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> categoria_s:"StampaPeriodica" > anno_i:[1880 TO 1910} > autore_s:"RUJU SALVATORE"
IL BACIO PIÙ DOLCE ( RUJU SALVATORE , 1905 )
StampaPeriodica ,
A mezzodì , nella tanca , tranne qualche belato , qualche dòndolo di campano , non si udiva altro . Faceva un gran sole di maggio . Si sentiva nel cielo , nell ' aria , qualcosa di invincibilmente languido e soffocante che faceva sognare e soffrire , e Nenaldu sognava e soffriva . Aveva tratto di tasca la sua leppa dal manico di corno e s ' era rimesso a intagliare la sua zucchetta rossigna ben avvinata . Che arsura ! Non s ' udiva una voce . Anche la correntia della fontana pareva tacesse . Nenaldu lavorava lavorava senza vedere , senza udire , febbricitante , allucinato . Aveva già disegnato da una parte della zucca il sole e le stelle , i buoi e l ' aratro come gli aveva detto la voce del sogno . In sogno una voce gli aveva detto : Quando scolpirai una zucca e avrai fatto il fuso e la rocca e in mezzo la figura di Mallena col suo vestito nuovo di broccato , allora Mallena t ' amerà , ma se tu la baci morirai ... Il pastore superstizioso ricordava e fantasticava . La voce aveva detto il vero ? Che cosa bella ! Mallena l ' avrebbe amato e egli le avrebbe offerto latte e miele tutti i giorni . Api ora ne avevano molte . Quanti bugni ? Quasi cento . Tutto l ' ovile era pieno d ' albatri e di rosmarini : anche il gregge aumentava . L ' inverno era stato dolce , non era discesa brina e l ' erba era alta e fitta come ferrana . Mallena sarebbe stata sua moglie e l ' avrebbe baciata ... Baciarla ? ma poi sarebbe morto ! A questo pensiero il pastore rabbrividì e gli venne voglia di piangere e di pregare . Mallena aveva gli occhi così belli e vellutati e la bocca così fresca e così rossa ! Le labbra parevano di corallo , anche a costo di morire l ' avrebbe baciata . E continuava a scolpire con lena la sua zucca . E scolpiva e scolpiva . E fece il fuso e fece la rocca con un bel fiocco di lino e poi la testa , le braccia , tutto il corpo agile e flessuoso della fanciulla . Che cosa meravigliosa ! Mallena pareva viva ! E si fece sera . Salì la stella dei pastori , e dagli oleastri caddero le grandi ombre della notte . Il pastore fantasticava ancora , vedeva sempre il sole bello di mezzodì e sentiva il profumo inebbriante della menta selvatica e del timo . Le calandre cantavano . Dietro una gran roccia egli conosceva un bel giaciglio di borraccina rossa : vicino fiorivano le pratelline e gli asfodeli bianchi . Lì , in mezzo alla caldura e al profumo , avrebbe condotta Mallena , la figlia di Cosimo di Serra , il vignataro , e avrebbe aspettato l ' ombra , e poi sarebbe salita la luna piena , grande e rossa come il sole , e le stelle avrebbero brillato tutta la notte . Nenaldu sorrise al suo sogno e al suo amore innocente . Era un bambino magro e bruno di dodici anni , sempre un po ' malato e febbricitante . La madre era morta tisica e il padre l ' avevano ucciso . Egli era rimasto solo col nonno . Nella bassura , vicino al murello , s ' udì una voce . - Mallena ! fece il pastore . Pigliò la zucca e corse . - O Nenà , mi dai del latte ? È per Rosina che è malata ... Il fanciullo andò all ' ovile e tornò subito col latte fresco e spumoso munto allora allora . Tremava tutto . Guardò fisso fisso la fanciulla che stava zitta con la bocca tutta sorriso e le fece vedere la zucca . - Vedi come è bella ! Ecco il sole , le stelle , il fuso e la rocca , e questa ... indovina chi è ? - Chi è ? - fece la fanciulla . - Questa sei tu - - rispose Nenaldu impallidendo - Mi vuoi bene ? Mallena arrossì e fuggì via col piccolo seno ansante , inebriata . La notte il piccolo pastore fantasticò a lungo . Si destò così presto che ancora le stelle del cielo erano fitte fitte e non si udiva cantare né una quaglia né una lodola . Allora si ricordò delle parole del sogno ed ebbe veramente una grande paura . Morire , non muoversi più , non vedere più ! Che orrore ! E il nonno a chi avrebbe lasciato le pecore , i bugni , i denari ? Quest ' idea lo colpì e gli venne in mente che il vecchio li custodiva dentro una piccola anfora rossa che aveva trovato vicino a un nuraghe . Il fanciullo cominciò a esaltarsi , s ' immaginò d ' essere già fidanzato di Mallena ma il nonno non gli voleva dare né denari , né pecore e lo voleva cacciare dall ' ovile perché odiava a morte Cosimo di Serra , il vignataro . Egli allora una notte che il nonno era andato a Sassari colla bisaccia piena di formaggio era corso al nascondiglio e si era impadronito dell ' anfora rossa piena d ' oro e d ' argento . Poi se n ' era andato lontano lontano verso la Nurra grande e deserta , piena di àlbatri e di cinghiali , e lì s ' era fatto un bell ' ovile e aveva molte pecore e molti bugni . E Mallena era con lui , la fanciulla s ' era fatta più alta e più bella , una rosa di rio , e egli non poteva resistere più e baciava la cara creatura sui capelli e sugli occhi grandi e neri . Che dolcezza ! In questa esaltazione Nenaldu si assopì . Ma ecco udiva la voce del sogno . Ebbe di nuovo una grande paura della morte e gli parve che il cuore non gli battesse più , che la vita gli si confondesse . Si vide tutto giallo , con gli occhi chiusi , con la carne fredda , immobile , rigido . L ' incubo gli fu d ' un tratto sopra e urlò disperatamente . - Che ài ? - fece la voce del vecchio - Sogni ? Lévati che è mattutino ! Nenaldu si levò , pallido ; le stelle erano già tramontate e uscì il sole e venne il meriggio caldo e luminoso . In quel sole meridiano , in quel silenzio immenso della solitudine , il pastore superstizioso sentì la presenza della morte . Guardò ancora a lungo , mentre il gregge meriggiava , verso l ' oliveto solatio pieno di gramigna e di papaveri fiammanti , ma Mallera non apparì . E passò la sera e venne la notte , ma di qua dal murello non udì la vocina dolce della fanciulla . La notte ebbe la febbre e delirò . La mattina poté ancora levarsi e scendere col gregge alla fontana . Si portò con sé la zucca e non si stancava di contemplarla con una fissità quasi tragica ; quando non poteva resistere più alla passione , la baciava ... Ed ecco di nuovo l ' incubo della morte . Verso il meriggio Mallena giunse alla fontana per acqua . Nenaldu stette immobile a guardarla come allucinato , poi le disse con voce fioca e triste : - T ' ò aspettato ieri , Malle ' ! - Che ài ! come sei bianco ! - rispose la fanciulla spaventata . - Che ò ? Ti voglio bene ! Mallena sorrise , le venne una gran voglia di baciare quel viso pallido illuminato da due strani occhi azzurri e di fuggirsene . Ma nella fontana v ' era gente . Volle andare via , era turbata e inebriata . Nenaldu la seguì , dietro alla svolta della viottola la chiamò con voce fievole e carezzevole ; le disse ancora : - Malle ' , mi vuoi bene tu ? - Sì ... - rispose la fanciulla sorridendo a pena , con voce quasi inaudibile . - Senti , la voce del sogno m ' à detto che se io ti bacio muoio ; ma non ò paura , sai , di morire , baciami ... - Se muori tu , morirò anch ' io - aggiunse la fanciulla con voce più triste , e porse le labbra all ' innamorato che la baciò con infinita passione . Il giorno dopo il pastore non poté levarsi . A pena tornato all ' ovile era stato colto dal terrore . Quanto aveva pianto ! Cominciò a delirare e nel delirio vedeva la sua roccia con la borraccina rossa , col profumo delle pratelline e del mentastro , e Mallena l ' amava e egli la baciava sugli occhi neri e sulla bocca di corallo . Il delirio si fece più acuto . Infine pallido pallido , con gli occhi vitrei , atterriti , vuoti d ' un vuoto indicibile , quando gli si avvicinava pietosamente il nonno urlava , vaneggiando : - La morte ! la morte ! Il vecchio credette che il fanciullo fosse affatturato . Chinò la testa con tristezza sconsolante e disse : - Pare pazzo ! Anche la madre è morta di delirio . Verso sera il pastore improvvisamente spirò . Prima di morire volle la bella zucca intagliata , se la strinse forte forte al petto , baciò la piccola figura e esclamò , piano , con voce che era un sospiro di desiderio : - Vedi , Mallena mia , com ' è bella ! Questo è il sole e queste son le stelle ... Il vecchio si trovò solo ed ebbe paura di quella solitudine . Pianse come un bambino , si disperò , chiamò il nipote coi nomi più dolci , lo baciò , gli chiese perdono , tante volte perdono ... Qualche volta l ' aveva battuto , era stato crudele con quella povera creatura ! - Perdono , perdono - urlò ancora il vecchio con disperazione ; Poi ad un tratto diventò tetro , tragico . Gli occhi gli diventarono foschi , taglienti come lame , le ciglia gli si insanguinarono . - Chissà ! - disse - forse è lei , la piccola maliarda . Questo piccino à avuto fattura - E si sentì assalito dall ' odio e dal desiderio della vendetta . Pigliò una scure ben affilata e se la mise vicino , a portata di mano . Poi cadde in una meditazione lugubre con gli occhi fissi nel viso contratto del morto . Fuori , presso la mandra , le pecore belavano ; nessuno usciva dalla capanna per spingerle alla fontana ; eppure era già tardi . Di lì a poco apparve sulla soglia Mallena . La povera bambina la notte non aveva dormito e aveva sognato la morte . La sera dopo ebbe un presentimento lugubre , si ricordò delle parole di Nenaldu e fu assalita da un terrore superstizioso . - Nenaldu muore ! - esclamò avvicinandosi come suggestionata alla capanna , e si mise a piangere . Quando era a mezza via Nenaldu moriva . La fanciulla lo sentì , e corse inconsciamente , pallida , trasognata . Oltrepassò la soglia , non vide il vecchio che era nell ' ombra , in un angolo , e corse a baciare , piangendo , il piccolo morto . - Ah maliarda ! ruggì il vecchio , e brandì la scure .