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> categoria_s:"StampaQuotidiana" > autore_s:"Moravia Alberto"
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Chicago - La lettura dei giornali , per chi sappia scovare le informazioni e raggrupparle secondo un certo ordine e significato , è sempre istruttiva . Nei giornali di Nuova York , di Chicago e di altre città degli Stati Uniti non sono infrequenti notizie di questo genere : " Ieri notte la guerriglia tra le ' gangs ' di minorenni è scoppiata di nuovo a Bronx , per la seconda volta in ventiquattr ' ore . Una ragazza quindicenne è stata ferita da un colpo di rivoltella e il suo compagno è stato colpito con un tubo di piombo . Il compagno portava una giacca con la scritta ` Cobra ' sulla schiena . Alcuni ragazzi gli chiesero se facesse parte della ' gang ' dei Cobra . Alla sua risposta affermativa , uno degli aggressori lo colpì alla testa con un tubo di piombo . La ragazza prese la fuga urlando e allora un altro trasse la rivoltella e sparò due volte ferendola ad una spalla . Quindi la ' gang ' fermò un taxi , vi salì e si dileguò . Oppure : " X . Y . , diciassettenne capo di una ' gang ' di giovanissimi malfattori nel Bronx , è stato arrestato e portato alla sede della polizia di Morrisania sotto accusa di estorsione . Per alcuni mesi , da marzo a novembre , X . Y . aveva terrorizzato un vecchio droghiere costringendolo a pagargli cinque dollari alla settimana come contributo di ' protezione ' ; ossia , a quanto sembra , un dollaro per ogni membro della ' gang ' da lui capeggiata " . Oppure ancora : " Ieri mattina in Columbus Avenue due guardie in servizio di pattugliamento stradale hanno sorpreso una ' gang ' di ragazzi mentre colpiva tre donne e un uomo coi pugni , con tubi di piombo e con pezzi di ferro avvolti in stracci . La ' gang ' aggredì le due guardie che furono costrette a sparare sette colpi prima di potersi liberare dall ' assalto . Tutti i membri della ' gang ' , all ' infuori di due , riuscirono a fuggire " . Si potrebbe continuare ma l ' esemplificazione sarebbe monotona . Più o meno è sempre la stessa cosa : bande rivali di ragazzi armati che si azzuffano per la strada , o che aggrediscono un malcapitato passante solitario che non gli ha fatto nulla di male , o che irrompono in un bar e sfasciano ogni cosa , o che , addirittura , se la prendono con un poliziotto e lo mandano all ' ospedale con la testa rotta . Sono questi i delitti che i giornali americani raggruppano sotto il titolo comprensivo di " teens - age gangs crimes " ossia delitti di bande di minorenni ; e soltanto in casi particolarmente atroci ( come l ' omicidio recente di un povero ragazzo , un mese fa , senza la minima provocazione . Ironia : il ragazzo era figlio del presidente di una associazione per la prevenzione della delinquenza minorile ) vi dedicano qualche amaro commento . Non c ' è molto da dire , infatti , su questo genere di delitti : tutti sono d ' accordo agli Stati Uniti nel considerarli una piaga sociale di prima importanza e nel ritenere che qualche cosa dovrebbe esser fatto almeno per limitarli . Le statistiche per questa delinquenza sono serie : secondo il Federal Children ' s Bureau oggi ci sono circa 35.000 minorenni nelle case di correzione degli Stati Uniti . Si calcola che con il ritmo attuale ( gli americani prevedono tutto , perfino l ' aumento della criminalità ) , questa cifra salirà a 45.000 nel 1960 . Peggio che mai , un buon venti per cento dei ragazzi che passano attraverso il centro di smistamento correzionale di Elmira , a Nuova York , sono , a quanto sembra , più o meno familiari con gli stupefacenti ( marijuana e , soprattutto , eroina ) . In Europa quando si parla di delinquenza si intende per lo più la delinquenza individuale , anche se connessa con diffusi fenomeni sociali . Agli Stati Uniti , invece , il delitto ubbidisce alla tendenza degli americani , già notata un secolo fa da Tocqueville , di raggrupparsi secondo le più diverse affinità e formare associazioni e sodalizi . Dunque , in principio , più che vera e propria criminalità c ' è la lecita e in tanti casi benefica passione associativa degli americani . I ragazzi di una strada o di un gruppo di strade abitate , poniamo , da portoricani si associano in una banda , quelli di un altro gruppo di case abitate da italiani in un ' altra banda , quelli di un terzo quartiere abitato da negri in una terza banda e così via . Bisogna tuttavia distinguere , in questa singolare fauna sociale , gli " street - clubs " ( circoli di strada ) dalle " street - gangs " ( bande di strada ) . I primi , che assommano nella sola Nuova York a parecchie migliaia , sono semplicemente delle associazioni giovanili pacifiche e innocue , approvate dai genitori e dalle autorità , dedite , come in tutto il mondo , a giochi e passatempi di ragazzi . Le seconde , invece , che la polizia sospetta di essere parecchie centinaia , sono francamente antisociali e criminali . " Street - clubs " e " street - gangs " stanno gomito a gomito nella stessa strada o nello stesso gruppo di case ( blok ) e non di rado entrano in conflitto . È interessante notare che uno " street - club " del tutto innocente , può degenerare in " street - gang " sotto la pressione di avvenimenti esterni ( per lo più di difesa ) o per semplice trasformazione interna , un po ' come un tumore benigno può degenerare in cancro . Così gli " street - clubs " come le " street - gangs " , oltre che dalla già citata tendenza associativa americana , derivano , nel caso specifico , da condizioni ambientali non precisamente felici : abitazioni squallide e affollate , superaffollamento delle scuole , assenza dei genitori nelle ore di lavoro , mancanza di centri sociali e di assistenza , vagabondaggio ( a quanto pare nella sola Nuova York ci sono circa ventimila ragazzi che per vani motivi hanno abbandonato la famiglia e vivono di giorno nelle strade e di notte dormono dove possono , negli scantinati , sulle terrazze e in altri rifugi improvvisati ) . Le " gangs " ( poiché è di esse che vogliamo occuparci ; gli " street - clubs " sono soltanto un aspetto del problema ) sono fortemente e ritualmente organizzate : hanno tutte un nome pittoresco probabilmente pescato nei romanzi a fumetti , il quale non di rado viene ricamato sulle giacche a vento dei membri ( i Dragoni , gli Smeraldi , i Giaguari d ' oro , i Falchi di guerra , i Turboreattori atomici , i Cobra , i Guerrieri ecc. ecc . ) ; un capo riconosciuto al quale si deve assoluta ubbidienza ; un territorio delimitato in maniera molto precisa sul quale la " gang " stessa esercita la sua giurisdizione . Le " gangs " , come è stato già accennato , hanno per lo più unità razziale o nazionale e questo soprattutto per motivi di difesa , perché l ' irlandese , il negro , l ' italiano , il portoricano sanno per esperienza che soltanto l ' affiliazione ad una banda della loro nazionalità li salverà da umiliazioni crudeli , da aggressioni feroci . La " gang " difatti si muoverà come un solo uomo ( o meglio , come un solo ragazzo ) per vendicare qualsivoglia offesa recata ad un suo membro . Ma oltre a questo motivo importante , le " gangs " si azzuffano per questioni territoriali ( invadenza di una " gang " nel territorio di un ' altra ) , per spirito di rivalità bellicosa , per questioni di interesse , e soprattutto , per semplice noia e disoccupazione . Delle " gangs " fanno anche parte ragazzine tra i quattordici e i diciott ' anni , con incarichi varii che vanno dalla prostituzione ( allo scopo di procurare denaro alla " gang " ) , fino all ' assistenza nelle zuffe ( le ragazze portano le armi , un po ' come gli scudieri dei cavalieri erranti , e le porgono ai loro compagni nel momento dello scontro ) . Queste sciaguratelle , fiere della loro affiliazione e dei loro rapporti amorosi con i membri della " gang " , vengono designate con il nome della " gang " di cui fanno parte con l ' aggiunta del suffisso femminile di " ettes " ( esempio : maschile plurale : the Emeralds ; femminile plurale : the Emeraldettes ) . Sono tutte cose piuttosto tristi e allarmanti . Perché quello che colpisce nel fenomeno della " gang " è soprattutto l ' automatismo che sembra portare i ragazzi prima alla formazione della " gang " e poi al delitto ossia il carattere sorgivo e tutto naturale di queste associazioni e dei loro crimini . In altri termini si tratta di una criminalità anteriore alla formazione del giudizio e dunque del libero arbitrio , spontanea e naturale come il fiore di una pianta o il frutto di un albero , dovuta , insomma , non a elezione individuale , o a volontà meditata , bensì ad una determinazione fatale di carattere ambientale . Questi ragazzi sono dei criminali che ignorano di esserlo fino al giorno del giudizio nei tribunali per minorenni ; e questo perché vivono e crescono in un ambiente situato ai margini o addirittura fuori della macchina sociale , nel quale rozze consuetudini ancestrali , sopravvivenza frantumate di costumi anteriori all ' emigrazione e pregiudizi razziali , religiosi ed economici tengono il luogo delle regole morali in vigore nella comunità americana . Di fronte a certi delitti particolarmente assurdi ( come quello recente di una " gang " che aggredì a Central Park , a Nuova York , un vecchio pensionato e dopo averlo torturato a lungo , ne buttò il cadavere nell ' East River ) si sarebbe inclinati a considerazioni pessimiste sulla pravità della natura umana . Ma poi basta fare una passeggiata in certi quartieri di " slums " e gettare un ' occhiata sulle sinistre straducce di casette tutte eguali e tutte squallidamente utilitarie ( altro che macchina per abitare , secondo la definizione di Le Corbusier ; piuttosto si dovrebbe parlare di macchine per cacciare gli abitanti nelle strade ) , con le loro scalette dalle ringhiere di ferro rugginoso che scavalcano i tetri seminterrati , le loro polverose finestre a trappola , le loro facciate grommose , basta percorrere una di queste straducce , diciamo , tra i detriti che ne cospargono l ' asfalto ( Nuova York , Chicago e in genere le città industriali degli Stati Uniti sono tutt ' altro che pulite , specie nei quartieri popolari ) , per capire che in questo caso la natura umana è il prodotto fedele e diretto dell ' urbanistica . Semmai ci si stupisce che in luoghi tanto desolati non avvenga di peggio . In realtà , occorre avvertirlo , le " gangs " sono un fenomeno sporadico soprattutto se messo in rapporto con l ' immensa quantità di gente che vive nei quartieri sopradescritti . È stato detto che la crudeltà decisa e spietata delle " gangs " trae la sua ispirazione dai film e soprattutto dai romanzi a fumetti o " comic - books " . Indubbiamente così nei film come nei romanzi a fumetti questi ragazzi trovano un incentivo e un modello . Il cinema di Hollywood ha reso popolare tra la gioventù la figura del " gangster " ; e poco importa se in un finale appiccicato il bene , ossia la polizia , trionfa sul male : i quattro quinti del film sono stati dedicati alle gesta del mascalzone il quale , si badi bene , non è mai descritto come è quasi sempre nella realtà , ossia un uomo stupido , incolto , rozzo , asfissiantemente noioso , meccanico e convenzionale , bensì come un eroe , sia pure sinistro e negativo . Nei " comic - books " le cose vanno come nel cinema , con in peggio che non esiste alcun codice Hayes , alcuna autocensura a limitare il puerile e stravagante sfoggio di efferatezze ( strangolamenti , arsioni , mutilazioni , torture di vario genere e poi ricatti , " hold up " , ratti , pugilati e via dicendo ) di queste pubblicazioni . La violenza omicida agli Stati Uniti è guardata quasi con indulgenza , come una prova di maschilità e di forza ; mentre la lascivia sessuale è severamente e puritanicamente repressa ; tuttavia , da ultimo , gli americani si sono accorti che il diavolo scacciato dalla porta è rientrato dalla finestra , ossia che il sesso , proibito nelle sue più dirette manifestazioni , ha trovato il modo di riapparire , più forte che mai anche perché dissimulato e travestito , nelle crudeltà dei " comic - books " e di certi film . Molte voci così si sono levate a protestare contro questa singolare letteratura giovanile , facendo notare tra l ' altro che il linguaggio della crudeltà è quello che più facilmente fa appello agli istinti della pubertà ossia di un ' età in cui il fatto sessuale , appunto , non si presenta mai in maniera diretta bensì indiretta e " trasferita " . A quanto sembra , dopo le ultime proteste , gli editori dei " comic - books " hanno deciso di istituire anche loro , come i produttori cinematografici , un ' autocensura . Ma , ripetiamolo : " comic - books " e film non farebbero l ' effetto che fanno se i loro lettori non vivessero in ambienti sociali che sembrano fatti apposta per provocare il gangsterismo giovanile ; resterebbero passatempi sia pure malsani , non modelli di azione . Naturalmente , in un Paese come l ' America dove la società non fa che occuparsi dei propri mali e questi sono fronteggiati da adeguati istituti i quali a loro volta vengono controllati dall ' opinione pubblica attraverso giornali , riviste e discussioni ( la macchina sociale , insomma , alimenta se stessa in mille modi , altrimenti perirebbe di inedia ) , centinaia e centinaia di associazioni pubbliche , semiprivate e private si dedicano all ' educazione e alla riabilitazione dei minorenni . Soltanto lo Youth Board dello Stato di Nuova York spende per questo scopo circa due milioni di dollari all ' anno . Ma queste somme così ingenti e questi istituti così numerosi sono come tamponi sopra una ferita che non si può o non si vuole disinfettare . La disinfezione poi consisterebbe nella distruzione dei quartieri degli " slums " , nella dispersione e nell ' assorbimento dei gruppi razziali e nazionali di fresco emigrati , nell ' allargamento democratico dell ' educazione e dell ' assistenza . Per fare un solo caso , quello dei portoricani , che nella sola città di Nuova York assommano a circa quattrocentomila , è evidente che le " gangs " giovanili di questa gente scomparirebbero il giorno che invece di vivere ammassati in malsani e squallidi quartieri i portoricani si disperdessero ai quattro venti , e non fossero più considerati con mal dissimulato disprezzo dalle altre nazionalità di più vecchia emigrazione e i loro figli frequentassero di più le scuole e sapessero l ' inglese e non soltanto lo spagnolo come avviene in molti casi . Ma l ' America non ha cessato di essere il " melting - pot " di un tempo ; essa finirà per digerire le " gangs " giovanili come ha digerito tanti altri bocconi ancor più indigesti del passato . Un ' ondata di prosperità , una nuova spinta emigratoria verso l ' ovest , un rimescolamento sociale ed economico e le " gangs " non saranno più che un doloroso e incomprensibile ricordo .
StampaQuotidiana ,
" Westward ho ! " questa che fu la parola d ' ordine dei pionieri dell ' Ottocento nella marcia verso l ' Ovest , risuona adesso all ' orecchio del signor X , con un ritardo di più di un secolo , è vero , ma non per questo meno eccitante . Il signor X , a Chicago " sente " l ' Ovest un po ' come un marinaio sbarcato a terra " sente " il mare . E davvero , ai pionieri di un tempo , l ' Ovest doveva apparire un po ' come un mare sconosciuto : un mare di praterie disabitate , di deserti di pietra , di sale e di sabbia , di foreste mute e lussureggianti . Oggi il vecchio motto ardimentoso , riflette il signor X salendo la scaletta dell ' aeroplano che in cinque ore lo porterà a Denver , non ha più lo stesso significato di pericolo e di avventura : tuttavia egualmente l ' Ovest costituisce ancora la meta di centinaia di migliaia di americani . Perché gli americani vanno a Ovest ? Molti per motivi di salute ( la grande quantità di vecchi che vanno a passare gli ultimi anni della loro vita nel mite clima della California è da qualche tempo un carattere distintivo di quello Stato ) ; molti perché a Ovest il costo della vita è più basso , pur con gli stessi salari ; molti ancora in cerca , come si dice qui , di " opportunity " , ossia di occasioni . Ma tutti , insomma , con la speranza di una vita migliore , più larga , più umana , più calma , come un tempo . Felice America , pensa il signor X , che ha tutt ' oggi , dentro i suoi confini , la terra promessa . Denver : il signor X discende la scaletta dell ' aeroplano ed è subito investito da una luce radente , radiosa , irradiata in immobile raggiera dal sole invisibile nel cielo immenso e puro , sopra una terra piatta come una tavola che non sembra avere orizzonti . È la luce dell ' altipiano sul quale si trova Denver , città artificiale sorta dal nulla col denaro delle grandi compagnie minerarie dell ' Est , città senza industria e senza fabbriche , quanto dire , in America , città irreale . Il signor X , mentre una macchina lo trasporta verso la città , cerca nella memoria un ' eco qualsiasi al nome di Denver , ma non trova che il ricordo di Buffalo Bill , l ' immortale buttero delle praterie , di cui , negli anni dell ' infanzia , egli aveva letto le prestigiose avventure nelle dispense illustrate di un editore milanese . Ma Denver , come si accorge subito il signor X entrando in città , non è più la cittadina di frontiera con i pavimenti di legno , le traballanti taverne e le bische fumose che nelle illustrazioni delle dispense servivano da sfondo alle sparatorie tra cercatori d ' oro e pellirosse . Oggi Denver è una pulita , nitida e perciò alquanto irreale città americana moderna , con le solite strade che si tagliano ad angolo retto ( ma finiscono , lontano , nel verde della prateria ) , con le solite pubblicità colorate , i soliti quartieri residenziali pieni di case lussuose dove ( ma è un ' impressione del signor X ) la vita sembra dover essere terribilmente noiosa . Il centro di Denver è un crocicchio tra la solita Broadway ( lungo la quale si allineano , nuovi di zecca , i soliti negozi pieni di roba importata dall ' Est ) e una strada qualsiasi dal numero imprecisato , la cinquantasettesima o la quarantaquattresima . In questo centro che non è un centro ( ah , le riconfortanti piazze di Francia e d ' Italia , con la cattedrale e il sagrato ) si trovano l ' albergo principale della città , due o tre cinema , qualche banca e persino un night - club con gli spogliarelli . Alcuni grattacieli , dei quali due in costruzione , testimoniano la prosperità di Denver , città , come si è detto , tenuta su dai capitali minerarii dell ' Est e piena di impiegati e di funzionari . Quanto a Buffalo Bill : il solo particolare che ricordi ancora il buttero famoso sono gli strani stivaletti che portano ai piedi un gruppo di gentiluomini ritti a conversare nella hall dell ' albergo ; stivaletti di vacchetta , ricamati , alti fino al polpaccio e infilati alla maniera buttera dentro comuni pantaloni . Dopo aver considerato un momento questi stivaletti significativi , il signor X lascia l ' albergo per fare una passeggiata . Incauto signor X . Egli non si rende conto che passeggiare senza automobile è ormai cosa impossibile agli Stati Uniti , specie nelle città di pianta più recente , costruite , si direbbe , soltanto per gli automobilisti . Eppure , gliel ' avevano detto gli amici , nell ' Est : " Se camminerai a piedi in città come Los Angeles o altre simili , ti prenderanno per un ladro in cerca di una casa da svaligiare ; o per un derelitto smemorato ; e magari qualcuno si fermerà per chiederti se ti senti male e se può fare qualche cosa per te . " Essendosi fatto portare in fondo all ' immenso parco pubblico di Denver , il signor X , al momento di pagare l ' autista , nota negli occhi di costui uno sguardo singolare , come di sorpresa mista di compassione . Non ci fa caso , ma gli tocca ripensarci un paio di ore dopo , quando , stanco morto a forza di girare per il parco , cerca invano un taxi che lo riporti all ' albergo . Il sole splende con forza sui vasti prati sparsi di grandi alberi fioriti , sui viali asfaltati che girano tra i prati , sui laghi artificiali in cui nuotano anatre e cigni ; ma nessun taxi è in vista . Tutti coloro che in quel momento si trovano nel parco , sia che prendano il sole in costume da bagno , sull ' erba dei prati , sia che contemplino i mogi animali selvatici dello zoo , hanno la loro brava automobile a portata di mano , ferma a poca distanza . Altre automobili scorrono lentamente per i viali assolati , trasportando tipiche famigliole impiegatizie americane , lui in camicia bianca , lei in camicetta rosa , due bambini , un cane e , penzolante dal soffitto , l ' attaccapanni con le giacche appese affinché non si gualciscano ; ma nullasembra essere stato previsto per il turista solo e appiedato . Il signor X gira , gira e gira , sotto il sole che scotta , per il parco spietatamente pettinato , silenzioso e domenicale ; finalmente entra in un chiosco adibito a bar e chiede una birra . Una ragazza in bikini , assai graziosa in verità , dalla schiena e dalle gambe arrossate dal sole , lancia al signor X un ' occhiata languida e quindi si allontana in direzione della gabbia delle scimmie , ancheggiando con forza . " Un ' avventura " , si dice il signor X allettato suo malgrado , nonostante il caldo e la stanchezza . Ma il pensiero dell ' automobile che non possiede , lo ferma : che razza di avventure si possono avere senza automobile in un paese come questo ? Il signor X lascia che la ragazza si dilegui e quindi si fa cinque chilometri a piedi e arriva finalmente , stremato , all ' albergo . Il giorno dopo il signor X , di buon mattino , riparte verso l ' Ovest , in treno questa volta . È un treno bellissimo , dal nome suggestivo , con vagoni blindati che sembrano tanti frigoriferi . Ma è vuoto . In tutto il vagone del signor X ci saranno si e no tre viaggiatori : tutti ormai viaggiano in aeroplano , in America , soprattutto all ' Ovest nelle cui plaghe spopolate non ci sono cittadine o villaggi che giustifichino l ' esistenza di qualche cosa di simile ai nostri accelerati . Il signor X scende a prendere un caffè , fa per risalire e nello stesso momento il treno si muove in maniera sorniona e traditrice , e sfila via sotto la pensilina , senza un trillo di fischietto o un segnale di bandieretta , come se gli premesse di non far sapere che parte . Adesso il treno sfila su un terrapieno , tutt ' intorno una valle sabbiosa e circolare che sembra il cratere di un vulcano spento e allora il signor X può vedere che è un treno lunghissimo che si tira dietro una coda interminabile di vagoni merci , tutti istoriati con le sigle e i nomi delle grandi società alimentari degli Stati Uniti . Carni morte , frutta morte , pesci morti , verdure morte , pensa il signor X , roba morta per la gente dell ' Ovest , spedita ai frigoriferi delle città del Pacifico e soltanto dopo lunghi soggiorni nelle più svariate ghiacciaie , destinata alla consumazione . Il treno incomincia a correre . È grande l ' America , pensa il signor X dopo circa otto ore di viaggio , guardando al paesaggio . Sono infatti otto ore filate che il treno attraversa un paesaggio sempre eguale , spaventoso a dir la verità , ossia quasi desertico , o meglio , morto . Una campagna grigia e bruna , appena appena ondulata , senza alberi , senza cespugli , con qualche roccia corrosa qua e là che sembra un dente cariato ritto sulle sue radici , coperta da una fine e piumosa vegetazione dal colore smorto e secco , si stende a perdita d ' occhio ai due lati del treno , per ore e ore e ore . Il signor X aguzza gli occhi e finalmente capisce che sopra quella campagna è passato un ciclone di polvere e che quel colore è il colore della polvere . Qualche giorno prima , pensa il signor X , apparve all ' orizzonte un minaccioso pollice scuro , dall ' unghia rivolta in giù , dalla palma della mano perduta tra le nubi , e questo pollice gigantesco prese a girare sugli orizzonti , un pollice verso , pensa il signor X , il quale , alla maniera dei romani antichi nei circhi , decretava silenziosamente la morte della campagna . E infatti , dovunque quel pollice verso era passato , la campagna era morta . Quel che fa più impressione al signor X , oltre alla polvere , è l ' aspetto spopolato di questo paesaggio : non una casa , non un abituro ; e sulla strada che corre parallela al treno , o meraviglia , non un ' automobile . Lontano , bizzarre montagne corrose e lunghe in forma di tavole finiscono di dare a tutto il paesaggio un aspetto decrepito , lunare , irreale . Giunge l ' ora della colazione , il signor X si presenta nel vagone ristorante e siede di fronte ad un signore di mezza età , vestito di una camicia trasparente di nylon ( nel taschino tiene due sigari che sembrano due corpi estranei visti in una radioscopia ) che fa pensare agli involucri di cellophane onde sono avvolti in America i più diversi prodotti , dalle bistecche ai ravanelli . Questo viaggiatore ha una faccia d ' ordine , pensa il signor X sbirciandolo , appartiene certamente a qualche istituto o organizzazione o associazione . Infatti è un ufficiale dell ' esercito americano in viaggio di trasferimento . Il dialogo comincia subito : " Buongiorno , bella giornata , non è vero ? " ( È una giornata orribile , il cielo è oscurato da una specie di caligine fosca . ) " Sì , bella giornata , dove va ? " " A Sacramento ... e lei ? " " A San Francisco . " Lungo silenzio ; il signor X arrischia : " Lei è ... " " Sono nell ' esercito ... e lei ? " " Io sono giornalista , sono europeo . " " Ah europeo . " " Sì , italiano . " Questa volta il silenzio dura a lungo . Il signor X pensa : ecco , in questo momento egli si domanda quali possano essere i rapporti dell ' esercito americano con l ' Italia ; egli non può fare che una domanda di ordinanza ; il fatto che sono straniero gli ha fatto subito indossare mentalmente la divisa . E infatti : " Mi pare che noi abbiamo ancora qualche cosa in Italia , non è vero ? una rappresentanza . " " Sì , a Livorno , porto di sbarco per le truppe di Germania . " " E anche a Trieste , no ? " " No , a Trieste non più . " Il signor X è un po ' maligno e spesso cede alla tentazione di stuzzicare , come si dice , il can che dorme : " Trieste è una città importante , alla frontiera con l ' Europa comunista ... il comunismo ... " Il signor X guarda l ' ufficiale e l ' ufficiale guarda , attraverso il corpo del signor X , la poltrona rivestita di cuoio rosso del vagone ristorante . Il signor X insiste : " Il comunismo si estende , per così dire , da Trieste fino al Mar Giallo ... per questo ... " Il viaggiatore questa volta fa un gesto espressivo : gira il capo verso il finestrino , masticando lentamente un pezzo di bistecca . Sempre così , pensa il signor X soddisfatto della prova : messo di fronte ad una conversazione impegnativa , che non sia fatta soltanto di storielle e di statistiche , ma anche di idee generali , l ' americano medio si ritrae come un gambero e , per così dire , scompare dalla conversazione stessa . In altri termini , il cane stuzzicato , invece di svegliarsi , si addormenta ancor più profondamente . Il viaggio continua : l ' America , come dice la canzone dell ' emigrante " l ' è longa e l ' è larga " . Dopo il deserto sopravviene la notte e dopo la notte , il signor X , affacciandosi al finestrino , vede , attraverso il bianco polverio di una tormenta di neve , alte montagne nevose , fitte abetine cariche di neve , laghi debolmente luccicanti in fondo ai valloni profondi , sotto la neve che li appanna : le Montagne Rocciose . Il solito paesaggio alpino , pensa il signor X annoiato . Eppure , eppure ... le Alpi sono altra cosa . Pare impossibile , ma anche tra queste montagne , come del resto dappertutto in America si sente che l ' uomo non ha ancora apposto il sacro sigillo della cultura . Le Montagne Rocciose sono prive di echi , di riferimenti , di ricordi , pensa il signor X ; e Guglielmo Tell , con il suo garzoncello spaurito e la sua mela basta ad umanizzare anche i più impervi cantoni della Svizzera . Il treno sale faticosamente vagone dopo vagone , fino in cima ad un colle dopo il quale discende rapidamente sull ' altro versante mentre il paesaggio , altrettanto rapidamente , perde prima di tutto la sua coltre di neve , poi i suoi abeti e quindi anche le sue rocce . È la California , finalmente , che guarda al Pacifico e all ' Estremo Oriente ( che qui diventa Estremo Occidente : l ' Occidente non finisce mai ) , e volta le spalle all ' America , verde , verdissima , piena di alberi molli e folti , rigata di acque , stranamente amena e al tempo stesso selvaggia . Il treno corre ormai in piano tra frutteti rigogliosi , dolci colline sparse di querce fronzute , campi coltivati a granoturco . Il signor X si affaccia qualche ora dopo sulla baia di San Francisco verso il tramonto . Il ferry boat che lo porta da Oakland a San Francisco fende con la sua pesante prua tonda un ' acqua densa , violacea , scintillante ai raggi del sole declinante . San Francisco è laggiù , evocando con le sue colline innumerevoli e le sue bianche case disposte le une sulle altre , altre città famose per la loro bellezza : Napoli , Hong - Kong , Rio de Janeiro . Una collana di lumi risplendenti sospesa tra la bianca città e un promontorio scuro indica il salto prodigioso del Golden Gate Bridge , uno dei più bei ponti del mondo . Ad un tratto un viaggiatore dall ' aspetto di middlewestern , calvo , tarchiato , peloso , un grosso sigaro tra i denti , indossante una camiciola havaiana a grandi fiorami , si avvicina al signor X : " Potreste farmi un favore ? " " Due " , risponde il signor X premuroso . " Allora prendete questa macchina fotografica e fatemi la fotografia ... ma abbiate cura di includere nello sfondo quell ' isoletta laggiù . " " Non volete nello sfondo anche San Francisco ? " " No , voglio soltanto quell ' isoletta ... sapete , è l ' isola di Alcatraz , dove si trova uno dei più famosi ergastoli d ' America ... nessuno è mai riuscito ad evaderne , ma ci sono state tante rivolte di detenuti , voglio mandare questa fotografia a mia moglie . " " Strani gusti - pensa il signor X facendo scattare la fotografia mentre il viaggiatore si atteggia poeticamente contro lo sfondo della prigione - trovarsi in una delle più belle baie del mondo e farsi fotografare con la galera alle spalle " .
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San Francisco - È stato detto più volte che le civiltà si giudicano soprattutto dal modo con il quale hanno risolto o tentato di risolvere il problema della morte . La civiltà egiziana , per esempio , aveva trovato un mezzo molto semplice di risolvere questo problema , cioè facendone il centro stesso della vita , come attestano in Egitto gli innumerevoli monumenti funerari , dalle Piramidi alle tombe sotterranee della Valle dei Re . In Egitto tutta la vita umana era in funzione della morte e l ' Egitto forniva a questa concezione mortuaria la cornice incomparabile della sua atmosfera incantata da Campi Elisi , del suo funebre perpetuo tempo sereno , dei suoi deserti pieni di miraggi , del suo silenzio e della sua immobilità . Il solo libro che si conservi della letteratura egiziana è il cosiddetto Libro dei morti , il quale veniva deposto , scritto su papiri , sopra il petto dei defunti ; ed è significativo che sia , per noialtri moderni , un libro quasi incomprensibile , fittamente rituale e simbolico , allusivo appunto ad una civiltà lontanissima ormai dalla nostra . Dall ' Egitto all ' America è un bel salto e la differenza è massiccia : in Egitto tutto era fatto per la morte e la morte aveva trovato una sua soluzione magica , religiosa , fantastica e poetica ; in America tutto è fatto per la vita e la morte non sembra aver trovato alcuna soluzione . Strano a dirsi : il sottofondo della morte in Egitto sembra essere stata la vita , quella di tutti i giorni , almeno a giudicare dalle meravigliose rappresentazioni di vita reale dipinte sulle pareti delle tombe della Valle dei Re ; per converso il sottofondo della vita in America è la morte , ossia il problema irrisolto e insolubile della morte . Così la morte si vendica della vita , agli Stati Uniti ; e mentre la vita viene esaltata in tutti i suoi aspetti energetici e produttivi , la morte che si vorrebbe ignorare , si infiltra dappertutto nelle radici stesse della vita dandole spesso un senso funebre e vano . A San Francisco , città piena di edifici e di quartieri nuovissimi , ci era stato parlato della nuova sede di una ditta di pompe funebri ( " Funeral home " ) or ora costruita secondo il disegno di un allievo del celebre architetto americano Frank Lloyd Wright . Ci andammo , per renderci conto di come era stato risolto non diciamo il problema della morte , ma quello di un edificio dedicato alla morte . Fermammo l ' automobile ai piedi di una strada in ripida discesa , come tutte le strade di San Francisco . L ' edificio sorgeva sopra una specie di terrapieno murato a sghembo , sulla destra della strada . Riconoscemmo subito lo stile del maestro , piani orizzontali , sporgenti in terrazze e in verande soprapposte ( ricordate la villa della cascata ? ) sapientemente alternati e attaccati alla collina come quei funghi volgarmente chiamati lingue di bove al ceppo di qualche quercia o leccio . L ' allievo di Wright aveva concepito , insomma , questa casa dei morti come un country - club o una villa di campagna : niente sfingi , urne , tripodi , fiamme , niente stile impero , niente marmi neri e bianchi , bensì mattoni rossi , superfici lisce , linee astratte , gioco di volumi e di piani . Entrammo per una veranda nella hall : una vasta sala , dal pavimento lustrante ; in un angolo circondato da un giardinetto di piante giapponesi , un fresco e pispigliante gioco d ' acqua ; sulle pareti alcune decorazioni in ceramica , di uno stile colorato e viennese , che ci ricordò per un momento il vecchio pittore Klimt . Quasi subito una bellissima ragazza , alta , slanciatissima , tornita alla perfezione dal bel collo alle snelle caviglie , giovane e piena di salute , ci venne incontro ancheggiando leggermente e sorridendoci . Con una dolce voce ella ci domandò in maniera affatto burocratica in che cosa poteva servirci ( " Can I help you in any way ? " ) , e saputo che non avevamo bisogno dei servizi della ditta , ma venivamo soltanto per una visita d ' informazione , approvò senz ' altro la nostra curiosità dicendoci che la ditta era ben contenta che si visitasse lo stabilimento , uno dei più importanti e più moderni degli Stati Uniti . Quindi ci precedette prima di tutto nell ' ufficio della direzione e ci mostrò un enorme e complicato radio - grammofono spiegandoci che esso era collegato con le varie camere ardenti e che al momento opportuno da esso venivano diffuse in toni aerei e angelici musiche per tutti i gusti , da Bach a Händel fino al jazz . Da quest ' ufficio passammo nella principale camera ardente . Questa stanza era assai vasta e per due terzi occupata da una quadruplice fila di poltrone , come un piccolo teatro . Una specie di tribuna o meglio di palcoscenico leggermente sopraelevato rispetto al pavimento , si trovava davanti alle poltrone : qui , ci spiegò la ragazza , veniva collocata la bara e celebrato l ' ufficio funebre . Notammo che tutto il fondo del palcoscenico era attraversato da una quinta o paravento di mattoni rossi ; dietro quella quinta o paravento , ci informò la nostra guida , la famiglia del defunto poteva piangere e sfogare il suo dolore a tutto suo agio , mentre gli amici , le conoscenze , e i colleghi sedevano invece nelle quattro file di poltrone . Tutto era pulito , nuovo , ultramoderno e pratico . La ragazza ci fece notare tra l ' altro che il riscaldamento non era a termosifoni bensì funzionava per mezzo di tubi che scaldavano uniformemente l ' intera superficie del pavimento . Dalla camera ardente passammo al secondo piano sempre preceduti dalla " mortuary hostess " . Ella ci fece passare in una vasta stanza rettangolare e con un gesto della mano , senza parole , ci indicò la varia mercanzia che era raccolta in questa sala : bare , bare e bare collocate in fila lungo le pareti e nel mezzo . Ce n ' erano per tutti i gusti e per tutte le borse , come notammo esaminandole davvicino : alcune di rame argentato , foderate di moerro bianco , del costo di millecinquecento dollari , altre di semplice rame , altre di metallo e legno , altre ancora di solo legno . Anche tutte queste bare avevano un aspetto massiccio , quasi di sarcofago , ed erano decorate in maniera più o meno ricca , secondo uno stile oscillante tra lo stile impero e la secessione viennese . La ragazza intanto ci spiegava : il morto veniva preparato , cioè imbellettato secondo i colori che aveva in vita e atteggiato acconciamente e quindi rivestito . Ella si avvicinò ad un armadio , ne apri i battenti e ci indicò i vestiti che la ditta poteva fornire alle famiglie che non ne disponevano : abiti blu a doppio petto , con cravatta nera e camicia bianca per gli uomini , lunghe camicie di velo rosa , decorate di ricami e fiorellini per le donne . Le scarpe degli uomini erano nere ( con la suola di cartone , tanto i morti non camminano ) ; le donne potevano calzare pantofoline da notte . La ragazza ci assicurò che tutti preferivano i vestiti della ditta a quelli che il morto portava in vita , se non altro perché era più pratico : si consegnava il morto alla ditta e la ditta si incaricava di ogni cosa , dal servizio funebre alla preparazione , all ' esposizione e alla finale cremazione o inumazione . La visita era finita ; la ragazza ci accompagnò a pianterreno , ci fece firmare il libro dei visitatori e ci raccomandò di tornare al più presto , naturalmente in qualità di clienti . Lasciammo la " funeral home " non senza sollievo . Supponiamo che , dopo tutto , una ditta di pompe funebri in Europa non presenti un aspetto molto diverso : l ' edificio non sarà stato costruito secondo lo stile di Wright , nessuna bellissima ragazza riceverà i clienti , tutto sarà meno moderno , più intonato alla tradizione , ma pur sempre di morti e di bare si tratterà . La differenza , secondo noi , sta tutta nel modo , nello spirito con cui è considerato il fatto della morte . Mentre visitavamo la " funeral home " di San Francisco , ci accorgemmo per esempio che la nostra guida cercava tenacemente di mascherare e annullare con accorgimenti verbali i tristi particolari del suo mestiere . Noi dicevamo " corpse " e lei diceva " person " , noi dicevamo " coffin " e lei diceva " casket " , noi dicevamo " die " e lei diceva " pass away " , noi dicevamo " funeral " e lei diceva " services " , noi dicevamo " mortician house " e lei diceva " funeral home " . La povera ragazza , insomma , si aggrappava disperatamente all ' eufemismo , con la cortese inflessibilità della governante che abbia a che fare con un bambino maleducato . E in realtà l ' eufemismo , nella sua bocca , era più che una figura verbale : era il contrassegno di uno stato d ' animo , per così dire , nazionale . Infatti , in seguito , girando per gli Stati Uniti , ci accorgemmo ben presto che la morte era un argomento da evitarsi o per lo meno da mascherare con acconcie parole . In realtà , la civiltà americana così ingegnosa e così inventiva per quanto riguarda i comodi della vita , si dimostra oltremodo priva di immaginazione quando si tratta della morte . Diciamolo francamente : non c ' è posto per la morte negli Stati Uniti , ossia nulla vi è stato previsto per far della morte , come in Egitto e in genere nelle antiche civiltà , la degna conclusione della vita . Sotto sotto gli americani considerano la morte come un ' indiscrezione , un ' indecenza , un " faux - pas " , un errore imperdonabile . A molti americani , alla notizia della morte di un parente o amico , vien quasi fatto di esclamare : " ma che gli è saltato in mente a Jones o a Smith di morire ? " Da questa impreparazione e inesperienza ( pare impossibile ma così è , inesperienza ) , deriva la tendenza a sbrigare la morte come una faccenda pratica , l ' ultima della vita del defunto , in base a considerazioni di efficienza , di capacità finanziaria e di organizzata rapidità . Tutto quello , insomma , che si fa per il defunto è slegato da qualsiasi concezione metafisica e trasferito sul piano della praticità . In altre parole , il defunto è considerato , alla maniera industriale , un po ' come un prodotto fra i tanti che va confezionato e manipolato in quel dato modo stabilito da una tradizione ormai incomprensibile e remota , beninteso sempre secondo i mezzi finanziari della famiglia . Questa praticità qualche volta produce effetti grotteschi , almeno per noialtri europei . Senza arrivare allo slogan che ci fu riferito ma che non sembra credibile : " Perché andate in giro vivi quando possiamo seppellirvi per trecentonovantanove dollari e cinquanta ? " , le ditte di pompe funebri danno molto spesso alla loro pubblicità un carattere più allegro e disinvolto di quanto l ' argomento non consenta . Per esempio mostreranno in un cartellone una fanciulla molto " sexy " , dal viso leggermente mesto , dagli occhi socchiusi e accanto ci metteranno una scritta di questo genere : " Nel momento del cordoglio , voi non potete occuparvi dei dettagli . Tutto quello che dovete fare è telefonarci e noi sbrigheremo ogni cosa per voi . Soltanto duecentonovantanove dollari e novantotto centesimi . " Da notarsi che tra le cose che la ditta si incarica di sbrigare c ' è anche il servizio religioso . A quanto pare , sempre più spesso ormai , le famiglie dei defunti preferiscono che il servizio religioso sia celebrato nella stessa " funeral house " , che provvede alla preparazione del morto e poi all ' inumazione . Soltanto i cattolici portano ancora i loro defunti in chiesa . Ma non si deve per questo pensare che gli americani siano meno degli altri popoli attaccati ai loro cari e desiderosi di rendere loro onore dopo il trapasso . Come abbiamo già accennato , non si tratta in fondo che di una mancanza di esperienza : si muore in America da soli tre secoli e mezzo , mentre in Europa si muore da tremila anni e in Egitto da cinquemila . È possibile insomma che queste " funeral home " siano il punto di partenza di una nuova maniera di interpretare la morte , di una nuova concezione della morte del lontano futuro . Bisogna , tuttavia , vedere in questa praticità che si sforza di rendere la morte in tutto simile alla vita , anche forse qualche altra cosa . Probabilmente il protestantesimo e soprattutto le sette più estreme del protestantesimo avevano , nell ' ultimo secolo , un po ' troppo tirato la corda spiritualistica . Nella loro reazione alla concretezza e corposità cattolica , in un paese in cui non c ' erano , come in Europa , antiche religioni pagane sulle quali innestare il Cristianesimo , le sette protestanti avevano finito per fare della morte qualche cosa di eccessivamente spirituale , trascendente , inconsistente . L ' immensa pubblicistica religiosa protestante parlava della morte e dell ' anima in maniera incomprensibile per il volgo e soprattutto per la grandissima maggioranza dei più recenti emigrati quasi tutti provenienti dai paesi dell ' Europa Orientale e Meridionale . Che era , per esempio , quest ' anima di cui tanto parlavano i pastori protestanti , sempre buona , sempre pura , sempre eterea , sempre eguale , sia che si trattasse dell ' anima di un bambino o di un vecchio , di un ricco o di un povero , di Smith o di Jones ? Agli emigranti venuti dai paesi dove ci sono ancora i santuari e gli ex - voto , i miracoli e i pellegrinaggi , quest ' anima protestante non diceva nulla . Quest ' anima aveva , insomma , il grave torto di essere impersonale . Donde , secondo noi , il desiderio di vedere nel morto il vivo , di considerare il morto ancor vivo e perciò di farlo vestire , imbellettare , truccare come un attore che debba ancora recitare una parte : donde la praticità delle " funeral house " , dove il morto è trattato come una " person " e non come un " corpse " , secondo l ' eufemismo della nostra " mortuary hostess " . Sono , del resto , cose piuttosto misteriose e non si cerca di spiegarle , ma soltanto di tentare una approssimativa delucidazione . Che avveniva per esempio nella mente di quei genitori di una piccola città del middlewest , i quali avevano perduto una loro amatissima bambina ? Essi continuavano a trattare la piccola morta come se fosse viva e ora portavano sulla sua tomba giocattoli nuovi fiammanti ora vestitini e altri oggetti . E a Natale , un dolce natalizio . E a Pasqua , delle uova di Pasqua debitamente dipinte a vivaci colori . Che è anche questa una maniera religiosa di intendere la morte : di una religione , però , con forti tratti arcaici e primitivi .
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San Francisco - Il viaggio finisce qui , pensa il signor X , contemplando attraverso le vetrate di un ristorante l ' oceano verde e gonfio fino ai lontani orizzonti caliginosi , finisce al Pacifico essendo cominciato sull ' Atlantico . Finisce qui perché qui , geograficamente , finisce l ' America , quest ' isola immensa stretta tra due oceani ( gli Americani si considerano isolani , se non altro perché per andare in Europa o in Asia debbono varcare il mare : e infatti europeo si traduce in America " continental " , alla maniera inglese ) . Attraverso la vetrata il signor X può vedere , ad un centinaio circa di metri dal ristorante , una roccia isolata brulicante di strani , grossi animali dalla testa di cane , dal corpo di donna e dalla coda di pesce : sono le foche le quali abbondano nei dintorni di San Francisco dove l ' acqua dell ' oceano è poco meno gelida che intorno l ' Alaska ; e queste foche , più di ogni altra cosa , danno al signor X il senso di affacciarsi su un mare ancor vergine , ancora " naturale " , ben diverso dall ' Atlantico ormai umanizzato dalla storia di quattro secoli e dai fittissimi traffici . Assiepate in cento sopra uno scoglio esiguo , queste innocenti e afone sirene si godono il pallido sole , con singolari movenze , goffe , languide e donnesche . Ogni tanto due levano il muso , l ' una incontro all ' altra , e pare che si parlino o si bacino ; quindi scivolano nell ' acqua e , da pesanti e massicce che erano , diventano , appena immerse nel loro elemento , agili , fulminee , leggerissime , giocose . Nuotano in coppia , descrivendo nell ' acqua complicate ed eleganti evoluzioni , si separano , scompaiono , riaffiorano , tornano ad accoppiarsi . Il signor X si incanta a guardarle e poi , ad un tratto , trasalisce ad un diffuso mormorio alle sue spalle , si volta e vede che tutto il ristorante è in piedi : una balena . Il signor X si alza anche lui , guarda , e infatti , proprio sotto la vetrata , vede emergere per un momento il lungo dorso spesso e nero del cetaceo . Il dorso si immerge quasi subito e poco dopo , simile ad un enorme pipistrello o meglio ad un mostro volante preistorico , ecco sferzare l ' aria la coda falcata , nerissima , della balena . Ma la balena non gioca come le foche . Essa , probabilmente , cozza in quel momento contro un oscuro e forse , per lei , nuovo sentimento : quello del limite . Avvezza all ' infinito degli oceani che girano per tutta la terra e non finiscono mai , la balena non comprende la sponda , questo limite , questa fine . Tuttavia , come un calabrone che dopo molto dibattersi contro i vetri , infili una finestra aperta , la balena sembra alla fine trovare la via giusta . Ancora una rapida emersione della schiena , un ' ultima sferzata per aria della coda falcata e poi la balena scompare , in rotta verso i più lontani orizzonti del Pacifico . Il viaggio finisce qui , pensa più tardi il signor X , dove finisce l ' Occidente con i suoi mali e i suoi beni . Ecco , per esempio , una insenatura della baia , dietro Oakland , calma , deserta , come abbandonata . E similmente , sembrano abbandonati file e file di grandi piroscafi , attraccati gli uni accanto agli altri , in gruppi fitti di venti o trenta ciascuno . Questi piroscafi hanno l ' aria di essere in buono stato ; però ci si rende conto subito che una strana aria di abbandono e di trascuratezza avvolge questa flotta . In realtà , questi piroscafi non navigano più da tempo , sono navi in disarmo , per lo più trasporti di guerra ; e adesso il Governo americano , in mancanza di magazzini e di silos , li ha adibiti a depositi galleggianti degli immensi " surplus " della produzione agricola . Sono piroscafi pieni di grano , di scatolame alimentare , di burro , di prodotti agrari . L ' America produce più roba da mangiare di quanto ne consumi ; lo Stato , piuttosto che distruggerla come già si fece , pazzamente , prima del 1929 , preferisce stivarla nelle navi ; così la superproduzione agricola si accumula , con ingenti spese di manutenzione delle navi adibite a depositi . È proprio vero che l ' Occidente finisce qui , pensa il signor X contemplando queste navi ; l ' Occidente , per la prima volta nell ' intera storia dell ' umanità , ha debellato la carestia , anzi addirittura ha inventato un nuovo flagello : la superproduzione . Al di là dell ' Oceano Pacifico incomincia l ' Oriente dove non ci sono surplus , dove le carestie sono di casa , dove tutte le riforme sociali , comuniste e non comuniste , girano intorno il problema ancora insoluto della penuria e della fame . Il viaggio finisce qui , pensa ancora il signor X , mentre in macchina percorre il Golden Gate Bridge , incontro gli eccelsi piloni che per la loro forma e il loro colore rosso fanno pensare a qualche monumento della Cina . In quel momento un grande piroscafo passa sotto il ponte eruttando fumo nero nell ' aria azzurra . Il ponte di Golden Gate è sospeso a grande altezza e qualsiasi piroscafo di qualsiasi stazza può penetrare nella baia passando sotto la rigida , elegantissima passerella sospesa ai due piloni con cavi di acciaio di grossezza enorme , anche essi dipinti di rosso . È il solo ponte rosso del mondo , e il signor X non può fare a meno di ricordarsi che dall ' altra parte del Pacifico , in Cina , il color rosso è quello della buona fortuna . Il viaggio finisce qui , pensa il signor X , a San Francisco dove , come le acque del mare e del delta di un fiume , americanesimo e asiatismo confluiscono e si confondono . Non foss ' altro che nella cucina , nella grande varietà dei ristoranti asiatici : giapponesi , dove si può mangiare seduti in terra , scalzi , a gambe incrociate , serviti da ragazze giapponesi in kimono ; cinesi , dove il riso e le verdure sono disposti su tavoli laccati dello stesso color rosso del ponte del Golden Gate ; polinesiani , dove tra enormi canne di bambù che fingono l ' interno di una capanna tahitiana , maschere , feticci , pesci imbalsamati e piroghe , ci si può illudere un momento di essere a migliaia di miglia di distanza da San Francisco : filippini , giavanesi , indocinesi , coreani . Ma non è soltanto la cucina a fare di San Francisco un luogo d ' incontro tra Occidente e Oriente . Al parco , uno dei più belli degli Stati Uniti , c ' è un recinto chiamato " Japanese Tea Garden " . Questo giardino strano affascinante e incredibile , pieno di minuscole rocce , di minimi ruscelli e di mostruosità vegetali fu regalato alla città di San Francisco da un ricco giapponese , senza dubbio per emulare simili doni fatti alle loro città dai miliardari americani . Ribattezzato durante la guerra contro il Giappone in " Oriental Tea Garden " , resta tuttavia la testimonianza di una simpatia interoceanica che sussiste tuttora e che nel futuro avrà senza dubbio i più impensati sviluppi . Perché l ' America non è completa , pensa il signor X , passeggiando per i vialetti del " Japanese Tea Garden " , ossia non ha che due dimensioni come tutte le cose estreme , che stanno al limite di una determinata realtà . E il futuro ci dirà se sarà l ' Europa o l ' Asia a integrare l ' America , a renderla completa , a darle quella dimensione morale , religiosa , ideologica , umana che oggi le manca . Intanto bisogna considerare le guerre asiatiche degli Stati Uniti e la loro permanenza in Giappone , in Corea e a Formosa non soltanto come azioni militari pure e semplici ma anche come oscuri tentativi di approccio ad una civiltà diversa e probabilmente compensatoria . Insomma , l ' Occidente , a San Francisco , non è soltanto rappresentato da tutto ciò che è puramente occidentale ma anche da ciò che è orientale e , che testimonia l ' antica perpetua tendenza della civiltà occidentale ad arricchirsi e integrarsi con gli apporti dell ' Oriente , come a Venezia , per esempio , altro luogo d ' incontro tra Occidente e Oriente . Il viaggio finisce qui , pensa il signor X poco dopo , aggirandosi in macchina lungo le amene sponde di Sausalito , sobborgo marittimo di S . Francisco , gremite di piccoli ristoranti , di bar e di taverne . A Sausalito abitarono Jack London e Stevenson , ambedue viaggiatori e navigatori del Pacifico ; ed è un luogo quieto e solatio dove le abitudini e i costumi dell ' Occidente sembrano quasi ostentati , come a sfida dell ' Oceano , oltre il quale cominciano abitudini e costumi tutti diversi . Nei bar , nelle taverne , nei ristoranti c ' è un po ' di tutto , un po ' di " pub " inglesi , un po ' di caffè francesi di Saint - Germain - des - Prés , un po ' di trattorie mediterranee italiane o spagnole . I bar sono pieni di ragazze in pantaloni , capelli sciolti sulle spalle , magliette da mozzi , occhialute , pallide , sofisticate , esistenzialiste ; e i loro compagni barbuti , rasati a zero , senza colletto né cravatta , sono anch ' essi travestiti da vagabondi , da marinai , da straccioni . Bevono , fumano e chiacchierano senza tregua ; e il signor X sedendosi in uno di questi gruppi ha la ventura di assistere ad una discussione sulla psicanalisi . Il viaggio finisce veramente qui pensa il signor X mentre intorno a lui volano parole come repressione , complesso , inibizione , censura e altre simili , finisce con la psicanalisi , questa ipertrofica attenzione concessa a tutto quanto è individuale , nella persona umana . Al di là dell ' Oceano niente psicanalisi e niente attenzione per l ' individuo , bensì le masse ossia gli uomini presi all ' ingrosso in classi , gruppi e folle , secondo elementari tendenze , elementari necessità , elementari ambizioni . L ' Occidente è nato con la preoccupazione della persona umana , unica , incomunicabile , coerente e perfetta ; e l ' Oriente , al di là dell ' Oceano Pacifico , non essendo in grado di comprendere una simile preoccupazione , preferisce attribuirla ad una sfortuna economica , ad un vizio sociale , ad una decadenza biologica . Il viaggio finisce qui , pensa il signor X accompagnando una signora californiana a fare la spesa in un " grocerstore " o drogheria , diremmo noi . Safeway , dove in realtà si può comprare tutto quel che serve per la casa , dalle bistecche ( involtate in cellophane ) alle scope e alle polveri per pulire le casseruole . La signora all ' ingresso prende un carrettino di ferro assai comodo e maneggevole e quindi , la lista delle compere in una mano e l ' altra sul carrettino che spinge lentamente lungo gli interminabili banchi pieni di roba , percorre tutto l ' immenso negozio accumulando al suo passaggio le provviste per una settimana . Questi negozi Safeway , ella spiega al signor X , si trovano in tutte le principali città americane e ognuno di essi vuol dire la morte di decine e decine di piccoli negozi individuali . Centinaia di articoli disposti in bella mostra , in un grande ambiente di cemento armato e di vetro che fa pensare ad una stazione , centinaia di articoli tutti di buona qualità , tutti fabbricati , manipolati , prodotti per il consumatore medio . È già il comunismo , pensa il signor X , o per lo meno uno degli scopi che il comunismo si prefigge : la produzione in massa per le masse . Soltanto che il proprietario di questa sterminata collezione di grandi magazzini è un arrabbiato reazionario e non molto tempo fa finanziava le campagne spionistiche e scandalistiche del senatore Mac Carthy . Così il serpente si morde la coda , pensa il signor X , e all ' estremo Occidente il capitalismo ottiene risultati assai simili a quelli del comunismo in Oriente . E la disputa tra America e Russia che sconvolge il mondo e rischia di farlo perire in una guerra atomica è dovuta piuttosto alle somiglianze ( gli estremi si toccano ) che alle diversità ; piuttosto ad una questione di supremazia negli stessi campi che ad una questione di diversa interpretazione , e di diversa ideologia . La signora ha adesso riempito il suo carrettino con ogni sorta di articoli . Ella va ad uno degli ingressi dove c ' è un meccanismo assai simile a quello che regola l ' afflusso dei visitatori nei musei , un ' impiegata prende uno a uno tutti gli articoli , li pesa sopra una bilancia , ne registra il prezzo , li rimette nel carrettino : il tutto meccanicamente , rapidamente . Ecco , pensa il signor X , il punto d ' incontro fra Occidente e Oriente : nella meccanizzazione , razionalizzazione della vita quotidiana . Il viaggio finisce qui , pensa finalmente il signor X , la sera , andando in giro per i " night clubs " e le taverne di San Francisco . Eccone una che a prima vista rassomiglia a tutte le altre : un antro buio sottoterra , al quale si accede per una scaletta tortuosa , un bar al cui banco , nelle tenebre , si affollano bevendo i soliti avventori , tavolini appartati ai quali seggono , sussurrando , le solite coppie . Ma in una sala a parte c ' è qualche cosa che fa affluire nel " night club " ogni sera una folla insolita . Si paga un dollaro per entrare in questa sala ; e la cosa che attira tanta gente è la Critica . La sala è piena di poltrone ed ha un piccolo palcoscenico illuminato . Dopo un numero di jazz e canzoni negre , la Critica sale sul palcoscenico accolta da grandi applausi . Questa Critica si presenta sotto l ' aspetto di un piccolo ometto vestito come uno studente in maglione e pantaloni di flanella . L ' ometto ha l ' aria trafelata , spiritata e arguta . Fattosi silenzio l ' ometto prende a parlare o meglio a chiacchierare , senza interruzione , senza mai rifiatare , improvvisando per più di un ' ora . La storia di quest ' ometto è semplice ; era studente nell ' est e si era fatta una specialità , tra gli studenti , di recitare , sempre improvvisando , lunghi monologhi in cui prendeva in giro la vita pubblica , i costumi , i personaggi e gli avvenimenti importanti degli Stati Uniti . Un giorno qualcuno lo notò , gli propose di esibirsi in pubblico e così lo studente , molto naturalmente , diventò professionista e passò dal " campus " dell ' università ai palcoscenici dei " night clubs " . Quest ' ometto ha una capacità enorme di chiacchiera , e le sue chiacchiere mescolate di finta ingenuità e di vera malizia , configurano un tipo ormai nazionale , quello dell ' americano che ne ha viste tante , al quale non la si dà a bere , che non ci crede , che tuttavia conserva ancora molto candore e molta fresca ingenuità . Alcuni amici dicono al signor X che l ' ometto , avendo attaccato a Nuova York il senatore Mac Carthy fu costretto dal pubblico a ritirarsi . Qui invece ascoltano deliziati e applaudono . In realtà , pensa il signor X , non è tanto vero che l ' Est sia così liberale e l ' Ovest così reazionario ; e comunque l ' Ovest sentendosi isolato a tanta distanza dall ' Est e dall ' Europa , apprezza qualsiasi cosa gli venga da quella direzione . Il viaggio finisce qui , pensa il signor X , mentre l ' ometto , con la sua parlantina torrenziale prende in giro lo scandalo intorno gli accordi di Yalta , finisce qui dove l ' Occidente , sia pure attraverso le chiacchiere di una specie di " chansonnier " , esercita la sua attività preferita e più caratteristica : la critica . Al di là del Pacifico comincia l ' Asia , con altre attività o meglio , altri miti .
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San Francisco - Telegraph Hill è una delle tante colline sulle quali è costruita San Francisco , forse la più alta . Sulla cima della collina c ' è un belvedere e un faro , tra ameni boschetti e aiuole fiorite . Si può salire in cima al faro e di lassù godersi la vista di tutta la città , variamente disposta su e giù per le alture ; dei due grandi ponti , l ' uno rosso e l ' altro ferreo che scavalcano la baia ; della baia stessa , azzurra e scintillante al sole , con l ' isoletta penitenziaria di Alcatraz e i cento battelli che la solcano . Un giorno che guardavamo questo bellissimo panorama sul quale le nuvole leggere e bianche che viaggiavano nel cielo gettavano or sì or no grandi ombre effimere , qualcuno ci indicò un quartiere lontano : " Laggiù abitano i Russi , o meglio i discendenti americani della colonia russa di San Francisco " . Dapprima rimanemmo sconcertati , quindi ricordammo ; nel 1811 i Russi nella loro marcia verso l ' Oriente avevano finito per raggiungere anche questo lembo dell ' estremo Occidente . Il corriere dello Zar arrivava fin qui , portando i dispacci di San Pietroburgo alla Compagnia Russa delle pellicce insediata a Yerba Buena , antico nome di San Francisco . La Compagnia delle pellicce durò fino al 1840 e poi fu sciolta e la Russia rinunziò alla California e i Russi che restarono a Yerba Buena diventarono col tempo cittadini americani . Erano forse un centinaio ; assommano oggi a parecchie migliaia . Questa informazione ci diede da pensare : i Russi erano stati in questa parte dell ' America prim ' ancora degli Americani , avevano posseduto l ' Alaska ( poi venduta agli Stati Uniti , nel 1867 , per sette milioni di dollari ) , avevano impiantato una colonia in California . Insomma i rapporti degli Stati Uniti con la Russia erano molto antichi ed erano rapporti di frontiera , né più né meno di quelli con l ' Inghilterra e con la Spagna . Tre imperi , dunque , quello inglese , quello spagnuolo e quello russo avevano sbarrato il passo all ' espansione yankee : con l ' impero inglese , gli Americani dopo contrasti secolari , hanno stabilito legami di cuginanza , se non di fraternità ; di quello spagnuolo , hanno pensato a liberarli gli stessi domini spagnuoli d ' America , rendendosi indipendenti ; con l ' impero russo , invece , i rapporti , come è noto , sono , ancor oggi , tutt ' altro che buoni . Ora che a Ginevra è scoppiata , come dicono facetamente le gazzette , la pace , si può fare forse il punto su questi rapporti e domandarsi : che pensano gli Americani della Russia ; e in maniera più particolare : quali sono , fuori della situazione ufficiale e diplomatica , i sentimenti del popolo americano per la Russia ? Bisogna prima di tutto distinguere i gruppi intellettuali e fino ad un certo segno politici , dalla massa , ossia dalla middle - class . Per quanto riguarda i gruppi intellettuali e politici , i cosiddetti anni trenta , ossia il periodo che va dalla crisi del 1929 alla fine della guerra civile in Spagna , segnano al tempo stesso il punto di incontro e di rottura tra l ' intellighenzia americana e il marxismo staliniano . La grande crisi economica del 1929 , chiudendo centinaia di fabbriche e gettando sul lastrico fino a dodici milioni di persone , aveva fatto dubitare molti Americani della bontà e solidità del sistema politico ed economico tradizionale degli Stati Uniti . Il comunismo o meglio il marxismo sembrò allora a molti intellettuali la sola teoria economica e politica alla quale si potesse ricorrere per risolvere la crisi nazionale , la più grave della storia americana dopo quella della guerracivile . Però , fatto importante e che occorre sottolineare , questa simpatia per il marxismo e per la Russia di Stalin non oltrepassò i limiti di ristretti gruppi di intellettuali e uomini politici ; le masse che purtuttavia erano state le più colpite dalla crisi economica , restarono fuori di questa simpatia ; le grandi Trade Unions si mantennero sopra un terreno strettamente economico ; il partito comunista americano non fu mai più di un ' insignificante setta di poche migliaia di persone . Il movimento di simpatia per il marxismo staliniano e per la Russia Sovietica non durò più di una decina di anni , approssimativamente dalla grande crisi o poco prima , alla fine della guerra di Spagna . All ' infatuazione , forse superficiale , forse dilettantesca , forse fondata piuttosto su motivi negativi che positivi , seguì una profonda delusione che , in un Paese come gli Stati Uniti dove le esperienze psicologiche individuali hanno sempre uno sfondo morale e sociale , ebbe effetti addirittura storici . Questa delusione derivò da due fatti , l ' uno interno e l ' altro esterno : all ' interno , come si è detto , le masse rimasero sorde all ' appello marxista e fedeli all ' american way of life e così gli intellettuali e lo stesso partito comunista americano sentirono di essere al tutto privi di giustificazioni sociali . All ' esterno , la politica estera di Stalin , oltre a dar prova di un machiavellismo addirittura rinascimentale ( assassinio di Trotzky , condotta della guerra in Spagna , trattato germano - sovietico etc. etc . ) ripugnante alla mentalità puritana ed anglosassone , si configurò per giunta , in maniera sempre più decisa , come politica di rivalità non tanto ideologica quanto nazionale con gli Stati Uniti . In altri termini gli intellettuali , a torto o a ragione , scoprirono o credettero di scoprire che il comunismo internazionale era uno strumento della politica estera russa e che la loro simpatia per il marxismo poteva portarli , alla lunga , su posizioni non tanto anticapitaliste quanto antiamericane . Oggi , se si vuoi parlare di comunismo , non è certo nei circoli intellettuali di Nuova York che si trovano orecchie pazienti e ragionevoli . L ' anticomunismo degli intellettuali americani , forse perché radicato in un ' antica e profonda delusione , è tenace , violento e assolutamente irriducibile . Circa le masse , ossia la middle - class che abbraccia con i suoi standard uniformi la maggioranza degli Americani , il discorso si fa più complicato e più sottile . Per il suo anti - comunismo e antisovietismo valgono le stesse ragioni che per gli intellettuali , più altre inerenti alla natura dello sviluppo industriale economico e sociale degli Stati Uniti . Le prime ragioni sono quelle già esposte : la Russia si è giocata le simpatie delle masse americane dal giorno in cui Stalin fece una politica di rivalità nazionale con gli Stati Uniti . In altri termini non riuscì alla Russia di fare negli Stati Uniti ciò che aveva fatto con successo in altri Paesi : contrapporre le masse alla classe dirigente e nello stesso tempo sganciare l ' ideologia marxista dalla politica estera russa . E si capisce anche perché : gli Stati Uniti sono il solo Paese al mondo forse con il quale la Russia è in un rapporto diretto di rivalità prim ' ancora nazionale che ideologica . Così , in America , avviene alla politica russa il rovescio esatto di quanto le accade negli altri Paesi : mentre in altri Paesi facilmente si interpretano gli accorgimenti tradizionali della politica estera russa come sviluppi coerenti della dialettica marxista , in America le complessità e sottigliezze di questa dialettica vengono sovente scambiate per pure astuzie e furberie sarmatiche . Il patriottismo delle masse americane , in tal modo , è stato svegliato e messo in allarme ; e ci vorranno molti anni di vera pace perché si calmi e abbandoni la sua estrema diffidenza . Ma le ragioni del disinteresse delle masse americane per il marxismo sono anche dovute , come abbiamo accennato , a motivi inerenti alla natura stessa dello sviluppo industriale e sociale degli Stati Uniti . In maniera generale , si può affermare che il marxismo non trova appigli tra le masse degli Stati Uniti per la buona ragione che , all ' infuori di riforme strettamente politiche ( e dunque poco importanti , trattandosi dopo tutto di una teoria politica fondata sull ' economia ) , esso per ora non ha nulla da offrire di veramente nuovo alle masse americane . È vero che agli Stati Uniti c ' è il capitalismo ; ma uno degli agganci della polemica comunista contro il capitalismo in Europa , ossia i suoi legami con le vecchie classi feudali e parassitarie , in America manca del tutto . Inoltre il marxismo che nell ' Europa orientale e in Asia fa leva sul formidabile motivo della rivoluzione industriale e della creazione di una classe dirigente tecnocratica , in America , trova rivoluzione industriale e classe tecnocratica già bell ' e formate ad opera del capitalismo . Del resto quando si parla di masse e di simpatie delle masse , si allude piuttosto che a determinate condizioni materiali , a esperienze psicologiche e morali . Ora gli Americani hanno già fatto l ' esperienza psicologica e morale della rivoluzione industriale e tecnocratica , hanno già assaporato l ' ebbrezza collettiva della prosperità di massa , hanno già digerito la scoperta delle determinazioni economiche della vita sociale ; e ben difficilmente saranno tentati in futuro di dare ascolto ad una teoria che gli proponga di nuovo queste stesse scontate esperienze . Marx , tra tante profezie azzeccate , ne aveva fatta una che si è verificata sbagliata , e cioè che il comunismo avrebbe avuto i suoi primi successi nei Paesi di più avanzato sviluppo industriale . In realtà è avvenuto il contrario ; e il maggior ostacolo alla comprensione del marxismo in America , a parte la mentalità puritana , sta proprio nella coscienza economica e industriale delle masse americane , nella loro maturità tecnocratica . Naturalmente non si vuol dire con questo che in America non ci sia il capitalismo : si vuol dire soltanto che il capitalismo vi ha raggiunto per conto suo molti degli scopi ai quali mira il comunismo in Europa orientale e in Asia . Donde la mancanza di attrazione del mito sovietico e la riduzione della Russia Sovietica a Paese rivale , quando addirittura non ostile . S ' intende che ciò non significa affatto che gli Americani nutrano una preconcetta ostilità contro i Russi . Le accoglienze cordiali che recentemente hanno ricevuto i membri della commissione agricola russa in viaggio negli Stati Uniti stanno a dimostrare una verità antica quanto il mondo : nessun popolo odia alcun popolo . Ma , d ' altra parte , è anche vero che per gli Americani la Russia Sovietica è forse , tra tutti i Paesi del mondo , il più difficile a capirsi . Più della Cina di Mao ; più dei Paesi di diversa religione e civiltà , buddisti o maomettani . L ' incomprensione degli Americani è dovuta in parte all ' ignoranza dei motivi storici , sociali e filosofici del comunismo ; ma soprattutto , strano a dirsi , alla lentezza con la quale la rivoluzione comunista si configura storicamente in una società stabile e riconoscibile . Gli ideali americani del successo , della praticità e dell ' efficienza sono contraddetti da una rivoluzione che pare continuamente essere ritirata , come diceva Machiavelli , verso i suoi principi ; che dopo circa quarant ' anni non si è ancora disfatta dei mezzi coercitivi di cui si servì agli inizi per trionfare dei suoi nemici ; e che sembra rimandare ad un domani mitico i risultati materiali per raggiungere i quali è stata compiuta . Strano a dirsi , ripetiamo , ma se il comunismo riuscisse a portare le masse russe ad un livello di prosperità di tipo occidentale , se le frontiere della Russia fossero aperte e milioni di turisti russi ben vestiti ed equipaggiati invadessero il mondo , l ' incomprensione degli Americani verso la Russia Sovietica si attenuerebbe di molto . In queste cose è difficile arrivare ad una conclusione ; tanto più che i rapporti russo - americani sono forse entrati in questi giorni in una nuova fase di cui è impossibile prevedere gli sviluppi . Ma più di un secolo fa Alexis de Tocqueville , nel suo libro sulla democrazia in America fece alcune considerazioni che oggi sembrano addirittura profetiche : " Ci sono oggi due grandi popoli che partiti da punti diversi sembrano dirigersi verso gli stessi scopi : i Russi e gli Americani . Tutti e due sono cresciuti nell ' oscurità e mentre gli sguardi degli uomini erano distratti altrove , si sono ad un tratto posti in prima fila tra le Nazioni e il mondo ha appreso al tempo stesso la loro nascita e la loro grandezza . Tutti gli altri popoli sembrano aver raggiunto il loro limite ; soltanto loro sono in crescenza . Tutti gli altri si sono fermati o avanzano con sforzo , solo loro procedono con passo spedito e rapido in una carriera di cui per ora non possiamo neppure intravedere la conclusione . L ' Americano lotta contro gli ostacoli che gli oppone la natura . Il Russo è alle prese con l ' uomo . L ' uno combatte il deserto e la barbarie , l ' altro la civiltà rivestita di tutte le sue armi . Così le conquiste dell ' Americano si fanno con l ' aratro dell ' agricoltore e quelle del Russo con le armi del soldato . Per raggiungere i suoi scopi il primo si fonda sull ' interesse personale e lascia agire senza dirigerle la forza e la ragione degli individui . Il secondo concentra in qualche modo in un sol uomo tutta la potenza della società . L ' uno ha come mezzo principale di azione la libertà ; l ' altro la servitù . Il loro punto di partenza è diverso , le loro strade sono diverse ; tuttavia ciascuno di essi sembra essere chiamato , da un segreto disegno della Provvidenza , a tenere un giorno nelle proprie mani il destino della metà del mondo " . Alexis de Tocqueville , per quanto profetico , non poteva prevedere la rivoluzione russa ( neppure Marx l ' aveva prevista ) ; ma il suo occhio sagace , in un tempo in cui le maggiori Potenze del mondo erano ancora la Francia e l ' Inghilterra , aveva intuito le linee principali dell ' avvenire del mondo , ossia la presenza di due grandi Potenze come gli Stati Uniti e la Russia , la loro rivalità negli stessi campi e per gli stessi scopi , e , in certo modo , anche la loro coesistenza , per dirla con una parola di moda . Per completare il quadro dei rapporti russo - americani , bisognerebbe forse adesso poter dire quali sono i sentimenti del popolo russo per quello americano , che cosa sa e non sa il popolo russo degli Stati Uniti . Non siamo in grado di farlo ; ma è chiaro che la pace del mondo dipende quasi per intero dalla mutua conoscenza e comprensione di questi due popoli così profondamente diversi .
Nehru, l'intellettuale ( Moravia Alberto , 1961 )
StampaQuotidiana ,
Nuova Delhi , marzo - Nuova Delhi fondata dagli inglesi per diventare la capitale dell ' impero indiano e inaugurata nel 1929 , vent ' anni prima della liquidazione di quello stesso impero , ricorda le capitali politiche e amministrative che la civiltà anglosassone ha disseminato per il mondo , per esempio Washington , dall ' altra le città despotiche che le effimere monarchie hanno sparso per l ' India , per esempio la città morta di Fatepuhr Sikri , alle porte di Agra . Ci sono a Nuova Delhi al tempo stesso la grandiosità insipida dell ' imperialismo mercantile britannico e la solennità infiocchettata e marziale del despotismo indiano . Il viceré , che nell ' Inghilterra democratica era un cittadino come tutti gli altri , qui diventava un autocrate razzista , capo di una casta di pelle bianca che , in questo Paese di caste , si era autonominata casta superiore a tutte le altre , compresa quella dei bramini . Dilaniato dalla sua duplice natura europea e incapace di mettere d ' accordo la cultura inglese di tradizione tollerante con la pratica del potere assoluto , il colonialismo si rifugiava in un formalismo burocratico e militare a base di complicate etichette , uniformi prestigiose , parate pittoresche , elefanti bardati , e vittorie a sei invalli , umiliante così per gli inglesi più intelligenti come per i pensierosi indiani educati nei sobri climi di Oxford c di Cambridge . Si credeva che gli indiani fossero degli « orientali » e si voleva abbagliarli con un fasto « orientale » ; inutile dire che si trattava di un Oriente vittoriano , come se lo immaginava la piccola borghesia delle città industriali dell ' Inghilterra . Nuova Delhi porta l ' impronta di questa concezione colonialista : i suoi stradoni malinconici e diritti , in fondo ai quali c ' è spesso uno smilzo arco di trionfo o la statua piccolissima di un conquistatore inglese sopra un enorme piedistallo , sembrano fatti apposta per le lente sfilate dei reggimenti speciali reclutati tra i clan della Scozia e le tribù della frontiera afghana , combinazioni ben dosate di gonnelline nordiche e di turbanti orientali , di cupi tamburi e di queruli gemiti di cornamuse . D ' altra parte i suoi ministeri neoclassici , costruiti con la stessa pietra rossa del forte musulmano della vecchia Delhi , testimoniano , con le loro scalee e í loro colonnati corinzi , la volontà dei professori di disegno di mettersi ad un livello imperiale ; mentre il vero sentimento della casta dominatrice si rivela piuttosto nei comodi e piacevoli bungalow del quartiere residenziale , radamente sparsi lungo viali puliti e deserti , in fondo a folti giardini . La fortuna politica ha voluto che Jawaharlal Nehru , il primo Capo di governo della Repubblica indiana , stabilisse la sua residenza in questa città artificiale e imperiale creata dai suoi nemici di ieri . Il trionfo di Nehru dovrebbe essere un motivo di soddisfazione per gli intellettuali di tutto il mondo perché è la prima volta nella storia contemporanea ( o la seconda , se si risale a Lenin ) che un intellettuale autentico e senza contaminazioni demagogiche e irrazionali , dopo una lunga lotta condotta principalmente con il mezzo proprio all ' intellettuale , cioè con la persuasione , governa un grande Paese . E qui non si dice che Nehru è un intellettuale perché ha scritto alcuni ottimi libri ( anche Stalin , Hitler e Mussolini scrivevano , male , ma scrivevano ) , si dice che è un intellettuale per la maniera di intendere la vita che traspare in questi libri . Per esempio è caratteristica della sua capacità di understatement ( parola malamente traducibile con il brutto : minimizzare ) questa frase , nella sua autobiografia , a proposito della popolarità grandiosa che lo circonda . Scrive Nehru : « La questione che i miei amici mi ponevano restava insoluta : non ero io orgoglioso di questa adorazione delle masse ? La risposta era che io odiavo quest ' adorazione e desideravo sfuggirla ma nello stesso tempo mi ero abituato ad essa e quando non c ' era , quasi ne avvertivo la mancanza » . In queste parole che cercano di dare le due facce di un problema senza risolverlo né rifiutarne l ' ambiguità , sta tutto Nehru , l ' intellettuale , liberale e introspettivo Nehru . Molti in India e fuori dell ' India , considerano questa sua amletica e aristocratica obbiettività come una debolezza , specie se paragonata con il massiccio e popolaresco dogmatismo del suo vicino cinese Mao Tze - dun . Dicono che Nehru è portato al compromesso , che non sa opporre un rifiuto a situazioni e persone che in cuor suo disapprova , che non ha l ' energia autoritaria indispensabile in un Paese come l ' India che in tutta la sua lunga storia non ha conosciuto che il potere despotico . Ma non bisogna dimenticare che la maniera di pensare di Nehru è nella tradizione indiana , da quella antichissima del Buddha a quella recente di Gandhi ; e che il popolo indiano si è riconosciuto in questa dubbiosa saggezza di Nehru molto più che nel settarismo violento di un Chandra Bose ; così che Nehru , subito dopo Gandhi , è l ' uomo più amato del subcontinente . Per capire la qualità del trionfo di Nehru non sarà forse inutile rifarsi all ' Italia del Risorgimento . Lo stesso Nehru , nei suoi libri autobiografici , ha fatto spesso il paragone tra l ' India e l ' Italia . Ancora ragazzo , ad Harrow , in Inghilterra , dove studiava , gli fu regalata la vita di Garibaldi del Trevelyan , la cui lettura l ' infiammò subito con la speranza di essere capace , un giorno , di fare per l ' India ciò che Garibaldi aveva fatto per l ' Italia . Altrove il paragone tra India e Italia è così formulato : « Ambedue sono Nazioni antiche , con lunghe tradizioni di cultura dietro di loro ... ambedue erano divise politicamente , ma l ' idea dell ' Italia , come l ' idea dell ' India , non morì mai e c ' era in ambedue un forte principio unitario ... Metternich chiamò l ' Italia " una espressione geografica " ; molti imitatori di Metternich hanno usato questa frase per l ' India ; cosa strana , c ' è persino una somiglianza nella situazione geografica dei due Paesi . Ancor più interessante è il paragone tra l ' Inghilterra e l 'Austria...» . Insomma , semplificando parecchio , si potrebbe dire che oggi , dieci anni dopo la proclamazione dell ' Indipendenza , l ' India si trovi un po ' nelle condizioni dell ' Italia dieci anni dopo l ' Unità . Come in Italia in quel tempo erano ancora vivi e operanti gli uomini del Risorgimento , così in India sono al governo gli uomini che hanno lottato per mezzo secolo contro la dominazione coloniale . Il nazionalismo risorgimentale italiano era liberale ; parimenti liberale è il nazionalismo indiano . Infine , come l ' Italia dopo l ' Unità , l ' India , dopo l ' epica della lotta anticoloniale , si trova oggi di fronte alla prova mortificante di gravi difficoltà economiche e sociali . Ma il paragone deve fermarsi qui . In fondo esso conferma un fatto ormai ben noto : il propagarsi dell ' ondata nazionalista dal 1789 ad oggi , dalla Francia fino all ' Asia . Per il resto la situazione indiana è diversa da quella italiana , non fosse altro per la differenza dei tempi e dei luoghi in cui si sono svolti i due risorgimenti : nell ' Europa liberale dell ' Ottocento , quello italiano ; nell ' Asia socialista del Novecento , quello indiano . E infatti Nehru , pur essendo il capo di un enorme partito in cui c ' è di tutto , è in fondo un socialista fabiano , alla maniera di Bernard Shaw . È proprio al nazionalismo in tutto il mondo di servirsi di tutte quelle parti della tradizione che possono essergli di qualche utilità . Il nazionalismo socialisteggiante di Nehru non fa eccezione a questa regola . Nel pensiero di Nehru il socialismo indiano dovrebbe addirittura ricollegarsi alla saggezza arcaica dei leggendari Indo - ariani , ossia del Brahmanesimo . Sempre nella sua autobiografia egli scrive : « La vecchia cultura indiana riuscì sempre a sopravvivere attraverso le più fiere tempeste , benché poi non salvasse che la forma e perdesse il suo reale contenuto . Oggi essa lotta silenziosamente e disperatamente contro un nuovo e potentissimo avversario : la civiltà dell ' Occidente capitalista . Essa soccomberà perché l ' Occidente porta la scienza e la scienza porta il cibo per i milioni di affamati dell ' India . Ma l ' Occidente capitalista offre anche l ' antidoto ai mali del capitalismo : i princìpi del socialismo , della cooperazione , del servizio alla comunità e al bene comune . Tutto questo non è poi tanto diverso dall ' antico ideale brahmano ma comporta la brahmanizzazione ( non nel senso religioso , s ' intende ) di tutte le classi e di tutti i gruppi ... » . Sono andato a trovare Nehru , insieme con l ' ambasciatore d ' Italia Giusti del Giardino , due volte nello stesso giorno . La prima volta fu al Ministero degli Esteri . Il Primo ministro stava seduto dietro una grande tavola a ferro di cavallo , quasi vuota di carte . Era vestito nel modo ben noto , come lo si vede nelle innumerevoli fotografie che adornano tanti edifici pubblici e privati dell ' India : tunica bianca , accollata , lunga fino alle ginocchia , pantaloni cosiddetti johdpur , anch ' essi bianchi , attillati dalle ginocchia fino alle caviglie . All ' occhiello era infilato il bocciolo di rosa rossa che Nehru è solito portare spesso alle naricimentre parla . Nehru che è di origine bramina , ossia della casta tradizionalmente versata nella lettura e interpretazione dei testi della religione brahmana , ha il volto dell ' intellettuale europeo di formazione scientifica ed universitaria . La fronte è alta , serena , armoniosa ; gli occhi , molto scuri , hanno uno sguardo inquieto , acuto , ambiguo ; la bocca ha un ' espressione al tempo stesso benevola , annoiata e dura . Da tutto il volto spira un ' aria di fascino indefinibile che il sorriso , molto bello , conferma . Nehru ci ricevette a tutta prima con affabilità ufficiale : pronunziò qualche frase di circostanza , sfogliò un po ' nervosamente il catalogo della mostra indiana di Roma che aveva sulla tavola . Quindi , improvvisamente e inaspettatamente , parve interessarsi alla conversazione . Ma non aveva tempo , doveva ricevere alcuni giornalisti europei . Si alzò e , assestandosi in capo il piccolo berretto bianco , ci invitò ad andare a trovarlo alla sua residenza quella sera stessa . Ci andammo , dunque , nel pomeriggio . Una governante in sari rosso scuro ci guidò su per lo scalone moderno della vasta dimora ex viceregale ad una grande sala arredata di mobili e oggetti cinesi . Un divano e due poltrone di fronte ad un tavolino basso parevano alludere alla possibilità di una conversazione meno formale di quella del Ministero degli Esteri . E , infatti , di lì a poco , Nehru entrò e con il suo curioso passo breve e frettoloso andò a sedersi su quel divano , avendo alla sua destra me e alla sua sinistra l ' ambasciatore d ' Italia . Non voglio qui riportare la conversazione che durò un ' ora esatta , controllabile su una piccola sveglia posata sul tavolino accanto al bricco e alle tazze del caffè : non era stata preparata , non voleva essere un ' intervista ; più delle cose che si dissero , contò , almeno per me , il rapporto diretto con la persona del Primo ministro . Sembrerà strano ma mi sentivo molto più impacciato di fronte a Nehru così naturale , così affabile , così intellettuale di quanto sarei stato di fronte ad un dittatore formalista e autoritario , avvezzo a dire e a sentirsi dire sempre le stesse cose . Il dittatore , infatti , non mi avrebbe richiesto che un contegno convenzionale , quasi rituale , e una quantità limitata di frasi fatte e di luoghi comuni . Nehru , invece , sentivo che esigeva da me uno sforzo continuo di riflessione , di scelta , di comprensione e , insomma , di invenzione . Era sì , un intellettuale ; e ciò mi ispirava gratitudine e fiducia ; ma era nello stesso tempo un uomo di Stato ; cioè un intellettuale dotato di immenso potere , avvezzo a non essere contraddetto , pieno di mille preoccupazioni non tutte disinteressate , con poco tempo e , forse , poca voglia di perderne . D ' altra parte mi incuriosiva molto di vedere se trasparissero nella persona di Nehru i tre caratteri che gli attribuiscono : una certa vanità di uomo che sa di essere attraente e pieno di fascino ; la facilità all ' impazienza e alla collera del demiurgo liberale che vorrebbe che tutto fosse fatto senza coercizione ma al tempo stesso secondo i suoi disegni ; l ' inclinazione alla noia dell ' uomo pubblico che è spesso costretto , per dovere d ' ufficio , ad ascoltare cose e persone molto noiose . Della vanità non notai che la grande eleganza nel vestire e quel frequente gesto grazioso ed orientale di portare il bocciolo di rosa al naso ; l ' impazienza e la collera non apparvero benché il volto di Nehru , lievemente ipocondriaco , faccia supporre che egli possa soggiacervi ; ma la noia , che pur essa non comparve mai , era nella mia mente in forma di una apprensione continua di non sapere scegliere gli argomenti e le parole che potessero interessare il mio interlocutore . In realtà , come pensavo , il vero senso della personalità di Nehru non poteva essere nelle cose che mi andava dicendo bensì nella sua presenza e nel magnetismo particolare di questa presenza . Ancora una volta , così , constatavo la decadenza della parola nei confronti di altri e più irrazionali mezzi di comunicazione e di rapporto . Comunque , pur nella tensione che mi ispiravano queste riflessioni , sfilarono nella conversazione tutti gli argomenti indiani : la soprapopolazione , il problema dei rifugiati , i rapporti con la Cina , la povertà e arretratezza delle masse , il progresso scientifico e così via . Nehru , che in varie riprese scontò sotto gli inglesi nove anni di carcere , ci parlò pure dell ' attenzione contemplativa cui è costretto l ' uomo in prigione , e parve allora animarsi un poco ma con modestia e distacco . Egli rispondeva con una precisione che , però , nascondeva un fondo di evasività , giustificato d ' altronde ; e interrogava a sua volta con una curiosità e una freschezza di interessi lusinghiere . Alla fine notai che gli occhi del Primo ministro , di solito attenti e inquieti , si erano fissati nel vuoto , come su qualche cosa che fosse solo lui a vedere . Questa distrazione mi sembrò eloquente e mi affrettai a chiedergli di firmare una copia della sua autobiografia , il che egli fece con la massima buona grazia . La visita era finita .
Potosí ( Moravia Alberto , 1970 )
StampaQuotidiana ,
La Paz . L ' aeroporto di La Paz a quattromila metri di altezza pare nient ' altro che un minimo lembo , dello sterminato aeroporto che è l ' altipiano boliviano . L ' altipiano è deserto , spianato e vertiginosamente ventoso e luminoso come sanno esserlo soltanto le piste degli aeroporti . Di un colore brullo uniforme , l ' altipiano fugge d ' ogni parte verso remoti orizzonti circolari dai quali si affaccia , bizzarramente , tutta una fila di picchi nevosi . È la cordigliera Real , la catena andina al di là della quale la Bolivia , paese dualistico , precipita senza transizione nelle bassure tropicali . Non ci sono che due piccoli aeroplani da turismo , ad una sola elica , nell ' aeroporto . Trappoco una di queste libellule bianche e azzurre ci porterà , sgattaiolando intorno i picchi , a Potosí , la città morta dell ' argento . Saliamo , ci chiudiamo nell ' abitacolo non più grande di quello di una comune automobile . Il pilota , un capitano dell ' aviazione militare boliviana , non dispone , per dirigersi , che di una piccola carta geografica sulla quale con una matita tira una linea retta da La Paz a Potosí . Volerà tra rupi altissime , al di sopra di voragini spalancate , servendosi unicamente di questa carta . Partiamo . L ' aeroplano romba , ma neppure tanto , corre un poco sulla pista e quindi decolla e si dirige con esasperante lentezza ( duecento chilometri all ' ora ) verso le montagne all ' orizzonte . Sorvoliamo La Paz , che per proteggerla dai venti , gli spagnoli hanno costruito in fondo ad una specie di cratere dalle pareti erose , di un giallo leonino , che ricordano le crete di Siena ; sorvoliamo ancora per un po ' l ' altipiano ; quindi entriamo tra le montagne . La Bolivia è un paese di miniere . O meglio è un paese di contadini che per sua disgrazia è ricchissimo di minerali . Gli Incas conoscevano le miniere ; ma la loro civiltà comunitaria , isolata tra le Ande e l ' oceano , era per forza di cose disinteressata ; e perciò si servivano dei metalli soltanto per scopi domestici . Gli spagnoli invece erano dei colonialisti , i primi , in ordine di tempo , del mondo moderno . È interessante notare come all ' origine del colonialismo spagnolo c ' è una deviazione psicologica che forse riguarda più il moralista che lo scienziato di cose economiche . L ' idea dell ' arricchimento facile , senza lavoro , per rapina o per fortuna o per tutte e due , ha corrotto in partenza la conquista dell ' America . Il mito asiatico dell ' oro , dell ' argento , delle pietre preziose , delle essenze rare , delle spezie si frapponeva come un miraggio tra gli occhi dei soldati spagnoli e la umile realtà primitiva del nuovo mondo . Purtroppo questo mito trovò una conferma nella natura e fu allora la rovina della Bolivia . L ' agricoltura , un tempo pianificata con complicati sistemi di irrigazione , fu lasciata decadere fino all ' attuale livello di mera sussistenza ; gli indios furono avviati in massa alle miniere con metodi schiavistici . Volando sulla cordigliera Real , tutto questo si può vedere a occhio nudo . Giù , giù , in fondo alle vallate anguste , si aprono ogni tanto dei piccoli slarghi e sopra un ripiano si scorgono tanti rettangolini grigi disposti in simmetria . Al di sopra di questi rettangolini incombono altissime montagne brulle e dirupate che , ad uno sguardo attento , si rivelano tutte sforacchiate di caverne oscure . Sono le miniere , le famose , funeste miniere d ' oro , d ' argento , di antimonio , di zinco , di piombo , di stagno , di rame della Bolivia . Guardando a quei miseri villaggi sprofondati nelle gole solitarie si capiscono tante cose : l ' isolamento assoluto dei minatori , causa di continui moti rivoluzionari che mirano , a ben guardare , a inserire quelle sperdute comunità nella vita sociale e politica del paese ; le immense difficoltà dei trasporti del minerale che gli spagnoli avevano risolto con l ' asservimento degli indiani ma che oggi , dopo la nazionalizzazione di due terzi delle miniere , rende passivi i bilanci delle amministrazioni statali . Ecco finalmente Potosí . La sorvoliamo planando obliquamente . Potosí appare come una città testuggine , a causa dei tetti accostati come le piastre , appunto , della corazza della tartaruga . L ' aeroplano continua a planare tutt ' intorno l ' arida nuda valle , ed ecco ci viene incontro la celebre montagna triangolare che domina Potosí , il Cerro Rico . È una montagna brulla , color tabacco , sparsa delle solite caverne oscure . Da questa montagna , gli economisti moderni calcolano che la corona di Spagna ha estratto in tre secoli per un valore di un miliardo di dollari di argento . Nel Seicento , da Potosí veniva la metà dell ' argento di tutta Europa . A Potosí , più poeticamente , dicono che con l ' argento ricavato dal Cerro Rico si potrebbe costruire un ponte tutto d ' argento massiccio dalla città fino alla lontanissima Madrid . Potosí è una città coloniale spagnola del tipo di quelle messicane per esempio Oaxaca . C ' è la solita plana , i soliti grandi alberi fronzuti , le solite panchine , la solita cattedrale barocca . Soltanto , a differenza delle città messicane , Potosí è morta , di una morte antica che non risale a ieri ma al Settecento , quando le miniere d ' argento , esaurite , non pagarono più le spese dell ' estrazione . Potosí è dunque la città simbolica del colonialismo spagnolo : nata con l ' argento , è morta con l ' argento . La sua vita è stata anche d ' argento , poiché , per cupidigia del prezioso metallo , ci sono state , a Potosí , perfino delle guerre civili . Di questo parere , del resto , è anche l ' anonimo poeta che ha scritto , verso il Settecento , il poema Testamento di Potosí , alla maniera dei testamenti di François Villon . Il poema è un elenco di lasciti ora descrittivi e ora burleschi fatti dalla celebre città in punto di morte . Tra le altre cose , Potosí lascia a Dio la propria anima ; la quale , però come nota ironicamente il poeta , es la plata pura , è fatta di puro argento . Naturale che il centro di una città così emblematica non sia , a ben guardare , la cattedrale bensì il famoso Palazzo della Moneta , uno dei più belli dell ' America Latina . È la stagione delle piogge , piove a dirotto ; così visitiamo il palazzo quasi al buio perché , per economia , la luce elettrica c ' è soltanto negli uffici della direzione . Percorriamo in fretta le sale del museo di pittura coloniale nelle quali , dalla penombra , ci guardano le solite ninfe spropositate , le solite Madonne dalle facce sciocche , i soliti gentiluomini e le solite dame pieni di galloni e di sufficienza ; quindi scendiamo a pianterreno , dove si trovava la zecca . Sempre al buio , ecco le enormi macchine tutte di legno , senza un solo chiodo di ferro , con le quali si batteva moneta ; ecco , dentro le teche , gli stampi delle monete con le armi di Castiglia da una parte e l ' effigie del sovrano dall ' altra . Siamo dunque nel cuore stesso , morto e secco , del colonialismo spagnolo . Queste grandi ruote dentate di legno durissimo delle foreste boliviane non gireranno mai più ; gli stampi non imprimeranno mai più nell ' argento antichi stemmi e profili accigliati di re . E tuttavia non si può negare che proprio in questa penombra , tra questa roba defunta , si avverta più che altrove il senso riposto della storia del subcontinente . La sola riflessione che venga fatto di formulare è che queste sale sono più eloquenti di qualsiasi chiesa . Certo , l ' arte , i riti , le cerimonie della religione hanno varcato l ' oceano e si sono radicate in America ; ma , come avviene ancor oggi , con tutti i colonialismi di tutti i generi e di tutti i paesi , il messaggio che era legato a quelle forme è come se fosse rimasto in Europa , tanto poco ha informato di sé il rapporto fra conquistatori e indigeni . Così che qualche anno fa ha potuto addirittura essere ripresentato come un messaggio rivoluzionario dal prete guerrigliero Camilo Torres e dai suoi seguaci . Giriamo per Potosí tutto il giorno , sotto la pioggia . La serata ci vedrà seduti nel grande atrio gelido dell ' albergo , in un cerchio di notabili venuti a visitarci : l ' alcalde o sindaco , il comandante della guarnigione , qualche altro personaggio ufficiale . Si mangiano olive e mandorle salate , si sorseggia una bevanda che rassomiglia alla tequila messicana . La conversazione langue ; si parla del tempo che fa , come in un salotto inglese dell ' era vittoriana . Poi , non senza intenzione , buttiamo là una qualsiasi allusione politica e allora , come d ' incanto , i discorsi diventano vivacissimi . Gli è che i boliviani hanno la passione della politica ; forse perché i problemi di questo paese sono così antichi e così intrattabili da diventare , per forza di cose e quasi per la consapevolezza della loro intrattabilità , prima di tutto politici . Naturalmente , ad un certo punto , si parla del " Che " Guevara e della sua tragica avventura . Se ne parla tuttora e dappertutto in Bolivia ; e anche da parte degli avversari con una strana , quasi inconscia riconoscenza ; è una tragedia che ha ricordato al mondo , a livello storico , la Bolivia , paese isolato e frustrato ; e al tempo stesso ne ha innalzato , per così dire , il tasso di vitalità . Ma la discussione suscita strane interpretazioni che bisogna pur chiamare " provinciali " . Non odo forse qualcuno attribuire la spedizione cubana alla massoneria ? Partiremo la mattina dopo ; ma il pilota , dopo aver captato alla radio le notizie sul tempo e consultato la sua carta , decide di dirigersi verso Oruro . Come se , in Italia , chi volesse andare da Milano a Roma puntasse sopra Trieste . Voliamo sotto un cielo basso e scuro , tra i picchi , seguendo i canaloni , in direzione di un chiarore sulfureo che sta a indicare una spera di sole sull ' altipiano . Ecco di nuovo , in fondo alle vallate nude e aride , i villaggi delle miniere ; si vedono le piste serpeggiare lontano , bianche e sottili tra i monti : a dorso di mulo o a piedi ci vogliono anche venti giorni per percorrere la distanza che il nostro monoplano varca in poco più di un ' ora . Sbuchiamo finalmente sull ' altipiano , c ' è il sole e piove attraverso il sole . Ecco l ' aeroporto , un prato come un altro . Prendiamo un tassi , ci precipitiamo alla stazione per sentirci dire che il treno parte tra mezz ' ora ma che non c ' è posto perché tutto è stato già prenotato da quindici giorni . Poiché il cattivo tempo peggiora nel pomeriggio , come avviene di regola nella stagione delle piogge , con lo stesso tassì , correndo a perdifiato per la pista allagata , attraverso l ' altipiano , in quattro ore arriviamo a La Paz . Durante il viaggio non ci fermiamo che una sola volta : per ammirare un lama , il primo che abbiamo visto sinora , fermo sotto la pioggia , nel mezzo di una steppa sterminata , simile ad un cammello con le gambe corte .
Gli Indi boliviani ( Moravia Alberto , 1970 )
StampaQuotidiana ,
La Paz . La Paz è una città in gran parte india , costruita , però , dai bianchi per i bianchi . In altri termini la divisione sociale a La Paz si raddoppia di una divisione razziale o se si preferisce culturale . La classe dirigente è bianca o meticcia ; il popolo è indio . Questa divisione che riflette la più vasta divisione del paese ( quattro milioni di abitanti di cui soltanto quattrocentomila bianchi e meticci ) è l ' eredità più vistosa del colonialismo spagnolo . La Paz è una bellissima e strana città costruita in una specie di crepaccio dell ' altipiano . Monti scoscesi ed erosi simili alle pareti interne di un cratere circondano e si innalzano da ogni parte intorno la città . La parte bassa dell ' angusta vallata è occupata dalla città bianca ; sui fianchi dei monti si arrampicano invece i quartieri popolari , cioè indi , composti di case di fango seccato . Gli Indi , naturalmente , si vedono dappertutto , gli uomini coi ponci infilati nel collo e drappeggiati davanti e dietro come ferraioli ; le donne con la bombetta nera o marrone , la gonnella succinta e sospesa su una crinolina , lo scialle intorno le spalle che il più delle volte avvolge un bambino portato a cavalcioni sulle reni . Dire che gli Indi sono attraenti sarebbe deformare la verità . Mentre esiste certamente una bellezza africana , non esiste una bellezza india . E colpisce , nel confronto con gli africani ( il paragone è inevitabile , se non altro per la somiglianza delle situazioni economiche e sociali ) l ' eleganza dei vestiti dei primi rispetto alla goffaggine dei costumi " nazionali " dei secondi . Con gli Indi si ha continuamente l ' impressione del " già visto " , corretto però , in maniera ambigua e il più delle volte non troppo estetica , da modificazioni che si è tentati di attribuire al clima e all ' isolamento . Si pensa , vedendoli , subito , a dei mongoli ; poi , in un secondo momento si notano differenze curiose che , però , non riescono a scacciare l ' idea dell ' origine asiatica : un colore bruno che tira al rosso ; una lunghezza insolita del volto che congiunta alla larghezza mongolica fa sì che le facce risultino sproporzionatamente grandi : una specie di caduta dei tratti l ' uno sull ' altro , la fronte sul naso , il naso sulla bocca e la bocca sul mento . Invincibilmente , non si può fare a meno di pensare ad un ' emigrazione asiatica preistorica abbastanza numerosa da permettere gli insediamenti americani ; ma troppo scarsa per fomentare sviluppi decisivi , somatici e altri . Bruciati dal sole e dal vento degli altipiani , senza rapporti con altri popoli , si direbbe che gli Indi siano rimasti a metà strada , non più mongoli , non ancora americani . Così che , a ben guardare , il termine " indio " coniato per sbaglio dagli spagnoli , si rivela , nella sua ambiguità , assai espressivo della ambiguità fisica delle popolazioni indigene dell ' America . Per osservare gli Indi bisogna recarsi al mercato , su su , nella parte alta di La Paz . Nelle straducce che portano al mercato , le donne stanno accovacciate sui marciapiedi , le une contro le altre , come galline infreddolite e torpide . Davanti a loro , sui lastroni , è esposta la merce : minimi mucchietti di peperoncini , pochi sacchetti di foglie verdi di coca , qualche frittella fatta in casa . Guardano a questa misera roba con indifferenza , come se non gli appartenesse . Più su , tra le bancarelle del mercato , l ' atmosfera è in apparenza quella dei mercati di tutto il mondo : compratori che circolano lentamente guardando ed esaminando ; venditori che se ne stanno immobili dietro i banchi . Ma ad un esame più attento , ci si rende conto che in quella folla mancano l ' allegria , la confusione e anche la promiscuità e la sporcizia proprie dei mercati . Il mercato boliviano è grave , poco rumoroso , pulito e senza contatti e spintoni . Certo , si potrebbe attribuire questo carattere al temperamento poco vivace della gente di montagna . Ma forse la ragione è più profonda . Forse , in maniera inconscia , fra venditori e compratori c ' è una tacita intesa per non dare importanza al mercato in quanto occasione sociale , luogo di comunicazione e di incontro . In altri termini , bisognerebbe ravvisare nella riserva e compostezza degli Indi un aspetto tra i tanti del " rifiuto sociale " che in tutta l ' America Latina gli indigeni hanno opposto , fin dai tempi della conquista , al sistema colonialista . Questo rifiuto sociale degli Indi , cioè rifiuto di comunicare , di partecipare , di integrarsi , è una delle cose che colpisce di più in Bolivia . Certo per gli Indi , come per gli africani , è difficile passare da un ' economia autarchica e di mera sussistenza al produttivismo e al consumismo del mondo moderno . Ma al contrario degli africani che mostrano un vivo e manifesto desiderio di partecipare alla civiltà industriale , gli Indi oppongono a questa stessa civiltà una resistenza passiva fatta di cocciuta fedeltà alla tradizione e di assoluta mancanza di ambizione . Negli Indi si avverte se non proprio ostilità , cattiva volontà ; non tanto forse per diffidenza verso la novità quanto per nostalgia inconscia e rancorosa di un passato defunto e migliore . Insomma , mentre dietro l ' africano si sente un ' antica simbiosi con la natura rispetto alla quale neppure la schiavitù può considerarsi una soluzione di continuità , nell ' indio invece si intuisce il trauma di una civiltà originale bruscamente e spietatamente distrutta . La sensazione di un ripiegamento , di un rifiuto , di una rinunzia non soltanto imposta ma anche voluta , è del resto confermata dall ' archeologia . A cento chilometri da La Paz , le rovine stupende del tempio di Tiahuanaco con le loro muraglie fatte di enormi blocchi incastrati a secco fanno guardare con stupore alle figure goffe degli Indi , mascherati secondo il rozzo folklore dell ' oppressione europea . Si stenta a credere che quei contadini in costume appartengano allo stesso popolo che ha costruito il tempio . E vien fatto di pensare che nessun gruppo umano può impunemente retrocedere ad uno stato primitivo , dopo aver creato una civiltà . Esso apparirà non già tornato alla natura ma regredito , umiliato , decaduto . La civiltà , a quanto pare , è un ' esperienza incancellabile . Naturalmente i responsabili della situazione odierna degli Indi , cioè gli spagnoli , sono oggi acutamente consapevoli del problema costituito da questa massa inerte e frustrata di cittadini di secondo grado che oltre tutto incide per l ' ottanta per cento sulla popolazione della Bolivia . Si distinguono diverse maniere di affrontare il problema indio . Prima di tutto i colonialisti tradizionali . Per loro l ' indio refrattario all ' educazione , privo di ambizioni consumistiche e sociali , attaccato alle sue tradizioni , dedito alla coca e all ' alcool , sarebbe irrecuperabile . Non c ' è bisogno di molto acume , tuttavia , per capire che i colonialisti trasformano in caratteri razziali gli effetti della catastrofe storica dell ' indio . In secondo luogo vengono coloro che basandosi su una certa letteratura di rivalutazione degli Indi , il cui massimo rappresentante è stato D.H. Lawrence , si sono costruiti il mito di una civiltà india di gran lunga superiore a quella occidentale in quanto tuttora attaccata ai valori del sangue e della terra . D.H. Lawrence si era servito di queste idee per polemizzare con la civiltà industriale dell ' Occidente . Ma in Bolivia , paese agrario , simili teorie sembrano nient ' altro che l ' altra faccia del colonialismo con il quale , infatti , condividono , sia pure per motivi diversi , la convinzione che l ' indio sta bene come sta e che di conseguenza niente va cambiato . Infine i socialisti di vario genere , sia i gruppi socialnazionalisti oggi al potere sia i castristi all ' opposizione , considerano l ' indio come il risultato di un processo storico di degenerazione dovuta a quattro secoli di spietato e imprevidente sfruttamento . I rimedi proposti dai socialisti variano secondo che pongono l ' accento piuttosto sul dato culturale e nazionale o sull ' economico . Ma tutti sono d ' accordo in fondo nel considerare l ' integrazione dell ' indio nella vita sociale , economica e culturale del paese come il problema massimo della Bolivia . Abbiamo visto gli Indi in due occasioni , l ' una , diciamo così , privata , l ' altra pubblica . La prima è stata durante una gita al lago Titicaca , l ' immenso lago sacro alla cultura india , ai confini col Perù . In un villaggio sulla strada , in un grande spazio terroso , in pendio , limitato , in fondo , da un muro bianco sul quale a grandi lettere nere si leggeva scritto : " Cristo unica esperanza " , aveva luogo un ballonzolo rusticano . Un gruppo di suonatori girava di qua e di là saltellando e intonando certe ariette discordi e agre con pifferi di canne , bidoni di benzina e tamburelli . Gli Indi gravi , goffi , malsicuri e rozzi entravano nella danza tenendosi per mano , in una lunga fila che pian piano si trasformava in una specie di pesante e orsino girotondo . Veniva fatto di ricordare il quadro celebre della festa contadina di Breughel , ma senza allegria , senza prosperità , senza slancio , in un ' aria triste , frustrata e misera anche se certamente autentica . L ' occasione pubblica è stata durante uno spettacolo di balli folcloristici al palazzo del governo , davanti al miglior pubblico della capitale e il più ufficiale . In prima fila sedevano tutti i ministri e il presidente della repubblica Ovando . Danzatori indi di diverse tribù , nei costumi tradizionali , hanno eseguito danze tradizionali assai pittoresche , al suono dei soliti striduli pifferi e dei soliti cupi tamburi . Finito lo spettacolo il presidente si è alzato e i danzatori , uno per uno , sono sfilati e hanno stretto la mano al presidente ricevendone in cambio una specie di fraterno abbraccio . C ' era un ' aria strana come di riconciliazione difficile e comunque non del tutto sincera tra due gruppi nemici . Si avvertiva l ' impaccio di una distanza sociale e culturale che permaneva nonostante la buona volontà di ambedue le parti . La Bolivia non è un paese unitario ma dualistico . E per molto tempo ancora sarà difficile che cambi .
L'altipiano dei fallimenti ( Moravia Alberto , 1970 )
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La Paz . Da La Paz al lago Titicaca si va in macchina in meno di due ore . Si corre per una pista di pietrisco attraverso la steppa che ha un colore uniforme fra il marrone e il bruno , con striature gialle e grigie : il colore dei cespugli bassi e spinosi che riescono a resistere ai venti , al freddo , all ' aridità , alla rarefazione dell ' aria dell ' altipiano . Poiché è la stagione delle piogge , un ' immobile nuvolaglia nera pende a mezz ' aria , simile ad una catena di montagne capovolte , con la base in su e le punte in giù , lasciando sereno l ' azzurro scuro e gelato degli orizzonti . L ' altipiano non è così piatto come sembra : ogni tanto file di colline pietrose e sgretolate si sollevano di poco sulla steppa . Valichiamo una di queste collinette ed ecco , sotto di noi , allargarsi la distesa diafana del lago Titicaca . Ha un ' estensione di novemila chilometri quadrati ; ma le numerose isole e promontori che ne emergono e l ' aspetto paludoso , incerto , informe delle rive lo fanno parere un ' immensa pozzanghera sparsa di pietre , che si stia prosciugando al sole . Quest ' impressione è esatta , del resto . Il lago sta morendo ; perde per assorbimento del terreno e per evaporazione più acqua di quanto ne riceva . Eppure il lago Titicaca così informe , così deserto , così privo di tracce umane , è stato il centro di una delle due sole culture originali ( l ' altra è quella del Messico ) dell ' America precolombiana . Al lago Titicaca sono collegati i miti delle origini del mondo secondo la religione india ; e gli inizi della dinastia imperiale degli Incas . In una delle sue trentasei isole , chiamata , per il culto a cui era votata , l ' Isola del Sole , è apparso per la prima volta , secondo il mito , Viracocha , creatore dell ' uomo , della donna , degli animali , del cielo e della terra . In quella stessa isola sono nati í figli del Sole , Manco Capac e sua sorella nonché coniuge alla maniera faraonica Mama Ocllo , capostipiti della dinastia che in linea diretta , attraverso quindici monarchi , arriva fino ad Atahualpa , l ' ultimo imperatore , ucciso a tradimento da Francisco Pizarro . Di queste leggende e di questi eventi il lago Titicaca , naturalmente , non conserva nulla . La memoria atavica degli indi e le ricerche archeologiche degli europei qui si scontrano con il vuoto assoluto e maestoso di una natura forse originariamente abitata dalla storia ma che la storia ha abbandonato per sempre . Poco lontano dal lago Titicaca , in un immenso anfiteatro naturale formato da basse colline nude ed erose , si trovano le rovine del santuario di Tiahuanaco , il centro religioso più importante della civiltà india prima degli Incas . A Tiahuanaco si esasperano i caratteri dell ' altipiano : solitudine , luminosità , vastità , vuoto , silenzio . Il tempio affondato per metà sottoterra , ha muraglie costruite con enormi blocchi di pietra grigia incastrati a secco con grande ingegnosità e perfezione . La celebre Porta del Sole , con la sua divinità dalla testa felina e la stele chiamata dagli Spagnoli el fraile ( il frate ) , in realtà un dio anch ' esso , in forma umana , con caratteri tipici indi ( busto lungo , gambe corte , testone , facciona ) sono le parti del tempio in cui , oltre alle capacità tecniche ed architettoniche , si rivela il talento propriamente artistico degli indi . È ammirevole , attraente , bella quest ' arte ? Diremmo piuttosto che è strana e che ispira un curioso senso di malessere , diciamo così , estetico . Paragonata ai prodotti artistici dei veri primitivi ( arte negra , polinesiana , greca arcaica ecc. ecc . ) rivela una stilizzazione , una cifra per niente ingenue , di tipo tardo e decadente che dà un ' impressione sgradevole come di frutto per metà acerbo e per metà già putrefatto . Che c ' è in fondo a quest ' impressione ? Il senso di una civiltà isolata , senza possibilità di prestiti , di confronti , di apporti , che arriva alla decadenza direttamente dalla primitività senza passare per la fase della maturità . Quel non so che di crudele e di tetro che emana da quest ' arte sembra alludere al destino proprio delle cose predestinate al fallimento in quanto fin dagli inizi avviate per la strada sbagliata . L ' individuo può correggere i propri errori attraverso una presa di coscienza ; ma le nazioni , le società , le collettività , poiché non vivono a livello morale ma storico , non si accorgono di sbagliare e in realtà non " possono " sbagliare . Possono soltanto fallire , ossia avere una storia breve , una storia catastrofica , una storia in forma di vicolo cieco . Nell ' erba , presso la muraglia del santuario , giacciono alla rinfusa molti blocchi di pietra . Si pensa che siano caduti giù per opera del tempo o delle devastazioni degli spagnoli . Ma non è così . Il santuario di Tiahuanaco , a quanto sembra , è stato abbandonato prima di essere finito . Quei blocchi semi - lavorati erano già interrati nell ' erba prima della conquista . Chissà , forse gli indi si erano accorti di aver " sbagliato " ; di essere stati traditi dai propri dei ; ossia di aver creato una civiltà predestinata al fallimento . Sull ' altipiano , però , non sono stati soltanto gli indi a fallire ; ma anche i loro oppressori , gli spagnoli . La croce cristiana è graffita sulla spalla del / rade ; e dietro la collina spunta la cupola di una chiesa fabbricata , a quanto ci dicono , con materiale portato via dal santuario del Sole ; ma il fallimento spagnolo è visibile dappertutto nell ' abbandono in cui giacciono gli antichi palazzi viceregali , le monumentali chiese barocche , e ancor più nella miseria , nell ' ignoranza , nell ' arretratezza della popolazione india , dopo quattro secoli di cultura europea . Dalla chiesa , adesso , giungono suoni agri e discordi di musiche , tonfi cupi di tamburo , scoppi secchi di petardi . È la fiesta india , rozzamente e poveramente folcloristica la quale , tra la morte del santuario pagano e lo squallore della chiesa cristiana , dà il senso acuto e straziante del fallimento congiunto delle due culture . La civiltà india originaria ( chiamata collas dal nome della tribù più importante ) era di tipo comunitario , libera e democratica . Ma all ' arrivo degli spagnoli , questa civiltà già da quattro secoli è stata trasformata dagli Incas in impero schiavistico . D ' altra parte , gli spagnoli conquistano l ' America in piena fase controriformistica , quando tutto ciò che c ' è di vivo e di nuovo in Europa si trova schierato contro la Spagna . Così la conquista si potrebbe definire la fusione di due fallimenti , quello indio e quello spagnolo , l ' innesto mostruoso della decadenza europea sul tronco della decadenza india . Ma qual è il motivo profondo del momentaneo successo di questa operazione teratologica ? Come mai un centinaio di avventurieri si sono impadroniti di un impero di dieci milioni di indi ? Forse l ' evoluzione singolare dell ' istituzione della mita può fornire , in maniera simbolica , la chiave del mistero . Originariamente , ai tempi della civiltà comunitaria preincaica , la mita era un servizio pubblico al quale le comunità indie si assoggettavano volontariamente e gratuitamente . Si trattava di coltivare le terre della comunità , di irrigarle , di imbrigliare í corsi d ' acqua , di mantenere i sentieri ecc. ecc. La mita era insomma un lavoro collettivo in cui si manifestava l ' alto grado di senso " associativo " degli indi . Poi con l ' impero degli Incas , la libera organizzazione comunitaria , si trasforma in struttura rigidamente centralizzata e statale ossia , in sostanza , in servitù della gleba inquadrata e diretta da una burocrazia di tipo religioso . Si trattava , però , di una servitù della gleba di un genere particolare , non tanto basata sullo sfruttamento a scopo di lucro , quanto sulle necessità reali di un ' agricoltura estensiva che dipendeva in gran parte dai vasti e complessi sistemi di irrigazione . Il passaggio dalla servitù della gleba degli Incas alla franca e orrenda schiavitù mineraria imposta dagli spagnoli , sembra dovuto alla forza . In realtà , è reso possibile dal senso sociale degli indi , che già a suo tempo aveva consentito la trasformazione dell ' economia comunitaria in economia statale . Intendiamoci : il senso sociale non è un difetto ma una qualità . Sempre , però , che non distrugga l ' istinto individuale , come sembra essere avvenuto nella civiltà india . La mancanza di individualismo fa sì che la mita da servizio pubblico libero e spontaneo si trasformi con gli Incas e poi con gli spagnoli in corvée . Gli indi erano soprattutto e soltanto " sociali " ossia docili , sottomessi alle leggi , disciplinati e ligi . Gli Incas si sono serviti di questa socialità per avviare gli indi allo statalismo teocratico ; gli spagnoli per farne degli schiavi . In un secolo la popolazione india cade da dieci milioni ad un solo milione . La mita diventa una condanna a morte . Tanto è vero che quando un indio veniva reclutato per la mita mineraria , i compagni gli facevano i funerali in anticipo . Il mitayo era sinonimo di indio morto . All ' atrofia del sentimento di individualità degli indi fa riscontro l ' ipertrofia dell ' individualismo degli spagnoli . I conquistadores sono avventurieri intrepidi ma senza neppure l ' ombra di quel cristianesimo di cui tuttavia alzano il vessillo . Spietati , fedifraghi , sanguinari , insaziabili , dicono di rappresentare la società spagnola ; ma in realtà rappresentano soltanto se stessi , anche perché la società spagnola individualista e feudale , è stata lei a farli così come sono . Anche a giudicarli col metro morale molto particolare del Rinascimento , difficilmente possono essere giustificati e tanto meno assolti . Sterminano gli indi , si sterminano tra di loro ; e questo pur sempre per motivi di potere e di bottino . È vero che la Corona di Spagna e la Chiesa cercano di proteggere le disgraziate popolazioni indigene ; ma sono lontane mentre i feudatari sono presenti sul luogo . Il fallimento spagnolo è già in germe in questo individualismo efferato e imprevidente . Come , d ' altra parte , il fallimento indio era già in germe nell ' eccessivo senso comunitario , nella mancanza di spirito individuale degli indi .
L'Africa ha il suo Marx ( Moravia Alberto , 1974 )
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Libreville . Un nuovo Machiavelli , oggi , certo abbandonerebbe la figura del Principe , nutrito di letture umanistiche , da Tito Livio a Plutarco e a Tacito e disegnerebbe invece quella del rivoluzionario moderno , assurto o no al potere . Questo rivoluzionario , naturalmente , sarebbe anche lui un uomo di cultura ; ma la sua cultura non sarebbe più quella dell ' umanesimo rinascimentale bensì una mescolanza di ideologia e di scienza . Come Marx , come Lenin , come Trotzki , come Stalin , come Mao , il rivoluzionario moderno sarebbe , oltre che un uomo politico portatore di una determinata ideologia , un cultore di quelle scienze che si occupano del fatto sociale . Frantz Fanon , il medico martinicano creatore del " fanonismo " ossia della sintesi più potente , più complessa e più vasta elaborata finora da tutti i motivi della rivoluzione anticolonialista nel Terzo Mondo , non costituisce un ' eccezione alla regola che oggi vuole l ' uomo politico anche uomo di scienza . Frantz Fanon era , infatti , un sociologo acuto e lucido , oltre che un uomo d ' azione e un poeta della palingenesi del Terzo Mondo . Ma quello che rende Fanon diverso dagli altri rivoluzionari e probabilmente unico nel suo genere , è il fatto che fosse anche uno psichiatra . Quanto a dire che egli si interessava attivamente non soltanto all ' uomo come animale politico e sociale ma anche alla persona umana vista nella sua inconfondibile e singolare interiorità . Immaginiamo un Marx che non solo ci descriva , nei suoi effetti sociali ed economici , il lavoro infantile nelle fabbriche inglesi del suo tempo ma anche esamini i riflessi di questo lavoro nell ' animo di una particolare bambina o di un particolare ragazzo ; e avremo il senso preciso della situazione centrale rispetto alla cultura moderna di Frantz Fanon ideologo della lotta anticolonialista e della " negritudine " , personaggio di primo piano della rivoluzione africana , medico psichiatrico , scrittore ormai classico . La sua originalità , come sempre avviene , va soprattutto ravvisata nella sua capacità di conciliare senza sopprimerle le contraddizioni estreme . Frantz Fanon è fautore a oltranza del nazionalismo come l ' arma più efficace contro il colonialismo e il mezzo migliore per creare o recuperare le culture nazionali ; ma al tempo stesso sembra rendersi conto che il nazionalismo europeo è stato il padre del colonialismo e del razzismo e che , invece di creare o recuperare le culture nazionali , il nazionalismo , strumentalizzandole , ne arresta lo sviluppo e ne uccide i germi più fecondi . È sostenitore del ricorso alla violenza sistematica e spietata nella lotta contro il colonialismo ; ma al tempo stesso , ne I dannati della Terra , nel capitolo " Guerra coloniale e disturbi mentali " studia con lucidità e delicatezza gli effetti distruttivi di questa stessa violenza nell ' intimità dell ' animo umano ( a proposito , cosa avrebbe detto Fanon dei killers di Fiumicino che si sono dichiarati " fieri " di aver bruciato vivi trenta innocenti , lui che , tra i casi clinici della guerra totale in Algeria , include quello dei due ragazzi arabi , assassini alienati e automatici di un loro amichetto francese ? Avrebbe riscontrato in quella " fierezza " un tratto psicopatico oppure l ' avrebbe approvata ? ) . Infine egli odia le cosiddette borghesie nazionali africane ( " la fase borghese nei paesi sottosviluppati è una fase inutile " ) ; ma al tempo stesso si palesa estimatore della borghesia europea anche se colonialista e imperialista ( " questa borghesia dinamica , colta , laica è riuscita pienamente nella sua impresa di accumulazione del capitale e ha dato alla nazione un minimo di prosperità " ) . Frantz Fanon è morto nel 1961 . L ' Algeria , alla cui rivoluzione ha partecipato in qualità di militante , la maggior parte delle colonie africane alla cui liberazione ha contribuito potentemente con la sua opera scritta , sono Stati indipendenti . Ora , cosa direbbe Frantz Fanon oggi del Terzo Mondo e in particolare dell ' Africa nera come si è venuta assestando a livello politico negli ultimi anni ? Nell ' opera di Frantz Fanon , vorrei distinguere due parti . La prima è quella in cui Fanon definisce la situazione del negro nel mondo creato dai bianchi e , conseguentemente , incita gli africani alla violenza per distruggere il colonialismo razzista . La seconda , che chiamerei testamentaria e profetica , è quella in cui Fanon critica le nuove società africane e i loro sistemi politici e suggerisce i modi , " per l ' Europa , per noi stessi e per l ' umanità " coi quali sarà possibile " rinnovarsi , sviluppare un pensiero nuovo , tentare di metter su un uomo nuovo " . La prima parte contiene una requisitoria folgorante contro il colonialismo e il razzismo e va considerata fondamentale per tutto quanto riguarda il Terzo Mondo : ma occorre dirlo , essa ormai " data " senza per questo perdere il suo valore ideologico e letterario , come è proprio in genere dei classici , appunto perché ha determinato in maniera irreversibile e definitiva la presa di coscienza da parte degli africani e degli europei nei riguardi del colonialismo . Il quale , è vero , è ancora attivo in Africa , ma appare , ormai , anche per merito di Fanon , del tutto anacronistico e svuotato di contenuto . La seconda parte , quella che ho chiamato testamentaria e profetica , è e sarà invece per lungo tempo di attualità non soltanto nel Terzo Mondo . È chiaro infatti che quando Fanon , nella conclusione dei Dannati della Terra , dice : " Cerchiamo di inventare l ' uomo totale che l ' Europa è stata incapace di far trionfare " egli si rivolge indistintamente a tutti gli uomini . Ma accanto a questa attualità , diciamo così , universale , ce n ' è un ' altra che riguarda direttamente e unicamente la nuova Africa . Vediamo adesso perché e in che modo . Come ho già accennato , Frantz Fanon è prima di tutto , per le esigenze della lotta anticolonialista , un nazionalista convinto . Ma egli non crede alla possibilità e tanto meno alla necessità di una borghesia nazionale in Africa . Logicamente , quindi , Fanon finisce per orientarsi verso il socialismo cioè verso quella democrazia " dal basso » che si esprima nell ' istituzione del partito unico , depositario dell ' ideologia " progressista " ( per distinguerlo , come si vedrà , dal partito unico " reazionario " ) . Il pluripartitismo di specie parlamentare è , infatti , inconcepibile senza una borghesia forte e colta e abbiamo già visto che per Fanon questa borghesia in Africa non è né possibile né desiderabile . Non c ' è dubbio , insomma , che se Fanon non fosse morto nel 1961 , avrebbe accolto , pochi anni dopo , molte delle istanze sociali e politiche della contestazione . Adesso guardiamo all ' Africa , oggi . Il fenomeno politico che colpisce a prima vista è il trionfo del partito unico e del suo indispensabile complemento , quello cioè che Fanon chiama il leader . Quasi dappertutto , insomma , il pluripartitismo parlamentare , con le sue appendici indispensabili di libertà individuali e di diritti dell ' uomo , è stato annullato da rivoluzioni , colpi di Stato militari e no , dissoluzioni delle opposizioni . Forse nessuno è più idoneo , oggi , a spiegarci i motivi , diciamo così , " interni " di questa crisi del pluripartitismo in Africa , di un uomo come Kenneth Kaunda , attuale presidente dello Zambia . Questo paese per dieci anni dopo l ' indipendenza è stato governato da Kaunda col sistema pluripartitico . L ' anno scorso , Kaunda ha proclamato lo Zambia paese a partito unico . In una intervista a " Newsweek " , alla domanda di come sono andate le elezioni basate per la prima volta sul partito unico , Kaunda risponde con una certa quale ingenuità : " Sono state le elezioni più tranquille che abbiamo mai avuto in questo paese . In passato , tutte le volte che scioglievo il parlamento , letteralmente mi aspettavo la morte di molti dei miei concittadini . La burocrazia , l ' esercito , la polizia , tutte le istituzioni della nazione erano spaccate dalle linee politiche dei partiti . D ' altronde questi partiti erano a loro volta basati sulle tribù e così , qualsiasi cosa si facesse , portava alla divisione . " A questo quadro desolante degli effetti del pluripartitismo , il giornalista americano fa seguire la logica domanda : " Ma il partito unico può realmente essere democratico ? " . Al che Kaunda risponde : " In Occidente , quando si parla di partito unico , i più pensano immediatamente a tirannie , repressioni , dittature ... Io non accetto questo punto di vista . Noi abbiamo tentato il pluripartitismo qui nello Zambia . Sinceramente , abbiamo cercato di farlo funzionare . Ma ci siamo trovati sommersi dai risentimenti tribali , religiosi , razziali e così via . Questo sistema qui non funziona ; avrebbe distrutto la nazione ... allora alla fine abbiamo deciso di creare un sistema nuovo " . Non c ' è molto da aggiungere a queste parole così illuminanti sulla crisi del pluripartitismo e sul passaggio alla " democrazia " del partito unico . Naturalmente il carattere politico e sociale di questi partiti unici varia grandemente . Una prima suddivisione sarebbe quella tra partiti unici legati alle borghesie nazionali e partiti unici socialisti dalle varie sfumature , dal " socialismo africano " al marxismo di stretta osservanza . Una seconda , quella tra leaders militari e leaders civili . Una terza potrebbe essere basata sulle tendenze politiche di questi leaders : vi sono militari che si proclamano socialisti , e civili che si appoggiano alle borghesie nazionali , e viceversa . Ma c ' è un tratto comune che sovrasta a tutte queste differenze ; ed è la personalizzazione del potere o , se si preferisce , il culto della personalità . Quest ' ultima definizione è diventata ormai un luogo comune il cui significato , appunto perché ovvio , quasi sfugge all ' attenzione . Ma in Africa il culto della personalità è proprio il culto della personalità , né più né meno . Nei nuovi Stati africani tutto sembra contribuire al culto della personalità : la dittatura del proletariato come la dittatura militare , il partito unico socialista come il partito unico borghese nazionale , il centralismo urbano e industriale come il decentramento tribale e contadino . Ciò che si vede , nella sua ingenuità e autenticità , ha un valore altrettanto probante di ciò che si potrebbe scoprire con indagine approfondita . Per esempio i perizomi vivaci in cui si avvolgono le donne africane , dovunque e coi più diversi partiti unici , mostrano spesso sul dorso e sul ventre il ritratto in grandezza naturale del leader con il titolo che gli compete ( quasi sempre " presidente " , in alcuni casi " presidente a vita " ) circondato di slogan e motti di propaganda . D ' altra parte , bisognerebbe essere ciechi e sordi per non accorgersi , viaggiando in Africa , dell ' atmosfera di timore reverenziale , di devozione intransigente , di rispetto protocollare che circonda la personalità del leader , nonché dei modi più o meno autoritari del suo predominio . Accanto a questi caratteri che si possono ancora chiamare positivi , ve ne sono altri che difficilmente potrebbero essere considerati tali . Il culto della personalità , come abbiamo visto , si basa sul partito unico , e dunque sulla assenza dei partiti di opposizione . Da questo , all ' intolleranza verso gli oppositori esterni e interni , il passo non è lungo . È un fatto accertato che in alcuni Stati africani retti a partito unico , secondo l ' ultimo rapporto dell ' Amnesty International molti oppositori di varie tendenze politiche si trovano in carcere senz ' altro motivo che il loro dissenso dal leader . L ' imprigionamento degli oppositori dimostra , secondo me , più di qualsiasi acritico fanatismo popolare , il prevalere del culto della personalità . Allo stesso modo che l ' esistenza legale di un ' opposizione è l ' indizio più sicuro di segno contrario . Insomma , il leader africano militare o civile , borghese - nazionale o socialista - si ammanta spesso di un potere che bisogna pur chiamare carismatico . Al carattere sacrale del potere politico contribuisce probabilmente anche la particolare religiosità delle masse . Le religioni , tutte le religioni , sia quelle autoctone e tribali sia quelle a sfondo universalistico , non sembrano spesso avere in Africa limiti sociali e psicologici precisi . Come i grandi fiumi africani che alla stagione delle piogge escono dai loro alvei e inondano immensi territori , la religiosità africana , pur di fronte a novità sconvolgenti come il socialismo e il nazionalismo , non tanto scompare quanto trapassa dalle vecchie alle nuove istituzioni tutte sommergendole nella sua irresistibile onda mitica . Il leader africano prim ' ancora che un militare o un civile , che un borghese nazionale o un socialista , è spesso un padre spirituale , una guida morale , un maestro di saggezza , un capo religioso , un tutore ideologico , un messia politico . I leaders si chiamano " Osagyefo " ( redentore ) e " Mwalimu " ( maestro ) ; parlano di " Ujamaa " ( spirito della famiglia ) e di " Harambee " ( cooperazione ) oppure informano il partito ad " un umanismo cristiano " affinché " il servizio incondizionato dei nostri compagni sia la più pura forma del servizio di Dio " . Sugli autobus in gran parte dell ' Africa nera , al di sopra della scritta che ne indica il percorso , si leggono frasi edificanti di questo genere : " Dio è la mia guida " ; " L ' onestà è il migliore sistema " ; " Con Dio mi sento sicuro " ; " Onora tuo padre e tua madre " , ecc. ecc. L ' idea soggiacente al potere carismatico sembra essere che la società è tutta una grande famiglia affettuosa in cui si viene istruiti , educati , assistiti , guidati e , alla fine , premiati o puniti . Naturalmente tutto questo non impedisce al potere di essere il potere , alla politica di essere la politica , alle classi di essere le classi . Si tratta , insomma , soprattutto di una questione di linguaggio connessa a sua volta con la civiltà contadina che è propria di tutto il Terzo Mondo ma che in Africa ha caratteri originali diversi dall ' Asia e dall ' America Latina . D ' altra parte bisogna avvertire che il carisma non impedisce affatto una consapevolezza del tutto realistica dei limiti e dei lati negativi sia del leader che del sistema a partito unico . Ma la personalizzazione del potere sembra essere alla fine la condizione essenziale affinché il carisma si verifichi .