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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1910 TO 1940} > autore_s:"DELL'ERBA FRANCESCO"
StampaQuotidiana ,
Sono andato a trovare Benedetto Croce e l ' ho distolto , per un istante , dalla serenità dei suoi studi , con la mia importuna curiosità giornalistica . Gli ho dimandato : - Avete letto nei giornali le rinnovate discussioni sul liberalismo e sul fascismo , sulla ragion d ' essere dell ' uno e dell ' altro e sui loro possibili rapporti ? Non vi pare che la disputa sia proceduta con molta confusione ? Voi ; che ve ne state in disparte , intento agli studi , dovreste , con la solita vostra lucidezza di concetti , schiarire i termini in disputa e , insomma , dirci il vostro avviso . - Caro Dell ' Erba , ci conosciamo da tanti anni che non vi dispiacerete se io vi dico che la vostra domanda non tanto mi lusinga per la sua cortese intenzione quanto mi ferisce in una mia idea prediletta . Io ho sempre dichiarato ridicola la figura del filosofo che , o spontaneo o invitato , si fa , in nome della filosofia e della scienza , a pronunziare sentenze su questioni politiche . Ridicola , e anche un po ' odiosa , perché ci è della prepotenza in quel salto dall ' una all ' altra competenza , dalla sfera del pensiero e della critica all ' altra della pratica e dell ' azione . Su questioni politiche e di azione , vi risponderà in modo certo più interessante chi si sente Achille in seno , che non io che , tutto al più , ho Aristotile in seno . - Ma ciò che vi domando riguarda appunto una questione , diciamo così filosofica , ossia la più esatta definizione del liberalismo e del suo ufficio proprio , della virtù o del difetto dello Stato liberale . - È , permettetemi , una falsa questione filosofica ; per chi guardi con occhio di filosofo e di storico , tutti gli Stati sono sempre un unico Stato , tutti i Governi un unico Governo : quello di un gruppo che domina e perciò governa la maggioranza ; e tutti , finché durano , adempiano ad una utilità , anzi alla maggiore utilità possibile nel momento dato ; e discernere volta per volta quale questa utilità sia stata è , appunto , opera dello storico . Le forme politiche sono astrazioni dei teorici , e per questa ragione esse riescono indifferenti così allo storico che non guarda mai all ' astratta forma , ma alla sostanza ossia alla forma riempita e concreta , come all ' uomo di azione che lo considera pregiudizi più o meno rispettabili . Le forme degli Stati e dei Governi vengono dissipate e sostituite non da una critica teorica , che si eserciti su di loro , ma dalla presenza e dall ' azione di altri gruppi che rappresentano o fanno sperare una maggiore utilità sociale . Se volete mettere ciò in forma negativa , ricordatevi di Matteo Visconti che , scacciato da Milano , se ne stava tranquillo a pescare sul lago di Garda e , a un milanese che gli domandava quando avrebbe ripreso il dominio di Milano , rispose serenamente : " Quando la somma delle bestialità di coloro che ora governano avrà superato quella delle bestialità compiute da me . " - Sicché ? - Fate voi l ' applicazione ai casi presenti , e lasciate che aggiunga che non mi sembra tanto facile superare presto la somma delle bestialità commesse , in Italia , nei primi anni del dopo guerra ! Nel fatto , dunque , non esiste ora una questione di liberalismo e di fascismo , ma solo una questione di forze politiche . Dove sono le forze che possano , ora , fronteggiare o prendere la successione del Governo presente ? Io non le vedo . Noto invece grande paura di un eventuale ritorno all ' anarchia del 1922 . Per un tale effetto nessuno che abbia senno augura un cangiamento . - Ma voi , personalmente , accettate o no l ' idealità liberale ? - Non so quanto possa importare di conoscere quello che io accetti ( io che ho Aristotile e non Achille in seno ) nelle cose della politica . Ma , se vi fa piacere saperlo , vi dirò che io , personalmente , sono e non saprei non essere liberale . Perché ? Non per ragioni filosofiche o teoriche , che ho già escluse dalla considerazione politica ; ma , direi , allo stesso modo che mi sento napoletano o borghese meridionale . Tutto il mio essere mentale e morale è venuto fuori dalla tradizione liberale del Risorgimento . E come può non sentirsi liberale , chi si è formato nel primo cinquantennio della nuova Italia unitaria e liberale , e ha respirato in quell ' aria , e si è giovato di quelle iniziative , di quei contrasti , di quel rapido accrescimento e ammodernamento della vita italiana ? Sicché io , rinunziando a difendere il liberalismo ( come qualsiasi altra tesi politica ) con argomenti teorici , tanto più lo asserisco come una mia realtà di sentimento e di volontà . Anzi , non ho bisogno , per mio conto , di difenderlo , cioè di appoggiarlo a cattivi ragionamenti e a sofismi . E auguro di cuore che i liberali italiani , ripigliando coscienza della loro migliore tradizione , restaurino il partito liberale ridandogli quell ' elevato carattere etico che ebbe sin da principio ; e in questa esigenza etica , nella devozione alla patria , trovino il modo di risanare le scissioni , che non solo li indeboliscono , ma li pervertono . - Non c ' è una contraddizione tra questa vostra fede liberale e l ' accettazione e giustificazione che fate del fascismo ? - Nessuna contraddizione . Se i liberali non hanno avuto la forza e la virtù di salvare essi l ' Italia dall ' anarchia in cui si dibatteva , debbono dolersi di se medesimi , recitare il " mea culpa , " e intanto accettare e riconoscere il bene da qualunque parte sia sorto , e prepararsi per l ' avvenire . Questo , il loro dovere . Non credo che essi abbiano l ' altro dovere di diventare " fascisti , " cioè di vestire la personalità di uomini che hanno altro temperamento , hanno percorso diversa esperienza ed appartengono in gran numero alla generazione più giovane . Sarebbero cattivi fascisti , perché fascisti in cattiva coscienza ; laddove possono essere buoni liberali e rendere utili servigi all ' Italia nel presente e nell ' avvenire .