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> categoria_s:"StampaPeriodica" > anno_i:[1880 TO 1910} > autore_s:"MOLAJANI PIO"
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La tendenza degli individui appartenenti ad una data classe di riunirsi in corporazioni si manifestò in tutti i tempi , massime in quelli dove la protezione dell ' individuo da parte dello Stato era minima , anzi irrisoria . Così le università delle arti e dei mestieri nel medio evo costituivano una potente compagine di membri legati tra loro da vincoli indissolubili di fratellanza . Nei tempi moderni , scomparse le antiche istituzioni , esse rinacquero sotto altra forma , nelle maestranze , nelle confraternite e nei collegi . Mutate le circostanze , erano mutati anche i bisogni , e la protezione che la confraternita esercitava sull ' individuo si riduceva ad opere di beneficenza in caso di infermità o di disgrazia ed a privilegi spirituali . Per la prima volta vi erano beni mobili ed immobili donati da più benefattori ed accresciuti continuamente con l ' accumulazione delle rendite ; per i secondi , poi , vescovi e pontefici largivano lettere e brevi . Ai nostri giorni , con l ' indemaniamento che il governo ha decretato per le proprietà dei pii sodalizi , questi hanno perduto la loro base , il loro sostegno , e , sotto un certo aspetto , la stessa ragion d ' essere . Così le confraternite hanno conservato solamente il loro programma religioso , ed hanno cessato di esercitare in vantaggio dei singoli membri la protezione e la beneficenza . Da una parte però il dissidio – riacceso – tra la Chiesa e lo Stato e la lotta combattuta dalla rivoluzione contro la religione cattolica ha fatto rinascere più vivo nei cattolici il bisogno di riunirsi , di federarsi , con ideali più alti , con forme nuove per la difesa dei comuni interessi , non più di classe , per ora , ma religiosi . Così , a fianco delle confraternite agonizzanti , sorsero le associazioni , i circoli , i comitati parrocchiali , istituzioni feconde di energia e di pensiero . Dall ' altra parte la tendenza a riunirsi per difendere gl ' interessi del lavoro divenne una vera necessità , e tutto quello slancio che i cattolici adoperarono a fondare le nuove associazioni fu impiegato ugualmente dalle classi lavoratrici per istituire le società di mutuo soccorso , le fratellanze operaie , le leghe di resistenza ed infine le Camere del lavoro . Così furono sdoppiati e divisi i due scopi delle istituzioni antiche « religione e lavoro » , e si delinearono due campi d ' azione , diversi nei principi , e molte volte opposti nei mezzi . In Italia la storia delle Camere del lavoro è breve e semplice . Furono in principio le associazioni operaie che ebbero l ' idea di riunirsi , sull ' esempio di altre nazioni , in un nuovo vincolo di fratellanza per mezzo delle Camere del lavoro . Il Cabrini e il Gnocchi - Viani furono i promotori ed i sostenitori della nuova istituzione . Sorsero , è vero , sotto auspici nettamente socialisti , ma tuttavia il loro programma escludeva la politica , e teoricamente lasciavano aperto l ' adito ai rappresentanti di qualunque partito . In principio non vi fu un municipio che , richiesto , ricusasse il suo appoggio . Nell ' anno 1893 le Camere di commercio , interpellate dal governo sulle riforme che esse credessero di introdurre nel loro ordinamento , risposero tutte proponendo l ' ammissione di una data rappresentanza operaia ; la maggioranza di esse la voleva inclusa nelle Camere di commercio , la minoranza la voleva lasciata alle Camere del lavoro . Lo stesso governo mise a disposizione del Comitato per l ' esposizione agraria del 1894 qualche medaglia per quelle Camere del lavoro che si fossero distinte . Questo favore però fu di breve durata . Dopo il 1894 il governo mutò radicalmente indirizzo e si mise sulla via della reazione . La prima vittima fu la Camera del lavoro di Terni , dove il comune , per divieto assoluto del governo , negò il sussidio alla nascente istituzione . La ragione è facile ad intendersi : la popolazione operaia di Terni è composta per nove decimi dai lavoratori dell ' acciaieria governativa , e sono quindi dipendenti direttamente dallo Stato , il quale non aveva piacere che i suoi salariati si sottraessero in tal modo alla patria potestà e cercassero di difendere i loro interessi nella tanto temuta solidarietà operaia . Contemporaneamente scoppiavano i tumulti della Sicilia e della Lunigiana , i quali naturalmente moltiplicarono ed inacerbirono le conseguenze della reazione . Società di mutuo soccorso , leghe di resistenza , fasci operai e Camere di lavoro , per tutti ci fu un decreto di scioglimento . Il governo , per mezzo dei prefetti , o fece cancellare dai bilanci comunali sussidi già stanziati per le Camere di lavoro , o fece pressione sopra sindaci e giunte perché non li deliberassero . Gli operai cercarono naturalmente di resistere , e dove la resistenza era inutile , protestarono ; essi però non furono soli , ma anche parecchi municipi opposero resistenza alle pressioni governative . Il governo allora si rivolse al consiglio di Stato , domandando se i comuni avessero la facoltà di concorrere con sussidi allo sviluppo delle Camere del lavoro ; il consiglio di Stato , come era da aspettarselo , emise parere contrario . Con tutto questo gli operai fecero ancora qualche tentativo qua e là , al quale seguirono nuovi decreti di scioglimenti , deferimenti e processi . Fra questi non mancarono gli episodi comici . A Roma il prefetto sciolse la Camera del lavoro e la deferì all ' autorità giudiziaria , la quale dichiarò che nell ' operato di essa non vi era reato . Allora la Camera riprese ad esercitare le sue funzioni ed il municipio le ristabilì il sussidio di 6000 lire , non tenendo in alcun conto il parere del consiglio di Stato . Inoltre la commissione governativa per l ' inchiesta ferroviaria sente la necessità di inviare il proprio questionario ad alcune Camere del lavoro , e nei suoi interrogatori ascolta dei rappresentanti di esse . Una commissione governativa che si rivolge ad una istituzione non riconosciuta giuridicamente , anzi aspramente combattuta ed avversata dallo stesso governo ! A Cremona il consiglio comunale viene sciolto per avere stanziato nel bilancio un sussidio alla Camera del lavoro , ed il regio commissario , naturalmente , cancella lo stanziamento . Si elegge il nuovo consiglio , il quale torna ad iscrivere il sussidio , e la prefettura lo annulla . Contemporaneamente nella stessa provincia di Cremona sorgono delle agitazioni di contadini per controversie circa alcuni patti colonici . La Camera del lavoro propone la costituzione di un collegio di arbitri composto di elementi misti , ossia di proprietari e di contadini , per studiare e comporre la controversia . L ' autorità si oppone fidando in una naturale soluzione della vertenza ; ma poi , vedendo la cosa andare in lungo e temendo tristi conseguenze , finisce con l ' aderire alla proposta della Camera ed istituisce il collegio degli arbitri . E i probiviri agrari non erano stati ammessi dal parlamento ; ed il prefetto che li istituiva era quello stesso che aveva fatto cancellare dal bilancio municipale il sussidio due volte deliberato ! Un fatto più comico avvenne in Napoli , dove il municipio fu obbediente alle ingiunzioni governative e tolse il sussidio . Siccome però il municipio era in maggioranza cattolico , e la Camera del lavoro era presieduta da un monarchico , la prefettura – con una coerenza fenomenale – regalò duemila lire alla Camera del lavoro . Tutto questo prova fino all ' evidenza che oramai così come sono costituite e volute dalla classe operaia , le Camere del lavoro sono un mezzo di propaganda socialista , e sotto questo aspetto il governo se ne impensierisce e le combatte . Eppure vedemmo poc ' anzi che da principio l ' istituzione fu tutt ' altro che socialista . Come va dunque che in così breve tempo abbiano assunto una forma così battagliera , malgrado che in tutti gli statuti di esse sia ripetuto che la politica è assolutamente estranea alle Camere del lavoro ? Come è che nella sommossa del 1893 in Parigi , ed in quelle dell ' anno seguente in Sicilia esse furono così fortemente compromesse ? La ragione principale , se non l ' unica , credo consista nell ' ostracismo dato ai padroni ed agli imprenditori , dalle Borse del lavoro . Un ' associazione di questo genere , composta di soli operai , è impossibile che non divenga strumento di propaganda socialista . Coll ' introdurre in esse anche l ' altro elemento , oltre al rendere più remoto questo pericolo , si verrebbe a dar loro una garanzia immensamente maggiore di pratica utilità . Ed infatti , se uno degli scopi principali delle Camere del lavoro è quello di comporre e di appianare le controversie tra salariati e padroni per mezzo di collegi di arbitri , come sarà possibile che i padroni e gl ' imprenditori si decidano ad invocare un arbitrato composto di una parte sola ? Come potranno i governi concedere autorità giuridica ai sindacati operai , se questi non saranno costituiti di elementi misti ? Per quanto si voglia riconoscere che il lavoro sia immensamente più nobile del capitale , e che questo sia solo uno strumento a servizio del lavoro , sarà pure necessario che nella lotta dell ' uno contro l ' altro , per comporre pacificamente i dissidi , facciano sentire la loro voce ambedue . Anche nelle Camere di commercio , istituzione oramai generale presso tutti i popoli civili , intervengono ogni genere di industriali : tanto quelli che attendono al piccolo scambio della merce da essi stessi elaborata , quanto i grandi proprietari di vastissime case commerciali , o i direttori di banche . Nei comizi agrari sono iscritti tanto i grandi come i mezzani e i piccoli proprietari , non solo , ma anche i più modesti affittuari . Tra questi e quelli vi è appunto il rapporto del lavoro al capitale . Perché dunque le Camere del lavoro dovrebbero avere questa nuova forma unilaterale , e perciò stesso meno autorevole nelle controversie e meno pratica nei risultati ? In mezzo ad una agitazione così vasta i cattolici non rimasero inoperosi , ma cercarono subito di studiare il fenomeno per rendersi conte della situazione . Anche in questa come in tutte le altre questioni dove è libero il campo della discussione , i pareri furono divisi . Alcuni pensarono che le Camere dovessero senz ' altro essere combattute dai cattolici perché socialiste ; altri credevano che col tempo si sarebbe potuto riuscire ad avere delle Camere perfettamente neutre , in modo che anche agli operai cattolici fosse lecito appartenervi ; altri , finalmente , sostenevano che si dovesse senz ' altro far nostra tale iniziativa e dare subito opera all ' istituzione di una Camera del lavoro cattolica . Queste , più o meno delineate , erano le tre opinioni che si agitavano nel nostro campo cinque o sei anni or sono e che ogni tanto ritornano fuori quando si tratta di istituire qualche opera in vantaggio degli operai . Ora , quanto a combattere le Camere del lavoro perché socialiste , e a negar loro il sussidio in quei municipi che risultassero in maggioranza cattolici , io rispondo che prima di combattere bisogna andare bene adagio , ed essere proprio sicuri che l ' istituzione non sia suscettibile di miglioramento alcuno e debba senz ' altro condannarsi . Il miglior partito in questi casi è rimanere passivi , quando non si ha il coraggio e l ' abnegazione d ' intraprendere un apostolato attivo . Chi sa quante di quelle opere che ora sono un ' arma potente in mano dei nostri avversari avrebbero potuto essere un mezzo utilissimo di propaganda per noi , solo che non ci fossimo tanto affrettati a condannarle e a dichiararcene estranei ! Le Camere del lavoro escludono dai loro statuti la politica ; ebbene , questo avrebbe dovuto bastarci per lasciarvi entrare anche i nostri operai i quali avrebbero potuto costituire un freno ed un controllo nel tempo , stesso , adoperandosi a far rispettare il principio statutario circa l ' esclusione della politica . In questo modo si sarebbero ottenuti due grandi vantaggi ; primieramente le Camere così costituite avrebbero corso meno rischio di divenire socialiste , ed in secondo luogo noi avremmo avuto una palestra utilissima per i nostri operai i quali , trovandosi a contatto di compagni appartenenti ai vari partiti politici , si sarebbero esercitati nella discussione e nella lotta , e difendendo i propri interessi professionali nel seno delle Camere del lavoro , si sarebbero venuti preparando a rappresentare il proprio paese nel seno delle assemblee comunali , e riparare così alla deficienza di rappresentanza operaia che ora si nota tanto frequentemente nei municipi delle grandi città . Molti vedono con timore gli operai cattolici vicino ai socialisti , e per impedire qualunque contatto con essi vagheggiano una separazione ed un isolamento completo come unica garanzia di preservazione ; ora , quanto ciò sia contrario ai principî di propaganda e di apostolato che debbono informare qualunque azione o religiosa , o sociale , o politica , è chiaro abbastanza : un partito che si raccoglie nell ' isolamento per timore di perdere i suoi aggregati ed ingrossare così le file dei suoi avversari , bisogna che si rassegni a morire . Oltre a questo ognuno vede che di fatto è impossibile evitare allo operaio cattolico dei contatti con i compagni socialisti , poiché se questi non gli saranno vicini alle assemblee , lo saranno nel lavoro : non è certo possibile – e data anche la possibilità non sarebbe desiderabile – che vi sia una separazione anche nel lavoro ; occorrerebbe per questo avere delle squadre di operai cattolici sotto la guida di mastri cattolici , addetti ad opere ancor esse cattoliche ... Il ridicolo emerge da sé ; neppure nei paesi protestanti esiste questa separazione , essa dunque deve ancor meno esservi da noi . I contatti nel seno di un ' assemblea sono poi molto meno pericolosi che nel lavoro , questo affratella , mentre la discussione divide : è ben raro che in un comizio o in una radunanza qualsiasi i vari gruppi modifichino le loro idee per adattarle a quelle degli altri ( i parlamenti informino ) . Dato ancora che il sistema di isolamento e di separazione completa fosse teoricamente preferibile , esso riuscirebbe inattuabile in pratica . Anche nell ' educazione domestica s ' incontrano i due sistemi diversi ; alcuni genitori cercano di evitare ai loro figli ogni specie di contatto per tutelarne l ' innocenza , altri li abituano fin da fanciulli a conoscere il mondo perché da grandi possano discernere meglio il bene e il male . Questo secondo sistema , malgrado gl ' inconvenienti che può arrecare , riesce preferibile in confronto dell ' altro , il quale , oltre agli altri difetti , ha quello gravissimo di non essere attuabile mai . Si eviteranno cattivi contatti nella casa , magari anche nella scuola , ma non potranno mai evitarsi nell ' università , nei circoli , nelle conversazioni . Così avviene dell ' operaio ; si troverà vicino ad operai cattolici nel seno di un ' associazione o d ' un comitato , ma avrà mille occasioni di incontrarsi con avversari nel lavoro , negli spettacoli , nelle taverne . E non sono forse anche troppi i dualismi che i nostri avversari ci hanno creati , perché dobbiamo formarne dei nuovi da noi stessi ? Di fronte dunque a questa nuova forma d ' associazione il meglio che possa farsi da noi cattolici non è – secondo me – l ' astensione ma l ' intervento . Noi certo aspiriamo ad un sistema diverso di organizzazione operaia , sistema di gran lunga preferibile ma di più difficile attuazione ; le Camere del lavoro potrebbero servire di passaggio all ' altra forma da noi vagheggiata , quella cioè di corporazioni miste . Che il lavoro vi sia per tutti , ch ' esso venga onestamente pattuito e giustamente compensato , questo deve essere il nostro desiderio . Per raggiungere tale scopo lo stesso Sommo pontefice cominciò fino dal 1884 ad additarci il cammino da seguire con l ' enciclica Humanus genus , e quindi nel 1891 con quel capolavoro di sociologia che è l ' altra enciclica Rerum novarum ci tracciò un vero e completo programma d ' azione . Leone XIII ci richiama alla mente le storiche istituzioni che in Roma fiorirono tanto nei secoli scorsi , quali le università e le corporazioni d ' arti e mestieri , e c ' insegna che l ' unica via per ottenere dei risultati pratici è appunto questa , migliorata e adattata alle condizioni dei tempi nuovi . Quasi tutti gli studiosi di scienze sociali sostengono la stessa tesi ; il Toniolo e il Soderini , per non parlare di altri , sono del medesimo avviso . Il Toniolo , in un suo scritto su questo argomento , dopo avere sostenuto il principio delle Corporazioni in confronto delle Camere o Borse del lavoro , conclude : « Datemi un circolo numeroso di persone addette allo stesso ordine di produzione , aprite un ritrovo comune , ove queste quotidianamente si uniscano ad agitare tutte le questioni che collettivamente le riguardano , pronuncino in assemblea i loro voti e le loro deliberazioni per i provvedimenti di comune vantaggio , eleggano al vertice un seggio presidenziale che rappresenti giuridicamente l ' ente corporativo e ne eseguisca i voleri , e la corporazione senza altre istituzioni coordinate potrà sussistere , e il popolo , anzi , fra quelle riunioni destinate a prendere la difesa dei suoi interessi nelle quotidiane contingenze della vita , porrà tutta la sua mente ed il suo cuore . Ecco l ' ambiente animato e fecondo del sodalizio . » Per raggiungere questo scopo noi abbiamo ancora altre forme di passaggio da utilizzare . Oltre a tante società di mutuo soccorso , noi abbiamo una istituzione che fu chiamata appunto dal Gnocchi - Viani la Camera del lavoro dei cattolici . Questa istituzione è il segretariato del popolo . A guardare superficialmente sembrerebbe che esso non avesse nulla di comune con le Camere , perché la forma è ben diversa : non si tratta di operai riuniti in sodalizio per difendere i loro interessi , ma si tratta invece di uomini di buona volontà riuniti da un vincolo di amore e di carità fraterna in sollievo dei bisognosi . Indirizzare l ' operaio alla ricerca del lavoro e proteggerlo contro la cupidigia dei sensali , appianare le divergenze con i padroni , aiutarlo nella corrispondenza , nelle pratiche dei suoi affari , abituarlo a tenere in ordine la piccola amministrazione della sua famiglia – questi sono gli scopi che si propone il segretariato del popolo . Quando questi intenti si fossero realmente ottenuti , e quando si fosse potuto provvedere a dei locali vasti per ritrovo comune di operai e padroni , al fine di potervi stringere i rispettivi contratti , credo che si sarebbe ottenuto molto . Questa sarebbe una forma di protezione per l ' individuo , mentre le corporazioni sarebbero una difesa per la classe . Non bisogna dimenticare che il segretariato è più un rimedio che un cibo ( e di sole medicine non si vive ) ; esso conforta l ' operaio nella disoccupazione e nella miseria , ma non può arrivare fino a difendere tutti i diritti della sua classe . Anzi i segretariati sono come una forma transitoria e , direi quasi , di beneficenza , e noi dobbiamo sperare che un giorno non vi sia più bisogno di adoperare la beneficenza , ma solamente di esercitare la giustizia . Intanto quello che si ottiene per mezzo dei segretariati è il contatto delle classi agiate con i nullatenenti , è l ' esempio continuo di carità che noi offriamo alle classi diseredate , per mezzo di essi noi possiamo diffondere la buona stampa tenendo a disposizione degli operai giornali ed opuscoli popolari di propaganda cattolica . Come – in questo – ci sono maestri i socialisti ! Servendosi dunque di queste varie istituzioni come forme di passaggio noi potremo giungere a riunire gli operai in corporazioni , riconoscendo ciascuno i propri doveri e , soprattutto , non esagerando i propri diritti . A questo deve tendere la nostra azione , al raggiungimento di questo scopo debbono convergere le nostre attività . In mezzo al crescere minaccioso del pauperismo moderno , in mezzo al triste spettacolo che ci offrono tanti disoccupati e tanti oppressi , noi non dobbiamo dimenticare pertanto che , oltre al corpo , anche lo spirito ha bisogno del suo pane ; e sotto questo aspetto può dirsi che il pauperismo morale sia ancora più tremendo , più desolante . Sovvenendo l ' operaio nella disoccupazione ed aiutandolo a tutelare i suoi sacri diritti , noi compiremo un ' opera eminentemente cristiana e coopereremo con un valido contributo ad un graduale miglioramento nell ' organizzazione sociale .