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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1940 TO 1970} > autore_s:"Baldacci Gaetano"
Il doppio commendatore ( Baldacci Gaetano , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Giovambattista Giuffrè , doppio commendatore come le « fettuccine al doppio burro » che nelle trattorie romane si servono appunto ai commendatori ( il Giuffrè è insignito sia dell ' Ordine della Repubblica che dell ' Ordine del Santo Sepolcro ) , costituisce uno degli enigmi più appassionanti del dopoguerra : lui , e tutti coloro che hanno giuocato al « presta e raddoppia » . Abbiamo veduto tanta gente arricchirsi improvvisandosi fabbricanti di macchine utensili , coi brevetti tedeschi caduti in pubblico dominio ed altri mezzi illeciti , ma l ' ex cassiere del Credito Romagnolo batte tutti per la perfezione del metodo escogitato . La cosa che più colpisce è il contrasto tra il fisico del Giuffrè , che è quello del bonaccione campagnolo , e l ' astuzia degna di un Luca Cortese . Costui ( pochi sanno chi fosse , anche dopo la pubblicazione del romanzo sulla sua vita scritto dal figlio : l ' attore Leonardo Cortese ) architettò nel primo decennio del secolo , se non ci inganniamo , qualcosa di simile : una « speculazione » ( diciamo così ) di tipo bancario illegale , destinata a fruttargli grossi guadagni . Ma il Cortese era una creatura dannunziana , teneva un party e regalava il portasigarette d ' oro o lo smeraldo ad ogni partecipante , amava follemente le donne e , come si cantava una volta , era dedito al « folle piacer ... » . Invece il Giuffrè viene definito « pio » , « benefico » , « anima generosa » . Gli attestati a favore della sua personalità morale non si contano . In uno si legge che « mille monumenti s ' innalzano in terra di Cesena al nome del Giuffrè : e sono i monasteri e i conventi , le chiese e gli asili , le case di azione cattolica e le sale di lettura , i teatri parrocchiali e i campi sportivi , le case degli operai e dei più umili lavoratori ... » . Si capisce come a questo punto si resti perplessi a definirlo : « maniaco della beneficenza » o « facchino della carità » ? L ' una cosa e l ' altra sono state dette di lui . Il badiale commendator Giuffrè ( veneto o siculo ? ) ha anche la fortuna di essere un portatore d ' affezione cardiopatica . Questo obbliga tutti ad un certo riguardo per risparmiargli emozioni che potrebbero riuscire fatali . E lui si rende ben conto del privilegio della malattia , al punto che ha sempre affettato un certo distacco dalle operazioni finanziarie e un vivo desiderio di ritirarsi presto dagli affari « per motivi di salute » . Il quadro è d ' una perfezione stupefacente ; il « tipo » di una validità secolare nella letteratura italiana . E tutti siamo qui esitanti a chiamare col suo vero nome il Giuffrè e il raggiro da lui immaginato . Raggiro ? Sentite qua : « Io non ho mai raccolto fondi , né ho mai incaricato alcuno a raccoglierli a mio nome ... Sono loro che me li portano ... » . Loro : chi ? Verrebbe voglia , per amore di paradosso , di prendere la difesa del commendator Giuffrè . Perché - qui sta il singolare di tutta la faccenda - finora non si è riusciti a capire dove sia la parte lesa . Giuffrè si arricchisce , compra la villa di Bartali , l ' automobile , dà modo al figliastro di sovvenzionare la squadra di pallacanestro e di mandarla ( in aereo ) in trasferta all ' estero ... I parroci possono costruire l ' asilo , la palestra , la sala cinematografica , restaurare la chiesa , aprire una nuova cappella ... I clienti ricevono l ' ingentissimo interesse ( dal 100 a130% ) sulle somme prestate , messe a frutto : e quale frutto ! E , se è vero che gli affari del doppio commendatore si estendevano anche in India e nel Giappone , c ' è caso che una mozione dei Paesi afroasiatici venga ad aggiungersi ai molti attestati a pro del « benefattore munifico e sapiente » . Noi stimiamo molto il ministro delle Finanze , onorevole Preti , e ammiriamo la sua coraggiosa fermezza : ma - ci consenta di chiederglielo - crede di poter fare , quale ministro delle Finanze , molto di più di ciò che ha già fatto contro il « moltiplicatore dei milioni » ? Egli ha il merito di aver spezzato la catena . Ora tocca al ministro degli Interni : e , da ieri sera , vi sono già i segni che non c ' è bisogno di sollecitare l ' intervento dell ' onorevole Tambroni . In fondo alla catena ci sono , infatti , le vittime del « presta e raddoppia » : coloro che ci rimetteranno le penne , che pagheranno per tutti . I truffati , in una parola . Non c ' è Giuffrè che tenga : questi miliardi , qualcuno ha da rimetterceli .