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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1940 TO 1970} > autore_s:"Forcella Enzo"
Il mondo migliora ( Forcella Enzo , 1962 )
StampaQuotidiana ,
Roma , 11 ottobre - « A noi sembra di dover dissentire da cotesti profeti di sventura che annunziano eventi sempre infausti , quasi sovrasti la fine del mondo . La buona Provvidenza ci sta conducendo ad un nuovo ordine di rapporti umani che , per opera degli uomini e per lo più oltre la loro stessa aspettativa , si svolgono verso il compimento dei suoi disegni superiori e inattesi ... » È il primo importante argomento di considerazione che il Papa , aprendo oggi i lavori del XXI Concilio ecumenico , ha proposto ai padri consiliari e ai cattolici di tutto il mondo . Un invito all ' ottimismo , alla fiducia , allo spirito della comprensione e della buona volontà , contro il pessimismo di coloro i quali « nei tempi moderni non vedono che prevaricazione e rovina ; vanno dicendo che la nostra era , in confronto con quelle passate , è andata peggiorando ; e si comportano come se nulla abbiano imparato dalla storia , che pure è maestra di vita , e come se al tempo dei Concili ecumenici precedenti tutto procedesse in pienezza di trionfo dell ' idea e della vita cristiana , della giusta libertà religiosa » . Considerando con occhio spassionato il passato , senza lasciarsi vincere dalla tendenza , peraltro comprensibile in un uomo di 80 anni , a trasfigurarlo con i colori della propria gioventù , Giovanni XXIII ha detto francamente di considerare le condizioni generali dei tempi nei quali si apre questo Concilio migliori di quelle in cui si svolsero i precedenti . Se non altro , perché nel complesso , e malgrado la forzata assenza di moltissimi vescovi imprigionati per la loro fedeltà a Cristo ( è stato l ' unico accenno alla « Chiesa del silenzio » ) oggi la Chiesa è più libera di svolgere la sua azione . Libera dalla « indebita ingerenza delle autorità civili » e « libera da tanti ostacoli di natura profana » . È facile identificare in questi ultimi quelli determinati dall ' esercizio del potere temporale , definitivamente seppellito novantadue anni fa , proprio mentre si svolgeva il Concilio Vaticano I . Dopo questa messa a punto di carattere generale sulle caratteristiche dell ' epoca , il Papa ha illustrato le ragioni che hanno consigliato la convocazione del Concilio e i compiti che gli si prospettano . « Il gesto del più recente e umile successore di san Pietro che vi parla , di indire questa solennissima assise , si è proposto di affermare , ancora una volta , la continuità del magistero ecclesiastico per presentarlo , in forma eccezionale , a tutti gli uomini del nostro tempo , tenendo conto delle deviazioni , delle esigenze e delle opportunità dell ' età moderna » aveva già detto all ' inizio . Il doppio motivo della continuità del magistero ecclesiastico e della novità delle condizioni poste dalla civiltà moderna ha condotto , strettamente intrecciato , tutto il discorso . La dottrina è una , e abbraccia l ' uomo intero , anima e corpo . Ma i tempi cambiano e consigliano aggiornamenti , studio delle nuove condizioni e forme di vita introdotte nel mondo contemporaneo , massima comprensione per le sue esigenze . « Il XXI Concilio ecumenico vuole trasmettere pura e integra la dottrina , senza attenuazioni o travisamenti , che lungo venti secoli , nonostante difficoltà e contrasti , è divenuta patrimonio comune degli uomini . Il punctum saliens non è dunque la discussione di un articolo o l ' altro della dottrina fondamentale . Per questo non occorreva un Concilio ... Lo spirito cristiano , cattolico ed apostolico del mondo intero attende un balzo in avanti verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze , in corrispondenza più perfetta all ' autentica dottrina , anche questa però studiata ed esposta attraverso le forme della indagine e della formulazione letteraria del pensiero moderno . Altra è la sostanza dell ' antica dottrina del depositum fidei , ed altra è la formulazione del suo rivestimento : ed è di questo che devesi - con pazienza se occorre - tener gran conto , tutto misurando nelle forme e proporzioni di un magistero a carattere prevalentemente pastorale » . Il passo , d ' importanza fondamentale per i lavori del Concilio , circoscrive i confini entro i quali potrà articolarsi la discussione teologica e in particolare quella della cosiddetta « nuova teologia » ( cioè , quella che vorrebbe svincolare la meditazione religiosa dalla codificazione scolastica ) . Intransigenza sui fondamenti - il depositum fidei - duttilità e massima apertura sulla forma , il rivestimento . Nella stessa citazione è adombrata anche la propensione personale di Giovanni XXIII , quella che sta dando una impronta al suo pontificato . È la propensione verso « un magistero a carattere prevalentemente pastorale » i cui lineamenti vengono illustrati nell ' ultima parte della allocuzione . Oggi come duemila anni fa , la Chiesa si trova di fronte al grande compito di portare Cristo tra gli uomini , gli uomini a Cristo . La maggior parte del genere umano è ancora estranea al cattolicesimo , persiste nell ' errore e nella indifferenza . Come deve la Chiesa difendere la verità , promuovere l ' unità ? « Sempre la Chiesa si è opposta agli errori : spesso li ha condannati con la massima severità . Al giorno d ' oggi , tuttavia , la sposa di Cristo preferisce far uso della medicina della misericordia piuttosto che della severità ; essa ritiene di venire incontro ai bisogni di oggi mostrando la validità della sua dottrina piuttosto che con la condanna . Le dottrine fallaci , le opinioni e i concetti pericolosi sono così evidentemente in contrasto con la retta norma dell ' onestà , ed hanno dato frutti così esiziali , che oramai gli uomini da se stessi oggi sembra che siano propensi a condannarli . Ed in specie quei costumi di vita che disprezzano Dio e la sua legge , la eccessiva fiducia nei progressi della tecnica , il benessere fondato esclusivamente sui comodi della vita . Sempre più essi si convincono del massimo valore della persona umana e del suo perfezionamento , e dell ' impegno che ciò esige . Ciò che più conta l ' esperienza ha loro appreso che la violenza inflitta altrui , la potenza delle armi , il predominio politico non giovano per una felice soluzione dei gravi problemi che li travagliano » . Quindi tolleranza , pazienza , carità , amore verso tutti , a cominciare dai « figli separati » . E adoperarsi attivamente perché si compia « il gran mistero di quella unità che Gesù Cristo ha invocato dal Padre celeste nell ' imminenza del suo sacrificio » . Unità in tre direzioni : dei cattolici tra di loro , di « preghiere e di ardenti desideri » con i cristiani separati e , infine , « unità nella stima e nel rispetto verso la Chiesa cattolica da parte di coloro che seguono religioni ancora non cristiane » . Questo si propone , attraverso il suo Pontefice , il Concilio ecumenico ; e perché questo sia concesso Giovanni XXIII , concludendo il discorso , ha elevato al cielo una limpida , appassionata preghiera . « Ora è appena l ' aurora , e già il primo annuncio del giorno sorgente riempie di soavità il nostro cuore . Tutto qui spira santità , tutto suscita esultanza ... Si può dire che il cielo e la terra si uniscano nella celebrazione del Concilio ... Questo richiede da voi serenità d ' animo , concordia fraterna , moderazione di progetti , dignità di discussioni e saggezza di deliberazioni ... Dio onnipotente , in Te riponiamo la nostra fiducia , diffidando delle nostre forze . Guarda benigno a questi pastori della Tua Chiesa . La luce della Tua grazia superna ci aiuti nel prendere le decisioni come nel fare le leggi ; e pienamente esaudisci le preghiere che a Te effondiamo con unanimità di fede , di voce e di animo ... » Di fronte a un discorso così esplicito , ogni chiosa illustrativa appare pressoché superflua . Le previsioni della vigilia sono state largamente confermate , e si può dire che il Papa ha colto la solenne occasione per ribadire e sintetizzare con inequivocabile decisione le linee maestre del suo pontificato . Viene subito in mente , come termine di confronto , non solo il Concilio del 1870 , ma anche il pontificato di Pio XII , soprattutto nell ' ultimo periodo , dalla fine della guerra alla morte . Il distacco dal Vaticano I è segnato , per non dire altro , dalla soddisfazione con cui Papa Roncalli ha accennato alla fine del potere temporale e dalla delicatezza con cui ha affrontato i passaggi che potevano riproporre il tema dei rapporti con i vescovi e della infallibilità del Pontefice . In quanto al distacco con il regno di Pio XII , esso traspare , si può dire , da ogni piega del discorso . Si dirà che sono tempi diversi che pongono diverse responsabilità e aprono diverse prospettive . Ed è vero . In questa sede , comunque , non si tratta di dare un giudizio su due pontificati , ma soltanto di indicare gli accenti particolari che li differenziano . Quello di Papa Pacelli è quello della Chiesa che denuncia e condanna , che considera la cattolicità assediata dall ' errore , costretta a mobilitare tutte le energie di cui dispone sul piano mondano e sul soprannaturale per difendere la sua stessa esistenza . L ' accento di Giovanni XXIII è quello della Chiesa materna , tollerante , comprensiva ; e , al tempo stesso , sicura della sua verità proiettata verso la conquista di nuove frontiere . Proprio perché convinta che l ' apostolato migliore è quello dell ' esempio e della testimonianza .