Saggistica ,
Alla
cara
memoria
della
Baronessa
Alice
Marchetti
CONSIDERAZIONI
CRITICHE
Non
intendo
di
esporre
un
trattato
di
Pedagogia
Scientifica
:
queste
note
preventive
hanno
il
modesto
scopo
di
render
noti
i
risultati
assai
interessanti
di
una
esperienza
pedagogica
,
la
quale
sembrerebbe
aprire
una
via
di
pratica
attuazione
ai
nuovi
principi
che
tendono
a
ricostruire
la
Pedagogia
.
Si
sa
infatti
,
e
se
ne
parla
da
oltre
dieci
anni
,
che
anche
la
Pedagogia
,
come
già
fece
la
Medicina
,
tende
a
esulare
dai
campi
puramente
speculativi
,
per
fondare
le
sue
basi
sulle
indagini
positive
dell
'
esperienza
.
La
psicologia
fisiologica
o
sperimentale
che
,
da
Weber
e
Fechner
al
Wundt
,
è
venuta
organizzandosi
in
una
scienza
nuova
,
sembrerebbe
destinata
a
fornirle
quel
substratum
di
preparazione
,
che
l
'
antica
psicologia
morfologica
forniva
alla
Pedagogia
filosofica
.
E
anche
l
'
antropologia
morfologica
,
applicata
allo
studio
fisico
degli
scolari
,
apparisce
quale
altro
robusto
cardine
della
nuova
Pedagogia
.
Ma
in
verità
la
Pedagogia
Scientifica
non
fu
ancora
mai
costruita
,
né
definita
.
È
qualche
cosa
di
vago
di
cui
si
parla
,
ma
che
in
realtà
non
esiste
.
Si
direbbe
che
essa
finora
è
appena
l
'
intuizione
di
una
scienza
,
che
dovrà
fatalmente
scaturire
dal
cumulo
di
scienze
positive
e
sperimentali
,
che
hanno
rinnovato
il
pensiero
nel
secolo
XIX
;
perché
l
'
uomo
che
si
è
formato
un
nuovo
mondo
nell
'
ambiente
scientifico
-
-
dovrà
pure
essere
preparato
da
una
nuova
Pedagogia
.
Ma
niente
di
più
.
In
Italia
sorse
anni
fa
,
con
nobile
e
audace
slancio
,
una
cosidetta
Scuola
di
Pedagogia
Scientifica
,
per
opera
del
dottore
in
medicina
prof
.
Pizzoli
,
avente
scopo
di
preparare
i
maestri
al
nuovo
indirizzo
della
Pedagogia
:
scuola
che
ebbe
per
due
o
tre
anni
molto
successo
,
che
raccolse
,
si
può
dire
,
tutti
i
maestri
d
'
Italia
,
e
che
fu
assunta
con
magnificenza
di
materiale
scientifico
dalla
città
di
Milano
.
Essa
nacque
ricchissima
-
-
tanto
vi
affluirono
in
ogni
maniera
aiuti
economici
,
con
la
speranza
di
costruirvi
la
«
scienza
di
formar
l
'
uomo
»
.
L
'
origine
di
tanto
entusiasmo
dovevasi
in
gran
parte
alla
calda
propaganda
dell
'
illustre
antropologo
Giuseppe
Sergi
,
il
quale
,
da
circa
trent
'
anni
,
veniva
diffondendo
con
opera
assidua
,
tra
i
maestri
di
tutta
Italia
,
principi
di
civiltà
nuova
fondata
sull
'
educazione
:
«
Oggi
nella
vita
sociale
»
diceva
il
Sergi
«
s
'
impone
un
bisogno
urgente
:
il
rinnovamento
di
metodi
per
l
'
educazione
e
per
l
'
istruzione
,
e
chi
lotta
per
questa
insegna
,
lotta
per
la
rigenerazione
umana
»
.
Nei
suoi
scritti
pedagogici
raccolti
in
un
volume
:
Educazione
ed
Istruzione
(
Pensieri
)
1
nei
quali
riassume
il
contenuto
di
lezioni
e
conferenze
di
propaganda
-
-
addita
come
via
del
rinnovamento
desiderato
-
-
lo
stadio
metodico
dell
'
educando
,
condotto
sulla
guida
dell
'
antropologia
pedagogica
e
della
psicologia
sperimentale
.
«
Da
parecchi
anni
io
combatto
per
un
'
idea
che
più
ripenso
,
più
ritrovo
giusta
e
utile
per
l
'
istruzione
e
l
'
educazione
umana
,
cioè
che
per
aver
metodi
naturali
e
raggiungere
questi
fini
è
necessario
che
noi
abbiamo
numerose
osservazioni
esatte
e
razionali
sugli
uomini
,
e
principalmente
sull
'
infanzia
nella
quale
si
debbono
porre
le
basi
dell
'
educazione
e
della
cultura
»
.
...
«
Misurare
la
testa
,
la
statura
ecc
.
non
significa
,
è
vero
,
fare
della
Pedagogia
;
ma
significa
seguire
la
via
per
giungervi
,
perché
non
si
può
educare
alcuno
se
non
si
conosce
direttamente
»
.
L
'
autorità
del
Sergi
valse
a
dare
il
convincimento
che
,
una
volta
,
conosciuto
l
'
individuo
-
-
l
'
arte
di
educarlo
ne
sarebbe
scaturita
quasi
naturalmente
;
e
ciò
indusse
(
co1
Trevisini
,
1892
.
me
spesso
avviene
)
nei
suoi
seguaci
,
una
confusione
di
idee
,
che
proveniva
da
interpretazione
troppo
letterale
e
insieme
da
esagerazione
delle
idee
del
maestro
-
-
cioè
alla
confusione
fra
lo
studio
sperimentale
dello
scolaro
e
la
sua
educazione
.
E
poiché
l
'
uno
era
la
via
per
giungere
all
'
altra
,
che
ne
doveva
scaturire
naturalmente
,
si
chiamò
addirittura
Pedagogia
Scientifica
l
'
Antropologia
pedagogica
;
e
i
convertiti
al
nuovo
verbo
portarono
come
vessillo
la
«
Carta
biografica
»
,
supponendo
che
una
volta
issata
definitivamente
tale
bandiera
sul
campo
della
scuola
,
la
battaglia
fosse
vinta
.
Perciò
le
cosidette
scuole
di
Pedagogia
scientifica
insegnavano
ai
maestri
a
prendere
le
misure
antropometriche
,
ad
usare
istrumenti
di
estesiometria
,
a
raccogliere
dati
anamnestici
;
e
il
corpo
dei
maestri
scienziati
era
formato
.
Invero
all
'
estero
non
si
fa
certamente
né
di
più
,
né
di
meglio
.
Anche
in
Francia
,
in
Inghilterra
e
specialmente
in
America
si
sono
tentati
studi
di
antropologia
e
psicologia
Pedagogica
nelle
scuole
elementari
,
con
l
'
illusione
di
trarre
dall
'
antropometria
e
dalla
psicometria
il
rinnovamento
della
scuola
.
Quasi
mai
però
sono
i
maestri
a
compiere
tali
ricerche
,
ma
invece
i
medici
che
hanno
un
interesse
più
per
la
loro
scienza
speciale
,
che
per
la
Pedagogia
;
e
che
cercano
di
dare
contributi
sperimentali
alla
psicologia
e
all
'
antropometria
,
anziché
organizzare
il
loro
lavoro
e
i
loro
intenti
a
formare
la
tanto
attesa
Pedagogia
scientifica
.
Infine
l
'
antropologo
e
lo
psicologo
non
si
sono
mai
messi
a
educare
i
bambini
nelle
scuole
;
né
mai
i
maestri
esercenti
sono
saliti
al
grado
di
scienziati
di
gabinetto
.
Invece
il
progresso
pratico
della
scuola
richiederebbe
una
vera
fusione
di
indirizzi
di
studio
e
di
pensiero
,
tale
che
richiamasse
direttamente
nei
campi
elevatissimi
della
scuola
gli
scienziati
,
e
che
elevasse
i
maestri
dal
livello
inferiore
di
coltura
in
cui
oggi
si
limitano
.
A
questo
ideale
eminentemente
pratico
-
-
tendono
ora
in
Italia
le
Scuole
Pedagogiche
Universitarie
fondate
dal
Credaro
-
-
con
l
'
intento
di
estendere
la
Pedagogia
dai
limiti
di
una
semplice
materia
secondaria
della
facoltà
filosofica
,
come
era
stata
finora
,
a
una
facoltà
indipendente
,
la
quale
,
come
quella
di
Medicina
,
comprendesse
gl
'
insegnamenti
più
varî
.
E
tra
questi
entrarono
pure
l
'
Igiene
Pedagogica
,
l
'
Antropologia
Pedagogica
e
la
Psicologia
Sperimentale
.
Invero
l
'
Italia
,
che
è
patria
del
Lombroso
,
del
De
Giovanni
e
del
Sergi
,
può
portare
il
vanto
di
un
primato
in
tale
organizzazione
.
Infatti
quei
tre
scienziati
possono
chiamarsi
fondatori
di
nuovi
indirizzi
dell
'
Antropologia
:
antropologia
criminale
il
primo
,
antropologia
medica
il
secondo
,
e
antropologia
pedagogica
il
terzo
;
e
insieme
,
per
gran
fortuna
della
scienza
,
essi
sono
stati
validi
e
primi
propagatori
della
loro
idea
,
sì
che
non
solo
hanno
fatto
dei
valorosi
allievi
,
ma
hanno
pur
preparato
la
coscienza
delle
masse
ad
abbracciare
il
rinnovamento
scientifico
da
essi
difeso
(
vedi
il
mio
trattato
:
L
'
Antropologia
pedagogica
)
2
.
Oggi
lo
spirito
organizzatore
del
Credaro
ci
fa
sperare
che
si
compia
nelle
nostre
università
la
riedificazione
della
scuola
e
dei
metodi
educativi
;
e
sopratutto
la
vera
fusione
tra
le
scienze
sperimentali
,
che
hanno
indubbiamente
preparato
un
materiale
utilizzabile
al
rinnovamento
teorico
della
Pedagogia
,
e
l
'
arte
educativa
dei
maestri
esercenti
,
i
quali
elevano
nelle
Scuole
pedagogiche
universitarie
italiane
la
loro
cultura
.
E
ciò
sarebbe
gran
vanto
della
patria
.
2
Montessori
,
L
'
Antropologia
Pedagogica
,
Vallardi
.
Ma
oggi
ci
preoccupa
nell
'
educazione
l
'
interesse
dell
'
umanità
e
della
civiltà
-
-
innanzi
al
quale
esiste
una
sola
patria
:
il
mondo
.
E
per
una
causa
di
tanto
valore
tutti
quelli
che
hanno
dato
un
contributo
,
anche
se
questo
ebbe
il
significato
di
un
tentativo
non
coronato
da
successo
,
sono
degni
di
essere
rispettati
dall
'
umanità
civile
.
Così
in
Italia
la
scuola
del
Pizzoli
e
i
Gabinetti
di
Antropologia
e
di
Pedagogia
scientifica
,
che
sorsero
in
varie
città
d
'
Italia
per
opera
di
maestri
elementari
o
d
'
ispettori
scolastici
,
e
che
caddero
ancor
prima
di
essersi
definitivamente
organizzati
-
-
hanno
un
grande
valore
per
la
fede
che
li
ispirò
,
e
pel
cammino
che
hanno
aperto
al
pensiero
.
Non
bisogna
dire
che
simili
tentativi
furono
troppo
audaci
e
spinti
da
una
ristretta
comprensione
delle
nuove
scienze
ancora
in
via
di
sviluppo
:
ogni
cosa
grande
nasce
su
tentativi
facili
,
e
su
opere
imperfette
.
Quando
S
.
Francesco
di
Assisi
ebbe
la
rivelazione
di
dover
ricostruire
la
Chiesa
,
credé
che
si
trattasse
della
chiesuola
del
suo
paese
che
era
crollata
;
e
si
mise
a
trasportare
pietre
sulle
spalle
onde
riedificarla
.
Solo
dopo
si
accorse
che
la
sua
missione
era
di
rinnovare
la
Chiesa
cattolica
con
lo
spirito
di
povertà
.
Ma
il
San
Francesco
che
ingenuamente
trasporta
le
pietre
,
come
quello
che
fulgidamente
conduce
a
un
trionfo
dello
spirito
,
sono
la
stessa
persona
in
due
età
diverse
.
E
così
noi
che
lavoriamo
a
un
solo
trionfo
,
siamo
quasi
membra
o
età
di
una
persona
medesima
:
e
quelli
che
vengon
dopo
arrivano
,
perché
ci
furono
quelli
che
credettero
e
lavorarono
prima
.
Così
molto
analogamente
abbiamo
creduto
che
trasportando
le
pietre
del
duro
e
arido
esperimento
da
gabinetto
nella
scuola
antica
e
crollante
,
potessimo
riedificarla
.
Noi
abbiamo
guardato
ai
portati
della
scienza
materialistica
e
meccanicista
con
la
stessa
speranza
con
cui
San
Francesco
guardò
i
frantumi
di
granito
che
dovevano
pesar
sulle
sue
spalle
.
Ma
appunto
per
questo
ci
siamo
messi
in
una
via
falsa
e
ristretta
,
che
è
necessario
di
superare
per
imbatterci
veramente
nella
rinnovata
arte
di
preparare
le
generazioni
umane
.
Preparare
i
maestri
sulla
guida
delle
scienze
sperimentali
-
-
non
è
facile
cosa
.
Quando
avessimo
insegnato
loro
nel
modo
più
minuzioso
l
'
antropometria
e
la
psicometria
-
-
avremmo
fabbricato
dei
meccanismi
,
la
cui
utilità
sarebbe
molto
problematica
.
Infine
iniziando
all
'
esperienza
così
intesa
i
maestri
,
rimaniamo
sempre
in
un
campo
teorico
:
il
maestro
di
prima
,
preparato
su
principii
di
filosofia
metafisica
,
conosceva
le
idee
di
alcuni
uomini
considerati
autorevoli
-
-
e
muoveva
i
muscoli
del
linguaggio
nel
parlarne
,
e
i
muscoli
dell
'
occhio
nel
leggere
;
invece
i
nostri
conoscono
alcuni
istrumenti
e
sanno
muovere
i
muscoli
delle
braccia
per
usarli
;
inoltre
hanno
un
'
idea
,
che
è
storia
di
tentativi
analoghi
a
quelli
che
essi
aridamente
hanno
imparato
a
compiere
.
La
differenza
non
è
sostanziale
.
Perché
le
differenze
profonde
non
possono
esistere
nelle
modalità
esteriori
,
ma
nell
'
uomo
interiore
.
Noi
con
l
'
iniziazione
alle
esperienze
non
abbiamo
certo
preparati
nuovi
maestri
.
E
sopratutto
abbiamo
lasciato
gli
educatori
sulla
soglia
delle
scienze
sperimentali
,
non
ammettendoli
alla
sua
parte
più
nobile
e
più
profonda
-
-
alla
quale
si
formano
gli
scienziati
.
Invero
,
che
cosa
è
uno
scienziato
?
Non
certo
colui
che
sa
maneggiare
tutti
gl
'
istrumenti
di
fisica
di
un
gabinetto
o
che
nel
laboratorio
di
chimica
rimaneggia
con
sicurezza
tutti
i
reattivi
:
o
che
sa
in
biologia
approntare
i
preparati
microscopici
.
Anzi
molto
spesso
persone
assai
al
disotto
degli
«
scienziati
»
come
sarebbero
gli
assistenti
o
i
semplici
preparatori
,
sono
essi
,
non
lo
scienziato
,
che
hanno
la
più
gran
sicurezza
della
tecnica
sperimentale
.
Noi
chiamiamo
scienziato
la
figura
di
colui
che
nell
'
esperimento
ha
sentito
un
mezzo
conducente
a
indagare
le
profonde
verità
della
vita
,
a
sollevare
un
qualche
velo
dei
suoi
affascinanti
segreti
:
e
che
in
tale
indagine
ha
sentito
nascere
dentro
di
sé
un
amore
così
passionale
pei
misteri
della
natura
,
da
dimenticare
se
stesso
.
Lo
scienziato
non
è
il
maneggiatore
d
'
istrumenti
-
-
è
il
religioso
della
natura
.
Questo
sublime
innammorato
porta
della
sua
passione
,
come
un
monaco
,
i
segni
esterni
:
noi
chiamiamo
scienziato
quegli
che
vive
oramai
nel
suo
gabinetto
senza
più
sentire
il
mondo
esteriore
,
quasi
un
trappista
del
medio
evo
;
quegli
che
è
trascurato
nel
vestire
,
perché
non
si
ricorda
più
di
se
stesso
;
quegli
che
instancabile
nel
guardare
al
microscopio
,
diventa
cieco
;
quegli
che
si
inocula
la
tubercolosi
,
ingerisce
gli
escrementi
di
colerosi
,
nell
'
ansia
di
conoscere
i
veicoli
di
trasmissione
delle
malattie
;
quegli
che
sa
come
un
preparato
chimico
possa
essere
esplosivo
,
ma
pure
tenta
la
sua
sintesi
,
e
rimane
fulminato
.
Ecco
lo
spirito
dell
'
uomo
di
scienza
,
al
quale
la
natura
voluttuosamente
rivela
i
suoi
segreti
coronandolo
con
la
gloria
della
scoperta
.
Esiste
dunque
uno
«
spirito
»
dello
scienziato
,
oltre
a
un
«
meccanismo
»
dello
scienziato
.
E
lo
scienziato
è
al
culmine
della
sua
ascesa
,
allorché
lo
spirito
ha
trionfato
sul
meccanismo
;
da
lui
la
scienza
avrà
non
solo
nuove
rivelazioni
della
natura
,
ma
sintesi
filosofiche
di
pensiero
.
Ora
io
credo
che
dobbiamo
preparare
nei
maestri
,
più
lo
spirito
che
il
meccanismo
dello
scienziato
;
cioè
l
'
indirizzo
di
preparazione
deve
essere
verso
lo
spirito
,
anziché
verso
il
meccanismo
.
Come
noi
,
allorquando
vedevamo
nella
preparazione
scientifica
il
meccanismo
soltanto
,
non
volevamo
certo
mettere
il
maestro
elementare
nella
condizione
di
essere
insieme
un
perfetto
dottore
assistente
di
gabinetto
d
'
Antropologia
,
di
gabinetto
di
Psicologia
scientifica
,
e
un
igienista
dell
'
infanzia
e
della
scuola
;
ma
volevamo
solo
indirizzarlo
al
cammino
della
scienza
sperimentale
,
insegnandogli
a
maneggiare
un
po
'
gli
uni
,
un
po
'
gli
altri
istrumenti
-
-
così
noi
dobbiamo
indirizzare
il
maestro
,
pur
limitatamente
agli
scopi
che
si
prefigge
il
suo
ufficio
,
sulla
via
dello
«
spirito
scientifico
»
.
Cioè
dobbiamo
far
nascere
nella
coscienza
del
maestro
l
'
interesse
alla
manifestazione
dei
fenomeni
naturali
in
genere
,
fino
al
punto
che
ami
la
natura
,
e
che
conosca
l
'
aspettativa
ansiosa
di
chi
ha
preparato
un
esperimento
onde
attenderne
la
rivelazione
3
.
Gl
'
istrumenti
sono
come
l
'
alfabeto
e
bisogna
saperli
manovrare
,
per
poter
leggere
nella
natura
;
ma
come
il
libro
che
contenga
la
rivelazione
dei
più
grandi
pensieri
di
uno
scrittore
,
ha
nell
'
alfabeto
il
mezzo
di
comporre
la
lettera
delle
sue
parole
;
così
la
natura
sotto
il
meccanismo
dell
'
esperienza
,
ha
l
'
infinita
serie
di
rivelazioni
dei
suoi
segreti
.
Ora
chi
compitasse
potrebbe
leggere
a
rigore
le
parole
del
sillabario
,
come
quelle
di
un
'
opera
di
Shakespeare
,
purché
in
quest
'
ultima
la
stampa
fosse
abbastanza
chiara
.
Chi
è
iniziato
solo
all
'
esperimento
bruto
-
-
è
come
colui
che
compita
il
senso
letterale
delle
parole
in
un
sillabario
;
e
a
tale
livello
lasciamo
i
maestri
,
se
limitiamo
la
loro
preparazione
al
meccanismo
.
Dobbiamo
invece
renderli
interpreti
dello
spirito
della
natura
;
similmente
a
colui
che
pur
avendo
un
giorno
imparato
a
compitare
,
giunge
a
leggere
a
traverso
i
segni
grafici
il
pensiero
di
Shakespeare
,
o
di
Goethe
,
o
di
Dante
.
3
Vedere
nel
mio
Trattato
sull
'
Antropologia
pedagogica
il
capitolo
sul
«
metodo
nelle
scienze
sperimentali
»
.
Come
si
vede
,
la
differenza
è
grande
e
la
via
è
lunga
.
Tuttavia
il
primitivo
nostro
errore
era
naturale
:
il
bambino
che
ha
finito
il
sillabario
ha
l
'
illusione
di
saper
leggere
;
infatti
egli
legge
le
insegne
delle
botteghe
,
i
titoli
dei
giornali
,
e
ogni
parola
o
frase
che
eventualmente
gli
cada
sotto
gli
occhi
.
È
molto
semplice
l
'
errore
nel
quale
egli
cadrebbe
se
,
entrando
in
una
biblioteca
,
s
'
illudesse
di
saper
leggere
il
senso
di
quei
libri
.
Ma
provando
,
sentirebbe
che
«
saper
leggere
meccanicamente
»
è
nulla
,
e
uscirebbe
dalla
biblioteca
per
andare
ancora
a
scuola
.
Così
è
dei
maestri
che
abbiamo
creduto
di
preparare
alla
«
Pedagogia
Scientifica
»
insegnando
loro
Antropometria
e
Psicometria
.
Mettiamo
da
parte
le
difficoltà
di
preparare
i
maestri
-
scienziati
nel
senso
accennato
;
non
facciamo
neppure
il
tentativo
di
un
programma
,
perché
altrimenti
occorrerebbe
deviare
in
un
argomento
che
qui
non
è
nostro
scopo
.
Supponiamo
invece
,
di
aver
preparato
già
i
maestri
,
con
lunghi
esercizi
,
all
'
osservazione
della
natura
,
e
di
averli
condotti
p
.
es
.
al
grado
di
quegli
scienziati
zoologi
,
che
si
alzano
di
notte
,
per
andare
penosamente
tra
i
boschi
,
a
sorprendere
il
risveglio
e
le
prime
manifestazioni
di
vita
diurna
di
qualche
famiglia
d
'
insetti
che
li
interessano
:
-
-
ecco
lo
scienziato
che
potrebbe
essere
assonnato
e
stanco
del
cammino
:
ma
che
è
vibrante
di
vigilanza
:
il
quale
non
si
accorge
se
è
infangato
o
polveroso
,
se
la
nebbia
lo
bagni
e
se
il
sole
lo
bruci
;
ma
solo
è
intento
a
non
rivelare
minimamente
la
presenza
di
se
stesso
,
affinché
gl
'
insetti
per
ore
e
ore
compiano
pacificamente
le
loro
funzioni
naturali
ch
'
egli
vuole
osservare
.
Supponiamo
che
siano
al
grado
di
quello
scienziato
il
quale
già
miope
,
sapendo
come
ciò
affatichi
la
sua
vista
,
pure
osserva
al
microscopio
degli
infusorii
nei
loro
movimenti
spontanei
-
-
e
gli
sembra
che
nel
modo
di
scansar
si
l
'
un
l
'
altro
e
nel
modo
di
scegliere
il
nutrimento
,
siano
forniti
di
una
crepuscolare
coscienza
;
e
poi
perturba
quella
vita
pacifica
con
uno
stimolo
elettrico
,
osservando
come
alcuni
si
raggruppino
al
polo
positivo
e
altri
al
negativo
;
e
quindi
esperimenta
uno
stimolo
luminoso
,
e
vede
come
alcuni
corrano
verso
la
luce
e
altri
ne
rifuggano
;
e
indaghi
tali
fenomeni
di
tropismo
:
-
-
sempre
fissando
la
mente
sul
problema
se
quell
'
accorrere
o
fuggire
agli
stimoli
,
sia
della
stessa
natura
dello
scansarsi
,
dello
scegliere
il
cibo
;
cioè
se
sia
dovuto
a
scelta
e
a
fenomeno
crepuscolare
di
coscienza
,
anziché
ad
attrazione
o
a
repulsione
fisica
simile
a
quella
della
calamita
e
del
ferro
.
E
supponiamo
che
questo
scienziato
,
accorgendosi
che
sono
le
due
dopo
mezzogiorno
e
che
non
ha
ancora
pranzato
,
senta
la
gioia
di
avere
studiato
in
un
gabinetto
anziché
in
casa
sua
,
ove
lo
avrebbero
chiamato
due
ora
prima
,
interrompendo
insieme
l
'
interessante
osservazione
e
il
digiuno
.
Supponiamo
,
dico
,
che
il
maestro
sia
arrivato
(
indipendentemente
dalla
sua
cultura
scientifica
)
a
sentire
un
consimile
,
per
quanto
più
attenuato
,
interesse
nell
'
osservazione
dei
fenomeni
naturali
.
Ebbene
,
tale
preparazione
non
basterebbe
.
Egli
infatti
è
destinato
nel
suo
scopo
definitivo
,
non
già
ad
osservar
insetti
o
infusorî
,
ma
l
'
uomo
.
E
non
l
'
uomo
nelle
manifestazioni
dei
suoi
costumi
diurni
,
quali
quelle
famiglie
d
'
insetti
,
al
loro
risvegliarsi
al
mattino
;
ma
l
'
uomo
nel
suo
svegliarsi
alla
vita
intellettuale
.
L
'
interesse
verso
l
'
umanità
per
chi
vuole
educarla
,
deve
avere
un
carattere
che
connetta
più
intimamente
l
'
osservatore
e
l
'
osservando
,
di
quel
che
non
facciano
lo
zoologo
,
o
il
botanico
con
la
natura
;
e
ciò
che
è
più
intimo
,
è
necessariamente
più
dolce
.
L
'
uomo
non
può
amare
l
'
insetto
o
la
reazione
chimica
-
-
senza
attrito
;
quell
'
attrito
che
in
realtà
,
a
chi
l
'
osserva
senza
passione
,
apparisce
come
una
sofferenza
,
uno
strappo
alla
vita
propria
,
un
martirio
.
Ma
l
'
amore
da
uomo
a
uomo
può
esser
più
dolce
e
così
semplice
,
che
non
il
privilegiato
dello
spirito
,
ma
le
masse
possano
giungervi
senza
sforzo
.
È
necessario
che
i
maestri
,
iniziati
abbastanza
nello
«
spirito
di
scienziati
»
-
-
riposino
nel
sollievo
che
ben
presto
dovranno
provare
,
diventando
osservatori
dell
'
umanità
.
Per
dare
un
'
idea
di
questa
seconda
forma
di
preparazione
dello
spirito
,
immaginiamo
d
'
interpretar
l
'
anima
mistica
dei
primi
seguaci
di
Gesù
Cristo
,
i
quali
sentivano
da
Lui
parlare
di
un
Regno
di
Dio
alto
grandioso
al
di
là
di
quanto
possa
concepirsi
sulla
terra
.
E
ad
uno
dei
discepoli
vien
fatto
di
pensare
come
mai
potranno
essere
i
grandi
,
in
questo
Regno
,
e
lo
chiede
con
ingenua
curiosità
:
«
Maestro
,
e
come
sarà
il
più
grande
di
tutti
,
nel
Regno
dei
Cieli
?
-
-
A
cui
Cristo
carezzando
il
capo
di
un
piccolo
bambino
che
lo
fissava
incantato
,
rispose
:
«
Chi
potrà
farsi
simile
a
questo
fanciullo
,
quegli
sarà
il
più
grande
nel
Regno
dei
Cieli
»
.
Ora
supponiamo
un
'
anima
ardentemente
mistica
,
che
osservi
in
tutte
le
manifestazioni
sue
il
piccolo
fanciullo
,
per
imparare
con
un
misto
di
rispetto
e
d
'
amore
,
di
sacra
curiosità
,
e
di
aspirazione
alle
supreme
altitudini
del
Cielo
-
-
la
via
della
propria
perfezione
;
e
di
porla
nel
bel
mezzo
di
una
classe
,
popolata
da
piccoli
fanciullini
.
Ebbene
,
questo
non
sarebbe
il
nuovo
educatore
che
vogliamo
formare
.
Ma
cerchiamo
di
fondere
in
un
'
anima
sola
lo
spirito
di
aspro
sacrificio
dello
scienziato
-
-
e
quello
di
estasi
ineffabile
d
'
un
tale
mistico
-
-
e
avremo
completamente
preparato
lo
spirito
del
«
maestro
»
.
Egli
infatti
imparerà
dal
fanciullo
stesso
i
mezzi
e
la
via
per
la
propria
educazione
;
cioè
imparerà
dal
fanciullo
a
perfezionarsi
come
educatore
.
Immaginiamo
uno
dei
nostri
botanici
o
zoologi
,
pratico
nella
tecnica
dell
'
osservazione
e
dell
'
esperienza
,
che
avesse
viaggiato
p
.
es
.
,
per
istudiare
sul
luogo
la
peronospera
-
-
e
avesse
compiuto
in
aperta
campagna
le
sue
osservazioni
,
e
poi
al
microscopio
e
in
generale
nel
gabinetto
,
le
ulteriori
ricerche
ed
esperienze
di
cultura
ecc
.
;
o
che
avesse
p
.
es
.
studiato
le
zecche
,
introducendosi
nelle
stalle
e
cercando
tra
gli
escrementi
degli
animali
;
-
-
che
,
infine
,
intendesse
che
cosa
è
studiar
la
natura
,
e
conoscesse
tutti
i
mezzi
che
la
moderna
scienza
sperimentale
offre
per
raggiungere
tale
scopo
;
-
-
dico
,
immaginiamo
uno
di
questi
destinato
in
merito
agli
studi
superati
,
a
coprire
un
posto
scientifico
,
con
l
'
incarico
di
compiere
delle
ricerche
nuove
sugli
imenotteri
.
E
che
giunto
sul
posto
del
suo
destino
,
gli
ponessero
avanti
agli
occhi
una
scatola
,
coperta
di
un
limpido
vetro
,
sul
fondo
della
quale
fossero
infilate
con
uno
spillo
e
conservate
delle
belle
farfalle
morte
,
ad
ali
spiegate
.
Il
giovane
studioso
direbbe
che
quello
è
un
gioco
da
bambini
e
non
un
materiale
di
studio
da
scienziati
;
che
quelle
preparazioni
nella
scatola
sono
il
complemento
alla
ginnastica
che
fanno
i
ragazzi
nei
giardini
pubblici
,
quando
acchiappano
le
farfalle
con
una
reticella
sospesa
a
un
bastoncino
.
Lo
sperimentalista
innanzi
a
quell
'
oggetto
non
potrebbe
far
nulla
.
Lo
stesso
sarebbe
se
ponessimo
un
maestro
scienziato
secondo
il
nostro
concetto
,
-
-
in
una
delle
nostre
odierne
scuole
,
ove
i
fanciulli
sono
soffocati
nelle
espressioni
spontanee
della
loro
personalità
come
esseri
morti
;
e
fissi
sul
posto
rispettivo
,
sul
banco
-
-
come
farfalle
infilate
a
uno
spillo
;
mentre
dispiegano
le
ali
del
sapere
aridamente
acquisito
,
e
che
può
esser
simboleggiato
da
quelle
ali
,
che
hanno
il
significato
di
vanità
.
Dunque
non
vale
preparare
il
maestro
scienziato
:
occorre
approntargli
la
scuola
.
È
necessario
che
la
scuola
permetta
le
libere
manifestazioni
naturali
del
fanciullo
perché
vi
nasca
la
Pedagogia
Scientifica
:
questa
è
la
sua
riforma
essenziale
.
Nessuno
potrà
osare
l
'
affermazione
che
tale
principio
sia
già
esistente
nella
Pedagogia
e
nella
scuola
.
È
vero
che
qualche
pedagogista
-
-
auspice
il
Rousseau
,
-
-
espresse
fantastici
principi
e
vaghe
aspirazioni
di
libertà
infantile
:
ma
il
vero
concetto
di
libertà
è
affatto
sconosciuto
ai
pedagogisti
.
Essi
hanno
spesso
della
libertà
il
concetto
che
se
ne
sono
fatti
i
popoli
nell
'
ora
della
ribellione
alla
schiavitù
;
o
,
in
un
grado
più
elevato
,
hanno
un
concetto
di
libertà
che
è
sempre
ristretto
perché
significa
un
gradino
superato
della
scala
di
Giacobbe
,
cioè
la
liberazione
di
qualche
cosa
di
parziale
:
di
una
patria
,
di
una
casta
,
del
pensiero
.
La
concezione
di
libertà
che
deve
ispirare
la
Pedagogia
è
invece
universale
:
ce
l
'
hanno
illustrata
le
scienze
biologiche
del
XIX
secolo
,
quando
ci
offrirono
i
mezzi
per
istudiare
la
vita
.
Ond
'
è
che
se
l
'
antica
Pedagogia
aveva
intraveduto
o
vagheggiato
i
principî
di
studiare
lo
scolaro
prima
di
educarlo
,
e
di
lasciarlo
libero
nelle
sue
manifestazioni
spontanee
-
-
tale
intuizione
appena
espressa
e
indefinita
-
-
non
può
rendersi
attuabile
,
pratica
e
perciò
realizzabile
altro
che
dopo
il
contributo
delle
scienze
sperimentali
dell
'
ultimo
secolo
.
Non
è
il
caso
di
soffermarsi
a
discutere
:
basta
provare
.
Chi
dicesse
che
il
principio
di
libertà
informa
oggi
la
Pedagogia
e
la
scuola
farebbe
sorridere
,
come
un
fanciullo
che
innanzi
alle
scatole
delle
farfalle
infilate
,
insistesse
ch
'
esse
son
vive
e
possono
volare
.
Il
principio
di
schiavitù
informa
tutta
la
Pedagogia
che
si
sta
per
sorpassare
:
e
quindi
lo
stesso
principio
informa
la
scuola
.
Una
prova
-
-
il
banco
.
Ecco
per
esempio
una
luminosa
prova
degli
errori
della
primitiva
Pedagogia
scientifica
materialistica
,
la
quale
s
'
illudeva
di
portar
le
sue
pietre
sparse
,
alla
riedificazione
del
piccolo
,
crollante
edificio
della
scuola
.
Esisteva
il
banco
bruto
e
cieco
ove
si
ammassavano
gli
scolari
:
viene
la
scienza
e
perfeziona
il
banco
.
In
tale
opera
essa
tutti
contempla
i
contributi
dell
'
Antropologia
:
le
età
del
fanciullo
e
la
lunghezza
delle
sue
gambe
,
per
modellare
a
una
giusta
altezza
il
sedile
;
con
cura
matematica
calcola
le
distanze
tra
il
sedile
ed
il
leggìo
,
perché
il
dorso
del
bambino
non
si
deformi
nella
scoliosi
;
e
perfino
(
oh
,
profondità
dell
'
intuizione
e
dell
'
adattamento
!
)
separa
i
sedili
-
-
e
li
misura
nella
larghezza
affinché
il
fanciullo
ci
stia
seduto
appena
appena
,
sì
da
non
potersi
più
nemmeno
sgranchire
con
mosse
laterali
,
e
ciò
per
essere
separato
dal
vicino
;
e
il
banco
è
costruito
in
modo
che
il
fanciullo
sia
il
più
possibilmente
visibile
nella
sua
immobilità
:
tutta
questa
separazione
ha
l
'
intento
occulto
di
prevenire
gli
atti
di
perversione
sessuale
in
piena
classe
-
-
e
ciò
anche
negli
asili
d
'
infanzia
.
Che
dire
di
tale
prudenza
in
una
società
ove
sarebbe
scandaloso
enunciare
dei
principi
di
morale
sessuale
nell
'
educazione
,
per
non
contaminare
l
'
innocenza
?
Ma
ecco
la
scienza
che
si
presta
a
questa
ipocrisia
,
fabbricando
macchine
.
Non
solo
;
la
compiacenza
va
più
in
là
;
la
scienza
perfeziona
i
banchi
in
modo
da
permettere
al
massimo
punto
possibile
l
'
immobilità
del
fanciullo
,
o
se
si
vuole
,
da
risparmiargli
ogni
mossa
.
Così
affinché
lo
scolaro
sia
incastrato
bene
nel
suo
banco
,
sì
che
esso
stesso
lo
sforzi
alla
posizione
igienicamente
conveniente
ecco
il
sedile
,
il
posapiedi
e
il
leggìo
disposti
in
modo
che
il
fanciullo
non
potrebbe
mai
alzarsi
in
piedi
-
-
;
ma
appunto
perciò
il
sedile
a
una
mossa
determinata
,
cade
;
il
leggio
si
alza
;
il
posapiedi
si
rovescia
-
-
e
il
fanciullo
ha
precisamente
lo
spazio
di
stare
in
posizione
eretta
.
Su
questa
via
i
banchi
progredirono
in
perfezione
;
tutti
i
cultori
della
cosidetta
Pedagogia
scientifica
ne
idearono
un
modello
;
le
nazioni
non
poche
,
andarono
orgogliose
del
loro
banco
nazionale
:
-
-
nella
lotta
della
concorrenza
si
comprarono
brevetti
e
privative
.
Indubbiamente
questo
banco
aveva
a
base
della
sua
costruzione
molte
scienze
:
l
'
antropologia
con
le
misure
del
corpo
e
la
diagnosi
dell
'
età
;
la
fisiologia
nello
studio
di
movimenti
muscolari
;
la
psicologia
riguardante
precocità
e
perversione
d
'
istinti
-
-
e
sopratutto
l
'
igiene
,
tendente
a
impedire
la
scoliosi
acquisita
.
Era
dunque
veramente
un
banco
scientifico
,
avente
per
indirizzo
di
costruzione
lo
studio
antropologico
del
fanciullo
.
Ecco
un
esempio
delle
applicazioni
letterali
della
scienza
alla
scuola
.
Orbene
io
credo
che
non
passerà
molto
tempo
,
e
saremo
tutti
colpiti
di
gran
meraviglia
da
questo
fatto
che
sembrerà
incomprensibile
;
cioè
come
dai
tanti
studiosi
d
'
igiene
infantile
,
di
antropologia
,
di
sociologia
-
-
nel
progresso
del
pensiero
a
cui
si
è
giunti
sulla
fine
del
primo
decennio
del
XX
secolo
;
-
-
in
tutte
le
nazioni
ove
una
riscossa
di
protezione
al
fanciullo
sembra
essersi
risvegliata
-
-
;
non
sia
stato
rilevato
l
'
errore
fondamentale
del
banco
.
Io
credo
che
tra
non
molto
la
gente
stupita
vorrà
proprio
toccare
con
le
mani
i
nostri
banchi
modello
e
rileggere
coi
proprî
occhi
sui
libri
il
loro
scopo
,
illustrato
da
parole
e
da
figure
-
-
quasi
non
credendo
a
se
stessa
.
Il
banco
-
-
aveva
lo
scopo
d
'
impedire
la
scoliosi
degli
scolari
!
Cioè
gli
scolari
erano
sottoposti
a
un
tal
regime
,
che
,
pur
essendo
nati
sani
,
potevano
contorcersi
nella
colonna
vertebrale
e
diventare
gibbosi
!
la
colonna
vertebrale
:
la
parte
biologicamente
primitiva
,
fondamentale
,
più
antica
dello
scheletro
;
la
più
fissa
,
perciò
;
mentre
lo
scheletro
è
la
parte
più
dura
dell
'
organismo
.
-
-
La
colonna
vertebrale
che
poté
resistere
senza
piegarsi
alle
lotte
più
aspre
dell
'
uomo
primitivo
e
civile
,
quand
'
egli
combatté
contro
i
leoni
del
deserto
,
quando
soggiogò
i
mammouth
,
quando
scavò
la
pietra
,
quando
piegò
il
ferro
,
quando
sottopose
la
terra
-
-
non
resiste
,
e
si
piega
sotto
il
giogo
della
scuola
.
È
incomprensibile
come
la
cosidetta
scienza
,
abbia
lavorato
a
perfezionare
un
istrumento
di
schiavitù
nella
scuola
,
senza
essere
minimamente
penetrata
almeno
da
un
raggio
di
luce
del
movimento
che
si
svolgeva
al
di
fuori
,
nell
'
opera
di
liberazione
sociale
.
L
'
epoca
dei
banchi
scientifici
è
pur
l
'
epoca
della
redenzione
dei
lavoratori
dal
giogo
del
lavoro
inumano
.
L
'
indirizzo
è
ben
noto
,
e
si
ripete
da
tutti
;
lo
ripetono
i
maestri
del
proletariato
e
le
masse
dei
proletari
:
i
libri
scientifici
del
socialismo
,
e
i
piccoli
giornali
quotidiani
.
Il
lavoratore
denutrito
non
chiede
dei
ricostituenti
,
ma
un
miglioramento
economico
il
quale
impedisca
la
denutrizione
:
il
minatore
che
per
compiere
durante
troppe
ore
della
giornata
il
suo
lavoro
stando
piegato
sul
ventre
,
va
soggetto
alle
ernie
inguinali
non
chiede
i
cinti
erniari
onde
trattenere
le
intestina
sfuggenti
,
ma
chiede
una
diminuzione
di
ore
e
migliori
condizioni
di
lavoro
,
in
modo
che
possa
continuare
la
vita
sano
come
gli
altri
uomini
.
E
se
durante
questa
medesima
epoca
sociale
noi
constatiamo
nella
scuola
,
che
i
fanciulli
sono
lavoratori
in
cattive
condizioni
igieniche
contrarie
al
normale
sviluppo
della
vita
,
fino
al
punto
che
ne
può
rimanere
deformato
lo
scheletro
-
-
rispondiamo
a
così
terribile
rivelazione
con
un
banco
ortopedico
.
Sarebbe
come
offrire
al
minatore
il
cinto
erniario
e
al
denutrito
l
'
arsenico
.
Tempo
fa
una
signora
,
immaginandomi
fautrice
delle
innovazioni
scientifiche
riguardanti
la
scuola
,
-
-
sottopose
con
evidente
compiacimento
al
mio
giudizio
un
busto
per
gli
scolari
-
-
da
lei
inventato
,
onde
completare
l
'
opera
profilattica
del
banco
.
Invero
noi
medici
usiamo
per
la
cura
delle
deviazioni
della
colonna
vertebrale
,
più
mezzi
di
terapia
fisica
:
gl
'
istrumenti
ortopedici
,
i
busti
e
la
impiccagione
;
cioè
si
sospende
periodicamente
per
la
testa
e
per
la
punta
delle
spalle
il
bambino
rachitico
,
in
maniera
che
il
peso
del
corpo
distenda
e
quindi
raddrizzi
la
colonna
vertebrale
.
Nella
scuola
l
'
istrumento
ortopedico
è
in
gran
vigore
:
il
banco
;
oggi
comincia
qualcuno
a
proporre
il
busto
;
un
passo
ancora
e
sarà
consigliata
l
'
impiccagione
metodica
degli
scolari
.
Tutto
ciò
è
logica
conseguenza
di
materiali
applicazioni
scientifiche
alla
scuola
decadente
.
Altrettanto
potrebbe
dirsi
delle
applicazioni
dell
'
Antropologia
e
Psicologia
sperimentale
all
'
educazione
,
nelle
nostre
odierne
scuole
.
Evidentemente
il
mezzo
razionale
per
combattere
la
scoliosi
degli
scolari
,
è
di
cambiare
la
forma
del
loro
lavoro
,
in
guisa
ch
'
essi
non
siano
più
obbligati
a
rimanere
per
molte
ore
del
giorno
in
una
posizione
viziosa
.
È
una
conquista
di
libertà
quella
che
occorre
;
non
il
meccanismo
di
un
banco
.
Che
se
pure
il
banco
fosse
utile
allo
scheletro
del
bambino
,
esso
sarebbe
dannoso
all
'
igiene
dell
'
ambiente
,
per
la
difficoltà
che
presenta
ad
essere
rimosso
per
le
pulizie
;
mentre
il
piano
su
cui
il
fanciullo
posa
i
piedi
,
non
potendosi
sollevare
,
accumula
il
polviscolo
trasportato
dalla
strada
ogni
giorno
,
da
tanti
piccoli
piedi
che
hanno
camminato
.
Oggi
il
mobilio
delle
case
si
trasforma
nel
senso
di
divenir
sempre
più
leggero
e
semplice
,
affinché
possa
rimuoversi
tutto
con
facilità
,
ed
essere
possibilmente
pulito
ogni
giorno
,
se
non
addirittura
lavato
:
ma
la
scuola
è
sorda
alle
trasformazioni
dell
'
ambiente
.
Bisogna
riflettere
a
ciò
che
avverrà
dello
spirito
del
fanciullo
allorché
questi
è
condannato
a
crescere
in
modo
tanto
antificioso
e
vizioso
,
che
le
ossa
ne
restano
deformate
.
Quando
parliamo
della
redenzione
dei
lavoratori
-
-
intendiamo
sempre
che
sotto
alla
piaga
più
apparente
,
come
sarebbero
la
povertà
del
sangue
,
le
ernie
ecc
.
esiste
l
'
altra
piaga
profonda
,
che
colpisce
l
'
anima
umana
nello
stato
di
schiavitù
:
e
a
quella
si
mira
direttamente
,
dicendo
che
il
lavoratore
deve
essere
redento
nella
libertà
.
Sappiamo
bene
che
là
dove
un
uomo
ha
consumato
materialmente
il
suo
sangue
e
dove
il
ventre
emette
le
intestina
-
-
l
'
anima
fu
oppressa
nelle
tenebre
,
resa
insensibile
e
forse
uccisa
.
La
degradazione
morale
dello
schiavo
,
è
quella
che
pesa
sopratutto
al
nostro
progresso
,
che
vorrebbe
elevarsi
,
e
non
può
,
con
tale
zavorra
.
E
il
grido
di
redenzione
parla
assai
più
alto
delle
anime
,
che
non
dei
corpi
.
Che
diremo
noi
allorquando
si
tratta
di
educare
i
fanciulli
?
...
Conosciamo
bene
questo
triste
spettacolo
.
Nella
classe
c
'
è
il
maestro
faccendiere
,
che
travasa
le
cognizioni
nelle
teste
degli
scolari
.
Per
riuscire
nella
sua
opera
è
necessaria
la
disciplina
dell
'
immobilità
,
dell
'
attenzione
forzata
nella
scolaresca
;
e
al
maestro
conviene
poter
maneggiare
con
larghezza
i
premi
e
i
castighi
,
onde
costringere
a
tale
attitudine
,
coloro
che
sono
condannati
ad
essere
i
suoi
ascoltatori
.
Invero
oggi
si
è
convenuto
di
abolire
le
bacchette
e
l
'
abitudine
delle
percosse
:
come
pure
si
è
resa
meno
vistosa
la
cerimonia
delle
premiazioni
,
altro
puntello
alla
scuola
decadente
approvato
e
ribadito
dalla
scienza
.
Questi
premi
e
questi
castighi
,
mi
si
permetta
l
'
espressione
,
sono
il
banco
dell
'
anima
,
cioè
l
'
istrumento
di
schiavitù
dello
spirito
;
soltanto
che
qui
esso
non
è
applicato
ad
attenuarne
le
deformazioni
,
ma
a
provocarle
.
Il
premio
e
il
castigo
sono
una
spinta
verso
lo
sforzo
,
e
allora
non
possiamo
certo
parlare
di
svolgimento
naturale
del
fanciullo
.
Lo
yockey
offre
pezzi
di
zucchero
al
cavallo
da
corsa
prima
di
montarvi
in
sella
;
e
il
cocchiere
frusta
i
suoi
cavalli
perché
trascinino
la
carrozza
secondo
i
segni
da
ti
dalle
guide
ch
'
egli
maneggia
:
e
pure
nessuno
di
questi
corre
così
superbamente
come
il
libero
cavallo
delle
lande
.
Lo
zucchero
e
la
frusta
sono
egualmente
un
giogo
-
-
necessario
a
domare
la
ribellione
del
nobile
animale
;
non
sono
uno
stimolo
necessario
a
farlo
rimuovere
.
E
qui
,
nel
caso
dell
'
educazione
,
sarà
l
'
uomo
che
aggioga
l
'
uomo
?
-
-
È
vero
:
si
dice
che
l
'
uomo
sociale
è
l
'
uomo
naturale
aggiogato
alla
società
.
Ma
se
noi
diamo
uno
sguardo
complessivo
alla
morale
sociale
,
vediamo
a
poco
a
poco
farsi
più
dolce
il
giogo
,
cioè
vediamo
gradualmente
tornare
verso
il
trionfo
la
natura
,
la
vita
.
Il
giogo
dello
schiavo
cedé
a
quello
del
servo
,
e
questo
a
quello
del
lavoratore
.
Tutte
le
forme
di
schiavitù
tendono
a
poco
a
poco
a
dileguarsi
:
anche
la
schiavitù
sessuale
della
donna
.
La
storia
della
civiltà
è
una
storia
insieme
di
conquiste
e
di
liberazioni
.
Ora
dobbiamo
chiederci
in
quale
momento
della
civiltà
ci
troviamo
,
e
se
veramente
sia
necessario
il
giogo
del
premio
e
del
castigo
per
avanzare
:
poiché
se
noi
avessimo
realmente
sorpassato
questo
gradino
,
-
-
tale
forma
di
educazione
sarebbe
un
trarre
le
nuove
generazioni
indietro
verso
il
regresso
della
umanità
.
Qualche
cosa
di
molto
simile
alla
scuola
corrisponde
nella
società
alle
grandi
amministrazioni
governative
e
ai
suoi
impiegati
.
Essi
pure
scrivono
tutto
il
giorno
per
un
vantaggio
grandioso
e
lontano
,
di
cui
non
risentono
l
'
immediato
vantaggio
.
Cioè
,
che
lo
Stato
proceda
nei
suoi
grandi
meccanismi
per
opera
loro
e
che
il
vantaggio
di
tutti
gli
uomini
che
compongono
il
popolo
della
nazione
,
sia
dipendente
dal
loro
lavoro
-
-
essi
non
lo
percepiscono
.
Per
essi
è
immediato
bene
la
promozione
,
come
per
lo
scolaro
il
passaggio
della
classe
.
Quest
'
uomo
che
perde
di
vista
il
suo
alto
fine
,
è
come
un
fanciullo
degradato
,
è
come
uno
schiavo
ingannato
:
la
sua
dignità
d
'
uomo
è
ridotta
nei
limiti
della
dignità
di
una
macchina
,
che
ha
bisogno
di
olio
per
agire
,
perché
non
ha
in
sé
l
'
impulso
della
vita
.
Tutte
le
cose
più
piccole
,
come
il
desiderio
delle
decorazioni
,
sono
lo
stimolo
artificioso
al
suo
arido
e
buio
cammino
:
così
noi
diamo
le
medaglie
di
merito
agli
scolari
.
E
il
timore
di
non
aver
promozioni
,
li
trattiene
dalla
fuga
e
li
lega
al
lavoro
monotono
e
assiduo
,
come
il
timore
di
non
passare
la
classe
forza
lo
scolaro
sul
libro
.
Il
rimprovero
del
superiore
è
in
tutto
simile
alla
sgridata
del
maestro
-
-
la
correzione
delle
lettere
mal
fatte
,
equivale
al
cattivo
punto
sul
cattivo
compito
dello
scolaro
.
Ma
se
le
amministrazioni
non
procedono
nel
modo
eccellente
che
sarebbe
necessario
alla
grandezza
della
patria
;
se
la
corruzione
vi
si
infiltra
non
difficilmente
-
-
è
per
la
colpa
di
avere
spento
la
grandezza
dell
'
uomo
nella
coscienza
dell
'
impiegato
,
e
di
avere
ristretto
la
sua
visione
a
quei
fatti
piccoli
e
vicini
a
lui
,
che
possono
per
lui
considerarsi
come
i
premi
e
i
castighi
.
Il
potere
col
favoritismo
molto
può
perché
agisce
su
cotesti
scolari
dello
Stato
.
La
patria
si
regge
perché
la
rettitudine
della
maggior
parte
dei
suoi
impiegati
è
tale
,
che
resiste
alla
corruzione
di
premi
e
di
castighi
;
e
s
'
impone
quale
corrente
irresistibile
di
onestà
:
così
come
la
vita
nell
'
ambiente
sociale
trionfa
contro
ogni
causa
d
'
impoverimento
e
di
morte
,
e
procede
alla
conquista
dei
suoi
nuovi
trionfi
:
e
come
l
'
istinto
di
libertà
atterra
gli
ostacoli
,
procedendo
di
vittoria
in
vittoria
.
È
questa
forza
intima
e
grandiosa
della
vita
,
forza
latente
spesso
nell
'
incoscienza
,
-
-
che
manda
avanti
il
mondo
.
Ma
chi
compie
un
'
opera
veramente
umana
,
cioè
grande
e
vittoriosa
,
non
lo
fa
mai
per
la
piccola
attrattiva
di
ciò
che
noi
chiamiamo
col
nome
generico
di
«
premio
»
-
-
né
pel
timore
del
piccolo
male
che
chiamiamo
«
castigo
»
.
Se
in
una
guerra
un
numeroso
esercito
di
giganti
combattesse
per
la
smania
di
conquistare
promozioni
,
spalline
o
medaglie
,
o
pel
timore
di
venir
fucilato
;
-
-
e
gli
fosse
contro
un
manipolo
di
pigmei
infiammati
d
'
amor
di
patria
,
la
vittoria
sorriderebbe
a
questi
ultimi
.
Quando
l
'
eroismo
è
finito
in
un
esercito
-
-
i
premi
e
i
castighi
non
potranno
far
altro
che
compiere
l
'
opera
di
disfacimento
,
infiltrandovi
la
corruzione
.
Tutte
le
vittorie
e
tutto
il
progresso
umano
riposano
sulla
forza
interiore
.
Così
un
giovane
studente
potrà
diventare
un
gran
dottore
se
è
spinto
allo
studio
dalla
sua
vocazione
;
ma
se
lo
è
dalla
speranza
di
un
'
eredità
,
o
di
un
matrimonio
,
o
di
un
vantaggio
esteriore
qualsiasi
-
-
mai
diventerà
vero
maestro
e
gran
dottore
,
e
il
mondo
non
farà
un
solo
passo
di
progresso
per
opera
sua
.
Che
se
poi
occorrono
addirittura
i
premi
e
i
castighi
della
scuola
o
della
vita
familiare
a
fare
studiare
un
giovane
fino
alla
laurea
-
-
meglio
è
che
questi
non
diventi
affatto
dottore
.
Ognuno
ha
una
tendenza
speciale
e
una
speciale
vocazione
latente
,
forse
modesta
,
ma
certamente
utile
:
il
premio
può
deviare
tale
vocazione
sul
falso
cammino
della
vanità
:
e
così
si
perturba
o
si
annienta
un
'
attività
umana
.
Noi
ripetiamo
sempre
che
il
mondo
progredisce
,
e
che
bisogna
spingere
gli
uomini
ad
ottenere
il
progresso
.
Ma
il
progresso
viene
dalle
cose
nuove
che
nascono
:
ed
esse
non
essendo
prevedute
,
non
sono
premiate
,
ma
anzi
spingono
spesso
i
precursori
al
martirio
.
Guai
se
i
poemi
dovessero
nascere
dal
desiderio
di
conquistar
l
'
alloro
nel
Campidoglio
;
basterebbe
che
quella
visione
rimanesse
sola
campeggiante
nell
'
anima
del
poeta
,
e
la
musa
sarebbe
scomparsa
.
Il
poema
deve
scaturire
dall
'
animo
del
poeta
quand
'
egli
non
pensa
né
al
premio
né
a
se
stesso
:
e
se
pur
giunge
a
ottener
l
'
allo
ro
ne
sente
la
vanità
-
-
e
il
vero
premio
suo
sta
nell
'
affermazione
della
propria
forza
interna
trionfante
.
Esiste
anche
un
premio
esteriore
per
l
'
uomo
:
allorquando
p
.
es
.
l
'
oratore
vede
la
fisionomia
degli
ascoltatori
alterarsi
per
l
'
emozione
,
prova
qualche
cosa
di
così
grande
,
che
può
solo
paragonarsi
alla
gioia
intensa
di
chi
scopre
d
'
essere
amato
.
È
sempre
toccare
e
conquistare
le
anime
,
il
nostro
godimento
e
il
premio
unico
che
sia
vero
compenso
.
A
volte
ci
accade
di
attraversare
degli
istanti
in
cui
c
'
illudiamo
di
essere
il
più
grande
di
tutti
nel
mondo
:
sono
istanti
di
felicità
concessi
agli
uomini
per
continuare
in
pace
la
loro
esistenza
.
O
per
un
amor
soddisfatto
,
o
per
un
figlio
concepito
,
o
per
un
libro
pubblicato
,
o
per
una
scoperta
gloriosa
,
noi
c
'
illudiamo
che
nessun
uomo
esista
al
disopra
di
noi
.
Ebbene
,
se
in
quel
momento
una
autorità
costituita
,
o
uno
che
s
'
atteggia
a
nostro
maestro
,
ci
viene
innanzi
offrendoci
una
medaglia
o
un
premio
-
-
egli
è
il
distruttore
importuno
del
vero
premio
nostro
.
«
E
chi
sei
tu
?
griderebbe
la
nostra
illusione
svanita
-
-
«
che
mi
hai
ricordato
di
non
essere
il
primo
-
-
poiché
qualcuno
è
talmente
al
disopra
di
me
,
che
può
darmi
un
premio
?
»
Il
premio
dell
'
uomo
può
essere
solo
divino
.
In
quanto
al
castigo
-
-
l
'
anima
dell
'
uomo
normale
si
perfeziona
espandendosi
,
e
il
castigo
comunemente
inteso
è
sempre
una
repressione
.
Esso
sarà
utile
per
gl
'
inferiori
la
cui
espansione
è
nel
male
;
ma
costoro
sono
pochi
,
e
il
progresso
sociale
non
attinge
da
loro
.
Il
codice
ci
minaccia
castighi
se
siamo
disonesti
,
in
quei
limiti
indicati
dalla
legge
.
Ma
noi
non
siamo
onesti
per
paura
del
codice
;
noi
non
rubiamo
e
non
uccidiamo
perché
amiamo
il
lavoro
e
la
pace
-
-
perché
l
'
orientamento
della
nostra
vita
ci
conduce
innanzi
,
tenendoci
lontani
costantemente
e
sicuramente
dai
pericoli
di
certe
colpe
.
Senza
entrare
in
questioni
filosofiche
,
si
può
tuttavia
affermare
che
il
delinquente
,
prima
di
delinquere
,
si
è
accorto
della
esistenza
di
un
castigo
,
ha
sentito
quel
codice
gravante
su
lui
.
Egli
lo
ha
sfidato
o
vi
è
incappato
illudendosi
di
sfiorarlo
;
ma
è
avvenuta
una
lotta
tra
il
delitto
e
il
castigo
entro
la
sua
coscienza
.
Sia
efficace
o
no
a
raggiungere
lo
scopo
d
'
impedire
i
delitti
,
quel
codice
penale
è
però
indubbiamente
fatto
per
una
sola
e
limitata
categoria
d
'
individui
:
i
delinquenti
.
La
enorme
maggioranza
dei
cittadini
è
onesta
anche
ignorando
le
minacce
della
pena
.
Il
vero
castigo
dell
'
uomo
normale
è
di
perdere
la
coscienza
della
sua
propria
forza
e
della
grandezza
che
formano
la
sua
inferiore
umanità
;
e
tale
castigo
colpisce
spesso
gli
uomini
,
quand
'
anche
navigano
nell
'
abbondanza
di
ciò
che
il
comune
linguaggio
chiama
premio
.
Purtroppo
,
del
vero
castigo
che
minaccia
e
colpisce
l
'
uomo
,
l
'
uomo
non
si
accorge
.
E
pure
è
qui
che
può
svolgere
la
sua
efficacia
,
l
'
educazione
.
Ora
noi
teniamo
gli
scolari
in
iscuola
compressi
tra
quegli
strumenti
degradanti
il
corpo
e
lo
spirito
che
sono
:
il
banco
,
e
il
premio
e
i
castighi
esteriori
-
-
al
fine
di
ridurli
alla
disciplina
dell
'
immobilità
e
del
silenzio
-
-
per
condurli
-
-
dove
?
Purtroppo
,
per
condurli
senza
scopo
.
Si
tratta
di
travasare
meccanicamente
il
contenuto
di
programmi
nella
loro
intelligenza
:
programmi
compilati
spesso
nei
ministeri
e
imposti
per
legge
.
Ah
,
dinanzi
a
tale
oblìo
della
vita
che
si
svolge
nella
nostra
posterità
,
vien
fatto
di
chinare
il
capo
confusi
e
di
coprirci
con
le
mani
il
rossore
del
volto
!
Dice
bene
il
Sergi
:
«
oggi
s
'
impone
un
bisogno
urgente
:
il
rinnovamento
di
metodi
per
l
'
educazione
e
per
l
'
istruzione
,
e
chi
lotta
per
questa
insegna
,
lotta
per
la
rigenerazione
umana
»
.
STORIA
DEI
METODI
Per
costruire
una
Pedagogia
Scientifica
bisogna
dunque
battere
una
strada
diversa
da
quella
supposta
fin
qui
.
La
preparazione
dei
maestri
è
necessario
che
sia
contemporanea
alla
trasformazione
della
scuola
:
se
abbiamo
preparato
maestri
osservatori
e
iniziati
all
'
esperienza
,
conviene
che
nella
scuola
essi
possano
osservare
e
sperimentare
.
Un
cardine
fondamentale
della
Pedagogia
Scientifica
deve
essere
perciò
la
libertà
degli
scolari
,
tale
che
permetta
lo
svolgimento
delle
manifestazioni
spontanee
individuali
del
bambino
.
Se
una
pedagogia
dovrà
sorgere
dallo
studio
individuale
dello
scolaro
,
sarà
dallo
studio
inteso
in
questo
modo
-
-
cioè
tratto
dall
'
osservazione
di
bambini
liberi
.
Invano
attenderemo
il
rinnovamento
pedagogico
dall
'
esame
metodico
degli
scolari
di
oggi
,
secondo
le
guide
offerte
dall
'
antropologia
pedagogica
e
dalla
psicologia
sperimentale
.
Ogni
ramo
delle
scienze
sperimentali
è
sorto
dall
'
applicazione
d
'
un
metodo
proprio
.
La
batteriologia
deve
il
suo
contenuto
scientifico
al
metodo
dell
'
isolamento
e
delle
culture
dei
microbi
;
l
'
antropologia
criminale
,
medica
,
e
pedagogica
devono
il
loro
contenuto
all
'
applicazione
dei
metodi
antropometrici
a
individui
di
categorie
diverse
come
i
criminali
,
i
pazzi
,
i
malati
delle
cliniche
,
gli
scolari
.
La
psicologia
sperimentale
vuole
come
punto
di
partenza
una
esatta
definizione
della
tecnica
nell
'
esperimento
.
In
generale
è
importante
definire
il
metodo
,
la
tecnica
-
-
e
dalla
sua
applicazione
attendere
il
contenuto
,
che
deve
completamente
scaturire
dall
'
esperienza
.
Anzi
una
delle
caratteristiche
delle
scienze
sperimentali
,
è
di
muovere
all
'
esperimento
senza
preconcetti
di
sorta
sull
'
eventuale
esito
dell
'
esperimento
stesso
.
Per
esempio
se
si
vogliono
far
ricerche
sullo
sviluppo
della
testa
negli
scolari
più
intelligenti
e
meno
intelligenti
,
una
delle
condizioni
dell
'
esperienza
deve
essere
quella
d
'
ignorare
,
mentre
si
misura
la
testa
,
quali
siano
i
più
intelligenti
e
quali
i
più
tardi
tra
gli
scolari
,
affinché
il
preconcetto
che
i
più
intelligenti
dovrebbero
avere
la
testa
più
sviluppata
,
non
alteri
involontariamente
i
risultati
della
ricerca
.
Cioè
chi
esperimenta
deve
in
quel
momento
spogliarsi
di
ogni
preconcetto
-
-
e
fa
parte
dei
preconcetti
anche
la
cultura
.
Se
dunque
vogliamo
tentare
una
Pedagogia
Sperimentale
,
ci
converrà
rinunciare
alle
fedi
-
-
e
procedere
col
metodo
alla
ricerca
del
vero
.
Non
dobbiamo
quindi
partire
per
es
.
,
da
idee
dogmatiche
sulla
psicologia
infantile
-
-
ma
da
una
metodica
che
ci
faccia
raggiungere
la
libertà
del
bambino
per
trarre
dall
'
osservazione
delle
sue
manifestazioni
spontanee
,
la
vera
psicologia
infantile
.
E
forse
grandi
sorprese
ci
riserba
questo
metodo
!
La
psicologia
infantile
,
come
la
pedagogia
,
dovranno
formare
il
loro
contenuto
dalle
successive
conquiste
del
metodo
sperimentale
.
Ecco
dunque
il
problema
:
stabilire
il
metodo
proprio
alla
pedagogia
sperimentale
.
Esso
non
potrà
essere
quello
di
altre
scienze
sperimentali
:
e
se
in
qualche
modo
la
pedagogia
scientifica
è
integrata
dall
'
igiene
,
dall
'
antropologia
e
dalla
psicologia
,
e
ne
adotta
anche
in
parte
la
relativa
tecnica
metodologica
-
-
ciò
si
limita
a
particolari
sullo
studio
dell
'
individuo
da
educare
-
-
ciò
che
deve
essere
parallelo
all
'
opera
ben
diversa
dell
'
educazione
,
ma
che
forma
una
parte
molto
limitata
e
secondaria
nella
pedagogia
.
Il
mio
presente
studio
tratta
appunto
del
metodo
in
pedagogia
sperimentale
;
e
risulta
da
mie
esperienze
compiute
durante
due
anni
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
4
.
Invero
offro
soltanto
un
inizio
del
metodo
:
quale
l
'
ho
applicato
su
bambini
dall
'
età
di
3
a
6
anni
-
-
ma
credo
che
questo
tentativo
,
pei
risultati
sorprendenti
che
ha
dato
-
-
sarà
di
spinta
a
continuare
l
'
opera
intrapresa
.
Tanto
più
che
se
il
sistema
educativo
,
che
l
'
esperienza
mi
ha
dimostrato
eccellente
,
non
è
ancora
definitivamente
completato
,
esso
tuttavia
costituisce
già
un
insieme
abbastanza
organico
per
poter
venire
efficacemente
adottato
negli
Asili
d
'
Infanzia
o
nelle
prime
classi
elementari
.
Veramente
io
non
sono
esatta
dicendo
che
il
presente
lavoro
proviene
da
due
anni
di
esperienza
:
non
credo
che
questi
miei
ultimi
tentativi
,
avrebbero
potuto
permettere
di
creare
tutto
quanto
esporrò
in
seguito
.
Il
sistema
educativo
delle
Case
dei
Bambini
,
infatti
,
non
nasce
senza
più
lontane
origini
:
e
se
il
corso
della
presente
esperienza
è
così
breve
sui
bambini
normali
,
essa
però
proviene
da
precedenti
esperienze
pedagogiche
fatte
sui
bambini
anormali
,
e
come
tale
rappresenta
un
assai
lungo
lavoro
del
pensiero
.
Circa
dodici
anni
fa
,
essendo
dottore
assistente
alla
Clinica
Psichiatrica
nell
'
Università
di
Roma
,
ebbi
occasione
di
frequentare
il
manicomio
per
lo
studio
dei
malati
da
scegliersi
a
scopi
di
didattica
clinica
-
-
e
in
tal
modo
m
'
interessai
ai
bambini
idioti
ricoverati
nel
manicomio
stesso
.
In
quei
tempi
l
'
organoterapia
tyroidea
era
in
pieno
sviluppo
;
quindi
tra
confusioni
ed
esagerazioni
di
successo
terapeutico
,
richiamava
più
che
in
epoche
4
Oggi
,
altri
tre
anni
di
esperimenti
hanno
fatto
meglio
determinare
il
fenomeno
della
disciplina
spontanea
-
-
(
v
.
capitolo
sulla
Disciplina
)
.
precedenti
,
l
'
interesse
dei
medici
sui
bambini
frenastenici
.
Io
poi
,
avendo
compiuto
un
regolare
servizio
medico
negli
ospedali
di
medicina
interna
e
negli
ambulatori
pediatrici
,
avevo
già
rivolta
in
modo
particolare
la
mia
attenzione
allo
studio
delle
malattie
infantili
.
Fu
così
che
interessandomi
agli
idioti
,
venni
a
conoscere
il
metodo
speciale
di
educazione
per
questi
infelici
bambini
ideato
da
Edouard
Séguin
,
e
in
genere
a
penetrare
l
'
idea
allora
nascente
anche
tra
i
medici
pratici
,
della
efficacia
di
«
cure
pedagogiche
»
per
varie
forme
morbose
-
-
come
la
sordità
,
la
paralisi
,
l
'
idiozia
,
il
rachitismo
,
ecc
.
Il
fatto
che
la
pedagogia
dovesse
unirsi
alla
medicina
nella
terapia
-
-
era
la
conquista
pratica
del
pensiero
dei
tempi
-
-
e
su
tale
indirizzo
si
diffondeva
appunto
la
Kinesiterapia
.
Io
però
,
a
differenza
dei
miei
colleghi
,
ebbi
l
'
intuizione
che
la
questione
dei
deficienti
fosse
prevalentemente
pedagogica
,
anziché
prevalentemente
medica
;
e
mentre
molti
parlavano
nei
congressi
medici
del
metodo
medico
pedagogico
per
la
cura
e
l
'
educazione
dei
fanciulli
frenastenici
,
io
ne
feci
argomento
di
educazione
morale
al
Congresso
Pedagogico
di
Torino
nel
1898;
e
credo
di
avere
toccato
una
corda
molto
vibrante
poiché
l
'
idea
,
passata
dai
medici
ai
maestri
elementari
,
si
diffuse
in
un
baleno
come
questione
viva
interessante
la
scuola
.
Ebbi
infatti
dall
'
illustre
Ministro
dell
'
Istruzione
e
mio
Maestro
Guido
Baccelli
,
l
'
incarico
di
tenere
alle
maestre
di
Roma
un
corso
di
Conferenze
sull
'
educazione
dei
bambini
frenastenici
-
-
corso
che
poi
si
trasformò
nella
Scuola
Magistrale
Ortofrenica
,
che
io
diressi
ancora
per
altri
due
anni
.
A
tale
scuola
avevo
annesso
una
classe
esterna
a
orario
prolungato
,
ove
raccoglievo
bambini
giudicati
ineducabili
nelle
scuole
elementari
per
insufficienza
mentale
:
e
in
seguito
,
per
opera
di
una
società
,
venne
fondato
un
Istituto
Pedagogico
ove
,
oltre
ai
bambini
esterni
,
furono
ricoverati
tutti
i
fanciulli
idioti
del
manicomio
di
Roma
.
Rimasi
così
due
anni
a
preparare
,
con
l
'
aiuto
di
colleghi
,
i
maestri
di
Roma
ai
metodi
speciali
di
osservazione
e
di
educazione
dei
fanciulli
frenastenici
,
non
solo
;
ma
,
ciò
che
più
importa
,
dopo
essere
stata
a
Londra
e
a
Parigi
a
studiare
praticamente
l
'
educazione
dei
deficienti
,
mi
misi
a
insegnare
io
stessa
ai
bambini
e
a
dirigere
l
'
opera
delle
educatrici
dei
frenastenici
nel
nostro
istituto
.
Più
che
una
maestra
elementare
,
senza
turni
di
sorta
,
io
ero
presente
e
insegnavo
direttamente
ai
bambini
dalle
otto
del
mattino
alle
sette
di
sera
senza
interruzione
:
questi
due
anni
di
pratica
sono
il
mio
primo
e
vero
titolo
in
fatto
di
Pedagogia
.
Fin
da
quando
nel
1898900
mi
dedicai
all
'
istruzione
dei
fanciulli
deficienti
,
credetti
d
'
intuire
che
quei
metodi
non
avevano
nulla
di
speciale
all
'
istruzione
degli
idioti
-
-
ma
contenevano
principi
di
educazione
più
razionale
di
quelli
in
uso
:
tanto
che
perfino
una
mentalità
inferiore
poteva
esserne
ingrandita
e
svolta
.
Questa
intuizione
divenne
la
mia
idea
dopo
che
ebbi
abbandonato
la
scuola
dei
deficienti
;
e
a
poco
a
poco
acquistai
il
convincimento
,
che
metodi
consimili
applicati
ai
fanciulli
normali
,
avrebbero
svolta
la
loro
personalità
in
un
modo
meraviglioso
,
sorprendente
.
Fu
allora
che
principiai
un
vero
e
profondo
studio
della
così
detta
pedagogia
riparatrice
e
in
seguito
volli
intraprendere
lo
studio
della
pedagogia
normale
e
dei
principi
sui
quali
si
fonda
-
-
onde
m
'
iscrissi
studente
di
filosofia
all
'
Università
.
Una
gran
fede
m
'
animava
:
per
quanto
io
non
sapessi
se
avrei
potuto
mai
sperimentare
la
verità
della
mia
idea
,
pure
lasciai
ogni
altra
occupazione
per
approfondirla
,
quasi
preparandomi
a
una
sconosciuta
missione
.
I
metodi
per
l
'
educazione
dei
deficienti
ebbero
origine
all
'
epoca
della
rivoluzione
francese
-
-
per
opera
d
'
un
medico
le
cui
opere
di
medicina
rimangono
alla
storia
,
essendo
egli
il
fondatore
di
quel
ramo
che
oggi
si
è
specializzato
col
nome
di
Otoiatria
(
malattie
dell
'
orecchio
)
.
Egli
fu
il
primo
che
abbia
tentato
una
metodica
educazione
del
senso
dell
'
udito
,
nell
'
istituto
dei
sordomuti
fondato
da
Pereire
a
Parigi
,
riuscendo
a
rendere
udenti
i
sordastri
;
ed
in
seguito
,
avendo
avuto
per
otto
anni
in
cura
un
fanciullo
idiota
detto
il
selvaggio
dell
'
Aveyron
,
-
-
estese
a
tutti
i
sensi
quei
metodi
educativi
che
già
avevano
dato
per
l
'
udito
eccellenti
risultati
.
Allievo
del
Pinel
,
Itard
fu
il
primo
educatore
a
praticare
l
'
osservazione
dell
'
allievo
,
similmente
a
quanto
si
faceva
negli
ospedali
per
l
'
osservazione
di
malati
,
specialmente
per
i
malati
del
sistema
nervoso
.
I
lavori
pedagogici
dell
'
Itard
sono
interessantissime
descrizioni
minuziose
di
tentativi
e
di
esperienze
pedagogiche
:
e
chi
oggi
le
legge
,
deve
convenire
che
quelle
furono
le
prime
prove
della
psicologia
sperimentale
.
Ma
il
merito
di
avere
completato
un
vero
sistema
educativo
per
fanciulli
deficienti
,
spetta
a
Èdouard
Séguin
,
dapprima
maestro
,
poi
medico
:
il
quale
partendo
dalle
esperienze
di
Itard
,
le
applicò
modificandole
e
completando
il
metodo
,
durante
dieci
anni
di
esperienza
su
fanciulli
che
erano
stati
tolti
dal
manicomio
,
e
riuniti
in
una
piccola
scuola
in
via
Pigalle
a
Parigi
.
Tale
metodo
fu
esposto
la
prima
volta
in
un
volume
di
oltre
seicento
pagine
-
-
pubblicato
nel
1846
a
Parigi
col
titolo
:
Traitement
moral
,
hygiène
et
éducation
des
idiots
.
In
seguito
il
Séguin
emigrò
negli
Stati
Uniti
d
'
America
,
ove
si
fondarono
molti
istituti
per
deficienti
e
dove
il
Séguin
,
dopo
altri
vent
'
anni
di
esperienza
,
pubblicò
una
seconda
edizione
del
suo
metodo
che
portò
un
titolo
diverso
:
Idiocy
:
and
its
treatment
by
the
physiological
method
.
Tale
volume
fu
pubblicato
a
New
York
nel
1866
.
In
questo
il
Séguin
aveva
ben
definito
un
metodo
di
educazione
,
chiamandolo
metodo
fisiologico
.
Egli
non
accenna
più
nel
titolo
a
una
«
educazione
degli
idioti
»
quasi
che
fosse
a
loro
speciale
;
ma
parla
dell
'
idiozia
trattata
col
«
metodo
fisiologico
»
.
Se
noi
pensiamo
che
la
pedagogia
ebbe
sempre
per
base
la
psicologia
-
-
e
che
il
Wundt
determina
una
«
psicologia
fisiologica
»
-
-
deve
fare
impressione
la
coincidenza
di
tali
concetti
;
e
far
sospettare
nel
metodo
fisiologico
,
qualche
rapporto
con
la
«
psicologia
fisiologica
»
.
Io
,
mentre
ero
assistente
nella
Clinica
Psichiatrica
,
avevo
letto
con
molto
interesse
l
'
opera
francese
di
Edouard
Séguin
.
Ma
quella
inglese
pubblicata
a
New
-
York
venti
anni
dopo
,
benché
fosse
citata
nelle
opere
di
educazione
speciale
del
Bourneville
,
non
esisteva
in
nessuna
biblioteca
.
Con
mia
gran
meraviglia
non
ne
trovai
traccia
nemmeno
a
Parigi
,
ove
il
Bourneville
mi
disse
che
se
ne
sapeva
l
'
esistenza
-
-
ma
il
secondo
libro
del
Séguin
non
era
mai
entrato
in
Europa
.
Tuttavia
sperai
di
trovarne
qualche
copia
in
Londra
-
-
ma
dovetti
convincermi
che
anche
là
il
volume
non
esisteva
né
in
biblioteche
pubbliche
,
né
in
private
:
feci
invano
una
inchiesta
portandomi
di
casa
in
casa
presso
tutti
i
medici
inglesi
che
più
notoriamente
si
erano
occupati
di
bambini
deficienti
,
o
che
sopraintendevano
alle
scuole
speciali
.
Il
fatto
che
questo
libro
fosse
sconosciuto
anche
in
Inghilterra
benché
pubblicato
in
lingua
inglese
-
-
mi
fece
pensare
che
il
sistema
Séguin
non
fosse
stato
compreso
.
Infatti
nelle
pubblicazioni
relative
a
istituti
per
deficienti
,
il
Séguin
veniva
diligentemente
citato
,
ma
le
applicazioni
educative
descritte
erano
tutt
'
altro
che
applicazioni
del
sistema
Séguin
.
Pressoché
dovunque
si
applicano
più
o
meno
ai
deficienti
i
metodi
in
uso
per
fanciulli
normali
,
e
,
specialmente
in
Germania
,
una
mia
amica
tedesca
la
quale
vi
era
andata
a
tale
scopo
per
aiutarmi
nelle
mie
ricerche
,
notò
come
del
materiale
didattico
speciale
esista
qua
e
là
nei
musei
pedagogici
delle
scuole
per
deficienti
,
ma
non
venga
mai
praticamente
usato
;
mentre
vi
si
di
fende
il
principio
che
è
bene
adottare
pei
tardivi
lo
stesso
metodo
che
pei
normali
,
il
quale
è
però
in
Germania
più
oggettivo
che
da
noi
.
Anche
a
Bicêtre
,
ove
mi
trattenni
lungamente
a
studiare
,
vidi
che
si
adottavano
più
i
meccanismi
didattici
,
che
il
sistema
del
Séguin
;
tuttavia
il
testo
francese
era
in
mano
agli
educatori
.
Tutti
gl
'
insegnamenti
vi
si
erano
meccanizzati
:
e
ogni
maestro
seguiva
letteralmente
le
sue
abitudini
.
Però
scorsi
in
tutti
,
così
a
Londra
come
a
Parigi
,
il
desiderio
di
avere
nuovi
consigli
,
di
conoscere
nuove
esperienze
;
perché
il
fatto
enunciato
dal
Séguin
,
cioè
che
realmente
coi
suoi
metodi
si
riusciva
a
educare
gl
'
idioti
-
-
rimaneva
troppo
spesso
praticamente
una
delusione
.
Dopo
ciò
compii
le
mie
esperienze
sui
deficienti
a
Roma
e
li
educai
durante
due
anni
.
Io
seguivo
il
libro
del
Séguin
,
e
anche
facevo
tesoro
delle
mirabili
esperienze
di
Itard
:
-
-
feci
inoltre
fabbricare
,
sulla
guida
di
tali
testi
,
un
ricchissimo
materiale
didattico
.
Questo
materiale
,
che
non
vidi
completo
in
nessun
istituto
,
-
-
era
un
mezzo
meraviglioso
,
eccellente
,
in
mano
di
chi
sapeva
usarlo
;
ma
per
se
stesso
passava
inosservato
accanto
ai
deficienti
.
Compresi
perché
era
venuto
uno
scoraggiamento
negli
educatori
e
un
abbandono
del
metodo
.
Il
pregiudizio
che
l
'
educatore
debba
mettersi
a
livello
dell
'
educando
-
-
piomba
il
maestro
dei
deficienti
in
una
specie
di
apatia
:
egli
sa
di
educare
personalità
inferiori
-
-
e
perciò
non
riesce
a
educarle
;
così
i
maestri
dei
piccoli
fanciulli
credono
di
educare
i
bambini
cercando
di
porsi
a
loro
livello
con
giochi
e
spesso
con
discorsi
buffoneschi
.
Invece
bisogna
saper
chiamare
entro
l
'
anima
del
fanciullo
,
l
'
uomo
che
vi
sta
assopito
.
Io
ebbi
questa
intuizione
:
e
credo
che
non
il
materiale
didattico
,
ma
questa
mia
voce
che
li
chiamava
,
destò
i
fanciulli
,
e
li
spinse
ad
usare
il
materiale
didattico
e
a
educarsi
.
Mi
fu
guida
il
gran
rispetto
alla
loro
sventura
e
l
'
amore
che
questi
infelici
fanciulli
sanno
destare
in
chi
li
avvicina
.
Ma
anche
il
Séguin
si
esprimeva
analogamente
in
proposito
:
leggendo
i
suoi
pazienti
tentativi
,
compresi
bene
che
il
primo
materiale
didattico
da
lui
usato
,
era
spirituale
.
Perciò
alla
fine
del
volume
francese
l
'
autore
,
dando
uno
sguardo
all
'
opera
sua
,
conclude
mestamente
ch
'
essa
andrà
perduta
,
se
non
si
prepareranno
i
maestri
.
Egli
ha
sulla
preparazione
dei
maestri
di
deficienti
un
concetto
affatto
originale
:
sembrano
consigli
dati
a
una
persona
che
si
accinga
a
fare
il
seduttore
.
Vorrebbe
ch
'
essi
fossero
belli
,
affascinanti
nella
voce
e
che
prendessero
ogni
più
minuziosa
cura
di
sé
,
per
farsi
pieni
di
attrattive
.
In
loro
il
gesto
e
le
modulazioni
della
voce
dovrebbero
essere
preparati
con
la
cura
medesima
con
cui
i
grandi
artisti
drammatici
si
preparano
alle
scene
,
perché
debbono
conquistare
anime
stanche
e
fragili
,
ai
grandi
sentimenti
della
vita
.
Questa
specie
di
chiave
segreta
,
che
è
l
'
azione
sullo
spirito
,
apriva
poi
la
lunga
serie
di
esperimenti
didattici
,
mirabilmente
analizzati
da
Edouard
Séguin
,
ed
efficacissimi
realmente
all
'
educazione
degli
idioti
.
Io
ne
ottenni
effetti
sorprendenti
;
ma
debbo
confessare
che
mentre
i
miei
sforzi
procedevano
nei
progressi
intellettuali
,
una
specie
di
esaurimento
mi
prostrava
:
-
-
sentivo
di
dar
qualche
forza
che
era
in
me
.
Quello
che
si
chiama
l
'
incoraggiamento
,
il
conforto
,
l
'
amore
,
il
rispetto
,
sono
leve
dell
'
anima
umana
:
e
chi
più
si
prodigia
in
questo
senso
,
più
intorno
a
sé
rinnova
e
rinvigorisce
la
vita
.
Senza
ciò
lo
stimolo
esterno
più
perfetto
passa
inosservato
,
come
il
sole
innanzi
a
Saul
,
che
esclama
:
«
questa
?
...
è
caligin
densa
!
»
Così
potei
procedere
per
mio
conto
a
nuove
esperienze
-
-
che
non
è
qui
il
caso
di
riportare
:
solo
accennerò
come
in
quest
'
epoca
tentassi
un
metodo
per
la
lettura
e
la
scrittura
affatto
originale
;
essendo
un
tale
particolare
dell
'
educazione
,
assolutamente
manchevole
ed
imperfetto
così
nelle
opere
di
Itard
,
come
in
quelle
di
Séguin
.
Io
condussi
a
leggere
e
scrivere
correttamente
e
in
calligrafia
alcuni
idioti
del
manicomio
,
i
quali
poi
poterono
presentarsi
a
un
esame
nelle
scuole
pubbliche
insieme
ai
fanciulli
normali
,
e
superarne
la
prova
.
Questi
effetti
meravigliosi
avevano
quasi
del
miracolo
,
per
coloro
che
li
osservavano
.
Ma
per
me
i
ragazzi
del
manicomio
raggiungevano
quelli
normali
agli
esami
pubblici
,
sol
perché
avevano
seguito
una
via
diversa
.
Essi
erano
stati
aiutati
nello
sviluppo
psichico
,
e
i
fanciulli
normali
erano
stati
invece
soffocati
e
depressi
.
Io
pensavo
che
se
un
giorno
l
'
educazione
speciale
,
che
aveva
così
meravigliosamente
sviluppato
gli
idioti
-
-
si
fosse
potuta
applicare
allo
sviluppo
dei
fanciulli
normali
-
-
il
miracolo
sarebbe
scomparso
dal
mondo
-
-
e
l
'
abisso
tra
la
mentalità
inferiore
degli
idioti
e
quella
normale
,
non
sarebbe
stato
mai
più
ricolmato
.
Mentre
tutti
ammiravano
i
progressi
dei
miei
idioti
io
meditavo
sulle
ragioni
che
potevano
trattenere
gli
allievi
felici
e
sani
delle
scuole
comuni
a
un
livello
tanto
basso
,
da
poter
essere
raggiunti
nelle
prove
dell
'
intelligenza
,
dai
miei
infelici
allievi
.
Un
giorno
una
delle
mie
maestre
nell
'
istituto
dei
deficienti
,
mi
fece
leggere
una
profezia
di
Ezechiele
-
-
che
le
aveva
fatto
profonda
impressione
,
perché
le
sembrò
la
profezia
dell
'
educazione
dei
deficienti
:
«
In
quei
giorni
:
fu
sopra
me
la
mano
del
Signore
e
mi
menò
fuora
-
-
e
mi
posò
in
mezzo
di
un
campo
,
che
era
pieno
d
'
ossa
e
mi
fece
girare
intorno
ad
esso
-
-
e
disse
a
me
:
Figliuol
dell
'
uomo
pensi
tu
che
queste
ossa
sieno
per
riavere
la
vita
?
Ed
io
dissi
:
Signore
Dio
,
tu
lo
sai
.
Ed
ei
disse
a
me
:
profetizza
sopra
queste
ossa
e
dirai
loro
:
Ossa
aride
,
udite
la
parola
del
Signore
:
io
infonderò
in
voi
lo
spirito
e
avrete
vita
.
E
farò
sopra
di
voi
nascere
i
nervi
,
e
sopra
di
voi
stenderò
la
pelle
;
-
-
darò
a
voi
lo
spirito
,
e
vivrete
.
E
profetai
com
'
ei
mi
aveva
ordinato
;
e
nel
mentre
che
io
profetava
,
udissi
uno
strepito
,
ed
ecco
un
movimento
,
e
si
accostarono
ossa
ad
ossa
,
ciascuno
alla
propria
giuntura
.
E
mirai
,
ed
ecco
sopra
di
esse
vennero
i
nervi
e
le
carni
,
e
si
distese
sopra
di
esse
la
pelle
,
ma
non
avevano
spirito
.
Ed
ei
disse
a
me
:
Profetizza
allo
spirito
,
profetizza
,
figliol
dell
'
uomo
:
dai
quattro
venti
vieni
,
o
spirito
,
e
soffia
sopra
questi
morti
.
E
profetai
com
'
egli
mi
aveva
comandato
-
-
ed
entrò
in
quelli
lo
spiriro
e
riebbero
vita
e
si
stettero
sui
piedi
loro
,
e
dissero
:
È
perita
la
nostra
speranza
:
noi
siamo
come
rami
troncati
»
.
Infatti
le
parole
:
-
-
infonderò
in
voi
lo
spirito
e
avrete
vita
-
-
sembrano
riferirsi
all
'
opera
diretta
,
individuale
del
maestro
,
che
incoraggia
,
chiama
,
aiuta
l
'
allievo
e
lo
prepara
all
'
educazione
.
E
il
resto
:
sopra
voi
farò
nascere
i
nervi
e
farò
crescere
le
carni
e
sopra
di
voi
stenderò
la
pelle
-
-
ricordano
la
frase
fondamentale
che
riassume
il
metodo
del
Séguin
:
«
condurre
il
fanciullo
come
per
la
mano
dall
'
educazione
del
sistema
muscolare
a
quello
del
sistema
nervoso
e
dei
sensi
»
,
con
che
il
Séguin
conduce
gl
'
idioti
a
saper
camminare
,
a
saper
mantenere
l
'
equilibrio
nelle
mosse
più
difficili
del
corpo
,
come
montar
le
scale
,
saltare
ecc
.
;
e
infine
a
sentire
,
principiando
dall
'
educazione
delle
sensazioni
muscolari
,
tattili
e
termiche
e
finendo
a
quella
dei
sensi
specifici
.
Ma
essi
sono
semplicemente
resi
adatti
alla
vita
vegetativa
.
«
Profetizza
allo
spirito
»
dice
la
profezia
:
e
rientrò
in
quelli
lo
spirito
,
e
riebbero
vita
.
Il
Séguin
infatti
,
conduce
l
'
idiota
dalla
vita
vegetativa
a
quella
di
relazione
«
dall
'
educazione
dei
sensi
alle
nozioni
;
dalle
nozioni
alle
idee
,
dalle
idee
alla
moralità
»
.
Ma
quando
un
così
mirabile
lavoro
è
compiuto
-
-
e
a
mezzo
di
un
'
analisi
fisiologica
minuziosa
e
di
una
progressione
graduale
nel
metodo
,
l
'
idiota
è
divenuto
un
uomo
,
egli
in
mezzo
agli
altri
uomini
è
pur
sempre
un
inferiore
un
individuo
che
non
potrà
mai
adattarsi
all
'
ambiente
sociale
:
«
Noi
siamo
come
rami
troncati
:
è
perita
la
nostra
speranza
»
.
Anche
per
questo
il
faticoso
metodo
Séguin
fu
lasciato
in
disparte
:
l
'
enorme
sciupìo
di
mezzi
non
poteva
giustificare
l
'
esiguità
del
fine
.
Tutti
lo
ripetevano
:
troppo
c
'
era
ancora
da
fare
pei
fanciulli
normali
!
Conquistata
con
l
'
esperienza
la
fiducia
del
metodo
Séguin
-
-
io
dopo
che
mi
fui
ritirata
dall
'
azione
attiva
verso
i
deficienti
,
mi
rimisi
a
studiare
le
opere
di
Itard
e
di
Séguin
.
Sentivo
il
bisogno
di
meditarvi
.
Così
feci
ciò
che
non
avevo
mai
fatto
e
che
pochi
forse
potrebbero
ripetere
:
ricopiai
in
italiano
,
da
cima
a
fondo
,
gli
scritti
di
questi
autori
,
in
calligrafia
,
quasi
preparando
dei
libri
,
come
i
benedettini
prima
della
diffusione
della
stampa
.
In
calligrafia
,
per
avere
tempo
di
pesare
il
senso
di
tutte
le
parole
,
e
di
leggere
lo
spirito
dell
'
autore
.
Stavo
per
finir
di
copiare
le
seicento
pagine
dell
'
opera
francese
del
Séguin
,
allorché
ricevetti
da
New
York
un
volume
della
seconda
edizione
,
cioè
il
libro
inglese
pubblicato
nel
1866
:
questo
volume
vecchio
era
stato
trovato
tra
i
libri
di
scarto
della
biblioteca
privata
d
'
un
medico
di
New
York
-
-
ed
era
stato
facilmente
ceduto
alla
persona
che
me
lo
rinviò
:
-
-
io
lo
tradussi
insieme
a
una
signora
inglese
.
Tale
volume
non
portava
un
gran
contributo
di
ulteriori
esperienze
pedagogiche
,
ma
piuttosto
la
filosofia
delle
esperienze
esposte
nel
primo
volume
.
L
'
uomo
che
aveva
studiato
trent
'
anni
sui
fanciulli
anormali
,
esponeva
l
'
idea
che
il
metodo
fisiologico
-
-
cioè
un
metodo
che
avesse
a
base
lo
studio
individuale
dell
'
allievo
,
-
-
e
nei
procedimenti
educativi
l
'
analisi
dei
fenomeni
fisiologici
e
psichici
-
-
doveva
nascere
anche
pei
fanciulli
normali
,
segnando
la
rigenerazione
di
tutta
l
'
umanità
.
Mi
sembrò
quella
del
Séguin
la
voce
del
precursore
che
grida
nel
deserto
:
e
abbracciai
col
pensiero
l
'
immensità
dell
'
importanza
di
un
'
opera
,
che
avesse
potuto
riformare
la
scuola
e
l
'
educazione
.
In
questi
tempi
io
,
iscritta
all
'
Università
come
studente
di
Filosofia
,
seguivo
i
corsi
di
psicologia
sperimentale
che
appena
allora
si
fondavano
nelle
Università
italiane
-
-
e
precisamente
a
Torino
,
Roma
e
Napoli
;
e
contemporaneamente
eseguivo
nelle
scuole
elementari
alcune
ricerche
di
Antropologia
Pedagogica
,
studiando
in
tale
occasione
i
metodi
e
gli
ordinamenti
in
uso
per
l
'
educazione
di
fanciulli
normali
:
tali
studî
mi
condussero
poi
all
'
insegnamento
libero
di
Antropologia
Pedagogica
nella
Università
di
Roma
.
Il
mio
desiderio
sarebbe
stato
di
sperimentare
i
metodi
pei
deficienti
in
una
prima
classe
elementare
;
non
avevo
pensato
mai
agli
asili
d
'
infanzia
.
Fu
il
puro
caso
,
-
-
che
mi
fece
balenare
alla
mente
questa
nuova
luce
.
Era
la
fine
dell
'
anno
1906
:
io
tornavo
da
Milano
ove
ero
stata
eletta
a
far
parte
del
giurì
per
l
'
assegnamento
dei
premi
all
'
Esposizione
internazionale
,
nel
reparto
della
Pedagogia
scientifica
e
Psicologia
sperimentale
;
-
-
quando
fui
invitata
dall
'
ingegnere
Edoardo
Talamo
,
direttore
generale
dell
'
Istituto
Romano
di
Beni
Stabili
in
Roma
,
a
voler
assumere
l
'
organizzazione
di
scuole
infantili
entro
la
casa
.
La
genialissima
idea
del
Talamo
era
di
raccogliere
i
piccoli
figli
degli
inquilini
del
casamento
,
compresi
tra
le
età
di
3
a
7
anni
,
e
di
riunirli
in
una
sala
sotto
la
direzione
di
una
maestra
,
che
coabitasse
nel
casamento
stesso
.
Ogni
casamento
avrebbe
posseduto
la
sua
scuola
:
ed
essendo
l
'
Istituto
di
Beni
Stabili
già
proprietario
di
oltre
quattrocento
palazzi
in
Roma
-
-
l
'
opera
si
presentava
con
grandiosa
possibilità
di
sviluppo
.
Intanto
la
prima
scuola
avrebbe
dovuto
fondarsi
nel
gennaio
1907
in
un
grande
casamento
popolare
del
Quartiere
S
.
Lorenzo
-
-
contenente
circa
mille
persone
.
Nel
Quartiere
stesso
l
'
Istituto
possedeva
già
cinquantotto
stabili
,
e
,
a
detta
del
Talamo
,
ben
presto
sarebbero
sorte
circa
sedici
scuole
nelle
case
.
Questa
scuola
speciale
fu
battezzata
dalla
signora
Olga
Lodi
,
comune
amica
del
Talamo
e
mia
,
col
nome
gentile
di
«
Casa
dei
Bambini
»
:
e
la
prima
di
esse
fu
inaugurata
,
sotto
tale
titolo
,
il
6
gennaio
1907
a
via
dei
Marsi
,
58
,
e
affidata
alle
cure
di
una
maestra
sotto
la
mia
responsabilità
e
direzione
.
L
'
importanza
sociale
e
pedagogica
di
simile
istituzione
fu
da
me
subito
intuita
in
tutta
la
sua
grandezza
e
sembrai
allora
esagerata
nelle
mie
visioni
di
avvenire
trionfante
;
ma
oggi
cominciano
molti
a
intendere
come
vedessi
il
vero
.
Il
7
aprile
dello
stesso
anno
1907
si
aprì
una
seconda
«
Casa
dei
Bambini
»
al
Quartiere
di
S
.
Lorenzo
;
e
il
18
ottobre
1908
s
'
inaugurava
la
«
Casa
dei
Bambini
»
del
quartiere
operaio
dell
'
Umanitaria
in
Milano
:
-
-
mentre
la
«
Casa
di
Lavoro
»
della
stessa
società
,
assumeva
la
fabbricazione
del
materiale
didattico
.
Il
4
novembre
seguente
veniva
aperta
in
Roma
un
'
altra
«
Casa
dei
Bambini
»
non
più
in
quartieri
popolari
,
ma
in
un
casamento
moderno
per
la
borghesia
,
in
via
Famagosta
ai
Prati
di
Castello
;
e
nel
gennaio
1909
,
mentre
sto
scrivendo
queste
pagine
,
la
Svizzera
italiana
comincia
a
trasformare
i
suoi
Asili
d
'
Infanzia
retti
col
metodo
Fröbel
in
«
Case
dei
Bambini
»
,
adottando
i
nostri
metodi
e
il
nostro
materiale
didattico
5
.
La
«
Casa
dei
Bambini
»
ha
una
duplice
importanza
:
quella
sociale
che
assume
per
la
sua
forma
di
«
scuola
in
casa
»
;
e
quella
puramente
pedagogica
riguardante
i
metodi
per
l
'
educazione
infantile
da
me
sperimentati
.
Come
fattore
di
civilizzazione
diretta
del
popolo
,
la
Casa
dei
Bambini
meriterebbe
di
essere
largamente
illustrata
.
Essa
infatti
risolve
molti
dei
problemi
sociali
e
pedagogici
che
sembravano
utopistici
-
-
e
fa
parte
della
trasformazione
moderna
della
casa
:
cioè
tocca
direttamente
il
più
importante
lato
della
questione
sociale
,
che
riguarda
la
vita
intima
degli
uomini
.
Basti
qui
a
darne
un
'
idea
la
riproduzione
del
mio
discorso
inaugurale
tenuto
in
occasione
dell
'
apertura
della
seconda
«
Casa
dei
Bambini
»
in
Roma
-
-
e
del
Regolamento
che
compilai
d
'
accordo
con
l
'
ingegner
Talamo
.
Si
noti
che
il
Club
al
quale
accenno
,
e
,
se
non
l
'
infermeria
,
per
ora
l
'
ambulatorio
per
cure
mediche
e
chirurgiche
-
-
tutte
istituzioni
gratuite
per
gli
inquilini
-
-
si
sono
già
effettuate
insieme
alla
«
Casa
dei
Bambini
»
nella
Casa
Moderna
ai
Prati
di
Castello
,
(
inaugurata
il
4
novembre
1908
)
per
opera
geniale
dell
'
ing
.
Talamo
-
-
il
quale
sta
pure
studiando
un
'
attuazione
della
«
cucina
socializzata
»
.
Discorso
inaugurale
pronunziato
in
occasione
dell
'
apertura
di
una
«
Casa
di
Bambini
»
Se
in
quest
'
ora
noi
fossimo
in
una
delle
belle
sale
da
conferenze
che
ci
offre
la
città
romana
altamente
intellettuale
,
e
un
oratore
grande
ci
facesse
gustare
qualche
scena
dell
'
«
Asilo
dei
poveri
»
di
Massimo
Gorki
,
e
finisse
col
citare
anche
il
Carducci
,
che
In
morte
di
ricca
e
bella
signora
canta
il
più
profondo
dolore
umano
;
dolore
cupo
,
che
non
è
la
distruzione
di
una
bella
donna
dolori
altri
secreti
conosco
,
altre
sventure
ma
è
la
vita
delle
genti
povere
nei
loro
covili
oscuri
;
e
strappa
al
genio
del
poeta
il
grido
umano
:
apritevi
de
la
miseria
antri
nefandi
,
a
me
e
una
voce
di
sogno
avesse
mormorato
alle
nostre
anime
rabbrividite
di
terrore
:
Recatevi
sul
luogo
spaventoso
.
Colà
sono
nascenti
oasi
di
felicità
,
di
nettezza
,
di
pace
:
i
poveri
vanno
acquistando
una
casa
propria
,
ideale
;
colà
si
sta
compiendo
un
'
opera
di
redenzione
morale
,
si
liberano
le
coscienze
del
popolo
dai
torpori
del
vizio
,
dalle
tenebre
dell
'
ignoranza
;
i
bimbi
stessi
hanno
la
loro
«
Casa
»
.
Le
nuove
generazioni
vanno
incontro
ai
nuovi
tempi
,
ai
tempi
dove
non
si
compiange
più
la
miseria
,
ma
si
distrugge
;
dove
gli
antri
nefandi
si
respingono
nel
passato
e
di
essi
più
nemmeno
traccia
ne
resta
tra
i
vivi
,
se
non
il
canto
ispirato
dei
poeti
immortali
.
Allora
quale
contrasto
di
emozioni
!
e
come
saremmo
corsi
qui
,
simili
ai
re
magi
guidati
da
una
stella
e
da
un
sogno
.
Io
dico
tali
cose
per
far
intendere
l
'
alta
magnificenza
di
questa
umile
sala
modesta
,
che
sembra
una
fetta
di
casa
tagliata
da
materna
mano
ai
fanciulli
del
luogo
.
È
questa
la
seconda
«
Casa
dei
Bambini
»
che
si
fonda
nel
famigerato
quartiere
di
S
.
Lorenzo
.
Il
quartiere
di
S
.
Lorenzo
è
celebre
,
poiché
tutti
i
giornali
della
Capitale
se
ne
occupano
sulle
cronache
quasi
quotidianamente
;
ma
non
tutti
conoscono
o
rammentano
la
sua
genesi
.
Non
vi
fu
mai
l
'
intendimento
di
costruire
qui
un
quartiere
popolare
non
si
volle
fabbricare
pel
popolo
,
né
questo
è
perciò
un
quartiere
pel
popolo
.
S
.
Lorenzo
è
il
quartiere
dei
poveri
:
-
-
dall
'
operaio
onesto
mal
retribuito
e
spesso
disoccupato
in
una
città
che
non
ha
impianti
industriali
,
all
'
ozioso
,
a
colui
che
subisce
il
termine
della
sua
condanna
con
la
sorveglianza
dopo
la
prigione
:
son
tutti
qui
alla
rinfusa
.
Il
rione
di
S
.
Lorenzo
sorse
tra
l'84
e
l'88
,
all
'
epoca
della
gran
febbre
edilizia
;
e
nessun
criterio
sociale
e
igienico
guidava
le
nuove
costruzioni
;
si
costruiva
pur
di
coprire
di
mura
metri
e
metri
quadrati
di
terreno
:
più
se
ne
copriva
e
maggiori
sovvenzioni
se
ne
ricavava
da
Banche
ed
Istituti
-
-
con
una
completa
incoscienza
dell
'
avvenire
disastroso
che
si
preparava
.
Conseguenza
naturale
la
nessuna
preoccupazione
dello
stabile
che
si
creava
,
poiché
in
nessun
caso
sarebbe
rimasto
in
proprietà
di
colui
che
lo
costruiva
.
Scoppiata
la
inevitabile
crisi
edilizia
intorno
all'8890
quelle
case
malamente
ultimate
rimasero
per
lungo
tempo
disabitate
;
poi
poco
per
volta
cominciando
a
risentirsi
il
bisogno
delle
abitazioni
,
vennero
riempiendosi
d
'
inquilini
,
e
poiché
coloro
i
quali
erano
rimasti
possessori
di
quei
vasti
casamenti
non
volevano
né
potevano
ai
capitali
già
perduti
aggiungerne
dei
nuovi
,
le
case
stesse
già
antigienicamente
costruite
e
peggio
ancora
ridotte
ad
abitazioni
provvisorie
,
servirono
di
ricovero
alla
classe
più
povera
della
Capitale
.
-
-
Gli
appartamenti
,
non
essendo
preparati
pel
popolo
,
erano
troppo
grandi
:
di
cinque
sei
o
sette
stanze
;
e
andavano
a
prezzi
vilissimi
in
relazione
allo
spazio
,
ma
troppo
alti
per
ogni
singola
famiglia
.
Di
qui
il
subaffitto
.
L
'
affittuario
,
che
ha
preso
un
appartamento
di
sei
stanze
a
40
lire
mensili
,
subaffittando
per
8
o
10
lire
mensili
a
camera
ai
più
abbienti
,
o
l
'
angolo
di
camera
o
il
corridoio
ai
più
poveri
,
ricava
un
frutto
di
80
e
più
lire
mensili
,
oltre
l
'
abitazione
gratuita
.
Così
il
problema
dell
'
esistenza
è
per
esso
in
gran
parte
risolto
,
e
si
completa
in
ogni
caso
con
l
'
usura
:
l
'
affittuario
traffica
sulla
miseria
dei
suoi
coinquilini
,
prestando
piccole
somme
di
danaro
a
un
frutto
che
generalmente
corrisponde
a
una
lira
la
settimana
per
dieci
lire
di
capitale
prestato
,
ciò
che
equivarrebbe
al
frutto
annuo
del
500%
.
Cioè
nel
subaffitto
si
ha
il
più
crudele
tra
gli
sfruttamenti
:
quello
che
solo
sa
compiere
il
povero
sul
povero
.
E
a
ciò
si
aggiunga
ancora
l
'
agglomeramento
,
la
promiscuità
,
l
'
immoralità
,
il
delitto
.
Ogni
tanto
la
cronaca
ci
scopre
alcuni
di
questi
intérieurs
:
una
famiglia
numerosa
dorme
in
una
stanza
,
coi
figli
grandi
d
'
ambo
i
sessi
,
mentre
un
angolo
di
stanza
è
occupata
da
una
estranea
che
riceve
gli
amanti
di
nottetempo
:
li
vedono
i
fanciulli
e
le
ragazze
;
e
si
accendono
turpi
gelosie
di
letto
in
letto
,
e
infine
ecco
il
delitto
di
sangue
che
svela
per
un
attimo
fuggevole
,
un
piccolo
dettaglio
di
tanto
accumulo
di
miseria
.
Chi
di
noi
entra
in
uno
di
questi
appartamenti
,
comunque
voglia
prima
con
la
fantasia
immaginare
,
prova
un
senso
di
raccapriccio
e
di
sorpresa
;
non
è
come
noi
spesso
ci
figuriamo
,
quasi
in
una
scena
teatrale
,
lo
spettacolo
della
miseria
:
no
-
-
sono
tenebre
.
Ciò
che
colpisce
è
il
buio
,
che
non
fa
distinguere
di
pieno
mezzogiorno
un
particolare
della
stanza
-
-
per
es
.
dopo
che
l
'
occhio
si
è
abituato
alle
tenebre
,
si
vede
che
là
dentro
c
'
è
un
letto
e
sopra
una
persona
malata
.
Se
per
esempio
si
sono
portati
dei
danari
,
per
conto
di
una
società
di
mutuo
soccorso
,
e
si
deve
contare
e
far
firmare
la
ricevuta
,
bisogna
accendere
una
candela
.
-
-
Oh
!
quando
parliamo
di
questioni
sociali
,
vagando
sulle
nuvole
della
nostra
fantasia
,
senza
prepararci
con
una
osservazione
positiva
della
realtà
delle
cose
!
e
discutiamo
se
i
bambini
delle
scuole
debbano
o
no
studiare
e
fare
i
compiti
a
casa
,
immaginando
che
il
più
povero
possa
magari
scrivere
in
terra
accanto
a
un
pagliericcio
;
e
vogliamo
fondare
biblioteche
circolanti
perché
i
poveri
leggano
in
casa
,
e
vogliamo
stampare
opuscoli
di
propaganda
igienica
o
educativa
per
diffonderli
come
lettura
domestica
tra
le
genti
più
povere
:
-
-
noi
ci
mostriamo
profondamente
incoscienti
dei
loro
bisogni
.
Molti
di
essi
non
hanno
luce
per
leggere
!
C
'
è
per
questo
proletariato
un
problema
più
profondo
prima
di
quello
della
elevazione
intellettuale
:
il
problema
della
vita
.
Qui
pei
fanciulli
che
nascono
bisogna
mutare
la
frase
consueta
:
essi
non
vengono
alla
luce
,
vengono
alle
tenebre
,
e
crescono
tra
le
tenebre
e
i
veleni
dell
'
agglomeramento
umano
.
Necessariamente
sudici
,
perché
l
'
acqua
disponibile
in
un
appartamento
povero
di
varie
stanze
,
dovrebbe
servire
,
appena
sufficiente
a
tre
o
quattro
persone
;
e
distribuita
tra
venti
o
trenta
basta
appena
per
bere
!
Se
pensiamo
all
'
idea
poetica
e
dogmatica
che
ci
siamo
fatti
della
«
casa
»
elevata
fino
al
significato
quasi
sacro
della
«
home
»
inglese
,
il
tempio
chiuso
dell
'
intimità
-
-
ove
i
sentimenti
più
fini
infiorano
le
anime
che
trovano
la
pace
,
e
i
fiori
più
olezzanti
sembrano
il
sentimento
che
adorna
le
mura
,
il
recinto
dell
'
«
intérieur
»
inaccessibile
a
chi
non
è
caro
;
e
se
riflettiamo
al
gran
contrasto
e
alla
crudeltà
d
'
infondere
come
sentimento
educativo
questo
della
casa
,
in
tutti
-
-
mentre
tanti
non
hanno
casa
!
-
-
ma
soltanto
mura
luride
,
ove
gli
atti
fisiologici
della
vita
o
le
turpitudini
sono
esposti
alla
berlina
,
ove
non
è
intimità
mai
,
né
gentilezza
e
spesso
non
v
'
è
luce
!
né
aria
!
né
acqua
!
allora
noi
dobbiamo
concludere
che
non
possiamo
parlare
in
astratto
,
di
casa
come
di
una
idea
generica
di
educazione
delle
masse
,
e
come
un
fondamento
che
dà
,
con
la
famiglia
,
solide
basi
alla
compagine
sociale
.
Poiché
saremmo
non
positivisti
,
ma
fantasiosi
poeti
.
Così
che
a
queste
genti
è
più
decoroso
e
più
igienico
rifugiarsi
nella
strada
,
e
nella
strada
fanno
consueta
dimora
i
fanciulli
.
Ma
quanto
spesso
qui
le
strade
sono
teatro
di
delitti
di
sangue
,
di
risse
,
di
spettacoli
immondi
e
quasi
inconcepibili
a
noi
!
Parlano
le
cronache
di
donne
inseguite
dai
mariti
bestiali
e
avvinazzati
,
armati
di
coltello
,
che
raggiungono
la
vittima
e
colpiscono
all
'
impazzata
!
di
ragazze
pallide
come
cadaveri
per
lo
spavento
,
seguite
da
giovinastri
che
gettano
sassi
.
E
ancora
si
vedono
fatti
che
la
cronaca
non
registra
e
che
è
difficile
narrare
:
una
donna
che
fu
preda
notturna
in
una
osteria
di
molti
uomini
avvinazzati
,
i
quali
la
gettarono
poi
spossata
ed
ubriaca
tra
il
fango
della
via
:
e
i
fanciulli
accorsi
al
mattino
vi
si
raggrupparono
intorno
come
stormo
di
uccelli
su
preda
morta
,
gridando
e
ridendo
su
quel
lurido
corpo
di
donna
giacente
nel
fango
e
nero
di
fango
,
mentre
lo
rimuovevano
coi
piedi
!
Spettacoli
tanto
estremi
di
bruttura
,
più
profonda
assai
della
barbarie
-
-
sono
possibili
qui
alle
porte
d
'
una
città
cosmopolita
,
madre
di
civiltà
e
regina
delle
arti
belle
-
-
per
un
fatto
nuovo
,
che
i
passati
secoli
non
conobbero
:
l
'
isolamento
delle
masse
povere
.
Nel
medio
evo
si
isolavano
i
lebbrosi
;
i
cattolici
isolarono
nei
ghetti
gli
ebrei
;
ma
non
fu
mai
la
povertà
considerata
come
un
pericolo
ed
un
'
infamia
tali
da
doversi
isolare
.
Anzi
i
poveri
vissero
mescolati
ai
ricchi
-
-
e
fu
argomento
sfruttato
della
letteratura
fino
a
noi
,
fino
a
Victor
Hugo
-
-
fino
ai
tempi
della
nostra
infanzia
nelle
scuole
,
il
contrasto
tra
il
povero
e
il
ricco
:
tra
il
palazzo
che
toglie
luce
e
i
vicini
tuguri
,
tra
il
dramma
delle
soffitte
e
la
festa
di
ballo
del
primo
piano
.
Ed
era
argomento
consueto
di
educazione
morale
il
racconto
del
soccorso
inviato
dalla
principessa
nell
'
adiacente
casina
del
povero
,
ovvero
dalle
buone
bambine
ricche
alla
donna
malata
nella
soffitta
.
Tutto
ciò
sarebbe
oggi
senza
senso
di
realtà
.
I
poveri
non
hanno
più
alcun
esempio
di
gentilezza
dai
vicini
più
fortunati
e
non
hanno
più
speranza
di
soccorso
,
in
caso
di
estremo
bisogno
,
dai
vicini
che
sono
ricchi
;
queste
briciole
che
si
gettavano
ai
poveri
,
anche
queste
abbiamo
loro
tolto
;
agglomerandoli
lontano
da
noi
,
fuor
delle
mura
della
città
,
e
lasciandoli
a
se
stessi
nell
'
abbandono
,
nella
disperazione
,
nella
reciproca
scuola
di
brutalità
e
di
vizio
.
Ma
con
ciò
abbiamo
creato
dei
focolai
infetti
,
-
-
che
dovrebbero
significare
pericolo
e
minaccia
,
per
chi
ha
coscienza
sociale
-
-
su
quella
città
che
si
è
depurata
all
'
interno
da
tutto
ciò
che
è
brutto
,
e
che
si
è
am
malata
di
cancrena
,
volendo
farsi
tutta
bella
e
tutta
linda
,
dietro
un
aristocratico
ideale
estetico
.
Quando
sono
venuta
la
prima
volta
per
le
vie
di
questo
quartiere
,
dove
la
gente
per
bene
passa
solo
dopo
morta
,
ho
avuto
l
'
impressione
di
trovarmi
in
una
città
dove
fosse
avvenuto
un
gran
disastro
.
Ha
difatti
l
'
aspetto
di
un
lembo
di
città
-
-
e
un
lembo
di
città
si
volle
fabbricare
su
questa
terra
vicina
all
'
estrema
dimora
dei
cittadini
-
-
con
le
strade
diritte
e
i
grandi
casamenti
.
Mi
sembrò
che
un
lutto
recente
gravasse
su
la
popolazione
che
si
aggirava
per
le
strade
muta
,
con
aspetto
stuporoso
e
quasi
spaventato
.
L
'
alto
silenzio
sembrava
che
significasse
una
vita
collettiva
interrotta
,
spezzata
:
non
una
carrozza
,
nemmeno
il
vocio
lieto
,
popolare
dei
venditori
ambulanti
,
non
il
suono
di
un
organetto
girovago
in
cerca
del
soldo
.
Nemmeno
tutto
ciò
che
è
già
proibito
come
espressione
di
povertà
e
di
inferiore
civiltà
nell
'
interno
di
Roma
,
si
trovava
qui
a
ravvivare
quel
grave
silenzio
triste
.
Osservando
le
vie
coi
loro
avvallamenti
,
e
i
sassi
sporgenti
dal
sottosuolo
,
si
poteva
supporre
che
quel
disastro
fosse
stato
una
grande
inondazione
che
avesse
trasportato
via
tutta
la
terra
;
ma
osservando
le
case
tutte
smantellate
negli
androni
,
coi
muri
scoperti
o
mancanti
qua
e
là
di
mattoni
,
veniva
fatto
di
pensare
se
fosse
stato
un
terremoto
il
disastro
che
aveva
afflitto
quel
quartiere
.
Ma
no
-
-
guardando
bene
che
tra
tanta
popolazione
non
esiste
un
negozio
-
-
non
aveva
potuto
germogliare
nessun
magazzino
popolare
di
quelli
ove
si
vendono
oggetti
di
prima
necessità
e
a
così
basso
prezzo
che
sembra
accessibile
a
tutti
;
nessun
negozio
,
nessun
consumo
,
fuorché
osterie
luride
,
aprenti
numerose
le
loro
bocche
fetide
ai
passanti
delle
vie
,
-
-
allora
il
cuore
sentiva
che
il
gran
disastro
gravante
,
luttuoso
,
su
queste
genti
è
la
miseria
col
vizio
!
Tale
stato
di
cose
doloroso
e
pericoloso
che
richiama
quotidianamente
l
'
attenzione
con
le
cronache
dei
delitti
turpi
e
violenti
-
-
commosse
molte
anime
pietose
e
svegliò
molte
coscienze
che
vennero
qui
a
tentare
generose
opere
di
beneficenza
.
-
-
Si
può
dire
che
ogni
miseria
ispirò
una
forma
di
rimedio
-
-
e
tutto
vi
fu
tentato
-
-
dall
'
igiene
di
alcune
abitazioni
alla
crèches
,
agli
asili
infantili
,
agli
ambulatorî
.
Ma
che
cos
'
è
la
beneficenza
?
poco
più
di
un
'
espressione
di
lamento
;
è
la
pietà
tradotta
in
azione
.
Per
la
mancanza
di
continuità
di
mezzi
e
d
'
indirizzo
pochi
benefici
risultati
essa
può
dare
,
costretta
com
'
è
a
riservare
e
restringere
i
soccorsi
ad
un
troppo
limitato
numero
di
persone
.
Mentre
la
grandezza
e
il
pericolo
del
male
,
aveva
bisogno
di
un
'
opera
redentrice
sulla
collettività
,
e
vasta
nei
suoi
indirizzi
d
'
azione
e
nei
suoi
mezzi
.
Solo
un
interesse
,
che
facendo
il
bene
altrui
nutrisca
se
stesso
e
prosperi
della
prosperità
che
procura
,
poteva
,
insediandosi
qui
nel
quartiere
,
compiere
opera
efficace
di
bene
.
Ecco
iniziarsi
l
'
opera
grandiosa
e
geniale
dell
'
Istituto
Romano
di
Beni
Stabili
,
ispirata
nei
suoi
criteri
di
alta
modernità
dall
'
ing
.
Edoardo
Talamo
suo
benemerito
Direttore
generale
:
opera
originale
che
nella
complessità
dei
suoi
intenti
pratici
è
senza
esempio
in
Italia
e
all
'
estero
.
Tre
anni
fa
si
costituiva
in
Roma
questo
Istituto
,
il
cui
programma
era
di
acquistare
stabili
urbani
,
migliorarli
,
metterli
in
valore
ed
amministrarli
come
da
buon
padre
di
famiglia
.
Tra
i
primi
edifici
acquistati
fu
compresa
buona
parte
del
Quartiere
di
S
.
Lorenzo
,
ove
oggi
l
'
Istituto
possiede
58
case
,
che
occupano
una
superficie
coverta
di
circa
30.000
metri
quadrati
,
contenenti
,
oltre
ai
piani
terreni
,
1600
di
quegli
appartamenti
agglomerati
,
i
quali
raccolgono
numerose
famiglie
.
Su
molte
migliaia
di
persone
può
quindi
avere
benefica
influenza
la
riforma
progettata
dall
'
Istituto
Romano
di
Beni
Stabili
:
riforma
perciò
,
grandiosa
!
Secondo
il
suo
programma
l
'
Istituto
,
appunto
da
buon
padre
di
famiglia
,
pensò
che
non
poteva
considerare
quale
proprietà
reale
e
rimuneratrice
un
'
accozzaglia
di
vecchie
ed
umili
case
,
che
per
il
loro
stato
igienico
e
costruttivo
avrebbero
ogni
giorno
perduto
una
parte
del
loro
valore
.
Pensò
quindi
che
occorreva
trasformarle
tutte
con
criteri
di
modernità
,
sia
sotto
l
'
aspetto
edilizio
,
che
igienico
e
morale
;
poiché
la
trasformazione
edilizia
avrebbe
creata
una
proprietà
vera
e
duratura
;
mentre
la
trasformazione
igienica
e
morale
avrebbe
,
col
miglioramento
dell
'
inquilino
,
sempre
meglio
consolidato
ed
assicurato
il
reddito
di
questi
suoi
casamenti
.
Stabilì
quindi
un
programma
che
gli
consentisse
di
raggiungere
il
suo
intento
a
poco
per
volta
:
a
poco
per
volta
perché
è
difficile
vuotare
casamenti
agglomerati
in
un
'
epoca
come
questa
in
cui
le
case
sono
scarse
;
e
così
gli
stessi
principî
di
umanità
impediscono
di
progredire
più
celermente
in
tale
opera
redentrice
.
Perciò
l
'
Istituto
ha
finora
trasformato
6
tre
soli
dei
casamenti
di
S
.
Lorenzo
,
sulle
basi
del
suo
program
ma
,
che
sono
le
seguenti
:
a
)
Demolire
in
ogni
casamento
tutta
la
parte
creata
originariamente
non
per
far
case
,
ma
per
crear
cambiali
ed
assorbire
danaro
;
in
altri
termini
,
abbattere
i
corpi
centrali
che
ingombrano
i
cortili
,
riuscendo
abitazioni
malsane
e
togliendo
aria
e
luce
al
rimanente
del
casamento
.
Così
sono
abolite
le
relative
vanelle
e
pozzi
di
luce
e
creati
invece
vasti
cortili
,
coi
quali
può
darsi
aria
e
luce
a
tutte
le
camere
del
rimanente
edificio
,
le
quali
vengono
in
tal
modo
a
rappresentare
un
valore
redditizio
.
6
Oggi
i
casamenti
trasformati
a
S
.
Lorenzo
sono
quattro
.
b
)
Creare
nuove
scale
e
distribuire
meglio
i
quartierini
,
riducendoli
da
cinque
,
sei
,
sette
stanze
a
piccoli
appartamenti
di
una
,
due
o
al
più
tre
stanze
e
cucina
.
L
'
importanza
di
tali
trasformazioni
s
'
illustra
da
se
medesima
così
dal
lato
economico
del
proprietario
,
come
da
quello
materiale
e
morale
dell
'
inquilino
.
Aumentare
il
numero
delle
scale
vuol
dire
diminuire
su
esse
l
'
agglomeramento
e
ridurre
il
danno
che
porta
allo
stabile
il
continuo
passaggio
di
tante
persone
,
tutt
'
altro
che
educate
al
rispetto
della
casa
e
alle
abitudini
d
'
ordine
e
di
pulizia
.
E
anche
ridurre
i
contatti
tra
inquilini
,
specialmente
nei
passaggi
delle
ore
notturne
:
principio
evidente
d
'
igiene
morale
!
La
trasformazione
poi
dei
grandi
in
piccoli
appartamenti
,
compie
l
'
opera
isolando
in
case
separate
le
singole
famiglie
,
cioè
curando
radicalmente
la
pericolosa
piaga
del
subaffitto
,
e
insieme
tutte
le
sue
disastrose
conseguenze
di
agglomeramento
e
d
'
immoralità
;
mentre
riduce
da
una
parte
l
'
onere
del
singolo
reale
inquilino
,
migliorando
dall
'
altra
il
reddito
del
proprietario
,
il
quale
viene
ad
assorbire
quei
guadagni
coi
quali
i
singoli
affittuari
operarono
lo
sfruttamento
dei
subaffitti
.
Allorché
il
proprietario
che
affittava
per
90
lire
mensili
un
appartamento
di
6
stanze
,
lo
riduce
a
tre
piccoli
quartierini
di
una
stanza
e
cucina
,
sani
e
bene
aereati
e
illuminati
,
aumenta
evidentemente
il
proprio
reddito
.
L
'
importanza
morale
di
questa
riforma
sarebbe
già
grande
,
poiché
essa
ha
tolte
le
cattive
occasioni
e
gli
stimoli
che
venivano
dall
'
agglomeramento
e
dalla
promiscuità
;
mentre
fa
sorgere
per
la
prima
volta
in
queste
popolazioni
il
dolce
sentimento
di
sentirsi
liberi
entro
la
casa
propria
,
nell
'
intimità
della
famiglia
.
Ma
il
progetto
dell
'
Istituto
va
oltre
nei
suoi
disegni
:
vuole
dare
non
solo
una
casa
libera
ben
soleggiata
ed
aereata
,
bensì
anche
offrirla
linda
,
intatta
,
quasi
lucente
e
come
profumata
di
purezza
e
di
verginità
.
Tanto
benessere
non
è
tuttavia
senza
peso
per
chi
ne
gode
;
occorre
pagare
una
tassa
attiva
di
cure
,
di
buona
volontà
:
l
'
inquilino
che
riceve
la
casa
pulita
,
deve
mantenerla
tale
e
rispettare
l
'
integrità
delle
mura
,
dall
'
ingresso
nel
portone
,
fino
all
'
interno
del
piccolo
appartamento
.
Chi
meglio
conserverà
la
propria
casa
avrà
un
premio
annuale
;
e
gli
inquilini
tutti
diventeranno
concorrenti
in
una
gara
sana
e
nobilitante
d
'
igiene
pratica
,
resa
possibile
e
facile
dal
compito
così
semplice
di
conservare
.
Intanto
ecco
un
fatto
veramente
nuovo
!
Finora
solo
i
grandi
monumenti
nazionali
,
le
opere
d
'
arte
ricche
e
meravigliose
,
avevano
la
manutenzione
continuata
:
ecco
che
queste
case
offerte
al
popolo
hanno
l
'
onore
di
atteggiarsi
alla
pari
coi
monumenti
;
la
loro
manutenzione
è
affidata
a
centinaia
di
operai
,
cioè
a
tutti
gli
inquilini
della
casa
.
Manutenzione
quindi
perfetta
,
impeccabile
;
che
mantiene
lo
stabile
intatto
,
senza
una
macchia
sola
,
proprio
come
intatti
e
lucenti
sono
i
marmi
delle
storiche
basiliche
.
L
'
edifizio
dove
noi
ci
troviamo
e
dove
oggi
si
inaugura
la
seconda
«
Casa
dei
bambini
»
è
da
due
anni
sotto
la
protezione
unica
e
sotto
l
'
opera
esclusiva
di
manutenzione
degli
inquilini
.
Ebbene
poche
case
dell
'
alta
borghesia
potrebbero
competere
per
pulizia
e
per
freschezza
con
questa
abitazione
di
poveri
!
L
'
effetto
è
quindi
sperimentato
e
meraviglioso
.
Le
genti
acquistano
perciò
insieme
al
sentimento
della
casa
quello
della
pulizia
,
che
fa
parte
del
sentimento
estetico
,
e
questo
viene
pure
aiutato
dagli
ornamenti
naturali
che
si
diffondono
nella
casa
,
cioè
le
piante
numerose
e
gli
alberi
e
i
palmizî
nei
cortili
.
Ecco
sorgere
con
la
nobile
gara
in
cose
buone
e
feconde
di
bene
,
un
orgoglio
nuovo
nel
quartiere
:
l
'
orgoglio
collettivo
d
'
aver
il
casamento
meglio
conservato
,
di
avere
acquistato
cioè
un
grado
più
elevato
di
civiltà
.
Esse
non
solo
abitano
una
casa
,
ma
la
sanno
abitare
e
la
sanno
rispettare
,
da
persone
educate
e
civili
.
È
questa
quasi
una
prima
spinta
nel
bene
;
dalla
casa
verrà
la
persona
.
Non
si
può
tollerare
il
mobile
sudicio
nella
casa
pulita
,
e
,
essendo
la
casa
pulita
una
specie
di
festa
permanente
,
viene
il
desiderio
della
pulizia
personale
.
Una
delle
riforme
più
igieniche
dell
'
Istituto
è
quella
dei
bagni
;
ogni
casamento
riformato
ha
in
un
locale
apposito
stanze
separate
da
bagno
a
vasca
o
a
doccia
con
acqua
calda
e
fredda
,
dove
tutti
gli
inquilini
possono
andare
a
turno
,
come
p
.
es
.
a
turno
andavano
già
a
lavare
i
panni
nelle
fontane
del
casamento
!
Comodità
grande
che
invita
alla
pulizia
!
quale
vantaggio
sui
bagni
pubblici
popolari
è
il
bagno
tiepido
in
casa
,
dove
l
'
affluenza
viene
limitata
a
poche
persone
!
Noi
così
introduciamo
insieme
la
civiltà
e
la
salute
-
-
e
apriamo
non
solo
alla
luce
del
sole
,
ma
anche
a
quella
del
progresso
le
antiche
buie
abitazioni
,
gli
antri
nefandi
della
miseria
.
Ma
nel
raggiunger
l
'
ideale
della
manutenzione
perfetta
semigratuita
dei
suoi
stabili
,
l
'
Istituto
incontrava
una
difficoltà
nei
bambini
prima
dell
'
età
della
scuola
,
che
abbandonati
durante
le
ore
del
giorno
dai
parenti
lavoratori
,
incapaci
di
intendere
il
senso
di
emulazione
e
il
desiderio
del
premio
che
sono
gli
stimoli
educativi
al
rispetto
della
casa
pei
loro
genitori
,
divengono
i
vandali
incoscienti
dell
'
edificio
.
Ed
ecco
l
'
altra
riforma
che
rientra
,
indirettamente
,
nelle
spese
di
manutenzione
,
e
che
si
può
chiamare
la
più
brillante
trasformazione
di
spese
che
abbia
genialmente
pensata
finora
nei
suoi
progressi
la
civiltà
.
La
«
Casa
dei
bambini
»
vien
guadagnata
dai
genitori
con
tener
pulito
lo
stabile
,
col
risparmiare
cioè
le
spese
di
manutenzione
.
Corona
meravigliosa
di
benefici
morali
!
Nella
«
Casa
dei
bambini
»
riservata
esclusivamente
ai
piccini
del
casamento
che
non
hanno
ancora
l
'
età
della
scuola
,
le
madri
lavoratrici
possono
lasciare
tranquilli
i
figliuoli
,
con
loro
immenso
beneficio
,
con
risparmio
di
forza
,
con
gran
sollievo
di
libertà
.
Ma
anche
questo
beneficio
non
è
senza
tassa
di
cure
e
di
buon
volere
;
lo
dice
il
Regolamento
appeso
sulle
mura
dello
stabile
:
«
Le
madri
hanno
l
'
obbligo
di
mandare
i
loro
bambini
puliti
e
di
coadiuvare
all
'
opera
educativa
della
direttrice
»
.
Due
obblighi
:
cioè
la
cura
fisica
e
morale
dei
propri
figli
.
Se
il
bambino
dimostrerà
con
le
parole
,
col
contegno
,
che
in
casa
sua
viene
guastata
l
'
opera
educativa
della
scuola
,
esso
graverà
senza
remissione
sulle
braccia
dei
genitori
ignavi
e
incapaci
del
proprio
miglioramento
.
Chi
bestemmia
,
chi
si
abbandona
a
litigi
,
a
brutalità
,
sente
sopra
di
sé
gravare
il
peso
delle
piccole
vite
tanto
bisognose
di
cure
,
ovvero
sente
di
nuovo
ripiombare
nell
'
abbandono
le
piccole
creature
che
sono
la
parte
più
teneramente
cara
della
famiglia
.
Bisogna
cioè
sapersi
meritare
il
beneficio
d
'
avere
in
casa
il
gran
vantaggio
d
'
una
scuola
pei
figliuoli
più
piccoli
.
E
basta
la
«
buona
volontà
»
perché
,
in
quanto
al
saper
fare
,
il
regolamento
lo
dice
,
le
madri
dovranno
andare
almeno
una
volta
la
settimana
a
conferire
con
la
Direttrice
,
dando
notizie
del
proprio
bambino
,
e
là
potranno
raccogliere
i
consigli
che
la
Direttrice
darà
a
loro
vantaggio
.
Consigli
certo
illuminati
,
sulla
salute
e
sulla
educazione
del
piccino
-
-
poiché
nella
«
Casa
dei
bambini
»
,
è
preposto
,
insieme
a
una
Maestra
,
anche
un
Medico
.
La
Direttrice
è
sempre
a
disposizione
delle
madri
e
la
sua
vita
di
persona
colta
e
civile
è
costante
esempio
agli
abitanti
della
casa
,
perché
essa
ha
«
l
'
obbligo
imprescindibile
»
di
alloggiare
nel
casamento
e
essere
quindi
la
coinquilina
delle
famiglie
di
tutti
i
suoi
allievi
.
Fatto
d
'
immensa
importanza
!
Tra
queste
persone
quasi
selvagge
,
in
queste
case
tra
le
quali
di
nottetempo
nessuno
si
aggira
senza
essere
armato
,
ecco
va
a
vivere
della
stessa
loro
vita
una
gentile
donna
,
di
elevata
cultura
,
un
'
educatrice
di
professione
,
che
dedica
tutto
il
suo
tempo
e
la
sua
vita
a
civilizzare
le
genti
!
Vera
missionaria
,
e
regina
morale
tra
il
popolo
:
ella
,
se
ha
un
sufficiente
tatto
e
un
sufficiente
cuore
,
coglierà
frutti
inauditi
di
bene
dalla
sua
opera
sociale
!
Questo
caso
è
veramente
nuovo
:
sembra
un
sogno
irrealizzabile
,
ma
è
verità
sperimentata
.
Invero
ci
fu
il
tentativo
fatto
da
persone
generose
di
andare
a
vivere
tra
i
poveri
per
civilizzarli
.
Ma
l
'
opera
non
è
attuabile
senza
che
la
casa
dei
poveri
sia
igienica
e
renda
possibile
la
coabitazione
di
genti
socialmente
più
elevate
,
né
si
può
riuscire
all
'
intento
senza
una
specie
di
coercizione
al
bene
che
obblighi
coi
premi
,
coi
vantaggi
più
vari
,
a
chinarsi
o
a
ben
disporsi
sotto
il
giogo
della
civiltà
,
la
popolazione
del
casamento
intero
.
Il
caso
è
nuovo
anche
per
la
organizzazione
pedagogica
della
«
Casa
dei
bambini
»
.
Essa
non
è
un
ricovero
passivo
dei
fanciulli
:
ma
una
vera
scuola
di
educazione
,
i
cui
metodi
sono
ispirati
ai
razionali
principi
della
Pedago
gia
scientifica
.
Viene
seguito
e
diretto
lo
sviluppo
fisico
dei
bambini
che
sono
tutti
studiati
dal
lato
antropologico
;
e
gli
esercizi
del
linguaggio
,
dei
sensi
e
della
vita
pratica
formano
le
basi
principali
delle
cognizioni
.
L
'
insegnamento
è
eminentemente
oggettivo
:
e
dispone
di
una
ricchezza
non
comune
di
materiale
didattico
.
Ma
su
ciò
non
è
possibile
addentrarci
:
basti
dire
che
già
esiste
,
propria
alla
scuola
,
una
sala
pei
bagni
caldi
e
freddi
e
pei
lavabi
parziali
ai
bambini
;
e
dove
è
possibile
,
una
distesa
di
terreno
ove
i
fanciulli
potranno
coltivare
il
campicello
educativo
.
Ciò
che
importa
rilevare
qui
sono
i
progressi
pedagogici
che
la
«
Casa
dei
bambini
»
raggiunge
come
istituzione
.
Chi
ha
pratica
della
scuola
e
dei
principali
problemi
pedagogici
che
la
riguardano
,
sa
come
venga
considera
to
un
gran
principio
-
-
principio
ideale
e
quasi
irrealizzabile
-
-
l
'
armonia
degl
'
intenti
educativi
tra
la
famiglia
e
la
scuola
.
Ma
la
famiglia
è
qualche
cosa
di
sempre
lontano
e
di
quasi
sempre
ribelle
;
una
specie
di
fantasma
irraggiungibile
,
per
la
scuola
.
La
casa
è
chiusa
non
solo
ai
progressi
pedagogici
,
ma
spesso
anche
ai
progressi
dell
'
ambiente
sociale
.
Questa
è
la
prima
volta
che
si
vede
la
possibilità
pratica
di
realizzare
il
tanto
decantato
principio
pedagogico
.
Si
mette
la
scuola
in
casa
;
non
solo
,
ma
si
mette
in
casa
come
proprietà
collettiva
;
e
si
lascia
sotto
gli
occhi
dei
parenti
tutta
intera
la
vita
della
maestra
,
nel
compimento
della
sua
alta
missione
.
È
dolce
e
nuovo
e
profondamente
educativo
il
sentimento
della
proprietà
collettiva
.
I
genitori
sanno
che
la
«
Casa
dei
bambini
»
è
loro
proprietà
e
si
ricava
dalle
spese
della
pigione
.
Le
madri
possono
a
tutte
le
ore
del
giorno
sorvegliarla
,
o
ammirarla
,
o
meditarla
.
Essa
è
in
ogni
modo
uno
stimolo
continuo
a
riflessioni
e
una
fonte
di
benessere
evidente
e
di
miglioramento
proprio
e
dei
figli
.
Le
madri
infatti
si
può
dire
che
adorino
la
«
Casa
dei
bambini
»
e
la
direttrice
.
Quante
finezze
impensate
hanno
queste
ottime
madri
del
popolo
,
per
la
maestra
dei
loro
più
teneri
figli
!
esse
spesso
le
lasciano
dolci
e
fiori
sul
davanzale
della
finestra
della
scuola
,
come
un
omaggio
muto
,
reverente
,
quasi
religioso
.
Orbene
,
allorché
dopo
tre
anni
di
tale
noviziato
le
madri
manderanno
alle
scuole
comuni
i
loro
figliuoli
,
saranno
eccellentemente
preparate
a
coadiuvarne
l
'
opera
educativa
,
ed
avranno
acquisito
profondamente
un
sentimento
raro
a
trovarsi
anche
nelle
classi
più
elevate
,
cioè
che
bisogna
con
la
propria
condotta
e
con
la
propria
virtù
,
meritare
il
dono
d
'
avere
un
figlio
educato
.
Un
altro
progresso
raggiunto
dall
'
istituzione
della
«
Casa
dei
bambini
»
riguarda
la
Pedagogia
scientifica
.
Essa
,
basandosi
sullo
studio
antropologico
dell
'
allievo
da
educare
,
toccava
solo
una
parte
della
questione
posi
tiva
che
tende
a
trasformarla
.
Poiché
l
'
uomo
non
è
solo
un
prodotto
biologico
,
ma
anche
un
prodotto
sociale
-
-
e
l
'
ambiente
sociale
degli
individui
in
via
d
'
educazione
è
la
casa
con
la
famiglia
.
Ora
,
invano
cercherà
la
Pedagogia
scientifica
di
migliorare
le
nuove
generazioni
,
se
non
giunge
ad
influire
anche
sull
'
ambiente
,
ove
le
nuove
generazioni
sorgono
e
crescono
!
Tutte
le
applicazioni
d
'
igiene
pedagogica
sarebbero
vano
tentativo
,
se
la
casa
dovesse
rimaner
chiusa
a
ogni
progresso
!
Io
credo
dunque
che
aver
potuto
aprire
la
casa
alla
luce
dei
nuovi
veri
,
al
progresso
della
civiltà
-
-
cioè
aver
risolto
il
problema
di
poter
direttamente
modificare
l
'
ambiente
delle
nuove
generazioni
,
sia
stato
rendere
possibile
l
'
attuazione
pratica
dei
principî
fondamentali
della
Pedagogia
scientifica
.
Un
altro
progresso
segna
ancora
la
«
Casa
dei
bambini
»
-
-
essa
è
il
primo
passo
verso
la
casa
socializzata
.
Si
trova
nella
propria
abitazione
il
vantaggio
di
poter
lasciare
i
piccoli
figli
in
luogo
sicuro
,
non
solo
,
ma
atto
a
migliorarli
;
-
-
e
sono
tutte
le
madri
che
possono
godere
tale
immenso
vantaggio
,
allontanandosi
di
casa
pei
propri
lavori
.
Finora
soltanto
una
casta
sociale
godeva
tale
privilegio
;
erano
le
donne
ricche
,
le
quali
potevano
allontanarsi
dai
figli
per
le
loro
occupazioni
mondane
,
lasciandoli
in
mano
a
una
istitutrice
e
a
una
bonne
.
Oggi
le
donne
del
popolo
che
abitano
in
queste
case
riformate
possono
dire
come
le
gran
dame
:
ho
lasciato
i
miei
figli
con
l
'
istitutrice
e
la
bonne
;
ma
di
più
,
esse
,
come
principesse
del
sangue
,
possono
aggiungere
:
e
il
medico
di
casa
veglia
giornalmente
su
loro
,
e
dirige
la
loro
sana
crescenza
.
Solo
le
gran
dame
inglesi
hanno
consuetamente
l
'
elegante
«
carnet
maternel
»
,
ove
si
notano
le
principali
misure
e
le
date
dei
principali
avvenimenti
della
crescenza
del
bambino
:
queste
donne
del
popolo
posseggono
dei
loro
figliuoli
le
«
Carte
biografiche
»
redatte
da
maestri
e
da
medici
,
che
,
fondate
su
criteri
scientifici
,
divengono
un
«
carnet
maternel
»
perfezionato
.
Quali
fossero
i
vantaggi
della
socializzazione
di
oggetti
ambiente
noi
lo
sapevamo
:
per
es
.
la
socializzazione
della
carrozza
nei
tram
;
la
socializzazione
delle
torcie
a
vento
e
delle
lanterne
nella
illuminazione
costante
delle
strade
;
fatti
sociali
che
aumentano
la
possibilità
di
comunicazione
,
prolungano
la
vita
del
giorno
,
sono
fonte
d
'
immensa
ricchezza
.
Anche
la
enorme
produzione
di
oggetti
d
'
uso
nel
progresso
industriale
che
moltiplica
favolosamente
e
rende
accessibile
a
tutti
il
vestito
fresco
,
come
il
tappeto
e
la
tenda
,
come
il
dolce
,
il
piatto
di
maiolica
,
il
cucchiaio
di
metallo
ecc
.
,
spargendo
un
benessere
generale
e
tendendo
a
livellare
nelle
apparenze
le
caste
sociali
;
-
-
tutto
ciò
si
era
veduto
nella
sua
realtà
,
nei
suoi
benefici
collettivi
,
nella
smisurata
ricchezza
prodotta
.
-
-
Ma
ancora
non
si
erano
socializzate
«
le
persone
»
-
-
persone
di
servizio
e
impiegati
,
come
sarebbero
appunto
la
bonne
e
la
istitutrice
,
cioè
i
«
famigliari
»
.
Di
questo
fatto
nuovo
abbiamo
nella
«
Casa
dei
bambini
»
il
primo
e
finora
così
in
Italia
come
all
'
estero
,
unico
esempio
.
Il
suo
significato
è
alto
,
poiché
corrisponde
a
un
bisogno
dei
tempi
.
Infatti
non
si
può
dire
che
la
comodità
di
lasciare
i
figli
sottragga
le
madri
a
un
dovere
naturale
e
sociale
di
primo
ordine
,
qual
'
è
quello
di
curare
e
di
educare
la
tenera
prole
.
No
,
perché
l
'
evoluzione
economico
sociale
chiama
oggi
la
donna
lavoratrice
nell
'
ambiente
sociale
e
la
sottrae
forzatamente
a
quei
doveri
che
pur
le
sarebbero
cari
!
La
madre
ugualmente
dovrebbe
allontanarsi
dai
suoi
figliuoli
,
con
lo
strazio
di
saperli
abbandonati
.
L
'
opportunità
di
tale
istituzione
non
è
ristretta
alle
classi
lavoratrici
della
mano
,
ma
si
estende
anche
alla
borghesia
dove
molte
sono
le
donne
lavoratrici
del
pensiero
.
Tutte
le
maestre
e
le
professoresse
,
spesso
costrette
anche
nel
doposcuola
a
lezioni
private
,
lasciano
i
bambini
affidati
alle
mani
di
una
persona
di
servi
zio
rozza
e
sconosciuta
,
che
è
talvolta
insieme
la
cameriera
e
la
cuoca
.
Infatti
alla
prima
notizia
della
«
Casa
dei
bambini
»
sono
piovute
all
'
Istituto
Romano
di
Beni
Stabili
calorose
domande
da
parte
delle
classi
borghesi
,
perché
venisse
estesa
alle
loro
abitazioni
una
riforma
tanto
provvida
.
Noi
quindi
veniamo
a
socializzare
una
«
funzione
materna
»
una
funzione
femminile
,
entro
la
casa
.
Ecco
nell
'
atto
pratico
la
risoluzione
di
alcuni
problemi
di
femminismo
che
sembravano
a
molti
insolubili
.
Che
sarà
dunque
della
casa
-
-
si
diceva
-
-
se
la
donna
se
ne
allontana
?
La
casa
si
trasforma
ed
assume
essa
le
antiche
funzioni
della
donna
.
Io
credo
che
nell
'
avvenire
sociale
altre
forme
di
socializzazione
verranno
,
p
.
es
.
l
'
infermeria
.
La
donna
è
la
naturale
infermeria
dei
cari
di
casa
sua
.
Ma
chi
non
sa
quante
volte
oggi
ella
debba
strapparsi
,
con
alto
strazio
,
dal
letto
dei
suoi
amati
che
soffrono
,
per
correre
al
lavoro
?
La
concorrenza
è
grande
e
le
assenze
dal
proprio
dovere
minano
la
solidità
del
posto
sociale
donde
si
trae
l
'
esistenza
!
Poter
lasciare
i
malati
in
una
«
infermeria
di
casa
»
dove
si
possa
accedere
in
tutti
i
minuti
di
libertà
che
lascia
il
lavoro
,
dove
si
possa
vegliare
liberamente
la
notte
,
sarebbe
un
vantaggio
sentito
.
E
quale
progresso
nell
'
igiene
famigliare
,
per
tutto
ciò
che
riguarda
l
'
isolamento
e
le
disinfezioni
!
Chi
non
conosce
,
per
esempio
,
gli
imbarazzi
di
una
famiglia
che
ha
un
bambino
malato
di
morbo
infettivo
,
e
non
sa
come
isolare
gli
altri
figliuoli
,
perché
nella
città
ove
fu
di
recente
trasferita
per
impiego
,
non
ha
parenti
e
non
ha
ancora
amici
cui
affidarli
?
Lo
stesso
si
dica
(
cosa
più
lontana
certamente
,
ma
non
impossibile
,
anzi
vantaggiosamente
tentata
in
America
)
della
cucina
socializzata
,
che
manda
con
l
'
ascensore
il
pranzo
ordinato
il
mattino
,
nella
propria
stanza
da
pranzo
intima
e
quieta
.
Questo
vantaggio
sorriderebbe
certo
più
di
tutti
gli
altri
a
quelle
famiglie
borghesi
che
debbo
no
affidare
i
piaceri
della
tavola
e
insieme
la
propria
salute
,
alle
mani
di
una
donna
ignorante
di
cucina
,
che
brucia
le
vivande
;
ovvero
che
sono
costrette
a
far
venire
da
una
trattoria
lontana
i
«
piatti
del
giorno
»
.
Infine
la
trasformazione
della
casa
dovrà
compensare
la
perduta
presenza
in
famiglia
della
donna
che
è
divenuta
un
lavoratore
sociale
.
Ma
in
tal
modo
la
casa
diventa
una
piovra
che
tutto
afferra
e
tutto
assorbe
e
sminuzza
e
digerisce
tutto
quanto
,
avendo
significato
di
bene
agli
uomini
,
era
fuggito
da
lei
:
scuole
,
bagni
pubblici
,
ospedali
.
Tenderebbe
ancora
a
trasformare
luoghi
di
pericolo
e
di
vizio
in
luoghi
di
elevamento
intellettuale
,
se
in
essa
,
accanto
alle
scuole
pei
bambini
,
sorgessero
dei
clubs
di
trattenimento
e
di
lettura
per
gl
'
inquilini
e
specialmente
per
gli
uomini
che
vi
trovassero
il
modo
di
passare
la
sera
.
Il
club
del
casamento
,
possibile
e
utile
in
tutte
le
classi
sociali
,
come
è
utile
e
possibile
la
«
Casa
dei
Bambini
»
,
potrebbe
far
chiudere
le
osterie
e
le
case
di
giuoco
,
con
alto
vantaggio
morale
della
popolazione
.
Ed
io
non
credo
che
l
'
Istituto
Romano
di
Beni
Stabili
sia
lontano
dall
'
intendimento
di
fondare
dei
clubs
di
lettura
in
queste
case
del
popolo
riformate
nel
quartiere
di
S
.
Lorenzo
:
clubs
dove
gli
inquilini
potrebbero
trovare
giornali
e
opuscoli
educativi
,
elementi
di
discorsi
sani
,
elevamento
della
coscienza
!
Noi
siamo
dunque
ben
lontani
dalla
temuta
distruzione
della
casa
e
della
famiglia
per
la
necessità
in
cui
si
trova
la
donna
,
nell
'
evoluzione
economico
sociale
dell
'
ambiente
,
di
darsi
al
lavoro
retribuito
.
La
casa
assume
essa
stessa
le
dolci
attribuzioni
femminili
di
missione
domestica
;
e
un
giorno
forse
quando
gli
uomini
avranno
dato
una
somma
di
danaro
al
padrone
di
casa
,
otterranno
in
cambio
tutto
quanto
è
necessario
al
comfort
della
vita
,
come
quando
consegnando
alla
massaja
il
danaro
neces
sario
,
si
procuravano
ogni
benessere
interno
nella
vita
di
famiglia
.
La
casa
tende
dunque
ad
assumere
,
nella
sua
evoluzione
,
un
significato
più
alto
e
sublime
della
odierna
home
inglese
.
Essa
non
è
più
fatta
solo
di
mura
,
siano
pure
mura
linde
,
custodi
care
dell
'
intimità
,
simboli
sacri
di
famiglia
;
diventa
più
di
tutto
questo
.
Essa
vive
!
ha
un
'
anima
,
ha
quasi
braccia
tenere
e
consolatrici
di
donna
.
Essa
dà
la
vita
morale
e
il
benessere
-
-
cura
,
educa
,
e
se
ci
fosse
refezione
scolastica
,
nutrisce
i
teneri
figli
:
come
sul
seno
di
una
donna
generosa
e
soave
,
il
lavoratore
stanco
trova
in
essa
riposo
e
stimolo
a
una
vita
rinnovata
.
È
tutta
la
vita
intima
,
è
la
felicità
.
La
donna
nuova
,
come
farfalla
uscita
dalla
crisalide
,
si
sarà
liberata
da
tutte
le
attribuzioni
che
un
tempo
la
rendevano
desiderabile
all
'
uomo
,
come
fonte
di
benessere
materiale
dell
'
esistenza
.
Ella
sarà
come
l
'
uomo
un
individuo
umano
libero
,
un
lavoratore
sociale
:
e
come
l
'
uomo
cercherà
il
benessere
e
il
riposo
nella
casa
riformata
e
socializzata
.
Per
se
stessa
vorrà
essere
amata
e
non
come
mezzo
di
benessere
e
di
riposo
;
e
vorrà
amore
,
libera
da
ogni
forma
di
lavoro
servile
.
Lo
scopo
dell
'
amore
umano
non
è
quello
egoistico
di
assicurare
i
propri
riposi
:
ben
più
in
alto
vola
sublime
.
Lo
scopo
dell
'
amore
è
di
moltiplicare
le
forze
dello
spirito
libero
facendolo
quasi
divino
,
e
in
tanta
luce
eternare
la
specie
.
È
l
'
amore
ideale
incarnato
da
Federico
Nietsche
nella
donna
di
Zaratustra
,
che
vuole
coscientemente
il
figlio
migliore
di
se
stessa
.
«
Perché
mi
desideri
»
?
chiede
ella
all
'
uomo
:
«
forse
per
timore
della
solitudine
?
...
cioè
per
difenderti
dai
disagi
della
vita
?
«
In
questo
caso
,
va
lontano
da
me
.
Io
voglio
l
'
uomo
che
ha
vinto
se
stesso
-
-
e
si
è
formata
un
'
anima
grande
;
io
voglio
l
'
uomo
che
ha
conservato
un
corpo
sano
e
robusto
-
-
;
io
voglio
l
'
uomo
che
voglia
con
me
unire
l
'
anima
e
il
corpo
,
per
procreare
il
figlio
!
il
figlio
migliore
,
più
perfetto
,
più
forte
di
quelli
che
l
'
hanno
creato
!
»
.
Migliorare
la
specie
coscientemente
,
coltivando
la
propria
salute
e
la
propria
virtù
-
-
ecco
quanto
resta
al
connubio
famigliare
degli
uomini
.
Sublime
concetto
al
quale
ancora
non
pensiamo
!
E
la
casa
del
futuro
socializzata
,
vivente
,
provvida
,
dolce
,
educatrice
e
consolatrice
,
è
il
vero
e
degno
nido
delle
coppie
umane
,
che
vogliono
in
essa
migliorare
la
specie
e
slanciarla
trionfante
nell
'
eternità
della
vita
!
Regolamento
della
Casa
dei
bambini
L
'
Istituto
Romano
di
Beni
Stabili
aggrega
al
casamento
N
....
..
di
sua
proprietà
la
Casa
dei
Bambini
;
in
essa
si
raccolgono
i
figliuoli
degli
inquilini
,
i
quali
non
abbiano
raggiunto
l
'
età
voluta
per
entrare
nelle
scuole
elementari
.
Scopo
principale
della
Casa
dei
Bambini
è
quello
di
offrire
gratuitamente
ai
genitori
,
i
quali
siano
d
'
ordinario
obbligati
ad
allontanarsi
dalla
casa
per
le
loro
occupazioni
,
le
cure
famigliari
alle
quali
non
possono
attendere
.
Nella
Casa
dei
Bambini
si
cureranno
l
'
educazione
,
l
'
igiene
,
lo
sviluppo
fisico
e
morale
dei
fanciulli
,
mediante
precetti
ed
esercizi
adatti
all
'
età
.
Saranno
addetti
alla
Casa
dei
Bambini
una
Direttrice
,
un
Medico
ed
una
Custode
.
L
'
orario
della
Casa
dei
Bambini
sarà
fissato
dalla
Direttrice
in
apposito
regolamento
.
Possono
essere
ammessi
nella
Casa
dei
Bambini
tutti
i
fanciulli
del
Casamento
dell
'
età
dai
tre
ai
sette
anni
.
I
genitori
che
vogliono
usufruire
della
Casa
dei
Bambini
non
pagheranno
contributo
alcuno
.
Essi
assumono
però
questi
obblighi
imprescindibili
:
a
)
di
mandare
nelle
ore
indicate
i
bambini
nella
sala
destinata
puliti
nel
corpo
e
nei
vestiti
,
e
con
un
adatto
grembiule
;
b
)
di
usare
il
massimo
rispetto
,
la
massima
deferenza
verso
la
Direttrice
e
verso
tutte
le
altre
persone
addette
alla
Casa
dei
Bambini
e
di
coadiuvare
la
Direttrice
stessa
nell
'
opera
educatrice
dei
bambini
.
Almeno
una
volta
la
settimana
le
madri
potranno
parlare
con
la
Direttrice
dando
notizie
del
proprio
bambino
nella
sua
vita
domestica
,
e
ricevendo
notizie
e
consigli
dalla
Direttrice
per
il
bene
dei
fanciulli
.
Saranno
espulsi
dalla
Casa
dei
Bambini
:
a
)
quelli
che
si
presenteranno
sciatti
e
sudici
,
b
)
quelli
che
si
mostreranno
indisciplinati
;
c
)
quelli
i
cui
genitori
mancassero
di
rispetto
alle
persone
proposte
alla
Casa
dei
Bambini
o
che
comunque
dimostrassero
di
distruggere
con
cattiva
condotta
l
'
opera
educatrice
che
è
scopo
dell
'
istituzione
.
Nell
'
assegnazione
dei
premi
annuali
da
conferirsi
a
quelli
che
meglio
conservarono
la
loro
casa
,
sarà
tenuto
conto
del
modo
come
i
genitori
avranno
coadiuvato
l
'
opera
della
Direttrice
nell
'
educare
i
proprii
figli
.
Dicevo
dunque
che
il
caso
mi
rivelò
la
grande
opportunità
di
tentare
la
prima
applicazione
dei
metodi
pei
deficienti
,
sui
bambini
normali
non
delle
scuole
elementari
,
ma
degli
asili
infantili
.
Se
un
paragone
è
possibile
tra
i
deficienti
e
i
normali
,
questo
è
nel
periodo
della
prima
infanzia
-
-
ove
il
fanciullo
che
non
ebbe
la
forza
di
sviluppare
-
-
e
quello
che
non
è
ancora
sviluppato
-
-
posso
no
in
qualche
modo
somigliarsi
.
Infatti
i
piccoli
bambini
non
hanno
ancora
acquistato
una
sicura
coordinazione
dei
movimenti
muscolari
,
donde
la
deambulazione
imperfetta
,
l
'
incapacità
a
eseguire
atti
usuali
della
vita
come
infilare
i
vestiti
,
le
calze
,
allacciare
,
abbottonare
,
agganciare
,
ecc
.
;
-
-
gli
organi
dei
sensi
,
come
per
es
.
i
poteri
d
'
accomodazione
dell
'
occhio
,
non
sono
ancora
completamente
sviluppati
:
il
linguaggio
è
primordiale
e
porta
i
difetti
ben
noti
del
linguaggio
infantile
;
la
difficoltà
di
fissar
l
'
attenzione
,
la
instabilità
ecc
.
sono
altrettanti
caratteri
paralleli
.
Il
Preyer
,
nei
suoi
studi
di
psicologia
infantile
,
si
è
indugiato
appunto
a
illustrare
il
parallelo
tra
i
difetti
patologici
del
linguaggio
-
-
e
quelli
normali
del
bambino
in
via
di
sviluppo
.
I
metodi
che
conducevano
a
ingrandire
la
personalità
psichica
dell
'
idiota
,
avrebbero
dunque
potuto
aiutare
lo
sviluppo
dei
bambini
,
costituendo
una
igiene
della
personalità
umana
normale
.
Molti
difetti
poi
permanenti
,
come
quelli
del
linguaggio
,
si
acquistano
appunto
per
l
'
abbandono
in
cui
viene
lasciato
il
fanciullo
nell
'
importantissimo
periodo
della
sua
età
,
nel
quale
forma
e
fissa
le
sue
principali
funzioni
:
cioè
dai
3
ai
6
anni
.
Ecco
dunque
il
significato
del
mio
esperimento
pedagogico
,
condotto
per
due
anni
nelle
«
Case
dei
bambini
»
.
Esso
rappresenta
il
risultato
d
'
una
serie
di
prove
da
me
tentate
sull
'
educazione
della
prima
infanzia
,
coi
metodi
già
usati
pei
deficienti
.
-
-
Certo
non
si
tratta
dell
'
applicazione
pura
e
semplice
dei
metodi
Séguin
agli
asili
d
'
infanzia
,
come
potranno
tutti
riscontrare
consultando
le
opere
di
tale
autore
:
ma
non
è
men
vero
che
al
di
sotto
di
questi
due
anni
di
prova
,
c
'
è
una
base
sperimentale
,
la
quale
risalisce
fino
ai
tempi
della
rivoluzione
francese
,
e
conta
gli
sforzi
assidui
di
tutta
la
vita
d
'
Itard
,
e
di
tutta
la
vita
di
Séguin
.
In
quanto
a
me
,
trenta
anni
dopo
la
seconda
pubblicazione
del
Séguin
,
ripresi
le
idee
,
e
,
pos
so
osar
di
affermarlo
,
l
'
opera
di
tale
autore
,
con
la
stessa
freschezza
di
sentimento
,
con
la
quale
egli
aveva
ereditato
le
idee
e
le
opere
dal
suo
maestro
Itard
,
morto
tra
le
sue
filiali
cure
.
E
per
dieci
anni
sperimentai
nella
pratica
,
e
meditai
le
opere
di
così
ammirabili
uomini
,
che
si
erano
santificati
lasciando
all
'
umanità
le
più
feconde
prove
del
loro
oscuro
eroismo
.
Anche
i
miei
dieci
anni
di
studio
,
dunque
,
possono
sommarsi
ai
quarant
'
anni
di
lavoro
d
'
Itard
e
di
Séguin
.
Erano
perciò
già
corsi
cinquant
'
anni
d
'
attiva
preparazione
,
durante
oltre
un
secolo
di
tempo
,
prima
che
fosse
tentata
questa
prova
così
apparentemente
breve
di
due
soli
anni
;
e
non
credo
di
sbagliare
dicendo
che
essa
rappresenta
il
lavoro
successivo
di
tre
medici
che
,
da
Itard
a
me
,
più
o
meno
mossero
i
primi
passi
sulle
orme
della
psichiatria
.
PARTE
GENERALE
I
metodi
pedagogici
usati
nelle
«
Case
dei
bambini
»
Appena
seppi
d
'
avere
a
mia
disposizione
una
scuola
di
piccoli
bambini
,
desiderai
di
farne
un
campo
sperimentale
di
Pedagogia
scientifica
e
di
Psicologia
infantile
.
Partii
dal
punto
sul
quale
conviene
il
Wundt
:
che
la
psicologia
infantile
non
esiste
;
infatti
le
ricerche
sperimentali
sui
piccoli
bambini
,
come
quelle
p
.
es
.
del
Preyer
e
del
Baldwin
,
sono
compiute
sopra
due
o
tre
fanciulli
,
figli
degli
sperimentatori
.
Inoltre
gli
istrumenti
di
psicometria
devono
essere
molto
ridotti
e
semplificati
allorché
si
fanno
ricerche
sui
bambini
,
i
quali
non
si
prestano
come
soggetti
d
'
esperimento
;
e
dato
pure
che
vi
si
prestino
passivamente
,
la
psicologia
infantile
si
può
fare
solo
col
metodo
di
osservazione
esterna
,
dovendosi
rinunciare
a
tener
conto
degli
stati
interni
,
che
ci
possono
essere
rivelati
solo
dall
'
introspezione
del
soggetto
.
In
ogni
modo
gl
'
istrumenti
di
ricerca
per
la
psicometria
applicata
alla
pedagogia
,
furono
sino
ad
oggi
limitati
alla
parte
estesiometrica
.
Io
pensai
di
tener
conto
delle
altrui
ricerche
-
-
ma
di
rendermene
indipendente
.
Ritenni
come
essenziale
solo
l
'
affermazione
o
meglio
la
definizione
del
Wundt
:
che
«
tutti
i
metodi
della
psicologia
sperimentale
possono
ridursi
a
un
metodo
unico
;
cioè
:
a
una
osservazione
esattamente
regolata
»
.
Trattandosi
di
bambini
,
un
altro
fattore
doveva
essenzialmente
intervenire
:
lo
studio
dello
sviluppo
.
Anche
qui
ritenni
tale
criterio
generale
:
ma
senza
attenermi
a
dogmi
relativi
alle
attività
infantili
secondo
le
età
.
Parte
Antropologica
In
quanto
allo
sviluppo
fisico
,
pensai
in
primo
luogo
di
regolare
le
ricerche
antropometriche
,
scegliendo
le
principali
.
Feci
fabbricare
un
antropometro
per
bambini
con
la
scala
metrica
oscillante
tra
m
.
0,50
e
m
.
1,50
-
-
facendo
disporre
sul
piano
dell
'
antropometro
un
piccolo
sgabello
mobile
dell
'
altezza
di
cm
.
30
,
per
la
statura
seduta
.
Oggi
io
consiglio
di
fabbricare
l
'
antropometro
a
duplice
piano
-
-
da
un
lato
si
misura
la
statura
totale
,
e
dall
'
altro
la
statura
seduta
:
nel
secondo
lo
zero
è
a
30
cm
.
d
'
altezza
,
cioè
corrisponde
al
piano
del
sedile
,
che
è
fisso
.
Le
asticciole
scorrevoli
nell
'
incalanatura
dell
'
asta
verticale
,
sono
indipendenti
l
'
una
dall
'
altra
;
-
-
si
possono
perciò
ricavare
due
misure
contemporaneamente
,
cioè
misurare
insieme
due
bambini
.
In
ogni
modo
viene
tolto
l
'
inconveniente
e
il
perditempo
di
spostare
e
rimettere
il
sedile
,
e
di
calcolare
sulla
scala
metrica
la
differenza
.
Facilitata
così
la
tecnica
delle
ricerche
,
disposi
di
prendere
le
misure
della
statura
in
piedi
e
seduta
ogni
mese
;
e
per
avere
insieme
misure
più
esatte
relativamente
allo
sviluppo
,
e
maggior
regolarità
di
ricerche
,
stabilii
che
la
statura
dovesse
prendersi
nel
giorno
in
cui
il
bambino
compiva
il
mese
d
'
età
.
Proposi
a
tal
uopo
un
registro
così
composto
:
Gli
spazi
relativi
a
ogni
numero
,
servono
per
registrarvi
il
nome
del
bambino
nato
in
quel
giorno
del
mese
.
Così
la
maestra
sa
quali
scolari
deve
misurare
nel
giorno
segnato
dal
calendario
;
e
scrive
le
sue
misure
in
corrispondenza
del
mese
.
In
tal
modo
la
esattissima
registrazione
avviene
senza
che
,
si
può
dire
,
la
maestra
se
ne
accorga
,
nel
senso
di
risentirne
troppa
occupazione
e
fatica
.
In
quanto
al
peso
ho
disposto
ch
'
esso
si
prenda
ogni
settimana
per
mezzo
di
una
bascule
posta
nello
spogliatoio
prospicente
la
stanza
pei
bagni
.
Secondo
che
il
bimbo
è
nato
di
lunedì
,
martedì
,
mercoledì
ecc
.
in
tal
giorno
,
quando
si
è
spogliato
,
prima
di
fare
il
bagno
,
si
pesa
.
Così
il
bagno
pei
bambini
,
(
per
es
.
di
cinquanta
bambini
)
è
suddiviso
in
7
giorni
,
e
vanno
al
bagno
circa
3
o
cinque
bambini
al
giorno
.
Certamente
sarebbe
desiderabile
un
bagno
teorico
quotidiano
:
ma
io
credo
che
per
far
ciò
in
una
scuola
occorrerebbe
la
piscina
per
il
bagno
contemporaneo
di
molti
fanciulli
.
Anche
il
bagno
settimanale
porta
non
poche
difficoltà
,
praticamente
;
e
spesso
è
necessario
rendere
teorico
anch
'
esso
.
In
ogni
modo
ho
distribuito
le
pesate
settimanali
nell
'
ordine
detto
,
con
l
'
intento
di
ordinare
e
assicurare
anche
i
bagni
periodici
7
.
7
A
questo
proposito
debbo
dire
che
avrei
ideato
un
mezzo
pel
bagno
contemporaneo
,
evitando
la
piscina
.
E
cioè
ho
pensato
a
una
lunga
vasca
con
dei
sostegni
sul
fondo
per
appoggiarvi
trasversalmente
le
piccole
vasche
individuali
-
-
le
quali
dovrebbero
avere
un
foro
piuttosto
largo
sul
fondo
.
Le
piccole
vasche
sono
contenute
appena
dalla
vasca
lunga
;
entro
questa
giuoca
l
'
acqua
,
che
invade
contemporaneamente
le
piccole
vasche
per
la
legge
di
livellazione
dei
liquidi
,
penetrando
dal
foro
del
fondo
.
Quando
l
'
acqua
sia
fissata
,
non
ha
più
ragione
di
passare
da
vasca
a
vasca
e
i
bambini
farebbero
il
bagno
individuale
pur
immersi
in
una
specie
di
piscina
.
Il
vuotamento
della
vasca
grande
porta
il
vuotamento
contemporaneo
di
tutte
le
vasche
piccole
-
-
le
quali
,
potendo
esser
di
leggero
metallo
,
sarebbero
facilmente
spostabili
per
le
pulizie
del
fondo
della
vasca
collettiva
.
Non
sarebbe
difficile
imma
La
registrazione
del
peso
è
fatta
molto
semplicemente
.
In
un
registro
sono
segnati
i
giorni
della
settimana
nella
finca
verticale
;
e
in
corrispondenza
di
ognuno
sono
tracciate
molte
linee
destinate
ai
nomi
degli
scolari
nati
in
quel
giorno
.
Ogni
pagina
del
registro
corrisponde
a
un
mese
.
Ho
pensato
che
queste
potessero
essere
le
sole
misure
antropologiche
delle
quali
la
maestra
dovesse
occuparsi
;
tali
perciò
da
rientrare
direttamente
nella
scuola
.
Altre
misure
disposi
che
venissero
prese
da
un
medico
,
il
quale
si
fosse
specializzato
nell
'
antropologia
infantile
,
o
che
avesse
intenzione
di
specializzarsi
a
questo
raginare
addirittura
una
chiusura
del
foro
di
comunicazione
.
In
ogni
modo
questi
sono
progetti
per
l
'
avvenire
!
mo
dell
'
antropologia
pedagogica
.
Nel
frattempo
io
stessa
assumevo
tali
mansioni
.
L
'
opera
del
medico
doveva
essere
complessa
;
ed
a
facilitarne
l
'
ordine
,
ideai
e
feci
stampare
dei
moduli
di
carta
biografica
che
qui
riporto
.
Come
si
vede
,
essi
sono
assai
semplici
appunto
perché
intendo
che
il
medico
e
la
maestra
abbiano
essi
stessi
a
regolarsi
secondo
la
propria
cultura
e
l
'
opportunità
dell
'
ambiente
.
Ci
sono
di
ben
fissate
le
ricerche
antropometriche
,
affinché
l
'
ordine
sia
rispettato
,
e
così
vengano
garantite
le
ricerche
antropometriche
fondamentali
.
Io
dunque
consiglio
di
prendere
una
volta
l
'
anno
per
ogni
bambino
le
seguenti
misure
:
Circonferenza
della
testa
,
i
due
diametri
massimi
della
testa
,
circonferenza
del
torace
,
indice
cefalico
,
ponderale
e
di
statura
,
e
sull
'
opportunità
di
tale
scelta
rimando
al
mio
trattato
di
Antropologia
Pedagogica
.
Il
medico
è
esortato
a
compiere
tali
ricerche
entro
la
settimana
o
almeno
entro
il
mese
in
cui
il
bambino
compie
un
anno
d
'
età
-
-
e
se
è
possibile
,
proprio
nel
giorno
del
compleanno
.
Così
anche
il
medico
ha
con
la
regola
una
facilitazione
del
suo
compito
:
in
365
giorni
dell
'
anno
solo
50
bambini
al
massimo
compiono
l
'
anno
d
'
età
;
-
-
avviene
perciò
al
medico
di
prendere
tali
misure
di
tanto
in
tanto
,
senza
che
il
lavoro
lo
aggravi
minimamente
.
Sta
alla
maestra
avvertire
il
medico
dei
varii
compleanni
dei
bambini
.
In
questo
modo
l
'
antropometria
ha
pure
applicazioni
educative
.
I
fanciulli
,
uscendo
dalla
«
Casa
dei
Bambini
»
sapranno
indubbiamente
rispondere
alle
seguenti
domande
:
-
-
In
che
giorno
della
settimana
sei
nato
?
-
-
In
che
giorno
del
mese
?
-
-
Quando
viene
il
tuo
compleanno
?
E
con
ciò
essi
avranno
acquistato
abitudini
d
'
ordine
e
sopratutto
avranno
assunto
l
'
abito
di
osservare
se
stessi
.
(
Infatti
,
lo
dico
in
parentesi
i
bambini
prendono
un
piacere
grande
nel
farsi
misurare
;
al
primo
sguardo
della
maestra
che
si
posa
sopra
un
bambino
,
e
alla
parola
statura
,
si
levano
rapidamente
le
scarpe
con
riso
di
gioia
e
corrono
a
mettersi
nell
'
antropometro
,
disponendosi
da
loro
stessi
nella
posizione
normale
così
perfettamente
,
che
la
maestra
deve
soltanto
calare
l
'
indice
e
fare
la
lettura
)
.
Oltre
alle
misure
che
il
medico
rileva
coi
comuni
istrumenti
(
compasso
di
spessore
,
fettuccia
metallica
)
egli
fa
osservazioni
sulla
pigmentazione
,
sullo
stato
di
trofismo
muscolare
,
sullo
stato
delle
glandole
linfatiche
,
sulla
sanguificazione
ecc
.
Rileva
le
malformazioni
;
gli
eventuali
stati
patologici
descrivendoli
con
cura
(
rachitismo
,
paresi
infantili
,
strabismo
ecc
.
Tale
studio
obbiettivo
,
consiglierà
pure
al
medico
le
domande
anamnestiche
da
rivolgere
ai
genitori
.
Inoltre
il
medico
fa
visite
sanitarie
vere
e
proprie
,
rilevando
eventuali
eczemi
,
otiti
,
congiuntiviti
,
stati
febbrili
,
disturbi
intestinali
ecc
.
;
e
l
'
importanza
di
ciò
viene
completata
dall
'
esistenza
dell
'
ambulatorio
in
casa
che
permette
l
'
immediata
cura
e
la
sorveglianza
continua
:
come
può
già
fin
d
'
oggi
operarsi
nella
Casa
Moderna
dei
Beni
Stabili
ai
Prati
di
Castello
in
Roma
.
In
quanto
a
queste
Case
dei
Bambini
dei
Beni
Stabili
-
-
io
ho
rilevato
che
le
comuni
inchieste
anamnestiche
,
le
quali
derivano
direttamente
dalle
cliniche
,
sono
inadatte
alla
scuola
:
perché
il
gentilizio
è
nella
gran
maggioranza
perfettamente
normale
.
Quindi
io
esortai
le
maestre
a
ricavare
dalle
conversazioni
con
le
madri
,
notizie
piuttosto
di
ordine
sociale
-
-
come
la
coltura
dei
genitori
,
le
loro
abitudini
,
i
guadagni
,
le
spese
ecc
.
per
delineare
una
monografia
di
famiglia
uso
Le
Play
.
Ciò
si
può
praticamente
consigliare
soltanto
là
ove
la
maestra
abita
insieme
alle
famiglie
dei
suoi
scolari
,
e
non
altrove
,
credo
.
Invece
ovunque
riusciranno
utili
i
consigli
del
medico
trasmessi
alle
madri
per
mezzo
della
maestra
,
sull
'
igiene
individuale
di
ogni
singolo
bambino
,
o
sull
'
igiene
infantile
in
genere
;
consigli
che
la
maestra
unisce
ai
suoi
suggerimenti
sull
'
educazione
individuale
del
bambino
;
ma
ciò
riguardando
la
parte
igienico
sociale
delle
Case
dei
Bambini
non
posso
qui
trattenermivi
.
Ambiente
.
Arredamento
scolastico
Il
metodo
dell
'
osservazione
include
indubbiamente
anche
l
'
osservazione
metodica
della
crescenza
morfologica
degli
scolari
;
quanto
ho
detto
rientra
perciò
necessariamente
in
tale
metodo
,
ma
non
lo
stabilisce
.
Il
metodo
dell
'
osservazione
è
stabilito
da
una
sola
base
fondamentale
:
la
libertà
degli
scolari
nelle
loro
manifestazioni
spontanee
.
A
ciò
principiai
col
disporre
l
'
ambiente
e
quindi
l
'
«
arredamento
scolastico
»
.
Se
dicessi
che
chiesi
un
terreno
coltivabile
e
uno
spazio
abbastanza
vasto
all
'
aria
aperta
-
-
adiacenti
alla
scuola
-
-
non
direi
nessuna
novità
.
Soltanto
era
forse
nuovo
il
mio
intento
:
che
cioè
tali
terreni
fossero
in
diretta
comunicazione
con
la
scuola
(
come
ho
ottenuto
a
Milano
,
ove
una
delle
finestre
dell
'
aula
ridotta
a
porta
,
conduce
con
una
scaletta
direttamente
sul
terreno
)
in
modo
che
il
bambino
fosse
libero
di
uscire
e
rientrare
a
suo
beneplacito
in
ogni
ora
del
giorno
.
Ma
di
ciò
più
tardi
.
La
principale
modificazione
sugli
arredamenti
scolastici
è
l
'
abolizione
dei
banchi
:
ho
fatto
costruire
dei
tavolini
a
gambe
solidamente
impiantate
e
larghe
(
primi
ottaedrici
)
in
modo
che
non
fossero
soggetti
a
tremolìo
,
ma
leggerissimi
così
che
due
piccoli
bambini
di
quattro
anni
potessero
facilmente
trasportarli
-
-
tavoli
rettangolari
ai
quali
dal
lato
più
lungo
,
possono
assidersi
comodamente
due
bambini
-
-
e
un
po
'
ristretti
,
anche
tre
.
Inoltre
ho
fatto
fabbricare
delle
seggioline
da
prima
impagliate
,
ma
poi
(
l
'
esperienza
ne
ha
dimostrato
l
'
eccessivo
consumo
)
tutte
di
legno
,
leggere
,
e
possibilmente
costruite
con
eleganza
(
a
Milano
hanno
fabbricato
elegantissime
seggioline
in
istile
)
.
Oltre
a
ciò
ordinai
poltroncine
di
legno
a
larghi
braccioli
e
poltroncine
di
vimini
.
Ma
oggi
,
si
fabbricano
anche
piccoli
tavoli
quadrati
a
un
solo
posto
,
e
tavoli
di
più
forme
e
misure
-
-
i
quali
si
ricoprono
con
piccoli
tappeti
di
biancheria
-
-
e
si
adornano
con
vasi
di
verdura
e
di
fiori
.
In
Isvizzera
,
negli
Asili
Infantili
riformati
in
Case
dei
bambini
,
sono
stati
adottati
tutti
tavolini
leggerissimi
a
un
solo
posto
-
-
ed
eleganti
seggioline
di
legno
che
si
fabbricano
appositamente
a
Burgdorf
.
Fa
parte
dell
'
arredamento
un
lavabo
molto
basso
in
modo
che
il
piano
sia
accessibile
a
un
bambino
di
tre
o
quattro
anni
d
'
età
-
-
con
piani
laterali
,
tutti
bianchi
e
lavabili
,
per
tenervi
saponi
,
spazzolini
e
asciugamani
:
e
una
larga
sputacchiera
che
serve
(
si
sa
che
i
bambini
non
sputano
)
all
'
emissione
dell
'
acqua
di
lavaggio
dei
denti
.
Le
credenze
sono
basse
-
-
il
loro
piano
superiore
è
all
'
altezza
di
un
tavolino
per
adulto
-
-
ma
molto
lunghe
,
sì
da
comprendere
un
notevole
numero
di
sportelli
,
ciascuno
dei
quali
è
chiuso
da
una
chiave
diversa
:
la
serratura
è
a
portata
di
mano
dei
bambini
,
sì
che
essi
possano
aprire
e
chiudere
e
disporre
oggetti
dentro
ai
reparti
.
Sul
piano
della
credenza
lungo
e
stretto
,
sta
una
tovaglietta
di
biancheria
;
e
una
vaschetta
con
pesci
vivi
.
Tutto
intorno
alle
pareti
,
in
basso
così
da
essere
accessibili
a
piccoli
bambini
,
sono
disposte
piccole
lavagne
intercalate
da
scatole
ove
si
ripongono
i
gessi
e
i
cenci
necessarî
a
cancellare
.
Più
al
disopra
delle
lavagne
sono
allineati
quadri
raffiguranti
fanciulli
,
scene
di
famiglia
,
scene
di
campagna
,
animali
domestici
-
-
tutte
figure
estremamente
semplici
e
gentili
.
Abbiamo
messo
tra
i
quadri
di
famiglia
nelle
«
Case
di
Bambini
»
,
in
Roma
,
quello
raffigurante
la
famiglia
reale
d
'
Italia
.
Un
grande
quadro
a
colori
che
riproduce
la
Madonna
della
Seggiola
di
Raffaello
è
poi
troneggiante
sulle
pareti
,
e
noi
lo
abbiamo
scelto
a
figurare
l
'
emblema
,
il
simbolo
delle
«
Case
dei
Bambini
»
.
Infatti
le
«
Case
dei
Bambini
»
rappresentano
non
solo
un
progresso
sociale
,
ma
un
progresso
dell
'
umanità
;
esse
sono
collegate
strettamente
con
l
'
elevazione
materna
,
col
progresso
della
donna
,
e
con
la
protezione
della
posterità
.
La
Madonna
ideata
dal
divino
Raffaello
è
non
solo
bella
e
dolce
co
me
una
sublime
madre
col
suo
bambino
adorabile
e
migliore
di
lei
;
ma
accanto
a
così
perfetto
simbolo
della
maternità
viva
e
reale
,
sta
la
figura
di
Giovanni
che
rappresenta
l
'
umanità
.
A
quel
Giovanni
alludeva
il
Cristo
morente
sulla
Croce
,
allorché
rivolgendosi
a
Maria
pronunziava
le
parole
:
«
Madre
,
ecco
il
tuo
figlio
»
con
le
quali
parole
di
Cristo
additava
a
sua
madre
l
'
adozione
di
tutta
l
'
umanità
.
Nel
quadro
di
Raffaello
dunque
si
vede
l
'
umanità
che
rende
omaggio
alla
maternità
,
fatta
sublime
nel
suo
definitivo
trionfo
;
e
al
tempo
stesso
si
rappresenta
come
tale
umanità
sublime
non
leghi
più
solo
la
madre
al
proprio
figlio
,
ma
congiunga
la
madre
con
l
'
umanità
intiera
.
Inoltre
si
tratta
di
un
'
opera
d
'
arte
del
maggiore
artista
italiano
-
-
e
se
un
giorno
le
«
Case
dei
Bambini
»
si
diffondessero
nel
mondo
,
il
quadro
del
Raffaello
starebbe
a
parlare
eloquentemente
della
loro
patria
d
'
origine
.
I
fanciullini
non
potranno
comprendere
il
significato
simbolico
della
Madonna
della
Seggiola
;
ma
vi
vedranno
qualcosa
di
più
grande
che
negli
altri
quadri
raffiguranti
madri
,
padri
,
nonni
e
bambini
:
e
lo
ravvolgeranno
nel
loro
cuore
con
una
impressione
religiosa
.
Ecco
l
'
ambiente
.
Conosco
la
prima
obbiezione
che
si
presenta
alla
mente
dei
seguaci
degli
antichi
metodi
disciplinari
.
I
bambini
,
movendosi
,
rovesceranno
sedie
e
tavoli
producendo
chiasso
e
disordine
;
ma
codesto
è
un
pregiudizio
.
Similmente
le
folle
hanno
creduto
che
fossero
necessarie
le
fasce
ai
neonati
,
e
i
cesti
chiusi
ai
bambini
che
muovevano
i
primi
passi
.
Così
in
iscuola
crediamo
ancora
necessario
che
esista
il
banco
pesante
quasi
inchiodato
in
terra
.
Tutto
ciò
riposa
sul
concetto
che
il
fanciullo
dovesse
crescere
nella
immobilità
e
sullo
strano
pregiudizio
che
per
subire
un
'
azione
educativa
dovesse
tenere
una
speciale
posizione
del
corpo
-
-
come
per
esempio
una
posizione
speciale
credono
di
dover
assumere
quelli
che
pregano
.
I
tavoli
,
le
sedie
,
le
poltroncine
leggere
e
trasportabili
permetteranno
al
bambino
di
scegliere
la
posizione
più
gradita
:
egli
potrà
accomodarsi
anziché
sedersi
al
posto
:
e
ciò
sarà
insieme
un
segno
esterno
di
libertà
e
un
mezzo
di
educazione
.
Se
una
mossa
sgraziata
del
bambino
farà
cadere
rumorosamente
una
sedia
,
egli
avrà
una
evidente
prova
della
propria
incapacità
:
la
mossa
medesima
,
tra
i
banchi
,
sarebbe
passata
inavvertita
.
Così
il
fanciullo
avrà
modo
di
correggersi
,
e
quando
si
sarà
corretto
,
ne
avrà
le
prove
palesi
,
evidenti
:
le
sedie
e
i
tavoli
resteranno
fermi
e
silenziosi
al
loro
posto
;
allora
vorrà
dire
che
il
bambino
avrà
imparato
a
muoversi
.
Invece
col
metodo
antico
la
prova
della
disciplina
raggiunta
era
nel
fatto
contrario
;
cioè
nella
immobilità
e
nel
silenzio
del
bambino
stesso
.
Immobilità
e
silenzio
che
impedivano
al
fanciullo
di
imparare
a
muoversi
con
grazia
e
con
discernimento
,
in
modo
che
quando
egli
si
trovava
in
ambienti
ove
non
esistono
i
banchi
,
gli
accadeva
di
rovesciare
facilmente
oggetti
leggeri
.
Qui
invece
il
fanciullo
impara
un
contegno
e
un
'
abilità
di
muoversi
che
gli
sarà
utile
anche
fuori
di
scuola
:
-
-
egli
,
pur
essendo
bambino
diventerà
una
persona
di
maniere
libere
,
ma
corrette
.
La
maestra
della
«
Casa
di
Bambini
»
di
Milano
fece
costruire
una
lunga
mensola
accanto
a
una
finestra
,
sulla
quale
disponeva
i
leggii
per
la
scelta
degli
incastri
di
ferro
necessarî
ai
primi
disegni
(
vedi
appresso
:
-
-
il
materiale
didattico
per
la
preparazione
alla
scrittura
)
.
Ma
la
mensola
troppo
stretta
,
recava
l
'
inconveniente
che
i
bambini
nella
scelta
dei
pezzi
,
spesso
lasciavano
cadere
in
terra
un
leggio
rovesciando
con
gran
rumore
gl
'
incastri
di
ferro
che
vi
erano
sopra
.
La
maestra
pensò
di
far
accomodare
la
mensola
:
ma
tardando
a
venire
il
falegname
,
avvenne
che
i
bambini
giunsero
a
eseguire
le
loro
mano
vre
così
abilmente
,
che
i
leggii
non
si
rovesciarono
più
,
malgrado
il
loro
incerto
equilibrio
.
L
'
abilità
delle
movenze
dei
fanciulli
aveva
riparato
al
difetto
del
mobilio
.
La
semplicità
o
l
'
imperfezione
degli
oggetti
esterni
,
servono
dunque
a
sviluppare
l
'
attività
e
la
destrezza
degli
allievi
.
Tutto
ciò
è
logico
,
semplice
:
ed
ora
enunciato
e
sperimentato
,
sembra
a
tutti
evidente
come
l
'
ovo
di
Cristoforo
Colombo
.
Il
metodo
pedagogico
dell
'
osservazione
ha
per
base
la
libertà
del
bambino
;
e
libertà
è
attività
.
Disciplina
alla
libertà
Ecco
un
altro
principio
difficile
a
intendere
,
per
i
seguaci
della
scuola
comune
.
Come
ottenere
la
disciplina
in
una
classe
di
fanciulli
liberi
?
Certamente
nel
nostro
sistema
abbiamo
un
concetto
diverso
della
disciplina
;
se
la
disciplina
è
fondata
sulla
libertà
,
anch
'
essa
deve
necessariamente
essere
attiva
.
Non
è
detto
che
sia
disciplinato
solo
un
individuo
allorché
si
è
reso
antificialmente
silenzioso
come
un
muto
e
immobile
come
un
paralitico
.
Quello
è
un
individuo
annientato
,
non
disciplinato
.
Noi
chiamiamo
disciplinato
un
individuo
che
è
padrone
di
se
stesso
e
quindi
può
disporre
di
sé
-
-
ove
occorra
seguire
una
regola
di
vita
.
Tale
concetto
di
disciplina
attiva
non
è
facile
né
a
comprendersi
,
né
ad
ottenersi
-
-
ma
certo
esso
contiene
un
alto
principio
educativo
:
ben
diverso
dalla
coercizione
assoluta
e
indiscussa
alla
immobilità
.
È
necessaria
alla
maestra
una
tecnica
speciale
per
condurre
il
fanciullo
su
tale
via
di
disciplina
,
ove
esso
dovrà
poi
camminare
tutta
la
vita
,
avanzando
indefinitamente
verso
la
perfezione
.
Come
il
bambino
allorché
impara
a
muoversi
anziché
a
star
fermo
,
si
prepara
non
alla
scuola
,
ma
alla
vita
,
sì
che
diviene
un
individuo
corretto
per
abitudine
e
per
pratica
anche
nelle
sue
manifestazioni
sociali
consuete
;
così
il
bambino
si
abitua
ora
a
una
disciplina
non
limitata
all
'
ambiente
scuola
ma
estesa
alla
società
.
La
libertà
del
bambino
deve
avere
come
limite
l
'
interesse
collettivo
:
come
forma
ciò
che
noi
chiamiamo
educazione
delle
maniere
e
degli
atti
.
Dobbiamo
quindi
impedire
al
fanciullo
tutto
quanto
può
offendere
o
nuocere
agli
altri
,
o
quanto
ha
significato
di
atto
indecoroso
o
sgarbato
.
Ma
tutto
il
resto
-
-
ogni
manifestazione
avente
uno
scopo
utile
-
-
qualunque
essa
sia
e
sotto
qualsiasi
forma
esplicata
,
deve
essergli
non
solo
permessa
,
ma
deve
venire
osservata
dal
maestro
:
ecco
il
punto
essenziale
.
Dalla
preparazione
scientifica
il
maestro
dovrebbe
conquistare
non
solo
la
capacità
,
ma
l
'
interesse
di
osservatore
dei
fenomeni
naturali
.
Egli
nel
nostro
sistema
dovrà
essere
un
«
paziente
»
assai
più
che
un
«
attivo
»
;
e
la
sua
pazienza
sarà
composta
di
ansiosa
curiosità
scientifica
e
di
rispetto
assoluto
al
fenomeno
che
vuole
osservare
.
Bisogna
che
il
maestro
intenda
e
senta
la
sua
posizione
di
osservatore
:
l
'
attività
deve
stare
nel
fenomeno
.
Tale
criterio
conviene
riportare
nella
scuola
dei
piccini
,
che
dispiegano
le
prime
manifestazioni
psichiche
della
loro
vita
.
Noi
non
possiamo
sapere
le
conseguenze
di
un
atto
spontaneo
soffocato
quando
il
bambino
comincia
appena
ad
agire
:
forse
noi
soffochiamo
la
vita
stessa
.
L
'
umanità
che
si
manifesta
nei
suoi
splendori
intellettuali
nella
tenera
e
gentile
età
infantile
,
come
il
sole
si
manifesta
all
'
alba
e
il
fiore
al
primo
spuntar
di
petali
,
dovrebbe
essere
rispettata
con
religiosa
venerazione
:
e
se
un
atto
educativo
sarà
efficace
,
potrà
essere
solo
quello
tendente
ad
aiutare
il
completo
dispiegamento
della
vita
.
Per
far
questo
è
necessario
di
evitare
rigorosamente
l
'
arresto
di
movimenti
spontanei
,
e
l
'
imposizione
di
atti
per
opera
d
'
altrui
volontà
:
a
meno
che
non
si
tratti
di
azioni
inutili
o
dannose
,
appunto
perché
queste
devono
essere
soffocate
,
distrutte
.
Ad
ottenere
tali
intenti
dovetti
indurre
maestre
non
preparate
alla
osservazione
scientifica
-
-
anzi
provette
negli
antichi
metodi
imperanti
nelle
comuni
scuole
.
Ciò
mi
convinse
della
notevole
distanza
tra
questo
e
quel
sistema
.
Anche
una
maestra
intelligente
che
abbia
compreso
il
principio
-
-
trova
molta
difficoltà
a
metterlo
in
pratica
.
Essa
non
può
intendere
il
suo
compito
apparentemente
passivo
,
come
quello
dell
'
astronomo
che
siede
immobilmente
innanzi
al
telescopio
,
mentre
i
mondi
vorticosamente
roteano
per
l
'
universo
.
Questa
idea
che
la
vita
e
tutte
le
cose
vanno
da
sé
e
che
per
istudiarla
,
indagare
i
suoi
segreti
o
dirigerla
bisogna
osservarla
o
conoscerla
senza
intervenire
-
-
è
molto
difficile
ad
essere
veramente
assimilata
ed
attuata
.
La
maestra
ha
imparato
troppo
ad
essere
l
'
unica
attività
libera
della
scuola
-
-
che
ha
il
compito
di
soffocare
l
'
attività
degli
allievi
.
Quando
essa
non
ottiene
l
'
ordine
e
il
silenzio
,
si
guarda
attorno
smarrita
come
chiedendo
scusa
al
mondo
,
e
chiamandolo
a
testimone
della
sua
innocenza
:
invano
le
si
ripete
che
il
disordine
del
primo
momento
è
necessario
.
Ed
allorché
viene
obbligata
a
non
fare
altro
che
guardare
,
ella
si
chiede
se
non
debba
dar
le
dimissioni
,
poiché
non
è
più
maestra
.
Ma
quando
poi
comincia
a
dover
discernere
quali
sono
gli
atti
da
impedire
,
e
quali
quelli
da
osservare
-
-
la
maestra
antica
sente
un
vuoto
in
sé
-
-
e
comincia
subito
a
domandarsi
se
non
sarà
inferiore
al
suo
nuovo
compito
.
Infatti
colei
che
è
impreparata
,
si
troverà
per
lungo
tempo
impossente
o
smarrita
:
mentre
sentirà
tanto
più
presto
meraviglia
e
interesse
la
maestra
,
quanto
più
vasta
sarà
la
sua
coltura
scientifica
e
la
sua
pratica
nell
'
esperimento
.
Il
Notari
nel
suo
romanzo
Mio
zio
miliardario
,
che
è
una
critica
dei
costumi
moderni
,
fa
risaltare
con
la
vivezza
che
gli
è
propria
,
un
esempio
molto
eloquente
degli
antichi
metodi
di
disciplina
.
Lo
zio
,
quando
è
bambino
,
dopo
aver
commesso
una
quantità
di
storditezze
così
straordinarie
da
mettere
a
soqquadro
una
città
-
-
viene
chiuso
per
disperazione
in
una
scuola
.
Qui
lo
Zio
,
cioè
il
bambino
Fufù
,
ha
il
primo
moto
di
gentilezza
e
la
prima
commozione
,
quando
,
vicino
alla
gentile
Fufetta
,
si
accorge
che
la
bambina
è
mesta
e
senza
colazione
-
-
.
«
Si
guardò
intorno
,
guardò
Fufetta
,
si
alzò
,
prese
il
cestino
e
senza
dire
una
parola
glielo
pose
in
grembo
.
Indi
s
'
arretrò
di
qualche
passo
,
e
senza
sapere
né
come
né
perché
,
chinò
il
capo
sul
petto
,
e
scoppiò
in
un
pianto
dirotto
.
Mio
zio
non
seppe
spiegare
la
ragione
di
quel
pianto
improvviso
.
Aveva
visto
per
la
prima
volta
due
occhi
buoni
,
pieni
di
lacrime
dolorose
,
ed
aveva
sentito
una
subitanea
commozione
ed
insieme
una
gran
vergogna
:
la
vergogna
di
mangiare
,
vicino
a
un
essere
che
non
mangiava
.
Non
sapendo
esprimere
l
'
impulso
dei
suoi
sentimenti
,
né
che
cosa
dire
per
far
accettare
l
'
offerta
del
suo
cestino
,
né
che
cosa
inventare
per
simulare
il
valore
della
sua
offerta
,
era
rimasto
vittima
del
primo
urto
profondo
della
sua
anima
nascente
.
Fufetta
tutta
confusa
corse
a
lui
rapidamente
.
Con
una
delicatezza
infinita
gli
scostò
il
gomito
nel
quale
aveva
nascosta
la
faccia
:
-
-
Mica
piangere
,
Fufù
...
gli
disse
piano
quasi
supplicandolo
.
E
pareva
parlasse
a
una
bambola
di
cenci
,
tanto
lei
aveva
il
viso
intento
e
materno
e
lui
l
'
aria
grulla
e
peritosa
.
Allora
la
fanciulla
lo
abbracciò
e
mio
Zio
cedendo
ancora
all
'
impulso
che
gli
gonfiava
il
cuore
tese
il
collo
,
sporse
le
labbra
e
senza
sapere
,
senza
guardare
,
muto
e
ancora
singhiozzante
la
baciò
sul
mento
.
Trasse
un
profondo
sospiro
,
si
passò
le
maniche
sulla
faccia
per
togliersi
dagli
occhi
e
dal
naso
le
umide
traccie
della
sua
commozione
e
si
rasserenò
.
Una
voce
accidiosa
gridava
in
fondo
al
cortile
:
Ehi
!
...
voi
due
,
laggiù
...
Svelti
...
dentro
!
...
Era
la
guardiana
...
Essa
soffocava
quel
`
primo
moto
'
dell
'
anima
di
un
ribelle
,
con
la
stessa
brutalità
cieca
con
cui
avrebbe
chiamato
due
che
si
bastonavano
.
Era
l
'
ora
di
rientrare
-
-
e
tutti
dovevano
rientrare
»
.
Così
indistintamente
vedevo
fare
nei
primi
tempi
dalle
mie
tirocinanti
delle
Case
dei
Bambini
:
esse
,
quasi
involontariamente
,
richiamavano
i
bambini
alla
immobilità
,
senza
osservare
e
distinguere
i
movimenti
.
C
'
era
p
.
es
.
,
una
bambina
che
riuniva
le
compagne
in
un
gruppo
e
poi
,
in
mezzo
ad
esso
,
si
muoveva
parlando
e
facendo
grandi
gesti
.
La
maestra
subito
accorreva
fermandole
le
braccia
ed
esortandola
a
star
tranquilla
:
ma
io
,
osservando
la
bambina
,
vidi
che
faceva
da
maestra
e
da
madre
alle
altre
,
insegnava
loro
le
preghiere
e
,
coi
grandi
gesti
,
le
invocazioni
ai
santi
e
il
segno
di
croce
:
già
si
manifestava
come
una
dirigente
.
Un
altro
bambino
,
che
consuetamente
faceva
gesti
scomposti
ed
era
giudicato
quasi
un
instabile
,
un
anormale
-
-
si
mise
un
giorno
,
con
mimica
d
'
intensa
attenzione
,
a
spostare
i
tavolini
.
Subito
gli
furono
addosso
per
farlo
star
fermo
perché
faceva
troppo
rumore
:
ma
quella
era
una
prima
manifestazione
di
movimenti
coordinati
a
uno
scopo
,
nella
quale
il
bambino
manifestava
le
sue
tendenze
,
e
quindi
era
un
'
azione
che
bisognava
rispettare
.
Infatti
dopo
questa
egli
cominciò
ad
esser
tranquillo
come
gli
altri
bambini
,
ogni
volta
che
aveva
qualche
piccolo
oggetto
da
spostare
sul
suo
tavolino
.
Qualche
volta
accadeva
che
,
mentre
la
Direttrice
riponeva
nelle
scatole
gli
oggetti
adoperati
-
-
una
bambina
le
si
avvicinava
prendendo
quegli
oggetti
con
l
'
evidente
desiderio
d
'
imitarla
:
primo
moto
della
maestra
era
di
rimandarla
al
posto
,
con
la
solita
imposizione
:
«
lascia
stare
,
vai
al
posto
»
,
ma
invece
la
bambina
esprimeva
con
tale
atto
la
tendenza
ad
un
'
azione
utile
;
ella
sarebbe
riuscita
bene
p
.
es
.
negli
esercizi
di
ordine
ecc
.
Un
'
altra
volta
i
bambini
si
erano
raggruppati
chiassosamente
nella
sala
,
intorno
a
una
bacinella
d
'
acqua
ove
si
muovevano
dei
galleggianti
.
Avevamo
a
scuola
un
piccino
di
appena
due
anni
e
mezzo
:
egli
era
rimasto
indietro
solo
e
si
vedeva
evidentemente
animato
da
intensa
curiosità
.
Io
l
'
osservavo
da
lontano
con
grande
interesse
,
si
avvicinò
prima
al
gruppo
,
scansò
con
le
manine
dei
bimbi
,
capì
che
non
avrebbe
avuto
la
forza
di
farsi
largo
-
-
e
allora
ristette
e
si
guardò
intorno
.
Era
interessantissima
la
mimica
dei
pensiero
in
quel
volto
infantile
-
-
se
avessi
avuto
una
macchina
fotografica
,
avrei
ripreso
quell
'
espressione
.
Adocchiò
una
seggiolina
ed
evidentemente
pensò
di
portarla
dietro
il
gruppo
dei
ragazzi
e
montarvi
su
.
Si
mosse
col
viso
illuminato
di
speranza
verso
la
seggiolina
:
ma
in
quel
momento
la
maestra
lo
prese
brutalmente
(
o
forse
gentilmente
,
secondo
lei
)
in
braccio
e
gli
fece
vedere
la
bacinella
da
sopra
il
gruppo
dei
compagni
dicendo
:
«
Vieni
,
caro
,
vieni
,
poverino
,
guarda
anche
tu
!
»
.
Certo
il
bambino
,
vedendo
i
galleggianti
,
non
provò
la
gioia
che
stava
per
sentire
vincendo
l
'
ostacolo
con
le
sue
forze
,
e
la
visione
di
quegli
oggetti
non
gli
portò
alcun
vantaggio
,
mentre
il
suo
sforzo
intelligente
avrebbe
sviluppato
le
sue
forze
interiori
.
La
maestra
impedì
al
bambi
no
di
educare
se
stesso
-
-
senza
,
in
compenso
portargli
alcun
bene
.
Egli
stava
per
sentirsi
un
vittorioso
,
e
si
trovò
tra
due
braccia
soccorritrici
come
un
impotente
.
Nel
suo
visino
si
spense
quell
'
espressione
di
gioia
,
di
ansietà
,
di
speranza
che
tanto
mi
aveva
interessato
,
e
rimase
l
'
espressione
stupida
del
bambino
che
sa
come
altri
agirà
per
lui
.
Quando
le
maestre
furono
stanche
delle
mie
osservazioni
,
cominciarono
a
lasciar
fare
ai
bambini
tutto
quello
che
volevano
:
ne
vidi
coi
piedi
sul
tavolino
e
con
le
dita
nel
naso
senza
che
le
maestre
intervenissero
a
correggerli
;
ne
vidi
alcuni
dare
spinte
ai
compagni
e
acquistare
nel
viso
un
'
espressione
di
violenza
,
senza
che
la
maestra
facesse
la
più
piccola
osservazione
.
Allora
dovetti
intervenire
pazientemente
per
far
vedere
con
quale
assoluto
rigore
occorra
impedire
,
e
a
poco
a
poco
soffocare
,
tutti
gli
atti
che
non
devono
compiersi
affinché
il
bambino
abbia
un
chiaro
discernimento
tra
il
bene
e
il
male
.
Questo
è
il
punto
di
partenza
necessario
per
la
disciplina
:
e
il
tempo
più
faticoso
per
la
maestra
.
La
prima
nozione
che
i
fanciulli
debbono
acquistare
per
essere
attivamente
disciplinati
è
quella
del
bene
e
del
male
:
e
il
compito
dell
'
educatrice
sta
nell
'
impedire
che
il
fanciullo
confonda
il
bene
con
l
'
immobilità
-
-
e
il
male
con
l
'
attività
,
come
avveniva
con
le
forme
dell
'
antica
disciplina
.
Poiché
nostro
scopo
è
di
disciplinare
all
'
attività
,
al
lavoro
,
al
bene
;
non
all
'
immobilità
,
alla
passività
,
alla
obbedienza
.
Una
sala
ove
tutti
i
bambini
si
muovessero
utilmente
,
intelligentemente
e
volontariamente
senza
fare
alcuno
sgarbo
,
mi
sembrerebbe
molto
ben
disciplinata
.
Disporre
i
bambini
allineati
come
in
una
scuola
comune
,
assegnare
a
ogni
piccino
un
posto
-
-
e
pretendere
che
i
fanciulli
vi
rimangano
fermi
,
osservanti
dell
'
ordine
con
venuto
-
-
ciò
può
essere
attuato
in
seguito
-
-
come
la
prima
mossa
di
educazione
collettiva
.
Anche
nella
vita
accade
di
dover
rimaner
tutti
seduti
e
fermi
per
assistere
,
p
.
es
.
,
a
un
concerto
o
ad
una
conferenza
.
E
sappiamo
come
-
-
a
noi
adulti
-
-
ciò
costi
non
piccolo
sacrifizio
.
Si
possono
dunque
ordinare
i
bambini
disponendoli
al
loro
posto
in
ordine
-
-
cercando
di
far
loro
intendere
l
'
idea
-
-
che
così
disposti
stanno
bene
,
che
è
un
bene
stare
così
;
che
è
una
bella
disposizione
nella
sala
il
loro
assestamento
ordinato
e
tranquillo
;
allora
lo
stare
al
posto
fermi
e
zitti
,
risulta
da
una
specie
di
lezione
,
non
da
una
imposizione
.
Far
capire
tale
idea
senza
curarsi
della
pratica
in
modo
che
essi
imparino
,
assimilino
un
principio
di
ordine
collettivo
-
-
ecco
l
'
importante
.
Se
dopo
aver
compreso
questa
idea
,
essi
si
alzano
,
parlano
,
cambiano
posto
-
-
non
lo
fanno
più
come
prima
senza
saperlo
e
senza
pensarci
-
-
ma
lo
fanno
perché
vogliono
alzarsi
,
parlare
ecc
.
;
cioè
da
quello
stato
di
riposo
e
di
ordine
ben
noto
,
essi
partono
,
per
intraprendere
qualche
azione
volontaria
;
e
sapendo
che
vi
sono
azioni
proibite
,
saranno
spinti
a
ricordare
il
discernimento
tra
il
bene
e
il
male
.
Il
muoversi
dei
bambini
dallo
stato
di
ordine
,
diventa
sempre
più
coordinato
e
perfetto
,
col
passare
dei
giorni
;
infatti
essi
imparano
a
riflettere
sulle
proprie
azioni
.
Ora
l
'
osservazione
del
modo
come
agiscono
i
bambini
passando
da
i
primi
movimenti
disordinati
,
a
quelli
ordinati
spontanei
,
ecco
il
libro
della
maestra
,
ecco
il
libro
ispiratore
delle
sue
azioni
,
quello
in
cui
soltanto
potrà
leggere
e
studiare
per
diventare
una
buona
educatrice
.
Poiché
il
bambino
con
simili
esercizi
fa
una
specie
di
selezione
delle
proprie
tendenze
,
prima
confuse
nel
disordine
incosciente
dei
suoi
movimenti
.
È
meravigliosa
la
differenza
individuale
che
spiccatamente
si
manifesta
usando
tale
procedimento
:
il
bambino
,
cosciente
e
libero
rivela
se
stesso
.
Quelli
che
continuano
a
star
fermi
al
loro
posto
,
apatici
,
dormienti
;
quegli
altri
che
si
alzano
per
gridare
,
battere
,
rovesciare
oggetti
;
e
quelli
infine
che
vanno
a
compiere
un
'
azione
determinata
-
-
come
mettere
una
sedia
a
traverso
e
provare
a
sedervisi
,
spostare
un
tavolino
,
guardare
un
quadro
ecc
.
;
si
rivelano
come
piccini
ora
ancor
tardivi
nello
sviluppo
mentale
o
forse
malati
,
ora
tardivi
nella
formazione
del
carattere
,
ora
infine
intelligenti
,
adattabili
all
'
ambiente
,
capaci
di
esprimere
i
loro
gusti
,
la
loro
tendenza
,
il
loro
potere
di
attenzione
spontanea
,
i
limiti
della
loro
esauribilità
.
Il
concetto
di
libertà
nel
bambino
non
può
essere
semplice
come
quello
accennato
a
proposito
dell
'
osservazione
di
piante
,
d
'
insetti
ecc
.
Perché
il
bambino
per
le
caratteristiche
proprie
d
'
impotenza
nella
quale
nasce
e
per
la
sua
qualità
di
individuo
sociale
,
è
circondato
di
legami
-
-
i
quali
limitano
la
sua
attività
.
Un
metodo
educativo
che
abbia
per
base
la
libertà
deve
intervenire
per
aiutare
il
bambino
a
conquistarla
:
cioè
a
diminuire
possibilmente
i
legami
sociali
limitanti
la
sua
attività
.
A
poco
a
poco
che
il
fanciullo
procederà
su
tale
via
,
le
sue
manifestazioni
spontanee
saranno
più
limpide
di
verità
,
rivelatrici
della
sua
natura
.
Ecco
perché
la
prima
forma
d
'
intervento
educativo
deve
avere
lo
scopo
di
condurre
il
bambino
sulle
vie
della
indipendenza
.
Indipendenza
Non
si
può
essere
liberi
senza
essere
indipendenti
:
quindi
alla
conquista
dell
'
indipendenza
debbono
essere
condotte
le
manifestazioni
attive
della
propria
libertà
,
fin
dalla
prima
infanzia
.
I
bambini
piccoli
,
dal
momento
in
cui
sono
slattati
dalla
madre
,
si
avviano
sulle
strade
fortunose
dell
'
indipendenza
.
Che
cos
'
è
un
bimbo
divezzato
?
è
un
bimbo
reso
indipendente
dal
petto
materno
.
Per
quel
solo
petto
nutriente
egli
potrà
trovare
cento
piattini
di
pappa
,
cioè
sono
moltiplicati
i
suoi
mezzi
di
esistenza
,
egli
potrà
anche
scegliere
la
sua
pappa
:
-
-
prima
invece
era
legato
a
una
sola
forma
di
nutrizione
.
Tuttavia
è
dipendente
non
sapendo
ancora
camminare
,
né
vestirsi
,
né
lavarsi
,
né
chiedere
,
con
chiaro
linguaggio
:
è
schiavo
di
tutti
.
All
'
età
di
tre
anni
,
tuttavia
,
il
bambino
potrebbe
in
gran
parte
rendersi
indipendente
e
libero
.
Noi
non
abbiamo
ancora
assimilato
bene
l
'
alto
concetto
dell
'
indipendenza
,
perché
la
forma
sociale
in
cui
viviamo
,
è
ancora
servile
.
In
un
'
epoca
di
civiltà
ove
esistono
i
servi
,
non
può
germogliare
quale
forma
di
vita
il
concetto
della
indipendenza
,
come
al
tempo
della
schiavitù
era
oscuro
il
concetto
di
libertà
.
I
servi
non
sono
essi
i
nostri
dipendenti
,
siamo
noi
i
dipendenti
loro
.
Non
è
possibile
accettare
in
una
forma
sociale
un
errore
umano
così
profondo
,
senza
risentirne
effetti
generali
di
morale
inferiorità
.
Noi
crediamo
molto
spesso
di
essere
indipendenti
,
perché
nessuno
ci
comanda
,
anzi
noi
comandiamo
gli
altri
,
ma
il
signore
che
ha
bisogno
di
chiamare
il
servitore
,
è
un
dipendente
della
sua
propria
inferiorità
.
Il
paralitico
che
non
può
levarsi
le
scarpe
per
un
fatto
patologico
,
e
il
principe
che
non
può
levarsele
per
un
fatto
sociale
,
sono
infine
nella
medesima
condizione
.
Il
popolo
che
ammette
la
servitù
,
che
crede
un
vantaggio
dell
'
uomo
l
'
essere
servito
dall
'
uomo
include
come
istinto
il
servilismo
;
infatti
facilmente
ci
precipitiamo
a
servire
:
come
facendo
un
tuffo
in
piena
cortesia
,
in
piena
gentilezza
,
in
piena
bontà
.
Invece
chi
è
servito
è
leso
nella
sua
indipendenza
.
Questo
concetto
sarà
il
fondamento
della
dignità
degli
uomini
futuri
:
«
non
voglio
essere
servito
perché
non
sono
un
impotente
»
;
ecco
ciò
che
bisogna
conquistare
prima
di
sentirsi
veramente
liberi
.
Un
'
azione
pedagogica
efficace
sui
teneri
bambini
deve
essere
quella
di
aiutarli
ad
avanzare
sulla
via
dell
'
indipendenza
.
Aiutarli
ad
imparare
a
camminare
senza
aiuto
,
a
correre
,
a
salire
e
scendere
le
scale
,
a
rialzare
oggetti
caduti
,
a
vestirsi
e
a
spogliarsi
,
a
lavarsi
,
a
parlare
per
esprimere
chiaramente
i
propri
bisogni
,
a
cercare
con
tentativi
di
giungere
al
soddisfacimento
dei
loro
desideri
,
ecco
l
'
educazione
dell
'
indipendenza
.
Noi
serviamo
i
bambini
;
e
un
atto
servile
verso
di
loro
è
non
meno
fatale
,
di
un
atto
che
tende
a
soffocare
un
loro
moto
spontaneo
utile
.
Crediamo
che
i
bimbi
siano
simili
a
fantocci
inani
mati
;
li
laviamo
,
li
imbocchiamo
come
essi
fanno
con
la
bambola
.
Non
pensiamo
mai
che
il
bambino
il
quale
non
fa
,
non
sa
fare
;
ma
dovrà
poi
fare
ed
ha
i
mezzi
fisio
psicologici
per
imparare
a
fare
:
il
nostro
dovere
presso
di
lui
è
senza
eccezione
quello
di
aiutarlo
alla
conquista
di
atti
utili
.
La
madre
che
imbocca
il
bambino
senza
compiere
il
minimo
sforzo
per
insegnargli
a
tenere
il
cucchiaio
e
cercare
la
sua
bocca
,
o
che
almeno
non
mangia
ella
stessa
invitandolo
a
guardare
come
fa
-
-
non
è
buona
madre
.
Ella
offende
la
dignità
umana
di
suo
figlio
-
-
lo
tratta
come
un
fantoccio
,
mentre
è
un
uomo
dalla
natura
confidato
alle
sue
cure
.
Chi
non
comprende
che
insegnare
a
un
bambino
a
mangiare
,
a
lavarsi
,
a
vestirsi
,
è
lavoro
ben
più
lungo
,
difficile
e
paziente
che
imboccarlo
,
lavarlo
e
vestirlo
?
Il
primo
è
il
lavoro
dell
'
educatore
:
il
secondo
è
il
lavoro
inferiore
e
facile
del
servo
.
Lavoro
inferiore
e
facile
non
solo
,
ma
pericoloso
-
-
che
chiude
vie
,
pone
ostacoli
alla
vita
che
si
svolge
-
-
ed
oltre
alle
conseguenze
immediate
,
ha
più
gravi
conseguenze
lontane
.
Il
signore
che
ha
troppi
servi
,
non
solo
diviene
sempre
più
loro
dipendente
e
loro
schiavo
;
ma
i
suoi
muscoli
s
'
indeboliscono
nella
inattività
,
e
perdono
infine
la
capacità
naturale
dell
'
azione
:
la
mente
di
chi
,
per
avere
ciò
che
gli
abbisogna
,
non
lavora
,
ma
comanda
,
si
atrofizza
e
languisce
.
Se
un
giorno
,
in
un
lampo
di
luce
della
propria
coscienza
,
chi
fu
servito
volesse
conquistare
la
propria
libertà
indipendente
-
-
si
accorgerebbe
forse
di
non
averne
più
la
forza
.
Questi
criteri
dovrebbero
essere
presenti
ai
genitori
delle
classi
sociali
privilegiate
!
Tutto
quanto
è
aiuto
inutile
,
è
impedimento
allo
sviluppo
delle
forze
naturali
.
Le
donne
orientali
vestono
i
calzoni
e
le
donne
europee
vestono
le
sottane
;
ma
le
prime
più
ancora
delle
seconde
hanno
come
forma
di
educazione
quella
di
non
muoversi
.
Ciò
conduce
al
fatto
che
l
'
uomo
lavora
anche
per
la
donna
,
e
la
donna
inutilizza
le
sue
attività
e
languisce
nella
schiavitù
.
Essa
non
è
soltanto
mantenuta
e
servita
,
è
anche
diminuita
nella
sua
umanità
:
come
individuo
sociale
è
uno
scarto
ed
è
pure
inferiore
in
tutte
le
risorse
tendenti
a
salvare
la
vita
.
Illustri
il
seguente
esempio
:
un
carrozzino
contenente
padre
,
madre
e
un
fanciullo
,
corre
per
una
strada
di
campagna
.
Un
brigante
bendato
e
armato
di
fucile
,
aggredisce
la
carrozza
con
la
nota
formula
:
«
o
la
borsa
o
la
vita
»
.
A
questo
fatto
unico
le
tre
persone
agiscono
in
modo
diverso
:
l
'
uomo
che
è
un
tiratore
ed
è
armato
di
rivoltella
,
la
impugna
arditamente
contro
l
'
assassino
;
il
fanciullo
armato
solo
della
libertà
e
leggerezza
delle
proprie
gambe
,
manda
un
grido
e
fugge
all
'
impazzata
per
la
via
.
La
donna
che
non
ha
armi
di
nessun
genere
,
né
antificiali
né
naturali
,
perché
le
sue
gambe
già
poco
abili
alla
corsa
,
sono
tenute
prigioniere
dalle
vesti
-
-
manda
un
fioco
sospiro
e
cade
in
deliquio
.
Le
tre
diverse
reazioni
sono
in
rapporto
con
lo
stato
di
libertà
e
d
'
indipendenza
propria
dei
soggetti
;
la
donna
svenuta
è
colei
alla
quale
i
cavalieri
portavano
il
mantello
e
raccoglievano
gli
oggetti
caduti
in
terra
,
per
risparmiarle
ogni
mossa
.
Il
pericolo
del
servilismo
e
della
indipendenza
non
istà
soltanto
nel
«
consumo
inutile
della
vita
»
-
-
che
conduce
all
'
impotenza
,
ma
nello
sviluppo
di
reazioni
,
che
hanno
significato
anch
'
esse
di
perversione
e
d
'
impotenza
:
e
possono
paragonarsi
al
pianto
delle
isteriche
o
alla
convulsione
degli
epilettici
.
Sono
le
azioni
di
prepotenza
.
La
prepotenza
si
sviluppa
come
una
parallela
dell
'
impotenza
;
essa
è
la
manifestazione
attiva
del
sentimento
di
chi
conquista
col
lavoro
altrui
;
quindi
il
padrone
è
un
prepotente
verso
il
servo
.
Immaginiamo
un
operaio
abile
e
saggio
,
capace
non
solo
di
molto
e
perfetto
lavoro
,
ma
di
consiglio
nella
sua
officina
,
per
la
serenità
di
pensiero
con
cui
può
padroneggiare
l
'
insieme
dell
'
azienda
.
Egli
sarà
spesso
il
paciere
,
colui
che
sorride
innanzi
all
'
ira
altrui
.
Non
ci
farebbe
però
nessuna
meraviglia
,
sapere
che
in
casa
questo
operaio
sgrida
la
moglie
,
se
la
minestra
non
è
abbastanza
gustosa
o
abbastanza
pronta
e
facilmente
s
'
accende
all
'
ira
:
in
casa
non
è
più
l
'
abile
operaio
-
-
l
'
abile
operaia
è
la
moglie
che
lo
serve
e
lo
compatisce
.
Egli
perciò
è
un
uomo
sereno
là
dove
è
possente
,
ed
è
prepotente
ove
è
servito
;
forse
,
se
imparasse
a
cucinar
bene
la
minestra
,
diventerebbe
un
uomo
perfetto
.
L
'
uomo
che
fa
da
sé
ripiega
le
sue
forze
sulle
proprie
azioni
-
-
conquista
se
stesso
-
-
moltiplica
il
suo
potere
e
si
perfeziona
.
Bisogna
fare
delle
generazioni
future
uomini
potenti
;
cioè
indipendenti
e
liberi
.
Abolizione
dei
premi
e
dei
castighi
esterni
Bastano
tali
principî
,
e
l
'
abolizione
dei
premi
e
dei
castighi
esterni
viene
da
sé
.
L
'
uomo
comincia
a
sentire
il
vero
,
l
'
unico
premio
che
non
ingannerà
mai
:
la
nascita
del
potere
umano
e
della
libertà
nella
sua
vita
interiore
.
Ne
fui
meravigliata
io
stessa
all
'
esperienza
.
Eravamo
ai
primi
mesi
di
vita
delle
«
Case
dei
bambini
»
e
le
maestre
non
avevano
ancora
potuto
attuare
praticamente
i
principi
pedagogici
della
libertà
.
Specialmente
una
di
esse
si
industriava
quando
ero
assente
,
a
rimediare
alle
mie
idee
,
introducendo
un
pò
dei
metodi
a
quali
era
stata
avvezzata
.
Così
un
giorno
,
in
una
visita
improvvisa
sorpresi
un
bambino
,
tra
i
più
intelligenti
,
con
una
gran
croce
greca
d
'
argento
sostenuta
da
un
vistoso
nastro
bianco
appuntata
sul
petto
:
e
un
bambino
seduto
in
una
poltroncina
in
mezzo
alla
stanza
.
Il
primo
era
stato
premiato
,
il
secondo
era
in
castigo
.
La
maestra
,
almeno
in
mia
presenza
,
non
interveniva
con
nessuna
azione
,
così
le
cose
rimasero
come
le
trovai
.
Tacqui
,
e
mi
misi
ad
osservare
.
Il
bambino
della
croce
si
muoveva
avanti
e
indietro
trasportando
oggetti
dal
suo
tavolino
al
tavolo
della
maestra
e
viceversa
,
assai
affaccendato
e
intento
.
Egli
,
nelle
sue
mosse
,
passava
innanzi
alla
poltroncina
del
castigato
.
Gli
cadde
in
terra
la
croce
e
il
fanciullo
della
poltroncina
la
raccolse
e
la
guardò
bene
da
tutti
i
lati
,
poi
disse
al
compagno
:
«
Vedi
che
t
'
è
caduto
?
»
Il
bambino
si
voltò
e
guardò
l
'
oggetto
con
indifferenza
:
la
sua
espressione
sembrava
dire
:
«
non
m
'
interrompete
»
e
la
voce
disse
:
«
che
me
ne
importa
?
»
-
-
«
Non
t
'
importa
?
»
soggiunse
con
grande
calma
il
castigato
-
-
«
allora
me
la
metto
io
»
.
E
l
'
altro
rispose
«
sì
sì
,
mettila
tu
»
con
un
tono
che
sembrava
dire
:
«
ma
lasciami
in
pace
!
»
Il
ragazzo
della
poltrona
si
appuntò
lentamente
la
croce
sul
petto
,
la
guardò
bene
,
e
si
accomodò
sulla
poltroncina
più
comodamente
,
distendendo
le
braccia
sui
bracciuoli
.
Le
cose
rimasero
così
ed
era
giusto
.
Quel
pendaglio
poteva
soddisfare
il
castigato
non
il
bambino
attivo
contento
del
suo
lavoro
.
Un
giorno
conducevo
in
una
visita
all
'
altra
«
Casa
dei
bambini
»
una
signora
,
la
quale
lodò
molto
i
fanciulli
,
e
in
fine
in
loro
presenza
aprì
una
scatola
donde
trasse
molte
medagliette
d
'
ottone
tutte
rilucenti
e
legate
con
un
nastrino
rosso
.
«
La
signora
maestra
le
appunterà
sul
petto
dei
bambini
più
buoni
e
più
bravi
»
disse
.
Io
,
siccome
non
avevo
obbligo
di
istruire
questa
signora
sui
miei
metodi
,
tacqui
;
la
maestra
prese
la
scatola
.
Allora
un
piccino
di
quattro
anni
,
intelligentissimo
che
sedeva
tranquillo
al
primo
tavolino
,
corrugando
la
fronte
e
in
atto
di
protesta
,
si
mise
a
gridare
più
volte
:
«
ai
maschi
no
,
però
;
non
però
ai
maschi
!
»
Quale
rivelazione
!
il
piccino
aveva
già
la
coscienza
d
'
essere
tra
i
più
buoni
e
i
più
bravi
,
benché
nessuno
glielo
avesse
fatto
rilevare
e
non
voleva
essere
offeso
da
quel
premio
.
Non
sapendo
come
difendersene
,
invocò
la
sua
qualità
di
maschio
!
In
quanto
ai
castighi
,
ci
siamo
più
volte
trovate
innanzi
a
bambini
che
disturbavano
gli
altri
,
senza
dare
ascolto
alle
nostre
esortazioni
;
essi
venivano
subito
osservati
in
modo
particolare
dal
medico
,
ma
bene
spesso
si
trattava
di
fanciulli
normali
.
Ponevamo
allora
un
tavolino
in
un
angolo
della
sala
e
vi
isolavamo
il
fanciullo
,
facendo
sedere
in
una
poltroncina
di
prospetto
ai
compagni
,
dandogli
tutti
gli
oggetti
che
desiderava
.
Questo
isolamento
è
riuscito
sempre
a
calmare
il
fanciullo
:
egli
dalla
sua
posizione
vedeva
l
'
insieme
dei
compagni
,
e
la
loro
maniera
di
agire
era
una
lezione
oggettiva
efficacissima
sul
contegno
come
non
potevano
esserlo
le
parole
della
maestra
;
a
poco
a
poco
rilevava
i
vantaggi
di
essere
in
compagnia
,
e
desiderava
di
far
come
gli
altri
.
Abbiamo
ricondotto
così
alla
disciplina
tutti
i
bambini
che
ne
sembravano
in
principio
ribelli
.
Il
fanciullo
isolato
era
per
lo
più
meta
di
cu
re
speciali
,
come
se
fosse
un
bisognoso
o
un
malato
:
io
stessa
quando
entravo
andavo
prima
di
tutti
diritta
a
lui
,
facendogli
carezze
come
a
un
bambino
;
dopo
mi
rivolgevo
agli
altri
interessandomi
al
loro
lavoro
come
se
fossero
stati
uomini
.
Non
so
che
cosa
avvenisse
nella
loro
anima
:
ma
certo
fu
sempre
definitiva
e
profonda
la
«
conversione
»
degli
isolati
.
Essi
diventavano
poi
orgogliosi
di
saper
lavorare
e
di
avere
un
contegno
dignitoso
,
e
per
lo
più
serbavano
un
tenero
affetto
per
la
maestra
e
per
me
.
Il
concetto
biologico
di
libertà
in
pedagogia
-
-
Da
un
punto
di
vista
biologico
,
il
concetto
di
libertà
nell
'
educazione
della
prima
infanzia
,
deve
intendersi
come
condizione
adatta
al
più
favorevole
sviluppo
della
personalità
-
-
così
dal
lato
fisiologico
come
dal
lato
psichico
:
esso
include
perciò
il
libero
svolgimento
della
coscienza
.
Quasi
l
'
educatore
fosse
spinto
da
un
profondo
culto
alla
vita
dovrebbe
rispettare
,
osservando
con
interessamento
umano
,
lo
svolgersi
della
vita
infantile
.
Ora
la
vita
infantile
non
è
un
'
astrazione
:
è
la
vita
dei
singoli
bambini
.
Esiste
una
sola
reale
manifestazione
biologica
:
l
'
individuo
vivente
;
e
verso
individui
singoli
,
ad
uno
ad
uno
osservati
,
deve
rivolgersi
l
'
educazione
,
cioè
l
'
aiuto
attivo
alla
normale
espansione
della
vita
.
Il
bambino
è
un
corpo
che
cresce
e
un
'
anima
che
si
svolge
;
-
-
la
duplice
forma
fisiologica
e
psichica
ha
una
fonte
eterna
:
la
vita
;
le
sue
potenzialità
misteriose
noi
non
dobbiamo
sviscerarle
né
soffocarle
,
ma
attenderne
la
successiva
manifestazione
.
Il
fattore
ambiente
è
indubbiamente
secondario
nei
fenomeni
della
vita
:
esso
può
modificare
,
come
può
aiutare
o
distruggere
;
ma
non
crea
giammai
.
Le
moderne
teorie
dell
'
evoluzione
,
da
Naegeli
a
De
Vries
,
considerano
in
tutto
lo
svolgimento
del
duplice
albero
biologico
:
animale
e
vegetale
-
-
il
fattore
interno
come
l
'
essenziale
nella
trasformazione
della
specie
e
nella
trasformazione
del
l
'
individuo
.
Le
origini
dello
sviluppo
,
sia
nella
successione
filogenetica
come
in
quella
ontogenetica
,
sono
interiori
.
Il
bambino
non
cresce
perché
si
nutrisce
,
perché
respira
,
perché
sta
in
condizioni
termiche
e
barometriche
adatte
:
cresce
perché
la
vita
potenziale
in
lui
si
svolge
,
facendosi
attuale
;
perché
il
germe
fecondo
donde
proviene
la
sua
vita
,
si
sviluppa
,
secondo
il
destino
biologico
fissatovi
dall
'
eredità
.
Infatti
l
'
uomo
adulto
si
nutrisce
,
respira
,
sta
sotto
le
medesime
condizioni
barometriche
e
termiche
,
ma
non
cresce
.
La
pubertà
non
viene
perché
il
bambino
rise
,
o
danzò
,
o
fece
la
ginnastica
,
o
si
nutrì
meglio
del
solito
-
-
ma
perché
è
giunto
quel
fenomeno
fisiologico
.
La
vita
si
manifesta
-
-
la
vita
crea
,
la
vita
dona
:
-
-
e
si
contiene
entro
limiti
e
leggi
insuperabili
.
I
caratteri
fissati
nella
specie
,
non
mutano
;
-
-
essi
possono
soltanto
variare
.
Questo
concetto
così
brillantemente
illustrato
dal
De
Vries
nella
sua
Mutationstheorie
illustra
anche
i
limiti
dell
'
educazione
.
Noi
possiamo
agire
sulle
variazioni
,
le
quali
sono
in
rapporto
con
l
'
ambiente
,
ed
hanno
limiti
le
cui
oscillazioni
diversificano
nelle
specie
e
negli
individui
:
ma
non
sulle
mutazioni
.
Le
mutazioni
son
collegate
con
le
fonti
stesse
della
vita
e
la
loro
potenza
travolge
le
cause
modificatrici
dell
'
ambiente
.
Una
specie
,
per
esempio
,
non
potrà
mutare
in
un
'
altra
per
nessun
fenomeno
di
adattamento
;
come
un
gran
genio
umano
,
non
sarà
soffocato
da
nessun
pregiudizio
,
da
nessuna
falsa
forma
educativa
.
L
'
ambiente
agisce
tanto
più
sulla
vita
,
per
quanto
questa
è
meno
fissa
è
più
debole
.
Esso
può
agire
in
due
opposti
sensi
:
favorendo
e
soffocando
.
Molte
specie
rigogliose
di
palme
sono
splendide
nei
climi
torridi
-
-
perché
favorevoli
al
loro
sviluppo
-
-
,
ma
molte
specie
di
animali
e
di
vegetali
sono
scomparse
dalle
regioni
ove
non
poterono
adattarsi
.
La
vita
è
una
superba
dea
,
che
si
avanza
atterrando
gli
ostacoli
che
si
oppongono
al
suo
trionfo
nell
'
ambiente
:
questa
è
la
verità
fondamentale
;
siano
specie
o
siano
individui
-
-
persiste
sempre
la
schiera
dei
trionfatori
che
la
incarnano
.
Ora
nel
caso
dell
'
umanità
,
anzi
nella
nostra
umanità
civile
,
s
'
impone
la
cura
-
-
per
non
dire
la
cultura
della
vita
umana
.
COME
LA
MAESTRA
DEVE
FAR
LEZIONE
«
...
Le
parole
tue
sien
conte
»
.
Dante
Inf
.
,
canto
X
.
Dato
che
nella
scuola
pel
regime
della
libertà
gli
scolari
possano
manifestare
le
loro
naturali
tendenze
-
-
e
ammesso
di
aver
preparato
a
ciò
l
'
ambiente
e
i
soggetti
-
-
la
maestra
non
deve
limitare
l
'
azione
sua
all
'
osservazione
;
ma
anche
procedere
all
'
esperimento
.
La
lezione
corrisponde
a
un
esperimento
.
Tanto
meglio
saprà
far
lezione
la
maestra
,
quindi
,
per
quanto
più
sarà
iniziata
agli
studi
di
psicologia
sperimentale
.
In
ogni
modo
questa
tecnica
speciale
del
metodo
è
necessario
che
sia
appresa
con
un
tirocinio
nelle
«
Case
di
Bambini
»
-
-
essendo
più
difficile
di
quella
riferentesi
al
metodo
per
la
disciplina
.
Se
in
un
primo
tempo
la
disciplina
non
insegna
ancora
ai
bambini
l
'
ordine
collettivo
nella
scuola
,
ma
questo
viene
solo
in
seguito
agli
esercizi
disciplinari
atti
a
far
discernere
il
bene
dal
male
-
-
evidentemente
la
maestra
non
potrà
far
lezioni
collettive
.
E
queste
saranno
sempre
molto
rare
se
i
bambini
appunto
essendo
liberi
,
non
hanno
l
'
obbligo
di
rimanere
al
posto
tranquilli
e
pronti
ad
ascoltare
la
maestra
od
a
guardare
quanto
essa
fa
.
Le
lezioni
collettive
infatti
hanno
una
importanza
così
secondaria
,
che
sono
state
pressoché
abolite
da
noi
.
Caratteri
delle
lezioni
individuali
:
concisione
;
semplicità
;
obiettività
Le
lezioni
sono
individuali
.
La
loro
caratteristica
deve
essere
la
brevità
:
-
-
Dante
fa
la
lezione
a
questi
maestri
quando
dice
:
«
le
parole
tue
sien
conte
»
.
Una
lezione
diventerà
tanto
più
perfetta
,
per
quante
parole
saprà
risparmiare
;
e
una
cura
speciale
deve
essere
appunto
quella
,
nella
preparazione
della
lezione
,
di
contare
e
vagliare
le
parole
che
dovranno
pronunciarsi
.
Un
'
altra
qualità
caratteristica
della
lezione
è
la
sua
semplicità
:
essa
deve
essere
sfrondata
da
tutto
quanto
non
è
assoluta
verità
.
Che
la
maestra
non
debba
perdersi
in
vane
parole
,
ciò
è
incluso
nella
prima
qualità
:
questa
seconda
è
dunque
un
carattere
della
prima
-
-
cioè
-
-
le
parole
conte
-
-
debbono
pur
essere
le
più
semplici
,
e
riferirsi
al
vero
.
La
terza
qualità
della
lezione
è
la
sua
obiettività
-
-
in
modo
che
la
personalità
della
maestra
scompaia
,
e
rimanga
evidente
solo
l
'
oggetto
sul
quale
vuol
richiamarsi
l
'
attenzione
del
bambino
.
La
lezione
breve
e
semplice
è
per
lo
più
una
spiegazione
dell
'
oggetto
,
e
dell
'
uso
che
il
bambino
può
farne
.
In
tali
lezioni
deve
poi
essere
guida
fondamentale
il
metodo
della
osservazione
,
nel
quale
è
inclusa
la
libertà
del
fanciullo
.
Così
la
maestra
osserverà
se
il
fanciullo
s
'
interessa
all
'
oggetto
-
-
come
vi
si
interessi
,
per
quanto
tempo
,
ecc
.
,
notando
pure
la
mimica
del
volto
:
e
avrà
cura
di
non
ledere
il
principio
di
libertà
.
Provocando
un
qualsiasi
sforzo
,
la
maestra
non
saprebbe
più
quale
è
la
spontanea
attività
del
bambino
.
Se
dunque
la
lezione
preparata
rigorosamente
nella
sua
brevità
,
semplicità
e
verità
non
è
intesa
dal
bambino
come
spiegazione
dell
'
oggetto
-
-
la
maestra
deve
avere
due
avvertenze
:
1°
di
non
insistere
ripetendo
la
lezione
;
2°
di
non
far
capire
al
bambino
che
ha
sbagliato
o
che
non
ha
inteso
,
perché
lo
sforze
rebbe
a
intendere
,
e
altererebbe
lo
stato
naturale
che
deve
essere
utilizzato
dalla
maestra
per
le
sue
osservazioni
psicologiche
.
Alcuni
esempi
serviranno
a
delucidare
tale
concetto
.
Supponiamo
p
.
es
.
che
la
maestra
voglia
insegnare
a
un
bambino
due
colori
rosso
e
turchino
.
Ella
vuol
cercare
di
attrarre
sull
'
oggetto
l
'
attenzione
del
bambino
;
gli
dice
dunque
:
«
guarda
!
stai
attento
!
»
Per
poi
insegnargli
i
colori
,
dice
,
mostrando
il
rosso
:
«
questo
è
rosso
!
»
(
facendo
rilevare
a
voce
alta
e
a
lenta
pronuncia
la
parola
rosso
)
e
mostrando
l
'
altro
colore
:
«
questo
è
turchino
»
.
Onde
verificare
se
il
bambino
ha
capito
gli
dice
:
«
dàmmi
il
rosso
,
dàmmi
il
turchino
»
.
Supponiamo
che
il
fanciullo
sbagli
-
-
la
maestra
non
ripete
né
insiste
;
sorride
,
accarezza
il
fanciullo
e
ritira
i
colori
.
Le
maestre
comuni
restano
meravigliate
di
tale
semplicità
;
esse
dicono
per
lo
più
:
«
questo
sanno
farlo
tutti
»
.
Certamente
è
anche
qui
un
poco
la
storia
dell
'
ovo
di
Cristoforo
Colombo
,
ma
il
fatto
è
-
-
che
non
sanno
farlo
tutti
.
La
misura
nelle
proprie
azioni
,
è
praticamente
molto
difficile
,
tanto
più
nelle
maestre
comuni
,
preparate
con
gli
antichi
metodi
:
esse
flagellano
il
bambino
con
un
diluvio
di
parole
inutili
e
di
menzogne
.
Per
es
.
nel
nostro
caso
una
maestra
comune
si
sarebbe
rivolta
alla
collettività
-
-
dando
così
molta
importanza
alla
semplice
cosa
che
deve
insegnare
,
obbligando
tutti
i
bambini
a
seguirla
,
mentre
forse
non
tutti
vi
sono
disposti
.
Avrebbe
forse
cominciato
la
sua
lezione
così
:
«
Bambini
,
indovinate
un
po
'
che
cosa
ho
io
in
mano
?
»
-
-
Ella
sa
che
i
bambini
non
possono
indovinare
,
richiama
quindi
la
loro
attenzione
con
una
falsità
.
Poi
avrebbe
detto
probabilmente
:
«
Bambini
,
guardate
un
poco
il
cielo
?
lo
avete
visto
mai
?
lo
avete
mai
fissato
la
notte
quando
è
tutto
brillante
di
stelle
?
no
?
-
-
e
guardate
il
mio
grembiale
,
sapete
di
che
colore
è
?
non
vi
sembra
dello
stesso
colore
del
cielo
?
-
-
ebbene
guardate
ora
questo
colore
qui
:
è
il
medesimo
del
cielo
e
del
mio
grembiale
,
è
turchino
.
Osservate
un
po
'
intorno
se
c
'
è
qualche
oggetto
di
color
turchino
?
E
le
ciliege
sapete
di
che
colore
sono
?
e
i
carboni
ardenti
?
ecc
.
ecc
.
»
.
Così
che
nella
mente
del
fanciullo
,
dopo
lo
sbalordimento
dell
'
indovinare
,
si
rovescia
un
turbine
d
'
idee
:
il
cielo
,
i
grembiali
,
le
ciliege
ecc
.
;
in
mezzo
alla
qual
confusione
è
difficile
ch
'
egli
compia
il
lavoro
di
estrarre
la
sintesi
,
lo
scopo
della
lezione
,
che
è
di
riconoscere
i
due
colori
turchino
e
rosso
;
anzi
un
tale
lavoro
di
selezione
è
impossibile
alla
sua
mente
,
tanto
più
che
il
bambino
non
può
seguire
un
lungo
discorso
.
Io
mi
ricordo
di
avere
assistito
ad
una
lezione
di
aritmetica
ove
s
'
insegnava
ai
bambini
che
due
più
tre
fa
cinque
.
A
tal
uopo
si
usava
un
tavoliere
eretto
ove
si
potevano
fissare
entro
fori
appositi
delle
palle
.
Si
mettevano
p
.
es
.
più
in
alto
due
palle
,
più
in
basso
tre
,
e
in
fine
cinque
palle
.
Non
ricordo
con
molta
precisione
lo
svolgersi
di
tale
lezione
;
so
però
che
la
maestra
doveva
mettere
accanto
alle
due
palle
di
sopra
una
ballerina
di
carta
col
gonnellino
azzurro
,
la
quale
si
battezzava
lì
per
lì
col
nome
di
una
bambina
della
classe
:
«
questa
è
Mariettina
»
e
poi
accanto
alle
tre
palle
un
'
altra
ballerina
diversamente
vestita
che
era
Gigina
.
Non
so
con
precisione
come
la
maestra
giungesse
a
dimostrare
la
somma
;
ma
certo
essa
parlava
lungamente
con
queste
ballerine
,
le
spostava
ecc
.
Se
io
rammento
più
le
ballerine
che
il
procedimento
della
somma
,
che
cosa
sarà
stato
pei
bambini
?
Se
con
tale
mezzo
essi
sono
giunti
ad
apprendere
che
2
più
3
fa
5
,
avranno
dovuto
fare
un
grande
sforzo
mentale
e
la
maestra
avrà
dovuto
parlare
con
le
ballerine
per
molte
ore
!
In
un
'
altra
lezione
una
maestra
voleva
dimostrare
ai
bambini
la
differenza
fra
rumore
e
suono
.
Comincia
col
fare
un
racconto
piuttosto
lungo
ai
bambini
;
a
un
tratto
una
persona
d
'
accordo
con
lei
bussa
rumorosamente
alla
porta
.
La
maestra
s
'
interrompe
gridando
:
«
che
cos
'
è
?
cosa
è
stato
?
cos
'
hanno
fatto
?
Bambini
cos
'
è
?
ah
!
io
non
connetto
più
le
idee
,
non
posso
più
continuare
il
racconto
,
non
mi
ricordo
più
di
nulla
,
bisogna
lasciar
andare
.
Sapete
cosa
è
stato
?
avete
sentito
?
avete
capito
?
è
un
rumore
!
quello
è
un
rumore
.
Ah
!
io
preferisco
molto
cullare
questo
bambino
(
prende
un
mandolino
rivestito
della
coperta
)
.
-
-
Caro
bambino
,
preferisco
giocare
con
te
!
lo
vedete
?
lo
vedete
questo
bambino
che
tengo
in
braccio
?
»
Alcuni
bambini
:
«
non
è
un
bambino
»
altri
:
«
è
un
mandolino
»
.
La
maestra
:
«
no
no
invece
è
un
bambino
,
proprio
un
bambino
-
-
io
gli
voglio
bene
,
è
proprio
un
bambino
:
ne
volete
una
prova
?
oh
zitti
zitti
,
mi
par
che
pianga
,
mi
par
che
gridi
-
-
oh
?
dirà
forse
papà
e
mammà
?...»
Tocca
di
sotto
la
coperta
le
corde
.
«
Ah
!
avete
sentito
?
avete
sentito
che
ha
fatto
?
ha
pianto
,
ha
chiamato
?
»
Dei
bambini
:
«
è
il
mandolino
»
-
-
«
sono
le
corde
»
-
-
«
ha
suonato
»
.
La
maestra
:
«
zitti
,
bambini
,
sentite
bene
che
cosa
faccio
»
;
scopre
il
mandolino
e
tocca
francamente
le
corde
:
«
è
un
suono
!
»
Da
una
simile
lezione
pretendere
dal
bambino
ch
'
egli
capisca
l
'
intenzione
della
maestra
,
cioè
ch
'
ella
ha
voluto
far
rilevare
la
differenza
tra
rumore
e
suono
-
-
è
impossibile
.
Il
bambino
avrà
capito
che
la
maestra
ha
voglia
di
scherzare
,
o
che
è
un
po
'
scema
perché
perde
il
filo
del
discorso
a
un
rumore
e
scambia
un
mandolino
con
un
bambino
.
Certo
la
figura
della
maestra
campeggia
innanzi
alla
coscienza
infantile
,
e
non
l
'
oggetto
della
lezione
.
Ottenere
da
una
maestra
preparata
coi
comuni
metodi
una
lezione
semplice
è
cosa
molto
laboriosa
.
Io
ricordo
che
,
dopo
molte
spiegazioni
in
proposito
,
chiesi
ad
una
delle
mie
maestre
d
'
insegnare
agli
incastri
(
v
.
appresso
)
la
differenza
tra
quadrato
e
un
triangolo
.
La
maestra
doveva
semplicemente
far
incastrare
un
quadrato
e
un
triangolo
di
legno
in
uno
spazio
vuoto
corrisponden
te
,
far
toccare
col
dito
al
bambino
i
contorni
dei
pezzi
d
'
incastro
e
delle
cornici
e
dire
:
«
questo
è
un
quadrato
»
-
-
«
questo
è
un
triangolo
»
.
La
maestra
facendo
toccare
i
contorni
principiò
a
dire
:
«
questa
è
una
linea
,
un
'
altra
,
un
'
altra
,
un
'
altra
:
sono
quattro
:
contale
un
po
'
col
ditino
quante
sono
?
e
le
punte
?
conta
le
punte
,
senti
col
ditino
,
premi
su
,
sono
anch
'
esse
quattro
.
Guardalo
bene
:
è
il
quadrato
!
«
Io
corressi
la
maestra
dicendole
che
così
non
insegnava
a
riconoscere
una
forma
;
ma
dava
idea
di
lati
,
di
angoli
di
numero
:
-
-
cosa
diversa
da
quella
che
doveva
insegnare
.
-
-
«
Ma
»
si
difendeva
la
maestra
:
«
è
la
stessa
cosa
»
.
Non
è
la
stessa
cosa
-
-
è
l
'
analisi
geometrica
e
matematica
della
cosa
.
Si
potrebbe
avere
l
'
idea
della
forma
quadrata
,
senza
saper
contare
fino
a
quattro
-
-
e
quindi
senza
apprezzare
il
numero
dei
lati
e
degli
angoli
.
I
lati
e
gli
angoli
poi
sono
astrazioni
,
le
quali
per
sé
non
esistono
:
ciò
che
esiste
è
quel
pezzo
di
legno
d
'
una
determinata
forma
.
Le
ulteriori
spiegazioni
della
maestra
dunque
non
solo
confondevano
la
mente
del
bambino
-
-
ma
sorpassavano
un
abisso
qual
'
è
quello
che
corre
tra
il
concreto
e
l
'
astratto
,
tra
la
forma
d
'
un
oggetto
e
la
matematica
.
Supponete
,
dicevo
alla
maestra
,
che
un
architetto
vi
mostrasse
una
cupola
,
la
cui
forma
v
'
interessa
:
-
-
egli
potrebbe
dare
due
illustrazioni
:
far
notare
la
bellezza
dei
contorni
,
l
'
armonia
delle
forme
e
far
scendere
e
salire
intorno
alla
cupola
stessa
per
apprezzarne
le
proporzioni
relative
alle
parti
,
così
che
l
'
immagine
dell
'
insieme
venisse
apprezzato
e
poi
riconosciuto
e
creduto
;
ovvero
potrebbe
far
contare
le
finestre
,
i
cornicioni
larghi
e
stretti
,
e
infine
disegnare
la
costruzione
,
illustrare
le
leggi
statiche
e
impiantare
le
formule
algebriche
necessarie
a
risol
versi
per
il
calcolo
relativo
a
tali
leggi
.
Nel
primo
caso
voi
riterreste
la
forma
della
cupola
;
nel
secondo
non
capireste
nulla
e
anziché
la
cupola
,
vi
farebbe
impressione
questo
architetto
,
che
s
'
immagina
di
parlare
a
ingegneri
suoi
colleghi
anziché
a
signore
che
viaggiano
per
sport
.
Altrettanto
avviene
se
noi
invece
di
dire
al
bambino
:
«
questo
è
un
quadrato
»
facendone
semplicemente
toccare
,
constatare
materialmente
i
contorni
,
procediamo
all
'
analisi
geometrica
di
esso
.
Anzi
crediamo
precoce
insegnare
le
forme
geometriche
piane
al
bambino
,
appunto
perché
vi
annettiamo
il
concetto
matematico
.
Ma
il
bambino
non
è
immaturo
ad
apprezzarne
la
semplice
«
forma
»
infatti
una
finestra
e
un
tavolino
quadrati
il
bambino
può
osservarli
senza
sforzo
;
egli
guarda
tutte
le
forme
intorno
a
sé
.
Richiamare
la
sua
attenzione
sopra
una
determinata
forma
è
rischiararne
e
fissarne
l
'
idea
.
Non
altrimenti
poi
,
se
in
riva
a
un
lago
guardiamo
le
sponde
distrattamente
,
e
un
artista
che
a
un
tratto
ci
viene
vicino
esclama
:
«
come
è
elegante
il
gomito
che
fa
la
riva
sotto
l
'
ombra
di
quell
'
altura
!
»
sentiamo
la
immagine
prima
inerte
,
ravvivarsi
nella
nostra
coscienza
come
illuminata
da
un
improvviso
raggio
di
sole
-
-
e
proviamo
la
gioia
d
'
aver
percepito
ciò
che
avevamo
solo
imperfettamente
sentito
.
Questo
è
il
compito
nostro
:
dare
un
raggio
di
luce
-
-
e
passare
oltre
.
Io
paragono
gli
effetti
di
queste
prime
lezioni
alle
impressioni
di
un
solitario
che
passeggi
beatamente
sereno
in
un
bosco
ombroso
,
meditando
;
cioè
lasciando
la
sua
vita
interiore
libera
di
espandersi
.
Ad
un
tratto
una
campana
squillante
poco
lontano
lo
richiama
a
se
stesso
:
allora
egli
sente
più
viva
quella
beatitudine
pacifica
già
nascente
,
ma
latente
in
lui
.
Stimulare
la
vita
-
-
lasciandola
però
libera
di
svolgersi
-
-
ecco
il
compito
primitivo
dell
'
educatore
.
E
in
tale
compito
delicato
una
grande
arte
deve
suggerire
il
momento
,
e
limitare
l
'
intervento
,
affinché
non
perturbi
e
non
devii
,
anziché
aiutare
l
'
anima
che
nasce
alla
vita
-
-
e
che
vivrà
di
forze
proprie
.
Quest
'
arte
deve
accompagnare
il
metodo
scientifico
-
-
che
molto
fa
somigliare
la
semplicità
delle
nostre
lezioni
agli
esperimenti
di
psicologia
sperimentale
.
Allorquando
la
maestra
avrà
toccato
così
anima
per
anima
tutti
i
suoi
allievi
-
-
risvegliando
e
ravvivando
in
essi
la
vita
come
una
fata
invisibile
-
-
ella
possederà
tali
anime
e
basterà
un
cenno
,
una
parola
-
-
perché
ciascuno
senta
lei
vivamente
,
la
riconosca
e
l
'
ascolti
.
Verrà
un
giorno
nel
quale
la
maestra
,
con
sua
gran
meraviglia
,
si
accorgerà
che
tutti
i
bambini
la
obbediscono
come
miti
agnelli
lattanti
-
-
pronti
non
solo
,
ma
intenti
a
un
suo
cenno
.
Essi
guardano
lei
che
li
fa
vivere
-
-
e
sperano
,
insaziati
,
di
riceverne
nuova
vita
.
L
'
esperienza
ce
lo
ha
rivelato
;
e
ciò
forma
la
meraviglia
massima
di
chi
visita
le
«
Case
dei
Bambini
»
;
-
-
la
disciplina
collettiva
si
ottiene
come
per
una
forza
di
magìa
.
Cinquanta
o
sessanta
bambini
da
due
anni
e
mezzo
a
sei
anni
d
'
età
-
-
tutti
insieme
,
ad
un
solo
cenno
,
sanno
tacere
Così
perfettamente
,
che
il
silenzio
assoluto
sembra
quello
grave
di
un
deserto
:
e
se
un
ordine
dolce
,
espresso
a
bassa
voce
,
dice
ai
bambini
:
«
alzatevi
,
passeggiate
un
momento
in
punta
di
piedi
e
tornate
al
posto
in
silenzio
»
-
-
tutti
insieme
,
come
una
persona
sola
,
si
alzano
ed
eseguiscono
col
minor
rumore
possibile
.
La
maestra
,
con
quella
sola
voce
,
ha
parlato
a
ciascuno
;
e
ognuno
spera
dal
suo
intervento
qualche
luce
e
qualche
gioia
interna
-
-
e
va
intento
e
ubbidiente
,
come
un
esploratore
ansioso
,
che
segua
la
sua
via
.
Anche
qui
è
un
poco
l
'
uovo
di
Cristoforo
Colombo
.
Un
maestro
di
concerto
deve
preparare
ad
uno
ad
uno
i
suoi
allievi
per
trarre
dalla
loro
opera
collettiva
la
grandiosa
armonia
:
e
ciascun
artista
deve
perfezionarsi
da
sé
,
prima
di
essere
pronto
a
ubbidire
ai
muti
cenni
della
sua
bacchetta
.
Noi
invece
nella
scuola
comune
poniamo
un
maestro
concertatore
che
insegni
contemporaneamente
,
d
'
un
tratto
,
agli
istrumenti
e
alle
voci
più
diverse
,
lo
stesso
ritmo
monotono
e
pur
discordante
!
Così
nella
società
i
più
disciplinati
sono
gli
uomini
più
perfezionati
:
ma
la
perfezione
del
contegno
p
.
es
.
dei
cittadini
inglesi
,
non
è
quella
materiale
e
brutale
delle
soldatesche
.
Siamo
pieni
di
pregiudizi
anziché
di
sapienza
-
-
su
quanto
riguarda
la
psicologia
infantile
.
Abbiamo
voluto
finora
domare
i
fanciulli
dall
'
esterno
con
la
sferza
-
-
invece
di
conquistarli
all
'
interno
per
dirigerli
come
anime
umane
.
In
tal
modo
essi
ci
son
passati
accanto
senza
farsi
conoscere
.
Ma
sfrondando
l
'
antificiosità
con
la
quale
abbiamo
voluto
ravvolgerli
,
e
la
violenza
con
cui
c
'
illudemmo
di
disciplinarli
,
essi
ci
si
rivelano
nella
loro
vera
natura
.
La
loro
mitezza
è
così
assoluta
e
dolce
,
che
vi
riconosciamo
l
'
infanzia
di
quell
'
umanità
,
la
quale
poté
rimanere
oppressa
da
ogni
forma
di
giogo
e
d
'
ingiustizia
:
-
-
e
il
loro
amore
alla
conoscenza
è
tale
,
che
supera
ogni
altro
amore
,
e
ci
fa
pensare
che
invero
l
'
umanità
deve
portare
innata
quella
passione
che
spinse
le
coscienze
alle
conquiste
successive
del
pensiero
,
atterrando
di
secolo
in
secolo
i
gioghi
di
tutte
le
schiavitù
.
PARTE
SPECIALE
Orario
proposto
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
Inverno
Ingresso
ore
9
.
Egresso
ore
16
.
Ore
910
.
-
-
Ingresso
Saluto
Visita
di
pulizia
Esercizi
di
vita
pratica
(
spogliarsi
,
mettersi
i
grembiuli
reciprocamente
Visitare
la
stanza
per
l
'
ordine
e
la
pulizia
degli
oggetti
)
Linguaggio
Raccontare
cosa
si
è
fatto
dal
giorno
prima
Esortazioni
morali
Preghiera
in
comune
.
Ore
1011
.
-
-
Esercizi
intellettuali
(
Lezioncine
oggettive
intramezzate
da
brevi
riposi
Nomenclatura
Esercizi
dei
sensi
)
.
Ore
1111œ
.
-
-
Ginnastica
semplice
(
Movimenti
d
'
uso
e
di
grazia
:
posizione
normale
del
corpo
:
deambulazione
:
passeggiata
in
ordine
,
saluti
,
movimenti
d
'
attenti
,
porgere
con
grazia
gli
oggetti
)
.
Ore
11œ12
.
-
-
Refezione
Breve
preghiera
.
Ore
121
.
-
-
Giuochi
liberi
.
Ore
12
.
-
-
Giuochi
diretti
,
possibilmente
all
'
aria
libera
.
Per
turno
i
grandi
faranno
:
esercizi
di
vita
pratica
:
pulire
la
stanza
,
spolverare
,
mettere
in
ordine
gli
oggetti
Visita
generale
di
pulizia
Conversazione
.
Ore
23
.
-
-
Lavoro
manuale
;
plastica
;
disegno
ecc
.
Ore
34
.
-
-
Ginnastica
collettiva
e
canto
,
possibilmente
all
'
aria
aperta
.
Esercizi
di
previsione
:
visita
accurata
alle
piante
e
agli
animali
.
Appena
si
fonda
una
scuola
-
-
viene
proposto
l
'
orario
.
Esso
ha
due
aspetti
:
la
lunghezza
del
tempo
scolastico
,
e
la
distribuzione
dello
studio
o
degli
atti
della
vita
.
Comincio
con
l
'
affermare
che
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
come
pure
nelle
scuole
di
deficienti
,
gli
orari
debbono
essere
molto
lunghi
-
-
cioè
occupare
tutta
la
giornata
.
Io
consiglierei
per
bambini
poveri
,
e
specialmente
per
le
«
Case
dei
Bambini
»
annesse
ai
casamenti
operai
un
orario
dalle
9
del
mattino
alle
5
di
sera
in
inverno
-
-
e
dalle
8
del
mattino
alle
6
in
estate
.
Questi
orarî
prolungati
sono
necessarî
per
poter
esercitare
una
azione
direttiva
efficace
sulla
crescenza
.
Indubbiamente
,
trattandosi
di
piccoli
bambini
,
un
orario
così
lungo
dovrebbe
essere
interrotto
da
un
riposo
a
letto
lungo
almeno
un
'
ora
.
Ecco
la
grande
difficoltà
pratica
.
Generalmente
facciamo
dormire
i
piccini
miseramente
ripiegati
sul
banco
di
legno
,
con
la
testa
appoggiata
sul
braccio
;
ma
io
vedo
un
tempo
non
lontano
,
ove
in
una
bella
sala
ombreggiata
da
grandi
piante
,
degli
sdrai
ben
semplici
(
un
cuscino
dentro
una
foderetta
bianca
appoggiato
sopra
una
reticella
bassa
)
-
-
accoglieranno
i
bambini
dormienti
.
Ancor
più
volentieri
vedrei
nella
primavera
e
nell
'
estate
i
piccini
dormire
sdraiati
all
'
aria
aperta
sull
'
erba
dei
campi
,
o
su
mucchi
di
fieno
,
e
sotto
l
'
ombra
degli
alberi
-
-
ovvero
sospesi
in
basse
amache
.
Noi
,
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
a
Roma
,
lasciamo
semplicemente
che
i
piccini
vadano
a
mangiare
e
a
riposare
in
casa
loro
;
ciò
che
fanno
senza
uscire
in
istrada
!
Ma
qui
è
necessario
notare
che
l
'
orario
prolungato
deve
contemplare
la
refezione
scolastica
e
il
riposo
,
in
una
«
Casa
di
Bambini
»
rispondente
al
suo
vero
scopo
,
che
è
quello
di
dirigere
e
aiutare
la
crescenza
di
fanciulli
che
si
trovano
in
un
periodo
dello
sviluppo
così
importante
,
come
quello
che
avviene
fra
i
3
ed
i
6
anni
.
La
«
Casa
dei
Bambini
»
è
un
luogo
di
puericultura
;
noi
non
vogliamo
certo
trattenere
lungamente
a
scuola
i
piccoli
per
fame
dei
sapienti
.
ESERCIZI
DELLA
VITA
PRATICA
Il
primo
passo
che
deve
compiersi
nei
nostri
metodi
-
-
è
una
specie
di
chiamata
all
'
allievo
:
una
chiamata
ora
all
'
attenzione
,
ora
alla
sua
vita
interiore
,
ora
alla
vita
sociale
.
Facendo
un
paragone
,
che
non
va
qui
preso
in
senso
letterale
,
ma
in
senso
lato
-
-
occorre
procedere
come
in
psicologia
sperimentale
o
in
antropologia
,
allorché
si
inizia
un
esperimento
o
una
misura
:
cioè
(
dopo
aver
preparato
gl
'
istrumenti
che
qui
corrisponderebbero
all
'
ambiente
)
preparare
il
soggetto
.
Considerando
il
metodo
nell
'
insieme
,
dobbiamo
iniziare
la
nostra
opera
,
preparando
il
fanciullo
alle
forme
della
vita
sociale
-
-
e
richiamando
su
queste
la
sua
attenzione
.
Nell
'
orario
che
avevo
dettato
quando
s
'
inaugurò
la
prima
«
Casa
dei
Bambini
»
,
ma
che
non
venne
mai
praticamente
seguito
nel
suo
insieme
(
segno
che
un
orario
sulla
distribuzione
delle
materie
non
era
adatto
al
regime
della
libertà
!
)
facevo
iniziare
la
giornata
con
una
serie
d
'
esercizi
di
vita
pratica
;
e
debbo
dire
che
questa
fu
l
'
unica
parte
dell
'
orario
la
quale
corrispose
eccellentemente
-
-
tanto
che
tuttora
forma
l
'
inizio
consueto
delle
giornate
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
.
1ª
.
azione
:
Pulizia
Ordine
Compostezza
Conversazione
Appena
i
bambini
arrivano
a
scuola
,
c
'
è
una
visita
di
pulizia
,
possibilmente
alla
presenza
delle
madri
(
ma
senza
far
loro
osservazioni
dirette
)
:
si
guardano
i
capelli
,
le
mani
,
le
unghie
,
il
collo
,
gli
orecchi
,
la
faccia
,
i
denti
.
Se
il
vestito
è
trascurato
,
stracciato
,
scucito
,
se
manca
di
bottoni
,
se
è
impolverato
;
se
le
scarpe
sono
sporche
ecc
.
Si
fanno
osservare
tra
loro
i
bambini
.
Si
abituano
poi
a
osservare
se
stessi
e
a
mostrare
le
loro
condizioni
di
proprietà
.
I
bambini
di
turno
fanno
il
bagno
.
Intanto
in
classe
la
maestra
,
con
un
adatto
bacile
,
insegna
ai
bambini
a
lavarsi
parzialmente
-
-
es
.
le
dita
e
le
unghie
-
-
ovvero
i
piedi
-
-
ovvero
le
orecchie
-
-
ovvero
il
viso
con
riguardo
speciale
agli
occhi
-
-
a
sciacquarsi
la
bocca
ecc
.
-
-
cioè
a
eseguire
una
lavanda
parziale
-
-
richiamando
la
loro
attenzione
sulla
conformazione
delle
parti
che
lava
,
e
sui
mezzi
diversi
per
ottenere
la
pulizia
:
acqua
pura
-
-
ovvero
sapone
-
-
spazzole
ecc
.
Insegna
ai
grandi
ad
aiutare
i
piccoli
a
lavarsi
bene
,
pur
curando
che
i
piccoli
si
sforzino
a
far
da
sé
.
Dopo
le
pulizie
personali
c
'
è
la
visita
ai
grembiuli
;
i
bambini
se
ne
rivestono
da
soli
,
o
con
reciproco
aiuto
.
Quindi
comincia
la
visita
all
'
ambiente
:
si
osserva
se
gli
oggetti
sono
in
ordine
,
se
sono
puliti
;
la
maestra
insegna
a
cercare
i
luoghi
ove
la
polvere
si
accumula
-
-
gli
oggetti
necessarii
alla
pulizia
(
strofinacci
,
scope
,
scopetti
)
.
Tutto
ciò
,
quando
i
bambini
si
sono
addestrati
a
fare
da
sé
-
-
viene
compiuto
rapidamente
.
Quindi
i
bambini
si
mettono
al
posto
.
-
-
La
maestra
fa
capire
che
la
posizione
normale
è
quella
di
stare
ciascuno
al
suo
posto
,
in
silenzio
,
ben
diritti
,
coi
piedi
uniti
,
le
braccia
in
seconda
,
la
testa
eretta
:
insegna
la
»
compostezza
»
.
Poi
li
fa
alzare
in
piedi
a
cantare
un
inno
insegnando
che
alzandosi
e
risedendosi
non
devono
far
rumore
:
così
i
bambini
imparano
a
muoversi
tra
i
mobili
,
con
compostezza
e
riguardo
.
Quindi
fa
eseguire
gli
esercizî
di
grazia
;
andare
e
venire
,
salutare
,
porgere
oggetti
con
gentilezza
,
riceverne
ringraziando
ecc
.
La
maestra
fa
notare
con
osservazioni
esclamative
,
come
è
bello
un
bambino
pulito
,
una
stanza
ordinata
,
una
classe
composta
,
una
mossa
graziosa
ecc
.
Da
tale
«
punto
di
partenza
»
si
procede
all
'
insegnamento
libero
.
Cioè
la
maestra
non
farà
più
osservazioni
ai
bambini
,
che
si
muoveranno
dal
posto
ecc
.
badando
solo
a
riprenderli
in
tutti
i
casi
di
mosse
disordinate
.
Dopo
che
la
maestra
ha
parlato
così
,
facendo
brevi
osservazioni
con
voce
modulata
da
interiezioni
ecc
.
invita
i
bambini
a
parlare
:
-
-
li
interroga
su
ciò
che
hanno
fatto
il
giorno
prima
-
-
regolandosi
in
modo
che
essi
non
debbano
riportare
gli
avvenimenti
intimi
di
famiglia
,
ma
il
loro
individuale
contegno
coi
genitori
ecc
.
Si
domanda
se
hanno
saputo
salire
le
scale
senza
mai
insudiciarle
,
se
hanno
salutato
chi
passava
,
se
sono
stati
d
'
aiuto
alla
madre
,
se
hanno
dato
prova
in
famiglia
delle
cose
imparate
a
scuola
,
se
sono
andati
in
istrada
ecc
.
Specialmente
lunghe
si
facciano
le
conversazioni
il
lunedì
,
cioè
dopo
la
vacanza
:
in
tal
caso
si
farà
narrare
ciò
che
hanno
fatto
con
la
famiglia
«
fuori
di
casa
»
;
e
se
hanno
bevuto
vino
,
come
spesso
accade
,
esortare
a
non
berne
,
insegnare
che
ai
bambini
il
vino
fa
male
.
Tali
conversazioni
esercitano
alla
disinvoltura
del
linguaggio
-
-
e
riescono
anche
educative
,
perché
la
maestra
impedendo
di
raccontare
i
fatti
di
casa
o
dei
vicini
,
e
scegliendo
invece
gli
argomenti
adatti
alla
buona
conversazione
,
insegna
ai
bambini
ciò
che
è
conveniente
dire
-
-
ciò
di
cui
bisogna
occuparsi
nella
vita
.
Fatti
pubblici
eventualmente
accaduti
nel
casamento
,
specialmente
riferentisi
a
bambini
,
un
battesimo
,
una
caduta
ecc
.
serviranno
di
conversazione
occasionale
;
i
fatti
si
facciano
narrare
dai
bambini
stessi
.
Quindi
si
passa
ai
varî
insegnamenti
.
Refezione
del
bambino
-
-
Alimentazione
del
bambino
In
questo
capitolo
degli
esercizi
di
vita
pratica
-
-
entrerebbe
opportuno
trattare
l
'
argomento
della
refezione
.
Per
proteggere
lo
sviluppo
infantile
,
specialmente
là
ove
le
norme
dell
'
igiene
del
bambino
non
sono
ancora
diffuse
nelle
famiglie
,
sarebbe
molto
opportuno
riservare
alla
scuola
gran
parte
almeno
dell
'
alimentazione
del
fanciullo
.
È
ben
noto
oggi
che
questa
deve
adattarsi
alla
fisiologia
infantile
:
e
come
la
medicina
dei
bambini
non
è
la
medicina
degli
adulti
a
dosi
ridotte
,
così
l
'
alimentazione
non
deve
essere
quella
dell
'
adulto
in
proporzioni
quantitative
minori
.
Per
tale
ragione
io
vorrei
che
anche
nelle
«
Case
dei
bambini
»
situate
nei
casamenti
-
-
e
dove
i
piccini
,
essendo
in
casa
loro
,
possono
salire
in
famiglia
a
mangiare
,
-
-
si
istituisse
la
refezione
scolastica
.
Non
solo
:
ma
anche
se
si
trattasse
di
bambini
ricchi
-
-
la
refezione
scolastica
sarebbe
sempre
consigliabilissima
-
-
finché
un
corso
scientifico
di
cucina
non
introducesse
nelle
famiglie
signorili
l
'
abitudine
di
specializzare
il
vitto
pei
bambini
.
L
'
alimentazione
dei
piccoli
bambini
deve
essere
ricca
di
grassi
e
di
zucchero
:
-
-
materia
di
riserva
la
prima
-
-
e
plastica
la
seconda
;
infatti
lo
zucchero
è
stimolante
dei
tessuti
in
via
formativa
.
In
quanto
alla
forma
di
preparazione
è
bene
che
le
sostanze
alimentari
siano
sempre
sminuzzate
,
perché
il
bambino
non
ha
ancora
la
capacità
di
masticare
completamente
le
vivande
,
mentre
il
suo
stomaco
è
ancora
incapace
di
compiere
il
lavoro
di
sminuzzamento
degli
alimenti
.
Perciò
le
minestre
,
i
purées
,
le
polpettine
costituiscano
la
forma
consueta
dei
piatti
per
le
tavole
infantili
.
L
'
alimentazione
azotata
nel
bambino
da
due
a
tre
anni
,
dovrebbe
essere
costituita
prevalentemente
da
latte
e
uova
-
-
ma
dopo
il
secondo
anno
di
età
sono
consigliate
anche
le
minestre
in
brodo
.
Dopo
i
tre
anni
e
mezzo
si
può
dare
la
carne
:
o
trattandosi
di
bambini
poveri
,
legumi
.
Le
frutta
sono
pure
consigliate
ai
bambini
.
Credo
che
uno
specchietto
particolareggiato
su
l
'
alimentazione
infantile
potrà
essere
utile
,
specialmente
per
le
madri
.
Modo
di
preparare
il
brodo
pei
piccoli
bambini
(
36
anni
d
'
età
;
dopo
il
bambino
può
usare
il
brodo
comune
di
famiglia
)
La
quantità
di
carne
deve
corrispondere
a
1
gr
.
per
ogni
cm
.
3
di
brodo
-
-
e
va
messa
nell
'
acqua
fredda
-
-
senza
erbe
aromatiche
;
ma
col
solo
condimento
del
sale
.
La
carne
va
lasciata
due
ore
in
ebollizione
.
Invece
di
digrassare
il
brodo
-
-
è
bene
aggiungervi
il
burro
-
-
o
,
trattandosi
di
poveri
,
un
cucchiaio
di
olio
:
mai
i
sostituti
del
burro
,
come
sarebbero
margarina
ecc
.
Il
brodo
deve
essere
preparato
di
fresco
:
-
-
sarà
bene
perciò
mettere
al
fuoco
la
carne
due
ore
prima
del
vitto
,
perché
nel
brodo
appena
raffreddato
,
cominciano
a
separarsi
sostanze
chimiche
,
le
quali
sono
dannose
al
bambino
e
possono
facilmente
provocare
diarree
.
Minestre
Una
minestra
molto
semplice
e
consigliabilissima
pei
bambini
è
il
pane
cotto
nell
'
acqua
salata
o
nel
brodo
,
e
abbondantemente
condito
di
olio
.
Questa
è
la
minestra
classica
dei
bambini
poveri
:
-
-
eccellente
mezzo
di
nutrizione
.
È
analoga
la
minestra
consistente
in
piccoli
dadi
di
pane
abbrustolito
nel
burro
,
e
lasciato
inzuppare
nel
brodo
a
sua
volta
grasso
di
burro
.
O
anche
le
minestre
di
pane
grattato
.
Le
pastine
,
specialmente
quelle
glutinate
,
sono
pure
analoghe
:
indubbiamente
superiori
alle
altre
per
digeribilità
-
-
ma
accessibili
alle
sole
classi
sociali
privilegiate
.
È
bene
che
il
povero
sappia
come
un
piatto
di
pancotto
composto
con
gli
avanzi
del
pane
indurito
,
è
molto
più
sano
delle
minestre
di
grossa
pasta
-
-
magari
asciutta
e
condita
con
sughi
-
-
indigeribili
pei
bambini
!
Minestre
eccellenti
sono
quelle
costituite
da
purées
di
legumi
:
(
fagioli
,
ceci
,
piselli
,
lenticchie
)
:
oggi
si
trovano
in
commercio
i
legumi
secchi
e
sbucciati
adatti
appunto
a
questa
specie
di
minestra
Cotti
in
acqua
e
sale
,
i
legumi
che
anche
sbucciati
vanno
messi
a
freddo
e
passati
allo
staccio
-
-
(
o
semplicemente
compressi
,
se
sono
già
sbucciati
)
-
-
si
impastano
con
burro
-
-
e
poi
,
nel
brodo
bollente
,
la
pasta
si
introduce
e
si
discioglie
a
poco
a
poco
.
Le
minestre
di
legumi
si
possono
condire
anche
col
lardo
.
-
-
Invece
del
brodo
può
essere
veicolo
del
purée
di
legumi
-
-
il
latte
inzuccherato
.
Si
consiglia
molto
ai
bambini
la
minestra
di
riso
cotto
nel
brodo
o
nel
latte
-
-
;
e
la
minestra
di
farina
di
mais
,
purché
sia
condita
con
abbondante
burro
o
lardo
-
-
non
con
formaggio
(
la
forma
di
polenta
è
molto
consigliabile
per
la
lunga
cottura
)
.
Le
classi
povere
che
non
hanno
brodo
,
possono
dunque
ugualmente
nutrir
bene
i
loro
piccini
,
con
le
minestre
di
pancotto
e
di
polenta
-
-
e
coi
condimenti
di
lardo
e
di
olio
.
Latte
e
uova
Sono
alimenti
i
quali
non
solo
contengono
sostanze
azotate
sotto
forma
eminentemente
digeribile
:
ma
hanno
i
così
detti
enzimi
che
facilitano
l
'
assimilazione
nei
tessuti
,
quindi
in
particolar
modo
favoriscono
la
crescenza
del
bambino
.
E
tanto
meglio
potranno
corrispondere
a
quest
'
ultima
importantissima
condizione
,
per
quanto
più
tali
sostanze
sono
fresche
e
intatte
,
conservando
in
se
stesse
,
si
può
dire
,
la
vita
degli
animali
che
le
produssero
.
Il
latte
appena
munto
,
e
l
'
ovo
ancor
caldo
-
-
sono
al
massimo
punto
assimilabili
.
Invece
la
«
cottura
»
fa
perdere
al
latte
e
alle
uova
le
loro
particolari
condizioni
di
assimilabilità
-
-
e
li
riduce
al
potere
semplicemente
nutritivo
di
qualsiasi
sostanza
azotata
.
Perciò
oggi
si
fondano
latterie
speciali
pei
bambini
-
-
ove
il
latte
viene
raccolto
sterile
:
la
pulizia
rigorosa
dell
'
ambiente
in
cui
vivono
gli
animali
lantiferi
,
la
sterilizzazione
della
mammella
prima
della
mungitura
,
delle
mani
del
mungitore
,
e
dei
vasi
che
dovranno
contenere
il
latte
:
la
chiusura
ermetica
di
questi
ultimi
-
-
e
il
bagno
frigorifero
immediatamente
successivo
alla
mungitura
(
se
il
latte
deve
portarsi
lontano
:
altrimenti
è
bene
berlo
caldo
!
)
-
-
procurano
un
latte
puro
da
microgermi
,
il
quale
perciò
non
ha
bisogno
di
essere
sterilizzato
con
l
'
ebollizione
-
-
e
che
conserva
intatti
i
suoi
poteri
nutritivi
naturali
.
Altrettanto
si
dica
delle
uova
:
il
miglior
modo
di
offrirle
al
bambino
è
quello
di
toglierle
ancor
calde
alla
gallina
e
farle
senz
'
altro
sorbire
,
e
poi
digerire
all
'
aria
aperta
.
Ma
non
avendo
questa
comodità
-
-
saranno
scelte
uova
di
giornata
appena
scaldate
nell
'
acqua
,
cioè
preparate
à
la
coque
.
Tutte
le
altre
forme
di
preparazione
:
minestra
al
latte
,
omelette
,
ecc
.
rendono
le
due
sostanze
bensì
un
ottimo
alimento
,
consigliabile
a
preferenza
di
altri
;
ma
tolgono
loro
le
proprietà
specifiche
di
assimilazione
che
li
caratterizzano
.
Carne
Non
tutte
le
carni
sono
adatte
ai
bambini
:
e
anche
la
loro
preparazione
deve
essere
speciale
secondo
le
età
.
Così
p
.
es
.
i
bambini
da
tre
a
cinque
anni
dovrebbero
mangiare
solo
carni
triturate
più
o
meno
finemente
:
invece
a
cinque
anni
i
fanciulli
sono
capaci
di
triturare
completamente
la
carne
con
la
masticazione
;
ma
in
tal
momento
è
bene
accuratamente
insegnare
al
bambino
a
masticare
-
-
perché
egli
ha
la
tendenza
d
'
inghiottire
presto
gli
alimenti
-
-
e
ciò
può
produrre
indigestioni
e
diarree
.
Perciò
la
refezione
scolastica
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
sarebbe
opportunissima
istituzione
,
potendosi
ivi
integrare
l
'
alimentazione
razionale
del
bambino
,
con
le
cure
educative
che
vi
sono
connesse
.
Le
carni
più
adatte
ai
bambini
sono
quelle
così
dette
bianche
-
-
cioè
-
-
in
prima
linea
,
il
pollo
,
poi
la
vitella
;
così
pure
la
carne
leggera
di
pesce
(
sogliole
,
spigole
,
merluzzi
)
.
Dopo
quattro
anni
d
'
età
può
introdursi
nell
'
alimentazione
anche
il
filetto
di
bue
;
ma
non
mai
carni
pesanti
e
grasse
come
quelle
di
maiale
,
di
cappone
,
di
anguilla
,
di
tonno
,
ecc
.
:
che
sono
da
escludersi
assolutamente
,
insieme
ai
molluschi
e
ai
crostacei
(
ostriche
,
aragoste
)
,
dall
'
alimentazione
infantile
!
Le
croquettes
preparate
con
carne
finemente
tritata
,
pane
grattugiato
,
burro
,
latte
e
uova
sbattute
-
-
fritte
nel
burro
-
-
sono
la
preparazione
più
adatta
.
-
-
È
anche
una
ottima
preparazione
quella
di
impastare
a
polpetta
la
carne
grattugiata
,
con
conserve
dolci
di
frutta
e
ovo
sbattuto
con
lo
zucchero
.
A
cinque
anni
si
può
dare
al
bambino
petto
di
pollo
arrostito
,
o
qualche
cotoletta
di
vitello
o
di
filetto
di
bue
.
Il
lesso
non
deve
mai
essere
dato
al
bambino
,
perché
la
carne
essendovi
già
stata
privata
di
molti
principî
eccitanti
e
anche
nutritivi
,
riesce
difficilmente
digeribile
.
Sostanze
nervose
Oltre
la
carne
,
si
può
dare
al
bambino
che
ha
già
compiuto
i
quattro
anni
d
'
età
,
il
cervello
fritto
e
le
animelle
-
-
da
unirsi
p
.
es
.
a
croquettes
di
pollo
.
Latticini
e
creme
Sono
da
escludersi
nell
'
alimentazione
del
bambino
tutti
i
formaggi
-
-
e
anche
i
latticini
pesanti
come
p
.
es
.
la
ricotta
,
le
cosidette
«
provature
»
ecc
.
Il
solo
latticino
adatto
ai
piccoli
da
3
a
6
anni
,
è
il
burro
fresco
.
La
crema
È
pur
consigliabilissima
purché
sia
preparata
di
fresco
,
cioè
subito
prima
di
venir
mangiata
,
-
-
e
con
sostanze
freschissime
(
latte
,
uova
)
:
-
-
se
tali
condizioni
non
possono
a
rigore
raggiungersi
,
si
preferisca
fare
a
meno
della
crema
,
che
non
è
necessaria
.
Pane
Da
quanto
si
è
detto
per
le
minestre
,
risulta
già
che
il
pane
è
un
eccellente
alimento
pel
bambino
.
Esso
sia
scelto
bene
:
la
mollica
è
poco
digeribile
;
il
pane
bruno
,
che
va
in
commercio
a
prezzi
inferiori
,
contiene
più
sostanze
nutritive
del
pane
fine
e
bianco
:
quando
perciò
si
voglia
dare
al
bambino
un
'
alimentazione
prevalente
di
pane
,
è
bene
scegliere
il
pane
considerato
di
qualità
inferiore
.
La
mollica
può
utilizzarsi
quando
è
secca
per
fare
pancotti
;
ma
dovendo
dare
a
mangiare
al
bambino
semplicemente
un
pezzo
di
pane
,
è
bene
offrirgli
in
prevalenza
la
crosta
:
il
cantuccio
della
pagnotta
.
Ottimi
pei
bambini
ricchi
sono
i
grissini
.
Il
pane
contiene
molte
sostanze
azotate
ed
è
ricchissimo
di
amidi
-
-
è
scarso
però
di
grassi
:
ed
essendo
notoriamente
tre
le
sostanze
fondamentali
dell
'
alimentazione
,
cioè
:
proteiche
(
azotate
)
,
amidacee
e
grasse
,
-
-
il
pa
ne
non
è
un
alimento
completo
;
bisogna
perciò
offrire
al
bambino
possibilmente
pane
imburrato
,
il
quale
allora
costituisce
un
alimento
completo
;
e
può
essere
considerato
come
una
sufficiente
ed
eccellente
colazione
.
Erbaggi
I
bambini
non
devono
mai
mangiare
erbe
fresche
,
ma
solo
cotte
;
tuttavia
esse
non
vanno
molto
consigliate
né
cotte
,
né
crude
,
salvo
gli
spinaci
,
che
possono
con
moderazione
entrare
a
far
parte
dell
'
alimento
infantile
.
Invece
le
patate
preparate
a
purée
,
con
molto
burro
,
sono
un
buonissimo
complemento
della
nutrizione
pei
bambini
.
Frutta
Tra
le
frutta
esistono
eccellenti
alimenti
per
bambini
:
anch
'
esse
come
le
uova
e
il
latte
,
se
appena
colte
,
conservano
una
parte
vivente
,
che
aiuta
l
'
assimilazione
.
Non
essendo
però
questa
condizione
molto
praticamente
raggiungibile
nelle
città
,
è
necessario
considerare
anche
l
'
alimentazione
di
frutta
non
freschissime
,
le
quali
perciò
possono
prepararsi
e
cuocersi
in
vari
modi
.
Non
tutte
le
frutta
sono
consigliabili
pei
bambini
:
-
-
intanto
le
loro
qualità
principali
devono
essere
:
la
maturità
giusta
,
la
tenerezza
e
la
dolcezza
della
polpa
;
ovvero
la
sua
acidità
.
Le
pesche
,
le
albicocche
,
l
'
uva
,
il
ribes
,
gli
aranci
e
i
mandarini
possono
darsi
ai
picccoli
fanciulli
con
gran
vantaggio
-
-
allo
stato
naturale
.
Invece
altre
frutta
vanno
date
preferibilmente
previa
una
preparazione
,
come
:
pere
,
mele
,
prugne
;
cotte
o
sciroppate
.
Altre
frutta
,
come
fichi
,
ananas
,
datteri
,
meloni
,
ciliege
,
noci
,
mandorle
,
nocciole
,
castagne
vanno
escluse
,
per
ragioni
varie
,
dall
'
alimentazione
della
prima
infanzia
.
La
preparazione
delle
frutta
deve
consistere
nel
depurarle
da
tutte
le
parti
indigeribili
,
come
le
bucce
;
e
anche
da
quelle
che
il
bambino
potrebbe
inavvertitamente
ingerire
con
suo
danno
,
come
per
es
.
i
semi
.
Ai
bambini
di
quattro
o
cinque
anni
bisognerà
principiare
ad
insegnare
come
debbano
accuratamente
gettarsi
via
i
semi
,
e
come
vanno
sbucciate
le
frutta
:
dopo
il
fanciullo
così
educato
può
avanzarsi
all
'
onore
di
ricevere
un
bel
frutto
intatto
,
e
di
saperlo
convenientemente
mangiare
.
Le
preparazioni
culinarie
delle
frutta
devono
essenzialmente
consistere
in
due
procedimenti
:
la
cottura
e
il
condimento
con
zucchero
.
Alla
semplice
cottura
può
pure
accompagnarsi
la
triturazione
delle
frutta
cioè
la
preparazione
in
marmellate
e
in
gelatine
che
sono
eccellenti
;
ma
naturalmente
accessibili
soltanto
alle
classi
ricche
.
Invece
le
frutta
candite
,
i
marons
glacée
ecc
.
vanno
assolutamente
escluse
dall
'
alimentazione
infantile
.
Pei
bambini
poveri
,
un
grappolo
d
'
uva
e
una
mela
cotta
sotto
la
cenere
,
saranno
il
più
semplice
e
pur
sano
e
delizioso
alimento
di
frutta
.
Condimenti
Un
capitolo
importantissimo
sull
'
igiene
dell
'
alimentazione
infantile
,
riguarda
i
condimenti
nel
senso
della
loro
rigorosa
limitazione
.
Come
già
ho
accennato
,
lo
zucchero
e
alcune
sostanze
grasse
devono
,
oltre
il
sale
di
cucina
(
cloruro
di
sodio
)
,
costituire
la
parte
principale
dei
condimenti
.
A
questi
possono
aggiungersi
gli
acidi
organici
(
acido
acetico
,
citrico
)
,
cioè
aceto
e
sugo
di
limone
:
specialmente
quest
'
ultimo
potrà
essere
vantaggiosamente
usato
sul
pesce
,
sulle
croquettes
,
sugli
spinaci
,
ecc
.
Altri
condimenti
adatti
ai
piccoli
bambini
,
sono
alcuni
vegetali
aromatici
-
-
come
l
'
aglio
e
la
ruta
,
che
disinfettano
l
'
intestino
e
i
polmoni
,
ed
hanno
ancora
una
diretta
azione
antielmintica
.
Da
abolire
assolutamente
sono
invece
le
spezie
-
-
come
il
pepe
,
la
noce
moscata
,
la
cannella
,
il
garofano
-
-
e
,
sopratutto
,
la
senape
.
Bevande
L
'
organismo
in
crescenza
del
bambino
è
ricchissimo
d
'
acqua
:
quindi
bisognoso
di
molta
bevanda
.
Tra
queste
,
l
'
eccellente
e
insieme
l
'
unica
consigliabile
,
è
la
pura
e
fresca
acqua
di
fonte
.
Ai
bambini
ricchi
potrebbero
consigliarsi
le
così
dette
acque
da
tavola
,
leggermente
alcaline
,
come
quelle
di
Sangemini
,
l
'
acqua
Claudia
,
ecc
.
mescolate
a
sciroppi
,
come
p
.
es
.
quello
di
amarena
.
Oramai
fa
parte
della
coltura
generale
,
la
cognizione
che
tutte
le
bevande
fermentate
e
quelle
eccitanti
del
sistema
nervoso
,
sono
nocive
ai
bambini
:
però
vanno
assolutamente
radiati
dall
'
alimentazione
infantile
tutti
gli
alcoolici
e
i
caffeici
.
Non
solo
i
liquori
,
ma
il
vino
e
la
birra
dovrebbero
essere
ignorati
dal
gusto
infantile
-
-
e
il
caffè
o
il
thè
,
essere
inaccessibili
all
'
infanzia
.
L
'
azione
deleteria
dell
'
alcool
sull
'
organismo
infantile
non
ha
bisogno
d
'
illustrazione
;
ma
in
argomento
di
così
vitale
importanza
,
non
è
mai
superflua
l
'
insistenza
della
ripetizione
.
L
'
alcool
è
un
veleno
specialmente
fatale
agli
organismi
in
via
di
formazione
:
non
solo
ne
arresta
lo
sviluppo
totale
(
donde
infantilismo
,
idiozia
)
-
-
ma
ancora
lo
predispone
a
malattie
nervose
(
epilessia
,
meningite
)
-
-
e
a
malattie
di
organi
digestivi
e
del
ricambio
materiale
(
cirrosi
del
fegato
,
dispepsia
,
anemia
)
.
Se
le
«
Case
dei
Bambini
»
riuscissero
a
illuminare
il
popolo
su
tali
verità
,
compirebbero
un
'
opera
igienica
altissima
,
verso
le
nuove
generazioni
.
Invece
del
caffè
,
potrà
darsi
ai
bambini
orzo
abbrustolito
e
bollito
-
-
il
malto
-
-
e
sopratutto
la
cioccolata
,
che
è
un
ottimo
alimento
infantile
,
specialmente
se
mescolata
con
latte
.
Distribuzione
dei
pasti
Un
altro
capitolo
dell
'
alimentazione
infantile
,
riguarda
la
distribuzione
dei
pasti
.
Intanto
un
principio
deve
primeggiare
-
-
e
venir
diffuso
tra
le
madri
-
-
cioè
che
i
fanciulli
vanno
tenuti
rigorosamente
a
pasto
,
perché
godano
buona
salute
ed
abbiano
eccellenti
digestioni
.
Invero
prevale
tra
il
popolo
(
ed
è
una
delle
forme
d
'
ignoranza
materna
più
fatale
ai
bambini
)
il
pregiudizio
che
i
fanciulli
per
crescer
bene
debbono
mangiare
quasi
continuamente
,
senza
regola
,
sbocconcellando
quasi
per
consuetudine
una
crosta
di
pane
.
Invece
il
bambino
,
data
la
delicatezza
speciale
del
suo
sistema
digerente
-
-
ha
più
bisogno
dell
'
adulto
di
regolare
i
pasti
.
-
-
Credo
che
le
«
Case
dei
Bambini
»
a
orario
molto
prolungato
,
sarebbero
perciò
adatti
luoghi
di
puericoltura
,
potendo
dirigere
l
'
alimentazione
del
bambino
.
I
fanciulli
,
all
'
infuori
dei
pasti
stabiliti
,
non
devono
mangiare
.
In
una
«
Casa
di
Bambini
»
a
orario
prolungato
,
dovrebbero
esserci
due
refezioni
:
una
grande
verso
il
mezzogiorno
,
e
una
piccola
verso
le
quattro
pomeridiane
.
Nella
grande
refezione
deve
entrare
la
minestra
,
una
pietanza
e
pane
-
-
e
,
trattandosi
di
bambini
ricchi
,
anche
frutta
o
crema
e
burro
sul
pane
.
Nella
refezione
delle
quattro
si
preparerà
invece
una
merenda
leggera
che
dal
semplice
pezzo
di
pane
,
può
andare
al
pane
imburrato
-
-
e
al
pane
accompagnato
con
marmellate
di
frutta
,
con
cioccolata
,
con
miele
,
con
crema
,
ecc
.
Anche
i
biscotti
freschi
e
frutta
cotte
ecc
.
potrebbero
utilmente
usarsi
.
Molto
opportunamente
la
merenda
potrebbe
esser
costituita
da
una
zuppa
di
pane
e
latte
,
ovvero
da
un
uovo
à
la
coque
con
grissini
;
o
anche
da
una
semplice
tazza
di
latte
ove
sia
disciolto
un
cucchiaio
di
Mellin
'
s
Food
.
Io
consiglio
moltissimo
il
Mellin
'
s
Food
non
solo
nella
primissima
infanzia
,
ma
anche
molto
di
poi
,
pei
suoi
poteri
di
digeribilità
e
di
nutrizione
e
pel
sapore
così
gradevole
ai
bambini
.
Il
Mellin
'
s
Food
è
una
polvere
preparata
dall
'
orzo
e
dal
frumento
,
contenente
concentrate
e
pure
le
sostanze
nutritive
proprie
a
quei
cereali
:
la
polvere
va
lentamente
disciolta
in
acqua
calda
nel
fondo
della
tazza
stessa
che
servirà
per
bere
la
miscela
,
e
vi
si
versa
poi
sopra
freschissimo
latte
.
In
casa
sua
poi
il
bambino
farebbe
gli
altri
due
pasti
,
cioè
la
colazione
del
mattino
,
e
la
cena
,
che
deve
essere
pei
bambini
leggerissima
affinché
poco
dopo
siano
pronti
a
coricarsi
.
Su
tali
pasti
converrebbe
dare
consigli
alle
madri
,
esortandole
ad
aiutare
a
integrare
l
'
opera
igienica
della
«
Casa
dei
Bambini
»
,
a
vantaggio
dei
loro
figliuoli
.
La
colazione
del
primo
mattino
potrebbe
essere
,
pei
ricchi
,
latte
e
cioccolata
-
-
ovvero
latte
e
decotto
di
malto
con
biscotti
freschi
,
o
meglio
con
pane
abbrustolito
spalmato
di
burro
o
di
miele
;
pei
poveri
una
tazza
di
latte
fresco
,
con
pane
.
Nel
pasto
della
sera
è
consigliabile
una
minestra
(
i
bambini
dovrebbero
mangiare
due
minestre
al
giorno
)
e
un
uovo
alla
coque
-
-
ovvero
una
tazza
di
latte
;
o
minestra
di
riso
al
latte
e
pane
imburrato
con
frutta
cotte
,
ecc
.
In
quanto
alle
razioni
alimentari
da
calcolarsi
,
rimando
ai
trattati
speciali
d
'
igiene
:
benché
praticamente
tali
calcoli
non
siano
di
molta
utilità
.
Nelle
«
Case
di
Bambini
»
specialmente
se
di
poveri
,
userei
molto
le
minestre
di
legumi
-
-
e
farei
coltivare
nei
campicelli
,
esemplari
di
piante
utilizzabili
nell
'
alimentazione
;
per
farne
poi
cogliere
i
frutti
nella
loro
freschezza
,
e
far
li
cucinare
e
gustare
.
Cercherei
possibilmente
di
fare
altrettanto
per
le
frutta
:
-
-
e
,
nella
coltura
degli
animali
,
per
le
uova
,
e
pel
latte
,
che
i
bambini
più
grandi
potrebbero
direttamente
mungere
dalle
capre
,
dopo
essersi
scrupolosamente
lavate
le
mani
.
Un
'
altra
importante
applicazione
educativa
che
può
offrire
la
refezione
scolastica
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
,
e
che
riguarda
la
«
vita
pratica
»
,
consiste
nell
'
apparecchiare
la
tavola
,
disporre
le
stoviglie
,
impararne
la
nomenclatura
ecc
.
In
seguito
dirò
come
questo
esercizio
possa
gradualmente
salire
a
sempre
maggiori
difficoltà
,
e
costituire
un
mezzo
didattico
importantissimo
.
Infatti
noi
,
che
non
abbiamo
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
refezione
scolastica
,
possediamo
però
le
stoviglie
necessarie
ad
apparecchiare
una
tavola
e
ne
facciamo
oggetto
di
esercizi
,
che
molto
interessano
i
bambini
.
Qui
basti
accennare
ch
'
è
assai
opportuno
insegnare
ai
bambini
a
mangiare
con
proprietà
-
-
verso
se
stessi
e
verso
l
'
ambiente
(
non
insudiciare
le
tovaglie
,
ecc
.
)
,
a
usare
le
posate
(
che
,
almeno
per
i
piccini
,
saranno
limitate
al
cucchiaio
-
-
e
pei
grandi
estese
alla
forchetta
,
e
poi
anche
al
coltello
)
.
EDUCAZIONE
MUSCOLARE
Ginnastica
Si
ha
generalmente
della
ginnastica
un
'
idea
molto
parziale
:
nelle
scuole
comuni
si
usa
chiamare
ginnastica
una
disciplina
muscolare
collettiva
,
che
tende
a
far
eseguire
dei
movimenti
comandati
,
all
'
insieme
della
scolaresca
.
Tale
ginnastica
è
guidata
dalla
coercizione
.
Essa
soffoca
i
movimenti
spontanei
e
ne
impone
altri
-
-
non
si
sa
bene
con
qual
criterio
fisiologico
.
Movimenti
simili
si
usano
in
ginnastica
medica
per
ridare
,
p
.
es
.
la
funzionalità
normale
a
un
arto
intorpidito
da
un
apparecchio
ingessato
,
o
per
restituire
la
mobilità
normale
a
un
arto
paretico
.
Alcuni
movimenti
del
busto
in
uso
nelle
scuole
,
si
consigliano
p
.
es
.
,
in
medicina
a
chi
soffre
di
torpore
intestinale
.
Ma
invero
quale
ufficio
abbiano
tali
esercizi
allorché
vengono
eseguiti
da
squadre
di
fanciulli
normali
,
non
si
comprende
bene
.
Esiste
poi
la
ginnastica
alla
palestra
,
molto
simile
a
un
primo
passo
verso
l
'
acrobatismo
.
Tuttavia
non
è
qui
il
caso
di
criticare
la
ginnastica
usata
nelle
scuole
.
Certamente
non
di
tale
ginnastica
si
tratta
nel
caso
nostro
.
Invero
chi
mi
sentì
parlare
di
ginnastica
per
gli
asili
d
'
infanzia
,
mostrò
vive
disapprovazioni
,
e
tanto
più
chi
mi
intese
parlare
di
palestra
infantile
.
Davvero
se
ginnastica
e
palestra
fossero
quelle
delle
scuole
comuni
nessuno
più
di
me
avrebbe
acconsentito
alla
disapprovazione
espressa
da
cedesti
critici
.
Noi
dobbiamo
intendere
per
ginnastica
e
in
genere
per
educazione
muscolare
,
una
serie
di
esercizî
tendenti
ad
aiutare
il
normale
svolgimento
dei
movimenti
fisiologici
(
come
la
deambulazione
,
la
respirazione
,
il
linguaggio
)
;
a
proteggerne
lo
sviluppo
ove
presentansi
tardività
,
o
anomalie
;
e
ad
avviare
i
fanciulli
ai
movimenti
che
sono
utili
nel
disbrigo
degli
atti
più
comuni
della
vita
(
come
spogliarsi
,
vestirsi
,
abbottonarsi
,
allacciarsi
;
trasportare
e
usare
oggetti
come
palle
,
carrettini
ecc
.
)
.
Se
in
un
'
età
è
necessario
proteggere
il
bambino
con
una
ginnastica
speciale
,
questa
è
l
'
età
compresa
fra
tre
e
sei
anni
.
La
ginnastica
speciale
necessaria
-
-
o
meglio
igienica
in
questo
periodo
della
vita
,
si
riferisce
alla
deambulazione
.
Il
bambino
,
nella
morfologia
generale
del
corpo
,
è
caratterizzato
dall
'
avere
il
busto
molto
sviluppato
in
confronto
agli
arti
inferiori
;
nel
neonato
la
lunghezza
del
busto
dal
vertice
della
testa
,
alla
piega
inguinale
,
è
uguale
ai
68
centesimi
della
lunghezza
totale
del
corpo
;
le
gambe
dunque
sono
appena
i
32
centesimi
della
statura
.
Durante
la
crescenza
tali
proporzioni
relative
cambiano
notevolmente
:
così
p
.
es
.
l
'
uomo
adulto
ha
il
busto
lungo
sensibilmente
come
la
metà
della
intera
statura
-
-
e
precisamente
,
secondo
gl
'
individui
,
corrisponde
ai
51
od
ai
52
centesimi
della
statura
totale
.
Tali
differenze
morfologiche
tra
il
neonato
e
l
'
adulto
vengono
man
mano
attenuandosi
nella
crescenza
,
in
modo
però
che
nei
primi
anni
della
vita
il
busto
si
mantiene
ancora
eccessivamente
sviluppato
in
confronto
agli
arti
:
a
un
anno
di
età
l
'
altezza
del
busto
corrisponde
ai
65
centesimi
della
statura
totale
,
a
due
anni
a
63
centesimi
,
a
3
anni
a
62
centesimi
.
Quando
il
bambino
entra
in
un
asilo
d
'
infanzia
-
-
ha
dunque
ancora
gli
arti
inferiori
molto
corti
rispettivamente
al
busto
:
-
-
la
lunghezza
delle
gambe
corrisponde
appena
ai
38
centesimi
della
statura
.
Tra
i
sei
e
i
sette
anni
d
'
età
la
proporzione
del
busto
alla
statura
diviene
di
57
,
56
centesimi
.
Quindi
in
tale
periodo
il
bambino
non
solo
cresce
notevolmente
di
statura
(
egli
misura
infatti
all
'
età
di
3
anni
circa
m
.
0,85
,
e
a
6
anni
m
.
1,05
)
;
ma
mutando
così
profondamente
le
proporzioni
relative
tra
busto
e
arti
,
crescono
specialmente
le
gambe
.
Tale
crescenza
è
in
rapporto
con
gli
strati
cartilaginei
ancora
esistenti
nella
estremità
delle
ossa
lunghe
-
-
e
in
genere
con
l
'
ancora
incompleta
ossificazione
dello
scheletro
.
Le
ossa
tenere
delle
corte
gambe
devono
dunque
sostenere
il
peso
di
un
busto
sproporzionalmente
grande
.
Noi
non
possiamo
perciò
giudicare
la
deambulazione
dei
piccoli
bambini
alla
stregua
della
nostra
.
Per
poco
che
il
bambino
sia
debole
,
la
stazione
eretta
e
la
deambulazione
sono
una
gran
fatica
per
lui
-
-
e
facilmente
le
ossa
lunghe
degli
arti
inferiori
-
-
cedono
al
peso
del
corpo
deformandosi
,
generalmente
arcuandosi
.
Ciò
particolarmente
tra
i
bambini
denutriti
del
popolo
,
o
tra
quelli
il
cui
sistema
scheletrico
,
pur
non
presentando
fenomeni
di
rachitismo
,
si
dimostra
più
tardivo
nella
normale
ossificazione
.
Erroneamente
dunque
si
considerano
,
sotto
questo
punto
di
vista
,
i
bambini
come
uomini
piccoli
;
essi
invece
hanno
caratteri
,
proporzioni
del
tutto
speciali
.
La
tendenza
che
ha
il
bambino
a
stare
in
terra
,
a
camminare
strisciando
sui
quattro
arti
,
a
distendere
il
busto
e
dimenare
le
gambe
,
sono
altrettante
espressioni
di
bisogni
fisiologici
collegati
con
le
proporzioni
del
corpo
.
Il
bimbo
ama
camminare
sui
quattro
arti
appunto
perché
,
come
gli
animali
quadrupedi
,
ha
gli
arti
piccoli
in
confronto
al
corpo
;
e
l
'
istinto
di
stendere
il
busto
dimenando
le
gambe
corrisponde
al
bisogno
che
sente
il
bambino
di
riposare
gli
arti
inferiori
dal
peso
sostenuto
quando
stette
in
piedi
,
camminò
e
corse
:
e
di
distendere
,
stirandole
,
le
ossa
e
le
cartilagini
.
Invece
si
scambiano
queste
naturali
manifestazioni
con
cattive
abitudini
,
e
s
'
impedisce
al
bambino
di
gettarsi
in
terra
,
di
strisciare
ecc
.
,
quando
non
lo
si
obbliga
a
camminare
insieme
agli
adulti
per
«
abituarlo
a
non
aver
capricci
»
!
Errore
veramente
fatale
,
che
rende
così
comuni
le
gambe
arcuate
nei
piccini
!
È
bene
illuminare
anche
le
madri
su
questo
particolare
importante
dell
'
igiene
infantile
.
Ora
noi
con
la
ginnastica
possiamo
-
-
anzi
dobbiamo
-
-
aiutare
il
bambino
nello
sviluppo
,
cercando
di
corrispondere
al
suo
bisogno
di
muoversi
,
pur
risparmiando
fatica
alle
sue
gambe
.
Ho
pensato
a
un
mezzo
assai
semplice
,
che
mi
fu
suggerito
dall
'
osservazione
dei
bambini
stessi
.
La
maestra
faceva
camminare
i
bambini
conducendoli
a
passeggio
intorno
al
cortile
,
tra
i
muri
delle
case
e
il
giardino
centrale
,
che
è
difeso
da
una
staccionata
costruita
con
fili
di
ferro
disposti
traversalmente
paralleli
e
sostenuti
da
pali
di
legno
infissi
nel
terreno
.
C
'
era
lungo
la
via
una
breve
gradinata
,
sulla
quale
i
bambini
stanchi
avrebbero
potuto
sedersi
;
inoltre
facevo
portare
sempre
delle
seggioline
,
che
collocavamo
adiacenti
ai
muri
.
A
poco
per
volta
i
piccini
di
due
anni
e
mezzo
o
tre
anni
si
distaccavano
dall
'
insieme
-
-
essendo
evidentemente
stanchi
;
ma
invece
di
buttarsi
in
terra
o
sedersi
,
essi
andavano
verso
la
staccionata
,
e
attaccandosi
con
le
mani
ai
fili
di
ferro
superiori
,
camminavano
traversalmente
appoggiando
i
piedi
sul
filo
più
vicino
a
terra
.
Essi
provavano
gran
piacere
perché
ridevano
guardando
con
occhi
brillanti
i
compagni
più
grandi
,
che
passeggiavano
.
Infatti
questi
piccini
avevano
risolto
un
bel
problema
:
essi
si
muovevano
con
movimenti
di
generale
traslazione
del
corpo
e
movimenti
pure
delle
gambe
,
senza
far
gravare
su
esse
il
peso
del
busto
.
Tale
istrumento
nella
Palestra
ginnastica
infantile
-
-
risparmia
spontaneamente
ai
bambini
il
bisogno
di
gettarsi
in
terra
e
di
agitare
le
gambe
-
-
corrispondendo
con
una
apparenza
più
corretta
ai
medesimi
bisogni
fisiologici
.
Io
perciò
consiglio
di
fabbricare
come
istrumento
di
prima
necessità
nella
palestra
infantile
-
-
le
staccionate
;
sbarre
parallele
sostenute
da
pali
infissi
sul
terreno
,
le
quali
possono
essere
prolungate
per
un
grande
spazio
,
e
formare
nell
'
insieme
recinti
che
,
aperti
da
una
parte
,
potrebbero
per
es
.
delimitare
l
'
insieme
della
palestra
-
-
isolando
e
proteggendo
i
piccini
arrampicati
al
di
fuori
,
che
potrebbero
appunto
divertirsi
guardando
che
cosa
fanno
i
più
grandi
dentro
.
Fig
.
1
Altri
istrumenti
possono
servire
ad
analogo
scopo
:
tra
questi
il
seguente
,
che
fu
inventato
dal
Séguin
per
rinforzare
gli
arti
inferiori
e
specialmente
l
'
articolazione
del
ginocchio
nei
bambini
deboli
-
-
cioè
il
Trampolino
.
È
una
specie
di
altalena
attiva
,
costituita
da
una
seggiolina
a
sedile
lungo
,
in
maniera
che
le
gambe
del
bambino
vi
stiano
distese
fin
quasi
al
piede
-
-
sospesa
a
corde
e
lasciata
libera
:
all
'
innanzi
una
tavola
verticale
serve
di
appoggio
ai
piedi
per
la
spinta
.
Il
bambino
seduto
sul
trampolino
deve
esercitare
le
gambe
puntando
i
piedi
sulla
tavola
per
la
spinta
dell
'
altalena
:
la
tavola
sia
bassa
affinché
il
bambino
possa
vedere
innanzi
a
sé
.
In
questo
modo
essa
rinforza
le
gambe
con
una
ginnastica
limitata
agli
arti
inferiori
,
senza
far
gravare
su
questi
il
peso
del
busto
.
Fig
.
2
Altri
istrumenti
,
meno
importanti
dal
lato
igienico
,
ma
che
molto
divertono
i
bambini
,
sono
:
il
Pendolo
.
-
-
Nel
giuoco
del
pendolo
,
che
può
essere
a
uno
o
più
posti
,
si
tratta
di
palle
elastiche
appese
a
un
filo
:
i
bambini
seduti
in
piccoli
sgabelli
senza
appoggio
pel
busto
,
si
lanciano
reciprocamente
la
palla
.
È
un
esercizio
degli
arti
superiori
,
e
della
colonna
vertebrale
,
e
contemporaneamente
anche
un
esercizio
dell
'
occhio
alle
distanze
dei
corpi
in
movimento
.
Il
filo
Si
tratta
di
una
linea
disegnata
in
terra
,
p
.
es
.
col
gesso
,
col
carbone
;
o
di
una
lunga
tavola
:
-
-
sulla
quale
i
bambini
camminano
,
e
serve
a
ordinare
la
deambulazione
libera
lungo
una
direzione
:
tale
giuoco
è
pure
bello
,
se
,
dopo
una
nevicata
,
conservandosi
le
impronte
del
cammino
,
si
nota
la
regolarità
della
linea
tracciata
dalle
impronte
dei
piedi
,
e
si
suscita
una
gara
festevole
tra
i
bambini
.
La
scalinata
rotonda
Si
tratta
di
una
scalinata
a
gradini
di
legno
,
non
rettilinei
,
ma
facenti
una
curva
:
da
una
parte
essa
è
chiusa
da
una
balaustra
,
in
modo
che
offre
appoggio
alla
mano
;
dall
'
altra
è
aperta
-
-
e
rotonda
-
-
perché
i
bambini
non
trovino
appoggio
,
ma
non
possano
nemmeno
farsi
male
agli
spigoli
cadendo
.
Serve
ad
addestrare
i
bambini
nel
salire
e
discendere
le
scale
senza
appoggiarsi
,
con
mosse
composte
,
eleganti
.
I
gradini
devono
essere
molto
bassi
e
stretti
:
tale
esercizio
serve
ai
piccini
per
imparare
movimenti
che
non
possono
eseguir
bene
montando
le
scale
della
casa
,
che
sono
proporzionate
agli
individui
adulti
.
Gli
scalini
e
il
piano
:
le
scalette
a
corda
Servono
al
salto
in
largo
,
in
alto
e
in
basso
:
si
tratta
di
una
tavola
con
segni
colorati
per
misurare
l
'
estensione
del
salto
in
largo
e
di
scalini
sui
quali
o
dai
quali
saltare
.
I
piccini
amano
molto
il
salto
.
Ritengo
che
sia
opportuno
adottare
in
un
asilo
di
infanzia
anche
le
scalette
a
corda
parallele
,
usate
nel
modo
che
la
figura
rappresenta
-
-
cioè
come
aiuto
dei
movimenti
più
varî
-
-
;
chinarsi
e
alzarsi
,
sporgersi
innanzi
e
indietro
ecc
.
,
movimenti
che
i
piccini
non
potrebbero
eseguire
senza
perdere
l
'
equilibrio
,
ove
non
avessero
l
'
appoggio
delle
scalette
;
mentre
i
movimenti
stessi
sono
utili
a
provocarsi
appunto
per
acquistare
prima
l
'
equilibrio
,
cioè
la
coordinazione
dei
movimenti
muscolari
ad
esso
necessari
,
e
sono
favorevoli
pure
alla
dilatazione
polmonale
.
Inoltre
gli
esercizî
detti
,
rinforzano
la
mano
nel
suo
atto
più
essenziale
e
primitivo
:
la
prensione
,
che
necessariamente
precede
tutti
gli
altri
più
fini
movimenti
della
mano
stessa
.
Tale
istrumento
venne
efficacemente
usato
dal
Séguin
per
lo
sviluppo
della
forza
e
del
movimento
di
prensione
della
mano
,
sui
bambini
idioti
.
La
palestra
quindi
offre
mezzi
a
esercizi
vari
,
tendenti
ad
educare
la
coordinazione
di
movimenti
della
vita
comune
,
quali
camminare
,
gettare
un
oggetto
,
salire
e
scendere
le
scale
,
chinarsi
e
alzarsi
,
saltare
ecc
.
Ginnastica
libera
S
'
intende
libera
da
istrumenti
speciali
.
-
-
Essa
si
divide
in
ginnastica
obbligata
e
in
giuochi
liberi
.
Nella
ginnastica
obbligata
è
da
raccomandarsi
la
marcia
,
dove
però
non
il
ritmo
,
ma
solo
la
compostezza
dovrà
essere
ricercata
:
accompagnandola
col
canto
nel
suo
iniziarsi
,
poiché
questo
costituisce
un
esercizio
di
respira
zione
adatto
a
perfezionare
il
linguaggio
;
e
,
oltre
la
marcia
,
alcuni
dei
giuochi
del
Froebel
,
accompagnati
pure
dal
canto
(
simili
a
giuochi
che
poi
i
bambini
consuetamente
ripetono
tra
loro
:
il
leprotto
ecc
.
)
.
Nei
giuochi
liberi
si
mettono
a
disposizione
dei
bambini
palle
,
cariole
,
secchietti
,
pale
,
volanti
;
gli
alberi
si
offrono
al
giuoco
dei
quattro
cantoni
,
e
consimili
,
nei
cortili
alberati
.
Ginnastica
educativa
Sotto
il
nome
di
ginnastica
educativa
intendiamo
due
serie
di
esercizi
che
si
integrano
ad
altri
insegnamenti
,
come
:
o
la
coltivazione
della
terra
e
la
cura
delle
piante
e
degli
animali
(
innaffiare
e
mondare
le
piante
,
portare
il
becchime
ai
pulcini
ecc
.
)
dove
si
esplicano
movimenti
coordinati
vari
quali
zappare
,
chinarsi
e
alzarsi
,
andare
e
venire
trasportando
oggetti
a
uno
scopo
determinato
e
utile
,
spargere
oggetti
minuti
come
il
becchime
,
aprire
e
chiudere
cancelli
,
ecc
.
;
esercizî
che
si
fanno
evidentemente
all
'
aria
aperta
.
Ed
esercizî
per
movimenti
coordinati
delle
dita
,
che
si
fanno
in
classe
e
servono
a
preparare
agli
esercizî
di
vita
pratica
,
come
spogliarsi
e
vestirsi
:
viene
usato
all
'
uopo
un
semplicissimo
materiale
didattico
,
consistente
in
telai
ove
sono
inchiodati
due
pezzi
di
stoffa
o
di
pelle
,
che
bisogna
tra
loro
unire
e
separare
-
-
abbottonando
-
-
agganciando
-
-
allacciando
-
-
annodando
.
Nelle
nostre
«
Case
dei
Bambini
»
usiamo
dieci
telai
,
cioè
:
per
abbottonare
con
bottoni
grossi
su
stoffe
di
lana
(
vestiti
)
,
per
abbottonare
con
bottoncini
di
madreperla
su
tela
(
biancherie
)
,
per
abbottonare
con
bottoni
rotondi
fissati
su
cuoio
e
asole
pure
in
cuojo
(
scarpe
)
usando
per
abbottonare
l
'
aiuto
di
quel
piccolo
istrumento
a
uncino
che
è
l
'
allacciascarpe
;
-
-
per
allacciare
su
stoffe
sostenute
da
stecche
di
balena
(
bustini
)
-
-
e
per
allacciare
su
cuojo
|
(
scarpe
)
;
-
-
per
agganciare
con
uncinelli
grossi
metallici
così
nel
maschio
,
come
nella
femmina
;
-
-
per
agganciare
con
piccoli
uncinelli
metallici
che
s
'
infilano
in
magliette
;
-
-
per
annodare
con
grossi
nastri
di
cotone
colorato
(
fiocco
)
;
-
-
per
annodare
con
cordelline
bianche
(
biancherie
)
;
infine
per
allacciare
coi
così
detti
bottoni
automatici
che
si
usano
modernamente
.
Con
tali
istrumenti
il
bambino
può
praticamente
analizzare
i
movimenti
necessarî
a
vestirsi
e
prepararli
separatamente
con
ripetuti
esercizî
.
Si
riesce
a
condurre
il
bambino
a
vestirsi
da
sé
,
senza
che
se
ne
accorga
;
cioè
senza
che
un
insegnamento
diretto
o
un
comando
ve
lo
abbian
condotto
.
Egli
,
appena
sappia
farlo
,
comincerà
a
desiderare
l
'
applicazione
pratica
della
sua
abilità
-
-
e
ben
presto
sarà
orgoglioso
di
bastare
a
sé
stesso
e
geloso
di
tale
operazione
,
che
isola
il
suo
corpo
dalle
mani
altrui
;
e
lo
conduce
più
presto
a
quella
modestia
e
a
quella
attività
,
che
si
sviluppano
oggi
assai
più
tardi
nei
bambini
privi
di
questo
particolare
efficacissimo
dell
'
educazione
.
I
«
giuochi
delle
allacciature
»
sono
graditissimi
ai
piccini
:
e
spesso
quando
dieci
di
essi
usano
contemporaneamente
i
telai
,
seduti
silenziosamente
intorno
ai
tavolini
,
intenti
e
serî
,
danno
l
'
illusione
ottica
d
'
un
laboratorio
di
minuscoli
operai
.
Ginnastica
respiratoria
Essa
serve
a
regolarizzare
i
movimenti
respiratorî
,
a
insegnare
a
respirare
:
e
ciò
facilita
anche
la
formazione
corretta
del
linguaggio
.
Gli
esercizi
che
noi
usiamo
sono
stati
introdotti
nella
letteratura
scolastica
dal
Prof
.
Sala
,
e
le
nostre
maestre
seguono
gli
esercizî
consigliati
da
tale
autore
nel
suo
trattato
Cura
della
balbuzie
a
pag
.
118123
,
accoppiando
alcuni
esercizî
di
ginnastica
respiratoria
,
con
esercizî
muscolari
;
esempio
:
bocca
molto
aperta
;
lingua
piana
e
ferma
;
mani
sui
fianchi
;
Inspirare
profondamente
;
innalzare
le
spalle
rapidamente
rialzando
il
petto
,
con
abbassamento
del
diaframma
;
espirare
lentamente
;
abbassare
le
spalle
lentamente
,
ritornando
alla
posizione
normale
;
la
maestra
sceglie
o
compone
esercizi
simultanei
di
espirazione
ed
inspirazione
con
slancio
delle
braccia
,
ecc
.
Ginnastica
labio
dento
linguale
Essa
serve
a
insegnare
i
movimenti
delle
labbra
e
della
lingua
nella
pronuncia
di
alcuni
suoni
consonanti
fondamentali
,
e
a
rafforzare
o
a
rendere
agili
i
muscoli
a
tali
movimenti
preposti
:
questa
ginnastica
prepara
gli
organi
convenientemente
alla
formazione
del
linguaggio
.
Tale
esercizio
principia
come
collettivo
,
e
finisce
individuale
.
Si
esortano
i
bambini
a
pronunciare
con
forza
e
ad
alta
voce
la
prima
sillaba
d
'
una
parola
.
Quando
tutti
sono
intenti
a
mettere
la
maggior
forza
possibile
nell
'
esercizio
,
si
chiamano
i
bambini
ad
uno
ad
uno
-
-
e
si
fa
ripetere
a
ciascuno
la
parola
:
-
-
se
la
pronunzia
bene
-
-
si
fa
andare
a
destra
,
se
male
a
sinistra
.
A
quelli
che
la
pronunciano
male
si
fa
più
volte
ripetere
la
parola
-
-
la
maestra
nota
l
'
età
del
bambino
e
i
difetti
del
movimento
di
articolazione
,
e
poi
toccando
i
muscoli
che
devono
muoversi
,
p
.
es
.
battendo
sull
'
orbicolare
delle
labbra
,
ovvero
prendendo
la
lingua
del
bambino
e
mettendola
contro
l
'
arcata
dentaria
o
facendo
vedere
chiaramente
i
movimenti
propri
della
pronuncia
,
cerca
di
aiutare
lo
sviluppo
normale
del
movimento
necessario
all
'
esatta
articolazione
della
parola
.
Per
questi
esercizî
ginnastici
noi
facciamo
pronunciare
:
pane
-
-
fame
-
-
tana
-
-
zina
-
-
stella
-
-
rana
;
nel
1°
:
pane
,
facendo
con
tutta
la
forza
ripetere
:
pa
,
pa
,
pa
si
esercita
alla
contrazione
il
muscolo
orbicolare
delle
labbra
;
in
fame
:
facendo
ripetere
fa
,
fa
,
fa
si
esercita
il
movimento
del
labbro
inferiore
contro
l
'
arcata
dentaria
superiore
;
in
tana
:
facendo
ripetere
ta
,
ta
,
ta
si
fa
esercitare
il
movimento
della
lingua
contro
l
'
arcata
dentaria
superiore
;
in
zina
,
si
provoca
il
contatto
delle
arcate
dentarie
;
in
stella
,
(
facendo
ripetere
tutta
la
parola
)
si
esercitano
al
contatto
le
due
arcate
dentarie
trattenendo
con
forza
contro
quella
superiore
la
lingua
che
tenderebbe
a
uscirne
;
in
rana
,
si
fa
ripetere
r
,
r
,
r
esercitando
così
la
lingua
nei
movimenti
di
agilità
vibratoria
;
in
gatto
,
si
fa
trattenere
la
voce
sul
suono
gutturale
g
.
LA
NATURA
NELLA
EDUCAZIONE
Lavori
agricoli
:
coltura
delle
piante
e
degli
animali
Itard
in
un
suo
mirabile
scritto
pedagogico
:
Des
premiers
développements
du
jeune
sauvage
de
l
'
Aveyron
,
espone
particolareggiatamente
il
dramma
di
una
educazione
singolare
,
gigantesca
,
che
cerca
insieme
di
vincere
le
tenebre
psichiche
di
un
idiota
e
di
strappare
alla
libera
natura
un
uomo
.
Il
selvaggio
dell
'
Aveyron
era
un
bambino
cresciuto
allo
stato
naturale
:
abbandonato
per
fatto
criminoso
in
un
bosco
ove
i
suoi
assassini
credevano
di
averlo
ucciso
;
-
-
era
guarito
naturalmente
e
sopravissuto
per
molti
anni
-
-
libero
e
nudo
tra
le
selve
;
finché
,
catturato
dai
cacciatori
,
entrò
nella
vita
civile
di
Parigi
-
-
raccontando
con
le
cicatrici
ond
'
era
solcato
il
suo
corpicino
,
la
storia
di
lotte
con
le
fiere
e
di
ferite
lacere
per
cadute
dall
'
alto
.
Il
bambino
era
e
restò
sempre
muto
;
la
sua
mentalità
,
diagnosticata
da
Pinel
come
idiotica
,
rimase
sempre
quasi
inaccessibile
all
'
educazione
intellettuale
.
La
Pedagogia
positiva
deve
a
questo
fanciullo
i
suoi
primi
passi
.
Itard
,
medico
dei
sordomuti
e
studioso
di
filosofia
,
ne
intraprese
l
'
educazione
coi
metodi
ch
'
egli
già
aveva
tentato
parzialmente
per
rendere
udenti
i
sordastri
:
credendo
in
principio
che
il
selvaggio
presentasse
le
sue
caratteristiche
d
'
inferiorità
,
non
per
essere
un
organismo
degradato
,
ma
solo
per
la
mancanza
di
educazione
.
Egli
era
seguace
dei
principî
d
'
Helvetius
:
«
l
'
uomo
è
nulla
senza
l
'
opera
dell
'
uomo
»
cioè
credeva
all
'
onnipotenza
dell
'
educazione
:
e
contrario
al
principio
pedagogico
che
il
Rousseau
aveva
lanciato
prima
della
Rivoluzione
:
«
Tout
est
bien
sortant
des
mains
de
l
'
Auteur
des
choses
,
tout
dégénére
dans
les
mains
de
l
'
homme
»
,
cioè
l
'
opera
dell
'
educazione
è
deleteria
,
e
guasta
l
'
uomo
.
Il
selvaggio
-
-
secondo
la
primitiva
illusione
d
'
Itard
-
-
dimostrava
dunque
sperimentalmente
coi
suoi
caratteri
,
la
verità
della
prima
asserzione
.
Quando
però
egli
si
accorse
,
con
l
'
aiuto
di
Pinel
,
di
trovarsi
innanzi
a
un
idiota
-
-
le
sue
teorie
filosofiche
dettero
luogo
ai
più
ammirabili
tentativi
di
Pedagogia
sperimentale
.
Itard
divide
in
due
parti
l
'
educazione
del
selvaggio
:
nella
prima
cerca
di
ricondurre
il
fanciullo
dalla
vita
naturale
alla
vita
sociale
;
nella
seconda
tenta
l
'
educazione
intellettuale
dell
'
idiota
.
Il
fanciullo
,
nella
sua
vita
di
spaventevole
abbandono
,
aveva
trovato
una
felicità
:
egli
si
era
quasi
tuffato
e
unificato
nella
natura
deliziandosene
-
-
le
pioggie
,
le
nevi
,
le
tempeste
,
lo
spazio
senza
fine
,
-
-
erano
stati
i
suoi
spettacoli
,
i
suoi
compagni
,
il
suo
amore
.
La
vita
civile
è
una
rinuncia
a
tutto
ciò
;
ma
è
una
conquista
benefica
al
progresso
umano
.
Nelle
pagine
di
Itard
è
vivamente
descritta
l
'
opera
morale
che
condusse
il
selvaggio
alla
civiltà
,
moltiplicando
i
bisogni
del
fanciullo
,
e
circondandolo
di
amorevoli
cure
.
Ecco
un
saggio
della
ammirabile
opera
paziente
di
Itard
come
osservatore
delle
espressioni
spontanee
del
suo
educando
:
essa
veramente
può
dare
ai
maestri
che
devono
prepararsi
al
metodo
sperimentale
,
un
'
idea
della
pazienza
e
dell
'
annientamento
di
se
stessi
,
occorrenti
innanzi
al
fenomeno
che
deve
osservarsi
:
«
Quando
per
esempio
lo
si
osservava
nell
'
interno
della
sua
camera
,
lo
si
vedeva
dondolarsi
con
una
monotonia
opprimente
,
dirigere
continuamente
gli
occhi
verso
la
finestra
con
uno
sguardo
vagante
nel
vuoto
.
Se
allora
un
vento
di
uragano
soffiava
improvvisamente
,
se
il
sole
nascosto
dietro
le
nubi
si
affacciava
a
un
tratto
rischiarando
vivacemente
l
'
atmosfera
,
erano
clamorosi
scoppi
di
risa
,
una
gioia
quasi
convulsa
.
Talvolta
invece
di
questi
movimenti
di
gioia
era
una
specie
di
rabbia
frenetica
:
egli
si
torceva
le
braccia
,
si
metteva
i
pugni
chiusi
su
gli
occhi
digrignando
i
denti
e
diventando
pericoloso
per
quelli
che
gli
stavano
intorno
.
Un
mattino
che
cadeva
abbondantemente
la
neve
,
mentre
egli
era
ancora
in
letto
,
manda
un
grido
di
gioia
svegliandosi
,
salta
dal
letto
,
corre
alla
finestra
,
poi
alla
porta
;
va
e
viene
con
impazienza
dall
'
una
e
dall
'
altra
;
poi
fugge
così
svestito
nel
giardino
.
Là
,
facendo
scoppiare
la
sua
gioia
con
le
più
acute
grida
,
corre
,
si
rotola
tra
la
neve
,
la
raccoglie
a
manciate
e
l
'
inghiottisce
con
incredibile
avidità
.
Ma
le
sue
sensazioni
non
sempre
si
manifestavano
in
maniera
così
viva
e
chiassosa
,
alla
vista
dei
grandi
spettacoli
della
natura
.
E
degno
di
nota
che
in
certi
casi
essi
sembravano
prendere
l
'
espressione
calma
del
rimpianto
e
della
melanconia
.
Così
,
quando
il
rigore
del
tempo
scacciava
tutti
dal
giardino
,
era
il
momento
ch
'
egli
(
il
selvaggio
dell
'
Aveyron
)
sceglieva
per
discendervi
.
Ne
faceva
più
volte
il
giro
e
finiva
col
sedersi
sull
'
orlo
della
fontana
.
Io
mi
sono
spesso
fermato
durante
ore
intiere
e
con
indicibile
piacere
,
a
osservarlo
in
questa
situazione
;
a
vedere
come
insensibilmente
la
sua
fisonomia
insignificante
o
contratta
da
smorfie
,
assumeva
un
'
espressione
di
tristezza
e
di
melanconica
reminiscenza
,
mentre
gli
sguardi
si
sprofondavano
fissi
,
sulla
superfice
delle
acque
,
ove
egli
stesso
di
tanto
in
tanto
gettava
qualche
foglia
morta
.
Allorché
durante
la
notte
,
a
un
bel
lume
di
luna
piena
,
un
fascio
di
miti
raggi
penetrava
nella
sua
camera
,
raramente
mancava
di
svegliarsi
e
mettersi
davanti
alla
finestra
.
Restava
lì
gran
parte
della
notte
diritto
,
immobile
,
col
collo
teso
,
gli
occhi
fissi
verso
la
campagna
rischiarata
dalla
luna
e
immerso
in
una
specie
di
estasi
contemplativa
,
della
quale
l
'
immobilità
e
il
silenzio
erano
solo
interrotti
a
lunghi
intervalli
,
da
una
inspirazione
profonda
come
un
sospiro
,
che
si
estingueva
in
un
flebile
suono
di
lamenti
»
.
In
altri
brani
Itard
racconta
come
il
fanciullo
non
conoscesse
il
camminare
che
noi
usiamo
nella
vita
civile
,
ma
solo
il
correre
;
e
come
egli
,
Itard
,
corresse
dietro
a
lui
in
principio
quando
lo
conduceva
a
spasso
per
le
vie
di
Parigi
,
non
volendo
frenare
violentemente
la
corsa
del
bambino
.
Il
condurre
graduale
,
dolcissimo
del
selvaggio
a
tutte
le
manifestazioni
della
vita
sociale
,
il
primitivo
adattamento
del
maestro
all
'
allievo
,
anziché
dell
'
allievo
al
maestro
,
la
successiva
attrazione
a
una
vita
nuova
che
doveva
conquistare
il
bambino
con
le
sue
seduzioni
-
-
e
non
essergli
imposta
violentemente
in
modo
che
l
'
educando
ne
risentisse
peso
e
tortura
-
-
sono
altrettanto
preziose
espressioni
educative
,
che
possono
generalizzarsi
e
applicarsi
all
'
educazione
infantile
.
Io
credo
che
non
esista
alcuno
scritto
,
il
quale
offra
al
vivo
un
contrasto
tanto
eloquente
tra
la
vita
naturale
e
la
vita
sociale
e
che
dimostri
come
quest
'
ultima
si
eriga
tutta
su
un
fondamento
di
rinuncie
e
di
costrizioni
.
Basti
pensare
alla
corsa
,
frenata
nel
cammino
e
al
grido
della
voce
alta
,
frenato
nelle
modulazioni
della
voce
umana
che
parla
.
E
pure
,
senza
alcuna
violenza
,
lasciando
alla
vita
sociale
il
compito
di
sedurre
a
poco
a
poco
il
fanciullo
,
l
'
educazione
di
Itard
trionfa
.
La
vita
civile
è
fatta
di
rinuncie
alla
vita
naturale
,
è
vero
:
è
quasi
lo
strappo
dell
'
uomo
dal
grembo
della
terra
,
simile
allo
strappo
del
neonato
dal
seno
materno
:
ma
è
pure
una
vita
nuova
.
Nelle
pagine
di
Itard
traspare
il
finale
trionfo
dell
'
amor
dell
'
uomo
sull
'
amor
della
natura
:
il
selvaggio
dell
'
Aveyron
finisce
col
sentire
e
preferire
l
'
affetto
di
Itard
,
le
carezze
,
le
lacrime
diffuse
su
lui
,
alla
voluttà
di
tuffarsi
gioioso
sulle
nevi
,
e
di
contemplare
l
'
infinita
distesa
del
cielo
in
una
notte
stellata
:
-
-
egli
un
giorno
,
in
un
tentativo
di
fuga
verso
la
campagna
,
tornerà
spontaneamente
dimesso
e
pentito
a
cercare
la
buona
minestra
e
il
letto
caldo
.
Senza
dubbio
l
'
uomo
ha
creato
dei
godimenti
nella
vita
sociale
e
ha
fatto
nascere
con
gran
vigore
,
nella
vita
in
comune
,
l
'
amore
umano
.
Ma
egli
appartiene
pur
sempre
alla
natura
-
-
e
,
specialmente
quando
è
bambino
,
ne
ha
bisogno
,
per
trarne
le
forze
necessarie
allo
sviluppo
del
corpo
e
dello
spirito
.
Noi
abbiamo
comunicazioni
intime
con
la
natura
,
che
influiscono
anche
materialmente
sulla
crescenza
del
corpo
.
(
Per
esempio
,
un
fisiologo
,
isolando
le
piccole
cavie
dal
magnetismo
terrestre
con
degli
isolatori
,
le
vide
crescere
rachitiche
)
.
Nell
'
educazione
dei
piccoli
fanciulli
si
ripete
il
dramma
educativo
di
Itard
:
noi
dobbiamo
preparare
l
'
uomo
,
che
è
tra
gli
esseri
vivi
e
appartiene
perciò
alla
natura
,
-
-
alla
vita
sociale
-
-
perché
questa
,
essendo
opera
sua
propria
,
deve
pur
corrispondere
all
'
esplicazione
delle
sue
attività
naturali
.
Ma
i
vantaggi
che
con
la
vita
sociale
gli
prepariamo
,
sfuggono
al
piccolo
fanciullo
,
che
è
in
principio
della
sua
vita
un
essere
prevalentemente
vegetativo
.
Raddolcire
nell
'
educazione
questo
passaggio
,
dando
una
gran
parte
dell
'
opera
educativa
alla
natura
stessa
,
è
cosa
necessaria
quanto
quella
di
non
istrappare
improvvisamente
e
violentemente
il
piccolo
bambino
alla
madre
,
per
condurlo
a
scuola
;
come
appunto
si
fa
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
situate
dentro
i
casamenti
ove
abitano
i
genitori
,
dove
il
grido
del
bambino
giunge
alla
madre
e
la
voce
materna
vi
risponde
.
Oggi
,
sotto
forma
d
'
igiene
infantile
,
vien
molto
coltivata
questa
parte
dell
'
educazione
:
i
fanciulli
si
fanno
crescere
all
'
aria
aperta
,
nei
pubblici
giardini
-
-
o
si
lasciano
per
molte
ore
seminudi
in
riva
al
mare
,
esposti
ai
raggi
del
sole
.
Si
è
compreso
,
diffondendo
le
colonie
marine
e
appennine
,
che
il
miglior
mezzo
di
rinvigorire
il
fanciullo
,
è
tuffarlo
nella
natura
.
I
vestiti
succinti
e
comodi
dei
fanciulli
,
le
calzature
a
sandalo
,
la
nudità
delle
estremità
inferiori
-
-
sono
altrettante
liberazioni
dai
vincoli
opprimenti
della
civiltà
.
È
ovvio
il
principio
che
si
debba
nell
'
educazione
sacrificare
alla
libertà
naturale
quel
tanto
solo
che
è
necessario
alla
conquista
dei
maggiori
beni
che
offre
la
vita
civile
:
senza
inutili
sacrifici
.
Ma
in
tutti
questi
progressi
dell
'
educazione
infantile
moderna
,
siamo
rimasti
avvinti
nel
pregiudizio
che
nega
al
fanciullo
le
espressioni
e
i
bisogni
spirituali
-
-
e
ce
lo
fa
considerare
solo
come
un
amabile
corpo
vegetante
,
che
noi
dobbiamo
curare
,
baciare
e
far
muovere
.
L
'
educazione
che
una
buona
madre
o
una
buona
maestra
moderna
dànno
oggi
al
bambino
che
,
p
.
es
.
,
corre
tra
ajuole
fiorite
-
-
è
quella
di
non
toccare
i
fiori
-
-
e
di
non
calpestare
le
erbe
-
-
quasi
che
al
fanciullo
bastasse
soddisfare
ai
bisogni
fisiologici
del
suo
corpo
,
muovendo
le
gambe
e
respirando
aria
libera
.
Ma
se
per
la
vita
fisica
è
necessario
lasciare
il
fanciullo
esposto
alle
forze
vivificatrici
della
natura
,
è
pur
necessario
per
la
sua
vita
psichica
porre
l
'
anima
del
fanciullo
in
contatto
con
la
creazione
,
per
far
tesoro
delle
forze
direttamente
educatrici
della
natura
viva
.
Il
metodo
per
giungere
a
ciò
,
è
quello
di
avviare
il
bambino
ai
lavori
agricoli
,
guidandolo
alla
coltivazione
delle
piante
e
degli
animali
,
e
quindi
alla
contemplazione
intelligente
della
natura
.
Già
in
Inghilterra
la
signora
Latter
ha
immaginato
di
dare
le
basi
a
un
metodo
di
educazione
infantile
,
col
giardinaggio
e
l
'
orticoltura
.
Ella
vede
nella
contemplazione
della
vita
che
si
svolge
,
le
basi
della
religione
,
poiché
l
'
anima
del
bambino
andrà
dalla
creatura
al
creatore
;
e
il
punto
di
partenza
per
l
'
educazione
intellettuale
,
che
ella
limita
al
disegno
dal
vero
conducente
all
'
arte
;
e
alle
nozioni
sulle
piante
,
sugli
insetti
,
sulle
stagioni
,
che
scaturiscono
dall
'
agricoltura
;
e
ancora
sulle
prime
nozioni
di
vita
menagère
,
che
provengono
dalla
coltivazione
e
preparazione
culinaria
di
alcuni
prodotti
alimentari
,
che
poi
i
bambini
servono
in
tavola
,
provvedendo
in
seguito
anche
al
lavaggio
delle
stoviglie
.
Il
concetto
della
Latter
è
troppo
unilaterale
;
ma
i
suoi
asili
,
che
vanno
diffondendosi
in
Inghilterra
,
completano
indubbiamente
l
'
educazione
naturale
che
,
finora
,
limitata
al
lato
fisico
,
fu
già
tanto
efficace
a
rinvigorire
eccellentemente
il
corpo
dei
bambini
inglesi
.
Inoltre
la
sua
esperienza
dà
un
contributo
positivo
alla
praticità
degli
insegnamenti
agricoli
verso
i
piccoli
bambini
.
In
quanto
ai
deficienti
,
io
vidi
a
Parigi
largamente
applicare
l
'
agricoltura
alla
loro
educazione
,
con
quei
mezzi
che
la
genialità
del
Baccelli
volle
introdurre
nelle
scuole
elementari
,
quando
tentò
istituire
i
«
campicelli
educativi
»
.
Cioè
in
ogni
campicello
si
seminano
prodotti
agricoli
diversi
-
-
dimostrando
praticamente
in
quale
modo
e
in
quale
epoca
avvengano
le
seminagioni
e
i
raccolti
,
quale
è
il
tempo
di
sviluppo
dei
varî
prodotti
;
quale
la
maniera
di
preparare
il
terreno
,
di
arricchirlo
coi
concimi
naturali
o
chimici
,
ecc
.
Lo
stesso
per
le
piante
ornamentali
e
pel
giardinaggio
-
-
che
forma
poi
il
lavoro
di
massimo
provento
pei
deficienti
,
allorché
sono
in
età
di
esercitare
una
professione
.
Ma
questo
lato
dell
'
educazione
,
se
contiene
prima
un
metodo
oggettivo
di
coltura
intellettuale
e
poi
una
preparazione
professionale
,
non
è
,
secondo
me
,
da
prendersi
in
alcuna
considerazione
per
l
'
educazione
infantile
.
Il
concetto
educativo
in
questa
età
deve
essere
unicamente
quello
di
aiutare
lo
svolgimento
psico
fisico
dell
'
individuo
;
e
in
tal
caso
l
'
agricoltura
e
la
coltivazione
degli
animali
-
-
contengono
in
sé
mezzi
preziosi
di
educazione
morale
,
i
quali
possono
analizzarsi
assai
più
di
quel
che
non
faccia
la
Latter
la
quale
vi
riconosce
essenzialmente
la
via
di
condurre
l
'
anima
del
fanciullo
al
sentimento
religioso
.
In
verità
in
questa
via
,
che
è
una
scala
,
possono
riconoscersi
varii
gradini
di
passaggio
;
ne
accenno
qui
i
principali
:
1°
Il
fanciullo
s
'
inizia
all
'
osservazione
dei
fenomeni
della
vita
;
egli
si
pone
perciò
innanzi
alle
piante
e
agli
animali
in
condizioni
analoghe
a
quelle
in
cui
si
trova
il
maestro
osservatore
verso
di
lui
.
A
poco
a
poco
,
crescendo
l
'
interesse
all
'
osservazione
,
crescono
pure
le
sue
cure
premurose
verso
gli
esseri
viventi
-
-
e
di
qui
si
può
logicamente
far
giungere
il
bambino
ad
apprezzare
le
cure
che
di
lui
si
prendono
la
maestra
e
la
madre
.
2°
Il
fanciullo
s
'
inizia
alla
previdenza
in
forza
di
un
'
autoeducazione
;
allorquando
egli
sa
che
la
vita
delle
piante
seminate
dipende
dalla
sua
cura
di
innaffiarle
,
e
quella
degli
animali
dalla
sua
diligenza
nel
nutrirli
,
senza
di
che
la
pianticina
si
secca
e
l
'
animale
soffre
la
fame
-
-
il
fanciullo
diventa
vigile
come
chi
principia
a
sentire
una
missione
nella
vita
.
Inoltre
una
voce
ben
diversa
da
quella
della
madre
e
della
maestra
che
lo
richiamano
ai
suoi
doveri
,
parla
qui
-
-
esortandolo
a
non
dimenticare
mai
il
compito
intrapreso
.
È
la
voce
gemente
della
vita
bisognosa
che
vive
delle
sue
cure
.
Tra
il
bambino
e
gli
esseri
viventi
ch
'
egli
coltiva
,
nasce
una
corrispondenza
misteriosa
,
che
induce
il
fanciullo
a
compiere
alcuni
determinati
atti
,
senza
l
'
intervento
della
maestra
,
cioè
lo
conducono
ad
un
'
autoeducazione
.
I
premî
che
il
fanciullo
raccoglie
,
rimangono
pure
tra
lui
e
la
natura
:
ecco
una
mattina
,
dopo
lunghe
cure
pazienti
per
portare
il
becchime
e
le
pagliuzze
ai
piccioni
che
covano
-
-
i
piccoli
!
ecco
una
quantità
di
pulcini
pigolare
intorno
alla
chioccia
,
che
ieri
stava
immobile
entro
la
sua
cova
.
Ecco
un
giorno
i
coniglietti
tenerissimi
entro
la
conigliera
,
ove
prima
viveva
solitaria
la
coppia
dei
grossi
conigli
,
alla
quale
egli
aveva
non
poche
volte
portato
con
molto
amore
le
verdure
avanzate
in
cucina
a
sua
madre
.
Io
non
ho
potuto
ancora
impiantare
in
Roma
l
'
allevamento
degli
animali
;
ma
nella
«
Casa
dei
Bambini
»
di
Milano
vivono
parecchi
animali
,
tra
cui
una
coppia
di
graziosissime
galline
americane
piccole
e
bianche
,
che
abitano
in
un
minuscolo
ed
elegante
chalet
simile
nella
sua
costruzione
a
una
pagoda
cinese
:
ed
innanzi
un
pezzetto
di
terreno
chiuso
da
un
recinto
-
-
è
riservato
alla
coppia
.
La
porticina
dello
chalet
si
chiude
a
chiave
la
sera
;
ed
i
bambini
a
turno
ne
prendono
cura
.
Con
quanta
gioia
il
mattino
vanno
a
schiavare
la
porticina
-
-
a
portare
l
'
acqua
e
il
becchime
!
e
con
qual
cura
vigilano
durante
tutto
il
giorno
-
-
e
la
sera
richiudono
a
chiave
la
porticina
dopo
essersi
assicurati
che
nulla
manca
alle
galline
!
Mi
comunica
la
maestra
che
tra
tutti
gli
esercizi
educativi
,
questo
è
il
più
gradito
-
-
e
sembra
pure
tra
tutti
il
più
importante
.
Molte
volte
,
mentre
i
fanciulli
si
occupano
in
classe
tranquillamente
,
ciascuno
a
ciò
che
preferisce
-
-
uno
,
o
due
,
o
tre
si
alzano
in
silenzio
e
vanno
fuori
a
dare
un
'
occhiata
agli
animali
per
vedere
se
abbisognano
di
cure
.
Spesso
accade
che
un
fanciullo
si
assenti
per
lungo
tempo
e
la
maestra
lo
sorprenda
incantato
a
guardare
i
pesci
che
guizzano
rosseggiando
e
risplendendo
al
sole
,
dentro
le
acque
della
fontana
.
Un
giorno
ricevo
dalla
maestra
di
Milano
una
lettera
ove
mi
parla
con
grande
entusiasmo
d
'
una
notizia
bella
,
veramente
bella
:
sono
nati
i
piccoli
dei
piccioni
.
Per
i
bambini
fu
una
gran
festa
:
essi
si
sentivano
un
poco
padri
di
quei
piccini
-
-
e
nessun
premio
antificioso
che
avesse
carezzato
la
loro
vanità
-
-
avrebbe
mai
potuto
provocare
così
nobile
emozione
.
Non
meno
grandi
sono
le
gioie
che
procura
la
natura
vegetale
.
In
una
«
Casa
dei
Bambini
»
di
Roma
,
non
avendo
terreno
coltivabile
si
sono
disposti
vasi
da
fiori
tutto
intorno
alla
vastissima
terrazza
e
piante
rampicanti
vicino
ai
muri
.
I
fanciulli
non
dimenticavano
mai
d
'
innaffiar
le
piante
coi
loro
piccoli
innaffiatoi
.
Un
giorno
-
-
io
li
trovai
seduti
in
terra
tutti
in
circolo
attorno
a
una
splendida
rosa
rossa
che
era
sbocciata
la
notte
;
silenziosi
e
tranquilli
,
veramente
immersi
in
muta
contemplazione
.
3°
I
fanciulli
s
'
iniziano
alla
virtù
della
pazienza
e
alla
fiducia
nell
'
attesa
;
che
è
una
forma
di
fede
e
di
filosofia
della
vita
.
Allorché
i
bambini
pongono
un
seme
nella
terra
e
aspettano
che
fruntifichi
;
e
vedono
il
primo
apparire
della
pianticella
informe
-
-
e
attendono
la
crescenza
e
le
trasformazioni
sino
al
fiore
e
al
frutto
-
-
;
e
vedono
come
alcune
piante
germoglino
prima
e
altre
dopo
;
e
come
le
piante
caduche
abbiano
rapida
vita
e
gli
alberi
fruntiferi
una
crescenza
più
lenta
-
-
finiscono
con
l
'
acquistare
un
equilibrio
pacifico
della
coscienza
-
-
e
i
primi
germi
di
quella
saggezza
che
tanto
caratterizzava
i
lavoratori
della
terra
,
nei
tempi
in
cui
conservavano
ancora
la
loro
primitiva
semplicità
.
4°
I
fanciulli
s
'
ispirano
al
sentimento
della
natura
,
che
è
mantenuto
dalle
meraviglie
della
creazione
,
la
quale
dona
con
generosità
non
misurata
al
lavoro
di
chi
l
'
aiuta
a
svolgere
la
vita
delle
creature
.
Già
sul
lavoro
che
il
bambino
compie
,
una
specie
di
corrispondenza
nasce
tra
la
sua
anima
e
le
vite
che
si
svolgono
sotto
le
sue
cure
.
Il
bambino
ama
naturalmente
le
manifestazioni
della
vita
:
la
signora
Latter
ci
narra
come
facilmente
i
piccini
si
interessino
anche
ai
lombrici
della
terra
,
e
al
movimento
dalle
larve
degl
'
insetti
nel
concime
senza
sentire
quel
ribrezzo
che
noi
,
cresciuti
nell
'
isolamento
dalla
natura
,
proviamo
verso
certi
animali
.
È
bene
dunque
sviluppare
questo
sentimento
di
fiducia
e
di
confidenza
negli
esseri
vivi
,
che
è
poi
una
forma
d
'
amore
e
di
unione
con
l
'
universo
.
Ma
ciò
che
più
svolge
il
sentimento
della
natura
,
è
la
coltivazione
degli
individui
vivi
,
perché
essi
,
col
loro
naturale
sviluppo
,
restituiscono
assai
più
che
non
si
dia
,
e
mostrano
qualche
cosa
di
infinito
nella
loro
bellezza
e
nella
loro
varietà
.
Il
bambino
che
coltivò
l
'
iris
,
o
il
giglio
,
o
la
rosa
,
o
il
giacinto
-
-
depose
nella
terra
un
seme
o
un
tubero
,
e
versò
periodicamente
acqua
:
-
-
così
quegli
che
seminò
un
alberello
fruntifero
;
ed
ecco
il
fiore
sbocciato
e
il
frutto
maturato
presentarglisi
come
un
dono
generoso
della
natura
,
un
premio
ricchissimo
a
piccolo
sforzo
.
Quasi
sembra
che
la
natura
corrisponda
più
coi
suoi
doni
al
sentimento
di
desiderio
,
e
all
'
amore
vigilante
del
coltivatore
,
anziché
fare
un
bilancio
con
le
sue
fatiche
materiali
.
Ben
altrimenti
sarà
quando
il
fanciullo
dovrà
raccogliere
i
frutti
materiali
del
suo
lavoro
;
oggetti
immobili
,
uniformi
,
che
si
consumano
e
disperdono
anziché
accrescersi
e
moltiplicarsi
.
La
differenza
tra
i
prodotti
della
natura
e
quelli
dell
'
industria
,
tra
i
prodotti
divini
e
quelli
umani
:
ecco
ciò
che
dovrà
spontaneamente
nascere
come
una
constatazione
di
fatto
,
nella
coscienza
dei
fanciulli
.
Ma
al
tempo
stesso
,
come
la
pianta
deve
dare
il
suo
frutto
,
così
l
'
uomo
deve
dare
il
suo
lavoro
.
5°
Il
fanciullo
segue
la
via
naturale
dello
sviluppo
del
genere
umano
.
-
-
Infine
tale
educazione
fa
armonizzare
l
'
evoluzione
individuale
con
quella
dell
'
umanità
.
L
'
uomo
passò
dallo
stato
naturale
a
quello
antificiale
,
procedendo
a
traverso
i
lavori
dell
'
agricoltura
:
quando
scoprì
il
segreto
di
intensificare
la
produzione
della
terra
,
ottenne
il
premio
della
civiltà
.
Ugual
cammino
dovrà
percorrere
il
fanciullo
che
è
destinato
a
diventare
un
uomo
civile
.
L
'
azione
della
natura
educatrice
così
intesa
-
-
è
molto
praticamente
accessibile
.
Perché
,
ove
pur
manchi
il
vasto
terreno
e
il
cortile
che
sarebbero
necessarii
all
'
educaaione
fisica
-
-
potrà
sempre
trovarsi
qualche
metro
quadrato
di
terreno
coltivabile
,
o
un
piccolo
luogo
ove
i
piccioni
possano
fare
il
loro
nido
,
cose
sufficienti
all
'
educazione
spirituale
.
Anche
un
vaso
da
fiori
sulla
finestra
può
a
rigore
bastare
all
'
uopo
.
Nella
prima
«
Casa
dei
Bambini
»
di
Roma
abbiamo
un
vasto
cortile
coltivato
a
giardino
,
ove
i
fanciulli
possono
correre
all
'
aria
libera
-
-
e
poi
un
lungo
terreno
che
da
un
lato
è
piantato
ad
alberi
,
in
mezzo
ha
un
sentiero
brecciato
,
e
dal
lato
opposto
ha
le
zolle
libere
per
la
coltivazione
delle
piante
:
-
-
queste
abbiamo
diviso
in
tante
porzioni
,
riserbandone
una
a
ciascun
bambino
.
Mentre
i
più
piccini
corrono
liberamente
sul
sentiero
brecciato
,
o
si
riposano
all
'
ombra
degli
alberi
,
i
possessori
della
terra
(
bambini
dai
4
anni
d
'
età
in
su
)
seminano
,
o
zappano
o
innaffiano
-
-
o
contemplano
la
superfice
del
terreno
,
spiando
il
germogliar
delle
piante
.
Fatto
interessante
;
i
piccoli
terreni
dei
bimbi
sono
posti
lungo
la
parete
del
casamento
,
in
un
luogo
molto
solitario
,
perché
corrisponde
a
una
via
cieca
;
gli
abitanti
della
casa
avevano
perciò
l
'
abitudine
di
gettar
da
quelle
finestre
ogni
lordura
e
in
principio
anche
il
nostro
giardino
fu
così
contaminato
.
Ma
a
poco
a
poco
,
senza
alcuna
esortazione
da
parte
nostra
,
solo
pel
rispetto
nato
nell
'
animo
del
popolo
verso
il
lavoro
dei
bambini
,
più
nulla
scese
dalle
finestre
,
fuorché
lo
sguardo
tenero
e
il
sorriso
delle
madri
,
verso
la
terra
che
è
possesso
amato
dei
loro
piccoli
figli
.
LAVORO
MANUALE
L
'
arte
vasaia
e
le
costruzioni
Si
distingue
il
lavoro
manuale
dalla
ginnastica
manuale
-
-
in
quanto
questa
ha
lo
scopo
di
esercitare
la
mano
,
e
quello
di
compiere
un
lavoro
determinato
,
avente
o
simulante
uno
scopo
socialmente
utile
.
L
'
una
perfeziona
l
'
individuo
;
l
'
altro
arricchisce
l
'
ambiente
;
le
due
cose
sono
tuttavia
collegate
,
perché
,
può
in
generale
,
produrre
un
lavoro
utile
,
solo
chi
perfezionò
la
propria
mano
.
Ho
creduto
,
dopo
breve
prova
,
di
escludere
completamente
i
lavori
del
Froebel
-
-
perché
le
tessiture
e
le
cuciture
su
cartoncini
sono
inadatte
allo
stato
fisiologico
dell
'
organo
visivo
infantile
,
ove
i
poteri
dell
'
accomodazione
dell
'
occhio
non
hanno
ancora
raggiunto
il
completo
sviluppo
:
quindi
quei
lavori
provocano
uno
sforzo
dell
'
organo
,
che
può
avere
una
fatale
influenza
sullo
sviluppo
della
vista
.
Gli
altri
lavorini
del
Froebel
,
come
le
piegature
di
carta
,
sono
esercizi
della
mano
,
non
lavori
.
Infine
resterebbero
i
lavori
di
plastica
,
i
più
razionali
tra
tutti
i
lavori
del
Froebel
,
consistenti
nel
far
riprodurre
dal
bambino
con
la
creta
oggetti
determinati
.
Io
però
,
in
base
al
sistema
di
libertà
che
mi
sono
proposta
,
non
amavo
di
far
copiare
nulla
ai
fanciulli
:
-
-
e
,
dando
loro
la
creta
perché
la
plasmassero
a
capriccio
,
non
indirizzavo
i
bambini
a
produrre
lavori
utili
;
né
compivo
un
'
opera
educativa
,
in
quantoché
come
più
tardi
dirò
,
i
lavori
di
plastica
libera
servono
a
studiare
l
'
individualità
psichica
del
fanciullo
nelle
sue
manifestazioni
spontanee
,
ma
non
a
educarlo
.
Pensai
perciò
di
sperimentare
nelle
«
Case
dei
bambini
»
alcuni
lavori
interessantissimi
che
avevo
veduto
compiere
da
un
geniale
artista
,
il
prof
.
Randone
,
nella
«
Scuola
di
arte
educatrice
»
da
lui
fondata
-
-
scuola
sorta
in
sieme
a
una
società
pei
giovanetti
intitolata
«
Giovinezza
Gentile
»
-
-
aventi
,
così
la
scuola
come
la
società
,
lo
scopo
di
educare
i
giovani
alla
gentilezza
verso
l
'
ambiente
-
-
cioè
al
rispetto
degli
oggetti
,
degli
edifizî
,
dei
monumenti
:
parte
veramente
importante
dell
'
educazione
civile
,
e
che
m
'
interessava
in
modo
particolare
,
per
le
Case
dei
Bambini
,
avendo
tale
istituzione
lo
scopo
fondamentale
d
'
insegnare
appunto
il
rispetto
alle
mura
,
alla
casa
,
all
'
ambiente
.
Con
molta
opportunità
il
prof
.
Randone
aveva
pensato
che
la
società
«
Giovinezza
Gentile
»
-
-
non
poteva
arditamente
fondarsi
su
predicazioni
teoriche
di
principî
di
civiltà
-
-
o
su
impegni
presi
moralmente
dai
ragazzi
;
ma
che
doveva
procedere
da
una
educazione
artistica
,
conducente
il
giovinetto
ad
apprezzare
ad
amare
e
quindi
a
rispettare
gli
oggetti
e
specialmente
i
monumenti
.
Così
la
Scuola
di
Arte
Educatrice
fu
ispirata
da
un
vasto
concetto
artistico
,
comprendente
la
riproduzione
degli
oggetti
che
più
comunemente
s
'
incontrano
nell
'
ambiente
;
la
storia
e
la
preistoria
della
loro
produzione
e
l
'
illustrazione
dei
principali
monumenti
archeologici
.
Onde
raggiungere
più
direttamente
lo
scopo
,
il
prof
.
Randone
fondò
la
sua
ammirabile
scuola
nello
spessore
di
una
delle
più
artistiche
parti
delle
mura
di
Roma
,
cioè
le
mura
di
Belisario
,
prospicenti
a
Villa
Umberto
I
;
mura
affatto
trascurate
dalle
autorità
,
in
nessun
modo
rispettate
dai
cittadini
-
-
e
che
il
Randone
circondò
di
cure
,
ornandole
di
graziosi
giardini
pensili
fuori
,
e
collocandovi
dentro
la
Scuola
d
'
Arte
,
formatrice
di
Giovinezza
Gentile
.
Qui
il
Randone
ha
cercato
molto
opportunamente
di
riedificare
e
ravvivare
una
forma
d
'
arte
che
fu
già
gloria
italiana
e
fiorentina
:
l
'
arte
vasaja
-
-
cioè
quella
di
costruire
il
vaso
.
L
'
importanza
archeologica
,
storica
e
artistica
del
vaso
-
-
è
tra
le
più
grandi
-
-
e
può
solo
paragonarsi
alla
numismatica
.
Infatti
l
'
oggetto
primo
di
cui
abbisognò
l
'
u
manità
fu
il
vaso
,
che
nacque
insieme
all
'
utilizzazione
del
fuoco
,
e
prima
della
scoperta
della
produzione
del
fuoco
.
Invero
i
primi
alimenti
dell
'
uomo
furono
cotti
in
un
vaso
.
Uno
degli
oggetti
etnicamente
più
importanti
per
giudicare
la
civiltà
di
un
popolo
primitivo
,
è
il
grado
di
perfezione
raggiunto
dai
vasi
;
infatti
il
vaso
per
la
vita
domestica
,
come
l
'
ascia
per
la
vita
sociale
,
sono
i
primi
simboli
religiosi
collegati
coi
templi
degli
dei
,
e
col
culto
dei
morti
.
Ancora
le
religioni
odierne
hanno
nei
Sancta
Sanctorum
i
vasi
sacri
.
I
popoli
progrediti
nella
civiltà
,
manifestano
il
sentimento
dell
'
arte
,
e
il
gusto
estetico
,
pur
nei
vasi
,
che
si
moltiplicano
in
forme
quasi
infinite
,
come
ci
mostra
l
'
arte
egizia
,
etrusca
e
greca
.
Il
vaso
perciò
nasce
,
si
perfeziona
e
si
moltiplica
negli
usi
e
nelle
forme
,
con
la
civiltà
umana
;
e
la
storia
del
vaso
procede
con
la
storia
stessa
dell
'
umanità
.
Oltre
all
'
importanza
civile
e
morale
del
vaso
esso
ne
ha
un
'
altra
pratica
:
quella
di
prestarsi
ad
ogni
modificazione
di
forma
,
di
sostenere
ogni
più
diverso
ornamento
-
-
cioè
di
lasciare
libera
l
'
opera
individuale
dell
'
artista
.
Così
,
una
volta
appresa
la
manualità
conducente
alla
costruzione
dei
vasi
,
(
ed
ecco
la
parte
del
progresso
nel
lavoro
imparato
dall
'
insegnamento
diretto
e
graduale
del
maestro
)
ognuno
può
portarvi
modificazioni
,
secondo
l
'
ispirazione
del
proprio
gusto
estetico
(
parte
artistica
,
individuale
del
lavoro
)
.
Oltre
a
ciò
nella
Scuola
del
Randone
s
'
insegna
ad
usare
il
tornio
,
a
comporre
la
miscela
per
dare
il
bagno
alle
majoliche
,
e
a
cuocere
i
pezzi
nel
forno
:
modalità
di
lavoro
manuale
,
che
contengono
una
coltura
industriale
.
Un
'
altra
forma
di
lavoro
nella
Scuola
di
Arte
educatrice
è
la
fabbricazione
di
mattoni
minuscoli
,
con
la
relativa
cottura
al
forno
;
e
la
costruzione
di
minuscole
mura
elevate
con
le
manualità
stesse
che
i
muratori
usano
nel
le
costruzioni
delle
case
,
unendo
i
mattoni
a
mezzo
della
calce
maneggiata
con
la
cucchiaia
.
Dopo
la
costruzione
semplice
del
muro
,
divertentissima
pei
bambini
che
lo
elevano
accostando
mattone
a
mattone
,
sovrapponendo
fila
a
fila
-
-
i
fanciulli
passano
alla
costruzione
di
vere
e
proprie
case
-
-
prima
appoggiate
sul
terreno
,
e
poi
veramente
costruite
con
le
fondamenta
,
cui
precede
lo
scavo
di
larghe
buche
in
terra
,
a
mezzo
di
piccole
zappe
e
pale
.
Le
casette
hanno
i
fori
corrispondenti
alle
finestre
e
alle
porte
-
-
e
sono
variamente
ornate
nella
facciata
da
mattonelle
di
majolica
lucide
e
diversamente
colorate
;
-
-
lavoro
anch
'
esso
dei
fanciulli
.
Così
i
bambini
imparano
ad
apprezzare
gli
oggetti
e
le
costruzioni
che
li
circondano
,
mentre
un
vero
lavoro
manuale
ed
artistico
li
esercita
con
molto
profitto
.
Questo
è
il
lavoro
manuale
che
ho
adottato
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
:
dopo
due
o
tre
lezioni
i
piccoli
allievi
già
si
appassionano
nella
costruzione
dei
vasi
e
conservano
con
gran
cura
i
proprî
lavori
dei
quali
vanno
orgogliosi
.
Con
la
plastica
poi
modellano
piccoli
oggetti
,
uova
o
frutta
,
dei
quali
riempiono
i
vasi
stessi
.
Uno
dei
primi
lavori
è
il
vaso
semplice
in
creta
rossa
,
pieno
di
uova
in
creta
bianca
;
viene
poi
la
modellatura
del
vaso
con
uno
o
più
becchi
,
del
vaso
a
bocca
stretta
,
del
vaso
col
manico
,
di
quello
a
due
o
tre
manichi
,
del
tripode
,
dell
'
anfora
.
Per
i
bambini
di
cinque
o
sei
anni
si
comincia
il
lavoro
al
tornio
.
Ma
ciò
che
più
esalta
la
gioia
dei
bambini
è
il
lavoro
di
elevare
un
muro
coi
piccoli
mattoni
,
e
di
veder
sorgere
una
casetta
frutto
delle
proprie
mani
,
vicino
al
terreno
ove
crescono
le
piante
coltivate
pure
da
loro
.
Così
l
'
età
infantile
compendia
i
principali
lavori
primitivi
dell
'
umanità
-
-
quando
essa
da
nomade
facendosi
stabile
,
chiese
alla
terra
i
suoi
frutti
;
si
fabbricò
dei
ricoveri
,
e
compose
i
vasi
per
cucinare
gli
alimenti
che
la
feconda
terra
produce
.
EDUCAZIONE
DEI
SENSI
In
un
metodo
di
Pedagogia
sperimentale
-
-
deve
indubbiamente
salire
alla
massima
importanza
l
'
educazione
dei
sensi
.
Anche
la
Psicologia
sperimentale
prese
le
mosse
dalla
estesiometria
.
La
pedagogia
però
,
sia
pure
usufruendo
della
psicometria
-
-
non
deve
misurare
le
sensazioni
,
ma
educare
i
sensi
:
ecco
un
punto
facile
a
intendersi
-
-
e
pure
assai
spesso
confuso
.
Mentre
i
procedimenti
estesiometrici
non
sono
in
gran
parte
applicabili
ai
piccoli
bambini
,
può
essere
tuttavia
possibile
l
'
educazione
sensoriale
.
Noi
non
partiamo
qui
dalle
conclusioni
della
psicologia
sperimentale
-
-
cioè
non
è
la
conoscenza
delle
condizioni
sensoriali
medie
secondo
le
età
-
-
che
ci
conduce
a
determinate
applicazioni
educative
.
Noi
partiamo
essenzialmente
da
un
metodo
e
con
grande
probabilità
è
la
psicologia
che
potrà
attingere
le
sue
conclusioni
dalla
pedagogia
così
intesa
,
e
non
viceversa
.
Il
metodo
da
me
usato
è
quello
di
compiere
un
esperimento
pedagogico
con
un
oggetto
didattico
e
attenderne
le
reazioni
spontanee
dei
bambino
;
metodo
in
tutto
analogo
a
quello
della
psicologia
sperimentale
.
Faccio
uso
di
un
materiale
didattico
,
che
a
tutta
prima
potrebbe
confondersi
con
un
materiale
psicometrico
:
i
maestri
di
Milano
,
che
avevano
seguito
il
corso
del
Pizzoli
,
vedendo
esposto
il
mio
materiale
,
vi
riconobbero
dei
cromoestesiometri
,
degli
stereognometri
,
dei
baroestesiometri
-
-
e
conclusero
che
in
verità
non
portavo
nessun
nuovo
contributo
alla
pedagogia
,
perché
già
tali
istrumenti
erano
ben
noti
ai
maestri
di
Milano
.
Ma
la
profonda
differenza
tra
i
due
materiali
sta
in
ciò
:
gli
estesiometri
portano
in
sé
la
possibilità
di
misurare
,
i
miei
oggetti
invece
non
permettono
sempre
una
misura
;
ma
sono
adatti
a
far
esercitare
i
sensi
.
Perché
un
istrumento
riesca
a
tale
scopo
pedagogico
,
è
necessario
che
non
istanchi
,
ma
anzi
diverta
il
bambino
;
ecco
la
difficoltà
della
scelta
nel
materiale
didattico
.
Si
sa
che
l
'
istrumento
psicometrico
è
un
grande
consumatore
di
energie
-
-
per
questo
,
quando
il
Pizzoli
volle
applicare
anche
alla
educazione
dei
sensi
alcuni
suoi
istrumenti
psicometrici
-
-
non
riuscì
nell
'
intento
,
perché
il
bambino
vi
si
annoiava
,
cioè
si
stancava
.
Invece
:
Lo
scopo
dell
'
educazione
è
quello
di
sviluppare
le
energie
Gli
istrumenti
psicometrici
-
-
o
meglio
quelli
estesiometrici
-
-
sono
preparati
nelle
loro
graduazioni
differenziali
,
sulla
legge
di
Weber
che
,
invero
,
fu
tratta
da
esperimenti
sull
'
adulto
.
Noi
verso
i
piccoli
bambini
dobbiamo
procedere
a
tentativi
e
scegliere
il
materiale
didattico
al
quale
essi
mostrano
interesse
.
Questo
ho
fatto
io
nel
primo
anno
d
'
esperienza
nelle
«
Case
dei
bambini
»
,
adottando
stimoli
differentissimi
,
alcuni
dei
quali
avevo
già
sperimentati
nella
scuola
dei
deficienti
.
Dovetti
presso
i
bambini
normali
sopprimere
una
gran
quantità
del
materiale
adottato
pei
deficienti
,
e
altro
molto
modificarne
:
ma
credo
di
essere
venuta
a
una
scelta
di
oggetti
(
qui
non
li
vogliamo
chiamare
col
linguaggio
psicologico
:
stimoli
)
che
rappresentano
il
ristretto
necessario
alla
praticità
dell
'
educazione
sensoriale
.
Tali
oggetti
costituiscono
l
'
insieme
del
sistema
didattico
da
me
adot
tato
e
che
si
fabbrica
oggi
alla
Casa
di
lavoro
dell
'
Umanitaria
di
Milano
8
.
La
descrizione
degli
oggetti
sarà
esposta
man
mano
che
ne
verrà
determinato
l
'
uso
educativo
;
qui
mi
limito
solo
ad
enunciare
considerazioni
generali
:
1°
Differenza
di
reazione
tra
i
fanciulli
deficienti
e
i
normali
,
verso
il
materiale
didattico
costituito
da
graduali
stimoli
sensoriali
.
Tale
differenza
è
determinata
dal
fatto
:
che
il
medesimo
materiale
didattico
,
pei
deficienti
rende
possibile
l
'
educazione
;
pei
normali
provoca
l
'
autoeducazione
.
Questo
fatto
è
tra
i
più
interessanti
riscontrati
nella
mia
esperienza
;
ed
è
esso
che
ha
ispirato
e
reso
possibile
il
metodo
dell
'
osservazione
e
della
libertà
.
Supponiamo
di
usare
come
primo
oggetto
,
un
pezzo
da
incastri
solidi
:
cioè
un
sostegno
ove
s
'
incastrano
esattamente
dieci
piccoli
cilindri
di
legno
,
la
cui
base
differisce
gradualmente
di
2
mm
.
circa
.
Il
giuoco
sta
nel
togliere
dal
loro
posto
i
cilindri
,
metterli
sul
tavolino
,
mescolarli
,
e
poi
infilarli
ancora
ciascuno
al
suo
posto
:
lo
scopo
è
di
educare
l
'
occhio
alla
percezione
differenziale
delle
dimensioni
.
Pel
fanciullo
deficiente
occorreva
,
intanto
,
cominciare
da
esercizî
ove
gli
stimoli
fossero
assai
più
contrastanti
,
e
si
giungeva
a
questo
esercizio
dopo
molti
altri
precedenti
.
Pei
bambini
normali
-
-
questo
è
invece
il
primo
oggetto
che
si
può
presentare
-
-
e
,
anche
fra
tutto
il
rimanente
materiale
didattico
-
-
questo
è
l
'
oggetto
preferito
dai
piccoli
bambini
da
2
anni
e
mezzo
o
tre
anni
e
mezzo
d
'
età
.
Pel
deficiente
,
giunti
a
tale
oggetto
,
occorreva
continuamente
e
attivamente
richiamare
l
'
attenzione
,
invitandolo
all
'
osservazione
,
al
confronto
:
e
giunto
una
volta
il
8
Il
materiale
didattico
si
fabbrica
ora
oltre
che
a
Milano
anche
a
New
York
(
The
House
of
Childhood
200
Fifth
Avenue
)
.
fanciullo
a
ricollocare
tutti
i
cilindri
nel
sostegno
,
si
fermava
,
e
il
giuoco
era
finito
.
Allorché
il
deficiente
sbagliava
,
occorreva
correggerlo
,
o
spingerlo
a
correggersi
-
-
e
quand
'
anche
egli
avesse
potuto
constatare
un
errore
,
ciò
lo
lasciava
generalmente
indifferente
.
Invece
il
bambino
normale
prende
spontaneamente
un
vivissimo
interesse
al
giuoco
;
egli
scaccia
via
tutti
quelli
che
vogliono
intromettersi
ad
aiutarlo
e
vuole
esser
solo
innanzi
al
suo
problema
.
Era
già
noto
che
uno
dei
piaceri
maggiori
pei
piccoli
bambini
da
2
a
3
anni
d
'
età
,
è
quello
di
spostare
piccoli
oggetti
:
e
l
'
esperimento
delle
«
Case
dei
Bambini
»
dimostra
la
verità
di
questo
asserto
degli
psicologi
.
Ora
-
-
ecco
la
parte
importante
,
-
-
il
bambino
normale
osserva
attentamente
il
rapporto
tra
la
grandezza
del
foro
e
quella
dell
'
oggetto
da
collocarsi
ad
incastro
,
e
s
'
interessa
vivamente
al
giuoco
,
come
lo
dimostra
l
'
espressione
mimica
dell
'
attenzione
.
Se
sbaglia
ponendo
un
oggetto
troppo
grande
in
un
foro
più
piccolo
,
cambia
direzione
e
va
a
tentativi
cercando
il
foro
adatto
;
se
invece
l
'
errore
è
in
senso
contrario
,
può
essere
che
il
bambino
lasci
cadere
il
cilindro
in
un
foro
un
poco
più
grande
e
collochi
quindi
tutti
i
successivi
cilindri
ciascuno
nel
foro
precedentemente
più
grande
nella
graduazione
;
ma
in
fine
il
foro
più
stretto
rimane
vuoto
e
sul
tavolo
resta
un
grosso
cilindro
.
Il
materiale
didattico
«
controlla
ogni
errore
»
.
-
-
Allora
il
bambino
si
corregge
da
sé
,
con
procedimenti
diversi
,
per
lo
più
palpa
i
cilindri
incastrati
,
facendoli
tremolare
,
per
riconoscere
quali
vanno
larghi
;
talvolta
riconosce
a
colpo
d
'
occhio
il
punto
dell
'
errore
,
toglie
il
cilindro
intruso
e
mette
quello
rimasto
nel
suo
vero
posto
,
spostando
poi
tutti
gli
altri
.
Sempre
ripete
l
'
esercizio
,
con
crescente
interesse
.
L
'
importanza
educativa
del
materiale
didattico
risiede
appunto
in
questi
errori
:
allorché
il
fanciullo
pone
con
evidente
sicurezza
tutti
i
solidi
al
loro
posto
,
ha
sorpassato
l
'
esercizio
,
e
quel
materiale
diventa
inutile
.
Il
correggere
se
stesso
porta
il
fanciullo
a
intensificare
la
sua
attenzione
sulle
differenze
di
dimensione
,
e
a
compararle
tra
loro
:
in
ciò
consiste
appunto
l
'
esercizio
psico
sensoriale
.
Qui
dunque
non
si
tratta
di
insegnare
al
fanciullo
delle
cognizioni
sulle
dimensioni
,
a
mezzo
di
oggetti
;
né
lo
scopo
è
di
indurre
il
bambino
a
saper
usare
senza
errore
il
materiale
che
gli
si
presenta
,
eseguendo
bene
un
esercizio
.
Ciò
metterebbe
il
nostro
materiale
alla
stregua
di
qualunque
altro
-
-
p
.
es
.
di
quello
Froebel
;
e
richiederebbe
l
'
opera
attiva
della
maestra
,
che
agisse
fornendo
cognizioni
e
affrettandosi
a
correggere
ogni
errore
,
affinché
il
bambino
imparasse
l
'
uso
degli
oggetti
.
Qui
invece
è
l
'
esercizio
del
bambino
,
l
'
autocorrezione
,
l
'
autoeducazione
che
agisce
;
perciò
la
maestra
non
deve
minimamente
intervenire
.
Come
nessun
maestro
può
fornire
all
'
allievo
l
'
agilità
che
si
acquista
con
l
'
esercizio
ginnastico
,
ma
è
necessario
che
l
'
allievo
si
perfezioni
da
se
stesso
,
a
spese
del
suo
proprio
lavoro
,
così
è
qui
,
molto
analogamente
,
per
l
'
educazione
dei
sensi
.
Si
potrebbe
ripetere
che
lo
stesso
avviene
per
ogni
forma
di
educazione
:
l
'
uomo
vale
non
pei
maestri
che
ha
avuto
,
ma
per
ciò
che
ha
fatto
.
Una
delle
difficoltà
ad
attuare
questo
metodo
con
maestre
dell
'
antica
maniera
,
è
appunto
quella
d
'
impedire
il
loro
intervento
allorché
il
piccolo
bambino
resta
imbarazzato
lungamente
innanzi
all
'
errore
,
con
le
sopracciglia
aggrottate
e
le
labbra
a
tubo
,
e
fa
tentativi
ripetuti
per
correggersi
.
Allora
le
maestre
antiche
sono
prese
da
pietà
,
e
intervengono
con
forza
quasi
irresistibile
ad
aiutare
il
bambino
.
Allorché
si
impedisce
loro
questo
intervento
,
hanno
alte
parole
di
compassione
per
il
piccolo
al
lievo
;
ma
ben
presto
questi
dimostra
nel
viso
sorridente
la
gioia
di
aver
superato
un
ostacolo
.
I
bambini
normali
ripetono
tali
esercizî
molte
volte
;
più
o
meno
secondo
gl
'
individui
;
alcuni
dopo
cinque
o
sei
volte
ne
sono
stanchi
,
ma
altri
per
più
di
venti
volte
spostano
e
ricollocano
i
pezzi
,
senza
mai
perdere
una
vivissima
espressione
mimica
del
viso
.
Una
volta
io
,
dopo
aver
contato
sedici
esercizi
di
una
piccina
di
quattro
anni
,
feci
cantare
un
inno
alla
scolaresca
,
per
distrarre
l
'
attenzione
della
piccina
;
ma
essa
continuò
imperturbata
a
sfilare
,
mescolare
,
e
rimettere
a
posto
i
cilindretti
.
Una
maestra
intelligente
potrebbe
compiere
interessantissimi
studi
di
psicologia
individuale
,
e
,
fino
ad
un
certo
punto
,
misurare
i
tempi
di
resistenza
dell
'
attenzione
ai
diversi
stimoli
.
Infatti
,
quando
il
bambino
si
educa
da
sé
-
-
ed
è
ceduto
al
materiale
didattico
il
controllo
e
la
correzione
dell
'
errore
,
alla
maestra
non
resta
più
che
osservare
.
Ella
dunque
,
più
che
maestra
,
deve
essere
psicologa
:
e
qui
si
dimostra
l
'
importanza
della
preparazione
scientifica
dei
maestri
.
Infatti
coi
miei
metodi
la
maestra
insegna
poco
,
osserva
molto
,
e
,
sopra
tutto
,
ha
la
funzione
di
dirigere
le
attività
psichiche
dei
bambini
e
il
loro
sviluppo
fisiologico
.
Perciò
io
ho
cambiato
il
nome
di
maestra
in
quello
di
direttrice
.
Sui
primi
tempi
questo
nome
faceva
sorridere
,
perché
tutti
si
chiedevano
chi
dovesse
dirigere
quella
maestra
che
non
aveva
sottoposti
;
e
che
doveva
lasciare
in
libertà
i
piccoli
scolari
.
Ma
la
sua
direzione
è
ben
più
profonda
e
importante
di
quella
che
comunemente
s
'
intende
:
poiché
questa
maestra
dirige
la
vita
e
le
anime
.
2°
L
'
educazione
dei
sensi
ha
lo
scopo
di
raffinar
la
percezione
differenziale
degli
stimoli
,
-
-
a
mezzo
di
esercizî
ripetuti
.
Esiste
perciò
una
coltura
sensoriale
-
-
che
generalmente
non
è
presa
in
alcuna
considerazione
;
ma
che
è
un
fattore
necessario
a
valutarsi
in
estesiometria
.
Per
es
.
nei
tests
mentali
che
si
adottano
in
Francia
,
o
in
una
serie
di
tests
che
stabilì
il
De
Sanctis
per
la
diagnosi
del
livello
intellettuale
-
-
ho
visto
spesso
adottare
cubi
di
varia
grandezza
e
posti
a
diversa
distanza
,
tra
i
quali
il
bambino
doveva
riconoscere
il
più
piccolo
e
il
più
grande
;
mentre
al
cronometro
si
misurava
il
tempo
di
reazione
decorrente
tra
il
comando
e
l
'
esecuzione
dell
'
atto
,
e
si
notava
l
'
errore
.
Io
ripeteva
che
in
tale
esperienza
si
dimenticava
il
fattore
coltura
-
-
intendendo
coltura
sensoriale
.
I
nostri
bambini
,
tra
il
materiale
didattico
per
l
'
educazione
dei
sensi
,
hanno
p
.
es
.
,
una
serie
di
dieci
cubi
-
-
il
primo
dei
quali
ha
lo
spigolo
di
10
cm
.
e
gli
altri
hanno
successivamente
un
centimetro
meno
di
spigolo
-
-
fino
al
più
piccolo
cubo
,
che
ha
lo
spigolo
di
un
centimetro
.
L
'
esercizio
consiste
nel
gettare
in
terra
sopra
un
tappetino
verde
tutti
questa
cubi
che
sono
di
una
tinta
rosa
pallida
e
di
costruirne
la
torretta
,
ponendo
a
base
il
grosso
cubo
e
poi
successivamente
gli
altri
fino
al
cubetto
di
un
centimetro
.
Il
piccino
deve
ogni
volta
scegliere
sul
tappeto
verde
«
il
più
grande
»
cubo
.
Questo
giuoco
diverte
moltissimo
anche
i
bambini
di
due
anni
e
mezzo
,
i
quali
appena
costruita
la
torretta
,
con
piccoli
colpi
la
disfanno
,
ammirano
le
forme
rosee
cadute
sul
fondo
verde
,
e
ricominciano
da
capo
la
costruzione
un
numero
indefinito
di
volte
.
Se
innanzi
a
quel
tests
si
ponesse
uno
dei
miei
bambini
fra
tre
e
quattro
anni
di
età
,
e
uno
dei
bambini
di
prima
elementare
tra
6
e
7
anni
,
il
mio
avrebbe
indubbiamente
un
tempo
di
reazione
minore
,
e
non
commetterebbe
errori
.
Lo
stesso
si
dica
per
le
prove
del
senso
cromatico
ecc
.
Questo
metodo
educativo
può
dunque
essere
preso
in
considerazione
anche
dai
cultori
di
psicologia
sperimentale
.
Concludendo
:
il
nostro
materiale
didattico
,
rendendo
possibile
l
'
autoeducazione
,
permette
una
metodica
educazione
dei
sensi
;
non
sull
'
abilità
della
maestra
riposa
tale
educazione
,
ma
sul
sistema
didattico
che
prepara
oggetti
i
quali
:
1°
attraggono
l
'
attenzione
spontanea
del
bambino
;
2°
contengono
una
razionale
graduazione
degli
stimoli
.
Non
bisogna
confondere
l
'
educazione
dei
sensi
-
-
con
le
nozioni
concrete
che
possono
raccogliersi
dall
'
ambiente
a
mezzo
dei
sensi
-
-
né
col
linguaggio
che
dà
così
la
nomenclatura
corrispondente
alle
idee
concrete
,
come
la
costruzione
delle
idee
sintetiche
o
astratte
.
Si
pensi
a
quello
che
fa
il
maestro
di
piano
forte
;
egli
insegna
allo
scolaro
la
posizione
del
corpo
,
gli
dà
la
nozione
delle
note
,
gli
mostra
la
corrispondenza
tra
la
nota
scritta
e
il
tasto
da
toccare
,
la
posizione
delle
dita
-
-
e
poi
lo
lascia
a
sé
stesso
affinché
si
eserciti
.
Se
da
questo
scolaro
si
formerà
un
pianista
-
-
tra
le
nozioni
date
dal
maestro
,
e
le
esecuzioni
musicali
,
sarà
dovuta
intercedere
la
lunga
paziente
applicazione
agli
esercizî
che
servono
a
dare
agilità
alle
articolazioni
delle
dita
e
ai
tendini
,
a
rendere
automatica
la
coordinazione
di
speciali
movimenti
muscolari
,
e
a
rinforzare
con
l
'
uso
ripetuto
dell
'
organo
i
muscoli
della
mano
.
Il
pianista
dunque
si
sarà
dovuto
fare
da
sé
,
e
sarà
tanto
più
riuscito
,
per
quanto
più
le
sue
tendenze
naturali
lo
avranno
indotto
ad
insistere
negli
esercizî
:
tuttavia
il
pianista
non
si
sarebbe
mai
formato
col
solo
esercizio
,
senza
la
direzione
del
maestro
.
Le
direttrici
delle
«
Case
dei
bambini
»
debbono
avere
un
'
idea
ben
distinta
dei
due
fattori
,
cioè
:
-
-
la
guida
-
-
e
l
'
esercizio
individuale
.
Solo
dopo
aver
fissato
tale
concetto
esse
potranno
razionalmente
procedere
all
'
applicazione
di
un
metodo
per
guidare
l
'
educazione
spontanea
del
bambino
,
e
per
impartire
le
nozioni
necessarie
.
Nell
'
opportunità
e
nelle
modalità
dell
'
intervento
,
sta
l
'
arte
personale
dell
'
educatrice
.
P
.
es
.
nella
«
Casa
dei
Bambini
»
ai
Prati
di
Castello
,
ove
gli
allievi
appartengono
alla
piccola
borghesia
,
dopo
un
mese
dall
'
inaugurazione
-
-
trovai
un
bambino
di
cinque
anni
che
già
sapeva
comporre
tutte
le
parole
conoscendo
benissimo
l
'
alfabeto
(
che
imparò
in
quindici
giorni
)
;
sapeva
scrivere
alla
lavagna
;
nei
disegni
liberi
dimostrava
non
solo
di
essere
un
osservatore
,
ma
di
intuire
la
prospettiva
,
pel
modo
come
aveva
disegnato
una
casa
e
un
tavolino
.
In
quanto
all
'
esercizio
del
senso
cromatico
,
egli
mescolava
insieme
le
otto
gradazioni
degli
otto
colori
da
noi
usati
,
cioè
mescolava
sessantaquattro
tavolette
ciascuna
rivestita
di
seta
d
'
un
colore
o
d
'
una
gradazione
diversa
;
con
rapidità
separava
gli
otto
gruppi
-
-
e
poi
disponeva
gli
oggetti
di
ciascuno
in
gradazione
,
riempiendo
per
la
loro
giustapposizione
un
tavolino
,
e
quasi
distendendovi
sopra
un
tappeto
a
tinte
sfumate
.
Feci
l
'
esperimento
di
mostrare
vicino
alla
finestra
in
piena
luce
al
fanciullo
una
tavoletta
colorata
-
-
eccitandolo
a
fissarla
bene
per
poterla
ricordare
-
-
e
poi
di
mandarlo
al
tavolino
sul
quale
erano
distese
tutte
le
gradazioni
,
a
prendere
la
tavoletta
che
gli
sembrava
uguale
.
Egli
commetteva
leggerissimi
errori
,
prendendo
spesso
la
tinta
identica
,
più
spesso
ancora
la
vicina
,
rarissimamente
una
tinta
discosta
di
due
gradi
.
Aveva
dunque
un
potere
discriminativo
e
una
memoria
dei
colori
quasi
prodigiosa
.
Questo
fanciullo
,
come
pressoché
tutti
,
era
appassionatissimo
per
gli
esercizi
del
senso
cromatico
.
Domandatogli
il
nome
del
colore
bianco
il
fanciullo
esitò
lungamente
e
solo
dopo
varî
secondi
disse
con
incertezza
bianco
.
Ora
un
fanciullo
così
intelligente
,
anche
senza
un
intervento
speciale
della
maestra
,
poteva
avere
appreso
il
nome
di
tale
colore
in
famiglia
.
La
Direttrice
mi
dichiarò
che
essendosi
avveduta
di
una
notevole
difficoltà
nel
bambino
a
ritenere
la
nomenclatura
dei
colori
,
si
era
per
ora
limitata
a
lasciare
il
libero
esercizio
sensoriale
al
fanciullo
.
Viceversa
rapidamente
in
questo
fanciullo
si
era
sviluppato
il
linguaggio
grafico
(
vedi
metodi
sulla
lettura
e
scrittura
)
,
il
quale
,
col
mio
metodo
,
si
presenta
con
una
serie
di
problemi
da
risolvere
,
a
guisa
degli
esercizî
dei
sensi
.
Tale
fanciullo
era
dunque
intelligentissimo
;
le
percezioni
discriminative
sensoriali
andavano
di
pari
passo
con
le
alte
attività
intellettuali
:
attenzione
,
giudizio
.
Ma
era
invece
inferiore
la
memoria
dei
nomi
.
La
direttrice
aveva
creduto
di
non
intervenire
ancora
nell
'
insegnamento
.
Certamente
l
'
educazione
di
questo
fanciullo
era
un
poco
disordinata
e
la
direzione
lasciava
eccessivamente
libere
le
esplicazioni
spontanee
delle
attività
psichiche
.
Per
quanto
sia
lodevolissimo
dare
alle
idee
una
base
di
educazione
sensoriale
,
conviene
però
associare
per
tempo
il
linguaggio
alle
percezioni
.
Ho
trovato
,
a
tale
intento
,
eccellente
anche
per
i
fanciulli
normali
-
-
i
tre
tempi
dei
quali
consta
la
lezione
secondo
il
Séguin
.
1°
Tempo
:
associazione
della
percezione
sensoriale
col
nome
.
P
.
es
.
si
presentano
al
fanciullo
due
colori
:
rosso
,
turchino
;
presentando
il
rosso
si
dice
semplicemente
:
è
rosso
!
,
e
presentando
il
turchino
:
è
turchino
!
-
-
Quindi
si
lasciano
riposare
sul
tavolo
,
innanzi
agli
occhi
del
bambino
,
gli
oggetti
.
2°
Riconoscimento
dell
'
oggetto
corrispondente
al
nome
.
Si
dice
al
bambino
:
«
dàmmi
il
rosso
»
,
«
dàmmi
il
turchino
»
.
3°
Ricordo
del
nome
corrispondente
all
'
oggetto
,
si
chiede
al
bambino
mostrandogli
l
'
oggetto
:
«
come
è
?
»
e
il
bambino
dovrebbe
rispondere
:
rosso
,
turchino
.
Il
Séguin
insiste
molto
su
questi
tre
tempi
,
ed
esorta
di
lasciare
qualche
istante
i
colori
contrastanti
sotto
gli
occhi
del
bambino
;
inoltre
consiglia
di
non
mai
presentare
un
solo
colore
,
ma
due
,
perché
il
contrasto
aiuti
la
memoria
cromatica
.
Infatti
,
io
l
'
ho
provato
,
non
può
esservi
altra
forma
d
'
insegnamento
coi
deficienti
,
che
tuttavia
giungono
a
riconoscere
i
colori
assai
meglio
dei
bambini
normali
delle
scuole
comuni
,
i
quali
non
hanno
avuto
educazione
sensoriale
di
sorta
.
Ma
pei
fanciulli
normali
esiste
un
tempo
precedente
ai
tre
tempi
di
Séguin
,
il
quale
contiene
la
vera
educazione
sensoriale
:
cioè
l
'
acquisto
di
finezza
nella
percezione
differenziale
,
che
si
ottiene
solo
con
l
'
autoeducazione
.
Ecco
dunque
un
esempio
dell
'
alta
superiorità
del
fanciullo
normale
e
dell
'
efficacia
educativa
immensamente
maggiore
che
analoghi
metodi
pedagogici
possano
esercitare
sul
suo
sviluppo
psichico
,
in
confronto
ai
fanciulli
deficienti
.
Anche
l
'
associazione
del
nome
allo
stimolo
sensoriale
,
reca
per
lo
più
gran
gioia
al
piccolo
bambino
.
Io
ricordo
di
avere
un
giorno
insegnato
a
una
piccina
,
che
non
aveva
ancora
compiuto
tre
anni
,
ed
era
un
poco
tardiva
nello
sviluppo
del
linguaggio
,
tre
colori
.
Feci
mettere
dai
bambini
uno
dei
loro
piccoli
tavoli
innanzi
alla
finestra
,
e
,
seduta
io
stessa
in
una
seggiolina
dei
bimbi
,
feci
sedere
in
una
seggiolina
uguale
la
piccina
,
alla
mia
destra
.
Avevo
sul
tavolo
sei
pezzi
di
colori
uguali
a
due
a
due
-
-
cioè
rosso
,
turchino
e
giallo
.
Come
primo
tempo
,
mettevo
innanzi
alla
bambina
una
delle
tavolette
e
l
'
esortavo
a
cercare
l
'
uguale
;
e
così
ripetevo
per
tutti
e
tre
i
co
lori
-
-
facendo
bene
ordinare
in
colonna
le
coppie
uguali
.
Quindi
passavo
ai
tre
tempi
di
Séguin
.
La
piccina
imparò
a
riconoscere
i
tre
colori
e
a
pronunciarne
il
nome
.
Ella
fu
così
felice
,
che
mi
guardò
a
lungo
,
e
poi
si
mise
a
saltare
:
io
,
vedendomela
saltellare
innanzi
,
le
ripetevo
ridendo
:
«
Sai
i
colori
?
»
-
-
e
essa
rispondeva
sempre
saltellando
:
«
sì
»
.
Quella
sua
gioia
non
cessava
mai
:
la
bambina
mi
tornava
sempre
innanzi
saltando
per
sentirsi
ripetere
la
stessa
domanda
e
per
rispondere
con
entusiasmo
il
suo
«
sì
»
.
Un
altro
particolare
tecnico
di
grande
importanza
sulla
guida
all
'
educazione
dei
sensi
,
consiste
nel
possibile
isolamento
del
senso
.
Così
p
.
es
.
l
'
educazione
acustica
si
compie
bene
non
solo
in
ambiente
silenzioso
,
ma
anche
buio
;
per
l
'
educazione
della
sensibilità
generale
:
tattile
,
termica
,
barica
,
stereognostica
,
occorre
bendare
il
bambino
.
Modalità
che
la
psicologia
sperimentale
spiega
abbastanza
perché
occorra
insistervi
:
basti
qui
accennare
come
,
trattandosi
di
bambini
normali
,
ciò
accresca
intensamente
il
loro
interesse
,
senza
tuttavia
far
degenerare
in
gioia
chiassosa
gli
esercizi
,
e
senza
che
la
benda
,
essa
,
attragga
l
'
attenzione
dei
bambini
,
anziché
gli
stimoli
sensoriali
sui
quali
si
vorrebbe
invece
polarizzare
l
'
attenzione
.
Io
p
.
es
.
per
saggiare
l
'
acutezza
uditiva
,
tanto
importante
a
conoscersi
in
una
scolaresca
,
uso
la
prova
empirica
,
che
anche
negli
esami
medici
viene
praticamente
e
consuetamente
usata
in
modo
quasi
esclusivo
:
cioè
quella
della
voce
afona
.
Si
benda
il
soggetto
,
ovvero
si
parla
alle
sue
spalle
,
chiamandolo
per
nome
con
voce
afona
a
varia
distanza
.
Io
provoco
il
silenzio
solenne
nella
scolaresca
,
chiudo
la
finestra
al
buio
,
faccio
appoggiare
il
capo
dei
bambini
sulle
piccole
mani
che
devono
tenersi
innanzi
agli
occhi
,
e
chiamo
uno
per
uno
i
fanciulli
per
nome
con
voce
afona
più
insensibilmente
pei
vicini
e
più
sensibilmente
pei
lontani
.
Ogni
bimbo
attende
nel
buio
l
'
indistinta
voce
che
lo
chiama
,
e
sta
con
l
'
orecchio
vigile
,
pronto
ad
accorrere
con
gioia
intensa
alla
misteriosa
e
desideratissima
chiamata
.
Allorché
il
fanciullo
normale
si
benda
perché
possa
riconoscere
,
p
.
es
.
,
il
vario
peso
di
oggetti
,
egli
veramente
intensifica
la
sua
attenzione
sugli
stimoli
barici
che
deve
riconoscere
,
ed
è
orgoglioso
quando
ha
indovinato
.
Ma
i
deficienti
molto
spesso
nel
buio
o
si
addormentano
,
o
si
danno
ad
atti
scomposti
;
e
bendati
,
fissano
l
'
attenzione
sulla
benda
,
o
scambiano
l
'
esercizio
con
un
giuoco
:
cosa
contrastante
con
gli
scopi
dell
'
educazione
.
Si
parla
,
è
vero
,
nell
'
educazione
di
giuochi
,
ma
bisogna
intendere
con
essi
un
lavoro
libero
ordinato
a
uno
scopo
,
e
non
la
sfrenatezza
chiassosa
che
disperde
l
'
attenzione
.
Le
seguenti
pagine
di
Itard
,
danno
un
'
idea
delle
pazienti
esperienze
dell
'
insigne
pedagogista
e
insieme
il
loro
insuccesso
,
dovuto
in
gran
parte
appunto
agli
errori
,
che
successive
esperienze
dovevano
correggere
,
e
in
parte
alla
mentalità
del
soggetto
.
«
§
IV
.
-
-
In
questa
ultima
esperienza
non
dovevo
esigere
,
come
nelle
precedenti
,
che
l
'
allievo
ripetesse
i
suoni
che
percepiva
.
Questo
doppio
lavoro
,
distribuendo
la
sua
attenzione
,
era
fuori
del
piano
che
mi
ero
proposto
,
cioè
di
fare
separatamente
l
'
educazione
di
ciascuno
dei
suoi
organi
.
Mi
limitai
dunque
a
esigere
la
semplice
percezione
dei
suoni
.
Per
essere
sicuro
di
questo
risultato
,
collocai
il
mio
allievo
in
faccia
a
me
con
gli
occhi
bendati
,
i
pugni
chiusi
e
gli
feci
stendere
un
dito
tutte
le
volte
che
rendevo
un
suono
.
Questo
mezzo
di
prova
fu
presto
compreso
:
appena
il
suono
aveva
colpito
l
'
orecchio
,
il
dito
era
levato
con
una
specie
d
'
impetuosità
e
spesso
anche
con
dimostrazioni
di
gioia
,
che
non
permettevano
di
dubitare
sul
gusto
che
l
'
allievo
prendeva
a
queste
bizzarre
lezioni
.
Infatti
,
sia
che
trovasse
un
vero
piace
re
a
intendere
il
suono
della
voce
umana
,
sia
che
avesse
infine
superato
la
noia
di
rimanere
privo
di
luce
durante
ore
intiere
,
più
di
una
volta
l
'
ho
veduto
,
nell
'
intervallo
di
questa
specie
d
'
esercizi
,
venire
a
me
con
la
sua
benda
in
mano
,
applicarsela
sugli
occhi
e
battere
i
piedi
per
la
gioia
quando
sentiva
che
le
mie
mani
gliel
'
annodavano
fortemente
dietro
la
testa
.
Non
fu
che
in
questa
specie
di
esperienza
,
che
si
manifestarono
tali
testimonianze
di
contentezza
.
§
V
.
-
-
Dopo
essermi
bene
assicurato
,
col
modo
di
esperienza
suddetto
,
che
tutti
i
suoni
della
voce
,
qualunque
fosse
il
loro
grado
d
'
intensità
,
erano
percepiti
da
Vittorio
,
mi
accinsi
a
farglieli
comparare
.
Non
si
trattava
più
qui
di
contare
semplicemente
i
suoni
della
voce
,
ma
di
afferrarne
le
differenze
e
d
'
apprezzarne
tutte
quelle
modificazioni
e
varietà
di
toni
,
che
compongono
la
musica
della
parola
.
Tra
questo
lavoro
e
il
precedente
correva
una
distanza
prodigiosa
,
per
un
essere
il
cui
sviluppo
dipendeva
da
sforzi
graduati
,
e
che
si
avanzava
verso
la
civilizzazione
,
solo
perché
io
ve
lo
conducevo
lungo
un
cammino
insensibile
.
Affrontando
la
difficoltà
che
qui
si
presentava
,
dovetti
armarmi
più
che
mai
di
pazienza
e
di
dolcezza
,
incoraggiato
d
'
altronde
dalla
speranza
che
una
volta
superato
tale
ostacolo
,
tutto
era
fatto
,
per
il
senso
dell
'
udito
.
Principiammo
con
la
comparazione
delle
vocali
e
facemmo
ancora
servire
la
mano
per
assicurarci
del
risultato
delle
nostre
esperienze
.
Ognuna
delle
cinque
dita
fu
designata
per
essere
il
segno
d
'
una
delle
cinque
vocali
e
per
constatarne
la
percezione
distinta
.
Così
il
pollice
rappresentava
A
e
doveva
sollevarsi
nella
pronuncia
di
questa
vocale
;
l
'
indice
era
il
segno
dell
'
E
;
il
dito
medio
quello
dell
'
I
e
così
via
.
§
VI
.
-
-
Non
senza
fatica
e
non
senza
molto
tempo
pervenni
a
dargli
l
'
idea
distinta
delle
vocali
.
La
prima
che
distinse
nettamente
fu
O
,
in
seguito
A
.
Le
altre
offrirono
molto
maggiori
difficoltà
,
e
furono
durante
molto
tempo
confuse
tra
loro
:
infine
tuttavia
l
'
orecchio
cominciò
a
percepirle
distintamente
-
-
e
allora
ricomparvero
,
in
tutta
la
loro
vivacità
,
quelle
dimostrazioni
di
gioia
delle
quali
ho
parlato
,
fino
al
punto
che
gli
eccessi
di
gioia
i
quali
fin
allora
avevano
rallegrato
le
nostre
lezioni
,
cominciarono
a
turbarle
:
i
suoni
venivano
confusi
,
e
le
dita
si
sollevavano
indistintamente
:
pel
loro
eccesso
questi
scoppî
di
risa
disordinati
,
divennero
davvero
eccessivi
e
tali
da
farmi
scappar
la
pazienza
!
Proprio
appena
mettevo
la
benda
sugli
occhi
,
le
risate
cominciavano
»
.
Tantoché
Itard
,
impossibilitato
ormai
a
proseguire
la
sua
opera
educativa
,
pensò
di
sopprimere
la
benda
:
-
-
e
infatti
gli
scoppî
di
risa
,
e
l
'
allegria
cessavano
per
incanto
,
ma
l
'
attenzione
del
fanciullo
era
dispersa
nell
'
ambiente
da
ogni
più
piccolo
suo
mutamento
.
Era
necessaria
la
benda
:
-
-
ma
occorreva
far
capire
al
fanciullo
che
non
bisognava
ridere
tanto
e
che
si
trattava
di
una
lezione
.
Vale
la
pena
di
riportare
qui
,
i
mezzi
correttivi
di
Itard
,
e
le
loro
commoventi
conseguenze
,
che
fanno
tanto
pensare
!
«
Volli
intimidirlo
con
le
mie
maniere
,
non
potendolo
con
gli
sguardi
.
Mi
armai
di
una
bacchetta
da
tamburo
che
serviva
per
le
nostre
esperienze
e
gli
detti
dei
piccoli
colpi
sulle
dita
quando
sbagliava
.
Egli
scambiò
questa
correzione
con
uno
scherzo
e
la
sua
gioia
ne
divenne
ancor
più
chiassosa
.
Credetti
,
per
disingannarlo
,
di
rendere
la
correzione
un
po
'
più
sensibile
.
Fui
compreso
e
vidi
,
con
un
misto
di
pena
e
di
piacere
,
nella
fisionomia
oscurata
di
questo
giovinetto
quanto
il
sentimento
dell
'
ingiuria
superava
il
dolore
del
colpo
.
Delle
lacrime
uscirono
al
disotto
della
sua
benda
;
mi
affrettai
a
toglierla
;
ma
sia
imbarazzo
o
timore
,
sia
preoccupazione
profonda
dei
sensi
interiori
,
benché
liberato
da
quella
benda
egli
continuò
a
tenere
gli
occhi
chiusi
.
Non
posso
ridire
l
'
espressione
dolorosa
che
davano
alla
sua
fisionomia
le
palpebre
così
ravvicinate
,
a
traverso
le
quali
sfug
giva
di
tratto
in
tratto
qualche
lacrima
.
Oh
!
in
questo
momento
,
come
in
tanti
altri
consimili
,
pronto
a
rinunciare
al
compito
che
m
'
era
imposto
,
e
considerando
come
perduto
il
tempo
che
vi
consacravo
,
quanto
ho
rimpianto
d
'
aver
conosciuto
questo
fanciullo
,
e
condannato
altamente
la
sterile
e
inumana
curiosità
degli
uomini
,
che
pei
primi
l
'
avevano
strappato
a
una
vita
innocente
e
felice
!
»
Anche
qui
si
dimostra
la
grande
superiorità
educativa
dei
metodi
della
Pedagogia
scientifica
sui
fanciulli
normali
!
Infine
un
particolare
della
tecnica
consiste
nella
distribuzione
degli
stimoli
.
Ciò
sarà
più
particolareggiatamente
trattato
nella
descrizione
del
sistema
didattico
e
della
educazione
sensoriale
;
qui
basti
accennare
a
ciò
:
che
deve
procedersi
da
pochi
stimoli
in
contrasto
tra
loro
a
molti
stimoli
in
graduale
differenziazione
sempre
più
fine
e
impercettibile
.
Così
p
.
es
.
:
si
presenteranno
dapprima
insieme
il
rosso
e
il
turchino
;
l
'
asta
più
breve
accanto
alla
più
lunga
;
la
più
fina
accanto
alla
più
grossa
,
ecc
.
per
passare
poi
alle
gradazioni
sfumate
delle
tinte
;
alla
discriminazione
delle
lunghezze
più
vicine
,
ecc
.
EDUCAZIONE
DEI
SENSI
E
ILLUSTRAZIONE
DEL
MATERIALE
DIDATTICO
Educazione
della
sensibilità
generale
:
senso
tattile
,
termico
,
barico
,
stereognostico
L
'
educazione
del
senso
tattile
e
termico
vanno
di
pari
passo
:
perché
il
bagno
tiepido
-
-
e
in
generale
il
calore
-
-
acutizzano
la
sensibilità
tattile
.
Poiché
a
esercitare
il
senso
tattile
è
necessario
toccare
,
il
bagno
delle
mani
in
acqua
tiepida
ha
pure
il
vantaggio
d
'
insegnare
al
bambino
un
principio
di
proprietà
:
quello
di
non
toccare
gli
oggetti
se
non
con
le
mani
pulite
.
Io
dunque
applico
le
nozioni
generali
di
vita
pratica
riguardanti
la
pulizia
delle
mani
,
unghie
,
ecc
.
agli
esercizî
preparatorî
per
la
discriminazione
degli
stimoli
tattili
.
La
limitazione
degli
esercizi
del
senso
tattile
ai
polpastrelli
delle
dita
-
-
è
resa
necessaria
dalla
praticità
,
ed
è
pure
una
necessità
educativa
,
in
quanto
essa
prepara
alla
vita
nell
'
ambiente
-
-
ove
l
'
uomo
esercita
e
utilizza
il
senso
tattile
appunto
a
mezzo
di
queste
regioni
.
Faccio
dunque
lavare
bene
le
mani
al
bambino
,
col
sapone
,
in
una
catinella
:
e
nella
catinella
vicina
gliele
faccio
immergere
in
un
breve
bagno
di
acqua
tepida
.
Quindi
le
faccio
asciugare
e
il
massaggio
compie
così
l
'
opera
preparatoria
del
bagno
;
insegno
poi
al
bambino
il
tòcco
-
-
cioè
il
modo
di
toccare
la
superficie
:
perciò
è
necessario
prendere
le
dita
del
fanciullo
e
farle
scorrere
leggerissimamente
.
Un
altro
particolare
della
tecnica
è
di
insegnare
al
bambino
a
tenere
gli
occhi
chiusi
mentre
tocca
-
-
esortandolo
col
dirgli
che
sentirà
meglio
-
-
e
che
riconoscerà
,
senza
vederci
,
i
cambiamenti
di
contatto
.
Il
bambino
impara
subito
e
mostra
di
provarne
un
grande
godimento
;
tanto
che
dopo
l
'
inizio
di
tali
esercizi
,
entran
do
nella
«
Casa
dei
Bambini
»
accade
di
vederci
correre
incontro
dei
fanciulli
che
,
chiudendo
gli
occhi
,
ci
toccano
con
una
leggerezza
suprema
di
contatto
,
la
palma
della
mano
cercando
i
punti
in
cui
la
pelle
è
più
liscia
,
ovvero
toccano
i
nostri
vestiti
,
specialmente
le
guarnizioni
di
seta
,
di
velluto
ecc
.
Essi
esercitano
veramente
il
senso
tattile
;
poiché
non
sembrano
mai
sazii
di
toccare
superficie
liscie
,
p
.
es
.
il
raso
:
e
diventano
abilissimi
nel
discriminare
le
differenze
tra
le
carte
smerigliate
.
Il
materiale
didattico
consiste
:
a
)
in
una
tavoletta
di
legno
a
rettangolo
molto
allungato
-
-
la
quale
è
divisa
in
due
rettangoli
uguali
-
-
uno
ricoperto
di
cartoncino
estremamente
liscio
,
l
'
altro
di
carta
vetrata
;
b
)
in
una
tavoletta
come
la
precedente
ma
ove
si
alternano
striscie
di
carta
liscia
e
striscie
di
carta
vetratata
;
c
)
in
una
tavoletta
come
le
precedenti
,
ove
sono
poste
in
gradazione
carte
vetrate
e
carte
smerigliate
a
smeriglio
sempre
più
fino
;
d
)
in
una
tavoletta
ove
sono
disposte
carte
variamente
liscie
e
uniformi
-
-
dalla
carta
pecora
al
cartoncino
liscio
della
prima
tavoletta
.
Infine
preparo
tre
collezioni
:
di
carte
liscie
;
di
carte
smerigliate
;
di
stoffe
.
Le
stoffe
sono
riunite
e
disposte
in
una
speciale
scatola
ad
armadietto
costruita
in
cartonaggio
,
sul
genere
di
quella
che
uso
per
riporvi
le
piastrelle
da
incastro
(
vedi
appresso
)
.
Vi
ho
fatto
preparare
:
due
specie
di
velluto
,
due
rasi
;
sete
gros
fino
al
taffetas
e
al
foulard
;
lane
da
quelle
ruvide
alle
più
liscie
;
cotoni
e
lini
.
In
quanto
al
senso
termico
-
-
preparo
delle
scodelle
di
metallo
entro
le
quali
metto
dell
'
acqua
a
varia
temperatura
,
che
cerco
di
misurare
press
'
a
poco
con
un
termometro
.
Ho
fatto
già
il
progetto
per
costruire
recipienti
di
metallo
molto
lisci
,
capaci
di
essere
chiusi
da
un
coperchio
pure
metallico
;
e
portanti
unito
un
termometro
.
Il
recipiente
,
toccato
al
di
fuori
,
dà
l
'
impressione
termica
.
Faccio
poi
anche
immergere
la
mano
nell
'
acqua
fredda
,
tepida
e
calda
;
e
tali
esercizi
,
che
divertono
molto
il
bambino
-
-
vorrei
pure
far
ripetere
coi
piedi
-
-
ma
non
ho
ancora
avuto
occasione
di
attuare
il
tentativo
.
Per
l
'
educazione
del
senso
barico
uso
con
grandissimo
successo
delle
tavolette
rettangolari
6,8
cm
.
dello
spessore
di
œ
cm
.
in
tre
diverse
qualità
di
legno
:
glicine
,
noce
e
abete
;
esse
pesano
rispettivamente
:
gr
.
24
,
18
,
12;
cioè
differenziano
di
6
gr
.
;
devono
essere
ben
lisciate
e
verniciate
a
lucido
,
in
modo
che
sparisca
ogni
scabrosità
;
ma
rimanga
il
colore
naturale
del
legno
.
Il
bambino
osservando
il
colore
,
sa
che
sono
di
peso
diverso
-
-
può
quindi
avere
un
controllo
al
suo
esercizio
:
egli
prende
in
mano
due
tavolette
,
le
pone
sulla
parte
palmare
delle
dita
distese
,
e
fa
un
movimento
dal
basso
all
'
alto
per
vagliare
il
peso
:
tal
movimento
deve
farsi
a
poco
a
poco
insensibile
.
Si
consiglia
al
bambino
di
procedere
ai
confronti
differenziali
tenendo
chiusi
gli
occhi
,
così
egli
si
abitua
a
fare
da
sé
con
grande
interesse
,
per
vedere
-
-
«
se
indovina
»
.
Il
giuoco
richiama
per
lo
più
l
'
attenzione
dei
vicini
,
che
si
mettono
in
circolo
e
fanno
a
gara
per
indovinare
:
qualche
volta
i
bambini
si
servono
spontaneamente
della
benda
,
che
alternano
tra
loro
,
mescolando
l
'
esercizio
coi
più
sinceri
scoppi
di
risa
.
Educazione
del
senso
stereognostico
L
'
educazione
di
questo
senso
conduce
al
riconoscimento
degli
oggetti
alla
palpazione
,
cioè
con
l
'
aiuto
simultaneo
dei
sensi
tattile
e
muscolare
.
Su
tale
argomento
abbiamo
dati
sperimentali
meravigliosi
di
successo
educativo
,
che
meritano
,
anche
per
aiutare
la
maestra
,
di
essere
accennati
.
Il
primo
materiale
didattico
da
noi
usato
,
fu
costituito
dai
cubetti
e
mattoncini
di
Froëbel
.
Richiamata
l
'
attenzione
del
bambino
sulla
forma
dei
due
solidi
,
glieli
facevamo
palpare
accuratamente
ad
occhi
aperti
ripetendo
qualche
frase
onde
tener
fissa
la
sua
attenzione
sui
particolari
di
forma
prima
illustrati
.
Dopo
ciò
si
diceva
al
bambino
di
mettere
i
cubetti
a
destra
e
i
mattoncini
a
sinistra
,
sempre
palpandoli
,
«
anche
senza
guardarli
»
.
Infine
l
'
esercizio
era
ripetuto
dal
bambino
bendato
.
Quasi
tutti
i
bambini
riuscivano
nell
'
esercizio
;
e
in
poche
sedute
era
eliminato
ogni
errore
:
i
mattoncini
e
i
cubetti
erano
in
tutto
ventiquattro
,
perciò
l
'
attenzione
poteva
essere
a
lungo
fissata
in
questa
specie
di
«
giuoco
»
;
ma
senza
dubbio
valeva
a
mantenerla
,
la
coscienza
del
bambino
di
essere
«
spiato
»
dai
compagni
curiosi
e
pronti
a
ridere
dei
suoi
errori
-
-
e
anche
dal
proprio
orgoglio
di
«
indovino
»
.
Una
volta
una
delle
direttrici
mi
presentò
una
bambina
di
tre
anni
,
cioè
tra
le
più
piccole
,
la
quale
ripeteva
a
perfezione
l
'
esercizio
.
Mettemmo
la
piccina
a
sedere
convenientemente
in
modo
che
stesse
comoda
,
appoggiata
nella
sua
poltroncina
bene
accostata
al
tavolo
;
mettemmo
i
ventiquattro
oggetti
sul
tavolino
,
mescolandoli
insieme
,
e
dopo
aver
richiamato
l
'
attenzione
della
piccina
sulla
loro
forma
,
le
dicemmo
di
porre
i
cubetti
a
destra
e
i
mattoncini
a
sinistra
.
Bendata
poi
la
bambina
,
ella
cominciò
l
'
esercizio
come
noi
lo
insegniamo
-
-
cioè
prendendo
contemporaneamente
con
le
due
mani
due
oggetti
a
caso
-
-
palpandoli
,
e
mettendoli
al
loro
posto
.
Qual
che
volta
vengono
due
cubetti
,
o
due
mattoncini
,
ovvero
capita
nella
mano
destra
il
mattoncino
e
nella
sinistra
il
cubetto
:
il
bambino
deve
riconoscere
la
forma
e
ricordare
durante
tutto
l
'
esercizio
il
collocamento
diverso
degli
oggetti
.
Ciò
mi
sembrava
molto
difficile
per
una
bambina
di
tre
anni
.
Ma
osservandola
mi
accorsi
ch
'
ella
non
solo
compiva
facilmente
l
'
esercizio
,
ma
anche
le
manovre
di
palpazione
erano
per
lei
superflue
.
Infatti
appena
presi
i
due
og
getti
,
con
mossa
molto
leggera
,
essendo
una
bambina
assai
aggraziata
ed
elegante
nelle
movenze
,
se
capitava
che
il
mattoncino
fosse
nella
sua
destra
e
il
cubetto
a
sinistra
,
immediatamente
li
scambiava
,
poi
cominciava
la
laboriosa
palpazione
insegnata
da
noi
,
e
che
forse
era
creduta
dalla
bambina
un
obbligo
;
-
-
ma
gli
oggetti
erano
già
stati
riconosciuti
da
lei
al
solo
toccarli
leggermente
,
cioè
il
riconoscimento
era
contemporaneo
alla
prensione
.
Studiando
in
seguito
il
soggetto
,
mi
accorsi
che
la
bambina
aveva
un
ambidestrismo
funzionale
:
fatto
molto
diffuso
tra
i
bambini
di
tre
o
quattro
anni
d
'
età
-
-
e
che
invero
animerebbe
a
studiare
più
largamente
il
fenomeno
,
per
giudicare
sull
'
opportunità
di
una
educazione
simultanea
delle
due
mani
.
Io
dunque
feci
ripetere
l
'
esercizio
a
più
bambini
e
mi
accorsi
che
essi
riconoscevano
gli
oggetti
prima
di
palparli
:
e
ciò
avveniva
poi
spesso
tra
i
piccoli
.
I
nostri
metodi
educativi
costituivano
dunque
una
meravigliosa
ginnastica
associativa
,
e
conducevano
a
una
rapidità
di
giudizî
veramente
sorprendente
:
ed
erano
mirabilmente
adatti
all
'
età
infantile
.
Questi
esercizî
del
senso
stereognostico
possono
estendersi
molto
-
-
e
sono
assai
divertenti
pei
bambini
-
-
perché
in
essi
non
hanno
la
semplice
percezione
di
uno
stimolo
,
come
quello
termico
,
ma
ricostruiscono
un
oggetto
intiero
ben
noto
.
Posson
palpare
i
soldatini
,
le
palline
,
e
sopratutto
le
monete
.
Giungono
a
discriminare
anche
forme
vicine
e
piccole
,
come
il
miglio
degli
uccellini
e
il
riso
.
Essi
sono
fieri
di
vederci
senza
occhi
:
lo
gridano
forte
,
porgendo
le
loro
mani
:
«
ecco
i
miei
occhi
!
io
ci
vedo
con
le
mani
;
degli
occhi
non
ho
più
bisogno
»
.
E
io
rispondevo
spesso
alle
loro
grida
festose
:
«
Oh
bene
!
caviamoci
tutti
gli
occhi
!
cosa
ne
facciamo
più
?
»
ed
essi
scoppiavano
in
risa
e
in
applausi
.
Veramente
i
nostri
piccini
,
camminando
al
di
là
delle
nostre
previsioni
,
ci
facevano
meravigliare
con
progressi
imprevisti
,
inaspettati
;
e
mentre
essi
apparivano
talvolta
come
piccoli
pazzi
di
gioia
,
noi
restavamo
in
profonda
meditazione
.
Educazione
sensoriale
del
gusto
e
dell
'
olfatto
Questa
educazione
sensoriale
è
difficilissima
e
non
posso
parlare
finora
di
risultati
soddisfacenti
.
Solamente
posso
dire
che
non
mi
sembrano
adatti
e
pratici
,
almeno
pei
piccoli
bambini
,
esercizi
analoghi
alle
comuni
prove
adottate
nella
psicometria
.
Noi
abbiamo
usato
l
'
osmoscopio
Pizzoli
,
senza
alcun
risultato
pratico
.
I
bambini
hanno
il
senso
olfattivo
poco
sviluppato
:
ed
è
perciò
ancor
più
difficile
richiamare
la
loro
attenzione
sulle
sensazioni
olfattive
.
Una
prova
che
ebbe
esito
felice
,
ma
che
non
fu
ripetuta
abbastanza
per
definire
una
metodica
,
fu
la
seguente
.
Facevamo
odorare
al
bambino
delle
mammole
fresche
e
dei
gelsomini
;
ovvero
,
in
pieno
maggio
,
usavamo
le
rose
colte
nei
loro
stessi
vasi
da
fiori
.
Poi
bendavamo
un
bambino
dicendogli
:
«
adesso
verranno
a
farti
dei
regali
,
ti
presenteranno
dei
fiori
»
.
-
-
Infatti
un
compagno
gli
avvicinava
al
naso
p
.
es
.
un
mazzolino
di
mammole
,
che
il
bambino
doveva
riconoscere
:
e
per
l
'
intensità
si
presentavano
poi
un
solo
fiore
o
più
fiori
.
Ma
questa
educazione
,
come
quella
del
senso
gustativo
,
possono
,
io
credo
,
efficacemente
esercitarsi
avendo
la
refezione
:
allora
si
potrebbe
tentare
il
riconoscimento
di
vari
odori
:
del
pane
fresco
,
del
burro
,
dell
'
olio
,
dell
'
aceto
,
delle
spezie
,
dei
condimenti
vari
e
del
caffè
ecc
.
ciò
che
unitamente
agli
odori
dei
fiori
del
giardino
,
potrebbe
completare
un
'
educazione
utile
.
Per
i
cattivi
odori
potrebbero
presentarsi
sostanze
alimentari
andate
a
male
-
-
come
latte
inacidito
,
latte
bruciato
,
ecc
.
In
quanto
ai
sapori
-
-
il
metodo
di
toccar
la
lingua
con
una
soluzione
amara
,
acida
,
dolce
,
salata
-
-
è
perfettamente
applicabile
:
-
-
i
bambini
di
quattro
anni
si
prestano
volentieri
a
tale
giuoco
-
-
e
ciò
serve
molto
a
esercitarli
a
sciacquarsi
la
bocca
.
Essi
divertendosi
a
riconoscere
i
sapori
,
imparano
presto
ad
afferrare
il
bicchiere
con
l
'
acqua
tepida
e
a
lavare
diligentemente
l
'
interno
della
bocca
;
tantoché
l
'
esercizio
del
gusto
è
anche
un
mezzo
per
un
esercizio
igienico
.
La
discriminazione
tra
sapori
può
anche
costituire
un
vero
e
proprio
esercizio
di
autoeducazione
pei
bambini
tra
quattro
o
cinque
anni
.
Si
mettono
in
piccoli
vasetti
di
vetro
varie
polverine
bianche
,
costituite
da
miscugli
con
chinino
,
con
zucchero
,
con
sale
;
il
bambino
ha
curiosità
di
riconoscere
i
sapori
-
-
mette
sulla
lingua
un
po
'
della
polverina
,
avendo
già
appreso
la
tecnica
dai
primi
esercizi
fatti
con
le
soluzioni
,
e
poi
da
sé
si
risciacqua
la
bocca
.
A
Milano
la
signorina
Maccheroni
col
dott
.
Ferrari
fanno
ora
preparare
polverine
e
confetti
nella
farmacia
cooperativa
dell
'
Umanitaria
,
graduando
i
miscugli
.
La
refezione
potrebbe
indubbiamente
rendere
più
pratica
tale
educazione
.
Educazione
del
senso
visivo
I
Percezione
visiva
differenziale
delle
dimensioni
1°
Incastri
solidi
:
Sono
tre
sostegni
massicci
di
legno
della
lunghezza
di
cm
.
55
,
altezza
cm
.
6
,
larghezza
cm
.
8
.
-
-
Questi
portano
ciascuno
dieci
pezzi
a
incastro
,
che
sono
altrettanti
cilindretti
di
legno
,
i
quali
si
maneggiano
con
un
bottoncino
di
ottone
fissato
nel
centro
della
faccia
superiore
.
Nell
'
insieme
l
'
oggetto
somiglia
molto
al
portapesi
di
una
bilancia
.
(
Vedi
tavole
in
fondo
al
volume
)
.
Nel
primo
sostegno
i
cilindretti
sono
tutti
di
eguale
altezza
(
55
mm
.
)
ma
di
diametro
diverso
:
il
più
piccolo
di
1
cm
.
e
gli
altri
vanno
crescendo
di
œ
cm
.
nel
diametro
,
fino
i
55
mm
.
Nel
secondo
sostegno
i
cilindri
sono
tutti
di
ugual
diametro
-
-
e
il
diametro
corrisponde
alla
metà
del
più
grosso
cilindro
precedente
(
mm
.
27
)
;
-
-
ma
di
altezza
diversa
:
il
primo
è
un
dischetto
alto
1
cm
.
,
e
le
altezze
vanno
crescendo
di
5
in
5
mm
.
fino
al
decimo
che
è
perciò
alto
mm
.
55
.
Nel
terzo
sostegno
i
solidi
differiscono
così
in
altezza
come
in
diametro
:
mentre
il
primo
ha
1
cm
.
di
altezza
e
1
cm
.
di
diametro
,
gli
altri
vanno
crescendo
le
due
misure
di
mezzo
in
mezzo
centimetro
.
Con
tali
incastri
,
esercitandosi
da
sé
-
-
i
bambini
imparano
a
differenziare
gli
oggetti
secondo
la
grossezza
-
-
secondo
l
'
altezza
-
-
secondo
la
grandezza
.
In
una
classe
i
tre
giuochi
possono
essere
contemporaneamente
maneggiati
da
tre
bambini
diversi
e
venire
scambiati
tra
compagni
.
Il
bambino
sfila
i
cilindretti
,
li
mescola
sul
tavolino
e
poi
li
rimette
ciascuno
nel
suo
corrispondente
forame
.
Gli
oggetti
sono
di
abete
verniciato
e
lucido
.
2°
Grossi
pezzi
in
gradazione
dimensionale
:
Si
tratta
di
quattro
sistemi
i
quali
è
bene
che
esistano
almeno
in
doppio
esemplare
in
ogni
classe
.
Grossezze
:
oggetti
più
grossi
e
più
fini
.
Sono
dieci
prismi
quadrangolari
,
il
più
grande
dei
quali
ha
lo
spigolo
di
base
di
10
cm
.
,
e
gli
altri
vanno
decrescendo
di
1
cm
.
,
mentre
la
lunghezza
è
identica
per
tutti
i
pezzi
,
cioè
20
cm
.
I
prismi
sono
verniciati
a
vertice
smaltata
color
marrone
scuro
.
Il
fanciullo
li
mescola
spargendoli
sul
tavolino
e
li
mette
a
posto
-
-
giustapponendoli
secondo
la
gradazione
della
grossezza
-
-
e
osservando
che
le
lunghezze
siano
esattamente
corrispondenti
:
si
forma
tra
il
primo
,
e
l
'
ultimo
pezzo
una
specie
di
scala
i
cui
gradini
verso
l
'
alto
si
fanno
sempre
più
vasti
.
Il
bambino
comincia
dal
pezzo
più
fino
o
dal
più
grosso
a
suo
piacimento
(
vedi
tavole
in
fine
del
volume
)
.
Il
controllo
dell
'
esercizio
non
è
sicuro
come
negli
incastri
solidi
;
infatti
là
il
pezzo
troppo
largo
non
entra
nel
foro
stretto
,
quello
troppo
alto
sporge
dal
piano
ecc
.
:
-
-
ma
il
bambino
può
facilmente
riconoscere
a
occhio
l
'
errore
-
-
perché
in
tal
caso
la
scala
è
irregolare
:
capita
cioè
un
gradino
troppo
alto
,
dietro
il
quale
il
gradino
successivo
invece
di
salire
discende
.
Lunghezze
:
Oggetti
più
lunghi
,
più
corti
.
Il
sistema
consiste
in
dieci
aste
a
sezione
quadrata
di
3
cm
.
di
lato
;
la
prima
è
lunga
un
metro
e
l
'
ultima
,
un
decimetro
;
le
intermedie
decrescono
dalla
prima
all
'
ultima
di
un
decimetro
ciascuna
.
Ogni
spazio
di
un
decimetro
è
diversamente
colorato
,
cioè
alternativamente
in
rosso
e
in
turchino
.
Giustapponendo
le
aste
,
i
colori
devono
corrispondersi
,
formando
tante
striscie
trasversali
:
e
l
'
insieme
ha
l
'
apparenza
di
un
triangolo
rettangolo
a
canne
d
'
organo
,
decrescenti
lungo
l
'
ipotenusa
.
Il
bambino
giustappone
gli
oggetti
dapprima
sparsi
e
mescolati
,
collocandoli
in
gradazione
di
lunghezza
e
osservando
la
corrispondenza
dei
colori
:
anche
qui
esiste
un
controllo
dell
'
errore
ben
visibile
,
perché
viene
alterata
la
regolarità
della
decrescenza
lungo
l
'
ipotenusa
(
vedi
tavole
in
fondo
al
volume
)
.
Questo
sistema
importantissimo
avrà
poi
la
sua
principale
applicazione
nell
'
aritmetica
,
come
vedremo
:
perché
permette
di
contare
da
uno
a
dieci
,
di
compiere
addizioni
ecc
.
;
infine
costituisce
un
passo
iniziale
allo
studio
del
sistema
metrico
decimale
.
Altezze
:
Oggetti
più
alti
,
più
bassi
.
Il
sistema
consta
di
dieci
prismi
a
base
di
20
×
5
cm
.
e
altezza
decrescente
di
cm
.
in
cm
.
a
cominciare
da
un
massimo
di
10
cm
.
I
prismi
sono
verniciati
in
giallo
,
con
una
delle
facce
rettangolari
20
×
5
verniciata
in
bianco
:
questa
deve
rimanere
sempre
in
alto
e
forma
(
quando
il
bambino
ha
giustapposto
gli
oggetti
in
ordine
di
altezza
)
i
piani
successivi
di
una
scala
;
qui
i
gradini
,
salendo
verso
l
'
alto
regolarmente
,
restano
sempre
ugualmente
vasti
.
Grandezze
:
Oggetti
più
grandi
,
più
piccoli
.
Il
sistema
è
costituito
da
dieci
cubi
di
legno
verniciati
a
smalto
in
color
rosa
pallido
:
il
massimo
cubo
ha
uno
spigolo
di
10
cm
.
,
il
minimo
di
1
cm
.
,
e
gli
altri
vanno
gradualmente
decrescendo
di
centimetro
in
centimetro
.
A
tale
sistema
va
unito
un
piccolo
tappeto
di
panno
verde
-
-
che
può
anche
essere
di
tela
cerata
o
di
cartone
.
Il
giuoco
consiste
nel
sovrapporre
i
cubi
per
ordine
dimensionale
,
costruendo
una
torretta
la
cui
base
è
costituita
dal
massimo
cubo
,
e
la
vetta
dal
piccolissimo
cubetto
di
1
cm
.
Il
tappeto
si
mette
in
terra
,
vi
si
spargono
sopra
i
cubi
,
e
la
torretta
si
costruisce
sul
tappeto
.
Così
il
bambino
fa
l
'
esercizio
di
chinarsi
e
alzarsi
ecc
.
Il
controllo
è
dato
dalle
irregolarità
nella
decrescenza
della
torre
verso
l
'
apice
:
il
cubo
spostato
si
rivela
come
un
rigonfiamento
.
L
'
errore
principale
che
commettono
in
principio
i
bambini
è
quello
di
porre
a
base
il
secondo
cubo
e
sovrapporre
ad
esso
il
primo
confondendo
così
tra
loro
i
due
cubi
più
grandi
.
Si
noti
che
il
medesimo
errore
vidi
compiere
dai
bambini
deficienti
nelle
ripetute
prove
da
me
fatte
coi
tests
psicometrici
del
De
Santis
;
alla
domanda
:
«
qual
è
il
più
grosso
»
?
il
bambino
prendeva
per
lo
più
non
il
cubo
maggiore
,
ma
quello
ad
esso
più
vicino
per
dimensione
decrescente
.
I
quattro
sistemi
possono
anche
usarsi
dai
bambini
,
trasportando
i
pezzi
a
distanza
,
cioè
mescolandoli
p
.
es
.
sopra
un
dato
tavolino
e
disponendoli
ordinatamente
sopra
un
altro
,
da
esso
notevolmente
lontano
:
ad
ogni
pezzo
che
trasporta
,
il
bambino
deve
camminare
senza
mai
distrarsi
,
ricordando
le
dimensioni
che
va
a
cercare
nel
miscuglio
.
Così
disposti
,
gli
esercizi
sono
divertentissimi
per
bambini
di
quattro
o
cinque
anni
;
mentre
il
semplice
lavoro
di
ordinare
i
pezzi
sul
tavolino
medesimo
ove
giacciono
mescolati
,
è
più
adatto
ai
piccini
fra
tre
o
quattro
anni
d
'
età
;
la
costruzione
poi
della
torretta
coi
cubi
rosa
,
attrae
lungamente
l
'
attività
anche
dei
bambini
al
disotto
di
tre
anni
,
che
atterrano
e
ricostruiscono
la
torre
più
volte
di
seguito
.
II
Percezione
visiva
differenziale
delle
forme
e
percezioni
visivo
tattili
muscolari
Materiale
didattico
:
incastri
piani
di
legno
L
'
idea
di
questi
incastri
risale
a
Itard
ed
è
pure
stata
applicata
dal
Séguin
.
Io
nella
scuola
dei
deficienti
avevo
fatto
costruire
tali
incastri
nella
forma
usata
dai
miei
illustri
predecessori
:
cioè
avevo
fatto
sovrapporre
due
tavolette
-
-
la
basale
tutta
unita
-
-
e
la
superiore
perforata
da
figure
geometriche
varie
;
dentro
le
figure
cave
risultanti
,
si
dovevano
perfettamente
incastrare
figure
geometriche
di
legno
corrispondenti
le
quali
,
per
facilitare
il
maneggio
,
erano
fornite
di
un
bottoncino
d
'
ottone
.
Il
Séguin
usava
una
stella
,
un
rettangolo
,
un
quadrato
,
un
triangolo
e
un
cerchio
,
colorandoli
diversamente
,
così
che
si
univano
colori
e
forme
:
il
colore
aiutava
a
riconoscere
la
forma
.
Io
nella
mia
scuola
di
deficienti
avevo
moltiplicato
gli
esemplari
,
distinguendo
quelli
da
usare
pei
colori
da
quelli
da
usare
per
le
forme
.
Gl
'
incastri
per
colori
erano
tutti
a
piastrelle
circolari
,
quelli
per
le
forme
erano
tutti
di
color
turchino
.
Avevo
fatto
costruire
un
gran
numero
di
tavolette
a
più
colori
,
graduati
,
e
per
di
più
diversi
raggruppamenti
di
forma
,
ottenendo
un
materiale
costosissimo
(
speciale
per
la
graduazione
delle
tinte
)
e
ingombrante
.
Nelle
mie
nuove
esperienze
sui
bambini
normali
,
dopo
vari
tentativi
-
-
ho
completamente
escluso
gl
'
incastri
piani
pei
colori
-
-
poiché
un
tal
materiale
non
offre
nessun
controllo
all
'
errore
,
dovendo
il
bambino
coprire
il
colore
di
confronto
.
Ho
invece
conservato
gl
'
incastri
piani
,
ma
dando
loro
un
aspetto
affatto
nuovo
e
originale
-
-
che
mi
fu
suggerito
da
uno
splendido
impianto
di
lavori
manuali
al
Riformatorio
di
S
.
Michele
in
Roma
.
Qui
vidi
lavorare
piastrelle
di
legno
con
figure
geometriche
ora
sovrapposte
ora
a
incastro
:
lo
scopo
era
di
perfezionare
l
'
esattezza
nell
'
esecuzione
dei
pezzi
geometrici
,
così
per
quanto
riguarda
la
forma
,
come
la
dimensione
,
e
l
'
incastro
serviva
appunto
a
dare
il
controllo
dell
'
esattezza
del
lavoro
.
Io
pensai
allora
di
modificare
nel
modo
che
segue
gl
'
incastri
piani
:
ho
fatto
costruire
un
telaio
costituito
da
un
fondo
rettangolare
della
dimensione
entro
cornice
di
30
per
20
cm
.
;
il
fondo
turchino
scuro
,
è
circondato
da
una
cornice
rilevata
dello
spessore
di
circa
mezzo
centimetro
(
6
mm
.
)
-
-
larga
due
centimetri
:
-
-
su
tale
cornice
s
'
impernia
un
coperchio
a
telaio
costituito
da
asticciuole
di
due
centimetri
circa
di
spessore
,
incrociantesi
in
maniera
da
far
cornice
perfettamente
sovrapponibile
alla
sottostante
,
e
divisa
in
sei
quadrati
eguali
,
da
un
'
asta
trasversa
e
due
longitudinali
.
-
-
Questo
coperchio
fenestrato
gira
intorno
a
un
piccolo
pernio
e
si
fissa
anteriormente
con
una
piccola
borchia
(
vedi
tavole
in
fondo
,
al
volume
)
.
Sul
fondo
turchino
-
-
possono
adattarsi
perfettamente
sei
piastrelle
quadrate
di
10
cm
.
di
lato
e
spessore
di
6
mm
.
-
-
che
restano
fissate
dal
coperchio
quando
è
chiuso
-
-
perché
ogni
asticciuola
formante
la
fenestratura
,
si
sovrappone
ai
lati
estremi
di
due
piastrelle
adiacenti
così
che
queste
rimangono
sicuramente
fisse
,
e
l
'
insieme
si
maneggia
come
un
pezzo
solo
.
Questo
telaio
ha
il
vantaggio
che
vi
si
possono
preparare
tutte
le
combinazioni
possibili
di
figure
geometriche
-
-
mutando
le
piastrelle
-
-
e
ciò
secondo
i
criteri
della
direttrice
.
La
cornice
e
i
contorni
esterni
ed
interni
del
telaio
sono
verniciati
a
smalto
in
color
bianco
celeste
,
ossia
in
celeste
molto
pallido
-
-
e
così
le
piastrelle
;
invece
i
pezzi
da
incastrare
(
le
figure
geometriche
piene
)
sono
turchine
come
il
fondo
del
telaio
-
-
il
quale
fondo
si
vede
come
fondo
delle
piastrelle
allorché
queste
sono
adattate
nel
telaio
e
si
sia
tolta
la
figura
.
Ho
fatto
fabbricare
anche
quattro
piastrelle
piene
dello
stesso
color
turchiniccio
bianco
,
perché
con
esse
si
può
adattare
il
telaio
a
contenere
solo
una
,
due
,
tre
,
quattro
o
cinque
figure
geometriche
anziché
sei
;
essendo
molto
opportuno
,
nei
primi
insegnamenti
,
esporre
solo
due
figure
o
tre
,
contrastanti
o
almeno
molto
differenti
nella
forma
(
es
.
un
circolo
e
un
quadrato
;
ovvero
un
circolo
,
un
quadrato
e
un
triangolo
equilatero
)
.
In
tal
modo
si
rende
molto
più
semplice
un
abbondante
materiale
e
questo
si
moltiplica
,
moltiplicando
la
possibilità
di
combinazioni
.
Ho
poi
preparato
un
armadietto
che
può
essere
di
cartone
o
di
legno
-
-
a
sei
piani
;
-
-
esso
consiste
essenzialmente
in
una
scatola
-
-
la
cui
parte
anteriore
può
abbassarsi
all
'
innanzi
come
nelle
scatole
che
usano
gli
avvocati
;
e
le
sei
tavolette
sovrapposte
su
piccoli
sostegni
laterali
,
possono
contenere
ciascuna
sei
piastrelle
-
-
nel
primo
piano
ho
fatto
collocare
le
quattro
piastrelle
piene
;
e
due
piastrelle
aventi
un
trapezio
e
un
rombo
;
nel
secondo
un
quadrato
e
cinque
rettangoli
della
medesima
altezza
e
di
larghezza
decrescente
;
nel
terzo
sei
cerchi
a
diametro
decrescente
;
nel
quarto
sei
triangoli
;
nel
quinto
poligoni
dal
pentagono
al
decagono
;
nel
sesto
varie
figure
curve
ellissi
,
ovali
ecc
.
e
una
figura
a
fiore
(
quattro
archi
incrociati
)
.
A
questo
materiale
sono
annessi
dei
cartoncini
bianchi
,
quadrati
di
10
cm
.
di
lato
;
sopra
una
prima
serie
di
essi
è
ingommata
una
figura
geometrica
di
carta
turchina
del
colore
dei
pezzi
d
'
incastro
che
ripete
in
dimensione
e
forma
tutte
le
figure
geometriche
della
collezione
;
sopra
una
seconda
serie
di
cartoncini
uguali
è
ingommato
il
contorno
pure
in
turchino
,
delle
medesime
figure
geometriche
e
il
contorno
ha
lo
spessore
di
1
cm
.
;
sopra
una
ter
za
serie
di
cartoncini
uguali
è
disegnato
da
una
linea
nera
il
contorno
riproducente
le
figure
stesse
in
dimensioni
e
forma
.
Si
ha
dunque
:
il
telaio
-
-
la
collezione
delle
piastrelle
con
relativo
astuccio
-
-
e
la
collezione
di
tre
serie
di
cartoncini
.
Esercizio
con
gl
'
incastri
Esso
consiste
nel
presentare
al
bambino
il
telaio
con
varie
figure
,
togliere
i
pezzi
,
spargerli
e
mescolarli
sul
tavolino
e
invitare
il
bambino
a
ricollocarli
al
loro
posto
.
Questo
giuoco
è
accessibile
anche
ai
bambini
sotto
ai
tre
anni
-
-
ed
attrae
lungamente
l
'
attenzione
del
bambino
,
-
-
benché
meno
degli
incastri
solidi
:
non
ho
mai
visto
qui
ripetere
l
'
esercizio
più
di
cinque
o
sei
volte
consecutive
.
Il
fanciullo
,
infatti
,
impiega
molta
energia
in
questo
esercizio
-
-
esso
deve
riconoscere
la
forma
e
osservare
lungamente
;
in
principio
molti
riescono
per
tentativi
ad
incastrare
i
pezzi
-
-
cercando
p
.
es
.
di
mettere
successivamente
un
triangolo
in
un
trapezio
,
in
un
rettangolo
ecc
.
O
quando
prendono
un
rettangolo
e
riconoscono
il
luogo
dove
porlo
lo
appoggiano
però
col
lato
lungo
a
traverso
il
corto
,
e
solo
dopo
molte
prove
e
tentativi
giungono
a
metterlo
a
posto
.
Dopo
tre
o
quattro
prove
successive
,
il
bambino
riconosce
con
estrema
facilità
le
figure
geometriche
e
pone
gl
'
incastri
con
una
sicurezza
,
che
ha
un
'
espressione
di
noncuranza
,
di
disprezzo
per
l
'
esercizio
troppo
facile
.
È
questo
il
momento
in
cui
il
bambino
può
avviarsi
a
una
metodica
«
osservazione
»
delle
forme
-
-
mutando
convenientemente
le
piastrelle
sul
leggio
-
-
e
passando
dai
contrasti
alle
analogie
.
Allora
l
'
esercizio
riesce
facile
al
bambino
,
che
si
abitua
a
riconoscere
le
figure
e
a
porre
senza
sforzi
o
tentativi
i
pezzi
d
'
incastro
al
posto
relativo
.
Nel
primo
tempo
-
-
quello
cioè
dei
tentativi
-
-
nel
quale
si
presentano
al
bambino
figure
in
contrasto
di
forma
,
il
riconoscimento
è
aiutato
moltissimo
,
ove
si
associno
alla
sensazione
visiva
,
delle
sensazioni
tattili
muscolari
.
Io
faccio
toccare
con
l
'
indice
della
mano
destra
i
contorni
così
del
pezzo
,
come
dell
'
orlo
interno
della
piastrella
che
dovrà
delimitarlo
e
che
ripete
la
figura
del
pezzo
stesso
;
e
procuro
che
ciò
diventi
un
'
abitudine
pel
bambino
.
Cosa
ben
facile
ad
ottenersi
praticamente
,
perché
i
piccoli
fanciulli
amano
assai
di
tutto
toccare
.
Già
mi
ero
accorta
educando
i
deficienti
,
che
tra
le
memorie
sensoriali
,
quella
del
senso
muscolare
è
la
più
precoce
:
infatti
alcuni
bambini
che
ancora
non
riconoscevano
una
figura
guardandola
,
la
riconoscevano
però
toccandola
,
cioè
eseguendo
il
movimento
necessario
per
seguirne
i
contorni
.
Analogamente
avviene
nella
maggior
parte
dei
piccoli
bambini
normali
:
essi
,
imbarazzati
a
incastrare
un
pezzo
che
rivoltano
invano
da
tutte
le
parti
,
appena
tocchino
i
due
contorni
del
pezzo
e
della
cornice
,
riescono
nell
'
intento
.
Indubbiamente
l
'
associazione
del
senso
tattile
muscolare
a
quello
visivo
,
aiuta
in
modo
notevolissimo
la
percezione
delle
forme
e
ne
fissa
la
memoria
.
In
tali
esercizi
il
controllo
è
assoluto
come
negli
incastri
solidi
:
la
figura
non
può
infatti
entrare
se
non
nella
cornice
corrispondente
;
il
bambino
perciò
può
esercitarsi
da
solo
e
compiere
una
vera
e
propria
autoeducazione
sensoriale
,
per
ciò
che
riguardi
la
percezione
visiva
delle
forme
.
Esercizî
con
le
tre
serie
dei
cartoncini
1ª
serie
:
Si
dànno
al
bambino
dei
cartoncini
con
le
figure
a
pieno
e
dei
pezzi
d
'
incastro
(
cioè
le
figure
centrali
,
senza
la
pia
strella
che
fa
cornice
)
corrispondenti
alle
figure
;
si
mescolano
:
-
-
il
bambino
deve
ordinare
i
cartoncini
in
fila
sul
tavolo
(
ciò
che
lo
diverte
molto
)
-
-
poi
adattarvi
su
i
pezzi
.
Qui
il
controllo
è
nell
'
occhio
:
il
bambino
deve
riconoscere
la
figura
e
adattarvi
su
perfettamente
il
pezzo
in
modo
che
la
copra
e
la
nasconda
.
L
'
occhio
del
bambino
è
qui
corrispondente
alla
cornice
che
materialmente
conduceva
prima
ad
adattare
i
due
pezzi
tra
loro
.
Inoltre
il
fanciullo
deve
abituarsi
a
toccare
i
contorni
della
figura
piena
,
come
semplice
esercizio
(
e
il
bambino
esegue
sempre
volentieri
i
movimenti
)
,
e
dopo
che
ha
sovrapposto
il
pezzo
tocca
ancora
tutto
intorno
,
quasi
aggiustando
col
dito
la
sovrapposizione
affinché
riesca
perfetta
.
2ª
serie
:
Si
dà
un
mazzo
di
cartoncini
al
bambino
-
-
e
il
gruppo
di
pezzi
da
incastro
corrispondenti
alle
figure
che
sono
delineate
con
una
striscia
turchina
.
Il
bambino
sta
passando
gradualmente
dal
concreto
all
'
astratto
.
Prima
egli
maneggiava
solo
oggetti
solidi
,
poi
è
passato
a
una
figura
piana
cioè
al
piano
che
in
sé
non
esiste
;
ora
sta
passando
alla
linea
.
Ma
quella
linea
rappresenta
per
lui
,
non
il
contorno
astratto
d
'
una
figura
piana
;
bensì
il
cammino
tante
volte
compiuto
dal
suo
dito
indice
:
quella
linea
è
la
traccia
d
'
un
movimento
.
Ripassando
ancora
col
dito
il
contorno
della
figura
sul
cartoncino
,
poiché
nei
punti
su
cui
il
dito
si
sovrappone
la
figura
sparisce
,
il
fanciullo
ha
l
'
impressione
di
lasciare
realmente
una
traccia
;
-
-
inoltre
,
sparendo
la
traccia
là
ove
egli
tocca
-
-
è
l
'
occhio
che
guida
il
movimento
;
il
qual
movimento
,
però
,
fu
già
preparato
quando
il
bambino
toccava
i
contorni
solidi
dei
pezzi
di
legno
.
3ª
serie
:
Si
presentano
al
bambino
dei
cartoncini
con
le
figure
semplicemente
delineate
in
nero
e
i
pezzi
,
come
sopra
.
Qui
si
è
passati
veramente
alla
linea
,
cioè
ad
un
'
astrazione
;
anch
'
essa
però
contiene
l
'
idea
del
movimento
compiuto
.
Infatti
essa
può
non
esser
più
la
traccia
del
dito
che
tocca
,
ma
p
.
es
.
quella
della
matita
che
è
diretta
dalla
mano
nello
stesso
movimento
di
prima
.
Queste
figure
geometriche
semplicemente
disegnate
provengono
da
una
serie
graduale
di
immagini
concrete
,
visive
e
motrici
;
e
tali
immagini
tornano
alla
mente
del
bambino
,
quando
egli
fa
l
'
esercizio
di
sovrapporvi
i
pezzi
d
'
incastro
corrispondenti
.
Il
fanciullo
dunque
si
prepara
a
interpretare
con
l
'
occhio
i
contorni
delle
figure
designate
e
anche
si
prepara
con
la
mano
al
disegno
delle
stesse
figure
pei
movimenti
compiuti
.
III
Percezione
visiva
differenziale
dei
colori
:
educazione
del
senso
cromatico
Il
nostro
materiale
consiste
:
a
)
in
stoffe
vivamente
colorate
a
colori
tutti
uniti
,
a
righe
,
a
intrecci
di
righe
(
stoffe
scozzesi
)
,
a
fiorellini
,
puntini
colorati
,
ecc
.
;
b
)
in
bambole
tedesche
fatte
di
stoffa
e
vestite
con
ricci
di
stame
colorato
-
-
così
che
questi
fantocci
portano
indosso
mescolati
i
più
varii
colori
;
c
)
palle
di
lana
di
colore
unito
,
a
vivi
colori
.
Tali
oggetti
servono
specialmente
per
le
lezioni
sui
colori
.
Ma
il
materiale
didattico
per
l
'
educazione
del
senso
cromatico
è
il
seguente
,
che
ho
stabilito
dopo
una
lunga
serie
di
prove
sui
bambini
normali
.
(
All
'
istituto
di
deficienti
usavo
,
come
ho
detto
sopra
,
gli
incastri
)
.
Si
tratta
di
tavolette
intorno
alle
quali
sono
addipanati
dei
fili
vivamente
colorati
di
lana
o
di
seta
:
le
tavolette
portano
alle
due
estremità
un
bordo
dalle
due
facce
-
-
così
che
i
colori
non
istriscino
mai
sul
tavolino
-
-
e
anche
affinché
si
possa
maneggiare
il
pezzo
,
senza
mai
toccare
il
filo
colorato
.
Infatti
così
il
colore
rimane
intatto
per
lungo
tempo
.
Ho
scelto
otto
tinte
e
a
ciascuna
di
esse
corrispondono
otto
gradazioni
di
diversa
intensità
:
sono
perciò
64
tavolette
di
colori
.
Le
otto
tinte
sono
:
nero
(
al
grigio
e
bianco
)
;
rosso
;
arancione
;
giallo
;
verde
;
turchino
;
violetto
;
marrone
.
I
64
colori
sono
in
doppio
esemplare
;
cioè
l
'
intero
sistema
consta
di
128
tavolette
.
Esse
sono
contenute
in
due
astucci
uguali
di
metallo
;
ciascuno
dei
quali
contiene
un
'
intera
serie
di
64
colori
;
essi
sono
divisi
in
otto
caselle
uguali
,
entro
ciascuna
delle
quali
si
adattano
,
giustapposte
a
coltello
,
le
otto
gradazioni
di
una
tinta
.
Esercizi
Si
scelgono
tre
colori
nella
gradazione
più
viva
(es.:
rosso
,
turchino
e
giallo
)
-
-
in
doppio
campione
-
-
e
si
mettono
sul
tavolo
innanzi
al
bambino
;
-
-
presentandogli
un
colore
,
lo
si
invita
a
cercare
nel
miscuglio
l
'
uguale
;
e
così
si
fanno
disporre
in
colonna
le
tavolette
a
due
per
due
,
cioè
appaiate
secondo
il
medesimo
colore
.
Poi
si
cresce
sempre
più
il
numero
delle
tavolette
colorate
fino
a
presentare
otto
colori
,
cioè
sedici
tavolette
.
In
seguito
,
anziché
le
tinte
più
vive
si
sceglieranno
le
più
brune
o
le
più
pallide
.
Infine
si
presenteranno
due
o
tre
tavolette
dello
stesso
colore
ma
di
diversa
intensità
,
facendole
disporre
in
ordine
di
gradazione
;
fino
a
presentare
le
otto
gradazioni
.
Successivamente
si
pongono
innanzi
al
bambino
,
mescolate
,
le
otto
gradazioni
di
due
colori
diversi
(
es
.
rosso
e
turchino
)
-
-
si
fanno
separare
i
gruppi
,
e
disporre
ciascuno
in
gradazione
;
quindi
si
procede
offrendo
mescolate
,
tinte
sempre
più
simili
(
es
.
turchino
e
violetto
,
giallo
e
aranciato
,
ecc
.
)
.
In
una
«
Casa
di
Bambini
»
ho
visto
eseguire
con
molto
successo
di
interesse
e
di
sorprendente
rapidità
il
seguente
giuoco
:
la
direttrice
pone
sul
tavolo
intorno
a
cui
stanno
seduti
dei
bambini
,
tanti
gruppi
di
gradazioni
,
cioè
tante
tinte
per
quanti
sono
i
bambini
,
es
.
tre
:
fa
bene
osservare
a
ogni
bambino
qual
sia
il
colore
che
gli
spetta
o
che
ha
scelto
;
poi
mescola
tutti
insieme
i
gruppi
sul
tavolino
.
Ogni
bambino
prende
rapidamente
dal
gruppo
complessivo
tutte
le
gradazioni
del
suo
colore
,
le
ammucchia
,
e
poi
procede
al
collocamento
dei
pezzi
giustapposti
per
gradazione
,
che
danno
l
'
apparenza
di
un
nastro
a
tinte
sfumate
.
In
un
'
altra
Casa
ho
visto
i
bambini
prendere
l
'
intera
scatola
di
64
colori
,
rovesciarla
sul
tavolo
,
mescolare
a
lungo
le
tavolette
;
poi
rapidamente
riformare
i
gruppi
e
disporli
per
gradazione
,
costruendo
una
specie
di
tappetino
vagamente
colorato
e
sfumato
,
sul
tavolo
.
I
bambini
riescono
presto
ad
acquistare
un
'
abilità
,
innanzi
alla
quale
noi
restiamo
confusi
.
I
bambini
di
tre
anni
riescono
a
mettere
in
gradazione
tutte
le
tinte
.
Si
può
esperimentare
la
memoria
dei
colori
,
facendo
vedere
a
un
bambino
una
tinta
e
invitandolo
ad
andare
a
scegliere
in
un
tavolo
lontano
,
ove
tutti
i
colori
sono
allineati
,
la
tinta
eguale
.
I
fanciulli
riescono
nell
'
esercizio
,
commettendo
piccoli
errori
.
Sono
i
bambini
di
cinque
anni
,
che
si
divertono
a
quest
'
ultimo
esercizio
.
Essi
poi
amano
moltissimo
di
confrontare
due
tinte
e
prendere
la
decisione
sul
giudizio
della
loro
identità
.
Avevo
adottato
in
principio
,
per
saggiare
la
memoria
dei
colori
,
un
istrumento
ideato
dal
Pizzoli
e
consistente
in
un
disco
bruno
munito
in
alto
di
una
incisura
semilunare
:
dietro
l
'
incisura
passano
successivamente
più
colori
a
mezzo
di
un
dischetto
posteriore
girante
,
che
porta
tante
striscie
colorate
disposte
a
raggio
:
il
maestro
richiama
l
'
attenzione
su
un
colore
,
poi
gira
il
disco
e
il
bambino
deve
notare
quando
torna
nella
semiluna
il
colore
fissato
in
principio
.
Ciò
immobilizza
il
bambino
-
-
gli
impedisce
il
controllo
-
-
;
non
è
dunque
un
istrumento
di
educazione
sensoriale
.
Esercizi
per
la
discriminazione
dei
suoni
Sarebbe
desiderabile
avere
a
tal
uopo
il
materiale
didattico
usato
nei
principali
istituti
dei
sordomuti
di
Germania
e
d
'
America
,
su
l
'
«
educazione
auricolare
»
dei
sordastri
,
poiché
tali
esercizi
sono
un
avviamento
all
'
educazione
del
linguaggio
,
tendente
specialmente
a
richiamar
l
'
attenzione
discriminativa
sulle
«
modulazioni
dei
suoni
della
voce
umana
»
.
E
qui
,
nei
bambini
della
prima
età
infantile
,
occupa
un
posto
principale
appunto
l
'
educazione
del
linguaggio
.
Un
altro
scopo
degli
esercizi
è
quello
di
educare
l
'
orecchio
del
bambino
ai
rumori
,
in
modo
ch
'
egli
abituandosi
a
percepire
i
più
leggeri
,
e
a
confrontarli
coi
suoni
,
rifugga
dai
rumori
aspri
e
chiassosi
:
tale
educazione
sensoriale
ha
quindi
anche
uno
scopo
educativo
del
gusto
estetico
,
e
una
notevole
applicazione
pratica
disciplinare
.
Poiché
è
noto
come
i
piccoli
bambini
disturbino
la
disciplina
,
appunto
con
le
grida
e
col
rumore
di
oggetti
da
loro
spostati
,
battuti
ecc
.
Un
'
educazione
scientifica
,
rigorosa
del
senso
acustico
,
non
è
praticamente
applicabile
come
consueto
metodo
didattico
.
Poiché
il
bambino
non
può
esercitarsi
da
solo
,
come
fa
per
gli
altri
sensi
:
e
se
ognuno
si
esercitasse
da
solo
p
.
es
.
con
un
istrumento
a
suoni
graduati
,
ne
verrebbe
dall
'
insieme
un
incomposto
e
assordante
accozzo
di
suoni
.
Invece
,
alla
discriminazione
dei
suoni
è
necessario
un
«
assoluto
silenzio
»
.
La
signorina
Maccheroni
,
direttrice
della
«
Casa
dei
Bambini
»
a
Milano
,
ha
ideato
e
fatto
fabbricare
a
Livorno
una
serie
di
tredici
campane
con
la
convessità
in
alto
e
sostenute
da
un
piede
di
legno
verniciato
in
nero
:
-
-
esse
sono
apparentemente
identiche
-
-
ma
le
vibrazioni
a
un
colpo
di
martello
,
riproducono
le
seguenti
tredici
note
:
Il
sistema
consiste
in
una
doppia
serie
di
13
campane
e
in
quattro
martellini
.
Colpita
una
campana
della
1ª
serie
,
deve
trovarsi
il
corrispondente
suono
nella
seconda
.
Ma
l
'
esercizio
presenta
gravissime
difficoltà
;
i
bambini
non
sanno
colpire
sempre
allo
stesso
modo
le
campane
,
provocando
perciò
suoni
diversamente
intensi
;
e
anche
quando
colpisce
la
maestra
,
pure
avendo
cura
di
estinguere
le
vibrazioni
di
volta
in
volta
col
tocco
della
mano
,
i
bambini
confondono
molto
i
suoni
:
e
almeno
finora
,
tale
istrumento
non
è
sembrato
molto
pratico
.
Noi
disponiamo
inoltre
per
la
discriminazione
dei
suoni
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
la
serie
di
fischietti
del
Pizzoli
-
-
e
una
serie
di
diapason
;
e
pei
rumori
graduati
,
delle
scatole
piene
di
sostanze
diverse
più
o
meno
fini
(
da
sabbia
a
sassolini
)
:
i
rumori
si
provocano
sbattendole
.
Nel
procedimento
pratico
io
uso
di
far
così
:
faccio
provocare
il
silenzio
dalla
direttrice
,
coi
mezzi
comuni
dei
quali
dispone
,
e
poi
io
continuo
ad
approfondire
il
silenzio
facendo
;
«
st
!
st
!
»
con
una
serie
di
graduazioni
di
tono
,
ora
scoccanti
,
ora
prolungati
e
finissimi
come
un
sibilo
.
I
bambini
a
poco
a
poco
ne
restano
affascinati
.
Ogni
tanto
dico
:
«
ancora
più
silenzio
,
ancora
più
»
-
-
e
ricomincio
il
sibilo
sempre
più
leggero
:
e
dico
«
ancor
più
,
più
»
a
voce
quasi
morente
.
Quindi
con
tono
pressoché
drammatico
,
come
se
in
mezzo
al
mare
si
sentisse
una
campana
,
io
dico
,
come
una
persona
che
quasi
sviene
:
«
ecco
si
sente
l
'
orologio
»
(
l
'
orologio
a
muro
)
-
-
«
ecco
si
sentono
le
mosche
volare
,
si
sentono
i
moscerini
»
.
I
bambini
rimangono
estatici
in
un
silenzio
talmente
assoluto
,
che
la
stanza
sembra
deserta
.
«
Chiudiamo
gli
occhi
»
.
Avverto
intanto
,
che
tali
esercizi
ripetuti
,
abituano
talmente
bene
i
bambini
alla
immobilità
e
al
silenzio
assoluto
,
che
nelle
interruzioni
mi
basta
un
«
eh
!
»
,
uno
sguardo
,
a
ricomporlo
immediatamente
.
Nel
silenzio
si
procede
alla
produzione
dei
suoni
e
dei
rumori
prima
per
contrasto
,
poi
per
analogia
;
e
alla
comparazione
tra
rumori
e
suoni
.
Io
credo
che
la
massima
efficacia
si
avrebbe
coi
mezzi
primitivi
proposti
da
Itard
nel
1805
-
-
cioè
il
tamburo
-
-
e
la
campana
.
Una
serie
graduata
di
tamburi
pei
rumori
,
o
meglio
per
suoni
gravi
,
armonici
,
appartenendo
essi
a
un
istrumento
musicale
;
e
una
serie
di
campane
fino
ai
campanelli
.
I
diapason
,
i
fischietti
,
le
scatole
,
non
sono
attraenti
pei
bambini
,
e
non
educano
l
'
udito
come
questi
altri
strumenti
:
non
a
caso
certo
nelle
due
grandi
corporazioni
umane
,
quella
dell
'
odio
(
le
guerre
)
e
quella
dell
'
amore
(
le
religioni
)
hanno
adottato
i
due
strumenti
opposti
:
tamburi
e
campane
.
Io
credo
che
,
dopo
il
fascino
del
silenzio
,
sarebbe
educativo
il
fascino
delle
campane
,
ora
calmante
coi
toni
dolci
e
gravi
,
che
trasmetterebbero
nel
corpo
dei
piccini
immobili
le
loro
vibrazioni
larghe
;
ora
eccitante
coi
campanelli
,
che
bisognerebbe
scegliere
di
suono
chiaro
e
squillante
.
E
quando
,
si
può
dire
,
oltre
all
'
educazione
dell
'
o
recchio
,
si
fosse
prodotta
un
'
educazione
vibratoria
di
tutto
il
corpo
,
dei
visceri
,
dei
muscoli
-
-
col
suono
sapientemente
provocato
dalle
campane
-
-
e
si
fosse
data
una
«
pace
fibrillare
»
al
corpo
dei
bambini
;
allora
più
crudo
riuscirebbe
il
rumore
in
quei
corpi
infantili
;
essi
ne
sentirebbero
l
'
asprezza
;
e
nel
seguito
dell
'
educazione
rifuggirebbero
dai
rumori
chiassosi
;
come
chi
ha
l
'
educazione
dell
'
orecchio
musicale
fugge
,
perché
soffre
,
alle
note
stridenti
e
dissonanti
.
-
-
Non
c
'
è
bisogno
di
illustrazione
per
intendere
l
'
importanza
che
avrebbero
tali
esercizi
,
nell
'
educazione
dell
'
infanzia
del
popolo
.
Le
nuove
generazioni
sarebbero
più
calme
,
sfuggirebbero
ai
chiassi
,
a
quei
rumori
assordanti
che
feriscono
l
'
orecchio
,
allorché
si
entra
oggi
in
uno
degli
spaventosi
alveari
umani
,
dove
vivono
agglomerate
le
persone
povere
lasciate
da
noi
nell
'
abbandono
,
alle
loro
brutalità
.
L
'
educazione
musicale
Dovrebbe
essere
fatta
con
fine
metodo
,
ai
fanciulli
.
In
generale
si
vedono
i
bambini
passare
accanto
alle
grandi
suonate
,
come
vi
passano
gli
animali
:
cioè
senza
percepirne
la
complessità
dei
suoni
.
I
ragazzi
di
strada
circondano
gli
organetti
gridando
come
se
avvertissero
rumori
,
anziché
suoni
.
Per
l
'
educazione
musicale
bisognerebbe
creare
,
così
gl
'
istrumenti
,
come
la
musica
.
Intanto
il
suo
scopo
rispetto
a
quello
della
discriminazione
dei
suoni
con
le
campane
,
è
di
dare
il
ritmo
e
si
può
dire
,
di
spingere
a
movimenti
calmi
e
coordinati
,
quei
muscoli
già
vibranti
nella
pace
dell
'
immobilità
.
Io
credo
che
istrumenti
a
corda
,
specie
di
arpe
semplificate
o
di
lire
,
sarebbero
i
più
convenienti
:
essi
costituiscono
,
insieme
ai
tamburi
e
alle
campane
,
il
terzo
istrumento
classico
dell
'
umanità
:
è
questo
l
'
istrumento
della
«
vita
ìntima
individuale
»
che
la
leggenda
pone
in
ma
no
ad
Orfeo
,
la
favola
tra
le
dita
delle
fate
,
e
la
novella
tra
le
mani
agili
della
principessa
che
conquista
il
cuore
di
un
principe
vezzoso
,
-
-
nei
tempi
di
una
umanità
semplice
e
pacifica
,
comparabile
alla
semplice
vita
infantile
.
La
maestra
che
volta
la
schiena
ai
fanciulli
per
produrre
sul
pianoforte
suoni
tutt
'
altro
che
perfetti
,
non
sarà
mai
l
'
educatrice
del
loro
senso
musicale
.
Il
fanciullo
vuole
essere
affascinato
in
tutti
i
modi
-
-
dallo
sguardo
come
dalla
posa
;
e
la
maestra
che
piegandosi
verso
loro
,
e
ponendoseli
attorno
,
lasciandoli
liberi
nelle
loro
espressioni
naturali
,
toccasse
poche
corde
in
un
ritmo
semplice
,
si
metterebbe
in
comunicazione
,
in
rapporto
di
anima
con
loro
.
Tanto
più
se
questi
tocchi
semplici
accompagnasse
con
la
sua
voce
,
lasciando
liberi
i
bambini
di
seguirla
:
senza
obbligare
nessuno
a
cantare
.
Così
ella
potrebbe
scegliere
come
«
adatte
all
'
educazione
»
quelle
canzoni
che
fossero
seguite
da
tutti
i
bambini
:
o
graduare
la
complicazione
del
ritmo
alle
età
,
perché
vedrebbe
seguirla
spontaneamente
ora
i
soli
grandi
,
ora
anche
i
piccoli
bambini
,
che
adatterebbero
la
loro
forza
spontanea
alle
diverse
difficoltà
delle
canzoni
.
Io
credo
in
ogni
modo
che
gli
istrumenti
semplici
,
primitivi
come
la
«
zampogna
»
o
gli
istrumenti
a
corde
,
siano
adatte
ai
bambini
:
a
raddolcirli
,
a
penetrare
nelle
loro
anime
.
Invece
gl
'
istrumenti
a
fiato
,
come
una
tromba
o
un
sufolo
,
sono
adatti
a
eccitare
i
movimenti
muscolari
ritmici
,
e
a
provocare
una
ginnastica
spontanea
molto
educativa
,
cioè
il
ballo
:
il
quale
dovrebbe
somigliare
assai
più
a
quello
lieto
,
libero
e
innocente
dei
contadini
sull
'
aia
-
-
che
a
quello
complicato
dei
saloni
.
Io
cerco
di
condurre
la
direttrice
della
«
Casa
dei
Bambini
»
di
Milano
,
che
è
anche
una
esperta
maestra
di
musica
,
a
dei
tentativi
di
studio
sulla
capacità
musicale
dei
piccoli
bambini
.
Ella
ha
fatto
molti
tentativi
col
pianoforte
,
osservando
come
i
fanciulli
non
siano
sensibili
al
tono
musicale
,
ma
soltanto
al
ritmo
.
Sul
ritmo
ella
ha
or
ganizzato
piccoli
e
semplici
balli
figurati
,
con
l
'
intenzione
di
studiare
l
'
influenza
del
ritmo
stesso
sulla
coordinazione
dei
movimenti
muscolari
.
Ma
la
sua
alta
sorpresa
fu
invece
l
'
effetto
educativo
disciplinare
di
tale
musica
.
I
suoi
bambini
,
(
con
molta
sapienza
e
arte
condotti
da
lei
nella
libertà
,
all
'
ordine
spontaneo
degli
atti
o
dei
movimenti
)
,
cresciuti
senza
disciplina
nei
cortili
e
nelle
strade
,
avevano
l
'
abitudine
di
saltare
talvolta
sfrenatamente
.
Molto
ossequente
al
metodo
della
libertà
,
e
considerando
che
saltare
non
è
un
male
,
mai
li
aveva
corretti
.
Si
accorse
che
moltiplicando
gli
esercizi
di
ballo
,
i
bambini
a
poco
a
poco
diminuivano
i
salti
e
finalmente
non
saltavano
più
.
Allora
la
Direttrice
chiese
spiegazione
di
tale
mutamento
di
condotta
;
alcuni
piccoli
la
guardarono
senza
rispondere
;
i
grandi
le
fecero
risposte
varie
,
ma
il
cui
contenuto
era
analogo
;
«
saltare
non
sta
bene
»
-
-
«
saltare
è
brutto
»
-
-
«
saltare
è
uno
sgarbo
»
.
Questo
fu
certo
uno
dei
più
bei
trionfi
del
nostro
metodo
.
E
ciò
pure
rivela
,
insieme
alle
altre
citate
esperienze
sulle
sensazioni
,
la
educabilità
del
senso
muscolare
nel
bambino
,
e
la
squisitezza
di
tale
senso
;
che
è
in
relazione
con
la
precocità
della
memoria
muscolare
,
in
rapporto
ad
altre
forme
di
memoria
sensoriale
.
Saggio
dell
'
acutezza
uditiva
L
'
unica
prova
finora
sperimentata
con
grande
successo
nella
«
Casa
dei
Bambini
»
è
quella
dell
'
orologio
e
della
voce
afona
.
La
prova
è
del
tutto
empirica
,
e
sfugge
alla
misura
,
ma
per
questo
non
è
meno
utile
saggiare
approssimativamente
l
'
acutezza
uditiva
nei
bambini
.
Consiste
nel
far
loro
sentire
,
in
perfetto
silenzio
,
il
tic
tac
dell
'
orologio
e
tutti
i
piccoli
rumori
che
sfuggono
comunemente
all
'
orecchio
;
e
nel
chiamare
a
uno
a
uno
i
piccini
da
una
stanza
vicina
,
pronunciando
il
nome
di
ciascuno
a
voce
afona
.
Per
preparare
tali
esercizî
,
è
necessario
insegnare
ai
bambini
il
silenzio
:
per
questo
faccio
eseguire
vari
giuochi
del
silenzio
,
che
contribuiscono
in
modo
notevole
alla
sorprendente
capacità
di
disciplina
dei
nostri
bambini
.
Richiamo
l
'
attenzione
dei
piccini
sopra
di
me
-
-
che
faccio
silenzio
.
Mi
metto
in
varie
pose
:
in
piedi
,
seduta
-
-
immobile
,
silenziosa
.
Un
dito
che
si
muova
,
potrebbe
produrre
un
rumore
,
sia
pure
impercettibile
;
potrei
respirare
in
modo
che
si
sentisse
:
ma
no
,
tutto
è
assoluto
silenzio
.
Non
è
cosa
facile
.
Chiamo
un
bambino
e
lo
invito
a
far
come
me
:
egli
aggiusta
in
miglior
posa
un
piede
,
ecco
un
rumore
!
muove
un
braccio
strisciandolo
impercettibilmente
sul
bracciuolo
della
poltroncina
,
è
un
rumore
:
il
suo
respiro
non
è
ancor
silenzioso
del
tutto
,
tranquillo
,
inavvertito
assolutamente
come
il
mio
.
Durante
tali
manovre
,
e
i
miei
brevi
e
concitati
discorsi
interrotti
da
immobilità
e
silenzio
,
i
fanciulli
restano
incantati
ad
ascoltare
e
a
guardare
.
Moltissimi
s
'
interessano
del
fatto
che
non
avevano
mai
osservato
-
-
cioè
che
si
fanno
tanti
rumori
i
quali
non
si
avvertivano
;
e
che
ci
sono
più
gradi
di
silenzio
.
C
'
è
un
silenzio
assoluto
,
là
ove
nulla
,
assolutamente
nulla
si
muove
.
Essi
mi
guardano
stupiti
quando
io
mi
metto
in
mezzo
alla
sala
diritta
,
ed
è
veramente
come
se
«
non
ci
fossi
»
.
Allora
tutti
fanno
a
gara
per
imitarmi
e
cercano
di
fare
altrettanto
.
Io
insegno
qua
e
là
,
ove
un
piede
si
muove
quasi
inavvertitamente
.
L
'
attenzione
dei
fanciulli
è
richiamata
su
ogni
parte
del
corpo
,
in
un
'
ansiosa
volontà
di
raggiungere
l
'
immobilità
.
Mentre
essi
si
esercitano
a
questo
ecco
veramente
farsi
un
silenzio
diverso
da
ciò
che
superficialmente
si
chiama
silenzio
:
sembra
che
gradatamente
sparisca
la
vita
,
che
la
sala
si
faccia
di
mano
in
mano
vuota
,
come
se
non
ci
fosse
più
nessuno
.
Allora
principia
a
sentirsi
il
tic
tac
dell
'
orologio
a
muro
;
e
quel
tic
tac
sembra
crescere
d
'
intensità
a
poco
a
poco
che
il
silenzio
si
fa
assoluto
.
Di
fuori
,
dal
cortile
che
sembrava
silenzioso
-
-
ecco
venire
rumori
vari
-
-
un
uccellino
che
pigola
,
un
bambino
che
passa
.
I
fanciulli
restano
affascinati
da
quel
silenzio
come
da
una
loro
reale
conquista
.
«
Ecco
»
-
-
dice
la
direttrice
-
-
«
ora
non
c
'
è
più
nessuno
-
-
i
bambini
sono
andati
via
»
.
Raggiunto
questo
grado
,
si
chiudono
al
buio
le
finestre
-
-
e
si
dice
ai
bambini
:
chiudete
gli
occhi
-
-
appoggiate
lentamente
la
testa
sulle
mani
-
-
e
mettete
le
mani
spiegate
a
chiudere
gli
occhi
.
Essi
si
pongono
così
e
torna
nel
buio
l
'
assoluto
silenzio
.
«
Adesso
ascoltate
una
voce
leggera
che
vi
chiama
per
nome
»
.
Allora
,
in
una
stanza
vicina
collocata
dietro
ai
bambini
,
a
traverso
la
porta
spalancata
-
-
chiamo
a
voce
afona
,
strisciando
le
sillabe
lungamente
,
come
si
chiamerebbe
con
chiaro
grido
a
traverso
le
montagne
-
-
e
questa
voce
quasi
occulta
,
sembra
che
giunga
al
cuore
e
chiami
la
loro
anima
.
Ogni
chiamato
si
scuote
,
leva
la
testa
,
apre
gli
occhi
come
trasognato
e
insieme
felice
;
si
alza
silenziosamente
cercando
di
non
muovere
la
sedia
e
cammina
in
punta
di
piedi
così
impercettibilmente
che
quasi
non
si
sente
:
tuttavia
il
suo
passo
risuona
nel
silenzio
assoluto
che
non
s
'
interrompe
mai
e
tra
l
'
immobilità
che
persiste
.
E
giunge
alla
porta
con
volto
gioioso
,
fa
qualche
salto
nella
stanza
vicina
,
soffoca
piccoli
scoppî
di
risa
;
ovvero
si
attacca
alle
mie
vesti
appoggiando
il
volto
al
mio
corpo
;
o
si
pone
a
guardare
i
compagni
che
giacciono
ancora
nell
'
aspettativa
silenziosa
.
Il
chiamato
sente
quasi
un
privilegio
,
un
dono
,
un
premio
.
E
pure
sa
che
tutti
saranno
chiamati
cominciando
«
dal
più
assolutamente
silenzioso
che
resta
nella
sala
»
.
Così
ciascuno
cerca
di
meritare
nell
'
attesa
perfetta
,
la
chiamata
sicura
.
Io
vidi
una
volta
una
piccina
di
tre
anni
cercar
di
soffocare
uno
starnuto
e
riuscirvi
!
Ella
tratteneva
il
respiro
nel
suo
piccolo
petto
scosso
-
-
e
resisteva
-
-
fino
a
riuscire
vittoriosa
.
Sforzo
invero
sorprendente
!
Tale
giuoco
affascina
i
piccoli
:
i
loro
volti
intenti
,
la
loro
immobilità
paziente
,
rivela
la
ricerca
di
un
grande
piacere
.
In
principio
,
quando
l
'
anima
del
fanciullo
mi
era
sconosciuta
,
avevo
pensato
di
far
veder
loro
piccoli
dolci
e
piccoli
giocattoli
promettendo
di
darli
al
chiamato
supponendo
che
i
regali
dovessero
essere
l
'
attrattiva
necessaria
a
ottenere
simili
sforzi
dall
'
infanzia
.
Ma
ben
presto
dovetti
accorgermi
che
ciò
era
inutile
.
I
bambini
giungevano
dopo
aver
superato
gli
sforzi
,
le
emozioni
e
i
godimenti
del
silenzio
-
-
come
navi
in
porto
-
-
eran
felici
di
tutto
ciò
:
di
aver
sentito
,
qualche
cosa
di
nuovo
,
e
di
aver
riportato
una
vittoria
.
Questo
era
il
loro
compenso
.
Essi
dimenticavano
la
promessa
del
dolce
e
non
si
curavano
di
prendere
l
'
oggetto
,
che
supponevo
li
attraesse
.
Così
abbandonai
quel
mezzo
inutile
e
vidi
con
istupore
che
il
giuoco
ripetuto
si
perfezionava
sempre
più
,
fino
a
trattenere
bambini
di
tre
anni
immobili
nel
silenzio
,
durante
tutto
il
tempo
necessario
a
chiamare
e
far
uscire
ben
quaranta
altri
bambini
!
Allora
mi
accorsi
che
l
'
anima
del
fanciullo
ha
pur
essa
i
suoi
premi
e
i
suoi
godimenti
spirituali
.
Dopo
tali
esercizî
sembrava
ch
'
essi
mi
amassero
di
più
:
certo
erano
divenuti
più
ubbidienti
,
più
dolcemente
miti
.
Infatti
ci
eravamo
isolati
dal
mondo
e
avevamo
passato
qualche
minuto
insieme
uniti
tra
noi
;
io
a
desiderarli
e
a
chiamarli
-
-
ed
essi
a
ricevere
,
nel
silenzio
più
profondo
,
la
voce
che
si
rivolgeva
personalmente
a
ciascuno
di
loro
,
giudicandolo
in
quel
momento
il
migliore
di
tutti
!
La
lezione
sul
silenzio
Ecco
una
lezione
che
riuscì
molto
efficace
per
insegnare
la
perfezione
del
silenzio
.
Un
giorno
recandomi
a
una
«
Casa
dei
bambini
»
,
incontrai
nel
cortile
una
madre
che
teneva
tra
le
braccia
la
sua
bambina
di
quattro
mesi
d
'
età
-
-
fasciata
come
ancora
usano
nel
popolo
di
Roma
-
-
ove
i
piccoli
lattanti
così
involti
e
stretti
nelle
fasce
che
modellano
il
corpicino
-
-
senz
'
altra
copertura
o
grembiale
,
-
-
si
chiamano
pupi
.
La
piccina
,
tranquilla
e
paffuta
,
sembrava
l
'
incarnazione
della
pace
.
Io
la
presi
in
braccio
ed
essa
rimase
immobile
e
buona
.
Mi
avanzai
con
la
piccina
in
braccio
:
-
-
i
bambini
della
«
Casa
»
si
erano
precipitati
fuori
per
incontrarmi
-
-
come
solitamente
fanno
,
abbracciandomi
a
gara
le
ginocchia
talvolta
in
modo
così
violento
,
che
quasi
mi
gettano
in
terra
.
Io
sorrisi
loro
,
mostrando
la
pupa
-
-
essi
intesero
-
-
e
mi
saltellarono
intorno
,
guardandomi
con
occhi
brillanti
di
piacere
,
ma
senza
toccarmi
,
per
rispetto
alla
piccina
che
avevo
in
braccio
.
Così
entrai
nella
sala
e
i
bambini
mi
camminavano
tutti
intorno
.
Ci
mettemmo
a
sedere
,
io
di
rimpetto
a
loro
,
sopra
una
sedia
grande
-
-
non
sulle
piccole
seggioline
,
come
è
mia
consuetudine
.
Cioè
mi
sedetti
solennemente
.
Essi
guardavano
la
mia
piccina
con
un
misto
di
tenerezza
e
di
gioia
:
non
avevamo
ancora
pronunciato
una
parola
.
Io
dissi
:
«
Vi
ho
portata
una
maestrina
»
.
-
-
Sguardi
sorpresi
,
meravigliati
,
risa
.
-
-
«
Una
maestrina
,
sì
,
perché
nessuno
sa
stare
fermo
come
lei
»
.
Tutti
i
piccini
si
aggiustano
fermi
al
loro
posto
.
«
Le
gambe
però
nessuno
le
tiene
ferme
come
lei
»
.
Tutti
aggiustano
con
cura
le
gambe
perché
siano
composte
.
Io
li
guardo
sorridendo
:
«
Sì
,
ma
non
saranno
mai
ferme
come
le
sue
:
voi
un
poco
le
muoverete
,
ma
lei
no
.
Nessuno
può
essere
come
lei
»
.
I
bambini
sono
serî
-
-
sembra
che
sia
penetrata
in
loro
la
convinzione
della
superiorità
della
maestrina
:
alcuno
sorride
e
sembra
dire
cogli
occhi
che
le
fasce
hanno
tutto
il
merito
.
«
Nessuno
poi
sta
zitto
come
lei
»
.
-
-
Silenzio
generale
.
-
-
«
Non
è
possibile
star
proprio
silenziosi
come
lei
-
-
perché
...
sentite
il
suo
respiro
...
come
è
delicato
...
avvicinatevi
in
punta
di
piedi
»
.
Alcuni
si
alzano
e
si
avanzano
adagio
adagio
in
punta
di
piedi
,
sporgendo
la
testa
e
volgendo
l
'
orecchio
verso
la
piccina
.
Gran
silenzio
.
«
Nessuno
potrà
respirare
silenziosamente
come
lei
»
.
I
bambini
guardano
stupiti
-
-
non
avevano
mai
pensato
che
,
anche
fermi
,
si
fanno
dei
rumori
-
-
e
che
il
silenzio
dei
piccoli
è
più
profondo
del
silenzio
dei
grandi
.
Cercano
quasi
di
trattenere
il
respiro
.
Io
mi
alzo
.
«
Vado
via
piano
,
piano
»
(
cammino
in
punta
di
piedi
senza
fare
alcun
rumore
)
.
«
Eppure
da
me
qualche
cosa
si
sente
-
-
per
quanto
faccia
piano
-
-
si
sente
:
ma
lei
!
cammina
con
me
-
-
e
non
fa
alcun
rumore
:
-
-
ella
sì
-
-
va
via
ed
è
silenziosa
»
.
I
bambini
sorridono
commossi
-
-
capiscono
la
verità
e
lo
scherzo
delle
mie
parole
.
Io
restituisco
la
pupa
alla
madre
a
traverso
una
finestra
.
Dietro
alla
piccina
sembra
rimanere
un
fascino
che
avvolge
le
anime
:
nulla
è
più
dolce
in
natura
,
che
il
silenzio
di
un
respiro
di
neonato
.
La
vita
umana
rinnovata
che
riposa
nel
silenzio
,
quale
maestà
!
Al
paragone
impallidisce
l
'
espressione
di
Wordsworth
sulla
silente
pace
della
natura
:
«
che
calma
,
che
quiete
!
unico
suono
,
il
gocciolar
del
remo
sospeso
»
.
E
anche
i
fanciulli
sentono
la
poesia
del
silenzio
di
una
pacifica
vita
umana
nascente
!
Generalità
sulla
educazione
dei
sensi
L
'
accennata
metodica
per
l
'
educazione
dei
sensi
in
bambini
da
3
a
7
anni
d
'
età
non
rappresenta
certo
la
perfezione
raggiunta
;
ma
essa
apre
,
io
credo
,
una
nuova
via
d
'
indagine
psicologica
,
che
potrebbe
essere
largamente
ricca
di
risultati
.
Finora
la
psicologia
sperimentale
si
portava
a
perfezionare
gl
'
istrumenti
di
misura
,
cioè
la
graduazione
degli
stimoli
:
ma
non
esisteva
un
tentativo
atto
a
preparare
metodicamente
gl
'
individui
alle
sensazioni
.
Invece
la
psicometria
,
io
credo
,
dovrà
il
suo
sviluppo
più
alla
preparazione
dell
'
individuo
,
che
a
quella
dell
'
istrumento
.
Ma
trascurando
qui
tale
interesse
puramente
scientifico
,
la
educazione
dei
sensi
ha
un
altissimo
interesse
pedagogico
.
Noi
infatti
ci
proponiamo
due
scopi
nell
'
educazione
generale
:
-
-
uno
biologico
e
uno
sociale
;
-
-
quello
biologico
consiste
nell
'
aiutare
il
naturale
sviluppo
dell
'
individuo
,
quello
sociale
nel
preparare
l
'
individuo
all
'
ambiente
(
e
in
questo
rientra
pure
l
'
educazione
professionale
che
insegna
all
'
individuo
a
utilizzare
l
'
ambiente
)
.
L
'
educazione
dei
sensi
è
infatti
importantissima
da
entrambi
i
lati
:
lo
sviluppo
dei
sensi
infatti
precede
quello
delle
attività
superiori
intellettuali
:
e
nel
bambino
da
3
a
7
anni
esso
è
nel
periodo
della
formazione
.
Noi
dunque
possiamo
aiutare
lo
sviluppo
dei
sensi
appunto
quando
essi
sono
in
tale
periodo
,
graduando
e
adattando
gli
stimoli
,
così
come
si
deve
aiutare
la
formazione
del
linguaggio
,
prima
che
esso
sia
completamente
sviluppato
.
Tutta
l
'
educazione
della
prima
infanzia
deve
essere
informata
a
questo
principio
:
aiutare
il
naturale
sviluppo
psicofisico
del
bambino
.
L
'
altra
parte
dell
'
educazione
,
cioè
quella
di
adattare
l
'
individuo
all
'
ambiente
,
avrà
la
prevalenza
in
seguito
,
quando
il
periodo
dello
sviluppo
intenso
è
sorpassato
.
Le
due
parti
sono
sempre
intrecciate
,
ma
hanno
una
prevalenza
secondo
le
età
.
Ora
il
periodo
della
vita
che
va
da
3
a
7
anni
-
-
include
un
'
epoca
di
rapida
crescenza
fisica
-
-
e
di
formazione
delle
attività
psichiche
sensoriali
.
Il
bambino
in
questa
età
sviluppa
i
sensi
,
la
sua
attenzione
è
quindi
rivolta
all
'
ambiente
sotto
forma
di
curiosità
passiva
.
Gli
stimoli
e
non
ancora
le
ragioni
delle
cose
-
-
attraggono
la
sua
attenzione
;
è
perciò
l
'
epoca
di
dirigere
meto
dicamente
gli
stimoli
sensoriali
-
-
affinché
le
sensazioni
si
svolgano
razionalmente
:
e
preparino
così
la
base
ordinata
a
costruire
una
mentalità
positiva
al
fanciullo
.
Inoltre
con
l
'
educazione
dei
sensi
è
possibile
scoprire
e
correggere
eventuali
difetti
,
che
passano
oggi
ancora
inosservati
nelle
scuole
-
-
fino
almeno
al
periodo
in
cui
il
difetto
si
manifesta
con
una
evidente
e
oramai
irreparabile
inadattabilità
all
'
ambiente
-
-
(
sordità
,
miopia
)
.
È
dunque
questa
l
'
educazione
fisiologica
,
che
prepara
direttamente
l
'
educazione
psichica
,
perfezionando
gli
organi
dei
sensi
e
le
vie
nervose
di
protezione
e
di
associazione
.
Ma
anche
l
'
altra
parte
dell
'
educazione
,
riguardante
l
'
adattamento
dell
'
individuo
all
'
ambiente
,
è
indirettamente
toccata
.
Poiché
noi
prepariamo
così
,
l
'
infanzia
dell
'
umanità
dei
nostri
tempi
.
-
-
Gli
uomini
della
presente
civiltà
sono
eminentemente
osservatori
dell
'
ambiente
,
perché
debbono
utilizzare
al
massimo
grado
tutte
le
sue
ricchezze
.
Anche
l
'
arte
si
fonda
oggi
,
come
al
tempo
greco
,
sull
'
osservazione
del
vero
.
La
scienza
positiva
progredisce
appunto
sull
'
osservazione
;
e
tutte
le
scoperte
e
le
loro
applicazioni
che
dall
'
ultimo
secolo
tanto
valsero
a
trasformare
l
'
ambiente
civile
,
furono
conseguite
lungo
il
medesimo
cammino
.
Dobbiamo
perciò
preparare
le
nuove
generazioni
a
questa
attitudine
,
che
si
rende
necessaria
come
forma
di
vita
civile
moderna
e
come
mezzo
indispensabile
a
continuare
efficacemente
l
'
opera
del
nostro
progresso
.
Noi
vediamo
dalle
osservazioni
nascere
le
scoperte
dei
raggi
Roëtgen
,
delle
onde
herziane
,
delle
vibrazioni
del
radium
,
e
aspettiamo
applicazioni
grandiose
simili
a
quella
del
telegrafo
Marconi
.
Intanto
in
nessuna
epoca
come
nella
nostra
,
il
pensiero
,
partendo
dalle
indagini
positive
-
-
fu
così
promettente
di
luce
nelle
speculazioni
filosofiche
-
-
e
nelle
vie
spirituali
.
Le
teorie
sulla
materia
,
esse
stesse
,
dopo
la
scoperta
del
radium
,
hanno
condotto
a
concezioni
metafisiche
.
Si
potrebbe
dire
che
preparando
l
'
osservazione
,
abbiamo
pure
preparato
vie
conducenti
alle
scoperte
spirituali
.
L
'
educazione
dei
sensi
,
formando
uomini
osservatori
,
non
compie
solo
un
ufficio
generico
di
adattamento
all
'
epoca
presente
della
civiltà
;
ma
ancora
prepara
direttamente
alla
vita
pratica
.
Ci
siamo
fatti
sin
qui
,
io
credo
,
un
'
idea
molto
imperfetta
di
quanto
occorra
alla
pratica
della
vita
.
Siamo
sempre
partiti
dalle
idee
per
discendere
alle
vie
motrici
.
Così
p
.
es
.
l
'
educazione
è
stata
sempre
quella
di
insegnare
intellettualmente
e
poi
di
far
eseguire
.
Noi
in
genere
,
insegnando
parliamo
dell
'
oggetto
che
c
'
interessa
,
e
tentiamo
d
'
indurre
lo
scolaro
,
quando
ha
capito
,
a
eseguire
un
lavoro
in
rapporto
con
l
'
oggetto
stesso
.
Ma
spesso
lo
scolaro
che
ha
capito
l
'
idea
trova
enormi
difficoltà
nell
'
esecuzione
del
lavoro
che
da
lui
si
richiede
,
perché
manca
all
'
educazione
un
fattore
di
prima
importanza
:
il
perfezionamento
delle
sensazioni
.
Valga
a
illustrare
il
principio
qualche
esempio
.
Noi
diciamo
a
una
cuoca
di
comperare
del
pesce
fresco
:
essa
intende
l
'
idea
e
si
accinge
ad
eseguirla
nell
'
atto
.
Ma
se
la
cuoca
non
ha
la
vista
e
l
'
odorato
esercitati
a
riconoscere
i
segni
di
freschezza
nel
pesce
,
non
saprà
eseguire
l
'
ordine
avuto
.
Tale
manchevolezza
si
renderà
tanto
più
manifesta
nell
'
operazione
culinaria
.
La
cuoca
potrà
essere
una
letterata
e
conoscere
a
meraviglia
le
dosi
e
i
tempi
descritti
in
un
libro
di
cucina
;
saprà
eseguire
le
manipolazioni
necessarie
a
dare
la
dovuta
forma
ai
piatti
ecc
.
;
ma
allorquando
si
tratterà
di
apprezzare
con
l
'
odorato
il
momento
giusto
della
cottura
,
o
con
l
'
occhio
o
col
tasto
il
momento
di
dover
intervenire
col
dato
condimento
-
-
qui
l
'
azione
farà
difetto
,
se
la
cuoca
non
ha
i
sensi
sufficientemente
preparati
.
Essa
dovrà
conquistare
tale
abilità
con
una
lunga
pratica
-
-
e
tale
pratica
non
è
poi
altro
che
un
'
educazione
tardiva
dei
sensi
,
la
quale
spesso
non
è
più
efficace
nell
'
adulto
;
-
-
perciò
è
tanto
difficile
trovare
bravi
cuochi
.
Qualche
cosa
di
analogo
avviene
pei
medici
.
Lo
studente
di
medicina
studia
teoricamente
i
caratteri
del
polso
-
-
e
si
mette
al
letto
del
paziente
con
tutta
la
buona
volontà
di
riconoscerli
-
-
ma
se
le
sue
dita
non
sanno
raccogliere
il
fenomeno
,
invano
avrà
studiato
e
voluto
.
Per
diventare
medico
gli
manca
la
capacità
discriminativa
degli
stimoli
sensoriali
.
Lo
stesso
si
dica
pei
toni
del
cuore
,
che
lo
studente
studia
nella
teoria
,
ma
che
l
'
orecchio
non
sa
poi
distinguere
nella
pratica
;
così
si
dica
dei
fremiti
e
delle
vibrazioni
innanzi
ai
quali
la
mano
resta
inetta
.
Il
termometro
è
tanto
più
indispensabile
al
medico
,
per
quanto
più
il
suo
sistema
cutaneo
è
inadatto
a
raccogliere
gli
stimoli
termici
.
Si
sa
bene
che
un
medico
può
essere
dotto
e
intelligentissimo
senza
essere
un
buon
pratico
;
e
che
per
formare
un
buon
pratico
,
occorre
il
lungo
esercizio
.
In
realtà
questo
lungo
esercizio
non
è
altro
che
un
tardivo
e
spesso
inefficace
esercizio
dei
sensi
.
Dopo
avere
assimilate
le
brillanti
teorie
,
il
medico
si
vede
costretto
all
'
ingrato
lavoro
della
semejotica
,
cioè
all
'
esercizio
della
raccolta
dei
sintomi
,
per
trarre
da
quelle
teorie
un
pratico
frutto
.
Ecco
dunque
il
principiante
che
procede
metodicamente
alla
palpazione
,
alla
percussione
,
all
'
ascoltazione
per
riconoscere
i
fremiti
,
le
risonanze
,
i
toni
,
soffî
,
e
rumori
,
-
-
che
-
-
essi
soli
-
-
potranno
metterlo
in
grado
di
formulare
la
diagnosi
.
Donde
il
profondo
e
doloroso
scoraggiamento
,
la
disillusione
dei
giovani
medici
-
-
e
sopratutto
la
perdita
di
tempo
-
-
che
è
perdita
di
lunghi
anni
!
e
ancora
l
'
immoralità
di
esercitare
spesso
una
professione
di
così
grande
responsabilità
,
nell
'
incertezza
della
raccolta
dei
sintomi
!
Tutta
l
'
arte
medica
è
fondata
sopra
un
esercizio
dei
sensi
:
le
scuole
invece
preparano
i
medici
con
lo
studio
dei
classici
!
Ebbene
lo
sviluppo
intellettuale
grandioso
del
medico
cade
impotente
,
innanzi
all
'
insufficienza
dei
suoi
sensi
.
Un
giorno
intesi
un
chirurgo
dare
alle
madri
del
popolo
lezioni
sul
riconoscimento
delle
prime
deformazioni
del
rachitismo
nei
bambini
allo
scopo
di
indurle
a
portare
i
figli
rachitici
dal
medico
,
nell
'
inizio
della
malattia
,
quando
cioè
l
'
intervento
terapeutico
può
ancora
essere
efficace
.
Le
madri
avevano
capito
l
'
idea
:
ma
non
sapevano
riconoscere
le
deformazioni
iniziali
,
perché
mancava
loro
l
'
esercizio
sensoriale
alla
fine
discriminazione
delle
forme
appena
deviate
dalla
normalità
.
Onde
quelle
lezioni
riuscirono
inutili
.
Se
ben
pensiamo
,
quasi
tutte
le
sofisticazioni
delle
sostanze
alimentari
,
si
rendono
possibili
pel
torpore
dei
sensi
,
esistente
nelle
moltitudini
.
La
frode
dell
'
industria
si
alimenta
sulla
mancanza
della
educazione
sensoriale
nelle
masse
;
come
la
frode
del
truffatore
,
si
basa
sulla
ingenuità
della
sua
vittima
.
Noi
vediamo
i
compratori
rivolgersi
spesso
alla
lealtà
dell
'
offerente
o
riposare
sulla
fiducia
della
ditta
,
per
decidersi
agli
acquisti
:
e
ciò
perché
loro
manca
la
capacità
materiale
di
intendersene
direttamente
,
come
si
dice
;
ossia
di
distinguere
coi
sensi
i
caratteri
differenziali
delle
sostanze
.
Infine
noi
diciamo
in
molti
casi
che
si
rende
inutile
l
'
intelligenza
-
-
per
la
mancanza
di
pratica
-
-
e
questa
pratica
è
quasi
sempre
l
'
educazione
sensoriale
.
Ognuno
ha
,
nella
vita
pratica
,
la
necessità
fondamentale
di
raccogliere
con
esattezza
gli
stimoli
dall
'
ambiente
.
Ma
assai
spesso
nell
'
adulto
l
'
educazione
sensoriale
è
difficile
,
come
lo
è
l
'
educazione
della
mano
nell
'
adulto
che
voglia
farsi
pianista
.
È
necessario
iniziare
l
'
educazione
dei
sensi
nel
periodo
formativo
,
se
vorremo
in
se
guito
con
l
'
educazione
perfezionarli
.
Perciò
l
'
educazione
dei
sensi
dovrebbe
iniziarsi
con
metodo
nell
'
età
infantile
,
e
continuarsi
poi
durante
il
periodo
dell
'
istruzione
,
che
dovrà
preparare
l
'
individuo
alla
vita
pratica
nell
'
ambiente
.
Anche
l
'
educazione
estetica
e
morale
sono
collegate
strettamente
con
quella
sensoriale
.
-
-
Moltiplicando
le
sensazioni
,
e
sviluppando
la
capacità
di
apprezzare
le
minime
quantità
differenziali
tra
gli
stimoli
,
si
affina
la
sensibilità
e
si
moltiplicano
i
godimenti
.
La
bellezza
è
nell
'
armonia
,
non
nei
contrasti
-
-
e
l
'
armonia
è
affinità
-
-
onde
occorre
finezza
sensoriale
a
percepirla
.
Le
armonie
estetiche
della
natura
e
dell
'
arte
sfuggono
a
chi
ha
sensi
rozzi
.
-
-
Il
mondo
è
allora
ristretto
e
aspro
.
Nell
'
ambiente
esistono
inesauribili
fonti
di
godimenti
estetici
-
-
innanzi
alle
quali
gli
uomini
passano
come
insensati
o
come
bruti
,
-
-
cercando
il
godimento
nelle
sensazioni
forti
e
aspre
,
poiché
sono
le
sole
a
loro
accessibili
.
Ora
nei
godimenti
grossolani
molto
spesso
nasce
l
'
abitudine
viziosa
:
i
forti
stimoli
infatti
non
acutizzano
,
ma
attutiscono
il
senso
,
che
ha
così
bisogno
di
stimoli
sempre
più
accentuati
.
L
'
onanismo
così
diffuso
nei
bambini
normali
di
bassa
educazione
,
-
-
l
'
alcoolismo
,
l
'
amore
agli
spettacoli
sensuali
degli
adulti
,
costituiscono
i
godimenti
di
coloro
,
i
cui
piaceri
intellettuali
sono
scarsi
,
i
cui
sensi
tacciono
-
-
uccidendo
l
'
uomo
,
e
resuscitando
la
bestia
.
Infine
,
dal
punto
di
vista
fisiologico
,
l
'
importanza
dell
'
educazione
dei
sensi
risalta
osservando
lo
schema
dell
'
arco
diastaltico
,
rappresentante
in
sintesi
le
funzioni
del
sistema
nervoso
.
Lo
stimolo
esterno
agisce
sull
'
organo
di
senso
S
e
l
'
impressione
si
trasmette
lungo
le
vie
centripete
al
centro
nervoso
-
-
ove
si
elabora
l
'
impulso
motore
corrispondente
-
-
che
,
lungo
le
vie
centrifughe
,
si
trasmette
all
'
organo
di
moto
,
provocando
un
movimento
.
Benché
l
'
arco
diastaltico
stia
a
rappresentare
schematicamente
il
meccanismo
dei
movimenti
riflessi
spinali
,
pure
esso
può
considerarsi
come
una
chiave
fondamentale
,
atto
a
riassumere
anche
i
fenomeni
del
meccanismo
nervoso
,
più
elevati
.
L
'
uomo
raccoglie
col
sistema
periferico
sensoriale
gli
stimoli
dell
'
ambiente
-
-
cioè
si
mette
con
l
'
ambiente
in
rapporti
diretti
-
-
la
vita
psichica
poi
si
svolge
in
rapporto
col
sistema
nervoso
centrale
;
e
l
'
attività
umana
,
che
è
attività
eminentemente
sociale
,
si
manifesta
all
'
esterno
con
gli
atti
,
cioè
a
mezzo
degli
organi
psicomotori
(
lavoro
manuale
,
scrittura
,
linguaggio
parlato
,
ecc
.
)
.
L
'
educazione
deve
guidare
e
perfezionare
lo
sviluppo
dei
tre
tempi
,
i
due
periferici
e
il
centrale
;
o
meglio
,
poiché
infine
l
'
azione
si
riduce
fondamentalmente
ai
centri
nervosi
,
-
-
deve
dare
agli
esercizî
psicosensoriali
,
la
stessa
importanza
che
dà
agli
psicomotori
.
Altrimenti
isoliamo
l
'
uomo
dall
'
ambiente
.
Infatti
quando
con
la
coltura
intellettuale
crediamo
di
completare
l
'
educazione
,
facciamo
dei
pensatori
atti
a
vivere
fuori
del
mondo
,
non
degli
uomini
pratici
.
E
allorché
,
volendo
provvedere
con
l
'
educazione
alla
parte
pratica
della
vita
,
ci
limitiamo
a
esercitare
le
vie
psicomotrici
,
trascuriamo
la
parte
fondamentale
dell
'
educazione
pratica
:
quella
che
pone
l
'
uomo
in
diretto
rapporto
col
mondo
esterno
.
E
siccome
quasi
sempre
il
lavoro
professionale
prepara
l
'
uomo
a
utilizzare
l
'
ambiente
-
-
questi
deve
poi
per
necessità
supplire
alla
gran
manchevolezza
dell
'
educazione
-
-
ricominciando
,
a
educazione
compiuta
,
l
'
esercizio
dei
sensi
,
per
mettersi
appunto
con
l
'
ambiente
in
diretto
rapporto
.
EDUCAZIONE
INTELLETTUALE
«
...
condurre
...
dall
'
educazione
dei
sensi
alle
idee
»
.
Ed
.
Séguin
.
L
'
esercizio
dei
sensi
è
un
autoesercizio
che
,
a
lungo
ripetuto
,
conduce
a
un
perfezionamento
delle
attività
psicosensoriali
del
bambino
.
Il
maestro
deve
intervenire
a
condurre
il
bambino
dalle
sensazioni
alle
idee
-
-
concrete
e
astratte
-
-
e
alle
associazioni
delle
idee
-
-
con
un
metodo
atto
a
isolare
l
'
attenzione
interna
del
bambino
sulle
percezioni
-
-
così
come
si
era
prima
isolata
la
sua
attenzione
esteriore
sui
singoli
stimoli
.
Il
maestro
cioè
,
quando
fa
lezione
,
deve
cercare
di
limitare
il
campo
della
coscienza
del
bambino
-
-
sull
'
oggetto
della
lezione
-
-
come
,
per
esempio
,
isolava
il
senso
che
voleva
far
esercitare
durante
il
periodo
dell
'
educazione
sensoriale
.
Per
questo
è
necessaria
la
conoscenza
di
una
tecnica
speciale
,
la
quale
si
è
dimostrata
all
'
atto
pratico
efficacissima
.
L
'
educatrice
deve
«
al
massimo
punto
possibile
limitare
il
suo
intervento
;
senza
tuttavia
permettere
al
bambino
di
stancarsi
in
uno
sforzo
eccessivo
di
autoeducazione
»
.
E
qui
risiede
l
'
oscillazione
dei
limiti
individuali
di
perfezionamento
nella
maestra
;
cioè
l
'
arte
che
formerà
l
'
individualità
della
educatrice
.
Un
'
azione
indubbiamente
diretta
e
necessaria
della
maestra
è
quella
tendente
a
insegnare
una
esatta
nomenclatura
.
In
questo
caso
-
-
ella
dovrà
pronunciare
i
nomi
e
gli
aggettivi
necessarî
,
senza
altro
aggiungere
:
pronunciando
le
parole
molto
spiccatemente
e
con
voce
forte
-
-
in
Maria
Montessori
Il
metodo
della
pedagogia
scientifica
modo
che
i
varî
suoni
componenti
la
parola
,
siano
dal
bambino
distintamente
e
nettamente
percepiti
.
Così
per
es
.
facendo
toccare
la
carta
liscia
e
quella
smerigliata
,
nei
primi
esercizi
dei
sensi
,
dirà
:
«
è
liscio
!
»
-
-
«
è
ruvido
!
»
ripetendo
anche
più
volte
la
parola
con
varie
modulazioni
di
voce
,
ma
sempre
con
toni
vocali
chiari
e
con
spiccata
pronuncia
:
«
liscio
,
liscio
,
liscio
»
-
-
«
ruvido
,
ruvido
,
ruvido
»
.
Così
alle
sensazioni
termiche
dirà
-
-
«
è
freddo
!
»
-
-
«
è
caldo
!
»
-
-
e
poi
-
-
«
è
gelato
»
-
-
«
è
tepido
»
-
-
«
scotta
»
.
Poi
comincerà
a
usare
la
parola
generica
«
calore
»
-
-
«
più
calore
,
meno
calore
»
ecc
.
1°
«
Le
lezioni
di
nomenclatura
devono
consistere
semplicemente
nel
provocare
l
'
associazione
del
nome
con
l
'
oggetto
,
o
con
l
'
idea
astratta
che
il
nome
stesso
rappresenta
»
.
-
-
Quindi
l
'
oggetto
e
il
nome
devono
unicamente
giungere
a
colpire
la
coscienza
del
bambino
:
è
pertanto
necessario
che
nessun
'
altra
parola
oltre
il
nome
sia
pronunciata
.
2°
La
maestra
deve
sempre
provare
se
la
sua
lezione
è
riuscita
all
'
intento
propostosi
-
-
e
le
sue
prove
devono
rimanere
nel
campo
ristretto
della
coscienza
,
provocato
dalla
lezione
sulla
nomenclatura
.
La
prima
prova
della
maestra
sarà
quella
di
saggiare
,
se
il
nome
rimase
associato
all
'
oggetto
nella
coscienza
del
bambino
.
Pertanto
ella
dovrà
lasciar
trascorrere
il
tempo
a
ciò
necessario
,
cioè
tra
la
lezione
e
la
prova
dovrà
lasciar
passare
qualche
istante
di
silenzio
.
Poi
chiederà
al
bambino
,
lentamente
,
e
pronunciando
con
gran
chiarezza
solo
il
nome
(
o
l
'
aggettivo
)
insegnato
:
«
quale
è
liscio
?
»
-
-
«
quale
è
ruvido
?
»
.
Il
bambino
segnerà
col
dito
l
'
oggetto
-
-
e
la
maestra
saprà
se
l
'
associazione
è
avvenuta
.
Ma
se
non
fosse
avvenuta
,
cioè
se
il
bambino
sbagliasse
,
ella
non
dovrà
correggerlo
,
ma
sospendere
la
sua
lezione
per
ricomin
ciarla
in
altro
momento
,
in
altro
giorno
.
Infatti
perché
correggerlo
?
se
il
bambino
non
riuscì
ad
associare
il
nome
all
'
oggetto
,
l
'
unico
modo
perché
vi
riesca
sarà
di
ripetere
così
l
'
azione
dello
stimolo
sensoriale
,
come
il
nome
;
cioè
ripetere
la
lezione
.
Ma
quando
il
bambino
ha
sbagliato
,
vuol
dire
che
in
quel
momento
non
era
disposto
all
'
associazione
psichica
che
si
vuol
provocare
in
lui
;
onde
occorrerà
scegliere
un
altro
momento
.
Se
poi
con
la
correzione
noi
dicessimo
per
es
.
:
«
no
,
hai
sbagliato
;
è
così
»
tutte
queste
parole
,
che
essendo
di
rimprovero
lo
colpirebbero
più
delle
altre
(
es
.
liscio
,
ruvido
)
,
esse
rimarrebbero
nella
mente
del
bambino
;
ritardando
l
'
apprendimento
dei
nomi
.
Invece
il
silenzio
che
segue
l
'
errore
,
lascia
il
campo
della
coscienza
infantile
intatto
;
e
la
lezione
prossima
potrà
sovrapporsi
efficacemente
alla
prima
.
Infine
,
col
far
rilevare
l
'
errore
,
si
può
condurre
il
bambino
a
uno
sforzo
per
ricordare
,
ovvero
allo
scoraggiamento
;
e
noi
dobbiamo
evitare
per
quanto
è
possibile
lo
sforzo
e
la
depressione
.
3°
Dato
che
il
fanciullo
non
abbia
commesso
errori
,
la
maestra
provocherà
l
'
azione
motrice
corrispondente
all
'
idea
dell
'
oggetto
-
-
cioè
la
pronuncia
del
nome
;
-
-
chiedendo
per
es
.
:
«
come
è
questo
?
»
-
-
e
il
bambino
risponderà
:
liscio
.
L
'
educatrice
può
qui
intervenire
insegnando
a
ben
pronunciare
la
parola
spiccatamente
,
a
voce
alta
,
facendo
prima
una
profonda
inspirazione
:
«
liscio
!
»
;
e
noterà
i
difetti
o
le
forme
infantili
del
linguaggio
.
Per
ciò
che
riguarda
la
generalizzazione
delle
idee
all
'
ambiente
circostante
,
io
non
consiglio
per
un
certo
periodo
di
tempo
,
lungo
anche
dei
mesi
,
alcuna
lezione
.
Ci
saranno
dei
bambini
i
quali
,
dopo
aver
toccato
poche
volte
delle
stoffe
di
velluto
,
o
di
seta
,
o
semplice
mente
carte
liscie
o
ruvide
,
toccheranno
tutto
spontaneamente
dicendo
a
volta
a
volta
:
«
liscio
!
ruvido
!
-
-
è
velluto
!
»
ecc
.
Questo
dobbiamo
aspettare
dai
bambini
norma
li
:
cioè
l
'
indagine
spontanea
dell
'
ambiente
esterno
,
o
,
come
dico
io
,
l
'
esplorazione
volontaria
dell
'
ambiente
.
In
tal
caso
i
bambini
provano
una
gioia
ad
ogni
nuova
scoperta
che
fanno
:
ciò
dà
loro
un
senso
di
dignità
e
di
soddisfazione
,
che
li
incoraggia
indefinitamente
a
cercare
nuove
sensazioni
dall
'
ambiente
e
li
rende
spontaneamente
osservatori
.
La
maestra
dovrà
spiare
con
ogni
più
sollecita
cura
,
se
giunga
-
-
e
quando
nel
bambino
-
-
tale
generalizzazione
delle
idee
.
Per
es
.
una
volta
un
nostro
piccino
di
quattro
anni
,
mentre
correva
in
terrazzo
,
si
fermò
per
gridare
:
«
oh
!
...
il
cielo
è
turchino
!
»
e
restò
fermo
a
guardare
lungamente
la
distesa
del
cielo
.
Un
giorno
,
entrando
in
una
«
Casa
dei
Bambini
»
cinque
o
sei
piccini
si
fermarono
intorno
a
me
silenziosi
,
carezzandomi
leggermente
le
mani
e
il
vestito
,
dicendo
:
«
è
liscio
»
,
«
è
velluto
»
,
«
è
ruvido
»
:
allora
molti
altri
piccini
mi
furon
vicini
e
tutti
,
col
volto
serio
e
con
una
intensa
mimica
attentiva
,
dicevano
,
toccandomi
,
le
stesse
parole
.
La
maestra
voleva
intervenire
per
liberarmi
:
le
feci
segno
di
non
muoversi
e
stetti
io
stessa
immobile
e
silenziosa
,
ammirando
quella
spontanea
attività
intellettuale
dei
piccini
.
Il
trionfo
massimo
del
nostro
metodo
educativo
sarà
sempre
questo
:
di
ottenere
il
progresso
spontaneo
del
bambino
.
Una
volta
un
piccino
eseguiva
uno
dei
nostri
disegni
,
consistenti
nel
riempire
con
matite
colorate
delle
figure
delineate
-
-
e
precisamente
coloriva
un
albero
;
egli
,
per
empire
il
tronco
,
afferrò
un
lapis
rosso
-
-
e
la
maestra
voleva
intervenire
dicendo
:
«
ti
pare
che
gli
alberi
abbiano
il
tronco
di
color
rosso
?
»
Io
la
trattenni
e
lasciai
che
il
piccino
tingesse
in
rosso
l
'
albero
.
Quel
disegno
era
prezioso
per
noi
:
esso
ci
rivelava
che
il
bambino
non
era
ancora
un
osservatore
dell
'
ambiente
.
La
mia
cura
fu
di
provocare
nel
fanciullo
gli
esercizi
del
senso
cromatico
.
Egli
andava
coi
compagni
in
giardino
e
poteva
sempre
osservare
il
colore
del
tronco
degli
alberi
:
quando
l
'
esercizio
sensoriale
fosse
giunto
a
richiamare
l
'
attenzione
spontanea
del
bambino
sui
colori
ambiente
,
un
bel
momento
egli
si
sarebbe
accorto
che
il
tronco
degli
alberi
non
è
rosso
;
così
come
l
'
altro
fanciullo
,
durante
una
corsa
,
si
era
accorto
che
il
cielo
è
turchino
.
Infatti
,
insistendo
la
maestra
nel
porgere
al
bambino
figure
di
alberi
,
un
giorno
egli
afferrò
una
matita
marrone
per
colorire
il
tronco
,
e
fece
i
rami
e
le
foglie
verdi
.
In
seguito
il
piccino
coloriva
in
marrone
anche
tutti
i
rami
,
mettendo
il
verde
alle
sole
foglie
.
Noi
così
abbiamo
le
prove
del
progresso
intellettuale
del
bambino
.
Non
si
creano
gli
osservatori
dicendo
:
osserva
;
ma
dando
i
mezzi
per
osservare
:
e
questi
mezzi
sono
l
'
educazione
dei
sensi
.
Una
volta
provocato
tale
meccanismo
-
-
è
assicurata
l
'
autoeducazione
;
poiché
i
sensi
raffinati
portano
a
meglio
osservare
l
'
ambiente
-
-
e
questo
con
le
sue
varietà
attraendo
l
'
attenzione
,
continua
l
'
educazione
psico
sensoriale
.
Invece
se
noi
prescindiamo
dall
'
educazione
sensoriale
,
le
cognizioni
sulle
qualità
dei
corpi
vengono
a
far
parte
della
coltura
,
che
è
limitata
appunto
alle
cognizioni
apprese
e
ricordate
;
e
restano
sterili
.
Cioè
quando
il
maestro
ha
insegnato
,
cogli
antichi
metodi
,
il
nome
per
es
.
dei
colori
,
ha
impartito
una
cognizione
su
qualità
determinate
,
non
ha
educato
il
senso
cromatico
.
Il
bambino
conoscerà
quei
colori
a
volta
a
volta
dimenticandoli
,
e
resterà
al
massimo
nei
limiti
delle
lezioni
avute
dal
maestro
.
Quando
poi
il
maestro
,
nel
modo
antico
,
avrà
provocato
la
generalizzazione
dell
'
idea
dicendo
per
es
.
:
di
che
colore
è
questo
fiore
?
questo
nastro
?
ecc
.
probabilmente
l
'
attenzione
del
bambino
resterà
torpidamente
fissa
agli
esempi
proposti
dall
'
educatore
.
Se
vogliamo
paragonare
il
bambino
a
un
orologio
o
a
un
meccanismo
complesso
qualsiasi
-
-
possiamo
dire
che
l
'
antico
metodo
può
paragonarsi
all
'
atto
che
si
facesse
,
premendo
con
l
'
unghia
i
dentelli
delle
ruote
ferme
,
per
farle
girare
-
-
e
il
giro
corrisponde
a
puntino
alla
forza
motrice
applicata
dall
'
unghia
(
la
coltura
,
che
resta
limitata
all
'
opera
del
maestro
sul
fanciullo
)
;
-
-
il
nuovo
metodo
invece
è
simile
alla
carica
che
pone
in
movimento
spontaneo
tutto
il
meccanismo
-
-
movimento
che
è
in
rapporto
diretto
con
la
macchina
e
non
con
l
'
opera
di
chi
ha
imposto
la
carica
(
lo
sviluppo
psichico
spontaneo
del
bambino
,
continua
indefinitamente
e
sta
in
rapporto
diretto
con
la
potenzialità
psichica
del
fanciullo
stesso
e
non
con
l
'
opera
del
maestro
)
.
Il
movimento
,
ossia
l
'
attività
psichica
spontanea
,
parte
nel
nostro
caso
dall
'
educazione
dei
sensi
,
ed
è
mantenuta
dall
'
intelligenza
osservatrice
.
Così
per
es
.
il
cane
da
caccia
riceve
la
sua
abilità
non
dall
'
educazione
del
padrone
,
ma
dall
'
acutezza
speciale
dei
suoi
sensi
;
e
appena
applicata
all
'
ambiente
tale
qualità
fisiologica
,
l
'
esercizio
di
cacciare
,
sempre
più
raffinando
le
percezioni
sensoriali
,
dà
al
cane
il
piacere
e
poi
la
passione
della
caccia
.
Lo
stesso
si
dica
del
suonatore
di
pianoforte
-
-
il
quale
raffinando
insieme
il
senso
musicale
e
l
'
agilità
motrice
della
mano
-
-
ama
sempre
più
di
trarre
dall
'
istrumento
nuove
armonie
-
-
mentre
l
'
esercizio
sempre
più
affina
il
senso
e
l
'
agilità
:
onde
egli
è
slanciato
su
una
via
di
perfezionamento
,
che
avrà
per
limiti
quelli
soli
della
personalità
psichica
del
soggetto
.
Invece
un
fisico
potrà
conoscere
tutte
le
leggi
dell
'
armonia
-
-
e
ciò
farà
parte
della
sua
coltura
scientifica
;
-
-
egli
potrà
tuttavia
non
saper
eseguire
la
più
semplice
composizione
musicale
:
-
-
e
la
sua
coltura
,
comunque
vasta
,
avrà
i
limiti
definiti
del
ramo
della
sua
scienza
,
che
riguarda
l
'
acustica
.
Il
nostro
scopo
educativo
della
prima
infanzia
deve
essere
quello
di
aiutare
lo
sviluppo
spontaneo
della
perso
nalità
psico
fisica
,
non
di
dare
una
coltura
.
Perciò
,
dopo
aver
offerto
al
bambino
il
materiale
didattico
adatto
a
provocare
lo
sviluppo
dei
sensi
,
dobbiamo
attendere
che
si
svolga
l
'
attività
osservatrice
.
Qui
risiede
appunto
l
'
arte
educativa
,
nel
saper
misurare
l
'
azione
di
aiuto
allo
sviluppo
della
personalità
infantile
.
Intanto
si
rivelano
subito
nei
fanciulli
profonde
differenze
individuali
,
verso
le
quali
occorrerà
una
azione
diversa
da
parte
dell
'
educatore
:
cioè
dal
quasi
non
intervento
-
-
a
un
vero
e
proprio
insegnamento
.
Occorre
però
che
l
'
insegnamento
sia
rigorosamente
guidato
dal
concetto
di
limitare
al
massimo
punto
possibile
l
'
intervento
attivo
dell
'
educatore
.
Ecco
alcuni
giuochi
e
alcuni
lavori
che
abbiamo
a
tal
uopo
efficacemente
usati
.
I
giuochi
del
cieco
I
giuochi
del
cieco
si
applicano
per
lo
più
a
esercizî
della
sensibilità
generale
,
come
segue
:
Le
stoffe
Abbiamo
nel
nostro
materiale
didattico
un
grazioso
armadietto
in
cartonaggio
,
entro
cui
stanno
disposti
dei
rettangoli
delle
più
svariate
stoffe
:
velluti
,
rasi
,
sete
,
lane
,
cotoni
,
lini
,
ecc
.
Si
fanno
toccare
dai
bambini
,
insegnando
la
relativa
nomenclatura
,
e
aggiungendo
quella
riguardante
le
qualità
:
grosso
,
fino
,
peloso
,
morbido
.
Poi
si
chiama
un
bambino
,
lo
si
pone
a
un
tavolo
di
prospetto
ai
compagni
,
in
modo
che
tutti
lo
vedano
;
si
benda
e
gli
si
offrono
a
una
a
una
delle
stoffe
:
egli
le
tocca
,
le
stira
,
le
palpa
e
giudica
:
è
velluto
;
è
tela
fina
;
è
panno
ruvido
,
ecc
.
L
'
esercizio
provoca
l
'
interesse
generale
;
gli
sbagli
sono
causa
di
grande
ilarità
;
quando
poi
si
of
fre
al
bambino
un
oggetto
inaspettato
o
estraneo
,
come
per
es
.
un
foglio
di
carta
velina
,
un
velo
ecc
.
la
piccola
assemblea
freme
in
attesa
del
responso
.
I
pesi
Mettiamo
il
bambino
nella
stessa
posizione
:
gli
facciamo
osservare
le
tavolette
usate
per
l
'
educazione
del
senso
barico
,
gli
facciamo
apprezzare
nuovamente
le
già
ben
note
differenze
di
peso
,
gli
diciamo
di
mettere
tutte
le
tavolette
scure
(
più
pesanti
)
a
destra
e
tutte
le
chiare
(
più
leggere
)
a
sinistra
.
Bendato
il
bambino
,
egli
procede
nell
'
esercizio
prendendo
a
volta
a
volta
due
tavolette
;
esse
capitano
ora
di
un
solo
colore
,
ora
di
due
colori
,
ma
in
posizione
opposta
a
quella
da
collocarsi
sul
banco
.
Gli
esercizî
sono
emotivi
:
quando
per
es
.
il
bambino
ha
in
mano
due
tavolette
scure
,
e
le
muta
da
una
mano
all
'
altra
,
incerto
,
e
finalmente
le
pone
entrambe
a
destra
;
i
bambini
restano
in
uno
stato
d
'
intensa
aspettativa
,
e
mostrano
un
gran
sollievo
finale
,
spesso
espresso
con
esclamazioni
soffocate
-
-
e
in
fine
con
grida
di
giubilo
,
quando
il
giuoco
eseguito
senza
errori
,
dà
l
'
impressione
che
il
compagno
veda
i
colori
delle
tavolette
con
le
mani
.
Dimensioni
e
forme
Usiamo
giuochi
consimili
facendo
indovinare
le
monete
,
i
cubetti
e
i
mattonami
di
Froëbel
;
legumi
secchi
come
fagioli
,
ceci
,
ecc
.
Ma
tali
giuochi
non
destano
mai
l
'
intenso
interesse
dei
precedenti
,
tuttavia
sono
utili
a
fissare
le
cognizioni
relative
al
riconoscimento
di
tali
oggetti
e
la
nomenclatura
.
Applicazione
dell
'
educazione
del
senso
visivo
alla
osservazione
dell
'
ambiente
.
Nomenclatura
Questa
parte
è
tra
le
più
importanti
dell
'
educazione
.
Intanto
la
nomenclatura
prepara
una
esattezza
di
linguaggio
che
non
sempre
si
rinviene
nelle
nostre
scuole
.
Moltissimi
ragazzi
per
es
.
usano
indifferentemente
le
parole
grosso
e
grande
,
lungo
ed
alto
.
Coi
metodi
già
descritti
-
-
la
maestra
invece
-
-
fissa
,
a
mezzo
del
materiale
didattico
,
delle
idee
molto
precise
e
chiare
e
vi
associa
le
parole
giuste
.
Modo
di
usare
il
materiale
didattico
.
Dimensioni
La
direttrice
,
dopo
che
il
bambino
si
è
esercitato
lungamente
nel
maneggio
dei
tre
incastri
solidi
-
-
e
ha
acquistato
la
sicurezza
dell
'
esercizio
-
-
toglie
tutti
i
cilindri
di
eguale
altezza
e
li
pone
distesi
sul
tavolino
uno
accanto
all
'
altro
-
-
allora
sceglie
i
due
estremi
dicendo
:
-
-
«
questo
è
il
più
grosso
»
-
-
«
questo
è
il
più
fino
»
:
quindi
li
pone
accanto
perché
il
paragone
sia
più
efficace
-
-
e
poi
,
prendendoli
pel
bottone
,
li
fa
combaciare
alle
basi
per
far
notare
l
'
estrema
differenza
-
-
quindi
li
pone
ancora
vicini
giustapponendoli
nel
senso
verticale
per
mostrare
che
sono
ugualmente
alti
-
-
;
può
ripetere
intanto
più
volte
:
grosso
,
fino
.
Ogni
volta
debbono
seguire
gli
altri
tempi
di
verifica
-
-
in
cui
la
direttrice
chiede
:
«
dammi
il
più
grosso
»
-
-
«
il
più
fino
»
-
-
e
infine
di
prova
del
linguaggio
:
«
questo
com
'
è
?
»
In
lezioni
successive
la
direttrice
toglie
i
due
estremi
,
e
ripete
la
lezione
coi
due
rimanenti
alle
estremità
;
infine
usa
tutti
i
pezzi
,
ne
sceglie
per
es
.
uno
a
caso
e
chiede
:
«
dammene
uno
più
grosso
di
questo
»
-
-
«
più
fino
»
.
Col
secondo
incastro
solido
la
direttrice
procede
analogamente
:
qui
mette
i
pezzi
in
piedi
,
avendo
tutti
una
Maria
Montessori
Il
metodo
della
pedagogia
scientifica
base
sufficientemente
larga
per
mantenerli
in
tale
posizione
-
-
e
dice
:
«
è
il
più
alto
»
-
-
«
è
il
più
basso
»
:
quindi
giustappone
i
pezzi
estremi
,
togliendoli
dalla
fila
;
e
ne
fa
poi
combaciare
le
basi
dimostrando
che
sono
eguali
.
Dagli
estremi
passa
ai
medi
,
come
nel
primo
esercizio
.
Col
terzo
incastro
solido
,
la
direttrice
dopo
aver
disposto
in
gradazione
tutti
i
pezzi
,
fa
notare
il
primo
dicendo
:
«
è
il
più
grande
»
e
l
'
ultimo
dicendo
:
«
è
il
più
piccolo
»
.
Quindi
li
pone
vicini
e
fa
osservare
come
differiscono
così
nell
'
altezza
come
nella
base
.
Il
procedimento
è
analogo
a
quello
dei
due
precedenti
esercizî
.
Similmente
si
procede
coi
sistemi
graduati
di
prismi
,
di
aste
e
di
cubi
:
i
prismi
sono
grossi
e
fini
in
un
sistema
,
e
alti
e
bassi
in
un
altro
,
e
di
uguale
lunghezza
;
le
aste
sono
lunghe
e
corte
e
di
uguale
grossezza
;
i
cubi
sono
grandi
e
piccoli
e
differiscono
in
larghezza
e
in
altezza
.
Le
applicazioni
all
'
ambiente
riescono
facilmente
quando
si
misurano
i
bambini
all
'
antropometro
;
ed
essi
stessi
cominciano
tra
loro
a
compararsi
dicendo
:
«
io
sono
più
alto
-
-
tu
sei
più
grosso
ecc
.
»
.
Le
comparazioni
vengono
fatte
anche
quando
i
bambini
porgono
le
loro
manine
per
mostrare
che
sono
pulite
-
-
e
la
direttrice
pure
le
distende
per
far
vedere
che
anch
'
essa
è
pulita
;
spesso
anzi
il
contrasto
tra
le
dimensioni
delle
mani
desta
l
'
ilarità
.
I
bambini
fanno
a
gara
per
misurarsi
:
si
allineano
,
si
osservano
,
si
giudicano
;
spesso
vanno
accanto
agli
adulti
e
osservano
con
curiosità
,
con
interesse
,
la
gran
differenza
di
altezza
.
Forme
La
direttrice
,
dopo
che
il
bambino
mostra
di
distinguere
con
sicurezza
le
forme
degl
'
incastri
piani
,
comincia
le
lezioni
di
nomenclatura
dalle
due
opposte
forme
:
il
quadrato
e
il
circolo
,
seguendo
il
solito
metodo
.
Non
insegnerà
tutti
i
nomi
relativi
alle
figure
geometriche
,
ma
solo
alcuni
dei
principali
come
:
quadrato
,
circolo
,
rettangolo
,
triangolo
,
ovale
,
facendo
notare
specialmente
come
ci
siano
rettangoli
stretti
e
lunghi
e
altri
larghi
e
corti
;
mentre
i
quadrati
sono
eguali
da
tutte
le
parti
e
possono
essere
solo
grandi
e
piccoli
.
Ciò
assai
facilmente
si
dimostra
agli
incastri
:
infatti
voltando
in
ogni
verso
il
pezzo
quadrato
,
esso
entra
sempre
nel
suo
incavo
;
invece
il
rettangolo
,
se
sovrapposto
di
traverso
,
non
può
più
entrare
.
Il
bambino
si
esercita
molto
volentieri
a
tale
esercizio
,
pel
quale
dispongo
nel
telaio
un
quadrato
e
una
serie
di
rettangoli
col
maggior
lato
eguale
al
lato
del
quadrato
-
-
e
l
'
altro
lato
gradatamente
decrescente
nei
cinque
pezzi
successivi
.
Analogamente
procedo
per
dimostrare
la
differenza
tra
l
'
ovale
,
l
'
ellisse
e
il
circolo
:
il
circolo
entra
da
tutte
le
parti
,
comunque
lo
si
giri
nell
'
incastrarlo
;
l
'
ellisse
non
entra
di
traverso
,
ma
purché
sia
posta
per
lungo
,
entra
anche
capovolgendola
;
l
'
ovale
invece
non
solo
non
entra
di
traverso
ma
nemmeno
capovolta
,
e
bisogna
metterla
con
la
curva
larga
verso
la
parte
larga
dell
'
incavo
,
e
la
stretta
verso
l
'
incavo
stretto
.
I
circoli
,
grandi
e
piccoli
,
entrano
per
tutti
i
versi
entro
il
loro
incastro
.
Io
però
non
faccio
rilevare
le
differenze
tra
ovali
ed
ellissi
se
non
molto
tardi
,
e
non
a
tutti
i
bambini
,
ma
a
quelli
che
dimostrino
d
'
interessarsi
alle
forme
in
modo
particolare
o
con
la
frequente
scelta
del
giuoco
o
con
domande
(
e
preferirei
che
tale
differenza
fosse
riconosciuta
spontaneamente
dai
bambini
più
tardi
,
per
es
.
alle
scuole
elementari
)
.
A
molte
persone
sembra
che
insegnando
le
forme
,
si
insegni
geometria
e
che
ciò
sia
prematuro
nelle
scuole
infantili
.
Altri
notano
che
volendo
presentare
forme
geometriche
,
converrebbe
usare
dei
solidi
,
perché
più
concreti
.
Credo
necessaria
una
parola
per
combattere
tali
pregiudizi
.
Osservare
una
forma
geometrica
non
è
analizzarla
:
nell
'
analisi
comincia
la
geometria
.
Quando
per
es
.
si
parli
al
bambino
di
lati
e
di
angoli
,
e
gli
si
spieghi
,
sia
pure
con
metodi
oggettivi
come
vuole
il
Froëbel
,
che
per
es
.
il
quadrato
ha
quattro
lati
e
si
può
costruire
con
quattro
asticine
eguali
-
-
allora
si
entra
veramente
nel
campo
della
geometria
;
ed
io
credo
a
questo
passo
assai
immatura
la
prima
infanzia
.
Ma
l
'
osservazione
della
forma
non
può
essere
inadatta
all
'
età
:
il
piano
della
tavola
alla
quale
il
bambino
siede
per
mangiare
la
sua
zuppa
,
è
probabilmente
un
rettangolo
:
il
piatto
che
contiene
il
cibo
desiderato
è
un
circolo
;
e
noi
non
crediamo
certo
che
il
bambino
sia
immaturo
a
guardare
la
tavola
e
il
piatto
.
I
pezzi
d
'
incastro
che
presentiamo
richiamano
semplicemente
l
'
attenzione
sopra
una
forma
.
In
quanto
poi
al
nome
esso
è
analogo
ad
altri
nomi
della
nomenclatura
:
perché
troveremo
prematuro
insegnare
al
bambino
le
parole
circolo
,
quadrato
,
ovale
,
mentre
quando
in
casa
sente
ripetere
per
es
.
la
parola
tondo
per
piatto
,
non
ci
fa
l
'
effetto
che
questa
sia
una
lesione
alla
tenera
intelligenza
del
bambino
?
Egli
sentirà
pure
dir
più
volte
a
casa
la
tavola
quadrata
,
il
tavolino
ovale
ecc
.
e
queste
parole
d
'
uso
resteranno
confuse
nella
sua
mente
e
nel
suo
linguaggio
per
molto
tempo
,
se
non
interverrà
un
aiuto
simile
a
quello
dato
da
noi
con
l
'
insegnamento
delle
forme
.
Bisogna
riflettere
che
molte
volte
il
bambino
,
lasciato
a
se
stesso
,
fa
uno
sforzo
per
comprendere
il
linguaggio
degli
adulti
e
le
cose
che
lo
circondano
-
-
mentre
l
'
insegnamento
venuto
a
tempo
opportuno
e
con
metodo
razionale
,
previene
tale
sforzo
,
quindi
non
affatica
ma
fa
riposare
il
bambino
e
soddisfa
un
suo
desiderio
:
egli
infatti
mostra
la
sua
contentezza
con
varie
espressioni
di
gioia
.
Analogamente
la
sua
attenzione
spontanea
richiamata
su
parole
che
male
intende
pronunciare
,
provoca
in
lui
un
linguaggio
imperfetto
che
è
effetto
di
uno
sforzo
d
'
imitazione
,
mentre
la
maestra
che
pronuncia
chiaramente
la
parola
riferentisi
all
'
oggetto
che
desta
la
curiosità
del
bambino
,
impedisce
tale
sforzo
e
tale
imperfezione
,
la
quale
dovrebbe
in
seguito
essere
con
ulteriori
sforzi
corretta
.
Anche
qui
esiste
un
pregiudizio
:
che
il
bambino
lasciato
a
se
stesso
riposi
completamente
con
la
mente
:
se
così
fosse
,
egli
rimarrebbe
estraneo
al
mondo
;
invece
lo
vediamo
a
poco
a
poco
conquistare
spontaneamente
nozioni
e
linguaggio
.
Egli
è
come
un
viaggiatore
della
vita
,
il
quale
osservi
intorno
le
cose
nuove
che
gli
si
presentano
e
cerchi
d
'
intendere
lo
sconosciuto
linguaggio
di
chi
lo
circonda
:
e
fa
grandi
sforzi
spontanei
per
capire
e
per
imitare
.
Gl
'
insegnamenti
che
si
dànno
ai
piccini
debbono
appunto
attenuar
loro
tali
sforzi
,
convertendoli
nel
godimento
della
conquista
facilitata
e
ampliata
:
noi
siamo
i
ciceroni
di
questi
viaggiatori
che
fanno
ingresso
nella
vita
umana
del
pensiero
;
e
com
'
essi
dobbiamo
avere
un
atteggiamento
di
dipendenza
.
Ciceroni
intelligenti
e
colti
che
non
si
perdono
in
vuoti
,
inesatti
discorsi
,
ma
illustrano
brevemente
l
'
opera
d
'
arte
alla
quale
il
viaggiatore
s
'
interessa
e
lascia
rispettosamente
che
egli
osservi
fin
che
vuole
;
e
lo
conduce
a
osservare
le
cose
principali
e
le
più
belle
,
affinché
non
perda
forze
e
tempo
in
cose
inutili
,
e
trovi
godimento
e
soddisfazione
durante
tutto
il
suo
pellegrinaggio
.
L
'
altro
pregiudizio
al
quale
accennavo
è
che
sia
più
adatto
presentare
al
bambino
dei
solidi
geometrici
,
anziché
dei
piani
:
la
sfera
,
il
cubo
,
il
prisma
ecc
.
Lasciamo
la
questione
fisiologica
,
che
dimostra
come
la
visione
dei
solidi
sia
più
complessa
che
quella
dei
piani
;
e
restiamo
nel
campo
più
pedagogico
della
vita
pratica
.
Gli
oggetti
che
in
maggior
numero
si
presentano
allo
sguardo
nell
'
ambiente
esterno
,
sono
paragonabili
ai
nostri
incastri
piani
:
infatti
gli
sportelli
,
l
'
intelajatura
,
la
cornice
di
una
finestra
,
la
cornice
d
'
un
quadro
,
il
piano
di
legno
o
di
marmo
d
'
una
tavola
-
-
sono
bensì
oggetti
solidi
,
ma
ove
una
delle
dimensioni
è
molto
ridotta
-
-
con
prevalenza
delle
due
dimensioni
determinanti
la
forma
del
piano
;
onde
la
forma
del
piano
prevale
e
noi
diciamo
che
la
tale
finestra
è
a
rettangolo
,
la
tale
cornice
è
ovale
;
quel
tavolo
è
quadrato
.
I
solidi
determinati
nella
forma
dal
piano
prevalente
in
dimensione
,
sono
quelli
che
veramente
e
quasi
unicamente
risaltano
al
nostro
sguardo
.
E
questi
solidi
sono
appunto
rappresentati
dai
nostri
incastri
piani
.
Il
fanciullo
riconoscerà
molto
spesso
nell
'
ambiente
le
forme
così
apprese
;
ma
assai
raramente
riconoscerà
le
forme
dei
solidi
geometrici
.
Che
la
lunga
gamba
prismatica
di
un
tavolino
sia
un
prisma
,
e
la
rotonda
sia
un
cono
tronco
o
un
cilindro
allungato
,
egli
lo
vedrà
ben
più
tardi
del
piano
rettangolare
della
tavola
sul
quale
appoggia
gli
oggetti
e
insieme
lo
sguardo
.
Non
parliamo
poi
del
fatto
di
riconoscere
che
un
armadio
,
o
tanto
meno
una
casa
,
sono
prismi
o
cubi
.
Intanto
non
esistono
mai
le
pure
forme
geometriche
solide
negli
oggetti
esterni
,
ma
combinazioni
di
forme
;
onde
prescindendo
pure
dall
'
enorme
difficoltà
di
abbracciare
con
lo
sguardo
la
forma
complessa
di
un
armadio
,
il
bambino
dovrebbe
riconoscervi
un
'
analogia
di
forma
,
non
una
identità
.
Invece
le
forme
geometriche
egli
le
riconoscerà
perfettamente
rappresentate
in
tutte
le
finestre
,
le
porte
,
le
faccie
degli
oggetti
solidi
domestici
,
i
quadri
che
ornano
le
pareti
;
nelle
pareti
stesse
,
nei
pavimenti
,
nelle
mattonelle
dell
'
impiantito
,
ecc
.
Cioè
la
conoscenza
delle
forme
presentategli
negl
'
incastri
piani
,
sarà
per
lui
una
specie
di
chiave
magica
all
'
interpretazione
di
quasi
tutto
l
'
ambiente
esterno
,
e
gli
potrà
dare
l
'
illusione
consolante
di
conoscere
i
segreti
del
mondo
.
Una
volta
condussi
con
me
a
passeggio
al
Pincio
un
ragazzo
delle
scuole
elementari
,
che
studiava
disegno
geometrico
e
conosceva
l
'
analisi
delle
figure
geometriche
piane
:
affacciati
all
'
alta
terrazza
donde
si
scopre
la
piazza
del
Popolo
e
la
distesa
della
città
,
gli
dissi
:
«
guarda
,
tutte
le
opere
dell
'
uomo
sono
un
gran
mucchio
di
figure
geometriche
»
-
-
infatti
rettangoli
,
ellissi
,
triangoli
,
semicerchi
perforavano
e
ornavano
in
cento
diverse
maniere
le
facciate
grigie
rettangolari
degli
edifizî
.
Tale
uniformità
in
tanta
distesa
,
sembrava
provare
la
limitazione
dell
'
umana
intelligenza
.
Invece
in
una
vicina
aiuola
,
le
erbe
e
i
fiori
spiegavano
superbamente
l
'
infinita
varietà
delle
forme
della
natura
.
Il
fanciullo
non
aveva
mai
fatto
queste
osservazioni
:
aveva
studiato
gli
angoli
,
i
lati
e
le
costruzioni
delle
figure
geometriche
delineate
senza
pensare
ad
altro
,
e
solo
sentendo
la
noia
dell
'
obbligo
per
un
arido
lavoro
.
Nel
primo
momento
rise
all
'
idea
dell
'
uomo
che
ammucchia
figure
geometriche
,
poi
s
'
interessò
,
guardò
a
lungo
;
gli
vidi
nel
viso
un
'
espressione
viva
di
pensiero
.
C
'
era
a
destra
del
Ponte
Margherita
una
fabbrica
in
costruzione
,
e
le
armature
delineavano
pure
dei
rettangoli
-
-
«
quanto
faticano
!
»
dissi
,
alludendo
agli
operai
:
e
poi
andammo
vicino
all
'
aiuola
e
rimanemmo
un
po
'
in
silenzio
a
contemplare
le
erbe
che
nascono
spontaneamente
:
«
È
bello
!
»
disse
il
ragazzo
-
-
ma
quel
bello
,
si
riferiva
al
movimento
interiore
dell
'
anima
sua
.
Pensai
allora
che
nell
'
osservazione
delle
forme
geometriche
agli
incastri
piani
,
e
in
quella
delle
piante
coltivate
dai
bambini
e
viste
crescere
sotto
i
loro
occhi
,
esistevano
preziose
fonti
anche
di
educazione
spirituale
.
Perciò
ho
voluto
diffondermi
in
un
'
opera
d
'
istruzione
piuttosto
larga
-
-
onde
condurre
con
una
serie
di
lavori
e
di
esercizî
il
bambino
a
osservare
le
forme
nell
'
ambiente
non
solo
,
ma
a
distinguere
l
'
opera
dell
'
uomo
da
quella
della
natura
;
e
ad
apprezzare
i
frutti
dell
'
umano
lavoro
.
Costruzioni
con
la
carta
Faccio
preparare
delle
figure
geometriche
di
più
dimensioni
,
intagliate
con
la
carta
:
e
insegno
ai
bambini
a
com
porre
delle
figure
;
cioè
non
attendo
che
le
compongano
essi
stessi
,
perché
invece
da
loro
attenderò
che
osservino
spontaneamente
l
'
ambiente
-
-
o
almeno
,
se
occorrerà
indurli
all
'
osservazione
,
che
vi
giungano
preparati
in
modo
da
interessarsene
e
continuare
poi
l
'
osservazione
spontaneamente
.
Io
dunque
insegno
la
costruzione
,
per
la
prima
volta
.
Senza
dire
una
sola
parola
,
porto
il
mio
rinvoltino
di
pezzetti
di
carta
accanto
al
fanciullo
,
mi
seggo
in
una
delle
loro
piccole
seggioline
e
lascio
che
i
curiosi
mi
vengano
intorno
.
Poi
prendo
p
.
es
.
un
quadratino
e
un
triangolo
isoscele
con
lunga
ipotenusa
,
tale
che
superi
dai
due
lati
,
se
sovrapposta
al
lato
del
quadrato
,
gli
estremi
di
questo
:
li
attacco
con
un
po
'
di
gomma
liquida
-
-
ed
ecco
una
casetta
.
Prendo
un
semicerchio
col
diametro
largo
quanto
il
minor
lato
d
'
un
lungo
rettangolo
-
-
li
ingommo
-
-
ed
ecco
la
figura
di
un
portone
.
Appena
asciutti
,
basterà
disegnarli
un
poco
per
vederli
meglio
.
Con
un
lapis
rosso
colorisco
il
triangolo
della
prima
figura
;
e
col
giallo
empio
il
quadratino
;
poi
su
questo
faccio
tre
segni
verdi
che
figurano
presso
a
poco
due
finestre
e
un
portone
.
Le
figure
di
carta
di
cui
parlo
sono
abbastanza
grandi
per
essere
facilmente
maneggevoli
.
Per
ora
le
maestre
preparano
,
ma
occorrerebbe
che
fossero
già
pronte
in
gran
quantità
.
Iniziato
il
lavoro
,
lascio
liberi
i
bambini
di
farlo
progredire
nel
modo
che
credono
meglio
:
-
-
salvo
a
dirigerlo
con
qualche
diligenza
affinché
non
costruiscano
errori
.
Disegno
A
.
Disegno
libero
.
Do
ai
bambini
un
foglio
di
carta
bianca
e
un
lapis
,
affinché
disegnino
quello
che
vogliono
.
Tale
genere
di
disegno
è
oramai
noto
tra
i
cultori
di
psicologia
sperimentale
:
la
sua
importanza
è
quella
di
rivelare
la
capacità
osservativa
del
bambino
e
anche
le
sue
tendenze
individuali
.
Generalmente
i
primi
disegni
sono
informi
e
la
maestra
deve
chiedere
al
bambino
che
cosa
ha
voluto
disegnare
e
scriverlo
sotto
il
disegno
per
ricordarsene
.
Ma
a
poco
a
poco
i
disegni
si
fanno
più
intelligibili
e
veramente
rivelano
il
progresso
che
il
bambino
fa
nel
l
'
osservazione
delle
forme
che
lo
circondano
nell
'
ambiente
:
spesso
i
particolari
più
fini
di
un
oggetto
sono
stati
osservati
e
,
comunque
imperfettamente
,
riportati
nel
disegno
primitivo
.
E
poiché
il
bambino
fa
quello
che
vuole
,
rivela
quali
oggetti
nell
'
ambiente
colpiscono
di
preferenza
la
sua
attenzione
.
B
.
Disegni
di
complemento
alle
composizioni
di
carta
.
Essi
consistono
nel
disegnare
le
persiane
e
le
porte
nelle
facciate
delle
case
;
le
inferriate
dell
'
alto
di
un
portone
ecc
.
Per
lo
più
questi
disegni
il
bambino
li
compie
sulle
composizioni
proprie
,
quando
si
sono
bene
asciugate
,
cioè
dopo
uno
o
due
giorni
dalla
ingommatura
dei
pezzi
di
carta
.
C
.
Disegni
di
riempitura
delle
figure
delineate
.
Questi
disegni
importantissimi
che
costituiscono
«
la
preparazione
alla
scrittura
»
e
insieme
corrispondono
al
disegno
libero
pel
senso
cromatico
,
poiché
là
si
rivela
la
capacità
osservativa
per
la
forma
-
-
e
qui
pei
colori
degli
oggetti
ambiente
-
-
saranno
più
ampiamente
illustrati
nel
capitolo
della
scrittura
.
Essi
consistono
nel
riempire
con
lapis
colorato
dei
contorni
disegnati
in
nero
e
raffiguranti
così
figure
geometriche
semplici
,
come
oggetti
didattici
in
uso
per
l
'
educazione
dei
sensi
,
oggetti
vari
dell
'
ambiente
,
e
oggetti
naturali
,
(
fiori
,
animali
)
.
Il
bambino
deve
scegliere
il
colore
e
con
ciò
rivela
se
ha
osservato
le
tinte
dell
'
ambiente
.
Plastica
libera
Sono
esercizi
analoghi
al
disegno
libero
e
alla
riempitura
cromatica
delle
figure
.
Qui
il
bambino
con
la
creta
fa
quello
che
vuole
,
cioè
modella
gli
oggetti
che
più
ricorda
,
che
lo
hanno
impressionato
.
Si
dà
al
bambino
una
tavoletta
di
legno
con
un
pezzetto
di
creta
appoggiata
sopra
,
e
si
attende
l
'
opera
sua
.
Noi
possediamo
meravigliosi
lavori
dei
nostri
piccini
:
alcuni
riproducono
nei
più
minuti
particolari
oggetti
visti
-
-
e
,
ciò
che
veramente
è
sorprendente
,
ricordano
talvolta
non
solo
la
forma
,
ma
pure
le
dimensioni
di
oggetti
che
maneggiarono
in
iscuola
.
Molti
piccini
modellano
oggetti
visti
in
casa
,
specialmente
arredi
di
cucina
,
stoviglie
,
brocche
da
acqua
,
culle
col
bambino
.
Sotto
molti
modelli
occorre
in
principio
scrivere
delle
spiegazioni
,
come
avviene
pei
disegni
liberi
.
In
seguito
essi
invece
modelleranno
anche
dei
solidi
geometrici
.
Indubbiamente
questi
lavori
costituiscono
contributi
preziosi
a
stabilire
le
differenze
individuali
tra
i
bambini
-
-
e
,
più
ancora
nel
nostro
caso
,
tra
le
manifestazioni
psicologiche
secondo
le
età
.
Tali
disegni
sono
una
guida
preziosa
anche
a
dirigere
l
'
intervento
della
maestra
nell
'
educazione
:
i
bambini
che
si
rivelano
già
degli
osservatori
,
probabilmente
diverranno
gli
osservatori
spontanei
di
tutto
l
'
ambiente
,
e
vi
potranno
esser
condotti
direttamente
da
tali
preparazioni
scolastiche
atte
a
fissare
e
precisare
le
sensazioni
e
le
idee
:
saranno
pure
i
bambini
che
giungeranno
alla
scrittura
spontanea
;
invece
quelli
che
persistono
in
lavori
informi
dovranno
forse
un
giorno
ottenere
la
rivelazione
diretta
della
educatrice
che
richiama
materialmente
l
'
attenzione
in
ogni
oggetto
circostante
.
I
giocattoli
Ravizza
,
i
solidi
geometrici
e
le
impronte
La
signora
Alessandrina
Ravizza
di
Milano
ha
ideato
dei
giocattoli
artistici
,
alcuni
dei
quali
ho
scelto
per
unire
al
mio
sistema
didattico
9
.
Una
serie
di
questi
giocattoli
consiste
in
tavolette
di
legno
intagliate
nei
contorni
secondo
le
figure
che
rappresentano
e
sostenute
da
un
piede
:
sulla
tavoletta
i
disegni
a
colori
dati
da
linee
e
da
riempiture
a
pieno
rappresentano
in
modo
semischematico
la
figura
stessa
.
Così
p
.
es
.
ci
sono
alberi
,
il
cui
sistema
di
rami
rappresenta
nell
'
insieme
la
forma
rotondeggiante
,
altri
la
triangolare
;
essi
sono
tavolette
intagliate
nel
contor9
Tale
materiale
da
qualche
anno
non
è
più
usato
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
.
no
e
dipinte
:
es
.
rami
verdi
,
tronco
marrone
,
ecc
.
Altri
giocattoli
rappresentano
p
.
es
.
una
casetta
in
un
bosco
,
o
un
castello
;
o
una
figura
umana
,
o
animali
.
Lo
stesso
disegno
e
la
medesima
pittura
è
ripetuta
sulle
due
facce
della
tavoletta
.
Questi
giocattoli
richiamano
due
idee
già
note
ai
bambini
:
quella
degli
incastri
piani
,
che
sono
pure
tavolette
rappresentanti
una
forma
e
colorate
;
e
le
composizioni
con
la
carta
,
poi
colorata
e
disegnata
dai
bambini
.
Qui
tavolette
simili
a
quelle
degli
incastri
,
intagliate
nei
contorni
secondo
la
forma
che
devono
rappresentare
,
sono
dipinte
e
la
pittura
completa
l
'
idea
del
contorno
.
S
'
insegna
ai
bambini
a
interpretare
tali
giocattoli
,
a
riconoscere
ciò
che
rappresentano
;
col
vantaggio
di
poter
mostrare
il
medesimo
oggetto
a
bambini
che
stiano
di
prospetto
l
'
uno
all
'
altro
-
-
cioè
tutti
intorno
al
giocattolo
.
I
bambini
prendono
con
piacere
l
'
oggetto
in
mano
,
l
'
osservano
da
tutti
i
lati
,
lo
mettono
in
piedi
,
vi
girano
intorno
.
Questi
oggetti
artistici
hanno
,
per
l
'
applicazione
che
io
ne
faccio
,
lo
scopo
di
iniziare
il
bambino
alla
interpretazione
delle
figure
che
vedrà
nei
libri
illustrati
,
nei
quadri
ecc
.
Si
sa
come
l
'
interpretazione
delle
figure
riesca
difficile
ai
piccoli
bambini
,
che
pure
vi
fissano
lo
sguardo
con
curiosità
e
con
desiderio
di
comprendervi
,
ed
è
noto
con
quale
intenso
piacere
s
'
interesseranno
più
tardi
ad
ammirare
le
belle
illustrazioni
delle
strenne
.
I
giocattoli
Ravizza
sono
un
ponte
,
che
dolcemente
conduce
il
bambino
a
gustare
le
figure
e
i
dipinti
.
I
bambini
si
fermeranno
in
seguito
a
guardare
i
quadri
disposti
intorno
alle
pareti
,
poco
più
in
alto
della
loro
testa
,
e
provando
la
compiacenza
di
essere
quasi
dei
dotti
,
degli
interpreti
del
mondo
,
capiranno
con
serena
facilità
la
rappresentazione
della
figura
,
come
la
rivelazione
dell
'
idea
che
l
'
informa
,
e
il
contorno
della
cornice
rettangolare
,
parlerà
pure
con
voce
nota
alla
loro
intelligenza
.
Una
volta
uno
dei
nostri
bambini
-
-
dopo
aver
guardato
a
lun
go
dei
quadri
-
-
disse
,
come
parlando
a
se
stesso
:
«
io
so
tutto
»
.
Un
'
altra
serie
di
giocattoli
Ravizza
da
me
scelta
,
rappresenta
caricature
di
figure
umane
,
a
base
di
solidi
geometrici
:
p
.
es
.
un
bambino
è
rappresentato
:
da
una
sfera
,
la
testa
;
seguita
da
un
cono
tronco
,
il
corpo
;
da
due
cilindri
,
le
gambe
;
ecc
.
I
solidi
geometrici
non
sono
rappresentati
integralmente
nella
forma
,
ma
con
molta
approssimazione
;
i
giocattoli
sono
dipinti
a
vivi
colori
:
così
p
.
es
.
sono
dipinte
le
parti
del
viso
;
sull
'
abito
c
'
è
un
grembiale
ecc
.
Oppure
è
una
bambola
(
presso
a
poco
così
costruita
)
che
porta
una
grande
scatola
da
modista
a
tronco
di
cilindro
:
la
scatola
è
colorata
in
marrone
scuro
e
sostenuta
alle
spalle
della
bambola
da
una
piccola
cinghia
.
Tali
giocattoli
rappresentano
perciò
chiaramente
una
figura
,
anche
piacevole
a
vedersi
.
Ma
riesce
estremamente
facile
,
interpretare
nelle
varie
parti
costituenti
l
'
oggetto
,
la
forma
di
solidi
geometrici
.
Ho
perciò
fatto
costruire
dei
solidi
geometrici
in
dimensione
rilevante
:
la
sfera
e
la
base
degli
altri
solidi
hanno
come
dimensione
massima
7
centimetri
di
diametro
o
di
spigolo
:
essi
sono
tutti
colorati
a
vernice
smaltata
azzurro
pallido
.
I
pezzi
sono
sette
:
la
sfera
,
l
'
ovale
,
il
cilindro
,
il
cono
,
il
cubo
,
la
piramide
quadrilatera
e
il
prisma
quadrilatero
,
questo
però
con
base
rettangolare
.
I
bambini
dànno
ai
due
primi
solidi
anche
il
nome
di
«
palla
»
e
di
«
uovo
»
.
Pei
bambini
più
grandi
riesce
un
divertimento
cercare
le
forme
solide
nei
piccoli
oggetti
circostanti
:
nella
cucina
(
giuocattolo
)
con
le
piccole
pentole
cilindriche
;
nelle
zampe
dei
tavolini
;
nelle
bottigliette
;
nei
lapis
.
Ai
solidi
a
facce
piane
ho
fatto
unire
dei
cartoncini
,
che
portano
delineata
con
una
riga
azzurro
chiara
del
colore
medesimo
della
verniciatura
estema
,
l
'
impronta
delle
varie
facce
;
sì
che
il
solido
stesso
può
esservi
sovrapposto
:
così
p
.
es
.
la
piramide
ha
un
quadrato
e
un
triangolo
;
il
cubo
ha
un
solo
quadrato
;
il
prisma
ha
due
rettangoli
;
il
cono
e
il
cilindro
hanno
un
circolo
.
I
bambini
devono
notare
che
le
impronte
dei
corpi
solidi
più
varî
sono
poi
sempre
le
medesime
forme
già
note
,
cioè
le
figure
geometriche
piane
.
Infatti
essi
vanno
a
disegnare
in
terra
,
col
gesso
,
il
contorno
delle
zampe
del
tavolino
-
-
poi
sollevano
il
tavolo
e
trovano
disegnati
dei
quadrati
;
ripetono
lo
stesso
lavoro
intorno
alle
zampe
delle
sedie
e
trovano
piccoli
circoli
;
disegnano
col
lapis
tutto
intorno
il
fondo
del
calamaio
che
sta
sul
tavolo
della
direttrice
,
e
,
sollevato
l
'
oggetto
trovano
il
disegno
di
un
circolo
grande
:
disegnano
intorno
a
una
scatola
e
trovano
un
rettangolo
.
Moltissimi
fanciulli
si
divertono
a
scoprire
le
impronte
dei
corpi
solidi
,
provando
un
gran
diletto
nel
ritrovare
sempre
quelle
poche
forme
ben
note
.
È
questa
per
essi
non
più
una
semplice
osservazione
degli
oggetti
,
ma
l
'
analisi
e
l
'
interpretazione
degli
stessi
,
che
finisce
in
una
sintesi
:
l
'
uniformità
o
meglio
la
limitazione
reale
delle
forme
,
che
sembrano
tanto
svariate
.
Analisi
geometrica
delle
figure
:
i
lati
,
gli
angoli
,
il
centro
,
gli
spigoli
L
'
analisi
geometrica
delle
figure
non
è
adatta
all
'
età
infantile
ma
io
ho
sperimentato
un
mezzo
di
iniziare
tale
analisi
,
limitandola
al
rettangolo
,
e
giovandomi
di
un
giuoco
,
il
quale
include
l
'
analisi
stessa
,
senza
tuttavia
fissarvi
l
'
attenzione
del
bambino
,
ma
illustrandone
chiaramente
il
concetto
.
Il
rettangolo
che
uso
,
è
il
piano
di
uno
dei
tavolini
dei
bimbi
;
il
giuoco
è
l
'
apparecchiatura
della
tavola
.
Ho
fatto
acquistare
in
tutte
le
Case
dei
Bambini
una
collezione
di
piccole
stoviglie
minuscole
,
che
si
trovano
in
commercio
come
giuocattoli
:
piatti
,
scodelle
,
zuppiere
,
insalatiere
,
bicchieri
e
bottiglie
minuscole
,
piccole
posate
,
tovagliolini
ecc
.
;
faccio
apparecchiare
la
tavola
per
sei
,
mettendo
due
posti
ai
lati
più
lunghi
,
e
un
posto
ai
più
corti
:
un
bambino
trasporta
gli
oggetti
e
li
depone
sul
posto
che
io
indico
:
«
metti
la
zuppiera
nel
centro
della
tavola
,
questo
tovagliolino
in
un
angolo
-
-
metti
questo
piatto
a
metà
del
lato
corto
»
;
-
-
poi
faccio
osservare
la
tavola
:
«
manca
qualche
cosa
in
quest
'
angolo
;
manca
un
bicchiere
lungo
questo
lato
.
Dunque
vediamo
:
c
'
è
tutto
ai
due
lati
lunghi
?
-
-
e
ai
due
lati
corti
?
-
-
manca
niente
ai
quattro
angoli
?
»
Io
non
credo
che
prima
di
sei
anni
si
possa
procedere
più
oltre
:
per
crederlo
,
bisognerebbe
che
dei
bambini
un
giorno
,
prendendo
un
incastro
piano
,
si
mettessero
spontaneamente
a
contarne
i
lati
e
gli
angoli
.
Certo
che
insegnando
loro
tali
nozioni
le
apprenderebbero
:
ma
sarebbe
dottrina
imparata
,
non
esperienza
applicata
.
Esercizî
del
senso
cromatico
Già
a
tali
esercizî
si
è
necessariamente
accennato
nel
corso
di
questo
libro
.
Ma
qui
occorre
ordinatamente
precisarne
la
successione
e
la
descrizione
.
Esercizî
destinati
a
provocare
l
'
osservazione
dell
'
ambiente
a
)
Stoffe
e
bambole
tedesche
.
Si
è
già
detto
a
proposito
della
educazione
del
senso
cromatico
,
che
noi
usiamo
nel
materiale
didattico
una
scatola
di
stoffe
colorate
disposte
in
tanti
diversi
scompartimenti
.
Le
stoffe
,
che
portano
i
più
vivi
colori
e
anche
quelle
che
si
chiamano
in
commercio
le
mezze
tinte
sono
:
velluti
,
sete
,
lane
,
cotoni
.
Molte
stoffe
son
variegate
,
a
puntini
,
a
righe
di
colori
diversi
,
a
intrecci
scozzesi
.
I
bambini
devono
riconoscere
il
colore
delle
stoffe
:
e
ciò
li
aiuterà
a
osservare
p
.
es
.
il
colore
delle
stoffe
dei
vestiti
indossati
dalle
persone
,
ad
analizzare
i
vari
colori
di
una
medesima
stoffa
.
Infine
le
bambole
tedesche
,
che
sono
composte
con
lavori
in
maglia
di
lana
d
'
ogni
colore
-
-
servono
allo
stesso
scopo
educativo
-
-
mentre
sono
morbide
,
calde
,
poco
costose
perché
si
possono
fabbricare
facilmente
(
la
faccia
è
a
lavoro
in
calza
,
bianca
;
il
naso
e
gli
occhi
sono
costituiti
da
punti
in
lana
scura
e
la
bocca
in
lana
rossa
-
-
il
vestito
simula
una
pelliccia
costituita
da
lavoro
in
calza
sfilata
-
-
i
piccoli
riccioli
di
lana
che
ne
risultano
,
sono
misti
dei
più
svariati
colori
)
e
facilmente
maneggevoli
:
esse
si
possono
gettare
lontano
come
una
palla
.
b
)
Disegni
e
Pitture
.
Noi
prepariamo
ai
bambini
alcuni
disegni
delineati
ch
'
essi
devono
empire
coi
lapis
colorati
prima
,
e
in
seguito
col
pennello
,
preparando
essi
stessi
la
tinta
in
acquerello
da
una
scatola
di
colori
.
I
primi
disegni
sono
fiori
spiegati
di
viole
del
pensiero
e
farfalle
ad
ali
spiegate
,
alberi
,
fiori
diversi
e
animali
.
Infine
paesaggi
con
prati
,
galline
,
casette
e
cielo
,
figure
umane
ecc
.
;
quando
già
sono
più
avanzati
nell
'
esercizio
,
si
presentano
cartoline
illustrate
da
colorire
:
esse
sono
preparate
a
stampa
:
-
-
da
una
parte
portano
la
scritta
comune
alle
cartoline
che
si
spediscono
-
-
e
dall
'
altra
un
disegno
delineato
.
I
bambini
lo
coloriscono
molto
graziosamente
:
-
-
e
quando
sapranno
scrivere
-
-
troveranno
pronte
le
cartoline
illustrate
più
variopinte
10
.
Tali
disegni
servono
a
studiare
lo
sviluppo
naturale
dell
'
osservazione
dell
'
ambiente
,
da
parte
del
bambino
,
su
ciò
che
riguarda
i
colori
:
infatti
i
bambini
hanno
la
scelta
del
colore
e
sono
lasciati
completamente
li10
Ho
già
preparato
una
serie
graduata
di
disegni
da
colorire
che
si
sono
rivelati
all
'
esperienza
assai
adatti
ai
nostri
bambini
.
beri
nel
loro
lavoro
.
Se
p
.
es
.
tingono
in
rosa
una
gallina
-
-
in
verde
una
vacca
ecc
.
-
-
significa
che
non
sono
ancora
osservatori
.
Ma
di
questo
fu
già
parlato
nella
parte
generale
.
Anche
si
rileva
l
'
effetto
dell
'
educazione
del
senso
cromatico
,
con
la
scelta
di
tinte
pallide
e
armoniose
,
anziché
vive
e
contrastanti
.
La
necessità
in
cui
il
bambino
si
trova
di
dover
ricordare
il
colore
degli
oggetti
che
il
disegno
rappresenta
,
lo
spinge
ad
osservare
tutto
ciò
che
lo
circonda
:
e
anzi
nasce
presto
un
'
emulazione
per
la
gloria
di
giungere
alle
cartoline
illustrate
.
Solo
i
bambini
che
sanno
stare
con
la
tinta
dentro
ai
contorni
-
-
e
che
riproducono
al
vero
i
colori
-
-
passano
a
tale
ambito
lavoro
.
Questi
disegni
sono
facili
e
di
grande
effetto
-
-
sembrano
talvolta
veri
lavori
artistici
:
-
-
una
volta
furon
donati
a
una
signora
che
è
direttrice
di
scuole
infantili
a
Mexico
,
e
che
rimase
lungamente
a
studiare
da
noi
-
-
due
disegni
:
uno
rappresentante
uno
scoglio
,
ove
le
pietre
erano
state
tinte
con
grande
armonia
di
colori
,
in
un
leggiero
color
violetto
,
bruno
e
marrone
,
gli
alberi
in
due
gradazioni
di
verde
-
-
il
cielo
azzurro
;
e
l
'
altro
un
cavallo
colorito
in
marrone
,
con
occhi
,
zoccolo
,
bardature
nere
.
Una
delle
nostre
maestre
offrì
ai
bambini
delle
stampe
d
'
un
vecchio
libro
:
i
chiaroscuri
neri
rendevano
di
un
bellissimo
effetto
le
coloriture
-
-
tanto
che
io
,
per
rendere
più
chiara
la
comprensione
della
figura
da
colorire
,
e
più
vistoso
il
lavoro
-
-
darei
anche
dei
disegni
neri
completi
,
anziché
solo
i
delineati
.
Tuttavia
i
disegni
semplicemente
delineati
sono
indispensabili
per
gli
esercizî
di
preparazione
alla
scrittura
(
v
.
appresso
)
.
I
lapis
colorati
si
maneggiano
,
tenuti
come
la
penna
da
scrivere
.
METODI
PER
L
'
INSEGNAMENTO
DELLA
LETTURA
E
SCRITTURA
Sviluppo
spontaneo
del
linguaggio
grafico
Già
fino
dal
tempo
in
cui
ero
stata
in
Roma
direttrice
della
Scuola
Magistrale
Ortofrenica
,
avevo
sperimentato
alcuni
mezzi
didattici
per
l
'
insegnamento
della
lettura
e
scrittura
-
-
affatto
originali
.
Invece
Itard
e
Séguin
non
presentano
nei
loro
trattati
pedagogici
,
dei
metodi
razionali
per
apprendere
la
scrittura
.
Nelle
pagine
più
sopra
citate
,
si
nota
in
qual
maniera
Itard
procedesse
all
'
insegnamento
dell
'
alfabeto
;
ed
ecco
riportato
ciò
che
il
Séguin
dice
sull
'
insegnamento
della
scrittura
:
«
...
per
far
passare
un
bambino
dal
disegno
propriamente
detto
alla
scrittura
,
che
ne
è
l
'
applicazione
più
immediata
,
non
resta
più
al
maestro
che
chiamare
D
una
porzione
di
cerchio
appoggiata
con
le
sue
estremità
sopra
una
verticale
:
A
due
oblique
riunite
alla
sommità
e
tagliate
da
una
orizzontale
ecc
.
ecc
.
Non
si
tratta
dunque
più
di
sapere
come
il
bambino
imparerà
a
scrivere
:
disegna
,
dunque
scriverà
.
Dopo
ciò
non
occorre
dire
che
bisogna
far
tracciare
le
lettere
secondo
le
leggi
del
contrasto
e
della
analogia
.
Come
O
vicino
a
I
;
B
di
prospetto
a
P
,
T
di
faccia
ad
L
ecc
.
»
.
Secondo
il
Séguin
,
dunque
,
non
occorre
insegnare
a
scrivere
:
il
bambino
che
disegna
,
scriverà
.
Ma
la
scrittura
è
per
questo
autore
lo
stampatello
majuscolo
!
né
ulteriormente
si
spiega
per
dirci
se
l
'
idiota
scriverà
in
altro
modo
.
Invece
si
diffonde
l
'
autore
a
descrivere
l
'
insegnamento
del
disegno
che
prepara
la
scrittura
e
che
contiene
la
scrittura
:
insegnamento
pieno
di
difficoltà
e
che
viene
stabilito
coi
comuni
tentativi
d
'
Itard
e
di
Séguin
.
«
CAPITOLO
XL
.
Disegno
.
-
-
Per
disegnare
,
la
prima
nozione
da
acquistare
per
ordine
d
'
importanza
,
è
quella
del
piano
destinato
a
ricevere
il
disegno
;
la
seconda
è
quella
del
tracciato
o
delineazione
...
»
In
queste
due
nozioni
è
ogni
scrittura
,
ogni
disegno
,
ogni
creazione
lineare
.
Queste
due
nozioni
sono
correlative
:
«
la
loro
relazione
genera
l
'
idea
,
la
capacità
di
produrre
delle
linee
in
questo
senso
:
che
le
linee
meritano
tal
nome
solo
quando
seguono
una
direzione
metodica
e
ragionata
:
il
tratto
senza
direzione
non
è
una
linea
;
prodotta
dal
caso
,
essa
non
ha
nome
.
Il
segno
razionato
,
al
contrario
,
ha
un
nome
perché
ha
una
direzione
e
,
poiché
ogni
scrittura
o
disegno
non
è
altro
che
un
composto
delle
diverse
direzioni
che
segue
una
linea
,
bisogna
,
prima
di
affrontare
la
scrittura
propriamente
detta
,
insistere
su
queste
nozioni
di
piano
e
di
linea
,
che
il
bambino
ordinario
acquista
per
intuizione
ma
che
si
è
obbligati
di
rendere
precisi
e
sensibili
per
gli
idioti
,
in
tutte
le
loro
applicazioni
.
Col
disegno
metodico
essi
entreranno
in
contatto
ragionato
con
tutte
le
parti
del
piano
e
produrranno
dapprima
con
l
'
imitazione
,
delle
linee
semplici
al
principio
e
complicate
in
seguito
.
Si
insegnerà
loro
successivamente
:
1°
a
tracciare
le
diverse
specie
di
linee
;
2°
a
tracciarle
in
direzioni
svariate
e
in
posizioni
diverse
relativamente
al
piano
;
3°
a
riunire
queste
linee
per
formare
delle
figure
graduate
dal
semplice
al
complesso
.
Perciò
bisogna
dapprima
insegnar
loro
a
distinguere
le
linee
rette
dalle
curve
,
le
verticali
dalle
orizzontali
e
dalle
oblique
svariate
all
'
infinito
;
poi
infine
i
principali
punti
di
congiunzione
di
due
o
più
linee
per
formare
una
figura
.
Questa
analisi
ragionata
del
disegno
,
donde
nascerà
la
scrittura
,
è
talmente
essenziale
in
tutte
le
sue
parti
,
che
un
bambino
il
quale
tacciava
già
materialmente
molte
lettere
prima
di
essermi
confidato
ha
messo
sei
giorni
a
tracciare
una
perpendicolare
e
una
orizzontale
,
quindici
giorni
prima
d
'
imitare
una
curva
e
una
obliqua
;
che
la
maggior
parte
de
'
miei
allievi
sono
a
lungo
incapaci
d
'
imitare
i
movimenti
della
mia
mano
sulla
carta
,
prima
di
poter
tracciare
una
linea
in
una
determinata
direzione
.
I
più
imitatori
o
i
meno
stupidi
,
producono
un
segno
diametralmente
opposto
a
quello
che
loro
dimostro
e
tutti
confondono
i
punti
di
congiunzione
di
due
linee
,
i
più
comprensibili
,
come
l
'
alto
,
il
basso
,
il
centro
.
È
vero
che
la
profonda
conoscenza
che
ho
dato
loro
del
piano
,
delle
linee
e
della
configurazione
,
li
rende
atti
ad
afferrare
ormai
i
rapporti
che
si
dovranno
stabilire
tra
il
piano
e
i
tracciati
diversi
coi
quali
essi
dovranno
riempire
la
superfice
;
ma
nello
studio
reso
necessario
dalle
anomalie
dei
miei
allievi
,
la
progressione
tra
la
verticale
,
l
'
orizzontale
,
l
'
obliqua
e
la
curva
dovevano
essere
determinate
dalla
considerazione
delle
difficoltà
di
comprensione
e
d
'
esecuzione
,
che
ciascuna
d
'
esse
offre
a
un
'
intelligenza
torbida
e
ad
una
mano
mobile
e
poco
sicura
:
qui
non
si
tratta
più
semplicemente
di
far
loro
eseguire
una
cosa
difficile
,
poiché
io
mi
accingevo
a
far
loro
sormontare
una
serie
di
difficoltà
;
perciò
mi
sono
chiesto
se
queste
difficoltà
non
fossero
le
une
più
,
le
altre
meno
grandi
e
se
mai
esse
non
s
'
ingenerassero
come
teoremi
;
or
ecco
le
idee
che
mi
hanno
guidato
a
tal
riguardo
.
La
verticale
è
una
linea
che
l
'
occhio
e
la
mano
seguono
direttamente
,
elevandosi
e
abbassandosi
.
La
linea
orizzontale
non
è
naturale
né
all
'
occhio
,
né
alla
mano
che
si
abbassano
e
seguono
una
curva
(
come
l
'
orizzonte
del
quale
ha
preso
il
nome
)
partendo
dal
centro
per
andare
alle
estremità
laterali
del
piano
,
se
non
sono
trattenute
proporzionalmente
dalla
distanza
che
percorrono
.
La
linea
obliqua
suppone
nozioni
comparative
più
complesse
;
e
le
curve
esigono
una
costanza
e
delle
differenze
di
rapporto
col
piano
,
così
variabili
e
difficili
ad
assegnare
,
che
sarebbe
perder
tempo
cominciare
lo
stu
dio
delle
linee
da
queste
ultime
.
La
linea
più
semplice
è
dunque
la
verticale
;
ed
ecco
come
ne
ho
fatta
percepire
l
'
idea
.
La
prima
formula
geometrica
è
questa
:
da
un
punto
ad
un
altro
si
può
condurre
una
sola
linea
retta
.
Partendo
da
tale
assioma
,
che
la
mano
sola
può
dimostrare
,
ho
fissato
due
punti
sulla
lavagna
-
-
e
li
ho
congiunti
con
una
verticale
;
i
miei
bambini
tentavano
di
fare
altrettanto
tra
i
punti
che
avevo
tracciato
sulla
loro
carta
-
-
ma
gli
uni
scendendo
con
la
verticale
a
destra
del
punto
inferiore
,
altri
a
sinistra
;
senza
contare
quelli
la
cui
mano
divaga
sulla
pagina
in
tutti
i
sensi
;
per
arrestare
queste
deviazioni
diverse
,
che
sono
spesso
ben
più
nell
'
intelligenza
e
nello
sguardo
,
che
nella
mano
,
ho
creduto
far
bene
di
restringere
il
campo
dell
'
apprezzamento
del
piano
,
tracciando
due
verticali
a
destra
e
a
sinistra
dei
punti
che
il
bambino
deve
riunire
con
una
linea
parallela
e
intermediaria
a
due
altre
(
le
quali
serviranno
,
per
dir
così
,
di
sponda
)
.
Se
queste
due
linee
non
bastavano
,
io
fissavo
verticalmente
sulla
carta
due
regoli
che
arrestavano
assolutamente
le
deviazioni
della
mano
:
ma
queste
barriere
materiali
non
sono
utili
a
lungo
.
Si
sopprimono
dapprima
i
due
regoli
e
si
torna
all
'
impiego
delle
linee
parallele
,
tra
le
quali
l
'
idiota
non
tarderà
a
intercalare
la
terza
verticale
;
poi
si
toglie
una
delle
verticali
direttrici
e
si
lascia
talvolta
quella
di
destra
,
talvolta
quella
di
sinistra
,
alfin
di
contrapporle
a
ogni
deviazione
che
si
presenti
:
si
sopprime
infine
quest
'
ultima
linea
,
poi
i
punti
,
cominciando
col
cancellare
quello
in
alto
che
indica
il
punto
di
partenza
del
segno
e
della
mano
,
e
il
bambino
impara
così
a
tracciare
una
verticale
,
solo
,
senza
appoggio
,
senza
punti
di
comparazione
.
Lo
stesso
metodo
,
le
stesse
difficoltà
,
gli
stessi
mezzi
di
direzione
per
i
segni
dritti
orizzontali
.
Se
per
caso
essi
sono
cominciati
abbastanza
bene
,
bisogna
aspettarsi
che
il
bambino
li
curverà
per
inclinazione
andando
dal
centro
alle
estremità
,
come
la
natura
lo
comanda
,
e
per
la
ragione
che
ho
ora
spiegato
.
Se
dei
punti
tracciati
di
distanza
in
distanza
,
non
bastano
a
sostener
la
mano
,
la
si
forza
a
non
deviare
con
le
parallele
lineari
che
si
tracciano
sulla
carta
o
con
dei
regoli
.
Infine
,
si
farà
tracciare
la
linea
orizzontale
,
appoggiando
la
squadra
su
una
riga
verticale
formante
con
essa
l
'
angolo
retto
;
il
bambino
comincerà
a
comprendere
così
ciò
che
è
la
linea
verticale
e
la
linea
orizzontale
,
e
saprà
intravedere
la
relazione
di
queste
due
prime
nozioni
per
tracciare
una
figura
.
Nell
'
ordine
di
generazione
delle
linee
sembrerebbe
che
lo
studio
delle
oblique
dovesse
seguire
immediatamente
quello
delle
verticali
e
delle
orizzontali
;
tuttavia
non
è
così
!
L
'
obliqua
che
partecipa
della
verticale
per
la
sua
inclinazione
e
dell
'
orizzontale
per
la
sua
direzione
,
e
che
partecipa
di
tutte
e
due
per
sua
natura
,
poiché
è
una
linea
retta
,
presenta
a
causa
dei
suoi
rapporti
sia
col
piano
,
sia
con
altre
linee
,
un
'
idea
troppo
complessa
per
essere
apprezzata
senza
preparazione
»
.
Così
continua
ancora
il
Séguin
per
varie
pagine
a
parlare
delle
oblique
in
tutte
le
direzioni
,
che
egli
fa
tracciare
tra
due
parallele
e
poi
delle
quattro
curve
che
fa
tracciare
a
destra
e
a
sinistra
di
una
verticale
e
al
disopra
e
al
disotto
di
una
orizzontale
,
e
conclude
:
«
Così
si
trovano
risolti
i
problemi
che
cercavo
:
le
linee
verticali
,
le
orizzontali
e
oblique
e
le
quattro
curve
,
la
cui
riunione
forma
il
cerchio
,
che
contengono
in
principio
tutte
le
linee
possibili
,
tutta
la
scrittura
.
Arrivati
a
questo
punto
ci
siamo
arrestati
a
lungo
,
Itard
e
io
.
Le
linee
essendo
note
,
conveniva
far
tracciare
a
un
bambino
delle
figure
regolari
cominciando
,
ben
inteso
,
dalla
più
semplice
.
Secondo
l
'
opinione
acquisita
,
Itard
m
'
aveva
consigliato
di
principiare
il
quadrato
;
ed
io
ho
seguito
questo
consiglio
durante
tre
mesi
,
senza
riuscire
a
farmi
comprendere
»
.
Dopo
una
lunga
serie
di
esperienze
e
guidato
dalle
idee
sulla
generazione
delle
figure
geometriche
,
il
Séguin
si
accorge
che
la
figura
più
semplice
a
trattare
è
invece
il
triangolo
.
«
Quando
tre
linee
s
'
incontrano
così
,
formano
sempre
un
triangolo
,
mentre
quattro
linee
possono
incontrarsi
in
cento
direzioni
diverse
senza
conservare
un
esatto
parallelismo
e
quindi
presentare
un
quadrato
imperfetto
.
Da
queste
esperienze
e
osservazioni
,
confermate
da
molte
altre
che
sarebbe
superfluo
riportare
,
ho
dedotto
i
primi
principî
della
scrittura
e
del
disegno
per
gl
'
idioti
;
principî
la
cui
applicazione
è
troppo
semplice
perché
io
mi
vi
soffermi
di
più
»
.
Ecco
dunque
il
procedimento
usato
dai
miei
predecessori
,
nell
'
insegnare
la
scrittura
ai
deficienti
.
In
quanto
alla
lettura
Itard
aveva
proceduto
così
:
egli
,
piantati
dei
chiodi
al
muro
,
vi
appendeva
figure
geometriche
di
legno
,
come
triangoli
,
quadrati
,
circoli
-
-
quindi
ne
disegnava
la
precisa
impronta
sul
muro
:
dopo
ciò
,
tolte
le
figure
,
le
faceva
rimettere
a
posto
nei
rispettivi
chiodi
dal
Selvaggio
dell
'
Aveyron
,
sulla
guida
del
disegno
:
da
questo
disegno
nacque
poi
nello
stesso
Itard
l
'
idea
degli
incastri
piani
.
Infine
Itard
fabbricò
delle
lettere
dell
'
alfabeto
in
stampatello
majuscolo
e
procedé
analogamente
a
ciò
che
aveva
fatto
per
le
figure
geometriche
,
cioè
le
disegnò
sul
muro
,
e
dispose
dei
chiodi
in
modo
che
il
bambino
ve
le
potesse
appendere
e
sovrapporre
.
In
seguito
il
Séguin
usò
,
invece
del
muro
,
il
piano
orizzontale
,
disegnando
le
lettere
sul
fondo
di
una
scatola
e
facendo
sovrapporre
ai
disegni
le
lettere
solide
.
Dopo
vent
'
anni
il
Séguin
non
aveva
mutato
il
suo
procedimento
.
Una
critica
al
metodo
per
la
scrittura
e
lettura
di
Itard
e
Séguin
mi
sembra
superflua
.
Tale
procedimento
ha
due
errori
fondamentali
che
lo
rendono
inferiore
ai
metodi
in
uso
pei
fanciulli
normali
-
-
cioè
:
la
scrittura
in
stampatello
majuscolo
;
e
la
preparazione
della
scrittura
con
uno
studio
di
geometria
razionale
,
quale
noi
oggi
lo
pretendiamo
solo
dagli
studenti
di
scuole
secondarie
.
Qui
veramente
il
Séguin
confonde
le
idee
in
modo
che
ci
sorprende
:
egli
è
di
un
tratto
saltato
dall
'
osservazione
psicologica
del
bambino
e
dalle
sue
relazioni
con
l
'
ambiente
,
allo
studio
della
generazione
delle
linee
e
delle
figure
e
del
loro
rapporto
col
piano
.
Egli
dice
che
il
bambino
disegnerà
facilmente
la
verticale
retta
,
ma
l
'
orizzontale
diventerà
ben
presto
una
curva
perché
«
la
natura
lo
comanda
»
;
-
-
e
questo
comando
di
natura
è
rappresentato
dal
fatto
,
che
l
'
uomo
vede
secondo
una
linea
curva
l
'
orizzonte
!
L
'
esempio
del
Séguin
vale
a
illustrare
la
necessità
di
una
educazione
speciale
adatta
a
guidar
l
'
uomo
alla
osservazione
,
e
a
dirigere
il
pensiero
logico
.
L
'
osservazione
deve
essere
assolutamente
obbiettiva
-
-
cioè
spoglia
di
preconcetti
.
Il
Séguin
ha
in
questo
caso
il
preconcetto
,
che
il
disegno
geometrico
debba
preparare
la
scrittura
,
e
ciò
gli
impedisce
la
scoperta
del
procedimento
veramente
naturale
,
necessario
a
tale
preparazione
:
inoltre
egli
ha
il
preconcetto
che
le
deviazioni
delle
linee
,
ossia
l
'
inesattezza
con
la
quale
il
bambino
le
conduce
,
siano
dovute
«
alla
mente
e
all
'
occhio
,
non
alla
mano
»
perciò
egli
si
affatica
settimane
e
mesi
a
spiegare
la
direzione
delle
linee
e
a
guidare
lo
sguardo
dell
'
idiota
.
Sembra
al
Séguin
che
un
buon
metodo
debba
partire
dall
'
alto
:
la
geometria
,
l
'
intelligenza
del
bambino
a
rapporti
astratti
sono
solo
degni
d
'
essere
presi
in
considerazione
.
Non
è
questo
il
difetto
comune
?
...
Osserviamo
gli
uomini
mediocri
:
essi
fanno
sfoggio
di
erudizione
e
disdegnano
le
semplici
cose
.
Studiamo
il
pensiero
logico
di
coloro
che
stimiamo
uomini
di
genio
:
ecco
Newton
tranquillamente
seduto
all
'
aria
aperta
;
-
-
cade
dall
'
albero
una
pera
-
-
egli
osserva
e
si
chiede
:
«
perché
?
»
Il
fenomeno
non
è
mai
piccolo
:
il
frutto
che
cade
e
la
gravitazione
universale
possono
stare
accanto
,
nella
mente
di
un
genio
.
Se
Newton
fosse
stato
un
maestro
di
bambini
,
egli
avrebbe
guidato
semplicemente
lo
sguardo
del
fanciullo
ad
ammirare
gli
astri
in
una
notte
stellata
;
ma
un
erudito
avrebbe
forse
creduto
necessario
preparar
prima
il
bambino
a
intendere
il
calcolo
sublime
,
che
è
la
chiave
dell
'
astronomia
.
Galileo
Galilei
osserva
l
'
oscillazione
di
una
lampada
sospesa
in
alto
,
e
scopre
le
leggi
del
pendolo
.
Nella
vita
intellettuale
la
semplicità
e
la
spogliazione
di
ogni
preconcetto
conducono
a
scoprire
le
cose
nuove
,
come
nella
vita
morale
l
'
umiltà
e
la
povertà
materiale
guidano
alle
alte
conquiste
spirituali
.
Se
andiamo
a
studiare
la
storia
delle
scoperte
,
troviamo
che
esse
dipendono
da
una
osservazione
veramente
obbiettiva
,
e
da
pensiero
logico
.
Cose
semplici
;
ma
ben
rare
a
trovarsi
nell
'
uomo
.
Non
sembrerebbe
forse
logico
,
che
dopo
la
scoperta
di
Laveran
sui
parassiti
malarici
che
invadono
le
emazie
nel
sangue
-
-
tanto
più
sapendosi
dalla
anatomia
che
il
sistema
sanguigno
è
un
sistema
di
vasi
chiuso
-
-
si
fosse
almeno
sospettata
la
possibilità
che
un
insetto
pungente
potesse
inoculare
il
parassita
?
Invece
continuarono
a
sembrar
verosimili
le
teorie
sui
miasmi
della
terra
,
sui
venti
africani
,
sul
paludismo
:
idee
vaghe
,
mentre
il
parassita
era
un
individuo
biologicamente
definito
.
Quando
la
scoperta
della
zanzara
malarica
venne
a
completare
logicamente
la
scoperta
del
Laveran
,
ciò
sembrò
«
meraviglioso
,
stupefacente
»
.
Ancora
si
sa
in
biologia
,
che
la
riproduzione
degli
esseri
monocellulari
vegetali
è
per
scissione
con
alternanza
di
sporulazione
;
e
quella
dei
monocellulari
animali
è
pure
per
scissione
,
ma
con
alternanza
di
coniugazione
;
cioè
,
dopo
un
certo
periodo
in
cui
la
cellula
primitiva
si
è
divisa
e
suddivisa
in
cellule
giovani
eguali
tra
loro
,
-
-
viene
la
formazione
di
due
cellule
diverse
,
una
maschile
e
una
femminile
,
che
dovran
no
fondersi
in
una
sola
,
capace
di
ricominciare
il
ciclo
della
riproduzione
per
scissione
.
Sarebbe
sembrato
logico
,
essendo
ciò
noto
ai
tempi
di
Laveran
,
e
conoscendosi
il
parassita
malarico
come
un
protozoo
,
considerare
la
sua
segmentazione
nello
stroma
dell
'
emazia
,
come
la
fase
di
scissione
,
e
attendere
che
il
parassita
desse
luogo
alle
forme
sessuali
,
che
dovevano
venire
necessariamente
nella
fase
successiva
alla
scissione
.
Invece
la
scissione
si
considerò
una
-
-
sporulazione
-
-
e
alla
comparsa
delle
forme
sessuali
,
né
il
Laveran
,
né
i
numerosi
scienziati
che
lo
seguirono
nelle
ricerche
,
seppero
dare
una
spiegazione
.
Solo
il
Laveran
espose
un
'
idea
che
fu
subito
abbracciata
,
cioè
che
quei
due
zigoti
fossero
forme
degenerate
del
parassita
malarico
e
perciò
incapaci
di
più
produrre
quelle
alterazioni
determinanti
il
morbo
:
infatti
alla
comparsa
delle
forme
sessuali
del
parassita
,
la
malaria
apparentemente
guarisce
,
essendo
impossibile
la
coniugazione
delle
due
cellule
nel
sangue
umano
.
Le
teorie
allora
recenti
del
Morel
sulla
degenerazione
umana
accompagnata
da
deformazioni
e
da
debolezza
,
ispirarono
il
Laveran
nella
sua
interpretazione
;
-
-
e
tutti
trovarono
geniale
il
pensiero
dell
'
illustre
patologo
-
-
poiché
s
'
ispirava
ai
grandiosi
concetti
delle
teorie
moreliane
.
Chi
invece
si
fosse
limitato
a
ragionare
così
:
il
plasmodio
della
malaria
è
un
protozoo
-
-
esso
si
riproduce
per
scissione
sotto
i
nostri
occhi
-
-
finita
la
scissione
si
vedono
due
cellule
diverse
-
-
una
a
semiluna
,
l
'
altra
flagellata
-
-
esse
sono
dunque
la
cellula
femminile
e
la
maschile
,
che
devono
con
la
coniugazione
alternare
la
scissione
-
-
avrebbe
calcata
la
via
della
scoperta
.
Ma
un
ragionamento
così
semplice
non
venne
;
potremmo
dunque
chiederci
:
quanto
più
progredirebbe
il
mondo
,
se
una
educazione
speciale
preparasse
gli
uomini
alla
pura
osservazione
e
al
pensiero
logico
?
La
maggior
quantità
del
tempo
e
delle
forze
intellettuali
si
perdono
nel
mondo
,
perché
sembra
grande
il
falso
e
piccolo
il
vero
.
Io
dico
ciò
per
difendere
la
necessità
che
abbiamo
di
preparare
con
metodi
razionali
le
nuove
generazioni
,
dalle
quali
il
mondo
civile
aspetta
il
suo
progresso
.
Noi
fin
qui
abbiamo
utilizzato
l
'
ambiente
:
ma
credo
giunto
il
momento
della
necessità
di
utilizzare
le
forze
umane
,
con
una
educazione
scientifica
.
Per
tornare
al
metodo
di
scrittura
del
Séguin
-
-
esso
illustra
un
'
alta
verità
:
cioè
la
tortuosità
delle
vie
che
seguiamo
nell
'
insegnamento
,
e
ciò
per
un
istinto
di
complicare
le
cose
,
analogo
a
quello
che
ci
fa
apprezzare
solo
le
cose
complicate
.
Ecco
il
Séguin
.
che
insegna
la
geometria
per
insegnare
a
scrivere
;
e
fa
eseguire
alla
mente
del
bambino
l
'
alto
sforzo
d
'
intendere
le
astrazioni
geometriche
,
per
ripiombarlo
allo
sforzo
assai
più
semplice
di
disegnare
un
D
stampatello
.
Ma
poi
:
non
dovrà
il
bambino
fare
lo
sforzo
di
dimenticare
lo
stampatello
,
per
imparare
la
scrittura
corsiva
?
E
non
sarebbe
stato
più
semplice
cominciare
con
la
scrittura
corsiva
?
Anche
noi
crediamo
che
per
imparare
a
scrivere
,
sia
necessario
far
prima
eseguire
i
bastoncelli
.
Questa
convinzione
è
profonda
.
Sembra
naturale
che
per
scrivere
le
lettere
dell
'
alfabeto
,
che
sono
tutte
rotondeggianti
,
occorra
cominciare
con
le
rette
;
e
con
le
asticelle
munite
di
filetto
ad
angolo
acuto
.
In
buona
fede
poi
ci
meravigliamo
che
sia
difficilissimo
togliere
al
principiante
la
durezza
dell
'
angolosità
,
onde
eseguisca
le
belle
curve
dell
'
O
;
eppure
con
quanto
sforzo
nostro
e
suo
,
lo
obbligammo
lungo
tempo
ad
asteggiare
e
a
scrivere
con
angoli
acuti
?
Chi
è
venuto
a
farci
la
rivelazione
che
il
primo
segno
da
eseguire
deve
essere
una
retta
?
e
perché
ci
ostiniamo
a
preparare
le
curve
cogli
angoli
?
Spogliamoci
un
momento
di
tali
preconcetti
:
e
muoviamo
sopra
una
via
più
semplice
.
Ne
proveremo
forse
un
grande
sollievo
,
risparmiando
all
'
umanità
futura
ogni
sforzo
per
imparare
a
scrivere
.
È
necessario
cominciare
a
scrivere
dalle
aste
?
basta
il
pensiero
logico
per
rispondere
:
no
.
Il
bambino
compie
un
troppo
penoso
sforzo
in
tale
esercizio
,
perché
l
'
asticella
debba
proprio
costituire
la
minore
difficoltà
da
superare
.
Anzi
,
se
bene
osserviamo
,
l
'
asta
è
l
'
esercizio
più
difficile
a
compiersi
:
il
calligrafo
solo
può
completare
regolarmente
una
pagina
di
aste
-
-
mentre
una
persona
che
scriva
mediocremente
bene
,
saprebbe
eseguire
una
pagina
di
scrittura
presentabile
.
Infatti
la
linea
retta
è
unica
-
-
segnando
la
più
breve
distanza
tra
due
punti
:
invece
ogni
deviazione
da
quella
direzione
,
segna
una
linea
non
retta
;
le
infinite
deviazioni
sono
perciò
più
facili
di
quell
'
unica
,
che
è
perfezione
.
Si
ordini
di
disegnare
sulla
lavagna
una
retta
senz
'
altra
preoccupazione
:
ogni
persona
traccerà
una
linea
lunga
-
-
in
direzione
diversa
,
cominciando
ora
da
un
lato
ora
dall
'
altro
:
-
-
e
press
'
a
poco
tutti
vi
riusciranno
.
Si
ordini
poi
di
disegnare
una
retta
in
quella
particolare
direzione
e
partendo
da
un
punto
determinato
:
allora
le
abilità
primitive
andranno
molto
scemando
e
si
vedrà
comparire
una
serie
assai
più
grande
di
irregolarità
,
cioè
di
errori
.
Quasi
tutte
le
linee
saranno
lunghe
-
-
perché
gl
'
individui
hanno
dovuto
prendere
uno
slancio
per
riuscire
all
'
intento
.
Ordiniamo
ora
che
le
linee
siano
invece
corte
,
e
a
limiti
precisi
:
gli
errori
cresceranno
ancor
più
,
perché
è
impedito
lo
slancio
,
che
aiutava
a
conservare
la
direzione
diretta
.
Ebbene
ora
aggiungiamo
a
ciò
che
si
debba
tenere
l
'
istrumento
di
scrittura
in
un
modo
determinato
non
come
l
'
istinto
detta
a
ciascuno
.
Ci
avviciniamo
così
sensibilmente
al
primo
atto
di
scrittura
,
che
vogliamo
pretendere
dai
bambini
:
questo
atto
richiederà
ancora
di
conservare
il
parallelismo
fra
i
singoli
tratti
segnati
-
-
e
costituirà
un
lavoro
difficilissimo
e
arido
,
perché
senza
scopo
pei
bambini
che
non
ne
comprendono
il
significato
.
Avevo
notato
nei
quaderni
dei
bambini
deficienti
visti
in
Francia
-
-
e
anche
il
Voisin
fa
menzione
di
questo
fenomeno
-
-
che
le
pagine
dei
bastoncelli
,
benché
principino
come
tali
,
finiscono
con
delle
righe
di
C
:
vale
a
dire
che
il
bambino
deficiente
,
la
cui
attenzione
è
meno
resistente
di
quella
del
bambino
normale
,
esaurisce
a
poco
a
poco
il
primitivo
sforzo
d
'
imitazione
,
e
il
movimento
naturale
si
sostituisce
gradualmente
a
quello
provocato
.
Così
le
aste
rette
si
trasformano
in
curve
sempre
più
somiglianti
a
dei
C
.
Tale
fenomeno
non
comparisce
sui
quaderni
dei
bambini
normali
,
poiché
essi
resistono
nello
sforzo
sino
alla
fine
della
pagina
-
-
e
così
,
come
spesso
avviene
,
nascondono
l
'
errore
didattico
.
Ma
osserviamo
i
disegni
spontanei
dei
bambini
normali
quando
p
.
es
.
essi
tracciano
sulla
sabbia
dei
viali
d
'
un
giardino
,
delle
linee
con
un
ramoscello
caduto
dagli
alberi
:
mai
vedremo
piccole
rette
-
-
ma
lunghe
linee
curve
,
variamente
intrecciate
.
Lo
stesso
fenomeno
vedeva
il
Séguin
-
-
quando
faceva
tracciare
le
orizzontali
,
che
diventavano
subito
curve
-
-
ed
egli
attribuiva
il
fenomeno
,
all
'
imitazione
con
la
linea
dell
'
orizzonte
!
Che
poi
il
bastoncello
debba
servire
a
preparare
la
scrittura
alfabetica
,
è
incredibilmente
illogico
:
l
'
alfabeto
è
troppo
rotondeggiante
perché
debba
prepararsi
con
le
rette
.
Si
dice
:
ma
,
in
molte
lettere
dell
'
alfabeto
(
non
in
tutte
,
certo
;
le
regole
calligrafiche
insegnano
come
nell
'
O
e
nei
suoi
derivati
,
non
debba
esservi
traccia
di
retta
)
entra
a
far
parte
il
tratto
retto
.
Non
è
questa
una
ragione
per
cominciare
la
scrittura
da
un
dettaglio
di
essa
.
Siamo
noi
,
che
analizziamo
così
i
segni
alfabetici
,
e
vi
troviamo
le
rette
e
le
curve
;
come
,
analizzando
il
discorso
,
vi
troviamo
le
regole
grammaticali
.
Ma
l
'
umanità
par
la
prescindendo
da
tali
regole
;
ebbene
,
perché
non
potrà
scrivere
,
prescindendo
da
tali
analisi
e
dalla
esecuzione
separata
delle
parti
costituenti
la
lettera
?
Anzi
,
guai
se
la
umanità
dovesse
parlare
solo
dopo
avere
studiato
la
grammatica
!
Sarebbe
come
se
prima
di
guardare
le
stelle
del
firmamento
,
dovessimo
studiare
il
calcolo
infinitesimale
:
sarebbe
come
se
,
prima
d
'
insegnare
a
un
idiota
a
scrivere
,
dovessimo
fargli
intendere
la
generazione
astratta
delle
linee
e
i
problemi
di
geometria
!
Ebbene
guai
altrettanto
all
'
umanità
,
che
per
iscrivere
deve
prima
eseguire
analiticamente
le
parti
costituenti
i
segni
alfabetici
.
Infine
,
lo
sforzo
che
crediamo
necessario
ad
apprendere
la
scrittura
-
-
è
uno
sforzo
tutto
antificioso
,
collegato
non
con
la
scrittura
,
ma
coi
metodi
d
'
insegnarla
.
Rigettiamo
per
un
momento
ogni
dogmatismo
più
antico
,
in
proposito
.
Rinneghiamo
la
coltura
:
non
c
'
interessi
sapere
né
come
l
'
umanità
principiò
a
scrivere
,
né
quale
possa
essere
la
genesi
della
scrittura
in
se
stessa
.
Rinneghiamo
la
convinzione
che
l
'
uso
invalso
ci
ha
dato
,
della
necessità
di
principiare
la
scrittura
coi
bastoncelli
;
e
supponiamo
di
essere
nudi
,
nello
spirito
,
come
la
verità
che
vogliamo
scoprire
.
«
Osserviamo
un
individuo
che
scrive
,
e
cerchiamo
di
analizzare
gli
atti
che
compie
scrivendo
»
.
Gli
atti
-
-
cioè
i
meccanismi
che
intervengono
all
'
esecuzione
della
scrittura
.
Questo
sarebbe
compiere
lo
studio
psicofisiologico
della
scrittura
;
vale
a
dire
esaminare
l
'
individuo
che
scrive
,
non
la
scrittura
;
il
soggetto
,
non
l
'
oggetto
.
Si
era
sempre
cominciato
dall
'
oggetto
,
esaminando
la
scrittura
,
si
era
costruito
un
metodo
.
Un
metodo
che
partisse
dallo
studio
dell
'
individuo
,
invece
,
sarebbe
affatto
originale
-
-
lontano
da
qualsiasi
altro
metodo
che
lo
precedette
;
infine
segnerebbe
una
nuova
èra
della
scrittura
,
quella
che
ha
base
antropologica
.
Se
io
avessi
pensato
di
dare
un
nome
a
questo
nuovo
metodo
di
scrittura
-
-
quando
intrapresi
gli
esperimenti
sui
bambini
normali
-
-
senza
ancora
conoscerne
i
risultati
,
lo
avrei
chiamato
infatti
metodo
antropologico
,
per
l
'
indirizzo
che
lo
aveva
ispirato
.
Ma
l
'
esperienza
mi
ha
fornito
come
una
sorpresa
e
un
vero
dono
della
natura
,
un
altro
titolo
:
«
metodo
della
scrittura
spontanea
»
.
Nel
tempo
in
cui
insegnai
ai
bambini
deficienti
-
-
mi
era
accaduto
di
osservare
il
seguente
fatto
.
Una
ragazzina
idiota
di
undici
anni
,
che
aveva
normale
la
motilità
e
la
forza
della
mano
-
-
non
riusciva
ad
apprendere
a
cucire
e
nemmeno
a
fare
il
primo
punto
,
cioè
l
'
infilzetta
:
che
consiste
nel
far
passare
l
'
ago
successivamente
al
disotto
e
al
disopra
della
trama
,
prendendo
e
lasciando
pochi
fili
.
Allora
misi
la
ragazzina
alle
tessiture
di
Froëbel
,
che
consistono
nell
'
infilare
un
'
asticciuola
di
carta
traversalmente
tra
asticciuole
verticali
pure
di
carta
,
fissate
in
alto
e
in
basso
.
Mi
venne
fatto
di
pensare
all
'
analogia
tra
i
due
lavori
;
e
m
'
interessai
molto
all
'
osservazione
.
Quando
la
ragazzina
fu
abile
nei
lavori
di
tessitura
del
Froëbel
la
ricondussi
al
cucito
-
-
e
vidi
con
piacere
che
riusciva
a
eseguire
l
'
infilzetta
.
Da
quel
momento
la
scuola
di
cucito
cominciò
regolarmente
con
le
tessiture
di
Froëbel
.
Io
pensai
che
il
movimento
necessario
della
mano
,
era
stato
preparato
al
cucito
senza
cucire
;
e
che
realmente
bisogna
trovare
il
modo
di
insegnare
prima
di
far
eseguire
:
e
,
specialmente
trattandosi
di
preparare
movimenti
,
questi
potrebbero
essere
provocati
e
anche
ridotti
in
meccanismi
da
ripetuti
esercizî
,
all
'
infuori
del
lavoro
diretto
pel
quale
si
preparano
:
onde
si
potrebbe
andare
al
lavoro
già
abili
ad
eseguirlo
,
senza
avervi
ancor
posto
mano
direttamente
:
e
compierlo
pressoché
a
perfezione
al
primo
tentativo
.
Pensai
che
così
appunto
poteva
prepararsi
la
scrittura
.
L
'
idea
mi
interessò
al
più
alto
grado
-
-
e
mi
meravigliai
della
sua
semplicità
-
-
mi
sorpresi
del
fatto
di
non
aver
pensato
prima
al
procedimento
,
che
mi
era
ispirato
dall
'
osservazione
della
ragazzina
che
non
sapeva
cucire
.
Infatti
,
poiché
io
facevo
toccare
ai
bambini
i
contorni
delle
figure
geometriche
agli
incastri
piani
,
non
rimaneva
che
far
loro
toccare
col
dito
anche
le
figure
delle
lettere
alfabetiche
.
Feci
costruire
un
superbo
alfabetario
,
con
le
lettere
in
corsivo
alte
nel
corpo
di
scrittura
8
cm
.
-
-
e
le
lettere
asteggiate
in
proporzione
;
le
lettere
erano
in
legno
dello
spessore
di
œ
cm
.
e
tutte
verniciate
a
smalto
(
in
azzurro
le
consonanti
e
in
rosso
le
vocali
)
fuorché
di
sotto
,
ove
era
una
fodera
molto
elegante
di
ottone
fissata
da
piccole
borchie
.
A
questo
alfabetario
,
che
era
in
una
sola
copia
,
corrispondevano
molte
tabelle
di
cartoncino
bristol
,
sul
quale
erano
dipinte
le
lettere
alfabetiche
nello
stesso
colore
e
dimensione
di
quelle
mobili
-
-
e
raggruppate
secondo
contrasti
e
analogie
di
forme
.
Ad
ogni
lettera
dell
'
alfabeto
corrispondeva
un
quadro
dipinto
a
mano
in
acquarello
,
ove
era
riprodotta
in
colore
e
dimensione
la
lettera
corsiva
,
e
,
vicino
,
molto
più
piccola
,
era
dipinta
la
corrispondente
lettera
in
stampatello
minuscolo
;
col
quadro
poi
le
figure
rappresentavano
oggetti
il
cui
nome
cominciava
per
la
lettera
disegnata
:
p
.
es
.
in
m
c
'
era
una
mano
e
un
martello
,
in
g
un
gatto
ecc
.
Questi
quadri
servivano
a
fissare
la
memoria
del
suono
della
lettera
-
-
e
la
piccola
lettera
in
istampatello
unita
alla
corsiva
,
doveva
essere
il
passaggio
alla
lettura
sui
libri
.
I
quadri
non
rappresentavano
certamente
un
'
idea
nuova
,
ma
completavano
un
insieme
che
non
esisteva
ancora
:
certo
un
simile
alfabetario
era
ricchissimo
e
veniva
a
costare
duecentocinquanta
lire
così
eseguito
a
mano
.
La
parte
interessante
per
la
mia
esperienza
fu
questa
:
che
io
,
dopo
aver
fatto
sovrapporre
la
lettera
mobile
coi
disegni
dei
cartelloni
dove
erano
raggruppate
le
lettere
,
le
facevo
toccare
nel
senso
della
scrittura
corsiva
,
ripetutamente
.
Tali
esercizî
si
moltiplicavano
poi
sulle
lettere
semplicemente
disegnate
nei
cartelloni
;
così
i
bambini
venivano
a
compiere
il
movimento
necessario
a
riprodurre
la
forma
dei
segni
grafici
,
senza
scrivere
.
Qui
fui
colpita
da
un
'
idea
che
non
mi
era
mai
venuta
in
mente
e
cioè
che
nella
scrittura
si
compiono
due
diverse
forme
di
movimento
-
-
cioè
oltre
il
detto
movimento
che
riproduce
la
forma
,
c
'
è
anche
quello
del
maneggio
dell
'
istrumento
di
scrittura
.
Infatti
,
quando
i
bambini
deficienti
erano
diventati
esperti
nel
toccare
tutte
le
lettere
dell
'
alfabeto
secondo
la
forma
,
non
sapevano
però
ancora
tenere
la
penna
in
mano
.
Sostenere
e
maneggiare
un
'
asticina
in
modo
sicuro
,
corrisponde
all
'
acquisto
di
uno
speciale
meccanismo
muscolare
che
è
indipendente
dal
movimento
della
scrittura
;
infatti
esso
è
contemporaneo
ai
movimenti
necessari
per
tracciare
tutte
le
diverse
lettere
dell
'
alfabeto
.
È
dunque
un
meccanismo
unico
,
che
deve
esistere
insieme
alla
memoria
motrice
dei
singoli
segni
grafici
.
Io
,
quando
provocavo
sui
deficienti
i
movimenti
della
scrittura
facendo
toccare
col
dito
le
lettere
dei
cartelloni
,
esercitavo
meccanicamente
le
vie
psicomotrici
e
fissavo
la
memoria
muscolare
di
ciascuna
lettera
.
Rimaneva
ora
la
preparazione
del
meccanismo
muscolare
per
la
tenuta
e
il
maneggio
dell
'
istrumento
di
scrittura
;
e
ciò
provocai
aggiungendo
al
già
descritto
altri
due
tempi
cioè
:
2°
toccare
le
lettere
non
più
col
solo
indice
della
mano
destra
,
come
nel
primo
tempo
,
che
serve
a
fissare
la
memoria
muscolare
;
ma
con
due
dita
,
cioè
l
'
indice
e
il
medio
.
3°
toccare
le
lettere
con
una
asticciula
di
legno
tenuta
come
una
penna
da
scrivere
.
In
sostanza
facevo
ripetere
i
medesimi
movimenti
ora
senza
,
ora
con
l
'
aggiunta
della
tenuta
dell
'
istrumento
.
Si
noti
che
il
bambino
doveva
seguire
col
dito
l
'
immagine
visiva
della
lettera
disegnata
.
È
vero
che
quel
dito
era
già
esercitato
a
toccare
i
contorni
delle
figure
geometriche
;
ma
non
sempre
tale
esercizio
si
rivelò
sufficiente
all
'
uopo
.
Infatti
anche
noi
quando
p
.
es
.
incidiamo
un
disegno
,
non
sappiamo
seguire
perfettamente
la
linea
che
pur
vediamo
e
nella
quale
dovremmo
ripassare
il
segno
.
Bisognerebbe
proprio
che
il
disegno
avesse
qualche
cosa
di
speciale
,
capace
d
'
attrarre
la
punta
del
nostro
lapis
come
una
calamita
il
ferro
,
ovvero
che
il
lapis
trovasse
una
guida
meccanica
sulla
carta
ove
disegna
-
-
per
seguire
con
esattezza
la
traccia
sensibile
in
realtà
solo
allo
sguardo
.
I
deficienti
dunque
non
sempre
seguivano
esattamente
il
disegno
,
sia
col
dito
,
sia
con
la
asticina
:
e
il
materiale
didattico
non
offriva
alcun
controllo
al
lavoro
eseguito
-
-
ossia
offriva
solo
il
controllo
malfido
dello
sguardo
del
bambino
,
il
quale
certo
poteva
vedere
se
il
dito
andava
o
no
sul
segno
.
Io
pensai
che
a
far
eseguire
esattamente
il
movimento
della
scrittura
-
-
e
a
garantirne
l
'
esattezza
o
almeno
a
guidarne
in
modo
più
diretto
la
esecuzione
,
sarebbe
stato
necessario
preparare
delle
forme
di
lettere
scavate
in
modo
,
che
esse
fossero
rappresentate
da
un
solco
ove
potesse
scorrere
l
'
asticina
di
legno
.
Feci
un
progetto
per
tale
lavoro
,
ma
essendo
troppo
costoso
non
potei
metterlo
in
esecuzione
.
Di
questo
metodo
parlai
assai
,
dopo
averlo
largamente
esperimentato
,
ai
maestri
nelle
mie
lezioni
di
didattica
alla
Scuola
Magistrale
Ortofrenica
,
come
risulta
dalle
dispense
litografate
nel
secondo
anno
di
corso
e
che
io
conservo
tuttora
in
circa
cento
copie
,
come
documento
del
passato
.
Ecco
le
parole
che
,
pubblicamente
pronunciate
dieci
anni
fa
,
rimasero
litografate
in
mano
a
oltre
duecento
maestri
elementari
,
senza
che
alcuno
,
come
con
meravi
glia
scriveva
il
prof
.
Ferreri
in
un
articolo
recentissimo
11
,
ne
ritraesse
un
'
idea
profittevole
:
Riassunto
delle
lezioni
di
didattica
della
dott
.
Montessori
anno
1900
,
Stab.lit
Romano
,
via
Frattina
62
,
Disp
.
6a
,
pag
.
46
:
«
Lettura
e
Scrittura
simultanee
»
:
A
questo
punto
si
presenta
il
cartellone
delle
«
vocali
dipinte
in
rosso
:
il
bambino
vede
`
delineate
a
colori
delle
figure
irregolari
'
.
Si
offrono
al
bambino
le
vocali
in
segno
rosso
per
sovrapporle
ai
segni
del
cartoncino
.
Si
fanno
toccare
le
vocali
di
legno
nel
senso
della
scrittura
e
si
nominano
:
le
vocali
sono
disposte
per
analogia
di
forma
:
o
e
a
i
u
«
Poi
si
dice
al
bambino
p
.
es
.
:
`
cercami
...
o
!
'
`
mettilo
al
posto
'
-
-
Poi
:
`
che
lettera
è
questa
?
'
Qui
si
vedrà
che
molti
bambini
sbagliano
solo
guardando
la
lettera
-
-
indovinano
invece
toccandola
.
Osservazioni
interessanti
si
possono
fare
rilevando
i
vari
tipi
individuali
:
visivo
,
motore
.
Si
fa
toccare
poi
al
bambino
la
lettera
delineata
sul
cartellone
-
-
prima
con
l
'
indice
solo
,
poi
con
l
'
indice
e
il
medio
-
-
poi
con
un
bastoncino
di
legno
tenuto
come
la
penna
;
la
lettera
deve
essere
toccata
nel
senso
della
scrittura
.
Le
consonanti
sono
disegnate
in
turchino
e
disposte
in
vari
cartelloni
secondo
l
'
analogia
di
forma
:
vi
è
annesso
l
'
alfabetario
mobile
in
legno
bleu
,
da
sovrapporre
ai
cartelloni
come
per
le
vocali
.
Annesso
all
'
alfabetario
sta
una
serie
di
altri
cartelloni
,
ove
accanto
alla
consonante
11
G
.
Ferreri
,
«
Per
l
'
insegnamento
della
scrittura
»
(
Sistema
della
Dott
.
M
.
Montessori
)
Bollettino
dell
'
Associazione
Romana
per
la
cura
medico
pedagogica
dei
fanciulli
anormali
e
deficienti
poveri
,
anno
I
,
n
.
4
,
ottobre
1907
.
Roma
,
Tipografia
delle
Terme
Diocleziane
.
uguale
a
quella
di
legno
stanno
dipinte
una
o
due
figure
d
'
oggetti
il
cui
nome
principia
con
la
lettera
disegnata
.
Avanti
alla
lettera
corsiva
sta
pure
dipinto
con
lo
stesso
colore
una
lettera
più
piccola
,
di
carattere
stampato
.
La
maestra
,
nominando
le
consonanti
col
metodo
fonico
,
indica
la
lettera
,
poi
il
cartellone
,
pronunciando
il
nome
degli
oggetti
che
vi
sono
dipinti
e
calcando
sulla
prima
lettera
es
.
m
...
mela
:
`
dàmmi
la
consonante
m
...
mettila
al
posto
,
toccala
ecc
.
'
.
Si
studieranno
qui
i
difetti
del
linguaggio
del
bambino
.
Toccare
le
lettere
nel
senso
della
scrittura
,
inizia
l
'
educazione
muscolare
che
prepara
alla
scrittura
.
Una
nostra
bambina
a
tipo
motore
,
istruita
con
questo
metodo
,
ha
riprodotto
tutte
le
lettere
a
penna
,
alte
circa
8
mm
.
,
ben
prima
ancora
di
saperle
riconoscere
,
con
sorprendente
regolarità
:
questa
bambina
riesce
assai
bene
anche
nei
lavori
manuali
.
Il
bambino
che
guarda
,
riconosce
e
tocca
le
lettere
nel
senso
della
scrittura
,
si
prepara
alla
lettura
e
scrittura
simultanea
anzi
contemporanea
.
Toccare
le
lettere
e
insieme
guardarle
,
fissa
più
presto
la
loro
immagine
,
pel
concorso
di
più
sensi
:
in
seguito
si
separano
i
due
fatti
:
guardare
(
lettura
)
;
toccare
(
scrittura
)
.
Secondo
i
tipi
individuali
alcuni
impareranno
prima
a
leggere
,
altri
a
scrivere
»
.
Io
avevo
dunque
iniziato
dieci
anni
fa
,
nelle
sue
linee
fondamentali
il
mio
metodo
per
la
scrittura
e
lettura
.
Con
gran
sorpresa
,
allora
notai
la
facilità
con
cui
un
bel
giorno
,
messo
in
mano
al
fanciullo
deficiente
un
gesso
,
egli
tracciava
sulla
lavagna
con
mano
ferma
e
in
calligrafia
le
lettere
dell
'
alfabeto
intiere
,
scrivendo
per
la
prima
volta
.
E
ciò
molto
più
presto
di
quanto
avrei
supposto
:
come
si
dice
appunto
nelle
dispense
,
dei
bambini
scrivevano
già
perfino
con
la
penna
tutte
le
lettere
con
bella
forma
,
e
non
ne
sapevano
ancora
riconoscere
alcuna
.
Altrettanto
ho
notato
nei
bambini
normali
,
come
dirò
:
il
senso
muscolare
è
sviluppatissimo
nell
'
infanzia
:
quindi
la
scrittura
è
facilissima
pei
bambini
.
Non
altrettanto
la
lettura
,
che
comporta
un
ben
lungo
lavoro
d
'
istruzione
,
e
richiede
uno
sviluppo
intellettuale
superiore
,
poiché
si
tratta
d
'
interpretare
dei
segni
,
di
modulare
gli
accenti
della
voce
per
intendere
il
significato
della
parola
-
-
e
tutto
ciò
con
un
lavoro
puramente
mentale
,
mentre
nella
scrittura
sotto
dettato
il
bambino
traduce
materialmente
dei
suoni
in
segni
-
-
e
si
muove
-
-
cosa
per
lui
sempre
piacevole
e
facile
.
La
scrittura
si
sviluppa
nel
piccolo
bambino
con
facilità
e
spontaneità
-
-
analogamente
allo
sviluppo
del
linguaggio
parlato
-
-
che
è
pure
una
traduzione
motrice
di
suoni
uditi
.
Invece
la
lettura
fa
parte
di
una
coltura
intellettuale
astratta
,
che
è
l
'
interpretazione
di
idee
nei
simboli
grafici
e
si
acquista
solo
più
tardi
.
Le
mie
prime
esperienze
sui
bambini
normali
furono
iniziate
nella
prima
metà
del
novembre
1907
.
Nelle
due
«
Case
dei
Bambini
»
di
San
Lorenzo
,
avevo
dal
6
gennaio
nell
'
una
e
dal
7
marzo
nell
'
altra
,
data
della
rispettiva
inaugurazione
,
-
-
applicato
solo
i
giuochi
della
vita
pratica
e
dell
'
educazione
dei
sensi
,
fino
a
tutto
il
luglio
,
epoca
in
cui
un
mese
di
vacanza
avrebbe
interrotto
le
lezioni
.
E
ciò
perché
io
,
come
tutti
,
ero
compresa
dal
pregiudizio
che
fosse
necessario
cominciare
il
più
tardi
possibile
l
'
insegnamento
della
lettura
e
scrittura
-
-
e
certo
evitarlo
in
un
'
età
inferiore
ai
sei
anni
.
Ma
durante
i
mesi
trascorsi
,
i
bambini
sembravano
domandarsi
qualche
conclusione
dagli
esercizî
che
li
avevano
già
intellettualmente
sviluppati
in
modo
sorprendente
.
Essi
sapevano
vestirsi
e
spogliarsi
,
lavarsi
,
sapevano
spazzare
i
pavimenti
,
spolverare
i
mobili
,
assestare
le
stanze
,
aprire
e
chiudere
i
cassetti
,
maneggiare
le
chiavi
nelle
serrature
,
riporre
in
bell
'
ordine
gli
oggetti
nelle
credenze
,
inaffiare
i
fiori
;
-
-
sapevano
osservare
gli
oggetti
,
sapevano
vederci
con
le
mani
:
-
-
alcuni
di
loro
vennero
a
chiederci
francamente
d
'
imparare
a
leggere
e
a
scrivere
.
E
dietro
le
nostre
ripulse
alcuni
bambini
vennero
a
scuola
sapendo
disegnare
degli
o
sulla
lavagna
e
mostrandoceli
quasi
come
una
sfida
.
Le
madri
,
poi
,
in
gran
numero
vennero
a
chiederci
come
una
grazia
d
'
insegnare
a
scrivere
ai
loro
bambini
,
«
perché
»
dicevano
«
qui
si
svegliano
e
imparano
facilmente
tante
cose
-
-
che
se
insegnaste
a
leggere
e
scrivere
imparerebbero
presto
e
risparmierebbero
le
grandi
fatiche
della
scuola
elementare
»
.
Quella
fede
delle
madri
che
da
noi
i
loro
piccini
avrebbero
imparato
senza
fatica
a
leggere
e
scrivere
,
mi
colpì
.
E
ripensando
ai
risultati
ottenuti
nelle
scuole
dei
deficienti
,
decisi
,
durante
le
vacanze
di
agosto
,
di
fare
una
prova
alla
riapertura
della
scuola
,
cioè
in
settembre
.
Ma
poi
riflettei
che
nel
settembre
sarebbe
stato
bene
riprendere
gl
'
insegnamenti
interrotti
,
e
cominciare
la
lettura
e
scrittura
solo
in
ottobre
,
all
'
epoca
dell
'
apertura
delle
scuole
elementari
-
-
ciò
che
avrebbe
portato
l
'
altro
vantaggio
di
confrontare
i
progressi
dei
bambini
di
prima
elementare
con
quelli
dei
nostri
,
che
avrebbero
contemporaneamente
cominciato
lo
stesso
insegnamento
.
In
settembre
dunque
cominciai
a
cercare
chi
fabbricasse
il
materiale
didattico
,
senza
trovare
operai
a
ciò
disposti
.
Un
professore
mi
consigliò
di
fare
ordinazioni
a
Milano
e
questo
condusse
a
una
gran
perdita
di
tempo
.
Io
volevo
far
fabbricare
un
alfabetario
magnifico
come
quello
pei
deficienti
:
in
legno
verniciato
e
metallo
;
poi
mi
sarei
contentata
di
sole
lettere
di
smalto
simili
a
quelle
che
servono
a
fare
le
iscrizioni
sulle
vetrine
dei
negozi
,
ma
non
ne
trovai
.
Nessuno
volle
fabbricarmene
in
metallo
.
In
una
scuola
professionale
fui
sul
punto
d
'
ottenere
le
lettere
incavate
nel
legno
(
per
toccarle
lungo
l
'
incisura
con
un
'
asticina
)
;
ma
poi
il
troppo
difficile
lavoro
scoraggiò
e
venne
sospeso
.
Così
era
passato
tutto
l
'
ottobre
;
già
i
bambini
di
prima
elementare
avevano
empito
pagine
di
bastoncelli
e
i
miei
stavano
ancora
nell
'
attesa
.
Allora
mi
decisi
con
le
maestre
a
intagliare
in
semplici
fogli
di
carta
delle
lettere
d
'
alfabeto
molto
grandi
,
e
una
maestra
li
colorì
rozzamente
da
un
lato
con
una
tinta
azzurrina
.
In
quanto
al
far
toccare
le
lettere
pensai
d
'
intagliare
le
lettere
dell
'
alfabeto
in
carta
smerigliata
e
ingommarla
su
carta
liscia
,
fabbricando
così
oggetti
molto
analoghi
a
quelli
usati
pei
primitivi
esercizî
del
senso
tattile
.
Soltanto
dopo
aver
fabbricato
tali
semplici
cose
,
mi
accorsi
della
gran
superiorità
di
questo
alfabetario
su
quello
magnifico
dei
deficienti
,
dietro
al
quale
ero
invano
corsa
due
mesi
:
s
'
io
fossi
stata
ricca
,
avrei
avuto
per
sempre
l
'
alfabetario
superbo
,
ma
sterile
del
passato
.
Noi
vogliamo
il
vecchio
,
perché
non
possiamo
conoscere
il
nuovo
,
e
cerchiamo
sempre
la
grandiosità
,
che
è
nelle
cose
già
tramontate
,
senza
riconoscere
nell
'
umile
semplicità
degli
inizi
nuovi
,
il
germe
che
dovrà
svilupparsi
nell
'
avvenire
.
Capii
dunque
che
:
un
alfabetario
di
carta
poteva
facilmente
moltiplicarsi
in
più
copie
,
e
così
essere
usato
da
molti
bambini
contemporaneamente
,
non
solo
pel
riconoscimento
della
lettera
,
ma
pure
per
la
composizione
di
parole
:
e
che
nell
'
alfabetario
di
carta
smerigliata
avevo
trovato
la
guida
tanto
desiderata
al
dito
che
tocca
la
lettera
,
in
guisa
che
non
più
la
vista
soltanto
,
ma
il
tatto
veniva
direttamente
a
insegnare
il
movimento
della
scrittura
con
esattezza
di
controllo
.
Nell
'
entusiasmo
di
questa
speranza
,
ci
mettemmo
,
le
due
maestre
ed
io
,
la
sera
dopo
scuola
,
a
intagliare
una
gran
quantità
di
lettere
alfabetiche
in
semplice
carta
da
scrivere
:
-
-
ingommando
quelle
di
carta
smerigliata
,
e
tingendo
in
azzurrino
le
altre
,
e
poi
spargendole
sui
tavolini
per
ritrovarle
asciutte
il
mattino
dopo
.
Mentre
così
lavoravo
,
mi
si
apriva
innanzi
alla
mente
un
quadro
chiarissimo
del
metodo
in
tutta
la
sua
completezza
,
così
semplice
,
che
mi
faceva
sorridere
il
pensiero
di
non
averci
pensato
prima
.
La
storia
dei
nostri
tentativi
iniziali
fu
molto
interessante
.
Un
giorno
che
una
delle
maestre
era
malata
,
andò
a
sostituirla
una
mia
allieva
,
la
signorina
Anna
Fedeli
,
professoressa
di
Pedagogia
in
una
scuola
normale
;
quando
andai
la
sera
a
trovare
la
Fedeli
,
questa
mi
mostrò
due
modificazioni
fatte
all
'
alfabeto
:
una
consisteva
nell
'
aver
posto
in
basso
e
dietro
a
ciascuna
lettera
,
un
'
asticina
trasversale
di
carta
bianca
perché
il
bambino
riconoscesse
il
verso
della
lettera
,
ch
'
egli
spesso
girava
da
tutte
le
parti
:
un
'
altra
consisteva
nell
'
aver
fabbricato
un
casellario
di
cartone
,
ove
riporre
in
ogni
casella
un
gruppo
di
lettere
uguali
,
mentre
stavano
prima
tutte
insieme
confuse
in
un
mucchio
.
Conservo
ancora
quel
casellario
,
costruito
con
il
vecchio
cartone
d
'
una
scatola
rotta
e
sudicia
che
s
'
era
trovato
in
portineria
,
e
cucito
rozzamente
con
del
filo
bianco
.
La
Fedeli
me
lo
mostrava
ridendo
e
quasi
scusandosi
dell
'
indecente
lavoro
,
ma
io
me
ne
entusiasmai
:
capii
subito
che
le
lettere
nel
casellario
erano
un
sussidio
prezioso
all
'
insegnamento
infatti
si
offriva
agli
occhi
del
bambino
la
possibilità
di
comparare
tutte
le
lettere
e
di
scegliere
quella
designata
.
Così
ebbe
origine
il
metodo
e
il
materiale
didattico
,
che
or
ora
descriverò
.
Qui
basti
notare
che
per
le
feste
natalizie
,
nel
dicembre
successivo
,
ossia
meno
di
un
mese
e
mezzo
dopo
,
quando
i
bambini
delle
scuole
elementari
stavano
affaticandosi
a
dimenticare
i
bastoncelli
e
gli
angoli
appresi
già
faticosamente
,
per
prepararsi
alle
curve
delle
o
o
delle
altre
vocali
,
due
miei
piccini
di
quattro
anni
scrissero
,
ciascuno
a
nome
dei
compagni
,
una
lettera
d
'
augurio
e
di
ringraziamento
all
'
Ing
.
Edoardo
Talamo
-
-
in
un
elegante
piccolo
foglio
da
lettera
-
-
con
scrittura
calligrafica
senza
cancellature
o
macchie
,
in
quella
scrittura
che
più
tardi
fu
giudicata
comparabile
alla
calligrafia
,
che
si
ottiene
in
terza
classe
elementare
.
Descrizione
del
metodo
e
del
materiale
didattico
1º
tempo
:
Esercizî
tendenti
a
provocare
il
meccanismo
muscolare
per
la
tenuta
e
il
maneggio
dell
'
istrumento
di
scrittura
Disegno
preparatorio
alla
scrittura
Materiale
didattico
:
Leggii
-
-
Incastri
di
ferro
-
-
Figure
delineate
-
-
Lapis
colorati
Ho
fatto
fabbricare
due
leggii
uguali
,
consistenti
in
tavolette
di
legno
leggermente
inclinate
sul
piano
orizzontale
,
e
sostenute
da
quattro
brevi
piedi
pure
di
legno
;
nella
parte
inferiore
pure
declive
del
leggìo
,
un
'
asticciuola
trasversale
impedisce
che
gli
oggetti
appoggiati
sulla
tavoletta
scivolino
,
cioè
serve
da
sostegno
.
La
tavoletta
è
colorata
in
azzurro
pallido
-
-
mentre
l
'
asticciuola
di
sostegno
,
i
piedi
ecc
.
sono
rosso
scarlatto
.
Per
le
due
dimensioni
ogni
leggìo
contiene
precisamente
quattro
piastrelle
quadrate
ad
incastro
di
10
cm
.
di
lato
,
in
ferro
,
colorate
in
bruno
;
e
nel
centro
d
'
ogni
piastrella
sta
il
pezzo
d
'
incastro
,
pure
in
ferro
-
-
della
tinta
azzurro
pallida
del
fondo
del
leggìo
-
-
e
munito
al
centro
d
'
un
bottoncino
d
'
ottone
.
Esercizii
Messi
i
due
leggii
vicini
,
essi
possono
avere
l
'
apparenza
d
'
un
solo
leggio
,
che
contiene
otto
figure
-
-
e
può
venir
collocato
p
.
es
.
sopra
una
mensola
,
sul
tavolo
della
maestra
,
o
sopra
una
credenza
ecc
.
,
od
anche
sull
'
orlo
del
tavolo
stesso
del
bambino
.
L
'
oggetto
è
elegante
e
attrae
l
'
attenzione
del
fanciullo
:
egli
può
scegliere
una
o
più
figure
;
e
prende
insieme
la
piastrella
e
il
pezzo
d
'
incastro
.
L
'
analogia
con
gl
'
incastri
piani
già
noti
è
completa
:
solo
qui
il
bambino
ha
a
sua
disposizione
e
liberi
i
pezzi
-
-
che
sono
molto
pesanti
e
di
spessore
sottile
.
Egli
prende
prima
la
cornice
,
la
posa
sopra
un
foglio
bianco
-
-
e
con
un
lapis
colorato
,
delinea
il
contorno
del
centro
vuoto
della
piastrella
:
poi
toglie
la
piastrella
-
-
e
sulla
carta
rimane
una
figura
geometrica
.
È
questa
la
prima
volta
che
il
bambino
riproduce
col
disegno
una
figura
geometrica
-
-
egli
finora
non
aveva
fatto
che
sovraporre
i
pezzi
degli
incastri
piani
ai
cartoncini
della
1ª
,
2ª
e
3ª
serie
.
Quindi
,
sulla
figura
segnata
dal
bambino
stesso
,
egli
pone
il
pezzo
d
'
incastro
,
come
faceva
con
l
'
incastro
piano
sui
cartoncini
della
3ª
serie
;
e
lo
delinea
con
un
lapis
di
colore
diverso
;
quindi
lo
solleva
:
sulla
carta
rimane
la
figura
doppiamente
delineata
,
a
due
colori
.
Qui
nasce
per
la
prima
volta
il
concetto
astratto
della
figura
geometrica
-
-
poiché
da
due
pezzi
in
ferro
così
diversi
come
la
cornice
e
l
'
incastro
,
risulta
un
unico
disegno
:
che
è
una
linea
,
la
quale
determina
una
figura
.
Il
fatto
risalta
all
'
attenzione
del
bambino
:
egli
spesso
si
meraviglia
di
trovare
l
'
identica
figura
da
due
pezzi
tanto
diversi
e
guarda
a
lungo
il
duplice
disegno
con
evidente
compiacimento
-
-
quasi
che
esso
fosse
una
deduzione
propria
dagli
oggetti
,
che
servirono
di
guida
alla
sua
mano
.
Inoltre
il
bambino
impara
a
tracciare
linee
determinanti
figure
.
Verrà
un
giorno
in
cui
con
meraviglia
e
compiacimento
ancor
maggiori
,
il
fanciullo
traccerà
segni
grafici
determinanti
parole
.
Dopo
ciò
comincia
il
lavoro
che
direttamente
prepara
alla
formazione
del
meccanismo
muscolare
relativo
alla
tenuta
e
maneggio
dell
'
istrumento
di
scrittura
:
il
bambino
con
un
lapis
colorato
di
sua
scelta
tenuto
come
una
penna
da
scrivere
empie
a
pieno
la
figura
delineata
.
Si
insegna
al
fanciullo
a
non
passare
al
di
fuori
del
contorno
-
-
e
con
ciò
si
richiama
su
esso
l
'
attenzione
del
fanciullo
,
il
quale
così
fissa
il
concetto
che
una
linea
può
determinare
una
figura
.
L
'
esercizio
di
riempitura
per
una
sola
figura
fa
compiere
e
ripetere
al
bambino
i
movimenti
di
maneggio
,
che
sarebbero
necessarî
a
riempire
dieci
pagine
di
bastoncelli
;
e
pur
senza
dare
stanchezza
,
perché
il
bambino
,
pur
coordinando
precisamente
le
contrazioni
muscolari
necessarie
all
'
uopo
-
-
lo
fa
liberamente
e
nei
sensi
che
vuole
:
mentre
ai
suoi
occhi
si
definisce
una
grande
figura
di
vivo
colore
.
In
principio
i
bambini
riempiono
pagine
di
carta
protocollo
con
questi
grandi
quadrati
,
triangoli
,
ovali
,
trapezi
a
colore
rosso
,
aranciato
,
verde
,
turchino
,
celeste
,
rosa
.
Poi
si
limitano
a
usare
i
colori
bleu
scuro
e
celeste
,
così
per
le
figure
delineate
come
per
la
riempitura
,
venendo
a
riprodurre
l
'
apparenza
dei
cartoncini
di
1ª
serie
.
Molti
bambini
fanno
spontaneamente
nel
centro
della
figura
un
cerchietto
a
pieno
di
colore
arancione
simulante
il
bottoncino
d
'
ottone
del
pezzo
d
'
incastro
-
-
altri
delineano
anche
il
contorno
quadrato
della
cornice
,
riempiendola
di
color
bruno
-
-
simulando
così
completamente
i
pezzi
presi
dal
leggio
.
In
tal
modo
essi
hanno
l
'
illusione
di
aver
riprodotto
esattamente
come
veri
artisti
,
gli
oggetti
che
fanno
bella
mostra
di
sé
-
-
esposti
sui
lunghi
leggii
scarlatti
.
Osservando
le
figure
successive
disposte
dallo
stesso
bambino
,
si
rivela
una
duplice
forma
di
progressione
:
1°
a
poco
a
poco
i
segni
vengono
a
debordare
meno
dal
contorno
,
finché
vi
sono
perfettamente
contenuti
,
e
la
riempitura
è
fitta
e
uniforme
tutto
intorno
al
confine
,
come
nel
pieno
centrale
;
2°
i
segni
di
riempitura
,
da
corti
e
confusi
-
-
si
fanno
sempre
più
lunghi
e
paralleli
-
-
fino
al
punto
che
alcune
volte
le
figure
sono
empite
da
una
vera
asteggiatura
regolarissima
,
che
va
a
traverso
i
due
confini
estremi
.
In
tal
caso
è
certo
che
il
bambino
è
padrone
della
penna
-
-
cioè
i
meccanismi
muscolari
necessari
al
maneggio
dell
'
istrumento
di
scrittura
si
sono
stabiliti
.
Dall
'
esame
di
tali
disegni
può
dunque
farsi
un
giudizio
sicuro
sulla
maturità
del
bambino
a
tenere
la
penna
in
mano
.
Per
alternare
gli
esercizî
si
usano
pure
i
già
citati
disegni
delineati
figuranti
fiori
,
animali
,
paesaggi
,
bambini
ecc
.
e
le
cartoline
illustrate
.
Tali
disegni
perfezionano
il
maneggio
,
perché
obbligano
a
delimitare
i
segni
a
lunghezze
varie
e
rendono
il
bambino
abile
e
sicuro
sempre
più
del
maneggio
.
Ora
se
si
contassero
i
segni
prodotti
da
un
bambino
nella
riempitura
delle
figure
,
e
si
traducessero
in
segni
grafici
di
scrittura
,
si
riempirebbero
molte
decine
di
quaderni
!
perciò
la
sicurezza
del
segno
nella
scrittura
dei
nostri
piccini
fu
paragonata
a
quella
,
che
si
raggiunge
in
terza
elementare
coi
metodi
comuni
.
Essi
,
quando
prenderanno
per
la
prima
volta
la
penna
in
mano
-
-
sapranno
maneggiarla
quasi
come
uno
scrivano
.
Nessun
mezzo
,
io
credo
,
potrebbe
trovarsi
più
efficace
a
stabilire
tale
conquista
in
minor
tempo
-
-
e
con
tanto
divertimento
del
bambino
.
Il
mio
antico
metodo
usato
pei
deficienti
-
-
di
toccare
i
contorni
delle
lettere
sul
cartellone
con
un
'
asticina
,
era
al
confronto
ben
misero
e
sterile
!
Anche
quando
i
bambini
sanno
scrivere
-
-
continuo
sempre
in
questi
esercizî
,
che
hanno
una
progressione
indefinita
,
perché
si
possono
comunque
variare
e
complicare
i
disegni
,
-
-
e
i
bambini
,
facendo
essenzialmente
sempre
lo
stesso
esercizio
,
vedono
accumulare
una
galleria
di
quadri
diversi
sempre
più
perfetti
,
che
forma
l
'
orgo
glio
di
ciascuno
di
loro
.
Perché
io
non
solo
provoco
,
ma
perfeziono
la
scrittura
coi
medesimi
esercizî
che
chiamo
preparatori
;
cioè
p
.
es
.
nel
caso
presente
,
la
tenuta
della
penna
si
farà
sempre
più
sicura
,
non
coi
ripetuti
esercizî
di
scrittura
,
ma
con
questi
di
riempitura
di
disegni
.
Così
i
miei
bambini
si
perfezionano
nella
scrittura
senza
scrivere
.
2°
Tempo
:
Esercizî
tendenti
a
dare
l
'
immagine
visiva
muscolare
dei
segni
alfabetici
e
a
stabilire
la
memoria
muscolare
dei
movimenti
necessarî
alla
scrittura
Materiale
didattico
:
Tavolette
delle
lettere
alfabetiche
in
carta
smerigliata
,
e
tavole
a
gruppi
di
lettere
come
sopra
Il
materiale
consiste
in
una
copia
di
ciascuna
lettera
dell
'
alfabeto
di
carta
a
fine
smeriglio
-
-
fissata
sopra
una
tavoletta
la
cui
dimensione
è
adatta
a
ciascuna
lettera
;
la
tavoletta
è
di
cartoncino
ricoperto
in
carta
liscia
di
color
verde
,
mentre
la
carta
smerigliata
è
grigio
chiaro
;
ovvero
la
tavoletta
è
in
legno
bianco
lucidato
,
e
la
carta
smerigliata
è
nera
.
Analoghe
tavole
in
cartone
o
in
legno
portano
raggruppate
varie
lettere
,
che
sono
identiche
alle
corrispondenti
delle
piccole
tavolette
per
lettere
e
i
raggruppamenti
sono
fatti
per
contrasto
e
analogia
di
forma
.
Le
lettere
devono
essere
in
bella
forma
calligrafica
,
con
accenno
ai
chiaroscuri
.
Esse
sono
in
iscrittura
verticale
,
perché
tale
è
l
'
uso
del
momento
nelle
scuole
elementari
.
Esercizî
Si
comincia
subito
con
l
'
insegnamento
delle
lettere
alfabetiche
:
iniziandolo
dalle
vocali
e
proseguendolo
con
le
consonanti
,
che
si
pronunciano
col
suono
e
non
col
nome
;
subito
unendo
il
suono
con
una
vocale
e
ripetendo
la
sillaba
-
-
secondo
il
ben
noto
metodo
fonico
sillabico
.
L
'
insegnamento
procede
secondo
i
tre
tempi
già
illustrati
:
I
.
Sensazione
visiva
e
tattile
muscolare
associata
al
suono
alfabetico
.
La
direttrice
presenta
al
bambino
due
cartoncini
verdi
,
o
due
tavolette
bianche
,
secondo
il
materiale
didattico
di
cui
dispone
-
-
sulle
quali
sono
le
lettere
i
ed
o
,
dicendo
:
«
questa
è
i
!
»
«
questa
è
o
!
»
(
e
analogamente
procederà
in
seguito
per
gli
altri
segni
)
.
Le
fa
quindi
immediatamente
toccare
dicendo
:
«
toccale
»
e
senza
altra
spiegazione
,
induce
a
ciò
il
bambino
,
facendo
prima
vedere
come
si
tocca
,
e
poi
,
se
è
necessario
,
conducendo
materialmente
il
dito
indice
della
mano
destra
del
bambino
sulla
carta
smerigliata
,
nel
senso
della
scrittura
.
Il
«
saper
toccare
»
e
il
«
non
saper
toccare
»
consisterà
nel
conoscere
il
senso
secondo
il
quale
si
traccia
un
determinato
segno
grafico
.
Il
bambino
impara
subito
:
e
il
suo
dito
,
già
esperto
nell
'
esercizio
tattile
,
è
condotto
dalla
leggera
morbidezza
del
fine
smeriglio
,
sulla
traccia
precisa
della
lettera
;
onde
egli
può
ripetere
da
sé
indefinitamente
il
movimento
necessario
a
produrre
le
lettere
dell
'
alfabeto
,
senza
timore
di
sbagliare
e
seguendo
forme
calligrafiche
;
se
devìa
,
l
'
impressione
liscia
lo
fa
subito
accorto
dell
'
errore
.
I
piccini
,
appena
si
son
fatti
un
poco
esperti
di
tale
tócco
,
amano
assai
ripeterlo
a
occhi
chiusi
-
-
così
si
lasciano
condurre
dallo
smeriglio
a
seguire
la
forma
,
senza
vederla
,
e
quindi
senza
conoscerla
;
e
si
può
dire
che
veramente
la
percezione
si
formerà
dalla
diretta
sensazione
tattile
muscolare
della
lettera
.
Il
bambino
,
infine
,
non
conduce
la
mano
dietro
l
'
immagine
visiva
,
ma
è
la
sensazione
tattile
che
conduce
la
mano
del
bambino
a
tracciare
quel
movimento
,
che
poi
si
fisserà
con
la
memoria
muscolare
.
Intervengono
perciò
tre
sensazioni
contemporanee
,
quando
la
direttrice
fa
vedere
e
toccare
la
lettera
dell
'
alfabeto
:
sensazione
visiva
,
sensazione
tattile
e
sensazione
muscolare
:
quindi
l
'
immagine
del
segno
grafico
si
fissa
in
un
tempo
assai
più
breve
di
quando
ne
era
,
coi
metodi
comuni
,
acquisita
la
sola
immagine
visiva
.
Si
noti
poi
che
la
memoria
muscolare
è
la
più
tenace
nel
bambino
e
insieme
la
più
pronta
.
Egli
infatti
talvolta
non
riconosce
la
lettera
guardandola
,
ma
la
riconosce
toccandola
.
Queste
immagini
sono
inoltre
contemporaneamente
associate
a
quella
uditiva
del
suono
alfabetico
.
II
.
PERCEZIONE
:
Il
bambino
deve
saper
comparare
e
riconoscere
le
figure
,
allorché
ode
il
suono
ad
esse
corrispondente
.
La
direttrice
chiede
al
bambino
,
nel
caso
citato
per
esempio
(
e
analogamente
procederà
per
le
altre
lettere
)
:
«
dàmmi
o
!
dàmmi
i
!
»
Se
il
bambino
non
sa
riconoscere
i
segni
guardandoli
,
lo
si
invita
a
toccarli
;
ma
se
anche
in
questo
caso
non
li
riconosce
,
la
lezione
ha
termine
,
e
si
riprenderà
un
altro
giorno
.
(
Fu
già
illustrata
la
necessità
di
non
rilevare
l
'
errore
,
e
di
non
insistere
nell
'
insegnamento
,
quando
il
bambino
non
vi
corrisponde
subito
)
.
III
.
LINGUAGGIO
:
Lasciate
sul
tavolo
le
lettere
per
qualche
istante
,
si
chiede
al
bambino
«
che
cosa
è
que
sto
?
»
egli
dovrà
rispondere
O
,
I
.
Nell
'
insegnamento
delle
consonanti
la
direttrice
pronuncia
solo
il
suono
e
,
appena
lo
ha
pronunciato
,
vi
unisce
una
vocale
e
pronuncia
la
sillaba
o
più
sillabe
alter
nando
più
vocali
-
-
sempre
rilevandosi
il
suono
della
consonante
-
-
infine
ripete
questo
suono
isolato
;
es
.
m
,
m
,
m
,
ma
,
mi
,
me
,
m
,
m
.
Quando
il
bambino
dovrà
ripetere
il
suono
,
lo
ripeterà
isolato
e
accompagnato
da
vocale
.
Non
è
necessario
insegnare
tutte
le
vocali
prima
di
passare
alle
consonanti
;
e
appena
si
conosca
una
consonante
,
si
compongano
subito
delle
parole
.
-
-
Modalità
consimili
sono
lasciate
all
'
arbitrio
dell
'
educatrice
.
Io
non
trovo
pratico
seguire
una
regola
speciale
nell
'
insegnamento
delle
consonanti
.
Molto
spesso
la
curiosità
del
bambino
per
un
segno
conduce
a
insegnare
la
consonante
desiderata
;
un
nome
pronunciato
richiama
nel
bambino
l
'
interesse
di
sapere
qual
'
è
la
consonante
necessaria
a
comporlo
.
E
questa
volontà
del
bambino
è
un
mezzo
più
efficace
d
'
ogni
ragionamento
a
conoscere
la
progressione
da
seguire
.
Quando
il
bambino
pronuncia
i
suoni
delle
consonanti
prova
un
evidente
piacere
:
è
per
lui
una
novità
quella
serie
di
suoni
così
varî
e
pur
noti
,
i
quali
nascono
presentando
un
segno
enigmatico
,
com
'
è
la
lettera
alfabetica
.
Ciò
ha
del
mistero
,
e
provoca
un
indicibile
interesse
.
Un
giorno
io
stavo
in
terrazza
mentre
i
bambini
giuocavano
liberamente
-
-
e
avevo
vicino
un
piccolino
di
due
anni
e
mezzo
lasciato
lì
un
momento
dalla
madre
.
Avevo
sparso
su
alcune
sedie
degli
alfabetarî
completi
e
mescolati
,
che
riunivo
nel
rispettivi
casellarî
(
vedi
appresso
)
.
Appoggiai
,
finito
il
lavoro
,
i
casellarî
su
piccole
sedie
.
Il
piccino
guardava
.
Si
avvicinò
,
e
prese
una
lettera
d
'
alfabeto
in
mano
:
f
.
I
ragazzi
in
quel
momento
correvano
in
fila
-
-
vedendo
quella
lettera
,
tutti
insieme
emisero
il
suono
corrispondente
e
passarono
.
Il
bambino
non
ci
badò
.
Appoggiò
la
f
e
prese
una
r
-
-
i
ragazzi
correndo
,
e
guardandolo
ridendo
,
si
misere
a
gridargli
:
r
r
r
!
r
r
r
!
-
-
A
poco
a
poco
il
piccino
capì
che
prendendo
in
mano
una
lettera
,
chi
passava
emetteva
un
suono
.
Ciò
lo
divertì
talmente
che
io
volli
a
bella
posta
osservare
quan
to
tempo
sarebbe
durato
in
quel
giuoco
senza
stancarsi
e
attesi
ben
tre
quarti
d
'
ora
!
I
ragazzi
avevano
preso
interesse
al
fenomeno
e
si
fermavano
a
gruppi
,
pronunciando
in
coro
i
suoni
e
ridendo
della
meraviglia
del
piccino
.
Infine
il
bambino
,
che
più
volte
aveva
preso
e
messo
in
alto
la
f
sempre
ricavando
dal
pubblico
lo
stesso
suono
,
la
riprese
mostrandomela
e
dicendo
egli
stesso
:
f
f
f
.
Aveva
imparato
quello
,
nella
gran
confusione
dei
suoni
uditi
:
lo
aveva
impressionato
la
lunga
lettera
che
,
veduta
dal
bambini
che
correvano
in
fila
,
li
faceva
sbuffare
.
Non
occorre
far
rilevare
come
la
separata
pronuncia
dei
suoni
alfabetici
riveli
le
condizioni
del
linguaggio
:
i
difetti
,
quasi
tutti
collegati
con
l
'
incompleto
sviluppo
dei
linguaggio
stesso
,
si
fanno
manifesti
e
la
direttrice
può
prenderne
nota
ad
uno
ad
uno
con
facilità
.
Qui
può
nascere
un
criterio
di
progressione
nell
'
insegnamento
individuale
,
secondo
lo
stato
di
sviluppo
in
cui
si
trova
il
linguaggio
dei
bambino
.
Trattandosi
di
correggere
il
linguaggio
è
opportuno
seguire
le
regole
fisiologiche
del
suo
sviluppo
e
graduare
le
difficoltà
:
ma
quando
il
bambino
ha
già
il
linguaggio
sufficientemente
sviluppato
e
pronuncia
tutti
i
suoni
è
indifferente
fargli
pronunciare
l
'
uno
piuttosto
che
l
'
altro
nell
'
insegnamento
del
linguaggio
grafico
,
alla
lettura
dei
segni
.
Gran
parte
dei
difetti
che
rimangono
poi
permanentemente
nell
'
adulto
,
sono
dovuti
a
errori
funzionali
dello
sviluppo
del
linguaggio
nel
periodo
infantile
.
Invece
,
se
alla
correzione
del
linguaggio
negli
adolescenti
,
si
sostituisce
una
direzione
del
suo
sviluppo
nel
bambino
,
sarebbe
attuata
un
'
opera
efficacissima
di
profilassi
.
Molti
difetti
di
pronuncia
,
inoltre
,
sono
difetti
dialettali
,
pressoché
impossibile
a
correggere
più
tardi
;
ma
che
facilissimo
sarebbe
evitare
,
ove
una
educazione
speciale
venisse
rivolta
a
perfezionare
il
linguaggio
infantile
.
Prescindiamo
qui
da
veri
difetti
del
linguaggio
collegati
con
anomalie
anatomiche
e
fisiologiche
,
o
dai
fatti
patologici
alteranti
la
funzionalità
del
sistema
nervoso
;
e
fermiamoci
solo
a
quelle
alterazioni
dovute
a
persistenze
viziose
di
pronuncia
infantile
,
a
imitazioni
di
pronuncie
imperfette
,
tra
le
quali
sono
da
noverare
le
dialettali
.
Tali
difetti
,
compresi
sotto
il
nome
di
blesità
,
possono
riferirsi
alla
pronuncia
di
ogni
suono
consonante
.
E
nessun
mezzo
più
pratico
di
correzione
metodica
del
linguaggio
può
presentarsi
,
che
questo
esercizio
di
pronuncia
,
necessario
all
'
apprendimento
del
linguaggio
grafico
col
mio
metodo
.
Ma
tale
questione
importantissima
merita
un
capitolo
a
parte
.
Tornando
ora
direttamente
al
metodo
per
la
scrittura
si
noti
che
essa
è
già
contenuta
nei
due
tempi
descritti
,
poiché
il
bambino
ha
,
con
tali
esercizî
,
la
possibilità
di
imparare
e
di
fissare
i
meccanismi
muscolari
necessarî
alle
tenuta
della
penna
e
all
'
esecuzione
dei
segni
grafici
.
Quando
il
bambino
si
fosse
a
lungo
esercitato
nei
modi
suddetti
,
egli
sarebbe
«
potenzialmente
»
pronto
a
scrivere
tutte
le
lettere
dell
'
alfabeto
e
le
sillabe
semplici
,
senza
tuttavia
aver
mai
preso
la
penna
o
un
gesso
in
mano
per
iscrivere
.
Inoltre
con
questo
metodo
si
è
iniziato
l
'
insegnamento
della
lettura
contemporaneamente
a
quello
della
scrittura
.
Quando
si
presenta
al
bambino
una
lettera
enunciandone
il
suono
-
-
il
bambino
ne
fissa
la
immagine
col
senso
visivo
e
con
quello
tattile
muscolare
;
-
-
e
associa
essenzialmente
il
suono
al
segno
relativo
,
cioè
prende
conoscenza
col
linguaggio
grafico
.
Ma
quando
vede
e
riconosce
,
legge
;
e
quando
tocca
,
scrive
;
ossia
inizia
la
sua
conoscenza
,
con
due
atti
che
in
seguito
,
svolgendosi
,
si
separeranno
a
costituire
i
due
diversi
processi
della
lettura
e
della
scrittura
.
La
contemporaneità
dell
'
insegnamento
,
o
meglio
la
fusione
dei
due
atti
iniziali
,
mettono
dunque
il
bambino
innanzi
a
una
nuova
forma
di
linguaggio
-
-
senza
che
si
determini
quale
degli
atti
costituenti
dovrà
prevalere
.
Noi
non
dobbiamo
occuparci
se
il
bambino
,
nello
svolgimento
del
processo
,
imparerà
prima
a
leggere
o
a
scrivere
;
e
se
gli
sarà
più
facile
l
'
una
o
l
'
altra
via
;
questo
noi
lo
dobbiamo
attendere
dall
'
esperienza
senza
alcun
preconcetto
,
anzi
aspettandoci
probabili
differenze
individuali
nello
svolgimento
prevalente
dell
'
uno
o
dell
'
altro
atto
.
Ciò
permette
uno
studio
di
psicologia
individuale
assai
interessante
;
e
la
continuazione
dell
'
indirizzo
pratico
del
nostro
metodo
,
che
si
fonda
sulla
libera
espansione
dell
'
individualità
.
3º
Tempo
.
-
-
Esercizî
per
la
composizione
delle
parole
Materiale
didattico
:
Esso
è
costituito
essenzialmente
dagli
alfabetarî
.
-
-
Si
tratta
delle
lettere
dell
'
alfabeto
in
identica
forma
e
dimensione
di
quelle
di
carta
smerigliata
,
qui
invece
intagliate
in
cartoncino
,
(
corrispondente
alle
tavolette
di
cartone
verde
)
o
in
cuoio
(
corrispondente
alle
tavolette
di
legno
bianco
)
.
Le
lettere
sono
libere
,
cioè
non
ingommate
su
cartoncini
o
altro
:
perciò
ogni
lettera
rappresenta
un
oggetto
maneggiabile
.
Le
lettere
suddette
,
in
cartoncino
o
in
cuoio
,
rappresentano
esemplari
diversi
dello
stesso
alfabetario
-
-
le
lettere
in
cartoncino
sono
tutte
bleu
;
quelle
in
cuoio
sono
nere
,
lucide
:
esse
cioè
ricordano
il
colore
dell
'
inchiostro
.
Per
ogni
lettera
esistono
quattro
esemplari
.
Ho
fatto
fabbricare
dei
casellarî
per
contenere
le
lettere
dell
'
alfabeto
:
cioè
una
specie
di
scatola
molto
bassa
-
-
divisa
e
suddivisa
da
tramezzi
in
tanti
spazî
-
-
entro
ognuno
dei
quali
si
depone
un
gruppo
di
quattro
campioni
della
medesima
lettera
;
gli
spazî
non
sono
uguali
tra
loro
,
ma
anzi
misurati
sulle
dimensioni
delle
lettere
stesse
,
che
vi
sono
esattamente
contenute
.
Nel
fondo
di
ogni
casella
è
fissata
una
lettera
che
non
si
può
togliere
:
essa
è
in
carta
smerigliata
chiara
per
i
casellarî
delle
lettere
di
cartone
,
e
nera
per
quelli
delle
lettere
di
cuoio
.
Non
si
fa
dunque
fatica
di
sorta
a
«
mettere
a
posto
»
le
lettere
nei
casellarî
,
perché
ve
li
richiama
la
lettera
del
fondo
,
identica
a
quella
nota
delle
tavolette
.
Questi
casellarî
sono
di
cartone
e
di
legno
rispettivamente
nei
due
campioni
.
Oltre
a
questi
ho
preparato
un
altro
alfabetario
a
lettere
più
grandi
delle
precedenti
,
tutto
in
cartone
:
le
lettere
sono
suddivise
in
due
casellarî
ognuno
dei
quali
porta
tutte
le
vocali
.
Le
vocali
sono
intagliate
in
cartoncino
rosso
e
le
consonanti
in
azzurro
:
tali
lettere
portano
alla
base
posteriormente
una
strisciolina
di
cartoncino
bianco
,
posto
traversalmente
,
il
quale
indica
insieme
la
posizione
della
lettera
e
il
livello
al
quale
debbono
le
varie
lettere
corrispondersi
secondo
la
forma
(
corrispondente
al
rigo
su
cui
si
scrive
)
.
Quest
'
ultimo
casellario
a
lettere
grandi
serve
pei
primi
principî
.
Infatti
esistono
pure
tavolette
smerigliate
e
casellarî
per
le
lettere
maiuscole
e
pei
numeri
.
Esercizî
Appena
il
bambino
conosce
qualche
vocale
e
consonante
si
pone
innanzi
a
lui
la
metà
del
gran
casellario
,
che
contiene
tutte
le
vocali
e
le
consonanti
note
(
tra
altre
ignote
)
,
segnate
posteriormente
dalla
strisciolina
bianca
.
La
direttrice
pronuncia
molto
spiccatamente
una
parola
,
per
es
.
mano
,
fa
sentire
il
suono
della
m
e
della
n
in
modo
chiaro
,
e
ripete
più
volte
i
suoni
,
secondo
l
'
opportuni
tà
del
caso
.
Quasi
sempre
il
piccino
,
con
una
specie
di
slancio
,
afferra
una
m
e
la
pone
sul
tavolino
.
La
direttrice
ripete
:
ma
mano
.
Il
bambino
sceglie
l
'
a
e
la
pone
vicina
;
poi
compone
anche
il
no
,
molto
facilmente
.
Invece
,
composta
la
parola
,
non
altrettanto
facilmente
il
bambino
la
legge
:
in
generale
lo
fa
con
un
certo
sforzo
.
Tanto
che
io
faccio
aiutare
il
bambino
,
esortandolo
a
leggere
e
leggendo
una
o
due
volte
la
parola
con
lui
,
sempre
a
pronuncia
molto
spiccata
:
mano
,
mano
.
Ma
,
capito
il
meccanismo
,
il
fanciullo
procede
innanzi
quasi
da
solo
,
interessandosi
vivamente
.
Pronunciata
una
parola
,
qualunque
essa
sia
,
purché
il
bambino
ne
intenda
bene
separatamente
i
suoni
componenti
,
egli
la
compone
ponendo
uno
accanto
all
'
altro
i
segni
che
corrispondono
ai
suoni
.
È
interessantissimo
osservare
il
bambino
in
questo
lavoro
:
egli
sta
intensamente
attento
guardando
il
casellario
,
mentre
muove
impercettibilmente
le
labbra
,
e
prende
ad
una
ad
una
le
lettere
necessarie
senza
commettere
errori
di
ortografia
.
I
movimenti
delle
labbra
sono
provocati
da
ciò
,
che
il
bambino
ripete
tra
sé
un
infinito
numero
di
volte
,
la
parola
i
cui
suoni
sta
traducendo
in
segni
.
Fu
così
che
dettati
ai
nostri
bambini
nomi
tedeschi
come
Darmstadt
,
Petermann
,
benché
essi
,
naturalmente
,
non
li
avessero
mai
sentiti
pronunciare
,
li
composero
senza
mostrare
sorpresa
o
difficoltà
-
-
e
ciò
traducendo
tutti
i
suoni
,
cioè
senza
lasciare
alcuna
lettera
componente
la
parola
,
ossia
senza
errori
ortografici
.
In
generale
però
si
dettano
al
bambino
parole
ben
note
,
affinché
dalla
composizione
risulti
un
'
idea
:
e
in
tal
caso
esso
è
spontaneamente
portato
a
rileggere
più
volte
la
parola
composta
,
e
quasi
a
contemplarla
.
L
'
importanza
di
questi
esercizî
è
molto
complessa
;
il
bambino
analizza
,
perfeziona
,
fissa
il
proprio
linguaggio
parlato
-
-
ponendo
un
oggetto
in
corrispondenza
ad
ogni
suono
che
emette
,
e
quasi
maneggiando
una
prova
so
stanziale
della
necessità
di
emetterli
tutti
con
forza
e
chiarezza
.
Fa
poi
un
tale
esercizio
associativo
tra
il
suono
udito
e
il
segno
grafico
che
lo
rappresenta
,
da
preparare
ben
solide
basi
alla
più
sicura
e
perfetta
ortografia
.
La
composizione
poi
delle
parole
,
in
se
stessa
è
un
esercizio
dell
'
intelligenza
:
il
bambino
ha
,
quasi
,
nella
parola
pronunciata
l
'
enunciazione
d
'
un
problema
che
deve
risolvere
,
e
che
risolverà
ricordando
i
segni
,
scegliendoli
in
un
miscuglio
,
e
disponendoli
convenientemente
quasi
come
i
termini
di
un
'
equazione
;
e
della
risoluzione
esatta
del
suo
problema
avrà
la
prova
,
rileggendo
la
parola
composta
;
che
rappresenta
un
'
idea
per
tutti
quelli
che
sapranno
leggerla
.
Quando
il
bambino
sente
altri
leggere
la
parola
da
lui
composta
,
ha
un
'
espressione
quasi
di
orgoglio
soddisfatto
,
e
per
lungo
tempo
,
di
una
specie
di
meraviglia
e
di
gioia
:
sente
la
simbolica
corrispondenza
con
gli
altri
,
a
mezzo
di
un
linguaggio
che
in
quel
momento
è
per
lui
lavoro
e
frutto
della
sua
propria
intelligenza
;
e
insieme
è
privilegio
di
una
superiorità
conquistata
.
Quando
il
bambino
ha
finito
la
composizione
e
la
lettura
della
parola
secondo
le
abitudini
di
ordine
costanti
in
ogni
atto
,
deve
rimettere
«
a
posto
»
tutte
le
lettere
,
ciascuna
nella
propria
casella
.
Alla
composizione
pura
e
semplice
il
bambino
unisce
dunque
due
esercizî
di
comparazione
e
di
scelta
dei
segni
grafici
-
-
il
primo
quando
dall
'
insieme
delle
lettere
esposte
nel
casellario
,
prende
quelle
necessarie
;
il
secondo
allorché
cerca
il
posto
,
cioè
la
casella
di
ciascuna
lettera
.
Sono
dunque
tre
esercizî
in
uno
,
tutti
concorrenti
a
sommarsi
nel
fissare
l
'
immagine
del
segno
grafico
,
corrispondente
ai
suoni
della
parola
.
Quindi
il
bambino
triplica
la
facilità
dell
'
apprendimento
;
e
per
ciò
,
fissa
profondamente
le
sue
cognizioni
in
un
terzo
almeno
del
tempo
che
sarebbe
stato
necessario
con
altri
metodi
.
Avver
rà
tra
poco
che
il
bambino
,
udendo
una
parola
,
o
pensando
a
una
parola
nota
,
vedrà
innanzi
alla
sua
mente
allinearsi
tutte
le
lettere
necessarie
a
comporla
,
con
una
facilità
sorprendente
per
noi
.
Un
giorno
un
bambino
di
quattro
anni
,
passeggiando
solo
in
terrazza
,
ripeteva
più
e
più
volte
come
parlando
tra
sé
:
«
per
fare
Zaira
ci
vuole
z
a
i
r
a
»
.
Un
'
altra
volta
il
prof
.
Di
Donato
,
in
una
visita
alla
«
Casa
dei
Bambini
»
,
dettò
a
un
piccino
pure
di
quattro
anni
,
il
proprio
nome
:
Di
Donato
.
Il
bambino
componeva
con
le
lettere
minuscole
dell
'
alfabetario
il
nome
tutto
in
una
parola
e
principiò
così
:
d
i
t
o
n
;
subito
il
professore
corresse
pronunciando
più
spiccatamente
:
didonato
.
Allora
il
bambino
,
senza
punto
scomporsi
,
tolse
il
to
e
lo
pose
da
un
lato
,
mettendo
in
quello
spazio
rimasto
vuoto
un
do
;
quindi
pose
a
accanto
all
'
n
,
e
prese
il
to
messo
a
parte
prima
,
per
deporlo
in
fondo
e
completare
le
parole
.
Cioè
il
bambino
,
sentendo
alla
correzione
della
pronuncia
che
il
to
non
andava
in
quel
punto
della
parola
,
aveva
presente
che
quel
to
vi
entrava
in
altro
punto
e
per
questo
metteva
a
parte
la
composizione
già
formata
,
per
utilizzarla
a
suo
tempo
!
Fatto
certo
sorprendente
in
un
bambino
di
quattro
anni
,
e
che
stupì
tutti
i
presenti
.
Esso
può
essere
spiegato
con
la
chiara
e
sùbita
complessa
visione
dei
segni
necessarî
a
formare
una
parola
udita
;
ma
deve
pure
contribuire
all
'
interpretazione
di
così
straordinario
fenomeno
,
la
formazione
d
'
una
mentalità
ragionatrice
,
acquistata
nei
successivi
esercizî
spontanei
dell
'
intelligenza
.
In
questi
tre
tempi
consiste
tutto
il
metodo
per
l
'
apprendimento
del
linguaggio
grafico
.
Il
suo
significato
è
chiaro
:
vengono
preparati
separatamente
e
intensivamente
gli
atti
psicofisiologici
,
che
concorrono
a
determinare
la
scrittura
e
lettura
.
A
parte
sono
preparati
i
movimenti
muscolari
per
l
'
esecuzione
grafica
dell
'
alfabeto
,
e
a
parte
i
meccanismi
della
tenuta
e
maneggio
degli
istrumenti
di
scrittura
.
Anche
la
composizione
delle
parole
si
traduce
in
un
meccanismo
psichico
di
associazione
tra
immagini
uditive
e
visive
.
Arriva
un
momento
in
cui
il
bambino
,
senza
pensarci
,
empie
a
pieno
le
figure
geometriche
con
un
'
asteggiatura
franca
e
regolare
;
in
cui
tocca
a
occhi
chiusi
le
lettere
e
anche
ne
riproduce
la
forma
,
muovendo
il
dito
nell
'
aria
;
in
cui
la
composizione
delle
parole
è
divenuta
un
impulso
psichico
,
che
fa
ripetere
al
bambino
solitario
:
«
per
fare
Zaira
ci
vuole
z
a
i
r
a
»
.
Ora
,
il
bambino
,
è
vero
,
non
ha
mai
scritto
;
ma
potenzialmente
ha
già
formato
tutti
gli
atti
necessarî
alla
scrittura
.
Colui
che
alla
dettatura
non
solo
sa
comporre
le
parole
,
ma
ne
abbraccia
istantaneamente
col
pensiero
tutta
la
composizione
letterale
,
potrebbe
anche
scrivere
;
poiché
sa
compiere
a
occhi
chiusi
i
movimenti
necessari
a
produrre
quelle
lettere
;
e
maneggia
quasi
inconscio
l
'
istrumento
di
scrittura
.
Anzi
tali
atti
preparati
ciascuno
in
un
meccanismo
capace
di
dare
un
impulso
,
dovranno
prima
o
poi
fondersi
in
un
improvviso
atto
esplosivo
di
scrittura
.
È
questa
appunto
la
meravigliosa
reazione
che
hanno
dato
i
bambini
normali
.
In
una
delle
«
Case
dei
Bambini
»
diretta
dalla
signorina
Bettini
,
avevo
fatto
curare
in
modo
speciale
l
'
insegnamento
della
scrittura
:
e
da
questa
casa
sono
infatti
usciti
poi
bellissimi
campioni
,
che
furono
rilasciati
,
dietro
richiesta
,
alle
autorità
scolastiche
della
Svizzera
e
del
Messico
.
Era
una
giornata
invernale
di
dicembre
,
piena
di
sole
e
salimmo
coi
bambini
sulla
terrazza
.
Essi
giuocavano
correndo
liberamente
;
alcuni
mi
stavano
intorno
.
Io
sedevo
accanto
a
un
tubo
di
camino
,
e
dissi
a
un
fanciullo
di
cinque
anni
che
mi
era
vicino
,
offrendogli
un
pezzetto
di
gesso
:
«
disegna
questo
camino
»
.
Egli
,
obbediente
,
si
accovacciò
in
terra
e
disegnò
il
camino
sul
pavimento
,
riproducendolo
in
modo
riconoscibile
;
perciò
,
come
è
mio
uso
coi
piccini
,
mi
diffusi
in
esclamazioni
di
lode
.
Il
bimbo
mi
guardò
,
sorrise
,
stette
un
momento
come
per
esplodere
in
qualche
atto
di
gioia
,
poi
gridò
:
«
scrivo
!
io
scrivo
!
»
e
chinato
in
terra
scrisse
sul
pavimento
mano
,
quindi
,
entusiasmato
,
scrisse
ancora
:
camino
,
poi
tetto
.
Mentre
scriveva
continuava
a
gridare
forte
«
scrivo
!
so
scrivere
!
»
tanto
che
alle
sue
grida
accorsero
gli
altri
bambini
e
gli
fecero
circolo
guardando
stupiti
.
Due
o
tre
mi
dissero
frementi
:
«
il
gesso
;
scrivo
anch
'
io
»
e
difatti
si
misero
a
scrivere
varie
parole
:
mamma
,
mano
,
gino
,
camino
,
ada
.
Nessuno
di
loro
aveva
mai
preso
in
mano
un
gesso
o
un
qualsiasi
istrumento
per
scrivere
:
era
la
prima
volta
ch
'
essi
scrivevano
;
e
tracciavano
una
parola
intiera
,
come
la
prima
volta
che
parlarono
,
dissero
una
parola
intiera
.
Ma
se
la
prima
parola
pronunciata
dal
bambino
dà
una
ineffabile
emozione
alla
madre
,
che
ha
scelta
quella
prima
parola
:
mamma
,
come
proprio
nome
,
quasi
compenso
dovuto
alla
maternità
,
-
-
la
prima
parola
scritta
dai
miei
piccini
dà
a
loro
stessi
una
indicibile
emozione
di
gioia
.
Essi
vedono
scaturire
da
se
stessi
un
'
abilità
,
che
sembra
loro
un
dono
di
natura
,
perché
non
sanno
mettere
in
rapporto
con
ciò
che
fanno
,
gli
atti
preparatorî
che
li
hanno
condotti
all
'
azione
.
Perciò
si
illudono
,
quasi
,
che
,
crescendo
,
un
bel
giorno
si
sappia
scrivere
.
E
così
è
in
realtà
.
Anche
il
bambino
che
parla
,
preparò
prima
inconsciamente
,
i
meccanismi
psicomuscolari
che
lo
condussero
all
'
articolazione
della
parola
:
qui
il
bambino
fa
press
'
a
poco
altrettanto
;
ma
il
diretto
aiuto
pedagogico
,
e
la
possibilità
di
preparare
quasi
materialmente
i
movimenti
della
scrittura
,
ben
più
semplici
e
grossolani
di
quelli
necessarî
all
'
articolazione
della
parola
,
fa
sì
che
il
linguaggio
grafico
si
svolga
assai
più
rapidamente
e
perfettamente
.
E
poiché
la
pre
parazione
non
è
parziale
,
ma
completa
,
cioè
il
bambino
possiede
tutti
i
movimenti
necessari
alla
scrittura
,
il
linguaggio
grafico
si
sviluppa
non
gradualmente
,
ma
in
modo
esplosivo
:
cioè
il
bambino
può
scrivere
tutte
le
parole
.
Così
fu
che
noi
assistemmo
alla
commovente
esperienza
dei
primi
sviluppi
del
linguaggio
grafico
dei
nostri
bambini
.
Quei
primi
giorni
fummo
in
preda
a
emozioni
quasi
violente
,
perché
ci
sembrava
di
essere
in
un
sogno
o
di
assistere
a
fatti
miracolosi
.
Il
bambino
che
scriveva
per
la
prima
volta
una
parola
,
era
in
preda
a
gran
gioia
;
io
lo
paragonai
subito
alla
gallina
che
ha
fatto
l
'
uovo
.
Infatti
nessuno
poteva
ripararsi
dalle
chiassose
manifestazioni
del
piccino
:
egli
chiamava
tutti
a
vedere
,
e
se
alcuno
non
si
muoveva
,
lo
pigliava
pel
vestito
costringendolo
a
venire
:
era
necessario
che
tutti
andassero
là
,
a
mettersi
intorno
alla
parola
scritta
per
ammirare
il
prodigio
,
e
per
unire
le
loro
esclamazioni
di
meraviglia
,
alle
grida
di
gioia
del
fortunato
autore
.
Per
lo
più
questa
prima
parola
era
scritta
in
terra
:
e
allora
il
piccino
si
metteva
in
ginocchio
,
per
esser
più
vicino
all
'
opera
sua
,
per
contemplarla
più
immediatamente
.
Dopo
la
prima
parola
,
il
bambino
continuava
a
scrivere
ovunque
per
lo
più
sulla
lavagna
,
con
una
specie
di
frenesia
:
io
vidi
i
bambini
agglomerarsi
attorno
alla
lavagna
per
iscrivere
e
dietro
ai
piccini
in
piedi
,
formarsi
un
'
altra
fila
di
bambini
montati
sulle
sedie
,
che
scrivevano
al
disopra
dei
primi
,
e
altrettanti
al
di
dietro
della
lavagna
:
vidi
altri
fanciulli
rimasti
fuori
,
ricorrere
a
sgarbi
,
a
dispetti
,
rovesciare
le
seggioline
su
cui
erano
in
piedi
i
compagni
,
per
trovare
un
poco
di
posto
,
e
infine
i
soccombenti
alla
lotta
chinarsi
in
terra
e
scrivere
sul
pavimento
,
o
correre
verso
gli
sportelli
delle
finestre
e
verso
le
porte
,
empiendole
di
scrittura
.
Noi
avemmo
in
quei
primi
giorni
quasi
un
tappeto
di
segni
scritti
sul
pavimento
,
e
una
tappezzeria
di
scrittura
.
In
famiglia
avveniva
lo
stesso
;
e
alcune
madri
,
per
salvare
il
pavimento
,
e
perfino
il
pane
sulla
cui
crosta
trovarono
parole
scritte
,
dettero
ai
loro
bambini
della
carta
con
un
lapis
.
Uno
di
questi
bambini
portò
il
giorno
dopo
una
specie
di
quadernetto
tutto
riempito
di
scrittura
e
la
madre
raccontò
,
che
il
fanciullo
aveva
scritto
tutto
il
giorno
e
tutta
la
sera
,
e
s
'
era
addormentato
a
letto
con
la
carta
e
il
lapis
in
mano
.
Tale
lavoro
impulsivo
,
che
non
potei
frenare
nei
primi
giorni
,
mi
fece
pensare
alla
saggezza
della
natura
che
sviluppa
a
poco
a
poco
il
linguaggio
parlato
,
e
lo
sviluppa
contemporaneamente
alla
graduale
formazione
delle
idee
.
Se
invece
la
natura
avesse
agito
imprudentemente
come
me
,
e
avesse
prima
fatto
raccogliere
dai
sensi
un
materiale
ricco
e
ordinato
,
e
avesse
lasciato
sviluppare
un
patrimonio
di
idee
,
e
avesse
poi
completamente
preparato
il
linguaggio
articolato
,
per
quindi
dire
al
fanciullo
,
fino
a
quel
punto
muto
:
«
va
!
parla
»
noi
assisteremmo
al
fenomeno
di
una
pazzesca
logorrea
improvvisa
,
per
la
quale
il
bambino
principierebbe
a
parlare
senza
posa
e
senza
freno
possibile
,
fino
all
'
esaurimento
dei
polmoni
e
al
consumo
delle
corde
vocali
e
pronunciando
le
parole
più
difficili
e
strane
.
Tuttavia
io
credo
che
tra
i
due
estremi
,
esista
un
medio
racchiudente
la
vera
via
pratica
:
noi
dobbiamo
cioè
provocare
il
linguaggio
grafico
meno
improvvisamente
;
ma
pur
facendolo
nascere
a
poco
a
poco
,
dobbiamo
provocarlo
come
un
fatto
spontaneo
,
che
si
compie
fin
dalla
prima
volta
in
modo
quasi
perfetto
.
Maniera
di
applicare
il
metodo
Lo
svolgersi
ulteriore
della
nostra
esperienza
,
ci
ha
condotti
a
constatare
un
fenomeno
più
calmo
,
dovuto
al
fatto
che
i
bambini
vedono
i
compagni
scrivere
e
ciò
li
spinge
per
imitazione
a
scrivere
appena
possono
;
perciò
quando
il
bambino
scrive
la
prima
parola
,
non
ha
ancora
a
sua
di
sposizione
tutto
l
'
alfabetario
:
è
limitato
il
numero
delle
parole
che
può
scrivere
e
il
bambino
stesso
non
è
capace
di
trovare
tutte
le
combinazioni
possibili
di
parole
,
con
le
sole
lettere
che
sono
a
sua
conoscenza
.
Egli
conserva
sempre
la
gran
gioia
della
«
prima
parola
scritta
»
,
ma
ciò
non
forma
più
una
sorpresa
stupefacente
,
perché
vede
ogni
giorno
accadere
consimili
fenomeni
,
e
sa
che
prima
o
poi
anche
a
lui
dovrà
avvenire
lo
stesso
.
Ciò
conduce
a
ottenere
un
ambiente
calmo
,
ordinato
e
al
tempo
stesso
meraviglioso
per
le
sue
sorprese
.
Facendo
una
visita
alle
Case
dei
Bambini
,
anche
essendovi
stati
il
giorno
prima
,
accade
di
trovare
fatti
nuovi
;
per
es
.
ecco
due
bambini
piccolissini
,
che
scrivono
tranquillamente
,
per
quanto
vibranti
d
'
orgoglio
e
di
gioia
,
e
che
ieri
non
iscrivevano
ancora
.
La
Direttrice
racconta
che
l
'
uno
di
essi
cominciò
a
scrivere
ieri
mattina
alle
undici
e
l
'
altro
nel
pomeriggio
alle
tre
.
Il
fenomeno
è
accolto
ormai
con
l
'
indifferenza
che
dà
l
'
abitudine
ed
è
tacitamente
riconosciuto
come
una
forma
naturale
di
sviluppo
del
bambino
.
L
'
arte
della
maestra
deciderà
se
e
quando
convenga
spingere
un
bambino
a
scrivere
,
ove
egli
,
essendo
già
avanzato
nei
tre
tempi
dell
'
esercizio
preparatorio
,
non
lo
faccia
ancora
spontaneamente
:
-
-
e
ciò
per
evitare
che
ritardando
la
scrittura
-
-
il
bambino
possa
esaltarsi
poi
in
un
tumultuoso
lavoro
impulsivo
,
che
per
la
conoscenza
di
tutto
l
'
alfabeto
non
si
potrebbe
più
frenare
.
I
segni
dai
quali
la
maestra
può
fare
una
diagnosi
quasi
precisa
di
maturità
alla
scrittura
spontanea
sono
:
il
parallelismo
e
la
rettilineità
dei
segni
di
empitura
nelle
figure
geometriche
;
il
riconoscimento
delle
lettere
alfabetiche
di
smeriglio
a
occhi
chiusi
e
la
sicurezza
e
prontezza
nella
composizione
delle
parole
.
Prima
d
'
intervenire
provocando
la
scrittura
con
un
invito
,
è
però
sempre
bene
attendere
almeno
una
settimana
l
'
esplosione
della
scrittura
spontanea
,
dopo
la
constatazione
di
tale
maturità
.
Solo
quando
il
bambino
ha
cominciato
a
scrivere
spontaneamente
,
la
maestra
deve
intervenire
a
guidare
il
progresso
della
scrittura
.
Il
primo
aiuto
che
la
maestra
darà
,
è
quello
di
rigare
la
lavagna
perché
il
bambino
sia
guidato
a
mantenere
l
'
ordine
e
le
dimensioni
nella
scrittura
.
Il
secondo
è
quello
di
indurre
il
bambino
esitante
a
ripetere
i
tócchi
delle
lettere
smerigliate
,
senza
mai
correggerlo
direttamente
sulla
scrittura
eseguita
:
cioè
il
bambino
non
si
perfezionerà
ripetendo
gli
atti
della
scrittura
,
ma
ripetendo
gli
atti
preparatori
alla
scrittura
.
Io
ricordo
un
piccolo
principiante
il
quale
per
eseguire
la
lettera
in
bella
forma
sulla
lavagna
rigata
,
si
portava
vicino
i
cartelloni
sottili
,
ritoccava
due
o
tre
volte
tutte
le
lettere
che
gli
erano
necessarie
per
le
parole
che
doveva
scrivere
,
e
poi
scriveva
,
e
se
una
lettera
non
gli
sembrava
abbastanza
bella
,
la
cancellava
,
ritoccava
la
lettera
stessa
sul
cartellone
,
e
poi
andava
a
scriverla
.
I
nostri
piccini
,
anche
quelli
che
già
scrivono
da
un
anno
,
continuano
sempre
nei
tre
esercizî
preparatori
,
i
quali
,
come
provocarono
,
così
perfezionano
poi
il
linguaggio
grafico
:
i
nostri
bambini
dunque
imparano
a
scrivere
e
si
perfezionano
nella
scrittura
,
senza
scrivere
.
La
vera
scrittura
è
una
prova
,
è
lo
sfogo
di
un
impulso
interno
,
è
il
compiacimento
di
esplicare
un
'
attività
superiore
:
non
è
un
esercizio
.
E
come
pei
mistici
l
'
anima
si
perfeziona
con
la
preghiera
,
così
pei
nostri
piccoli
,
l
'
espressione
più
alta
della
civiltà
umana
,
il
linguaggio
grafico
,
si
acquista
e
si
eleva
con
esercizî
sempre
uguali
in
atti
,
che
non
sono
la
scrittura
.
È
anche
educativo
il
concetto
di
prepararsi
,
prima
di
tentare
,
e
di
perfezionarsi
prima
di
proseguire
.
Andare
innanzi
correggendo
i
proprî
errori
,
rende
arditi
a
tentare
cose
imperfette
,
delle
quali
si
è
ancora
indegni
,
e
attutisce
lo
spirito
alla
sensibilità
verso
il
proprio
errore
.
Il
mio
metodo
della
scrittura
contiene
un
concetto
educa
tivo
,
insegnando
al
fanciullo
la
prudenza
che
fa
evitare
l
'
errore
,
la
dignità
che
rende
preveggente
e
guida
al
perfezionamento
,
e
anche
l
'
umiltà
che
tiene
costantemente
uniti
alle
fonti
del
bene
,
dalle
quali
solo
si
ricava
e
si
conserva
la
conquista
spirituale
;
allontanando
dall
'
illusione
che
il
successo
raggiunto
,
basti
oramai
a
far
continuare
il
cammino
intrapreso
.
Il
fatto
poi
che
tutti
i
bambini
-
-
così
quelli
che
principiano
appena
i
tre
esercizî
,
come
quelli
che
già
scrivono
da
molti
mesi
-
-
ripetano
sempre
le
medesime
azioni
,
li
unisce
e
li
affratella
in
un
livello
apparentemente
uguale
.
Qui
non
vi
sono
caste
di
principianti
e
di
provetti
-
-
eccoli
tutti
a
riempire
figure
coi
lapis
colorati
,
a
toccare
le
lettere
smerigliate
,
a
comporre
parole
con
gli
alfabetarî
mobili
:
i
piccoli
si
avvicinano
ai
più
grandi
,
e
questi
li
aiutano
,
-
-
tutti
poi
s
'
illudono
di
fare
la
stessa
cosa
.
C
'
è
chi
si
prepara
e
c
'
è
chi
si
perfeziona
,
ma
tutti
sono
sulla
medesima
via
:
come
più
profondamente
di
ogni
differenza
sociale
,
sta
un
'
uguaglianza
-
-
in
cui
tutti
gli
uomini
sono
fratelli
:
-
-
come
sulla
via
spirituale
tutti
,
aspiranti
e
perfetti
,
ricorrono
ai
medesimi
esercizî
.
La
scrittura
viene
appresa
in
assai
breve
tempo
-
-
perché
si
comincia
l
'
insegnamento
solo
ai
bambini
che
ne
mostrano
il
desiderio
-
-
prestando
un
'
attenzione
spontanea
alle
lezioni
che
la
direttrice
fa
ad
altri
bambini
e
agli
esercizî
in
cui
gli
altri
bambini
si
occupano
.
Alcuni
imparano
senza
ancor
aver
ricevuto
lezioni
;
solo
perché
hanno
sentite
le
lezioni
fatte
agli
altri
.
In
generale
tutti
i
piccini
da
quattro
anni
di
età
in
poi
,
si
interessano
vivamente
alla
scrittura
.
Alcuni
nostri
bambini
hanno
tuttavia
cominciato
a
scrivere
a
tre
anni
e
mezzo
.
L
'
entusiasmo
vivo
si
manifesta
specialmente
per
toccare
le
lettere
smerigliate
.
Durante
il
primo
periodo
delle
mie
esperienze
,
quando
cioè
i
bambini
vedevano
per
la
prima
volta
le
lettere
dell
'
alfabeto
,
dissi
un
giorno
alla
direttrice
Bettini
che
portasse
in
terraz
za
,
ove
i
bambini
giuocavano
,
i
vari
tipi
di
cartelloni
che
ella
stessa
avea
fabbricati
.
Appena
i
bambini
li
videro
,
si
raggrupparono
attorno
alla
direttrice
e
a
me
col
ditino
teso
,
e
a
diecine
quelle
piccole
dita
toccavano
le
lettere
,
mentre
i
bimbi
affollati
si
pigiavano
uno
con
l
'
altro
.
Finalmente
alcuni
bimbi
più
grandi
riuscirono
a
strapparci
dalle
mani
i
cartelloni
,
illudendosi
di
toccarli
come
padroni
,
ma
la
folla
dei
piccoli
impedì
loro
l
'
esercizio
.
Ricordo
con
quale
spontaneo
slancio
,
allora
,
i
possessori
di
cartelloni
,
afferratili
con
le
due
mani
,
li
stesero
in
alto
come
stendardi
e
si
misero
a
marciare
seguiti
da
tutti
gli
altri
bambini
,
che
battevano
le
mani
e
mandavano
alte
grida
di
gioia
.
La
processione
ci
passò
innanzi
:
e
tutti
,
grandi
e
piccoli
,
ridevano
rumorosamente
,
mentre
le
mamme
richiamate
dal
chiasso
,
guardavano
lo
spettacolo
affacciate
alle
finestre
.
Il
periodo
medio
che
decorre
dal
primo
tentativo
degli
esercizî
preparatori
alla
prima
parola
scritta
,
è
,
pei
bambini
di
quattro
anni
,
di
un
mese
e
mezzo
:
pei
bambini
di
cinque
anni
il
periodo
è
molto
più
breve
,
di
un
mese
circa
;
ma
uno
dei
nostri
imparò
a
scrivere
con
tutte
le
lettere
dell
'
alfabeto
,
in
venti
giorni
.
I
bambini
di
quattro
anni
,
dopo
due
mesi
e
mezzo
,
scrivono
qualunque
parola
sotto
dettato
e
possono
passare
alla
scrittura
con
l
'
inchiostro
sui
quaderni
.
In
generale
,
dopo
tre
mesi
,
i
nostri
piccini
sono
provetti
;
e
quelli
che
scrivono
da
sei
mesi
,
sono
paragonabili
ai
bambini
di
terza
elementare
.
Infine
,
la
scrittura
è
una
conquista
delle
più
facili
e
gradite
pei
bambini
.
Se
negli
adulti
fosse
facile
l
'
imprendimento
come
nei
fanciulli
al
disotto
di
sei
anni
,
in
un
mese
si
potrebbe
dileguare
l
'
analfabetismo
;
ma
forse
due
impedimenti
ci
sarebbero
a
un
successo
tanto
brillante
:
il
torpore
del
senso
muscolare
;
e
i
difetti
incorreggibili
del
linguaggio
articolato
,
che
si
tradurrebbero
nella
scrittura
.
Io
non
ho
fatto
esperienze
in
proposito
,
ma
credo
che
un
anno
scolastico
basterebbe
a
condurre
un
analfabeta
adulto
a
scrivere
non
solo
materialmente
,
ma
anche
a
esprimere
i
propri
pensieri
,
per
soddisfare
alle
prime
necessità
sociali
del
linguaggio
grafico
(
scrittura
epistolare
)
.
Ciò
per
il
tempo
necessario
all
'
apprendimento
.
In
quanto
alla
esecuzione
,
i
nostri
bambini
fin
dal
momento
in
cui
cominciano
,
scrivono
bene
;
ed
è
sorprendente
la
forma
delle
lettere
,
arrotondate
e
slanciate
,
in
tutto
somiglianti
a
quelle
dei
modelli
smerigliati
.
La
bellezza
della
loro
scrittura
non
è
quasi
mai
raggiunta
da
nessuno
scolaro
di
scuole
elementari
,
che
non
abbia
fatto
speciali
esercizii
di
calligrafia
.
Io
che
ho
studiato
molto
la
calligrafia
,
so
quanto
sia
difficile
condurre
i
ragazzi
di
dodici
o
tredici
anni
,
nelle
scuole
secondarie
,
a
scrivere
le
parole
intere
senza
staccare
mai
la
penna
,
salvo
per
gli
o
:
e
come
l
'
asteggiatura
di
varie
lettere
,
condotta
con
un
segno
solo
,
sia
spesso
una
difficoltà
insuperabile
,
e
faccia
perdere
il
parallelismo
delle
aste
componenti
.
I
nostri
piccini
invece
,
spontaneamente
,
con
una
meravigliosa
sicurezza
,
scrivono
le
parole
intiere
con
un
tratto
solo
,
mantenendo
un
perfetto
parallelismo
nei
segni
,
e
l
'
equidistanza
tra
le
varie
lettere
.
Cosa
che
a
più
di
un
visitatore
competente
ha
fatto
esclamare
:
«
se
non
lo
avessi
visto
,
non
lo
avrei
creduto
»
.
Infatti
la
calligrafia
è
un
superinsegnamento
necessario
a
correggere
difetti
già
acquisiti
e
fissati
:
ed
è
un
sopralavoro
gravoso
e
lungo
,
perché
il
bambino
vedendo
il
modello
,
deve
eseguire
il
movimento
atto
a
riprodurlo
,
mentre
tra
tale
sensazione
e
tale
movimento
,
non
vi
è
corrispondenza
diretta
.
Inoltre
la
calligrafia
s
'
insegna
in
un
'
età
ove
tutti
i
difetti
si
sono
stabiliti
,
mentre
è
passato
il
periodo
fisiologico
in
cui
la
memoria
muscolare
è
particolarmente
pronta
.
Non
si
parli
poi
dell
'
errore
fondamentale
,
che
fa
se
guire
alla
calligrafia
la
stessa
strada
dell
'
apprendimento
della
scrittura
,
dalle
aste
in
poi
.
Noi
invece
prepariamo
direttamente
il
bambino
non
solo
alla
scrittura
,
ma
anche
alla
calligrafia
,
nei
suoi
due
contributi
principali
:
la
bellezza
della
forma
(
toccare
lettere
calligrafiche
)
e
lo
slancio
del
segno
(
esercizî
di
riempitura
delle
figure
)
.
Lettura
Materiale
didattico
:
Cartellini
scritti
in
corsivo
calligrafico
(
posatello
)
-
-
con
un
corpo
di
scrittura
alto
un
centimetro
:
-
-
e
giocattoli
svariatissimi
.
L
'
esperienza
mi
ha
fatto
ben
distinguere
una
differenza
netta
tra
scrittura
e
lettura
,
e
mi
ha
dimostrata
la
non
assoluta
contemporaneità
dei
due
atti
-
-
cioè
(
per
quanto
ciò
contraddica
al
pregiudizio
invalso
)
la
scrittura
precede
la
lettura
.
Io
non
chiamo
lettura
la
prova
che
fa
il
bambino
,
verificando
la
parola
che
ha
scritta
-
-
cioè
traducendo
i
segni
in
suoni
,
come
prima
tradusse
i
suoni
in
segni
.
Perché
in
tale
verifica
il
bambino
conosce
già
la
parola
,
che
ha
più
volte
ripetuta
tra
sé
scrivendo
.
Io
chiamo
lettura
l
'
interpretazione
di
un
'
idea
,
da
segni
grafici
.
Il
bambino
che
non
ha
sentito
dettare
la
parola
,
e
che
la
riconosce
vedendola
composta
sul
tavolino
con
lettere
mobili
,
e
sa
dire
cosa
significa
(
è
un
nome
di
bambino
,
di
città
,
di
un
oggetto
ecc
.
)
quegli
legge
.
Perché
la
parola
letta
corrisponde
,
nel
linguaggio
grafico
,
-
-
alla
parola
udita
del
linguaggio
articolato
,
-
-
che
serve
a
ricevere
il
linguaggio
trasmessoci
da
altri
.
Ora
fin
che
il
bambino
dalle
parole
scritte
non
riceve
trasmissione
di
idee
,
non
legge
.
Se
vogliamo
,
la
scrittura
,
come
fu
descritta
,
è
un
fatto
in
cui
prevalgono
i
meccanismi
psico
motori
:
nella
let
tura
,
invece
,
interviene
un
lavoro
puramente
intellettuale
.
Ma
è
evidente
come
il
nostro
metodo
di
scrittura
-
-
prepari
la
lettura
-
-
in
modo
da
renderne
quasi
insensibili
le
difficoltà
.
Invero
la
scrittura
prepara
il
fanciullo
a
interpretare
meccanicamente
l
'
unione
dei
suoni
letterali
,
componenti
la
parola
che
vede
scritta
.
Il
bambino
cioè
sa
già
leggere
i
suoni
della
parola
.
Ora
si
noti
che
quando
il
bambino
compone
le
parole
con
l
'
alfabetario
mobile
,
o
quando
scrive
,
ha
tempo
di
pensare
ai
segni
che
deve
scegliere
od
eseguire
:
la
scrittura
di
una
parola
porta
un
tempo
lungo
,
confrontato
a
quello
necessario
per
la
lettura
della
medesima
.
Il
bambino
che
sa
scrivere
,
messo
innanzi
a
una
parola
che
deve
interpretare
leggendo
-
-
tace
a
lungo
-
-
e
in
generale
legge
i
suoni
componenti
,
con
la
medesima
lentezza
con
cui
li
avrebbe
scritti
.
Invece
il
senso
della
parola
viene
afferrato
quando
essa
è
pronunciata
non
solo
in
fretta
,
ma
con
gli
accenti
fonici
necessari
.
Ora
per
mettere
gli
accenti
fonici
,
bisogna
che
il
bambino
riconosca
la
parola
,
cioè
l
'
idea
che
essa
rappresenta
:
è
dunque
necessario
l
'
intervento
di
un
superiore
lavoro
dell
'
intelligenza
.
Io
dunque
per
gli
esercizi
di
lettura
,
procedo
nel
modo
seguente
-
-
e
ciò
che
sto
per
descrivere
-
-
sostituisce
l
'
antico
sillabario
.
Preparo
dei
cartellini
con
foglietti
della
comune
carta
da
scrivere
,
sopra
ciascuno
dei
quali
è
scritta
in
corsivo
alto
un
centimetro
,
una
parola
ben
nota
,
già
molte
volte
pronunciata
dai
bambini
,
e
che
rappresenta
oggetti
o
presenti
o
ben
noti
alla
memoria
(
come
p
.
es
.
mamma
)
.
Se
la
parola
si
riferisce
a
oggetti
presenti
,
pongo
questi
sotto
gli
occhi
del
bambino
,
per
facilitargli
l
'
interpretazione
della
lettura
.
Dirò
a
tale
proposito
che
gli
oggetti
sono
per
lo
più
giocattoli
:
le
«
Case
dei
Bambini
»
possiedono
infatti
non
solo
le
stoviglie
,
la
cucina
,
palle
e
bambole
come
ho
avuto
occasione
di
già
accennare
;
ma
anche
armadi
,
divani
,
letti
,
cioè
il
mobilio
necessario
ad
una
casa
di
bambola
;
case
,
alberi
,
greggi
di
pecore
,
animali
in
cartapesta
,
pupazzi
e
oche
di
celluloide
,
perciò
galleggianti
sull
'
acqua
;
barchette
coi
marinai
,
soldatini
,
ferrovie
che
corrono
,
fattorie
con
casino
di
campagna
,
e
rimesse
con
cavalli
e
buoi
entro
ampî
steccati
ecc
.
;
in
una
«
Casa
»
di
Roma
un
artista
mi
regalò
splendide
frutta
in
ceramica
.
Se
la
scrittura
serve
a
correggere
o
meglio
a
dirigere
e
perfezionare
il
meccanismo
del
linguaggio
articolato
nel
bambino
,
la
lettura
serve
ad
aiutare
lo
sviluppo
delle
idee
,
collegandolo
con
lo
sviluppo
del
linguaggio
.
Infine
la
scrittura
aiuta
il
linguaggio
fisiologico
,
e
la
lettura
,
il
linguaggio
sociale
.
Il
primo
inizio
è
dunque
,
come
ho
accennato
,
nomenclatura
:
cioè
lettura
di
nomi
di
oggetti
noti
e
,
possibilmente
,
presenti
.
Non
comincio
da
parole
facili
o
difficili
,
perché
i
bambini
sanno
già
leggere
la
parola
come
composto
di
suoni
:
lascio
che
il
piccino
lentamente
traduca
in
suoni
la
parola
scritta
-
-
e
se
l
'
interpretazione
è
esatta
-
-
mi
limito
a
dire
:
«
più
presto
»
.
Il
bambino
,
la
seconda
volta
,
legge
più
svelto
,
spesso
senza
ancora
capire
:
io
ripeto
:
«
più
presto
,
più
presto
»
.
Il
bambino
legge
sempre
più
svelto
ripetendo
lo
stesso
accumulo
di
suoni
,
e
finalmente
indovina
;
allora
guarda
con
una
specie
di
riconoscenza
e
assume
quell
'
atteggiamento
di
soddisfazione
,
che
tante
volte
irradia
i
nostri
piccini
.
Questo
è
tutto
l
'
esercizio
della
lettura
:
esercizio
rapidissimo
e
che
presenta
al
bambino
,
già
preparato
con
la
scrittura
,
una
ben
piccola
difficoltà
.
Davvero
tutte
le
noie
del
sillabario
sono
sepolte
insieme
ai
bastoncelli
!
Quando
il
bambino
ha
letto
,
appoggio
il
cartellino
spiegato
sull
'
oggetto
del
quale
portava
il
nome
:
e
l
'
esercizio
è
finito
.
Addestrati
così
i
bambini
più
a
bene
intender
qual
'
è
l
'
esercizio
che
da
loro
si
richiede
,
che
ad
eseguire
veramente
la
lettura
,
io
pensai
(
per
rendere
piacevoli
i
vari
esercizî
di
lettura
che
dovevano
essere
molto
ripetuti
,
onde
rendere
la
lettura
stessa
pronta
e
chiara
)
al
seguente
giuoco
.
Giuoco
per
la
lettura
delle
parole
Espongo
sulla
tavola
grande
i
giocattoli
più
varî
e
attraenti
:
a
ciascuno
di
essi
corrisponde
un
cartellino
,
su
cui
è
scritto
il
nome
.
Piego
e
arrotolo
i
cartellini
li
mescolo
dentro
una
scatola
,
e
li
faccio
estrarre
a
sorte
dai
bambini
che
sanno
leggere
.
Essi
devono
portare
il
cartellino
al
loro
posto
,
svolgerlo
adagio
adagio
,
leggerlo
mentalmente
senza
farlo
vedere
ai
vicini
,
ripiegarlo
,
sì
,
che
rimanga
assoluto
il
segreto
che
contiene
,
e
poi
avanzarsi
verso
la
tavola
col
cartellino
chiuso
in
mano
.
Il
fanciullo
dovrà
pronunciare
ad
alta
voce
il
nome
di
un
giocattolo
e
presentare
alla
direttrice
il
biglietto
per
la
verifica
e
tale
biglietto
diventa
allora
come
una
moneta
,
con
la
quale
il
giocattolo
nominato
si
acquista
.
Il
fanciullo
,
se
pronuncia
chiaramente
la
parola
,
indicando
col
dito
l
'
oggetto
-
-
e
la
direttrice
può
controllarne
la
verità
sul
cartellino
,
-
-
prende
il
giocattolo
e
ne
fa
ciò
che
vuole
per
un
tempo
indeterminato
.
Finito
il
turno
,
la
direttrice
chiama
il
primo
bambino
e
poi
tutti
gli
altri
,
nello
stesso
ordine
con
cui
presero
il
giocattolo
,
e
fa
estrarre
a
sorte
un
altro
cartellino
che
il
fanciullo
deve
leggere
lì
per
lì
e
che
porta
il
nome
proprio
di
uno
dei
compagni
che
non
sa
ancora
leggere
e
che
perciò
non
ebbe
il
giocattolo
:
e
poi
,
galantemente
,
deve
offrire
per
cortesia
all
'
analfabeta
compagno
,
il
giuoco
che
egli
possedé
per
diritto
.
L
'
offerta
deve
essere
fatta
con
mosse
gentili
,
con
grazia
,
accompagnandola
con
un
saluto
.
Così
si
toglie
ogni
idea
di
casta
e
si
ispira
il
sentimento
che
bisogna
dare
con
bontà
a
quelli
che
per
diritto
non
posseggono
:
e
anche
il
sentimento
che
tutti
,
avendone
merito
o
no
,
debbono
ugualmente
godere
.
Chi
prende
con
diritto
lesse
una
volta
,
chi
dà
lesse
due
volte
,
cioè
fu
doppiamente
virtuoso
:
e
questa
duplice
virtù
è
pure
un
duplice
invito
all
'
analfabeta
ad
imitarlo
e
insieme
l
'
augurio
che
lo
imiterà
presto
.
Il
giuoco
della
lettura
andava
a
meraviglia
:
s
'
immagini
la
contentezza
che
provavano
quei
bambini
poveri
,
nell
'
illusione
di
possedere
così
bei
giocattoli
,
e
certo
nel
reale
godimento
di
giuocarvi
a
lungo
.
Ma
quale
non
fu
la
mia
meraviglia
,
quando
i
bambini
,
avendo
imparato
a
capire
i
cartellini
scritti
,
rifiutarono
di
prendere
i
giocattoli
,
e
di
perder
tempo
a
giocare
,
e
con
una
specie
d
'
insaziabile
desiderio
preferirono
invece
estrarre
uno
dopo
l
'
altro
i
cartellini
,
per
leggerli
tutti
!
Io
li
guardai
chiedendo
l
'
enigma
della
loro
anima
,
che
ci
era
rimasta
sconosciuta
!
e
rimasi
quasi
meditando
a
contemplarli
,
mentre
la
scoperta
che
i
fanciulli
amano
il
sapere
per
istinto
umano
e
non
il
giuoco
vuoto
di
senso
,
mi
colpiva
di
meraviglia
e
mi
faceva
pensare
alla
grande
altezza
dell
'
anima
umana
!
Noi
dunque
riponemmo
i
giuocattoli
e
ci
mettemmo
a
fabbricare
centinaia
di
cartellini
scritti
:
nomi
di
bambini
,
nomi
di
oggetti
,
nomi
di
città
,
nomi
di
colori
e
di
qualità
rese
note
dagli
esercizî
dei
sensi
.
Li
disponemmo
in
più
scatole
e
lasciammo
i
bambini
pescarvi
liberamente
.
Io
mi
aspettavo
almeno
l
'
incostanza
di
passare
alternativamente
dall
'
una
all
'
altra
scatola
:
ma
no
,
ogni
bambino
finiva
di
vuotare
la
scatola
che
aveva
sotto
mano
,
e
solo
dopo
passava
ancora
ad
un
'
altra
,
veramente
insaziabile
di
lettura
.
Un
giorno
andai
in
terrazzo
e
trovai
che
vi
avevano
trasportato
i
tavolini
e
le
seggioline
,
piantando
addirittura
la
scuola
all
'
aperto
.
Alcuni
piccoli
giuocavano
al
sole
,
altri
stavano
seduti
in
circolo
attorno
ai
tavoli
carichi
di
lettere
e
di
cartelloni
smerigliati
;
all
'
ombra
di
un
abbaino
sedeva
da
un
lato
la
direttrice
,
che
aveva
in
mano
una
scatola
da
busti
molto
lunga
e
stretta
,
piena
di
cartellini
;
e
per
tutta
l
'
estensione
della
lunghezza
di
quella
scatola
,
stavano
allineate
manine
che
pescavano
.
Un
gruppo
di
bambini
leggeva
aprendo
e
ripiegando
i
cartellini
.
«
Non
crederà
,
mi
disse
la
direttrice
,
è
più
di
un
'
ora
che
sono
qui
,
ed
essi
ancora
non
sono
sazî
!
»
Facemmo
l
'
esperienza
di
portar
su
palle
e
bambole
,
ma
senza
risultato
;
quelle
futilità
sparivano
accanto
alla
gioia
del
sapere
.
Io
,
vedendo
un
risultato
così
sorprendente
,
pensavo
già
di
provare
a
far
leggere
lo
stampatello
;
e
proposi
alla
maestra
di
scrivere
la
parola
medesima
nella
doppia
scrittura
in
qualche
cartellino
.
Ma
i
fanciulli
mi
prevennero
:
c
'
era
nell
'
aula
un
calendario
con
molte
parole
scritte
in
carattere
stampato
,
e
alcune
in
carattere
gotico
:
nella
smania
di
leggere
alcuni
bambini
si
misero
a
guardare
quel
calendario
e
con
mia
indicibile
sorpresa
lessero
lo
stampato
e
il
gotico
!
Così
non
avemmo
più
che
a
presentare
un
libro
:
essi
infatti
vi
leggevano
le
parole
.
Ma
io
non
darei
in
principio
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
altro
che
un
libro
,
ove
sotto
la
figura
di
tutti
gli
oggetti
che
hanno
visto
,
fosse
stampato
il
nome
.
Le
madri
ricavarono
subito
profitto
dai
progressi
dei
bambini
;
sorprendemmo
infatti
nella
tasca
di
alcuni
di
essi
,
dei
foglietti
rozzamente
scritti
con
note
di
spesa
:
pasta
,
pane
,
sale
ecc
.
,
alcuni
dei
nostri
piccolini
andavano
a
far
la
spesa
con
la
nota
!
I
genitori
poi
ci
raccontavano
che
i
loro
bambini
non
camminavano
più
spediti
per
la
strada
,
perché
si
fermavano
a
leggere
le
insegne
dei
negozî
.
Educato
con
lo
stesso
metodo
in
casa
privata
un
bambino
,
un
piccolo
marchese
di
quattro
anni
e
mezzo
,
accadde
questo
fatto
:
il
padre
del
bambino
,
deputato
,
riceveva
molta
corrispondenza
;
egli
sapeva
che
da
due
mesi
il
suo
piccino
aveva
cominciato
degli
esercizî
,
che
affrettavano
l
'
apprendimento
della
lettura
e
scrittura
in
un
'
età
precoce
;
ma
non
ci
aveva
fatto
gran
caso
,
né
prestata
molta
fede
.
Un
giorno
il
marchese
leggeva
,
e
il
bambino
stava
giuocando
accanto
a
lui
,
quando
entrò
un
servo
e
depose
su
un
tavolo
la
corrispondenza
voluminosa
arrivata
allora
dalla
posta
.
Il
piccino
rivolse
a
quella
la
sua
attenzione
,
si
mise
a
maneggiare
le
lettere
e
cominciò
a
leggere
ad
alta
voce
tutti
gli
indirizzi
.
Il
marchese
credé
quasi
a
un
prodigio
.
Si
può
domandare
qual
'
è
il
tempo
medio
occorrente
per
imparare
a
leggere
:
l
'
esperienza
ci
dice
che
,
partendo
dal
momento
in
cui
il
bambino
scrive
,
il
passaggio
da
tale
studio
inferiore
del
linguaggio
grafico
a
quello
superiore
della
lettura
,
è
in
media
di
quindici
giorni
.
La
sicurezza
della
lettura
è
però
quasi
sempre
posteriore
al
perfezionamento
della
scrittura
.
Nella
maggior
parte
dei
casi
il
bambino
scrive
benissimo
e
legge
mediocremente
.
Non
tutti
i
bambini
sono
nella
stessa
età
al
medesimo
punto
:
e
poiché
nessuno
di
essi
è
mai
,
non
dico
forzato
,
ma
nemmeno
invitato
o
comunque
attratto
a
fare
ciò
che
non
vuol
fare
,
avviene
che
alcuni
bambini
non
essendosi
presentati
spontaneamente
per
chiedere
di
imparare
,
furono
lasciati
in
pace
e
non
sanno
né
scrivere
né
leggere
.
Se
l
'
antico
metodo
,
che
tiranneggia
la
volontà
del
fanciullo
e
ne
soffoca
la
spontaneità
,
non
crede
di
obbligarlo
al
linguaggio
grafico
prima
dell
'
età
di
sei
anni
,
tanto
meno
lo
crediamo
noi
!
Tuttavia
non
saprei
decidere
senza
una
più
lunga
esperienza
,
se
debba
essere
in
ogni
caso
l
'
età
del
pieno
sviluppo
del
linguaggio
articolato
,
quella
che
conviene
scegliere
per
provocare
lo
sviluppo
del
linguaggio
grafico
.
In
ogni
modo
la
quasi
totalità
dei
bambini
normali
,
trattata
coi
nostri
metodi
,
comincia
a
scrivere
a
quattro
anni
d
'
età
e
a
cinque
anni
sa
leggere
e
scrivere
almeno
come
i
bambini
che
hanno
finito
la
prima
classe
elementare
:
essi
cioè
potrebbero
passare
in
seconda
in
un
'
età
che
dista
ancora
di
un
anno
dall
'
odierna
ammissione
alla
prima
.
Giuoco
per
la
lettura
delle
frasi
Appena
alcuni
visitatori
si
avvidero
che
i
bambini
leggevano
i
caratteri
stampati
,
inviarono
in
dono
splendidi
libri
illustrati
,
che
formarono
il
primo
ricco
nucleo
della
nostra
biblioteca
.
Sfogliando
quei
libri
di
semplici
favole
,
capivo
che
i
piccini
non
avrebbero
potuto
intenderle
.
Le
maestre
,
tutte
soddisfatte
,
vollero
invece
espormi
un
saggio
,
facendo
leggere
varii
bambini
,
e
dicendomi
che
la
loro
lettura
era
molto
più
spedita
e
perfetta
di
quella
dei
bambini
che
hanno
finito
la
seconda
elementare
.
Io
però
non
mi
lasciai
sedurre
e
feci
due
prove
:
la
prima
fu
di
far
raccontare
quelle
favole
dalle
maestre
e
di
osservare
quanti
bambini
vi
si
interessavano
spontaneamente
.
Dopo
poche
parole
i
fanciulli
distraevano
la
loro
attenzione
:
la
maestra
aveva
la
proibizione
di
richiamare
all
'
ordine
i
distratti
;
così
a
poco
a
poco
nasceva
nella
scolaresca
un
rumore
e
un
movimento
dovuto
al
fatto
che
ciascuno
tornava
alle
sue
occupazioni
consuete
,
senza
più
ascoltare
.
Evidentemente
,
i
fanciulli
che
sembravano
leggere
con
piacere
quei
libri
,
non
ne
gustavano
il
senso
;
ma
godevano
del
meccanismo
acquisito
,
consistente
nel
tradurre
i
segni
grafici
nei
suoni
di
una
parola
che
essi
riconoscevano
.
-
-
Infatti
i
bambini
leggevano
con
assai
minor
costanza
i
libri
,
che
i
cartellini
:
poiché
nei
primi
incontravano
molte
parole
sconosciute
.
La
mia
seconda
prova
fu
di
far
leggere
il
libro
al
bambino
,
senza
dargli
le
spiegazioni
che
la
maestra
si
affrettava
ad
accumulare
intramezzandole
di
interrogazioni
suggestive
,
così
:
«
eh
?
hai
capito
?
Che
cosa
hai
letto
?
che
il
bambino
andava
in
carrozza
,
è
vero
?
no
?
ma
leggi
bene
,
dunque
,
guarda
,
ecc
.
»
.
Davo
dunque
il
libro
a
un
fanciullo
,
mi
mettevo
vicino
a
lui
in
atto
affettuosamente
confidenziale
,
e
gli
chiedevo
con
la
gravità
semplice
con
cui
avrei
parlato
a
un
ami
co
:
«
hai
capito
quello
che
hai
letto
?
»
-
-
Il
bambino
mi
rispondeva
:
«
no
»
;
ma
l
'
espressione
del
suo
viso
sembrava
chiedermi
la
spiegazione
della
mia
domanda
.
Infatti
l
'
idea
che
dalla
lettura
di
una
serie
di
parole
,
possa
trarsi
la
comunicazione
di
complessi
pensieri
altrui
,
i
quali
ci
vengono
con
tale
mezzo
trasmessi
,
doveva
essere
pei
miei
bambini
una
delle
più
luminose
conquiste
dell
'
avvenire
,
una
nuova
fonte
di
sorprese
e
di
gioia
.
Il
libro
si
rivolge
al
linguaggio
logico
,
non
al
meccanismo
del
linguaggio
:
e
perché
possa
essere
compreso
dal
bambino
,
bisogna
che
il
linguaggio
logico
si
sia
stabilito
in
lui
.
Tra
il
saper
leggere
le
parole
e
il
senso
di
un
libro
,
può
correre
la
stessa
distanza
che
corre
tra
il
saper
pronunciare
una
parola
e
un
discorso
.
Feci
dunque
sospendere
la
lettura
dei
libri
e
attesi
.
Un
giorno
mentre
facevamo
la
conversazione
,
quattro
bambini
contemporaneamente
si
alzarono
con
espressioni
di
gioia
e
scrissero
sulla
lavagna
delle
frasi
sul
genere
di
questa
:
«
quanto
sono
contenta
che
il
giardino
è
fiorito
»
.
Fu
una
grande
e
commovente
sorpresa
per
noi
:
essi
erano
giunti
spontaneamente
alla
composizione
,
come
spontaneamente
avevano
scritto
la
prima
parola
.
Il
meccanismo
era
il
medesimo
-
-
e
il
fenomeno
si
svolgeva
logicamente
:
il
linguaggio
logico
articolato
provocava
un
bel
giorno
l
'
esplosione
di
quello
scritto
.
Io
compresi
che
era
giunto
il
momento
di
procedere
alla
lettura
di
frasi
:
e
ricorsi
allo
stesso
mezzo
,
cioè
allo
scritto
sulla
lavagna
.
«
Mi
volete
bene
?
»
-
-
I
bambini
leggevano
lentamente
a
voce
alta
,
tacevano
un
momento
come
meditando
e
poi
gridavano
ad
altissima
voce
:
«
sì
sì
!
»
Io
continuavo
a
scrivere
«
allora
fate
silenzio
e
state
tutti
composti
»
;
essi
leggevano
quasi
tutti
gridando
e
appena
finita
la
lettura
,
un
silenzio
solenne
si
stabiliva
,
interrotto
solo
da
qualche
rumore
di
sedie
pei
movimenti
che
i
bambini
facevano
per
mettersi
composti
.
Così
cominciò
tra
me
e
loro
una
comunicazione
a
mezzo
del
linguaggio
scritto
-
-
che
riusciva
pei
bambini
interessantissima
-
-
;
essi
a
poco
a
poco
scoprivano
la
gran
qualità
della
scrittura
,
che
trasmette
il
pensiero
:
quando
cominciavo
a
scrivere
,
fremevano
nell
'
attesa
di
conoscere
quale
era
la
mia
intenzione
e
d
'
intenderla
,
senza
che
io
pronunciassi
una
sola
parola
.
Infatti
il
linguaggio
grafico
non
vuole
parole
.
-
-
Tutta
la
sua
grandezza
,
s
'
intende
soltanto
allorché
lo
si
isola
completamente
dal
linguaggio
parlato
.
Proprio
in
questi
ultimi
giorni
,
mentre
il
presente
libro
era
in
corso
di
stampa
,
siamo
giunti
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
agli
alti
godimenti
della
lettura
,
col
giuoco
seguente
:
Io
scrissi
,
sopra
alcuni
fogli
di
carta
,
lunghe
frasi
,
descriventi
azioni
che
i
bambini
avrebbero
dovuto
compiere
,
p
.
es
.
:
«
Chiudi
gli
scuri
delle
finestre
e
va
ad
aprire
la
porta
d
'
ingresso
;
poi
aspetta
un
momento
e
rimetti
le
cose
come
prima
»
.
-
-
«
Prega
gentilmente
otto
dei
tuoi
compagni
d
'
uscire
dal
posto
,
e
di
mettersi
in
fila
a
due
per
due
in
mezzo
alla
stanza
:
poi
falli
marciare
avanti
e
indietro
in
punta
di
piedi
,
pianissimo
,
senza
fare
alcun
rumore
»
.
-
-
«
Chiedi
per
favore
a
tre
dei
tuoi
compagni
più
grandi
che
cantano
meglio
,
di
venire
in
mezzo
alla
stanza
-
-
mettili
schierati
in
una
fila
-
-
e
canta
con
essi
una
bella
canzone
di
tua
scelta
»
,
ecc
.
ecc
.
I
bambini
,
appena
avevo
finito
di
scrivere
,
mi
strappavano
quasi
di
mano
i
cartellini
per
leggerli
,
-
-
mentre
li
ponevano
ad
asciugare
sui
loro
tavolini
;
essi
leggevano
spontaneamente
,
con
grande
intensità
di
attenzione
,
nel
più
profondo
silenzio
.
Io
chiesi
loro
:
«
capite
?
»
-
-
«
sì
sì
»
-
-
«
Allora
fate
»
e
con
ammirazione
vidi
i
bambini
rapidamente
scegliere
ciascuno
un
'
azione
ed
eseguirla
puntualmente
;
una
grande
attività
,
una
movimentazione
di
nuovo
genere
nacque
allora
nella
sala
:
chi
chiudeva
gli
scuri
e
li
riapriva
;
chi
faceva
correre
i
proprî
compagni
,
chi
li
faceva
cantare
,
chi
andava
a
scrivere
,
chi
a
prendere
oggetti
nella
credenza
.
La
sorpresa
,
la
curiosità
,
provocò
un
silenzio
generale
,
e
lo
spettacolo
si
svolse
tra
la
più
intensa
commozione
.
Sembrava
che
una
forza
magica
fosse
partita
da
me
,
stimolando
un
'
attività
prima
sconosciuta
:
quella
magia
era
il
linguaggio
grafico
,
la
più
grande
conquista
della
civiltà
.
Come
i
fanciulli
ne
compresero
l
'
importanza
!
alla
mia
uscita
,
mi
vennero
intorno
con
manifestazioni
di
riconoscenza
e
d
'
amore
,
dicendomi
«
grazie
!
grazie
!
della
lezione
»
.
Essi
avevano
fatto
un
gran
passo
:
erano
saliti
dal
meccanismo
,
allo
spirito
della
lettura
.
Oggi
questo
,
che
è
il
preferito
tra
tutti
i
giuochi
,
si
svolge
così
:
viene
prima
stabilito
il
silenzio
profondo
;
quindi
è
presentata
una
scatola
contenente
dei
cartellini
ripiegati
,
ove
è
scritta
una
lunga
frase
descrivente
un
'
azione
.
Tutti
i
bambini
che
sanno
leggere
,
vengono
a
estrarre
a
sorte
un
cartellino
:
leggono
mentalmente
una
o
più
volte
,
finché
sono
sicuri
di
aver
compreso
bene
-
-
quindi
restituiscono
alla
direttrice
il
cartellino
aperto
-
-
e
si
mettono
all
'
azione
.
Poiché
molte
di
queste
implicano
l
'
intervento
di
altri
compagni
che
non
sanno
leggere
,
e
molte
conducono
a
utilizzare
gli
oggetti
o
a
spostarli
,
nasce
un
movimento
generale
-
-
che
si
svolge
con
un
ordine
meraviglioso
;
mentre
l
'
alto
silenzio
va
interrompendosi
solo
per
lo
scalpicciare
sommesso
dei
piedini
che
corrono
leggermente
e
per
le
voci
che
intonano
dei
canti
;
inaspettata
rivelazione
di
una
disciplina
spontanea
,
perfetta
.
L
'
esperienza
ci
ha
dimostrato
che
la
composizione
deve
precedere
la
lettura
logica
,
come
la
scrittura
precede
la
lettura
delle
parole
.
E
che
la
lettura
donde
occorre
ricavare
un
senso
,
deve
essere
mentale
e
non
vocale
.
Infatti
la
lettura
ad
alta
voce
implica
l
'
esercizio
dei
due
meccanismi
del
linguaggio
:
-
-
articolato
e
grafico
-
-
e
ren
de
quindi
più
complesso
il
lavoro
.
Chi
non
sa
che
un
adulto
,
il
quale
debba
leggere
forte
un
brano
,
in
pubblico
,
vi
si
prepara
cominciando
col
comprenderlo
alla
lettura
mentale
?
e
che
la
lettura
ad
alta
voce
è
tra
le
azioni
intellettuali
più
difficili
?
I
bambini
,
dunque
,
che
principiano
a
leggere
onde
interpretare
il
pensiero
,
devono
leggere
mentalmente
.
Il
linguaggio
grafico
,
quando
salisce
al
pensiero
logico
,
deve
isolarsi
da
quello
articolato
.
Infatti
esso
rappresenta
il
linguaggio
che
trasmette
il
pensiero
a
distanza
,
mentre
i
sensi
e
i
meccanismi
muscolari
tacciono
:
linguaggio
spiritualizzato
,
che
mette
in
comunicazione
gli
uomini
di
tutta
la
terra
.
L
'
educazione
avendo
raggiunto
un
tale
livello
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
,
per
logica
conseguenza
tutto
l
'
ordine
della
scuola
elementare
dovrebbe
essere
mutato
.
Come
riformare
le
prime
classi
elementari
,
continuando
eventualmente
in
esse
i
nostri
metodi
,
ecco
una
gran
questione
che
non
è
qui
il
caso
di
esaminare
;
basti
però
dire
che
la
prima
elementare
sarebbe
completamente
abolita
dalla
nostra
educazione
infantile
,
che
la
include
.
Le
elementari
di
un
tempo
avvenire
dovrebbero
dunque
accogliere
bambini
come
i
nostri
,
che
sanno
già
bastare
a
se
stessi
,
sanno
vestirsi
,
spogliarsi
,
lavarsi
,
conoscono
le
regole
della
buona
condotta
civile
,
e
sono
sovranamente
disciplinati
pur
essendosi
o
,
anzi
credo
poterlo
affermare
,
per
essersi
svolti
nella
libertà
.
I
quali
,
oltre
a
un
linguaggio
articolato
sviluppato
completamente
e
senza
difetti
,
posseggono
pure
il
linguaggio
grafico
elementare
,
che
principiò
ad
innalzarsi
verso
il
linguaggio
logico
.
Che
parlano
pronunciando
bene
,
e
scrivono
in
calligrafia
,
e
sono
pieni
di
grazia
nelle
movenze
,
cioè
rappresentano
una
umanità
cresciuta
nel
culto
della
bellezza
.
Infanzia
di
una
umanità
conquistatrice
:
poiché
essi
sono
osservatori
intelligenti
e
pazienti
dell
'
ambiente
e
portano
come
forma
di
libertà
intellettuale
,
il
ragionamento
spontaneo
.
Per
simili
bambini
dovrebbe
fondarsi
una
scuola
elementare
degna
di
accoglierli
e
di
guidarli
nell
'
ulteriore
cammino
della
vita
e
della
civiltà
,
sugli
stessi
principî
educativi
di
rispetto
alla
libertà
e
alle
manifestazioni
spontanee
del
fanciullo
:
principî
che
formarono
la
personalità
di
questi
piccoli
uomini
.
(
Scrittura
di
una
bambina
di
cinque
anni
)
IL
LINGUAGGIO
NEL
FANCIULLO
Il
linguaggio
grafico
,
comprendendo
in
sé
la
dettatura
e
la
lettura
contiene
il
linguaggio
articolato
nel
suo
completo
meccanismo
,
(
vie
uditive
,
vie
centrali
,
vie
motrici
)
;
e
,
nel
modo
di
sviluppo
provocato
col
mio
metodo
,
si
basa
essenzialmente
sul
linguaggio
articolato
.
Il
linguaggio
grafico
perciò
si
può
considerare
sotto
un
duplice
punto
di
vista
:
a
)
quello
della
conquista
di
un
nuovo
linguaggio
d
'
eminente
importanza
sociale
,
che
si
somma
al
linguaggio
articolato
dell
'
uomo
naturale
;
e
questo
è
il
significato
culturale
,
che
comunemente
si
dà
al
linguaggio
grafico
,
il
quale
perciò
viene
insegnato
nelle
scuole
senza
alcuna
considerazione
ai
suoi
rapporti
col
linguaggio
parlato
ma
col
solo
intento
di
offrire
all
'
uomo
sociale
un
mezzo
necessario
nei
rapporti
con
l
'
ambiente
;
b
)
quello
invece
dei
rapporti
tra
il
linguaggio
grafico
e
il
linguaggio
articolato
e
in
essi
di
una
eventuale
possibilità
di
utilizzare
il
linguaggio
scritto
a
perfezionare
quello
parlato
:
considerazione
nuova
sulla
quale
voglio
insistere
,
e
che
dà
al
linguaggio
grafico
una
importanza
fisiologica
.
Inoltre
,
come
il
linguaggio
parlato
è
insieme
una
funzione
naturale
dell
'
uomo
e
un
mezzo
ch
'
egli
utilizza
a
scopi
sociali
,
-
-
così
quello
scritto
può
venire
considerato
in
se
stesso
,
nella
sua
formazione
,
come
un
insieme
organico
di
nuovi
meccanismi
che
si
stabiliscono
nel
sistema
nervoso
,
e
come
mezzo
utilizzabile
a
scopi
sociali
.
Infine
si
tratta
di
dare
al
linguaggio
scritto
,
oltre
che
una
importanza
fisiologica
,
anche
un
periodo
di
sviluppo
indipendente
dagli
alti
uffici
,
che
è
destinato
a
compiere
più
tardi
.
Io
credo
che
il
linguaggio
grafico
sia
irto
di
difficoltà
nei
suoi
inizî
,
non
solo
perché
si
è
fino
ad
oggi
insegnato
con
metodi
irrazionali
:
ma
perché
abbiamo
voluto
fargli
compiere
,
appena
acquisito
,
le
funzioni
elevate
di
insegnare
la
lingua
scritta
,
fissata
da
secoli
di
perfezionamento
in
un
popolo
civile
.
Pensiamo
alla
irrazionalità
del
metodo
:
noi
avevamo
analizzato
i
segni
grafici
,
anziché
gli
atti
fisiologici
necessarî
a
produrre
i
segni
alfabetici
;
senza
pensare
che
qualunque
segno
grafico
è
difficile
a
compiere
,
perché
le
rappresentazioni
visive
dei
segni
,
non
hanno
un
collegamento
ereditario
con
quelle
motrici
della
loro
esecuzione
,
come
p
.
es
.
lo
hanno
quelle
uditive
della
parola
coi
meccanismi
motori
del
linguaggio
articolato
;
ed
è
quindi
sempre
una
difficoltà
provocare
un
'
azione
eccitomotrice
,
senza
che
sia
già
costituito
al
suo
arrivo
,
il
movimento
.
L
'
idea
non
può
direttamente
agire
sui
nervi
motori
,
tanto
più
quando
l
'
idea
stessa
è
incompleta
e
incapace
di
suscitare
un
sentimento
che
ecciti
la
volontà
.
Così
p
.
es
.
l
'
analisi
fatta
della
scrittura
in
bastoncelli
e
curve
,
ha
condotto
a
presentare
al
fanciullo
un
segno
senza
significato
,
che
quindi
non
lo
interessa
e
la
cui
rappresentazione
è
incapace
di
determinare
un
impulso
motore
spontaneo
.
L
'
atto
preteso
costituiva
dunque
uno
sforzo
della
volontà
,
che
si
traduceva
nel
fanciullo
in
rapida
stanchezza
,
sotto
forma
di
noia
e
di
sofferenza
.
A
tale
sforzo
veniva
aggiunto
quello
di
costituire
contemporaneamente
le
associazioni
muscolari
,
coordinanti
il
movimento
necessario
alla
tenuta
e
al
maneggio
dell
'
istrumento
di
scrittura
.
Un
insieme
di
sentimenti
depressivi
accompagnava
tali
sforzi
conducenti
a
produrre
segni
imperfetti
ed
errati
,
che
i
maestri
dovevano
correggere
,
deprimendo
ancor
più
il
sentimento
del
bambino
col
rilievo
costante
dell
'
er
rore
e
dell
'
imperfezione
dei
segni
tracciati
.
Così
mentre
il
bambino
veniva
spinto
ad
esercitare
uno
sforzo
,
l
'
educatore
deprimeva
anziché
ravvivare
le
sue
forze
psichiche
.
Sebbene
si
eseguisse
un
cammino
così
sbagliato
,
tuttavia
il
linguaggio
grafico
,
tanto
penosamente
appreso
,
doveva
subito
essere
utilizzato
a
scopi
sociali
;
e
,
ancora
imperfetto
e
immaturo
,
si
faceva
servire
alla
costruzione
sintattica
della
lingua
,
e
all
'
espressione
ideale
dei
centri
psichici
superiori
.
Si
pensi
che
in
natura
il
linguaggio
parlato
si
forma
gradualmente
;
ed
è
già
stabilito
in
parole
quando
i
centri
psichici
superiori
utilizzeranno
queste
parole
in
ciò
che
il
Kussmaul
chiama
dictorium
,
cioè
la
formazione
grammaticale
sintattica
del
linguaggio
,
necessaria
all
'
espressione
di
idee
complesse
;
cioè
nel
linguaggio
della
mente
logica
.
Infine
il
meccanismo
del
linguaggio
deve
preesistere
alle
alte
attività
psichiche
che
dovranno
utilizzarlo
.
Ci
sono
perciò
due
periodi
nello
sviluppo
del
linguaggio
:
uno
inferiore
che
prepara
le
vie
nervose
e
i
meccanismi
centrali
che
dovranno
mettere
in
rapporto
le
vie
sensoriali
con
quelle
motrici
;
e
uno
superiore
,
determinato
dalle
alte
attività
psichiche
,
che
si
esteriorizzano
a
mezzo
dei
preformati
meccanismi
del
linguaggio
.
Così
p
.
es
.
nello
schema
che
dà
Kussmaul
sul
meccanismo
del
linguaggio
articolato
,
bisogna
innanzi
tutto
distinguere
una
specie
di
arco
diastaltico
cerebrale
-
-
rappresentante
il
puro
meccanismo
della
parola
-
-
che
si
stabilisce
nella
prima
formazione
del
linguaggio
parlato
.
Sia
in
O
l
'
orecchio
e
in
L
l
'
insieme
degli
organi
motori
della
parola
,
qui
raffigurato
nella
lingua
,
in
U
il
centro
uditivo
della
parola
,
e
in
M
il
centro
motore
.
Le
vie
OU
ed
ML
sono
vie
periferiche
,
centripeta
la
prima
e
centrifuga
l
'
altra
;
e
la
via
UM
è
via
intercentrale
di
associazione
.
Il
centro
U
,
ove
risiedono
le
immagini
uditive
delle
parole
,
si
può
ancora
suddividere
in
tre
,
come
nel
seguente
schema
,
cioè
:
suoni
(
Su
)
,
sillabe
(
Si
)
e
parole
(
P
)
.
E
che
realmente
possano
formarsi
centri
parziali
pei
suoni
e
le
sillabe
,
lo
starebbe
a
confermare
la
patologia
del
linguaggio
,
ove
in
alcune
forme
di
disfasie
centrosensoriali
,
i
pazienti
non
possono
più
pronunciare
altro
che
suoni
,
ovvero
suoni
e
sillabe
.
Anche
i
piccoli
bambini
sono
in
principio
particolarmente
sensibili
a
semplici
suoni
del
linguaggio
,
coi
quali
infatti
,
specialmente
con
la
s
,
le
madri
li
vezzeggiano
e
richiamano
la
loro
attenzione
,
mentre
più
tardi
il
bambino
è
sensibile
alle
sillabe
,
con
le
quali
pure
la
madre
li
vezzeggia
,
dicendo
:
ba
,
ba
,
punf
,
tuf
!
Infine
è
la
parola
semplice
per
lo
più
bisillabica
,
che
richiama
l
'
attenzione
del
bambino
.
Ma
anche
pei
centri
motori
può
ripetersi
la
stessa
cosa
;
il
bambino
manda
in
principio
suoni
semplici
o
duplici
,
come
p
.
es
.
bl
,
gl
,
ch
,
espressione
che
la
madre
saluta
con
teneri
inviti
e
con
festa
;
poi
cominciano
a
manifestarsi
nel
bambino
suoni
nettamente
sillabici
:
ga
,
ba
;
e
,
infine
la
parola
bisillabica
per
lo
più
labiale
mama
,
baba
.
Noi
diciamo
che
si
inizia
il
linguaggio
parlato
nel
bambino
,
allorché
la
parola
da
lui
pronunciata
,
significa
una
idea
:
quando
per
esempio
,
vedendo
la
madre
e
riconoscendola
,
dice
mama
;
e
vedendo
il
cane
dice
tetè
;
e
volendo
mangiare
dice
:
pappa
.
Cioè
riteniamo
iniziato
il
linguaggio
,
quando
esso
si
stabilisce
in
rapporto
a
percezioni
;
mentre
il
linguaggio
stesso
è
ancora
,
nel
suo
meccanismo
psico
motore
,
affatto
rudimentale
.
Cioè
quando
al
disopra
dell
'
arco
diastaltico
,
ove
la
formazione
meccanica
dei
linguaggio
è
ancora
inconscia
-
-
avviene
il
riconoscimento
della
parola
,
così
che
essa
è
percepita
e
associata
all
'
oggetto
che
rappresenta
,
allora
si
ritiene
iniziato
il
linguaggio
.
In
questo
livello
si
va
poi
perfezionando
il
linguaggio
stesso
,
a
mano
a
mano
che
l
'
udito
percepisce
meglio
i
suoni
componenti
delle
parole
,
e
le
vie
psico
motrici
si
fanno
più
permeabili
all
'
articolazione
.
È
questo
il
primo
stadio
del
linguaggio
parlato
,
che
ha
il
proprio
inizio
e
il
proprio
svolgimento
-
-
conducente
,
a
traverso
le
percezioni
,
a
perfezionare
il
meccanismo
pri
mordiale
del
linguaggio
stesso
:
e
in
questo
stadio
viene
appunto
a
stabilirsi
ciò
che
noi
chiamiamo
linguaggio
articolato
che
sarà
poi
il
mezzo
di
cui
disporrà
l
'
uomo
per
esprimere
i
proprî
pensieri
-
-
e
che
l
'
uomo
potrà
ben
difficilmente
perfezionare
o
correggere
,
allorquando
si
sarà
stabilito
:
infatti
talvolta
l
'
alta
coltura
si
accompagna
a
un
linguaggio
articolato
imperfetto
,
che
impedisce
l
'
espressione
estetica
del
proprio
pensiero
.
Lo
sviluppo
del
linguaggio
articolato
avviene
nel
periodo
di
tempo
,
che
decorre
tra
due
e
sette
anni
d
'
età
:
età
delle
percezioni
,
in
cui
l
'
attenzione
del
bambino
è
spontaneamente
rivolta
agli
oggetti
esterni
,
e
la
memoria
è
particolarmente
tenace
.
Età
pure
della
motilità
-
-
ove
tutte
le
vie
psico
motrici
si
fanno
permeabili
;
e
i
meccanismi
muscolari
si
stabiliscono
.
In
questa
epoca
della
vita
,
pei
misteriosi
legami
tra
le
vie
uditrici
e
le
motrici
del
linguaggio
parlato
,
sembra
che
le
percezioni
uditive
abbiano
il
diretto
potere
di
provocare
i
complicati
movimenti
del
linguaggio
articolato
,
che
si
svolgono
istintivamente
dietro
tali
stimoli
,
come
risvegliandosi
dal
sonno
dell
'
eredità
.
È
ben
noto
che
solo
in
questa
età
è
possibile
acquistare
tutte
le
caratteristiche
modulazioni
di
un
linguaggio
,
che
invano
si
tenterebbe
di
stabilire
più
tardi
.
La
lingua
materna
sola
è
pronunciata
bene
,
perché
si
stabilì
nell
'
epoca
infantile
;
e
l
'
adulto
che
impara
a
parlare
una
nuova
lingua
,
deve
portarvi
le
imperfezioni
caratteristiche
al
linguaggio
dello
straniero
:
solo
i
bambini
che
nell
'
età
infantile
,
cioè
al
disotto
di
sette
anni
,
apprendono
contemporaneamente
più
lingue
,
possono
percepirne
e
riprodurne
tutte
le
caratteristiche
modalità
di
accento
e
di
pronuncia
.
Così
pure
i
difetti
acquisiti
nell
'
età
infantile
,
come
quelli
dialettali
,
o
quelli
stabiliti
da
cattive
abitudini
,
diventano
indelebili
nell
'
adulto
.
Ciò
che
si
sviluppa
più
tardi
,
il
linguaggio
superiore
,
il
dictorium
,
non
ha
più
le
sue
origini
nel
meccanismo
del
linguaggio
,
ma
nello
sviluppo
intellettuale
,
che
del
linguaggio
meccanico
si
serve
.
Come
il
linguaggio
articolato
si
sviluppa
esercitandone
i
meccanismi
e
si
arricchisce
con
le
percezioni
,
il
dictorium
si
sviluppa
con
la
sintassi
e
si
arricchisce
con
la
coltura
intellettuale
.
Riprendendo
lo
schema
del
linguaggio
,
vediamo
che
al
disopra
dell
'
arco
delimitante
il
linguaggio
inferiore
,
si
è
stabilito
il
dictorium
,
D
-
-
dal
quale
oramai
partono
gl
'
impulsi
motori
della
parola
che
si
stabilisce
come
lingua
parlata
,
atta
a
manifestare
l
'
ideazione
dell
'
uomo
intelligente
;
essa
si
arricchirà
a
poco
a
poco
con
la
coltura
intellettuale
,
e
si
perfezionerà
con
lo
studio
grammaticale
della
sintassi
.
Fino
ad
ora
,
in
base
ad
un
preconcetto
,
si
è
creduto
che
il
linguaggio
scritto
dovesse
intervenire
solo
nello
sviluppo
del
dictorium
,
come
mezzo
atto
a
procacciare
la
coltura
,
e
a
permettere
l
'
analisi
grammaticale
e
la
costruzione
della
lingua
.
Poiché
le
«
parole
parlate
volano
»
si
ammise
che
la
coltura
intellettuale
potesse
avanzare
solo
con
l
'
aiuto
di
un
linguaggio
stabile
,
oggettivo
,
e
capace
di
essere
analizzato
,
come
è
quello
grafico
.
Ma
perché
noi
,
che
riconoscevamo
il
linguaggio
grafico
prezioso
anzi
indispensabile
mezzo
di
educazione
intellettuale
,
per
la
ragione
che
fissa
le
idee
degli
uomini
e
permette
di
analizzarle
e
di
assimilarle
sui
libri
,
ove
rimangono
indelebilmente
scritte
-
-
come
una
memoria
incancellabile
,
di
parole
perciò
sempre
presenti
,
e
sulle
quali
possiamo
analizzare
la
struttura
sintattica
della
lingua
:
-
-
non
lo
riconosceremo
utile
nel
più
umile
compi
to
,
di
fissare
le
parole
che
rappresentano
percezioni
e
di
analizzarne
i
suoni
componenti
?
Spinti
da
un
pregiudizio
pedagogico
,
noi
non
sappiamo
scindere
l
'
idea
del
linguaggio
grafico
,
da
quella
della
funzione
che
fino
ad
oggi
gli
abbiamo
fatto
esclusivamente
compiere
:
e
ci
sembra
che
insegnando
tale
linguaggio
ai
bambini
ancora
nell
'
età
delle
semplici
percezioni
e
della
motilità
,
si
commetta
un
grave
errore
psicologico
e
pedagogico
.
Ma
spogliamoci
da
questo
pregiudizio
,
e
consideriamo
il
linguaggio
grafico
in
se
stesso
,
ricostruendone
il
meccanismo
psico
fisiologico
.
Esso
è
ben
più
semplice
del
meccanismo
psico
fisiologico
del
linguaggio
articolato
,
e
assai
più
direttamente
accessibile
all
'
educazione
.
Specialmente
la
scrittura
è
di
una
facilità
singolare
.
Infatti
consideriamo
la
scrittura
dettata
:
abbiamo
un
parallelo
perfetto
con
il
linguaggio
parlato
,
poiché
alla
parola
udita
,
deve
corrispondere
un
'
azione
motrice
.
Qui
non
esiste
,
è
vero
,
il
misterioso
rapporto
ereditario
tra
la
parola
udita
e
la
parola
articolata
:
ma
i
movimenti
della
scrittura
sono
assai
più
semplici
di
quelli
necessarî
alla
parola
parlata
,
e
vengono
compiuti
da
muscoli
grossolani
,
tutti
esterni
,
sui
quali
possiamo
direttamente
agire
,
rendendo
permeabili
le
vie
motrici
,
e
stabilendo
dei
meccanismi
psico
muscolari
.
Così
infatti
si
fa
col
mio
metodo
,
che
prepara
direttamente
i
movimenti
;
onde
l
'
impulso
psicomotore
della
parola
udita
trova
le
vie
motrici
già
stabilite
,
e
si
esplica
nell
'
atto
della
scrittura
come
una
esplosione
.
La
difficoltà
vera
è
nell
'
interpretazione
del
segno
grafico
:
ma
dobbiamo
pensare
che
ci
troviamo
nell
'
età
delle
percezioni
,
ove
le
sensazioni
e
la
memoria
,
come
le
associazioni
primitive
,
sono
appunto
in
caratteristica
espansione
di
sviluppo
naturale
.
Inoltre
i
nostri
bambini
sono
già
preparati
da
varî
esercizi
dei
sensi
,
e
da
metodica
costruzione
di
idee
e
di
associazioni
psichiche
,
a
percepire
i
segni
grafici
;
come
un
patrimonio
di
idee
percettive
,
offre
materiale
al
linguaggio
in
via
di
sviluppo
.
Il
bambino
che
riconosce
il
triangolo
e
lo
chiama
triangolo
,
può
riconoscere
una
esse
e
denominarla
col
suono
S
.
Questo
è
ovvio
.
Non
parliamo
di
precocità
d
'
insegnamento
:
spogliandoci
dei
pregiudizi
,
rimettiamoci
all
'
esperienza
,
che
dimostra
come
infatti
i
bambini
procedono
senza
sforzo
,
anzi
con
manifestazioni
evidenti
di
piacere
al
riconoscimento
dei
segni
grafici
presentati
come
oggetti
.
E
ciò
premesso
,
consideriamo
i
rapporti
tra
i
meccanismi
dei
due
linguaggi
.
Il
bambino
di
tre
o
quattro
anni
,
ha
già
da
tempo
iniziato
il
linguaggio
articolato
,
secondo
il
nostro
schema
.
Ma
egli
si
trova
appunto
nel
periodo
in
cui
il
meccanismo
del
linguaggio
articolato
si
perfeziona
;
periodo
contemporaneo
a
quello
in
cui
egli
conquista
un
contenuto
del
linguaggio
,
col
patrimonio
delle
percezioni
.
Le
parole
che
pronuncia
,
il
bambino
non
le
ha
forse
udite
perfettamente
in
tutti
i
loro
suoni
componenti
;
e
,
se
le
ha
udite
perfettamente
esse
possono
essere
state
pronunciate
male
,
quindi
possono
aver
lasciato
una
erronea
percezione
uditiva
.
Sarebbe
bene
che
il
bambino
,
esercitando
le
vie
motrici
del
linguaggio
articolato
,
stabilisse
esattamente
i
movimenti
necessarî
ad
una
articolazione
perfetta
prima
che
,
fissatisi
dei
meccanismi
errati
-
-
e
passata
l
'
età
dei
facili
adattamenti
motori
-
-
divengano
incorreggibili
i
difetti
.
A
tal
uopo
è
necessaria
l
'
analisi
della
parola
.
Come
noi
,
volendo
perfezionare
la
lingua
,
prima
avviamo
i
fan
ciulli
alla
composizione
e
poi
passiamo
allo
studio
grammaticale
;
e
volendo
perfezionare
lo
stile
prima
insegniamo
a
scrivere
grammaticalmente
,
e
poi
veniamo
all
'
analisi
della
stilistica
-
-
così
volendo
perfezionare
la
parola
è
prima
necessario
che
la
parola
esista
-
-
e
poi
è
opportuno
discendere
alla
sua
analisi
.
Quando
dunque
il
bambino
parla
-
-
prima
però
che
sia
completato
lo
sviluppo
della
parola
che
la
rende
fissa
in
meccanismi
già
stabiliti
-
-
conviene
analizzare
la
parola
onde
perfezionarla
.
Ebbene
,
come
la
grammatica
e
la
stilistica
non
sono
possibili
col
linguaggio
parlato
,
ma
è
necessario
ricorrere
a
quello
scritto
,
che
tiene
presente
innanzi
agli
occhi
il
discorso
da
analizzare
,
così
è
della
parola
.
L
'
analisi
di
ciò
che
fugge
non
può
farsi
.
Bisogna
materiare
e
rendere
stabile
il
linguaggio
.
Ecco
la
necessità
della
parola
scritta
,
o
rappresentata
da
segni
grafici
.
Nel
terzo
tempo
del
mio
metodo
per
la
scrittura
,
cioè
la
composizione
della
parola
,
è
inclusa
appunto
l
'
analisi
della
parola
non
solo
nei
segni
,
ma
nei
suoi
componenti
;
i
segni
rappresentandone
la
traduzione
.
Il
bambino
cioè
scompone
la
parola
udita
,
-
-
e
che
egli
percepisce
interamente
come
parola
,
conoscendone
pure
il
significato
-
-
nei
suoni
e
sillabe
.
Si
osservi
il
seguente
diagramma
,
che
rappresenta
l
'
intreccio
dei
due
meccanismi
per
la
scrittura
e
pel
linguaggio
articolato
.
Mentre
nello
sviluppo
del
linguaggio
parlato
il
suono
componente
la
parola
poteva
essere
imperfettamente
percepito
-
-
ora
,
nell
'
insegnamento
del
segno
grafico
corrispondente
al
suono
-
-
e
che
consiste
nel
presentare
una
lettera
smerigliata
,
nominarla
spiccatamente
e
farla
vedere
e
toccare
-
-
non
solo
si
fissa
chiaramente
la
percezione
del
suono
udito
,
isolatamente
e
in
modo
chiaro
-
-
ma
tale
percezione
viene
associata
ad
altre
due
:
quella
centro
motrice
e
quella
centrovisiva
del
segno
scritto
.
Le
vie
periferiche
sono
segnate
in
grosso
;
le
vie
centrali
di
associazione
sono
punteggiate
;
e
quelle
riferentesi
ad
associazioni
in
rapporto
allo
sviluppo
della
parola
udita
,
sono
in
fino
.
O
orecchio
:
Su
centro
uditivo
dei
suoni
;
Si
centro
uditivo
delle
sillabe
;
P
centro
uditivo
della
parola
;
M
contro
motore
della
parola
articolata
;
L
organi
esterni
del
linguaggio
articolato
(
lingua
)
;
Ma
organi
esterni
della
scrittura
(
mano
)
;
CM
centro
motore
della
scrittura
;
CV
centro
visivo
dei
segni
grafici
;
V
organo
della
vista
Il
triangolo
CV
,
CM
,
Su
rappresenta
l
'
associazione
di
tre
sensazioni
in
rapporto
con
l
'
analisi
della
parola
.
Quando
al
bambino
si
presenta
la
lettera
,
e
si
fa
toccare
e
vedere
,
mentre
si
nomina
agiscono
le
vie
centripete
O
,
Su
;
Ma
,
CM
,
Su
;
V
,
CV
,
Su
:
e
quando
si
fa
nomina
re
la
lettera
al
bambino
,
sola
o
accompagnata
da
vocale
,
lo
stimolo
esterno
agisce
in
V
e
percorre
le
vie
V
,
CV
;
Su
;
M
;
L
;
e
l
'
altra
V
,
CV
,
Su
,
Si
,
M
,
L
.
Stabilitesi
queste
vie
di
associazione
,
presentando
stimoli
visivi
nel
segno
grafico
,
possono
provocarsi
i
movi
menti
corrispondenti
del
linguaggio
articolato
,
e
studiarli
ad
uno
ad
uno
nei
loro
difetti
;
mentre
,
mantenendo
lo
stimolo
visivo
del
segno
grafico
,
che
provoca
l
'
articolazione
e
accompagnandolo
con
quello
uditivo
del
suono
corrispondente
emesso
dall
'
educatore
,
si
può
perfezionarne
l
'
articolazione
,
che
è
,
per
condizioni
innate
,
collegata
alla
parola
udita
;
cioè
nel
corso
della
pronuncia
provocata
dallo
stimolo
visivo
,
e
durante
la
ripetizione
dei
movimenti
relativi
degli
organi
del
linguaggio
,
lo
stimolo
uditivo
che
si
intercala
nell
'
esercizio
,
concorre
a
perfezionare
la
pronuncia
dei
suoni
isolati
o
sillabici
,
componenti
la
parola
parlata
.
Allorché
poi
il
bambino
scrive
sotto
dettato
,
traducendo
in
segni
i
suoni
della
parola
,
egli
analizza
la
parola
udita
nei
singoli
suoni
,
traducendoli
in
movimenti
grafici
a
traverso
vie
già
rese
permeabili
dalle
corrispondenti
sensazioni
muscolari
.
Difetti
del
linguaggio
dovuti
a
mancanza
di
educazione
I
difetti
e
le
imperfezioni
del
linguaggio
sono
in
parte
dovuti
a
cause
organiche
,
consistenti
in
malformazioni
o
in
alterazioni
patologiche
del
sistema
nervoso
;
ma
in
parte
sono
collegati
a
difetti
funzionali
acquisiti
nell
'
epoca
della
formazione
del
linguaggio
,
e
consistono
in
una
errata
pronuncia
dei
suoni
componenti
la
parola
parlata
.
Tali
errori
sono
acquisiti
dal
bambino
,
che
sente
pronunciare
la
parola
imperfettamente
:
ossia
che
sente
a
parlare
male
.
Gli
accenti
dialettali
entrano
in
questa
categoria
:
ma
anche
vi
entrano
abitudini
viziose
,
che
fanno
persistere
nel
bambino
i
difetti
naturali
del
linguaggio
articolato
infantile
;
o
che
provocano
in
lui
,
per
imitazione
,
i
difetti
del
linguaggio
proprii
di
persone
che
lo
circondarono
nell
'
età
infantile
.
I
difetti
normali
del
linguaggio
infantile
,
sono
dovuti
a
che
i
complicati
apparecchi
muscolari
degli
organi
del
linguaggio
articolato
,
non
funzionano
ancora
bene
,
quindi
non
sono
capaci
di
riprodurre
il
suono
,
che
fu
stimolo
sensoriale
di
tale
movimento
innato
.
L
'
associazione
dei
movimenti
necessarî
all
'
articolazione
della
parola
parlata
,
si
stabilisce
a
poco
a
poco
.
Ne
risulta
un
linguaggio
di
parole
a
suoni
imperfetti
e
spesso
mancanti
(
quindi
parole
incomplete
)
.
Tali
difetti
si
raggruppano
sotto
il
nome
di
blesità
e
sono
sopratutto
dovuti
a
che
il
bambino
non
è
ancora
capace
di
dirigere
i
movimenti
della
lingua
.
Essi
comprendono
principalmente
:
il
sigmatismo
o
imperfetta
pronuncia
della
s
:
il
rotacismo
o
imperfetta
pronuncia
della
r
;
il
labdacismo
o
difettosa
pronuncia
della
l
;
il
gammacismo
o
difettosa
pronuncia
del
g
;
lo
jotacismo
difettosa
pronuncia
delle
gutturali
;
la
mogilalia
imperfetta
pronuncia
delle
labiali
,
e
,
secondo
alcuni
autori
,
come
il
Preyer
,
deve
considerarsi
mogilalia
anche
la
soppressione
del
primo
suono
della
parola
.
Alcuni
difetti
di
pronuncia
riguardanti
così
l
'
emissione
dei
suoni
vocali
,
come
di
quelli
consonanti
,
sono
dovuti
a
che
il
bambino
riproduce
perfettamente
suoni
imperfetti
uditi
.
Nel
primo
caso
,
quindi
,
si
tratta
di
insufficienze
funzionali
dell
'
organo
motore
periferico
e
quindi
delle
vie
nervose
,
e
la
causa
risiede
nell
'
individuo
;
nel
secondo
caso
invece
l
'
errore
è
provocato
dallo
stimolo
uditivo
e
la
causa
risiede
nell
'
ambiente
.
Tali
difetti
persistono
spesso
,
comunque
attenuati
,
nel
ragazzo
e
nell
'
adulto
:
e
producono
definitivamente
un
linguaggio
errato
,
al
quale
poi
saranno
congiunti
,
nella
scrittura
,
errori
ortografici
,
come
p
.
es
.
gli
errori
ortografici
dialettali
.
Se
si
pensa
al
fascino
della
parola
umana
,
indubbiamente
risalta
l
'
inferiorità
di
chi
non
possiede
un
corretto
linguaggio
parlato
e
non
potrà
immaginarsi
un
concetto
estetico
nell
'
educazione
,
senza
che
speciali
cure
debbano
essere
rivolte
a
perfezionare
il
linguaggio
articolato
.
Benché
i
greci
avessero
trasmesso
a
Roma
l
'
arte
di
educare
il
linguaggio
,
tale
uso
non
venne
ripreso
dall
'
Umanesimo
,
che
curò
più
l
'
estetica
dell
'
ambiente
e
la
reviviscenza
di
opere
artistiche
,
anziché
il
perfezionamento
dell
'
uomo
.
Oggi
comincia
appena
a
introdursi
l
'
uso
di
correggere
,
con
metodi
pedagogici
,
i
difetti
gravi
del
linguaggio
,
come
la
balbuzie
;
ma
ancora
non
è
penetrata
nella
nostra
scuola
l
'
idea
della
ginnastica
del
linguaggio
tendente
al
suo
perfezionamento
,
come
metodo
universale
;
e
come
dettaglio
della
grande
opera
del
perfezionamento
estetico
dell
'
uomo
.
Alcuni
maestri
di
sordomuti
e
intelligenti
cultori
di
ortofonia
,
tentano
oggi
,
con
iscarso
successo
pratico
,
d
'
introdurre
nelle
scuole
elementari
la
correzione
delle
varie
forme
di
blesità
:
dietro
studi
statistici
,
che
dimostrarono
la
gran
diffusione
di
tali
difetti
negli
scolari
.
Gli
esercizî
consistono
essenzialmente
in
cure
di
silenzio
,
che
mettono
in
calma
e
procurano
il
riposo
agli
organi
del
linguaggio
;
e
in
ripetizioni
pazienti
dei
singoli
suoni
vocali
e
consonanti
:
a
tali
esercizi
si
unisce
ancora
la
ginnastica
respiratoria
.
Non
è
qui
il
luogo
di
descrivere
particolareggiatamente
le
modalità
di
tali
esercizî
,
che
sono
lunghi
e
pazientissimi
,
e
affatto
discordanti
con
gli
insegnamenti
della
scuola
.
Ma
nei
miei
metodi
rientrano
tutti
gli
esercizi
per
la
correzione
del
linguaggio
:
a
)
gli
esercizi
del
silenzio
,
che
preparano
le
vie
nervose
del
linguaggio
a
ricevere
perfettamente
nuovi
stimoli
;
b
)
i
tempi
delle
lezioni
,
che
consistono
prima
nella
pronuncia
spiccata
e
chiara
,
da
parte
dell
'
educatrice
,
di
poche
parole
(
e
specialmente
dei
nomi
che
vogliono
associarsi
all
'
idea
concreta
)
,
e
con
ciò
s
'
inviano
stimoli
uditivi
del
linguaggio
chiari
,
perfetti
;
stimoli
che
sono
ripetuti
dall
'
educatrice
,
allorché
il
bambino
ha
perce
pito
l
'
idea
dell
'
oggetto
che
la
parola
rappresenta
(
riconoscimento
dell
'
oggetto
)
,
all
'
enunciazione
del
nome
;
infine
nella
provocazione
del
linguaggio
articolato
da
parte
del
bambino
,
il
quale
deve
ripetere
quella
sola
parola
ad
alta
voce
e
pronunciandone
i
singoli
suoni
;
c
)
gli
esercizî
del
linguaggio
grafico
,
che
analizzano
i
suoni
della
parola
e
li
fanno
singolarmente
ripetere
in
più
modi
:
cioè
quando
il
bambino
impara
le
singole
lettere
dell
'
alfabeto
,
e
quando
compone
o
scrive
parole
,
ripetendone
i
suoni
,
che
singolarmente
traduce
nella
parola
composta
o
scritta
;
d
)
gli
esercizi
ginnastici
,
che
comprendono
,
come
vedemmo
,
così
gli
esercizi
respiratori
come
quelli
dell
'
articolazio
ne
(
pag
.
106
)
.
Io
credo
che
nelle
scuole
avvenire
scomparirà
il
concetto
che
sta
per
nascere
oggi
,
di
«
correggere
nelle
scuole
elementari
»
i
difetti
del
linguaggio
;
e
sarà
sostituito
dall
'
altro
più
razionale
,
di
evitarli
,
curando
lo
sviluppo
del
linguaggio
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
;
cioè
nell
'
età
stessa
in
cui
il
linguaggio
si
stabilisce
nei
fanciulli
.
INSEGNAMENTO
DELLA
NUMERAZIONE
E
AVVIAMENTO
ALL
'
ARITMETICA
Già
i
bambini
di
tre
anni
sanno
contare
fino
a
due
e
tre
,
quando
si
presentano
alla
scuola
.
Eppoi
apprendono
molto
facilmente
la
numerazione
,
che
consiste
nel
contare
gli
oggetti
.
Mille
mezzi
diversi
servono
all
'
uopo
e
la
vita
pratica
stessa
li
presenta
,
allorché
nel
linguaggio
comune
si
dice
:
«
al
grembiale
mancano
due
bottoni
»
-
-
«
occorrono
altri
tre
piatti
»
ecc
.
Uno
dei
primi
mezzi
che
io
pratico
per
la
numerazione
è
quello
della
moneta
:
mi
procuro
monete
nuove
-
-
e
se
potessi
,
ne
farei
fabbricare
moltissime
in
cartone
ricoperte
in
guisa
che
simulassero
il
rame
e
l
'
argento
-
-
e
riproducessero
in
tutto
:
dimensioni
e
istoriazioni
,
le
monete
in
uso
.
A
Londra
c
'
è
una
fabbricazione
di
simili
monete
,
che
si
adoperano
nelle
classi
aggiunte
pei
fanciulli
deficienti
.
Il
cambio
della
moneta
è
la
prima
forma
di
numerazione
abbastanza
attraente
,
per
richiamare
in
modo
vivo
l
'
attenzione
del
bambino
.
Presento
pezzi
da
uno
,
da
due
e
da
quattro
soldi
;
e
con
tal
mezzo
faccio
in
breve
apprendere
la
numerazione
fino
a
dieci
.
Nessun
insegnamento
è
più
pratico
,
che
quello
tendente
a
far
conoscere
le
monete
in
corso
;
e
nessun
esercizio
più
utile
,
che
quello
del
cambio
della
moneta
.
Inoltre
esso
ha
tali
rapporti
con
la
vita
pratica
,
che
interessa
in
sommo
grado
tutti
i
fanciulli
.
Dopo
aver
insegnato
in
modo
empirico
la
numerazione
,
passo
a
esercizî
metodici
,
avendo
come
materiale
didattico
uno
dei
sistemi
,
già
usato
nell
'
educazione
dei
sensi
-
-
cioè
la
serie
delle
dieci
aste
per
le
lunghezze
-
-
la
più
corta
delle
quali
corrisponde
a
un
decimetro
e
la
più
lunga
a
un
metro
,
mentre
le
aste
da
due
a
dieci
decimetri
so
no
suddivise
nei
decimetri
componenti
,
a
mezzo
di
due
colori
alternantisi
:
rosso
e
turchino
.
Un
giorno
che
i
bambini
hanno
collocato
le
aste
giustapponendole
in
ordine
di
lunghezza
,
si
fanno
contare
i
segni
rosso
e
turchino
,
cominciando
dal
pezzo
più
piccolo
,
cioè
:
uno
;
uno
e
due
;
uno
due
e
tre
;
ecc
.
sempre
ricominciando
dall
'
uno
per
ogni
pezzo
,
a
partire
dal
lato
A
.
In
seguito
si
fanno
nominare
le
singole
aste
dalla
più
corta
alla
più
lunga
,
secondo
il
numero
totale
di
pezzi
che
contiene
-
-
toccandone
col
dito
gli
estremi
dal
lato
B
,
che
vanno
crescendo
a
scala
-
-
e
ne
risulta
la
stessa
numerazione
del
pezzo
più
lungo
:
1
,
2
,
3
,
4
,
5
,
6
,
7
,
8
,
9
,
10
.
Volendo
poi
conoscere
la
quantità
delle
aste
,
si
contano
dal
lato
A
e
risulta
la
stessa
numerazione
:
1
,
2
,
3
,
4
,
5
,
6
,
7
,
8
,
9
,
10
.
Questa
corrispondenza
del
10
dai
tre
lati
,
si
fa
verificare
dal
bambino
,
che
ripete
più
volte
l
'
esercizio
anche
spontaneamente
,
poiché
lo
interessa
.
Oramai
agli
esercizî
sensoriali
di
riconoscimento
dei
pezzi
più
lunghi
,
più
corti
,
si
uniranno
quelli
della
nu
merazione
:
gettati
in
terra
,
o
mescolati
sopra
un
tavolo
i
pezzi
,
la
direttrice
ne
sceglie
uno
e
,
oltre
a
farlo
semplicemente
vedere
al
bambino
,
ne
fa
contare
i
segmenti
:
es
.
cinque
.
Quindi
chiede
al
bambino
:
dammi
quello
subito
più
lungo
;
il
bambino
sceglie
a
occhio
e
la
direttrice
fa
verificare
se
il
bambino
ha
indovinato
,
anziché
confrontando
le
lunghezze
,
contando
i
pezzi
.
Tali
esercizî
possono
ripetersi
a
lungo
;
ed
essi
attribuiscono
poi
un
nome
proprio
a
tutti
i
pezzi
della
scala
,
che
si
chiameranno
d
'
ora
innanzi
il
pezzo
da
uno
;
il
pezzo
da
due
;
il
pezzo
da
tre
;
il
pezzo
da
quattro
,
ecc
.
;
e
infine
,
per
brevità
di
linguaggio
,
finiranno
col
chiamarsi
maneggiandoli
:
l
'
uno
,
il
due
,
il
tre
,
il
quattro
,
ecc
.
I
numeri
nel
segno
grafico
che
li
rappresenta
A
questo
punto
,
se
il
bambino
sa
già
scrivere
,
si
presentano
le
cifre
sui
cartoncini
smerigliati
,
con
lo
stesso
metodo
con
cui
si
presentano
tutti
gli
oggetti
,
cioè
nei
tre
tempi
ben
noti
:
«
questo
è
uno
»
!
«
questo
è
due
»
!
«
dàmmi
uno
»
«
dàmmi
due
»
!
-
-
che
numero
è
questo
»
?
-
-
I
numeri
si
fanno
toccare
analogamente
alle
lettere
.
Esercizi
sui
numeri
:
associazione
del
segno
grafico
alla
quantità
Ho
fatto
costruire
due
casellarî
per
numeri
:
essi
consistono
in
una
tavoletta
orizzontale
divisa
in
cinque
parti
,
da
piccole
cornici
rilevate
-
-
ed
entro
ogni
cornice
possono
deporvisi
degli
oggetti
:
e
da
una
tavoletta
verticale
,
unita
ad
angolo
retto
alla
prima
,
pure
divisa
in
cinque
parti
da
linee
verticali
semplicemente
disegnate
-
-
;
dentro
ogni
spazio
sta
una
cifra
.
Nel
primo
casellario
le
cifre
sono
0
,
1
,
2
,
3
,
4;
e
nel
secondo
:
5
,
6
,
7
,
8
,
9
.
L
'
esercizio
è
ovvio
:
si
tratta
di
deporre
entro
il
quadro
del
piano
orizzontale
,
un
numero
di
oggetti
corrispondente
alla
cifra
disegnata
sul
piano
verticale
.
Si
dànno
al
bambino
piccoli
oggetti
diversi
per
rendere
vario
l
'
esercizio
:
io
uso
dei
piccoli
fusi
che
faccio
appositamente
fabbricare
;
i
cubetti
di
Froëbel
;
e
i
dischi
che
si
usano
nel
giuoco
della
dama
.
Posto
un
gruppo
di
tali
oggetti
accanto
al
bambino
,
egli
deve
collocarli
a
posto
;
cioè
mettere
per
es
.
un
disco
in
corrispondenza
dell'1;
due
dischi
in
corrispondenza
del
2
,
ecc
.
Quando
ha
creduto
di
finire
,
e
bene
,
chiama
la
direttrice
perché
verifichi
.
Le
lezioni
sullo
zero
Attendiamo
che
il
bambino
ci
domandi
segnando
la
casella
dello
zero
:
«
e
qui
cosa
bisogna
metterci
»
?
per
rispondere
:
«
nulla
;
zero
è
nulla
»
.
Ma
ciò
non
basta
-
-
occorre
far
sentire
che
cosa
è
il
nulla
.
-
-
Per
questo
usiamo
degli
esercizî
che
divertono
immensamente
i
bambini
.
Io
mi
metto
in
mezzo
a
loro
,
che
stanno
seduti
sulle
loro
seggioline
;
mi
rivolgo
ad
uno
che
ha
già
fatto
l
'
esercizio
dei
numeri
e
gli
dico
:
-
-
«
Vieni
,
caro
;
vieni
da
me
zero
volte
,
»
.
Il
bambino
quasi
sempre
corre
da
me
e
poi
torna
al
posto
:
«
Ma
,
figlio
mio
,
tu
sei
venuto
una
volta
e
io
ti
avevo
detto
zero
volte
»
.
Comincia
la
meraviglia
:
«
ma
allora
cosa
dovevo
fare
»
?
-
-
«
Nulla
;
zero
è
nulla
»
.
«
Ma
come
si
fa
a
far
nulla
»
?
-
-
«
Non
si
fa
.
-
-
Tu
dovevi
star
fermo
;
non
dovevi
muoverti
;
non
dovevi
venire
nessuna
volta
;
zero
volte
,
niente
volte
»
.
Ripetiamo
l
'
esercizio
:
«
Tu
,
caro
,
con
le
tue
ditine
mandami
zero
baci
»
;
il
bimbo
freme
,
ride
e
sta
fermo
.
«
Hai
capito
»
?
ripeto
io
con
voce
d
'
invito
quasi
appassionata
:
«
mandami
zero
baci
!
zero
baci
!
»
Fermo
.
Risa
generali
.
Io
faccio
la
voce
grossa
come
adirandomi
delle
loro
risa
e
chiamo
uno
severamente
,
minacciosamen
te
:
«
Tu
,
qui
zero
volte
!
dico
...
qui
subito
zero
volte
;
capisci
?
dico
a
te
:
vieni
qui
zero
volte
»
!
Non
si
muove
.
Le
risa
si
fanno
più
clamorose
,
eccitate
anche
dal
mutamento
del
mio
contegno
,
prima
di
preghiera
,
poi
di
minaccia
.
«
Ma
insomma
»
gemo
con
voce
dolente
,
piangente
:
«
perché
non
mi
baciate
,
perché
non
venite
»
?
e
tutti
gridano
ad
alta
voce
mentre
gli
occhi
brillano
,
quasi
lacrimando
di
gioia
e
di
risa
:
«
zero
è
nulla
!
zero
è
niente
»
!
-
-
«
Ah
sì
»
?
faccio
io
sorridendo
pacificamente
:
«
ebbene
allora
venite
tutti
qui
da
me
una
volta
»
!
Essi
mi
si
precipitano
intorno
.
Quando
poi
si
tratterà
di
scrivere
i
numeri
,
allo
zero
diremo
:
«
zero
sembra
un
O
:
è
0»
?
-
-
«
no
,
non
è
O
,
zero
è
niente
»
.
Esercizî
sulla
memoria
dei
numeri
Quando
i
bambini
riconoscono
le
cifre
scritte
,
ed
è
per
essi
noto
il
loro
significato
numerico
,
faccio
fare
il
seguente
esercizio
.
Ho
varî
cartellini
di
carta
(
spesso
usufruisco
per
ciò
dei
bigliettini
dei
calendari
a
blocco
-
-
tagliando
via
i
pezzi
superiori
e
inferiori
ove
sono
stampate
le
parole
-
-
e
scelgo
possibilmente
numeri
rossi
)
che
portano
stampata
(
o
anche
scritta
a
mano
)
una
cifra
-
-
da
0
a
9
.
Piego
i
bigliettini
,
li
metto
in
uno
scatola
e
«
apro
la
pesca
»
.
Il
bambino
estrae
un
biglietto
,
se
lo
porta
al
posto
,
lo
guarda
nascostamente
lo
ripiega
conservando
il
segreto
.
Poi
ad
uno
ad
uno
,
od
anche
a
gruppi
,
i
bambini
possessori
del
biglietto
(
sono
,
naturalmente
,
i
più
grandi
;
quelli
cioè
che
conoscono
le
cifre
)
vengono
vicino
al
tavolino
grande
della
direttrice
,
ove
sono
raccolti
mucchi
di
oggetti
:
o
cubetti
,
o
mattoncini
di
Froëbel
,
o
le
mie
tavolette
per
gli
esercizî
del
senso
barico
:
e
ciascuno
prende
quella
quantità
di
oggetti
che
corrisponde
al
numero
estratto
.
Il
numero
è
rimasto
al
posto
di
ciascun
bambino
:
cartellino
misteriosamente
ripiegato
.
Il
bambino
deve
dunque
ricordare
il
suo
numero
non
solo
durante
i
movimenti
che
fa
tra
i
compagni
,
per
venire
al
tavolo
grande
;
ma
anche
mentre
raccoglie
i
suoi
pezzi
,
contandoli
a
uno
a
uno
.
La
direttrice
può
fare
interessanti
osservazioni
individuali
sulla
memoria
dei
numeri
.
Quando
il
bambino
ha
raccolto
i
suoi
pezzi
,
li
dispone
sul
banco
al
suo
posto
,
in
file
di
due
;
e
se
il
numero
è
dispari
,
pone
in
fondo
,
al
di
sotto
e
in
mezzo
tra
i
due
ultimi
,
il
pezzo
dispari
.
La
disposizione
quindi
dei
nove
numeri
è
la
seguente
:
rappresentata
dalle
crocette
:
al
posto
indicato
col
piccolo
cerchio
,
il
bambino
deve
porre
il
cartellino
piegato
.
Ciò
fatto
,
il
fanciullo
attende
la
verifica
:
la
direttrice
va
,
apre
i
cartellini
,
legge
e
manda
esclamazioni
di
contentezza
e
di
lodi
,
quando
constata
che
non
esistono
errori
.
In
principio
del
giuoco
accade
spesso
che
i
bambini
prendono
più
oggetti
di
quelli
che
sarebbero
necessarî
per
corrispondere
al
numero
:
e
ciò
non
già
perché
non
ricordino
la
cifra
,
ma
per
la
smania
di
avere
più
oggetti
.
Piccola
truffa
istintiva
,
che
è
propria
degli
uomini
primitivi
e
incolti
.
La
direttrice
cerca
di
spiegare
ai
bambini
,
che
è
inutile
aver
tanta
roba
sul
tavolino
-
-
e
il
bello
unico
del
gioco
,
consiste
invece
nell
'
indovinare
la
quantità
precisa
degli
oggetti
.
A
poco
a
poco
essi
entrano
in
quest
'
idea
,
ma
non
tanto
facilmente
quanto
si
crederebbe
.
È
un
vero
sforzo
della
volontà
inibitrice
,
quello
che
contiene
il
bambino
nei
limiti
dovuti
,
e
gli
fa
prendere
per
es
.
due
soli
degli
oggetti
che
sono
lì
accumulati
a
sua
disposizione
;
mentre
vede
altri
compagni
che
ne
prendono
di
più
.
Io
perciò
considero
questo
giuoco
-
-
più
un
esercizio
della
volontà
-
-
che
un
esercizio
di
numerazione
.
Il
bambino
poi
che
ha
lo
zero
,
non
si
muove
dal
posto
,
vedendo
tutti
gli
altri
compagni
possessori
del
cartellino
,
alzarsi
,
muoversi
,
prendere
liberamente
oggetti
da
quel
mucchio
lontano
,
che
gli
è
inaccessibile
.
Molte
volte
lo
zero
capita
a
un
bambino
che
sa
contare
facilmente
e
che
proverebbe
gran
piacere
ad
accumulare
un
bei
gruppo
di
oggetti
,
a
disporli
nell
'
ordine
dovuto
sul
tavolino
,
e
ad
attendere
con
orgogliosa
sicurezza
la
verifica
.
È
interessantissimo
studiare
l
'
espressione
del
viso
dei
possessori
dello
zero
:
le
differenze
individuali
che
ne
risultano
,
sono
quasi
una
rivelazione
del
«
carattere
»
di
ciascuno
.
Alcuni
restano
impassibili
,
con
un
fare
orgoglioso
,
che
tende
a
nascondere
l
'
interna
pena
della
disillusione
;
altri
manifestano
con
gesti
momentanei
,
l
'
impressione
del
disappunto
;
alcuni
non
possono
nascondere
il
sorriso
che
nasce
dal
sentimento
di
una
situazione
singolare
,
la
quale
desterà
negli
altri
curiosità
;
alcuni
poi
seguono
tutti
i
movimenti
dei
compagni
,
fino
alla
fine
dell
'
esercizio
,
con
evidente
espressione
mimica
di
desiderio
,
quasi
d
'
invidia
;
altri
infine
manifestano
una
sùbita
rassegnazione
.
Così
è
pure
interessante
la
loro
espressione
nel
confessare
lo
zero
,
quando
si
chiede
,
durante
la
verifica
:
«
e
tu
,
non
hai
preso
nulla
»
?
-
-
«
Ho
lo
zero
»
-
-
«
è
zero
»
-
-
«
avevo
zero
»
.
Queste
sono
le
risposte
uniformi
del
linguaggio
parlato
,
ma
la
mimica
espressiva
,
il
tono
della
voce
,
esprimono
sentimenti
ben
diversi
.
Rari
sono
quelli
che
con
fare
ardito
,
sembrano
concedere
la
spiegazione
a
un
fatto
straordinario
:
i
più
sono
crucciati
,
o
rassegnati
.
Bisogna
perciò
dare
delle
lezioni
sul
contegno
:
-
-
«
badate
,
è
difficile
tenere
il
segreto
dello
zero
-
-
lo
zero
sfug
ge
dal
naso
:
fate
i
disinvolti
,
non
lasciate
capire
che
non
avete
nulla
»
.
Infatti
dopo
qualche
tempo
,
l
'
orgoglio
della
dignità
ha
il
sopravvento
e
i
piccini
si
abituano
a
ricevere
lo
zero
e
i
numeri
piccoli
,
con
disinvoltura
,
contenti
di
non
manifestare
più
i
piccoli
sentimenti
dei
quali
prima
erano
schiavi
.
Addizione
e
sottrazione
dall
'
uno
al
venti
.
-
-
Moltiplicazione
e
divisione
Il
materiale
didattico
che
uso
per
insegnare
le
prime
operazioni
aritmetiche
è
il
medesimo
già
adoperato
per
la
numerazione
,
cioè
le
aste
graduate
delle
lunghezze
,
le
quali
già
contengono
la
prima
idea
del
sistema
decimale
.
Le
aste
,
come
si
disse
,
vengono
chiamate
a
nome
col
numero
che
rappresentano
:
uno
,
due
,
tre
ecc
.
Esse
si
dispongono
in
ordine
di
lunghezza
,
ossia
in
ordine
di
numerazione
.
Il
primo
esercizio
consiste
nel
cercare
di
raggruppare
i
pezzi
più
corti
del
dieci
,
in
modo
da
formare
il
dieci
:
il
più
semplice
mezzo
a
raggiungere
l
'
intento
è
quello
di
prendere
successivamente
le
aste
più
corte
,
dall
'
uno
in
su
,
e
deporle
in
cima
ad
aste
successivamente
più
lunghe
dal
nove
in
giù
.
Questo
lavoro
si
può
guidare
con
ordini
:
prendi
uno
e
aggiungilo
a
nove
;
prendi
due
e
aggiungilo
a
otto
;
prendi
tre
e
aggiungilo
a
sette
;
prendi
quattro
e
aggiungilo
a
sei
.
Ecco
formate
quattro
aste
tutte
eguali
a
dieci
.
Rimane
il
cinque
che
è
solo
:
ma
capovolgiamolo
nel
senso
della
lunghezza
;
esso
passa
da
un
estremo
all
'
altro
del
dieci
:
misuriamo
e
vedremo
che
il
dieci
risulta
da
due
volte
cinque
.
Tale
esercizio
va
ripetuto
più
volte
,
e
a
poco
a
poco
s
'
insegna
al
bambino
un
linguaggio
più
tecnico
:
Nove
più
uno
eguale
a
dieci
;
otto
più
due
eguale
a
dieci
;
sette
più
tre
eguale
a
dieci
;
sei
più
quattro
eguale
a
dieci
;
e
in
ultimo
,
cinque
per
due
eguale
a
dieci
.
Infine
esso
si
fa
scrivere
insegnando
i
segni
che
significano
più
,
eguale
e
per
.
Ecco
che
cosa
ne
risulta
e
ciò
che
si
legge
sui
quaderni
nitidi
dei
nostri
piccini
:
Quando
tutto
questo
,
è
bene
imparato
e
fissato
su
carta
con
gran
compiacimento
dei
bambini
,
si
richiama
la
loro
attenzione
sul
lavoro
necessario
a
compiersi
quando
vengono
rimessi
a
posto
tutti
i
pezzi
,
dapprima
raggruppati
per
dieci
:
si
toglie
dall
'
ultimo
pezzo
di
dieci
il
quattro
e
resta
solo
il
sei
;
si
toglie
dall
'
altro
dieci
il
tre
e
resta
il
sette
;
dall
'
altro
il
due
e
resta
l
'
otto
;
dall
'
altro
ancora
l
'
uno
e
resta
il
nove
.
Parliamo
con
più
proprietà
:
dieci
meno
quattro
eguale
a
sei
;
dieci
meno
tre
eguale
a
sette
;
dieci
meno
due
eguale
a
otto
;
dieci
meno
uno
eguale
a
nove
.
In
quanto
al
rimanente
cinque
,
esso
è
la
metà
di
dieci
,
e
si
avrebbe
tagliando
in
due
parti
eguali
il
pezzo
lungo
,
cioè
dividendo
il
dieci
per
due
:
dieci
diviso
due
eguale
a
cinque
.
Donde
la
scrittura
:
Una
volta
giunti
a
rendere
i
bambini
padroni
di
questi
esercizi
,
essi
si
moltiplicano
,
anche
per
opera
spontanea
degli
stessi
bambini
.
-
-
Possiamo
formare
due
pezzi
di
tre
?
mettiamo
l
'
uno
sul
due
,
e
poi
scriviamo
per
ricordare
l
'
esercizio
compiuto
:
2
+
1
=
3
.
Si
possono
fare
due
quattro
?
3
+
l
=
4;
e
4
3
=
1;
4
1
=
3
.
Il
pezzo
da
due
rispetto
al
quattro
si
comporta
come
il
cinque
rispetto
al
dieci
-
-
cioè
capovolto
va
da
un
capo
all
'
altro
-
-
ci
entra
due
volte
giuste
:
4
:
2
=
2;
2
×
2
=
4
.
Un
problema
:
cerchiamo
con
quanti
pezzi
si
può
fare
lo
stesso
giuoco
:
lo
fa
il
3
col
6;
e
il
4
con
l'8
,
cioè
:
A
questo
punto
aiutano
i
cubetti
nel
giuoco
della
memoria
dei
numeri
:
dalla
loro
disposizione
si
vede
a
colpo
d
'
occhio
quali
sono
i
numeri
che
si
possono
dividere
per
due
:
tutti
quelli
che
non
hanno
un
cubetto
in
fondo
.
Sono
numeri
pari
,
perché
possono
disporsi
a
paia
cioè
a
due
per
due
;
e
la
divisione
in
due
è
facilissima
,
perché
basta
separare
le
due
file
di
cubetti
che
stanno
uno
sotto
l
'
altro
.
Contando
i
cubetti
di
ciascuna
fila
si
ha
il
quoziente
.
Per
ricomporre
poi
il
numero
primitivo
,
basta
riavvicinare
le
due
file
:
per
es
.
2
×
3
=
6
.
Tutto
ciò
non
è
difficile
pei
bambini
di
cinque
anni
.
Anzi
ben
presto
si
fanno
monotone
le
ripetizioni
.
-
-
Chi
mai
può
impedirci
di
cambiare
gli
esercizi
?
Prendiamo
il
sistema
delle
dieci
lunghezze
,
e
invece
di
mettere
l
'
uno
sul
nove
poniamolo
sul
dieci
;
e
il
due
sul
nove
invece
che
sull
'
otto
;
e
il
tre
sull
'
otto
invece
che
sul
sette
.
Si
può
anche
porre
il
due
sul
dieci
,
il
tre
sul
nove
,
e
il
quattro
sull
'
otto
.
In
tali
casi
risultano
lunghezze
maggiori
del
dieci
,
che
occorre
imparare
a
nominare
:
undici
,
dodici
,
tredici
ecc
.
fino
al
venti
.
E
anche
i
cubetti
,
perché
dovranno
prendersi
nei
giuochi
solo
fino
a
nove
cioè
così
pochi
?
Le
operazioni
apprese
sul
dieci
,
si
continuano
al
venti
senza
alcuna
difficoltà
.
L
'
unica
difficoltà
è
quella
dei
numeri
decimali
,
sui
quali
occorrono
alcune
lezioni
.
Lezioni
sui
numeri
decimali
.
Calcoli
aritmetici
al
di
là
del
dieci
Il
materiale
didattico
necessario
consiste
in
vari
cartellini
quadrati
,
sui
quali
è
stampato
il
10
in
cifre
alte
cinque
o
sei
centimetri
e
in
altri
rettangolari
,
uguali
a
metà
del
quadrato
,
e
contenenti
i
singoli
numeri
da
1
a
9
.
Si
pongano
in
fila
i
numeri
semplici
:
1
,
2
,
3
,
4
,
5
,
6
,
7
,
8
,
9
.
Poi
non
essendoci
più
numeri
,
conviene
cominciare
da
capo
-
-
e
riprendere
l'1
.
Questo
1
somiglia
al
pezzo
che
nel
sistema
delle
lunghezze
sporge
dal
nove
,
nell
'
asta
del
dieci
:
contando
lungo
la
scala
fino
a
nove
,
pur
non
essendoci
più
cifre
,
resta
ancora
quell
'
ultimo
tratto
che
ricomincieremo
a
segnare
con
1
-
-
ma
è
un
uno
spostato
più
in
alto
e
per
distinguerlo
dall
'
altro
,
ci
metteremo
vicino
un
segno
che
non
vale
nulla
:
lo
zero
.
Ecco
il
10
.
-
-
Coprendo
lo
zero
coi
numeri
distaccati
rettangolari
,
nell
'
ordine
della
loro
successione
,
ecco
formato
:
11
,
12
,
13
,
14
,
15
,
16
,
17
,
18
,
19
.
Tali
numeri
si
compongono
con
le
aste
,
mettendo
successivamente
sul
pezzo
da
dieci
quello
di
uno
;
e
poi
invece
quello
di
due
;
e
poi
sostituendolo
con
quello
di
tre
ecc
.
fino
ad
aggiungere
il
pezzo
di
nove
su
quello
di
dieci
e
così
facendo
si
ottiene
un
bastone
lunghissimo
contando
i
segmenti
successivi
bleu
e
rosso
,
si
arriva
a
diciannove
.
La
direttrice
può
quindi
dirigere
i
movimenti
del
sistema
di
lunghezza
,
mostrando
i
cartellini
del
dieci
e
della
cifra
sovrapposta
allo
zero
-
-
p
.
es
.
16
:
il
bambino
ag
giunge
al
pezzo
di
dieci
quello
di
sei
.
La
direttrice
toglie
dal
cartellino
del
10
il
6
e
sovrappone
allo
zero
il
rettangolo
che
porta
p
.
es
.
il
numero
otto
:
18;
e
il
bambino
toglie
l
'
asta
del
sei
e
vi
pone
quella
dell'8
.
Ognuno
di
tali
esercizî
si
può
poi
trascrivere
,
p
.
es
.
10
+
6
=
16;
10
+
8
=
18
ecc
.
Analogamente
si
procederebbe
per
le
sottrazioni
.
Quando
il
numero
in
se
stesso
comincia
ad
avere
un
chiaro
significato
pel
bambino
,
le
combinazioni
si
fanno
sui
soli
cartellini
-
-
disponendo
variamente
i
rettangoli
che
portano
le
nove
cifre
sulle
due
file
di
numeri
,
che
sono
disegnate
sopra
lunghi
cartoni
,
come
nelle
figure
A
e
B
.
Nel
cartone
A
si
sovrappone
allo
zero
del
secondo
10
il
rettangolo
con
1;
e
sotto
,
quello
con
2
ecc
.
:
e
mentre
nella
fila
a
sinistra
rimane
l'1
della
decina
,
in
quella
di
destra
si
seguono
tutte
le
cifre
dallo
zero
al
nove
,
cioè
:
Nel
cartone
B
le
applicazioni
sono
più
complesse
:
i
cartellini
delle
cifre
vengono
successivamente
sovrapposti
e
sostituiti
in
ordine
di
progressione
numerica
a
ciascuna
decina
.
Dopo
il
nove
,
è
necessario
passare
alla
decina
successiva
,
e
così
si
procede
fino
alla
fine
,
che
è
data
dal
100
.
Quasi
tutti
i
nostri
bambini
contano
fino
al
100
-
-
numero
che
fu
dato
loro
,
in
omaggio
alla
curiosità
dimostrata
per
conoscerlo
.
Non
credo
che
tale
insegnamento
meriti
ulteriori
illustrazioni
.
Ogni
maestro
potrà
moltiplicare
praticamente
esercizi
pratici
sulle
operazioni
aritmetiche
,
usando
oggetti
che
i
bambini
possono
accumulare
o
dividere
tra
compagni
.
Nell
'
applicazione
pratica
del
metodo
,
occorre
conoscere
quali
sono
le
serie
di
esercizi
che
debbono
presentarsi
al
bambino
successivamente
.
Nell
'
esposizione
del
libro
è
bensì
indicata
una
progressione
per
ogni
esercizio
:
ma
nelle
Case
dei
Bambini
si
cominciano
contemporaneamente
i
più
svariati
esercizi
;
e
avviene
che
esistono
gradi
nella
presentazione
del
materiale
nel
suo
insieme
,
i
quali
si
sono
già
ben
definiti
nell
'
esperienza
fatta
dopo
la
prima
edizione
italiana
del
libro
.
ORDINE
E
GRADI
NELLA
PRESENTAZIONE
DEL
MATERIALE
E
NEGLI
ESERCIZI
Appena
i
bambini
vengono
a
scuola
possono
fare
i
seguenti
esercizi
:
Primo
grado
:
Muovere
le
sedie
,
in
silenzio
(
vita
pratica
)
.
Le
allacciature
.
Gli
incastri
solidi
(
esercizi
sensoriali
)
.
Tra
questi
,
l
'
esercizio
più
utile
è
quello
degli
incastri
solidi
:
il
bambino
comincia
a
fissare
l
'
attenzione
;
fa
le
prime
comparazioni
,
le
prime
scelte
dietro
un
giudizio
;
quindi
esercita
l
'
intelligenza
(
vedi
libro
)
.
Tra
gli
esercizî
degli
incastri
solidi
c
'
è
la
seguente
progressione
dal
facile
al
difficile
:
a
)
incastri
della
stessa
altezza
e
di
diametro
decrescente
;
b
)
incastri
decrescenti
in
tutte
le
dimensioni
;
c
)
incastri
decrescenti
solo
nell
'
altezza
.
Secondo
grado
:
Vita
pratica
.
-
-
Alzarsi
e
sedersi
in
silenzio
;
camminare
sul
filo
.
Esercizi
sensoriali
.
-
-
Materiale
delle
dimensioni
:
lunghezze
,
prismi
,
cubi
.
Qui
il
bambino
fa
esercizi
di
riconoscimento
delle
dimensioni
,
come
negli
incastri
solidi
;
ma
sotto
un
aspetto
tutto
diverso
.
Gli
oggetti
sono
molto
più
grandi
,
le
differenze
molto
più
evidenti
che
nel
precedente
esercizio
:
ma
qui
solo
l
'
occhio
del
bambino
riconosce
le
differenze
e
controlla
l
'
errore
.
Invece
nel
precedente
esercizio
l
'
errore
era
meccanicamente
rivelato
dalla
materialità
dell
'
oggetto
didattico
(
impossibilità
d
'
infilare
gli
oggetti
se
non
nel
relativo
spazio
)
.
Infine
,
mentre
nel
precedente
esercizio
il
bambino
compieva
movimenti
più
semplici
e
facili
(
stando
seduto
,
spostava
piccoli
oggetti
con
la
mano
)
,
qui
compie
movimenti
assai
più
complessi
e
difficili
;
e
compie
piccoli
sforzi
muscolari
(
si
muove
dal
tappeto
al
tavolo
,
si
alza
si
china
,
trasporta
oggetti
pesanti
)
.
Si
noterà
che
il
bambino
continua
a
confondere
tra
loro
i
due
pezzi
maggiori
nella
scala
crescente
,
rimanendo
a
lungo
inavvertito
tale
errore
quando
sa
già
disporre
in
ordine
gli
altri
pezzi
delle
scale
.
Infatti
la
differenza
tra
i
pezzi
essendo
nella
dimensione
variante
uguale
per
tutti
la
differenza
relativa
diminuisce
col
crescere
dei
pezzi
stessi
:
così
p
.
es
.
,
il
cubetto
che
ha
due
cm
.
di
spigolo
,
ha
uno
spigolo
doppio
di
quello
del
cubetto
di
un
cm
.
;
mentre
il
massimo
cubo
avente
dieci
cm
.
di
spigolo
,
differisce
appena
di
1/10
dallo
spigolo
del
precedente
cubo
di
nove
centimetri
.
Così
tali
esercizi
dovrebbero
teoricamente
cominciarsi
dal
pezzo
minore
:
ciò
infatti
può
farsi
col
materiale
delle
grossezze
e
delle
lunghezze
.
Ma
non
con
quello
dei
cubi
,
che
devono
disporsi
«
a
torretta
»
costruendo
la
colonna
sulla
base
del
maggior
cubo
(
v
.
libro
)
.
Invece
i
bambini
sono
attratti
innanzi
tutto
dalla
«
torretta
»
.
Così
avviene
di
vedere
i
piccoli
bambini
felici
di
aver
costruito
la
torretta
,
che
posa
sul
penultimo
pezzo
(
errore
inavvertito
)
.
Ma
quando
il
bambino
,
ripetendo
l
'
esercizio
,
si
correggerà
da
sé
in
modo
permanente
,
saremo
sicuri
che
il
suo
occhio
si
è
educato
a
percepire
anche
la
minima
differenza
tra
i
pezzi
.
Nei
tre
sistemi
delle
dimensioni
,
quello
delle
lunghezze
ha
i
pezzi
che
differiscono
di
10
cm
.
nella
dimensione
variante
,
a
differenza
degli
altri
due
sistemi
che
differiscono
invece
di
1
centimetro
.
Sembrerebbe
teoricamente
che
il
sistema
delle
lunghezzefosse
il
primo
ad
attrarre
l
'
attenzione
e
ad
escludere
gli
errori
.
Invece
non
è
così
:
i
bambini
sono
bensì
attratti
dal
sistema
,
ma
commettono
il
massimo
numero
di
errori
;
e
solo
molto
tempo
dopo
aver
eliminato
ogni
errore
negli
esercizi
con
gli
altri
due
sistemi
,
riescono
a
ordinare
la
serie
delle
lunghezze
.
Questa
,
dunque
,
è
da
considerarsi
come
la
più
difficile
tra
le
serie
dimensionali
.
Giunto
a
questo
punto
di
educazione
il
bambino
è
capace
di
fissare
l
'
attenzione
(
d
'
interessarsi
)
agli
stimoli
termici
e
tattili
.
La
progressione
nella
pratica
dello
sviluppo
sensoriale
non
è
dunque
identica
alla
progressione
teorica
che
la
psicometria
indica
nello
studio
dei
soggetti
né
segue
la
progressione
che
la
fisiologia
e
l
'
anatomia
indicano
nella
descrizione
della
complicazione
degli
organi
sensoriali
.
Infatti
il
«
senso
tattile
»
è
il
primitivo
;
l
'
organo
del
tatto
,
il
più
semplice
e
diffuso
.
Ma
è
facile
spiegare
come
le
sensazioni
più
semplici
,
gli
organi
meno
complessi
,
non
siano
i
primi
a
richiamare
sopra
di
sé
l
'
attenzione
,
in
una
presentazione
didattica
di
stimoli
sensoriali
.
Così
,
quando
già
l
'
educazione
dell
'
attenzione
è
stata
iniziata
,
si
possono
presentare
al
bambino
le
superfici
liscie
e
ruvide
,
dopo
alcuni
esercizi
termici
.
(
V
.
libro
)
.
Questi
esercizi
,
se
presentati
a
tempo
,
interessano
molto
il
bambino
;
si
ricordi
che
essi
hanno
nel
metodo
la
massima
importanza
,
perché
su
di
essi
,
in
unione
a
esercizi
di
movimento
della
mano
,
che
si
inizieranno
più
tardi
,
si
fonda
l
'
apprendimento
della
scrittura
.
Insieme
alle
due
suddette
serie
di
esercizi
sensoriali
,
si
può
cominciare
ciò
che
noi
chiamiamo
«
l
'
appaiamento
dei
colori
»
,
cioè
il
riconoscimento
di
identità
di
due
colori
(
primo
esercizio
del
senso
cromatico
)
.
Anche
qui
è
solo
l
'
occhio
del
bambino
,
che
interviene
nel
giudizio
,
come
per
le
dimensioni
:
l
'
esercizio
è
facile
,
ma
occorre
già
un
certo
grado
di
precedente
educazione
dell
'
attenzione
perché
sia
ripetuto
con
interesse
.
Intanto
i
bambini
hanno
sentito
suonare
la
musica
;
hanno
camminato
sul
filo
mentre
suona
una
marcia
ritmica
,
che
i
bambini
a
poco
a
poco
accompagneranno
spontaneamente
col
movimento
,
se
si
suonerà
sempre
con
la
stessa
musica
,
e
si
ripeterà
sempre
il
medesimo
esercizio
.
(
Per
acquistare
il
senso
del
ritmo
occorre
la
ripetizione
dello
stesso
esercizio
,
come
in
tutte
le
forme
di
educazione
delle
attività
spontanee
)
.
Si
sono
pure
ripetuti
gli
esercizi
sul
silenzio
.
Terzo
grado
:
Vita
pratica
.
-
-
I
bambini
si
lavano
,
si
spogliano
e
si
vestono
,
spolverano
i
tavolini
,
maneggiano
le
posate
,
ecc
.
Esercizi
sensoriali
:
S
'
iniziano
i
bambini
al
riconoscimento
delle
gradazioni
degli
stimoli
(
gradazioni
tattili
,
cromatiche
)
,
lasciando
che
il
bambino
si
eserciti
liberamente
.
Cominciano
a
presentarsi
stimoli
uditivi
(
i
rumori
)
.
Contemporaneamente
alle
gradazioni
si
possono
presentare
gl
'
incastri
piani
;
qui
comincia
l
'
educazione
del
movimento
della
mano
,
nel
seguire
i
contorni
dell
'
incastro
:
esercizio
che
insieme
all
'
altro
contemporaneo
del
riconoscimento
«
di
stimoli
tattili
in
gradazione
»
,
prepara
la
scrittura
.
Le
serie
dei
cartoncini
,
si
danno
dopo
che
il
bambino
riconosce
bene
le
forme
agl
'
incastri
piani
:
esse
servono
a
preparare
l
'
astrazione
del
segno
,
il
riconoscimento
di
forme
delineate
;
e
,
dopo
tutti
i
precedenti
esercizi
che
hanno
già
formato
nel
bambino
una
personalità
ordinata
e
intelligente
,
essi
possono
essere
considerati
il
ponte
di
passaggio
tra
gli
esercizi
sensoriali
,
e
la
scrittura
:
tra
la
preparazione
e
l
'
ingresso
nella
istruzione
.
Quarto
grado
:
Esercizi
di
vita
pratica
.
-
-
I
bambini
apparecchiano
,
sparecchiano
la
tavola
,
ordinano
una
stanza
;
sanno
le
cure
più
minuziose
della
toilette
(
lavarsi
i
denti
,
le
unghie
,
ecc
.
)
.
Hanno
ordinato
la
deambulazione
negli
esercizi
ritmici
sul
filo
.
Sanno
contenere
e
dirigere
i
propri
movimenti
(
fare
il
silenzio
;
spostare
oggetti
senza
romperli
,
senza
far
rumore
)
.
Esercizi
sensoriali
.
-
-
Si
ripetono
tutti
gli
esercizi
sensoriali
.
Più
il
riconoscimento
delle
note
musicali
con
le
campane
in
doppia
serie
(
vedi
libro
)
.
Esercizi
della
scrittura
.
-
-
Disegno
.
-
-
Il
bambino
passa
agli
incastri
piani
di
ferro
.
Già
si
sono
coordinati
i
movimenti
necessari
a
seguire
i
contorni
:
il
bambino
ora
li
segue
non
più
col
dito
,
ma
con
una
matita
:
lasciando
il
doppio
segno
sopra
un
foglio
di
carta
(
vedi
libro
)
.
Poi
riempie
a
pieno
le
figure
con
lapis
colorati
(
tenuti
come
la
penna
da
scrivere
)
.
Contemporaneamente
il
bambino
è
iniziato
a
riconoscere
e
toccare
qualche
lettera
d
'
alfabeto
di
carta
smerigliata
,
secondo
l
'
ordine
descritto
nel
metodo
.
Aritmetica
.
-
-
A
questo
punto
,
ripetendosi
gli
esercizi
sensoriali
,
si
presentano
le
lunghezze
con
uno
scopo
diverso
da
quello
fin
qui
usato
:
cioè
si
fanno
contare
nei
diversi
pezzi
i
segni
bleu
e
rossi
,
cominciando
dal
pezzo
di
uno
,
fino
a
quello
di
dieci
.
Tali
esercizi
si
continuano
e
si
complicano
:
a
)
nel
disegno
:
passando
da
contorni
di
incastri
piani
,
a
figure
delineate
,
che
la
pratica
di
quattro
anni
ci
ha
fatto
stabilire
,
e
che
saranno
pubblicate
come
modelli
di
disegno
.
Esse
hanno
un
contenuto
educativo
importante
:
e
rappresentano
uno
dei
dettagli
del
metodo
meglio
studiati
nel
contenuto
e
nella
gradazione
.
Esse
fanno
continuare
l
'
educazione
sensoriale
,
iniziano
all
'
osservazione
dell
'
ambiente
,
includono
una
cultura
;
e
,
per
quanto
riguarda
la
«
scrittura
»
preparano
i
movimenti
alti
e
bassi
,
contemporaneamente
;
così
che
sarà
poi
indifferente
per
il
bambino
scrivere
secondo
una
scrittura
alta
o
bassa
:
riescono
perciò
inutili
le
gradazioni
delle
rigature
dei
quaderni
nelle
varie
classi
elementari
,
come
si
usano
in
Italia
;
b
)
nell
'
apprendimento
del
linguaggio
grafico
;
fino
alla
conoscenza
delle
lettere
dell
'
alfabeto
,
e
alla
composizione
con
gli
alfabetari
mobili
;
c
)
aritmetica
,
fino
alla
conoscenza
delle
cifre
:
i
bambini
pongono
le
cifre
corrispondenti
al
numero
dei
segni
bleu
e
rossi
,
sui
singoli
pezzi
delle
lunghezze
;
fanno
gli
esercizi
coi
fuselli
(
vedi
libro
)
;
fanno
esercizi
ponendo
sul
tavolino
,
sotto
le
cifre
,
un
numero
corrispondente
di
marche
da
giuoco
variamente
colorate
,
e
disposte
a
colonna
di
due
(
pari
e
dispari
secondo
Sèguin
)
.
Quinto
grado
:
Continuano
i
precedenti
esercizi
.
-
-
Cominciano
gli
esercizi
ritmici
.
Cominciano
nel
disegno
:
a
)
gli
acquarelli
(
disegni
della
nostra
serie
)
;
b
)
contorno
libero
dalla
natura
(
fiori
,
ecc
.
)
.
Composizione
di
parole
e
di
frasi
con
l
'
alfabetario
mobile
.
Scrittura
,
lettura
.
Operazioni
aritmetiche
,
che
s
'
iniziano
con
la
serie
delle
lunghezze
.
I
bambini
a
questo
grado
presentano
interessanti
varietà
di
sviluppo
;
essi
corrono
verso
l
'
istruzione
,
e
si
ordinano
nella
coscienza
:
è
questo
lo
spettacolo
che
l
'
umanità
crescente
nello
spirito
secondo
le
sue
leggi
,
ci
fa
godere
:
e
solo
chi
esperimenta
,
può
dire
quanto
grandioso
sia
il
raccolto
di
così
arida
semina
.
LA
DISCIPLINA
NELLE
CASE
DEI
BAMBINI
Analizziamo
la
disciplina
ottenuta
col
nostro
metodo
che
si
fonda
sulla
libertà
.
L
'
esperienza
accumulatasi
dalla
prima
edizione
del
libro
italiano
ad
oggi
ci
ha
ripetutamente
confermati
su
ciò
:
che
nelle
nostre
classi
di
piccoli
bambini
numerose
fino
a
quaranta
e
anche
cinquanta
allievi
,
si
ottiene
una
disciplina
più
perfetta
che
nelle
scuole
comuni
.
-
-
Chi
visita
scuole
ben
tenute
,
come
p
.
es
.
quella
diretta
a
Roma
dalla
mia
allieva
Anna
Maccheroni
in
via
Giusti
-
-
è
colpito
dalla
disciplina
dei
bambini
.
Ecco
quaranta
bambini
da
tre
a
sette
anni
-
-
intenti
ciascuno
al
suo
lavoro
:
-
-
chi
fa
esercizi
dei
sensi
,
chi
di
aritmetica
,
chi
tocca
le
lettere
,
chi
disegna
,
chi
sta
ai
telai
,
chi
spolvera
;
alcuni
seduti
a
un
tavolo
,
altri
curvi
in
terra
sopra
un
tappeto
.
Si
ode
un
rumore
discreto
di
oggetti
che
si
sono
spostati
leggermente
,
di
bambini
che
girano
in
punta
di
piedi
.
Ogni
tanto
un
grido
di
gioia
mal
represso
-
-
una
chiamata
acuta
:
«
signorina
!
signorina
!
»
-
-
una
esclamazione
:
«
guarda
!
ecco
cosa
ho
fatto
»
.
Ma
più
spesso
il
raccoglimento
assoluto
.
La
maestra
si
muove
lentamente
e
silenziosamente
-
-
si
avvicina
a
chi
la
chiama
-
-
sorveglia
in
modo
che
chi
ha
bisogno
di
lei
la
sente
immediatamente
-
-
chi
non
ne
ha
bisogno
,
non
s
'
accorge
ch
'
ella
esista
.
Passano
ore
e
tutto
tace
.
Sembrerebbero
piccoli
uomini
come
hanno
detto
alcuni
visitando
la
Casa
dei
Bambini
-
-
o
secondo
l
'
espressione
di
altri
«
dei
senatori
in
assemblea
»
.
In
mezzo
a
un
interesse
tanto
vivo
pel
lavoro
,
non
accade
mai
che
dei
fanciulli
si
disputino
gli
oggetti
.
Se
qualcuno
compie
qualcosa
di
straordinario
,
trova
chi
lo
am
mira
godendo
del
fatto
nuovo
:
nessun
cuore
soffre
del
bene
altrui
,
ma
il
trionfo
di
uno
è
meraviglia
e
gioia
per
gli
altri
-
-
spesso
crea
degli
imitatori
di
buona
volontà
.
Sembrano
tutti
felici
e
soddisfatti
di
fare
«
quello
che
possono
»
-
-
senza
che
il
fare
degli
altri
susciti
invidia
o
emulazione
penosa
,
senza
che
susciti
orgogli
vani
.
Il
piccolino
di
tre
anni
lavora
pacificamente
accanto
al
ragazzo
di
sette
anni
-
-
così
come
il
piccino
è
tranquillo
nella
sua
statura
inferiore
e
non
invidia
la
statura
del
fanciullo
più
grande
di
età
.
Tutto
cresce
nella
più
profonda
pace
.
Se
la
maestra
vuole
qualche
cosa
da
tutta
l
'
assemblea
,
p
.
es
.
che
tutti
abbandonino
il
lavoro
che
tanto
li
interessa
-
-
basta
che
dica
sottovoce
una
parola
,
che
faccia
un
cenno
-
-
e
tutti
sono
sospesi
:
e
la
guardano
con
interesse
«
frementi
di
saperla
obbedire
»
.
Molti
visitatori
hanno
visto
la
maestra
scrivere
degli
ordini
sulla
lavagna
-
-
e
i
fanciulli
obbedire
con
gioia
.
Non
solo
la
maestra
:
ma
chiunque
chieda
qualche
cosa
ai
bambini
,
li
vede
con
meraviglia
obbedire
fino
allo
scrupolo
,
con
serena
compiacenza
.
Spesso
i
visitatori
vorrebbero
sentire
come
canta
un
fanciullo
che
dipinge
-
-
e
il
fanciullo
lascia
il
dipinto
per
compiacerlo
;
ma
appena
ha
compiuto
l
'
atto
cortese
torna
al
lavoro
interrotto
.
I
più
piccini
spesso
prima
di
obbedire
compiono
il
lavoro
incominciato
.
Uno
dei
fatti
più
meravigliosi
di
disciplina
avvenne
durante
gli
esami
delle
maestre
che
avevano
seguito
il
mio
corso
di
conferenze
sul
metodo
.
Gli
esami
erano
anche
pratici
;
quindi
gruppi
di
bambini
rimanevano
a
disposizione
delle
esaminande
,
che
secondo
la
tesi
estratta
a
sorte
,
facevano
eseguire
esercizi
diversi
ai
bambini
.
I
piccolini
occupavano
il
loro
tempo
innanzi
a
noi
nel
modo
che
a
loro
più
piaceva
:
essi
lavoravano
continuamente
;
e
tornavano
al
lavoro
intrapreso
,
dopo
l
'
interruzione
provocata
per
l
'
esame
.
Ogni
tanto
qualcuno
veniva
ad
offrirci
un
dipinto
compiuto
durante
l
'
aspettativa
.
Miss
George
di
Chicago
ha
più
volte
assistito
a
fatti
consimili
;
e
M.me
Pujol
,
che
ha
fondato
la
prima
Casa
dei
Bambini
a
Parigi
rimaneva
meravigliata
della
pazienza
,
della
costanza
,
della
compiacenza
inesauribili
dei
piccolini
.
Verrebbe
l
'
impressione
di
credere
i
fanciulli
eccessivamente
domati
;
se
non
che
la
mancanza
assoluta
di
timidezza
,
il
brillare
dell
'
occhio
,
l
'
aspetto
giocondo
e
disinvolto
,
la
prontezza
con
cui
essi
invitano
ad
osservare
il
loro
lavoro
,
o
conducono
in
giro
a
dare
spiegazioni
,
fanno
sentire
che
ci
troviamo
innanzi
ai
«
padroni
di
casa
»
;
e
l
'
espansione
con
cui
abbracciano
le
ginocchia
della
maestra
,
o
con
cui
attirano
in
basso
le
sue
spalle
e
la
sua
testa
per
baciarla
in
viso
,
rivelano
un
cuore
che
si
dilatò
liberamente
.
Chi
li
ha
visti
apparecchiare
la
tavola
,
è
certo
passato
di
apprensione
in
apprensione
,
di
meraviglia
in
meraviglia
.
Piccole
cameriere
di
quattro
anni
di
età
-
-
prendono
dei
coltelli
e
li
distribuiscono
con
altre
posate
-
-
trasportano
vassoi
contenenti
fino
a
cinque
bicchieri
di
vetro
-
-
e
infine
girano
di
tavola
in
tavola
portando
la
grossa
marmitta
piena
di
minestra
calda
.
Nessuno
si
taglia
-
-
non
si
rompe
un
bicchiere
-
-
non
si
versa
una
goccia
di
brodo
.
Durante
il
pranzo
cameriere
impercettibili
vigilano
assiduamente
;
nessuno
finisce
la
minestra
senza
che
ab
bia
subito
l
'
offerta
del
secondo
passaggio
:
ovvero
se
ha
finito
la
cameriera
si
affretta
a
togliere
la
scodella
vuota
.
Non
un
bambino
deve
chiedere
altra
minestra
o
avvertire
che
ha
finito
.
Chi
vede
ciò
e
pensa
allo
stato
comune
dei
bambini
di
quattro
anni
,
che
gridano
,
rompono
tutto
,
hanno
bisogno
di
essere
serviti
,
resta
commosso
da
uno
spettacolo
a
sorpresa
che
evidentemente
scaturisce
da
occulte
origini
di
energie
latenti
nella
profondità
dell
'
anima
umana
.
Spesso
ho
visto
delle
lagrime
rigare
il
volto
di
chi
assisteva
spettatore
a
simili
banchetti
.
Una
tale
disciplina
non
si
potrebbe
ottenere
mai
con
dei
comandi
,
con
delle
predicazioni
,
infine
coi
mezzi
disciplinari
universalmente
conosciuti
.
Non
fu
soltanto
dato
un
ordine
alle
azioni
:
ma
fu
moltiplicata
la
vita
.
Infatti
una
disciplina
simile
è
in
rapporto
con
lavori
straordinari
per
l
'
età
dei
bambini
;
e
certo
non
dipende
da
una
maestra
,
ma
da
una
specie
di
miracolo
avvenuto
nella
vita
inferiore
di
ciascun
bambino
.
Se
pensiamo
agli
adulti
,
ci
viene
in
mente
il
fenomeno
delle
conversioni
,
della
santità
;
delle
moltiplicazioni
di
forze
dei
martiri
e
degli
apostoli
,
della
costanza
dei
missionari
,
della
obbedienza
dei
monaci
.
Nessun
'
altra
cosa
esistente
nel
mondo
può
,
come
questa
serie
di
cose
,
mettersi
in
un
livello
paragonabile
alla
disciplina
delle
«
Case
dei
Bambini
»
.
Per
ottenere
la
disciplina
è
inutile
affatto
contare
sui
rimproveri
,
sui
discorsi
persuasivi
:
questi
potrebbero
forse
dare
in
principio
l
'
illusione
di
una
qualche
efficacia
;
ma
ben
presto
appena
apparisca
la
vera
disciplina
tutto
ciò
cade
come
una
miseria
,
come
una
illusione
innanzi
alla
realtà
:
«
la
notte
dà
luogo
al
giorno
»
.
I
primi
albori
della
disciplina
sono
dati
dal
«
lavoro
»
:
in
un
dato
momento
accade
che
un
fanciullo
s
'
interessa
vivamente
a
un
lavoro
;
lo
dimostrano
l
'
espressione
del
suo
viso
,
l
'
intensissima
attenzione
la
costanza
nello
stesso
esercizio
.
Quel
bambino
è
sulla
via
della
disciplina
.
Qualunque
sia
l
'
applicazione
:
o
un
esercizio
dei
sensi
,
o
una
allacciatura
,
o
il
lavare
i
piatti
,
è
lo
stesso
.
Da
parte
nostra
possiamo
influire
sullo
stabilirsi
di
questo
fenomeno
,
con
ripetute
«
lezioni
del
silenzio
»
;
l
'
immobilità
perfetta
,
l
'
attenzione
sveglia
a
percepire
il
suono
del
proprio
nome
pronunciato
da
lontano
a
voce
afona
,
e
quindi
i
movimenti
leggeri
coordinati
allo
scopo
di
non
urtare
oggetti
,
di
toccare
appena
il
pavimento
coi
piedi
-
-
è
una
preparazione
efficacissima
a
ordinare
la
personalità
:
motrice
e
psichica
.
Stabilitosi
il
fenomeno
«
lavoro
»
,
noi
dobbiamo
sorvegliarlo
con
scrupolosa
esattezza
,
graduando
gli
esercizi
secondo
l
'
esperienza
ha
definito
.
«
Il
nostro
sforzo
di
maestre
per
stabilire
la
disciplina
è
di
applicare
rigorosamente
il
metodo
»
.
Di
qui
già
risulta
la
grande
difficoltà
di
disciplinare
veramente
l
'
uomo
.
Non
è
con
la
parola
,
che
si
ottiene
:
né
l
'
uomo
si
disciplina
«
udendo
un
altro
parlare
»
:
ma
il
fenomeno
richiede
come
preparazione
una
serie
di
atti
complessi
quale
,
per
esempio
,
l
'
intera
applicazione
di
un
metodo
educativo
.
La
disciplina
si
raggiunge
dunque
per
una
via
indiretta
.
Non
è
affrontando
l
'
errore
e
combattendolo
;
ma
è
per
esempio
sviluppando
l
'
attività
al
lavoro
spontaneo
,
che
si
avanza
verso
lo
scopo
.
Il
lavoro
non
può
essere
arbitrariamente
offerto
:
qui
sta
appunto
«
il
metodo
»
:
deve
essere
quel
lavoro
cui
l
'
uomo
intimamente
aspira
-
-
quel
lavoro
che
è
chiesto
occultamente
da
latenti
tendenze
della
vita
:
o
verso
il
quale
a
grado
a
grado
l
'
individuo
ascende
.
Questo
è
il
lavoro
che
ordina
la
personalità
e
le
apre
l
'
indefinita
via
dell
'
espansione
.
Prendiamo
a
esempio
l
'
indisciplinatezza
del
piccolo
bambino
:
essa
è
fondamentalmente
una
indisciplinatezza
muscolare
.
Il
bambino
si
muove
continuamente
e
con
disordine
:
si
getta
in
terra
,
fa
atti
strani
,
grida
,
ecc
.
In
fondo
a
tutto
ciò
esiste
una
latente
tendenza
a
cercare
la
coordinazione
dei
movimenti
che
si
stabilirà
più
tardi
:
il
bambino
è
l
'
uomo
che
ancora
non
è
agile
nel
movimento
e
nel
linguaggio
-
-
e
che
dovrà
divenirlo
;
ma
è
abbandonato
a
una
esperienza
propria
piena
di
errori
e
di
faticosi
sforzi
verso
il
fine
giusto
latente
nell
'
istinto
ma
non
chiaro
nella
coscienza
.
Dire
al
bambino
:
«
sta
fermo
come
me
»
non
è
illuminarlo
:
non
con
un
comando
si
può
ordinare
il
complesso
sistema
psico
muscolare
in
un
individuo
in
via
di
evoluzione
.
Ci
confondiamo
in
questo
caso
col
diverso
esempio
dell
'
uomo
il
quale
per
malvaggio
impulso
ama
il
disordine
e
può
(
dato
che
possa
)
obbedire
a
un
energico
avvertimento
che
orienti
diversamente
la
sua
volontà
,
verso
l
'
ordine
ben
conosciuto
e
stabilito
nelle
sue
possibilità
di
attuazione
.
Ma
qui
nel
piccolo
bambino
si
tratta
di
aiutare
l
'
evoluzione
naturale
della
motilità
volontaria
.
Allora
occorre
insegnare
tutti
i
movimenti
coordinati
analizzandoli
il
più
possibile
,
e
sviluppandoli
a
parte
a
parte
;
bisogna
insegnare
al
bambino
i
varî
gradi
della
immobilità
conducente
al
silenzio
:
i
movimenti
dell
'
alzarsi
e
sedersi
,
del
camminare
naturalmente
,
del
camminare
in
punta
di
piedi
,
del
camminare
sopra
una
linea
disegnata
in
terra
,
conservando
l
'
equilibrio
della
stazione
eretta
;
del
rimuovere
oggetti
,
dell
'
appoggiarli
più
o
meno
delicatamente
;
e
infine
i
complessi
movimenti
del
vestirsi
e
dello
spogliarsi
analizzati
nei
telai
delle
allacciature
-
-
e
per
ciascuno
di
questi
nei
singoli
movimenti
parziali
delle
dita
;
i
movimenti
destinati
alla
pulizia
della
persona
e
dell
'
ambiente
,
ecc
.
L
'
immobilità
perfetta
e
il
perfezionamento
successivo
dei
movimenti
,
devono
sostituire
il
solito
comando
;
sta
fermo
,
sta
composto
.
Non
è
meraviglioso
,
ma
certo
naturalissimo
,
che
il
bambino
a
traverso
tali
esercizi
si
sia
disciplinato
-
-
per
quanto
riguarda
l
'
indisciplinatezza
muscolare
propria
dell
'
età
.
Infatti
egli
risponde
alla
natura
perché
si
muove
;
ma
i
movimenti
essendo
tendenti
a
uno
scopo
non
hanno
più
l
'
aspetto
del
disordine
,
ma
del
lavoro
.
Ecco
la
disciplina
che
rappresenta
un
fine
in
rapporto
a
una
moltitudine
di
conquiste
:
il
bambino
così
disciplinato
non
è
il
fanciullo
di
prima
che
sa
star
buono
;
ma
è
un
individuo
che
si
è
perfezionato
,
che
ha
superato
i
consueti
limiti
della
sua
età
,
che
ha
fatto
un
salto
in
avanti
-
-
ha
conquistato
nel
presente
il
suo
avvenire
.
Perciò
si
è
ingrandito
.
Non
avrà
bisogno
di
chi
,
sempre
vicino
,
gli
ripeta
invano
,
confondendo
idee
opposte
:
sta
fermo
,
sta
buono
.
La
bontà
che
ha
conquistato
non
può
farlo
più
star
fermo
nell
'
inerzia
:
la
sua
bontà
ora
è
tutta
fatta
di
moto
.
Infatti
i
«
buoni
»
sono
coloro
che
«
muovono
verso
il
bene
»
costruito
col
proprio
perfezionamento
e
con
le
opere
esterne
di
utilità
e
di
ordine
Le
opere
esterne
sono
al
nostro
caso
il
mezzo
per
raggiungere
l
'
interno
sviluppo
-
-
e
ne
appariscono
come
l
'
esplicazione
:
i
due
fattori
si
compenetrano
.
Il
lavoro
perfeziona
interiormente
il
bambino
ma
il
bambino
che
si
è
perfezionato
lavora
meglio
e
il
lavoro
migliorato
lo
affascina
,
quindi
continua
a
perfezionarlo
interiormente
.
La
disciplina
dunque
non
è
un
fatto
,
ma
una
via
,
sulla
quale
il
bambino
conquista
,
con
precisione
che
potrebbe
dirsi
scientifica
il
concetto
della
bontà
.
Ma
più
che
altro
assapora
i
godimenti
supremi
dell
'
ordine
inferiore
che
si
raggiunge
a
traverso
le
conquiste
conducenti
al
proprio
fine
.
Nella
lunga
preparazione
il
piccolino
provò
gioie
,
risvegli
e
compiacenze
che
sono
l
'
intimo
tesoro
dell
'
anima
sua
-
-
tesoro
nel
quale
va
accumulandosi
una
particolare
dolcezza
,
una
forza
che
sarà
scaturigine
di
bontà
.
Infatti
il
bambino
non
ha
soltanto
imparato
a
muoversi
e
a
compiere
atti
utili
:
ma
una
speciale
grazia
delle
movenze
,
che
rende
più
corretti
e
belli
i
gesti
della
persona
,
e
dà
risalto
alla
bellezza
della
mano
e
di
tutto
il
corpo
fatto
più
sicuro
di
sé
e
più
elegante
;
e
l
'
espressione
del
viso
e
degli
occhi
sereni
e
brillanti
,
rivelano
che
nacque
la
vita
interna
in
un
uomo
.
Che
i
movimenti
coordinati
svolgentesi
a
poco
a
poco
spontaneamente
,
cioè
scelti
e
diretti
nell
'
esercizio
e
nelle
pause
dal
bambino
stesso
,
siano
una
somma
di
sforzi
inferiore
ai
movimenti
disordinati
che
il
bambino
compie
abbandonato
a
se
stesso
-
-
è
ovvio
comprendere
.
Il
ripo
so
dei
muscoli
,
i
quali
da
natura
son
destinati
a
muoversi
,
è
nel
movimento
ordinato
;
come
il
riposo
dei
polmoni
è
nel
ritmo
normale
della
respirazione
ad
aria
piena
.
Sottrarre
i
muscoli
del
tutto
al
movimento
,
è
forzarli
contro
il
proprio
impulso
motore
,
quindi
più
che
affaticarli
è
respingerli
nel
nulla
della
degenerazione
.
Come
i
polmoni
forzati
al
riposo
dell
'
immobilità
-
-
sarebbero
spinti
alla
morte
istantanea
insieme
a
tutto
l
'
organismo
.
È
bene
dunque
farsi
una
chiara
idea
che
il
riposo
di
ciò
che
si
muove
è
in
una
determinata
forma
di
moto
,
rispondendo
alle
finalità
della
natura
.
Muoversi
nell
'
ordine
,
nell
'
obbedienza
ai
dettami
occulti
della
vita
-
-
ecco
il
riposo
.
E
in
questo
caso
speciale
,
poiché
l
'
uomo
è
intelligente
-
-
i
movimenti
sono
tanto
più
riposanti
per
quanto
più
intelligenti
.
Lo
sforzo
di
un
bambino
che
si
scalmi
saltando
scompostamente
porta
ad
un
consumo
di
forze
nervose
e
del
cuore
;
il
movimento
intelligente
che
dà
al
fanciullo
una
intima
soddisfazione
,
quasi
l
'
orgoglio
interno
di
aver
superato
se
stesso
,
di
trovarsi
in
un
mondo
superiore
ai
limiti
ritenuti
come
una
barriera
insormontabile
per
lui
-
-
tra
il
rispetto
silenzioso
di
chi
lo
guidò
senza
farsi
sentire
-
-
moltiplica
le
sue
forze
.
Questa
«
moltiplicazione
di
forze
»
è
un
modo
di
dire
che
potrebbe
fisiologicamente
analizzarsi
:
nello
sviluppo
degli
organi
per
l
'
uso
razionale
,
nella
migliore
sanguificazione
e
nel
riattivato
ricambio
materiale
dei
tessuti
-
-
fattori
tutti
favorevoli
allo
sviluppo
del
corpo
,
e
garanzie
di
salute
fisica
.
Lo
spirito
aiuta
il
corpo
nella
sua
crescenza
;
il
cuore
,
i
nervi
i
muscoli
,
trovarono
l
'
evoluzione
migliore
nelle
sue
vie
.
Poiché
una
sola
è
la
via
.
Analogamente
si
potrebbe
dire
dello
sviluppo
intellettuale
del
bambino
:
la
mentalità
infantile
caratteristicamente
disordinata
,
è
anche
essa
una
«
cercante
del
suo
fi
ne
»
che
fa
esperienze
proprie
faticose
tra
l
'
abbandono
e
troppo
spesso
la
persecuzione
generale
.
Una
volta
nel
nostro
giardino
pubblico
di
Roma
,
il
Pincio
,
vidi
un
bambino
di
circa
un
anno
e
mezzo
-
-
bellissimo
,
ridente
:
egli
aveva
un
secchiello
vuoto
e
una
piccola
pala
,
e
si
affaticava
a
raccogliere
le
breccie
del
viale
per
riempirlo
.
Era
accanto
a
lui
una
bonne
molto
distinta
,
che
aveva
evidentemente
la
maggior
buona
volontà
-
-
e
quella
che
si
chiamerebbe
la
più
affettuosa
e
intelligente
cura
del
bambino
.
Era
l
'
ora
di
andar
via
e
la
bonne
esortava
pazientemente
il
bambino
a
lasciare
il
suo
lavoro
e
farsi
mettere
nel
carrozzino
.
Cadute
le
esortazioni
innanzi
alla
fermezza
del
piccino
,
la
bonne
empì
essa
stessa
il
secchiello
di
breccioline
,
poi
pose
secchiello
e
bambino
in
carrozza
-
-
con
la
convinzione
di
averlo
contentato
.
Le
grida
alte
del
fanciullino
,
l
'
espressione
di
protesta
contro
la
violenza
e
l
'
ingiustizia
che
aveva
il
piccolo
viso
,
mi
colpirono
.
Quale
cumolo
di
offese
empiva
quel
cuore
nascente
!
Il
piccolo
non
voleva
il
secchiello
pieno
di
breccioline
;
egli
voleva
fare
l
'
esercizio
necessario
a
riempirlo
-
-
e
con
ciò
rispondere
alle
necessità
del
suo
organismo
rigoglioso
.
Era
la
sua
formazione
interna
lo
scopo
del
bambino
-
-
non
il
fatto
esterno
di
avere
un
secchiello
empito
di
sassolini
.
L
'
attaccamento
così
vivo
al
mondo
esteriore
era
un
'
apparenza
:
il
bisogno
della
sua
vita
una
realtà
.
Infatti
se
avesse
empito
il
secchiello
,
lo
avrebbe
forse
vuotato
ancora
per
riempirlo
più
volte
,
fino
alla
soddisfazione
completa
del
suo
io
.
Per
quella
tendenza
alla
soddisfazione
gli
avevo
visto
poco
prima
il
viso
magnificamente
roseo
,
tutto
sorridente
:
la
gioia
interna
l
'
esercizio
e
il
sole
erano
i
tre
raggi
aiutanti
quella
splendida
vita
.
L
'
episodio
così
semplice
di
questo
bambino
è
un
dettaglio
di
ciò
che
avviene
ai
fanciulli
di
tutto
il
mondo
,
i
migliori
e
i
più
amati
.
Essi
non
sono
compresi
perché
l
'
adulto
li
giudica
alla
propria
stregua
:
egli
crede
che
il
bambino
si
prefigga
scopi
esterni
,
e
lo
aiuta
amorevolmente
a
raggiungerli
:
invece
il
bambino
ha
in
prevalenza
lo
scopo
inconscio
di
sviluppare
se
stesso
.
Perciò
disprezza
tutto
ciò
che
è
raggiunto
-
-
e
ama
ciò
che
è
da
raggiungere
.
Per
es
.
ama
più
l
'
azione
di
vestirsi
che
lo
stato
di
vedersi
vestito
,
sia
pure
magnificamente
;
ama
l
'
azione
di
lavarsi
più
che
il
benessere
di
sentirsi
pulito
;
ama
di
costruirsi
una
casa
,
più
che
di
possederla
.
Poiché
egli
«
non
deve
godersi
la
vita
,
ma
formarsela
»
.
Nella
sua
formazione
sta
il
suo
vero
e
pressoché
unico
godimento
;
ora
la
formazione
del
piccolissimo
bambino
nel
primo
anno
di
età
consiste
nella
nutrizione
;
ma
in
seguito
consiste
nel
cooperare
allo
stabilirsi
delle
funzioni
psico
fisiologiche
dell
'
organismo
.
Quel
bambino
bellissimo
del
Pincio
ne
è
il
simbolo
:
egli
voleva
coordinare
i
movimenti
volontari
;
esercitare
la
forza
muscolare
nel
sollevare
oggetti
;
esercitare
l
'
occhio
alla
valutazione
delle
distanze
;
esercitare
l
'
intelligenza
nel
ragionamento
relativo
all
'
opera
di
empire
il
suo
secchiello
;
spingere
la
propria
volontà
nella
decisione
degli
atti
:
-
-
e
invece
chi
lo
amava
,
credendo
che
lo
scopo
suo
fosse
di
possedere
i
sassolini
,
lo
rendeva
infelice
.
Un
errore
consimile
è
quello
che
noi
così
frequentemente
ripetiamo
immaginando
che
per
lo
scolaro
lo
scopo
da
raggiungere
sia
il
possesso
intellettuale
.
Noi
lo
aiutiamo
a
possedere
intellettualmente
qualche
cognizione
,
con
ciò
impedendo
il
suo
sviluppo
e
rendendolo
infelice
.
Generalmente
nelle
scuole
si
crede
che
la
soddisfazione
sia
raggiunta
allorché
si
è
imparato
qualche
cosa
.
Ma
lasciando
i
nostri
bambini
nella
libertà
abbiamo
potuto
assai
chiaramente
seguirli
nelle
loro
vie
di
formazione
intellettuale
spontanea
.
Avere
imparato
pel
bambino
è
un
punto
di
partenza
;
quando
ha
imparato
,
allora
comincia
a
godere
della
ripe
tizione
dell
'
esercizio
-
-
e
ripete
un
numero
indefinito
di
volte
ciò
che
ha
imparato
,
con
evidente
soddisfazione
:
-
-
egli
gioisce
di
esercitarsi
,
perché
con
ciò
sviluppa
le
sue
attività
psichiche
.
Sperimentato
il
fatto
,
riesce
evidente
la
critica
a
ciò
che
si
fa
oggi
in
molte
scuole
.
Quando
p
.
es
.
s
'
interrogano
gli
scolari
accade
che
il
maestro
dica
a
chi
si
fa
innanzi
per
rispondere
«
no
,
tu
no
perché
lo
sai
»
e
interroga
lo
scolaro
che
egli
giudica
come
quegli
che
non
sa
.
Deve
rispondere
chi
non
sa
e
tacere
chi
sa
.
Ciò
perché
si
ritiene
inutile
andare
al
di
là
del
sapere
.
E
pure
quante
volte
ci
accade
nell
'
uso
più
comune
della
vita
di
ripetere
ciò
che
meglio
sappiamo
,
ciò
che
più
ci
appassiona
,
ciò
cui
corrisponde
una
vita
in
noi
.
Amiamo
appunto
di
cantarellare
motivi
musicali
ben
noti
,
quindi
gustati
,
vissuti
.
Amiamo
ripetere
il
racconto
di
cose
che
ci
appassionano
,
che
sappiamo
bene
,
anche
se
abbiamo
perfetta
coscienza
di
non
dir
nulla
di
nuovo
,
d
'
aver
ripetuto
quel
racconto
altre
volte
.
Si
ripetono
sempre
fresche
le
preghiere
dopo
che
si
sono
imparate
.
Nessuno
è
più
convinto
di
amarsi
,
che
gli
amanti
in
pieno
ardore
;
e
pure
sono
essi
quelli
che
ripetono
senza
fine
di
amarsi
.
Ma
per
ripetere
così
,
occorre
che
esista
prima
la
cosa
da
ripetere
;
il
sapere
corrisponde
a
questa
esistenza
,
a
questo
sine
qua
non
,
all
'
indispensabile
per
cominciare
la
ripetizione
degli
atti
:
e
nella
ripetizione
,
non
nell
'
apprendimento
,
consiste
l
'
esercizio
che
sviluppa
la
vita
.
Ora
,
quando
il
fanciullo
è
riuscito
a
raggiungere
questo
stato
,
di
ripetere
un
esercizio
,
egli
è
nella
via
di
sviluppo
della
sua
vita
,
e
si
manifesta
esternamente
come
disciplinato
.
Non
sempre
accade
di
raggiungere
questo
fenomeno
.
Non
in
tutte
le
età
si
ripetono
i
medesimi
esercizi
.
Infatti
la
ripetizione
deve
rispondere
a
un
bisogno
.
Qui
sta
il
metodo
sperimentale
dell
'
educazione
:
occorre
offrire
gli
esercizi
rispondenti
alle
necessità
di
sviluppo
dell
'
organismo
;
e
se
l
'
età
ha
fatto
sorpassare
una
determinata
necessità
,
non
si
potrà
più
ottenere
nella
sua
pienezza
uno
sviluppo
che
mancò
al
suo
tempo
.
Quindi
i
fanciulli
crescono
spesso
imperfetti
fatalmente
per
sempre
.
Un
'
altra
osservazione
interessante
è
quella
che
si
riferisce
alla
durata
del
tempo
di
esecuzione
degli
atti
.
I
fanciulli
che
fanno
da
loro
stessi
i
primi
tentativi
,
sono
lentissimi
nell
'
eseguire
le
azioni
.
La
loro
vita
ha
in
ciò
leggi
particolari
del
tutto
diverse
dalle
nostre
.
I
piccoli
bambini
compiono
con
lentezza
e
costanza
atti
complessi
molto
graditi
a
loro
,
come
p
.
es
.
,
vestirsi
,
spogliarsi
,
pulire
l
'
ambiente
,
lavarsi
,
apparecchiare
la
tavola
,
mangiare
,
ecc
.
Essi
sono
in
tutto
ciò
pazientissimi
,
e
portano
a
compimento
i
loro
atti
laboriosi
,
superando
tutte
le
difficoltà
che
presenta
un
organismo
ancora
in
via
di
formazione
.
Noi
invece
,
che
li
vediamo
«
faticare
»
e
«
perder
tempo
»
a
compiere
una
azione
che
noi
potremmo
in
un
attimo
e
senza
fatica
compire
ci
sostituiamo
al
bambino
e
la
facciamo
noi
.
Sempre
per
lo
stesso
pregiudizio
che
lo
scopo
da
raggiungere
sia
il
compimento
dell
'
atto
esteriore
,
noi
vestiamo
e
laviamo
il
bambino
,
gli
strappiamo
dalle
mani
oggetti
che
tanto
ama
di
maneggiare
;
noi
gli
versiamo
la
minestra
nella
scodella
,
lo
imbocchiamo
,
gli
sparecchiamo
la
tavola
.
E
dopo
tali
servizî
lo
giudichiamo
,
con
molta
ingiustizia
,
come
sempre
avviene
a
chi
soperchiò
un
altro
sia
pure
in
apparenza
beneficandolo
,
come
un
incapace
,
un
inetto
:
egli
spesso
è
giudicato
da
noi
impaziente
sol
perché
noi
non
sapemmo
trovare
la
pazienza
di
attendere
i
suoi
atti
che
obbediscono
a
leggi
di
tempo
diverse
dalle
nostre
;
e
prepotente
,
appunto
perché
noi
gli
usammo
prepotenza
.
Questa
taccia
,
questo
marchio
,
questa
calunnia
,
grava
oramai
come
un
dogma
sulla
paziente
e
mitissima
personalità
del
fanciullino
.
Egli
,
come
ogni
forte
che
difende
in
se
stesso
i
diritti
della
vita
,
si
ribella
a
chi
offende
questo
qualcosa
che
sente
dentro
,
e
che
è
una
voce
di
natura
alla
quale
egli
deve
obbedire
;
-
-
allora
manifesta
con
atti
violenti
,
con
le
grida
e
col
pianto
,
ch
'
egli
fu
sopraffatto
nella
sua
missione
.
Contro
chi
non
lo
comprese
e
che
credendo
aiutarlo
lo
respinse
indietro
nelle
vie
della
vita
,
egli
si
manifesta
un
ribelle
,
un
rivoluzionario
,
un
distruggitore
.
Così
l
'
adulto
che
l
'
ama
,
ribadisce
sul
suo
collo
piegato
ancora
una
calunnia
,
confondendo
la
difesa
della
vita
offesa
con
una
forma
di
cattiveria
innata
,
propria
e
caratteristica
ai
fanciulli
in
tenera
età
.
Che
sarebbe
di
noi
se
piombassimo
in
mezzo
a
una
popolazione
di
Fregoli
cioè
di
persone
rapidissime
nei
loro
movimenti
,
come
quelle
che
ci
meravigliano
e
destano
il
riso
sul
teatro
,
col
celere
trasformismo
?
E
se
,
continuando
noi
a
muoverci
secondo
le
nostre
abitudini
,
ci
vedessimo
assaliti
da
questi
Fregoli
,
i
quali
si
mettessero
essi
a
vestirci
malamente
,
sballottandoci
,
a
imboccarci
rapidamente
in
modo
da
non
darci
il
tempo
d
'
inghiottire
,
a
strapparci
dalle
mani
ogni
lavoro
per
compierlo
essi
rapidissimamente
,
e
piombarci
in
una
impotenza
e
in
una
inerzia
indicibilmente
umilianti
?
Noi
non
sapendo
come
meglio
esprimerci
,
ci
difenderemmo
a
pugni
e
a
grida
da
questi
forsennati
:
ed
essi
,
avendo
tutta
la
buona
volontà
di
servirci
,
direbbero
che
siamo
cattivi
,
ribelli
,
e
incapaci
di
far
nulla
.
Noi
,
che
conosciamo
la
nostra
vera
patria
,
diremo
a
costoro
:
venite
nei
nostri
paesi
e
vedrete
una
splendida
civiltà
fatta
da
noi
,
vedrete
i
nostri
lavori
meravigliosi
.
Quei
Fregoli
ci
ammirerebbero
estatici
,
non
credendo
ai
loro
occhi
,
quando
vedessero
agire
il
nostro
mondo
così
bello
,
attivo
,
regolato
,
pacifico
,
gentile
ma
molto
più
lento
del
loro
.
Qualche
cosa
di
simile
avviene
tra
noi
e
i
bambini
!
L
'
educazione
dei
sensi
è
tutta
contenuta
appunto
nella
ripetizione
degli
esercizi
:
lo
scopo
di
questi
non
è
che
il
bambino
conosca
i
colori
,
le
forme
,
le
qualità
più
varie
degli
oggetti
-
-
ma
che
affini
i
suoi
sensi
in
un
esercizio
di
attenzione
,
di
comparazione
,
di
giudizio
,
che
è
una
vera
ginnastica
intellettuale
.
Tale
ginnastica
,
razionalmente
condotta
dai
varii
stimoli
,
aiuta
la
formazione
intellettuale
,
come
una
ginnastica
fisica
rinforza
la
salute
e
guida
la
crescenza
del
corpo
.
Il
bambino
che
si
esercita
a
percepire
stimoli
con
i
vari
sensi
isolatamente
,
concentra
l
'
attenzione
,
sviluppa
a
parte
a
parte
le
attività
psichiche
:
come
con
movimenti
isolatamente
preparati
,
ordinava
le
sue
attività
muscolari
.
Egli
non
si
limita
a
una
ginnastica
psico
sensoriale
,
ma
prepara
una
particolare
attività
di
associazione
spontanea
tra
le
idee
-
-
un
ordine
di
raziocinio
svolgentesi
su
conoscenze
positive
-
-
un
equilibrio
armonico
dell
'
intelletto
.
Da
tale
occulta
ginnastica
nascono
e
si
svolgono
le
radici
di
quelle
esplosioni
psichiche
che
portano
tanta
gioia
al
bambino
,
quando
egli
fa
delle
scoperte
nell
'
ambiente
esterno
-
-
quando
medita
e
ammira
insieme
le
nuove
cose
che
gli
si
rivelano
al
di
fuori
e
le
squisite
emozioni
inferiori
della
sua
coscienza
crescente
-
-
quando
infine
nascono
in
lui
,
quasi
per
maturazione
spontanea
,
simili
a
fenomeni
di
sviluppo
interiore
,
i
prodotti
della
conoscenza
:
la
scrittura
e
lettura
.
Mi
accadde
una
volta
di
vedere
un
bambino
di
due
anni
figlio
di
un
medico
mio
collega
,
che
,
quasi
sfuggendo
alle
braccia
della
madre
che
me
lo
aveva
condotto
,
si
slanciava
sugli
oggetti
ingombranti
lo
scrittoio
paterno
:
il
blocco
rettangolare
delle
carte
,
il
coperchio
rotondo
del
calamaio
.
Io
vedevo
con
emozione
l
'
intelligente
piccolino
che
stava
alla
meglio
cercando
di
fare
gli
esercizi
che
i
nostri
piccini
,
con
tanta
passione
,
ripetono
senza
fine
agli
incastri
piani
.
Il
padre
e
la
madre
lo
tiravano
via
,
sgridandolo
,
e
spiegandomi
che
essi
invano
tentano
di
impedire
al
piccino
di
toccare
le
carte
e
gli
oggetti
del
padre
:
«
ma
il
bambino
è
irrequieto
,
è
cattivo
»
.
Quante
volte
vediamo
tutti
i
bambini
del
mondo
sgridati
perché
«
toccano
tutto
»
ribelli
a
ogni
correzione
!
Ebbene
è
guidando
e
sviluppando
questo
istinto
naturale
di
toccar
tutto
,
e
di
riconoscere
l
'
armonia
delle
figure
geometriche
,
che
i
nostri
piccoli
uomini
di
quattro
anni
e
mezzo
,
hanno
tratto
le
radici
di
tante
gioie
e
di
tante
emozioni
nel
fenomeno
della
scrittura
spontanea
.
Il
bambino
che
si
slancia
sul
blocco
delle
carte
,
sui
calamai
o
simili
cose
lottando
sempre
invano
per
raggiungere
il
suo
scopo
;
sempre
combattuto
e
vinto
da
persone
più
forti
di
lui
;
sempre
agitato
e
piangente
nelle
delusioni
dei
suoi
disperati
sforzi
-
-
spreca
energie
nervose
;
ed
è
una
illusione
dei
suoi
parenti
quella
di
credere
che
un
tale
bambino
riposi
;
come
è
un
calunnioso
malinteso
ritener
cattivo
quel
piccolo
uomo
che
agogna
già
alle
fondamenta
del
suo
edifizio
intellettuale
.
Invece
riposano
i
nostri
bambini
ardentemente
e
beatamente
lasciati
liberi
di
spostare
e
rimettere
le
piastrelle
geometriche
degli
incastri
piani
,
offerte
ai
loro
istinti
di
formazione
superiore
;
ed
essi
godendo
nella
più
piena
pace
psichica
,
ignorano
che
l
'
occhio
e
la
mano
s
'
iniziano
ai
misteri
di
un
nuovo
linguaggio
.
La
maggior
parte
dei
nostri
bambini
si
calmano
in
tali
esercizi
,
il
sistema
nervoso
riposa
.
Allora
noi
diciamo
che
questi
piccolini
sono
buoni
e
tranquilli
:
-
-
la
disciplina
esterna
tanto
sospirata
nelle
scuole
comuni
è
già
abbondantemente
superata
.
Ma
come
un
uomo
calmo
e
un
uomo
disciplinato
non
sono
la
stessa
cosa
,
così
qui
il
fatto
che
si
rivela
all
'
esterno
con
la
calma
dei
bambini
è
un
fenomeno
troppo
fisico
,
parziale
ed
esteriore
,
in
confronto
alla
vera
disciplina
che
si
sta
svolgendo
in
loro
.
Spesso
-
-
e
questo
è
ancora
un
altro
pregiudizio
-
-
crediamo
che
per
ottenere
un
atto
volontario
dal
bambino
,
basti
ordinarglielo
.
Noi
pretendiamo
che
avvenga
questo
fenomeno
,
e
chiamiamo
tale
pretesa
l
'
»
obbedienza
del
bambino
»
.
Troviamo
disobbedienti
specialmente
i
piccoli
bambini
;
anzi
la
loro
resistenza
quando
essi
hanno
tre
o
quattro
anni
è
tale
che
ci
porta
alla
disperazione
o
alla
rinuncia
di
ottenere
obbedienza
.
Ci
sforziamo
a
vantare
ai
bambini
«
la
virtù
dell
'
obbedienza
»
che
secondo
noi
dovrebbe
essere
propria
dell
'
infanzia
,
la
«
virtù
infantile
»
appunto
perché
non
la
troviamo
nei
fanciulli
altro
che
con
grande
difficoltà
.
Questa
è
un
'
illusione
molto
comune
di
chiedere
o
con
la
preghiera
o
col
comando
o
con
l
'
agitazione
ciò
che
è
difficile
o
impossibile
ad
avere
:
così
p
.
es
.
noi
chiediamo
l
'
obbedienza
dei
bambini
e
i
bambini
chiedono
la
luna
.
Basterebbe
riflettere
che
quella
obbedienza
con
la
quale
scherziamo
tanto
si
trova
più
tardi
come
primo
tentativo
naturale
in
bambini
più
grandi
,
e
poi
come
istinto
nell
'
uomo
per
avere
un
concetto
della
sua
esistenza
come
fatto
spontaneo
e
come
uno
degli
istinti
più
forti
della
umanità
.
Troveremo
la
società
umana
tutta
organizzata
sulla
più
meravigliosa
obbedienza
;
e
la
civiltà
progredire
sulle
vie
dell
'
obbedienza
.
I
gruppi
umani
si
fondano
spesso
sull
'
abuso
di
obbedienza
,
le
associazioni
a
delinquere
hanno
l
'
obbedienza
come
base
.
Quante
volte
si
sono
fatte
questioni
sociali
sulla
necessità
di
scuotere
l
'
uomo
da
uno
stato
di
obbedienza
che
lo
aveva
condotto
ad
essere
sfruttato
e
lo
aveva
abbrutito
.
L
'
obbedienza
naturalmente
è
sacrificio
.
Siamo
così
abituati
a
vivere
in
un
oceano
di
obbedienza
nel
mondo
-
-
in
uno
stato
di
sacrificio
-
-
in
una
prontezza
alla
rinuncia
,
che
chiamiamo
feste
i
legami
del
matrimonio
fatti
per
eccellenza
di
obbedienza
e
di
sacrificio
-
-
e
tra
i
popoli
si
guarda
con
invidia
il
soldato
,
che
ha
per
sua
missione
di
essere
«
obbediente
fino
alla
morte
»
mentre
consideriamo
come
un
malfattore
o
un
pazzo
chi
sfugge
all
'
obbedienza
.
Quanti
poi
hanno
fatto
l
'
esperienza
occulta
dentro
di
loro
,
di
un
ardente
desiderio
di
obbedire
a
qualche
cosa
o
a
qualcheduno
che
guidasse
nella
vita
-
-
e
di
un
desiderio
ancor
più
profondo
di
trovare
il
sacrificio
nella
dedizione
di
qualche
alta
obbedienza
.
È
dunque
naturale
che
amando
il
bambino
gl
'
indichia
mo
come
«
via
della
vita
»
l
'
obbedienza
:
e
si
comprende
l
'
angustia
che
quasi
tutti
provano
cozzando
con
la
caratteristica
disobbedienza
infantile
.
Ma
l
'
obbedienza
,
si
può
raggiungere
solo
a
traverso
una
complessa
formazione
della
personalità
psichica
:
occorre
per
obbedire
non
solo
voler
obbedire
,
ma
anche
saper
obbedire
.
Poiché
quando
si
ordina
una
cosa
-
-
si
pretende
una
corrispondente
attività
fattiva
o
inibitoria
;
l
'
obbedienza
include
perciò
una
formazione
della
volontà
e
una
formazione
intellettuale
.
Preparare
nei
dettagli
questa
formazione
,
con
singoli
esercizi
-
-
è
,
benché
indirettamente
,
spingere
il
fanciullo
verso
l
'
obbedienza
.
Il
metodo
di
cui
si
tratta
contiene
in
ogni
sua
parte
un
esercizio
volitivo
:
quando
il
bambino
compie
movimenti
coordinati
a
uno
scopo
,
raggiunge
un
fine
prefisso
,
ripete
pazientemente
un
esercizio
,
esercita
la
sua
volontà
.
Parallelamente
,
in
un
'
assai
complessa
serie
di
esercizi
mette
in
attività
i
poteri
inibitori
:
p
.
es
.
le
lezioni
del
silenzio
che
richiedono
un
lungo
controllo
inibitorio
di
tutti
i
movimenti
,
quando
il
fanciullo
sta
nell
'
attesa
della
chiamata
;
e
il
controllo
rigoroso
degli
atti
successivi
,
quando
il
bambino
vorrebbe
gridare
di
gioia
e
correre
comunque
alla
chiamata
;
invece
tace
-
-
e
si
muove
leggermente
,
badando
di
evitare
gli
ostacoli
,
per
non
far
rumore
.
Altri
esercizi
inibitori
sono
quelli
di
aritmetica
,
ove
il
bambino
avendo
estratto
un
numero
,
deve
prendere
nella
gran
massa
che
sta
apparentemente
a
sua
disposizione
,
solo
una
quantità
di
oggetti
corrispondenti
alla
sua
cifra
;
mentre
(
come
l
'
esperimento
ha
indicato
)
vorrebbe
prenderne
la
maggior
quantità
possibile
-
-
e
se
in
sorte
gli
toccò
lo
zero
,
resta
pazientemente
a
mani
vuote
.
Un
altro
esercizio
inibitorio
degli
atti
è
nella
lezione
dello
zero
,
ove
il
bambino
chiamato
,
attratto
in
tanti
modi
a
venire
zero
volte
,
a
dare
zero
baci
-
-
resta
fermo
-
-
vincendo
sensibilmente
l
'
istinto
che
lo
porterebbe
appunto
a
obbedire
alla
chiamata
.
Il
bambino
che
porta
la
grossa
marmitta
piena
di
zuppa
calda
,
deve
isolarsi
da
ogni
stimolo
ambiente
che
lo
distragga
,
resistere
alla
tentazione
di
saltare
-
-
superare
un
prurito
,
la
noia
di
una
mosca
sul
volto
-
-
e
rimanere
solo
compreso
della
grande
responsabilità
di
non
lasciar
cadere
né
piegare
la
marmitta
.
Una
bambinetta
di
quattro
anni
e
mezzo
,
ogni
volta
che
appoggiava
la
marmitta
sul
tavolino
finché
i
piccoli
convitati
si
fossero
serviti
faceva
due
o
tre
saltini
-
-
poi
riprendeva
la
marmitta
per
portarla
a
un
altro
tavolo
,
ripetendo
sempre
i
suoi
saltini
.
Ma
mai
lasciava
a
mezzo
il
suo
lungo
lavoro
di
passare
così
a
traverso
venti
tavolini
la
zuppiera
-
-
e
mai
dimenticava
la
vigilanza
necessaria
pel
controllo
dei
suoi
atti
.
La
volontà
,
come
ogni
altra
attività
,
si
rinforza
e
si
sviluppa
con
esercizi
metodici
.
E
qui
gli
esercizi
della
volontà
sono
in
tutti
gli
esercizi
intellettuali
e
della
vita
pratica
del
bambino
:
sembra
che
il
fanciullo
impari
la
esattezza
e
grazia
delle
movenze
,
che
affini
le
sue
sensazioni
,
che
impari
a
contare
e
a
scrivere
-
-
ma
più
profondamente
egli
diventa
il
padrone
di
se
stesso
-
-
il
preparatore
dell
'
uomo
di
forte
e
pronto
volere
.
Si
sente
dire
spesso
che
il
bambino
deve
saper
spezzare
la
sua
volontà
di
fronte
al
volere
dell
'
adulto
-
-
e
che
questa
è
l
'
educazione
della
volontà
del
bambino
,
che
deve
sottomettersi
e
obbedire
.
A
parte
l
'
ingiustizia
che
sta
in
fondo
a
ogni
atto
di
prepotenza
,
questa
pretesa
è
irrazionale
perché
il
bambino
non
può
spezzare
ciò
che
non
ha
.
Noi
gli
impediamo
in
tal
modo
di
formare
la
propria
volontà
-
-
e
commettiamo
il
più
grande
e
colpevole
abuso
verso
il
fanciullo
.
Egli
non
ha
mai
tempo
o
modo
nemmeno
di
provare
se
stesso
,
di
valutare
le
proprie
forze
,
i
propri
limiti
-
-
perché
viene
sempre
interrotto
e
soggiogato
dalla
nostra
prepotenza
;
e
languisce
nell
'
ingiustizia
,
allorché
si
sente
rimproverare
acerbamente
perché
non
ha
ciò
che
gli
viene
ad
ogni
ora
distrutto
.
Così
nasce
come
conseguenza
la
timidezza
del
fanciullo
,
che
è
una
specie
di
malattia
acquisita
della
volontà
che
non
poté
svilupparsi
-
-
e
che
con
la
solita
calunnia
con
cui
il
tiranno
,
cosciente
o
no
,
copre
i
propri
errori
,
viene
considerata
da
noi
come
una
caratteristica
infantile
.
I
nostri
bambini
non
sono
mai
timidi
:
una
delle
più
affascinanti
loro
qualità
è
la
scioltezza
con
cui
trattano
le
persone
,
con
cui
lavorano
in
presenza
di
altri
,
e
mostrano
con
franchezza
e
desiderio
di
compartecipazione
,
i
loro
lavori
.
Quella
mostruosità
morale
che
è
il
bambino
smorfioso
e
timido
il
quale
prende
ardire
quando
è
solo
coi
compagni
e
fa
le
«
birichinate
»
perché
poté
sviluppare
la
sua
volontà
soltanto
nell
'
ombra
-
-
sparisce
nelle
nostre
Case
dei
Bambini
.
Spettacolo
di
barbarie
inavvertita
-
-
che
somiglia
alla
artificiale
costrizione
in
cui
si
teneva
il
corpo
dei
fanciulli
destinati
a
crescere
«
nani
»
di
corte
,
mostri
fisici
o
giullari
-
-
e
nella
quale
crescono
spiritualmente
quasi
tutti
i
bambini
del
nostro
tempo
!
Infatti
in
tutti
i
congressi
di
Pedagogia
si
rileva
come
pericolo
del
nostro
tempo
«
la
mancanza
di
carattere
»
negli
scolari
:
e
si
dà
quasi
un
grido
d
'
allarme
-
-
senza
però
rilevare
che
è
l
'
indirizzo
educativo
la
schiavitù
scolastica
,
quella
che
appunto
spezza
le
volontà
e
i
caratteri
.
Il
rimedio
è
tutto
nella
liberazione
dello
sviluppo
umano
.
Oltre
all
'
esercizio
della
volontà
,
c
'
è
l
'
altro
fattore
dell
'
obbedienza
consistente
nella
conoscenza
dell
'
atto
da
compiere
.
Una
delle
osservazioni
più
interessanti
fatte
dalla
mia
allieva
Anna
Maccheroni
,
prima
nella
«
Casa
dei
Bambini
»
di
Milano
e
poi
in
quella
di
via
Giusti
in
Roma
,
riguarda
appunto
il
meccanismo
con
cui
si
svolge
l
'
obbedienza
nei
fanciulli
in
rapporto
al
«
sapere
»
.
L
'
obbedienza
nasce
nel
bambino
come
un
istinto
latente
in
lui
,
appena
la
sua
personalità
abbia
cominciato
,
come
diciamo
noi
,
a
ordinarsi
.
Per
es
.
un
bambino
comincia
a
provarsi
in
un
determinato
esercizio
-
-
una
volta
,
all
'
improvviso
,
egli
fa
perfettamente
bene
;
se
ne
meraviglia
,
guarda
,
vuol
quindi
riprovare
,
ma
l
'
esercizio
non
riesce
più
per
vario
tempo
.
In
seguito
il
bambino
riesce
quasi
sempre
a
compiere
l
'
esercizio
;
ma
se
qualcuno
gli
domanda
di
eseguirlo
non
sempre
riesce
,
anzi
,
quasi
sempre
sbaglia
.
Il
comando
esterno
non
provoca
ancora
l
'
atto
volontario
.
Quando
però
l
'
esercizio
riesce
sempre
bene
,
con
sicurezza
assoluta
,
l
'
invito
esterno
provoca
atti
ordinati
e
sufficienti
allo
scopo
;
cioè
il
bambino
può
sempre
eseguire
il
comando
ricevuto
.
Che
questi
fatti
,
a
parte
le
variazioni
individuali
,
siano
leggi
di
formazione
psichica
,
risulta
anche
dall
'
esperienza
volgare
che
tutti
abbiamo
veduto
ripetersi
nelle
scuole
e
nella
vita
.
Accade
spesso
di
sentir
dire
un
bambino
:
«
io
ho
fatto
la
tal
cosa
,
ma
non
la
so
fare
più
»
.
E
un
maestro
che
al
comando
è
deluso
dell
'
incapacità
del
bambino
:
«
eppure
il
bambino
faceva
bene
,
adesso
non
sa
più
fare
»
.
Infine
,
c
'
è
il
periodo
di
sviluppo
compiuto
,
consistente
in
ciò
:
che
quando
si
sa
fare
una
cosa
,
resta
permanente
la
capacità
a
riprodurla
.
Esistono
dunque
tre
periodi
-
-
un
primo
subcosciente
ove
nell
'
intelligenza
del
bambino
l
'
ordine
si
fa
per
un
misterioso
impulso
interiore
tra
il
disordine
,
producendo
all
'
esterno
un
atto
perfetto
che
però
,
essendo
fuori
del
campo
della
coscienza
,
l
'
individuo
non
può
riprodurre
volontariamente
.
Un
secondo
periodo
cosciente
ove
esiste
l
'
azione
della
volontà
,
che
può
assistere
al
processo
di
sviluppo
e
di
fissazione
degli
atti
;
un
terzo
periodo
ove
la
volontà
può
dirigere
e
provocare
gli
atti
stessi
,
rispondendo
anche
a
un
comando
esterno
.
Ora
l
'
obbedienza
segue
parallelamente
un
simile
processo
.
Nel
primo
periodo
,
del
disordine
interiore
,
il
bambino
non
obbedisce
,
come
se
fosse
sordo
psichicamente
,
estraneo
ai
comandi
;
nel
secondo
periodo
vorrebbe
obbedire
-
-
ha
l
'
attitudine
di
chi
comprende
il
comando
e
vuol
corrispondervi
,
ma
non
può
o
almeno
non
riesce
sempre
a
obbedire
quindi
non
è
pronto
,
non
mostra
la
gioia
di
obbedire
;
nel
terzo
periodo
corrisponde
prontamente
,
con
entusiasmo
;
e
,
perfezionandosi
negli
esercizi
,
nasce
nel
bambino
la
gioia
di
sapere
obbedire
.
È
questo
il
periodo
in
cui
egli
accorre
con
gioia
e
lascia
al
più
impercettibile
comando
qualsiasi
cosa
lo
interessi
,
per
togliersi
alla
sua
solitudine
-
-
e
fondersi
con
l
'
obbedienza
nel
campo
spirituale
di
un
altro
uomo
.
Da
questo
ordine
così
stabilito
nella
coscienza
-
-
ove
era
un
primitivo
caos
-
-
proviene
tutto
il
quadro
dei
fenomeni
di
disciplina
e
di
sviluppo
intellettuale
che
dall
'
interno
si
espande
come
una
creazione
.
Da
tali
anime
ordinate
ove
fu
separata
«
la
luce
dalle
tenebre
»
-
-
nascono
sentimenti
e
conquiste
intellettuali
improvvise
,
che
ricordano
la
creazione
biblica
del
mondo
.
Non
soltanto
quello
che
fu
laboriosamente
preparato
dal
fanciullo
stesso
,
si
trova
in
lui
:
non
solo
la
conquista
ma
il
dono
che
scaturisce
dalla
vita
interiore
.
Si
sentono
già
i
primi
fiori
di
gentilezza
,
d
'
amore
,
di
spontaneo
desiderio
del
bene
,
che
mandano
il
loro
profumo
dalle
anime
di
questi
fanciulli
-
-
e
che
promettono
i
«
frutti
della
vita
spirituale
»
di
S
.
Paolo
:
«
Frutto
dello
spirito
si
è
la
carità
,
il
gaudio
,
la
pace
,
la
pazienza
,
la
benignità
,
la
bontà
,
la
mansuetudine
,
la
modestia
,
»
.
Essi
sono
dei
virtuosi
perché
esercitarono
la
pazienza
-
-
ripetendo
gli
esercizi
-
-
la
mansuetudine
cedendo
al
comando
,
al
desiderio
degli
altri
-
-
la
bontà
godendo
del
bene
altrui
,
non
sentendo
invidia
né
emulazione
;
vissero
facendo
il
bene
nel
gaudio
,
nella
pace
;
e
furono
eminentemente
,
meravigliosamente
laboriosi
.
Ma
di
tali
virtù
essi
non
hanno
superbia
perché
non
vollero
acquistarle
come
una
superiorità
morale
,
da
un
insegnamento
esterno
seguito
con
sforzo
.
Ma
si
trovarono
sulla
via
della
virtù
-
-
perché
era
l
'
unica
via
per
giungere
al
perfezionamento
,
all
'
apprendimento
:
e
raccolsero
con
semplicità
i
frutti
di
pace
che
incontrarono
per
quella
via
.
Queste
le
prime
linee
d
'
un
esperimento
che
illustra
un
forma
di
disciplina
indiretta
-
-
ove
al
maestro
critico
e
predicante
si
sostituisce
una
razionale
organizzazione
del
lavoro
e
la
libertà
del
fanciullo
.
Essa
include
un
concetto
della
vita
generalmente
noto
più
nei
campi
delle
religioni
che
in
quelli
della
pedagogia
scolastica
-
-
perché
si
rivolge
alle
energie
interiori
dell
'
uomo
:
ma
pure
fonda
le
sue
basi
sul
lavoro
e
sulla
libertà
,
che
sono
vie
di
progresso
civile
.
CONCLUSIONI
E
IMPRESSIONI
La
parte
del
metodo
qui
descritta
,
può
chiaramente
condurre
,
io
credo
,
i
maestri
ad
applicarla
praticamente
.
Chi
ha
bene
afferrato
l
'
idea
dell
'
insieme
in
questa
metodica
-
-
intenderà
come
il
lato
riferentisi
all
'
applicazione
materiale
di
essa
è
oltremodo
semplice
e
facile
.
Infatti
la
figura
della
maestra
antica
,
che
tiene
faticosamente
la
disciplina
dell
'
immobilità
e
consuma
i
suoi
polmoni
in
una
loquela
risonante
e
continua
,
è
scomparsa
.
Alla
maestra
viene
sostituito
il
materiale
didattico
,
che
contiene
in
sé
il
controllo
dell
'
errore
e
permette
ai
singoli
bambini
l
'
auto
-
educazione
.
Così
la
maestra
è
una
dirigente
del
lavoro
spontaneo
dei
bambini
:
è
una
paziente
ed
una
silenziosa
.
I
bambini
sono
occupati
ciascuno
in
una
cosa
diversa
-
-
e
la
direttrice
può
sorvegliarli
,
facendo
osservazioni
psicologiche
,
-
-
le
quali
appunto
,
raccolte
con
ordine
e
con
criteri
scientifici
,
potranno
ricostruire
la
Psicologia
infantile
e
preparare
la
Pedagogia
sperimentale
.
Io
credo
di
avere
stabilito
,
col
mio
metodo
,
le
condizioni
di
studio
necessario
a
svolgere
una
Pedagogia
scientifica
:
e
chi
adotterà
questo
metodo
,
aprirà
con
ciò
solo
,
in
ogni
scuola
e
in
ogni
classe
,
un
gabinetto
di
Pedagogia
sperimentale
.
Di
qui
dobbiamo
attenderci
la
vera
soluzione
positiva
di
tutti
i
problemi
pedagogici
dei
quali
si
parla
:
come
già
è
venuta
la
soluzione
di
alcuni
,
quali
la
libertà
degli
scolari
,
l
'
auto
-
educazione
e
l
'
armonia
dell
'
opera
familiare
con
quella
scolastica
per
il
comune
intento
della
educazione
dei
fanciulli
.
Anche
il
problema
dell
'
educazione
religiosa
,
la
cui
importanza
ancora
non
sentiamo
pienamente
,
dovrà
essere
risolto
dalla
pedagogia
positiva
.
Se
le
religioni
nacquero
insieme
alle
civiltà
,
esse
ebbero
probabilmente
radice
dell
'
umana
natura
.
Noi
abbiamo
assistito
allo
spettacolo
edificante
di
un
istintivo
amore
alla
sapienza
nei
fanciulli
che
avevamo
giudicati
,
su
un
pregiudizio
antico
,
dediti
ai
divertimenti
ai
giuochi
vuoti
di
pensiero
.
Il
fanciullo
che
disprezza
il
giuoco
dinanzi
al
sapere
,
si
è
rivelato
il
vero
figlio
di
quell
'
umanità
che
fu
a
traverso
i
secoli
creatrice
della
scienza
e
del
progresso
civile
.
Noi
avevamo
deturpato
il
figlio
dell
'
uomo
,
relegandolo
invece
al
giuocattolo
degradante
,
nell
'
ozio
e
nel
soffocamento
di
una
disciplina
male
intesa
.
Ora
il
fanciullo
dovrà
egli
,
nella
sua
libertà
,
rivelarci
se
l
'
uomo
è
veramente
in
natura
la
creatura
religiosa
.
Negando
a
priori
il
sentimento
religioso
nell
'
uomo
,
e
privando
l
'
umanità
dell
'
educazione
di
questo
sentimento
,
potremmo
incorrere
in
un
errore
pedagogico
,
simile
a
quello
che
ci
faceva
a
priori
negare
nel
fanciullo
l
'
amore
alla
conoscenza
e
al
sapere
:
e
che
ci
spingeva
a
domarlo
nella
schiavitù
,
per
renderlo
apparentemente
disciplinato
.
Anche
affermando
che
solo
l
'
età
adulta
è
adatta
all
'
educazione
religiosa
-
-
potremmo
incorrere
in
un
profondo
errore
,
come
è
quello
che
ci
fa
oggi
dimenticare
l
'
educazione
dei
sensi
nell
'
età
in
cui
essi
sono
educabili
,
cioè
nel
bambino
,
mentre
la
vita
dell
'
adulto
è
poi
praticamente
un
'
applicazione
dei
sensi
alla
raccolta
di
sensazioni
nell
'
ambiente
:
donde
risulta
il
fallimento
della
vita
pratica
e
uno
squilibrio
che
disperde
tante
forze
individuali
.
Non
per
fare
un
paragone
tra
la
educazione
dei
sensi
,
come
guida
alla
vita
pratica
-
-
e
l
'
educazione
religiosa
come
guida
alla
vita
morale
;
ma
solo
per
servirmi
a
scopo
illustrativo
di
una
analogia
-
-
noto
come
spesso
nella
vita
morale
si
osservano
dei
fallimenti
nei
non
religiosi
-
-
e
molte
forze
individuali
,
che
pur
riconosciamo
preziose
,
disperdersi
miseramente
.
Quanti
uomini
hanno
fatto
l
'
esperienza
di
ciò
!
E
allorché
alcuni
hanno
la
tardiva
rivelazione
della
propria
coscienza
religiosa
nell
'
età
adul
ta
,
o
sotto
la
squassante
esperienza
del
dolore
,
la
mente
è
inabile
a
stabilirsi
un
equilibrio
,
perché
fu
troppo
stabilmente
formata
in
un
campo
privo
di
spiritualità
.
Allora
vediamo
spettacoli
egualmente
pietosi
o
di
conversioni
a
un
fanatismo
di
religiosità
formale
e
inferiore
;
o
di
lotte
intime
drammatiche
tra
il
sentimento
che
cerca
tra
le
tempeste
l
'
unico
suo
porto
,
e
la
mente
che
riconduce
inesorabilmente
la
coscienza
tra
i
flutti
travolgenti
dell
'
alto
mare
senza
pace
.
Fenomeni
psicologici
di
altissima
importanza
;
e
problemi
umani
la
cui
gravità
è
forse
tra
tutti
gli
altri
,
suprema
.
Noi
siamo
ancora
in
Europa
e
specialmente
,
tra
le
più
civili
nazioni
,
in
Italia
pieni
di
pregiudizi
e
di
preconcetti
su
tale
argomento
-
-
veri
schiavi
del
pensiero
.
Noi
crediamo
che
la
libertà
di
coscienza
e
di
pensiero
consista
nel
negare
alcuni
principi
di
sentimento
-
-
come
p
.
es
.
quelli
religiosi
;
mentre
la
libertà
non
esiste
mai
là
ove
si
combatte
per
soffocare
qualche
cosa
,
ma
solo
dove
si
lascia
l
'
espansione
illimitata
alla
vita
.
Chi
veramente
non
crede
,
non
teme
ciò
che
non
crede
,
e
non
combatte
ciò
che
non
esiste
:
e
se
crede
e
combatte
,
allora
diviene
soldato
contro
la
libertà
.
In
America
è
lo
stesso
scienziato
positivista
,
il
James
,
che
espone
la
teoria
fisiologica
dei
sentimenti
e
illustra
l
'
importanza
psicologica
della
«
coscienza
religiosa
»
.
Noi
non
possiamo
sapere
l
'
avvenire
del
progresso
di
pensiero
:
ecco
p
.
es
.
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
il
trionfo
della
disciplina
a
traverso
le
conquiste
della
libertà
e
dell
'
indipendenza
:
e
ciò
segna
il
fondamentale
progresso
pedagogico
nei
metodi
-
-
e
la
più
brillante
speranza
di
redenzione
umana
nell
'
educazione
.
Forse
ugualmente
,
a
traverso
le
conquiste
di
libertà
di
pensiero
e
di
coscienza
,
noi
ci
avviamo
verso
un
grande
trionfo
religioso
.
Questo
ce
lo
dirà
l
'
esperienza
;
e
saranno
indubbiamente
interessanti
le
osservazioni
psicologiche
fatte
in
proposito
nelle
«
Case
dei
Bambini
»
.
A
questo
libro
di
metodo
,
compilato
da
una
sola
persona
,
ne
dovranno
seguire
altri
,
io
mi
auguro
,
che
partendo
dallo
studio
individuale
dei
bambini
educati
col
nostro
metodo
,
esporranno
l
'
esito
delle
esperienze
.
Sono
questi
i
libri
di
Pedagogia
che
attende
l
'
avvenire
.
Dal
lato
pratico
della
scuola
,
si
ha
poi
,
coi
nostri
metodi
,
il
vantaggio
di
poter
trattenere
vicini
fanciulli
in
grado
molto
diverso
di
preparazione
:
nelle
nostre
prime
«
Case
dei
Bambini
»
,
stanno
insieme
piccini
di
due
anni
e
mezzo
,
inadatti
ancora
ai
più
semplici
esercizi
dei
sensi
-
-
e
bambini
di
oltre
cinque
anni
che
per
la
loro
coltura
potrebbero
passare
tra
pochi
mesi
in
terza
elementare
!
Ciascuno
di
essi
si
perfeziona
da
sé
;
e
prosegue
avanti
secondo
la
propria
potenzialità
individuale
.
Vantaggio
grandissimo
di
tale
metodo
,
che
potrebbe
rendere
assai
facile
l
'
istruzione
nelle
scuole
rurali
,
e
nelle
scuole
dei
piccoli
paesi
di
provincia
-
-
ove
scarsi
sono
i
fanciulli
,
e
dove
non
potrebbero
fondarsi
molte
diverse
classi
,
né
mantenersi
più
maestre
.
Dalla
nostra
esperienza
risulta
che
una
sola
maestra
può
seguire
fanciulli
i
quali
si
trovano
in
livelli
così
disparati
,
come
quelli
che
corrono
dal
primo
dei
tre
anni
dell
'
asilo
d
'
infanzia
,
alla
terza
classe
elementare
.
Mentre
accanto
a
questo
vantaggio
pratico
,
sta
l
'
altro
dell
'
estrema
facilità
con
cui
si
apprende
il
linguaggio
grafico
con
cui
perciò
si
può
combattere
l
'
analfabetismo
,
e
coltivare
la
lingua
nazionale
.
In
quanto
alla
maestra
,
ella
può
rimanere
,
senza
pericolo
di
consumar
le
sue
forze
,
tutta
la
giornata
insieme
a
bambini
che
appartengono
a
così
diversi
gradi
di
sviluppo
,
come
resta
in
casa
la
madre
coi
figli
di
tutte
le
età
dal
mattino
alla
sera
,
senza
stancarsi
.
I
bambini
lavorano
da
sé
-
-
conquistando
così
la
disciplina
attiva
come
l
'
indipendenza
nella
vita
pratica
,
come
il
progressivo
sviluppo
dell
'
intelligenza
.
Diretti
da
una
intelligente
maestra
,
tanto
nello
sviluppo
fisico
come
in
quello
intellettuale
e
morale
,
i
bambini
possono
coi
nostri
metodi
,
raggiungere
non
solo
uno
splendido
e
rigoglioso
organismo
fisico
,
ma
ancora
la
magnificenza
dell
'
anima
umana
.
Abbiamo
creduto
erroneamente
fin
qui
che
l
'
educazione
naturale
dei
piccoli
bambini
dovesse
essere
soltanto
fisica
,
ma
anche
lo
spirito
ha
la
sua
natura
e
la
vita
spirituale
è
essa
,
che
domina
la
esistenza
umana
in
tutte
le
età
.
I
nostri
metodi
prendono
in
considerazione
lo
sviluppo
psichico
spontaneo
nei
bambini
e
lo
aiutano
con
mezzi
dedotti
dall
'
osservazione
e
dall
'
esperienza
.
Se
le
cure
fisiche
conducono
i
fanciulli
a
sentire
i
godimenti
della
salute
del
corpo
,
le
cure
intellettuali
e
morali
portano
il
fanciullo
alle
alte
gioie
dello
spirito
,
e
lo
spingono
a
continue
sorprese
a
scoperte
così
nell
'
ambiente
esterno
,
come
nell
'
intimità
della
propria
anima
.
Queste
sono
le
gioie
che
preparano
l
'
uomo
e
che
solo
son
degne
di
educare
veramente
l
'
infanzia
dell
'
umanità
.
I
nostri
bambini
sono
notevolmente
diversi
da
tutti
gli
altri
fin
qui
conosciuti
tra
il
gregge
domo
delle
scuole
:
essi
hanno
l
'
aspetto
sereno
di
chi
è
felice
e
la
disinvoltura
di
chi
si
sente
il
padrone
delle
proprie
azioni
.
Quand
'
essi
corrono
incontro
ai
visitatori
,
parlano
loro
con
franchezza
,
stendono
con
gravità
la
manina
minuscola
per
una
cordiale
stretta
di
mano
,
quando
ringraziano
della
visita
ricevuta
più
col
brillare
degli
occhi
,
che
con
la
voce
squillante
;
dànno
l
'
illusione
di
piccoli
uomini
straordinari
.
Quando
poi
essi
mostrano
le
loro
abilità
con
atto
confidenziale
così
semplice
,
come
se
chiamassero
delle
testimonianze
materne
in
tutti
quelli
che
li
osservano
;
-
-
quando
intorno
a
due
visitatori
che
parlano
tra
loro
,
essi
si
accovacciano
in
terra
accanto
ai
loro
piedi
,
scrivendo
silenziosamente
il
loro
nome
con
una
parola
gentile
di
ringraziamento
-
-
quasi
volessero
far
sentire
una
gratitudine
affettuosa
a
chi
è
venuto
a
trovarli
;
quando
dànno
prova
del
loro
rispetto
con
un
silenzio
profondissimo
-
-
sono
commoventi
in
modo
,
che
scuotono
veramente
le
anime
.
La
«
Casa
dei
Bambini
»
sembra
avere
una
influenza
spirituale
su
tutti
:
io
vidi
uomini
di
affari
,
uomini
di
potere
,
preoccupati
così
da
un
lavoro
affannoso
,
come
dalla
coscienza
della
propria
superiorità
sociale
,
farsi
sereni
,
disciogliere
quasi
la
rigidezza
pesante
del
loro
grado
,
in
un
dolce
oblìo
di
se
stessi
.
È
l
'
effetto
dello
spettacolo
dell
'
anima
umana
che
si
svolse
nella
sua
vera
natura
;
e
che
fece
chiamare
i
nostri
piccini
:
bambini
prodigiosi
,
bambini
felici
,
infanzia
di
una
umanità
più
evoluta
della
nostra
.
Io
intendo
il
grande
poeta
inglese
Wordsworth
,
che
,
innamoratosi
della
natura
,
cominciò
a
sentire
la
misteriosa
voce
dei
suoi
colori
e
dei
suoi
silenzi
e
le
domandò
il
segreto
della
vita
tutta
quanta
.
Finché
,
come
un
veggente
,
ne
ebbe
la
rivelazione
:
il
segreto
di
tutta
la
natura
sta
nell
'
anima
del
fanciullo
.
Egli
ci
scopre
la
sintesi
vera
della
vita
,
che
risiede
nello
spirito
dell
'
umanità
.
Ma
quello
spirito
che
«
avvolge
la
nostra
infanzia
»
è
poi
oscurato
«
dalle
ombre
della
carcere
,
che
comincia
a
chiudersi
al
disopra
del
crescente
fanciullo
»
:
e
l
'
uomo
«
lo
vede
morire
lontano
e
svanire
nella
luce
del
giorno
consueto
»
.
Veramente
la
vita
nostra
sociale
è
bene
spesso
il
successivo
oscurarsi
e
il
morire
della
vita
naturale
che
è
in
noi
.
Questi
nostri
metodi
tendono
a
custodire
il
fuoco
spirituale
degli
uomini
;
e
a
salvare
la
loro
vera
natura
a
traverso
i
deprimenti
gioghi
della
società
.
È
una
Pedagogia
che
s
'
informa
all
'
alto
concetto
di
Emanuele
Kant
:
«
l
'
arte
perfetta
ritorna
alla
natura
»
.