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GERMANIA ( FORGES DAVANZATI R. , 1925 )
StampaQuotidiana ,
I commenti demoliberali e antifascisti sulla elezione di Hindenburg sono pietosi . Basta constatarli , come ieri abbiamo constatato il valore profetico ( ! ) dell ' anticipato commento del nobiluomo Sforza . Non occorre confutarli . Lasciamo che si invochi l ' unione di tutte le democrazie etcetera etcetera . Intanto , a scanso di equivoci , per eliminare le solite balorde « filie » che hanno sempre ottenebrato un chiaro giudizio , necessario in politica estera , e per fissare alcune coincidenze fondamentali germaniche , anche nella lotta dei partiti , ricordiamo che il cartello delle sinistre , messo di faccia alla semplificazione delle candidature alla Presidenza , per combattere la destra , si era fatto destro , aveva scelto un candidato di minoranza nel cartello delle sinistre , e che Marx , contrapposto ad Hindenburg , si è lasciato andare ad affermazioni pangermaniste , per confermare ancora che la Repubblica può aver eliminato la dinastia degli Hohenzollern , può aver aperto la via ad un esperimento parlamentaristico , ma che il regime , il Reich , ha sempre uno spirito saldamente nazionale e imperiale . Se la democrazia nostrana ha versato fiumi di elegiaco inchiostro sulla povera Germania e ha invocato tutti i favori per il nuovo regime , presentato come contrito e rassegnato , noi non abbiamo mai partecipato a questa esibizione di tradizionale imbecillità . La candidatura Marx del cartello socialdemocratico era già dunque una candidatura di destra socialdemocratica . Il significato della vittoria di Hindenburg è però accresciuto da questa premessa . Ed ecco perché la sorpresa , segnalata da Parigi e anche da Londra , è una sorpresa puerile . E più puerile ancora è il tentativo dei laburisti e liberali inglesi di attribuire la vittoria del Maresciallo alla mancata disoccupazione di Colonia . Se mai , da questo gioco polemico dei sinistri inglesi , poco soddisfacente per i sinistri francesi , che sono oggi inchiodati al governo , appare chiaro come la Germania possa riuscire facilmente a guadagnare per la propria politica , giocando ora col berretto frigio ora con l ' elmo a chiodo , perché trova sempre ben disposta una imbecille democrazia europea o a darle ragione o a dar torto ad un altro paese , accusato di irritarla . La verità è che la vittoria di Hindenburg rappresenta per ora una tipica espressione dello spirito germanico , dello spirito della guerra , e significa che in nessun paese , anche in un paese vinto , è lecito fondare le proprie fortune politiche su una mostruosa rinnegazione del sacrifizio in guerra e delle virtù militari di un popolo . Presto o tardi , queste tristi fortune politiche debbono tramontare , e , se non tramontassero , vuoi dire che il popolo che le sopporta è un popolo corrotto e colpito a morte . La vittoria di Hindenburg è la liquidazione automatica , ma oramai tombale , di tutto il ridicolo armamentario dell ' infatuazione vilsoniana nelle democrazie europee , che voleva i processi a Guglielmo e ai responsabili della guerra , tra i quali , se mal non riteniamo questi ricordi cretinissimi , era lo stesso Hindenburg ; che voleva gli Hohenzollern in perpetuo esilio ; che pretendeva imporre un regime antimonarchico e parlamentaristico ; e che credeva , con tutto ciò , di dare un crisma morale alla vittoria e di guarire in perpetuo la Germania , considerata minorenne , dalla rosolia dell ' imperialismo , invenzione letteraria di quattro mentecatti , portandola riconciliata sotto la tutela delle grandi democrazie dell ' era nuova ! Tutte queste pretese goffe non hanno potuto avere , sebbene sanzionate in articoli di Trattato , alcuna realizzazione . Sono crollate . Ma oggi la vittoria di Hindenburg significa che la Germania non ammette più alcuna subordinazione del proprio regime allo straniero , e poiché , all ' infuori di chiacchiere sconclusionate di giornali , nessuna azione diplomatica seria potrebbe esserci da parte dell ' Intesa , può dirsi che questa affermazione oramai c ' è , e incontrovertibile . Si può infatti affermare che uno degli elementi più favorevoli all ' elezione di Hindenburg sia stato appunto quella parte della propaganda avversaria , che metteva avanti la minaccia di rappresaglie straniere , offesa intollerabile dello spirito nazionale . Se la vittoria del Maresciallo non diventa strumento di quelle grossolane infatuazioni , che sono tipiche della politica germanica , perché tipiche dello spirito germanico , è probabile che , assicurato questo caposaldo , non si compiranno atti i quali possano invalidare , per ora , l ' esecuzione già accettata del piano Dawes : modificare la proposta del patto di sicurezza e la partecipazione alla Lega delle Nazioni . La Germania mira in realtà a ristabilire una situazione di parità europea , e a lavorare con tenacia in questa riconquistata posizione . Ma quali possano essere le ripercussioni diplomatiche della elezione di Hindenburg , noi sappiamo che la Germania vuol riprendere in pieno la sua azione di potenza , di potenza che può esprimere audacie imperiali , anche in un periodo di costrizioni militari , di un imperialismo economico e produttivo , che non tarderà a farsi sentire . Mussolini non aveva atteso l ' elezione di Hindenburg per richiamare , mesi fa , nel discorso di Milano , l ' Italia ad una sempre più profonda comprensione delle nostre difficoltà esterne , per il ritorno della Germania alla sua libertà commerciale . Non occorreva infatti la morte di Ebert e questo primo saggio di elezione presidenziale per sentire la presenza germanica , dopo la vittoria interna sull ' annullamento del marco , e l ' accettazione del piano Dawes , cominciata con un prestito rinsanguatore di ottocento milioni di marchi oro . Soltanto i ciechi e i sordi potevano ignorare i veri propositi germanici , espressione dello spirito della razza . E l ' Italia ha avuto e ha modo di accorgersi dei propositi germanici nei negoziati durissimi , sui quali spesso abbiamo richiamato l ' attenzione dei lettori . Questa è la Germania che guarda al Brennero e anche oltre Brennero . L ' Italia vittoriosa non deve temerla , e non deve osteggiarla pregiudizialmente . Ma l ' Italia fascista , che sa intendere lo spirito della vittoria di Hindenburg , per questo appunto rifiuta il metodo socialdemocratico , che , innanzi alla dura realtà , si rifugia ciecamente nelle ideologie internazionalistiche , e ad ogni brusco risveglio , impreca stupidamente sulla nequizie umana e contro la storia , che si ostina a non inquadrarsi negli schemi dell ' idiozia demoliberale . L ' Italia fascista sa che per rispondere ai propri compiti , in questa crisi europea , secondo lo spirito della vittoria , ci vuole una formidabile disciplina interna , difesa con tutti i mezzi contro quelli che non ancora la vogliono , perché occorre esser forti , per non correr il rischio di sedurre le minaccie altrui con la propria debolezza . In Europa c ' è una Germania , che richiama lo spirito della razza . Ecco la verità , verità storica , che le giraffe vanitose e stupide della socialdemocrazia non vedevano e non vedono con la testa fra le nuvole delle loro ideologie . Per vivere amichevolmente con questa Germania , bisogna che stia ben ferma al confine austriaco . Ecco una prima cosa da dire , fascisticamente , dopo la vittoria di Hindenburg .
UN TIPICO ERRORE GERMANICO ( FORGES DAVANZATI R. , 1925 )
StampaQuotidiana ,
« Per vivere amichevolmente con questa Germania , bisogna che stia ferma alla frontiera austriaca . Ecco una prima cosa da dire , fascisticamente , dopo la vittoria di Hindenburg » . Queste parole concludevano , circa un mese fa , il commento alla elezione di Hindenburg a Presidente dei Reich . Erano dettate da un convincimento non nuovo , ma affermato fin dalla Conferenza di Parigi , quando troppa sordità , troppa ostilità , troppa indifferenza , troppa infatuazione vilsoniana , riducevano in pochissimi la visione di una politica centroeuropea , necessaria all ' Italia . Erano suggerite dalla persuasione che il problema fosse non più ignorabile , ma di primo piano per la nostra politica , che ha già sofferto di errori , di colpe e di sopraffazioni altrui nella questione austriaca . Erano il richiamo ad un problema concreto , oltre le solite considerazioni generiche sulla elezione del vecchio Maresciallo . Ecco che oggi le dichiarazioni di Mussolini in Senato ; i commenti della stampa germanica ; il discorso del Presidente del Reichstag , Loebe , al Congresso di Dortmund , che già ieri abbiamo notato , e altre manifestazioni in Austria , attestano come la questione austriaca sia oggi al nodo della politica centroeuropea . Non intendiamo affatto partecipare al gran clamore verbale , che le dichiarazioni di Mussolini hanno sollevato di là dal Brennero ; e non deploriamo nemmeno questo clamore , se esso debba giovare ad eliminare equivoci , specialmente l ' equivoco che faceva considerare l ' Italia indifferente , agnostica , nella questione austriaca . Abbiamo detto e ripetiamo che , prima di essere di interesse cecoslovacco o jugoslavo o francese , la questione austriaca è di interesse italiano . Questo sembra abbia sorpreso in Germania e in Austria , dove si rimettevano ai tristi precedenti di una politica assurda e cieca , che ebbe il suo tipico episodio di autodiffamazione nelle mostruose accuse rivolte alla Missione Segre , che aveva dato all ' Austria i primi generosissimi aiuti dell ' Italia ; e che ebbe la sua catastrofe diplomatica quando , sulla facile rinunzia ottenuta dall ' Italia della quota di riparazioni dovuta dall ' Austria si organizzò la sostituzione della Società delle Nazioni in quella politica di controllo dell ' Austria , che spettava di diritto all ' Italia . Ebbene quei precedenti non si ripeteranno più . E l ' Italia non intende lasciare alla Francia e alla Piccola Intesa il compito di interpretare politicamente gli articoli 80 del Trattato di Versailles e 88 del Trattato di San Germano , per i quali la Repubblica austriaca non può mutare il suo assetto statale , quale sarebbe l ' unione con la Germania , senza il consenso del Consiglio della Società delle Nazioni . E poiché l ' articolo 5 del Patto stabilisce che le deliberazioni del Consiglio per essere valide debbono essere prese all ' unanimità , la volontà dell ' Italia ha valore decisivo . E poiché la Francia è anch ' essa ostile a qualsiasi unione e anche in Inghilterra i commenti , pure ufficiosi , sono stati favorevoli alla tesi enunciata da Mussolini , il discorso del socialista Loebe , presidente del Reichstag , in pieno accordo con le direttive pangermaniste ( la Germania è Germania e la Germania socialdemocratica meritevole di tutti i favori è una invenzione nittiana ) e in contestazione di Mussolini , cui ha preteso di rimproverare l ' ignoranza dei trattati , è invece esso un documento di voluta ignoranza e di insolenza , tipiche della mentalità germanica , quando è spronata dallo spirito aggressivo . E , lasciando da parte un esame più particolare della questione austriaca , questo dobbiamo oggi porre in chiaro , anche per coloro che , afflitti oppur no dall ' imbecillità socialdemocratica , hanno creduto di affermare una direttiva italiana di politica nell ' intenerimento del dopoguerra per la povera Germania : e cioè lo spirito aggressivo di questo orientamento che la politica germanica sembra prendere , dopo l ' elezione di Hindenburg . Non è la prima volta che alla germanofilia smaccata degli ex - neutralisti e dei socialdemocratrici pentiti della francofilia e sempre in cerca di una nuova servitù per lo straniero , si sia risposto in Germania , assumendo in proprio , brutalmente , la propaganda per la rivendicazione dell ' Alto Adige . Oggi le dichiarazioni violente per l ' unione con l ' Austria non si scompagnano affatto da questa propaganda . Queste constatazioni debbono esser fatte non per incitare i mutamenti irrequieti di condotta politica , ma per ripetere ancora una volta l ' indispensabile pedagogia di cui hanno bisogno gli italiani , sempre corrivi ad interpretazioni della politica internazionale , false , deformate da ideologie che sbandano ora a favore di questo ora a favore di quello straniero , e che bisogna fermamente ripudiare per costituire oltre che una visione , un sentimento di politica italiana . Solidamente italiana . E nel sentimento di una politica italiana verso la Germania , non deve mai mancare la comprensione che la Germania è una tipica espressione di razza , che non c ' è troppo da ingannarsi sulle divergenze dei suoi partiti , e che in Germania difetta una valutazione precisa del fattore Italia , come fattore europeo . Questa comprensione significa anche che la Germania commette facilmente errori grossolani di politica , e che l ' errore della svalutazione italiana prima della grande guerra è stato meritatamente uno dei motivi di sconfitta della Germania . Oggi , in un momento veramente significativo della politica europea e della vita interna della Germania , ecco che la grossolanità massiccia di questo popolo che ha virtù e difetti moltiplicati al cubo , si orienta , con una scelta poco persuasiva , verso il mezzogiorno , verso l ' Austria e l ' Italia , per porre un problema di primo piano , da aggiungere a quello della frontiera occidentale e della frontiera orientale . Dove sia la coscienza e la misura in questa politica nessuno può comprendere . Questo è certo . Che l ' Italia non è più quella che soffrì soggezioni nella Triplice . un ' altra Italia , in un ' altra Europa . Se anche questa volta la Germania non capisce , vuol dire che nemmeno l ' ultima dura pedagogia le ha giovato . Ecco quanto si deduce dalla pessima sfuriata del socialista Loebe , Presidente dei Reichstag .