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> categoria_s:"StampaPeriodica" > autore_s:"-" > anno_i:[1850 TO 1880}
StampaPeriodica ,
La Società Operaia di Bologna ( raccolta in Assemblea generale ordinaria la sera del 29 Ottobre 1875 , essendo uniti in adunanza i Soci e le Socie componenti la Sezione femminile ) , convinta che gli attuali Regolamenti Governativi sulla prostituzione recano grande iattura al diritto comune ed all ' uguaglianza in faccia alla legge , contrastano alla missione educatrice dello Stato , dando sanzione ed eccitamento all ' immoralità ; offendono la personalità e la dignità della donna e ledono il principio essenziale civile della riabilitazione ; non rispondono od almeno inefficacemente , allo scopo con cui si è preteso di giustificarli , cioè , di tutelare la pubblica salute ; Considerando per dolorosa esperienza , come la famiglia popolana sia più di ogni altra classe da questi regolamenti colpita ; Augurando tempi migliori in cui una più completa coscienza del dovere , una condizione materiale e morale più elevata per la donna , la trasformazione degli eserciti permanenti , e un più equo ordinamento economico , tolgano le cagioni precipue della prostituzione ; Delibera frattanto di associarsi ai nobili sforzi della Federazione Britannica Continentale e per essa al Comitato Centrale Italiano costituitosi in Roma all ' uopo di ottenere l ' abrogazione de ' Regolamenti surriferiti . E autorizza detto benemerito Comitato a giovarsi di questo Atto di adesione in appoggio alle Petizioni da presentarsi al Parlamento Nazionale per conseguire l ' intento desiderato .
PAPA E RE ( - , 1878 )
StampaPeriodica ,
Argomento per noi di massimo sconforto per l ' avvenire del liberalismo in Italia è la quasi unanimità di cui dànno prova in questi giorni gli organi principali della stampa italiana , nell ' invocare che fanno , come beneficio massimo per il nostro paese , l ' elezione d ' un Papa che voglia conciliarsi con lo Stato italiano , e che accettando i fatti compiuti lasci libero ai cattolici di gettarsi con coscienza tranquilla in mezzo alle nostre lotte politiche . Strana contraddizione è questa ! Tutti riconoscono la follìa delle illusioni quarantottesche di un possibile governo liberale dei preti , di una possibile conciliazione nella stessa persona delle due qualità di buon Papa dal punto di vista ecclesiastico e di buon re dal punto di vista civile e liberale . Tutti vi dicono che non si capisce come già allora , nel 1848 , non apparisse a tutti evidente che la Chiesa cattolica poggiandosi sul domma , ed organizzata a gerarchia con governo autocratico , non poteva affatto coordinarsi con un governo civile che posi sul principio elettivo , e che abbia per ragion di essere la esplicazione di tutte le libertà , di quella di pensiero , di coscienza e di parola quanto di ogni altra più strettamente politica . Ma queste cose che sono chiare a tutti quando si tratti del '48 e del governo teocratico degli Stati pontifici fino al 1870 , non sarebbero dunque più vere per l ' Italia dal '70 in poi , dopo che la Chiesa ha proclamato il Sillabo ed eretto a domma l ' infallibilità papale , e ciò soltanto perché l ' autorità monarchica non è più riunita nella stessa persona con l ' autorità papale ? Dunque quella conciliazione tra le due istituzioni che non sarebbe assolutamente possibile quando fossero rappresentate dallo stesso individuo , diventerebbe per la sola divisione delle persone , naturale e desiderabile per ogni verso ! E come ciò ? Noi non giungiamo davvero a capirlo . Forse perché il Pontefice non è più egli stesso re , dunque deve poter ammettere la libertà di coscienza , di pensiero e di parola , e quindi di propaganda anche nell ' errore . È assurdo il supporlo , ammenoché si voglia ritenere che il nuovo Pontefice voglia e possa trasformare la Chiesa romana in Chiesa nazionale , e sé in un arcivescovo primate d ' Italia , valendosi della propria infallibilità per negare l ' infallibilità stessa , e facendo un falò del Sillabo e dei canoni della Chiesa . Quello che potrà avvenire sarà , bensì , che il Papa , cioè a dire la Chiesa cattolica romana , accetti di fare , per ora e per necessità , una croce sulla questione del poter temporale , e che non accettando , ma valendosi delle nostre libere istituzioni , entri nella lotta con tutte le sue forze , nazionali e forestiere , al solo ed unico scopo di distruggere o snaturare quelle stesse istituzioni , non appena si fosse impadronita del potere . Fin dal primo numero della « Rassegna » noi dichiarammo apertamente il nostro pensiero a questo proposito . Noi temiamo ogni e qualunque conciliazione tra il nostro governo e il Papato , perché non crediamo che la Chiesa romana con tutte le sue forze sia oramai più da paventarsi in quanto combatta la nostra costituzione a Stato nazionale , ma invece riteniamo fermamente che ella sia la nemica peggiore e più temibile di quello che , secondo l ' avviso nostro , è scopo non inferiore , e bene altrettanto inestimabile , quanto l ' indipendenza nazionale , cioè , delle nostre libertà interne , della libertà del pensiero italiano in tutte le sue forme . Se per sventura nostra il partito cattolico prendesse il di sopra in Italia , il principio della libertà individuale verrebbe soffocato dal principio dell ' autoritarismo , la ragione si sommetterebbe al Sillabo , ed il paese nostro , già così prostrato moralmente per le lunghe servitù politiche , e per l ' azione secolare dello spirito oscurantista della Chiesa romana , ricadrebbe ben presto in condizioni tali di servitù morale ed intellettuale , da far disperare di ogni possibile risorgimento avvenire , e la stella d ' Italia sarebbe tramontata per sempre . Non lusinghiamoci , a guisa di fanciulli , con stolte superstizioni di un destino fatale che debba per sua propria virtù e a dispetto dei vizi nostri e del poco nostro accorgimento , far trionfare il nostro paese di tutti gli ostacoli , e farlo procedere glorioso nelle vie della civiltà . Se non saremo savi , cadremo , come sono caduti altri popoli ; se non sapremo misurare freddamente le forze dei nostri nemici , se daremo loro battaglia prima di esser pronti , e impegnando il combattimento nello stesso nostro campo , saremo schiacciati ; se l ' Italia non saprà mantenersi libera dal giogo dei preti e dal predominio del principio autoritario che essi glorificano , l ' Italia diventerà pur troppo la terra dei morti .
LA MONUMENTOMANIA ( - , 1878 )
StampaPeriodica ,
I sintomi della mania monumentale che ha invase le menti in Italia vanno purtroppo crescendo . L ' ultimo e più pericoloso eccesso si è dichiarato con la proposta , stata accolta favorevolmente da alcuni autorevoli periodici , di promuovere una sottoscrizione nell ' esercito per innalzare a Palestro un monumento al gran Re che abbiamo perduto . Questa sottoscrizione sarebbe , è vero , contraria ai regolamenti disciplinari , che vietano nell ' esercito le sottoscrizioni con carattere collettivo ; ma di ciò poco importa ai fanatici monumentalisti : essi dicono che la sottoscrizione dei militari dovrebbe essere individuale e spontanea . Fortuna delle frasi ! Ci par di vederla questa spontaneità della sottoscrizione . Ogni comandante di divisione , premendogli che il corpo sotto i suoi ordini faccia buona figura , chiamerà i colonnelli dei reggimenti e li pregherà gentilmente a promuovere la sottoscrizione per il monumento , ad onore dell ' esercito e specialmente della divisione . I colonnelli aduneranno i maggiori , e li inviteranno a prestarsi per la riuscita della generosa impresa ; i maggiori raccomanderanno la cosa calorosamente ai capitani , i quali esorteranno seriamente i loro ufficiali , perché prescrivano ai bassi ufficiali di ordinare ai soldati di pagare individualmente ( sottoscrivere non sarà sempre possibile ) un tanto per uno per il monumento al Re defunto . Vedrete allora che spontaneità !
StampaPeriodica ,
Riceviamo da un nostro amico la seguente lettera che ci pare assai interessante e che pubblichiamo tanto più volentieri , in quanto consentiamo con lo scrittore nel condannare la presente agitazione popolare per l ' Italia irredenta , come pure nella maggior parte delle opinioni ch ' egli espone sulla politica italiana in questi ultimi anni . Nel criticare il contegno tenuto dall ' Italia nel congresso di Berlino , noi non intendevamo affatto muovere rimprovero ai nostri rappresentanti di non aver chiesto il Trentino , ossia di non aver commesso una follia , ma bensì di non aver fatto la più lontana allusione alla questione nelle sedute ufficiali del congresso in occasione dei nuovi ingrandimenti dell ' Austria ; del non avere insomma , ci si permetta l ' espressione , interrotto la prescrizione ; dell ' aver ratificato il trattato senza che almeno nei processi verbali delle sedute sia stata rammentata una questione che ha per l ' Italia una primaria importanza anche al punto di vista della sua difesa militare . È vero che vi sono persone , e tra le bene informate , le quali sostengono che il primo rappresentante d ' Italia abbia veramente in colloqui privati col cancelliere dell ' Impero germanico , ai quali assisteva soltanto il ministro di Francia , chiesto formalmente una rettifica di frontiere , e che abbia così esposto la dignità del paese ad un fiero e diremmo quasi insolente rabbuffo per parte del principe di Bismarck . Ma noi non vogliamo prestare intera fede a tutto ciò , perché farebbe veramente troppo torto al senno di un vecchio diplomatico come il conte Corti . Ma l ' accusa maggiore che muoviamo alla politica italiana al congresso , è quella di non aver risolutamente sostenuto i diritti della Grecia e delle altre nazionalità della penisola balcanica ; e del non aver protestato energicamente contro l ' avvilimento del Montenegro , e contro i diritti quasi di alta sovranità riconosciuti alla sola Austria sopra tutto il litorale orientale dell ' Adriatico . A parte la questione del rispetto al principio di nazionalità , a cui l ' Italia deve la vita , e nel tener alto il prestigio del quale abbiamo la garanzia più sicura della nostra futura indipendenza politica in Europa , più sicura di quel che non ci diano ora i nostri imperfettissimi armamenti ; a parte , diciamo , questa questione , l ' Italia ha un interesse grandissimo a che la penisola balcanica non cada in mano né all ' Austria , almeno finché si estende dai Carpazi fino al lago di Garda , né alla Russia . Ora il miglior modo di opporsi a ciò , non è di sostenere il fracido edificio dell ' impero ottomano , ma di appoggiare la creazione di una federazione di Stati nazionali , grandi assai per vivere di vita autonoma , e non tanto da poter fare mai ombra all ' Italia . Né qui si tratterebbe di un fascio di piccoli Stati artificialmente messi insieme e artificialmente mantenuti come quelli della Confederazione del Reno , creata da Napoleone I e poscia sognata da Thiers , ma bensì di un ordinamento politico che coinciderebbe con la repartizione delle nazionalità nella penisola balcanica . E dato pure che la voce isolata dell ' Italia nel congresso non avesse potuto produrre alcun effetto sensibile negli articoli del trattato , essa ci avrebbe almeno procurato le simpatie di tutti quei popoli , e osiamo dire anche il rispetto dell ' Europa , più che non il nostro silenzio e la nostra indecisione . Almeno non sarebbero sorte le stupide accuse che noi desideriamo l ' Albania , o altri ingrandimenti simili . Né di minore importanza era per l ' Italia l ' assicurare con l ' indipendenza del Montenegro , e con l ' affermazione della sua completa sovranità sopra quei pochi chilometri di coste che gli sono stati concessi dal congresso , un punto fermo agl ' ingrandimenti , in quella direzione , dell ' Austria . E ciò senza ripetere quanto già abbiamo detto altra volta , sullo schiaffo da noi ricevuto nel non essere stati almeno consociati all ' Austria nei suoi diritti di sorveglianza sulla costa montenegrina e nel porto di Antivari . Non è dato a nessuno prevedere le conseguenze infinite che sorgeranno dalla nuova fase in cui è entrata la sempre più imbrogliata questione d ' Oriente , ma non ci sorprenderebbe affatto se dal congresso di Berlino dovesse per noi risultare un mutamento di alleanze , e se i nuovi amoreggiamenti del governo germanico con il Vaticano , i quali pure contribuiscono a spiegare la poca simpatia dimostrataci ultimamente dal cancelliere dell ' Impero , non ci spingeranno fatalmente a ristringere l ' alleanza con la Francia repubblicana ed anticlericale . Ecco la lettera : 31 luglio Ai direttori . L ' agitazione per l ' Italia irredenta comincia a calmarsi . Era tempo , se non volevamo renderci ridicoli agli occhi dell ' Europa , poiché è sempre rendersi ridicoli l ' alzare la voce senza essere in grado di far seguire l ' atto alla parola . E nessuna persona sensata potrebbe dubitare che in questo momento l ' Italia è incapace di agire in favore di Trento ( lascio sempre da parte Trieste come una chimera ) con qualche probabilità di riuscita . Forse è colpa dei nostri governi se non siamo in istato di realizzare i nostri desiderii e quelli che crediamo nostri diritti . Diritti piuttosto morali che scritti , e piuttosto politici che morali , poiché non è tanto in virtù della nazionalità italiana della maggioranza degli abitanti del Trentino , che noi reclamiamo questa provincia - dovremmo allora e con maggior ragione reclamare il cantone Ticino , Nizza , la Corsica e quelle parti della Dalmazia ove la popolazione intera è di nazionalità italiana , ma nell ' interesse della nostra sicurezza , la quale esige che la posizione strategica del Trentino , tutta offensiva nelle mani di una potenza transalpina , difensiva in quella di una potenza cisalpina come la nostra , ci sia presto o tardi ceduta . Può darsi , dicevo , che sia colpa della nostra politica estera se non abbiamo potuto profittare dell ' occasione del recente raffazzonamento politico della carta di Europa per ottenere la rettificazione della nostra frontiera del nord . Procuriamo almeno di profittare di questa lezione , non ricadendo negli stessi errori . Questi errori , a parer mio , si riassumono in uno solo : l ' indecisione . Abbiamo voluto , come si dice volgarmente , salvare capra e cavoli , ed ora ci troviamo a mani vuote . Fino dal principio della crisi , era evidente esservi in Europa due campi , quello dell ' Inghilterra e quello della Russia . Ora , se stava nel beneplacito della Francia e della Germania , che non aveano nulla da perdere né da guadagnare in questo conflitto , di mantenersi neutrali , non era così per l ' Austria e l ' Italia . E mentre la prima , facendo tacere ogni antipatia e simpatia sentimentale , e non ascoltando che la voce del suo interesse , s ' intese fin dal principio con la Russia circa un compenso eventuale ( non è ormai più permesso di dubitarne ) , l ' Italia temé di scontentare l ' Inghilterra e venir meno alle sue tradizioni liberali , alleandosi francamente alla Russia , ed ebbe paura di scatenare la guerra gettandosi intieramente nelle braccia dell ' Inghilterra . Eppure sarebbe stato sì facile di conciliare le proprie tradizioni liberali con l ' interesse del paese : bastava a tale effetto vedere coi propri occhi , giudicare i fatti e le situazioni senza idee preconcette , e soprattutto senza lasciarsi imporre dalle parole . Si preferì invece ascoltare la parola d ' ordine , data dall ' « opinione pubblica » di Parigi , fabbricata come tutti sanno , dalla penna esperta e infaticabile del patriotta polacco che dirige la politica estera del « Journal des Débats » e di cui le frasi sonore sulla seconda edizione della spartizione della Polonia ( la Turchia una Polonia ! ) furono per due anni amplificate e variate all ' infinito con una commovente unanimità da tutti gli organi riconosciuti dell ' « opinione pubblica » per tutta Europa : « Pall Mall Gazette » , « Kölnische » , « Allgemeine » e « Neue Freie Presse » senza parlare dei burgravi del giornalismo italiano ; poiché è soltanto da quando è stata gettata la maschera , e gli organi dell ' « opinione pubblica » al di là delle Alpi , all ' unisono e sempre al cenno partito dalla rue des Prêtres , gridano la croce addosso all ' Italia , che i nostri vecchi liberali cominciano un poco ad aprire gli occhi sui loro amici occidentali . Un anno , due anni fa a Roma se ne era ancora lontani , e mentre il governo austriaco lasciava declamare la sua « opinione pubblica » per agire nell ' interesse della monarchia , il nostro governo stimò doversi conformare al modo di vedere superficiale e burocratico de ' nostri burgravi . Quando si sarebbe dovuto prendere in mano risolutamente la questione delle nazionalità oppresse , intendersi col governo d ' Atene , spingerlo , occorrendo , alla guerra , far valere questo servizio sia a Pietroburgo come indebolimento della Turchia , sia a Londra come contrappeso allo slavismo , si ebbe paura di compromettersi , di avventurare la propria neutralità , di scatenare la guerra europea . Chi non risica non rosica . Una politica risolutamente anti - turca dell ' Italia non soltanto ci avrebbe procacciato l ' onore di mantenere la bandiera sotto la quale abbiamo acquistato la nostra propria indipendenza , ma avrebbe avuto il vantaggio di rafforzare la nostra posizione in Europa . La Francia certamente , benché i suoi interessi nel Mediterraneo e nel Levante sieno meno importanti dei nostri , avrebbe sostenuto questa politica , come lo prova il suo contegno a Berlino nella questione ellenica , e noi saremmo comparsi a Berlino con dei titoli per farci ascoltare . Invece , che cosa è accaduto ? L ' Europa ha agito come se la questione del Mediterraneo non ci riguardasse , e invece di riunire in un fascio le potenze mediterranee , Francia , Austria , Italia e Grecia ingrandita , e fortificarle coll ' aprire il mare Egeo alla Russia , noi abbiamo lasciato il Mediterraneo , il nostro mare , cadere tutto intiero e senza contrappeso nelle mani di una potenza che non vi ha nessun diritto naturale come potenza litoranea , e che è la rivale la più pericolosa pel nostro commercio orientale . Ed in ricambio non abbiamo ricevuto un solo vantaggio materiale , e neppure un solo vantaggio morale . Non parleremo qui dell ' annessione della Bosnia e dell ' Erzegovina all ' Austria : essa non costituisce un pericolo per l ' Italia e non aumenta neppure in modo considerevole le forze militari della nostra antica rivale , benché avrebbe potuto e avrebbe dovuto servire di pretesto per un regolamento di conti , se avessimo fatto l ' occorrente per essere ammessi seriamente a regolarli . Più grave è la presa di possesso di Spizza e il diritto di sorveglianza a Antivari , che sono stati accordati all ' Austria e che noi avremmo certamente potuto impedire , se avessimo protestato altamente e risolutamente invece di fare timide osservazioni ; poiché sempre ed ovunque è stata la paura per parte dei nostri governanti di bagnarsi con l ' entrare nell ' acqua che ci ha fatti restare all ' asciutto a guardarla correre . Circa ai vantaggi morali , non sono meno negativi , e , che io sappia , non possiamo vantarci , come il re di Danimarca all ' uscire dal congresso di Vienna , di avere conquistato , se non una sola anima , almeno tutti i cuori . Noi non possiamo contare né sull ' affezione né sulla gratitudine di alcun governo e di alcun popolo . Ed oggi ? Mi sembra che non vi sia più che un solo contegno possibile : quello della dignità tranquilla e dell ' attenzione vigile . Il trattato di Berlino , comunque imperfetto , avrebbe potuto garantirci alcuni lustri di pace : le convenzioni segrete poco onorevoli dell ' Inghilterra con la Russia e la Turchia del 30 maggio e del 4 giugno , concluse dietro le spalle all ' Europa quando altri si faceva ad alta voce il campione degl ' interessi europei ( nota Salisbury del 1° aprile ) , hanno notevolmente compromesso la durata di questa pace ; ed una politica intelligente deve preparare da questo momento le vie ed i mezzi per partecipare con maggior autorità che non abbiamo fatto a Berlino , alla prossima nuova sistemazione degli affari orientali . È impossibile che la Grecia sì perfidamente adescata , sì ignominiosamente abbandonata dall ' Inghilterra , sì platonicamente confortata dal congresso , resti molto tempo col fucile ad armacollo . Non è probabile che la Turchia si mostri molto amabile nella delimitazione di frontiere « consigliata » dal congresso di Berlino ; e per chiunque conosce la storia dell ' isola di Creta da cinquant ' anni , è anche meno probabile che i cretesi si rassegnino a lungo a subire il giogo ottomano ch ' essi hanno tentato tante volte di scuotere e che avrebbero scosso nel 1868 , se l ' Inghilterra non avesse allora , come l ' anno scorso , interposto un veto . Tutti sentono che il regno dei turchi in Europa si avvicina al suo termine ; che le decisioni del congresso di Berlino non costituiscono che una nuova fermata nel cammino verso la soluzione definitiva ; la questione può non aprirsi che fra venti anni , come può riaprirsi l ' anno prossimo . E per quanto questa seconda eventualità sia poco probabile e non certo da desiderarsi , poiché lo stesso acquisto del Trentino non varrebbe forse per noi dieci o venti anni di pace , pure dobbiamo esser pronti ad ogni caso ; sta a noi d ' intenderci anticipatamente con la Russia e la Grecia sulla sorte della Romenia e della Albania , dell ' Epiro e della Tessalia , di Costantinopoli soprattutto ; sta a noi di dettare condizioni all ' Austria , una volta che ci saremo intesi coi nostri due alleati naturali ; a noi allora di lasciar andare le cose , occorrendo , fino alla guerra ; non ci si arriverà , si può esserne sicuri ! Se l ' Austria in una guerra contro l ' Italia , o , per parlare più esattamente , nella considerazione dei casi di una guerra con l ' Italia , avesse dietro di sé l ' Inghilterra , noi avremmo dietro di noi la Russia ed i popoli della penisola dei Balcani , senza contare l ' appoggio della Germania e della Francia . Imperocché , non si prenda abbaglio , la Francia può , momentaneamente ed in odio del suo vincitore del 1870 , far buon viso al brutto tiro che l ' Inghilterra le ha fatto adesso , ma verrà il giorno in cui l ' antica gelosia contro la perfida Albione , assopita da quindici o venti anni e così leggermente ridestata da lord Beaconsfield , risusciterà più cieca ed appassionata che mai : tocca a noi di profittarne , come abbiamo profittato della sua folle scappata contro la Germania : potremo farlo , come l ' abbiamo fatto nel 1870 , senza rimorsi e senza far torto alla nostra dignità , perché avremo la coscienza che facendolo non portiamo danno all ' interesse vero , ma contribuiamo , anzi , al vantaggio reale del nostro antico alleato , al quale dobbiamo sì gran parte della nostra liberazione . Devot . C . F .
DESTRA O SINISTRA? ( - , 1879 )
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Non siamo né di destra né di sinistra e ce ne vantiamo . Parrà forse a molti un paradosso , l ' occuparsi di questioni politiche , essere buoni italiani , eppure non appartenere né alla destra né alla sinistra . A noi sembra invece naturalissimo . Anzi , una volta accettate le opinioni che la « Rassegna » professa , non sappiamo davvero come potremmo fare per ascriverci a destra o a sinistra . La « Rassegna » vuole il suffragio universale uninominale e diretto . La maggioranza della destra non lo vuole , e così pure la maggioranza della sinistra . In entrambe le schiere vi sono pochi individui che in quest ' argomento voterebbero con noi . La destra accetta una qualche estensione del suffragio , ma parte sempre dal punto di vista delle capacità , così come fa pure l ' on . Depretis nel progetto di legge da lui presentato alla Camera L ' on . Lanza ci dice che l ' estensione del voto dev ' esser fatta in modo da giovare egualmente a tutte le classi ; ma noi sfidiamo chiunque a trovare altro modo di raggiungere questo intento , all ' infuori o del suffragio universale o del voto graduato ; e questo secondo mezzo non è praticamente effettuabile , senza dire che i signori di destra non avrebbero mai l ' ardire di affrontare l ' impopolarità sostenendolo . E la sinistra ? Essa ha , dacché è al potere , architettato diversi progetti di nuova legge elettorale . In tutti si esclude a priori il suffragio universale , in tutti si dà una soverchia preponderanza all ' elemento cittadino , che già predomina nel nostro paese , e il cui esclusivo predominio è la ragione principale per cui appunto richiedesi una riforma elettorale . La « Rassegna » chiede al nostro Stato una politica più sicura di sé , più convinta , più seria di fronte alla Chiesa . Ciò non vuole la maggioranza della destra , la quale trova che lo stato di cose attuale è l ' ideale ; la quale si contenta di una frase vuota e ambigua , come di una sicura regola di condotta . Ciò vuole tanto meno la maggioranza della sinistra , la quale dacché è al potere fa crollare anziché rinforzare quei pochi sostegni che ancora difendevano i diritti dello Stato di fronte alla azione invadente e accaparratrice della gerarchia ecclesiastica romana . Vi sono , è vero , e a destra e a sinistra , alcuni individui che sanno valutare tutto il pericolo a cui la nostra civiltà nazionale va incontro ; ma sono eccezioni , che il partito conserva nel suo seno , tanto per avere un ' arme di più contro l ' avversario , in un momento in cui urga batterlo più vigorosamente in breccia . Così noi vorremmo che la proprietà e l ' amministrazione dei beni delle parrocchie fosse riconosciuta nella comunione dei parrocchiani correligionari , rappresentata da una congregazione elettiva , e che lo Stato non concedesse il godimento dei frutti delle proprietà destinate al mantenimento degli ufficiali ecclesiastici che a chi è designato per elezione dai parrocchiani stessi . Volendo queste cose , ci troviamo compagni con alcune brave persone di destra e di sinistra , ma recisamente contrari alla maggioranza e di qua e di là . Noi abbiamo sempre patrocinato gl ' interessi delle classi povere nel nostro paese . Crediamo che la prima preoccupazione del nostro governo dovrebb ' essere quella di meglio tutelare quegl ' interessi , che ora sono conculcati da ogni parte , dallo Stato , dalla provincia , dal comune e dalla classe agiata . Non ci siamo mai stancati dal far rilevare l ' urgenza di provvedere e con misure legislative e con provvedimenti amministrativi di ogni maniera . Or bene : qual è il partito che sia con noi in questa questione ? Destra o sinistra , tutti parlano genericamente della questione sociale ; tutti assicurano che essi soli cureranno gli interessi delle classi meno agiate ; ma di provvedimenti seri ed efficaci non se ne sono visti affatto da parte dei ministri né prima del 18 marzo 1876 né dopo ; ma e gli uni e gli altri molte , moltissime cose hanno fatto per aggravare la condizione del nostro contadiname . Tutto il nostro sistema d ' imposte gravita sproporzionatamente sul lavoro e sul povero . Il nostro contadino non trova nella società difesa alcuna contro la prepotenza e gli abusi della classe che sta sovra di lui . Già troppe volte , del resto , abbiamo parlato ampiamente di ciò , per dover ora dilungarci a dimostrarlo . Ma ora , ci si dirà , ora che la sinistra ha preso per bandiera l ' abolizione totale del macinato , perché non vi schierate con lei ? È facile spiegarlo . La « Rassegna » , fin dal giugno 1878 , consigliava che nel più breve termine possibile si dovesse abolire l ' intera tassa sul macinato , sostituendovi qualche altro balzello che supplisse al vuoto che ne deriverebbe nelle entrate del Tesoro . La sinistra vuole ora l ' abolizione , ma non ha il coraggio di rimediare al deficit con tasse che vadano a colpire gli elettori ; e sostiene che 4 e 4 fanno 9 perché così vuole l ' amor di parte . Il suo ragionamento ci pare essere il seguente : « Se 4 e 4 non fanno 9 , torna la destra : noi non vogliamo la destra : ergo dobbiamo ritenere che 4 e 4 fanno 9 » . La destra mette in ridicolo quest ' argomentazione ed ha ragione ; ma essa stessa che vuole ? Essa si contenta di dire : « 9 meno 1 fa 8; 4 e 4 fanno 8 : noi abbiamo bisogno di 9; dunque 4 e 4 non bastano » . Ma tace sul punto essenziale , se voglia o no l ' abolizione del macinato . Il dirci : « Per abolire il macinato , ci vogliono nuove tasse , perché noi vogliamo il pareggio » , non è una risposta , perché il quid faciendum rimane sempre dubbio ; e noi chiediamo loro : « Volete il pareggio mediante nuove tasse da sostituirsi al macinato , o lo volete con il macinato , lasciando tutto così come sta ora ? » . Per ora nessuno di destra lo ha detto ; e non lo ha detto perché anch ' essa platonicamente vorrebbe abolire il macinato , ma non ha il coraggio né la voglia di gravare di più gli elettori per isgravare i non elettori . Onde a noi la questione del giorno apparisce in questi termini : destra e sinistra ripugnano dall ' aggravare gli elettori ; ma mentre la seconda preferisce a ciò il deficit , la prima vi preferisce il macinato . Noi invece vorremmo l ' abolizione del macinato , e il mantenimento del pareggio con nuovi balzelli o con l ' aggravamento dei vecchi , in modo che colpiscano di preferenza la classe abbiente . Onde anche in siffatta questione non sappiamo d ' essere né di destra né di sinistra . Le riforme amministrative , dice di volerle l ' un partito quanto l ' altro ; all ' atto pratico finora l ' uno ha fatto su per giù come l ' altro . Così delle riforme nel militare , nella Marina , ecc . Tutti le vogliono ; ma nessun partito ha un programma speciale e distinto di riforme , tale da poterlo distinguere dall ' avversario . I mali che si deplorano nell ' amministrazione e nel campo della giustizia , quelli del modo in cui funzionano le istituzioni parlamentari ; l ' ultrapotenza dei deputati ; la demoralizzazione generale ; sono state effetto costante del governo dell ' uno come dell ' altro . Non vogliamo entrare nella questione se uno dei due partiti abbia mostrato maggiore serietà e dato maggior numero di uomini di Stato che non l ' altro . Questo giudizio spetterà agli storici nell ' avvenire , ma non è ragione sufficiente per ascriversi a un partito o a un altro . Un partito non è , e non deve essere semplicemente una società di persone che provino simpatia e stima reciproca , ma invece un insieme di uomini che si raccolgono intorno a un programma determinato nelle questioni maggiori . Queste lotte dei nostri partiti ricordano alcune guerre dei nostri comuni medioevali : gli uni si dicevano guelfi , gli altri ghibellini , tanto per distinguersi ; ma del Papa o dell ' Imperatore se ne ridevano egualmente tutti e due . Oramai si erano sempre chiamati così ; perché cambiare ? Firenze guelfa , Pisa ghibellina , dunque giù randellate e stoccate ; sempre in nome dei princìpi , e sempre egualmente a danno di tutto il paese . Ma che cosa vogliono dunque di diverso questa destra e questa sinistra ? ci dimanderà il lettore ingenuo . Risponda sempre per noi quel tal poeta di Mugello : ... tutto si riduce , a parer mio , A dire : esci di lì , ci vo ' star io .
StampaPeriodica ,
L ’ altro giorno mi arrivò un dispaccio telegrafico direttomi da S . E . il signor Ministro dell ’ Interno , il quale mi invitava a recarmi subito a Firenze . Io ubbidii all ’ istante , e saltai su un vagone a Bologna e dopo cinque ore era a Firenze . Andai difilato al palazzo del Ministero dell ’ Interno , e appena mi videro fui subito introdotto nel gabinetto di S . E . Il ministro tosto che mi vide , fece un bel risolino e con molta grazia mi salutò , dicendomi : “ Ben venuta , cara Marmitta , vi saluto . ” “ Eccellenza , me le inchino devotamente . ” “ Brava , io ho molto bisogno di voi . ” “ Eccomi , Eccellenza , sono ai suoi ordini . ” “ Lasciamo i preamboli e veniamo all ’ ergo . Come sapete , fra poco si faranno le elezioni generali in Italia . ” “ Lo so , Eccellenza ; cioè lo so , almeno così sento a dire . ” “ Ebbene : bisogna che voi mi aiutate . ” “ Io ? ” “ Voi . La Marmitta deve avere una parte principalissima in queste elezioni , come ha sempre avuto in tutte le altre . ” “ Eccomi qua , farò quanto mi dice l ’ Eccellenza Vostra ” “ Bisogna , mia cara , raddoppiare razione e dare buoni bocconi ai vostri e miei amici . ” “ Eh ! non mancherò di fare il mio dovere . Ma ... ” “Ma..., ho capito : vi vuole il cumquibus . Per questo non ci pensate , sono qua io . Ho fondi segreti abbastanza abbondanti , e finora ho fatto economia per avere buone somme per queste elezioni . ” “ Sento però a dire che le casse del Regno d ’ Italia stanno poco bene . ” “ Stanno anzi male : ma per la Marmitta e pei marmittoni ce n ’ è sempre in abbondanza . Dunque all ’ opera e fate che le elezioni riescano marmittonesche su tutta la linea . ” “ Non dubiti , Eccellenza , colla Marmitta non si scherza ; essa ottiene quello che vuole . ” “ Ma guardate bene che non dovete questa volta restringervi ai soli marmittoni : bisogna andare fuori di casa . Come sarebbe a dire che bisogna conquistare colla Marmitta anche i codini . ” “ I codini ? ” “ I codini , sicuro . ” “ Ma Eccellenza , mi permetta di osservarle che costoro non si comprano nemmeno colla Marmitta . Sono duri peggio dei Tedeschi . ” “ Eppure , bisogna fare l ’ impossibile perché i codini vengano anche loro a votare . ” “ Ehm ! Temo che ... ” “ Che cosa ? ” “ Temo che questo sia un brutto pensiero . ” “ Ma perché ? ” “ Ma mi perdoni , Eccellenza . I codini sono i primi nemici della Marmitta e dei marmittoni ; se costoro la spaventano , addio , è fatta , bisogna che io vada a casa pigione e che tutti i marmittoni muoiano di fame . ” “ Questo non accadrà sicuramente . ” “ Ma come mai le è saltato in testa , Eccellenza , di volere i codini alle elezioni ? ” “ Eccomi qua . Sappiate prima di tutto che l ’ imperatore Napoleone vuole che i codini prendano parte ad ogni costo a queste elezioni . Sapete che il proverbio dice : Comandi chi può ... ” “ Obbedisca chi deve , ho capito . ” “ Per l ’appunto.” “ Ma perché Napoleone vuole che i codini vadano alle elezioni ? ” “ Il perché c ’ è benissimo , giustissimo . Sapete , pare che egli vuole far credere che l ’ opera sua in Italia sia bene accetta da tutti e specialmente dai codini , che gli ultramontani chiamano cattolici . Se questi vanno alle elezioni , Napoleone e noi con lui vinciamo un terno al lotto . ” “ Ma in che modo ? ” “ Oh bella ! Comincieremo subito a dire : Vedete mo , se il Regno d ’ Italia è definitivamente stabilito . Coloro medesimi che meno lo credevano , cominciano a persuadersi , e anche i cattolici prendono parte alla cosa pubblica . ” “ E poi ? ” “ E poi diremo che adesso tutti i partiti sono rappresentati al Parlamento e che per conseguenza questo rappresenta legalmente l ’Italia.” “ E poi ? ” “ E poi avremo così i cattolici solidali di tutto quello che noi faremo contro di loro . ” “ Ma un momento , Eccellenza : e se i cattolici vanno in buon numero al Parlamento , come si fa allora ? ” “ Faremo come facevano nel 1857 in Piemonte e come facciamo adesso in Toscana per le elezioni municipali . Ne ridurremo il numero . ” “ Ma come ? ” “ Quanto siete semplice ! Annulleremo alcune elezioni per difetto di regolarità : scarteremo deputati perché eletti con pressione clericale , e all ’ uopo scarteremo dei canonici , per la ragione che hanno cura d ’ anime , come facevano nel ’57 in Piemonte . ” “ Ah ! ho capito . Dunque ... ” “ Dunque , ci torna conto che i cattolici vadano alle urne , ma non già che i cattolici siano eletti in molti . Per impedir questo , ricorreremo ai nostri soliti mezzi morali , e così potremo dire che i cattolici hanno preso parte alle elezioni , ma vi sono stati sconfitti , e mostreremo così che essi sono la minoranza e non la maggioranza del popolo italiano . ” “ Eh ! la cosa è ben pensata . ” “ Ma so ancor io . Quello che più ci spaventa e dà fastidio è questa astensione generale dei codini , i quali si sono trincierati in una terribile resistenza passiva , che ci uccide a colpi di spillo . Guai a noi se anche questa volta i codini si astengono : siamo bell ’ e rovinati . ” “ Eh ! capisco io , i codini avranno sempre il grande vantaggio di dirvi in faccia che fate tutto contro di loro senza ascoltare le loro ragioni perché non sono rappresentati al Parlamento , e poi potranno aggiungere che sono al tutto irresponsabili di quello che la rivoluzione fa in Italia . ” “ Ma certo : ecco perché Napoleone e noi desideriamo ardentemente che i codini prendano parte alle elezioni . Dunque mi raccomando ; fate quello che potete perché i così detti cattolici vengano a votare . Non dubitate , che sarete degnamente ricompensata . ” “ Farò quello che posso , ma temo di non riuscire a nulla . ” “ Speriamo ; la salute della Marmitta e dei marmittoni dipende in gran parte da ciò . Addio . ” “ Serva umilissima di Vostra Eccellenza . ” E me ne tornai subito a Bologna . Ho riferito per intero questo dialogo , perché mi pare degno di molta considerazione , specialmente per parte dei codini .
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Non grideremo : “ Evviva ” Fino a che un palmo solo Del sacro italo suolo Serva a straniero acciar Dall ’ una all ’ altra riva Dal Moncenisio al mar . Non grideremo : “ Evviva ” Finché l ’ Italia intera La tricolor bandiera Non vegga sventolar Dall ’ una all ’ altra riva Dal Moncenisio al mar . Non grideremo : “ Evviva ” Finché Venezia è doma , Finché il Pastor di Roma Confonde trono e altar . Dall ’ una all ’ altra riva Dal Moncenisio al mar . Non grideremo : “ Evviva ” Gridiamo “ guerra e morte ! ” Libera , unita e forte Vogliam l ’ Italia al par Dall ’ una all ’ altra riva Dal Moncenisio al mar .
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Anno 1760 . Ferdinando , terzo tra i figli di Carlo , ascende il trono delle Due Sicilie , andando il padre a regnare in Ispagna . Primi decreti furono nuovi ordini per caccie , nuove pene , tratti di corda . Prime occupazioni , vergognare conversar coi sapienti , boriarsi di colpire cignali , cervi , uccelli , adescar pesci : millanterie da barbaro . 1767 . Ferdinando a 16 anni divenuto maggiore vende il pesce pubblicamente , serbando pratiche , aspetto ed avarizia di pescivendolo , non mai legge un libro o scrittura , e tediandogli sottoscrivere segna gli atti con sigillo . 1768 . Ferdinando s ’ ammoglia con Maria Carolina d ’ Austria ! Donna che fece ovunque cattivissima prova . 1776 . Ferdinando per istinto favorisce i baroni i quali col feudalismo stringono talmente i popoli costretti a vivere sotto graticci o nelle grotte a somiglianza de ’ bruti . 1777 . Ferdinando già padre d ’ un figlio vende in Portici maccheroni e vino alzando bettola , i cortigiani e la regina simulavano i garzoni e l ’ ostessa . Giocando al pallone fa da manigoldi mettere a forza sopra una coperta e balestrare in aria fra le risa della plebaglia il nobile abate Mazzinghi toscano , che poi muore di melanconia . 1789 . Ferdinando e Maria Carolina maritano due principesse a due arciduchi d ’ Austria , e promettono l ’ ereditario Francesco all ’ arciduchessa Maria Clementina : tristi principî della simpatia tedesca in Italia , e del coro dei Borboni in Napoli . 1792 . Ferdinando per i movimenti di Francia condanna dieci mila , e dodici mila chiude nelle carceri e galere , e gran parte nelle isole di Lampedusa e Tremiti , torna in uso la frusta ; le sole spie e gli atti inquisitori sono prove a condannarsi . 1793 . Ferdinando fa chiudere nei sotterranei di Santermo molti dotti e nobili vigilati da custodi spietati ; crea la Giunta di Stato e quella di Polizia onde processarli , solamente perché praticarono con quei della flotta francese . 1794 . Ferdinando apre un prestito per sostenere la guerra contro i Francesi : i cittadini , le chiese si spogliano per affetto , ma finalmente si veggono da lui rubati 37 milioni di ducati dalle sostanze dei cittadini . Id . Ferdinando decreta che la Giunta di Stato sia ad modum belli e ad horas ; i giudici dispari ; la pena , morte , ergastolo , esilio ; l ’ accusato non possa parlare ; le sentenze inappellabili . Il procuratore fiscale diceva aver prove per venti mila colpevoli , sospetti per cinquanta mila . Prima di morire , la tortura : e questo tribunale condannò nel capo Vincenzo Vitaliano di 22 anni , Emmanuele di Deo di 20 , Vincenzo Pagliani di 19 , gentiluomini . Altri tre alle galere , 20 al confine , 13 a pene minori . La sentenza non parlava di alcun delitto , vergognando castigare chi amava la patria . 1795 . Ferdinando , per istigazione di Acton ministro e drudo della regina , fa chiudere nella fortezza di Gaeta Medici , grande di corte , Colonna , Caracciolo , Pignatelli , Serra , Caraffa , Riari , tutti duchi o conti , ed i dotti Mario Pagano , Ignazio Craia , Domenico Bisceglie , Teodoro Monticelli , e sulle istanze del Cardinal Ruffo crea una giunta per loro , li fa martoriare per mancanze di prove , e largheggia in doni e croci verso le spie . Id . Ferdinando diviene più tiranno a Palermo contro il popolo affamato e scontento dell ’ arcivescovo Lopez reggente l ’ isola , fa torturare e morire l ’ avvocato Blasi , molti vanno alle galere e all ’ esilio , e la famiglia reale teme di tutto , fa saggiare i cibi , le camere del sonno , e tutto questo perché ? ... 1797 . Ferdinando ammoglia l ’ ereditario Francesco coll ’ arciduchessa Clementina . Innesto di una nuova umanità in Italia ! ... 1798 . Ferdinando con suo bando dato in Roma 8 dicembre anima i Napoletani contro i Francesi e dice : “ Difendono il re e padre loro che cimenta la vita pronto a sacrificarla per conservare a ’ suoi sudditi l ’ onore e il viver libero . ” Id . Ferdinando dopo aver fatto massacrare i sudditi nella stolta guerra contro la Francia lascia Napoli e si salva in Sicilia , dà il bottino ai tesori dello Stato per 20 milioni di ducati , lasciando la nazione infelice in guerra senza ordini , povera , incerta . Tale delitto , non perdonabile per volger di fortuna o dei tempi compiva il padre dei popoli il 27 dicembre ! 1799 . Gaetano Mammone belva più che uomo , che beveva il sangue de ’ suoi ed altrui , salassi per diletto , gradiva a mensa un capo d ’ uomo frescamente reciso , tracannava liquori nei teschi umani , uccidendo di sua mano 400 Francesi e Napoletani : a questo mostro scrivevano Ferdinando e Carolina col titolo : “ Mio generale e mio amico . ” Id . Ferdinando manda in Calabria a ristabilire l ’ ordine Fabrizio cardinale Ruffo nato di tristo seme , scostumato in gioventù , lascivo in vecchiaia : assale la città di Crotone , vi mena stragi , spogli , libidini e crudeltà infinite da vincere i Busiri e i Falaride . La stessa tragica fine corse Altamura grossa città dove 3 giorni infuriò la vendetta , profanando un monastero , e tali cose compiendo da cui ributta la natura ; e dopo la sazietà di ribalderie assolve tutti .
AL POPOLO BASSO ( - , 1861 )
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Fra tutti quelli che formano la intera popolazione , o nazione o società come vuoi chiamarla , si è stabilita ’ na distinzione di tre classi , nobili , mezzo ceto e basso ceto . Ma questa distinzione è cosa troppo vecchia , e la fecero l ’ avarizia , la superbia e l ’ apparenza ; l ’ avarizia che altro Dio non ha , fuori del denaro , e per essa chi è più ricco è lo migliore : la superbia , che perché l ’ antenati sono stati qualche gran cosa , crede che gli altri l ’ hanno a stimare pure ’ na gran cosa , come se uno non avesse a essere stimato per quello che è , ma per quello che furono l ’ antenati suoi ; e finalmente l ’ apparenza , perché tutti quanti vogliamo giudicare con gli occhi della fronte e non con quelli della ragione . Questa distinzione dunque non mi piace : e persuaditi che per legge nessuno è figlio della gallina bianca . Non credere che lo nobile e lo signore avessero qualche dritto sopra di te , popolo basso , no . Essi hanno tanto dritto sopra di te , quanto dritto hai tu sopra di loro ; ma senti però , e mettici anche questo , che essi hanno tanti obblighi verso di te , quanti obblighi hai tu verso di loro . Senti , e tieni a mente questo : Iddio nella sua infinita sapienza e misericordia non ha dato a nessun uomo dritto sopra un altro uomo ; ma non ha fatto tutti l ’ uomene uguali . Rifletti dunque bene , popolo basso , e non avvilirti tanto , credendoti per obbligo condannato a stare sempre sotto . Alza la testa : e senza pretendere di uscire a forza dalla condizione nella quale Iddio ti ha posto e ti vuole , dí senza paura : “ Io per l ’ animo che tengo e per il cuore che mi sento , sono eguale a tutti li più gran signori che ci stanno sopra la terra : e tra me e li gran signori non c ’ è altra differenza che quella che nasce dall ’ uso che facciamo di quest ’ anima e di questo cuore : la buona gente , nobile o snobile , ricca o povera ha da stare naturalmente sopra : la gente cattiva nobile o snobile , ricca o povera , ha da stare naturalmente sotto . " Finora tu , popolo basso , sei stato l ’ ultimo , non per la condizione tua , no , ma per i tuoi difetti : mo , alza la testa , e fatti uguale agli altri , non per la condizione , ma per la virtù . I tuoi difetti sono stati prodotti dal passato dispotismo : ora , se tu vuoi , la libertà t ’ innalzerà , perché ti saprà educare . Impara e ti farai sentire e rispettare : e nobili e ceto medio si leveranno il cappello in faccia a la virtù del popolano . Fino a mo sei stato temuto come la tigre , come la peste , come il cane affamato : da oggi ’ nnanzi t ’ avrai a far temere come si teme la spada de la giustizia . A lo cane affamato o li si tira ’ na pietra ’ n fronte o li si getta un pezzo di pane per farlo star quieto : in faccia a lo giudice uno o s ’ ha da difendere con buone ragioni , o ha da essere condannato . Ma lo giudice ( tienilo a mente buono ) lo giudice ha da avere con sé la giustizia e la legge , e non la superbia e lo capriccio .
VIVA CHI VENCE ( - , 1861 )
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No , popolo mio , no e poi no . Questo Viva cca non deve uscire mai dalla tua bocca : chi te l ’ ha ’ nsegnato , t ’ ha ’ ngannato e t ’ ha voluto tradire . Né viva chi vence , né viva chi perde . Viva solo chi ha ragione , o vence o perde . La prima origine di tutt ’ i tuoi sbagli e perciò di tutte le cattive e triste conseguenze che succedono , consiste propria in questo grandissimo e terribile errore , di dire : viva chi vence . Dimmi ’ na cosa . Se tu vedissi battere ’ na povera bestia talmente che quella povera bestia cadesse morta ’ nterra , strilleresti : viva chi vence ? neh , se tu vedessi ’ no lazzarone battere e uccidere ’ na povera creatura , dimmi , grideresti : mora chi perde e viva chi vence ? No , no ; giacché certamente diciarrisse : che ragione ncè di battere ’ na povera bestia o ’ na creatura ’ nnocente ? Vedi dunque che il cuore , senza tanta filosofia e tanta sapienza , ti parla chiaro e ti espone la legge , e te dice che deve trionfare chi ha ragione . Dimmi ’ na cosa . Se viene lo leone , e perseguita ’ na vaccarella , che cerca di fuggire e di liberarsi , ma lo leone l ’ arriva , la sbrana , e se la divora senza pietà , diciarrisse : viva chi vence ? No , perché chi tene forza , non significa che ave più ragione ; perché allora sarebbono inutili le leggi e la giustizia : lo più forte avarria sempre ragione : allora tu , popolo basso , dovresti avere sempre e poi sempre torto . Se s ’ ha da dire : viva chi vence , ne viene per conseguenza che s ’ ha da aggiungere : e mora chi perde , cioè viva chi sta sopra , e mora chi sta sotto . Ti piace ? dimmi neh , te persuade ? No , no , no , popolo basso : non dire mai sto viva , altrimenti te cuoci con lo fuoco tuo stesso . Una è la giustizia , una la legge , uno lo dritto per tutti . E se una è la giustizia , la legge e lo dritto , è permesso di dire : viva chi vence solamente quando chi vince ha ragione . Bada bene ; non bisogna mo correre all ’ eccesso contrario , e dire sempre viva chi perde , no . Senti a me , e tienilo a mente . Se uno ha ragione e vence , viva : se uno ha ragione e perde , viva ; e così , se uno ha torto e vence , mora ; se uno ha torto e perde , mora . Popolo basso , tu sei debole e stai sotto ; ma puoi diventare fortissimo a momento . Ora sta forza tua la devi usare in difesa de la giustizia e della ragione , e mai mai in difesa di chi vince : giacché può venire il momento che tu hai ragione e stai sotto , e chi strilla viva chi vence , ti uccide , ti sacrifica e ti assassina . Non guardare chi trionfa ; tieni mente dove sta la ragione e dove il torto . Tu sei debole e miserabile , hai tu sempre torto ? no ; li nobili , li signori , li ministri , li re sono ricchi e potenti , hanno dunque sempre ragione ? no . Cerca dunque di non aver torto e non già di vincere , perché la vincita e lo trionfo di chi ha torto , non dura ; come non dura la sconfitta e la perdita di chi ha ragione . Viva l ’ Italia , non perché sta vincendo , ma perché ha ragione ; viva Vittorio Emmanuele e Napoleone quando difendono gl ’ Italiani dai loro nemici : viva il popolo , quando non pretende cose ingiuste ; e mora ... no . Viva Garibaldi che disse al popolo basso : Viva l ’ Italia , e morte a nessuno .