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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1940 TO 1970} > autore_s:"Di Bella Franco"
StampaQuotidiana ,
La più sensazionale rapina che mai la cronaca milanese abbia registrato , è stata compiuta nella nostra città alle 9.23 di ieri , in via Osoppo , a porta Magenta . Una banda di gangsters con un organico complessivo che viene valutato a non meno di una decina di persone , ha assaltato l ' autofurgone blindato della Banca Popolare di Milano , stordendo a martellate il poliziotto di scorta e trasbordando su un camioncino nove cassette metalliche contenenti danaro , titoli , assegni , valuta ed effetti cambiari . L ' ammontare del bottino è rimasto incerto per tutto il giorno e lo si conoscerà soltanto oggi con esattezza . Si è parlato dapprima di sessanta , poi di novanta , infine , di quarantacinque milioni . In serata si è saputo che il bottino dei banditi sarebbe superiore sicuramente ai trenta milioni di lire e non ci sarebbe da meravigliarsi se raggiungesse addirittura i settanta . Decine di milioni in contanti , insomma , oltre a centinaia di assegni in parte esigibili . La colossale rapina è , almeno in Italia , senza precedenti , ma rivela due nettissime ispirazioni cinematografiche . I gangsters , anzitutto , si erano dati una divisa - tuta blu e passamontagna grigio - in modo da sembrare l ' uno uguale all ' altro . In secondo luogo hanno usato un piccolo « parco macchine » di provenienza furtiva ( un autocarro , un camioncino e due vetture ) applicando una tattica da « battaglia navale » . L ' idea delle divise sembra copiata pari pari da un film ( La rapina del secolo ) ispirato a un caso realmente accaduto negli Stati Uniti in una notte di gennaio del 1950 : l ' assalto alla Brinks Armored Car Service di Boston , dove undici banditi in tuta predarono 2 milioni e 700 mila dollari , pari a un miliardo e 700 milioni di lire . La tattica della « battaglia navale » ebbe , in celluloide ( chi non ricorda il sardonico film britannico La signora omicidi ? ) una dimostrazione perfetta . A parte tali ispirazioni non v ' è dubbio che la banda la quale ha portato a termine la clamorosa impresa è composta da criminali di una genialità sconcertante . La polizia ritiene che il giorno in cui i banditi saranno assicurati alla Giustizia e uscirà dall ' ombra il « cervello » della gang l ' opinione pubblica avrà una grossa sorpresa . Il furgone blindato della Banca Popolare è una macchina di vecchio tipo a quattro portiere , targato MI 186271 , che con una frequenza di solito trisettimanale compie trasporti di valori dalla sede centrale dell ' istituto , in piazza Meda 2/4 , alle trenta agenzie cittadine . Tutte le banche del resto usano lo stesso sistema di trasporto valori e tale sistema era parso , sino alle 9.23 di ieri mattina , di tutto riposo . La garanzia che nessun bandito avrebbe mai osato tendere un agguato al pronipote motorizzato dell ' antica « diligenza dell ' oro » era fornita dal mitra di un agente di polizia , distaccato dal Commissariato Duomo , con compiti di scorta a pagamento , e da tre rivoltelle : quelle dello stesso poliziotto e le altre due dell ' autista e del commesso che costituivano normalmente l ' equipaggio del furgone . Un tentato assalto avrebbe provocato la reazione dei tre aggrediti e nessun rapinatore , per quanto audace , avrebbe certamente osato affrontare il rischio di una « innaffiata » di piombo prima ancora di toccare il bottino . L ' autofurgone è partito dal centro , ieri mattina , poco prima delle nove . Vi erano a bordo l ' autista , Pierino Bergonzi , di 36 anni , da Rivarolo , abitante in via Chiesa Rossa 33 , il commesso di prima classe Gualtiero Re , di 31 anni , abitante in viale Famagosta 2 , e l ' agente di PS Matteo Tedesco , di 27 anni , un giovanotto aitante . La macchina non ha portiere a tergo , ma quattro portiere laterali , come s ' è detto : il carico e lo scarico dei valori viene compiuto attraverso le portiere corrispondenti al sedile posteriore : si abbassa uno schienale di ferro e le valigie metalliche vengono rimosse o deposte sul cassone . Il furgone ha puntato dapprima verso il Sempione e si è arrestato davanti all ' agenzia numero 14 della Banca Popolare , in via Bodoni 1 , alla Cagnola . Il poliziotto è sceso , col mitra spianato , e il commesso ha provveduto a trasportare nell ' interno sei valigie . L ' agente si è guardato attorno : nulla di sospetto . Terminato lo scarico , il Re ha rialzato lo schienale , e si è seduto al suo solito posto , l ' autista ha avviato nuovamente il motore , il poliziotto gli si è seduto ancora accanto , mettendosi il mitra tra le ginocchia . La vettura ha iniziato così il suo viaggio verso porta Magenta : era diretta , con dieci valigie zeppe di milioni , all ' agenzia n . 28 , in via Rubens 3 . Per raggiungere via Rubens l ' autista Bergonzi mutava sempre itinerario , ma per quanto cambiasse strada aveva dei punti obbligati di passaggio , delle specie di « forche caudine » : piazza Velasquez , piazza Brescia , piazza Ghirlandaio e l ' incrocio fra via Osoppo e via Caccialepori , la quale conduce appunto a via Rubens . I gangsters studiarono l ' impresa per almeno un mese tallonando il furgone blindato nei suoi diversi percorsi ( per questa fase preparatoria si pensa che si siano serviti di una ventina di auto rubate di volta in volta ) e scegliendo alfine per il loro agguato l ' ultimo punto di passaggio obbligato : il quadrivio Osoppo - Caccialepori . Via Osoppo è una strada larga , a doppia carreggiata con un vasto spartitraffico erboso , che corre da piazza Velasquez a piazzale Brescia , costeggiata da moderni edifici di recente costruzione e percorsa da un modesto flusso veicolare . Da piazzale Brescia a via Caccialepori , sul lato destro , non vi sono stabili , ma solo un lungo muro costeggiante la parrocchia di San Protaso e interrotto a metà dalla palazzina della canonica . L ' incrocio tra le due vie assomiglia più a una piazza che a un quadrivio : il luogo insomma era l ' ideale per l ' agguato concepito , offriva molto spazio , ampia libertà di movimenti , e gli ostacoli del traffico potevano considerarsi irrisori . C ' erano invece quelli , non trascurabili , dei passanti , degli inquilini dei popolosi stabili adiacenti e soprattutto dei proprietari dei molti negozi circostanti . A tutto ha provveduto il . « cervello » dei gangsters e i criminali che hanno agito ai suoi ordini hanno eseguito i loro compiti con una sincronia e una disciplina degne di un « commando » . « La scena si è svolta con una tale rapidità » ha poi narrato il salumiere Alberto Princetti , con negozio al numero 17 di via Caccialepori « che la gente è rimasta più stupita che terrorizzata : molto , ma molto più in fretta di quelle rapine che si vedono al cinema . » Per realizzare la criminosa impresa la banda ha impegnato quattro veicoli , come s ' è detto , una sorta di piccola flotta manovrata strategicamente su un ridottissimo scacchiere in cui l ' acqua era sostituita dall ' asfalto . La fotografia che riproduciamo illustra nitidamente le fasi dell ' agguato . La gang dunque , disponeva di un ' « auto civetta » contrassegnata nella foto col numero ( 1 ) in sosta davanti alla canonica ; di un autocarro vuoto ( 2 ) , di un ' « auto ammiraglia » ( 3 ) , e di un « camioncino » ( 4 ) . Al momento in cui il furgone blindato è sbucato da piazzale Brescia in via Osoppo , l ' autocarro era in sosta al quadrivio nell ' angolo opposto a quello in cui , nella foto , figurano 1'«ammiraglia» ( 3 ) e il camioncino ( 4 ) della banda . Il pesante automezzo aveva alla guida un giovanotto in tuta che si era tolto , a un certo momento , il passamontagna ed aveva messo piede a terra , alle 9.10 . Lo descrivono biondo , alto , sui venticinque anni , e aveva fame . Era entrato difatti nella latteria al numero 23 di via Osoppo e si era rivolto alla proprietaria , Fosca Caggiati . « Buon giorno , mi dà un etto di formaggio ? » « Gorgonzola , svizzero , taleggio ? » aveva chiesto la donna . « Taleggio , un etto . » Pagate 85 lire , il bandito era uscito , con uno spavaldo , tranquillo sorriso , ed era entrato subito nella panetteria accanto dove aveva acquistato dalla figlia del proprietario , Emiliana Mazza , tre pagnottelle di pane , addentando uno dei due sandwiches . Quando il furgone della banda , dicevamo , ha cominciato a percorrere la via Osoppo , l ' autocarro si è messo in moto avviandosi molto lentamente verso il centro del crocicchio . Contemporaneamente si staccava dal marciapiede l ' « auto civetta » . Questa macchina color caffelatte , ha traversato lo spartitraffico , come mostra il nostro tratteggio , e si è schiantata contro il muro dello stabile numero 7 , sotto le finestre della portineria . Prima che avvenisse il cozzo , era balzato a terra , sull ' erba dello spartitraffico , un giovanotto anch ' esso in tuta , con la testa coperta dal passamontagna . Aveva un mitra tra le mani e correva verso il furgone blindato . La « barca d ' oro » della situazione proprio in quel momento veniva « artigliata » dall ' autocarro , frontalmente , con un urto che in un primo momento è parso all ' agente , all ' autista e al commesso soltanto un malaugurato incidente stradale . Si trattava , invece , di un arrembaggio vero e proprio . Il giovanotto dei panini al formaggio è balzato a terra velocissimo , mentre l ' autista del furgone gli imprecava contro : « Ma è questo il modo di guidare ? » . Il bandito aveva un martello stretto nella destra e con un colpo violentissimo ha mandato in frantumi il cristallo della portiera anteriore , accanto alla quale era seduto il poliziotto . L ' agente Tedesco ha tentato di impugnare il mitra , ma non vi è riuscito : una seconda martellata al capo l ' ha fatto stramazzare , svenuto e sanguinante , sul sedile . Il commesso e l ' autista allora , hanno messo piede a terra , sul lato opposto : « Su le braccia , belli » ha detto una voce alle loro spalle . Era il gangster sceso pochi attimi prima dall ' « autocivetta » pilotata contro il muro . Da quell ' istante i banditi sono rimasti padroni del campo . Il gangster che aveva guidato l ' autocarro all ' arrembaggio ha strappato il mitra e la rivoltella all ' agente , mentre dall ' « ammiraglia » e dal camioncino scendevano altri uomini in tuta blu e passamontagna . La gente ne ha contati sette . E tutti e sette hanno cominciato a gridare , come ossessi , alla maniera dei desperados dei westerns impegnati nei famosi assalti alle « diligenze dell ' oro » . La portiera posteriore , sul lato verso il camioncino accostatosi intanto con facile manovra al furgone blindato , è stata spalancata e la spalliera metallica del sedile abbassata : le cassette erano lì , a portata di mano . Un bottino da capogiro . Le soglie dei negozi , i balconi e le finestre delle case hanno cominciato a popolarsi di volti preoccupati . « Che succede ? Chi si è scontrato ? » L ' attenzione di molta gente si è subito rivolta verso l ' « auto civetta » finita contro il muro , ed era appunto quello che volevano i gangsters . L ' espediente aveva funzionato perfettamente da diversivo . Mentre decine di persone si affollavano , perplesse , attorno alla macchina color caffelatte ( targata MI 238428 ) incollata sotto le finestre dello stabile numero 7 , qualche altro dai riflessi più rapidi si andava però accorgendo che il punto focale della scena era situato più in là , attorno al furgone e all ' autocarro . Che facevano quei due uomini con le braccia in alto ? Che facevano quegli altri uomini in tuta , che urlavano come indemoniati , trasportando velocemente dal furgone al camioncino quelle strane cassette ? Aldebrando Camagni , proprietario del negozio di mobili proprio all ' angolo , corre in strada . « Via , dentro » gli grida uno dei gangsters mostrandogli la bocca del mitra . Esce anche il salumiere Princetti . « Dentro anche tu » gli grida lo stesso bandito . L ' esercente va ad appiattirsi dietro il banco . Esce inoltre la fruttivendola , Alice Montagnoni , ma visto il mitra e i segni minacciosi del bandito , preferisce barricarsi in bottega . Pure Maria Pozzoli , di 65 anni , portinaia al numero 23 di via Caccialepori , allarmata dal rumore del cristallo andato in frantumi , si fa in strada , incuriosita . Sul marciapiede c ' è una vecchietta , ancora da identificare , che strilla come un ' aquila , rivolta verso i banditi . Ha capito perfettamente che sotto i suoi occhi si sta svolgendo una rapina e - vecchietta terribile - polemizza con loro . « Brutta gente , andate a lavorare ... » « Via , via , via » urla la sentinella della banda , sempre spianando il mitra . Le cassette , intanto , trasbordano . Enzo Saino , rappresentante di commercio sulla trentina , si affaccia al balcone del suo appartamento , all ' ottavo piano dello stabile numero 7 di via Osoppo , chiamato dalla moglie allarmata . Vede la scena e comincia a gridare : « Ai ladri , ai ladri » . Uno dei gangsters si stacca allora dal gruppo e punta il mitra verso la canonica , cercando chi grida . Non si è accorto che la voce viene dall ' alto . « Dammi una bottiglia » chiede il Saino alla consorte . Ma anche bombardando la banda con bottiglie vecchie quale risultato potrebbe mai raggiungere ? Come tanti altri cittadini vanno già facendo da qualche istante , anche il rappresentante di commercio corre allora al telefono e forma il 777 . Gli rispondono che le macchine della Volante stanno partendo in quell ' istante . Ma anche la rapina , in quell ' istante , si è conclusa ; nove cassette sono già sul camioncino , la decima , contenente 4 milioni e 456 mila lire , destinata all ' agenzia di via Solari - è stata invece inspiegabilmente dimenticata . Un fischio sottile attraversa l ' aria : portiere che sbattono , la gang batte in ritirata . Avanti il camioncino , stivato di milioni , dietro l ' « ammiraglia » carica di banditi in tuta blu . Il piccolo convoglio imbocca via Caccialepori a discreta velocità : dall ' interno qualcuno dei gangsters saluta , ilare , i passanti . Cinquecento metri più innanzi l ' « ammiraglia » e il camioncino trovano la strada sbarrata da un ' autobotte a rimorchio carica di nafta che sta facendo manovra per entrare nello stabile numero 37 . La sosta dura quindici secondi , non di più . Forse anche un inconveniente del genere era stato preventivato dal regista della banda . Tutta l ' impresa è durata due minuti . L ' allarme scatena polizia e carabinieri in una caccia serrata attraverso tutta la città , ma i banditi hanno un vantaggio incolmabile . Altri complici li attendono certo in un posto tranquillo , ogni dettaglio dell ' impresa è stato sicuramente curato a puntino , specialmente quelli delicatissimi , del « dopo rapina » . Il commissario dottor Paolo Zamparelli , dirigente della Squadra mobile , a letto con 1'«asiatica» , accorre ugualmente in via Osoppo , col vicequestore dott. Rosa , il commissario dott. Nardone , e i migliori agenti di via Fatebenefratelli e della Scientifica . Convergono pure sul posto il maggiore Vallosio , comandante il Gruppo interno dei carabinieri , il capitano Caroppo del Nucleo investigativo e altri ufficiali . Il Nucleo radiocomandato ha già emanato via radio l ' ordine di bloccare le strade attorno a Milano . Si ascolta il primo racconto dell ' aggressione dall ' agente Tedesco , medicato di una brutta contusione al capo . Non poteva fare di più , l ' agguato è stato diabolico . Mentre la notizia si diffonde in città e cominciano le giocate ai botteghini del lotto di porta Magenta , gli uomini della Scientifica si mettono al lavoro . Fa il suo esordio , per la circostanza , lo speciale « laboratorio automontato » dei carabinieri , fornito all ' Arma dal ministero degli Interni l ' altro ieri . Dal tetto del pullman gli operatori dei carabinieri ricostruiscono cinematograficamente tutte le fasi della rapina . Sull ' « auto civetta » nessuna impronta : gli esperti assicurano che il bandito aveva guanti di cuoio . La vettura è stata rubata ventiquattr ' ore prima in via Colletta all ' industriale Renzo Cimínaghi , residente in viale Marche 91 . E l ' « autocarro dell ' arrembaggio » ? Rubato anch ' esso ( è targato MI 276896 ) , venti ore prima , in via Cadore 24 , al signor Aldo Zambelli , proprietario di una ditta d ' autotrasporti . Qualcuno fornisce alla polizia anche i contrassegni della targa dell ' « ammiraglia » dei gangsters ( MI 316494 ) ma si scopre subito che è falsa , corrisponde a un ' autocisterna . Nessun dato sul camioncino . Alle 21 quattro delle cassette rapinate sono rinvenute , vuote , in un punto di Lorenteggio . Alle 21.30 al Sempione , una pattuglia di agenti trova l ' « auto ammiraglia » abbandonata accanto a un marciapiede . È targata BG 36744 , ed è stata rubata a Bergamo lunedì scorso . Da quanti giorni la banda era al lavoro ? Da almeno due settimane , si accerta : don Antonio Bossi , parroco di San Protaso , e altri sacerdoti ricordano benissimo di avere visto auto con giovanotti a bordo ferme sempre allo stesso posto , al quadrivio , per più giorni , mattino e pomeriggio . Decine di testi volontari , specialmente femminili , ingolfano le prime ore di indagini : molti hanno visto ma pochi rammentano ciò che maggiormente preme alla polizia . C ' è anche chi , in serata , offre in vendita per telefono , ai giornali , per mezzo milione , due fotografie scattate - si dice - da una finestra durante la rapina . Ma , per via della messa a fuoco sbagliata nell ' orgasmo del momento , non si vedrebbero i volti dei banditi . Per fortuna c ' è chi ha potuto vedere bene in faccia il bandito dei panini . Che la sorte dei più geniali e pericolosi gangsters del dopoguerra ambrosiano stia per essere decisa da un etto di formaggio ?