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MEMORIE E PROPOSITI ( MARTINI FERDINANDO , 1882 )
StampaPeriodica ,
Non ci siamo lasciati senza rammarico ; lo vidi nascere quel Fanfulla della Domenica e mi costò , nei suoi primi giorni specialmente , ogni maniera di fatiche e di angoscie . S ' era di luglio : la mia Valdinievole , sorridente tra il verde delle pinete , inaugurava il monumento del Giusti e me aveva prescelto a ricevere le deputazioni , a sorvegliare l ' imbandigione delle tavole e a dar l ' aire ai fuochi d ' artifizio . Forse parve alla gente che io compiessi gli uffici o solenni o modesti con assai dignità : e non ero che un uomo scombussolato ; pensavo che il futuro giornale sarebbe stato il Fanfulla del martedì o del mercoledì , ma della domenica no di certo : perché nessuno aveva scritto una riga , ed io non potevo mandare in luce il foglio , candido come le nevi alpine , o come i sogni di una adolescente . Paragoni che non erano nuovi lo so : ma chi aveva tempo in quel brusio , in quell ' assillo di cercarne dei più originali ? E poi non si trattava mica di stamparli nel primo numero ! ... La sorella del poeta morta a 70 anni giorni or sono , ultima della famiglia non si sapeva capacitare che ci fossero musi lunghi quando la presidenza della Camera e i Lincei si muovevano a posta da Roma per fare omaggio alla memoria del suo Geppino ; i Lincei segnatamente le avevano ferito la fantasia . Vedendomi pensieroso a quel modo mi domandava ogni poco colla voce lenta e sottile : Che fa ? È stanco ? Lo credo , dopo tutto quello che ha fatto ! Ed era invece il non aver fatto , ciò che mi impensieriva ! Buona signora Ildegarde ! Mi sia lecito rammentarla qui col rispetto che meritò , colla affettuosa melanconia onde ricordo ogni cosa di quel tempo pieno di trepidazioni che or si rinnovano . Parlando di lei qui , mentre son calde ancora le ceneri sue , mi par quasi di invocare il patrocinio del suo illustre congiunto sopra queste pagine ; e mi dà nuovi vigori il desiderio di non far scomparire per me quel paesello che ci fu patria comune , e alla cui solitudine tanto più vanamente oggi sospiro quanto più cresce il dovere e la necessità del lavoro . Era una donna semplice , assai più meravigliata che persuasa della gloria che aveva a un tratto circondato il suo nome : della madre , bella così che discorrendo di lei i pochi decrepiti i quali la videro mezzo secolo fa si accendono ancora di fiamme quasi giovanili , non aveva né l ' ingegno acuto né le forme opulente ; mingherlina , asciutta , tirava , nel fisico , dal padre : ma tanto rimessa e pacifica quant ' egli disinvolto e irrequieto : culto , scettico , arguto : peccatore impenitente sino all ' ultimo , ripicchiato , vago di gingilli e di mode , che morendo lasciò nel guardaroba centododici paia di pantaloni ! Ma torniamo al giornale . Enrico Panzacchi aveva promesso due cose : leggere il discorso inaugurale a piè della statua e scrivere un articolo per il giornale nascituro . Capitò all ' alba in frac e cravatta bianca , ricusò una tazza di caffè e chiese una penna : all ' articolo non aveva neppure pensato , del discorso aveva scritto due pagine a mala pena . E lì nella stanza del Sindaco , non visitata sino a quel giorno dalle vergini Muse , improvvisò quello studio critico che avete letto ( No ? leggetelo e ve ne troverete bene ) nel volume delle Teste quadre . La orazione parve breve a tutti , a me eterna ; avrei voluto che l ' amico si sbrigasse ; due periodi più , due meno la fama del Giusti rimaneva tal quale , ma senza la prosa del Panzacchi il giornale non veniva alla luce . Uscì , come Dio volle , e le angustie si fecero anche più dure . Primo , ineffabile strazio i consigli . Peuh ! ammoniva un avvocato semi - illustre , tra una sonata e l ' altra della banda municipale in piazza Colonna . Peuh ! Tentativi , nobili tentativi , ma tentativi . Conati . Il mondo , caro Martini , non legge più ; ha troppo da fare . Capisco : il vostro non è un libro , è un giornale , ma fa lo stesso . Oh ! Ci sarebbe , sicuro , da farlo un giornale ; ma niente letteratura ; un giornale finanziario a un soldo ; s ' incassano 50,000 lire di annunzi per anno . Piglio io l ' appalto . Conati , amico mio . Generosi , non lo nego : ma conati . E poi , chi scriverà ? Gli italiani son pigri . Basta , provate . Cercate i migliori , e forse ... Associatevi , associatevi , date retta a me : l ' associazione è la gran forza del mondo moderno . Cerea . Non ho mai capito perché , a dare il buon esempio , non si associava lui per il primo . Poi veniva il giornalista provetto che conosce il suo pubblico : si piantava innanzi a me , colle lenti sul naso , le mani in tasca e alzava la testa e torceva le pupille come uno strabico per darsi il gusto , lui più piccolo , di guardarmi dall ' alto in basso . Amico mio , quello è un giornale che ti muore in mano fra un mese . Un articolo sul Beccaria ? Ma ci hai pensato ? Sul Beccaria ? Ma come si fa a scovare il Beccaria ? Neanche a farlo apposta . E poi tre colonne e mezzo ! Io , lo sai , son vecchio di queste cose : i giornali si fanno col metro . « Lei mi farà trentacinque centimetri d ' articolo » : se no , il pubblico non legge . E fa ' metter de ' cartelloni , santo Dio ! sulle cantonate ! Pare un giornale clandestino . E nomi , nomi , nomi . E articoli brevi , e roba leggera , commovente . Pensa alle donne e il Beccaria lascialo in santa pace . Quattro cose , tienlo bene a mente : le donne , i nomi , i cartelloni e il metro . Tò ! un endecasillabo Le donne , i cavalier , l ' armi e gli amori . Ciao . Dopo queste due cavatine , il coro . Il giornale era uggioso , era peso , era insopportabile . Non si adoperava in Italia che una sola forma di maledizione : che tu possa leggere il Fanfulla della Domenica ! Chi ci voleva una cosa , chi un ' altra : i più l ' attualità . « Non muore nessuno , non muore nessuno » smaniava ogni giorno uno dei compilatori invocando l ' attualità dalla biografia d ' un illustre defunto . Il grand ' uomo non si risolse a morire in quel subito , per far piacere all ' amico : ma il giornale visse . Vita , mi sia conceduto affermarlo , non inonorata né inutile . Ed oggi , daccapo ; daccapo cogli stessi intenti , colla stessa energia , colla stessa schiettezza : daccapo quali che sieno gl ' impedimenti che ci si frappongano o la sorte che ci si prepari . Già , la sorte di noi che ci affatichiamo in questa tormentosa opera del giornalismo , vuoi politico , vuoi letterario , è una sola . Dopo aver lavorato ogni giorno e nutriti gli altri de ' propri studi e svagatili colle proprie fantasie , ed esserci stillati il cervello a contentare gli incontentabili ; dopo aver sofferto le calunnie de ' malvagi e i dileggi degli sciolti e costretto noi stessi a serbare nelle pubbliche polemiche quella pacatezza di cui ci saremmo volentieri liberati nel disputare a quattr ' occhi ; e misurati gli atti propri e le proprie parole In verbis etiam tenuis cautusque serendis , che ci resta di tanti sopraccapi , di così assidua fatica , di così difficile pazienza ? Uditeli i lamenti di quanti più famosi salirono ai massimi gradi di quest ' arte effimera del giornale , rumore d ' un giorno , potenza d ' un momento . Chi tocca più , se non forse i custodi delle biblioteche per spolverarli ogni tanto , i settanta volumi delle Nouvelles de la Republique des lettres ? E Pietro Bayle fu de ' giornalisti il primo e il più grande ! Quel pezzo di foglio sciagattato , stracciato , strascicato per le tavole dei caffè , macchiato di birra e di vino , ecco l ' opera mia e la mia vita e la mia anima e il mio ingegno , e le lezioni de ' miei maestri , il mio zelo , la mia ambizione , la mia fortuna hic jacent . E gli altri scritti più gravi muoiono , lo so ; ma il non omnis moriar o il plaudite cives sono felici speranze di chi compie il libro o dà al dramma l ' ultima mano ; inganno non consentito a noi che istilliamo nell ' opera nostra giorno per giorno il germe dell ' oblio . Giornalisti e trappisti , uno stesso ammonimento e una stessa divisa : fratelli , bisogna morire . E nondimeno chi entrò in questa via non se ne ritrarrà se non quando abbia logora la salute e infrante le membra . Chi ha la testa alle melanconie il dì de ' conforti ? E bisogna aver fatto un giornale dubitando delle sorti sue e della sua vita , per sapere che conforto sieno l ' aiuto e la simpatia de ' migliori . Bisogna aver annunziato il Fanfulla della Domenica senza un ' ombra di manoscritto per capire che cosa portassero con sé , quando giunsero , uno scritto del Carducci , una novella del Guerrini , e gli articoli del Bartoli , del Nencioni , del Chiarini , del De Zerbi , degli altri che allora mi soccorsero ed oggi mi seguono ; bisogna aver sfogliato , trepido , tutta quanta la raccolta di un giornale compilato per quattro anni con amore operoso , per sapere che beato orgoglio si senta nel ripetere sicuri a se stessi : posso avere sbagliato , ma non ho mentito mai . L ' animo s ' invigorisce , le forze s ' accrescono preparate ad ogni traversia , disposte a ogni prova più ardua : e ci si sente il coraggio di presentarsi di nuovo ai lettori culti ed onesti , di chieder loro anche una volta la confidenza , necessaria perché non sia inefficace l ' opera che continuiamo e a cui ci consacriamo risoluti ed interi . Roma , 4 febbraio 1882 .
LA «FAUSTIN» DI EDMONDO DE GONCOURT ( MARTINI FERDINANDO , 1882 )
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Una volta si diceva : « i Goncourt » , né l ' un fratello si distingueva dall ' altro ; le loro opere andavano innanzi al pubblico , le loro lettere pervenivano agli amici firmate con ambedue i nomi , Giulio ed Edmondo ; tracciavano insieme il piano de ' loro lavori , poi ci pensavano ognun da sé , scrivevano ciascuno per conto proprio : ma dalla consuetudine degli studi comuni , dalla convivenza non interrotta , tale era uscita una conformità intellettuale e morale che non di rado l ' uno e l ' altro , rispetto a un istesso argomento , sentivano e scrivevano ad un modo . Frutti di questo doppio e pur simile lavoro diuturno furono Germinie Lacerteux , Manette Salomon , Renée Mauperin , de ' più notevoli romanzi di questo tempo , e l ' Henriette Marechal , audacissimo dramma , caduto all ' Odeon tra ' fischi della masnada guidata da un oscuro abitatore del quartier latino , avvocato senza clienti , il Gambetta ; non perché il dramma gli paresse cattivo , ma perché gli autori andavano in casa della Principessa Matilde . La recente caduta di lui non ebbe forse causa diversa : alla più parte di coloro che gli si scandagliarono contro non parve forse il suo governo peggiore d ' un altro : intollerabile bensì ch ' egli preferisse le nuove sale lucenti del Palazzo Borbone ai biliardi affumicati del Caffè di Madrid ! Un giorno , saranno dodici anni fra poco , quella feconda comunione fu spezzata ad un tratto . Il più giovine de ' fratelli , Giulio , morì : morì della malattia della quale morremo noi tutti , qualunque sia l ' occasione ch ' essa scelga a percuoterci , qualunque sia il nome onde la battezzino i medici : morì per la perpetua tensione dello spirito , per lo sforzo senza riposo , per la fatica del maneggiare la penna , assai più grave arnese a chi l ' ha sempre fra mano che la marra o la vanga . Quel giorno anche Teofilo Gautier il quale aveva insegnato colla parola e coll ' esempio che bisogna serbare il pudore della commozione pianse in pubblico dietro al feretro , dal villino d ' Auteil al cimitero di Montmartre : pianse un amico morto giovane e due baldi intelletti perduti . Due ; e il vaticinio si avverò : i libri pubblicati da Edmondo dopo quel tempo son difatti libri incompiuti : la Fille Eliza , i Frères Zemganno , questa stessa Faustin appaiono quasi materiali aspettanti invano chi scelga con giudizio e disponga con ordine ; libri accozzati , non discussi . Si direbbe che , assuefatto ai consigli del morto , il superstite reputi quasi irriverente chiedere consiglio a sé stesso intorno all ' opera propria ! O c ' è forse un ' altra ragione . Un quindici anni fa , prima assai che le battaglie parlamentari chiamassero sotto le bandiere anche me milite debole e pigro , accompagnai un amico , gentiluomo di casata antica , lindo , elegante , pieno di delicature , in un suo giro elettorale . Che triste fatica ! Gli toccava perorare nelle stalle , banchettare nelle bettole , baciare sul viso inzavardato i bambini del collegio , stringere mani ! ... che , in barba alla legge , lasciarono certo più d ' un segno sopra la scheda . Che vuoi ? mormorava contrito Oramai ci sono , bisogna starci . La sera , subito appena fermato il legno alla porta di casa , non scendeva , schizzava : e senza ascoltare neppure uno dei molti che gli s ' affollavano intorno , colle braccia tese in alto correva su per le scale gridando a squarciagola : sapone , sapone , sapone ! Tale , secondo me , il Goncourt . Egli è dei pochi per i quali lo Zola abbia consentito a scerpare una fronda da quella pianta di alloro sotto cui si sdraia persuaso . S ' è oramai rassegnato a eseguire in tutto e per tutto gli ordini del maestro ; s ' è imposto di cercare i documenti umani nei lupanari , nei circhi , nelle taverne , nei camerini delle prime e delle seconde donne ; e lo fa : ma il farlo ripugna a lui uomo elegante , educato alla castigatezza del linguaggio , assuefatto alle contegnose reticenze della gente per bene . Sopporta per rifornire l ' archivio delle sue note il lezzo di certe alcove , il tanfo di certi palcoscenici , ma tornato a casa , in quella casa ch ' egli stesso ha descritta , tra le acque forti dell ' Eisen e le porcellane di Sèvres , fra i quadri del Watteau e i ricami di Maria Lezinska , non gli basta l ' animo a rimuginare quella sozza congerie . Lo nausea quel dovere incastonare in un dialogo ordinato con laboriosa economia la frase ch ' ei non pronunzierebbe neanche innanzi al suo servitore : e non scerne , non dispone , non sintetizza : scodella addirittura i suoi taccuini : onde la mancanza di quella lenta elaborazione che conservando trasforma e impiccolisce il volume aumentando la massa , e dalla materia greggia che è a disposizione di tutti trae per il paziente ingegno d ' uno solo l ' opera d ' arte . Così può giudicare chi conosce l ' indole e le costumanze dell ' uomo , ma può anche sbagliare ; e ad ogni modo qui dell ' uomo non si tratta , si tratta del libro . Discorriamo del libro . Una attrice , la Faustin , s ' innamorò di un inglese il quale sul più bello fu costretto a partire per l ' Indie . La Faustin pianse , inconsolabile dell ' abbandono : nondimeno accolse le offerte di un banchiere ricco a milioni che rovina il prossimo per sodisfare ogni più bizzarro capriccio di lei . Se essa chiedesse la luna , Blancheron troverebbe il modo di comprargliela . Tempo perso : per far ch ' egli faccia , a cancellare dalla mente della Faustin l ' imagine di William Rayne non ci riesce . Quell ' imagine la segue fino presso il dotto solitario che vive chiuso in una soffitta sei mesi dell ' anno tra centinaia d ' uccelli gorgheggianti e volanti e dov ' ella va a farsi leggere Euripide in greco : la segue fin nella sala d ' armi dov ' ella entra per caso e dove le acri esalazioni di sudore ond ' è impregnata la stanza le mettono addosso il prurito di darsi lì per lì al maestro di scherma ; la segue a cena dove così incantevole le suona agli orecchi la voce del giovinotto il quale le siede accanto , che ella gli dà non richiesta , un appuntamento ; e dove un ' ora dopo si scorda perfino d ' aver discorso con lui . E intanto s ' approssima la recita della Fedra , prova solenne . L ' inglese quando si dice il caso ! torna giusto in quel punto ; cerca della Faustin , la ritrova , la consola , l ' ama come quando partì . Ella che recita la Fedra non più per il pubblico ma per lui , si palesa naturalmente attrice grandissima degna di succedere alla Duchesnois , alla Clairon , alla Rachel ; così l ' Inghilterra stitica tanto ne ' trattati di commercio dà senza saperlo alla Francia una gloria di più . Licenziato con parole che nel Racine non si trovano , il Blancheron non hanno forse un ' anima i banchieri ? si affoga . Ma l ' inglese è geloso : geloso di tutti e specialmente dei palchi , dei posti distinti e della platea : e l ' attrice all ' apice della gloria e della fortuna si ritira dal teatro e va con lui a stabilirsi in una villa presso il lago di Costanza . Se i lettori non lo avessero indovinato , aggiungerei che nelle solitudini di Lindau una fiera battaglia si combatte tra l ' attrice e la donna : quella vogliosa di nuovi trionfi , questa risoluta a non dare dispiaceri all ' uomo che adora . L ' attrice passa gl ' interi giorni a rimpiangere : come passi la donna le notte intere il Goncourt dice con molta crudezza di parole e precisa abbondanza di particolari . In una di quelle notti William è colto da una malattia fulminea , strana , qualificata per tale anche dal medico di Lindau , che nemmen lui l ' ha mai vista , né l ' ha mai trovata descritta ne ' libri . Come è indietro la scienza ! Sebbene amante appassionata di William , disperata di salvarlo e desolata di perderlo , la Faustin non può dimenticarsi d ' essere attrice : e mentre egli sta per morire , ella presso al letto e davanti allo specchio osserva ed imita le contrazioni del muscolo risorio e del gran zigomatico che danno alla faccia del moribondo aspetti paurosamente grotteschi . Impara l ' arte e mettila da parte . L ' altro la scorge : suona , raccogliendo le forze estreme , il campanello , e al cameriere che si presenta ordina : Turn out that woman . Mandate via questa donna . Questa , sceverata dalle sconcezze del dialogo , dagli episodi nauseabondi , è la tela di un romanzo ordita , dice , sui soliti documenti umani . Dice e sarà : ma una delle due : o il Goncourt ha visto male , o non ha saputo riprodurre ciò che ha visto . Metto pegno che se il libro andasse per le mani di centomila lettori , non uno penserebbe « quella donna l ' ho conosciuta o ne ho conosciuta una simile . » Non tutte le contradizioni di quel carattere si posson desumere da questo sunto brevissimo ; ma sono tali e tante che mancherebbe qui lo spazio ad enumerarle . Il Goncourt avverte più volte : la Faustin era una donna nervosa . Me ne dispiace tanto : ma la parola che non ha nessun preciso significato nella scienza non basta nell ' arte a scusare così gran cumulo d ' inverisimiglianze . E fosse pur vera ogni cosa , ecco il gran guaio dell ' andare a scegliere i personaggi del romanzo o del dramma nella teratologia morale . I tipi , i caratteri che durano nell ' epopea , nel dramma , nel romanzo , durano perché sono umani : e sono umani perché chi li consideri anche dopo centinaia d ' anni può dire a se stesso : « Sì ; quella figura l ' ho vista : di faccia , di profilo , di scorcio , poco importa , ma l ' ho vista : i sentimenti che quest ' uomo esprime son quelli stessi che io ho provati o osservati in altri : gli atti che compie altri li compié , ed io intendo come e perché li compiesse . » Sopra tali figure esercitano i secoli il loro sindacato : ma qui ? Voi dite : « tutto è vero dall ' alfa all ' omega . » E chi me lo accerta ? Come è possibile il raffronto ? Oggi lo dite voi ed io , per voi , credo : ma fra cinquant ' anni quando né voi né io saremo più a questo mondo , quando all ' opera vostra mancherà il sussidio della vostra parola , chi crederà al vostro vantato scrupolo d ' osservatore ? E poi , chi mi sta garante che abbiate osservato bene , bene rappresentato il vero ? Avete visto un feto con trentacinque gambe ? Vi siete sbagliato , caro mio ; mostratemelo nello spirito e vi crederò . Andiamo innanzi . Poiché lo Zola desidera che i romanzi sieno processi verbali , nulla più , nulla meno , questo del Goncourt gli piacerà . Per oltre trecento pagine l ' autore narra , descrive ogni minimo atto de ' suoi personaggi . Or fra questi atti ve n ' ha , com ' è naturale , che son comuni a tutti gli uomini e che non parrebbe necessario di rilevare . Dalla frettolosa trasandataggine del Sue e del Capendu siamo passati all ' eccesso opposto : questi null ' altro dicevano de ' loro personaggi se non quanto si riferisse direttamente e immediatamente all ' azione ; il Goncourt e i compagni suoi vogliono che se ne sappia ogni cosa . Ma che importa , Dio buono ! che importa mi raccontiate che il vostro eroe si svegliò la mattina , s ' infilò gli stivali , si fece il fiocco alla cravatta , bevve una tazza di caffè e accese un sigaro ? Che importa me lo descriviate nell ' atto di trarre un fiammifero dalla scatola ? Che giova alla identità del carattere ? Il più onesto padre di famiglia e il più sozzo furfante si mettono l ' uno e l ' altro le scarpe , e accendono tutti due i fiammiferi nel medesimo modo . Sarà , se volete , roba buona per voi scrittore , pegno della vostra diligenza ; ma risparmiatela a noi che del carattere non vi domandiamo se non contrassegni essenziali . A che serve ch ' io sappia , per dirne una , che nei cocenti spasmi della voluttà alla Faustin scappò detto una tal volta maman ? E se avesse detto nonna , quale sarebbe il divario ? Ditemi pure , per darmi un segno dell ' opulenza di William ch ' egli teneva dodici servitori : ma non mi regalate quattro pagine di censimento col nome e gli uffici di ciascuno di loro . Il boy faceva le commissioni e aveva sedici anni : il footman stava nell ' anticamera e aveva delle bellissime gambe . E va bene . Ma se il boy con un anno di più avesse fatto qualch ' altra cosa , se madre natura fosse stata co ' garetti del footman meno benigna di contorni apollinei , la gelosia di William sarebbe stata minore , o migliore l ' animo della Faustin ? C ' è , fo per saperlo , giacché il vostro romanzo è scientifico , c ' è una scienza nuova che determina i rapporti tra i sentimenti dei padroni e le gambe de ' servitori ? E giacché si parla di scienza , questi necessarii portati dell ' atavismo , fondamento dei vostri romanzi , sono proprio tenuti dagli scienziati per verità indiscutibili ? E qual è il fisiologo che insegna , ciò che voi asserite assiomaticamente , che i biondi son più crudeli de ' bruni ? Purché con questo sconfinare di ogni parte dello scibile , con tanta scienza che entra nel romanzo , un po ' di romanzo non entri nella scienza : badiamo ! Così delle descrizioni . S ' intende la descrizione là dove si tratta di determinare l ' ambiente , perché a sua volta l ' ambiente determini l ' indole , le consuetudini del personaggio ; ma il descrivere la strada che questi percorre , il teatro dove va , la bottega del sarto da cui si serve è inutile , e per giunta noioso . Che si descriva la camera , tutta quanta la casa della Faustin , passi : ma perché la si conduce a una vendita di mobilia usata , che noi ci abbiamo a succiare l ' inventario illustrato delle seggiole e dei canapé , messi all ' incanto , come se non si fossero visti né seggiole , né canapé , né incanti in vita nostra , è una pretensione curiosa . Di questo lo Zola ha ormai convenuto : ma non ne sono , pare , persuasi i discepoli . Sola originalità degli imitatori , la esagerazione . E quello che dei luoghi o degli oggetti è a dire anche dalle descrizioni , del fisico de ' personaggi . La Faustin è tratteggiata cinque volte : ora ha la bocca semi - aperta semblable à une fleur rose au fond de laquelle il y a de l ' ombre humide ; ora scollata mostra dans la courbe suave de son dos , près de l ' attache des bras deux petites fossettes qui rient ; ora fissa gli occhi grigi , des yeux à la fois obscurs et clairs , des yeux que la mauvaise humeur faisait noirs et presque méchants , des yeux que la sympathie faisait bleus et tout doux ; ora finalmente l ' acconciatura del capo donne à son regard cerné et souriant un rien du regard d ' un demon angélique . Occhi grigi che diventano neri e turchini secondo le circostanze e hanno sguardi di angelico demonio . Riconosceteli . Ora finalmente si disegnano tutte linee del suo gracile corpo quand ' ella si siede accanto ad William avec le frou frou que fait la soie de la robe d ' une femme heureuse . Donne felici vestite di seta Che per la via della pietà passate , diteci voi qual è il frou frou , privilegio delle vostre gonne e indizio della nostra felicità . Taccio de ' personaggi secondari , o insulsi o grotteschi ; né domando Dio me ne guardi al lavoro dell ' arte intenti o morali o civili . Ma perché ( ripeto una cosa detta le mille volte e che certi traviamenti fanno sempre utile a dirsi ) perché condurci sempre tra gli sciocchi o i marioli , tra i mezzani e le cortigiane , senza che ci sia caso di imbattersi in una persona di garbo ? Sta bene il vero , ma il vero tutto quanto ; non soltanto la realtà più disgustosa e più scempia . Perché non guardare che uno dei tanti aspetti della natura , perché frugare soltanto e sempre in un cantuccio del mondo ? Che differenza , se no , tra gli Arcadi e voi ? Voi cercate le sources de Balzac , voi volete sapere e dire où en est le mouvement que l ' auteur de la Comédie humaine a déterminé dans la littérature . Ma ha egli solamente messo al mondo il Balzac Madame Marneffe e Vautrin ? E Orsola Mirouet , e la Fosseuse e Eugenia Grandet e Renée de Maucombe , e Mademoiselle d ' Esgrignon , e il curato Bonnet e Minoret , e Giuseppe Le Bas e Benassis e i due Birotteau ? Cito i primi che mi tornano alla memoria . Il Balzac ha tentato gli abissi d ' ogni corruzione nella Recherche de l ' absolu , è salito fino in troppo alte regioni col Lys dans la Vallée : e il capitolo più vasto e più vero della commedia umana , Les parents pauvres , è anche il capitolo più vario . Triste anch ' egli , lo so ; Shakespeare e Molière furono tristi del pari ; sunt lacrymae rerum ; non è gaio il mondo , né possono essere allegri gl ' istoriografi della natura e della società : ma i libri loro si depongono mal volentieri e colle lacrime agli occhi , i vostri si buttan via schifati e sdegnosi . Gli è che essi vedevano tutto quanto il vero : voi sperimentate ; « nous experimentons ; son parole dello Zola cela veut dire que nous devons pendant longtemps encore employer le faux pour arriver au vrai ... » « J ' ai fait de l ' ordre avec du désordre » diceva il cittadino Caussidière . Paradossi . Per la via del falso al vero non ci s ' arriva : il vero è : e quando si ha l ' ingegno del Goncourt si vede e si riproduce ; si finisce col non vederlo più quando l ' ingegno ottenebrato dalle bizzose cocciutaggini della scuola , si strascica dietro alla più implacata nemica che l ' arte abbia la moda .