StampaQuotidiana ,
Che
cosa
è
il
servizio
civile
obbligatorio
?
Per
comprendere
la
nuova
politica
operaia
del
Reich
è
necessario
inquadrare
i
provvedimenti
di
questi
giorni
in
quelle
linee
programmatiche
di
riforma
sociale
della
quale
Hitler
come
capo
-
partito
si
è
fatto
banditore
e
come
cancelliere
si
fa
oggi
realizzatore
.
La
stampa
,
nei
suoi
commenti
,
si
chiede
in
quale
modo
possa
avvenire
il
passaggio
dai
principi
rivoluzionari
del
nazionalsocialismo
alla
nuova
politica
hitleriana
che
si
troverà
necessariamente
di
fronte
ai
vasti
interessi
agrari
ed
industriali
.
È
questo
il
problema
che
rende
particolarmente
interessante
l
'
attuale
fase
della
politica
sociale
tedesca
.
Il
«
Programma
di
Monaco
»
,
che
è
il
nucleo
primitivo
della
dottrina
hitleriana
,
ha
un
'
orientazione
decisamente
collettivistica
:
nei
venticinque
articoli
di
questa
carta
fondamentale
,
oltre
l
'
affermazione
che
ogni
cittadino
deve
essere
lavoratore
o
intellettuale
o
materiale
e
che
l
'
attività
di
ciascuno
deve
essere
subordinata
all
'
interesse
generale
,
vi
si
leggono
espliciti
propositi
di
socializzazione
statale
.
Nel
«
Programma
di
Monaco
»
è
infatti
caldeggiata
la
statizzazione
delle
imprese
,
la
municipalizzazione
dei
grandi
magazzini
:
vi
si
parla
inoltre
di
soppressione
delle
servitù
ipotecarie
e
dei
benefici
di
guerra
,
della
partecipazione
agli
utili
delle
imprese
e
si
promette
anche
l
'
espulsione
di
coloro
che
non
sono
tedeschi
di
sangue
,
nel
caso
di
mancanza
di
alimenti
.
Come
potrà
il
vecchio
programma
trovare
applicazione
nella
nuova
realtà
politica
che
è
sotto
il
diretto
potere
e
controllo
dello
stesso
Hitler
?
Alcuni
suoi
recenti
discorsi
ed
alcuni
fatti
di
questi
giorni
contribuiscono
a
precisare
l
'
orientamento
del
governo
sul
terreno
della
politica
sociale
.
Hitler
nel
suo
recente
discorso
tenuto
a
Tempelhof
ha
recisamente
affermata
la
necessità
di
sostituire
al
principio
della
lotta
di
classe
il
principio
dell
'
unità
del
popolo
tedesco
.
Perfino
la
serenità
climatica
di
calendimaggio
gli
ispira
parole
di
pace
:
«
Non
si
può
fare
di
questo
bel
giorno
di
primavera
il
simbolo
della
lotta
,
ma
il
simbolo
del
lavoro
costruttore
»
.
Hitler
infatti
si
è
posto
questo
programma
:
«
Creare
lavoro
!
»
.
Ma
quali
saranno
i
metodi
taumaturgici
capaci
di
far
balzare
dal
nulla
ciò
che
milioni
di
uomini
ogni
mattina
sperano
ed
ogni
sera
rimpiangono
delusi
?
Tra
i
mezzi
creativi
proposti
da
Hitler
,
quello
più
miracoloso
è
ritenuto
il
servizio
o
prestazione
di
lavoro
obbligatorio
.
Si
tratta
di
una
militarizzazione
del
proletariato
.
Come
il
militarismo
passa
,
almeno
secondo
la
critica
storica
di
Hitler
,
dalla
fase
mercenaria
a
quella
obbligatoria
che
nobilita
il
mestiere
delle
armi
,
così
il
lavoro
trasformandosi
da
servizio
libero
e
mercenario
a
servizio
obbligatorio
potrà
acquistare
la
sua
piena
dignità
.
Hitler
,
nel
suo
discorso
del
maggio
,
ha
testualmente
detto
:
«
Come
i
lanzichenecchi
mercenari
di
una
volta
sono
diventati
i
soldati
del
servizio
obbligatorio
,
così
vogliamo
risvegliare
la
dignità
del
servizio
obbligatorio
.
Come
già
il
carattere
militare
venne
in
onore
per
tutti
per
mezzo
del
servizio
obbligatorio
,
così
il
servizio
obbligatorio
del
lavoro
conferisce
al
lavoro
una
nuova
nobiltà
»
.
È
certamente
questa
una
nuova
concezione
del
lavoro
:
per
quanto
si
può
capire
dalle
prime
enunciazioni
vien
fatto
di
pensare
ad
una
trasformazione
del
lavoro
dal
suo
tipo
contrattuale
(
rapporto
fra
datore
e
prestatore
)
ad
un
nuovo
tipo
istituzionale
.
Il
lavoro
viene
considerato
come
istituzione
sociale
da
organizzarsi
e
valutarsi
in
funzione
dei
fini
dello
Stato
.
Al
concetto
liberale
del
lavoro
come
diritto
individuale
si
sostituisce
il
concetto
societario
del
lavoro
come
dovere
nazionale
.
Il
lavoro
non
è
più
una
facoltà
ma
una
obbligazione
.
Anche
la
Russia
è
arrivata
alla
militarizzazione
del
proletariato
ed
alla
socializzazione
dell
'
industria
.
Non
indifferenti
sono
le
difficoltà
per
la
realizzazione
sociale
di
dottrine
il
cui
esperimento
sembrerebbe
più
facile
in
momenti
di
tranquillità
economica
.
Intanto
Hitler
preannuncia
già
i
primi
esperimenti
che
hanno
lo
scopo
di
livellare
lo
spirito
di
classe
nell
'
unità
dell
'
educazione
e
dell
'
obbedienza
.
«
Noi
abbiamo
deciso
,
disse
Hitler
,
che
ogni
tedesco
,
di
qualsiasi
condizione
per
nascita
,
ricco
o
povero
,
figlio
dell
'
intellettuale
o
dell
'
operaio
,
debba
una
volta
nella
sua
vita
compiere
dei
lavori
manuali
affinché
apprenda
a
saper
obbedire
prima
che
comandare
.
Quest
'
anno
realizzeremo
per
la
prima
volta
questa
grande
idea
morale
e
sappiamo
che
vi
sarà
bisogno
di
almeno
40
anni
perché
le
parole
lavoro
e
lavoratore
manuale
cambino
di
senso
per
milioni
di
uomini
,
come
milioni
d
'
uomini
hanno
dimenticato
il
lanzichenecco
per
mettere
al
suo
posto
il
soldato
tedesco
»
.
Con
queste
parole
è
nuovamente
affermato
il
carattere
di
milizia
che
deve
assumere
il
lavoro
manuale
,
abituando
al
quale
anche
le
classi
intellettuali
,
in
pochi
decenni
si
potrà
realizzare
per
la
prima
volta
una
«
grande
idea
morale
»
.
Che
si
tratti
di
una
impostazione
istituzionale
ed
anticontrattualista
dei
problemi
del
lavoro
è
confermato
da
quanto
Hitler
disse
a
proposito
dei
contratti
:
«
L
'
uomo
non
vive
per
i
contratti
,
ma
i
contratti
sono
fatti
per
facilitare
la
vita
dell
'
uomo
»
,
la
quale
affermazione
pone
nel
campo
del
relativismo
tutto
ciò
che
ha
carattere
contrattuale
.
Per
affrettare
un
decisivo
orientamento
della
politica
economica
in
senso
nazionalsocialistico
,
sono
stati
presi
in
questi
ultimi
giorni
provvedimenti
di
notevole
importanza
.
Dopo
l
'
eliminazione
del
sistema
maggioritario
sul
terreno
politico
-
parlamentare
,
Hitler
mira
ad
una
identica
eliminazione
sul
terreno
economico
-
sindacale
.
Con
la
conquista
dei
sindacati
liberi
si
è
realizzato
il
sindacato
unico
che
apre
la
strada
alla
corporazione
di
Stato
,
e
,
d
'
altra
parte
,
in
seguito
agli
accordi
di
Hitler
con
Krupp
von
Bohlen
,
presidente
dell
'
industria
tedesca
,
si
provvede
a
porre
anche
l
'
industria
sotto
il
controllo
dello
Stato
.
Qualche
giornale
,
come
la
«
Morning
Post
»
,
Si
chiede
come
sia
possibile
eliminare
,
con
i
nuovi
sistemi
annunciati
da
Hitler
,
la
disoccupazione
.
Infatti
,
mentre
i
disoccupati
sono
ancora
5
milioni
e
mezzo
(
essendosi
avuto
nell
'
ultimo
mese
un
miglioramento
di
112
mila
unità
)
,
il
colonnello
Hierl
,
segretario
di
Stato
all
'
Ufficio
del
lavoro
,
prevede
un
arruolamento
,
al
servizio
obbligatorio
,
di
350
mila
giovani
per
il
1°
gennaio
1934
e
prevede
inoltre
di
arrivare
al
milione
entro
il
periodo
di
10
anni
.
A
parte
gli
obiettivi
disciplinari
ai
quali
può
mirare
l
'
organizzazione
obbligatoria
del
lavoro
,
si
prevedono
maggiori
possibilità
di
assorbimento
di
mano
d
'
opera
nella
colonizzazione
interna
che
potrebbe
occupare
un
paio
di
milioni
di
disoccupati
.
Ma
per
ciò
occorrono
i
miliardi
di
capitali
d
'
impianto
mentre
i
commerci
stagnano
e
la
stessa
eccedenza
delle
esportazioni
è
discesa
da
una
media
di
90
milioni
al
mese
nel
1932
ad
una
media
di
30
milioni
al
mese
nel
1933
.
Nel
recentissimo
discorso
che
Hitler
ha
tenuto
al
primo
Congresso
nazionale
del
lavoro
in
Berlino
,
è
stata
affermata
l
'
opportunità
della
creazione
di
un
Senato
del
lavoro
e
sono
state
segnate
linee
più
precise
di
riorganizzazione
sindacale
.
StampaQuotidiana ,
Il
messaggio
di
Roosevelt
ed
il
discorso
di
Hitler
2
sono
due
elementi
di
notevole
importanza
nell
'
agitata
atmosfera
della
politica
mondiale
.
Per
capire
il
valore
di
questi
due
documenti
è
necessario
non
solo
analizzarli
nel
loro
contenuto
intrinseco
ma
anche
ambientarli
in
quel
particolare
clima
storico
nel
quale
America
e
Germania
hanno
saputo
dire
una
parola
chiara
,
meditata
e
rasserenante
.
All
'
inizio
di
questa
settimana
la
temperatura
della
politica
europea
era
alquanto
elevata
e
forse
pur
minacciosa
.
Anzitutto
dopo
quindici
mesi
la
Conferenza
di
Ginevra
si
era
arenata
in
difficoltà
poste
dall
'
intransigenza
delle
parti
contrastanti
che
avevano
un
po
'
ridotto
la
discussione
a
sembrar
schermaglia
di
responsabilità
.
Lloyd
George
,
uno
dei
pochi
sopravvissuti
della
tragica
politica
del
secondo
decennio
del
nostro
secolo
,
chiudeva
un
discorso
,
tenuto
lunedì
ad
un
'
assemblea
di
700
donne
londinesi
,
con
queste
oscure
parole
:
«
La
situazione
è
allarmante
e
lo
diventa
sempre
più
con
rapidità
terribile
.
Ricordo
quello
che
successe
nel
1914
quando
la
guerra
è
scoppiata
nel
momento
in
cui
nessuno
al
potere
la
desiderava
.
Io
spero
che
noi
non
permetteremo
a
questa
crisi
di
svilupparsi
in
modo
tale
da
trovarci
tutti
coinvolti
in
un
terribile
conflitto
che
nessuno
effettivamente
ha
mai
desiderato
»
.
A
queste
parole
facevano
eco
quelle
pronunciate
al
di
là
del
Reno
da
von
Papen
,
il
quale
fra
l
'
altro
diceva
di
essere
persuaso
che
«
oggi
,
come
nel
1914
,
si
voglia
nient
'
altro
che
l
'
isolamento
non
soltanto
militare
,
ma
anche
morale
della
Germania
»
.
Inoltre
,
von
Neurath
,
in
un
articolo
pubblicato
nella
«
Leipziger
Illustrierte
Zeitung
»
dichiarava
:
«
Noi
saremo
obbligati
a
completare
i
nostri
armamenti
,
qualunque
debba
essere
,
nel
quadro
britannico
,
la
limitazione
e
la
riduzione
generale
degli
armamenti
»
.
A
queste
dichiarazioni
del
ministro
degli
Esteri
,
duramente
attaccato
dalla
stampa
francese
come
annunciatore
del
proposito
di
riarmo
della
Germania
,
si
aggiungevano
quelle
del
vice
-
cancelliere
von
Papen
,
il
quale
nel
discorso
di
Münster
affermava
che
«
la
nazione
tedesca
ha
radiato
dal
suo
vocabolario
l
'
idea
del
pacifismo
»
idea
ispirata
alla
«
filosofia
della
debolezza
»
,
e
che
Hitler
potrà
dire
alla
fine
della
sua
vita
:
«
Ho
posto
al
centro
del
pensiero
della
nazione
il
soldato
tedesco
»
.
A
queste
manifestazioni
verbali
si
devono
aggiungere
i
piani
tedeschi
di
militarizzazione
dei
lavoratori
,
ed
i
contrasti
con
l
'
Austria
dalla
quale
un
ministro
tedesco
veniva
espulso
mentre
nel
raduno
di
Schönbrunn
venivano
passati
in
rassegna
40
mila
militi
delle
Heimwehren
.
Dall
'
altra
sponda
,
non
certo
tranquillo
era
il
tono
della
stampa
francese
,
né
l
'
Inghilterra
aveva
lasciato
sfuggire
l
'
occasione
per
dimostrare
alla
Germania
il
suo
atteggiamento
.
Dopo
gli
attacchi
di
Lord
Cecil
ai
Comuni
,
ove
il
vecchio
parlamentare
arrivò
a
dire
:
«
piuttosto
il
fallimento
della
Conferenza
di
Ginevra
che
il
riarmamento
della
Germania
»
,
e
dopo
gl
'
inconvenienti
per
la
visita
di
Rosenberg
,
il
ministro
della
Guerra
Lord
Hailsham
parlava
di
eventuali
«
sanzioni
»
nel
caso
di
riarmamento
della
Germania
con
violazione
delle
clausole
militari
del
trattato
di
Versailles
.
In
questa
turbata
atmosfera
il
messaggio
di
Roosevelt
ha
portato
del
sano
ossigeno
ed
il
discorso
di
Hitler
ha
fugato
alcune
delle
nubi
più
oscure
.
Che
cosa
dicono
questi
due
documenti
?
Si
tratta
di
due
voci
di
tono
diverso
,
di
due
discorsi
ciascuno
dei
quali
è
animato
da
preoccupazioni
tutte
particolari
.
Però
il
primo
ha
influito
sul
secondo
,
il
quale
a
sua
volta
integra
il
primo
,
anche
se
talvolta
lo
contraddice
.
I
due
documenti
vanno
perciò
considerati
congiuntamente
anche
se
non
collimano
,
poiché
la
loro
contemporaneità
e
lo
spirito
che
li
anima
fa
sì
che
l
'
ulteriore
sviluppo
della
politica
internazionale
sia
sotto
la
diretta
influenza
di
quanto
a
Washington
ed
a
Berlino
è
stato
detto
.
Il
problema
di
Roosevelt
è
il
problema
economico
.
Il
problema
di
Hitler
è
un
problema
politico
.
Roosevelt
vuole
in
ultima
analisi
la
pace
economica
per
raggiungere
la
quale
promuove
«
la
lotta
comune
contro
il
caos
economico
»
.
Questa
è
la
sua
nobile
e
generosa
battaglia
.
Per
questo
parla
al
mondo
:
ai
re
,
ai
governanti
,
ai
popoli
.
Hitler
invece
si
rivolge
anzitutto
alla
nazione
tedesca
:
il
suo
discorso
incomincia
così
:
«
Deputati
,
uomini
e
donne
del
Reichstag
tedesco
!
»
,
ed
il
suo
scopo
è
una
«
presa
di
posizione
»
della
Germania
ufficiale
sui
problemi
che
turbano
il
mondo
.
Roosevelt
parte
dai
fatti
economici
,
cioè
dall
'
attuale
crisi
economica
,
e
per
mezzo
della
pace
politica
di
Ginevra
vuole
arrivare
alla
pace
economica
della
conferenza
di
Londra
,
cioè
raggiungere
tre
grandi
obiettivi
:
stabilizzazione
delle
monete
,
tregua
doganale
,
rialzo
dei
prezzi
.
Il
suo
programma
si
potrebbe
così
riassumere
:
la
pace
economica
attraverso
la
pace
politica
.
Hitler
più
che
dei
fatti
porta
dei
princìpi
,
guarda
più
al
diritto
ed
alla
storia
che
all
'
economia
:
si
propone
più
di
spiegare
il
passato
che
di
segnare
,
come
Roosevelt
,
l
'
avvenire
.
Roosevelt
non
si
perde
ad
indagare
i
motivi
della
crisi
;
vi
sono
già
tante
biblioteche
di
scritti
quasi
inutili
.
Hitler
invece
crede
fin
dalle
sue
prime
parole
di
afferrare
il
nucleo
della
questione
,
di
additare
la
sorgente
inquinata
di
tutti
i
mali
:
«
Tutti
i
problemi
,
egli
dice
,
che
sono
motivo
delle
odierne
inquietudini
stanno
nella
manchevolezza
del
Trattato
di
Pace
»
.
Questa
è
la
prima
constatazione
che
assume
il
carattere
di
un
dogma
politico
,
di
un
postulato
dal
quale
si
possono
dedurre
rigorose
conseguenze
.
Hitler
ha
sintetizzate
le
cause
per
le
quali
la
Germania
ritiene
non
equo
il
trattato
di
Versailles
:
non
ha
reso
ragione
al
principio
di
nazionalità
«
per
passione
,
per
odio
o
per
incomprensione
»
;
ha
escogitato
«
concetti
sterili
e
pericolosi
come
sanzioni
,
riparazioni
,
ecc
.
»
portando
alla
conseguenza
che
«
la
matematica
finanziaria
ha
strangolato
la
ragione
economica
»
;
ha
sostenuta
la
«
bugia
»
della
responsabilità
tedesca
della
guerra
,
bugia
che
ha
fatto
sì
che
la
Germania
fosse
passata
«
al
posto
di
popolo
di
seconda
classe
»
;
ha
diviso
il
mondo
in
vincitori
e
vinti
ed
ha
disarmato
solo
una
parte
delle
nazioni
.
Se
tale
è
il
trattato
,
quale
conclusione
dovrà
trarre
la
Germania
dopo
14
anni
di
esperienza
?
Rompere
i
trattati
?
No
!
«
Nessun
governo
tedesco
,
dice
Hitler
,
dal
canto
suo
procederà
alla
rottura
di
un
accordo
che
non
si
può
eliminare
senza
sostituirlo
con
uno
migliore
»
.
«
La
Germania
,
aggiunge
,
ha
avuto
una
fedeltà
che
rasenta
il
suicidio
»
.
Resta
allora
,
secondo
Hitler
,
una
sola
via
:
la
revisione
.
«
Il
diritto
di
chiedere
la
revisione
di
questo
trattato
è
fondata
nel
trattato
stesso
»
.
È
questo
uno
dei
punti
delicati
dell
'
argomentazione
hitleriana
che
trova
,
in
contraddittorio
,
affermazioni
di
giuristi
i
quali
negano
l
'
interpretazione
che
Hitler
fa
degli
articoli
che
prevedono
la
revisione
.
Diversi
i
punti
di
partenza
,
diversi
i
procedimenti
;
convergono
invece
gli
obiettivi
nel
comune
intento
di
disarmare
e
pacificare
gli
uomini
.
Roosevelt
dice
:
la
causa
degli
armamenti
non
è
tanto
la
mira
di
conquista
quanto
la
paura
dell
'
offesa
.
E
ciò
non
per
una
particolare
e
correggibile
psicologia
degli
uomini
,
ma
per
le
ragioni
immanenti
nello
stesso
progresso
della
tecnica
che
rende
più
pronto
il
gas
che
offende
che
la
maschera
che
protegge
.
Il
disagio
quindi
si
cura
in
un
solo
modo
.
Eliminazione
totale
delle
armi
offensive
.
Hitler
risponde
:
«
Il
motivo
degli
odierni
armamenti
della
Francia
e
della
Polonia
non
può
assolutamente
essere
il
timore
di
un
'
invasione
tedesca
.
La
Germania
non
possiede
affatto
armi
di
aggressione
moderna
»
.
Il
cancelliere
tedesco
infatti
cerca
di
dimostrare
lo
spirito
pacifico
della
Germania
con
il
quale
non
concordavano
invece
né
la
documentazione
degli
armamenti
tedeschi
cui
accennava
ultimamente
il
ministro
Boncour
,
né
altri
discorsi
,
articoli
e
discussioni
ginevrine
.
Ad
ogni
modo
le
parole
di
Hitler
sono
chiare
e
sono
rivolte
al
futuro
.
La
Germania
non
vuole
nuove
guerre
.
«
L
'
esplosione
di
una
tale
pazzia
senza
fine
,
dice
Hitler
,
porterebbe
al
crollo
dell
'
odierno
ordine
statale
e
sociale
europeo
»
.
La
rivoluzione
hitleriana
dovrebbe
avere
,
secondo
il
suo
capo
,
lo
scopo
di
salvar
la
società
restaurando
la
proprietà
contro
il
comunismo
,
dando
lavoro
al
popolo
ed
unità
alla
rappresentanza
politica
.
Nient
'
altro
,
poiché
i
tedeschi
dichiarano
,
malgrado
le
recenti
lotte
,
di
voler
vivere
in
pace
con
tutti
(
«
rispettiamo
,
dice
Hitler
,
i
diritti
degli
altri
e
ci
auguriamo
dal
profondo
del
cuore
di
vivere
con
essi
in
pace
ed
amicizia
»
)
,
e
dichiarano
inoltre
,
malgrado
la
campagna
razzista
,
di
negare
ogni
idea
del
germanesimo
imperialista
(
«
noi
nazionalsocialisti
,
aggiunge
Hitler
,
non
conosciamo
nemmeno
il
concetto
di
germanizzazione
,
mentalità
spirituale
del
secolo
passato
e
che
fece
credere
che
di
polacchi
e
francesi
si
potesse
fare
dei
tedeschi
»
)
.
Questa
rettifica
dei
principi
del
germanesimo
del
secolo
scorso
(
principi
che
alimentarono
l
'
ascesa
del
partito
hitleriano
e
che
furono
sempre
l
'
argomento
più
efficace
dell
'
oratoria
dei
capi
)
è
ben
salutare
perché
spiana
non
poco
la
via
della
pace
.
Appunto
per
questa
promettente
conclusione
,
cogliamo
volentieri
l
'
impressione
che
oltre
al
messaggio
del
signor
Roosevelt
,
abbia
concorso
alla
sostanza
ed
alla
tonalità
delle
dichiarazioni
hitleriane
,
la
politica
moderatrice
del
capo
del
governo
italiano
,
nei
riguardi
della
Germania
.
La
parte
più
positiva
e
di
più
immediato
interesse
del
felice
messaggio
di
Roosevelt
è
quella
finale
che
si
riferisce
a
ciò
che
le
nazioni
devono
fare
per
disarenare
la
Conferenza
del
disarmo
.
Roosevelt
molto
semplicemente
propone
l
'
immediata
accettazione
del
piano
Mac
Donald
con
precisa
determinazione
delle
fasi
ulteriori
del
disarmo
:
nel
frattempo
nessuna
nazione
potrà
aumentare
gli
armamenti
,
ma
tutte
dovranno
stringere
un
patto
di
non
-
aggressione
.
Sulla
nazione
che
resista
cada
la
responsabilità
di
un
così
disastroso
fallimento
.
Hitler
,
da
parte
sua
,
si
dichiara
pronto
al
disarmo
assoluto
(
se
su
ciò
si
accordano
tutte
le
nazioni
)
o
per
lo
meno
al
Patto
a
quattro
inteso
come
«
uno
stretto
rapporto
di
fiducia
e
di
lavoro
delle
quattro
grandi
potenze
europee
»
.
Pur
essendo
,
secondo
Hitler
,
le
altre
nazioni
contravvenute
al
trattato
di
Versailles
(
il
quale
,
al
contrario
,
secondo
l
'
interpretazione
francese
prescriverebbe
non
il
disarmo
ma
semplicemente
di
«
rendere
possibile
la
preparazione
di
una
limitazione
generale
degli
armamenti
di
tutte
le
nazioni
»
-
parte
V
)
,
la
Germania
è
disposta
ad
aderire
ancora
al
piano
Mac
Donald
.
La
Germania
insiste
nella
sua
domanda
di
parità
di
diritto
e
chiede
che
la
distruzione
del
suo
sistema
di
difesa
sia
condizionato
al
riconoscimento
della
parità
qualitativa
.
Accetta
inoltre
il
periodo
di
trapasso
di
cinque
anni
per
la
costituzione
della
sua
sicurezza
,
purché
dopo
il
periodo
si
realizzi
la
parità
.
Queste
sono
le
premesse
delle
prossime
discussioni
di
Ginevra
.
Il
messaggio
di
Roosevelt
è
stato
accolto
con
vera
unanimità
di
consensi
,
sia
per
la
positività
delle
proposte
come
per
l
'
alto
senso
morale
che
lo
anima
.
«
Una
vittoria
egoista
,
ha
scritto
Roosevelt
,
è
sempre
destinata
ad
essere
una
disfatta
finale
»
.
«
La
nostra
azione
,
ha
soggiunto
,
deve
essere
concertata
e
basata
su
ciò
che
è
il
massimo
bene
per
il
maggior
numero
»
.
Questi
due
principi
etici
non
possono
non
riscuotere
il
generale
consenso
ed
essere
garanzia
di
successo
.
L
'
Italia
ha
aderito
per
prima
«
nel
modo
più
cordiale
»
ed
il
capo
del
governo
ha
risposto
dicendo
che
intende
collaborare
«
per
giungere
nel
modo
più
sollecito
ed
efficace
alla
realizzazione
dell
'
iniziativa
americana
»
.
Anche
il
presidente
del
Consiglio
francese
ha
dichiarato
di
aver
«
preso
conoscenza
con
la
più
sincera
soddisfazione
del
messaggio
»
e
di
trovarsi
«
d
'
accordo
per
intraprendere
un
'
efficace
azione
dal
successo
della
quale
dipende
il
mantenimento
della
pace
»
.
Così
von
Hindenburg
e
gli
altri
capi
di
Stato
.
Della
salutare
influenza
delle
proposte
di
Roosevelt
e
della
rinuncia
di
Hitler
a
porre
difficoltà
al
piano
di
Mac
Donald
,
si
è
avuto
un
immediato
sentore
a
Ginevra
dove
,
alla
ripresa
della
conferenza
,
Nadolny
dichiarava
che
«
il
governo
tedesco
accetta
il
progetto
Mac
Donald
di
disarmo
non
solo
come
base
di
discussione
,
ma
addirittura
come
base
della
stessa
prossima
convenzione
sul
disarmo
»
.
A
queste
chiare
parole
si
aggiungevano
quelle
beneauguranti
del
delegato
francese
:
«
L
'
ostacolo
è
spezzato
,
la
via
è
libera
ed
alla
conferenza
non
resta
che
lavorare
»
.
Con
il
nuovo
spirito
di
collaborazione
il
successo
non
potrà
venir
meno
.
StampaQuotidiana ,
Alla
vigilia
della
riunione
dell
'
Ufficio
di
presidenza
della
Conferenza
del
disarmo
la
situazione
si
può
riassumere
nei
seguenti
termini
:
1
)
Metodo
dei
negoziati
.
Con
il
ritiro
della
Germania
dalla
Conferenza
del
disarmo
appariva
condannato
a
morte
il
cosiddetto
metodo
ginevrino
o
parlamentaristico
di
condurre
i
negoziati
internazionali
.
Non
mancarono
gli
elogi
funebri
.
Alle
«
commissioni
»
di
Ginevra
bisognava
sostituire
,
si
disse
,
le
trattative
dirette
fra
i
responsabili
.
Dopo
quasi
un
semestre
le
cose
sono
al
punto
di
prima
,
poiché
le
cosiddette
trattative
dirette
si
sono
risolte
,
come
era
prevedibile
,
in
quello
che
Hitler
ha
chiamato
(
nella
sua
recente
intervista
concessa
all
'
«
Associated
Press
»
)
il
superato
metodo
diplomatico
dello
scambio
di
note
già
condannato
dal
fatto
che
,
malgrado
gli
sforzi
di
questa
diplomazia
,
i
popoli
nel
1914
sono
precipitati
nella
più
inumana
delle
guerre
che
la
diplomazia
non
aveva
saputo
né
prevedere
né
impedire
.
A
parte
le
evidenti
differenze
fra
la
diplomazia
pre
-
bellica
e
l
'
attuale
caratterizzata
da
più
diretti
contatti
fra
i
responsabili
,
è
un
fatto
che
dopo
sei
mesi
di
esperimento
,
vi
è
oggi
chi
fa
l
'
elogio
funebre
anche
del
sistema
delle
note
e
contro
-
note
.
Hitler
,
nella
stessa
intervista
,
suggerisce
un
terzo
metodo
:
«
la
diplomazia
da
uomo
ad
uomo
»
,
ed
afferma
che
nulla
gli
è
più
gradito
come
parlare
a
quattro
occhi
con
guidatori
responsabili
dei
popoli
.
Come
si
può
tradurre
in
pratica
questo
sistema
dei
contatti
personali
?
Tale
sistema
,
se
ben
si
guarda
,
è
quello
che
poteva
essere
,
anche
se
non
fu
,
il
cosiddetto
sistema
ginevrino
,
il
quale
si
proponeva
soprattutto
il
contatto
diretto
fra
i
responsabili
;
le
commissioni
,
la
burocrazia
,
il
tecnicismo
che
hanno
stancato
l
'
opinione
pubblica
potevano
benissimo
passare
in
seconda
linea
di
fronte
alle
possibilità
che
Ginevra
offriva
ed
offre
alle
conversazioni
dirette
che
ora
,
dopo
aver
abbandonato
Ginevra
,
si
ritengono
le
più
efficaci
.
Quindi
l
'
esperienza
sembra
consigliare
una
marcia
indietro
,
che
è
poi
anche
una
marcia
in
avanti
,
circa
il
metodo
dei
negoziati
.
Questione
questa
per
nulla
accidentale
,
specialmente
se
si
consideri
come
i
formalismi
e
le
animosità
giornalistiche
abbiano
finora
resa
sempre
più
difficile
una
convenzione
sul
disarmo
.
2
)
Sostanza
dei
dissensi
.
Il
problema
centrale
di
questa
fase
dei
negoziati
,
che
si
chiude
con
l
'
odierna
risposta
della
Francia
alle
chiarificazioni
richieste
dall
'
Inghilterra
,
non
è
tanto
sulla
divergenza
fra
i
«
memorandum
»
dell
'
Italia
e
dell
'
Inghilterra
quanto
sulla
questione
del
riarmo
della
Germania
che
Italia
ed
Inghilterra
tendono
a
legalizzare
mentre
la
Francia
insiste
a
considerare
come
una
violazione
dei
trattati
che
non
può
formare
la
premessa
di
una
convenzione
di
disarmo
.
Malgrado
le
apparenze
,
nel
contrasto
franco
-
tedesco
vi
è
,
in
fondo
,
una
identità
di
tesi
:
il
disarmo
non
si
può
realizzare
indipendentemente
dalla
garanzia
di
sicurezza
.
Ma
questa
identità
di
tesi
diventa
contrasto
che
appare
insanabile
quando
si
va
a
determinare
che
cosa
le
due
nazioni
intendano
per
garanzia
di
sicurezza
.
Infatti
la
Francia
sostiene
:
il
disarmo
non
ha
significato
se
non
è
garantito
da
convenzioni
di
sicurezza
,
e
lo
stesso
riconoscimento
della
parità
dei
diritti
alla
Germania
fatto
a
Losanna
è
condizionato
alle
garanzie
di
sicurezza
.
Perché
la
Francia
abbia
tale
garanzia
di
sicurezza
,
e
quindi
possa
incominciare
il
disarmo
effettivo
è
necessario
che
nessun
aumento
di
armamenti
sia
concesso
alla
Germania
,
ma
,
al
contrario
,
che
si
prendano
provvedimenti
contro
il
già
avvenuto
riarmo
.
La
Germania
risponde
:
il
disarmo
è
inseparabile
dalla
sicurezza
(
ed
in
ciò
l
'
accordo
con
Parigi
è
pieno
)
,
quindi
(
e
qui
incominciano
i
dissensi
)
il
Reich
chiede
un
esercito
di
300
mila
uomini
necessario
per
il
mantenimento
dell
'
ordine
interno
contro
le
forze
del
sovversivismo
e
per
la
garanzia
delle
frontiere
contro
i
pericoli
di
avventure
militari
da
parte
di
nazioni
confinanti
che
in
tal
modo
possono
trovar
un
diversivo
a
difficoltà
di
politica
interna
.
«
Non
accetterò
mai
,
ha
detto
Hitler
nella
recente
intervista
,
di
riconoscere
verso
l
'
estero
che
150
mila
uomini
sono
sufficienti
per
la
difesa
dello
Stato
,
per
poi
armarne
segretamente
altri
150
mila
»
.
La
stampa
francese
fa
presente
che
la
scomparsa
del
pericolo
comunista
ed
il
recente
patto
germanico
-
polacco
dovrebbero
far
ridurre
sensibilmente
le
richieste
tedesche
di
armamenti
difensivi
essendo
ridotti
i
pericoli
di
offesa
.
Ma
queste
sono
questioni
secondarie
:
il
contrasto
,
dopo
mesi
di
negoziati
,
è
ancora
al
punto
di
partenza
cioè
non
tanto
sull
'
inscindibilità
del
problema
disarmo
-
sicurezza
,
quanto
sulla
dichiarazione
positiva
di
ciò
che
si
ritiene
necessario
per
la
sicurezza
.
Un
fattore
nuovo
di
evoluzione
dei
negoziati
,
e
sul
quale
ora
la
Francia
tende
a
far
pressione
,
è
l
'
atteggiamento
dell
'
opinione
pubblica
inglese
di
fronte
ai
piani
tedeschi
di
sviluppo
dell
'
areonautica
(
per
la
quale
si
è
avuto
un
nuovo
e
forte
stanziamento
di
mezzi
nel
bilancio
del
Reich
)
ed
alle
voci
sui
propositi
tedeschi
di
armare
una
potente
flotta
.
Evidentemente
,
notano
i
giornali
francesi
,
l
'
Inghilterra
è
più
sensibile
ai
problemi
areonautici
e
navali
essendo
Londra
esposta
specialmente
alle
offese
aeree
ed
essendo
sui
mari
gli
interessi
britannici
.
Questi
fatti
dovrebbero
,
secondo
l
'
opinione
francese
,
rendere
l
'
Inghilterra
più
guardinga
nel
legalizzare
il
riarmo
tedesco
e
più
pronta
a
considerare
le
garanzie
di
sicurezza
come
conditio
sine
qua
non
del
disarmo
.
Ciò
,
secondo
la
Francia
,
dovrebbe
condurre
a
respingere
le
proposte
del
memorandum
italiano
sullo
statu
quo
e
sul
riconoscimento
del
riarmo
tedesco
.
Ma
l
'
opinione
pubblica
,
sia
inglese
che
italiana
,
non
sembra
condividere
pienamente
le
obiezioni
francesi
,
in
quanto
l
'
Italia
e
l
'
Inghilterra
sono
preoccupate
di
ricondurre
la
Germania
a
Ginevra
,
cioè
a
collaborare
con
le
altre
nazioni
europee
:
cosa
questa
impossibile
nel
caso
che
siano
respinte
in
blocco
le
proposte
tedesche
circa
le
quali
Berlino
si
mantiene
di
una
intransigenza
assoluta
.
Le
prossime
riunioni
dell
'
Ufficio
di
presidenza
ed
il
prossimo
viaggio
dell
'
on
.
Suvich
a
Londra
contribuiranno
certo
a
chiarire
quali
progressi
siano
stati
fatti
nella
relazione
fra
le
tesi
dell
'
Italia
,
della
Francia
e
dell
'
Inghilterra
.
A
Roma
si
stanno
iniziando
le
conversazioni
economiche
italo
-
austro
-
ungariche
,
e
il
problema
danubiano
continua
a
suscitare
interessi
vari
nella
politica
non
solo
di
paesi
centroeuropei
.
Mentre
l
'
Austria
in
queste
ultime
settimane
ha
intensificato
l
'
opera
di
ricostruzione
legislativa
fissando
compiutamente
le
basi
della
nuova
costituzione
statale
,
la
campagna
germanica
anti
-
austriaca
è
venuta
diminuendo
di
tono
fino
al
punto
che
si
credette
che
la
Germania
intendesse
partecipare
alle
prossime
conversazioni
romane
per
entrare
in
quell
'
intesa
economica
che
si
è
sempre
dichiarata
aperta
alla
collaborazione
di
tutti
gli
Stati
che
hanno
interessi
più
o
meno
diretti
con
l
'
economia
danubiana
.
Dopo
le
note
dichiarazioni
di
Benes
,
la
Piccola
Intesa
ha
manifestato
nuovi
intendimenti
ostili
al
revisionismo
danubiano
nella
discussione
che
si
è
avuta
negli
ultimi
giorni
al
parlamento
rumeno
.
Maniu
,
a
nome
della
minoranza
parlamentare
,
in
ciò
concorde
con
la
politica
di
Titulescu
,
ha
affermato
che
la
Romania
non
può
restare
tranquilla
di
fronte
alle
agitazioni
revisionistiche
ungheresi
,
affermando
che
le
cause
del
disagio
ungherese
non
si
devono
ricercare
nei
trattati
di
pace
ma
nelle
difficoltà
economiche
che
sono
una
conseguenza
della
guerra
.
Intanto
il
Senato
greco
ha
ratificato
il
Patto
balcanico
e
Muscianov
,
parlando
al
Parlamento
bulgaro
,
ha
dichiarato
che
la
Bulgaria
,
pur
non
avendo
firmato
il
Patto
balcanico
,
intende
praticare
una
politica
di
amicizia
con
tutti
gli
Stati
vicini
confidando
nell
'
opera
della
Società
delle
Nazioni
per
una
revisione
pacifica
dei
trattati
.
Revisionismo
ed
antirevisionismo
è
perciò
,
specialmente
oggi
,
il
problema
centrale
che
interessa
la
politica
danubiana
e
balcanica
che
è
divisa
non
solo
in
linea
di
principio
ma
anche
sul
terreno
pratico
dei
modi
con
i
quali
ottenere
un
eventuale
revisionismo
.
StampaQuotidiana ,
L
'
assassinio
di
Dollfuss
,
e
la
morte
di
Hindenburg
sono
due
avvenimenti
decisivi
sull
'
orientamento
delle
cose
politiche
europee
.
L
'
opera
del
cancelliere
austriaco
stroncata
dal
terrorismo
mentre
era
nella
sua
piena
efficienza
per
la
realizzazione
di
una
politica
coraggiosa
che
interessava
non
solo
l
'
Austria
ma
l
'
Europa
intera
,
il
prestigio
e
l
'
autorità
del
presidente
del
Reich
venuto
a
mancare
in
un
momento
nel
quale
il
suo
spirito
di
moderazione
poteva
ancora
esercitare
un
'
influenza
equilibratrice
nella
tormentata
Germania
,
lasciano
un
doloroso
vuoto
nel
destino
d
'
Europa
.
I
due
avvertimenti
,
di
natura
e
di
significato
assai
diverso
,
sono
stati
ormai
analizzati
e
valutati
adeguatamente
dalla
stampa
e
dall
'
opinione
pubblica
.
Allo
sdegno
ed
al
risentimento
mondiale
per
il
delitto
di
Vienna
,
al
rimpianto
ed
al
cordoglio
per
il
sereno
transito
di
Neudeck
,
deve
oggi
far
seguito
un
obiettivo
e
quindi
concreto
esame
delle
nuove
situazioni
politiche
le
quali
si
sono
venute
creando
nel
breve
giro
di
poche
settimane
di
questa
travagliata
estate
che
a
molti
è
apparsa
quale
sanguinosa
rievocazione
ventennale
di
un
'
altra
ben
tragica
e
torbida
estate
.
30
giugno
,
25
luglio
e
2
agosto
sono
date
variamente
memorabili
,
punti
fissi
di
orientamento
per
ogni
giudizio
sui
vari
aspetti
della
nostra
civiltà
politica
.
Quali
mutazioni
ha
subìto
o
sta
per
subire
l
'
ambiente
dopo
le
tre
deprecabili
giornate
?
Questo
è
il
problema
.
Dollfuss
ha
costruito
sul
sodo
.
Il
sangue
della
vittima
ha
definitivamente
consacrata
una
politica
che
non
deve
e
non
può
ritornare
sui
suoi
passi
.
Quello
che
poteva
essere
speranza
e
fiducia
durante
le
torbide
giornate
viennesi
è
oggi
certezza
.
L
'
Austria
ha
ritrovato
un
ordine
ed
ha
ritrovato
un
capo
il
quale
,
giurando
fedeltà
a
Dollfuss
ha
saputo
anche
assumerne
in
pieno
la
pesante
eredità
.
La
situazione
interna
di
queste
ultime
settimane
ha
dimostrato
in
concreto
come
la
pretesa
impopolarità
della
politica
di
Dollfuss
fosse
una
menzogna
fabbricata
dalle
bande
dei
rinnegati
per
giustificare
in
qualche
modo
la
loro
azione
.
Il
popolo
non
ha
risposto
al
segnale
della
rivolta
,
fallita
appunto
per
lo
spirito
di
disciplina
e
di
devozione
delle
masse
popolari
che
hanno
poi
visibilmente
testimoniato
il
loro
cordoglio
per
la
perdita
del
capo
.
Le
masse
erano
e
sono
rimaste
con
Dollfuss
.
La
pronta
azione
del
governo
di
Schuschnigg
ha
avuto
quattro
immediati
obiettivi
:
garantire
la
continuità
della
politica
di
Dollfuss
,
precisare
le
responsabilità
dei
fatti
del
25
luglio
,
reprimere
il
banditismo
politico
,
esercitare
pronta
,
severa
ed
anche
misurata
giustizia
punitiva
contro
gli
esecutori
materiali
dell
'
assassinio
.
Quest
'
opera
ha
rivelato
,
non
solo
all
'
interno
ma
anche
all
'
estero
,
le
spiccate
qualità
di
energia
e
di
moderazione
del
successore
di
Dollfuss
la
cui
direttiva
politica
ha
trovato
un
degno
continuatore
.
Anche
dal
punto
di
vista
internazionale
la
situazione
austriaca
realizza
una
forte
attività
:
l
'
indignazione
e
la
riscossa
delle
forze
morali
hanno
posto
in
rilievo
una
solidarietà
veramente
universale
con
il
diritto
della
piccola
Austria
che
oggi
sa
con
certezza
di
poter
contare
,
nella
sua
tenace
lotta
per
l
'
ordine
e
l
'
indipendenza
,
su
tre
grandi
forze
:
l
'
adesione
morale
di
quei
popoli
europei
che
hanno
conservato
il
senso
della
giustizia
e
del
diritto
,
la
garanzia
italo
-
franco
-
inglese
già
concretata
nella
nota
del
17
febbraio
e
rinforzata
dopo
i
recenti
avvenimenti
;
la
particolare
vigilanza
ed
il
positivo
intervento
dell
'
Italia
che
,
con
il
rapido
concentramento
di
truppe
al
confine
del
Brennero
,
ha
energicamente
dimostrato
di
esser
pronta
ad
intervenire
anche
con
la
forza
a
difesa
dell
'
integrità
territoriale
dello
Stato
austriaco
.
Tali
sono
i
fatti
positivi
così
chiari
,
acquisiti
ed
inequivocabili
da
non
ammettere
dubbi
o
incertezze
.
Da
parte
dei
nemici
dell
'
Austria
il
bilancio
si
chiude
invece
con
considerevoli
passività
fra
le
quali
le
più
rilevanti
sono
:
individuazione
precisa
dei
responsabili
e
documentazione
della
loro
attività
criminale
;
fallimento
di
ogni
speranza
in
una
adesione
popolare
contro
una
politica
denigrata
come
tirannica
mentre
nel
fatto
è
apparsa
così
poco
poliziesca
da
non
avere
un
valido
presidio
armato
neppure
al
portone
della
cancelleria
;
indignazione
mondiale
contro
il
terrorismo
politico
considerato
ormai
come
il
pericolo
europeo
n
.
1;
avvicinamento
per
uniformità
di
vedute
italo
-
franco
-
inglese
,
secondo
le
stesse
parole
di
Baldwin
.
Anche
questi
sono
fatti
chiari
,
acquisiti
ed
inequivocabili
da
non
ammettere
dubbi
o
incertezze
.
E
di
tutto
ciò
va
tenuto
il
debito
conto
nel
giudicare
quali
possano
essere
gli
sviluppi
della
presente
situazione
politica
nell
'
ambito
della
quale
la
questione
austriaca
si
è
dimostrata
e
riconfermata
quale
questione
europea
.
Come
l
'
aveva
vista
Dollfuss
con
chiarezza
d
'
intuizione
e
con
geniale
mente
di
politico
.
Nei
riguardi
della
situazione
germanica
,
che
si
è
venuta
creando
con
la
morte
di
Hindenburg
,
abbiamo
già
rilevato
nel
nostro
giornale
come
i
commenti
,
cordiali
nell
'
ammirazione
del
grande
Maresciallo
Presidente
,
sono
riservati
circa
la
nuova
legge
costituzionale
approvata
dal
Consiglio
dei
ministri
.
Questa
legge
ha
una
importanza
capitale
,
tale
da
giustificare
quanto
il
ministro
Hess
ha
affermato
nel
suo
radio
-
discorso
di
ieri
:
«
Da
questo
giorno
incomincia
la
storia
della
nuova
Germania
»
.
I
commenti
della
stampa
,
specialmente
inglese
,
prendono
in
esame
la
trasformazione
costituzionale
da
due
punti
di
vista
:
quello
giuridico
e
quello
politico
.
Evidentemente
,
nella
fattispecie
,
la
questione
giuridica
passa
in
secondo
ordine
.
Riguardo
il
valore
giuridico
della
riforma
costituzionale
,
i
giornali
rilevano
che
la
legge
,
pur
essendo
emanata
dal
governo
nel
pieno
esercizio
dei
pieni
poteri
concessi
dal
Reichstag
,
non
ha
la
necessaria
sanzione
né
del
presidente
del
Reich
,
che
al
momento
dell
'
approvazione
della
legge
era
all
'
antivigilia
della
morte
,
né
del
presidente
del
Tribunale
Supremo
del
Reichstag
al
quale
,
secondo
la
riforma
della
costituzione
votata
nel
1932
,
passano
nell
'
interregno
i
poteri
del
presidente
del
Reich
.
Circa
il
nuovo
regolamento
della
successione
si
fa
presente
il
problema
della
conciliazione
in
una
sola
persona
dell
'
irresponsabilità
delle
funzioni
del
capo
del
governo
con
la
responsabilità
delle
funzioni
di
capo
dello
Stato
,
e
nei
riguardi
del
plebiscito
,
previsto
non
dalla
recente
legge
del
Consiglio
dei
ministri
che
regola
in
modo
definitivo
la
successione
,
ma
dalla
posteriore
lettera
di
Hitler
al
ministro
degli
Interni
,
si
rileva
la
differenza
fra
plebiscito
ed
elezione
,
cioè
fra
la
scelta
da
parte
dei
cittadini
dei
loro
candidati
alla
presidenza
,
secondo
quanto
stabilisce
la
Costituzione
di
Weimar
,
e
la
richiesta
di
un
'
approvazione
che
presuppone
un
fatto
compiuto
e
che
comunque
,
nell
'
eventualità
di
una
risposta
negativa
,
pone
il
paese
in
una
situazione
non
prevista
.
D
'
altra
parte
la
nuova
riforma
costituzionale
non
determina
nulla
neppure
sul
tempo
della
permanenza
in
carica
del
Reichsführer
che
è
da
alcuni
ritenuto
quale
console
a
vita
.
Con
la
fine
della
carica
di
presidente
,
che
è
stata
coperta
da
Ebert
e
da
Hindenburg
,
si
pone
anche
il
problema
costituzionale
delle
funzioni
del
rappresentante
alla
cancelleria
,
nominato
dal
Reichsführer
,
ma
non
meglio
precisato
,
nelle
sue
competenze
e
nella
sua
fisionomia
giuridica
.
Lo
stesso
giuramento
dell
'
esercito
prestato
,
prima
del
Plebiscito
,
alla
persona
di
Hitler
è
oggetto
di
diverse
valutazioni
.
Ma
,
come
si
disse
,
nella
fattispecie
le
questioni
giuridiche
(
da
quanto
si
rileva
dalla
stampa
tedesca
)
non
hanno
grande
rilievo
.
Ciò
che
è
posto
in
primo
piano
è
il
fatto
politico
della
concentrazione
di
tutti
i
poteri
nelle
mani
del
Reichsführer
che
è
ad
un
tempo
capo
dello
Stato
tedesco
,
del
governo
e
del
Partito
nazionalsocialista
.
E
nulla
è
più
improprio
di
ipotesi
o
di
giudizi
a
priori
nel
campo
politico
,
ove
l
'
ultima
parola
spetta
,
storicamente
almeno
,
all
'
esito
delle
imprese
.
StampaQuotidiana ,
Per
il
15
settembre
è
ufficialmente
convocata
l
'
Assemblea
autunnale
della
Società
delle
Nazioni
.
L
'
ordine
del
giorno
non
fa
alcun
accenno
alla
questione
che
così
vivamente
interessa
l
'
opinione
pubblica
e
che
provocherà
certo
l
'
avvenimento
più
saliente
della
prossima
Assemblea
:
l
'
ammissione
della
Russia
nella
Società
delle
Nazioni
.
Il
silenzio
delle
sfere
ufficiali
ginevrine
su
tale
problema
è
da
molti
punti
di
vista
preoccupante
.
Il
segnale
di
allarme
è
stato
dato
dalla
stessa
stampa
di
Ginevra
che
si
può
ritenere
bene
informata
sulle
faccende
del
Quai
Wilson
.
Che
cosa
si
nasconderebbe
sotto
questo
silenzio
ufficiale
?
Si
parla
di
negoziati
segreti
per
l
'
ammissione
dei
Sovieti
nella
Società
delle
Nazioni
,
e
del
proposito
di
presentare
la
candidatura
di
sorpresa
per
evitare
le
immancabili
opposizioni
.
Anche
la
Lega
ginevrina
intenderebbe
mettersi
sulla
strada
della
diplomazia
segreta
:
se
così
fosse
non
resterebbe
che
da
prevedere
un
ulteriore
discredito
della
Società
delle
Nazioni
,
già
compromessa
con
il
fallimento
della
Conferenza
del
disarmo
.
Che
cosa
vogliono
le
nazioni
che
lavorano
per
presentare
di
sorpresa
la
candidatura
sovietica
?
Vogliono
evitare
che
i
titoli
che
la
Russia
deve
presentare
per
essere
ammessa
siano
sottoposti
all
'
esame
della
6°
Commissione
,
la
quale
,
secondo
la
carta
statutaria
,
è
obbligata
a
determinare
se
esistano
tutte
le
condizioni
necessarie
per
concedere
l
'
ammissione
.
Queste
condizioni
non
esistono
,
e
l
'
istituto
ginevrino
,
se
intende
con
disinvoltura
violare
la
sua
procedura
,
riuscirà
pure
a
cogliere
di
sorpresa
gli
Stati
oppositori
,
ma
minaccerà
anche
il
suo
prestigio
che
presuppone
il
rispetto
delle
norme
statutarie
.
Che
la
Russia
non
abbia
i
titoli
sufficienti
per
essere
ammessa
a
Ginevra
è
già
stato
ampiamente
dimostrato
.
Le
Repubbliche
sovietiche
non
sono
riconosciute
da
tutte
le
nazioni
né
de
iure
né
de
facto
:
inoltre
l
'
articolo
primo
del
Patto
esige
che
lo
Stato
aderente
sia
uno
Stato
«
il
quale
si
governi
liberamente
»
,
e
l
'
articolo
23
prescrive
che
i
membri
si
obblighino
«
di
assicurare
e
di
mantenere
eque
ed
umane
condizioni
di
lavoro
per
l
'
uomo
,
la
donna
ed
il
fanciullo
sia
nei
loro
territori
che
in
tutti
i
paesi
ai
quali
si
estendono
le
loro
relazioni
di
commercio
e
d
'
industria
»
.
Basta
considerare
i
caratteristici
ordinamenti
della
dittatura
sovietica
,
l
'
oppressione
della
libertà
di
lavoro
,
di
opinione
e
di
fede
,
i
metodi
di
governo
sull
'
Ucraina
e
sul
Caucaso
per
concludere
che
le
Repubbliche
sovietiche
non
hanno
alcuno
dei
requisiti
giuridici
necessari
per
l
'
ammissione
.
Perciò
il
tentativo
di
evitare
la
necessaria
verifica
delle
condizioni
,
per
la
quale
lo
statuto
prevede
una
speciale
commissione
,
si
risolve
in
una
frode
delle
norme
statutarie
con
grave
pregiudizio
della
serietà
della
Lega
.
Il
caso
del
Messico
,
citato
per
parare
le
immancabili
critiche
,
non
giustifica
la
gravità
della
nuova
procedura
:
infatti
il
Messico
fu
ammesso
senza
verifica
per
il
semplice
fatto
che
,
al
momento
della
costituzione
della
Società
delle
Nazioni
,
il
Messico
,
a
differenza
delle
altre
repubbliche
americane
,
per
l
'
opposizione
di
Wilson
,
non
era
stato
«
invitato
»
ad
aderire
,
mentre
aveva
i
requisiti
necessari
per
ricevere
un
tale
invito
.
Se
effettivamente
si
cercasse
di
frodare
le
procedure
ammettendo
la
Russia
senza
verifica
,
si
verrebbe
ad
avere
questa
situazione
paradossale
:
uno
Stato
,
che
molte
nazioni
non
riconoscono
giuridicamente
,
non
solo
viene
ammesso
nella
Società
delle
Nazioni
,
alla
quale
per
precise
norme
statutarie
non
ha
diritto
di
appartenere
,
ma
viene
ammesso
anche
con
una
procedura
eccezionale
quasi
che
si
trattasse
di
una
nazione
che
per
la
sua
civiltà
politica
è
assiomaticamente
al
disopra
ed
al
di
fuori
di
ogni
discussione
.
L
'
ipotesi
,
che
sempre
più
appare
probabile
,
di
un
ingresso
della
Russia
a
Ginevra
senza
verifiche
non
si
giustifica
ma
solo
si
comprende
in
un
momento
di
preoccupante
decadenza
delle
istituzioni
che
presiedono
alla
collaborazione
fra
i
popoli
.
La
Russia
non
può
né
giuridicamente
né
moralmente
essere
ammessa
nella
Società
delle
Nazioni
,
e
se
di
ammissione
si
vuol
parlare
,
in
quanto
si
consideri
l
'
ammissione
come
un
mezzo
per
influire
con
la
civiltà
europea
sulla
barbarie
russa
,
l
'
ammissione
deve
essere
rigorosamente
condizionata
.
Altrimenti
non
l
'
Europa
influirà
sulla
Russia
ma
la
Russia
sull
'
Europa
.
Gli
Stati
che
si
sono
anzitutto
preoccupati
della
salute
interna
hanno
posto
condizioni
al
riconoscimento
giuridico
dei
Sovieti
.
Così
gli
Stati
Uniti
e
così
l
'
Inghilterra
che
hanno
preteso
dal
governo
di
Mosca
l
'
impegno
di
rinunciare
ad
ogni
propaganda
comunista
e
di
assumere
la
responsabilità
dell
'
azione
della
III
Internazionale
.
A
Ginevra
invece
non
si
parla
di
condizioni
ma
si
conta
di
sanzionare
con
un
applauso
l
'
ammissione
dei
Sovieti
.
L
'
insostenibilità
di
questa
situazione
appare
ancor
più
evidente
qualora
si
pensi
al
fatto
che
a
Ginevra
,
cioè
nel
territorio
dello
Stato
svizzero
che
non
ha
riconosciuto
e
non
intende
riconoscere
la
Russia
,
si
installerebbe
una
delegazione
sovietica
che
,
sotto
l
'
egida
del
Quai
Wilson
presso
il
quale
sarebbe
accreditata
,
potrebbe
divenire
un
vero
centro
di
propaganda
comunista
internazionale
,
una
spina
nel
cuore
dell
'
Europa
civile
.
Perciò
sono
pienamente
giustificate
le
giuste
preoccupazioni
della
stampa
svizzera
la
quale
rileva
come
ormai
sia
già
documentato
dai
fatti
che
le
sedi
dei
diplomatici
sovietici
sono
anche
centrali
di
propaganda
della
III
Internazionale
.
Ad
edificazione
di
quanti
vogliono
illudersi
sulla
sincerità
del
pacifismo
moscovita
,
togliamo
dal
giornale
«
Ordre
»
il
seguente
passo
di
un
articolo
apparso
recentemente
sulla
«
Pravda
»
di
Leningrado
:
«
Quando
i
tamburi
della
grande
Armata
Rossa
batteranno
,
quando
le
nostre
baionette
ed
i
nostri
velivoli
rossi
porteranno
nel
mondo
il
segnale
della
Rivoluzione
comunista
e
dell
'
emancipazione
dei
popoli
,
allora
sorgerà
l
'
alba
del
giorno
del
giudizio
e
dell
'
espiazione
per
il
delitto
di
millenni
:
sarà
il
giorno
della
liberazione
per
l
'
India
,
la
Cina
,
per
tutte
le
razze
oppresse
e
torturate
.
La
volontà
di
giungere
a
questa
liberazione
è
suprema
legge
e
suprema
ragione
di
vivere
per
noi
che
abbiamo
innalzato
lo
stendardo
dell
'
emancipazione
dell
'
umanità
»
.
Rettorica
vuota
e
meschina
di
spiriti
esaltati
che
trovano
però
la
loro
Ellade
nelle
Repubbliche
russe
che
si
preparano
ad
inviare
a
Ginevra
i
loro
diplomatici
,
ed
in
Estremo
Oriente
i
loro
cannoni
.
StampaQuotidiana ,
L
'
importanza
politica
del
riavvicinamento
italo
-
francese
trascende
lo
stesso
valore
obiettivo
degli
accordi
firmati
i
quali
hanno
spezzato
un
diaframma
che
impediva
una
schietta
intesa
fra
due
popoli
aventi
un
grande
e
comune
destino
nello
sviluppo
della
nostra
storia
.
La
lettera
degli
accordi
è
già
nota
attraverso
i
comunicati
ufficiali
e
le
chiare
precisazioni
dei
negoziatori
:
anche
la
stampa
ha
già
ampiamente
rilevato
i
molteplici
aspetti
del
fortunato
negoziato
.
Ciò
che
oggi
interessa
è
la
considerazione
del
modo
nel
quale
l
'
opinione
pubblica
dei
vari
paesi
va
orientandosi
in
rapporto
agli
accordi
di
Roma
i
quali
,
avendo
soprattutto
un
carattere
programmatico
,
sono
destinati
a
risentire
le
influenze
della
politica
non
solo
delle
cancellerie
,
ma
anche
delle
vaste
sfere
della
pubblica
opinione
che
pure
sono
sensibili
di
fronte
a
problemi
che
toccano
lo
stesso
destino
dei
popoli
.
Gli
accordi
romani
hanno
infatti
un
duplice
aspetto
:
liquidano
un
passato
e
preparano
un
avvenire
.
La
liquidazione
del
passato
è
avvenuta
con
una
intesa
che
,
come
disse
Mussolini
,
è
«
una
transazione
reciproca
soddisfacente
»
.
Il
modo
con
il
quale
sono
state
risolte
le
questioni
del
retro
-
terra
libico
,
del
confine
fra
l
'
Eritrea
e
la
Somalia
francese
,
dello
statuto
degli
italiani
di
Tunisi
indica
come
non
tanto
in
Africa
quanto
in
Europa
si
dovevano
cercare
le
ragioni
di
quei
dissensi
i
quali
impedivano
«
la
consacrazione
di
quei
valori
ideali
che
vengono
dalla
comunanza
delle
origini
»
fra
i
due
popoli
.
Questi
dissensi
potevano
prendere
motivo
dalle
rivendicazioni
coloniali
ma
non
avevano
la
loro
radice
in
esse
.
La
ragione
era
più
vasta
e
bisogna
risalire
fino
ai
trattati
di
pace
ed
alle
amarezze
che
hanno
lasciato
in
vincitori
e
vinti
per
rendersi
conto
come
ancora
oggi
,
sotto
la
pressione
di
eventi
che
minacciano
di
far
ripiombare
l
'
Europa
nella
barbarie
,
si
stiano
liquidando
le
tristi
eredità
del
passato
.
«
Ascoltiamo
le
lezioni
della
storia
ha
detto
Laval
.
È
sempre
nella
guerra
che
sono
sommerse
le
civiltà
»
.
Di
fronte
a
questo
pericolo
i
responsabili
della
politica
di
due
grandi
nazioni
hanno
saputo
ritrovare
la
via
di
quegli
accordi
che
,
come
felicemente
disse
il
capo
del
governo
,
«
servono
non
a
restringere
ma
ad
allargare
l
'
orizzonte
della
vita
europea
»
.
«
I
popoli
non
vogliono
più
attendere
aveva
affermato
Laval
poiché
essi
sono
nell
'
incertezza
e
troppo
spesso
nella
miseria
»
.
A
risollevare
l
'
opinione
pubblica
dalla
depressione
morale
e
dalla
stanchezza
della
sfiducia
mirano
soprattutto
gli
accordi
romani
.
Si
può
dire
che
essi
prevedono
una
nuova
organizzazione
dell
'
Europa
,
una
risoluzione
dei
più
spinosi
problemi
europei
che
vanno
dall
'
indipendenza
dell
'
Austria
al
riavvicinamento
italo
-
piccolointesista
,
dall
'
affermazione
del
principio
della
non
ingerenza
alla
ripresa
della
Conferenza
del
disarmo
con
la
collaborazione
della
Germania
.
Non
solo
prevedono
,
ma
vogliono
;
cioè
gli
accordi
non
si
esauriscono
in
una
unità
di
vedute
ma
sono
anche
un
impegno
di
volontà
:
non
dottrina
,
ma
politica
,
non
intellettualismo
ma
volontarismo
.
Per
questo
va
sottolineato
l
'
aspetto
psicologico
della
visita
di
Laval
in
quanto
esso
significa
comprensione
,
possibilità
di
discutere
e
di
comprendersi
,
eliminazioni
di
apriorismi
e
di
prevenzioni
che
nella
politica
portano
quegli
elementi
imponderabili
il
cui
gioco
è
spesso
decisivo
.
Dal
Patto
a
quattro
ai
colloqui
di
Stra
,
e
dai
colloqui
di
Stra
a
Roma
sono
stati
fatti
grandi
passi
.
Gli
avvenimenti
del
secondo
semestre
1934
hanno
spostato
quel
sistema
di
equilibri
che
un
anno
fa
regolavano
gli
orientamenti
della
politica
europea
.
Oggi
Roma
e
Parigi
,
con
l
'
adesione
di
Londra
che
non
potrà
non
essere
resa
esplicita
nei
prossimi
incontri
,
hanno
un
programma
comune
sull
'
indipendenza
dell
'
Austria
,
e
sul
principio
della
«
non
ingerenza
»
che
è
destinato
ad
essere
un
principio
capace
di
conciliare
i
contrastanti
interessi
del
revisionismo
e
dell
'
antirevisionismo
.
Le
sfere
ufficiali
ungheresi
hanno
infatti
chiarito
come
l
'
accettazione
del
principio
della
«
non
ingerenza
»
non
significhi
rinuncia
al
principio
revisionistico
,
poiché
per
revisione
non
s
'
intende
intromissione
negli
affari
di
un
paese
straniero
,
né
tanto
meno
conflitto
per
il
regolamento
di
questioni
territoriali
,
ma
procedura
pacifica
prevista
dall
'
art
.
19
del
Patto
delle
Nazioni
.
Sulla
questione
del
disarmo
Mussolini
e
Laval
hanno
convenuto
di
riconoscere
che
nessun
paese
può
modificare
per
atto
unilaterale
le
sue
obbligazioni
in
materia
di
armamenti
e
che
,
nel
caso
in
cui
questa
eventualità
dovesse
verificarsi
,
essi
si
consulterebbero
.
L
'
interpretazione
di
questo
accordo
è
stata
varia
:
alcuni
giornali
francesi
hanno
visto
in
questo
impegno
il
riconoscimento
da
parte
dell
'
Italia
dell
'
illegalità
del
riarmo
tedesco
;
altri
invece
,
notando
che
l
'
accordo
si
richiama
esplicitamente
«
alla
dichiarazione
sull
'
eguaglianza
dei
diritti
dell'11
dicembre
1931
»
che
costituisce
la
premessa
dell
'
accordo
stesso
,
si
sono
preoccupati
di
insistere
sulla
tesi
della
necessità
degli
armamenti
francesi
in
previsione
di
una
legalizzazione
del
riarmo
germanico
.
In
sostanza
il
testo
dell
'
accordo
afferma
l
'
inammissibilità
di
una
modificazione
unilaterale
degli
impegni
internazionali
e
quindi
si
risolve
in
una
affermazione
societaria
della
solidarietà
.
La
questione
degli
armamenti
si
deve
risolvere
non
con
arbitrarie
prese
di
posizioni
,
ma
per
via
di
intese
:
questo
dicono
gli
accordi
romani
che
perciò
si
possono
considerare
come
un
efficace
stimolo
alla
ripresa
delle
discussioni
ginevrine
.
La
stampa
internazionale
infatti
ha
già
incominciato
a
prospettare
i
possibili
termini
di
una
ripresa
delle
discussioni
a
Ginevra
in
materia
di
disarmo
e
con
l
'
intervento
della
Germania
.
Evidentemente
,
dalla
risoluzione
del
plebiscito
della
Sarre
e
dall
'
accettazione
da
parte
di
tutti
gli
Stati
invitati
del
principio
di
non
ingerenza
dipendono
le
possibilità
di
successo
di
una
ripresa
della
conferenza
per
la
limitazione
degli
armamenti
.
Per
questo
«
non
bisogna
credere
che
tutto
sia
fatto
»
e
bisogna
quindi
coltivare
un
'
amicizia
che
ha
avuto
un
ritorno
così
spontaneo
,
cordiale
e
promettente
.
Non
rinunciare
alle
rispettive
amicizie
,
come
ha
detto
Mussolini
,
ma
armonizzarle
secondo
le
esigenze
generali
:
tale
può
essere
un
programma
capace
di
far
superare
le
difficoltà
degli
ultimi
mesi
,
in
quanto
parte
dalla
realistica
premessa
dell
'
esistenza
di
amicizie
,
mira
al
realizzabile
fine
di
eliminare
i
contrasti
in
nome
di
quelle
«
esigenze
generali
»
che
non
sono
altro
che
l
'
interesse
della
comunità
europea
sulla
quale
grava
l
'
ipoteca
posta
dalle
rivalità
e
dalle
incomprensioni
.
StampaQuotidiana ,
L
'
indifferenza
e
l
'
assenteismo
del
popolo
austriaco
di
fronte
ai
progettati
piani
sovversivi
,
in
occasione
dell
'
anniversario
delle
giornate
rosse
viennesi
costituisce
una
riconferma
della
solidità
del
nuovo
ordine
sociale
che
il
governo
austriaco
è
riuscito
a
consolidare
e
garantire
.
Contro
la
«
Sozialdemokratie
»
bolscevizzante
e
contro
il
nazismo
terrorista
l
'
Austria
ha
impegnato
negli
ultimi
due
anni
una
lotta
che
è
stata
implacabile
ed
anche
,
in
certi
momenti
,
snervante
.
La
politica
militante
,
inaugurata
da
Dollfuss
,
ha
saputo
tener
viva
quell
'
alta
tensione
spirituale
che
era
assolutamente
indispensabile
per
conferire
al
problema
austriaco
un
carattere
europeo
e
per
superare
gli
estremismi
della
politica
interna
.
I
quali
estremismi
avevano
un
netto
carattere
sovversivo
ed
anti
-
austriaco
in
quanto
negavano
i
due
aspetti
fondamentali
della
«
missione
storica
»
dell
'
Austria
,
aspetti
che
sono
stati
ribaditi
ed
illustrati
dal
recente
articolo
di
Mussolini
:
la
cultura
austriaca
,
la
spiritualità
cattolica
.
L
'
ateismo
della
socialdemocrazia
marxista
e
materialista
significava
negazione
dei
valori
spirituali
della
cristianità
austriaca
,
mentre
il
pangermanesimo
nazista
si
risolveva
nella
negazione
dei
caratteri
specifici
della
cultura
austriaca
che
tende
a
togliere
al
germanesimo
«
tutto
ciò
che
vi
è
di
esclusivo
,
di
aspro
,
di
repulsivo
alle
altre
genti
»
.
Malgrado
il
consolidamento
della
situazione
interiore
,
consolidamento
attuato
per
mezzo
di
una
dura
e
quotidiana
azione
di
difesa
contro
le
rinascenti
forze
del
disordine
,
il
cosiddetto
«
problema
austriaco
»
conserva
la
sua
urgenza
ed
attualità
nel
quadro
della
politica
danubiana
.
Dopo
essere
stata
oggetto
di
uno
dei
principali
negoziati
di
Roma
,
la
questione
austriaca
non
ha
avuto
adeguato
rilievo
nelle
conversazioni
londinesi
sicché
oggi
il
problema
forse
più
decisivo
per
l
'
equilibrio
europeo
si
trova
posposto
ai
negoziati
per
la
Locarno
aerea
e
per
la
Locarno
orientale
.
Questo
locarnismo
esigerà
trattative
assai
lunghe
e
delicate
non
essendo
ancora
matura
la
precisazione
dei
dati
di
fatto
sui
quali
vertono
i
negoziati
,
mentre
l
'
accordo
italo
-
francese
sul
patto
danubiano
non
attende
che
l
'
adesione
della
Germania
e
della
Polonia
per
entrare
nella
fase
definitiva
.
Si
postula
teoricamente
la
sicurezza
al
disarmo
,
ma
di
fatto
si
finisce
col
posporre
la
conclusione
dei
patti
che
la
sicurezza
garantiscono
alle
conversazioni
sulla
riduzione
degli
armamenti
.
Per
questo
la
politica
europea
continua
a
girare
su
se
stessa
in
un
circolo
vizioso
che
diventa
sempre
più
cronico
.
Vi
è
infatti
alla
radice
degli
attuali
negoziati
un
equivoco
apparentemente
procedurale
ma
di
fatto
sostanziale
in
quanto
entra
nel
merito
oggettivo
delle
trattative
.
A
Londra
si
è
affermato
il
principio
della
«
simultaneità
»
dei
negoziati
in
quanto
si
condizionano
reciprocamente
mentre
Laval
era
già
impegnato
con
il
protocollo
franco
-
sovietico
del
5
dicembre
a
non
concludere
accordi
particolari
con
quelle
potenze
che
,
invitate
ad
aderire
al
Patto
orientale
,
abbiano
opposto
rifiuto
:
lo
stesso
ministro
francese
,
alla
vigilia
delle
conversazioni
di
Londra
,
avrebbe
data
assicurazione
formale
ai
rappresentanti
della
Russia
e
della
Piccola
Intesa
di
far
precedere
la
conclusione
del
Patto
dell
'
Est
alla
conclusione
del
Patto
danubiano
.
A
Londra
si
parla
di
simultaneità
,
altrove
si
antepone
il
Patto
dell
'
Est
alla
questione
degli
armamenti
ed
a
quella
danubiana
:
al
contrario
la
Germania
sembra
spostare
ogni
negoziato
sulla
convenzione
aerea
eliminando
quindi
ogni
trattativa
sui
due
patti
europei
.
Specialmente
per
ciò
che
riguarda
la
questione
dell
'
Est
,
le
preoccupazioni
tedesche
per
gli
armamenti
russi
(
che
Mosca
tende
a
giustificare
adducendo
la
necessità
di
garantire
la
sua
politica
in
Estremo
Oriente
)
sono
destinate
a
rimandare
alle
calende
greche
la
Locarno
orientale
.
Come
potranno
svilupparsi
gli
attuali
negoziati
internazionali
che
si
trovano
inviluppati
in
così
complicate
difficoltà
procedurali
?
Per
ora
è
degna
di
rilievo
la
risposta
del
Reich
favorevole
all
'
apertura
dei
negoziati
.
Von
Neurath
ha
rimesso
agli
ambasciatori
d
'
Inghilterra
e
di
Francia
una
memoria
della
quale
per
ora
si
conosce
solo
la
brevità
.
Ciò
del
resto
era
prevedibile
dato
il
carattere
generico
dello
stesso
comunicato
di
Londra
.
La
Germania
accetta
di
trattare
e
domani
si
potranno
conoscere
i
motivi
fondamentali
sui
quali
la
Wilhelmstrasse
intende
intavolare
le
trattative
che
,
data
la
diversità
delle
note
presentate
a
Londra
ed
a
Parigi
,
si
prevede
possano
avere
una
duplice
orientazione
.
Negli
ultimi
giorni
la
stampa
tedesca
aveva
preannunciata
la
risposta
positiva
di
Berlino
,
pur
avanzando
serie
obiezioni
sugli
argomenti
dei
negoziati
.
Il
«
Voelkische
Beobachter
»
,
per
esempio
,
ha
rilevato
come
il
trattato
di
Locarno
implichi
già
,
per
le
parti
contraenti
,
l
'
obbligo
di
mettere
i
loro
armamenti
aerei
a
disposizione
di
quel
Paese
che
venisse
attaccato
.
Da
questo
punto
di
vista
si
fa
presente
che
i
nuovi
impegni
proposti
non
aggiungerebbero
nulla
a
quelli
preesistenti
,
fatta
eccezione
delle
garanzie
che
ora
vengono
offerte
all
'
Inghilterra
le
quali
non
sono
previste
dal
trattato
di
Locarno
.
Per
quanto
riguarda
il
fronte
renano
la
convenzione
proposta
non
offrirebbe
nuovi
elementi
di
sicurezza
.
La
particolare
posizione
geografica
dell
'
Italia
e
dell
'
Inghilterra
complica
notevolmente
il
piano
della
Locarno
aerea
,
sicché
in
un
primo
momento
si
era
pensato
ad
un
doppio
patto
concluso
da
una
parte
dalla
Francia
-
Germania
-
Inghilterra
-
Belgio
e
dall
'
altra
dall
'
Italia
-
Francia
-
Germania
.
Gli
ambienti
politici
italiani
hanno
però
fatto
presente
che
un
doppio
patto
aereo
rischierebbe
di
indebolire
più
che
rinforzare
il
patto
di
Locarno
.
L
'
Italia
appare
favorevole
alla
conclusione
di
un
unico
accordo
aereo
firmato
da
tutte
le
cinque
potenze
di
Locarno
,
salvo
allegare
all
'
accordo
un
annesso
con
il
quale
l
'
Inghilterra
e
l
'
Italia
preciserebbero
le
speciali
condizioni
del
loro
scambievole
aiuto
.
Ma
tali
questioni
particolari
sarebbero
facilmente
superabili
qualora
fosse
raggiunto
un
accordo
sul
quantitativo
degli
armamenti
aerei
del
Reich
invitato
a
trattare
su
un
piede
di
parità
.
Il
grave
ostacolo
si
deve
ricercare
in
questo
settore
delle
trattative
.
StampaQuotidiana ,
Tutti
coloro
(
e
sono
legione
)
che
negli
ultimi
tempi
si
erano
lasciati
trasportare
per
la
facile
china
delle
previsioni
crepuscolari
e
delle
congetture
catastrofiche
non
possono
non
rimanere
colpiti
da
benevola
sorpresa
di
fronte
alle
conclusioni
del
convegno
di
Stresa
.
Nei
prossimi
giorni
si
potrà
trattare
minutamente
della
portata
politico
-
diplomatica
delle
singole
deliberazioni
,
ma
ciò
che
importa
è
rilevare
lo
spirito
delle
conclusioni
e
le
loro
fondamentali
caratteristiche
che
sono
:
1
)
fedele
osservanza
degli
impegni
contrattuali
inviolabili
;
2
)
volontà
incrollabile
di
rinnovare
le
obbligazioni
poste
dagli
accordi
già
conclusi
fra
le
tre
potenze
;
3
)
preoccupazione
scrupolosa
di
non
sciupare
alcuna
delle
possibilità
di
garantire
la
pace
con
i
patti
proposti
.
Su
questi
tre
binari
si
sono
poste
le
discussioni
di
Stresa
,
ed
a
questi
tre
princìpi
sono
riducibili
le
conclusioni
prese
.
Infatti
l
'
adozione
di
una
condotta
comune
da
seguire
nella
discussione
del
ricorso
della
Francia
a
Ginevra
,
e
la
dichiarazione
finale
che
impegna
le
tre
Nazioni
ad
opporsi
«
con
tutti
i
mezzi
adatti
»
ad
ogni
ripudiazione
unilaterale
dei
trattati
costituiscono
una
prova
concreta
di
voler
mantenere
sul
regime
delle
reciproche
intese
le
sorti
d
'
Europa
.
In
secondo
luogo
,
la
riaffermazione
degli
accordi
di
Roma
e
di
Londra
,
nonché
la
importantissima
dichiarazione
del
governo
italiano
ed
inglese
circa
gli
impegni
di
Locarno
rinnovano
la
volontà
incrollabile
di
riconfermare
ed
aggiornare
le
preesistenti
obbligazioni
.
Infine
,
l
'
aver
lasciata
la
porta
aperta
circa
i
patti
danubiano
,
orientale
,
aereo
e
la
riduzione
degli
armamenti
dimostra
con
quanta
sollecitudine
vengono
rinnovati
i
tentativi
di
garantire
il
sempre
minacciato
ordine
europeo
.
Coloro
(
e
sono
pure
legione
)
che
confondono
la
diplomazia
con
il
teatro
,
il
destino
dei
popoli
con
i
giuochi
d
'
azzardo
e
che
negli
ultimi
giorni
cercavano
fra
le
righe
delle
scarne
cronache
giornalistiche
imbottite
di
paesistica
e
di
colore
lacustre
il
preannuncio
di
mobilitazioni
di
immediati
conflitti
,
ricevono
oggi
una
precisa
lezione
di
sano
equilibrio
e
di
severo
senso
di
responsabilità
.
Questo
importa
rilevare
all
'
indomani
di
un
convegno
che
ha
tenuto
la
politica
europea
sospesa
in
una
pausa
di
incertezze
gravide
di
impensate
conseguenze
.
Il
comunicato
è
assai
chiaro
.
Diviso
per
argomenti
,
non
lascia
luogo
ad
equivoci
né
ha
bisogno
di
elucubrazioni
esegetiche
.
Le
deliberazioni
sono
di
due
tipi
:
alcune
si
possono
considerare
«
realizzazioni
»
,
ed
altre
«
programmi
di
realizzazioni
»
.
Ma
gli
attivi
non
si
debbono
considerare
solo
alla
stregua
delle
realizzazioni
positive
,
bensì
anche
alla
stregua
delle
mancate
realizzazioni
negative
:
non
si
può
badare
solo
a
ciò
che
si
è
«
ottenuto
»
ma
anche
a
ciò
che
si
è
«
scansato
»
e
questa
seconda
partita
non
è
meno
considerevole
della
prima
.
Tra
le
realizzazioni
positive
,
cioè
rese
definitive
con
Stresa
,
si
deve
ricordare
:
1
)
accordo
di
perseguire
una
politica
di
pace
«
nell
'
ambito
della
Società
delle
Nazioni
»
;
2
)
accordo
di
opporsi
«
con
tutti
i
mezzi
adatti
»
ad
ogni
ripudiazione
unilaterale
dei
trattati
;
3
)
accordo
italo
-
inglese
di
confermare
gli
obblighi
di
garanzia
del
trattato
di
Locarno
,
e
di
comunicare
ciò
al
governo
germanico
;
4
)
accordo
sulla
necessità
di
mantenere
l
'
indipendenza
austriaca
.
Tra
i
programmi
di
realizzazioni
,
che
non
sono
semplici
voti
generici
,
ma
proposte
concrete
,
si
deve
sottolineare
:
1
)
piano
di
una
riunione
a
Roma
dei
paesi
danubiani
interessati
al
mantenimento
dell
'
integrità
e
dell
'
indipendenza
austriaca
al
fine
di
concludere
accordi
relativi
all
'
Europa
centrale
;
2
)
conferma
dei
princìpi
e
delle
procedure
londinesi
del
piano
di
un
patto
aereo
;
3
)
raccomandazione
agli
Stati
interessati
alla
richiesta
di
«
revisione
»
dello
statuto
militare
dei
trattati
di
S
.
Germano
,
Trianon
e
Neuilly
,
di
regolare
tale
richiesta
per
via
di
convenzione
.
(
Esempio
questo
notevole
dell
'
inizio
di
pacifiche
procedure
revisionistiche
di
clausole
militari
di
Trattati
di
pace
)
.
Sta
infine
a
sé
il
proposito
generico
di
continuare
i
negoziati
per
lo
sviluppo
della
sicurezza
nell
'
Europa
orientale
:
non
si
accenna
al
Patto
dell
'
Est
che
tante
difficoltà
ha
sollevate
,
ma
si
è
preoccupati
,
anche
qui
,
di
mantenere
aperta
la
porta
dei
negoziati
,
specialmente
dopo
le
precisazioni
tedesche
di
sabato
scorso
.
Ciò
che
il
comunicato
afferma
circa
il
disarmo
è
di
capitale
interesse
,
ma
ogni
precisazione
,
su
questo
terreno
,
resta
rinviata
alla
discussione
del
ricorso
francese
a
Ginevra
del
quale
si
conosce
solo
il
testo
.
Per
ora
si
sa
solo
che
i
tre
governi
constatano
«
con
rammarico
»
una
ripudiazione
di
trattati
che
ha
«
scosso
la
fiducia
»
;
i
tre
governi
sono
disposti
ad
unirsi
per
ogni
tentativo
di
carattere
pratico
mirante
a
promuovere
un
accordo
internazionale
per
la
limitazione
degli
armamenti
.
Rammarico
per
il
passato
e
fiducia
per
il
futuro
;
rammarico
e
fiducia
che
però
non
possono
essere
considerati
a
sé
,
ma
vanno
inquadrati
nella
protesta
francese
alla
Società
delle
Nazioni
(
protesta
che
ha
già
l
'
adesione
dell
'
Italia
e
dell
'
Inghilterra
)
e
nella
riaffermazione
anglo
-
italiana
della
garanzia
di
Locarno
.
Questi
vari
momenti
non
possono
esser
scissi
perché
sono
complementari
e
tutti
essenzialissimi
ai
fini
di
un
giudizio
integrale
della
situazione
.
Lo
spirito
del
convegno
di
Stresa
è
stato
sottolineato
nelle
calde
parole
di
commiato
pronunciate
dagli
uomini
di
Stato
delle
tre
nazioni
.
Ha
detto
Mac
Donald
:
mantenere
la
porta
aperta
,
lavorare
a
piena
luce
,
essere
onesti
e
ragionevoli
,
sapere
da
qual
parte
sono
le
responsabilità
.
Flandin
ha
invece
sottolineata
l
'
ammirazione
e
la
riconoscenza
delle
delegazioni
al
capo
del
governo
italiano
che
del
convegno
è
stato
l
'
iniziatore
e
l
'
animatore
.
Mentre
a
Ginevra
si
riunisce
il
Consiglio
straordinario
della
Società
delle
Nazioni
l
'
atmosfera
europea
si
può
considerare
sensibilmente
chiarita
.
Nel
pelago
agitato
delle
persistenti
incertezze
vi
sono
tre
punti
fissi
di
orientamento
:
l
'
accordo
italo
-
francese
di
Roma
,
l
'
accordo
franco
-
inglese
di
Londra
,
ed
il
definitivo
accordo
di
Stresa
che
è
sintesi
e
coronamento
delle
precedenti
intese
.
Considerando
la
situazione
dall
'
angolo
visivo
di
questa
rinnovata
volontà
di
triplice
concordia
si
può
valutare
quanto
considerevole
sia
l
'
attivo
del
convegno
di
Stresa
.
StampaQuotidiana ,
Domani
il
popolo
spagnolo
,
chiamato
ad
esprimere
la
sua
volontà
,
potrà
dire
una
parola
decisiva
sulle
sorti
della
sua
politica
.
La
battaglia
elettorale
,
impegnata
con
giganteschi
mezzi
sul
fronte
destro
e
sul
fronte
sinistro
,
si
può
considerare
decisiva
per
l
'
avvenire
non
solo
politico
della
grande
nazione
.
La
storia
della
Spagna
repubblicana
è
una
storia
di
inquietudine
,
di
malessere
e
di
instabilità
sociale
.
Per
comprendere
il
senso
di
queste
elezioni
bisogna
avere
presente
la
breve
ma
eloquente
vicenda
degli
ultimi
anni
.
Dal
14
aprile
1931
l
'
insofferente
vita
politica
spagnola
è
in
cerca
di
una
piattaforma
sociale
che
permetta
alla
nazione
di
lavorare
in
quello
spirito
di
concordia
che
è
la
prima
condizione
di
ogni
progresso
civile
.
All
'
indomani
della
proclamazione
della
repubblica
,
un
'
influenza
predominante
durata
un
paio
d
'
anni
ha
avuto
il
Partito
socialista
che
appariva
il
meglio
organizzato
fra
i
partiti
repubblicani
ed
il
più
autorevole
interprete
della
nuova
coscienza
popolare
.
Furono
le
sinistre
che
diedero
alla
Spagna
le
Corti
costituenti
le
quali
hanno
avvelenata
la
vita
politica
spagnola
con
quelle
false
ideologie
che
si
sono
mostrate
incapaci
a
fondare
un
ordine
nuovo
.
Nelle
elezioni
del
novembre
1933
il
pendolo
oscilla
in
senso
opposto
;
la
rappresentanza
socialista
esce
decimata
dal
responso
delle
urne
,
mentre
si
fanno
strada
i
gruppi
di
destra
(
popolari
,
agrari
,
monarchici
)
e
quelli
del
centro
(
radicali
)
.
Era
possibile
un
decisivo
colpo
di
timone
?
Ogni
proposito
innovatore
ha
urtato
contro
il
problema
della
ingovernabilità
delle
Cortes
.
Nessun
partito
era
in
grado
di
assumersi
il
potere
con
la
garanzia
di
una
maggioranza
parlamentare
e
per
questo
le
destre
dovettero
adattarsi
ad
una
soluzione
di
compromesso
quale
fu
quella
di
un
governo
di
centro
-
destra
.
È
questa
la
risoluzione
Lerroux
,
che
in
pratica
si
è
mostrata
fiacca
,
irresoluta
,
insufficiente
ad
iniziare
quella
politica
revisionistica
che
sempre
più
s
'
imponeva
.
Queste
difficoltà
di
carattere
parlamentare
furono
aggravate
dai
moti
rivoluzionari
organizzati
dai
partiti
battuti
sul
terreno
parlamentare
,
ed
ultimamente
dagli
scandali
finanziari
nei
quali
si
trovarono
implicati
esponenti
del
radicalismo
.
Tale
equilibrio
instabile
fu
infine
spezzato
da
un
provvedimento
del
presidente
della
Repubblica
che
affidava
il
governo
ad
un
indipendente
,
Portela
Valladares
,
il
quale
,
non
avendo
alcun
seguito
nel
Parlamento
,
sciolse
le
Cortes
.
Così
è
tramontata
una
legislatura
che
,
osservata
retrospettivamente
,
ha
tutte
le
caratteristiche
di
una
fase
politica
di
transizione
.
Lo
stesso
problema
del
novembre
1933
resta
insoluto
e
la
questione
del
revisionismo
viene
ora
ripresentata
dal
fronte
antirivoluzionario
alla
massa
elettorale
.
Revisionismo
significa
riforma
di
una
legislazione
vessatoria
ancora
impregnata
dello
spirito
rivoluzionario
ed
anticlericale
delle
Cortes
costituenti
,
significa
stabilità
governativa
,
ed
ordine
interno
nel
rispetto
delle
leggi
.
Dal
1931
la
Spagna
ebbe
28
governi
e
più
di
80
ministri
:
solamente
nel
corso
del
1935
i
governi
furono
sette
.
La
sola
rivoluzione
dell
'
ottobre
1934
è
costata
2500
vite
:
altri
sette
movimenti
rivoluzionari
scoppiarono
negli
ultimi
anni
e
nove
mila
furono
gli
scioperi
.
Duecento
chiese
e
conventi
furono
incendiati
e
distrutti
,
e
più
di
cento
giornali
sospesi
.
Una
situazione
così
minacciosa
non
può
continuarsi
a
lungo
senza
fiaccar
le
migliori
risorse
della
vita
sociale
di
un
popolo
.
Quale
sarà
l
'
atteggiamento
dei
cattolici
nelle
elezioni
di
domani
?
Il
cardinale
primate
Gomà
y
Toms
,
arcivescovo
di
Toledo
,
ha
precisato
chiaramente
nella
sua
lettera
pastorale
il
dovere
dei
cattolici
nell
'
ora
presente
.
Rilevando
l
'
intima
connessione
fra
le
cose
della
Chiesa
e
quelle
della
società
,
il
cardinale
primate
ha
rivolto
anzitutto
un
paterno
ed
accorato
appello
all
'
unione
.
I
cattolici
devono
scendere
in
lotta
uniti
:
«
prima
di
tutto
,
soprattutto
,
con
tutti
,
ad
ogni
costo
»
.
L
'
unione
è
la
prima
garanzia
del
successo
.
Eco
più
eloquente
e
più
autorevole
alle
parole
che
«
L
'
Osservatore
romano
»
scrisse
fin
dal
febbraio
del
'34
non
si
poteva
dare
e
nemmeno
risposta
più
decisiva
a
chi
,
mal
interpretandole
,
le
criticò
allora
e
se
ne
risentì
.
Gli
obiettivi
che
i
cattolici
si
devono
proporre
nel
dare
il
loro
voto
sono
tre
:
«
il
rispetto
dei
diritti
della
Chiesa
,
il
risanamento
della
scuola
,
la
santità
della
famiglia
»
.
Questi
sono
i
postulati
della
coscienza
cristiana
che
dovrà
giudicare
quali
fra
i
partiti
diano
la
garanzia
di
rispettare
le
tre
fondamentali
istituzioni
della
società
cristiana
.
Alla
coalizione
dei
partiti
professanti
il
laicismo
si
deve
«
contrapporre
la
somma
dei
voti
e
dei
partiti
di
affermazione
religiosa
,
andando
alla
conquista
del
potere
per
la
tutela
degli
interessi
di
ordine
religioso
»
.
Senza
immischiarsi
nelle
contingenti
e
particolari
questioni
di
alchimie
politiche
,
il
cardinale
primate
ha
così
determinato
i
doveri
religiosi
dell
'
elettore
cristiano
il
quale
,
pur
libero
nella
scelta
del
partito
politico
,
non
può
dimenticare
che
questa
libertà
ha
un
limite
nella
necessità
della
difesa
e
della
garanzia
dei
diritti
di
Dio
e
della
religione
.
L
'
appello
sacerdotale
nel
quale
vibra
la
carità
di
Cristo
e
la
sollecita
preoccupazione
di
tutelare
la
fede
del
popolo
si
conclude
con
un
commosso
richiamo
al
senso
di
responsabilità
dei
cittadini
ed
alla
fiducia
nella
divina
assistenza
.
«
Nei
nostri
codici
dice
il
cardinale
primate
vigono
ancora
le
leggi
derogatorie
dei
diritti
di
Gesù
Cristo
nella
nostra
Spagna
.
Ma
Signore
e
Padrone
nostro
è
nostro
Signor
Gesù
Cristo
.
Che
la
Spagna
Gli
sia
ridata
e
possa
stringersi
liberamente
,
pubblicamente
alla
sua
Croce
.
Che
questa
stenda
ancora
le
sue
braccia
,
sulle
nostre
scuole
,
sulle
nostre
famiglie
,
sui
nostri
morti
»
.
Il
popolo
della
Spagna
cattolica
non
potrà
non
rispondere
compatto
all
'
appello
del
suo
Pastore
.
Le
previsioni
della
stampa
e
dell
'
opinione
pubblica
sui
risultati
della
battaglia
elettorale
di
domani
permangono
disparate
.
Solo
con
il
secondo
scrutinio
del
1°
marzo
si
potranno
conoscere
i
risultati
definitivi
.
Appare
però
chiaro
fin
d
'
ora
che
all
'
accanita
propaganda
della
concentrazione
delle
sinistre
,
la
quale
ha
trovato
alleati
insperati
,
il
blocco
antirivoluzionario
oppone
una
forza
altrettanto
compatta
e
decisa
.
Le
elezioni
del
1933
diedero
ai
partiti
di
destra
e
del
centro
quasi
5
milioni
di
voti
contro
circa
3
milioni
ottenuti
dalle
sinistre
.
Malgrado
che
le
attuali
elezioni
siano
state
indette
da
un
governo
avverso
alle
rivendicazioni
delle
destre
,
e
che
nella
stessa
determinazione
della
data
delle
elezioni
si
sia
cercato
il
momento
meno
favorevole
al
blocco
antirivoluzionario
,
i
successi
delle
riunioni
elettorali
dei
partiti
antisocialisti
fa
ritenere
tanto
probabile
quanto
duro
il
loro
successo
.
Si
tratta
,
come
dice
il
cardinale
primate
,
di
una
«
svolta
imprevista
»
nella
storia
della
politica
spagnuola
,
e
tutte
le
forze
della
resistenza
antirivoluzionaria
devono
considerarsi
mobilitate
,
al
di
sopra
delle
particolari
divisioni
su
problemi
contingenti
.
E
sembra
ben
certo
fin
da
questa
vigilia
,
che
un
successo
delle
destre
,
nelle
presenti
contingenze
,
avrà
delle
conseguenze
radicali
sugli
immediati
sviluppi
della
politica
spagnola
,
ed
i
discorsi
elettorali
sono
tutti
ispirati
da
questa
volontà
decisa
di
uscire
una
volta
per
sempre
da
un
troppo
lungo
e
penoso
disagio
.
Quanti
seguono
con
simpatia
i
duri
sforzi
del
popolo
spagnolo
nella
sua
lotta
contro
i
nemici
della
fede
,
che
sono
pure
i
nemici
del
benessere
sociale
,
non
possono
che
augurare
alla
Spagna
cattolica
,
gentile
,
operosa
di
ritrovare
la
via
della
salute
e
della
pace
.
StampaQuotidiana ,
I
risultati
delle
elezioni
spagnole
,
per
quanto
ancora
non
definitivi
,
segnano
un
netto
successo
delle
sinistre
mentre
l
'
Azione
popolare
(
CEDA
)
,
fra
i
partiti
di
destra
,
è
il
solo
che
abbia
aumentata
la
sua
rappresentanza
popolare
.
Come
avevamo
rilevato
alla
vigilia
delle
elezioni
,
«
la
concentrazione
delle
sinistre
ha
trovato
alleati
insperati
»
e
ciò
ha
reso
particolarmente
ardua
la
lotta
del
blocco
antirivoluzionario
.
Nelle
fasi
storiche
di
disorientamento
,
qual
è
quella
che
ancora
sta
attraversando
la
Spagna
,
domina
la
cosiddetta
«
legge
del
pendolo
»
:
cioè
il
disagio
ed
il
malcontento
si
manifestano
in
modo
scomposto
facendo
oscillare
da
un
estremo
all
'
altro
le
preferenze
della
massa
elettorale
.
Quindi
,
più
che
di
una
affermazione
delle
sinistre
,
si
deve
parlare
di
una
riconferma
della
crisi
politica
la
quale
,
lungi
dal
trovare
uno
sbocco
risolutivo
,
ritorna
,
sotto
la
pressione
del
disagio
,
su
posizioni
che
si
sono
già
dimostrate
inefficaci
ed
insufficienti
.
In
ciò
sta
il
motivo
più
disastroso
dell
'
attuale
esperienza
politica
spagnola
.
Il
popolo
,
nell
'
esercizio
della
sua
sovranità
,
si
è
staccato
e
sarebbe
illusorio
nasconderlo
dall
'
opera
della
passata
legislatura
che
,
pure
essendo
sotto
il
dominio
parlamentare
delle
destre
,
non
giunse
a
dare
alla
Spagna
un
governo
che
riflettesse
la
nuova
orientazione
dell
'
opinione
pubblica
.
Tale
e
non
altro
sembra
essere
il
motivo
dell
'
oscillazione
del
pendolo
elettorale
verso
quei
partiti
che
,
nella
dialettica
della
vita
politica
,
rappresentano
sempre
il
momento
negativo
,
il
momento
della
critica
,
del
disagio
confessato
,
del
malessere
che
non
trova
una
via
di
uscita
.
Il
programma
di
Azaña
e
di
Caballero
è
un
programma
di
opposizione
e
,
in
quanto
opposizione
contro
una
politica
governativa
che
aveva
scontentate
pure
le
destre
,
ha
saputo
polarizzare
gran
parte
dell
'
opinione
pubblica
.
Ora
che
cosa
potrà
dire
ad
essa
Azaña
che
si
dichiara
già
pronto
a
costituire
un
governo
in
tre
ore
?
L
'
ex
-
presidente
del
Consiglio
ha
già
parlato
con
i
fatti
,
spingendo
il
suo
paese
per
quella
china
in
fondo
alla
quale
ci
sono
le
rovine
ancora
fumanti
della
rivoluzione
delle
Asturie
.
L
'
esperienza
governativa
delle
sinistre
è
già
stata
fatta
in
Spagna
e
non
si
vede
quale
possa
essere
il
nuovo
e
costruttivo
programma
del
governo
di
un
paese
che
è
rimasto
ed
è
tuttora
sotto
la
infausta
influenza
della
prima
legislazione
rivoluzionaria
.
Spalancare
le
porte
delle
carceri
,
beneficare
di
una
larga
amnistia
gli
anarchici
ed
i
comunisti
che
hanno
organizzata
la
lotta
civile
,
che
hanno
seminato
l
'
odio
fratricida
è
troppo
poco
per
ristabilire
un
«
ordine
nuovo
»
.
La
libera
circolazione
concessa
ai
criminali
politici
,
se
può
essere
un
motivo
di
rettorica
elettorale
,
non
è
certo
,
per
qualsiasi
governo
,
un
provvedimento
di
salute
pubblica
.
Ma
vi
è
pure
la
«
vendetta
»
contro
gli
uomini
di
destra
che
gli
oratori
del
Fronte
popolare
hanno
promessa
alle
loro
masse
.
Anche
la
vendetta
,
introdotta
nel
costume
politico
,
è
nient
'
altro
che
un
motivo
di
dissolvimento
non
tanto
per
chi
la
subisce
quanto
per
chi
la
esercita
.
Vi
sono
infine
,
e
soprattutto
,
le
leggi
laiche
contro
la
fede
,
la
famiglia
e
la
scuola
che
l
'
anticlericalismo
delle
sinistre
può
render
ancor
più
intolleranti
.
Anche
questa
esperienza
negatrice
dei
fondamentali
valori
spirituali
e
tradizionali
del
popolo
spagnolo
non
è
nuova
come
non
sarà
nuova
l
'
incrollabile
difesa
del
tempio
contro
gli
incendiari
,
della
famiglia
contro
i
profanatori
,
della
scuola
contro
i
nemici
della
verità
.
Vorrà
Azaña
riprendere
questo
disastroso
cammino
?
Sarà
certo
il
modo
migliore
per
lavorare
contro
la
salute
spirituale
e
materiale
del
popolo
,
contro
l
'
unità
e
la
prosperità
del
Paese
.
Anche
se
i
risultati
definitivi
delle
elezioni
daranno
,
come
sembra
,
la
maggioranza
assoluta
al
Fronte
popolare
,
la
battaglia
delle
destre
,
e
specialmente
quella
dell
'
Azione
popolare
,
non
può
considerarsi
perduta
.
Anzitutto
perché
sul
terreno
parlamentare
i
partiti
di
destra
hanno
una
forza
dalla
quale
non
potrà
prescindere
alcun
governo
.
Nel
blocco
delle
destre
lo
sconfitto
è
solo
il
radicalismo
centrista
di
Lerroux
che
vede
i
suoi
72
rappresentanti
ridotti
a
10
.
È
stata
questa
la
disfatta
che
ha
determinato
lo
spostamento
verso
il
radicalismo
sinistro
capeggiato
da
Azaña
e
da
Barrio
di
quei
60
seggi
che
,
assieme
agli
altri
perduti
dai
partiti
indipendenti
del
centro
,
hanno
costituito
l
'
elemento
decisivo
della
prevalenza
delle
sinistre
.
I
partiti
monarchici
hanno
mantenute
le
loro
posizioni
e
l
'
Azione
popolare
ha
portato
da
114
a
125
i
suoi
rappresentanti
.
Per
questo
si
può
dire
obiettivamente
che
i
guadagni
delle
sinistre
sono
stati
fatti
a
scapito
del
radicalismo
e
del
centrismo
e
non
certo
della
CEDA
che
ha
aumentato
il
numero
dei
suffragi
.
Si
può
perciò
ritenere
,
come
notava
ieri
la
«
Stampa
»
,
che
«
l
'
affermazione
della
forza
e
della
compattezza
della
giovanile
organizzazione
cattolica
,
in
mezzo
al
disastro
delle
destre
,
è
l
'
elemento
più
rassicurante
della
situazione
»
.
Gil
Robles
ha
dichiarato
al
giornale
«
Ya
»
:
«
Il
Partito
popolare
non
è
stato
affatto
battuto
nelle
elezioni
di
domenica
.
Al
contrario
esso
ha
aumentato
la
sua
rappresentanza
parlamentare
ed
alla
nuova
Cortes
bisognerà
fare
i
conti
con
esso
»
.
È
appunto
questa
forza
che
potrà
servire
da
elemento
di
equilibrio
contro
l
'
arbitrio
parlamentare
delle
sinistre
.
Il
secondo
motivo
che
riduce
sensibilmente
la
portata
del
successo
del
Fronte
popolare
è
la
disparità
programmatica
fra
i
gruppi
di
sinistra
,
disparità
che
si
può
risolvere
in
veri
contrasti
non
appena
cessate
le
provvisorie
alleanze
elettorali
.
Il
socialismo
«
totalitario
»
di
Caballero
non
è
il
radicalismo
di
Azaña
,
come
il
socialismo
«
evoluzionista
»
di
Basteiro
non
ha
certo
parentele
con
il
programma
anarchico
-
socialista
di
Pestaña
o
con
il
comunismo
di
Maurin
.
La
sinistra
repubblicana
di
Marcellino
Domingo
si
differenzia
dalla
stessa
unione
repubblicana
di
Martinez
Barrio
,
e
le
rivalità
fra
i
capi
non
sono
minori
delle
rivalità
fra
i
programmi
.
Come
sarà
possibile
mantenere
unito
chi
vuole
la
proprietà
e
chi
la
vuole
eliminata
,
chi
vuole
l
'
esercito
e
chi
lo
vuol
sopprimere
?
Questo
è
il
grave
problema
parlamentare
che
deve
risolvere
un
eventuale
governo
di
sinistra
sempre
in
pericolo
di
perdere
la
maggioranza
parlamentare
per
lo
spostamento
di
piccole
frazioni
del
blocco
.
Tale
fatto
fa
prevedere
assai
difficile
il
funzionamento
delle
prossime
Cortes
e
quindi
assai
problematica
la
stabilità
governativa
.
Per
questo
le
elezioni
,
prima
di
essere
state
un
successo
per
un
gruppo
o
per
un
altro
,
sono
state
un
cattivo
affare
per
la
nazione
spagnola
.