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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1910 TO 1940} > autore_s:"ATI"
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Sono ormai vecchi discorsi , che Guglielmo Ferrero va ripetendo da parecchi anni a questa parte e nei quali usa quanti modi e toni l ' ingegno versatile e la pronta e vivace abilità dello scrittore scoprono buoni a muovere i sordi e a convincere i riottosi . Lo storico non disdegna i più diversi espedienti : accusa e castiga , esorta e perora , incenerisce i reprobi , umilia i superbi , denunzia il male , indica il bene e quello mette sott ' occhi con crudi colori , a nostra mortificazione e questo esalta ed allontana , perché maggiore sia il rimpianto d ' averlo perduto e il desiderio di riaverlo . Quando i fatti non lo soccorrono a sufficienza e l ' indagine disinteressata pericola o sta lì lì per giocargli brutti tiri , eccolo rivolgersi a ogni specie di risorse polemiche . E suscita , come un mago , d ' ogni parte , con prodigalità e accortezza mirabili , misteriosi talsù ed antitesi minacciose , attorno ai quali , con lena e vena ininterrotta accumula argomenti su argomenti , rievocazioni storiche e proteste moralistiche , sfuriate filosofiche e diagnosi politiche , ammonimenti e irrisioni . Un materiale vario e confuso , dal quale , tratto a tratto , a mo ' di preambolo , di ripresa o di conclusione , si leva , scandita dall ' ansia e dalla preoccupazione , la sconsolata profezia della imminente catastrofe . Un furore di verità , che brucia tutto , che non risparmia niente e nessuno : re e apostoli , politica e filosofia , macchine e proletariato , capitalismo e democrazia , libertà e dittatura . Da La vecchia Europa e la nuova , alla Tragedia della pace , a questi Discorsi ai sordi , i motivi sono sempre gli stessi : la corruzione del secolo e del mondo . la civiltà delle macchine e della potenza infinita , che ruina verso la catastrofe finale , l ' assenza d ' ogni equilibrio e d ' ogni limite , la necessità , quindi , di porre un riparo alla precipitosa e precipitante dissoluzione , suscitando ex novo , o riprendendo dalla tradizione , alcuni limiti fondamentali in cui consista , riposi e si ordini l ' affannosa fatica degli uomini limiti che siano misura e regole all ' azione e al pensiero , all ' arte ed alla politica , che frenino gli istinti di ribellione , licenza e potenza , diffusi nel mondo e tutto sistemino , armonizzino e controllino entro leggi ben definite e argini ben costrutti . Ferrero non ha pace : il suo spirito insonne è travagliato dai mali di cui soffre l ' umanità e per cui miseramente , giorno per giorno , decade . Dovunque gli accada di posare gli occhi , ecco presentarsi , a riprova e paradigmi della sua tesi , i termini essenziali e drammatici della tragedia in cui si dibattono gli uomini , ad un tempo creatori e vittime di quest ' epoca infernale , che ha il culto dell ' officina e del denaro , alimenta l ' illusione della libertà , persegue il miraggio dell ' abbondanza e che fra le mille altre aberrazioni , s ' è foggiata una filosofia barbarica e pretestuosa , « che per accrescere la potenza e la ricchezza vuol essere libera di strapazzare tutte le arti , dalla guerra alla letteratura , dall ' architettura alla storia , non imponendo più nessun grado di perfezione e perciò adattandosi ad un parziale rimbarbarimento » . In questi sedici discorsi poco più di 150 pagine non v ' è aspetto e momento della nostra epoca che non abbia il suo rilievo e la sua condanna . I mali si danno la mano e sfilano così , uno appresso all ' altro , legati assieme da una fondamentale dipendenza che è nella loro prima e comune origine . « La realtà non è che un sistema di limiti . Natura limitata , l ' uomo , per essere sicuro della verità , della bellezza e del bene deve crederci ; e non può crederci se non sa distinguerli e opporli ai loro contrari , il falso , il brutto , il male ; e non può distinguerli e opporli se non li spartisce e risolutamente separa , invece di confonderli , con una linea , un limite , una definizione » « Definire viene da finis che vuol dire termine o confine . Se i limiti sono scancellati o confusi anche il bene e il male , la verità e l ' errore , il bello e il brutto si confondono ; e allora , come la volontà può desiderarli o respingerli se non riesce più a distinguerli ? » . « L ' aspirazione all ' illimitato finisce per necessità nell ' anarchia delle dottrine e nello smarrimento della volontà » . L ' illimitato : ecco il male dell ' epoca , la quale , così nell ' arte , come nella filosofia , nell ' economia , nella finanza , nell ' amministrazione politica , perseguendo un folle sogno di grandezza e di potenza ha sconvolto ogni ordine materiale e morale , scomposto l ' equilibrio sociale , negato ogni tradizione , corroso le fondamenta dell ' autorità negli Stati , rotta la misura e il giudizio del bello , del buono , dell ' utile , del vero . Di fronte a tanta perdizione che dilaga e travolge tutti , uomini e Stati , popoli e continenti , l ' ansia del domani strugge il petto del profeta : « Orzmund e Arimane , Dio del bene e Dio del male , chi di voi ha ragione ? Onde nasce l ' angoscia atroce che torce il volto del mondo ? Ritorniamo nel caos o ci prepariamo a una miracolosa trasformazione ? » . La Sibilla batte alle porte del destino e dagli spiragli , intravede qualche speranza , laggiù nel remoto avvenire : « A dispetto dell ' odio e della paura , i popoli sono fratelli perché hanno bisogno gli uni degli altri . No , le sofferenze presenti del mondo sono il travaglio di una meravigliosa unificazione . Noi stiamo per toccare la metà sublime di un viaggio di quattro secoli ... » . Sia resa grazia a Dio che non ci abbandona . A pagina 139 , dopo tanti stragi e sconforti , avendo guardato tutto il male del mondo e tutte le piaghe dell ' umanità , il respiro mozzo e il cuore alla gola , ecco un lontano pezzo di sereno , una timida promessa di luce , un po ' d ' azzurro , un pizzico d ' illusioni che rinascono dalle ceneri . Sia lodata la Provvidenza che pensa lei a rimediare agli errori e alle perversità degli uomini . E diciamo la Provvidenza perché nessun accenno v ' è nel libro sul come l ' umanità , bruciata e devastata dalla fame insaziabile dell ' illimitato , riuscirà a trarsi al salvamento che il Ferrero ci annunzia , a ricostruire l ' equilibrio delle sue parti , ad accontentarsi dopo le delusioni dell ' illimitato , d ' un modesto e domestico limite . In verità tale metamorfosi , onde l ' uomo riamerà ciò che aveva amato un tempo e poi disprezzato e che purtroppo s ' ostina ancor oggi a disprezzare , non potrà essere che l ' effetto d ' un intervento divino . Nel quadro che il Ferrero fa della nostra perfida epoca , la volontà e la ragione non contano : sono , a loro scorno , sempre le vittime di se stesse . E i cosiddetti limiti base e condizione d ' ogni qualsiasi equilibrio sono da lui concepiti e riguardati non come idee liberamente accolte e accettate dagli uomini e quindi capaci di autonomo e inesauribile svolgimento , ma quali argini posti al di fuori , a infrenare contenere e dominare lo sviluppo spontaneo della vita e della coscienza . Sono le colonne d ' Ercole della storia : di qui non si passa . Se pur si tratta d ' un ritorno al mondo di Tolomeo , ne saremmo lieti lo stesso . Purché , finalmente il mondo , dopo tanto errare , trovi la sua pace e Ferrero , dopo altrettanti triboli , la sua meritata tranquillità .