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> categoria_s:"StampaPeriodica" > anno_i:[1940 TO 1970} > autore_s:"Rodari Gianni"
La questione dei fumetti ( Rodari Gianni , 1951 )
StampaPeriodica ,
Caro Direttore , ho letto nell ' ultimo numero di Rinascita un articolo di Nilde Jotti sulla Questione dei fumetti , e desidero esprimere la mia opinione dicendo subito che l ' articolo della Jotti non mi convince . Esso prende spunto dal dibattito in corso alla Camera sulla stampa per ragazzi e giustamente respinge come « reazionaria e inefficace » la legge proposta dai democristiani , non soltanto perché contraria al principio costituzionale della libertà di stampa , aut perché « decadenza , corruzione , delinquenza dei giovani e dilagare del fumetto sono (...) fatti collegati , ma non come l ' effetto e la causa , bensì come manifestazioni diverse di una realtà unica . « Bisogna affrontare e risolvere - dice giustamente la Jotti - tutta la questione dell ' orientamento ideale e pratico , della educazione , dello sviluppo intellettuale e monile dei giovani . Ma non lo si fa se non si mette il dito sulla piaga , che è di ordine economico , sociale e anche politico » . Questa posizione nei confronti della legge sui fumetti è giusta perché fondata sulla realtà , sulla pratica , e non su ragionamenti accademici . Altrettanto giusta è l ' attutita che la Jotti fa del fumetto americano , figlio dell ' imperialista e fascista Hearst e legittimo , cioè basato sui fatti , il giudizio negativo . La Jotti , però , estende questo giudizio negativo al fumetto come genere , conte snodo di raccontare , escludendo implicitamente la possibilità di fare « fumetti » diversi da quelli americani , con forme , contenuti , spirito e intendimenti diversi . Su questo punto mi sembra che la Jotti non abbia tenuto conto della realtà di oggi , qui , in Italia , e perciò abbia fatto dell ' accademia . Per quello che riguarda la stampa dei ragazzi , la realtà è rappresentata da un mercato completamente dominato dai « fumetti » , che hanno creato , conformando il gusto dei ragazzi a propria immagine e somiglianza , una « domanda » di fumetti impressionante : e ti risparmio le cifre perché sono note . Chi voglia parlare ai ragazzi e ai giovanetti , deve tener conto del linguaggio a cui sono abituati , e che è diventato tino dei più importanti mezzi per comunicare con loro : e se farà dei « fumetti » , il giudizio su questi dovrà essere dato non già in base alle sue intenzioni , ma nemmeno in base a preconcetti , piuttosto in base ai risultati . Un giudizio teorico totalmente negativo è inesatto , o per lo meno equivoco , e in un equivoco è caduta la Jotti , secondo me , polemizzando sulla distinzione tra la forma del fumetto e il contenuto del racconto a fumetti . Questa distinzione - ha ragione la lotti che la analizza molto brillantemente - è impossibile . Ma la Jotti ha scambiato In « forma » con il genere , o il mezzo , o lo strumento , o come lo vogliamo chiamare , rappresentato dal « fumetto » . Che cos ' è il fumetto ? Risponde la Jotti : « È un modo di raccontare per immagini una storia rappresentata nei momenti più salienti : non vi è commento scritto , soltanto poche parole che escono in una nuvoletta di fumo dalla bocca dei protagonisti » . È perché non sarebbe legittimo raccontare in questo modo ? Vi sono molti modi di raccontare : con la parola scritta , con la voce , con l ' immagine ferma o con l ' immagine in movimento ( cinema , disegni animati , eccetera ) . Ognuno ha la sua funzione . Se si equivocasse tra la funzione del fumetto e quella della lettura , avrebbe ragione la Jotti , perché evidentemente non sono due cose sostituibili , sono due cose diverse . Su altro piano , anche il cinema e la lettura sono due cose diverse , hanno funzioni diverse e si avrebbe torto di chiedere al cinema che ci insegni a leggere ( a parte i documentari didattici ) . Da questo a ritenere il « fumetto » uno strumento ideale evidentemente ci corre . Per esempio , se i ragazzi avessero il loro cinema , - il cinema dei ragazzi che esiste nell ' Unione Sovietica - , credo sarebbero disposti a dimenticare i fumetti da un giorno all ' altro . L ' avvento del cinema ha creato il bisogno di « vedere » : è a questo bisogno , probabilmente , che i ragazzi cercano soddisfazione nel « futuro » . Il giorno che avranno a loro disposizione cinema e teatri , questo bisogno sarà soddisfatto . Finita la guerra , siamo tornati tutti al caffè e nessuno accetta più il surrogato . E ancora , il « fumetto » non ci deve impedire di porci il problema della lettura dei ragazzi , che è un grosso problema : di scrittori , di artisti , di mezzi . La lettura è insostituibile , come ben dice la Jotti , come « educazione al ragionamento e alla riflessione » , « preparazione letteraria » , « educazione dell ' intelletto » , « disciplina interiore degli istinti primitivi , animaleschi » . Anche questo della lettura è un problema economico , sociale e politico , e anche qui bisogna guardare alle cose non con occhio accademico , ma con realismo . In quest ' ultimo mezzo secolo , parallelamente all ' elevazione politica delle masse popolari , si è formata una nuova , immensa domanda di cultura . I giornali e le riviste popolari hanno raggiunto tirature altissime . Centinaia di migliaia di persone che non leggono nulla chiedono da leggere : talora vanno a cadere nelle pagine di Grand Hotel o simili , e tuttavia anche questo è un sintomo del bisogno di cultura . Nel secolo scorso i giornali e i libri per ragazzi erano destinati a ristrette élites , rappresentate dalle famiglie piccolo - borghesi o medio - borghesi . Oggi essi si rivolgono a un pubblico enorme e anche per questo ha prevalso , nella loro impostazione , lo spirito commerciale sui princìpi educativi , la speculazione sulla cultura . I « fumetti » sono stati , prima di lutto , un enorme affare finanziario . Che cosa ci può aiutare a far fronte a questa situazione ? Essenzialmente la nascita di una nuova letteratura per l ' infanzia , capace anche con i suoi mezzi organizzativi di condurre una lotta efficace . Ma questo richiede anni di lavoro , e richiede per il suo successo definitivo anche il realizzarsi di nuove condizioni sociali e politiche . Accanto ai libri possono i « fumetti » essere uno strumento , anche secondario , in questa lotta , oggi ? Se non possono , smettiamo di stamparli . Postilla Non ci sentiamo di condividere la posizione del Rodari , anche se í suoi argomenti sono degni di discussione . Egli accetta , ci sembra , l ' analisi e la conclusione circa la natura non educativa e antieducativa del fumetto , considerato nella unità di forma e contenuto . La distinzione tra forma e strumento o genere o mezzo , non ci pare che regga , ed è da respingere l ' affermazione che ci troviamo di fronte ( anche in questo caso ! ) a una specie di nuova lingua . Quante stramberie e assurdità non si è cercato di mettere in circolazione con questa faccenda delle nuove lingue o delle « ricerche di linguaggio » , espressione che ha un valore metaforico , ma poco più , perché il linguaggio è uno e lo hanno creato e lo creano i popoli con tutta la loro storia e le famose a ricerche » non hanno spesso con esso niente a che fare , non essendo altro che tentativi , esperimenti , successi o insuccessi nell ' ambito del vecchio rapporto tra la forma e il contenuto della espressione . Ammesso il carattere antieducativo dei fumetti , dunque , si propone che vengano tradotte ed espresse in fumetti storie educative . Così fanno certi giornaletti clericali , dove tra poco stamperanno in fumetti la storia sacra ; anzi , spiegheranno in fumetti i misteri della creazione , dell ' incarnazione , della redenzione . Non ne trarrà certo un grande giovamento il sentimento religioso ! Per conto nostro , non metteremo in fumetti la storia del nostro partito o della rivoluzione . Il fumetto a contenuto educativo , poi , è una cosa per giunta scipita , che non attira . Esiste la possibilità di contrapporre al fumetto , invece , una narrazione figurata di tipo popolare , con commenti chiari , che invitino alla lettura , piacciano , si imprimano nella memoria e conservino in pari tempo una dignità letteraria , accoppiando alla visione la lettura e i suoi benefici ? Senza dubbio questa possibilità esiste e si riallaccia tanto a creazioni popolari , come furono le famose images d ' Epinal , come sono oggi le splendide stampe cinesi , quanto a esempi di ottime cose già fatte nel passato . A questo compito dunque ci si cimenti , invece di correr dietro alle forme più corruttrici dell ' americanismo . Ma ci sono anche giornali di sinistra che pubblicano fumetti ! Senza dubbio ci sono : ci permettiamo però di fare osservare che nessuno di questi giornali si distribuiscono attraverso le edicole . Si distribuiscono attraverso reti proprie propagandistiche e di diffusione , e questo vuoi dire che non è che siano costretti a pubblicare fumetti per superare la concorrenza e affermarsi . Lo fanno per altri motivi , che non occorre qui indagare . Nemmeno accettiamo l ' affermazione che il fumetto sia una forma nuova di cultura popolare . No ! Forse la odierna diffusione di certi giornali dimostra che vi è una ricerca più ampia che nel passato di cose da leggere , da vedere ; il fumetto però soffoca , strozza nel suo sviluppo ciò che potrebbe venir fuori di positivo da questa ricerca , cioè impedisce che da essa germogli una più diffusa cultura del popolo . O vogliamo chiamare cultura la conoscenza del calibro necessario per assassinare a sci o a sessanta metri , nel modo come si rincorrono a 120 all ' ora ladri e poliziotti , delle stolte peripezie della vamp e così via . Certo , il fondo della questione è molto complesso perché si tratta di riuscire a creare una letteratura e una pubblicistica per bambini e ragazzi che attirino , piacciano , educhino , e non ostante i buoni tentativi già fatti , si è ancora indietro assai .