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AU BONHEUR DES DAMES ( SALVADORI GIULIO , 1883 )
StampaPeriodica ,
La nostra generazione , non voglio negarlo , avrà tutte le virtù ; certo , crede d ' averne molte che non ebbero le generazioni passate : ma una ve n ' ha che nei nostri padri fu tanto forte e a noi pare sia stata negata inesorabilmente : la compassione . La nostra generazione ha troppa fretta , perché gli rimanga tempo da compatire ; se nella corsa vertiginosa che la sospinge in alto i deboli rimangono a mezza strada spossati , non sarà certo ora che li raccoglieremo pietosamente per metterli bocconi a bisdosso dei muli dell ' ambulanza : chi muore giace ; le file che incalzano non sanno guardarsi i piedi , e passano sopra . Si cammina , non v ' è da dubitare ; e non mi parrebbe strano se una delle prossime legislature cercasse d ' avvalorare la legge suprema della vita ordinando la soppressione assoluta dei deboli : qualche cosa da sostituire al Taigeta si troverebbe . Certo , la nuova vita sociale , che offre ogni altezza libera a chi la vuoi raggiungere , doveva , animata dalle idee nuove , portare a queste conseguenze ; ma nell ' insolita ferocia entra senza dubbio per un pochino anche la reazione contro la troppo tenerezza di cuore dei padri . Gran parte del romanticismo non fu , a guardarlo bene , che una società di mutuo soccorso fra i deboli : uniti , essi capirono che avrebbero fatto passare la propria fiacchezza come una tirannia . Oh la bella schiera di fatali dalle bionde capigliature spioventi che il vento dell ' ispirazione sollevava e agitava ! povere arpe eolie , essi aspettavano la mano invisibile che flagellasse le corde tese oltre l ' ordinario ; gentili giovinette angelicate , essi reclinavano la testa sul braccio manco levato , e i lunghi capelli raccolti in sette corde d ' oro , poi riuniti tutti fra un dito e l ' altro del piede , facevano l ' arpa divina su cui la mano destra doveva correre guidata dall ' alto . Ora , all ' esigenza del pubblico ci vuol altro . Si guardi il Carducci in Italia ; si guardi Zola in Francia . Se qualche atteggiamento speciale ce li raffigura nella loro lotta col pubblico , essi non possono apparire che atleti : hanno le maniche rimboccate fino all ' ascella , e le loro braccia si gonfiano di muscoli michelangioleschi a domar le sette teste dell ' idra ribelle . Col pubblico , insomma , gli scrittori ora son uomini , e cercano di vincere ; quarant ' anni sono eran donne , e come le donne si corazzavano di debolezza . Ma la lotta , per questo , non è che assai più pericolosa . Guai se gli atleti vacillano ! Guai se un di quei tremiti istantanei e irragionevoli , che hanno anche i più gagliardi , pervade loro le braccia e le fa sentire ai vinti infiacchite : la riscossa è pronta , e alla riscossa segue la vendetta feroce , implacabile . Perché , anche la tirannìa intellettuale è una tirannìa , e delle più difficili a sopportare : se gli uomini riescono a scuoterla , non v ' ha dubbio , si vendicano Contro Zola questa vendetta comincia di già : in Francia non ancora , perché la Francia è stata più lenta a piegare ; ma proprio e specialmente in Italia dove il fiero novelliere ebbe più pronta e intera vittoria . Si loda , sì ancora , per forza d ' inerzia ; ma si compra anche , più che per ammirare per giudicare . Si giudica anzi , senza comprare e senza leggere ; si condanna anche a torto , solo perché si sente venuta l ' ora di condannare . E questo è il peggiore dei sintomi : vuoi dire che all ' accusato non si concede difesa , che , consenta o no la giustizia apparente , la giustizia suprema vuole inesorabilmente così . La nuova generazione italiana ha addosso una gran fregola novellistica ; ella si sente , e forse ha , linfa bastante a buttate vigorose e durevoli : ma per questo , ella sente , è necessario l ' affrancamento dalla servitù zoliana ; per questo è necessario che Zola cada . Contro una forza di questo genere non v ' è remissione : expedit ut moriatur unus homo pro populo . Ma bisogna anche dire che Zola fa per conto suo tutto il possibile per affrettare la morte . Non giova ch ' egli si mantenga all ' altezza acquistata : uno scrittore che non aggiunge ogni primavera nuove penne e più forti alle sue ali , è caduto . La Page d ' amour , Nana , Pot - Bouille furon tutte battute d ' ala per reggersi ; ora Au bonheur des dames è lo stesso : il pubblico non vuol altro ; egli sa oramai che al forte novelliere manca la forza che un nuovo slancio gli chiederebbe . Quest ' ultimo romanzo ( come del resto quasi tutti gli altri di Zola , ed è naturale ) sfuma al racconto : se ne dà il primo schema con una frase : la lotta del gran commercio col piccolo . Il gran commercio , polipo immane , conoscitore sicuro di tutte le debolezze moderne applica ad ognuna di esse le sue ventose , e tira a suo profitto il danno comune : intorno i piccoli commercianti , retti soli dall ' abitudine , sdegnando ogni lusinga intesa a mantenere fedele la donna muoiono a uno a uno d ' inedia e le donne li abbandonano attratte in folla dal fascino del gran seduttore . Mouret stesso , il protagonista , lo mostra all ' opera . « Prima di tutto è la potenza moltiplicata dell ' accumulazione , tutte le merci radunate in un luogo a sostenersi e a incalzarsi ; mai mancanze , sempre l ' articolo della stagione è là : l ' avventrice si trova stretta , compra il panno qui , là il filo , in un altro luogo il mantello ; si veste , poi trova cose non prevedute , cede al bisogno dell ' inutile e dell ' elegante . Poi la marca a prezzi fissi . La gran rivoluzione parte da questa novità . Se il vecchio commercio , il commercio minuto agonizza , è perché non può sostenere la lotta al ribasso intrapresa dalla marca . Ora la concorrenza avviene sotto gli occhi stessi del pubblico : un ' occhiata alle vetrine stabilisce i prezzi , ogni magazzino ribassa contentandosi del minore guadagno possibile : nessuna truffa , non arricchimenti meditati a lungo sur un genere venduto il doppio del costo , ma operazioni correnti , un tanto per cento regolare defalcato da tutti i generi ; la fortuna affidata al buon andamento d ' una vendita , tanto più larga quanto si faceva alla luce . La rivoluzione metteva lo scompiglio nella piazza , trasformava Parigi , perché era fatta con la carne e col sangue della donna . Questa l ' anima del gran mostro : chi glie la infonde è Mouret . Agitato da quest ' anima , esso cresce fino a proporzioni inaudite . Tutte le lusinghe per le quali si può attirare la donna esso le sfoggia ; tutte le vie per le quali l ' oro può rifluire alle sue vene le trova : e il suo sangue poi serve a nutrire tutto un popolo di larve umane , un gran falanstèro , che nella mente di Zola sarebbe un ' immagine delle famiglie operaie che avrà la società di quest ' altro secolo . A capo , Mouret . Ma dal basso , dalla rovina generale del commercio minuto si leva una cara e soave immagine di giovinetta . Fattasi forte della sua debolezza ella entra fra quel popolo di larve maligne e lo domina ; rassegnata e costante , ferma , incrollabile sotto la grazia apparente delle maniere essa sale sempre più alto , fino a che non arriva alle braccia aperte di Mouret , divenuta « onnipotente » . Zola , certo , non ci ha pensato , si potrebbe giurare ; ma la distribuzione delle masse di quest ' azione richiama , a rovescio , la distribuzione del Ruy - Blas . Là è la nobiltà che crolla , finita , di contro all ' ascensione del popolo ; solo della nobiltà una donna rimane alta su le ruine , e dal popolo si stacca un uomo , un servo , che sale tanto da arrivar fino a lei . Questo raffronto non è senza ragione : non se n ' abbia a male il mio amico Renier , ma l ' idea prima di questo romanzo sperimentale è romantica . Proprio così . Nella maggior parte dei romanzi di Zola c ' è il mostro che divora l ' uomo . C ' è un ' azione meccanica o una macchina che prende gli uomini e li assorbe , costituendone e crescendone la propria azione , o adoperandoli come ordigni . La piena trascinatrice o la macchina : nel corso dei fatti umani , Zola non intende , non vede , non riproduce altro . Ora questo male posa sopra una concezione debole e falsa del mondo , non solo umano , ma organico ; da una concezione di quel mondo puramente e rudimentalmente meccanica . Nella Conquête de Plassans , per esempio , è l ' invasione clericale bonapartista che si ripercuote in una famiglia ; nella Curée è lo sbrigliamento degli appetiti , lo strepito , delle mascelle di centomila cani affamati che assorda Parigi e lo copre ; nel Ventre de Paris sono i grandi mercati ; nel Pot - Bouille la casa borghese ; nel Bonheur des dames il magazzino titanico . Si vedano i titoli , per esempio : non paia pedanterìa ; in un ' opera d ' immaginazione i titoli rappresentano generalmente l ' immagine nella quale lo scrittore raccoglie tutta la vita dell ' opera . Gli altri novellieri , generalmente , si tengono al nome del protagonista ; se fanno prevalere l ' analisi psicologica , dànno al libro il nome della malattia presa in esame . Zola no : dà il nome della cosa , il nome dell ' azione che domina nel racconto senza contrasto , il nome della macchina trionfatrice . E questo concetto della vita , scientificamente falso , se n ' avveda egli o no , gli si fa sempre più fermo e sicuro . Nel penultimo romanzo , Pot - Bouille , è la casa che vive , non gli uomini . L ' anima della casa viene alle penombra del grande scalone silenzioso , trasfusa dalle grandi porte lucide , dietro le quali s ' intravedono abissi d ' onestà . Letto il romanzo , di quelle donne , di quegli uomini , che cosa rimane ? Nulla . Il frutto è fresco e colorito di fuori : chi lo spacchi e apra a una a una le loggie che chiudono i semi , trova in tutte una famiglia di vermi . Tutto il romanzo dà l ' impressione del brulicame d ' una gran verminaia , d ' un rosichío senza posa di boccucce nere . Così nel Bonheur des dames . La vita è lontana , molto lontana , da tutti quei piccoli commercianti , da tutti quei commessi senza numero , code di rondine che si muovono , da tutte quelle venditrici , abiti di seta ripieni . Non è neppure in Dionisia , neppure in Mouret . Dionisia non è veduta , è voluta ; Mouret è una personificazione . Ciascuno di questi uomini sacrifica la sua animuccia primitiva alla grande anima del magazzino : son ordigni , non uomini , ed entrano tutti nel moto della gran macchina : le loro voci muoiono ; il rombo assordante del grande arnese le assorbe . Ora questa , come costruzione fantastica potrà anche piacere , potrà anche esser bella : anche questa è mitologia ; mitologia che non oltrepassa la concezione meccanica , che non arriva alla concezione umana , frutto insomma di mente ristretta : ma non importa ; come ogni mitologia , è discutibile ed accettabile . Non ci si domandi però se lì noi troviamo riprodotta la vita : risponderemmo di no . Non ci si domandi se lì noi troviamo arte vera ; risponderemmo di no . Che i novellieri ci diano gli uomini vivi , e noi nelle sue novelle troveremo la vita ; che li facciano immortali con gli uomini , e ci troveremo l ' arte . Il rombo ci darà la voce d ' un alveare ; a darci la voce degli uomini , non basta : per questo , bisogna ch ' essi parlino , bisogna che si mostrino e operino nel dramma . Qui lo svolgimento del dramma è impedito e soffocato dallo strepito disarmonico dell ' orchestra .
IL CANZONIERE D'UNA CONTESSA ( SALVADORI GIULIO , 1883 )
StampaPeriodica ,
Oggi com ' oggi la letteratura femminile in Italia fiorisce . Se siano tutte rose , non saprei dire : certo è che forse neanche il Cinquecento , così popolato di rimatrici e di gentildonne erudite , può vantarla così varia , così spregiudicata , così abbondante . È vero che poche ora ( diciamo poche per cortesia ) saprebbero scrivere epigrammi greci come Olimpia Morato , o reggere a disquisizioni teologiche come Giulia Gonzaga la bellissima , e Vittoria Colonna : ma è anche vero che le nostre sanno per compenso il francese ; e come lo sanno ! Agli uomini che sapessero il francese e non sapessero il greco , che leggessero Mendès e Barbey d ' Aurevilly riservandosi di guardare dall ' alto in basso la letteratura classica , non importerebbe poi gran che : ma scrivere è un altro paio di maniche . Questa usurpazione , per parte delle donne , nei loro diritti , costretti come sono a passarci sopra per non parere villani o di poco spirito , questa usurpazione non la mandano giù . E , sebbene in versi , quando devono celebrare una donna che inganna ricamando rime le ore d ' aspettativa , cavan sùbito fuori del cassettone rettorico Saffo e Corinna ; se ne vendicano poi nella prosa , nella vil prosa , protestando e giurando di esecrare le donne che scrivono quasi da quanto quelle che votano . E , in prosa e in versi , hanno torto . Già , s ' e mai trovato un uomo che , di fronte a una donna in qualunque argomento e in qualunque caso , avesse ragione ? Qui poi , torto doppio : di critici e d ' uomini . Come siamo fatti , come pensiamo , come amiamo , come viviamo noi , noi uomini , ( non se n ' abbiano a male i novellieri sperimentali ) lo sappiamo fin troppo ; tanto per le letterature di tutti i tempi e di tutti i luoghi , fan sangue le membra dilaniate , s ' incrociano le ramificazioni convulse delle vene e dei nervi nell ' anatomia dell ' anima nostra maschile ; qual e oramai il cameriere di caffé che , fra il posare e l ' alzar delle tazze , non si permetta ogni tanto un briciolo d ' analisi psicologica ? Ma come sia fatta e come viva la donna , noi non lo sappiamo se non di seconda mano e per congettura ; e per lo più , la immaginiamo e la rappresentiamo come un uomo senza persona , imbiancato dallo zolfo dell ' ignoranza , purificato per le acque chiare dell ' indeterminatezza . Ma la natura e la vita , crediamo forse che non si possano vedere , sentire , rappresentare , se non come le vediamo , le sentiamo , le rappresentiamo noi ? O crediamo che l ' arte non possa scapitare , se gli stessi fantasmi che visitano l ' anima nostra , passando per un ' anima femminile si colorano e si atteggiano diversamente ? Ancora , e peggio : se le donne oramai tutte date allo scrivere non avessero dimenticato di leggere , avrebbero nella lotta dell ' amore troppo vantaggio sopra di noi . Con tutta questa letteratura psicologica , noi uomini abbiamo messo e mettiamo di continuo le carte in tavola ; la donna le tiene ancora raccolte nel misterioso ventaglio , sicura di sé perché conosce il vostro giuoco , sicura di voi perché voi non conoscete il suo . È nell ' interesse nostro , fratelli , che le parti si mutino : giù le carte , signore . È vero che una scrittrice , la marchesa Colombi , ha detto recentemente che le donne non imparano a conoscere l ' abbandono se non quando si trovano abbandonate . Ah ! marchesa , marchesa , marchesa ! Eppure le misericordie per i colpi di grazia è da un pezzo che non usano più . La contessa Lara , o signore , vi dà il buon esempio . Questo suo canzoniere , come rivelazione d ' un ' anima femminile , come documento umano , direi , se la frase oramai non fosse inzaccherata di volgarità , e veramente prezioso . Intendiamoci : da questi fogli , che la contessa congedandoli chiama tersi ( e l ' editore Sommaruga ha fatto tutto il possibile perché si pensasse alla verità dell ' aggettivo , non alla necessità della rima ) da questi fogli non è che l ' arte non occhieggi profumata e capricciosa , facendo sorrisi e riverenze piene di grazia e di canzonatura : la testolina bionda emergente da un cerchio di pellicce e di velluto ha mosse sùbite e vive , e al muoversi s ' accompagna il riso degli occhi neri folgoranti fra i capelli aggrovigliati come fior di vitalba e il serpeggiare delle anella bionde che scendono come giacinti sul collo di latte . Non è dunque che in questi versi manchi l ' arte : ce n ' è anzi anche troppa . Qualche volta , per esempio , i drammi e le figure della vita reale , della vita borghese , vorrebbero un po ' più di vivezza nella frase anche a scàpito della martellatura e della brunitura del vaso , un po ' più di precisione rapida nel tocco , anche a scapito della lingua poetica eletta e dell ' audacia felice di stile . A questo proposito , anzi , ci sarebbe molto da dire : si potrebbe , per esempio , da questo libro di versi d ' una signora risalire alle ragioni per le quali l ' arte della rima , da noi , s ' è mostrata sempre disadatta o restia a rendere il vero di tutti i giorni , il vero del salotto e dell ' alcova , del teatro e della festa da ballo , della passeggiata ai Colli e dei bagni a Livorno e a Castellammare : il vero , insomma , di questa piccola vita borghese che ha per fondo la carta di Francia e il velluto ; dalla finestra , sì , si vede un po ' di verde e di mare e di cielo , ma i vetri sono chiusi per paura dei raffreddori . Tutto questo e altro potrei ricercare e considerare e osservare ; ma io , in questo libro , non ho cercato l ' arte , lo confesso , ho cercato la donna . E la donna c ' è : intelligente , troppo intelligente , anzi , se vogliamo dar ragione al Fontana , gloria , musa , angelo , idea , se vogliamo dar retta al ribelle spirito che ha mille volte meno spirito del Fontana ; ma , in tutto e sopra tutto , donna . Donna anche nella sincerità delle sue confessioni ; e forse potrebbe anch ' essere che , tanto per mutare , come parve ad un suo amico ch ' ella pregando si divertisse a canzonare i santi , così scrivendo si divertisse a canzonare i lettori . Le carte ella le mette in tavola , è vero , ma le mescola e le scambia con un ' agilità che sarebbe meravigliosa quando non fosse femminile , di modo che raccapezzar le fila dei drammi che si svolgono per entro il profumo di queste risa , di questi baci , di questi sospiri fatti armonia , non riesce davvero la cosa più semplice che si possa pensare . Tuttavia , a chi sappia guardar bene , tra la folla degli intermezzi , fra il vario muovere delle figurine illuminate dalla luce piena della passione o contorcentisi grottesche allo squillo argentino del riso della loro signora , tre drammi principalmente si distinguono diversi di carattere e di scioglimento . Far l ' analisi di tutti , non sarebbe né gentile né giusto ; comprino i curiosi il libro e tentino di farla da sé . Ma ce n ' è uno fra gli altri , che finisce allegramente in una risata ; cioè : in una risata dei lettori e in un sorriso maligno di chi determina la catastrofe . Protagonista è quel ribelle spirito che appare sempre accompagnato dai profumi di zagare del suo dolce paese amato dal sole , e inghirlandato dai pampini secchi della sua retorica , non saprei se più accademica o romantica , arcadica sempre . Egli le scrive da lontano : E nevica anche in questo del sol dolce paese , cadon le rose , tremano le zagàre da l ' insolito gel colte ed offese . E seguita raccontando d ' una sua passeggiata nei campi in cerca di solitudine , e d ' un sogno fatto passeggiando , a occhi aperti . Gli pareva d ' essere con lei in una slitta e di scivolare su quel gran piano di neve , lieve lieve come se la slitta volasse ; egli le cingeva col braccio la vita e il sangue gli batteva ardente nelle arterie , quando ... quando sparve il sogno , ed egli non seppe far altro che piangere . Ella scrolla la sua testina incredula Con un sorriso di bambino scaltra ; E data al fuoco l ' amorosa lettera , Stende la mano per aprirne un ' altra . Benissimo ! a tutto quel ghiaccio non c ' era altro rimedio che il fuoco . E poi , era ghiaccio artificiale : non è vero , contessa ?