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In tutta Italia è un fiorire di campi , di piscine , di palestre , di impianti sportivi del Regime . Sono del Regime nello spirito , nei fini e nella struttura . Superfluo dire il perché sono fascisti nello spirito e nei fini . Quanto alla loro impostazione e costruzione è noto come esista un modello fisso di campi sportivi del Littorio , della massima economicità e praticità , del tutto rispondenti alle specifiche esigenze tecniche . Modello al quale ogni nuova costruzione si attiene ed ogni precedente man mano si uniforma . Per le organizzazioni della G.I.L. e del Dopolavoro , vi si annettono impianti che oltre all ' atletica , al calcio , alla pallacanestro , consentano altre attività di palestra , schermistiche , pugilistiche , lotta , pesi , ecc . sino agli specchi d ' acqua , coperti o scoperti , che stanno sorgendo anch ' essi in ogni parte d ' Italia e che tra pochi anni trasformeranno un popolo di camminatori come il nostro , anche in un popolo di nuotatori . Pare una favola ? ... Sarà una realtà , e a scadenza più rapida che non si pensi . Miracoli dell ' era nuova . Anzi , perché miracoli ? Conseguenza logica di mentalità trasformata , di azione irresistibile . Dobbiamo rilevare che anche ad uno sport che poteva ritenersi dal tempo e dai mezzi meccanici superato , l ' ippica cioè , ci si dedichi con vero entusiasmo e su scala assai vasta . Il cavallo è un prezioso elemento di sport , di educazione fisica e militare , di fiero e gentile spirito cavalleresco . E tutti possono dedicarsi al culto dell ' ippica . Non diciamo di quella che attrae le folle intorno agli steccati degli ippodromi e ai picchetti degli allibratori , che ha anch ' essa ragion di vita , ma ove restasse isolata e fine a se stessa , sarebbe davvero un guaio grosso , indicazione certa di decadenza . Parliamo dello sport « equitazione » , per cui chiunque , atleta specializzato o sportivo generico , maschio o femmina , adulto o adolescente , può mettersi in sella e convenientemente addestrarsi a tutti i passi e gli esercizi di maneggio , a tutte le varietà di ostacoli che un avveduto pilotaggio del nobile animale può consentire . Scuola di coraggio , di misura , di sensibilità , l ' equitazione . Una volta pareva riservato privilegio delle classi nobiliari o di alta borghesia , lo sport del cavallo . Infatti non era alla portata delle medie possibilità economiche . Oggi , attraverso la G.I.L. , la Milizia e il C . O . N . I . gli accessi all ' equitazione sono ampi ed agevoli , tanto vero che gli adepti si sono moltiplicati al punto che si è reso necessario di pensare ad un aumento o ad un ampliamento , ovunque , dei terreni e degli impianti per l ' esercizio sempre più diffuso dell ' equitazione . Che ancora , per esempio , nel suo giuoco tipico , il polo a cavallo ha , nel senso propagandistico , molta strada da fare , e tuttavia , tecnicamente , da parte dei suoi cultori ha raggiunto un elevato livello internazionale . Ma in quanto a campi , alla frequenza in essi e al numero degli appassionati , l ' equitazione in Italia marcia a grandi tappe verso le mete più luminose . Basta del resto tener dietro all ' aumento delle richieste di soggetti presso i nostri allevamenti , sempre più fiorenti , e che sono per l ' appunto intesi oggi a produrre il cavallo « tipo sport » . L ' Urbe ha dato un esempio egregio per la istituzione di un centro di equitazione modello . E per diretto incitamento delle alte gerarchie del Partito e per pronta e feconda comprensione di dirigenti e tecnici della Società Romana di Equitazione . Esisteva già dalla ... nascita di Villa Borghese il trotter famoso , dalla parte di Porta Pinciana , riservato a semplici passeggiate e moderate galoppate della mondanità sportiva romana , e di quella straniera ospite dell ' Urbe . Romanticismo , in verità . E tale lo ricordiamo ancora non troppi anni addietro . Lungo l ' arborato e fresco anello di sabbia , dallo sviluppo di circa 1200 metri si caracollava con composta serietà ( cavalieri , amazzoni , ufficiali , scudieri , attendenti ; un imponente maestro di equitazione seguito da un gentile codazzo di apprendiste ) e si suonava l ' allarme quando qualche raro spericolato al gran galoppo chiedeva strada . Nel mezzo del prato , giuochi vari , compreso il calcio , tra un gruppo e l ' altro di mucche ruminanti , con un trapelare qua e là , di tra l ' erba e i fossatelli , di amori ancillari ... Una prima trasformazione quel prato la subì qualche anno fa . Fu diviso in mezzo da uno steccato , metà rimase al pubblico , e l ' altra , munita di siepi e modesti ostacoli , fu riservata agli amanti del vivere pericolosamente , mentre alle cavalcature e ai cavalcatori di buon carattere rimaneva sempre il circuito deambulatorio . Ma insomma le esigenze dei frequentatori crescevano giorno per giorno . Gli annuali concorsi ippici di Piazza di Siena mettevano il pepe su molte selle e l ' argento vivo nelle vene di quella che è la gioventù del Littorio , anche se qualche alto esponente di questa sta mettendo i capelli bianchi e occupa posti di comando e poltrone che in relazione ai tempi nemmeno esse vogliono essere più tali e stanno tra il seggiolino della carlinga , una sella di motocicletta , l ' insellatura di un puledro e un cavallo da palestra da saltarsi a volo radente ... Non poteva andare avanti col tran - tran dei tempi del cardinal Borghese quel galoppatoio . nè soddisfaceva più quell ' aggiunta degli ostacoli a scartamento ridotto . E nemmeno , più tardi , sino a pochi mesi or sono , quel pur razionale campo di ostacoli messo su in un primo tempo dalla Società Romana di Equitazione . Si è voluto alfine dal Presidente della Società stessa , il Ministro Segretario del Partito , un impianto sportivo , equestre , del Regime , degno in tutto e per tutto dell ' Urbe e delle fiere esigenze dell ' equitazione nazionale quale oggi si presenta . E poiché non è detto che tutti possano avere per il dovuto esercizio libere proprio le ore del giorno , si è pensato anche alle ore della notte . Illuminazione . Illuminazione a giorno . E poi nella stagione estiva , chi avrebbe avuto cuore di cimentare la cavalcatura sotto il solleone ? Ecco invece risolto il problema , come a Villa Glori e come in tutti gli Ippodromi attrezzati per le « notturne » . Con la differenza che qui ci si specializza nell ' esercizio del maneggio e nella ostacolistica . La visibilità è perfetta . L ' inaugurazione , alla presenza del Ministro Segretario del Partito , fu un trionfo . E una maravigliosa soddisfazione di ogni sera è recarsi a questo campo ostacoli , unico del genere , dove chi non ha a disposizione le prime ore del mattino e quelle del tardo pomeriggio , utilizza quelle della notte , che forse per l ' innanzi sprecava in guise inconsistenti . A che vale descrivere minutamente questo campo ? E ' un terreno d ' equitazione assolutamente perfetto , a cui su d ' un aereato ed accogliente terrapieno a terrazzo si aggiunge un luogo di ritrovo ( musica , danza , servizio di bar ) da formare la delizia di chi al severo costume sportivo sa accoppiare con la dovuta misura le signorili abitudini e le lecite soddisfazioni del mondo elegante . Poiché sport , educazione fisica , preparazione militare in regime fascista non sono certo musoneria , astinenza aggrondata , rinunzia vuota . E ' disciplina fisica e morale , ma anche sorriso e gioia , è vita vivente .
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La situazione natatoria italiana nei confronti internazionali è quale risulta dai nostri piazzamenti ai campionati europei di Londra : pressoché zero nelle prove sia di nuoto che di tuffi ; due risultati incoraggianti nella pallanuoto , quali il 5-3 ottenuto sulla squadra inglese e il 2-I su quella belga ; nonché il 3-4 conseguito nei confronti della squadra olandese . E ci siamo piazzati , al quinto posto , dinanzi alla Francia . Eppure questa situazione di inferiorità denunziata da cifre che parrebbero inoppugnabili non può né deve uniformarsi a rigore matematico . Essa , anzitutto , riflette uno stato di cose ormai sorpassato . I nostri rappresentanti invitati a Londra sono ancora l ' espressione d ' uno sport allo stato empirico , frazionario , discontinuo che come ovunque del resto caratterizza tutti gli inizi . Non sono questi gli elementi che possono avere assimilato e mai assimileranno la quintessenza della tecnica natatoria più perfezionata quale oggi , sotto l ' egida federale , da allenatori valenti si insegna nelle nostre piscine , ormai non più rare e sperdute come per il passato . Magnifici atleti alcuni , non possono più cancellare dai loro muscoli , dalla loro mentalità di sforzo e di lotta quei tali errori di meccanica natatoria che s ' innestarono sin dall ' inizio della carriera . A compiuto sviluppo fisico , a fissazione ormai inveterata di un dato automatismo di movimenti non è più possibile tornare indietro , e , cancellando memoria ed abitudini , ricominciare tutto da capo , riassorbendo in piena verginità di sensazioni e di cognizioni , i canoni della tecnica perfetta , le rifiniture dello stile impeccabile , superredditizio . Ciò non è nelle possibilità umane nel senso fisiologico . Annullarsi per entrare in un clima di perfezione ? Ciò può verificarsi nei campi dello spirito . Ma sul terreno della formazione scheletrica , dallo sviluppo e della plastica muscolare , della tecnicità inesorabile del movimento di traslazione in acqua dai riflessi d ' un immediatezza e d ' una delicatezza decisivi agli effetti della padronanza e della velocità nel liquido elemento , nessuna radicale trasformazione è possibile . Cosicché dai pur magnifici atleti che noi possediamo , ma non più giovanissimi e tanto meno neofiti al primo contatto con l ' acqua delle piscine , noi non possiamo attenderci né pretendere nulla , più di quello che finora hanno fatto . Coloro che finora ci hanno reso come massimo del loro rendimento tempi di 1'3 " sui cento metri stile libero , non scenderanno mai al disotto del già tanto agognato tra noi 1' netto ; e così , in relazione negli altri stili e sugli altri percorsi . Perché non mandare allora i nostri giovanissimi ? Perché siamo in processo di formazione . Sono frutti acerbi che attendono con le dovute cure alla loro maturazione . E faremo in tempo a presentare i nostri prodotti alla Olimpiade di Helsinski , cioè fra un anno e dieci mesi ? Qualcuno forse sì . Siamo ottimisti in proposito . Ci incoraggia a questo ottimismo , non eccessivo , ma neanche facile , il fatto che attraverso le organizzazioni della Gil e del Dopolavoro miriadi di giovanissimi , di ragazzi e di bambini dell ' uno e dell ' altro sesso , si dedicano al nuoto in tutti gli specchi d ' acqua possibili , e nelle piscine di cui il numero si va accrescendo dovunque . E tra i giovanissimi i progressi sono più che rapidi . Un insegnamento tecnico razionale , che eviti gli errori di un empirismo che ci ha rovinato magnifici elementi , esercitato a profitto di ragazzi digiuni sino a ieri di nuoto , ma dal fisico ben predisposto , può benissimo darci fra un paio di anni qualche elemento da Olimpiade . Anche se si tratterà di un sedicenne . Ed a proposito di giovanissimi campioni come alle volte ci parlano taluni risultati dell ' estero vogliamo rilevare che certi risultati apparentemente sbalorditivi quali si ottengono in Danimarca , in Germania , negli Stati Uniti sono invece il prodotto rigorosamente logico di questi fattori : 1 ) il grandissimo numero di praticanti le piscine ; 2 ) la giovanissima età della maggior parte di questi praticanti , dei quali non pochi , ad appena cinque o sei anni , già sfoggiano una perfezione ammirabile di movimenti ; 3 ) l ' insegnamento veramente razionale e scientifico di cui sono oggetto gli allievi . E , infine , l ' ambiente di entusiasmo e di passione in cui tutti questi « delfini » , maschi e femmine , si muovono , crescono e si abituano alle gare , educando , temperando ed affinando senso agonistico , e corazzando il loro sistema nervoso contro tutte le sorprese , di gara , di acqua e di ambiente . Da noi non è ancora così . Comincia adesso ad essere così . Ci troviamo in forte svantaggio di tempo , di quantità e di qualità . Ma è anche uno svantaggio che può recuperarsi rapidamente , secondo le ben conosciute doti di prontezza e di elasticità fisiologiche e psicologiche della razza . Già un esempio palmare in argomento lo abbiamo avuto negli stessi recenti campionati europei a Londra . Dove siamo regolarmente rimasti eliminati nelle prove di percorso a cui abbiamo partecipato ; e nelle prove di tuffi abbiamo conseguito soltanto un settimo posto , che , del resto , dato il valore dei concorrenti non è da disprezzarsi . Però , nella pallanuoto , anche se abbiamo dovuto registrare un pesante 9-0 inflittoci dall ' Ungheria maestra assoluta del giuoco abbiamo tuttavia conseguito tre risultati ( due vittorie ed una sconfitta già innanzi citate ) che denunziano non indifferenti possibilità nostre , allo stato latente è vero , ma che altro non chiedono che di essere raccolte , concentrate e fuse nel dovuto modello e strumento di battaglia . E tali onorevoli risultati non sono proprio l ' esponente di cognizioni tecniche e di abilità di manovra apprese negli allenamenti e nelle partite in casa e qualche volta rara volta fuori casa , ma lì per lì , sul posto , sul terreno stesso , o meglio sull ' acqua , della competizione di campionato . Sono andate male le prime uscite , ma ci si è ambientati e perfezionati subito , e si sono sfoggiati numeri e punteggi senza dubbio sorprendenti . C ' è da scommettere che se fosse dato di ricominciare da capo il torneo di pallanuoto , il « sette » azzurro giuocherebbe senz ' altro un ruolo di prim ' ordine . E allora se tanto si può ottenere in sede stessa di campionato , in un giuoco è vero dove oltre la velocità , hanno loro importanza anche il guizzo , l ' estro , l ' intelligenza agonistica e cioè qualità innate degli « azzurri » , qualche cosa di effettivamente buono si potrà anche ottenere in questi due anni di sempre più intensa e sempre meglio organizzata attività natatoria . Qualche cosa , si intende , rappresentata da qualche prodotto che ad Helsinski possa ottenere piazzamenti utili ai fini di un punteggio generale , eliminando il netto passivo che per noi il nuoto ha rappresentato nelle precedenti Olimpiadi . E - dato che l ' elemento femminile nel nuoto si è decisamente confermato più precoce di quello maschile - con particolare riferimento alle possibilità delle nostre ondine . Cui deve pur sorridere la eventualità di allori olimpionici vista la fortuna che essi hanno portato a tutte le ragazze vincitrici di Giuochi Olimpici ... Fortuna meritata e che poco ha di inferiore ai grandi premi che si possono conseguire nel regno dell ' arte , della scienza , tanto più che non sarà mai il nuoto , positivamente praticato , a togliere nulla alla cultura : con in più la prerogativa di aggiungere molto alla bellezza , al vigore fisico nonché alla capacità procreativa del sesso . Ma un altro argomento prettamente tecnico che strettamente interessa l ' intera questione del nuoto in Italia , come sport in genere e come titolo qualitativo delle prestazioni dei suoi praticanti e dei suoi campioni in particolare , un altro prezioso fattore di successo bisogna curare : quello della assidua , pur se in apparenza temeraria , partecipazione alle gare all ' estero , anche le più ardue , dove convengono i campioni della più eccelsa classe internazionale . È accaduto già per il canottaggio e per la scherma due anni or sono ne scrivemmo in proposito che si inviavano i nostri esponenti all ' estero solo dopo accurato calcolo di nostre probabilità di successo . L ' esito di questi calcoli troppo prudenziali in fatto di sport , fu che diradammo via via le nostre presenze fuori casa e presto ai successi , nonostante tutti i calcoli , seguirono le cosidette sorprese e le sconfitte . Bastò che cambiassimo sistema , perché dopo un certo periodo di difficoltà canottieri e schermidori azzurri tornassero a brillare dell ' antica luce . E certe competizioni internazionali furono inoltre affrontate con elementi giovanissimi , tratti da leve recentissime , dopo nemmeno due anni di insegnamento e di tirocinio ... Del resto è arciprovato che si apprende assai più in una lezione di tecnica e di combattimento sportivo ricevuta sul terreno in mezzo a grandi campioni che in anni di preparazione casalinga . Così deve essere nel nuoto . I nostri pallanuotisti hanno imparato più nelle loro giornate londinesi che in anni di carriera . Per i nostri nuotatori e tuffisti è stato certamente altrettanto . E se ormai e età e carriera a taluno di essi non consentiranno più miglioramenti a vista , consentiranno però spiegare molte cose ai loro compagni rimasti in Italia . Bisogna andarli a cercare certi confronti . Sono le lezioni più efficaci . E più se ne ricevono e più se ne farà tesoro . L ' elemento per trarne profitto non ci manca davvero . Ma classe e possibilità naturali resteranno pressoché inespresse se gli atleti non vengono lanciati nel più vivo della giostra . Del resto il pedaggio del noviziato tutti debbono pagarlo e nessuno può non riconoscere che il nostro nuoto , per l ' appunto , si trova in tale periodo . Ed infine le sconfitte sportive ( quando poi si sa che si sta lavorando seriamente per migliorare e proprio per questo si affrontano paragoni anche ardui per vedere ed imparare ) non compromettono nessuna reputazione . Ed un rilievo ancora , importantissimo : nel nuoto gli effetti dell ' emozione , dell ' incertezza nelle proprie risorse , dell ' ambiente diverso se non avverso , in connubio col freddo si sentono assai più che in altri sport , e per la necessaria assuefazione è condizione fondamentale essere degli assidui delle frigide e ardue piscine del nord Europa , dove per d ' appunto si tiene per ora accademia di eccellenza . In tempo più breve del supponibile , stile , rendimento , disinvoltura e temperamento dei nostri « tritoni » e delle nostre e ondine e si porteranno al livello necessario per battersi ad armi pari con maestri e dominatori di oggi .