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> categoria_s:"Saggistica" > autore_s:"ROSSI PASQUALE"
L'ANIMO DELLA FOLLA ( ROSSI PASQUALE , 1898 )
Saggistica ,
DEDICA A MIA MADRE CORNELIA ROSSI COSENZA . Cara madre , Questo libro , primo frutto maturo del mio ingegno , è stato scritto pensando a te e con la visione serena e forte di mio padre , nella mente e nel cuore . A te , dunque , e alla sua memoria ; a voi due , da ' quali io appresi l ' amore al lavoro , l ' adorazione della virtù e la religione del prossimo , io lo dedico con l ' augurio che vengano tempi migliori per l ' umanità , e che tu possa , per lunghi anni , essere conservata al mio affetto . Amami come io ti amo e credimi tuo , Cosenza , Gennaio 1898 . PASQUALE . LIMITI ED ATTINENZA DELL ' OPERA Il nostro secolo si distingue dagli altri per lo sviluppo progressivo e meraviglioso della scienza . Come tutta la vita , nelle sue complesse manifestazioni , è andata crescendo secondo una legge che può rassomigliarsi a quella della caduta dei gravi , cioè , in ragione inversa del quadrato delle distanze ed in ragione diretta della massa ; così , anco la scienza à seguito tale legge di sviluppo , applicata , dal mondo dei fatti fisici , a quello dei fenomeni intellettivi . Guardando , riprodotte in forma grafica , le vicende geologiche dalla nebulosa primitiva , alla forma astrale e planetaria ; lo sviluppo della vita animale e vegetale dalla monera in sino all ' uomo ; lo svolgimento di questo traverso i secoli , dal momento che s ' innalza dal tipo pitecoide fino all ' antropoide ed , in fine , traverso i secoli preistorici e storici fino al culmine raggiunto , oggi , dalla civiltà ; guardando questa immensa curva grafica , sempre e da per tutto , ci si conferma la legge del progresso sociale movente in ragione diretta della massa ed inversa del quadrato delle distanze * . La scienza , adunque , à obbedito a questa legge , assecondata dallo sviluppo crescente della società * . Erberto Spencer , parlando dei fattori derivati che determinano il crescere delle società umane , dà speciale importanza a ' fattori superorganici , detti da altri , per esempio , dall ' Angiulli , fattori storici . Son questi i prodotti delle invenzioni umane che vanno accrescendosi a vicenda : l ' uno cresce per opera diretta ed indiretta dell ' altro e non sì tosto l ' uno si è accresciuto che origina nuovi accrescimenti negli altri , come chi ponga tanti specchi paralleli che riflettano infinitamente un ' immagine . Così è del progresso della civiltà , della quale la scienza è parte : i facili mezzi di comunicazione , di pubblicità , d ' investigazione , di studï ànno , per riflesso , reso ancora più celere il cammino della scienza di quello che , forse , non sarebbe stato , se questi fossero mancati e non avessero costituito , meritamente , uno dei più alti titoli di lode del nostro secolo . Ma la scienza , non solo si è allargata scendendo sino agli abissi d ' un mondo invisibile , agli infinitamente minimi di Pasteur ; non solo si è innalzata agli infinitamente massimi , roteanti sul nostro capo ; ma si è , audacemente , avventurata in ipotesi e in divinazioni felici , quale quella del Mendelieff nel campo della chimica e l ' altra del Leverrier nel campo della astronomia . Ha studiato la vita nel fondo del mare ed à spiato per dentro la psiche dell ' uomo ; à scomposto il plasma ed à dissepellito mondi ed uomini che pareano , per sempre , scomparsi ; à fatto un minuto lavoro di analisi , ma à tentato ricomporne la sintesi , riaffermando il concetto che vi è una classificazione ed una derivazione nelle scienze , perché ve n ' è altra nelle formazioni naturali e storiche . È sorta , così , la concezione monistica ed unitaria del mondo , compito che Augusto Comte assegna alla filosofia * . A questo grande movimento scientifico à partecipato la psicologia . Non è molto e questa veniva insegnata quale un ramo della filosofia e la si definiva come un ' osservazione interna , un ' introspezione , come lo studio della facoltà dell ' anima , di questo voluto alito divino chiuso nel corpo . Fu merito d ' alcuni scienziati aver divelto la psicologia dal tronco filosofico e averla congiunta all ' albero biologico , sia perché studia funzioni che si compiono dal sistema nervoso , il quale , per altri aspetti , viene studiato dalla biologia ; sia perché le funzioni psichiche sono , e lo dimostrò lungamente il Sergi , funzioni di protezione dell ' organismo * . Resa la psicologia scienza biologica , suo metodo non poté più essere l ' introspezione , ma , in vece , l ' esperienza , l ' osservazione obbiettiva interpetrata , proiettandovi su la propria psiche , come fascio di luce elettrica che rompa ed illumini l ' oscurità della notte . Epperò sorse la psicologia fisiologica che studia il parallelismo e la trasmutazione del fatto fisiologico in fatto psichico ; la psicometria che misura il tempo nel quale si compiono le funzioni psichiche elementari ; sorse il metodo delle inchieste , adoperato per prima dal Galton , nello studio di quel che fu detto il documento umano e che si riflette nella rappresentazione artistica ; sorse , in fine , la legge dell ' eredità psicologica ecc . * . Fino a questo punto si era studiata la psiche individuale di già formata , restava a sapere se la fosse un fenomeno affatto umano o pure una formazione della specie e della razza , di tutto il mondo biologico animale . Lo studio fu compiuto e dimostrò che la psiche comincia molto in basso con la monera ; che l ' irritabilità del protoplasma è fatto biologico e psichico in sieme ; che vi è una psiche elementare che sale fino all ' uomo ; che i fatti sensitivi , volitivi ed intellettivi , contenuti nell ' irritabilità del protoplasma , vanno svolgendosi in modo parallelo ed interdipendente fino all ' uomo che ripete , nei primordii psichici , lo sviluppo della specie , onde l ' ontogenesi della psiche è una breve ricapitolazione della filogenesi e , tra l ' uomo e gli animali inferiori , vi è solo differenza quantitativa non qualitativa della psiche * . Lo studio della psiche individuale , allo stato normale , poteva dirsi compiuta : la psicologia fisiologica ne avea studiato i rapporti con le altre funzioni nervose ; la psicometria ne avea misurato i fatti psichici elementari ; la psicogenia ne avea studiato il sorgere e lo svilupparsi ; la psicologia , in fine , avea studiato la completa organizzazione della mente . Si rimaneva , però , sempre nel campo dell ' individuo e nell ' espressione normale della psiche ; ma l ' uomo non è individuo isolato e i prodotti psichici collettivi sono così frequenti come i fenomeni isolati della psiche e , d ' altra parte , lo stato di salute si alterna , con quello di malattia , onde avveniva che la psicologia dovea procedere innanzi per due strade diverse : studiare , cioè , la psiche inferma ( psicologia patologica ) ; studiare le forme psichiche complesse ( psicologia collettiva ) . Ma questi due nuovi rami nei quali la psicologia si biforcava , erano ben capaci d ' ulteriori svolgimenti . La psicologia patologica poteva proporsi o lo studio della mente ammalata e questo compito veniva espletato , con rigoglio di dottrina , dalla psichiatria ; oppure dovea studiare una forma particolare di pervertimento psicosomatico , il delitto , compito affidato alla psicologia criminale ; oppure , dal campo patologico , dovea assurgere e rifermare le conclusioni fisiologiche e questo campo fu , specialmente , tentato da maestro dal Ribot coi famosi tre saggi sulla memoria , sulla volontà e sulla personalità * . Rimaneva l ' altro ramo della psicologia , la psicologia collettiva intuita , or fanno molti anni , dal Barzellotti che così scriveva dell ' animo della folla « quel non so che d ' indefinibile , vago che pur vive , sente , pensa , si muove di vita sua , distinta da quelle delle migliaia di anime che si confondono in lei , e si forma sempre nelle grandi commozioni delle assemblee popolari , per poi morire con esse * . Ma quegli che , con amore e con genio , si occupò di psicologia collettiva fu Scipio Sighele Sighele , La folla delinquente , Bocca edit . La coppia criminale , Bocca ed . La delinquenza settaria e Contro il Parlamentarismo , ed . Treves vedi inoltre Critica soc . , an . IV 1894 e anno V 1895 . , del quale il concetto informatore si può riassumere così : tra la psicologia individuale e la sociologia esistono dei traits – d ' union rappresentati dalle varie forme di psicologia collettiva ; della setta , della casta , della classe , dello stato ; ma , mentre tra la psicologia individuale e la sociologia vi è parallelismo , giacché « la sociologia è una psicologia in grande » nella quale « i caratteri dell ' aggregato sono determinati dai caratteri delle unità che lo compongono » , nella psicologia collettiva , questa legge fondamentale « subisce molte eccezioni , perché spesso l ' aggregato umano presenta caratteri diversi da quelli delle unità che lo compongono » . Il Sighele dimostra come dalla folla si passa alla casta , alla classe , allo stato e , penetrando più addentro nelle leggi psichiche collettive , egli trova che nella folla « il pensiero si elide e il sentimento si assomma » , onde « unirsi vuol dire peggiorarsi » . E di fatti , finora nella storia l ' opera più evidente che compirono le folle fu un ' opera di distruzione . Esse agirono nei secoli come quei microbi che dissolvono i corpi indeboliti o i cadaveri . « I barbari che furono le grandi folle dell ' antichità come gli operai sono le grandi folle dei nostri giorni non avrebbero certo costrutto l ' edificio della civiltà romana , ma quando l ' edificio fu barcollante , occorrevano i barbari per atterrarlo e render possibile la costruzione d ' una civiltà nuova cogli avanzi del vecchio colosso . È allora che appare l ' opera delle folle e che , per un istante , la filosofia del numero diventa la sola filosofia della storia * » . Se il Sighele à avuto il merito di studiare , prima di ogni altro , la psicologia della folla , à , però , avuto il torto di non coglierne che un solo aspetto , il criminoso ; di asserire che , nella folla , il sentimento si assomma ed il pensiero si elide , giacché se staticamente è così , dinamicamente il pensiero nella folla si completa e si espande . L ' azione ordinaria della folla è , o tende diventare , anticriminale , pacifica , operosa . Guardatela nei momenti che essa attende ai mercati o ad uno spettacolo o in momenti di sventure cittadine e la sua azione si svolge , quasi sempre , in modo anticriminale . Si dà fuoco ad un edifizio , prima ancora che accorrano pompieri e soldati , è l ' anonima folla che comincia l ' opera di spegnimento ; accade una sventura che tocchi vivamente l ' animo , dalla folla anonima partono i primi soccorsi ; gli stessi operai , che costituiscono le folle moderne , esercitano nello stato , la più utile funzione , la produzione ; sicché , possiamo dire , che , solo ed eccezionalmente , l ' azione della folla è criminosa . La stessa azione politico – sociale delle folle moderne che può talora sembrare criminosa , là dove esiste una larga educazione politica , è essenzialmente civile e moralizzatrice . Lo dicano i meeting colossali inglesi che lasciano una impressione profonda ; le guerre a lungo minacciate , ma mai dichiarate per timore delle folle che riescono , più delle diplomazie , a trattenere la spada nel fodero ; lo dica , in fine , quel senso di morale e di salute che le folle anonime inspirano , dinanzi allo spettacolo di corruzione e di degenerazione della razza . Sicché , quando il Sighele parla della criminalità della folla , egli generalizza uno aspetto solo della varia e complessa vita popolare ; il crimine può essere , per la folla , un momento di crisi morale , che può , persino , mancare , onde se vi son folle delinquenti , vi sono folle normali e che si avviano ad esserlo sempre più . Né più vero è il fatto che il pensiero nella folla , statica o dinamica , non si assommi anzi si elida . Non ci è teoria scientifica che , nel detto popolare , non sia stata espressa da migliaia di anni , in fine a quando il genio non l ' abbia vivificata e noi ne riferiremo alcuni di questi detti popolari , quando ci occuperemo delle anticipazioni della folla . Ma ci è ancora dell ' altro : il Ferri dice : lanciate in pubblico una teoria subita da uno della folla , il pensiero vien rimbalzato sotto forma di osservazione , di diniego , di dubbio , di conferma * . È vero ; ma la folla dà al pensiero quello che un uomo solo , difficilmente , può dare : la diffusione . Provate a dire dinanzi ad un uditorio una qualche cosa , lasciate che poi la folla si disperda e l ' atmosfera è pregna , è satura di quella idea , né di quella soltanto , ma di tutto ciò che ciascuno di suo , di personale vi à aggiunto , sicché , al di sotto del pensiero d ' un altro , sia pure un genio , vi è l ' impronta di tante psiche quante son quelle che l ' ànno ricevuta e trasmessa , che poi si assommano in un prodotto solo , in quello dell ' animo collettivo . Non ostante queste che a me sembrano false concezioni , l ' opera del Sighele rimane piena di quella genialità , che costituisce il pregio più grande d ' un ' opera . Ma , la psiche collettiva presenta orizzonti ancora più vasti quali lo studio del genio , della senilità , della giovinezza della folla ; la legge di normalità e di criminalità ; i momenti di crisi . E già di uno di questi io feci , nel 1894 , un rapido cenno in uno opuscoletto che , ampliato , entrerà a far parte della trama del presente scritto . In quello io consideravo il caso d ' una persecuzione , d ' una folla nel momento rinnovatore , il lato più bello e suggestivo della persecuzione ; in quest ' opera , destinata a raccogliere non impressioni , ma studï scientifici , raccoglierò la persecuzione della propaganda , criminosa o normale non importa , con gli esempï d ' eroismo e di bassezze che trae seco . Così questo scritto che presento al lett ore non sarà altro che l ' abbozzo d ' una scienza giovane e nuova ; alla quale mi auguro non avere arrecato inutile contributo . Son questi i limiti e le attinenze dell ' opera . LA FOLLA CAPITOLO I . ANATOMIA E FISIOLOGIA DELLA FOLLA La folla à un ' anima . Gli antichi che dettero un ' anima alle cose , epperò il poeta cantava : « vissero i fiori e l ' erbe ; vissero i boschi un dì » : non conobbero l ' agitata e vasta psiche della collettività . Sentirono , talora , il sentimento passionato , che il mondo esterno ci mette nell ' animo ; il dolore di cui lo avviviamo , riflettendovi noi stessi ; intesero le lagrime delle cose , più ineffabili ancora delle lagrime umane , appunto perché recinte d ' un velo fantastico e pietoso ; ma , dell ' anima civitatis , la sola collettività esistente nell ' antichità ed assorbente tutto , nulla conobbero . Eppure , esiste e la si può cogliere in momenti solenni , quando attolle i fastigi di suo sviluppo e potenza . Ci è , però , una manifestazione della psiche collettiva che non manca mai , che cresce sempre coi tempi nuovi , ch ' è destinata ad avere una importanza sempre maggiore ed è l ' opinione pubblica la communis opinio la quale è come il giudizio d ' un solo grande animo , l ' animo popolare , che si rivelava , nella tragedia greca , col coro , la cui voce era come un verdetto solenne dei tempi e della Storia . Ora , come potrebbe questa opinione pubblica formarsi , come diffondersi , se non immaginando ch ' essa sia il pensiero d ' un organo nuovo che nulla abbia d ' individuale ? Quest ' è la psiche collettiva . Quando la sventura batte alle porte d ' una collettività ( famiglia , popolo , città ) accade come un unificarsi di pensieri , di sentimenti , di azioni ; la psiche s ' intensifica e si innalza ; pare che un animo solo spiri dentro questo corpo gigantesco fatto di tante menti e di tanti cuori : e quest ' è l ' animo collettivo . E se passiamo a studiare la vita d ' un popolo , d ' una scuola , guardandola dall ' alto come l ' osservatore che s ' innalzi in un areostata , donde coglie un ' immensa città e dove il particolare , che stanca la vista ed annebbia l ' insieme , scompare ; sentiamo qualcosa di comune che chiamiamo o genio etnico o stile e ch ' è opera d ' un animo collettivo che vive traverso i secoli e traverso lo spazio . E la si trova , così , nei popoli antichi come ne ' moderni ; così presso l ' Ellade , come nella modernissima Inghilterra ; così fra gli stoici antichi , come presso i moderni positivisti . Guardando un quadro od una statua , Taine vi dirà a quale secolo e a quale scuola appartenga ; Rénan vi scriverà del genio semitico , così diverso dall ' ario ; Ferrero saprà dirvi della razza germanica differente , per tanti aspetti , dalla razza latina ; ma , perché questo avvenga , bisogna che le anime individuali si sieno unificate in una grande anima collettiva , che lasci , accanto alle traccie individuali , l ' ombra della sua grande ed immensa personalità , come il motivo dominante si eleva sulle voci dei singoli strumenti che suonano . L ' anima della folla esiste , dunque , e si è venuta formando così come una psiche individuale . È scorso il tempo nel quale questa si considerava come un ' unità semplice . Grazie agli studï psicogenetici , è apparsa come fatta dalle mille psiche elementari che i varï elementi anatomici , i varï organi mandano ai centri nervosi per assommarvisi . Esiste , infatti , una psiche elementare monocellulare che vive nelle forme protoplasmatiche inferiori ; ma , quando agli animali unicellulari , succedono i cenobï e gli animali pluricellulari , le infinite psichi elementari tendono assommarsi . Vi è un ' ascensione di differenziamento e d ' integrazione crescente nella scala zoologica , non solo delle funzioni neuro – psichiche , ma ancora degli organi nervosi , fino all ' uomo . D ' altra parte , le impressioni del mondo esterno e le relative reazioni , che sono principio della vita bio – psichica , non sono andate perdute , ma si sono stratificate , immagazzinate , differenziate , trasmesse . E sono state non solo sensazioni , ma fatti intellettivi e volizioni : sono sorte , così , le varie formazioni psichiche . L ' atto bio – psichico elementare che le conteneva tutte , si è differenziato nelle tre funzioni fondamentali e si è così trasmesso fino all ' uomo . Né basta : dal mondo esterno e dal proprio organismo due correnti sono partite fino a ' centri nervosi e ànno dato luogo ad una vita psichica interna ( cenestesi ) e ad una esterna . Così si è svolta , adunque , la psiche individuale . Rassomigliante è la psiche collettiva : essa è fatta dalle funzioni psichiche individuali , le quali , assommandosi od elidendosi , dànno una nuova formazione psichica con un contenuto più alto . La materia psichica rimane sempre la stessa , ma il modo di ricomporsi varia : sono , come diceva il Levves : sempre gli stessi fili , ma che variamente s ' intrecciano fino a formare delle tele nuove e diverse . Anch ' essa , la psiche collettiva , à una funzione sensitiva , volitiva , intellettiva ; à le sue stratificazioni antiche e recenti ; à una sorgente interna ed esterna d ' impressioni . Né l ' analogia si arresta alla sola vita normale delle due psichi : come vi è una patologia psichica individuale , altra ve n ' è collettiva . Vi sono , nell ' una e nell ' altra , gli arresti di sviluppo , i dissolvimenti , le senilità , le forme psico e neuropatiche . In una parola , esiste una psiche collettiva , molto simile all ' individuale , con un contenuto più vasto , più intenso e di essa ci andremo occupando nei successivi capitoli , ma prima bisogna dire della folla e del modo di interpetrarla . La folla può definirsi una formazione instabile ed indifferenziata svolgentesi nell ' ambito d ' un aggregato stabile e differenziato ( città , paese , villaggio ) . In questo caso l ' uso comune ed il significato scientifico della parola si equivalgono : io guardo in piazza e veggo gran calca di gente intorno ad un cerretano , la quale poi si disperde : ecco la folla , instabile perché si è sciolta ; indifferenziata , perché sta alla rinfusa e senza funzioni speciali : una signora accanto ad un soldato , il soldato accanto al prete , e , intorno a questo gruppo , dei contadini attoniti , uno scolaretto scappato dalla scuola ; tutta gente che , dopo un minuto , andrà lontana l ' una dall ' altra per i fatti proprï . Ben può , domani , nuova folla riunirsi nell ' istessa ora , nell ' identica piazza , attorno allo stesso individuo ; ma non è più quella di ieri ; vi saranno preti , soldati e studenti , ma non saranno più quegli stessi o , essendo tali , non saranno raggruppati nello stesso ordine : in una parola , nelle forme più semplici di folle l ' instabilità è la regola , l ' indifferenziamento è la struttura . Da questa forma primitiva di folla , essenzialmente instabile ed indifferenziata , si passa ad altre forme più stabili e differenziate . L ' evoluzione , che vale per gli organismi sociali , importa , anche qui , un differenziamento crescente ed una crescente integrazione . Una scolaresca con i professori ci dà immagine della folla stabile e differenziata : folla che si rinnova ogni anno , che attende a stabili occupazioni , divisa in classi differenti , vivente d ' una vita similare . Sicché la folla , che nella sua espressione più elementare , è instabile ed indifferenziata , tende a diventare , nelle sue forme più evolute , più stabile , più differenziata , più eterogenea . Una di queste forme più stabili e più differenziata ed eterogenea è la setta , folla di numero limitato , a poche unità , spesso costituita di parecchie piccole folle confederate , con scopo recondito e contrario o al sentimento pubblico o alla legge , o all ' uno e all ' altra insieme . Che la setta sia una folla ristretta è cosa , oramai , nota : lo Stepniak , ripetendo il detto di Macchiavelli che nelle sette il piccolo numero non giova ed il grande nuoce , racconta che quando le fila de ' nichilisti , per un periodo di tregua nella persecuzione , si allargano , cessa ogni riguardo onde il governo messo sull ' avviso , rinnova le persecuzioni che , decimandone il numero , ne accrescono quelle doti di previggenza , alle quali è dovuta la loro conservazione : sicché il ristretto numero è il carattere utile per la sopravvivenza * . Ma , se la setta non può essere numerosa , può ben essere diffusa , avere in ogni luogo proprie ramificazioni che si innestino sul tronco . Nasce , così , la differenziazione tra ' diversi membri e tra le differenti federazioni : ci è chi comanda ed à in mano le fila e chi ubbidisce ; ci è , in somma , un vasto organismo di protezione e di difesa . Lo scopo recondito completa il concetto della setta : vi sono sette con fini che urtano o la legge o questa insieme col sentimento pubblico . Così racconta Stepniak , ( op . cit . ) che i nichilisti son come la parte mobilizzata del sentimento pubblico contro la teocrazia russa ; così , la Giovane Italia era come l ' animo di tutto un popolo contro il dispotismo ; e , dall ' essere contro la legge e contro il sentimento pubblico , ripete la setta la sua speciale psicologia . La casta è tipo di folla più numerosa , ma più chiusa , più strettamente differenziata , più stabile . Così , in India nessuno può essere bramino che non vi sia nato , ed un bramino di pochi anni vale più di un guerriero e del re stesso , ché anzi il guerriero è stato creato per difendere il bramino * . Nel secolo passato sotto l ' ancien régime ( Taine ) , i nobili e il clero costituivano le due caste privilegiate : nobile si nasceva , prete si diventava ; ma , pertinente all ' una o all ' altra , si godevano un ' infinità di privilegi , che andavano , talora , dal jus primae noctis fino ad amministrare alta e bassa giustizia , alle prestazioni di servigi gratuiti , corvées , all ' esenzioni dei tributi ecc . Strettamente differenziate in gradi : in vassalli maggiori e minori , in conti , baroni , marchesi , abati ; le due caste s ' imperniavano nell ' imperatore e nel papa : il cerimoniale n ' era estesissimo , i titoli diversi , le foggie di vestire differenti , la maniera di vivere affatto diversa da quella degli altri . Né deve maravigliare : la parola casta significa colore e racchiude un fatto storico : in India , bramini e guerrieri sono di razza ariana , quindi di colorito bianco ; mentre i vaisia e paria sono di razza etiopica e però neri . Le caste , adunque , importano sovrapposizione , per conquista , d ' un popolo su di un altro , differenza etnica e psichica * . In Francia , la casta nobiliare era il detrito dell ' invasione franca sul fondo celtico ; non diversamente , in Italia , la nobiltà ci piovve sempre , d ' oltre monte e da oltre mare , nelle dolorose vicende di patria nostra . La classe , succeduta alla casta , è altra forma di folla , non chiusa , come la precedente , ma vasta , differenziata , stabile . A differenza della casta , la classe non è qualcosa di chiuso e di inaccessibile : ché anzi , noi assistiamo allo spettacolo d ' un salire e discendere di fortuna , mentre una feroce concorrenza mira a creare una élite , onde tra progresso e povertà esiste un rapporto costante * . Epperò il Bellamy à immaginato la nostra società come un carro stipato di gente , costretto a camminare a sbalzi , per una via ineguale , sicché molti cadono e quei che sono a terra cercano , in mezzo ad imprecazioni feroci , d ' arrampicarvisi , e così la marcia fatale procede rovesciando altra gente * . La classe non à dei privilegi che le sieno esplicitamente riconosciuti , ma , potendosi essa impossessare del potere politico , se ne fa il più forte organismo di difesa , quando le ragioni economiche per le quali sorse , si sieno venute esaurendo * . La classe à , pure , una più larga diffusione ed una più grande intensità : sorta in tempi di cresciute comunicazioni , diffusa , per la sua funzione economica , dovunque , essa non si circoscrive più in uno stato , ma tende ad universalizzarsi . I suoi interessi sono ovunque gli stessi , il tenor di vita , l ' educazione , il clima storico ne sono somiglianti , onde sorge quel senso di universalità e di solidarietà , insieme , che non conobbero le antiche caste . Successe a queste , le classi ne ànno assunto ed allargate le funzioni , avendo imposto la civiltà e imponendolo sempre più , un lavoro diviso e differenziato ; così , per esempio , la classe detta , per le sue umili origini , borghese , ch ' è giunta oggi ad un fastigio così alto , non solo si assume ed adempie le funzioni militari e religiose , esclusive delle due caste nobiliari scomparse , ma tiene nelle sue mani le funzioni intellettive , artistiche , scientifiche , professionali , commerciali e di scambio . Queste differenze , ed altre ancora , tra la classe e la casta poggiano sul tipo sociale diverso , nel quale l ' una e l ' altra sono sorte e si sono sviluppate : la casta , sorta e vissuta in una società a tipo militare , ne conserva la fisonomia ; laddove la classe à tipo e fisonomia della società industriale in mezzo a cui è sorta e nella quale vive . In fatti , se la casta è una forma chiusa e la classe aperta , ciò riflette le condizioni delle società a tipo militare in cui la disciplina è rigida e l ' ambito di svolgimento circoscritto . Immaginiamo un ' orda indifferenziata che debba o difendersi da altra , o pure , per esuberanza di numero o mancanza di alimento , debba assalire . Sorge , allora , un primo differenziamento di quelli che possono combattere i giovani ed i forti ; e di quelli che non lo possono i vecchi , le donne e i bambini . Poco a poco , questo differenziamento temporaneo diventa permanente ; ma , ad accrescere novelle differenziazioni , sorge una vera e propria gerarchia militare , la quale avendo con sé la forza , il mezzo , cioè , più potente nella lotta per l ' esistenza , ne vuole godere in modo esclusivo , trasmettendo il potere politico a ' propri discendenti ed impedendo che altri ne usi * . Il Vaccaro à dimostrato che , nella lotta per l ' esistenza , gli animali inferiori trasmettono i caratteri fisiologici acquisiti e che , d ' altra parte , è impossibile la prevalenza sull ' avversario che non sia ottenuta con i mezzi psico – somatici ; così , per esempio , quel toro che vince l ' altro per il possesso della femina , è davvero il più forte e trasmetterà questo carattere a ' suoi discendenti , formando una razza superiore , ad evoluzione ascendente . Nel mondo sociale , avviene diversamente : l ' uomo non sempre vince per caratteri , superiori a quelli dell ' avversario ; ma , una volta vinto , e sia pure per doti veramente superiori , trasmetterà a ' discendenti la posizione sociale acquistata , che costituisce , per sé stessa , la gran forza per trionfare e la quale può , e si accompagna sempre , con doti decrescenti ed à , come risultato , l ' evoluzione regressiva . Così l ' uomo di genio o l ' avventuriero trasmette a ' suoi discendenti o la ricchezza o il potere conquistato bastanti perché , chi gli succede , non abbia bisogno di altro per vincere nella lotta per l ' esistenza , mentre d ' altra parte le facoltà non esercitate si atrofizzano e dànno luogo alla degenerazione della razza * . Il Loria parla , a tal proposito , dell ' impressione che prova il visitatore d ' una pinacoteca , dove sieno raccolti i ritratti d ' una famiglia illustre . Dal fondatore o da ' fondatori , gente ben aitante e normale , si viene giù giù sino ai tardi nepoti meschini e degenerati , impressione simile a quella che si prova quando viene annunziato un grande di Spagna , un discendente dei vincitori dei Mori , e vi compare dinanzi un ometto sparuto con tutti i segni della degenerazione sul volto * . Ritornando adunque , alle caste , diciamo ch ' esse son folle chiuse per assicurare l ' ampio godimento del potere a ' discendenti di quelli che , nella guerra , se lo conquistarono . Nella classe moderna , in vece , la preoccupazione non è la conservazione dell ' individuo , ma quello della classe , della sua permanenza , della sua espansione : ecco il principio informatore , il quale rappresenterebbe un vantaggio sul concetto esclusivista della casta , se , pur troppo , le doti , per le quali oggi ci si innalza , non fossero quelle del vizio o del caso , ma le altre superiori dell ' ingegno e della virtù * . Nella casta , il sentimento esclusivista prevale al segno da far ritenere , come in India , non esser permesso al vaisia o al paria di santificarsi . Una leggenda vedica narra che un sudra , ritiratosi in disparte dalla società , si appese con i piedi ad un albero , con la testa all ' in giù e fu assorto nel Nirvana . Brahma , cui doleva che un sudra osasse paragonarsi a ' sacerdoti , ai quali solamente è permesso unirsi a lui , mandò sulla terra un ' infinità di guai : allora Ramà , comprendendo che qualcuno trasgredisse ai voleri del Dio , si mise in giro e , trovato il povero sudra , gli troncò il capo e l ' ira di Brahma ebbe fine * . La casta , però , non solo è esclusivista , ma porta seco un largo sviluppo di cerimoniale , di saluti , di visite ecc . , tutte cose che , come à dimostrato lo Spencer , sono equivalenti della guerra e della conquista , e che mancano completamente nella classe , onde quel carattere chiuso e conservatore che fa di quella come un enorme masso che può essere distrutto , ma non sospinto : laddove , la classe appare uno di quei massi erratici che si muove , smussando gli angoli e diventando sempre più levigato . Connesso col concetto di casta , anzi , uno dei suoi tanti legami , è un determinato sentimento religioso , il quale forma l ' occupazione della casta sacerdotale e costituisce , per le altre , un vincolo sociale . Nella religione di Veda , Brahma creò i sacerdoti per adorarlo e gli sciatra per difender questi . Presso il popolo d ' Israello , Ieova unge i guerrieri ed i re e questi debbono ubbidirlo e , quando ciò non facciano , egli invia loro i profeti e minaccia castighi . Similmente , nel medio – evo , la religione è il cemento di tutta la vita : il papa crea gl ' imperatori , bandisce le crociate , depone i re e scioglie i sudditi dall ' ubbidienza . La classe , invece , non à legame alcuno religioso , è essenzialmente interconfessionale e , quando mostra d ' avere un sentimento religioso risorgente , essa obbedisce ad un bisogno di conservazione o soggiace ad una involuzione senile . La casta à un sistema di pene crudelmente feroce : Seneca scriveva : adversus servos crudelissimi , superbissimi , contumeliosissimi esse debemus ; un senatus – consultus prescriveva che , allorquando uno schiavo avesse ucciso il padrone , tutti gli schiavi , pertinenti al morto , doveano essere uccisi * . Nel codice di Manù è detto « un sudra , ancorché fatto libero dal suo padrone , non è liberato dalla schiavitù , perché questo stato è a lui naturale e chi potrebbe toglierlo ? » E , in altra parte : « se il sudra alza le mani verso il proprio padrone , queste gli devono esser tagliate » * . Non diversamente nel medio – e vo , il contadino era gente tailleable et corveable à merci ; le pene che la chiesa applicò contro gli eretici erano d ' una crudeltà inaudita , bastino per tutte quelle dell ' Inquisizione che devastò mezza Europa e che , perseguitando il pensiero , esercitò la più terribile selezione che la storia conosca a danno dell ' ingegno e della grandezza de ' popoli . La classe , in vece , tranne i tristi giorni di settembre , le settembrate , à una penalità molto più mite e di altra parte porta nel proprio seno , per un inconsapevole istinto di conservazione , un vero e proprio sentimento di carità che gli antichi non conobbero mai . Accanto alle folle viventi ed agitantisi nell ' ambito vasto d ' una società , esistono però folle viventi nel cerchio più ristretto d ' una casta o d ' una classe o di più caste o classi , come cerchi inscritti in un altro o che s ' intersechino a vicenda . Tali sono le assemblee politiche , le accademie scientifiche ecc . Le assemblee politiche sono folle estremamente differenziate , eterogenee , integrate che si formano nel seno d ' una sola classe , non però in modo che elementi estranei non vi penetrino . Nel mondo delle caste , dove l ' interesse d ' una di esse prevalse , schiacciando quello delle altre , le assemblee politiche furono delle forme privilegiate e chiuse ; nel mondo delle classi , in vece , il bisogno di maggiore libertà fa sì che il tragico cozzo degli interessi che illumina e muove tutta la vita moderna , si rifletta nelle assemblee politiche , onde in esse vivono due anime , due civiltà , due popoli . Le assemblee scientifiche portano nel proprio seno , del pari , questo cozzo di teorie diverse , le quali , molte volte , non sono divergenze , ma concezioni differenti del mondo ; sono il riflesso scientifico di diversi interessi economici . In un secolo come il nostro , nel quale la questione sociale sospinge e gli animi sono divisi fra la conservazione del presente o un ritorno al passato e il cammino verso l ' avvenire ; l ' arte , la scienza , la politica portano , nel proprio seno , questo acre combattimento d ' idealità , che si riflette nella folla , specialmente in quelle le cui funzioni sono intellettive . L ' ultima , in fine , e più differenziata forma di folla è lo stato , forma stabile che , talora , è un potere di mediazione tra diverse classi o tra le varie divisioni d ' una classe ; talora , è l ' organo politico d ' una classe sola . Differenziato in potere legislativo ed esecutivo ; in potere civile e militare ; alcuna volta strettamente rigido ed organizzato , pronto ad invadere altri stati o a difendersi tipo militare ; altra volta , con scarsa organizzazione , pronto a negoziare , e a sostituire alla forza la ragione tipo industriale ; esso è sempre il punto più alto di differenziamento cui giunga la folla . Ma , la folla , la casta , la classe , lo stato , la setta sono davvero forme evolutive , anelli d ' una catena di cui il primo è la folla , l ' ultimo lo stato ? Anzi tutto , parmi che la setta sia una forma patologica : prendete un pensiero che debba sorgere o che sia per tramontare , avvolgetelo da forze distruttive che l ' affatichino da ogni banda e questo si rinchiuderà nella setta , epperò , il nesso evolutivo delle varie forme di folle bisogna cercarlo dalla folla primigenia , alla casta , alla classe , allo stato . Di folle , però , semplici ed indifferenziate , ve ne sono due : una instabile , che si forma e si dissolve , tutti i momenti , dinanzi a ' nostri occhi e la quale non à evoluzione ed è la folla che corre al mercato , al teatro , alla chiesa ; l ' altra stabile , primigenia , indifferenziata , l ' orda , dalla quale si sono svolte le caste , le classi , lo stato , sotto la pressione della lotta esterna ( Spencer ) ed interna ( Marx ) , come dall ' uovo si è svolto l ' embrione , affaticato dalla legge di sviluppo * . Lo Spencer parte dalla forma indifferenziata della folla nel momento che , per mancanza di cibo , è costretta ad assalire od a difendersi da altri aggregati umani , onde sorgono le prime differenziazioni : di guerrieri e di capi , di popolo lavoratore e militante : differenziazioni che , se sono , dapprima , transitorie , non tardano a fissarsi e ad accrescersi , onde sorgono gli organismi sociali complessi e , come potere unitario , lo stato . Ma costituito che sia , lo stato porta seco una ben grave contesa fra le caste o le classi , che si contendono il potere politico ed economico e che sono , come dicemmo , le stratificazioni di popoli diversi sovrappostisi . La conoscenza dell ' azione di questa duplice lotta , nella folla costituisce il filo conduttore della storia . Così , in Roma , sono gli antichi abitatori del Lazio , la plebe , che lotta contro i Quiriti di razza sabellica , per l ' eguaglianza politica ed economica e questo contrasto costituisce lo sfondo , il meccanismo segreto , della storia di quel popolo . Similmente in Grecia è il demos che lotta contro l ' aristocrazia , e l ' uno è di razza pelasgica , l ' altra ellenica : l ' uno prevale in Atene , l ' altra a Sparta ; la lotta è una vece alterna di vittorie e di sconfitte , fino a quando il demos vince , ma stremato di forze , così che può , da Roma , facilmente esser sottomesso * . Ed ora veniamo al pensiero e all ' azione della folla . Prima , però , di studiarne la vita psichica è mestieri che noi ci domandiamo se , per la folla , complesso d ' individualità psichiche , valga la legge istessa che vale per la società , ciclo ampio nel quale le folle si svolgono . Lo Spencer avea stabilito che « il carattere dell ' aggregato è determinato da ' caratteri delle unità che lo compongono » . Avea esaminato la legge nel mondo inorganico , poi nel mondo biologico ed , in ultimo , nel mondo sociale e avea conchiuso : « Data la struttura degl ' individui cogli istinti che ne risultano , le comunità formate da questi individui , presenteranno necessariamente alcuni caratteri e nessun ' altra comunità , che abbia gli stessi caratteri potrà esser formata da individui dotati da un ' altra struttura ed istinti differenti . » A queste conclusioni dello Spencer , si opponeva * Scipio Sighele con queste parole : « Il principio di Spencer che i caratteri dell ' aggregato sono determinati da ' caratteri dell ' unità che lo compongono è esattissimo e può applicarsi in tutta la sua estensione quando si tratti di aggregati composti di unità omogenee e legate fra loro organicamente perde della sua esattezza e può applicarsi solo in modo assai più ristretto quando si tratti di aggregati poco omogenei e poco organici ; diventa in fine assolutamente falso ed inapplicabile allorché gli aggregati sono del tutto eterogenei ed organici . Questa evoluzione nell ' applicabilità del principio spenceriano agli aggregati sono omogenei ed organici valgono le leggi della sociologia che noi dicemmo più complesse , ma parallelle a quelle della psicologia individuale mentre in vece man mano che gli aggregati diventano meno omogenei e meno organici scompare la possibilità d ' applicare ad essi le leggi della sociologia , e a queste subentrano le leggi della psicologia collettiva che noi dicemmo totalmente diverse da quelle della psicologia individuale . » Per quanto la teoria del Sighele paia nuova e diversa , pure , a me sembra che essa è compresa perfettamente nella legge enunciata dallo Spencer , della quale è una semplice esplicazione . Questi in fatti , avea detto che il carattere dell ' aggregato è determinato dal carattere delle unità che lo compongono , sieno esse unità similari o dissimilari . Noi non possiamo supporre che lo studioso e il divinatore dell ' evoluzione abbia dimenticato l ' evoluzione medesima , che rappresenta l ' idea direttiva , al cui lume egli à studiato le varie formazioni naturali e storiche e , d ' altra parte , cos ' è l ' evoluzione se non « un passaggio di materia dalla forma semplice alla complessa , dall ' indifferenziata alla differenziata , dall ' omogenea all ' eterogenea , la quale si accompagna con dispersione di moto ? » * . Sicché lo Spen cer , parlando di aggregato e di unità che lo compongono , intese parlare così della forma più alta come della più bassa dell ' aggregato , così delle unità similari come dissimilari . La stessa parola « determinato » che usa lo Spencer , deve pur avere un valore : che , cioè , a seconda che queste unità sono similari o dissimilari , la natura dell ' aggregato cambia ; se no , perché non dire è uguale alla somma dei caratteri delle unità ? Ma , il Sighele crede che la similarità debba esistere solo per gli elementi d ' un aggregato sociale , la dissimilarità per gli aggregati più ristretti collettivi ; ora , noi possiamo avere casi differenti : abbiamo le società moderne le quali sono fortemente dissimilari ; abbiamo , in vece , collettività [ sette , assemblee e altre ] fortemente similari ; in altri termini , la dissimilarità è propria delle società ed in ciò è il loro progresso , la similarità può essere , anzi , deve essere , di certe forme collettive . Ammessa questa verità , la distinzione dell ' applicabilità della legge spenceriana cade anche per le società e i limiti di sociologia e psicologia collettiva devono essere , ben altrimenti , fissati . Le società moderne sono enormemente differenziate : vi è una folla di produttori e di consumatori parassitar à ¯ ; una gente detentrice della ricchezza ed altra della forza di lavoro ; vi sono quelli che presiedono allo scambio e quelli che pensano alla guerra ; vi è una larga schiera di gente superiore che studia , e un ' altra che applica e ne svolge i ritrovati e così via via . Non è così per una collettività : vi sono , in fatti , accademie d ' una sola scuola scientifica , né sappiamo concepire una setta che non sia , assolutamente , similare o , quasi , sicché ne viene che il concetto d ' una società similare società moderne s ' intende è sempre falso , come il concetto d ' una collettività , intesa nel senso ristretto dissimilare può essere falso del pari . Ma , il Sighele cade in un altro errore : egli parla di struttura « omogenea ed organica » , « eterogenea e meno organica » , ossia , crede che omogeneità ed organicità si svolgano parallelamente e con rapporto crescente . Or è appunto il contrario e lo Spencer , a più riprese , lo à detto : un organismo è tanto più organico per quanto meno è omogeneo e l ' evoluzione cammina nel senso di un maggiore differenziamento e d ' una crescente integrazione , o , con altre parole , l ' eterogeneità cresce in sieme con l ' organicità * . Concludendo diciamo : Che le società , come organismi più evoluti e complessi , sono fatte d ' elementi dissimilari e che il loro progresso è verso un crescente differenziamento dipendente da una dissimilarità crescente dei suoi elementi ; Che gli organismi collettivi , intesi sempre quali folle ecc . , possono essere fatti d ' elementi similari , sebbene il caso più comune sia la dissimilarità degli elementi ; Che dicendo : « la natura dell ' aggregato è determinata dalla natura degli elementi che lo compongono » si usa la formola generica che comprende il caso della similarità e della dissimilarità ; Che la distinzione di psicologia collettiva e sociologia indica due campi diversi di studio : la sociologia studia la struttura del corpo sociale e la legge di formazione della società ; laddove la psicologia collettiva studia il modo come la psiche individuale , assommandosi , costituisca le anime collettive che vibrano in seno alle complesse società moderne . Ritorniamo alla formola spenceriana e vediamo quali svolgimenti contenga . Un aggregato sociale può essere fatto d ' elementi similari o dissimilari : se gli elementi sono similari , le qualità dell ' aggregato sono la somma delle qualità dei singoli elementi con tendenza alla moltiplicazione ; se gli elementi sono dissimilari , le loro qualità possono essere o uguali e contrarie ed allora si elidono ; o di forza disuguale e contraria e allora prevalgono le qualità degli elementi più numerosi ; o di forza disuguale , ma non contraria , ma dissimile , e allora si combinano . Così uno squadrone di cavalleria che carica dispiega una forza e un impeto superiore alla somma di tutti i cavalieri , presi isolatamente , e ciò perché gli elementi sono similari . Vagliando le note vocali d ' un coro che canta , siamo sicuri che esso esercita una ben più profonda impressione che se ciascuno , isolatamente , cantasse , appunto per la legge che le tendenze similari si assommano con tendenza a moltiplicarsi . Immaginiamo il caso di tendenze dissimilari d ' uguale forza e contrarie : un ' assemblea divisa in due parti eguali di numero , di cui una vuole una cosa , un ' altra no : si riunirà per non conchiuder nulla ; così come , se due potenze si applicano , con eguale forza e direzione contraria , su di un punto , questo non si muove . Ma , se una delle due parti dell ' assemblea diventa più numerosa , la fisonomia ne cambia subito , così come passeggiando per una strada dei quartieri popolari voi vi incontrate in gente misera e la strada acquista un aspetto squallido ; passandovi un giorno in cui una festività vi abbia richiamato la folla elegante della città , l ' impressione è diversa , i malvestiti continuano ad esservi , ma l ' occhio rimane vinto dal lusso e dallo sfarzo . Ultimo esempio : il caso d ' una accademia scientifica , dove convengono scienziati di varia intelligenza e coltura : voi avete attività differenti : vi è il critico , il glottologo , lo psichiatra , il criminologo , il letterato : vi è il genio , accanto all ' uomo d ' ingegno ; la mente versatile , accanto alla penetrante ; eppure , quest ' accademia , nei suoi rendiconti e nelle sue tornate , è sempre alta , varia , interessante . Qui le diverse attitudini si sono fuse e la loro opera è feconda per tutti . Son queste le linee generali del modo come si fondono similarità e dissimilarità in un organo collettivo , similmente come , nell ' individuo , i caratteri ereditari o si compongono o si assommano o si disseminano o si escludono * . Un figlio à i caratteri paterni e le doti materne : alto , bruno , robusto come il padre , à la bontà e la penetrazione della madre : qui i caratteri son fusi ; oppure , à della madre la bontà , del padre il coraggio , un misto di bontà e di coraggio , di qualità feminee e maschili ; o è tutto la madre : piccolo con occhi cerulei , timido come una donna , sempre buono egli è tutto la madre . Così con le debite differenze e proporzioni si mescolano , si sommano , si elidono i caratteri nella folla e nella società . E , dalla legge di composizione similare e dissimilare della folla , passiamo alla sua psicologia . Le folle pensano . Diremo di poi in che il pensiero della folla si differenzï da quello individuale ; ma egli è certo però che le folle pensano . Di folle pensanti noi abbiamo parecchi esempii : la folla che nei mercati si agglomera dinanzi al ciarlatano pensa a quello che vede , ed è pensiero talvolta confuso , è vero , ma sempre pensiero . Da queste folle , in cui il pensiero è scarso , passiamo a quelle che vivono nel pensiero : le folle scientifiche nei congressi , nelle accademie ; o a quelle nelle quali il pensiero e il sentimento si equilibrano , come potrebbe essere un parlamento nel momento che discute d ' una legge , mettiamo sociale , del quale , mentre l ' animo si commove per le miserie che vengono disvelate , la mente vaglia se e come la legge può o deve giovare . Vale , adunque , per le folle quello che vale per gli individui : che , cioè , come l ' individuo pensa così pensa la folla e che come vi sono individui , nei quali pr evale il pensiero , così vi sono folle prevalentemente pensanti , e che come negli individui normali pensiero e sentimento si equilibrano , così anche nelle folle vi può essere equilibrio di pensiero e di sentimento . Accanto al pensiero , anzi , prima ancora del pensiero , la folla sente ; di fatti , il sentimento nella costituzione della psiche precede la volizione e il pensiero . Benché e la psicogenia moderna , lo à dimostrato a sufficienza * benché nell ' irritabilità del protoplasma vi sia la funzione psichica elementare , la quale consta dei tre atti : sensibilità , intelligenza e volizione e si è citato a riprova l ' ameba che sente lo stimolo del granulo nutritivo venuto a contatto e lo distingue da altri granuli nocivi od indifferenti , e fa dei movimenti per includerlo ; benché , dunque , questi tre momenti sono interdipendenti , pure , la sensibilità si sviluppa prima degli altri due . Il bambino , appena nato , è un essere senziente , diventa poi intellettivo ed in ultimo volitivo , così l ' ontogenia mentale ripete la filogenia . Ne viene , quindi , che il sentimento esiste nella folla e che le folle ineducate e primigenie sono prevalentemente senzienti , più che pensanti . Le folle , in ultimo , agiscono ; pare questo il punto che merita meno discussione e che è stato studiato con più amore ed anche con maggiore genialità dal Sighele sebbene con criterii ristrettivi e per quanto riguarda l ' azione criminosa ed è appunto per questo che noi rimandiamo a quelle opere il lettore . Rimandando al capitolo successivo lo studio della modalità del sentire e del pensare della folla , diciamo che , come vi è per l ' individuo un sentimento normale che si accompagna e che muove un pensiero normale ed un ' azione , di conseguenza , normale : in una parola , come vi è una mentalità normale , per l ' individuo , così vi è per la folla ; e , viceversa , vi è per l ' individuo , come per la folla un sentimento , un pensiero e un ' azione criminosa . Ho detto sentimento e pensiero che sono la parte dinamica e statica del carattere così nell ' individuo come nella folla * . Un ' assemblea politica che voti una legge sociale o che discuta , se debba venire in aiuto d ' un popolo sofferente sotto il giogo straniero : ecco uno esempio di folla che sente e pensa in maniera non solo normale , ma profondamente altruista . Immaginiamo , ancora , d ' assistere ad un meeting a Londra , quei meeting di migliaia di persone , di parecchi oratori destinati a far rumore in Europa ; il meeting si termina e una commissione porta le decisioni , in forma solenne , al governo . Qui ci troviamo dinanzi ad una folla che à sentito , pensato ed agito in modo normale . Immaginiamo ancora una folla riunita per pregare e che dopo si disperda per compiere delle opere di pietà , questa folla è l ' esercito della salute che di domenica si sparge per Londra dopo avere compiti i doveri religiosi : ecco adunque tanti esempii di folle normali * . Capovolgiamo gli esempii : in vece d ' un ' assemblea politica che voti una legge sociale , immaginiamone un ' altra che dichiari una guerra di conquista ; o in vece d ' un meeting a Londra , una folla che ascoltato un oratore violento muova ad incendiare o a distruggere ; e che in vece d ' una folla che crede e opera il bene , noi assistiamo ad una turba fanatizzata che corre per incendiare e nell ' Italia meridionale è avvenuto una chiesa evangelica ed allora avremo manifestazioni criminose della folla . Ho insistito tanto sulla possibilità delle manifestazioni normali delle folle , perché il Sighele pare credere che la folla non abbia altre manifestazioni che criminose : studiamo , intanto , la legge dello stato normale e criminoso della folla . Le folle abbiamo detto possono essere criminali o non criminali , però la folla primigenia , quella che rappresenta l ' embrione della società , è sempre criminosa : essa vive della guerra e dalla guerra non può prescindere se vuole svolgersi e differenziarsi . Differenziata , la lotta si continua e si svolge nel suo seno , fra le varie caste o classi e si svolge , del pari , al di fuori fra le altre collettività ed in modo sempre cruento e criminoso . È privilegio della civiltà moderna e lo sarà di più nell ' avvenire trasformare la lotta interna ed esterna da materiale in ideale e rivolgerla contro la natura ; ma , nelle società differenziate , e fino a tempi a noi prossimi , la lotta interna ed esterna è lotta criminosa * . Lasciando da parte le guerre civili in Roma e nei nos tri comuni medioevali , quali le fazioni di Guelfi e Ghibellini , di Neri e Bianchi , la rivoluzione francese altro non fu che una cruenta lotta di classe . La folla avventizia quella che si forma ogni giorno e si dissolve , porta nel suo seno tendenze criminali , così come ne porta il fanciullo , la cui crudeltà è nota a ' psicologi infantili . Sono i caratteri atavici dell ' uomo primitivo che prevalgono così nel fanciullo come nella folla . Però , se il fanciullo , coll ' educazione , può divenire sempre meno incline al delitto ; se , sviluppando in lui i poteri frenatori degli istinti antisociali e facendo trasmettere per molte generazioni tali caratteri sociali utili , si può giungere all ' uomo normale , incapace del delitto ; se questo può avvenire per l ' individuo , può avvenire del pari per la folla . A me pare che , per la determinazione del delitto nella folla , valga ben quanto la scienza à assodato per l ' individuo : vi sono folle passionali le quali si possono spingere al delitto o con suggestioni presenti o con suggestioni remote ; vi sono folle di delinquenza c ongenita ; vi sono folle normali che nulla può spingere al delitto ; vi è per le folle come per gl ' individui una educabilità contro il delitto . Le folle passionali abbondano nel mezzogiorno d ' Italia e si reclutano fra contadini ed operai , gente povera , onesta , laboriosa . Raccoglietela , di domenica , nel sagrato della chiesa , parlate loro dell ' enormezza del focatico , accendetene l ' animo e quella folla correrà ad incendiare i casotti del dazio . Potete , in vece , del pari nei giorni di Pasqua parlare della passione di Gesù , di pace , di amore e quella folla piangerà commossa : voi avete agito sulla sua natura passionale in due modi differenti : ora normale ed ora criminoso . Son queste le folle che delinquono e in mezzo alle quali bastano pochi criminali per turbarne la mente , così come accertò il Sighele fra ' settembrizzatori e nel tempo della rivoluzione francese . Però , se in vece d ' una intera turba passionale , voi agite , sugli individui in modo isolato , voi otterrete identico scopo , con minore intensità però , per la legge stabilita dal Sighele che il sentimento nella folla si assomma ; dunque la qualità passionale degli individui rende passionale la folla . In vece d ' una folla passionale , non possiamo avere una turba delinquente congenita ; abbiamo dei paesi in cui la delinquenza è alta , le forme psicopatiche abbondanti , tale è Girifalco in Calabria , la patria di Misdea ; ora , una turba fatta d ' individualità bio – psicologiche così incline al delitto , di necessità sarà più delinquente , ancora , che ciascuna persona presa isolatamente . Attorno a Cosenza è una corona di paesi detti casali , i quali si distinguono in casali del manco e in casali di destra , i primi sono posti alle falde della Sila e furono le patrie dei briganti , veri centri criminali ; nei secondi il brigantaggio non fu mai . Ora , nel 1848 , la rivoluzione in Calabria , si fece , al grido della divisione delle terre , ma nei Casali del manco si accompagnò con enormi delitti , nei Casali di destra con innocue grida : ecco , adunque , due folle , di cui l ' una criminale e l ' altra no , appunto perché i componenti sono , nel primo caso , criminali e nel secondo normali . Se dunque la criminalità della folla dipende dalla criminalità degli individui , portata ad un ' intensità maggiore , ne viene che il delitto della folla ha le stesse origini del delitto individuale : ossia , che il delitto collettivo è un ritorno atavico prodotto da cause bio – psico – sociali , il quale mediante l ' educazione tende sempre più a scomparire . L ' educazione nella folla agisce così come nell ' individuo , sostituendo al sentimento impulsivo un sentimento più riposato e tranquillo ; alla superficialità del pensiero , la profondità e all ' azione antisociale un ' azione sempre più sociale . Se noi paragoniamo in fatti una folla semplice , instabile con un ' altra differenziata ed evoluta , questi tre fatti ci colpiscono , che anzi noi possiamo quasi giungere fino ad un minimo di sentimento ed un massimo di pensiero : tal ' è per es . un ' accademia scientifica che si proponga una inchiesta mettiamo su di un fatto psichico ; qui si cerca di bandire ogni sentimento , vivendo dell ' oggettività dei fatti osservati . Ma , lasciando da banda una folla , giunta come un corpo scientifico ad eliminare il sentimento , esaminiamo in vece una folla operaia che si decide allo sciopero in Inghilterra e in Italia , nei paesi cioè d ' Europa dove l ' educazione proletaria è al massimo e al minimo . In Inghilterra , lo sciopero si prepara di lunga mano , se ne discorre , si domanda il parere delle Trades – Union , si cominciano a raccogliere i soccorsi , si scrive per mezzo dei sindacati del lavoro che la mano d ' opera forestiera non venga a far concorrenza e , quando tutto è pronto , si coglie il momento di maggior richiesta di lavoro e lo sciopero è fatto in un ' ora come il comando di alt dato ad un immenso esercito . E poi continua calmo , sereno , senza intemperanze , conscio della grande causa che agita e dell ' occhio vigile della pubblica opinione . Quanto diverso uno sciopero , in Italia , dove lo si improvvisa dall ' oggi al dimani , talora per cause futili , senza mezzi pecuniarii , senza essersi accaparrata la solidarietà degli altri lavoratori . In Inghilterra è scevro di sentimentalità , ma ricco di pensiero e previggenza ; da noi è una vampa di sentimentalità priva di pensiero : gli è adunque che in Inghilterra vi è una larga educazione nella massa , che manca da noi * . Tornando dunque al delitto della folla diciamo , a conclusione di questo capitolo : che le masse ineducate possono essere criminali , le masse educate lo sono o poco o nulla . CAPITOLO II . PENSIERO , SENTIMENTO ED AZIONE DELLA FOLLA Noi ci siamo , nel capitolo precedente , domandati se la folla pensa e ci siamo risposto affermativamente : è mestieri , adesso , rifarci la domanda , in modo comprensivo e più largo e di farvi seguire lunga dimostrazione . Può , adunque , la collettività sprigionare pensiero ? esiste , in altre parole , un pensiero collettivo ? o che forse il pensiero rimane un privilegio dell ' individuo , da cui la collettività rimane esclusa ? Il pensiero collettivo esiste ed è un patrimonio che va sempre più accrescendosi : esso è , come la civiltà , di cui è il fattore più possente , un ' eredità che ci viene da ' secoli più lontani , dalle prime orde di uomini , da ' nostri antenati dell ' epoca boleolitica , e si è propagato e trasmesso fino a noi e si trasmetterà , accrescendosi , per l ' avvenire , perché l ' evoluzione , giunta all ' uomo , da biologica diventa psichica , da psichica sociale da sociale storica * . E che il pensero cresca è dimostrato da quel che Broca à potuto osservare che cioè , esaminando una quantità di teschi di qualche secolo fa , di gente vissuta a Parigi , trovò , in un lasso di tempo breve , un innalzamento dell ' indice cefalico ed ognuno conosce quanta influenza vi sia tra le funzioni dell ' organo e la sua grandezza . Un ' orda , quella che io chiamo folla pimigenia , di cui la vita si svolge nelle condizioni più basse , nella caccia , nella guerra , nella pesca à delle idee alquanto rudimentali d ' un altro sé , che , nel sonno , abbandona il corpo per correre per foreste e burroni ; crede che i morti vivono ancora , fino a quando non si rievocano più nel sogno ; costruisce capanne ; adora un tronco d ' albero nel quale crede che uno spirito si sia rifuggiato ecc . * . Ora , queste che sono idee primitive , ma che pure si svilupparono lentamente e che poi dettero luogo ad idee religiose complesse , ad una rifioritura artistica ed industriale , che sono come l ' embrione futuro della società ; queste idee costituiscono un pensiero collettivo al quale ogni persona , per parecchie generazioni , à lavorato , come uno di quei monti calcarei , fatto di mili oni di animaletti , che vissero e morirono , traverso migliaia di secoli , deponendo e cimentando il loro piccolo guscio . Se , dall ' orda primitiva , passiamo al clan , alla gens , ad una collettività più vasta , il patrimonio intellettivo cresce : a quello lasciato in retaggio , il nuovo vi si viene aggiungendo , tanto grande quanto maggiore l ' estensione del gruppo . Ancora più oltre e il gruppo è già differenziato ; è sorto un potere sociale ; vi è un cerimoniale esteso ; il culto religioso è oramai distinto nel culto degli antenati e nel culto degli Dei ; l ' Olimpo è completo ed è una storia di casi umani innalzati fino all ' apoteosi ; è sorto una vera e propria arte della guerra con istrumenti più perfetti che non la pietra grezza o lavorata ; il clan , emigrando , à conservato nel suo seno questo ricordo e lo à abbellito della leggenda ; son sorti i primi ornamenti muliebri ecc . Allora il clan à un vero e proprio pensiero collettivo , il quale si accresce nel contatto d ' altri gruppi sociali , nella mistione della razza , nelle varie vicende della vita d ' un popolo , ché anzi , quanto più i gruppi sono eterogenei , tanto più essi creano un pensiero collettivo ed una civiltà più grande . Mistione di gruppi etnici eterogenei , accrescimento di civiltà e , conseguentemente , di pensiero : ecco una delle leggi , meglio accertate , del progresso intellettivo dei popoli e ad essa dovette la Grecia antica la sua grandezza * . Il pensiero , però , si rivela con il linguaggio e , tra l ' uno e l ' altro , vi è stretta affinità , onde un popolo ricco di lingua è ricco di pensiero e , guardando le lingue e le civiltà succedute , dall ' antica lingua dei veda , la più antica lingua storica conosciuta , sino ai moderni idiomi si trova un accrescimento continuo di pensiero e di civiltà . La lingua è , non vi à dubbio , una formazione collettiva , sorta come forma interiettiva e mimica , continuata come forma imitativa , e diventata sempre più complessa . Non più i soli radicali , ma le forme agglutinanti e flessive create collettivamente e incoscientemente da tutte le generazioni per milioni di secoli , trasmessi da padre a figli e da popolo a popolo : si passa da ' 379 radicali della lingua persiana , a ' 658 della lingua egiziana , alle 5642 parole della Bibbia alle 15 mila di Shakespeare , alle 94 mila parole del dizionario Fluegel * . Altro prodotto del pensiero collettivo , della folla cioè , è la scrittura , con la quale il pensiero si trasmette , in modo stabile ed indelebile , alle generazioni venture . Dai semplici guippu , cordicelle annodate rimaste ancora al volgo , siamo passati alla forma pictografica e , in tempi più prossimi a noi , alla scrittura fonetica ed alfabetica ; ed ora guippu , pictografia , scrittura fonetica ed alfabetica sono tanti prodotti collettivi del pensiero , ch ' è s ' è possibile , nei periodi adulti di civiltà , fare creazioni individuali , sebbene la critica dimostri sempre che vi è stata una folla di precursori , nei primevi è la collettività che pensa e che trova . Ma , un ' altra prova del pensiero collettivo è la leggenda artistica i cicli eroici che ogni popolo possiede nei primi momenti storici di sua esistenza : i poemi omerici in Grecia , le saghe nei paesi nordici , le rapsodie albanesi sono tante formazioni intellettive fatte , trasmesse e mantenute vive dalla collettività . La critica letteraria à escluso , in modo , quasi , assoluto , che tali formazioni artistiche , nelle quali si riflettono il pensiero e la civiltà d ' un popolo , non sieno un prodotto collettivo . Così è che , quando i gruppi sociali fanno il loro ingresso nella storia , portano con sé pensiero , arti , industrie , religione e costumi , tutte formazioni collettive , elaborate da quelle folle anonime che muovono dalle primeve forze indifferenziate verso una crescente differenziazione . Dal pensiero della collettività , ch ' è la forma più vasta di folla , passiamo al pensiero delle forme più ristrette di folle . Vi è una forma di folla , della quale finora non abbiamo parlato , ma che riproduce sia per la stabilità , sia per i caratteri inferiori la folla primitiva e quest ' è la plebe , l ' ultimo gradino della società , la prima differenziazione sociale , a cominciare dal basso . Eppure , questa folla ch ' è la più bassa stratificazione e che , come la folla primigenia di cui è il detrito , è la meno capace di pensare e la più capace di sentire , com ' è appunto dei fanciulli , pure questa folla à un pensiero collettivo . Ha le sue tradizioni e le sue leggende ; le così dette romanze , fiabe , racconti favolosi di demoni e di fate , che ne costituiscono il pensiero collettivo . Io , studiandola , ò potuto sorprendere come i suoi racconti sieno formazioni affatto originali e non già , come si potrebbe credere , fatti e tradizioni discese dalle classi superiori , perché portano l ' impronta originale dell ' ignoranza , propria della classe in mezzo a cui sono nate . Vi è poi una forma collettiva d ' intuizione , e l ' intuizione è un processo cogitativo , che si racchiude nei proverbi , i quali , se talvolta sono il senno di migliaia di anni e di milioni d ' uomini , cristallizzato in una formola , molte volte sono vere anticipazioni scientifiche e geniali e delle quali diremo più in là . Dalla folla passiamo alla casta : la casta à avuto il proprio pensiero che à custodito gelosamente : la religione egiziana , il mazedeismo , portava in sé un pensiero scientifico evoluto e complesso es . cognizioni di astronomia , di geometria , di geografia e di filosofia celato al volgo e noto a ' soli iniziati : sicché , accanto alla parte esterna del culto , exoterismo ci era una parte interna , esoterismo , di cui i sacerdoti erano gelosi custodi * . Le accademie , le scuole , le università non sono altro che folle differenziate pensanti , il cui patrimonio intellettivo si forma con l ' opera di tutti , giacché l ' avvenire della scienza non sarà più il trionfo del genio ma della collettività degli ingegni . Pure , non bisogna dimenticare che , se un sociologo come il Sighele , seguito da altri , à detto che nella folla il pensiero si elide e il sentimento si assomma , vi è ben qualche fatto che pare dia ragione e che cela un errore di generalizzazione . Questi studiosi àn colto la folla nel momento che sentiva fortemente , quando la coscienza era invasa da un uragano passionale e il pensiero non vi poteva capire . Il fatto è vero : una madre che à perduto il figlio resta per lungo tempo incapace di pensare e , nel romanzo di Tommaso Grossi , la povera donna che à perduto il figliuolo nel lago , sere dopo , al meschino desco , mette il piatto per il figlio . Nei lipemaniaci , in cui una passione dolorosa siede nell ' animo , il pensiero è scarso e in tutta la psiche vi è come un arresto * . Ora , nella folla il fenomeno è più saliente , anzi tutto perché le folle osservate sono le folle indifferenziate , instabili , che ànno della folla primigenia la preponderanza dei sentimenti ; di poi , perché il sentimento si è assommato , onde il campo della coscienza non può contenere pensiero così come l ' uomo nel dolore è incapace di pensare . È vero , però , il fenomeno contrario : le folle , colte nel momento che pensano , sentono poco o nulla e prova ne sieno i congressi scientifici i quali rimangono indifferenti alle quistioni politiche . Quando a Parigi , nel 1830 , era scoppiata la rivoluzione , l ' accademia francese si appassionava al dibattito fra Cuvier , che sosteneva l ' immutabilità della specie , e Geoffroy de Saint – Hilaire che ne sosteneva la mutabilità , e il Goethe , ad un amico al quale egli raccontava di quelle memorabili discussioni , ma in modo che pareva accennare agli avvenimenti politici , che tenevano l ' Europa sospesa , diceva : ma che rivoluzione ! intendo parlare della discussione dell ' accademia francese * . Si racconta che l ' impressione che la rivoluzione dell'89 esercitò sul Kant ebbe , come sola manifestazione , di fargli cambiare strada , nella sua passeggiata d ' ogni giorno : non dissimile dall ' impressione che Adamo Sixte , come immagina il Bourget , ricevette quando fu chiamato a deporre dinanzi al giudice istruttore * . Ricordo , tempo fa , d ' aver letto un libro d ' un astronomo , mi pare il Flammarion , il quale a un certo punto , parlando dei fenomeni celesti , dice : quando si pensa a queste grandiose rivoluzioni , gli avvenimenti umani impallidiscono e possono rassomigliarsi a ' fatti d ' un formicaio dinanzi alle crisi dell ' umanità . Il pensiero , adunque , e la passione , quando sono forti , si escludono a vicenda , così negli individui come nelle folle . Se noi volessimo tracciare l ' evoluzione psichica della folla , dovremmo riconfermare la legge psicogenetica fondamentale : la specie , nell ' evoluzione della psiche , va dal sentimento , al pensiero , alla volizione , di fatti , il bambino ripete , in modo abbreviato e modificato , questo svolgimento , riconfermando per la psicologia come per la biologia , che l ' ontogenesi è una ricapitolazione della filogenesi . La folla , nel suo cammino evolutivo , non vi si sottrae : dalla orda primitiva alle società moderne vi è stato un decrescere di sentimentalità impulsiva ed un crescere di pensiero cosciente . Nel seno d ' una società moderna , le diverse classi sociali formanti tante stratificazioni di cui le più antiche sono i detriti delle forme primeve , ripetono questo cammino : le folle indifferenziate ed instabili , i bassi strati popolari , sono , prevalentemente , senzienti , come gli alti strati sono , prevalentemente , pensanti . L ' educazione ha appunto di m ira di fare delle folle senzienti folle pensanti e noi lo dimostrammo nell ' esempio d ' uno sciopero in Inghilterra ed in Italia . Ma ci si obbietta : il pensiero di genio non sorge nella folla ed il fatto è vero : Dante à scritto il suo poema nella solitudine e nella meditazione ; l ' Helmotz à scoperto le leggi della fisica nel suo gabinetto . Ma , se il pensiero grande non sorge nella folla , non vi sorgono nemmeno i grandi sentimenti e le grandi azioni : essi sono e pensieri e sentimenti ed azioni negli animi di tutti , ma vi è bisogno dei grandi specchi concavi che ricevano il fascio di luce , per farlo convergere nel foco : vi vuole il genio del pensiero , del sentimento , dell ' azione . Mazzini medita l ' unità italiana e la diffonde coi suoi scritti e con l ' apostolato , ma l ' unità italiana era , incoscientemente o coscientemente , in tutti ; era nelle condizioni economiche del nostro paese che avea bisogno d ' un grande mercato nazionale ; il martirio dei fratelli Bandiera sprigiona un sentimento inenarrabile di sagrifizio da loro presentito , quando dissero : il nostro sacrifizio non è vano ; ma il sentimento del sacrifizio esiste nella natura umana e scatta di tanto in tanto in momenti solenni . Ma , se per pensare vi è bisogno d ' isolarsi , anco per sentire vi è bisogno d ' esser soli ; i forti dolori àn bisogno dell ' intimità e del segreto , come il primo sentimento d ' amore : io ò letto , tra gli scritti di Mazzini , quello intolato : dubbio e fede : una pagina solenne di psicologia del dolore , subìta in silenzio e sconosciuta alla folla . Vi sono , adunque , dei sentimenti come dei pensieri ignoti alla folla , che ciascuno porta in sé , che può sprigionare , ma che pure non sono che la somma di pensieri e di sentimenti provati dalle moltitudini ed assommate in un uomo : pensieri e sentimenti che si svolgono lentamente , per addizioni elementari , concesse ai soli spiriti magni , a ' genï e ai santi dell ' umanità . Vediamo come la folla opera per rispetto al pensiero , al sentimento e all ' azione . La folla dà al pensiero l ' integrazione , la diffusione e , l ' abbiamo dimostrato , al sentimento dà la somma . Questa formola del sentimento merita una distinzione tra sentimenti similari e dissimilari Vedi la polemica del Venturi e del Sighele apparsa sulla Critica Soc . , annata del 1894.; la folla , come gli individui , à i momenti di attrazione e di ripulsione psichica : andate in un villaggio , in mezzo a dei contadini , e parlate contro il sentimento religioso e voi sprigionerete urli e tempeste ; parlate di sentimenti incompresi e l ' animo loro non vi seguirà ; dite , invece , di cose sentite dall ' animo loro , ma con gesto e con voce che superi la fede comune e voi innalzerete , sulla scala del sentimento comune , quegli animi sino a voi e più in alto di voi : il vostro ed il loro sentimento si sono assommati . Ma , se la passione si assomma , può però cambiare da un momento ad un altro e passare a sentimenti opposti : è questo il fenomeno di polarizzazione psichica così comune nelle folle . La prova più evidente è quella che fornisce un comizio in cui parlano parecchi oratori , i cui discorsi sieno contrarï , mentre la folla applaudisce freneticamente . Avviene , talora , lo stesso nei dibattimenti penali dove la parola di avvocati egualmenti facondi , in difesa ed in accusa , commuovono , in modo eguale , il giury fatto preferentemente , di folla incolta . Egli è che la folla porta , ingenitamente , l ' instabilità passionale , con la tendenza all ' inerzia , all ' apatia . La stabilità passionale , ch ' è una delle doti del carattere così nell ' individuo come nella folla , è un effetto d ' educazione lenta , ma continua e come l ' individuo muove verso la stabilità passionale , la folla , del pari educata , tende a diventare sempre più stabile nelle passioni . Tale è lo spettacolo che offrono le folle delle Trades – Union in Inghilterra che , da lungo tempo , aspirano al più completo riconoscimento dei diritti del lavoro . Studiamo , in fine , compendiando noi stessi , l ' opera sociale della folla . L ' opera della folla tende a divenire sempre più estesa , sempre più importante e a sostituirsi sempre più all ' opera individuale . Noi assistiamo alla scomparsa graduale del genio ed in sua vece si estende l ' opera collettiva * : da un primo inizio collettivo della civiltà , siamo passati all ' opera singola dell ' individuo e accenniamo di ritornare al trionfo collettivo della folla ; il racconto di Mazeppa che , partito dall ' isola incantata , passa per spine e rovi , e , ferito a morte e salvato , dalle fate viene fatto re di quell ' isola dalla quale era partito , è il racconto e la storia dell ' umanità * . La storia ventura non sarà storia d ' individui dalla mente geniale , ma sì bene di atomi umani che svolgono collettivamente la propria attitudine che si differenzia e si integra in una possente unità . Un giovine sociologo italiano à colto , nei paesi nordici , questa crescente influenza della folla e ne à fatto , con forma piena d ' incanto , la più bella , la più alta , la più nobile narrazione : l ' avvenire delle nazioni sarà , d ' ora innanzi , l ' avvenire della folla , la nuova civiltà che ci si prepara non avrà genï è vero , ma avrà in sé la più possente energia , quell ' energia di esseri infinitamente piccoli , ma cospiranti , ad un solo lavoro : il bene dell ' umanità , e la civiltà che ne verrà sarà come un continente fatto dal calcare di piccoli animaletti e come questo sfiderà i secoli . La folla , adunque , cambierà il pensiero da geniale in collettivo e quanto più essa sarà educata , quanto più la coltura pervaderà i bassi strati sociali , tanto maggior numero di persone pensanti entreranno nell ' elaborazione del pensiero umano , e se il genio , assommando il pensiero universale , indicherà un nuovo campo di ricerche e di studï , la folla darà a questo pensiero l ' universalità e l ' integrazione . Il sentimento , nella folla , con l ' educazione , perderà il carattere impulsivo , instabile , la facile polarizzazione , per assumere la stabilità normale ed equilibrarsi col pensiero , inspirandosi ad un crescente senso morale . Quello che ora è il privilegio di folle colte , sarà il privilegio di tutta la folla : il sentimento muoverà verso un crescente contenuto morale ed un equilibrio maggiore col pensiero . L ' azione della folla perderà il carattere criminale , così come lo à perduto nelle folle più evolute e sarà , invece , sempre più normale e diretta nella lotta contro la natura avara ; ché anzi , le arti e le industrie , imponendo una maggiore divisione di lavoro e una crescente dipendenza , innalzeranno la modesta opera dell ' individuo ad un servigio reso a tutta l ' umanità , facendo scomparire la divisione di lavoro nobile ed ignobile : il lavoro unicamente il lavoro sarà l ' orgoglio supremo dell ' uomo . Le grandi manifestazioni della vita saranno manifestazioni collettive e come il pensiero è opera di miliardi di cellule cerebrali , ciascuna delle quali isolata non è buona a nulla , così pure la civiltà tutta quanta nel pensiero , nel sentimento , nell ' azione sarà l ' opera della folla . Nella folla , adunque , è la salute del mondo ! CAPITOLO III . LA FOLLA E LA STATICA DELLA PSICHE Qua e là , nelle pagine che scriviamo e che andremo scrivendo , ci è occorso e ci occorrerà di parlare della statica e della dinamica della psiche : è d ' uopo lumeggiare il valore di questi termini , prima che ce ne occupiamo di proposito . Statica e dinamica psichica sono due concezioni e due denominazioni che appartengono al più illustre , forse , dei psicologi italiani , al professore Sergi , e , con le quali , egli denota il pensiero ed il sentimento « Le idee egli diceva nella sua opera per l ' educazione del carattere appartengono alle forme rappresentive della funzione psichica ; possono essere più o meno semplici o complesse ; possono formare un nucleo intorno a cui se ne aggruppano altre accessorie od essere soltanto accessorie : possono formare in numero grandissimo un ordinamento scientifico ed un ' invenzione sì artistica che meccanica . Ma esse non ànno forza d ' espansione : si potrebbe dire che rappresentano la statica della psiche ; e si può affermare che nessun movimento volontario avverrebbe se dovesse rimanere nella pura regione delle idee o delle forme rappresentative . La dinamica , in vece , della psiche è rappresentata dai sentimenti : in essi sta la forza d ' espansione , in vano cercata nelle nostre idee : e in questa espansione essa spinge all ' azione , benché la forza d ' espansione non sia sempre visibile ed apparente secondo l ' energia da cui è fornita » * . E così è , adunque , che statica della psiche vuol dire pensiero , dinamica , sentimento e che , come esiste una statica ed una dinamica per l ' individuo , esiste , del pari , per la folla : e di queste due condizioni ci occuperemo per rispetto alla forma psichica della folla , nella sua forma indifferenziata . Noi tracciammo , in vero , i due momenti più culminanti del pensiero e del sentimento nella folla , riassumendoli nella legge : la folla diffonde ed integra il pensiero , assomma il sentimento ; ma , allora , noi non guardavamo che specialmente l ' opera , la funzione della folla per rispetto al pensiero e all ' azione , rimaneva , poi da tracciare la legge che presiede al sentimento e al pensiero , come motori dell ' azione : ossia studiare pensiero e sentimenti per riguardo al carattere della folla . Cominciamo dal pensiero . La memoria è uno dei fatti della psiche consistente nella facoltà di poter riconoscere , risvegliare e far rivivere le percezioni del mondo esterno , una volta che sieno giunte al nostro sistema nervoso e vi si sieno impresse , * al pari di un cilindro fonografico , di cui si può , a volontà , rievocare le impressioni . Ora , non vi è dubbio che ognuno porta sviluppato entro di sé , nel proprio sistema nervoso , tale attitudine a conservare e a riprodurre le immagini ; lo sviluppo della specie è sempre legato a tale condizione e , nel rinforzarsi e trasmettersi della memoria , è consistita sempre la selezione umana , e , diciamolo più largamente , della razza . Nella lotta traverso i tempi , quelle forme animali che meglio poterono ricevere , conservare e richiamare le impressioni del mondo esterno , accompagnate con il senso di piacere o di dolore , furono quelle che meglio , poterono garentirsi dalle influenze nocive dell ' ambiente . Quel tale fatto , congiunto con l ' esperienze di dolore o di piacere , si presentò alla mente nel momento delle ulteriori esperienze e influì sulla condotta dell ' individuo . In questa maniera la memoria psichica agì traverso i secoli . Ma la memoria , se , in parte , esiste come predisposizione , come istinto , in noi ; dall ' altra , è oggetto di lunga educazione : vi è , in somma , nella memoria una parte trasmessa ed un ' altra acquisita dall ' individuo : l ' educazione che altro è , se non una fissazione ed una rievocazione perenne di percezioni e di sentimenti ? La scrittura non è altro che una rievocazione di esperienze proprie od altrui , le quali sarebbero dovute andare disperse od essere affidate ad altri mezzi meno efficaci . La scrittura , però , nella storia dell ' umanità è un fatto recente : dividendo l ' incivilimento , a seconda dei fattori che lo promuovono , in fattori sociali e storici , la scrittura appartiene a quest ' ultimo , anzi lo determina . La folla indifferenziata è , per tale riguardo , folla atavica , essa non conosce in gran parte questo mezzo ausiliario della memoria : gli avvenimenti , per lei , non sono affidati che alla sola facoltà memnonica ond ' è che sono labili e non vivono che per una o due generazioni . L ' oblio sommerge ben presto il ricordo d ' ogni cosa e ne restano solo delle notizie frammentarie , come di una città distrutta , dopo lungo volger di secoli , non restano che semplici vestigia . La folla primigenia si rassomiglia , per il rapporto della memoria , a quei selvaggi presso i quali , d ' una esplorazione europea , avvenimento , per loro di certo , capitale , dopo settanta anni non rimaneva nessun ricordo . Io ò potuto , vivendo in campagna fra ' contadini , esperimentare che , di molti avvenimenti , sorvive solo il nome ed il ricordo , privo d ' un contenuto stabile e circostanziato : vero fenomeno di sopravvivenza . In campagna , ogni luogo à un nome , che derivò da un avvenimento : una persona uccisa , un uomo od un animale caduto , un nome un po ' strano di persona che vi abitò ecc . , or bene il ricordo dell ' avvenimento è più vivo fra la classe comoda d ' un dato paese che fra la misera . Segno che la memoria , abbandonata a sé stessa nelle forme basse di folla , è più labile che nelle alte : questo risponde bene a quell ' educazione della memoria di cui parlavo poco fa . La folla , inoltre , conserva simile in ciò all ' individuo di preferenza , memoria di certi dati avvenimenti ; à peculiare elezione per quei fatti che la toccano e la commovono vivamente , dei quali solamente conserva il ricordo , che poi diventa evanescente . Possiamo , anzi , stabilire in certo qual modo che quanto più una folla à ricordi di fatti e di interessi ideali , tanto più essa è una forma evoluta di folla . Io ò spesso cercato , fra ' contadini del cosentino , di sapere quali avvenimenti del nostro secolo erano presenti , ancora , alla loro memoria e di fare , poi , il confronto se la memoria degli avvenimenti è più viva in città od in campagna . Fra gli avvenimenti del nostro secolo , ho trovato che alcuni , in città , sono completamente obliati : ad esempio , l ' invasione dei francesi al tempo della repubblica partenopea e la venuta del cardinale Ruffo : nelle campagne il ricordo n ' è ancor vivo nella generazione vecchia , ch ' è quella succeduta alla generazione che prese parte agli avvenimenti ; ma la generazione presente , ch ' è la terza , a contare da quella , non ne à memoria . Bisogna , però , osservare che le città , in genere , erano giacobine e che , in quasi tutte , i francesi venivano accolti come liberatori ; le campagne al contrario erano sanfediste , e , tra esse e gli eserciti dei sanculotti , si impegnarono lotte sanguinose : sicché per le campagne quegli avvenimenti esercitarono un ' impressione più profonda , mettendo da banda che , in campagna , l ' onda degli avvenimenti non è così incalzante come in città . Di tutto quel vasto ed agitato periodo che precede e tien dietro la venuta del cardinale Ruffo , in città , tra la plebe , non ò trovato che un solo ricordo , ma privo di contenuto , che , cioè , ci era l ' albero della libertà , ma nessuno à mai saputo dirmi altro . La carboneria , in Calabria , esercitò grande influsso , più nei paesi che nella città ; ebbene , di questa io ò trovato , quasi vivo , il ricordo in campagna , spento in città . Ho potuto vedere che gli avvenimenti dei primi anni del secolo nostro : venuta dei francesi , sanfedismo , tremuoti , rivoluzione del 48 , sono più vivi degli avvenimenti del 60 , che sono di tanto più recenti ; ma gli è che la rivoluzione italiana non commosse le nostre plebi , che mediocremente e perciò il ricordo è quasi svanito , mentre gli altri avvenimenti , benché più lontani , sono più vivi nell ' animo . Io ò voluto , inoltre , studiare , in mezzo al contado , se esiste il ricordo del medio evo e dell ' evo antico , appunto per rifermare la legge della memoria nella folla ; ed ò trovato che , in contado od in città , non esiste ricordo d ' avvenimenti antichi o medioevali , tranne che in simboli di sopravvivenza . È curioso che , mentre la nostra vita sociale è ancora tutto feudale e me ne occuperò in un saggio sul carattere del mezzogiorno in Italia , il ricordo del medio – evo è quasi svanito . Epperò il Prof . Dorsa , scriveva parlando dei calabresi : « Essi subirono , in questo fatto , la sorte di tutti i popoli neolatini , meno forse i rumeni : il medio – evo gli scisse violentemente da ' loro padri , dei quali seppellì nell ' oblio i miti e gli eroi popolari » * . Ora , esaminando , minuziosamente , questo patrimonio intellettivo del popolo calabrese , a me pare ch ' esso compongasi di tradizioni diverse mescolate e confuse , ma che si ricollegano quasi tutte al medio – evo , l ' evo antico essendo scomparso . Esse sono però ricordi staccati , confusi : i fatti storici sono scomparsi ed è rimasto , invece , la superstruttura ideale . I cicli intellettivi possono , così , rappresentarsi come tanti cerchi che s ' intersecano in tanti punti , formando un unico contenuto . Abbiamo un vasto ciclo di novelle fantasiose , le rumanze , delle quali , il Prof . Dorsa diceva : « le leggende calabresi dette rumanze sono ramificazioni della poesia romanzesca : novelle fantastiche , con le indispensabili figure dell ' orco , del mago , del nano , ond ' è che rimontano alle origini di quella . Sono in prosa com ' erano i vecchi poemi romanzeschi , e come continuano a vivere a ' tempi nostri i Reali di Fra ncia e Guerin Meschino » . La critica à trovato l ' origine di questa * letteratura romanza nella fantasiosa letteratura araba e di cui le mille e una notte sono il più bello esempio . Io credo che a noi sia giunto l ' eco di tale letteratura popolare per mezzo delle invasioni arabe e credo averne trovato un segno in questo fatto che tutti gli avvenimenti , che costituiscono il contenuto di queste « rumanze » , si svolgono in Ispagna o in Portogallo , sedi primitive degli arabi , che di là passarono fra noi . Accanto a questo ciclo di leggende arabe , vi è quello celto delle fate o latino dell ' orco , mescolati e confusi , dove rivivono ancora il mammarutu , il mommu , il pappu ecc . che sono il mormon , il pappos , pappus ecc . dei greci e dei romani * . Un ciclo d ' una certa importanza è costituito dalle avventure di Iugale , la nostra maschera , ch ' è il Giugà dei siciliani e di cui il mito vive nei racconti indiani * . Altro ciclo di non minore importanza ci viene dalla prima tradizione cristiana , una specie di evangelo popolare di Gesù e dei dodici apostoli , nel loro cammino terrestre così immagina la leggenda popolare calabrese e nella quale campeggiano Gesù e S . Pietro , tipo di egoista , incredulo , di mente corta ed in questo la leggenda non si sbaglia . Al ciclo religioso – cristiano appartiene la leggenda dell ' ebreo errante , che cammina sempre , e d ' un altro personaggio detto Marco che , vuol la leggenda , tirò a Gesù uno schiaffo ed è condannato a dondolare eternamente il braccio . Curioso è vedere come , talora , prevalga una interpetrazione mistica ed ignorante di certe parole dell ' evangelo e come su di esse la fantasia popolare abbia creato una leggenda . Così le parole : secula seculorum , che trovansi spesso nel linguaggio chiesastico , nella leggenda popolare sono un marito ed una m oglie la Filomene e Bauci del cristianesimo che ospitarono Gesù , nel suo apostolato terreno , e a cui fu concessa lunga vita rallegrata d ' un amore , che non conosce fine : creazione gentile quant ' altro mai , che sia uscita dalla fantasia popolare ! D ' origine , schiettamente , medioevale sono un non piccolo ciclo di fatti , di romanze e di superstizioni di streghe , di fattucchiere , di tregende , attorno al noce di Benevento . La cupa fantasia medioevale dei demoni che fornicano con gli uomini , è ancora viva . Il ricordo dei maghi famosi quali Rutilio e Pietro Barliario detto dal volgo Pietro Baialardo , si ritrova ancora con la sagace nocella di lui che fu impigliato , in una reta da una donna traditrice , che gli avea rubato il libro delle magie . I ricordi macabri del più fitto medio – evo rivivono ancora ed io ò ritrovato in parecchi villaggi la storia dei morti che , di notte , scoperchiano le tombe ed escono in processione , cantando . Vivono ancora i lupi manari , la credenza dei sogni , i paladini : di questi in verità sussiste solo il nome ed un vago ricordo . Dall ' oriente credo che sopravviva ancora una conoscenza empirica dell ' agricoltura e di certi dati astronomici : i contadini distinguono nel cielo certi astri che servono loro di guida : un gruppo di stelle dette pullara , da polloi molti : triali da tres , tre ; la stella boara , che indica l ' ora nella quale bisogna pensare al governo dei bovi ; la stella mattutina che precede l ' alba ; ed , in fine , un altro gruppo di cinque stelle di cui tre avanti , un ' altra dopo con una stella più piccola a lato . Sono queste stelle , nella immaginazione della povera gente , un quadro della vita sua d ' ogni giorno : le stelle dinanzi sono il bue con il boaro e la moglie e la stella piccola è una figlioletta che vien dietro e li segue a stento . Dalle prime civiltà ci è del pari derivato una larga conoscenza dell ' erbe e dei loro rimedii è il primo empirismo medico che vive ancora e che costituisce tutta la tradizione scientifica popolare . Tal ' è la psiche popolare , nella sua forma statica , in mezzo ad una folla che , per molte condizioni di tempo e di fatti , rimase in uno stadio primitivo ed arretrato di mente e di sviluppo ; nella quale prevalgono ancora le doti primitive delle folle : il porgere facile orecchio allo strano ed al meraviglioso , la credenza nel miracolo , nell ' occultismo , nella negromanzia ; la possibile predizione del futuro ; il senso di meraviglia scarso o mancante e poi un misoneismo cieco ed ostinato * . Queste doti , così proprie delle popolazioni selvaggie o poco civili , rivivono , ancora , fra le forme più basse di folle , ma sono confessiamolo a nostro conforto un atavismo che scompare . La tradizione greco – romana e medioevale va , ogni giorno , dileguandosi e al vecchio contadino subentra il nuovo più sveglio , più colto , che à visitato paesi nuovi , cui duole quel resto di vassallaggio medio – evale . Il vecchio contadino nato e vissuto nel luogo che l ' à visto nascere è ancora vestito alla spagnuola con i calzoni corti , le brache , la giacca di lana nera e le svolte colorate , con l ' antico cappello a cono , con i capelli corti , tranne un sol ciuffo e la barba rasa . È il servo del medio – evo che ancora rivive , attaccato alla corvée , cerimonioso , che vuole ancora baciarvi le mani , che porta , nel viso e nella tonsura del capo , i segni della sua bassezza : quello che gli è succeduto , porta , lentamente , i segni dell ' uomo nuovo la coscienza umana dentro di sé , quel senso di nobile alterezza che forma la dote più bella dei popoli , davvero , civili : uomo colto , gentile , con la coscienza di non essere né di meno , né di più d ' un altro , ma utile al consorzio umano al pari d ' ogni altro : quest ' è la coscienza nuova che va sorgendo ; cambiata , così , la pluralità delle coscienze , la folla avrà una statica psichica diversa , così come noi la scorgiamo ne ' popoli di altri paesi : ad ogni modo , questo ci permette di enunciare la legge che regola la statica psichica . Questa è : il pensiero d ' una folla bassa è fatto dalle idee e da ' concetti d ' altri uomini e d ' altri tempi , stratificato non in modo successivo , ma caotico e confuso , come un terreno geologico che gli avvenimenti tellurici sconvolsero . Così è della mente : il vecchio e il nuovo si trovano insieme senza limiti fissi , ma mescolati in una sola concezione . Gettare nel mare dell ' oblio il vecchio , innestarvi il nuovo , vivere di questo solo : è il progresso d ' una mente che sente la voce del proprio tempo , d ' una mente davvero moderna : verso questa meta ideale si muove la psiche dell ' individuo , come quella della folla , aiutata dalle vicende dei tempi e dalla coltura , ostacolata , talora , da ' più strani ed interessati pregiudizii . CAPITOLO IV . FOLLA E DINAMICA DELLA PSICHE La folla à una dinamica psichica , à , cioè , i sentimenti e le emozioni i quali sono i veri propulsori , le spinte dell ' azione . La dinamica , ossia il complesso delle emozioni e dei sentimenti , è l ' elica della nave , laddove la bussola n ' è rappresentata dal pensiero e pensiero e sentimento formano , in ultimo , il carattere . Le folle ànno , come gli individui , un ' evoluzione del sentimento , simile a quella della specie e , come quella , fatta dal nascere e dallo svolgersi di due sentimenti coevi : egoismo ed altruismo che sono la sorgente di svariate emozioni . Ma , benché questi due sentimenti sieno coevi , ch ' è quanto dire che sorgono e sono contenuti nelle forme più basse del mondo organico , pure la loro evoluzione non è parallela . Se noi volessimo disporre in forma schematica i sentimenti , dalle forme organizzate più basse , risalendo alle più alte , come à fatto la psicologia comparata , troveremmo che , in basso e per un tratto ancora , è il sentimento egoistico che prevale , laddove in alto prevale l ' altruismo . In molti animali il sentimento altruistico si restringe alle funzioni della generazione come è d ' alcuni insetti che muoiono non appena compiuto l ' atto di amore ; più su ancora , l ' altruismo si allarga nel sentimento della maternità , esteso al periodo nel quale la prole non può provvedere a sé stessa o gli sorge accanto il sentimento d ' amore come nelle colombe , nelle tortore ecc . Ma , per trovare il sentimento sociale ch ' è fortemente altruista , bisogna arrivare ad alcune specie evolute , come insetti , formiche , api ; ad alcuni uccelli , viventi a stormo , per salire fino agli antropoidi ed all ' uomo . Nelle società umane l ' altruismo s ' intensifica e si allarga nell ' amore dei figli , dei parenti , dei proprii simili e dell ' evoluzione e dell ' altezza di queste diverse forme di emozioni filiali , parentali e sociali ci serviamo per misurare il progresso d ' una data società . Lo stesso cammino , dall ' egoismo all ' altruismo , vien percorso dall ' individuo nel suo primo e posteriore sviluppo della psiche : di fatti , è noto , come il bambino riceve , nei primi anni , continui eccitamenti che partono dalla periferia del proprio corpo e vanno sino al cervello e al midollo spinale , costituendo il senso cenestesico , onde egli è sempre impressionato di sé ed è egoista . Poco a poco , queste continue eccitazioni non vengono più avvertite per la legge degli stimoli persistenti e simili , invece , arrivano , di continuo , eccitamenti del mondo esterno : è questo il periodo nel quale si completa la psiche e si sviluppano i sentimenti altruistici . Possono alcuni , per un difetto di sviluppo della psiche , non sentire che i soli sentimenti egoistici e son quelli che la scienza à chiamati egotisti , mancanti cioè del sentimento altruistico per difettoso sviluppo , per mancata educazione del sentimento altruistico * . Le folle che sono , come dicemmo , delle stratificazioni sociali , vanno soggette a questi graduali sviluppi dall ' egoismo all ' altruismo : onde le folle basse , indifferenziate sono egoiste : le alte , le colte , le differenziate , altruiste . Continuando i nostri studii del sentimento , pigliando a soggetto le folle indifferenziate più basse e meno evolute , quali sono le plebi contadinesche nel mezzogiorno d ' Italia , io ò potuto fare le seguenti osservazioni : il sentimento filiale è molto sviluppato , sotto tal punto io non ò trovato differenza tra le folle alte e le basse , invece è scarsissimo il sentimento parentale e cioè verso i fratelli , verso i genitori e così via via e l ' esempio di genitori abbandonati nella vecchiaia è frequentissimo . Il sentimento dell ' amicizia è così scarso , che credo quasi non esista : ricercando nei proverbi , che sono la sapienza e la psiche d ' un popolo cristallizzato , ò trovato non un solo proverbio che parli dell ' amicizia ; vi è uno nel quale l ' egoismo più assoluto vi è contenuto e dice così : i migliori amici e i migliori parenti sono i belli tarì ( moneta antica ) con le ali bianche . Ora , questo scarso sentimento di amicizia costituisce un ostacolo grande ad unirsi e ad organizzarsi per qualunque scopo . E perciò l ' uomo plebeo è diffidente , astuto , menzognero , poco curante della promessa , cioè fornito di tutte le qualità antisociali . Uno dei sentimenti sociali è , certamente , il sentimento religioso : ma esso , nel contadino , è un vero feticismo , mancante di ogni sana idealità . Il contadino si rassomiglia , in ciò , molto col selvaggio e con popoli nei quali il sentimento religioso è il riflesso d ' una società barbara . La criminalità , in Calabria , si è ammantata lungo tempo con sentimenti religiosi : i banditi portavano il tradizionale abitino della Madonna del Carmine e pregavano in momenti di imprese arrischiate e pieni di pericoli . Al tempo della Santa Fede i briganti furono tutti sanfedisti ; in altri termini , come , nell ' olimpo greco , quella società , per alcuni rispetti , inferiore e barbara si rispecchiava nei suoi dei , così , presso le folle basse , il sentimento religioso rispecchia le condizioni morali inferiori d ' un popolo . Connesse con i sentimenti sono l ' emozioni , che affatigano l ' animo collettivo al pari dell ' animo individuale e presentano una variabilità in intensità e squisitezza che sale dalle forme basse di folle alle forme alte e si riflette nel gusto estetico , vario , differente , così plebeo in basso , per quanto delicato e gentile in alto . Eppure , in mezzo a questa sentimentalità bassa , vi è talora una squisitezza ed una morbidezza di sentimento , da farla credere uscita , non da una folla inferiore , ma dall ' animo del più gentile dei poeti . L ' animo umano , per quanto perverso , non lo è mai del tutto e porta sempre qualche cosa che compensi il male , anche i grandi delinquenti ànno , nel loro cuore , qualche lato gentile , pietoso , pieno d ' affetto che commove ; un animo eternamente cattivo , senza un lampo solo di bontà , non si trova in natura . Del pari è la psiche popolare : io ò avuto agio di sorprendere una ricamatura ideale e passionata intorno ad un nudo fatto di cronaca d ' una povera suicida : una povera traviata , ravveduta , vinta dall ' amore d ' un uomo , la quale si suicidò , pochi mesi dopo , per la morte della persona amata . In un giornale , esaminando il fatto dal punto di vista dell ' animo della folla , io scrivevo così : « È vera o falsa questa tela di dolori ? chi lo sa ! il fatto vero è che essa corre pietosa così , come l ' ò gettata su questo foglio , per la bocca del popolo , il quale à voluto ed à saputo scrivere , in questo episodio , una pagina , di amore e di dolore insieme , della propria vita : come il Foscolo , nell ' Ortis , scrisse una pagina degli sconforti della gioventù del suo tempo . » Da questa folla inferiore si passa , per gradi , alle folle alte che ànno un grande contenuto morale . Ebbene , dalle une alle altre , attraverso tutti i gradi intermedii , vi è un crescendo dall ' egoismo all ' altruismo nella dinamica della psiche . Paragonate la folla indifferenziata del mezzogiorno d ' Italia con quelle dell ' Australia , delle quali Dario Papa * parla nell ' intervista con « una bella signora » e voi sentite quanto grande ne sia la differenza . Penetrate addentro la psiche collettiva di quella folla e voi troverete che , se nel pensiero esse sono , dinanzi alle folle colte di là , sull ' ultimo gradino della scala , nel sentimento loro prevale l ' altruismo sull ' egoismo . Non una sola causa che meriti la pietà , l ' appoggio , l ' aiuto che non trovi , nelle folle anglosassoni , una corrente di simpatia : là la vita si svolge s ul doppio perno dell ' egoismo che si completa nell ' altruismo : da noi , invece , non viviamo che di semplice e puro egoismo e chi può dire di quanto danno sia questo sentimento così chiuso e così ignorante ? Conchiudiamo , adunque , che se la psiche d ' una folla , nella parte statica , tenta vivere del pensiero del proprio tempo ; nella parte dinamica , si muove verso un crescente altruismo o se volete verso l ' ego – altruismo , ché l ' altruismo puro è dote di pochi eletti e , solo in casi rari , delle folle ; ma , sia pure così , non deve a questo sentimento l ' umanità quanto di nobile , di grande , di generoso esiste sulla terra ? ed è questo poco forse ? Ed ora veniamo al carattere della folla . L ' uomo non è individuo isolato , egli vive in un mezzo , in un ambiente , in qualcosa che lo circonda che agisce su di lui , procurandone una costante reazione . La vita , da qualunque punto la si guardi , dal lato biologico o psichico , sociale o storico , è una reazione all ' ambiente sia esso fisico o sociale , che circonda l ' individuo , ed è reazione con adattamento , onde lo Spencer diceva la vita essere un continuo adattamento delle condizioni interne all ' esterno . Tralasciamo l ' adattamento dell ' organismo all ' ambiente e guardiamo , invece , l ' adattamento delle psiche alle altre che lo circondano , al clima , cioè , storico – sociale , che costituisce quello che noi , in senso lato , diciamo carattere . Ora la psiche individuale non è qualcosa di semplice , essa è estremamente complessa ed è fatta di molti stati di coscienza , che tendono a comporsi in unità e dei quali alcuni rinnovellansi , altri vanno dispersi nell ' oblio . Ma , sebbene questa sia la tendenza della psiche , raramente avviene che gli stati di coscienza , perdendo quel non so che di vago e di fluttuante che portano seco , costituiscano un ' unità che si evolva e si rinnovelli di continuo e lentamente in modo che il nuovo stabilmente s ' innesti sull ' antico e la parte avventizia sull ' acquisita . In una psiche così fortemente organizzata , le reazioni all ' ambiente esterno sono somiglianti cioè come dirette da un solo sentimento ed inspirate ad un fine solo , fine e sentimento che , quando sono normali , fanno a noi dire che quella tale persona è di carattere . Il Sergi , che s ' è occupato più volte del carattere , così diceva : « carattere vuol dire , nella sua significazione letterale , qualche cosa d ' impresso , che rimane costante , perciò , e invariabile , come suggello ; e si riferisce al modo di operare nella contigenza della vita , come una norma per ogni uomo , dati motivi , più o meno , veri e diversi ; è qualche cosa sulla vita attiva d ' ogni individuo , la quale nelle circostanze difficili e gravi , è stimata come una qualità preziosa , che sicuramente dirigerà la condotta senza cedere o piegare davanti a esigenze che possono far deviare dalla via buona ed onesta » . Parlando della folla , non possiamo dire ch ' essa abbia sempre carattere , nel senso detto , dianzi , di norma unica , direttiva , volta al bene ; il carattere è guidato dal sentimento ed illuminato dal pensiero , ora , se i pensieri e il sentimento , nella folla , sono inferiori e mutevoli , il carattere ch ' è la risultante della psiche e delle reazioni del mondo esterno , non può essere né nobile né elevato . Nella folla , adunque , carattere , nel senso stretto della parola , non esiste fino a che essa si mantiene in condizioni inferiori di vita ; ma compare nelle folle alte , colte , nelle quali la dinamica e la statica psichica si sono elevate a quell ' altezza che solo le folle evolute posseggono . Il carattere , però , se non esiste in questa forma elevata ; esiste come metodo di condotta : esso anzi è , come dice Sergi , un organismo che si viene mano mano formando e che va dalla forma più bassa e meno determinate alle più alte , più determinate e più stabili ; né è opera di un solo individuo , ma si è venuto svolgendo nella razza e ciascuno vi à collaborato , non solo educando il proprio carattere , ma influenzando , in modo diretto ed indiretto , quello degli altri * . Vi è perciò la nota ben Sergi nel carattere una parte fondamentale ed avventizia , sicché , quando noi ci accingiamo a parlare del carattere d ' una folla , noi dobbiamo valutare la parte fondamentale e l ' avventizia e , solo quando troviamo che l ' una o l ' altra manca , non ci possiamo aspettare più carattere elevato , ma condotta fluttuante , varia , non diretta ad un fine sociale . CAPITOLO V . GIOVINEZZA E SENILITÀ DELLA FOLLA Le folle , come le persone , hanno i periodi di giovinezza e di senilità . Sia che si considerino due folle , in momenti determinati : sia che se ne consideri una in momenti successivi , l ' osservazione d ' una giovinezza e d ' una senilità della folla non è cosa rara o difficile . Ora , la diversità della folla , in questi due momenti che segnano la pienezza della vita ed il declinare , sta tutta nelle qualità psichiche e , talora , nelle qualità somatiche . Noi dicemmo come , con il potere politico ed economico o con questo solo molte famiglie illustri , che contano lungo volgere di ricchezza e di gloria , trasmettono spesso la degenerazione della razza e notammo , prendendola dal Loria , la impressione che si riceve guardando , dispiegati ai propri occhi , i ritratti di tutto un casato illustre dal più antico antenato che creò la gloria della famiglia , giù giù all ' ultimo discendente . Da questa scorsa l ' occhio rimane come stanco , assistendo ad un progressivo scomparire di doti superiori e ad un subentrare , in loro vece , di note degenerative . Queste osservazioni , vere per una famiglia , valgono per una folla : quando l ' impero romano decadeva , le genti italiche erano meschine , sparute , piccole . Sotto l ' ancien régime la degenerazione avea invaso e nobiltà e servi : né potea essere diversamente sotto lo stimolo dell ' ozio in alto della miseria e del lavoro eccessivo in basso . La senilità della folla è determinata da due fattori , uno psico – somatico e l ' altro sociale , ch ' è quanto dire : le folle invecchiano o per aver troppo vissuto o per circostanze esterne che rendono triste l ' ambiente sociale nel quale devono svolgersi . Il fattore psico – somatico , lo scadimento della razza , è venuto dopo le grandi , le lunghe civiltà che si sono succedute , dopo essersi innalzate sino al fastigio del lusso snervante , della sensualità raffinata , del vizio ammantato del bagliore dell ' arte . Così sono cadute le antiche civiltà orientali , così è caduta Roma ; così cadrà la nostra civiltà . Accanto a questa degenerazione che attende coloro che ànno soverchiamente goduto ; quando un idealismo forte e riparatore non abbia agito come una forza di preservazione , che , mancato il pungolo del bisogno , abbia incitato a novelle lotte e a novelle infuturazioni ; accanto a questa degenerazione sibarita e sardapanalesca , vi è quella che deriva da un forte sopralavoro psico – somatico ed è dei popoli che , troppo intellettualmente , vissero e che sciuparono in qualche impresa , soverchia energia e sui quali il lavoro pesò più duramente di quanto i loro omeri avessero potuto sostenere . Avverrà forse così dei popoli nordici che , oggi , preparono la futura civiltà d ' Europa ; avverrà , forse , così delle Americhe , dove la vita à raggiunto un ' immensa , un ' alta pressione ; avvenne così dei comuni italiani che sciuparono nelle lotte interne il rigoglio di vita . All ' infuori di queste forme di degenerazione psico – somatica , vi è quella legata al clima , all ' orografia , all ' eccesso o al difetto di nutrizione , a tutto quanto l ' ambiente climatico tellurico che agisce , innalzando prima , l ' indice della civiltà e poi deprimendolo . In grazia di ciò , le prime civiltà furono tropicali o quasi , il clima colligiano fece rifiorire e poi spense la genialità toscana . Ma , comunque avvenga , la senilità è un lungo periodo di riposo e di risorgenti energie , che ben può essere talora una vera morte , se un fattore nuovo non sopravvenga , come una mistione d ' un popolo dissimilare , un fenomeno politico , una novella forma economica , il quale fattore nuovo valga a far sì che un popolo sorga dal sudario nel quale pareva avvolto per sempre . Non è molto e gli antropologi aveano posto un nuovo fatalismo , per il quale le razze inferiori non si sarebbero mai elevate sino alla civiltà europea ; ma l ' esempio degli schiavi di America à rotto la pastoia di quest ' altro pregiudizio scientifico , ond ' è che la senilità e la giovinezza dei popoli si alternano , così come dalla morte balza perennemente la vita * . Ma più che nelle condizioni somatiche le folle giovani o vecchie si differenziano nel tono della psiche , giacché le une sono ottimiste le altre pessimiste . Ottimismo e pessimismo sono , adunque , le qualità precipue d ' una folla colta nei due momenti diversi di giovinezza e di senilità e le quali ne presuppongono altre . Il secolo nostro è preso da uno sconforto immenso che nasce dalla ristrettezza economica : il Loria dice che , guardando in viso la gente a noi contemporanea , si coglie nella maggior parte di essa , quell ' impronta di dolore , così comune in chi vive in epoche tormentose . Il visitatore che scorre una pinacoteca riferentesi a ' secoli più tristi della storia d ' un paese , trova sulle tele effigianti i personaggi di quei tempi , un ' eterna nota di duolo , come la si osserva sul viso , talora squisitamente bello , dei profughi russi . L ' età passata ebbe sconforti e dolori politici : guerre , persecuzioni di pensiero , santa inquisizione furono tante sorgenti di dolore : la questione economica rimase come velata da queste altre ed , in apparenza , diverse quistioni , che ne furono la superstruttura ; è merito dei tempi nostri aver denudato il pietoso velario e mostrato che , in fondo ad ogni quistione , si agita il pane quotidiano e che , dalla risoluzione di questo , potrà dipendere l ' avvenire della umanità ; ond ' è che il pensiero del domani tormenta tutti e , come una folata di nebbia , si espande fino alle folle contadinesche , che sono per la natura loro le meno impressionabili e le meno capaci di preoccupazioni dolorose . Ma , la preoccupazione e la ristrettezza economica portano seco , sia fra le folle giovani , come fra le vecchie , uno sconforto ben maggiore , la certezza , cioè , che né legge , né morale , né virtù presiedano alle consociazioni umane , ché anzi l ' arbitrio , l ' immoralità , il vizio sieno la ragione del successo odierno . Questo svanire d ' idealità è sommamente doloroso : le fedi umane e divine cadono e non resta che la forza e l ' astuzia arbitra del mondo . Né si può dire che lo scomparire di quelle idealità , formanti la rocca più salda d ' ogni civiltà , non sia vero , che sia una torbida visione d ' ammalati . L ' esempio d ' ogni giorno è una prova che si aggiunge alle altre , onde a ' più pare che la fine del mondo si avvicini : non più il mille con la promessa del cielo , ma il duemila , con il ruinare della società , preoccupa le menti : il mondo che si è aperto con l a barbarie , si chiuderà con questa : tal ' è il grido di malaugurio de ' nuovi millenarï . Ma , in questo , si differenziano le folle dalle vecchie : mentre le vecchie , disperando del mondo , o cedono ad una morale discendente ragionando così : se il mondo è dominato dal vizio , a che vale essere virtuosi ? o , schivi aspettano questo caos che verrà e dal quale non vi sarà salvezza , e son le folle sfiduciate ; o si rivolgono al passato , rifuggiandovisi come in un regno incantato , del quale sospirano il ritorno e son queste le folle mistiche ; mentre dunque , dallo spettacolo e dallo sconforto presente , esse o ne derivano una morale inferiore o una sfiducia o un neomisticismo ; le folle giovani , dal presente triste , derivano un avvenire migliore di cui esse portano in sé e la novella ed i principï , l ' annunzio e gli elementi formatori . E dinanzi alle folle vecchie , che rappresentano una civiltà che passa , sono un mondo nuovo che sorge e , come tale , portano in sé tendenze svariate e diverse : arte , letteratu ra , concezione morale , novello diritto ecc . tutto è nel loro animo , e , di contro alle forme moriture della vecchia civiltà , si prova l ' impressione di contrasto d ' un giovane a diciotto anni dinanzi ad un vecchio a settanta e lo spettacolo d ' una folla giovane , cosciente di sé di contro ad una folla vecchia , è uno dei drammi più maestosi che offra la storia . Ma , la coscienza della propria missione riceve un conforto ed una certezza dalla scienza , da quest ' arma poderosa , che , in un momento dato , cade dalle mani d ' una folla vecchia e viene imbrandito da altra giovane . Fenomeno ben doloroso e di non poco valore è questa emigrazione del sapere e che , di contro alla coscienza innata , ma confusa di una folla ne crea un ' altra ben più salda e sincera , dispiegando dello speciale meccanismo delle folle il ritmo e la portata ed è come il fascio di luce che , rompendo le tenebre , guida e sorregge il passo del viaggiatore . Ogni civiltà porta in sé come tanti organismi di puntello : organismi ideali , in vero , ma non per questo meno protettori : religione , virtù , ideale , amore degli uomini , disinteresse ecc . Ora , questi principii fondamentali che finché una civiltà è fiorente tiene in gran pregio , quando ne incomincia la senilità vengono rosi come bastioni dal tempo o dal flutto dell ' onda . La scienza , allora , cambiato metro e passata da una folla all ' altra , concorre a demolire quei poteri frenatori che , in altri tempi , corroborò e difese e concorre a formare i nuovi , esercitando così opera di gran valore nelle vicende delle cose umane . La scienza , così , per portare un solo esempio , avea , un giorno , creato nel mondo biologico la teoria della lotta per l ' esistenza con la prevalenza del migliore e avea rifermato il ritmo dell ' evoluzione ascendente e l ' avea trasportato nel campo sociologico ; quand ' ecco , dopo anni d ' esperienze e di pruove , quella stessa scienza riferma il concetto che non sempre l ' evoluzione è ascendente , ma ben può diventare evoluzione a rovescio , assicurando il trionfo non del migliore , ma del più adatto , così nel campo biologico , come nel sociale . In queste poche frasi mutate , quale grande mutamento d ' idee e di riflesso valore dei fatti , compiuto sempre in nome della scienza che predicava un giorno il migliore dei mondi possibile , come il dottor Panglos di Voltaire , e divenuta oggi la più desolante e la più scettica voce del malagurio ! Però , lo svanire di concetti e d ' idealità che parvero un tempo incrollabili non è senza dolore nelle folle vecchie : gli Dei se vanno , se ne va l ' amor di patria , la famiglia si dissolve , che rimane mai ? quando noi assistiamo ad uomini che impersonificano il dolore d ' un mondo che tramonta e che veggono sinistro dovunque e fanno assurgere il dolore proprio a dolore universale , si prova una stretta forte al cuore , se non si pensasse che il mondo vivrà ancora come per il passato e che , all ' uragano d ' un ora , terrà dietro il sereno di molti giorni . Ma , se nelle folle vecchie continua l ' emigrazione di virtù attive , restando solo il vizio o la virtù passiva come un rimpianto ed uno sconforto , nelle folle giovani è un rifiorire di attività ; quanto può ancora la natura umana , in momenti di sforzi , rifiorisce nella folla giovane , e talora , in modo come improvviso , empiendo di ammirazione o di terrore ; accanto all ' ottimismo , alla fiducia di sé , alla consapevolezza della propria missione , si ritrovano la fermezza , la costanza , l ' amore nell ' ideale , la morale elevata , quelle doti , insomma , che preparano l ' avvenire . Nelle folle senili , invece , prevalgono , come sintomi di compiuta missione nella storia , l ' apatia , la sfiducia , la maldicenza , o il bisogno d ' isolarsi dal mondo ; mentre adunque il senso di socievolezza tenta prevalere ; nelle folle vecchie , incapaci di ogni energia sorge la pianta degli sfiduciati , forma di psicoastenia non studiata ancora e della quale dirò qualche cosa . Le mie osservazioni sono state colte in ambiente poco svolto e ristretto : in alto prevalgono l ' egoismo , la maldicenza , la scarsa o mancante fede nella virtù e abbonda , in vece , l ' affarismo professionale e politico che ne fanno una folla di coltura unilaterale , tanto quanto basta per la professione e nulla più ; in basso , è la vecchia folla tratteggiata nei capitoli precedenti , nei capitoli della dinamica e statica psichica e nel carattere collettivo . In mezzo a questo ambiente senile , io ò fatto questi pochi studï sugli sfiduciati , che della folla vecchia rappresentano la parte migliore e più sana che , dalla concezione della vita , non ànno derivato né la facile morale che tutto giustifica , né un ritorno al passato , un neomisticismo impossibile ; ma , addolorati per lo spettacolo quotidiano , non vivono che di sé stesso , quasi per un segreto bisogno di purificarsi nella solitudine e nello spettacolo continuo d ella propria psiche : simili agli antichi anacoreti che viveano , meditando su d ' un teschio , la fragilità delle cose umane . Io non so se l ' arte , questo specchio della vita umana , abbia raffigurato mai , nei suoi quadri , fatti di sentimento e di idealità , tali condizioni dell ' animo , che può , talora , favorite da condizioni diverse , assumere una certa espansione , perdendo quel carattere di tipo raro ; io non ho avuto il tempo per tale ricerca , ma , se dovessi giudicare da ' miei ricordi , io non l ' ho mai trovato raffigurato nell ' arte . Ricordo , in vece , d ' aver trovato il tipo opposto : cioè , raffigurata la fiducia eccessiva nell ' avvenire , quello che , se dovessi , chiamerei , millenarismo , appunto da quei millenari che aveano tanta fiducia in eventi , tanto da loro lontani e perduti nel futuro . Questo tipo così fiducioso , così pieno di fede e di ardore sorge , in epoche di crisi , quando , dinanzi ad un presente , che pare volgere al passato , come tramonto luttuoso di tutta una civiltà , la fede si ravviva e vaticina il futuro : è la speranza che non muore mai nel cuore degli umani e che si avviva dei più bei colori e dà la forza ed il coraggio di più feconde battaglie per l ' avvenire . Quel Sigismondo Busch , divorato dalla tisi , di cui parla Zola nell ' Argent e che passa lunghi giorni sul Capitale di Mara e che scrive lunghe pagine sul fabbisogno sociale della società futura , è un tipo vero , di quei che s ' incontrano e sono l ' antitesi di quell ' altro tipo di sfiduciato della società che se ne sta solo , addolorato del mondo e degli uomini in mezzo a ' quali vive . Alla costituzione psichica di tale tipo , deve influire , e non poco , una condizione particolare dell ' organismo , la psico – astenia . Un organismo debole , che rifletta , ed in modo doloroso , le vicende della vita e che non porti seco né il coraggio di lottare sotto l ' egida della morale , né quello di fare il male ; e che , dalle voci del presente , non senta arrivare a sé il vaticinio dell ' avvenire ; quest ' organismo , così debole , è capace di rinchiudersi nella solitudine , nello sconforto e chiedere loro l ' oblio della vita . Io , studiando alcuni di questi casi , ò trovato la labe psico – astenica : ò sempre dinanzi chi m ' inspirò , per primo , queste osservazioni e il quale , nella sua famiglia , conta persone d ' ingegno ed una di genio , segno questo d ' un logorio psichico che dura ormai da parecchi secoli . Sul fondo psico – astenico ereditario , la sfiducia degli uomini può impiantarsi in modo precoce e prima che la vita sia stata assaporata sino in fondo : i primi sconforti che non lasciano che una ruga negli altri , in questi animi imprimono un solco ben profondo , di quegli che si porteranno eternamente , senza cancellarsi ed influeranno sull ' avvenire . In altri la sfiducia è tardiva , sorge , come sorge un po ' in tutti , quando declina la vita o , ancora prima , in tutti quelli che ànno molto operato : raro è quegli che porta nella tomba la giovinezza dell ' animo , anco quando la neve à imbiancato il crine , muto rimprovero a chi , messo il piede nel regno dell ' ideale , lo ritira impaurito . Ma , la sfiducia può essere ancora un momento di transazione e di meditazione , di rivolgimento interno per una nuova fede : momento di tristezza e di dolore , dal quale l ' animo esce rinnovellato , come l ' uccello leggendario rinasceva dalle ceneri sue . Questi momenti di crisi sono i più , intimamente , cari e come gli uragani son corti ma tremendi , il sole dell ' indomani farà vedere i danni ; ma , nell ' aria rinfrescata , nella terra ringiovanita si sente il profumo del fiore , il cinguettio della rondine , il biondo della spiga : è una primavera che sorge ed in modo definitivo : l ' uragano l ' à maturata ed affrettata . La sfiducia , allora , è il periodo lungo , ma doloroso dell ' incubazione . Ma le folle , a seconda sono giovani o vecchie , ànno due forme di normalità che , da loro , potremo dire : senile e giovanile . La prima è poco attiva , poco energica : consiste nell ' operare rettamente , ma senza passione : nel sentire ma con scarso idealismo e mentre la normalità è apatica l ' anormalità ascende sino al crimine . Nelle folle giovani il fatto va diversamente : anche là , la tendenza criminosa esiste , ma la normalità è molto più attiva , feconda , rivolta non solo al bene , ma contro al male . Per persuadersene basta leggere quanto à scritto sulla profilassi del delitto il Lombroso , recando ad esempio le nazioni tedesca ed inglese , che sono , di fronte alle nazioni latine , le folle giovani . Bisogna vedere che carità inesausta , che altruismo , che lotta epica contro il male e contro il delitto , mentre la civiltà s ' innalza come una gran colonna di fuoco sino al cielo * ! Nelle folle vecchie la normalità è così apatica che , molte volte , il crimine à , oggi , come per il passato , una funzione utile . La nostra vita pubblica è così bassa che noi , come disse il Sighele , possiamo più attenderci il bene dalla disonestà operosa di certi governanti , che dalla onestà passiva e solitaria di certi altri . Come nei tempi passati , possiamo sperare il bene più da un Cesare Borgia che da un qualunque Pier Soderini . Appartiene a ' popoli giovani la normalità attiva , il bene passionato , l ' idealismo alto e sereno , la lotta contro il vizio e fino a tanto che non si crea la virtù attiva , ci sarà bisogno del crimine come motore di progresso . Tornando alle folle , diciamo che le forme vecchie possono ringiovanire o innalzandosi fino alle folle giovani o confondendovisi oppure per opera di fattori morali come coltura , emigrazione ; o di fattori economici come grande industria o per determinati rivolgimenti politici . Non diciamo , particolareggiatamente , di nessuno di questi fattori , dei quali à parlato così bene il Lombroso * , accennando alle cause delle rivoluzioni e delle rivolte : ci restringiamo all ' influenza che una folla giovane può esercitare su di una forma antiquata : influenza che può essere duplice o di vera attrazione , per la quale , dall ' antica folla si distaccano gli elementi che ancora serba vivi nel proprio grembo : oppure d ' imitazione , onde al contatto della folla nuova , la vecchia , se è capace di virtù latenti , le sviluppa , come un corpo , al contatto d ' un altro , caccia luce e calore . Quando , nel secolo scorso in Francia , il terzo stato si preparava alla conquista del potere politico , dal clero , dalla nobiltà una folla di giovani , messo da banda il grado e la ricchezza , scendeva sino a lui , portandovi il pregio di una coltura aristocratica , d ' un animo buono ed ardimentoso . Coltura fina ed elegante , fascino che le richezze potean donare , sicurezza personale che veniva dall ' appartenere ad una classe dirigente , tutto donarono quei conti , quei marchesi , quei visconti , quegli abati , abati che prepararono il nuovo diritto dell ' uomo e che furono esiziali alla loro casta più di un numero , centomila volte maggiore , di sanculotti . Similmente Saul , San Paolo , era uno dei membri della sinagoga più avverso ai cristiani ; ma quando , vinto dalla nuova fede , si convertì al cristianesimo , e vi portò un principio largo , cosmopolita ; chi può dire quanto danno recò al mosaismo quel giudeo convertito ? Fin qui si tratta di att razione * , ma può , però , una folla sprigionare , nel cozzo con altra , dell ' energie che portava , quasi nascoste , nel seno , come avvenne alle classi dirigenti d ' Inghilterra , le quali , di fronte al movimento proletario , seppero concedere una larga legislazione del lavoro , assurgendo , così , al monopolio del mercato mondiale e assicurando la tranquillità interna , onde dinanzi alla così detta quistione sociale che minaccia l ' Europa restano unico e raro esempio di fine tatto politico e di securtà economica . L ' imitazione nelle folle può essere così una suggestione nel bene , come nel male . In natura una delle grandi leggi è l ' imitazione , ch ' è dovuta , in basso della vita , alla necessità della conservazione e vien detta « adattamento » ; in alto , nei gradini più evoluti dell ' animalità , alla vasta cooperazione umana , onde solamente si rende possibile l ' esistenza sociale . Prima ancora che Carlo Darwin , l ' immortale autore della discendenza della specie , avesse studiato il fenomeno dell ' adattamento , suo nonno Erasmo , coltissimo negli studi naturalistici , avea scritto : « I colori degli insetti e di molti piccoli animali contribuiscono a nasconderli alla vista di altri animali che li depredano . I bruchi che vivono nelle foglie , sono generalmente verdi , le farfalle sono dipinte alla foggia dei fiori che frequentano ecc . » Erasmo Darwin notava solamente il fenomeno , senza spiegarlo ; dovea suo nipote Carlo , precisarlo con il principio della scelta naturale . Posteriormente gli studiosi del parassitismo biologico notarono che vi è una forma imitativa di parassitismo o dell ' aspetto . Il Massart , in un bellissimo studio fatto insieme col Vandervelde e pubblicato in Italia sulla « Critica Sociale » ( anno 1894 pag . 203 ) , distingue tre forme d ' imitazione parassitaria : «1 ) Una specie carnivora imita una specie inoffensiva onde poter appressarsi alla sua vittima senza sgomentarla ; 2 ) Una specie ne copia un ' altra al fine di potersi avvicinare facilmente per cagionarle qualche danno ; 3 ) Una specie debole e commestibile imita una specie ben difesa e non commestibile per sfuggire a ' suoi nemici » . Rimandando chi voglia saperne di più al lavoro del Massart e di altri di simil genere * , si può conchiudere che la legge di adattamento è talora legge d ' imitazione , diretta alla conservazione della specie . Ancora più che i fenomeni biologici , la legge d ' imitazione domina i fenomeni psichici : vi è una tendenza spiccata , oggi , nella psicologia e nella psichiatria le due scienze che studiano lo stato di sanità o di malattia della psiche a voler ridurre tutti i fenomeni ad una forma suggestiva , cioè ad una imitazione , cosciente od incosciente , d ' un cervello sull ' altro . Il Sergi , il valente psicologo ed antropologo , avea notato nel suo libro delle « Degenerazioni umane » , che la suggestione è un fatto comune alla psiche : solo alcuni lo presentano più spiccato . In un altro scritto « La psicosi epidemica » egli stabilisce la base fisica della suggestione . La psiche è un ' attività capace d ' esser stimolata e di reagire , ossia di riflessione e di ricettività e continua : « Tutte le due condizioni possono includersi in una legge fondamentale , ricettività riflessa della psiche . Gli alienisti da qualche tempo si aggirano intorno al fenomeno della suggestione nell ' ipnotismo , e in generale ànno creduto che esso sia un fatto che avvenga soltanto nello stato ipnotico dei loro soggetti ma non si sono accorti che la loro suggestione è un fenomeno più acuto della condizione generale della psiche ; la ricettività » . La suggestione spiega tutta la vita psichica normale ed anormale ; l ' educazione , l ' emulazione , la cooperazione ecc . sono una suggestione reciproca degli intelletti : talora è un intelletto sommo , è il genio , che dischiude una via nuova , per la quale , per lunga pezza , s ' indirizzeranno le menti di capacità limitata e normale . Ma la suggestione spiega , del pari , i fenomeni anormali della psiche : spiega , ad esempio , le epidemie demoniache dei secoli passati , l ' epidemie frenesiache della danza , l ' estasi , l ' esaltazione , i fenomeni catalettici , che riempivano di stupore strano la vita dei chiostri . Chi ha pratica di malattie nervose e mentali sa , per esempio , che il ballo di S . Vito la chorea minor degli antichi si può diffondere per imitazione ; sa che la vista di un isterico colto da convulsione o di spettacoli ipnotici , dati in pascolo alla curiosità ignorante nei teatri da un qualunque ipnotizzatore risveglia fenomeni similari in soggetti nei quali il morbo era latente . Sa che vi è un ' epedemia criminosa , suicida , al pari d ' un ' epidemia vaiolosa o tifosa ; sa , infine , che vi sono le forme di pazzia indotta o simultanea , studiate in Italia dal Venturi e dal Seppilli . In fine la suggestione diventa un ' arma ardita d ' investigazione della psicologia della folla e delle società animali inferiori . Abbiamo fatto , così , una corsa rapida su di un ampio soggetto : rimane lo studio dell ' imitazione nei rapporti e economici , la così detta legge d ' imitazione nel regime presente economico . Questo è fenomeno nuovo , spuntato dietro il concetto giuridico dell ' eguaglianza di tutti dinanzi alla legge , delle ricchezze rese più accessibili , della scomparsa delle barriere fra le classi . Nell ' evo antico , quando lo schiavo era cosa ; o , nel medio – evo , quando il servo portava il collare con su scritto il nome del padrone ; lo schiavo o il servo non poteano imitare il libero o il padrone . Ci volle la libertà economica che ruppe le barriere , che aumentò la ricchezza , che la rese più accessibile , per le classi inferiori che tentassero d ' imitare , nella tendenza del lusso , le classi superiori . Ed oggi l ' imitazione non si limita ad uno o ad un altro aspetto della vita , ma gli invade tutti . È noto come non solo nella foggia del vestire , ma nella copia degli alimenti , nella qualità , nella raffinatezza dei modi , nelle abitudini viziose , essa si manifesti . Fra le stesse classi agiate , fra le forme varie di ricchezza e di fortuna , è un rincorrere per superarsi a vicenda . La gente ricca di campagna cerca d ' imitare quella di città ; quella di città l ' altra della metropoli , onde ne nasce una folla di desideri insoddisfatti , che acuisce la questione economica e dà un ultimo crollo alle fortune pericolanti e distrae gran copia del lavoro umano dalla produzione di oggetti utili per dirigerlo verso una folla di cose superflue , onde l ' età nostra s ' assomiglia alle età decadenti con il lusso orientale al vertice della piramide , l ' inopia alla base . La legge d ' imitazione diventa un circolo vizioso : le classi meno abbienti cercano imitare le doviziose , queste trovano nell ' imitazione un pretesto per sfoggiare un lusso nuovo , sconosciuto finora . È certo però che un utile ne deriva fra le classi inferiori , che sentonsi spronate verso un miglioramento continuo e progressivo , sebbene maggiore ne potrebbe essere l ' utile , se l ' imitazione , invece di dilagare per la via del lusso , s ' inalveasse per quello dell ' educazione * . Chi cerca d ' imitare obbedisce ad una legge superiore di progresso ; si è mai pensato che ne sarebbe stato di noi , della nostra civiltà , se le nuove generazioni non avessero imitate le antiche nel conservare gli elementi adatti alla specie , alla sociabilità ecc . ? Se , trovato il modo d ' allevare gli animali , di accendere il fuoco , di lavorare i metalli , lo avessero dimenticato ? Non è chi non vegga che se oggi l ' imitazione è parzialmente un danno sociale , però , cessato il disordine economico , ricomposto il genere umano in una sola famiglia ; la virtù diventerà la cosa solamente degna d ' emulazione , onde , la legge d ' imitazione diverrà legge di progresso non fonte di sperpero , giacché lo sperpero , come notava Novikow , è una delle piaghe della nostra . Se l ' imitazione non à quella importanza che il Tarde le attribuisce per rispetto al genio e alla folla , pure una grande ne à e quando si trovano a contatto due folle di valore intellettivo e psichico diverso , non è raro che l ' una eserciti sull ' altra una suggestione che , da parte della folla inferiore , si traduce in imitazione . In ogni tempo e in ogni luogo , l ' esempio n ' è così vivo e lampante che parmi , diffondendomi più oltre , perdere del tempo , epperò proseguiamo . Se le folle possono passare dallo stato di senilità a quello di giovinezza , ben possono talora ricalcare l ' opposta via , distruggendo in séle ragioni di giovinezza , così come l ' Italia , che , fino al 400 , fu quanto di più giovane era in Europa da quell ' epoca andò incontro ad una dolorosa decadenza che si prolunga in fino a noi . Sia che la mancanza d ' unità politica e l ' esuberanza di vitalità , dissipate in lotte municipali , le fossero nociute ; sia che le forze reazionarie del pensiero svoltesi dopo il concilio di Trento con l ' Inquisizione ed il Sant ' uffizio avessero ucciso ogni vita nella nostra penisola ; sia questa , sia altra ragione ( scoperta dell ' America , caduta di Costantinopoli in mano dei turchi ecc . ) è certo che una folla , la già nota borghes ia italiana , impallidì e passò alla coda del movimento civile del suo tempo , perpetuando uno stato di inferiorità , non anco superato . La Spagna portava in sé , nella mistione con gli Arabi , una sorgente di grandezza , però il fanatismo religioso ed il pregiudizio etnico prevalsero in modo da terminare l ' annientamento dell ' elemento etnico diverso che portava nel proprio grembo e così quella folla che pareva destinata ad un grande avvenire è rimasta , insieme con le sue consorelle latine , una delle ultime fattrici di civiltà e di grandezza . Ed ora conchiudiamo : esistono folle giovani e vecchie , le prime con un contenuto psichico ottimista , le seconde con un contenuto psichico pessimista ; il pessimismo d ' una folla può volgere o alla sfiducia o alla corruzione , o al neomisticismo ; la giovinezza o la senilità d ' una folla non è eterna : vi sono cause che fanno passare una folla da un ' una ad altra forma e che possono perpetuare una data condizione ; le folle giovani e vecchie possono agire fra di loro , influenzandosi a vicenda , mercé l ' imitazione ch ' è una delle forme suggestive d ' una folla sull ' altra . Le folle inferiori , però , son quasi sempre folle giovani : pare questa una contraddizione , ma , a guardarla in fondo , vi si scorge come , talora , nelle folle inferiori , si contenga una vitalità rozza , ma esuberante , la quale venuta a contatto con le qualità superiori d ' una folla senile , vale a fare d ' una folla bassa una folla giovane ed alta . Nelle folle inferiori predominano uno spirito d ' intraprendenza , di costanza , di sacrifizio che le folle alte non posseggono : una specie d ' insensibilità morale acquisita nelle vicende secolari della vita ; ora , quando queste qualità per sé stesse inferiori , vengono a contatto d ' un maggiore spirito di critica e di coltura , da questa mescolanza di qualità inferiori e superiori vengono quelle folle di esuberante giovinezza che formano , di contro alle forme senili , il più spiccato contrasto che si possa immaginare . Non dissimilmente avviene , quando un discendente d ' una razza raffinata , c he porta seco i sintomi d ' una degenerazione , quindi facile emotività , ingegno penetrante , ma non persistente , confondendo la propria esistenza con quella della razza popolana che abbia emotività tarda ma normale , ingegno forte ma poco versatile , trasmette nei figli una mirabile fusione e disseminazione di caratteri e dà nascimento al genio o all ' ingegno . I bastardi adunque sono sempre qualcosa di nuovo e di forte di mezzo alla decadenza d ' un lignaggio . Può avvenire , dunque , che una folla inferiore , nel contatto d ' una folla vecchia , ringiovanisca , elevandosi da quello stato di maturità incompleta , nella quale giaceva o dallo stato di senilità che le incombea da secoli . Se la folla giovane è ottimista , nel sentimento , nel pensiero e incline al nuovo cioè neofila , diversa è la folla senile , la quale è fortemente attaccata al vecchio : è misoneista . Il fenomeno , anzi , presenta una maggiore complessità : le folle vecchie sono le meno geniali , ma son quelle maggiormente ricche di genï . Pare che la natura si diverta a creare , in mezzo ad un popolo di nani , dei giganti . E come potrebbe non esser così , se il genio è una nevrosi , onde di mezzo ad una folla , psichicamente , inferiore , si eleva una mostruosità geniale ? La genialità nelle folle vecchie è così fatta ch ' essa à un carattere rivoltoso : cioè , di vedute lunghe , totalmente nuove , balzanti d ' un tratto e che stranamente contrastono con il vecchio contenuto della folla . Diversa è la genialità delle giovani folle , la quale à un carattere evolutivo , d ' una anticipazione minore e d ' un minore contrasto con l ' ambiente psichico che la circonda . Ma , se il genio della folla vecchia anticipa di tanto l ' avvenire , è la folla giovine che à il compito di accettarne le idee , di diffonderle , di tradurle in atto : la folla vecchia non lo comprende , è la folla giovane che , accogliendo quel tanto di pensiero geniale di mezzo ad un ambiente senile , gli dà quello che la folla dona al pensiero , cioè , completamento , diffusione , pratica attuazione . Anco , adunque , le folle per rispetto al genio e alle sue idee si differenziano fra loro , a seconda che sieno o giovani o senili . Ma , le folle son come gli uomini ; dopo compita la loro missione , declinano fino a tanto che una novella giovinezza non le baci in fronte , giacché la giovinezza è , per rispetto alla folla , come l ' onda del mare che ora carezza il lido , ed ora se ne allontana . CAPITOLO VI . PATOLOGIA DELLA FOLLA La forma patologica della folla è costituita dalla setta , la quale è una collettività limitata di numero e con manifestazioni psichiche ristrette . La psiche , sia essa individuale o sociale , à la spiccata qualità di essere permeabile : una psiche chiusa , che non senta l ' influsso del mondo circostante , non esiste : noi , in ogni ora , in ogni momento , come riceviamo dall ' ambiente esterno ossigeno e rimettiamo acido carbonico ; come introduciamo sostanze plastiche tolte a ' due regni vegetale ed animale ; così riceviamo pensieri e sentimenti e ne diamo , in cambio , degli altri , effettuando un vero scambio psichico . Or bene , questo scambio manca tra la setta e il mondo circostante , ché anzi , se la folla è un centro che sprigiona simpatie , la setta è come uno dei poli della pila che sviluppa elettricità , contraria a quella dell ' altro polo , costituito dalla rimanente società . La folla , in fine , è una formazione instabile nei suoi elementi : le unità che la compongono possono scomparire , ritornare , allontanarsene per sempre ; la setta non à questa elasticità di composizione , ed è , diceva bene il Sighele : una folla cribata e permanente * . Essa è , adunque , una forma patologica della folla e , aggiungiamo , della folla in genere , in quanto che qualunque collettività può passare dallo stato ordinario a quella di setta , al pari di ogni mare interno che può diventare lago salato . La setta , possiamo dire , fino ad un punto dato , è una malattia di crescenza ed una involuzione senile , ogni partito , ch ' è la forma più equilibrata di folla , nel suo nascere attraversa lo stato settario , lo attraversa quando è vecchio , quando la sua missione storica è compita . Quando nasce per quel contenuto economico stridente che porta nel proprio seno , per quella concezione nuova di tutto il mondo che à seco , esso sprigiona la lotta dei partiti imperanti , che altro non sono che interessi economici riconosciuti , vieta concezione del mondo , cresimata dalla opinione universale . È il momento che il partito nascente suole attraversare il periodo settario ; ma , quand o un novello partito , una società nuova trionfa , l ' antica sopravvive , in forma decrepita e settaria , per qualche tempo ancora , alla propria rovina , come uomo , colpito dalla forma senile di demenza , sopravvive ancora a sé stesso . Il cristianesimo , questo immenso partito politico – sociale , che portava nel suo grembo tutta intera una civiltà , dopo la morte di Cristo attraversò un periodo settario . La chiesa di Gerusalemme chiusa in sé stessa , timida , paurosa fu una vera e propria setta : la morte di Stefano fu l ' avvenimento che ruppe questo carattere settario , in quanto che , per essa , Paolo fu guadagnato alla causa cristiana , alla quale dette l ' universalità che i nuovi tempi le assegnavano * . Quando la religione pagana fu , mano a mano , sopraffatta dal cristianesimo , il culto dei vecchi dèi sopravvisse ancora : le città , i grandi laboratori del pensiero nuovo erano tutte intere convertite alla nuova fede , ma il paganesimo viveva ancora nei villaggi , nel pagus , donde il nome di pagano , in forma che , per la sua ristrettezza , potea dirsi settaria . Quando l ' ordine religioso – cavalleresco dei Templarii fu distrutto , pochi superstiti assunsero in Inghilterra una forma affatto settaria , dalla quale alcuni storici vogliono fare derivare la massoneria , giacché nel simbolismo di questa associazione , vivi e frequenti sono i ricordi degli infelici Templari . Quel che si è detto per il partito vale per le altre forme di folle : scuole politiche , scientifiche , religiose possono ad un momento dato , divenire sette , ma qualunque sia la natura di queste , esse rappresentano sempre una quistione economica , che n ' è come il fondo inavvertito , come la causa palese o nascosta . L ' eresia risorgente in tutto il medio – evo pare che sia ben lontana da ogni contenuto economico eppure , di sotto all ' involucro teologico e religioso , ci è sempre il demone nascosto del comunismo risorgente * . Sia , però , qualunque il carattere della setta , essa porta nel suo seno una differenziazione di funzioni ed una connessione , diventando così un vero e proprio organismo : capi e proseliti , vinti all ' idea per un ' ora o per sempre , segni , parole , linguaggio , mezzi di riconoscimento , simboli e poi sentimenti , passioni , pensiero formano la vasta , la complessa , la intensa vita d ' una setta . Il capo d ' una setta , è un vinto da un ' idea , è un passionato , un ardente , è quegli in cui la passione comune è divenuta fiamma perenne , sospiro eterno dell ' anima . Se egli un giorno fu guadagnato alla causa , guadagnerà gli altri ; sarà , come i discepoli di Cristo , pescatore di uomini . Le doti dell ' animo umano più altruiste , più disinteressate saranno il fascino dell ' animo suo ; non vivere che per un ' idea e trasfonderla in altri : ecco la pecurialità di certi animi . In un partito , essi sono le nature superiori , rivestite di eterna bontà ; in una setta , sono i capi . Però , accanto a queste nature angeliche , vi sono bene i fanatici , quelli che un odio cupo e feroce porta in alto , che , nei momenti delittuosi d ' un ' opera settaria , tengono un primato , fatto di mancanza di pietà , d ' assenza delle doti più belle dell ' animo umano : sono dei delinquenti nati come Marat ; degli ambiziosi come Robespierre ; anime mediocri , a cui lo spirito settario à dato una prevalenza , che cadrebbe nella vita normale d ' un partito . Le doti più alte e più basse dell ' animo umano possono , in dati momenti , donare un primato : lo può dare la ferocia , il sangue freddo , lo sprezzo del pericolo , il fanatismo cupo e feroce : così come la bontà , la mitezza , la rassegnazione calma e fidente : è quistione di circostanza e non di altro . I proseliti sono dei passionati come degli ambiziosi , gente guadagnata alla causa o dalla nobiltà dell ' animo o da uno squilibrio passionale o ben anco da spirito di ventura * . La parola setta richiama subito alla mente i segni , le parole misteriose ; l ' Italia è stata , per la sua oppressione politica , la terra classica delle sette : carboneria , giovane Italia , calderai ecc . son tutti fioriti da noi , tanto che qualcosa n ' è trapelato anco fuori ond ' è che , quando si parla di setta , noi pensiamo a questi mezzi di preservazione e di conservazione di contro alle persecuzioni . Segni e parole ànno lo stesso valore che , nel mondo biologico , ànno molti atti di conservazione : alcune specie animali , in fatti , assumono forme terrificanti per spaventare gli avversarii , o forme disgustose od apparenze di foglie o di tronchi o il colore del ramo sul quale vivono o del suolo sul quale abitano * ; questo vasto mimetismo non à altro valore che la conservazione della specie . Lo stesso valore di conservazione individuale ànno le funzioni psichiche , e lo dimostrò il Sergi nell ' Origine dei fenomeni psichici e la loro significazione biologica ; ebbene segni , parole , toccamenti ànno , nella setta , lo stesso valore di protezione collettiva d ' una data società in lotta con i poteri sociali e talora con lo spirito pubblico . Vedremo , in altro capitolo , come questi mezzi protettivi si allarghino nel periodo d ' una persecuzione , ch ' è il momento critico della folla . La setta possiede , del pari , il gergo : in ciò tra le associazioni prevalentemente criminali e le altre che non sono tali o lo possono essere per incidenza , la somiglianza è completa , perché il momento psicologico determinante è identico : sfuggire alla pena . La giovane Italia spediva gran quantità di scritti sotto il muso inquisitoriale dei tirannelli d ' Italia accompagnandoli con lettere , in cui ogni parola avea un significato enigmatico e con questo gergo si poterono spedire tutti quegli scritti di Mazzini , che inondavano l ' Italia , riempendo di stupore le paurose polizie : il gergo permetteva , così , un ' azione altamente protettiva . Di non dissimile valore è l ' uso di caratteri convenzionali , geroglifici ecc . , frequenti nei criminali . La setta , per la sua peculiare posizione di folla in lotta , à un ordinamento militaresco , è una piccola società ordinata in guerra contro la rimanente formazione sociale , questo dà un ' impronta che ci ricorda la costituzione militare degli stati . Essa è à detto Sighele : « una folla cribata » un ' élite , proprio come un esercito ed à di questo l ' obbedienza stretta , il segreto ripartito fra pochi a seconda della fiducia , à i propri gradi , à gli organi trasmissori , à le sue date prestabilite e fisse ; à le proprie pene per chi defeziona o tradisce ; à una criminalità collettiva ; à le insurrezioni o le barricate , à sorprese , à colpi di mano , à spie nel campo avversario e nel campo proprio , à proclami di guerra e di pace ; e , come un esercito , à , infine , le date solenni e gloriose . La setta à , di più , una sete intensa d ' ideale , un misticismo ; sia essa una setta religiosa o politica o sociale , il misticismo non manca mai . Questa gran malattia propria del popolo semitico , iniettata nel sangue ario , le accompagna e dà loro un ' aria , un contenuto speciale . Misticismo , bisogno d ' elevarsi sulle ali del sentimento sino all ' ideale ; profetismo , smania di criticare aspramente con parole di fuoco , con passione inspirata ; messianismo , bisogno di annunziare un mondo nuovo , sono doti degli uomini passionati che non si adagiano nel presente ma aspirano al futuro . Se noi oggi attribuiamo al popolo semitico tali doti , gli è perché nessun popolo le possedette e le possiede in un grado più alto , né altro mai sprigionò , per quelle doti , più larga onda di fascino e d ' incanto ; esse , però , appartengono a tutti gli animi nobili , combattuti dalle idealità , vinti dal loro miraggio e depresse e nausea te dal presente triste , senza lembo di azzurro e sprazzo di sereno . Rénan avea detto , parlando del cristianesimo , che era sorto in mezzo agli ebrei , perché quel popolo portava seco un realismo doloroso tra lo stato di lusso introdotto da Salomone e le tradizioni etniche del giusto , ma povero dell ' ebionim accetto a Dio . « Lo splendore esteriore scrive il Rénan : non era ottenuto che con eccessi d ' iniquità . La nobiltà antica , la fierezza dell ' uomo libero era perduta . Tutti eran servi , vi erano ricchi , ma vi erano poveri . La lotta eterna si apriva , l ' antica fraternità patriarcale era finita . E qual ' era il profitto netto della rivoluzione compita ? Che Gerusalemme vedeva delle parate assai brillanti , che delle migliaia di uomini gemevano nelle cave di Giudea , nelle foreste del Libano , nel fondo delle galere del mar d ' Oman per approvvisionare i bazar di Gerusalemme da trastulli da harem » . Da questo stato peculiare nasceva il profetismo . « I profeti continua Rénan : sono dei fanatici di giustizia sociale che proclamano altamente che se il mondo non è giusto val meglio che non sia * » . Da questo interno scontento è nato , in ogni tempo e in ogni luogo , la promessa messianica che dovrà rinnovellare il mondo . Scontento , insofferenza del presente , sete d ' ideale sono le note salienti degli individui come dei popoli passionati , ardenti , con tendenze altruistiche , iperestetiche le quali si accompagnano con carattere profetico e messianico . Le sette ànno appunto queste doti di misticismo , di profetismo e di messianismo ed esercitano , perciò , profonda suggestione e offrono a sé stesse , all ' anima loro , in mezzo alla lotta più cruda che le avvolge , il dittamo consolatore di quanto di divino vi è nella natura umana . Se il pensiero nella folla s ' integra e si diffonde ed il sentimento si assomma ; nella setta , che n ' è una forma patologica , il ritmo del pensiero e del sentimento si altera , giacché il primo si cristallizza ed il secondo s ' intensifica , come gas sotto il peso di migliaia d ' atmosfere . Non è più una somma di sentimento , ma una moltiplicazione , di quelle che a stento possono capire nel cuore umano , costrette a rimanere compresse , schiacciate come vapore nelle visceri d ' un monte o nella stretta ferrea d ' una enorme caldaia , donde talora , stracciando e rompendo , sprigionasi con schianto . La folla instabile o primigenia à un pensiero diffuso ; nulla vi è , invero , di concreto ; molto è allo stato di vapore , d ' inderminato , più intuizione che pensiero netto e contornato ; nel partito , il pensiero è progressivo , tutto vi si discute , il pensiero proprio come l ' altrui . I giornali , i comizï , i parlamenti , i meeting , i libri non sono che una vasta letteratura orale e scritta , nella quale , ogni giorno , il proprio e l ' altrui pensiero è vagliato , non solo dal lato astratto della dottrina , ma riguardo alla pratica della vita quotidiana . Da questo continuo lavorìo intellettuale nasce la progressività del pensiero , fatto di crescenti stratificazioni , l ' una dell ' altra più larga e più completa . Solo , quando il pensiero è completo , né contiene in sé ulteriori avanzamenti , tende ad immobilizzarsi , la discussione diventa sempre più impossibile e , a tal punto , un partito divent a una setta . Il pensiero settario à un altro lato caratteristico ed è l ' intolleranza , che nasce dall ' esser troppo imbevuto da un ' idea , dall ' averne formato il centro di tutta la vita intellettiva e dall ' averla infiammata di tutta la propria passione , congiungendo pensiero e sentimento , ad un tempo , che dominino intero il campo della psiche . Ora , nel partito il pensiero è di continuo scosso , sfiorato , agitato dal pensiero altrui : si sente che , accanto al proprio , ce n ' è un altro che ora con questo collima ora se ne differenzia ; il pensiero proprio perde , così , l ' impronta assoluta ed egoistica , giacché niente di più giova a far sentire la propria pochezza , quanto misurare sé stesso ogni giorno con gli altri . Per la setta , in vece , avviene il contrario : la si disprezza , ma non la si critica ; la si cerca schiantarla , ma non raddrizzare , se travia , e da questo disprezzo e da questo desiderio di schiantarla nasce , nell ' animo suo , quell ' odio intollerante e fanatico , che partorisce grandi dolori : avviene quel fenomeno istesso che si verifica là dove l ' ebreo è ancora perseguitato , disprezzato , maltrattato ; egli là si sente ancora ebreo , e nel disprezzo intimo per gli altri , si crede ancora il popolo eletto . Ma , dove è stato in tutto parificato agli altri cittadini , là egli à scordato la sua origine etnica , mescolando la propria razza e la propria sorte con l ' altrui * . Se la setta soffre di monodeismo , essa è del pari sofferente di eccessiva intensità unipassionale , quel che potremo dire , con un neologismo , monopatia settaria . Nella folla , il sentimento è instabile , quanto ad intensità : esse , nella forma più semplice ed indifferenziata , ànno , è vero , i grandi uragani passionali , ma dopo di questi ricompare il sereno fatto dall ' inerzia abituale , dal riposo dell ' animo dopo la tensione , che l ' à , per breve ora , sconvolta . Anche nel partito può la passione assommarsi , ma vi sono quelli che il Ferrero chiama sfiatatoi * : stampa , meeting , azione parlamentare per i quali la passione vien fuori , come vapore , per le valvole d ' una caldaia , ogni qual volta l ' interna pressione vinca . Ora , il potere sprigionare una passione , fa sì che la si bilanci anche con altre e nell ' animo resti spazio disponibile per la complessità passionale . La psiche è così fatta che à , normalmente , un flusso di pensiero e di sentimenti ; arrestarlo , fermandone uno o molti nel campo della coscienza , o affrettarne lo scorrere ed il succedere loro , costituiscono due stati patologici . Nella setta avviene appunto così : l ' animo è posseduto da un sol pensiero e da una sola passione ; le emozioni non si raccolgono intorno ai diversi centri emotivi della conservazione individuale , dell ' istint o sessuale , delle relazioni parentali e sociali , ma quest ' ultime solo prevalgono e neppure in una maniera complessa , ma semplice ed unilaterale Quanto a ' centri emotivi vedi Sergi , Psicologia per le scuole .. Epperò la setta suggestiona , di continuo , sé medesima e il mondo esterno : autosuggestione ed etorosuggestione sono due forme le quali , se son comuni all ' individuo ed alla folla , nella setta assurgono ad altezze vertiginose . E la suggestione nasce da parecchie cause . Il cuore umano à sempre un palpito generoso per chi combatte , per chi soffre e per chi spera ; pigliate un malfattore , caricatelo di catene e quello spettacolo schianterà i cuori : le sue colpe saranno dimenticate e resterà , invece vivo nell ' animo lo spettacolo presente della creatura umana che soffre , per quel fenomeno psichico che fa sì che la percezione presente sia sempre più viva della rirepresentazione , come le chiama Spencer , o meglio delle percezioni rievocate . Ora , lo spettacolo di molta gente , e spesso di gente profondamente altruista e nelle quali l ' emotività sociale s ' accompagna con l ' assenza di sentimenti e d ' interessi personali , con la purezza della vita , con una fede viva e possente , con la rassegnazione ; lo spettacolo di tale gente , in un momento di persecuzioni , di sprezzo eccita gli animi circostanti , destando la pietà viva che può ben essere la strada per la quale molti si accostano e saranno guadagn ati alla setta . Il Ferrero , tempo fa , sviluppava la così detta legge di singolarità , per la quale un uomo , differente , per qualità psichiche , da un popolo in mezzo a cui vive può imporvisi * . Il Ferrero non lo à detto , ma la legge di singolarità rientra nel fenomeno suggestivo , vero sia per l ' individuo , sia per una collettività . La setta è una singolarità psichica , essa possiede l ' altruismo in una misura che altri non à ; tra la psiche della setta e le altre , vi è una differenza quantitativa di altruismo , che vince , che assorbe , che desta l ' ammirazione . Tal ' è l ' etero – suggestione , che una setta esercita sulla folla . La suggestione che la folla esercita su sé medesima , l ' autosuggestione , dipende dalla costituzione passionale degli animi e dall ' esaltamento di questo stato . Quando un individuo crede di essere nel vero , di soffrire per una giusta causa , e per essa dimentica tutto e , d ' altra parte , gli è impedito parlarne , egli attraversa lo stato particolare detto ruminazione psicologica . Il pensiero è fisso e rivolto sulla propria psiche : se la vita non vale che per offrirla per olocausto ad un ' idea , chi è capace di questo sacrifizio è grande e tanto più per quanto più capace : nasce , adunque , un esaltamento di sé , un senso intimo di grandezza , che disprezza la folla che non intende e non vede : senso di nobile alterezza che tutti i grandi , da Gesù a Mazzini , ànno avuto e che fece dire a Gesù sul Golgota : padre , perdonali , non sanno quel che si fanno ! La setta , formata adunque di nature similmente appassionate , di gente desiosa di soffrire , d ' idealisti che sanno sprezzare la vita , di monopatici e di monoideizzati è come una campana ripiena d ' ossigeno , nella quale si è costretti a respirare e sentire inalzare la vita ad un massimo , che non può durare , senza che l ' organismo non ne resti consunto . Noi abbiamo insistito sempre sulle condizioni passionali della setta e non senza ragione : una delle conseguenze , cui queste possono condurre , è il delitto passionale : quando , in fatti , il sentimento è giunto a tal punto ch ' esso non può essere più a lungo compresso , scoppia in manifestazioni criminali contro o di sé [ forma di suicidi diretti ed indiretti ] o contro gli altri . Nulla , difatti , manca , acciò avvenga un delitto passionale : la credenza d ' essere nel vero e nel giusto ; d ' essere , a torto , perseguitati o sprezzati ; un senso di megalomania e d ' esaltamento interno ; la coscienza di credere d ' agire per gli altri ; lo spirito completo di sagrifizio . Se una cosa vi manca , è la spinta e che la dànno , talora , i delinquenti veri , i cattivi consiglieri , i provocatori che si frammischiano a ' passionali : questa strana mescolanza di passionali e delinquenti , conduce in modo inevitabile al delitto . Così è adunque : la setta , ch ' è una forma patologica della folla sorge in un ambiente di persecuzione , di scarsa civiltà , di mancante libertà , nelle ore tristi d ' un popolo e può essere talora un rifugio di quanto vi è in un popolo di non corrotto . Ma è rimedio peggiore del male , che abitua alla dissimulazione , al delitto , alla disciplina idiota , all ' idolatria della forza : essa guasta la fibra d ' un popolo onde ben diceva il Foscolo : per fare l ' Italia bisogna disfare le sette . E per disfare ci vuole istruzione e libertà , che educhino , che tolgano le intemperanze , che permettano il progressivo cammino umano , che alla setta sostituiscano il partito , scuola solenne dei popoli , fiume ampio che conduce al mare dell ' umanità . Ben possono , in regime di libertà , esservi sette , ma esse non ànno che la forma , l ' apparenza esterna , cui manca il contenuto , la suggestione , la criminalità ; sono come s imboli di sopravvivenza , che vanno mano mano scomparendo nell ' onda purificatrice del partito , che , discutendo , non congiura e che matura un avvenire migliore sempre del presente . ALTRI FENOMENI PATOLOGICI La folla selvaggia od orda , oltrecché in forma instabile e primigenia , può rivivere come una persistenza di forme , in gran parte , scomparse nel cammino dei secoli , tanto che , incontrandoci in una folla anomala , criminosa noi possiamo concepirla o come un ritorno barbarico in piena civiltà , così come l ' uomo delinquente riproduce , nel suo tipo , forme da lungo tempo oltrepassate ; o come una continuazione d ' una forma inferiore , così come l ' amphioxus lanceolatus è l ' ultimo rappresentante degli acranioti . Ma , sia come forma atavica o come persistenza d ' una forma inferiore , è meritevole di studio . Il monadismo rappresentò uno stadio normale , nel quale l ' umanità fu sospinta dal crescente numero e dal cresciuto bisogno di nutrizione ; ma , provato che sia , diventa un bisogno dello spirito , avido del nuovo e dell ' emozionante . Nei popoli selvaggi , nei quali manca la passione della vita domestica e sociale , lo stato nomade che lascia venir fuori la energia accumulata in un lungo riposo , che mette il fremito della caccia e della guerra , diventa una fonte di diletto psichico , più forte ancora del nutrimento che somministra . Una volta gustato il piacere di vagabondare , il selvaggio non lo dimentica più : diventa per lui un bisogno , fino a tanto che una novella necessità non lo renda stabile . Ma , questo che è un periodo di transizione , un momento , sia pure lungo , della vita dei popoli , in certe folle , si prolunga in modo indefinito , da potersi ben pensare che sieno prima spente che rese stabili . Altre volte , sono folle nomadi di mezzo ad una società stabile , come i pezzenti del medio – evo , come i clerici vagantes , come gli zingari moderni ; e , là dove rivive , il nomadismo si accompagna sempre con le doti sociali inferiori dell ' ozio , con la fame insaziata di impressioni nuove . Un ' attenuazione del nomadismo è certo quella che presentano gli zingari , in alcune parti del mezzogiorno d ' Italia , i quali ànno delle residenze stabili dalle quali partono e alle quali ritornano . Altre forme attenuate sono le emigrazioni interne ed esterne , nelle quali il bisogno economico e il desio d ' altri luoghi possono tanto e sono come il sostitutivo d ' una criminalità collettiva , sia ch ' esse avvengano in modo isolato , sia che piglino la forma , come nel Veneto , d ' una vera emigrazione del clan , d ' un vero isolotto , di una duna che il mare trasporta d ' una costa all ' altra . Altra forma di persistenza o di ritorno atavico è , di certo , il delitto della folla , che può essere , come per l ' individuo , o una forma congenita o una forma passionale , a seconda che o prevalga la mancanza del senso morale o i poteri di arresto sieno poco sviluppati . Né diversamente d ' una persistenza o d ' un ritorno vanno interpetrate l ' epidemie psichiche , religiose o sociali che , a momenti dati , investono , in piena modernità , lo spirito popolare e che sono come un riflesso , una eco del mondo medio – evale , che fu una lunga epidemia ora demoniaca , ora eretica , ora neuro e psicopatica , che possono vivere , ancora , non ostante la scienza che tenta penetrare tutta la vita d ' un popolo . Ma , la psicologia della folla non può dirsi compiuta , senza che si accenni al misoneismo che le folle possono ripetere come un carattere atavico , che agì molto nel tempo antico e fu una forza di conservazione della società . Quando il sentimento sociale era scarso , affidato in gran parte alla memoria , esso poté conservarsi innovandosi quanto meno si potea . Bisognò che fosse , lungamente , fissato , prima di variarlo ; d ' averne cimentato gli elementi antichi , prima di svolgerne i nuovi . La mente stessa , l ' organo pesante , non avea quella forza necessaria da poter resistere al consumo nervoso d ' un ' innovazione , la quale , poté , solo , avvenire in modo lento , ma sicuro sotto la spinta di novelle necessità . ( Paola Lombroso Critica sociale 1897 ) . Appartiene alle folle moderne il cammino celere dal vecchio al nuovo , in grazia della predisposizione dell ' animo che le rivolge all ' avvenire , che fa mantenere il passato , rammodernandolo sempre ed innovandolo . Pure , il misoneismo non è ancora scomparso e rivive talora in forma epidemica ; cosa sono , in fatti , quegli sconforti universali nella scienza , in questa fine di secolo ? cos ' è questo grido suadente il ritorno all ' antico , che pare , talora , assumere un contenuto profetico ? Compagna col misoneismo è la neofilia , che può essere , talora , semplicemente apparente , come quando ritorna , in arte , al preraffaellismo , o essere un vero atavismo , come il sogno ardente d ' un ritorno allo stato di natura , alle concezioni di società che non ànno della nostra né il vizio , né la virtù attiva ; o al superomismo di Nietzsche . Ben vi sono delle concezioni , apparentemente , ataviche , nella forma , ma con contenuto nuovo e moderno : quale il collettivismo , il divorzio , la giuria , che potrebbero sembrare il possesso comune del suolo , l ' etairismo , la primitiva giustizia barbara . ( Ferri Soc . e scienza positiva ) . Similmente presso alcuni popoli prevale la forma , religiosa , apparentemente nuova con contenuto vieto , come nella Russia , dove vivono innumerevoli sette religiose nelle quali la sembianza del nuovo è soverchiata dal risorgente contenuto mistico del primitivo cristianesimo . Connessa col misoneismo , è l ' anticipazione collettiva , la quale , al pari dell ' anticipazione individuale del genio , è sempre inconscia . Quando il genio discopre una novella teoria scientifica , si può dire che essa fu intravvista e preannunciata , in qualche proverbio , dalla genialità anonima della folla . Il detto : nil sub sole novi è vero per la genialità collettiva rispetto all ' individuale : prima di Darwin , il popolo calabrese , in un motto pornografico , assommava la lotta per l ' esistenza e per la donna ; prima d ' ogni grafologo la scrittura si chiamava carattere ; prima di Lister nella Sila le ferite si curavano con la trementina che geme dai pini ; prima che i criminologi studiassero l ' effetto criminogeno del vino , un fablieau narra che il demonio , volendo perdere un santo lo indusse a bere del vino onde il santo , briaco , sedusse la moglie d ' un mugnaio e ne uccise il marito che lo avea colto sul fallo ; prima che si parlasse della simbiosi del delitto , un altro fablieau narra d ' un astrologo c he , letto , negli astri , dover un fanciullo , fatto grande , diventare un assassino , consigliò al padre di farne un medico , onde saziare il sentimento di crudeltà in modo utile per sé e per gli altri . Questa ed altre anticipazioni geniali à la folla ; ma quando la scienza le riferma , quando le estende , essa le combatte rabbiosamente , cedendo al misoneismo che porta seco da tanti secoli . L ' anticipazione della folla si rassomiglia a quella del genio , sono ambedue incoscienti e pertengono ad uno stato d ' inferiorità psico – somatica nella folla , alla neurosi epilettoide nel genio . Il rapporto del genio con la folla implica lo studio dell ' influenza dell ' uno o dell ' altro sul cammino del progresso umano . È la collettività che à segnato la storia del mondo ? o , in vece , la civiltà umana è stata un ' imitazione di vedute d ' intelletti superiori ? i pionieri della civiltà furono le anonime folle d ' ogni tempo e d ' ogni luogo o non piuttosto Socrate o Confucio , Gesù o Maometto , Goethe o Shakespeare , Mazzini o Marx ? Fino a poco tempo fa , non si ebbe difficoltà di credere alla genialità individuale , che svela nuovi veri ed apre vie novelle ed è imitata poi dalla massa ; ma quando i rinnovati studï sociologici dettero importanza al fattore collettivo , parve che questa vieta interpretazione non dovesse essere la vera . Il dibattito si è andato rinfocolando dinanzi all ' avvenire , che promette di essere destinato ad una crescente importanza del collettivismo , non solo nel campo economico , ma intellettivo e , dinanzi a questo che pare un gran pericolo sociale , molti si son domandati ansiosamente se , per caso , l ' interpretazione diciamo così collettivista della società , non sia un errore sociologico e l ' individualismo non debba essere ancora la gran via maestra dell ' avvenire . Il Tarde parve avesse risoluto la quistione eriggendo , con splendore di forma e di ingegno , la teoria dell ' imitazione sociale e lo stesso fatto che , talora , il genio rimane incompreso , pare ribadisca la dottrina della suggestione del genio isolato sulla collettività . Ma , guardando bene la quistione , noi troviamo che il genio piglia dalla collettività l ' impronta psico – somatica : così Heine è genio ebreo , Leonardo da Vinci genio latino , onde a torto separiamo il genio dalla collettività dov ' è nato , giacché esso è come uno specchio che fa convergere i raggi in un foco , è come un monte che riflette le onde sonore e ci dà l ' eco . Ma , anco quando fra collettività e genio non vi sia similarità ; quando il genio è una singolarità psichica , onde riesce a sovrapporsi alla collettività in mezzo a cui vive , pure quel genio che esercita un ' azione di suggestione così viva , non è tale , se non per il contrasto psichico della folla in mezzo cui vive . Le sue doti s ' innalzano , perché quelle delle persone che lo circondano , sono troppo diverse dalle sue ; perché , fra lui e l ' ambiente sociale , si è come impegnata una lotta che lo sublima e l ' innalza e quando la collettività lo imita , assimila quelle virtù o quegli esempi ch ' essa à sprigionato nel contatto con una singolarità psichica , così diversa dalla sua . Però , tra genio e folla esiste ben altro rapporto . Io credo che vi siano due forme di genialità una completa che sorge nelle folle giovani e dove la statica e la dinamica psichica sono alte e ch ' è fatta da uno sviluppo armonico e vertiginoso insieme , delle doti dell ' animo ; l ' altra incompleta ed è una neurosi che si svolge di preferenza nelle folle senili , nelle quali la statica e la dinamica psichica sono poco evolute . Il genio , inoltre , non è che una forza di riserva della collettività : quando questa è troppo in basso , quando lavora poco col cervello , quando il suo egoismo prevale , essa dà dal proprio seno la genialità e l ' altruismo individuale . È un pensiero , è un sentimento di compenso che crea : pare che il pensiero soffocato , il sentimento represso si sprigionino di tanto in tanto come il getto d ' un vulcano che s ' innalzi sino alle stelle . Epperò , il genio vive fra certi climi storici , e si eleva talora dal basso , o discende , tal altro , dall ' alto : è talora plebeo , talora aristocratico ; cioè , proviene da quelle due classi che più risentono la degenerazione e la senilità della razza . Conchiudiamo : il genio sorge dalla folla , assommandone la psiche , oppure da questa riceve il contrasto per il quale sprigiona scintille e s ' innalza ; la folla percorre , con le sue anticipazioni , il genio , ma quando questo le svolge e ne trae le conclusioni , essa le avversa constringendolo a novelle meditazioni e integrazioni , e quando tale lavoro di svolgimento dottrinale è compiuto , la folla stessa , vinto il proprio misoneismo , ne diffonde le nuove dottrine . Il genio è , in fine , come una forza di riserva e di compenso della folla bassa e poco evoluta ; ma , quando la folla s ' innalza , l ' azione individuale del genio si esaurisce : alla genialità individuale succede la collettiva . Noi ritorniamo , per legge di regresso apparente , di nuovo alla folla : nei tempi antichi fu la folla indifferenziata che formò la civiltà ; poi successe la genialità individuale che , come grande fiaccola , come colonna di fuoco si trasse dietro la folla ; ed ora questa , differenziata , evoluta , integrata crea le nuove civiltà e matura l ' avvenire , che rompe da più punti come immenso fascio di luce che abbacina e seduce come in una visione di sogno . CAPITOLO VII . MOMENTI DI CRISI Le folle , come gli organismi , ànno i loro momenti di crisi . Vi è una crisi fisiologica dell ' organismo umano , la crisi della pubertà , quando il fanciullo che fino a ieri giocò con le sue compagne di scuola ; la fanciulla che non sentì nulla , stando in mezzo a ' paffutelli compagni dell ' età sua , provano un sentimento nuovo e strano che li tormenta , li martoria , un bisogno segreto d ' isolarsi , dei turbamenti inusitati , un senso come di sconforto e di pianto . È il dio ignoto che s ' annunzia in mezzo ad una tempesta di sentimenti sconosciuti , di paurosi turbamenti , di sogni deliziosi , di vergogne non mai provate e , alla innocenza infantile , succede la pudica pubertà : è la gran crisi fisiologica , così varia , così complessa , che si prova , ma non si descrive : nel fanciullo è nato l ' uomo ; nella fanciulla , la donna : son tempi quelli in cui i giorni contano per mesi ed i mesi per anni : è il dio d ' amore , che parla in mezzo allo scrosciar della tempesta ed al lampeggiare dei tuoni . Accanto alla grande crisi fisiologica della pubertà che scuote e trasforma l ' organismo ; accanto e dopo questa , cominciano , per taluni , le grandi crisi morali , dalle quali si esce o rifatto o sconfitto . Dolori intensi che non si rimarginano mai e lasciano sulla fronte delle rughe profonde come solchi ; pensieri affannosi come una tempesta in mezzo alla sconfinata maestà dell ' oceano ; prove terribili , quali mai genio satanico seppe immaginare , possono attendere questo organismo umano così fragile , che ogni nonnulla può guastare , sconvolgere , annientare : son le grandi crisi morali dalle quali o si esce invulnerabile o si esce vinto , dimesso per sempre . In questi momenti , la natura umana sprigiona una riserva immensa di forze morali , tenute in serbo , della quale mai ci eravamo accorti né avremmo saputo se quell ' occasione , quel fatto non l ' avesse sprigionato , come una macchina elettrica sulle cui punte si è accumulata gran forza di elettricità , che aspetti un tocco , un avvicinamento per scattare in scintille , rumorosamente . L ' organismo umano è pieno di queste forze di riserva e di compenso : quando una valvola cardiaca è ammalata , il resto del cuore si ipertrofizza ; quando un polmone non respira , l ' altro annienta la sua funzionalità : simigliantemente nelle forti crisi morali , dal fondo dell ' animo umano , da ' centri psichici , si sviluppa una forza , che non sapevamo di possedere , ma che pure portavamo , da lungo tempo , latente in noi stessi . Le collettività àn di queste grandi crisi morali così come le hanno gli individui : quando , per una guerra sfortunata , il territorio nazionale è invaso ; l ' esercito distrutto ; migliaia di famiglie saccheggiate , depredate , uccise e il cavallo straniero scalpita sul lastricato delle città ; un popolo , messo in questo acre cimento , subisce di quelle crisi morali che durano un pezzo a cancellarsi e nelle quali sprigiona tutte le sue energie : sorgono i grandi uomini ignorati , i propositi forti e , conseguenza del surmenage psico – intellettuale , crescono i suicidi , i crimini oltre una diminuita operosità che si riflette anco nell ' opera dell ' ingegno . Ci è adunque qualche cosa che si è infranta , che si è spezzata nella psiche d ' un popolo , in quelle tristi ore di crisi . Vi son popoli che trovano in sé stessi la forza necessaria per rifarsi , ma vi sono di quelli che restano per semp re abbattuti , depressi , storditi come uomo dopo accessi epilettici ravvicinati , che lascino annebbiata la mente . La folla , formazione sociale , à anch ' essa i suoi momenti di crisi ; per citarne una avvenuta al principio del nostro secolo , bisogna ricordare al lettore lo sconforto , lo strazio che colpì la classe lavoratrice d ' Inghilterra , al momento che venne introdotta la macchina , quale la ci descrissero e Marx ed Engels * e la si trova consacrata nelle inchieste che il governo inglese , a più riprese , fece eseguire nelle fabbriche . Una delle crisi peculiari d ' una folla è la persecuzione , momento eminentemente drammatico . Studiarlo per rispetto al partito , ch ' è della folla la forma più equilibrata , è come guardarlo in modo completo ed esauriente ; del resto , nel capitolo sulla setta , abbiamo accennato a questo fenomeno similare , appunto perché , se , per il partito , la persecuzione è un momento transitorio , per la setta costituisce il modo ordinario di vita . Come sorge , adunque , la persecuzione ? La persecuzione è un fenomeno acuto della vita , rampollante da due leggi che dominano le formazioni sociali e che estendono la loro influenza anco più lungi . Non già che essa possa essere giustificata , o che , per triste fatalità , debba prolungarsi , per sempre , nell ' avvenire : ché anzi , è un fenomeno che subisce continue attenuazioni : dagli schiavi fatti a pezzi e messi lungo la via Appia e dai tempi ne ' quali gli eretici venivano bruciati vivi , fino a ' giorni nostri , nei quali le nazioni più civili , per es . d ' Inghiltera e la Svizzera , non conoscono più persecuzioni , il cammino percorso è rassicurante e tale che , per quella imitazione dei popoli superiori da parte de ' popoli inferiori , promette che nei secoli venturi la persecuzione rimanga triste ricordo dell ' umanità , nelle spine e nelle ritorte che ne accompagnarono il suo fatale cammino . Tutta la vita , adunque , è regolata da queste due leggi di progresso e di regresso : nel dominio della meccanica celeste , i corpi roteanti sono affatigati da una legge d ' attrazione e di ripulsione e dalla combinazione di queste due forze vengono fuori le orbite e le traiettorie dei pianeti . In biologia la vita è affatigata , anch ' essa , dalla legge di eredità e di variabilità , onde da una parte le forme tendono trasmettersi così quali sono , immutate , d ' altra parte , l ' ambiente organico ed inorganico tende di continuo a modificarle e , dal contrasto di queste due forze operanti , nasce la complessa varietà organica , lentamente modificantesi per lungo spazio di tempo fino ad assurgere a forme novelle * . Nel mondo sociale operano queste due tendenze di conservazione e di variazione : non appena l ' orda poté differenziarsi , si disegnarono le due tendenze che tentano equilibrarsi con la preponderanza ora dell ' una ora dell ' altra , onde un secolo sembra più progressivo un altro meno , una era di immobilità sociale , un ' altra continuatamante mobile ed ascendente . Eppure avvertite o no le due leggi operano sempre e si compongono in modo che la storia del mondo , tranne certi momenti di regresso , è come un ghiacciaio che si prolunghi indefinitamente per la vallea dei secoli . Fino a pochi anni fa , il moto progressivo della storia era concepito in maniera idealistica : l ' idea moveva gli uomini ; ma gli ultimi anni con i quali si era chiuso il vecchio secolo e le vicende del nuovo doveano rompere il velo dell ' idealità , la storia apriva il proprio seno , disvelandolo , mostrando le leggi del suo progresso , riposanti nella materialità della storia , nel prosaico soddisfacimento del bisogno economico . L ' aspetto idealistico del mondo era , dunque , una superstruttura , era come il drappo che ricopre la statua , dandole parvenza di persona viva . Il gran motore era trovato : due forme antitetiche di produzione intorno a cui si formano , come incrostazioni calcaree , due concezioni diverse del mondo , due morali , due leggi differenti , due sentimenti religiosi diversi , e poi due letterature , due arti ecc . ; in somma due sistemi economici diversi , intorno a cui rampollano due civiltà differenti : questo , sempre e dovunque , il quadro , lo sfondo della storia . Di questa condizione di fatti la persecuzione è un elemento , del quale lo scienziato deve tener conto , giudicandolo come cosa che , se per il progresso dei tempi dovrà scomparire , nondimeno è spiegabile quando si pensi all ' innato misoneismo dell ' uomo e all ' egoismo primitivo : se un movimento ci nuoce o pare tale , come non sveglierà nella bestia umana , l ' egoismo più feroce ? se la mente è vissuta lungamente nell ' ambito di certe idee , come potrà spogliarsene ? Pertiene proprio alla civiltà il compito di accrescere l ' altruismo , di educare l ' uomo alla sottomissione continua di sé all ' interesse della specie , di abituare i cervelli non all ' esclusivismo d ' una idea , ma alla progressione crescente del sapere umano , per il quale l ' uomo moderno è così diverso dall ' antico e sarà più diverso ancora dall ' uomo futuro . Anche qui , nel contenuto d ' una teoria perseguitata , vi è una differenza tra le varie forme di folla , giacché , mentre nel partito , che è la forma più equilibrata di folla , il contenuto della teoria perseguitata è quasi sempre progressivo e nuovo ; nelle folle primigenie , esso è regressivo , atavico , misoneistico : il trionfo dell ' uno non può non giovare , accrescendo una quantità maggiore di benessere , che si espande su di un numero crescente di gente : il trionfo dell ' altro , in vece , importerebbe un danno , un ritorno a condizioni sorpassate di vita . Il medio – evo , per esempio , ebbe una folla di eresie diffuse nei bassi strati popolari , le quali , sotto l ' involucro religioso , conteneano dei principii comunistici , di quel comunismo indifferenziato , che era , certo , un regresso sullo stato industriale e borghese nascente nel medio – evo . Ora , se quel comunismo cieco degli anabattisti e di altre sette religiose fosse potuto prevalere , sarebbe stato gran danno per quel regime borghese che , all ' ombra del maniero , cominciava a formarsi e che iniziò la sua lotta contro la feudalità come movimento religioso con la Riforma ; ma , di sotto al libero esame , vi era ben altro : vi erano le libertà di commercio , d ' industria , di viaggi senza pedatici , l ' abolizione delle associazioni di mestieri , che trionfarono di poi con la rivoluzione francese . La borghesia nascente , credendo di combattere per una quistione religiosa , combatteva per una quistione economica : era la lotta del borgo contro il castello feudale * . Altra differenza ancora è che le dottrine perseguitate , che pertengono alla folla indifferenziata , son prive d ' un contenuto scientifico ; quelle che pertengono ad un partito ànno , in vece , un contenuto che è sempre scientifico , in modo conscio o inconscio non importa . Nell ' antichità vi furono due movimenti fortemente perseguitati : il movimento servile e il cristianesimo ; ma quanta differenza fra essi ! Il movimento servile era una ribellione ai trattamenti inumani d ' un popolo crudele e guerriero , quali erano i Romani , e diretto ad un solo scopo : di liberare sé stessi da tale giogo , pertanto la schiavitù rimaneva ancora istituzione sacra . Le guerre servili furono lotte che né illuminò una dottrina scientifica , né una fede sociale : furono , invece , rivolte incoscienti , affogate nel sangue ; né quei poveri combattenti furono mai baciati in fronte dalla gloria o dal compianto . Il cristianesimo , in vece , fu movimento anch ' esso politico – sociale , senza un contenuto scientifico determinato : anzi fu , sul principio e per molto tempo ancora , un movimento antiscientifico ed incosciente , movimento diretto a distruggere tutto il mondo pagano , a rivoluzionarlo dalle basi economiche sino alle manifestazioni più ideali dell ' arte e della letteratura : ma , di sotto a questa religione di schiavi , covava una novella civiltà . Il mondo pagano cadeva ebbro di sangue e di orgie : la parte più nobile e più ricca viveva nelle forme più pervertitamente sensuali ; le finanze pubbliche erano divorate da vampiri ; la religione morta ; la filosofia decaduta ; i barbari invadeano l ' impero e la folla briaca correva al circo , e le terre rimanevano incolte : il mondo cristiano , con la sua rinuncia al lusso , con il disprezzo della carne , con l ' odio alle scienze ed all ' arte , con la promessa d ' una eterna finale giustizia , rappresentava una reazione ed una negazione , che se oggi può sembrare a noi dannosa , per quei tempi , dovea essere infinitamente salutare . Quando la vita del corpo , nella forma più turpe , travolgeva l ' animo , era d ' uopo affermare di contro la vita dello spirito , nel suo più esagerato ascetismo . A molti scrittori moderni pare che il cristianesimo , con le sue promesse dell ' altra vita , sia stato un movimento addormentatore degli spiriti e lo paragonano alle ingiunzioni quietistiche della religione cattolica . Lo sbaglio è grave e dipende dal non tener conto del clima storico , in cui si svolgeva il cristianesimo : esso s ' indirizzava a persone tenute come cose , a ' quali e religione e scienza negavano ogni carattere umano , e contro cui era lecito ogni tortura ed ogni crudeltà : ora , avere a costoro detto che gli uomini non avrebbero chiusi gli occhi , senza veder molte cose , dovette esercitare un impulso tale che noi oggi , male possiamo comprendere , se non pensando che era la prima parola d ' uguaglianza dopo quella di Budda e degli stoici detta in terra , sia pure , con accompimento nell ' altra vita . Il movimento cristiano fu , adunque , per il suo immenso valore morale , un vero movimento innovatore e progressivo , che portava nelle sue pieghe il destino dell ' umanità . Un ' altra differenza tra ' movimenti perseguitati nelle folle sta nel metodo , quello che oggi si dice tattica , che nelle forme inferiori di folle è rivoltoso , nelle superiori , progressivo : ora i due metodi sono di natura antiteci , cioè l ' uno è , perfettamente , rispondente al concetto scientifico delle formazioni storico – sociali ; l ' altro , no . Se noi interroghiamo la scienza , sul modo come la terra si è venuta formando , essa ci risponderà che , per trasformazioni lente ma continue , dalla nebulosa si sono distaccati i mondi più lontani : poi , dalla terra si è staccata la luna ; poi la terra si è raffreddata , passando dalla vita astrale alla vita planetaria e poi le acque si son precipitate e lentamente la prima vita amorfa è sbocciata nel mare . Ma , da quel plasma amorfo fino all ' uomo , fino all ' altezze della sua psiche , quale e quanto lento cammino ! e , durante l ' evoluzione sociale , dall ' età boleolitica fino al limitare della storia e poi lungo il cammino storico , che lente vicende ! Parimenti di variazioni lente , ma continue e sempre più accelerantisi , è fatto il cammino storico – sociale ! Ora , credere che una civiltà , ch ' è una vasta formazione storica , possa mutarsi in un momento , è errore , la cui azione può rassomigliarsi a ' movimenti violenti , che modificano poco o nulla la crostra terrestre ; laddove il partito si ravvicina , per il metodo , a ' movimenti lenti ma continui del suolo , che pur son capaci di modificazioni ben più profonde e durature . Riassumendoci , adunque , diciamo : il mondo sociale è dominato da una legge di progresso e di regresso , la quale genera la persecuzione ; in fondo ad ogni persecuzione ci è un contenuto economico ; le idee perseguitate ànno un contenuto progressivo ed un altro regressivo ; metodo per raggiungere , per conseguire un ideale , ora è una lenta ma continua elaborazione del presente verso il futuro , metodo evolutivo e scientifico ; ora una rapida elaborazione che talora a nulla giova , metodo antiscientifico e rivoltoso . Un ' ultima osservazione ed entriamo nella psicologia della persecuzione . Noi abbiamo detto come la società differenziata in classi pòrti seco una stratificazione degli stati percorsi , giacché le classi inferiori son i detriti delle forme anteriori percorse dalla società . Questo fenomeno rimane anche nei movimenti , in apparenza , novatori . Di fatti , ogni evo ebbe una sua speciale forma di novazione e di questioni : l ' evo antico ebbe , sebbene molto imperfettamente , novazioni economico – sociali : tal ' è il valore delle lotte plebee a Roma contro il patriziato , tali sono le guerre servili ; il medio evo , a cominciare dal cristianesimo , ebbe forme apparenti di novazione religiosa ; ebbene , queste forme coesistono nei diversi strati sociali dell ' età nostra , le nostre plebi o si rivoltano brutalmente incendiando , uccidendo , incrudelendo e ripetono le insurrezioni servili ; o ànno movimenti religiosi , in fondo comunistici , come fu , pochi anni fa , il lazzarettismo , ed allora ripeton o il carattere religioso di novazione . Sicché , solo in alto , nella forma più completa di folla , nel partito , esistono vere novazioni ; nelle altre sono atavismi , apparentemente , novatori , in fondo de ' quali esiste , e noi lo dicemmo , una quistione economica . Ed ora entriamo in tema di psicologia collettiva , avvertendo che la persecuzione , potendo colpire tanto il partito come la setta , à dei caratteri comuni , similari , dei quali , in altro capitolo , dicemmo . Il capo d ' un partito , noi dicemmo , è un conquistato e poi aggiungemmo che se , talora , egli eccelle per qualità superiori , che ne fanno di lui o il genio o l ' apostolo , eccelle , talaltra , per qualità negative inferiori di ambizione , di crudeltà : come eccelse un Marat , un Danton , un Robespierre . Tale legge che suol essere vera per la setta , non vale o vale meno , per il partito : nella setta si raccolgono dei passionali squilibrati ; nel partito , in vece , si raccolgono quanta gente di sentimento squisito e di sviluppato altruismo , di mente aperta conti la folla , ond ' è che il partito è folla equilibrata . L ' equilibrio di mente e di cuore che può costituire la prerogativa delle sette che passeranno in partito , è la dote necessaria d ' un partito , che accoglie l ' aspirazione più alta e solenne d ' un dato momento storico . Il cristianesimo fu quanto di progressivo vi poté essere , sul cadere dell ' Impero romano e fu un partito : partito furon quei che compirono la rivoluzione italiana ; partito fu il chartismo in Inghilterra : ne viene , adunque , da ciò che i capi d ' un partito sono , prevalentemente , normali ed equilibrati , così come i capi delle sette possono essere , prevalentemente , degli squilibrati o dei criminali . Equilibrati , però , ma diversi per impronta psichica sono i capi d ' un partito : Cristo e Mazzini e Marx son tre capi , son tre genii , diversissimi fra di loro . Carlo Marx è un capo , quale può fiorire in un secolo di critica , di studio e in mezzo ad un partito fortemente scientifico . Ecco come l ' Aveling ne scrivea sul Devenir social : « Marx era uno spirito universale , comprendeva tutte le lingue di Europa ; scriveva e parlava alla perfezione l ' inglese , il francese , il tedesco . La conoscenza che aveva della letteratura d ' ogni paese era immensa . Tutte le forme dell ' arte gli piaceano , tutte le scienze gli erano familiari : egli aveva approfondite tutte le opere di Darwin ; lasciò libriccini di note sulla chimica , per riposarsi si occupava di scienze matematiche , nelle quali ebbe a fare delle scoperte . Marx non era solo un filosofo , ma un uomo d ' azione ecc . » In questi righi è ritratto , con mirabile chiarezza , l ' uomo che , d opo avere inspirato per tanto tempo l ' Internazionale , scompariva , per un tratto , dal teatro della storia per donare al proletariato la più forte opera di critica dell ' economia capitalistica . Mazzini rappresenta il capo d ' una setta politica che ebbe molto del partito . Mente equilibrata e colta , quale la si rivela non solo nei suoi libri , pieni d ' un incanto solenne e profondo , nelle varie e fortunose vicende di sua vita , ma ancora nelle linee del viso : nella fronte alta e larga , eternamente pensierosa , nella faccia regolare , negli occhi , sereni e profondi , sacrati eternamente all ' idea fin da quando era giovinetto a Genova , in sino al letto di morte . Quest ' uomo che vince l ' amore per una madre tenerissima ; che porta un lutto eterno per la patria , sacrificandole ricchezze ed onori : che mena per tanti anni vita d ' apostolo e di anacoreta , prorompente in un linguaggio mistico che domina , come onda sacra , tutti i suoi scritti ; quest ' uomo che à momenti di sconforto nei quali si isola dal mondo , per colare quei dolori che il volgo non comprende ; quest ' uomo siffatto è tipo di apostolo e di profeta , di genio e di martire ; di sognatore e d ' uomo di partito ; è l ' ultimo settario e per tempo il primo grande uomo di partito che sorga in Italia , con vedute vaste ed originali , con comprensività moderna . In lui le note belle del settario e dell ' uomo di partito , mirabilmente , si fondono e dànno l ' originalità dell ' impronta . Gesù è , anch ' esso , un capo partito , solennemente , mistico . Il ritratto che ne lasciò Lentulo forse non è vero : forse Gesù non ebbe né gli occhi a mandorla , né la barba a pizzo , né i capelli descriminati sulla fronte , né taglia elegante e piena di fascino : forse egli non fu così , ma è certo che l ' immaginazione degli artisti cristiani e delle folle credenti non poté concepirlo in maniera , più fortemente , suggestiva e tale quale sembra balzare del racconto che di lui ci ànno lasciato gli evangeli . Un uomo che poteva trascinare le turbe , suggestionandole ; che poté guarire nevrosi in mezzo ad un popolo neuropatico ; che poté amare i fanciulli , vinto dalla bontà innocente e che seppe spargere tanta onda di pietà e di perdono contro peccatrici ed adultere ; e poi dettare le leggi più vere della morale sotto forme di apologhi , di discorsi idillici ; ch e sentì forte la minaccia degli interessi offesi soffiargli d ' intorno ; che ebbe ore di raccoglimento interno , fatto di sconforto e nel quale la coscienza del proprio sacrifizio trionfò sul frale umano ; ed infiammò sé di sacro sdegno e tuonò contro sacerdoti e farisei ; che credette , portare in sé una missione divina inspirandovisi fino agli stanti ultimi di sua vita ; che poté tanto sui destini dell ' umanità ; dovette essere un tipo di genio , prevalentemente , mistico , circonfuso d ' un idealismo che non conosce tramonto . Accanto a questi tre tipi si accolgono i tipi pazzeschi e paranoici Baba , Maometto , Lazzaretti ecc . , nei quali prevalgono le note degenerative sulle geniali . Parlando dei proseliti settarii , noi dicemmo come , spesso , vi si raccolga una folla di criminali o di delinquenti passionali : nel partito , in vece , e in tempi normali , non è così : il partito è il terreno nel quale il delinquente non vive , perché vi mancano l ' emozioni criminose ed abbondano , in loro vece , i metodi normali di discussione e diffusione di idee ; pure , nei momenti di persecuzione , possono bene accorrervi dei passionali , della gente che à bisogno di soffrire per la giustizia , di custodire un alto ideale , di trovare un fine alla vita , per il quale val bene che si combatta e si soffra : di testimoniare di lui come dicevano con linguaggio mistico , i primi cristiani . Avviene , così , adunque che le persecuzioni approdano quasi sempre ad un fine completamente opposto : voleano distruggere un movimento e lo fecondano , voleano abbatterlo e lo sublimano . Questo è quanto noi potremo chiam are suggestione della persecuzione e ch ' è fatta dalla gente passionata , guadagnata alla causa e della quale gente le virtù si elevano , l ' animo si nobilita . Parliamo della gente guadagnata alla causa d ' un partito dalla persecuzione , la quale diventa , così , l ' arma più efficace di propaganda e diffusione d ' idee . Tal ' è , difatti , lo scopo e la natura d ' un partito : diffondere un pensiero : questa che , è in vero , tendenza della natura umana , diventa , ancora più , caratteristica d ' un partito . La persecuzione diventa arma di diffusione e di redenzione morale , nei suoi effetti : ammesso , come vero che , sul cadere dell ' impero romano , il cristianesimo portava in sé la tendenza novatrice e i fili intorno a cui si dovea intessere poi , per tanti secoli , una civiltà nuova , quegli che non vi credeano ancora , sia che fossero schivi di occuparsene o viventi del mondo vecchio che tramontava , doveano giacere in una condizione d ' inferiorità morale : vinti dal male che un ambiente sociale creava loro attorno , non sentivano la speranza vivificatrice del futuro . Così come , lo stato triste ch e travaglia noi in questa fine di secolo , dipende da una civiltà cadente che ci avvolge e molti ànno provato quale sollievo morale , quale forza di combattimento della virtù contro il vizio allettatore , metta nell ' animo la nuova fede umana che , per estensione e per intensità , val bene oggi il cristianesimo di altri tempi . Ora , far giungere a tanta gente scettica od indifferente , una novella idea e nella forma più suggestiva , nella forma più pietosa , e più improntata della grandezza umana ; questo è il valore di redenzione degli animi che può la persecuzione assumere . E i guadagnati non tardano a venire : le donne , di solito così timide , ma ancora così impressionabili , accorrono , portandovi tutto il conforto della loro natura muliebre , tutto il disinteresse , di cui la femina è capace in imprese delle quali l ' onore deve spettare all ' uomo ; tutto il potere di sagrifizio che si rivela negli umili servigi o in quelli più delicati , nei quali essa , per la percezione maggiore di certi fatti che sfuggono all ' uomo , riesce meglio . Chi legge la Russia sotterranea di Stepniak , vede quale parte , nel movimento nichilista , ànno le donne : recapitare lettere , diffondere giornali , nascondere perseguitati , avvisare la gente in pericolo sono un lavoro delicato loro affidato : essere coinvolte nelle cospirazioni , non smentirsi in momenti solenni : è il lavoro eroico . La prima persecuzione dei cristiani avveniva il 30 dopo Cristo per opera di Nerone , ma i cristiani ne uscivane rafforzati . Plinio parlando di loro dice ch ' erano « moltitudo ingens » ed aggiunge che vi erano gente d ' ogni età e d ' ogni sesso . Tale era la suggestione che la persecuzione avea esercitato e in tempi nei quali i fatti e l ' opinione pubblica tardavano a diffondersi . Ma chi voglia avere un saggio del modo come si diffonda il racconto delle persecuzioni , fuori d ' una data nazione o d ' un dato paese dove avvengono , deve riportarsi a ' tempi del Borbone , nel Napoletano , quando l ' Inghilterra rimaneva scossa dal racconto dei profughi intorno quel sistema di terrore detto « negazione di Dio » e chi sa fino a qual punto quella suggestione passionata gravò sui destini d ' Italia ! Ma , per capire ancora più il valore delle persecuzioni dal punto di vista suggestivo , basta leggere l ' intuizione sicura dell ' arte che ne ebbe il De Amicis , visitando le Alpi valdesi : il raccoglimento nella chiesa detta della tana , le prediche sotto i castani , le preghiere prima della battaglia , dinanzi agli uomini armati ed in ginocchio e alle donne salmodianti con i bambini strette alle gonne , nella solennità di quei momenti sacri a Dio , prima d ' andare alla morte , mentre le scolte vegliavano se si appressasse il nemico : questo momento di auto – suggestione è mirabilmente colto e rappresentato dall ' artista con tocco vivo e possente . Ma la suggestione può giungere più oltre fino a costituire una vera apologia del martirio e arrivare fino al fetecismo . È noto che i primi nichilisti non quelli del terrore , ma quegli che si diffusero nel popolo , lavorando e predicando , tipi veramente mistici che ci ricordano i primi cristiani , pieni di fede , di sacrifizio e di rassegnazione ; quei primi nichilisti furono detti i santi dal pubblico che assistette al processo ; i primi cristiani baciavano le cicatrici delle ferite inferte nelle persecuzioni , raccoglievano gli avanzi dei martiri e d ' allora cominciò quel vasto martirologio che si è prolungato nei secoli . Il feticismo , così naturale all ' uomo , può assumere forme enormemente alte e vertiginose , quando vi soffi dentro un sentimento vivo e suggestivo . Quando Spartaco era caduto , i pochi superstiti tenevano a loro onore aver combattuto con lui : cum Spartaco pugnavimus * ! Intimamente connessa con la suggestione è la insensibilità fisica nei tormenti : i criminali posseggono tale insensibilità di natura fisiologica : i suggestionati ànno la stessa insensibilità , ma di natura psicologica : è un potere d ' arresto che esercita la passione veemente in certi momenti : Lattanzio così scriveva : « i nostri ( cioè i cristiani ) uomini , fanciulli , donnicciuole , tacendo vincono i loro tormentatori , né il fuoco stesso può strappare ad essi un gemito : il sesso debole , la fragile età soffrono d ' essere sbramati a membro a membro ecc . * » E scrive Rénan « nell ' eccidio dei Babi in Persia si videro persone che appartenevano alla setta andare a denunziarsi da sé , per essere uniti a ' pazienti . È tanto dolce all ' uomo soffrire per qualche cosa , che in molti casi l ' attrattiva del martirio basta per far credere . Un discepolo che fu compagno nel supplizio al Bab , sospeso al suo fianco , aspettando la morte , avea in bocca soltanto queste parole : Maestro , siete contento di me ? * » A tale ordine di fatti ed a tale stato d ' animo si appartiene quella serenità che sconvolge il carnefice e che fece dire a Giordano Bruno , dinanzi a ' suoi giudici : tremate più voi nel leggermi la sentenza , che io nell ' udirla ! Quando per le vie di Parigi ferveva la folla criminale nei terribili giorni di Settembre , i nobili , chiusi in carcere , cui giungeva da lungi l ' eco della carneficina , mostrarono una serenità di animo sorprendente : si strinsero , in quei giorni , delle amicizie piene ed intime , s ' intrecciarono amori , si fecero giuochi : quella gente si disponeva a morire con la più alta serenità , come è fama di Socrate e degli antichi filosofi * . E che l ' altruismo si esalti viene provato dal fatto che pare a ciascuno la vita non valga se non può buttarla per altri . Quando le persecuzioni dei cristiani dilagavano in Roma e i corpi mutilati giaceano per terra , di notte i fossarï uscivano a raccoglierne gli avanzi , per conservarli nelle catacombe , così come , in mezzo al furore d ' una guerra , anime pietose raccolgono i feriti . E su quelle tombe quali e quante iscrizioni : dolcissimo , carissimo , risorgi in pace , vivrai in Cristo : in queste parole ci è tutta la affettività che si sprigiona dal cuore umano , nei momenti solenni del pericolo : se la natura crea dei mostri , si compiace contrapporre degli angeli , onde ben diceva Rénan : la race des enfants de dieu est éternelle . Nasce da tutti questi fatti la coscienza della propria superiorità morale : l ' uomo s ' innalza in quella sfera , nella quale egli vede piccini dinanzi a sé uomini e cose : non ci è , all ' infuori del suo ideale , cosa alcuna di nobile e di elevato e non è lui uno di quelli che porta nell ' animo tale sacro deposito ? e non costituisce esso la sola , la grande , l ' immortale gloria dell ' uomo ? È sentimento codesto di leggittimo orgoglio che nobilita , che innalza , che sublima e che fece dire a Gesù : « essi non sanno quel che si fanno » , parole nelle quali si racchiude gran parte dell ' intimo sentimento di chi è perseguitato , parole d ' una profondità mirabile ! Possono , in tale condizione d ' animo , i biasimi divenir lode e colui che n ' è bollato , ostentarli con una crudezza , con un certo cinismo , che può dolere , quando non si penetri nel pensiero occulto che muove . Cristiani fu titolo di spregio e così chiamaronsi i seguaci di Gesù ; la croce era il segno del delitto e diventò il segno supremo col quale si affrontò la morte , il segno che dovea dar coraggio nel martirio , ardire nel tormento . E voci e parole e segni ed appellativi possono assumere un alto significato morale , contenere un mondo affettivo inconcepito ed inconcepibile : così , presso i Cristiani , la croce era segno di riconoscimento , il pesce era simbolo di Gesù salvatore , l ' a e la o rappresentavano tutta una dottrina ideologica ed una speranza , l ' agnello una promessa . Noi ci troviamo , adunque , in un mondo psichico diverso , nel quale tutte le facoltà più ideali , più altruistiche s ' innalzano , mentre l ' io scompare e in questo è tutta la psicologia collettiva della persecuzione . Accennammo come , nei settarii , vi sia un spirito di profetismo e di messianismo o , in altri termini , un bisogno di inveire contro i tempi e di predire sventure , fuori delle quali apparisca il sereno . Tali stati dell ' animo sono proprï di chi è insofferente del presente ed anela al futuro e si esagerano in certi momenti nei quali questo stato di scontento e di speranza si esalta . Ora , quale momento maggiore di quello nel quale un partito è perseguitato per un ideale di giustizia , in grazia del quale la parte egoistica dell ' uomo scompare e si allarga e si espande il più puro altruismo ? E quale bisogno maggiore di guardare nel futuro , quando il presente è si triste e quando una parte dell ' umanità rimane acciecata dallo sfoggio della forza brutale e l ' altra acquista come una seconda vista ? Ogni partito , adunque , à avuto questo momento di profetismo e di messianismo : lo ànno avuto del pari le sette e gli individui . Nelle prediche di Fra Gerolamo Savonarola sono frequenti i passi profetici e messianici , che si accompagnano con fenomeni allucinatorï * . In modo simile , Gesù ebbe nei suoi loghi tanti di questi momenti di profetismo , dei quali alcuno è rimasto famoso come quando annunziava « che il tempo era compiuto , il regno dei cieli vicino » ; che « quella età non sarebbe passata senza che prima tutte queste cose non fossero avvenute » ; che « alcuni di coloro che erano presenti non avrebbero gustato la morte » . E poi , volti a ' farisei li chiamava : razza d ' ippocriti , di vipere , di sepolcri imbiancati . I cristiani , eredi della dottrina di Gesù , non erano meno profetici di lui e meno messianici e quale maggiore bisogno della conferma delle parole del maestro se mai sull ' impero tante calamità erano piombate ? non erano esse una certezza che le promesse si sarebbero adempiute ? e potevano questi profeti del tristo augurio esser ben visti ? non godeano essi di quelle sventure che si rovesciano nell ' impero ? non erano i nemici della patria ? Ed ecco come il profetismo che sorge in ogni persecuzione è un motivo , una spinta a novello odio ed a novella persecuzione . Parlando , in ultimo , delle sette , dicemmo delle manifestazioni criminose : or bene , per quanto io abbia cercato , non mi è mai capitato di trovare un partito che si abbandoni al delitto , come risposta alla persecuzione . Vi si abbandonò talora il liberalismo nazionale in Italia , il nichilismo in Russia , ma , questi per la natura stessa dei tempi e dei luoghi , ebbero ed ànno del settario : il cristianesimo , la riforma che furono , due veri e propri partiti , non trovarono mai in sé , nelle loro persecuzioni istinti criminosi : io credo che ciò dipenda dalla costituzione stessa del partito , fatta da gente che , per mente e per cuore , è quanto di più alto abbia un popolo : dipende ancora dal fenomeno che la resistenza piglia , di preferenza , la forma più solenne ed elevata che mai si conosca e solleva gli animi ad un vero e proprio eroismo , di cui si è , in tempi ordinarii , incapaci . Le rivolte degli schiavi rappresentano un fatto cieco ed istintivo , gli schiavi stessi erano quanto di degenerato vi fosse nella natura umana . Legati a ' piedi , frustati , destinati a ' piaceri cubicolari , con le ciglia e i capelli rasi , piccoli , curvi dal lavoro ; erano quanto di basso può l ' uomo creare in altro uomo : eppure , nei momenti solenni , seppero morire in modo da destare l ' ammirazione del popolo romano . Quando cadde , per tradimento , la rocca di Taormina , rimanevano superstiti mille schiavi , comandati da Satiro , i quali si arresero alla generosità dei Romani , che li destinarono a combattere nel circo con le fiere . Quando furono là e si attendeva che venissero fuori le belve , si uccisero l ' un con l ' altro , Satiro si trafisse per l ' ultimo . Questa morte innalzò quei poveri schiavi all ' altezza degli stoici e fu la più nobile vendetta che poteano pigliarsi contro di un popolo , cui mancava la più bella delle virtù , che segnan o la grandezza vera dell ' uomo : il perdono * . Ma se la tendenza criminosa non prevale nel seno del partito perseguitato , si accoglie , bene spesso , nei persecutori : le turbe che urlano , devastano , uccidono , come in Parigi nelle terribili giornate di settembre , o , in Roma , nelle persecuzioni contro i cristiani , o in Francia contro gli Albigesi : i Torquemada , gl ' inquisitori che àn lasciato nella storia un nome tanto esacrato , quanto pieno e recinto di paura , non sono altro che veri e propri criminali nati . Ma , quante rivincite l ' idea perseguitata si piglia in mezzo alle masse dei persecutori ? i cuori più eletti , le menti più salde vengono reclutate fra la massa di gente che persegue e che sente , di mezzo all ' odio , rinascere l ' amor del nemico . Gli esempii non sono rari , ma quello che rimane , dopo tanti secoli il più alto e solenne è l ' esempio di Paolo , guadagnato alla causa di Gesù sulla via di Damasco : la visione che gli apparve e lo conquise , ch ' era mai se non un effetto di allucinazione , d ' auto – suggestione ? Egli avea a sé dinanzi lo spettacolo di Stefano lapidato ; avea la mente piena dell ' ordine del sinodo , con il quale dovea far incarcerare e trucidare altri cristiani , avea la lotta nel cuore tra il fanatismo feroce dei padri suoi e la nuova idea che seduceva , il bisogno di soffrire , d ' avere un ideale per il quale fosse bella la vita , per offrirla in olocausto . Tale e tanta lotta portava nel cuore e da essa prese , nel suo cervello , vita l ' allucinazione che lo fermò e lo sbigottì sulla via di Damasco * . CAPITOLO VIII . LA FOLLA TRAVERSO I SECOLI Nello studio sulla folla accennammo quale essa fu in momenti diversi e molto lontani da noi , ora bisogna che rifacciamo per un momento , la sua storia rapidamente attraverso i secoli , per concludere che oggi essa talora nella sua forma più semplice ed indifferenziata di folla primigenia , è cattiva , con istinti criminosi , impotente al pensiero , la colpa non è sua , essendo da lungo tempo , da migliaia di anni , vissuta in condizioni d ' avvilimento . Su di lei à operato una lunga selezione servile , la quale à agito annebbiando la mente e schiacciando il corpo , sotto il peso della lenta degenerazione . Cominciamo dall ' oriente , dalla prima culla della civiltà . In Cina , in Persia , in Egitto lo stato è una sovrapposizione di popoli vincitori che condannano il popolo vinto ad un ' eterna inferiorità , ad un pervertimento della mente , allo stordimento dei sensi . In Babilonia la plebe à dei riti religiosi osceni , corre alle feste di Belo dove si spendono , di solo incenso , mille talenti ; lascia che le sue donne vendano nel tempio di Venere Melitta la verginità ai forestieri , à delle feste simili ai saturnali ; ma mentre la sua morale è così bassa , i magi , cinti di venerazione , professano una dottrina di ben altra purezza * . Gli Ebrei non conobbero , per lungo tempo , la schiavitù umiliante e dolorosa , ma quando da Babilonia e da Tiro il lusso penetrava , dalle foreste del Libano il povero ma giusto , l ' Ebionim , innalzava un grido di dolore sino a Dio e , a volta a volta , profeti inspirati infondevano la speranza messianica , che dovea ricondurre il popolo d ' Israello alla terra dei padri suoi . Sorse , così , quell ' eterno scontento dell ' animo , proprio del popolo ebreo , quel sospiro eterno nel quale il genio etnico , si è venuto svolgendo e rafforzando * . In India , a ' sudra è conteso conoscere i sacri libri e , se lo tentassero , sarebbero degni di morte ; ben più infelici di loro sono i Paria , a ' quali è negato , per fino , adorare Brahma . Tutto è inferiore nel paria : i suoi dei non reggono al paragone di Brahma ; l ' acqua , che ne riflette l ' ombra , è contaminata ; il guerriero , cui si avvicinano , può trucidarli ; giacché è scritto che devono viver lungi da tutti e soccorrerli è delitto * . In Egitto la desolazione non è meno grande : la religione che contiene in sé tanta parte del sapere , è ignota a ' più e la si tramanda ravvolta di simboli che i soli iniziati comprendono . Se la civiltà à lasciato nell ' Egitto monumenti maestosi di quanti dolori non sono essi fatti ? non senza ragione , si è detto , aver il dolore improntato quell ' immenso popolo di schiavi , di quella bruttezza che esso poi riflesse nell ' effigie dei suoi dèi * . Dall ' Egitto passiamo in Grecia ed in Roma . La condizione e l ' educazione della folla in Grecia non fu migliore . Quella splendida civiltà che seppe assurgere alle più alte vette dell ' arte , che ebbe della natura un ' intuizione facile e chiara e nella sua vita , nel suo ingegno , in tutta sé stessa fu come il mare nel quale si cullava , piena di una artistica serenità ; quella civiltà , quanto a sentimento sociale , non fu né migliore dell ' oriente , né di Roma , superba e dura dominatrice di popoli e di schiavi . Di nessuna altra nazione è memoria come di Sparta che si ordinassero , di tempo in tempo , le stragi degl ' Iloti , né , come di Atene , che si giurasse da ' giovani solennemente e pubblicamente d ' esser nemici del demos ed arrecargli ogni male possibile . La vita di quelle gloriose città e della Magna Grecia fu una oppressione odiosa contro gli schiavi e una lotta di liberi , divisi in ogni città in aristocrazia e democrazia ed impersonificantisi nella contesa fra Sparta ed Atene : onde la vita interna è una vece dolorosa ed alterna di proscrizioni e di esilii , di guerre e di stragi , di oligarchia e di demagogia . In quella terra , dove il pensiero fu così limpido e l ' intelletto riflesse senza nubi la natura fatta , più che in altri climi , di una serenità maestosa ; l ' educazione sociale , l ' amore del prossimo , l ' esempio che , dall ' alto , scese fino in basso , da ' liberi agli schiavi fu brutto e desolante . Fu così dice il Vaccaro , nella opera tante volte citata che gli Spartani « sottoposero i vinti ad una vera selezione artificiale , togliendo loro i mezzi di sviluppo , decimandoli in massa , facendone morire i migliori . Soltanto erano risparmiati quelli che la lenta degenerazione avea reso impotenti » . Nel mondo latino , come in tutto il mondo antico , gli schiavi costituivano un grande sottosuolo sociale , infinite volte maggiore dei liberi . Se , a Sparta , su 224 mila schiavi , vi era appena un popolo di 36 mila liberi ; ad Atene vi erano 40 mila schiavi su 91 mila liberi ; a Roma il numero degli schiavi era incommensurabile . Uno storico così scrive : « Tanti erano questi infelici , che nelle case più grandi stipendiavasi un nomenclatore per tenerne a mente i nomi . Crasso possedeva 500 muratori che noleggiava ad opera ; un avvocato , andando ad arringare , traevasene dietro un nembo ; nel campo di Cepione , su 80 mila soldati , vi erano 40 mila schiavi . Caio ne possedeva 5 mila e moltissimi comuni ne possedeano le 10 e fin le venti mila *.» Lo schiavo era considerato come cosa pertinente al padrone . « Quegli cui fu ucciso lo schiavo dice Gaio può sciegliere di procedere o in via criminale o ripetere un ' indennità in forza della legge Aquilia » . Venivano venduti in baracche di legno , chi sciolto , chi legato , e il compratore , avvicinandovisi , richiedea « mi bisogna un torcoliere , un mugnaio , un cane per la porta e poi chi veniva tenuto legato alla porta , chi gridava le ore è sempre il citato storico , il Cantù , che parla : altri macinavano e un gran disco attorno al collo impedivagli di portare il grano alla bocca , quali correano avanti al padrone per istrada a fargli dare il passo ; quali annunziavano le visite ; questi a ' piedi del padrone , tergevano le traccie dell ' intemperanza ; quelli servivano da sonatori , da impudichi , da buffoni , altri stretti in astucci per modo che non potessero svilupparsi . Pregiatissimi erano pure gli ermafroditi , talora artificiali . Seneca ci addita torme di ragazzi che , all ' uscire dei banchetti , nelle camere aspettavano oltraggi alla natura . Legioni intere di corrotti , erano disposte secondo il paese ed il colore con tant ' arte che in tutti vedevasi corpo ratura snella , volto fiorito della prima lanuggine . Alcuni viaggiavano col viso bisunto perché il sole ed il freddo non intaccassero la pellicina delicata ecc . In qual modo trattati fa orrore pensarlo . Quei che lavoravano i campi aveano capelli e ciglie rase ; quei che portavano i padroni in eleganti lettighe , trascinavano dietro le catene : Antonio e Cleopatra sperimentavano su gli schiavi i veleni . Pollione ne fé gettare uno alle murene perché gli ruppe un vaso . Assistevano digiuni a ' lunghi pasti in piedi e guai se avessero sternutato , tossito , mosse le labbra . Alcuni ricreavano le cene con atroci combattimenti » . « La notte erano chiusi in ergastoli e grotte , su giacigli o per terra ammonticchiati uomini e donne . Fatti vecchi si portavano sull ' isola d ' Esculapio sul Tevere e colà abbandonavansi a morire . » « Un senatus – consultus portava che quando un cittadino romano venisse ucciso da uno schiavo tutti gli altri schiavi di lui si mettessero a morte e un giorno se ne misero a morte quattrocento , il che eccitò qualche susurro , ma Cassio gran conoscitore del giusto e dell ' ingiusto si alza in senato e rimbrotta i novatori . E che cercheremo noi ragione quando già pronunziarono gli avi più saggi di noi ecc . ? » « Le donne erano prostituite , il severo Cassio avea prefisso una tassa per l ' amplesso delle sue schiave . E dopo che giovani erano state esibite alle voluttà degli ebbri , vecchie s ' insultava al loro obbrobrio , imprimendo osceni motti sul seno avvizzito . Le matrone si divertivano poi a pungerle , mentre le adornavano . » « Quella monotonia di patimenti era interrotta una volta all ' anno da ' saturnali *.» Eppure questi infelici erano la parte attiva delle nazioni antiche indispensabili alla sussistenza di tutti * , fino a donare il loro ingegno per far sembrare dotto il proprio padrone come « quel Calvidio Sabino , ricchissimo di cui dice Seneca che era si mal provvisto di memoria che or dimenticava il nome di Ulisse or quello di Priamo , comprò degli schiavi che imparassero a mente Omero , Esiodo e i nove poeti lirici : teneva a ' piedi questi schiavi che gli suggerivano i versi quando gli occorressero e che egli lanciava a ' commensali storpiandoli Cantù , Storia degli italiani . » . Ma la selezione servile che esercitavasi , in Roma , dovea riverberarsi dallo schiavo sul padrone : il parassitismo sociale e biologico lo ànno dimostrato il Vandervelde e Massart , nel Parassitismo organico e sociale * , ed il Vaccaro nella sua opera : la lotta per l ' esistenza e suoi effetti nell ' umanità sono nocivi così al parassita , come alla vittima . Ed , in Roma , la schiavitù nocque al patriziato , quanto altro mai , sia con le frequenti guerre servili che misero in forse la sicurezza dello stato e delle quali Roma si rivalse con infinita ferocia , sia ancora più , con l ' istituzione del liberto : il liberto era il cattivo consigliere del padrone , cui avea venduto l ' animo ed il corpo e non ci è infamia , scelleratezza , crimine commesso dagl ' imperatori che non sia stato co nsigliato dal liberto . E così che lo schiavo corrompeva la grandezza quirita e , con la sua opera di tarlo roditore , preparava i più funesti giorni di Roma * . Ma l ' educazione servile della folla in Roma avea ancora un altro aspetto , né solo si esplicava contro lo schiavo , ma ancora contro la plebe . La storia caratteristica di Roma è , anzi , improntata dalla lotta tra un patriziato astuto , che cerca custodire il suo privilegio economico e politico , e tra una plebe laboriosa e guerriera che chiede , in momenti solenni , i dritti civili e il godimento della ricchezza , da lei conquistata . Al pari che in Grecia , in Roma la lotta piglia un doppio aspetto : d ' una enorme pressura dei liberi sugli schiavi e d ' una lunga contesa dei liberi fra loro . La storia di Roma è in parte lì , fra quella plebe , gente latina , che ottiene , dopo quattro secoli e mezzo , l ' eguaglianza politica e di poi chiede , senza raggiungerla mai , la spartizione dell ' ager publicus e fra il patriziato , stirpe sabellica , disceso dall ' Appennino , il quale promette e ritoglie e corrompe , come negli ultimi anni della repubblica e sotto l ' impero , nel quale tempo la plebe vien tenuta a spese dell ' erario in un ozio infecondo , avido di grandi e criminose emozioni . Se la plebe non potea vivere con l ' agro conquistato non restava che il parassitismo e la corruzione , giunta a tale segno che i soli schiavi , per quanto avviliti , erano ancora la sola parte viva di quella splendida e moritura civiltà . Le condizioni che presenta l ' impero , tranne pochi anni qua e là , tranne il periodo degli imperatori filosofi , sono , quanto mai , raccapriccianti . In alto , imperatori pazzi , delinquenti , pervertiti ; in basso la cura degli affari negletti , la vita dei cittadini in non cale e di continuo minacciata , gli averi tolti per cupidigia e poi orgie , feste , sangue . Nerone passava dal circo al trivio , incendiava Roma , cantando dall ' alto di una torre , faceva uccidere la madre , la sposa , il maestro ; vendeva le sue statue , appena che mediocri , a prezzi favolosi : tipo vile di tiranno , circondato da una folla di etere : questo è per lungo volgere di anni l ' esempio che piove dall ' alto dell ' impero . Il popolo romano avea dimenticato la severità antica dei padri , diventando un popolo di lussuriosi . Giuochi , bagni , passeggi erano le occupazioni favorite : di vespero , nelle vie più frequentate di Roma si svolgeva un passeggio maestoso ed impudico : matrone seminude in lettighe portate da schiavi , cocchi tirati da superbi cavalli e guidati da amazzoni mezzo nude , con a piedi il favorito d ' un giorno o d ' un ora , mezzo sfiaccolato per abuso di voluttà ; donne di mala vita , venute in onore per bellezza e poi senatori in mezzo a liberti e a cinedi . Di sera , questa turba si raccoglieva nei triclini ed era là che cominciava la vita avventurosa della notte ; sul tardi , dopo aver mangiato e bevuto , dopo aver più volte vomitato il pasto , per godere la rinnovellata voluttà del cibo , si passava a ' cubicoli dove una folla di schiavi giovanetti attendeva o di là si scendeva , fra il chiaror delle tede , nel foro , nel trivio , nella suburra , do ve si incontravano matrone che non osavano mostrarvisi di giorno , uomini politici e per fino l ' imperatrice o l ' imperatore . Nelle provincie l ' amministrazione pubblica non era migliore : concesse , come bottino , ad avidi proconsoli , erano spremute a sangue . Ma l ' onestà non era per anco spenta : in Roma , nel cuore del mondo , esistevano ancora famiglie di antica severità di costumi , nelle quali si era rifugiata la prisca virtù romana , nella forma più solenne di protesta . Lo stoicismo in mezzo a quel mondo che tramontava in un gran lago di fango , era quanto di più nobile rimaneva della Roma antica , era l ' antica virtù dei padri rammorbidita d ' un sentimento nuovo , sconosciuto alla durezza quirita , e che parlava di fratellanza umana , di amore , di pietà . Que ' grandi stoici , che prevenivano , per tal punto , i tempi nuovi e che sapeano , romanamente , morire , erano incarnazione vivente di tutto un passato e preannunzio di un grande avvenire e anche oggi , dopo tanti secoli , destano un senso vivo di ammirazione e di rispetto . E frattanto il circo ingoiava nuove vittime umane : torme di schiavi combatteano con le fiere o si uccidevano a vicenda , per deliziare una turba briaca di gente , che accorreva sitibonda di sangue e mentre la plebe , divenuta numerosa e gravante sull ' erario , non chiedeva che nuovi giuochi e nuovo pane , il latifondo dilagava ; tutta l ' Africa pertineva a sei persone : il campo di Trimalcione si estendeva per intere regioni , delle compagnie commerciali , ricche di molti sesterzï , come arpie , suggevano il pubblico erario . E su queste immense ricchezze piombava , a volta a volta , la confisca imperiale per soddisfare a ' desiderii d ' una plebe crescente , né mai satolla . E mentre tutto , a Roma , declinava , un bisogno nuovo prepotente si sprigionava dai cuori ; gli animi più nobili più alti , messa da banda la vecchia favola degli Dei , volgevano al monoteismo : era un bisogno d ' un principio religioso alto e solenne che s ' imponeva : era il bisogno di staccarsi da quell ' orgia dei sensi e sollevarsi sino ad un ideale solenne e rigido che fosse come una novella vita , un nuovo lavacro e questo principio nuovo , informatore penetrava a Roma , prima ancora del cristianesimo , come per spianargli la via : il monoteismo giudaico , spoglio del bieco fanatismo dei padri , semplice e puro , solennemente penetrava per opera dell ' umile gente , che dalla Siria traeva a Roma per lavoro . Dice il Rénan : « Quel mercante siro giunto a Roma , sarà un uomo dabbene e misericordioso , caritatevole per i suoi compatrioti , amante dei poveri . Discorrerà con gli schiavi , rivelerà loro un asilo , ove quegli infelici , rido tti dalla durezza romana alla più desolante solitudine troveranno un po ' di consolazione . Il buon siro accettava la propria ignominia ; si cattivava la benevolenza del padrone , sapeva piacere alla padrona . Questo gran fattore della democrazia andava così sciogliendo a maglia a maglia la rete della civiltà antica . » Era così , adunque , che nei momenti solenni della storia , in mezzo alla corruzione del mondo , in basso si creava una novella società . Egli è sempre così : quando una civiltà muore , dalle ceneri sue ne sorge un ' altra , come dalla morte sorge la vita ; ma importa a noi conchiudere che nell ' antichità l ' educazione della folla fu servile , che mirò a corrompere animo e corpo , che il danno si riversò sulla gente corrotta non meno che sulla corruttrice , che la razza depressa , asservita trovò in sé la forza d ' una novella vita che si annuncia col cristianesimo . Vedremo ora le vicende della folla nell ' età di mezzo . Il medio – evo fu per le folle un ' età sventurata , quanto l ' antica e per trovare un lembo di azzurro , bisogna discendere sino all ' evo moderno . La società di mezzo si apre con un avvenimento d ' un ' importanza capitale : il cristianesimo , il quale contenea in sé diverse tendenze : il fanatismo giudaico , cupo , intollerante , feroce ; e poi l ' ascetismo , la rinunzia delle ricchezze , la brama di fuggire il mondo ; in fine , il sentimento di uguaglianza . Furono queste tre tendenze diverse che , in differenti momenti , prevalsero . L ' evangelo è tutto pieno dell ' amore verso i poveri e dell ' esaltamento degli umili , esaltamento che , se di poi fu compreso come da avverarsi nel mondo di là , per lungo tempo , si credette dovesse avere in terra il suo completo adempimento . La promessa messianica formò molta , anzi gran parte , del sentimento cristiano dei primi tempi : non avea forse Gesù detto che molti dei presenti non avrebbero gustato la morte , prima che il figliuolo dell ' uomo non fosse tornato in terra ammantato di gloria e maestà ? Ora , la promessa d ' un avvento , nel quale gli umili sarebbero stati i primi , formò il fascino segreto , per il quale il cristianesimo poté diffondersi e penetrare dovunque , in un mondo nel quale i sofferenti erano , tanto e sì dolorosamente , sconsolati . Noi abituati a giudicare il cristianesimo con i criterii odierni della scienza che spande , su le classi misere , tanto lume di consolazione e di speranze , non apprezziamo bene le parole di amore , d ' esaltamento degli umili , le quali Gesù , come rivo , riversò su di un mondo di schiavi ; ma chi studia quei tempi , non può non apprezzarne il valore : dopo quella , molto limitata degli stoici , dopo quella di Budda ignota all ' oriente , la predicazione di Gesù è la grande parola di conforto umano e di speranza e per sentirne un ' altra , ugualmente possente , bisogna venire al secolo nostro , a quel movimento che tanto ha di comune col cristianesimo . Ma il cristianesimo conteneva in sé il disprezzo del mondo : non era questo , in fatti , un continuo pericolo per la salvezza delle anime e non volgeva sempre al male ? Le vicende dell ' impero pareano avvalorare tal concetto : orde intere di barbari pioveano , distruggendo , guastando , uccidendo ; gli animi erano stanchi ; le città cadeano ; la fine del mondo non potea essere lontana , non rimanea che fuggire il consorzio e vivere di preghiere , aspettando il gran giorno . E così fu : l ' ascetismo vinse , la vita , l ' amore divennero peccato : il teschio , il simbolo della morte , divenne il libro di meditazione della fralezza umana : l ' età antica avea troppo goduto , quella che cominciava rinunziava alla terra per il cielo . Ma , ancora più tardi , il cristianesimo dovea partorire il più bieco fanatismo : non più la parola di pace , ma la parola di vendetta ed in nome di Gesù si martorieranno genti , si devasteranno città , si arderanno vite umane e , su di un popolo terrorizzato , l ' Inquisizione innalzerà la croce . Il bieco fanatismo mosaico farà la sua terribile prova in mezzo all ' Europa . Ma se tale è il clima religioso , in cui respirerà la folla per tutto il medio – evo , clima di ascetismo e di sommissione ; il clima storico sarà di lotte di nazionalità , di guerre religiose , di oppressioni e di privilegi e da questo tutto la mente ne resterà come squilibrata ed inclinerà alle spaventose epidemie psichiche che improntano il medio – evo , mentre terribili carestie , peste , malanni percorreranno l ' Europa indebolendo , distruggendo la razza umana . Il medio – evo , adunque , comincia con lo scatenarsi dei popoli nordici sull ' impero : Goti , Visigoti , Unni scendono in Italia ; ma , prima ancora di questi , il mondo è insanguinato dalle persecuzioni contro gli ebrei e poi contro i cristiani , in una sola delle quali perirono trecento mila persone . E poi discenderanno i barbari sull ' impero , né , finite queste invasioni , la lotta cruenta di razza si arresterà : la Spagna , la Gallia , l ' Austria correranno sull ' Italia , trasformando tutta la vita medioevale in una guerra di conquista . Quando l ' Europa parrà campo ristretto , un popolo di armati si riverserà sull ' Asia a combattere per il Santo Sepolcro e poi si correrà contro gli increduli nella bella città di Tolosa , contro gli Albigesi o contro i Valdesi , sulle Alpi od in Calabria , inaffiando di sangue cristiano le zolle , con un esercito raccolto fra banditi ; e poi si innalzerà in ogni paese un auto – da – fè , dove le intelligenze più elette lasceranno la vita . E mentre all ' esterno si svolgeano queste scene di orrore ; all ' interno , il territorio si divideva in feudi , nei quali il povero agricoltore era costretto ad una crescente somma di balzelli e di corveés , che andavano dalla difesa del signore feudale , in tempo di guerra , alle prestazioni in tempo di pace e fino al diritto di godere le primizie della sposa . Di tanto in tanto , masse abbrutite insorgevano facendo le jacqueries , come belve ferite che mordono , sbranano , per cadere a ' piedi del cacciatore . La carestia , parecchie volte in un secolo , percorreva l ' Europa devastandola : « la fame e la mortalità si legge erano tali che gli uomini mangiavano erba come i montoni e morivano come le mosche » . E la chiesa , per bocca di S . Tommaso , sentenziava : « Se puoi esser libero , rimanti in ischiavitù , che è causa di umiliazione » ; essa ch ' era il feudo più possente , superiore all ' autorità civile ! Nella Franca Contea il clero possedeva metà delle terre , nel Cambrisis 1400 aratri su 1700 . I canonici di Saint – Claude aveano 12 mila servi e così via via . Le condizioni di vita erano così tristi che il Labruiere scriveva : « Si vedono certi animali feroci maschi e femine , sparsi per la campagna , neri , lividi e tutti bruciati dal sole piegati sulla terra che lavorano con assiduità . Essi si ritirano la notte nelle tane e vivono di pane nero , acqua e radici * » . Da questo impoverimento dell ' organismo e dalla cresciuta ignoranza doveano nascere quegli squilibri psichici collettivi , quelle grandi epidemie morali che dànno una fisonomia speciale al medio – evo : la prima è rappresentata dalla fine del mondo nel mille ed è un ' epidemia ascetica . Il mondo andrà in rovina , a che dunque rimaner legati ai beni della terra ? rinunziate a tutto : questa è la gran saggezza umana . Poi vengono le crociate , tra le quali quella dei bambini , che corrono fino al mare , perché lasci libero il passo fino al santo sepolcro , che cadrà vinto dallo spettacolo dell ' innocenza puerile ; poi vengono , ad ogni momento , le epidemie degli indemoniati , degli incubi , dei succubi , le grandi epidemie isteriche , le streghe e le tragende , le apparizioni miracolose che formano gran parte della vita del medio – evo e la chiesa innalza roghi per salvare l ' anima posseduta dal demonio , bruciando il corpo ; ma , inutile , ch é questi tratterrà quell ' anime squilibrate dalla miseria e dallo spettacolo feroce della forza e continuerà a tormentarle sinché la scienza non lo avrà fugato e , già , dal fondo del medio – evo , una nuova era si apre e vien fuori per i fianchi squarciati di quel vecchio mondo e questa novella face è la borghesia che nasce con due aspetti , come riforma religiosa in Germania , come rinascimento in Italia e come movimento economico nelle repubbliche italiane , che solcano i mari ed alle quali Colombo ha aperto un nuovo mondo . E così si chiude l ' evo – medio , offrendo lo stesso spettacolo dell ' antico , di folle ineducate , abbrutite , ignoranti , paurose , disquilibrate . È nell ' evo moderno che si crea il destino della folla . Noi abbiamo parlato del medio – evo , guardandolo dal punto di vista della folla , ma abbiamo dimenticato di accennare ad alcuni benefici fatti che si erano venuti maturando , durante quell ' età tenebrosa e in quel succedersi di invasioni barbariche . I popoli sopravvenuti e scatenati gli uni sugli altri , si erano cimentati in unità etniche : il popolo romano avea donato la coltura e i popoli barbari aveano donato la propria giovinezza . Le unità etniche erano , adunque , venute formando dovunque e con esse erano venute disegnando le grandi nazioni . Il governo feudale così sparso tendeva ad un aggruppamento crescente , che preludiava alle unità nazionali . Insieme con queste , il concetto della vita cominciava a risorgere : il mondo , dopo le paure del mille e le macabre immagini delle più fitte tenebre medio – evali , non parea così brutto : dovunque un ' attività nuova , un bisogno di godere , un bisogno di ricrearsi con il soffio creatore dell ' arte si facea sentire ed era arte sacra talora , ma talora anche profana anzi soverchiamente profana : era il preludio del Rinascimento . Con l ' arte una forza novella , che dovea rivoluzionare il mondo , era sorta , proprio all ' ombra del feudo , accanto al maniero , che ne dovea poi essere distrutto . Nell ' umile borgo , in mezzo a ' resti delle comunità agricole , le prime industrie , i primi artigiani erano venuti su . Lavoravano or una or l ' altra cosa , ma non più per uso proprio , ma per lo scambio , dapprima limitato ; poi un po ' più in grande : prima in modo temporaneo , poi come stabile occupazione . Il feudo , però , osteggiava questo commercio rudimentale : poneva tasse di pedatico , scendeva come il ladrone a derubare , ma il commercio fioriva nella lotta tra i feudatarï vicini , tra ' feudi e i comuni . Era , in fatti , così : le città si erano venute costituendo ed eran fatte di artigiani , a ' quali mal piaceva che il loro commercio fosse di continuo turbato dall ' avidità baronale , donde le guerre tra feudo e comune e nelle quali il comune avea ad alleati i vassalli ed i ca stelli venivano distrutti e i baroni costretti a vivere in città . Ma , nuovi avvenimenti doveano sopravvenire a danno dei feudi e furono le crociate , che attirarono , sotto il pretesto della fede , quando d ' inquieto avea l ' Europa nel maniero feudale , onde quando i Crociati tornarono da Terra Santa , trovarono che il contado avea scosso il giogo e il comune s ' era a loro spese ingrandito durante le crociate . Le repubbliche marinare d ' Italia , trasportando truppe , allestendo navigli , importando ed esportando di continuo , preparando e foggiando armi , aveano donato impulso alla nascente organizzazione artigiana , che , dagli umili borghi dov ' era sorta , veniva detta borghesia ed era giunta a tale espansione che mai potea essere contenuta dal feudo e la rivolta , che non potea essere lontana , cominciò , come movimento religioso , con la Riforma * . La chiesa era , in fatti , il feudo più grande che esisteva in Europa , che investiva re e principi che pretendeva numerosi balzelli di decime e contro di essa la borghesia nascente insorgeva , e la protesta religiosa era il tono , il colorito che donavano i tempi alla lotta economica . Questo avveniva nella parte nordica d ' Europa ; in Italia , la patria della somma potestà religiosa , lo spirito dei tempi nuovi pigliava un aspetto scientifico e letterario e veniva detto Rinascimento : era la borghesia che ritornava alla tradizione scientifica greco – romana e si riattaccava al passato . In Italia , in fatti , si era incominciato , sotto forme di glosse , lo studio del diritto romano , che una leggenda volea portato da Irnerio da Roma a Bologna ; la tradizione aristotelica cadeva per opera del Telesio ; nelle università si osava per la prima volta dissezionare il corpo umano , ardimento che veniva amaramente rimpianto da ' primi anatomici , che vecchi o si monacavano come Stenone o ne andavano pellegrinando in Terra Santa come Vessalle ; le opere latine e greche venivano amorosamente ricercate nelle biblioteche dei conventi e ristudiate e nuove concezioni scientifiche sorgevano ; Galileo asseriva che la terra si movea ; arditi navigatori correano l ' oceano e una folla di filosofi osava guardar la natura e dubitar della fede , dubbio che costava , è vero , la vita , ma non per questo seduceva di meno . Nessuna epoca più di questa si rassomigliava , per il fondo economico , all ' età antica e perciò era naturale che la superstruttura ideale : leggi , religione , concetto della vita , arte , dovesse risorgere , adattandosi a ' tempi novelli . Il medio evo era stato come un hiatus , tra il mondo antico e il moderno e lo si poteva , in certo modo , cancellare , se non ne ' suoi effetti , nell ' educazione delle novelle generazioni . Il mondo , dopo tanto tempo , finito il timore della tomba , si riaffacciava alla vita . Risorgimento e riforma , per quanto contrari in apparenza , erano due fenomeni d ' una medesima causa : la borghesia nascente . Ma la lotta tra feudo e borghesia non dovea essere lontana : questa , con la scoperta dell ' America , era giunta a tale potenza che mal potea soffrire che una classe parassitaria , piena di vizi , decadente , degenerata le stesse di sopra , succhiandola ed a tale uopo aiutata dal ceto contadinesco ed operaio nel memorabile periodo dell'89 , compì la più grande rivoluzione che conosca la storia , rivoluzione sanguinosa , che permise alla borghesia di togliere tutti i legami ristrettivi , proclamare la libertà di commercio , sostituendo al servo della gleba , il salariato . A questa tenne dietro un periodo di depressione economica : il feudo era scomparso e il piccolo artigiano veniva espropriato e vinto , nel terreno della concorrenza , dal manifatturiero ; il piccolo proprietario cadeva dinanzi al grande ; il terreno della concorrenza era l ' altare sul quale le piccole fortune s ' immolavano dinanzi alle grandi . Quando , ad accrescere il numero dei vinti , venne la macchina in Inghilterra , la macchina che chiedeva grandi capitali , gran numero di braccia , che al lavoro dell ' uomo sostituiva quello della donna e del fanciullo e rendeva sempre più acre la concorrenza . Fu un periodo spaventoso di crisi , di cui il governo inglese , per mezzo d ' inchieste raccolse e voci ed impressioni che si trovano largamente riassunte dal Marx nella sua opera del Capitale . La disoccupazione divenne spaventevole , il logorio della macchina umana toccò gli ultimi estremi , fuor dei quali è la scomparsa della razza ; i salarï giunsero a tal punto da esser detti della fama ; le fortune precipitarono rovinosamente ; si videro fanciulli di due o tre anni impiegati a ruotare molinelli ed altri impazzire o suicidarsi ; donne , uomini morire di stenti e di fame : mai peste o guerra avea tanto rabbiosamente percosso la specie umana . Il momento era terribile , la crisi continua , quando la forte razza britannica sprigionando le forze di riserva che sono nella natura umana ottenne dal Parlamento quella legislazione del lavoro che va dal 1802 al 1877 e continua ancora * . Era la novella storia che cominciava , la storia dell ' umanità redenta , che formò , e formerà ancora , il sogno delle anime elette ; era l ' ideale dell ' amore e della pace che brillava , dopo le torbide ore del duolo , d ' una luce lontana sì , ma che a noi s ' appressa , dolce come il sospiro d ' una vergine , piena d ' impromesse come un sogno d ' amore . CAPITOLO IX . IL VALORE SOCIALE DELLA FOLLA E LA SUA EDUCABILITÀ Potremmo dire d ' aver finito , se non dovessimo parlare del fine e della meta che ci arrise in questo lavoro : parve a noi che della folla , precedenti osservatori abbiano scorto la sola manifestazione criminosa . Epperò , la conclusione che ne scaturì limpida , dalle loro osservazioni , è che la folla , di cui il valore e l ' importanza va crescendo , come quella che fu e diventa , sempre più , la grande , anzi l ' unica , forza operante dell ' avvenire non era stata per il passato , né sarebbe per il futuro , che una collettività incapace di pensiero , dedita di preferenza al crimine . Tale modo passionato di guardare le cose ci parve una somma ingiustizia e un errore scientifico : la folla , ci sembrò , sia capace di pensiero e che la sua azione sia prevalentemente normale e , solo in certi casi , può divenire criminosa ; ci sembrò , ancora , che la folla , sia considerata in modo statico , cioè nelle sue condizioni di fatto in un dato popolo , sia considerato in modo dinamico , cioè nelle varie fasi evolutive , si muova da una maggiore criminalità fino ad una crescente normalità . Le stesse plebi di oggi , che sono le folle indifferenziate ed instabili , si allontanano di molto da quelle di altri tempi per minori pregiudizii , per mancanza di forme epidemiche pazzesche , ( invasioni , ossessioni , incubi e succubi , demopatia ecc . ) , per mancanza di criminalità ( rivolte frequenti ecc . ) ; sicché ci parve che dal lato della criminalità valga per le folle la stessa legge che per gl ' individui cioè se vi sono plebi , per eccezione , delinquenti nate o pazze , le altre però delinquono per passione : educarle , svolgerne il pensiero a discapito del sentimento , forma il gran compito d ' uno stato che senta per davvero la propria missione storica . Le folle indifferenziate ci son parse finora l ' ostacolo più grande al progresso con le tendenze criminali molto spiccate per il passato , meno oggi per l ' odio al progresso che portano seco . Il dovere dello stato consiste nel trasformare la folla indifferenziata in partito , ch ' è forma equilibrata di folla , e la quale contiene nel proprio seno le tendenze che si disputano la direzione della vita d ' una data nazione . Per ottenere ciò , ci è bisogno d ' una larga educazione e d ' una grande istruzione individuale e collettiva e che , cominciata da ' primi anni , si prolunghi per tutta la vita . Quando vi è gente che mai à conosciuto i genitori , che è cresciuta in mezzo alla strada , qual meraviglia poi che tali derelitti della società , abbandonati a sé stessi , diventino o ladri od assassini o prostitute ? e che una folla fatta , preponderantemente , di tale gente abbia tendenze criminali ? Né basta : l ' educazione dev ' essere collettiva : trattenimenti pubblici , teatri , concerti popolari dovrebbero essere cura precipua del governo , insieme con le biblioteche popolari , le università per il popolo e quanto altro varrà ad elevarne la coltura : ecco fin dove l ' educazione dovrebbe spingersi . E tutto cresimato da un insieme di leggi sul lavoro dei fanciulli , delle donne , che ne limitino le ore , proteggano la vita dell ' operaio ; che ne incalzino il limite medio della vita . E , perché la folla trovi in sé l ' energia educatrice , si dovrebbe concedere una ben ampia libertà politica , così come è in Inghilterra la quale dia larghezza , di stampa , d ' associazione , di parola ecc . In altri termini che quel che avviene in certi stati come il Belgio , la Svizzera , l ' Inghilterra e la Nuova Australia , soprattutto , diventi la norma sulla quale gli altri stati dovrebbero pensare di svolgersi . Ma , questo sarebbe poco se alle folle basse mancasse l ' esempio di moralità che viene dall ' alto . Dopo i lavori del Tarde ognuno sa quanto valga l ' imitazione e come l ' imitazione sia un carattere dei selvaggi , dei fanciulli e delle plebi , selvaggi moderni , messi alle fondamenta della nostra civiltà ; ora quale è l ' esempio da imitare che talora discende dall ' alto ? E , con questi esempï , è da meravigliare se le plebi inclinino ad una forma di delitto atavico come à visto il Sighele , laddove , in alto , il delitto si è raffinato nella frode , per sfuggire a ' codici ? Pare d ' assistere ad una fine dolorosa di mondo , se non pensassimo che ancora nella folla esiste il lavoro che crea , il pensiero che edifica , la morale che vince : il genio è scomparso e in sua vece v ' è la genialità collettiva , non più uno spirito sommo che pensa per tutti , ma tutti che pensano sollevandosi ad un ' altezza vertiginosa di pensiero ; non già un santo od un apostolo che senta per tutta l ' umanità , ma milioni d ' esseri che sentano per tutti : una collettività che pensa , che sente , che opera in modo normale : questa è la folla dell ' avvenire . Il passato ed il presente fu di folle sovrapposte differenziate , di modo che alcune crearono la ricchezza , le altre dettero il sentimento ed il pensiero ; la folla dell ' avvenire sarà una folla unica che sente , pensa ed opera in modo normale e possente . In essa è il destino del mondo : in essa è la salute direbbe il mistico Tolstoi ; col cuore pieno di questa folla io scrissi e pongo fine alla prima parte di questo lavoro . IL CARATTERE DEL MEZZOGIORNO D ' ITALIA Questo , e gli studii speciali che seguono , rifermano , allargano od esemplificano idee accennate e svolte nelle pagine precedenti onde il lettore troverà molto di ripetuto qua e là . Non ò creduto , però , togliere all ' opera il getto originale , parendomi che , così come uscì dalla penna , sia più varia e più piena d ' interessamento e di diletto . CAPITOLO I . IL CARATTERE IN GENERALE Nello scritto sulla folla mi occupai del carattere : molte di quelle idee espresse meritano ancora che sieno riferite , perché spianino la via alle altre che diremo al lettore . « Carattere diceva il Sergi vuol dire , nella sua significazione letterale , qualche cosa d ' impresso , che rimane costante , perciò , è invariabile come suggello e si riferisce al modo di operare nelle contingenze della vita come una norma per ogni uomo , dati motivi più o meno varï e diversi ; e qualche cosa nella vita attiva d ' ogni individuo , la quale nelle circostanze difficili o rare , è stimata come una qualità preziosa , che sicuramente dirigerà la condotta , senza cedere o piegare davanti a certe esigenze che possono far deviare dalla via buona ed onesta » . Questa definizione del carattere , che dà il grande psicologo , corrisponde a quel concetto più comune ed accettato , che noi ci siamo formati del carattere ; il carattere per antomasia ; la migliore forma di carattere che esista e meriti , davvero , pregio e considerazione . Ma , daccanto a questa forma elevata e solenne di carattere , vi sono ben le altre , quelle che noi comunemente , chiamiamo mobili e variabili , criminose , inferiori le quali , non meno del carattere vero , improntano di sé la psiche umana , sia essa quella d ' un individuo o d ' una collettività . Il carattere essendo una rispondenza all ' ambiente esterno , specie sociale che ci circonda è fatto d ' una parte statica e d ' altra dinamica , d ' una idea che dirige e d ' una passione che muove : idea e passione che sono come il timone e come l ' elica della nave . Quando tra idea e sentimento , per deficiente educazione dell ' una o dell ' altro o per sviluppo disuguale o per fatto che rompa l ' unità della psiche , vi è contrasto , il carattere ne risente e diventa incerto e fluttuante . È dote di pochi animi mantenerle egualmente sviluppate ed equilibrate , così come essendo il carattere un organismo che ci viene trasmesso e che noi in parte andiamo , con novelle stratificazioni , formando soli in pochi eletti la parte acquisita si sovrappone alla parte fondamentale trasmessaci in modo stabile ed in modo che le vecchie stratificazioni non risorgano . Il carattere risente , adunque , di queste imperfezioni che riguardano la sua statica e la sua dinamica , la sua parte fondamentale e l ' avventizia e ognuna di queste imperfezioni si traduce in un difetto od in una malattia della psiche d ' un individuo , come di una collettività . Il carattere , essendo un modo di rispondere all ' ambiente esterno che ci circonda , implica il concetto d ' un soggetto e di qualche cosa che ci invii frequenti eccitamenti , cui si risponde , per sprigionarne dei nuovi , costituendo un ricambio d ' azioni e di reazioni , un adattamento , direbbe Spencer , delle azioni interne all ' esterne . Il soggetto del carattere è , adunque , l ' uomo o una collettività d ' uomini : e diciamo uomo non psiche , ch ' è solo una parte dell ' unità biologica umana , perché alle azioni dell ' ambiente esterno noi rispondiamo con tutto il nostro io e non con una parte soltanto . Gli antichi , parlando di quest ' unità bio – psicologica umana , distinguevano diversi temperamenti , che rapportavano a quattro tipi principali : sanguigno , bilioso , linfatico e nervoso . L ' insegnamento dell ' antica medicina , fondato su d ' una millenaria osservazione , fu lungamente dimenticato , quando da un certo tempo si è ritornato al concetto dei temperamenti , cioè delle modalità bio – psicologiche umane , tentandone nuove distinzioni e novelle interpetrazioni , fra le quali è notevole quella d ' un scienziato italiano , che dei temperamenti ripone la causa nella costituzione della crasi sanguigna . Per quanto ingegnosa la spiegazione , a me pare che la crasi del sangue sia una parte del temperamento e non la causa , onde io credo che : il temperamento , inteso come costituzione dell ' unità bio – psicologica umana , esiste ; che le quattro specie degli antichi sono vere , sebbene raramente si presentino nella loro purezza , prevalendo le nuances ; in fine , che il temperamento dipende da condizioni di eredità , di nutrizione , di mezzo nel quale l ' organismo si svolge ecc . : ossia prevale in esso il mezzo generatore materno e paterno ed atavico nonché le condizioni posteriori di svolgimento dell ' organismo . In una parola , il temperamento rientra nei misteri , per ora impenetrati , della generazione . L ' ambiente che agisce sul soggetto e ne determina le reazioni , è fisico e sociale , organico ed inorganico . L ' ambiente fisico – tellurico è quello che io chiamo primigenio , che à agito dapprima sull ' uomo e che à dovuto avere gran parte nel primo abbozzo del carattere etnico . La razza ch ' è come un gran serbatoio di energia e di carattere , ch ' è come una grande forma e dà la prima fisonomia ad un popolo ; la razza , secondo me , è effetto dell ' ambiente fisico , della parte di terra che si abita , del clima nel quale si vive , d ' una data forma di fauna e di flora in mezzo a cui si combatte la lotta della vita . Prima che l ' ambiente sociale sia sorto e sviluppato , l ' uomo subisce e reagisce all ' ambiente fisico – tellurico , in modo diverso : cioè , i popoli selvaggi adattandovisi , i popoli civili modificandolo . Così avviene che alcune tribù esquimesi , viventi in clima freddissimo , mostrano un ' indole buona , laddove nei popoli , dal clima tropicale , sorge il fiore della contemplazione ascetica , quell ' eterno bisogno dell ' estasi che sciolga le membra e culli la mente * . Così , le prime civiltà sorgono nei climi caldi e poi lentamente emigrano verso i climi freddi , perché , quando l ' uomo non à ancora sviluppato né arti , né industrie , né prodotti sociali , egli à bisogno di climi fertili , di molta luce e di molto calore , donde il sistema nervoso tragga la necessaria energia che lo prepari alla lotta della civiltà ; à bisogno delle vaste raccolte d ' energie latenti , che porterà nei climi freddi , durante il suo pellegrinaggio dal sud al nord , dall ' oriente all ' occidente , spinto sempre dalla lotta per la vita * , quindi , le grandi civiltà nordiche , nelle quali si prepara il destino del mondo , sono figlie delle terre che il sole amorosamente bacia in fronte coi suoi più caldi raggi e dove più ricca vegeta la flora e prospera la fauna . L ' ambiente climatico – tellurico dà ad alcuni popoli la meschina statura , ad altri l ' indole guerriera e à spinto i nostri antichissimi avi alla pastorizia e all ' agricoltura . L ' Olanda è un paese di sotto il livello del mare ; la lotta , adunque , tra il mare che vuole sommergerla e l ' uomo che non vuole che sia sommersa , è eterna e secolare e dona , di certo , un ' impronta particolare al carattere * . I profughi delle continue invasioni barbariche , cacciati nelle lagune venete , trovarono , nelle condizioni telluriche , la spinta a darsi al mare e divenire una delle più celebri ed industre popolazioni che mai abbiano solcato l ' oceano * . Il Ferrero , in un recente libro sull ' Europa giovane , à lumeggiato la psiche dei popoli nordici : io non ò nessun dubbio che quella tale impronta psichica che il Ferrero attribuisce alla minore passione erotica e al più forte idealismo , non si debba , in vece , attribuire al clima , di modo che il diminuito erotismo non sia che una conseguenza stessa del clima , anziché una causa del vasto e delicato complesso psichico di quel popolo . Ma , l ' azione dell ' ambiente fisico – tellurico , che dicemmo primigenio , appunto perché , da prima ed in modo assoluto , agisce sull ' uomo , si va attenuando , pur rimanendo sempre senza potersi cancellare . I prodotti superorganici dello Spencer , i prodotti storico – sociali , ànno appunto questo scopo : attenuare l ' adattamento passivo dell ' uomo all ' ambiente , sostituendovi un adattamento attivo , per il quale l ' organismo non si modifica , secondo l ' ambiente , ma resiste all ' ambiente senza modificarsi o modificandosi poco . I popoli selvaggi sono dotati al pari degli uomini primitivi d ' una insensibilità psico – somatica : resistono al freddo ed al caldo , alle intemperie , alle privazioni : tutta questa insensibilità è un vasto adattamento passivo dinanzi all ' ambiente ; l ' uomo civile , in vece , resiste all ' ambiente senza piegarvisi : egli non à bisogno di sviluppare una insensibilità psico – somatica , ma , con i p rodotti superorganici : vesti , case , cibi provvede alla propria conservazione nella lotta contro il suolo e contro il clima . Ma , se l ' azione dell ' ambiente fisico – tellurico si attenua , non scompare mai e , inoltre , prepara la possibilità e l ' abbiamo visto poco fa d ' un più vasto , complesso e plasmatore elemento : l ' ambiente sociale , a cui poi succede lo storico e dei quali il primo è fatto dal proprio gruppo sociale e dagli altri , coi quali si viene in contatto , il secondo è distinto dalla possibilità di tramandare le esperienze proprie e le altre della razza e della specie , non più con il mezzo labile della memoria , ma con quello più certo e sicuro della scrittura , facilitando così la futura evoluzione della razza * . Al carattere , adunque , da prima plasmato dall ' ambiente fisico – tellurico , s ' aggiunge la tornitura dell ' ambiente sociale – storico , come dopo il primo abbozzo , l ' artista dà l ' ultima mano , ch ' è , sempre , la più delicata e che impronta in modo vivo e parlante l ' opera d ' arte . Nell ' esostoria , principalmente , e nella protostoria è il gruppo sociale che dà la tornitura al carattere : in esso e per esso si formano le prime ideologie , il primo concetto dell ' universo ; di là sorgono il culto dei morti e la religione ; le tradizioni prime e le prime leggende ; le prime arti ed i primi mestieri : il gruppo sociale è il laboratorio di ogni legge morale o tradizionale , in una parola , della prima vita sociale , che si riflette nel carattere e lo forma . Il carattere come tutte le formazioni storico – sociali obbedisce ad una crescente differenziazione : come prima nel gruppo sociale , unico , indifferenziato sorgono le famiglie , così , per entro al carattere del gruppo sociale , sorgono i caratteri famigliari , senza che però l ' impronta sociale vada perduta . Si formano quindi per usare un ' immagine grafica i primi cerchi inscritti in altro più vasto e da ' caratteri de ' diversi gruppi sorge di poi il carattere regionale , nazionale ed in fine il carattere umano , che si viene lentamente formando . Il carattere familiare rimane sempre come quello che dopo il carattere della razza s ' imprime nell ' individuo , vario tanto , quante numerose son le famiglie e che si porta sempre per tutta la vita ed à come le altre forme di carattere una propria tradizione . Ben presto alla forma sociale del carattere succede la forma intersociale , determinata dall ' urto con il carattere d ' altri gruppi sociali . Vicinanza d ' altri popoli , mistione , importazione d ' idee nuove , isolamento , selezione servile ecc . sono tanti diversi modi del carattere intersociale , del modo cioè come i gruppi sociali , vicendevolmente , s ' influenzano fra loro . Sul carattere intersociale molto contribuisce il clima tellurico , o meglio , una parte di questo : la posizione geografica d ' un popolo . La critica storica à studiato quanto i grandi fiumi , i mari interni , i monti inaccessibili o i facili valichi abbiano contribuito a certe civiltà , ritardandole o affrettandole , dando loro questa o quella piega , il tale o tal ' altro carattere * . Il Nilo rese possibile la grande civiltà egiziana , a causa della fertilità del suolo e rese necessarie le prime scoperte geometriche ; il mare mediterraneo fece fiorire , nel suo bacino , le civiltà primeve d ' Europa ; la postura geografica dette alla Grecia la sua grandezza ; il clima colligiano fece sorgere , insieme con altre cause , in Toscana la genialità artistica che nel 1300 tocca il suo apogeo * . All ' innalzamento del carattere collettivo contribuisce immensamente la pressura della popolazione che , addensandosi nelle città , ne fa dei laboratorii di civiltà , ne ' quali le forme vecchie cadono e le nuove s ' innalzano , dimostrando così quanto sia vero che la morte e la vita si toccano , anzi si generano l ' una dall ' altra . Parte dell ' ambiente sociale è la tradizione , la quale agisce sul carattere non solo come predisposizione formatasi lentamente nelle passate generazioni e trasmessa alle nuove , ma , ancora , mantenendo vive e presenti le antiche stratificazioni del carattere , che , normalmente , tendono ad essere soppiantate dalle nuove . Gli è perciò che nell ' educazione riflessa del carattere , secondo i tempi ed i luoghi , secondo gli interessi d ' una casta o d ' una classe , il carattere si tenta formare , ora rievocando il passato , ora cercando di renderlo evanescente . Il Rinascimento non fu altro dal punto di vista del carattere che una rievocazione degli stati di coscienza sepolti , mercé dello studio delle lingue antiche con le quali quegli stati si formarono . La società ritornava , dopo il feudalismo , ad una forma economica che si rassomigliava alla antica e per più rapporti : cioè per l ' individualismo risorgente e per le novelle condizioni del salariato , ond ' è che il pensiero ricorreva e faceva rivivere modificandola alla superstruttura d ' una civiltà similare . Il Rinascimento poté , adunque , arrecare dei frutti , facendo del passato greco – romano , come il punto di partenza dell ' avvenire : il medio evo non era stato altro che un hiatus , tra il mondo antico e il moderno e lo si poteva incerto modo cancellare , se non nei suoi effetti , nell ' educazione delle novelle generazioni . Il mondo , dopo tanto tempo , finiti i terrori della tomba , riabbracciava il concetto della vita in terra . Oggi lo studio di quelle civiltà fatto , specie nei primi anni e quando non si comprende il fine d ' una coltura generale diventa un metodo educativo che non risponde più a ' tempi e alle novelle evoluzioni del carattere : il carattere nuovo che si viene formando parla dell ' uomo e la coltura greco – romana predica il cittadino ; l ' uno parla di amore , di pietà , di miseri da elevare e l ' altra , con Aristotile , dice che la natura à creato i liberi e gli schiavi , gli uni dalla schiena diritta , gli altri dalla schiena curva ; questo predica la pace , quello la guerra ; vi è dunque un ' antitesi crescente . Volere , come si fa nelle nostre scuole , educare il carattere moderno , evocando , prima che questo sia formato , il carattere antico , e in età nella quale i primi insegnamenti plasmano l ' uomo , vuol dire far rivivere nell ' uomo l ' egoismo , che la moderna civiltà tenta di sommergere sotto il peso delle novelle stratificazioni altrui del carattere . Avviene , perciò , che i nostri giovani colti , quando , in altra maniera , non secondino il nascente carattere umano , sono meno moderni di chi o non avendo avuto coltura abbia sentito in sé la voce dei tempi o abbia avuto una coltura meno dotta sì , ma nuova , epperò , nel consorzio sociale , sono dei fossili che nulla sentono di questo mondo che si preannunzia e di cui i primi bagliori illuminano la mente e mettono dentro il cuore una gioia , una speranza da loro mai sentita , né provata . Il carattere dicemmo più in su presuppone un soggetto , che risponda all ' ambiente , e l ' ambiente fisico , tellurico , sociale , che stimoli il soggetto : così le immagini perché si formino àn bisogno d ' un corpo che si rifletta nello specchio , e , cambiando l ' uno o l ' altro , l ' immagine ne verrà mutata . Tal ' è del carattere : esso è la risultante del soggetto e dell ' ambiente e muta col mutare d ' uno o di tutti e due questi elementi necessari . Così è potuto avvenire che ogni civiltà abbia avuto un proprio carattere : il carattere del mondo antico , dal punto di vista morale ed intellettivo , fu una vera concezione chiara e limpida della vita , senza intimità affannose ; dal punto di vista politico , fu una vicenda di lotte economico – sociali nell ' interno d ' ogni città , riposanti ed adergentesi sul lavoro di milioni di schiavi , vero sostrato sociale , che ebbe di quello geologico i movimenti sismici convulsivi . Nell ' età di mezzo il senso della vita è ottenebrato , stanco ; la morte circonda con le sue mille paure l ' esistenza ; una cappa di piombo fatta di fanatismi , di terrori , di ignoranza incombe la mente ; mentre si matura un fermento di classi e di popoli cozzanti fra loro , di invasioni , di lotte tra feudo e plebi , e si formano i comuni : è come una vasta reazione di elementi chimici differenti in una storia immensa che li contiene . L ' età nostra à ripigliato il senso umano della vita , la mente à fugato le tenebre e il sole si è riaffacciato sull ' orizzonte ; ma essa è travagliata da questo nuovo mondo in gestazione che si avanza e di cui porta in sé e il presentimento e i segni precursori . Tante civiltà , adunque , tanti caratteri : ma per cercare questa doppia influenza , ora combinata ora scissa , dell ' ambiente e del soggetto sul carattere , non è poi mestiere di assurgere alle manifestazioni solenni di questo , ma , nelle contingenze della vita quotidiana , gli esempi non mancano mai . Supponiamo d ' avere a soggetto di studio un ragazzo che , nato e cresciuto in campagna , in quell ' ambiente rozzo , ricco di superstizione e così adatto a far rivivere le vecchie stratificazioni del carattere , abbia ricevuta una educazione fina e moderna . Quel giovinetto , ritornato in campagna , troverà lo stesso ambiente , ma egli lo rifletterà in maniera ben diversa . Egli non crederà a ' mille pregiudizii campagnoli , non ne avrà l ' innocenza ignorante e piena di bonomia , il vecchio mondo sarà in lui sepolto sotto i novelli strati che l ' educazione ed un ambiente più moderno avranno saputo creare . I nostri contadini del mezzogiorno d ' Italia non sono , gran fatto , più istruiti di quello che fossero prima del '60 , eppure tra ' più giovani e i più vecchi vi è una differenza di carattere , determinata dal novello ambiente che si è venuto formando intorno alle nuove generazioni a causa dell ' emigrazione , del servizio militare , della viabilità cresciuta , dell ' istruzione appresa , se non per aver letto , per aver sentito leggere . L ' ambiente questa volta si è cambiato , riflettendosi sul soggetto e creando un carattere nuovo e diverso . Il carattere , ha detto il Sergi , è un organismo fatto di strati : strati antichi e recenti , acquisiti dalla razza e dall ' individuo . Una porzione di questa stratificazione appartiene alla razza , al plasma zoologico o zooplasma , un ' altra è propria della specie e su di esse poi si innalza il carattere etnico , ricomponendosi di nuovo nelle sue varietà , forma il carattere umano . La reazione agli stimoli esterni , con una crescente differenziazione di funzione e di struttura , con la formazione della memoria organica costituisce la nota caratteristica del plasma ; l ' impiego e la formazione crescente dei centri neuro – psichici sono la caratteristica della specie umana ; il modo diverso dell ' applicazione della psiche diretta a modificare l ' ambiente tellurico , creando il novello ambiente sociale , costituisce il carattere diverso di popoli e di civiltà ; finché il ricomporsi da ultimo de ' vari strati sociali in una in cui , scomparsa la folla intersociale , si sia ottenuta la solidarietà dell ' umana famiglia , volta a domare la natura , costituisce il carattere umano , che si viene formando . Su queste grandi stratificazioni , altre , di minore importanza , se ne intercalano , come , in mezzo alle pagine d ' un libro , si trovano carte volanti , che non ne guastano né il senso , né l ' unità . Noi portiamo , per es . dagli strati inferiori della razza il terrore religioso , il senso del soprannaturale , così vivo e presente , nei momenti di crisi dell ' animo ; e , non solo il terrore religioso , ma tutta la vita psichica noi la portiamo come un ' eredità ed una stratificazione del carattere della razza ed il Sergi lo à ben dimostrato : fra la psiche umana e la animale ci è solo differenza qualitativa , non quantitativa . Il carattere della sociabilità , che si trova è vero in alcuni insetti come le api e le formiche , tra i vertebrati inferiori , tra gli antropoidi , nell ' uomo tocca il suo maggiore sviluppo : esso è un carattere della specie a preferenza ; così , su questo carattere , per eccellenza umano , s ' innalzano i varii caratteri etnici . I popoli nordici d ' Europa , il popolo germanico ed anglosassone , portano come impronta etnica un elevamento della massa , una coordinazione degli individui tendenti ad assommarsi nel lavoro collettivo delle grandi masse ; il popolo latino à , come propria impronta , l ' individualità gigante ed isolata ; esso non è come una foresta di virgulti , che non cede e che resiste , come il popolo nordico , ma una quantità di alberi d ' alto fusto , che il vento abbatte e la pioggia flagella . Ma strati della razza e della specie , strati etnici ed individuali , strati acquisiti e congeniti si organizzano , negli uomini e nei popoli normali , in un tutto compatto ed evolutivo . L ' arrestarsi in uno strato senza aggiungervene dei nuovi ; aggiungerne dei nuovi senza cementarli sui vecchi i quali risorgono : son queste due forme patologiche del carattere : la prima è una forma ritardata , d ' arresto ; la seconda di disorganizzazione , degenerativa e tutte e due costituiscono la forma patologica del carattere così d ' un individuo come d ' un popolo . Studiare , adunque , il carattere d ' un popolo importa conoscere la sua statica e la sua dinamica psichica , il modo di pensare e di sentire ; conoscerne gli strati antichi e i recenti ; vedere come sul fondo comune del carattere della specie si sieno venuti maturando gli strati di quel dato popolo , i quali , assommandosi ad unità , àn formato poi quel che si chiama carattere individuale ; ed importa , infine , comprendere come questo se può , patologicamente , rimanere invariabile è sommamente progressivo . Così si valuta il carattere d ' un popolo rispetto a quello degli altri , cercandolo di sospingere se arrestato o regredito maturando , dalle vicende storiche , le nuove formazioni . Tale esame noi faremo , nei seguenti capitoli , rispetto al carattere del mezzogiorno d ' Italia . CAPITOLO II . IL CARATTERE MODERNO Il carattere , inteso in senso largo , è un modo di rispondere alle azioni del mondo esterno , che ci circonda da ogni parte , come l ' aria che respiriamo ; che ci affatiga , ora in modo visibile , ora in modo inavvertito ; che , a certi momenti , ci dà l ' illusione d ' una padronanza di noi stessi ed , a certi altri , il senso d ' una tirannia che bisogna o subire adattandovisi o esserne sopraffatti ; ma che agisce , di continuo , su di noi , provocando reazioni ora leggiere , ora vive e possenti , le quali possono essere o come d ' una sola impronta , che le distingua tutte ; o possono essere variabili come tanti tocchi usciti da diversi pennelli , ognuno dei quali rifletta un momento psichico diverso . Ma questo stato dell ' animo che consiste nel rispondere , in modo vario e diverso , agli stimoli esterni fu un tempo , ed è ancora , presso la gente incolta , il fenomeno normale che viene , col precetto educativo , sostituito dall ' altro per il quale , componendosi ad unità gli stati di coscienza , la reazione della psiche diventa sempre uguale ed uniforme ed inspirata e diretta da un sentimento e da un pensiero , utili alla specie . La psiche è divenuta , così , come un istrumento musicale , in cui ogni tasto riproduce la sua nota , quella e non altra ; e tutte si combinano in una solenne armonia . Questa rispondenza agli stimoli dell ' ambiente , sempre uniforme ed elevata , sempre diretta all ' utile della razza , costituisce come un suggello , che à ricevuto il nome di carattere , carattere per antomasia , quello che merita davvero di essere stimato e pregiato . Una strana illusione ricaccia questa forma evoluta e superiore del carattere , nella giovinezza dell ' umanità , così come vi ricaccia l ' imperio della bontà e della felicità umana . Strana illusione che à sempre tormentato l ' uomo ! l ' immagine dantesca dei condannati a portare il capo rivolto in dietro , per aver tenuto l ' occhio troppo fiso nell ' avvenire , è stato sempre la condanna dell ' umanità : i pagani credettero nel regno di Saturno ; gli ebrei e i cristiani nel paradiso terrestre ; i romantici volsero l ' animo al medio evo ; i neomistici alle sorgenti del cristianesimo ; Rousseau Réclus , Krapotkine allo stato primitivo di natura . È un errore umano nelle forme senili di mentalità tener l ' occhio fiso nel futuro trasportandolo nel passato , pari a quello di chi guardi in un lago , riflesso sotto a ' suoi piedi , l ' immenso cielo stellato che si svolge di sopra il suo capo . La concezione del carattere à subito questa illusione : noi immaginiamo che esso debba ritrovarsi nel passato e lo rievochiamo , quando ci è dato ; cos ' è infatti , la nostra educazione classica ? Ma il carattere è riposto nell ' avvenire : è come la stella che brilla da lontano e che a noi manda ben pochi raggi , ma della quale un giorno potremo essere illuminati , se come il giovane di Longfellow sapremo ascendere la montagna con il motto fatidico sulle labbra ; excelsior ! Epperò il Bellamy , che à descritto la vita dell ' anno duemila , come di già di trascorso , smagando ad un tratto l ' illusione , finisce così : il duemila non è dietro di noi , ma innanzi : esso verrà presto , se sapremo conquistarcelo . Il futuro carattere umano non avrà né la impulsività morbosa , né l ' odio al lavoro , doti un tempo dell ' uomo selvaggio ed oggi riviventi nei criminali e nei bambini * . Esso si svolgerà verso una crescente stabilità e sarà diretto sempre al bene proprio ed altrui , non tanto però che di quel che fu in passato non resti traccia , giacché le formazioni storico – sociali , al pari delle biologiche , son fatte a strati , di cui gli inferiori possono risorgere o permanere . Ma , non ostante le forme inferiori del carattere , l ' evoluzione progressiva di questo non si è mai interrotta , divenendo sempre più stabile , normale ed uniforme : di modo che mobilità criminosa od indifferente è la nota d ' un carattere superiore , e verso questo carattere ideale , forse irraggiungibile , si muove il carattere moderno . Il carattere , però , se è qualcosa formato di pensiero e di sentimento , di una statica e d ' una dinamica , è ancora un riflesso , non puro e semplice , ma vivo e soggettivo dell ' ambiente : se il carattere moderno è tale che muove verso l ' uniformità , come successione ed impronta ; verso la normalità come fine ultimo , molta parte n ' è dovuto all ' ambiente . Il suo studio presuppone , quindi , la disamina dell ' ambiente sociale moderno , della statica e della dinamica dalle quali si viene formando la tendenza , lo spirito informatore . L ' ambiente sociale noi lo dicemmo si viene determinando per opera dell ' ambiente tellurico e per l ' istinto sociale che l ' uomo porta in sé , come eredità della razza animale , a vincere e a combattere la lotta per l ' esistenza . Prima ancora che le forme animate salgano fino all ' uomo , nel mondo vegetale stesso , la società è uno dei mezzi della lotta per l ' esistenza . Le prime società animali e vegetali indifferenziate , i così detti cenobii , che preludiano le società federali di cellule , i metazoi , non ànno altro utile risultato che un aumento di volume che permetta ad un essere di non venire incluso in un altro . Il cenobio à , nelle sue linee fondamentali , questo scopo , al quale si aggiunge l ' altro della divisione di lavoro e del differenziamento di parti . Stabilita la federazione cellulare , differenziata ed integrata quella che a noi pare un ' unità e chiamiamo organismo , nasce il bisogno delle prime società animali . Alcuni articolati , alcuni insetti come le formiche e le api sviluppano le prime forme sociali animali , ma , al disotto di queste , nei piccolissimi funghi , esiste già la forma coloniale sociale e la forma simbiotica . L ' uomo , adunque , porta in sé la tendenza , l ' istinto della socievolezza , l ' ambiente tellurico – fisico lo sospinge e noi vedemmo come le prime forme sociali sieno state grandemente aiutate da ' climi caldi * , onde sorsero i primi gruppi sociali i quali vanno da ' Weddah dei boschi che vivono a coppie , alle orde ancora indifferenziate e alle più complesse forme sociali e i quali sono capaci o di arresto o d ' indefinito progresso , come l ' ovulo che può diventare o un organismo o rimanere , per sempre , una cellula sola . Cresciuto il gruppo sociale e spinto dal bisogno di cibo , si espande , venendo a contatto violento d ' altri gruppi ; è il primo momento d ' una differenziazione nel suo seno , giacché sorge la casta guerriera , in modo prima instabile , poi stabile , definita . Perpetuandosi lo stato di guerra , accanto ad una parte del gruppo che provvede al sostentamento , che bada alla pastorizia o all ' agricoltura , vi è l ' altra che combatte , conquista novelli territorii , uccidendo il nemico . È la lotta per la terra , che poi si trasforma in lotta non solo per il suolo , ma ancora per gli abitanti , che non vengono più uccisi , ma tenuti schiavi . Quando sorge la schiavitù , la società è differenziata in classi , di cui le più basse sono fatte da ' popoli vinti , le più alte da ' popoli vincitori , e porta in sé , non solo una lotta esterna , intrasociale , tra gruppi che assoggettati , di poi , gli uni agli altri costituiscono i primi elementi etnici ; ma un ' altra interna nel proprio grembo tra le classi inferiori destinate alla produzione e allo scambio e le superiori destinate alla guerra o a ' bisogni ideali della società . Accanto a questa lotta ve n ' è altra diretta a strappare alla natura i mezzi della sussistenza e dell ' agiatezza e la quale è combattuta con i dati empirici dapprima , da poi con i mezzi che il pensiero riflesso à saputo creare . Queste tre forme di lotta , si complicano e si confondono : l ' esistenza sociale diventa una lotta contro la natura avara , combattuta da una classe per conto di altre che , ora , adempiono a bisogni intellettivi , ora esercitano funzioni parassitarie : è una lotta in cui ciascuno vorrebbe godere , sobbarcandosi al dovere ingrato del lavoro , perciò popoli tentano sovrapporsi a popoli e classi a classi . Ora non bisogna dimenticare che talora i popoli sovrapposti o le classi superiori ànno rappresentato o un grande interesse sociale o un principio di civiltà , ma , dopo un certo tempo , esse sono divenute parassitarie , in forza del potere politico – sociale che snerva . Né bisogna dimenticare , inoltre , che la lotta contro la natura , fatta con quel dato istrumento di lavoro e sotto quella data pressura sociale , non è stabile , ma varia riflettendosi in tutta la compage sociale , sul sistema politico e sulle superstrutture ideali , onde ogni novella forma economica polarizza diversamente gli animi . Tale lotta sociale , fra le classi e fra i gruppi , è stata sempre aspra e cruenta , e solo ora tende a diventare lotta ideale e ad elidersi . La terra à ricchezze inesplorate , che ben possono essere dall ' uomo ottenute , convergendo le attività , lottanti intersocialmente , contro la natura avara ; il pensiero à donato agli uomini i mezzi come richiedere alla natura sussistenze e ricchezze , purché cessino di combattersi fra loro , sicché le due forme di lotta , intersociale e di classe , promettono di convergere in lotta contro la natura e l ' umanità , differenziata per la lotta dell ' esistenza , per il clima tellurico in tante unità etniche , ricomponendosi con la varietà del genio , formato in sì fortunose vicende , costituirà una sola grande famiglia . Noi siamo all ' alba d ' un gran giorno , quello dell ' umana fratellanza resa sacra dal lavoro di milioni d ' uomini , dalla più grande integrazione , dopo millenarii differenziamenti : i secoli venturi saranno il prisma che ricomporrà lo spettro solare in un bel fascio di luce bianca e luminosa . L ' illusione del passato si concreta nell ' avvenire e chi riflette l ' ambiente sociale di oggi , porta in sé un nuovo senso umano , che i genii e i santi dell ' umanità intravidero , ma che la nostra età vedrà compiuto . La statica moderna della psiche sta nella coltura e nella riflessione del pensiero : l ' umanità à cominciato dal pensiero poco o nulla riflesso , anzi incosciente e irriflesso . Il pensiero , ch ' è una manifestazione lenta della psiche , che , da principio , è una memoria delle impressioni esterne , confuse e poi raggruppate intorno a scarsi centri , che diventano sempre più numerosi e ingranati fra di loro , in ultimo diventa una facoltà che si educa . Nella materia protoplasmatica più semplice ed indifferenziata cominciano ad un tempo sotto lo stimolo dell ' ambiente esterno e vita e psiche . Il plasson reagisce agli stimoli e dell ' avvenuta reazione rimane impressa una modificazione , ch ' è , in sieme , fatto biologico e psichico . Le reazioni posteriori si seguono ed accentuano questa duplice tendenza : la vita una , indifferenziata si biforca in una vita dell ' organismo ed in un ' altra della psiche . Sotto l ' influenza di questa azione continua dell ' ambiente , dalla prima forma di memoria organica , si sviluppa quella psichica : la memoria organica rimane , come il fondo primigenio sul quale l ' altra si è elevata , facendo sì che il cumolo delle esperienze , che formano la memoria psichica , si raggruppino in tanti centri ingranati e distinti , richiamantisi a vicenda . Da questa forma di memoria nasce il pensiero , che è formato da tanti ricordi , particelle elementari del pensiero ; da nuove e vecchie percezioni e da ' legami e dalle relazioni che fra loro intercedono . Il pensiero , fatto adunque così , di fatti presenti e di ricordi , riflette l ' ambiente , ch ' è la sorgente di tutto il nostro mondo intellettivo e lo riflette dapprima , inconsciamente , senza studio : si pensa , perché il pensiero si è ereditato come dote psichica ed à suo fondamento nel protoplasma di cui s ' intesse e deriva l ' organismo . Ma , in seguito , esso diventa autodidatta : se l ' esperienza gli à addimostrato che esso può variare il metodo , per ottenere effetti maggiori di riflessione dell ' ambiente , e se riflettere meglio l ' ambiente vale combattere meglio la lotta per la vita , perché egli di queste nuove acquisizioni non dovrà usare ? Sorge , così , l ' educazione crescente del pensiero : ond e l ' età nostra riguardando e prendendo , come termine di paragone , il pensiero può chiamarsi età del pensiero riflesso , come l ' età antica fu del pensiero incosciente . In senso generico , adunque , in ciò sta l ' evoluzione del pensiero : la statica del carattere moderno è quella del pensiero colto , che dirige ed illumina il carattere . Questa caratteristica è così generale , che essa direbbe meno che niente , se noi non la tentassimo d ' illustrare disvelando a quali concezioni dell ' universo il pensiero riflesso si sia sollevato . Il pensiero dell ' età antiche ebbe del mondo un riflesso che noi riteniamo errato e che si impersonificò in due errori : errore geocentrico ed antropocentrico , onde se il mondo da noi abitato fu creduto centro dell ' universo , l ' uomo fu tenuto come l ' arbitro della natura . Contro di questi due errori , il pensiero riflesso à combattuto le più belle battaglie , dalle geniali intuizioni delle prime scuole filosofiche greche fino al rinascimento italico , nel quale periodo la speculazione è avvalorata dalla ricerca scientifica che si estende dovunque per i rami del sapere e che , oggi , permette di rifare tutta la scienza in unità solenne che muove dalle formazioni astrali e planetarie e , per la scala dell ' essere , sale all ' uomo . Giunto a questo , essa diventa evoluzione psichica e quindi sociale e storica : l ' universo non è più una serie di fatti separati , ma un ordine solo . La caduta dell ' errore geocentrico ed antropocentrico è definitivamente avvenuta e con essa è sorto il concetto che la natura à sue leggi fisse ed immanenti . Lo stesso sentimento religioso , che par contrasti la scienza , rimane , nel pensiero moderno , come continua aspirazione verso l ' ideale e quand ' anco esso si svolga nella forma concreta d ' una qualunque rivelazione , al soffio purificatore del pensiero , perde l ' esteriorità del culto , l ' intolleranza del fanatismo e rimane il campo della fede . Esso che parve un pericolo sociale , una forza d ' arresto nella storia , diventa , in vece , come un mondo che ognuno porta dentro di sé , popolato delle migliori speranze ; è il mondo di qua cacciato fuori del tempo e dello spazio , e così bello e puro quale noi vorremmo fosse questo triste mondo nel quale viviamo . Questo pensiero , adunque , del tutto moderno tende a diffondersi in basso agli strati meno evoluti della folla : è tendenza generale , ma più larga e profonda nei popoli più moderni e si estende a modo di nozione chiara , semplice , certa come pensiero , cioè , positivamente accertato . Su questo sostrato si elevano o tentano di elevarsi le varie colture speciali di arti , professioni , mestieri , scienze : come sul fondo della fede si elevò tutto il medio – evo . In una parola , il pensiero specializzato vive del sostrato generale del pensiero : è questa la tendenza d ' ogni tempo e del nostro del pari ; nei popoli , a larga coltura , si va verificando questo che gli strati inferiori intorno alla concezione del mondo non possono più risorgere : sono come quei morti cui è negata ogni risurrezione , a tale patto il pensiero è un organismo , se no diventa successione di strati caotici . Parallellamente alla statica , si è venuta svolgendo la dinamica del carattere moderno : il sentimento à subito lungo il cammino della vita e della convivenza sociale un ' evoluzione , che va dal sentimento egoistico a quello altruistico . Non già che l ' altruismo sia rampollato come un fenomeno nuovo dall ' egoismo : esso è contenuto , in sieme con l ' altro sentimento inspiratore della vita , nelle forme più semplici protoplasmatiche . La monera , che per eccesso di nutrizione , si scinde in due esseri distinti , compie la prima e rudimentale forma d ' altruismo ; l ' atto della generazione che si complica con l ' ascendere della vita , è la forma primigenia e più elementare d ' altruismo ad un tempo . Essa anzi è legata strettamente alla funzione egoistica della nutrizione : è un distacco di materia , quando mal può contenersi , per ragioni meccaniche , intorno al nucleo : solo , nelle forme cellulari più evolute , si verifica q uella larga partecipazione del nucleo , e del nucleolo , che d ' una funzione , puramente meccanica , ne fan una funzione vitale . Ora , benché le due basi del sentimento : egoismo ed altruismo nascano contemporaneamente e sieno confuse con la vita biologica della cellula , pure l ' egoismo si svolge prima e in maniera maggiore dell ' altruismo , che continua ad essere , per gran parte della scala sociale , ristretto alle funzioni di riproduzioni e dura per un tempo determinato . È un primo gradino dell ' altruismo , fatto di amore e di simpatia fra ' due sessi : anzi , simpatia per il senso opposto e amore per la prole raramente si congiungono in un individuo solo : vi è , come una divisione di funzioni per le quali il maschio sceglie la compagna , la contende con tutti i mezzi di lotta , mentre questa rimane in disparte a concedere le sue grazie al vincitore di quel cruente torneo di amore . Ma se il maschio à , di preferenza , il compito dell ' amore sessuale , la femina à quello della maternità : è lei che nutrisce , che difende i piccoli e , sebbene per un tempo breve , pure è in essa e per essa , che il più forte altruismo , quello della maternità , s ' inizia e si svolge . Il sentimento sociale sorge molto tardi nella scala zoologica e sempre e da per tutto subordinato all ' interesse della specie , cioè ad un egoismo più largo . Le api , che pur ànno un sentimento sociale evoluto , uccidono i maschi quando la prolificazione è compita e costringono gli sciami vecchi ad emigrare , quando i nuovi si sieno formati . Il sentimento d ' amicizia e di fedeltà sorge molto tardi : nella scala zoologica inferiore all ' uomo non è posseduto che da un solo animale , dal cane , e non verso un individuo della propria specie , ma di specie superiore , verso l ' uomo , con il quale comincia l ' elevamento continuato dell ' altruismo . Messo , in fatti , in mezzo ad un ambiente o indifferente od ostile , à dovuto sentire il bisogno di stringersi forte con i suoi simili , per trionfare . La sua esistenza è stata legata ad un sol patto , ad una sola condizione : l ' unione , la vita propria connessa con l ' altrui , l ' altruismo in una parola . Fu , però , un lento svolgimento di questa nuova acquisizione sentimentale , che non dovea distruggere l ' antica , ma rafforzarla . Le civiltà una ad una considerata sono un allargamento ed un ' espansione del sentimento altruistico e camminano per tappe : emozioni familiari , parentali , sociali , umane . L ' emozioni familiari esistono , nelle specie inferiori , ma pertiene all ' uomo ed a ' gradini più alti della civiltà umana averle svolte in quell ' amore , più altruisticamente evoluto , dei figli . I due sentimenti del possesso dell ' individuo dell ' altro sesso , quello che noi diciamo passione erotica e dell ' amore per i figli , si sono completati nell ' emozione familiare , quale la concepiamo adesso , come bisogno di completamento dell ' uomo per la donna , diretto ad ottenere dei figli , che sieno dei due esseri che l ' ànno generato , il più grande affetto , la più immensa passione ed il più forte orgoglio . Al quale sentimento risponde quello della prole . Ma , per giungere a questa altezza dell ' emozioni familiari , per rispettarle ed educarle per sé e per gli altri , quale e quanto lungo cammino ! Da quel selvaggio che fracassò la testa del suo bambino sulla roccia , perché gli avea fatto cadere un cestino di ricci di mare , alla pietà di quelle donne che per il loro bambino , riversano in tutta l ' infanzia sofferente il loro affetto , quale immenso cammino compiuto dall ' umanità ! Connesse con l ' emozioni familiari sono quelle di parentela ( emozioni parentali ) di quella piccola società , nella quale l ' uomo fa i suoi primi passi e nella quale si ritira stanco o vinto dalla lotta sociale . Cos ' è , in fatti , l ' emozione parentale se non un riflesso dell ' amore verso il coniuge e verso i figli , allargato a chi , come noi , vuol bene a questi e n ' è ricambiato ? Non è più l ' affettività verso una persona , ma è la vita affettiva sua da noi vissuta , e la prima forma di parentela comincia dai fratelli e si allarga con l ' estendersi e con l ' intensificarsi delle forme familiari . Solo quando la famiglia à toccato l ' unità monogamica , allora l ' emozione parentale è progredita di pari passo . La parentela fu , nelle prime forme di clan , tutta la società : gens viene da gan , sanscrito , generare ; gens son quegli in mezzo a cui si è nati ; la tribù sorge come unioni di gentes , di larghe famiglie , che si muovono in una sfera più larga , che le abbracci , ma che pure àn fra loro contese e dissidii . Poco a poco le gentes , smettono i matrimoni consanguinei , e s ' intrecciano fra loro come i rami degli alberi in una foresta , come tante onde che s ' intersecano in mille punti nella vastità dell ' oceano * . Appartiene , dunque , a ' popoli progrediti l ' emozioni parentali che dalle classi alte discendono alle basse , dove ancora son poche o nulla sviluppate e su di esse si formano l ' emozioni sociali . L ' emozioni sociali sono dapprima ristrette , legate nell ' ambito della classe e del ceto , limitate nel territorio . È un ' escludersi però di continuo : le classi si semplificano : i loro rapporti perdono l ' antica durezza , mentre le società si raggruppano nelle nazioni . L ' emozioni sociali camminano , così , attraverso una solidarietà crescente : non è ancora , del tutto trascorso il tempo nel quale città sorelle si combatteano aspramente ; che i comuni italiani veniano a guerra sanguinosa , invocando lo straniero ; che Sibari veniva distrutta da Cotrone . E anco oggi , le nazioni con un decrescente odio minacciano di voler scatenare una di quelle conflagrazioni internazionali , che distruggerebbe ogni civiltà , che i più va ri e disparati pregiudizï ànno sconvolto l ' umanità come un mare in tempesta : pregiudizii etnici , religiosi e di classe : ma , su questo mondo che è tramontato o tramonta , scende la pace e dai mille popoli sorge l ' umanità . E ben lo sapete voi , o apostoli dell ' umanità , che , per questo ideale , sfidaste e galera e patiboli : voi razza eterna di Dio , che non avrà mai fine ! Ma il sentimento , perché sia la spinta del carattere , l ' elica della nave , della quale il pensiero è il timone , à bisogno che sia proporzionato allo scopo e normale : un aumento od una diminuzione di sentimentalità importa aumento o diminuzione di volere . Il sentimento perfezionato esige una lunga educazione , che ci allontani dall ' impulsività e dall ' incostanza delle psiche deboli , ammalate . La normalità del sentimento , quanto al contenuto e alla persistenza , è dote dei popoli evoluti , come degli individui completi ed è diciamolo pure una delle doti del carattere . Il genio fu detto è una lunga pazienza , il carattere è un rispondere costante e normale alle reazioni dell ' ambiente ed è adunque questa la dinamica moderna del carattere , il quale , come oggi ci si presenta , in quei popoli che stanno al vertice del progresso sociale , è illuminato da un pensiero , che ri flette la concezione ultima del mondo ; è guidato da un sentimento altruistico e si svolge nell ' ambiente sociale vastissimo dell ' umanità . Vediamo alcuni lati di questo carattere , moderno nel pensiero , altruistico nel sentimento , umano nel suo svolgimento , confrontandolo con le forme inferiori del carattere , superate altrove , od indugiantisi nei popoli bassi e poco evoluti . Il carattere moderno è essenzialmente diffusivo e lo sforzo della coltura d ' una nazione mira appunto a diffondere nei bassi strati sociali , la statica e la dinamica del carattere e con queste il carattere stesso . Nelle moderne società , la coltura à perduto quell ' impronta di privilegio e , non ostante tutte le teorie superumane , essa tende a generalizzarsi ed a pervadere il fondo sociale . Lo stesso sottostrato sociale comprende che può godere dei frutti della società , al solo patto d ' elevarsi ; e quale elevamento migliore , se non assurgendo all ' apice della coltura , in un mondo nel quale l ' evoluzione da biologica è diventata psichica e nel quale in questa direzione tenta evolversi ? Ma l ' elevamento della massa , s ' è indizio della giovinezza d ' un popolo , pure porta con sé un fatto costante : l ' attenuarsi della genialità individuale . Il genio , come pianta che sorge in mezzo a radure , spunta là dove la povertà intellettuale gli si allarga d ' intorno , giacché pare la natura disponga di grandi forze di compenso , e quando un organo vien meno al suo ufficio , una forza di compenso si svolge in un altro . Nel campo della fisio – patologia il fatto è vero ed incontrastato : quando una porzione di cuore funziona male , nell ' altra si svolge una ipertrofia compensatrice ; quando un emisfero cerebrale è distrutto , l ' altro tenta di sostituirvisi . Così , è nel campo morale , quando la massa è poco colta , sorge il genio , il quale si attenua dinanzi alla genialità collettiva . Sia esso fatto vero il rapporto tra genialità individuale e collettiva , sia falso apprezzamento , errore d ' illusione d ' ottica mentale , che fa parere poco alto il genio in mezzo ad una massa dal pensiero evoluto , certo cosa è che l ' osservazione non è nuova , come nuovo non è il fatto che , nelle società vecchie , sorge l ' anticipazione geniale dell ' avvenire che poi nelle società giovani si andrà attuando . Ed a me pare che , s ' è vero che la genialità è fenomeno degenerativo , essa deve sorgere nelle società poco evolute e senili , cioè in un ambiente di degenerazione . D ' altra parte , se il genio precorre i tempi , se egli vede più in là di quanto i suoi contemporanei non possono vedere : l ' attuazione e la comprensione del suo pensiero richieggono uno sforzo maggiore , che la società senile nella quale vive non può impiegare , onde viene a tradursi in pratica in mezzo a collettività giovani e piene d ' energia . In modo non dissimile si comporta la passione : se il genio è uno sviluppo eccessivo d ' intelligenza in mezzo alla mediocrità intellettuale , la grande passione , in mezzo alla scarsezza passionale altruistica , è , come la genialità , un prodotto patologico degenerativo e come questa è un compenso della natura per la conservazione della specie . Il genio e il grande passionato del bene , il santo , non nel senso chiesastico della parola , sorgono in momenti difficili , sono degli individui disadatti all ' ambiente nel quale vivono , sono una forza di conservazione della specie e di perdizione dell ' individuo . Ma l ' elevamento della massa , nel campo dell ' intelligenza e del sentimento , val molto di più che l ' intelligenza isolata del genio e la sentimentalità del santo , e ben lo dice la esperienza storica della civiltà che arride non a ' popoli decrepiti , inondati dalla luce del genio e dal conforto della passione altruistica : ma a quelli in cui e pensiero e sentimento sono colti ed evoluti nella massa . Ma ci è , ancora , di più : ogni elevamento della massa intellettivo e passionale si accompagna con una maggiore integrazione e subordinazione degli individui , come nel campo biologico , ogni organismo più evoluto è fatto di parti più integrate e differenziate . Ora , questa coordinazione e subordinazione della massa è segno di superiorità sociale ; è fonte di maggior lavoro sociale : ben può l ' individuo , come nei popoli latini , essere più alto di quello dei popoli nordici , ma la massa latina , troppo individualizzata , val di meno di quegli uomini dal cervello duro ma di più facile cemento connettivale . E nel campo biologico non sono gli animali inferiori quelli in cui le cellule sono meno connesse fra loro , con più largo spazio intercellulare , in confronto all ' uomo e a ' tessuti superiori in cui lo spazio tra cellula e cellula è breve e il tessuto più compatto ? Carattere moderno adunque vale elevamento della massa con maggiore lavoro sociale . Un ' altra dote del carattere moderno è una più larga partecipazione alla vita pubblica : cos ' è essa , in fatti , se non il cozzo delle idee e dei sentimenti che si disputano la direzione della vita sociale ? E , d ' altra parte , queste varie tendenze e direzioni , che potrebbero incanalarsi e divenire manifestazioni anormali , nella vita pubblica , trovano la più alta correzione ; onde dicemmo il partito essere la forma più equilibrata di folla e la vita pubblica il campo delle sue manifestazioni , come , di contro , la setta n ' è la forma patologica . Dove la vita pubblica è più larga , più intensamente vissuta , là la sicurezza sociale è più garentita ed il progresso da settario diventa evolutivo e scientifico ; d ' altra parte , la vita pubblica è tanto più alta , quanto più il pensiero d ' un popolo è moderno e il sentimento altruista . Ora queste due doti formano il carattere dei popoli civili , sicché possiamo inferire che , quando ci troviamo di nanzi ad un popolo a carattere normale , noi dobbiamo aspettarci che esso sia di coltura elevata , di produzione sociale alta , di vita pubblica interamente , largamente ed onestamente vissuta , giacché la onestà nella vita pubblica tende ad un continuo elevamento e se , come dice il Sighele , essa è meno sviluppata della moralità privata , pure , come una spirale , di continuo s ' innalza verso forme più alte . Le antiche democrazie ebbero per la vita pubblica un grande interessamento , ma esse portarono seco un grave danno costituito da quegli schiavi dal sottosuolo sociale tolti ad ogni vita pubblica . Lo schiavo fu un perenne pericolo per quella civiltà , corruppe e fu corrotto e , quando d ' intorno a sé la corruzione prevalse , egli , convertendosi al cristianesimo , propagandolo esercitò , sullo stato , un ' azione dissolvitrice , più pericolosa d ' ogni rivolta servile e Roma , che , a più riprese , trionfò delle guerre servili , non si salvò né dalla corruzione , né dal nuovo orientamento della schiavitù verso il cristianesimo . E conchiudiamo così : il carattere moderno è fatto da una concezione scientifica del mondo e da un sentimento altruista ; si svolge e discende sino alle masse incolte , elevandole ; alla genialità e alla sentimentalità individuale sostituisce la collettiva , ben più grande e feconda di lavoro sociale ; si esplica non solo nella vita privata , ma nella cosa pubblica , elevandone il contenuto morale . Al lume di questo che noi chiamiamo carattere moderno , vaglieremo , nel prossimo capitolo , il carattere del mezzogiorno d ' Italia . CAPITOLO III . IL CARATTERE DEL MEZZOGIORNO D ' ITALIA Nel parlare del carattere d ' un popolo , guardandolo al lume della scienza positiva , dobbiamo avvalerci molto e dalle impressioni ricevute e del dato statistico , e , quando questi manchi , dalle insieme delle prove indirette , che ci sarà possibile poter ricavare . Così è del carattere del mezzogiorno d ' Italia che io ò studiato lungamente , vivendoci dentro , e confrontandolo con quello del settentrione , colto un po ' fuori e molto sullo studio di riviste e di libri . Le vicende della nostra vita politica , letteraria , scientifica , industriale ecc . in somma di tutta la vita nazionale di questi ultimi tempi à messo sempre in evidenza la differenza dei due caratteri e l ' eccellenza di quello nordico sul meridionale ; l ' uno si è andato avvicinando a quello che noi dicemmo carattere moderno , che si va evolvendo , di preferenza , in mezzo alle razze nordiche , l ' altro ne è ancora molto lontano : l ' uno si poggia sul valore della massa e la scarsa genialità individuale , l ' altro in vece sulla massa bassa , depressa , poco coordinata e subordinata e sulla genialità isolata : l ' uno è fatto come una catena di monti , poco , alti , ma che servono bene alle condizioni orografiche del paese ; l ' altro di leggiere ondulazioni in cui s ' innalzano qua e là monti giganteschi che , paiono , confondersi col cielo . Di questo carattere arretrato del mezzogiorno d ' Italia noi studieremo e la parte statica e la parte dinamica . Cominciando dalla statica del carattere , cioè del pensiero diciamo come esso è poco colto , in basso ; unilaterale , in alto . Dopo tanti anni che l ' insegnamento è diventato obbligatorio , noi siamo a tal punto che la massa di analfabeti abbonda . Scorrendo i varï bilanci municipali quel che colpisce è l ' esiguità dello stanziamento per la pubblica istruzione , né mai le somme stanziate , per quanto esigue , si spendono per intiere . Le scuole sono quanto mai si può immaginare d ' antigienico e da quelle scuole si esce miopi , disattenti , scorati come da lunga tortura . Dalle scuole passando a ' maestri alle maestre , la scena non è più lieta : il romanzo d ' un maestro che il De Amicis ci à , con la sua arte , regalato , non è che una verità , anzi , qualcosa di meno ancora della verità . Il maestro non è pagato , è tenuto in una posizione servile , prono a tutte le autorità locali , segno a ire partigiane e , talvolta , diciamolo pure , oggetto di scandalo in paese . La condizione degli scolari non è più prospera : nei paesi vanno a scuola o d ' inverno , o d ' estate quando tacciano i lavori di campagna , spesso affamati , posposti nell ' insegnamento a ' figli dei maggiorenti del paese , e , quando sieno fatti più grandicelli , vengono tolti definitivamente dalla scuola . La stessa istruzione che s ' impartisce è , del resto , così elementare , che , quand ' anco la si desse a dovere , sarebbe di poca o niuna importanza : io , a conti fatti , ò trovato che uscendo dalla scuola si sa solo leggere mediocremente e scrivere poco o nulla : della istruzione moderna e dell ' educazione del carattere che resta mai o meglio che se n ' è appreso che valga d ' essere conservato ? Ora , questa trascuratezza della istruzione elementare di quella cioè che dovrebbe essere a fondamento di tutta la coltura nazionale dipende da due cause che si completano , e che indicano il nostro carattere inferiore . E sono : il pregiudizio della parte dirigente che teme nell ' istruzione un pericolo sociale , laddove l ' esperienza delle nazioni civili dimostra il contrario ; e l ' incoscienza delle plebi che non sa domandare un esatto adempimento della legge sulla pubblica istruzione : cause , adunque , che si completano come in un ingranaggio le tacche di una ruota e i denti dell ' altra . Noi siamo a tal punto che i programmi ed i regolamenti ministeriali ultimi sono d ' una larghezza e d ' una liberalità immensa , dinanzi al gretto ed ignorante metodo dei comuni del mezzogiorno , per i quali l ' istruzione esiste solo come una passività dei bilanci e non come uno dei più importanti servigi pubblici . La coltura poi , negli strati superiori , è monca ed unilaterale : è diretta non già ad avere un fondo di sapere generale veramente moderno , indispensabile sul quale si aderga la coltura specializzata in questo o in quel campo , ma a ribadire la vieta coltura classica , dove si glorifica tutta una civiltà da noi lontana e che dinanzi al carattere moderno dovrebbe sembrarci barbara . Per essa viviamo d ' un tempo nel quale l ' impero della forza , l ' assenza della pietà , il pregiudizio etnico prevalsero sugli uomini : ora , quale meraviglia se , dallo studio di quei tempi , si esca plasmato ad una durezza che i tempi nuovi non comportano e se il sogno dell ' animo non è l ' avvenire , ma il passato ? Questa forma di educazione , nefasta altrove , dove l ' ambiente è pregno di un grande avvenire , dove tutto parla al cuore e alla mente della solidarietà umana ; diventa a mille doppi più dannosa fra noi , dove si vive ancora del vecchio clima storico – sociale del passato ; dove ancora vige la durezza antica dei modi ; dove la forza brutale à un culto ; dove il servaggio si porta come abito confitto nell ' animo ? Ed è dannoso non solo al carattere , ma ancora alla mente : da quella mole di cognizioni imparate in fretta e furia si esce in uno stato di esaurimento mentale , di psicoastenia , come da una lunga orgia nella quale tutta l ' energia giovanile si sia venuta sciupando . In mezzo a questa coltura vieta la sola parte moderna , rappresentata dallo studio della storia e dal patrio idioma nel quale si riflette il genio etnico , è fortemente negletta : assorti nella lingua greca o latina della nostra , delle nostre vicende storiche , delle scienze biologiche e naturali , della sintesi filosofica di tutta questa sorgente di modernità , che ci dovrebbe educare ad essere uomini del nostro tempo , nulla conosciamo . E quando poi ci lanciamo nella vita qual meraviglia che noi portiamo dovunque : in casa e fuori , nella vita pubblica e privata , nella concezione scientifica e filosofica , questa coltura del carattere così antiquata ed egoista ? Epperò , anche in mente d ' una certa coltura professionale alta , vive ancora e l ' errore antropocentrico e geocentrico , quasi e Galileo e Bruno e Darwin e Spencer e Laplace e Herscell fossero mai stati ed abbiano ancora la mente annebbiata dal miracolo , ne siamo assorti alla concezione dell ' immanenza della natura , né al sentimento della solidarietà umana . In vano , adunque , fra noi si cercherebbero le scuole di arti mestieri , viventi in soli pochi grandi centri ; le scuole davvero pratiche d ' agricoltura , non quelle che il governo tiene con scarso profitto ; le università popolari come nella Svezia e Norvegia . Lo stesso sentimento religioso che può essere talora un coefficiente di progresso , come è nelle nazioni nordiche , in ispecie nelle popolazioni anglo sassoni ; che potrebbe portare in sé come una vasta sorgente idealistica ; da noi è stato sopraffatto dal culto , è stato vinto dal fanatismo , onde à costituito e costituisce ancora un forte ostacolo al progresso . È avvenuto , così , che la criminalità è stata da noi a tinte fortemente religiose e lo è ancora , e gli stessi ordini monastici , il presbiteriato , furono un vivaio di reati sessuali . Né potea essere diversamente sotto questo clima caldo infocato , dove i sensi si accendono e la passione divampa e dove mal potea la regola monastica frenare la natura ardente di tanti giovani , indotti a metter la tonaca , di contraggenio per conservare intatta la proprietà * nel primogenito o spinti al chiostro dagli allettamenti d ' una vita comoda , o da passioni vinte , ma non dome , da un momento di sconforto che parea imporre l ' eterno sagrifizio della vita . E , spinti al chiostro , quante occasioni di peccare ! come confessori e come pedagoghi penetravano da per tutto : solo un forte idealismo poteva salvare gli ordini religiosi dalla corruzione , ma questo mancò sempre , onde divennero una delle maggiori pesti sociali . Ed ora , dopo tanto tempo , essi accennano a risorgere ancora senza che si pensi di contrapporre alla loro opera l ' onda purificatrice della libertà : i più non se ne incaricano affatto , i pochi e si dicono liberali sognano nuove soppressioni , tanto la nostra è pur troppo la terra della forza bruta e del bastone . Connesso con la religione e per molti versi , è l ' amore per la donna , che da noi è forte e precoce e che spesso dilaga non per l ' alveo fisiologico del matrimonio , ma volge giù per la china del vizio . L ' amore peccaminoso anzi è , fino ad un dato punto , la regola : abolito l ' ozio monastico con la prostituzione che porta seco , si sono sostituiti gli amori illeciti diretti al solo scopo di mantenere intatta la proprietà familiare nel primo o nell ' ultimo fratello destinato a continuare la razza . E , da questo pervertimento , traggono origine e un crescente numero d ' esposti , d ' aborti , d ' infanticidï e d ' amori contro natura * . E com ' è delle popolazioni inferiori nell ' Italia del mezzogiorno l ' idea del divorzio , la ricerca della paternità , il concetto più largo della famiglia trovano maggiori ostacoli e qua ancora , in nome dell ' onore , si assolvono gli uxoricidi . Il pregiudizio sessuale vive pieno ed intero , come nel medio evo e non vuole sostitutivi . Si può comprendere quale sia la condizione della donna , come ad essa vengano negate le più elementari libertà , come lo sposo sia imposto per calcolo , non scelto per amore : di quale gelosa tortura la si circondi ; come ancora il celibato l ' attenda . Essa è sempre schiava , come a Roma antica o del padre o dei fratelli o del marito o dei figli : in Inghilterra * le Spinters vivono dell ' idealismo di quella forte razza , ma da noi esse sono dannate a rimanere eternamente schiave , all ' ombra della casa , più gelosa d ' un chiostro e più piena di dolore . Solo da un certo tempo le vicende economiche cominciano ad emanciparla , sospingendola un po ' alla fabbrica , un po ' alla scuola ; ma ancora il bisogno economico non l ' à investita , come quercia che il vento schianti e chi sa quanto tempo ancora ci vorrà perché essa combatta le battaglie della sua emancipazione . A così scarsa ; ed antiquata coltura , dobbiamo aspettarci che corrisponda una bassa sentimentalità , ossia impregnata d ' egoismo , giacché la statica e la dinamica del carattere tentano , benché non sempre , di svolgersi parallelamente . In fatti lo scarso sentimento altruistico è la caratteristica del mezzogiorno , non già che manchino le persone amanti del bene , anzi vi sono e lo sentono fortemente , ma il tono generale è un egoismo cieco e feroce , che impronta ogni azione d ' individui o di massa . In vano , perciò , si cerca fra noi quella folla d ' istituzioni umanitarie e le poche che vi sono , vengono dilapidate da ' politicanti di mestieri , che le ànno infeodate nelle loro famiglie , vivendovi su , come una colonia di batterï su di un terreno nutrivo . Da ciò , dal desiderio di godersele , nascono quelle gare delittuose ; quell ' armeggio presso le autorità e i corpi rappresentativi ; quel contendersi furioso di clientele , che , anche quando paia ispirato dal pubblico bene , in fondo à sempre un pensiero nascosto che move . E mentre questo succede , non uno che gridi : i pochi che lo ànno tentato , àn dovuto amaramente pentirsene : gli onesti , che non mancano , sono di una supina rassegnazione , della teoria del lasciare correre . Le forze , che dovrebbero opporsi a questa corruzione così vasta , mancano o sono appena sorte : manca una vasta coscienza popolare , che senta come le opere pie , che i secoli ci ànno tramandato , sieno la sua ricchezza e come meritino d ' essere amorosamente vigilate : la stampa che nei paesi civili è un vero e proprio tribunale della moralità o non esiste o se esiste , è legata a clientele e parla per livore di parte o se è onesta non può vivere e muore . Se la virtù attecchisce così poco nella sua forma attiva , ch ' è quanto dire come spinta al bene e lotta contro il male e vive solo come potenza negativa che si contenti di operare il bene , quanto può e ad altri non dolga : non meraviglia che la ricchezza , il fascino dell ' oro , la possibilità di nuocere , volendo , e di dispensare favori ; che , in somma , la complessa potenza del male , incuta e rispetto ed ammirazione ? In un popolo così fatto , mancano quell ' emulazione e quei contrasti sociali che sono , altrove , la vita , il motore del progresso . In basso manca l ' elevamento del proletariato , che dà fisonomia al nostro secolo , in alto l ' opporvisi cosciente ed illuminato ; in loro vece vi era e vi è ancora una forma antiquata di lotta . Il brigantaggio , di cui sono ancor vivi il ricordo e la tradizione criminosa , non era che una delle conseguenze del vecchio e persistente contrasto sociale : anzi , talvolta , la spinta al brigantaggio era una reazione a delle ingiustizie , in un mondo ancora semifeudale , dove a chi è ricco è , in parte , permesso valersi dei pubblici poteri e della ricchezza in danno di chi gli sta intorno e non è gran fatto prono ad ogni ingiusto volere . Data questa mancanza d ' un potere regolatore , qual meraviglia che dei delinquenti , dei passionali si fossero elevati a riparatori di torti , che , in altra maniera , non si riusciva né di prevenire , né di riparare * ? Oggi , l ' emigrazione è diventata un sostitutivo del delitto : quando i torti ricevuti sono molti e rendono impossibile il poter soggiornare in un luogo , non è nella giustizia che si ricorre , nella quale non si à fiducia , ma si emigra . In altri tempi , si ricorreva al delitto : era una prima spinta su di un terreno , antropologicamente disposto al crimine , di mezzo ad un ambiente nel quale questo esercitava una forte suggestione ; e se al primo crimine altri ne succedevano , si diventava banditi , opponendo prepotenza a prepotenza ; voluttà di comando ad un passato di servilismo ; alla povertà rassegnata una ricchezza spensierata ; ad una normalità non sentita , una criminalità che si portava nel proprio organismo e nella propria educazione . Ma se l ' emigrazione è un sostitutivo del delitto , n ' è spesso un diversivo , giacché è frequente il fenomeno osservato che gli emigranti portano , là dove vanno , una larga delinquenza , sospinti dall ' eredità criminosa , da maggiori bisogni e da maggiore impunità * . Su questa massa ed in mezzo a questo popolo così depresso , la genialità è frequente , più di quanto non paia , perché molte volte rimane sterile e poco coltivata . Ho conosciuto dei contadini che ànno poetato in vernacolo con un umorismo così fine , da disgradarne qualunque più provetto scrittore ; altri ànno portato una nota passionata d ' amore , da ricordare le dolcezze liriche del Giusti ; vi son di quelli capaci di fare dei lunghi calcoli a mente , di mostrare una facile percezione dei numeri , come gente consumata nel calcolo ; altri , in fine , d ' una bontà sovrumana , veri santi in un ambiente d ' egoismo e ricordo , in fine , d ' un pastore che su di un rozzo pezzo di canna era capace di ripetere qualunque inspirata armonia udita e di non dimenticarla mai più . Di sotto a questa genialità si espande una mediocrità , anzi una bassura desolante . Il risorgimento italiano è certamente una di quelle opere solenni , una di quelle pietre di paragone , che le vicende storiche gettano fra ' piedi di un popolo e dalle quali si esce o vinti o vincitori . In quest ' opera dunque , felicemente superata dal popolo italiano , la parte nordica e meridionale della nazione ànno contribuito in modo diverso : l ' uno come popolo a carattere moderno , l ' altro senile : l ' uno con opera collettiva , l ' altro con la genialità individuale : l ' uno con le insurrezioni di tutto un popolo a Milano , a Brescia , a Genova , con la repubblica romana ; l ' altro , con la genialità di un Pepe , d ' un Poerio , d ' un Russo , d ' un Cuoco , d ' uno Spaventa ecc . In vano , però , si cercherebbe fra noi del mezzogiorno qualcosa che somigli alle storiche giornate di Milano : la repubblica partenopea è una pagina gloriosa non di popolo , ma delle individualità più spiccate , della aristocrazia di mente , di cuore e di natali di tutto il napoletano . Il conte di Ruvo che si volta in su per vedere sul suo collo la lama della ghigliottina , è l ' esempio della nobiltà di pochi animi in mezzo alla crudeltà e alla decadenza collettiva : ma , se la massa non à saputo né dare un esempio come quello del conte di Ruvo , né come l ' altro del forte di Vigliena , seppe bene dare il Sanfedismo , i banditi del Cardinale Ruffo , i sostenitori del cesarismo borbonico . Ed è , così , che non a caso , dalle intime latebre della storia , venivano su a galla , in quel periodo fortunoso , la genialità isolata e la bassezza collettiva del carattere . Quando , per l ' infierire della tirannide borbonica , i profughi del mezzogiorno si sparsero in Italia e fuori , riempirono gli animi d ' ammirazione per la genialità e la possente virtù suggestiva dell ' animo loro ; ma , spesso , fu una genialità criminosa che si disvelò più tardi nella cosa pubblica , onde patriottismo dovea significare , a ' giorni nostri , una novella forma di criminalità fraudolenta , per mezzo dei pubblici poteri . Né il genio si è esaurito di poi : agli Spaventa , a ' Settembrini , a ' De Sanctis , a ' Mancini , a ' Pisanelli son succeduti e i Sergi e i Zumbini e i Colajanni e i Fiorentino e i Bovio e i Rapisardi ecc . , gente tutta che à aperto nuove vie al sapere . Ma , d ' attorno ad essi , se son sorti dei gloriosi discepoli , non si è espansa la loro dottrina , la quale , meditata nell ' Italia del mezzodì , si è trapiantata e à messo radici fuori , nell ' ambiente cioè della massa colta , e della scarsa genialità individuale . Né la genialità è stata continua , essa è , come i fenomeni anormali dello spirito , a scatti e a lampi : passano dei secoli nei quali la genialità tace e poi s ' illumina d ' un tratto , come di fuoco che lungamente covò nella cenere : vi sono degl ' ingegni che si mostrarono ad un periodo tardivo della vita , che furono come razzi d ' una durata corta , ma di grande sfosforescenza , o rimasero genii ignorati come Padula e Nicola Sole ; insomma , una genialità patologica , a scatti , a lampi , ineguale , perduta spesso nell ' ozio o nel male , una genialità malata od infeconda : completa talora , ma talora pazzesca . Nessun popolo è , forse , così scarsamente dotato di facondia del meridionale : egli non sa parlare che non mescoli dialetto ed idioma : che non infiori d ' oscenità il suo linguaggio , ma nessuno ha dato oratori così forti ed efficaci quanto l ' Italia del mezzogiorno ; oratori che trascinano le folle , che dominano i parlamenti , le cui orazioni sono degli avvenimenti e al cui incanto non si resiste . Com ' è della genialità , così è della fermezza e della coerenza del carattere : ben vi sono dell ' anime come Niccolò Barbato e come Matteo Renato Imbriani ; ben vi è potuto essere un abbate Toscano , che fa saltare in aria il forte di Vigliena ; ben un Pepe o quell ' ignoto prete di Amantea , giacobino che , preso dalle orde del Ruffo , preferì essere sospeso ad una corda , calato in un pozzo e a chi gli dicea di volerlo salvare purché gridasse : viva la Santa fede , rispondeva : credo , e tuffato nell ' acqua e sollevato non volle arrendersi e preferì essere annegato ; ben vi possono essere di questi Capanei , ma la massa è vile e criminale , pieghevole a tutti i venti , devota a Dio ed al diavolo ; e dianzi a quella dell ' Italia del Nord , è la Vandea che assolve i crimini degli uomini politici , che li favorisce , che passa dall ' osanna al crucifige , sempre prona , sempre pronta a gridare : è morto l ' imperatore , viva il nuovo imperatore : novelli pretoriani di questa Italia di basso impero ! E se vi è l ' altezza dell ' animo assurgente al sacrifizio , vi sono bene in compenso e l ' ingratitudine e l ' invidia e la misconoscenza . Non ci è paese dove le glorie di casa tardano di più ad essere riconosciute : anco quando il battesimo degli estranei è venuto , i propri paesani lo negano e lo contrastano ancora e lo annebbiano quando possono e lo calunniano . E quando poi si cerchi disperdere un ' istituzione fiorente del mezzogiorno o di spregiarla , chi brandirà il piccone o sbarrerà la strada , sarà uno del mezzogiorno istesso : l ' invidia non è essa , adunque , una dote inferiore e noi non siamo gente tale ? La criminalità istessa , ch ' è sempre un carattere inferiore , può essere indice d ' una maggiore inferiorità : essa si presenta d ' una o d ' un altra maniera , mostrando così in mezzo a quale civiltà si svolga e di quale nobile metallo essa sia la scoria . Di criminalità adunque , ve ne sono due : una che è prevalentemente violenta , atavica e che fiorisce daccanto alle forme inferiori di civiltà ed un ' altra che è fraudolente , moderna e vive di mezzo al tipo sociale prevalentemente elevato ed industriale * . La criminalità , nel mezzogiorno d ' Italia , è di preferenza violenta ; in essa predominano i reati di sangue più che la frode ; il delitto rivive in forma atavica come nei popoli barbari e semicivili . Ora , per quanto il crimine sia sempre dannoso , pure , rivolgerlo contro la proprietà , deviandolo dalla persona , è un male minore , che se fosse rivolto contro l ' integrità umana . In tutta la scala della criminalità violenta , noi abbiamo un tristo primato , di contro all ' Italia del Nord : ( Lombroso : Uomo delinquente vol . III ) , alla quale si accompagna una alta morbilità dovuta al tenore inferiore di vita , al latifondo e alla mancanza di opere igieniche ( camposanti ospedali ecc . ) , benché le leggi le impongano su larga . In nessun altro paese , come nell ' Italia del mezzogiorno si sente quanto poco possano le leggi , quando non vi sia una coscienza civile che le faccia osservare , che ne faccia un bene sociale , invece d ' un aggravio maggiore sui bilanci , d ' una novella offa alle camorre locali , d ' una novella disillusione a danno del pubblico bene . La vita , adunque , che si mena nel mezzogiorno , è , solo nella superficie , sfiorata dall ' alito di modernità ; nel fondo ancora è mezzo feudale ; da questo contenuto antiquato credo dipenda un altro carattere della morbilità psichica del mezzogiorno , non so se da altri notata , fatta da forme paranoiche a contenuto antiquato , a fondo religioso o demonopatiaco ; laddove , nei popoli a progresso elevato , son le forme di delirio sociale o politico che prevalgono . Né le condizioni d ' arresto del nostro carattere si limitano alle superstrutture ideali , ma , per quella legge deterministica della storia , scoverta ed illustrata dal Marx , scendono in fino alle condizioni economiche ; si fondano nella sopravvivenza del feudo , nel latifondo che dilaga , nell ' artigianato ch ' è ancora in fiore , nella piccola industria e nell ' assenteismo padronale . Non però la varia e complessa vita moderna : non le leghe di resistenza , non i sindacati , non gli arbitraggi , non le camere di lavoro ; ma , in vece , le confraternite religiose , i circoli cattolici e le società operaie con i loro patroni , più o meno illustri e danarosi , posti talora sotto la protezione dei santi . Nell ' Italia del mezzogiorno vivono come nel medio – evo ancora i contadini sbarbati e con la testa rasa , tranne un ciuffo solo di capelli , e i quali incontrandovi vi salutano e parlandovi vi stanno a dinanzi a capo scoperto e vi vogliono baciare le mani . E , in mezzo a questo rivivente feudalismo , il latifondo stende le sue pianure desolate , a pascolo , grande come lo immenso altipiano della Sila o il Tavoliero di Puglia , dove i fiumi allagano , rompendo le dighe , la malaria avvelena la vita e la monotonia della lenta palude è rotta dalla vista degli armenti , da uomini a cavallo armati , da boari e da pastori e per quelle vaste pianure , corre , con urlo disperato , la vaporiera , unico indizio di modernità , in quelle vaste plaghe della morte . La vita politica non può essere che un riflesso di questa vasta miseria materiale e morale , giacché le cariche pubbliche non sono altro che il pallio , che clientele locali si contendono colla corruzione o col delitto , sedotte dalla bramosia dell ' oro e dal potere . E la corruzione locale si confonde con quella generale dello stato : il partito al potere sostiene , nell ' elezioni politiche , il deputato del governo e ne à in cambio l ' appoggio nella gestione del comune ed è così che corruzione politica ed amministrativa s ' imperniano in una sola grande corruzione nazionale , che si riverbera anco nelle parti sane dello stato . Avviene , perciò che un grosso elettore può ridersi delle leggi ; fare le votazioni nel proprio castello ; mettere , come votanti , e morti ed analfabeti ; far commettere omicidii e non pagarli ; e poi goder fama d ' onesto , ricevere le visite dell ' autorità ed essere dello stato tra le colonne più salde e più sicure e vedere a ' suoi piedi una folla servile d ' adoratori , ognuno dei quali spera qualcosa e sulla sua testa una folla compiacente d ' autorità che trattano , blandendo da pari a pari , come si fa con un amico possente , temuto e permaloso che , se può farci del bene , può farci del male e ben lo sanno quelli che , cittadini od autorità , presero , sia pure forti della giustizia e della legge , a cozzar con lui e ne uscirono o domi o con le corna rotte . Se né la moralità , né la giustizia , valgono cosa alcuna ; se , per salire alle cariche pubbliche , unica e principale condizione è il censo o il favore di chi sta in alto , meraviglia forse , se , traendo da ' fatti una conseguenza , quanto volete immorale , ma logica e seducente , si venga formando una educazione servile e di tornaconto , che rompe la durezza del carattere ? I popoli a coltura inferiore possono avere una fermezza ed una virtuosità rozza , ma dura : ma quando in un popolo , per altri rispetti inferiori , s ' infiltra la corruzione , allora a quel popolo voi avrete tolto ogni qualunque virtù che potea compensare tutto il male d ' una mentalità e d ' una civiltà arretrate . Così , e non altrimenti , è avvenuto del mezzogiorno d ' Italia , nel quale la forza del carattere si è venuta fiaccando in un servilismo nauseante e crescente , in una putrida educazione . Niente è , in fatti , meno tollerato fra noi , che il non piegare all ' esigenze del momento , il non profondersi in servilismi , verso colui che sta in alto , del quale un tempo si è detto male o se ne dirà quando il bisogno è passato ; il non cambiare colore ; il non gridar forte per aver l ' offa , per tacere quando la si è avuta . La virtù attiva , il disinteresse , le lotte nobili per un ' idealità son quelle che ànno e rampogne e sarcasmi , che più destano l ' ira finta o mal celata e che meglio preparano una vita di spine e di dolori . E come non potrebbe esser così , non sono essi gli onesti , i liberi , gli alteri dei disadatti nella lotta per l ' esistenza , in un mondo di vizii e d ' accomodamenti * ? Non già che gli onesti manchino : vi sono e rimangono sopraffatti da ' farabutti , giacché portano seco uno spirito d ' isolamento , di sfiducia , di poca combattività e cercano rifugio dal presente nel passato , non nell ' avvenire . Loro sentono il male , ma non ànno la forza di combatterlo ; quel che possono chiedere a sé stessi è di ritirarsi dal brago , se vi àn messo , inconsciamente , il piede e di vivere in un mondo di pochi amici del loro stesso sentire o lontani da ogni umano consorzio , nel grembo dei propri cari . Mai la virtù è stata così solitaria come lo è nel mezzogiorno d ' Italia ; mai cosa negativamente inefficace ; forse è la sola maniera nella quale possa esistere , forse è il fenomeno della razza dell ' individualità isolata ; forse e vi entra di sicuro è una psicoastenia senile del nostro genio etnico . La stessa unilateralità e scarsezza di coltura fa sì che del putridume che ci avvolge , non si conosca né la causa , né il rimedio : domandate a costoro perché tanta corruzione e vi risponderanno che gli uomini siamo fatti così ; domandate il rimedio e voi sentirete additare il ritorno al passato ; e quando voi parlate d ' un mondo nuovo che si matura altrove , sulle basi di quel progresso che loro detestano , vi chiudono la bocca con quello scetticismo che non ammette risposta e fa cader le braccia . Ma , se fra costoro vi sono delle anime nobili , vi sono ben di quelle in cui è gran parte di sussieguo , che ànno , è vero , un sentimento onesto , ma ammantato di boria e di superbia : una vera iperestesia della onestà , una mania del contatto : sono delle statue , come li ò inteso chiamare e nessun nome pare risponda di più a quel senso di vuota alterezza che li domina . Ma , se nei centri più ristretti è il vizio che si adora , che vince , che domina ; nei centri più grandi sono la mediocrità dottrinale , la mezza coscienza e la mezza moralità : la vernice , in somma , che cuopre la sostanza , che dà la affidanza non il contenuto . Ma ben potrebbe , anco da questa , qualcosa derivarsi , almeno contro le forme più basse e più ciniche del vizio , se le nature meridionali fossero capaci d ' un opera collettiva di coordinazione e di subordinazione e se noi non portassimo , derivandolo da ' popoli inferiori , un orrore del contatto di noi stessi . Ma , il popolo meridionale porta nelle pieghe del proprio carattere , la grande virtù del lavoro : virtù che rifulge in patria e fuori e che è fatta da una resistenza maggiore alla fatica e da una grande sobrietà . Ed è appunto questo tenore inferiore di vita che costituisce la nostra inferiorità morale : per esso ci si accontenta di bassi salarii , che fanno indugiare le forme economiche semifeudali , e fiaccando , nella lotta per l ' innalzamento del proletariato , la resistenza operaia , producendo un logorio più precoce della macchina umana , che impoverisce la fibra , base somatica della virtualità psichica d ' un popolo * . E così che i nostri emigranti àn saputo creare una ricchezza in America , specialmente nelle Americhe latine ; àn saputo colonizzare l ' Africa francese ; àn saputo arrecare ovunque i frutti più duri della civiltà , quelli del lavoro meno retribuito e più pesante ; ma àn sempre stretto di più le ritorte a quei popoli in mezzo a cui ànno lavorato e ànno spezzato nelle mani delle masse operaie , l ' arma moderna della resistenza . Lo stesso spirito d ' isolamento , una delle doti etniche più marcate , à fatto sì che le nostre masse emigratrici si sieno mantenute lontane dalle altre , chiuse in sé , come dice il Ferrero , formando degli isolotti non pure in mezzo alle genti estranee , ma alle italiche , onde quelle correnti di civiltà che l ' emigrazione porta seco , ne sono venute inaridite : sicché dall ' emigrazione ne è derivato metà di quell ' utile che se ne sarebbe potuto sperare * . Un altro lato della psiche meridionale è certamente la mancanza di passionalità alta e stabile : i popoli o vecchi o selvaggi né conoscono la persistenza e la continuità della passione ; né le sanno elevare a quelle altezze vertiginose dell ' altruismo . Voi non troverete , in questa Italia del mezzogiorno , nessuna di quelle lotte collettive per la civiltà , durate per anni , come in Inghilterra e in America ; non le troverete né sul terreno politico , come fu il chartismo , né sul terreno economico , ma neppure nel campo della carità e della previdenza sociale : confrontate i patronati forestieri , le opere delle Spinters , l ' opera d ' un Barnardo con i nostri comitati patronali , fatti per la boria di pochi e per la vanità delle signore , e vi desteranno un senso vivo di dolore e vi chiedete se non sia vero che la civiltà à emigrato da noi , per passare , da ' baci caldi del sole , al ba cio freddo delle neve * . Concludiamo , oramai , così : la nostra psiche è inferiore sia nella statica , sia nella dinamica : essa è fatta di pensiero poco colto e di sentimento poco evoluto : da questo nasce l ' inferiorità del carattere così basso , ma in mezzo al quale s ' innalza la genialità individuale , talora patologica . Se la civiltà altrove è una grande coordinazione e subordinazione d ' individui , costituenti una massa equilibrata , da noi essa è una radura nella quale sornuotano i superuomini come pini in mezzo alle ginestre . Noi viviamo in una forma ibrida d ' economia , come quelle piante che vegetano sulla foce dei fiumi e che son bagnate dall ' acqua dolce e dalla salmastra e vivono vita grama e vanno soggette a facile decomposizione e portano annidato in sé il germe triste e desolante della malaria . Noi non siamo né abbastanza feudali , né abbastanza industriali : non viviamo né abbastanza del passato , né abbastanza dell ' avvenire ; siamo come una nuance , una triste nuance d ' antico e di moderno , di vecchio e di nuovo . Il giorno che sapremo liquidare definitivamente il passato , cacciandolo sotto le nuove acquisizioni della civiltà e sapremo della vita moderna assumere , non solo gli aspetti fuggevoli , ma le intrinseche virtù , noi potremo dire d ' essere un popolo nuovo , giacché la modernità non è che una vece alterna della senilità , sulla quale la giovinezza fiorisce come , sul tronco d ' un albero ; spoglio e scheletrico dal verno , sorride la primavera di mezzo al verde delle foglie ed al profumo dei fiori . Ma son delle opere nelle quali tutte le intrinseche virtù d ' un popolo si disvelano ; di quelle che si riflettono più lungi ancora che non paia ; di quelle che non dovrebbero essere turbati , ma aiutate ad inalvearsi nel mare della civiltà . CAPITOLO IV . IL GENIO E LE VICENDE DELLA RAZZA DI RIMPETTO AL CARATTERE Il carattere dice il Sergi è un organismo : esso à , dunque , una parte ereditaria , derivata , che si cancella raramente per la sostituzione di novelle abitudini alle vecchie : non meraviglia , perciò , se noi diciamo che nella nostra psiche meridionale , nel nostro carattere etnico , noi portiamo l ' eredità ed il genio del popolo da cui deriviamo . Anzi come avviene di popoli che si sono mantenuti puri di mistioni etniche dissimilari , portiamo in noi stessi gran parte dell ' antico genio etnico , sul quale il tempo à poco aggiunto o tolto , rendendo solo più marcate quelle linee , che altre vicende avrebbero o potuto cancellare o mescolare . E cominciamo dal popolo delle cui vene scorre in noi il sangue . L ' Italia del mezzogiorno fu abitata negli antichissimi tempi dagli Osci , a ' quali si aggiunsero gli Elleni . Erano questi nuovi abitatori dell ' Italia del mezzogiorno , una élite della civiltà greca : coloni od emigranti erano i più giovani d ' animo , i più avventurosi che o le vicende patrie o la vaghezza di nuove terre o l ' esuberanza della popolazione la pressura sociale spingeva dal patrio lido su quelle terre così vicine alle loro e baciate da quel mare Ionio , nel quale anco l ' Ellade si cullava . Popolo giovane ed ardimentoso , esso dovea vincere , nella lotta della civiltà , l ' antico osco ; dovea avere del ceppo greco lo spirito esteta , limpido , chiaro . E sotto qual cielo mai , dopo quello della Grecia , tali doti doveano trovare una più larga corrispondenza ? non era il nostro cielo come un grande , un immenso riflesso dell ' animo loro ? E carattere della mente e sentimento religioso , tutto armonizzava con quelle marine d ' un azzurro così dolce e profondo , con quei monti così sereni e aprichi che si disegnano in un cielo tersissimo , dove l ' aria è d ' una trasparenza di cristallo e dove tutto ha una bellezza fatta da una esteriorità elegante di linee , d ' armonie , di colori ? Se accanto alla Grecia ci era un suolo capace d ' avere degli uomini d ' uno spirito limpido ed esteta , pieno di minore intimità passionale , privo cioè d ' una esteriorità bella ma affannosa , ma fatto invece d ' una psiche esteriore , ogg ettiva , armonica , fredda , come un lago che rifletta , immobile , il vasto paesaggio che gli sta d ' intorno e il cielo che gli si svolge di sopra ; se , accanto alla Grecia , ci era un ' altra terra capace di quegli uomini , essa era certo l ' Italia del mezzogiorno , questa che essi chiamarono la Grecia Magna . Popoli d ' una psiche così freddamente esteta o meglio d ' un estetismo esteriore , dovea essere poco passionale : la passionalità è impronta semitica , trasmessa a noi per mezzo del mondo cristiano . L ' idealismo passionale è dote dei popoli unilaterali , di quelli che non ànno né lo sguardo limpido e profondo , né un animo equilibrato ; non è rispetto a ' tempi , la caratteristica dell ' evo antico così poco passionale , così profondamente egoistico , così poco capace d ' una intimità tormentosa del pensiero . Gli antichi non conobbero né una passione possente , né un pensiero tormentatore : l ' amore istesso non ebbe per loro che una sensuale esteriorità : ancora sull ' estetismo non era sorto né il demone della passione umana , né di quella divina , che tormenteranno , l ' uno l ' evo moderno , l ' altro l ' evo medio . L ' umanità antica à ben avuto il dolore fisico , ma non il morale : à avuto , nell ' ordinamento economico , lo schiavo ; nella religione il sacrifizio umano ; nella politica l ' egemonia d ' una classe o d ' un paese sull ' altro ; ma dal dolore fisico non spuntò il conforto delle lagrime , queste perle del dolore ; il segreto martire pieno di fascino , nascerà dal bacio fecondo delle stirpi nordiche e del genio semitico con l ' animo ario e quando la civiltà greco – latina sarà tramontata . Un popolo che ha scarso idealismo , non può sentire che un forte , un esagerato amore per sé , un egoismo senza misura , sconfinato e procelloso come l ' oceano e i nostri padri , i Greci d ' Italia , al pari di quelli rimasti nell ' Ellade sentirono forte e ruggente quest ' egoismo . La loro storia è una lotta eterna : di democrazie e di aristocrazie , che involge la rovina della patria . Quel vate che , di notte , sedesse su ' ruderi delle fiorenti città della Magna Grecia e nella mobile fantasia , nella psiche sua estremamente suggestionata , ne evocasse la vita , sentirebbe quei ruderi parlare ancora di lotte e animarsi di quella vita , così ad un tempo esteta e feroce , di millanta anni e più indietro e di cui è venuta a noi come un ' eco triste e dolorosa . Ma un estetismo così esteriore , sotto un cielo di fuoco , di mezzo ad una razza di nudità non velata , di bellezza meravigliosa , col cuore e con i sensi fortemente accensibili , in una gente dove l ' intimità del sentimento non era sorta ; tale estetismo , in tale razza , sotto tal clima , con l ' arte meravigliosamente plastica e realistica , dovette portar seco un erotismo artistico inestinguibile , favorito da una ricchezza , le cui sorgenti erano perenne opera degli schiavi , accompagnato da un lusso asiatico e da una crescente ignavia . Quando una classe è si ricca , solo un idealismo forte e sano può salvarla dal lusso artistico ed erotico ; ma , noi l ' abbiamo detto , l ' idealismo era fiore che dovea nascere dall ' amplesso nordico – semitico e quest ' ancora non era sorto . Il genio etnico dei padri nostri , quando l ' evo antico finiva , era adunque questo : mente limpida , chiara ; sentimento esteta , ma poco ideale ; egoismo forte irrompente nelle lotte sociali e politiche , ergentesi su di un popolo di schiavi e circonfuso da un erotismo artistico . Questo è ancora , dopo tanto tempo , l ' elemento atavico della nostra psiche , il medio – evo à tolto a noi l ' educazione artistica , né à smorzato , per il lungo buio secolare , il senso estetico , né vi à portato in cambio l ' idealismo . Il medio – evo fu una mistione di popoli e di civiltà e , in questo , egli segnò per l ' umanità il più benefico fatto che si possa immaginare . Da una parte i barbari s ' innestarono sul tronco greco – romano , dall ' altra il genio semitico s ' innestò su quello ario . Dovunque tali innesti dissimilari poterono avvenire e rimanere indisturbati , là un nuovo genio etnico sorse , genio che , dopo una millenaria incubazione , dovea venire alla luce , nell ' evo moderno , con un bagliore di novella civiltà . Di questa feconda mistione etnica dissimilare , cioè di gente di genio diverso , i popoli del mezzogiorno d ' Italia o ne ebbero poco o , avendola avuta in larga copia , per vicende di pregiudizii di razza e di religione seppero in larga parte liberarsene . Avvenne , adunque , che mentre l ' Italia nordica , messa come cuneo fra razze nordiche , fu il teatro di parecchie invasioni germaniche e quindi di mistioni dissimilari che vi si fissarono durevolmente , congiungendovisi con nodi di sangue e di civiltà , l ' Italia del mezzogiorno , così lontana dalle nazioni nordiche , così isolata da ' suoi mari , poté essere un campo di rade e lente scorrerie , che , o non poterono resistervi o resisterono per poco tempo . Ben dal popolo dei califfi , da ' servi di Allah una nuova civiltà , a mezzo il medio – evo , si era maturata , civiltà semitica , che , come un razzo , illuminò di vivida luce l ' Europa meridionale e poi si spense ; da quella stirpe adunque , e in Ispagna e in Sicilia il popolo arabo , ricco di tanto splendore civile , venne a noi , tentando di confondere , in una sola mistione etnica , due razze e due civiltà . Ma il pregiudizio religioso prevalse e uccise , in germe , la futura evoluzione della razza ; la cacciata dalla Spagna degli Abenceras , di cui parlano ancora e l ' Alambra e Granata e Castiglia , non era solo la emigrazione d ' una dinastia , era un tramonto di civiltà . Tutto emigrava con essa e l ' arte e la scienza e la giovinezza , restava solo un fanatismo cupo e feroce e dopo di essa dovea sorgere l ' Escuriale e l ' Inquisizione e Domenico di Gusman . Similmente i Normanni , gli agili navigatori , doveano per breve ora vivere su questa Italia meridionale , nella quale le vicende di razza e di pirateria l ' aveano lanciati : essi erano ben dei popoli nordici , ma non ebbero degli altri la fortuna di un lungo soggiorno fra noi e , quando con essi tramontò la loro stella , tramontò la stella del mezzogiorno d ' Italia . Le vicende storiche che aveano reso impossibile una mistione dissimilare di razze , rese possibile una lunga dominazione del popolo spagnuolo su di noi , durante la quale quel popolo ci comunicò la sua bieca intolleranza religiosa e il suo fasto pieno di leziosaggine , di vanità boriosa , lo spirito parassitario , il fanatismo cieco di Filippo secondo e della Inquisizione , la senilità pazzesca di Carlo V , che non vedea mai nei suoi dominii tramontare il sole e che vecchio e frale si ravvolgeva ancor vivo nel sudario . Una vasta degenerazione venne così ad imporsi su ' lontani nepoti del genio greco ed in vano si contese a lungo , in vano si ribellarono contro l ' Inquisizione e Napoli con Masaniello , e Cosenza con Re Marco , questo brigante così misconosciuto , che facea tremare i viceré spagnuoli e assediava le città ; in vano un patrizio cosentino , Pietro Cicala , scappato dalle carceri inquisitoriali , si rifuggia presso il turco , dive nta ammiraglio di potente flotta e flagella inquisitori e spagnuoli ; in vano , Campanella , il frate domenicano , ordisce una congiura formidabile ; lo spagnuolismo si afferma e con esso l ' Inquisizione , che compie una educazione di servilismo e di corruzione che dura più secoli . In tutte queste tristi vicende della storia , voi trovate la nota della genialità individuale e della mentalità collettiva scarsa . Accanto a Telesio e alla celebre accademia cosentina , che dette tanto splendore d ' umanesimo ; accanto a Campanella l ' utopista e l ' uomo d ' azione ; accanto a questi fiori d ' ingegno e di genialità , è il silenzio d ' una turba ignorante . Gli stessi movimenti religiosi che seducono le masse , per es . il gioacchinismo , meditato nell ' Eremo di S . Giovanni del fiore da quell ' abate che Dante dice dotato di profetico spirito , quel movimento che dentro alle nubi teologiche affermava il concetto dell ' amore universale degli uomini : il gioacchinismo si svolgerà altrove , nell ' Umbria , ma tacerà in Calabria . Ed ancora , dopo tanti secoli , alla alba d ' una futura civiltà , noi siamo , come un tempo , creta greca e vernice spagnuola : noi abbiamo degli Elleni , dei n ostri antichi padri greci , la mente limpida , il carattere apatico , l ' idealismo scarso e mancante ; abbiamo degli spagnuoli la vanità boriosa ed il parassitismo , l ' odio al lavoro che crediamo ci umilii ; degli uni e degli altri l ' erotismo e la corruzione , congiunti con un fattore maturato nella senilità della razza e cioè la genialità individuale e la mediocrità collettiva . Dovremmo dunque rimanere eternamente inferiori ? Se l ' amore di questo mezzogiorno , così ricco di genio , ma così ancora plebeo , non fa velo , pare di no . Noi portiamo in noi stessi delle qualità nascoste : abbiamo , nel nostro popolo , un amore al lavoro , una facile intraprendenza , un ' idealità ed un ardore di lotta , vivo quando dalle meschine lotte dei comuni , dal campo ristretto della nostra cittaduzza , si sappia portare a quello largo della patria e dell ' umanità . L ' ingegno è chiaro come il nostro sole , è versatile come le mille gradazioni di luce e di colore del mare di Napoli , che Virgilio diceva : mirabile semper ; nel nostro carattere vi è , o s ' è smarrito da poco , una forza , una costanza che , se rivolta al male , assurse al brigantaggio , volta al bene , alle lotte civili molto può dare . E , quando i nostri contadini , analfabeti emigrano , portano nelle novelle patrie la gran virtù della bontà e del lavoro : e sono gli umili pionieri della civiltà , quelli cui si affidano i lavori più bestiali e più duri sui quali le rifiorenti civiltà americane sorgono di poi . Spesso , penso che sarà di noi un giorno , quando in mezzo a questo popolo così plebeo , ma ricco di tante virtù , spuntasse un pensiero alto e una fede nuova , che sprigionasse dal cuore la natia bontà e , in vece di farla disperderla infeconda , la inalveasse nel gran mare dell ' avvenire e poi una coltura elevata discendesse ad illuminarne la mente ; e poi ancora la gran virtù del lavoro si espandesse per la forma novella della grande industria : io penso , quando ciò avvenisse , questo popolo , così ricco di idealità e di virtù attive di quale luce non sfolgorerebbe ? s ' è vero che dalla morte balza la vita , perché questa dal putridume presente non dovrà sorgere ? E mi ritornano alla mente quello che il Wircoff diceva un giorno dell ' Italia : la civiltà è l ' onda del mare che ora corre alla riva , ora se allontana . Essa si è allontanata da noi , che vi ritorni spumeggiante e con le mill e conchigliette che porta seco , con le mille monadi che vissero sempre , senza struggersi mai , che a miliardi formarono i continenti e che , con l ' esempio , additano lo avvenire umano fatto di monadi , piccolissime che il numero fa possenti e , che nessuno cataclisma potrà svellere mai ! Se ci è chi desideri un campo di lavoro e di gloria , lo cerchi in questo mezzogiorno d ' Italia dove tutto è da rifare e dove tutte l ' energie possono riescire feconde : dove l ' economia cerca i grandi capitali , dove la mente è avida di coltura , dove il cuore è assetato di giustizia . Non nell ' Africa nera , ma qui in questa Africa d ' Italia , o pionieri della civiltà , portate l ' opera vostra , acciò non si dica di noi che siamo , come i ruderi della magna Grecia , una terra di morti * ! IL CRISTIANESIMO E LE FORMAZIONI STORICO – SOCIALI CAPITOLO I . LE FORMAZIONI STORICO – SOCIALI Le formazioni storico – sociali portano in sé e le origini e le ragioni del proprio essere e la propria infuturazione storica . Un tempo esse furono credute come uscenti dal mare dell ' ignoto , non già dal sentimento conscio od incoscio d ' un popolo , dalla sua psiche etnica , e come distendentisi , per largo tratto di tempo e di spazio , e morienti quando il caso avesse portato così . Tale concezione della storia è , oramai , tramontata per sempre e , a questo falso riflesso del mondo umano , se ne è aggiunto uno più vero , per il quale le formazioni storico – sociali nascono ad un tempo dato , sotto un determinato clima , portano in sé la ragione del loro sviluppo e muoiono quando ànno adempito alla propria missione * . Il cristianesimo , come una delle più larghe formazioni storico – sociali , non si sottrae a questa legge comune , del pari , all e unità bio – psicologiche umane e agli organismi in generale . Gli antichi aveano intravveduto questa norma degli organismi umani e , per quel fatto comune alle mentalità poco sistematizzate e coerenti , mentre credeano nel fato e , dinanzi alle vicende della vita , più gravi e dolorose , più involute sentenziavano : erat in fatis , fata trahunt ; d ' altra parte dicevano che ciascuno del destino proprio era l ' arbitro : quisque suae ipsius fortunae faber est . Era il libero arbitrio riconosciuto come sovrano e la lotta che informa la scienza moderna di liberisti dell ' arbitrio e non liberisti ; di deterministi e non deterministi : questa lotta che , sotto la forma della grazia e del peccato originale , agitò il medio – evo , perso il colorito del tempo , è lotta antica e profonda ed involge un grave problema scientifico , ricco di pratiche conseguenze . La scienza moderna , nel suo indirizzo positivo , à risoluto il problema nel senso deterministico , così nel campo della biologia , come in quello più complesso della psicologia individuale , collettiva , sociale . Vi è un determinismo morfologico che l ' Haeckel * chiama meccanico , casuale , ateleologico ; vi è un determinismo psichico , che bandisce il libero arbitrio ; vi è un determinismo collettivo , storico , sociale che toglie dagli avvenimenti umani le fila della provvidenza . Il determinismo moderno non è né il fato superiore agli uomini e agli Dei , né la provvidenza , ma son le forze naturali ed umane in quanto condizionano sé stesse nei futuri svolgimenti , né sono forze irriducibili , perché l ' uomo li sommette sempre a sé stesso , consciamente ed inconsciamente non importa , ed in questo modo modificandole può davvero essere l ' artefice della propria fortuna , onde la civiltà e l ' educazione mirano ad una lunga preparazione dell ' avvenire , secondo un tipo che ci siamo formati e che in noi si è venuto maturando . A questo determinismo scientifico moderno , diverso dall ' antico fatum e dalla provvidenza medioevale , le formazioni storico – sociali obbediscono in vario modo : ve n ' è di quelle che vere meteore durano un ' ora sul cielo della storia ; ve ne sono di altre che vissero e che vivranno lungamente ; ma , o di un giorno o d ' un ' ora , o rapide come la civiltà dei califfi o lunghe come la civiltà aria o ristrette come la religione di Allah o diffuse come la religione di Budda e di Gesù , esse obbediscono sempre al determinismo storico , a questa concezione originale del pensiero positivo . Le formazioni storico – sociali sono , inoltre , i prodotti più complessi della psiche collettiva nei quali collaborarono parecchie generazioni , e spesso si mescolarono diversi genii etnici : studiarle criticamente importa vederne le condizioni di nascimento e di ulteriore evoluzione : conoscere in quale momento storico è sorta una determinata formazione , quale genio di popolo vi à alitato dentro ; o , se son parecchi genii etnici , sorprenderne il carattere di ciascuno e come in modo mutuo , si sieno influenzati ! Né basta , ma siccome vi è per ogni cosa quaggiù una necessità che la determina e la muove , bisogna che questa necessità storica sia ben nota e determinata ; e se , come accade , la formazione storica – sociale tende ad espandersi , a divenire centro di sismici movimenti , di successive imitazioni , è d ' uopo rendersene conto . E solo , quando questo studio sia largamente fatto , si può dire di possedere d ' una formazione storica una chiara cognizione , quello che Dante chiamava il come e il donde : è questo largo lavoro di critica , di pensiero riflesso , che il nostro secolo fa e che può parere infecondo a chi non sappia come da queste investigazioni del passato s ' impari a conoscere il presente e preparare il futuro , acciò esso diventi formazione storico – sociale predeterminata e non incoscia . Lavoro di critica vale , dunque , lavoro d ' educazione e di formazione dell ' avvenire e conoscenza più ampia della psicologia collettiva , di questa giovanissima scienza . Tra le formazioni storico – sociali , il cristianesimo è una delle più estese nel tempo e nello spazio , se non la più estesa , di quelle che più profondamente ànno agito sulla psiche umana . Ben lo si può sprezzare , come fece largamente il pensiero scientifico del secolo passato ; ben si può imprecare contro di esso come fanno i seguaci del Nietzsche , e tutti i superuomini di questa fine di secolo ; ben lo si può voler cancellare dalla coltura moderna ; ma esso , con la sua suggestione , ci circonda più che noi crediamo e costituisce come il clima storico nel quale , per lungo tempo , si è respirato e vissuto . Ciò non vuol dire ch ' esso sia divino , anzi fu ed è una delle creazioni più umane che si conoscano , che portò in sé una larga messe di principii i quali , in periodi diversi , vennero fecondandosi e quando uno parve morto , l ' altro si accese di nuova vita onde il cristianesimo , ebbe una larga proteiformità , una versatilità meravigliosa , un adattamento immenso . Se vi è qualcosa che nel mondo della psiche , si può rassomigliare lentamente al plasma del Weisman , certo questo qualcosa fa il cristianesimo per l ' infinità di forma che assunse , per la longevità dell ' esser suo , per lo svolgimento meraviglioso dalla primeva umile forma . Questa formazione storico – sociale , nata dal genio semitico , ebbe di questo la tenacia , sotto le parvenze cambiantisi ed ebbe del popolo ario la multiforma versatilità : quasi fosse esuberante per una sola gente , essa tende a diffondersi alle razze mongoloide , australoide , negroide , sicché non è lontano il tempo nel quale potrà vantarsi di essere giunta a quella forma di cattolicità , che à lungamente vagheggiato . Egli avviene , adunque , che dove e come si espande la razza ariana , là si espande la formazione storico – sociale che dal suo contatto e nel suo seno si svolse ; dove penetra la sua civiltà penetra la sua concezione idealistica che del mondo si è venuto formando ; nessuna altra superstruttura ideale è così vasta e può competere con questa che non sia la scienza ; ma quanto del pensiero cristiano non è nella scienza ? quante anticipazioni e divinazioni ardite , che la scienza solo adesso cresima , spogliandole dall ' involucro religioso , non furono enunciate e da molti secoli dal cristianesimo , sia pure in forma mistica ? L ' universalità umana : la vita sacra per tutti , l ' affratellamento degli uomini , l ' eguaglianza sono i culmini del pensiero moderno , ma non furono essi sotto il velo religioso anticipati dalla formazione storico – sociale cristiana , primitiva ? ond ' è che oggi che la scienza assurge a queste sommità ideali , dando loro la severità scientifica , noi sentiamo verso il pensiero e il sentimento cristiano primitivo così puro e così umano , un segreto incanto . Esso fu è vero un movimento antiscientifico , negativista di tutta la concezione filosofica ed artistica del mondo pagano : primi dei barbari , i vandali furono i cristiani * ; ma pure quel negativismo era pieno d ' una passionalità così ardente , d ' uno spirito di sacrifizio così puro , portava in sé un novello concetto della vita così pieno , così confacente a ' tempi ; in una parola , vi era , in quel primitivo formarsi del cristianesimo tanta infuturazione storica , tanto carattere umano che anche oggi , non vi si può accostare , senza rimanerne preso . Il negativismo cristiano non era né una distruzione dell ' arte , né un annientamento della vita ; era in vece una novella concezione ed un novello valore , e , come tutte le modificazioni profonde * , esso parve sul principio una negazione : ed oggi che , dopo tanti secoli , un nuovo concetto della vita ritorna ad aleggiare sulle fronti ; oggi , sentiamo una simpatia viva per quella formazione storica che vi si avvicinò , che ne fu anzi una vera e propria anticipazione . L ' elevamento delle masse , che fu opera e contenuto del primitivo cristianesimo , diventa il contenuto civile odierno e se allora urtava contro il pregiudizio scientifico di un uomo come Aristotile e di tutto il pensiero greco e dell ' orgoglio quirita , oggi urta contro il superomismo del Nietzsche e i sentimenti boriosi di classe i quali sono non meno vivi e forti * . Da questo raffronto ne viene che la suggestione cristiana è oggi diventata più viva che mai e che il nostro pensiero , vinto da certe intime somiglianze , dal presente si rifuggia in quel passato di tanti secoli , del quale in questo studio tenterò la disamina degli elementi formatori . Ma all ' animo , ancora , di chi vive del presente non può non importare la lotta che tra scienza e fede si è venuto impegnando * , lotta che non solo è idealistica , che non solo si fonda nella degenerazione crescente , ma in fondo è vera lotta economica . Io credo che la scienza da tale lotta uscirà vincitrice e ne affida che essa è diventata o diventa il patrimonio ideale di quelle folle nuove che penetrano nella civiltà e nella storia , di quelle folle che rappresentano e la giovinezza e l ' avvenire ; pure , il rinascere della forma vieta della fede quando pareva spenta , e il minacciare tutte le conquiste odierne , non è un tema di poche considerazioni ed interesse , ond ' è che dalla vasta formazione storico – sociale cristiana , conviene a noi derivare i soli elementi umani che contiene , ricacciando il sacro , il rel igioso ed il rivelato nel campo delle stratificazioni sommerse della coscienza : così , adunque , dal passato può derivarsi l ' avvenire . CAPITOLO II . LE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO Il cristianesimo sorse in Palestina non come una casualità storica , ma come una necessità e quando l ' ora era scoccata . Il Rénan , che si è occupato con ingegno forte e penetrante del mondo semitico e l ' ha saputo rappresentare con l ' incanto d ' un ' arte non comune * , à trovato che il sorgere del cristianesimo , in mezzo al popolo ebreo , dipese dal dualismo che il popolo eletto portava nel cuore fra la eguaglianza patriarcale ed il lusso che da Tiro e da Babilonia , sotto il regno del re sapiente , di Salomone , si veniva introducendo . Il semita , in fatti , era stato un popolo eminentemente patriarcale : i suoi antenati ed Abramo e Mosé che altro erano stati se non dei patriarchi , che all ' ombra della tenda aveano lungamente guidato le sorti di quel popolo . La vita patriarcale era non solo una tradizione , ma un carattere etnico . Lo stesso iahevismo lo consacrava nella legge : non era egli scritto , nel libro sacro , l ' anno sabbatico e non era uno dei dieci comandamenti che Ieova avea dettato , fra il coruscare dei lampi ed il fragore dei tuoni , che bisognava amare come sé stesso il prossimo suo ? E quale altro stato potea più lungamente favorire questo sentimento d ' amore , che non fosse l ' eguaglianza patriarcale , alla cui ombra , il popolo eletto avea , per lungo tempo , corso tante perigliose vicende ? L ' idea , anzi , dell ' eguaglianza si confondea con l ' orgoglio smisurato di quel popolo eletto del signore ; se Ieova era il padre di tutti , se Abramo e Giacobbe e gli altri patriarchi aveano dato nascimento a quel popolo , d ' una figliuolanza più numerosa delle arene del mare ; come potea darsi che parte di quel popolo dovea giacersene , nella schiavitù dei propri fratelli ? Orgoglio ed eguaglianza erano due doti similari del popolo ebreo . Ma , quando le vicende storiche semitiche innalzarono , sotto Davide e Salomone , il popolo ebreo a quell ' altezza , che mai più dovea raggiungere nella storia e , da Tiro e da Babilonia , il lusso penetrava ; dalle foreste del Libano un grido di dolore s ' innalzava , in mezzo al popolo eletto ; il senso della eguaglianza pungeva non solo come un ricordo , ma come un bisogno , consacrato nella legge . Il tipo del giusto ma povero l ' ebionim seduceva la mente e da quel popolo oppresso , ad intervalli , dei profeti dei predicatori ardenti , dei vendicatori dei torti sociali , con parole di fuoco , sorgevano minacciando castighi e predicando virtù . E quando né eloquenza irata de ' profeti valeva ad arrestare il crescere vertigionoso della ricchezza e delle ingiustizie sociali , né minaccia di castighi bastavano ad infrenare l ' irrompere del lusso , nasceva nell ' animo del popolo l ' idea d ' un messia , d ' un vendicatore , d ' una redenzione umana che conducesse all ' antica virtù dei padri * . Né , nella storia del popolo eletto , la speranza era nuova : la liberazione era venuta a tempo di Mosé e potea ritornare ancora , benché qui si fosse trattato d ' una liberazione d ' altro genere , di quello che con linguaggio moderno , si direbbe fine d ' una oppressione di classe , vera e propria emancipazione . E i messia non mancavano mai , però nessuno avea mai esercitato un ' influenza che fosse lunga e duratura ; nessuno mai avea trovato i tempi propizii né avea portato in sé una genialità , che gli avesse donato una infuturazione . Se , adunque , il contenuto messianico non era nuovo , il messia vero non era ancora sorto . Il profetismo ed il messianismo , questo bisogno rinascente di novazioni religiose , è un carattere affatto semitico : arabi ed ebrei lo portano nel proprio sangue , ond ' è che Maometto e Gesù ànno avuto , e prima e dopo , degli anticipatori e dei continuatori , ma nessuno che avesse avuto di loro e la mente e la fortuna , né la genialità epilettica del profeta di Allah né la genialità mistica del rabbi di Nazereth . Il messianismo di Gesù fu , nel cielo del mosaismo qualcosa di più che non fosse il buddismo nella religione di Brahma : il buddismo introduceva , nella durezza e fatalità braminica , un principio di sentimento umano , il messianismo di Gesù , in vece , lo trovava nella legge e nei profeti , lo coglieva dall ' animo popolare , e lo enunciava , estendendolo a tutti gli uomini : egli così veniva non ad annullare la legge , ma a completarla . Ma il suo era , ancora , un messianismo nuovo che si introduceva nel ciclo mosaico : il messianismo degli altri profeti era stato almeno nell ' aspettazione popolare un trionfo della forza rivendicante il diritto , così come , in altre contingenze , era stata l ' opera di Moisè in aiuto del popolo eletto . Ma , oramai , i tempi erano mutati : l ' adorazione e lo imperio della forza bruta volgeano al termine ; Gesù , sotto tal punto , non era genio ebraico e l ' animo suo era d ' un ' intimità fatta di dolcezza e di pietà , virtù quasi sconosciuta all ' animo semita . Le massime di Gesù lo à notato il Rénan * non erano nuove : il nuovo , l ' anticipazione , il geniale era nella bontà dell ' animo di chi li ripeteva , nella pietà con le quali erano dette . Egli intese perfettamente la sua singolarità psichica di mezzo al fan atismo mosaico , in mezzo alla durezza farisaica e però si sentì solo , senza famiglia e disse che veniva a compiere la legge dei padri , a portar la guerra , non la pace ; il che contrasterebbe solennemente con tutto sé stesso , se non si pensasse che in quelle parole , rivelava la singolarità geniale dell ' animo suo . Alla genialità del fondatore altri fatti meravigliosamente s ' aggiungeano , perché il cristianesimo nascesse con una larga infuturazione storica . E queste erano le condizioni di Gerusalemme e le vicende dell ' Impero Romano . Gerusalemme , diventata per conquista provincia romana , era entrata nel cosmopolitismo dell ' Impero e veniva così a trovarsi nel contatto etnico più disparato : greci e romani vi affluivano e costituitavano una vita nuova , fino allora sconosciuta . Altre città aveano popolazione più densa e più variata : Babilonia e Roma , di certo e di gran lunga , la superavano ; ma , in Gerusalemme , per converso la vita era più intima , meno corrotta , onde un avvenimento nuovo che vi fosse sorto dovea , di forza , espandersi e rinfocolarvisi , sicché quel contrasto dell ' animo semitico tra la legge dei padri e le condizioni dei tempi , anziché disperdersi , vi si riaccendeva dal riflesso dei tempi e cioè dalla corruzione circostante e dal bisogno di una morale più pura che tormentava gli animi . Lo stato dell ' impero era quant ' altro mai di più corrotto Roma avesse per l ' innanzi attraversato . Non già che nel mondo romano fosse tutto guasto , il sano esisteva , ma rimaneasi come nascosto sotto il trionfo sfacciato della corruzione cesarea che appestava il potere sociale : ed era questa parte sana che portava in sé stessa un forte bisogno d ' elevarsi , di mondarsi da quella tabe invadente , e , insieme con questo bisogno , pullulava un sentimento ignoto agli antichi , fatto di pietà nuova ed insolita , che , come forza di riserva , si contrapponeva al crescente dolore della schiavitù * . Questa dilagava , quei poteri frenatori che l ' aveano resa sopportabile scomparivano e la pietà cresceva . Lo stoicismo era , nelle sue anticipazioni umanitarie , un segno dei tempi , che non usciva , però , dal confine della mente e dello spirito romano ; alla religione pagana nessuno credeva : il pensiero delle filosofie delle primitive scuole greche si cimentava con la religione e Lucrezio Caro metteva gli Dei nell ' olimpo in un ozio beato , che non turbava l ' immanenza delle leggi di natura : il pantheon si apriva a tutte le divinità , segno codesto che nessuno più vi credea ed un ' aspettazione invadea tutti gli animi , i quali come ne ' gravi momenti di crisi sociale o si rivolgeano allo antico , alla prisca virtù quirita , come gli stoici ; o fissavano l ' avvenire cercandovi una fede , onde Virgilio cantava : redeunt iam saturnia regna . Né l ' aspettazione si restringeva a Roma , si espandeva , anzi , fuori : in Palestina Giovanni Battista , nel deserto , spianava la via a chi sarebbe venuto dietro di lui e al quale egli non poteva neppure legare i calzari ; nell ' impero , gli schiavi si riunivano in associazioni di mutuo soccorso e di comune sepoltura ; in alcune famiglie gli schiavi , a differenza d ' altre e dell ' impero che li spingeva al Circo , venivano trattati con insolita dolcezza ; il siro vi portava , dall ' oriente , una speranza , una pace , una rassegnazione nuova della vita , che l ' avvincea al padrone e a ' suoi simili ; un bisogno d ' una religione che fosse più pura della pagana si facea sentire e , vece d ' altra , il monoteismo ebraico si diffondeva . Il messianismo di Gesù non potea venire in momenti di maggiore aspettazione generale : sorgeva dal dolore della schiavitù e dall ' esaurimento dei sensi , dall ' orgia sfrenata , dall ' impero esorbitante della forza , dal fascino possente della virtù . L ' animo avea necessità d ' una dottrina novella che non fosse l ' antica ; la forza non esercitava più il fascino d ' altri tempi e gli stessi schiavi che l ' aveano , più volte , tentata per loro redenzione non vi speravano più ; né delle religioni esistenti o delle scuole filosofiche alcuna potea appagare lo spirito . Lo stoicismo era una solenne consacrazione della virtù ; una dottrina filosofica che più si adattava all ' indole fiera quirita e che potea prosperare solo in quel popolo che avea creato la leggenda di Muzio Scevola . Quei filosofi perivano coll ' indifferenza con la quale i loro maggiori si erano saputi immolare alla patria . L ' epicureismo era una filosofia troppo sci entifica , perché la generalità la comprendesse ; la religione ebraica era monoteista , ma era lontana da quel contenuto di dolcezza e di bontà che soffiava negli animi ed era inoltre religione strettamente nazionale : dunque , se in tali condizioni una religione fosse sorta , avrebbe dovuto , di certo , trionfare , specie se da quel vasto cosmopolitismo , da quella varietà etnica essa avesse derivato disparati elementi e così fu . Ognuna delle razze dell ' impero dette al cristianesimo qualcosa , il germe d ' una infuturazione storica . Il popolo ebreo le dette la condizione di vita , il nascimento , in quel contrasto che portava in sé ; e di poi le dette il fanatismo bieco mosaico ; il popolo greco le dette la sottigliezza filosofica ; il latino il sogno di grandezza universale , la cattolicità ; il tronco germanico , la forma feudale e l ' idealismo , che spogliandola da ogni culto esterno la rifece adorazione di Dio in ispirito e verità . Ogni classe , in fine , dà una impronta propria e una sorgente di progresso : gli schiavi la diffusione e il sagrifizio , le classi alte la conversione ; lo stato la persecuzione e il riconoscimento . Da questo contatto , così vario e fecondo , è sorto il cristianesimo , pieno d ' una larga infuturazione storica , d ' una complessa proteità di forme e d ' una vita millenaria formata nel contatto , nell ' alito di quei popoli che , fin dal suo nascere , vi spirarono dentro . CAPITOLO III . LE INFUTURAZIONI STORICHE DEL CRISTIANESIMO Gesù avea donato al cristianesimo il sentimento più umano , che altri dopo Budda , avesse mai conferito a dottrina filosofica o religiosa , in sieme con una giocondia , mai conosciuta in quel cielo ebraico chiuso e rannuvolato . La sua vita era stata un idillio trascorso fra quei monti della Palestina , dove centinaia di generazioni erano passate e dove tutto parlava al cuore la suggestione strana della vita patriarcale e fra quei monti , in mezzo a quel popolo così umile e semplice , sulle rive di quei laghi , egli era passato con l ' animo pieno d ' una pace calma , d ' una gioia tranquilla , che sarà uno degli aspetti della sua religione d ' amore * . La preoccupazione , è vero , avea turbato gli ultimi momenti di sua vita , il fastidio della discussione acre e pettegola l ' avea tediato e punto negli ultimi istanti ; il vento avea coruscato la superficie del lago , ma era stato un episodio , un ' ora sola della giornata , per quanto l ' ultima e tragica . Gli insegnamenti più belli erano venuti fuori su quel lago , in mezzo a donne e a fanciulli , nell ' intimità di discepoli devoti : la sua non era stata una genialità torbida e meditabonda , ma dolce come uno di quei ruscelli che camminano fra il verde del colle , sempre freschi e sempre chiari . Però la sua morte , che avea impressionato stranamente i discepoli e le donne pietose che lo aveano seguito ; che si era innalzata , per opera di Maria di Magdala , alla passionalità dolorosa della leggenda ; che avea commosso tanti cuori ; quella morte del giusto , così tragica , ben dovea attagliarsi al tono doloroso che dominava il mondo romano e specialmente quella parte che dovea accogliere la parola maessianica . Gesù stesso , nell ' ultime ore , avea vissuto un ' atmosfera di tristezza e di infausti presagi ; avea pianto su Gerusalemme e avea predetto che non vi sarebbe rimasta pietra su pietra ; e la sua tristezza si era riflessa su l ' animo dei suoi seguaci ed ora le stesse vicende politiche pareano avvalorarla , giacché si era nell ' aspettazione triste d ' un vasto cataclisma sociale . La fine d ' una civiltà s ' annunzia sempre come una fine di mondo e già , in quel tempo , gli stessi elementi nuovi e riformatori concepivano la buona novella solo come un adempimento nell ' altra vita . Il mondo era cattivo e sarebbe diventato peggiore , la morte la buona morte il sonno nel bacio di Gesù , potea solo allietare : la vita era , né potea essere altro , che un lungo dolore , una lunga lotta col male , di cui la morte non era che una agonia , un combattimento , l ' estremo dolore extremus labor di una lunga militia . Il sentimento del dolore era adunque penetrato , come un riflesso del dolore universale , come una stanchezza , nell ' idillio di Galilea , che , ben si era chiuso con le nubi affannose della morte di Gesù , e dovea maggiormente penetrare , come dolore e fanatismo insieme , quando il pensiero mosaico irruppe nell ' evangelo . Israele era stato sempre un popolo addolorato : nelle vicende buone o cattive , Ieova avea premuto sul popolo eletto , spingendo l ' odio fino alla settima generazione di coloro che l ' aveano offeso . Egli era stato un dio geloso e vendicativo , che avea chiesto a ' suoi fedeli prove di sangue . I suoi profeti aveano , come Geremia , lungamente pianto : i santi , come David , in mezzo al fasto del trono , aveano dolorato per i falli commessi ; i giusti , come Giobbe , aveano sofferto . I castighi dal cielo erano sempre piovuti , quando il dio era stato irato : il sereno , di raro , avea brillato su quel popolo eletto , amato d ' un amore ombroso e vendicativo . Lo stesso sentimento religioso non era che l ' idea centrale del carattere del popolo semitico , era la forma nella quale il genio etnico si era venuto plasmando e a cui le vicende storiche erano fortemente legate ; fuori o dentro la patria , in guerra di difesa o di conquiste , nei momenti di libertà o di schiavitù , la religione avea soffiato dentro alla storia del popolo ebreo e ne avea costituito lo sfondo . A questo era accaduto quello che accade a ' popoli di origine diversa , messi a contatto fra di loro e agitati da guerre , nelle quali la religione diventa uno stimolo ed un pungolo maggiore alla lotta di razza , al desio della conquista ; l ' odio piglia un aspetto politico e religioso insieme e la superstruttura del di là diventa come l ' idea centrale , intorno alla quale palpita la vita di un popolo . Così avvenne degli ebrei ; così degli arabi e degli Spagnuoli ; degli albanesi e dei Turchi ; degli Inglesi e degli Irlandesi ; così avviene ancora dove prevale l ' antisemitismo , facendo sì che gli ebrei vivano disperatamente attaccati alla legge dei padri loro * . Il fanatismo mosaico era fortemente epidemico e quando gli Elleni – giudaici si convertirono al cristianesimo , vi portarono tutto il fanatismo ebraico , così tiranno , come era loro stato comunicato e come l ' aveano appreso nella sinagoga . E fu una vera forma epidemica , comunicata al mondo ario per mezzo del cristianesimo e fatta di dolore e fanatismo in sieme ; fu un fanatismo doloroso che , dal contatto etnico e dallo spirito dei tempi , si riflesse nello animo ario , di solito sereno e limpido come un orizzonte vasto e senza nubi . Altro fatto ancora dovea avvalorare tale tendenza : l ' idea cristiana s ' impiantava in un mondo ristretto intellettualmente , in uno orizzonte stretto ed ineguale come il campo visivo d ' un epilettico : gli schiavi che lo doveano accettare e diffondere erano , quanto a sviluppo psichico , quello che sono le nostre folle inferiori , degli unilaterali sia passionalmente che intellettivamente ; ora , quando un ' idea , che risponde ad un sentimento profondo , discende sino a gente di mente limitata , vi assume la ristrettezza passionale del fanatismo , quello che io ò chiamato monopatia settaria ed à di questa la virtù del sacrifizio e l ' unilateralità del pensiero . D ' altra parte , il fanatismo che diventa la forza diffusiva d ' un ' idea , può , quando questa idea sia evoluta e giunta ad un grado di predominio e d ' espansione , diventare oppressiva , imperiosa ; può , quando la sia stata fortemente contrastata , diventare come una sorgente di costante reazione , esercitando in una parola , un ' azione simile a quella che venne contro di lei esercitata . Così avvenne del cristianesimo : il fanatismo agì una volta come una forza di espansione ed un ' altra di reazione ; fu come il vento che prima spinge la nave per risospingerla di poi . Martirologio e persecuzione non furono che due aspetti diversi d ' un unico sentimento , del fanatismo ebraico penetrato con S . Paolo e con gli Elleni – giudaici convertiti al cristianesimo e che turbarono la serenità dello spirito ario e fu questo fanatismo cieco , chiuso che produsse la desolazione e l ' arresto intellettuale delle nazioni latine , la tabe che inquinò cattolicismo e nazioni cattoliche , in sino a quando la Riforma irruppe col libero esame , preparando al cristianesimo un ' infuturazione storica novella e richiamandolo alle fonti dolci e serene dalle quali era sgorgato . Ben ebbe la Riforma le sue intolleranze , che furono degli atavismi che doveano cadere vinti , e per sempre , dalla libertà piena e sconfinata , non dalla libertà indifferente dello spirito latino che tutto vede e di tutto dubita , ma da quella libertà passionata , piena d ' idealismo che illumina la mente delle razze nordiche . Se il pensiero giudaico dette al cristianesimo l ' intolleranza e la tristezza semitica , il pensiero greco gli donò la sottigliezza idealistica e il fantastico dell ' indirizzo neoplatonico . Quando il cristianesimo nasceva , od anche prima , il pensiero filosofico greco era in un periodo di decadenza : le scuole monistiche ioniche ed eleatiche erano morte e da secoli ; l ' eloquenza era discesa al sofismo ; la lirica e le altre forme letterarie tacevano e solo , in mezzo alla desolazione intellettuale , sopravviveva il pensiero filosofico sottilizzante , lontano dalla profondità idealistica dei tempi di Socrate o di quella positiva dei primi filosofi . Quella forma che si svolgerà di preferenza a Bisanzio e che sarà detta perciò bizantinismo , come forma frivola di concezione non solo filosofica , ma di tutta la vita , si era da lungo tempo iniziato nel pensiero greco . Il contatto semita porse un incentivo , dette la materia a questa tendenza del pensiero greco , giacché portava in sé il concetto del monoteismo e una folla di concezioni astruse di teologie , di teogonie così difficili a capirsi , così lontane dalla limpidezza del pensiero religioso ario che ben si prestavano ad una effimera ginnastica intellettuale e ad un giuoco di parole , a distinzioni sottili , a quello che , insomma , era allora la tendenza del pensiero filosofico ellenico e dal connubio nacque la gnosi . E quando l ' ellenismo penetrò nel cristianesimo , vi portò la stessa tendenza sottilizzatrice , l ' interpretazione idealistica religiosa . Quale campo , in fatti , più attraente e più ricco del mistero della trinità e dell ' unità e del verbo , temi aerei , facilmente volatilizzabili , intorno a ' quali si potea il pensiero eternamente lambiccare senza mai toccare il fondo ? Questa attività filosofica , che fu di certo , fra le parti più caduche del pensiero cristiano , ebbe pure un ' importanza , che non parmi , sia stata osservata , mantenendo viva la ginnastica intellettiva e facendo sì che del pensiero greco non si fosse disperso l ' ultima traccia , in fino a quando non venne il Rinascimento . In ogni modo , la chiesa portò con sé questo carattere di vuota disputa teologica , fu sempre un eterno scisma interno ed esterno , senza un pensiero profondo , fatto di sottigliezze sostenute con calore settario , spinto fino alle persecuzioni , comparse fin da ' tempi di Ario e di Donato . Il pensiero cristiano latino fu di ben altra importanza : sia ch ' esso tentasse ridurre ad unità intellettiva rigida , forte , il movimento cattolico cristiano ; sia che esso agitasse , sotto parvenza teologica , le quistioni più gravi come la predistinazione e la grazia , il libero arbitrio e il determinismo ; fu pensiero forte e robusto . La chiesa cattolica , che fu il riflesso di questo pensiero , deve adesso la sua unità , che , ancora dopo tanto tempo , ne fa come una di quelle piramidi egiziane contro delle quali si rompe il vento del deserto . Ma , accanto al concetto filosofico cristiano , vi fu un vero pensiero , anzi una vasta letteratura passionale , riflesso d ' un mondo , non meno del moderno , vivo ed agitato . Già fin da ' tempi di Gesù e poco dopo la sua morte , le vicende della sua vita formavano una letteratura popolare pietosa e triste : raccontata in mille modi , scritta in diverse lingue , essa costituì per lungo tempo , il pensiero principale , la suggestione più viva del vasto mondo cristiano . Gli evangeli sinottici , quelli poi riconosciuti dalla chiesa , per veri , non erano che tali tradizioni che metteano capo o a persone presenti agli avvenimenti o a questi vicini * . Ma , oltre i quattro , altri ne esistevano e se ne vanno ogni giorno scoprendo , giacché nessun fatto , così estensivamente ed intensivamente , commosse gli uomini , come quello della vita di Gesù . Nella nostra vita moderna , il flusso delle idee e delle impressioni è così vario , che , anche in persone monoideizzati , un ' idea non può di tanto occupare l ' animo , di quanto l ' occupò altra volta la vicenda passionale di Gesù ; del resto il monodeismo di tanto si accresceva di quanto grande è il numero di coloro che lo portano nel cuore , e in quel tempo i monoideizzati del cristianesimo erano tutta l ' umanità . E poi , quale idea , di mezzo alla tristezza , allo sconforto universale meritava di più di essere sempre presente alla mente e di essere portata nel cuore ? I tempi che successero , non erano fatti per diminuire questa suggestione : Gesù non era morto che da pochi anni e Stefano apriva il martirologio ; pochi anni dopo , Nerone iniziava le prime persecuzioni che si doveano ripetere con un crescendo spaventevole . Vita di Gesù e persecuzioni , per lungo tempo , formarono come un vasto cielo di leggende , in parte vero e in parte apocrifo , che si dilungò per tutto il medio evo e l ' evo – moderno e vive ancora , raccolto negli evangeli , nell ' opere boliandiste e nella psiche della plebe e noi , nello studio sulla folla , lo trovammo . Ma , quando le persecuzioni cessarono , la superstizione , fin allora contenuta dalla suggestione martirologica ed evangelica , dilagò : il pericolo continuo di sé e l ' esaltazione mistica aveano , fin allora , infrenato il lavoro immaginativo , facendolo vivere della realtà , ma , quando questo cessò , gli elementi fantastici donde ogni religione ribocca , si svolsero e attorno al diavolo , all ' inferno , al paradiso , al purgatorio si formò una vasta leggenda , che viene ora amorosamente raccolta dagli studiosi del medio – evo , come dal Graf fra noi , e che si riflesse nell ' arte di Dante e di Milton e degli oscuri artisti che cantarono il viaggio nei tre regni d ' oltre tomba . Intorno a questa superstruttura ideale , il genio germanico lavorò molto : le novelle più tetre , le leggende più cupe sorsero là : nessun clima forse più di quello delle nebbie , delle sabbie nordiche della Germania , degli scogli flagellati dal vento , della patria di Odino e del dio Tor , è più propizio a mettere nell ' animo tante e tali allucinazioni . Vi contribuirono ancora l ' eremo , la solitudine , i sensi martoriati , la lunga astinenza ; quante allucinazioni non soffrirono quei poveri santi che mortificavano la carne e che il demonio tentava e , talvolta non in vano , sotto le forme più procaci di donne ? Sorse , così , quell ' ascetismo feroce che dalla Tebaide si diffuse per l ' Europa : il teschio e le massime più tristi dell ' antico testamento : la vanitas vanitatum , abel abelim , formarono la sapienza somma dell ' uomo e questa ossessione toccò , nel mille , l ' estremo culmine , onde il Rinascimento apparrà con il suo bisogno di vivere e di godere una nuova primavera umana . Ma , il pensiero cristiano fu affannoso ; dopo l ' assorbimento monopassionale , dei primi tempi , nella vita di Gesù e dei martiri ; dopo l ' ascetismo , esso visse di gravi preoccupazioni , le quali di religioso non ànno che l ' apparenza esterna . Tutte l ' eresie risorgenti , tutte le quistioni teologiche implicano una quistione mondana , la più mondana di tutte , la quistione economica . Il comunismo primitivo , vinto dall ' irrompere dei ricchi nel cristianesimo , dopo la concessione di Costantino e sostituito col debitum legale dell ' elemosina a ' poveri , risorse sempre contro la forma feudale : il monachismo non è che una protesta continua contro il lusso e la ricchezza , i profeti del comunismo escono , a volta a volta , da esso ch ' è contro il pensiero chiuso dal cattolicismo , un fomite di potente rivolta . Da ' domenicani usciranno e Campanella e Bruno ; dagli Agostiniani Lutero ; Girolamo Savonarola sarà un frate e la prima eresia verrà fuori da ' conventi , nei quali si sarà conservato il pensiero pagano nei papiri , sottratti al vandalismo e raschiati per scrivervi su il salmo , ma quel pensiero sepolto balzerà vivo , com ' è fama presso i cristiani che i morti risorgeranno nel giorno del giudizio , gettando la pietra sepolcrale . Nella multiformità del pensiero cristiano sta la sua segreta potenza e quando l ' una forma è esaurita , l ' altra risorgerà con una duttilità meravigliosa come immagine che si rifletta in una molteplicità di specchi , ognuno dei quali le dà qual cosa di nuovo , di vago , d ' impreveduto . Ma il pensiero cristiano fu , ancora , improntato d ' una universalità così piena , da essere solo , al presente , sorpassato dal pensiero scientifico e dalla nuova fede sociale che portiamo nel cuore . La cattolicità non era dote del pensiero semitico , ma , in vece , della razza aria ; prima che sorgesse l ' idea cristiana , gli arii aveano avuto una diffusione etnica meravigliosa , la quale non si è ancora esaurita e costituisce l ' essenza delle lotte di razze , che , a taluno sociologo , pare come il filo conduttore delle vicende umane . Popoli d ' altri colori aveano segnato i primi progressi sociali ; aveano creato le più antiche società di cui resti ricordo ; ma quando costoro si erano arrestati o dispersi nel cammino umano , gli arii ne aveano ereditato il contenuto sociale . Nelle piramidi degli Egiziani , che si vogliono sieno stati di razza negroide , i Greci sono rappresentati come barbari mezzo – nudi e con l ' arco in mano ; gli arii furono dunque gli eredi di quel sepolto mondo orientale che precesse , di tanto tempo , la civiltà d ' occidente e che brillò d ' una luce vivissima . I semiti non assursero mai all ' universalità d ' una religione : nella Bibbia sta spesso detto di Dei d ' altri popoli contro a Ieova ; lo stesso monoteismo iavetico era stato preceduto da un periodo politeistico ; e Gesù , predicando alle turbe , non spinse mai il pensiero oltre il popolo eletto : egli ebbe solo in mente l ' universalità semitica , sebbene la sua dottrina contenesse tanta virtù d ' espansione , quanto ce ne fu di bisogno per l ' avvenire . Il primo cattolico del cristianesimo , Paolo , fu quel che noi diremmo una singolarità geniale , che più del genio stesso è destinata ad esercitare un ' azione suggestiva grande e profonda . In fatti se egli à nelle vene il sentimento d ' un fanatismo cupo , educato nelle sinagoghe ; à un ardore , un ' impetuosità di carattere , un bisogno di lotta che soggioga , anche quando non affascina ed à nella mente il disegno dell ' universalità , sconosciuta al mondo semitico , al popolo eletto . Egli impronta di sé tutto il primo periodo cristiano e , dinanzi alla ristrettezza mentale dei primi discepoli , è quegli cui deve gran parte del suo avvenire la idea cristiana . Tempra destinata a sprigionare intorno a sé amori ed odii , come quando i correligionarii lo salvarono in una cesta a Damasco dall ' ira della sinagoga e come quando lo riguardarono con diffidenza e sospetto a Gerusalemme e lo raffigurarono nella leggenda di Sim on Mago e , per lungo tempo ancora dopo la morte , lo tennero in conto di orgoglioso e di superbo , come chi osò appellarsi apostolo , pretendendo che la visione a lui concessa sulla via di Damasco fosse qualcosa di più che l ' essere stato discepolo eletto durante la vita terrena del maestro * . Ma , quando Paolo partì a diffondere il cristianesimo nel mondo latino , egli ebbe un intuito inconscio della universalità dell ' impero romano , di quell ' universalità ch ' era frutto della dote etnica del popolo ario , così largo nei suoi concepimenti e nelle sue civiltà . Non solo il mondo latino dava la dote universalizzante della mente , ma benanco il cosmopolitismo dell ' impero : e , però le prime associazioni cristiane ebbero la costituzione per provincie e per regioni al pari dell ' impero : egli è proprio così , i partiti novatori trovano nella forma politica imperante come lo scheletro della propria costituzione : il cristianesimo non si sottrasse a questa legge . Il pensiero della cattolicità in Roma fu enormemente favorito dall ' essere questa la capitale dell ' impero e lo fu in più modi , sia perché i grandi centri sono il terreno più adatto per preparare e per diffondere le novazioni , sia ancora perché , a Roma , era più vivo , più forte il contrasto sociale tra l ' antica grandezza scesa fino alla corruzione e alla crudeltà e , di contro , il bisogno d ' una vita nuova fatta d ' un forte sentimento umano di pietà . E , in quel centro , così fattamente preparato , la parola di Paolo dovette giungere come un bisogno , un ' interpretazione d ' un sentimento universale , come la voce dei tempi nuovi . Se non fosse giunta ancora , la si sarebbe aspettata con l ' ansia , con il tormento che le civiltà decadenti mettono negli animi di tutti , con quel sentimento vago ed ignoto che non si sa donde venga e dove vada . Ben tosto i cristiani aumentarono fino a costituire una novella forza collettiva nella vecchia forma romana e , quando le persecuzioni cominciarono , a Roma , più che altrove , nel cuore dell ' Impero , dovettero essere più feroci e dovette la nuova maggiormente diffondersene , con quel senso di curiosità e d ' interesse che un fatto della capitale esercitava . Cominciò , quindi , accanto alla vieta gloria di Roma a tessersi il fascino delle persecuzioni e del martiriologio : Roma diventa la città santa del cristianesimo al pari di Gerusalemme e a misura che questo diventava un organismo , anzi il più forte organismo dell ' impero , Roma ne dovea apparire il cervello ed il cuore , e in quale città , più che in questa , il genio ario era diventato universale , in quale più che in questa dovea affermarsi la universalità del cristianesimo ? Sorse , così , il sogno della grandezza terrena del cristianesimo , che dovea poi ing randirsi sino all ' universalità del papato quale fu concipito da una delle menti più alte del cattolicismo , da Gregorio VII , da Ildebrando . Del resto l ' universalità politica di Roma , fu così fattamente legata alla cattolicità del cristianesimo , che quando l ' impero si scisse , dalle novelle divisioni politiche nacquero come tante chiese , quasi con la rottura dell ' impero si fosse fratturato lo scheletro gigantesco della superstruttura ideale cristiana e a Bisanzio sorse la chiesa con a capo imperatori teologizzanti ed iconoclasti ; in Russia lo spirito slavo si compose in una chiesa feroce e incombente sugli animi e sui corpi più della stessa chiesa romana ; la chiesa greca sottilizzante diventò scismatica ed in ultimo il pensiero religioso germanico si spezzò in mille confessioni diverse , che non ànno che un solo punto comune : la Bibbia e una sola autorità : il pensiero che la interpetra . Ma la universalità cristiana non si è spenta : finita d ' accrescersi come universalità di costituzione , come cattolicismo , vive come universalità di dottrina , come apostolato fra i popoli d ' altro colore e d ' altra religione e ancora dopo tanti secoli Cristo , il leo de tribu Iuda , vince ! Ma , il cristianesimo non era stata che una lunga promessa idealistica : Gesù , in fatti , avea a più riprese annunziato che molti dei presenti non avrebbero gustato la morte prima che il figliuolo dell ' uomo non fosse venuto cinto di gloria e maestà ; ma i tempi erano trascorsi , né le promesse messianiche si erano adempiute . A ' giorni erano successi gli anni e la speranza , anziché spegnersi , veniva ricacciata di là dal tempo e dallo spazio : non avea detto Gesù che il suo regno non era di questo mondo e il mille non era detto l ' ultimo anno , nel quale Egli sarebbe venuto a giudicare e i vivi e i morti ? Ma il mille era trascorso , così come erano passati gli altri anni , né le profezie tentavano lontanamente d ' avverarsi , in vece cresceva non la promessa messianica , ma la cupidigia terrena che penetrava dovunque . Il sogno della grandezza terrena era succeduto a quello del millenarismo ; alla Gerusalemme celeste si veniva sostituendo la Gerusalemme terrena . Tutto portava in sé quest ' impronta : Gesù avea detto , parlando con la samaritana , che sarebbe venuto giorno che Dio si sarebbe adorato in ispirito e verità ; ma la sua religione era piena d ' un culto esterno bello , artistico , ammaliatore dei sensi , quale né i primi cristiani né il Iaevismo aveano conosciuto ; Gesù avea cacciato dal tempio i falsarii , ma la simonia appestava la mistica vigna , che più ancora ? i primi fedeli aveano fuggito la carne ed il mondo e questo vi penetrava nella forma più seducente del vizio artistico e del paganesimo ; l ' antico spirito ario , fatto di godimenti estetici e sensuali , trionfava sull ' ascetismo ; ci voleva una riforma idealistica , consona al primiero spirito cristiano e questa la dovea donare il genio germanico , ch ' è così intimamente ideale , così profondamente raccolto . La riforma à un doppio aspetto : in alto essa è fortemente idealistica , si innalza fino al culto libero , fino all ' adorazione di Dio nel proprio cuore , come tempio che l ' uomo porta seco . Quando , in una fede religiosa , manca la costrizione del culto e della forma , essa può sollevarsi , di espansione in espansione , fino alla concezione di Dio , per discendere all ' umanità , formando un vero panteismo umano , e questo è avvenuto della Riforma quale la si svolge in Inghilterra ed in America , nelle confessioni più alte e più libere , nelle menti più ardite . Ma , in fondo , la Riforma non è che un movimento economico : la chiesa avea assunto forma feudale : il feudo era la forma politico – dominante , e la chiesa non si era sottratta a questo colore del tempo , a questa forza plasmatrice : anzi , era divenuto il feudo più possente , dal quale l ' altro l ' impero riceveva l ' investitura : avea visto a ' suoi piedi , a Canossa , l ' autorità feudo – imperiale e nella lotta lunga tra guelfi e ghibellini , la chiesa avea finito per trionfare . Però , all ' ombra del feudo imperiale e ecclesiastico , si era venuta sprigionando una novella forza economica , la borghesia , che rompeva del feudo e la forma e la sostanza , e che come tutte le quistioni medioevali pigliava un aspetto religioso . In Italia essa era lotta dei comuni liberi , in Germania diventò la Riforma , cioè , lotta movente dal desiderio di negare le decime alla chiesa , disconoscendone la leggittimità . La prima lotta della borghesia prese aspetto religioso e fu diretta contro il maggior feudo che esistesse in Europa , la chiesa : solo più tardi , quando la borghesia divenne più evoluta , la lotta divenne apertamente politica e s ' indirizzò contro i due ordini feudali : nobiltà e clero . La Riforma parve , e fu , coi fatti , un rinnovellamento della dottrina di Gesù , che avveniva per virtù delle masse nordiche . In que ' popoli il pensiero e la vita sono affatto collettivi e però tutto è alto , immenso e durevole : nel cristianesimo il fatto non era nuovo : il suo sorgere non era stato che un ' opera di massa , dell ' unica massa , anzi , che , di vivo e di sano , esistesse nell ' impero , degli schiavi . Mai fino a quel tempo la genialità era discesa fino alla plebe per immillarsi ; quel che sarà il carattere delle folle moderne , cioè la genialità diffusa e diffondentesi per opera della collettività umana , ebbe uno dei più alti esempi nel cristianesimo primitivo , negli schiavi . L ' animo loro era , a quei tempi , l ' unica cosa che la corruzione non avea toccato affatto o avea toccato di meno . Tranne e liberti e cinedi , essi erano quanto di vivo esisteva ancora , l ' unica classe ancora capace di virtù . Essi portavano , in mezzo alla degenerazione della razza , una sorgente d ' energia inesauribile , formata da quegli uomini liberi caduti in ischiavitù , che del passato aveano e il ricordo e l ' irrequietezza . Era un elemento perturbatore che si aggiungeva a fomentare le impazienze , rese più forti da ' più crudeli trattamenti , che si andavano escogitando ogni giorno di più . La schiavitù era un vasto mondo , un sottostrato sociale complesso , percorso da varie correnti , agitato da varii sentimenti , come un popolo d ' un multiforme carattere etnico : accanto allo schiavo millenario , al discendente dei primi popoli soggiogati dalla conquista e che la lunga degenerazione aveva reso curvo sin da sembrare ad Aristotile uomo d ' altra razza , erano i liberi divenuti schiavi , vero elemento sobillatore : accanto al romano e al greco , civili , raffinati , di quella civiltà che aveano appreso da liberi o ch ' era scesa sino allora nel contatto , per quanto rado e guardingo , con la classe alta , vivea il germano mezzo barbaro , ma audace , vigoroso , avido di libertà ; vi erano gli schiavi colti : medici , pedagoghi , letterati ; gli artisti , dediti al suono o al canto o al ballo , vi erano i gladiatori o i guerrieri ; vi erano in fine gli schiavi pertinenti alle modeste famiglie patrizie nelle quali era penetrata una pietà nuova , sconosciuta al mond o romano , un ardore sincero della virtù , un bisogno d ' una religione più alta e nelle quali si venia infiltrando , per mezzo dei Sirï che traevano a Roma , il monoteismo orientale . Gli stoici si erano innalzati al concetto della solidarietà umana e questo dovea certamente penetrare , ora in modo confuso , ora no , fino a quel basso mondo di schiavi e come avviene oggi che , anco nei paesi poco colti , le novelle teorie sociali che più commovono gli animi arrivano , non ostante l ' ignoranza , fino alle plebi ; così un ' eco di quel vasto clima storico d ' aspettazione , di sconforti , di speranze arrivava sino a loro e ne formava il contenuto morale e li stringeva in sieme colla pressura economica in solidarietà , in associazioni di mutua sepoltura , dove i vinti del mondo potessero almeno godere la pace del nulla . Quando a Roma e in Grecia la suggestione della forza avea imperato , gli schiavi ne aveano inteso gli stimoli ed aveano conteso col vincitore la libertà : la loro era stata lotta brutale , senza altro fine che liberare sé stessi dalla schiavitù e calcarla sul capo agli altri . La scienza non avea rischiarato quelli morti lugubri e , vinti , la schiavitù era piombata più grave . I tempi nuovi aveano modificato l ' antica tendenza della liberazione con la forza , illuminata dall ' odio selvaggio , sostituendovi , in vece , il concetto d ' una liberazione dovuta ad un addolcimento di costumi , alla pietà , all ' amore ; alla liberazione con la forza al metodo rivoltoso si era venuto sostituendo il metodo evolutivo dell ' innalzamento graduale mercé i sentimenti più buoni dell ' animo umano . Il cristianesimo conteneva questi concetti : Gesù avea predicato l ' eguaglianza , avea inveito contro la ricchezza , avea esaltato gli umili : tutto rispondeva , nella sua opera e nella sua vita , all ' animo popolare : la scelta dei discepoli , la sua dottrina facile , piana , ricca d ' insegnamenti e in fine la suggestione della sua morte , la morte del giusto , così simile a quella di molti di loro , onde tutto dovea far sì che il suo insegnamento dovesse diventare la loro religione . Nell ' evangelo era ben detto : obbedite a ' vostri padroni con terrore e con timore , ma non era questo un consiglio di prudenza ? con la forza che poteano concludere , che non fosse stato un novello dolore ? La redenzione dovea venire , ma dal mondo di là e , quando ogni redenzione terrena parea morta , non era una sorgente di forza morale quella ricompensa , l ' unica ricompensa , promessa a chi , fin quella , si vedea negata ? se erano gli ultimi sulla terra , ben erano i primi dinanzi a Dio ? Dalla tristezza del presente l ' uomo si è sempre rifuggiato nell ' ideale e di là à attinto nuova lena a modificare un presente ben triste e , in apparenza , immodificabile : così fecero quegli schiavi ! E gli schiavi dettero al cristianesimo la diffusione orale , l ' unica da ' tempi permessa , e la suggestione del martirio : nel martirio si disvela la passionalità unilaterale , ma grande di quegli uomini , cui il senno romano avea negato la personalità umana ; e i quali ripeteranno a milioni l ' eroismo di Gesù sulla croce e testimonieranno , in sieme col maestro , della grandezza della natura umana , ascosa nell ' umiltà della nascita . A ' Romani parea la loro morte vile damnum , perché non comprendono come quei poveri schiavi dovranno smagliare , ad uno ad uno , gli anelli , della grandezza quirita e come il valore degli avi cadrà dinanzi all ' eroismo umile e rassegnato di quei martiri . Il primitivo cristianesimo è tutto pieno di loro , che si stringeranno in un partito organizzato e forte , che diffonderanno gli evangeli , che inizieranno il martirologio e scaveranno le catacombe , faranno sorgere le prime arti sacre e i primi tempï , inventeranno un gergo cristiano e un simbolismo come la croce , il pesce , l ' alfa e l ' omega , l ' effigie del buon pastore ecc . , creeranno , in una parola , un vasto mondo affettivo ed ideale . Lo stato dette al cristianesimo , in due momenti diversi , due cooperazioni differenti , la prima volta , perseguitandolo , accrebbe il fascino delle persecuzioni che sempre , in ogni tempo , finiscono per far trionfare quell ' idea che tentano di sommergere nel nulla ; in un secondo tempo , dette il riconoscimento legale , il danno più grave che sia stato mai recato alla dottrina di Gesù . Il cristianesimo era stato , in fatti , una società comunistica : non già che negli Evangeli ciò fosse detto espressamente , ma dovunque i primi cristiani si erano venuti formando , aveano dato alle prime comunioni una forma strettamente altruistica . L ' egoismo era apparso così grave che ne era nata la leggenda di quel tale , morto a ' piedi di Pietro per aver tentato di celare parte dei suoi averi , in vece di donarli a ' poveri . Fosse stato vero o falso il fatto ; si fosse trattato d ' una morte casuale improvvisa , ed interpetrata poi come castigo divino o si fosse trattato , in vece , d ' una vera invenzione ; è certo che il cristianesimo assunse , nei primordii , una forma comunistica . Ma , quando lo stato concesse il proprio riconoscimento , quando molti vi si convertirono per ragioni politiche , il comunismo urtava siffattamente lo spirito egoistico da non potersi permettere più oltre ch ' esso sussistesse e improntasse la dottrina cristiana ed in s ua vece si escogitò il debitum legale dell ' elemosina , cioè il permesso sì di tener tutto , purché si desse a ' poveri quod superabat . Da questo momento , chiesa e stato formarono una cosa sola : la chiesa cominciò a vivere di cupidigie terrene e fu una delle forze più incombenti sulla libertà e sul pensiero . La religione pagana non avea esercitato nulla di simile mai , essa non era stata né con i poveri , né contro di essi , a mantenere la schiavitù era bastata la forza ; ma fin da ora la religione di Gesù nelle sue varie forme , cattolicismo e protestantesimo , diventerà uno dei più forti poteri contro ideali o ucciderà , in germe , le sue future evoluzioni . Essa s ' innalzerà a potenza terrena , ma cesserà di essere la rocca salda delle aspirazioni umane : porterà , è vero , negli ordini sacerdotali come tante vie aperte a che l ' umile si innalzi fino al vertice della posizione religiosa ; terrà in mano lungo tempo le coscienze ; spargerà col dittamo della carità consolazioni sopraumane ; ma il suo carattere liberatore dalla schiavitù è finito per sempre , la schiavitù di cui parleranno sarà quella del demonio e della carne , che preparerà alle rassegnazioni ed a ll ' ascetismo . Ma , a misura ch ' essa si allontanava dallo spirito plebeo , si era inteso il bisogno di nuovi legami che ve lo legassero indissolubilmente , di quei legami ideali che talora sono così forti e che permettono , con tenaci e novelli adattamenti , una lunga durata . Uno di questi si era venuto lentamente ed inconsciamente maturando ed era lo spirito artistico . I cristiani si erano mostrati d ' un vandalismo e d ' un negativismo esagerato di tutta l ' arte pagana ; come accade nei monopassionali , a loro quell ' arte splendida era parsa come un solo e grande peccato , come la tela ordita dalla carne , per perdere l ' anima e l ' aveano fortemente ripudiata . Ma portavano in sé tutto il contenuto passionale che dovea donare un ' arte novella : la vita di Gesù e il vasto martirologio , l ' assorbimento ascetico , il dolore universale che si rifletteva in loro , erano un contenuto artistico solenne , al quale non mancava altro che la forma e questa venne . E già , nelle catacombe , rivi ve ancor quella prima rozza arte cristiana : nell ' epigrafi lapidarie vi è come una lirica solenne e grave che s ' innalza da questo basso mondo e sale fino a Dio : il pensiero diventa d ' una dolcezza ineffabile ; i morti dormono nel Signore e in lui risorgeranno ; il loro riposo è quiete ; essi sono dolcissimi , amatissimi , rivivranno negli astri . Tutto è dolce , commovente come l ' addio d ' una madre , pieno di fascino come il bacio d ' una vergine . E dove nelle catacombe , gli anditi si allargano , per formare le cappelle si veggono i primi affreschi , le prime effigie di Gesù , i primi simboli . L ' arte cristiana era sorta e dovea espandersi come l ' ombra d ' un albero di fioritura meravigliosa , sorsero , fra breve , i tempi , i canti , la musica sacra , la scoltura , la pittura . Il genio etnico germanico o latino o slavo portò in ognuna di queste manifestazioni un ' impronta propria . L ' arte più bella , più mondana donò tele meravigliose , di cui di cristiano non vi è che il tono : Raffaello cercò le sue madonne in Trastevere , Michelangelo studiò a lungo sull ' uomo il suo Moisè , Dante cantò , nell ' inferno , le passioni del suo tempo e della sua vita di profugo , Petrarca innalzò le sue liriche religiose con quella stessa lingua adusata a cantar di Laura . L ' arte antica , l ' arte di Prassetele e di Virgilio , ritornò a brillare sullo spirito ario e fu mondana e religiosa in sieme , anzi più mondana che religiosa ed ebbe il merito di educare i sensi di quegli antichi figli di Grecia e di Roma , legandoli a sé , facendoli dimentichi del presente , innalzandoli con l ' arte in sino a Dio in un ' estasi beata : ancora una volta il cielo fu scordato per la terra . E quando come nel secolo nostro la letteratura cristiana pare finita , sopravvive come critica ed esegesi storica nelle pagine brillanti dell ' ingegno che meglio rispecchiò il pensiero semita e cristiano , del Rénan . Il cristianesimo portò con sé una larga infuturazione storica , grazie alla quale esso poté in momenti diversi vivere d ' una vita giovane , nuova , consone a ' tempi . Quando uno dei suoi aspetti parve vecchio , un altro se ne presentò e per lungo tempo visse , donando una modernità meravigliosa di dottrina e di contenuto . Poté così imprigionare a sé tanti e sì diversi popoli , essere la superstruttura ideale di due civiltà : medioevale e moderna : avere una universalità non solo nel pensiero , ma nella costituzione ed essere , per tanto tempo , il fattore principale della vita del mondo . Fu è vero , un movimento antiscientifico : lo fu dinanzi alla sapienza pagana che condannò e distrusse ; lo fu nei suoi fondatori gli schiavi gente di nessuna coltura , nella gran parte ; lo fu ancora perché , se portò nella vita il concetto d ' una missione terrena , dell ' eguaglianza dinanzi a Dio , della carità che terge le lagrime e non ebbe del mondo altro che un falso riflesso , pure , per lungo tempo , la scienza si svolse nel suo grembo . Il pensiero speculativo dei filosofi naturali fu preceduto dalle investigazioni teologiche , che ne furono come una ginnastica * ; le prime meditazioni positive sorsero nei chiostri , Galileo discoprì in un tempio la legge del pendolo . E quando l ' innovazione scientifica per il misoneismo proprio d ' ogni religione venne condannata , non tardò molto a ricevere dalla chiesa un tacito consentimento . Il cristianesimo inteso quale religione presentì che la scienza dovea essere il soffio che l ' avrebbe dissipata e l ' avversò , ma quando comprese che l ' avversario potea nuocere , ch ' era ancora in tempo di guidare , infrenando , questa misteriosa forza del pensiero , l ' accolse fra le sue braccia come figlio prodigo , con una serie di adattamenti meravigliosi . Il cristianesimo che creò un ' arte nuova , un mondo nuovo , non poté darci una scienza novella , il suo fu negativismo scientifico e , in ciò , sta la sua debolezza . CAPITOLO IV . IL SEGRETO DEL CRISTIANESIMO Il cristianesimo ebbe un ' infuturazione di parecchi secoli , godette nel suo insieme una lunga giovinezza : la profezia che il regno di Gesù non avrebbe avuto mai fine , si è , in parte , avverata e non , come potrebbe apparire , per aiuto divino , ma per opera meramente umana , in grazia del genio ario che lo pervase in tutti i punti , donandogli , come a ' vecchi della leggenda , un ' eterna giovinezza . Lo spirito ario è d ' una versatilità meravigliosa : nel lungo ed aspro cammino sociale , l ' ario dovette piegare il suo animo a mille vicende climatico – sociali diverse ; dovette adattarsi al clima rigido della Finlandia , la divisa del mondo ultima Tule , come la chiamarono i poeti , e al clima temperato dell ' Italia o al tropicale della Sicilia ; divenne navigatore ardito o montanaro intrepido ; contese il pane alla ingratitudine delle roccie o , come nell ' Olanda , contese , lungamente , al mare il suolo sul quale abita e poi fu in contatto di popoli diversi : di fenicï , d ' arabi , di egiziani , di negri ed ereditò dai popoli estinti dell ' oriente o fermati a mezzo del cammino sociale , la primeva civiltà . Da questa varietà di fatti storici e di vicende etniche , gli arii acquistarono una pieghevolezza ed una versatilità di spirito sorprendente che li fece capaci d ' un largo avvenire e di salire nel culmine più alto della umana famiglia . Il cristianesimo venne a tal punto che lo spirito ario si era completamente formato ed ebbe , nella varietà degli speciali rami che dall ' altipiano dell ' Himalaya vennero in Europa , tutti i segreti e riposti caratteri , che le dettero non solo una larga estensione , ma una lunga infuturazione . Fu come un molle strato di cera sulla quale ogni popolo lasciò la sua impronta , facendone la più variata creazione che sia mai uscita dallo spirito umano . Il genio greco donò al cristianesimo la sottigliezza filosofica , una dote di pensiero dacadente , la quale non fu capace d ' alcuna infuturazione storica ; per converso , il genio latino gli dette quella ch ' era stata sempre sua dote , una forte unità di dottrina e di struttura . In fatti , il latino non ebbe che una sola impronta di pensiero , propria ed originale ; e fu la concezione del giure espressa in una forma laconicamente rigida e chiara , come il carattere romano , semplice , ma ferreo . Nessun popolo si era innalzato ad un pensiero , così netto e deciso , espresso in forma apidea ; né avea mai saputo così organizzarsi fortemente ; ora , quando la grandezza politica romana decadde , portò nel cristianesimo il suo genio , innalzandolo ad una precisione dommatica e ad una costituzione non mai raggiunta altrove . Il cattolicismo che fu appunto la forma che il cristianesimo assunse nel pensiero latino fu una formazione storica di tutto il medio evo , cementata così fortemente che , ancora dopo tanti secoli , resiste agli assalti del libero pensiero come le antiche mura di Roma che resistono agli strazi del tempo o la maestà del Coliseo che sfida ancora i secoli . Nell ' ambito dello stesso ramo neolatino , ognuno dei diversi popoli , e francese e spagnuolo , dette una impronta propria : lo spagnuolo dette il fanatismo feroce , la religione fatta strumento di lotta di razza , di odio nazionale e che grava sul pensiero come una cappa di piombo . Nell ' Escuriale , in quella massa fredda e tetra , è racchiusa l ' immagine sensibile di quel cattolicismo cupo e feroce , in cui Dio s ' adora per opera dell ' Inquisizione e il pensiero si purifica negli auto – da – fè . Tutto è bieco e triste in questa concezione ed in questa creazione dello spirito spagnuolo ; la vita vi si assomiglia ad un funerale che vi si canti , ancora in vita , come la pazza fantasia di Carlo V seppe per sé stesso ideare ; voi sentite che quella superstruttura ideale non potea uscire che da menti malate , da un Filippo II , parricida , da un Domenico di Gusman , criminale , da un popolo esaurito in una lunga lotta etnica con una civiltà splendida , ma colante sangue , con un popolo fanatico , fatalista e sensuale come i servi di Allah , da un popolo educato lungamente alla guerra . Da questo strano e cozzante contatto etnico , uscirono la Inquisizione e l ' ordine dei Domenicani , che fecero rivivere e superarono la legge iavetica , pur così triste feroce . Lo spirito francese dette al cristianesimo il giocondo scetticismo , il volterrianismo cattolico , che vede tutto , che sa esprimere tutto in forma brillante , ma senza passione ; la percezione chiara , ma apatica ; luminosa , ma non ardente . Nessuno più del popolo francese vi seppe portare la credenza ma non la fede piena e profonda ; quella credenza piacevole che non à né l ' intimità affannosa tedesca , né l ' incrollabilità latina ed è come uno di quegli splendidi palazzi che s ' improvvisano in certe occasioni , che paiono di marmo e sono di tavole ; che paiono monumenti e son sorti in pochi giorni ; che dànno l ' illusione d ' un edificio , senza esser tali . Voltaire che ride della religione e che trema all ' oscuro è il tipo del carattere francese , fatto d ' una chiarezza meravigliosa di vista e d ' una superficialità di sentimento . Il tronco germanico dette al cristianesimo una intimità di pensiero e di fede , pari a quella dei primitivi tempi . L ' animo germanico è così fatto : quel clima freddo , quelle terre desolate , battute da ' venti contendono all ' animo di espandersi , come accade sotto questo bel cielo latino e tolgono quell ' agilità meravigliosa di mente così propria a noi razza neolatina . L ' unilateralità è il suo carattere intellettivo , come la passionalità profonda e chiusa n ' è il carattere morale . Da queste due doti ne viene una forza di mente e di pensiero , poderosa ma non espansiva , unilaterale che à bisogno di raggrupparsi per ottenere quella larghezza di orizzonte dell ' individualità psichica latina : epperò un bisogno di supplire con la tenacia alla mancanza d ' un intuito pronto e vivace . Là tutto è pesante , tutto organizzato e complesso , tutto unilaterale , ma per compenso è d ' una penetrazi one più profonda , d ' una intimità più piena . Uno spirito così fatto da nessuna cosa è più turbato che dall ' apparenza che cuopre la sostanza e l ' annulla e dai confini che impediscono al suo pensiero di liberamente espandersi : esso à il bisogno degli orizzonti ideali nei quali trovi compenso alla ristrettezza materiale degli orizzonti geografici . Nulla è , in fatti , tanto avverso alle intimità dello spirito , quanto lo spettacolo d ' una natura libera , gaia , illuminata da un eterno sorriso che lascia l ' animo divagare per l ' etra : il pensiero greco fu tutto esteriore sia perché era la primavera della vita , sia perché tutta la natura lo rendeva tale . Il pensiero teutonico è , completamente , diverso dal pensiero latino e quando fisò l ' occhio nel cristianesimo , vi cercò lo spirito informatore : sentì il grave ed il pesante del culto , della parvenza che uccideva lo spirito ; trovò che nelle fonti la religione di Gesù era fatta di spirito e verità ; che era sommamente libera da ogni autorità ; che il cattolicisimo era una stratificazione maturata nei secoli dal genio latino . Lo stesso testamento antico , malgrado l ' aria chiusa e grave che lo domina , contiene delle sentenze e delle massime che paiono rispondere a quella concezione del cristianesimo primitivo , al quale si volea far ritorno : e non era egli stato detto nella legge che non bisognava farsi immagine di cosa alcuna ch ' è sulla terra ? In Italia , questa terra del genio isolato , tale lavoro intellettuale di riforma era stato fatto da gente che la chiesa avea condannato per eretici , ma la loro voce non si era di spersa , or dunque non la si potea risvegliare con la certezza che non sarebbe caduta nel deserto ? E così fu che nacque la Riforma , opera esclusivamente teutonica e che segna la più larga infuturazione storico – cristiana , dopo o accanto al cattolicisimo . Ma , se il pensiero tedesco dette al cristianesimo l ' intimità ideale e la libertà di discussione , il genio inglese , mezzo celto e mezzo teutonico , dona un più largo spirito di comprensione , una più larga interpetrazione delle fonti , un culto più evanescente ; la religione di Gesù diventa quella di ciascuno spirito che cerchi , che interroghi le sacre carte , senz ' altra guida che l ' animo proprio . È il grado estremo del libero esame fuor del quale sta la religione non rivelata che gli spiriti colti portano in sé e che si svolge su due idee cardinali : dio in tutto , il panteismo degli spiriti magni da Bruno ad Haeckel , e l ' umanità . Tal ' è la concezione anglo – sassone del cristianesimo : un amore che da Dio discende sino agli uomini in una passionalità indefessa per il bene , in un bisogno di tergere le lagrime e di lenire il dolore , sagrificando sempre sé stesso a questo alto ideale umano : ecco la grandiosità di questa forte razza , di questi veri e grandi santi dell ' umanità . Non è la passionalità inerte dei nostri santi latini , non la carità del poverello d ' Assisi , ma è la passionalità attiva e feconda , furiosa , incalzante come quel mare che flagella gli scogli sui quali vivono * . Il pensiero slavo , per ultimo , portò nel contenuto cristiano un sentimento vivo di rassegnazione , di resistenza passiva al dolore , un desio della quiete solenne della morte , della buona morte e euthanasia che vale a sopportare l ' oppressione teocratica dello czar . Là tutto è diverso dal mondo cattolico latino : in alto lo stato chiesa che incombe e dà l ' aria d ' un mondo chiuso ed inerte , in basso un popolo adusato al dolore e al quale contrappone una rassegnazione , viva e feconda , attiva , senza posa , che valga a vincere i danni opprimenti della teocrazia : i numerosi artel sono come un mondo istintivo vario , complesso , d ' una energia popolare feconda , che quei popoli portano seco dalla sopravvivente forma comunistica e ch ' è fatta , è vero , d ' alcune doti inferiori , le quali , in sieme con le doti superiori del carattere , fanno percorrere a quei popoli che entrano , allora allora , nella civiltà lungo cammino , giacché niente giova di più quanto questa mescolanza di civiltà e di barbarie . Un popolo tutto civile , tutto perfetto , d ' una sola intonazione psichica è sempre dammeno d ' un altro fatto di doti inferiori e superiori in sieme * . Ma , la versatilità del cristianesimo non si è , per anco , esaurita e , dinanzi a gravi problemi odierni , esso si è mostrato capace d ' un grande adattamento . Di fatti , il nostro secolo à portato e porta nel suo seno due concezioni , ugualmente importanti : da una parte una novella concezione positiva del mondo , dall ' altra la questione sociale . Il nuovo concetto del mondo si è venuto maturando negli ultimi tempi e si riattacca alle antiche scuole ioniche ed aleatiche , che erano assurte fino alla concezione meccanica e casuale del mondo . Con essa la prima parte della ricerca filosofica la geogenia e l ' astrogenia era compiuta , intorno alla seconda l ' antropogenia , la posizione del problema umano , molte ardite divinazioni erano state fatte da quei primi filosofi greci . Con Socrate s ' inizia la ricerca antropogenetica ; però , morto lui , il motto della sua scuola : " il conosci te stesso " assume , vece del primo significato scientifico , uno quasi religioso . Platone introduce nel pensiero speculativo greco l ' idealismo che già , come piccolo germe , si contenea nel dinamismo antico : a che accennava , adunque , quella forza fuori degli atomi , ma che pure li muoveva ? non era forse la materia scompagnata dalla forza ? Il doppio indirizzo positivo ed idealistico si prolunga ancora e ricompare nel chiudersi del mondo romano : da una parte Epicuro , Lucrezio , che ritornano al positivismo primevo del pensiero greco ; dall ' altra , gli stoici che parlano del mondo fatto d ' una sostanza materiale e del fuoco , di cui le psiche individuali non sono che delle particelle e che un giorno divamperà nel mondo : igni natura renovatur integra ! Il medio evo segna la prevalenza di tutta la teogenia e geogenia semitica sul pensiero positivo antico : l ' esameron mosaico chiude ogni speculazione filosofica sul come e sul donde : ogni investigazione in essa comincia e finisce . Ci è bisogno che il Rinascimento venga perché si presentino alla mente i diversi indirizzi filosofici con quali si era chiuso l ' età antica e cioè , da una parte , il pensiero monistico e dall ' altra il pensiero dualistico cristiano . Ma , con il Rinascimento , comincia il vasto e vertiginoso processo scientifico : navigatori arditi sorpassano le colonne d ' Ercole ; Galileo guarda nel cielo e trova che la terra si muove ; nelle università italiane , si osa dissezionare il corpo umano ; intelletti sommi , come Leonardo da Vinci , coltivano le scienze esatte e sono , ad un tempo , scienziati ed artisti ; crescono i commerci e l ' industre e una folla di filosofi naturalisti osa innalzarsi ad una novella concezione dell ' universo . Satana che rappresenta il pensiero scientifico trionfa : non invano per tutto il medio – evo , à tormentato il pensiero dei frati , costringendoli a dire che essi credono appunto perché assurdo : credo quia absurdum . La chiesa innalzerà contro i pensatori il rogo , ma le ceneri , disperse al vento , saranno un fomite di libero pensiero , fino a che il Comte , a ' giorni nostri , tenterà la ricostruzione statica di tutto i l sapere , completandolo . Ma la scienza non è sola concezione statica del mondo , è ancora dinamica . Laplace e Herscell discoprono la nebulosa primitiva e studiano come da essa procedano gli astri e la terra ; Kant , Goethe , Geoffroy de Saint – Hilaire , di contro a Cuvier , affermano che le specie evolvono , le une dalle altre ; Carlo Lyell discopre , di contro alla dottrina dei cataclismi , la teoria delle variazioni lente ma continue del suolo ; Lamark , nella sua filosofia zoologica , studia l ' adattamento e l ' influenza , del mezzo sulla specie e ne trae la conclusione che gli organismi animali si succedono in fino all ' uomo ; Wallace e Darwin studiano l ' altro fattore dell ' evoluzione : la lotta per l ' esistenza con il trionfo del più adatto ; il padre Secchi compone in unità le forze fisiche ; Spencer in ultimo applica alla società il concetto evoluzionistico ed analogico , mentre Marx ed Engels discoprono nella storia il determinismo . Il pensiero dinamico è compiuto ed è tutto una negazione della concezione mosaica : il nostro sistema solare non era che una nebulosa da cui si sono distaccati , ad uno ad uno , i pianeti e della quale il sole è il centro più coeso . La terra è uno di questi pianeti che attraversò una doppia fase : una astrale , incandescente , luminosa ed una altra planetaria , di raffreddamento , per il quale il vapore acqueo si precipitò in forma liquida nelle vaste screpolature della corteccia terrestre . E in fondo a ' mari l ' ossigeno , l ' idrogeno , il carbonio , l ' azoto e il solfo , combinandosi , sotto alte temperature , formarono il plasson , dal quale si iniziarono due nuove formazioni , come due linee convergenti in basso e divergenti in alto : il regno vegetale ed il regno animale , fatto ciascuno di forme successive , legate fra loro come una immensa catena di cui ciascuno anello somiglia al precedente e al susseguente . Sul vertice di questa scala ge ologica sta l ' uomo ; e quando l ' evoluzione giunta sino a questo , cessa di essere morfologica , diventa psichica e poi sociale e storica . Di fronte alla concezione monistica , il mosaismo cadeva vinto : vinto nei giorni biblici , ne ' pochi secoli attribuiti alla vita del mondo , nel diluvio universale , nell ' uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio , nel peccato originale di Adamo ecc . , e bisognava , o capitolare , rinunciando a tutto il vecchio testamento , o adattarsi e questo fece la dottrina cristiana con un tatto ed un accorgimento abbastanza raro . Il cattolicesimo continuò a mantenere viva la tradizione biblica , mentre permise che eletti ingegni tentassero una conciliazione della fede con la scienza e lo tentarono poche ma colte persone in Europa , mentre in America , dove il cattolicisimo vive d ' una forte giovinezza , il movimento della fede verso la scienza è più esteso ancora di quanto possa parere . La chiesa riformata , che à in sé molto più d ' elementi vitali che non la confessione cattolica , à resistito di più a questa concessione della fede in prò della scienza , sicché il movimento evoluzionistico teologico è meno esteso , ma non per questo esso conta seguaci di men dubbio valore , specialmente nei grandi scienziati inglesi che inclinano fortemente al teismo . L ' altro movimento importante verso il quale il cristianesimo à dovuto pigliare una posizione di secondamento e di adattamento , è stato la questione sociale , che travaglia tanto il nostro secolo e la nostra civiltà . Il fatto non è nuovo : Leone XIII da più tempo intende l ' animo alla quistione sociale , e , a più riprese , ha scritto , su questa , encicliche , di cui alcuna diffusissima . A questo movimento Leone è trascinato , più che da altro , dall ' esempio del clero oltramontano , che , da un pezzo s ' occupa della quistione sociale con ardore , giacché in Italia pochi ancora son quelli fra ' prelati , che della quistione non hanno non che competenza , ma quella tal quale conoscenza di cose sociali ed economiche , oramai indispensabili ad ognuno . Per tal fatto accade in Italia sentire il clero dal pergamo scomunicare intenti e dottrine , che altrove , in Francia , in Germania , in Inghilterra , sono con ardore propugnate da ecclesiastici di fama universale , quali : il Ketteler , monsignor Manning , monsignor Gibbons e , quel che più , soffragati da lunghe e numerose citazioni bibliche , da squarci dei santi padri e che han dato luogo ad un largo movimento sociale cristiano . « I socialisti cristiani , dice un acuto e simpatico scrittore di cose economiche vogliono riformare la società in nome di Dio , ma non per questo , vogliono che la riforma sia meno radicale e meno profonda , non per questo esercitano sui loro membri una attrazione meno intensa » . In questo movimento sociale cristiano illuminato e cosciente , la chiesa cattolica ha mostrato una superiorità manifesta sulle comunioni protestanti , ché molto più larga e feconda è stata l ' iniziativa della prima , dovuta in gran parte allo spirito gerarchico che l ' informa e all ' unità che la domina . Nei due movimenti , scientifico l ' uno e sociale l ' altro , cioè nello evoluzionismo e nel socialismo cristiano , la chiesa cattolica ha mostrato , grazie alla coltura del clero dei paesi nordici , una vitalità insolita e ha superato di gran lunga il clero protestante . Il movimento sociale cristiano è stato originato dal movimento sociale democratico , ond ' esso è sorto prima là dove la democrazia sociale ha preso piede e costituisce uno dei fattori politici più poderosi della vita di quelle nazioni . Monsignor Ketteler , anzi , che forse è stato uno dei primi socialisti cattolici , molto ha appreso da Lassalle , dal messia del socialismo , come lo chiamano i lavoratori di Germania ; quegli che , in pochi anni di apostolato , ha lasciato così larga traccia di dottrina e di fede nel popolo . La critica all ' attuale momento economico , la democrazia sociale cristiana l ' ha presa tutta o da Lassalle o da Marx o da Engels , portandovi un ardore incredibile . Leggendo le loro prediche o i loro discorsi , vi si trova un ' audacia insolita di pensiero e di linguaggio , quanto e forse più che nei più ardenti scrittori di torti economici . Né l ' opera della democrazia sociale si è arrestata ; anzi è stata seguita da un lavoro lungo di preparazione intellettuale con sapore schiettamente religioso . La Bibbia è stata lungamente compulsata e ricercata per sapere quanto di aiuto e di consiglio avesse potuto dare alla questione sociale , divisa in diverse parti e studiata competentemente , si è ricercato quali istituti di pacificazione sociale essa contenga , quali massime di comunismo specie nel nuovo testamento essa raccolga e la invettiva dei primi padri della chiesa ha flagellato di bel nuovo i monopolizzatori della ricchezza . La chiesa , come si sa , nel suo sorgere , usciva dall ' ebionismo ebraico , il messianismo era la speranza dei poveri , il profetismo n ' era la naturale difesa , per tali fatti il cristianesimo rimase a lungo fino al riconoscimento da parte dello stato la dottrina degli umili e dei poveri , con carattere apertamente comunistico , ond ' è che la democrazia sociale cristiana , richiamandosi al comunismo , ritorna alla sua naturale sorgente . Sorta adunque la democrazia sociale e sospinta dal movimento democratico , ha aggiunto al movimento un aspetto nuovo e prettamente peculiare : mentre il socialismo democratico prescinde da ogni condizione subbiettiva e sostiene le proprie idee come qualcosa di fatale che si matura da sé ; il socialismo cristiano lo sostiene in nome di Dio , riaccendendo tutte le speranze che dalla Bibbia traggono fondamento . Il miglioramento economico che dovrà fare scomparire le disuguaglianze è , per la democrazia sociale cristiana , il regno di Dio che viene sulla terra , allora vi sarà un solo pastore e un solo gregge e il lupo pascolerà con l ' agnello : è un nuovo millennio che si avvicina fortificato dalla fede e dalla scienza . Comune così il fondo scientifico e religioso sul quale si innalza la democrazia sociale , diverso n ' è il fine cui tende . Alcuni , fra cui il Manning , vescovo di Londra , arrivano fino al collettivismo ; altri si fermano ad una legislazione protettiva dell ' operaio da parte dello stato ; altri , in fine , ad un ' azione puramente morale : che i ricchi dieno a ' poveri , che con i fondi delle elemosine si facciano casse pensioni ecc . , che tutti , si ricordino d ' essere figliuoli di Dio ecc . V ' è così nella democrazia cristiana un campo conservatore che parte da questi ultimi e arriva man mano , per gradazioni , fino ad un campo prettamente innovatore . Però , conservatori o non , essi sono accomunati da un ' opera attiva ed intelligente sulle masse : circoli istruttivi , di riposo , assicurazioni , casse pensioni ecc . ; nulla è trascurato che valga a riunire gli operai , renderli coscienti , organizzarli . Sotto questo punto , la democrazia cristiana è d ' una attività meravigliosa , in tanto più , in quanto fanno fidanza sul sentimento religioso secolare delle masse . Un altro punto caratteristico della democrazia sociale cristiana è questo che cioè essa non solo sorge là dove il movimento sociale è inoltrato , ma là dove non è riconosciuta la confessione cattolica come religione ufficiale , ond ' essa vive e si agita poco nelle nazioni latine e giganteggia ed è rigogliosa nei paesi nordici . All ' occhio dello studioso positivista questo apparirà un fenomeno di conservazione , là dove la chiesa si aduggia all ' ombra dello stato , dove le masse non son compenetrate da etorodossia , inutile diventa ogni movimento diretto alla loro conquista . È il bisogno di mantenere un ascendente , che , per complesse ragioni , tenta di sfuggire , che sospinge i cattolici da oltre alpe ad un ' azione d ' organizzazione e di propaganda . Finita l ' epoca mistica dei popoli , un solo modo rimane di tenerli nell ' orbita della chiesa ed è quello d ' interessarsi alla loro vita economica . Ed i risultati fino ad un certo punto secondano gli sforzi , se non che , come è stato ampiamente notato , le masse disciplinate dalla democrazia cristiana , passano alla democrazia sociale , onde l ' opera della chiesa si risolve talora ad effetti diametralmente opposti a quelli cui mirava . Fatto del resto non nuovo , giacché , come riconobbe lo stesso Bismark , la legislazione sociale tedesca il così detto socialismo di stato servì come un pungolo ed una spinta ad accrescere le fila dei democratici . La democrazia sociale cristiana appare così come un largo e maestoso movimento che prende capo dalle dottrine marxiste e ad esso ritorna ; ha uomini autorevoli quali Gibbons , Mannig , Ketteler , De Curtins , De Moun , Mejer ed altri ; à giornali , congressi , organizzazioni e si estende meravigliosamente la mercé del senno e dell ' operosità dei capi . Lo studioso potrà ricercare quali motivi l ' abbiano fatta sorgere e le abbiano dato una vitalità rigogliosa , potrà vedervi , ed è giusto riconoscerlo , che in fondo , come ogni problema sociale , risiede su di un interesse economico , quello cioè di conservare l ' ascendente materiale e morale della chiesa in quei punti dov ' è scosso ; ma non potrà disconoscere che questi uomini che ricercano con tant ' amore il bene degli umili , che ripongono a base del rinnovamento economico il rinnovamento religioso e morale , per quanto questo siasi mostrato sempre insufficiente , sien o persone degne d ' ogni stima . All ' opera loro , illimitata e saggia , si deve , se Leone XIII tolse la scomunica contro i Cavalieri del lavoro , e se a Londra lo sciopero dei facchini di porto fu sostenuto con ardore ; all ' opera loro si deve se le classi colte nella parte rimasta credente si rivolgano affettuosamente alle classi misere giacché come diceva uno di essi : « la salvezza della società sta nel vangelo della fratellanza , nel vangelo di Cristo . Bisogna inaugurare il regno della giustizia , perché al fondo d ' ogni problema sociale , esiste un torto da raddrizzare *.» CAPITOLO V . LE SOPRAVVIVENZE DEL CRISTIANESIMO Il cristianesimo vive ancora in molti dei suoi aspetti : ma in altri esso è una pura sopravvivenza . Le formazioni storico – sociali son così fatte che , dei molti e varii elementi di cui sono formate , alcuni vivono d ' una esuberanza di vita , altri meno : alcuni sono caduchi come foglie ingiallite , altri , come l ' ulivo , sono dotate d ' un verde eterno ; il cristianesimo non si è sottratto a questa legge . Certo , oggi , vive del cristianesimo la vasta emozionalità artistica , maturata dai secoli nell ' animo ardente di migliaia di generazioni e che il genio collettivo ed individuale colsero eternandola o nel marmo o nel canto o sulla tela o nelle note solenni e gravi dell ' organo . L ' arte cristiana è un misto di genialità collettiva ed individuale : i primi affreschi , i templi , i primi canti sacri sono opera collettiva : anche quando una sola mente li dettò , non fece che esprimere la passionalità collettiva di una turba di credenti . Chi ricorda più il nome di quei maestri comacini che partivano per l ' Europa edificando cattedrali ? di quelle genti nordiche che innalzarono i templi nei quali l ' animo si solleva a Dio , su per le colonne svelte e gli archi a sesto acuto ? di quei facitori di arabeschi , di trine , di merletti marmorei , delicati così che paiono fatti con l ' alito ? di tutta quella architettura religiosa , di quei primi anni , delle prime melodie sacre , chi ricorda il nome dell ' autore , perso in mezzo alla folla oscura , di cui lui non fu che un interpetre geniale sì , ma non originale ? Poi , su questa arte di genialità collettiva , il pensiero ed il sentimento riflesso ànno creato la propria opera geniale sempre , ma individuale : ogni popolo vi à lasciato la propria impronta ed ogni secolo il proprio nome , ogni genio il proprio ricordo , facendone come opere universali in cui parla tutta l ' anima della cristianità , in cui si raccolgono le infinite voci cristiane sparse nel tempo e nello spazio . Quelle son opere universali , sono come l ' immagine sensibile della cattolicità ; e dinanzi a queste svariate e complesse opere d ' arte , ancora la suggestione cristiana è viva , l ' emozionalità è possente e voi ben sentite il fascino di quell ' arte alla cui fede , forse , non più credete . E ciascuna à una suggestione propria : la prima arte delle catacombe vi mette nell ' animo un non so che di triste e di melanconico ; quella dei grandi pittori è lieta o triste , a secondo del soggetto che vi mette dinanzi ; quella delle opere universali , nei quali si accoglie l ' emozionalità artistica di tanti secoli , è varia e solenne . Voi tremate dinanzi all ' Escuriale , gioite dinanzi ad un tempio d ' architettura moresca , siete preso di solennità dinanzi al Vaticano , v ' invade una gioia pura avanti alla Madonna della seggiola ; il duomo di Milano vi mette le vertigini e i templi gotici vi innalzano sino a Dio , come la nota d ' un organo col quale si accompagni un canto solenne e grave . E quando dalla scultura , dalla musica , dalla pittura passate all ' arte scritta , l ' impressione non è meno variata , né meno ricca di emozioni : Dante vi colpisce con la grandiosità umana dell ' Inferno ; Petrarca con la dolcezza delle sue liriche religiose ; Manzoni dà alla fede , mite ma rassegnata , una pace ed un incanto sovrumano ; gli evangeli vi beano e vi fanno rivivere nell ' idillio di Galilea . E , ancora , dopo tanti secoli , i luoghi dove visse Gesù , quei laghi tranquilli , quella terra dalle notti stellate , che parlano tanto all ' anima , quel Golgota , in mezzo a quegli oliveti , tutto mette in cuore un tormento nuovo e strano , una suggestione viva , uno charme , un profumo che s ' innalza e si consacra nell ' arte viva e possente di Ernesto Rénan ed ànno inebbriato tanti cuori che ben la intesero , se non la scrissero . La suggestione artistica cristiana vive ancora , dopo che l ' animo di molti si è allontanato dalla fede viva e possente : noi sentiamo lo strazio dei martiri , la passionalità viva di S . Agostino , lo ardore della carne degli anacoreti , l ' estasi dei santi , l ' impeto degli eresiarchi , l ' orrore delle lotte religiose : noi viviamo ancora del vasto mondo cristiano , così affannoso , così variamente passionato . Ridiamo ancora , come al tempo del Rinascimento , della sensualità dei frati ; proviamo lo scetticismo artistico di Leone X : ci infiammiamo dell ' ardore ascetico di fra Gerolamo Savonarola , e sentiamo , in fine , che se quel mondo è morto come fede , è vivo come emozione , come fonte estetica e che basta il ricordo perché ci si presenti , e quando non l ' interroghiamo per crederlo , lo ricerchiamo col coltello della critica , per sorprendervi le leggi dell ' umano . Ben vi è qualcosa ch ' è caduta come il pensiero sottilizzante del neo – giudaismo o fantasioso del neo – platonismo ; vi è bene qualcosa d ' immobile come muraglia chinese ed è la patristica che si prolunga sino alla Summa theologica di S . Tommaso d ' Aquino ; vi è qualcosa di superato ed è la Riforma ; in una parola , tutto il pensiero speculativo cristiano è ormai definitivamente morto , ma il pensiero popolare cristiano sta ancora : i cicli religiosi dei santi , della vita di Gesù , dei tre regni mistici , involti nella leggenda , vivono ancora al pari del diavolismo , e di mille fablieau di frati procaci , amanti della carne , toccanti strane avventure amorose , comiche , sebbene ogni anno che passa , la vada cancellando e pochi anni ancora e nessuno lo ricorderà più ; ma ben vive , negli spiriti popolari incolti , il germe delle novazioni religiose , dell ' epidemie asceti che , del miracolo , del soprannaturale , di quella concezione errata del mondo creazionistica , geoentrica ed antropocentrica che il medio – evo ed il cattolicismo seppero instillare nelle plebi . Tali sopravvivenze arcaiche medio – evali , così lontane dalla modernità , celano un gran pericolo sociale , potendo , quandocchesia , risorgere e mettere in pericolo le conquiste della civiltà o risolversi in moti rivoltosi e criminali . Se ci è ufficio che la scienza possa compiere , questo è certamente il più grande e più benefico e consiste nell ' affrettare l ' evoluzione sociale in basso , nel sepellire completamente le sopravvivenze del carattere , innalzando la psiche delle plebi alla concezione odierna della vita . Le forme patologiche cristiane son vive e forti più di quanto possa credersi ed assumono parvenze e contenuto diverso : dove , come in Italia , in Ispagna domina l ' ignoranza senza la gran pressura politico – sociale , rivive una forma arretrata di cristianesimo , a contenuto egoistico e con tendenze criminose . Ma quando non di un popolo senile , ma d ' uno quasi appena uscito della barbarie , si tratti , qual ' è la razza slava e sulla quale incomba un potere teocratico – sociale più opprimente ancora che il cattolicismo e d ' intorno lo circondi un egoismo duro e feroce , in questo clima sociale così fatto , sorge uno squilibrio psico – intellettivo che piglia una forma nuova sul fondo comune religioso che circonda tutto . Nascono così , in Russia , le forme settarie religiose , neofile , con contenuto erotico , ora positivo , ora negativo , con una profusione d ' altruismo e talora confinanti con la criminalità . Da noi possono rivivere i santuarii e l ' apparizione ; poté esistere il Lazzarettismo , come fatto isolato e sporadico , ma in Russia e i figli di Dio e i Tolstoiani , e gli Skoptzi e Douchobortzi vivono e si espandono e santuari e sette sono l ' indice di un male grave e profondo , d ' un arresto fra noi nel progresso , d ' un disquilibrio in Russia . La civiltà cammina ma porta seco la passività delle forme degenerate ed è come l ' ombra che segue il corpo ; il cristianesimo non si sottrae a questa legge , esso à le sue estasi e le sue bassezze : estasi sono l ' arte , il sentimento della fratellanza umana , la versatilità di cui il genio ario l ' à dotato ; le bassure sono il fanatismo cieco , le epidemie psico e neuropatiche a fondo religioso che vissero nel medio – evo e vivono ancora . Il cristianesimo assunse due forme principali : la cattolica e la protestante , le quali vivono d ' una rigogliosa vita e di diversa infuturazione storica . Il cattolicesimo è come pensiero e come costituzione un ciclo , un periodo chiuso , ma ancora forte e vivo . Esso non à , in vero , speranze di futuri svolgimenti , ma à , in compenso , una stabilità granitica , è come la piramide , forte , maestosa a cui i secoli àn dato vigore e solennità . Esso ha una disciplina ferrea ed è come l ' armata di dio in terra ; à un ' inflessibilità di dottrina , à uno spirito di conservazione raro . Tutto concorre a dargli forza : la tradizione secolare , il fascino dell ' arte con cui s ' incatenano gli animi meridionali , passionatamente esteti e la possanza degli ordini monastici , dove gli individui s ' annullano per immillarsi e dove migliaia di donne si sagrificano ad un solo fine , la grandezza del papato ; à il fasto in tutto , nei paramenti sacri dell ' umile parroco fino a ' tesori del vaticano . Con queste doti , benché non porti più il germe di nuove evoluzioni , esso vive ancora e sebbene nell ' Europa paia come invecchiato , nell ' Americhe , vive della giovinezza di quel mondo nuovo ; nelle missioni vive del fascino dell ' apostolato ; fra le genti nordiche , dell ' idealismo della razza . Le vicende avverse che gli àn tolto il potere temporale , gli àn donato un ' influenza spirituale ben più estesa ; l ' àn come rimodernato ; gli àn , come , donato una novella purezza , mondandolo e rinnovellandolo . Il protestantesimo è , invece una forma giovane cristiana : esso non à né la vetustà né la organizzazione del cattolicesimo , ma à la giovinezza e l ' idealisimo dei popoli tedesco ed anglosassone nel cuore : il cattolicesimo non può essere che religione latina , come il protestantesimo nordica . Tutto gli à donato quella forte razza : l ' idealismo alto e sereno ; la passionalità del bene , indefessa , continua come una gran meta che ciascuno si è messo dinanzi e verso la quale cammina , senza impazienza o sconforto , la libertà solenne dello spirito . La riforma è una libera interpetrazione della mente , è l ' adorazione di dio in ispirito e verità , che à per culto e per tempio l ' animo proprio e la propria aspirazione , ond ' è che , nelle sue forme più libere , si eleva fino al panteismo e confina coll ' umanità . Così intesa , come culto libero d ' un dio , come sacrif izio completo a questa immensa famiglia umana , essa è la più alta e la più autentica interpretazione dell ' evangelo . Gesù che disse mai che non fu l ' amore degli altri e di che parlò se non fu di Dio , unicamente di lui ? Egli non conobbe né la superstruttura della trinità , né quei dogmi astrusi e sottili che il neoplatonismo creò di poi . È avvenuto , così , adunque che i grandi scienziati inglesi sono teisti e cristiani ; che Spencer può parlare d ' un agnosticismo moderno , d ' un innalzamento della fede e che possano dirsi cristiani , perché ànno di Cristo quell ' amore universale , al quale , per il passato , pochi si elevarono e che forma adesso la dote dei popoli più largamente diretti verso l ' avvenire . Questa è la più larga infuturazione del cristianesimo , come il ricordo più vivo e suggestionante è di quei primi cristiani , con i quali tanto si va rassomigliando il mondo presente . Anche allora , come oggi , un vasto dolore umano ed una vasta aspettazione ; anche allora , un imperversare d ' uomini e di cose verso quei primi credenti , anche allora i funesti presagi d ' una novella barbarie ; ma , di mezzo allo sconforto , nacque per opera di quegli umili una nuova civiltà , che aspirando al cielo , conquistò la terra . La loro vita rifulse di quanto sacrifizio poté contenere la natura umana ; loro seppero vincere , perdonando ; seppero mostrare che la somma sapienza sta nel perdono e del maestro seppero imitare il sagrifizio pieno e solenne ed oggi di loro , in questo ravvicinamento ideale delle civiltà , rivive il ricordo e l ' ammirazione . E , ogni qualvolta l ' umanità sentirà il bisogno d ' un nobile esempio , della virtù inerme che vince , volgerà a voi il suo ricordo , a voi che mostraste fino a quale altezza celestiale può innalzarsi la bestia umana . Di tutto il mondo cristiano , insieme con Gesù , voi vivrete nella gloria dei secoli ; quella gloria che vi promisero i cieli , ma che vi ha donato la terra ! LE " ROMANZE " CAPITOLO I . PSICHE COLLETTIVA E FIABE Alcune formazioni della psiche collettiva hanno tendenza a pietrificarsi , assumendo forme stabilmente fisse , che durano lunga pezza , anche dopo che lo stato di coscienza , dal quale nacquero , è da tempo passato . Tali forme pietrificate vivono , pur quando non si possono più comprendere , restando come forme di sopravvivenza , come simboli di movimenti psichici che né ci agitano , né ci affaticano . Sono , come i fossili geologici , indizio d ' altre faune e d ' altre flore . Il Ribot , cui si deve l ' immagine così rispondente al vero della pietrificazione di certi prodotti psichici , non ne annovera che una sola specie che sia tale : cioè le parole ed i proverbi le forme grammaticali hanno un ' anima ed una storia che bene i filologi moderni interpetrano . Nei radicali o nelle desinenze , nelle forme primitive o derivate , nella struttura monosillabica o agglutinante o flessiva , nella caduta o nell ' elisione delle consonanti , nell ' addolcimento o nello inasprimento delle vocali , ci è ben più d ' un fatto filologico ; ci è una storia etnica , ci sono derivazioni e parentele di popoli , ci è come a larghi tratti l ' evoluzione umana . Noi sentiamo , come , per esempio , nel crescere numerico dei vocaboli vi sia un accrescimento di pensiero e di civiltà ; di certi popoli indoviniamo date abitudini dal numero stragrande di determinati sinonimi ; comprendiamo come gli arabi , che aveano trecento vocaboli riguardanti il cavallo , dovettero essere un popolo di guerrieri ; di certi selvaggi indoviniamo l ' animo dall ' assenza o dalla presenza di certe voci esprimenti certe idee * ; dell ' evoluzione dell ' organo visivo noi siamo certi , pensando come , nelle lingue più antiche non vi sieno vocaboli accennanti a certi colori ; dell ' animo dei criminali indoviniamo i moti nascosti dal loro gergo . Ma , in sieme con queste forme psicologiche pietrificate , altre ve ne sono quali le fiabe quelle che noi , popoli meridionali d ' Italia , chiamiamo rumanze , dalle lingue nelle quali comparvero e dal tempo in che nacquero . Rumanze perché comparvero e furono raccontate , quando la lingua latina si corrompeva negli idiomi volgari : spagnuolo , francese , rumeno . Ma le fiabe non sono tutte rumanze : sono ancora più larghe ed estese : vi sono di quelle nate nel medio evo e di quelle altre che sono come vestigia del mondo pagano ; di quelle che rimontano ancora più tardi ; ma , qualunque sia la data e l ' origine loro , il nome di rumanze le comprende tutte , sieno esse di contenuto diverse . La critica specialmente letteraria , si è impadronita di esse e le va raccogliendo : in Francia , in Germania , in Italia altrove le fabliaux , le rumanze , le fiabe sono soggetto di uno studio lungo ed amoroso , più però dal punto di vista letterario , che da altro * . Vi si cercano e le fonti e le primiere forme letterarie , o , come fece da noi il Graf , nel suo libro « Il Diavolo » e nell ' altro sulle leggende medioevali , si salva dall ' oblio un mondo intellettivo , per offrire agli studiosi un campo di ricerche . Però , le fiabe si prestano ad investigazioni non tentate ancora , allo studio , cioè , della psiche collettiva , per discoprirne le leggi , vedere come da esse sieno sorte tali formazioni e quale n ' è la natura : punto nuovo codesto di critica , al quale le fiabe non furono mai assoggettate . L ' animo collettivo adunque si può studiare come su due libri : uno dei quali antico , che si va quasi perdendo ed è la fiaba , in sieme con le altre forme storico – collettive ; l ' altro moderno , fatto dalle manifestazioni psico – collettive che vivono a noi d ' intorno e che noi possiamo sorprendere e studiare . Questi due campi di studio sono totalmente differenti , ma , ci è bene , fra di loro , un nesso evolutivo , giacché l ' uno si appartiene ad una collettività vecchia , inferiore ; l ' altro ad una collettività giovane ; delle quali , l ' una à una statica psichica fatta di pensiero poco riflesso e una dinamica , profondamente , egoista ; l ' altra à una statica moderna , riflessa ed una dinamica altruista . Ma la collettività nuova , la folla che si viene preparando deriva dall ' antica , n ' è una forma evoluta , onde , perché lo studio psicologico sia completo , bisogna che esso non si restringa alle forme presenti della psiche collettiva , ma scenda ancora in giù , così come nel campo psicologico individuale noi non ci arrestiamo all ' uomo , ma discendiamo al bambino . Però , abbracciando , con la mente , il vasto campo delle fiabe , ci accorgiamo come esso sia diverso nel suo contenuto : le saghe nordiche non sono i fabliaux latini : come le novelle arabe non sono i nostri cicli eroici cavallereschi ; pure le leggi psicologiche che vi si disvelano sono sempre uguali , onde ben possiamo noi , facendo d ' un tal complesso di fiabe , oggetto di studio , aver la certezza d ' interpetrare lo spirito generale che lo domina . Non dissimilmente di come avviene nella psicologia individuale , lo studioso esamina un dato numero d ' individui sani od ammalati ; misura un dato numero di percezioni e poi estende i dati di queste ricerche e , salvo le variazioni individuali e certe variazioni collettive , le leggi ricavate rimangono vere , appunto perché le persone umane queste unità bio – psicologiche , sono , nella loro complessività e variabilità , uguali . Le fiabe che formano oggetto di questo studio sono le così dette rumanze , pertinenti al popolo calabrese , che son quelle che io ho inteso da ragazzo , del quale ne ò compreso lo spirito e sulle quali molte volte ho ripensato , giacché , trattandosi di cogliere l ' animo collettivo , molto se ne perde nella raccolta scritta che se ne fa , come d ' un gas molto si volatilizza nel travasarlo . Or bene , guardando queste ed altre raccolte di fiabe pertinenti ad un dato popolo , si trova sempre che esse son fatte di stratificazioni diverse , mescolate in sieme , e le quali ripetono la mistione di razza del popolo in mezzo a cui nacquero . Vi sono , adunque , dei cicli intellettivi che toccano e si confondono , che si rassomigliano a quelle onde che si formano sulla superficie d ' una vasca , nella quale si getti sparpagliandosi una manciata di sabbia e dove ciascun granello diventa il centro di cerchi che si intersecano in mille punti , con quelli formati dagli altri granelli . Ma , i cicli si sono formati in tempi diversi della vita di un popolo e ne sono come la storia : vi sono di quelli antichi e di quelli più recenti , di quelli nazionali , zampillanti dalle profondità dello spirito etnico puro , e di quelli importati ; ma , e sugli uni e sugli altri , la psiche collettiva à messo come una impronta sua , che li distingue dalle altre forme collettive psichiche , togliendo le circostanze di tempo e di luogo . Le circostanze di tempo e di luogo sono doti d ' una mente ordinata : noi dicemmo come la mente si formi dalle impressioni del mondo esterno , le quali lasciano delle modificazioni nella nostra psiche , facilmente registrabili e rievocabili e le quali vengono immagazzinate intorno a dati centri di tempo , di luogo , di somiglianza e di contrarietà * . Detti centri tendono a confondersi : prima che un dato fatto vada nell ' oblio , il ricordo ne diventa evanescente : cadono , cioè , le circostanze di tempo e di luogo , che sono i due centri intorno a cui era aggruppata l ' esperienza : la mente non ha che un solo ricordo : il fatto è avvenuto fuori del momento presente ; il fonogramma si è come cancellato . L ' uomo à tentato di opporsi a questa evanescenza dell ' impressioni ; l ' à tentata con la scrittura a guippu , geroglifica , pictografica , alfabetica ; ma tant ' è , la psiche collettiva si è affidata per lungo tempo alla memoria psichica , si è servita , solo , molto più tardi della scrittura . La psiche collettiva è , adunque , nei suoi ricordi evanescente e ristretta , ond ' è che nel racconto delle fiabe o essa tace e tempo e luoghi o li ricaccia in un paese lontano , in un Eldorado vero o immaginario . I Toscani quando vogliono dire d ' un paese lontano dicono in Ogamagoga ; da noi i fatti raccontati nelle fiabe avvengono in Portogallo o in Ispagna e cominciano con « ci era una volta » dove ? quando ? chi lo sa . Eppure , talvolta , vi si può sorprendere l ' ultima nota evanescente del tempo o del luogo : quando le nostre fiabe si svolgono in Ispagna , esse ci ricordano la loro provenienza : è da là che ci venne la fantasiosa letteratura moresca che forma uno dei cicli più importante di fiabe . Rimangono , così , come dei simboli di sopravvivenza nella psiche collettiva , accennanti a fatti e a circostanze , a vicende diverse dei quali il ricordo s ' è perso e la sopravvivenza si è stratificata , onde , d ' un ' intera formazione psichica , non è rimasto che un rudero . Così , della dominazione araba , fra noi , non rimane che un ciclo di rumanze e la circostanza che i fatti narrati accadono , quasi sempre , in Spagna o in Portogallo . Vi è , adunque , nella psiche collettiva , una riduzione , una semplificazione per la quale scompaiono le circostanze di tempo e di luogo e i diversi contenuti intellettivi , maturati in tempi e civiltà diverse , o si stratificano confondendosi , e ben li vedremo nel secondo capitolo quando parleremo dei diversi cicli delle nostre rumanze ; o evaporano sino ad una pura sopravvivenza . Diventa , così , la psiche popolare come un archivio storico , nel quale molti documenti sono scomparsi o ne resta solo il titolo e tutti sono , poi , sommamente confusi , onde si dura fatica a discernerli . La ragione di queste mistioni , stratificazioni e sopravvivenze dei cicli intellettivi riposa sempre in quella legge messa dal Ferrero per spiegare i simboli e cioè l ' abbreviazione del lavoro mentale , che costa una vera disintegrazione * , onde le percezioni , le immagini , i ricordi , abbandonati a sé stessi , diventano evanescenti e poco ne rimane e suornuota , come , quando naufraga un bastimento , poche tavole vanno su per le onde . La psiche collettiva avrebbe dovuto durar molto lavoro a tenere in sieme le vicende storiche nette , distinte , lavoro al quale di rado si regge ; ed ecco che , invece del vasto mondo delle vicende , si ritiene lo scarso , l ' aereo della superstruttura , la parte fantastica , ideale , leggendaria , mescolata con le altre che si posseggono o si possederanno . Ecco come la folla , che à una scarsa memoria degli avvenimenti storici , mantiene la leggenda e la fiaba . Ben le fiabe ànno un sentimento : il contenuto loro è fortemente affettivo , in quanto contengono sempre una storia , ora lieta ora triste , in quanto riflettono una vicenda umana . Esse non sono di quelle storie che lasciano indifferenti , ma di quelle nelle quali l ' animo umano si appassiona e ben lo si può esperimentare dal fatto che ve ne sono di quelle che , dagli occhi dei bambini o di persone compassionevoli , spremono delle lagrime . Le fiabe ànno dunque un ' anima , una passionalità , anzi questa a preferenza , giacché la psiche popolare , nelle sue forme , s ' intende , più semplici e meno evolute , è prevalentemente senziente , anziché pensante . E come i sentimenti primevi dell ' animo umano sono amore ed odio , e la religione è una sorgente d ' emozioni ; così la psiche collettiva , nelle sue forme primitive , vive degli stessi sentimenti affettivi della psiche individuale e però le fiabe si svolgono o intorno a vicende amorose o sono illuminate dall ' odio , oppure ànno un contenuto , un fondo religioso , che copre ed ammanta i fatti umani , e da loro trae il colorito e la trama . Questi sentimenti , però , non ànno la vasta complessità e la finezza moderna : voi non trovate l ' altruismo , frutto nuovo e moderno dell ' albero del sentimento ; trovate , in vece , l ' amore sessuale , l ' amore della prole ; e l ' odio non è quello che si porta al vizio perché tale , ma è l ' odio al vizio che ci tocca , alla virtù che ci abbaglia , alla bellezza che non si conquide . È invidia e cupidigia , in una parola , il tono sentimentale passionale che domina ; è il sentimen to dei tempi andati che s ' indugia , ancora , nel presente , fatto più di bassezze che d ' estasi umane . Non differente è il contenuto religioso che non si appalesa come la tendenza dell ' animo verso un ideale messo fuori del tempo e dello spazio ; ma è quel sentimento religioso grossolano come uno sfondo di quadro uscito da un pennello rozzo e primitivo . La psiche collettiva , adunque , imprime tutta sé stessa in queste formazioni e siccome essa è poco evoluta , così le creazioni che forma , riflettono un mondo poco evoluto : ben vi sono però , delle concezioni d ' una grande squisitezza sentimentale ; ben queste fiabe esercitano un incanto , sono una sorgente di piacere estetico : sono come certe creazioni di genii criminali che affascinano , che paiono uscite dalle penne più gentili d ' artisti ; son come i poemi omerici che cantano rapimenti e stragi , tutto un basso mondo con scarso contenuto etico , ma che pure allettano e seducono . È l ' arte che non manca mai , è la genialità artistica che circonda queste formazioni psico – intellettive . Donde promana , mai , questo fascino ? perché questa genialità inconscia ? Una grande sorgente di godimento estetico è di certo riposta in quel non so che di vago e di vario che scorre dinanzi alla mente : sempre la varietà è stata una fonte inestinguibile di godimento . L ' animo umano à una perenne sete d ' impressioni nuove e variate , che quando non penetrino per gli occhi , penetrano per la mente . E nelle fiabe due fatti concorrono a dare il godimento estetico : primo , il nuovo ed il vario ; secondo : che le concezioni non escono dall ' ambito dei casi abituali della vita . Se fossero d ' un contenuto davvero nuovo , urtante il misoneismo ch ' è gran parte della psiche collettiva inferiore , esse certamente sarebbero sorgente d ' un dolore , d ' un sentimento angoscioso , d ' una disintegrazione nervosa : è il nuovo del particolare nella vecchia trama generale della vita che tanto piace e tanto seduce l ' animo , ammantato com ' è della passionalità e che commove l ' animo senza sconvolgerla . È la finzione nell ' a rte , ch ' è tanta parte dell ' estetismo dell ' animo umano . L ' esistenza delle fiabe richiama un ' altra questione di psicologia collettiva che va formulata così : sono le fiabe opera della immaginazione e della psiche collettiva ? Guardando superficialmente la questione , non vi à dubbio che sia proprio così . Queste storie di maghi , di orchi , di fate , di santi , di demoni appaiono come il parto d ' una immaginazione gigantesca . Ma pure esse non sono che un riflesso falso delle cose , queste che paiono opera d ' una immaginazione inventiva , non sono che allucinazioni ed illusioni ; è il mondo dei fatti visto attraverso lenti che alterano . Il mondo delle fiabe può sembrare all ' occhio dello scienziato o un simbolismo o una illusione : la mitologia che formò un vasto ciclo di letteratura collettiva fu creduta un simbolismo dei complessi e vasti fenomeni solari , il mito adombrava il concetto scientifico ; però , per ammettere questo , noi dovremmo assegnare alla psiche collettiva primeva un pensiero riflesso che non à , val meglio adunque o interpetrarla come fa lo Spencer come fenomeno umano , di cui si sia perduto il contenuto , o come un falso riflesso dei fenomeni della natura * . Così per le fiabe , le quali sono in gran parte nate sotto i cicli torridi , dove il clima si accende e l ' aria à mille inganni di luce e di colori . In quei paesi , le allucinazioni e le illusioni sono frequenti , perché i sensi sono abnormemente stimolati , perché abnormi stimoli corrono fino alla corteccia cerebrale . Nei deserti dove è frequente il miraggio , fra quei mari che riflettono l ' altra sponda , su quelle terre dal riflesso del sole , vissero quei popoli , dal cui animo sgorgarono le più immaginose leggende . Un altro ciclo di fiabe sorse nel medio – evo specialmente fra ' popoli nordici con un contenuto religioso , mistico , pieno di terrore della carne e del diavolo , aggirantesi d ' intorno a ' tre regni della morte , e furono esse queste fiabe un ' allucinazione nascente dallo squilibrio psico – somatico , che sconvolse le menti in quell ' età triste e del quale studiammo il ritmo nelle formazioni storico – sociali . L ' immaginazione , adunque , non è dote d ' una psiche collettiva inferiore e quel che pare a noi opera sua , opera normale , è quanto di meno normale possa essere : è una imperfezione dei sensi , è una falsa esperienza che trasmettono a ' centri nervosi e che questi accettano senza riprova . E le fiabe portano tutto il vecchio contenuto scientifico , tutto il pensiero riflesso sulla natura , che parve un giorno vero e che , per la permeabilità della psiche , discese sino alla plebe . Gli antichi credettero agli incanti , al metabolismo , a geni , alle fate ecc . , e vi credettero uomini sommi , per quei tempi : la natura non fu creduta immanente ; le sue leggi furono concepite come capaci d ' interruzione ; la creazione spontanea l ' aborigenismo sempre possibile . Ora , questo era un contenuto scientifico falso di cui la scienza si andò mano mano spogliando , ma che rimase nell ' animo popolare e si pietrificò nella fiaba . Le fiabe , accogliendo adunque tanti e si varii elementi , sono come un organismo che si è andato formando , nel quale ànno lavorato vari stati della psiche collettiva , ognuno dei quali sopravvive in un ciclo , e , quando poi una fiaba è formata , la psiche collettiva trasmettendola , l ' ammoderna , le dà un colorito e una freschezza d ' attualità , la modifica insensibilmente sino a farne tante cose diverse . Guardando la vasta raccolta delle fiabe si scorge come esse mettono tutte capo a poche che sono come i capostipiti d ' una varia e complessa famiglia e sentendole raccontare a varii intervalli di tempo , sentite che molte circostanze , riflettendo il nuovo ambiente , si sono modificate , a dimostrare che la psiche collettiva , ch ' è nel fondo così misoneista , è , nello stesso tempo , facilmente tanto suggestionabile fino a riflettere in fatti immaginari d ' una millenaria esistenza , le modificazioni dell ' ambiente sociale che la circonda . Le fiabe , come tutte le formazioni storico – sociali , ànno un clima storico nel quale vivono , o per essere più proprio , nacquero e vissero , e ch ' è fatto da una coltura scarsa e da un sentimento poco evoluto : come certe forme d ' allucinazione sorgono con la pubertà e rivivono nella vecchiaia , queste nascono nella giovinezza dei popoli rivivono nella loro senilità , nei due momenti che la mancanza d ' esperienza o la difettosa percezione si presta ad un falso riflesso della natura . L ' antichità greca creò il vasto mondo mitologico ed eroico , l ' evo medio la larga fioritura romanza ; ma e l ' una e l ' altra per giovinezza o per senilità riflessero la natura in modo falso ed errato . Il ciclo eroico – mitico antico cadde allo sfasciarsi della civiltà pagana , al cozzo del cristianesimo che operò negli animi una novella polarizzazione . In quel succedersi di novelle mistioni etniche , nel concetto nuovo della vita e della civiltà nuova che sorse , il contenuto mitologico dovea cadere , per sorgerne altro ; ma la disposizione psichica che l ' avea creato , sopravvisse , onde un nuovo ciclo romanzesco s ' aperse a contenuto principalmente arabo – cristiano . E oggi la fiaba non vive che nella plebe , là dove si addensa la senilità di un popolo , dove le antiche stratificazioni del carattere vivono ; ma a misura che le vicende economiche innalzano il proletariato alla luce della storia , e gli donano un pensiero ed un sentimento nuovo , le fiabe cadono , onde non tarderà molto che di esse non si trovi più traccia . Ma , questo sparire d ' un mondo fantasioso , che molti rimpiangono , segna la fine d ' una cecità dell ' intelletto , di un annebbiamento della mente , è il principio d ' una nuova psiche collettiva : oramai l ' incanto è rotto , le catene d ' oro sono spezzate e una nuova civiltà ci saluta in fronte , la civiltà nella quale l ' animo è profondamente pieno della umanità , l ' intelletto profondamente irradiato dalla scienza . Un tempo , si novella , che una gran voce si udisse gridare su per i mari : il Dio Pane è morto ; era l ' antichità coi suoi lieti inganni che finiva ; forse se ne udrà per lo avvenire un ' altra che dirà : la vecchia civiltà umana , così splendente in alto e pur dolorosa in basso , non è più e in sua vece è sorta la civiltà nuova della giustizia e del lavoro . E con lei morrà la fiaba , dal contenuto triste e dalla forma , seducentemente , artistica ; e sia così di lei : noi non avremo per la morta né una lagrima , né un rimpianto ! CAPITOLO II . LE « RUMANZE » Le rumanze non si sottraggono alle leggi che regolano le fiabe , in genere , e cioè alla stratificazione e mistione dei cicli , sorti in vicende etniche diverse e per tempo e per luogo , al contenuto morale inferiore , al fascino artistico , al falso riflesso del mondo , alla legge deterministica del clima storico . I cicli esistenti in esse , sono parecchi , ognuno dei quali è la sopravvivenza d ' un dato avvenimento storico . Il ciclo più antico nel tempo , ch ' è il greco – romano , è scarso od appena accennato : né potea essere diversamente per quel fatto da noi detto che cioè il mondo romano venne cancellato nelle menti dalle nuove mistioni dei popoli dissimilari e dal nuovo contenuto etico – religioso . Vi si trova , quindi , come un ricordo spezzato , non composto a novella , come i resti d ' un naufragio che surnuotino ancora o come pochi e rari vocaboli d ' una lingua appresa da bambino e poi dimenticata * . Si , delle maschere romane e greche si conserva il nome di papos e mormon restano due nomi senza significato , che si ripetono in suon di spavento a ' bambini ( mammarutu o mammone o papparuto ) , ma delle strane avventure di questi personaggi , delizia della plebe romana , nulla sopravanza . Ben più vivo è il ciclo eroico – cavalleresco , benché alquanto scolorito e , falsamente , talora interpetrato . I cicli eroico – cavallercschi sorsero nel Nord d ' Europa , e non giunsero sino a noi , che scarsamente , giacché le emigrazioni nordiche o non penetrarono fino nel mezzogiorno d ' Italia o , penetrate , non ebbero tempo di fissarvisi . Quindi non vi è ricordo di Orlando o di Carlomagno , né di Artù e di tutte quelle altre figure di dame , di cavalieri , di giganti , delle quali Ariosto , nel suo poema , ci à lasciato il più splendido esempio . Il ciclo celtico dell ' orco è vivo e presente in molti racconti , anzi si è fuso con l ' altro arabo . L ' orco à palagi splendidi e ruba le più belle fanciulle , delle quali poi s ' innamora senza essere riamato e le fanciulle scappano e l ' orco le insegue . Ha giardini eternamente fioriti , dal profumo soave , nei quali la gente va a coglier pomi ed egli si nasconde e li sorpende : e con i suoi amori e con i suoi odii , con i suoi incanti , talora con la sua bontà forma la trama di molte fiabe * . Ma i due cicli più importanti sono il ciclo religioso e l ' altro arabo . Il ciclo religioso è vasto , fatto delle vicende vere od immaginarie della vita di Gesù e dei discepoli , dove campeggiano il maestro Gesù buono , semplice , amorevole che legge nei cuori e compatisce e Pietro di mente ristretta e di animo piccolo . Al ciclo religioso cristiano appartiene la storia , comunissima nel medio – evo , dell ' ebreo errante , di alcune vicende di santi , ora vere ora immaginarie , del diavolo , degli eremiti che vivono di vita centenaria con lunghe barbe bianche e che , bussando a ' loro eremi , chiedono che la gente si segni con la croce e a ' quali gli angeli arrecano da mangiare . Vi appartengono del pari le storie macabre , le danze dei morti , e in questo ciclo si riflette lo humour plebeo con i suoi motti salaci e grossolani , con la furberia ingenua della gente povera . All ' altro ciclo arabo appartengono le più belle e fantasiose fiabe , quelle che incantano e seducono , al pari delle Mille e una notte , come un canto di donna in una sera d ' estate . E son racconti di re che s ' innamorano di povere fanciulle ; di fate che stanno in fondo a ' mari e di notte si recano sulla terra ; di ardimentosi cavalieri tramutati in pietra ; di maghe che ammaliano e di ragazze che rompono l ' incanto ; di palazzi che sorgono in una notte e nei quali ogni oggetto à un anima ed una voce ; son leggende di amore e di odio , nelle quali s ' intreccia il sentimento religioso o vi son le streghe con la tregenda , e che ànno sempre un lieto fine e dove la virtù trionfa . Son questi , adunque , i cicli delle fiabe romanzesche , che s ' intrecciano fra loro , in modo che il profano ed il divino , l ' antico e il recente formino una storia sola che incanta e che seduce . Il falso riflesso del mondo rivive in queste creazioni dello spirito collettivo : vi è il destino , il fatum , che ogni uomo porta seco e al quale non si resiste : uomini dannati a vivere da animali , ad essere uccisi al tale anno di età , a viver in fondo a ' mari ; vi è la instabilità delle leggi di natura : notti lunghe quanto mesi , acque del mare che si sconvolgono con una parola , animali che parlano ; vi è il metabolismo e vi è l ' incanto ; vi è il miracolo : vi è , in somma , tutto il falso concetto della natura che , in momenti successivi , gli uomini si andarono formando e che vive ancora nei libri polverosi come ricordo d ' altri tempi e nell ' animo popolare in forma viva e possente . E , in sieme con il falso riflesso della natura , nelle fiabe si rispecchia un animo primitivo con le sue impulsività , con le tendenze criminose . È l ' animo della gente e del tempo in cui nacquero queste seducenti fantasie : è l ' imprevidenza della psiche inferiore che domina sempre , è l ' impulsività che spinge i cavalieri contro i pericoli ; è la passionalità bassa che guida al delitto ; è la credenza che la virtù trionfi sempre , che i delitti non restino impuniti ; è tutto questo , che ispira la fine d ' ogni fiaba . E il contenuto è un delitto , che ora commettono i geni o le fate ; ora i potenti , ora gl ' invidi compagni o i parenti e al quale succede come ricompensa un novello crimine , rifermando quel concetto antropologico criminale che la pena nell ' origine è un novello delitto * . Tutta la psiche popolare si riflette , adunque , nelle fiabe : ci senti il fascino della ricchezza che seduce e che abbaglia , la suggestione del fasto , onde il protagonista è sempre un re bello come il sole ; i palazzi son sempre di brillanti e le vesti di broccato e le fate ricamano in telai di oro e , quando si pettinano , lascian cadere da ' capelli perle e le catene sono di oro . E col crimine si congiunge l ' amore : le due passioni più potenti dell ' animo popolare . Per amore i giovani partono verso l ' ignoto , per amore lo giovanette soffrono ed è l ' amore per l ' uomo un momento fuggevole , per la donna è tutta la vita ; per l ' uno è l ' episodio , per l ' altra il poema ; la donna , quando non è innamorata , quando non è madre o moglie , quando non soffre per la persona amata , è crudele , è maga , incantatrice o è invida . L ' inferiorità della donna , colta dal Lombroso , è raffigurata in queste fiabe , anticipando , come fa sempre l ' arte , le deduzioni scientifiche . E l ' ottimismo domina sempre questa eterna speranza dell ' animo giovane non manca mai , è la nota di consolazione nel gran mare del dolore umano : è la nota eternamente gentile . Ma di mezzo a questo ciclo fantasioso coruscato di nubi , a questo poema eternamente delittuoso della fiaba , che gentilezza di sentimenti , che purezza di tocco , che alito d ' idealità ! In una fiaba è detto come una giovane sorella di re per amore del fratello mangi una foglia di lauro nel quale sta un genio , pur sapendo di divenire madre . Ella nasconde a tutti il sagrifizio per tema che non la s ' incolpi e lascia , morendo , la ragazza , frutto di questo strano amore , in una stanza , addormentata e ne consegna al fratello la chiave e lo prega che non l ' apra mai . E il fratello così fa e tiene la chiave appesa al collo come una reliquia ; ma , una notte , la moglie gli ruba la chiave , apre e trova , sotto l ' azione d ' un narcotico , la giovanetta addormentata e la maltratta , credendola una favorita e la giovanetta tace e soffre in segreto e solo , rivolta ad un piccolo coltello dal manico intarsiato , gli racconta lo strano nascimento suo e lo prega che quando abbia udito la triste storia , le si voglia conficcare nel petto . Che strazio in questo dolore così chiuso e disperato , di questa fanciulla restata orfana che piange e non à il coraggio di farla finita e che candore nel confidare in mancanza di persone che l ' amino il suo dolore ad un oggetto inanimato ! Ed in un ' altra fiaba , un figlio di re , tenuto schiavo dalle fate , al cui amore egli non à voluto piegare , di notte va presso la culla d ' un bambino e gli canta una ninnanonna riboccante di dolore . Se fossi libero egli dice : starei sempre teco a cullarti e ti fascerei di broccato e ti terrei in una culla di oro , o figlio dell ' animo mio ! In un ' altra una giovinetta , eternamente buona , perdona a una matrigna crudele e vi son delle fiabe d ' amore , d ' un brio e d ' una freschezza meravigliosa , pari ruscelletti dei verdi colli , di cui parla Dante , e che fanno i lor canali freschi e molli . Come la fiaba di quella giovinetta , uno di quei fulgori di donne che passano sprezzando e ammaliando i cuori , che vince un re , il più bello che sia mai stato con l ' alterezza piena di grazie e di civetteria in sieme e lo vede a ' suoi piedi . Sì , come nelle manifestazioni criminose , v ' è la nota geniale , così in queste produzioni d ' un mondo inferiore vi è il fascino , talora , d ' un ' arte sovraumana e d ' un ' immensa bontà , vi è il riflesso d ' una psiche fatta di fango e di raggi di sole . CAPITOLO III . LA GENIALITÀ NELLA FIABA Nei precedenti studii sulla psiche collettiva , abbiamo colto i rapporti tra le forme inferiori e il genio , ora ci resta a dire come le manifestazioni psichiche collettive sieno talora vere manifestazioni geniali , sorte come la genialità individuale dalla neurosi circostante * . Il genio , in fatti , non è che una neurosi , almeno in alcune manifestazioni e forme , il quale porta in sé le stigmate come incoscienza della creazione geniale , amnesia , note psicosomatiche deficienti in sé o nella sua famiglia . Vi sono stati dei geni pazzeschi ed incompleti ; di quelli che sono diventati tali dopo un grave trauma o psichico o somatico ; altri affetti di malattie nervose o mentali ; di forme monomaniache , impulsive , delittuose . Ed in mezzo a queste manifestazioni neuro e psicopatiche è sorta la genialità individuale . La genialità collettiva incompleta non si sottrae a tale legge : essa sorge nelle folle inferiori non nelle superiori , in quelle folle cioè che ànno un contenuto ideativo e sensitivo una statica e una dinamica psichica in arresto ; in quelle folle che sono fortemente misoneiste , e nelle quali il nuovo s ' accompagna con una forte disintegrazione psichica ; in cui l ' azione criminosa non è rara e talora è prevalente : nella quale , in fine , prevalgono le forme patologiche epidemiche di nevrosi e di psicopatie . Le fiabe son sorte , di preferenza , nel medio – evo quando la mente era ingombra d ' un falso concetto della natura ; quando una tenebra intellettuale , come in notte d ' inverno , toglieva la vista delle cose . La natura non era che un eterno peccato ordito dalla carne e dal demonio , lo sprezzo delle cure mondane era la sola sapienza . L ' animo era travagliato da un interno dolore che le vicende strane e fortunose teneano sempre vivo e presente . Era una vera lipemania che incombeva su tutti : era un annebbiamento nel cervello ed una desolazione nel cuore , né la vita esterna era migliore : la peste , le carestie , i morbi si succedevano ad intervalli fissi ; le guerre , le invasioni erano vicende di tutti i giorni ; la prepotenza era cosa di tutte le ore e una grande degenerazione , una stanchezza vincea tutti . Da queste condizioni psicosomatiche venivan fuori le forme epidemiche neuro e psicopatiche : demonapatia , catalessia , isteria , frenesia della danza , ecc . erano le stigmate , in sieme col delitto , di questa immensa degenerazione psichica e , in sieme con questa neurosi , sorgeva la genialità collettiva . E le fiabe erano una vera genialità sia per l ' arte con che venivano intessute , sia perché erano una vera anticipazione di certe forme letterarie : da esse nasceranno i poemi eroici , i poemi eroicomici come nella romanza di che ne so * , vera anticipazione del Don Quichotte ; nasceranno i poemi sacri , la lirica amorosa , e in fatti nelle fiabe le parti più belle d ' amore sono in verso ; i romanzi , le novelle . Nella fiaba e nelle altre forme popolari quali le prime poesie rimate vi è tutta l ' anticipazione della genialità collettiva , incompleta ed è , come quella del genio individuale , inconscia . E sono anticipazioni , non solo letterarie , ma scientifiche e io ne ò riportate molte nello studio sulla folla , dove lo inconscio apparisce di più in certe anticipazioni , che scoperte dal genio incontrano nelle folle vecchie il più grande misoneismo : in questo popolo calabrese , che in un motto pornografico à di tanto preceduto Darwin , il trasformismo desta un vero spavento , anco nella parte colta . Io occupandomi delle fiabe trovai che le scoperte sul carattere criminale che tanto onorano Lombroso , Ferri , Garofalo ecc . , erano contenute e riflesse nelle fiabe : vi è riflesso l ' imprevidenza dei criminali , l ' animo inferiore della donna , la pena che è in origine un novello delitto , il fatto di psicologia criminale per il quale a ' delinquenti manca la pietà non la cognizione della giustizia , onde spesso accortamente nelle fiabe si fa loro giudicare i crimini commessi , come se fossero di altri ; queste ed infinite altre note di criminologia sono contenute nelle fiabe , in una delle quali , per es . l ' orca , prima di inseguire sua figlia scappata di casa con un re , entra in chiesa e prega la madonna che le conceda di farglieli pigliare per mangiarseli , riconfermando così il rapporto , in tali animi delittuosi , tra crimine e religione . Adunque , nella fiaba vi è l ' incoscienza e l ' amnesia della creazione geniale ed è , come la genialità individuale , un prodotto della neurosi della psiche collettiva . E , nata nelle psichi ammalate , vive nelle forme inferiori delle folle , nelle forme d ' arresto , nelle stratificazioni più basse e quando il soffio di modernità le investe e il carattere inferiore cade , muore la fiaba . La folla dell ' avvenire sarà senza degenerazione e senza fiabe , sarà una di quelle forme elevate quale noi portiamo nella mente e nel cuore , quale carezziamo con la nostra più dolce speranza . L ' avvenire della folla è come uno di quei regni incantati della fiaba dove generosi cavalieri moveano e dove la potenza del male li tramutava in pietra , ma , dopo secoli , un fortunato smagando l ' incanto conquistava quel regno e le pietre risorgevano uomini e fregandosi gli occhi diceano : che lungo sonno ! Così forse sarà di noi , molti , volgendo l ' animo a questa folla dell ' avvenire , rimarranno vinti dalla forza del male che ci circonda ; però verrà giorno in cui rivivremo , non di una giovinezza corporea , ma nel pensiero pietoso degli epigoni , che sentiranno la nobiltà d ' un ideale e il fulgore d ' una fede . Il sonno sarà stato lungo ma non indarno ! LE EPIDEMIE PSICHICHE CAPITOLO I . LE EPIDEMIE PSICHICHE La psiche à , anch ' essa , le sue forme epidemiche , che raggiungono talora una grande diffusione ed una estrema intensità . Quando un pensiero od un sentimento diventa predominante nel campo della coscienza e l ' occupa tutto intero e lo possiede dando , da solo , il tono ed il colorito ; né è patrimonio d ' un animo solo , ma si diffonde , guadagna gli animi tutti , e dura per intera età ; quando ciò avvenga , noi ci troviamo dinanzi al contagio strano , che dicemmo psichico , e del quale studieremo il ritmo ed il valore . La critica à oramai detto donde nasca il contagio psichico , com ' esso sia fatto di due doti dell ' animo umano che si completano , dal bisogno di soggiogare e d ' esser soggiogati , dalla suggestione e dall ' imitazione . La suggestione e l ' imitazione , del pari che l ' opposizione , non sono altro che sentimenti similari , che si completano a vicenda : la suggestione individuale , quella che si esplicherà sugli altri , suscitando l ' imitazione o l ' opposizione , altro non è che l ' effetto della suggestione dell ' ambiente in un animo isolato , in un solo specchio concavo che accolga nel suo foco , unificandole , le mille vibrazioni eteree che sono a lui d ' intorno . In natura vi sono degli esseri privilegiati , delle nature psichiche squisite che , prime , sentono la gran voce del tempo ; che sanno a questa dare una forma determinata , e proiettarla al di fuori , come voce dell ' animo loro , smisuratamente grande . Il suggestionatore , adunque , non è che un suggestionato , suggestionato non da un uomo , ma dal vasto ambiente sociale che lo circonda ; è un veggente del tempo , laddove gli altri non sono che i suggestionati d ' un uomo , al cui contatto sprigionano o l ' imitazione o l ' opposizione , meco chi dicesse elettricità dello stesso nome o di nome contrario . Ma , e suggestione ed imitazione sono due doti normali dell ' animo umano le quali , però , in certi momenti storici assumono un ' estensione ed una intensità , quasi , patologica diventando come i sensi d ' un isterico , fortemente iperestetici . La suggestione à sempre dominato le menti , l ' imitazione è stata sempre la via maestra della civiltà : tutta la storia del progresso scientifico e civile , tutta l ' educazione collettiva od individuale , non è altro che un ' opera continua di suggestione ed imitazione . Ma , il nuovo della suggestione e dell ' imitazione , nel contagio psichico , consiste nella intensità inusitata , nell ' estensione sconosciuta con cui certe idee si sono diffuse e sono penetrate nell ' animo umano ; nel modo come ànno ristretto il campo della coscienza , occupandolo da sole , producendo quel fenomeno che io ò chiamato di monodeismo e di monopatia . Il campo della coscienza è estremamente complesso e variabile : i pensieri e sentimenti lo attraversano di continuo , fermandovisi per un momento e scomparendo , come immagini che passino dinanzi ad uno specchio posto in una strada ; ma , quando un solo pensiero ed un solo sentimento rimangono nel campo della psiche , quando l ' onda si arresta , allora , per un fenomeno strano , pensiero e sentimento s ' ingrandiscono e possono , dalla psiche , di un solo individuo , diffondersi a quella degli altri , arrestandovisi ed ingrandendovisi , del pari ; onde avviene che le infinite psichi individuali , possedute da un solo fatto e intonate allo stesso modo , si riuniscano in un ' immensa psiche collettiva , per una di quelle moltiplicazioni del sentimento , così frequenti nei fenomeni di psicologia collettiva . Ora , perché il fenomeno normale della suggestione ed imitazione assurgano a tanta altezza patologica , ci è bisogno che vi sia un momento determinante fatto di due elementi e cioè da un abnorme stimolo esterno e da un ' abnorme reazione dell ' organismo , in cui sia rotto l ' equilibrio psichico e reso incapace di novelli adattamenti . In fatti , oggi , una vasta degenerazione va impadronendosi dell ' organismo umano , come una immensa ombra che la civiltà porti seco . I nostri padri non conobbero le cure affannose della lotta per l ' esistenza e per la civiltà : il loro tenore di vita fu sempre morigerato e il sereno dello spirito fu il tono perenne dell ' animo . In noi l ' affanno penetra per più punti e dal pensiero del domani e dalla lotta più cruda che ci avvolge e dal rapido succedersi della civiltà : noi siamo come la foglia che cade ingiallita innanzi tempo e che il vento mulina . Epperò , portiamo in noi stessi e l ' esaurimento nervoso ( psicoastenia ) e la degenerazione ; e il bisogno di forti eccitamenti che vincano il torpore de ' nervi esauriti dal lavoro , onde l ' alcoolismo , il morfinismo , la libidine , la sete delle emozioni violente vanno diffondendosi sempre più e minacciano di estinguere questa razza umana . Nasce , da tutto ciò , un forte squilibrio psichico onde certi doti normali dell ' animo umano s ' ingigantiscono , onde la suggestione diventa più viva e l ' imitazione più diffusa : la psiche diventa come una corda tesa sino al grado estremo e che , nell ' unità di tempo , dà un numero stragrande di vibrazioni , al più leggiero tocco dell ' alito che la sfiori . Un punto più in là e la corda si spezza : un ' azione più lunga e duratura di questo surmenage psico – intellettivo e la pazzia , le malattie nervose spezzeranno questo frale umano . E , ben in pochi anni , la demenza si è sestuplicata in Inghilterra , toccando l ' alta cifra di 155000 . Il mondo è , adunque , diventato triste ed affannoso quale non fu nel passato , appunto perché l ' animo umano è diventato più sensibile , più iperestetico . Le impressioni esterne , una volta , trovavano un ' attenuazione nel sist ema nervoso che li rifletteva ; ora , in questo riflettendosi , ingigantiscono , ond ' è che il dolore sociale realtà vera , ma minore del dolore antico nei nostri nervi , nella nostra psiche si moltiplica fino all ' ennesima potenza , divenendo , più che un dolore materiale , un vasto dolore morale e , come accade sempre , si accompagna con una grande aspettazione , con un bisogno d ' un messia e quando qualcuno pretende di avere trovato il rimedio di tale dolore umano , cedendo , lui per il primo , ad una suggestione dell ' ambiente , gli altri gli credono e gli corrono dietro , ond ' è che oggi l ' epidemie psichiche nascono , da una parte , e come nacquero in ogni tempo , da una ristrettezza mentale e da uno squilibrio passionale , dall ' altra dal vasto dolore umano che ne circonda . Ed in fatti , il mondo antico , lo spirito ario , così sereni e tranquilli , non ebbero epidemie psichiche : furono come una lunga giornata d ' un sereno smagliante , che solo , a sera tardi , si ricuopre di nubi . L ' affanno che non aveali colpiti nella giovinezza , venne a sera , nella mistione etnica dei popoli dell ' impero , nel contatto dell ' animo semitico , nel dilagare della schiavitù , nelle ruinose vicende politiche . E l ' epidemia fu ascetica e religiosa ; e , come le altre forme di contagio psichico , ebbe un doppio contenuto , regressivo e progressivo ; progressivo fu , di certo , il cristianesimo che innalzava i miseri , che dava alla vita un contenuto nuovo , che spezzava la prisca grandezza : regressivo l ' ascetismo , il rinnegamento dell ' arte e del pensiero . Il medio – evo fu , in vece , un lungo periodo di epidemie psichiche e noi ne dicemmo il perché . Ma , comunque sorgano le epidemie psichiche , ànno sempre un colorito speciale che il tempo loro dà , in modo diverso ; celano un contenuto ora regressivo ora progressivo , ora di ritorno ora di anticipazione ed , in fine , sono come una tendenza compensatrice di mezzo ad un ambiente triste e doloroso sempre . E così , nell ' evo antico , noi troviamo le epidemie sociali , tali sono le rivolte servili che , a momenti dati , s ' impadronivano degli animi d ' infinità di schiavi con la celerità d ' un baleno ; nel medio – evo il tono epidemico è ascetico e religioso , in sieme ; nell ' evo – moderno è complesso : economico – sociale – politico , oppure è religioso – ascetico , come l ' evo medio , o economico – sociale come l ' evo antico . La nostra civiltà , venuta dopo l ' antica e la medioevale , nelle sue stratificazioni psichiche ripete le altre due , onde , accanto al colorito proprio del tempo economico – sociale – politico , à le epidemie a fondo sociale come nella civiltà antica e di mezzo , o le ascetiche e religiose come nel medio – evo . Siano però qualsivogliano gli aspetti delle epidemie psichiche , non vi è che in fondo un contenuto solo , l ' economico e sono come un compenso all ' ambiente , in mezzo al quale si vive : nel mondo antico imperava la schiavitù e l ' epidemia psichica assumeva l ' aspetto d ' una liberazione umana , onde le guerre servili ; nel medio – evo , che succedeva al godimento antico dei sensi , alla serenità del pensiero ario , l ' epidemia ascetico – religiosa fu un lungo martirio della carne , un ' introspezione paurosa dell ' animo ; nell ' evo moderno , nel quale domina l ' egoismo , l ' epidemia psichica è , profondam ente , altruista , pigli , poi , forma religiosa od economica – sociale poco importa . D ' altra parte , le epidemie si organizzano e si diffondono o fra animi passionati ed ardenti o fra animi fortemente squilibrati od in istato d ' arresto , per manco di coltura , e da questo particolare carattere nascono le forme epidemiche a contenuto progressivo o regressivo , con le illusioni di guarire il mondo , ma con l ' occhio fiso all ' indietro o all ' innanzi e sono le une sopravvivenze del passato , le altre anticipazioni dell ' avvenire . In fine , come ultima distinzione , le epidemie psichiche pazzesche agiscono di preferenza o sul sistema nervoso ( epidemie nevropatiche ) o sulla psiche ( epidemie psicopatiche : appartengono alle prime tra le epidemie medioevali le forme istero – epilettiche , la mania della danza , ecc . , e alle seconde le demonopatie , le invasioni e le ossessioni ecc . , e nel tempo presente , il suicidio è una epidemia neuropatica , così come il neomisticismo è una forma psicopatica . CAPITOLO II . LE EPIDEMIE PSICHICHE MODERNE L ' evo moderno , in questo suo declinare , è improntato da un tardo sviluppo delle qualità psichiche superiori ed in loro vece , da uno sviluppo eccessivo delle doti inferiori della psiche . Le doti inferiori della psiche che sono , ancora , le doti primeve , si compendiano , nel campo dell ' intelligenza , in un forte senso del presente e però in uno scarso idealismo e , nel campo del sentimento , in un forte egoismo , epperò in un altruismo scarso . Noi viviamo troppo dell ' oggi e di noi stessi ; l ' ideale , questa forte rappresentazione del mondo , cacciato fuori del tempo , non ci tormenta che ben poco e l ' amore degli altri non ci preoccupa per nulla . È ben vero che l ' idealismo e l ' altruismo , che sono in fondo due prodotti dell ' attrazione della psiche , sono doti di popoli evoluti , che non risplendono sulla fronte della fanciullezza dell ' umanità , ma brillano nella giovinezza umana ; questo è ben vero , ma è vero , del pari , che noi oggi traversiamo un periodo di regresso durante il quale idealismo e altruismo son rinculati d ' un pezzo . I nostri antichi ebbero un idealismo falso , ma vivo : essi credettero in una religione rivelata e nell ' amore della patria ; il loro altruismo assunse la forma della carità inesausta ; ebbero , in somma , un forte senso dell ' ideale che , oggi , può parere antiquato , ma , per quei tempi , fu certamente moderno . Questo oggi è completamente spento : la scienza à distrutto il senso della religione rivelata ; le vicende politiche , quello della patria , senza che le nuove concezioni idealistiche fossero penetrate , vece delle antiche ; così come la nuova scienza sociologica à distrutto il concetto vieto della carità , senza che il nuovo del dovere sociale vi si sia sostituito . Il nostro è un orizzonte morale ed intellettivo desolato : molti non hanno né un raggio di fede , né un barlume di speranza : l ' egoismo ed il senso del presente son diventati i due soli poli della vita e in vano noi cerchiamo la virtù che sale e che conquide , ché i vincitori dell ' oggi sono la gente dal cervello eunuco e dal cuore chiuso , i vinti sono gli animi eletti , che ànno nel cuore un ideale , nell ' intelletto un pensiero . Qual meraviglia , adunque , se , per quella tal legge di compenso che è nella natura , per il fenomeno dell ' opposizione sociale , ch ' è come dicemmo un fatto sugestivo , sorga e dilaghi , di fronte al pensiero del presente al realismo , la sete dell ' ideale e di fronte all ' egoismo l ' amore sconfinato dell ' umanità . In ogni tempo ed in ogni luogo , la natura , con le sue epidemie psichiche , à esercitato una funzione di conservazione , accentuando quelle doti che mancano , crescendole a dismisura , radicandole in certi animi in tanta proporzione ed intensità , di quanto sono deficienti negli altri ; onde è che , anco questa volta , le nuove epidemie psichiche , che portano in sé quei sentimenti di compenso che mancano negli altri , sono di natura idealiste e altruistiche . Ma , come accade dello spirito umano , sul quale le forme trascorse esercitano talora una influenza viva e grande , onde vi è una eredità ed un atavismo , così è avvenuto che l ' altruismo e l ' idealismo risorgente ànno assunto due forme : negli intelletti vigorosi e nuovi ànno assunte forme novelle onde il sentimento religioso che sale a Dio per discendere all ' umanità come nelle popolazioni anglosassone ; o la novella fede sociale come nel proletariato ; e negli intelletti deboli hanno assunto la forma di risorgenze religiose da lungo tramontate e sepolte nell ' incoscio della psiche . Epperò è avvenuto che dal triste realismo , dall ' egoismo incombente del secolo nostro vengono fuori come più rivi di epidemie psichiche e però sorgono l ' idealismo anglosassone , quel forte idealismo della razza , che noi dicemmo confina con Dio e à come mira l ' umanità ; il socialismo , ch ' è fede e scienza ad un tempo nel quale si van raccogliendo i pensatori più arditi e la parte lavoratrice dell ' umanità ; lo spiritismo questo strano fenomeno scientifico , che , deriso dapprima , va impressionando di sé animi di scienziati come Wallace , come Lombroso , come Richet e come Flammarion ; che si presta bene così ad una interpetrazione scientifica ( psichismo ) come ad un riconoscimento dell ' anima come elemento diverso dallo spirito e che preoccupa una infinità di accademie scientifiche , ed à i suoi esperimenti eseguiti col rigore d ' uno esperimento psicologico ; ed in fine il neo – misticismo , questo ritorno ad altri tempi , fortemente credenti e che nasce da una stanchezza di mirare innanzi , da un bisogno di riguardarsi in dietro , e che ha come postulato che se la scienza ci ha ingannato , ben la fede ci accoglie ancora . Ma , comprese nella forma neomistica , sono due concezioni religiose viventi in due climi storici diversi l ' uno arretrato l ' altro non evoluto : nelle nostre plebi , in fatti , rivivono le forme medioevali del diavolismo , delle ossessioni dei miracoli , dei sogni pieni di anticipazioni ecc . , in una parola , quelle forme mistiche medioevali , talora , a contenuto delittuoso . In Russia , dove gli animi sono poco progrediti ed ancora più , sotto il peso d ' un ' immensa pressura sociale : là in quei popoli l ' epidemia psichica assume forme e contenuto nuovo . Son forme epidemiche , pazzesche , che attentano alla vita propria o degli altri come negli Skoptzi o in quella strana setta dove la gente si fa murar viva ( gli inclusi ) ; o che al male non resistono , come Tolstoiani che spingono l ' ardire fino al male certo ed indeprecabile , come quando si sottraggono alla leva , obbedendo al motto divino : non ammazzare e presi di poi , lasciano la vita in Siberia . E accanto alle forme di epidemie psichiche complete con contenuto progressivo , stanno le forme regressive corrispondenti : accanto all ' idealismo anglosassone è il misticismo latino : l ' una è una forma nuova di carità inesausta che scende come dittamo sulle sventure umane e non rinnega né la scienza né la vita . L ' altra è la carità vieta dei conventi , è l ' untuosità dei paesi latini : l ' una è tutta una profilassi contro il vizio , una precauzione contro il crimine , quegli uomini fanno il bene per una forte pietà che sentono nel cuore ed il loro Dio è come la sintesi di tutta l ' idealità di che trabocca l ' animo loro ; l ' altra è subordinato alla grandezza terrena del papato . Quanto diverso il neo – misticismo slavo , dal latino fatto d ' un profondo senso di scoraggiamento della vita , d ' una rinunzia della civiltà , d ' una ascetica contemplazione della mente : quindi voi non trovate la fede operosa come nel primo , ma sentite d ' essere in mezzo a un popolo che vivo d ' un falso riflesso d ' un mondo tramontato , che non à del mondo vero , che tenterebbe riprodurre , la passionalità viva ed ardente . Così , accanto alla novella concezione sociale quella che noi chiamiamo socialismo , vi sono le altre che predicano la riforma immediata e violenta ed il ritorno a forme sociali tramontate . Queste son due forme di epidemie psichiche diverse : la prima è essenzialmente progressiva sia per il metodo , evolutivo , sia per il contenuto cioè come superstruttura d ' una novella forma economica , l ' altra è essenzialmente regressiva , sia per il metodo violento e sia ancora perché essa vagheggia una società meno complessa , quella che Rousseau chiamava stato di natura , onde i Reclus e gli altri spesso ricorrono agli esempi di selvaggi buoni per contrapporli alle civiltà moderne . Egli avviene così , adunque , che le epidemie psichiche moderne , progressive , si toccano con quelle regressive : possiamo dire che sono messe a due a due come le faccie di tante medaglie delle quali l ' una è dorata , l ' altra è di piombo . E , dopo le forme progressive e regressive , vengon le forme pazzesche e criminali : viene il suicidio , l ' assassinio politico , forme a lungo studiate e sulle quali noi non vogliamo indugiare , senza osservare che talora alle forme comuni di crimine il tempo dà il proprio tono , che oggi dei delinquenti comuni si ammantano del carattere politico o sociale , come un tempo del religioso e che il tono discende persino alle forme completamente pazzesche onde è che se un tempo i pazzi avevano deliri ed allucinazioni religiose oggi le hanno di carattere politico – sociale . Le grandi epidemie portano adunque in sé un alto valore , giacché sono come i fenomeni d ' una vasta malattia e ne sono il rimedio : esse , complete od incomplete , accennano di quali fatti psichici scarseggi la civiltà , quali sentimenti abbiano bisogno d ' essere educati , onde le doti inferiori , prevalendo come sempre , non abbiano a distruggerla . E lo stato quando fosse davvero provvido e quando , più che alle piccole vicende del giorno , tenesse gli occhi fisi a ' grandi interessi collettivi , dovrebbe assecondare tali epidemie psichiche , impadronendosene , mettendone in atto postulati più semplici e più attuabili , dando , a queste fiumane di sentimento , la dirittura ed il corso , non l ' ostacolo che le arresti , così solo esso farebbe opera saggia e preparerebbe l ' avvenire senza scosse e senza danni , imitando le epoche geologiche che non si sono succedute , come dice Cuvier , per cataclismi , ma , come ammetteva il Lyell per mutazioni lente e continue .