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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1940 TO 1970} > autore_s:"Gramigna Giuliano"
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La « gran giornata » del professor Lando Degoli ( e un po ' di tutti i telespettatori del concorso di quiz Lascia o raddoppia , giunto in vista del traguardo già considerevole dei 2 milioni e 560 mila lire ) si è conclusa con una sconfitta e con un ' umanissima amarezza : una domanda piuttosto insidiosa sull ' opera di Verdi è stata fatale al candidato che finora aveva dimostrato la maggiore disinvoltura e preparazione . Resta al professor Degoli , battuto alla penultima tappa ( per usare un termine sportivo ) , il premio di consolazione d ' una vettura utilitaria e , forse ancora più importante , il calore di simpatia che l ' ha accompagnato in queste comparse davanti alle « camere » ; non fosse altro , egli ha dimostrato di ubbidire al fair play accettando di « raddoppiare » contro la fortuna e di saper controllare con molto garbo l ' inevitabile delusione . Se si può parlare di sconfitta , è stata una sconfitta con l ' onore delle armi . Del resto quella di ieri si è rivelata una serata infausta per molti dei concorrenti di Lascia o raddoppia : su sei presentatisi a Mike Bongiorno , quattro sono stati eliminati : una percentuale che può cominciare a sgomentare . Il signor Distasi , di Venezia , ad esempio , che aveva offerto di dividere l ' eventuale vincita con un ' opera di beneficenza , è caduto proprio sull ' ultima domanda , quella delle 320mila lire , sbagliando il risultato d ' un incontro di calcio . Più fortunato o meglio provveduto , un commerciante torinese , il signor Prezioso , ha infilato le prime otto risposte con una verve eccezionale . Egli è stato poi anche il primo concorrente a mettere in gioco domande nuove : non più cinema , lirica , jazz o calcio , ma storia patria : su Ramorino , su Garibaldi , su Agenore Milano , su Pio IX il signor Prezioso non ha avuto un attimo d ' esitazione , qualificandosi per il prossimo turno . A questo punto , una volta per tutte , converrà ancora sottolineare quali calibratissimi attori si sono rivelati in genere i concorrenti di Lascia o raddoppia : buona parte del gusto per il telespettatore , che assiste alla trasmissione dalla sua poltrona casalinga , nasce proprio dall ' inventiva naturale di quelle che vorremmo proprio chiamare le loro « interpretazioni » . Questi professori , questi commercianti , questi studenti potremmo , con un poco di buona volontà , classificarli secondo i classici ruoli teatrali , non fosse per la carica prepotente di imprevisto , di spontaneo che resta al fondo delle loro apparizioni . Ha cominciato il professor Degoli , ha continuato il signor Teschi ed ora abbiamo visto il signor Prezioso , virtuoso di storia risorgimentale . Rappresentando , per così dire , i loro sentimenti veri e piuttosto imbrogliati fra l ' ansia e la speranza , essi hanno , se vogliamo , capovolto il paradosso di Diderot sull ' attore che deve lavorare d ' étude de réflection . È probabile che nel consenso del pubblico ci fosse anche il divertimento per tale amabile sorpresa . Durante la settimana l ' atmosfera intorno a Lascia o raddoppia era andata facendosi sempre più calda : ed era diventato un po ' il fatto di tutti predire se questo o quel candidato avrebbe raddoppiato o si sarebbe ritirato dal gioco . Neppure lo sciopero del personale addetto alla Televisione ha ostacolato la gara : la trasmissione è stata anticipata di due ore , per non deludere l ' attesa dei telespettatori e soprattutto , crediamo , per non mettere a troppo dura prova il sistema nervoso dei concorrenti maggiori . Così dopo i primi due candidati al premio di 320 mila lire , di cui abbiamo già parlato , sono ricomparsi sul palcoscenico , per la domanda da 640 mila lire ( la domanda « della cabina di vetro » ) il giornalaio di Modena Franco Gibellini , esperto di calcio , e il maestro di Cremona Ugo Teschi , « patito » del cinema . Battuta d ' arresto , però , per il signor Gibellini che , davanti alla domanda : « In che anno , in quale partita e con quale risultato la nazionale italiana adottò la prima volta il sistema ? » , nella sua gabbia di vetro si turba , esita e poi risponde erroneamente . ( La risposta esatta era : Germania - Italia 5-2 a Berlino , 1939 . ) Eliminato , gli resterà sempre la consolazione delle prime 40 mila lire . Via libera invece per il signor Teschi , che non lascia addirittura tempo a Mike Bongiorno di formulare la domanda e dice subito il nome del regista ( Von Sternberg ) e il titolo ( Le notti di Chicago ) del film che poco prima della morte Ridolini interpretò , sostenendovi eccezionalmente un ruolo drammatico . L ' « esame » , per così dire , del signor Teschi ha una piccola coda : egli offre a Bongiorno una rarità da cineteca , un fotogramma del film di Dreyer La passione di Giovanna d ' Arco e racconta , con gran disinvoltura , come alcuni suoi colleghi insegnanti , per indurlo a raddoppiare , gli abbiano offerto , in caso di insuccesso , di rifondergli la differenza . Il maestro di Cremona se ne va fra gli applausi : ha ormai conquistato 640 mila lire ed è in gioco per il premio di 1 milione e 280 mila lire , fra due settimane . L ' impiegato milanese Gino Tomaselli , appassionato di jazz , che gli succede per tentare il premio di 1 milione e 280 mila lire , è la terza vittima della serata . Richiesto di dire il titolo di una famosa composizione sui quartieri di Londra ( il titolo era London Suite ) risponde subito franco e secco : « Rinuncio » ; ad ogni modo , appena uscito dalla cabina di vetro , prende possesso del suo premio di consolazione , un ' auto utilitaria . Ed eccoci infine al clou della trasmissione : il professor Lando Degoli di Carpi , matematico e appassionato d ' opera lirica : se imbroccherà la risposta , vincerà 2 milioni e 560 mila lire . « Mi ritiro » dice il professor Degoli alla richiesta se voglia giocare ancora ; poi , sul chiaro mormorio di delusione che sale dalla platea , aggiunge maliziosamente : « Mi ritiro nella cabina , per rispondere alla domanda . » « Nelle sue partiture Verdi usò mai il controfagotto ? e in quale opera ? » chiede Mike Bongiorno . Entro la garitta il professor Degoli suda di pena , poi dice piano : « Non lo so » . Bongiorno l ' incoraggia mentre l ' orologio scandisce i secondi : « Il Falstaff » azzarda il professore . Ma la risposta esatta è invece : Don Carlos . Per la verità questa domanda , strettamente tecnica , è parsa esorbitare , a giudizio di molti musicisti , dalla conoscenza che si può ragionevolmente pretendere da un « amatore » , sia pure ben preparato . Il primo piano del volto del professor Degoli , all ' uscita dalla cabina , è davvero patetico : sui suoi tratti la delusione lotta con il self control e alla fine è sconfitta : Degoli riesce perfino a sorridere . L ' applauso del pubblico è stato dunque un riconoscimento meritato di questo garbo e di questa eleganza in un momento piuttosto amaro .