando una padrona di casa non sa condur bene la conversazione , mi accade sempre di ricordarmi quel motto . Domina un ' atmosfera di soggezione . Ogni persona che parla , sembra affrettata di finire , perchè si sgomenta ad udir echeggiare la propria voce . Poi succedono quei minuti di silenzio imbarazzante , e quell ' infelice che deve romperlo , prova l ' impressione di slanciarsi sopra un lago di ghiaccio per spezzarne la crosta . Oppure un argomento domina tutta la sera , e le persone che non vi si interessano sono ridotte al silenzio . Lascerò allo stesso Gian Giacomo Rousseau che ha condannato il modo d ' agire delle persone del gran mondo , la cura d ' insegnare come debbono regolarsi . Non c ' è miglior medico , per curare un male , di quello che l ' ha scoperto : " Una conversazione ben intesa * dice Rousseau * dev ' essere scorrevole , naturale . Nè pesante nè frivola ; dotta senza pedanteria , allegra senza tumulto , civile senz ' affettazione , galante senza sguaiatezza , faceta senza equivoco . Non si fanno nè dissertazioni , nè epigrammi ; vi si ragiona senza argomentare ; vi si scherza senza freddure ; vi si associa con arte lo spirito e la ragione , le massime e le arguzie , i motti ingegnosi , e la morale austera . " Vi si parla di tutto , affinchè ciascuno possa dire qualche cosa . " Non si approfondiscono le questioni per non annoiare ; si propongono di volo , si trattano rapidamente ; dalla precisione risulta l ' eleganza . Ognuno , dice il suo parere , e l ' afferma con poche parole . Nessuno si oppone vivamente al parere di un altro , nessuno difende con ostinazione il proprio ; si discute per imparare ; ma non bisogna spingere troppo la discussione . Tutti s ' istruiscono ; tutti si divertono ; tutti se ne vanno contenti ; ed anche il savio può raccogliere in quei trattenimenti , degli argomenti degni d ' esser meditati in silenzio . " Lo spirito è il dono più pericoloso che la sorte possa fare ad una signora . È come quei talenti della parabola che eran tanto difficili ad impiegar bene . Bisogna possedere un ' abnegazione eroica , per saper sacrificare lo spirito alla cortesia . Viene alle labbra un motto ; è un motto assassino ; quella persona ne soffrirà : ma quell ' altra lo apprezzerà : lo andrà ripetendo . La convenienza è in lotta colla vanità , ma pur troppo è questa che vince . È nota la conseguenza fatale d ' un motto di Danton . Disse di Saint Just , il quale camminava diritto tutto d ' un pezzo come camminerebbe , se camminasse , un turco impalato : Il porte sa tête comme le Saint Sacrement . Saint Just , lo seppe , e rispose : Je lui ferais porter la sienne comme Saint Denis . Tutti sanno che S . Dionigi decapitato , fece il miracolo di passeggiare colla propria testa in mano . Danton non fece il miracolo , ma fu decapitato per opera di Saint Just . Certo erano nemici politici , e non fu per quel motto che Danton fu condannato . Ma è certo altresì , che quel motto ha posto la sua goccia di fiele in quell ' odio implacabile . Ho udito io stessa un motto che non ebbe conseguenze tragiche , ma fece nascere un ' iliade di guai . Una signorina di spirito era fidanzata con un giovinotto che amava con passione ; ma non doveva sposarlo che fra un anno ; però , volendo tenere segreta la cosa , non si erano stabilite relazioni d ' amicizia tra le due famiglie , ed i fidanzati andavano in società e si trattavano come semplici conoscenti . Una sera la fidanzata si trovò ad una riunione danzante accanto ad una signora , la quale aveva una paura così orribile dei trent ' anni , che sebbene fosse prossima alla quarantina , si ostinava di rimaner alla porta della terza decina senza entrarvi mai . E , come tutte le persone in simili disposizioni di spirito .... e di fede di nascita , parlava sempre della sua età per informare il pubblico di quella che voleva avere . Non danza ? le disse un suo conoscente . * Che le pare ! Alla mia età ! Presto presto avrò compiti i trent ' anni . * Tarda assai a compirli ! disse la fidanzata al suo ballerino , abbastanza forte perchè tutti i vicini l ' udissero , compresa la signora , la quale si fece di brace . Poco dopo venne suo fratello a prenderla . Era il fidanzato della signora di spirito ; lei non conosceva neppure di vista quella futura cognata , maritata fuori di Milano , e giunta pochi giorni prima per passare un po ' di tempo in famiglia . Da quella sera , i genitori del giovine posero tanti bastoni nelle ruote che il matrimonio non si fece più fin dopo la loro morte . Le due cognate non si vedono ancora . Boccaccio ha detto : * Il motto deve mordere come la pecora , non come il cane . * * * Perchè una serata riesca gradevole bisogna provvedere in modo che tutti possano divertirsi alla loro maniera . La conversazione è ottima per chi ama conversare : ma non basta . Ci devono essere un pianoforte pei dilettanti ; delle tavole da gioco pei giocatori seri di scacchi , di dama , di tarocchi ; qualche altro gioco meno serio per la gioventù . I pedanti nutrono un profondo orrore per le signore e signorine , che non rifuggono dalle tavole da gioco , come il diavolo dall ' acqua santa . * Vi si provano commozioni pericolose , esclamano ; e consigliano ancora e sempre i giochi innocenti . Ebbene , confesso che sono del parer contrario dei signori pedanti , e non è la prima volta . Io non mi sgomento affatto al veder una signorina od una signora esposta alla terribile commozione di perdere o di guadagnare qualche soldo , o anche qualche lira ; ma mi mortifica , mi affligge il vederle impegnate in quei giuochi pieni d ' equivoci che sembrano inventati apposta per farle arrossire , sebbene si chiamino innocenti . Mi ricordo una sera in cui si faceva quello stupido gioco degli spropositi . S ' erano date le domande : Dove ? Quando ? Perchè ? Quali saranno le conseguenze ? Le risposte furono scritte a caso senza saper le domande . Una signora maritata senza figli , supponendo le domande frequentissime : Che cosa desidera ? Chi è più bello ? Qual ' è la cosa più gentile ? ecc . , rispose : Un bambino . Si posero nell ' urna le domande e le risposte . Si appaiarono a caso , ed aperti i biglietti risultò : * Dove ? * Nell ' ombra . * Quando ? * A piacere . * Perchè ? * Debolezze umane ! * Quali saranno le conseguenze ? * Un bambino . Quella che leggeva era una giovinetta . Via , confessino , signore mie , che sarebbero state meno pericolose le emozioni d ' una partita di tresette o di tombola ; credo che in tutta la sua vita quella giovine non avrà più occasione di arrossire come in quel gioco innocente . * * * Il trattamento da offrire in una serata è arbitrario . Il più generalmente adottato è il té ; ma è altresì il più economico , ed il meno accetto . Non è ancora abbastanza entrato nelle nostre abitudini , ed una grande quantità di persone non possono prenderlo senza soffrirne una veglia nervosa . Una padrona di casa non può offrire una seconda sera il té ad una persona che l ' ha rifiutato la prima per questa ragione . Lo zabajone , la cioccolata , il vino caldo , il ponce , i vini fini , i liquori dolci , sono tutte bevande che si possono offrire . Le paste più adatte sono i picnics , i muffins , le sugar wafers , e sopratutto i petits fours , e soltanto col té e coi vini si accoppiano bene i sandwichs . Col ponce e col vino caldo vanno egregiamente le brioches , il babà . Cogli altri servizi tutte le paste dolci , non escluso il panettone .... e che Dio , il signor Fanfani ed il signor Rigutini mi perdonino il linguaggio ostrogoto di questi particolari gastronomici . Per quanto la mia ignoranza mi consigli ad aggrapparmi al detto di Voltaire : Le puriste est toujours pauvre d ' idées , non posso farmi l ' illusione che il valore di queste idee ghiotte sia tale da farmi perdonare la barbarie della nomenclatura . Se un artista di professione , uomo o donna , ha fatto ad una signora la gentilezza di cantare o sonare ad una serata d ' invito , senza un accordo di compenso , la padrona di casa deve mandargli un dono a titolo di ringraziamento . * * * Se la serata offerta è un ballo , si debbono mandare gli inviti almeno otto giorni prima , per dar tempo alle signore di preparare le abbigliature . Oltre le sale smobigliate , ornate di fiori ed illuminate per la danza , ci dev ' essere un salotto ben riscaldato , dove si accoglieranno i primi invitati , e dove potranno ripararsi dal gelo le signore che non danzano , qualche sala da gioco , e , se si vuole , un gabinetto pei fumatori ; una moda che altre volte sarebbe sembrata un po ' soldatesca , ma di cui gli uomini tengono gran conto ; e serbano riconoscenza alla padrona di casa ; del resto è adottata anche a Corte . Non bisogna trascurare di mettere un ordine scrupoloso nel regolamento della guardaroba , affinchè ognuno possa con sicurezza deporre il soprabito ed il cappello , i mantelli ed i cappucci delle signore , ricevere un riscontrino numerizzato , e riavere tutte le cose sue quando lo ripresenterà nell ' uscire . Gli immensi strascichi , la leggerezza degli abiti da ballo , e i movimenti vivaci della danza , danno luogo ad una quantità d ' inconvenienti , per cui si dovrà destinare una camera per le signore , dove rimanga tutta la notte una cameriera munita di aghi , spilli , sete d ' ogni colore , per accomodare gli abiti lacerati , rimettere a posto i fiori caduti , rifare le pettinature . Sarei ben meravigliata se una signora uscisse di là senza aver cercato collo sguardo una scatola di cipria ; e consiglio la padrona di casa a non lasciar mancare quest ' oggetto , che le signore considerano di prima necessità . Se durante la notte si dà una cena , tutto deve essere apparecchiato sopra una tavola a cui siederanno soltanto le signore , nel caso che non ci fosse posto per tutti , lasciando gli uomini stessi , se la cena è di confidenza , incaricati di servire le signore . Non si servono che cibi freddi . Ho letto in un romanzo del padre Bresciani d ' un giovinotto innamorato , che profittò di quell ' occasione per mettersi in tasca , a titolo di ricordo , i torsi , i noccioli e le bucce della frutta che la sua bella aveva mangiate . Non posso consigliar le signore d ' ingoiare quelle reliquie , per non correre il rischio di trovarne il profumo e le tracce succulente sugli abiti del loro ballerino . E non mi sembra neppure il caso d ' incoraggiarle a nasconderle dove Rebecca nascose i suoi idoli alle ricerche di Labano . Ma se sanno di avere un adoratore capace di spingere la devozione a tali estremi , non si lascino servire che da un fratello , o dal proprio marito . Sgraziatamente vi sono troppo spesso nelle adunanze numerose dei raccoglitori , che tendono a compromettere non le signore ma il buffet , empiendosi le tasche di tutt ' altro che di torsoli . Per costoro ogni parola sarebbe superflua . Sono troppo teneri dei loro gusti per cercare nel mio libro insegnamenti che li combattono . Ma una signora che , per disgrazia , avesse un marito di quel genere , dovrà astenersi assolutamente dal farsi accompagnare in qualsiasi luogo , dove possa scontrarsi in una tentazione . Quanto alla padrona di casa , dovrà imporre silenzio alla delicatezza de ' suoi gusti , oltraggiata da tanta volgarità , e non dimostrare menomamente la ripugnanza che prova per l ' individuo sconveniente ed esoso , salvo ben inteso , a non invitarlo mai più . Se non si vuole apprestare nè una cena , nè un buffet si faranno portare in giro le stesse cose che si offrirebbero ad una semplice serata ripetendole parecchie volte ; e tra l ' una e l ' altra non si cesserà di far offrire acque sciroppate e gelati . Per chi dà un ballo , è un ' indiscrezione il contare sulla compiacenza dei dilettanti per la musica . Questa parte tanto importante d ' una festa da ballo è troppo sovente trascurata dai padroni di casa . Una signora che voglia fare le cose bene , si rivolgerà al suo maestro di pianoforte , e lo pregherà di procurarle dei buoni suonatori . E li accoglierà con quella cordialità con cui le persone educate e di buon gusto accolgono sempre gli artisti . Haydn ha suonato tante volte per far danzare ; e che povera gente anche ! Una signora , che lo avesse trattato con alterezza , sarebbe stata ridotta più tardi a piangere di vergogna . Lesinare sul compenso che è loro dovuto , limitarne i rinfreschi , farli cenare alla tavola di servizio , sono volgarità da villani rifatti . Debbono avere una tavola a parte ed un trattamento uguale a quello degli invitati . Se i sonatori fossero i maestri della padrona di casa , di suo marito o dei suoi figli , nulla può dispensarla dal farli sedere a cena alla sua stessa tavola e dal rivolger loro la parola spesso durante la notte . La padrona di casa , se è giovine apre il ballo con una quadriglia , nella quale deve avere in faccia suo marito . Se i padroni di casa non ballano , scelgono una coppia giovine nella loro parentela o nei più intimi amici , e la pregano di rappresentarli . Durante il ballo la padrona di casa non accetterà mai di ballare , quando rimangono altre ballerine sedute e procurerà di mandar loro dei ballerini . Non occorre dire che deve incaricarsi , unitamente a suo marito , delle presentazioni . Il dare un ballo in casa propria è un lungo e penoso sacrifizio . È vero che si semina per raccogliere . Ma la seminagione è laboriosa e difficile ; il raccolto incerto , e non sempre proporzionato a quanto è costato . * * * E , poichè ci siamo , parliamo di quel raccolto , che consiste in un ricambio d ' inviti , ai quali , s ' accettino o no , si risponde sempre con una carta di visita unita a quella del marito . È affatto inutile d ' affrettarsi per giungere ad un ballo ; si arriva sempre a tempo . È parimenti superfluo il mostrarsi impensierita della propria abbigliatura , rialzare lo strascico , assicurarsi tratto tratto se i gioielli sono al loro posto . Ogni signora procuri di esser vestita bene e solidamente , ed alla guardia di Dio ! E se l ' abito si lacera , passi a farlo accomodare , senza fermarsi a gemere doglianze ed a verificare i danni . E se un vezzo di brillanti si spezza lo lasci spezzare , e riponga la parte staccata senza altri discorsi . Nulla è più plateale di quella continua cura dei propri averi . Una vera signora deve saperli portare con nobile indifferenza . Sarebbe un malcreato chiunque pregasse una signora di accordargli un ballo , senza esserle stato presentato , ma se il malcreato ci fosse , la signora dovrebbe rifiutargli il favore . Volendo passare dalla sala da ballo al buffet bisogna farsi accompagnare dal proprio marito , e le signore vedove e nubili ci andranno col babbo , lo zio , o il marito della signora colla quale si sono accompagnate . Le dimenticanze , i doppi impegni di balli , i rifiuti non giustificati , le preferenze evidenti , tutto quanto può far nascere quistioni , dissapori o commenti , è sconvenientissimo da parte d ' una signora , e dà una idea meschina della sua educazione . Se una signora che non ama il ballo , è afflitta dalla disgrazia suprema d ' un marito maniaco per la danza , si sacrifichi a Tersicore , e balli anche lei ad ogni costo . Il più grottesco di tutti i ridicoli che brulicano sotto il sole , è il marito danzante d ' una signora che non balla . In Francia nella casa in cui si dà un ballo si usa fermare tutti gli orologi . Non si contano le ore alla gioia . Si è là per passare il tempo allegramente , non per misurarlo . Questa precauzione non serve a nulla , perchè ogni ballerino ha un orologio in tasca . ( Ai tempi della marchesa Colombi ne avevano due ) . Ma . è un pensiero grazioso . * * * In teatro una signora occupa sempre il posto d ' onore . Se sono due nello stesso palco , maritate e giovani entrambe , cambieranno posto una volta durante la serata , non di più . Sono le provinciali che si credono in obbligo di alternarsi ad ogni atto , per mutar prospettiva , come se facessero parte dello spettacolo . Le signorine di provincia non crederebbero d ' esser ben equipaggiate pel teatro , se non si munissero di un mazzo di fiori , di due o tre cartocci di caramelle , d ' una scatola di pastiglie di menta , d ' un sacchetto di zuccherini e cioccolatta , come se partissero per un lungo viaggio in paesi deserti . Nulla di tutto codesto . Se il marito , un parente , un amico intimo , ha il gentil pensiero d ' offrire qualche fiore o qualche dolce ad una signora , li accetterà in teatro ; altrimenti ne faccia a meno ; ma non arrivi , per carità , colle sue provvigioni da bocca come un soldato al bivacco . Ricevendo visite in palco , la signora dovrà salutare , sostenere la conversazione durante gli intermezzi , e frenarla durante la rappresentazione per non esporsi alla vergogna di farsi zittire . Tutti gli uomini educati sanno che , entrando , debbono occupare l ' ultimo posto ed avanzarsi man mano , per diritto d ' anzianità , a misura che un primo venuto si congeda , finchè siano giunti a tenere alla loro volta uno dei posti accanto alla signora . Di tutto questo lei non dovrà occuparsi affatto . Qualunque sia l ' entusiasmo che le ferve nel cuore , una signora non applaude mai . Le dimostrazioni opposte non sono convenienti neppure per gli uomini . Davanti ad una signora poi , non vi potrebbe essere altri che un mascalzone capace di voler fischiare . Ed i mascalzoni non vanno nei palchi delle signore . È di buon gusto il non uscir mai dal teatro in un momento in cui lo spettacolo interessa vivamente il pubblico , o almeno di uscire in gran silenzio per non disturbare lo spettacolo . Quando entrano in teatro il re , la regina o altri personaggi della casa reale , anche le signore si alzano e rimangono in piedi finchè il personaggio illustre è seduto . Ai concerti , ai ritrovi d ' ogni sorta dove la famiglia reale siede in posti speciali , chiunque dovesse passare a lato delle Loro Altezze dovrà fermarsi e fare un inchino . Questo si deve fare anche in istrada quando passa una carrozza di corte . Agire altrimenti sarebbe una dimostrazione ostile . * * * Cessati i piaceri della città , chiusi i teatri , e le serate divenute tanto brevi che non c ' è più tempo alle riunioni , una signora elegante non ha altro di meglio a fare che ammalarsi . Oh ! una malattia senza gravità , che non ne alteri la freschezza , che non la obblighi a star in casa , nè a nessun ' altra privazione . * Un ' emicrania periodica , che verrebbe ogni otto giorni .... se venisse . Un prurito nervoso sotto l ' unghia del dito mignolo . Un ' avversione pronunciatissima a tutti i colori delle tappezzerie di casa . Una lieve difficoltà a digerire peperoni crudi e corteccie di limone . Infine una malattia comoda purchessia , la quale porti con sè la certezza che la sua guarigione sta nelle acque del tal paese , o nei bagni del tal altro . Naturalmente , la civiltà moderna non ammette che esista sulla terra un marito così barbaro , così pelle rossa , così basci bazouk , il quale rifiuti di sacrificare tutti i suoi risparmi , di alienare se occorre il suo patrimonio , d ' impegnare l ' argenteria di casa , di vendere fin i ciondoli del suo orologio ed i suoi sigari d ' avana , pur di ricuperare la salute pericolante di sua moglie , colla cura delle acque indicate ... dalla moda . Se lui non può accompagnarla , non importa . Sua moglie è pronta a sacrificarsi . Andrà sola . Oh le mogli sono d ' una generosità ! ... le bagnature sono tutte popolate di signore senza mariti e di uomini senza signore . Appena giunte alle bagnature , le donnine più ammodo aprono una nobile gara a chi riuscirà meglio a farsi prender in fallo . Abiti stravaganti ; cappellini impossibili ; acconciature sguaiate . Tutte approvano il canto del dott . Brown , la marsigliese delle emancipatrici : " Freedom of speech from what we think , And freedom too in dress ; " che io traduco liberamente : " Libero il dir quanto ci passa in testa , Ed alle ortiche la toletta onesta ! " Le più modeste ladies , che cadrebbero coscienziosamente svenute se il loro marito osasse chiamare col suo vero nome quella parte del loro vestiario che loro definiscono pudicamente gli inesprimibili , non esitano a mostrarsi sulla spiaggia , succintamente vestite di inesprimibili anche loro lasciando all ' estremità delle gambe che ne sporgono , tutta la cura di predicare la rinuncia al mondo ed al demonio , com ' esse hanno rinunciato alla carne . E si scende a colazione in accappatoio come se si stesse alla sponda , o come direbbe il signor Rigutini , nel corsello del proprio letto . E , con quell ' abito svolazzante ed i capelli sciolti , si siede o si passeggia flirteggiando con un ignoto qualunque , di cui è molto se si conosce il nome ed il colore dei guanti ; la sera si scende scollate nelle sale di compagnia ; o , sole , sissignore ; ai bagni è permesso . Fanno tutte così . * Sa cantare , signora ? * Un poco . * Conosce il duetto degli Ugonotti ? Di ' che m ' aaami diii .... * Sissignore . * Vorrebbe cantarlo con me ? * Chi me ? Lui ; chiunque ; non importa ; ai bagni si parla , si balla , si canta con tutti . Freedom of speech . Che meraviglia poi , se , per farsi conoscere meglio , quell ' ignoto s ' affretta a dimostrare di che misura d ' impertinenza lo ha dotato l ' educazione moderna ? Eppure se la cosa viene ad orecchio al marito , dovrà mettere durlindana al vento , e se occorre , fare col proprio sangue la quietanza all ' oltraggio che ha ricevuto sua moglie . Ma ! così si usa . Perchè ? Per evitare il ridicolo ? Già . Però dopo il duello sarà più ridicolo di prima . Oh ! la libertà delle signore , che vuole le sue piccole cospirazioni , che suscita i suoi piccoli odii , ed i suoi piccoli amori , e le sue guerre in diciottesimo come la libertà dei popoli , piccolo serpente che seduce le pronipoti della vecchia Eva ! Dov ' è la Madonna che gli schiacci il capo ? Si comportano come ho accennato più sopra , mie gentili lettrici , quando vanno alle bagnature ? In tal caso hanno sbagliato strada . Smettano un poco il rigore delle presentazioni che si deve serbare in città , se sono col loro marito ; ma se sono sole , richiedano più che mai quella guarentigia prima di entrare in relazione con chicchessia . Cerchino di giungere con una lettera pel proprietario dello stabilimento , e lui avrà di presentar loro le persone di cui crederà di poter rispondere . Cogli ignoti scambino le parole di stretta cortesia , e non altro . Procurino di essere sempre in tempo alla tavola comune , per evitare ai conoscenti la noia di aspettarle e se tarda una signora con cui hanno stretta relazione e che ha il posto vicino a loro ed è solita a pranzare discorrendo insieme come fossero in casa , le usino la cortesia d ' aspettarla un poco . Se sono ai bagni per fare una cura non parlino a tavola dei loro malanni . Vi sono persone a cui i discorsi di malinconie tolgono l ' appetito . E se per caso è un altro che fa la descrizione delle proprie sofferenze , non se ne mostrino disgustate . Appena conoscono qualche signora , si associno con lei per le partite di piacere , le passeggiate , le chiacchiere all ' ombra , i giuochi . E non vadan mai sole passeggiando fra le ombre del giardino : " Ove in disparte bisbigliando errano ( Nè patto umano nè destin ferreo L ' un dall ' altro divelle ) I poeti e le belle . * * * Dove una signora può veramente permettersi una maggior libertà , è in campagna . Prima di tutto potrà ricevere degli ospiti per un tempo più o meno lungo . Sono conoscenti di famiglia , e per essere invitati debbono godere un certo grado d ' intimità . Lei sa con chi tratta , ed è sicura che le sue parole e le sue azioni non possono venir interpretate malignamente . I vicini di villa , o sono proprietari che tutto il circondario conosce ; o sono inquilini le cui informazioni hanno già soddisfatto il proprietario , che ha creduto di potere con tutta fiducia affittar loro la sua villa . E sono istallati là per un certo tempo . Non sono la popolazione nomade dei bagni . Si può aspettare alcuni giorni , osservare le loro abitudini , prima di decidere se convenga o no incontrarne la relazione . Ogni villeggiante è tenuta a fare una visita agli ultimi vicini venuti ; ben inteso quando vi sono signore . Se è ricambiata con una visita entro otto giorni , vuol dire che la relazione è accettata , ed allora lei ritorna , e si stabiliscono quei rapporti frequenti ed amichevoli che sono uno dei piaceri della campagna . Se riceve invece una carta di visita , deve comprendere che i nuovi venuti desiderano viver soli , ed allora li lascia in pace . In villa si hanno maggiori doveri che in città verso i visitatori . Non basta farli sedere , metter loro uno sgabello sotto i piedi se sono signore , ed intrattenerli a discorrere . Bisogna pensare che hanno fatto un tratto di strada in campagna col caldo e la polvere , che forse vengono da lontano , e , senza spingere le cose fino a far loro un pediluvio come si usava nell ' eccessiva ospitalità dei patriarchi , bisognerà offrir qualche cosa da bere , un rinfresco . E badino , signore mie , a non interrogare i visitatori prima di dare quell ' ordine , o prima di mandare in giro le tazze . Il domandare : " Vogliono bere ? Prendono qualche cosa ? " è come obbligarli a dire di no per cerimonia . Mi trovai una volta con una brigata numerosa nella villa d ' una sposina giovanissima , che faceva gli onori di casa con tutta l ' inesperienza de ' suoi sedici anni , ed un po ' di mala grazia per giunta . Aveva fatto posare il vassoio col ghiaccio , le brocche , le tazze e tutto sopra una tavola , e là , piantata dinanzi al servizio , si pose a fare l ' appello come un ufficiale alla sua compagnia : * Signora A , prende caffè ? La signora A aveva molta sete , ma per complimento dovette dire : * La ringrazio , non si disturbi . * Signora B ? * No davvero , la prego ; non si stia ad incomodare . E così giunse all ' ultima persona senza immolare all ' ospitalità neppure una goccia di quel caffè prezioso , ed obbligandoci a ringraziarla di nulla mentre si ripartiva assetati ! Quando s ' invita un ospite , è di buon gusto andarla ad incontrare al suo arrivo , per mostrargli che è aspettato con impazienza . Se vi sono altri ospiti in casa , che possano associarsi a quella passeggiata , la padrona di casa ne farà la proposta . Se invece avesse con sè persone di suggezione o attempate non le lascerà . Procurerà di mandare suo marito , suo figlio , una sorella maritata , qualcuno della famiglia incontro ai nuovi venuti , che per lo più scendendo allo scalo hanno bisogno d ' una carrozza o d ' una guida . E se la signora fosse sola , manderà la carrozza , se l ' ha , colla propria cameriera : oppure un servitore a piedi , ed in mancanza d ' ogni altro lusso , un massaio ; ed appena i viaggiatori giungeranno in vista della casa , correrà ad incontrarli , ed addurrà le vere cause che le impedirono di andar prima e più lontano , e se ne scuserà . Quando avrà offerti agli ospiti tutti quei rinfreschi di cui possono aver bisogno dopo il viaggio , li condurrà nella camera che avrà destinata per loro . Ma per carità non trascini una persona stanca a far l ' inventario di tutta la villa ; è un complimento opprimente . Più tardi , il domani , quando il suo forastiero sarà riposato , avrà tempo a veder tutto . Ed anche allora lasci che vada da sè . I padroni di casa sono i più incomodi e gravosi fra i ciceroni . Gli altri si pagano uno scudo , e si acquista il diritto di bestemmiare loro sul muso magari che San Pietro in Roma è una chiesuola da villaggio , e che il Mosè di Michelangelo è un fantoccio . Per quello scudo abdicano ogni suscettibilità artistica e patriottica . Ma ai padroni di casa si deve un aggettivo ammirativo per ogni cosa che ci mostrano , fortunati ancora noi , se ci fanno grazia del superlativo . L ' esposizione della casa dev ' essere stupenda e saluberrima . I quattro punti cardinali hanno fatto delle transazioni colla cosmografia , per aggiustarsi in modo che quella casa potesse goderli tutti : * È solida questa costruzione , sebbene sul colle . Senta che saldezza di pavimenti . Faccia un salto . Così . Un altro ! * Ed il padrone di casa salta lui pel primo , e bisogna saltare , e trasecolare per meraviglia di non avere sfondata la casa . * E le mie cantine ! Sono fresche come ghiacciai . * Sono persuaso .... si capisce dalla posizione .... dal terreno .... * Ma no , deve vederle . Sentirà che freddo . C ' è da pigliarsi un ' infreddatura . Il signor Tale che è sceso ieri , oggi ha una tosse ! ... ed il signor Tal altro ha sternutato otto volte di seguito nell ' entrarci . Il meno che possa fare il nuovo venuto è di sternutare dieci volte per cortesia , e prendere una bronchite . * Ed i cavoli dell ' orto ! Una meraviglia ! * Ed i peperoni ! Un prodigio . * Per i fiori : * bello , molto bello , bellissimo , stupendo ! ... guai se vengono meno gli aggettivi . L ' amor proprio del padrone di casa è ferito . Doveva essere un triste ospite Voltaire , il quale diceva che * " l ' aggettivo è il maggior nemico del sostantivo anche quando s ' accordano in genere , numero e caso ... " Dunque , signore mie , risparmino ai loro invitati la via crucis del loro podere . Accordino loro la massima libertà d ' azione . Tocca all ' ospite di non goderne e di associarsi completamente alle abitudini della famiglia . Se per caso l ' ospite è un maestro o un dilettante di musica , non gli addossino l ' incarico di divertire e far danzare tutto il vicinato . Se è un pittore , non lo condannino a ritrattare tutta la famiglia , dal capo di casa fino al gatto . Se è un avvocato non lo obblighino a dare una serie di consulti legali sui fatti loro , e se è un medico non lo tormentino coll ' illiade dei loro piccoli e grandi malanni . L ' ospite è un amico , lo trattino come amico soltanto , ed alla sua presenza , signore massaie , lascino andare tutti i discorsi d ' economia . Sì , il vitto è caro ; la carne ha un prezzo esagerato ; e le frutta poi , un ' immoralità . È verissimo . Tutto questo lo diranno al loro marito , lo scriveranno a me se hanno bisogno di sfogarsi un poco . Ma per chi vive in casa loro , capiranno che certi calcoli si potrebbero tradurre in volgare : * Quanto mi costa ospitarli , signori miei ! Mi sono debitori di tanto e tanto .... e poi ancora tanto ! Quando un invitato annuncia che vuol partire , dev ' essere sempre troppo presto per la padrona di casa . Le sembra che sia giunto allora ! Però si guarderà bene da quelle dimostrazioni di amicizia imperiosa ed aggressiva , che nasconde le valigie , manda indietro le sfere degli orologi , fa perdere i treni , violenta gli ospiti in ogni maniera , e li obbliga ad una lotta corpo a corpo per ricuperare la loro libertà . Lo crederebbero , signore mie , che esistono a questo mondo , a questo stesso mondo in cui vivono loro , così educate e gentili , certe padrone di casa che quando i loro invitati hanno voltate le spalle domandano alle persone di servizio quanto hanno dato di mancia ? * OOOh ! ! ! Così è . Loro non ne conoscono . Io neppure , se Dio vuole . Ma se mai sentissero dire che la signora Trestelle , o Quattro Asterischi ha questa volgare abitudine , facciano in modo di smarrire questo mio volumetto alla porta della sua casa . Per quella signora là soltanto , io noto qui che le padrone di casa debbono astenersi assolutamente dall ' entrare in certi particolari , e se una persona di servizio troppo famigliare volesse raccontarli , tocca alla signora insegnarle il rispetto che le deve . Sono i padroni di bottega che domandano conto delle mancie ; e quelli sono giustificati dalla necessità di ripartirle equamente fra i loro garzoni . * * * A misura che l ' istruzione delle signore si raffina , la loro corrispondenza si fa più estesa ed importante . In questo anno di grazia , e di scuole superiori , mille ottocentonovantadue , sarebbe ridicolo che io mi mettessi ad insegnare alle signore come si scrivono le lettere . Ho detto su questo proposito il mio parere alle signorine e basta . Ne parlo unicamente per la parte che riguarda le convenienze . Una signora deve avere la carta colle sue cifre , e la corona , se l ' almanacco di Gota non ci ha nulla in contrario . La forma della carta è soggetta ai capricci della moda , come pure il colore . Costa così poco l ' uniformarvisi , ed è tanto bello il vedere che tutto quanto parte da una signora è grazioso , elegante , moderno come lei , che non esito a consigliarle di seguire la moda se possono . Ora l ' ultimissima moda è d ' avere un motto latino . Da tempi immemorabili questo si è usato da qualcuno . Ma ora si va generalizzando , e non c ' è persona raffinata che non abbia il suo motto in testa alla carta da lettere . È un uso che mi sembra buono . Per un sentimento di onestà si studia un motto che risponda ad un nostro principio , ad una nostra passione alta e nobile ; ad un nostro proposito , e per lo stesso sentimento di onestà , si è portati a non ismentire il motto colle nostre azioni ; per cui è quasi un impegno che ci assumiamo di mettere in pratica il motto adottato . Ma , badino , la carta colla cifra e collo stemma o col motto , non si adopera mai per mandar commissioni alla sarta , alla modista , al mercante , al calzolaio . Possono figurarsi , un calzolaio , che riceve una lettera precisamente uguale a quella che manderebbero alla loro più intima amica ? Sarebbe come farlo sedere alla loro tavola e questo non si usa . Il più democratico dei deputati di sinistra , un arruffapopolo addirittura , stringerà la mano al suo portinaio , ma non trincherà insieme , e non gli farà di cappello come ad un ministro . La corrispondenza d ' una signora è più estesa che quella di una signorina ; e le presenta un più vasto campo per far apprezzare il suo spirito , le sue osservazioni , la sua originalità d ' idee ; bisogna avere , come ho la fortuna d ' avere io , un ' immensa corrispondenza colle signore , per farsi un ' idea del gusto , della grazia , dell ' eleganza che ci mettono . Nella loro modestia , alcune di quelle lettere sono piccoli capolavori . Ed i pedanti ed i puristi vanno dicendo che in Italia non si sa scrivere ! Chi non sa scrivere ? Loro , e noi , letterati e letteratucoli mi metto fra questi , che , a forza di studiare parole nei vocabolari , perdiamo il filo delle idee , e diventiamo imbecilli . Ma torniamo a bomba , come dicono i letterati . Le lettere di dovere per una signora si suppliscono , volendo , con una carta da visita . E di queste avrà una larga distribuzione da fare . Avrà cura di esserne sempre ben provveduta . Al capo d ' anno , dopo aver scritto ai parenti ed amici lontani e visitate personalmente quelle persone , verso le quali i riguardi di grado sociale e d ' età non le permettono di disimpegnarsi con una semplice carta , manderà la carta da visita alle sue conoscenti . Una delle sue , ed una del marito bastano per una vedova , per una signora sola , per una madre con una o più signorine . Per due sorelle o due cognate , vedove o attempate entrambe , manderà due carte proprie e due del marito . Ad una signora maritata manderà una carta sua e due del marito , il quale deve far auguri all ' amica della moglie , ed al marito di lei . In una casa in cui vi fossero oltre al marito colla moglie ( i figli non contano ) , un suocero , una suocera , una cognata , ecc . , la signora manderà tante carte quante sono le signore in famiglia ; il marito tante carte quanto sono gli uomini , più una per la padrona di casa . Dato che una famiglia sia molto numerosa , il moltiplicare esattamente le carte di visita che vi si devono mandare , sarebbe una pedanteria . Allora si mandano soltanto ai coniugi che sono capi di casa . Ricevendo un annuncio di matrimonio , si risponde con una carta dei due coniugi ai genitori della sposa , ed una pure d ' entrambi , ai genitori dello sposo . Se si è assistito ad un matrimonio , subito dopo si mandano le carte da visita , una della signora e due del marito ai nuovi sposi . Ricevendo l ' annuncio d ' un battesimo o d ' una morte , si risponde colle proprie carte alla famiglia . In entrambi i casi , come pure per nozze , molti usano le lettere P . C . Vuol dire ugualmente per condoglianza , e per congratulazione . Conosco un signore che le ha fatte incidere addirittura sulle sue carte . Dice che sono un tesoro quelle due iniziali , perchè sanno interpretare tutti i sentimenti . Secondo lui , in caso di morte , i superstiti che hanno ereditato non mancano mai di leggere per congratulazione ; e , sempre secondo lui , gli sposi , che possono averle soltanto tornando dal viaggio , leggono quasi sempre per condoglianza . Quando si ammala una persona di conoscenza si deve subito mandare a domandarne nuove ; e la prima volta la persona di servizio dovrà presentarsi con carta di chi la manda alla quale si aggiungeranno le parole : " Per prender nuove " o le iniziali p . p . n . Questo perchè la persona di servizio sia conosciuta , e possa essere informata ogni giorno . All ' annuncio che l ' ammalato entra in convalescenza , si deve mandargli la carta " Per congratulazione . " Se , come si usa da molti , la famiglia dell ' ammalato mette nella portineria giornalmente il bollettino del medico , gli amici dovranno passare in persona almeno ogni tre giorni a sottoscriversi , e quando non vanno , mandare una persona di servizio , che dovrà sottoscrivere : " per il signore o la signora tale , " senz ' altro . Il convalescente manderà subito a tutti quanti si sono sottoscritti , o hanno mandato a prendere nuove , la sua carta colle iniziali p . r . , ed appena potrà uscire , dovrà fare una visita a tutti . Trattandosi di un personaggio illustre , alla cui porta , in caso di malattia , vanno a sottoscriversi conoscenti lontani , ammiratori ignoti , basterà la carta di visita ; ma invece delle succinte e poco cordiali iniziali p r dovrà contenere alcune parole di ringraziamento . Se s ' è avuta una disgrazia in famiglia , si risponde a tutte le carte da visita ricevute con le carte dei capi di casa , o quelle della vedova su cui si scrive P R ( per ringraziamento ) salvo a ricevere e ricambiare le visite di condoglianza dopo quindici giorni almeno . Non debbono mai essere le persone dolenti che si incaricano personalmente di mandare le carte . Sarebbe dimostrar che la loro afflizione le impensierisce ben poco , se lascia loro testa da pensare a tanta gente . Assentandosi dal paese dove si abita , o dove s ' è passato qualche tempo si mandano ai conoscenti le carte di visita colle iniziali p p c ( per prender congedo ) . Tornando dalla campagna o da un viaggio , si manda la carta di visita senza iniziali . In questo caso aggiungere quella del marito sarebbe ridicolo , perchè la carta è incaricata di dire che la signora è pronta a ricevere e non è ammesso che un uomo possa dare la stessa nuova , senza essere un principe ; ed i principi sono dispensati da questa formalità verso i semplici mortali . In tutte le circostanze una signora non rende mai la carta ai giovani soli , a meno di essere francamente vecchia . Ad ogni figlio che ha perduto il padre o la madre , anche una signora giovine manda la sua carta ; ma dicono i galatei francesi , vi aggiunge due parole di condoglianza . Oh Dio ! Anche in quel momento solenne si diffida di lui ! Potrebbe abusare della carta di una signora ! Le condoglianze scritte non sono condoglianze , sono una guarentigia che non potrà farsi bello di quell ' invio , senza che si giustifichi da sè stesso con quelle parole . Oh mondo pessimista ! Oh mondo pedante ! Un figlio che ha perduta sua madre ! Ma inginocchiatevi dinanzi a lui per consolarlo . È per la sua cara morta il vostro omaggio ; e egli è sacro . Non dubitiamo dell ' amore dei figli . In che cosa crederemo più , allora ? No , non voglio dubitarne ; è triste il pessimismo e spoetizza il cuore . Parliamo d ' altro . In Francia le carte di visita di una signora non portano mai il suo nome di battesimo . Si usa dire la signora Emilio di Girardin ; la signora Vittorio , e la signora Carlo Hugo . I galatei francesi sono in ammirazione dinanzi a questa trovata ; secondo loro è l ' ultima espressione del decoro , perchè il nome di battesimo di una signora non deve esporsi ad esser conosciuto dai profani : " Non debbono saperlo , lessi in uno di quei galatei formalisti , che il marito , il babbo o il fratello . " Confesso d ' aver visto in Italia , scritte in italiano , alcune carte di visita con quella combinazione bislacca di nome maschile e titolo femminile . Ma se Dio vuole non è ammesso dai nostri costumi . È un oltraggio al buon senso , ed è affatto inutile . Che torto può fare ad una signora che si sappia il suo nome ? Lucrezia romana la moglie modello , Susanna tanto casta .... coi vecchioni , la vergine Maria , hanno serbata una riputazione immacolata , malgrado tanti popoli e tante generazioni in possesso del loro nome Ma i Francesi non ci credono ; e per dimostrare il loro rispetto a Maria , sentono il bisogno di chiamarla Notre Dame . CAPITOLO II . La madre . Annuncio della nascita d ' un bimbo * Battesimo * Ricevimento * Ai pranzi * Presentazione dei bimbi ai conoscenti * Presentazioni delle figliole in società * Civiltà verso i maestri dei figli * Verso i loro amici * Lutto * Casi riservati . " Oggi ci è nato un parvolo Ci fu largito un figlio .. " Ed ha trovato tutto in punto per l ' inaugurazione della sua vita , il piccolo amore ? Non vorrei che avesse a mancare nè un nastrino ad una cuffietta , nè un bottone ad un bavaglino . Sarebbe una trascuratezza da parte delle mamme , alle quali il Padre Eterno , nella sua provvidenza infinita , ha lasciato nove mesi di tempo per la cucitura del corredino . Gli annunci no , non vanno preparati . Quello è il compito del babbo . Ma lui è sempre cosí assorto negli affari , che non si occupa affatto di simili formalità ; e , giunto il momento , si troverebbe intricato come un pulcino nella stoppa , se la sua sposa non avesse pensato prima ad istruirlo , che il giorno stesso in cui la gioia della paternità fa sussultare il suo cuore , dovrà informare i conoscenti con una circolare . Altre volte agiva per conto proprio e della moglie . Erano loro che comunicavano la nuova della nascita del loro bimbo . Ma ora anche i bambini s ' emancipano . Sono loro che annunciano la propria venuta in hac lacrymarum valle . Il babbo non è che il loro incaricato di affari . Provvede i cartoncini lucidi col contorno dorato e vi fa incidere per esempio : Guerrino Meschino saluta col suo primo vagito gli amici della mamma e del babbo . Tal paese , giorno tale , anno tale , ore tante . oppure : Il babbo e la mamma m ' incaricano di dirle , signore ( o signora ) , ch ' io venni al mondo ieri , ed ho bisogno della loro amicizia . Guerrino Meschino , e la data . Soltanto alle persone che si vogliono invitare al battesimo si manda una parola d ' invito manoscritta , a nome del babbo e della mamma . Ma prima di parlar del battesimo , mi lascino dire , signore mie , che dà una gran buona idea dell ' educazione d ' una signora , l ' udire dalle persone che ricevono le circolari questi commenti : * Come ! quella signora cuciva un corredino ? Si faceva scorgere così poco . Non ne parlava mai . Non so se mi spiego , e non vorrei spiegarmi troppo in questo libro . Ma debbono comprendere , che le noie ed i disturbi che accompagnano le fatiche d ' un corredino , non sono argomento interessante nè piacevole in compagnia . Debbono tenerli per sè , come un ammalato deve serbare a sè ed al suo medico le geremiadi delle sue sofferenze . Nulla è più sconveniente di quelle persone sempre discinte , sempre sdraiate , che intrattengono tutti delle loro nausee , delle loro piaghe , e condannano gli amici ed i figliuoli degli amici , a certi studi fisiologici o patologici , non compresi nel programma della loro educazione . Quando il bambino è nato bisogna pensare a battezzarlo . Il compare e la comare debbono esser stati scelti ed avvertiti da un pezzo ; almeno due mesi prima . È un incarico che impone una quantità di oneri , epperò non lo si deve offrire che a parenti o amici intimi , di quelli che si può essere certi che lo accetteranno di cuore e con gioia . Bisogna evitare ugualmente le persone d ' una ricchezza troppo superiore a quella della famiglia del bimbo , per non far supporre che si conti sulle loro larghezze ; e quelle troppo ristrette per non metterle in un impegno superiore ai loro mezzi . * * * Un giovinotto chiamato una volta a quella cerimonia , mi diceva : * Ho tanto speso perchè quel piccolo monello rinunciasse alla carne , che mi sono ridotto io stesso , al regime dell ' estratto di Liebig . Quando però una persona si offre di fare da compare o da comare , a meno d ' aver già un impegno precedente , non la si rifiuta mai . Se una signora , pregata di far da comare , per una ragione qualsiasi , non può accettare ; deve scusarsene colla massima cortesia , esprimendo i motivi del rifiuto , in modo che questo non si possa attribuire a cattiva volontà . Per lo più la famiglia del nascituro lascia alla comare la scelta del compare . Una signorina , in questo caso , non sceglie mai un giovinotto ; e , per non escludere tutti i giovani parenti ed amici del suo futuro figlioccio , rifiuterà di fare quella scelta , accettando il compare che la famiglia del bambino sceglierà . Le signore maritate accetteranno il diritto di scelta , e daranno la preferenza a quel compare che potrà , a loro credere , essere più utile al bambino , e più accetto ai parenti ; sempre però nella cerchia di persone che le verranno indicate come disposte ad accettare quell ' incarico . La comare è in dovere di offrire al figlioccio una medaglia d ' oro o d ' argento , con un bel nastro , al momento del battesimo . Dopo tre mesi dovrà regalargli un intero costume , il suo primo costume da passeggio ; e più tardi il denteruolo d ' avorio montato in argento o in oro , col nastro per portarlo al collo . Volendo essere più generosa , potrà , alla medaglia , offrire anche l ' abito da battesimo , ed il guancialone ( porte enfant . ) Ma questo si fa soltanto in parentela o nella massima intimità . Ed in tal caso , tutto sarà bianco , guarnito con nastri color di rosa per una bimba , azzurri per un maschio . Non essendo in molta confidenza , e volendo abbondare nei doni , la comare darà al bambino la ciotola d ' argento col cucchiaino e la sottocoppa e tutto il servizietto delle sue pappe future . La comare non ha obbligo di fare doni alla partoriente ; ma , ricevuta la nuova del parto , deve mandarle subito un mazzo di fiori di bulgaro . Il compare deve regalare alla partoriente una coppa colla sottocoppa ed il cucchiaio , ed un ovajolo col cucchiaino da ova ; il tutto di metallo più o meno prezioso o di porcellana , a seconda dei suoi mezzi e della sua generosità ; l ' ovaiolo sarà con vantaggio mutato in un intero servizio per le ova . In parentela e nell ' intimità si può mutare arbitrariamente il dono , tanto più se si tratta d ' una madre di famiglia , che ha già ricevute tante coppe quante sono i suoi figli , e non può essere molto contenta di veder aumentarsi quella inutile collezione . In tal caso si può offrirle una cuffietta di trina antica o moderna , per le visite dei quaranta giorni che si ricevono in cuffia , oppure un gioiello colla data del giorno in cui è nato il bimbo . In alcuni paesi il compare fa un dono alla comare , ed allora la comare o chi per lei , dà un pranzo di invito in onore del compare , e questi prende posto , a tavola alla destra della signora o della signorina , che gli ha fatto l ' onore di tenere un battesimo con lui . Il dono del compare deve limitarsi ad una confettiera piena di dolci , che può essere tanto dì cartone e raso , come un oggetto d ' arte inapprezzabile , o un cofanetto di metallo prezioso , ma sempre una confettiera . Ad un battesimo come ad un matrimonio una signora non deve mai presentarsi vestita di nero , si diceva fino a ieri . Da oggi la moda è cambiata ; ed il nero è quasi il colore preferito in quelle circostanze . La durerà questa moda ? Ne dubito . Il compare , uscendo di chiesa , dà una mancia al sagrestano ; e , rientrando in casa , dice qualche parola alla nutrice o alla bambinaia raccomandandole il suo figlioccio , e le pone in mano un dono in denaro . Lo stesso farà colla levatrice . Prima della cerimonia , compare e comare debbono imparar bene le risposte da dare al sacerdote , le formule di rinuncia da fare in nome del battezzato , gli atti di rito , le imposizioni delle mani , ecc . Sarebbe scortese verso i genitori del bambino e dimostrerebbe di prestarsi di mala voglia alla cerimonia chi vi andasse senza esservi preparato . Generalmente la mamma è ammalata quando si celebra il battesimo , per cui non s ' invitano che i parenti e le persone di grande intimità , affine di evitare i rumori che le riescirebbero fatali . Se il battesimo dev ' essere fatto con pompa , si dà l ' acqua al bambino , e si differisce la cerimonia fino a che la madre sia abbastanza guarita per assistervi . Però questo non si fa da molti . Quelle esistenze pargolette sono così fragili , che difficilmente una mamma si mette in pericolo di veder morire il suo bambolìno senza battesimo , sebbene alla crudeltà del limbo le mamme non ci credano , e si tengano sicure , che tutte le porte del paradiso si spalancherebbero dinanzi al piccolo innocente , per lasciarvelo svolazzare nella forma idealmente pura d ' una testina alata . La mamma non è obbligata a ricevere il compare in camera finchè sta a letto . Se crede però di farlo nessun riguardo di convenienza vi si oppone . Ad ogni modo sarà il solo uomo che godrà un tale privilegio , al quale la comare ha diritto . Dopo il battesimo , il padre del bambino offrirà un rinfresco al compare , alla comare ed agli invitati . In alcuni paesi si suol dare un pranzo ; ma da noi non si usa prolungare dei complimenti , che terrebbero il marito lontano dalla moglie in momenti , in cui sentono più che mai l ' uno e l ' altra il bisogno di stare uniti , di comunicarsi le impressioni di quel nuovo amore , che è venuto a vincolare maggiormente le loro esistenze . Oltre alle carte di visita in risposta all ' annunzio , la mamma riceverà una visita dalle persone più intime , fra quelle a cui ha comunicata la felice novella . Se la sua salute glielo permette comincierà a ricevere dopo tre settimane dalla nascita del bambino . Non in sala però , ma in camera da letto , o in un salottino accanto . La mamma deve avere un abito sciolto ad accappatoio , ed una cuffietta . Nella sua abbigliatura deve dominare l ' azzurro se il piccolo angelo che dorme accanto a lei è un bambino ; il roseo , se è una bambina . Il personaggio minuscolo dovrà essere in ordine per venir presentato alle visitatrici . Lui però non dovrà darsene pensiero , nè prendersi disturbo di sorta . Basta che , steso tra i merletti della sua culla , si degni di lasciarsi ammirare ; del resto può gridare , dormire , e fare il suo comodo in tutta l ' estensione del termine . La prima visita della mamma , dopo essere stata in chiesa a rientrare in santo , dev ' essere per la comare . In seguito andrà da tutte le persone che sono state a vederla . E , più tardi , quando il bambino comincerà ad uscire , dovrà andare con lui portato dalla nutrice o dalla bambinaia , da tutte le persone che hanno salutato con una visita la sua venuta nel mondo . Per riguardo al bambino , a cui si debbono evitare gli urti dei passeggieri affrettati , la signora , andando a piedi in istrada , cederà sempre la destra alla persona che porta il suo tesoro . * * * Ed il bimbo cresce ; comincia a balbettare ; ed è una delizia averlo a tavola dove mangia un po ' di tutto , e discorre .... E tuttavia se si hanno persone a pranzo che non siano di grande intimità , mi duole il dirlo , e confesso che mi duole anche il vederlo fare , non l ' approvo , ma tuttavia è un fatto che i bimbi non si mettono a tavola . Che farci ? Vi sono persone intolleranti , a cui tutto dà fastidio . Un bambino durante un pranzo , fa cadere almeno una dozzina di volte il cucchiaino , il pane , e tutto quello che ha intorno . Vuol pigliare il bicchiere e la sua manina , piccina , unta , inesperta , lo lascia scivolare sulla tovaglia . Se qualche cosa gli dà noia , piange . Se è di buon umore , si mette a galloriare rumorosamente , senza curarsi d ' interrompere i discorsi ; anzi , più la conversazione è animata più grida anche lui . Per me , tutte queste sono delizie , e non pranzo mai tanto bene , come quando vedo la tavola contornata di testine bionde . Ma pare che sia una manìa speciale a me sola , o a ben pochi . La generalità trova che i bambini disturbano , e la convenienza vuole che non si mettano a tavola se non si è in famiglia o nella massima confidenza ; e così sia ! Si fanno però entrare alle frutta . * * * Ho la disgrazia di conoscere una signora che ha sette figli . La maggiore è una bimba di tredici anni ; il più piccino è un baby di tre anni e mezzo . La natura ha data a tutta quella cara marmaglia una memoria straordinaria , per la massima afflizione degli amici di casa . Si esce col proposito di fare almeno quattro visite . Ma è sabato . La signora Feconda riceve . Si sale prima da lei . Dopo un quarto d ' ora si vorrebbe congedarsi . * No ; aspetti un momento . Le faccio vedere Lotto ( Carlo , Carlotto , Lotto ) e Vevè ( Vincenzo , derivazione inesplicabile ) che non sono a scuola . I due signorini entrano invariabilmente col naso sporco . * Salutate la signora . Come si dice ? Buongiorno , ma non basta , Cosa si fa ? Si dà un bacio alla signora . La signora esita un momento . La mamma se ne accorge . * Oh ma che naso avete ! e colla sua pezzuola fa la pulizia di tutti i piccoli nasi , e non transige sul bacio . * Ed ora fatele sentire una poesia . Prima tu , Lotto . * No , * Sì . * No .... * Dilla , e la signora ti dà la chicca . La signora non ha chicche e resta mortificata . Intanto tornano gli altri cinque figli dalla scuola . Un bis di presentazioni , di saluti , di pulitura di nasi ; e poi la mamma in possesso di tutta la compagnia , dispone le cose in modo , che , col buon esempio dei grandi destando l ' emulazione nei piccini , riesce a far udire , alla visitatrice tutto il repertorio delle poesie , da Lotto che diverte balbettando in francese : " Je suis un enfant gâté De jolie figure . " fino alla primogenita , che fa addormentare recitando tutta la Passione di Manzoni , di cui non capisce il gran nulla . Intanto sono le cinque ; le altre visite sono andate a monte e la visitatrice deve ancora leticare colla signora Feconda , la quale vorrebbe farle sentire che la signorina dice il Natale ancora meglio che la Passione e poi eseguisce una sonata .... e che Vevè , oltre all ' Ode all ' Italia di Leopardi , che ha declamata , sa tutta La Charité di Victor Hugo in francese . E la lascia partire a stento promettendo però di renderle visita accompagnata da tutta la sua dotta prole , per darle una rappresentazione a domicilio . Ah signore mamme ! Lo sanno pure quanto noi siamo di difficile contentatura in fatto di recitazione ! Io confesso che , prima di decidere se prenderò l ' abbonamento al Manzoni ho bisogno di sapere chi sono tutti gli artisti della compagnia .... Si figurino se posso divertirmi alle declamazioni delle loro piccole gioie ! Udrò sempre volentieri l ' enfant gâté de jolie figure a dirmi : " J ' aime les petits pâtés et les confitures , Si vous voulez m ' en donner Je saurai bien les manger . " Ma , lo ripeto , io faccio eccezione per la passione che ebbi sempre pei bambini . Stiano certi che alla generalità i loro bimbi saranno tanto più accetti e simpatici quanto meno reciteranno , e quanto più brevi saranno le loro permanenze in salotto . Da qualche tempo gl ' italiani si sono accorti che la nostra lingua è bella , armoniosa e ricca , e sopratutto che è la nostra lingua , e prima di guastare la pronunzia dei bambini avvezzandoli alle lingue straniere , li avvezzano a parlar bene l ' italiano . È un uso da raccomandarsi caldamente . Come pure è da raccomandare che non si facciano parlare ai figlioli le lingue straniere che sanno o che imparano , quando sono presenti persone estranee alla famiglia . Oltre ad essere un ' affettazione vana , può anche darsi il caso che metta nell ' imbarazzo un fior di galantuomo che senza valer meno di nessuno per intelligenza , non ha imparate le lingue straniere . * * * Ed ora le loro bimbe si sono fatte grandi . Sono signorine . Bisogna aver pazienza , signore mamme , e cangiar modo di vivere . L ' abbonamento alla commedia bisogna lasciarlo , le signorine non vanno alla commedia , ed una mamma per bene , non le lascia sole tutta la serata in casa per andarci lei . Può condurla al pattinaggio , al gioco del lawn - tennis , all ' opera ; ai balli di famiglia , e dopo i sedici anni , anche ai grandi balli . * Ma , * scusino , mi rincresce dirlo , so che è un sacrifizio ; * tuttavia .... che farci . Una mamma che accompagna una signorina non deve nè ballare , nè pattinare , nè giocare al lawn tennis . * Quando è decrepita forse ? Nossignora , anche quando non lo è . * Ma io sono tutt ' altro che vecchia .... * Lo so , si figuri ! Chi mai è vecchio a questo mondo ? Ma lei accompagna una signorina .... * Ma io non ho che trentanove anni , undici mesi e ventinove giorni . * Ma accompagna .... * Una signorina , ho capito ; ma , dacchè son giovine anch ' io .... * Ma ! Del resto possono ballare , se vogliono , e giocare e pattinare . Chiunque possiede due gambe , e due braccia , può fare tutte queste cose . Ma allora non mi domandino se è conveniente . Altrimenti sono costretta a dire di no . Una signora che accompagna una signorina non deve prendere parte attiva ai divertimenti giovanili ai quali prende parte sua figlia ; eccettuato alle commedie da salotto ed ai concerti se sa di musica perchè l ' arte è di tutte le età . * * * I maestri a cui una madre affida l ' istruzione ed in parte l ' educazione dei suoi figli , debbono godere tutta la sua stima e la sua fiducia . Dovrà dunque accompagnare in persona per la prima volta i fanciulli alla scuola , ed in seguito fare ai maestri quelle visite di dovere , che fa ai vecchi parenti ed ai superiori . Se i professori dei figli sono giovani e la madre pure è ancora giovine , supplirà alle visite di dovere che non può fare , invitandoli alle sue riunioni . Molte signore , che sono pure educate e gentili , hanno l ' imprudenza d ' incaricare i loro bambini stessi di presentare ai maestri i doni che vogliono offrir loro in segno di riconoscenza , al capo d ' anno o al finire delle scuole . Ed i bambini ne fanno un mondo di piccoli pettegolezzi . * Tu cos ' hai portato alla maestra ? * Un ventaglio d ' avorio . E tu ? * Oh , io le ho dato un braccialetto ; costa tanto . * Io l ' orologio colla catena . Coi maestri bisogna esser generosi se si vogliono avere i premi . L ' ha detto la mia mamma . Quante cose dicono le mamme che farebbero assai meglio a tenere per sè ! Che i bambini non odano mai discorrere dell ' onorario dei maestri , del prezzo delle lezioni , Se v ' ha un punto su cui sono inclinata a convenire con Rousseau , nella sua idea che l ' uomo nasce con tutti gli istinti buoni , e la società lo corrompe , è l ' apprezzamento del denaro . Non so se tutti i bambini siano come eravamo le mie compagne ed io . Ma noi mentre nutrivamo un ' ammirazione stupida per la ricchezza , come idea astratta e nelle sue manifestazioni di lusso , avevamo una specie di ribrezzo pel denaro . Ci umiliava come un errore , ci faceva arrossire come una vergogna . Una volta andai con altre fanciulle della mia età , ad un breve corso di lezioni di rammendo . Erano otto lezioni . All ' ultima la mia mamma , che era sofferente e non poteva uscire , mi diede i denari da consegnare alla maestra . Le mamme delle mie compagne avevano fatto lo stesso colle loro figlie . Quella maestra nomade , uccello di passaggio , autorizzava forse ai loro occhi un tratto meno delicato . Noi ci consultammo prima della lezione : * Tu come fai ? Osi darle il denaro in mano ? * Io no , non oso . * E neppur io . E neppur io . Ci sembrava di avvilirla . Come fare ? La maestra aveva una piccola scrivania . * Se mettessimo il denaro qui dentro ? dissi io . Lo troverebbe da sè e noi non s ' avrebbe la vergogna di darglielo . Tutte d ' accordo mettemmo i quattrini sotto la ribalta della scrivania e non ci pensammo più . Due giorni dopo la maestra , che doveva partire , mandò a tutti i nostri parenti la carta di visita pregandoli a voler saldare la loro piccola partita . * Cos ' era stato ? Cos ' era avvenuto dei denari ? Come ! Li avevamo messi là , in un luogo aperto ? Alla guardia di Dio ? E si era figurato tutti male presso quella maestra , che aveva dovuto domandare il suo compenso .... Grande agitazione nelle famiglie . Il fatto era che la maestra aveva fatto imballare la scrivania senza sollevarne la ribalta , ed i quattrini dormivano là dentro al sicuro d ' ogni pericolo . Ma a noi fece un ' impressione punto poetica , il vedere genitori e maestra , in tanta agitazione per quella miserabile questione di dare e d ' avere . E , sopportando i loro rimproveri , avevamo un ' idea vaga che vi fosse più nobiltà nella nostra sprezzante noncuranza , che nella loro esattezza . I fanciulli non possono farsi un ' idea delle necessità materiali dei maestri , che vedono vestire e trattarsi come i loro parenti . E , se quell ' idea se la facessero , il prestigio dei maestri sarebbe distrutto . Tocca alle mamme il conservarlo intatto non immischiando mai i loro figli nei rapporti d ' interesse coi loro superiori . Se i figlioli sono in collegio fuori di paese , la mamma supplirà con lettere e carte da visita alle cortesie che dovrebbe fare personalmente ai maestri . Le lettere dirette ai figli ed ai maestri non dovranno mai essere chiuse nella stessa busta ; e scrivendo ai fanciulli non si accennerà mai ai doni che si possono aver fatti ai loro superiori . Oltre l ' educazione della scuola e del collegio , le signorine hanno le lezioni di musica , di disegno , di lingue straniere , che prendono a domicilio , e continuano fino a tempo indeterminato . Molte signore , che escluderebbero con orrore dall ' amicizia delle loro figliole una signorina , di cui si dicesse che riceve visite di uomini quando sua madre non è in casa , lasciano poi quelle figliuole impeccabili , sole durante un ' ora col maestro di pianoforte e di lingua inglese . È troppo spingere la fiducia ed il rispetto , signore mie . I maestri sono uomini come gli altri , ed una madre per bene non deve mai mancare di assistere alle lezioni delle sue figlie . Se è occupata , se ha una visita , si fa supplire all ' assistenza della lezione , o la differisce . * * * Nei collegi si fanno le conoscenze senza tante formalità , per cui accade spesso che due giovinetti o due giovinette stringano una relazione intima sebbene le loro famiglie non si conoscano . In tal caso , quando i ragazzi escono di collegio , prese le debite informazioni , toccherà alla madre più attempata , o a quella che occupa una situazione più elevata , a fare il primo passo , mandando la carta di visita con qualche parola d ' invito all ' altra mamma , la quale risponderà subito con una visita ; non mai con una carta . Se una signora invita delle signorine a passar qualche tempo in casa sua , dovrà esercitare su di loro la stessa sorveglianza che esercita sulle sue figlie : assistere alle loro lezioni , accompagnarle ; e se ha dei figli grandi , vigilarne il contegno rigorosamente , in modo che le ospiti non abbiano a trovarsi , neppur un momento , in una falsa situazione . La regola più sicura e migliore è di non offrire ospitalità a signorine quando si hanno in casa giovinotti , e di non offrire ospitalità a giovinotti quando si hanno in casa signorine . Se poi è sua figlia che accetta l ' ospitalità in casa altrui , la mamma deve provvederla di denaro , perchè possa largheggiare di mance colle persone di servizio . Su questo punto , nessuna economia . Non dimenticherò mai un signore molto ricco , il quale venne a passare dieci giorni in una villa dove ero ospite anch ' io . Nel partire avvertì pomposamente la cameriera , in modo che tutti potessero udire , che aveva lasciato in camera qualche cosa per lei . Ed infatti trovò venti centesimi accuratamente avvolti in una carta . La padrona di casa era una persona educatissima , che non si sarebbe mai immischiata di certi particolari . Ma quella volta non seppe resistere . Quando la cameriera , sicura del successo , osò venire nel salotto , dove stavamo lavorando , a dirci quella novella , vi fu uno scoppio d ' ilarità spontanea e generale , in barba alle convenienze . Quell ' ospite aveva fatto il primo passo , e le sconvenienze sono come le ciliege , una tira l ' altra , e non si sa più dove si va a finire . * * * " Otez de la vie le c œ ur qui vous aime , qu ' en reste t il ? " Cosa ci resta , mie signore , quando si perde lo sposo a cui eravamo unite per la vita , i genitori che furono il primo dei nostri amori , i figli che furono l ' ultimo ? Cosa ci resta ? Nulla . Il dolore e null ' altro . Eppure si lesina il tempo al lutto dei più prossimi , de ' più cari . Il lutto che si usa da noi è scarso . Una vedova , un vedovo , parlo della Lombardia , portano il lutto un anno . Un anno ! Tutti gli anni del nostro avvenire che avevamo promessi , giurati ad uno sposo , glieli ritogliamo , perchè la sventura l ' ha colpito , perchè non è più a pagarceli con altrettanto del suo tempo , del suo amore . Un anno solo ! e dopo un anno le vedove possono danzare , i vedovi possono vestire la casacca d ' arlecchino . Chi muor muore , e chi vive si fa cuore . Oh ! chi mi rende l ' eroica poesia del rogo , e le vedove entusiaste che si bruciano sul cadavere del marito ? A patto ben inteso , che i vedovi si brucino un pochino anche loro sul rogo delle mogli . Ma per tornare alle convenienze sociali , le vedove che non desiderano di bruciarsi , possono farne a meno senza mancare di civiltà . E , quanto al lutto , possono uniformarsi agli usi del paese dove vivono . Sono libere però di prolungarlo , non di abbreviarlo . In Francia , ed anche in Piemonte , il lutto da vedova è di due anni . Il primo anno tutto in lana nero , con gran velo vedovile che copre quasi tutta la persona . È sempre il costume del rogo ; nobile , pittoresco , solenne , senza gale , senza vetro nero lucente ; la tetra divisa del dolore . È così ch ' io comprendo la sposa d ' un morto . Ma il secondo anno , anche in Francia e dappertutto , comincia un crescendo di luce , di tinte : il velo scompare , le gramaglie cedono il posto alla faglia di Lione , al taffetà di Napoli , neri , ma lucidi ; e comincia a fremere in fondo una gala e poi un ' altra . Poi , dopo sei mesi , compare un solino bianco , coi relativi polsini : e dopo tre mesi ancora , un abito bigio , violetto .... E poi è finito . Ci si mette un anno di più , ma ci si arriva sempre alla casacca d ' arlecchino . * Ma cosa pretende , marchesa ? Che si vesta di nero tutto il resto dei nostri giorni , perchè s ' è avuto la disgrazia .... * Io ? Chi lo ha detto ? Nemmen per sogno . Io non ho opinioni . Cito le regole , e basta . Da noi il lutto da vedova è d ' un anno . Si può fare il secondo semestre col mezzo lutto . Ma non è più di moda . Dunque un anno di lutto ; e non c ' è morto per bene che abbia diritto di lagnarsi della propria moglie . Il lutto pel babbo , la mamma , i nonni è pure d ' un anno . Pei fratelli , le sorelle , gli zii , è di sei mesi . Pei cugini , i cognati , tre mesi soltanto . Per una persona da cui si eredita si porta un lutto almeno di tre mesi . La servitù d ' una famiglia in lutto grave , deve pure essere in lutto . E questo si fa , beninteso , a spese dei padroni . * Scusi , marchesa , non ha parlato della somma delle sventure : una madre a cui muore un bimbo .... * Ebbene , lo fa seppellire . * Ma il lutto ? * Il lutto ? Ma che , le pare ? Non si usa . Se lei , signora lettrice , dovesse perdere quel suo cherubino biondo , il giorno dopo si vestirebbe come il giorno prima . I selvaggi , gli Esquimesi , ed anche i chimpansé , quando perdono i loro figli si rotolano per terra , si coprono il capo di polvere . Sono i loro segni di lutto , e , da veri barbari , li dànno pei figli come pei padri . Ma noi , gente civile , abbiam trovato il pelo nell ' ovo . Noi sappiamo che i genitori sono superiori ai loro figli , ed i superiori non portano il lutto per gli inferiori . Superiori ? Inferiori ? Davanti ad un morto ? Ed una madre potrà pensar questo ? E non si coprirà tutta di nero ! e non si circonderà di un lutto rigoroso , lei che ha nel cuore il più grande dei lutti umani , il più grande degli umani dolori ? " Oh mondo bello , tu sei pien d ' orror ! " Ma mi perdonino questa scappatina di sentimento . Il mio compito era soltanto di dire , che le mamme ed i babbi non hanno nessun dovere di portare il lutto pei loro figli ; però , se arbitrariamente volessero portarlo , come molti fanno , i codici non hanno pena speciale per questo delitto . Oltre ai lutti di famiglia vi sono lutti di circostanza . Una signora , invitata alle esequie d ' un conoscente , deve andarci tutta vestita di nero , e se la stagione lo permette , col velo invece del cappello . Altrimenti coprirà il cappello con un velo nero . Quando si ha la disgrazia di portare un lutto nazionale , la durata del lutto per una signora dipende in gran parte dalla situazione del marito . Ad ogni modo però , non essendovi una regola prestabilita per queste dolorose circostanze , sarà bene uniformarsi alle disposizioni che sono prese al momento dalla generalità , e peccare piuttosto per eccesso che per difetto . Il lutto quaresimale si porta rigorosamente soltanto nella settimana santa . Vi sono alcune signore che vestono di nero tutta la quaresima . In tal caso però bisogna astenersi dalle feste e dai balli , oppure deporre il lutto in quelle circostanze . Il ballo non è certamente in nessuna epoca una mortificazione quaresimale , e sarebbe assurdo portarvi un abito di penitenza e di divozione , che vi figurerebbe come un arlecchino a servire la Messa . * * * Per le mamme , come pei confessori , vi sono dei casi riservati . Non per tutte , fortunatamente , ma pur troppo per alcune . Cominciano sempre da una scoperta dalla mamma , a cui tiene dietro la recitazione , a porte chiuse , di pochi versi di Molière : " La mamma . Le deviez vous aimer , impertinente ? La figliola . . . . . . . . . . . . . . . . . Hélas ! Est ce que j ' en puis mais ? Lui seul en est la cause Et je n ' y songeais pas lorsque se fit la chose . " Ed intanto una letterina della figliola , o magari la sua fotografia , sono nelle mani d ' un giovane che potrebbe essere imprudente , e che , ad ogni modo , se non la domanda in isposa , non ha nessuna ragione di tenerle . E la ragazza ci pensa , e ne soffre per quell ' implacabile " Amor che a nullo amato amar perdona . " In tal caso una madre veramente ammodo non ne parla a suo marito per non esporlo a quistioni . Non ricorre a terze persone che , per quanto parenti od amiche , sono sempre di troppo in un segreto , in cui è impegnato il decoro di sua figlia " Io della vita nella dubbia via Il peso porterò delle tue pene . " È la santa missione della madre . Tocca a lei sola quel peso . Deve scrivere al giovine , parlargli a cuore aperto : " Avete tolta alla mia figliola la pace del cuore . Avete fatto male . E lei pure ha fatto male scrivendovi . Ma voi avete più esperienza di lei . Voi sapete che , senza averla domandata a suo padre , e senza esserle fidanzato non avete diritto a quella corrispondenza . So che non abusereste dell ' imprudenza d ' una giovinetta per comprometterla ; ma una lettera si può perdere , è cosa troppo delicata . Siate generoso . Rendetela a me .... " Non bisogna incoraggiarlo ( pregarlo sarebbe una enormità ) a domandare la fanciulla in isposa . Una madre non offre mai sua figlia a nessuno . Se n ' è innamorato davvero , nel restituire la corrispondenza clandestina alla madre , il giovinotto le scriverà delle scuse , una confessione generale , e le chiederà il permesso di domandare a suo marito la mano della figlia ; o , se la signora è vedova , la domanderà a lei stessa . Se è innamorato , ed ha cercato d ' illudere una giovinetta senza scopo e senza passione , è meglio che se ne vada : un uomo sleale non sarebbe mai un buon marito . Ad ogni modo , il passo fatto dalla mamma non può essere infruttuoso , nè compromettente . Ho conosciuto dei giovani che hanno abusato delle lettere d ' una signorina . Non ne ho conosciuto mai nessuno capace di abusare di quella di sua madre . E se un simile essere , per una mostruosa eccezione , esistesse , per fortuna non viviamo tra i barbari ; alla prima parola troverebbe un gentiluomo per dargli una buona lezione . Io stessa ebbi qualche volta l ' occasione di assumere quel penoso incarico per giovinette amiche prive di madre , e , sia detto ad onore dei nostri giovinotti , fui corrisposta sempre con cortesia , lealtà , rispetto . Dopo un fatto simile , dovunque si scontri col giovine imprudente , una signora dovrà essere la prima a fargli comprendere che è disposta a salutarlo . Nel caso in cui un matrimonio si sciogliesse dopo che la sposa ha già ricevuti i doni , toccherà alla madre il rimandarli allo sposo , con tutti quelli che lui avesse offerti agli altri membri della famiglia , e con un suo biglietto dignitoso , in cui lo dispensa , per riguardi che deve comprendere , da qualunque visita o saluto . Cesserà pure dalle visite alla famiglia ed ai parenti di lui ; non manderà più a loro carte , nè annunci in nessuna circostanza , finchè la fanciulla non sarà maritata ; però , scontrandoli , non eviterà di salutarli . PARTE QUINTA CAPELLI BIANCHI CAPITOLO UNICO . La vecchia . Invecchiare * Toletta * Suocera * Divertimenti * Ospitalità . Quando la vecchiezza si annuncia francamente , quando accetta con coraggio i suoi capelli bianchi e le sue rughe , chi non l ' ammira ? chi non l ' ama ? chi non le si inginocchia dinanzi , per ripeterle con un poeta gentile : " Oh lieta casa ! Oh nido fortunato Su cui tu stendi l ' ali ! … " Sgraziatamente , le signore che sanno invecchiare decorosamente sono così poche .... Ve ne sono di quelle che credono ringiovanire vestendosi come l ' ultimo figurino , o imponendo ai poveri ballerini di trascinarle in giro nelle feste da ballo .... Altre ripetono a tutte le ore che si sono maritate giovani , giovanissime , bambine ; se ne ricordano appena , anzi , non se ne ricordano affatto ; non farebbe loro meraviglia , se udissero dire che sono nate maritate . E così si diventa mamme all ' età di giocare alla bambola , si è nonne a vent ' anni , e s ' invecchia presto . Tutte Nonne scellerate . Poi vi sono quelle che propongono di non parlar mai dei propri anni , come se quel silenzio dovesse impedire agli altri di pensarci . E poi quelle che , all ' opposto , si scelgono una età primaverile e ne parlano continuamente , persuase che , a forza di sentirla dire , si finirà per crederci . È un risultato che ottengono unicamente sopra se stesse . Quasi sempre riescono a credere davvero di avere l ' età che confessano , ed agiscono giovanilmente che è una pietà . Ho udita non poche volte una signora di settantacinque anni , dire con molte smorfiette graziose : * Eh ! non sono più giovine , cara signora . Quando si è fra i trentacinque e i quaranta ... ! Aveva spezzata la cifra e vi si era posta in mezzo ; ed erano per lo meno dieci anni che stava in quel bivio , fra i trentacinque ed i quaranta , senza aver il coraggio di riunirli . E quando fu per morire chiamò il suo figlio primogenito ( aveva dei figli ! ) e gli espose la sua ultima volontà : che sulla lapide , sull ' epitaffio , sugli annunci funebri non le si attribuissero più di quarantacinque anni . Povera donna ! Davanti alla solennità della morte aveva varcato il Rubicone , aveva accettato un lustro di più .... Ma non aveva potuto andare più in là . Si può morire , ma non invecchiare . Del resto , è una debolezza innocente . Alle volte accade che col passare degli anni le forze non diminuiscono , sovente la salute si rinfranca ; i figlioli , cresciuti bene , danno minori pensieri e maggiori gioie , le condizioni finanziarie migliorano , e la mamma , la nonna sessagenaria , si sente ancora piena d ' energia , di buon umore ; si sente giovine .... Chi ha sofferto per le debolezze peggiori dell ' umanità , che si chiamano invidia , odio , calunnia , menzogna , che inducono ad atti ignobili e perfidi , si sente il cuore pieno d ' indulgenza pei peccati veniali delle povere donne , che , senza far male a nessuno , vorrebbero galvanizzare la bellezza e la gioventù : le due fonti di ogni umana gioia ! Ma senza arrogarmi il diritto di giudicarle , cito qui , per adempiere al compito assunto , le regole che i galatei stabiliscono per le signore che hanno varcata la sessantina . Una signora vecchia dovrebbe avere il coraggio di confessarsi vecchia , di parlare , di agire come tale . Le mode non sono fatte pei capelli bianchi . Non è necessario che una vecchia si vesta come un figurino antico ; no , ma non deve vestire come nessun figurino . Abiti scuri , lisci , per uscire ; abiti neri o bianchi lunghissimi per casa . Nulla s ' adatta meglio alla vecchiaia che la maestà dello strascico , ed il bianco non disdice a nessuna età . Le bizzarrie di rigonfi , di groppe , di cerchi , di toupé , che appaiono tratto tratto nelle nostre mode , le esagerazioni d ' ogni maniera , sono sempre ridicole per una vecchia : la moda non la giustifica di portarle . L ' unica moda delle vecchie , sempre uguale , sempre bella è la dignità . Una cuffietta quand ' è in casa . Mantelletto ampio o scialle per uscire , e cappello serio . Un cappello di dimensioni giuste , che calzi , che copra gli orecchi . Vogliono crederlo a me , che ho più d ' un secolo d ' osservazione , e che amo e venero la vecchiaia ? Ebbene , vestite così sembrano avere dieci anni di meno ; e vestite alla moda , grazie al penoso contrasto tra la novità del vestire e l ' antichità della persona , acquistano dieci anni di più . * * * La grande rinomanza di Noemi per l ' affetto che seppe ispirare a Ruth , ci prova quanto siano rare le signore che sanno comprendere bene la loro situazione di suocera . Eppure sarebbe tanto facile .... accettare pienamente la loro parte di maternità verso la nuora . Non altro . Ma la parte di maternità invecchia . L ' ostacolo è sempre là . Col proprio figlio non appariva . Un uomo è un ' altra cosa . E poi l ' amore di madre accomoda tutto . Ma quella signora giovine , che viene a metterle un confronto accanto .... Eppure una suocera deve accettare dalla nuora tutti quegli atti di deferenza , che si devono dalla gioventù alle persone attempate . La destra a passeggio , sia a piedi che in carrozza , il passo quando si tratta di entrare in qualche luogo , la preminenza del saluto dai visitatori , la destra del camino o del divano nei ricevimenti . La suocera deve astenersi di mettersi in terzo nelle visite , nelle passeggiate , nei divertimenti dei due sposi ; ma deve accompagnare la nuora , all ' occorrenza , quando è sola , presentarla ai conoscenti a cui non può presentarla il marito . La suocera che vive in casa col figlio ammogliato , cede alla nuora il maneggio di casa , e , dal momento che suo figlio ha moglie , si mette a riposo . Malgrado l ' età , malgrado l ' anzianità dei diritti , davanti alla società la padrona di casa è la nuora , e la suocera deve saperlo riconoscere con quella doverosa rinunzia . Agendo altrimenti , usurperebbe un diritto che non le spetta , si arrogherebbe una padronanza in casa del figlio e della nuora , mancherebbe di delicatezza . * * * I divertimenti delle vecchie signore sono , oltre ai viaggi , la conversazione ed il teatro . Nella conversazione possono tenere il primato ; la loro esperienza e la libertà dei discorsi che l ' età concede , rendono piacevole ed interessante la loro compagnia . Possono prender parte ai giochi seri se sanno di farlo bene . Il giocare a caso e male , è un ' ingenua inesperienza che alla loro età non si perdona . Dai balli una vecchia signora dovrebbe sempre tenersi lontana . E se ci va per accompagnare una nuora , una figlia , una nipote , dovrà vestire riccamente , ma colla massima serietà ; e non mai scollata . Un abito liscio di velluto nero o di trina , una cuffietta di tulle , orecchini e spillone di brillanti , è la migliore delle abbigliature serie . E se ha qualche acciacco , qualche malanno , lo lasci con Dio , e non rattristi la gioventù con racconti penosi . Si mostri contenta della compagnia che la circonda , indulgente e tollerante ; sopratutto tollerante . Lasci stare quel benedetto a ' miei tempi , che in bocca dei vecchi è un perpetuo rimprovero alle abitudini della generazione nuova . I suoi tempi sono passati e non tornano più . Accetti i tempi moderni . senza rimpianti , senza pedanterie . Creda a me , tutti i tempi hanno avuto la loro porzione nella grande somma dì beni e di mali che debbono consolare od affliggere l ' umanità . Tutte le preminenze che le si accordano per riguardo alla sua età deve accettarle , senza orgoglio , ma senza cerimonie . L ' età è una superiorità , e quei riguardi le sono dovuti . In teatro invece , dove i posti d ' onore sono fatti per mettersi in evidenza , una signora vecchia li cede sempre alle giovani , fossero pure signorine . Può andare al teatro sempre , perchè l ' arte si ama a tutte le età . Ma il suo posto è nell ' ombra . Ci va per udire e vedere . Non per essere veduta . Una vecchia signora può benissimo tenere ricevimenti , e dare anche feste da ballo , per far divertire la gioventù . Sarà un atto di generosità e di abnegazione , che le guadagnerà tutte le simpatie . Ricevendo ospiti in campagna , toccherà a lei di combinare le partite di caccia , le lunghe gite e tutti quei piaceri dai quali i suoi invitati si asterrebbero se lei non può prendervi parte . Deve mostrarsi desiderosa che li godano loro , e fare cordialmente la sua parte di vecchia castellana , di fornire tutto l ' occorrente , congedare e riaccogliere la comitiva alla soglia della casa , presiedere alla mensa . Se poi le sue forze lo permettono , può benissimo fare anche delle gite alpine senza che nessuno lo trovi fuori di proposito . È una questione di salute . E le feste solenni portino il dono della nonna ai nepoti , ai figli , alle nuore , alle giovani amiche . E sia accompagnato da parole d ' affetto materno , da benedizioni . Quelle benedizioni , quell ' affetto le torneranno centuplicati , e faranno un ' aureola di serenità alla sua fronte canuta . PARTE SESTA PAROLE AL VENTO Gli uomini . Non si mettano sulle difese , signori . Io non ho la menoma intenzione di dare degli insegnamenti agli uomini sul modo di vivere . Figurarsi ! So bene che nella divisione dei doni della Provvidenza , l ' intelligenza è toccata tutta a loro . Si sarebbero per caso degnati , " Annebbiando il cipiglio Tra l ' inno e lo sbadiglio , " di leggere l ' epigrafe che ho messa in fronte a questo libretto ? È messa là per loro . Una volta , la Viscontessa Giovanna d ' Albret , madre di Enrico IV , traviata dalle chiacchere emancipatrici , remotamente future , dell ' onorevole Salvatore Morelli , ebbe la curiosa idea di salire in pulpito , nell ' oratorio d ' un convento di Limoges a predicare la riforma . Tant ' è vero che nulla è nuovo sotto il sole , neppure le signore mitingaie che noi crediamo una nuova produzione del suolo americano . Si figurino l ' indignazione di quei frati ! Bruciarono il pulpito , scomunicato dalla presenza d ' una donna ; poi scarabocchiarono in un cattivo quadro la caricatura di quella scena di predicazione , e vi scrissero sotto quella massima d ' oro : " Mal sont les gens endoctrinés Quand par femme sont sermonnés . " Io me la sono mandata a memoria religiosamente , e , come vedono , l ' ho posta in fronte a questo lavoruccio , come professione di fede , persuasa che essa sola potrebbe ottenermi la loro indulgenza ; perchè so bene che non tutti gli uomini sono frati ; ma so altresì che i frati non sono che uomini . Dunque , io non ho punto , ma punto la presunzione di voler insegnar loro la menoma cosa . Mi limito ad osservare quello che vedo ogni giorno in società , ed a dirne il mio debole parere , sempre in rapporto a quelle tali leggi di convenienza , che , modificandosi secondo i tempi , sono venute fino a noi traverso tante e tante generazioni . I giovinetti sono una compagnia geniale , ed in tutte le case sono bene accolti , perchè , giovani e senza cure d ' affari nè di famiglia , portano con sè l ' allegria . Un giovinetto a modo non dovrebbe mai mostrare quelle ritrosie di cattivo genere , di rifiutare ogni offerta come se temesse di contrarre un ' obbligazione , di farsi pregare per accettare un pranzo , di promettere una visita e non farla , di stare delle settimane senza farsi vedere dalle persone che gli furono cortesi , insomma di far cadere dall ' alto i suoi favori , a rischio che , nella caduta , si spezzino e perdano ogni pregio . Quando un giovinetto non si dà delle arie da prezioso , è tale l ' onda di giocondità e di buon umore che emana dalla sua compagnia , che le signore , anche le mamme più sussiegate , hanno per lui una indulgenza somma . Una volta che una signora gli ha accordato il titolo tanto lusinghiero di amico di casa , egli può darle del voi , presentarsi a tutte le ore in cui riceve , anche più volte in un giorno , trattenersi lungamente , annunciare egli stesso che si ferma a pranzo o a colazione , organizzare giochi e passatempi , e , nell ' entusiasmo dei giochi mettere anche un po ' sossopra la casa per combinare scene e travestimenti . Ma tanta cortesia non si ottiene senza compenso . In compenso il giovine amico deve prestarsi di buon grado a fare qualche commissione o qualche facile ambasciata che la signora gli affidasse , accompagnarla se occorre , non rifiutarsi mai alle partite di divertimenti , o di viaggi , o di campagna che gli vengono proposte , se non sono incompatibili colle sue occupazioni . Deve saper tollerare scherzi ed osservazioni , e se qualche signora , non troppo gentile , ha l ' indiscrezione di rinfacciargli qualche suo difetto , deve rassegnarsi , volgere la cosa in burla e non risponderle per le rime , nè rinfacciarle i suoi . Per quanto intimo di una famiglia , commette sempre una sconvenienza un uomo che , alla presenza dei padroni , rivolge il discorso alla cameriera che attira la sua attenzione . Se una signora che gli concede la sua amicizia è ammalata , un uomo non deve mandare un servitore a prender nuove , ma deve andarci assiduamente in persona , e , appena può essere ricevuto , non essere avaro di visite , renderle in tanta compagnia ed in tante premure , le cortesie ricevute da lei . Se vede in teatro una signora di sua conoscenza non deve mancare d ' andare a salutarla in palco , a meno che la sapesse invitata nel palco di altre persone , presenti , che egli non conosce . A tutte le feste * natalizi , onomastici , solennità , anniversari * che si celebrano in una famiglia amica , un giovanotto dovrà prendere parte non solo intervenendo alla festa , ma mandando dei fiori o dei dolci , o un ricordo qualunque , non di valore , ma che riveli una cura gentile in chi lo scelse . In tutti i giochi , in tutti gli esercizi che richiedono forza , come l ' alpinismo , il pattinaggio , il lawn tennis , il criquet , la caccia , il bigliardo , l ' equitazione , ecc . , un giovinotto di buon gusto , senza affettare di lasciarsi vincere per una svenevole galanteria , non deve ostentare colle signore la superiorità della sua forza , obbligandole ad una soverchia fatica per non sfigurare al suo confronto . È superfluo il dire che certi discorsi di belle donnine , o anche soltanto di sport affatto maschile , si debbono evitare colle signore , le quali possono trovarli o sconvenienti o noiosi . Alle feste da ballo un giovine gentiluomo deve saper essere cortese fino alla galanteria colle signore e specialmente colle signorine , senza mai varcare quella misura oltre la quale la maldicenza lo aspetterebbe al varco per fare le sue osservazioni . Per conseguenza , non insistere a domandare troppo sovente il ballo alla stessa dama , non farle una corte troppo esclusiva e manifesta , non condurre le signorine sole al buffet , non isolarsi sopra un canapè con una signorina mentre non si balla , ecc . , ecc . Capisco che questi errori hanno per lo più origine dalle passioni , alle quali non si può fare la legge ; ma finchè la passione non c ' entra , finchè domina la ragione , un uomo è inescusabile se col suo contegno compromette una signora . In qualunque luogo si trovi , un giovine deve sempre usare alle signore ogni sorta di riguardi , senza lasciarsene distogliere dall ' età avanzata o dalla figura poco attraente . In questo sta il merito della cortesia . * * * Gli uomini , un po ' più positivi delle signore , si abbandonano più facilmente ai loro gusti , e diventano più presto abitudinari . Uno non può discorrere il mattino appena svegliato e vincere un certo malumore che gli rimane dopo il sonno , e dovunque sia , in viaggio con amici , ospite in casa altrui , o nella propria famiglia , resterà imbronciato e brutto , finchè il malumore mattutino si sia dissipato con tutto comodo . Un altro non può soffrire certi piatti a tavola , e non saprà imporsi il menomo sacrificio per nascondere la sua ripugnanza agli ospiti che l ' hanno invitato ; e se un vino non è di suo gusto , lo lascerà scorgere con una lieve smorfia , o almeno lo lascerà nel bicchiere con ostentazione . Alcuni sono avvezzi ad una temperatura molto alta , e si fregano le mani , si raggrinzano , si accartocciano inurbanamente in un salotto , che , secondo loro , non è riscaldato a sufficienza ; oppure sono calorosi , e smaniano , soffiano , sbuffano come locomotive , se l ' ambiente è troppo caldo . Vi sono degli scapoli avvezzi a pranzar soli , che si fanno tirare gli orecchi , per accettare un pranzo in casa altrui e non sanno nascondere che s ' impongono un sacrificio . Ad un pranzo d ' invito un signore è naturalmente il cavaliere della signora che ha accanto , e non trascurerà menomamente questa parte , troppo comune perchè metta conto di ricordargliela . Non è però inutile rammentargli che dopo aver pranzato con persone che gli furono presentate per la prima volta , dovrà entro le 24 ore portare in persona una carta di visita alla porta di quei commensali . Soltanto nel caso che le commensali fossero delle signorine , la formalità si dovrebbe tralasciare . Un dono poi li offende addirittura , lo rifiutano , o lo accettano come per forza e di mala grazia , poi lo ricambiano troppo presto e con ostentazione , come per far capire che non vogliono accettar nulla da nessuno . C ' è alle volte più generosità nell ' accettare che nel dare , ed un gentiluomo deve saper accogliere con garbo e con riconoscenza gli inviti ed i doni , e ricambiarli con tatto , senza fretta , per scambio di cortesia , non per sdebitarsi . Molti hanno contratta la dolce abitudine di abbandonarsi ad un pisolino riconfortante durante il chilo ; e subito dopo un pranzo , in compagnia , cominciano ad inghiottire sbadigli con ogni sorta di boccacce come se ruminassero , se pure non cedono al bisogno prepotente di lasciarli partire come razzi , comunicandoli a tutta la società , che finisce per sbadigliare in coro fino a smontarsi le mandibole . Questi signori abitudinari , che hanno il loro lato buono , perchè facendo tutto per abitudine , anche l ' amore , sono dei modelli di costanza , debbono essere gli inventori di quel motto che è la quintessenza dell ' egoismo : " Il primo prossimo è se stesso . " Ma sarebbero assai più amabili se si ricordassero un pochino delle giuste suscettività dell ' altro prossimo , il secondo . Se un signore sa di dover essere presentato ad un pittore , ad uno scultore , ad un musicista , ad un autore , ad un uomo politico , ad un ' illustrazione del teatro , deve se non li conosce già , informarsi dei quadri , delle statue , delle opere , dei libri , delle opinioni e gesta dei trionfi del nuovo personaggio , per poterne parlare con cognizione , e non con quegli accenni vaghi , quegli elogi generici e banali che fanno parer stupido lui , ed offendono l ' altro . Si rammenti a questo proposito la bella storiella di quelle vicine del signor De Amicis , che gli fecero dire che desideravano di conoscerlo , perchè ammiravano tanto i suoi lavori … .. e poi quando lo videro gli dissero : " Lei si diverte a scrivere , nevvero ? Ma bravo ! bravo ! " e nel congedarsi gli ripetevano : " Scriva sa , scriva ! " Ed era chiaro che de ' suoi lavori non conoscevano che il titolo , o tutt ' al più la copertina , soltanto di vista . * * * Vi sono degli uomini , non avvezzi alla società , pei quali una visita ad una signora è un vero supplizio , non per inurbanità , ma perchè vi si trovano impacciati , e non sanno come contenersi . Entrano col cappello fra le mani , e lo tengono sulle ginocchia , lo voltano , lo rivoltano , lo mettono sotto la sedia quando vogliono aver libere le mani , lo riprendono , gesticolano allungando la mano che tiene il cappello come un povero che domanda un soldo , precisamente come vedono fare ai lions . È l ' usanza , ed io non posso che ammirarli d ' averla imparata così bene . Ma vi sono delle signore che non s ' accontentano di dire al visitatore : " Posi il cappello , " lasciando poi che non lo posi se non vuole . Si credono in dovere d ' insistere , dicono al loro figliuolo o ad una ragazzina di prendere il cappello al signore . In questo caso un gentiluomo cede per non far scene . Ma il provinciale , che ha imparato dai lions a far visita con quel disimpegno tra le mani non sa privarsene , e difende energicamente il suo cappello come difenderebbe la borsa e la vita , e s ' impegna in una lotta di cortesia , che sembra una vera battaglia , e mette lo scompiglio fra i visitatori . In tale circostanza gli raccomando un po ' meno di tenerezza per quella parte suprema del suo vestiario . Sarà un po ' più imbarazzato ne ' gesti , ma in compenso non avrà fatto nascere tutto quel buscherio . E quando qualcuno lo presenta a signore o signorine , non spinga la dimostrazione di cortesia fino a stender subito la mano . I mariti ed i babbi avrebbero ragione di dirgli : " Et surtout pas trop de zèle . " Non vorrei neppure che quel provinciale , nella sua semplicità , prendesse troppo sul serio il piacere con cui altri mostra di ricevere la sua visita e si credesse obbligato a prolungare quel piacere finchè il servitore vada a chiamare la signora in tavola . Il tempo e la conversazione di una signora sono troppo preziosi , perchè la cortesia non debba suggerire a chi non è intimo della casa , di lasciarne un pochino anche per gli altri . Ne goda venti minuti , una mezz ' ora , via , e s ' accontenti . E durante quel tempo se ci sono altre persone non cerchi di accaparrare l ' attenzione della signora per sè solo . Quando si va in società bisogna lasciare l ' egoismo a casa , e portarci invece un po ' d ' abnegazione . È a questo patto soltanto che si può essere veramente cortesi . * * * Alle volte accade che un giovine rimane colpito come un eroe da romanzo , da un bel visetto di fanciulla che passa per la via accanto ad un buon viso di mamma . Se è proprio un colpo .... da morire , allora cerchi di sapere chi è la fanciulla , e di giungere a lei per la via retta della presentazione e della domanda ai parenti . Ma se è di quei colpi che non lasciano la traccia a lungo , e lui non si sente inclinato alla via retta , un gentiluomo non deve pigliare quella storta . A cosa conduce per lo più ? A mettere una signorina nell ' imbarazzo , a farle commettere delle imprudenze , a comprometterla , qualche volta persino a impedire che trovi marito , senza contare le pene di cuore che a quell ' età sono crudeli . E tutto questo per il misero gusto di mandare e ricevere delle letterine dolci che sa a memoria prima che sieno scritte , e che dovrà restituire in una scena da romanzo , ad epistolario finito . Mantenendo le signorine in quel grado di semplicità e d ' inesperienza che è una delle loro attrattive , lasciando loro la fede , gli entusiasmi della gioventù , serbandole ingenue , confidenti per lo sposo a cui saranno destinate , le famiglie contano sulla cortesia dei giovani che non profitteranno di quella preziosa ignoranza , per indurre una signorina ad imprudenze , delle quali non può apprezzare la portata . Se ogni gentiluomo rispettasse in ogni signorina la futura sposa d ' un altro , non accadrebbe a nessuno di scoprire più tardi , da qualche pettegolezzo maledico , che un altro non ha rispettata la sua . Seguire una signora o una signorina in istrada , passeggiare sotto le sue finestre , mandarle ambasciate dalle persone di servizio , sono impertinenze indegne di un uomo educato . E gli antichi , che hanno dipinto l ' Amore con una benda , hanno voluto dire che le donne innamorate sono cieche se non distinguono quanto c ' è d ' offensivo in certe galanterie punto raffinate . Ad un ballo un ballerino non darà mai la mano alla ballerina per condurla in figura . Basta offrirle il braccio . E mentre aspetteranno il loro giro potrà intrattenerla a discorrere . È ancora un atto di fiducia che gli fanno le famiglie , le quali non odono i discorsi che può tenere alle loro figliole . Se ne abusasse sarebbe una enormità . Credo che l ' abuso di fiducia sia un aggravante di molti delitti nel codice penale . E nel codice delle convenienze pure . Se la signora a cui domanda un ballo rispondesse che ha un impegno , il ballerino non dovrebbe mai rivolgersi a quella che sta accanto e che ha potuto udire quel rifiuto . Sarebbe quanto dirle che la prende per ripiego . Quando , fra le signore che ballano , vi sono la padrona di casa o le sue figliole , la prima domanda d ' un giovine educato deve essere rivolta a loro . Dopo una festa in casa privata tutti gli uomini che vi sono intervenuti sono in obbligo d ' una visita alla padrona di casa , e la faranno entro la settimana nel suo giorno di ricevimento . * * * Un giovinotto che in viaggio si trovasse in vagone con una signora non accompagnata , darà una buona idea della sua educazione se sorveglierà i suoi discorsi cogli altri uomini , come se fosse in un salotto , se le userà quelle piccole attenzioni che si usano in viaggio , di alzare un cristallo , tirare una cortina , aprire o chiudere una portiera , reggere e mettere a posto una valigia , senza insistere troppo per entrare in discorso se la signora vi si mostra restia . Si danno però casi in cui la civiltà diverrebbe eroismo . Un viaggiatore , che abbia fatto tutte le cose sue in fretta , si sia alzato di buon mattino , abbia fatta una colazione spiccia , per giungere in tempo a pigliare un posto d ' angolo nel vagone dove possa appoggiarsi al riparo dalla polvere e dal sole , dovrebbe essere due volte gentiluomo per cedere tutti questi vantaggi ad una signora , la quale per fare il suo comodo , è giunta dopo di lui , e magari non ha uno di quei visi che incoraggiano al sagrificio . No ; sarebbe troppo pretendere dalla cortesia d ' un debole mortale . Basta che le usi i riguardi dovuti , che non le fumi sul viso , che non pigli atteggiamenti troppo comodi per dormirle dinanzi ; del resto , quanto a ' posti pagati non c ' è diritto di sesso che valga ; tutti i sessi sono uguali in faccia a ' vagoni della strada ferrata . Ai tempi di Monsignor della Casa , ed anche a quelli del Gioia , quegli scrittori di galatei avevano bisogno di raccomandare a ' mariti di non parlare continuamente delle loro mogli , di non tesserne l ' elogio ad ogni momento . Povere mogli ! Ora la fortuna ha girata la ruota ; è venuta la moda insulsa di affettare l ' indifferenza , e bisognerebbe raccomandare precisamente il contrario . I Turchi si offendono se altri nomina le loro donne anche per domandar nuove della loro salute , o per incaricarli d ' un ' imbasciata cortese . Essi si vergognano dell ' amor coniugale , sia che abbiano parecchie mogli , sia che ne abbiano una sola , e lo nascondono come una spudoratezza . Lessi nel Constantinople di Theophile Gauthier che la moglie d ' un console francese a Costantinopoli , conoscendo questa debolezza , ed essendo donna di molto tatto , nel presentare delle stoffe da signora , ad un personaggio illustre del paese , gli disse : * Voi saprete a che uso destinarle . Sapeva che lo avrebbe fatto arrossire e confondere nominandogli sua moglie . Conosco parecchi mariti , non molti per fortuna , che , sotto questo rapporto , potrebbero passare per Turchi . Ho delle conoscenti ( tanto gentili che mi perdoneranno di vedersi accennate qui ) che vedo da parecchi anni , e non so tuttavia che viso abbiano i loro mariti . Esse mi dicono : . * Mi scuserà , marchesa , mio marito è un uomo serio ; non fa visite .... * Si figurino , se lo scuso , poverine ! Ma loro , signori uomini seri , credono veramente che vi sia più serietà nel mancare de ' riguardi elementari verso le conoscenti della loro sposa , che nel mostrare , accompagnandola almeno una volta da ciascuna , che la curano abbastanza per volere sapere dove va , e con chi tratta ? Via ; la mano sulla coscienza ; lo credono davvero ? Così accadrà loro d ' incontrare per la strada delle signore che la loro moglie vede ogni settimana , a cui dà del tu , e non le saluteranno . E quelle signore non diranno certo : * È un uomo serio ; è occupato di cose troppo gravi ed alte per curarsi di noi .... Punto , signori miei ; me ne duole pel loro amor proprio ; ma le ho udite molte volte dire con un sorriso che non era d ' ammirazione : * È il marito della signora tale . Uno screanzato . Non conosce neppure le relazioni di sua moglie , poveretta ! Io mi rallegro coi nostri uomini , che non passino la loro giornata metà ad azzimarsi , e l ' altra metà in visite galanti , come i cavalieri serventi dell ' altro secolo . Ma da un eccesso all ' altro ci corre ; ed almeno una volta all ' anno , come il minimum della confessione , un marito dovrebbe fare una visita a tutte le relazioni di sua moglie . Nelle famiglie modeste che hanno due , tre persone di servizio al più , alle volte anche una sola , la moglie si trova nel caso di rendere al marito una quantità di piccoli servigi ; preparargli tutto l ' occorrente quando deve vestirsi , provvedergli i piccoli oggetti di toletta , fargli trovar pronta la colazione , servirgli il caffè , o una bibita d ' abitudine , fargli , a pranzo , l ' improvvisata dei piatti che preferisce , cucirgli la biancheria , ecc . , ecc . Queste cose per la moglie possono essere una delizia che tiene luogo d ' ogni altro piacere o possono venirle a noia al punto da trascurarle o farle di mala voglia . Tutto dipende dal compenso che ne riceve . Se il marito non dimentica mai che la moglie è sua uguale , che è debole , che ha bisogno da lui il coraggio che le manca per affrontare le piccole e grandi miserie della vita , accoglierà quei servigi intimi e affettuosi come altrettanti favori , e li compenserà con una buona parola , con un ringraziamento , con qualche elogio . Oh , se lo sapessero tutti gli uomini , che largo compenso possono dare con una parola amorevole e cortese ! Ma se tutto quello che fa è ricevuto in silenzio , come un tributo che lei deve per obbligo al suo signore e padrone , se lui non si dà la briga di mostrare che avverte le sue cure e le apprezza , anche la moglie più devota si stanca , e pensa : * A cosa serve ? Da questo derivano le tante piccole mancanze , i bottoni staccati , i guanti scuciti , il pranzo in ritardo e poco accurato , e talvolta il disamore della casa nella moglie , il malcontento nel marito , la tristezza in famiglia , la pace perduta . Perchè ? Per un ' inezia . Perchè il capo di casa , che deve dare l ' esempio del modo di vivere , ha dimenticato che nè l ' affetto nè l ' intimità non dispensano dalla cortesia . Perchè ha lasciata andare a poco a poco la buona e dolce abitudine della gentilezza , ha preso a trattare in casa come non tratterebbe fuori , e , senza avvedersene , è arrivato ad essere quasi inurbano , a ricevere un atto gentile senza ringraziare , a lasciar parlare senza rispondere o a rispondere con asprezza se non è di buonumore , o a rimproverare senza tutti quei riguardi di delicatezza che si devono ad una signora , la quale , al pari di lui , è padrona di casa . Un capo di casa deve insegnare alla famiglia il rispetto dovuto alla propria moglie . A lei deve il primo saluto entrando in casa ; a lei deve offrire prima i piatti in tavola , e lasciare la destra al passeggio ed in carrozza , ed uscendo insieme , di sera od in campagna , deve offrirle il braccio , ed usarle tutte le attenzioni che userebbe ad un ' altra signora . Se vi sono dispareri tra loro , se deve farle qualche osservazione , avrà cura di chiamarla in disparte e di risparmiarle qualunque umiliazione davanti alle persone di casa anche alle più intime , anche ai suoi genitori . Deve tener conto delle sue delicatezze di donna , e neppure le piccole critiche sopra un abito o una pettinatura , non deve farle presente a terzi per non obbligarla ad arrossire . Una volta sarebbe cascato il mondo se una signora avesse fatto un viaggio da sola . Allora il marito doveva sempre accompagnare la moglie in viaggio , e da ciò risultava che si viaggiava pochissimo . Ora la grande facilità dei mezzi di trasporto , la maggior istruzione , che va abolendo una quantità di pregiudizi , hanno reso il viaggiare assai comune , e gli uomini che hanno delle occupazioni possono , senza essere ineducati , lasciare che la moglie vada sola da un paese all ' altro , se le circostanze lo esigono . Ma , per carità , non spingano la fiducia fino all ' indifferenza . Il marito deve mostrarsi interessato dell ' itinerario del viaggio , dell ' orario più o meno comodo ; deve accompagnare la signora alla stazione , non abbandonarla prima d ' averla veduta a posto nel vagone , risparmiarle tutte le noie del bagaglio , del biglietto di ferrovia , ecc . , raccomandarla a qualche conoscente pel viaggio se è possibile , ed assicurarsi bene che sia aspettata dove giunga . Se la signora va ai bagni o alle acque , deve scrivere lui stesso al medico o al proprietario dello stabilimento per avvertire dell ' arrivo , e raccomandare che si usino a sua moglie tutti i riguardi possibili . Ed al suo ritorno deve trovarsi ad aspettarla alla stazione , se non foss ' altro perchè i compagni di viaggio , dei quali ha potuto attirare l ' attenzione , vedendola andare sola come la donna di nessuno , non facciano sul suo conto giudizi temerari . Vi sono mariti che non si dànno nessuna di queste brighe , e cercano di scusare la loro trascuranza dicendo : * Ho troppa stima di mia moglie per aver bisogno di curarla . So che sa regolarsi bene da sè . Questo eccesso di stima tradotto in buon volgare vuol dire : * Non credo che valga la pena di custodirla : non me ne curo . Le donne , signori miei , hanno la loro parte di amor proprio . Preferiscono un Otello che le strangoli , ad un marito placido che le stimi a quel modo . Una moglie che viene abbandonata a se stessa è come un gioiello che si lascia sopra una tavola d ' anticamera , coll ' uscio aperto . Non importa che venga rubato , o si giudica talmente privo di valore , da non poter attirare nessun ladro . E qualche volta il bisogno di affermare il proprio valore al marito , che non lo riconosce , induce la moglie a lasciar venire il ladro . Quando una signora va ad un ballo il marito deve accompagnarla ; e se non può farlo , deve persuaderla a rinunciarvi anche lei . Soltanto nel caso in cui vi fossero delle figliole grandi , per non privarle di quel divertimento tanto caro alla loro età , se anche il capo di casa è nell ' impossibilità di accompagnarle , potrà permettere alla moglie d ' andarvi colle signorine , purchè vi sia un fratello maggiore , o un parente a cui affidarle . Se una signora ha una serata per ricevere il marito dovrà trovarsi in casa almeno una mezz ' ora , tanto da mostrare che gradisce la presenza degli ospiti in casa sua , e non si considera estraneo alle conoscenze della sua signora . Giungendo in campagna dove la moglie passa l ' estate , o tornando da un viaggio , chiunque siano le persone che si trovano al suo arrivo la prima a salutare sarà sempre la moglie , poi i figli . Uno che credesse di mostrarsi cortese salutando prima i forastieri , mostrerebbe che la sua cortesia è superficiale e non ha radice nel sentimento . E si farebbe torto , perchè , credano signori lettori , per quanto queste possano sembrare semplici formalità o leggerezze , la vera cortesia è strettamente legata ai sentimenti di umanità . Non c ' è atto cortese che non s ' inspiri ad un buon sentimento . Non c ' è scortesia che non ferisca qualche cuore . Un amico che ci trascuri , che non ci visiti , che non ci scriva a tempo , che ci manchi di un riguardo , non possiamo considerarlo un uomo superiore che non si curi di quegli atti gentili perchè li crede pure formalità , e si riservi a dimostrare la sua amicizia nelle grandi circostanze . Le grandi circostanze , il caso di buttarsi nell ' acqua o nel fuoco per salvarci , o di scendere in campo chiuso a spezzare delle lancie in nostro favore non accadono mai ; quasi tutti si traversa la vita senza trovarsi nel caso di mettere un uomo a quella prova eroica . Ma si può apprezzarne ogni giorno la sua gentilezza d ' animo , nelle piccole cortesie , e si può soffrire ogni giorno della sua rozzezza nelle scortesie che non sono mai piccole . E non serve la scusa pretenziosa ed assurda alla quale alcuni si aggrappano : * Sono un originale ! Saranno originali , sì , ma brutti originali ed è da desiderare che non abbiano copie . Del resto , quegli originali là non saranno quelli di certo che mi avranno fatto l ' onore di arrivare fino a questa pagina 230 del mio libro ; ed è per questo appunto che ho intitolato il capitolo : Parole al vento . Quanto agli altri , agli uomini gentili di animo e di modi , se l ' hanno letto , e se vi hanno trovato qualche cosuccia di buono , raccomandino il mio lavoro alle loro mamme , alle loro spose , alle loro figliole ; ed io , che apprezzo ed ambisco l ' approvazione delle graziose lettrici , ne sarò riconoscente " Finchè il sole Risplenderà sulle sciagure umane . " Se al contrario non vi hanno trovato nulla , proprio nulla , che metta conto d ' esser letto , non lo dicano a nessuno ; non mi tolgano la simpatia delle signore , che ne ' miei pochi lavori mi sono studiata di guadagnare , e di cui vado superba . Che male ho fatto infine ? Un libro inutile ? Dappoco ? Una sciocchezza ? Ma pensino che se si avessero a punire tutti quelli che hanno scritto delle sciocchezze , più di mezzo mondo ne patirebbe , perchè , come tutti sanno , " Les sots , depuis Adam , sont en majorité . " FINE .