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> categoria_s:"StampaPeriodica" > anno_i:[1940 TO 1970} > autore_s:"Tamburrano Giuseppe"
Gli intellettuali e la 'via democratica' ( Tamburrano Giuseppe , 1957 )
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È opinione diffusa che gli avvenimenti successivi alla morte di Stalin nell ' interno degli Stati comunisti abbiano messo in luce qui in Italia le differenze esistenti tra il pensiero e la prassi socialista e il pensiero e la prassi comunista . Da ciò le diverse reazioni nei due partiti sul Rapporto Krusciov e la rivoluzione ungherese e da ciò anche il fenomeno di attrazione che il PSI esercita sui comunisti che si sono staccati dal PCI in tempi remoti ( USI ) o recenti . Sotto questo profilo anche l ' opuscolo di Giolitti sarebbe niente altro che un fenomeno di maturazione delle idee dell ' autore in senso socialista . Questa tesi è superficiale perché ipostatizza due realtà ideologiche e le cristallizza in un contrasto teorico insanabile creando uno schema astratto laddove è una realtà in movimento che si esprime in giudizi e pensieri ancora contraddittori . in posizioni ideologiche ancora in ritardo ed arretrate od ancora confuse , realtà che però è sostanzialmente unitaria e che quindi prima o poi dovrà esprimersi in una « coscienza » di se stessa cioè in una soprastruttura ideologica fondamentalmente unitaria . La discussione e la critica possono aiutare molto questo riadeguamento dell ' idea alla nuova realtà . Il giudizio che sono stati gli avvenimenti del mondo comunista a far sorgere l ' esigenza democratica nel campo socialista non coglie il senso profondo delle cose . All ' origine di quegli avvenimenti vi è una realtà nuova , specie in URSS , che in un lungo attrito con istituti e mentalità superate ha finito con l ' aprirsi le prime breccie , ed una realtà nuova del mondo capitalistico che sollecita i partiti che si richiamano al socialismo , dai socialdemocratici ai comunisti a ripensare ideologie e programmi , tattica e strategia . Il fatto che questa realtà nuova spinga da una parte a ricercare il sentiero della democrazia e dall ' altra a superare il riformismo cioè a battere una strada che il nostro partito ha già imboccata coerentemente non deve essere per noi solo motivo di orgoglio , ma incentivo a discutere e a chiarire i termini dei problemi , a studiare il mondo contemporaneo , la nuova fase economica e politica del capitalismo , la nuova fase economica e politica dei paesi socialisti , i fermenti ideali che sorgono nel campo comunista e socialdemocratico per aiutare questo processo di incalcolabile portata storica in fondo al quale può essere la unità politica ed ideologica di tutti i lavoratori , cioè la sicura vittoria del socialismo . Il capitalismo moderno è entrato in una fase completamente diversa : esso non è più il capitalismo della impresa proprietà del singolo capitano dell ' industria che agisce sul mercato della libera concorrenza : dalle « Armonie economiche » di Bastiat a « Capitalismo , socialismo e democrazia » di Schumpeter il passo è lunghissimo . Oggi domina il capitale finanziario che regola la vita di immensi trusts , domina una particolare burocrazia industriale , i managers ed il capitalismo si intrecciano in complicati rapporti con lo Stato dominandoli in modo del tutto nuovo . La direzione burocratica , il predominio del capitale finanziario e lo stesso rapporto tra attività statale ( vigilanza controllo , partecipazione azionaria ) e attività capitalistica privata indirizzano la lotta delle masse lavoratrici verso obiettivi diversi ( per es. la determinazione dell ' indirizzo di governo per intervenire nell ' economia attraverso le aziende statali ) con metodi diversi . Lo stesso rapporto di classe è mutato : al posto del brutale sfruttamento vi è lo sfruttamento edulcorato del paternalismo : incentivi , premi , relazione umane . Per questo anche la lotta sindacale i cui problemi in Italia sono complicati dalla presenza di un forte sindacato cattolico , deve necessariamente mutare obiettivi e metodi . A questi mutamenti già in atto bisogna aggiungere quelli importantissimi che deriveranno dalla istituzione del Mercato Comune e dall ' automazione . Il Mercato Comune quasi sicuramente determinerà gli accordi di cartello per regolare la concorrenza tra industrie dei vari paesi e quindi farà sorgere il pericolo della creazione di immensi monopoli europei contro i quali sarà necessaria non solo l ' azione degli organi della Comunità , che perciò dovranno essere forniti di autorità sufficiente , ma anche l ' azione unita dei lavoratori dei sei Paesi e quindi l ' incontro tra i vari sindacati e Partiti socialisti . L ' automazione d ' altra parte farà sorgere l ' alternativa : ulteriore disoccupazione o riduzione degli orari di lavoro senza intaccare il salario anzi aumentandolo e creerà pertanto nuovi motivi di lotta e di unità sindacale e la necessità dell ' intervento dello Stato il quale - e questo dipende dalla forza delle masse operaie - potrà indirizzarsi in un senso o nell ' altro . Queste prospettive esigono che la lotta dei lavoratori si svolga non solo nelle fabbriche e nelle campagne ma anche nelle istituzioni politiche che vanno giudicate non più come tribuna di agitazione e di denuncia ma come roccaforti del potere capitalistico da espugnare e utilizzare per intervenire nella economia ed espropriare progressivamente il capitale . La nuova fase capitalistica è evidente anche nelle manifestazioni internazionali . L ' imperialismo non è più quello analizzato da Lenin . Lo sviluppo delle interne contraddizioni , lo svincolarsi dalla morsa coloniale di immense moltitudini e la potenza dell ' URSS in questo dopoguerra hanno trasformato l ' imperialismo colonialista in un suo succedaneo che ha perduto moltissimi ( lei caratteri del suo progenitore . Il capitale internazionale si apre la strada per conquistare mercati di materie prime e di consumo non più con le armi e con l ' assoggettamento politico militare dei paesi arretrati . La tragicommedia di Suez e gli ultimi bagliori colonialistici in Algeria lo dimostrano . Esso si rivolge agli « aiuti » ed alle integrazioni economiche . Perciò la tesi della rottura dell ' anello più debole della catena imperialistica è superata : oggi si pone il problema di affiancare la lotta dei popoli ex coloniali perché gli « aiuti » siano di carattere esclusivamente economico e non contengano condizioni politiche e siano amministrati da un organismo internazionale a cui partecipi anche l ' URSS ( piano laburista per il Medio Oriente ) . Mutamenti non meno profondi si stanno d ' altra parte verificando nel mondo comunista . Il tramonto di certe condizioni politiche ( accerchiamento capitalistico e relativa debolezza dell ' URSS ) e lo sviluppo della maturità tecnica e politica dei ceti produttivi e di direzione intermedia hanno fatto nascere l ' esigenza di mutare il centralismo burocratico e dispotico a favore della decentralizzazione , dell ' autonomia ed in ultima analisi della democratizzazione economica e politica della società sovietica . I sentimenti nazionali e la reazione ad uno schema di collettivizzazione imposto e non necessario operano del resto nelle democrazie popolari , dove più e dove meno , nello stesso senso dell ' autonomia : democratizzazione e via nazionale al socialismo . Queste nuove forze sono spinte dalla tendenza interna a liberare il blocco comunista dalle sovrastrutture oppressive interne ai singoli stati e dal rigido vincolo interstatale e mentre all ' interno si irrobustiscono le autonomie collettive e individuali nei rapporti tra stati prendono vigore le autonomie delle singole società nazionali e forme nuove di collaborazione internazionale . Da ciò nasce la prospettiva del superamento dei blocchi non solo sul piano diplomatico ma anche sul piano politico - economico . È infatti difficile non immaginare in un domani diverse relazioni non solo diplomatiche , ma anche economiche , tra una Europa occidentale socialista e la Polonia di Gomulka o la Jugoslavia dei Consigli operai . È anche importante anche se meno appariscente il cammino percorso nei settori più seri della socialdemocrazia . E valga l ' esempio laburista . I passi avanti di questo partito non sono stati compiuti solo nel settore della politica estera ma anche in quello ideologico . La produzione letteraria socialista di questi ultimi anni si è arricchita di temi inconsueti nella letteratura laburista . « I nuovi saggi fabiani » ( tradotti da Comunità nel '53 ) che rappresentano il pensiero , continuamente aggiornato , del movimento socialista inglese , contengono spunti nuovi che , se sviluppati , trasformeranno il riformismo laburista in socialismo autentico anche se tipico e adatto alla società inglese . In questo volume si analizzano le cause della crisi laburista e se ne indicano due : 1 ) l ' accentramento burocratico che « diede l ' impressione che il socialismo fosse una faccenda riservata al Governo operante attraverso l ' esistente Servizio » ( Saggio di K.H.S. Crossman , pag. 37 ) e che fece trascurare l ' iniziativa produttrice delle Trade Unions , dei socialisti municipali , delle cooperative , « così il primo stadio del socialismo fu realizzato essenzialmente da funzionari antisocialisti e da membri neutri del Servizio Civile ( ibidem ) ; 2 ) l ' assenza di dottrina e di princìpi per « il Partito laburista ... ha incapsulato la teoria in una serie di misure pratiche , e una volta compiute queste riforme , non gli è restata per l ' azione altra guida che la tradizione interpretabile in una quantità di modi contrastanti ( stesso saggio p . 6 ) . Da queste critiche che riecheggiano quelle avanzate sempre dai socialisti marxisti , si deducono conclusioni tipicamente marxiste ( anche se la polemica col marxismo è costante ) come quella del passaggio inevitabile dal capitalismo al socialismo ( Saggio di C.A.R. Crosland p . 51 ) o quella addirittura leninista della guerra come necessità dell ' imperialismo capitalista ( Saggio di John Strachey p . 240 ) per giungere a porre la prospettiva della realizzazione della società senza classi ( per esempio il saggio di Roy Jenkins , pagine 97-100 ) . Indubbiamente non solo i laburisti ma anche la socialdemocrazia tedesca ( non mette conto nemmeno di parlare di Guy Mollet e di Saragat per quanto sembra che si prepari per loro il giusto destino ) restano ancora lontani dalle posizioni del socialismo marxista , ma la loro visione politica dei rapporti internazionali e i progressi ideologici già compiuti creano le occasioni e il terreno per un proficuo dialogo . Le lacerazioni profonde tra socialdemocrazia e comunisti trovarono la loro causa prima di tutto in una certa situazione mondiale e nelle necessità insite nella situazione russa prerivoluzionaria . Oggi le diverse condizioni oggettive e il riesame critico delle due esperienze : la laburista e la sovietica tendono a creare un clima diverso e a far riaffiorare la matrice comune . Si comprende quindi come la Carta di Francoforte sia tremendamente inadeguata quanto lo stalinismo e come il professor Cole faccia ricerche e distinzioni sulle affinità e differenze tra comunismo e socialismo mentre Gomulka inizia un nuovo esperimento di regime socialista e Mao ammette che fioriscano « cento fiori » . Occorre quindi studiare con spirito pratico le modificazioni , già avvenute nella realtà , dei processi storici e delle coscienze e quelle che riserva l ' avvenire , e prepararsi in tempo ; occorre discutere i problemi connessi con la prospettiva dell ' unità di tutti i lavoratori , e sui temi e le soluzioni che ne scaturiscono battersi con chiarezza c senza timidezza . La svolta storica nella lotta per il socialismo va compresa ed aiutata con convinzione profonda e con coraggio . Gramsci intuì nel carcere che le condizioni della lotta proletaria in Occidente erano diverse da quelle orientali : « Mi pare che Ilic aveva compreso che occorreva un mutamento dalla guerra manovrata applicata vittoriosamente in Oriente nel 1917 alla guerra di posizione che era la sola possibile in Occidente , solo che Ilici non ebbe il tempo di approfondire la sua formula , pur tenendo conto che egli poteva approfondirla solo teoricamente mentre il compito fondamentale era nazionale cioè domandava una ricognizione del terreno e una fissazione degli elementi di trincea e di fortezza rappresentati dagli elementi di società civile . In Oriente lo Stato era tutto , la società civile era primordiale e gelatinosa : nell ' Occidente tra Stato e società civile c ' era un giusto rapporto e nel tremolio dello Stato si scorgeva subito una robusta struttura della società civile . Lo Stato era solo una trincea avanzata , dietro cui stava una robusta catena di fortezze e di case matte » ( Note su Machiavelli , p . 68 - Einaudi , 1953 ) . Oggi tale diversità è ancor più profonda . I mutamenti avvenuti nel mondo borghese capitalistico , la partecipazione dei lavoratori alla costruzione dello Stato democratico , lo stretto legame tra attività dello Stato e del capitale , l ' importanza sempre maggiore di organismi ed istituti pubblici nella economia , le prospettive del progresso tecnico e della integrazione economica , le diverse condizioni internazionali e la fine della epoca coloniale , hanno fatto tramontare il mito , che ieri fu tattica realistica , della conquista esterna e violenta dello Stato . Oggi la classe lavoratrice è già nell ' interno dello Stato democratico borghese : deve solo appropriarsi degli istituti politici cd economici del potere per usarlo allo scopo di creare la società socialista . È questo il senso dell ' accettazione del metodo democratico . Ma se il problema politico del « dominio » , per usare i termini gramsciani , è risolto in questo senso , resta il problema dell ' egemonia , cioè il problema che in termmini moderni potremmo chiamare della costruzione burocratica del socialismo o della : una edificazione dal basso . Schumpeter afferma che inevitabilmente il socialismo sarà costruito burocraticamente . I laburisti si sono posti il dilemma . Roy Jenkins si domanda « se la società che va nascendo dal capitalismo deve essere una società socialistica democratica , cooperativa o una società burocratica , controllata da un ' élite privilegiata che goda di un livello di vita radicalmente diverso da quello della nassa della popolazione » . Una costruzione burocratica attraverso gli istituti esistenti e con altri istituti centralizzati anche se accompagnata dalle garanzie democratiche formali produrrà sempre uno Stato accentrato ed il socialismo potrà divenire impopolare . Bisogna creare istituzioni proletarie capaci di assumere in proprio la maggior parte delle iniziative , e intanto sviluppare attraverso organismi collettivi e attraverso il lavoro individuale l ' azione educatrice delle masse , per preparare i quadri umani e gli strumenti organizzativi necessari alla costruzione socialista , per sviluppare il « consenso attivo » ( che è la finalità dell ' egemonia gramsciana ) al socialismo nella società civile e farne un fatto popolare non solo come aspirazione ma nella sua concreta realizzazione . Il PSI ha la fortuna di essere già su posizioni su cui in un futuro che speriamo non molto lontano si potrà ricondurre ad unità tutta la classe lavoratrice : ma manca ancora la chiarezza e la decisione di farle valere . La chiarezza e la decisione spetta agli intellettuali raggiungerle ; perciò gli intellettuali devono affiancare i politici ( come giustamente propone Agazzi ) per dare alle loro « operazioni » un senso profondo e lungimirante . Il caso del politico puro Cavour che fa l ' unità di Italia senza proporsela è un caso e non una legge storica . Ma gli intellettuali devono sostanziare la loro ricerca con l ' amore per il reale , dimensionandola sui movimenti reali e facendo oggetto di studio non astrazioni o schemi ideologici ma la concretezza del vivente . come lo scienziato studia per il tecnico elaborando teorie a scopi di applicazione pratica . È un ' opera lunga e paziente che deve superare incomprensioni e faziosità ma l ' obiettivo è troppo seducente per farsi prendere dallo scoraggiamento e non è tanto utopistico per rimandarlo a tempi migliori .