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La letteratura meridionalistica ( Carocci Giovanni , 1958 )
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Il lettore scuserà la disorganicità di queste brevi note . Non hanno alcuna pretesa di completezza : vogliono sollevare dei problemi , più che risolverli . Sono state scritte nella speranza che si possa aprire una discussione su alcuni temi che interessano tutto il movimento operaio . Manca una letteratura che rifletta la realtà viva del proletariato industriale . Per letteratura non intendo evidentemente la narrativa in senso stretto quanto piuttosto quella più ampia produzione scritta che va dall ' inchiesta al saggio , dal romanzo ambientato in una società industriale a qualsiasi altra espressione creativa che faccia centro sull ' umanità operaia , dalla raccolta sistematica di quanto il proletariato spontaneamente produce a quanto , spinto dalla cultura che ad esso è legata , può produrre sulla propria condizione . Una tale produzione si fa letteratura poiché « narra » la società , animando il tessuto sociale , cogliendolo in tutta la sua mobile complessità piuttosto che riprodurlo come una cosa senza vita , frutto di una visione meccanica dei rapporti sociali . Una letteratura . intesa in questo senso , si è sviluppata partendo dalle zone più arretrate della nostra società , dal proletariato e dal sottoproletariato contadino meridionale . Ma qui si è fermata , senza trovare in se stessa la forza di salire alla visione unitaria della società nazionale . Il motivo di questa intrinseca limitatezza va ricercato , a mio avviso , nella matrice ideologica della letteratura sociologica meridionalista . Sono appunto le sue origini che oggi ne ostacolano una ulteriore espansione ed anzi la spingono verso un processo involutivo . Ad essa comunque restano legati alcuni fondamentali momenti dello sviluppo culturale degli anni del dopoguerra . L ' aspetto più promettente del nostro panorama culturale , ossia la maturità del suo impegno sociale , è passato anche per l ' accostarsi di alcuni settori della cultura democratica ai problemi del mondo contadino meridionale . Questo incontro ha visto molti uomini di cultura di formazione democratica fare propri i problemi della miseria e dell ' arretratezza meridionale . In termini dialettici essi hanno dato una soluzione concreta ai rapporti tra una cultura consapevole della propria responsabilità sociale e la società in cui vive ed opera . Oggi le conclusioni raggiunte ci lasciano insoddisfatti ; nondimeno sono ricche di insegnamenti positivi che , lungi dall ' essere rifiutati , vanno invece studiati e fatti propri dal movimento operaio . I limiti « democratico - borghesi » Alla radice di tutti i limiti della letteratura sociologica meridionalista vi è una concezione democratico - borghese dei problemi sociali . L ' accostamento alle plebi meridionali nasce da un impulso morale ed in esso si esaurisce . La concezione rivoluzionaria della società è del tutto assente : ciò che offende , ciò che muove è l ' inconciliabilità tra una determinata condizione di arretratezza , terribile come una condanna , e lo Stato borghese modernamente inteso . Infine la ricerca delle cause di tanta arretratezza , e delle sue soluzioni , anziché nelle strutture del paese e nella lotta di classe , si esaurisce ( nei casi in cui di questa analisi si senta il bisogno e non ci si limiti ad una visione immobile , fatalista della miseria meridionale ) nell ' indicazione di forze implicite nel mondo meridionale ovvero di forze che agiscono soltanto nella sovrastruttura del paese . Una visione marxista della società parte dalla ricerca delle cause strutturali , delle radici economiche , storiche , politiche della situazione concreta , e cerca nella lotta di classe le forze di ogni trasformazione sociale . Appunto una visione marxista rintracciando nella struttura della società italiana e nella politica delle sue classi dirigenti i motivi di fondo dell ' arretratezza meridionale , e vedendo nella lotta di classe le forze per la sua rottura , avrebbe immesso la letteratura sociologica meridionalistica in un orizzonte più ampio , l ' avrebbe liberata da quanto ha oggi di chiuso , di limitato e talvolta di provinciale . L ' assenza di rigore Tutta la letteratura meridionalista ha un impronta sociologica , ma nel suo interno si è venuta formando una produzione sociologica vera e propria , una scuola addirittura . Deficienza palese di questa corrente , suo grave limite , è l ' assenza di rigore metodologico . , la mancanza di sufficiente spirito sistematico e critico , un modo improvvisato , talvolta ingenuo , di affrontare la realtà sociale . Ciò che le manca è lo a spirito scientifico A , ed alla radice di queste deficienze troviamo nuovamente la matrice ideologica democratico - borghese . Contenuto scientifico della produzione sociologica significa infatti aderenza alla struttura della vita sociale . Il problema del come darsi un maggior rigore non si risolve , come molti credono , assorbendo semplicemente le tecniche della sociologia tradizionale . La tecnica , la metodologia di per se stessa , non qualificano nulla . È lo spirito con cui ci si avvicina alla realtà , l ' angolo visuale da cui si parte . l ' ideologia insomma , che hanno una sostanza scientifica o meno . Una stessa tecnica . intesa nel più moderno dei modi . può condurre a risultati opposti , a sistemare un mondo fondato sulla ragione e sulla materia , come un altro metafisico ed irrazionale . Non si tratta però , si badi bene , di svalutare la metodologia di lavoro , si tratta invece di utilizzarla per ciò che essa realmente è : uno strumento nelle mani dello scienziato . Un fatto vivo nella cultura La letteratura sociologica meridionalista di questo dopoguerra nasce dall ' incontro tra la miseria del Sud ed alcuni settori della nostra cultura democratica i quali sentivano l ' urgenza di concretare il proprio impegno sociale . Ebbene l ' occasione ed i motivi di questo incontro hanno avuto grande importanza nello sviluppo della sociologia meridionalista . Ad essi si devono tutti i suoi tratti distintivi , quegli elementi che ne fanno una esperienza originale e culturalmente produttiva . Innanzitutto la produzione sociologica , questa poveretta tirata sempre in ballo e sempre ridotta da scienza a tecnica , da elemento vivo ad arida disquisizione su di una realtà sociale sterilizzata , nell ' incontro con questi intellettuali , ansiosi di impegnare le proprie energie , si nutre di una autentica problematica ideologica che ne amplia l ' Orizzonte e la trasforma in uno dei fatti più vivi della nostra cultura di questo dopoguerra . In secondo luogo proprio perché in essa molti intellettuali vedevano realizzato il proprio legame con la società , ha acquistato un carattere impegnato che le dà una impronta assolutamente originale . Lo studioso non si accosta alla realtà solo per interpretarla : la rappresentazione sottintende un fine politico , ossia la trasformazione delle società stesse . Vi è un altro aspetto della sociologia meridionalista che va sottolineato . L ' apporto della esperienza narrativa è stato rilevante ed ha lasciato evidenti tracce . Le vediamo principalmente in alcune tecniche che la sociologia meridionalista ha in parte acquistato , in parte raffinato sul modulo letterario : la biografia , l ' intervista , la descrizione ambientale etc. Ma ci sembra che il contributo della narrativa si condensi soprattutto in un particolare atteggiamento dinanzi alla realtà ; va visto cioè nella tendenza a a narrare » la società , a tradurla in immagine viva , in qualcosa di palpitante , a darle un volto ed una espressione morale . Il sociologo cioè , proprio perché non è più un tecnico ma un intellettuale , proprio perché non si propone di registrare la realtà ma di trasformarla , non è più agnostico ma porta nello studio tutta la propria carica ideologica e morale che tenta di trasferire ai gruppi sociali che influenza . Le suggestioni del mondo primitivo Le stesse origini ideologiche che hanno spinto determinati intellettuali verso la sociologia ( e introdotto un limite nel loro orizzonte ) , hanno contribuito ad orientarli verso il mondo contadino arretrato . Una formazione ideologica democratico - borghese , sensibile soprattutto alle lacune dello Stato borghese moderne , era evidentemente portata , nella nostra società , ad orientarsi verso il mondo arretrato dove la miseria è miseria , la fame è fame , l ' ignoranza e l ' abbandono si manifestano nelle loro forme più crude e sconcertanti . Qui i problemi sono più scoperti , le responsabilità più evidenti , non occorre scavare gli uni e le altre nelle pieghe di una società complessa e contraddittoria . Anche un altro motivo va messo in rilievo quando ci si chiede perché questi sociologhi improvvisati si sono diretti verso il mondo contadino : la origine letteraria di gran parte di essi . Nella società arretrata infatti , nei suoi uomini , si celavano delle suggestioni che li hanno sedotti con quanto di primordiale , di immediato , di intensamente tragico recavano in sé . In sostanza è l ' assenza di una visione marxista dei fatti sociali a far ritenere a molti intellettuali che nelle società arretrate vi sia una carica drammatica che le società evolute , quelle di tipo industriale , non hanno . Questa carica drammatica , dicono molti , deriva dalla elementarietà dei problemi , dalla loro asprezza , dal fatto che l ' uomo non è ancora stato plasmato da più complessi rapporti sociali , dal costante rapporto con i fatti della natura . Questa convinzione che vi sia nel mondo contadino arretrato una carica drammatica la quale invece manca nella società industriale , è profondamente radicata tra molti intellettuali . Direttamente o per via indiretta essa alimenta una concezione piccolo borghese , anonima e noiosa del mondo operaio . Le forme dei contrasti sociali In realtà ci troviamo di fronte ad una visione borghese dei fatti sociali . La vita di una società infatti , quanto vi è in essa di drammatico , di tragico talvolta , scaturisce dalla struttura produttiva e dai contrasti sociali che partono dai rapporti con la produzione . I contrasti sono l ' anima , la forza motrice della società , avvengano sul terreno dei rapporti di produzione o su quello del potere politico , nella struttura o nella sovrastruttura o nell ' una e l ' altra in diverse combinazioni . Questo è il nucleo drammatico che colpisce e stimola lo spirito creativo nel suo studio della società ; è da questi contrasti , talora sopiti ma tuttavia presenti ed operanti , talora laceranti , è da questi contrasti connaturati alla vita sociale che scaturisce quanto di drammatico , di tragico , vi è nel destino dell ' uomo . La società , la vita sociale , è sempre un fatto drammatico , si manifesti questa tensione nell ' esasperazione della fame , dell ' ignoranza , dell ' abbandono o si trasferisca invece , nelle società più evolute , ad un livello che corrisponde non più , per così dire . alle esigenze fisiologiche bensì a quelle sociali . Nei paesi arretrati i contrasti sono radicali e si manifestano nelle strutture . In queste aree il permanere di determinate condizioni strutturali , dovute ai rapporti di classe esistenti , garantisce ai gruppi dominanti la permanente inferiorità delle classi subordinate ed il perpetuarsi dei propri privilegi . La lotta di classe , che costituisce il motore del progresso civile , avviene al livello delle strutture ed in termini rivoluzionari . Solo il rovesciamento dei rapporti di produzione esistenti consente lo sviluppo economico ed il progresso civile di quei paesi . Massima è dunque , proprio nella struttura , la tensione rivoluzionaria „ anche se talora ciò non appare chiaramente perché ancora assenti le forze capaci di darle contenuto politico e veste ideologica . Via via che le società si evolvono i contrasti , così appariscenti nei paesi arretrati . vanno a celarsi sin nelle pieghe più nascoste . La loro caratteristica è di non operare più prevalentemente al livello delle strutture economiche e dei rapporti di produzione . ma di trasferirsi anche al livello delle sovrastrutture . In alcuni paesi può addirittura apparire che i contrasti si siano prevalentemente trasferiti su questo terreno . Tutto ciò corrisponde , si diceva , ai diversi gradi di sviluppo della società civile . Ebbene , proprio perché l ' individuo è frutto della società , anche le sue necessità vitali variano a seconda dell ' ambiente che lo ha condizionato . In una società più evoluta l ' individuo dispiega la propria vita su di un arco assai più ampio : magari , più complesse , ma tuttavia sempre vitali sono le sue esigenze . Il suo contrasto con la società ( come quello del suo gruppo e della sua classe ) non avviene più soltanto o prevalentemente sul terreno delle esigenze elementari di vita ma su quello più composito in cui si fondono necessità materiali , sociali e spirituali . La condizione operaia in Italia Chi nega un reale contenuto drammatico alle società evolute compie generalmente un secondo errore quando paragona la condizione operaia in Italia con quella degli altri paesi occidentali . È questo un errore assai frequente e mi sembra il frutto , di una visione falsa della struttura economica su cui si sviluppa e vive la società operaia , dall ' altra di un errore di metodo per cui si considera un ambiente sociale separandolo dal contesto generale da cui , lo si voglia o no , è condizionato . In realtà il settore industriale è contraddistinto da profondi squilibri che si ripercuotono e improntano di sé il tessuto sociale che esso nutre . Frutto di una politica di classe contraria agli interessi collettivi , questi squilibri tendono ad aggravarsi e riproducono all ' interno del settore industriale una situazione in cui si intrecciano aree depresse ed aree sviluppate . Ma sulla condizione operaia grava anche , sia sotto il profilo economico sia sotto quello politico e sociale , il peso negativo della persistente arretratezza di larga parte del paese . Ecco allora che la classe operaia italiana si trova in una condizione particolare . Gli squilibri strutturali esistenti nel paese e quelli presenti nella stessa area industriale , le danno dei compiti ed una vocazione rivoluzionaria del tutto originali rispetto a quelli impliciti negli altri paesi occidentali . Non esistono paralleli sociali scientificamente validi quando milioni di disoccupati e di sottoccupati gravano sul mercato del lavoro , quando lo sviluppo industriale , e più generalmente produttivo , si compie sotto la spinta e sotto la direzione dei gruppi monopolistici aggravando gli squilibri esistenti , quando le discriminazioni sono il solo , il vero sistema che regola i rapporti tra lavoratore e datore di lavoro , quando nelle fabbriche regna la sopraffazione ed i lavoratori vengono quotidianamente umiliati , quando gli operai non possiedono né validi organismi sindacali né una legislazione del lavoro che li tuteli in modo adeguato . Inesistenza di una « letteratura operaia » Il settore più avanzato della cultura democratico - borghese si è avvicinato alla società che le era più vicina ed ha saputo penetrarla ed esprimerla . Oggi , pur con tutte le riserve che abbiamo avanzato , possediamo un ' immagine viva del mondo arretrato meridionale . Manca invece del tutto , in questo dopoguerra , una letteratura , e soprattutto una sociologia capaci di interpretare la realtà sociale dal punto di vista marxista . Manca in primo luogo un ' immagine viva , attuale , del proletariato industriale visto non solo nella sua struttura ma anche nella sua tensione morale . Alla relativa forza politica del movimento operaio , e soprattutto alla sua profonda penetrazione nel tessuto sociale del paese , non corrisponde , sul piano culturale , una interpretazione altrettanto ricca di quella che è la struttura della società nazionale . Lo stesso termine « classe operaia » nasconde una realtà vivente ma senza volto , una realtà con la quale si è perduto un contatto diretto e che ci resta distorta , mummificata spesso , per essere divenuta un mito anziché l ' oggetto di meditazione e di studio . In sostanza la cultura legata alle istanze di classe ha dimostrato di intendere in modo meccanico il proprio legame col movimento operaio e con la società nazionale , ed ha finito per trovarsi a rimorchio delle esperienze concrete che i partiti e le organizzazioni di classe conducono quotidianamente nel paese I motivi di fondo I motivi di fondo della debolezza della cultura marxista vanno ricercati non solo nella sua formazione ma anche nelle prospettive politiche della lotta del movimento operaio e della funzione che , in questa lotta , esso ha assegnato alla cultura . Per quanto concerne la formazione della cultura marxista va rilevata l ' origine idealista di molti intellettuali ed il peso della tradizione accademica . Entrambi questi elementi costituivano una forte remora ad una visione spregiudicata e diretta della società . Al contrario tutto spingeva alla disquisizione astratta , all ' ideologismo , allo studio pedantesco e filologico dei sacri testi piuttosto che all ' esame diretto della realtà in cui si muove il movimento operaio . Nella stessa direzione premeva la subordinazione del movimento operaio italiano alla strategia del blocco socialista e la prospettiva della presa violenta del potere in occasione di una crisi di carattere internazionale . Accettata la prospettiva della rottura violenta , e preso lo Stato sovietico come modello di edificazione socialista , il solo problema che si pone è quello della conquista rivoluzionaria dello Stato sotto la guida del partito operaio . Tutto diviene strumentale , anche la cultura la cui funzione non è più di studiare la realtà ma di servire da bandiera . Non ponendosi il problema della conquista progressiva di un maggior potere nelle strutture dello Stato borghese , non esiste né un problema di partecipazione e di educazione delle masse , né il problema dello studio della situazione concreta in cui il movimento operaio opera . al fine di indicargli come trasformare la realtà . Il rapporto tra il partito e le masse popolari si svolge a senso unico , dall ' alto verso il basso ; proprio come si svolge il rapporto tra il partito e la cultura vicina al movimento operaio . Il travaglio del movimento operaio iniziato col XX Congresso ha messo in nuova luce tendenze già operanti , ed ha dato tutt ' altra prospettiva di lotta ai partiti ed alle organizzazioni di classe . Via pacifica al socialismo , pur in una situazione strutturale che si presenta rivoluzionaria , significa appunto conquista progressiva di un maggior potere nell ' ambito di una società che è borghese . Postulato di questa lotta è la partecipazione delle masse , la loro costante mobilitazione , in direzione dei temi di struttura , la loro continua educazione alla gestione delle aree di potere che progressivamente conquistano . Ciò significa prospettiva della conquista popolare dello stato borghese dal suo interno e nello stesso tempo educazione all ' esercizio concreto della democrazia diretta . Il rapporto col paese e con le masse popolari diviene adesso reciproco : l ' adesione continua alla realtà del paese ed alla spinta delle masse , e nello stesso tempo il loro orientamento verso i temi di fondo capaci di creare un ' alternativa rivoluzionaria al potere borghese , sono due aspetti inscindibili di una stessa politica . È in questo quadro che la cultura marxista deve sapere sviluppare un rapporto funzionale , veramente politico , col movimento operaio . Suo compito , suo compito politico è saper analizzare la realtà vivente in cui opera il movimento di classe . Se è vero che l ' attuale prospettiva politica richiede una costante adesione alla realtà del paese , allora la funzione della cultura marxista è divenuta fondamentale ed insostituibile . Non comprendere il significato politico della autonomia della ricerca , riproporre in termini meccanici e subordinati il rapporto tra la cultura marxista ed il movimento operaio , significa oggi divenire dei conservatori , ostacolare la lotta per lo Stato socialista .
La fabbrica e l'operaio ( Carocci Giovanni , 1958 )
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Si dice che il mondo della fabbrica , il mondo meccanico della produzione industriale sia grigio , amorfo , tendenzialmente piccolo borghese . Ebbene non ha nulla di tragico la decadenza di un operaio specializzato che dopo aver trascorso la propria vita nelle officine , al contatto della macchina . tra i compagni di lavoro , colpito da un padrone che spezza d ' un colpo tutti questi legami che facevano parte della sua vita , e che lo perseguita dall ' alto nella città , come una divinità vendicativa ed onnipossente , termina a scaricare la notte casse di verdura ai mercati generali ? Poche ore di lavoro , saltuarie , alcune migliaia di lire al mese , il sussidio di disoccupazione finché dura e un po ' di ortaggi infilati in tasca . O non ha nulla di drammatico la lotta dell ' immigrato , ex bracciante e salariato di una campagna miserabile , il quale si aggrappa alla città ostile dove si snodano le catene di montaggio e la notte il cielo si illumina del bagliore delle colate ? Questo contadino sradicato che lotta muto , ostinato , per occuparsi , per farsi avanti , per unirsi alla famiglia e finalmente per scomparire anch ' esso nella grande città , per confondersi tra la massa dei vecchi operai . Come non è drammatico l ' eroismo silenzioso dell ' operaio cosciente il quale , giorno dopo giorno , ignorato dalla società civile , indifeso , talvolta solo , sfida la prepotenza del padrone rivendicando i propri diritti di cittadino e di operaio ? Non è sconcertante che in officina si debba tacere , tacere e chinare la testa , sentirsi divisi , sentirsi in due parti , una dignitosa e civile che va nascosta , e l ' altra bassa , meschina , egoista , la sola da manifestare in fabbrica se si vuol vivere una vita che almeno materialmente sia tranquilla . È la tragedia della classe operaia che sa di avere dei diritti perché produce , che vede una classe dirigente corrotta e sa di essere sana e forte , che vuole esprimersi , partecipare alla vita civile del paese , ed invece si vede ignorata , esclusa , perennemente ricacciata alla periferia ! La coscienza dei diritti Nell ' esaminare la condizione operaia non è sufficiente limitarsi alle condizioni materiali d ' esistenza ma è necessario studiare accanto a queste come venga soddisfatto quel complesso di necessità di ordine sociale che , nel caso di una società evoluta , sono divenute vitali ed incomprimibili per l ' individuo . In modo particolare occorre verificare come la società assorbe l ' individuo ( il gruppo , la classe ) e lo fa partecipe del proprio processo evolutivo . Occorre verificare se soddisfa o meno la tensione dell ' individuo a non essere subordinato ma attivo , la sua necessità di manifestarsi economicamente , politicamente , socialmente , secondo tutto l ' arco di diritti che il progresso civile gli riconosce . Quando esigenze di espressione sono compresse , quando classi o gruppi sociali vedono negato il proprio diritto storico ad essere partecipi , sotto ogni aspetto , del progresso civile , quando vi è una contraddizione tra i diritti che lo sviluppo economico dà ai produttori , ed i rapporti produttivi e di classe che comprimono l ' esercizio reale di questi diritti , allora vi è nella società un malessere profondo , una carica drammatica che bisogna denunciare . Ciò che oggi rende particolarmente drammatica la condizione operaia nel nostro paese è appunto la contraddizione tra la maturità sociale e politica dei lavoratori , tra la consapevolezza dei loro diritti di produttori , ed i rapporti di produzione esistenti che consentono agli imprenditori di imporre l ' alienazione globale di chi lavora . Si trovi al confine della fame o abbia invece raggiunto un tenore di vita che Io liberi dall ' assillo della miseria ( come avviene nei settori di capitalismo più sviluppato , soprattutto in quelli monopolistici ) , l ' operaio non ha scelta : se vuol cedere la propria forza lavoro deve cedere contemporaneamente , durante le ore di officina , l ' esercizio concreto dei propri diritti , deve rinunciare alla propria personalità umana . I rapporti di classe L ' alienazione globale è il portato di determinati rapporti di classe . Proprio per questa sua natura essa , diramandosi dalla fabbrica e dal processo produttivo , si trasferisce nel paese dove mira a consolidare i rapporti di classe esistenti nelle officine . Appunto l ' ampiezza dell ' alienazione operaia denuncia l ' arretratezza della struttura economica e sociale del paese e dimostra ancora una volta come sia impossibile paragonare la condizione operaia italiana con quella degli altri paesi industriali dell ' occidente . Essa va dalle forme più evidenti in atto nelle piccole industrie ( anche se spesso , malgrado le condizioni di vita siano intollerabili . , minore è il senso dell ' oppressione ) a quelle più complesse di pressione economica , disciplinare ed ideologica dei grandi gruppi industriali , soprattutto monopolistici , dove nondimeno l ' assenza di ampie prospettive di mercato e la mancanza di un moderno spirito imprenditoriale , la grettezza tradizionale della nostra borghesia industriale , danno a questa pressione un inconfondibile carattere di rozzezza , di brutalità , talvolta di aperto terrorismo . Funzione dell ' alienazione globale è quella di imporre un più completo sfruttamento del lavoro . È evidente infatti che tutta la bardatura di diritti che accompagnano l ' operaio costituisce una remora ad un suo più completo sfruttamento . Pertanto , quando i rapporti di classe lo consentono , l ' imprenditore annulla questi diritti e subordina totalmente l ' operaio . Ma da un altro angolo visuale , assai istruttivo , può essere vista l ' alienazione globale . Essa cioè esprime il livello al quale si forma , nel nostro paese , l ' equilibrio sociale . Negli altri paesi occidentali , grazie al diverso grado di sviluppo del sistema capitalista e alla maggiore forza della classe operaia , la lotta di classe conduce ad un equilibrio che consente un minore sfruttamento del lavoro , che impone il riconoscimento effettivo dei diritti dei produttori e , ora più ora meno , libera la classe operaia dalla sua condizione subalterna e la immette nel moto del progresso civile . In Italia invece , grazie appunto alla sua arretratezza strutturale , l ' imprenditore impone all ' operaio la sua alienazione globale , lo spoglia dei suoi diritti e lo elimina dal moto della storia , e questa pratica si dirama dalla fabbrica nel paese chiamandosi discriminazioni , illegalità , violenza della coscienza individuale , arresto e decadenza della vita democratica , subordinazione dei produttori e , se badiamo alla sostanza senza lasciarci incantare dalle apparenze , vera e propria violenza di classe . Presenza della fabbrica Non si comprende il mondo dell ' operaio se prima non si afferra , in tutta la sua grande portata , il significato della fabbrica per chi vi lavora . La società operaia , la mentalità , il carattere , l ' umanità dell ' operaio , risentono in tutto la presenza della fabbrica . Le lotte operaie , sindacali o politiche , tutte le sfumature ideologiche che si sviluppano con tanto vigore tra gli operai , il legame tra il proletariato industriale ed i partiti di classe sono fatti astratti , cose senza vita , se al loro fondo non si sa vedere l ' esperienza di fabbrica . In sostanza la fabbrica è per l ' operaio il centro naturale in cui si articolano larga parte delle espressioni della sua personalità , si manifestino nel lavoro , nella solidarietà nella lotta . La parte sociale della sua personalità , quella che si manifesta nei rapporti sociali , si realizza di giorno in giorno nelle mille esperienze che compongono la vita di lavoro . L ' operaio riceve costantemente qualcosa dalla vita di fabbrica , sia nei suoi rapporti con i compagni di lavoro , sia nel suo legame col processo produttivo e col padrone , e ad essa dà costantemente parte di se stesso . Ecco allora perché l ' operaio prova un così vivo dolore quando questi legami , sviluppatisi a lungo , vengono bruscamente interrotti . E non si tratta soltanto di dolore ; è sbalordimento , mortificazione e poi rimpianto del passato . Nella sua storia di individuo questo è un momento di grande drammaticità : l ' involucro sociale della sua personalità è scardinato , ad un tratto è crollato qualcosa nella sua vita , la sua continuità si è dolorosamente interrotta . Un legame profondo La fabbrica è l ' ambiente naturale dell ' operaio . Già la sua società lo ha predisposto prima ancora che entri in officina . Nella società operaia si avverte dovunque la presenza della fabbrica . Essa , oltre ad essere concretamente visibile ed a manifestarsi in qualcosa di indefinibile ma concreto nell ' atmosfera cittadina , è nei pensieri , nelle aspettative , nelle preoccupazioni di tutti . Fuori dalla fabbrica , in altre attività , chi è stato operaio è il più delle volte uno spostato , un solitario , un infelice . L ' officina è nel sangue dell ' operaio nei suoi aspetti creativi come in quelli oppressivi . Essa è un fatto immenso nella sua vita , toglietela e ne farete un infelice , lo dimezzerete . Egli accetta la fabbrica , ne ha bisogno ed in essa trova modo di esprimersi . Può fare ciò perché istintivamente dà un giudizio storico : egli sente che quanto vi è nella vita di fabbrica di opprimente , di umiliante , non è nella natura del moderno processo di produzione , ma costituisce il portato di determinati rapporti di classe , di una certa situazione sociale . Egli scinde quanto è la conseguenza logica , accettabile della moderna organizzazione del lavoro , da quanto invece è frutto dell ' uomo . Ecco perché non odia la fabbrica , perché non ne ha orrore ma necessità : gli schiavi non amano la propria prigione . Fortemente drammatico è il legame tra l ' operaio militante e la sua fabbrica . Dati i rapporti di classe esistenti nel paese , l ' imprenditore impone l ' alienazione globale dei lavoratori . Doppiamente dura è la vita d ' officina per chi ha coscienza di classe : non solo deve condurre , all ' interno del processo produttivo , la sua lotta naturale contro il sistema capitalista , ma vede negati tutti i propri diritti , di cui ha consapevolezza e necessità , vede colpito in fabbrica ciò che è legale nel paese , vede violentemente compresso lo slancio a manifestare le proprie esigenze . Dura , esasperante è la vita dell ' operaio cosciente : eppure il grande desiderio del licenziato per rappresaglia , del perseguitato dal padrone , è quello di rientrare nella fabbrica da cui è stato estromesso . Tornare nella fabbrica non significa solo riprendere la lotta , come molti sostengono cedendo alla retorica , ma significa , più modestamente , riannodare le fila di una vita in cui la lotta di classe ha un significato profondo , riprenderla là dove il padrone la ha bruscamente , dolorosamente spezzata . Il centro delle lotte Malgrado il clima oppressivo della fabbrica , così profondo è il suo legame con essa , così forte il suo senso storico , che non ho mai sentito un operaio , per quanto perseguitato dal padrone , proporsi di abbandonare il mondo della fabbrica come cercasse di liberarsi da una condizione per sua natura oppressiva ed immutabile . Il lavoro non è una schiavitù . Esso conferisce dignità alla vita . , inserisce l ' individuo nella società , ne fa un produttore . Ma vi è di più : il lavoro è anche un modo di esprimersi , di trovare cioè una risposta alla propria esistenza dando forma concreta a tutto ciò che vi è in noi di buono e di utile . Colpisce l ' attaccamento dell ' operaio specializzato al proprio lavoro . Questo attaccamento non è soltanto la caratteristica di una élite operaia , ma , se è vero che qui ha la sua manifestazione più appariscente , è comune a tutti coloro che lavorano e vedono la materializzazione della propria attività e della propria tensione interiore . Ignoro se in altre classi si verifichi un legame altrettanto profondo col lavoro , nato dal trovarvi sia la propria dignità sociale , sia l ' espressione della propria interiorità , un attaccamento insomma che abbia un significato morale altrettanto intenso . Da che cosa deriva la « passione » dell ' operaio per il proprio lavoro ? ( Si badi bene : non intendo dire che tutti gli operai provino questa passione , nemmeno che la loro media provi comunemente un sentimento così forte ; intendo invece dire che nutre questa « passione » una élite che però è determinante per comprendere il « carattere » della classe operaia ) . Credo essa vada attribuita al sentimento di essere una classe nuova in una struttura economica che va rapidamente trasformandosi e facendo delle attività industriali il fattore decisivo del progresso civile . L ' operaio si sente al centro delle trasformazioni che vanno così sensibilmente accelerando lo sviluppo della società ; quanto vi è di più moderno nella tecnica , e di più importante negli esperimenti sociali , passa attraverso di lui . D ' altro canto risente anche dei benefici materiali che derivano dalla sua posizione . Ma se la classe operaia sente di trovarsi , per così dire , nel centro motore del progresso civile , essa sa anche che è in questo settore del processo produttivo che si decidono , nella loro sostanza , i rapporti di produzione , che le lotte sociali condotte sul suo terreno sono appunto quelle decisive per l ' orientamento della società e per i rapporti di forza tra le classi . In altre parole la classe operaia sa , più o meno consapevolmente , di trovarsi ad un tempo nel centro strutturale del progresso civile ed in quello decisivo per la lotta di classe . Faccia a faccia con la borghesia industriale , essa pone la propria candidatura a classe dirigente nel cuore del progresso economico e civile . Si tratta come si vede di sentimenti vaghi , assai generici così formulati , ma sono sentimenti per così dire « storici » , decisivi nell ' atteggiamento e nelle lotte di una classe . Essi non hanno nulla di astratto e , pur essendo il più delle volte inconsci , pur traducendosi in un modo di agire che non sa darsi una spiegazione ideologica , si alimentano ininterrottamente nel concreto del processo produttivo , nel fulcro dei rapporti di classe e della struttura della società moderna . Grande importanza , non adeguatamente valutata , hanno nell ' atteggiamento dell ' operaio dinanzi alla società , e nella maturazione di questi incerti ma concreti sentimenti della propria funzione , le ideologie che operano nel mondo operaio . In genere chi vede il mondo operaio come una società amorfa , tendenzialmente piccolo borghese , con la vocazione della casetta , del frigidaire , della televisione , è condotto ad un secondo errore . Proprio perché mosso da una concezione superficiale dei fatti sociali , egli concepisce la società operaia come qualcosa di livellato , di appiattito , di analogo alla produzione in serie . Egli perde insomma il senso della tridimensionalità nei fatti sociali . I livelli diversi di consapevolezza Ebbene la struttura della società operaia si presenta assai complessa , sia dal punto di vista della anatomia sociale , sia da quello della fisiologia sociale . Vi sono in essa diversissimi livelli di condizione economica , di educazione , di consapevolezza ideologica . Al suo interno agiscono organismi che la improntano profondamente come il sindacato , il partito di classe , la rete cooperativa etc. Nella società industriale agiscono fenomeni come l ' immigrazione dalle campagne , la politica riformistica dei gruppi monopolistici , l ' offensiva ideologica e politica dello schieramento industriale , i riflessi sociali della introduzione di nuove tecniche produttive etc . , fenomeni che incidono profondamente sulla struttura di questa società e sugli individui che ne fanno parte . E tutto ciò va visto non per schermi , non staticamente , bensì nel suo sviluppo dinamico , nei rapporti concreti , nei reciproci influssi tra fatti di struttura e di sovrastruttura . Di grande interesse per una sociologia legata al movimento operaio sarebbe lo studio del settore operaio che è legato alle istanze di classe , analisi descrittiva che , nutrendosi di lieviti storici ed ideologici , miri a fissare la vita reale di questa zona della società . Ad esempio non si dà rilievo al fatto che all ' interno del movimento di classe esistono diversi livelli di consapevolezza politica ed ideologica , e che a questi diversi gradi di consapevolezza corrispondono diverse funzioni nel corpo sociale preso in esame . Si va così dall ' operaio la cui fedeltà al movimento di classe è data dall ' odio cieco , insopprimibile per il padrone , a quello che è invece consapevole della propria funzione di classe , dall ' operaio che oppone al padrone soltanto la propria ostinata resistenza a quello che , sul luogo di lavoro , sa trasformare una resistenza in una politica . Ebbene è evidente che a questi diversi gradi di maturità ideologica corrispondono influssi diversi ( spesso valorizzati o compressi dalla politica generale del movimento operaio ) sulla struttura del movimento di classe e , di riflesso , sulla società operaia . È di grande importanza politica afferrare la complessità degli strati sociali sui quali hanno presa le nostre organizzazioni , studiare i rapporti tra i vari gradi di consapevolezza ideologica , anche in relazione alla prospettiva politica del movimento , stabilirne i reciproci influssi ed il loro peso sul complesso del movimento di classe . Il contrasto di generazioni Nel corso di una mia inchiesta condotta prevalentemente tra gli operai coscienti del complesso Fiat , ho constatato una mancata diversità nella concezione del mondo tra vecchi e giovani operai . E dicendo vecchi intendo le generazioni che hanno vissuto gli anni del primo dopoguerra , mentre per giovani intendo coloro che si sono formati nella guerra partigiana e negli anni di questo dopoguerra . Questa marcata differenza , che ha una radice profonda nell ' individuo e si manifesta nella personalità , più ancora che nell ' ideologia , corrisponde a due fasi ben distinte della storia del movimento operaio . Sono stati questi periodi distinti , ai quali si accompagnava anche una diversa società operaia , ad esercitare una influenza formativa determinante su chi li ha vissuti . Nel loro corso infatti il movimento operaio ha avuto una natura diversa , una diversa prospettiva politica ed un diverso sentimento di se stesso . E nel caso di chi è legato alle lotte della classe operaia va osservato che il loro influsso è determinante nella storia del suo sviluppo individuale . Paradossalmente , in contrasto con tutto quanto dice il buon senso comune , i vecchi operai hanno un istinto , un temperamento rivoluzionario che invece i giovani hanno in parte perduto . Predomina in essi l ' istinto di classe sulla consapevolezza politica , lo spirito libertario sul senso del reale , la passione sul raziocinio . Sono più avventurosi , più sensibili all ' immaginazione , più intransigenti e fiduciosi , più giovanili . , se vogliamo . dei giovani . Sono il frutto di un socialismo che era più rozzo ma più legato alle masse , di un socialismo che lottava con generosità per un mondo radicalmente diverso , fatto di realtà come di miti , di un socialismo che ancora non conosceva la fatica e l ' amarezza della ragion di stato . Con la loro presenza attiva nel movimento operaio essi costituiscono un perenne richiamo ai motivi primi , più elementari , più generosi del socialismo . Se spesso costituiscono un fattore di resistenza ad una impostazione più moderna e cosciente delle lotte operaie , non dimentichiamo mai che il loro istinto di classe , la loro intransigenza rivoluzionaria , la generosità e lo slancio con cui combattono per le organizzazioni di classe , sono un patrimonio prezioso di spirito rivoluzionario ed una garanzia contro ogni forma di degenerazione piccolo borghese del socialismo . Formatisi negli anni della liberazione e delle lotte di questo dopoguerra , i giovani sono il prodotto di una nuova situazione storica , di una società più vicina alla prosa , se vogliano . là dove l ' altra risentiva del pathos della poesia . Essi sono , il frutto dello stalinismo se per questo s ' intende il socialismo che si consolida là dove ha conquistato il potere , la divisione del mondo in blocchi , la subordinazione della volontà rivoluzionaria alle esigenze della ragion di stato . Ma sono anche il frutto di un socialismo che si è fatto più adulto , che ha acquistato una superiore consapevolezza politica , che si è configurato come nuova classe dirigente ed è in grado di porre . nel nostro paese , una reale alternativa in quanto tale . Il senso di concretezza Si incontrano tra di loro caratteri individuali e sfumature ideologiche assai diverse e spesso contrastanti . C ' è chi dà alla lotta di classe una impostazione radicale e chi invece una impostazione riformista : è soprattutto attorno a queste due prospettive politiche ( alle quali corrispondono temperamenti e caratteri individuali diversi ) che si sviluppano i contrasti . Ma l ' unità che li diversifica dalle passate generazioni c ' è ed è sostanziale . Direi che in essi si è compiuto il passaggio dalla aspirazione ad un mondo diverso , alla trasformazione concreta di questa società , anche se vista in chiavi diverse . In questo essi segnano il passaggio dall ' era dei partiti d ' avanguardia a quella dei partiti di massa , e alle maggiori responsabilità che queste organizzazioni affidano , proprio perché si costituiscono in potere nel potere , ai propri militanti . I giovani dunque hanno sostituito alla improvvisazione la disciplina , alla generica volontà rivoluzionaria la conoscenza dei termini concreti in cui si attua la rivoluzione . Lo studio e la conoscenza dei problemi politici e tecnici sono visti come la condizione per incidere e per trasformare questa società . Senso della realtà , conoscenza dei problemi produttivi , capacità tecniche , qualità tattiche e strategiche , rifiuto di ogni velleitarismo rivoluzionario sono elementi comuni a tutti . In sostanza essi si costituiscono in classe dirigente già nella società borghese e , nei limiti del proprio potere , esercitano queste qualità , piuttosto che essere classe dirigente esclusivamente nei termini della propria tensione rivoluzionaria ed attendere all ' esercizio della propria responsabilità soltanto dopo il salto qualitativo compiuto con la conquista del potere . Si ritiene comunemente che la tradizione sia un fenomeno rilevante e caratteristico del mondo contadino . La forza della tradizione nel mondo contadino è giustamente messa in rapporto con la struttura di questa società , ed il fenomeno è visto sia come strumento di coesione e di stabilità sociale , sia come strumento educativo . La tradizione , intesa come travaso di valori e di cognizioni dall ' ambiente al singolo , rappresenta il tipo di educazione caratteristico della società contadina arretrata . Nelle sue manifestazioni , che talora divengono vere e proprie tecniche , il singolo viene plasmato ideologicamente , riceve regole di condotta , princìpi morali , cognizioni . Valore della tradizione La tradizione si presenta dunque come tipica manifestazione di una società caratterizzata dalla coesione , dalla lentezza del proprio sviluppo se non dalla immobilità , dall ' assenza di bruschi salti qualitativi e di lacerazioni . Del tutto diversa , opposta addirittura , la società industriale : diversa la sua struttura , diverse le forme del suo sviluppo , diverso il suo ideale umano , diverse le finalità e gli strumenti educativi . Va rilevato come la tradizione permanga , anche se come fenomeno secondario , nei gruppi sociali che compongono le società evolute . Essa si presenta ancora come un fattore di coesione e di unità del gruppo , e come uno strumento che consente di travasare nel singolo l ' ideologia del gruppo di cui fa parte . Questo aspetto della tradizione , intesa come educazione ideologica del singolo da parte del gruppo , di travaso di elementi emotivi , sentimentali ( oltre che strettamente ideologici ) dal gruppo al singolo , è rilevante anche tra i settori più avanzati del movimento operaio , e va studiata proprio sotto l ' aspetto della conservazione di determinati valori , sentimentali ed ideologici . In parte , forse , può essere messa in relazione con le origini di contadini inurbati degli attuali operai . Un patrimonio comune Così la storia del movimento operaio , soprattutto la storia « fatta » , quella della città , del quartiere e della fabbrica addirittura , divengono elementi vivi , di un comune modo di sentire e vedere le cose , tappe di una comune origine , qualcosa di profondamente formativo e di nient ' affatto libresco . Essa ha come centri diffusori le organizzazioni politiche e sindacali degli operai , ed il nucleo familiare , e passa , arricchendosi e trasformandosi , da compagno a compagno , da gruppo a gruppo , da generazione a generazione . Nei suoi termini più ampi si tramanda di generazione in generazione , spesso fondendo esperienze di campagna ed esperienze di città , assai sovente nella stessa famiglia ( accade continuamente di scoprire nello stesso nucleo familiare una attiva tradizione di lotta di classe ) , e diviene un fattore coesivo di grande importanza , sotto tutti gli aspetti : emotivi e ideologici . In moltissimi casi è per questa via che l ' operaio impara di avere delle radici , una « storia » alle proprie spalle e sempre per questa via amplia la propria esperienza personale in quella del gruppo ; ed infine è ancora per questa via che riceve cognizioni le quali , per quanto grossolane , restano tra gli elementi più vivi e formativi della sua cultura . Alcuni temi di studio Innumerevoli temi attraggono chi studia il mondo operaio , ma compito di chi si accinge a questa analisi è separare i motivi di fondo da quelli secondari . Non solo , ma chi è sensibile alle prospettive di lotta del movimento operaio avrà sempre la sensibilità di individuare , nel groviglio dei problemi , quelli che presentano un motivo d ' interesse immediato , anche se non contingente . Una indagine sulla condizione operaia , come del resto qualsiasi indagine sociologica , deve procedere su due binari che appaiono paralleli ma in realtà , quando il lavoro è proficuo , si sovrappongono : si tratta cioè di studiare la struttura e la vita della società operaia e contemporaneamente di portare alla luce , secondo criteri obbiettivi , le forze morali , le aspirazioni politiche e sociali che agiscono al suo interno . Come non bisogna mai separare la descrizione della società dalle forze che la compongono , così è necessario accompagnare sempre la società con l ' uomo che ne è il centro . Tra i temi di studio per una sociologia operaia , oltre a quelli evidentissimi di base ( quali la struttura dell ' economia , le condizioni sociali , politiche , sindacali ecc. del lavoro , la distribuzione dei redditi , la disoccupazione , e via di seguito ) ne suggerirei altri che vengono posti in primo piano dall ' attuale fase di sviluppo del capitalismo italiano , ed altri ancora connessi prevalentemente allo studio di quello che è l ' « Uomo » operaio . Così , rispetto a Torino , sono temi di grande interesse , oltre a quelli ovvi relativi all ' effetto delle trasformazioni tecnologiche e politiche del grande monopolio sulla composizione della maestranza e sulle lotte sindacali , il nesso tra sviluppo del monopolio cd arca economica subordinata , l ' esame dei rapporti tra immigrazione e politica monopolistica sia all ' interno del complesso Fiat sia in relazione alla sua politica verso l ' area economica subordinata . Infine lo studio della più intima natura del riformismo aziendale , vista soprattutto come indice della mentalità sociale e politica della classe dirigente monopolistica e delle sue componenti ideologiche ( da questo punto di vista si rivelerebbe di estrema utilità lo studio del « linguaggio » dl monopolio , nelle sue pubblicazioni e nei suoi rapporti con le maestranze e con il pubblico ) e nei suoi riflessi sulla personalità dei lavoratori . Temi affascinanti sono quelli connessi al rapporto tra ambiente operaio e personalità ed ideologia dell ' operaio cosciente , soprattutto in relazione all ' influsso formativo delle principali lotte politiche e sociali del nostro secolo , delle prospettive e dell ' ideologia dei partiti e delle organizzazioni di classe . L ' operaio , come ogni altra classe subordinata , ha un profondo bisogno di esprimersi , quasi per una inconsapevole volontà di entrare , anche per questa via , a far parte della storia . Così la biografia resa scientifica e l ' intervista condotta con rigore possono divenire strumenti fondamentali di conoscenza , soprattutto perché consentono di osservare dal basso la fisiologia della società operaia e permettono di afferrare l ' elemento umano osservandone lo sviluppo nella società in cui vive . Necessità di una sociologia marxista Lo sviluppo di una sociologia marxista sarebbe un momento culturale e politico di grande importanza sia per la formazione di una cultura marxista , che abbia stabilito dialetticamente il proprio legame con il movimento operaio , sia perché la via pacifica ( o italiana ) al socialismo sarà una vaga formula fintantoché i partiti operai non conosceranno a fondo la realtà della società nazionale . Si giungerà ad una produzione valida a condizione di liberarsi da ogni sociologismo , dando a questa produzione impronta ideologica ed autentico respiro culturale . Condizione di ogni sociologia marxista è lo spirito scientifico con cui si affronta la realtà , spirito scientifico che , anziché escludere , presuppone l ' impronta ideologica . Si tratta di configurare la condizione operaia nei suoi aspetti strutturali ed in quelli sociali ( in altre parole nella sua anatomia e nella sua fisiologia ) , come nella sua tensione morale . Sono due facce della stessa realtà , l ' intendimento dell ' una presuppone la conoscenza dell ' altra . Proprio perché della società si vuol cogliere il fondo , l ' anima per così dire , occorre lavorare in profondità . Operare in estensione , secondo criteri prevalentemente quantitativi e pedantescamente sociologici , conduce ad un ritratto del tutto superficiale , ad un ritratto in cui manca proprio ciò che ci interessa , ciò che imprime tutto di sé : il carattere .