StampaPeriodica ,
È
vita
nuova
o
resto
di
vita
vecchia
,
è
vita
che
ripiglia
o
strascico
di
vita
che
muore
,
questo
movimento
insolito
che
si
vede
nel
cattolicesimo
da
qualche
tempo
,
e
che
produce
manifestazioni
di
ogni
sorta
,
e
fa
pensierosi
i
governi
,
a
cui
non
piacciono
,
e
lusinga
quelli
a
cui
piacciono
?
Difficile
domanda
per
chi
voglia
cercare
la
risposta
nei
fatti
,
e
non
nelle
fantasie
o
nelle
passioni
proprie
.
Ciò
che
mi
pare
si
possa
dire
di
più
fondato
,
è
che
codesto
movimento
,
il
quale
non
è
solo
di
clero
,
ma
di
laicato
,
non
è
tutto
artificiale
,
se
anche
si
voglia
crederlo
artificiale
in
qualche
rispetto
,
e
ha
dalle
libertà
proprie
dello
Stato
moderno
agevolazioni
e
aiuti
che
nello
Stato
assoluto
gli
sarebbero
mancati
.
I
congressi
cattolici
sono
,
di
ciò
che
qui
affermo
,
una
riprova
.
Se
ne
sono
tenuti
più
d
'
uno
nel
mese
scorso
;
se
ne
terranno
nei
mesi
prossimi
,
e
da
per
tutto
dove
i
cattolici
sono
,
cioè
al
di
qua
e
al
di
là
dell
'
Atlantico
,
in
ogni
paese
civile
.
Essi
non
sono
né
concili
né
sinodi
.
Il
papa
li
benedice
;
i
vescovi
v
'
intervengono
;
ma
né
quello
,
e
talora
neanche
uno
di
questi
li
presiede
.
Vi
tengono
molto
maggiore
posto
i
laici
che
i
sacerdoti
,
quantunque
in
quelli
sia
grande
la
riverenza
per
questi
.
Persino
,
presenti
dei
vescovi
,
li
guida
a
volte
un
laico
.
E
si
guardi
a
qual
classe
sociale
questi
laici
appartengono
:
soprattutto
alla
più
elevata
e
più
agiata
.
Ma
non
vi
mancano
laici
d
'
altre
classi
:
professori
,
deputati
,
senatori
,
scrittori
,
in
ispecie
,
di
giornali
,
gente
,
in
somma
,
che
influisce
,
per
una
via
o
per
l
'
altra
,
nella
vita
pubblica
del
paese
o
vi
tien
posto
.
Che
cosa
,
dunque
,
voglion
dire
?
Questo
di
certo
:
che
in
ogni
Stato
il
laicato
cattolico
si
stringe
a
consiglio
,
e
,
in
condizioni
della
società
così
turbate
,
cerca
di
ridar
vigore
al
concetto
religioso
,
economico
,
civile
,
che
è
proprio
suo
,
e
che
non
abbandona
.
Difatti
nelle
discussioni
,
a
cui
i
congressi
danno
luogo
,
non
è
trascurata
nessuna
delle
questioni
,
che
oggi
dividono
le
società
nostre
.
Nessuno
dei
mezzi
coi
quali
si
possono
sviare
o
ravviare
,
è
lasciato
senza
particolare
considerazione
.
Le
sei
sezioni
del
congresso
di
Madrid
si
sono
occupate
di
questioni
sociali
l
'
una
,
di
questioni
scientifiche
l
'
altra
,
di
economia
politica
la
terza
,
di
opere
di
carità
la
quarta
,
di
opere
letterarie
la
quinta
,
delle
assemblee
e
delle
corporazioni
la
sesta
.
Gli
altri
congressi
hanno
fatto
,
su
per
giù
,
lo
stesso
.
Non
hanno
di
certo
percorso
men
largo
campo
.
Il
problema
è
questo
;
come
e
per
quali
modi
contendere
la
scuola
,
la
stampa
,
la
scienza
,
la
beneficenza
,
l
'
officina
,
la
bottega
,
a
influenze
e
tendenze
contrarie
alle
cristiane
e
cattoliche
,
come
e
per
quali
modi
rendersele
amiche
e
soggette
?
La
mira
è
precisa
e
precisa
la
dottrina
,
colla
quale
vi
si
indirizzano
.
Il
tentativo
è
vasto
.
Ristabilire
l
'
autorità
del
principio
cristiano
e
cattolico
,
rendendolo
adeguato
alla
soddisfazione
di
tutti
i
bisogni
delle
società
presenti
,
adattandolo
a
tutte
le
loro
condizioni
,
non
coll
'
alterarlo
o
menomarlo
,
ma
col
farle
penetrare
da
esso
.
Riusciranno
?
Certo
,
hanno
un
aiuto
in
ciò
,
che
i
partiti
avversi
sono
terribilmente
divisi
,
e
hanno
sollevata
tanta
polvere
che
sono
oramai
ben
molti
quelli
che
più
non
ci
vedono
e
si
stancano
di
seguire
.
Non
paiono
adatti
,
che
a
dissolvere
la
società
,
dopo
averla
gettata
sossopra
.
Niente
afferma
l
'
uno
,
che
non
neghi
l
'
altro
.
Nessuna
dottrina
è
cosi
assurda
che
non
trovi
patrocinio
.
Socialisti
,
comunisti
,
collettivisti
,
possibilisti
,
anarchici
,
radicali
,
repubblicani
,
massoni
,
progressisti
,
liberali
sono
solo
alcuni
pochi
dei
nomi
,
coi
quali
questi
partiti
si
designano
da
sé
o
sono
designati
da
altri
.
Tra
le
diverse
proposte
e
gli
opposti
concetti
tutto
barcolla
o
traballa
.
Ma
intanto
tra
classe
e
classe
l
'
ostilità
cresce
e
si
fa
più
aspra
.
Non
v
'
è
giorno
,
che
qua
o
là
non
si
senta
l
'
una
insorgere
contro
l
'
altra
;
e
l
'
una
difendere
quello
che
ha
,
l
'
altra
agognare
a
quello
che
non
ha
,
e
il
profitto
del
capitale
e
il
salario
dell
'
operaio
cercare
di
stremarsi
a
vicenda
.
E
la
pace
d
'
idee
e
di
fatti
,
che
manca
nel
seno
di
ciascuna
nazione
,
manca
altresì
tra
le
nazioni
;
sicché
tutte
s
'
armano
paurose
insieme
e
minacciose
,
e
si
guardano
pronte
a
dilacerarsi
senza
nessuna
speranza
che
la
guerra
d
'
oggi
,
comunque
riesca
,
spenga
i
semi
della
guerra
per
il
domani
;
e
i
popoli
miseramente
aggravati
d
'
imposte
,
che
crescono
sempre
e
oramai
non
più
in
proporzione
dell
'
aumento
della
ricchezza
privata
o
pubblica
;
e
i
governi
,
incerti
della
lor
via
,
e
soggetti
,
dove
più
dove
meno
al
potere
dei
partiti
politici
nelle
assemblee
,
partiti
anch
'
essi
estremamente
divisi
,
e
talora
estremamente
screditati
,
che
non
possono
più
comporre
maggioranze
stabili
per
reggerli
;
e
dalle
loro
combinazioni
passeggere
,
venir
fuori
una
legislazione
confusa
e
inadeguata
,
continuamente
mutabile
,
che
non
appena
è
fatta
,
eccita
da
ogni
parte
grida
e
biasimi
perché
sia
disfatta
;
e
se
ne
tenti
un
'
altra
.
Questo
non
è
,
di
certo
,
spettacolo
adatto
a
levare
ogni
speranza
a
chi
ne
aspetti
o
ne
voglia
uno
diverso
.
E
il
laicato
cattolico
che
si
raccoglie
nei
congressi
,
ne
vuole
appunto
uno
diverso
.
Ora
,
per
giudicare
se
un
diverso
spettacolo
è
possibile
,
bisognerebbe
studiare
più
addentro
che
non
si
può
qui
,
il
sistema
delle
idee
e
dei
mezzi
loro
.
Si
dovrà
e
si
potrà
fare
più
in
là
,
quando
gli
atti
di
questi
congressi
saranno
pubblicati
,
e
si
potranno
consultare
.
Ciò
,
che
intanto
è
bene
,
è
non
prenderli
a
beffa
.
Il
mondo
non
fila
così
diritto
,
che
si
possa
essere
in
tutto
sicuri
,
che
non
cercherà
mai
altra
rotta
.
E
del
laicato
cattolico
dei
paesi
civili
,
tutto
raggranellato
nelle
classi
superiori
,
e
con
molta
influenza
sulle
inferiori
,
non
si
può
addirittura
affermare
,
che
voglia
andare
indietro
,
solo
perché
vuole
andare
avanti
per
altra
via
,
e
che
qualunque
sia
la
via
,
in
cui
si
metterà
,
non
gli
debba
spuntare
.
Ma
noi
italiani
,
o
almeno
la
più
parte
di
noi
,
sogliamo
guardare
codesti
congressi
da
un
sol
punto
di
veduta
:
ed
è
dalla
relazione
loro
col
Vaticano
,
e
in
specie
con
la
questione
,
che
in
questa
parola
Vaticano
scorgiamo
sola
,
la
questione
del
ristabilimento
del
potere
temporale
.
E
,
senza
dubbio
,
i
congressi
che
si
sono
tenuti
sinora
,
e
quelli
che
si
terranno
,
manderanno
tutti
al
pontefice
indirizzi
,
in
cui
gli
augureranno
di
ridiventare
il
principe
,
e
prenderanno
tutti
risoluzioni
nel
senso
,
che
un
potere
temporale
è
necessario
alla
indipendenza
e
alla
libertà
del
capo
della
religione
,
in
cui
nome
si
riuniscono
.
Tra
le
tesi
proposte
agli
oratori
del
congresso
di
Madrid
,
v
'
erano
queste
:
«
Il
pontefice
romano
deve
possedere
il
potere
temporale
come
guarentigia
del
libero
esercizio
del
suo
ministero
apostolico
.
Non
v
'
è
prescrizione
contro
i
diritti
del
successore
di
San
Pietro
al
poter
temporale
.
I
cattolici
hanno
diritto
di
associarsi
alla
protesta
di
Leone
XIII
concernente
l
'
indipendenza
sovrana
di
cui
abbisogna
per
la
sua
dignità
e
per
il
bene
della
Chiesa
.
La
grandezza
del
pontificato
romano
,
e
benefici
procurati
da
esso
al
mondo
.
Mezzi
per
far
adottare
l
'
arbitrato
dei
pontefici
romani
,
come
modo
di
soluzione
dei
conflitti
internazionali
.
La
Chiesa
cattolica
è
una
società
perfetta
,
e
ha
diritto
,
per
la
sua
stessa
natura
,
all
'
indipendenza
dirimpetto
ai
poteri
della
terra
»
.
Non
tutte
queste
tesi
si
riferiscono
al
potere
temporale
dei
pontefici
,
ma
tutte
implicano
,
non
solo
un
concetto
elevato
della
Chiesa
,
ma
altresì
una
persuasione
dell
'
intima
sua
connessione
col
pontefice
e
della
intera
sua
soggezione
a
lui
,
quale
,
per
esempio
,
non
si
era
mai
vista
prima
della
rivoluzione
francese
del
principio
del
secolo
.
Che
la
Chiesa
cattolica
sia
una
società
perfetta
per
se
stessa
,
è
tesi
vecchia
:
ma
niente
obbligava
a
dimostrarlo
quando
Chiesa
e
Stato
camminavano
di
conserva
.
Che
il
pontefice
possa
diventare
l
'
arbitro
delle
questioni
internazionali
,
non
solo
quando
sia
invocato
tale
da
alcuni
Stati
,
ma
per
virtù
stessa
della
istituzione
che
governa
,
è
un
ideale
visto
più
in
sogno
che
in
veglia
,
e
che
se
aveva
modi
e
verosimiglianze
di
effettuarsi
nell
'
evo
medio
e
prima
della
Riforma
,
non
ne
ha
,
per
verità
,
nessuno
ora
,
né
in
nessun
avvenire
prevedibile
sin
da
ora
.
Che
il
pontificato
abbia
beneficato
il
mondo
in
alcuni
momenti
della
sua
storia
,
non
si
può
negare
,
da
chi
abbia
l
'
animo
calmo
e
chiaro
lo
sguardo
:
ma
è
difficile
altresì
sconoscere
,
che
non
tutta
la
sua
azione
è
stata
benefica
,
e
ch
'
esso
ha
avuto
periodi
di
decadenza
grande
e
largamente
perniciosa
.
Ma
le
altre
tre
tesi
hanno
per
proprio
oggetto
la
restaurazione
del
potere
temporale
;
e
non
sono
mancati
in
tutti
i
congressi
oratori
dotti
e
convinti
che
le
hanno
sostenute
,
con
applausi
,
come
oramai
ne
hanno
tutti
dalle
assemblee
che
lusingano
.
Ora
,
io
vorrei
chiedere
a
codesti
laici
cattolici
non
solo
ai
sacerdoti
coi
quali
si
accoppiano
,
se
mescolare
la
questione
del
potere
temporale
con
le
altre
alla
cui
soluzione
si
applicano
,
giova
,
nel
loro
parere
,
ad
avanzare
e
aiutare
la
soluzione
di
queste
altre
.
Vorrei
che
mi
rispondessero
con
la
mano
sulla
coscienza
.
Le
altre
questioni
sono
di
natura
sociale
o
politica
:
riguardano
l
'
esercizio
di
diritti
,
che
i
cattolici
vogliono
guarentiti
a
se
stessi
nell
'
ordinamento
dello
Stato
perché
la
loro
azione
si
possa
esplicare
tutta
.
Invece
,
questa
questione
del
ristabilimento
del
potere
temporale
è
di
natura
internazionale
,
non
già
nel
senso
che
debba
risolverla
un
accordo
tra
le
nazioni
,
ma
in
questo
,
che
,
se
altre
nazioni
se
ne
volessero
mischiare
,
nascerebbe
per
ciò
solo
un
conflitto
tra
esse
e
la
nazione
italiana
,
persuasa
,
che
la
questione
è
di
sua
sola
spettanza
.
Nelle
altre
questioni
che
i
congressi
agitano
,
si
tratta
di
disposizioni
interne
dei
lor
propri
Stati
;
in
questa
,
invece
,
del
potere
temporale
,
si
tratta
di
un
'
ingerenza
esterna
di
questi
Stati
.
Ora
,
dov
'
è
la
probabilità
,
che
i
governi
che
reggono
codesti
Stati
,
vogliano
o
possano
assumersela
?
Bisognerebbe
che
lor
giovasse
di
farlo
.
Ma
nella
presente
condizione
di
Europa
e
degl
'
interessi
che
uniscono
o
separano
le
potenze
,
che
utilità
avrebbero
i
governi
dell
'
Austria
,
della
Spagna
,
del
Portogallo
,
del
Belgio
a
intavolare
coll
'
Italia
negoziati
sul
potere
temporale
del
pontefice
,
il
cui
solo
accenno
sarebbe
un
'
offesa
?
E
poniamo
che
non
sarebbe
un
'
offesa
,
e
che
il
governo
italiano
volesse
pure
accettare
una
trattativa
di
tal
fatta
;
bisognerebbe
essere
ciechi
per
non
vedere
,
che
il
ministero
che
vi
si
compromettesse
,
non
troverebbe
ora
e
forse
oramai
modo
di
reggersi
.
Sicché
codesti
congressi
,
unendo
a
tutti
gli
altri
loro
fini
il
ristabilimento
del
potere
temporale
,
credo
che
si
allontanino
da
quelli
senza
avvicinarli
a
questo
.
Si
vede
che
io
voglio
essere
eccessivamente
imparziale
,
come
soglio
:
non
ho
affermato
più
di
quanto
oggi
posso
affermare
.
Non
ho
detto
,
che
ciò
,
che
i
laici
cattolici
si
propongono
e
desiderano
in
altri
soggetti
,
sia
tutto
bene
o
male
.
Non
mi
pare
,
a
dirla
schietta
,
neanche
probabile
,
che
sia
tutto
bene
o
male
;
per
discorrerne
con
fondamento
ho
affermato
con
molta
misura
che
bisognerebbe
averne
più
precisa
notizia
che
non
se
ne
trae
dai
giornali
.
Quello
che
io
asserisco
,
è
,
che
il
Vaticano
,
spingendo
i
congressi
devoti
a
esso
a
insistere
soprattutto
per
ciò
che
gli
garba
,
gli
preme
di
più
,
per
il
potere
temporale
,
scema
la
probabilità
di
riuscita
del
movimento
,
che
approva
e
provoca
,
in
ciò
che
ha
di
più
sostanziale
e
rilevante
,
anziché
l
'
accresca
.
Però
,
anche
in
questo
rispetto
,
ridere
non
è
il
meglio
.
Eccetto
ché
in
Italia
,
il
partito
cattolico
entra
nelle
assemblee
politiche
;
se
in
nessuna
di
quelle
in
cui
entra
,
è
già
maggioranza
,
in
nessuna
,
neanche
,
è
una
minoranza
spregevole
.
Ora
,
nella
gran
divisione
attuale
delle
parti
politiche
,
le
minoranze
sanno
d
'
avere
una
forza
assai
maggiore
di
quella
che
per
sé
porterebbe
il
loro
numero
.
Le
maggioranze
,
soprattutto
nelle
assemblee
colte
,
e
che
rappresentano
vivacemente
la
varia
coscienza
pubblica
,
non
si
formano
ora
altrimenti
,
che
mediante
la
unione
,
più
o
meno
durevole
,
di
due
o
più
minoranze
.
Ora
,
l
'
intento
del
laicato
cattolico
è
di
diventare
nelle
assemblee
politiche
una
minoranza
sempre
più
grossa
,
se
non
una
maggioranza
addirittura
;
e
di
pigliare
,
così
,
sempre
più
la
mano
sui
governi
.
L
'
esempio
della
Germania
,
del
paese
più
colto
d
'
Europa
,
non
prova
,
che
a
ciò
non
possa
riuscire
,
anzi
,
prova
il
contrario
.
Ma
anche
riuscitovi
,
anche
diventato
maggioranza
,
anche
diventato
governo
in
due
o
più
Stati
,
il
partito
cattolico
tenterebbe
di
ristabilire
il
potere
temporale
?
Ne
dubito
.
Come
succede
,
vedrebbe
,
arrivato
in
su
,
difficoltà
che
non
vedeva
d
'
in
giù
;
sentirebbe
,
avvertirebbe
,
peserebbe
interessi
,
che
non
sente
,
avverte
,
pesa
assai
meno
.
Forse
,
raggiungere
l
'
alto
grado
di
potenza
cui
mira
,
non
servirebbe
,
che
a
provargli
,
come
vi
sono
pur
cose
al
mondo
così
cadute
,
che
nessuna
potenza
le
rialza
.
E
se
riuscisse
a
modificare
nell
'
interno
degli
Stati
alcuni
ordinamenti
nel
modo
che
si
prefigge
,
queste
modificazioni
stesse
proverebbero
,
che
alla
più
attiva
circolazione
del
pensiero
cattolico
per
entro
le
società
attuali
il
potere
temporale
non
serve
,
anzi
nuoce
.
Ciò
ch
'
è
davvero
disaggradevole
,
non
è
già
l
'
azione
immediata
o
mediata
,
lontana
o
vicina
,
che
tali
congressi
,
colle
loro
risoluzioni
,
possono
esercitare
rispetto
a
codesto
potere
temporale
,
ma
l
'
aspettazione
o
la
speranza
,
ch
'
essi
creano
,
per
illusoria
che
sia
,
nel
pontefice
,
nella
curia
,
nel
clero
e
nel
laicato
italiano
.
Non
abbiamo
nessun
modo
di
misurare
quanta
sia
la
forza
dell
'
opinione
,
che
è
espressa
da
tutto
il
complesso
di
persone
e
di
influenze
,
che
si
raccolgono
sotto
questi
nomi
.
Sin
dove
possiamo
giudicare
dai
segni
che
ne
vediamo
,
non
par
smisurata
presso
di
noi
.
Ma
,
per
farne
retto
giudizio
,
dovremmo
affrontarla
nella
vita
pubblica
,
ed
essa
nella
lizza
della
vita
pubblica
non
vuol
discendere
.
Pure
,
nessuno
affermerebbe
,
che
forza
non
ne
abbia
,
o
sia
del
tutto
a
trascurare
quella
che
ha
,
come
molti
ostentano
di
credere
e
di
dire
.
Si
vede
che
nell
'
elezioni
municipali
è
tutt
'
altro
che
perdente
sempre
.
Qui
stesso
,
in
Roma
,
non
s
'
è
potuto
vincerla
,
che
,
associando
in
un
'
unione
forzata
,
poco
naturale
e
assai
labile
,
tutte
le
sfumature
dei
partiti
,
che
acconsentono
a
chiamarsi
,
con
diversissimo
senso
,
liberali
.
Ora
,
o
poca
,
o
molta
,
tutta
questa
forza
che
sogliamo
chiamare
clericale
,
è
tenuta
tutta
sollevata
di
speranza
e
di
aspettazione
,
come
dicevo
,
del
movimento
cattolico
dei
congressi
.
Il
che
,
se
non
ha
nessun
pericolo
,
mentre
ché
il
vento
come
fa
,
si
tace
,
potrebbe
diventare
sino
a
un
certo
punto
pericoloso
il
giorno
che
ricominciasse
a
soffiare
.
Pericoloso
,
in
due
modi
:
giacché
da
una
parte
,
quella
forza
clericale
scemerebbe
l
'
impulso
della
difesa
da
parte
dello
Stato
,
giacché
accascerebbe
,
in
una
certa
misura
,
lo
spirito
pubblico
,
e
lo
renderebbe
meno
volenteroso
e
meno
capace
di
slancio
;
dall
'
altra
,
il
sentimento
diffuso
,
che
appunto
questa
sia
l
'
azione
sua
,
aiuterebbe
i
partiti
estremi
a
soverchiare
,
e
non
solo
a
convincersi
ché
ne
sono
convinti
e
ne
hanno
già
voglia
ma
a
convincere
gli
altrì
che
occorrono
violenze
e
violenze
sempre
maggiori
a
comprimerla
.
Il
governo
finirebbe
di
perdere
quell
'
equilibrio
,
che
già
ha
smarrito
in
parte
.
E
noi
entreremmo
,
davvero
,
in
un
periodo
,
che
potremmo
chiamare
schiettamente
rivoluzionario
,
e
dal
quale
l
'
uscita
non
è
stata
mai
né
in
nessun
paese
chiara
,
né
certa
,
né
facile
.
Non
si
può
dubitare
,
che
il
laicato
cattolico
dei
congressi
stranieri
fa
conto
anche
su
questo
.
La
Chiesa
cattolica
non
si
sgomenta
dell
'
aspettare
.
Essa
conta
la
sua
esistenza
a
secoli
nel
passato
e
nell
'
avvenire
.
I
secoli
gli
valgono
per
anni
.
È
paziente
e
costante
come
la
giustizia
di
Dio
.
Questo
abbattimento
del
potere
temporale
che
dura
da
diciannove
anni
,
pare
a
essa
un
breve
episodio
della
sua
vita
sempiterna
.
Perciò
,
che
questo
movimento
cattolico
deva
approdare
qualche
decina
di
anni
,
prima
o
poi
,
gli
importa
poco
,
o
punto
.
Approderà
,
nel
parer
suo
,
e
gli
basta
.
Ora
,
se
per
approdare
gli
occorre
che
lo
Stato
d
'
Italia
si
disordini
,
che
il
governo
vi
abbandoni
ogni
indirizzo
moderato
di
condotta
,
che
i
partiti
estremi
spadroneggino
e
le
istituzioni
attuali
vadano
tutte
a
ruina
,
essa
non
perciò
muta
desideri
e
disegni
,
né
trema
per
sé
.
Essa
sta
,
n
'
è
assolutamente
sicura
,
come
terra
ferma
che
non
crolla
giammai
la
cima
per
soffiar
di
venti
.
Se
altri
,
più
deboli
,
ne
son
gettati
per
terra
,
o
che
le
preme
?
Perché
vi
si
sono
esposti
?
Non
si
può
,
quindi
,
credere
,
che
il
movimento
dei
congressi
cattolici
non
ci
faccia
danno
.
Ce
ne
fa
e
ce
ne
prepara
.
Gli
Stati
d
'
oltre
Alpi
sono
minacciati
da
un
solo
partito
:
il
radicale
o
socialista
.
I
congressi
cooperano
,
a
che
lo
Stato
italiano
sia
minacciato
da
due
,
dal
radicale
da
una
parte
e
dal
clericale
dall
'
altra
.
Il
clericale
esiste
altresì
in
Francia
;
ma
quivi
è
francese
;
esiste
altresì
in
Inghilterra
;
ma
quivi
è
poco
numeroso
,
se
si
vuol
restringerlo
ai
cattolici
,
ed
è
inglese
.
È
germanico
,
se
non
affatto
prussiano
,
in
Germania
;
è
austriaco
,
più
di
ogni
altro
,
in
Austria
.
Solo
in
Italia
il
partito
clericale
non
è
italiano
in
Italia
.
Che
cosa
si
può
fare
contro
un
partito
siffatto
?
Ci
erano
due
vie
:
conciliarlo
in
tutto
o
in
parte
,
ovvero
distruggerlo
.
Non
abbiamo
preso
nessuna
delle
due
vie
.
Del
resto
,
possiamo
dire
a
nostra
discolpa
,
che
né
l
'
una
né
l
'
altra
via
era
agevole
.
Durante
il
pontificato
di
Leone
XIII
è
stato
dubitato
più
volte
,
s
'
egli
avesse
nell
'
animo
suo
di
trovar
modo
d
'
accordo
col
governo
italiano
.
La
condizione
dell
'
accordo
era
,
s
'
intende
,
una
sola
;
rinunciare
al
potere
temporale
in
tutto
e
per
tutto
.
Poi
,
sopra
altri
punti
il
governo
o
almeno
un
partito
che
avrebbe
potuto
giungere
,
quando
che
sia
,
al
governo
sarebbe
sceso
a
patti
con
lui
.
Forse
,
rinunciando
a
questo
solo
dei
fini
del
congresso
,
il
cattolicesimo
avrebbe
raggiunto
in
Italia
alcuno
degli
altri
suoi
fini
.
Ma
o
che
Leone
XIII
,
come
parrebbe
,
abbia
inclinato
talora
a
una
simil
condotta
o
che
non
v
'
abbia
inclinato
mai
è
inutile
tormentarsi
il
cervello
a
congetturare
di
cose
,
che
infine
non
importa
sapere
è
certo
che
oggi
è
,
pare
,
ostinatissimo
nel
proposito
di
voler
recuperare
un
potere
temporale
.
Non
si
dice
più
né
quale
né
quanto
;
ma
un
potere
temporale
dev
'
essere
,
o
di
molto
territorio
o
di
poco
,
forse
di
tutto
.
L
'
idea
che
noi
abbiamo
combattuto
tanto
,
che
,
cioè
,
non
vi
sia
modo
di
guarentire
l
'
indipendenza
del
potere
spirituale
altrimenti
che
con
un
briciolo
di
temporale
,
s
'
è
radicata
sempre
più
nella
testa
del
pontefice
,
ha
trovato
sempre
maggiori
e
più
recise
espressioni
nella
sua
bocca
,
e
ha
finito
coll
'
atteggiarlo
in
tutto
a
guerra
verso
lo
Stato
nostro
.
I
temperamenti
ch
'
egli
aveva
usato
dapprima
,
sono
tutti
l
'
uno
dopo
l
'
altro
,
svaniti
.
S
'
intende
che
ora
i
congressi
cattolici
rinfocolano
questo
desiderio
del
temporale
e
lo
riconfermano
.
I
vescovi
che
avevano
esitato
a
proclamare
durante
la
vita
di
Pio
IX
la
necessità
assoluta
del
potere
temporale
,
sono
ora
oltrepassati
dal
laicato
cattolico
,
che
arditamente
,
altamente
la
proclama
.
Non
solo
in
diciannove
anni
non
abbiamo
fatto
un
passo
avanti
,
ma
ne
abbiamo
fatti
addietro
parecchio
.
A
nessuno
dotato
di
uno
spirito
sobrio
può
parere
questo
un
trionfo
.
Il
Regno
ha
fatto
la
triplice
alleanza
,
che
lo
guarentisce
da
ogni
velleità
di
favorire
il
papato
per
parte
dell
'
Austria
e
della
Germania
;
ma
dà
pretesto
e
stimolo
a
favorirlo
alla
Francia
e
alla
Russia
e
non
lo
leva
alla
Spagna
.
Il
papato
,
dalla
sua
parte
,
ha
chiamato
e
chiama
a
raccolta
tutti
i
suoi
fedeli
in
ogni
parte
del
mondo
;
li
raduna
a
congresso
;
s
'
intromette
,
non
impedito
,
nella
politica
interna
degli
Stati
;
è
invocato
arbitro
;
e
i
liberali
,
che
a
ragione
attribuiscono
gran
valore
alle
manifestazioni
della
opinione
pubblica
,
non
possono
addirittura
negare
ogni
valore
a
queste
,
se
non
vogliono
illudere
se
medesimi
.
L
'
opinione
cattolica
,
di
certo
,
non
può
raccogliere
un
esercito
,
e
noi
abbiamo
difesa
di
eserciti
,
a
cominciare
dal
nostro
.
Ma
di
due
forze
che
non
si
toccano
e
hanno
diversa
natura
,
nessuna
delle
due
è
in
grado
di
distruggere
l
'
altra
.
Quindi
,
checché
paia
,
noi
siamo
nell
'
interno
del
paese
in
stato
di
guerra
,
per
quanto
sia
guerra
diversa
da
ogni
altra
.
I
congressi
cattolici
affilano
e
moltiplicano
le
armi
atte
a
dare
vittoria
al
papato
.
Noi
avremmo
dovuto
spuntarle
queste
armi
e
diminuirle
in
Italia
,
dove
potevamo
.
C
'
era
un
sistema
,
e
l
'
ho
esposto
più
volte
.
Occorreva
molta
risoluzione
da
una
parte
,
e
molta
giustizia
e
remissione
dall
'
altra
.
La
risoluzione
andava
usata
nell
'
esercizio
dell
'
exequatur
e
del
placet
per
parte
dello
Stato
,
sicché
il
papa
non
potesse
empire
le
diocesi
di
vescovi
,
e
questi
empire
le
parrocchie
di
curati
nemici
all
'
Italia
:
la
giustizia
e
la
remissione
andavano
usate
nell
'
osservanza
perfetta
della
legge
delle
guarentigie
,
e
nell
'
astensione
da
ogni
atto
che
paresse
inteso
a
menomare
l
'
autorità
spirituale
del
pontefice
.
Nel
primo
modo
,
il
clero
ostile
non
sarebbe
cresciuto
;
per
il
secondo
,
almeno
una
parte
del
clero
attuale
,
non
offeso
nella
sua
coscienza
,
si
sarebbe
rassicurata
e
ravvicinata
.
Il
papa
non
ha
altra
potenza
,
infine
,
se
non
quella
che
gli
viene
dal
consenso
del
clero
e
del
laicato
cattolico
.
Adoperando
quei
due
modi
,
noi
avremmo
prodotta
una
scissura
dentro
questo
clero
e
questo
laicato
,
e
una
parte
almeno
di
essi
sarebbe
venuta
del
parere
nostro
,
che
una
conciliazione
si
sarebbe
potuta
pur
trovare
nell
'
abbandono
per
parte
del
papa
,
di
ogni
potere
temporale
,
mostrato
coi
fatti
inutile
,
e
nel
rispetto
scrupoloso
,
per
parte
dello
Stato
,
dell
'
autorità
spirituale
di
lui
.
Il
papa
non
ha
fatto
la
parte
sua
,
e
noi
facciamo
sempre
meno
la
parte
nostra
.
Può
parere
strano
,
ma
non
è
,
anzi
si
accorda
assai
bene
con
la
dolcezza
del
carattere
italiano
,
che
il
clero
nostro
,
quantunque
abbia
sentito
grave
la
mano
dello
Stato
sopra
di
esso
,
e
non
se
ne
possa
punto
lodare
,
sia
tra
i
cleri
cattolici
di
Europa
il
meno
intransigente
,
il
più
inclinato
a
intendersi
,
a
riconciliare
l
'
affetto
alla
patria
coll
'
affetto
alla
fede
.
Si
può
dire
il
medesimo
del
laicato
italiano
,
che
si
chiama
cattolico
,
e
si
dovrebbe
chiamare
clericale
:
però
,
in
minore
misura
.
Del
resto
,
se
si
vuole
essere
leali
,
bisogna
riconoscere
che
hanno
ragione
a
credere
che
non
se
ne
terrebbe
lor
conto
.
Di
fatti
in
Italia
si
sentono
voci
,
anche
autorevoli
,
che
invocano
pace
.
Dal
clero
stesso
vi
si
avverte
più
e
meglio
il
danno
,
che
il
dissidio
cagiona
alla
Chiesa
dove
più
le
duole
o
le
dovrebbe
dolere
;
nella
coscienza
religiosa
della
borghesia
e
delle
plebi
cattoliche
.
Da
chi
ha
fede
sincera
,
questo
danno
non
si
può
guardare
a
occhi
asciutti
,
e
senza
scotimento
di
cuore
.
Ma
sinora
il
Curci
,
il
Tosti
,
il
Bonomelli
,
lo
Stoppani
hanno
parlato
invano
.
Il
pontefice
,
indotto
o
spontaneo
,
ha
chiuso
loro
la
bocca
;
si
sono
dovuti
disdire
.
L
'
ultima
rimenata
è
toccata
al
Bonomelli
,
vescovo
di
Cremona
,
e
uno
dei
migliori
non
solo
vescovi
,
ma
uomini
d
'
Italia
.
Nessuno
aveva
circondato
di
più
cautele
il
consiglio
,
che
la
pretensione
del
potere
temporale
si
smettesse
;
l
'
opuscolo
suo
,
così
temperato
,
ha
ottenuto
come
ogni
altro
simile
,
una
solenne
condanna
;
egli
ha
dovuto
pubblicamente
sottomettersi
;
e
il
Papa
,
nel
lodarlo
della
sua
sottomissione
,
gli
ha
dichiarato
:
«
tu
intendi
quanto
importi
il
procurare
diligentemente
che
la
causa
del
pontificato
romano
non
sia
col
disputarne
ristretta
in
un
più
angusto
campo
.
Cioè
dire
,
bisogna
in
così
grave
affare
,
non
farne
giudizio
da
avvenimenti
mutabili
di
cose
,
ma
ripeterne
le
ragioni
di
più
alto
,
o
ponderarne
da
senno
,
che
cosa
la
giustizia
richieda
,
che
cosa
occorra
alla
sede
apostolica
per
il
divino
suo
ufficio
.
Giacché
,
come
spesso
abbiamo
detto
e
più
spesso
è
ancora
a
dire
,
nel
principato
civile
non
si
tratta
di
umana
cosa
,
ma
della
libertà
dei
doveri
e
dei
diritti
apostolici
;
la
quale
libertà
non
deve
essere
soggetta
alla
potestà
e
all
'
arbitrio
altrui
.
Perciò
i
nostri
predecessori
si
sono
sforzati
tutti
a
tutelare
l
'
incolumità
del
loro
principato
con
ogni
maggiore
studio
,
e
noi
stessi
ci
sforziamo
a
rivendicarla
con
eguale
perseveranza
,
apprezzando
di
quante
cose
stia
in
quel
principato
il
presidio
.
Con
questo
giudizio
si
deve
dirigere
l
'
opinione
:
questo
dev
'
essere
inculcato
negli
animi
,
soprattutto
essendo
cresciuto
presso
di
molti
,
lodevoli
nel
resto
,
il
favore
della
sentenza
più
libera
»
.
Questo
,
si
vede
,
è
parlar
chiaro
.
Ma
quale
è
l
'
effetto
di
codesto
parlare
chiaro
?
Evidentemente
l
'
effetto
è
,
che
in
Italia
scema
continuamente
di
credito
e
di
potenza
il
partito
che
avrebbe
voluto
,
pure
abbattendo
la
potestà
temporale
del
pontefice
,
rispettarne
la
spirituale
,
e
cresce
,
per
contrario
di
credito
e
di
potenza
quello
,
che
ha
sostenuto
e
sostiene
che
solo
col
distruggere
la
potestà
spirituale
si
acquista
la
sicurezza
e
la
guarentigia
della
distruzione
definitiva
della
temporale
.
Il
che
vuol
dire
che
la
questione
diventa
diversa
e
di
natura
rivoluzionaria
.
Il
conte
di
Cavour
,
al
cui
pensiero
la
legge
delle
guarentigie
si
è
conformata
sinché
si
poteva
nel
1870
e
si
poteva
meno
di
quando
viveva
lui
cercava
la
guarentigia
dell
'
indipendenza
del
potere
spirituale
del
pontefice
,
spogliato
del
potere
temporale
,
in
un
ordine
di
idee
che
,
non
che
sminuirlo
e
abbassarlo
,
lo
elevava
,
al
parere
di
lui
,
e
lo
aumentava
.
Era
un
alto
ed
equilibrato
ideale
il
suo
.
Niente
di
ciò
che
tutela
le
società
civili
nel
loro
andamento
morale
e
sociale
sarebbe
stato
turbato
.
L
'
Italia
,
riconciliata
col
suo
pontefice
,
non
avrebbe
più
visto
in
lui
il
nemico
insidioso
della
libertà
e
autonomia
propria
;
il
pontefice
non
più
colpevole
della
divisione
dell
'
Italia
,
avrebbe
dalla
sua
eterna
sede
di
Roma
raggiato
sul
mondo
intero
,
sicuro
oramai
dell
'
affetto
del
popolo
,
che
gli
era
più
vicino
e
più
unito
nella
credenza
religiosa
governata
da
lui
.
L
'
opposizione
ostinata
,
persistente
del
papato
ha
sciupato
oramai
quest
'
ideale
che
forse
aveva
del
fantastico
.
Ma
quanto
gli
ideali
abbiano
di
fantastico
non
si
può
sapere
se
non
alla
prova
.
E
non
si
può
dire
,
che
la
prova
sia
stata
fatta
davvero
;
e
certo
,
ciascuna
delle
due
parti
ci
ha
avuto
colpa
.
Ma
se
quell
'
ideale
è
via
via
abbandonato
,
è
chiaro
che
gliene
sottentra
un
altro
,
di
natura
,
come
dicevo
,
rivoluzionaria
.
E
rivoluzionaria
per
due
cagioni
:
l
'
una
perché
sovverte
o
vorrebbe
sovvertire
tutto
il
fatto
attuale
,
e
surrogare
al
cattolicesimo
non
sa
ben
che
,
forse
una
negazione
assoluta
,
anzi
certo
questa
nella
mente
di
molti
;
l
'
altra
,
perché
instrumento
di
questa
mutazione
radicale
non
possono
essere
se
non
partiti
rivoluzionari
,
vuol
dire
partiti
i
quali
per
diverse
cagioni
aspirano
a
capovolgere
tutte
le
condizioni
politiche
o
sociali
attuali
della
società
nostra
,
e
a
dargliene
altre
di
propria
scelta
e
invenzione
.
I
partiti
moderati
e
liberali
,
una
volta
che
il
fatto
di
natura
rivoluzionaria
comincerà
a
disegnarsi
,
si
arretreranno
.
Come
è
succeduto
sempre
,
e
sempre
succederà
,
la
massa
del
popolo
si
fermerà
incerta
;
e
quelli
che
amano
,
vogliono
la
rivoluzione
,
l
'
affretteranno
,
la
solleciteranno
sempre
di
più
.
L
'
autorità
spirituale
del
pontefice
sarà
,
nei
principi
almeno
,
fortemente
scossa
,
perirà
forse
nell
'
animo
di
molti
,
del
maggior
numero
se
vi
piace
;
ma
non
sarà
scossa
,
né
perirà
sola
.
E
se
per
risorgere
o
per
cessare
addirittura
,
non
si
giudica
con
criterio
umano
.
Questo
si
smarrisce
nel
complesso
dei
fenomeni
sociali
e
politici
diversi
,
che
da
simile
ruina
pullulerebbero
inaspettati
.
Quelli
,
che
credono
,
usando
solo
di
siffatto
criterio
,
di
poter
prevedere
un
effetto
o
l
'
opposto
,
in
realtà
ascoltano
il
lor
cuore
o
la
lor
fantasia
.
Sarebbe
una
di
quelle
grandi
esperienze
storiche
,
di
cui
nessuno
prevede
il
fine
,
se
non
quello
solo
,
che
lo
sa
,
Iddio
;
poiché
Iddio
,
a
chi
può
dire
una
cosa
,
a
chi
l
'
altra
;
ma
a
tutti
deve
parere
un
nome
adeguato
del
fato
stesso
della
storia
umana
.
Ora
,
l
'
inizio
di
fatti
rivoluzionari
della
natura
e
coll
'
intento
che
dico
,
se
ne
sono
visti
in
Italia
più
di
uno
;
ma
sinora
,
tenui
,
dubbiosi
e
di
piccola
importanza
.
Non
si
può
però
dire
,
che
sia
stato
tale
quello
che
s
'
è
visto
in
Roma
il
9
giugno
,
una
panegiri
popolare
che
è
parsa
una
risposta
ai
congressi
cattolici
.
Ora
per
prima
cosa
si
badi
che
né
il
laicato
cattolico
italiano
,
né
quello
d
'
oltre
monti
possono
essere
rimasti
dispiaciuti
o
meravigliati
di
tale
risposta
.
Fatti
di
questo
genere
,
esso
li
aspetta
e
li
desidera
,
e
più
son
grossi
e
spiccati
,
più
gli
vanno
a
genio
,
e
meglio
se
ne
augura
.
Può
forse
illudersi
,
ma
certo
lo
confortano
e
lo
confermano
nell
'
illusione
sua
.
Lo
sventurato
filosofo
di
Nola
,
a
cui
per
la
morte
crudele
,
iniqua
,
ingiusta
,
se
pur
troppo
legale
a
quei
tempi
,
si
erigeva
una
statua
,
non
ci
entrava
oramai
per
nulla
.
I
discorsi
che
prima
o
poi
sono
stati
provocati
in
onor
suo
,
l
'
avevano
affatto
levato
di
mezzo
;
n
'
avevano
bruciato
lo
spirito
,
a
nome
della
filosofia
di
ciascuno
degli
oratori
,
dopo
che
il
papato
,
circa
tre
secoli
fa
,
a
nome
della
teologia
ortodossa
,
ne
aveva
miseramente
bruciato
il
corpo
.
Ciò
,
di
cui
oramai
si
trattava
in
quel
giorno
,
era
di
mostrare
,
potente
,
in
questa
Roma
,
una
protesta
contro
l
'
autorità
spirituale
del
pontefice
.
La
rivendicazione
della
libertà
del
pensiero
non
ha
nessuna
necessità
di
essere
fatta
ora
,
perché
la
libertà
del
pensiero
è
conquistata
ormai
da
gran
tempo
,
e
nessuno
oggi
la
invoca
e
la
usa
più
del
papa
e
del
clero
per
sé
;
e
nessuno
è
morto
per
la
libertà
del
pensiero
,
ma
troppi
son
morti
ed
è
già
glorioso
per
il
pensiero
proprio
,
e
il
Bruno
è
uno
dei
molti
,
e
il
cristianesimo
e
il
cattolicesimo
stesso
hanno
avuto
di
tali
testimoni
testimoni
col
sangue
infiniti
.
Qualunque
fosse
in
principio
il
concetto
con
cui
fu
mosso
il
disegno
d
'
una
statua
a
Giordano
Bruno
in
Campo
di
Fiori
,
certo
,
a
mano
a
mano
s
'
era
mutato
.
Del
resto
,
si
poteva
prevedere
,
che
si
sarebbe
mutato
.
Gli
uomini
di
parte
liberale
e
moderata
,
che
vi
si
erano
associati
,
lo
fecero
con
una
speranza
che
si
chiarì
vana
via
via
;
e
ch
'
essi
,
del
resto
,
contribuirono
a
rendere
vana
,
facendo
il
peggio
che
si
può
in
un
movimento
di
tal
natura
:
compromettervisi
,
e
non
incaricarsene
.
Tutti
,
da
capi
invocati
,
ch
'
erano
stati
a
principio
,
son
diventati
pedissequi
superflui
;
e
non
so
se
le
dita
non
soverchino
a
contar
quelli
che
hanno
avuto
il
carattere
di
ricusarsi
pubblicamente
a
rimaner
tali
,
e
a
permettere
che
loro
interpreti
fossero
oratori
,
di
cui
o
non
s
'
intendeva
o
si
respingeva
il
pensiero
.
Troppi
hanno
temuto
la
contraddizione
apparente
che
gli
avrebbe
salvati
da
una
incoerenza
reale
;
e
hanno
preferito
questa
a
quella
.
Ma
,
checché
sia
di
ciò
,
e
dell
'
abituale
aberrazione
di
mente
dei
partiti
per
cui
si
ascrive
carattere
e
coraggio
a
chi
ne
manca
e
si
nega
a
chi
ha
e
ne
mostra
,
il
certo
è
che
la
dimostrazione
del
9
giugno
ebbe
parecchi
dei
tratti
,
che
son
propri
del
fatto
rivoluzionario
,
come
gli
ha
descritti
il
conte
di
Cavour
in
un
suo
articolo
giovanile
.
La
prima
mossa
venuta
da
pochi
e
quasi
ignoti
;
il
governo
incerto
,
e
prima
promotore
palese
,
poi
promotore
nascosto
,
ma
vergognoso
di
prendere
parte
pubblicamente
;
l
'
assemblea
dei
deputati
partecipe
,
sì
,
ma
nella
forma
meno
appariscente
;
associazioni
accorrenti
in
gran
numero
da
ogni
parte
,
massoniche
,
socialiste
,
repubblicane
,
radicali
,
persino
nichiliste
,
coi
loro
variopinti
vessilli
;
mescolati
inni
monarchici
a
inni
banditori
di
monarchie
distrutte
e
a
distruggere
:
grandi
paure
di
disordine
,
e
ordine
mantenuto
con
indulgenze
colpevoli
a
quelli
che
avrebbero
avuto
voglia
o
interesse
di
turbarlo
,
con
molto
apparecchio
di
truppe
,
e
soprattutto
,
con
accordi
segreti
;
la
gioventù
,
soprattutto
,
infiammata
,
e
molti
piegati
,
trascinati
,
persuasi
a
seguirla
a
dispetto
della
lor
coscienza
o
del
loro
migliore
giudizio
:
nessuna
resistenza
morale
,
quasi
da
nessuna
parte
,
preludio
di
pari
fiacchezza
in
circostanze
ancora
più
gravi
.
Se
la
giornata
del
9
giugno
è
potuta
a
molti
parere
non
buona
per
il
papato
né
temporale
né
spirituale
e
certo
ha
mostrato
come
facilmente
si
possano
radunare
in
Roma
forze
che
lo
combattano
o
abbattano
sono
ben
sordi
a
ogni
insegnamento
di
storia
,
o
forse
non
hanno
mai
letto
di
questa
nessuna
pagine
,
coloro
i
quali
immaginano
che
quella
giornata
sia
stata
buona
per
la
monarchia
.
Né
gli
applausi
c
'
illudano
.
Niente
si
dilegua
più
inopinatamente
e
facilmente
per
aria
.
E
ci
si
conta
che
si
dileguino
e
presto
.
Pochi
,
nei
moti
rivoluzionari
,
sanno
dove
vogliono
andare
;
e
quei
pochi
guidan
dei
ciechi
.
Per
fortuna
,
neanche
quei
capi
sanno
dove
in
realtà
approderanno
:
«
l
'
Italia
,
così
ha
deliberato
un
comune
,
ed
è
il
tono
di
molti
altri
che
hanno
mandato
delegati
alla
festa
ha
seppellito
per
sempre
i
dogmi
del
Vaticano
il
9
giugno
»
.
Non
so
di
quali
dogmi
intenda
.
A
ogni
modo
,
Dio
voglia
,
che
l
'
Italia
non
abbia
cominciato
quel
giorno
a
seppellire
qualcosa
di
più
.
E
non
ci
si
immagini
,
per
dirla
di
passaggio
,
che
l
'
ordine
,
con
cui
la
dimostrazione
procedette
,
ne
mostri
il
carattere
.
In
tali
cose
,
l
'
ordine
è
mantenuto
sempre
,
quando
nessuno
di
quelli
che
dissentono
,
per
paura
o
per
consiglio
,
non
vi
si
oppone
:
e
prova
soltanto
,
che
i
celebranti
di
tali
feste
hanno
oramai
la
coscienza
di
non
potere
essere
impediti
dal
farle
;
e
vera
o
falsa
che
sia
questa
coscienza
,
è
tale
l
'
impressione
che
ne
resta
al
pubblico
.
I
congressi
cattolici
hanno
in
parte
contributo
a
rendere
più
vigorosa
e
più
affollata
la
panegiri
del
9
giugno
;
e
questa
,
per
parte
sua
,
contribuirà
a
rendere
più
affollati
e
violenti
i
congressi
.
Così
le
cose
vanno
,
e
un
abuso
genera
l
'
altro
.
Sinora
non
si
vede
nulla
,
che
nello
Stato
nostro
o
nei
forestieri
possa
o
voglia
fermare
questo
doppio
avviamento
.
Nello
Stato
nostro
,
il
partito
moderato
,
a
cui
incomberebbe
di
farlo
,
è
interamente
disciolto
,
e
per
ora
non
fa
che
infiacchirsi
ogni
giorno
di
più
;
del
resto
,
esso
è
moderato
in
ogni
cosa
fuori
che
rispetto
alla
Chiesa
,
e
,
quando
si
eccettuino
pochi
,
la
maggior
parte
di
quelli
che
lo
compongono
,
non
le
son
meno
contrari
dei
radicali
;
credono
che
si
possa
essere
con
buon
successo
moderati
a
metà
.
S
'
intende
,
che
,
poiché
il
partito
moderato
è
così
,
il
governo
non
può
essere
,
per
miracolo
,
moderato
esso
.
D
'
altronde
,
si
è
già
creata
qui
in
Roma
una
situazione
nella
quale
la
legge
delle
guarentigie
non
si
rifarebbe
e
in
cui
certo
l
'
osservanza
ne
diventa
ogni
giorno
più
difficile
e
sgradevole
.
Potremo
durare
in
questo
stato
un
più
o
meno
lungo
tempo
,
ma
se
ne
può
già
prevedere
la
fine
.
Mutarlo
,
sicché
torni
quello
che
era
e
voleva
essere
,
può
ritenersi
desiderabile
;
ma
mi
par
poco
credibile
.
Andremo
avanti
,
per
esprimermi
colla
vuota
frase
che
usa
:
e
poi
?
Si
soffia
di
fuori
e
di
dentro
nel
fuoco
;
divamperà
;
e
poi
?
Un
triste
poi
a
parer
mio
,
qual
ch
'
esso
deva
essere
;
e
più
triste
ancora
la
via
,
che
ci
mena
.
Iddio
voglia
,
che
io
sia
cattivo
profeta
;
e
tante
nubi
,
che
ai
miei
occhi
par
che
s
'
addensino
,
le
sperda
un
raggio
di
luce
divina
.
StampaPeriodica ,
I
Questa
fin
di
secolo
è
davvero
inaspettata
.
Chi
vorrà
figurare
il
secolo
decimonono
,
non
potrà
farlo
con
altra
immagine
che
quella
di
una
serpe
avvoltolata
sopra
se
medesima
,
che
con
la
bocca
si
morsichi
la
coda
;
tante
delle
cose
ch
'
esso
ha
detto
in
principio
rinnega
alla
fine
.
Chi
difatti
si
sarebbe
figurato
,
un
trenta
anni
fa
,
che
,
dopo
essersi
discorso
tanto
di
emancipazione
dei
giudei
,
e
averne
menato
vanto
,
come
di
grande
conquista
civile
,
desiderata
e
promossa
per
lungo
tempo
dai
filosofi
e
accettata
infine
dai
politici
,
supremamente
liberale
,
umana
,
santa
,
sarebbe
giunta
un
'
ora
in
cui
in
tutte
le
società
civili
d
'
Europa
molti
l
'
avrebbero
rimpianta
,
e
in
qualche
Stato
i
governi
,
non
trascinando
dietro
sé
l
'
opinione
che
si
chiama
pubblica
,
ma
trascinati
,
o
per
propria
risoluzione
o
da
motivi
che
son
parsi
loro
ragionevoli
,
sarebbero
ritornati
sull
'
antica
via
,
pentiti
di
averla
per
poco
abbandonata
?
Pure
è
così
;
e
noi
vecchi
,
ai
quali
brilla
tuttora
nella
mente
quell
'
ideale
di
giustizia
e
di
pace
che
ci
ha
innamorato
e
mosso
da
giovani
,
a
sentire
così
improvvise
grida
di
odio
e
di
guerra
,
restiamo
come
stupefatti
,
e
ci
domandiamo
che
sovvertimento
si
è
fatto
nelle
idee
umane
e
di
dove
è
nato
e
perché
,
e
se
le
società
,
in
cui
siamo
oramai
vissuti
,
son
destinate
a
girare
di
continuo
intorno
a
se
stesse
,
e
non
aver
nessun
avviamento
sicuro
a
meta
qualsiasi
,
e
ogni
idea
di
bene
che
lo
attragga
non
essere
infine
se
non
un
fantasma
vano
che
le
seduce
.
Come
noi
siamo
stati
giovani
,
altri
son
giovani
ora
;
ma
troppi
di
questi
hanno
sentimenti
affatto
contrari
ai
nostri
.
Quello
di
cui
noi
ci
commovevamo
,
essi
deridono
;
dove
a
noi
spunta
dagli
occhi
una
lacrima
,
s
'
atteggian
loro
le
labbra
a
sogghigno
.
Ci
par
d
'
essere
morti
,
o
che
più
non
si
viva
intorno
a
noi
.
Ma
,
forse
,
la
loro
è
malattia
passeggera
;
e
questa
ultima
speranza
ci
conforta
,
e
in
essa
speriamo
e
combattiamo
;
e
ancora
non
ci
si
spegne
nel
cuore
ogni
fiducia
di
una
vittoria
finale
,
che
ci
debba
,
che
ci
possa
,
dopo
nuovi
e
fieri
contrasti
,
sorridere
.
II
Dio
bono
!
Come
in
ogni
moto
umano
,
per
legittimi
e
desiderabili
che
siano
le
mire
e
gli
effetti
,
il
male
si
mescola
al
bene
!
E
come
non
v
'
ha
nulla
cui
possiamo
chiamar
bene
che
non
sia
in
parte
male
anche
,
nulla
che
giovi
per
modo
che
in
qualche
aspetto
e
misura
non
danneggi
anche
!
È
stato
salutare
il
moto
che
nella
ultima
metà
del
secolo
ha
ricomposto
l
'
Italia
e
la
Germania
a
nazione
,
ridata
una
vita
nazionale
all
'
Ungheria
,
e
ravvivato
lo
spirito
slavo
,
e
ricostituita
una
Bulgaria
.
Eppure
,
anche
politicamente
i
suoi
risultati
non
sono
stati
tutti
scevri
di
biasimo
e
di
dolori
;
e
i
mutamente
che
è
destinato
a
fare
,
non
sono
neanche
ora
al
termine
.
Ma
uno
è
certamente
cattivo
.
Sparsa
tra
le
nazioni
cristiane
ne
viveva
e
ne
vive
una
,
che
non
è
né
così
separata
da
ciascuna
che
le
sia
propriamente
forestiera
,
né
così
unita
che
in
nessun
aspetto
se
ne
distingua
.
Parte
una
inclinazione
sua
naturale
,
parte
un
corso
di
eventi
lungo
,
crudele
,
fatale
,
aveva
forzata
questa
nazione
a
rimanere
senza
territorio
proprio
e
vivere
,
senza
nessun
fondamento
o
ricognizione
di
diritto
pubblico
,
tra
le
altre
.
Però
quel
largo
sentimento
umano
,
che
ha
prevalso
nell
'
ultimo
terzo
del
secolo
scorso
,
e
nella
prima
metà
di
questo
,
aveva
giovato
a
sminuire
le
ripugnanze
,
che
le
nazioni
sentivano
ciascuna
verso
quella
parte
di
questa
nazione
estranea
,
che
s
'
era
infiltrata
nel
loro
seno
.
Ma
ecco
che
ora
il
sentimento
nazionale
,
rieccitato
,
rinvigorito
,
rieccita
,
rinvigorisce
quelle
ripugnanze
;
e
cotesta
nazione
giudaica
,
che
è
fuor
di
tutte
e
fuor
di
nessuna
,
che
fa
corpo
con
tutte
e
corpo
nonostante
da
sé
,
è
da
ogni
altra
risentita
straniera
,
e
ripresa
,
come
tale
,
a
odiare
.
Una
delle
modificazioni
principali
che
,
alla
fine
del
secolo
scorso
,
venne
introdotta
nell
'
ordinamento
sociale
,
fu
certamente
questa
:
che
il
lavoro
e
la
produzione
furon
lasciati
liberi
.
Ciascuno
avrebbe
dovuto
quindi
dinnanzi
fidare
sopra
di
sé
senza
guida
,
senza
consorzi
e
senza
freni
;
e
tutti
fare
a
chi
più
può
,
a
chi
meglio
può
.
Ora
,
questa
nazione
giudaica
che
,
per
un
rispetto
,
rimaneva
una
confraternita
in
mezzo
a
tutte
le
altre
che
si
discioglievano
una
confraternita
,
per
soprappiù
,
che
valicava
i
confini
di
ciascuna
delle
nazioni
in
mezzo
a
cui
dimorava
e
si
dava
la
mano
dall
'
una
all
'
altra
era
,
per
un
altro
rispetto
,
la
meglio
preparata
alla
lotta
pacifica
di
tutti
contro
tutti
,
proclamata
dalla
dissoluzione
degli
antichi
ordini
della
produzione
industriale
.
Secoli
di
angustie
tormentose
avevano
affilato
l
'
ingegno
di
quelli
che
la
componevano
.
Corporazioni
d
'
arti
,
dov
'
essa
non
potesse
penetrare
,
non
ne
esistettero
più
.
Costretta
a
forza
a
sostentare
la
vita
solo
con
miseri
e
scarsi
mestieri
,
aveva
acquistato
in
questi
un
'
abilità
senza
pari
;
minacciata
di
continuo
d
'
esser
derubata
del
suo
,
o
per
furore
di
popolo
o
per
astuzia
di
governi
bisognosi
,
s
'
era
abituata
ad
accumulare
insieme
e
nascondere
.
Non
poteva
,
per
cansare
l
'
invidia
,
vivere
se
non
poveramente
:
era
diventata
,
così
ricca
e
atta
a
prestar
denaro
,
a
quei
saggi
d
'
interesse
,
s
'
intende
,
che
suol
prestarsi
,
quando
manca
la
sicurezza
di
riaverlo
.
Così
tra
i
molti
altri
odi
,
se
n
'
era
procurato
uno
,
che
non
è
il
meno
ardente
,
per
parte
dei
suoi
vicini
,
l
'
odio
del
creditore
;
e
sarebbe
cresciuto
per
ciò
solo
,
che
nel
nuovo
avviamento
preso
dalla
produzione
e
del
lavoro
,
si
trovava
,
se
non
in
tutto
,
certo
principalmente
nelle
sue
mani
il
nerbo
di
ogni
riuscita
,
il
denaro
.
Perché
una
nazione
doveva
mantenere
nel
suo
grembo
,
nutrire
,
proteggere
del
diritto
comune
cotesti
concorrenti
,
che
non
le
appartenevano
per
ragioni
di
stirpe
,
e
che
d
'
altra
parte
erano
i
meglio
preparati
a
vincere
?
Qui
non
è
più
un
sentimento
nuovo
che
respinge
i
giudei
e
li
scaccia
,
come
gente
caduta
in
una
rete
non
sua
,
ma
un
interesse
;
tanto
vivace
quello
,
quanto
oculato
e
sospettoso
questo
.
Pure
tra
tante
influenze
mutate
a
suo
danno
,
una
si
doveva
credere
fosse
mutata
in
suo
favore
.
La
ragione
,
talora
unica
,
talora
principalissima
,
per
la
quale
quella
nazione
giudaica
era
stata
,
non
già
soprattutto
dispersa
tra
le
altre
,
ma
soprattutto
tenuta
serva
,
bistrattata
,
martoriata
era
stata
questa
:
essa
aveva
crocifisso
l
'
Iddio
delle
nazioni
presso
le
quali
viveva
.
Al
giudice
pagano
e
romano
,
che
le
ricusava
la
condanna
a
morte
e
ripugnava
a
pronunciarla
,
aveva
gridato
per
ottenerla
:
il
sangue
suo
ricada
sopra
noi
e
i
nostri
figlioli
.
Ed
era
ricaduto
sopra
essi
e
i
lor
figlioli
cotesto
sangue
,
terribilmente
ricaduto
.
L
'
Uomo
-
Dio
,
non
voluto
riconoscere
da
essa
per
il
messia
invocato
e
aspettato
,
era
stato
riconosciuto
tale
da
tutte
quante
le
nazioni
,
che
s
'
erano
ascritte
alla
fede
in
lui
,
ed
eran
tutte
quelle
,
presso
le
quali
i
giudei
,
in
maggior
o
in
minor
numero
,
avevan
preso
stanza
.
Anche
a
coloro
dai
quali
cotesto
ucciso
non
era
creduto
Iddio
,
l
'
innocenza
della
sua
vita
e
il
sublime
sacrificio
con
cui
l
'
aveva
chiusa
,
l
'
altezza
e
la
santità
della
dottrina
predicata
da
lui
,
rendevano
orrenda
la
morte
inflittagli
e
odiosi
quelli
che
l
'
avevano
inflitta
.
Vendicarla
sopra
gli
omicidi
pareva
obbligo
e
,
certo
,
diritto
.
Ma
via
via
erano
,
dove
prima
dove
dopo
,
sorti
sentimenti
diversi
che
temperavano
questo
.
La
fede
nella
divinità
della
persona
di
Gesù
Cristo
s
'
era
andata
attenuando
tra
le
classi
,
sia
per
ingegno
sia
per
grado
sociale
,
dirigenti
;
e
insieme
con
questa
attenuazione
della
fede
era
cresciuto
l
'
ardire
di
discutere
i
motivi
della
condanna
,
e
ricercare
le
ragioni
plausibili
per
le
quali
il
popolo
ebreo
da
una
parte
e
il
magistrato
romano
dall
'
altra
avevano
voluta
e
decretata
la
morte
.
Così
,
nella
difesa
della
potestà
civile
si
trovava
altresì
la
difesa
della
volontà
popolare
che
essa
questa
volta
aveva
secondata
.
Scemato
l
'
orrore
dell
'
omicidio
,
scemava
quello
degli
omicidi
,
e
s
'
allentava
la
spinta
a
punirli
,
a
coprirli
di
sprezzo
e
proseguirli
d
'
odio
.
Ma
,
se
così
fu
sul
principio
,
non
fu
così
più
tardi
.
Questo
Gesù
,
cui
s
'
era
tanto
creduto
,
cui
si
cominciava
credere
meno
,
era
stato
un
giudeo
anche
lui
;
via
via
che
la
guerra
al
cristianesimo
s
'
esacerbò
,
prima
in
qualche
parte
delle
classi
superiori
,
poi
in
qualche
parte
delle
masse
popolari
,
se
ne
volle
ai
giudei
d
'
avergli
dato
,
come
si
sia
,
origine
;
si
ricercò
quello
che
il
cristianesimo
e
il
giudaismo
avessero
di
comune
e
contro
questo
comune
si
appuntarono
gli
strali
.
I
giudei
,
che
avevano
tanto
patito
della
opposizione
in
cui
erano
sorti
e
vissuti
col
cristianesimo
,
patirono
altresì
delle
relazioni
che
avevano
con
esso
.
Non
tutti
quelli
,
che
per
quest
'
altra
ragione
cominciarono
ad
averli
dispetto
e
li
hanno
,
sanno
ricercare
,
sceverare
dentro
di
sé
il
perché
,
né
da
quanti
rivoli
nasca
la
passione
che
li
anima
.
E
nel
caso
di
quella
di
cui
parliamo
,
dall
'
aspetto
da
cui
ne
parliamo
,
l
'
analisi
è
davvero
difficile
,
dappoiché
le
fonti
,
che
l
'
alimentarono
e
l
'
alimentano
,
sono
davvero
molteplici
.
Chi
ne
vuole
ai
giudei
,
perché
di
mezzo
a
loro
è
venuto
su
il
cristianesimo
;
chi
asserisce
invece
che
il
giudaismo
ha
deturpato
,
ha
viziato
il
cristianesimo
ricacciandosegli
dentro
,
mentre
esso
aveva
chiaramente
professato
,
nascendo
,
di
volersene
distaccare
.
Ma
che
è
questo
giudaismo
,
che
,
comunque
si
volti
,
è
principio
di
male
?
Qui
la
scienza
ha
provvisto
in
fretta
una
risposta
.
I
giudei
sono
semiti
.
Basti
dir
questo
per
intendere
come
non
si
possano
assimilare
colle
nazioni
europee
,
presso
le
quali
si
sono
ricoverati
giacché
queste
sono
ariane
.
La
ragione
,
dunque
,
della
contraddizione
,
dell
'
ostilità
,
della
irreconciliabilità
è
antica
,
profonda
,
originaria
,
insanabile
,
si
nasconde
sino
nei
germi
racchiusi
da
Dio
nel
seno
delle
stirpi
,
ch
'
egli
distinse
,
separò
,
allontanò
in
principio
.
Le
altre
ragioni
di
riluttanza
rispettiva
fra
cotesti
giudei
e
i
francesi
,
gli
italiani
,
gli
inglesi
,
i
tedeschi
,
i
russi
,
possono
essere
vere
,
ma
sono
accidentali
o
sussidiarie
;
la
ragione
sostanziale
,
fontale
,
primigenia
,
la
scaturigine
è
questa
:
che
essi
sono
semiti
,
ariani
noi
.
L
'
antisemitismo
,
come
è
stato
chiamato
e
una
parola
trovata
è
così
grande
avviamento
,
bene
o
male
che
trovata
sia
,
alle
cose
l
'
antisemitismo
è
dovere
impreteribile
di
noi
ariani
contrastarlo
,
combatterlo
,
sterminarlo
,
qui
è
il
porro
unum
necessarium
,
è
il
mezzo
indispensabile
del
progresso
avvenire
della
civiltà
europea
,
il
solo
mezzo
di
risanarla
e
di
ravviarla
.
III
Vogliamo
,
dobbiamo
ripigliare
ciascuno
di
questi
motivi
,
esaminarli
,
discuterli
,
e
giudicare
se
e
quanto
abbiano
di
vero
?
Meglio
narrare
prima
,
come
oggi
,
in
un
grande
Stato
che
vuol
essere
civile
,
questa
miscela
triste
di
falsa
scienza
,
di
spietati
interessi
,
di
inumani
sentimenti
,
scoppi
e
operi
.
In
Russia
vive
un
numero
di
giudei
,
non
bene
accertato
,
ma
che
si
vuol
credere
ammonti
dai
quattro
ai
cinque
milioni
.
Sarebbe
come
se
in
Italia
ve
ne
fossero
poco
oltre
un
milione
.
Se
non
che
ab
antico
è
imposto
loro
l
'
obbligo
di
non
dimorare
se
non
in
una
parte
dell
'
immensa
superficie
dell
'
impero
.
Questa
parte
è
il
loro
recinto
,
un
largo
ghetto
.
Si
compone
dei
governi
di
Grodno
,
Kovno
,
Volinia
,
Podolia
,
Witebsk
e
Minsk
nella
Russia
occidentale
;
di
Varsavia
,
Radom
,
Lublin
,
Suwalky
,
Plotzk
,
Kalisch
,
Petrikow
,
Kjelz
e
Siedlitz
in
Polonia
;
della
Tauride
con
la
penisola
di
Crimea
,
Kherson
,
Jekaterinoslav
e
Bessarabia
nella
Russia
meridionale
o
nuova
;
in
complesso
di
ventun
governi
in
un
'
area
di
700.884
chilometri
,
di
cui
21.942.244
che
l
'
impero
ne
numera
,
e
con
una
popolazione
di
circa
14
milioni
tra
giudei
,
polacchi
,
lituani
,
lituini
,
tedeschi
,
tartari
,
caraiti
e
schmudgiaki
,
di
104
che
l
'
impero
ne
conta
.
Non
è
a
dire
che
nella
ristretta
cerchia
,
in
cui
devono
contenersi
,
i
giudei
siano
ora
o
fossero
mai
soggetti
al
diritto
comune
,
stessero
alla
pari
delle
altre
molte
varietà
di
popolazioni
colle
quali
convivono
.
Una
legislazione
speciale
rigida
e
capricciosa
è
stata
quella
che
li
ha
retti
;
e
,
come
a
tutte
le
cose
assurde
,
anche
a
questa
è
accaduto
di
dover
variare
spesso
,
e
,
per
consenso
tacito
di
quegli
stessi
che
ne
erano
gli
autori
,
non
è
stata
mai
osservata
a
lungo
.
Non
la
racconterò
;
ne
dirò
solo
l
'
ultimo
stadio
.
Si
può
dire
,
che
il
governo
russo
abbia
ripigliato
a
percorrerlo
nel
1882
,
con
quelle
che
son
dette
leggi
di
maggio
,
e
delle
quali
spetta
al
generale
Ignatieff
la
gloria
.
Per
esse
fu
vietato
agl
'
israeliti
di
risiedere
fuori
città
e
dei
borghi
,
eccetto
quelli
appartenenti
alle
colonie
agricole
fondate
dall
'
imperatore
Nicolò
nel
governo
di
Kherson
,
delle
quali
farò
cenno
più
in
là
.
Per
non
rischiare
che
gl
'
israeliti
diventassero
proprietari
di
terre
e
vi
risiedessero
,
fu
prescritto
che
i
contratti
,
coi
quali
avessero
comperato
,
ipotecato
o
preso
a
fitto
immobili
rurali
,
non
avrebbero
seguito
;
di
giunta
nessun
israelita
avrebbe
potuto
disporne
o
venire
nominato
fattore
.
Per
ultimo
,
nei
giorni
festivi
dei
cristiani
,
avrebbero
dovuto
far
festa
anch
'
essi
;
e
,
come
quelli
,
tener
chiusi
i
lor
magazzini
.
Quest
'
ultima
vessazione
par
piccola
;
ma
le
prime
due
importavano
che
,
persino
nell
'
angusta
cerchia
dov
'
era
loro
lecito
dimorare
,
avrebbero
dovuto
sgombrare
le
campagne
,
costretti
a
farsi
cittadini
e
ad
affollare
le
città
e
i
borghi
.
Pure
la
legge
si
contentava
di
non
essere
applicata
se
non
negli
undici
governi
russi
,
che
son
denominati
"
il
territorio
giudaico
"
,
non
nei
dieci
polacchi
.
Ma
non
tardò
a
parere
al
governo
di
aver
fatto
poco
;
e
nello
scorso
anno
questa
legislazione
,
ch
'
era
stata
detta
provvisoria
,
ebbe
carattere
definitivo
e
fu
coronata
con
altre
disposizioni
,
che
,
in
complesso
,
impongono
che
quindi
innanzi
nessun
giudeo
russo
si
stabilisca
nelle
campagne
,
in
nessuna
parte
del
paese
;
e
mentre
,
per
una
indulgenza
durata
molti
anni
,
erano
stati
lasciati
prender
dimora
e
acquistare
interessi
dove
lor
era
piaciuto
,
ora
debbano
tutti
sgombrare
via
via
;
e
radunarsi
pelle
città
e
nei
borghi
del
territorio
giudaico
.
Eccezioni
ve
ne
ha
poche
.
I
mercatanti
della
prima
ghilda
giacché
si
dividono
in
tre
,
secondo
la
quantità
del
lor
capitale
e
la
qualità
delle
operazioni
cui
si
dedicano
avrebbero
potuto
acquistar
immobili
fuori
delle
città
,
borghi
e
sobborghi
per
installarvi
fabbriche
e
altri
stabilimenti
industriali
,
quando
ne
avessero
avuta
licenza
dai
ministri
dell
'
interno
e
delle
finanze
,
e
la
superficie
del
terreno
non
oltrepassasse
un
po
'
più
di
mezzo
ettaro
.
Ancora
,
gl
'
israeliti
che
avessero
terminato
i
loro
studi
in
una
scuola
superiore
e
le
lor
famiglie
cioè
,
com
'
è
ben
dichiarato
,
il
capo
di
queste
,
la
sua
moglie
e
i
loro
figlioli
legittimi
tuttora
minorenni
sarebbero
stati
esenti
,
al
pari
di
cotesti
mercatanti
della
prima
ghilda
dai
divieti
di
non
poter
mutare
domicilio
da
una
in
altra
città
,
di
non
potere
neanche
andare
da
un
villaggio
in
un
altro
,
se
pure
i
due
villaggi
facessero
parte
di
uno
stesso
comune
,
di
non
potere
esercitare
nessun
ufficio
amministratìvo
o
comunale
pelle
campagne
,
di
non
poter
dimorare
in
luoghi
fuori
delle
città
e
dei
borghi
,
se
non
autorizzati
dietro
presentazione
d
'
un
passaporto
,
e
anche
così
di
non
potervi
rimanere
,
se
non
sino
a
che
fosse
compito
il
lavoro
,
per
il
quale
avessero
richiesto
la
licenza
:
divieti
che
avrebbero
legato
tutti
i
lor
connazionali
,
e
la
cui
rigida
osservanza
era
commessa
alla
vigilanza
e
alle
regole
del
ministero
dell
'
interno
.
Né
bastò
:
nell
'
aprile
di
quest
'
anno
,
quando
nel
1891
fu
nominato
governatore
generale
di
Mosca
il
granduca
Sergio
,
fu
dal
governo
imperiale
emanata
quest
'
ordinanza
a
modo
di
dono
:
«
a
principiar
da
oggi
cioè
dal
22
aprile
,
data
del
decreto
sarà
proibito
ai
macchinisti
,
ai
distillatori
,
ai
birrai
,
come
altresì
a
ogni
sorta
di
padroni
e
operai
giudei
di
venire
a
stabilirsi
nella
città
o
governo
di
Mosca
dal
territorio
del
lor
domicilio
legale
o
da
ogni
altra
parte
della
Russia
e
per
di
più
il
ministro
dell
'
interno
,
d
'
accordo
col
governatore
generale
di
Mosca
,
potrà
prendere
quelle
disposizioni
che
giudicherà
convenevoli
per
espellere
da
Mosca
i
macchinisti
,
i
distillatori
,
i
birrai
,
i
padroni
e
operai
giudei
che
vi
fossero
attualmente
stabiliti
,
e
ricondurli
nel
territori
del
domicilio
legale
»
.
Più
tardi
,
di
un
egual
beneficio
è
stata
onorata
Pietroburgo
.
Le
quali
disposizioni
pare
che
siano
la
revoca
in
genere
,
quanto
a
queste
due
città
,
di
una
concessione
che
gli
artigiani
di
valore
avevano
già
di
risiedervi
.
Ed
è
stata
poi
limitata
anche
rispetto
alle
altre
;
giacché
da
per
tutto
gli
artigiani
di
questa
qualità
,
che
,
fidando
su
quello
che
pareva
loro
un
diritto
,
erano
andati
a
porvi
dimora
,
sono
ora
dall
'
autorità
di
polizia
,
assoggettati
a
un
esame
,
dal
quale
non
escono
a
salvamento
se
gli
esaminatori
non
si
persuadono
che
la
loro
pratica
e
teorica
cognizione
dell
'
arte
è
perfetta
,
e
se
,
a
ogni
modo
,
non
hanno
abbastanza
commissioni
per
campare
la
vita
.
L
'
artigiano
giudeo
non
deve
,
quindi
,
sapere
soltanto
l
'
arte
per
essere
lasciato
dove
sta
,
ma
guarentire
all
'
autorìtà
gli
avventori
.
IV
O
che
è
dunque
?
Che
scalpori
sono
questi
?
Chi
s
'
ammazza
?
Chi
s
'
affama
?
O
non
sarà
padrone
un
governo
di
collocare
una
gente
estranea
al
suo
popolo
,
dove
gli
pare
che
a
questo
non
ne
venga
danno
,
poiché
è
persuaso
che
altrove
gliene
viene
danno
?
Certo
,
la
bolla
di
Paolo
IV
Cum
nimis
absurdum
del
14
luglio
1555
era
men
mite
di
questa
del
Cesare
russo
,
eccettoché
in
ciò
,
che
i
giudei
,
che
costringeva
a
vivere
dentro
un
recinto
chiuso
,
vi
si
dovevano
raccogliere
non
da
tutte
le
lontane
regioni
di
un
immenso
territorio
di
un
vastissimo
Stato
,
ma
dai
vari
rioni
di
una
città
.
Del
rimanente
non
li
dannava
a
morte
né
li
affamava
;
vietava
loro
di
possedere
beni
immobili
sì
rurali
che
urbani
,
e
li
obbligava
a
vendere
issofatto
quelli
che
possedevano
;
o
non
s
'
era
lor
vietato
ab
antico
?
E
non
avrebbero
potuto
costruire
sinagoghe
nuove
,
né
abbellire
le
vecchie
;
bisognava
che
si
contentassero
di
sinagoghe
mezzo
dirute
e
sudicie
in
cui
adunarsi
a
pregare
.
Bisognava
che
portassero
addosso
qualcosa
che
li
distinguesse
:
un
berretto
giallo
gli
uomini
,
un
fazzoletto
di
drappo
giallo
sul
capo
le
donne
.
Non
avrebbero
potuto
servirsi
di
nutrici
e
di
domestici
cristiani
.
Non
avrebbero
potuto
farsi
dare
del
"
signore
"
.
La
domenica
avrebbero
dovuto
far
festa
.
Occupazioni
ne
eran
loro
proibite
parecchie
:
non
affittaiuoli
,
non
gerenti
,
non
intraprenditori
,
non
coloni
,
non
cassieri
,
non
economi
,
non
intendenti
,
non
sensali
,
non
mezzani
di
matrimonio
,
non
ostetrici
:
nelle
case
dei
cristiani
non
esercitare
nessun
ufficio
,
non
entrare
in
trattative
di
affari
con
cristiani
,
non
lavorare
insieme
,
non
rivestire
nessun
ufficio
nelle
loro
case
,
non
commerciare
in
frumento
od
orzo
o
altri
commestibili
;
solo
lecito
a
essi
ars
strazzariae
seu
cenciariae
,
ut
vulgu
dicunt
,
cioè
comprare
e
vendere
roba
vecchia
;
fare
,
come
pur
fanno
,
i
ferravecchi
.
Persino
la
medicina
era
loro
interdetta
,
arte
in
cui
avevano
un
'
antica
reputazione
,
e
avean
servito
persino
vescovi
e
papi
.
E
nessuno
scongiuro
mancava
alla
bolla
,
e
in
eterno
i
suoi
divieti
,
i
suoi
comandi
sarebbero
durati
.
Ed
eran
dei
più
lievi
e
soavi
e
sopportabili
,
che
emanassero
da
autorità
di
governo
a
quei
tempi
:
giacché
i
pontefici
hanno
fama
meritata
d
'
essere
stati
coi
giudei
i
più
benevoli
dei
principi
,
il
che
non
crederebbe
nessuno
,
che
leggesse
solo
le
loro
bolle
,
e
non
le
comparasse
coi
decreti
degli
altri
.
Però
alla
bolla
di
Paolo
IV
,
pontefice
ardente
e
cocciuto
,
succedette
quello
che
a
siffatte
violenze
suole
accadere
:
persino
quelli
cui
è
commesso
l
'
eseguirle
cercano
e
trovano
modo
di
eluderle
.
V
V
'
ha
strazi
magari
anche
maggiori
che
non
sia
la
morte
.
Essere
cacciati
via
dove
si
è
abituati
a
vivere
;
di
dove
s
'
ha
modo
di
guadagnare
il
pane
ai
genitori
,
alla
moglie
,
ai
figlioli
,
a
sé
;
di
dove
v
'
ha
chi
ti
conosce
,
ti
sorride
,
ti
stima
;
cacciati
via
,
e
sotto
la
sferza
di
gendarmi
o
di
soldati
,
angariati
,
spremuti
,
rubati
da
ufficiali
di
polizia
,
menati
dove
tutto
è
nuovo
,
tutto
vi
respinge
,
dove
trovate
chiusa
ogni
strada
,
non
v
'
è
spazio
per
voi
,
e
stenterete
oggi
,
stenterete
domani
,
e
v
'
affogherà
una
miseria
sconsolata
,
continua
,
senza
luce
,
senza
speranza
.
Cacciati
via
;
e
forzati
a
lasciarvi
dietro
il
campo
,
la
casa
e
quanto
avete
al
mondo
:
o
di
vendere
a
precipizio
ogni
cosa
,
a
chi
,
appunto
,
per
spogliarvi
,
v
'
ha
assalito
di
calunnie
,
v
'
ha
perseguitato
di
accuse
,
v
'
ha
ricoperto
d
'
infamia
,
perché
si
generasse
una
opinione
siffatta
,
che
qualunque
torto
vi
si
infliggesse
,
paresse
lecito
,
lodevole
,
doveroso
l
'
infliggervelo
.
Che
crepacuore
non
deve
esser
questo
?
Che
morte
all
'
anima
prima
,
al
corpo
poi
?
Come
non
vi
dovete
rodere
dentro
a
vedervi
trattati
così
,
non
una
volta
,
ma
più
volte
nella
vita
?
A
essere
persuasi
,
che
se
vi
si
lascia
qualche
anno
di
pace
,
non
si
fa
,
se
non
perché
vi
prepariate
alla
prossima
rapina
e
la
facciate
fruttuosa
?
Con
quale
bestemmia
sul
labbro
non
darete
l
'
ultimo
fiato
?
Come
non
contrarrete
,
per
sfuggire
a
una
vicenda
così
triste
,
l
'
abitudine
dell
'
inchinarvi
disprezzando
,
del
fingere
e
del
mentire
?
Come
non
accumulerete
nell
'
animo
un
infinito
odio
verso
i
vostri
persecutori
?
Come
l
'
odio
non
sarà
tanto
più
velenoso
,
quanto
più
è
forzato
a
rimanere
nascosto
?
Come
non
concepirete
il
desiderio
di
annientarla
una
società
così
crudele
contro
di
voi
?
E
se
non
potete
annientarla
questa
società
tutta
quanta
,
almeno
tormentarvi
qualcuno
,
ridurvi
qualcuno
povero
,
arricchire
a
suo
danno
;
e
poiché
della
ricchezza
vi
manca
e
dovete
celare
ogni
altra
gioia
,
prenderne
almen
questa
,
il
vendicarvi
con
essa
di
prepotenti
,
che
non
potete
in
niente
altro
e
con
niente
altro
umiliare
,
vincere
,
calpestare
?
Pure
quelle
violenze
che
si
son
lette
nella
bolla
di
Paolo
IV
e
nelle
ordinanze
di
Alessandro
III
non
sono
le
maggiori
che
ai
giudei
si
son
fatte
durante
i
secoli
;
così
gravi
,
così
tormentose
come
pur
sono
,
si
può
considerarle
come
delle
minori
:
impallidiscono
al
paragone
delle
stragi
sommarie
,
delle
morti
fra
i
tormenti
,
dei
tormenti
non
smessi
prima
che
vi
sia
uscita
di
bocca
la
menzogna
che
s
'
aspetta
o
la
verità
cui
si
agogna
,
e
smessi
oggi
per
ricominciare
domani
,
fra
gli
insulti
,
i
dileggi
,
le
battiture
,
gli
oltraggi
,
ogni
sorta
di
minacce
e
di
vituperi
che
piagano
l
'
anima
e
curvano
la
persona
.
Chi
può
credere
,
che
una
gente
trattata
così
non
abbia
contratto
qualche
difetto
d
'
indole
?
Chi
vorrà
meravigliare
,
se
l
'
avesse
contratto
?
Perché
una
gente
,
cui
si
mostri
ogni
giorno
che
vi
sentite
separati
da
essa
,
non
dovrebbe
sentirsi
separata
da
voi
?
Perché
,
minacciata
ogni
giorno
e
impotente
contro
le
minacce
,
non
dovrebbe
avere
imparato
a
difendersene
con
ogni
arte
sottile
e
persino
subdola
?
Perché
,
forzata
a
rinunciare
a
tante
occupazioni
atte
a
sostentare
nobilmente
la
vita
,
non
avrebbe
dovuto
acquistare
l
'
abitudine
di
quelle
che
vi
paiono
sordide
?
I
cristiani
,
poiché
cristiani
sono
stati
,
hanno
essi
fatto
colle
loro
mani
poco
meno
che
tutto
quello
che
lor
dispiace
nei
giudei
;
e
dopo
averlo
fatto
,
non
è
loro
rimasto
come
l
'
hanno
inteso
assai
prima
e
assai
meglio
le
loro
nazioni
latine
che
non
le
tedesche
,
e
,
più
arretrate
,
le
slave
se
non
un
obbligo
:
disfarlo
.
E
così
sono
stati
e
saranno
cristiani
davvero
;
poiché
Cristo
,
morendo
,
ha
pronunciata
quella
parola
di
perdono
,
che
non
solo
attesta
la
bontà
dell
'
animo
suo
,
ma
l
'
altezza
della
sua
mente
;
non
solo
prova
che
era
infinita
nel
suo
cuore
la
pietà
verso
l
'
uomo
,
ma
infinita
altresì
la
sua
intelligenza
del
corso
delle
umane
e
delle
divine
cose
,
e
dell
'
ufficio
supremo
e
universalmente
salutare
che
la
sua
morte
vi
adempieva
.
Si
fanno
agli
israeliti
strane
censure
.
Si
dice
che
non
amino
fare
i
soldati
?
Perché
amerebbero
?
Vivere
tre
o
cinque
anni
in
mezzo
a
gente
che
ti
colma
d
'
ingiurie
e
ti
abbevera
di
disprezzo
,
e
,
scorsi
i
quali
,
tu
non
sarai
contento
di
pari
agli
altri
coi
quali
hai
convissuto
,
anzi
non
sarai
neanche
libero
di
andare
a
vivere
dove
ti
piaccia
nella
tua
patria
stessa
,
non
è
cosa
che
possa
gradire
a
nessuno
.
Del
resto
,
anche
il
paesano
russo
fa
il
poter
suo
per
esimersi
dal
servizio
militare
.
E
in
Italia
non
si
sente
che
il
giudeo
vi
sia
più
restio
d
'
altri
,
appunto
perché
non
è
più
messo
a
diversa
condizione
di
altri
.
Né
è
meno
strana
censura
l
'
altra
che
non
amino
di
coltivare
la
terra
.
Dio
buono
,
se
si
vieta
loro
di
acquistarla
o
di
abitarvi
!
Arnold
White
,
che
,
per
incarico
del
barone
Hirsch
,
è
andato
a
visitare
gli
ebrei
di
Russia
,
per
giudicare
se
e
quali
fossero
in
grado
di
emigrare
e
di
allogarsi
a
coloni
altrove
,
ed
è
stato
aiutato
nella
sua
ispezione
dal
governo
stesso
cui
piace
che
vadan
via
,
ha
visto
anche
quelle
colonie
fondate
,
come
ho
detto
dianzi
,
da
Nicolò
nel
governo
di
Kherson
per
consiglio
datogliene
da
Mosè
Montefiore
nel
1846
.
Ora
,
egli
attesta
che
la
popolazione
che
le
abita
è
attiva
,
in
buon
arnese
,
riarsa
dal
sole
,
forte
di
muscoli
,
insomma
contrassegnata
di
tutte
le
doti
proprie
d
'
una
gente
campagnola
della
più
alta
qualità
;
e
per
quanto
ha
sentito
dai
proprietari
russi
dei
dintorni
,
che
li
adoperano
,
non
ha
vizi
eccettoché
matrimoni
troppo
per
tempo
,
imprevidenti
e
fecondi
,
non
devano
essere
considerati
un
vizio
.
E
ve
n
'
ha
30.000
,
ed
educano
tutti
i
lor
figlioli
,
e
non
pare
che
nessuno
fallisca
,
giacché
v
'
ha
una
fame
e
una
sete
di
sapere
,
che
si
potrebbe
persin
dire
morbosa
.
È
vero
,
aggiunge
,
che
la
coltivazione
a
occhi
inglesi
non
pare
in
tutto
buona
e
aggiunge
il
perché
ma
sarebbero
capaci
di
migliorarla
,
ché
la
lor
condizione
morale
e
fisica
è
addirittura
mirabile
.
VI
All
'
adunanza
che
,
presieduta
dal
gonfaloniere
,
fu
tenuta
in
Londra
il
10
dicembre
dell
'
anno
scorso
,
un
duca
,
il
duca
di
Westminster
,
fu
quello
che
propose
una
risoluzione
,
e
un
vescovo
,
il
vescovo
di
Ripon
,
e
un
reverendo
gliela
appoggiarono
.
La
risoluzione
fu
questa
:
«
l
'
adunanza
deplora
profondamente
le
sofferenze
inflitte
di
nuovo
ai
giudei
di
Russia
,
per
effetto
di
leggi
e
di
disposizioni
rigorose
ed
eccezionali
;
e
ritiene
che
in
questi
dieci
ultimi
anni
del
XIX
secolo
la
libertà
religiosa
dovrebbe
essere
riconosciuta
,
come
un
principio
di
diritto
naturale
,
da
tutte
le
comunità
cristiane
»
.
Io
non
dubito
punto
che
,
se
non
tutti
i
sacerdoti
cattolici
approverebbero
la
seconda
parte
della
risoluzione
,
o
forse
non
l
'
approverebbero
se
non
pochi
,
tutti
accetterebbero
la
prima
.
Giacché
bisogna
dire
il
vero
:
non
soltanto
ora
,
ma
sempre
,
il
sacerdote
cattolico
,
e
in
Roma
e
fuori
,
non
è
mai
stato
il
più
fiero
nemico
dei
giudei
;
e
,
certo
,
in
guardia
sempre
che
non
prevalessero
e
signoreggiassero
le
società
cristiane
,
e
proclive
a
tenerli
segregati
e
da
parte
,
perché
la
lor
dottrina
e
i
lor
dinieghi
non
le
infestassero
,
non
ha
,
il
più
delle
volte
,
voluto
che
si
fosse
crudeli
contro
di
loro
.
Il
giudeo
ramingo
,
senza
patria
,
solo
in
mezzo
alla
folla
,
segnato
a
dito
,
gli
era
prova
una
prova
che
non
bisognava
cancellare
o
spegnere
della
vittoria
di
Cristo
.
Ma
se
il
sacerdote
chiuso
nei
cancelli
di
una
fede
rigida
non
ha
creduto
che
dai
giudei
potesse
trarre
altrimenti
che
così
una
prova
della
vittoria
di
Cristo
,
noi
,
cristiani
anche
,
dobbiamo
trarne
in
altro
modo
una
prova
ancor
più
lampante
.
Dobbiamo
mostrare
ai
giudei
che
questo
lor
compaesano
ha
accesa
nei
cuori
dei
suoi
fedeli
una
face
di
carità
,
che
liquefa
ogni
odio
e
attuta
ogni
dissenso
.
L
'
effetto
di
una
condotta
davvero
cristiana
verso
i
giudei
,
com
'
è
stata
l
'
emancipazione
proclamatane
in
Francia
alla
fine
del
secolo
scorso
,
non
si
può
ancora
vedere
tutto
;
è
scorso
troppo
poco
tempo
dacché
l
'
esempio
è
stato
seguito
altrove
;
e
del
resto
anche
cento
anni
sono
pochi
al
paragone
delle
cifre
a
due
migliaia
,
dacché
,
quando
più
,
quando
men
peggio
,
dove
più
,
dove
men
peggio
,
n
'
era
o
n
'
è
stata
seguita
un
'
altra
.
Come
noi
in
Italia
abbiam
fatto
cittadino
il
giudeo
,
e
come
s
'
è
fatto
oramai
in
così
gran
parte
dell
'
Europa
civile
,
così
si
faccia
nel
resto
degli
Stati
;
e
non
ve
ne
sia
più
nessuno
,
in
cui
,
tanto
negli
ordini
civili
che
nei
politici
,
si
metta
differenza
di
diritto
tra
lui
e
gli
altri
:
e
allora
andrebbe
cessando
a
mano
a
mano
,
insieme
con
alcune
particolarità
dell
'
indole
sua
,
quella
particolarità
di
sentimenti
,
che
nella
società
si
mantiene
tuttora
viva
verso
di
lui
.
La
mutazione
non
potrà
portare
intero
l
'
effetto
suo
,
se
non
ha
luogo
in
tutti
gli
Stati
d
'
Europa
.
Il
giudeo
non
si
sentirà
cittadino
del
tutto
in
nessun
Stato
,
se
tuttora
non
è
tale
in
qualcuno
.
Non
visitiamo
più
nei
figlioli
l
'
errore
dei
padri
;
lasciando
tutti
liberi
della
propria
coscienza
,
ravviveremo
tanto
più
la
nostra
quanto
più
rispetteremo
l
'
altrui
.
VII
Quelle
tre
tradizioni
di
ripugnanza
e
di
avversione
rinnovate
si
andranno
rimpiattando
sicché
non
s
'
estinguano
,
giacché
sono
ragioni
false
.
Il
giudeo
appare
un
elemento
riluttante
,
a
parte
,
a
sé
,
nella
nazione
in
cui
vive
,
perché
s
'
è
operato
verso
di
esso
per
secoli
,
come
appunto
si
doveva
perché
questo
effetto
seguisse
.
Quando
si
fosse
operato
al
contrario
,
e
da
secoli
invece
fosse
stato
considerato
,
come
si
fa
da
qualche
anno
negli
Stati
più
profondamente
e
veramente
inciviliti
,
quelle
punte
che
gli
rendono
aspri
i
contatti
coi
suoi
connazionali
,
si
sarebbero
smussate
.
Certo
avrebbe
continuato
a
fare
coi
suoi
un
consorzio
distinto
quanto
al
credo
religioso
che
professa
.
Ma
,
oltreché
questo
credo
non
è
in
tutto
opposto
a
quello
di
coloro
coi
quali
convive
,
anzi
si
regge
sullo
stesso
fondamento
,
e
l
'
israelita
è
l
'
antenato
del
cristiano
,
un
appartarsi
di
una
società
dal
rimanente
per
ragione
religiosa
,
non
è
,
nelle
presenti
condizioni
,
cosa
durevole
.
Nessuna
società
è
libera
oggi
da
dissensi
religiosi
,
persino
da
quello
supremo
che
è
il
negare
la
religione
stessa
.
Pareva
un
progresso
assicurato
e
fortunato
questo
,
della
pacifica
convivenza
in
comune
delle
diverse
credenze
,
col
diritto
riservato
a
ciascuna
di
meritare
meglio
dell
'
uman
genere
e
di
Dio
con
la
santità
della
vita
e
l
'
altezza
e
la
larghezza
del
pensiero
:
un
pensiero
assicurato
e
felice
questo
,
che
alle
diverse
credenze
chiede
soltanto
di
aggiungere
stimolo
all
'
intelletto
e
al
cuore
,
e
di
spegnere
nell
'
ardore
della
carità
ogni
lotta
,
ch
'
esacerbi
,
amareggi
,
mova
a
sdegno
e
inebbri
di
sangue
.
Giacché
,
oltre
questo
,
non
v
'
ha
altro
.
Il
giudeo
non
è
puro
semita
;
e
noi
abbiamo
del
semitismo
radicato
nelle
nostre
menti
così
profondo
,
che
nessuno
ne
lo
sradicherebbe
.
Chi
può
affermare
che
la
più
gran
parte
dei
giudei
che
ora
ci
sono
non
discenda
da
quei
proseliti
,
ch
'
essi
facevano
in
ciascuna
nazione
già
prima
che
nascesse
Cristo
,
e
continuarono
a
fare
dopo
lui
morto
?
Chi
può
dire
quanto
sangue
giudaico
scorra
in
vene
ariane
,
quanto
sangue
ariano
in
vene
giudaiche
?
Leggi
ecclesiastiche
e
civili
,
perché
ciò
non
succedesse
,
ne
sono
state
fatte
molte
e
ripetutamente
;
ma
,
appunto
perché
molte
e
ripetute
,
provano
che
la
cosa
succedeva
.
Anche
oggi
il
divieto
ecclesiastico
dura
,
se
il
civile
è
obliterato
;
ma
chi
ignora
,
che
soprattutto
nelle
alte
classi
i
matrimoni
tra
giudei
e
cristiani
,
se
non
sono
comuni
,
neanche
sono
insoliti
?
Ma
fosse
pure
altrimenti
,
e
i
giudei
fossero
rimasti
puri
semiti
:
che
perciò
?
Che
vuol
dire
essere
semita
?
So
che
una
scienza
frettolosa
ha
disegnato
del
semita
un
tipo
rigido
,
a
tratti
precisi
,
quanto
a
visi
,
linguaggio
,
carattere
morale
,
coscienza
religiosa
e
via
via
:
ma
so
anche
che
la
dipintura
non
regge
avanti
a
una
esatta
e
piena
cognizione
della
storia
.
Se
il
giudeo
è
andato
sviluppando
un
tipo
suo
ab
antico
,
l
'
ha
fatto
in
contrasto
coi
semiti
che
aveva
a
destra
e
a
manca
;
egli
è
stato
un
semita
sui
generis
,
che
,
dopo
avere
fatto
germogliare
e
crescere
dentro
di
sé
un
pensiero
religioso
e
morale
suo
proprio
,
l
'
ha
innestato
sopra
un
tronco
non
suo
.
D
'
altronde
semiti
e
ariani
sono
di
razza
caucasia
,
e
come
le
due
prime
sono
generalizzazioni
di
alcuni
solo
dei
fattori
di
una
razza
,
così
la
terza
è
la
generalizzazione
di
altri
.
Coteste
specie
o
generi
li
formiamo
come
possiamo
,
e
,
dopo
averli
formati
,
bisogna
andarci
attorno
con
le
forci
perché
non
prendano
maggior
posto
di
quanto
loro
spetta
.
Ma
non
fosse
così
,
e
si
dovesse
pure
loro
accordare
un
valore
assoluto
:
sono
cotesti
semiti
così
discosti
dagli
ariani
come
sono
i
magiari
?
Certo
no
;
ora
chi
distingue
i
magiari
da
ogni
altro
popolo
civile
di
Europa
per
modo
che
niente
di
europeo
si
possa
assimilare
da
loro
,
e
niente
di
loro
assimilare
da
ogni
altro
popolo
di
Europa
?
Coteste
son
lustre
,
che
,
per
parere
scientifiche
,
non
hanno
perciò
più
ragione
o
var
lore
di
fare
ostacolo
al
retto
e
al
vero
.
VIII
Leggevo
giorni
sono
questa
conversazione
:
«
questi
birbi
di
giude
vanno
riducendo
mendichi
in
questi
dintorni
tutti
i
cristiani
»
mi
assicurava
un
bottegaio
russo
in
una
città
del
recinto
.
«
Col
combinarsi
a
loro
danno
?
»
chiesi
.
«
No
»
.
«
Col
corromperli
?
»
«
No
,
ma
col
truffare
addirittura
e
malfare
»
fu
la
replica
enfatica
,
però
tale
che
mi
dette
più
curiosità
che
non
mi
facesse
sorpresa
;
sicché
io
chiesi
qualche
fatto
.
«
Fatti
?
Ma
se
non
rifiniscono
di
truffarci
e
frodarci
.
Non
fanno
altro
.
Guardate
.
Noi
facciamo
largo
commercio
di
uova
e
di
polli
e
comperiamo
tutto
quanto
ci
riesce
dai
contadini
che
li
portano
al
mercato
.
Orbé
,
questi
infernali
crocifissori
di
Cristo
escono
prima
di
giorno
forse
non
sono
neanche
andati
a
letto
tutta
la
notte
innanzi
,
e
vanno
incontro
ai
contadini
prima
che
siano
vicini
alla
città
.
E
quanto
v
'
è
a
comprare
,
tanto
comprano
,
e
i
contadini
glielo
vendono
a
miglior
mercato
perché
risparmiano
la
noia
e
la
spesa
di
venire
in
città
;
e
così
ci
tagliano
l
'
erba
sotto
ai
piedi
;
«
Bene
,
ripigliai
,
ma
perché
non
vi
levate
più
per
tempo
,
e
non
vi
fate
incontro
ai
contadini
un
po
'
più
lontano
dalla
città
?
»
La
domanda
fu
imprudente
;
m
'
accorsi
allo
sguardo
di
dispregio
,
con
cui
il
mio
interlocutore
mi
squadrò
:
intesi
che
dovevo
smettere
.
Le
lagnanze
dei
cristiani
mi
paion
tutte
dello
stesso
genere
.
Abbiamo
fatta
più
vigile
e
più
agile
una
gente
vigile
e
agile
per
natura
,
e
ci
duole
che
sia
tale
.
Non
si
ubriacano
:
e
poiché
i
cristiani
lo
fanno
,
danno
loro
da
bere
,
non
perché
l
'
ubriachezza
piaccia
loro
a
vedere
,
ma
perché
ne
cavan
denaro
.
Mettono
un
soldo
sopra
l
'
altro
e
risparmiano
:
e
lo
tirano
di
tasca
a
chi
ama
spendere
,
anziché
risparmiare
.
I
giudei
avranno
vizi
come
virtù
proprie
;
,
son
difficili
,
credo
,
sopra
essi
come
sopra
altri
i
giudizi
complessivi
,
e
sdruccioli
e
mendaci
;
v
'
hanno
giudei
,
come
v
'
hanno
cristiani
,
provvisti
di
tal
vizio
e
di
tal
virtù
,
e
altri
provvisti
di
tal
altra
virtù
e
di
tal
altro
vizio
.
A
ogni
modo
,
io
non
vedo
prova
,
che
di
ciò
di
cui
più
s
'
accusano
i
primi
,
non
si
possono
accusare
anche
i
secondi
.
Se
di
quelli
v
'
ha
molti
acri
al
lucro
,
v
'
ha
molti
acri
al
lucro
di
questi
.
Ho
conosciuto
giudei
eccellenti
,
come
cristiani
eccellenti
.
I
modi
tenuti
da
quelli
negli
affari
d
'
industria
e
di
banca
non
sono
diversi
dai
modi
tenuti
da
questi
.
E
v
'
ha
ricchi
divenuti
tali
per
via
non
retta
,
o
che
spendono
male
il
loro
denaro
tra
gli
uni
e
tra
gli
altri
.
Se
noi
togliamo
quelle
abitudini
e
quelle
attitudini
che
i
giudei
hanno
contratto
per
effetto
della
condizione
in
cui
son
rimasti
per
così
lungo
tempo
,
e
in
Russia
,
in
Rumenia
,
in
alcuni
paesi
musulmani
rimangono
ancora
,
a
me
non
riesce
di
scorgere
in
che
altro
i
giudei
in
complesso
siano
diversi
dai
cristiani
in
complesso
.
E
si
può
forse
affermare
che
un
piccolo
consorzio
,
com
'
essi
sono
,
di
gente
tanto
esercitata
dall
'
odio
altrui
,
tanto
spronata
al
guadagno
,
tanto
astretta
al
risparmio
,
tanto
attenta
a
guardarsi
da
ogni
parte
,
tanto
accanita
al
lavoro
,
esso
è
servito
di
stimolo
ai
consorzi
più
larghi
,
nel
cui
mezzo
ha
condotta
la
vita
,
e
ha
piuttosto
accresciuta
,
in
loro
,
anziché
diminuita
la
lena
a
combattere
le
battaglie
ogni
giorno
.
Ciò
che
importa
ora
è
ch
'
essa
si
senta
non
nemica
,
ma
amica
,
e
sia
sentita
non
nemica
,
ma
amica
.
Il
che
non
è
in
tutto
così
oggi
,
ma
sarà
domani
;
quando
come
in
Italia
,
così
altrove
se
ne
prenda
la
via
.
Li
faremo
migliori
verso
di
noi
,
se
diventeremo
migliori
di
loro
.
A
ogni
modo
,
io
non
credo
che
troverebbe
prove
davvero
convincenti
chi
affermasse
che
oggi
si
trovano
più
giudei
tra
i
partiti
intesi
a
sovvertire
gli
ordini
politici
o
sociali
attuali
,
che
tra
i
partiti
intesi
a
conservarli
.
Sarebbe
più
sicuro
affermare
e
facile
dimostrare
il
contrario
.
E
v
'
ha
qualcosa
nei
giudei
che
noi
ci
potremmo
appropriare
non
senza
frutto
;
giacché
,
come
n
'
è
esempio
un
nostro
uomo
di
Stato
,
anzi
ministro
,
la
lunga
loro
storia
che
si
divide
come
in
due
parti
,
ha
generato
nella
lor
mente
due
qualità
che
paiono
opposte
e
non
conciliabili
:
una
grande
idealità
e
una
praticità
non
minore
.
IX
A
ogni
modo
,
gli
strazi
dei
giudei
di
Russia
sono
ora
fuor
di
misura
.
Sperare
che
per
volontà
del
governo
siano
temperati
o
cessino
,
è
un
illudersi
.
Il
governo
si
è
indotto
a
infliggerli
da
un
complesso
di
pregiudizi
,
che
non
si
dissipano
presto
.
La
foga
della
persecuzione
non
sarà
spezzata
che
dall
'
impossibilità
di
menarla
al
fine
desiderato
.
Dopo
che
avrà
prodotto
infiniti
dolori
,
si
fermerà
prima
di
averlo
raggiunto
,
come
è
già
succeduto
altre
volte
;
ma
intanto
i
dolori
vi
sono
,
e
terribili
.
E
opera
civile
,
cristiana
l
'
alleviarli
.
Uno
scrittore
del
quale
nessuno
non
russo
può
vantare
maggiore
cognizione
della
Russia
,
ha
narrato
già
l
'
anno
scorso
,
quanta
e
che
forma
di
strazi
cade
sulle
spalle
dei
giudei
russi
:
«
Più
di
centomila
famiglie
,
scrive
,
forse
duecentomila
,
cioè
un
milione
di
persone
,
saranno
costrette
di
abbandonare
le
loro
case
e
i
loro
affari
per
emigrare
verso
le
province
del
recinto
ebraico
,
a
occidente
.
Là
,
alle
porte
della
città
della
Lituania
e
della
Piccola
Russia
,
che
dovranno
esser
loro
assegnate
per
residenza
,
questi
ottocento
,
novecento
o
più
mila
emigranti
incontreranno
altri
convogli
di
esuli
,
quasi
altrettanto
numerosi
,
i
giudei
espulsi
dalle
campagne
di
queste
stesse
province
,
per
essere
accantonati
nelle
città
»
.
Né
in
tutte
.
Kiev
,
la
città
santa
,
ha
il
privilegio
di
essere
chiusa
a
cotesti
"
cani
di
giudei
"
.
Altre
si
chiuderanno
da
sé
;
più
vivaci
vi
sono
i
commerci
,
più
ripugneranno
a
riceverli
.
Oltreché
i
giudei
non
possono
prendere
dimora
a
minor
distanza
di
50
verste
un
po
'
più
di
50
chilometri
dalla
frontiera
austriaca
;
il
divieto
si
estenderà
alla
frontiera
prussiana
;
anzi
si
sarebbe
prolungata
,
dicono
,
del
doppio
.
Così
si
sarebbe
ancora
ristretto
lo
spazio
in
cui
cotesta
gente
povera
,
della
quale
lo
stesso
scrittore
dice
di
non
averne
mai
vista
una
più
povera
al
mondo
,
si
deve
ammassare
.
Potrà
?
Certo
no
;
nello
sforzo
di
mutar
sede
deve
in
gran
parte
morire
.
E
n
'
è
morta
,
e
ne
muore
già
per
il
modo
in
cui
è
menata
ai
luoghi
in
cui
si
deve
restringere
.
Giacché
v
'
è
menata
,
a
modo
di
gregge
,
a
forza
e
a
tappe
;
e
i
racconti
dei
crudeli
trattamenti
e
delle
spoliazioni
frodolente
,
cui
sono
soggetti
per
strada
,
son
tali
che
n
'
empirei
più
pagine
,
con
non
minore
raccapriccio
dei
miei
lettori
che
non
sia
stato
a
leggerle
il
mio
.
Tanta
barbarie
s
'
annida
nell
'
uomo
che
si
chiama
civile
!
Forse
nell
'
uomo
,
per
civile
che
si
vanti
,
si
trova
a
grattarlo
,
il
barbaro
.
Era
naturale
che
in
tutta
quanta
l
'
Europa
cotesti
racconti
muovessero
a
compassione
e
a
sdegno
degli
uomini
,
o
giudei
o
cristiani
,
che
ne
sono
ancora
capaci
,
a
cui
l
'
interesse
o
la
vanità
non
chiude
la
bocca
avanti
alle
ingiustizie
umane
,
solo
perché
sono
potenti
quelli
che
le
commettono
.
In
ogni
parte
d
'
Europa
si
è
levato
un
grido
:
persino
gli
antisemitici
hanno
sentito
pietà
e
terrore
.
Non
volevano
questo
,
non
volevano
tanto
;
ché
le
persecuzioni
ai
nostri
giorni
hanno
questo
di
più
stupido
ancora
,
che
non
avessero
prima
:
l
'
effetto
che
producono
in
quelli
che
ne
sono
uditori
o
spettatori
,
è
tale
da
doverle
fermare
innanzi
che
abbiano
raggiunto
la
meta
prefissa
.
Cotesti
giudei
,
bisogna
che
in
maggior
o
minor
numero
escano
di
Russia
,
se
non
devono
soccombervi
tutti
.
Ma
dove
andranno
e
come
?
Chi
dà
loro
il
denaro
del
viaggio
?
Chi
quello
necessario
ai
primi
giorni
delle
nuove
dimore
?
Qui
è
il
campo
,
dove
si
deve
esercitare
la
carità
dei
giudei
e
dei
cristiani
insieme
;
e
unire
i
loro
sforzi
in
un
fine
comune
di
salvezza
e
di
redenzione
,
per
il
presente
e
per
l
'
avvenire
.
Giacché
solo
nell
'
opera
di
questa
carità
,
voluta
fortemente
,
fortemente
esercitata
,
d
'
una
carità
,
che
non
separa
,
ma
unisce
,
che
non
distingue
ma
accomuna
,
che
sotto
ogni
differenza
che
divide
uomo
da
uomo
,
sente
l
'
uomo
e
non
altro
che
questo
,
è
la
soluzione
definitiva
della
questione
giudaica
,
come
di
tante
altre
che
dilacerano
oggi
le
società
nostre
.
Il
precetto
non
è
tanto
cristiano
,
che
non
sia
anche
giudaico
.
StampaQuotidiana ,
V
'
è
egli
puntura
più
dolorosa
per
chi
nei
ceppi
,
negli
esili
,
rincorso
dagli
sgherri
,
appiattato
nel
solingo
studio
,
minacciato
dai
carnefici
,
non
ha
per
lunghi
anni
risparmiato
né
pericoli
,
né
fatica
perché
la
patria
sua
fosse
indipendente
da
ogni
forestiero
,
e
libera
nei
suoi
ordini
di
governo
;
vi
ha
egli
,
diciamo
,
puntura
più
dolorosa
per
lui
che
il
vedere
,
il
sentire
,
oggi
,
tanti
sussurrare
sommessamente
che
,
quanto
son
persuasi
dei
benefici
che
l
'
indipendenza
può
portare
all
'
Italia
,
tanto
cominciano
a
sospettare
che
la
libertà
politica
non
sia
in
grado
di
fargliene
;
e
che
una
prova
di
sei
o
sette
anni
mostra
oramai
che
un
governo
,
in
cui
vi
fosse
meno
luogo
a
parole
e
più
a
spazio
ai
fatti
,
sarebbe
meglio
in
grado
di
sanare
le
piaghe
che
nel
bel
corpo
d
'
Italia
,
oggi
,
come
ai
tempi
di
Petrarca
,
si
vedono
sì
spesse
?
Ebbene
,
costoro
seguono
un
'
apparenza
ingannevole
;
e
la
sostanza
delle
cose
sfugge
loro
.
Sì
,
l
'
Italia
ha
le
finanze
in
dissesto
,
e
l
'
amministrazione
sossopra
;
le
mutazioni
dei
ministeri
,
troppo
frequenti
,
hanno
impedito
che
nessuna
cosa
pigliasse
un
assetto
a
dirittura
stabile
;
le
discussioni
dei
parlamenti
hanno
talora
indugiato
d
'
un
anno
o
più
provvedimenti
che
,
presi
un
anno
prima
,
avrebbero
soffocato
nel
nascere
le
difficoltà
che
ora
ci
assiepano
;
il
demonio
del
parteggiare
ci
ha
tenuto
troppo
la
mano
nei
capelli
,
e
abbiamo
sciupato
nelle
gare
il
tempo
che
dovevano
spendere
a
fare
;
l
'
imitazione
della
Francia
ci
ha
sedotti
troppo
,
e
,
consumati
nelle
discussioni
astratte
e
teoriche
dei
diritti
,
ci
siamo
lasciati
a
sviare
dalla
considerazione
e
dall
'
esame
concreto
dei
fatti
.
Sì
,
è
vero
;
gli
elettori
hanno
scambiato
la
viltà
col
coraggio
,
e
,
assuefatti
a
governi
assoluti
,
non
hanno
inteso
le
necessità
dei
governi
liberi
.
Sì
,
si
son
lasciati
sopraffare
dalle
accuse
bugiarde
,
dalle
calunnie
demagogiche
di
quelli
che
,
all
'
indomani
della
libertà
,
colle
grida
scomposte
e
coi
finti
ardori
,
tentavano
di
far
dimenticare
la
lor
condotta
della
vigilia
;
e
,
invidiosi
d
'
ogni
primato
morale
,
d
'
ogni
influenza
legittima
acquistata
,
d
'
ogni
virtù
civile
,
versavano
la
bava
velenosa
del
loro
animo
sopra
i
migliori
,
sopra
quegli
stessi
che
avevano
loro
aperta
la
bocca
già
serva
.
Sì
,
tutto
questo
è
vero
;
è
dolorosamente
vero
;
ma
chi
gli
ha
educati
cotesti
italiani
,
dei
quali
ci
lagniamo
nelle
assemblee
,
nei
collegi
,
nei
circoli
,
nei
giornali
?
È
la
libertà
forse
?
Coloro
i
quali
la
vollero
e
la
vogliono
,
non
la
vollero
e
non
la
vogliono
se
non
perché
sanno
ch
'
essa
è
la
sola
Dea
adatta
a
svegliare
colla
gran
voce
tutto
un
popolo
,
e
a
ridargli
vigore
morale
;
sola
in
grado
di
suscitarne
le
virtù
sonnolente
,
di
acuire
le
menti
,
di
sferzare
gli
animi
,
di
agitare
gl
'
interessi
,
di
provocare
la
gara
di
tutti
sopra
ogni
cosa
,
e
di
farne
prorompere
quell
'
emulazione
rigogliosa
che
sopraffà
e
vince
gli
ostacoli
.
Quale
è
la
radice
dei
tanti
mali
dei
quali
ci
lagniamo
,
la
radice
sola
dalla
quale
pullulano
tutti
,
così
vari
e
diversi
come
sono
?
Una
sola
.
La
poca
operosità
intellettuale
,
morale
,
economica
di
ciascuno
di
noi
.
Noi
non
siamo
contenti
del
governo
,
né
delle
assemblee
,
e
abbiamo
ragione
.
Ma
il
governo
e
le
assemblee
hanno
ragione
d
'
essere
contenti
di
ciascun
cittadino
?
Ciascun
cittadino
di
essere
contento
di
sé
?
Il
governo
e
le
assemblee
hanno
una
gran
parte
nella
prosperità
dei
paesi
liberi
;
chi
lo
nega
?
Ma
non
l
'
hanno
tutta
;
e
ne
spetta
una
grandissima
al
complesso
della
cittadinanza
.
Questa
ha
egli
fatta
la
sua
?
Chi
l
'
affermerebbe
?
E
se
la
camera
ultima
è
riuscita
così
inferiore
al
bisogno
,
non
è
stato
perché
,
non
creata
,
come
la
prima
,
in
un
gran
momento
d
'
eccitazione
morale
e
politica
,
ha
ritratto
troppo
fedelmente
l
'
inerzia
scapigliata
,
discorde
,
querula
del
paese
stesso
?
Non
è
chiaro
,
quindi
,
che
una
rigenerazione
morale
,
intima
,
quella
di
cui
abbisogniamo
tutti
;
che
in
questa
sola
è
il
germe
d
'
ogni
altro
bene
,
il
seme
di
ogni
operosità
intellettuale
,
d
'
ogni
prosperità
economica
;
il
fondamento
su
cui
possiamo
solo
sperare
di
edificare
parlamenti
e
governi
che
ci
contentino
o
ci
soddisfacciano
?
Ora
,
questa
rigenerazione
morale
non
possiamo
aspettarla
che
dalla
libertà
politica
.
Chi
crede
che
,
facendo
gettito
della
libertà
,
rimedierebbe
prima
ai
mali
del
paese
,
deve
credere
che
anche
dando
a
tracannare
oppio
a
chi
dorme
,
riuscirebbe
a
svegliarlo
.
Chi
sussurra
questo
consiglio
al
paese
o
a
sé
,
consiglia
a
Esaù
di
vendere
la
sua
primogenitura
.
Se
con
i
parlamenti
l
'
Italia
non
è
riuscita
a
porsi
affatto
in
assetto
,
senza
quelli
non
avrebbe
anche
principiato
a
mettersi
insieme
;
non
sarebbe
stata
neanche
in
grado
di
stare
insieme
sinora
.
Sono
state
le
influenze
onorate
,
vigorose
,
fide
degli
uomini
i
quali
si
sono
raccolti
nel
primo
parlamento
dell
'
Italia
,
quelle
le
quali
hanno
dato
modo
a
un
governo
centrale
,
insolito
e
nuovo
,
e
nei
principi
scarso
di
forza
,
di
stendere
la
sua
azione
,
d
'
imporre
la
volontà
sua
da
un
capo
all
'
altro
d
'
un
paese
diviso
sin
allora
in
sette
Stati
,
discordi
d
'
abitudini
,
di
legislazione
,
di
storia
,
di
sentimenti
,
di
desideri
.
Nessun
'
opera
potrebb
'
essere
compiuta
in
Italia
,
senza
difficoltà
infinite
,
quando
in
un
parlamento
comune
non
vi
fosse
modo
di
temperare
le
voglie
diverse
,
di
moderare
e
conciliare
gl
'
interessi
contraddittori
.
La
libertà
,
quindi
,
che
sola
può
rifondere
il
succhio
della
vita
nelle
nostre
membra
stanche
,
può
anche
sola
compiere
l
'
opera
ch
'
essa
ha
principiato
,
e
tenerla
,
sin
che
dura
,
insieme
.
È
facile
,
quando
si
sentono
i
dolori
d
'
una
situazione
,
immaginarne
un
'
altra
diversa
,
e
fantasticare
che
in
questa
non
si
sentirebbero
.
Ma
è
fallace
illusione
;
fate
che
arrivi
coi
fatti
l
'
altra
situazione
che
oggi
sognate
,
e
ne
proverete
nelle
midolle
gli
aculei
.
Il
pericolo
,
che
un
uso
non
retto
delle
forme
parlamentari
del
governo
ancora
per
un
anno
o
due
creerebbe
,
è
appunto
questo
:
che
nel
paese
si
generi
quell
'
illusione
fallace
,
e
non
si
accorga
di
essere
caduto
d
'
un
errore
in
un
altro
,
se
non
quando
fosse
troppo
tardi
.
Da
quest
'
illusione
spetta
di
scaltrirlo
a
tutti
quelli
i
quali
hanno
col
consiglio
,
colla
penna
,
colla
parola
qualche
influenza
sopra
esso
.
Ma
,
nel
farlo
,
è
utile
persuadersi
,
è
utile
fissarsi
bene
in
mente
,
che
inganna
se
medesimo
chiunque
si
dice
amico
della
libertà
,
e
procura
insieme
di
stornare
i
suffragi
degli
elettori
dall
'
elezione
d
'
un
uomo
provato
d
'
animo
e
di
mente
,
e
di
rivolgerli
,
invece
,
a
quella
d
'
un
misero
e
vizioso
intrigante
,
d
'
un
povero
strumento
logoro
di
partito
,
d
'
uno
spirito
incerto
,
vano
,
flaccido
,
senza
costrutto
.
La
libertà
è
il
principio
d
'
ogni
bene
e
d
'
ogni
vita
:
persino
viziata
,
agitata
,
scarmigliata
,
val
meglio
che
un
dispotismo
tranquillo
;
sono
più
i
semi
che
feconda
essa
col
soffio
,
che
non
quelli
che
il
dispotismo
promette
di
sapere
schiudere
nella
stufa
.
Ma
scapigliata
,
scarmigliata
,
sconclusionata
,
le
masse
non
la
tollerano
,
perché
impazienti
dei
danni
che
intanto
soffrono
.
Ciò
è
necessario
che
ricordino
bene
tutti
coloro
i
quali
desiderano
veramente
che
essa
duri
e
prosperi
;
tutti
coloro
i
quali
,
sapendo
le
prove
ch
'
essa
ha
fatte
in
Grecia
e
in
Roma
,
in
Inghilterra
e
in
America
,
sperano
che
le
rinnovi
tra
noi
.
Tra
pochi
giorni
dovranno
i
circoli
,
i
giornali
proporre
agli
elettori
i
nomi
sui
quali
raccogliere
i
loro
suffragi
.
Quei
nomi
saranno
il
solo
e
il
migliore
indizio
della
saldezza
dei
loro
criteri
,
e
della
verità
dei
loro
affetti
a
quella
libertà
che
Alfieri
invocava
con
quei
ferocissimi
e
santissimi
versi
:
O
Dea
,
tu
figlia
del
valor
,
che
aggiugni
Duo
gran
contrari
,
indipendenza
e
leggi
;
Tu
che
da
'
miei
venti
anni
il
cor
mi
pungi
E
miei
studi
e
mia
vita
arbitra
reggi
:
pur
aggiungendo
che
non
la
riconosceva
in
quella
che
,
camuffata
del
suo
nome
,
vociava
e
si
dimenava
ai
suoi
tempi
,
sulle
rive
della
Senna
:
Licenza
è
questa
;
alla
lasciva
gota
Ben
la
conosco
:
e
d
'
ogni
pudor
priva
Volger
s
'
affretta
la
sua
breve
rota
.
StampaQuotidiana ,
Quest
'
accoppiamento
di
cognomi
parrà
irriverente
a
molti
;
e
l
'
avremmo
cansato
,
se
non
fossimo
sicuri
,
che
a
taluni
di
questi
riuscirà
dispettoso
il
Mazzini
messo
insieme
col
Mastai
,
l
'
avvenire
speranzoso
aggiogato
col
passato
semispento
;
ad
altri
invece
,
sembrerà
appunto
il
contrario
:
intollerabile
il
congiungere
colla
costanza
eterna
della
fede
l
'
illusione
passeggera
della
fantasia
e
della
passioni
.
Pure
,
così
gli
uni
come
gli
altri
possono
fare
questa
considerazione
:
che
v
'
è
al
mondo
persone
le
quali
credono
infallibile
per
l
'
appunto
l
'
opposto
di
ciò
ch
'
essi
credono
tale
e
che
noi
,
quindi
,
i
quali
non
siamo
qui
a
giudicare
chi
dei
due
abbia
ragione
,
tra
perché
non
è
il
nostro
proponimento
,
e
perché
anche
né
dagli
uni
né
dagli
altri
ce
ne
sarebbe
riconosciuta
la
competenza
,
ma
ci
contentiamo
di
rilevare
i
tratti
umani
delle
cose
umane
,
abbiamo
il
diritto
d
'
indicare
le
somiglianze
nella
condotta
di
quelli
che
raccolgono
in
sé
la
suprema
autorità
e
guida
delle
due
avverse
opinioni
.
E
ora
questa
somiglianza
balza
agli
occhi
di
tutti
.
Come
Pio
IX
vuol
rimanere
prigioniero
per
forza
,
così
il
Mazzini
vuol
rimanere
per
forze
esule
.
Né
l
'
uno
né
l
'
altro
teme
di
aggiungere
al
tipo
comico
dell
'
ammalato
immaginario
quello
del
prigioniero
,
dell
'
esule
immaginario
.
Il
governo
italiano
è
condannato
a
fare
rispetto
all
'
uno
il
carceriere
,
rispetto
all
'
altro
lo
scacciatore
,
malgrado
suo
.
Né
quegli
,
né
questi
accetta
da
esso
la
libertà
di
cittadino
;
anzi
,
diciamo
meglio
,
Pio
IX
ricusa
persino
la
libertà
di
sovrano
.
Può
parere
alla
prima
che
ci
corra
questo
divario
:
Pio
IX
si
può
dire
spogliato
della
dignità
di
principe
,
che
ha
pur
tenuto
sino
a
ieri
l
'
altro
:
il
che
Mazzini
non
può
pretendere
di
sé
.
Ma
anche
questi
è
stato
presidente
della
Repubblica
romana
;
e
d
'
altra
parte
,
il
dispetto
dell
'
esser
scaduto
testé
da
un
altissimo
grado
non
è
minore
di
quello
di
non
averlo
mai
potuto
raggiungere
;
e
Pio
IX
resta
pontefice
della
cattolicità
,
mentre
il
Mazzini
non
è
anche
riuscito
a
essere
né
principe
,
né
pontefice
della
Repubblica
universale
.
Nella
verità
,
è
lo
stesso
criterio
che
inspira
la
lor
condotta
,
anzi
la
costringe
a
essere
quale
è
.
Le
potenze
,
ch
'
essi
devono
mantenere
o
fondare
,
sono
tali
che
tutta
la
forza
ne
consiste
nella
impressione
fatta
da
talune
idee
e
sentimenti
sulle
coscienze
.
Sfumano
affatto
,
se
quelli
che
n
'
hanno
la
principale
rappresentanza
,
paiono
patteggiare
con
i
rappresentanti
delle
idee
e
dei
sentimenti
opposti
.
Sfumano
tanto
più
quanto
più
si
chiede
loro
di
scendere
a
patti
,
mentre
appaiono
fiaccati
e
deboli
.
I
pontefici
,
quando
nessuno
dubitava
della
legittimità
del
lor
principato
,
hanno
potuto
cedere
ai
re
e
agli
imperatori
cristiani
l
'
esercizio
di
taluni
dei
diritti
appartenenti
alla
Chiesa
;
ma
Pio
IX
,
cacciato
di
Roma
e
chiuso
in
Vaticano
,
non
può
o
non
crede
di
potere
,
più
che
potesse
o
volesse
Gregorio
VII
esule
.
Il
Mazzini
,
da
parte
sua
,
sente
che
,
messo
in
carcere
da
uno
sbirro
mentre
andava
cospirando
di
città
in
città
,
rovinerebbe
il
suo
credito
affatto
,
se
paresse
contento
di
essere
liberato
di
carcere
e
vivesse
,
come
ogni
altro
cittadino
,
tra
noi
,
pur
lavorando
per
promuovere
le
idee
sue
,
sotto
la
protezione
delle
leggi
e
del
re
.
Per
non
morir
affatto
gli
bisogna
o
star
lontano
e
parere
minaccioso
,
oppure
venire
,
sì
,
al
di
qua
delle
Alpi
,
ma
camuffato
da
operaio
o
altrimenti
,
con
finta
barba
,
e
con
falsi
mostacci
,
così
da
non
essere
riconosciuto
e
da
potere
dare
qualche
verosimile
pretesto
alla
polizia
,
che
ne
segue
i
passi
,
di
non
mettergli
sino
dal
primo
le
mani
addosso
.
Non
è
possibile
mantenere
ad
altro
patto
l
'
ardore
nelle
loro
reciproche
chiese
.
L
'
apparenza
d
'
un
'
umile
ragionevolezza
li
spegnerebbe
affatto
.
Ed
è
disperato
,
parrebbe
il
disputare
così
coll
'
uno
come
coll
'
altro
,
e
l
'
opporsi
ad
argomenti
adatti
a
sviarli
dal
loro
proponimento
.
A
Pio
IX
,
di
certo
,
non
è
rincresciuto
se
non
il
dover
pure
rimanere
in
Roma
,
il
che
potrebbe
farlo
credere
meno
ostinato
e
tenace
di
quello
che
è
davvero
;
il
Mazzini
,
certo
,
non
s
'
addolora
,
se
non
d
'
aver
pure
dovuto
traversare
l
'
Italia
prima
di
ripassare
le
Alpi
,
senza
che
nessuno
gli
desse
noia
,
o
s
'
accorgesse
,
non
che
d
'
altro
di
lui
.
La
persecuzione
è
uno
dei
principali
elementi
di
rigoglio
e
di
vita
così
per
l
'
una
come
per
l
'
altra
fede
.
E
invero
,
per
la
fede
di
noi
liberali
,
gente
a
modo
discreta
,
fredda
,
mediocre
,
se
si
vuole
,
la
vita
è
tutt
'
altro
.
Noi
proponiamo
ad
amendue
di
tenere
il
presente
nelle
lor
mani
od
occupar
l
'
avvenire
,
se
possono
,
con
tutti
i
mezzi
che
ci
paiono
soli
leciti
al
propagamento
delle
opinioni
e
delle
persuasioni
di
qualunque
natura
siano
;
ma
non
con
altri
.
Ecco
la
società
,
diciamo
loro
,
davanti
a
voi
;
non
vi
permettiamo
né
di
martoriarla
perché
crede
a
un
modo
,
né
di
mandarla
sossopra
perché
crede
a
un
altro
;
ma
scrivete
,
parlate
,
ragionate
,
associatevi
pure
,
ordinatevi
,
predicate
dai
pulpiti
o
sermonate
dalle
tribune
;
insomma
,
convincete
,
se
vi
riesce
,
mantenete
le
convinzioni
vecchie
o
insinuatene
di
nuove
;
questo
non
vi
vogliamo
,
né
possiamo
impedire
,
e
ci
limitiamo
a
mantenervi
tutti
tranquilli
nel
giro
dei
vostri
diritti
e
doveri
insino
a
che
la
lotta
dura
,
e
durerà
,
per
fortuna
dell
'
uomo
,
sempre
,
poiché
senza
di
essa
egli
marcirebbe
e
vi
prenderemo
,
secondo
il
nostro
giudizio
,
parte
anche
noi
.
Ci
sono
tra
noi
anche
molti
cattolici
e
cristiani
,
molti
i
quali
fermamente
credono
che
la
parola
di
Cristo
sia
stata
e
sia
parola
di
verità
e
di
vita
,
e
la
Chiesa
cattolica
la
conservi
più
sana
e
intatta
d
'
ogni
altra
;
ma
questi
cattolici
,
che
stanno
con
noi
,
credono
che
appunto
la
lor
fede
non
riprenderà
tutto
l
'
antico
suo
spirito
,
tutta
la
sua
antica
forza
di
restaurare
e
di
rinnovare
l
'
uomo
,
se
non
quando
il
sacerdote
,
che
ne
è
l
'
interprete
,
ritorni
a
fidare
,
come
una
volta
,
solo
sulla
virtù
e
sulla
sua
dottrina
.
E
così
vi
possono
essere
tra
noi
liberali
molti
,
i
quali
o
non
credono
che
la
monarchia
costituzionale
sia
l
'
ultima
parola
delle
società
politiche
,
o
non
si
sgomentano
per
ciò
solo
che
il
Capo
dello
Stato
deva
essere
eletto
a
suffragio
di
popolo
,
anziché
ereditario
;
ma
ritengono
altresì
che
nei
popoli
,
i
quali
si
vogliono
ordinare
a
repubblica
,
si
devono
formare
prima
,
o
esistere
,
taluni
sentimenti
e
condizioni
morali
e
sociali
.
A
nessuno
è
vietato
di
procurare
di
formarli
in
Italia
,
di
prepararli
via
via
;
ma
a
chi
può
essere
lecito
l
'
immaginare
che
ci
sono
,
e
con
questa
immaginazione
mandarci
tutti
all
'
aria
,
come
se
ci
fossero
?
Al
Mazzini
non
è
possibile
consigliare
nulla
,
né
mette
conto
;
a
Pio
IX
neanche
,
perché
non
sentirebbe
.
Ma
al
capo
della
cattolicità
giova
dire
quello
che
all
'
altro
sarebbe
soverchio
l
'
inculcare
.
È
impossibile
difatti
,
ch
'
egli
scordi
o
trascuri
ciò
che
la
fede
,
di
cui
egli
è
dottore
vivo
,
promette
all
'
uomo
;
ciò
di
cui
anzi
essa
afferma
di
essere
sola
lo
strumento
indispensabile
.
Ebbene
,
se
questa
dottrina
è
vera
e
al
pontefice
non
può
parere
altrimenti
che
tale
,
quale
enorme
responsabilità
è
la
sua
,
se
ne
lascia
cadere
in
maggiore
disordine
nella
sua
patria
stessa
il
governo
e
la
regola
e
la
credenza
?
Se
,
nel
contrasto
,
lascia
che
se
ne
spezzino
le
fibre
e
i
nerbi
?
Se
l
'
uccide
colle
sue
mani
stesse
nel
cuore
di
molti
,
i
quali
sentono
pure
il
bisogno
di
non
negare
da
una
parte
ciò
che
la
ragione
dice
loro
legittimo
,
e
non
negare
dall
'
altra
ciò
che
la
coscienza
grida
loro
essere
santo
?
La
cattolicità
non
può
essere
retta
al
modo
che
si
farebbe
d
'
una
setta
.
O
il
papa
è
cattolico
e
crede
,
e
bisogna
che
la
regga
nel
modo
che
i
tempi
vogliono
e
le
condizioni
presenti
delle
società
civili
consentono
;
o
se
persiste
nell
'
ostinazione
sua
,
vuol
dire
,
che
nel
principio
cattolico
ogni
vigore
morale
si
è
estinto
,
e
,
nel
capo
della
Chiesa
,
il
principe
durato
troppo
tempo
ha
spento
il
pontefice
.
StampaQuotidiana ,
Signore
e
signori
,
I
maestri
elementari
della
provincia
di
Treviso
mi
hanno
chiesto
s
'
io
volessi
fare
una
conferenza
davanti
a
tanta
eletta
cittadinanza
,
e
a
essi
io
non
poteva
dire
di
no
.
Da
lungo
tempo
ho
in
grandissimo
affetto
questa
classe
di
persone
così
utile
allo
Stato
,
alle
provincie
,
ai
comuni
,
e
a
cui
Stato
,
provincie
e
comuni
danno
retribuzione
così
inferiore
a
quella
che
meriterebbe
per
il
beneficio
prestato
e
che
sempre
si
domanda
da
essa
.
Ma
,
se
la
mia
parola
riuscirà
meno
gradita
di
quanto
desidero
,
ne
darete
colpa
non
ai
maestri
elementari
che
me
l
'
hanno
chiesta
,
bensì
a
me
pel
soggetto
che
ho
scelto
,
come
quello
su
cui
più
si
fermò
la
mia
mente
.
Ché
se
il
soggetto
è
facile
a
concepire
,
è
pur
difficile
a
esser
trattato
,
e
se
sarebbe
facile
ad
altri
il
discorrerne
e
provocare
la
vostra
approvazione
,
potrà
forse
esser
difficile
a
me
.
So
come
alcuni
fanno
a
carezzare
le
umane
passioni
e
a
secondare
i
comuni
pregiudizi
;
quanto
a
me
mi
rivolgo
alla
vostra
ragione
,
e
desidero
che
una
parola
calma
,
tranquilla
e
serena
scenda
nella
vostra
coscienza
;
e
se
in
essa
troverà
una
approvazione
,
io
sarò
abbastanza
contento
.
In
queste
parole
:
religione
,
clericalismo
e
scuole
,
sono
compresi
taluni
dei
maggiori
interessi
della
umana
società
,
e
io
cercherò
di
controbilanciare
il
torto
e
il
diritto
di
ognuno
,
per
poi
misurare
l
'
influenza
di
quella
delle
tre
parole
che
ci
indica
il
bene
e
di
quella
che
ci
indica
il
male
.
Per
misurare
però
quale
sia
l
'
influenza
delle
scuole
e
della
religione
da
una
parte
,
e
del
clericalismo
dall
'
altra
,
bisognerà
,
o
signori
,
che
abbiate
l
'
animo
calmo
come
l
'
ho
io
,
e
che
nel
sentirmi
vi
preoccupiate
,
come
me
,
d
'
esser
chiari
,
precisi
,
giusti
e
soprattutto
sinceri
.
La
maggior
parte
di
coloro
che
discorrono
di
religione
e
di
clericalismo
non
sono
,
a
mio
parere
,
sinceri
.
Alcuni
sono
pieni
di
furore
contro
il
clericalismo
,
e
hanno
ragione
;
ma
il
loro
furore
va
più
in
là
e
offende
la
religione
medesima
.
E
d
'
altra
parte
,
se
i
loro
avversari
gridano
:
«
Religione
!
Religione
!
Dio
!
Dio
!
»
,
in
fondo
del
loro
cuore
tutto
questo
non
c
'
è
.
Non
è
già
per
amor
di
religione
che
parlano
,
non
è
per
Dio
che
si
agitano
,
ma
per
loro
stessi
,
per
le
loro
passioni
mondane
,
pel
desiderio
sfrenato
che
hanno
di
dominare
e
di
farsi
avanti
.
Sono
quindi
due
insincerità
che
si
armano
,
e
furiose
combattono
l
'
una
contro
l
'
altra
,
pur
avendo
ciascuna
delle
due
parti
gran
bisogno
dell
'
altra
.
Ora
noi
dobbiamo
distinguere
la
religione
dal
clericalismo
,
e
dire
apertamente
ciò
che
di
ognuno
si
pensa
.
Religione
e
clericalismo
son
due
cose
ben
differenti
:
non
diverse
,
ma
opposte
.
Il
sentimento
religioso
nasce
con
l
'
uomo
al
primo
urto
che
sente
dalla
natura
in
cui
vive
,
di
questa
natura
della
quale
non
sa
donde
sia
caduta
,
né
dove
vada
.
Il
sentimento
religioso
è
tale
da
unire
l
'
animo
suo
con
tutto
ciò
che
lo
circonda
;
è
un
sentimento
molto
intimo
che
mette
l
'
uomo
in
relazione
con
quello
che
è
sopra
di
lui
,
come
della
stessa
natura
.
E
l
'
uomo
viene
in
grado
di
trovare
una
risposta
alle
terribili
domande
,
alle
quali
ogni
scienza
è
impotente
,
e
delle
quali
oggi
dice
di
non
volersi
curare
,
ma
domani
cercherà
di
rispondervi
.
Col
sentimento
veramente
religioso
l
'
uomo
frena
la
sua
fantasia
che
gli
chiede
:
«
d
'
onde
tu
vieni
?
dove
tu
vai
?
»
;
ed
è
nostra
sventura
aver
sempre
queste
domande
dinanzi
!
E
non
v
'
illudete
,
o
signori
;
questo
sentimento
religioso
assume
necessariamente
forma
di
culto
;
poiché
una
volta
che
l
'
uomo
abbia
concepito
qualche
cosa
al
di
sopra
di
lui
,
è
naturale
egli
domandi
a
se
stesso
come
questo
qualche
cosa
,
che
chiama
Dio
,
debba
o
possa
essere
propiziabile
.
Ed
è
così
,
che
tra
lui
e
questo
Dio
sorge
il
sacerdote
.
Che
cosa
è
il
sacerdote
?
È
l
'
interprete
dell
'
uomo
a
Dio
,
di
Dio
all
'
uomo
;
ma
questo
sacerdote
che
viene
nell
'
umana
società
per
mettere
in
relazione
l
'
uomo
con
Dio
,
corrompe
presto
l
'
ufficio
suo
,
e
,
preso
un
altissimo
posto
nella
umana
coscienza
,
se
n
'
avvantaggia
naturalmente
.
I
sacerdoti
formano
una
classe
,
una
casta
,
portata
alla
ricerca
di
dominio
e
onori
.
Il
sentimento
è
affatto
diverso
da
quello
che
doveva
essere
;
non
ha
più
per
oggetto
Iddio
,
non
la
mediazione
fra
l
'
uomo
e
l
'
idealità
pura
,
ma
il
proprio
interesse
,
la
propria
ambizione
.
Questa
la
corruttela
del
sacerdozio
.
Or
bene
,
o
signori
,
come
quel
primo
sentimento
si
dice
religione
,
questo
secondo
,
con
nome
moderno
,
che
corrisponde
però
a
una
cosa
antica
,
si
dice
clericalismo
.
La
religione
o
il
sentimento
religioso
è
,
come
abbiamo
visto
,
la
relazione
fra
uomo
e
Dio
;
il
clericalismo
surroga
alla
relazione
dell
'
uomo
con
Dio
l
'
interesse
proprio
del
sacerdote
.
E
che
cosa
dobbiamo
fare
?
Questa
è
una
perversione
del
retto
principio
,
è
una
corruttela
.
Come
correggerla
,
come
impedirla
?
Vi
sono
parecchi
i
quali
non
sono
sinceri
,
e
che
gridano
ad
alta
voce
contro
questi
clericali
.
Io
,
per
conto
mio
,
li
lascio
vivere
,
come
lascio
vivere
tutti
;
ma
esamino
loro
come
esamino
tutti
.
Culto
e
Dio
sono
troppo
connessi
fra
loro
perché
si
possano
dividere
e
far
sì
che
uno
venga
scacciato
e
l
'
altro
resti
.
Basta
osservare
che
tutte
le
speculazioni
moderne
,
tutte
le
dottrine
scientifiche
o
filosofiche
,
che
vogliono
acquistare
una
efficacia
pratica
,
hanno
bisogno
d
'
un
culto
.
Il
mio
amico
Coppino
,
ministro
della
pubblica
istruzione
,
nel
suo
discorso
ad
Alba
ha
detto
che
nell
'
avvenire
la
religione
professata
da
tutti
sarà
la
«
religione
del
dovere
»
.
È
una
frase
,
per
quanto
bella
,
e
gli
uomini
di
Stato
più
degli
altri
dovrebbero
guardarsi
dalle
frasi
.
Il
dovere
sarà
la
religione
di
pochi
,
e
anche
in
quei
pochi
questo
dovere
sarà
come
una
voce
che
parlerà
fuori
di
loro
.
Dio
non
si
caccia
dal
mondo
,
no
.
Dio
non
si
caccia
dall
'
umana
coscienza
,
perché
è
quello
che
vi
ha
di
più
profondo
nella
coscienza
stessa
.
Egli
fu
concepito
da
tutti
e
in
tutti
i
popoli
come
un
grande
ideale
di
bontà
,
di
virtù
e
d
'
amore
.
Perché
,
volendo
pensare
che
cosa
dia
la
somma
di
ogni
passione
,
pensiamo
subito
a
Dio
;
perché
questo
Dio
è
l
'
archeo
,
è
il
centro
di
ogni
idealità
umana
,
e
l
'
uomo
lo
pone
dinanzi
a
sé
come
la
meta
sua
naturale
più
elevata
.
Questo
è
Dio
,
ed
esso
si
alza
nella
vostra
coscienza
e
vi
segna
la
via
.
E
se
voi
poteste
cacciare
dalla
umana
società
questo
Dio
,
che
vi
segue
dovunque
,
un
immenso
buio
vi
avvolgerebbe
,
e
invano
cerchereste
di
uscirne
,
in
cerca
di
luce
.
E
sapete
ora
voi
quali
sono
i
nemici
principali
di
questo
Dio
che
vi
riscalda
il
cuore
e
costante
brilla
nel
vostro
pensiero
?
I
clericali
,
sì
,
quei
clericali
di
cui
ho
parlato
poc
'
anzi
;
quei
clericali
che
non
vogliono
Dio
avanti
e
sopra
di
loro
perché
vogliono
un
Dio
,
che
anziché
essere
la
loro
guida
,
sia
mancipio
loro
;
non
che
li
ispiri
ad
amore
del
bello
e
del
buono
,
ma
che
conservi
la
loro
prosperità
mondana
alla
quale
,
per
ogni
via
,
sono
arrivati
.
Eppure
atei
e
cristiani
,
clericali
e
miscredenti
vanno
a
braccetto
:
e
per
quanto
possano
parere
nemici
nei
giornali
e
nei
comizi
,
sono
amici
,
e
gli
uni
operano
gli
stessi
effetti
degli
altri
,
quantunque
siano
opposte
le
mire
.
Il
clericalismo
è
la
negazione
di
Dio
,
è
l
'
abbassamento
di
tutte
le
idealità
che
l
'
umana
coscienza
ha
concepito
in
Dio
.
E
noi
dobbiamo
combatterlo
,
ma
combatterlo
come
pratica
una
società
civile
.
Noi
in
Italia
abbiamo
poi
una
ragione
speciale
che
ne
consiglia
la
lotta
,
ed
è
la
sua
ambiziosa
voglia
di
riacquisto
del
potere
temporale
del
papa
che
il
clericale
non
potrebbe
restaurare
senza
rovina
del
pontefice
stesso
,
che
non
sarebbe
in
grado
di
tener
Roma
neppure
una
settimana
.
E
noi
dobbiamo
combatterlo
perché
questa
Italia
,
come
l
'
abbiamo
fatta
,
una
sul
durevole
fondamento
della
monarchia
,
è
veramente
intangibile
.
Se
però
dobbiamo
distruggere
questo
nemico
,
non
ce
lo
facciamo
in
fantasia
più
grosso
di
quello
che
è
.
Non
facciamolo
più
numeroso
di
quanto
esso
veramente
sia
.
E
ora
,
conosciuti
gli
errori
degli
altri
,
veniamo
a
notarne
anche
qualcheduno
dei
nostri
.
Già
,
se
udite
che
intorno
a
voi
si
levi
il
grido
contro
il
clericale
,
non
dovete
poi
credere
,
come
potrebbe
parere
,
che
ogni
religioso
sia
clericale
,
che
sia
clericale
ogni
prete
.
Una
buona
parte
dei
preti
deplora
il
moderno
indirizzo
della
curia
romana
,
l
'
indirizzo
da
essa
dato
al
clero
minore
;
e
quelli
son
sacerdoti
pii
,
pieni
di
sentimento
veramente
religioso
,
che
vedono
la
corruttela
di
cui
la
curia
romana
sempre
più
si
ricopre
.
Questi
buoni
preti
vedono
fuorviato
l
'
indirizzo
dei
loro
colleghi
,
ma
non
osano
parlare
o
parlano
sottovoce
,
e
non
osano
gridare
per
fermare
questa
fiumana
che
minaccia
di
sommergere
tutto
quello
che
in
più
anni
sono
giunti
a
raccogliere
.
Ma
perché
non
si
adoprano
a
fermarla
?
Perché
non
sono
ancora
riesciti
a
produrre
un
effetto
utile
?
Perché
sono
soli
.
Ogni
qualvolta
pare
debba
aversi
uno
dei
tali
effetti
,
è
allora
che
il
sentimento
religioso
vacilla
.
E
intanto
noi
non
ci
risolviamo
né
ad
apprezzare
né
a
disprezzare
cotali
loro
sentimenti
.
Questa
la
cagione
per
la
quale
i
sacerdoti
hanno
perduto
e
sempre
più
si
allontanano
dall
'
ufficio
loro
.
Questi
messaggeri
di
Dio
conoscono
tutti
il
danno
del
moderno
indirizzo
,
e
pur
lasciano
che
si
confonda
religione
e
clericalismo
.
E
difetto
della
politica
nostra
se
in
essi
non
troviamo
uno
strumento
d
'
aiuto
contro
il
clericalismo
prevalente
nella
maggior
parte
del
clero
e
della
curia
romana
.
Non
perciò
dobbiamo
scoraggiarci
.
La
Chiesa
è
oggi
tutta
nelle
mani
del
pontefice
come
mai
.
Dirò
come
disse
un
vescovo
:
i
parroci
sono
soldati
dei
vescovi
;
i
vescovi
del
sommo
pontefice
.
Tale
organizzazione
della
Chiesa
non
risponde
in
origine
a
nessun
testo
del
Vangelo
,
e
a
capo
di
essa
sta
il
primo
sacerdote
del
mondo
,
che
vuol
essere
il
più
ostinato
clericale
del
mondo
.
Ebbene
,
vedete
,
in
questo
momento
il
nostro
paese
è
contristato
da
un
'
aspra
battaglia
contro
questo
clero
viziato
.
Voi
ne
avete
visto
i
motivi
e
i
primi
scontri
.
Leone
XIII
del
quale
io
parlo
sempre
con
grande
rispetto
ha
pubblicato
un
Breve
a
favore
dei
gesuiti
,
e
il
ministro
guardasigilli
del
quale
io
parlo
sempre
con
grande
libertà
ha
subito
cominciato
a
reagire
,
con
un
gesto
discutibile
,
a
cacciare
tre
o
quattro
monache
dal
convento
della
Sapienza
.
Però
mentre
vediamo
costrette
queste
quattro
monache
a
uscire
dal
loro
convento
,
vediamo
pure
che
al
tempo
stesso
si
fanno
monache
una
ventina
di
giovani
.
Il
ministro
non
ha
autorità
,
né
la
pretende
,
di
impedire
che
giovani
donne
pronuncino
voti
,
e
la
monacazione
in
questo
tempo
di
discordia
è
divenuta
più
grande
di
quanto
fosse
in
addietro
.
Il
ministro
non
ha
con
questo
suo
atto
violata
la
legge
:
egli
invece
più
rigorosamente
l
'
ha
eseguita
,
ma
in
maniera
diversa
di
quanto
ha
fatto
finora
e
troppo
mettendo
il
paese
a
rumore
.
Perché
voi
sapete
che
il
ministro
guardasigilli
ha
un
grande
difetto
.
Egli
non
fa
nulla
senza
trombetta
:
non
sospende
un
pretore
per
una
giornata
senza
avvisarne
tutti
,
o
taluni
almeno
dei
giornali
d
'
Italia
.
Codesta
sua
ultima
azione
è
contraria
a
quella
che
deve
compiere
un
governo
il
quale
voglia
eseguire
la
legge
in
modo
che
dall
'
esecuzione
di
essa
si
possano
ritrarre
i
maggiori
benefizi
che
la
legge
stessa
promette
.
Aggiungiamo
una
osservazione
.
Leone
XIII
e
il
ministro
,
negli
atti
che
ho
ricordato
,
hanno
commesso
il
medesimo
errore
:
quello
di
non
considerare
che
gli
altri
nei
loro
atti
non
guardano
soltanto
quello
che
sono
,
ma
anche
quello
che
sembrano
alla
società
.
Per
non
aver
fatto
ciò
,
ministro
e
pontefice
han
provocato
un
movimento
che
in
un
paese
più
ardente
del
nostro
avrebbe
provocato
conseguenze
,
l
'
estensione
delle
quali
non
sarebbe
possibile
misurare
.
In
un
paese
invece
calmo
come
il
nostro
,
dopo
un
certo
spazio
di
tempo
passerà
tutto
senza
lasciare
traccia
di
sé
,
e
poiché
il
fumo
è
molto
maggiore
della
vampa
,
fra
qualche
giorno
nessuno
ci
penserà
più
.
Ma
le
menti
restano
così
piene
di
confusione
,
e
se
ne
ricava
un
'
impressione
capace
di
promuovere
i
malumori
più
grandi
.
Al
paese
importa
molto
la
battaglia
contro
il
clericalismo
,
ma
l
'
impressione
e
il
moto
troppo
vivi
finiscono
in
nulla
,
come
una
bolla
di
sapone
che
per
un
momento
abbia
brillato
di
vivi
colori
.
Così
non
si
combatte
il
clero
,
a
punti
di
spilla
,
a
dispetti
,
a
piccoli
sdegni
,
che
offendono
non
solo
il
nemico
che
si
dice
di
voler
combattere
,
ma
,
come
ho
detto
,
anche
la
religione
.
Con
queste
piccole
vessazioni
il
clericalismo
si
rinforza
,
perché
questi
atti
,
per
quanto
legali
,
alla
maggior
parte
dei
cittadini
ripugnano
.
Questi
atti
non
fanno
che
generare
risentimenti
,
discreditare
e
togliere
la
fiducia
a
coloro
che
vorrebbero
operar
pel
bene
.
Noi
dobbiamo
convincerci
che
questa
lotta
furiosa
produce
l
'
effetto
opposto
di
quello
che
si
desidera
.
Parecchi
confondono
la
maniera
di
combattere
il
clericalismo
in
un
paese
dispotico
con
quella
buona
in
un
paese
libero
:
la
maniera
propria
d
'
un
paese
in
cui
ognuno
può
parlare
e
fare
a
sua
posta
,
con
quella
delle
società
dove
il
cittadino
deve
trattenere
persino
l
'
espressione
del
proprio
dolore
.
Il
clero
non
si
combatte
con
questi
piccoli
sfoghi
e
io
sono
persuaso
che
l
'
unico
mezzo
per
ottenere
qualcosa
sia
un
'
azione
costante
e
seria
da
parte
dello
Stato
,
a
cui
spetta
però
segnare
il
limite
della
propria
azione
e
le
relazioni
di
esso
con
tutti
gli
altri
organismi
che
vivono
intorno
e
dentro
di
lui
.
Bisogna
che
questa
azione
del
governo
sia
coerente
e
ferma
.
Il
che
però
non
è
facile
in
un
governo
come
il
nostro
troppo
in
balia
dei
partiti
;
bisogna
che
l
'
azione
non
sia
diretta
così
da
produrre
uno
o
l
'
altro
dolore
,
ma
con
perfetta
chiarezza
di
idee
e
senza
inimicizie
verso
tutto
quello
che
nella
Chiesa
vi
può
essere
di
utile
.
Questa
la
forma
teorica
dell
'
azione
dello
Stato
.
Ne
potrei
anche
più
determinare
i
confini
,
ma
sarebbe
troppo
lungo
discorso
:
potrei
segnare
l
'
orbita
di
tutti
questi
organismi
che
riguardano
lo
Stato
e
la
Chiesa
;
ma
qui
mi
ricordo
della
terza
parola
del
tema
che
impresi
a
trattare
,
e
mi
limito
dunque
a
dirvi
l
'
azione
tra
Stato
e
Chiesa
rispetto
alle
scuole
.
La
Chiesa
pretende
di
poter
insegnare
da
sola
,
e
questo
diritto
lo
deriva
da
talune
parole
di
Cristo
.
Ma
se
Cristo
ha
dato
a
essa
l
'
autorità
d
'
insegnare
,
è
chiaro
che
intendeva
alludere
alle
dottrine
che
meglio
fossero
adeguate
a
quelle
che
insegnava
lui
.
D
'
altra
parte
,
quelle
alte
parole
io
le
venero
,
ma
non
credo
che
esse
mi
vietino
di
esaminar
le
moderne
dottrine
religiose
che
non
sono
in
tutto
e
per
tutto
quelle
di
Cristo
.
Così
noi
non
possiamo
in
nessuna
guisa
consentire
che
la
Chiesa
abbia
veramente
diritto
d
'
insegnare
più
che
non
l
'
abbia
lo
Stato
.
Il
quale
,
come
tutore
di
quelli
infiniti
organismi
che
si
muovono
dentro
di
lui
,
ha
anche
il
diritto
di
invigilare
sul
modo
col
quale
da
altri
s
'
insegna
.
Perciò
l
'
autorità
dello
Stato
riguardo
all
'
insegnamento
comprende
tre
grandi
funzioni
:
autorizzare
all
'
insegnamento
quelli
che
abbiano
voglia
di
farlo
,
vigilare
mentre
s
'
insegna
,
accertare
i
frutti
dell
'
insegnamento
dato
dagli
altri
.
Lo
Stato
italiano
non
ha
pur
troppo
un
organismo
capace
di
esercitare
queste
tre
funzioni
,
rispetto
alle
quali
esso
è
ancora
molto
imperfetto
e
deficiente
.
Esso
non
ha
provveduto
in
modo
sicuro
e
sincero
perché
l
'
autorizzazione
sia
data
in
maniera
che
ognuno
che
insegna
dia
garanzia
morale
e
materiale
.
Circa
all
'
invigilare
mentre
s
'
insegna
,
noi
vediamo
come
manchi
tuttora
una
organizzazione
adatta
all
'
uopo
.
Quanto
poi
all
'
accertare
i
frutti
dell
'
insegnamento
possiamo
dire
che
i
mezzi
dei
quali
lo
Stato
si
serve
non
sono
atti
.
Gli
esami
,
ad
esempio
,
non
sono
che
un
vaglio
,
alla
prima
mossa
del
quale
gli
asini
non
passano
,
ma
alla
seconda
passano
tutti
!
Lo
Stato
non
esercita
rispetto
alle
scuole
ecclesiastiche
quel
diritto
che
dovrebbe
,
e
avrebbe
più
d
'
un
valido
motivo
per
intromettersi
nell
'
educazione
delle
scuole
private
e
clericali
del
Regno
.
Lo
Stato
è
obbligato
d
'
insegnar
molto
,
d
'
istruire
,
di
educare
,
eppure
nelle
scuole
dello
Stato
s
'
istruisce
poco
e
si
educa
punto
.
È
assolutamente
necessario
che
esso
riordini
le
sue
scuole
in
una
scuola
elementare
in
cui
non
si
tenga
conto
delle
classi
che
le
stanno
d
'
attorno
;
in
una
scuola
tecnica
che
abbia
,
come
non
ha
ora
,
un
fine
immediato
;
in
un
istituto
tecnico
che
non
dia
ai
frequentatori
di
certe
sezioni
troppe
ore
di
studio
e
a
quelli
delle
altre
troppe
poche
.
Lo
Stato
ha
bisogno
di
riordinare
il
liceo
,
dove
si
dovrebbe
insegnare
a
leggere
l
'
italiano
,
a
scrivere
il
latino
e
a
compitare
il
greco
,
e
dove
invece
si
fa
poco
di
tutto
questo
e
quel
poco
anche
male
.
È
chiaro
che
l
'
impressione
che
lo
Stato
quale
educatore
esercita
nei
padri
di
famiglia
è
la
ragione
diretta
del
seguito
che
hanno
i
maestri
nelle
scuole
clericali
.
Una
delle
principali
ragioni
che
spingono
a
far
disertare
le
scuole
laiche
,
è
certamente
il
cattivo
concetto
che
essi
si
sono
fatti
dell
'
educazione
che
lo
Stato
stesso
impartisce
.
I
padri
di
famiglia
vogliono
che
i
figlioli
ritornino
presso
di
loro
elemento
di
concordia
e
di
pace
;
vogliono
che
nell
'
animo
dei
loro
figlioli
siano
introdotti
sentimenti
che
non
siano
per
nulla
contrari
ai
sentimenti
loro
.
E
l
'
erroneo
indirizzo
delle
nostre
scuole
induce
con
quasi
pieno
convincimento
ad
abbandonarle
per
quelle
clericali
.
È
una
prova
che
l
'
istruzione
nelle
scuole
laiche
non
procede
quale
dovrebbe
,
la
vediamo
nel
fatto
che
taluni
istituti
di
educazione
si
sono
appropriati
la
disciplina
militare
,
che
ha
già
dato
buoni
risultati
.
L
'
esperienza
di
qualche
anno
ha
dimostrato
che
questa
disciplina
produce
in
poco
tempo
gli
stessi
effetti
utili
che
produce
nei
giovani
il
servizio
militare
.
Lasciando
all
'
avvenire
di
risolvere
pienamente
questa
questione
,
l
'
attuale
ministro
della
pubblica
istruzione
ha
visto
e
sentito
intanto
i
difetti
dei
suoi
convitti
;
ed
era
naturale
dovessero
sentirli
e
vederli
anche
i
padri
di
famiglia
.
E
qui
si
presenta
un
altro
mezzo
per
combattere
il
clericalismo
:
quello
di
ordinare
le
scuole
in
modo
che
l
'
educazione
sia
proporzionata
alle
diverse
classi
della
società
,
di
ordinarla
in
modo
che
nella
scuola
non
s
'
insegni
religione
,
ma
non
s
'
insegni
l
'
opposto
,
distruggendo
nell
'
animo
dei
giovani
i
sentimenti
appresi
nelle
famiglie
.
E
la
paura
di
ciò
che
distoglie
i
genitori
dal
mandare
i
figlioli
nelle
nostre
scuole
.
Uno
dei
diritti
dello
Stato
è
quello
di
autorizzare
a
insegnar
,
e
per
questo
lo
Stato
ha
bisogno
di
stabilire
le
condizioni
intellettuali
e
morali
che
debbono
richiedersi
negli
aspiranti
all
'
insegnamento
.
Queste
condizioni
sono
definite
dalle
leggi
,
ma
queste
leggi
sono
troppo
deboli
,
troppo
facili
a
frodarsi
.
Da
noi
le
leggi
sono
fatte
così
:
in
un
articolo
d
'
una
di
esse
è
detto
che
per
esser
dottore
bisogna
fare
questo
e
quest
'
altro
,
e
nell
'
articolo
seguente
si
afferma
che
però
si
può
esser
dottore
anche
senza
aver
fatto
questo
e
quest
'
altro
!
Ecco
la
grande
necessità
di
irrigidire
le
condizioni
predette
.
Lasciamo
pure
a
tutti
il
diritto
d
'
insegnare
,
ma
ciò
soltanto
a
comuni
e
rigide
condizioni
.
Noi
vediamo
sempre
esercitato
l
'
insegnamento
da
un
numero
crescente
di
frati
e
di
preti
.
Bene
,
eleviamo
le
condizioni
stesse
:
è
l
'
unico
mezzo
per
frenare
tanta
ambizione
d
'
insegnamento
.
Ma
sovratutto
rendiamole
tali
che
non
ci
sia
il
modo
di
violarle
o
facilmente
potersene
esimere
.
In
questi
dieci
ultimi
anni
in
cui
voi
sentiste
di
essere
governati
tanto
liberamente
,
sono
state
rilasciate
a
frati
e
a
preti
molte
più
autorizzazioni
d
'
insegnamento
che
non
nei
tempi
addietro
,
e
rilasciate
anche
con
molto
minor
rigore
.
E
vi
lagnate
poi
perché
un
numero
troppo
grande
di
ministri
di
Dio
abbia
ottenuto
tale
facoltà
,
e
vi
chiedete
a
chi
ne
spetti
la
colpa
?
Chiedetelo
ai
deputati
che
privatamente
hanno
insistito
in
favore
di
tali
autorizzazioni
!
Chiedetelo
a
quei
ben
noti
deputati
che
,
mentre
combattono
in
piazza
i
clericali
,
affidano
i
figli
loro
ai
preti
perché
li
educhino
.
Chiedetelo
a
questi
ipocriti
peggiori
dei
clericali
stessi
:
a
codesti
autori
di
un
'
ipocrisia
che
uccide
l
'
anima
del
paese
,
che
insegna
a
non
guardarsi
liberamente
in
viso
:
a
questa
ipocrisia
che
dà
al
paese
il
diritto
di
credere
che
tutto
ciò
che
gli
si
dice
in
pubblico
sia
sfacciata
menzogna
.
L
'
oscillazione
con
cui
procede
lo
Stato
rispetto
alla
Chiesa
,
gli
ha
impedito
di
fermare
il
suo
stesso
pensiero
su
troppe
cose
rilevanti
.
E
l
'
oscillazione
da
esso
discende
ai
liberali
che
si
trovano
combattuti
fra
opposte
correnti
:
da
una
parte
codesti
liberali
quantunque
tale
parola
sia
stata
talmente
usurpata
da
non
saper
più
cosa
voglia
dire
sentono
affermare
che
il
culto
e
i
riti
sono
tutte
cose
vane
e
inutili
,
dall
'
altra
invece
l
'
opposto
.
Invece
bisogna
pensare
a
ciò
che
di
bene
e
di
male
fa
il
clero
per
la
natura
stessa
della
sua
organizzazione
,
e
per
la
intima
relazione
ch
'
esso
ha
,
non
solo
con
la
plebe
,
ma
con
la
classe
più
agiata
:
influenza
morale
che
non
risolverà
né
oggi
né
domani
né
mai
in
un
fatto
sensibile
,
in
una
violazione
qualunque
,
ma
si
esercita
su
tutta
la
società
,
e
tutta
la
penetra
.
Allo
Stato
deve
importare
che
questa
influenza
si
eserciti
possibilmente
in
un
modo
piuttosto
che
in
un
altro
;
e
dico
possibilmente
,
perché
anche
i
clericali
debbono
aver
molta
libertà
di
pensare
.
In
queste
condizioni
lo
Stato
deve
trovare
un
rimedio
al
dominio
del
clericalismo
nell
'
insegnamento
filosofico
,
e
far
in
modo
che
la
scienza
umana
aleggi
,
ventili
,
penetri
nell
'
insegnamento
che
tuttora
si
dà
nei
seminari
.
Bisogna
che
anche
ciò
che
si
insegna
in
quei
collegi
risponda
ai
migliori
principi
della
civiltà
e
della
scienza
;
e
cessi
la
rozzezza
d
'
oggi
,
in
cui
la
maggior
parte
dei
preti
non
conosce
,
quand
'
anche
lo
conosca
,
che
il
breviario
.
Insomma
è
importante
per
lo
Stato
che
la
mente
dei
preti
sia
elevata
,
il
più
possibile
.
Lo
Stato
può
far
questo
in
due
modi
.
La
teologia
è
una
scienza
intorno
alla
quale
si
è
creato
una
vera
enciclopedia
di
scienze
cui
spettano
i
problemi
filosofici
più
alti
dello
scibile
umano
.
Ora
,
mentre
queste
scienze
sono
seriamente
studiate
in
Germania
,
in
Inghilterra
,
in
Francia
,
qui
da
noi
invece
sono
quasi
del
tutto
soppresse
.
Bisogna
rialzarle
adunque
,
e
saranno
feconde
di
libertà
anche
nelle
menti
oggi
schiave
.
Bisogna
che
il
prete
sia
istruito
nella
scienza
propria
e
nel
suo
dovere
:
bisogna
che
il
prete
non
possa
chiamarsi
tale
se
non
dopo
esser
passato
attraverso
a
tutto
quello
studio
che
lo
Stato
crede
più
opportuno
per
la
cultura
generale
del
paese
.
Noi
abbiamo
lasciato
troppo
libera
la
Chiesa
non
intervenendo
nel
formare
la
mente
dei
preti
.
Solo
il
sacerdote
arrivato
al
suo
ufficio
attraverso
una
cultura
laica
potrà
concorrere
a
elevare
la
mente
e
il
cuore
delle
plebi
.
Si
combatte
adunque
il
clericalismo
nelle
scuole
rinvigorendo
i
mezzi
d
'
ispezione
;
rinforzando
le
condizioni
alle
quali
devono
sottostare
gl
'
insegnamenti
;
rendendo
le
scuole
dello
Stato
buone
educatrici
,
pur
non
avendo
il
colore
di
religiose
;
ma
lo
si
combatte
sovrattutto
elevando
l
'
istruzione
del
clero
e
sottraendolo
all
'
influenza
esclusiva
della
gerarchia
ecclesiastica
.
Credo
di
avere
brevemente
percorso
il
soggetto
che
mi
ero
proposto
.
Potrei
essermi
fermato
più
a
lungo
su
ciascuno
di
questi
argomenti
,
ma
avrei
abusato
della
vostra
pazienza
,
e
d
'
altronde
ognuno
di
essi
avrebbe
potuto
e
dovuto
esser
tema
di
una
speciale
conferenza
.
Se
la
mia
parola
vi
è
parsa
scevra
di
odio
,
se
ho
misurato
come
meglio
potevo
il
torto
e
la
ragione
da
una
parte
e
dall
'
altra
,
se
non
ho
nascosto
il
danno
che
il
clericalismo
arreca
al
paese
e
non
ho
lodato
i
mezzi
meschini
e
chiassosi
per
combatterlo
,
se
tutto
ciò
ho
fatto
con
qualche
chiarezza
,
sono
abbastanza
soddisfatto
.
E
prima
di
finire
mi
rivolgo
ai
maestri
elementari
,
ai
quali
in
questa
battaglia
contro
il
clericalismo
,
in
questa
lotta
per
elevare
il
livello
morale
e
intellettuale
del
paese
,
spetta
una
delle
parti
principali
.
Coloro
che
continuano
a
ripetere
che
il
maestro
elementare
ha
vinto
la
battaglia
di
Sadowa
sbagliano
di
grosso
.
I
popoli
civili
furono
più
volte
sommersi
dai
barbari
,
tant
'
è
vero
che
i
Greci
leggevano
meglio
dei
Romani
e
giacquero
sconfitti
.
Le
battaglie
sono
in
generale
vinte
dal
genio
e
dalla
forza
.
Non
aspettino
adunque
i
nostri
maestri
tale
gloria
per
loro
,
ma
una
gloria
più
vera
e
sincera
:
quella
d
'
aver
diffuso
nel
popolo
italiano
la
cultura
e
l
'
amore
della
patria
.
Siano
ministri
di
luce
e
di
pace
,
ma
lascino
allo
Stato
la
missione
di
rendere
le
scuole
,
nelle
quali
essi
si
adoperano
,
più
proporzionate
a
produrre
gli
effetti
che
si
desiderano
,
più
ricche
d
'
insegnamento
,
più
pratiche
e
più
vicine
agli
interessi
e
ai
bisogni
delle
classi
che
le
frequentano
.
Domandate
questo
allo
Stato
,
e
aspettate
che
altri
domandi
per
voi
il
miglioramento
della
vostra
condizione
materiale
.
Già
vedete
che
il
ministro
d
'
istruzione
,
sebbene
ancora
imperfettamente
,
qualcosa
ha
fatto
,
poco
certo
,
dacché
lo
stato
vostro
è
ancora
misero
.
La
vostra
classe
manca
ancora
di
quelle
guarentigie
che
vi
abbisognano
per
attendere
tranquillamente
ai
vostri
doveri
.
I
maestri
sono
più
in
rapporto
con
le
classi
infime
che
più
delle
altre
frequentano
le
scuole
elementari
;
quelle
essi
devono
apparecchiare
ai
sentimenti
indispensabili
a
ogni
società
umana
.
Devono
temperar
le
voglie
di
mutar
queste
condizioni
per
vie
e
modi
che
la
storia
antica
e
moderna
ha
dimostrato
incapaci
di
riuscita
.
Devono
persuadersi
che
non
hanno
l
'
obbligo
dallo
Stato
d
'
insegnar
la
religione
,
ma
devono
pure
guardarsi
dall
'
introdurre
nell
'
animo
degli
allievi
una
inclinazione
irreligiosa
,
perché
non
è
stato
mai
detto
che
la
religione
non
raddolcisca
i
dolori
degli
uomini
.
Sia
missione
loro
,
non
insegnando
religione
,
di
lasciar
l
'
animo
degli
umili
aperto
a
quei
sentimenti
che
con
la
religione
s
'
accompagnano
e
valgono
sempre
a
rendere
meno
invidiabile
chi
sta
in
alto
per
le
ineguaglianze
necessarie
della
vita
.
È
questa
l
'
alta
azione
affidata
sovrattutto
al
maestro
,
che
,
dopo
il
parroco
del
paese
,
è
la
persona
più
intimamente
legata
al
popolo
:
aiutandolo
se
liberale
,
correggendolo
se
clericale
.
I
maestri
siano
per
quanto
possono
ministri
di
luce
e
di
pace
:
di
luce
in
un
mondo
che
dà
ancora
generosi
bagliori
,
di
pace
in
un
mondo
tuttora
combattuto
fra
infiniti
contrasti
.