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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1850 TO 1880}
StampaQuotidiana ,
All ' indirizzo della signora Pezzi che progetta una scuola Mazzini breve parola . Insieme col risorgimento rivoluzionario italiano e mondiale , fu predicata la riabilitazione , l ' emancipazione della donna . La favorirono tutti i framassoni , la giovarono i ministri , i quali ne fecero delle maestre da sedere in alte cattedre e delle ispettrici , i quali progettarono di donarla del diritto elettorale nei comuni . E la donna innalzata a tanta altezza , dimenticate le opere del fuso raccomandatele dallo Spirito Santo , intese alle non sue della vita pubblica e politica , e non mancarono le fanatiche per Garibaldi e per Mazzini , le eroine dei due mondi che fecero di loro pazzie celebre il nome per il mondo . Or bene e quelli che le innalzano , e quelle che s ' innalzano che pretendono ottenere ? Alla donna noi crediamo che duplice missione sia affidata , quella di far conoscere la verità , quella di alleviare i dolori ; duplice apostolato di verità e di conforto : quello debbono e possono compiere nell ' interno delle pareti domestiche : questo , insistendo sull ' orme della prima associazione di carità fondata sul Calvario sotto gli sguardi del Salvatore morente si compie ad ogni giorno , ad ogni circostanza della vita . Fuori di questo campo non trova la donna né fini né forze a sé proporzionate , tutto diviene esagerazione , pericolo e rovina . Al tempo del paganesimo questa duplice missione della donna fu dimenticata ; essa era quindi divenuta nient ' altro che una merce trafficata dalla avarizia , una schiava che vedeva ai suoi piedi un despota sempre pronto ad alzarsi per abbatterla , un idolo incensato e poco stante spezzato dal suo fanatico adoratore , di che la donna stessa aveva trovato meglio educarsi alla colpa fin da fanciulla : Et incestos amores de tenui meditatur ungui : e se congiungevasi in matrimonio , poteva però dopo , al dir di Seneca , contar gli anni non dai consoli ma dai mariti . Perciò essa era poi divenuta odiosa , e ci ricorda benissimo di ciò che Eschilo nei Sette all ' assedio di Tebe fa dire ad Eteocle : « Donne , insopportabili creature , sesso odioso ai savii , pessimo flagello delle famiglie e dello Stato » . La redenzione salvò la donna ; anzi se ci si passa l ' espressione , la redenzione sua fu duplice , la redenzione comune e un ' altra di ordine inferiore e materiale che la riabilitava davvero nella società , motivo pel quale troviamo nella donna una naturale e più sentita inclinazione alla pratica della religione di Cristo ed in conseguenza di ciò , la vediamo anche divenuta un ' arma invitta in mano del Signore . Ora la riabilitazione massonica che oggi è di moda , non essendo , perché framassonica , che la distruzione di Cristo , non può riuscire che al vero e peggiore degradamento della donna . No , non ci illudono le larve di alcune donne letterate e la cui onestà di costumi noi non vorremmo revocare in dubbio ; le statistiche parlano con una eloquenza invincibile , e le 75.000 donne di vita perduta che già erano in Italia prima dell ' acquisto del Veneto dicono ove siamo riusciti dopo tanto predicare riabilitazione , dopo tanti sforzi per innalzar la donna all ' altezza dei tempi . Vi ha una sola dignità per lei , ed è quella che le viene da Cristo ; con Cristo è grande , senza Cristo sta nel fango . È per ciò che noi salutiamo con piacere il sorgere in Italia , specialmente , di associazioni femminili , e quelle in particolar modo che in Roma fanno già di sé bella mostra con opere tutte informate allo spirito di Cristo , e così vantaggiose alla Chiesa di Cristo . Cristo che volle la donna alla sua culla , e la volle alla sua croce , affida ancor oggi alla donna una missione . È vero che come al sorgere del cristianesimo permise che la donna cristiana vivesse alquanti secoli accanto alla pagana , così oggi la donna che sta con Cristo ed è cattolica vive daccanto alla donna senza Cristo , rivoluzionaria e framassona , e che davvicino alle pie che salgono il Calvario stanno le petroliere e le comuniste ; ma ciò è nei disegni della Provvidenza , perché meglio appaia da qual lato si stia vera grandezza , onestà e virtù . Ritorni la donna italiana all ' opere della sua casa , alla santa missione che Cristo le ha data , discenda dalla cattedra , non s ' accosti alle urne , viva di Cristo e Italia avrà pace , felicità ed onore .
StampaQuotidiana ,
Il giornalismo liberale insiste sul lavoro che il Congresso cattolico di Bergamo ha rivolto a vantaggio della classe degli operai . La « Perseveranza » ascolta con mal animo noi cattolici seguaci del Filius fabri , tentare di migliorare uomini che sono sì grande e bella parte della società cristiana . La « Perseveranza » trova che l ' idea che presiedette alle decisioni del Congresso di Bergamo riguardo all ' operaio sia l ' assorbimento dell ' individualità , e l ' inaugurazione del collettivismo come era esercitato dalle maestranze di arti e mestieri nel medio evo . È naturale che il foglio liberale si scagli contro questo duplice ordine teoretico e pratico , e si lasci trascinare a proclamare poco meno che il socialismo colla illimitata licenza che all ' operaio concede . L ' individualismo che il Congresso cattolico non ammette e non poteva ammettere è quello che lascia l ' uomo abbandonato alle proprie passioni , alla fantasia , senza regola , senza direzione sicura . Il cattolicesimo che come corpo di dottrina è rivelazione e quindi implica la soggezione dell ' intelligenza al rivelatore divino , nobile uso della mente nostra rimaner fedele all ' incontrastabile verità dell ' infallibilità divina ; il cattolicesimo non potrà mai sciogliere il fedele dai vincoli che lo legano a quel corpo di dottrina , che nel santo Battesimo egli ha dichiarato di credere , e che professa ogniqualvolta ripete qualche atto solenne della sua religione . Non è dunque un nuovo vincolo che i congressisti di Bergamo venivano ad imporre agli operai cattolici , ma il richiamo solo di quelle solenni obbligazioni che stringono un figlio della Chiesa alla sua madre , e il suggerimento di mezzi atti a rendere loro più facile e fruttuosa la pratica esecuzione delle obbligazioni medesime . Il cattolico infatti , non è costretto come il razionalista a cercare collo scarso lume di sua mente in mezzo al buio ed all ' intrigo , la soluzione de ' più elementari problemi della vita , ed a rifarsi sempre da capo , per ricadere nel dubbio , e per affidarsi solo al proprio intelletto . Il cattolico ha una regola di fede sicura , ed una regola di condotta semplice e certa ; e su questa base , che diciotto secoli hanno reso sempre più tenace e consistente , quante cose non può egli fare colle forze del proprio ingegno e della propria attività ? Qual è la scienza , quale l ' arte , che non sia stata avvantaggiata dall ' opera individuale di cattolici , che avevano a fondamento e a scopo la religione ? Che se stabilissimo un confronto tra le masse operaie cattoliche , e le masse operaie settarie ; quelle strette da un vincolo noto qual è la formola di fede e il Decalogo ; queste strette da oracoli che misteriosamente vengono combinati nei covi della massoneria , inaccessibili ai profani , non avremmo difficoltà a riconoscere quanto migliore sia la condizione dei cattolici . Quanto poi al risuscitare le antiche maestranze , come ha paura la « Perseveranza » , noi diremo innanzi tutto che i convenuti al Congresso di Bergamo non erano così schiavi del passato , da non saper escludere quelle modalità , che erano tutte speciali di quelle epoche , e non ammettere quelle altre , che sono portate dallo sviluppo delle condizioni sociali . Delle antiche maestranze si vuole far rivivere lo spirito , che era quello della carità cristiana , che affratella i socii , che li lega colla sanzione religiosa , che li unisce nel sospiro di un avvenire comune , che li occupa nel tempo del riposo , in pratiche di pietà , che istruiscono la mente e purificano il cuore . A tutto questo che cosa si sostituisce dagli attuali fondatori di società massoniche ? L ' interesse ; solo l ' interesse , e si fa brillare davanti allo sguardo dell ' operaio il maggior guadagno , il sussidio nelle malattie , il riposo nella vecchiaia , l ' appoggio per i figli , per gli orfani e per le vedove . Ottime cose , ma che non bastano . L ' operaio , raffrontando la propria condizione con quella di altre classi sociali , e non trattenuto dalle massime consacrate dalla religione , che gli dicano potere essere egli davanti a Dio migliore dei ricchi e dei potenti , di cui invidia le ricchezze e l ' autorità , non si dirà mai soddisfatto , crescerà nei desiderii , e l ' ultimo suo voto sarà sempre quello che l ' Internazionale propugna come la pratica attuazione della vita sociale : il comunismo . E si noti , come nelle proposte del Congresso cattolico di Bergamo non si è parlato solo di operai , ma anche e molto di padroni : notisi che il vincolo religioso che lega gli operai cattolici , lega altrettanto e più i padroni ; notisi che le antiche maestranze si vorrebbero far rivivere , specialmente in quei punti in cui esse stabiliscono mutue relazioni tra padroni e artefici ; il che , non si potrà negarlo , è meglio d ' assai degli scioperi e il petrolio , mezzi ai quali ricorrono gli operai alla liberale per ottenere dai rispettivi padroni quelle concessioni che loro sembrano giustificate . Dopo queste spiegazioni , se i nostri avversari fossero coerenti e non scrivessero accecati dall ' odio a tutto ciò che è cattolico , dovranno concedere che i convenuti in Bergamo avevano il diritto di trattare la questione operaia dal punto di vista cattolico , e che il modo con cui hanno proposta la quistione , non imponeva nuovi vincoli né risuscitava impossibili forme , ma mirava solo a migliorare la condizione dell ' operaio cattolico senza pericolo per la sua fede e pel buon costume .
PIO IL GRANDE ( - , 1878 )
StampaQuotidiana ,
In tanta angoscia , l ' anima straziata , oppressi dalla grandezza dell ' argomento , ci cade la penna di mano , e non sappiamo altro scrivere fuor che immenso è il nostro dolore . Quando al mesto cadere del giorno la gentil preghiera che saluta la Vergine suonava sul labbro dei credenti , in cielo gli Angeli baciavano in fronte il SANTO VEGLIARDO , chiamato al premio dopo una lotta da gigante , sostenuta per un lungo mezzo secolo . E scompariva come il sole che indorava dell ' ultimo raggio in quel momento la croce di San Pietro in Vaticano ; scompariva dall ' occhio degli uomini colla pace , la serenità , la soavità delle anime care a Dio , colla mente lucida e conscia del gran passo , col cuore ancor fervido d ' affetto , senza violenza , quasi lievissima fosse la distanza per lui dalla terra al cielo , e già i beati lo tenessero del loro numero . Pochi dì avanti aveva celebrato una carissima ricordanza ; l ' innocenza della fanciullezza , in tutto il mondo cattolico , univasi il 2 febbraio all ' innocenza paterna , rammentando alla mensa dell ' Agnello innocente il sacro dì , da 75 anni sparito , in cui il giovanetto destinato a divenire IL GRAN PIO , riceveva la prima volta il pane dei forti . Fu l ' ultima festa di tante che circondarono di gioia o d ' amarezza l ' anima del PONTEFICE ; fu l ' ultimo sguardo alla sua carriera fortunosa ; fu il saluto che lo zampillo dà con riconoscenza al fonte che lo genera ; fu il ricongiungimento dell ' età senile colla puerizia ; fu il primo assorbire dell ' aura , il primo palpito del cuore , il primo anelito di vita che armonizzavano in un ' onda sola , simbolo della sanità di tutta la vita , coll ' estremo respiro , cogli ultimi battiti di un affetto ingagliardito fra mille contrasti , coll ' affanno dell ' agonia . E parve presentisse la fine ; pure il 2 febbraio riceveva i sacri ceri benedetti dell ' agonia , li accese e si consumarono e spensero con lui ; così riassunse la sua esistenza , la contemplò collo sguardo languido , si riconfortò nella fede e volò al Dio che lo ha ricolmo di gaudii e di dolori , che lo aveva preparato alla gloria col merito nelle fortune e nelle sventure . Il lutto è mondiale ; tutta la terra vi prende parte ; non è possibile che uomo non si chini riverente e addolorato alla bara che rinserra la salma di Pio IX . Il suo nome è noto a tutti ; lo conoscono i re , e lo ripetono i poverelli ; lo sanno i credenti e non lo ignorano gli scredenti . In un terzo sì fortunoso , del secolo nostro fortunosissimo , i fatti i più grandi si sono compiuti vicino a Pio IX ; si sono formate nel mondo due grandi classi di persone , l ' una avversò il PONTEFICE colla ferocia la più lagrimevole , l ' altra lo amò del trasporto il più schietto , dell ' amore il più profondo ; l ' una e l ' altra ebbero a termine , dell ' odio o dell ' affetto , il VICARIO DI CRISTO ; l ' una e l ' altra ne sentirono la grandezza e la potenza , sia per bestemmiarla e abbatterla , sia per onorarla ; l ' una e l ' altra ammirarono Pio IX , e sul cadavere di lui , l ' una e l ' altra sarà vinta dalla commozione . E un paziente che morì ; morì una vittima ; morì l ' ostaggio della rivoluzione ; morì il prigioniero per la cattolicità . Chi mai può negare la lagrima al dolente , al perseguitato , all ' esigliato nel suo regno , al crocifisso sul suo trono ? Chi mai l ' ira nemica spingerà oltre la tomba ? Il lutto è e dev ' essere mondiale . Pio IX cominciò perdonando e nel perdono tradito ; finì perdonando e ancora tradito . Or , che per avventura si passi via alteramente dalla fossa che rinserra il violento , e che la preghiera del cristiano non sia bagnata dal pianto dove s ' asconde l ' avanzo di persona che pianto abbia stillato ai perseguitati , è nobile dignità , ma chi ha sofferto per la giustizia e per la Religione , chi ha sofferto perché amava l ' Italia , chi ha sofferto perché lo si voleva strumento di licenze non regolatore di libertà , a lui una parola di dolore e di pietà , pei buoni è un dovere , un bisogno , è gratitudine per gli altri è anche una necessaria riparazione . E noi finché le ragioni politiche non sorgano spietate a flagellare un cadavere , noi dal cuore che da sé s ' abbandoni agli spassionati sentimenti , abbiamo tanta stima degli avversari di Pio IX , da sperare che questa riparazione non mancherà . Ma ci è impossibile continuare ; ci sembra pur disdicevole passare al giudizio dei fatti che contrassegnarono la esistenza del grande Pontefice . È un momento di dolore , e il dolore ha l ' eloquenza del silenzio . Ci uniamo ai cattolici di tutta la terra , con tutti preghiamo pel DEFUNTO AUGUSTO , preghiamo che la Chiesa sia un ' altra volta benedetta e il Successore di Lui la guidi ai trionfi sulla miscredenza e sull ' ingiustizia . Pio ! Quante volte hai alzato la tua mano e ci invocasti aiuto nel nostro lavoro ; tu ci aiuta dal Cielo e di lassù conferma le opere della tua benevolenza . Poc ' anzi abbiamo baciato il tuo AUGUSTO NOME , e ne avemmo forza e vita ; fu uno degli ultimi tratti della bontà tua , e la riconoscenza ne recheremo con noi nella tomba . Innanzi al tuo CADAVERE , sotto il tuo sguardo , noi ti giuriamo che coll ' aiuto di Dio sempre rimarremo fedeli alla Religione di cui fosti Capo , sempre alla giustizia che hai difeso , sempre alla Santa Sede che hai gloriosamente occupato per 32 anni . Tu vuoi ora , come il volevi vivente , che restiamo uniti al Successore di Pietro ; lo vuole il cielo , lo vuole la salvezza nostra e del mondo ; ti obbediamo DEFUNTO , come ti obbedimmo VIVENTE , restiamo colla Santa Sede , restiamo col tuo Successore , ne aspettiamo i comandi ed i consigli per eseguirli . Pio IX MORTO ! VIVA IL PAPA ! Cattolici , il Vicario di Cristo vive ; a lui il nostro affetto , la nostra devozione in tutto e per tutto .
UNA IPOTESI ( - , 1878 )
StampaQuotidiana ,
Il nostro corrispondente telegrafico ci scriveva ieri da Roma che il sommo Pontefice ha diramato l ' Enciclica sospirata , e che in essa conferma pienamente , come non era a dubitarsi , quanto Pio IX aveva promulgato contro i conculcatori dei diritti della S . Sede . Nessuna novità nell ' Enciclica , nessuna meraviglia in quello che contiene . Il Papa ha agito da Papa , i cattolici non ebbero mai timori in argomento , e la cosa cammina da sé . Fermiamoci ad una ipotesi . L ' ipotesi sia che i clerico - liberali , i conciliatori , i curciani , e tutta questa gente che non ha talento di essere cattolica puramente e semplicemente , ma va cercandosi una nicchia in relazione ai proprii capricci , avessero avuto piena ragione nelle loro previsioni . Supponiamo dunque che Leone XIII avesse col fatto sconfessato Pio IX , avesse rinunziato ad ogni diritto al temporale dominio , avesse ritirato il Sillabo , spuntato le scomuniche , benedetto re Umberto , ringraziato il governo italiano dei conventi desertati , dei beni di Chiesa incamerati , delle Case cattoliche di educazione manomesse , della propaganda atea delle scuole , delle angherie al Clero , del Culto impedito , e di tante altre gioie che i cattolici godono per bontà di quei liberali che sono l ' amore dei conciliatori . Supponiamo almeno che Leone XIII si fosse attenuto ad una condotta passiva rispetto alla rivoluzione , e avesse lasciato fare senza opposizione diretta . In tale ipotesi che cosa sarebbe accaduto ? I . I liberali avrebbero applaudito il Papa quanto sarebbe bastato per far credere al popolo che il Papa approva i misfatti della rivoluzione . Ai primi applausi avrebbero fatto seguire il silenzio , e infine avrebbero alzato nuove pretese contro il Papa . II . I conciliatori si sarebbero lanciati contro i cattolici , ne avrebbero fatto scempio a vantaggio dei liberali , pronti alla prima ripulsa del Pontefice , di più accondiscendere alle pretese rivoluzionarie ed atee , pronti a ribellarsi a Leone , a Clemente , a Formoso , a Eugenio , a Cristo medesimo , all ' Eterno Padre . Imperocché vivono di ribellione questi conciliatori , essi sono i ladri domestici che buttano tutto dalla finestra in mano al nemico ; gente o infame o sciocca . III . I cattolici dal canto loro si sarebbero mantenuti fedeli al Pontefice ad ogni costo ; ma notiamo che nessun cattolico ammette possibile , nemmeno per ipotesi , quello che liberali e conciliatori speravano , per es . la cancellazione del Sillabo , per non dir altro . I cattolici avrebbero sempre obbedito e venerato il Papa ; le di lui decisioni avrebbero riconosciuto come legittime , non già fatte per accondiscendere alla rivoluzione coi conciliatori , ma per propria autorità . Forse alcuni cattolici per debolezza o ignoranza sarebbero divenuti vittima dei liberali e conciliatori , ma le sarebbero state eccezioni . Fatta la ipotesi poi della condotta passiva del Papa di fronte alla rivoluzione , dato che tale condotta fosse compatibile coi doveri del Pontificato , sarebbe incominciato da parte dei clerico - liberali e dei conciliatori il lavoro della ingratitudine : quel lavoro che nei primordi del Pontificato di Pio IX fu condotto dai settari , ora se lo sarebbero assunto i conciliatori . Quindi il Papa avrebbe dovuto tollerare tutte le nequizie rivoluzionarie , accettare non solo il passato , non solo assolvere i delinquenti del governo e delle aule legislative per quello che sancirono , ma prepararsi a benedire anche le minacciate sevizie contro la Chiesa , i beni parrocchiali , le nomine dei curati , l ' ingerenza nei Seminari , la crescente corruzione nelle scuole , le insidie allo stesso catechismo . Di questa guisa la autorità papale sarebbe venuta mano mano scemando e scolorendosi , la sua efficacia sarebbe stata effimera , il suo prestigio compromesso , l ' autorità nominale . I conciliatori non si fermano a sancire ciò che esiste , sono spinti dalla loro scuola e dalla nequizia a domandare nuove dedizioni . Dove sarebbe ito il criterio del giusto e del vero ? Nel capriccio di un conciliatore influente che fossesi levato alla mattina colla fissazione : il Papa ceda anche qui . I liberali avrebbero fatto il resto ; lo splendore del Papa , dell ' uomo che tiene in mano i destini del mondo , che modera le leggi del dogma e della morale , che alla civiltà insegna come essere onesta , che guida la scienza nel vero e alla mente prefigge il suo nobile e divino scopo , lo splendore del Papa sarebbe scomparso . Il Vaticano ridotto ad un vescovado comune , assiepato da conciliatori infami e da liberali prepotenti , non solo sarebbe divenuto la prigionia del Papa , ma dello stesso papato ; fra tanta rovina che nel mondo si accumula , quella del supremo pontificato sarebbe stata come la ecclissi del sole , come la vergogna ed il rimorso della umanità . I conciliatori lavandosi , ingloriosi Pilati , le mani , avrebbero consegnato il Vicario di Cristo alla canaglia perché flagellato venisse crocifisso . Ecco la ipotesi . Ma Dio ama la umanità e il Vicario suo sulla terra ama Dio e ne segue la legge . I liberali sono pur sempre i nemici del Dio ch ' essi rinnegano , sono i nemici del di lui Vicario che adulano e non obbediscono . I conciliatori non realizzeranno i loro tristi disegni . E l ' Italia nostra nelle sue sventure potrà sempre volgere lo sguardo al porto della salute . Leone XIII è Papa , ed è Papa degno di esserlo . Coloro che da tanti anni sognano la rovina del papato , che attorno di esso fecero vaste solitudini , che lo tentano e lo minano , avranno dal Papa il perdono se si pentiranno , non avranno giammai la complicità nei loro delitti . La fede manca ai liberali , la fede manca ai conciliatori , ed è per questo che almanaccano tradimenti verso Dio e la verità per parte del Capo della Chiesa . Ma i tradimenti li fa Giuda e Cristo si riserva di morire e perdonare , non mai di approvare le scelleratezze dei suoi persecutori . Venga l ' Enciclica di Leone XIII a raddrizzare tante storte idee , a dissipare gli equivoci sparsi dai conciliatori , a determinare l ' azione di ricostituzione che in questi tempi fu sì manomessa dagli scredenti o settarii o ecclesiastici . Cattolici , fermi alla parola del Papa , e con lui progrediamo senza debolezza e certi di vincere o vivendo o morendo .
POPOLO E PLEBE ( - , 1868 )
StampaQuotidiana ,
Oggidì plebeo suona quasi sinonimo a triviale . Ma questo senso male attaccato a tal voce sparirà quando gli uomini apprenderanno a rispettare i più poveri ... ad amarli e temerli come una grande potenza , la più grande di tutte . N . Tommaseo Noi ci crediamo , anzi ci vantiamo plebe . È questa una frase del nostro manifesto del 2 Giugno u.s. , che ha sollevata una vera tempesta di fischi , di urli e ... accenti d ' ira , Voci alte e fioche e suon di man con elle . Tutti coloro , che fanno consistere l ' ordine nel soddisfacimento delle loro esigenze ; gli arguti trovatori dei sofismi della viltà ; i conciliatori insensati degli agnelli e dei lupi ; i partigiani del lascia fare ; gli egoisti , i preti , le beghine , ci furono sopra . Potremmo rispondere facendo un po ' di etimologia , e ricordando come i latini ed anche alcuni classici italiani chiamassero plebei puramente i non nobili . Amiamo invece dichiarare ricisamente che noi ci crediamo plebe perché per questa intendiamo la gran massa dei diseredati , iloti in Grecia , cose a Roma , proletari ovunque , la quale fra noi non avendo diritti politici o di questi non altro che l ' ombra , non può chiamarsi libera , populus . Ci vantiamo poi plebe perché tra coloro che soffrono , e sudano per guadagnarsi tanto che basti per trascinare una vita angustiata , spregiata , infelicissima , e morire forse in un ospizio , senza il bacio dei parenti , senz ' altro conforto che il brontolio del prete ; tra coloro che sono trattati come macchine o giumenti e coloro che fruiscono delle loro sofferenze , li avviliscono , li derubano , li calpestano , preferiamo essere coi primi . E questo non già per una miserabile rassegnazione , ma perché speriamo di educarla , questa plebe , di renderla edotta dei proprii doveri e diritti , di spronarla a scuotere i gioghi , che la opprimono , e , scossili , vederla camminare irremissibilmente , imperterrita , verso quell ' età aurea , che posta da una cieca tradizione nel passato , sta invece dinanzi a noi .
StampaQuotidiana ,
La Rivoluzione francese , che ha incominciata la sua opera sublime colla dichiarazione dei diritti dell ' uomo , la continua e non poserà se non quando avrà estesa su tutta la faccia della terra quell ' eguaglianza che è umanamente conseguibile . Ma errano forse coloro che pensano ciò potersi ottenere per altre vie che non sieno quelle della libertà . Se oggi non è più lecito a chi si professa democratico , volere la emancipazione politica del popolo , senza la economica , è falso , è assurdo il lusingarsi che questa si possa conseguire senza il concorso di quella . Egli è per questo che noi deploriamo come nella lusinga di fare meglio i loro interessi materiali , molte associazioni di operaj si tengono affatto estranee alle questioni del più alto momento per l ' onore , il benessere , la libertà del proprio paese . Del loro errore fa testimonianza la storia di tutti i tempi e di tutti i paesi , la quale ci dimostra che la giustizia non si accorda che a coloro i quali se la sanno conquistare . E la logica conferma , spiega questa dimostrazione della storia . Non è punto nella natura di un privilegio , d ' un monopolio , di un potere esistente di cedere , o d ' abdicare senza esservi forzato . Perché il diritto trionfi necessita che a sua volta egli diventi una forza . E questa forza al popolo non può venire che dalla libertà politica . Che le masse di operai memori dei passati fasti e delle storiche virtù impugnino ed inalberino una tale bandiera ; che si stringano compatte intorno ad essa ; che dopo tante delusioni , tanti esperimenti infelici , tante vicende di casi pensino seriamente alla sua di salute !
IL LAVORO ( - , 1868 )
StampaQuotidiana ,
Il lavoro è divenuto la legge universale ed esso guida e fortifica le libere istituzioni . La libertà è il corollario necessario del lavoro . Rivoluzioni si son fatte , ed altre si faranno ancora . La società non s ' avanza che per iscosse ; perché l ' egoismo è ancora la legge comune , perché sonvi uomini e governi che non vogliono affatto seguire il movimento dell ' epoca ; perché altri vi sono che , una volta al potere disconoscono i principii , che hanno operata la loro elevazione . Lasciamo stare i governi , i quali non hanno compreso e non comprendono che il diritto di pensare è stato inscritto ne ' nostri cuori pria di esserlo ne ' nostri codici ; che la tolleranza e lo spirito di libertà sono i soli principii , che consolidano il potere , e fondiamo fuori dello stato , benché a lato di esso , lo spirito del lavoro , che seco ci apporta le speranze e la fortuna . Le tempeste non passano senza sradicare qualche albero . Guardate le querce e i suoi avanzi che sono trasportati dal loro corso ; ma guardate ancora come la terra si riveste di una nuova verzura : guardate come la natura sa prontamente riparare ai suoi disastri . Imitiamola . Non è una follia , in verità , condannarsi all ' inazione allorquando il lavoro apre a ' nostri sforzi ed alla nostra intelligenza uno spazio senza limite ? Fondiamo la grande associazione del lavoro . Che questa associazione si stabilisca al di sopra delle forme qualche volta mutabili dello Stato . Le nostre speranze , i nostri dolori , e le nostre affezioni politiche , non sono tutto . Al di sopra di esse , sonovi delle necessità sociali che si è condannati a subire . E , d ' altronde , persuadiamoci bene : noi siamo giunti in un ' epoca agitata da una trasformazione sociale che dobbiamo subire , e che non lascierà in piedi se non i governi fondati sulla volontà nazionale e sulla giustizia . Il vecchio mondo è finito ; le nostre vie ferrate , i nostri telegrammi che da un capo all ' altro della terra trasportano istantaneamente il pensiero umano , sfidano i tiranni , e si burlano dei sogni di una società , che non ha più ragione di essere . Le grandi scoperte hanno fatto sparire il passato ed aiuteranno a costituire l ' avvenire nella pace , nella giustizia e nella libertà . Propaghiamo con tutta l ' anima questi principii . Che il loro spirito ci sostenga . Lavoriamo per il loro trionfo , lavoriamo eziandio ad utilizzare le nostre ricchezze , e non si lasci cosa veruna improduttiva . Sviluppandosi il benessere noi giungeremo alla moralizzazione , e , voi lo sapete , il riposo di una buona coscienza nell ' agiatezza , costituisce la felicità .
IL POPOLO ( - , 1868 )
StampaQuotidiana ,
Il popolo ha patito : patito molto , patito sempre , patito senza compenso . I mali sofferti dall ' altre classi , pei vizi della costituzione sociale , e specialmente per la tirannide politica che pesa da secoli sull ' Italia , furono e sono gravissimi ; e nondimeno i possessori di fortuna possono mitigarli , per sé e pei loro figli , cogli agi , colla varietà delle occupazioni , colle consolazioni domestiche , coi viaggi , cogli studi , con tutti i mezzi , che la ricchezza somministra in qualsivoglia stato di cose : gli uomini d ' ingegno possono trovare un certo compenso a quei mali nella coscienza della loro forza morale , nella ricerca della Verità , nella lode dei buoni , nella fama che accompagna le persecuzioni , nella possibilità di consegnare all ' infamia , scrivendo fuori di patria , i loro persecutori : – gli uomini del popolo non hanno sollievo né di distrazioni , né di gioie domestiche , avvelenate dalla miseria ; né di studi , vietati dai governi e dalla mancanza assoluta di mezzi e di tempo . La fama è parola che non esiste per essi : vivono e muoiono ignoti : le loro buone azioni rimangono un segreto per tutti . Così , senza compenso , senza sfogo , senza conforto di pietà da chi gli sta sopra , il popolo ha durato e dura soffrendo . Forse , la sola cosa che lo ha salvato dalla disperazione e dall ' odio per la società , è l ' abitudine dei dolori . Come un malato , che a forza di soffrire ha perduto la coscienza dell ' esistenza , il popolo soffriva finora in silenzio , rassegnatamente , quasi convinto che non v ' era per lui né speranza , né diritto a sperare miglioramento ... Ma ... oggi , il popolo è svegliato : svegliato all ' idea dei propri diritti e della propria potenza ...
QUESTIONE SOCIALE ( - , 1869 )
StampaQuotidiana ,
In tutte le statistiche del felice regno d ' Italia sonvi due dati di una eloquenza straordinaria : Popolazione ... circa 25 milioni . Contribuenti della imposta dei fabbricati , terre coltivate e tassa di commercio ... circa 2 milioni . Che cosa siano e che cosa facciano questi due milioni di bravi cittadini contribuenti tutti lo sanno . Una parte di essi suda tre volte l ' anno per esigere una pigione che cresce d ' anno in anno a seconda che le unioni dei figli del popolo van feconde di nuovi pigionali . Un ' altra parte ha la generosità di permettere che il contadino lavori le terre che essa non sa e non vuole coltivare e la magnanimità di lasciargli del prodotto del suo lavoro appena quel che gli basti perché non muoia assai presto di fame e di freddo . Un ' altra parte infine passa la vita a studiare la quantità dei prodotti e la quantità dei bisogni e trova il mezzo di accumulare mucchi d ' oro sulla fame , sul freddo , sulla luce , sulla sete : sulle innumeri miserie e sulle poche gioie del popolo ; questi mucchi d ' oro eleva poi a nemici ed a tiranni del lavoro , con essi asservendo inevitabilmente il popolo operaio . Tutti sono brava gente ; hanno una rispettabile posizione sociale , sono elettori , eleggibili e spesso Deputati ; per essi predica il curato , per essi è fatto il codice civile , per essi sta il giudice , l ' usciere , il birro ed il gendarme ; le scuole , i libri , le scienze , i musei , i teatri , i cavalli ed i cocchi , le strade ferrate ed i telegrafi tutto è per essi , percioché essi solo possono usufruire della civiltà , ad essi soltanto gli agi ed i gaudii della vita . Ma gli altri 23 milioni d ' Italiani che cosa fanno e che cosa sono ? Borghesi e privilegiati , ve la siete fatta mai questa domanda ? Voi lo sapete ; i 23 milioni lavorano da che il sole si leva fino a che non si corchi , e sono essi che fanno e pagano la civiltà di cui gioite ; sono essi che creano tutto quanto voi consumate , dal vostro pane al vostro lusso sfrenato ; senza di voi essi sarebbero liberi e felici , senza di essi voi morreste di fame . Voi lo sapete ; essi sono miserabili perché il proprietario e il capitale li deruba , essi sono schiavi perché non possono usufruire della mendace libertà politica che , scienti di tanto , avete loro accordata , essi sono bruti perché non volete che la luce della scienza irradii le loro menti ; ma , voi lo sapete , essi che sono la forza creatrice sono pure la forza demolitrice . Borghesi e privilegiati , la rivoluzione che sopraggiunge vuole e deve demolire il privilegio che fa servire la grande maggioranza del popolo Italiano ai vostri bisogni ed ai vostri capricci , che allontana questa maggioranza da tutte le gioie della vita per gettarla nelle più profonde miserie , che nega ad essa ogni diritto , fin anco quello di lavorare e di vivere ! L ' ineguaglianza che da secoli separa in due classi gli uomini : oziosi ed operai , privilegiati e proletari , ricchi e poveri , dotti e bruti , felici e miserabili , carnefici e vittime , deve sparire . La rivoluzione vuole l ' eguaglianza del punto di partenza per tutti gli uomini ; essa vuole per tutti la medesima educazione ed istruzione , per tutti gli istrumenti del lavoro : la terra al contadino ; il capitale all ' operaio . Borghesi e privilegiati , non vi ponete come ostacolo sulla via della rivoluzione ; quando l ' ora sarà suonata , lasciate passare la giustizia del popolo ; essa vuole distruggere le cose e non gli uomini , ma se gli uomini si radicano alle cose , spariranno con esse . Sparirà così per sempre la vecchia società privilegiata e tutte le sue esigenze disastrose con lei ; il grande stato centralista con tutte le sue luride infamie cadrà come per incanto al soffio della rivoluzione , e la nuova società si constituirà spontanea in nome della libertà e della felicità degli Italiani . Così liberamento si avrà : la federazione delle autonomie locali , nate dalla rivoluzione sociale , avendo per unica base il lavoro liberamente associato .
IL PROLETARIATO ( - , 1869 )
StampaQuotidiana ,
Il popolo non potrà innalzare il suo edificio sociale , se prima non avrà conquistato il terreno politico . Non è mestieri il dirlo : il partito democratico non cessò mai di mettere in prima fila delle sue preoccupazioni , l ' abolizione della miseria e dell ' ignoranza , queste due sorelle nemiche di ogni progresso e di ogni giustizia . Profondamente penetrato dal sentimento della vera eguaglianza , non volle mai ridurre ad una astrazione senza valore i principii proclamati alla fine del decimo ottavo secolo . Soltanto , egli pensò sempre doverne dimandare la realizzazione alla libertà politica . Esso non ebbe mai la semplicità d ' ammettere che la miseria potrebbe sparire , il lavoro prendere il suo posto , l ' uomo la sua dignità e la sua indipendenza , insino a che le società non fossero poggiate su altre basi , che quelle dei privilegi di nascita e di fortuna . Nessuna riforma sociale è possibile senza riforma politica , e nessuna riforma politica veramente seria senza riforme sociali ; questo è stato , questo è ancora il suo programma , ed è appunto per conquistarne l ' applicazione integrale , ch ' egli combatte da sessant ' anni . S ' è voluto dividere la questione , subordinare ora l ' uno , ora l ' altro dei termini del problema , il quale non può essere risolto senonché nell ' assieme , e sempre si è naufragato . I formalisti del 1848 hanno approdato a nulla ; e i Bonapartisti che dal 1851 s ' erano incaricati di migliorare le condizioni del popolo , sono così bene riesciti , ch ' esso è tanto infelice quanto lo fu dianzi , e molto dippiù . Pareva che nel 1848 , come nel 1852 , il suffragio universale , da sé solo , potesse affrancare il proletariato ; noi abbiamo visto , noi ne vediamo ancora i prodotti . La è cosa facile di dire al popolo : tu sei il numero , tu sei la forza ; mercé il lavoro tu stringi in pugno le chiavi della ricchezza publica , e se le tue braccia si fermassero un giorno solo , la vita sociale si fermerebbe di contraccolpo . Tu puoi dunque imporre le tue condizioni al capitale , sicuro di trascinarlo a patti . Tutto ciò è vero in teoria , ma fra la teoria e la pratica vi è un abisso . « Senza l ' istruzione , senza la libertà il popolo resterà schiavo del capitale e dei privilegi , fino alla consumazione dei secoli » . Ed il suffragio universale ed il diritto di coalizione non saprebbero proteggerlo . Fino a che gli abusi rimarranno in piedi , fino a che l ' ineguaglianza sociale sarà l ' arca santa , finché le leggi saran fatte coll ' opera e a pro ' dei ricchi e dei potenti ; fino a che la libertà , quale la intende la democrazia , non sarà una verità , i proletari non vedranno mai mutata la loro condizione . Lo sciopero non è più un delitto dinanzi alla legge , può darsi , e del resto non v ' ha che a risovvenirsi di quanto or ora succedeva a Lyon e nel bacino della Loira per farsene una mediocre idea . Se non si punisce lo sciopero in se stesso , lo si punisce in ciò che lo accompagna . Quasi sempre assolutamente come per lo passato , tutti questi dibattimenti fra il salario e il capitale , finiscono colla prigionia degli operai : fortunati ancora quando il Chassepot non si mette della partita , con tutte le sue dolorose conseguenze . No , l ' operaio non può liberamente discutere del suo salario , imperciocché non possiede se non che quanto gli provvede il suo lavoro , e la fame non aspetta . Il capitale di converso , può arenarsi nel guadagno , ma in realtà esso comanda sempre al lavoro . E quando noi parliamo dei lavoranti , è cosa intesa , che noi parliamo di tutti quelli che dipendono dal loro lavoro , che vivono giorno per giorno , e non hanno altre risorse . Rimane l ' associazione ; sì , se fosse meglio intesa , – più larga . In quanto alla carità , sventura all ' operaio , se è ridotto a mangiare del suo pane ! Da quel giorno egli ha cessato di esser uomo , e , a più forte ragione , d ' esser cittadino . Che la democrazia vi pensi ; ella ha il carico delle anime , e se non giunge a dimostrare al popolo che nulla gli rimane a sperare , fuorché in sé medesimo , che la sua salute è nelle sue mani , senza la vera libertà , egli non legherà ai suoi figli senonché l ' eredità dei suoi dolori , essa non vedrà mai il trionfo delle sue generose dottrine .