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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1940 TO 1970} > autore_s:"Negro Silvio"
StampaQuotidiana ,
Castelgandolfo , 8 ottobre , notte - Un secondo collasso , arrivato dopo quarantotto ore precise da quello che due giorni fa aveva messo in trepida angoscia il mondo cristiano , ha capovolto repentinamente una situazione che pareva avviata alle più fondate speranze , ed il successivo manifestarsi di complicazioni di carattere bronco - polmonare ha chiuso , nelle prime ore del pomeriggio , ogni strada a un possibile ricupero della crisi di carattere circolatorio che ha colpito Pio XII . Uscendo a mezzogiorno dal palazzo di Castelgandolfo , la signora Rossignani , sorella del Pontefice , che aveva appena sostato al letto dell ' infermo , aveva confermato le notizie di un lieve miglioramento che i medici avevano appena riscontrato . La signora si trattenne a colazione in casa di amici e lì la raggiunse alle 15 una successiva comunicazione la quale confermava le notizie già date , aggiungendo che il lieve aumento della temperatura verificatosi in seguito era interpretato come un segno che l ' organismo reagiva sempre più efficacemente al male . Alle 16 la signora Rossignani , che si disponeva a rientrare a Roma , credette bene di mettersi in comunicazione telefonica con gli altri congiunti che stavano presso l ' infermo , e subito dopo fu vista rientrare precipitosamente al palazzo dal quale non è più uscita , come non ne è uscito oggi nessuno dei quattro medici che hanno prestato le loro cure a Pio XII e che ora attendono rassegnati il compiersi dell ' evento nella camera d ' angolo al terzo piano , nella quale non si ode che il respiro affannato del morente . In quella stessa camera , seduto sul letto nell ' atteggiamento sereno di un convalescente , il Papa aveva conversato ieri sera , con la solita vivacità di tratto , con alcuni degli intimi , ed aveva ribadito la sua speranza di poter tornare quanto prima al suo solito lavoro . E poche ore prima , mentre il sole non era ancora calato all ' orizzonte , aveva pregato i suoi assistenti di concedergli un intermezzo musicale , ed aveva ascoltato con il trasporto dell ' appassionato la prima sinfonia di Beethoven incisa su dischi , ed aveva seguito l ' onda dei suoni facendo con la destra il segno di chi batte il tempo . A detta dei più , la giornata di ieri non poteva concludersi meglio per l ' augusto degente . Superato nel modo più brillante l ' incubo delle conseguenze che poteva tirarsi dietro 1'ictus cerebrale di lunedì mattina , nessuno faceva più caso al disturbo del singhiozzo , che pure si era manifestato a tratti anche nel pomeriggio di ieri . I medici però non riuscivano a nascondere del tutto un ' ombra di riserbo , pareva che avessero la mente fissa ad una circostanza inattesa ; c ' era nei loro discorsi , pur improntati ad aperto ottimismo , un sottinteso inquietante che non aveva niente a che fare con il pericolo che nessuno si nascondeva di una seconda crisi di carattere circolatorio . Non tutti avevano interpretato allo stesso modo il lungo sonno meridiano di Pio XII , e tanto meno l ' abbondante sudore che l ' aveva accompagnato . Ma il dato più serio che nascondeva il loro riserbo era un altro . I rilievi fatti subito dopo il risveglio avevano segnalato una aritmia cardiaca inattesa , dato che il Papa aveva sempre disposto di un cuore in condizioni eccellenti . « Un cuore da giovanotto » come aveva detto qualche anno fa Gasbarrini visitando per la prima volta il Pontefice . Era stato inoltre riscontrato un vistoso , repentino mutamento della pressione del paziente , il che poteva significare proprio una predisposizione dell ' organismo a nuovi assalti del male che ne aveva messo improvvisamente a repentaglio la vita . E nessuno si nascondeva che un secondo collasso non avrebbe potuto avere che conseguenze fatali . È proprio questa eventualità che si è verificata stamane , allo scadere esatto delle quarantotto ore dal primo insulto . Il Papa aveva passato una notte buona , dormendo anche per lunghi tratti , vegliato dalla stanza accanto , che rimaneva con la porta aperta , dall ' archiatra Galeazzi Lisi , dal dott. Corelli , e a turno da una delle tre suore addette all ' appartamento privato . E stamane egli aveva visto le prime luci del nuovo giorno in ottime condizioni di spirito , ed i medici non avevano riscontrato niente che potesse contraddire alle loro speranze nella prima visita che gli avevano praticata . È stato più tardi , esattamente alle 8.30 , quando il paziente si levò a sedere sul letto per prestarsi ad un intervento di importanza molto secondaria , che sopraggiunse repentino il secondo collasso . Accasciatosi supino sul letto senza conoscenza , Pio XII non ha più ripreso i sensi da quel momento , nonostante che i sanitari presenti gli abbiano prestato immediatamente tutte le cure del caso . La prostrazione delle forze , conseguenza della prima crisi , ha impedito che i farmaci , ai quali l ' organismo aveva tanto efficacemente reagito lunedì mattina , potessero avere questa volta l ' esito desiderato . Da quel momento in poi la vicenda che si è svolta nella stanza d ' angolo del vecchio palazzo di Castelgandolfo è stata quella di una lotta disperata contro il male , confortata solo da qualche temporaneo barlume di speranza , e quindi dell ' impietrito dolore di familiari , prelati e medici davanti all ' uomo vestito di bianco anche sul letto di morte , sia pure in modo diverso dal solito , e per il quale non c ' è più speranza . Il letto sul quale giace il Papa è ancora quello di ottone che fece collocare in questa camera il suo predecessore . È disposto in modo da avere a destra le due finestre che guardano dalla parte di Roma e di fronte quella che prospetta invece verso il mare . Dietro la spalliera del letto è applicata al muro una specie di arazzo . E sopra è appeso il quadro di una Madonna cinquecentesca di buona scuola . Figurano ai lati due cassettoni , che non hanno nessun pregio particolare , e nell ' ambiente , molto luminoso ma non vasto , si trova sempre un radiogrammofono . Pio XII non è in corna ; ancora a mezzanotte il suo respiro era regolare anche se ansimante , e , non aveva niente a che fare con il rantolo dei morenti . È per questo che solo la ultima comunicazione parla di agonia . L ' infermo ha gli occhi chiusi , ed i più sono convinti ch ' egli non sia in condizioni da rendersi conto di quanto avviene attorno a lui , ma nessuno può dire con certezza che egli abbia perduta del tutto la conoscenza . È stato sempre così dopo ch ' è sopravvenuto l ' ultimo collasso . Padre Leiber , che è uno dei due segretari addetti alla biblioteca personale , e che in questi ultimi tempi ha assolto anche i compiti di confessore del Papa essendo malato il confessore titolare padre Bea , celebrava stamane la Messa nella cappella che sta accanto alla camera da letto quando sopravvenne la seconda crisi . In precedenza Pio XII aveva detto al suo fedele collaboratore che , non potendo celebrare lui la Messa , era almeno confortato dall ' idea di poter ricevere la Comunione , come aveva fatto nei giorniprecedenti . Ma quando padre Leiber fu in grado di poter soddisfare quel desiderio , non c ' era più la possibilità fisica che l ' infermo potesse ricevere le sacre specie ed il gesuita , con le lacrime agli occhi , si limitò ad impartire al Pontefice la benedizione . Pochissime sono state le persone ammesse nella stanza del malato in questi tre drammatici giorni . Hanno fatto sempre eccezione i prelati di palazzo , mons . Canori di Vignale e mons . Nasalli Rocca , i familiari del Pontefice , tra i quali i nipoti Pacelli sono stati i più assidui , e naturalmente le suore , che fanno di continuo la spola fra la camera dell ' infermo e i locali del piano sottostante dove sono allogati i servizi . Affrante da un ' assistenza che dura ininterrottamente da diversi giorni , le suore piangono quando recano alle labbra del morente il Crocefisso o ne umettano le labbra riarse ; anche qualcuno dei familiari piange , i più pregano , una radio lontana del palazzo reca nella stanza del morente un ' eco delle musiche sacre che la stazione vaticana da stamane intercala ininterrottamente ai bollettini dei medici trasmessi in tutte le lingue . Anche i cardinali presentatisi lunedì alle prime notizie del collasso avevano dovuto sostare nella sala del Concistoro , ch ' è l ' ultima grande aula dell ' appartamento nobile di Castelgandolfo , ed a mettere le loro firme sul registro esposto . Solo il cardinale decano , Tisserant , aveva potuto affacciarsi lunedì per un breve momento nella stanza e l ' aveva fatto levando la destra nell ' atto della benedizione . Oggi nel pomeriggio , quando fu chiaro che il Papa si andava spegnendo e che la sua sorte era segnata senza possibilità di umano rimedio , la severa consegna è stata un poco attenuata e nella stanza sono state ammesse altre persone , fra le quali i cardinali Tisserant , il quale si è poi trattenuto a Castelgandolfo fino a tarda ora , Aloisi - Masella , Fumasoni - Biondi e Valeri . A quell ' ora due Guardie nobili , con la spada sguainata , si collocarono di fazione in un locale attiguo alla camera del morente . In precedenza , vedendo entrare i militi alla spicciolata ed in abito civile dal portone del palazzo , chi è pratico del costume vaticano aveva già capito tutto , anche se per caso non fosse stato al corrente di nulla . Vuole infatti la tradizione che , quando il Papa si trova agli estremi , la Guardia nobile vegli il morente e ne custodisca poi senza interruzione la spoglia fino al momento della tumulazione . Pio XII è il primo nella serie dei Papi a chiudere la sua vita a Castelgandolfo , e la chiude sotto la particolare protezione della Vergine , dopo che il caso ha voluto che a questo intento sia stata dedicata domenica l ' ultima funzione religiosa di carattere pubblico alla quale egli ha preso parte . È stata questa la cosiddetta Supplica alla Vergine di Pompei , che è stata trasmessa anche per radio , ed è stata trasmessa per radio proprio dal palazzo di Castelgandolfo . È avvenuto così che Pio XII , particolarmente devoto alla Vergine , si sia trovato a invocare dalla Regina del cielo la buona morte proprio alla vigilia del suo trapasso terreno , che questo fosse l ' ultimo atto della sua spirituale paternità del mondo cristiano , e che a quell ' atto si trovassero a partecipare indirettamente , sia pure senza saperlo , milioni di fedeli . Poiché la sorte ha voluto che Pio XII chiudesse la sua vita a Castelgandolfo , è già stabilito che la piccola località dei Castelli romani abbia una parte notevole e del tutto insolita nel cerimoniale che accompagna il decesso di un Pontefice . Non solo il riconoscimento ufficiale della morte verrà fatto sul posto , ma nel palazzo della villa papale si farà anche la prima esposizione della salma , che avveniva di regola nella Cappella Sistina . Rivestito degli abiti corali , cioè con rocchetto , mozzetta e stola , il corpo del Pontefice sarà collocato su un catafalco nel salone degli Svizzeri e là avverranno le visite di rito anche dei membri della Corte , del corpo diplomatico e della prelatura romana . La traslazione a Roma avrà carattere privato , ma il piccolo corteo del quale faranno parte tutti i cardinali non si dirigerà a San Pietro ma a San Giovanni al Laterano , alla basilica cioè che è la cattedrale del Vescovo di Roma , ed anche questo fatto rappresenterà una innovazione piuttosto vistosa rispetto al passato . Dalla basilica lateranense muoverà poi , a piedi , con la partecipazione di tutte le autorità e di tutto il clero romano , il solenne funerale che , attraversando Roma , come ai tempi in cui i Papi morivano al Quirinale , scorterà la salma a San Pietro , dove avrà luogo l ' esposizione solenne come vuole la tradizione . Però anche in questo caso , la tradizione non sarà rispettata che in parte , in quanto l ' esposizione della salma non avverrà nella cappella del Sacramento ma nella « confessione » , cioè al centro della crociera .