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> categoria_s:"StampaPeriodica" > autore_s:"-" > anno_i:[1940 TO 1970}
FILOSOFIA NOSTRA ( - , 1940 )
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Vittorio Frosini della Scuola Normale Superiore di Pisa , da Capodistria , a proposito della lettera di Goffredo Pistoni , ci scrive , fra l ' altro : " Non si può negare l ' importanza della filosofia , se non come necessità e grandezza dell ' umano pensiero , come importante contributo d ' un popolo alla civiltà . Non dimenticatevi che , in una recente crisi politica dell ' Europa centrale , un grande popolo ha vidimato la necessità ideale di un suo gesto di forza , con l ' affermazione d ' una superiore cultura e civiltà , nel cui campo rientrava tutta una serie di pensatori , di filosofi pur devoti ad un totale concettualismo . " Quel che s ' impone è dunque l ' esaltazione di una nostra filosofia , che risponda alle nostre tradizioni e caratteristiche di Popolo . " Coll ' appellarsi al nome di quelli che furono , al lor tempo , tra i più alti rappresentanti della cultura e della filosofia in Italia Vico e Leopardi non si combatte la Filosofia , ma si rafforza l ' autorità d ' una filosofia : la Nostra . "
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Giuseppe Grieco , dalla quarta sponda del Mare Nostro nell ' ora segnata dal destino per la nostra più grande ascesa imperiale : Fra i tanti miti distrutti o sfatati dall ' attuale conflitto c ' è anche quello del cosiddetto " onore " britannico . Eccetto pochi sparuti gruppi di persone legate al carro demo - ebraico di Londra , da per tutto si elevano voci di esecrazione verso l ' Inghilterra , mentre quei paesi la cui politica era fino ad ieri completamente infeudata a Londra , cercano con un subitaneo cambiamento di rotta , di liberarsi fino al fondo di tale nefasta eredità . Vista sotto questo aspetto , la nostra lotta assume un carattere etico ed europeo di tale grandezza , che solo i ciechi le possono negare . Tornando all " ' onore " britannico e lasciando da parte i vari Churchill , Eden , Duff Cooper e compagni , apriamo una delle tante pagine della storia del Risorgimento italiano , voglio parlare della rivoluzione napoletana del 1799 , e vediamo la parte avutavi dagli inglesi . Tralascio l ' opera e le mene della famigerata Lady Hamilton , intima della regina e amante di Nelson , per considerare solo quest ' ultimo . Il mozzo diventato ammiraglio , l ' eroe di Abukir , non ha scusanti , egli porta intera davanti alla storia la responsabilità della violazione , perpetrata a mente fredda , della capitolazione dei castelli napoletani , firmata tra gli altri , anche dal capitano Foote , comandante della fregata " Cavallo marino , " a nome di S . M . Britannica . Il trattato impegnava dunque solennemente l ' onore della nazione britannica , alleata di S . M . il Re delle due Sicilie , come fece bene notare il Cardinale Ruffo nel suo colloquio con Nelson e gli Hamilton . Ma l ’ “ Eroe ” fu inamovibile . Passò su tutto , anche sull ' onore britannico e la vistò . Invano si oppose il Ruffo , che non era affatto l ' uomo della leggenda liberale , ma un italiano di buona tempra , discendente di antichissima famiglia contro la volontà dell ' onnipotente " Eroe " inglese non potette far niente , anzi poco mancò che non lasciasse anche lui la testa sul patibolo , come era nei voti di Acton , di Nelson , degli Hamilton e della regina . Ho citato quest ' episodio della storia del Risorgimento italiano , perché più di qualsiasi dissertazione teorica rivela il carattere della mentalità inglese . L ' inglese si considera superiore a tutti gli altri popoli i quali debbono a lui quel tributo di omaggio e di servitù che l ' inferiore deve al superiore . Chi non serve agli interessi inglesi , o peggio , vi si ribella , è la pecora nera che va radiata dal consorzio " civile " con ogni mezzo . L ' onore non conta . Concludendo , l ' " onore " inglese è rimasto fondamentalmente quello dei vari Drake e compagni che crearono , a scopo piratesco , la prima marineria britannica . Mercante e pirata , ecco il vero volto dell ' inglese , quando cade la maschera sovrappostavi da secoli di " ipocrisia " e di "politica." Questa seconda e più feroce Cartagine , ora che è ridotta agli estremi , scopre gli artigli in un ultimo disperato tentativo di resistenza . Invano . La nuova Europa creata da Mussolini e da Hitler le sta sopra brandendo la spada della giustizia . E giustizia sarà fatta .
RAZZA E AUTARCHIA ( - , 1940 )
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Abbiamo scartato nell ' articolo introduttivo alla prima tappa di questo viaggio razziale il cosiddetto razzismo spirituale o spiritualistico , come quello che , sotto lo specioso pretesto di tener lontano il concetto di razza e di difesa della razza da ogni contaminazione zoologica , ne annebbia in realtà il significato fino al punto di sottometterlo alla volontà del singolo e di fame un valore soggettivo . La zoologia è lontana dal razzismo tanto quanto le bestie sono lontane dall ' uomo ; e chi teme una confusione fra razzismo e zoologia o uno sconfinamento del primo nella seconda , non è evidentemente troppo convinto delle proprie prerogative di uomo . Altri , più accorti , non cadono nell ' equivoco zoologico : ma affermano che la spiritualizzazione del razzismo è necessaria a preservarci da un altro pericolo : quello di cadere in un razzismo puramente politico . Diciamo subito che il pericolo non ci spaventa ; anzi , ci attrae . Il razzismo in Italia è nato politico ; è politico ; rimarrà fondamentalmente politico . Come il Fascismo , di cui la politica razziale è un aspetto . Il fatto che esista una dottrina del Fascismo non deve trarre in inganno nessuno . La dottrina esiste per la necessità che ha l ' uomo di trasformare in regole le proprie esperienze di vita , di risalire al permanente attraverso il contingente ; ma in realtà i fenomeni che si muovono , vitali , nel perenne fluire della Storia , non sono suscettibili di razionali legami e sfuggono ad ogni definizione precisa . La dottrina del Fascismo non va intesa come anticipata canonizzazione di tutto il Fascismo , ma come guida a meglio comprendere le scaturigini ideali e i profondi significati del movimento mussoliniano . Così la dottrina del razzismo fascista , che noi non vogliamo diminuire né svalutare , da qualunque punto di vista essa si sforzi di approfondire il concetto di razza ; ma che non deve indurci , d ' altronde , a considerare il nostro razzismo come fenomeno ormai consegnato al tempo e tranquillamente definibile e codificabile . Il nostro razzismo è in atto . Non soltanto non ha esaurito il suo compito come troppi vorrebbero , ma non ha neppure cominciato ad espletarlo in pieno . Siamo ancora nella prima fase ; si costruiscono le fondamenta . Una coscienza razziale sta faticosamente nascendo in Italia ; e l ' avverbio non è eccessivo , perché se da un lato la nostra razza è tra le più antiche e gloriose e pure e compatte , dall ' altro l ' equivoco dell ' universalismo pesa terribilmente sulla nostra cultura e fa parer sospetto tutto ciò che tende ad individuarci rigorosamente e a darci una gelosa coscienza nazionale . È una lotta assai simile a quella che in un altro campo il Fascismo ha sostenuto per rendere popolare il concetto di Autarchia ; ma più difficile , perché i vantaggi materiali della Autarchia e i pericoli della soggezione economica all ' estero specie dopo l ' esperimento sanzionista sono assai più chiaramente e immediatamente percepibili dei vantaggi di una netta individualità razziale e dei pericoli di una , sia pur parziale e dissimulata , dipendenza da altre razze . Eppure , il problema è unico . La difesa della razza è una forma di autarchia , anzi , è l ' autarchia delle autarchie ; e l ' autarchia si risolve in un potenziamento di tutti i mezzi atti a difendere la razza . Non si può seriamente dire ad un popolo : " Basta a te stesso " se non gli si è detto : " Sii te stesso ! " ; non si può conquistare in pieno la propria personalità fisica , morale e spirituale , che è quanto dire la propria razza , se non si posseggono i mezzi per difendere tale personalità da ogni assalto esteriore . Chi insiste nel sostenere che il razzismo italiano è una merce d ' importazione , dovrebbe riflettere a questa complementarietà fra difesa razziale e potenziamento autarchico della Nazione : il razzismo non può essere che originale , anzi è per definizione l ' originalità stessa , e si risolve in un progressivo irrobustirsi delle radici dell ' individuo e della Nazione e nell ' inesorabile lotta contro ogni specie di parassiti . Si pensi al parassitismo ebraico : il primo nemico della battaglia razziale come di quella autarchica ; il nemico più pericoloso perché internazionalmente organizzato e fornito delle armi meglio dissimulate . Ci si ricordi che la più vasta congiura ordita per strangolare la razza italiana la congiura sanzionista nacque proprio sul terreno economico , ebbe gli ebrei per principali artefici e suscitò la meravigliosa reazione autarchica . C ' è , come si diceva , il pregiudizio universalistico . L ' universalismo , a parere di molti , sarebbe la nostra grandezza ; buttandolo alle ortiche , noi rinnegheremmo la parte migliore delle nostre tradizioni . Quali tradizioni ? Se veramente gloriose , esse si possono ricondurre sostanzialmente ad una : la tradizione di Roma . Roma fu ed è universale ; ma lo fu e lo è in modo attivo , riempiendo di sé , dei suoi soldati o della sua fede o del suo diritto o della sua dottrina politica e sociale , l ' universo intero . Ciò non contrasta affatto con la coscienza di razza , anzi , è la sublimazione di tale coscienza , che tanto si potenzia da attrarre a sé e a sé sottoporre , senza menomare la propria individualità , le espressioni civili delle altre razze . Così come l ' autarchia non è in contrasto con l ' esportazione , anzi , tende in ultima analisi ad accrescerla . Ma i signori universalisti non sognano purtroppo l ' Italia integra e quadrata delle legioni o dei Santi , ma una Italia - bordello , in cui sia possibile albergare cortesemente i più noti cialtroni dell ' antifascismo internazionale , proteggendoli sotto l ' usbergo di una cultura che si sottrae ad ogni determinazione nazionale e razziale ; gli universalisti sognano le conversazioni da salotto della marchesa X o della baronessa Y , come alcune signore sognano il cappellino di Parigi o il tessuto di Londra . Del resto , questa piaga è ben nota . Nel '700 , come nell'800 , come nel '900 , in arte come in letteratura come in politica , coloro che si son voluti spacciare per moderni si sono beati di universalismo o di cosmopolitismo , come si preferiva dire una volta . Bisognerebbe riesumare le frustate del Baretti , ma sarebbe troppo onore , poiché egli combatteva almeno contro gente fornita di vasta e solida cultura ; mentre gli universalisti del giorno d ' oggi non hanno di universale che l ' ignoranza . Essere razzisti significa essere Italiani ; e non v ' è modo migliore di esserlo di quello che lavorare per l ' Italia . I migliori razzisti sono i contadini , gli operai , coloro che quotidianamente hanno il privilegio di misurare , nella fatica delle proprie braccia , la faticosa ascesa del lavoro italiano . I migliori razzisti sono soprattutto i coloni e gli operai delle città volute e fondate da Mussolini , delle città autarchiche per eccellenza . Studiammo , la volta scorsa , la nuova razza che , sotto l ' auspicio mussoliniano , sta sorgendo nell ' Agro Pontino ; ci accingiamo adesso a studiare la nuova razza di Arsia , la città del carbone . Studiare è mal detto ; si tratta di contemplare e di sentire . È un mondo nuovo che sorge attorno a noi ; nuovo e antico , come l ' Italia . È il trionfo del lavoro ed è al tempo stesso il sovvertimento del concetto di lavoro lasciatoci , in triste e malsano retaggio , dall ' Ottocento . Il problema sociale , la lotta di classe , i sacri diritti : vocaboli vuoti di senso . Qui c ' è soltanto una razza che ha ritrovato se stessa , che vuol bastare a se stessa , che lavora per la propria vita e la propria grandezza . Nel solco tracciato dall ' aratro come nelle anfrattuosità che la perforatrice va duramente esplorando , è il seme : il lavoro . E questa è la vera Italia .
CONTRO IL MONOCOLO ( - , 1940 )
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Il camerata Federico AIfredo Riolo ci ha scritto da Milano : Per amor del vero devo dire subito che a pagina 11 del n . 15 della Difesa della Razza ho visto qualcosa che veramente non mi è piaciuta e non è piaciuta a nessuno di noi . È una bella cosa la fotografia dei tipi razziali soprattutto quando si tratta del volto aperto e sano del popolo , ma francamente quel tipo col monocolo incastrato nell ' occhio è in stridente contrasto con gli altri tipi razziali . Credevo che l ' ora del monocolo fosse passata per sempre , che fosse finito sotto l ' urto del solido muscolo plebeo , che si fosse spezzato sotto la scarpa del fante , ed invece eccotelo proprio sulla Difesa della Razza . Così ha scritto Riolo . Ma egli sa benissimo che cosa ne possiamo pensare di quelli che portano la caramella e dell ' epoca alla quale si ostinano ad appartenere . Sol che la questione è un ' altra . Si tratta che l ' illustre scienziato e camerata Clauss ha giudicato rispondente al tipo , ch ' egli voleva illustrare , quella fotografia , per la struttura del volto , non certo per il monocolo .
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Non deve , la mescolanza delle razze , essere considerata più che l ' omicidio : il quale distrugge soltanto l ' individuo : mentre quella distrugge , o contamina , tutta la a discendenza ? Non deve , un popolo sano , averla di più in orrore : vedendovi un attentato a qualcosa di alto , assai più che la persona ? Una volta i popoli , non davano il peso , che oggi viene dato , alla vita dei singoli : ma , con grandissima cura , proibivano le mescolanze : questo era il segno della loro giovinezza : ora che alcuni popoli trovano in loro stessi , un ' altra volta la giovinezza , è possibile che non sentano di dovere agire in questo modo ? Infatti , agiscono : leggi e pene , più o meno gravi sono state già stabilite : è stato proclamato il diritto dello Stato di giudicare , e di reprimere , anche siffatto genere di delitti . Ma una cosa , forse , abbastanza non s ' è fatta : cioè porre l ' accento sul loro più profondo carattere , che non è soltanto antistatale ed antisociale , ma rivolto addirittura contro l ' umanità , e contro la vita ; o , che è lo stesso , contro l ' ordine fondamentale e divino delle cose . Quello che oggi occorre , accanto alla legislazione , per renderla ancora più efficace e salutare , è soprattutto , una manifestazione pubblica di riprovazione sotto questo aspetto . Ciò indipendentemente dalle sanzioni legali . Che cosa , infatti , oggi , si vuole ? Risvegliare un sentimento che c ' è , che hanno tutti : che ha bisogno solo di occasioni . Ora , nessuna occasione può così efficacemente risvegliarlo , come il trovarsi dinanzi a un fatto che lo offenda , e il vedere bene individuato e bollato l ' offensore . La tolleranza e l ' indifferentismo non si debbono ammettere ... L ' insensibilità nei riguardi del meticciato è il prodromo sicuro della fine di alcuni popoli . È come quando , durante una malattia , d ' un tratto il termometro cessa di segnare la febbre . Ogni reazione è caduta , l ' organismo ha finito di lottare e di resistere . Nessuna cosa è più triste che vedere un popolo in tali condizioni : un popolo civile , coltivato , di alta razza , confondersi , senza lotta con un popolo molto inferiore ; cedergli con indifferenza le proprie donne ; tollerare senza batter ciglio , promiscuità anche pubbliche . Se ne ha l ' impressione dello sfacelo ; e , quel che è peggio , della incapacità di opporvisi , della volontà di non opporvisi , d ' un lento e cosciente suicidio ...
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Sac . Aurelio Gastaldi , parroco di Esio di Premeno ( Novara ) : Con tutto il cuore auguro alla Patria che sia mantenuto per l ' eternità un certo decreto emanato per eccezione in questo tempo di guerra a difesa della pubblica decenza . Vi prego di prendermi sul serio , senza pregiudizi , come anch ' io voglio essere spregiudicato nell ' argomento . Faccio una definizione . Il ballo è la più chiara espressione di quello " spirito di godimento " che è sotto accusa d ' aver rovinato le nazioni moderne . È quasi matematicamente dimostrato il rapporto inversamente proporzionale che esiste nelle popolazioni italiche tra la frenesia del ballo e il numero delle nascite . Dico numero più legittimità . Sarebbe d ' interesse una specie di censimento generale per la risoluzione pratica , precisa della questione : ne avremmo un incartamento prezioso da poter guarire molti ciechi , almeno quelli sul problema ciechi per ignoranza , gli involontari , non certo quelli volontari per malizia ...
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Dateci dunque la mano , signori avversari del razzismo biologico ; e vediamo di riconoscere assieme il cammino . La prima tappa si chiama ... Ma , prima di giungere al termine della prima tappa , lasciate che ci liberiamo da un ronzio che ci va disturbando l ' udito . È un ronzio molteplice , come di voci udite in sogno o in delirio . Volete ripeterci quel che esse suggeriscono , visto che sembrate ritmare su di esse la marcia verso la prima mèta ? Grazie , abbiamo capito . È un motivo a due voci , identiche per ampiezza , timbro e volume ; la prima dice : cattolici , e la seconda aggiunge : e fascisti ; dopo di che la prima riprende e la seconda incalza , all ' infinito . Cattolici e fascisti : ora ricordiamo di aver spesse volte notato questa endiadi nei vostri scritti . In quest ' ordine , è un ' endiadi stupefacente , in pieno Anno XX . E non crediate che l ' altra endiadi : fascisti e cattolici , ci soddisfaccia un gran che . Non siamo abituati a far questioni di forma ; e tanto meno di burocratiche precedenze . E allora ? Eresia , anticattolicesimo , paganesimo ? Alto là ! Noi vogliamo essere , e ci vantiamo di essere , cattolici e buoni cattolici . Ma la nostra intransigenza fascista non tollera confusioni di sorta ; soprattutto quelle confusioni che minacciano di degenerare in menomazioni . Nel nostro operare di Italiani , di cittadini , di combattenti nel nostro credere obbedire combattere noi siamo esclusivamente e gelosamente fascisti , noi siamo nella teoria e nella pratica del razzismo . Il cattolicesimo sarà da noi seguito e rispettato per quel che riguarda la morale del singolo in questa vita , l ' imperscrutabile futuro di tutti nell ' altra . Ma con la teorica e con la politica della razza il cattolicesimo non ha nulla e non può avere nulla a che vedere . Non sa quel che si fa , chi pretende di conciliare , in sede teorica , il cattolicesimo con il razzismo . La Conciliazione fra Stato e Chiesa è stata forse operata in sede di teoria ? Affatto . Stato e Chiesa si sono riconciliati sul terreno della pratica , riconoscendo l ' uno all ' altra le proprie caratteristiche , le proprie attribuzioni e i propri privilegi . Né il Fascismo si è sognato di mettere in discussione i dogmi religiosi , né la Chiesa ha avanzato obbiezioni circa i principi etici del Fascismo . E questo non già perché i principi etici del Fascismo coincidano o si accordino in tutto con i principi della Chiesa : ma perché si tratta di due realtà , di due mondi tra i quali non vi possono essere finché uno dei due non vien meno a se stesso frizioni di sorta . Scoppia la guerra . La Chiesa , coerente a sé medesima , la considera una tremenda calamità . Il Fascismo , non meno coerente ( la guerra sta all ' uomo come la maternità sta alla donna . Mussolini , " Dottrina del Fascismo " ) la conSidera come una grande fatale epopea di liberazione e di consacrazione della nuova Italia . Le due concezioni sono evidentemente molto lontane ; eppure , i cattolici e fascisti non se ne sentono affatto turbati , o almeno non confessano di essere turbati ; giacché sanno che di fronte al fatto guerra ogni Italiano degno di questo nome è fascista , e poi ancora fascista , e poi fascista ancora , e poi altre due volte fascista , e finalmente anche cattolico . E di fronte al fatto razza , di fronte alla battaglia per la razza , che è guerra permanente , e totalitaria , e intesa ad una Vittoria non meno alta di quella delle armi ? Qui non essendovi il pericolo di esser tacciati di pacifismo o addirittura di disfattismo i Farisei del nostro secolo riprendono fiato ; e simulano sdegno , e gridano all ' eresia e al paganesimo , se taluno invoca l ' antico " A Cesare quel che è di Cesare " e chiede che di razzismo fascista si discuta e si giudichi soltanto in sede di Fascismo e di scienza . Strani tipi , questi Farisei 1942 ! Si ergono a custodi del cattolicesimo ; e al tempo stesso vogliono spingere il cattolicesimo verso avventure proibite . Si autonominano difensori della verità rivelata ; e fanno decadere la rivelazione al rango della politica e della scienza , cercando impossibili connubi . In verità , non ci sembrano buoni servitori di Nostra Madre Chiesa ...
COI MINUTI CONTATI ( - , 1940 )
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Stabilito da alcuni anni nell ' Africa Equatoriale , Giovanni Lauri abitava con la moglie e il giovane figlio Federico in una solitaria piantagione , ove aveva costruito egli stesso con l ' aiuto di alcuni indigeni , una piccola casa usando i materiali che gli era stato possibile raccogliere nei dintorni , tra il fango cretoso , i ciottoli di un fresco torrente che scorreva poco lontano , e il legname che la foresta abbondantemente gli forniva con la infinita varietà della sua vegetazione . La scelta del luogo gli era stata suggerita da una scoperta che aveva fatto un giorno percorrendo le rive del piccolo corso d ' acqua , nelle cui arene aveva visto scintillare , sotto i raggi del sole , delle pagliuzze d ' oro , indizio promettente di un lontano giacimento aurifero . E ' una vita di sacrificio , ed anche di pericoli che io v ' impongo conducendovi con me , aveva detto il brav ' uomo alla moglie e al ragazzo ; ma il miraggio di una probabile ricchezza che io del resto agogno soprattutto per voi due , che siete la mia gioia e lo scopo della mia esistenza , mi ha indotto a prendere questa decisione e spero , con l ' aiuto del Cielo , che di essa non avrò a pentirmi . Io e Federico siamo lieti e orgogliosi di dividere con te la dura vita dei colonizzatori e dei minatori , sia fortunato o disgraziato l ' esito di quanto tu intraprendi , era stata la risposta semplice e affettuosamente spontanea della brava donna . Ho avuto per un momento un trepido dubbio per il nostro figliolo che è ancora così giovane ... ma egli ti assomiglia tanto nel fisico gagliardo e nell ' animo audace , e sa essere nella sua intelligenza già così pronto e avveduto , che non ho esitato ad accogliere con piena fiducia la tua proposta . Sei un angelo ... Sono semplicemente tua moglie , cioè una donna che ti vuol bene e che ha fiducia in te . Se tu non mi avessi chiesto di seguirti io e il ragazzo saremmo venuti con te di nostra volontà , senza neppure chiederti dove ci avresti condotti e quale sarebbe stato il nostro destino . Così nella dimora solitaria della foresta equatoriale la vita di quella brava gente si svolgeva felice e piena di speranze . Ogni giorno il Lauri , con due indigeni che avevano accettato di dividere la sua sorte qualunque essa avrebbe potuto essere , si recava ad esplorare le rive del torrente , a frugarne le sabbie a palmo a palmo , riportando dall ' estenuante lavoro purtroppo scarsi frutti , i quali tuttavia erano sufficienti a non far perdere loro la fiducia in un successo che li ricompensasse del sacrificio . La moglie e il figlio restavano ad attenderlo nella casa . Ripetutamente Federico aveva supplicato il padre di condurlo anche lui a prendere parte alle ricerche dell ' oro , ma ne aveva sempre avuto un rifiuto con parole che lo persuadevano subito . E chi resterebbe a tener compagnia a tua madre , e a difenderla in caso di bisogno ? Il piccolo uomo si era sentito inorgoglire per quella missione di fiducia e non aveva insistito più oltre . La giornata volgeva al tramonto . La moglie del Lauri stava preparando in cucina la cena e il figlio le dava una mano ad aiutarla , quando s ' udì alla porta chiusa un colpo come se qualcuno avesse picchiato . I due si guardarono un po ' stupiti , poi la donna domandò : Chi è ? Nessuno risponde ma si ode un altro urto ancora più violento , che fa scuotere l ' uscio e torcere un poco il chiavistello di ferro , a cui già mancava qualche chiodo . Mio Dio ! esclama la donna . Chi mai può essere ? Un nuovo forte colpo investe ancora la porta e fa saltare del tutto il chiavistello ma il battente non si schiude del tutto , poiché con un balzo improvviso Federico si è buttato contro di esso e puntandovi le due mani a braccia tese , coi muscoli già virilmente formati turgidi e duri come corde , la gamba sinistra in avanti piegata ad angolo , la gamba destra tesa indietro e puntata saldamente sul pavimento ineguale , la spinge resistendo al misterioso assalto che fa impeto dal di fuori . Mamma , aiutami ... C ' è un leopardo ! La voce del ragazzo non ha un tremito : il suo volto è rosso per lo sforzo ma senza ombra di paura , i suoi occhi si volgono alla finestra aperta , protetta da sbarre incrociate di legno , a guardare il sole che sta per scomparire . Mamma , aiutami ... bisogna resistere ancora qualche minuto , forse non più di cinque ; poi verrà il babbo a salvarci . La donna , vincendo il terrore e l ' angoscia da cui è presa , si slancia a sua volta accanto al coraggioso figlio cercando di fare appello alle forze che le mancano e gettando il peso del corpo contro la porta che a poco a poco sembra dover cedere al forte formidabile nemico che vuole entrare . Coraggio , mamma ... il babbo sta per venire ; egli ci salverà , vedrai . Dio ti ascolti , figlio . Ne sono sicuro , sai . La madre si sente presa da un nodo di angoscia , immaginando nelle strane parole del suo figliolo una repentina aberrazione mentale prodotta dallo stato d ' animo in cui il suo coraggioso atto lo ha gettato ; ma nel guardarlo con gli occhi che le si gonfiano di pianto lo scorge così pieno di risolutezza e insieme di calma , da sentirsene tutta dominata . Ma è la fine . I due assaliti già sentono di non potere più oltre resistere , quando uno dopo l ' altro echeggiano due colpi di fucile , ai quali fa eco un urlo feroce del leopardo che si divincola per alcuni istanti , poi si rovescia al suolo dibattendosi negli ultimi aneliti dell ' agonia . Marta ... Federico ... s ' ode gridare da fuori . Babbo , babbo , corri ... Poco dopo Giovanni Lauri si precipita nella casa per stringersi fra le braccia la moglie e il figlio sani e salvi . Ma dimmi , Federico domanda poi la madre rinfrancata ormai e sorridente , come hai potuto calcolare con tanta precisione il tempo in cui sarebbe ritornato il babbo a salvarci ? È molto semplice , mamma ; dai minuti che il sole metteva a tramontare del tutto , ben sapendo che il babbo ritorna sempre a casa prima che scendano le tenebre , poiché qui , come sai , la notte cala più rapidamente che altrove . Bastava quindi opporre al leopardo una resistenza di pochi minuti , non più di cinque , ed io mi sentivo la forza di poterlo fare , col tuo aiuto . Giovanni Lauri prese fra le sue braccia la testa del figlio e stampò sulla sua fronte un forte bacio . Così ti ho sognato ; e benedico il Cielo di avermi esaudito . Fra pochi giorni lasceremo questo luogo , per trasferirci altrove . Abbiamo trovato il giacimento d ' oro !
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Elena , tu sei una testolina un po ' troppo romantica ; oggi non è più tempo di codeste tue fantasie avventurose . I cavalieri prodi nelle loro custodie di acciaio arabescato , armati di lancia spada ed azza , lo scudo sul braccio , la celata in testa , non li trovi più che nei vecchi romanzi . Oggi siamo tutti molto più pratici , e le belle immaginazioni che piacciono a te le lasciamo a ... La fanciulla scrollò la bella testa bionda con un deciso gesto negativo . È inutile ripetermi sempre le stesse cose , che ormai so a memoria . Pretendete di cambiarmi come se fossi ancora una bambina ? ... Ho vent ' anni , ho le mie idee ... e ... sì , sì , ditelo pure , i miei capricci . Mi piacciono gli uomini cavallereschi e mi piace il brivido che dà il pericolo , mi piacciono le emozioni che procurano le avventure inattese , improvvise e piene di rischi . Ne ho colpa io se son fatta così ?...Sei fatta male ... O bene o male , son quella che sono e mi sembra che ciò potrebbe bastare ... L ' arrivo di Massimo , il fidanzato , interruppe il colloquio fra la giovane donna e suo zio Raimondo , un uomo di gran buon senso , che voleva un bene dell ' anima a quella sua nipote bella gentile ricca , ma guastata dalle fisime romantiche . Trentenne , simpaticissimo ed elegante , Massimo , ingegnere nella miniera del Gringo Perduto , si era invaghito di Elena , fin dal primo giorno in cui l ' aveva conosciuta in casa del signor Raimondo , dove ella era ospite . Lo zio aveva molta stima del giovanotto , che sapeva serio , intelligente , ricco anch ' egli , e di grande avvenire , e lo aveva aiutato con i suoi consigli a far breccia nel cuore della fanciulla : Inventate qualche vostra impresa audace , mostratevi una specie di cavaliere errante sopravvissuto al tempo scomparso . Ingannarla così ? ... No , mai ... Allora vuol dire che non le volete bene abbastanza . Conosco mia nipote : non c ' è altra via per conquistarla . E allora , per paura di perderla , Massimo aveva fatto forza a se stesso e lavorando un po ' d ' inventiva si era messo indosso la pelle del leone , pur senza oltrepassare i limiti . Ed Elena era cascata nell ' innocuo tranello , con gran gioia dello zio che era sicuro di fare la sua felicità . Venne il momento in cui Elena dovette ritornare a casa , in una città lontana una sessantina di chilometri . Per andarvi non esistevano comunicazioni ferroviarie , e l ' automobile cominciava appena ad apparire in quella regione ancora semiselvaggia . Il signor Raimondo si serviva per tali viaggi di una carrozza . Per il ritorno in famiglia Elena attese un giorno che lo zio non poteva assolutamente accompagnarla ma poiché non era prudente viaggiare sola , con un cocchiere , senza avere accanto una persona fidata e pronta a difenderla in caso di necessità , ella stessa suggerì : Potrebbe venire con me Massimo ; la mamma lo rivedrà volentieri . Ottima idea . L ' ingegnere ne fu felicissimo . E i due partirono . Il tempo era ottimo , e la strada si snodava piana e facile , ora attraverso immense savane , ora incassata fra montagne dense di selve profonde , vero nido di banditi . Ed ecco in una di queste strette un gruppo di uomini balzare improvvisamente addosso ai due viaggiatori e al cocchiere , con rapida violenza . Massimo tenta di fare scudo col suo corpo alla fidanzata , ma viene abbattuto con un colpo di calciolo sulla testa , prima che possa estrarre la rivoltella , mentre il cocchiere salta giù di sella e si dà alla fuga , nascondendosi dietro una folta siepe vicina . Elena , afferrata dal capo della banda , e tratta fuori , viene depositata a terra senza che le sia torto un capello . Bravo capo , ella dice , avete fatto le cose a dovere , proprio secondo il mio desiderio ... e vi siete meritato il compenso pattuito . L ' agguato non poteva essere disposto meglio . Ora so che pensare del signor Massimo , ingegnere delle miniere e falso eroe ... Ecco in quale modo ha saputo difendermi fingendosi per lo meno morto ! ... Orsù , lasciatemi ritornare in carrozza e richiamate il mio cocchiere . Il capo - banda ha un riso sardonico . Signorina , risponde io non comprendo che cosa vogliate significare con le vostre parole . Non dite troppo male del vostro cavaliere perché , se non è spacciato certo vi manca poco , col tremendo colpo buscatosi sulla testa ... Quanto a voi , avrete la cortesia di seguirci , senza protestare , nel più assoluto silenzio , a scanso di maggiori guai . Ma voi scherzate ... Io vi ho assoldati per fingere questo assalto ... Siete voi che volete scherzare ancora , signorina . Noi siamo dei bravi banditi che facciamo il nostro ... chiamiamolo pure mestiere , e acciuffiamo le buone occasioni quando capitano . Mi sono spiegato ? ... Orsù in marcia . E ad onta delle sue proteste e delle sue smanie , dei suoi tentativi di resistenza , Elena deve lasciarsi tirar sopra la sella dal capo , e portar via , così , romanticamente , ma anche brutalmente , come ella aveva tante volte sognato . Quando Massimo riprese i sensi si trovò accanto il cocchiere che , appena visti allontanarsi i banditi , era ritornato alla carrozza . Egli aveva udito tutto , e riferì all ' ingegnere quanto era successo . Oh , povera Elena mia ... esclamò egli , stringendo fra le mani la fronte indolenzita . È perduta , è perduta ... Ma ad un tratto ebbe un lampo nella mente . Se ella avesse predisposto un agguato da burla , per mettermi alla prova , la gente assoldata non deve essere lontana di qua , e noi possiamo raggiungerla e indurla , con promesse di larghi compensi , ad aiutarci a rintracciare gli assalitori , e a liberare la prigioniera . Su , in carrozza , e sferza il cavallo . Ripartirono . Alcune centinaia di metri più oltre , appostati dietro un folto di piante , essi vennero fermati dai complici assoldati che speravano di trovare . Poche parole bastarono per metterli al corrente dell ' accaduto . Eran tutti uomini di fegato , armati , a cavallo . Si mostrarono felici di dar la caccia ai banditi autentici che avevano fatto mancar loro un buono e onesto affare . Massimo si fece cedere il cavallo e le armi da uno di essi e , postosi alla testa degli altri , partì di galoppo alla ricerca dei rapitori , che un ' ora dopo venivano scoperti e affrontati . Lo scontro , breve sanguinoso violento , terminava con la fuga dei banditi superstiti , e Massimo si stringeva fra le braccia Elena sana e salva . E quel che pure conta , guarita dal mio stupido romanticismo , ma felice di diventare la moglie ... di un eroe che m ' ha salvata !
StampaPeriodica ,
La " violenza " è la maieutica della storia , è spirito , soggetto , libertà , diritto . Nel suo grembo covano i germi di ogni civiltà poiché il concepimento e la gestazione di ogni nuovo ordine civile è tragedia incoscientemente , illimitata - limitata , disorganica - organica . Ha visto giusto Mussolini giudicando la violenza " perfettamente morale , più morale del compromesso e della transazione . " " Quando la nostra violenza , " Egli ha detto , " è risolutiva di una situazione cancrenosa , è moralissima , sacrosanta e necessaria . " Ma quel che c ' interessa particolarmente è che il popolo italiano non ha la libidine della violenza , non fa " della violenza una scuola , un sistema o peggio ancora una estetica " poiché una millenaria tradizione di armonia spirituale gli ha insegnato istintivamente che la violenza ha " la giustificazione della sua alta moralità " solo quando " sia sempre guidata da un ' idea , giammai da un basso calcolo , da un meschino interesse . " Occorre " non la piccola violenza individuale , sporadica , spesso inutile , ma la grande , la bella , la inesorabile violenza delle ore decisive . È necessario , quando il momento arriva , di colpir con la massima decisione e con la massima inesorabilità . " Di contro alla " violenza " demiurgo del processo umano , sta la " forza , " negatrice di ogni avanzamento storico . La " forza " è sterile e inerte , la " violenza " è feconda e mutevole . La prima è materia e " potenza fisica , " la seconda è idea e potenza etica .