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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1910 TO 1940} > autore_s:"LANZILLO AGOSTINO"
LA «NOSTRA» GUERRA ( LANZILLO AGOSTINO , 1915 )
StampaQuotidiana ,
L ' accusa stolta che si rivolge più frequente a noi appartenenti ai partiti sovversivi ed alle frazioni estreme , favorevoli all ' intervento dell ' Italia nella guerra attuale , si è che noi vogliamo la guerra non per l ' Italia , ma per ... salvare la repubblica Francese . Questa scempiaggine è ripetuta , con la monotonia abituale al moderatume neutralista italiano , anche contro quella parte dei sovversivi che per la speciale ideologia precedentemente seguita sono antidemocratici . Questa scempiaggine è frutto d ' ignoranza , ma è anche frutto di malafede . Quei signori la ripetono al fine , confessato dal Barzellotti , di spaventare il Governo e fargli credere che noi si voglia la guerra per facilitare una pronta ed immediata rivoluzione politica . Tale stupida menzogna per quanto detta e sostenuta da persone che la leggerezza degli italiani chiama nientemeno che storici ( per es . un certo signor Curatulo ! ) contrasta oltre che col buon senso con la più evidente realtà storica e con le più facili previsioni politiche . I sovversivi non possono volere attraverso la guerra la rivoluzione per una ragione molto semplice : che la guerra esclude nel tempo e pel fatto che esiste ogni rivoluzione , polarizza in un fine unico tutte le attività del paese e tronca perciò tutti i dissidi interni . Dopo la guerra , il nuovo assetto può essere più o meno favorevole ad una rivoluzione , ed i socialisti ed i sindacalisti italiani agiscono appunto alla creazione di tale assetto favorevole alla rivoluzione socialista cioè allo sviluppo libero e organico del movimento operaio . I socialisti sono favorevoli alla guerra per un ' altra ragione meno semplice , ma del pari teoricamente fondata . L ' esser socialista , l ' accettare cioè una certa concezione storica della società odierna , e il contribuire a favorirla , non significa ripudiare il secolare flusso della tradizione , e il complesso di beni che questa ha trasmesso all ' epoca nostra . Il socialismo è un virgulto che s ' innesta direttamente al grande albero della tradizione . È ovvio che se così non fosse il socialismo sarebbe fuori della storia , sarebbe un movimento ideologico e romantico privo di significazione e incapace di avvenire realistico . Ed è chiaro perciò che il movimento socialista deve rispettare tutti i contributi che lo spirito umano ha creato , tutti i concetti di virtù , di bene , di eroismo , tutti gl ' istituti etici e sociali ( la famiglia , la patria ) , tutti gli apporti culturali scientifici , artistici , religiosi , che sono il prodotto più elevato della selezione della razza nei secoli . La finalità del socialismo consiste nel trasformare la tecnica della produzione , il meccanismo dei fenomeni economici ; nel creare , per mezzo del movimento sempre più incalzante della classe operaia organizzata , una forma nuova che permetta l ' abolizione della proprietà privata , e del sistema del salario . Il socialismo quindi ha interesse che le posizioni acquisite siano conservate perché esso non significa distruzione capricciosa e insensata del presente , nell ' aspettativa ipotetica di un avvenire anche paradisiaco . E se ciò è , si capisce perché molti dei socialisti siano favorevoli alla guerra presente , che è guerra di difesa e di conservazione di tutte le profonde energie , di tutti i caratteri , di tutti gli elementi più preziosi della nostra civiltà . La Germania e l ' Austria , cioè il popolo tedesco , combattono per assorbire terre straniere , popoli diversi , civiltà lontane . Questa guerra è per i tedeschi una nuova invasione per la conquista e il dominio di mari e di continenti . Se non si crede ciò , tutti gli eventi di cui siamo testimoni non si spiegano più . Perché la guerra ? Predominio commerciale ? E perché per colpire l ' Inghilterra si invade il Belgio e la Francia ? Che la guerra sia per la Germania una guerra offensiva si spiega meglio con ragioni storiche che con ragioni diplomatiche . La Germania voleva i mari , quei mari che la tradizione storica non le ha dato , e per averli vuole sopprimere popoli e civiltà con logica spietata . ma in fondo necessaria . E per credere ciò non v ' è neppure bisogno , amico Leone , di leggere i libri degli imperialisti tedeschi , ma basta far la critica intima delle cose che ci passarono innanzi in questi cinque mesi di tragedia . La guerra a grande stile della Germania , se finita con la vittoria di questa , avrebbe posto questa nazione al dominio del mondo . E ciò per fatale conseguenza dei fatti ... ; direi quasi , anche se i dirigenti della Germania non l ' avessero voluto . La vittoria tedesca avrebbe significato necessariamente l ' annientamento di tutte le forze contrarie d ' Europa . Sarebbe sorta una società nuova : un popolo guerriero padrone di un continente pacifico , un dominio assoluto e tirannico da parte di un popolo che nel suo sogno imperialistico vuole prevalere oltre che sull ' altrui ricchezza sull ' altrui cultura , sull ' altrui civiltà . Questa vittoria tedesca avrebbe sovvertito tutti i programmi di rivoluzione , avrebbe sommerso tutti i socialismi . creato una posizione iniziale profondamente diversa e certamente negatrice di gran parte del nostro essere storico , civile e psicologico . Noi non ci sentiamo di far strazio del patrimonio nostro per tener fede ad una formula socialista che non soddisfa la realtà presente . Vogliamo un socialismo che sia l ' espressione della razza , della volontà , del passato , della civiltà italiana , non quel socialismo qualunque , che potrebbe e non potrebbe nascere in un mondo diverso , plasmato ad immagine del popolo tedesco . E perciò vogliamo la guerra . E perciò è guerra di difesa delle posizioni già conquistate che noi riteniamo fondamentali alla costruzione del nostro futuro . Ed è guerra che per questa sua speciale natura trascende la formula di un regime politico o di una tendenza sociale . Non è guerra democratica , né guerra « dei re » , ma qualcosa di molto più vasto e comprensivo che tutto supera : la questione dell ' essere o del non essere . La realtà politica si svolge nel senso precisamente opposto a quello asserito dai tedescofili - neutralisti d ' Italia : la rivoluzione è certa , immancabile se la guerra non si fa , rivoluzione inevitabile che nascerà non solo dalla volontà dei Fasci d ' azione , ma dal giuoco delle circostanze stesse . Crispi diceva negli ultimi anni della sua vita che la forza della dinastia di Savoia non poteva essere se non nella vittoria , perché nessuna aristocrazia sorregge in Italia la Monarchia . Essa sarà travolta inesorabilmente il giorno in cui il fascino della guerra sia venuto meno . A questo punto noi siamo . O la guerra , e vittoriosa , o i Savoia pagheranno il fio e saranno spazzati da un movimento rivoluzionario sociale e politico . Se l ' Italia scende in campo a compiere il suo dovere verso se stessa ed il suo passato e per difendere le ragioni storiche ed ideali della propria esistenza , tutta una serie di problemi nuovi nasceranno , con gli allargati confini , con la nascente autorità e con la conquista di mercati nuovi , tali da prospettare sotto nuova luce i problemi attuali , e da dirigere in senso netto e sicuro l ' attività rivoluzionaria delle classi operaie . Queste attenderanno la loro ora , svolgendo nell ' autonomia delle loro organizzazioni , la lotta di classe incubatrice della rivoluzione e non si confonderanno nelle brighe politiche . Oggi la frazione più intelligente e libera della classe operaia italiana vuole la guerra perché sente che tale guerra è imprescindibile dalle finalità socialiste , è una condizione sine qua non per poter volere il socialismo .