Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1940 TO 1970} > autore_s:"Cervi Mario"
StampaQuotidiana ,
Roma , 28 novembre , notte - Attraverso le serratissime maglie del segreto istruttorio è trapelato oggi , a Roma ( ed è stato confermato ufficiosamente in serata ) , uno degli elementi - e ne devono esistere molti altri , si suppone - che alimentano la tranquilla sicurezza della magistratura e della polizia sulla responsabilità di Raoul Ghiani per l ' assassinio di Maria Martirano . Questo « asso nella manica » delle autorità inquirenti è una giovane donna , sicura di sé e della sua buona memoria . Spieghiamo perché la polizia attribuisca tanto rilievo a quel che il personaggio cardine del « giallo » di via Monaci ha rivelato e potrà ancora dire . Questo personaggio ha visto l ' uccisore di Maria Martirano , la sera del l0 settembre , a non più di un metro di distanza : e ha riconosciuto , in una fotografia , Raoul Ghiani . Da più parti si accennò , ieri , alle affermazioni di un meccanico , Benito Sensoli , il quale si trovava in un ' automobile , a una trentina di metri dal portone della Martirano , e scorse , la sera del delitto , un ' auto grigia che aveva sostato proprio in quel punto . Dalla macchina scese un uomo che si diresse verso l ' edificio in cui alloggiava la vittima del crimine . La deposizione del Sensoli è , non diciamo contraddetta , ma rettificata da quella della teste cui accennavamo : anche essa scorse l ' auto grigia , e notò la discesa di quel passeggero , che tuttavia proseguì e si dissolse nell ' ombra : e l ' abbaglio del meccanico è spiegato perfettamente dalla posizione in cui egli si trovava . Ma la « testimone - pilota » dell ' istruttoria passò davanti al portone , alle 23.30 circa , proprio mentre vi entrava un giovanotto : i due si trovarono pressoché gomito a gomito . Il giovanotto era giunto fin là a piedi . Si trattava di Raoul Ghiani ? La giovane - una domestica di prepotente avvenenza , con i capelli a coda di cavallo , a servizio presso una coinquilina della povera signora Martirano - è stata già interpellata dalla polizia subito dopo il delitto ed ha dato , del passante , una descrizione che non si discosta da quella dell ' arrestato ; ha poi ravvisato il passante , ripetiamo , nella fotografia dell ' incriminato . Un confronto , quando il Ghiani sarà stato trasferito a Roma , offrirà alla testimone e alla polizia una ulteriore conferma ( o una smentita ) a questi riconoscimenti . È chiaro , per chiunque abbia buon senso , che riconoscimenti di questo genere offrirebbero ben scarso appoggio alle tesi accusatorie se non si aggiungessero ad altri , meno labili indizi . Si ha comunque una riprova del metodo al quale si attengono i giudici e i funzionari della « mobile » risoluti a tenere in serbo a lungo le loro carte migliori . Il fatto nuovo di oggi - alludiamo all ' entrata in scena della « testimone - pilota » - spazza via anche le ovvie perplessità che erano state suscitate dalle dichiarazioni di Benito Sensoli . È mai possibile , ci si domandava , che il Ghiani , ove si accetti la sua missione di « sicario » , si provvedesse a Roma di un ' automobile privata coinvolgendo altri individui , ossia , nel futuro , altrettanti possibili testi l ' accusa , in un ' impresa che richiedeva , come requisito essenziale , la segretezza ? Era forse stretto dal tempo , il « sicario » ? Niente affatto . Se davvero aveva usato l ' aereo che giunge a Roma alle 21 , doveva trovarsi in centro non più tardi delle 22 , e poteva tranquillamente arrivare in via Monaci col cavallo di san Francesco . E quanto al ritorno alla stazione Termini - o alle stazione Tiburtina se si fosse servito della Freccia del Sud - gli sarebbe stato sempre più agevole e semplice sbrigarsi a piedi , o con un tassì preso in un posteggio non immediatamente adiacente , piuttosto che doversi disfare di una macchina altrui . Aggiungeremo una considerazione che è ovvia : un ' automobile - e pare che il guidatore di quella indicata dal meccanico si fosse oltretutto abbandonato a frenetici colpi di acceleratore - desta sempre maggiore attenzione e curiosità , a sera inoltrata , e in una via tranquilla , di un pedone che striscia lungo i muri . Ma , osserverà più d ' uno , le testimonianze , i riconoscimenti , lasciano adito a dubbi , a perplessità , approfondiscono , piuttosto che colmarlo , il solco che divide le schiere - automaticamente generate da ogni « caso » criminale indiziario - degli innocentisti e dei colpevolisti . Si preferirebbe la certezza scientifica : ad esempio un responso inequivocabile dell ' esame delle impronte digitali . E già ieri le notizie , che in queste vicende sensazionali precedono talvolta gli avvenimenti , avevano riferito dell ' invio a Roma delle impronte prese al Ghiani , subito sottoposte ai controlli del capo dell ' Istituto superiore di polizia scientifica , dott. Marrocco . In realtà il rilievo delle impronte è stato eseguito solo oggi , e il loro vaglio comincerà al più presto domani . Ma si ha la sensazione che le autorità non facciano molto affidamento sul valore di questa traccia . Un paio di guanti , o più semplicemente la scarsa chiarezza delle impronte rinvenute nell ' alloggio dell ' uccisa , bastano per svuotare di ogni importanza questo indizio . La polizia dedica invece molto impegno alla demolizione dell ' alibi di Raoul Ghiani : e , per questo , fruga senza requie nei documenti di quel volo Milano - Roma - il volo AZ 412 dell ' Alitalia , per l ' esattezza - che avrebbe consentito al « sicario » di poter eseguire , entro i tempi fissati , il suo mostruoso piano . Il direttore generale della compagnia aerea ha stamane richiamato , dall ' archivio , le liste dei passeggeri non solo di quel giorno ma anche dei giorni precedenti , e ogni altro incartamento che potesse riuscire utile . Il fascicolo è stato consegnato alle autorità . Il « signor Rossi » sarebbe giunto alla Malpensa , quella sera , all ' ultimo istante , trafelatissimo : il che riesce perfettamente spiegabile se si identifica il Ghiani nel signor Rossi , perché non è facile compiere in un ' ora - e in uno dei periodi di punta del traffico milanese - il percorso dalla città alla Malpensa . Sull ' apparecchio presero posto 29 viaggiatori , 5 dei quali , stranieri , giungevano da Barcellona . È possibile che la hostess Irina Vitali riesca a ravvisare oggi , in Raoul Ghiani , il frettoloso e ritardatario signor Rossi ? L ' interrogativo avrà una risposta quando la Vitali sarà convocata - e pare che questo non sia ancora avvenuto - dal giudice istruttore . La Vitali , nata 24 anni or sono a Val d ' Isarco , nell ' Alto Adige , non è più in servizio sulle linee dell ' Alitalia . Ha lasciato la società , per ragioni personali , fin dalla metà di ottobre : e ha anche abbandonato il suo alloggio romano , in via Prenestina 62 . La ragazza , che nella capitale era fidanzata con un medico , il dott. Maurizio Monteleone , abitante in viale Parioli 19 , si è trasferita nei giorni scorsi a Innsbruck insieme al padre , impiegato delle Ferrovie , che fa parte della delegazione delle Ferrovie nella città austriaca . Sono trascorsi più di due mesi dall ' epoca del delitto . Irina Vitali avrà conservato qualche reminiscenza , anche vaga , del precipitoso arrivo di quel giovane passeggero senza bagaglio - la circostanza è stata accertata documentalmente - per il quale fu riaccostata all ' aereo , già pronto a muoversi , la scaletta che era stata allontanata ? Solo il confronto diretto tra la hostess e l ' accusato risolverà il dubbio . La calma con la quale la magistratura procede a questo accertamento è d ' altronde una ennesima conferma dell ' esistenza di parecchi indizi meno aleatori . Giovanni Fenaroli , protagonista torbido di questa storia che rasenta - per la complicazione dei suoi truci congegni - i limiti dell ' incredibile , ha trascorso la giornata , a Regina Coeli , in assoluta solitudine e in illusoria calma . Di buon mattino ha chiesto due pacchetti di sigarette - fuma parecchio - e ha divorato di buon appetito un cappuccino con due panini : proprio una colazione da professionista che rompe il digiuno nel tragitto da casa all ' ufficio . Ha poi consumato docilmente , a mezzogiorno , il rancio comune . Forse temeva - e sperava insieme - di essere interrogato : ma nessuno ha chiesto di lui . Questa tranquillità è di cattivo augurio . Gli ultimi due giorni , prima che lo arrestassero , Giovanni Fenaroli veniva convocato dal giudice istruttore Modigliani , e poi lasciato ad aspettare e a macerarsi senza essere ricevuto . È corsa voce che un magistrato avesse interrogato il rag . Egidio Sacchi , le cui ammissioni hanno posto la polizia sulle tracce di Raoul Ghiani , ma si crede che anche il factotum della Fenarolimpresa non sia stato disturbato . La moglie del Sacchi - che ha un bimbo in tenera età - ha chiesto di poter parlare col marito : non le è stato concesso , ed è facile dedurre , da ciò , che anche la posizione di Egidio Sacchi non è stata del tutto chiarita . È pertanto evidente che , nella capitale , ogni indagine è praticamente paralizzata in attesa che i magistrati e i funzionari della mobile « distaccati » a Milano esauriscano la prima fase dell ' inchiesta . Quando Raoul Ghiani sarà trasferito a Roma - per affrontare la difficilissima prova dei confronti con Giovanni Fenaroli e con Egidio Sacchi - le autorità avranno ormai messo a punto tutti gli ingranaggi dell ' istruttoria : i confronti potranno sfociare nel crollo di uno dei due presunti colpevoli , o in altri dinieghi : e a questa alternativa corrisponde l ' altra : fra un processo senza ombre e un processo indiziario .