Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> categoria_s:"StampaQuotidiana" > anno_i:[1910 TO 1940}
GIOVANNI BOINE ( GOBETTI PIERO , 1923 )
StampaQuotidiana ,
In Giovanni Boine può avvertirsi una preoccupazione centrale di eticità che egli venne chiudendo duramente in sè stesso . Invero le sue simpatie per la religione non erano in fondo che una forma di culto della personalità , rimasto l ' elemento fondamentale e quasi il segno di una ricca spiritualità nei migliori dei vociani , come reazione deliberata al pericolo degli schematismi filosofici . Boine cominciò col Rinnovamento e si pose in termini di cultura il problema della religione come problema di tradizione e di storia . Ma nonostante tutti gli sforzi , rimane già in questo preludio il peso di una preoccupazione personale , quasi fisica , che vuol trovare l ' unità nelle frammentarie esasperate espressioni di se stesso . La polemica col Croce lo individua perfettamente nel suo bisogno di valori individuali , di esperienze intime e nell ' esaltazione , che il Croce canzonò crudelmente , della propria oscurità e incompletezza contro l ' altrui sistemazione . C ' era nel Boine , nella sua sconsolata solitudine una paura del rigorismo filosofico che gli faceva esaltare nella religione la possibilità di una storia più umana . Egli si trovava psicologicamente assai più vicino agli sforzi fogazzariani di quel che non immaginasse e della stessa natura immorale era quel suo pensare la fede con torturante voluttà , come annientamento ognora sentito della libertà per opera dell ' imposizione e quell ' intendere l ' inconoscibile in funzione del pensiero , come un ' eterna allontanantesi e risorgente illusione . Ma , conscio dell ' immoralità di certe conciliazioni , Boine voleva qualche cosa di più ferrigno che la filosofia dolce della leggenda e del rito e delle sentimentali emozioni . Si separò dal Rinnovamento perché non ne condivideva le intenzioni pratiche , di rinnovamento ecclesiastico , perché gli ripugnava l ' agire per gli altri , tutto chiuso e incerto di sé stesso , e sentiva il bisogno di negare almeno in loro quell ' ambiguità di fiacche coscienze e di estetica religiosità che avvertiva latente in sé . Gli ripugnava l ' apostolato come la semplicità romantica . Educato alla rudezza di mistici , aveva bisogno di aspirare almeno alla verità , di ribellarsi alle angosciose incertezze e all ' impotenza intima . Accostatosi alla Voce , scrisse l ' Esperienza religiosa che è come la prova del fuoco della sua incapacità di decidersi tra religione e filosofia . Di questo dissidio parve che egli si accontentasse aspramente senza decidersi al dilemma né sperare conciliazioni . Cerca sconsolatamente il vero Dio sapendo di non trovarlo . Le sue doti di speculazione non bastavano per sollevarlo alla razionale certezza . Incapace di dedizione e di amore , non poteva credere . Da queste insoddisfazioni e da questi difetti nasce la sua disposizione all ' arte , qualcosa di non spontaneo , di duro , di acerbo , ma con tentativi e conquiste improvvise di profondità . Ci sono certi caratteri di letteratura ascetica e di racconti di edificazione ( a parte gli intenti ) , un certo pudore nell ' affrontare la materia e una scontentezza costante di uscire da sé per obbiettivare ciò che non era ancora certo e sereno . Aveva bisogno di esperienze per nascondere un po ' il suo egoismo e la sua tortura . ( E perciò scrisse addirittura di questioni politiche , di coltivazione degli ulivi in Liguria , di decentramento , ecc . ) . L ' arte sua recava il vizio di origine di una filosofia non chiara . Il nucleo ne era robusto ma non specifico , e interrotto . Di qui la frammentarietà e la sterilità delle ricerche metriche , delle assonanze , del periodo musicale che lasciano un senso di aridità . E ' un ' anima in pena . Certi cupi abbandoni ricordano Slataper , ma vi manca il maestro di vita , la consolazione dell ' espandersi : era condannato a un perpetuo irrigidimento . Nel Peccato c ' è lo sforzo costruttivo più profondo e complesso . Ma se si ricercano esigenze d ' arte bisogna convenire che il tentativo pecca di troppe lungaggini , e lo stile urta per quel monologare insistente , complicato di parentesi che non sono mai un limpido chiarimento , ma sovrapposizioni critiche esasperate o spunti ironici di pessimo gusto o divagazioni scomposte che egli vuol accumulare perché gli effetti siano più intensi , incapace di un dominio reale e sereno . Non si vince un senso di oppressione . " L ' intenzione generale , dice egli stesso in Plausi e botte , era di rappresentare quel lirico intrecciarsi di molto pensiero sulla scarsezza di pochi fatti ; quel continuo sconfinare della poca cronistoria esteriore nella contraddittoria , nella dolorosa , angosciata complessità del pensare che è la vita di molti e la mia ; intenzione di esprimere in complessità , una compresenza di cose diverse nella brevità dell ' attimo , dentro una apparente povertà di vita " . Ma i risultati di questo sintetismo convulso condannano le intenzioni , per l ' infecondità della fantasia e l ' assenza di buon gusto : incalzano le preoccupazioni e i ripensamenti per la smania non già di chiarire ma di concettualizzare . I Frantumi segnano il logico svolgimento di questa violenta disciplina , di questa repressa frammentarietà . Abolite le parentesi , abbiamo prosa ritmica , tenui spunti lirici , impressioni , notazioni ; ma sono l ' esperienza naturale , tormentata e ancora gretta , non trasfigurata . Il meglio in fatto di risulta ti lirici è nelle Prosette quasi serene , dove troviamo un Boine elegiaco , idillico , con una commozione raccolta e melodica . Questa malinconia non è molto lontana da Gozzano , da Corazzini , da Palazzeschi , ma c ' è un senso di incertezza e di predisposizione all ' armonia più umile e ritrosa , quasi un pudore contenuto ; benché l ' oggettivazione non si liberi da certi riferimenti non belli in cui riappaiono i limiti chiusi dell ' uomo , attraverso certi freddi e leziosi concettini . Pesava su di lui una condanna irrimediabile . Al suo orgoglio , alla sua solitudine è negata la confidenza del creare . Era , come dice Papini , della " razza triste dei solitari , con pruriti di apostolo , con brividi di santità , con estenuazioni di misticismo " . Ossia il suo tormento non riusciva a sollevarsi dalle forme inferiori , da sofferenze quasi fisiche . Tormenti , non ancora pensieri . Certe sue ricerche di complessità , certe finzioni di costruttività lirica sono dolorosamente tragiche , perché assistiamo al loro sfarsi , nolente il poeta , come se egli avesse disposti tutti i materiali e accarezzate fantasie già approssimative e adatte , ma un male oscuro e un ' impotenza finalmente avvertita ne sconvolgessero la sintesi sperata . La sua tesi sull ' arte identica con la filosofia , l ' importanza che egli si ostinava ad attribuire al contenuto esprimevano una dura esigenza personale , un ' aspra confessione . La sua filosofia non poteva avere se non un valore di esperienza , a tutti gli sforzi degli altri il suo sforzo rimaneva estraneo ; egli doveva accontentarsi della sua storia e della sua teoria . In tutto questo c ' è qualcosa di patologico . Le sue critiche ( Plausi e botte ) sono ciò che vi può essere di meno critico , prive di aderenze a problemi di gusto , per quanto anch ' egli avesse letto i suoi classici e fatte le sue notazioni di stile . Acre sempre , compatto , senza possibilità di sfumature o di signorile acutezza , negato a ogni versatilità , egli conserva come un odio cieco per la letteratura , intesa la letteratura non soltanto come estetismo , ma genericamente come sicurezza formale . Vuole delle crisi d ' anima , vuole la sua crisi d ' anima . E lo trovate in eterna polemica per ragioni di severità etica ; incontentabile verso sé stesso , sfoga con gli altri la sua sofferenza e volubilità . Nei suoi plausi e nelle sue botte manca non soltanto una continuità e consistenza di giudizio , ma anche ogni ideale assiduo e ogni attitudine a comprendere un ' esperienza etica . Ed è vano cercare una linea di svolgimento e di progresso . Abbandonato alle sue irrequietudini non riusciva a salvarsi dai suoi vizi , anzi li veniva facendo sempre più esclusivi e vividi . Riesce a scrivere le sue pagine migliori quando è costretto ad abbandonare finalmente la chiusa contemplazione di sé stesso per comunicare con gli altri , per esempio nella Ferita non chiusa . Il suo stile rivela impreviste risorse polemiche e una certa virtù tra comica e satirica tanto più efficace in quanto sa di chiuso e di lontananza . Certo si tratta più di impressione e di effetto pittoresco che di approfondimenti stilistici sicuri , ma il saggio Di certe pagine mistiche per esempio è pensato con rara efficacia . Nella polemica con Prezzolini ci sono dei tratti irosi , quasi di livore , in cui tuttavia il suo odio per la pratica riesce ad esprimersi , la sua angustia provinciale a teorizzarsi , attraverso il fraintendimento della tesi centrale dell ' idealismo militante . Tra molte lungaggini di pedanteria filosofica e di ritorsioni polemiche spunta fuori un bel ritratto di Prezzolini , dettato limpidamente dal furore . Anche le sue complessità stilistiche , le sue parentesi si possono qui tollerare meglio perché corrispondono ora alla vivacità polemica , ora alla reale abbondanza delle cose che ha da dire e al movimento del discorso . Ma soltanto in un ' operetta minore , nei Discorsi militari il Boine è riuscito ad andar diritto allo scopo che si era prefisso mettendo una maschera tra pedante e tra retorica al suo discorrere scapigliato . Il suo rigorismo trovava un valido modello nel Regolamento di disciplina che s ' era proposto d ' imitare e d ' esporre . I dubbi sono repressi dall ' intonazione didascalica . Tutto il discorso ha un aspetto di ordine e di obiettività che non si sarebbe sospettato . Qui si vede come l ' ingegno del Boine fosse più ricco di quel che egli non lo volle e suscettibile se non di una disciplina totale , nata dall ' interno , almeno di una certa dignità versatile . Ma la sua è la storia dolorante di una fibra che non poteva reggere alla fatica di dare una composizione ai tormenti intimi ; le sue attitudini erano incapaci di concentrarsi ; la sua fantasia rifuggiva dalle figurazioni riposate . Non si può leggere Boine senza provare la disperata commozione di un destino incompiuto , di una volontà eroica cui mancarono i muscoli .
SETTE MORTI ( VAINA_DE_PAVA EUGENIO , 1923 )
StampaQuotidiana ,
Otto anni or sono , nello scorcio del torrido luglio , cadeva sopra un ' anonima quota del massiccio del Monte Nero il nostro Eugenio Vaina de Pava , sottotenente negli Alpini del Val Toce . Il caduto era un interventista e un intervenuto della primissima ora ed al servizio della Patria sacrificava con la vita i più dolci e santi affetti , le promesse del fervidissimo ingegno e della vasta cultura , il vanto di un nome onorato ed illustre . Nei giorni che precedettero la sua morte eroica , egli veniva scrivendo in un taccuino il diario delle sue vibranti esperienze di guerra : la pagina che qui sotto riproduciamo fa parte di quel taccuino , da cui gli amici devotamente staccarono e pubblicarono le più belle cose . Qui il giovane eroe fissa e precisa con quale spirito di amore e di ascetismo crociato i giovani volontari cristiani si votarono al sacrificio supremo per la nostra Italia . Ed è opportuno che questa parola torni ad ammonire oggi d ' oltre tomba , specie per coloro che van falsificando nello spirito pubblico , con concezioni mitiche o nazionalistiche , il significato profondamente umano della guerra che per noi fu specialmente espiazione . Il monito supremo dei nostri eroici caduti risuona tutt ' ora sulla nostra dilacerata umanità come un grido di misericordia e di perdono.Sono rimasti nel nostro primo attacco all ' imboccatura del canalone , fulminati dalla mitraglia . L ' attacco passò oltre rombando , rompendosi , ondeggiando , piantandoci fino a sera in una improvvisata trincea . Io ebbi l ' ordine di trattenermi , con un stormo di feriti che solo la notte si sarebbero potuti sgombrare , sotto rocce arroventate dal sole , contro rocce scheggiate dallo shrapnel senza posa , all ' imboccatura del canalone della morte . I feriti tacevano serrando le labbra ; tante tante ore ; eravamo veramente soli , io e loro , i sette morti del nostro primo attacco . Mi chinai strisciando per l ' ultimo dovere di capo , li palpai ansante , sollevai l ' orribile peso , l ' orribile rigidità , staccai la piastrina di riconoscimento dalle giubbe , ritirai le cartucce , l ' armi , il portafoglio , l ' orologio , le carte personali . Attorno ai morti aleggiava un mondo invisibile del quale soltanto ora io raccoglievo la voce . Diceva una mamma fra i suoi cari spropositi di vecchia contadina : " Mi piace di sentire che sei così aperto e leale e ti vanti di essere alpino e vuoi andare avanti finché puoi , perché vincano gli Italiani . Ricordati però di non arrabbiarti mai e di non bestemmiare , di dire ogni sera un ' Ave Maria e di portare questa medaglina che madre vecchia ti affida " . Narrava una moglie tutti i fatterelli di casa e del vicinato , i piccoli dolori , gli incidenti , le gioie , consolava e benediceva , poi cedeva la penna al figliuolo grandicello e questi scarabocchiava al babbo un lungo racconto di gita presso i nonni , di giornata chiassosa trascorsa con altri cuginetti sulle rive del Lago Maggiore . Dietro la terza di quelle ombre era un piccolo mistero , forse una tragedia ignorata . La donna si scusa quasi di essersi recata dai suoi parenti e di aver loro lasciato per qualche tempo la bambina : " ma io son troppo fiera , sai , - soggiungeva - son troppo piena di rivolta e alla prima parola amara non avrei risposto nulla e sarei venuta via . Ma son diventati molto buoni ora , e parlan di te con gran gentilezza " . Tutte le penombre della vita risaltavano più spiccate attorno a quei cadaveri cui già circondava un ronzio crescente di mosconi d ' oro . Io non potevo più seppellire quei cadaveri , come non potevo sfuggire al quesito personale che m ' inchiodava più della mitraglia e del sole all ' imboccatura del canalone della morte : Non son essi un poco le mie vittime ? Non li venivo io , per il mio vacuo sogno , lentamente assassinando da dieci mesi ? Non sono stato io a spezzare colle mie mani , col mio pensiero , con tutto il mio sforzo di questi ultimi tempi tante soavi trame di vita , a disseccare tante fonti di attività umile e buona per non so che manìa morbosa di grandezza ? La mia opera mi stava davanti imponendomi il mio supremo esame di coscienza : ho passato anch ' io , è ben vero , la loro medesima tempesta ; ho sfidato anch ' io , con animo forse più cosciente del loro , la morte che passava ; potevo bene io essere al posto di costui che si è aggrappato al mio piede ad un tratto , ha detto ahi . . . ahi . . . come per una piccola puntura di spillo , quasi sotto voce , ha cominciato a scivolare , ha rotolato , è rimasto colla bocca aperta , la testa all ' ingiù , le braccia in croce . Ho cercato di pagar di persona , quanto era possibile , le mie affermazioni , questo era pur vero ; ma era ancor poco davanti a quella conclusione enormemente muta , davanti ai quattordici occhi sbarrati , alle sette bocche aperte , dove vi entravano le formiche . Morire ? Volevo allora sinceramente morire ? E sarebbe bastato ? O vivere ancora ed agire ? Passava in me un pallido riflesso di quella divina agonia che solamente un Dio poté sopportare , in una notte mortale , sopra una montagna terrestre , gravato di tutto l ' affanno umano . Il sole disparve dietro i calcari roventi di monte Kozliak e di Pleca : tremò la stella polare sull ' anonima quota di duemilacinquantadue , sbrecciato baluardo dell ' Austria ; sbocciò Cassiopea la sua M simbolica entro il canalone della morte sul fosco violaceo Rudeci Rob , sull ' aguzzo profilo del Moznik , contro cui avevamo gettato l ' onda dei battaglioni alpini che vi si era rappresa , aggrappata disperatamente a mezza costa , in attesa dell ' ultimo slancio . Il timo odorava acutissimo in mezzo a quel nero , sparso di tenui sospiri : la neve s ' adeguava alle rocce , in una sola sfumatura indistinta . Che pace nelle cose , che stanchezza mortale nelle nostre ginocchia ! Uno strido di allocco insistente . Qualche grillo , trepidando , arrischiava a filare la sua esile nota . Vedevo e non vedevo i sette cadaveri . Ero nelle loro case adesso : bocche bramose attorno una gran tavola , fronti chine sul rosario ; fatti e pensieri semplici come l ' eternità . Anche la loro morte rientrava in un ritmo infinito . Qualche cosa di più grande di me , di loro , del mondo stesso la riassorbiva con una grande serenità . Io ero giustificato ; la mia vita sullo stesso piano della morte , come domani , la mia morte per altre vite , per il trionfo di altri ideali , sopra uno stesso piano provvidenzialmente ascendente . Sovratutto io sentivo il legame che unisce le universe cose nel cuore dei cuori , onde la vita fluisce sempre più abbondante : " Ell ' è ne l ' umanità piena infinita , e trasfigurerà anche la morte " . Mortificato e pieno della mia superbia , nella mia tenerezza , nella parte caduca , nel mio stesso sogno , accettavo la parola del Profeta : " La guerra è penitenza . Chi l ' ha meritata deve a qualunque costo soffrirla , suggendone l ' amaro sino alla feccia " . Dal male , almeno nell ' intimo nostro , la nostra e ( quel che sembra più arduo ) anche quella degli altri , colla confidente sommessione ad una divina necessità . I sette morti erano composti in pace ; l ' iride tricolore apertasi la sera innanzi sulla montagna nemica era forse l ' arco del loro trionfale ingresso nella Pace . Iride tricolore di Italia , sotto cui vogliamo abbracciare tutte le giustizie , avviarci per una strada terrena alla Città senza tempo , tu benedicesti per sempre il Vallone della morte coi tuoi santi presagii .
IL VOLTO MISTICO ( PUCCINI MARIO , 1923 )
StampaQuotidiana ,
Qualcuno si meraviglia che in questi ultimi tempi , e non solo in provincia , fermenti e tumultui un ansioso bisogno di ricerca religiosa . Ma chi ben guardi agli ultimi avvenimenti politici e morali della nazione , non può stupirsi se , dopo la ventata lussuriosa dell ' immediato dopo - guerra , risorge a poco a poco negli uomini la coscienza dei propri doveri , ieri oscurata da un ' improvvisa follia . Non può stupirsi ; in quanto il ritmo stesso della vita ha preso un altro corso : e una nuova morale a poco a poco s ' è imposta all ' antica , e non provvisoriamente . Troppo rigurgito di istinti c ' era stato infatti , mentre si ritornava , dopo quattro anni di ansie , ad uno stato di tranquillità , perché la coscienza non ritrovasse il suo equilibrio : sopratutto in coloro che erano stati in trincea e davanti alla morte più di una volta avevano pensato e non leggermente ad una vita avvenire . E c ' era poi la provincia : dove la ventata giunse bensì , ma non sempre con effetti attivi , reali : attutita e quasi neutralizzata dallo stabile focolare antico e dalle donne rimaste , com ' era naturale , fedeli e religiose . Il fenomeno fascista in quel che ebbe , nel suo primo comporsi , di puro , nacque più che nelle città nei focolari : nei quali a un primo momento appunto si espresse come una reazione del sangue sano contro il sangue impuro : delle forze morali contro le immorali ( da cui provenivano , e si sentiva , tutti i disordini ) . * * * Poi , s ' intende , quando già il fenomeno non che a verzicare cominciava addirittura a fiorire , vennero i libri , i documenti , le conversioni , gli appelli . E ' superfluo ora riepilogarli o rifarne la storia ; poiché è certo che pochi di questi documenti risposero veramente ad un bisogno : nacquero da un dramma ; presero vita e forma da un combattimento . Si aprirono , per questo , con maggiore fiducia quelli che ci venivano dalla provincia , e magari da nomi ignotissimi ; o altri di nomi noti bensì , ma di notorietà non vasta , studiosi più che letterati . Il caso di Zanfrognini e di Manacorda è tipico . Zanfrognini è un provinciale , un paesano . Nato in un paese del Modenese : Staggia ; e dopo avere pubblicato un piccolo volume di versi , nel quale non sono pochi e rari i segni di una vera inquietudine spirituale , eccolo chiuso nel suo piccolo mondo casalingo , solo con sé stesso . Passa la guerra , passa il dopo - guerra : ed egli non si stacca dal suo circolo di pensiero : e quantunque gli occhi li tenga aperti sul mondo , sul suo dubbio e sulla sua speranza , segna affannato il passo per quasi dieci anni . Ne è nato un libro irto di contraddizioni , di ritorni , di abbandoni improvvisi e di pentimenti ; ma che innegabilmente rispecchia in tutti i suoi momenti un dramma vero . E anche dove c ' è giuoco dialettico , la sofferenza traspare : in quanto il cervello non sempre domina il sentimento : e assai spesso sulla scia del sofista s ' accampa il pellegrino dolente che cammina , si sforza , si arrampica e di rado una luce gli ravviva la strada . Si è letto molto presto " Itinerario di uno spirito che si cerca " ( Vincenzi - Modena ) : e se ne è scritto ; ma con gli anni sarà cercato sempre di più : e forse discusso ancora . Che le possibilità di Zanfrognini siano tutte qui dentro , non direi ; ma è certo che circola in queste pagine una sostanziosa amarezza : e tutti possiamo riconoscerla come un po ' nostra . Dove poi essa possa sboccare , se in una confessione ortodossa , o se svilupparsi o meno è arduo dire . Certo , un libro l ' enunciati come questo e di pensieri rotti non lo si direbbe suscettibile di sviluppi almeno lirici : e se mai piuttosto in un ' opera affermativamente decisa , e magari apologetica . Manacorda invece , pure sugli stessi tasti , trova una musica più larga di tono e d ' estro : ed è più conchiusivo . Non so se maggiore preparazione ; ma certo c ' è in Manacorda assai più sapienza . Si vede dietro il suo libro " Verso una nuova mistica " ( Zanichelli - Bologna ) l ' uomo che ha avute e sofferte molte esperienze : di natura intellettuale sopratutto . Zanfrognini è ancora e sopratutto ai filosofi greci e ai cristiani : e poco si sente nutrito di filosofia recentissima : ma Manacorda è in questo senso scaltrissimo e sa bene dove appoggiare i suoi piedi . Anzi : se qualcosa infirma il suo libro , pur così bello , è il tono polemico : di cui spesso , ed è peccato , egli non sa fare a meno . Il suo dramma non è infatti , come quello di Zanfrognini , solitario e isolato , ma incardinato nel dramma di tutti : perché i primi germi sopratutto egli li deve alle trincee di lassù . La nuova mistica di Manacorda nasce insomma contemporanea alla nuova morale del reduce : e come questa ha radici profonde nell ' umanità di tutti noi . Si segua o no , domani , questa visione nuova che Manacorda esprime , di una vita religiosa avvenire ( la quale presume insieme una nuova morale ed una nuova estetica ) il libro ha per se stesso un grande valore spirituale : e rivela un pensatore e poeta di altissimo ingegno . Pensatore , in quanto è ordinato , severo , sobrio e a momenti ( non si dimentichino le numerose annotazioni ) perfino didattico ; poeta , in quanto sa trovare , e tipici , momenti di vero abbandono : come nelle " Meditazioni ad alcune sante verità " che conchiudono mirabilmente l ' opera . * * * Segni ; ma non sono i soli . Chi guardi un poco in giro e non si fermi solo ai libri strettamente mistici , come quelli di Zanfrognini e Manacorda , trova infatti anche in opere che non affrontano decise il problema religioso , la stessa inquietudine . E sono magari libri di critica : o raccolte di articoli appena . Si aggiunga che certe riviste ieri lette da un pubblico ristretto , hanno visto allargarsi la loro zona , grazie appunto al bisogno che il pubblico colto dimostrava : più che di una nuova scienza , di un punto di rilievo facile , sicuro e perfino atavico . Lasciamo andare le conversioni rumorose , chiassose : o i pamphlets , tipo L ' ora di Barabba e il Dizionario dell ' uomo selvatico ; ma guardate , per esempio , certi scrittori , come l ' Arcari e il Piccoli : che si sentono portati e quasi trascinati , dopo esperienze puramente critiche e filosofiche , l ' uno ad un romanzo di dibattito religioso , l ' altro , invece , sensuale : ed entrambi tuttavia trapelanti una stessa inquietudine della vita e dei suoi svolgimenti fisici , morali e religiosi . Ma questa che potrebbe sembrare una deviazione e quasi un salto nel buio è invece , se pur così diverso nei due , un atto verso la propria purificazione e il proprio ritrovamento . Infatti né l ' inquietudine di Arcari , né quella di Piccoli si sentono attraverso quei libri , placare , quantunque il Cielo senza Dio ( Treves ) e Aliarda ( Vallecchi ) siano in fondo due romanzi morali . Dove ritroveremo Arcari , non sappiamo ancora ; ma Piccoli è già avviato a nuove esperienze : e il suo bellissimo Itinerario leopardiano ( Treves ) nel quale attraverso Leopardi lo si sente ancora cercare sé stesso ; e la sua eccellente traduzione del Libro della mia vita di Santa Teresa sono due sintomi evidenti che la sua ricerca continua ancora . Fenomeni ; segni . E che si dirà di Prezzolini che con il suo recente Io credo ( Gobetti , Torino ) va a radunare tutti i suoi dibattiti di ieri , a coordinarli , per cercare anche lui un centro fermo , una base , un punto di appoggio ? E non c ' è uomo più scaltrito di lui : carattere e temperamento passato ormai attraverso esperienze filosofiche innumerevoli e non senza spine e dramma . Si dirà che tutti costoro , per quanto dotati e abili , ancora non conchiudono : e da tante pagine agili , ricche e spesso commosse , confessioni vere e proprie non vengono fuori . Ma bisogna dar tempo al tempo ; e che si maturino anche i fenomeni recenti della nuova riscossa politica : i quali , oggi come oggi , lasciano perplessi gli uomini di pensiero : quando non addirittura scontenti . Ma forse non è lontano il giorno in cui una luce più viva tutti ci illumini : e il volto mistico della nuova generazione trapeli senza maschera .
RICORSI ED ANALOGIE DI STORIA POLITICA ( GIORDANI IGINO , 1923 )
StampaQuotidiana ,
Alla politica imperialista , egocentrica , dispotica che Bismarck inaugurava nell ' Impero da lui creato venne ad opporsi un nuovo partito , che si sottraeva all ' orbita da lui tracciata , piazzandosi nella vita nazionale con un programma autonomo di rivendicazioni democratiche e sociali : il Centro , capeggiato da Windthorst . Bismarck che non ammetteva ostacoli e si vantava di saperli spazzare , andando sino in fondo , come coi Francesi , come coi Polacchi , volse tutte le forze a sbarazzarsi di questi antagonisti , e volendo stroncarli alla radice , chiamati a raccolta nazionalisti e liberali , concentrò i fulmini sulla Chiesa Romana . Poiché questa non si prestava a liberarlo da questi cattolici , raccoltisi in partito indipendente , scatenò , per causa di Windthorst , la grande persecuzione liberticida contro clero e Chiesa che si disse " Kulturkampf " . Nella lunga schermaglia seguitane tra Bismarck e S . Sede , la posta che egli sempre chiedeva era Windthorst , e per esso il Centro . " Sbarazzatemi di quest ' uomo - egli chiedeva a tutti i fiduciari del Papa - e io abrogherò il Kulturkampf " . Naturalmente , malgrado lo scatenamento di vessazioni e di ingiurie , alle quali tutti i clienti dei dittatori sono particolarmente portati , né Pio IX , né Leone XIII sconfessarono mai né il Centro né il suo capo ; e si limitarono a far rispondere che il Vaticano non si immischiava nella politica interna degli Stati . Ciò esasperava il Cancelliere di ferro il quale intonava per la sua troupe coribantica il motivo calunnioso : " I cattolici del Centro sono i Guelfi contro l ' Impero , sono spie francesi , gregge senza patria , alleati di socialisti : il vescovo Ketteler è un demagogo , Windthorst è anti - cristiano . . . " . - Tutto questo , - rimbeccava il piccolo Guelfo - perché non siamo deputati . . . bismarckiani ! - Due cose - asseriva Bismarck , - mi conservano , due cose mi abbelliscono la vita : l ' amore di mia moglie e l ' odio di Windthorst . Odio che accendeva folgori grandiloquenti , le quali non turbavano il Leader cattolico ; alle concioni passionali e contraddittorie del Cancelliere , egli opponeva la sua dialettica caustica e precisa ; spietato , ironico , cavalleresco , col suo filo di voce , trivellava le costruzioni retoriche dell ' antagonista pomposo e ne logorava col ridicolo e con la logica sfavillante i sofismi . Intransigente e tranquillo sopportò tutte le arti con cui il Cancelliere tentò disfarsene : le carezze per staccarlo dal Centro , le manovre per metterlo contro il Centro , i ricatti contro la S . Sede , le interpretazioni arbitrarie di documenti pontifici per contrapporlo al Papa ; pressioni su nunzi apostolici ; travisamenti , acrobazie , menzogne montate dalla stampa imperiale . Il corpo mingherlino serrava un ' anima consapevole di potere presto o tardi sottomettere il colosso . David e Golia : ma , in attesa di colpirlo in pieno , se lo tirava dietro , facendogli ripercorrere a ritroso tutta la via del " Kulturkampf " . * * * Molto tempo nell ' edificare la civiltà si perde per l ' ignoranza della storia . Ah , se i nostri denigratori , tra un insulto e un ' insolenza , in cui tutta si documenta la nobiltà spirituale onde sono afflitti , studiassero un pochino ! ... Bene spesso nelle discussioni parlamentari su progetti di legge , come quelli contro il socialismo , poiché Windthorst si rifiutava di assecondare le mire reazionarie del Cancelliere , questi , abilmente , per molto tempo - sino a quando il sistema non fu . . . denicotinizzato dall ' abuso - mescolava nelle questioni politiche l ' elemento religioso , onde suscitare imbarazzi alla coscienza cattolica dei deputati del Centro . Senonché , mentre A . Reichensperger , di fronte alla minaccia di recrudescenze antireligiose stabiliva : " Accada quel che potrà : noi dobbiamo essere anzitutto coerenti " . Windthorst precisava l ' aconfessionalità del Centro ; e nel 1880 , alla vigilia della discussione di emendamenti alle Leggi di Maggio - fondamentali del " Kulturkampf " - fissava con la Curia alcuni accordi , di cui il primo diceva : " Nelle questioni puramente politiche il Centro è affatto libero e indipendente dalla S . Sede " . E stette sulla breccia , sino alla vittoria , per vent ' anni , sostenendo contro la dittatura una politica di libertà , di riforme , di autonomie . Con che ironia faceva constatare ai liberali come la difesa della libertà fosse lasciata tutta e soltanto agli " oscurantisti romani " , e come rideva quando i cattolici conservatori - cattolici di Stato - alleati naturali del più forte , lo chiamavano demagogo ! Aveva la coscienza d ' una missione : sovvertire il principio pagano hegeliano d ' infeudamento della Chiesa nello Stato e di prussianizzazione del cattolicismo . Sereno quanto più roco grandinava sulla piccola persona lo scroscio dei vilipendi , caricature e tutte le espressioni , onde la mediocrità si vendica di chi osa sormontarla ; ironicamente sprezzante contro la ciurma dei reggipenne del Cancelliere , sciamata poi con la caduta di costui ; pur quando obbligava l ' avversario alle prime concessioni , dopo nove anni di lotte , e quando le transazioni potevano risparmiare ai cattolici prigione ed esilio , rimase inflessibile sul postulato : abrogazione intera assoluta delle Leggi di Maggio . Sotto la pressione di quella intransigenza Bismarck allacciava disperatamente trattative con la S . Sede e ... cedeva ; e intanto nelle successive elezioni il suo partito segnava decimazioni e il Centro una progressione irrefrenabile , non avendo il dittatore , benché ... Bismarck , pensato mai a un sistema " totalitario " . Stratega formidabile , pregava il Cardinale Jacobini che a Roma non si allarmassero pel vigore con cui attaccava il Cancelliere , poiché , diceva , costui non cede che alla paura . " Con una periodicità tenace - scrive Gossau - metteva in linea i suoi argomenti , poi li menava all ' assalto , tutti insieme , sempre gli stessi , ma sempre agili , rinfrescati , gagliardi , contro l ' edificio già traballante delle Leggi di Maggio " . E intanto che scardinava le leggi , obbligava Bismarck ad avvicinarsi carezzevole e a lanciare ponti al Centro che per tanti anni , scomodando storia e teologia , aveva qualificato nemico dell ' Impero . Nil sub sole novi ... Vedo in quegli anni pullulare , sotto il fermento del Centro , una generazione - ahi , non spontanea ! - di sorrisi cortigianeschi alla Chiesa romana , già oppugnata fragorosamente in nome della Kultur . Che nemesi sentiva nella sua alacre anima Windthorst ! I nemici di Roma si profondevano in salamelecchi verso il Papa e verso i principi della Chiesa , così come i figli d ' Aretino in Italia , bastardi dell ' ateo Maurras di Francia , oggi , tra un ' alcova e una roulette , gratificano noi cattolici di lezioni catechetiche ! ... I giornalisti di Bismarck - udite ! udite ! - " si facevano vedere in giro con rosarii i cui grani erano grossi come nocciole " : e ciò per mostrare come il cattolicismo fosse contro il P . P . I pardon ! , contro il Centro . Bismarck , di fronte all ' ostinazione di questo contro il settennato , iniziò una campagna elettorale sfruttando il nome di Leone XIII contro Windthorst , cui la Kölnische Zeitung ( organo competente come alcuni giornali di Roma ! ) definiva " l ' antipapa guelfo " ; mentre gli aristocratici renani e slesiani ( nil sub sole ... ) tentavano " in pieno accordo con gli scritti pontificali " ( ! ) di fondare , contro il centro , un partito cattolico conservatore ! Non riuscirono , naturalmente . Fu quella una campagna elettorale tremenda , simile alla campagna che ... avremo in Italia , in cui Bismarck con abilità satanica si adoperò a mettere in piedi - lui ! - un ' antitesi tra il Centro e la S . Sede . Ma i cattolici , sgombrati degli elementi più retrivi e pavidi , non si lasciarono fuorviare . Windthorst , benché malato e contro il divieto del medico , si gettò nella mischia con una vigoria impetuosa : e l ' ultima battaglia elettorale fu la sua massima vittoria . " Vinto dalla Chiesa a cui aveva ceduto per isolare da essa il Centro , Bismarck aveva creduto almeno di poter vincere Windthorst " . Fu un disastro . Egli dovette venire a patti col piccolo Guelfo . Questi , in un colloquio drammatico , gli chiese nettamente : ritorno dei Gesuiti , ristabilimento dello statu quo di prima del 1870 . Bismarck cedette e intanto domandò chi volesse per successore : ( da uomo intelligente , direbbe Labriola , si preoccupava della successione ) . Windthorst fece il nome di Caprivi . Poche ore dopo Guglielmo II congedava il gran cancelliere e gli sostituiva Caprivi . L ' imperatore raccoglieva il programma sociale del Centro a favore degli operai , vantandosi d ' essere d ' accordo con Leone XIII . A chi tornava a chiamarlo socialista , Windthorst rispondeva : " Ma allora il Dio del Sinai fu il primo dei socialisti ? " . Un anno dopo la caduta dell ' avversario di tutta la sua vita politica , Windthorst moriva . Ebbe onori imperiali al suo funebre . E si disse : " Windthorst è morto e vive ; Bismarck vive ed è morto ! " . " Bismarck - conclude Gossau - aveva iniziato il Kulturkampf , per sbarazzarsi del piccolo Guelfo ; e il Kulturkampf invece ingigantì la sua potenza ; mirando a sopprimere il Centro , non riuscì che a moltiplicarne le ragioni di esistenza " sì che nato debole ed eterogeneo " il Centro - constatava un avversario - sotto il martello bismarckiano si è forgiato in un blocco solido , vigoroso , omogeneo " . Il che , mi pare , si ripete ed ha la sua conferma nelle persecuzioni che si stanno abbattendo sul Partito Popolare , che è il Centro italiano . . . Che peccato non sapere la storia !
StampaQuotidiana ,
Dopo avere detto dei redditi che occorre denunciare ai fini della imposta complementare sul reddito , è più simpatico , per il contribuente , dire delle detrazioni che si possono fare dal totale dei redditi . Bisogna innanzi tutto distinguere due specie differenti di detrazioni : quelle che si possono sintetizzare nelle parole detrazioni per spese e annualità passive e quelle che si dicono per carichi di famiglia . Il contribuente , il quale tenga sotto gli occhi il modulo di dichiarazione , scriverà le prime a pagina 4 , le seconde a pagina 5 . Importa tener ben separate le due specie di detrazione ; ed il perché cercherò di spiegarlo con un esempio : Tizio Caio 9000 7000 Totale dei redditi Detrazioni della prima specie ( spese ed annualità 3100 1000 passive ) Reddito netto 5900 6000 Detrazioni della seconda specie ( carichi di famiglia ) 3300 Reddito imponibile 5900 2700 Ambo i contribuenti sono esenti , ma per ragioni diverse . Tizio è scapolo od ammogliato senza prole ; non ha persone a carico e non ha quindi diritto ad alcuna detrazione della seconda specie . Però , pur avendo 9000 lire di reddito , ha debiti e paga imposte diverse per 3100 lire all ' anno ( detrazioni della prima specie ) . Il suo reddito netto , risultando di sole lire 5900 , non è tassabile . Chiamasi reddito netto quello che risulta dalla somma dei vari redditi detratte le spese ed annualità passive . Se il reddito netto non raggiunge almeno le 6000 lire ( per esempio è di sole 5999 lire ) , il contribuente è esente . Può darsi che il netto raggiunga le 6000 lire e tuttavia il contribuente sia ugualmente esente . È il caso di Caio , il quale , fortuna o disgrazia volle fosse fornito di numerosa figliuolanza ed avesse genitori e sorelle a carico . In totale egli può dimostrare di avere undici persone a carico . Ha quindi diritto a detrarre dal netto un ventesimo di questo per ogni persona a carico ; epperciò , undici ventesimi di 6000 ossia 3300 lire . Detraendo questa , si ottiene in lire 2700 il reddito imponibile . Il reddito " imponibile " sarebbe quasi un reddito " ultra netto " , ottenuto deducendo dal reddito già netto le detrazioni per carichi di famiglia . Perché , dirà il lettore , fare queste detrazioni una dopo l ' altra e non insieme ? Perché in tal modo il contribuente ha maggiori probabilità di essere esente . Gode dell ' esenzione senz ' altro se , come nel caso di Tizio , il reddito semplicemente netto non raggiunge le lire 6000 . In tal caso non è più necessario di preoccuparsi se vi siano o non vi siano carichi di famiglia . Se poi il netto raggiunge o supera le 6000 lire , c ' è caso di poter godere ugualmente dell ' esenzione , se le persone a carico sono molte . Caio , ad esempio , che ne ha undici , è esente , perché sono immuni coloro il cui reddito ultranetto od imponibile non raggiunge le lire 3000 . Due sono adunque le ragioni dell ' esenzione : non avere un reddito netto di lire 6000 , o non avere un reddito imponibile di lire 3000 . Basta una sola di queste due condizioni per essere esente . Spiegato così il meccanismo generale delle detrazioni , comincio a dire delle detrazioni della prima specie dette per spese ed annualità passive . " Spesa " è una parola che tutti capiscono e che si capirà meglio aggiungendo che essa comprende anche le imposte e tasse . Si può cominciare a dire che il contribuente , dovendo essere tassato sul suo reddito netto , ha diritto di detrarre tutte le " spese " che riducano il reddito medesimo : quando si dice tutte si vuol dire davvero tutte , nessuna esclusa . Per ciò , ad esempio , si porteranno in deduzione tutte le altre imposte e tasse già pagate dal contribuente . L ' imposta " complementare " sul reddito , come dice la parola stessa " complementare " , è un ' imposta aggiunta a tutte le altre imposte e tasse esistenti e vuole colpire il reddito già depurato da esse . Altrimenti sarebbe un ' imposta sull ' imposta . Dopo aver detto che si detraggono tutte le spese ed imposte , bisogna subito fare alcune avvertenze : 1 ) Fa d ' uopo che si tratti di una spesa vera e propria . È spesa quella somma che si è dovuto erogare per ottenere il reddito . Il negoziante che deve spendere 10000 lire per l ' affitto del negozio sopporta una vera spesa perché , senza di essa , non avrebbe potuto ottenere il reddito ; ma se lo stesso negoziante paga poi 10000 lire per l ' affitto del suo appartamento privato , questa non è più una spesa nel senso finanziario . È una erogazione del reddito già ottenuto . Se potesse dedursi , come spesa , la pigione , perché non il vitto e i vestiti e il teatro e i viaggi , ecc . ecc . ? Tutti i redditi si ridurrebbero a zero ; o almeno al fisco rimarrebbe solo da tassare il risparmio . Ma chi confesserebbe ancora di aver fatto un risparmio , se bastasse dire di avere speso il reddito per non pagare l ' imposta ? Sia dunque ben chiaro che le spese sono tutte e sole quelle sostenute allo scopo di ottenere il reddito , escluse quelle che si fanno per spenderlo , quando lo si sia già ottenuto . Nove decimi di contribuenti , quando per la prima volta sono chiamati all ' ufficio delle imposte , cadono a questo proposito in equivoco . All ' agente - chiamiamolo ancora così , sebbene oggi il suo vero nome sia " procuratore alle imposte " - il quale gli afferma che il suo reddito è , ad esempio , di 6000 lire , il contribuente replica , indignato , che si tratta di un ' enormità , che egli non si è mai sognato di avere un tal reddito ; ed eccolo a snocciolare la filza delle sue " spese " : 5000 lire per l ' alloggio , l000 lire al mese alla moglie per la casa , totale 12000 lire all ' anno ; e poi medici e medicine , vestiti , carbone , qualche piccola scampagnata . Egli non se la può cavare con meno di 20 000 lire all ' anno di spesa , a farla stretta stretta . Come può l ' agente asseverare che gli restino 6000 lire all ' anno di reddito ? L ' agente , che lo aspettava al solito notissimo varco , non ha più che da prendere atto della confessione spontanea del contribuente : se questi confessa di spendere 20000 lire , ciò vuol dire che le aveva guadagnate . Guardi , il contribuente , come egli era stato prudente e onesto nel fissargli un reddito di sole 6000 lire ! Complimenti per il successo del negozio , che gli dà 20000 lire all ' anno . È probabile che , chi è cascato una volta nell ' equivoco del significato della parola " spesa " non ci caschi una seconda . Ma è un equivoco frequentissimo per i principianti . 2 ) Fa d ' uopo che la spesa non sia già stata detratta . Nelle detrazioni , come nei redditi , non bisogna fare il bis in idem . Se il contribuente , negoziante , ha già detratto il fitto del negozio quando ha concordato il reddito commerciale da tassarsi con l ' imposta di ricchezza mobile , ed ha fissato in lire 30000 il reddito netto del negozio , non potrà dalle 30000 lire dedurne nuovamente il fitto , quando compila la denuncia per la complementare . Giova osservare che i redditi singoli già tassati dall ' imposta terreni , fabbricati e ricchezza mobile sono già netti dalle proprie spese di produzione ; ed essendo già netti , bisogna denunciarli tali e quali , senza purificarli ulteriormente . Si devono e possono invece detrarre le imposte , per esempio quella di ricchezza mobile , pagate su quel reddito . 3 ) Finalmente è necessario che le spese ed imposte si riferiscano ai redditi denunciati . Riferendomi all ' articolo precedente , dirò che nei casi in cui si deve denunciare il reddito per il 1925 , bisognerà detrarre altresì le spese e tasse pagabili nello stesso anno 1925 , e non quelle pagate nel 1924 . Se si devono invece denunciare i redditi del 1924 , bisognerà detrarre le imposte pagate nello stesso 1924 . Se non si conoscono ancora tutte le imposte pagabili nel 1925 , Si faccia riserva di rettifica od aggiunta . Alla regola dell ' anno , fa eccezione soltanto l ' imposta sul patrimonio . In via di legalità pura , questa non si sarebbe dovuta detrarre affatto , perché essa non si riferisce né ai redditi del 1924 né a quelli del 1925; ma al patrimonio esistente al 1° gennaio 1920 , di cui avrebbe dovuto costituire una amputazione per una volta tanto , sia pure ripartibile , per comodità di pagamento , in dieci o venti annualità . Altro è , però , la legalità stretta ed altro è l ' equità . Il legislatore volle , riflettendo che in realtà l ' imposta patrimoniale è pagata sul reddito , equamente riconoscere il diritto alla detrazione anche di essa . Il contribuente detragga quindi l ' imposta patrimoniale , la quale essendo costante , non importa sia quella del 1924 o del 1925 . Se la tassazione è ancora provvisoria , detraggasi la cifra provvisoria , salvo a chiedere un supplemento di detrazione quando si conosca la valutazione definitiva . Il contribuente , il quale abbia effettuato il riscatto della patrimoniale , conserva il diritto di detrarre per tutto il resto del ventennio o del decennio l ' importo di essa , che avrebbe dovuto pagare , se non avesse effettuato il riscatto . Badisi , non l ' importo pagato a titolo di riscatto , ma quello che avrebbe pagato se il riscatto non fosse avvenuto . Chi abbia effettuato ( non semplicemente richiesto ) il riscatto entro il 31 dicembre 1925 ha inoltre un secondo vantaggio : di potere detrarre per i tre anni 1925 , 1926 e 1927 dal suo reddito complessivo una somma corrispondente al 2% del patrimonio riscattato . Sono due vantaggi cospicui ( detrazione dell ' imposta che si sarebbe pagata e detrazione del 2% ) , i quali dovrebbero indurre molti contribuenti ad effettuare il riscatto .
FALLIMENTO ( ROCCO ALFREDO , 1920 )
StampaQuotidiana ,
Da venti anni la politica interna italiana , con una continuità rara nelle cose nostre , va perseguendo lo scopo di placare le forze sovversive ed antinazionali , di trasformarle , di attrarle nell ' orbita dello Stato . Questa politica è frutto di un disegno meditato , o non piuttosto è una manifestazione di radicale incapacità volitiva nei nostri uomini di governo ? A noi contemporanei mancano ancora troppi elementi per risolvere un simile problema . Comunque , il fatto esiste , e più gli anni trascorrono dal giorno in cui , all ' alba del nuovo regno , l ' on . Giolitti , ministro dell ' interno , inaugurò il sistema delle transazioni , delle concessioni e delle blandizie verso il sovversivismo socialista , e più netti e chiari vanno diventando i contorni di questa politica , e più gravi le conseguenze , e più manifesti gli errori . In realtà , il proposito di disarmare gli elementi ostili alle istituzioni , assimilandoli e facendoli rientrare nei limiti dell ' azione legale e costituzionale , è antico quanto lo Stato italiano . Ma , le forze sovversive , a cui un tal politica si rivolgeva , oltre a rappresentare una piccola minoranza nel paese , erano i residui di quel partito d ' azione , che aveva avuto , durante le lotte del risorgimento , un carattere ed una funzione francamente nazionali . Era pertanto relativamente facile e non troppo pericoloso un lavoro di approccio , diretto ad amalgamare elementi , che rimanevano divisi più per ragione di tradizioni e per dissenso di metodi , che per diversità di fini . Al contrario , le masse socialiste , che si erano andate formando , dopo la conquista dell ' unità , si erano , fin dal principio , rivelate eredi non già del vecchio sovversivismo mazziniano e patriottico , ma delle correnti antinazionali ed anazionali , che , durante tutto il risorgimento , erano rimaste indifferenti ed ostili al moto per l ' indipendenza e l ' unità dell ' Italia . Non bisogna dimenticare , infatti , che il risorgimento italiano fu opera di una minoranza di intellettuali e che le masse operaie e contadine , quando non furono francamente contrarie , furono tiepide o assenti . Operando tra queste masse , in cui era diffuso il vecchio spirito materialista , il vecchio egoismo , il vecchio orrore per il sacrificio ed il pericolo dei secoli trascorsi dall ' Italia nella oppressione straniera e nella disgregazione interiore , il socialismo italiano fu sempre essenzialmente antiitaliano . Esso dunque non poteva essere ricondotto nell ' orbita della vita nazionale , non poteva diventare una forza viva della nazione per le sue stesse origini , per il suo stesso carattere , per la sua stessa estensione . Appunto perché rappresentava tutto ciò che nella storia era stato l ' Antitalia , era assurdo che potesse essere indotto a lavorare per l ' Italia . Quegli elementi isolati del socialismo che , volta a volta , rientravano nell ' orbita nazionale , uscivano automaticamente dal socialismo . Questo , per essere , doveva rimanere antiitaliano , perché le masse , su cui si appoggiava , erano , per tradizione millenaria , insensibili ed ostili all ' idea della Patria . Il lavoro dunque a cui la politica dell ' assimilazione si dedicò , quando , per opera dell ' on . Giolitti , si rivolse al socialismo , fu un lavoro da Sisifo . Per dieci uomini che la politica nazionale acquisiva , diecimila sorgevano dalle masse ad accrescere le moltitudini imprecanti alla Patria ed invocanti la confisca dello Stato a vantaggio dei loro beni materiali . E man mano che la predicazione socialista si intensificava e guadagnava più larghi strati della popolazione , penetrando fra gli impiegati 230e i funzionari stessi dello Stato , divenne ben chiaro che le parti si invertivano : che non lo Stato nazionale assorbiva e trasformava gli elementi antinazionali , ma questi assorbivano , disgregavano , distruggevano lo Stato nazionale . Di questa politica funesta il propugnatore ed il realizzatore più conseguente , più ancora dello stesso on . Giolitti , che la creò , è stato , indubbiamente , l ' on . Nitti . Questi sali al potere con un programma , che è stato sempre la meta ed il sogno di tutta la sua vita politica : condurre con sé al governo il socialismo ufficiale . Da molti e molti mesi l ' on . Nitti non nascondeva il suo proposito di avere con sé nel ministero gli on . Turati , Treves , Modigliani , e perché no ? perfino l ' on . Francesco Ciccotti e l ' on . Nicola Bombacci . Un uomo accanto a lui perseguiva questo disegno , tenendo i contatti e traendo ispirazione da uomini grossi e piccoli del socialismo ufficiale : il segretario particolare del Presidente del Consiglio , comm . Magno , il quale riprendeva quell ' atteggiamento e quei modi che erano già stati tentati dal comm . Camillo Corradini durante la prima permanenza al Ministero dell ' Interno dell ' on . Orlando . Li riprendeva , con lo stesso esito sfortunato . Perché , come già nei mesi che precedettero Caporetto , il socialismo antiitaliano , anche questa volta , ha approfittato bensì dell ' aiuto e del favore che il Governo gli offriva , nella fallace illusione di trarlo a sé e di farselo prigioniero , ma con l ' unico scopo e con il solo risultato di allargare e consolidare le sue posizioni , di proseguire e di intensificare la sua opera di disgregazione della società e dello Stato . Questa politica , che nel 1917 condusse alla Caporetto militare , nel 1919 condusse alla Caporetto elettorale e oggi conduce alla Caporetto politica della dedizione ai postelegrafici e ai ferrovieri bolscevichi . Il fallimento non potrebbe essere più clamoroso e definitivo . È , questo , il fallimento non di un uomo solo o di un Ministero , ma di tutta una mentalità e di tutta una politica . Mentalità , che si ricollega direttamente con la mentalità liberale , funesta eredità che l ' Italia moderna ha ricevuto dal risorgimento , e che pone lo Stato in una condizione spirituale e pratica di non - resistenza di fronte ai suoi nemici . Politica , tutta pervasa dall ' idea di ineluttabilità dell ' avvento socialista e dalla illusione di poterlo guidare e incanalare per la via meno pericolosa , mediante le blandizie , il favore e la concessione . Ogni giorno più i fatti dimostrano che questa mentalità e questa politica preparano il crollo dello Stato , la disgregazione della vita sociale , e la rovina della stessa civiltà . Non è la rivoluzione , tanto temuta dai nostri uomini di governo , ma il disfacimento , la dissoluzione , la putredine . Oramai siamo giunti a tale , che , continuando per questa via , la vita nazionale , nel campo politico come in quello economico , s ' incammina fatalmente verso la paralisi . Solo una volontà ferrea che renda impotenti i demagoghi , restauri l ' autorità dello Stato , tenga fermi i vincoli della disciplina civile , ristabilisca la gerarchia dei valori sociali , può salvare l ' Italia . Io sono convinto che si sia ancora a tempo , e che l ' opinione di tutti coloro ( e sono la grande maggioranza ) i quali desiderano di respirare , di lavorare , di vivere la vita di un popolo civile e non quella scomoda , primitiva ed angosciosa che stiamo vivendo da alcuni mesi , saluterà con gioia il giorno in cui l ' Italia avrà , finalmente , un Governo che governi e non transiga , che comandi e non tratti , che garantisca , con la sua autorità e con la sua forza , la pace interna e la vita economica della nazione . Solo allora , on . Nitti , l ' Italia potrà lavorare e produrre , e avrà alto il suo credito , non deprezzata la sua moneta , non disconosciuti i suoi diritti dagli stranieri , non esautorati all ' estero i suoi rappresentanti e i suoi diplomatici .
PER AVERE UN GOVERNO ( - , 1920 )
StampaQuotidiana ,
Nonostante tutte le manovre , subdole e sfrontate , della gente interessata a impedire una soluzione corretta della crisi , la situazione tende rapidamente a chiarirsi . La possibilità di un nuovo incarico all ' on . Nitti , se mai ebbe una qualsiasi parvenza di fondamento , può ritenersi definitivamente tramontata . Il « cavallo di ritorno » dell ' « Osservatore Romano » non ha avuto altro risultato fuori di quello di mettere in rilievo la perfetta indipendenza del partito popolare rispetto alle autorità religiose delle quali si suppone che il vecchio foglio clericale sia sempre il portavoce . Ma , comunque ciò possa dispiacere al comm . Angelini e a lord Northcliffe , nonché al « Messaggero » , nessuno pensa più , seriamente , alla reincarnazione dell ' ex - presidente del Consiglio . C ' è stata e c ' è ancora , alla Camera e fuori , una propaganda affannosa per Giolitti . Il colpetto mistificatorio tentato ier sera da alcuni amici dell ' on . Miglioli in seno al Consiglio Nazionale del partito , e sfruttato goffamente stamani dai giornali ex - ministeriali , mirava apertamente a favorire il ritorno dell ' uomo del « parecchio » . Ma la smentita secca della direzione del partito stesso ne ha fatto giustizia . Ad ogni modo , anche ammettendo , in ipotesi , che la resurrezione dell ' on . Giolitti potesse essere gradita ai dirigenti del gruppo popolare , è di tutta evidenza che egli non sarebbe in condizione di dominare la Camera attuale , ove , fra gli elementi anziani di tutti i partiti , troppi si compromisero con un atteggiamento vivacemente ostile a lui nella vigilia e nel corso della guerra , e , fra gli elementi nuovi di tutti i partiti , troppi hanno portato a Montecitorio la ripercussione schietta e diretta della profonda diffidenza e avversione del Paese contro il vecchio politicante . Ognuno ricorda ciò che è avvenuto la prima e unica volta che costui ha voluto parlare nella Camera nuova : interrotto di continuo , rumoreggiato senza pietà , non sostenuto se non da due o tre dei suoi antichi seguaci , poté a gran fatica giungere alla fine del suo discorsetto . L ' onorevole Giolitti non potrebbe , non che raccogliere una maggioranza nel primo voto politico , presentarsi all ' assemblea per esporre un qualsiasi programma . La designazione di lui implicherebbe di necessità lo scioglimento immediato della Camera : supposizione che , almeno per il momento , nell ' imminenza delle elezioni generali amministrative , è assolutamente da scartarsi . Resta la sola via possibile e utile , la sola atta a condurre a una soluzione logica e onesta della crisi , che è la formazione di un gabinetto di coalizione costituzionale imperniato in un uomo nuovo , purché capace e integro , sul quale non gravi il passivo di faziosi contrasti e che possa raccogliere in sé le simpatie e la fiducia delle varie parti della Camera per l ' urgente azione di governo che si deve svolgere . Non indichiamo nomi , perché non crediamo di dover avere speciali preferenze , di fronte a una condizione di cose tanto difficile e complessa . Affermiamo bensì che né noi possiamo né altri può oggi sollevare pregiudiziali in base a logore qualifiche di situazioni totalmente superate nella realtà in cui viviamo . Occorre in tutti coloro che vogliono la salvezza e il rinnovamento del Paese un chiaroveggente spirito di disciplina e di buona fede : ossia la volontà di vedere domani realizzarsi nell ' opera dello Stato , non le proprie passioni partigiane né gli interessi del proprio gruppo , ma unicamente il meglio delle proprie idee e del proprio amore per l ' Italia . Soltanto così si potrà arrivare ad avere un Governo degno del Paese e pari alle esigenze del momento .
StampaQuotidiana ,
L ' on . Nitti , al ritorno da San Remo , dopo essere sfuggito ad un voto sulla politica estera , cadde l ' undici maggio scorso sulla politica interna . Da quel giorno a questo , in cui si ripresenta al Parlamento , l ' on . Nitti ha lavorato a tutt ' uomo per accumulare e complicare gli elementi del giudizio che la Camera deve dare sul suo terzo ministero e sul suo nuovo programma , nella speranza che i contrastanti motivi d ' opposizione delle varie parti della Camera si paralizzino fra di loro e in caso d ' infortunio , poter dire che egli è caduto non si sa bene perché e su che cosa , vittima del capriccio dell ' assemblea , anziché dei propri errori . Si direbbe che l ' on . Nitti speculi sui suoi stessi errori : egli crede che per sanare o almeno far dimenticare un errore non esista mezzo migliore che commetterne uno nuovo in direzione opposta o diversa . Eccitando così , in forma negativa , lo spirito partigiano di ciascun partito , cioè sacrificando a ciascun partito qualche cosa di nazionale , egli spera di riuscire se non a conquistarne alcuno , ad addomesticarli tutti . In meno di un mese dalla sua caduta e dalla sua reincarnazione abbiamo così veduto mutarsi tre volte la piattaforma , sulla quale avrebbe dovuto svolgersi la discussione parlamentare sulla politica generale del governo . Se infatti la discussione avesse avuto luogo immediatamente dopo la risoluzione della crisi , essa avrebbe soprattutto investito i criteri stessi con cui la crisi fu risoluta . La mancata concentrazione costituzionale , l ' ambigua ed equivoca posizione dei Popolari nel Gabinetto , l ' immoralità fondamentale del contrasto fra la continuità personale e la discontinuità politica del nuovo Gabinetto di fronte al precedente presieduto dallo stesso onorevole Nitti , il pregiudiziale dilemma determinato dalle origini stesse del Gabinetto : o l ' on . Nitti è l ' esecutore della politica altrui o l ' unico partito che , come tale , è rappresentato nel Ministero , ha abdicato al suo programma ed alla sua funzione specifica nel Parlamento e nel Paese , pur di essere rappresentato al governo : tutti questi elementi avrebbero fornito argomenti poderosi di discussione e di critica , ai quali poco o nulla avrebbe avuto da contrapporre il Governo . L ' on . Nitti credette di poter spostare la discussione dal terreno parlamentare e costituzionale , nel quale l ' avrebbe costretto la soluzione anormale della crisi , al campo più concreto della politica interna ed estera , dove avrebbe cercato d ' impressionare le menti di tutti e di propiziarsi gli elementi sovversivi , mediante un atto di forza contro i perturbatori adriatici e gli scalmanati nazionalisti . La diversione avrebbe attutiti i vecchi motivi d ' opposizione e , in ogni caso , disorientati gli spiriti degli oppositori . Ma la formidabile e immediata reazione dell ' opinione pubblica , lo fece accorto che la nuova violenza era un rimedio peggiore del male . Corse allora ai ripari col decreto - legge sul prezzo del pane , sperando di ristabilire , con un provvedimento ispirato a criteri di austera politica interna e finanziaria , l ' equilibrio spostato verso sinistra , senza accorgersi che , così facendo , coalizzava tutte le parti della Camera in una questione pregiudiziale d ' ordine costituzionale . Questa intensa vicenda di armeggii per metamorfizzare di giorno in giorno la situazione e arrivare alla Camera con una situazione irriconoscibile prova semplicemente due cose : prima di tutto che il metodo dell ' on . Nitti è pessimo in sé , e , in secondo luogo , che , quale che esso sia , l ' on . Nitti non lo sa adoperare . Il che , tradotto in parole povere , vuol dire che , anche a prescindere da ogni contenuto politico , l ' on . Nitti non sa governare . Questa incapacità di governo dell ' on . Nitti risulta dall ' esperienza di un anno , un anno che doveva essere decisivo e che è andato letteralmente perduto per l ' Italia . Nessuno dei problemi , che si sono accumulati sulla vita italiana , dopo uno sforzo superiore alle proprie forze , nessuno dei problemi , dai massimi ai minimi , dai formidabili ai più modesti , sono stati , nonché risoluti , avviati ad una risoluzione qualsiasi . L ' Italia , si ritrova oggi , dopo aver firmati nuovi trattati , , promulgate nuove leggi ed una serie indefinita di decreti , allo stesso punto in cui era stata lasciata dall ' on . Orlando , quando aveva contro di sé la coalizione degli Alleati . L ' on . Nitti non ha voluto o non ha potuto risolverli ? L ' alternativa in questo caso è perfettamente superflua , giacché l ' impotenza dell ' on . Nitti non essendo dovuta , se non in piccola parte , all ' azione di circostanze esterne , ma alla sua organica incapacità di uomo di governo , il non potere dell ' on . Nitti coincide col suo non volere . L ' on . Nitti , chiacchierone come tutti gli impotenti , ha continuamente fatto sfoggio di buona volontà , ma non ha mai , in dodici mesi di governo , dato un saggio di volontà . Mai forse , l ' Italia ha assistito ad un fenomeno più manifesto d ' impotenza di governo : disgraziatamente però ha dovuto anche subirlo . La rinuncia l ' on . Nitti non l ' aveva soltanto nel programma , l ' aveva nel temperamento . È un temperamento di rinunciatario non sa governare , neppure per realizzare un programma di rinuncie . Dato il programma dell ' on . Nitti , l ' Italia deve ringraziare il temperamento dell ' on . Nitti : essa deve a questa organica impotenza del suo primo ministro se ancora non tutto è stato compromesso . Molte cose sono state compromesse dall ' abulia dell ' on . Nitti , ma dove occorreva un atto positivo di volontà per compromettere definitivamente i destini dell ' Italia , fortunatamente l ' Italia ha trovato un alleato nello stesso temperamento dell ' on . Nitti . È necessario fare ora un bilancio di tutto il male , che questa impotenza irrequieta e verbosa dell ' on . Nitti ha rappresentato per l ' Italia ? Il passivo di questo bilancio si riassume in brevi termini : all ' interno tutti sentono che non esiste un governo , le fazioni antinazionali , incapaci di fare la rivoluzione sul serio , perché il Paese non vuol saperne , spadroneggiano lo stesso e sabotano come credono lo Stato , dando l ' impressione che il mantenimento dell ' ordine presente è soltanto formale e dovuta ad una loro benevola tolleranza ; del resto il capitano Giulietti può mandare i suoi ultimatum a S.M. Cattolica e gli anarchici di Spezia possono impossessarsi delle fortezze militari , mentre il Governo tien d ' occhio i generali che si uniscono in commissione , e gli studenti , che portano le dimostrazioni al Quirinale . All ' estero , mentre si sfascia la coalizione avversa all ' Italia e sembra venuto il momento per realizzare integralmente le aspirazioni nazionali , il Governo invoca dalla Jugoslavia il beneplacito per l ' annessione di Trieste , mostrandosi per il resto disposto a ratificare tutte le rinuncie che i sigg . Trumbich , Albertini e Steed crederanno di dovere concordare . E intanto , mentre i grandi alleati si accordano sulle indennità ad esclusione dell ' Italia , bande di predoni , istigati dai piccoli alleati , possono impunemente scacciare i soldati italiani dalle loro posizioni albanesi , riducendoli alla costa , in attesa che l ' on . Nitti mandi loro in aiuto qualche nave , col permesso sul sullodato capitano Giulietti . Consule Nitti , tutti possono disporre dell ' Italia : i partiti e le sette , la burocrazia e la guardia regia , la plutocrazia e la Confederazione del lavoro . Il Governo , fa e disfà , a talento altrui , emana decreti e li ritira , leva imposte e le sospende , trasforma i decreti - legge in decreti - disegni di legge . Il governo esiste unicamente per dare spettacolo della propria impotenza . Non si tratta adunque di discutere di un indirizzo politico , ma di dare un governo al Paese , giacché il Paese è senza governo dal giugno 1919 . La crisi che si apri allora è tuttora aperta . Il governo Nitti è stato semplicemente una beffa .
GIUSTIZIA È FATTA ( - , 1920 )
StampaQuotidiana ,
Il ministero Nitti è precipitato . Il mese , che è trascorso dalla sua prima caduta a questa definitiva , è stato impiegato dall ' on . Nitti a mettere a posto parecchie cose , ma non gli è giovato per rimettere a galla la barca del suo governo , speronata dal voto dell ' undici maggio scorso . Tuttavia molti punti rimangono oscuri nella condotta del governo fino all ' odierna catastrofe che lo ha travolto . Innanzi tutto è inesplicabile il fatto , che l ' on . Nitti , il quale aveva sempre ostentato il suo particolare ossequio per le prerogative parlamentari e anche di recente si era solennemente impegnato a non fare più uso della facoltà di legiferare per mezzo di decreti - legge , proprio alla vigilia della riapertura del Parlamento , cioè proprio quando aveva a sua disposizione la via normale da poter battere , avesse promulgato il decreto - legge sull ' aumento del prezzo del pane . Fu un errore inconsapevole o un meditato proposito , di cui furono previste e misurate tutte le conseguenze ? I giornali ufficiosi hanno dato del fatto questa curiosa spiegazione : l ' on . Nitti si era sì impegnato a non fare più uso dei decreti - legge , ma trattandosi di un provvedimento odioso , ha creduto per un senso di delicata convenienza , di doverne risparmiare al Parlamento l ' odiosità e addossarla tutta al Governo . Ma l ' on . Nitti sa benissimo che sono precisamente questi provvedimenti odiosi , cioè questi provvedimenti tributari , quelli dei quali il Parlamento si mostra più geloso . Lo stesso on . Nitti nei suoi trattatelli scolastici di Scienza delle Finanze ripete la notissima osservazione che tutto lo sviluppo delle forme parlamentari si concreta nella lotta per il diritto al bilancio e dell ' imposizione dei tributi . L ' atto dell ' on . Nitti non fu dunque il risultato di un errore involontario . D ' altra parte poiché non è ammissibile presumere nell ' on . Nitti una volontà di suicidio , non resta altra spiegazione se non questa : che l ' inopportuno ed intempestivo decreto - legge non doveva servire ad altro se non a preparare all ' on . Nitti una conveniente piattaforma per la sua caduta . L ' on . Nitti era già condannato e si sapeva già condannato , per la sua politica interna ed estera contraria alla causa nazionale . La posizione presa dal Governo nella questione adriatica , col prostituire l ' Italia ai suoi ex - nemici e alle minori potenze , era diventata insostenibile , dopo lo scempio di Pallanza . Gli ultimi avvenimenti della giornata del 24 maggio avevano scossa l ' opinione pubblica ed eccitata l ' indignazione nel Parlamento , dove la situazione per il modo indegno con cui fu risolta la crisi era tutt ' altro che favorevole all ' on . Nitti , fu decisiva . Il Gabinetto Nitti era virtualmente caduto il 25 maggio . Ma cadere sopra una grande questione nazionale , non conveniva né all ' on . Nitti , né alla parte politica che direttamente od indirettamente sosteneva l ' on . Nitti . Non conveniva all ' on . Nitti , perché cadere sopra una questione nazionale , sotto l ' accusa della dedizione ai nemici d ' Italia o peggio , fra l ' indignazione e la rivolta dell ' opinione pubblica , voleva dire allontanare per sempre ogni possibilità di resurrezione . Non conveniva ai rinunciatari , perché battere il Ministero sopra la questione adriatica , voleva dire bollare e scartare definitivamente la politica delle transazioni e dei compromessi indecorosi e nefasti e conseguentemente mettere al bando dalla vita italiana coloro che ne furono i tenaci ed irreducibili assertori . Non conveniva infine ai socialisti , non soltanto perché per amor proprio di partito tengono al monopolio delle crisi ministeriali , ma perché ogni successo della politica nazionale si risolve necessariamente in uno scacco per la loro politica antinazionale . Da questo solidale interesse dell ' on . Nitti , dei rinunciatari e dei socialisti ad impedire che il Ministero fosse battuto per una questione nazionale , nacque l ' idea di ricorrere a qualche espediente pregiudiziale . Fu così escogitato il decreto - legge per l ' aumento del pane , che dava modo ai socialisti d ' insorgere sia nell ' interesse delle istituzioni parlamentari , che delle classi lavoratrici ; all ' on . Nitti di cadere sopra un terreno meno ingrato , e più propizio ad una sua prossima resurrezione ; ed ai rinunciatari di lasciare impregiudidicato il modo di risoluzione della questione adriatica . L ' on . Nitti , pur di migliorare la sua posizione politica , non ha esitato a peggiorare la sua situazione parlamentare che era già irrimediabilmente compromessa . Egli ha così reso , in articulo mortis , l ' estremo favore ai rinunciatori ed ai socialisti , i quali gli pagheranno a suo tempo il debito di gratitudine , mediante un espediente col quale egli sperava di risparmiarsi l ' onta di una caduta per lesa italianità . Ma la mistificazione e il trucco , com ' era facile prevedere , non sono serviti a nulla , tanto erano grossolani e assurdi . Nonostante la evidente , fedele cooperazione dei socialisti , spiacenti di perdere il loro più efficace complice dal banco del Governo , la situazione si è delineata chiara e precisa nei suoi elementi essenziali . Invano l ' on . Nitti ha cercato di intorbidarla ; invano egli ha voluto evitare di cadere per le sue concrete responsabilità di politica interna ed estera . Nella coscienza del Paese e del Parlamento la verità sui motivi determinanti la crisi si è manifestata senza attenuazioni o dissimulazioni di sorta . Il Ministero Nitti è caduto per la sua politica antinazionale .
StampaQuotidiana ,
Il Comitato Centrale dell ' Associazione Nazionalista Italiana ha votato il seguente ordine del giorno : Il Comitato Centrale dell ' Associazione Nazionalista Italiana ; constatato che il Governo disgregatore e rinunciatore di Nitti è caduto esclusivamente perché l ' Italia è insorta contro lo scempio della sua vita statale e nazionale all ' interno e quello del suo diritto e della sua dignità all ' estero e specialmente nel vitale problema dell ' Adriatico ; deciso come sempre a non ammettere all ' azione politica nazionalista altra misura che il supremo interesse dell ' Italia ; riafferma l ' urgenza della restaurazione dell ' autorità e della funzione dello Stato , e la necessità della soluzione italiana del problema adriatico , che si concreta nella applicazione del Trattato di Londra e nel rispetto dell ' autodecisione di Fiume ; si dichiara pronto a combattere con tutte le sue forze , così come ha fatto per il Ministero Nitti , qualunque Gabinetto non sia per adempiere tali doveri , nella certezza che contro le necessità storiche della Patria , dal nazionalismo costantemente propugnate , non si governa ; e frattanto delibera di intensificare la propaganda ai fini sopra indicati . Quest ' ordine del giorno , nel quale è fissata in termini chiari e precisi la posizione del Nazionalismo di fronte al nuovo Ministero , fa giustizia di tutte le deformazioni , che gli organi rinunciatori vanno facendo dell ' opera nostra . Ma quest ' atteggiamento , che possiamo definire di vigile e diffidente attesa : diffidenza giustificata dai precedenti dell ' uomo chiamato a presiederlo , attesa giustificata dalle ragioni intrinseche della situazione politica , di cui il nuovo Ministero è l ' espressione ; non può essere adeguatamente valutato se non mettendolo in relazione appunto con le critiche onde è stato fatto segno e con gli autori di queste critiche . È sintomatico il fatto che dell ' antico interventismo antigiolittiano , sola quella parte che , disertando dalle ragioni nazionali della nostra guerra , per attribuirle un sedicente e donchisciottesco preminente carattere europeo e democratico , sostenne il Ministero Nitti ed oggi si schiera contro il nuovo Ministero precisamente per quel tanto di carattere antirinunciatore ; che si presume debba avere ; è sintomatico , diciamo , il fatto che dell ' antico interventismo solo la parte che tradì , nella rinuncia , la ragione vera e propria della nostra guerra , si faccia oggi innanzi per rimproverare al nazionalismo di abbandonare la sua posizione storica di fronte a Giovanni Giolitti . Che essi stessi abbiano già abbandonata la posizione storica iniziale dell ' intervento di fronte all ' Italia e alla vittoria e rinnegata l ' antica solidarietà interventista , dileggiando sotto la qualifica dispregiativa di fascisti tutti coloro che mantennero ferma la pregiudiziale delle integrali rivendicazioni nazionali di fronte alla politica di dedizione e di rinuncie dell ' on . Nitti , sono fatti che non contano : oggi il mito dell ' interventismo , già relegato in soffitta durante il governo Nitti favorito da neutralisti e socialisti di tutte le gradazioni , deve rivivere e riprodurre in Italia l ' antica divisione , non tanto per rendere impossibile all ' on . Giolitti di governare , quanto per rendere impossibile l ' attuazione di un programma nazionale all ' interno e all ' estero : cioè la restaurazione dell ' autorità e della funzione dello Stato e la soluzione italiana del problema adriatico . Si dice : è un ' illusione sperare che un simile programma possa essere realizzato da un Ministero , presieduto dall ' on . Giolitti , anche se di esso facciano parte soltanto uomini rappresentativi dei partiti che furono per l ' intervento e parteciparono ai ministeri di guerra . Rispondiamo che il nazionalismo , per mantenere la sua posizione strettamente aderente ai fini nazionali che si propone , non ha bisogno di fare atti di preventiva fiducia verso il nuovo Ministero , ma nello stesso tempo , non può non tenere conto che il nuovo ministero emana da una situazione politica determinatasi in perfetta antitesi con quella rappresentata dall ' on . Nitti , che i rinunciatori e i sabotatori dello Stato vorrebbero perpetuare . La posizione dei nazionalisti verso il nuovo Ministero , risulta chiara dal contrasto fondamentale , in cui essa viene a trovarsi di fronte alla posizione rispettivamente assunta verso lo stesso Ministero dall ' elemento nittiano e rinunciatore . I nazionalisti subordinano la pregiudiziale personale alla pregiudiziale nazionale . I rinunciatori mettono avanti la pregiudiziale personale per confondere ed annullare quella nazionale . Agitare intempestivamente la pregiudiziale personale vorrebbe dire confondersi e fare il gioco dei rinunciatori , i quali non esiterebbero un solo istante a diventare giolittiani se avessero la certezza o soltanto la speranza che l ' on . Giolitti fosse disposto a mettere la sua innegabile capacità di governo a servizio del programma dell ' on . Nitti . L ' antigiolittismo dei nazionalisti , se ha da essere , non sarà quello stesso dei rinunciatori , che sfruttano le ragioni storiche nazionali dell ' interventismo a vantaggio di un programma attuale antinazionale , ma sarà l ' antigiolittismo della nuova , Italia , che con la sua implacabile opposizione , rese impossibile il governo dell ' on . Nitti .