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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1970 TO 2000} > autore_s:"Sullo Pierluigi"
Tre uomini in carcere ( Sullo Pierluigi , 1997 )
StampaQuotidiana ,
Forse è perfino un sollievo , una volta arrivati qui , nella saletta bianca delle guardie carcerarie , superata la trafila dei controlli e i metal detector e le pesanti porte d ' acciaio foderate di vetro antiproiettile , una volta passato il visibilissimo confine tra " fuori " e " dentro " , sentirli parlare dei detenuti e del carcere , delle sue follie e umiliazioni , della lotta dei detenuti e dello sciopero della fame che si estende , da Roma - Rebibbia a Pisa oggi , e domani forse dovunque . Adriano Sofri , ironico e diretto , e Giorgio Pietrostefani che borbotta e ride , e Ovidio Bompressi affilato e il collo magro che balla dentro il colletto abbottonato di una camicia bianca ; non parlano di sé , anzi sì , parlano di tre detenuti e di altri cinquantamila , come persone che non riescono più a sopportare la stupidità feroce della vita carceraria , dove " il tempo si sbriciola - dice Adriano Sofri - e non è affatto vero che qui per lo meno hai tempo per leggere e scrivere , ci sono le mille incombenze inutili , i ' rapporti ' , ovvero quando ti rimproverano per cose futili , e gli altri che ti vengono a parlare , non hai idea di quanti mi scrivano dalle carceri , e hai soprattutto il tempo di osservare le miserie , la povertà della maggior parte dei detenuti , la mancanza di tutto " . E ' per questo , contro questo , che per il momento digiunano . Hanno cominciato domenica scorsa , prendono solo caffè , tè , e acqua , moltissima acqua : " così puoi resistere a lungo " , dice Adriano , poi si volta verso Ovidio , mentre Tano D ' Amico fa loro la foto che serve , tutti e tre insieme , la foto che manca , e scherzano su quanto sei alto tu e quanto basso io , e dice al suo compagno , come meravigliato : " Ma lo sai che sono già dimagrito tre chili ? Almeno , è quel che dice la bilancia " . Qui , nel carcere , sei " una persona espulsa per giusta causa dalla società - spiega meticoloso Ovidio Bompressi - o almeno così pensa l ' opinione , e sei perciò una parte distaccata e disseccata " . Lento , lo ripete , come una formula cui ha pensato a lungo : " Una parte distaccata e disseccata " . " E ' la massima degradazione dell ' individuo " , aggiunge . Adriano dice : " Siamo stati quasi felici - si capisce che c ' è un po ' d ' ironia - quando abbiamo saputo dello sciopero della fame a Rebibbia . Ecco che partecipiamo di qualcosa più vasta di noi , e abbiamo iniziato uno sciopero della fame che probabilmente avremmo fatto comunque . Ma ora siamo vincolati a questo movimento , di cui , sia chiaro , non vogliamo diventare esponenti ; siamo tre detenuti tra altri , che si ribellano a una vergogna , il carcere , che mortifica la dignità umana " . Poveri , malati , soli . Ma la separazione , tra qui e l ' altrove , è tale , che parole come queste possono suonare retoriche . Come dice Ovidio , se sei dentro è per qualche ragione , così pensa la gente . E i poveri , i malati , i soli che sono in cella sono perciò più poveri , più malati e più soli . Bisogna farsi raccontare i particolari , per capire . E i tre te li raccontano pazientemente . Il carcere passa una tazza di " caffè " la mattina , un primo caldo e un pezzetto di formaggio a mezzogiorno , un secondo caldo la sera ; un rotolo di carta igienica , una saponetta e alcuni sacchetti per i rifiuti ogni mese . Ed è tutto . Chi non ha i soldi per il " sopravvitto " e per comprarsi dentifricio e detersivi per la cella , scarpe e maglioni , le sigarette , insomma per tutto il resto , cioè quasi tutto , ne resta privo . E se i detenuti sono , come a Pisa e dappertutto , per il 40 per cento immigrati , nella grande maggioranza poveracci o tossicodipendenti , insomma senza un soldo , la conseguenza sarà , come racconta Ovidio , una grandinata di microconflitti tra detenuti poveri , e tra i poveri e quelli che hanno qualcosa . " Dice : gli immigrati non portano le scarpe . Per forza - è Adriano che parla - non le hanno , semplicemente non le hanno " . E la seconda conseguenza sarà che " questo è un posto di ospedalizzati coatti , qui siamo tutti malati , più o meno , uno su tre ha l ' epatite C e per fortuna che in questo carcere - dice ancora Adriano - ancora somministrano l ' interferone , l ' unica terapia conosciuta per quel tipo di malattia " . In poche e terribili parole , la situazione è questa : negli ultimi anni la " popolazione carceraria " , cioè questo lazzaretto di abbandonati , ha tracimato oltre ogni argine , " perché soprattutto con la custodia cautelare - dice Pietro - si mette dentro gente per reati di ogni tipo e là - gira la testa in una qualche direzione - al giudiziario , si tagliano tutti i giorni , mentre qui al penale , dove sono quelli condannati in via definitiva , è un po ' più tranquillo " . " Si tagliano " significa autolesionismo : per essere notati , ascoltati , per non " essere partiti " , come si dice in gergo , un terribile transitivo che sta per essere trasferiti , nelle celle di punizione o in un altro carcere , ad ogni piccola " mancanza " . E mentre le carceri scoppiano , cioè , come dice pacato e preciso Ovidio , " funzionano da discarica sociale , in cui finisce tutto quel che la disoccupazione , la povertà , la crisi dello stato sociale provoca , in Italia e in tutto l ' Occidente " , il governo , appunto , taglia i bilanci . " Meno 30 per cento l ' anno scorso , meno 15 quest ' anno - enumera Adriano - quasi la metà in meno in due anni . E il primo settore ad essere tagliato è la sanità , ecco perché a Rebibbia digiunano i malati di Aids , tanto sono lì non perché li curino , ma per impedirgli di morire fuori dal carcere . E infatti il personale sanitario è in agitazione " . E gli educatori , tre per 295 detenuti a Pisa ; e gli agenti di custodia , che , " poveracci - dice Pietro - hanno alloggi quasi peggio delle nostre celle " , e comunque sono sempre pochi , pochi . Dopo tangentopoli . Allora , che si può fare ? Secondo Adriano , " solo un brusco calo del numero dei detenuti , dieci o quindicimila in meno d ' un colpo , può far ripartire il sistema carcerario in una direzione diversa . Ma non mi pare che questo sarebbe l ' effetto della legge Simeone di cui si parla in questi giorni . E d ' altra parte , dopo tangentopoli è una bestemmia anche solo parlare di amnistia , per la quale oggi ci vogliono almeno i due terzi dei voti del parlamento , come nemmeno per una riforma costituzionale . Come se in galera ci fossero loro , i grandi corrotti , e non questi poveretti , a cui è stata tolta anche questa concessione , questa grazia periodica . D ' Ambrosio ( magistrato milanese , ndr . ) ha avuto una buona battuta : ha detto che se si fa l ' amnistia verrebbero da tutta Europa , qui in Italia . E be ' , a parte che le pene , da noi , sono molto più alte che nel resto d ' Europa , e per esempio in Francia un reato come quello che ci ha condotti qui è prescritto dopo 15 anni , e noi siamo dentro dopo 25 , a parte questo , che io sappia , sono accorsi da tutta Europa solo Giorgio Pietrostefani e Toni Negri " . Ovidio aggiunge che sì , i progetti di legge servirebbero , come servirebbero regolamenti meno assurdi di quelli che proibiscono i libri rilegati e le giacche ( mi guarda e dice : " Lo sai che avevo una giacca come la tua ? Che nostalgia " ) e i cappotti , e se li concedono è a seconda della personalità e del tipo di reato , col risultato , dice Adriano , " che magari me ne andrò in giro con un bel cappotto di castorino , in mezzo a gente che trema per il freddo " , ecco , se il governo facesse il molto che può fare e il parlamento si sbrigasse , certo sarebbe un bene . Ma il problema della separazione , dell ' essere " distaccati e disseccati " , lo si può medicare solo se le associazioni , il volontariato , cioè il modo che la società inventa per difendersi , si allarga anche al carcere . E racconta : " Attraverso il vescovo di Massa e persone legate alla Caritas abbiamo creato , caso unico in Italia , un fondo cassa per i detenuti poveri , e a ciascuno diamo da trenta a cinquantamila lire al giorno ; si è sparsa la voce e molti hanno mandato soldi , oggi abbiamo quattro milioni , ma non bastano " . ( Questo , di conseguenza , è un appello : chi vuole mandare soldi , li può indirizzare a Athe Gracci , via tosco - romagnola 77 , Pontedera ; per informazioni invece si può telefonare al cercere di Pisa e chiedere della dottoressa Truscello ) . Il colloquio è già molto lungo , Tano chiede di mettersi qui e là per fare le foto , Pietro comincia a elencare aneddoti sugli anni settanta milanesi in cui lui compare sempre nella parte del cattivo , e ci ride sopra . Pende una domanda : e voi ? Proprio voi tre ? " Se avessi un ' idea di quel che faremo quando il digiuno di protesta nelle carceri si fermerà , te lo direi , onestamente te lo direi " , risponde Adriano . Quel che è sicuro è che tra la metà e la fine di novembre sarà depositata la richiesta di revisione del processo , " e lì vogliamo arrivarci in piedi " , aggiunge . Ma nove mesi sono passati , da quando si sono consegnati , e loro sono grati per tutto quello che si è fatto , le 160 mila firme , l ' assemblea di oggi a Roma , " ma uscire di qui - dice Ovidio - uscire in ogni modo , è un obbligo verso noi stessi , ed è un gesto di rispetto verso il diritto come dovrebbe essere " . " E ' chiaro - conclude Adriano - che andremo fino in fondo in tempi molto brevi " . Cade un silenzio , anche le Laika di Tano tacciono . Adriano chiede dello stato di salute del manifesto , ha sul tavolo la copia con la lettera aperta di Rossana Rossanda al presidente della repubblica . Non buono , rispondo , stato di salute non buono . Si apre la porta , i tre si alzano , ci salutiamo . Quando è sulla soglia , Adriano si gira e mi dice : " Resistete " .