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> autore_s:"GONELLA GUIDO"
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Che cosa è il servizio civile obbligatorio ? Per comprendere la nuova politica operaia del Reich è necessario inquadrare i provvedimenti di questi giorni in quelle linee programmatiche di riforma sociale della quale Hitler come capo - partito si è fatto banditore e come cancelliere si fa oggi realizzatore . La stampa , nei suoi commenti , si chiede in quale modo possa avvenire il passaggio dai principi rivoluzionari del nazionalsocialismo alla nuova politica hitleriana che si troverà necessariamente di fronte ai vasti interessi agrari ed industriali . È questo il problema che rende particolarmente interessante l ' attuale fase della politica sociale tedesca . Il « Programma di Monaco » , che è il nucleo primitivo della dottrina hitleriana , ha un ' orientazione decisamente collettivistica : nei venticinque articoli di questa carta fondamentale , oltre l ' affermazione che ogni cittadino deve essere lavoratore o intellettuale o materiale e che l ' attività di ciascuno deve essere subordinata all ' interesse generale , vi si leggono espliciti propositi di socializzazione statale . Nel « Programma di Monaco » è infatti caldeggiata la statizzazione delle imprese , la municipalizzazione dei grandi magazzini : vi si parla inoltre di soppressione delle servitù ipotecarie e dei benefici di guerra , della partecipazione agli utili delle imprese e si promette anche l ' espulsione di coloro che non sono tedeschi di sangue , nel caso di mancanza di alimenti . Come potrà il vecchio programma trovare applicazione nella nuova realtà politica che è sotto il diretto potere e controllo dello stesso Hitler ? Alcuni suoi recenti discorsi ed alcuni fatti di questi giorni contribuiscono a precisare l ' orientamento del governo sul terreno della politica sociale . Hitler nel suo recente discorso tenuto a Tempelhof ha recisamente affermata la necessità di sostituire al principio della lotta di classe il principio dell ' unità del popolo tedesco . Perfino la serenità climatica di calendimaggio gli ispira parole di pace : « Non si può fare di questo bel giorno di primavera il simbolo della lotta , ma il simbolo del lavoro costruttore » . Hitler infatti si è posto questo programma : « Creare lavoro ! » . Ma quali saranno i metodi taumaturgici capaci di far balzare dal nulla ciò che milioni di uomini ogni mattina sperano ed ogni sera rimpiangono delusi ? Tra i mezzi creativi proposti da Hitler , quello più miracoloso è ritenuto il servizio o prestazione di lavoro obbligatorio . Si tratta di una militarizzazione del proletariato . Come il militarismo passa , almeno secondo la critica storica di Hitler , dalla fase mercenaria a quella obbligatoria che nobilita il mestiere delle armi , così il lavoro trasformandosi da servizio libero e mercenario a servizio obbligatorio potrà acquistare la sua piena dignità . Hitler , nel suo discorso del maggio , ha testualmente detto : « Come i lanzichenecchi mercenari di una volta sono diventati i soldati del servizio obbligatorio , così vogliamo risvegliare la dignità del servizio obbligatorio . Come già il carattere militare venne in onore per tutti per mezzo del servizio obbligatorio , così il servizio obbligatorio del lavoro conferisce al lavoro una nuova nobiltà » . È certamente questa una nuova concezione del lavoro : per quanto si può capire dalle prime enunciazioni vien fatto di pensare ad una trasformazione del lavoro dal suo tipo contrattuale ( rapporto fra datore e prestatore ) ad un nuovo tipo istituzionale . Il lavoro viene considerato come istituzione sociale da organizzarsi e valutarsi in funzione dei fini dello Stato . Al concetto liberale del lavoro come diritto individuale si sostituisce il concetto societario del lavoro come dovere nazionale . Il lavoro non è più una facoltà ma una obbligazione . Anche la Russia è arrivata alla militarizzazione del proletariato ed alla socializzazione dell ' industria . Non indifferenti sono le difficoltà per la realizzazione sociale di dottrine il cui esperimento sembrerebbe più facile in momenti di tranquillità economica . Intanto Hitler preannuncia già i primi esperimenti che hanno lo scopo di livellare lo spirito di classe nell ' unità dell ' educazione e dell ' obbedienza . « Noi abbiamo deciso , disse Hitler , che ogni tedesco , di qualsiasi condizione per nascita , ricco o povero , figlio dell ' intellettuale o dell ' operaio , debba una volta nella sua vita compiere dei lavori manuali affinché apprenda a saper obbedire prima che comandare . Quest ' anno realizzeremo per la prima volta questa grande idea morale e sappiamo che vi sarà bisogno di almeno 40 anni perché le parole lavoro e lavoratore manuale cambino di senso per milioni di uomini , come milioni d ' uomini hanno dimenticato il lanzichenecco per mettere al suo posto il soldato tedesco » . Con queste parole è nuovamente affermato il carattere di milizia che deve assumere il lavoro manuale , abituando al quale anche le classi intellettuali , in pochi decenni si potrà realizzare per la prima volta una « grande idea morale » . Che si tratti di una impostazione istituzionale ed anticontrattualista dei problemi del lavoro è confermato da quanto Hitler disse a proposito dei contratti : « L ' uomo non vive per i contratti , ma i contratti sono fatti per facilitare la vita dell ' uomo » , la quale affermazione pone nel campo del relativismo tutto ciò che ha carattere contrattuale . Per affrettare un decisivo orientamento della politica economica in senso nazionalsocialistico , sono stati presi in questi ultimi giorni provvedimenti di notevole importanza . Dopo l ' eliminazione del sistema maggioritario sul terreno politico - parlamentare , Hitler mira ad una identica eliminazione sul terreno economico - sindacale . Con la conquista dei sindacati liberi si è realizzato il sindacato unico che apre la strada alla corporazione di Stato , e , d ' altra parte , in seguito agli accordi di Hitler con Krupp von Bohlen , presidente dell ' industria tedesca , si provvede a porre anche l ' industria sotto il controllo dello Stato . Qualche giornale , come la « Morning Post » , Si chiede come sia possibile eliminare , con i nuovi sistemi annunciati da Hitler , la disoccupazione . Infatti , mentre i disoccupati sono ancora 5 milioni e mezzo ( essendosi avuto nell ' ultimo mese un miglioramento di 112 mila unità ) , il colonnello Hierl , segretario di Stato all ' Ufficio del lavoro , prevede un arruolamento , al servizio obbligatorio , di 350 mila giovani per il 1° gennaio 1934 e prevede inoltre di arrivare al milione entro il periodo di 10 anni . A parte gli obiettivi disciplinari ai quali può mirare l ' organizzazione obbligatoria del lavoro , si prevedono maggiori possibilità di assorbimento di mano d ' opera nella colonizzazione interna che potrebbe occupare un paio di milioni di disoccupati . Ma per ciò occorrono i miliardi di capitali d ' impianto mentre i commerci stagnano e la stessa eccedenza delle esportazioni è discesa da una media di 90 milioni al mese nel 1932 ad una media di 30 milioni al mese nel 1933 . Nel recentissimo discorso che Hitler ha tenuto al primo Congresso nazionale del lavoro in Berlino , è stata affermata l ' opportunità della creazione di un Senato del lavoro e sono state segnate linee più precise di riorganizzazione sindacale .
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Il messaggio di Roosevelt ed il discorso di Hitler 2 sono due elementi di notevole importanza nell ' agitata atmosfera della politica mondiale . Per capire il valore di questi due documenti è necessario non solo analizzarli nel loro contenuto intrinseco ma anche ambientarli in quel particolare clima storico nel quale America e Germania hanno saputo dire una parola chiara , meditata e rasserenante . All ' inizio di questa settimana la temperatura della politica europea era alquanto elevata e forse pur minacciosa . Anzitutto dopo quindici mesi la Conferenza di Ginevra si era arenata in difficoltà poste dall ' intransigenza delle parti contrastanti che avevano un po ' ridotto la discussione a sembrar schermaglia di responsabilità . Lloyd George , uno dei pochi sopravvissuti della tragica politica del secondo decennio del nostro secolo , chiudeva un discorso , tenuto lunedì ad un ' assemblea di 700 donne londinesi , con queste oscure parole : « La situazione è allarmante e lo diventa sempre più con rapidità terribile . Ricordo quello che successe nel 1914 quando la guerra è scoppiata nel momento in cui nessuno al potere la desiderava . Io spero che noi non permetteremo a questa crisi di svilupparsi in modo tale da trovarci tutti coinvolti in un terribile conflitto che nessuno effettivamente ha mai desiderato » . A queste parole facevano eco quelle pronunciate al di là del Reno da von Papen , il quale fra l ' altro diceva di essere persuaso che « oggi , come nel 1914 , si voglia nient ' altro che l ' isolamento non soltanto militare , ma anche morale della Germania » . Inoltre , von Neurath , in un articolo pubblicato nella « Leipziger Illustrierte Zeitung » dichiarava : « Noi saremo obbligati a completare i nostri armamenti , qualunque debba essere , nel quadro britannico , la limitazione e la riduzione generale degli armamenti » . A queste dichiarazioni del ministro degli Esteri , duramente attaccato dalla stampa francese come annunciatore del proposito di riarmo della Germania , si aggiungevano quelle del vice - cancelliere von Papen , il quale nel discorso di Münster affermava che « la nazione tedesca ha radiato dal suo vocabolario l ' idea del pacifismo » idea ispirata alla « filosofia della debolezza » , e che Hitler potrà dire alla fine della sua vita : « Ho posto al centro del pensiero della nazione il soldato tedesco » . A queste manifestazioni verbali si devono aggiungere i piani tedeschi di militarizzazione dei lavoratori , ed i contrasti con l ' Austria dalla quale un ministro tedesco veniva espulso mentre nel raduno di Schönbrunn venivano passati in rassegna 40 mila militi delle Heimwehren . Dall ' altra sponda , non certo tranquillo era il tono della stampa francese , né l ' Inghilterra aveva lasciato sfuggire l ' occasione per dimostrare alla Germania il suo atteggiamento . Dopo gli attacchi di Lord Cecil ai Comuni , ove il vecchio parlamentare arrivò a dire : « piuttosto il fallimento della Conferenza di Ginevra che il riarmamento della Germania » , e dopo gl ' inconvenienti per la visita di Rosenberg , il ministro della Guerra Lord Hailsham parlava di eventuali « sanzioni » nel caso di riarmamento della Germania con violazione delle clausole militari del trattato di Versailles . In questa turbata atmosfera il messaggio di Roosevelt ha portato del sano ossigeno ed il discorso di Hitler ha fugato alcune delle nubi più oscure . Che cosa dicono questi due documenti ? Si tratta di due voci di tono diverso , di due discorsi ciascuno dei quali è animato da preoccupazioni tutte particolari . Però il primo ha influito sul secondo , il quale a sua volta integra il primo , anche se talvolta lo contraddice . I due documenti vanno perciò considerati congiuntamente anche se non collimano , poiché la loro contemporaneità e lo spirito che li anima fa sì che l ' ulteriore sviluppo della politica internazionale sia sotto la diretta influenza di quanto a Washington ed a Berlino è stato detto . Il problema di Roosevelt è il problema economico . Il problema di Hitler è un problema politico . Roosevelt vuole in ultima analisi la pace economica per raggiungere la quale promuove « la lotta comune contro il caos economico » . Questa è la sua nobile e generosa battaglia . Per questo parla al mondo : ai re , ai governanti , ai popoli . Hitler invece si rivolge anzitutto alla nazione tedesca : il suo discorso incomincia così : « Deputati , uomini e donne del Reichstag tedesco ! » , ed il suo scopo è una « presa di posizione » della Germania ufficiale sui problemi che turbano il mondo . Roosevelt parte dai fatti economici , cioè dall ' attuale crisi economica , e per mezzo della pace politica di Ginevra vuole arrivare alla pace economica della conferenza di Londra , cioè raggiungere tre grandi obiettivi : stabilizzazione delle monete , tregua doganale , rialzo dei prezzi . Il suo programma si potrebbe così riassumere : la pace economica attraverso la pace politica . Hitler più che dei fatti porta dei princìpi , guarda più al diritto ed alla storia che all ' economia : si propone più di spiegare il passato che di segnare , come Roosevelt , l ' avvenire . Roosevelt non si perde ad indagare i motivi della crisi ; vi sono già tante biblioteche di scritti quasi inutili . Hitler invece crede fin dalle sue prime parole di afferrare il nucleo della questione , di additare la sorgente inquinata di tutti i mali : « Tutti i problemi , egli dice , che sono motivo delle odierne inquietudini stanno nella manchevolezza del Trattato di Pace » . Questa è la prima constatazione che assume il carattere di un dogma politico , di un postulato dal quale si possono dedurre rigorose conseguenze . Hitler ha sintetizzate le cause per le quali la Germania ritiene non equo il trattato di Versailles : non ha reso ragione al principio di nazionalità « per passione , per odio o per incomprensione » ; ha escogitato « concetti sterili e pericolosi come sanzioni , riparazioni , ecc . » portando alla conseguenza che « la matematica finanziaria ha strangolato la ragione economica » ; ha sostenuta la « bugia » della responsabilità tedesca della guerra , bugia che ha fatto sì che la Germania fosse passata « al posto di popolo di seconda classe » ; ha diviso il mondo in vincitori e vinti ed ha disarmato solo una parte delle nazioni . Se tale è il trattato , quale conclusione dovrà trarre la Germania dopo 14 anni di esperienza ? Rompere i trattati ? No ! « Nessun governo tedesco , dice Hitler , dal canto suo procederà alla rottura di un accordo che non si può eliminare senza sostituirlo con uno migliore » . « La Germania , aggiunge , ha avuto una fedeltà che rasenta il suicidio » . Resta allora , secondo Hitler , una sola via : la revisione . « Il diritto di chiedere la revisione di questo trattato è fondata nel trattato stesso » . È questo uno dei punti delicati dell ' argomentazione hitleriana che trova , in contraddittorio , affermazioni di giuristi i quali negano l ' interpretazione che Hitler fa degli articoli che prevedono la revisione . Diversi i punti di partenza , diversi i procedimenti ; convergono invece gli obiettivi nel comune intento di disarmare e pacificare gli uomini . Roosevelt dice : la causa degli armamenti non è tanto la mira di conquista quanto la paura dell ' offesa . E ciò non per una particolare e correggibile psicologia degli uomini , ma per le ragioni immanenti nello stesso progresso della tecnica che rende più pronto il gas che offende che la maschera che protegge . Il disagio quindi si cura in un solo modo . Eliminazione totale delle armi offensive . Hitler risponde : « Il motivo degli odierni armamenti della Francia e della Polonia non può assolutamente essere il timore di un ' invasione tedesca . La Germania non possiede affatto armi di aggressione moderna » . Il cancelliere tedesco infatti cerca di dimostrare lo spirito pacifico della Germania con il quale non concordavano invece né la documentazione degli armamenti tedeschi cui accennava ultimamente il ministro Boncour , né altri discorsi , articoli e discussioni ginevrine . Ad ogni modo le parole di Hitler sono chiare e sono rivolte al futuro . La Germania non vuole nuove guerre . « L ' esplosione di una tale pazzia senza fine , dice Hitler , porterebbe al crollo dell ' odierno ordine statale e sociale europeo » . La rivoluzione hitleriana dovrebbe avere , secondo il suo capo , lo scopo di salvar la società restaurando la proprietà contro il comunismo , dando lavoro al popolo ed unità alla rappresentanza politica . Nient ' altro , poiché i tedeschi dichiarano , malgrado le recenti lotte , di voler vivere in pace con tutti ( « rispettiamo , dice Hitler , i diritti degli altri e ci auguriamo dal profondo del cuore di vivere con essi in pace ed amicizia » ) , e dichiarano inoltre , malgrado la campagna razzista , di negare ogni idea del germanesimo imperialista ( « noi nazionalsocialisti , aggiunge Hitler , non conosciamo nemmeno il concetto di germanizzazione , mentalità spirituale del secolo passato e che fece credere che di polacchi e francesi si potesse fare dei tedeschi » ) . Questa rettifica dei principi del germanesimo del secolo scorso ( principi che alimentarono l ' ascesa del partito hitleriano e che furono sempre l ' argomento più efficace dell ' oratoria dei capi ) è ben salutare perché spiana non poco la via della pace . Appunto per questa promettente conclusione , cogliamo volentieri l ' impressione che oltre al messaggio del signor Roosevelt , abbia concorso alla sostanza ed alla tonalità delle dichiarazioni hitleriane , la politica moderatrice del capo del governo italiano , nei riguardi della Germania . La parte più positiva e di più immediato interesse del felice messaggio di Roosevelt è quella finale che si riferisce a ciò che le nazioni devono fare per disarenare la Conferenza del disarmo . Roosevelt molto semplicemente propone l ' immediata accettazione del piano Mac Donald con precisa determinazione delle fasi ulteriori del disarmo : nel frattempo nessuna nazione potrà aumentare gli armamenti , ma tutte dovranno stringere un patto di non - aggressione . Sulla nazione che resista cada la responsabilità di un così disastroso fallimento . Hitler , da parte sua , si dichiara pronto al disarmo assoluto ( se su ciò si accordano tutte le nazioni ) o per lo meno al Patto a quattro inteso come « uno stretto rapporto di fiducia e di lavoro delle quattro grandi potenze europee » . Pur essendo , secondo Hitler , le altre nazioni contravvenute al trattato di Versailles ( il quale , al contrario , secondo l ' interpretazione francese prescriverebbe non il disarmo ma semplicemente di « rendere possibile la preparazione di una limitazione generale degli armamenti di tutte le nazioni » - parte V ) , la Germania è disposta ad aderire ancora al piano Mac Donald . La Germania insiste nella sua domanda di parità di diritto e chiede che la distruzione del suo sistema di difesa sia condizionato al riconoscimento della parità qualitativa . Accetta inoltre il periodo di trapasso di cinque anni per la costituzione della sua sicurezza , purché dopo il periodo si realizzi la parità . Queste sono le premesse delle prossime discussioni di Ginevra . Il messaggio di Roosevelt è stato accolto con vera unanimità di consensi , sia per la positività delle proposte come per l ' alto senso morale che lo anima . « Una vittoria egoista , ha scritto Roosevelt , è sempre destinata ad essere una disfatta finale » . « La nostra azione , ha soggiunto , deve essere concertata e basata su ciò che è il massimo bene per il maggior numero » . Questi due principi etici non possono non riscuotere il generale consenso ed essere garanzia di successo . L ' Italia ha aderito per prima « nel modo più cordiale » ed il capo del governo ha risposto dicendo che intende collaborare « per giungere nel modo più sollecito ed efficace alla realizzazione dell ' iniziativa americana » . Anche il presidente del Consiglio francese ha dichiarato di aver « preso conoscenza con la più sincera soddisfazione del messaggio » e di trovarsi « d ' accordo per intraprendere un ' efficace azione dal successo della quale dipende il mantenimento della pace » . Così von Hindenburg e gli altri capi di Stato . Della salutare influenza delle proposte di Roosevelt e della rinuncia di Hitler a porre difficoltà al piano di Mac Donald , si è avuto un immediato sentore a Ginevra dove , alla ripresa della conferenza , Nadolny dichiarava che « il governo tedesco accetta il progetto Mac Donald di disarmo non solo come base di discussione , ma addirittura come base della stessa prossima convenzione sul disarmo » . A queste chiare parole si aggiungevano quelle beneauguranti del delegato francese : « L ' ostacolo è spezzato , la via è libera ed alla conferenza non resta che lavorare » . Con il nuovo spirito di collaborazione il successo non potrà venir meno .
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Alla vigilia della riunione dell ' Ufficio di presidenza della Conferenza del disarmo la situazione si può riassumere nei seguenti termini : 1 ) Metodo dei negoziati . Con il ritiro della Germania dalla Conferenza del disarmo appariva condannato a morte il cosiddetto metodo ginevrino o parlamentaristico di condurre i negoziati internazionali . Non mancarono gli elogi funebri . Alle « commissioni » di Ginevra bisognava sostituire , si disse , le trattative dirette fra i responsabili . Dopo quasi un semestre le cose sono al punto di prima , poiché le cosiddette trattative dirette si sono risolte , come era prevedibile , in quello che Hitler ha chiamato ( nella sua recente intervista concessa all ' « Associated Press » ) il superato metodo diplomatico dello scambio di note già condannato dal fatto che , malgrado gli sforzi di questa diplomazia , i popoli nel 1914 sono precipitati nella più inumana delle guerre che la diplomazia non aveva saputo né prevedere né impedire . A parte le evidenti differenze fra la diplomazia pre - bellica e l ' attuale caratterizzata da più diretti contatti fra i responsabili , è un fatto che dopo sei mesi di esperimento , vi è oggi chi fa l ' elogio funebre anche del sistema delle note e contro - note . Hitler , nella stessa intervista , suggerisce un terzo metodo : « la diplomazia da uomo ad uomo » , ed afferma che nulla gli è più gradito come parlare a quattro occhi con guidatori responsabili dei popoli . Come si può tradurre in pratica questo sistema dei contatti personali ? Tale sistema , se ben si guarda , è quello che poteva essere , anche se non fu , il cosiddetto sistema ginevrino , il quale si proponeva soprattutto il contatto diretto fra i responsabili ; le commissioni , la burocrazia , il tecnicismo che hanno stancato l ' opinione pubblica potevano benissimo passare in seconda linea di fronte alle possibilità che Ginevra offriva ed offre alle conversazioni dirette che ora , dopo aver abbandonato Ginevra , si ritengono le più efficaci . Quindi l ' esperienza sembra consigliare una marcia indietro , che è poi anche una marcia in avanti , circa il metodo dei negoziati . Questione questa per nulla accidentale , specialmente se si consideri come i formalismi e le animosità giornalistiche abbiano finora resa sempre più difficile una convenzione sul disarmo . 2 ) Sostanza dei dissensi . Il problema centrale di questa fase dei negoziati , che si chiude con l ' odierna risposta della Francia alle chiarificazioni richieste dall ' Inghilterra , non è tanto sulla divergenza fra i « memorandum » dell ' Italia e dell ' Inghilterra quanto sulla questione del riarmo della Germania che Italia ed Inghilterra tendono a legalizzare mentre la Francia insiste a considerare come una violazione dei trattati che non può formare la premessa di una convenzione di disarmo . Malgrado le apparenze , nel contrasto franco - tedesco vi è , in fondo , una identità di tesi : il disarmo non si può realizzare indipendentemente dalla garanzia di sicurezza . Ma questa identità di tesi diventa contrasto che appare insanabile quando si va a determinare che cosa le due nazioni intendano per garanzia di sicurezza . Infatti la Francia sostiene : il disarmo non ha significato se non è garantito da convenzioni di sicurezza , e lo stesso riconoscimento della parità dei diritti alla Germania fatto a Losanna è condizionato alle garanzie di sicurezza . Perché la Francia abbia tale garanzia di sicurezza , e quindi possa incominciare il disarmo effettivo è necessario che nessun aumento di armamenti sia concesso alla Germania , ma , al contrario , che si prendano provvedimenti contro il già avvenuto riarmo . La Germania risponde : il disarmo è inseparabile dalla sicurezza ( ed in ciò l ' accordo con Parigi è pieno ) , quindi ( e qui incominciano i dissensi ) il Reich chiede un esercito di 300 mila uomini necessario per il mantenimento dell ' ordine interno contro le forze del sovversivismo e per la garanzia delle frontiere contro i pericoli di avventure militari da parte di nazioni confinanti che in tal modo possono trovar un diversivo a difficoltà di politica interna . « Non accetterò mai , ha detto Hitler nella recente intervista , di riconoscere verso l ' estero che 150 mila uomini sono sufficienti per la difesa dello Stato , per poi armarne segretamente altri 150 mila » . La stampa francese fa presente che la scomparsa del pericolo comunista ed il recente patto germanico - polacco dovrebbero far ridurre sensibilmente le richieste tedesche di armamenti difensivi essendo ridotti i pericoli di offesa . Ma queste sono questioni secondarie : il contrasto , dopo mesi di negoziati , è ancora al punto di partenza cioè non tanto sull ' inscindibilità del problema disarmo - sicurezza , quanto sulla dichiarazione positiva di ciò che si ritiene necessario per la sicurezza . Un fattore nuovo di evoluzione dei negoziati , e sul quale ora la Francia tende a far pressione , è l ' atteggiamento dell ' opinione pubblica inglese di fronte ai piani tedeschi di sviluppo dell ' areonautica ( per la quale si è avuto un nuovo e forte stanziamento di mezzi nel bilancio del Reich ) ed alle voci sui propositi tedeschi di armare una potente flotta . Evidentemente , notano i giornali francesi , l ' Inghilterra è più sensibile ai problemi areonautici e navali essendo Londra esposta specialmente alle offese aeree ed essendo sui mari gli interessi britannici . Questi fatti dovrebbero , secondo l ' opinione francese , rendere l ' Inghilterra più guardinga nel legalizzare il riarmo tedesco e più pronta a considerare le garanzie di sicurezza come conditio sine qua non del disarmo . Ciò , secondo la Francia , dovrebbe condurre a respingere le proposte del memorandum italiano sullo statu quo e sul riconoscimento del riarmo tedesco . Ma l ' opinione pubblica , sia inglese che italiana , non sembra condividere pienamente le obiezioni francesi , in quanto l ' Italia e l ' Inghilterra sono preoccupate di ricondurre la Germania a Ginevra , cioè a collaborare con le altre nazioni europee : cosa questa impossibile nel caso che siano respinte in blocco le proposte tedesche circa le quali Berlino si mantiene di una intransigenza assoluta . Le prossime riunioni dell ' Ufficio di presidenza ed il prossimo viaggio dell ' on . Suvich a Londra contribuiranno certo a chiarire quali progressi siano stati fatti nella relazione fra le tesi dell ' Italia , della Francia e dell ' Inghilterra . A Roma si stanno iniziando le conversazioni economiche italo - austro - ungariche , e il problema danubiano continua a suscitare interessi vari nella politica non solo di paesi centroeuropei . Mentre l ' Austria in queste ultime settimane ha intensificato l ' opera di ricostruzione legislativa fissando compiutamente le basi della nuova costituzione statale , la campagna germanica anti - austriaca è venuta diminuendo di tono fino al punto che si credette che la Germania intendesse partecipare alle prossime conversazioni romane per entrare in quell ' intesa economica che si è sempre dichiarata aperta alla collaborazione di tutti gli Stati che hanno interessi più o meno diretti con l ' economia danubiana . Dopo le note dichiarazioni di Benes , la Piccola Intesa ha manifestato nuovi intendimenti ostili al revisionismo danubiano nella discussione che si è avuta negli ultimi giorni al parlamento rumeno . Maniu , a nome della minoranza parlamentare , in ciò concorde con la politica di Titulescu , ha affermato che la Romania non può restare tranquilla di fronte alle agitazioni revisionistiche ungheresi , affermando che le cause del disagio ungherese non si devono ricercare nei trattati di pace ma nelle difficoltà economiche che sono una conseguenza della guerra . Intanto il Senato greco ha ratificato il Patto balcanico e Muscianov , parlando al Parlamento bulgaro , ha dichiarato che la Bulgaria , pur non avendo firmato il Patto balcanico , intende praticare una politica di amicizia con tutti gli Stati vicini confidando nell ' opera della Società delle Nazioni per una revisione pacifica dei trattati . Revisionismo ed antirevisionismo è perciò , specialmente oggi , il problema centrale che interessa la politica danubiana e balcanica che è divisa non solo in linea di principio ma anche sul terreno pratico dei modi con i quali ottenere un eventuale revisionismo .
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L ' assassinio di Dollfuss , e la morte di Hindenburg sono due avvenimenti decisivi sull ' orientamento delle cose politiche europee . L ' opera del cancelliere austriaco stroncata dal terrorismo mentre era nella sua piena efficienza per la realizzazione di una politica coraggiosa che interessava non solo l ' Austria ma l ' Europa intera , il prestigio e l ' autorità del presidente del Reich venuto a mancare in un momento nel quale il suo spirito di moderazione poteva ancora esercitare un ' influenza equilibratrice nella tormentata Germania , lasciano un doloroso vuoto nel destino d ' Europa . I due avvertimenti , di natura e di significato assai diverso , sono stati ormai analizzati e valutati adeguatamente dalla stampa e dall ' opinione pubblica . Allo sdegno ed al risentimento mondiale per il delitto di Vienna , al rimpianto ed al cordoglio per il sereno transito di Neudeck , deve oggi far seguito un obiettivo e quindi concreto esame delle nuove situazioni politiche le quali si sono venute creando nel breve giro di poche settimane di questa travagliata estate che a molti è apparsa quale sanguinosa rievocazione ventennale di un ' altra ben tragica e torbida estate . 30 giugno , 25 luglio e 2 agosto sono date variamente memorabili , punti fissi di orientamento per ogni giudizio sui vari aspetti della nostra civiltà politica . Quali mutazioni ha subìto o sta per subire l ' ambiente dopo le tre deprecabili giornate ? Questo è il problema . Dollfuss ha costruito sul sodo . Il sangue della vittima ha definitivamente consacrata una politica che non deve e non può ritornare sui suoi passi . Quello che poteva essere speranza e fiducia durante le torbide giornate viennesi è oggi certezza . L ' Austria ha ritrovato un ordine ed ha ritrovato un capo il quale , giurando fedeltà a Dollfuss ha saputo anche assumerne in pieno la pesante eredità . La situazione interna di queste ultime settimane ha dimostrato in concreto come la pretesa impopolarità della politica di Dollfuss fosse una menzogna fabbricata dalle bande dei rinnegati per giustificare in qualche modo la loro azione . Il popolo non ha risposto al segnale della rivolta , fallita appunto per lo spirito di disciplina e di devozione delle masse popolari che hanno poi visibilmente testimoniato il loro cordoglio per la perdita del capo . Le masse erano e sono rimaste con Dollfuss . La pronta azione del governo di Schuschnigg ha avuto quattro immediati obiettivi : garantire la continuità della politica di Dollfuss , precisare le responsabilità dei fatti del 25 luglio , reprimere il banditismo politico , esercitare pronta , severa ed anche misurata giustizia punitiva contro gli esecutori materiali dell ' assassinio . Quest ' opera ha rivelato , non solo all ' interno ma anche all ' estero , le spiccate qualità di energia e di moderazione del successore di Dollfuss la cui direttiva politica ha trovato un degno continuatore . Anche dal punto di vista internazionale la situazione austriaca realizza una forte attività : l ' indignazione e la riscossa delle forze morali hanno posto in rilievo una solidarietà veramente universale con il diritto della piccola Austria che oggi sa con certezza di poter contare , nella sua tenace lotta per l ' ordine e l ' indipendenza , su tre grandi forze : l ' adesione morale di quei popoli europei che hanno conservato il senso della giustizia e del diritto , la garanzia italo - franco - inglese già concretata nella nota del 17 febbraio e rinforzata dopo i recenti avvenimenti ; la particolare vigilanza ed il positivo intervento dell ' Italia che , con il rapido concentramento di truppe al confine del Brennero , ha energicamente dimostrato di esser pronta ad intervenire anche con la forza a difesa dell ' integrità territoriale dello Stato austriaco . Tali sono i fatti positivi così chiari , acquisiti ed inequivocabili da non ammettere dubbi o incertezze . Da parte dei nemici dell ' Austria il bilancio si chiude invece con considerevoli passività fra le quali le più rilevanti sono : individuazione precisa dei responsabili e documentazione della loro attività criminale ; fallimento di ogni speranza in una adesione popolare contro una politica denigrata come tirannica mentre nel fatto è apparsa così poco poliziesca da non avere un valido presidio armato neppure al portone della cancelleria ; indignazione mondiale contro il terrorismo politico considerato ormai come il pericolo europeo n . 1; avvicinamento per uniformità di vedute italo - franco - inglese , secondo le stesse parole di Baldwin . Anche questi sono fatti chiari , acquisiti ed inequivocabili da non ammettere dubbi o incertezze . E di tutto ciò va tenuto il debito conto nel giudicare quali possano essere gli sviluppi della presente situazione politica nell ' ambito della quale la questione austriaca si è dimostrata e riconfermata quale questione europea . Come l ' aveva vista Dollfuss con chiarezza d ' intuizione e con geniale mente di politico . Nei riguardi della situazione germanica , che si è venuta creando con la morte di Hindenburg , abbiamo già rilevato nel nostro giornale come i commenti , cordiali nell ' ammirazione del grande Maresciallo Presidente , sono riservati circa la nuova legge costituzionale approvata dal Consiglio dei ministri . Questa legge ha una importanza capitale , tale da giustificare quanto il ministro Hess ha affermato nel suo radio - discorso di ieri : « Da questo giorno incomincia la storia della nuova Germania » . I commenti della stampa , specialmente inglese , prendono in esame la trasformazione costituzionale da due punti di vista : quello giuridico e quello politico . Evidentemente , nella fattispecie , la questione giuridica passa in secondo ordine . Riguardo il valore giuridico della riforma costituzionale , i giornali rilevano che la legge , pur essendo emanata dal governo nel pieno esercizio dei pieni poteri concessi dal Reichstag , non ha la necessaria sanzione né del presidente del Reich , che al momento dell ' approvazione della legge era all ' antivigilia della morte , né del presidente del Tribunale Supremo del Reichstag al quale , secondo la riforma della costituzione votata nel 1932 , passano nell ' interregno i poteri del presidente del Reich . Circa il nuovo regolamento della successione si fa presente il problema della conciliazione in una sola persona dell ' irresponsabilità delle funzioni del capo del governo con la responsabilità delle funzioni di capo dello Stato , e nei riguardi del plebiscito , previsto non dalla recente legge del Consiglio dei ministri che regola in modo definitivo la successione , ma dalla posteriore lettera di Hitler al ministro degli Interni , si rileva la differenza fra plebiscito ed elezione , cioè fra la scelta da parte dei cittadini dei loro candidati alla presidenza , secondo quanto stabilisce la Costituzione di Weimar , e la richiesta di un ' approvazione che presuppone un fatto compiuto e che comunque , nell ' eventualità di una risposta negativa , pone il paese in una situazione non prevista . D ' altra parte la nuova riforma costituzionale non determina nulla neppure sul tempo della permanenza in carica del Reichsführer che è da alcuni ritenuto quale console a vita . Con la fine della carica di presidente , che è stata coperta da Ebert e da Hindenburg , si pone anche il problema costituzionale delle funzioni del rappresentante alla cancelleria , nominato dal Reichsführer , ma non meglio precisato , nelle sue competenze e nella sua fisionomia giuridica . Lo stesso giuramento dell ' esercito prestato , prima del Plebiscito , alla persona di Hitler è oggetto di diverse valutazioni . Ma , come si disse , nella fattispecie le questioni giuridiche ( da quanto si rileva dalla stampa tedesca ) non hanno grande rilievo . Ciò che è posto in primo piano è il fatto politico della concentrazione di tutti i poteri nelle mani del Reichsführer che è ad un tempo capo dello Stato tedesco , del governo e del Partito nazionalsocialista . E nulla è più improprio di ipotesi o di giudizi a priori nel campo politico , ove l ' ultima parola spetta , storicamente almeno , all ' esito delle imprese .
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Per il 15 settembre è ufficialmente convocata l ' Assemblea autunnale della Società delle Nazioni . L ' ordine del giorno non fa alcun accenno alla questione che così vivamente interessa l ' opinione pubblica e che provocherà certo l ' avvenimento più saliente della prossima Assemblea : l ' ammissione della Russia nella Società delle Nazioni . Il silenzio delle sfere ufficiali ginevrine su tale problema è da molti punti di vista preoccupante . Il segnale di allarme è stato dato dalla stessa stampa di Ginevra che si può ritenere bene informata sulle faccende del Quai Wilson . Che cosa si nasconderebbe sotto questo silenzio ufficiale ? Si parla di negoziati segreti per l ' ammissione dei Sovieti nella Società delle Nazioni , e del proposito di presentare la candidatura di sorpresa per evitare le immancabili opposizioni . Anche la Lega ginevrina intenderebbe mettersi sulla strada della diplomazia segreta : se così fosse non resterebbe che da prevedere un ulteriore discredito della Società delle Nazioni , già compromessa con il fallimento della Conferenza del disarmo . Che cosa vogliono le nazioni che lavorano per presentare di sorpresa la candidatura sovietica ? Vogliono evitare che i titoli che la Russia deve presentare per essere ammessa siano sottoposti all ' esame della 6° Commissione , la quale , secondo la carta statutaria , è obbligata a determinare se esistano tutte le condizioni necessarie per concedere l ' ammissione . Queste condizioni non esistono , e l ' istituto ginevrino , se intende con disinvoltura violare la sua procedura , riuscirà pure a cogliere di sorpresa gli Stati oppositori , ma minaccerà anche il suo prestigio che presuppone il rispetto delle norme statutarie . Che la Russia non abbia i titoli sufficienti per essere ammessa a Ginevra è già stato ampiamente dimostrato . Le Repubbliche sovietiche non sono riconosciute da tutte le nazioni né de iure né de facto : inoltre l ' articolo primo del Patto esige che lo Stato aderente sia uno Stato « il quale si governi liberamente » , e l ' articolo 23 prescrive che i membri si obblighino « di assicurare e di mantenere eque ed umane condizioni di lavoro per l ' uomo , la donna ed il fanciullo sia nei loro territori che in tutti i paesi ai quali si estendono le loro relazioni di commercio e d ' industria » . Basta considerare i caratteristici ordinamenti della dittatura sovietica , l ' oppressione della libertà di lavoro , di opinione e di fede , i metodi di governo sull ' Ucraina e sul Caucaso per concludere che le Repubbliche sovietiche non hanno alcuno dei requisiti giuridici necessari per l ' ammissione . Perciò il tentativo di evitare la necessaria verifica delle condizioni , per la quale lo statuto prevede una speciale commissione , si risolve in una frode delle norme statutarie con grave pregiudizio della serietà della Lega . Il caso del Messico , citato per parare le immancabili critiche , non giustifica la gravità della nuova procedura : infatti il Messico fu ammesso senza verifica per il semplice fatto che , al momento della costituzione della Società delle Nazioni , il Messico , a differenza delle altre repubbliche americane , per l ' opposizione di Wilson , non era stato « invitato » ad aderire , mentre aveva i requisiti necessari per ricevere un tale invito . Se effettivamente si cercasse di frodare le procedure ammettendo la Russia senza verifica , si verrebbe ad avere questa situazione paradossale : uno Stato , che molte nazioni non riconoscono giuridicamente , non solo viene ammesso nella Società delle Nazioni , alla quale per precise norme statutarie non ha diritto di appartenere , ma viene ammesso anche con una procedura eccezionale quasi che si trattasse di una nazione che per la sua civiltà politica è assiomaticamente al disopra ed al di fuori di ogni discussione . L ' ipotesi , che sempre più appare probabile , di un ingresso della Russia a Ginevra senza verifiche non si giustifica ma solo si comprende in un momento di preoccupante decadenza delle istituzioni che presiedono alla collaborazione fra i popoli . La Russia non può né giuridicamente né moralmente essere ammessa nella Società delle Nazioni , e se di ammissione si vuol parlare , in quanto si consideri l ' ammissione come un mezzo per influire con la civiltà europea sulla barbarie russa , l ' ammissione deve essere rigorosamente condizionata . Altrimenti non l ' Europa influirà sulla Russia ma la Russia sull ' Europa . Gli Stati che si sono anzitutto preoccupati della salute interna hanno posto condizioni al riconoscimento giuridico dei Sovieti . Così gli Stati Uniti e così l ' Inghilterra che hanno preteso dal governo di Mosca l ' impegno di rinunciare ad ogni propaganda comunista e di assumere la responsabilità dell ' azione della III Internazionale . A Ginevra invece non si parla di condizioni ma si conta di sanzionare con un applauso l ' ammissione dei Sovieti . L ' insostenibilità di questa situazione appare ancor più evidente qualora si pensi al fatto che a Ginevra , cioè nel territorio dello Stato svizzero che non ha riconosciuto e non intende riconoscere la Russia , si installerebbe una delegazione sovietica che , sotto l ' egida del Quai Wilson presso il quale sarebbe accreditata , potrebbe divenire un vero centro di propaganda comunista internazionale , una spina nel cuore dell ' Europa civile . Perciò sono pienamente giustificate le giuste preoccupazioni della stampa svizzera la quale rileva come ormai sia già documentato dai fatti che le sedi dei diplomatici sovietici sono anche centrali di propaganda della III Internazionale . Ad edificazione di quanti vogliono illudersi sulla sincerità del pacifismo moscovita , togliamo dal giornale « Ordre » il seguente passo di un articolo apparso recentemente sulla « Pravda » di Leningrado : « Quando i tamburi della grande Armata Rossa batteranno , quando le nostre baionette ed i nostri velivoli rossi porteranno nel mondo il segnale della Rivoluzione comunista e dell ' emancipazione dei popoli , allora sorgerà l ' alba del giorno del giudizio e dell ' espiazione per il delitto di millenni : sarà il giorno della liberazione per l ' India , la Cina , per tutte le razze oppresse e torturate . La volontà di giungere a questa liberazione è suprema legge e suprema ragione di vivere per noi che abbiamo innalzato lo stendardo dell ' emancipazione dell ' umanità » . Rettorica vuota e meschina di spiriti esaltati che trovano però la loro Ellade nelle Repubbliche russe che si preparano ad inviare a Ginevra i loro diplomatici , ed in Estremo Oriente i loro cannoni .
StampaQuotidiana ,
L ' importanza politica del riavvicinamento italo - francese trascende lo stesso valore obiettivo degli accordi firmati i quali hanno spezzato un diaframma che impediva una schietta intesa fra due popoli aventi un grande e comune destino nello sviluppo della nostra storia . La lettera degli accordi è già nota attraverso i comunicati ufficiali e le chiare precisazioni dei negoziatori : anche la stampa ha già ampiamente rilevato i molteplici aspetti del fortunato negoziato . Ciò che oggi interessa è la considerazione del modo nel quale l ' opinione pubblica dei vari paesi va orientandosi in rapporto agli accordi di Roma i quali , avendo soprattutto un carattere programmatico , sono destinati a risentire le influenze della politica non solo delle cancellerie , ma anche delle vaste sfere della pubblica opinione che pure sono sensibili di fronte a problemi che toccano lo stesso destino dei popoli . Gli accordi romani hanno infatti un duplice aspetto : liquidano un passato e preparano un avvenire . La liquidazione del passato è avvenuta con una intesa che , come disse Mussolini , è « una transazione reciproca soddisfacente » . Il modo con il quale sono state risolte le questioni del retro - terra libico , del confine fra l ' Eritrea e la Somalia francese , dello statuto degli italiani di Tunisi indica come non tanto in Africa quanto in Europa si dovevano cercare le ragioni di quei dissensi i quali impedivano « la consacrazione di quei valori ideali che vengono dalla comunanza delle origini » fra i due popoli . Questi dissensi potevano prendere motivo dalle rivendicazioni coloniali ma non avevano la loro radice in esse . La ragione era più vasta e bisogna risalire fino ai trattati di pace ed alle amarezze che hanno lasciato in vincitori e vinti per rendersi conto come ancora oggi , sotto la pressione di eventi che minacciano di far ripiombare l ' Europa nella barbarie , si stiano liquidando le tristi eredità del passato . « Ascoltiamo le lezioni della storia ha detto Laval . È sempre nella guerra che sono sommerse le civiltà » . Di fronte a questo pericolo i responsabili della politica di due grandi nazioni hanno saputo ritrovare la via di quegli accordi che , come felicemente disse il capo del governo , « servono non a restringere ma ad allargare l ' orizzonte della vita europea » . « I popoli non vogliono più attendere aveva affermato Laval poiché essi sono nell ' incertezza e troppo spesso nella miseria » . A risollevare l ' opinione pubblica dalla depressione morale e dalla stanchezza della sfiducia mirano soprattutto gli accordi romani . Si può dire che essi prevedono una nuova organizzazione dell ' Europa , una risoluzione dei più spinosi problemi europei che vanno dall ' indipendenza dell ' Austria al riavvicinamento italo - piccolointesista , dall ' affermazione del principio della non ingerenza alla ripresa della Conferenza del disarmo con la collaborazione della Germania . Non solo prevedono , ma vogliono ; cioè gli accordi non si esauriscono in una unità di vedute ma sono anche un impegno di volontà : non dottrina , ma politica , non intellettualismo ma volontarismo . Per questo va sottolineato l ' aspetto psicologico della visita di Laval in quanto esso significa comprensione , possibilità di discutere e di comprendersi , eliminazioni di apriorismi e di prevenzioni che nella politica portano quegli elementi imponderabili il cui gioco è spesso decisivo . Dal Patto a quattro ai colloqui di Stra , e dai colloqui di Stra a Roma sono stati fatti grandi passi . Gli avvenimenti del secondo semestre 1934 hanno spostato quel sistema di equilibri che un anno fa regolavano gli orientamenti della politica europea . Oggi Roma e Parigi , con l ' adesione di Londra che non potrà non essere resa esplicita nei prossimi incontri , hanno un programma comune sull ' indipendenza dell ' Austria , e sul principio della « non ingerenza » che è destinato ad essere un principio capace di conciliare i contrastanti interessi del revisionismo e dell ' antirevisionismo . Le sfere ufficiali ungheresi hanno infatti chiarito come l ' accettazione del principio della « non ingerenza » non significhi rinuncia al principio revisionistico , poiché per revisione non s ' intende intromissione negli affari di un paese straniero , né tanto meno conflitto per il regolamento di questioni territoriali , ma procedura pacifica prevista dall ' art . 19 del Patto delle Nazioni . Sulla questione del disarmo Mussolini e Laval hanno convenuto di riconoscere che nessun paese può modificare per atto unilaterale le sue obbligazioni in materia di armamenti e che , nel caso in cui questa eventualità dovesse verificarsi , essi si consulterebbero . L ' interpretazione di questo accordo è stata varia : alcuni giornali francesi hanno visto in questo impegno il riconoscimento da parte dell ' Italia dell ' illegalità del riarmo tedesco ; altri invece , notando che l ' accordo si richiama esplicitamente « alla dichiarazione sull ' eguaglianza dei diritti dell'11 dicembre 1931 » che costituisce la premessa dell ' accordo stesso , si sono preoccupati di insistere sulla tesi della necessità degli armamenti francesi in previsione di una legalizzazione del riarmo germanico . In sostanza il testo dell ' accordo afferma l ' inammissibilità di una modificazione unilaterale degli impegni internazionali e quindi si risolve in una affermazione societaria della solidarietà . La questione degli armamenti si deve risolvere non con arbitrarie prese di posizioni , ma per via di intese : questo dicono gli accordi romani che perciò si possono considerare come un efficace stimolo alla ripresa delle discussioni ginevrine . La stampa internazionale infatti ha già incominciato a prospettare i possibili termini di una ripresa delle discussioni a Ginevra in materia di disarmo e con l ' intervento della Germania . Evidentemente , dalla risoluzione del plebiscito della Sarre e dall ' accettazione da parte di tutti gli Stati invitati del principio di non ingerenza dipendono le possibilità di successo di una ripresa della conferenza per la limitazione degli armamenti . Per questo « non bisogna credere che tutto sia fatto » e bisogna quindi coltivare un ' amicizia che ha avuto un ritorno così spontaneo , cordiale e promettente . Non rinunciare alle rispettive amicizie , come ha detto Mussolini , ma armonizzarle secondo le esigenze generali : tale può essere un programma capace di far superare le difficoltà degli ultimi mesi , in quanto parte dalla realistica premessa dell ' esistenza di amicizie , mira al realizzabile fine di eliminare i contrasti in nome di quelle « esigenze generali » che non sono altro che l ' interesse della comunità europea sulla quale grava l ' ipoteca posta dalle rivalità e dalle incomprensioni .
StampaQuotidiana ,
L ' indifferenza e l ' assenteismo del popolo austriaco di fronte ai progettati piani sovversivi , in occasione dell ' anniversario delle giornate rosse viennesi costituisce una riconferma della solidità del nuovo ordine sociale che il governo austriaco è riuscito a consolidare e garantire . Contro la « Sozialdemokratie » bolscevizzante e contro il nazismo terrorista l ' Austria ha impegnato negli ultimi due anni una lotta che è stata implacabile ed anche , in certi momenti , snervante . La politica militante , inaugurata da Dollfuss , ha saputo tener viva quell ' alta tensione spirituale che era assolutamente indispensabile per conferire al problema austriaco un carattere europeo e per superare gli estremismi della politica interna . I quali estremismi avevano un netto carattere sovversivo ed anti - austriaco in quanto negavano i due aspetti fondamentali della « missione storica » dell ' Austria , aspetti che sono stati ribaditi ed illustrati dal recente articolo di Mussolini : la cultura austriaca , la spiritualità cattolica . L ' ateismo della socialdemocrazia marxista e materialista significava negazione dei valori spirituali della cristianità austriaca , mentre il pangermanesimo nazista si risolveva nella negazione dei caratteri specifici della cultura austriaca che tende a togliere al germanesimo « tutto ciò che vi è di esclusivo , di aspro , di repulsivo alle altre genti » . Malgrado il consolidamento della situazione interiore , consolidamento attuato per mezzo di una dura e quotidiana azione di difesa contro le rinascenti forze del disordine , il cosiddetto « problema austriaco » conserva la sua urgenza ed attualità nel quadro della politica danubiana . Dopo essere stata oggetto di uno dei principali negoziati di Roma , la questione austriaca non ha avuto adeguato rilievo nelle conversazioni londinesi sicché oggi il problema forse più decisivo per l ' equilibrio europeo si trova posposto ai negoziati per la Locarno aerea e per la Locarno orientale . Questo locarnismo esigerà trattative assai lunghe e delicate non essendo ancora matura la precisazione dei dati di fatto sui quali vertono i negoziati , mentre l ' accordo italo - francese sul patto danubiano non attende che l ' adesione della Germania e della Polonia per entrare nella fase definitiva . Si postula teoricamente la sicurezza al disarmo , ma di fatto si finisce col posporre la conclusione dei patti che la sicurezza garantiscono alle conversazioni sulla riduzione degli armamenti . Per questo la politica europea continua a girare su se stessa in un circolo vizioso che diventa sempre più cronico . Vi è infatti alla radice degli attuali negoziati un equivoco apparentemente procedurale ma di fatto sostanziale in quanto entra nel merito oggettivo delle trattative . A Londra si è affermato il principio della « simultaneità » dei negoziati in quanto si condizionano reciprocamente mentre Laval era già impegnato con il protocollo franco - sovietico del 5 dicembre a non concludere accordi particolari con quelle potenze che , invitate ad aderire al Patto orientale , abbiano opposto rifiuto : lo stesso ministro francese , alla vigilia delle conversazioni di Londra , avrebbe data assicurazione formale ai rappresentanti della Russia e della Piccola Intesa di far precedere la conclusione del Patto dell ' Est alla conclusione del Patto danubiano . A Londra si parla di simultaneità , altrove si antepone il Patto dell ' Est alla questione degli armamenti ed a quella danubiana : al contrario la Germania sembra spostare ogni negoziato sulla convenzione aerea eliminando quindi ogni trattativa sui due patti europei . Specialmente per ciò che riguarda la questione dell ' Est , le preoccupazioni tedesche per gli armamenti russi ( che Mosca tende a giustificare adducendo la necessità di garantire la sua politica in Estremo Oriente ) sono destinate a rimandare alle calende greche la Locarno orientale . Come potranno svilupparsi gli attuali negoziati internazionali che si trovano inviluppati in così complicate difficoltà procedurali ? Per ora è degna di rilievo la risposta del Reich favorevole all ' apertura dei negoziati . Von Neurath ha rimesso agli ambasciatori d ' Inghilterra e di Francia una memoria della quale per ora si conosce solo la brevità . Ciò del resto era prevedibile dato il carattere generico dello stesso comunicato di Londra . La Germania accetta di trattare e domani si potranno conoscere i motivi fondamentali sui quali la Wilhelmstrasse intende intavolare le trattative che , data la diversità delle note presentate a Londra ed a Parigi , si prevede possano avere una duplice orientazione . Negli ultimi giorni la stampa tedesca aveva preannunciata la risposta positiva di Berlino , pur avanzando serie obiezioni sugli argomenti dei negoziati . Il « Voelkische Beobachter » , per esempio , ha rilevato come il trattato di Locarno implichi già , per le parti contraenti , l ' obbligo di mettere i loro armamenti aerei a disposizione di quel Paese che venisse attaccato . Da questo punto di vista si fa presente che i nuovi impegni proposti non aggiungerebbero nulla a quelli preesistenti , fatta eccezione delle garanzie che ora vengono offerte all ' Inghilterra le quali non sono previste dal trattato di Locarno . Per quanto riguarda il fronte renano la convenzione proposta non offrirebbe nuovi elementi di sicurezza . La particolare posizione geografica dell ' Italia e dell ' Inghilterra complica notevolmente il piano della Locarno aerea , sicché in un primo momento si era pensato ad un doppio patto concluso da una parte dalla Francia - Germania - Inghilterra - Belgio e dall ' altra dall ' Italia - Francia - Germania . Gli ambienti politici italiani hanno però fatto presente che un doppio patto aereo rischierebbe di indebolire più che rinforzare il patto di Locarno . L ' Italia appare favorevole alla conclusione di un unico accordo aereo firmato da tutte le cinque potenze di Locarno , salvo allegare all ' accordo un annesso con il quale l ' Inghilterra e l ' Italia preciserebbero le speciali condizioni del loro scambievole aiuto . Ma tali questioni particolari sarebbero facilmente superabili qualora fosse raggiunto un accordo sul quantitativo degli armamenti aerei del Reich invitato a trattare su un piede di parità . Il grave ostacolo si deve ricercare in questo settore delle trattative .
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Tutti coloro ( e sono legione ) che negli ultimi tempi si erano lasciati trasportare per la facile china delle previsioni crepuscolari e delle congetture catastrofiche non possono non rimanere colpiti da benevola sorpresa di fronte alle conclusioni del convegno di Stresa . Nei prossimi giorni si potrà trattare minutamente della portata politico - diplomatica delle singole deliberazioni , ma ciò che importa è rilevare lo spirito delle conclusioni e le loro fondamentali caratteristiche che sono : 1 ) fedele osservanza degli impegni contrattuali inviolabili ; 2 ) volontà incrollabile di rinnovare le obbligazioni poste dagli accordi già conclusi fra le tre potenze ; 3 ) preoccupazione scrupolosa di non sciupare alcuna delle possibilità di garantire la pace con i patti proposti . Su questi tre binari si sono poste le discussioni di Stresa , ed a questi tre princìpi sono riducibili le conclusioni prese . Infatti l ' adozione di una condotta comune da seguire nella discussione del ricorso della Francia a Ginevra , e la dichiarazione finale che impegna le tre Nazioni ad opporsi « con tutti i mezzi adatti » ad ogni ripudiazione unilaterale dei trattati costituiscono una prova concreta di voler mantenere sul regime delle reciproche intese le sorti d ' Europa . In secondo luogo , la riaffermazione degli accordi di Roma e di Londra , nonché la importantissima dichiarazione del governo italiano ed inglese circa gli impegni di Locarno rinnovano la volontà incrollabile di riconfermare ed aggiornare le preesistenti obbligazioni . Infine , l ' aver lasciata la porta aperta circa i patti danubiano , orientale , aereo e la riduzione degli armamenti dimostra con quanta sollecitudine vengono rinnovati i tentativi di garantire il sempre minacciato ordine europeo . Coloro ( e sono pure legione ) che confondono la diplomazia con il teatro , il destino dei popoli con i giuochi d ' azzardo e che negli ultimi giorni cercavano fra le righe delle scarne cronache giornalistiche imbottite di paesistica e di colore lacustre il preannuncio di mobilitazioni di immediati conflitti , ricevono oggi una precisa lezione di sano equilibrio e di severo senso di responsabilità . Questo importa rilevare all ' indomani di un convegno che ha tenuto la politica europea sospesa in una pausa di incertezze gravide di impensate conseguenze . Il comunicato è assai chiaro . Diviso per argomenti , non lascia luogo ad equivoci né ha bisogno di elucubrazioni esegetiche . Le deliberazioni sono di due tipi : alcune si possono considerare « realizzazioni » , ed altre « programmi di realizzazioni » . Ma gli attivi non si debbono considerare solo alla stregua delle realizzazioni positive , bensì anche alla stregua delle mancate realizzazioni negative : non si può badare solo a ciò che si è « ottenuto » ma anche a ciò che si è « scansato » e questa seconda partita non è meno considerevole della prima . Tra le realizzazioni positive , cioè rese definitive con Stresa , si deve ricordare : 1 ) accordo di perseguire una politica di pace « nell ' ambito della Società delle Nazioni » ; 2 ) accordo di opporsi « con tutti i mezzi adatti » ad ogni ripudiazione unilaterale dei trattati ; 3 ) accordo italo - inglese di confermare gli obblighi di garanzia del trattato di Locarno , e di comunicare ciò al governo germanico ; 4 ) accordo sulla necessità di mantenere l ' indipendenza austriaca . Tra i programmi di realizzazioni , che non sono semplici voti generici , ma proposte concrete , si deve sottolineare : 1 ) piano di una riunione a Roma dei paesi danubiani interessati al mantenimento dell ' integrità e dell ' indipendenza austriaca al fine di concludere accordi relativi all ' Europa centrale ; 2 ) conferma dei princìpi e delle procedure londinesi del piano di un patto aereo ; 3 ) raccomandazione agli Stati interessati alla richiesta di « revisione » dello statuto militare dei trattati di S . Germano , Trianon e Neuilly , di regolare tale richiesta per via di convenzione . ( Esempio questo notevole dell ' inizio di pacifiche procedure revisionistiche di clausole militari di Trattati di pace ) . Sta infine a sé il proposito generico di continuare i negoziati per lo sviluppo della sicurezza nell ' Europa orientale : non si accenna al Patto dell ' Est che tante difficoltà ha sollevate , ma si è preoccupati , anche qui , di mantenere aperta la porta dei negoziati , specialmente dopo le precisazioni tedesche di sabato scorso . Ciò che il comunicato afferma circa il disarmo è di capitale interesse , ma ogni precisazione , su questo terreno , resta rinviata alla discussione del ricorso francese a Ginevra del quale si conosce solo il testo . Per ora si sa solo che i tre governi constatano « con rammarico » una ripudiazione di trattati che ha « scosso la fiducia » ; i tre governi sono disposti ad unirsi per ogni tentativo di carattere pratico mirante a promuovere un accordo internazionale per la limitazione degli armamenti . Rammarico per il passato e fiducia per il futuro ; rammarico e fiducia che però non possono essere considerati a sé , ma vanno inquadrati nella protesta francese alla Società delle Nazioni ( protesta che ha già l ' adesione dell ' Italia e dell ' Inghilterra ) e nella riaffermazione anglo - italiana della garanzia di Locarno . Questi vari momenti non possono esser scissi perché sono complementari e tutti essenzialissimi ai fini di un giudizio integrale della situazione . Lo spirito del convegno di Stresa è stato sottolineato nelle calde parole di commiato pronunciate dagli uomini di Stato delle tre nazioni . Ha detto Mac Donald : mantenere la porta aperta , lavorare a piena luce , essere onesti e ragionevoli , sapere da qual parte sono le responsabilità . Flandin ha invece sottolineata l ' ammirazione e la riconoscenza delle delegazioni al capo del governo italiano che del convegno è stato l ' iniziatore e l ' animatore . Mentre a Ginevra si riunisce il Consiglio straordinario della Società delle Nazioni l ' atmosfera europea si può considerare sensibilmente chiarita . Nel pelago agitato delle persistenti incertezze vi sono tre punti fissi di orientamento : l ' accordo italo - francese di Roma , l ' accordo franco - inglese di Londra , ed il definitivo accordo di Stresa che è sintesi e coronamento delle precedenti intese . Considerando la situazione dall ' angolo visivo di questa rinnovata volontà di triplice concordia si può valutare quanto considerevole sia l ' attivo del convegno di Stresa .
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Domani il popolo spagnolo , chiamato ad esprimere la sua volontà , potrà dire una parola decisiva sulle sorti della sua politica . La battaglia elettorale , impegnata con giganteschi mezzi sul fronte destro e sul fronte sinistro , si può considerare decisiva per l ' avvenire non solo politico della grande nazione . La storia della Spagna repubblicana è una storia di inquietudine , di malessere e di instabilità sociale . Per comprendere il senso di queste elezioni bisogna avere presente la breve ma eloquente vicenda degli ultimi anni . Dal 14 aprile 1931 l ' insofferente vita politica spagnola è in cerca di una piattaforma sociale che permetta alla nazione di lavorare in quello spirito di concordia che è la prima condizione di ogni progresso civile . All ' indomani della proclamazione della repubblica , un ' influenza predominante durata un paio d ' anni ha avuto il Partito socialista che appariva il meglio organizzato fra i partiti repubblicani ed il più autorevole interprete della nuova coscienza popolare . Furono le sinistre che diedero alla Spagna le Corti costituenti le quali hanno avvelenata la vita politica spagnola con quelle false ideologie che si sono mostrate incapaci a fondare un ordine nuovo . Nelle elezioni del novembre 1933 il pendolo oscilla in senso opposto ; la rappresentanza socialista esce decimata dal responso delle urne , mentre si fanno strada i gruppi di destra ( popolari , agrari , monarchici ) e quelli del centro ( radicali ) . Era possibile un decisivo colpo di timone ? Ogni proposito innovatore ha urtato contro il problema della ingovernabilità delle Cortes . Nessun partito era in grado di assumersi il potere con la garanzia di una maggioranza parlamentare e per questo le destre dovettero adattarsi ad una soluzione di compromesso quale fu quella di un governo di centro - destra . È questa la risoluzione Lerroux , che in pratica si è mostrata fiacca , irresoluta , insufficiente ad iniziare quella politica revisionistica che sempre più s ' imponeva . Queste difficoltà di carattere parlamentare furono aggravate dai moti rivoluzionari organizzati dai partiti battuti sul terreno parlamentare , ed ultimamente dagli scandali finanziari nei quali si trovarono implicati esponenti del radicalismo . Tale equilibrio instabile fu infine spezzato da un provvedimento del presidente della Repubblica che affidava il governo ad un indipendente , Portela Valladares , il quale , non avendo alcun seguito nel Parlamento , sciolse le Cortes . Così è tramontata una legislatura che , osservata retrospettivamente , ha tutte le caratteristiche di una fase politica di transizione . Lo stesso problema del novembre 1933 resta insoluto e la questione del revisionismo viene ora ripresentata dal fronte antirivoluzionario alla massa elettorale . Revisionismo significa riforma di una legislazione vessatoria ancora impregnata dello spirito rivoluzionario ed anticlericale delle Cortes costituenti , significa stabilità governativa , ed ordine interno nel rispetto delle leggi . Dal 1931 la Spagna ebbe 28 governi e più di 80 ministri : solamente nel corso del 1935 i governi furono sette . La sola rivoluzione dell ' ottobre 1934 è costata 2500 vite : altri sette movimenti rivoluzionari scoppiarono negli ultimi anni e nove mila furono gli scioperi . Duecento chiese e conventi furono incendiati e distrutti , e più di cento giornali sospesi . Una situazione così minacciosa non può continuarsi a lungo senza fiaccar le migliori risorse della vita sociale di un popolo . Quale sarà l ' atteggiamento dei cattolici nelle elezioni di domani ? Il cardinale primate Gomà y Toms , arcivescovo di Toledo , ha precisato chiaramente nella sua lettera pastorale il dovere dei cattolici nell ' ora presente . Rilevando l ' intima connessione fra le cose della Chiesa e quelle della società , il cardinale primate ha rivolto anzitutto un paterno ed accorato appello all ' unione . I cattolici devono scendere in lotta uniti : « prima di tutto , soprattutto , con tutti , ad ogni costo » . L ' unione è la prima garanzia del successo . Eco più eloquente e più autorevole alle parole che « L ' Osservatore romano » scrisse fin dal febbraio del '34 non si poteva dare e nemmeno risposta più decisiva a chi , mal interpretandole , le criticò allora e se ne risentì . Gli obiettivi che i cattolici si devono proporre nel dare il loro voto sono tre : « il rispetto dei diritti della Chiesa , il risanamento della scuola , la santità della famiglia » . Questi sono i postulati della coscienza cristiana che dovrà giudicare quali fra i partiti diano la garanzia di rispettare le tre fondamentali istituzioni della società cristiana . Alla coalizione dei partiti professanti il laicismo si deve « contrapporre la somma dei voti e dei partiti di affermazione religiosa , andando alla conquista del potere per la tutela degli interessi di ordine religioso » . Senza immischiarsi nelle contingenti e particolari questioni di alchimie politiche , il cardinale primate ha così determinato i doveri religiosi dell ' elettore cristiano il quale , pur libero nella scelta del partito politico , non può dimenticare che questa libertà ha un limite nella necessità della difesa e della garanzia dei diritti di Dio e della religione . L ' appello sacerdotale nel quale vibra la carità di Cristo e la sollecita preoccupazione di tutelare la fede del popolo si conclude con un commosso richiamo al senso di responsabilità dei cittadini ed alla fiducia nella divina assistenza . « Nei nostri codici dice il cardinale primate vigono ancora le leggi derogatorie dei diritti di Gesù Cristo nella nostra Spagna . Ma Signore e Padrone nostro è nostro Signor Gesù Cristo . Che la Spagna Gli sia ridata e possa stringersi liberamente , pubblicamente alla sua Croce . Che questa stenda ancora le sue braccia , sulle nostre scuole , sulle nostre famiglie , sui nostri morti » . Il popolo della Spagna cattolica non potrà non rispondere compatto all ' appello del suo Pastore . Le previsioni della stampa e dell ' opinione pubblica sui risultati della battaglia elettorale di domani permangono disparate . Solo con il secondo scrutinio del 1° marzo si potranno conoscere i risultati definitivi . Appare però chiaro fin d ' ora che all ' accanita propaganda della concentrazione delle sinistre , la quale ha trovato alleati insperati , il blocco antirivoluzionario oppone una forza altrettanto compatta e decisa . Le elezioni del 1933 diedero ai partiti di destra e del centro quasi 5 milioni di voti contro circa 3 milioni ottenuti dalle sinistre . Malgrado che le attuali elezioni siano state indette da un governo avverso alle rivendicazioni delle destre , e che nella stessa determinazione della data delle elezioni si sia cercato il momento meno favorevole al blocco antirivoluzionario , i successi delle riunioni elettorali dei partiti antisocialisti fa ritenere tanto probabile quanto duro il loro successo . Si tratta , come dice il cardinale primate , di una « svolta imprevista » nella storia della politica spagnuola , e tutte le forze della resistenza antirivoluzionaria devono considerarsi mobilitate , al di sopra delle particolari divisioni su problemi contingenti . E sembra ben certo fin da questa vigilia , che un successo delle destre , nelle presenti contingenze , avrà delle conseguenze radicali sugli immediati sviluppi della politica spagnola , ed i discorsi elettorali sono tutti ispirati da questa volontà decisa di uscire una volta per sempre da un troppo lungo e penoso disagio . Quanti seguono con simpatia i duri sforzi del popolo spagnolo nella sua lotta contro i nemici della fede , che sono pure i nemici del benessere sociale , non possono che augurare alla Spagna cattolica , gentile , operosa di ritrovare la via della salute e della pace .
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I risultati delle elezioni spagnole , per quanto ancora non definitivi , segnano un netto successo delle sinistre mentre l ' Azione popolare ( CEDA ) , fra i partiti di destra , è il solo che abbia aumentata la sua rappresentanza popolare . Come avevamo rilevato alla vigilia delle elezioni , « la concentrazione delle sinistre ha trovato alleati insperati » e ciò ha reso particolarmente ardua la lotta del blocco antirivoluzionario . Nelle fasi storiche di disorientamento , qual è quella che ancora sta attraversando la Spagna , domina la cosiddetta « legge del pendolo » : cioè il disagio ed il malcontento si manifestano in modo scomposto facendo oscillare da un estremo all ' altro le preferenze della massa elettorale . Quindi , più che di una affermazione delle sinistre , si deve parlare di una riconferma della crisi politica la quale , lungi dal trovare uno sbocco risolutivo , ritorna , sotto la pressione del disagio , su posizioni che si sono già dimostrate inefficaci ed insufficienti . In ciò sta il motivo più disastroso dell ' attuale esperienza politica spagnola . Il popolo , nell ' esercizio della sua sovranità , si è staccato e sarebbe illusorio nasconderlo dall ' opera della passata legislatura che , pure essendo sotto il dominio parlamentare delle destre , non giunse a dare alla Spagna un governo che riflettesse la nuova orientazione dell ' opinione pubblica . Tale e non altro sembra essere il motivo dell ' oscillazione del pendolo elettorale verso quei partiti che , nella dialettica della vita politica , rappresentano sempre il momento negativo , il momento della critica , del disagio confessato , del malessere che non trova una via di uscita . Il programma di Azaña e di Caballero è un programma di opposizione e , in quanto opposizione contro una politica governativa che aveva scontentate pure le destre , ha saputo polarizzare gran parte dell ' opinione pubblica . Ora che cosa potrà dire ad essa Azaña che si dichiara già pronto a costituire un governo in tre ore ? L ' ex - presidente del Consiglio ha già parlato con i fatti , spingendo il suo paese per quella china in fondo alla quale ci sono le rovine ancora fumanti della rivoluzione delle Asturie . L ' esperienza governativa delle sinistre è già stata fatta in Spagna e non si vede quale possa essere il nuovo e costruttivo programma del governo di un paese che è rimasto ed è tuttora sotto la infausta influenza della prima legislazione rivoluzionaria . Spalancare le porte delle carceri , beneficare di una larga amnistia gli anarchici ed i comunisti che hanno organizzata la lotta civile , che hanno seminato l ' odio fratricida è troppo poco per ristabilire un « ordine nuovo » . La libera circolazione concessa ai criminali politici , se può essere un motivo di rettorica elettorale , non è certo , per qualsiasi governo , un provvedimento di salute pubblica . Ma vi è pure la « vendetta » contro gli uomini di destra che gli oratori del Fronte popolare hanno promessa alle loro masse . Anche la vendetta , introdotta nel costume politico , è nient ' altro che un motivo di dissolvimento non tanto per chi la subisce quanto per chi la esercita . Vi sono infine , e soprattutto , le leggi laiche contro la fede , la famiglia e la scuola che l ' anticlericalismo delle sinistre può render ancor più intolleranti . Anche questa esperienza negatrice dei fondamentali valori spirituali e tradizionali del popolo spagnolo non è nuova come non sarà nuova l ' incrollabile difesa del tempio contro gli incendiari , della famiglia contro i profanatori , della scuola contro i nemici della verità . Vorrà Azaña riprendere questo disastroso cammino ? Sarà certo il modo migliore per lavorare contro la salute spirituale e materiale del popolo , contro l ' unità e la prosperità del Paese . Anche se i risultati definitivi delle elezioni daranno , come sembra , la maggioranza assoluta al Fronte popolare , la battaglia delle destre , e specialmente quella dell ' Azione popolare , non può considerarsi perduta . Anzitutto perché sul terreno parlamentare i partiti di destra hanno una forza dalla quale non potrà prescindere alcun governo . Nel blocco delle destre lo sconfitto è solo il radicalismo centrista di Lerroux che vede i suoi 72 rappresentanti ridotti a 10 . È stata questa la disfatta che ha determinato lo spostamento verso il radicalismo sinistro capeggiato da Azaña e da Barrio di quei 60 seggi che , assieme agli altri perduti dai partiti indipendenti del centro , hanno costituito l ' elemento decisivo della prevalenza delle sinistre . I partiti monarchici hanno mantenute le loro posizioni e l ' Azione popolare ha portato da 114 a 125 i suoi rappresentanti . Per questo si può dire obiettivamente che i guadagni delle sinistre sono stati fatti a scapito del radicalismo e del centrismo e non certo della CEDA che ha aumentato il numero dei suffragi . Si può perciò ritenere , come notava ieri la « Stampa » , che « l ' affermazione della forza e della compattezza della giovanile organizzazione cattolica , in mezzo al disastro delle destre , è l ' elemento più rassicurante della situazione » . Gil Robles ha dichiarato al giornale « Ya » : « Il Partito popolare non è stato affatto battuto nelle elezioni di domenica . Al contrario esso ha aumentato la sua rappresentanza parlamentare ed alla nuova Cortes bisognerà fare i conti con esso » . È appunto questa forza che potrà servire da elemento di equilibrio contro l ' arbitrio parlamentare delle sinistre . Il secondo motivo che riduce sensibilmente la portata del successo del Fronte popolare è la disparità programmatica fra i gruppi di sinistra , disparità che si può risolvere in veri contrasti non appena cessate le provvisorie alleanze elettorali . Il socialismo « totalitario » di Caballero non è il radicalismo di Azaña , come il socialismo « evoluzionista » di Basteiro non ha certo parentele con il programma anarchico - socialista di Pestaña o con il comunismo di Maurin . La sinistra repubblicana di Marcellino Domingo si differenzia dalla stessa unione repubblicana di Martinez Barrio , e le rivalità fra i capi non sono minori delle rivalità fra i programmi . Come sarà possibile mantenere unito chi vuole la proprietà e chi la vuole eliminata , chi vuole l ' esercito e chi lo vuol sopprimere ? Questo è il grave problema parlamentare che deve risolvere un eventuale governo di sinistra sempre in pericolo di perdere la maggioranza parlamentare per lo spostamento di piccole frazioni del blocco . Tale fatto fa prevedere assai difficile il funzionamento delle prossime Cortes e quindi assai problematica la stabilità governativa . Per questo le elezioni , prima di essere state un successo per un gruppo o per un altro , sono state un cattivo affare per la nazione spagnola .