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> categoria_s:"StampaPeriodica" > anno_i:[2000 TO 2030}
La California non è l'Italia ( Vespa Bruno , 2000 )
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« Spiega perché la California non è l ' Italia » mi dice Carlo Rossella , mutuando il titolo di un libro di Franco Tatò . « Ma resto soltanto tre giorni ... » . « Scegli qualche tema che ti colpisce e scrivi una specie di diario » insiste . E mi fa sentire , si passi il paragone immodesto , come Montanelli quando nel'52 il Corriere lo mandò a raccontare New York . Gaetano Afeltra , allora redattore capo e anima del giornale , aveva fatto il suo viaggio più lungo da Amalfi a Milano . « Eppure » scrisse Montanelli « eccomi al Waldorf Astoria ad aspettare che Gaetanino mi chiami da Milano per sapere da che parte devo cominciare per render chiara l ' America , la mia America , ai lettori » . Il problema è che allora l ' America , a cominciare da Afeltra , non la conosceva nessuno . Adesso la California la conoscono in molti . Il tentativo , dunque , è pericoloso . Comunque , proviamo . Le città . Los Angeles è fatta a misura d ' auto . Sarà un caso , ma il pomeriggio in cui sono andato a spasso in centro , diciamo così , i pedoni erano scomparsi . Sbucano dai garage sotterranei , entrano in uffici e negozi e arrivederci . La via Monte Napoleone di Beverly Hills si chiama Rodeo drive , è piena di raffinate luci natalizie e di negozi di balocchi per grandi : vestiti , orologi , oggetti più diversi con una sola cosa in comune : il lusso sfrenato . Le grandi griffe italiane dominano il quartiere . Se sapete quanto costa una borsa in Italia , entrate a domandare : vi chiederanno il triplo . Accidenti all ' euro , qui siamo poveri in canna . Chiedo a un amico come mai qui non esiste il problema del parcheggio . « Vengono a fare spese con l ' autista » risponde . Se a Los Angeles si va dal pienone delle autostrade urbane al deserto dei quartieri chic , San Francisco è tutt ' altra storia . A Chinatown trovate più cinesi che a Pechino , a North Beach siete in Italia . Il vecchio Caffè Trieste è un ' istituzione , il sabato si suona e si canta , una signora sta scrivendo un libro sulla storia vissuta tra questi tavoli . Alla chiesa di San Pietro e Paolo dicono messa in italiano e in cinese . Ho incontrato due sposi che salivano sulla carrozzella bianca . Per i parenti c ' era una limousine bianca lunga quanto un bus . L ' ambiente . A Beverly Hills e a Bel Air , dove vivono gli attori più ricchi di Hollywood , lavorano 20 mila giardinieri e si vede . Per chilometri incontri solo siepi bellissime e piante d ' ogni specie che segnano il confine tra una invisibile villa e l ' altra . Se dimentichi di comprare il pane , devi provvedere con l ' elicottero . Le spiagge di Malibu e di Santa Monica in questa stagione sono incantevoli : nelle ore più calde si può prendere il sole in costume . Anche se nei giorni feriali non c ' è quasi nessuno , la vigilanza è strettissima . Sulla sabbia non trovi un pezzo di carta o una cicca nemmeno se bandisci un concorso internazionale . Ogni trenta metri c ' è un bidone per i rifiuti . Per chi sporca la multa è di mille dollari , 2 milioni e 300 mila lire . Noi siamo più poveri . Ma se multassero di mezzo milione chi getta una busta di plastica in mare o un cartoccio sulla sabbia , l ' Italia diventerebbe un altro paese . Le donne . Sono stato alla festa per i quarant ' anni di attività di Valentino . Mi ha detto Flavio Briatore , che accompagnava la bellissima Naomi : « Celebriamo un mito . Reggere quarant ' anni in quest ' ambiente è straordinario » . Valentino qui è a casa sua più che a Roma . Come Pavarotti . Venerato da donne bellissime , si gode un successo costruito abito dopo abito . Non sono pratico di dive e di modelle , fino a Claudia Schiffer arrivo da solo , poi chiedo a qualche Virgilio di condurmi per mano in questo mondo fatato . Quella è Anjelica Huston , quello schianto è Charlize Theron , ma sì , la donna - Martini . Bellissima Ivonne Sciò come Jennifer Beals ( Flashdance ) ed Elisabeth Hurley . Bella la Herzigova , ma lì giochiamo in casa . Giudizio complessivo : alte come giraffe , splendide , sederi e tette perfetti . Ma tutte uguali , meglio le italiane . Musei . Il nuovo Getty Center di Los Angeles lascia senza fiato . Mai visto niente di più bello e funzionale . Non si paga il biglietto , come nei nostri musei siciliani , e questo non sta bene perché l ' arte costa e non si regala . ( Perché nella romana San Luigi dei Francesi non si recinge un settore di preghiera e non si chiede un biglietto per vedere e mantenere gli straordinari Caravaggio ? ) . Ma il vecchio Getty e i suoi eredi hanno voluto donare questo splendore agli Stati Uniti e a caval donato ... Non ci sono impianti di allarme visibili , la vigilanza è strettissima , ma discreta e cortese . I custodi sono assai meno colti dei nostri : a Brera o al Poldi Pezzoli possono farsi scoperte magnifiche . Negli Usa si investe molto in cultura perché il fisco è generoso . Premia i Paul Getty , ma rende integralmente detraibili anche le centomila lire della tessera di socio del Moma a New York . In Italia , dove l ' arte potrebbe mantenerci tutti da signori , il fisco è miope . Per usare un eufemismo .
Londra, ma quanto mi costi ( Vespa Bruno , 2000 )
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Sandro , dove sei ? E dove sei cara vecchia sterlina ceduta a prezzi stracciati ? Era la fine di giugno del 1975 e Sandro Paternostro mi disse : compralo . Un bellissimo vassoio inglese del '700 costava poco più di mezzo milione . Per me , redattore ordinario del telegiornale , era quasi uno stipendio . Perciò non lo comprai . Nonostante Sandro , che aveva fama di gran fiuto per gli affari , mi implorasse di farlo . « Compralo e poi rivendilo a Bulgàri » . Diceva Bulgàri , con l ' accento sbagliato . Lo diceva mentre la sua vivacissima bambina rischiava di mandare in frantumi antiche porcellane cinesi esposte alla Grosvenor House , mentre l ' inflessibile moglie tedesca gli ordinava di fermarsi per strada a comprare un pollo da portare a cena e mentre la sterlina era al minimo storico sulla lira : millecinquecento lire . I taxi neri portavano la scritta « For hire » ( a noleggio ) , le cabine rosse del telefono facevano impazzire gli stranieri confusi tra scellini del vecchio e del nuovo sistema di conto , i commessi di Liberty misuravano ancora la stoffa a yard e gli italiani compravano tutto a prezzi di saldo . Da allora sono tornato a Londra molte volte , il mio reddito è sensibilmente migliorato , ma per la prima volta nei giorni delle vendite natalizie mi sono rifiutato di comprare la mia amata carta da Smythson of Bond street : con la sterlina a 3.200 lire ogni tanto sbagliavo i conti di uno zero . In Gran Bretagna mi sono sentito sempre uomo d ' Oltremanica : stavolta ero un extracomunitario accattone . « Lo shopping ? Meglio a Roma e a Milano » mi aveva avvertito Antonio Caprarica , corrispondente della Rai da qui . Ma non immaginavo questo disastro.Ottenuta al prezzo scontatissimo di 600 mila lire per notte una bella stanza d ' albergo a Piccadilly con l ' amata vista su Green Park e il Big Ben sullo sfondo , constato che la prima colazione costa 60 mila lire , assai più che in qualunque albergo italiano a cinque stelle . Prenotando con un modesto anticipo , trovo sorprendentemente un tavolo al Connaught , nell ' omonimo , delizioso albergo di Mayfair : resta una delle migliori tavole d ' Inghilterra . Il servizio è efficiente , premuroso , cortese e assai curato nelle forme : ma i camerieri si muovono con fretta eccessiva . Sembrerebbero italiani , se non fosse che gli italiani nei nostri migliori ristoranti , dal Pescatore di Canneto sull ' Oglio a Pinchiorri di Firenze , da Santin di Cassinetta a Don Alfonso di Sant ' Agata sui Due Golfi , non corrono e sembrano educati alla corte d 'Inghilterra.Visto che i piatti alla carta richiedono non meno di 45 minuti , chiedo un roast - beef ( eccellente ) al carrello . Il maître strapazza il suo assistente che non sa affettarlo con le cadenze religiose richieste , mi serve un contorno di asparagi e poi dolce e caffè . Bevo un ottimo Rioja del ?94 , vino rosso spagnolo del Nord prodotto al confine col Paese Basco : 100 mila lire . Per capirci , un Chianti di medio calibro costa 129 mila lire , i grandi ( ma non grandissimi ) toscani e piemontesi stanno intorno alle 400 mila . Il mio conto è di 320 mila lire , senza piatto d 'entrata.Bond street è piena di tutte le principali griffe continentali e americane . Gli italiani la fanno da padroni ed è più facile fare un confronto sui prezzi degli stessi oggetti qui e là : a Londra costano talvolta il doppio , quasi sempre il triplo che da noi . A naso ho la sensazione che il potere d ' acquisto della sterlina per gli inglesi equivalga alle nostre 2.500 lire , con una sopravvalutazione per noi del 30 per cento . Amici italiani che vivono qui da molti anni con posizioni influenti dicono di peggio : 2.200 lire , equivalente al cambio di dieci anni fa . Se un cartello dice : fate un ' offerta di 2 sterline , chiede di fatto 5 mila lire . Al cambio per noi fanno 6.500 . Se l ' ingresso a una mostra d ' arte ci costa 22 mila lire , agli inglesi costa 15 mila . Come in tutte le grandi città europee , i taxi costano meno che a Roma e anche meno che a Milano , che noi romani troviamo in questo campo ( l ' unico ) più economica della capitale . Si parte da 5 mila lire e con 15 mila lire si fa una corsa che da noi costa venti . Detto questo , Londra è sempre più europea ( cosa che ai nostalgici come me dispiace un poco ) , è pulitissima , curatissima , elegante , anche se un nostro diplomatico mi parla in un orecchio di terribili e durevoli miserie in periferia . Chi viene dalla Roma del Giubileo , dove non è stata fatta nessuna grande opera pubblica , resta senza fiato dinanzi alla Great Court , la meravigliosa struttura architettonica , inaugurata all ' inizio di dicembre dalla regina , che sposa antico e postmoderno nel cuore del British Museum . L ' ingresso è libero , come lo è nella straordinaria Reading Room circolare che ne costituisce il cuore . Essa raccoglie decine di migliaia di volumi specialistici : l ' accesso ai computer , ora gestito dai commessi , sarà progressivamente generalizzato e intanto ciascuno può consultare l ' indice generale cartaceo . Ho aperto alla voce Leonardo e mi son piovute addosso 22 pagine con l ' elenco delle opere disponibili sull 'argomento.Gli appassionati di Impressionismo troveranno una buona mostra alla National Gallery . Ma visto che ci sono , non trascurino di rivedere , se già la conoscono , la straordinaria collezione del Rinascimento italiano ( anche qui l ' ingresso è gratuito ) . Troveranno una novità per noi dolorosa : un piccolo Cimabue acquistato quest ' anno all ' asta ( Vittorio Sgarbi mi parla di una ventina di miliardi ) . Entrambe le esposizioni , quella fissa e quella stagionale , sono ordinate benissimo . Un ' altra mostra di impressionisti sta alla Courtauld Gallery , uno dei paradisi della Somerset House , bellissimo palazzo settecentesco affacciato sul Tamigi e riaperto da poco . Ma chi ci va non trascuri la splendida collezione di quadri antichi di Samuel Courtauld , il magnate che s ' innamorò del Rinascimento italiano visitando Firenze esattamente un secolo fa e avendo parecchi soldi si circondò di molti Rubens e Bruegel e di tanti altri gioielli . Chi ama l ' arte contemporanea non manchi la Tate Modern , recentissima filiazione della Tate Gallery . Una colossale struttura architettonica d ' avanguardia offre in uno spazio immenso il meglio del postmoderno . L ' ingresso , fortunatamente per noi italiani , è gratuito . Recuperiamo così nei musei un briciolo di quel che abbiamo speso in giro.Gli esperti dicono che prima o poi la sterlina dovrà dimagrire e i negozianti londinesi sono i primi ad augurarselo , visto che trattano la « Chelsea pound » , produttrice a Londra di prezzi assai più alti che nel resto del Regno Unito . All ' elegante commessa di un elegante , inglesissimo negozio ho detto : « Dite a Blair che a questi prezzi non ce la facciamo » . Lei ha risposto gelida : « Sono francese , detesto Blair , rimpiango De Gaulle » .
Miracolo sulle rive del Tago ( Rossella Carlo , 2000 )
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Viviane , la proprietaria del ristorante A Travessa , ritrovo dei deputati a due passi dall ' assemblea nazionale portoghese , ha scovato un bel sistema per offrire pesce fresco ai suoi clienti . " Ho distribuito dei telefonini ai pescatori . Così mi chiamano dalle barche e mi dicono cosa hanno pescato in quel momento " . Il telefonino sui pescherecci è uno dei tanti simboli del nuovo Portogallo globalizzato ed europeo , passato in 25 anni dal quasi Medioevo del dottor Antonio de Oliveira Salazar al gsm bi - banda dell ' epoca socialista - democratica di Antonio Guterres . Il nuovo monumento di Lisbona , quello che tutti i tassisti consigliano di vedere , non è più la torre di Belem , che veglia ai bordi del Tago su un impero definitivamente scomparso . Ma è lo shopping center Colombo , un miraggio americano , un simbolo della globalizzazione commerciale , atterrato alla periferia della capitale . Un inviato di Le Figaro lo ha visitato e ne è rimasto stupefatto : 6 mila posti per parcheggiare le auto , 50 ristoranti , 450 negozi , apertura senza sosta per 365 giorni l ' anno , migliaia di clienti e di famiglie in visita , inebriati dal consumismo e dal miracolo portoghese . Anche se gli stipendi sono bassi ( il salario medio raggiunge appena 1.350.000 lire al mese lorde e quello di un quadro i 3 milioni ) , a dispetto di un sistema sociale arcaico ( non c ' è nulla fra il medico privato a 90 mila lire minime per visita e l ' ospedale pubblico dove si aspetta anni per essere operati ) , i 10 milioni di portoghesi consumano e si indebitano , visto che hanno una grande fiducia nel futuro del loro paese . La disoccupazione è al minimo storico , i posti di lavoro sono in continua crescita e l ' Europa non smette di pompare denaro nell ' economia . Il Portogallo , che dall'1 gennaio 2000 ha la presidenza semestrale dell ' Unione Europea , deve tutto all ' Europa . Agli inizi degli anni 80 , un quinquennio o poco più dalla rivoluzione dei garofani che cancellò definitivamente il regime salazarista , i lusitani guardavano ancora al mare . Oggi hanno scoperto , come nel Quindicesimo secolo , un nuovo continente , più redditizio delle Indie . Gli aiuti provenienti da Bruxelles coprono il 12 per cento del bilancio nazionale portoghese . Dal 1995 a oggi , per esempio , più di 35 mila miliardi di lire sono arrivati a Lisbona . E altrettanti ne arriveranno da qui al 2006 , quando i piani di assistenza avranno termine e il Portogallo dovrà camminare sulle proprie gambe . Almeno 110 mila posti di lavoro sono stati creati grazie all ' Europa . Coi fondi dell ' Unione si sono costruiti ponti , strade , autostrade , infrastrutture tecnologiche . Oggi i principali investimenti dello stato sono rivolti a migliorare la situazione delle zone rurali e poverissime dell ' interno . Non un escudo è stato sprecato o rubato . Non vi sono stati casi vergognosi di spreco , alla maniera della nostra Cassa del Mezzogiorno . La classe dei paesi si vede anche dalla gestione degli aiuti internazionali . Non a caso i grandi gruppi dell ' economia globalizzata preferiscono il Portogallo all ' Italia . Sulle rive del Tago ci sono più efficienza e onestà che su quelle del Tevere .
Se scompare la Farnesina dell'Eni ( Rossella Carlo , 2000 )
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Da quasi cinquant ' anni l ' Eni è una delle poche aziende italiane globalizzate . Alla fine degli anni Cinquanta l ' Ente nazionale idrocarburi , allora guidato dalla mano felice di Enrico Mattei , divenne una temibile potenza nel campo petrolifero ed energetico . Tanto potente da costringere i nemici ' amerikani ' di Mattei a tessere contro di lui un ' orribile congiura sfociata nella esplosione in volo dell ' aereo del presidente a Bascapè . L ' Eni , grazie al sostegno del premier Amintore Fanfani e all ' appoggio della sinistra Dc , aveva sviluppato nel mondo , soprattutto in quello arabo , una sua diplomazia molto efficiente . Al Quai d ' Orsay e al Foreign Office ancora ricordano l ' impegno dell ' apparato Eni a favore dell ' Fln algerino e dei movimenti indipendentisti in Africa occidentale . La politica estera dell ' ente , in quei tempi , i tempi dei cosiddetti ' mau mau della Farnesina ' , era in completa sintonia con quella del ministero degli Esteri . Fu questa la felice stagione della politica mediterranea dell ' Italia , tanto criticata a Washington , a Parigi e a Londra . Da allora l ' Eni ha sempre avuto un forte apparato all ' estero , guidato da personaggi di primissimo ordine , veri antesignani della globalizzazione e della mondializzazione . Per chi in questi ultimi decenni ha viaggiato fra Il Cairo e Caracas , Hong Kong e Teheran , Baghdad e Lagos , gli uomini dell ' Eni hanno sempre rappresentato un interessante punto di riferimento . Alla struttura internazionale dell ' Eni si è sempre appoggiato Franco Bernabè . Anche su questo apparato voleva fondare la sua strategia di suprema globalizzazione e mondializzazione del gruppo petrolifero un uomo di altissimo valore internazionale come l ' ambasciatore Renato Ruggiero , ex presidente dell ' Eni . Ma con una nota del 3 agosto 1999 ( quando era amministratore delegato ) Vittorio Mincato ha abolito la famosa direzione esteri , ha messo gli uffici di Londra , Vienna , Riyad , Istanbul , Tokyo e Singapore alle dipendenze del direttore generale della divisione Agip Luciano Sgubini ( da sempre critico verso la struttura diplomatica dell ' Eni e sostenitore di quella più commerciale dell ' Agip ) e si è preso direttamente carico delle sedi di New York e Mosca . E come risulta , da pochi giorni Sgubini ha addirittura deciso , d ' accordo con l ' attuale presidente Mincato , di dare il colpo finale alla ' Farnesina ' dell ' Eni e di chiudere definitivamente alcune sedi in Asia , Africa ed Europa ( i nomi sono ancora segreti ) e di richiamare in patria uomini di grande esperienza . In un momento tanto importante per le alleanze internazionali il vertice dell ' Eni si preoccupa di ridurre quelle rappresentanze all ' estero dove si possono trovare futuri partner e possibili convergenze . Tale comportamento appare , a dir poco , strano . Tutto ciò fa però capire meglio il mistero delle dimissioni di Ruggiero . L ' ambasciatore , uomo dai grandi orizzonti e dalle grandi strategie , si sentiva un po ' limitato nella sua azione da quel certo provincialismo che lo circondava . Proprio la soppressione , fortemente voluta da Mincato , della direzione esteri dell ' Eni gli aveva fatto capire che era giunto il momento di mollare . Così vanno le cose in Italia , un paese dove si parla a vanvera di globalizzazione ma si fa poco per sostenerne i protagonisti .
Democrazia direttissima ( Rossella Carlo , 2000 )
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Renaissance Books è un editore di Los Angeles molto aperto al nuovo e all ' anticonvenzionale . Pubblica libri di politologia e di storia . Non poteva che essere Renaissance Books a stampare Vote.com, il saggio dissacrante e provocatorio di Dick Morris dedicato al rapporto fra Internet e politica . Nell ' era della globalizzazione e dei " webbies " , i consumatori di Internet , la lettura di Vote.com diventa un obbligo per politici , giornalisti , ricercatori , cultori di una nuova rivoluzione basata sull ' uso di Internet nei rapporti fra cittadini e stato , oppure fra uomini della terra e futuro governo mondiale . Dick Morris è da vent ' anni amico di Bill Clinton e lo ha consigliato durante momenti difficili . La specialità di Morris sono le campagne elettorali e di opinione , dirette a convincere la gente che un presidente è buono , che una legge è giusta , che l ' avversario è un imbecille . In Vote.com Morris spiega come il grande capitale , i lobbisti , i media , il Congresso degli Usa e quello dei singoli stati americani stiano perdendo la loro influenza e come Internet possa ridare potere al popolo . Per Morris gli 80 milioni di americani che sono collegati a Internet rappresentano il " quinto potere " , una nuova forza capace di trasformare la politica , una sorta di " comitato " di cittadini " online " . Per Morris tutto ciò è il sogno della democrazia diretta di Thomas Jefferson , quella dei " town meeting " . La velocità e l ' interattività di Internet possono trasformare la democrazia Usa in un sistema di politica istantanea attraverso il metodo dei referendum popolari condotti per via telematica . La filosofia di Internet , così come la spiega Morris , è quella di eliminare gli intermediari . Le azioni si comprano e si vendono direttamente , senza pagare commissioni . I biglietti aerei si acquistano online , senza far guadagnare un dollaro agli agenti di viaggio . I libri si fanno arrivare a casa attraverso Amazon . E ' dunque inevitabile che anche le intermediazioni nel campo della politica finiscano con l ' essere eliminate . Sinora il pubblico di Internet ha ricevuto notizie e informazioni politiche di ogni genere : un input colossale e continuo . Ma l ' output , la manifestazione efficace delle proprie opinioni , è confinato al voto per la nomina dei propri rappresentanti nelle istituzioni o del presidente degli Stati Uniti . Secondo Morris Internet permette al cittadino di rovesciare tutto e di esprimersi direttamente , in tempo reale , su qualsiasi problema . In tal modo la capacità della gente di influire , di condizionare , di orientare le decisioni della politica di Washington e dei governi locali sale in modo esponenziale . Morris e la moglie Eileen McGann stanno per aprire un sito che si chiama Vote.com . L ' obiettivo è di incoraggiare i webbies a votare , di informare dei risultati i congressmen , i senatori , i governatori e il presidente . Appena i cittadini votano via Internet su una legge o un provvedimento i politici interessati ne conoscono immediatamente l ' opinione . Resta difficile per un rappresentante del popolo approvare una norma al Congresso se i milioni di abbonati a Internet hanno espresso parere contrario . La macchina descritta da Morris è infernale per il futuro della vecchia politica e delle vecchie istituzioni . Il " quinto potere " è davvero alle porte , anche in Italia , dove la politica è molto più decrepita e ingessata che negli Usa .
Una star di nome Condoleza ( Rossella Carlo , 2000 )
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Mary McGrory , pepata opinion columnist del Washington post , ha consigliato al candidato presidenziale George W . Bush di " farsi un giro in Europa " . In Gran Bretagna per comprendere la necessità di una dura legislazione sul controllo delle armi e migliorare l ' inglese . In Russia per confrontarsi , sulle nuove " star wars " . A Roma per farsi perdonare dal Papa la visita alla famigerata università razzista del reverendo Bob Jones . Per Mary McGrory , il giovane Bush è un po ' troppo localista , ha un tocco isolazionista e ha bisogno di avere una visione più globale e meno texana del mondo . In realtà George W . ha tenuto , finora , pochi discorsi di politica estera . Al contrario del suo concorrente Al Gore , capace di giocare con esperienza su temi come la globalizzazione , il riscaldamento dell ' atmosfera , l ' aids nel mondo , i sistemi antimissili e gli stati pronti a colpire gli Usa a tradimento . Gore , vicepresidente da otto anni , ha trattato a lungo questi argomenti ed è stato coinvolto nel day - by - day degli affari internazionali . Il giovane Bush invece si è molto occupato di condanne a morte e di tolleranza zero contro la criminalità . Gore parla già come un presidente . Bush ha ancora l ' aria dello sceriffo , non compassionevole ma spietato ( da governatore non ha mai concesso la grazia a un condannato a morte ) . Ma al contrario di Gore , che si avvale della collaborazione dell ' antipaticissimo e antieuropeo Leon Fuerth , Bush dispone di un impressionante team di consiglieri , che fanno dimenticare la sua incapacità di riconoscere i paesi su una carta geografica mascherata . Vanno dall ' ambasciatore Paul Wolfowitz a Robert Zoellick , uno dei principali think - tanker delle presidenze Reagan e Bush , al supertecnico della Difesa Richard Perle , all ' ex ministro della Difesa Dick Cheney , al grande Brent Scowcroft , al supereconomista Michael Boskin . Coordina il team un ' intraprendente dama afroamericana , Condoleza Rice , ex rettore della università di Stanford , guru dell ' Hoover institute . Scoperta dal segretario di stato George Shultz ai tempi di Ronald Reagan , Rice , responsabile del dipartimento Unione Sovietica ed Est Europa al Consiglio per la sicurezza nazionale , ha gestito nel 1989 il crollo del comunismo e la caduta del Muro di Berlino , esperienza raccontata in un bel saggio , Germany united and Europe transformed , scritto a quattro mani con Philip Zelikov . Una regola non scritta della campagna elettorale è che un consigliere non debba mai mettere in ombra il capo . Rice , invece , risponde in prima persona agli interventi di Gore in politica estera . I giornalisti la cercano per qualunque tema , dalla Cina alla Sierra Leone . Il New York Times mette la sua foto accanto a quella di Gore . Rice piace perché è esotica , nera , donna , conservatrice e davvero esperta di politica internazionale . Le sue idee le ha esposte in gennaio su Foreign affairs . Sono poche ma chiare : gli Stati Uniti devono perseguire il proprio interesse nazionale più che far prevalere nell ' azione internazionale gli aspetti umanitari ; Cina e Russia vanno trattate come concorrenti e non come partner . Gli stati amici debbono essere tenuti in alta considerazione e non umiliati . Gli Stati Uniti non possono essere un ' arrogante potenza solitaria ma devono favorire le potenze regionali alleate , come Corea del Sud e Giappone . In questa prospettiva il ruolo dell ' Europa diventa ancora più forte . Rice , in caso di vittoria di Bush , sarà nominata consigliere per la sicurezza nazionale , il posto chiave della strategia presidenziale . La professoressa , già allieva del padre di Madeleine Albright , è amica del giovane Bush e anche facendo jogging gli dà i suoi preziosi consigli .