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LE ELEZIONI ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
Solo per un momento , quando le ambizioni fasciste prevalsero sulla volontà del duce , e le elezioni furono decise , noi dubitammo compromesse e giuocate le astuzie del bel tenebroso . E veramente , se gli oppositori del fascismo non fossero pressoché tutti fascisti mancati , quella era un ' occasione trionfale per prendersi gioco dei piani governativi . Bastava che nessuno pensasse sul serio alle elezioni , che si rispondesse con la canzonatura del silenzio alla campagna bandita da Roma . Mussolini chiama il popolo alle urne : l ' opposizione si rifiuti di battersi su questo terreno , sventi il gioco totalitario della demagogia fascista . Con una decisione di questo genere gli oppositori si sarebbero divertiti gratis allo spettacolo di tre o quattro mesi di lotta feroce nell ' interno del partito fascista e del filofascismo ; e a veder nascere proprio nei quadri dell ' unanimità mussoliniana ortodossia e eterodossia , eresie e fronde , contrasti e difese . Un dogma [ di ] improvvisatori non si cimenta impunemente ad una prova elettorale : il fascismo ne sarebbe uscito esautorato e compromesso . Eroi e donchisciotti , visti alla ricerca della medaglietta , erano sgominati dal ridicolo e dall ' ironia . La Camera eletta il 6 aprile sarebbe stata tutta fascista e perciò a priori condannata . Le battaglie tra ras e revisionisti l ' avrebbero lacerata ; il paese assente , in diffidenza . Ma una tattica così audace e rivoluzionaria si può chiedere solo a gente disperata , a gente che abbia capito che Mussolini non si liquida con gli intrighi di corridoio . Gli italiani sono invece astuti , super - politici , super - machiavellici . Nessuno dispera pur che rimanga una possibilità di riguadagnare la medaglietta , e se cento sono gli aspiranti per un solo seggio ognuno ha la certezza in cuore che con l ' intrigo e l ' inganno gli riuscirà di giocare l ' amico e l ' avversario . L ' opposizione costituzionale incominciò a sospettare la probabilità delle elezioni nel settembre scorso . Da allora persino noi di Rivoluzione Liberale abbiamo ricevuto le visite e le premure di parlamentari e aspiranti parlamentari . Noi antifascisti intelligenti avremmo dovuto dare la formula per la lotta antifascista . Uomini non compromessi avremmo dovuto offrire il nome alle organizzazioni che in tempo elettorale sarebbero state utili ai parlamentari antifascisti . Contro il fascismo che disprezza l ' intelligenza il concorso di noi intellettuali sarebbe stato decisivo . Noi fummo così ingenui da rispondere alle lusinghe e alle offerte con prediche e documentazioni : che era ridicolo voler battere il fascismo con le astuzie ; che Mussolini non ha soltanto la forza , ma il consenso degli italiani ; che la lotta deve essere feroce e diretta ad hominem contro il corruttore , consci che si è una minoranza , e non si vuole realizzare , ma salvare il futuro . Fummo tardi a capire che i nostri interlocutori volevano salvare la medaglietta prima che il decoro , e col farsi paladini di libertà , col protestare che la maggioranza non era fascista , ma che essi oppositori costituzionali avevano pure un buon seguito miravano soltanto a farsi meglio utilizzare , a vendere più cara la loro adesione al regime . Un politico più intelligente e più onesto degli altri , la sola persona seria dell ' opposizione costituzionale , il quale con tutti i suoi vizi di parlamentare riuscirà forse a salvarsi per il futuro , coglieva il dissenso tra Rivoluzione Liberale e antifascismo parlamentare in questi termini : « Si vede che lei è veramente giovane e che può buttar via dieci anni per alimentare , in ristretta compagnia , una distinta corrente di pensiero , e per poi trovarsi , senza sforzo , e nel vigor degli anni in cima all ' ondata che travolgerà questa gente . Io , invece , penso con malinconia , che fra due anni o l ' Italia sarà libera , o io mi troverò , pure in ristretta e scelta compagnia , su qualche nuovo May flower salpante per ignoti lidi . Questione di età » . La questione di età impedì che gli antifascisti avessero il coraggio di disertare le elezioni e si divertissero a vedere il campo trasformato in una corrida di gladiatori mussoliniani . La questione di essere rieletti è diventata la questione essenziale intorno a cui si provano e si rovinano i caratteri degli italiani . L ' on . F . , uno dei sacrificati della lotta politica in Romagna , professa la teoria che gli oppositori debbano difendersi con tutte le armi ; se è necessario e possibile entrino addirittura nel listone ! L ' idea fissa , sino al gennaio , degli oppositori più implacabili era di costituire un blocco positivo , che presentasse lista di maggioranza raccogliendo combattenti , socialisti , popolari , demoliberali e fascisti dissidenti . L ' ideale : arrivare dall ' on . Corgini , magari dall ' on . Giolitti , a Misiano . Un direttorio formato da Turati , Bonomi , Graziadei , Facchinetti , Mauri , Cocco - Ortu , avrebbe lanciato un proclama al paese prendendo impegno di garantire il funzionamento di un governo in caso di vittoria . Per preparare questa tattica si organizzò la commedia del 4 novembre , nella quale anche una persona seria come Treves dovette recitare la parte del peccatore contrito . Il successo era così sicuro che i promotori si fermarono al momento buono soltanto perché i loro atti sarebbero sboccati in una rivoluzione violenta , mentre i loro candidi cuori amavano la pace . Essi compresero assai tardi che se questo fantastico piano avesse avuto una mediocre probabilità di riuscita Mussolini non avrebbe esitato ad arrestarli o assai più astutamente , li avrebbe uccisi col ridicolo dimostrando , il 6 aprile , che gli italiani non gli negano il consenso , come non lo negarono nel '13 a Giolitti nonostante il suffragio universale . Mussolini dispone di infiniti artifici tipo patto Gentiloni . E nel caso del blocco positivo l ' artificio era semplice : bastava garantire mezza dozzina di rielezioni per sgretolarlo dall ' interno . Da buoni democratici i congiurati continuarono a discutere e ci fu chi si convinse dell ' opportunità di trasformare il blocco positivo in blocco negativo . Erano per questa tattica gli onorevoli meno sicuri della rielezione e la conferenza Gonzales a Genova fu il loro argomento più probatorio . Senonché l ' astensione discussa e machiavellica , come altra volta fu spiegato , si risolveva nella vittoria del bel tenebroso . E anzi i più convinti e leali difensori di questa tesi come Canepa , Treves , Rossetti , non si accorgevano di essere giocati dai loro stessi compagni che parlavano di partecipazione o astensione dopo aver fatto un calcolo personale . Aggiungi la gelosia di mestiere , per cui gli unitari temono , astenendosi , di servire i comunisti ; e i democratici hanno il sospetto che i voti siano per andare , nella loro assenza , ai repubblicani : e avrai il ritratto degli spiriti che governarono l ' opposizione dopo la chiusura della sessione parlamentare . Lo spettacolo delle anime in pena democratiche e socialiste convinse i buoni liberali , realisti come sempre , a offrire la loro partecipazione al listone . E costoro saranno o non saranno deputati , certo sono uomini finiti . Ma nessuno degli altri oppositori ha diritto ad una sorte migliore . Nessuno dei vecchi uomini politici si salverà dopo il 6 aprile . I più abili , in quattro mesi di tormenti avranno salvato soltanto il loro diritto di fare parte della Camera fascista . L ' idea di un blocco dei sopravvissuti era una idea squisitamente fascista . Rivela uno stile e una mentalità degni del comm . Massimo Rocca ex anarchico . Il fascismo converte ai suoi sistemi i nemici insieme coi gregari . Anche il fascismo è un blocco , il blocco positivo con Giunta al posto di Misiano , Massimo Rocca al posto di Bonomi , Paolo Orano invece di Facchinetti , e Murri in luogo di Miglioli . Una delle ragioni per cui combattiamo Mussolini è questa , perché egli ci ha dato il blocco di Rossoni e di Gentile , di Baroncini e di Dino Grandi , di Soffici e di Camazza , di Murri e di Farinacci . Il fascismo prevalse appunto confondendo le idee e le responsabilità , impedendo le distinzioni precise e la fedeltà degli uomini alla propria intransigenza , sfruttando cattolicismo e idealismo attuale , futurismo e tradizionalismo , sindacati e agrari , monarchia e tendenzialismo repubblicano per sacrificarli alle superiori arti dell ' addomesticatore . Il blocco delle opposizioni perpetuerebbe questa fiera gladiatoria e infantile , riprodurrebbe i sogni totalitari e le consolazioni dell ' unanimità . In Facchinetti e Rossetti risusciterebbe quel fantasma del combattentismo , quello sfruttamento della trincea che noi speriamo rimanga la prerogativa del fascismo , il segno della sua retorica e del suo mal costume politico . La paura e l ' opportunismo hanno fermato a tempo i candidati al blocco positivo e al blocco negativo . E avremo probabilmente battaglie particolari secondo gli interessi più personali . I deputati dell ' opposizione saranno così ameni nei loro giochi da riabilitare gli uomini del listone e delle liste fiancheggiatrici . Per la nostra ironia obbiettiva noi saremo definiti agenti provocatori . Ma per liquidare Bonomi e gli altri complici del fascismo siamo pronti ad accettare sorridendo anche le bizze dei galantuomini della lega democratica . Di questo antifascismo siamo sinceramente disfattisti . Al punto in cui le cose si sono ridotte pochi consigli ci restano per la tattica elettorale . L ' idea della diserzione di fronte alle violenze fasciste ci sembra disonorevole . I partiti che hanno qualche serietà e qualche tradizione devono scendere in campo , ognuno al suo posto , forti della propria intransigenza , non per conquistare dei seggi , ma per mostrarsi degni di combattere . Niente leghe , niente complicità . È l ' ora del bilancio , dell ' esame di coscienza . Repubblicani da una parte , da soli , senza intese con accaparratori di voti ; popolari coerenti e distinti col programma di tornare in dieci o in venti alla Camera , ma che siano dieci o venti uomini , e non falsi profeti della demagogia o del gesuitismo ; i partiti proletari inesorabili , sdegnosi di tardive rinunce o di ipocrite conversioni pseudo - patriottiche e antibolsceviche . Ognuno al suo posto : Treves internazionalista come nel '19 , profeta di un ordine nuovo , bestemmiatore della guerra , non adulatore di medaglie d ' oro festeggianti il 4 novembre ; Facchinetti anti - socialista , antibolscevico , wilsoniano come alla Scala con Bissolati ; Sturzo liberale conservatore , pensoso dei destini della piccola proprietà agricola . A Montecitorio anche queste scarne pattuglie potranno acquistare il valore di avanguardie del futuro e sapranno non patteggiare con l ' addomesticatore . I primi oppositori di Napoleone III furono cinque . La lotta contro Mussolini non sarà meno lunga né meno difficile . Gli uomini di cinquant ' anni che vogliono realizzare devono scoprire il loro giuoco , inserirsi nella storia , diventare mussoliniani . L ' antifascismo è una questione di aristocrazia , di nobiltà , di stile ; è una dignità che si acquista con le rinunce e coi sacrifici . Solo le minoranze provate e perseguitate hanno dei buoni diritti .
DOPO LE ELEZIONI ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
Nel pensiero dell ' on . Mussolini le elezioni dovevano essere la prova sperimentale dei suoi sistemi totalitari . Per giungere a risultati di plebiscito fu predisposto il congegno elettorale . Il periodo della preparazione della lista nazionale attestò in grado decisivo le attitudini dell ' addomesticatore . L ' on . Mussolini aveva due vie logiche da scegliere : mantenere in vita la vecchia Camera che , in sostanza , era una Camera giolittiana disposta a servire ( riproducendo la situazione del '15 ) perché già addomesticata , oppure fare le elezioni di partito , con una lista tutta fascista , dando pieni poteri a Giunta e a De Bono . Naturalmente non scelse né l ' una né l ' altra e diede i pieni poteri a Giunta e a De Bono per far riuscire non una lista fascista ma una lista di blocco . Che De Nicola , Orlando , Salandra debbano la rielezione al manganello , che con tutti i loro discorsi di costituzionalità e di democrazia rimangano complici della pressione fascista , ecco il capolavoro del mussolinismo . Una opposizione seria dovrebbe capire che questo è il punto vulnerabile del regime . Il mussolinismo è più violento del fascismo , è più illegale perché si nasconde dietro la legalità delle forme . Se il fascismo fosse soltanto dittatura si farebbe presto a liquidarlo con le barricate : ma la sua forza è specialmente presidiata dall ' esistenza di un consenso . Ora Mussolini deve la forza a Farinacci ma il consenso alla propria ambiguità . Le elezioni di Salerno sono un fatto grave non tanto perché il governo vi abbia esercitato violenze inaudite quanto perché i seguaci dell ' on . Amendola , che in provincia hanno la maggioranza , le subirono . Elettori addestrati alla lotta politica sanno opporre violenza a violenza , difendere con la forza la propria dignità . Nel 1919 a Bitonto e a Molfetta i salveminiani risposero alla pressione ammazzando Ungaro Nicola , il capo dei mazzieri del '13 . Ma se Giovanni Amendola scrivesse oggi Il ministro della mala vita non ne otterrebbe probabilmente neanche un successo librario . Perché la violenza di Giolitti era un fatto eccezionale e piccante , ridotto ad alcuni casi di vendette personali , significative di una qualità politica deteriore ma quasi indispensabile di cui Giolitti non mancava : la capacità di odiare . Le violenze di Giolitti riguardano pochi nomi : Giretti , Salvemini , Galimberti . Elencare le violenze mussoliniane invece ha pochissima importanza perché esse sono un sistema del regime : implicano responsabilità totali , derivano dalla complicità dei cittadini , tant ' è vero che sono localizzate in una zona molto più vasta . La pratica della non resistenza al male è una malattia non meno grave del politicantismo , nel nostro paese . Il 70 per cento al governo era assicurato una volta che Mussolini era riuscito a fabbricare il listone con le lusinghe , con le minaccie , con la corruzione , creando l ' ossessione del dogma della patria e raccogliendo la eredità di tutti i ministerialismi . Le velleità di rinnovamento del Mezzogiorno coltivate da alcuni fascisti come Padovani e Lanzillo non valsero a nulla contro il trasformismo di Mussolini , pronto ad accettare tutti i gruppi padroni delle situazioni locali . La funzione di un fascismo coraggioso nel Sud sarebbe stata di rifiutare tutte le alleanze , di combattere tutte le posizioni elettorali del giolittismo , di creare con uno stato d ' animo di palingenesi ministeriale , un ' atmosfera di ribellione contro le cricche di Colosimo , di Fera e di Orlando . Invece i comm . Maurizio Maraviglia e Michele Bianchi non aspiravano che a sostituirsi a Colosimo nell ' ufficio di compari e di paraninfi e a Fera , come distributori di impieghi ; temettero ( gli antiparlamentari ! ) che il programma intransigente fosse per dare al fascismo non più che il 10 per cento degli elettori e finirono per affidarsi al senno e alle manovre del Duce - supergiolitti . Così il metodo di Mussolini fu : mazzieri e patto Gentiloni , lo spettro della violenza nell ' apparente pacificazione , e la pratica quotidiana dei blocchi e delle corruzioni . Il risultato più evidente della vittoria ministeriale dunque è la sconfitta del fascismo . La marcia su Roma è stata per nulla . Le elezioni del '24 sono identiche a quelle del '21 : allora il fascismo fu utilizzato nel blocco nazionale per creare una maggioranza Giolitti : lo stesso programma , a tre anni di distanza , riesce senza incertezze a Mussolini , scolaro più abile del maestro . Nel '21 come nel '24 le camicie nere fanno da mazzieri , i combattenti e le medaglie d ' oro lavorano come muli di servizio del dogma della patria , la Confederazione dell ' Industria fa le spese a patto che Olivetti , Mazzini , Benni , ecc . diventino insostituibili presso il dittatore . La proporzionale sventò il piano di Giolitti come lo avrebbe turbato a Mussolini : il sistema Acerbo ha compiuto il quadro , e l ' avrebbe compiuto , si badi , in modo analogo il collegio uninominale che dà parimenti gli elettori in mano al governo . Si insiste su questo punto perché vogliamo che d ' or innanzi una delle pregiudiziali di qualunque opposizione seria sia la richiesta della proporzionale . Tenendo presente l ' ultima esperienza la storia d ' Italia si vede sempre più rettilinea : una dittatura economica di ceti plutocratici , non abbastanza forte per diventare dittatura politica ( l ' ultima volta che lo tentò , con il fascismo , non fu più fortunata delle altre ) , e tuttavia ministeriale sempre perché sempre padrona del governo sempre perché sempre padrona del governo attraverso ambigue manovre ; in politica per l ' immaturità generale e per il peso inerte del Sud una dittatura demagogica , burocratica e paterna che controlla i cittadini persino nei mezzi di sussistenza e può costringerli pacificamente a essere ministeriali . La proporzionale portando alla politica le masse socialiste e popolari segnava il principio del tramonto delle due dittature . Il solo effetto sensibile della marcia su Roma è stato l ' abolizione della proporzionale . Così la deviazione del dopo - guerra è stata corretta e l ' Italia torna in minorità politica . Quando diciamo che Mussolini è il nuovo Giolitti , più abile e meno serio , vogliamo indicare questa situazione storica , in cui gli effetti della immaturità politica si complicano per la immaturità economica . Perciò la base della dittatura giolittiana come di quella mussoliniana è nell ' Italia centrale e meridionale , dove il fascismo era ancora infante . E per l ' appunto si può dire che le elezioni rappresentano la sconfitta del fascismo e la vittoria di Mussolini . Il fascismo è stato sconfitto in Italia settentrionale dalle opposizioni ( specialmente socialcomunista e popolare ) . In Piemonte , Lombardia , Veneto , Liguria , Venezia Giulia , le opposizioni prevalgono per 70.000 voti ( più di 1.400.000 ) . Per Mussolini sono invece propizi i venti africani . Mussolini vince nel sud e nel centro con 3.350.000 voti circa contro meno di 1.100.000 . Basta la più generica geografia per spiegare la nostra politica . Tuttavia contando i voti dei partiti di opposizione , chi ha creduto come noi a quel principio di lotta politica che si avvertì nel '19 ha il diritto di accorgersi che non fu un illuso e può interpretare il risultato delle elezioni come la prova che esiste in Italia una minoranza aristocratica degna di chiamarsi antifascista . Gli operai del Nord , hanno saputo battersi . Al posto di Bombacci hanno mandato in parlamento Gramsci . Le parole che scrivemmo nel numero del 12 febbraio scorso non sono state smentite . « L ' idea della diserzione di fronte alle violenze fasciste ci sembra disonorevole . I partiti che hanno qualche serietà e qualche tradizione devono scendere in campo , ognuno al suo posto , forti della propria intransigenza , non per conquistare dei seggi , ma per mostrarsi degni di combattere . Niente leghe , niente complicità . E l ' era del bilancio , dell ' esame di coscienza ... A Montecitorio anche queste scarse pattuglie potranno acquistare il valore di avanguardie del futuro se sapranno non patteggiare con l ' addomesticatore . I primi oppositori di Napoleone III furono cinque . La lotta contro Mussolini non sarà meno lunga né meno difficile . Gli uomini di cinquant ' anni che vogliono realizzare devono scoprire il loro giuoco , inserirsi nella storia , diventare mussoliniani . L ' antifascista è una questione di aristocrazia , di nobilità , di stile , è una dignità che si acquista con le rinuncie e coi sacrifici . Solo le minoranze provate e perseguitate hanno dei buoni diritti » . E chiaro che i partiti proletari e il partito popolare impostarono su questa pregiudiziale la lotta : ossia seppero combattere senza illudersi di realizzare , per sola fedeltà alle promesse . Che esista ancora un ' Italia continentale ed europea , che Mussolini non sia riuscito a renderci tutti saraceni è un risultato positivo . Purché i partiti resistano : non saremo noi a contestare al fascismo la sua maggioranza . Noi ci accontentiamo modestamente di un futuro che forse non vedremo . Le elezioni ci danno un fascismo addomesticato che non era nei nostri voti . Mussolini democratico e indulgente sarà un disastro per la nostra educazione politica : ma , tanto è l ' Italia non è paese di tiranni se non nello stile più paesano e giocondo . Un vantaggio dalla faccia bonaria di Mussolini lo avremo per l ' adesione a lui di tutti i falsi oppositori , di tutti gli antifascisti conservatori , disposti a servire durando l ' ordine e la costituzione . L ' opposizione che chiedeva al fascismo di essere legale e costituzionale ci ha sempre fatto ridere . Tanto meglio se invece di averla tra i falsi amici la potremo classificare tra gli avversari . Noi non fummo mai così stolti da contare la monarchia tra le forze dell ' antifascismo . Ora che il mussolinismo non si potrà più distinguere dalla monarchia una delle chiarificazioni indispensabili è avvenuta . Se ci avviamo verso l ' idillio e verso la pacificazione , se stiamo per assistere al ripetersi della tranquillità del decennio giolittiano ( con dannunzianismo e psicosi bellica in peggio ) noi vogliamo notare già mentre l ' era nuova si apre che non crediamo a questa pace , che ci viene come soppressione della lotta politica . Il compito delle opposizioni nel prossimo decennio – mentre il movimento operaio si verrà maturando – deve essere quello di esasperare la lotta , di non venir meno alla intransigenza , di provocare il regime senza concedergli tregua . Bisogna avere il coraggio di non collaborare neanche alla Camera con la critica , magari a costo di iniziare un nuovo implacabile ostruzionismo . L ' opposizione non ha il dovere di pensare in Parlamento all ' ordine e alla ricostruzione . Per la ricostruzione la via rettilinea è un ' altra : la conquista dei comuni con lo scopo di creare , sia pure a lunga scadenza , il dissidio tra i poteri locali e il centro . Ecco un programma di lavoro per tutta una generazione .
ADDOMESTICATI E RIBELLI ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
L ' on . Mussolini ha affermato la sua gioia di « poter finalmente agire appoggiandosi su di una Camera che rappresenta esattamente la volontà del paese » . « Le ultime elezioni hanno restituito all ' Italia un vero Parlamento » . Il gioco è chiaro : non era difficile prevedere che il diavolo si sarebbe fatto frate e Mussolini è sempre scrupoloso nel dar ragione alle profezie dei suoi critici . Nella sua politica la normalizzazione è un elemento psicologico e ideale necessario come la violenza . La conciliazione degli opposti non è una ipocrisia del Duce : è il suo stile . Normalizzazione in un primo senso vale per eufemismo per indicare che conserva il potere e d ' altra parte è l ' ideale di pace che non si può non riproclamare mentre continuano le irrequietezze della rivoluzione dei reduci . La tattica di un addomesticatore nel dopo guerra doveva essere duplice : la violenza contro le minoranze battagliere e contro i movimenti libertari sorti dal basso , le lusinghe verso le classi medie e verso le masse quietiste . Il gioco non riuscì a Giolitti che non aveva inteso la necessità di questo equilibrio ; e fu necessario trovare un nuovo Giolitti , adatto ai tempi di avventura , in Mussolini . Egli è l ' addomesticatore del fascismo solo perché lo serve e lo serve appunto mentre addormenta gli avversari con gli ideali del ministerialismo e della pace . I costumi dell ' Italia sono ridotti a questo : che tutti si trovano pronti a disarmare anche se il fascismo non disarmerà e accettano il mito della normalizzazione instaurata dai vincitori anche se non ignorano che sarà una pura e semplice resa a discrezione . Un fautore del nuovo regime così interpreta lo stato d ' animo generale : « L ' attuale fase delle discussioni politiche dimostra soltanto questo : che nel momento attuale una grande attrattiva per le fantasie e per i bisogni degli italiani è costituita dalla visione di un periodo di pace sociale . Tutto il resto , accanto a questo , ha poca importanza . Insomma il paese è stanco di stare in ansia sociale . Oggi sono fuori della realtà politica soltanto coloro che parlano di una continuazione della lotta , e vogliono eccitare ancora gli odi assopiti e le passioni stanche » . Ossia noi assistiamo – protagonisti gli intellettuali e l ' opinione pubblica media – al formarsi di una vera e propria voluttà del servire . E la rinuncia alle più elementari dignità è fatto in ossequio alla maniera forte insieme e lusingatrice del Duce , dal quale riesce grato ricevere attestati di inabilitazione e interdetti . Dalle molte diagnosi che ne offrimmo dovrebbe risultare chiaro che questa stanchezza di Medioevo , questa rassegnazione di schiavi viziosi è uno stato d ' animo per eccellenza mussoliniano . Mussoliniano anche se si ritrova in certi oppositori disorientati dalla lotta . Così è una tattica di addomesticati invocare con la Giustizia ( sabato 26 aprile ) che il fascismo : « osi legalizzare l ' arbitrio , far delle leggi , una legge dispotica finché vuole ma che sia una : e ciò per due ottimi motivi : primo , che i cittadini sappiano con certezza che cosa è lecito e che cosa è proibito ; secondo , che esso , il regime fascista , si assuma chiara ed intera la responsabilità politica dei suoi atti , o di quegli atti che fino a qui furono abbandonati alla iniziativa dei ras locali o degli squadristi isolati » . Ci sembra buffo chiedere i limiti di ciò che si vuol rovesciare : certi limiti evidentemente si avvertono solo nell ' atto in cui si tenta di distruggerli ! Né si può seguire Giovanni Zibordi quando scrive sulla « Critica Sociale » del 15-30 aprile : « Tutto quanto concorra a creare una atmosfera e un programma di civiltà legale contro la violenza illegale oggi prevalente , giova indirettamente a una ricostruzione spirituale e materiale di questa travagliata vita italiana . Se qui è una riserva di astuzia polemica – ma non sembrerebbe – l ' astuzia viene in ritardo . Dopo 18 mesi chiedere al fascismo di esser coerente nelle parole e nei fatti , nelle leggi e nello spirito è perfettamente ingenuo se si è constatato che il fascismo non acconsentirà mai ad instaurare una tirannide onesta e dichiarata ma alle leggi democratiche e demagogiche continuerà ad unire una pratica contradditoria e arbitraria secondo le esigenze quotidiane . Né l ' economia né la politica si avvantaggiano dalle lunghe stasi e dalle quiete rinuncie : e l ' opposizione può servire il paese soltanto rifiutandosi di far la pace col vincitore , e di riconoscere il regime mussoliniano . L ' opposizione è una scuola di dignità e la sua intransigenza mentre non la compromette a far causa comune con la presente decadenza , mentre la salva per il futuro , offre disinteressatamente dei modelli e migliora generosamente lo stesso fascismo , reo che non si può assolvere . La normalizzazione è dunque un problema tutto interno del fascismo stesso , un ' altra fantasia mussoliniana : noi siamo pronti ad assistere anche a questo spettacolo , ma resta inteso che non siamo disposti ad accettare norme dal campo nemico . Un aspetto della normalizzazione sarà l ' impegno messo da Mussolini nel far funzionare il parlamento . Si domanda se gli riuscirà . Resta tra gli oppositori l ' illusione che la fine del fascismo debba venire dall ' interno , che il blocco si debba sfaldare di fronte alle difficoltà concrete . Per noi è chiaro che Mussolini farà trionfalmente il suo esperimento parlamentare . La maggioranza è un blocco altrettanto compatto quanto variopinto di tendenze e anemico di idee . Mussolini può condurre dove vuole , manovrare come gli piace uomini dello stampo di Salandra , Orlando , Dino Grandi , Bottai , Massimo Rocca , Giunta . Non è a credere che gli possano venire preoccupazioni serie neanche da Farinacci . La violenza dei ras gli è cara e necessaria : egli sa dosarla ; e Orlando gli potrà servire in qualunque momento per convalidare la riforma di Michelino con l ' autorità del costituzionalista . Bisogna convincersi che i 356 deputati della maggioranza e gli altri signori delle liste bis , se si eccettuano i rappresentanti della oligarchia industriale ( assai apertamente padroni ) sono tutti dei fantocci buffissimi e spudorati , biscie incantate dal ciarlatano . Vanno a Montecitorio per ubbidire . Faranno le parti che il Duce assegnò . Per questo lato la normalizzazione è un fatto . Mussolini può dilettarsi allo spettacolo dei frak e delle livree della nuova Corte . Esame dei ribelli Fuori della maggioranza garbatamente ridotta alle livree , il problema della vita futura dell ' Italia sta nella valutazione delle resistenze nell ' animo dei ribelli . Non ci dobbiamo nascondere la crisi di quelle che sono oggi le sole opposizioni serie : i popolari e i partiti proletari ( l ' opposizione costituzionale essendo ridotta ad un uomo che potrà solo avere compito demiurgico ) . Il partito popolare sembra conservare i quadri saldi , ma i capi nel loro istinto conservatore e per i contatti col Vaticano e con gli ambienti più retrivi non sono fatti per una lotta disperata . I popolari potrebbero nutrire ambizioni di successori se avessero il coraggio di rinunciare a giocare d ' abilità col duce e non si riducessero ad una serie di posizioni parlamentari . Dovrebbero convincersi che solo i mussoliniani possono accettare oggi il terreno parlamentare . Per i parlamentaristi seri la Camera di Mussolini non è una Camera , già per il fatto di non essere stata eletta con la proporzionale . Occorre non riconoscerla , svalutarla . Longinotti , Bresciani , Bertini , non chiedono che di valorizzare l ' ordine costituito e di venire a patti . La tattica dell ' opposizione dipende dunque dai partiti proletari , dai repubblicani ai comunisti : deve effettuarsi con l ' ostruzionismo in parlamento e la scuola di intransigenza nel paese . La nostra proposta di ostruzionismo è precisa . Significa non riconoscere la validità della Camera presente . Impugnarne le origini , non collaborare al funzionamento neanche con la critica . L ' uomo più intelligente del socialismo italiano ( che veramente non è un uomo né un italiano ) traduceva i nostri propositi nella tattica seguente : in sede di convalidazione ogni partito deleghi un oratore per ciascuna circoscrizione a documentare l ' illegalità della votazione fascista . La polemica dell ' illegalità non è nelle nostre preferenze : tuttavia ecco un primo mese di battaglia parlamentare bene speso . Questa posizione pregiudiziale di incompatibilità deve essere proseguita in tutti i campi di discussione , senza concedere tregua al ministerialismo . Si dovrà ricorrere all ' ostruzionismo dei regolamenti per costringere la maggioranza a smascherarsi mutandoli . Se si otterrà che Mussolini non possa fare il parlamentarista pacificamente , se lo si obbligherà a tornare sulle sue vecchie posizioni di provocatore si sarà raggiunta la più bella vittoria tattica . La crisi del socialismo Tutto il resto dipende dallo sviluppo della crisi socialista . Oggi la disorganizzazione dei tre partiti è connessa col disorientamento del proletariato . Le polemiche tra la Giustizia , l ' Avanti ! e l ' Unità rivelano la ferocia settaria e dissolvente che ha sempre animato i capi degli estremismi . E perciò sono un segno di vitalità , di esigenze più profonde per il futuro . Il sogno di un partito proletario unico , organizzato a battaglia disciplinatamente appare certo lusinghiero e piacevole alle persone che amano gli schemi ordinati . Sembra a tutti incontestabile che mentre il proletario è travagliato dalla reazione il battersi compatto possa consentirgli di salvare almeno le posizioni più indispensabili . Chi non è così rigido nell ' illusione del blocco unico pensa che almeno i massimalisti siano una creazione artificiosa , degna di finire al più presto , decidendosi fra le due anime del socialismo : la gradualista e la rivoluzionaria . Invece sarebbe ora di accorgersi che questo linguaggio è invecchiato . La parola d ' ordine dell ' unità non ha servito a evitare in nessun paese la costituzione di tre partiti proletari . Sono le vie e le ipotesi che si presentano alla scelta degli oppressi in cerca di liberazione . Tra la democrazia di Turati e il bolscevismo ortodosso di Bordiga , la critica dell ' Avanti ! inspirata a un marxismo sospettoso della terza internazionale e prudentemente rivoluzionario , ma francamente classista è logica e utile . Noi non intendiamo affatto deporre le diffidenze verso quella che è stata la mentalità massimalista e comprendiamo che i rancori dei delusi possano arrivare persino alle accuse di tradimento , ma ci sembra necessario riflettere che oggi il partito massimalista è frutto di un libero sforzo proletario , cresciuto per il sacrificio degli umili e non in regime di sovvenzione o per i contributi di classi o nazioni estranee alla vita delle plebi italiane . La crisi vera non è insomma del massimalismo più che degli unitari e dei comunisti : la crisi è di tutto il socialismo che non è riuscito negli ultimi venti anni a rinnovare la sua classe dirigente , e non ha avuto dopo la generazione di Turati una scelta di capi giovani e preparati ai nuovi tempi . Ma nella resistenza al fascismo i tre partiti proletari hanno dato una prova di vitalità e di forza , non di decadenza . La concorrenza li migliora , le polemiche , anche quelle più disgustosamente personali , li chiarificano . Certo si tratta di una crisi di crescenza . E non bisogna guardarla con disdegno , perché vi si stanno preparando i migliori , quelli che avranno diritto di condurre il proletariato alla riscossa .
DEMOCRAZIA ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
Ritratto dell ' intelligenza servile . Il fascismo ha vinte le democrazie senza combatterle . Non si può dare più grave insulto per le democrazie italiane di una certa terminologia prevalsa in questi anni la quale enumera e classifica democratici filofascisti , fascisti democratici . Che non si avverta nell ' aria una repugnanza per tali accoppiamenti sembra significare la leggitimità di una inesorabile bocciatura : la democrazia italiana non ha avuto uomini che studiassero sul serio . La democrazia italiana , come ha sopportato Giolitti , sopporterebbe Mussolini e persino un governo dello Stato Maggiore . Combatte il fascismo per difendere la sua vecchia politica dei blocchi ; per difendersi la possibilità di un accordo col governo mussoliniano . Intorno a questa nostra tesi vi fu grave scandalo : ma il fatto stesso che le pregiudiziali dei democratici si limitino alla libertà e alla milizia nazionale prova che si è disposti in certi limiti di spazio e di tempo a transigere . Sembra democratico addomesticare il fascismo . La prima tattica fu di contrapporre i revisionisti ai ras , i mussoliniani ai fascisti . Ora si scopre che il fascismo dovrebbe essere prigioniero della sua maggioranza , della sua legalità . L ' ingegnere Rignano ha scritto un libro per indicare il nuovo programma che è tutto nel motto : Democrazia e fascismo . Ecco un libro che sarà popolare . L ' autore rivolge ai fascisti una sua garbata lezioncina : chissà che invece dei figli svagati non ascoltino i padri illusi . Il buon senso dell ' ingegner Rignano è così lucido , la sua obbiettività così distinta e contenta di sé , la sua cultura internazionale così pacata e convincente , che questa pedagogia democratica riuscirà gradita agli italiani addomesticati . In fondo al cuore gli italiani sono tutti , come lui , fascisti e democratici . Il fascismo c ' è : valorizziamolo , temperiamone l ' irrequietezza mandando deputati fascisti in parlamento . Così le rivoluzioni si legalizzano ; i fascisti diventano democratici . Gli italiani hanno già accettato queste conclusioni come una risorsa per la loro cortigianeria innata : Rignano vi è giunto invece seguendo la strada maestra del suo ottimismo puritano . Però nasce il dubbio che egli applichi procedimenti di indagine e di giudizio inglesi a un fenomeno che in Inghilterra sarebbe letteralmente impossibile . Rignano cita Stuart Mill ; è dichiaratamente positivista e sperimentalista ; è un protestante senza religione , un filosofo della biologia . Crederebbe di non essere abbastanza positivo se non rendesse anche lui il suo omaggio di uomo ragionevole ai meriti di Mussolini . La sua obbiettività gli insegna così : tanto di ragione da una parte , tanto dall ' altra . Egli non immagina che quando da una parte non c ' è niente di ragione il giudizio di Salomone è assolutamente tendenzioso . Egli è fuori della mischia , sereno , disinteressato , apolitico e non si avvede che gli apolitici hanno sempre torto : la loro apoliticità è partigiana : essi sono difensori dell ' ordine costituito , sono una forza inerte che pesa a vantaggio del regime , degli interessi conservatori : i governi reazionari hanno sempre apprezzato la squisita utilità che viene loro offerta dalla classe degli apolitici . Oggi la maggioranza degli italiani è così : uomini che per scrupolo di obbiettività non vogliono trovarsi contro corrente , che sono pronti alla pace col regime per non turbare la concordia e l ' ordine nazionale . Chiedono a Mussolini la libertà di poter lavorare con lui come lavorarono con Giolitti . Ringraziano Mussolini di averli liberati dal bolscevismo , di aver dato loro un ordine , una gerarchia . È un ' opposizione che chiede la libertà di servire . Mussolini lusinga questi disinteressati , apprezza questi apolitici . I sudditi siano sudditi , gli scienziati scienziati , e la politica spetti a chi regge .
IL RE DEI REDUCI ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
Col discorso della Corona l ' opposizione è definitivamente sconfitta nella sua tattica di lavorare su un immaginario contrasto tra Mussolini e la Monarchia . La camicia nera ha ceduto al frak . A rappresentare la rivoluzione fascista in camicia nera è rimasto solo l ' on . Cesare Forni , ma non è detto che non debba finire anche lui per acconciarsi a meno avveniristiche mode . Nell ' atto in cui le « medaglie d ' oro » Ponzio di San Sebastiano e Rossi Passavanti si accostavano per il baciamano alla berlina della Sovrana , la rivoluzione degli spostati trovava il suo ultimo e passatistico « sbocco » nelle consuetudini della Corte e le inquietudini del reduce si risolvevano per sempre nella stanca e beata compitezza del valletto . L ' importanza del discorso della Corona è data dal suo tono . Lo stile risente , è vero , qua e là , di enfasi dannunziana e di cattivo gusto futurista ; ma nell ' esposizione dei propositi è crudelmente giolittiano . Gioverebbe far il confronto con i tre discorsi che fece preparare Giolitti , nel 1904 , nel 1908 , nel 1913 . Un fiducioso sguardo all ' avvenire , i problemi operai e della pace in prima linea . Pochissimo accentuato il riconoscimento della rivoluzione fascista , ma in compenso portata la questione fino alla radice nel riconoscimento e nell ' esaltazione dei reduci come politici . Tutto questo considerato come normale , pacatamente , mediocremente . Il regime è stabile : nel cuore del Re , Mussolini ha preso il posto di Giolitti . Un discorso fascista sarebbe stato meno pericoloso e definitivo : invece Mussolini diventò invincibile facendosi complice ed erede dei metodi della monarchia socialista . La Corona accetta il nuovo Governo accontentandosi della più modesta garanzia ossia conservando la sua sabauda moderazione , diventata ormai , col trascorrere degli anni , mediocrità . Mussolini alla sua volta espone i suoi programmi attraverso la Costituzione . C ' è una prova indiscutibile di questo perfetto accordo ed è data dal confronto tra il discorso della Corona e le ultime manifestazioni del pensiero del Presidente . L ' intervista al Times , le dichiarazioni agli operai , le spiegazioni sulla Milizia hanno trovato nelle parole del Sovrano un interprete autorevole , una firma di garanzia . Per questo risultato Mussolini ha dovuto sacrificare le sue invettive contro la libertà , e accontentarsi di deprecare la licenza , ma nel cambio c ' è ancora il gioco d ' astuzia dell ' addomestícatore . Il fatto è che il sovversivismo dei reduci passando accanto alla Corte è diventato conservatore . In questo esperimento di normalizzazione Mussolini è riuscito a impegnare il Sovrano . Il mussolinismo ha sconfitto decisivamente il costituzionalismo . Chi vorrà rimanere antifascista dopo il 24 maggio dovrà cominciare con la pregiudiziale istituzionale . La moderazione sabauda dell ' ultimo re ha voluto insistere sui problemi del lavoro , quasi confermando la coerenza di un programma che fu cominciato con Giolitti venti anni fa . Ma vogliamo far notare il tono con cui si è espressa questa insistenza . È facile avvertire il candore del piccolo borghese che considera le classi operaie con sentimento di paterna filantropia . Con ingenua soddisfazione si parla dell ' ufficio accanto all ' officina e , vicino alle classi lavoratrici , non si dimenticano i tecnici . Le simpatie del regime insomma si volgono appunto verso un sistema di produzione ordinatamente paterna . Così l ' accenno alla piccola e alla media proprietà agricola è significativo come una vera e propria confessione ; non tanto per le ragioni economiche a cui si può riconnettere , quanto per l ' idillico richiamo alla psicologia del possesso famigliare che ne è derivato . Certo , in queste premesse e in queste lusinghe si deve constatare la più completa inesperienza delle masse operaie e delle moderne lotte democratiche . Se il discorso del Re segna il consolidarsi della parentesi conservatrice , inaugurata nel dopoguerra dalla disoccupazione e dalla stanchezza degli ex combattenti , resta tuttavia innegabile che a questo equilibrio le avanguardie dei ceti operai oppongono una resistenza non domata . E il mussolinismo che si adatta a questo equilibrio , riprendendo una situazione tipicamente giolittiana , e il re ne è rimasto così soddisfatto da diventare accondiscendente persino verso la milizia nazionale . Comunque Mussolini sia , per orientare il suo trasformismo , nel futuro gli riuscirà assai difficile nascondere la schietta anima del piccolo borghese e antisocialista che sta sotto le solenni professioni di affetto per il proletariato . Il discorso della Corona è stato abilissimo , ma ha scoperto il gioco . Il presidente troverà consolidato il suo potere . Si rivolgeranno a lui , accanto alle camice nere , anche gli ex combattenti rimasti in attesa , giovani conservatori desiderosi di ordine e di lavoro , con in fondo all ' anima un sottile istinto reazionario e anti - socialista , che è quasi il segreto della loro borghese dignità . Ma l ' esperimento giolittiano ha messo in guardia per sempre il proletariato e le élites delle libere democrazie di domani . Questi sanno che oggi il governo di Mussolini è stabile e che è una pia illusione l ' idea di guidarlo attraverso i meschini dissidi interni del fascismo . Tuttavia restano in riserva , non si piegano . Non collaboreranno , perché lavorano per una situazione nuova , futura , di dignità politica e di serietà economica . Questo è il solo antifascismo concreto e realistico – l ' antitesi della generazione dei « reduci » .
StampaPeriodica ,
La diagnosi del fascismo dell ' amico Mazzali svolge elementi in gran parte analoghi a quelli fissati in tre anni di battaglie da Rivoluzione Liberale . Il problema per i Gruppi di Rivoluzione Liberale è quindi di discutere la connessione posta dal Mazzali tra profezia marxistica e liquidazione del fascismo . Altrove abbiamo detto che questa è l ' ora di Marx . Ma s ' intende che noi pensiamo ad un Marx vitale in una situazione caratteristicamente italiana . In questo senso la tattica che propone Rivouzione Liberale contro il fascismo è la seguente : Nessuna illusione di liquidare il fascismo coi giochetti parlamentari , con le combinazioni della maggioranza , con lo Stato Maggiore , con la rivolta dei vari Delcroix e simili aborti morali . Il problema italiano è di liquidare lo spirito e le forme del trasformismo , dell ' accomodantismo , della corruzione oligarchica che fu rappresentato dai vecchi ceti sedicenti democratici e che il fascismo portò alle estreme misure di impudicizia e di trafficantismo . Crediamo al movimento operaio come alla sola forza – che per le riserve di spirito combattivo di cui dispone , per la sua volontà di redenzione potrà opporre alle vecchie cricche , pronte sempre a patteggiare , la sua inesorabile intransigenza . Le esperienze passate ci insegnano che il movimento operaio alla resa dei conti avrà bisogno di una classe dirigente sicura e moderna , dotata di spirito di sacrificio e di maturità storica . Comunque si liquidi la questione del ministero Mussolini ( noi non abbiamo alcuna sollecitudine per le azioni di Salandra , di Giolitti , di Caviglia o di Di Giorgio ! ) la situazione da cui è nato il fascismo si liquiderà soltanto con la ripresa del movimento operaio . Questa è connessa con il miglioramento della nostra classe capitalistica , con le attitudini della nostra economia a vivere nel commercio mondiale non semplicemente da parassita . La recente campagna di Einaudi ha questo senso profondo . Per secondare la ripresa operaia contro il fascismo perciò non bisogna invocare profezie o proporre schemi di nuove società ( se in Italia dovessimo aspettare le tre condizioni di Sorel , la questione sarebbe piuttosto allungata ! ) ma aiutare i partiti seri e moderni a liberarsi dai costumi giolittiani , a migliorare i loro quadri nella lotta senza quartiere e senza lusinghe , a preparare le condizioni in cui le moderne democrazie non saranno più schiave di nessuna oligarchia . La guerra al fascismo è questione di maturità storica , politica , economica della nostra economia , delle nostre classi dirigenti , dei ceti operai e industriali .
BILANCIO ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
Rivoluzione Liberale si è astenuta dal discutere la condotta del1'Aventino per ragioni ovvie . Le questioni di tattica non si trattano in sede di critica ideale . Nell ' impostazione aventiniana noi abbiamo le nostre responsabilità . Non potevamo rinnegarle anche se di volta in volta sentivamo qualche dissenso pratico . In sostanza Rivoluzione Liberale proclamò l ' Aventino ( non collaborare con la critica ) nel novembre 1922 . Nel momento in cui anche le opposizioni parlamentari accettavano il nostro criterio e si portavano sulla nostra linea di battaglia , noi non dovevamo chiedere loro onestamente se non l ' intransigenza . L ' Aventino avrà tutti i torti di scarsa azione pratica e di scarsa omogeneità che gli si rimproverano , ma , volenti o no gli stessi noi componenti singoli , ha ubbidito a questa linea di intransigenza . Nel novembre 1922 c ' eravamo soltanto noi a dichiarare che non avremmo patteggiato , che non avremmo collaborato con la critica ; tutti gli altri proponevano delle condizioni ( scioglimento della milizia , normalizzazione , ecc . ) , non rifiutavano di discutere . Nel giugno 1924 invece anche i parlamentari accettavano la nostra impostazione integrale . L ' Aventino ha avuto almeno per questo una grande ripercussione morale . È una vittoria del carattere degli italiani . Impostare così la battaglia voleva dire rinunciar a realizzare per dieci anni : noi lo dichiarammo francamente e continuamente dal novembre 1922 ad oggi . Il 3 gennaio non ci ha sorpreso . Noi sappiamo che Mussolini è il più forte , che la maggioranza degli italiani è con lui . Se l ' Aventino nutrì qualche illusione , questo fu il suo torto ; è possibile che oggi le illusioni siano cadute . Il gran risultato dell ' Aventino è stato di chiarire le posizioni . Sono scomparse per sempre le situazioni centriste . Oggi le opposizioni dell ' aula , le opposizioni dei fascisti onorari , come Bonomi , fanno ridere . Costoro incominciano a pensare sul serio a collaborare , altrimenti che con la critica , senonché Mussolini li avrà sul mercato per poco prezzo : non sono più necessari neanche a lui . Mussolini può tranquillamente far a meno di proporre la nomina di Bonomi a senatore . I ceti dominanti ( plutocrazia , agrari , corte , esercito , burocrazia ) hanno trovato in Mussolini e nei suoi compagni gli uomini in cui riporre piena fiducia . Potevano nel passato pensare agli uomini delle opposizioni costituzionali e dell ' aula come a una riserva : oggi non più . Le vecchie classi politiche giolittiane e salandrine sono definitivamente liquidate : gli uomini dell ’ ante guerra sono tutti finiti . Di questo risultato , che il fascismo avrebbe potuto raggiungere più presto senza le sue manovre trasformiste , ma che tuttavia ha ormai raggiunto , noi non siamo meno lieti dei fascisti . L ' Aventino ha anche contato sulle classi medie . Ma queste per la loro natura equivoca sono sempre col vincitore , anche se ostentavano mesi or sono di leggere il Becco giallo . Sono rimasti alle opposizioni non le classi medie , non gli avvocati , non i professori , ma alcuni individui di queste categorie che per la loro educazione e la loro dignità sentono esigenze di critica e di idee . È confortante che questi individui siano in certo modo numerosi , per esempio , più numerosi di quel che non fossero nel Risorgimento . In questo momento soffrono di un pericoloso disorientamento : hanno bisogno di studi seri , di raccoglimento ; ma sono una sicura riserva di carattere e di indipendenza per l ' Italia di domani . Quei partiti aventiniani che si annunciavano come rappresentanti delle classi medie , come futuri partiti di governo , i partiti di democrazia e in parte i popolari e gli unitari perderanno terreno nel prossimo futuro . Così lo perderanno , l ' hanno già perduto , liberali e combattenti : essi mobilitavano dei malcontenti : ma Mussolini è un tattico molto abile nello spostare e convertire malcontenti : oppositori oggi , domani soddisfatti , non si può fare su costoro nessun calcolo politico serio . Le prossime elezioni , che Mussolini saprà preparare con la consueta abilità giolittiana , mostreranno che tutte queste posizioni sono indebolite : anche l ' Aventino tornerà decimato alla Camera e ne trarranno vantaggi massimalisti e comunisti . Comunque bisogna essere sicuri sin d ' ora che , con o senza violenze , la prossima Camera sarà – a collegio uninominale – più fida al Duce che la presente . In compenso le opposizioni avranno guadagnato in qualità , disporranno di pattuglie scelte , scaltrite alla difficile lotta , pronte a tutto . L ' Aventino ha tutto l ' interesse di tornare da una campagna elettorale con un minor numero di deputati : perderà l ' attuale pesantezza , potrà combattere con agilità e rapidità . Messe così le cose , deve essere acquisito che la sola riserva solida di ogni nuova politica futura è il movimento operaio . Se intorno all ' Aventino si è venuta formando un ' élite di giovani che capiscono la situazione , che non si fanno illusioni , essi hanno il dovere di smetterla con le inconcludenti polemiche contro i comunisti che minacciano di diventare un inutile diversivo , di non occuparsi di teoria delle classi medie , di non escogitare astuzie di colpi di mano , ma di lavorare con lealtà per il fronte unico operaio , anche se questo lavoro , per le attuali condizioni di depressione delle masse , non è per dare frutti immediati .
StampaPeriodica ,
Il movimento operaio più vecchio e potente del mondo sta attraversando una crisi che solo parzialmente è da porsi in relazione colla depressione economica che colpisce l ' Inghilterra . Da quattro anni un quinto della classe lavoratrice è disoccupata o occupata con orari ridotti ; i quadri delle Unioni sono discesi da più di otto a poco più di cinque milioni ; le casse sono esauste dopo i troppo prolungati sussidi . Si aggiunga la lotta che ancora permane tra il vecchio unionismo corporativista specie degli operai specializzati e il nuovo unionismo dei non specializzati ; gli attriti e le dispute continue per la « demarcazione » , particolarmente gravi in un periodo di trasformazione delle organizzazioni di « mestiere » in organizzazioni di « industria » ; le difficoltà per la fusione ( amalgamation ) di Trade - Unions similari che si impone anche per fronteggiare l ' analogo processo che si svolge nel campo padronale . Questi però sono tutti fattori transeunti . Fate che la pressione della crisi si allenti e la molla scatterà col vigore antico . Invece la più intima crisi che rode il colosso sindacale britannico , e che dai più non è avvertita , è la crisi d ' una enorme forza in potenza cui mancano gli strumenti di realizzazione , l ' innesto per una azione durevole ed efficace specie sul terreno economico . Sta nei limiti ferrei che il movimento di resistenza incontra in regime capitalistico . Superati i quali , sia pur poco , intervengono quasi automaticamente forze naturali ( evasione di capitali , emigrazione d ' industrie , introduzione di macchine , disoccupazione , concorrenza ... ) e artificiali ( cioè non propriamente economiche il fascismo in parte ne costituisce un esempio ) a ristabilire il turbato equilibrio . La possibilità di miglioramento nelle condizioni materiali della classe salariata organizzata , che in un primo periodo si dimostrano veramente imponenti dietro lo stimolo della lega , vanno gradatamente riducendosi col perfezionarsi del meccanismo unionistico . La lega conserva , sì , la importantissima funzione di perpetuamente adeguare i salari agli aumentati profitti e costo della vita e soprattutto all ' aumentato dividendo nazionale ; ma appare invece quasi del tutto impotente a mutare stabilmente la quota relativa a remunerazione del lavoro nei confronti della quota relativa a remunerazione dei possessori di capitale . In una parola : il movimento sindacale difficilmente può incidere in maniera permanente il profitto capitalistico . La lega appare più uno strumento negativo che colle sue stesse mani pone il problema del suo superamento ; è una forza sempre più immane cui sembra mancare , rebus sic stantibus , l ' alimento per una vita rigogliosa . È una sorta di circolo chiuso quello nel quale va cacciandosi in tutti i paesi il moto sindacale , anche perché , coll ' estendersi del movimento di organizzazione , i miglioramenti ottenuti vengono talora in buona parte sopportati dalla stessa classe salariata per il noto fenomeno della traslazione . Se il moto sindacale non trova un via d ' uscita , non elimina o non supera l ' ostacolo che si erge sul suo cammino , finirà per farsi assorbire e sopraffare da quello stesso ordinamento capitalistico contro il quale scese in lotta aperta . A questo punto sorge manifestamente il problema politico . Il movimento di resistenza si allea così coi partiti e crea esso stesso ( in Inghilterra col Labour Party ) il suo organo politico mentre nel campo economico cerca di sfociare verso lidi vasti , sia attraverso statizzazioni e municipalizzazioni , sia particolarmente attraverso la cooperazione nelle sue varie forme . In Inghilterra assistiamo attualmente al tentativo di innestare il moto sindacale sul cooperativo . In Inghilterra la cooperazione di consumo si è andata sviluppando in modo prodigioso , accompagnata da una tale somma di esperienze in ogni campo giuridico compreso da meritare ampissimo studio . Notevolissimo quello dei coniugi Webb , la notissima coppia intellettuale che metodicamente venne illustrando in più che trent ' anni di lavoro la storia , i postulati , le tendenze del mondo del lavoro britannico . I Webb , socialisti fabiani , evoluzionisti spenceriani , ferreamente legati alla realtà passata ed attuale e quindi ribelli ad ogni schema avveniristico che di questa realtà e delle sue lezioni non tenga tutto il conto dovuto , ritengono che il socialismo si avrà solo e necessariamente coll ' estendersi al massimo della cooperazione di consumo , in uno collo svilupparsi dell ' azione dello Stato e delle municipalità . Il ragionamento dei Webb è presto riassunto . L ' unica , la vera , l ' autentica democrazia è la democrazia dei consumatori . Col movimento cooperativo di consumo si provvede un metodo per il quale la produzione , a differenza che in regime capitalistico , non si svolge coll ' incentivo del profitto . La eliminazione del profitto o la sua redistribuzione avviene secondo un criterio schiettamente democratico perché si proporziona non alla quota di capitale posseduto , ma all ' ammontare delle compere . La cooperativa di consumo non ha quindi interesse ad aumentare i profitti al di là dello stretto necessario per fronteggiare le contingenze del mercato ; per ragioni fisiologiche ha da essere aperta a tutti , tendere anzi perpetuamente ad espandersi lottando contro i trust capitalistici ; è interessata grandemente a che i metodi di produzione , i processi tecnici si perfezionino continuamente . Quel che veramente caratterizza la democrazia dei consumatori è la sua forma volontaria . Il socialismo dei Webb vuol essere di marca liberista . Le cooperative entrano in concorrenza colle imprese private , colle municipalità , talora anche tra di loro . E in genere nella lotta vincono e ancor più vinceranno perché non avendo alcuna inferiorità in sede economica sono immensamente superiori in sede politica e morale . Ciascuna cooperativa o gruppo di cooperative organizzerà anche le sue fonti di rifornimento , avrà i suoi centri di produzione attraverso un fenomeno di integrazione non sconosciuto in economia . Si partirebbe dal consumo , tesi cara al Gide , per giungere alla produzione capovolgendo l ' attuale processo economico . E già oggi non poche cooperative posseggono aziende agrarie , latterie , manifatture , e quelle all ' ingrosso esercitano molti rami di produzione e lo stesso commercio internazionale . Non vi è nulla di utopistico , secondo i Webb , nel prevedere il graduale cooperativizzarsi del mondo , almeno britannico . In nessun ramo si è palesata una reale inferiorità . Questione di tempo e di uomini . Il salariato però non scomparirebbe in un regime a cooperazione universalizzata . Così il problema grave delle relazioni tra consumatori e produttori . Esso si risolverebbe , dicono i Webb , non risolvendosi . Tutti gli appartenenti alla classe salariata ( dal direttore all ' ultimo avventizio ) sono o dovrebbero essere simultaneamente membri delle società cooperative come consumatori e delle loro Trade - Unions come produttori . I contrasti certo non si eliminerebbero ; già oggi tra le organizzazioni degli impiegati in aziende cooperative e i dirigenti si hanno lotte clamorose , scioperi replicati ; le relazioni tra unionisti e cooperatori , malgrado gli organi cuscinetto , non sono delle più facili . Ma , osservano i Webb , è anche vero che le cooperative fanno ai loro impiegati (200.000) le migliori condizioni di impiego del mercato garantendo in molti casi un minimum di salario . Col miglioramento delle condizioni generali molte questioni spinose si risolveranno automaticamente . Per quasi un secolo , incalzano i nostri autori rivolgendosi ai loro asprissimi critici , i gildisti , il nostro movimento è stato combattuto , sabotato , quando non del tutto ignorato , perché violerebbe i principi fondamentali in una organizzazione socialista e cioè controllo operaio e in genere autogoverno nell ' industria . Ma , per quanto magnifici siano cotesti postulati , novanta anni di esperienze e letteralmente migliaia di tentativi in una mezza dozzina di paesi , in quasi tutte le industrie , hanno dimostrato in modo inequivocabile , qualunque sia la ragione , che la conduzione di una impresa da parte dei produttori , comunque organizzati , è una forma impraticabile di organizzazione industriale , voi chiedete che siano gli stessi dipendenti ad eleggere i loro superiori , parlate nelle unioni e nelle cooperative , questo sistema ha fatto buona prova . È una questione di psicologia . Non si sceglie colui al quale si dovrà obbedire . Nella cooperativa di produzione si lavora per il profitto , per il massimo profitto ; è un egoismo a basi più larghe dell ' attuale che si organizza . La cooperativa di produzione è misoneistica , avversa ai mutamenti , ai perfezionamenti tecnici . In essa si riaffermano lo sfruttamento e la oppressione dei deboli da parte dei lavoratori più abili e specializzati . Tende a chiudersi , ad assumere salariati , a peggiorare le condizioni di lavoro , a non rispettare il minimum di esistenza . L ' esperienza ha dimostrato il fiasco della cooperazione di produzione come mezzo di realizzazione di un massimo di utilità e di giustizia sociale . E la spiegazione è ancora una volta semplice e d ' indole psicologica : nessuno è buon giudice nel suo caso particolare . Il piccolo gruppo produttore finisce inevitabilmente per vedere l ' interesse generale attraverso il suo proprio e particolare . Si accusa il movimento della cooperazione di consumo di non realizzare i postulati democratici . Ma che cosa è più rispondente al principio democratico ? Che a guidarlo siano , in concreto , i quattro milioni e più di cooperatori o i duecentomila impiegati ? Non esaltiamo poi troppo , dicono i Webb , la figura e l ' opera del « produttore » . La produzione dei beni e dei servigi , ben lungi dal costituire la base fondamentale della vita sociale , viene e verrà assumendo una importanza ognora decrescente . La democrazia nel campo della produzione è mezzo , non fine . Si lavora per vivere , non si vive per lavorare . Si deve tendere ad assicurare ad ogni cittadino non tanto la libertà nella produzione , quanto la più larga libertà e possibilità nella sua vita che per tre quarti si svolge fuori della fabbrica . Abbiamo troppo disprezzato la funzione sociale del consumo . Anch ' essa ha un aspetto creativo e positivo . Tutta la organizzazione della comunità dovrebbe essere indirizzata non tanto a produrre i beni quanto a goderli e a farli godere nel modo migliore e più giusto . Con questo roseo epicureismo il sogno cooperativo è compiuto . Lo sforzo di emancipazione operaia è spacciato . La servitù nel mondo economico non scompare , ma si trasforma ; servi dell ' umanità , non più del privato sfruttatore . E la questione sociale è risolta , la pace assicurata , il socialismo realizzato ... Il dissidio tra cooperatori di consumo e di produzione , che sembrava oramai risolto col fallimento del cooperativismo di produzione , si è riacceso in questi ultimi anni fortissimo in sede pratica e teorica per opera di un gruppo di giovani , specie intellettuali ( Penty , Orage , Hobson , Cole , ecc . ) . La scuola gildista , sorta per opera del Penty nel 1907 e contrassegnata da tendenze socialiste utopistiche e piccoli borghesi , s ' è venuta profondamente modificando specie per l ' influsso del socialismo continentale e del mondo operaio . Concorrono in essa svariate e contraddittorie influenze dall ' Owen al Ruskin e al Morris , dal Marx al Sorel , diversamente combinate nei singoli scrittori . Ad un estremo ad esempio : il Penty , col suo disprezzo pel macchinismo , per la divisione del lavoro , per l ' odierna economia a prezzi fluttuanti e a produzione su grande scala , e in sintesi per l ' attuale civiltà quantitativa . Vecchi motivi utopistici , vecchi spunti ruskiniani che si volatilizzano al contatto colla realtà . In altri scrittori prevalgono invece motivi morali e religiosi . Cervello realista , spirito freddo , equilibrato , dalla educazione marxistica veramente eccezionale in terra inglese , è G . D . H . Cole , di gran lunga il più originale fra i gildisti . La sua critica contro il collettivismo accentratore e la rosea ed anonima democrazia dei consumatori è spietata . Egli ha sentito come pochi altri , potentemente influenzato dal sindacalismo rivoluzionario , che il succo della rivoluzione socialista non sta tanto in un mutamento delle condizioni e dei metodi di distribuzione , quanto nel mutamento dei metodi di produzione e conduzione delle imprese . Attraverso una propaganda decennale è riuscito ad imporre al movimento sindacale , dando una forma concreta alle vaghe per quanto sempre più incalzanti esigenze e aspirazioni delle masse , i due motivi fondamentali di lotta : controllo operaio e autogoverno nell ' industria . L ' operaio cosa , numero , materia grigia estranea alla vita della fabbrica moderna deve riacquistare in seno alla fabbrica , e non fuori come vogliono i Webb , tutta la personalità . Il problema operaio è problema di coscienza , di dignità , di libertà . Gli operai stessi non si accontentano più del semplice « miglioramento » economico ; il fine che intendono raggiungere colla Trade - Union si allarga , si sposta ; vogliono divenire attivi compartecipi della vita della azienda . La simpatia per le gilde medievali non vuol significare il desiderio di copiare la struttura del mondo corporativo . Ma lo spirito animatore delle gilde medievali dove l ' ente e i lavoratori associati in uno coll ' opera da compiere erano una cosa sola viva e vibrante , dove il principio dell ' autogoverno era normalmente praticato , dove non si disprezzavano le esigenze artistiche e qualitative , ecco ciò che il mondo moderno può , deve imparare volgendo lo sguardo al passato . La democrazia dei consumatori è un bubbola , una truffa volgare . Nessuna vera democrazia può basarsi su un elemento indifferenziato e negativo quale è il consumo . Si potrebbero ripetere le caustiche parole del Pareto : Se un legame solidale può instaurarsi tra gli uomini perché consumano , allora un eguale legame solidale può instaurarsi tra gli uomini perché portano vesti , camminano , respirano ... La solidarietà , questo mistero psicologico , che di fatto necessita per affermarsi d ' essere diretta contro qualcuno o qualche cosa , è tanto più forte quanto più ristretto , anche numericamente , è l ' ambito nel quale si palesa e più vivaci , possenti , positivi sono gli interessi dai quali scaturisce . Non sappiamo che farcene , dicono i gildisti riprendendo e realizzando il concetto soreliano di produttore , di una pseudo democrazia basata sulla massa grigia ed assenteista dei consumatori dove , per il solo fatto del consumo , l ' imperatore di tutte le Indie può teoricamente esser socio nella medesima cooperativa coll ' ultimo disgraziato di East End . Non sappiamo che farcene di un mutamento sociale che elimini il padrone singolo , l ' imprenditore privato , per regalarci il padrone collettivo , sia esso Stato , comune , cooperativa . La guerra colla onnipotenza della burocrazia statale ce lo ha dimostrato a sufficienza . Il problema delle ineguaglianze nella distribuzione è certo importantissimo ; ma se per risolvere quello occorre riaffermare in eterno la schiavitù del produttore , è preferibile , almeno in un primo tempo , un sistema per cui la direzione e il controllo dell ' industria vengano esercitate cumulativamente da operai e imprenditori . Potere e responsabilità nel campo della produzione hanno da essere dei produttori . La forma attuale di democrazia poggiata sul suffragio universale , pur avendo una indubbia funzione , non provvede agli affari della comunità in base al positivo volere dei suoi membri . Il suffragio universale , come diceva tra noi il Salvemini , è più una forza negativa . Il potere economico precede il politico . Finché nella organizzazione economica domina l ' autocrazia , la casta , la divisione in classi , non si può parlare di vera democrazia . Lo Stato ( altro motivo sindacalista - marxista ) va distrutto o grandemente mutilato . Esso è oggi il comitato di affari della classe dominante . Col cadere del privilegio economico e col libero riorganizzarsi della produzione per opera di gruppi autonomi federali di produttori , avremo non più uno , ma due , ma più Stati . Ogni associazione sostanzialmente è Stato . La trasformazione dovrà poggiare sul sindacato . Oggi il moto sindacale è estraneo alla conduzione delle industrie , può imporre solo proibizioni . Dovrebbe interessarsi del lato positivo , reclamare il diritto di regolare l ' assunzione e il licenziamento della manodopera , partecipare almeno in parte alla direzione e al controllo delle imprese , imporre il diritto di elezione o comunque di scelta dei sorveglianti da parte degli interessati . Per ogni funzione che richiede una cooperazione di volontà come tipicamente segue nel mondo industriale moderno , occorre che il dirigente immediato sia imposto dal basso . Certo l ' evoluzione in questo campo sarà lentissima , perché gli operai furono purtroppo abituati a considerare coloro che detengono l ' autorità nella industria capitalistica come i loro naturali nemici , e non possono , di un tratto , mutare i loro costumi ... I gildisti si rendono perfettamente conto della lentezza del processo di realizzazione specie per quanto ha riguardo al lato morale . Mentre il socialismo di Stato , come ben dice il Bauer , è sempre possibile a qualunque grado di sviluppo sia arrivata la massa dei lavoratori , un socialismo invece che debba avere per base il « self governing workshop » , cioè l ' autodirezione delle aziende , è possibile solo quando la classe lavoratrice , con la progressiva estensione dei suoi controlli sull ' industria , abbia già acquistata la capacità intellettuale e morale , che è premessa necessaria alla direzione industriale indipendente . Sarebbe quindi erroneo voler affrettatamente concludere sulla base delle recenti esperienze , per ora non troppo felici . L ' unità economica elementare è la gilda . È sì una cooperativa di produzione , ma a base nazionale federata con tutte le altre gilde ed emanazione della rispettiva organizzazione sindacale . Non deve tendere al conseguimento dei profitti , ma produrre sulla base del costo avendo speciale riguardo alla qualità dei prodotti : realizzando la più stretta intimità fra lavoratori manuali e tecnici ed organizzandosi nel modo più democratico . Il salario ha da essere commisurato ai bisogni dell ' esistenza , s ' intende entro certi limiti , e soprattutto avere carattere di continuità . La gilda deve garantire sempre , in ogni eventualità ( malattia , disoccupazione ) i mezzi di sussistenza . Nell ' amministrazione interna la gilda sarebbe libera dalla ingerenza di altri organi , Stato compreso . Ma allorquando entra in rapporti con altri enti , allorquando si tratta di indirizzare la produzione e di stabilire i prezzi delle merci , la decisione spetterebbe ad un comitato misto dove , oltre ai rappresentanti della gilda , siederebbero i rappresentanti degli interessi generali ( Stato , municipalità , cooperativa di consumo ) . Lo Stato , in un regime gildista , sarebbe solo nominalmente il proprietario di tutti i beni delle gilde . Grandi differenze quindi dalle nostre cooperative di produzione non appaiono , salvo per quanto ha riguardo alla maggiore vastità dell ' organismo concepito , e come vedremo , alla struttura interna della gilda . Le prime esperienze che si sono avute in Inghilterra tra il '21 e il '23 non furono sempre fortunate , e seguirono in uno degli ambienti più conservatori dell ' unionismo inglese ed economicamente arretrato , cioè nella industria edilizia dove le necessità di capitale sono minori e più facile era ottenere lavoro specie dagli enti pubblici e cooperativi per la crisi degli alloggi . Ciascuna gilda è retta da un comitato di gilda composto dai rappresentanti delle organizzazioni degli operai e tecnici della industria edile della regione . È una sorta di consiglio di amministrazione cui spettano la nomina dei dirigenti e la direzione dell ' impresa . Può suddividersi in sottocomitati per le varie questioni ed in questi una metà dei posti è riservata ai delegati dei lavoratori impiegati nella gilda . Abbiamo inoltre il comitato di fabbrica o consiglio di azienda eletto dagli operai di ogni gilda con funzioni tecnico - disciplinari e al quale spetta la nomina dei sorveglianti . In pratica nei primi tempi questo dualismo nella direzione fu assai dannoso e si palesò fonte di discussioni e di crisi . Si volle assurdamente rinunciare dapprima ad ogni capitale di esercizio ritenendo che fosse sufficiente ottenere anticipi settimanali dai clienti . Col risultato di far sorgere le gilde come funghi , senza conveniente preparazione . Solo più tardi , nel '22 , fu sottoscritto dal sindacato degli edili un prestito di 150.000 sterline . Nel frattempo si costituirono organismi federali . La « National Building Guild » cui facevano capo circa 140 gilde edilizie e un « Consiglio nazionale » . La depressione economica fu la causa più che altro occasionale della crisi che nel dicembre 1922 condusse al fallimento molte gilde , compresa la National Building Guild . Mancò in molti casi una sufficiente preparazione morale , difettarono per errore teorico i capitali , ci si volle tenere troppo aderenti allo schema ideale . Talora anche dal lato disciplinare e direzione tecnica i risultati non furono brillanti . Il dualismo tra il comitato di gilda ed il comitato di fabbrica fu assai dannoso ; il secondo voleva intervenire in ogni questione anche tecnica . Salvo casi rarissimi sul mercato libero fu impossibile sostenere la concorrenza . Non è detto davvero che il semifiasco sia definitivo . Molti errori si eviteranno per l ' avvenire . Le gilde ancora in piedi hanno mutato i sistemi di conduzione . Intanto i postulati gildisti e soprattutto lo spirito con cui i gildisti guardano al problema operaio hanno profondamente permeato il mondo unionistico britannico . Ad esempio la federazione minatori che prima della guerra chiedeva la nazionalizzazione e l ' amministrazione statale , dopo le esperienze belliche , presentò nel '19 alla Coal Industry Commission uno schema di nazionalizzazione schiettamente gildista . L ' idea del controllo e della condirezione nella industria che specie nel periodo bellico si diffuse grandemente indubbiamente tornerà sulle scene appena superata la crisi attuale . Altra proposta gildista che ha avuto sinora parziali applicazioni è la stipulazione di contratti collettivi tra Trade - Unions e imprenditore per la fornitura della manodopera necessaria già inquadrata , sorveglianti compresi ; così che l ' imprenditore remunererebbe non più il singolo operaio ma il sindacato che penserebbe poi alla redistribuzione . Queste due opposte concezioni del divenire socialistico che si sono venute drammaticamente scontrando in Inghilterra meritano più ampio studio e col presente ho inteso quasi esclusivamente limitarmi alla parte informativa . L ' esperienza inglese non ha favorito per ora i primi accenni ad un movimento di cooperazione nel campo della produzione che , partendo dal sindacato professionale , evitasse gli errori e gli egoismi di molte cooperative di produzione . In Germania i risultati delle gilde edili sono assai più confortanti . Sta poi di fatto che il movimento cooperativo di consumo , anche universalizzandosi come predicono i Webb , non può risolvere quello che si avvia ad essere nei paesi più evoluti il problema fondamentale , il problema della emancipazione operaia . La cooperazione di consumo non elimina il salariato , né gli scioperi , né gli urti di categoria . In questo contrasto tra una aspirazione di libertà e di autogoverno rispondente alle esigenze di masse sempre più vaste di lavoratori e una realtà che non ne permette almeno per ora in Inghilterra una rapida concretazione , sta la vera crisi del mondo del lavoro britannico e la sorgente delle lotte future . Il circolo vizioso non si spezza colla cooperazione di consumo , né sembra per ora superabile coi metodi gildisti . Né si supera con una spallata rivoluzionaria che non può mutare l ' ambiente economico . Solo l ' esperienza , liberamente attuata , coi suoi risultati magari dapprima dolorosi e negativi , potrà indicarci la via nuova negli anni a venire .
StampaPeriodica ,
Nei sei anni che tennero dietro a Versailles l ' Europa ha cercato un equilibrio di pace seguendo successivamente due vie opposte . L ' immediato dopo guerra fu dominato da preoccupazioni e suscettibilità nazionaliste . Non era un nazionalismo pericoloso perché non si esprimeva in vere e proprie ambizioni ma in una piccola politica scontrosa , di corte vedute . Ispiratori Poincaré , Theunis , Bonar Law , ecc . ; risultato : l ' avventura delle riparazioni . Con lo scacco di Ludendorf in Baviera , il venir meno delle inquietudini rivoluzionarie in Sassonia , Ungheria , Italia , furono tolti anche i pretesti di questa mentalità . Così la liquidazione della crisi economica mondiale portò all ' esperimento di sinistra : Mac Donald , Herriot , Marx . Questo esperimento fallì prima di cominciare , benché l ' indirizzo di politica estera inaugurato durante la parentesi democratica sia anche oggi in rigore . Il fallimento delle sinistre è dovuto alla situazione interna di tutti i paesi d ' Europa . Le classi operaie non sono in grado di conquistare il potere politico e dal 1914 in poi le classi medie , col loro stupido chauvinisme si sono alleate alla causa delle classi dominanti e dei poteri costituiti . Lo Stato democratico non è riuscito a diventare Stato autonomista ; i poteri locali sono sempre alla mercé del centro ; la strapotenza del potere centrale riduce le classi medie a funzioni parassitarie , le rende burocratiche e schiave . La guerra ha spogliato economicamente le classi medie , togliendo loro con l ' indipendenza economica la dignità e l ' iniziativa politica : per vivere esse hanno dovuto ricorrere allo Stato ; accettandone un impiego sono diventate complici dei poteri costituiti . A questo si riduce la crisi delle democrazie in Europa . In Inghilterra , in Francia , in Belgio , in Germania si ha dunque una situazione conservatrice . Il mondo non va né a destra né a sinistra . Nei quattro tipici Stati centro - occidentali le democrazie sono vinte ma non sgominate . In tutti e quattro però la reazione sembra definitivamente allontanata : un colpo di forza o una avventura militare sono diventati difficili e improbabili . Sono dunque in errore in Italia tanto i fascisti – i quali parlano di internazionale fascista e vantano i consensi che vengono a Mussolini dall ' estero – quanto le opposizioni che vedono nella situazione internazionale un elemento di instabilità del governo presente in Italia . Se si vuol discutere intorno al prestigio dell ' Italia all ' estero bisogna portare altri argomenti e partire da un altro punto di vista . L ' importanza dell ' Italia nella politica europea dipendeva direttamente e oggettivamente dall ' esistenza di una forte Austria e di una Turchia pericolosa . In queste condizioni un ruolo decisivo era sempre assicurato all ' Italia nel dissidio tra Europa centrale e occidentale . D ' altra parte l ' Inghilterra era necessariamente interessata all ' esistenza di uno Stato libero e liberale nel Mediterraneo contro ogni pericolo che venisse da Oriente . Mancando questa felice situazione ( che fu sfruttata a suo tempo da Venezia e nel secolo scorso da Cavour ) la funzione europea dell ' Italia diminuisce nel momento stesso in cui essa abbatte l ' Impero d ' Asburgo . Il centro della politica è definitivamente sul Reno ; il Mediterraneo si avvia a una seconda decadenza ; le tre penisole meridionali restano abbandonate al loro isolamento , tutte e tre dominate all ' interno da difficilissime situazioni agrarie . L ' Italia è più povera delle altre due penisole ; ma nonostante la retorica e la vanità nazionalista che la travaglia , ha lavorato più fermamente da due secoli in qua per salvarsi dal tramonto delle razze meridionali . L ' industrialismo del triangolo Genova - Torino - Milano , la questione meridionale , l ' immaturità della lotta politica , lo spirito medioevale delle classi agrarie , la crisi del cattolicesimo rimangono tuttavia come le tragiche incognite del nostro avvenire . Il fascismo è un episodio di questi problemi e di queste incertezze . Niente possono capire gli stranieri di tali crisi . Un antifascista all ' estero si trova a parlare un gergo assurdo . Quei ventimila intellettuali o politici , non ispirati dall ' Agenzia Havas o dagli eredi di Northeliffe , onesti e colti , che in tutti i paesi civili rappresentano la parte più intelligente dei ceti medi , non vedono di buon occhio il fascismo ma vi disarmano con la loro ingenuità a base di Risorgimento e di liberalismo . La loro protesta è indice di nobili cuori , ripugnanti alla violenza e alla demagogia , ma sopravaluta gli italiani credendo che essi soffrano per la libertà perduta . Un esempio caratteristico di questa candida fiducia dei liberali inglesi nella maturità dell ' Italia si ha nella nota lettera di Steed . Naturalmente questi antifascisti europei sono una minoranza . Le plebi a cui si dirigono il Daily Mail e il Petit Parisien amano invece la demagogia sovversiva della reazione . Mussolini gode di una popolarità indiscussa tra i piccoli borghesi di tutto il mondo . Il suo prestigio deriva dal mito antibolscevico . Tutti sanno che il movimento operaio in Italia è stato stroncato dalle sue debolezze interne nella primavera del 1920 ben prima che si formassero le squadre d ' azione . Ma queste sottigliezze sfuggono a osservatori superficiali privi di qualunque preparazione a comprendere le cose italiane . Si ebbero forti diffidenze verso Mussolini all ' estero nel principio del suo esperimento . Si temeva l ' eredità di Napoleone III , il turbamento della pace europea . Dopo Corfù questi timori sono svaniti . Ora Mussolini è inquadrato nei piani conservatori delle Potenze occidentali . Dal Foreign Office e dal Quai d ' Orsay si vede con simpatia un Governo antibolscevico nel Mediterraneo come in Polonia , in Bulgaria , in Cecoslovacchia . Le classi dominanti inglesi rappresentate dal Morning Post , il radicalismo plutocratico caillauttista , il nazionalismo belga valutano l ' Italia con machiavellica noncuranza dal punto di vista della sua efficienza esterna : non nutrono preoccupazioni sulla proclamata capacità rivoluzionaria della marcia su Roma , paghi che a Roma le iniziative di politica estera non creino imbarazzi alla politica di accerchiamento della Russia . La politica europea va riducendosi al duello tra Russia e Inghilterra preveduto da Marx , se pure in forma opposta ; e l ' Inghilterra conservatrice gioca sulla paura del bolscevismo per non lasciare agli altri popoli iniziative politiche .