StampaPeriodica ,
La
Società
Operaia
di
Bologna
(
raccolta
in
Assemblea
generale
ordinaria
la
sera
del
29
Ottobre
1875
,
essendo
uniti
in
adunanza
i
Soci
e
le
Socie
componenti
la
Sezione
femminile
)
,
convinta
che
gli
attuali
Regolamenti
Governativi
sulla
prostituzione
recano
grande
iattura
al
diritto
comune
ed
all
'
uguaglianza
in
faccia
alla
legge
,
contrastano
alla
missione
educatrice
dello
Stato
,
dando
sanzione
ed
eccitamento
all
'
immoralità
;
offendono
la
personalità
e
la
dignità
della
donna
e
ledono
il
principio
essenziale
civile
della
riabilitazione
;
non
rispondono
od
almeno
inefficacemente
,
allo
scopo
con
cui
si
è
preteso
di
giustificarli
,
cioè
,
di
tutelare
la
pubblica
salute
;
Considerando
per
dolorosa
esperienza
,
come
la
famiglia
popolana
sia
più
di
ogni
altra
classe
da
questi
regolamenti
colpita
;
Augurando
tempi
migliori
in
cui
una
più
completa
coscienza
del
dovere
,
una
condizione
materiale
e
morale
più
elevata
per
la
donna
,
la
trasformazione
degli
eserciti
permanenti
,
e
un
più
equo
ordinamento
economico
,
tolgano
le
cagioni
precipue
della
prostituzione
;
Delibera
frattanto
di
associarsi
ai
nobili
sforzi
della
Federazione
Britannica
Continentale
e
per
essa
al
Comitato
Centrale
Italiano
costituitosi
in
Roma
all
'
uopo
di
ottenere
l
'
abrogazione
de
'
Regolamenti
surriferiti
.
E
autorizza
detto
benemerito
Comitato
a
giovarsi
di
questo
Atto
di
adesione
in
appoggio
alle
Petizioni
da
presentarsi
al
Parlamento
Nazionale
per
conseguire
l
'
intento
desiderato
.
StampaPeriodica ,
La
natura
della
donna
non
essendo
per
nulla
inferiore
a
quella
dell
'
uomo
,
essa
deve
per
ciò
essere
calcolata
eguale
a
lui
e
ammessa
in
conseguenza
a
godere
di
tutti
i
diritti
politici
e
civili
ch
'
egli
gode
.
E
questo
anche
se
co
'
fatti
la
donna
fino
ad
oggi
,
non
avesse
potuto
provare
la
sua
capacità
in
nessuna
guisa
.
Imperocché
la
nullità
in
cui
si
è
lasciata
languire
,
la
grettezza
delle
idee
in
cui
venne
cresciuta
,
l
'
ambiente
ristretto
della
famiglia
,
che
non
è
atto
a
farle
comprendere
i
bisogni
sociali
e
i
portati
del
progresso
,
e
più
specialmente
la
schiavitù
delle
costumanze
,
che
le
pesa
sopra
come
un
coperchio
di
piombo
,
ben
potrebbero
averle
compresse
quelle
facoltà
che
distinguono
l
'
essere
intelligente
e
cosciente
e
capace
,
e
potrebb
'
essere
,
come
io
calcolo
che
in
fatto
sia
,
ch
'
ella
non
abbia
ancor
potuto
svolgere
interamente
tutta
la
sua
potenza
morale
e
intellettuale
.
Come
si
usa
chiudere
il
piede
delle
cinesi
in
breve
stivaletto
,
che
ne
arresta
lo
sviluppo
e
lo
condanna
a
una
picciolezza
deforme
,
che
offende
l
'
estetica
della
persona
,
così
si
fece
col
cervello
della
povera
donna
;
eppoi
si
osa
far
paragoni
,
confrontare
le
opere
di
lei
con
quelle
dell
'
uomo
,
le
di
cui
facoltà
,
per
converso
,
si
sono
spinte
sempre
al
loro
sviluppo
massimo
.
La
ingiustizia
non
potrebbe
essere
più
manifesta
né
la
protesta
da
parte
nostra
per
quanto
alta
suonasse
potrebbesi
chiamare
esagerata
.
E
chiedendo
noi
che
ci
si
parifichi
e
ci
si
provi
poi
su
tutti
i
rami
che
l
'
uomo
ha
discorso
e
discorre
,
non
chiediamo
che
quanto
per
legge
divina
ed
umana
ci
è
dovuto
.
Ma
quanto
verrò
esponendo
,
partendo
dal
punto
prefissomi
di
consigliare
la
conquista
di
ciò
che
ci
è
dovuto
di
diritto
,
non
offende
la
legittimità
di
questo
diritto
,
ch
'
io
riconosco
in
natura
e
che
ci
dovrebbe
venire
conceduto
appunto
per
diritto
naturale
.
Ma
ben
sappiamo
che
nel
mondo
ha
sempre
avuto
maggiore
potenza
il
diritto
della
forza
che
la
forza
del
diritto
,
laonde
occorsero
secolari
rivoluzioni
prima
che
l
'
umanità
purgasse
sé
di
questo
turpe
peccato
,
e
non
ancora
v
'
è
giunta
,
ché
la
indegna
guerra
che
si
combatte
in
Oriente
è
una
macchia
che
si
stampa
indelebile
sulla
nostra
civiltà
,
che
ben
dobbiamo
riconoscere
essere
ancora
una
civiltà
pigmea
.
È
ad
una
rivoluzione
pacifica
,
senza
urti
,
né
scosse
violente
,
ch
'
io
v
'
invito
,
o
sorelle
.
Se
quello
che
io
intendo
raccomandarvi
,
ci
venisse
proposto
dall
'
uomo
,
io
prima
,
v
'
alzerei
la
voce
contro
.
Quando
l
'
uomo
consiglia
alla
donna
di
andare
alla
conquista
del
proprio
diritto
,
io
ci
vedo
per
entro
quel
consiglio
un
'
ipocrisia
che
mi
ripugna
;
ci
scorgo
un
'
ironia
,
che
mi
fa
male
.
Quando
la
parte
a
noi
avversa
ci
dice
,
verbi
grazia
:
Suvvia
,
donna
,
vuoi
tu
il
tuo
posto
tra
gli
esseri
che
valgono
qualche
cosa
nel
mondo
intellettuale
?
Vuoi
tu
aver
parte
nella
politica
,
vuoi
tu
che
vengano
tolti
certi
articoli
del
codice
che
ti
disonorano
?
Mostratene
degna
.
Corri
la
lizza
con
noi
e
avanzaci
o
ci
sii
pari
nella
lotta
.
Se
vuoi
che
ti
coroniamo
de
'
nostri
diritti
,
manifestaci
che
questi
diritti
non
sarebbero
per
te
un
peso
troppo
superiore
alle
tue
forze
,
con
prove
di
fatto
.
Leva
la
macchia
di
debolezza
che
i
secoli
t
'
imposero
e
noi
di
buon
grado
ti
dichiareremo
nostra
eguale
.
Parmi
di
scorgere
in
queste
parole
che
spesso
simulati
amici
ci
indirizzano
un
insulto
che
giustificherebbe
qualunque
più
energica
protesta
.
Sarebbe
lo
stesso
che
l
'
uomo
libero
dicesse
al
galeotto
dalla
corta
e
pesante
catena
:
Vedi
là
quell
'
erta
cima
?
Provati
a
salirla
con
me
e
vediamo
chi
primo
l
'
aggiunge
.
Quell
'
infelice
guarderebbe
agli
anelli
che
lo
costringono
a
un
passo
misurato
e
non
risponderebbe
che
con
un
sospiro
.
Come
fa
la
povera
donna
quando
sentesi
rispondere
di
competere
oggi
con
l
'
uomo
e
di
mostrarsi
alla
sua
altezza
.
E
il
paragone
regge
,
ché
i
pregiudizi
,
certe
abitudini
,
che
si
impongono
più
delle
leggi
,
e
la
monca
istruzione
,
superficialissima
che
al
presente
viene
impartita
alla
donna
,
la
incatenano
peggio
che
nol
sia
il
galeotto
,
epperò
assai
difficilmente
essa
può
vincere
,
o
solo
mostrarsi
eguale
all
'
uomo
nelle
opere
della
mente
e
della
mano
,
o
se
lo
può
,
è
per
un
miracolo
del
suo
ingegno
,
che
deve
essere
straordinario
in
tal
caso
.
Vuolsi
però
considerare
che
se
malgrado
questo
ella
ha
dato
pure
buone
prove
di
sé
:
se
malgrado
che
da
secoli
,
il
suo
cervello
non
ebbe
il
voluto
sviluppo
,
e
crebbe
tisica
pianta
,
eppure
ha
dato
frutti
non
disgustosi
al
palato
,
da
ciò
puossi
arguire
quanto
avrebbe
potuto
se
ogni
cosa
le
fosse
stata
favorevole
,
se
stata
fosse
coltivata
,
se
il
sole
dell
'
istruzione
l
'
avesse
riscaldata
,
se
attinto
avesse
sempre
alla
fonte
del
sapere
.
Questa
considerazione
soltanto
è
un
argomento
formidabile
che
abbatte
i
contrari
.
Ma
io
parlo
in
famiglia
,
alle
mie
sorelle
e
a
queste
dico
che
ci
è
possibile
nella
presente
condizione
preparare
quel
rivolgimento
sociale
,
che
è
il
nostro
obbiettivo
.
Protestiamo
contro
chi
del
partito
a
noi
avverso
,
ce
lo
consiglia
nascondendo
un
sorriso
di
compassione
,
ma
noi
uniamoci
e
lavoriamo
attive
,
indefesse
,
concordi
a
questo
scopo
.
Io
ben
so
che
per
ciò
fare
ci
conviene
avere
la
virtù
dell
'
apostolo
,
ci
conviene
,
all
'
uopo
,
saper
coronare
le
nostre
tempie
della
corona
di
spine
che
inghirlanda
la
fronte
dell
'
apostolo
-
martire
.
Ma
nessuno
cosa
buona
né
fu
iniziata
,
né
condotta
al
suo
possibile
termine
se
non
ebbe
e
i
suoi
apostoli
e
i
mariti
suoi
.
Chi
dunque
di
noi
si
sente
la
forza
morale
necessaria
,
chi
ha
la
coscienza
del
proprio
valore
,
chi
sente
di
poter
qualche
cosa
,
sorga
alla
lotta
e
quanto
può
faccia
a
vantaggio
della
causa
comune
(...)
.
(...)
O
donne
,
nel
cui
intelletto
v
'
è
la
scintilla
che
dà
fuoco
all
'
ingegno
vero
,
o
donne
,
che
sareste
suscettibili
di
adoprarvi
per
il
bene
del
vostro
sesso
,
o
compagne
nostre
che
avreste
la
potenza
di
esercitare
un
'
influenza
massima
e
portare
ciascuna
nella
propria
città
,
ciascuna
nel
proprio
cantuccio
,
un
beneficio
alla
condizione
della
donna
in
generale
,
sorgete
compatte
e
date
aiuto
alle
vostre
sorelle
e
fate
che
queste
possano
migliorarsi
;
così
che
un
giorno
,
in
quel
dì
che
ci
verrà
accordato
l
'
esercizio
de
'
nostri
diritti
,
esse
non
siano
troppo
al
disotto
de
'
nuovi
doveri
che
questi
diritti
loro
imporranno
.
Siamo
unite
;
associamoci
tutte
.
Nell
'
associazione
sta
la
vera
leva
del
progresso
.
Impadroniamoci
dell
'
istruzione
;
sforziamone
il
tempio
.
Finora
,
sebbene
noi
possiamo
essere
maestre
,
siamo
sempre
subalterne
all
'
uomo
(...)
.
(...)
Chi
trascura
,
trovando
sé
abbastanza
soddisfatto
,
di
sorgere
a
protestare
contro
qualsivoglia
ingiustizia
,
che
colpisce
più
direttamente
altri
,
quegli
manca
ad
un
dovere
sacrosanto
,
infrange
uno
de
'
canoni
primi
della
solidarietà
,
che
deve
esistere
fra
gli
individui
d
'
una
stessa
specie
.
Converrebbe
che
fino
dai
primi
suoi
anni
la
donna
venisse
ammonita
di
curare
la
dignità
del
suo
sesso
,
come
la
propria
e
il
suo
dovere
le
venisse
additato
ben
altrimenti
che
al
presente
.
Converrebbe
le
si
dicesse
,
non
consistere
esso
nella
sommissione
,
nell
'
umiltà
,
ch
'
è
spesso
la
negazione
della
nostra
individualità
,
e
che
molto
somiglia
a
viltà
;
che
non
è
quel
sentimento
di
modestia
,
il
quale
rende
tanto
superiore
un
animo
che
sia
naturalmente
bello
,
un
ingegno
nato
a
brillare
,
un
carattere
che
abbia
qualità
distinte
.
Converrebbe
le
si
dicesse
non
consistere
esso
nella
abnegazione
completa
di
sé
,
che
di
sovente
può
originare
fiacchezza
;
poiché
s
'
è
bello
il
sacrificio
,
conviene
che
questo
sia
consumato
per
uno
scopo
nobile
,
santo
ed
utile
,
sia
illuminato
,
non
cieco
;
sia
tale
da
sublimare
chi
lo
compie
,
non
da
renderlo
inferiore
alla
sua
stessa
natura
(...)
.
(...)
Fino
a
qui
alla
donna
venne
insegnato
che
il
suo
primo
dovere
,
quasi
l
'
unico
,
è
l
'
obbedienza
passiva
,
la
qualità
ch
'
era
il
primo
attributo
dello
schiavo
,
e
che
in
essa
si
nascondeva
il
segreto
della
sua
futura
felicità
.
Io
vorrei
che
ben
altro
venisse
appreso
a
lei
che
dev
'
essere
il
cardine
della
famiglia
,
che
deve
reggere
e
non
essere
retta
.
Io
vorrei
che
non
si
curasse
con
soverchio
amore
di
spegnere
in
lei
ogni
energia
istintiva
,
sotto
il
pretesto
specioso
,
che
la
donna
deve
solo
emergere
per
i
vezzi
suoi
,
che
ha
da
governare
più
con
la
potenza
dell
'
amore
,
che
inspira
la
sua
bellezza
fisica
,
che
con
le
qualità
dell
'
intelletto
e
del
cuore
(...)
.
(...)
E
riflettendo
che
qualunque
cosa
noi
compiamo
in
male
o
in
bene
,
il
biasimo
o
la
lode
non
ricade
solo
sopra
di
noi
,
ma
su
tutte
le
compagne
nostre
,
dovremmo
essere
sollecite
di
evitare
fin
l
'
ombra
del
male
e
curarci
in
ogni
guisa
del
bene
per
onorare
il
nostro
sesso
e
fargli
acquistare
stima
sempre
maggiore
.
Dovremmo
soffocare
ogni
velleità
di
leggerezza
,
ogni
vanità
,
ogni
picciolezza
,
ed
elevarci
al
disopra
anche
della
nostra
stessa
natura
,
mirando
all
'
alto
obbiettivo
.
Chi
s
'
adopera
per
un
'
idea
,
chi
si
prefigge
un
fine
,
chi
per
raggiungerlo
non
teme
sacrificii
e
non
s
'
arresta
nella
lotta
,
chi
vuole
e
vuole
ad
ogni
costo
,
quegli
riesce
.
E
noi
,
associate
a
questo
intento
benefico
,
con
questo
principio
comune
,
anche
oggi
che
la
nostra
condizione
è
sempre
di
dipendenti
,
possiamo
ciò
nulla
ostante
,
adoprarci
a
nostro
vantaggio
,
quando
siamo
determinate
e
volonterose
.
Quando
non
vogliamo
trascurare
di
aiutare
vuoi
col
censo
,
vuoi
con
l
'
ingegno
,
vuoi
con
l
'
opera
nostra
l
'
istruzione
femminile
,
di
promuoverla
da
per
ogni
dove
,
di
farla
progredire
,
di
far
progredire
il
lavoro
professionale
,
di
perfezionare
quel
lavoro
industriale
,
che
anche
al
presente
è
conceduto
alla
donna
,
di
sostenere
in
questo
come
in
qualsivoglia
cosa
il
diritto
muliebre
.
Da
questa
azione
concorde
e
assidua
,
potrà
venire
quel
bene
che
aneliamo
e
iniziarsi
quella
riforma
nei
costumi
,
che
sarà
la
precorritrice
della
riforma
radicale
che
muterà
la
faccia
della
società
(...)
.
StampaPeriodica ,
Lo
spirito
settario
è
improvvido
consigliere
.
«
Il
dogmatismo
perderà
,
un
dì
o
l
'
altro
,
fino
il
titolo
ed
il
nome
di
scienza
»
disse
Ausonio
Franchi
,
e
come
cosa
caduca
non
deve
presiedere
ciò
che
si
ha
diritto
di
considerare
come
scienza
eccellentissima
.
«
La
storia
rivela
,
dice
Littré
,
nella
sua
Filosofia
Positiva
,
l
'
instabilità
delle
dottrine
metafisiche
»
,
e
noi
,
eredi
del
secolo
XVIII
,
ammettiamo
nel
codice
conseguenze
ben
terribili
,
di
quella
metafisica
trascendentale
,
che
fuorvia
il
sano
criterio
dell
'
uomo
pratico
,
e
a
cui
si
devono
tante
pagine
insanguinate
della
storia
!
L
'
indissolubilità
del
matrimonio
e
la
eterna
tutela
della
donna
sono
due
gravi
errori
del
nostro
codice
,
sono
vere
mostruosità
,
che
col
progredire
dell
'
incivilimento
dovranno
scomparire
.
Devesi
parificare
la
condizione
dei
due
sessi
,
accordare
ed
entrambi
la
responsabilità
delle
loro
azioni
,
concorrere
diritti
ed
imporre
doveri
con
equa
ripartizione
,
bandire
la
prepotenza
,
levare
alla
donna
una
tutela
indecorosa
,
offensiva
ed
ingiusta
;
considerarla
,
non
più
come
un
essere
inferiore
,
debole
,
incapace
,
ma
come
intelligenza
capace
di
agire
,
di
amministrare
i
propri
beni
,
e
non
porla
in
balia
di
un
marito
,
che
talvolta
colla
forza
e
la
minaccia
,
le
estorce
adesioni
e
firme
che
sono
la
di
lei
condanna
(...)
.
(...)
Davvero
che
egli
è
un
far
troppo
la
corte
al
motto
ecclesiastico
:
L
'
uomo
non
separi
ciò
che
Dio
congiunge
Ma
al
Municipio
,
Dio
non
c
'
entra
,
e
non
credo
che
il
signor
Sindaco
,
si
senta
in
quel
momento
invasato
da
idee
papaline
,
e
si
creda
seriamente
l
'
infallibile
rappresentante
di
Dio
sulla
terra
.
Oh
se
così
fosse
,
perché
colla
sciarpa
ufficiale
,
monsignor
sindaco
,
non
mette
anche
la
mitra
?
Sarebbe
logico
.
Purtroppo
nelle
presenti
controversie
,
fra
il
bisbiglio
di
tante
voci
contraddittorie
,
una
mi
ripercuote
l
'
orecchio
,
ed
è
una
frase
convenzionale
,
da
tutti
interpretata
a
piacimento
.
S
'
invoca
da
leggi
e
da
filosofi
il
diritto
naturale
;
ma
chi
lo
rispetta
?
Non
l
'
uomo
a
cui
il
codice
accorda
non
pochi
privilegi
:
non
il
marito
,
che
è
protetto
dal
codice
;
non
il
potente
,
che
sa
di
avere
nel
codice
un
benevole
ausiliario
;
non
l
'
avvocato
,
che
,
protetto
dalla
toga
,
scende
talvolta
all
'
insulto
ed
all
'
ingiuria
contro
la
parte
avversaria
o
l
'
imputato
;
e
possiamo
ripetere
con
Vico
:
Le
gare
degli
ingegni
,
più
che
qual
si
voglia
altro
contrasto
,
si
dimostrano
veementi
ed
accanite
ma
non
eque
.
La
discussione
trascende
in
querela
,
l
'
arringa
in
ingiuria
,
il
libero
giudizio
in
pressione
,
e
talvolta
assistiamo
col
cuore
stretto
,
allo
svolgimento
davanti
ai
tribunali
di
certi
drammi
,
che
terminano
nel
carcere
o
nel
manicomio
.
Faccio
appello
all
'
evidenza
di
alcuni
fatti
contemporanei
,
né
quali
si
vide
la
giustizia
o
prostituirsi
alla
potenza
o
assecondare
gli
intrighi
con
colpevole
condiscendenza
.
E
ogni
giorno
non
siamo
spettatori
di
disordini
che
fanno
raccapricciare
gli
onesti
,
dove
si
vede
la
legge
premere
sul
debole
e
colpire
la
donna
,
per
la
sola
colpa
di
essere
donna
,
cioè
considerata
inferiore
,
incapace
,
e
posta
in
coda
agli
idioti
,
agli
imbecilli
,
ai
mentecatti
?
Il
codice
offese
la
donna
nella
sua
dignità
;
seguì
la
dottrina
religiosa
che
la
vuol
soggetta
a
penitente
,
considerata
causa
del
male
e
degradata
!
Nei
libri
così
detti
sacri
è
sempre
dipinta
come
impura
,
oggetto
di
compassione
,
avvilita
,
venduta
.
Si
tengono
concilii
per
chiarire
il
gran
problema
,
se
la
donna
è
dotata
di
anima
,
e
si
crede
aver
detto
l
'
ultima
parola
deificando
il
mito
della
Vergine
-
Madre
.
Tutto
intorno
a
lei
è
pregiudizio
ed
errore
,
e
la
prepotenza
maschile
volentieri
ammette
una
inferiorità
,
che
le
assicura
lo
scettro
,
rifiutandosi
di
ascoltare
le
perorazioni
della
vittima
,
che
si
dichiara
incompetente
onde
imporle
silenzio
.
Ma
perché
una
tanta
ingiustizia
?
Perché
la
legge
si
fa
complice
del
più
volgare
pregiudizio
e
non
propugna
che
ciò
,
che
tende
a
stringerla
nel
circolo
magico
di
una
sedicente
inferiorità
?
(...)
.
(...)
Badate
,
la
donna
è
una
forza
latente
,
che
se
compressa
diverrà
pericolosa
.
Voi
l
'
allontanate
dalla
legge
ed
essa
si
abbandona
all
'
intrigo
;
l
'
astuzia
è
la
specialità
dei
deboli
;
le
contestate
la
sua
dignità
;
ed
essa
corre
tra
le
file
dell
'
esercizio
clericale
,
ove
la
si
blandisce
con
lusinghe
e
le
si
promette
la
gloria
nel
cielo
.
La
respingete
dall
'
aula
universitaria
,
ed
essa
si
rifugia
in
chiesa
;
in
mancanza
di
scienza
positiva
,
che
le
è
vietata
,
si
appassiona
per
la
metafisica
,
e
respinta
dalla
società
,
cerca
un
conforto
nei
sogni
e
nelle
illusioni
dello
spirito
.
La
nullità
e
la
leggerezza
femminile
sono
opera
vostra
,
o
signori
;
l
'
avete
condannata
ed
essa
si
vendica
.
Le
negate
autorità
,
intelligenza
,
rettitudine
,
energia
,
coraggio
,
ed
essa
corre
a
piangere
in
un
confessionale
.
Reietta
dagli
uomini
si
consacra
a
Dio
.
Il
quadro
è
miserando
,
ma
è
opera
vostra
.
Accordatele
quelle
franchigie
,
che
chiede
in
nome
del
diritto
naturale
,
e
rialzate
la
di
lei
dignità
;
divenuta
persona
e
non
trastullo
,
essa
ripudierà
le
frivole
abitudini
di
una
vita
nulla
,
per
consacrarsi
all
'
opera
santissima
di
incivilire
l
'
umanità
e
sorreggere
l
'
uomo
nelle
penose
fatiche
della
vita
pubblica
.
Ricordatevi
,
o
legislatori
,
che
la
degradante
schiavitù
abbrutisce
anche
i
migliori
ingegni
che
voi
cercaste
ognora
di
distruggere
il
senso
morale
nella
donna
,
sopprimendone
la
personalità
.
Non
ci
calunniate
,
o
signori
,
offendereste
l
'
opera
vostra
(...)
.
StampaPeriodica ,
La
stampa
periodica
o
giornaliera
dovrebbe
essere
una
amica
capace
di
venirci
a
illuminare
a
consigliare
a
correggere
,
sotto
veste
di
appagare
la
nostra
brama
di
apprendere
le
notizie
politiche
del
giorno
;
di
conoscere
le
nuove
importanti
scoperte
della
scienza
,
di
sapere
quali
dottrine
nuove
i
filosofi
i
moralisti
i
pedagogisti
,
abbiano
cavato
dalle
antiche
,
a
guida
norma
inspirazione
delle
presenti
e
future
generazioni
;
un
'
onesta
curiosità
,
che
potrebbe
esserci
feconda
di
molto
bene
,
quando
venisse
onestamente
soddisfatta
.
Ma
di
un
'
istituzione
proficua
s
'
è
abusato
e
oltrepassandone
i
limiti
ed
esagerandone
il
bisogno
,
s
'
è
dato
vita
a
una
quantità
straordinaria
di
giornali
e
periodici
,
da
procurarne
ai
lettori
un
'
indigestione
,
tanto
più
seria
e
di
tristi
conseguenze
,
in
quanto
si
diffusero
pagine
che
contenevano
nonché
lumi
ammonimenti
consigli
saggi
,
opportuni
,
valevoli
,
un
veleno
sottile
sottile
,
corrompitore
dell
'
anima
.
In
siffatto
modo
libertà
venne
insultata
e
costretta
a
velarsi
la
faccia
e
in
sua
vece
sorse
licenza
,
che
,
impunemente
vestita
del
gran
peplo
della
dea
,
che
guida
i
popoli
a
'
loro
destini
,
felice
della
maschera
che
agli
ingenui
o
ignoranti
la
nasconde
,
si
compiace
spargere
fra
il
popolo
,
avido
di
luce
,
di
verità
,
la
parola
mentita
della
sua
fede
di
corruzione
:
né
il
mal
gioco
accenna
avere
un
termine
,
ché
continua
tuttavia
,
riempiendo
di
dolore
chi
vorrebbe
che
il
giornalismo
,
compreso
della
sua
missione
,
la
compisse
quale
un
apostolato
.
Ma
perché
mai
di
una
cosa
che
potrebbe
riuscire
tanto
benefica
e
ch
'
è
,
come
dissi
,
una
necessità
de
'
tempi
,
come
mai
se
ne
fece
uno
strumento
di
dissolvimento
morale
?
Quando
si
potesse
avere
un
giornalismo
che
tendesse
allo
scopo
,
che
il
giornalismo
onesto
dovrebbe
prefiggersi
,
come
ci
sarebbe
facile
rifare
l
'
uomo
,
dar
vita
vigorosa
al
suo
pensiero
,
educare
il
suo
sentimento
,
indirizzarlo
per
quella
via
che
a
libertà
vera
conduce
;
invece
,
il
giornalismo
che
Italia
a
suo
disdoro
può
in
oggi
vantare
,
salvo
le
belle
,
splendide
eccezioni
,
è
tutto
vanamente
ciarliero
,
pecca
di
pretenzioso
,
è
spesso
pettegolo
,
litigioso
,
presto
alla
polemica
personale
,
allo
insulto
,
alla
calunnia
e
diffonditore
sotto
forma
di
cronaca
amena
,
d
'
immoralità
;
ché
si
fa
eco
di
processi
scandalosi
,
ché
registra
ogni
sorta
di
delitti
,
con
una
leggerezza
colpevole
;
ché
narra
le
cose
più
sozze
,
più
abbominevoli
,
più
nefande
,
con
un
buon
umore
indecente
,
o
con
un
sorriso
beffardo
;
ché
nelle
appendici
,
ammanisce
i
più
scapigliati
romanzi
della
scuola
francese
;
e
i
lettori
non
educati
a
serietà
,
non
avvezzi
alla
riflessione
,
al
discernimento
,
ci
si
abituano
a
letture
tanto
pericolose
;
e
ne
hanno
scuola
,
ripeto
,
di
corruzione
;
ci
si
abituano
,
poi
che
ben
lo
si
sa
,
che
per
la
natura
dell
'
uomo
il
male
come
il
bene
è
quistione
d
'
abitudine
,
e
a
forza
di
leggere
di
latrocini
,
di
omicidi
,
di
suicidi
e
via
di
seguito
,
narrati
con
tanta
superficialità
,
l
'
uomo
incolto
,
non
trova
in
fine
la
colpa
così
orribile
,
anzi
spesso
la
trova
rivestita
di
una
certa
luce
,
sia
pure
luce
sinistra
,
circondata
di
una
specie
di
aureola
,
che
potrebbe
attrarlo
se
incauto
;
anche
il
tristo
nell
'
esserlo
ci
mette
il
suo
amor
proprio
.
A
questo
brutto
stato
di
cose
si
siamo
ridotti
,
perché
dimenticossi
che
la
stampa
è
un
sacerdozio
,
e
la
si
assunse
quale
un
mestiere
(...)
.
StampaPeriodica ,
La
posizione
sociale
della
donna
,
a
giudicare
dalle
apparenze
,
è
dignitosa
;
dico
a
giudicare
dalle
apparenze
,
perché
non
posso
chiamar
dignitosa
la
posizione
di
una
classe
di
persone
e
questa
è
la
regola
e
non
l
'
eccezione
nei
paesi
occidentali
la
quale
con
un
solo
articolo
del
Codice
,
è
tenuta
alla
cieca
ubbidienza
e
sottomissione
verso
chi
ha
cooperato
a
dettare
quell
'
articolo
;
ben
pochi
sono
i
Codici
europei
che
non
contengono
l
'
ingiunzione
esplicita
,
che
la
moglie
deve
ubbedienza
al
marito
:
solo
nella
revisione
legislativa
del
1865
,
l
'
atto
di
ubbidienza
venne
soppresso
nel
Codice
italiano
.
L
'
esclusione
poi
della
donna
da
ogni
legislazione
,
e
la
sua
impotenza
riguardo
alle
istituzioni
nazionali
,
che
non
sono
se
non
istituzioni
a
cui
la
donna
non
ha
prestato
il
suo
concorso
,
fanno
sì
che
la
vita
morale
dei
popoli
si
risente
assai
della
mancanza
della
influenza
femminile
;
l
'
assenza
completa
dell
'
influenza
di
donne
oneste
ed
intelligenti
nello
Stato
,
deve
riguardarsi
come
un
abuso
non
lieve
,
e
non
poche
istituzioni
avrebbero
un
aspetto
ben
diverso
,
se
si
fossero
consultate
anche
le
loro
opinioni
e
sentimenti
.
È
cosa
innegabile
che
l
'
ingiustizia
reca
danno
a
quello
che
la
commette
non
meno
che
a
quello
che
la
subisce
,
demoralizzando
sì
l
'
uno
che
l
'
altro
(...)
.
Il
desiderio
dell
'
Europeo
incivilito
,
di
voler
continuare
le
tradizioni
antiche
,
riguardo
alla
donna
tradizioni
che
per
conto
suo
egli
ha
rinnegate
,
dichiarando
che
nessuno
ha
il
diritto
di
arrogarsi
un
potere
illimitato
sulla
sorte
altrui
e
di
volerla
segregata
da
tutti
quegli
interessi
,
che
più
importano
al
cittadino
;
di
volerla
tenere
estranea
a
tutto
ciò
che
si
chiama
politica
,
ossia
arte
e
scienza
di
governare
un
popolo
,
e
ciò
che
solo
tocca
alle
masse
di
farsi
governare
da
uomini
di
Stato
scelti
bene
;
ed
infine
,
la
sua
brama
di
disporre
,
egli
solo
,
senza
il
concorso
di
lei
,
dei
mezzi
per
influenzare
le
leggi
,
dalle
quali
gli
individui
e
la
comunità
vengono
retti
,
possono
essere
in
parte
inconsci
,
e
conseguenza
di
pregiudizi
,
di
spensieratezza
,
di
indifferenza
,
ma
non
sono
certamente
segni
di
uno
spirito
liberale
,
disinteressato
ed
equo
.
La
circostanza
inoltre
,
che
anche
nella
donna
europea
l
'
uomo
si
ostina
a
voler
vedere
null
'
altro
che
la
generatrice
e
la
governante
di
casa
,
e
per
tale
motivo
persiste
a
negarle
la
facoltà
e
l
'
opportunità
di
lavorare
efficacemente
al
perfezionamento
del
suo
essere
intellettuale
e
morale
,
ridonda
a
danno
di
tutti
,
sebbene
i
pregiudizi
impediscano
agli
indifferenti
di
accorgersene
;
soltanto
quando
si
avrà
permesso
alla
voce
femminile
di
prender
parte
alle
decisioni
che
riguardano
il
suo
sesso
,
di
accennare
agli
inconvenienti
e
alle
sofferenze
che
pesano
su
di
esso
,
e
che
l
'
altro
sesso
non
può
comprendere
,
perché
,
non
le
sente
,
gli
uomini
potranno
parlare
di
libertà
civile
,
di
autonomia
individuale
e
di
rispetto
alla
personalità
umana
,
senza
essere
tacciati
d
'
ipocrisia
.
StampaPeriodica ,
I
luttuosi
avvenimenti
che
contrastarono
l
'
Italia
nostra
negli
ultimi
giorni
del
1878
non
devono
venir
posti
in
oblio
.
Gran
danno
sarebbe
invero
se
l
'
impressione
prodotta
dall
'
attentato
esecrabile
contro
un
Sovrano
amato
e
devoto
al
bene
dei
suoi
sudditi
,
e
dalle
congiure
scoperte
in
varie
parti
del
regno
,
scomparisse
con
quella
medesima
rapidità
con
cui
nacque
,
e
se
quei
delitti
si
attribuissero
unicamente
alla
manchevole
sorveglianza
governativa
od
alla
influenza
rovinosa
,
ma
passeggera
,
delle
teorie
di
sconfinata
libertà
imprudentemente
professate
.
Quando
si
vedono
frutti
di
tal
natura
,
bisogna
dire
che
il
male
abbia
radici
assai
più
profonde
.
Né
tali
radici
saranno
difficili
a
scuoprirsi
da
chi
voglia
spassionatamente
considerare
le
condizioni
anormali
,
in
cui
si
trova
da
molti
e
molti
anni
la
società
in
Italia
.
Una
rivoluzione
,
che
abbatté
sette
troni
,
non
poteva
a
meno
di
produrre
negli
animi
e
nelle
menti
un
gran
turbamento
,
accresciuto
a
cento
doppi
ancora
dalla
lotta
perdutamente
tra
lo
Stato
e
la
Chiesa
.
Come
può
rispettare
i
decreti
del
potere
civile
ed
ecclesiastico
quel
popolo
,
che
assiste
ormai
da
quattro
lustri
ad
un
tale
spettacolo
?
Aggiungasi
la
propaganda
materialista
,
il
falso
avviamento
che
si
vuol
dare
e
che
si
è
dato
all
'
istruzione
,
l
'
empietà
di
molta
parte
della
stampa
,
il
disordine
dei
partiti
parlamentari
,
il
dissesto
economico
,
la
confusione
delle
amministrazioni
date
in
preda
ad
uomini
incapaci
,
solo
perché
appartenenti
a
questa
o
a
quella
chiesuola
politica
,
e
si
comprenderà
come
a
poco
a
poco
si
dovesse
venire
fino
agli
eccidi
di
Napoli
,
di
Firenze
,
di
Pisa
.
Né
vale
a
dire
che
i
medesimi
mali
appaiono
in
istati
più
solidi
e
meno
liberali
del
nostro
;
che
,
se
bene
si
consideri
,
ancora
essi
trovansi
sotto
molti
aspetti
in
condizioni
analoghe
alle
nostre
.
A
combattere
tanto
male
non
sono
troppe
tutte
le
forze
della
Società
,
ché
anzi
si
richiedono
in
ispecie
quelle
dei
privati
,
e
più
particolarmente
di
quell
'
elemento
conservatore
che
finora
si
è
tenuto
troppo
in
disparte
e
la
necessità
del
quale
,
per
la
salute
comune
,
ormai
nessuno
contesta
.
Egli
è
appunto
al
fine
di
contribuire
nelle
misure
delle
nostre
forze
a
quest
'
opera
rigeneratrice
e
di
offrire
un
campo
agli
uomini
di
parte
nostra
,
che
pur
sono
numerosi
,
ma
sparsi
in
tutto
il
paese
,
che
noi
intendiamo
fondare
questa
Rivista
.
L
'
apparizione
di
un
nuovo
Periodico
quando
ne
esistono
già
tanti
,
così
generali
come
speciali
,
e
fra
gli
altri
alcuni
a
cui
non
si
può
contestare
né
l
'
accuratezza
della
redazione
,
né
la
frequenza
di
lavori
dovuti
ai
più
reputati
scrittori
d
'
Italia
,
potrà
forse
parere
a
tutta
prima
poco
opportuna
.
Ma
chi
ben
guardi
,
a
molti
di
questi
periodici
,
manca
un
carattere
importante
,
il
carattere
politico
,
e
se
pure
vi
è
,
non
può
a
nostro
avviso
dirsi
sano
e
giovevole
al
bene
della
patria
.
Alcuni
periodici
infatti
si
vantano
di
offrire
un
campo
aperto
a
tutte
le
opinioni
più
disparate
,
altri
hanno
tali
principi
e
tale
indirizzo
che
tendono
a
deviare
sempre
maggiormente
dal
retto
sentiero
la
mente
delle
nostre
popolazioni
;
altri
infine
tendono
a
propagare
sempre
più
quel
veleno
,
onde
pur
troppo
si
rendono
ogni
giorno
più
visibili
i
funesti
effetti
.
Imperocché
,
giova
qui
ripeterlo
,
a
noi
sembra
fuori
di
dubbio
che
le
cospirazioni
tutto
dì
rinascenti
,
e
i
disordini
ai
quali
l
'
Italia
è
da
qualche
tempo
in
preda
,
trovino
una
delle
loro
più
dirette
cagioni
appunto
nella
stampa
.
Che
se
tale
difetto
appare
più
grave
che
mai
nella
stampa
quotidiana
,
non
si
può
dire
che
sia
meno
nociva
quella
che
tiene
un
posto
di
mezzo
fra
il
libro
ed
il
giornale
;
poiché
,
se
l
'
uno
va
per
le
mani
di
maggior
numero
di
persone
e
può
quindi
produrre
direttamente
un
guasto
più
esteso
,
non
conviene
dimenticare
che
dalle
Riviste
il
più
delle
volte
lo
scrittore
di
giornali
trae
le
sue
ispirazioni
,
che
le
dottrine
delle
Riviste
,
sminuzzate
e
spesso
esagerate
egli
distribuisce
e
rende
popolari
giorno
per
giorno
.
Ora
per
una
parte
tra
i
periodici
esclusivamente
dedicati
agli
studi
storici
,
filosofici
e
scientifici
,
per
l
'
altra
fra
le
riviste
politiche
o
troppo
avverse
all
'
attuale
costituzione
del
paese
,
o
troppo
ostili
ai
principi
religiosi
ci
sembra
possa
stare
benissimo
di
mezzo
la
Rassegna
Nazionale
.
Ci
diciamo
Nazionali
in
ispecie
,
perché
vogliamo
essere
italiani
di
cuore
e
quindi
trattare
ciò
che
altamente
risguarda
gli
interessi
della
Nazione
.
Intendiamo
pure
di
essere
conservatori
,
poiché
vogliamo
conservare
ciò
che
alla
Nazione
nostra
o
alla
prosperità
di
lei
ed
alla
sua
grandezza
si
appartiene
;
ma
conservatori
amici
del
progresso
e
dei
perfezionamenti
,
da
che
sappiamo
non
potersi
dare
conservazione
vera
senza
operosità
perfezionatrice
,
né
perfezionamento
senza
conservazione
.
Cattolici
ed
italiani
,
pur
rispettando
sempre
le
convinzioni
e
le
credenze
altrui
,
noi
coopereremo
,
per
la
nostra
parte
,
a
conservare
le
istituzioni
religiose
,
morali
,
sociali
,
civili
,
e
politiche
dell
'
Italia
.
Le
istituzioni
religiose
,
perché
noi
Cattolici
e
sincerissimamente
devoti
alla
Chiesa
cattolica
,
quando
sorgano
quistioni
di
attinenza
tra
la
Religione
e
lo
Stato
,
pur
riconoscendo
la
necessità
che
lo
Stato
mantenga
i
diritti
propri
,
ci
proponiamo
di
insistere
e
raccomandare
la
sacra
necessità
di
rispettare
i
diritti
della
Chiesa
e
delle
coscienze
;
non
rispettati
i
quali
,
si
offendono
o
prima
o
poi
anche
i
diritti
della
civile
società
.
Le
istituzioni
morali
,
sociali
e
civili
,
e
perciò
ci
occuperemo
principalmente
di
ciò
che
risguarda
l
'
educazione
nei
suoi
modi
e
nelle
sue
forme
,
e
l
'
istruzione
privata
e
pubblica
nelle
sue
attinenze
colla
pubblica
o
privata
moralità
;
ponendo
in
chiaro
i
diritti
dei
padri
di
famiglia
di
contro
allo
Stato
,
e
tutto
ciò
che
interessa
la
proprietà
e
le
urgentissime
quistioni
,
che
riguardano
il
capitale
ed
il
lavoro
.
Cooperemo
a
conservare
le
istituzioni
politiche
infine
,
poiché
amiamo
questo
nostro
paese
,
ormai
felicemente
costituito
a
Nazione
colla
nobile
Casa
di
Savoia
,
questo
paese
retto
da
forme
eminentemente
liberali
e
possibili
di
politici
perfezionamenti
nell
'
orbita
delle
più
ampie
libertà
costituzionali
,
come
avremo
luogo
di
dimostrarlo
,
quando
occorrono
speciali
argomenti
,
per
esempio
le
riforme
alle
leggi
elettorali
così
politiche
come
amministrative
,
dove
ci
sembrano
necessari
due
grandi
criteri
,
l
'
uno
di
non
badare
solamente
al
numero
,
l
'
altro
di
non
badare
solamente
al
censo
.
Ma
questo
non
è
che
una
parte
del
programma
nostro
;
poiché
la
Rassegna
Nazionale
si
occuperà
pure
di
scienze
,
di
lettere
,
di
arti
,
in
quantoché
amiamo
che
i
nostri
Lettori
si
tengano
al
corrente
del
movimento
degli
studi
contemporanei
:
ma
sia
che
si
tratti
di
filosofia
o
di
scienze
,
di
letteratura
o
di
storia
,
di
economia
o
di
legislazione
,
combatteremo
le
teorie
materialistiche
e
razionaliste
.
Due
cose
ancora
vogliamo
notare
,
1°
che
non
vogliamo
discutere
dogmi
o
discipline
ecclesiastiche
,
si
di
che
noi
saremmo
incompetenti
e
ad
ogni
modo
risoluti
di
non
occupare
questo
campo
,
dove
è
facile
ai
non
competenti
l
'
errore
;
2°
che
mentre
siamo
conservatori
e
quindi
desiderosissimi
di
serbare
l
'
autorità
dello
Stato
,
abbiamo
in
animo
di
non
concedergli
,
per
l
'
amore
stesso
che
gli
portiamo
,
più
di
quello
che
le
sue
competenze
naturali
richiedono
;
dacché
ogni
trasmodare
dell
'
autorità
politica
e
giuridica
mena
necessariamente
alla
confusione
dell
'
ordine
religioso
,
civile
ed
anche
del
politico
.
Perciò
ci
sentiamo
disposti
,
nelle
questioni
attinenti
all
'
industria
ed
ai
commerci
,
a
sostenere
le
soluzioni
che
ci
offre
la
libertà
e
crediamo
che
ogni
vincolo
che
possa
giustamente
porsi
a
questa
libertà
venga
soltanto
da
principii
di
igiene
e
di
moralità
;
nelle
questioni
amministrative
ed
interne
,
persuasi
della
santità
di
quella
massima
che
la
smania
di
governare
è
il
più
funesto
dei
malanni
dei
Governi
del
giorno
(
Humboldt
)
,
favoriremo
il
vero
decentramento
per
avviare
il
paese
alla
libera
e
compiuta
esplicazione
dell
'
individuo
,
conciliando
coll
'
unità
dello
Stato
e
la
necessaria
autorità
del
governo
la
maggiore
ampiezza
di
attribuzioni
ai
Comuni
ed
alle
Provincie
.
In
questi
limiti
,
che
non
rinchiudono
certo
un
campo
troppo
ristretto
,
lasceremo
la
più
ampia
libertà
ai
nostri
collaboratori
e
ci
sforzeremo
di
dare
alla
Rivista
la
maggiore
varietà
tenendo
una
giusta
misura
fra
gli
articoli
risguardanti
argomenti
scientifici
,
storici
e
letterarii
e
quelli
concernenti
le
questioni
che
si
sogliono
chiamare
di
attualità
.
Da
queste
brevi
premesse
,
il
Lettore
ha
compreso
quale
sia
il
programma
.
È
inutile
il
ripetere
che
senza
essere
organi
di
alcuna
associazione
particolare
nel
campo
della
politica
,
la
nostra
pubblicazione
intende
appunto
di
contribuire
,
secondo
i
suoi
mezzi
alla
formazione
ed
alla
manifestazione
di
quel
partito
nazionale
e
conservatore
,
del
quale
tutti
sentono
oggidì
il
bisogno
e
che
pel
bene
dell
'
Italia
speriamo
di
vedere
tra
breve
sì
numeroso
e
potente
da
arrestare
il
paese
sulla
mala
via
nella
quale
altri
lo
spinge
e
ricondurlo
a
quella
forza
e
prosperità
,
a
cui
hanno
diritto
tutte
le
nazioni
libere
e
cristiane
.
StampaPeriodica ,
Argomento
per
noi
di
massimo
sconforto
per
l
'
avvenire
del
liberalismo
in
Italia
è
la
quasi
unanimità
di
cui
dànno
prova
in
questi
giorni
gli
organi
principali
della
stampa
italiana
,
nell
'
invocare
che
fanno
,
come
beneficio
massimo
per
il
nostro
paese
,
l
'
elezione
d
'
un
Papa
che
voglia
conciliarsi
con
lo
Stato
italiano
,
e
che
accettando
i
fatti
compiuti
lasci
libero
ai
cattolici
di
gettarsi
con
coscienza
tranquilla
in
mezzo
alle
nostre
lotte
politiche
.
Strana
contraddizione
è
questa
!
Tutti
riconoscono
la
follìa
delle
illusioni
quarantottesche
di
un
possibile
governo
liberale
dei
preti
,
di
una
possibile
conciliazione
nella
stessa
persona
delle
due
qualità
di
buon
Papa
dal
punto
di
vista
ecclesiastico
e
di
buon
re
dal
punto
di
vista
civile
e
liberale
.
Tutti
vi
dicono
che
non
si
capisce
come
già
allora
,
nel
1848
,
non
apparisse
a
tutti
evidente
che
la
Chiesa
cattolica
poggiandosi
sul
domma
,
ed
organizzata
a
gerarchia
con
governo
autocratico
,
non
poteva
affatto
coordinarsi
con
un
governo
civile
che
posi
sul
principio
elettivo
,
e
che
abbia
per
ragion
di
essere
la
esplicazione
di
tutte
le
libertà
,
di
quella
di
pensiero
,
di
coscienza
e
di
parola
quanto
di
ogni
altra
più
strettamente
politica
.
Ma
queste
cose
che
sono
chiare
a
tutti
quando
si
tratti
del
'48
e
del
governo
teocratico
degli
Stati
pontifici
fino
al
1870
,
non
sarebbero
dunque
più
vere
per
l
'
Italia
dal
'70
in
poi
,
dopo
che
la
Chiesa
ha
proclamato
il
Sillabo
ed
eretto
a
domma
l
'
infallibilità
papale
,
e
ciò
soltanto
perché
l
'
autorità
monarchica
non
è
più
riunita
nella
stessa
persona
con
l
'
autorità
papale
?
Dunque
quella
conciliazione
tra
le
due
istituzioni
che
non
sarebbe
assolutamente
possibile
quando
fossero
rappresentate
dallo
stesso
individuo
,
diventerebbe
per
la
sola
divisione
delle
persone
,
naturale
e
desiderabile
per
ogni
verso
!
E
come
ciò
?
Noi
non
giungiamo
davvero
a
capirlo
.
Forse
perché
il
Pontefice
non
è
più
egli
stesso
re
,
dunque
deve
poter
ammettere
la
libertà
di
coscienza
,
di
pensiero
e
di
parola
,
e
quindi
di
propaganda
anche
nell
'
errore
.
È
assurdo
il
supporlo
,
ammenoché
si
voglia
ritenere
che
il
nuovo
Pontefice
voglia
e
possa
trasformare
la
Chiesa
romana
in
Chiesa
nazionale
,
e
sé
in
un
arcivescovo
primate
d
'
Italia
,
valendosi
della
propria
infallibilità
per
negare
l
'
infallibilità
stessa
,
e
facendo
un
falò
del
Sillabo
e
dei
canoni
della
Chiesa
.
Quello
che
potrà
avvenire
sarà
,
bensì
,
che
il
Papa
,
cioè
a
dire
la
Chiesa
cattolica
romana
,
accetti
di
fare
,
per
ora
e
per
necessità
,
una
croce
sulla
questione
del
poter
temporale
,
e
che
non
accettando
,
ma
valendosi
delle
nostre
libere
istituzioni
,
entri
nella
lotta
con
tutte
le
sue
forze
,
nazionali
e
forestiere
,
al
solo
ed
unico
scopo
di
distruggere
o
snaturare
quelle
stesse
istituzioni
,
non
appena
si
fosse
impadronita
del
potere
.
Fin
dal
primo
numero
della
«
Rassegna
»
noi
dichiarammo
apertamente
il
nostro
pensiero
a
questo
proposito
.
Noi
temiamo
ogni
e
qualunque
conciliazione
tra
il
nostro
governo
e
il
Papato
,
perché
non
crediamo
che
la
Chiesa
romana
con
tutte
le
sue
forze
sia
oramai
più
da
paventarsi
in
quanto
combatta
la
nostra
costituzione
a
Stato
nazionale
,
ma
invece
riteniamo
fermamente
che
ella
sia
la
nemica
peggiore
e
più
temibile
di
quello
che
,
secondo
l
'
avviso
nostro
,
è
scopo
non
inferiore
,
e
bene
altrettanto
inestimabile
,
quanto
l
'
indipendenza
nazionale
,
cioè
,
delle
nostre
libertà
interne
,
della
libertà
del
pensiero
italiano
in
tutte
le
sue
forme
.
Se
per
sventura
nostra
il
partito
cattolico
prendesse
il
di
sopra
in
Italia
,
il
principio
della
libertà
individuale
verrebbe
soffocato
dal
principio
dell
'
autoritarismo
,
la
ragione
si
sommetterebbe
al
Sillabo
,
ed
il
paese
nostro
,
già
così
prostrato
moralmente
per
le
lunghe
servitù
politiche
,
e
per
l
'
azione
secolare
dello
spirito
oscurantista
della
Chiesa
romana
,
ricadrebbe
ben
presto
in
condizioni
tali
di
servitù
morale
ed
intellettuale
,
da
far
disperare
di
ogni
possibile
risorgimento
avvenire
,
e
la
stella
d
'
Italia
sarebbe
tramontata
per
sempre
.
Non
lusinghiamoci
,
a
guisa
di
fanciulli
,
con
stolte
superstizioni
di
un
destino
fatale
che
debba
per
sua
propria
virtù
e
a
dispetto
dei
vizi
nostri
e
del
poco
nostro
accorgimento
,
far
trionfare
il
nostro
paese
di
tutti
gli
ostacoli
,
e
farlo
procedere
glorioso
nelle
vie
della
civiltà
.
Se
non
saremo
savi
,
cadremo
,
come
sono
caduti
altri
popoli
;
se
non
sapremo
misurare
freddamente
le
forze
dei
nostri
nemici
,
se
daremo
loro
battaglia
prima
di
esser
pronti
,
e
impegnando
il
combattimento
nello
stesso
nostro
campo
,
saremo
schiacciati
;
se
l
'
Italia
non
saprà
mantenersi
libera
dal
giogo
dei
preti
e
dal
predominio
del
principio
autoritario
che
essi
glorificano
,
l
'
Italia
diventerà
pur
troppo
la
terra
dei
morti
.
StampaPeriodica ,
I
sintomi
della
mania
monumentale
che
ha
invase
le
menti
in
Italia
vanno
purtroppo
crescendo
.
L
'
ultimo
e
più
pericoloso
eccesso
si
è
dichiarato
con
la
proposta
,
stata
accolta
favorevolmente
da
alcuni
autorevoli
periodici
,
di
promuovere
una
sottoscrizione
nell
'
esercito
per
innalzare
a
Palestro
un
monumento
al
gran
Re
che
abbiamo
perduto
.
Questa
sottoscrizione
sarebbe
,
è
vero
,
contraria
ai
regolamenti
disciplinari
,
che
vietano
nell
'
esercito
le
sottoscrizioni
con
carattere
collettivo
;
ma
di
ciò
poco
importa
ai
fanatici
monumentalisti
:
essi
dicono
che
la
sottoscrizione
dei
militari
dovrebbe
essere
individuale
e
spontanea
.
Fortuna
delle
frasi
!
Ci
par
di
vederla
questa
spontaneità
della
sottoscrizione
.
Ogni
comandante
di
divisione
,
premendogli
che
il
corpo
sotto
i
suoi
ordini
faccia
buona
figura
,
chiamerà
i
colonnelli
dei
reggimenti
e
li
pregherà
gentilmente
a
promuovere
la
sottoscrizione
per
il
monumento
,
ad
onore
dell
'
esercito
e
specialmente
della
divisione
.
I
colonnelli
aduneranno
i
maggiori
,
e
li
inviteranno
a
prestarsi
per
la
riuscita
della
generosa
impresa
;
i
maggiori
raccomanderanno
la
cosa
calorosamente
ai
capitani
,
i
quali
esorteranno
seriamente
i
loro
ufficiali
,
perché
prescrivano
ai
bassi
ufficiali
di
ordinare
ai
soldati
di
pagare
individualmente
(
sottoscrivere
non
sarà
sempre
possibile
)
un
tanto
per
uno
per
il
monumento
al
Re
defunto
.
Vedrete
allora
che
spontaneità
!
StampaPeriodica ,
Riceviamo
da
un
nostro
amico
la
seguente
lettera
che
ci
pare
assai
interessante
e
che
pubblichiamo
tanto
più
volentieri
,
in
quanto
consentiamo
con
lo
scrittore
nel
condannare
la
presente
agitazione
popolare
per
l
'
Italia
irredenta
,
come
pure
nella
maggior
parte
delle
opinioni
ch
'
egli
espone
sulla
politica
italiana
in
questi
ultimi
anni
.
Nel
criticare
il
contegno
tenuto
dall
'
Italia
nel
congresso
di
Berlino
,
noi
non
intendevamo
affatto
muovere
rimprovero
ai
nostri
rappresentanti
di
non
aver
chiesto
il
Trentino
,
ossia
di
non
aver
commesso
una
follia
,
ma
bensì
di
non
aver
fatto
la
più
lontana
allusione
alla
questione
nelle
sedute
ufficiali
del
congresso
in
occasione
dei
nuovi
ingrandimenti
dell
'
Austria
;
del
non
avere
insomma
,
ci
si
permetta
l
'
espressione
,
interrotto
la
prescrizione
;
dell
'
aver
ratificato
il
trattato
senza
che
almeno
nei
processi
verbali
delle
sedute
sia
stata
rammentata
una
questione
che
ha
per
l
'
Italia
una
primaria
importanza
anche
al
punto
di
vista
della
sua
difesa
militare
.
È
vero
che
vi
sono
persone
,
e
tra
le
bene
informate
,
le
quali
sostengono
che
il
primo
rappresentante
d
'
Italia
abbia
veramente
in
colloqui
privati
col
cancelliere
dell
'
Impero
germanico
,
ai
quali
assisteva
soltanto
il
ministro
di
Francia
,
chiesto
formalmente
una
rettifica
di
frontiere
,
e
che
abbia
così
esposto
la
dignità
del
paese
ad
un
fiero
e
diremmo
quasi
insolente
rabbuffo
per
parte
del
principe
di
Bismarck
.
Ma
noi
non
vogliamo
prestare
intera
fede
a
tutto
ciò
,
perché
farebbe
veramente
troppo
torto
al
senno
di
un
vecchio
diplomatico
come
il
conte
Corti
.
Ma
l
'
accusa
maggiore
che
muoviamo
alla
politica
italiana
al
congresso
,
è
quella
di
non
aver
risolutamente
sostenuto
i
diritti
della
Grecia
e
delle
altre
nazionalità
della
penisola
balcanica
;
e
del
non
aver
protestato
energicamente
contro
l
'
avvilimento
del
Montenegro
,
e
contro
i
diritti
quasi
di
alta
sovranità
riconosciuti
alla
sola
Austria
sopra
tutto
il
litorale
orientale
dell
'
Adriatico
.
A
parte
la
questione
del
rispetto
al
principio
di
nazionalità
,
a
cui
l
'
Italia
deve
la
vita
,
e
nel
tener
alto
il
prestigio
del
quale
abbiamo
la
garanzia
più
sicura
della
nostra
futura
indipendenza
politica
in
Europa
,
più
sicura
di
quel
che
non
ci
diano
ora
i
nostri
imperfettissimi
armamenti
;
a
parte
,
diciamo
,
questa
questione
,
l
'
Italia
ha
un
interesse
grandissimo
a
che
la
penisola
balcanica
non
cada
in
mano
né
all
'
Austria
,
almeno
finché
si
estende
dai
Carpazi
fino
al
lago
di
Garda
,
né
alla
Russia
.
Ora
il
miglior
modo
di
opporsi
a
ciò
,
non
è
di
sostenere
il
fracido
edificio
dell
'
impero
ottomano
,
ma
di
appoggiare
la
creazione
di
una
federazione
di
Stati
nazionali
,
grandi
assai
per
vivere
di
vita
autonoma
,
e
non
tanto
da
poter
fare
mai
ombra
all
'
Italia
.
Né
qui
si
tratterebbe
di
un
fascio
di
piccoli
Stati
artificialmente
messi
insieme
e
artificialmente
mantenuti
come
quelli
della
Confederazione
del
Reno
,
creata
da
Napoleone
I
e
poscia
sognata
da
Thiers
,
ma
bensì
di
un
ordinamento
politico
che
coinciderebbe
con
la
repartizione
delle
nazionalità
nella
penisola
balcanica
.
E
dato
pure
che
la
voce
isolata
dell
'
Italia
nel
congresso
non
avesse
potuto
produrre
alcun
effetto
sensibile
negli
articoli
del
trattato
,
essa
ci
avrebbe
almeno
procurato
le
simpatie
di
tutti
quei
popoli
,
e
osiamo
dire
anche
il
rispetto
dell
'
Europa
,
più
che
non
il
nostro
silenzio
e
la
nostra
indecisione
.
Almeno
non
sarebbero
sorte
le
stupide
accuse
che
noi
desideriamo
l
'
Albania
,
o
altri
ingrandimenti
simili
.
Né
di
minore
importanza
era
per
l
'
Italia
l
'
assicurare
con
l
'
indipendenza
del
Montenegro
,
e
con
l
'
affermazione
della
sua
completa
sovranità
sopra
quei
pochi
chilometri
di
coste
che
gli
sono
stati
concessi
dal
congresso
,
un
punto
fermo
agl
'
ingrandimenti
,
in
quella
direzione
,
dell
'
Austria
.
E
ciò
senza
ripetere
quanto
già
abbiamo
detto
altra
volta
,
sullo
schiaffo
da
noi
ricevuto
nel
non
essere
stati
almeno
consociati
all
'
Austria
nei
suoi
diritti
di
sorveglianza
sulla
costa
montenegrina
e
nel
porto
di
Antivari
.
Non
è
dato
a
nessuno
prevedere
le
conseguenze
infinite
che
sorgeranno
dalla
nuova
fase
in
cui
è
entrata
la
sempre
più
imbrogliata
questione
d
'
Oriente
,
ma
non
ci
sorprenderebbe
affatto
se
dal
congresso
di
Berlino
dovesse
per
noi
risultare
un
mutamento
di
alleanze
,
e
se
i
nuovi
amoreggiamenti
del
governo
germanico
con
il
Vaticano
,
i
quali
pure
contribuiscono
a
spiegare
la
poca
simpatia
dimostrataci
ultimamente
dal
cancelliere
dell
'
Impero
,
non
ci
spingeranno
fatalmente
a
ristringere
l
'
alleanza
con
la
Francia
repubblicana
ed
anticlericale
.
Ecco
la
lettera
:
31
luglio
Ai
direttori
.
L
'
agitazione
per
l
'
Italia
irredenta
comincia
a
calmarsi
.
Era
tempo
,
se
non
volevamo
renderci
ridicoli
agli
occhi
dell
'
Europa
,
poiché
è
sempre
rendersi
ridicoli
l
'
alzare
la
voce
senza
essere
in
grado
di
far
seguire
l
'
atto
alla
parola
.
E
nessuna
persona
sensata
potrebbe
dubitare
che
in
questo
momento
l
'
Italia
è
incapace
di
agire
in
favore
di
Trento
(
lascio
sempre
da
parte
Trieste
come
una
chimera
)
con
qualche
probabilità
di
riuscita
.
Forse
è
colpa
dei
nostri
governi
se
non
siamo
in
istato
di
realizzare
i
nostri
desiderii
e
quelli
che
crediamo
nostri
diritti
.
Diritti
piuttosto
morali
che
scritti
,
e
piuttosto
politici
che
morali
,
poiché
non
è
tanto
in
virtù
della
nazionalità
italiana
della
maggioranza
degli
abitanti
del
Trentino
,
che
noi
reclamiamo
questa
provincia
-
dovremmo
allora
e
con
maggior
ragione
reclamare
il
cantone
Ticino
,
Nizza
,
la
Corsica
e
quelle
parti
della
Dalmazia
ove
la
popolazione
intera
è
di
nazionalità
italiana
,
ma
nell
'
interesse
della
nostra
sicurezza
,
la
quale
esige
che
la
posizione
strategica
del
Trentino
,
tutta
offensiva
nelle
mani
di
una
potenza
transalpina
,
difensiva
in
quella
di
una
potenza
cisalpina
come
la
nostra
,
ci
sia
presto
o
tardi
ceduta
.
Può
darsi
,
dicevo
,
che
sia
colpa
della
nostra
politica
estera
se
non
abbiamo
potuto
profittare
dell
'
occasione
del
recente
raffazzonamento
politico
della
carta
di
Europa
per
ottenere
la
rettificazione
della
nostra
frontiera
del
nord
.
Procuriamo
almeno
di
profittare
di
questa
lezione
,
non
ricadendo
negli
stessi
errori
.
Questi
errori
,
a
parer
mio
,
si
riassumono
in
uno
solo
:
l
'
indecisione
.
Abbiamo
voluto
,
come
si
dice
volgarmente
,
salvare
capra
e
cavoli
,
ed
ora
ci
troviamo
a
mani
vuote
.
Fino
dal
principio
della
crisi
,
era
evidente
esservi
in
Europa
due
campi
,
quello
dell
'
Inghilterra
e
quello
della
Russia
.
Ora
,
se
stava
nel
beneplacito
della
Francia
e
della
Germania
,
che
non
aveano
nulla
da
perdere
né
da
guadagnare
in
questo
conflitto
,
di
mantenersi
neutrali
,
non
era
così
per
l
'
Austria
e
l
'
Italia
.
E
mentre
la
prima
,
facendo
tacere
ogni
antipatia
e
simpatia
sentimentale
,
e
non
ascoltando
che
la
voce
del
suo
interesse
,
s
'
intese
fin
dal
principio
con
la
Russia
circa
un
compenso
eventuale
(
non
è
ormai
più
permesso
di
dubitarne
)
,
l
'
Italia
temé
di
scontentare
l
'
Inghilterra
e
venir
meno
alle
sue
tradizioni
liberali
,
alleandosi
francamente
alla
Russia
,
ed
ebbe
paura
di
scatenare
la
guerra
gettandosi
intieramente
nelle
braccia
dell
'
Inghilterra
.
Eppure
sarebbe
stato
sì
facile
di
conciliare
le
proprie
tradizioni
liberali
con
l
'
interesse
del
paese
:
bastava
a
tale
effetto
vedere
coi
propri
occhi
,
giudicare
i
fatti
e
le
situazioni
senza
idee
preconcette
,
e
soprattutto
senza
lasciarsi
imporre
dalle
parole
.
Si
preferì
invece
ascoltare
la
parola
d
'
ordine
,
data
dall
'
«
opinione
pubblica
»
di
Parigi
,
fabbricata
come
tutti
sanno
,
dalla
penna
esperta
e
infaticabile
del
patriotta
polacco
che
dirige
la
politica
estera
del
«
Journal
des
Débats
»
e
di
cui
le
frasi
sonore
sulla
seconda
edizione
della
spartizione
della
Polonia
(
la
Turchia
una
Polonia
!
)
furono
per
due
anni
amplificate
e
variate
all
'
infinito
con
una
commovente
unanimità
da
tutti
gli
organi
riconosciuti
dell
'
«
opinione
pubblica
»
per
tutta
Europa
:
«
Pall
Mall
Gazette
»
,
«
Kölnische
»
,
«
Allgemeine
»
e
«
Neue
Freie
Presse
»
senza
parlare
dei
burgravi
del
giornalismo
italiano
;
poiché
è
soltanto
da
quando
è
stata
gettata
la
maschera
,
e
gli
organi
dell
'
«
opinione
pubblica
»
al
di
là
delle
Alpi
,
all
'
unisono
e
sempre
al
cenno
partito
dalla
rue
des
Prêtres
,
gridano
la
croce
addosso
all
'
Italia
,
che
i
nostri
vecchi
liberali
cominciano
un
poco
ad
aprire
gli
occhi
sui
loro
amici
occidentali
.
Un
anno
,
due
anni
fa
a
Roma
se
ne
era
ancora
lontani
,
e
mentre
il
governo
austriaco
lasciava
declamare
la
sua
«
opinione
pubblica
»
per
agire
nell
'
interesse
della
monarchia
,
il
nostro
governo
stimò
doversi
conformare
al
modo
di
vedere
superficiale
e
burocratico
de
'
nostri
burgravi
.
Quando
si
sarebbe
dovuto
prendere
in
mano
risolutamente
la
questione
delle
nazionalità
oppresse
,
intendersi
col
governo
d
'
Atene
,
spingerlo
,
occorrendo
,
alla
guerra
,
far
valere
questo
servizio
sia
a
Pietroburgo
come
indebolimento
della
Turchia
,
sia
a
Londra
come
contrappeso
allo
slavismo
,
si
ebbe
paura
di
compromettersi
,
di
avventurare
la
propria
neutralità
,
di
scatenare
la
guerra
europea
.
Chi
non
risica
non
rosica
.
Una
politica
risolutamente
anti
-
turca
dell
'
Italia
non
soltanto
ci
avrebbe
procacciato
l
'
onore
di
mantenere
la
bandiera
sotto
la
quale
abbiamo
acquistato
la
nostra
propria
indipendenza
,
ma
avrebbe
avuto
il
vantaggio
di
rafforzare
la
nostra
posizione
in
Europa
.
La
Francia
certamente
,
benché
i
suoi
interessi
nel
Mediterraneo
e
nel
Levante
sieno
meno
importanti
dei
nostri
,
avrebbe
sostenuto
questa
politica
,
come
lo
prova
il
suo
contegno
a
Berlino
nella
questione
ellenica
,
e
noi
saremmo
comparsi
a
Berlino
con
dei
titoli
per
farci
ascoltare
.
Invece
,
che
cosa
è
accaduto
?
L
'
Europa
ha
agito
come
se
la
questione
del
Mediterraneo
non
ci
riguardasse
,
e
invece
di
riunire
in
un
fascio
le
potenze
mediterranee
,
Francia
,
Austria
,
Italia
e
Grecia
ingrandita
,
e
fortificarle
coll
'
aprire
il
mare
Egeo
alla
Russia
,
noi
abbiamo
lasciato
il
Mediterraneo
,
il
nostro
mare
,
cadere
tutto
intiero
e
senza
contrappeso
nelle
mani
di
una
potenza
che
non
vi
ha
nessun
diritto
naturale
come
potenza
litoranea
,
e
che
è
la
rivale
la
più
pericolosa
pel
nostro
commercio
orientale
.
Ed
in
ricambio
non
abbiamo
ricevuto
un
solo
vantaggio
materiale
,
e
neppure
un
solo
vantaggio
morale
.
Non
parleremo
qui
dell
'
annessione
della
Bosnia
e
dell
'
Erzegovina
all
'
Austria
:
essa
non
costituisce
un
pericolo
per
l
'
Italia
e
non
aumenta
neppure
in
modo
considerevole
le
forze
militari
della
nostra
antica
rivale
,
benché
avrebbe
potuto
e
avrebbe
dovuto
servire
di
pretesto
per
un
regolamento
di
conti
,
se
avessimo
fatto
l
'
occorrente
per
essere
ammessi
seriamente
a
regolarli
.
Più
grave
è
la
presa
di
possesso
di
Spizza
e
il
diritto
di
sorveglianza
a
Antivari
,
che
sono
stati
accordati
all
'
Austria
e
che
noi
avremmo
certamente
potuto
impedire
,
se
avessimo
protestato
altamente
e
risolutamente
invece
di
fare
timide
osservazioni
;
poiché
sempre
ed
ovunque
è
stata
la
paura
per
parte
dei
nostri
governanti
di
bagnarsi
con
l
'
entrare
nell
'
acqua
che
ci
ha
fatti
restare
all
'
asciutto
a
guardarla
correre
.
Circa
ai
vantaggi
morali
,
non
sono
meno
negativi
,
e
,
che
io
sappia
,
non
possiamo
vantarci
,
come
il
re
di
Danimarca
all
'
uscire
dal
congresso
di
Vienna
,
di
avere
conquistato
,
se
non
una
sola
anima
,
almeno
tutti
i
cuori
.
Noi
non
possiamo
contare
né
sull
'
affezione
né
sulla
gratitudine
di
alcun
governo
e
di
alcun
popolo
.
Ed
oggi
?
Mi
sembra
che
non
vi
sia
più
che
un
solo
contegno
possibile
:
quello
della
dignità
tranquilla
e
dell
'
attenzione
vigile
.
Il
trattato
di
Berlino
,
comunque
imperfetto
,
avrebbe
potuto
garantirci
alcuni
lustri
di
pace
:
le
convenzioni
segrete
poco
onorevoli
dell
'
Inghilterra
con
la
Russia
e
la
Turchia
del
30
maggio
e
del
4
giugno
,
concluse
dietro
le
spalle
all
'
Europa
quando
altri
si
faceva
ad
alta
voce
il
campione
degl
'
interessi
europei
(
nota
Salisbury
del
1°
aprile
)
,
hanno
notevolmente
compromesso
la
durata
di
questa
pace
;
ed
una
politica
intelligente
deve
preparare
da
questo
momento
le
vie
ed
i
mezzi
per
partecipare
con
maggior
autorità
che
non
abbiamo
fatto
a
Berlino
,
alla
prossima
nuova
sistemazione
degli
affari
orientali
.
È
impossibile
che
la
Grecia
sì
perfidamente
adescata
,
sì
ignominiosamente
abbandonata
dall
'
Inghilterra
,
sì
platonicamente
confortata
dal
congresso
,
resti
molto
tempo
col
fucile
ad
armacollo
.
Non
è
probabile
che
la
Turchia
si
mostri
molto
amabile
nella
delimitazione
di
frontiere
«
consigliata
»
dal
congresso
di
Berlino
;
e
per
chiunque
conosce
la
storia
dell
'
isola
di
Creta
da
cinquant
'
anni
,
è
anche
meno
probabile
che
i
cretesi
si
rassegnino
a
lungo
a
subire
il
giogo
ottomano
ch
'
essi
hanno
tentato
tante
volte
di
scuotere
e
che
avrebbero
scosso
nel
1868
,
se
l
'
Inghilterra
non
avesse
allora
,
come
l
'
anno
scorso
,
interposto
un
veto
.
Tutti
sentono
che
il
regno
dei
turchi
in
Europa
si
avvicina
al
suo
termine
;
che
le
decisioni
del
congresso
di
Berlino
non
costituiscono
che
una
nuova
fermata
nel
cammino
verso
la
soluzione
definitiva
;
la
questione
può
non
aprirsi
che
fra
venti
anni
,
come
può
riaprirsi
l
'
anno
prossimo
.
E
per
quanto
questa
seconda
eventualità
sia
poco
probabile
e
non
certo
da
desiderarsi
,
poiché
lo
stesso
acquisto
del
Trentino
non
varrebbe
forse
per
noi
dieci
o
venti
anni
di
pace
,
pure
dobbiamo
esser
pronti
ad
ogni
caso
;
sta
a
noi
d
'
intenderci
anticipatamente
con
la
Russia
e
la
Grecia
sulla
sorte
della
Romenia
e
della
Albania
,
dell
'
Epiro
e
della
Tessalia
,
di
Costantinopoli
soprattutto
;
sta
a
noi
di
dettare
condizioni
all
'
Austria
,
una
volta
che
ci
saremo
intesi
coi
nostri
due
alleati
naturali
;
a
noi
allora
di
lasciar
andare
le
cose
,
occorrendo
,
fino
alla
guerra
;
non
ci
si
arriverà
,
si
può
esserne
sicuri
!
Se
l
'
Austria
in
una
guerra
contro
l
'
Italia
,
o
,
per
parlare
più
esattamente
,
nella
considerazione
dei
casi
di
una
guerra
con
l
'
Italia
,
avesse
dietro
di
sé
l
'
Inghilterra
,
noi
avremmo
dietro
di
noi
la
Russia
ed
i
popoli
della
penisola
dei
Balcani
,
senza
contare
l
'
appoggio
della
Germania
e
della
Francia
.
Imperocché
,
non
si
prenda
abbaglio
,
la
Francia
può
,
momentaneamente
ed
in
odio
del
suo
vincitore
del
1870
,
far
buon
viso
al
brutto
tiro
che
l
'
Inghilterra
le
ha
fatto
adesso
,
ma
verrà
il
giorno
in
cui
l
'
antica
gelosia
contro
la
perfida
Albione
,
assopita
da
quindici
o
venti
anni
e
così
leggermente
ridestata
da
lord
Beaconsfield
,
risusciterà
più
cieca
ed
appassionata
che
mai
:
tocca
a
noi
di
profittarne
,
come
abbiamo
profittato
della
sua
folle
scappata
contro
la
Germania
:
potremo
farlo
,
come
l
'
abbiamo
fatto
nel
1870
,
senza
rimorsi
e
senza
far
torto
alla
nostra
dignità
,
perché
avremo
la
coscienza
che
facendolo
non
portiamo
danno
all
'
interesse
vero
,
ma
contribuiamo
,
anzi
,
al
vantaggio
reale
del
nostro
antico
alleato
,
al
quale
dobbiamo
sì
gran
parte
della
nostra
liberazione
.
Devot
.
C
.
F
.
StampaPeriodica ,
Non
siamo
né
di
destra
né
di
sinistra
e
ce
ne
vantiamo
.
Parrà
forse
a
molti
un
paradosso
,
l
'
occuparsi
di
questioni
politiche
,
essere
buoni
italiani
,
eppure
non
appartenere
né
alla
destra
né
alla
sinistra
.
A
noi
sembra
invece
naturalissimo
.
Anzi
,
una
volta
accettate
le
opinioni
che
la
«
Rassegna
»
professa
,
non
sappiamo
davvero
come
potremmo
fare
per
ascriverci
a
destra
o
a
sinistra
.
La
«
Rassegna
»
vuole
il
suffragio
universale
uninominale
e
diretto
.
La
maggioranza
della
destra
non
lo
vuole
,
e
così
pure
la
maggioranza
della
sinistra
.
In
entrambe
le
schiere
vi
sono
pochi
individui
che
in
quest
'
argomento
voterebbero
con
noi
.
La
destra
accetta
una
qualche
estensione
del
suffragio
,
ma
parte
sempre
dal
punto
di
vista
delle
capacità
,
così
come
fa
pure
l
'
on
.
Depretis
nel
progetto
di
legge
da
lui
presentato
alla
Camera
L
'
on
.
Lanza
ci
dice
che
l
'
estensione
del
voto
dev
'
esser
fatta
in
modo
da
giovare
egualmente
a
tutte
le
classi
;
ma
noi
sfidiamo
chiunque
a
trovare
altro
modo
di
raggiungere
questo
intento
,
all
'
infuori
o
del
suffragio
universale
o
del
voto
graduato
;
e
questo
secondo
mezzo
non
è
praticamente
effettuabile
,
senza
dire
che
i
signori
di
destra
non
avrebbero
mai
l
'
ardire
di
affrontare
l
'
impopolarità
sostenendolo
.
E
la
sinistra
?
Essa
ha
,
dacché
è
al
potere
,
architettato
diversi
progetti
di
nuova
legge
elettorale
.
In
tutti
si
esclude
a
priori
il
suffragio
universale
,
in
tutti
si
dà
una
soverchia
preponderanza
all
'
elemento
cittadino
,
che
già
predomina
nel
nostro
paese
,
e
il
cui
esclusivo
predominio
è
la
ragione
principale
per
cui
appunto
richiedesi
una
riforma
elettorale
.
La
«
Rassegna
»
chiede
al
nostro
Stato
una
politica
più
sicura
di
sé
,
più
convinta
,
più
seria
di
fronte
alla
Chiesa
.
Ciò
non
vuole
la
maggioranza
della
destra
,
la
quale
trova
che
lo
stato
di
cose
attuale
è
l
'
ideale
;
la
quale
si
contenta
di
una
frase
vuota
e
ambigua
,
come
di
una
sicura
regola
di
condotta
.
Ciò
vuole
tanto
meno
la
maggioranza
della
sinistra
,
la
quale
dacché
è
al
potere
fa
crollare
anziché
rinforzare
quei
pochi
sostegni
che
ancora
difendevano
i
diritti
dello
Stato
di
fronte
alla
azione
invadente
e
accaparratrice
della
gerarchia
ecclesiastica
romana
.
Vi
sono
,
è
vero
,
e
a
destra
e
a
sinistra
,
alcuni
individui
che
sanno
valutare
tutto
il
pericolo
a
cui
la
nostra
civiltà
nazionale
va
incontro
;
ma
sono
eccezioni
,
che
il
partito
conserva
nel
suo
seno
,
tanto
per
avere
un
'
arme
di
più
contro
l
'
avversario
,
in
un
momento
in
cui
urga
batterlo
più
vigorosamente
in
breccia
.
Così
noi
vorremmo
che
la
proprietà
e
l
'
amministrazione
dei
beni
delle
parrocchie
fosse
riconosciuta
nella
comunione
dei
parrocchiani
correligionari
,
rappresentata
da
una
congregazione
elettiva
,
e
che
lo
Stato
non
concedesse
il
godimento
dei
frutti
delle
proprietà
destinate
al
mantenimento
degli
ufficiali
ecclesiastici
che
a
chi
è
designato
per
elezione
dai
parrocchiani
stessi
.
Volendo
queste
cose
,
ci
troviamo
compagni
con
alcune
brave
persone
di
destra
e
di
sinistra
,
ma
recisamente
contrari
alla
maggioranza
e
di
qua
e
di
là
.
Noi
abbiamo
sempre
patrocinato
gl
'
interessi
delle
classi
povere
nel
nostro
paese
.
Crediamo
che
la
prima
preoccupazione
del
nostro
governo
dovrebb
'
essere
quella
di
meglio
tutelare
quegl
'
interessi
,
che
ora
sono
conculcati
da
ogni
parte
,
dallo
Stato
,
dalla
provincia
,
dal
comune
e
dalla
classe
agiata
.
Non
ci
siamo
mai
stancati
dal
far
rilevare
l
'
urgenza
di
provvedere
e
con
misure
legislative
e
con
provvedimenti
amministrativi
di
ogni
maniera
.
Or
bene
:
qual
è
il
partito
che
sia
con
noi
in
questa
questione
?
Destra
o
sinistra
,
tutti
parlano
genericamente
della
questione
sociale
;
tutti
assicurano
che
essi
soli
cureranno
gli
interessi
delle
classi
meno
agiate
;
ma
di
provvedimenti
seri
ed
efficaci
non
se
ne
sono
visti
affatto
da
parte
dei
ministri
né
prima
del
18
marzo
1876
né
dopo
;
ma
e
gli
uni
e
gli
altri
molte
,
moltissime
cose
hanno
fatto
per
aggravare
la
condizione
del
nostro
contadiname
.
Tutto
il
nostro
sistema
d
'
imposte
gravita
sproporzionatamente
sul
lavoro
e
sul
povero
.
Il
nostro
contadino
non
trova
nella
società
difesa
alcuna
contro
la
prepotenza
e
gli
abusi
della
classe
che
sta
sovra
di
lui
.
Già
troppe
volte
,
del
resto
,
abbiamo
parlato
ampiamente
di
ciò
,
per
dover
ora
dilungarci
a
dimostrarlo
.
Ma
ora
,
ci
si
dirà
,
ora
che
la
sinistra
ha
preso
per
bandiera
l
'
abolizione
totale
del
macinato
,
perché
non
vi
schierate
con
lei
?
È
facile
spiegarlo
.
La
«
Rassegna
»
,
fin
dal
giugno
1878
,
consigliava
che
nel
più
breve
termine
possibile
si
dovesse
abolire
l
'
intera
tassa
sul
macinato
,
sostituendovi
qualche
altro
balzello
che
supplisse
al
vuoto
che
ne
deriverebbe
nelle
entrate
del
Tesoro
.
La
sinistra
vuole
ora
l
'
abolizione
,
ma
non
ha
il
coraggio
di
rimediare
al
deficit
con
tasse
che
vadano
a
colpire
gli
elettori
;
e
sostiene
che
4
e
4
fanno
9
perché
così
vuole
l
'
amor
di
parte
.
Il
suo
ragionamento
ci
pare
essere
il
seguente
:
«
Se
4
e
4
non
fanno
9
,
torna
la
destra
:
noi
non
vogliamo
la
destra
:
ergo
dobbiamo
ritenere
che
4
e
4
fanno
9
»
.
La
destra
mette
in
ridicolo
quest
'
argomentazione
ed
ha
ragione
;
ma
essa
stessa
che
vuole
?
Essa
si
contenta
di
dire
:
«
9
meno
1
fa
8;
4
e
4
fanno
8
:
noi
abbiamo
bisogno
di
9;
dunque
4
e
4
non
bastano
»
.
Ma
tace
sul
punto
essenziale
,
se
voglia
o
no
l
'
abolizione
del
macinato
.
Il
dirci
:
«
Per
abolire
il
macinato
,
ci
vogliono
nuove
tasse
,
perché
noi
vogliamo
il
pareggio
»
,
non
è
una
risposta
,
perché
il
quid
faciendum
rimane
sempre
dubbio
;
e
noi
chiediamo
loro
:
«
Volete
il
pareggio
mediante
nuove
tasse
da
sostituirsi
al
macinato
,
o
lo
volete
con
il
macinato
,
lasciando
tutto
così
come
sta
ora
?
»
.
Per
ora
nessuno
di
destra
lo
ha
detto
;
e
non
lo
ha
detto
perché
anch
'
essa
platonicamente
vorrebbe
abolire
il
macinato
,
ma
non
ha
il
coraggio
né
la
voglia
di
gravare
di
più
gli
elettori
per
isgravare
i
non
elettori
.
Onde
a
noi
la
questione
del
giorno
apparisce
in
questi
termini
:
destra
e
sinistra
ripugnano
dall
'
aggravare
gli
elettori
;
ma
mentre
la
seconda
preferisce
a
ciò
il
deficit
,
la
prima
vi
preferisce
il
macinato
.
Noi
invece
vorremmo
l
'
abolizione
del
macinato
,
e
il
mantenimento
del
pareggio
con
nuovi
balzelli
o
con
l
'
aggravamento
dei
vecchi
,
in
modo
che
colpiscano
di
preferenza
la
classe
abbiente
.
Onde
anche
in
siffatta
questione
non
sappiamo
d
'
essere
né
di
destra
né
di
sinistra
.
Le
riforme
amministrative
,
dice
di
volerle
l
'
un
partito
quanto
l
'
altro
;
all
'
atto
pratico
finora
l
'
uno
ha
fatto
su
per
giù
come
l
'
altro
.
Così
delle
riforme
nel
militare
,
nella
Marina
,
ecc
.
Tutti
le
vogliono
;
ma
nessun
partito
ha
un
programma
speciale
e
distinto
di
riforme
,
tale
da
poterlo
distinguere
dall
'
avversario
.
I
mali
che
si
deplorano
nell
'
amministrazione
e
nel
campo
della
giustizia
,
quelli
del
modo
in
cui
funzionano
le
istituzioni
parlamentari
;
l
'
ultrapotenza
dei
deputati
;
la
demoralizzazione
generale
;
sono
state
effetto
costante
del
governo
dell
'
uno
come
dell
'
altro
.
Non
vogliamo
entrare
nella
questione
se
uno
dei
due
partiti
abbia
mostrato
maggiore
serietà
e
dato
maggior
numero
di
uomini
di
Stato
che
non
l
'
altro
.
Questo
giudizio
spetterà
agli
storici
nell
'
avvenire
,
ma
non
è
ragione
sufficiente
per
ascriversi
a
un
partito
o
a
un
altro
.
Un
partito
non
è
,
e
non
deve
essere
semplicemente
una
società
di
persone
che
provino
simpatia
e
stima
reciproca
,
ma
invece
un
insieme
di
uomini
che
si
raccolgono
intorno
a
un
programma
determinato
nelle
questioni
maggiori
.
Queste
lotte
dei
nostri
partiti
ricordano
alcune
guerre
dei
nostri
comuni
medioevali
:
gli
uni
si
dicevano
guelfi
,
gli
altri
ghibellini
,
tanto
per
distinguersi
;
ma
del
Papa
o
dell
'
Imperatore
se
ne
ridevano
egualmente
tutti
e
due
.
Oramai
si
erano
sempre
chiamati
così
;
perché
cambiare
?
Firenze
guelfa
,
Pisa
ghibellina
,
dunque
giù
randellate
e
stoccate
;
sempre
in
nome
dei
princìpi
,
e
sempre
egualmente
a
danno
di
tutto
il
paese
.
Ma
che
cosa
vogliono
dunque
di
diverso
questa
destra
e
questa
sinistra
?
ci
dimanderà
il
lettore
ingenuo
.
Risponda
sempre
per
noi
quel
tal
poeta
di
Mugello
:
...
tutto
si
riduce
,
a
parer
mio
,
A
dire
:
esci
di
lì
,
ci
vo
'
star
io
.