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PROGRAMMA ( GIGLI OTTAVIO , 1862 )
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Ma non parmi abbia coraggio chi si sforza di non vedere il proprio male , bensì chi vede , il guarda ; e ci proveda ; né ha poi amore , o almeno amore virile , chi illude l ’ infermo , e lo ninna quasi fanciullo , ma colui che gli palesa le infermità , quali ei le vede , studiandole sinceramente , attentamente ... C . Balbo Molto si è fatto per dare a questa Italia libertà , indipendenza ; ma non possiamo dire che fra tante meraviglie di valore militare e di senno civile , noi siamo giunti al compimento de ’ nostri desideri , e il magnanimo re nostro Vittorio Emanuele ben rispondeva il primo dell ’ anno alla deputazione della Camera de ’ deputati : “ Signori , voi molto avete fatto , ma resta molto da fare . ” Resta , dirà taluno , che l ’ esercito debba esser potente ed in punto di guerra , che le leggi uniformi e omogenee fortifichino l ’ interno ordinamento , che il commercio , e l ’ industrie si accrescano , la finanza trovi modo di non ricorrere a prestiti , e si valga delle nazionali ricchezze , vi sia la concordia delle parti per essere rispettati e temuti . Ma v ’ è pure un ’ altra necessità , ricorderemo noi , alla quale non si pensa come si dovrebbe , ed è il perno di tutta questa mole a cui si vuol dare un moto che è la vita della nazione . Essa consiste nell ’ intelligenze illuminate , e nei cuori educati a virtù . Noi abbiamo detestato e rotto il passato col disfare le dinastie nemiche della nazionalità , ci siamo stretti intorno al trono di un Re Galantuomo ; il sentimento del vero e del giusto ci ha condotto a questo , ci ha fatto essere Italiani ; alla parola l ’ Italia deve essere una nazione ; ma i mali che ci vennero dalle cadute signorie sono come per incanto finiti col proclamarci nazione ? Non ci illudiamo : al male che è nelle generazioni corrotte non si rimedia se non studiandolo nelle cause , e mettendo ogni cura la più efficace perché sieno tolte . Non bisogna che fra noi ripetiamo : tutto è fatto , andiamo avanti così ; ma bisogna fare ed aprire , se occorre , colle nostre stesse mani le piaghe che devono esser sanate . Duole certo di dover palesare cose che toccano l ’ amor proprio di una nazione , come a dire , che in Italia vi è molta ignoranza nel popolo minuto ; ma è una verità ch ’ è innanzi a tutti colle testimonianze statistiche , e ciascuno può vedere come la nostra educazione ed istruzione si trovi in proporzioni d ’ assai al di sotto con gli altri popoli civili . Ma per noi questa vergogna non è nostra , e non siam noi che ne dobbiamo arrossire , ma sì quelli che nell ’ imbestiare la specie umana credettero di aver trovato il mezzo di dominare sicuri ed onnipotenti . Se adunque abbiamo la certezza che le classi più numerose e più infime sieno in tale stato di dover essere rendute ai benefici della morale e dell ’ istruzione che , come diceva il Romagnosi , son loro dovuti per diritto naturale ; se la plebe è la parte più sacra della nazione perché è la più degna insieme e la più misera , potremo noi in questo rinnovamento italiano rimanere inoperosi e non rivolgere tutte le nostre cure a sì alto fine ? Né le cure divise de ’ governi , de ’ privati e del clero bastano a mettere vita e ordine a questo concetto di redenzione intellettuale e morale , ed eccone le prove . Niuna parte d ’ Italia ebbe come in Toscana , uomini più egregi per virtù di animo e per senno illuminato e operoso : questi mali che noi lamentiamo , essi videro , e cercarono alleviare : pensarono di propagare con i giornali i sani principi pedagogici , i racconti morali , le virtù cittadine , le scuole di ogni maniera ; mostrarono la necessità delle scuole normali , e fecer note tutte le istituzioni di istruzione educativa d ’ oltre monte e d ’ Italia , ed essi promossero , fondarono asili , scuole serali , di mutuo soccorso , e Casse di risparmio . In Piemonte si gareggiò d ’ uguale virtù . Giornali più popolari sminuzzarono al popolo il pane dell ’ intelletto e i dettami della sana morale . I nomi dei direttori e collaboratori dei giornali La Guida dell ’ Educatore , Le Letture popolari , e le Letture di famiglia rimarranno con fama e riconoscenza postuma ; nel Lombardo Veneto ove lo stesso governo come nel Piemonte non avversava , ma favoriva l ’ istruzione elementare , molti uomini eminenti in carità ed in lettere diedero prova d ’ infaticabile volontà a fare il bene e divulgarlo , e così avvenne nelle province romane : non parliamo del Regno di Napoli e dei Ducati perché ivi l ’ ignoranza era tenuta come dogma di governo . Ma tanto senno , tante civili virtù , tanta carità operatrice che valse al finale compimento di questo nazionale beneficio ? In Piemonte quando erano quattro milioni , dall ’ illustre Aporti fu dimostrato che non presa la proporzione di una sesta parte della popolazione ( che tale sarebbe rappresentata dai fanciulli dai due ai sette anni ) , ma la ventesima , ve ne sarebbero stati 200 mila da educare : e di questi quanti se n ’ educavano ? appena 13.956 ! Ed è da notare che il Piemonte per le istituzioni degli asili e delle scuole d ’ infanzia , era innanzi alle altre parti d ’ Italia : da ciò argomentate lo stato del nostro povero popolo , come le statistiche parziali delle altre provincie cel dimostrano . Venuti ora i tempi in cui molti di questi benemeriti hanno in mano la educazione , e l ’ istruzione pubblica delle loro province , promossero utili leggi , fondarono scuole normali , ma l ’ opera si renderà sempre inefficace se tutti i buoni , se tutti quelli che vogliono fare di questa Italia una nazione , che resti eterna , non si collegano insieme in una volontà , in una azione di far possibile questa rigenerazione d ’ animi ed intelletti : e si persuadano , che è pur carità verso il prossimo , come vuole il nostro divino Maestro , il quale dice , l ’ amore che dobbiamo portarci l ’ uno l ’ altro non ha da consistere in sole parole , né fermarsi nella sola lingua , ma deve essere un amore anche di fatti . Le scuole comunali , gli asili infantili , le scuole serali domenicali sono adunque tutti mezzi atti a risolvere il gran problema , ma devono essere riuniti , e mossi da un ’ azione promotrice e direttiva , che non può essere se non nella maggioranza de ’ cittadini , che nel fare il bene non si propone le sole città , i borghi popolosi , ma le campagne , e ovunque siano uomini da rendere alla patria utili cittadini e cristiani . Così , per l ’ azione collettiva d ’ un gran popolo , pensava l ’ illustre ministro inglese Russell , il quale nel pubblico Parlamento asseriva che i sussidi del governo verso l ’ educazione pubblica potevano accrescersi , ma non si dovesse dipartire menomamente dal principio fondamentale dell ’ azione volontaria dei cittadini ; ché da questa sorgente aveva fiducia di vedere nel futuro scaturire l ’ educazione del popolo . Non per scimiottare estere nazioni noi rechiamo l ’ esempio inglese , ma perché è il più adatto a confortarci a fare pel popolo , e riuscire bene , come avviene in Inghilterra . Noi non porremo qui la quistione se meglio sia la istruzione lasciata libera , o obbligatoria , che ancora non è risoluta fra le nazioni civili , e gli uomini più illuminati . Diremo soltanto che quelle nazioni erano nazioni quando si proponevano e discutevano leggi per sì alto intendimento ; ma che noi siamo per esserlo e a tal fine il modo più sicuro e onnipotente è l ’ educazione del popolo : ricorderemo che l ’ Italia , la quale si è fatta libera in grandissima parte , per il senno , la costanza , la prudenza e il valore del popolo , deve essa stessa provvedere a questo suo diritto , che si è fatto una necessità politica . Bisogna adunque concludere che se una società nazionale raccogliesse le sparte forze , si giovasse di tutti i soccorsi , e da proprietari in campagna cavasse danaro o case , dai contadini , che è possibile , retribuzioni in natura o in denaro , e così dagli artigiani capi di bottega , dalle comuni , che troverebbero largo compenso nel render più sano , morale , istruito il suo popolo , si desse qualche soccorso ; se finalmente ad ogni onesto cittadino fosse permesso di concorrervi , sia pure con un franco all ’ anno , chi dubita che noi non avremmo lo stesso fine glorioso delle società inglesi ? Chi dubita che il Parlamento nostro non la soccorresse con generosità come fece la inglese ? Nei tempi del dispotismo il riunirsi per qualsiasi proposta onorevole e utile alla patria adombrava , era pericolo e spesso costava carcere , esilio ; ed ora essendo liberi , perché non iniziamo questa santa associazione ? Ma intanto per riunire cotali forze , condurle diremo quasi armate in legioni combattenti contro l ’ ignoranza e ’ l vizio , bisognava inalzare un ’ insegna che ci avesse riuniti , che ci avesse fatti conoscere , e direi quasi contare . Questa è il giornale che proponiamo il quale s ’ intitola : Letture Serali pel Popolo . Il minimo prezzo , d ’ esempio unico , che costerà ( per quattro fogli di otto pagine a stampa con incisioni ) poco più di venti centesimi al mese , e le utili materie adatte all ’ intelligenza del popolo , lo faranno entrare in tutte le casipole , in tutte le botteghe , in tutti i focolari de ’ contadini . Ma in questo primo suo apparire ha bisogno che tutti coloro , che si sentono accesi del bene del suo simile procaccino il maggior numero possibile di lettori o di benefattori che si propongano di divulgarlo . E i comuni stessi che hanno cominciato a farsi diffonditori delle scuole serali , potrebbero incoraggiare queste letture prendendone un numero di esemplari , i quali , con i racconti morali ed altre letture educative servirebbero nelle scuole di serale lettura . Noi rivolgeremo spesso le nostre cure ai contadini , che son parte sì eletta di noi stessi ; ma siccome crediamo che l ’ educazione debba precedere l ’ istruzione o almeno andar di pari passo con essa , così il nostro giornale , che si propone di correggere i mali abiti dell ’ animo , potrà essere per tutto quel popolo che vive nella medesima ignoranza e ne ’ costumi corrotto . L ’ istruzione elementare vi si troverà graduata , per quanto può esserlo in un giornale , in guisa da tornare utile a tutti . Gli scrittori non vogliono andar nominati per dotti , ma stimati utili per scelta di materie , per chiarezza di stile e proprietà di lingua idonea allo scopo che si sono proposti . E conoscendone le difficoltà , taluna volta si varranno di scritti d ’ illustri Italiani , che destinati a fruttificare nelle generazioni crescenti , rimangono o ignoranti o in mano di pochi . Noi non accoglieremo nel nostro giornale né polemiche , né garrula e vana letteratura . Ci studieremo di togliere al popolo i suoi pregiudizi , faremo noti gli esempi di virtù cittadine , le istituzioni di beneficenza e di pubblica carità , ridesteremo i sentimenti che più onorano l ’ umana natura , mostreremo come l ’ amore del prossimo , della patria , dell ’ ordine e del lavoro rendano tranquilla e cara la vita . Queste letture avranno due rubriche nuove nei giornali popolari in Italia , e di cui crediamo utile mostrare l ’ opportunità e l ’ importanza . Per la parte morale si è usato spesso far dei racconti che trattando di qualche virtù domestica o pubblica da contrapporsi ai vizi , spesso si dialogavano con nomi presi a caso ; ma se in vece si ponesse da noi sotto le moralità alcun fatto vero accaduto ai nostri grandi capitani , scrittori , politici , popolani , non si avrebbe il doppio scopo di mettere negli animi le stesse massime con esempi veri ? non si potrebbe così via via venir raccontando la storia politica , artistica e letteraria della nostra patria ? Se per esempio sotto la rubrica La virtù infelice mettiamo Dante che cerca asilo e pane alla corte di Cangrande ; se sotto Memoria e riconoscenza si racconterà la visita del Boccaccio alla figlia di Dante monaca in Ravenna ; se sotto la rubrica Le ricompense delle corti agli scrittori , Torquato Tasso a Sant ’ Onofrio ; e così : Amate la verità innanzi la vita , Galileo e l ’ Inquisizione ; Il patibolo e la Patria , Mario Pagano ; Modestia e valore , Garibaldi ; con questi argomenti noi non metteremo amore e riverenza alla patria , al sapere , alla sventura ? Per la parte storica , che è maestra della vita , porremo sotto gli occhi i monumenti disegnati che visibilmente la raccontano , e che oggi al povero popolo che vi si aggira intorno nulla insegnano ; mentre sarebbero scaturigine di considerazioni opportune mettendo sotto gli occhi le nostre divisioni , le guerricciuole pestifere , donde le miserie e la schiavitù nostra passata : e così per contrapposto le grandi virtù antiche e moderne dei nostri liberi popoli . Daremo conto dei libri utili con una bibliografia , e in fine in una cronaca settimanale ragioneremo delle cose più importanti che sono in essa avvenute , traendone quella utilità di politica pratica , che può servire a dirigere l ’ opinione verso i nostri due precipui scopi , che sono la libertà e l ’ indipendenza . Né caldeggeremo più l ’ una che l ’ altra opinione , ma il vero e l ’ onesto , che sono le sole faville che devono tenere accesi gli animi del nostro popolo . Ecco lo scopo che si propone questo giornale , il quale crediamo si raccomandi ad ogni uomo onesto che sia nato in quest ’ Italia , e voglia vederla padrona di se stessa e felice . Né potremo giammai prometterci tanto bene , finché non sappiamo che l ’ educazione e l ’ istruzione non sia divenuta generale , e per esse conformi le forti e sante convinzioni che danno la tenacità de ’ generosi propositi e l ’ affetto e la riverenza verso la patria .
LE NOSTRE INTENZIONI ( GIGLI OTTAVIO , 1863 )
StampaPeriodica ,
Quale più povero , quale più schiavo di colui che nemmeno i pensieri ha liberi e propri : in ogni atto della vita è costretto reggersi con la mente altrui ? P . GIORDANI I giornali politici , di cui oggi abbonda l ’ Italia , sono letti da chi delle curiosità politiche si fa un passatempo , da coloro che vi desiderano le proprie passioni alimentate e difese , e da que ’ pochi che in questi specchi e interpretatori dell ’ opinione pubblica ammirano lo svolgersi successivo dell ’ umano progresso . Ma delle tante famiglie di cui si compone oggi l ’ Italia riunita , quante sono quelle che di politica tengano proposito nelle conversazioni serali con assennatezza , e conoscenza della patria storia ? Pochissime noi crediamo , e ci si fa manifesto dal parteggiare che è ancor vivo per nostra vergogna in Italia : mentre a voler costituire una forte nazione fa di mestieri che la concordia con l ’ educazione politica sorga , e si diffonda nel popolo con opportunità e saviezza di dottrine che fanno gli uomini conoscitori dei propri diritti e doveri . I quali doveri son quelli che temperano i troppo accesi desideri , non sempre richiesti dai tempi , ai quali , come ripeteva sì sovente il Machiavelli , è pur forza si obbedisca dai principi e dai popoli . A que ’ padri di famiglia pertanto che o non conoscono quanto importi questa educazione , o timorosi ne ricordano il nome , come cagione di domestiche sventure nei tempi del dispotismo , rammenteremo che la massima servile di obbedire a chi regna , sì sovente loro in bocca , deve intendersi di una obbedienza razionale e non cieca . Ciascuno ha diritto in governo libero , conoscere come siasi provveduto e si provvegga alla dignità e all ’ amministrazione della propria patria : né il povero perché povero ha meno bisogno di educarsi ad una forte politica con operosità dignitosa , perché esso nella sua maggioranza costituirà un giorno l ’ opinione e la forza dell ’ Italia nostra . Della quale i generosi giovani non potranno dire di essere utile e onorevole parte , finché non sappiano quanto l ’ antica sapienza italiana ci tramandò di proficui insegnamenti per educarci a magnanimi sensi , per destreggiarci fra le astuzie politiche dei potentati che ci circondano , per mantenerci sempre con le armi e col senno padroni in casa nostra . Ma se nella famiglia non si è provveduto finora a questa parte di educazione , alcuni diranno s ’ insegnerà nelle scuole ? E costoro sappiano che nessuno ci pensò mai , e di recente alcuni ispettori nelle provincie meridionali hanno proibito che se ne parlasse dai maestri e dagli scolari . La famiglia e la scuola adunque lasciano questa educazione così preziosa in popolo libero a chiunque la vuol rendere stromento della propria setta ; e le piazze , i caffé , e le società spesso con principi sovversivi , sono le tribune , i libri , i maestri che educano politicamente . E non sarà egli tempo e opera cittadina in tanta ignoranza , e pericoloso silenzio de ’ buoni , di rimediarvi con un giornale che a queste necessità provvedesse ? Ma come entrare in tante famiglie che non intendono ancora questo benefizio ; con quale autorità far prevalere le schiette opinioni liberali , fra tanto cozzo di opinioni violente di parte ; come dare il di sopra alle prime dalle quali si deriva l ’ uniformità e la potenza della volontà che si commuove ad ogni azione generosa ? Noi avevamo toccato nel programma delle Letture serali come le notizie politiche potevano , avverate , compendiarsi in modo utile , e abbiamo procacciato di farlo . Ma durante l ’ anno ci siamo persuasi che dovevamo insegnare con gli avvenimenti , e non contentarci di narrarli : in guisa che la parte politica , e non soltanto narrativa , vi ha prevalso . Per che non volendo che l ’ una cosa nuoccia all ’ altra , ossia che l ’ istruzione e l ’ educazione morale e civile , scopo principale delle Letture serali , non rimanesse pienamente conseguito , si è pensato della politica farne una parte apposita . Il saggio che noi diamo è nuovo per l ’ Italia , che di giornali politici educativi non ha esempio , come è opera pur non tentata da altri il modo che noi terremo nel preparare e svolgere questa educazione . Essa non avrà nulla di arido e di pedantesco , ma si farà autorevole e gradita per gli esempi della storia nostra di ogni tempo , non messi a pompa di erudizione , ma a proposito , come fecero i grandi nostri politici che li avevano sempre a fondamento de ’ loro consigli . Vuol bene l ’ onestà nostra e la verità , che noi dichiariamo come questo modo di insegnamento politico non è un nostro trovato , ma si una delle glorie italiane , che ebbe per padre e fondatore il Machiavelli . Fu ben egli che diede il primo esempio della politica sperimentale , e che la fondò fra noi : come fece il Galileo un secolo circa dopo per le scienze fisiche . In questo solo dal Machiavelli discostandoci , che mentre egli fondava questa scienza a beneficio dei governanti , per scaltrirli nel maneggio dei pubblici affari , noi per la prima volta l ’ adoperiamo a beneficio del popolo che dagli esempi degli antichi , paragonati co ’ nostri , ne caverà utilissime verità e insegnamenti , tal che giudicherà rettamente i governanti stessi . I quali spesso saranno o ammoniti o fatti animosi non soltanto dalla voce nostra , ma da quella stessa del Machiavelli , del Guicciardini , del Paruta , del Giannotti , del Sarpi , del Nani , e di altri valenti che prima di noi si fecero insegnatori di questa nobilissima scienza . Tanto che una verità comprovata dagli esempi , confortata dal senno di tanti grandi , se verrà chiamata in soccorso per governarne gli avvenimenti in mezzo ai quali viviamo , sarà bene che rampollerà sano criterio , e darà al popolo la maturità e la sicurezza del giudizio . A questa parte piacevolmente insegnativa , seguirà una narrazione piena di ciò che accade settimanalmente tanto in Italia che fuori , dando ad essa un ordine pensato , non saltellante per notizie accozzate senza ordine . Dalle corrispondenze si caverà la parte conghietturale che tanto piace agli uomini i quali vanno studiosamente in cerca del probabile , e spesso dell ’ ignoto . Per tal modo noi speriamo di dare delle Letture politiche popolari utili alle famiglie di ogni condizione . E riandando spesso le cause di tante secolari sventure , togliere quelle divisioni che ci indeboliscono , e mettono a pericolo l ’ unità , a noi sì cara . Ci confidiamo eziandio di dare un libro che innamori dell ’ antico senno la gioventù italiana ; caro e desiderato ai maestri per educare politicamente i loro discepoli nelle ore di ricreazione . Ed è pur così che accresceremo la riverenza ed il culto ai nostri grandi scrittori i quali , mentre oggi in Italia sono da pochissimi letti e meditati , presso le nazioni veramente libere si può dire che vivano sempre e seggano nei Consigli de ’ ministri , tanto sovente vi si trovano ricordati con riverenza . E sarà con questa stregua che noi sovente ci proponiamo di misurare i provvedimenti de ’ nostri . La lingua vera italiana che è stata il palladio della nostra libertà , che ci ha dato l ’ unità quando eravamo divisi , che ci ha fatto riconoscere per un sol popolo dalle Alpi al Lilibeo , e ci ha renduto nazionali Dante , Machiavelli , Galileo , Vico , Alfieri , non deve essere oggi disconosciuta da quelli che hanno l ’ obbligo sacrosanto di scriverla e studiarla italianamente rivolgendo la libera parola al popolo italiano risorto . Anche con questo scopo esamineremo taluna volta gli atti del governo , e i discorsi del Parlamento e se troveremo che di stile e di lingua abbiano difetto , non con arrabbiata pedanteria , ma con quella urbanità che deve essere propria degli uomini di lettere , verremo notando i modi e le voci non proprie , e principalmente la necessità di quello stile politico vestito di forma italiana , che è tutta cosa nostra , come si mostra sì splendido nelle storie , nelle relazioni , istruzioni politiche , e nei carteggi di principi a principi del secolo XIV , XV e XVI . A quest ’ opera umile , ma che può essere feconda di grandissimi beni se aiutata dai buoni , e da voi principalmente , amici e diffonditori delle Letture serali , danno mano scrittori illustri nostri amici , di cui vedrete i nomi , i quali come noi sono persuasi che è solo da questa educazione politica diffusa largamente che può risorgere la dignità e l ’ uniformità del pensiero e degli affetti patri . Ciò che abbiamo fatto nel primo anno delle Letture , e questi nostri intendimenti per dare un compimento ad esse e un più largo indirizzo alla parte politica , ci fanno sperare che questa nostra proposta sarà bene accolta e aiutata da tutti quelli che vogliono rendere durevole questa nostra redenzione morale e politica .