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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1940 TO 1970} > autore_s:"Rosso Francesco"
L'esultanza nella città giuliana ( Rosso Francesco , 1954 )
StampaQuotidiana ,
Trieste , 5 ottobre - D ' improvviso , quasi magicamente , oggi Trieste si è tutta vestita di tricolore . Fu come se i triestini si fossero passata tacitamente la voce ; alle 11 di questa mattina , sotto un cielo livido , percorso da un freddo vento di tramontana , la città ha indossato il tricolore , senza attendere la conferma ufficiale che l ' accordo era stato raggiunto . Probabilmente , anche se l ' accordo non fosse stato firmato a Londra , per un qualsiasi ostacolo sorto all ' ultimo istante la città avrebbe ugualmente pavesato tutte le sue case con le migliaia e migliaia di bandiere cucite in tutta fretta in questi ultimi giorni , tanta era l ' ansia di sfogare alla fine il desiderio covato per quasi dieci anni . Dalle 11 di stamane , quando le pietre delle case sono miracolosamente fiorite di bandiere , Trieste è scesa nelle strade ad attendere una voce che confermasse le notizie ormai di dominio pubblico , ma ancor prive del crisma ufficiale . Passarono due ore , durante le quali i triestini continuarono a passeggiare lentamente lungo le strade che sfociano come tortuosi fiumi su piazza dell ' Unità . Alle 13 la grande piazza era già colma di folla fino a straripare sul lungomare . Dai palazzi privati , come dovunque , pendevano drappi tricolori . Soltanto la facciata del Municipio rimaneva sgombra , un ' isola nera in quel cantante garrir di bandiere . Alle 13 la radio diede l ' annuncio che l ' accordo era stato firmato , e scoppiò il primo applauso , subito spento dalla voce dell ' annunciatore , che pregava di rimanere in ascolto perché alle 14 il generale Winterton avrebbe rivolto un proclama ai triestini . Un po ' delusa , la folla abbandonò la piazza , ritornò a casa , ma per breve tempo . Benché nessuno avesse detto nulla , per una di quelle intuizioni che guidano sotterraneamente certe azioni umane , i triestini ritornarono in piazza dell ' Unità per le ore 14 , puntualissimi ; sapevano che l ' ora panica della loro città stava per scoccare . E scoccò , infatti , puntualmente alle 14 , quando una voce anonima , ampliata dai diffusori , gridò : « Issate le bandiere ! » . Per un momento la folla fu come inghiottita da un gorgo di silenzio . Si udiva il saettar veloce dei colombi nel cielo grigio , mentre sul pennone del Palazzo municipale , lentamente , per la prima volta dopo dieci anni , saliva la bandiera italiana . Da quel silenzio esplose l ' urlo della folla : « Italia ! Italia ! » , e la eco dilagò per strade , vie , corsi , ripetuta dalla moltitudine che non aveva trovato posto nella piazza . Dai diffusori uscivano le note dell ' Inno di Mameli , e la folla cantò in coro , un canto irrefrenabile , una gioia di espandersi alfine senza timore nel manifestare i propri sentimenti . Sul nereggiare vasto della piazza gremita il mare appariva come un nastro grigio su cui il molo Audace era , solo e deserto , come un grande ponte proteso ad attendere le truppe italiane che , come già il 3 novembre 1918 , quando si compì il secondo Risorgimento nostro , sarebbero ancora sbarcate . Sul mare , come in un fiabesco scenario , sfilavano bianche imbarcazioni con gli alti pennoni pavesati di tricolore . Alcuni mortaretti spararono salve di colpi . I canti , gli evviva , le grida di giubilo erano tutti diretti ai balconi del Municipio , benché si sapesse che il sindaco Bartoli , ancora degente all ' ospedale per un intervento chirurgico ad un occhio , non sarebbe comparso . D ' improvviso la folla fece dietrofront , si rivolse al mare . Sui due alti pennoni rossi , terminanti in due alabarde dorate , salirono lentamente due grandi bandiere : il tricolore ed il rosso drappo alabardato della città che si gonfiarono nel vento . Fu questo il momento culminante della giornata triestina . Diede l ' esempio il ministro Fracassi , che si voltò ad abbracciare colui che gli stava più accosto , e tutti i triestini lo imitarono : tutti si abbracciavano , si stringevano forte le spalle , si baciavano . E tutti piangevano , non soltanto le donne , ma anche i giovani , e vecchi signori , che avevano fino allora affettato una imperturbabile serenità pur nell ' esultanza , stringevano fra le braccia lo sconosciuto concittadino , piangevano silenziosamente . E su quel mare di folla commossa continuavano a piovere le note degli inni , alcuni gravi e solenni , altri scattanti e gioiosi . La commozione toccò il parossismo quando dai diffusori echeggiarono le note del Piave . Allora la folla non ebbe più ritegno nell ' esprimere la sua ardente gioia , ed il canto del fiume sacro alla Patria straripò , gonfio dei ricordi che destava in questa città due volte redenta . Nella pausa di silenzio che seguì , l ' assessore anziano Sciolis lesse il messaggio che il sindaco Bartoli aveva scritto per i suoi concittadini : « L ' Italia ritorna » incominciava il messaggio , e ripeteva , come un Leitmotiv , la frase che ogni volta destava gli irrefrenabili applausi della folla , « d ' Italia ritorna » . Chi è lontano non può rendersi conto esatto di ciò che significano queste parole per í triestini . Forse a torto può anche pensare che la rettorica patriottica non sia stata totalmente assente da questa manifestazione . Ma tutto ciò che hanno fatto oggi i triestini era così schietto , spontaneo , vero che tutto diventava accettabile . In mezzo a tanto tripudio non si è verificato alcun incidente . Gli agenti della polizia militare inglese in servizio di ordine , che giravano con le loro camionette per le vie pavesate di bandiere , sorridevano comprensivi se li investiva qualche selva di fischi che partivano da gruppi di studenti incolonnati . Alle 18.30 , dopo i rituali squilli dell ' « attenti » , in piazza dell ' Unità avvenne l ' ammainabandiera , e fu ancora una esplosione gioiosa dei triestini , certi che quelle bandiere sarebbero tornate l ' indomani a garrire libere nel cielo immenso . Questa sera non si sapeva ancora con esattezza dove passerà la nuova linea di demarcazione . Il ministro Fracassi durante una conferenza stampa per illustrare ai giornalisti il testo dell ' accordo ha confessato di non conoscere con precisione le rettifiche di confine , apportate all ' attuale linea fra le due zone ; non ha ancora ricevuto da Roma la carta geografica a cui il testo dell ' accordo fa continuo riferimento . È però certo , ormai , che Crevatini ed Albaro Vescovà saranno assegnati alla Jugoslavia . Le genti di queste piccole frazioni di Muggia stanno vivendo ore di ansia . « Che cosa dobbiamo fare ? » domandano a chi si ferma a parlare con loro . E per non essere presi alla sprovvista , temendo di dover sgombrare da un istante all ' altro , ammucchiano le masserizie , spogliano persino porte e finestre degli infissi . Il ministro Fracassi ha insistito perché si renda noto a questa gente che secondo l ' articolo 8 dell ' accordo , gli abitanti delle due Zone che vogliono spostarsi hanno tempo un anno intero per sistemare convenientemente le loro cose , senza compiere gesti affrettati che si risolverebbero in un grave danno . Le stesse cose ha ribadito il gen. Winterton in un proclama alla cittadinanza . Con pacatezza , badando al sodo della questione , il generale inglese ha preferito rassicurare alcune classi di cittadini che temevano di perdere il posto con il mutamento dell ' amministrazione . Dopo i luttuosi avvenimenti del 4 novembre scorso , si era diffusa la voce che molti degli attuali seimila agenti della polizia civile giuliana sarebbero stati licenziati con il passaggio dell ' amministrazione della « Zona A » all ' Italia ; il gen. Winterton li ha tranquillizzati : il Governo italiano ha garantito che tutti manterranno il loro impiego . Domani , nelle prime ore del pomeriggio , il comandante alleato riceverà nel castello di Duino il gen. De Renzi , designato dal Governo italiano per concordare il trapasso dei poteri . Le truppe americane - come è stato annunciato oggi - saranno evacuate dalla « Zona A » per ferrovia , con convogli motorizzati e a bordo di navi temporaneamente accantonate a Livorno . I primi movimenti hanno avuto inizio già oggi . Agli americani , nello spazio di un mese , faranno seguito gli inglesi . A notte la folla continuava a camminare per le strade , ad ingrossare i cortei , a sventolare bandiere , a cantare instancabilmente . Nelle ombre della sera , sotto un cielo fattosi chiaro come un cristallo , le luminarie tricolori avvampavano da balconi e finestre , illuminando i volti accesi delle ragazze che in colonna , a gruppi o isolate , cantavano : « O Italia , o Italia del mio cuore - tu ci vieni a liberar » . Anche il torrione di San Giusto è stato illuminato . La grande campana di Trieste non ha suonato per la giornata solenne , ma la torre anche se danneggiata dal tempo era accesa come un faro e illuminava col riverbero il molo Audace , a cui fra pochi giorni attraccheranno le navi che porteranno le truppe italiane .