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Caro presidente Berlusconi... ( Ferrara Giuliano , 1998 )
StampaQuotidiana ,
Caro presidente Berlusconi , nella sua encomiabile battaglia per lo Stato di diritto , alimentata ieri alla Camera da un nuovo importante discorso sulle riforme costituzionali e sul sacrosanto obiettivo della separazione delle carriere , c ' è un punto dolente o punto morto . Lei non indirizza le sue energie , con sufficiente spinta politica e morale , verso quelle vittime dello spirito forcaiolo che non appartengano alla sua cerchia di conoscenti , collaboratori e amici . Il suo governo ha onorato questo paese , nel luglio del '94 , di un decreto governativo sulla custodia cautelare in carcere , quello firmato da lei e dal ministro Alfredo Biondi ( c ' erano anche le firme di Roberto Maroni e di Oscar Luigi Scalfaro ) . Quella legge , travolta dal putschismo strisciante del partito dei procuratori e dalla viltà della classe dirigente , portò alla messa in libertà di duemila persone , solo in minima parte ( una trentina ) indagate per reati di corruzione ; e , quando decadde , si ebbe il ritorno in carcere soltanto per una cinquantina di persone , giudicate a rischio se a piede libero . Ma quei millenovecentocinquanta cittadini tolti di forza a una concezione arbitraria e anche barbarica della carcerazione preventiva , con un gesto che resterà segnacolo memorabile di coraggio civile da parte sua e del suo governo , non sono abbastanza perché si possa dire che il compito di un vero movimento liberale si è esaurito . C ' è molto altro da fare . Da anni infatti , caro presidente , lei suscita energie nel campo garantista e sostiene battaglie giuste , ma il suo movimento e i suoi gruppi parlamentari dedicano un ' attenzione troppo spesso sbadata alla questione della giustizia italiana ( ammalata ) intesa come grande questione nazionale ed europea , e trattata nel più scrupoloso rispetto del valore universale , erga omnes , delle battaglie civili degne di questo nome . Le proponiamo di dedicare parte del suo tempo , nelle settimane a venire , alla visita di detenuti infermi ( come il dottor Carlo Maria Maggi , che giace ammalato in carcere nel quadro di un ' inchiesta non priva di opacità sulle bombe di piazza Fontana ) . Le chiediamo di considerare i grandi casi della giustizia politica che sono sotto il vaglio drammatico delle nostre corti e del Parlamento ( dal caso della revisione processuale per Sofri , Bompressi e Pietrostefani a quello della legge sull ' indulto per chiudere la stagione degli anni di piombo ) . Ma più in generale le segnaliamo che le galere italiane continuano ad affollarsi di poveri , di extracomunitari e di tossicodipendenti senza un vero criterio di tutela della sicurezza della comunità e spesso nel più caotico ( e criminogeno ) diniego ai singoli di una vera giustizia , in tempi certi . Si doti , caro presidente , di strumenti efficaci e di buone idee di riforma anche in questo settore cruciale dell ' amministrazione della giustizia penale . Non si vive di soli Andreotti , di soli Dell ' Utri e di soli Previti ( e glielo dice un giornale che in materia non si risparmia ) : l ' iniziativa per lo Stato di diritto deve avere i caratteri di una battaglia che vale per correggere tutte le sue storture . E per tutti . Tokyo , lo scandalo aiuta la politica
StampaQuotidiana ,
Per Adriano Sofri , Ovidio Bompressi e Giorgio Pietrostefani , presso il carcere di Pisa . Ci arrivano dal carcere di Pisa notizie che consideriamo cattive . Violiamo malvolentieri , ma con decisione , una consegna di riservatezza di cui comprendiamo le ragioni , ma che ci sembra del tutto ingiustificata dal punto di vista di chi sta , come noi , fuori dal mondo parallelo del carcere ma dentro la vicenda di almeno tre dei suoi abitatori : voi tre . È vero che vi siete battuti come leoni in ogni sede di giustizia , fino al rigetto della richiesta di revisione del vostro processo , per affermare la vostra non colpevolezza nell ' omicidio di Luigi Calabresi . È vero che le vostre vite sono state travolte da un cataclisma e che , accanto alla solidarietà di un bel pezzo di questo paese ( trasversalmente alle generazioni , alle esperienze e alle idee politiche ) , vi si è presentato di faccia e di profilo il deforme e grottesco cinismo di certe tradizioni italiane : pregiudizio sinistro , ferocia vendicativa , odio , trasandatezza morale , incapacità di capire , pigrizia nel leggere le carte , solerzia nello scriverne di sempre nuove e perfino surreali . È vero che dieci anni passati come voi li avete passati stroncherebbero tre cavalli da tiro , e a nessun uomo è richiesta una simile capacità di trazione e di carico . È vero che anche un solo giorno di carcere è una dannazione per chiunque , ma un agguato formidabile per chi non sia colpevole del reato per cui lo sconta : e i giorni , per voi , cominciano a essere troppi , e la prospettiva nera . È vero che siete uomini liberi e orgogliosi , che vi siete legati con la forza delle parole alla promessa di uscire comunque dalla casa circondariale di Pisa , o a testa alta o con i piedi in avanti , e che avete il diritto di scegliere il momento della vostra morte . È vero che nessuno può togliervi la libertà di essere , di volta in volta , deboli o forti , e di attribuire significati diversi da quelli che gli attribuiamo noi , che stiamo fuori , ai vostri atti di detenuti , di persone a cui sono state comminate sette sentenze deboli e male argomentate , ma è stato negato un processo giusto . È vero che qualunque nostro giudizio su di voi , su quello che fate , su quello che decidete , è superbo , perché avete il diritto di essere lasciati in pace quando scegliete i mezzi che giudicate acconci per condurre la vostra personale guerra contro la calunnia e il sequestro giudiziario di cui siete oggetto . È vero tutto questo . Ma resta il fatto che la notizia secondo cui avete cominciato nel silenzio e nel segreto una sottile opera di distruzione dei vostri corpi , imbastendo una complicata tattica di estrema combattività e di estrema resa , è una cattiva notizia , una pessima notizia . La vostra salute non è più soltanto vostra ormai da dieci anni . Noi vogliamo sapere , che ne abbiamo o no il potere morale , quello che vi succede . Vogliamo preservare la natura pubblica e civile della vostra vicenda . Siamo una seconda banda di sequestratori , accanto ai giudici trasandati e prevenuti che vi hanno incastrato e vi hanno indotto a impedirvi la libertà di movimento ; e disponiamo come fosse un ostaggio di una parte della vostra storia . Perché siamo convinti , moralmente e dunque ciecamente convinti , del fatto che siete tre detenuti condannati ingiustamente alla sepoltura da vivi per un reato che non avete commesso . E per questo solo motivo siamo padroni anche noi della vostra capacità di lasciare il carcere a testa alta . Noi non vogliamo vivere il resto delle nostre vite a testa bassa , dopo avere seppellito la vostra fierezza e libertà . Smettetela . Riproviamoci . Sofri , Bompressi e Pietrostefani cominciano a distruggersi . Fermiamoli
StampaQuotidiana ,
In Europa , oh yes , ma biascicando e bofonchiando . Non è una mortadella , quell ' ultimo premier che sabato sera si è affacciato a reti unificate per celebrare l ' euro . L ' osso c ' è . Ci voleva poco a capirlo . Conosce i suoi dossier . Sa navigare . Una fortuna sfacciata ( e forse meritata ) lo ha sempre assistito . È il re del think - positive , del vi - faccio - vedere - io , ma anche della modestia affettata , delle braghe ciclistiche fascianti su coscione potenti , della sana e pingue cultura bolognese . È fondamentalmente onesto , sebbene abbia agito talvolta , come tutti , da vero furbacchione . Ma di che carne sia fatto è ancora un mistero . Nel bofonchio solenne di Romano Prodi , così diverso dalla perfetta e ostica dizione di Craxi , dalla pigolante e corriva loquela andreottiana , dal cortese timbro tenorile della voce di Berlusconi , dalle taglienti e ambiziose perfidie di D ' Alema , si riflette al millimetro la nuova Italia . Solida , ma senza ambizione . Serena , ma grigia . Ben pasciuta , e probabilmente equilibrata , ma non ricca . Amministrata , ma non governata . Civile e matura , ma non generosa . Perché Prodi dà a vedere , per come parla , per come guarda , per come si propone alla telecamera , per la scelta dei tempi e dei ritmi , che l ' Ulivo è disposto a sudarsi la partita del potere , che il governo dei capoclasse non cederà facilmente il passo a nessuno , nemmeno a quel minaccioso Franti che si chiama D ' Alema , ma non manterrà più di quel che ha promesso : la riduzione della politica a sano condominio , il taedium rei publicae elevato a sistema , la continuità e la durata come metro esclusivo del successo . Quando lo si ascolta biascicare da professore - curato la sua filosofia di vita , quando evoca i « sorci verdi » e celebra cesarianamente i trionfi in Campidoglio , quando agita divertito e un po ' goffo il suo testone pieno di buone cose , informazioni , un testone documentato e bonario ; oppure quando s ' impenna , scalcia cattivo , disprezza l ' avversario , mette da parte la merenda e preferisce lasciarla andare a male che condividerla con i suoi compagni : è allora che Prodi rivela la poca anima , il poco spirito e la molta buona e grassa materia di cui è fatto il governo di centrosinistra , titolare di una curatela degli interessi degli italiani più che guida del paese . Era destino che finisse così , provvisoriamente . In fondo gli inglesi in questi anni hanno formalizzato la più straordinaria rivoluzione del secolo , quella liberale . I tedeschi hanno cambiato la geografia europea e tutti i termini del nostro futuro , con la riunificazione . I francesi hanno giocato con il socialisme aux couleurs de la France e celebrato il bicentenario . Gli spagnoli hanno fondato una democrazia . E noi ? Noi abbiamo approfittato , come sempre , degli eventi ; ci siamo issati come un nano pieno di debiti sulle spalle del gigante Europa , e saremo tra coloro che raccoglieranno alla fine i frutti migliori . Ma con molta modestia e con una classe dirigente che assomiglia a un consiglio d ' istituto , con tutto il rispetto per il signor preside e per la sua arte di comunicare borbottando .
Lotta dura senza paura. ( Ferrara Giuliano , 1998 )
StampaQuotidiana ,
Cari amici manifestanti , berlusconiani e polisti , oggi sfilate in alto numero per le vie di Roma e rioccupate sbandieranti e tuonanti la sua piazza storica , popolare , manifestaiola , la spianata del Primo Maggio . Quella piazza dove , come ha notato Montanelli , la sinistra di governo non ha più animo di festeggiare le sue dubbie vittorie tattiche , composta nel suo nuovo modello socialdemocratico come una maschera perplessa issata su una sedia gestatoria . E io vi dico , con affetto di fiancheggiatore e ironia di contraddittore : lotta dura , senza paura . Ma è sul " senza paura " che mi sembra giusto mettere l ' accento . Il mio amico Stenio Solinas , sul Giornale di ieri , mi rimprovera con parole cortesi ma inequivoche un eccesso di ottimismo , una fiducia ingenua ne professionismo del potere , quel professionismo che metterebbe ora all ' angolo noi dilettanti , noi populisti democratici che abbiamo dato una bella lezione di politica con la ormai lontana vittoria bipolarista e liberale , riformatrice e presidenzialista del 27 marzo del '94 , la vera svolta impressa dalla lucida follia del cavaliere alla vita pubblica italiana . Sarò ingenuo , ma penso che il popolaccio di destra poco amato dall ' Italia in ghingheri ha più ragioni per rallegrarsi che motivi per rattristarsi , perché la fine dell ' Ulivo ( con gli annessi e i connessi ) vale più del distacco , predatorio quanto si voglia , di una trentina di deputati dalle fila dell ' opposizione . E penso che basta ragionare a freddo , anche nei momenti caldi ed appassionati , per capire che la maggioranza di supporto al governo D ' Alema è più fragile , più divisa , più esposta ai colpi di un ' opposizione intelligente , di quanto non lo fosse il fronte ulivista battezzato dalle elezioni dell ' aprile del '96 . Mentre si esprime il disgusto per la solita commedia di un governo battezzato nelle urne che scompare , senza che ai cittadini sia consentito sceglierne un altro , è utile fare un pensierino rivolto alla nuda realtà , che non delude mai : non ci hanno dato un governo elettorale e la data per le elezioni , dopo il naufragio di Romano Prodi , ma hanno dovuto mettere in piedi un ministero da stato d ' eccezione , che incolla i cocci della " grande alleanza di sinistra " in una formula piuttosto sconnessa e abbastanza precaria , da Cossutta a Cossiga . La parola " fine " al filmone hollywoodiano dell ' Ulivo , il grande sogno a fumetti di un ' Italia rigenerata dalle cordate nemiche della ciurma berlusconiana , l ' hanno dovuta scrivere direttamente loro . Cari amici , ma non lo vedete Tonino Di Pietro , quello che " a lui lo sfasciava " ? Non vi accorgete di come mastica amaro e sorride stitico , con la sua corte dei miracoli e dei miracolati ? E non volete festeggiare la trombatura della Federica Rossi Gasparrini , la reginetta delle casalinghe manettare , già berlusconista poi dipietrista poi dalemista e ora disoccupata ? E quel Prodi , che s ' è guadagnata anche per noi l ' Europa , ma a colpi di tasse e svicolando sulle spese inutili , non avete notato che s ' è ritirato sotto la tenda , in dispetto perfino ai suoi ministri , con l ' aria di chi è stato tradito dagli uomini e dalla storia ? Quando sbandieravate al congresso di Assago , Prodi vi fece un trabocchetto cattivo e vi definì : il " Nulla " . Ora è nullificato . Come compa ' Veltroni , il suo vice iper - ulivista , quello che voleva chiudere le Tv commerciali con i referendum e che ora si deve chiudere in un ufficio di Botteghe Oscure , lontano dallo splendore in technicolor del 35 millimetri . E non avete letto Giorgio Bocca , la voce di tutti i pool , che tira calci a D ' Alema perché gli ha infranto il sogno giacobino di una sinistra che faccia a pezzi gli avversari e gli rifiuti anche la stretta di mano e il dialogo ? Sulle vostre bandiere non ci deve essere scritto solo quanto sono cattivi gli avversari , e perfidi gli amici che passano dalla loro parte . Perché sventolino bene , con la dovuta capacità di prendere il vento , quelle bandiere devono anche esprimere la cattiveria e l ' abilità , la tenacia e il coraggio dell ' opposizione . L ' indignazione è un sentimento forte e rispettabile , ma fatalmente passeggero . E la vendetta , come è noto , è un piatto da gustarsi freddo . Bisogna che chi scende in piazza sia consapevole dei pericoli del pessimismo , dei rischi di riflusso che sono sempre dietro l ' angolo quando i toni accorati e disperati coprono la stringente logica della lotta politica . Se tutto si risolve in tradimenti e imboscate , quanto meno nelle vostre parole , come volete poi che la gente si prenda la briga di andare a votare per cambiare la politica e le istituzioni ? Non c ' è alcuna ragione di essere mesti e cupi se nasce un governo che ospita al suo interno un Picconatore . Non c ' è motivo di mangiarsi le unghie se un vecchio e scaltro Professore dell ' Italia liberal - socialista , Giuliano Amato , ha in affidamento la missione di riscrivere , a favore di un bipolarismo che chiarirebbe tante cose e darebbe una definitiva sistemata al trasformismo , le regole elettorali e costituzionali . E la vita continua . Perché c ' è la sfida sulla politica di sviluppo e sul lavoro da portare nel cuore di una coalizione che nasce ondeggiante e insicura . C ' è il referendum sul maggioritario , da sottrarre al più presto alle cure insincere di Di Pietro . C ' è , infine , un monopolio decisivo che resta nelle mani dell ' Italia liberale e riformatrice che oggi sfila per le vie di Roma : il monopolio dell ' opposizione politica , la guida di una protesta che fin dalle prossime elezioni europee potrebbe mettere in minoranza , con conseguenze oggi incalcolabili , ciò che resta del sogno dell ' Ulivo . Date retta , amici dell ' opposizione politica . Il moralismo consiglia sempre la tristizia e il pessimismo , ma una sobria valutazione delle cose , all ' insegna del realismo , deve mettere una spruzzata di allegria e di fiducia nel cuore e nella testa di chi manifesta oggi l ' indisponibilità di mezza Italia al conformismo e al servo encomio verso questi fragilissimi nuovi potenti .