Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> categoria_s:"StampaPeriodica" > autore_s:"CIVITAS"
DE RERUM NATURA ( CIVITAS , 1925 )
StampaPeriodica ,
Non abbiamo voluto finora interloquire nella polemica suscitata dall ' onesto e brillante Mikros direttore della « Unità Cattolica » a proposito della liceità di un accordo elettorale fra cattolici e socialisti , per due ragioni ; in primis perché ci pare ormai molto lontano l ' evento di elezioni generali in Italia , e molto improbabile che se l ' evento si verificasse ciò avvenga in condizioni tali da permettere libertà di movimenti ai partiti di opposizione , e quindi sicurezza per essi di parteciparvi ; in secondo luogo perché una lunga esperienza ci dimostra nulla esservi di più vacuo che certe dissertazioni cosiddette morali o religiose quando coprono più o meno velatamente semplici opportunità politiche : noi siamo abbastanza vecchi per ricordare i tempi in cui taluni teologi , del giornalismo e della cattedra , dichiaravano peccato il liberalismo ( parecchi conservano ancora il famoso opuscolo del padre Sardà tradotto e diffuso anche in Italia e dichiarato il non plus ultra dell ' ortodossia , la norma perenne e indeclinabile ) ; i tempi in cui conseguentemente si escludeva che un cattolico potesse dar il voto a un liberale , perché sarebbe stato stile dell ' epoca una specie di conventus fra Cristo e Belial : ebbene , sanno tutti che le cose mutarono in pochi anni talmente , che ben presto l ' appoggio elettorale dei cattolici ai liberali non solo moderati ma di sinistra , divenne la regola contro i socialisti ; e fu gran fatica per taluni veggenti , trattati da principio come ribelli , il porre un freno a questa corsa della paura , ammonendo che se era giustissimo stringere alleanze per difendersi da un pericolo minacciante , occorreva però farlo con dignità e con profitto , valorizzando cioè le proprie forze attraverso una organizzazione autonoma e una rappresentanza diretta ; sono questi ribelli che salvarono l ' azione pubblica dei cattolici dal naufragio , e che resero possibile , a giorni maturi , il Partito popolare . E state sicuri giovani amici , che se camperete una ventina d ' anni , sentirete coloro stessi i quali oggi si fanno il segno della croce , e gridano allo scandalo , di fronte alla ipotesi che , per difendere la libertà in Italia i popolari in taluni collegi debbano ricevere voti da elettori socialisti e in altri darne a candidati idem predicare magari il dovere di appoggiare i socialisti per stornare il trionfo dei comunisti . Tutto ciò diciamo , non per cavarne una conclusione , ma per spiegare il nostro scetticismo circa l ' efficacia di dibattiti sul tema in questione condotti sub specie aeternitatis , mentre si tratta sempre di problemi da esaminarsi in ordine alle contingenze storiche . Però , poiché si insiste da varii amici a chiederci un pensiero preciso sul punto accreditato da Mikros , e cioè sulla tesi che , quando fosse l ' ora , spetterà alla Azione cattolica , cioè alla organizzazione ufficiale guidata e ispirata dalla Santa Sede , il dirci come e per chi e contro chi dovremo votare ( si capisce che una simile trovata non si oserebbe neppure immaginarla se fossero in gioco non i cattolici d ' Italia , ma quelli di una qualunque altra nazione ! ) superando il nostro scetticismo ci proveremo a formulare , brevemente come è nostro uso , alcune proposizioni , così , per comodo dialettico ; e naturalmente senza la minima pretesa di dettar legge , e neppure di far da maestri a nessuno . Dunque : I . La morale cattolica contiene principi generali circa la liceità delle azioni umane che sono perfettamente applicabili anche alla politica : tra questi principii ve ne sono due che paiono contraddittorii , ma che invece si completano a vicenda : il primo dice non doversi e non potersi fare il male per averne un bene ; l ' altro dice doversi in presenza di due mali ugualmente probabili contenerci in modo da evitare che sopravvenga quello più grave . II . I cattolici , come cittadini , sono liberi di apprezzare il bene , il male , il maggiore o minor male , in rapporto alla visione e alla concezione che essi abbiano del pubblico interesse in un determinato momento storico , s ' intende quando questo loro apprezzamento non importi la lesione o l ' obliterazione di un principio assoluto ; e liberi quindi di aderire a quel partito che meglio risponda alle loro idee : naturalmente però saranno meglio in grado di influire e di operare se si tengano stretti in un partito unico , e adottino un unico programma concreto , una unica tattica caso per caso . III . Nell ' esercizio del voto politico o amministrativo , ogni partito deve essere arbitro di decidere la propria condotta : è chiaro che un partito nel quale siano raccolti a preferenza i cattolici terrà conto nel deciderla anche di convenienze morali a cui altri partiti possano invece essere indifferenti . Che se la condotta del partito non tranquillasse taluni dei suoi aderenti , suscitando i cosiddetti casi di coscienza , ciascuno provvederà a risolverli colle norme volute dalla disciplina e dalla prassi religiosa . IV . Ove esistano organizzazioni cattoliche ufficiali , se queste credessero di dover prendere posizione in competizioni elettorali , sia pure sotto forma di proclamazioni di principio , nessuno potrebbe vietare ai cattolici membri di qualsiasi partito di scostarsi dal partito stesso , per aderire alla Azione cattolica ; ma viceversa nessuno potrebbe imporlo , senza tramutare la questione di coscienza personale in questione di responsabilità politica collettiva . Non è già che con queste parole si affermi legittimo il conflitto fra coscienza e dovere religioso e coscienza e dovere civile ; no : si esclude invece che un tale conflitto possa esistere come conflitto d ' ordine pubblico e generale anziché come conflitto puramente individuale . La conclusione ? La conclusione non può essere che l ' applicazione , e l ' applicazione non si fa che ai casi concreti : la faremo dunque a suo tempo : oggi non sarebbe che pericoloso gioco d ' ipotesi .
A PROPOSITO DI NAZIONALISMO ( CIVITAS , 1923 )
StampaPeriodica ,
È di moda ormai il proclamare morta e sepolta l ' idea internazionalista , che nel suo concetto più esteso si spinge fino a quello che chiamano utopia , cioè alla aspirazione di un ' epoca nella quale i due dati storici e sociali umanità e civiltà si identificano ; e tutto l ' intellettualismo predominante si concentra oggi nella rivalorizzazione fino alla iperestesia dei concetto di nazione , posto a base necessaria ed unica , e quasi condizione esclusiva di esistenza , per gli Stati . Umanità e nazione sono così divenuti i due termini della tragica antitesi che domina l ' età nostra ; tanto che uno ha quasi vergogna e paura di passare , oltreché per antipatriota , anche per ignorante , se non accetta e non proclama la grande tesi moderna , non solo della nazione principio e fine di una coscienza evoluta , ma del conseguente ripudio del sogno umanitarista . Non si tratta però che di un grande errore , o meglio di un grande equivoco , contro il quale il pensiero sociologico ispirato dalla dottrina e dalla esperienza cristiana ha diritto e dovere di reagire . La verità è che non esiste conflitto fra l ' idea di nazionalità e quella di umanità , più di quel che possa esistere un conflitto fra l ' idea di patria e quella di famiglia . Per arrivare al concetto di umanità bisogna partire dal concetto di uomo : ma l ' uomo non ha vita se non nella società ; anzi in un sistema di società successive , le quali sono come altrettanti circoli concentrici , che dall ' uno si propagano appunto fino alla umanità . E ancora . Come il concetto di vita è inseparabile da quello di società , quello di società è inseparabile da quello di organizzazione : ogni società , a cominciare dalla domestica , è una organizzazione determinata da speciali bisogni , interessi e sentimenti . L ' umanità è l ' ultimo circolo , è la società più estesa ; ma , se essa come sentimento può sussistere quasi in forma di entità astratta , come realtà non può essere se non la risultante di tutte le entità intermedie nelle quali è organizzata la vita sociale dell ' uomo . Fissati questi principii di ordine generale che sono incontrovertibili , se ne deduce che lungi dal contrapporsi alla idea di umanità , l ' idea di nazione non può a meno di farvi riferimento : come le nazioni sono la somma di famiglie viventi sopra un suolo delimitato da confini naturali , e quindi aventi comunanza di beni , di lingua , di storia , di fede ; come gli Stati sono la somma di enti minori , regioni , provincie , comuni , ciascuno dei quali rappresenta una classificazione di esigenze sociali e di funzioni politiche ed amministrative ; così l ' umanità è e non può essere che la somma delle nazioni e degli Stati , che è quanto dire delle patrie ; né è lecito supporre che si radichi saldamente la coscienza di umanità in chi non abbia la coscienza di patria , più di quel che sia lecito ammettere buon patriota il cittadino che non sente la famiglia e il comune . La coesistenza nell ' uomo civile di tutte le idee graduate corrispondenti alle successive società nelle quali si organizza la sua vita , è naturalmente più o meno cosciente , più o meno pacifica , più o meno effettiva a seconda dello sviluppo della sua coltura e delle condizioni storiche e ambientali di civiltà . Onde non si può ammettere che nella coscienza dell ' uomo colto si delinei necessariamente un conflitto tra la idea di umanità e quella di nazionalità ; al contrario al maggior grado di coltura dovrebbe appunto corrispondere la eliminazione di tale conflitto ; quanto più l ' individuo allargherà i confini delle proprie cognizioni , tanto più facile gli riuscirà stabilire fra le due idee quella armonia e quella coordinazione in cui tutti riconosciamo doversi cercare la base di una più sicura e tranquilla convivenza degli uomini fra loro . Qualche teologo ha espresso il pensiero ( all ' estero si capisce , non in Italia , perché qui da noi il fascismo ha reso prudenti e cauti anche i teologi ) che il nazionalismo sarà l ' eresia che la Chiesa dovrà condannare nel secolo XX . C ' è della esagerazione , ma c ' è della verità ; a seconda che ci si intenda sul contenuto della parola . Quando si parla di nazionalismo non accettabile dalla dottrina della Chiesa cattolica , non si intende il complesso di attività dirette a valorizzare politicamente la nazione , a tenerne viva la coscienza , a permearla di un profondo e operativo spirito di solidarietà , di difesa , di emulazione ; no ; si intende il nazionalismo come sistema etico sociale , quale è venuto foggiandosi nel primo decennio del secolo attuale un po ' in tutti i paesi d ' Europa , ma specialmente pur con diversa fisionomia esteriore in Francia , in Italia , in Germania . Per vero , come sistema etico - sociale , il nazionalismo mette a base della sua dottrina la constatazione di un fatto ; il fatto cioè che i rapporti fra le nazioni , a differenza dei rapporti fra gli individui , sono regolati principalmente dalla forza , perché mentre l ' individuo può attendere la giustizia dallo Stato che è sopra di lui , la nazione , che non ha nessuno sopra di sé , non può attenderla che da sé stessa . Di qui la convinzione nei nazionalisti che la civiltà futura lungi dal recarci l ' abolizione della guerra , la renderà semplicemente più rara , ma appunto per questo più terribile ; e la conseguente affermazione che la nazione è al presente , sarà in avvenire come fu per il passato , dominata dalla ferrea necessità della lotta per la vita , per vincere la quale non può sperare se non nella sua forza . E quando dice forza , il nazionalismo intende armi . Stando così le cose è naturale , anche se non completamente logico o per lo meno non assolutamente necessario , che il nazionalismo passi alla apologia della guerra , in cui non ammette che ci siano soltanto la violenza e il dolore ; e proclama invece che essa può suscitare e ravvivare altissime virtù morali e purissime forze ideali , e riuscire perfino la fiamma purificatrice di un popolo che nella pace si corrompe e si estenua . Quindi il nazionalismo riprova il pacifismo ; e lo riprova pure nella sua forma ridotta , quando cioè si rassegna alla guerra come ad una necessità ; perché la guerra , così tollerata , si abbassa e si avvilisce , mentre essa deve rimanere nella coscienza del popolo come uno strumento il più valido di civiltà , e quando occorre , combattersi con entusiasmo . E non basta . Il nazionalismo si spinge più innanzi e cerca la giustificazione , anzi la glorificazione della guerra , oltreché nell ' utilità della nazione , nel vantaggio della società ; in quanto la pace per un popolo in aumento si traduce in miseria , in abbrutimento , in morte , mentre d ' altra parte il vero miglioramento umano si basa sulla selezione e sul sacrificio degli individui ; sul sacrificio cioè di quel che vive oggi a quel che vivrà domani ; cosicché la morale socialmente utile è quella di un popolo che tenda a conquistare per sé la massima quota di dominio , nel mondo : la morale per dirla col linguaggio di uno degli apostoli del nazionalismo imperialistica ; in una parola , quella morale suscitatrice di energia che il Sorel chiamava morale dei produttori , in contrapposto dell ' imbelle morale dei consumatori . Questa la struttura dottrinaria del nazionalismo ; e l ' averla sommariamente esposta basterà a ciascuno dei nostri lettori per chiarirne le inconciliabilità con parecchi dei principii fondamentali del cristianesimo . In altre questioni per esempio in quelle riflettenti la superiorità dell ' interesse nazionale sull ' interesse di classe , e la preminenza , per uno Stato , dei problemi esterni su quelli interni potremo coi nazionalisti essere spesso di accordo ; non certo nel riconoscere che la legge fra i popoli sia , istituzionalmente , la forza anziché il diritto , che la giustizia collettiva sia diversa da quella individuale , che lo stato di necessità si traduca in uno stato normale , che l ' individuo debba essere sacrificato alla specie , e che la civiltà consista nel dominio del più potente . Ecco perché , mentre noi non disconosceremo mai , anzi apprezzeremo sempre il valore di un elevato spirito nazionale inteso come propulsore di energie interne alla efficace tutela anche dei nostri interessi esterni , e come educatore alla dignità ed occorrendo al sacrificio per la patria , non potremmo senza dimenticare e misconoscere gli insegnamenti più nobili e più santi del cristianesimo che consideriamo come la legge della vera civiltà favorire un movimento , il quale , all ' infuori delle sue giustificazioni transeunti , tende a rimettere in onore i postulati di un positivismo di vecchia maniera , e va a confondersi , per altra via , nello stagno pestifero del materialismo storico , donde germinò già l ' infezione del socialismo .