Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> autore_s:"SERAO MATILDE"
MAURIZIO ROLLINAT ( SERAO MATILDE , 1883 )
StampaPeriodica ,
Per quindici giorni , dalla metà alla fine di novembre scorso , tutta Parigi letteraria si è occupata di questo nuovo poeta . Non nuovo affatto . Egli era l ' idolo , il maestro le maître di un oscuro cenacolo letterario composto di falsi bohèmes , di scrittori falliti , di chiacchieroni d ' arte , di vagabondi e di oziosi nella poesia . Quando una di queste piccole accademie si forma , questi spostati , questi sognatori inetti , questi letterari magniloquenti e impotenti , trovano subito un genio sconosciuto da poter adorare e Parigi è piena di questi cenacoli stravaganti , vere orgie intellettuali che spossano le ultime forze di quegli ingegni mediocri . Sarah Bernhardt ha preso con due ditini della sua lunga e sottile mano il poeta ignoto e lo ha presentato al pubblico di Parigi , ai cronisti letterari , agli scrittori , agli editori , ai direttori di teatro . Immediatamente il battesimo letterario è caduto sulla fronte del poeta in forma di articoli , di profili , di cronache , di indiscrezioni , di novellette . Gli è che questo Rollinat si presta meravigliosamente all ' articolo . Egli comincia dall ' essere impiegato alle pompe funebri , il che gli dà subito un carattere di protagonista d ' Hoffmann ; poi ha il volto pallido , una criniera leonina foltissima , gli occhi neri e fatali , la bocca seria , pensosa e veste di nero e nel ritratto che ho qui innanzi è avvolto in una pelliccia nera . Poi egli improvvisa spesso le sue poesie , in un salotto tetro , coi lumi abbassati , tre o quattro astanti silenziosi e una donna magra , vestita di bianco , che suoni , in minore , una polacca malaticcia di Chopin . Poi egli siede al pianoforte e le sue poesie le canta , a mezza voce , sopra ritmi bizzarri , scotendo la grossa testa chiomata , ripetendo malinconicamente il ritornello musicale e poetico . Poi egli è nevrotico , come sono tutti un po ' , a Parigi , da Sarah Bernhardt a Barbey d ' Aurevilly , da Luisa Michel a Sardou , da Cassagnac a Rochefort . Salvo che Rollinat è molto nevrotico ; anzi il suo grosso volume di poesie , uscito dieci giorni fa , dall ' editore Charpentier , è intitolato : les névroses . Il contenuto di questa sua forma poetica è il fantastico . Rollinat ha dovuto leggere e rileggere , sempre , Edgardo Poe , tanto sono forti in lui le influenze del grande scrittore americano . Ma il fantastico di Poe ha un tale carattere di lucidità , una costruzione così matematica , una evidenza così netta e così terribile talvolta , da rimanere una forma aristocratica e squisitamente sensibile dell ' arte . Quest ' uomo mezzo pazzo , mezzo alcoolizzato , portava nelle sue mostruose concezioni una profondità d ' analisi fredda , un lavorío tranquillo e impersonale , rigido , inflessibile . Era il sogno squadrato e misurato col compasso ; il paradosso immenso dimostrato , l ' impossibile che pareva realtà , l ' incubo disegnato nei suoi contorni precisi , la follia diventata logica . Il più solido ragionatore non resiste alla prolungata lettura di Poe , tanto lo seduce , lo conquide l ' efficacia assoluta , precisa di quel fantastico . Invece il fantastico di Rollinat , fabbricato su ricordi di Poe e di Hoffmann , è un vagabondaggio di sogni paurosi che lasciano glaciale il lettore , è una vecchia ridda di spettri troppo conosciuti , è l ' incubo convenzionale o cercato troppo o assolutamente nebuloso . Il fantastico in poesia , come il paesaggio in pittura , è una forma altissima , accessibile solo alle nature più elette . Chi vi si arrischia senza queste acute , raffinate , tormentose qualità d ' intelligenza , corre il grave pericolo di essere volgare . Così Rollinat . Immediatamente dopo l ' imitazione di Poe , viene quella di Baudelaire anzi , questa seconda più chiara , trattandosi di poeta e poeta . Come Baudelaire , Rollinat canta i cieli clorotici , le donne - serpenti , le apparizioni notturne , le vergini anemiche dalle labbra bianche , i paesaggi metallici e senz ' aria . Egli ha come Baudelaire la passione piena di terrore pei gatti , egli ha come Baudelaire la passione voluttuosa pei profumi . Di Baudelaire egli imita la forma del periodo , il verso finale d ' ogni poesia , il titolo , tanto che molti pezzi delle Névroses sembrano decalcati su quelli dei Fleurs du mal . Ma le qualità simpatiche di Baudelaire , quella brevità quasi sdegnosa dell ' artista che non vuole far dilagare la forza del pensiero nel flusso della parola , quella misura del colore e del sentimento , quella cesellatura della forma come un gioiello del Cellini mancano nel Rollinat . Quello che Baudelaire dice in quattordici versi , pieni di senso intimo nella scelta delle parole , quasi nella loro posizione , Rollinat lo allunga in quindici strofe , perdendo così ogni efficacia . La poesia Réversibilité di Baudelaire che comincia : Ange plein de gaieté , connaissez - vous l ' angoisse ? si sperde miserabilmente nell ' Introuvable di Rollinat . È come un motivo saliente , concentrato e vivo , su cui uno scolaro esagera una quantità di variazioni insistenti salendo alle ottave acute , scendendo a quelle gravi , dando prima l ' oppressione , poi la nausea all ' uditorio . La fierezza di Baudelaire che consisteva nel non concedere nulla alla rettorica , nulla all ' effetto teatrale , nulla al pubblico , scompare in Rollinat . Egli si preoccupa del lettore , teme che egli non comprenda bene , ritorna su quello che ha detto , lo spiega , lo infiora e giù i trilli , le appoggiature , gli allargamenti sul motivo conosciuto . L ' opera di Baudelaire ha questa impronta quasi selvaggia del poeta che scrive per i pochi e del resto non si cura : è un ' opera orgogliosa ed aspra , piena di fermezza nei suoi pregi . Invece l ' opera di Rollinat è molliccia , molto facile , indulgente alla sciocchezza dei lettori , piena di concessioni borghesi . Poi , in questo grosso volume straripa un subbiettivismo affogante . Questo poeta non sa vedere , pensare , ideare , niente fuori di sé . Il suo ideale è nell ' anima propria , anzi nelle proprie sensazioni , sottomesse a un ' osservazione , che è quasi sempre ammirazione . Sue le lagrime , i sorrisi , i singhiozzi , gli strappi , i sussulti , gli incubi , i succubi , le paure , le follie il mondo intorno non esiste , altri viventi non esistono , altri cuori non battono . Mai l ' egoismo sensuale trovò tanto largamente la forma poetica . Mentre nei veri e forti poeti vi è la tendenza all ' irradiazione , in Rollinat vi è la tendenza a una restrizione assoluta nel proprio individuo . Egli non ha il disdegno dell ' umanità che può essere sorgente di buona poesia , ma ne ha la dimenticanza . Anche i suoi paesaggi sono subbiettivi , uno tutto rosso , l ' altro tutto verde , l ' altro tutto bigio , come egli li vede , in una specie di sogno fantastico , che è il Daltonismo della immaginazione . E finalmente quello che dà un carattere di monotonia , di romanza per camera , è il ritornello continuo , è la ripetizione costante dell ' ultimo verso alla fine di ogni quartina , di ogni ottava , è questo martellamento fastidioso che rammenta i componimentini poetici recitati dai bimbi per l ' onomastico del nonno . Gli è che Rollinat ha da cantare i suoi versi . Eppure , questo libro di versi , non è scritto senza un singolare ingegno poetico . Qua e là sgorga una nota pura e originale , trapela un raggio sottile e acuto di luce propria . In sostanza quello che guasta questo libro è la ricerca affannata del bizzarro , la volontà di fare l ' orrido a ogni costo , il desiderio di stordire con l ' immane , con l ' inaudito è il partito preso dello scrittore , la rovina dell ' opera . Manca a Rollinat la serenità larga dell ' artista , gli manca l ' indipendenza . Avido di successo , egli lo domanda a tutte le stravaganze e a tutti i pimenti . Senza questa sciagurata tendenza , egli sarebbe un altro Coppée , vale a dire un poeta armonioso , delicato , placidamente lacrimoso e roseamente innamorato , miniaturista elegante , sinfonia in tôno minore , gruppo di fiori dai profumo blandi . Attraverso les névroses si scatena una danza macabra di scheletri e vi si respira un forte odore di acido fenico . Vi si sente dentro l ' impiegato alla pompe funebri .
QUEL CHE SI FARÀ ( SERAO MATILDE , 1884 )
StampaPeriodica ,
Un relatore letterario , abbastanza , non interamente spassionato , ha riassunto , in questo giornale , in fine di anno , il bilancio dell ' arte letteraria . Naturalmente in questi suoi giudizi , in questa sua critica rapida , egli ha seguìto il metodo sperimentale che tanto rimprovera ai pochi romanzieri e novellieri italiani . Dico naturalmente , poiché , a voce generale , la critica d ' intuizione artistica è sparita , anche prima che morisse il buon De Sanctis : è caduta , fra il disprezzo della gente , l ' interpretazione ideale che il critico d ' arte compiva con speciali , forti facoltà d ' ingegno . La critica si fonda , ora , tutta sul documento , tutta sulla prova storica . Io non giudico , poiché a me non compete , se questo sia male o bene , se questo assolutismo sia una grande restrizione , se la negazione di qualunque fantasia artistica al critico non inaridisca e renda noiose sempre più le sue scritture : io non ho mandato di apprezzare tutto questo , nelle sue teorie . Stabilisco il fatto : la critica è sperimentale e più altro . Quindi Luigi Lodi , il relatore , ha preso i libri pubblicati nell ' anno , i documenti , li ha letti pure coscienziosamente e riassumendone il giudizio , li ha trovati mediocri . Mediocre la novella , scritta dal Verga o dal Capuana , mediocre il romanzo scritto dal Chelli , mediocre la poesia , tutta di paesaggio , tutto lavoro di cesello , di Gabriele D ' Annunzio : le prove storiche indicano un grande abbassamento di livello nell ' arte letteraria , il bilancio è una cosa miserabile ed è anche difficile che l ' anno venturo ci si possa arricchire . Questo è il risultato . Ma questo è anche il tradimento del metodo sperimentale nella critica . Voi vedete il libro : di lei non volete e non dovete vedere più nulla . Oltre la prova non vi è permesso di andare ; vi è vietato intendere altro che quella . L ' animo dello scrittore ? Sarebbe una fantasticheria volerlo interrogare . Le condizioni singolari in cui si trova quest ' arte ? Sono poesie , apprezzamenti d ' immaginazione . Il romanzo è cattivo , quindi lo scrittore non ha ingegno e l ' arte va giù . Ebbene , con queste restrizioni , il vero stato delle cose sfugge alla critica . In realtà questo , per l ' arte e per gli artisti , è un momento pieno di affanno . Mai come in quest ' anno trascorso vi è stata maggior lotta interiore , fra i vecchi ideali che ancora resistono e ogni tanto rinascono prepotenti nella coscienza , e i nuovi , ancora incerti , ancora fallaci , spesso bugiardi nell ' esperimento , ma che si vengono imponendo , come la verità dei giorni moderni . Mai come in questo anno , che è parso lunghissimo a chi lavora , un dualismo drammatico si è svolto nell ' animo degli scrittori . Gli stessi avvenimenti letterari hanno sconvolto tutte le idee prestabilite . Coloro che per darsi pace , per non fluttuare più , in un dubbio tormentoso , avevano giurato nel nome di Emilio Zola , hanno subìta la grande delusione di vederlo declinare sempre più , dal Pot - Bouille , che era mediocre , al Bonheur des Dames , che è cattivo , a malgrado delle difese a ogni costo . Poveri apostoli ! Il loro maestro a poco a poco discende alle funzioni di un meccanico senza talento , la parola divina diventa un vecchio ritornello stantìo , ed essi , gli apostoli , errano , malinconici , sentendo crollata nel pubblico la fede nella nuova dottrina e quel che è più grave ancora , sentendolo crollato in sé stessi , questo nobile edifizio che pareva tanto saldo . I seguaci di Zola in Francia e in Italia , sono arrivati al punto doloroso di doversi domandare se il naturalismo nel romanzo è una forma infelice , inutile , o dannosa all ' arte , o se è Zola che non la sa fare . E questo è dubbio assai doloroso , o critici che non volete più sapere quello che accade di rivoluzioni e di sconvolgimenti nell ' animo di un artista . L ' eclettismo , questa comoda indulgenza dello spirito , è possibile , può essere utile in chi legge , non è possibile in chi scrive . Qualche cosa bisogna volere fortemente , facendo l ' arte : qualche cosa di preciso , di determinato , un ideale vivente e parlante , da trasfondersi in carne , ossa , colore e vitalità nella propria opera . Un indirizzo è necessario averlo , nulla si può fare senza sapere dove si arriverà . Ebbene , quando per cinque , dieci anni si è creduto sempre nella stessa cosa o nella stessa persona , quando tutta la foga giovanile dell ' ingegno si è condensata in quella tale forma , quando si è fatto lo sforzo di piegare le proprie facoltà a manifestazioni che sono loro forse contrarie , quando tutta l ' educazione dello spirito si è fatta su certi principii , oh quanto è spaventoso non creder più , non aver più guida , non trovar più sostegno ! Voi vedete il libro , o critici che conosce solo questo documento : ma da quali lotte spirituali sia sorto , non lo supponete . Chi ve la farà mai la storia di queste esitazioni crudeli che paralizzano le forze ? Chi vi narrerà il romanzo dei tentativi riusciti a male , combattimenti nascosti che demoralizzano ? Chi vi dirà i monologhi desolati e desolanti di questi nuovi Amleti ? Il segreto di certi scoraggiamenti , di certe inerzie , di certi silenzi , è appunto in questa rovina perenne di quello che si era imparato ad amare . Nel fatto , è questa l ' ora sconfortante in cui pare perduta la via dell ' arte . Come intendersi più ? Pieni di sacro rispetto , col cuore aperto , si rilegge Manzoni e se ne prova una commozione profonda . Dunque la personalità dello scrittore è vivissimo elemento di arte . Sì , ma Madame Bovary , non è dunque un capolavoro ? Quando avete chiuso , a malincuore , il volume delle poesie di De Musset , voi dite che non è possibile volere altro , nella poesia , che l ' espansione forte o dolce del sentimento : benissimo , ma la lirica di Gabriele D ' Annunzio , dove la negazione del sentimento assume forme meravigliose , in quel colorito possente e originale , in quel senso acuto della natura , vi stupisce . Il paesaggio non si vede nel libro , voi dite , critici manzoniani : ma quasi tutta l ' opera di De Amicis , un manzoniano , è paesaggio ed è piaciuta , vedendosi o no , non si sa bene , quel che si sa è il successo . Solo l ' osservazione salva il libro , dice il critico sperimentale : eppure l ' osservazione ha perduto i Malavoglia di Verga , uno sperimentale . Voi rimproverate a Giuseppe Giacosa un artista coscienzioso e onesto , il suo medioevo , voi gli chiedete a grandi voci la modernità , non altro che la modernità ; egli scrive la Sirena , dove realmente ha trovato una donna moderna , dove veramente manca la catastrofe come in tutti i fatti umani ; questo scrittore crede di aver indovinata la sua via , sacrificando il passato , e la Sirena non riesce . Voi dite : nell ' arte la verità è una bevanda aspra e rude che può piacere solo agli uomini , in arte il pubblico femminile vuole la rettorica , vuole la sentimentalità , vuole il romanticismo . Ebbene , ci sia permesso parlare di noi , con la più perfetta umiltà : un romanzo , scritto nel solo ideale della verità , Fantasia , agli uomini è parso arido , senza passione e senza fascino , alle donne è piaciuto specialmente . Chelli , un gagliardo ingegno , scrive l ' Eredità Ferramonti , un romanzo di ambiente borghese : a un certo punto , parendogli tutto molto volgare , drammatizza i suoi personaggi il libro è fatto in due pezzi , soddisfa poco la vecchia e la nuova scuola , e non è altro che la ripercussione di questo grande disordine che è nello spirito di ogni scrittore . E perché volete riassumere ora , dai libri pubblicati , quello che è l ' arte ? Come è che non vi accorgete di questa confusione penosa , di questo stato morboso ? Aspettate a giudicare . Qualche cosa buona e bella deve sorgere da questo profondo lavorio delle menti , da questa intensità di pensiero che scava e si scava , da questo travaglio di anime appassionate che vanno brancolando al buio e debbono finire col trovare lo spiraglio di luce che le porti al sole . In questa , che voi credete indolenza , ed è fiera battaglia , nasce lentamente qualche cosa : sia il dramma di Giacosa o il romanzo di De Amicis , o i poemi eroici di Gabriele D ' Annunzio , o il romanzo di Verga , un ' opera seria e forte avrà l ' arte . Essa , o rispecchierà lo stato strano in cui si è trovato lo scrittore , e varrà a scrivere la storia di quest ' ora di debolezza e di confusione : o sorgerà , pura e serena , trionfante , dalle intime battaglie .
ROMANZI D'AMORE ( SERAO MATILDE , 1884 )
StampaPeriodica ,
Riprendendo Sapho di Daudet , l ' impressione fattami dalla seconda lettura è stata assai diversa dalla prima . Le prime letture , per chi vive nel giornalismo e di giornalismo e deve dar notizia delle feste da ballo , come dei libri nuovi , sono fastidiose sempre , spesso tormentose . Si sanno da prima , l ' argomento del libro , i nomi dei personaggi , gli intendimenti dell ' autore . Si sa che vi dev ' essere il tal capitolo interessante , la tal descrizione piccante , il tal pregio e il tal difetto ; e si scorre il volume distrattamente , cercando il capitolo , la descrizione , la pagina , per vedere se veramente è così , per confrontare , per ricavarne quel tanto che al pubblico interessa di sapere . Ma la seconda lettura è tutta a beneficio nostro : noi dimentichiamo il pubblico , dimentichiamo i giornali , dimentichiamo la estenuante pena dello scrivere , e ci tuffiamo nella consolante dolcezza del leggere . E leggiamo pagina per pagina , amorosamente , lentissimamente , fermandoci a ripensare mentalmente i pensieri stampati dello scrittore , facendo nella solitudine del nostro spirito una critica più sentimentale che letteraria , più tosto un ' amplificazione immaginosa che un commento analitico . E poi , ora , l ' autunno è vicino . Cessati i calori fieri , non cominciate le brezze fredde , l ' aria ha una tepidezza amorosa che conforta a sognare . Il mare tranquillo col mutar dell ' ora , muta colore , la collina dolcissima prende a volte un ideal profilo di donna dormente , da tutte le parti vengono canti : i canti delle donne che battono il lino alla riva del fiume s ' incontrano nel vento coi canti delle donne che abbacchiano le ulive sulla cima del colle . E questo demonio del Daudet , questo stregone meridionale dalla gioventù imperitura , pone sempre nella sua florida prosa un filtro fatale . Scriva il Nabab o Jack , Fromont et Risler o Numa Roumestan , sempre il suo periodo ha un ' onda musicale che pare una nenia di contadine , sempre i suoi libri hanno un profumo di nostalgia campestre , simile al vivo odore dello spiganardo , che fiorisce qui , al confine dell ' orto e del litorale . Poi , i romanzi d ' amore anche i più sciocchi , anche i più brutti , hanno un fascino a cui la desiosa anima femminile non resiste . Date a una dolce signora un salotto elegante , ove la seta tessuta da mani giapponesi e il legno scolpito da antiche mani fiorentine e la porcellana e il bronzo s ' accordino armoniosamente ; oppure datele un cantuccio di questa pineta baciata dal mare , ove l ' odore di mirto del parterre si unisce con l ' odore di resina degli alberi e un lungo romanzo d ' amore : Clarissa Harlowe . Da prima , una dolce noia di quella prosa presbiteriana le farà abbassare il libro e levar gli occhi alla vòlta della stanza o del bosco ; poi , il passo della cameriera nell ' anticamera o il canto d ' una gazza tra il fogliame la riscoteranno , e ripiglierà la lettura . E un miracolo accade : l ' arida prosa del romanziere inglese , vanamente inaffiata dal the , d ' improvviso si anima e fiorisce ; una freschezza primaverile , una vivacità , un calore emanano dalle più intime pagine del libro : la passione della povera Clarissa , così tenera , così mite , così soavemente materiata d ' amore , si ripercote nell ' anima della lettrice , e pare che quel vecchio romanzo irrigidito si sciolga dalla morte , come un ' acqua gelata al primo sole di marzo . Pei critici , dunque , la passione d ' amore nei romanzi deve essere argomento di diffidenza . Essa è troppo capziosa , è troppo ingannatrice , è troppo affascinante . Qual ' è quell ' anima incallita nella critica che possa resistere al filtro della passione ? Voi andate per fare una discussione fredda e sapiente di quel cadaverino di carta stampata che si chiama libro , e alla prima incisione , scoprite tra le carni flaccide e i tendini irrigiditi , un cuore che pulsa ancora . Accostate l ' orecchio per misurare quelle ultime vibrazioni della vita , e da quel muscolo sanguigno si propaga un calore così ardente e così dolce , che vi penetra e vi conquide . Il vostro cuore critico comincia a palpitare all ' unisono con quel cuore romanzesco , una corrente magnetica si stabilisce fra loro , e il cadavere , come galvanizzato da una elettricità simpatica , rivive ai vostri occhi . Guai ai critici che si appressano ai romanzi d ' amore con leggerezza d ' animo ! Accade ad essi ciò che accadeva ai baldi cavalieri delle leggende antiche , quando approdavano spensieratamente all ' isola di qualche maga ingannatrice . La passione , dal libro si espande al lettore : a poco a poco si svegliano nella sua memoria dei ricordi , rinascono nei nervi delle sensazioni , si rilevano nello spirito dei dolci fantasmi : il lettore rumina con l ' immaginazione il romanzo come fosse un ' avventura sua propria , e una trasfusione accade , una comunione si fa , il critico svanisce nel sognatore . Così , sia pure il libro misero , sconclusionato , sgrammaticato , tutti i suoi peccati svaniscono per l ' indulgenza plenaria dell ' amore . Proprio , ai romanzi ove molto si ama , tutto si perdona . Da qualche tempo e , se occorre precisare il tempo , da Balzac in poi , il romanzo ha rinunciato a questo sicuro mezzo di trionfo . Il Balzac ebbe altre passioni e infuse nella prosa un diverso calore . La sua potente anima borghese non si appagava della tenerezza d ' amore : a lui piacquero il movimento del commercio e delle banche , il tumulto dei mercati , l ' agitazione dei sentimenti umani tanto più gagliardi quanto men puri . Egli dunque , con la sua potente mano abbatté per sempre il dramma della passione , e all ' accompagnamento dei baci e dei sospiri sostituì un ' altra musica : il rumore secco del denaro contato . Ma prima di lui , il romanzo si era , per un secolo , abbeverato e inebriato d ' amore . Prima di lui il romanzo non aveva pretensioni d ' impersonalità , era anzi deliberatamente personale e subbiettivo , come la lirica . Il romanziere creava una creatura fantastica a sua imagine e somiglianza , le infondeva la sua anima , ne faceva un interprete della sua passione presente o un simbolo della sua passione passata . Manon Lescaut , Corinna , Werther , Adolfo , più che fantasmi vivificati dall ' arte , sono personificazioni sentimentali non periture , finché non perisca l ' amore . Il romanzo amoroso produce l ' effetto di una confidenza : leggendo vi par di udire dalla bocca dell ' autore il racconto di una sua propria passione : non ci è più , fra lo scrittore e il lettore , intermediario il libro , ma vi è un ' intimità diretta e immediata , e vi pare a volte che dalle pagine si levi la voce del grande innamorato . A questo si deve la popolarità immensa che il romanzo ha acquistato , specie fra le donne . Sapete voi quante ingenue fanciulle a cui un vago desiderio d ' amore faceva vibrare i nervi delicati , piansero per la sventura di Ellenore , come per le pene di un ' amica adorata ? Sapete quanti giovani pazzi d ' amore si uccisero per imitazione di Werther ? La trasfusione del romanziere nell ' eroe del romanzo era così piena e così immediata , che quel fantasma diventava veramente una persona viva , nella quale i lettori si specchiavano e finivano per ritrovare una vaga immagine di sé medesimi . La passione è qualcosa di così potente , di così anormale , di così diverso dalle piccolezze volgari della vita , che è difficile determinarla , misurarla , controllarla . Dove comincia la passione , e dove finisce ? Quali sono le sue manifestazioni , le sue fasi , dov ' è la verità nella passione ? Tutto è vero e tutto è falso , dalle lettere dei soldati adorabili per le innocenze grammaticali , alle canzoni dei poeti , detestabili per la retorica , dalla morte della crestaina che si asfissia col carbone in una soffitta , alla morte del yachtman che si fa pomposamente saltare in aria con la navicella graziosa che fu già veicolo dell ' amore . La passione è l ' impreveduto e l ' imprevedibile : v ' imbarcate spensieratamente per un ' avventura , che vi pare un capriccio di poca importanza , e d ' improvviso un vento furioso v ' investe e vi spinge contro una scogliera scoscesa , in cima alla quale ride l ' azzurro ideale di una felicità sovrumana , e sotto spesso sta la morte . Così nei libri di passione . Quale è la verità o la falsità nel romanzo d ' amore ? È falso il Werther ? Ma se ogni giorno qualche Werther sconosciuto si fa saltare le cervella ai piedi di una Carlotta volgare ! Ma se Goethe versò in quel libro tanta sincerità di passione , che ne ammalò veramente , e dové fuggire in Italia , perché il sole gli dissipasse dallo spirito il fantasma del morto ! Il fatto è che il romanzo della passione è per sé stesso una grande e bellissima falsità : il fatto è che esso non è un romanzo , è il commento sentimentale di una passione . Infatti il romanziere dell ' amore è colpito da quel medesimo divino egoismo , che è il peccato e la consolazione degli innamorati . Tutti i romanzi d ' amore sono a due soli personaggi , come tutti gli amori . Che importa del resto del mondo al romanziere , e che importa agli amanti ? Questi credono di essere soli sopra la terra : il romanziere crede non esistano altri eroi romanzeschi , oltre quei due . Quel potente isolatore , che è l ' amore , invade il libro : l ' uomo e la donna si aggirano , tra la prosa calda e colorita , circonfusi e velati da un fluido divino . Che cosa può fare la critica ? Questi romanzi non si giudicano , si amano . Così , rileggendo Sapho , pel mio privato diletto , io sento più che mai crescere in me la ammirazione simpatica per questo ammaliante Daudet , che di tutti i romanzieri contemporanei , è il più intimamente e organicamente artista . Tutto ciò che il mio cervello critico pensò della Sapho , alla prima lettura , è dolcemente annientato da ciò che i miei nervi femminili sentono alla seconda . Svolgendo le pagine di questo libro , si avanzano nella mite serenità dell ' aria , fra l ' Adriatico verde e il cielo turchino , tutte le belle creature d ' amore , a cui il romanzo moderno ha dato vita . Pensose , silenziose , coi grandi occhi sognanti aperti a una luce lontana , si avanzano sul litorale popolato di girasoli , prendono per mano questa loro ultima sorella modellata dal Daudet , scompaiono sulla collina .
LE AMANTI ( SERAO MATILDE , 1894 )
Narrativa ,
ÿþLA GRANDE FIAMMA . A Rocco Pagliara . I . Nell ' ora tarda della sera , partita l ' ultima persona amica o indifferente , per la quale essa provava l ' orgogliosa e invincibile necessità di mentire , chiuse tutte le porte ermeticamente , piombata la casa nel profondo silenzio notturno , interrogate con lo sguardo sospettoso fin le fantastiche penombre della sua stanza solitaria , dove sola vivente era una pia lampada consumantesi innanzi a una sacra immagine , prosciolto il suo spirito dall ' obbligo della bugia e le sue labbra dall ' obbligo del sorriso , ella si lasciava abbruciare dalla grande fiamma . Immobile , con le palpebre socchiuse e le mani abbandonate lungo il corpo , ritta come un bianco fantasma nel mezzo della sua stanza , sentiva un flusso di calore salire alle guancie delicatamente brune e smorte , un flusso di calore vivificarle il cervello , un ' onda di lacrime calde pungerle i bellissimi grandi occhi bruni . Scorrevano taciturnamente , senza singhiozzi , le lacrime calde sulle guancie e le avvampanti guancie se le ribevevano : dal cuore e dal cervello che ardevano , si diffondeva per tutta la persona l ' impetuoso torrente di quel calore ed ella sentiva tutte le sue piccole vene palpitare nella fiamma che le dilatava . Lo scoppio della passione lungamente represso , in quel generoso organismo , assumeva la forma di febbre ad altissima temperatura : ed essa , vacillante , come se avesse smarrito il senso di ogni altra cosa che la sua febbre non fosse , si lasciava cadere sul letto , rigida , con la vestaglia bianca che si stendeva come un sudario sul broccato scuro della coltre . Così , sola , con gli occhi sbarrati ove si disseccavano le estreme lacrime , guardando il soffitto pieno di ombre , col petto sollevato da affannosi sospiri come i febbricitanti , ella abbruciava di passione per l ' assente , per il lontano : nè le sue labbra convulse osavano pronunziarne il dolce nome , temendo che le fatali sillabe pronunziate in quel silenzio , in quella solitudine , rivelassero a tutto il mondo il suo segreto . Sopra un fondo di fiamma , nella sua fantasia che vampeggiava , ella vedeva scritte le sillabe divoratrici di quel nome , in lettere nere e vive , talvolta immobili , talvolta confondentisi in una bizzarra danza ; ma non osava pronunziare quelle sillabe seduttrici ; temeva di struggersi , dicendole ; temeva di morire di dolcezza , pronunziandole . Quell ' entrata così vibrante di febbre appassionata , nelle prime ore della notte , si ripeteva due o tre volte ; pareva che ella si assopisse in un soave abbruciamento di sangue , in un seguirsi di fiammeggianti visioni , dove talvolta , accanto al nome adorato , si veniva a delineare vagamente un fiero profilo maschile , dove uno sguardo superbo e amoroso lampeggiava ; ed ella sentiva tutto il suo spirito carezzato , cullato da questa visione ; la veglia si tramutava in sopore febbrile e in sogno . Ma , ogni tanto , la visione diventava così vera , così viva , così fremente di amore che ella udiva , sì , udiva , una voce sommessa pronunziare il suo nome : ella trabalzava , ripresa da un soffocante impeto di passione , cercando con le mani , nell ' oscurità , quelle calde mani amate ; soffocava , bruciava . Si levava come un ' anima errante , andava al balcone , sollevando la pesante tenda di broccato , schiudendo le imposte di legno , appoggiando l ' acceso volto sul gelido cristallo . Era alta la notte ; nella strada non passava alcuno ; spesso , il freddo vento notturno agitava le fioche luci dei lampioni , riempiendo la via di bizzarre forme oscure ; o qualche viandante in ritardo , ignoto , a capo basso , passava senz ' accorgersi di quel balcone quietamente , mitemente , illuminato , dietro il quale stava un ' ombra immobile ; qualche malinconica carrozza notturna , vuota , dal cocchiere sonnacchioso , dal sonnacchioso cavallo , veniva lentamente dall ' alta ombra della via , si perdeva lentamente , lontana , nella bassa ombra della via . Ella guardava questo spettacolo di oscurità e di pace , con gli occhi intenti , sentendo il freddo esteriore penetrare dalla fronte , dalle guancie , dalle labbra che quasi baciavano il cristallo : la sua febbre si calmava ; le vene battenti si chetavano ; il petto , oppresso , respirava più liberamente ; macchinalmente ella si staccava dai cristalli , richiudeva le imposte , lasciava ricadere le molli , strascicanti tende di broccato , faceva un paio di giri nella sua stanza , guardando talvolta nell ' alta e stretta specchiera la sua figura bianca e i suoi occhi che bruciavano sempre . Come tutti quelli che soffrono d ' insonnia , per una forte causa morbosa o per una forte causa morale , ricoricandosi , ella sentiva come un grande refrigerio , dolcissimamente parea che si dovesse addormentare nel ricordo , nella speranza del suo amore . La passione consumatrice nell ' ora che fuggiva , si faceva tutta tenerezza letificante , diventava un fresco soffio che le alitava sulla fronte , sugli occhi , sulle labbra , sulle mani , come a vincerne il bruciore , ed ella si assopiva , nuovamente , con le labbra che si muovevano a una benedizione . Ma , ad un tratto , un incubo mostruoso , senza nome , qualche cosa come un ' orribile paura , la scuoteva , la faceva balzare sul letto , come cercando soccorso , non sapendo , non conoscendo , non pensando più nulla , vinta da uno spavento folle . Era allora che , levatasi , nella penombra , in preda a un delirante bisogno di soccorso , ella andava a buttarsi innanzi alla sacra immagine , prostrandosi sul gradino dell ' inginocchiatoio , abbassando il capo sul duro legno di quercia , dicendo rapidamente le preghiere , per non pensare , per non sentire , pregando , pregando , pregando , con un fervore di anima disperata , restando lì , attaccata a quel legno , come se fosse quello della sua salvazione . Ma sia che l ' alba la sorprendesse dietro i cristalli del suo balcone , o distesa sul letto con gli occhi spalancati , o sonnecchiante malamente , o immersa in preghiere con le labbra frementi sui grani di legno del suo rosario , certo che , a quell ' ora gelida , la sua febbre era domata , era caduta : ella tremava di freddo , pallida , con le labbra violacee , con la bocca amara , con le ossa rotte , quasi uscisse dal terribile abbraccio della terzana ; il viso le si era allungato e come pietrificato in un ' espressione di sofferenza ; i capelli le ricadevano sul collo , disciolti , prendendo certi profili tragici , che solo le chiome delle donne appassionate hanno . Invano cercava di riscaldarsi , buttando sul letto una pelliccia , facendo un gran fuoco nel caminetto , accendendo tutti i lumi della sua stanza : fra quel grande calore esteriore ella batteva i denti , si addormentava rabbrividendo , rabbrividendo , livida , con la fiamma del caminetto che crepitava , con le candele la cui fiammella strideva nel calore , col sole mattinale che entrava , scintillando , fra i velluti , i broccati e le pelliccie , non giungendo a riscaldare quel gelido corpo di donna dormiente , dalle palpebre scure e fredde come il granito , dalle labbra assottigliate e tremanti ancora di freddo . Come la mattinata scorreva , entrava la cameriera , trovando le candele che si consumavano , le legna arse che si coprivano di cenere , il sole che invadeva tutta la stanza gaiamente , e quel cadavere dormiente , che riaprendo gli occhi , rabbrividiva ancora , come se ritornasse dal gelo di un sepolcro . Ogni mattina , sopra un piatto di argento , la cameriera porgeva una lettera . Ma già la maschera umana aveva velato la sembianza della povera febbricitante : ed ella stendeva la mano , con indifferenza , a prendere quella lettera , aspettava che la cameriera avesse spento i lumi , riacceso il caminetto , spalancato le imposte al sole , aspettava , intorpidita e immobile . - Si sente male ? - diceva la cameriera , guardando il volto bruno e smorto della sua padrona che ella amava . - No : ho freddo - mormorava la padrona , stringendo la lettera d ' amore nella mano sottile e agghiacciata , senza neppure guardarne la busta , come se fosse inutile aprirla . La fanciulla devota le riassettava le molli coltri scomposte dall ' insonnia , le rialzava i cuscini disordinati su cui era abbandonata la foltezza dei capelli neri , la interrogava con una umile occhiata : ma vista la padrona tutta perduta in un pensiero , usciva discretamente dalla stanza , chiudendone la porta , aspettando di esser chiamata per ritornare . Allora soltanto , con un atto breve , quasi convulso , la smorta signora faceva saltar via la busta lacerata e leggeva la lettera tutta bruciante di passione che il suo amore le scriveva . Lettera incoerente e puerile , balbettìo talvolta bizzarro , talvolta monotono di frasi stravaganti che si ripetevano , si accavallavano , si confondevano , si affannavano sulla carta , come nell ' anima malata di chi le scriveva . Eppure egli non era nè un fanciullo , nè un pazzo , nè un infermo ; era un uomo di trent ' anni , vigoroso , completo nella sua manifestazione morale , che aveva saputo vivere , amare , soffrire . Era un forte lottatore che le aveva coraggiosamente combattute le sue battaglie , talvolta vinto , spesso vincitore , mai domato : era un sagace conoscitore di sè stesso , delle cose e degli uomini , capace di grande scetticismo e di grande entusiasmo , poichè questa è la vita , e saggio chi sa apprezzarla e viverla così . Eppure quell ' amore nato tardi , nato improvvisamente , come quei misteriosi e voluttuosi fiori del tropico che germogliano ricchi e violenti , in una notte , quell ' amore impetuoso destinato a essere soffocato sotto le apparenze fallaci della cortesia , gli faceva tremare i polsi come se lo assalisse , a ogni suo nuovo tumulto , il ribrezzo tragico dell ' agonia . In certe ore di pensiero , quando gli era concesso di dialogare con l ' anima sua , egli si stupiva della brevità di quella passione , della sua semplicità , mentre sentiva dentro sè scardinato ogni senso della realtà , mentre si sentiva preso per la vita e per la morte . Una sera , in un ballo , egli aveva scambiato poche parole con la bruna e pallida signora che ancora portava il nero vestito del lutto , dopo tre anni di vedovanza , che bizzarramente trascinava al ballo il nero vestito e la persona stanca , senza sorrisi , senza gioia : e come per un ' attrazione ipnotica , egli aveva seguito dovunque il nero strascico di velluto ondeggiante , cupo velluto bruno , simile alle acque nere di un lago che gli alberi coprono : egli aveva fissato gli occhi sedotti sopra la mezzaluna di opali lattee , scintillanti in riflessi siderali azzurrini , che mettea una luce selenitica fra i neri capelli di donna Grazia : e come la snella persona muliebre si muoveva , indolentemente , da un salone all ' altro , egli sentiva di doverla seguire , come un ' ombra . Levando lenta lenta le palpebre , essa lo guardava , ogni tanto , tacendo : e una irradiazione di fascino partiva da quei grandi occhi neri , arrivava sino a lui , intensa , vibrante , conquidendolo , a poco a poco , ma continuamente , ma sicuramente . Nè egli tentava difendersi . Aveva , in quell ' ora , il cuore arido e la vita fatta deserta , se non libera da una secreta catastrofe famigliare : la donna cui avea dato il suo nome era assente , lontana , nemica , egli era solo , in tutta la sua lunga giornata , solo . Perchè difendersi ? Si sentiva debole e misero come un fanciullo abbandonato , mentre tutti applaudivano alla sua fermezza di carattere , al suo coraggio virile , alla dignità fiera che gli aveva suggerito la risoluzione più confacente al suo onore ; egli si sentiva timido e fragile come lo stelo secco , che nelle mattinate di autunno va in cenere sotto il piede brutale del viandante , e lo sguardo di quella donna parea tremasse di tenerissima pietà , parea che gli dicesse : - Vieni . Breve romanzo e intenso , condotto fuor di loro da una mano invisibile : un giorno si erano incontrati fuori Roma , in quella umida , lugubre via Angelica , lungo il fiume tragico che ogni giorno ha il suo morto . Chi aveva strappato la dama ai suoi convegni aristocratici per mandarla a contemplare i vortici traditori del Tevere ? Chi aveva preso l ' uomo alla sua ambizione , alla sua politica , ai suoi affari ? Esiste dunque una fatalità nella passione ; o il cuore ha la sua seconda vista , che è anche qualche cosa di fatale ; o vi è nell ' anima una seconda vita latente , incosciente , sopra cui nulla può la volontà ? - È vero che mi ami ? - le aveva chiesto lui , arrossendo e impallidendo , come se quella fosse la prima volta che parlasse di amore . - Sì - ella aveva detto , senz ' altro . La virile mano dell ' uomo aveva sfiorato la sottile mano guantata di nero . Si guardavano e si sentivano bruciare di passione ; una uguale grande fiamma li ardeva . Più la reprimevano e più essa divampava internamente , consumando le loro forze in una febbre singolare . Temevano il mondo , malgrado che fossero liberi ; lo temevano con una paura di tutti i momenti , con un tremore come d ' imminente catastrofe . Niuno aveva il diritto di muovere loro un rimprovero , eppure essi temevano tutto , l ' uomo che passa e sogghigna , la donna che passa e sorride , l ' impiegato postale che consegna la lettera con uno sguardo d ' intelligenza , il servo che domanda permesso prima di entrare , l ' amico che assume un ' aria discreta , l ' amica che interroga con un cenno : la più umile , la più sciocca creatura li faceva fremere di spavento . Forse , amandosi in quella forma così rovente , sentivano di abbandonarsi a una passione tanto diversa dai miseri e fallaci amori quotidiani , da dover meritare l ' invidia , il biasimo e la calunnia ; forse , il segreto è la grande condizione dell ' intensità . Così si vedevano , alla sfuggita , ogni tanto , avendo messo nella rapida ora tanti sogni , tante speranze , tanto fuoco d ' amore , che non trovavano parole , soffocati , come coloro che hanno le vertigini degli altissimi pinnacoli ; in tre o quattro mesi , fra la primavera e l ' estate , vivendo egli a una villa sui colli albani , essa nella palazzina campestre fra gli aranci di Sorrento , si erano incontrati due volte , per due giornate , in un villaggio presso Milano , la prima volta , a Baia la seconda volta . Tutta la loro vita era sospesa a quei due giorni di passione ardente ; tutto l ' intervallo fra quei due giorni non era che una lunga aspettazione di giorni aridi e annoiati , di notti vegliate , in una rivoluzione del cuore e dei nervi . Ad ambedue , quando , per consolare le ore di lontananza , essi evocavano quelle due giornate , appariva come una grande fiamma lieta e alta e divorante ; il ricordo era vasto , immenso , vago , quale un oceano di fuoco , sopra cui qualche punta appariva , come estremo albero di nave sommersa . Insistentemente egli si rammentava il volto smorto di lei , quando ella si affacciò al vagone fermato nella stazione di Monza e , malgrado ogni suo impeto di evocazione , pur volendo fermamente rivederla col suo delicato e profondo sorriso delle ore più felici , egli continuava ad avere innanzi quella faccia pallida di donna morente . Egli cercava di rianimare tutti i suoi ricordi , di quei due giorni , come ella era vestita , la foggia della sua acconciatura , le parole che aveva dette , il tono della sua voce : ma una sola sensazione , acuta , squisita , gli ritornava , con la persistenza di un martello sull ' incudine : il profumo che avevano i guanti morbidi di Grazia e le mani sottili profumate . Quando le scriveva di quei giorni , confusamente , egli ritornava sempre a dire di quella faccia pallida allo sportello e di quelle mani odorose , di quei guanti così profumati "...che è quel profumo , dimmi , dimmi , amore , perchè io l ' ho confitto nell ' anima e ogni tanto mi fa piangere , come un fanciullo , perche il mio amore è lontano e io non posso avere , sotto le mie labbra , le sue mani inebrianti ?..." Ed ella nella fiorita campagna sorrentina , quando i villeggianti vicini , o i suoi ospiti , ritirandosi , l ' avevano lasciata sola , libera , ella voleva far riapparire fantasticamente quei due indimenticabili giorni di oasi ; ma armandosi con la stessa forza , con la stessa intensità , lo stesso inesplicabile fenomeno psicologico avveniva in lei ed ella non poteva che ricordare qualche scintilla della grande fiamma . Fra un turbine roteante d ' impressioni , rammentava soltanto , Grazia , un sorriso enigmatico alla sua domanda : e tu , perchè mi ami ? Sì , egli aveva avuto un sorriso bizzarro , lungo , pieno di un segreto profondo : ella rivedeva sempre innanzi agli occhi quel sorriso acuto , crudele , che parea le nascondesse la verità , tormentosamente . E nelle orecchie , nel cervello di Grazia restava una sensazione fissa , continua , invincibile , il ricordo della sua voce , quando la chiamava sommessamente , teneramente , dolorosamente , come se chiedesse amore e soccorso , come se invocasse pietà : Grazia , Grazia , Grazia ! ... Così identica era la loro passione nel carattere , nella profondità , nella misura che il grande sogno da realizzare nacque nelle loro fantasie esaltate , contemporaneamente , germogliando nello stesso pomeriggio autunnale , nella stessa ora di disperazione , mentre erano lontani lontani , per molte miglia . Ambedue furono colpiti dal medesimo , irresistibile desiderio , contro cui nulla più poteva difenderli ; ambedue arsero di tale desiderio come se fosse il più alto , l ' estremo delle loro anime . L ' immenso avvenire innanzi , alle loro esistenze ancora giovani , li sgomentava con la sua solitudine arida , mentre essi portavano in cuore di che riempirlo per sempre , di una strabocchevole felicità . Al punto in cui la grande fiamma che li ardeva era giunta in entrambi , era loro insopportabile vivere ancora , divisi , lontani , estranei : lo stesso cupo dolore li abbatteva . La paura del mondo , delle sue ciarle , delle sue calunnie veniva man mano scomparendo innanzi a questo bisogno di amore , di felicità che è in fondo a tutti i temperamenti umani , più freddi e più silenziosi , e che nell ' ora della passione parla di una voce che nulla fa tacere . Per chi si sacrificavano ? In nome di quale principio , di quale idea , di quale persona ? Su quale altare sconosciuto deporre l ' olocausto della loro passione ? - Io non posso più soffrire , la mia vita finisce - scriveva Grazia . - Io non posso più soffrire , il mio coraggio è esausto - scriveva Ferrante . In tale ardente impazienza , la loro sensibilità sentimentale raffinata dai sogni , dalle insonnie , dalle lettere incoerenti , si era fatta così acuta , così squisita , così fremente alla minima impressione , che quanto li circondava era complice del loro abbandono . Quando donna Grazia passeggiava sotto gli ombrosi viali della sua villa di Sorrento e fra gli aranci odorosi le arrivava il canto sottile di qualche voce innamorata , un improvviso fiotto di lacrime la inteneriva : e coloro che l ' accompagnavano , si meravigliavano . Quando ella vedeva , nella sera , dalla sua terrazza , levarsi la luna sul golfo napoletano e tutte le case intorno soffondersi di bianca luce molle , una collera le saliva alla gola , di non essere via , di non essere con lui , in quell ' ora di dolcezza , una collera contro il tempo che fuggiva , contro gli ostacoli che si frapponevano al suo amore e contro sè stessa che non sapeva vincere gli ostacoli . E a Roma , l ' autunno è apportatore di novi , profondi turbamenti alle anime già turbate : quando Ferrante portava il suo vagabondaggio a Villa Borghese , dove ancora i viali pare che conservino la appassionata fantasima di Beatrice Cenci , ogni ombra femminile , snella , dal volto pallido e bruno dietro la veletta , lo facea trasalire ; quando egli portava il suo vagabondaggio serotino a uno dei teatri , bastava che dietro alla nuca bionda di una donna , in un palchetto , si profilasse il volto di un uomo innamorato perchè egli si sentisse , a un tratto , immerso in una disperazione inguaribile . Allora , lontani , divisi , si tendevano le braccia come creature anelanti , che sanno un posto solo dove appoggiare il capo stanco : ed è questo il petto della persona che adorano , assente , lontana . E allora , confusamente , nella crisi fatale di questa passione , si venne delineando un piano di amore , imperfetto , vago , ma che conduceva a un sol desiderio : quello di rivedersi , di stare insieme , lungamente , per sempre . Ognuno di loro , invece di perdere la propria forza in vani conati di dolore , avrebbe cercato di adoperarla a vincere tutti gli ostacoli morali e materiali per potersi riunire , fra quindici , fra otto giorni , in un paese solitario , tranquillo , in un ambiente di poesia e d ' amore , dove potessero passare sconosciuti o indifferenti alla folla , o ravvolti in una comune indulgenza . Chi di loro due disse la parola : Venezia ? Chissà ! Fu così , naturalmente , che i loro cuori si fermarono su quel mite orizzonte di arte e di quiete , su quell ' ambiente di case mute e sommerse nel languore che la morte precede , su quella città dove l ' amore pare abbia la sua naturale atmosfera di pensiero , di lirica umana . Venezia , Venezia ! Fu il nome amabile , seducente , che videro brillare ogni giorno , ogni ora ; innanzi alla loro immaginazione ; parola magica che fece scomparire tutte le altre ; sillabe ravvolgenti e incantatrici da cui le loro anime prese , legate , non si potettero svincolare mai più . E man mano le loro lettere andarono perdendo tutto quel carattere d ' indefinito , tutta quella vaghezza di contorni , quel continuo agitarsi errabondo dello spirito , quella incoerenza di anime deliranti : la passione addossata al muro della realtà , era entrata in un periodo positivo , pratico , preciso . Ogni giorno , sotto la volontà inflessibile , sotto la doppia inflessibile volontà , il loro piano acquistava linea , colore , cifra ; il suo aspetto di fatto si veniva così minutamente facendo reale , che , già quasi quasi , per Grazia e per Ferrante , parea di vivere in quella realtà . Accanto a questi particolari definiti , matematici , dove la loro insofferenza si appagava , come per il fatto compiuto , ogni tanto , ma sempre più scarsamente , si veniva allogando qualche scoppio improvviso di frase amorosa : oppure una parola soltanto : Venezia . Anche l ' aspetto degli amanti era mutato . Si eran fatti , nell ' esteriore , freddi , risoluti , distratti in un pensiero o in un ' azione , sempre occupati in qualche cosa , schivando , con la freddezza , la folla degli estranei e anche quella degli amici . Parlavan poco , brevemente . Non più le belle passeggiate della penisola sorrentina vedevano comparire il bruno volto pensoso di donna Grazia : ma in una stanza accanto alla sua erano aperti tutti i bauli , tutte le valigie della casa e la cameriera , che le voleva bene , ignorava ancora la destinazione che prendeva la sua signora . Ella vedeva che ogni giorno donna Grazia veniva chiudendo , in quei bauli e quelle valigie , tutto quanto aveva di prezioso come valore e come ricordo : ella vedeva che donna Grazia si aggirava per la casa , in vestaglia di lana bianca stretta alla cintura da un mistico cordone di seta nera , guardandosi intorno come trasognata , considerando le pareti vuote e i cassetti aperti , come se volesse portare via ancora qualche cosa . - La signora parte per un lungo viaggio ? - chiese timidamente , un giorno , la fanciulla devota . - Lungo , lungo .... - mormorò vagamente , donna Grazia . - E io debbo venire ? - No .... Meglio che non veniate - soggiunse donna Grazia . - Tutta sola , un lungo viaggio ? - osò chiedere ancora la ragazza . Donna Grazia chinò il capo e non rispose : un velo di tristezza le passò sulla faccia . Tacquero . E Ferrante , come il giorno della partenza si approssimava , non andava più nei soliti ritrovi di Roma autunnale : male o bene , ma con una febbre di uomo preoccupato , aveva cercato di risolvere alcuni affari stringenti , assorbito , distratto , accettando qualunque peggiore risoluzione , purchè fosse immediata . Quando i suoi intimi lo vedevano ricomparire , per un momento , gli domandavano , sorpresi : - Ma che fai , dunque ? - Parto - rispondeva lui , pensando ad altro . - Dove vai ? Egli faceva un cenno vago , come di paese molto lontano . Per discrezione , gli intimi non chiedevano altro : sapevano quale tragedia morale avesse sconquassata la sua famiglia e molti supposero qualche improvvisa , bizzarra decisione . Anzi , la voce ne corse , avvolta in veli misteriosi . Una sera , un amico più affettuoso , più insistente , andò a casa di lui : e lo trovò solo , fumando , con le finestre aperte , ma col caminetto acceso dove buttava delle carte , dopo averle lette . Sul tavolino vi erano altri pacchi di lettere , un grosso portafoglio di pelle , tutto sdrucito , due o tre libri dalla legatura usata e un paio di minute pistole nella loro scatola che pareva quella di un gioiello . - Che fai , ti vuoi ammazzare ? - domandò ridendo l ' amico . - Forse - rispose Ferrante , ridendo un poco , ma poco . Nè dissero altro , mentre nel caminetto le lettere avvampavano allegramente . Così , nell ' alba bigia in cui donna Grazia partì da Sorrento per Napoli , mentre aveva detto ai suoi amici che sarebbe partita solamente la sera , in quell ' alba bigia , la sua devota cameriera , vedendola andar via , avvolta nel grande mantello bruno , avvolta nel bruno velo che le circondava il capo , il viso , il collo , si chinò , commossa , a baciarle la mano : - Io la rivedrò , nevvero ? - chiese , cercando di trattenere le lacrime . - Forse - disse donna Grazia , andandosene , senza voltarsi . Tanto la fatalità li aveva vinti , ambedue . Donna Grazia non vedeva nè il mite sole che rallegrava le vie di Napoli , nè le azzurrità fini del cielo e del mare , nè la folla lieta che si godeva quel giorno soave : chiusa nella carrozza da nolo , guardando ogni istante il piccolo orologio sospeso alla cintura pur senza vederne l ' ora , ella divorava lo spazio con la mente , cercava di ripetere per la millesima volta il calcolo del tempo e dello spazio , per chetare la propria impazienza . Sarebbe partita da Napoli per Roma alle due e cinquantacinque , col treno più celere , tutta sola nel suo compartimento ; sarebbe giunta a Roma alle otte e trentacinque della sera ; alla stazione avrebbe ritrovato Ferrante e dopo un ' ora e mezzo , in cui non sarebbero neppure entrati in Roma , sarebbero ripartiti , via Firenze e Bologna , per Venezia , insieme . Insieme ! Pensando , ripensando , pronunciando sottovoce questa parola , ella vedeva scomparire l ' ora , il tempo , lo spazio tutto , una nebbia le scendeva sugli occhi , una lieve vertigine le confondeva ogni moto . Insieme ! Fu macchinalmente che pagò il cocchiere , scendendo alla partenza , nella stazione , stringendo fra le mani il sacchetto dove erano i suoi valori più preziosi . La grande galleria coperta dove si prendono i biglietti era quasi vuota . Ella non vi badò . - Di prima , per Roma - disse , affannando un po ' al bigliettinaio . - Ecco - fece quello - ma si affretti , perchè il treno parte . Improvvisamente , presa da una orribile paura , ella si mise a correre , vedendo appena la sua strada , urtando le persone , lasciando appena il tempo alla guardia di tagliare il biglietto , arrivando sul terrapieno , appena a tempo per vedere il treno delle due e cinquantacinque allontanarsi lentamente . Ella tese le braccia e gridò , come se avesse potuto fermarlo . Un facchino sorrise ; mentre gli impiegati della stazione , raccolti in gruppo , la guardavano con curiosità . Alla paura ella sentì subentrare una grande angoscia e una grande vergogna : rientrò nella sala di aspetto , deserta , si andò a buttare in un cantuccio , stringendo le labbra per non singhiozzare dietro il velo , stringendo nelle mani nervose , convulsamente , il manico di cuoio della borsetta . Perdere il treno , che miseria , che disgrazia ridicola , che tragedia buffa ! Le pareva un ' avventura così sciocca , così volgare che non sembrava possibile fosse capitata proprio a lei , nel momento supremo in cui si decideva la crisi del suo amore ; era fremente di sdegno e di onta . Tanta forza di volontà , tanto impeto vincitore , tanto magnetismo trionfante di amore , tanta elettricità condensata ... e farsi buttare a terra da un orologio che non va , o da un cocchiere che non ha saputo sferzare il suo cavallo . Avrebbe pianto di collera . Vediamo , quale era la piccola , meschina causa , la causa stupida per cui tutto l ' edifizio era crollato ? E cercava , invano , di ricordarsi : se era stata la propria lentezza nell ' annodarsi il velo in casa sua , a Napoli , nel suo appartamento solitario ; o l ' esser tornata indietro , un momento , per aver dimenticato un taccuino da cui non si separava mai ; o il non aver trovato immediatamente la carrozza da nolo ; o perchè il cocchiere avea prescelto la stretta , difficoltosa e ingombra via di Forcella alla via della Marina , per andare alla stazione . Chi lo sa ! Si trattava di cinque minuti , di soli cinque minuti , cinque piccolissimi , cortissimi , brevissimi minuti , che si perdono così naturalmente , così facilmente un po ' qui , un po ' là , senza saper come : e la loro perdita , poi , equivale alla rovina di tutto un sogno ! Fu solamente dopo un ' ora di riflessioni amarissime , che ella sentì un soffio di rassegnazione penetrarle nel cuore : ma pur essendosi calmata , un ' amaritudine gliene rimase . Si levò , risolutamente : andò a leggere l ' orario , sulla parete stuccata di bianco . Avrebbe potuto partire soltanto la sera , alle dieci e quarantacinque . Circa sette ore di attesa ! Pure , non ebbe il coraggio di rientrare in città , a Napoli ; le sarebbe parsa una rinunzia completa . Avrebbe aspettato nella stazione . Non l ' avrebbero mandata via , da quella sala d ' aspetto ? Non aveva mai viaggiato sola : non sapeva niente . Il guardiano le si accostò , guardandola curiosamente . Ella gli donò subito cinque lire : si sentì meno timorosa . Cercava di ricostruire il suo piano . Bisognava , innanzi tutto , telegrafare a Ferrante - e tal pensiero la faceva arrossire , pensava che avrebbe egli detto , trovandola così sciocca , così distratta da perdere il treno . Che dirà , che dirà ? - si andava domandando , mentre girava intorno alla stazione , senza ritrovare l ' ufficio telegrafico . Alla fine lo trovò . E allora non seppe dove indirizzare il telegramma ; non seppe che cosa dire , si sentiva così irritata e umiliata , con sè stessa , col caso , che lacerò i fogli , senza riescire . Alla fine , mettendo l ' indirizzo della stazione di Roma gli telegrafò , così confusamente , che le riesciva impossibile partire prima delle dieci e quarantacinque , senza aggiungere le ragioni di questo impossibile e soggiunse , umilmente : perdonami . Lo soggiunse , poichè non potea resistere all ' idea del dolore di lui , Ferrante , non vedendola giungere alla stazione di Roma , trovando un telegramma invece della sua persona . Oh quelle sette ore di attesa ! La pallida signora , vestita di un grande mantello bruno , tutta chiusa in un grande velo di garza bruna , snella e flessuosa nella persona , dall ' andatura un po ' lenta , un po ' stanca , fu vista da per tutto , ripetutamente , nella stazione , per quel pomeriggio e per quella sera . Innanzi alle lunghe vetrine del libraio e nella sala gelida dei bagagli , camminando , fermandosi , sfogliando distrattamente un libro , aprendo un giornale illustrato ; di nuovo alla sala del telegrafo , donde telegrafò a Sorrento , a due o tre persone che non la interessavano punto ; verso le sette nella sala del buffet , dove prese un brodo e una tazza di caffè , malgrado che non avesse fame , seguendo con l ' occhio distratto i multicolori avvisi della macchina Singer , della Coca Buton e della ferrovia lombarda ai Tre laghi ; fu vista finanche fuori stazione , passeggiare in giù e in su , facendo voltare tutti quelli che la incontravano , mentre essa guardava , certo senza vederli , il malinconico giardinetto della piazza , e le carrozze da nolo disposte intorno come i raggi di un cerchio , e le insegne dondolanti degli equivoci alberghi dal fanale verde o rosso ; e da capo , come se ella non potesse stare ferma , fu incontrata al telegrafo , alla posta , nei terreni incolti della Piccola Velocità , presso il venditore di libri e di giornali , su e giù , su e giù per tutte le gallerie . Questo irrequieto fantasma muliebre vide empirsi e vuotarsi le sale di aspetto dei viaggiatori che partivano successivamente per le linee di Salerno , di Castellammare , di Foggia , di Aquila : vide fermarsi e andarsene i treni carichi di uomini , di donne , di borghesi e di contadini , che se ne andavano ai loro affari , al loro lavoro , alle loro cure . E nella ultima ora di attesa la invase una stanchezza profonda ; rincantucciata in un angolo della sala di aspetto , silenziosa , immobile , col sacchetto sulle ginocchia , ella guardava le ondeggianti fiammelle del gas che il vento della sera agitava , e fu il guardiano della sala che l ' avvertì della partenza - tanto in lei si era fatta la convinzione che era inutile più partire , che Ferrante non l ' amava più , che tutto era finito . Tutta la notte del viaggio , lunga , lenta , con le sue numerose , monotone fermate , ella la passò in una veglia dolorosa alternata da qualche torpore doloroso , tutta sola nel suo compartimento , tremando di freddo malgrado le coperte e le pelliccie . L ' alba si levò sulla severa campagna romana ; donna Grazia dormiva , ora , pallida pallida , e solo i tre lunghi , striduli fischi del treno che entrava in Roma la riscossero . Le parve di uscire da un sogno triste : il sole illuminava le prime case di Roma , e la nebbia romana , e il fumo del treno , una felicità di calore e di luce l ' avvolse , scendendo dal vagone , poggiando la sua mano sottile guantata sempre di nero in quella tremante di Ferrante . Si guardarono , così , lungamente , fra la folla , tenendosi per mano , camminando quasi portati . - Sei venuta , poi .... - mormorò lui , cercando di dominare la propria emozione , intensa , soffocante . - Credevi che non venissi più ? - chiese lei , con uno sguardo scrutatore , fermandosi un minuto . - Sì , l ' ho creduto - soggiunse lui , chinando gli occhi , confessando con quelle parole tutte le angoscie della sua serata e della sua nottata . - Mi perdoni ? - domandò lei , umilmente , dolorosamente , sentendo bene che fra loro era già sorto e consumato il primo dolore . - Non dir così : tu ti puoi dare e ti puoi ritogliere - disse fermamente lui , guardando altrove , per non far vedere che sforzo questa fermezza gli costava . Essa non rispose . Poteva dirgli che il proprio ritardo non era stata una crudele esitazione , l ' idea novamente feroce di spezzare quell ' amore : poteva semplicemente dirgli che era stata la perdita di cinque minuti , per annodare il velo del cappello , o per prendere il taccuino dimenticato e che quindi ella aveva perduto il treno . Le parve , questa ingenua narrazione , così ridicola , così volgare , che non osò farla ; e lasciò , per viltà , che perdurasse quell ' amaro malinteso , quel senso triste di sfiducia che era nato nell ' animo di Ferrante . Adesso , col facchino dietro , erano in piazza della stazione . - Dove andiamo ? - ella chiese . - Non so .... - rispose Ferrante , incerto . - Avremmo dovuto partire ieri sera . Stanotte , io non sono rientrato in casa mia , ero così turbato .... - Quando parte , il prossimo treno , per Firenze ? - diss ' ella , brevemente . - Alle dieci e mezzo , fra tre ore . - Tre ore , tre ore .... - mormorò Grazia , come pensando . - Vuoi che ti accompagni a casa mia .... non vi è nessuno .... o in albergo ? - E il verbo accompagnare era stato molto sottolineato . - No , no , a casa tua - rispose subito Grazia , con una paura nella voce . - Allora , in albergo ? - soggiunse lui , pazientemente . - .... Sì , ... ma senza entrare in Roma - e abbassò gli occhi , come vergognandosi . - Vi è il Continentale qui dietro , in Piazza Margherita , non ti stancherai molto . Seguìti dal facchino che portava le loro robe , vi andarono ; sottovoce come se indovinasse le intenzioni di Grazia , Ferrante chiese due stanze al segretario dell ' albergo ; sottovoce costui gli domandò se le voleva vicine , e Ferrante gli disse subito che non importava . Grazia saliva innanzi , chinando il capo ; alla porta della sua stanza , il segretario li salutò . Ella restò ferma , guardando Ferrante , con la mano appoggiata sulla maniglia della porta . - Rammentati , è alle dieci e mezzo : verrò a prenderti alle dieci - disse Ferrante , gelidamente . Le fece un saluto corretto e si allontanò subito . II . Ella entrò nella sua stanza e vi si chiuse , buttandosi pesantemente sopra una poltrona : si sentiva morire di tristezza , sentiva di essere disamorata , crudele con Ferrante , eppure non trovava ancora uno slancio di tenerezza , un impeto di passione per fargli dimenticare tutte quelle noie , quelle punture , quei disinganni , quelle amarezze . Ma tanta gente era loro intorno , dovunque , alla stazione , in piazza , nell ' albergo , gente estranea , è vero , ma curiosa , dall ' orecchio teso , dallo sguardo acuto ! Ella si era chiusa nella sua stanzetta , stanzetta piccola , linda , ma banale come tutte le stanze di albergo , ma fredda con tutto il lieto sole autunnale che vi entrava ; Grazia si era chiusa lì dentro , e un profondo pentimento le veniva in cuore , pel modo come aveva trattato Ferrante ; la propria ingiustizia verso quel forte e docile amante che nulla chiedeva , che non si lagnava , che cercava di allontanarsi , di ecclissarsi sempre , onestamente , correttamente , mentre nell ' anima gli ardeva la grande fiamma , questa propria ingiustizia , le faceva orrore , le sembrava un egoismo mostruoso , la crudeltà di una donna glaciale che pospone sempre il mondo all ' amore . Rivoltata contro sè stessa , si levò per chiamare , per far avvertire Ferrante di venire da lei : voleva buttarglisi alle ginocchia per farsi perdonare , poichè egli solo era buono e giusto . Ma mentre era lì per premere il campanello elettrico , udì parlare sommessamente , nella stanza attigua . Si fermò : non era sola dunque , malgrado che si fosse chiusa a chiave ? Aveva dei vicini , a destra e a sinistra , forse da tutte le parti , che , come ella udiva la loro , avrebbero udita la voce di Ferrante e la sua , parlando d ' amore ? Oh questi alberghi , che realtà , che realtà meschina , sconfortante , nauseante ! Tornò alla poltrona , vi si sedette , senza far rumore , aspettando che le voci cessassero ; forse i vicini sarebbero usciti , partiti : allora ella avrebbe chiamato Ferrante , per farsi perdonare . Ma le voci dopo qualche intervallo di silenzio , brevissima pausa , si udivano di nuovo : erano quelle di un uomo e di una donna , che discutevano pacatamente ; si afferrava ogni tanto una parola , facevano il conto del loro viaggio . Ella fremeva , si agitava sulla poltrona , sperando sempre , a ogni momento di silenzio , che i vicini se ne fossero andati : ma quietamente essi ricominciavano a chiacchierare , con un ' intonazione monotona , senza stancarsi . Per un momento Grazia si turò le orecchie quasi piangendo , al colmo di un urto nervoso che le poche ore di cattivo riposo del treno non avevano calmato : malediceva questi vicini che le rubavano quelle altre ore di felicità . Andò ad aprire la finestra della stanzetta , per sottrarsi a quell ' incubo : il sole allietava tutto il piazzale della stazione , la giornata era dolce e bella , Grazia , stette guardando come un fanciullo che un nulla distrae , le persone che passavano sulla piazza . Così assorta , non udì che la seconda volta , quando bussarono alla sua porta . Era Ferrante : ma non entrò , rispettosamente . - Andiamo ? - diss ' ella sorridendogli . - Sì - disse lui , sentendo e vedendo la luce di quel sorriso , per la prima volta . Ella mise il suo braccio sotto quello di lui : si appoggiava lievemente . Non potea dirgli nulla : ma vi era nei suoi occhi , nella sottile mano guantata , in ogni movimento della persona tanta femminile tenerezza , una così affettuosa domanda di perdono che egli dovette intenderla , in tutta la sua manifestazione : due volte , per le scale in penombra , si fermò a guardare il volto della sua donna , quasi volesse imprimersi nel cuore quella espressione così viva . Chi li vide passare di nuovo , sulla piazza , per la stazione , andando a mettersi nel vagone , in quella bionda mattinata di autunno , intese , certamente , che passava sul capo di quei due felici una silenziosa ora celestiale . Di quanto intorno ad essi avveniva , quei due più non sapevano : una macchinale coscienza , memore di altri viaggi , di altre partenze li guidava nella loro vita esteriore : una coscienza meccanica che si chetò , anch ' essa , quando il treno fu partito da Roma . Erano soli . Una parte delle tendine color di legno erano tirate , contro il sole che si avanzava ; solo da due cristalli si vedeva il paesaggio fuggente . Ferrante si era seduto accanto a Grazia : la mano di lei era fra le sue , stretta mollemente : a un certo momento ella la ritirò , ma soltanto per sollevare il suo velo bruno ; la picciola mano fedele ritornò subito fra quelle dell ' amor suo . Nè dicevano nulla . La delizia di due amanti , soli nel vagone fuggente per la campagna , fuggente innanzi ai villaggi e alle piccole città , ha poche delizie che la eguaglino : tanto è acuto il senso di libertà , di amore inconturbato , di oblìo terreno che dà quella fuga . Non esistono più nè lo spazio , nè il tempo , nè l ' uomo , nè la vita : esiste solamente l ' amore , nella sua massima condizione d ' indipendenza , trasportato lontano , lontano , dove non vi sia che amore . Che dirsi ? Ogni tanto ella sentiva che Ferrante la chiamava per nome , ripetendone due o tre volte le sillabe incantatrici : ma forse non la voce di Ferrante , era l ' anima che parlava e l ' anima di Grazia stava a sentire . Due o tre volte , a un lembo di paesaggio illuminato di sole , a un piccolo paese sospeso lungo i fianchi di una collina , innanzi a una grande pianura maestosa , i due volti si accostavano , dietro allo stesso cristallo , per vedere come era bello il mondo esteriore , non quanto quello che portavano nel cuore . Tacevano . Sentivano che era quella l ' ora invocata tante volte , nelle insonnie della notte , nelle vuote mattinate , nelle sere affannose ; sentivano che era quella la realtà del loro infinito desiderio , l ' amore nella solitudine suprema ; e sembrava loro che qualunque parola dovesse turbare questo sacro raccoglimento , questa concentrazione di felicità . Niuno sapeva più nulla di loro : essi non sapevano più nulla , di niente : e poteano dire che il mondo era scomparso , o era stato assorbito nella incommensurabile dolcezza del loro amore . Solo quando il sole cominciò a discendere sulla poetica campagna toscana , un senso di malinconia si mescolò , naturalmente , a tanta dolcezza . Era una mestizia fuor di loro , che veniva dalle cose : il paesaggio verde , i colli così pittoreschi , e le bianche case , e il fiume mormorante sul greto , e i campanili dei villaggi si fecero prima rossi , poi violacei , poi bigi : tutti i veli avvolgenti , misteriosi , malinconici del tramonto salirono dalla terra al cielo . Parve che il treno corresse meno rapidamente , come preso anch ' esso da una fiacchezza ; le voci delle stazioni erano meno vivaci , meno allegre , alcune sembravano rauche , altre fioche ; il fiume , apparendo , riapparendo , assunse un aspetto tragico , di acqua traditrice gorgogliante ; la stretta di mano di Ferrante che teneva nella sua quella sottile di Grazia , si allentò , come se lo cogliesse una improvvisa , crescente debolezza e la mano sottile si raffreddò sotto il guanto . Videro un cimitero : un piccolo cimitero di paesello a mezza costa , con quattro o cinque cipressi e poche lapidi bianche . - Beati i morti - ella disse sottovoce quasi parlasse a sè stessa . - Chissà ! - le rispose lui , sul medesimo tono . - Forse amano ancora . - Tu hai tombe , per il mondo ? - gli domandò lei , piegandosi a guardarlo , in quella penombra crepuscolare . - No : ma tutti abbiamo delle tombe , in noi . - Molte cose hai veduto morire ? - Molte cose e molte persone che son vive . - È triste , è triste - diss ' ella ributtandosi indietro , sulla spalliera . - La tristezza è in fondo alle anime : non bisogna andarla a cercare - soggiunse Ferrante , come se pronunziasse una sentenza . Tacquero . Ella aveva abbassato il velo sul viso di nuovo e il capo sul petto . Egli si levò , guardò dallo sportello opposto , nella penombra , per qualche tempo ; poi ritornò vicino ad essa , sedendosi . - Grazia ? - Ferrante ? - Che hai ? - Nulla - fece lei , con un gesto largo . - Dimmi , dimmi che hai . - Quello che hai tu - rispos ' ella , enigmaticamente . - Non parlare di me : io sono una quercia fulminata . Tu non puoi essere come me ; sei così giovane , e così bella , Grazia , e così destinata alla felicità ! - Io ho paura .... paura .... - Di che , amore , hai paura ? - Della vita . - Fole ! - egli esclamò , sorridendo nella penombra . - E della morte , della morte , assai più . - La morte è lontana - fece lui . - Taci , taci - mormorò Grazia - forse passiamo innanzi a un altro cimitero . Quasi presa da un vago ma forte terrore , ella si era stretta a lui , infantilmente , poggiandogli la guancia sulla spalla , chiudendo gli occhi . Quei due sportelli su cui non erano tirate le tendine di lana , quegli sportelli oramai neri , nella sera fitta , affascinavano la donna , come se fossero aperti sull ' infinito . Egli se ne accorse , vedendola immobile , estatica , con gli occhi sbarrati sul nero orizzonte che fuggiva dietro i cristalli : volle fare un moto per levarsi , per tirare le altre due tendine . - No , no - lo supplicò lei , stringendosi ancora , socchiudendo gli occhi . Restarono così : il lumicino ad olio del vagone tremava , pareva dovesse spegnersi ogni momento . Bizzarre ombre danzavano . sui divani : tenendola stretta a sè , bimba spaurita , Ferrante sentiva che Grazia affannava un poco . L ' aria si era raffreddata . Una angoscia li opprimeva , entrambi , angoscia ignota , angoscia di chi ha intravvisto il negro problema dell ' infinito . Due o tre volte egli volle muovere una mano per carezzarle i bruni capelli : ma ella temendo che Ferrante la lasciasse , rabbrividì di paura . Due o tre volte egli disse , sottovoce , come un soffio amoroso : - Grazia ! Grazia ! Ma ella fremeva , fremeva , e gli diceva : - Taci , taci , taci . Tanto che il lungo , sonoro fischio , triplicato fischio della vaporiera , le fece gittare un grido di spavento . - È il fischio di allarme , nevvero - domandò , piena di ambascia , quasi che non fosse possibile , in quel momento , altro che una grande catastrofe . - No , no , è Firenze . - Tre fischi , grave pericolo - balbettò lei ostinata . - È Firenze , è Firenze , cara . L ' arrivo spezzò l ' incubo . La carrozza in cui essi viaggiavano avrebbe proseguito sino a Venezia , attaccandosi , al treno in partenza da Firenze ; ma per la partenza ci voleva un ' ora e mezzo . - Scendiamo ? - Sì , sì , sì - disse lei , levandosi , subito , avida di moto , di luce . - Vuoi pranzare , nevvero , cara ? - chiese lui , trattandola infantilmente . - Sì , subito , subito - fece ella , attaccandosi al suo braccio , con un ' improvvisa disinvoltura . Ora , per il livido chiarore del gaz , nella calda sala del Doney , seduta di fronte a lui , togliendosi lentamente , con un moto seducentissimo , i lunghi guanti neri , raddrizzando i numerosi anelli delle sue mani gemmate , appoggiando le lunate spalle a un seggiolone e distendendo i piedini sopra uno sgabello , ella era ridiventata la bella , vivace signora dei convegni aristocratici , dei balli inebbrianti , dei folleggianti pique - niques . Anzi , mentre i nervi le si chetavano nel senso di riposo che dà una sala lucente , tiepida , con qualche mazzo di fiori sparso qua e là , con una folla rumorosa che si rallegra nell ' apprestamento del cibo , a questa sua bella serenità si mescolava la maliziosa soddisfazione della donna che gusta la libertà , il piacere bizzarro e pericoloso della prima , audace avventura di amore . Essere in compagnia di Ferrante che l ' amava , che ella amava , guardandosi negli occhi , sorridendosi , innanzi a molta gente e senza punto curarsi della gente , pranzando insieme , come due sposi innamorati , parlando pianissimamente , a fior di labbro , ciò costituiva per lei una nuova , acre , vivida , soddisfazione umana , quasi , che ella esercitasse una lungamente meditata vendetta , di tanti pranzi di cerimonia , noiosi , banali , fra persone indifferenti e antipatiche . Una novella impensata trasformazione si faceva in lei : ella si sentiva fatta di umana argilla , si sentiva donna , si sentiva felice di quella libertà conquistata a prezzo di tante lacrime , assaporava con lentezza raffinata la sua parte di felicità terrena . Ferrante , con lo sguardo profondo dell ' amore , le leggeva nell ' anima ; uno strano sorriso di conquista gli vagava sulle labbra ; ed ella che vedeva questo sorriso di conquista , non se ne offendeva , no , anzi ne pareva singolarmente orgogliosa . Un senso segreto ma traboccante di sfida le saliva dal cuore , ribellatosi al cervello : una sfida contro tutto quello che aveva venerato , di cui aveva avuto , sino allora , rispetto e paura : parevale sentire , in quell ' ora , la inutilità dell ' abnegazione , la vacuità del sacrificio , la ingratitudine del mondo a qualunque privazione morale fatta per esso . E come questi superbi e acri pensieri le passavano nell ' anima , corrodendone il buon metallo lucido del carattere , Ferrante seguiva questo passaggio e nel suo orgoglio di uomo si gloriava del cangiamento . Donna Grazia prese dei fiori , una grossa manciata di fiori , dalla fioraia che glieli offriva non senza timidezza : i morti fiori autunnali di cui ella adornò il suo grande mantello bruno , fra occhiello e occhiello : e dopo aver aspirato lungamente il fiore , quasi impercettibile profumo di una rosa thea , lo offrì a Ferrante con un muto cenno , con uno sguardo pieno di amore , sguardo così vibrante di elettricità che l ' uomo impallidì . Adesso passeggiavano su e giù , nella galleria di aspetto , coperta di cristalli , e curiosamente donna Grazia si fermava a tutte le piccole botteghe , dove si vendevano dei nonnulla , piccoli ricordi fiorentini , chincaglieria povera di viaggiatori sentimentali ed economici . Essa volle comprare le noci intagliate che raffigurano la cupola di Santa Maria del Fiore , le scatolette di legno d ' ulivo che vengono da Lucca e portano sul coperchio le due rondinelle fuggenti , col motto francese ; je reviendrai , le scatole da guanti , di paglia , foderate di raso azzurro o rosso . Pareva una bimba bizzarra e ingenua , al suo primo viaggio ; essa risalì nel vagone , ridendo , ridendo , buttando sui sedili i fiori , gli oggettini , andando e venendo , con le guancie un po ' calde e le belle mani che sembravano farfalle gemmate , volitanti di qua e di là . Siccome non si partiva ancora , Ferrante le chiese permesso di passeggiare sul terrapieno , per fumare una sigaretta . - Fuma pure - disse lei , crollando il capo , ridendo ancora sottovoce . Egli accese la sigaretta e si appoggiò a uno dei pilastri della tettoia , fumando silenziosamente , immobile , guardando il vagone , fisamente , come se là fosse tutta la sua vita , come se gli fosse impossibile di perderlo d ' occhio . Improvvisamente ella si era fermata , nel vano dello sportello aperto , appoggiando la testa allo stipite di legno , e guardava Ferrante che fumava . Attorno a loro i viaggiatori si arrabattavano per trovare i migliori posti , per la notte : qualcuno si fermava innanzi al vagone , di cui donna Grazia sbarrava l ' entrata , ma si ritirava subito , tanto quell ' alta e snella figura di donna pareva lei posta a guardia della carrozza . Ferrante prese ancora un ' altra sigaretta bionda , l ' accese , la fumò , imperturbabile fra il chiasso di quella partenza per la linea Bologna - Venezia . Donna Grazia si era seduta dietro lo sportello , ma teneva il busto un po ' inclinato , per guardare ancora il suo compagno di viaggio : quando gli vide gittare metà della seconda sigaretta , spenta , mormorò sommessamente : - Non vieni ? Egli dovette più che udire , intendere , tanto era fioca la voce seduttrice : fu nel vagone in un attimo , tirandosi dietro lo sportello . - Fuma anche qui : non mi fa male - disse lei , mettendosi di nuovo i guanti , mollemente . - No , no , tu devi dormire - rispose lui , con una tenerezza quasi fraterna . Ma fra le pelliccie , gli scialli , le coperte , al caldo , ella si addormentò assai tardi . Teneva gli occhi chiusi , però , lasciandosi prendere da tutta quella dolcezza dell ' amore e delle cose ; ogni tanto , con un moto adorabile di stanchezza , li schiudeva e trovava gli occhi di Ferrante fissi su lei , così teneri , così amorosi che la magnetizzavano di nuovo , nella dolcezza . - Non dormi ? - chiedeva ella , vagamente , come se parlasse in sogno . - Non ho sonno - diceva lui facendole cenno di chetarsi , sorridendo tacitamente . Solo nel mezzo della notte , ella trabalzò , scossa da un grande fragore , vedendo una gran luce rossastra . - Che è ? - gridò , levandosi a metà . - Niente , non aver paura : passiamo sul Po . Sulle rive nere del fiume , nella notte , grandi cataste di legna secca bruciavano : attorno ad esse i guardiani del fiume vegliavano e si riscaldavano , temendo l ' inondazione autunnale . - Dormi , non aver paura - soggiunse lui , lasciando ricadere la tendina , sedendosi accanto a lei , passandole lievemente la mano sui capelli , per chetarla . Quando ella si risvegliò di nuovo , all ' alba , avevano già oltrepassato Mestre , erano sulla stretta lingua di terra che attraversa la laguna . E non si vedeva altro , da tutte le parti , che una grande estensione di acqua immobile , senza che un solo soffio ne agitasse la tinta argentina , opaca . Ogni tanto una pianta acquatica , senza fiori , senza foglie , cioè un cespuglio di rami nudi e neri , irti come spini , usciva dall ' acqua : o un pilone nero , un po ' inclinato , sorgeva dal fondo . Una lieve nebbia argentina ma senza luccicori fluttuava sull ' acqua , e tutto l ' orizzonte era della stessa tinta , senza che si potesse distinguere dove l ' acqua finisse , dove cominciasse il velo di nebbia . Un vento umido e molle alitava . E il vagone parea molle di umidità , tutto il treno pareva andasse sull ' acqua dormiente , attraverso la nebbia , fra il fiato umido e soffocante . - Ecco Venezia - disse Ferrante , un po ' ansioso , guardando più il viso di Grazia che il paesaggio . - Non vi è - diss ' ella , vedendo solo la laguna e la nebbia , tremando un po ' nella voce , pallidissima . Si risedette ; due volte mise la testa fuori del cristallo , guardò attorno , lungamente ; si passò le dita sulla manica , come per sentire se fosse molle di umidità . Alla fine , fra la laguna e la nebbia , sorse qualche profilo bigio di una massa più oscura . - Ecco Venezia - ella mormorò , quasi fra sè . - Pare una tomba . Come tutte le altre mattine , fosse avvolto nella bigiastra velatura il Canal Grande e la chiesa della Salute , e lontano , laggiù , scomparisse addirittura il canale della Zuecca ; o la lenta pioggia di ottobre piovesse solingamente su quell ' acqua dormiente , su quella chiesa dormiente , su quei palazzi dormienti ; o il biondo sole illuminasse i tenui azzurri del cielo e le sagome fini della chiesa e circondasse l ' isola di San Giorgio in un ' aureola di luce ; come in qualunque mattinata , Ferrante entrando nel salotto pieno di fiori , trovò donna Grazia seduta , nel vano dello stretto e lungo balcone a ogiva , guardando vagamente il paesaggio . Ella portava sempre una delle sue vestaglie di lana bianca , dalla forma di peplo , che odoravano di violetta , poichè fra le arricciature di merletto del collo , fra le morbide pieghe del petto , alla cintura , spuntavano dei freschi mazzolini di violette . Ella guardava , con gli occhi fatti quasi più grandi e un po ' vitrei dalla lunga contemplazione . - Che hai ? - disse Ferrante , baciandole le mani . - Nulla - fece lei , con un piccolo sorriso . - Mi ami sempre ? - Sempre , sempre . E un cenno largo , come ad accennare un fatto ineluttabile , accompagnò la monotonia di quella voce dove pareva si fosse infranta ogni corda di vivacità . - Sei triste , mi pare - disse lui , chinandosi a guardarla meglio . Ella sorrise ancora , senza rispondere , gli dette , con un atto gentile , uno dei suoi mazzolini di violette ; egli lo prese , l ' odorò e poi lo rigirò fra le dita , senza parlare . - Anche tu sei triste ? - chiese ella , levando su la testa , con un gesto affettuoso . - No , cara . Venivo a chiederti se volevi uscire . - .... Sì - disse lei , dopo una pausa , - Dove andiamo ? - In giro - fece lui . - Dove tu vuoi . Invece , la voce di lui era un po ' stanca . Senza dire altro , ella si levò e passò nella sua stanza a vestirsi . Occupavano un vasto appartamento mobiliato , in uno dei magnifici palazzi del Canal Grande , dirimpetto alla chiesa di San Giorgio : appartamento mobiliato con qualche traccia del lusso antico , a cui si mescolava tutta la confusione fra comoda ed elegante del lusso moderno . Ma le stanze erano tanto grandi che parevano vuote , sempre ; le finestre , i balconi erano così piccoli che la luce vi entrava scarsamente , anche nelle più limpide giornate ; e malgrado i fiori di cui Grazia riempiva tutte le stanze , tutti gli angoli , tutti i tavolini , i saloni non si rianimavano , restavano freddi e muti come se fosse impossibile farvi risuscitare anche una finzione di vita . Grazia e Ferrante stavano sempre insieme ; spesso , lui , per discrezione , si ritirava nella sua camera , lasciava Grazia libera ; ma dopo un poco , era preso da tale insoffribile malinconia , che cercava di lei , e la trovava così insoffribilmente malinconica , che si tendevano le mani , come se l ' uno dovesse salvare l ' altro . Quando erano insieme , certo , di fronte a quel paesaggio grandioso ma dormiente , in quell ' ambiente di cose morte e di cose moribonde , fra quei colori che erano stati vivaci ed erano pallenti , fra quel silenzio grande di uomini e di fanciulli , certo , non avevano la grande giocondità delle anime intensamente felici ; ma si teneano per mano , quieti , silenziosi , senza sussulti e senza tristezza . Si ricercavano , dunque , ansiosamente , come se dovessero sempre partire per un lungo viaggio , come se dovessero iniziarsi ad un altissimo diletto spirituale , come se dovessero raccontarsi tutto un romanzo misterioso , il romanzo del proprio cuore : ma , essendo insieme , parean subito appagati , senza bisogno di dire nulla , anime che già l ' ambiente aveva impregnate di sè . Così quel giorno , come tutti i giorni , solo dopo pochi minuti di assenza , donna Grazia ritornò per uscire , vestita tutta di nero , come sempre , mentre in casa era sempre vestita di bianco : sul nero vestito , qua e là , dai merletti , dalla cintura , facevan capolino i freschi mazzolini di violette . III . Andarono , per i grandi saloni , per la scalea scuriccia : un servo aprì loro il portone che dava , per tre scalini , sulla laguna . L ' acqua appena appena fiottava , contro il marmo corroso . Il barcaiuolo che sedeva a prora della gondola , senza far nulla , aspettando , si levò subito e domandò qualche cosa , nel suo dolce dialetto : - Ha detto - spiegò Ferrante a Grazia , interrogandola - se deve togliere il felze . - Sì , sì - rispose ella subito - lo tolga pure ; lì sotto si soffoca . E aspettarono : il gondoliere , con un certo moto bizzarro , essendo entrato nella negra cabina dagli ornamenti di ferro lucido , ne sollevò con le spalle tutta la parte superiore , simigliante alla gobba nera di un dromedario , al coverchio di una lunga bara di ebano dalle intarsiature artistiche e dalle finestrine microscopiche : sempre portandola sulle spalle , la depose innanzi al portone , raccomandando al servo questo negro felze . La gondola ora aveva la sua aria di barca da passeggiata , con l ' elegante rostro lucido a prora , i due posti di divano , a poppa , foderati di panno nero , adorni di cordoni e di fiocchi di lana nera , sgabelli neri su cui appoggiare i piedi . Grazia e Ferrante vi si sedettero , senza dire nulla : e il gondoliere cominciò a remare verso il Rialto , senza aver loro chiesto nulla . Quel giorno lo scirocco era più pesante del solito e dava pena al respiro . Delle zàttere cariche di carbone andavano per il Canal Grande , con un moto così lento che pareva quasi indistinto ; l ' uomo della zàttera puntava sul fondo del canale con una lunga pertica e , facendo forza , e camminando sulla zàttera in senso inverso della corrente , la faceva avanzare . Era tutto bruno , arcuato , quasi piegato in due , e passando vicino , Grazia udì uscirgli dal petto un gemito rauco e cadenzato , quello che esce dal petto dello spaccalegna . - Questo non canta certo le ottave di Torquato Tasso , come dicono i poeti di Venezia - osservò Ferrante , nel cui cuore lo scetticismo soverchiava ogni tanto il sentimento . - Eppure questa laguna avrebbe dovuto esser fatta solo per l ' amore e per l ' arte - mormorò ella , aspirando il profumo di un mazzolino di violette - non per il duro lavoro e per la miseria . - Gli uomini guastano tutto - osservò sentenziosamente Ferrante . - Sì - approvò lei , chinando il capo . La gondola andava lentamente , fra il gorgoglìo delle acque smosse ; a un certo punto , lasciando il Canal Grande , infilò un piccolo canale , fra due alti palazzi grigio - verdastri . Così faceva sempre il gondoliero che li conduceva in giro , senza chieder loro dove volessero andare . Due o tre volte lo aveva chiesto : ma essi si erano guardati in faccia , esitanti , non sapendolo . Ora , non domandava più . A ogni voltata di piccolo canale gli usciva dal petto un grido gutturale di avvertimento ; a cui spesso rispondeva un altro grido , simile , dall ' altro gondoliere che gli veniva incontro , con la sua gondola . - Perchè le gondole sono così nere , nere dappertutto , nel panno , nel legno , nei cordoni , nei fiocchi ? - domandò distrattamente donna Grazia . - Portano il lutto della repubblica - rispose Ferrante , che aveva accesa una sigaretta e fumava . - Veramente ? - fece ella , guardandolo . - Veramente . - È triste , è triste - susurrò lei , colpita . Ma sbucavano in Cannaregio , il quartiere popolare , le cui case sono piccole , le cui finestre sono adorne del bucato familiare , le cui fondamenta sono continuamente battute dai vivaci zoccoletti delle donne : ed è un andirivieni , al sole , di bimbi biondi , di donnine dai capelli neri e ricci , a ondate fulve , di uomini piccoli e tarchiati dai mustacchi folti , ispidi e rossastri , mentre l ' allegro e lezioso dialetto forma un brusìo , dovunque . Anzi , dinnanzi a una casa , vi erano certi suonatori di chitarra , seduti per terra , mentre una donna in piedi , sotto l ' arco del portone , cantava una bizzarra melopea , gutturale , quasi orientale , chiamata la strega , che un coro di donne e di bambini riprendeva , a ogni ritornello , con voce sorda e grave . - Qui sono allegri , almeno - disse donna Grazia , un po ' rinfrancata , sollevandosi sui cuscini . - Restiamo qui , un poco . Sotto l ' arco di un ponticello , accanto al traghetto , la gondola si fermò . I due amanti tacevano , mentre il gondoliere si riposava . La canzone della strega continuava , grave , come una canzone di Costantinopoli o di Algeri : ma i suonatori e i cantanti sogguardavano spesso i due signori della barca , intimiditi , mentre la musica , a poco a poco andava diventando più debole , più bassa , come scoraggiata dalla presenza di quegli estranei . Una ragazza snella , dallo sciallino di lana rossa , che distendeva una fune da un anello ad un altro sulle fondamenta , per mettervi ad asciugare delle matasse di seta tinta , si fermò nel suo lavoro , facendo solecchio con la mano , per vedere se quei signori se ne andavano . - Andiamo via , non disturbiamo questa buona gente - disse Grazia . - Sono poco abituati ai forestieri : il Cannaregio è un quartiere di poveri , di operai - rispose Ferrante . La barca si allontanò , mentre , alle spalle , ricominciava l ' allegro brusìo del dialetto , ricominciava il ticchettìo degli zoccoletti sulle fondamenta di pietra levigata , ricominciava la canzone costantinopolitana della Strega . Andarono innanzi molto tempo , incontrando pochissime gondole , trovandosi a un tratto in un largo canale deserto : un canale così vasto , così torbido nelle sue acque immobili , così malinconicamente intonato che donna Grazia , per vincerne l ' impressione , ne chiese il nome al gondoliere . - È il Canale Orfano , eccellenza . E la gran leggenda tragica , che era durata , sinistra e tetra , per centinaia di anni , la leggenda di tutti quei condannati , innocenti o rei , che dopo aver agonizzato per giorni e mesi nelle carceri soffocanti della Repubblica , in una notte oscura , facevano l ' ultimo loro viaggio sotto il felze opprimente della gondola , per essere strangolati tacitamente e gittati nelle acque profonde del Canale Orfano , si parò innanzi alla fantasia dei due amanti , con tutti i fremiti di sgomento che tale visione truce può dare . - Il fondo deve essere coperto di scheletri - disse donna Grazia , guardando fissamente l ' acqua . - Torniamo indietro - soggiunse Ferrante con voce alterata . Tornarono : e come il gondoliere affrettava il movimento dei suoi remi , donna Grazia gli fece cenno , con la mano , di far piano : pareva che temesse di disturbare quei morti . Ancora , silenziosi , vogarono per i canali , muti , quasi stanchi , non guardandosi neppure . Il movimento della gondola , a lungo , li gittava in un intorpidimento di tutti i sensi ; tanto che neppure l ' ora fuggente aveva più valore per essi . Canali seguivano canali : l ' acqua era , dove verdastra , dove bigia , dove semplicemente torbida , dove con un ' opaca oscurità di carbone : palazzi seguivano i palazzi , portoni pesanti chiusi come da secoli , gradini corrosi dalla salsedine , alti pilastri piantati nelle acque per legarvi le gondole e che s ' inclinavano come se fossero presi da una inguaribile debolezza , finestre senza cristalli , ma le cui imposte verdi sembravano sbarrate per sempre . Ogni tanto un monastero , una chiesa , una bottega d ' infilatrice di perle ; di nuovo portoni chiusi a catenaccio e finestre serrate sino all ' ultimo piano . La linea era pura , bella , artistica : la poesia che traspirava da tutto l ' ambiente era grande , ma portava un profumo di fiori morti . E i due cadevano in un languore di mestizia che ne domava ogni entusiasmo , che ne annullava ogni impeto di vitalità . - Qui , dicono fuggisse Bianca Cappello , per andarsene con l ' amante a Firenze - disse Ferrante indicando una finestra bassa di un grande palazzo . - Oh ! ... - fece Grazia , senza aggiungere altro . E dopo un poco , sogguardando l ' uomo che amava , facendo cadere le parole , ad una ad una , gli chiese : - Tu sei stato un ' altra volta , a Venezia ? Egli intese la profondità della domanda e il pericolo della risposta : una rapida emozione gli scompose il volto . Ma fu incapace di mentire . - Sì : un ' altra volta - rispose nettamente , buttando nel canale la sigaretta spenta . - .... Molto tempo fa ? - aggiunse ella , con la freddezza e la tenacità di un giudice che interroga . - .... Non molto . Ella tirava , macchinalmente , ad una ad una , le violette dal mazzolino che teneva nelle mani e dopo averle fatte girare intorno al dito , le buttava in acqua , seguendole un momento con l ' occhio . Poche ne rimanevano , smorte , quasi appassite nella larga foglia verde che le accartocciava , penzolanti sugli stelucci . - Eri solo ? - finì d ' interrogare lei , sempre tenendogli piantati gli occhi sul volto . Egli non rispose , nè prima , nè dopo , sentendo la crescente crudeltà di quel dialogo . Non rispose e volse il capo altrove . Allora ella , con l ' aria di una persona perfettamente convinta , guardò un ' altra volta le sue ultime violette e con un atto risoluto , le buttò in laguna , tutte . Ostinatamente , per nascondere il rivolgimento del suo spirito , egli guardava dall ' altra parte ; e anch ' essa si mise a fissare un punto qualunque dell ' orizzonte . Una brutta gondola passò : le finestrine del felze , senza i soliti delicati ornamenti di ferro lucido , erano chiuse coi lucchetti , come una cassa forte . E sulla porticina del felze , a guardia , stavano seduti due carabinieri in tenuta di viaggio e coi fucili fra le gambe , immobili , in quell ' attitudine seria , pensosa , che dà loro come una nova aureola di rispetto . Era la gondola del carcere che avendo preso alla stazione i carcerati e i carabinieri , li conduceva per la laguna , alla tetra dimora . Grazia seguì con l ' occhio il nero convoglio filante sulle acque ; poi abbassò il capo sul petto , reprimendo le ardenti lacrime che le salivano agli occhi . Fu più innanzi , in un canale laterale che si lega al Canal Grande nel sestiere di Dorsoduro , che incontrarono la più tetra barca della laguna . Era tutta nera , come le altre , ma mancava di quella grazia civettuola della gondola di passeggiata : non aveva , a prua , il rostro lucido ; era più larga , più piatta ; si dondolava goffamente sulle acque : e i due gondolieri , invece del solito gabbano fra cittadino e marinaro , invece del solito berretto , portavano una giacchetta nera e un cappello a cilindro , con una coccarda nera . Stava ferma , la gondola , innanzi a un portoncino aperto ; due o tre donne erano sotto il portoncino . - Che è quella gondola ? - disse Grazia al gondoliere , scattando in piedi . - È la gondola dei morti , eccellenza : quelli sono i becchini . - Andiamo via , andiamo via , Grazia - disse Ferrante rompendo il silenzio , dolcemente , volendo infrangere il malo incantesimo di quella giornata . - No , no , voglio vedere - disse lei , duramente - gondoliere , fermati un poco . - È meglio andare , cara , è meglio - ribattè lui , umilmente , crollando il capo . Ma ella non gli dette retta . In piedi , appoggiata al divanetto di destra , guardava nel portoncino nero , donde arrivava un confuso mormorio . - Voglio vedere questo morto - disse a sè stessa , senza distogliere gli occhi dal portoncino . E quasi la sua anima desiosa di dolore , avesse avuto una forza magnetica , un tumulto si fece nell ' ombra del portoncino , e fra un piccolo gruppo di donne e di uomini , portata da due altri becchini , comparve la bara ; dietro le persiane di una finestra , al primo piano , si udiva un singhiozzo disperato e si vedeva una mano convulsa che tentava di aprirle , mentre qualcuno si opponeva , tenendole ferme . Questi volevano vedere la bara , che veniva caricata nella gondola funeraria : la piccola bara , la sottile bara , poichè era la bara di un bambino , e lassù , era certamente la madre del bimbo che singhiozzava e tentava disperatamente di aprire la finestra . A un tratto , con un moto svelto di gente pratica , i becchini gondolieri ficcarono la piccola bara sotto il felze e ne richiusero con un colpo secco la porticina . Il picciolo morto era solo , là sotto . Ai quattro lati del felze furono sospese delle povere e pallide corone di sfatti crisantemi , che una fanciulla piangente in silenzio aveva porto ai becchini . - Andiamo via , presto , presto - disse nervosamente Grazia al gondoliere , ricadendo a sedere sul divanetto . A un tratto era stata presa dall ' orribile paura di dover fare la stessa via del morticino ; e soggiungeva , mentre si allontanavano , senza voltare il capo indietro , presto , presto . Alle spalle il singhiozzo della persona che si disperava dietro la gelosia si era fatto più forte , più alto : la barca funeraria si metteva in moto . Ma era così lenta , che la gondola di Grazia e di Ferrante scomparve subito . Quando ebbero camminato per un pezzo , allora soltanto ella si voltò a guardare Ferrante , ma lo vide così travolto , così pallido , che ne ebbe orrore e pietà . E dopo un minuto di intensa riflessione , ella intuì , ella indovinò il pensiero di lui : - Tu pensi al tuo bambino ? - gli disse , sottovoce , nella faccia . Ah , questa volta , questa volta , egli non ebbe il coraggio di negare : disse di sì , semplicemente , senz ' altro . Ed ella , allargando le braccia , fece un atto di persona vinta , che lascia andare la sua vita al vortice soverchiante . Pure , nella serata , ubbidendo alla sua natura buona e generosa , ella andò a lui , nella pace fredda del grande salone e lo pregò che le perdonasse . Si umiliava , tutta confusa , sentendo sempre più grande farsi la lontananza fra loro , cercando , con la bontà , con la pietà , di riavvicinare le loro anime , nuovamente . E lo vide tremare , come essa tremava , di dolore , di tenerezza , di compassione : egli le carezzò lievemente i capelli , con quel moto affettuoso , famigliare , aggiungendo qualche vaga parola di conforto : e l ' uno voleva consolar l ' altro , a forza , come di una grande sventura ignota , di cui nessuno dei due voleva pronunziare il nome . Nell ' ombra del salone che solo la vampa del caminetto spezzava , gittando spruzzi sanguigni di luce sul vecchio tappeto veneziano , essi si tenevano per mano , frementi di dolore , balbettando incerte parole di consolazione e sembravano , insieme , in quell ' ora bruna , in quella camera , la rovina di una grande cosa , i superstiti di un naufragio dove tutto avessero perduto . Nè il sole novello , nè le miti giornate di ottobre , nè gli sforzi dei loro cuori coraggiosi e onesti , nè la paura della catastrofe che vedevano avvicinarsi e pure volevano scongiurare , potevano ridonare a Grazia e a Ferrante , ciò che era irreparabilmente fuggito . Ancora per vari giorni Venezia che tanti amori e tanti amanti ha visti e dovrà ancora vedere , per vari giorni la soave città languente di morte , vide questi due amanti nelle sue calli , nelle sue piazze , nelle sue chiese , sempre insieme , tenendosi sempre per mano , come se volessero comunicarsi un fluido che li legasse per sempre , come se volessero vincere un potere ignoto che aspirasse al dissolvimento . Incapaci di reggere alla solitudine della loro stanza segregata , della loro casa così piena di tristezza , incapaci di prolungare un dialogo solitario senza che li conducesse , istintivamente , inconscientemente , a una fatale conclusione , essi cercavano di mettere il mondo esteriore fra loro , desiderosi di quanto potesse distrarre i loro occhi e le loro anime . Quella semplice e bonaria vita esterna veneziana , li seduceva , non in sè , ma perchè li toglieva alla tetra domanda della loro coscienza ; le lunghe stazioni sotto le Procuratie , innanzi ai piccoli tavolini del caffè Florian , dove si ripetono , meno ingenue e meno piacevoli , le scene goldoniane ; le lunghe stazioni , in piazza , guardando il volo dei colombi che discendono a mangiare il miglio , buttato dalle candide mani di una fanciulla inglese , ammalata di nostalgia e di anemia ; le lunghe stazioni nella basilica dove , sotto le arcate che pare abbiano profondità infinite , i lumicini delle lampade moresche brillano innanzi alle sacre immagini cristiane , innanzi ai santi e alle sante dalla faccia nera e dal vestito di argento ; le lunghe stazioni sulla riva degli Schiavoni , nell ' ora del tramonto , in una luminosità così fine , così trasparente che nessun paese possiede , che nessun poeta ha saputo descrivere e nessun pittore dipingere ; le lunghe passeggiate per le straduccie strette che sembrano corridoi di una immensa casa , la compra di gingilli , di ricordi nelle microscopiche botteghe di Merceria e di Frezzeria ; le lunghe contemplazioni artistiche nei musei e nelle gallerie , innanzi ai capolavori umani e divini di Carpaccio e di Gian Bellino , del grande Paolo e del superbo Tiziano . Qui erano più lunghe e intanto più pericolose le loro dimore , poichè la sublime arte veneziana è così fatta di amore supremo e di amore terreno , che è impossibile non amare o non parlare di amore , per essa . Queste manifestazioni così potenti della passione , mentre li attraevano , li lasciavano turbati sino agli strati imi del cuore . Più di una notte , levandosi nella veglia affannosa , uscendo dalla sua stanza nella bianca vestaglia come un fantasma che non avrà mai requie , Grazia andava fino alla porta della stanza di Ferrante e sentiva che anche lui vegliava , passeggiando , fumando , schiudendo la sua finestra per guardare il negro Canal Grande . Due volte sentì che egli scriveva , che scriveva tanto concitatamente che la penna strideva sulla carta . E a chi scriveva ? Ella non osò mai chiamarlo , mai chiederglielo . Due volte Ferrante era uscito , solo , forse per impostare queste sue lettere ; mai era giunta una lettera di risposta . L ' angoscia che li ardeva , adesso , non era più che dolorosa : era una vampa che li consumava in una lotta contro un nemico sconosciuto che prendeva sempre più terreno , che ogni giorno guadagnava una piccola o una grande battaglia ; era una fiamma che li devastava da cima a fondo , facendo il vuoto in essi , senza che le lacrime alla tenerezza valessero a smorzarne l ' incendio . Nè l ' uno diceva all ' altro il segreto di queste veglie ardenti e desolate ; ma ognuno lo indovinava questo segreto , sul volto dell ' altro , senza parlare , anzi temendo di parlare . Ancora camminavano accanto , nella vita , tenendosi per mano : ma a un motto , a un gesto , tremavano di veder sparire l ' amata figura daccanto . La solitudine , la solitudine a cui nessun segreto resiste , la solitudine che risolve a rilento o bruscamente tutti i grandi problemi morali dello spirito , era quella che li sgomentava . Avevano deserta la casa , ora . Un giorno , sul finire di ottobre , non sapendo dove portare il loro bizzarro tormento , s ' imbarcarono sul vaporetto che porta all ' isola del Lido , un ' isola tutta verde , piena di piccole ville , che da una sponda dà sulla laguna , sul mare immobile , dormiente , dall ' altra sponda sullo squillante , fragoroso , tempestoso Adriatico . È su quella sponda che si erge il bello stabilimento di bagni marini , dove accorre tutta Venezia e vengono italiani da tutte le parti , e anche stranieri , tanta è la gaiezza estiva di quel ritrovo . Ma nulla è più stranamente malinconico della città di svernatura al mese di agosto , e delle spiaggie di bagni quando l ' estate è fuggita via , da tempo . I viali dell ' isola erano deserti e il piccolo tramvai andava e veniva , pian piano , vuoto , tanto per fare le sue corse di quel giorno . Lo stabilimento aveva tutte le porte dei suoi camerini aperte ; alcune sbattevano contro le pareti , per il vento forte del mare , le onde schiumavano rabbiose contro i pali , frangendosi . Nel grande salone - terrazza , non un ' anima ; solo il custode sonnecchiava nel suo casotto , malgrado il cattivo tempo . Grazia e Ferrante andarono ad appoggiarsi alla ringhiera , guardando quel grande mare burrascoso che li aspergeva di minute stille gelide . A un tratto una voce amica li riscosse dalla triste contemplazione : un altro solitario era , colà , un amico di entrambi , un gentiluomo meridionale , cuore profondo sotto apparenze un po ' leggiere , un po ' scettiche . Era il solo che aveva intravveduto la loro passione : e trovandoli colà non mostrò nè meraviglia nè freddezza . Per una stranezza Grazia e Ferrante oppressi dalla solitudine e dalle loro segrete torture morali , per quanto prima avevano odiato ogni contatto umano , per tanto in quel giorno furono contenti di trovare quell ' amico , quel terzo . E la conversazione , sui banchi umidi di salsedine del vuoto stabilimento , fu insolitamente cordiale , come se un misterioso vincolo legasse spiritualmente quelle tre persone . E anche Giorgio , il gran signore ricercato dei balli e delle caccie , lontano da Roma , in quel posto così deserto , in quella giornata di temporale , pareva avesse dimenticato il suo leggiadro scetticismo , pareva che una nota più sentimentale , più tenera , vibrasse nel suo cuore e nella sua voce . Grazia che lo conosceva da anni glielo disse . - È il contagio - disse Giorgio , con una velatura di sorriso . - Della persona ? - gli domandò Ferrante , serio serio . - Anche . Ma è Venezia , sovra tutto . Io non posso ritornare in questo paese , senza sentir rinascere in fondo al cuore tutte le onde soffocate di tristezza . - Anche voi ? - mormorò Grazia , abbassando gli occhi . - E perchè ci vieni ? - chiese Ferrante . - Perchè scavare in sè questi strati così amari ? I saggi sanno dimenticare . - Sei un saggio , tu ? - gli chiese ironicamente Giorgio . - No - fece l ' altro , con un senso di umiltà nella voce . - E io neanche . Ogni anno vengo qui per un pellegrinaggio .... - Religioso ? - chiese Grazia . - .... pietoso - rispose Giorgio . - Quando la vita esteriore più mi ha inaridito tutte le fonti del sentimento , quando più mi sento un freddo egoista capace di sacrificare tutto al mio piacere , quando più mi corrode la pazza vanità e la folle ambizione , allora io lascio Roma , lascio Parigi , lascio Londra e vengo qui , solo , a guarirmi , a diventar più umano , più buono . Voi ridete di me , forse ? - No , non rido - soggiunse Grazia , pensosa , guardando il mare coperto di bianca spuma . Ferrante taceva , pensando . - Venezia mi contrista e mi guarisce - disse il bel gentiluomo , con la contrizione di un penitente , passandosi la mano sulla fronte , a scacciarne le ombre che la offuscavano . Stettero in silenzio , tutti tre : ognuno era preso dal proprio pensiero e il mare mugghiante accompagnava i voli di quelle fantasie . Fu Ferrante che si risolse a rompere il silenzio per il primo , sospirando chiedendo all ' amico : - Dicci questa istoria , Giorgio . Giorgio guardò Grazia : e benchè ella non parlasse , lesse negli occhi di lei una preghiera . - Che vi può importare , una storia d ' amore ? - domandò Giorgio ad ambedue , guardandoli . Ma nuovamente vide in ambedue tanto ardente e doloroso desiderio di sapere , di conoscere , di misurare , che intravvide financo , dietro il desiderio , l ' angoscia di ambedue . Intravvide , non si spiegò : intese che come a lui era necessario , in quel momento , uno sfogo , ad essi era necessario , in quello stesso momento , l ' appagamento di quel tormentoso desiderio . - Sentite - disse . - Io ho conosciuta quella soave donna a Livorno , quattro anni fa . Era una polacca ; si chiamava Anna ; aveva un marito brutale , e che ne era molto , molto geloso . Ella era piccola , delicata , con certi lunghi e folti capelli fulvi e una salute così delicata , che il più piccolo soffio di vento la faceva tossire . Così leggiadra e così debole , io l ' ho amata più di tutte le donne opulente , trionfali , maestose , l ' ho amata più di qualunque donna abbia mai incontrata , più di qualunque donna potrò mai incontrare sul mio cammino .... - Ella vi ha amato ? - chiese ansiosamente donna Grazia . - Sì - disse Giorgio con semplicità , - Era buona e pia ; ma mi ha amato , con tanto ingenuo trasporto , che io consumato alle esaltazioni della passione , fui scosso per la prima volta . Era così geloso il marito , che non le lasciava un ' ora di libertà : qualche volta soltanto , quando ella andava in chiesa , poichè ella era cattolica e lui ateo . Bene , la cercai in chiesa : ella tremava , povera piccola , poichè diceva che questo era un sacrilegio , un ' offesa a Dio , il quale ci avrebbe puniti , nell ' amore nostro . Ma non poteva fuggirmi come io non potea trattenermi dal seguirla dovunque , dovunque .... Ferrante e Grazia , ora si guardavano . - Tanto che - soggiunse Giorgio , preso dall ' amarezza eccitante della sua narrazione - tanto che qualche cosa fu detta al marito ; e da un giorno all ' altro egli decise di partire . Oh quella notte ! Coi piedi nudi nelle pianelle , ravvolta in uno scialle , tremando di freddo e di paura , Anna ebbe il coraggio di lasciare la sua stanza , senza svegliare suo marito e di venire da me , disperata , soffocando i singhiozzi . Ogni minuto che passava , di quella notte , poteva metterci in pericolo di morte , entrambi , eppure non sapevamo dividerci , delirando di amore e di dolore . Quando dovette lasciarmi , ella s ' inginocchiò per terra e disse una breve preghiera , e sempre inginocchiata , giurò sopra un piccolo crocifisso di argento che le pendeva dal collo , che per il giorno venti di ottobre , alle dieci di sera , ella si sarebbe trovata a Venezia , ad aspettarmi : e che solo la morte avrebbe potuto impedirglielo .... - Venne ? - domandò Grazia . - Sì - riprese Giorgio - venne . - Aveva giurato . Io era da dieci giorni all ' albergo Danieli , nascosto , inquieto , folle talvolta di paura , talvolta di speranza . Venne . Ma era morente , la piccola adorata ; nè io seppi mai come aveva potuto sfuggire alla sorveglianza del marito , e quale lotta l ' aveva ridotta in quello stato . Pure fingeva di star bene , per amarmi , per amarmi assai , sempre meglio , sempre più , mentre discendeva precipitosamente alla morte .... - Una breve stagione d ' amore ? - chiese Ferrante . - Diciotto giorni . - Una sera che era andato fuori , costretto da un dovere inrecusabile , trattenendomi due o tre ore , al ritorno , non la ritrovai più . Era venuto il marito , improvvisamente , e l ' aveva portata via . Per due giorni girai Venezia come un pazzo , cercandola . Non credevo a una immediata partenza . Poi mi misi disperatamente in via per la Polonia .... - E la raggiungeste ? - disse Grazia , quasi affannando . - No - fece Giorgio - era morta per viaggio . I tre amici , come si avanzava l ' ora pomeridiana , uscirono dallo stabilimento e si avviarono lentamente verso la spiaggia lagunare dove ancorava il vaporetto che doveva ricondurli a Venezia . - Voi avete dovuto molto soffrire di quella morte - osservò mestamente Grazia che camminava fra i due uomini , rivolgendosi a Giorgio . - Molto : ma per poco tempo . Sapete che il mondo dove viviamo e la vita che facciamo , non ci permette di soffrire che intensamente . - È vero - disse Ferrante . - Però - soggiunse Giorgio - quella poveretta è stata per me la grande , fuggente , sparente , idealità , buona e pura di cui tutti abbiamo bisogno per vivere , sia essa una finzione o una realtà , una donna o un ' idea . Intendete ora perchè chiamo Venezia un pietoso pellegrinaggio ; perchè Venezia mi sembra la tomba dove è sepolta tutta la poesia della mia vita ; e perchè quando mi sento divenire perverso a furia di frivolezze e di scetticismo , io vengo qui a ricordare la dolce creatura vissuta e morta solo per l ' amore . S ' imbarcavano , soli , sul vaporino ; poichè niuno faceva più il tragitto dal Lido a Venezia . Rosso , rotondo , come disco di rame arroventato , il sole tramontava , basso sull ' orizzonte . Erano seduti tutti tre sulla terrazzina di prora e tacevano . A un tratto Grazia , scuotendosi , disse : - Povera donna ! Avrebbe potuto vivere , amare , esser felice .... - Chissà ! - disse profondamente Giorgio . - Se non fosse morta lei , sarebbe morto l ' amore . - È vero - - disse Ferrante . - È vero - disse Grazia . Nè più sino alla sera riparlarono di tal soggetto : tennero compagnia a Giorgio fino a che egli ripartì , alle dieci e mezzo per Roma , discorrendo quietamente e freddamente di arte , di poesia , di viaggi , della società romana e napoletana , cui appartenevano . Invece di prendere la gondola , per ritornare alla loro casa , in quell ' avanzata ora notturna , essi , per un tacito accordo , se ne andarono per le strette vie , a piedi , ombre rasentanti le alte muraglie dei palazzi patrizii , salienti e discendenti per i ponticelli , fermantisi ogni tanto , per tacito accordo , a contemplare le nere acque dei canali . Non si davano il braccio , non si tenevano per la mano , non si parlavano : andavano col capo chino , senza neanche guardarsi , quasi l ' uno non si accorgesse più della compagnia dell ' altro . La stazione era assai lontana , dalla loro casa ; il tragitto era lungo e camminando così vi misero più di un ' ora . Arrivati innanzi alla piccola porta di terra , con una chiave Ferrante la schiuse . Ma non entrarono : si guardarono , immobili , con una gelida occhiata . - Addio , Ferrante - ella disse , glacialmente . - Addio , amore - egli disse , glacialmente . E si allontanò , nella notte . La porticina si richiuse subito . In ambedue , la grande fiamma era spenta . TRAMONTANDO IL SOLE . A Enrico Nencioni . I . - Chiarina , ti presento un amico , Giovanni Serra - disse la padrona di casa , mentre Serra faceva un grande inchino . - Oh Anna , ma io lo conosco ! - esclamò Clara Lieti , vivacemente , stendendogli la mano con un atto famigliare . - Veramente ? E come ? - soggiunse Anna , con quel falso interesse mondano , che copre di amabilità la perfetta indifferenza . - Da vari anni .... da moltissimi anni .... da un numero infinito di anni , lo conosco - e Clara finì con una risatina squillante . - Non tanti , poi , signora Lieti - osservò Giovanni Serra , quasi facendo una correzione di pura cortesia . - Allora , tutto va bene , vi lascio insieme - concluse la gentile e frettolosa padrona di casa , allontanandosi verso gli altri gruppi che popolavano il suo salone . Serra restò in piedi , presso la signora Lieti : e taceva . Malgrado la luce bonaria dei suoi occhi azzurri , la sua fisonomia aveva qualche cosa di austero , che contrastava con la mondanità dell ' ambiente . - Non sedete ? - chiese Clara , reprimendo un breve moto d ' impazienza . Egli ebbe una fugace esitazione ; poi , si sedette in una poltroncina , accanto a lei . A poca distanza da loro , tre signorine chiacchieravano e ridevano con due giovanotti . - Perchè vi siete fatto presentare ? - domandò Clara a Serra , rompendo il silenzio , parlandogli con una intonazione più intima nella voce . - Non sono stato io . Mi ha detto , la signora Anna : venite , vi presento a una donna di spirito . - Sono io , disgraziatamente .... - Come , disgraziatamente ? - Lo spirito è una gran disgrazia , per una donna - ella sentenziò , con una di quelle tetraggini improvvise che le oscuravano la sorridente faccia . - Perchè , signora ? E un dono affascinante , un dono conquistatore .... - Per conquistare che ? - I cuori degli uomini . - Bella conquista ! - Non l ' apprezzate più ? - No , Serra - ella disse , profondamente . Egli la guardò , ma senza stupore . Si vedeva che non le credeva . Ella abbassò le palpebre , per celare un lampo d ' ira passeggiera nei suoi dolci , ma anche fieri occhi castani . - Mi duole , che vi abbiano presentato .... - mormorò , poi , quasi parlando a sè stessa . - Lo ripeto , non è colpa mia . - ... come se foste un estraneo - ella soggiunse , vagamente - mentre io ho pensato a voi .... spesso .... - Oh ! - disse lui , con una incredulità modesta e cortese . - ... molto spesso - ella terminò , senz ' aver l ' aria di accorgersi della sua negazione . - E come mai ? - domandò lui , con un po ' d ' ironia , niente altro . - Così - disse Clara tristemente e brevemente . Giovanni Serra abbassò gli occhi , quasi celando una domanda che si potea forse leggere nel suo sguardo . Di lontano , mentre attraversava il salone per pregare una signora di cantare , Anna mandò loro un sorriso : li vedea discorrere , era contenta di aver bene collocati due suoi ospiti . - Voi non credete alle voci interne dello spirito ? - ella gli chiese , guardandolo fiso , con quei suoi occhi che il pensiero rendea più oscuri . - Voi non avete inteso che io pensava a voi ? - No , signora . - Non credete a queste voci , o non ne avete inteso ? - Io ci credo , come credo purtroppo , a tutte le cose sentimentali : ma nulla mi ha detto nulla - e sorrise . - Peccato ! peccato ! - ella soggiunse , a bassa voce . Cantavano , adesso . Era una signora bionda e fine che , in giovinezza , si destinava al teatro e che un felice matrimonio aveva tolta al palcoscenico . Ma ella cantava dovunque , sempre , appena le domandavano di cantare , posando il suo manicotto o il suo ombrellino , levando la testolina dal colletto di pelliccia che ornava la sua mantellina , come un uccelletto canoro che vive del suo canto e morrebbe , se non cantasse . Tutti tacevano , nel salone : donna Clara Lieti ora guardava la cantatrice , quasi non volendo perdere una espressione di quel volto , sereno nella soddisfazione del canto . Poi , voltandosi verso Serra , pianissimo , gli disse , con un sorrisetto malizioso , tutta mutata nel viso : - Non vi siete ammogliato , poi ? - Io ? E perchè avrei dovuto ammogliarmi ? - Dicevano .... - Voi ci avete creduto ? - egli le chiese , mostrando per la prima volta una ansietà nel viso . - No , mai . - Volevo dire - replicò lui , tranquillizzato . - Mai creduto , mai - riprese Clara , sorridendo . - Poteano passar gli anni , potevate viaggiare , cambiar paese , cambiar viso , dimenticare la patria , ma ammogliarvi , no ! E le balenò il trionfo , nel viso . Egli si ritrasse : una espressione di austerità , di nuovo , gli chiuse il volto . - Siete fedele , voi - esclamò lei , ridendo . - Io , sì - replicò , a occhi bassi , duramente . - Fedele , quand même - e rideva sempre più . - Quand même , no , signora Lieti . - Vale a dire ? - Vale a dire che il fedele quand même , è l ' uomo che seguita ad amare , anche se è schernito , o vilipeso , o abbandonato . A me non è accaduto nulla di questo . - Come ? - diss ' ella , diventata grave . - Io non ho amato nessuna donna frivola o perfida .... - Oh sì , Serra , voi avete amata la più frivola e la più perfida fra le donne ! - ella esclamò , pianissimo , con un velo di lacrime negli occhi . - Che importa quella ? Io ne ho amata un ' altra - egli dichiarò pianissimo , guardando innanzi a sè , come se vedesse la visione di una creatura incorporea . - Ahimè , sono la medesima persona - Clara disse , pianissimo , con una mortale tristezza . - Per me , no . - È una illusione , Serra . Ella era cattiva , e voi avete gittato il vostro cuore . - Il mio cuore serba un divino ricordo , un ricordo ideale a cui resta fedele : e giacchè tutto si riassume e si risolve in illusione , signora , io preferisco la mia . - E la donna umana , la donna terrena , quella fatta di ossa , di carne e di nervi , quella che vi ha fatto soffrire e vi ha fatto piangere , l ' avete dimenticata , Serra ? A questa domanda così diretta , così limpida , che Clara gli faceva , con voce pianissima , ma tremante , egli rispose subito , pianissimo , ma senza tremare : - No , per molto tempo . - Per quanto tempo ? - Per cinque o sei anni , credo , portai questo tormento . Dopo , ebbi una grave malattia . Quando guarii , ero guarito anche del mio segreto tormento . - Guarito ? Completamente ? - Sì , signora , completamente . - Felice ? Felice ? - Sono come un uomo liberato da una grave e crudele croce . Quando la depone , egli si sente mortalmente stanco : e , forse , si domanda , se quella croce non era la sua vita . - Non so che farei , per vedervi felice , Serra - essa gli mormorò , pianissimo , con tenerezza . - Quando volete , sapete anche esser buona . - Non siate così amaro . È da un ' ora , che vi parlo con la più grande dolcezza . - È così strana , per me , la cosa , che non la capisco . - Perchè siete così ironico ? Non sentite che vi parlo a cuore aperto ? - Quale cuore , donna Clara ? - Il mio cuore . - Quello di dieci anni fa ? - Quello di oggi , Serra . - Io non lo conosco , donna Clara . - È un cuore pieno di umiltà e di tenerezza . - E perchè ? - Così . Perchè la gente si stanca di essere cattiva , si disgusta della propria perfidia , ha la nausea di sè stessa ! - Pare impossibile , donna Clara . - Non mi chiamate così ! - Non è il vostro nome ? Il vostro bel nome luminoso e glorioso ? - È il duro nome di altri tempi ; chiamatemi : Chiarina . - Vi chiamerò : signora . - Non siate così duro , Serra , ve ne prego . - Io non sono che rispettoso . - Il vostro rispetto è freddezza , è sarcasmo . Sapete che odio questa battaglia di freccie avvelenate . - Signora Lieti , perdonatemi , se vi ho irritata . - Non mi avete irritata , mi avete addolorata . - E da quando in qua voi soffrite , signora ? - Ah il dolore è delle più trionfanti creature , sappiatelo ! - ella disse , battendo le palpebre per diradare le sue lacrime . Giovanni Serra tacque . - Scusatemi , se vi ho detto qualche parola pungente - egli riprese , sottovoce . - Ma la vostra dolcezza , inaspettata , improvvisa , mi ha sconvolto . Perdonatemi . Nessun cuore vi è più devoto del mio , signora . Ella lo guardò . Il pallore e la tristezza di quel bel volto di cui egli aveva adorato la gaiezza , lo colpirono . Anna si avanzava , tutta contenta , attraverso la gente che discorreva un po ' qua , un po ' là , ma riunita secondo le simpatie o gli interessi . - Ebbene , sono rifioriti i ricordi ? - chiese , mostrando i suoi bei denti bianchi di donna grassottella , elegante , fredda e felice . - Rifioriti , certo - disse , levandosi , Clara . - Viole mammole ? Rose bianche ? - Crisantemi , crisantemi , Anna ! - e sulla tetra parola fece una gran risata , si licenziò con un sorriso da Serra , con una stretta di mano da Anna , attraversò il salone , salutando ancora qualcuno ed escì . Donna Clara Lieti , sotto l ' atrio del gran portone magnatizio , in piazza Santi Apostoli , sentì un gran freddo . Erano gli ultimi di febbraio : ma sovra , nel salone , il caminetto era acceso , tanta gente vi si agitava , sotto le lampade coperte dai larghi paralumi rosei . Giù la via era fredda , nella prima ora della sera : nè via Santi Apostoli è molto frequentata . Ella affrettò il passo , chiudendosi meglio nella sua giacchetta di lontra , abbassando la faccia sotto la veletta , stringendo le mani nel manicotto . Tutto quello che era accaduto , sopra , da Anna , le appariva molto confusamente in questo primo momento di solitudine ; ma a traverso il tumulto delle sue sensazioni , ella sentiva , nitidamente , tutta l ' amarezza di una delusione . Come , perchè ? Avrebbe forse preferito che Giovanni Serra le avesse parlato del passato , scherzando , come qualunque altro uomo avrebbe fatto , violando , nella realtà del presente e dell ' oblio , tutta la sentimentalità di un grande e violento amore ? No , lo scherzo l ' avrebbe offesa intimamente , dandole una delusione . Avrebbe ella preferito che Giovanni Serra , l ' uomo che ella avea ragione di stimare come il più leale che avesse incontrato mai , fingesse , innanzi a lei , un rimpianto che non sentiva ? No , ella avrebbe inteso l ' ipocrisia e ne sarebbe stata tristemente delusa . Avrebbe ella preferito che egli le facesse una scena violenta , come nei tempi in cui ella infliggeva a un amore giovane , onesto e ingenuo le torture di una glaciale civetteria e le perfidie di una fantasia muliebre mobilissima ? Chi sa ! Ella non sapeva bene che cosa avrebbe preferito , in quell ' incontro con l ' antica sua vittima , se l ' oblìo assoluto , o la menzogna gentile , o il rinfocolarsi della passione : ma quello che era accaduto , non le piaceva . Era scontenta e triste . Sentiva di aver fatto troppi passi sovra un terreno infido , su cui aveva vacillato varie volte : e si pentiva della via intrapresa , così , obbedendo a non so quale segreto impulso del cuore . E dire che da tanto tempo , nel mistero della sua anima , ella si preparava a un incontro con Giovanni Serra ; dire che aveva tanto desiderato , mitemente desiderato questo incontro e pensato con umiltà , con tenerezza , tutte le cose umili e tenere che gli avrebbe dette ; dire che ella aveva tanto creduto all ' effetto della bontà e della dolcezza , sovra un cuore che ella aveva abbeverato di fiele ! L ' incontro vi era stato , ma stupidamente combinato , senza poesia ; ella aveva detto le cose umili e le cose tenere , ma le aveva dette male ed egli non le aveva credute ; era stata buona e dolce , e non aveva fatto che tentarlo dolorosamente , rammentandogli i dolori passati . Ah come era triste , e scontenta , e affaticata , e infinitamente delusa , di tutto quello che era accaduto ! - Queste cose del passato , forse , bisogna lasciarle stare - pensò fra sè , e un sospiro le uscì dal petto . Per andare al Corso ella non aveva osato , a quell ' ora , prendere la via dell ' Archetto che è deserta e male illuminata : così , aveva attraversato tutta la via Santi Apostoli , sul marciapiede , uscendo a piazza Venezia . Pensò se non fosse meglio , per rientrare in casa sua , in via Babuino , prendere una carrozza . Ma la folla , di quell ' ora , al Corso , la rincorò : la sua vivace immaginazione ricevette una impressione , immediata , di distrazione . - Non ci pensiamo - disse ancora fra sè , sentendo in fondo all ' anima una delusione infinita . Così , camminò lungo le botteghe fulgidamente illuminate , guardando con occhio distratto le vetrine . Quanto si pentiva di essere stata così affettuosa e così dolce , con Giovanni Serra ! No , non avrebbe mai voluto apparirgli leggiera , frivola e schernitrice , come dieci anni prima ; ma avrebbe dovuto trattarlo con disinvoltura , ecco , come se nulla fosse stato . Come un altro indifferente qualunque . Quasi quasi aveva tentato di farsi fare una dichiarazione d ' amore , da lui ! Quasi quasi gliene aveva fatta una , lei ! E quello , intanto , glielo aveva detto così chiaramente , che non l ' amava più ! E tutto lo scetticismo naturale e giusto , che egli aveva alimentato nel cuore dieci anni , non era sgorgato , quando quasi quasi ella gli aveva detto di amarlo ! Ora , nella via , Clara Lieti , soffriva atrocemente nell ' orgoglio . Quasi aveva chiesto e non aveva ottenuto : quasi si era abbandonata ed era stata respinta . Un ' ira si mescolava alla delusione ; ella camminava più presto , internamente esaltata dalla ferita che aveva scoperto alla sua superbia . Poi , camminando , ad un tratto , l ' ira cadde : - Bene mi sta - pensò . - Raccolgo quel che ho seminato . Giovanni ha ragione . Un uomo la raggiunse : erano in piazza San Marcello . - Signora , buonasera .... - e si cavò il cappello , mettendosele accanto . Era Giovanni Serra . Un po ' pallido , niente altro . - Buonasera - ella rispose , con voce stanca . - Siete venuto via ? - Sì : avrei voluto scendere con voi di là .... ma siete fuggita , così .... e poi , si poteva notare .... - Oh , non importa ! - diss ' ella con un sorriso amaro . - A me , importa . La voce di Giovanni pareva meno breve , meno secca . Evitava di guardare Clara . - Posso accompagnarvi , un poco ? - le chiese , frenando il tremore di emozione che lo vinceva . - Sì , sì , anche molto . - Non seccherà nessuno ? - Chi , nessuno ? - Qualcuno che vi ami e che voi amiate . - Io non amo nessuno e nessuno mi ama , Serra - ella rispose , freddamente . - Non è possibile , signora . - Oh è possibilissimo , credetelo . - Voi mi parete una donna degna dell ' amore di tutto il mondo - e la guardò con un impeto di ammirazione , in cui parve risorgesse l ' uomo di dieci anni prima . - Siete stato sempre molto esagerato , per me , Serra - continuò ella a dire , con un freddo e triste sorriso - e mi avete abituata male . Vi assicuro che la gente fa di meno di amarmi , senza nessuno sforzo . - Non vi conoscono - egli disse , a bassa voce . - Anche chi mi conosce . Specialmente chi mi conosce . - Siete in un periodo di pessimismo , signora . - In verità , Serra , niuno pensa di me tutto il male che io ne penso . E sì che tutti mi giudicano assai mediocremente . - Non parlate così - egli mormorò . - Voi stesso , Serra . - Io ve ne domando perdono . Ero tanto turbato .... mi avete parlato in un modo così strano .... - Già : è la mia nuova maniera , quella di esser buona - disse Clara , con un sorrisetto amaro e gelido - ma mi riesce poco , come vedete . - Fare il male , vi piaceva di più ? - egli le chiese , chinandosi a guardarla attentamente , come quando gli parea intravvedere la verità di quell ' anima femminile . Ma ella schivò la confessione . Rispose , di scatto : - Piaceva di più agli altri . - La perfidia ? A chi , dunque ? - A voi . - A me ? - Proprio . Se io fossi stata una buona e affettuosa donnina e non una civetta infernale , se fossi stata un ' anima pia e tenera e non una beffarda e arida creatura , mi avreste amata ben poco , credetemi - e le lampeggiarono gli occhi , come in quei tempi in cui egli delirava per quegli occhi . - Se voi foste stata non buona , ma umana , semplicemente umana , Clara - egli disse , a voce bassa - allora , voi non avreste disfatta la mia vita . - Veramente , disfatta ? Mi sembra che stiate benissimo - e sogghignò . - Io non mi lagno , signora - rispose Serra , semplicemente , ma senza durezza - e non vi rimprovero . Ella lo guardò , in silenzio . Veramente , in quel momento , mentre attraversavano piazza Colonna tutta fulgida di lumi , Giovanni Serra le parve invecchiato . Su quegli occhi azzurri che ogni tanto aveano qualche cosa d ' infantile , parea che veli e veli di lacrime fossero passati , nell ' ombra e nella solitudine , quando l ' uomo può lasciar erompere il suo dolore , oltre le dighe della fierezza . Su quelle labbra si era posata una stanchezza che ella soltanto ora scorgeva , la stanchezza di aver invano chiamato un nome , di aver invano invocato un bacio , di aver invano singhiozzato , nelle ore solinghe dell ' abbandono . Per la prima volta , e con una intensità profonda , ella sentì che vi hanno ferite che non si chiudono mai , e sentì che il tempo può portare via una vita , ma non può portare via un dolore da un uomo vivente . - Quanti anni avete , ora , Serra ? Ella lo chiedeva , così , vagamente , tristemente . - Trentaquattro , signora . - Un uomo è giovane , a questa età . - Anche una donna - egli disse , cortesemente . Clara ebbe un lieve moto della testa . E con una infinita tristezza , soggiunse : - Io non ne ho più trentaquattro , amico mio . - No ? Non eravamo coetanei ? - Eravamo ? Non siamo più . Io ho centotrentaquattro anni , credo . È incalcolabile quanto io sia vecchia , Serra . E mentre ella si abbandonava a quest ' asserzione , piena di un vero dolore - ella soffriva moltissimo d ' invecchiare - tendeva l ' orecchio , a raccogliere la contraddizione . Ma egli non contraddisse ; disse , con un ritorno di candore ammirativo : - Per me , non sarete mai vecchia . - Vecchissima , vecchissima ! - insistette lei , a denti stretti . - Non dite questo , non lo credete : io non lo credo . - Io ho dei capelli bianchi , fra i neri . - Ma non si vedono : io non li vedo . - Perchè li nascondo o li mostro con disinvoltura . Se mi guardate bene , di giorno , ho una quantità di piccole rughe , accanto agli occhi e accanto alle labbra . - Non si vedono ; io non le vedo . - Perchè rido sempre . Ma se sono triste , non so come , i miei capelli bianchi appariscono subito e le mie rughe si vedono tutte , sottili , che tagliano leggermente la pelle , visibilissime . Che orrore ! Aveva detto questo in fretta , eccitata , come una persona che si confessa di un suo grave errore , piena di dolore , con una brutalità di particolari , che le rendean fischiante , quasi flagellante la voce . - Io vi vedrò sempre come vi ho amata , Clara - egli le rispose , con la sua buona voce consolante . - Ah io sono vecchia , Serra : nessuno mi ama più e nessuno mi amerà più ! - gemette ella , levando il manicotto , sino alla bocca , a soffocare un singhiozzo . Turbato sino al profondo del cuore , egli non trovò parole per esprimere il suo pensiero . Forse non ne aveva neppure uno preciso , in quell ' agitazione di sentimenti . Delicatamente , con una tenerezza paterna , egli le prese una mano guantata e la carezzò fra le sue : - Poveretta , poveretta ! - Se sapeste , se sapeste ! - ella balbettò , al massimo dell ' emozione . - So .... so qualche cosa .... - e il calore della piccola mano che egli sentiva , dall ' apertura del guanto , aumentava immensamente la sua confusione . - Se potessi dirvi .... amico mio .... se potessi dirvi tutto - ed affannava , come se i più terribili segreti la soffocassero . - Tacete .... non dite niente - egli le susurrò , all ' orecchio . - Che bene mi farebbe il parlare , amico mio ! ah io mi sento affogare . Da anni e da giorni , io vorrei gridare , urlare , pur di gittar via la mia pena . E lo guardava con occhi così dolorosi e così interrogativi , così invocanti un orecchio pietoso alle confidenze , che egli si arretrò . Era pallidissimo : ma Clara , nell ' egoismo della sua angoscia , non se ne accorgeva . - Non potrei ascoltarvi , Clara . - E perchè , e perchè ? - Così : non potrei . - Non mi siete amico , allora ? - Sì , vi sono amico - e parlava con un evidente sforzo . - E non vorreste confortarmi ? - Vorrei , vi giuro che lo vorrei ; ma così , non posso . - Che crudele siete ! Voi sapete che se io potessi dirvi la mia croce , essa sarebbe meno schiacciante , meno pesante ; voi sapete che se io potessi piangere accanto a voi , a lungo , a lungo , piangere immensamente , infinitamente , queste lacrime mi laverebbero da ogni torbido proposito : e mi negate questo sollievo . Ah siete un crudele ! Non eravate , crudele ! Si erano fermati all ' angolo di via Babuino , dopo aver attraversata piazza di Spagna . Egli la guardava , immobile , con gli occhi pieni di dubbio . - Ma che donna siete voi , Clara , che non dovete intendermi nè prima , nè poi ? Io , vi debbo consolare , quando tutto il tempo della vostra gioia è stato dato ad altri ? Io ? Chi sono io ? Niente , nessuno Così avete voluto che io fossi : niente e nessuno . - Avete ragione - ella disse , domata a un tratto , caduta nella rassegnazione e nell ' umiltà . - Non vi rammentate che vi ho adorata come uno schiavo e che avete battuto sul mio cuore , come si batte sul dorso di uno schiavo ? Non vi rimprovero , non mi lamento : ma voi mi domandate anche della pietà , voi che non ne avete avuta mai ! - Avete ragione - Clara ripetè , umilmente . - Vi rammentate , Clara , che vi ho voluto bene così teneramente e che non me ne avete voluto mai ? Vi ricordate che avete lasciato che io vi amassi , incoraggiandomi talvolta , talvolta avvilendomi , facendomi passare dalla gioia alla disperazione , in un giorno , e non volendomi bene mai , mai , nè prima , nè dopo , nè mai ? È vero , o no ? - È vero , è vero - ella annuì , chinando il capo , fatta quasi più piccola dall ' annichilimento , in cui la gittavano il rimorso e il rimpianto . - Vi rammentate , Clara , che ne avete amato un altro , me presente , che avete voluto che io lo sapessi , che me lo avete detto , ridendo ? - Sì , sì , è vero . - E ora , Clara , ora che sono passati dieci anni , ora che voi avete mutato il vostro cuore , come dite , ora voi siete come allora , voi volete che io vi conforti , perchè un altro vi ha lasciata . Voi siete crudele come in quel tempo , Clara : allora ridevate , adesso piangete , ecco la differenza ! - Scusatemi - ella mormorò , nel colmo dall ' avvilimento . - Ma io sono un uomo , Clara , e se posso avere spezzato il mio cuore , se posso aver vinto ogni desiderio e ogni speranza , sono sempre un uomo , e voi non mi potete raccontare i dolori , che vi ha dato l ' amore di un altro ! - Perdonatemi ! E fece l ' atto di volergli prendere la mano . Ma egli la ritrasse . - Non mi avrete capito , mai , Clara . Morirò , ma non saprete nulla di me - concluse egli , più freddamente , essendo giunto quasi a vincere la sua emozione . Così camminarono in silenzio verso la casa di Clara . Ella andava a capo basso , sentendo di avere errato ancora , di avere inutilmente violato la fierezza del proprio cuore , mostrandone il segreto dolore , a un uomo che non poteva avere pietà di lei : sentendo di avere nuovamente offeso quel cuore che era stato così intieramente suo e che ora non aveva più forza pel desiderio , avendone solo per la dignità . Più amaro crebbe in lei il rimpianto , comprendendo di essere passata accanto all ' amore , alla devozione , alla dedizione più completa , senza accorgersene , abbandonando alla solitudine , all ' angoscia questo cuore inutilmente devoto e inutilmente affezionato . Era troppo tardi , oramai , anche per far risorgere in questo cuore una mite affezione : troppo tardi , per ridare a questo cuore la bella luce della fiducia . Due volte , quasi fosse sola , ella fece un piccolo cenno definitivo , con la mano aperta che pendeva lungo la gonna e le cui dita pareva avessero lasciato andare un piccolo e prezioso tesoro . Camminavano accanto : ma ella che non aveva mai capito chi egli fosse , intendeva che le loro strade erano diverse . Quando furono innanzi al portone , si fermarono . Egli aveva l ' aspetto più stanco che mai ; ma niuna durezza vi fu nello sguardo con cui la fissò . - Buonasera - ella disse , con un ' intonazione monotona . - Buonasera - egli rispose , cavando il cappello e facendole un grande saluto . Ma non si lasciarono subito . Parea che si dovessero dire qualche altra cosa . Parea che ambedue sapessero di non doversi veder più e che una qualche cosa , più intima , più misteriosa , si dovessero dire . Ella gli stese la mano : egli la rattenne un poco fra le sue , ma senza stringerla . Ambedue sedavano a stento il tumulto delle loro anime . Poi , a un tratto , egli le domandò una cosa strana , impensata : - Che fate ora , sopra ? - Io ? Nulla . - Qualcuno vi aspetterà ? - No . Nessuno . Il tono era della più perfetta franchezza . - E voi , che fate ? - chiese ella con eguale incoscienza . - Vado a casa . - A casa ! E che ci farete ? - Non so . - Buona sera , Giovanni - ella mormorò , facendo per andarsene . Ah , quale sussulto , lo scosse ! Ella che aveva sempre trovato antipatico , brutto , volgare il suo nome di battesimo , tanto che egli aveva finito per odiarlo , ella lo pronunciava adesso , dopo dieci anni , con tanta soavità ! Egli s ' inchinò e le baciò la mano , leggermente . Si guardarono : ella volse le spalle ; pian piano entrò nel portone , cominciò a salire le scale . Non era forse incerto il passo della donna , salendo per quelle scale , alla sua casa deserta ? Il passo dell ' uomo era incerto , andando alla sua casa deserta . II . Ella lo ricercò , dopo soli tre giorni : ed egli che l ' aveva fuggita per quattro o cinque anni , da quando Clara , dopo un lungo viaggio , era ritornata in patria , egli si lasciò ricercare e tenne l ' invito . Fatalmente , Clara era troppo sola e troppo libera , adesso . Gli aveva scritto un biglietto fra il malinconico e scherzoso , per dirgli che la sera istessa sarebbe andata al vecchio teatro Argentina , dove cantavano una vecchia musica , l ' Armida , di Glück . Ella vi arrivò prima . Vi era un gran ballo , quella sera , all ' Ambasciata d ' Inghilterra , e tutta la grande società romana era colà : l ' Argentina era quasi vuota , male illuminata , freddina : pochi amatori di musica antica stavano nelle poltrone , immobili , a pregustare le melodie incantatrici . Clara era vestita di nero : stava in un palco di terza fila , di fianco , scelto apposta : una veletta nera le scendeva dal cappellino molto semplice e molto carino . Così , sembrava più piccola e più giovane . Serra tardò . Due o tre volte , ella pensò che non sarebbe venuto e si pentì di avergli scritto . Aveva la più ferma volontà di essere umile e schietta , ma il suo amor proprio dava dei sobbalzi all ' idea di un rifiuto sprezzante . Però , quando egli entrò , senza far rumore , ella chiuse gli occhi , a nascondere la gioia del suo sguardo . Ella si voltò , gli sorrise e gli stese la mano : - O ma belle ténébreuse .... - egli disse , con una certa disinvoltura . Il tono disinvolto durò così , un pochino . Poi , a lui sfuggì una frase pericolosa : - Io non voleva venire .... - E perchè ? - Mah .... per paura . - Paura di chi ? - Di voi . - Di me ? Paura ? - Me ne avete sempre fatta un poco , Clara . - Io sono una povera scema - diss ' ella , con la più perfetta umiltà - io non faccio paura a nessuno . Ed era umile e semplice , nello stesso tempo : e una gran bontà le si leggeva negli occhi , nel sorriso , trapelava nella sua voce . Gli parve piccolina , così giovane e sempre così cara ! Pure , volle dire quest ' altra cosa lui : - Credevo che non sareste venuta .... - Io ? E perchè ? - Per farmi soffrire .... - Io vorrei che foste l ' uomo più felice della terra , amico mio - esclamò ella , con una sincera convinzione . Giovanni ebbe un sorriso malinconico . Disse , di nuovo : - Sì , sì , ho creduto che non sareste venuta .... - Come avete potuto credermi così cattiva ? - Il mio animo è così combattuto dai dubbi , Clara - e il volto gli si turbò . - No , no , non parliamo di ciò - ella replicò , subito , interrompendolo . - Fa male ad ambedue . - È vero - egli consentì . Un sospiro di sollievo gli uscì dalle labbra . Ma il pessimo demonio che si annida nelle anime buone e le fa tormentate e tormentatrici , gli fece soggiungere : - Mancavate così spesso ai convegni , allora ! Ella guardò sul palcoscenico , un momento . Lo chiamò , poi : - Giovanni ? - Che volete ? - Mi fate un piacere ? - Sì , subito . - Vogliamo lasciare in pace il passato ? Vogliamo non amareggiarci qualche ora graziosa , che possiamo passare insieme ? Vogliamo essere anche per un mese , anche per una settimana , anche per una sera , due cari amici che si ritrovano , che non ricordano più i torti comuni , i torti di uno , è più giusto , e che si dànno , ingenuamente , alla serenità e alla letizia di un colloquio senza ira e senza malintesi ? Vogliamo ? - Potremo noi far questo ? - chiese Giovanni ansiosamente . - Se voi lo volete , sì . - Io lo voglio , Clara . E quetamente , tirandosi un po ' indietro , i due si posero a discorrere sottovoce , guardandosi con dolcezza , l ' uno prendendo la parola dall ' altro , senza mai alterarsi , senza mai alzare il tono della voce , mentre la soave musica glückiana che culla l ' incantesimo del cavalier Rinaldo , pareva cullasse quel dialogo così mite e così dolce . In verità , Clara fu perfetta , quella sera . Giustamente malinconica , ella seppe a tempo sorridere , perchè il loro colloquio non cadesse nella tetraggine , dove sarebbero risorti gli amarissimi ricordi del passato : e tutta una dolcezza fioriva dalla sua malinconia e dal suo sorriso , dalle sue parole come dal suo silenzio . Più , dal suo silenzio . Giacchè ella lasciò molto che parlasse lui , con le manine inguantate di nero congiunte sul suo ventaglietto a stelline d ' argento , con il viso intento dietro il sottil velo nero , con gli occhi placidi e dolci , con la bocca tranquilla e dolce che approvava , con un gentil motto delle labbra . Sovra tutto , ella non rise mai . Si rammentava che egli , dieci anni prima , nei tempi dell ' amore e del tormento , detestava quel suo riso squillante e clamoroso che le scopriva tutti i denti bianchi , che dava un non so che di feroce alle labbra rosee e che le riempiva gli occhi di scintille . Lo aveva tante volte visto fremere e impallidire , dieci anni prima , a quel mal riso beffardo e aveva sempre più riso , per ucciderlo a forza di risate , come in una leggenda ! Non rise mai , quella sera , mentre Armida cantava le sue magiche canzoni , che davano le visioni ineffabili al sonno di Rinaldo . Lo ascoltò , serena , raccolta , con un ' attenzione così dolce , che l ' animo di Giovanni , restato in grande trepidanza sino all ' entrata in teatro , si venne rassicurando , rianimando , rallegrando . Due o tre volte , involontariamente , egli alluse al passato , giacchè troppo il suo amore mancato aveva influito sulla sua esistenza , deviandola , torcendola ad altri ideali dello spirito , più alti , più inaccessibili e più tormentosi . Ma ella , dolcemente , non rispose alle allusioni che con un cenno di umiltà , abbassando il capo : ed egli si riprese subito , commosso da tanta dolcezza . Solo a vederla così , ascoltatrice intenta e cheta , tutta data alle parole che , egli le diceva , coi begli occhi limpidi nella loro nerezza , piccola , vestita di nero , senza gioielli , senza nulla che sfolgorasse , senza nulla che stridesse , egli si sentì invadere da una tale letizia dell ' anima che giammai gli parve di averne provata una simile . Ella fu , in questo , perfettissima : giacchè lasciò svolgersi quell ' alta consolazione spirituale , senza avere l ' aria di sospingerla , di provocarla , di goderne come di un trionfo : e quando lo spettacolo finì , si levò in piedi , pian piano , prendendo il suo mantello . Egli fu più lesto di lei : ed ella sentì che mentre l ' aiutava ad indossarlo , le sue mani tremavano . Allora , ella ebbe un pensiero orgoglioso , muliebre . Pensò : - Ora mi dà un bacio . Egli s ' indugiò a metterle questo mantello ed ella sentì il suo respiro , sulla sua nuca : ma Giovanni non le dette il bacio . E come Clara aveva nascosto la sua subitanea ambiziosa idea , così nascose la sua pronta delusione . Nè fu una delusione fortissima . La dolcezza di quella serata , aveva ingannato anche lei . Ella sapeva bene di fare uno sforzo su sè stessa , per reprimere gli impeti del suo temperamento bizzarro e per essere assolutamente dolce : ma sperava di poter continuare così , sempre che lo volesse seriamente . E come lui credeva di aver innanzi una creatura trasfigurata , che gli avrebbe dato le fredde , tranquille e ultime tenerezze senz ' amore , ma tenerezze sicure di un ' amicizia muliebre , così ella si lusingava di poter essere questa amica gelida , affettuosa e quieta . Però , ambedue , chiudendo gli occhi , si lasciarono andare a questa consolante fiducia . Egli cominciò a vederla più spesso . Ella era molto stanca , invincibilmente stanca della vita mondana che aveva fatta sempre : e si appartava volentieri . Se andava a una passeggiata , era in ore strane e in posti deserti : lo avvertiva , egli ci veniva . Se andava in un teatro era alle terze rappresentazioni , in serate vuote ; e dieci minuti dopo il suo arrivo , entrava lui , nel palco , si sedeva in fondo , ella si tirava indietro , un poco . Vestiva di scuro , sempre ; sapeva di piacergli così . Si può essere una semplice amica , ma si deve piacere all ' amico . Parlavano con fredda tenerezza . Molto ella ascoltava : ma quando diceva qualche parola , era sempre sapiente , detta con la più squisita cautela sentimentale . Giammai un ' allusione al proprio cuore , al proprio stato , nè diretta , nè indiretta : sempre la massima pietà per gli altri , la massima indulgenza per ogni peccato , come chi sa che è impossibile non peccare , quando si deve peccare . Egli si era mutato , però . Non poteva tenere il patto di non evocare il passato . Era la sua vita , il suo amore di dieci anni prima , e ricompariva sempre più spesso , fino a che divenne il solo soggetto dei suoi discorsi . Taceva da tanti anni e con tutti , che ora la verità di quella mortale passione sgorgava infrenabile . Ella ascoltava , stupefatta ; ma non interrompeva mai . Veramente , egli aveva ragione : Clara non aveva mai capito quanto era stata amata : ora , lo capiva . Ogni tanto , quando egli le diceva una delle sue torture ineffabili di gelosia , di allora , ella faceva un atto come per chiedere perdono , un atto in cui ella si dichiarava colpevole , sì , ma incosciente , ma ignorante , ma degna di perdono . Egli la guardava con tanta tenerezza , che , senza parlare , le diceva di averle perdonato . Quando egli si meravigliava che ella avesse potuto essere così atroce , essa gli diceva di esserne stupita , di stupirsene , lei stessa : e ciò come se si parlasse di una donna assente , di cui si compatissero gli errori . E quando egli giungeva a narrare certe ore terribili in cui avrebbe voluto morire , pure di strapparsi dal petto questo amore , ella aveva una frase di pietà profonda , intima , raumiliata , la frase del carnefice pentito innanzi alla sua vittima : - Voi siete buono . Niente altro , diceva . Ella non si difendeva mai , nè si accusava : quando egli l ' accusava , gli dava ragione , con un ' occhiata , con un triste sorriso , con un cenno espressivo della bella bocca . Vi era un ritornello , che egli pronunziava sempre , nervosamente , a traverso i suoi racconti scuciti ; un ritornello che rivelava l ' attossicamento della sua vita , in tutte le sue più pure sorgenti , l ' avvelenamento crudele di un sangue giovane e di un ' anima , resa inetta a vivere e incapace di morire così . Il ritornello : - Che veleno mi avete dato , che veleno ! Quando ella lo udiva , aveva un moto così pessimista della testa e della persona , sulla crudeltà muliebre , che egli si commoveva . Talvolta , tornava la frase : - Quanto veleno , Clara , quanto veleno ! Ella diceva , allora , umilissimamente : - Avete ragione . Ma da questa sua umiltà voluta , e poi quasi fatta naturale , nei loro colloqui , da questo suo abbassarsi nella coscienza dei suoi gravi torti , da questo non difendersi giammai , da questo dargli ragione , sempre , da questo racconto triste e violento di un amore infelicissimo , ella trasse una nuova sensazione e un nuovo sentimento . Il senso della sua colpevolezza , verso Giovanni , giganteggiò ai suoi occhi : e il sentimento della riparazione divenne acuto e ardente , quanto era stata la colpa . Così , mentre Giovanni risaliva tutta la piena della sua grande sciagura sentimentale e con la sua sensibilità fine e tenera ne approfondiva , narrandoli , tutti i dolorosi particolari , Clara che aveva un temperamento più fantastico che sensibile , esagerava , con una dura voluttà di abbassamento , contro sè stessa , la propria aridità passata e l ' atroce perfidia . Tanto che , alla fine , secondandolo e sorpassandolo ella , ambedue sembrarono accanirsi contro una persona assente , lontana , morta , che ad ambedue avesse commesso i più gravi torti . Anzi quella lunga istoria intima , tenuta chiusa nel cuore per dieci anni di esistenza triste , priva di spirituali conforti , traboccando dalle labbra di Giovanni perdeva molta amarezza , nello sfogo : e la naturale indulgenza di quel cuore virile che non sapeva dimenticare , ma sapeva perdonare , trovava delle misteriose scuse alla donna che era stata con lui senz ' amore , senza carità , senza pietà . Invece , quella medesima istoria , a Clara sembrava più lugubre e più ignobile che mai , quando ella pensava il come e il perchè della sua perfidia e della sua durezza . Internamente , ella si maltrattava , molto più che Giovanni l ' avesse maltrattata mai , nei momenti di maggior furore . Ogni tanto , quando egli le aveva descritto una delle sue sere tragiche , di quel tempo , quando egli passeggiava le serate intiere sotto la sua casa , non per vederne le finestre illuminate , giacchè ella era fuori , a ridere , a divertirsi , ma per aspettarla quando tornava , per vedere con chi tornasse , per vedere il suo bianco volto nella oscurità , per udire quel riso alto e beffardo e per allontanarsi , non salutato , non riconosciuto , non visto , non rammentato , egli , col più tenero dei rimproveri , le prendeva le mani e le chiedeva : - Come avete potuto essere così cattiva ? Ella non s ' inteneriva , col viso chiuso , con le sopracciglia aggrottate , piena d ' ira e di disprezzo contro questa Clara tanto colpevole , e rispondeva , duramente : - Io sono stata sempre cattivissima . - Chi sa .... - mormorava lui , nella semplice clemenza del suo animo - chi sa per quali strane ragioni .... - Non v ' illudete , Giovanni : per nessuna misteriosa ragione . Non vi fate di me una figura romantica . Io ero civetta , volgare e cattiva come l ' ultima delle donne , ecco tutto . - No , no , cara donna , non vi avvilite così - soggiungeva lui , colpito dai più bizzarri sentimenti , in contraddizione - io non voglio che vi avviliate . Forse , io fui ingiusto : forse , sono ingiusto ancora adesso . Chi soffre , chi ama , è così facilmente ingiusto . - Voi siete il più onesto e il più buono fra gli uomini - ella rispondeva , con gli occhi velati dalle lacrime . Tacevano . Spesso , in quel periodo acuto di reminiscenze , mentre Giovanni si lasciava andare alla immensa consolazione di parlare del suo amore passato , egli intravedeva confusamente , in queste tenere e tristi confidenze , non so quale pericolo . L ' intensa attenzione con la quale Clara lo ascoltava , la squisita furberia sentimentale con cui lo interrogava , i suoi silenzii pieni di una repressa emozione , a un tratto facevano risorgere tutti i suoi dubbii e la sua anima sofferente si rigettava indietro , sgomenta di essersi troppo abbandonata . Spesso , diffidente vagamente , egli tentava di togliere il discorso , dicendo che questi ricordi lo turbavano troppo : ma ella l ' obbligava , prima con la dolcezza , poi con una certa energia di volontà coperta di dolcezza , a ritornare alla triste istoria . Una sera , in una passeggiata al chiaro di luna , gli disse : - Ditemi tutto . Forse mai più ci potremo vedere così liberamente e così spesso : forse , fra una settimana , fra un giorno , non ci vedremo più . Dite , dite , che io sappia , che io non muoia senza aver saputo , che qualcuno mi ha veramente amata . - Potremmo non vederci più , Clara ? - La vita è oscura - ella rispose , profondamente . Forse , per questo , ella moltiplicava gli incontri , dandogli sempre dei nuovi convegni , ansiosa , affannosa , come se il tempo le fuggisse , come se ella avesse qualche misteriosa chiamata altrove e che la presentisse . Ella arrivava più presto , portando dei fiori nelle mani , come era il suo costume , un po ' pallida sempre , sotto le fini velette nere , vestita quasi sempre di nero , piccola , con un viso che si levava verso lui , esprimente una immensa ansietà negli occhi dolci che egli aveva adorato , nella bocca ancora fresca e vivida che era stata la sua adorazione . Si stringevano appena la mano e si mettevano accanto , passeggiando piano , non vedendo nessuno , andando per le vie più strane e più remote , perdendosi per ore intiere , parlando di quel passato che ella evocava , con un motto , con un gesto . E più il tempo trascorreva , più cresceva in lei , in duplice corrente spirituale , un infinito rimpianto per il passato e un acuto rimorso . Di lontano , questo amore di cui ella aveva riso , in pubblico , questo amore di cui ella si era burlata , come una pessima femminetta , questo amore per cui ella aveva avuto il più palese disprezzo , questo amore si faceva più alto , più puro , più spirituale , staccato dal tempo e dallo spazio , sciolto dalla realtà dei fatti . In certe sere , in cui lui la riaccompagnava a casa , sino al portone , non volendo mai salire sopra - non voleva salire , era inflessibile , non voleva metter piede in casa sua - dopo aver ancora chiacchierato a lungo , nell ' ombra , ella saliva sopra , così smorta che pareva svenisse . Nella casa non vi era che un sol lume , nella sua stanza da letto ; ed ella l ' attraversava , questa muta e deserta casa , all ' oscuro , a tentoni , guardando nell ' ombra . Ma quando giungeva nella sua stanza da letto , ella si gittava sul letto , col capo nascosto nei cuscini , piangendo , singhiozzando , sull ' irreparabile : - Che ho fatto , che ho fatto ! Che amore ho perduto , per sempre , per sempre ! Acuto rimpianto e acuto rimorso ! Essa , forse , nel furore contro sè stessa , esagerava , dipingendosi come l ' anima femminile più turpe comparsa nella gran falange muliebre ; ma non era men vero che la esistenza di Giovanni Serra era stata infranta da quella passione infelice , tanto che egli non aveva raggiunto , come il suo cuore e il suo talento meritavano , nè la gloria , nè la felicità : non era men vero che egli era un essere senza molla interna che lo spingesse , senza desiderii e senza speranze : non era men vero che , per questo amore , egli aveva gittato la sua salute , la sua gioventù e la sua fortuna : non era men vero che egli possedeva la più preziosa qualità umana , che è l ' onestà , e la sublime virtù che è la bontà . Come non doveva Clara piangere , nella solitudine della sua stanza , tutte le più ardenti e le più amare lacrime su questo amore perduto e su questo cuore infranto ? Come non doveva sentire in sè , temperamento mobile e violento , assetato di amore , assetato di felicità , la ribellione contro l ' irreparabile ? Invero , si trovava di fronte all ' irreparabile : ed era quello che le faceva torcere le braccia , nella notte , quando per tutta una serata ella aveva udito il mormorio dell ' amore , al suo orecchio , ma di un amore finito , morto . Giacchè ogni parola , ogni frase di Giovanni Serra , pur restando nella più fine gentilezza da uomo a donna , pur avendo la poesia della tenerezza , diceva a Clara , che egli non l ' amava più . Invano ella , con l ' animo ansioso - era questa , la sua ansietà - interrogava ogni tono di voce , scrutava il senso riposto di ogni motto , rifaceva , da sola , tutto il loro dialogo , per scoprirvi una sottil luce presente . No , non l ' amava più , malgrado la commozione che egli aveva , sempre , nel lasciarla , nel rivederla , malgrado il fascino che subiva , malgrado la gran tenerezza che dominava ogni suo atto . Amore vissuto tanto tempo e così ardentemente e ora sepolto sotto un mucchio di gelida cenere che una mano andava smovendo , mano sapiente che conosceva la storia di quel fuoco e di quella vampa e che la rievocava , sulla fredda cenere . Giovanni non parlava quasi mai del presente , con un atto di finezza d ' animo , quasi dolendogli di non poter ancora ardere come prima , quasi sembrandogli un ' offesa al suo idolo , la fiamma spenta e le ceneri gelate . Non diceva nulla , ma si capiva così chiaramente , che nulla più , più nulla , non la più piccola scintilla ardeva innanzi alla cara donna , simulacro vano della passione , morto , come la passione era morta . Ed ella , sì , singhiozzava nelle sue notti senza sonno su quella grande fiamma spenta , sentiva di essere passata accanto alla felicità senza vederla , allontanandosene per sempre , ma esclamava , fra l ' inutile pianto : - Ha ragione , di non amarmi più , ha ragione : egli soltanto ha ragione , egli che ha amato ! Ma da queste nascoste battaglie dello spirito che Clara combatteva , con tutto l ' impulso di una natura appassionata , sebbene fugace ; da questa umiliazione in cui la sua anima era caduta , tanto che parea si prostrasse innanzi a Giovanni Serra ; da questo indicibile rimpianto dell ' amore , acutissimo in una donna che aveva amato l ' amore sovra tutte le cose umane e a cui l ' età non calmava l ' anima ; da questo tormentoso rimorso che si sollevava da tutti gli istinti di giustizia e di equità offesi , sorse dentro Clara una impetuosa volontà di correggere e di vincere il destino . Ella pensò , questo : che era suo dovere morale amare Giovanni Serra , di un amore profondo e devoto che fosse l ' estremo della sua vita , e in cui ella prodigasse tutte le ultime e supreme dolcezze del suo cuore ; che non solo era suo dovere , ma che era questo il suo desiderio sentimentale più forte , più immediato , più irresistibile ; che non solo era un desiderio irresistibile , ma che era , questo amore , la più cara speranza del suo cuore che voleva lavarsi , che voleva purificarsi e diventar nuovo e candido come il cuore del Salmista ; che non solo era la sua più cara speranza , ma che era la salvazione della sua dignità di donna , l ' assoluzione dei suoi errori trascorsi , la vecchiaia percorsa senza più sentire rimorsi , aspettando serenamente la morte . Sorto dalle ire soffocate e dai profondi disprezzi di sè stessa , questo pensiero di amore l ' avea in un baleno soggiogata e tutta l ' anima ebbe il calore del metallo in fusione . Nessuna voce interna l ' avvertì di non mettersi a questo periglioso passo , nelle sue condizioni , alla sua età , con un uomo come Giovanni Serra : e se talvolta , un nero presentimento la colpì , a traverso le esaltazioni del suo entusiasmo , se il negro presentimento le susurrò che ella si avviava a un errore anche più fatale e anche più irrimediabile degli altri , ella ebbe il cenno disperato di coloro che sono ebbri di sacrificio . Giovanni non l ' amava più : è vero . Che importava ? Il suo cuore di donna che ella aveva sentito morto , duro come una pietra , per tanti anni , dentro il suo petto , ardeva di un sentimento dove tutto era elemento di ardore , il rimorso , il rimpianto , la pietà , la tenerezza , il bisogno di devozione , il bisogno di darsi , il bisogno di abbandonarsi . Che importava che Giovanni Serra non l ' amasse più ? Ella voleva amarlo così profondamente , così piamente , con tanto completo abbandono di ogni amor proprio e di ogni orgoglio , con tanto perfetto oblio di ogni vanità e di ogni altro istinto mediocre umano , che tutto il dolore passato sarebbe pagato da questa immensa abnegazione amorosa . Ella voleva espiare il suo passato , soffrendo come egli aveva sofferto , dando il suo cuore a un essere che non poteva più amarla ; voleva espiare di non avere amato , amando senza speranza , solitaria anima che recitava un monologo appassionato e doloroso . In fondo , come per tutti i grandi penitenti , la sua espiazione sarebbe stata anche il pascolo della sua anima . Oramai , la sua esistenza di donna era deserta . Aveva trentaquattro anni : e nell ' abbandono in cui era caduta , si sentiva assai più vecchia , incapace di tentare un ' altra volta l ' ignoto dell ' amore . Era stata molto amata , due o tre volte : ma fatalmente , questi amori si erano dileguati , come se mai fossero esistiti : e due volte ella aveva dato il suo cuore , e due volte era stata abbandonata . Esistenza finita , dunque , giacchè le illusioni non risorgono mai dalla loro tomba : e le stanchezze morali sono più forti di quelle fisiche . Che restava a Clara , se non questa ultima speranza di potersi dare a un sentimento vivido e duraturo , a null ' altro simile , senza fallacie e senza disfatte ? La sua espiazione , quella di voler amare Giovanni Serra , era anche la sua salvazione , giacchè ella sapeva di non poter vivere senza l ' amore , un amore qualunque , ma un amore , un amore ! Meglio , meglio , se ciò non era un ' avventura in un cuore sconosciuto , innanzi a un ' anima misteriosa , un ' avventura di incerto risultato , ma portante con sè , forse , una disperazione e un ' onta novella : meglio , se era l ' amare una creatura nota , stimata , ammirata per le sue nobilissime virtù , una creatura senza amore , è vero , ma che aveva saputo amare , ma che si sarebbe lasciata amare , dolcemente , teneramente . L ' espiazione sarebbe stata la vita della sua anima ed ella vi si sarebbe buttata con ebbrezza , giacchè quello che più temeva , per sè e intorno a sè , non era il dolore , ma era l ' aridità , non era la tortura , ma era il silenzio , non era la passione infelice , ma era l ' indifferenza . Un mese prima , ella era immersa nel marasma più profondo , moralmente così misera che non osava neppur dire a nessuno la sua miseria : ella si vedeva già finita , senz ' amore , senza amicizia , coi soli legami frivoli mondani , ritenuta per una donna senza cuore - giacchè questa , fatalmente , era la sua reputazione - e gemente intanto nel desiderio dell ' amore . Ora , ora , da quel pomeriggio in casa di Anna , ella aveva dato una sublime ragione alla sua esistenza . Dai grandi occhi spiranti uno strano turbamento , dai subitanei pallori che le coprivano il volto , quando egli appariva , dalle mani che si facevano fredde nelle sue , da certi più prolungati silenzii che regnavano fra loro , dall ' imbarazzo crudele di certi momenti , dai sussulti che ella non sapeva reprimere , a certi atti , a certe parole , Giovanni intravide che accadeva qualche grave fatto nell ' anima di Clara . Una o due volte , la interrogò : - Che avete ? - Nulla - ella diceva , chinando gli occhi , mordendosi lievemente il labbro , come quando non pronunziava la parola che voleva pronunciare . Egli credette che Clara gli nascondesse un fatto dispiacevole , forse una lettera dell ' uomo che l ' aveva abbandonata , o il suo ritorno , forse . Diventò più freddo , più riservato . Mancò a un appuntamento . Ella lo rimproverò assai , quando lo rivide . - Io vi disturbo , Clara - diss ' egli , malinconicamente . - Che vi fa pensare ciò ? - gli chiese ella , precipitosamente . - Sono stato sempre così superfluo , nella vostra vita . È sempre l ' ultimo venuto , che mi ha scacciato . Almeno , confessatemi la verità . - Non ho nulla da confessarvi , Giovanni . - Ma voi siete agitata , molto , da qualche tempo . - Sì , è vero . - E non volete dirmi perchè ? - No , non ve lo voglio dire . - Non me lo merito ? - È inutile . - Non vi posso metter rimedio ? - No - ed ella voltò la testa in là . - Nè consolazione ? - Consolazione ? Forse . - Ditemi come e lo farò . - Non qui , Giovanni . - Dove , dunque ? - Nella mia casa - ella rispose , tendendo a sè stessa , e a lui , inconsciamente , il più terribile tranello . - Sapete che non ci verrò mai - egli , disse , sgomento , sentendo il pericolo . - Ebbene , io non vi narrerò le mie pene , Giovanni - diss ' ella , tetramente . - Scrivetemi .... - No . - Parlate qui , altrove .... - Nella via , in teatro ? No , no . - Io non posso venirci , lo sapete , in casa vostra - egli mormorò , già più debole , già affascinato . - Perchè ? - Non mi obbligate a dirlo . - Ditelo . - È la casa dove avete amato un altro . - Che ve ne importa , se non mi amate più ? - ella disse , levando le spalle , amaramente . - Ah io soffro sempre , Clara , anche non amando ! - Quante volte , lo ripetete , che non amate , Giovanni ! è troppo - e il suo tono fu così lamentoso che egli s ' intenerì . - Verrò .... forse .... una sera .... Ella sorrise , nel fondo dell ' anima . III . Tre volte Giovanni Serra mancò alla sua promessa . Le diceva : verrò domani sera , alle nove . Clara lo aspettava in preda a una emozione nervosa , a cui la sua fantasia dava un carattere passionale . Ella dal pomeriggio dava ordine che nessun altro venisse introdotto e ripeteva le sue raccomandazioni , alla cameriera , con insistenza : quando l ' ora si appressava , per frenare la sua torbida impazienza , ella si metteva a riordinare delle carte , prendeva un libro , forzandosi a intendere ciò che leggeva . Giovanni non veniva . Le fresche rose che ella aveva messe nei vaselli nitidi , rientrando a casa , parea che declinassero e languissero , quasi per morte ; il fuoco si covriva di cenere , nel caminetto ; ed ella , discesa dalle esaltazioni sentimentali , cadeva in uno snervamento profondo . Alla fine di queste serate d ' inutile attesa , la parte più sincera di lei pensava che era meglio , lasciar finire , senza finirla , questa singolare avventura , che le cose morte non si vivificano e che anche per lei , Clara , così innamorata dell ' amore , era troppo tardi per tentare un ultimo fatto del cuore . Ma l ' istinto della vanità muliebre , mediocre istinto , ma che non isbaglia mai , tanto è finemente esercitato , le diceva che quegli appuntamenti mancati erano tante vittorie negative , è vero , ma vittorie , sul cuore di Giovanni : che chi non va , ha paura di andare ; e chi ha paura di andare , ha sempre il cuore debole e facile a essere trascinato , in un impeto dell ' altrui energia . Così , ella , nelle immense prostrazioni di una vivacissima speranza delusa , trovava novelle forze per ritentare l ' anima di Giovanni . Egli balbettava , inventava delle scuse magre , per colorire la sua assenza : ma ella lo vedeva molto confuso . Dietro il pretesto di un impegno dimenticato , di un ostacolo improvviso , il freddo istinto della vanità intravedeva il combattimento del cuore di Giovanni ; ed ella se ne compiaceva , dimenticando il suo nobile divisamento di amare Giovanni , senza domandargli il ricambio . Alla terza sera , ella lo aspettò dietro i cristalli del balcone ; più nervosa , più triste , più esaltata che mai , ella finì per aprire il balcone , malgrado il freddo della serata . Ebbene , all ' ora indicata , ella lo vide giungere frettolosamente , a capo basso , fermarsi due minuti sotto il portone , ed uscire di nuovo , lentamente allontanandosi . Non aveva avuto la forza di salire . Era un gran freddo nell ' aria , quella sera : ma ella rientrò con le guancie brucianti . E l ' indomani non gli fece nessun rimprovero . Sentiva che Giovanni aveva subìto una tortura segreta . Egli venne , al quarto appuntamento , quando ella non lo aspettava più , alle dieci e mezzo , invece che alle nove . Il suo orecchio fine udì il suono timido e debole del campanello , udì la voce bassa con cui egli domandava di lei , in anticamera , e il passo cheto con cui egli si avanzava , a traverso l ' appartamento . Clara soffocava per il battito del suo cuore : e l ' accoglienza che gli voleva fare , disinvolta e serena , come a un amico che venisse sempre , e le parole che gli voleva dire , tutto sparve , ed egli la trovò in mezzo alla stanza , aspettandolo con troppo palese ansietà e porgendogli una mano glaciale e tremante . Sedettero ambedue non accanto , ma dirimpetto : taciturni , imbarazzati . Clara non osava aprir bocca ; intendeva che la sua voce l ' avrebbe tradita . Egli guardava , come trasognato , i galloni rossi e azzurri che adornavano il vestito di lana bianca di Clara . - Mi volevate : - eccomi - egli disse , con un sospiro , chinando gli occhi . - Grazie - mormorò ella , semplicemente . - Chiederete voi che io faccia qualche altro sacrifizio , al vostro fascino ? - Tanto vi è costato , questo ? - Clara interrogò , ansiosamente , piegandosi verso lui . Egli si arretrò , quasi temendo la vicinanza di quel volto . Disse : - Mi è costato moltissimo . - Ma perchè ? - e aveva un tono così ingenuo , chiedendo ciò , ella ! - Proprio , non lo capite ? - No . - Questa casa mi è odiosa . E un riflesso di tetraggine gli si diffuse sul volto . Clara si guardò intorno . - Non capisco - disse . - Siamo soli .... - Siamo soli ? - Dubitate di ciò ? - ed ebbe , sulle belle labbra un riso forzato . - Io credo che vi sia possibile fare tutto - egli soggiunse , guardandola con quel misterioso terrore , come quando gli parea veder sorgere un mostro nella donna . - Tutto , che ? - Non mi domandate troppe cose , Clara : io sono molto turbato . Parlate voi , piuttosto . - Sì - ella annuì , cercando di vincere , prima di tutto , sè stessa . - Lo vedete , siamo soli . Nessuno può venire e nessuno ha diritto di entrare . Qui vi è la vostra amica , che vi aspetta da tanto tempo , che è così felice di passare un ' ora , con voi , in una stanza chiusa .... Egli guardò le porte , con una lieve ombra di diffidenza e di paura negli occhi . - Anche a voi , fanno terrore le porte socchiuse ? - ella soggiunse , infantilmente . E si levò , andò a chiudere le due porte , fra le tende . - Voi temete di vedere entrare qualcuno , sempre , è vero , Clara ? - Sì , da bimba , l ' ho sempre temuto . Se qualcuno saliva alle mie spalle , nelle scale , se qualcuno mi seguiva , in un appartamento , se una porta restava aperta , con un vano oscuro , io era assalita da uno sgomento folle , e , sentite , adesso - soggiunse , dandogli la mano - solo a parlarne , io tremo tutta .... Egli trattenne quella mano fra le sue , ma mollemente . - Sono sempre così sola ! - ella soggiunse , e gli occhi le si velarono di lacrime , mentre il volto , le si tramutava . Giovanni guardò quello scoloramento e quei begli occhi velati : impallidì leggermente . - Non sempre siete stata sola - mormorò , con un ' intonazione ironica , ma non aspra . - Oh ! - e Clara fece un gesto largo , per dire che tutto era finito . - Lo avete già dimenticato , Clara ? - Intieramente - ella rispose , con un cenno tagliente . - Dimenticate presto , mi pare . - Sì , tutto quello che non merita di esser ricordato . - Ma che meritò di essere amato , però . - Oh chi non ha errato , nelle cose del cuore ? Chi ha mai preso la via giusta , amando ? - Nessuno , avete ragione - diss ' egli , malinconicamente . - Io ho sbagliato sempre , io - e il bel volto ebbe un fremito di dolore . - Sempre ? - Sempre . Mi hanno amata poco : o male : o niente . Sarà una bella burla , alla fine della mia vita per me , che porto la reputazione di avere ispirato delle passioni folli , l ' accorgermi che nessuno mi ha amata , mai . E un doloroso , amarissimo ghigno le contrasse il viso . Clara era immensamente sincera , in quel momento . Aveva tenuto solo all ' amore , nella vita e , probabilmente , non lo aveva , nè visto nè provato mai . - Quanto siete ingiusta , Clara ! - Con chi ? - Con me . - Ah già , è vero , voi pretendete di avermi adorata - - ella soggiunse eccitata , ma schiettissima , sempre . - Chi ne sa nulla ! È una leggenda : tante leggende sono false . - Perchè dite questo ? Perchè volete negare il passato ? - Bella istoria , il passato ! Ognuno se ne inventa uno , a propria convenienza , quando il passato è passato . Chi conosce la verità ? Voi intanto , no : e io , neppure . Forse non mi avete amata mai ; e tutta la leggenda non è che una cosa buffa - e rise clamorosamente , offendendolo anche col suo riso . - Clara , io non sarei qui , se non vi avessi amata - egli disse seriamente . - Vale a dire ? - Che ci vuole una grande tenerezza , per dimenticare quello che mi avete fatto : e una grande tenerezza non viene che da un grande amore . - Bella rovina , illuminata a chiaro di luna - ella disse , non ridendo , tetramente . - Ognuno dà quello che può - Giovanni rispose , con una tristezza semplice . Clara tacque . Scherzava con un tagliacarte giapponese e se ne pungeva le dita . A un tratto , si rivolse tutta mutata : - Perdonatemi , Giovanni : ho avuto un accesso di cattiveria . - Tanto , per non cambiare - ed egli ebbe un pallido sorriso . - Sono cose che restano , a filoni , nell ' anima . Ma l ' anima è così cangiata ! - Così ? - e la tenerezza velava l ' incredulità . - Tutta quanta . Non ve ne siete accorto ? Vi sono sembrata la stessa , in questo tempo , la stessa di dieci anni , ditelo , in coscienza ? - No , non mi siete sembrata la stessa . Ma non vedo la causa del vostro cangiamento e non so lo scopo . - Al solito , voi mi supponete qualche infernale progetto ? No , Giovanni , disilludetevi . Nulla vi è di più complicato in me - e sorrise , con una mesta semplicità . - Nulla ? - Nulla : a che ? Per sedurre chi ? Voi siete inseducibile . - Vi piacerebbe sedurmi ? - Sì , moltissimo - ella esclamò , impetuosamente , con la verità sulle labbra e nel cuore . Giovanni fu scosso , da questo colpo diretto . - La cosa è già fatta - egli disse , piano , cercando una via obliqua , per ischermirsi . - La seduzione passata , Giovanni , non conta - soggiunse subito , la terribile e infelice donna , riportandolo al duello . - Era una pessima seduzione , fatta da una donna perfida e fallace , una seduzione fondata sull ' inganno , che partiva dalla malvagità e arrivava alla perversità . Non quella , non quella ! Mi sarebbe piaciuto sedurvi , mi piacerebbe sedurvi , con una seduzione nobile e alta , quella della schietta anima femminile , che si dà in tutta la sua naturale bontà , con una seduzione fondata sull ' amore , profondo , umile , segreto e pure sgorgante da ogni atto e da ogni parola ! Si era avvicinata a lui , chinata verso lui , parlandogli : e gli parlava con una voce tremante , roca , come egli non aveva mai inteso uscire da quelle labbra . Egli ebbe un atto di smarrimento : - Tacete , Clara , tacete ! - No , amico mio , non mi fate tacere , non vi ho mai detto nulla , in questo tempo , e ora muoio , se non vi dico tutto .... - Io non posso udirvi .... - e cercava sciogliere le sue mani da quelle di lei che le tenevano , nell ' affanno dell ' emozione , strettissime . - Sì , sì , potete udirmi , giacchè io nulla debbo dirvi che vi turbi , che vi offenda ! Giacchè io non voglio niente da voi , Giovanni , niente ! Voi mi avete amata , è vero , nel passato e io sono sacrilega , quando lo nego , ma anche il sacrilegio è una forma della passione , anche il calpestare è una voluttà dell ' amore ! E ora voi non mi amate più e avete ragione ; io sono stata crudele , io sono stata infame , con voi , vengono dei momenti in cui mi faccio orrore , ve lo giuro .... Mentre parlava ella , così , singhiozzava e il suo petto si sollevava , nel singulto . Qualche rara lagrima le usciva dagli occhi e Clara l ' asciugava rapidamente , col fazzoletto . Giovanni l ' ascoltava , la guardava , stupefatto , incapace di difendersi più , e incapace di sottrarsi al pericolo estremo in cui si trovava . - Ma , sentite , Giovanni , sentite con pazienza , poichè queste cose mi soffocano , sino a morirne , e le debbo dire , giacchè sono le ultime parole di passione che mi usciranno dalla bocca , in questa vita . Sì , sì , le ultime , poichè io ho trovato in questa mia anima , così maltrattata , così ingiustamente maltrattata da chi non doveva mai farlo , ho trovato una sublime speranza , Giovanni , quella di poter essere un ' altra donna , quella di poter amare con un infinito entusiasmo e una infinita devozione , quella di poter essere in una estrema tenerezza , una donna leale , pia , umile , vivente solo per voler bene , così , come una povera creatura ammalata e convalescente si innamora della vita , di nuovo ! - Illusione , illusione - balbettò lui , tentando reagire contro quella esaltazione sentimentale , che gli si comunicava , fatalmente . - Voi non potrete mai far questo , Clara ! - Io posso fare tutto quello che voglio , io lo farò - ella rispose energicamente , altieramente . - Ah ho ben visto , io , in questo tempo , nella mia anima , io vi ho letto come in un libro aperto , io so tutto , io so che una sola cosa può farmi rivivere ed è un affetto schietto e saldo , senza altri interessi morali che l ' affetto istesso , senza altro desiderio che dare uno slancio di purezza a quest ' anima , senz ' altro ideale che la redenzione di uno spirito malato e corrotto . - Non vi riescirà , non vi riescirà - egli esclamò , in preda a tale un ' agitazione e a una confusione , che gli pareva di non aver parlato lui , ma un altro . - Se questo non mi riesce , io sono perduta , Giovanni - ella soggiunse , cupamente , - Ma perchè , perduta ? - Perduta , perduta ! Questo è l ' ultimo anello che mi lega alla vita : se si spezza , cessa la ragione della mia esistenza . Ebbene , io non posso perdermi , Giovanni , io non posso morire , io sono vecchia , perchè ho vissuto troppo , è vero , ma non ho che trentaquattro anni , e sono troppo pochi per rinunziare , per morire ! Io non voglio rinunziare , io mi abbranco a questa speranza , essa mi deve aiutare a vivere , io voglio amare così , se no , sono perduta e niuno , niuno può desiderare la perdita e la morte di una creatura come me ! - Ma chi , chi volete amare ? - gridò lui , levandosi , volendo fuggire , ma non trovandone la forza . - Voi - esclamò ella , guardandolo con gli occhi sfolgoranti , con le labbra schiuse che mostravano i bianchi denti minuti , che egli aveva adorato . - Me ? me ? E perchè ? - Perchè voi solo ne siete degno - diss ' ella , aprendo le braccia , chinando il capo , con un atto di umiltà . - Clara , io sono uno sciocco , un malato , un infelice , io non merito questo - disse lui , turbatissimo , dando indietro , cercando fuggire . - Voi siete l ' anima più buona e più nobile che io abbia mai incontrata - ella disse , con un accento profondo di amore , che finì di sconvolgere Giovanni . - Clara , voi avrete con me le maggiori delusioni . Io ho sofferto , io sono stanco , sono vecchio , oh quanto più di voi , così piena di vita , di vivacità ! Clara , Clara , se sapeste quanto sono vecchio , e quanto sono stanco , non dareste al mio cuore questa tortura , questa nostalgia .... L ' ultima parola era così imprudente ! Superbamente , realizzando il suo invincibile bisogno di espiazione , ebbra di sacrificio , folle di sacrificio , ella gridò : - Che importa ? Fosse anche così , così mi piacete : fosse anche peggio , voglio amarvi così ! - È un inutile amore , Clara - egli replicò , tristissimamente . - Perchè , inutile ? L ' amore non è mai inutile ! - Inutile , lo vedrete , Clara : io non debbo ingannarvi . Io non vi amo . - Lo so : non importa - diss ' ella , crollando orgogliosamente le spalle . - Ciò che è fuggito , non ritorna più . Io non posso amarvi di nuovo . - Non importa - replicò ancora lei , giunta al culmine della superbia e dell ' umiltà sentimentale . - Clara , Clara , questo è un romanzo : io non ho le forze morali per seguirvi in questo romanzo . - Non importa : camminerò sola . Il mio cuore è saldo , quando l ' amore lo regge . - Oh Clara mia , mia amica buona , voi v ' illudete , voi non mi amate punto , voi siete in preda a un accesso di infinita bontà , voi v ' ingannate , sul vostro cuore ! - Io vi adoro - ella disse , semplicemente , sorridendo . - Non è vero . - Provate - ella soggiunse , subito , con una tal luce nello sguardo , con un tal sorriso di offerta sulle labbra , che il poveretto vacillò . - Sentite , Clara , io sono il più saggio , fra i due , e invece vi sembro il più scortese e il più crudele . Clara , restiamo amici , non tentiamo la Provvidenza , non prepariamoci un avvenire di amarissime delusioni . Guai , se vi credessi ! - Mi crederete - e sorrise , fiduciosissima di sè e dell ' amore . - Io non vi vedrò più ! - gridò lui , sentendo sfuggirgli l ' estremo suo lembo di coraggio . - Perchè , Giovanni ? Non mi amate , è vero : ma non è una dolce consuetudine di vedermi , per voi ? - Sì , sì , purtroppo .... - Non mi amate , lo so : ma non sono io , la donna che più avete amata ? Non sono io la donna con cui più avete desiderato di vivere , la sola con cui abbiate desiderato di vivere ! - La sola , la sola ! - Ebbene ? perchè mi dovreste fuggire ? Dite che siete stanco , ammalato , vecchio , e che non mi potete amare ? Quale pericolo correte , dunque ? Voi avete la gran sicurezza ; che temete ? - Nulla .... infatti .... ma dovrò fuggirvi . - No . Restiamo amici , voi volete così ? Restiamoci . Solamente , solamente io non sarò amica , ma innamorata di voi . - Clara , sarebbe una condizione insopportabile ! - Io sola , la debbo sopportare ! Che fa , a voi ? Vi amerò così quietamente , così segretamente , che quasi quasi non ve ne accorgerete neppure . Sarete buono con me , ecco tutto : mentre io fui così cattiva ! - Voi , non siete fatta per questo orribile stato di animo , che è l ' amore non corrisposto . Voi siete stata sempre una vittoriosa .... - Lasciatemi provare la dolcezza di esser vinta - disse ella tenerissimamente . - Voi finirete per odiarmi , Clara , io lo so ! - e fece un atto di disperazione . - Ma perchè combattete questa lotta inutile e inefficace , Giovanni , contro me , contro voi stesso ? Perchè mi negate il permesso di volervi bene , quando ciò non vi costa nulla e quando ciò può anche piacervi ? Perchè rinunziate , quando non vi si domanda altro che di lasciarvi amare , Giovanni ? Che vi fa ? Perchè dite di no , quando nessuno vi chiede di dir sì ? Lasciatevi amare , lasciatevi amare , è una cosa tanto confortante , tanto consolante , credetelo ! Egli non le rispose nulla . - Vedrete , amico mio , vedrete che questo mio amore , mentre sarà il segreto della mia esistenza , non turberà la vostra . Fidate in me . Io vi saprò amare così bene , che non ne avrete nè preoccupazione , nè noia . Verrete a vedermi , quando vorrete . Io non vi darò le mie ore : vi aspetterò , sempre . Sarò profondamente felice , quando vorrete darmi qualche ora del vostro tempo : e se non vi vedrò , ebbene , non uscirà un lamento dalla mia bocca . Vi scriverò . Mi permetterete di scrivervi , è vero ? Le lettere sono uno sfogo così dolce a chi ama : e non turbano colui che non ama . Giovanni , Giovanni , lasciate che io vi ami , non mi togliete questo amore , se vi sono stata cara una volta . E pian piano , dalla sedia in cui era seduta dirimpetto , gli scivolò inginocchiata , innanzi , levando il volto trasfigurato verso Giovanni Serra . Egli la sollevò , nelle sue braccia , dicendole forte , violentemente come se volesse convincerne sè stesso , mentre la stringeva a sè : - Io non ti amo .... non ti amo ! - Ne sei certo ? - ella chiese , misteriosamente , con la testa sul suo petto , col volto proteso a lui . - Non lo so - balbettò il poveretto , in un impulso di luminosa verità . E la baciò , sulle labbra . Tutta la virtù di quel cuore d ' uomo , in quel bacio , cadde . IV . Infelicissimo amore ! Immediatamente Giovanni Serra provò il confuso avvilimento della sua caduta e Clara la delusione della sua prepotenza sentimentale . Passata l ' ebbrezza singolare e pur triste della grande serata , ella si trovò di fronte a Serra , nella condizione tormentosa e misera , di una donna che ama troppo , che vuole amar troppo e che , sovra tutto , pensa e dice di amar troppo , mentre non è riamata abbastanza . Infelicissimo amore ! Giacchè nello speranzoso e baldanzoso animo di Clara , restituito ai consueti trionfi della sua beltà e della sua grazia , tolto dal fittizio ambiente di umiliazione morale , in cui ella si era collocata con amara voluttà di punizione , rimesso nella posizione solita ed orgogliosa di una donna che ha conquistato un uomo o che lo ha riconquistato , in questo animo in cui gli impeti della immaginazione erano il fondamento della passione e dove la vanità si nascondeva sotto le forme più semplici , in questo animo tramontò subito quel purissimo e inaccessibile ideale di un amore che volontariamente rinunzia alla corrispondenza , di un amore che volontariamente invoca di esser dolore e di essere espiazione . L ' imperioso cuore che si voleva dare in un immenso sacrificio , privo di premio , ritirò subito la sua offerta , quando negli occhi smarriti di Giovanni Serra vide la follia dell ' amore , quando egli si curvò a baciare quelle labbra col trasporto di un uomo che non ha mai finito di amare , che ricomincia ad amare , con la forza di dieci anni di ricordi , accumulata e repressa . Clara passò la notte seguente nella veglia deliziosa , e indescrivibilmente deliziosa di chi ha trovato , nell ' amore , quello che cercava , il gran segreto che tutte le anime sentimentali e passionali cercano : un amore eguale al proprio , la corrispondenza perfetta e l ' armonia sublime . La vita , infine , aveva dato , con dieci anni di ritardo , è vero , ma con più potenza di concentramento , alla donna innamorata dell ' amore , ciò che ella non aveva mai provato , ciò che pochi uomini e poche donne provano sulla terra : un amore schietto e profondo , così sentito e così corrisposto . Immensa delusione : e infelicissimo amore ! Poichè , quando ella rivide Giovanni e guardò nei suoi occhi , ella vi scorse un imbarazzo mortale , una tristezza mortale , come ne nascono nelle pure coscienze di coloro che caddero per una inesplicabile debolezza della volontà . Clara credeva , era certa di vedersi apparire innanzi un uomo felice , ringiovanito , ridato alla forza vincitrice degli ostacoli e ridato agli entusiasmi dell ' età più bella : e invece , Giovanni aveva l ' aspetto di un uomo che ha errato e che sente amaramente tutto il peso del suo errore . Clara era lieta e dolce , aveva rialzato i suoi capelli in un grosso nodo attraversato dagli spilloni di tartaruga , come dieci anni prima , aveva un vestito chiaro e gaio : e Giovanni la guardava , con certi occhi distratti e stupiti , dove , ogni tanto , si abbassava il velo di una malinconia intensa , dove , ogni tanto , passava la nuvola dello sgomento . - Come siete gioconda , questa sera ! - le disse , come trasognato . - Perchè ti voglio tanto bene - ella gli rispose , dolcissimamente , prendendogli le mani . Egli si turbò sempre più . - Non parliamo di questo , Clara . - Perchè ? Non mi credi ? Non mi credi ? Egli tacque . Non le credeva , infatti . Ella intese perfettamente questa sfiducia . - Che debbo fare , perchè tu creda ? - Nulla , Clara : non fare nulla . Io sono uno sventurato . - E perchè ? Non ti voglio bene , io , malgrado la tua incredulità ? Non mi vuoi bene , tu ? - Io ! - gridò lui . - No , no , non ti amo ! - E che mi hai detto ieri sera , allora ? Hai mentito ? Sei diventato bugiardo , ora ? Non eri bugiardo , prima . Giovanni Serra non rispose . Era così pallido , così disfatto ed evitava tanto di guardarla ! - Amore mio , amore mio - ella riprese , tenerissimamente , carezzandogli una mano - non tormentarti , te ne prego . Non ti dico nulla , non ti domando nulla : la mia voce e le mie parole ti agitano , lo vedo . Lascia ch ' io stia vicino a te , così , in silenzio . Era , difatti , seduta accanto a lui , sul divano , e gli aveva passato un braccio sotto il braccio ; aveva appoggiata lievemente la testa sulla sua spalla . Un lungo silenzio : ma ella , a occhi bassi , sentiva che il respiro di Giovanni diventava affannoso . Allora , pian piano , levò gli occhi , lo guardò , gli mormorò : - Mi vuoi bene ? Una così grande espressione di dolore , negli occhi di quell ' uomo ! Ella tacque , ancora un poco , legata a lui , cheta , respirando appena : poi le parve che egli le sfiorasse con le labbra i capelli : - Mi vuoi bene , amore ? - chiese , sorridendo nel fondo del cuore . Giovanni sospirò profondamente e rispose : - No . Attraversata da un impeto d ' ira , ella si staccò bruscamente da lui , si levò , esclamando : - Sei cattivo e scortese . Una scena dolorosa avvenne fra loro , dove tutta la violenza e tutta la natural tenerezza del cuore di Clara - tenerezza repressa nel periodo d ' isolamento in cui era stata - sgorgarono in parole precipitose , ardenti , innamorate e pure ingiurianti : e dove tutta la mitezza e tutto il profondo scetticismo di Giovanni si manifestarono , più dolci e più freddi , pieni delle grandi timidità di chi , avendo amato invano per tanto tempo , ha oramai una paura invincibile di amare . Due o tre volte , durante questa penosissima scena , ella lo offese in un modo crudele , poichè era avvezza a calpestare i cuori che adorava , per poi adorarli più profondamente , dopo ; ed egli sentì l ' offesa , con un amaro piacere , giacchè essa lo autorizzava non a reagire , ma ad andarsene , per non ritornare mai più . Questo , questo , era il suo intimo desiderio , innanzi a quella donna che lo affascinava e che lo terrorizzava coi tumulti strani della sua fantasia , con le singolarità di un temperamento fuggevole e pericoloso , con l ' impensato di un ' anima , nella quale la inconscienza assumeva degli aspetti terribili e dolcissimi . Nel momento in cui ella più gravemente lo ingiuriò , egli pensò che era giunta la salvazione per lui , se partiva . Ma quando ella lo vide arrivato alla soglia , quando intese che lo perdeva , così , miseramente , irrimediabilmente , lo chiamò con una voce così spezzata dal pianto , che egli si volse , venne a lei . Clara piangeva , Piangeva ! Mai l ' aveva vista piangere , Credeva che non potesse piangere , tanto il gran riso clamoroso , e il riso breve , e il sorriso , e il sogghigno le eran particolari . Clara piangeva , soffocando dai singhiozzi , con un lamento che le usciva dalle labbra , continuo . Il cuore di quell ' uomo buono s ' infranse , ed egli intese sul suo petto quel povero corpo femminile scosso dai singulti , ed essa intese da quella voce tremante e fievole la parola d ' amore , strappata dall ' essenza di quell ' anima , dolorosamente . Tali furono , sempre , le amarissime vittorie di Clara ; e procedendo oltre , il combattimento fu diversamente aspro , con forze maggiori o minori dall ' una parte e dall ' altra , ma concedenti sempre il più triste dei trionfi al soldato più energico e più ardente , più abituato alla guerra dell ' amore , più multiplo nelle sue risorse di attacco e di difesa . Giacchè appena Giovanni Serra si allontanava da Clara , dalla sua casa , dal cerchio magico in cui ella lo rinserrava , rinasceva in lui il desiderio della fuga ultima , della liberazione . Quando ella non era presente ed egli non ne vedeva le grazie delicate , e la novissima incantatrice dolcezza , e tutta la seduzione muliebre potente , Clara gli appariva come l ' aveva sempre considerata , da dieci anni : una donna attraente , perfida e fallace , a cui egli aveva gittato inutilmente il suo cuore e per la quale aveva perduto ogni fede in sè stesso e nella vita . La figura di una creatura quasi mostruosa , senza pietà femminile , senza alito di sentimento nell ' anima , senza coscienza pel bene , come pel male , formatasi in dieci anni nel suo spirito , lo signoreggiava , di nuovo , con novello impulso di ribrezzo , di orrore . Mutata , forse ? Forse . Ella era capace di tutto , anche di vestire l ' aspetto della maggior tenerezza della maggiore nobiltà spirituale , e di essere , forse , tenera e nobile veramente , per un certo tempo per ordine della propria volontà , sino a che la natura sopita si risvegliasse , e l ' onda della perfidia e della menzogna trasportasse via il bel sogno di bontà e di dolcezza . Mutata ? E che , perciò ? Anch ' egli s ' era mutato purtroppo , e dove la lava incandescente della passione aveva gorgogliato , schiumando , del fuoco , si stendeva il lapillo grigio e freddo delle devastazioni vulcaniche : dove aveva vissuto la fede nell ' anima umana e nella sua purezza , vi era il gelo di un dubbio tranquillo e non più torturante : dove avevano balzato di gioia e di voluttà gli entusiasmi giovanili , vi era l ' inazione e l ' aridità . La lealtà , il rispetto , la bontà virile rimanevano intatte in quell ' uomo che aveva avuto in dono , nella giovinezza , le qualità più nobili dello spirito : ma ciò che restava , non bastava all ' amore . Una parte di quel cuore , era veramente finita . E tutta la sensibilità che ancor viveva in lui , fremeva di sgomento all ' idea di essere stato ripreso da quel fascino ; non si sentiva più la forza morale per quelle lotte e il risultato non gli sembrava più la sua grande ambizione . Così , di lontano , egli formava sempre il disegno di non vedere mai più Clara . Ella gli scriveva delle lettere lunghe e bizzarre , con un ' incoerenza sentimentale che sarebbe stata molto interessante e molto seducente per un uomo più giovane e più vivace , meno provato dai dolori della vita , ma che gli produceva un senso di ripulsa , di maggior distacco : non rispondeva alle lettere . Ella gli mandava degli appuntamenti ; Giovanni vi mancava , due o tre volte . Perchè , alla quarta volta , egli non resisteva più e vi andava , riluttante , pieno di tutte le incertezze ? Egli non se lo spiegava : e nella sua timida immaginazione , il fascino di Clara assumeva un aspetto onnipossente ; Giovanni aveva bisogno di credere a un potere ascoso , rarissimo , unico , per spiegare la mollezza della sua volontà . Perchè , tante volte , quando egli andava da lei , ben deciso , ben risoluto , a dichiararle che quell ' amore così povero di gioie , così dubbio , così squilibrato non aveva ragione di essere e di durare , perchè Giovanni , innanzi al bel volto tranquillo e sorridente di Clara , a quelle mani che gli si tendevano affettuosamente , al suono di quella voce che ella rendeva così insinuante , per lui , perchè egli non diceva più niente , lasciandosi andare alla corrente di quel sentimento , illuso per un poco , credendo di essere amato , credendo di amare ? Perchè , nelle loro grandi scene , scoppiate improvvisamente , egli aveva provato a proclamare la sua libertà , la sua indifferenza , sempre più duramente , meravigliandosi anzi talvolta della propria durezza , ed era riescito soltanto ad esasperare Clara ; ma non aveva svincolato il proprio cuore ? Perchè , mentre egli era dei due quello che meno pensava d ' amare , che meno diceva d ' amare , che non scriveva , che rinunziava ai convegni , perchè , poi , era lui quello che più cedeva , che più si dava , che più rientrava in servitù , con ritorni di affetto che costituivano le pochissime soavità di quell ' amore ? Perchè , una volta , quando stettero quindici giorni senza vedersi ed ella continuava a scrivergli , egli non ebbe la forza di non aprire , come aveva dichiarato , le sue lettere ? E una sera , ella passava , sola , triste , pallida , per una via , rientrando nella sua casa deserta con aspetto di tale abbattimento ed infelicità , che Giovanni , vedendola innanzi a sè , non visto da lei , provò uno schianto indicibile . Ritornò a lei , subito , senza che lo avesse chiamato : e Clara stessa si stupì di questo ritorno inatteso , mentre il suo cuore si era immerso già nell ' amarezza dell ' abbandono . E ingenuamente , puerilmente , Giovanni non sapendo come spiegarsi la sua debolezza e la sua disfatta , pensava a qualche cosa d ' insolitamente affascinante , e diceva , come un bimbo : - È una strega . Ma per colei che misteriosamente lo riconduceva a sè , ogni volta , questi trionfi erano un tossico . Fermentavano dentro il suo spirito indomito le ribellioni più profonde contro questo stato di lotta che avviliva l ' idea ch ' ella si era fatta di quell ' amore e che la mortificava in tutte le sue vanità muliebri . Ella , infine , lo amava , è vero , come poteva e come sapeva , con un senso immensamente egoistico che aveva sempre dominato in quell ' anima : lo amava , perchè le faceva piacere di amare , perchè il suo stato migliore era l ' amore , perchè ella non sentiva la vita che quando era innamorata : l ' amava perchè così aveva voluto ed ora la sua volontà era più forte di lei . Ciò che la sconvolgeva , era di non sentirsi amata abbastanza , mentre ella sapeva di dare a Giovanni il meglio che restava di lei : ciò che la esasperava , era questa battaglia quotidiana che ella sosteneva , per conservare , se non l ' amore , la larva di amore che le portava quest ' uomo : ciò che la faceva delirare di collera , segretamente , era di avere ancora sbagliato , anche in quest ' ultima volta e di non potere in nessun modo metter rimedio al suo errore . Per il passato , coloro che l ' avevano amata , erano stati tipi soliti , comuni , non più buoni e non più cattivi di qualunque altro uomo , in modo che il mondo psicologico di Clara non aveva avuto sviluppo che nelle ombre della sua anima , assai più grande e assai più complessa di quelle che ella aveva avuto ai suoi piedi . Ella aveva sofferto per loro , non già per le complicazioni sentimentali , ma perchè questi due o tre erano esseri limitati , non meschini , ma limitati , a cui ella aveva creato una luminosa e inesistente aureola . Aveva sofferto di non essere amata abbastanza , disprezzando coloro cui mancava la potenza spirituale , rimpiangendo sempre Giovanni , Giovanni , ch ' ella aveva disdegnato e di cui si rammentava la violenza giovanile di passione : e lentamente , nella sua coscienza , si era formato il criterio che solo Giovanni l ' avesse amata e che solo lui , così profondo , così intimo , così squisito , avrebbe potuto amarla come ella desiderava . Gli altri , erano , infine , poveri diavoli , ai quali ella aveva dato il manto di porpora della sua immaginazione e uno scettro d ' oro , sotto cui ella medesima si era curvata ; ma l ' anima bella per sè , grande per sè , unica nella tenerezza come unica nella passione , era quella di Giovanni . Ella aveva creduto a una fatalità del destino quando , finendo la sua giovinezza , prima del tramonto , s ' erano incontrati nuovamente ed egli le aveva parlato dell ' amore passato . E in lei si erano dileguate le profonde stanchezze , mentre più vivo , più forte rinasceva il desiderio di amare eccezionalmente , di essere eccezionalmente amata . Ella si rammentava un Giovanni Serra tutto pieno di un ingenuo e vibrante ardor giovanile , che faceva dell ' amore non un breve episodio , come tutti gli altri , ma il grande affare dei suoi giorni e delle sue notti , che dava all ' amore un tesoro di intima mestizia e di gioie delicate , che portava l ' immagine dell ' amata come la sola visione degna della sua fantasia , e che ne pronunziava il nome con una emozione vivissima e candidamente mal repressa . Aveva creduto , quando egli le narrava i suoi dolori passati con sì grande senso di amarezza , che egli fosse sempre il medesimo : e che era giusto e umano l ' amarlo ; e che era una voluttà dolorosa l ' amarlo senza conforto ; e che , infine , infine , egli l ' amasse ancora , malgrado i tentativi di fuga , malgrado i dinieghi , malgrado i terrori che gli si dipingevano sul volto , malgrado che egli restasse freddo e confuso , nelle ore più calde , in cui ella più si abbandonava a questa estrema passione . E dall ' antico concetto e dal novissimo errore suo , ella traeva un veleno interno di delusione , un seguito di sconfitte inavvertite da lui , ma di cui ella provava il colpo nel fondo dell ' anima , un ricadere continuamente sulle proprie speranze e un soffrire per tutte le parti , dall ' amore all ' amor proprio , dalla delicatezza all ' orgoglio , dalla sensibilità femminile bonaria alla sensibilità femminile maligna . Come si torturava ella , per un ritardo di un ' ora , per una parola detta con troppa disinvoltura , per un voi apparso improvvisamente nel più intimo discorso : e il suo umore si cangiava , per la sottile ferita ricevuta , ed egli , che non sapeva di aver ferito , si stupiva del cangiamento , e arretrandosi , pallido , come se avesse visto un fantasma , le diceva la tetra e monotona frase : - Voi siete sempre la stessa . Sì , Clara era sempre la stessa , con un carattere mobile e pure ostinato , con una energia breve e caduca , con un disprezzo intimo e cordiale di sè , con un egoismo a cui dava le forme nobili dell ' amore , con un desiderio di vivere e di godere che non si saziava mai ; e su tutto questo fondo stravagante , e spesso perfido , e spesso capace dei più alti sagrificii , il ricordo di una vita vissuta mediocremente , il ricordo di sciocchi errori e di delusioni meschine . Era sempre la stessa , lei , ma da tutti i pianti versati nella solitudine della sua casa , da tutte le angoscie soffocate sotto la sua maschera di donna mondana , da quell ' abbandono in cui aveva passato un anno , le era venuta innanzi alla mente la grande verità , che tutti i calcoli dell ' egoismo sono sempre sbagliati , e che bisogna vivere per gli altri , per poter essere felici . Non era fatta per questo , la sua natura capricciosa ed esaltata : ma la sua volontà le imponeva di assuefarsi alla più semplice verità umana , che è la felicità altrui : ed ella giungeva con uno sforzo supremo là dove altre creature arrivano naturalmente e la sua bontà calma , la sua dolcezza ragionata , la sua serenità esteriore avevano , forse , maggior merito , poichè ella affogava in esse tutto il clamore di un ' anima ribelle . Soffriva profondamente , perchè non era amata abbastanza , perchè non era neppure certa di essere amata : dentro le vene ardeva il sangue per collere improvvise : cento volte ella sentiva la tentazione di scacciare Giovanni da sè , di non vederlo mai più . Ma il pensiero che egli , veramente , la credesse ancora una perfida femmina , capace del male per la voluttà del male , ma l ' idea di desolare ancora Giovanni , con una catastrofe spirituale , tale che per sempre ne restasse violata la sua memoria , la rigettavano nell ' amore e nel sacrificio . E più il suo spirito spasimava per la battaglia che sosteneva , più ella prodigava a Giovanni Serra i tesori della più squisita affezione . Egli , talvolta , ne restava avvilito . Ora , non le diceva più di non crederle ; nè , d ' altra parte , la fiducia nasceva in lui , bensì uno stupore malinconico . Quando ella gli dava qualche novella pruova , non chiesta , di amore , egli restava confuso e rammaricato : - Io non merito questo , Clara . Tu esageri sempre : e che sarà il nostro avvenire , così ? - Io ti amerò sempre egualmente - diceva ella , esaltata . - Quante volte l ' hai detta la parola sempre ? - Ah tu sei crudele ! - esclamava lei , abbassando il capo per nascondere il suo pallore . Sì , quell ' onest ' uomo , quell ' uomo onesto e buono era spesso crudele , con lei . Non s ' accorgeva di colpirla , così duramente : o non la credeva sensibile : o credeva che fosse necessario di colpirla , per guarirla da questo morbo spirituale che la teneva . Certi giorni , dopo un ' assenza di una settimana , le appariva innanzi quietissimo , avendo l ' aria di non vedere che ella era disfatta dall ' attesa , non dando nessuna scusa alla sua mancanza . Un dialogo freddo si stabiliva fra loro due : le labbra di lei fremevano leggiermente , perchè reprimevano lo sdegno : egli non capiva ciò e dopo un ' ora trascorsa , così , in uno strazio fine e pur terribile , egli si levava per andarsene : - Vieni domani ? - ella diceva , a occhi bassi , pallida come uno spettro , - Non so . - Dopodomani , allora ? - Non ti saprei dire : ho delle faccende noiose da sbrigare . - Ah ! - diceva lei , senz ' altro , sentendosi morire . - Ti scriverò , quando posso venire . - Va bene . E lentamente lo seguiva , mentre si avviava alla porta : gli porgeva una mano gelida ed immota . Talvolta , egli le chiedeva : - Che hai ? - Nulla - ella rispondeva con voce così mutata che egli avrebbe dovuto capire . Ma , temendo una scena , egli se ne andava , senz ' altro . Come ella correva nella sua stanza , gittandosi sul letto , mordendo i cuscini , ingiuriando la freddezza di Giovanni , imprecando alla propria viltà , esalando tutta l ' ira della sua delusione , soffocando le grida del suo cuore che insorgeva contro un dolore così atroce ! La crisi durava una notte intiera : ella si addormentava all ' alba , con gli occhi rossi di lacrime , con il petto ancora esalante sospiri . Egli non sapeva nulla di ciò . Ella temeva che Giovanni la fuggisse per sempre , se diventava troppo insistente e troppo noiosa . L ' altiera donna era giunta a credersi una seccatrice . Pure , qualche sera , quando più l ' onesto e buon ' uomo era stato crudele , ella sentiva cadere le forze della sua rassegnazione . Allora gli appariva infelice , così accasciata , così perduta in un abisso di delusioni , che l ' oscuro mistero della sua tenerezza per Clara , si svelava . Una volta , egli era andato via . Appena fuori , sulle scale , egli intese , dietro la porta ancora chiusa , un tale scoppio di singhiozzi che tornò indietro , bussò e la trovò smarrita , incapace di affogare i suoi lamenti , incapace di dominarsi più . Qual notte ! Egli le parlava ed ella , perduta in un oceano di amarezza , non gli rispondeva , mentre , come se fosse sola , si raccomandava alla Madonna ed ai santi , perchè la liberassero da quelle torture . Egli le prendeva le mani , ma ella le ritraeva , come inorridita , convulsa , per rivolgerle al cielo , per chiedere la pace , la pace , niente altro : egli cercava di abbracciarla , ma quel corpo fremente gli sfuggiva ; essa passava da un divano all ' altro , camminava al buio , per le altre stanze , parlando sola , gemendo , tutto il suo male , gemendo di dover amare così , gemendo di essere così poco amata . Notte fatale , invero : giacchè fu allora soltanto ch ' egli capì tutta la gravità del loro caso : giacchè fu in quella scena di lacrime , di convulsioni , in cui ella pareva avesse dimenticata persino la sua presenza , che egli le parlò , per una volta , come dieci anni prima , come un innamorato , come un amante . Egli s ' inginocchiò innanzi a lei e le chiese perdono della sua condotta , e la pregò che avesse pietà di lui ; la scongiurò di credergli , quando le diceva che nessun essere le era devoto come il suo , e di compatirlo se egli non sapeva amarla , se egli non sapeva ritrovare in un ' anima stanca , malata , vecchia , gli accenti e gli entusiasmi dell ' amore ; che per quanto egli poteva amare , l ' amava ; che era poco , sì , era poco , per una donna appassionata come lei ; che ella meritava un miglior innamorato , un miglior amante ; ma che lui non poteva amar meglio , ma che egli le aveva dato tutto , dieci anni prima , e che quella devastazione era opera sua . Mentre ella , sfinita , esausta , si passava ancora sugli occhi aridi il fazzoletto bagnato di lacrime , Giovanni , ai suoi piedi , le narrava ancora la sua miseria sentimentale presente , la sua morbosa sensibilità che aveva paura dell ' amore , la sua impotenza spirituale , tutta la rovina irreparabile che gli impediva di esser per lei il perfetto innamorato , il perfetto amante . Alle sue ginocchia , in una evocazione straziante , di quello che era stato il suo passato d ' amore e nello strazio della presente realtà , egli versò poche , cocenti lacrime , le più dolorose che avesse versate mai . Smorta , con gli occhi spalancati su lui , reggendosi la testa con le mani , ella che aveva gridato tutta la sua desolazione , udiva ora le parole di una ben diversa miseria , di un disfacimento umano assai più tragico del suo ; e mentre l ' alba faceva il cielo di un freddissimo biancoverdino , i due amanti si guardarono , presi da una pietà immensa , per sè stessi , e sentendo che nessuno dei due poteva consolare , giammai , giammai l ' altro . Ella , folle oramai di sacrificio , fu dimentica di sè , e si rassegnò a una forma qualsiasi dell ' amore , purchè Giovanni non l ' abbandonasse . Rinunziava alla passione , chiudendo gli occhi : ella che adorava solo la passione ! L ' amasse Giovanni , come voleva , come poteva , quando voleva : purchè quel residuo di tenerezza fosse suo ! Oramai ella diventava simile ai malati che , giorno per giorno , vanno rinunziando alle dolcezze che godono i sani e fanno un ragionamento malinconico a ogni rinunzia . Diceva , ella : - Tu , che non mi scrivi mai .... E se egli annuiva , ella frenava il suo spasimo . Giovanni , un tempo , le aveva troppo scritto : adesso non ne aveva più la forza . Altre volte diceva : - Tu non vieni ; è vero , domani sera ? Ed era perchè soffriva troppo , a udirlo dire da lui che non sarebbe venuto . Parlando dell ' amore , ella soggiungeva , con un debole sorriso : - Tu che mi vuoi bene così poco .... E lo sogguardava , ansiosamente , per osservare anche l ' espressione più fugace . Egli sorrideva , acconsentendo al fatto di amarla poco : Clara indietreggiava , disperata internamente della pruova . Qualche volta , bonariamente , ella gli tendeva un tranello : - Perchè mi ami così poco ? Io ti voglio troppo bene . - Perchè non posso di più . - Non puoi , non puoi ? Tenta . - Oh no ! - esclamava , con un tono di stanchezza , di sfiducia , di paura . - Io ti amo troppo - ella diceva , affogando di dolore , ma non mostrandolo . - È ciò che mi trafigge . Io sono un indegno , Clara . - E se non ti amassi più ? Giovanni impallidiva e taceva . Quel pallore , la rincorava . - Se non ti amassi più , di ' ? - Mi rassegnerei malinconicamente . Sono stato un grande sventurato , sempre . - Ti rassegneresti ? - e fremeva , ella . - Mi rassegnerei . - Mi riesce impossibile di non amarti , Giovanni ! - ella esclamava . - Se tu volessi , ti sarebbe facile . Credimi , non ti ho meritata prima : non ti merito adesso . Era destino ! - Parliamo d ' altro - diceva lei , brevemente , vinta . Ma si rinnovava ogni giorno , ogni sera , il duello , sopra una ben semplice frase così cara a tutti gli amanti . Quando ella era di umore più lieto , gli diceva : - Già , non ti domando se mi vuoi bene . Sarebbe inutile . - Sarebbe inutile - mormorava lui , sorridendo , cercando di scherzare . - Non mi ami affatto ? - e la voce lievemente le tremava . - Affatto . Clara taceva , incapace di scherzare più . - Che hai ? - chiedeva Giovanni . - Nulla . - Nulla ? Ti ho rattristata ? - Un poco . - Sono un infelice - diceva Giovanni , così schiettamente addolorato , che Clara non osava proseguire la discussione . Ma , talvolta , la domanda era diretta : - Mi vuoi bene ? E se lui era tranquillo , senza fremiti nella sua sensibilità , le rispondeva : - Tu lo sai . - Non so nulla . Ripeti un poco , - Quante volte lo vuoi sentire , Clara ! - Gli è che non lo dici mai , mai , mai ! - A che serve ? - Mi serve : mi serve immensamente . Te ne prego , Giovanni , Giovanni mio , mio amore , dimmi se mi vuoi bene ! - Ti voglio bene - diceva lui , a occhi bassi , quasi per forza . - Quanto ? - Quanto posso . - E poco , è vero , è poco ? - Perchè mi ricordi che sono un poverello , in fatto di amore ? Perchè mi rinfacci la mia miseria ? Perchè mi rimproveri se non ho più lena , se non ho più una scintilla di entusiasmo ? Clara , Clara , tu mi uccidi , così ! - Perdonami - diceva lei , scivolandogli inginocchiata innanzi , con un moto che le era familiare . - Io non debbo vederti più - diceva lui , come se parlasse a sè stesso . Oppure , la frase cara agli amanti riappariva in altri modi tormentosi . Talvolta , dopo un lungo silenzio , vagamente , distrattamente , come per un moto delle labbra , ella chiedeva : - Mi vuoi bene ? Giovanni non rispondeva . Immediatamente , ella diventava trepida e ansante : - Giovanni , mi vuoi bene ? Allora egli usciva dalle sue riflessioni e vagamente , distrattamente , diceva : - No . - Giovanni ? - Clara ! - Hai detto che non mi ami ? - L ' ho detto . - Ed è vero ? - È vero . Silenziosamente , ella curvava il capo , e le lacrime le discendevano sulle guancie . Giovanni la guardava , desolato : poi , le andava vicino , le carezzava una mano , le baciava le guancie bagnate di lacrime . - Ho scherzato - diceva . - Tu non ischerzi mai . - Ho scherzato . Tutto finiva , così : ma le lacrime erano state versate . E infine , sulla frase cara agli amanti , avveniva ancora questo : - Tu non mi chiedi mai , Giovanni , se ti voglio bene ! - Perchè chiedertelo ? - Non ti piace saperlo ? - No , non mi piace . - Ti tormenta , il mio amore ? - Sì , mi tormenta tanto . - Ma perchè , ma perchè ? - Perchè mi hai amato troppo tardi - esclamava lui , per la centesima volta ; - perchè io non sono più il giovanotto appassionato di dieci anni fa , ma un uomo arido e stanco , senza speranze e senza desiderii ! È tardi , è tardi , Clara . - Mai tardi , per l ' amore . - Siamo vecchi , Clara : il nostro sole tramonta . - Dio mi salvi dalla notte - ella mormorava , avvilita , senza più energia . Vi fu un giorno , però , in cui tutte le ombre malinconiche , e le incertezze , e i timori parvero dileguati . Era nella calda estate ed ella era andata ad Albano , sui colli , per fuggire l ' aria soffocante di Roma . Colà , lo aspettava pazientemente , per giornate intiere , ma egli , pur promettendo di venire a trovarla , pur scrivendole , non veniva mai . Per tre o quattro volte ella era andata alla stazione , inutilmente . Una grandissima tristezza adesso opprimeva la donna superba ; giacchè le pesava sulle spalle tutto l ' irreparabile del suo errore sentimentale . Volontariamente ella si era ingolfata in questo amore ; con ostinazione di passione ella ne aveva abbracciata la croce ; la sua fantasia l ' aveva spinta ai più duri sacrificii ; e adesso erano impegnati il suo cuore e il suo onore . Stando sola , nella freschezza dei colli albani , ella approfondiva l ' immensità del suo ultimo fallo e quel verde riposato tutt ' intorno , e quella serenità la crucciavano . Infine , un giorno egli giunse , quasi inaspettato . Era così lieto ! Le disse , subito che non era venuto , ma che aveva sofferto molto , a non venire : che l ' aveva molto amata , nella sua assenza : e le domandò , se ella lo amasse ancora . Così lieto ! Ella diventò lietissima . Andarono , insieme , sotto l ' ombrellino di Clara , a una lunga passeggiata , a braccetto , a traverso i sentieri di campagna , fra i prati fioriti . Clara aveva un vestito di seta leggiera , di un bianco avorio : e un gran cappello di merletto avorio come una cuffia . Pareva molto più giovane e così delicata che egli la chiamò , ridendo : Madame la marquise . Ella era raggiante . Si sedettero sull ' erba , all ' ombra di un elce secolare , famoso in quelle campagne , e le loro anime furono così assolutamente e perfettamente armoniose , in quella solinga e serena campagna , che essi si guardavano e indovinavano l ' un l ' altro i pensieri . Si dispersero , due volte , per la via , ridendo , scherzando , baciandosi , dietro l ' ombrello abbassato di Clara : e Madame la marquise arrossiva finemente di gioia , sotto l ' ombra bianca del suo grande cappello . Non un motto del passato : non un pensiero del domani : non un velo di amarezza , mai . Egli aveva l ' aria di un fanciullo ; strappò dei fiori di campo , odorosissimi , ne fece un gran fascio , lo portarono all ' albergo in trionfo . Là pranzarono soli , soli , in un angolo della stanza da pranzo , guardandosi negli occhi , sorridendosi , toccandosi le mani nel porgersi un bicchiere , un piatto , ebbri di una gioia di vivere che li faceva impallidire di piacere . Andarono sulla terrazza dell ' albergo , soli sempre , tenendosi per mano , tacendo , dicendosi nello sguardo innamorato quelle cose profonde e intime , che l ' amore pensa e non dice . Ogni tanto , ella chiedeva : - Mi vuoi bene ? - Sì - rispondeva lui , semplicemente , senza reticenze . - Quanto ? - Molto . - Io ti adoro - ella concludeva , arrossendo . Alla sera , ella lo ricondusse alla stazione , attaccata al suo braccio , innamoratissima di lui , mentre lui non sapeva staccare lo sguardo da quei cari occhi : si baciarono nella penombra della stazione , senza pensare a chi li guardava . Il treno si mosse , ella restava a guardare e lui si sporgeva dallo sportello , salutando . Ella gli scrisse , nei giorni successivi , otto o dieci lettere , folli : egli non rispose . Aveva giurato di ritornare : non ritornò . Ella ripartì per Roma , prima che la villeggiatura finisse . V . Vestita di bianco , con un leggiero scialletto di crespo bianco sulle spalle , Clara , in quelle ultime lunghe sere di estate , aspettava Giovanni al balcone . Prima , la solinga donna leggeva un poco , si aggirava come un fantasma per la casa deserta ; poi , verso le nove , approssimandosi l ' ora dell ' arrivo , ella esciva sul balcone , interrogando le penombre di via del Babuino . Malgrado che l ' afa di quella fine d ' agosto togliesse la gente alle case soffocanti e la spingesse per le vie , in cerca di un fantastico fresco , via del Babuino era spopolata . È lontana dal centro : ed è via di forestieri , che la popolano solo nell ' inverno . Pochissima gente l ' attraversava ; avanzandosi la sera , non più un viandante . Clara guardava l ' alto della strada , verso piazza di Spagna , donde giungeva sempre Giovanni , quando giungeva : e appena una persona svoltava l ' angolo , essa si piegava sui ferri , cercando distinguere l ' alta figura e il passo un po ' lento , a lei così noti . L ' ora serotina si svolgeva , calda , spesso attraversata da un molle soffio sciroccale ; Giovanni non compariva . Affaticata dallo stare in piedi , ella si sedeva sovra uno sgabello di legno , che era fuori sul balcone ; appoggiava la testa ai ferri , in atto di pazienza e di riposo ; talvolta , un lieve sonno la coglieva ; alle undici e mezzo , che ella sentiva suonare a Santa Maria del Popolo , si levava , rientrava , poichè Giovanni non sarebbe venuto più . Un brivido di freddo la coglieva , in casa : e si accostava alla sua scrivania , per scrivergli un biglietto , una lettera , lagnandosi che egli avesse ancora mancato alla promessa . Ma , sedutasi , si rialzava subito : a che lagnarsi ? Su sette sere della settimana , egli mancava cinque : e la lasciava , così , in una interminabile aspettativa , fuori su quel balcone , in una solitudine e in una malinconia grande , sapendo benissimo che ella lo aspettava ogni sera e che era sola , solissima . Adesso , ella non si lagnava più , giacchè le scene la stancavano e la impaurivano , perduta di energia , precipitata e giacente nella inazione spirituale di chi ha troppo amato inutilmente : e non lamentandosi lei , egli non si scusava neppure e aveva l ' aria di non rammentarsi che ella non esciva , non vedeva nessuno , per lui soltanto . Oramai , Clara non aveva più quelle crisi di violenza , in cui malediceva l ' aridità del cuore di Giovanni e la viltà del proprio cuore che non sapeva infrangere un legame così fittizio e così torturante : ella era in preda a quelle sonnolenti rassegnazioni , che abbattono tutte le persone di carattere impetuoso , dopo un periodo di passione . Sul viso altiero di Clara , dove sempre aveva brillato il sorriso trionfale della donna padrona del proprio destino , ora sedeva l ' espressione stanca e paziente della vittima . Quando Giovanni le riappariva innanzi , ella sorrideva tenuemente , gli si sedeva accanto , ma non troppo vicino , non gli faceva un rimprovero , gli parlava a voce bassa , senza ridere mai . Egli la guardava curiosamente : scrutava tutte le impressioni di quel volto mobile , di quegli occhi vivacissimi , e scorgendovi come disteso un velo d ' inesorabile e quieta tristezza , crollava il capo , senza dire nulla . Egli stesso era profondamente triste . Forse , s ' imponeva di non andare da Clara , più spesso . Forse , per una singolare contraddizione del suo spirito , quell ' aspetto di vittima , quel silenzio , quella mancanza di sorriso , lo tormentavano più di una scena furiosa . Nel settembre , egli partì per Napoli , senz ' avvertirla neanche ; ella gli scrisse , tre o quattro volte , delle lettere pacate , ma senza rampogna ; delle lettere dove tutto il fuoco dell ' anima di Clara parea fosse stato smorzato dalle lacrime . Ritornò , Giovanni , dopo dieci giorni : ed ella non gli fece nessuna interrogazione , fredda e tenera , fredda e triste , fredda e oppressa da una fatica morale che le traluceva , torbidamente , dagli occhi . - Che hai ? Che hai ? - le chiese lui , quel giorno , con ansietà , andando volontariamente incontro a una spiegazione . - Sono stanca - ella disse , chinando gli occhi . - Di me ? Ella esitò , un minuto . Disse : - No . - Finirai per odiarmi , io lo aveva preveduto - egli soggiunse , desolatamente . - E perchè , Giovanni ? Tu non hai nessuna colpa . - E tu neanche , poveretta ! - replicò lui , prendendole le mani . Ella si svincolò , dolcemente e freddamente . - Oh io , sì ! - e un vero accento di convinzione , la dichiarava colpevole di quel malinconico ultimo peccato , pieno di tante delusioni . - La colpa è delle cose , è degli anni , è della fatalità - egli spiegò . - La fatalità è la scusa dei deboli e degli sciocchi - diss ' ella brevemente . - Io ho voluto che questo fosse ; la colpa è mia . - Poveretta , poveretta ! - mormorò lui , con voce di pianto . - Mi sono ingannata , anche questa volta - ella replicò , con una freddezza di ghiaccio . L ' accenno agli amori passati , il primo che ella facesse durante un anno e mezzo di relazione con lui , la comunanza del suo amore con gli altri , nella mente di Clara , gli fece una impressione pessima . - Io non ti ho ingannata - esclamò lui offeso , contristatissimo . - Chi sa ! - ella disse . - Hai creduto di dirmi la verità : ma quando è che l ' hai detta ? - Mai , mai ti ho ingannata ! - Eppure un giorno mi dicevi d ' amarmi e un giorno lo negavi . Quando è che mentivi ? - Mai , mai , Clara ! - Vedi bene che tu stesso ignori la verità . Tu non sai niente ! - So che soffro , ecco tutto . - Anche io , molto , Giovanni , molto . - Non più di me ! - Più di te , più di te , in un modo diverso , con una intensità maggiore e diversa . Niuno ha mai espiato un peccato più immediatamente e più rigorosamente di me , credilo . - Povera Clara , io ti ho portato sfortuna ! - e la più grande tenerezza vibrava in lui . Ma queste gelide consolazioni non arrivavano a riscaldare il cuore della donna . - La fortuna o la sfortuna è in noi - rispose ella , recisamente . - In me , in me ! Sono un essere malaugurato e sventurato . - E perchè ? Non hai amato ? - Troppo presto e troppo male , Clara ! - Non sei stato amato ? - Troppo tardi , troppo tardi . - I tuoi ricordi saranno dolci , nella vecchiaia - ella soggiunse , con una glaciale tenerezza . - Io non giungerò alla vecchiaia degli anni , lo so . - Fortunato te ! Fu l ' unica parola profondamente disperata che le uscì di bocca , in quello strano duetto . Ma , adesso , i loro scarsi e rari colloqui diventavano penosi ; vi aleggiava una tristezza infinita , i loro volti erano distratti e assorbiti , un soffio di gelo chiudeva la coppia amorosa . Amorosa ? Niuna parola d ' amore , più . Ella , a poco a poco , gli scriveva meno . Egli se ne lagnò : - Perchè mi scrivi così poco ? - Ti affliggerei , scrivendoti . - Tu puoi dirmi tutto , lo sai . - Non ho da dirti nulla . Anche quando si vedevano , la conversazione si rallentava fra loro . Prima , Clara si interessava a tutta l ' esistenza di Giovanni lasciandosi narrare le sue noie e le sue soddisfazioni : adesso , ella non lo interrogava più . Se egli voleva dirle qualche cosa , lo ascoltava , ma con gli occhi velati , quasi non intendendo . - La tua anima è lontana , Clara - le disse , una sera . - Non è che malata , tanto malata - ella si lamentò . - Non speri di guarire ? - Sperare di guarire ? Questa guarigione è anche la morte . - La morte è di tutte le anime che hanno amato . - È vero - ella concluse , a capo basso . Adesso , ogni tanto , guardandola , mentre essa lo guardava , gli pareva di vedere delle lacrime negli occhi . Ma esse si dileguavano . Talvolta , ella si alzava dal suo posto , andava verso un balcone , andava nell ' altra stanza : egli indovinava che Clara rasciugava queste poche lacrime : l ' avanzo dei grandi pianti antichi , - Perchè ti viene da piangere , guardandomi ? - le domandò , infine , turbato assai di ciò , intravvedendolo . - Io ? No , non piango . - Perchè me lo nascondi ? Non sono il tuo migliore amico ? - Amico ? Io non ho amici . - Il tuo amante , allora ? - ribattè lui , dopo una esitazione . - Io non ho amanti , Giovanni . - L ' uomo che ti ama ? - Nessuno mi ama . Profondo silenzio . Le lagrime erano inaridite negli occhi di Clara : ma egli vi ritornò sopra amaramente : - Non vuoi dirmi , perchè mi guardi e i tuoi occhi si orlano di lacrime ? Ciò è così triste ! Mi pare che tu pianga un morto . - Sono tanti i modi di morire . Così , in questo ambiente di gelido dolore , di amarezze quiete e infinite , di grandi veli bigi e fitti che li avvolgevano in una nuvola di orrenda e intima malinconia , evitavano di vedersi in casa , dove soffrivano anche più . Non si davano convegno , ma si incontravano randagi pallidi , vagabondi delle vie remote di Roma , camminando accanto senza parlarsi , o scambiando qualche motto insignificante . Una volta andarono al Colosseo ; era un chiarore plenilunare bianchissimo , con un freddo vivido d ' ottobre ; ella era tutt ' avvolta in un mantello col cappuccio . Si sedette , Clara , sovra uno scalino dell ' anfiteatro ; Giovanni , si sedette più giù , vicino a lei , toccandole le ginocchia con la testa . Il grandioso circo era tutto molle e candido , sotto il raggio lunare . Ella fece un atto , e la sua mano si posò , lievissima , sulla testa di Giovanni . Tacevano : la mano restava lì , lieve , fredda , immota . Egli si volse un poco , prese la mano e la baciò sulle dita , appena appena , con una carezza casta , fugace ; la mano ricadde lungo la persona . Si guardarono negli occhi , in quella solitudine , in quella notte chiara , e quello sguardo infinitamente e rassegnatamente desolato fu inteso , da ambedue , per quel che era , per quel che diceva . L ' indomani , nelle ore tarde pomeridiane , si videro al Pincio , dove ella gli aveva dato convegno . Ella era vestita di un abito di seta grigia e aveva una giacchetta di velluto nero ; sul cappellino di velluto nero era una fine veletta nera . Egli pensò , vedendola , a quella sera di Armida , oramai lontana , nelle sensazioni e nelle memorie . Ma si forzò a scacciare ogni debolezza , tanto temeva di sè . Clara camminò un poco accanto a lui : poi guardando gli alberi di villa Borghese , dalla terrazza , gli disse la gran frase : - Dunque , si finisce ? Ah egli si era creduto più forte ! Si sentì vacillare , non potè rispondere . Che avveniva , dunque , in lui , di contradittorio , di bizzarro , che questa soluzione tanto da lui invocata , ora gli faceva orrore ? - Non mi rispondi , Giovanni ? - ed ella alzava , ogni tanto , il manicotto sino alla bocca , come a reprimere un singhiozzo , un grido . - Tu non hai pietà di me , Clara ? - Tu pensi troppo alle tue miserie , e non a quelle altrui ; io non ti chieggo pietà . - Tu sei forte . - Ero forte . - Tu sei forte . - La mia unica forza mi ha abbandonata - ella soggiunse , sempre guardando altrove . - Quale era ? - L ' amore . È finita , Giovanni - ed ebbe un cenno largo , definitivo , verso la campagna . - Non ci vedremo più , dunque ? - - egli chiese , debolissimo , tremante , come un fanciullo disperato . - A che servirebbe ? A maggiori dolori ? - Come amici .... qualche volta ? - Io non ti sono amica , Giovanni : ti ho troppo amato per esserti amica . - Io sono il più sventurato fra gli uomini - egli gridò , gittandosi sovra un banco , non reggendo più . Ella gli sedette accanto : aveva gli occhi bassi , dietro la veletta . - Giovanni , sii buono , non diminuire il mio coraggio . Vedi .... per giungere a questo , la mia anima ha dovuto fare un così lungo viaggio ! Ho detto io , la parola estrema : io ! Che ho innanzi , io ? Sai che esistenza di solitudine , d ' inutili e tardi rimpianti , di pentimenti postumi , di lacrime senza conforto ? Sai che lungo e deserto viaggio io intraprendo , sino alla morte , sola ? - Il più sventurato fra gli uomini ! - gemeva lui , con la faccia fra le mani , come un fanciullo abbandonato . - Eppure .... io , io stessa rinunzio . Tutto è stato inutile , fra noi : il tuo amore , prima ; il mio amore , dopo . - Almeno , almeno , non mi avessi amato ! - esclamò lui , in un ingenuo scoppio di dolore . - Ti ho amato , invece , molto , alla mia maniera , che è certo imperfetta , poichè tutti siamo degli esseri imperfetti . Ti ho amato .... così teneramente , così passionalmente .... ma era tardi , era tardi , era tardi ! - Ma io ti voglio bene , Clara ! - egli balbettò , smarrito , vedendo che ella era per levarsi , per andarsene . - Ne sei certo ? - gli chiese ella , duramente , come nella prima sera del loro amore . - Ne sei certo ? - Non lo so - rispose lui , annientato , ricadendo sul banco . - Addio , Giovanni ! - ella disse , innanzi a lui , pallida come una morta . - Non te ne andare , non mi lasciare ! - e tese le mani per rattenerla . Ella si trattenne in piedi , innanzi a lui . Si vedeva che non aveva la forza di fare un passo . Guardandola disperatamente negli occhi , tenendole una mano , egli la supplicava ancora , confusamente , di non lasciarlo , così , in quell ' ombra ; ed ella non rispondeva , levando il volto , mordendosi le labbra . - Giovanni , perchè vuoi che io resti ? Che ci porterà di nuovo questa sera , o il domani ? Non saremo sempre gli stessi ? Che si muta , per un discorso o per un giorno ? Avevamo strade diverse e ci siamo voluti amare : questo amore è stato il tuo cruccio , allora ; è stato il mio cruccio , adesso . Riprendiamo la via , più stanchi e più delusi di prima : Dio benedica la tua strada ! - Non te ne andare , non te ne andare ! - Addio , Giovanni - e gli toccò la mano , con la mano guantata , allontanandosi subito . Per l ' uomo che singhiozzava , lassù , sul banco del giardino solitario , come per la donna che discendeva alla città , senza vedere il sentiero , poichè le lacrime l ' acciecavano , il sole era tramontato . Intorno ad essi era la grande , lunga , infinita notte dell ' anima . L ' AMANTE SCIOCCA . A Luigi Gualdo . I . Paolo Spada aspettava la sua nuova innamorata , con una vivace curiosità mescolata a una certa tenerezza piena d ' indulgenza e a movimenti improvvisi e insoliti di buon umore . Egli aveva realizzato , finalmente , dopo alcuni anni vissuti fra i tormentosi piaceri di amori inconsciamente complicati , dopo aver adorato delle bizzarre e inquietanti creature che eran tali , naturalmente , o che si affrettavano a diventare bizzarre e inquietanti al suo contatto , dopo essere stato adorato nelle forme più turbolenti , più folli e più tetre dalle medesime creature , finalmente , egli aveva realizzato un suo antico desiderio : desiderio fluttuante sempre in quell ' anima , ora sommersa in fondo al naufragio di qualche stravagante passione , ora galleggiante sul mare cheto che segue le tempeste , il desiderio , cioè , di amare una donna semplice e di esserne amato . Anzi , nei suoi momenti di accasciamento passionale , quando il più perfido ingranaggio psicologico e le mistificazioni dei sensi avevano esaltato i suoi nervi e il suo cuore , quando più egli aveva provato le stanchezze supreme e le nausee profonde di qualche amore complesso , impreciso ed enigmatico , egli non diceva di desiderare una donna semplice , diceva : una donna stupida . Era tale la sua ribellione a nuove avventure d ' amore dove il cuore e la persona avessero dei misteri da rivelare , delle ombre da indagare , che egli arrivava alla volgarità di certi uomini comuni , i quali vantano , per aver inteso vantare ad altri , l ' amore umile delle donne che non conoscono l ' ortografia . Paolo Spada , l ' artista squisito , narratore di storie sentimentali e crudeli , cesellatore , di versi ora sonori , ora dolenti , sempre alti , sempre nobilissimi , rassomigliava , in queste sue rivolte , a un qualunque farmacista di provincia , che dica il suo avviso sull ' amore e sulle donne , a tre o quattro amici , al lume azzurro di un boccale illuminato . E , certo , egli l ' aveva cercata , spesso , questa donna semplice , anzi questa donna stupida , per ripetere il suo sincero e brutale aggettivo : e due o tre volte egli aveva creduto di trovarla e aveva avuto dei sussulti di gioia , un senso generale di pace nel suo spirito , come un addormentamento di tutti i sottili dolori che stridevano sui suoi nervi . Era stato deluso , sempre : giacchè nella semplicità apparente e ingannatrice di queste donne , egli aveva presto ritrovato quei segreti moti , quelle illogiche azioni , quelle incoerenze talvolta leggiadre , talvolta repulsive , che danno all ' uomo innamorato l ' acuto e torturante segnale di non so quale mistero racchiuso in un carattere , in un temperamento muliebre . Fresco e lieto , egli si era abbandonato alla dolcezza di trovarsi con una creatura limpida , cristallina : invece , quasi per una ironia , troppe volte ripetuta , perchè non paresse fatta apposta , egli si trovava innanzi a un ' enigma fisiologico e psicologico . In fondo , alcune di queste donne erano forse semplici , o meno complicate : ma appena elevatesi all ' onore di essere amate da Paolo Spada e di amare Paolo Spada , subito vi era in loro , come per magica influenza , un annodarsi di pensieri , d ' idee , di sentimenti , un ravvolgersi di circostanze e di fatti , un concentrarsi di veli e di ombre , per cui pareva che cangiassero di natura . Freddamente furibondo per l ' inganno , Paolo Spada rodeva il freno di un giogo spirituale e sensuale , che lo opprimeva con una monotonia scorante . Quando veniva la liberazione , quando , cioè , l ' amore finiva , egli giurava di essere più cauto , più sagace in un ' altra prova . Così , a furia di sagacia , di cautela , di gelida pazienza , egli aveva ritrovata in Adele Cima la donna semplice , a cui il suo cuore stanco e disfatto anelava . Oh egli l ' aveva sottoposta a una quantità di prove , la giovane donna , dai belli e lunghi capelli castani che si ammassavano sulla testina , dai grandi occhi lionati che guardavano con tanta tranquillità e tanto candore , e avevano il fascino della tranquillità e del candore , dalle fini sopracciglia nere e dalla fronte un po ' breve ; e nelle prove , molto lunghe , convincenti , esaurienti , era risultato che Adele Cima era una donna assolutamente semplice e anche stupida , un pochino , non molto . La sua beltà mancava di finezza , la sua persona non aveva nè flessuosità nè opulenze , i suoi vestiti non erano elegantissimi : e , sovra tutto , ella non sapeva nulla di ciò , era giustamente persuasa di essere una donnina piacevole , era convinta di vestire come si conveniva , decentemente , era contenta di sè senza alterigia , e non aveva occhi per vedere nè il peggio , nè il meglio di quello che essa rappresentava . A Paolo Spada ella era piaciuta subito , per la sua freschezza , per non so che di nuovo e di fragrante , che era in lei , per questi indizii fisici di semplicità e anche di una certa stupidaggine , gentile , non soverchia , non urtante ; quando ebbe fatti tutti gli assaggi per conoscerne l ' anima , egli si abbandonò subito ad amare questa piccola Adele Cima . In quanto a lei , lo aveva amato immediatamente . Paolo Spada aveva fatto su lei un effetto folgorante . Il suo imbarazzo , la sua confusione , innanzi a lui , avevano qualche cosa di commovente . Le avevan detto che Paolo Spada era un illustre artista , che era un uomo celebre : ma ella non aveva letto di lui neppure una riga , e si era innamorata di lui , così , in un minuto secondo , senza rimedio . Ella si vergognava molto di questo subitaneo amore e non se lo sapeva spiegare . - Io vi amo molto : ma non so il perchè - ella gli diceva , guardandolo coi suoi buoni occhi , che ingenuamente indagavano . - Cercate bene - rispondeva lui , sorridendo teneramente . - È inutile : non so perchè vi voglio bene . Lo sapete voi , forse , che conoscete tutte le cose ? - Io ? Neppure per sogno . - Allora non vi è , questo perchè - soggiungeva lei , subito convinta . Pure , malgrado questo fulminante amore , Adele Cima era ancora la sua innamorata e non ancora la sua amante . Ella si rifiutava , debolmente , con argomenti vaghi , già quasi sedotta e trattenuta da uno sgomento che , ogni tanto , appariva nei suoi grandi occhi spalancati . - Vi faccio paura ? - le diceva Paolo Spada , un po ' scherzando , un po ' rattristandosi , - Sì - rispondeva Adele . - E perchè ? - Perchè siete una persona così diversa da me - ella diceva , con una umiltà sincera . - Non importa , non importa - era la parola indulgente e carezzosa del seduttore . Ella aveva finito per promettere di andare da lui , in quel giorno , alle due ; e Paolo Spada , in un rinnovellamento pacifico di tutte le sue forze morali , in un rigoglio di tutte le sue energie fisiche , aveva inteso una viva gioia dilatarsi in lui . Nessun dubbio lo tormentava , come in tutti gli altri primi convegni , in cui mille volte aveva temuto che l ' amata non giungesse - e gli era bene accaduto , di aspettare invano ! - che un capriccio , un caso la trattenessero : egli era certo che Adele Cima sarebbe venuta al convegno . Era troppo semplice per mancare . - Ed ella verrà anche a tempo , alle due , non prima e non dopo : forse , si tratterrà per via ; per non giungere troppo presto - egli pensò , leggendo a distanza nell ' anima della sua dilettissima stupida , come già la chiamava . In onore della semplicità di Adele Cima , egli non fece nessun preparativo nella sua casetta di via San Sebastianello , che guardava piazza di Spagna e le prime vette degli alberi del Pincio : altre volte egli bruciava dei profumi , egli comperava dei gigli , delle orchidee per piacere alle sue raffinate amanti . Un fascio di rose in un vaso di cristallo gli parve che bastasse . Del resto , le sue stanze che formavano il suo quartierino da scapolo , da amante e da scrittore , avevano in sè tale accumulamento di bizzarrie , nei mobili , nelle stoffe , nella disposizione , in ogni oggetto , che egli guardava tutto ciò , con occhio compiaciuto , pensando allo stupore della cara piccola donna sorridendo , da prima , all ' effetto che avrebbe prodotto su lei ogni cosa , dai tappeti di Smirne , a un idolo di bronzo e avorio panciuto , orribile ; dal letto che era dissimulato sotto una grande stoffa di chiesa , ai ritratti delle donne amate che guardavano dalle loro cornici di argento inglese e di cuoio impresso . E una crescente tenerezza lo invadeva , all ' idea di quella buona giovane creatura , così attraente e così nuova per lui , che veniva col suo passo quieto e misurato a dargli dell ' amore senza enigmi , senza misteri , senza noie e senza scene . Egli si decideva ad amarla molto e bene , questa povera Adele Cima , senza mai darle un dispiacere , senza mai farle intendere da quali altezze di pensiero e di sentimento egli discendesse , per raggiungere l ' umiltà di quell ' amore , senza mai comunicarle la febbre che lo ardeva , nelle sue ore di lavoro e di doloroso lavoro . Voleva amarla moltissimo e bene , giacchè egli sentiva quale grande refrigerio alle sue vene ardenti sarebbe venuto dalla freschezza di quell ' amore , quale equilibrio sereno avrebbe messo nei suoi nervi quella mitezza d ' anima muliebre , quale pace forte e vivificante avrebbe data al suo mobile e inquieto pensiero , la lentezza , la semplicità , la piccolezza del pensiero di Adele Cima . Sì , quella stupida gli sarebbe stata infinitamente cara , giacchè sarebbe stata infinitamente utile al morbo del suo spirito ! Ella venne alle due , precise . Paolo Spada che aveva gli occhi sull ' orologio , come giuocando con sè stesso , sorrise , udendo suonare alla porta . Andò ad aprire egli stesso . Adele Cima gli apparve innanzi e gli sorrise , così innamoratamente , che l ' uomo sentì vincersi da una emozione . Invece di baciarla sulle labbra , molto finemente , egli si inchinò e le baciò la mano . La trattava come una duchessa : egli si accorse subito che ella era meravigliata e confusa di ciò , cominciando a non capir nulla , da quel primo bacio . Poi , Adele Cima si distrasse immediatamente : egli l ' aveva condotta a sedere sopra un divano , dove era gittato uno scialle turco , e le toglieva lentamente un guanto , scherzando con le dita : essa stringeva ogni tanto la mano di lui , mentre si guardava intorno , incantata . Mai , aveva visto nulla di simile : e tutto le sembrava strano e incomprensibile , producendole esattamente l ' impressione che egli aveva preveduta . In sè , egli sorrise di aver perfettamente indovinato quell ' effetto . Adele Cima era come egli la vedeva , la intendeva , la supponeva , di una facilità d ' interpretazione tale , come se egli rileggesse un libro imparato a memoria nell ' infanzia e tutti i brani gli si ricostruissero nella mente . - Vi piace , qui ? - le domandò lui . - .... Sì - ella rispose , dopo un minuto di esitazione . È sempre così oscura , la casa ? - Sempre . Io odio la luce , in città . - Ah ! - ella disse , senza chiedere altro . - E ci state solo , qui ? - Ho un servo : l ' ho mandato via . - Non vi annoiate , solo ! - No , mai . Salvo quando vi aspetto . - Io sono venuta puntualmente - ella soggiunse , subito , volendosi difendere . - Sì , sì , cara - e le baciò le due mani . Paolo Spada era innamorato molto , in quell ' ora , e la piccola donna vestita di un bigio comune , di un vestito che egli le conosceva già , gli piaceva moltissimo : ella era in casa sua : lo amava , ella , perchè era venuta a lui , senza maggiori indugi , senza pretese , senza domande di fedeltà , senza patti : lo amava , tutto lo diceva in lei : eppure egli indugiava a chiederle di esser sua , così , per prolungare quei minuti , così tranquilli , sicuro oramai di lei , come della luce del sole . Adele Cima guardò le rose . Egli si alzò , e gliene dette due , le più belle . Essa non le odorò , non le mise alla cintura , le tenne mollemente fra le dita , quasi senza guardarle . - Non amate le rose ? - le chiese Paolo Spada . - .... Sì . - Forse amate qualche altro fiore , specialmente ? - No , nessun fiore , specialmente . - Io ho amato molto il giglio , una volta , poi le violette di Parma , poi le orchidee .... - Che sono , le orchidee .... - Certi fiori molto rari , molto strani .... - Non li conosco - mormorò ella , distratta . Pure , un lieve pallore l ' aveva scolorita . Egli non se ne accorse . Ora , ella si era levata e avvicinatasi a un tavolino , ne aveva preso un ritratto di donna . - Chi è questa signora ? - Quale ? Ah ! ... una russa . - Una straniera ? Siete stato in Russia , voi ? - Sì , una volta . - È lontano , è vero ? - Lontano : vi fa molto freddo . - Perchè vi andaste allora ? - Mah ! ... per seguire questa signora .... - Voi l ' amavate ? - Sì . Un silenzio si fece . Adele Cima si morsicò il labbro inferiore : poi domandò : - Come si chiamava ? - Questa russa ? Natalia . - Che bel nome ! - Vi pare ? - Il mio è così brutto , non è vero ? - disse ella venendo a lui , con una espressione di malinconia che lo turbò . - Adele ? Ma Adele vale mille volte più di Natalia - egli esclamò , volendo consolarla subito . - Eh , no ! - diss ' ella , tristemente - è un brutto nome . - A me piace immensamente , cara . - Perchè mi volete bene . - Forse per questo . - Ma è un brutto nome , non dice nulla . Si allontanò nuovamente da lui , andò a guardare gli altri ritratti ; egli la seguiva , tenendole una mano , lusingato e intenerito da quella semplicità , da quella ingenuità . Ella prese un altro ritratto e glielo porse : - Era bionda , questa ? - Sì , bionda . - Vi piacciono le bionde ? - Mi piace la donna che amo . - Più le bionde o più le brune ? - Quella che amo , quella che amo ! - replicò lui , lietamente , felice di essere amato così e di amare così , - Il castagno è uno sciocco colore di capelli - ella dichiarò a occhi bassi , come mortificata da questa inferiorità sua . - Ma no . - Me lo hanno detto , lo so . Avrei voluto esser bionda , io . - I vostri capelli sono belli . - Ma biondi , sarebbero stati bellissimi - replicò lei , ostinatamente . Egli le voltò , con un gentile atto , la testa verso lui e la baciò sui capelli . Ella sorrise , innamoratissimamente : e subito dopo , gli chiese : - Tutte queste signore sono state vostre amanti ? - Quasi tutte . - Sono molte - ella disse , abbassando gli occhi . - Io non sono più un giovanotto . - Avete avuto molte amanti ; tutti gli uomini ne hanno tante ? - Sapete .... nella nostra professione .... le occasioni sono più facili .... - Già .... è vero , voi siete uno scrittore . Siete anche un poeta ? - Sì , cara - disse lui , sorridendo . - Scrittori e poeti pare che abbiano molte amanti - e gli occhi grandi e belli le si velarono di lacrime . A quello schietto dolore , egli non resse . Le prese le mani , l ' abbracciò , cercò di consolarla con una quantità di parole vaghe , come si dicono ai bimbi per farli finire di piangere , per farli addormentare ; ella ascoltava , già subito confortata , guardandolo negli occhi , credendogli come il bimbo crede alla mamma . Egli le soggiunse che tutti quelli erano stati amori effimeri , che ella sola era l ' amata , la vera , l ' unica : e una immensa fede in queste proteste di amore si leggeva nel volto di Adele Cima . Pian piano egli l ' aveva condotta di là , nella sua stanza . Sovra una scansietta di legno scolpito , sostenuta da una gran mano di bronzo , erano , in legature fini di pergamena , tutti i volumi di prose e di poesie di Paolo Spada . L ' innamorata ne prese uno e l ' aprì : - Che bella carta .... - disse , passandovi sovra , lievemente , le dita . - Voi avete scritto tutto questo ? - Sì , cara . - È un romanzo ? - Sì , anima mia . - Deve essere bello . Io ho letto pochissimi romanzi - ella concluse , posando il libro . Guardò nuovamente i volumi nello scaffale : - Ci mettete molto tempo per scriverne uno , di libro ? - Per lo più , molto tempo . - Ah ! - ella disse , chinando nuovamente gli occhi . - E siete solo quando scrivete ? - Solissimo . Qualunque rumore mi turba . La presenza di una persona , anche silenziosa , non mi fa scrivere . - Sì ? - ella disse , con un accento fra sorpreso e sgomento . - E perchè questo ? - Così - egli rispose , un po ' brevemente , non volendo darle altre spiegazioni . Ella ebbe il contraccolpo di quella piccola durezza . Si sollevò verso lui , lo guardò , gli chiese : - Mi volete bene ? - Sì , tanto , cara . - Vi ho seccato con quella domanda sciocca ? - No , no , non potete seccarmi . - Io stessa sono una sciocca , compatitemi . - Io vi voglio bene , non posso compatirvi . - Mi volete bene , malgrado la mia stupidità ? - domandò , fra il riso e il pianto . - Malgrado la vostra stupidità , vi adoro - disse lui , lietamente e crudelmente . - Ah ! grazie . Come l ' ora cadeva , continuando a guardarsi intorno con stupore e con paurosa ammirazione , Adele Cima diventò l ' amante di Paolo Spada ; e fu senza lacrime e senza spasimi , senza proteste e senza giuramenti . Egli si sentì felicissimo , come mai . In quelle ore d ' amore egli non si tormentò a sorvegliarsi e a sorvegliare l ' anima dell ' amata : egli non s ' inchinò a misurare il pallore dell ' amata e non tese l ' orecchio a raccogliere il balbettìo della passione erompente : egli non pensò ad esser guardingo , in quell ' eterno e terribile istinto di diffidenza , che , nei maggiori trasporti , divide le anime degli amanti , insuperabilmente . Il suo cuore e i suoi nervi si trovarono di pieno accordo in un abbandono giovanile e semplice , singolare in un uomo che aveva molto e bene e male vissuto , che aveva vissuto , infine . Il beneficio che egli aspettava dall ' amore di Adele Cima , gli venne largo e completo , giacchè un cordiale , un morbidissimo senso di riposo avvolse tutte le sue forze , fece tacere ogni stridore , versò balsamo su tutte le vecchie cicatrici inciprignite : e quando ella fu per partire , e lui s ' inginocchiò innanzi a lei per baciarle devotamente la mano , un verace , un grande impeto di riconoscenza animava Paolo Spada . E lei ? Innamoratissima e timida , adorandolo già e sentendo una ignota , invincibile confusione in sè , ella fu felice e taciturna , piena di sorrisi ineffabili - il suo sorriso era più intelligente dei suoi occhi larghi e limpidi - piena di dedizioni semplici e complete , obbedendo alla legge dell ' amore con una immensa umiltà che la inebbriava . Solamente , dopo , ella continuò a dargli del voi ; e teneramente , egli la riprese di ciò : - Dammi del tu , cara .... - Non mi riesce . - E perchè ? Non oso . II . L ' improvviso e soggiogante amore di Paolo Spada per Adele Cima aveva preteso che ella venisse ad abitare con lui nella casa di San Sebastianello . La resistenza della donna era stata debole e vaga : l ' amante con facilità le aveva dimostrato che essendo ella libera e sola , nulla di meglio le restava a fare che unirsi a lui . - Io ti darò grande noia : tu sei abituato alla solitudine - aveva ella opposto , timidamente , due o tre volte . - Tu sei incapace di annoiarmi , cara - aveva sempre risposto lui , con quella tenerezza indulgente che era la nota principale del suo amore per Adele . Ella era rimasta interdetta e pensosa , come se cercasse una idea , ancora oscura nella , sua mente , e , forse , la forma per esprimerla . Finalmente , alle reiterate richieste dell ' amante , perchè si decidesse a venire da lui , definitivamente , ella ebbe il coraggio di dire questo : - E se tu , un giorno , non mi ami più ? - Io ? Ti amerò sempre , diletta . Capisci che non vi è una ragione al mondo , perchè io finisca di amarti . - Pure .... se non mi ami più ? - aveva ella replicato , incapace di entrare in nessuna delle sottigliezze , talvolta crudeli , del suo amante . - Non è possibile . Se accadesse .... rimarremmo egualmente insieme .... - Come ? - I mariti e le mogli non ci restano , forse , anche quando non si amano più ? Adele tacque : ma non era convinta . Con una espressione di rammarico , soggiunse : - Senza l ' amore , non ci vorrei restare . Ma queste brevi e innocue discussioni non potevano portare che a un sol risultato : alla vittoria della volontà di Paolo Spada su quella di Adele Cima . Ella lo amava profondamente , in una forma tutta rudimentale , cioè cieca e assoluta . Venne a stare con lui . L ' artistico quartierino non fu guastato in nulla , giacchè vi furono unite altre due stanze , accanto , che erano disponibili e dove Adele Cima trasportò i suoi semplici mobili . Un tappeto di Smirne messo innanzi a una porta della camera di Paolo , nascondeva la comunicazione tra il quartierino e le due stanze di Adele , tanto che per molto tempo , tutte le visite di Paolo Spada , amici , ammiratori , seccatori , ignorarono l ' esistenza della donnina dai morbidi e lunghi capelli castani , dai grandi occhi lionati , così sempre pieni di meraviglia . Appena ella udiva il campanello , diventava inquieta . Invano Paolo cercava di trattenerla : se un passo si avanzava , indicando che la persona era stata ammessa dal cameriere , ella si levava , spariva dietro il tappeto , senza far rumore , come un ' ombra . Gli amici di Paolo Spada le davano una soggezione grande . Dalla sua stanza , involontariamente , poichè ella si sarebbe vergognata di origliare , ella udiva elevarsi il tono della conversazione , molto forte : le dispute si accendevano da un minuto all ' altro , ed ella , non intendendone nè la causa nè lo scopo , non udendone bene le parole che non arrivavano precise sino a lei , finiva per avere una paura orribile di queste liti , di questi scoppii di voce , di questi urli . Poco a poco esse si chetavano : le voci si facevano più fioche : tacevano : passava un tempo di silenzio . Timidamente , ella sollevava il tappeto , faceva capolino : o Paolo Spada era uscito e la casa era deserta : o lo trovava sdraiato sopra un divano , sprofondato in quei trenta o quaranta piccoli cuscini di raso ripieni di piume , che gli formavano un letto di riposo , fumando una sigaretta , a occhi socchiusi , tranquillissimo : - Che avevate , a gridar tanto ? - Parlavamo d ' arte . - Ah ! e si grida così ? - Così , cara . Del resto , quando non vi era nessuno , Adele Cima stava sempre accanto a Paolo Spada . Essi pranzavano assieme ; un cuoco mandava loro il cibo , da fuori , giacchè Paolo Spada odiava l ' odore della cucina , in casa ; il cameriere li serviva a tavola . Questo pranzo fatto di pietanze cucinate alla francese , sempre un po ' fredde , un po ' monotone nella loro voluta bizzarria , servite in fretta e in silenzio , nella piccola stanza da pranzo , sotto il chiarore azzurrino , come acquitrinoso , di una gran lampada sospesa e coperta di uno strano paralume , era una delle cose che più spostava i gusti e i costumi di Adele Cima . Tutte quelle conserve , quelle mostarde di gusto inglese che Paolo Spada sovrapponeva alla cucina francese , finivano di stordirla nelle sue quietissime inclinazioni culinarie . Per far piacere al suo amante , ella gustava di tutto , con un certo coraggio , giacchè molte di quelle cose non le piacevano punto : e sorrideva a lui , con quel luminoso sorriso dove ella trasfondeva tutta la sua adorazione per Paolo . A furia di dominarsi , ella aveva quasi finito per amare il fegato d ' oca di Strasburgo , e per tollerare il caviale : ma non le riesciva di sopportare il roseo salmone , di cui egli era così ghiotto , pranzando solo con quello , talvolta , e con una tazza di tè . Egli capiva perfettamente lo stordimento di Adele , e ne godeva , e ogni volta che l ' amore compiva un ' altra di queste sorprese e un altro di questi miracoli , egli aveva un senso di trionfo nel suo animo . Non solo egli era riconoscente ad Adele Cima , che essendo una povera cara scema , cercava di seguirlo in tutte le naturali anomalie della vita delle persone di talento , ma le era anche grato che , malgrado lo stupore , malgrado l ' impressione cattiva , ella restasse quel che era , così tenera , così adorabile nella sua adorazione per lui . Egli pensava : - Ella non ama questa cosa : ama me , però : e per questo si sforza di amare la cosa che odia ; forse , non ci riesce : ma a me , che importa ? Vedo il risultato , io . Essa mi adora e divorerebbe i carboni ardenti , per me . Uscivano insieme , sempre . Ella avrebbe preferito di andare per il Corso : anzi , ella trovava via Nazionale la più bella delle vie . Viceversa , egli era un appassionato , come tutte le anime artistiche , dell ' antica Roma e più della sua solenne e poetica campagna romana . Egli non si stancava mai di ritornarvi , sebbene da anni ed anni vi andasse , figliuolo devoto dell ' augusta città , ma più delle sue vaste solitudini . Colà , egli più si raccoglieva e pensava . Quelle estensioni di terra brunastra , qua e là appena appena sparse di qualche striscia di erba , quelle ondulazioni singolari del terreno , come per sommovimento tellurico , quelle alte barriere , che dividono , non si sa perchè , quei campi infecondi , l ' uno dall ' altro , quelle rive cretose che discendono al fiume giallo inclinandovi i neri bracci stecchiti dei salici , erano il miglior orizzonte per il suo gran sogno di arte e di poesia . E , amando Adele Cima , volendola insieme , sempre , come emblema di amore e di pace , come compagnia di equilibrio e di serenità , egli la conduceva seco , spiegandole benignamente tutta la grandiosità e la bellezza di quel paesaggio , che non rassomiglia a nessun altro . Ella lo ascoltava , incantata dal suono di quella voce così toccante nella sottile velatura che la rendeva un po ' roca , incantata da quella luce di entusiasmo che rendeva più seducenti i bellissimi occhi di Paolo Spada , incantata dall ' armonia di quello che egli diceva : e chinava il capo , assentendo , diceva un monosillabo , stringendo la mano del suo amante . In verità , quella campagna romana la sgomentava ; quella solitudine , quella sterilità , quel gran fiume torbido , quei neri carri di pozzolana su cui passavano lunghi distesi , sonnecchiando , pipando , fischiando lugubremente , talvolta , i carrettieri , le opprimeva i nervi . Però , piaceva a Paolo : ciò bastava . Lo seguiva , docilmente , ogni giorno , in queste passeggiate : anche quando il tempo era bigio , plumbeo e il gran cielo così tragicamente si abbassava sulla campagna : ogni tanto egli esclamava : - Guarda , Adele , quanto è bello .... - Bellissimo - rispondeva lei , subito . Viceversa , il suo cuore era pieno di tristezza , per quell ' ambiente . Fra le altre cose , ella temeva per Paolo e anche per lei , di prendere la febbre in quei giorni di autunno , in quelle ore crepuscolari . Ella che non aveva l ' abitudine di fumare , gli chiedeva una sigaretta . Le avevano detto che la sigaretta è eccellente , contro l ' infezione della febbre romana : - Tu fumi , cara ? - Sì , sì - diceva lei , con un pallido sorriso . Ma presto la sigaretta , spenta , le cadeva dalle dita . Ella si stringeva nel suo mantello . Aveva i piedi gelati e non osava mai portare un plaid , per non dare fastidio a Paolo . Costui , assorto , taceva . Giacchè , nella consuetudine che aveva dapprima di andar solo nella campagna romana e nel gran fascino che quell ' ambiente esercitava su lui , egli si dimenticava di avere accanto Adele Cima e lasciava trascorrere il tempo , nel più profondo silenzio . Il cocchiere seguitava a far trottare il cavallo , pigramente : la carrozza andava , andava , lontano , punto nero sopra la via giallastra ; e Adele , obbliata , era presa da una voglia irresistibile di piangere . Allora , quando non ne poteva più , si voltava a Paolo , lo guardava coi suoi belli occhi grandi , sorpresi e un po ' supplici . Egli la guardava , ma non aveva l ' aria di vederla . Ella lo chiamava , piano : - Paolo .... - Che vuoi ? - Dimmi qualche cosa . - Che cosa ? E la voce sua era così strana , come di un dormiente che sogna , una voce di persona lontana , una voce di anima distaccata dal minuto presente , dallo spazio presente . Adele trasaliva : - Mi ami , Paolo ? - gli chiedeva , per il bisogno di parlare , di sottrarsi all ' incubo dell ' ambiente . - Ti adoro - rispondeva lui , con un tono di maggior sonnambulismo . Poi , un silenzio . La carrozza andava sempre . - Torniamo , Paolo ? - Ancora un po ' . - È tardi , amore .... - Non è tardi . Ma spesso , queste interruzioni dei suoi pensieri , dei suoi sogni lo turbavano molto .... Senza durezza , poichè egli amava Adele , le diceva : - Taci : lasciami pensare . - A che pensi , amore ? - Penso ; lasciami stare . - Dimmi a che .... - È inutile che tu lo sappia - rispondeva , inasprito , a un tratto . Ella aveva pianto , la prima volta che le parlò così ; ma , peggio , egli non si era accorto di quel pianto . Da allora , si era rassegnata a subire tutte le interminabili e tristi passeggiate nella campagna romana , senza parlare che quando lui la interrogava . Moriva di freddo e di tristezza , ma soffriva tutto questo per amore di Paolo . Quando rientravano in città , man mano , si veniva riscaldando : Paolo esciva dal suo silenzio . Ella sorrideva , di nuovo : e un ' altra prova era passata . D ' altronde , a questi profondi assorbimenti di Paolo ella doveva cercare di assuefarsi , poichè , in casa , lo coglievano spesso . Loquacissimo e beffardo , insieme , ma graziosamente beffardo , egli cadeva , ad un tratto , in una mestizia taciturna che scombussolava , subito , tutto l ' umore sereno e dolce di Adele Cima . Sdraiato , con la sigaretta spenta fra le dita , immerso in quei molli cuscini che erano così cari alle sue ore di riposo e di malinconia , Paolo Spada aveva l ' aspetto immobile e triste , l ' aria disfatta e triste , gli occhi socchiusi lasciavano errare uno sguardo vago e triste . Subito , Adele gli chiedeva : - Hai sonno ? - No . - Sei stanco ? - Sì . - Di che sei stanco ? Non sei uscito . - Sono stanco - mormorava lui , con quella sua voce lontana . Ella faceva trascorrere un po ' di tempo in silenzio . Indi ritornava a lui : - Ti senti male ? - No . - Vuoi qualche cosa ? - No . - Debbo andarmene ? - Resta pure : ma taci . Adele chinava gli occhi per non piangere . Le riesciva impossibile d ' intendere la causa della tristezza di Paolo Spada , sfuggendole assolutamente tutto il lavorio dell ' anima di costui . Ella non vedeva che l ' immobilità , il pallore , la taciturnità ; ella non capiva , che la risposta indifferente , o quella dura , nella loro durezza esteriore : ella intravedeva un mistero superiore dello spirito , arcano , avvolto in tali veli che giammai la sua piccola mente avrebbe potuto sollevare , e una pena acuta , intimissima , nascosta con gelosa cura la torturava , senza che ella volesse mai esprimerla , o trovasse mai parole per narrarla . Andava a prendere un suo lavoro all ' uncinetto , una di quelle interminabili coltri a rosoni , bianche , e seduta in una poltroncina , lavorava nel più grande silenzio . Talvolta , la stanchezza la sorprendeva . Ella sonnecchiava . Il capo le si abbassava sul petto . - Tu dormi ? - le dicea lui . - No , non dormo - rispondeva lei , trasalendo , scuotendosi . - Poverina , ti annoio . - Non mi annoi . - Le mie ore d ' inchiostro sono così odiose ! - Nulla di te , è odioso - ella replicava , a bassa voce . Ma questa frase ore d ' inchiostro le faceva l ' effetto di un gran buco nero nero , dove precipitassero Paolo Spada e l ' amor suo , donde ella non potesse cavar più fuori nè l ' amante , nè l ' amore . Giacchè la paura più umile , più comune , che la teneva sempre , che la tormentava in segreto , era che Paolo Spada l ' amasse poco , o non l ' amasse punto . Non sapeva , ella , per quale paese dei sogni egli partisse , in queste sue ore tetre ; neppur supponeva che vi fosse un immenso , interminabile , infinito paese dei sogni dove se ne vanno le anime dei poeti , degli artisti , dei sognatori : ma intuiva , così , semplicemente che Paolo Spada era ben lontano , lontano da lei e dal suo amore in quei momenti , e che quel corpo , abbandonato fra i cuscini , quel volto smorto e chiuso non avevano nè sentimento , nè volontà . Ella lo adorava con tutto il suo piccolo e serio cuore , con la sua piccola e limitata mente , e oltre l ' amore , per natura , per temperamento , per carattere , non poteva vedere . Beninteso che , sempre , Paolo Spada usciva da una di quelle crisi di tetraggine , per gittarsi in impeti di folle gaiezza . Allora egli colmava la sua amante di liete carezze , di adorazioni gioconde e quasi infantili : la obbligava ad entrare nei magazzini di mode , dove le comperava pazzamente delle cose che non le servivano punto ; la costringeva a seguirlo nelle grandi trattorie dove ordinava dei pranzi squisiti , sostenuti da vini generosi : la conduceva ai teatri , nelle grandi serate : e , sovra tutto , parlava con lei , rideva con lei , la corteggiava gaiamente , divertendosi di tutte le inveterate timidità della donna , delle sue ritrosie , del suo terrore del pubblico . Dappertutto , ella andava a malincuore , poichè ella preferiva , infine , la loro casa , in cui sempre l ' ambiente la sconvolgeva , ma dove , almeno erano soli . Adesso , a poco a poco Paolo Spada la veniva presentando ai suoi amici , senz ' altro nome che questo : la mia Adele , e al primo movimento di consolazione e di orgoglio che questo nome le produceva , detto così , da lui , ne subentrava uno di malinconia , sentendosi ricacciata nell ' anonimo , senza personalità , più , come una povera cosa appartenente a lui , come gli apparteneva un bastone o un fazzoletto . Questi amici di Paolo Spada erano così singolari , anche essi ! Le parevano tutti affetti da una leggiera o più grave pazzia , manifestantesi nei modi o familiari troppo , o fittiziamente freddi , nelle voci bizzarre che pronunziavano parole anche più bizzarre . Nelle loro conversazioni che ella si ostinava a voler intendere , ella non afferrava che le prime frasi , e subito la sua mente si confondeva in quei paradossi sull ' amore , sull ' arte , sulla vita , e non ci si raccapezzava più . Nei caffè , per le vie , le discussioni si prolungavano , accanite , rinascenti , giranti intorno all ' argomento , col ritorno di certi nomi , di certe frasi , di certi intercalari ; ella ascoltava , fingendo l ' attenzione , ma senza capire più nulla . Talvolta , queste discussioni erano nelle vie , di sera : Paolo Spada e qualche suo amico andavano lentamente , fermandosi ogni tanto , accalorati , ardenti , e Adele Cima imitava il loro passo , si fermava con loro , sempre taciturna , levando ogni tanto il suo bel volto bianco e sorpreso verso Paolo , quasi a pregarlo di finire , di rientrare . Ma egli non vedeva lo sguardo timido e pregante dei bei grandi occhi limpidi e semplici , e la disputa si prolungava , mentre ella cadeva dall ' oppressione in un sonno , per cui andava a casa come una sonnambula . Una notte , così , girarono per due o tre ore , intorno a piazza Navona , Paolo Spada e Massimo Dias , slanciati in una feroce discussione sull ' Ariosto ed ella , alla fine , mezza morta , non osando dire nulla , si lasciò cadere a sedere sullo scalino , presso la fontana . Fu allora che egli si decise a metterla in carrozza ed a portarla a casa , invaso da una improvvisa pietà che lo rese dolcissimo e amorosissimo verso la donna . Questi amici di Paolo Spada la trattavano anche singolarmente . Alcuni la salutavano correttamente , ma non le dirigevano la parola ; altri le indirizzavano delle frasi galanti in istile letterario ; altri la riguardavano come un camerata e usavano familiarmente con lei , a grosse strette di mano , chiamandola Adele . Con quella intuizione delle persone semplicissime , ella sentiva che sotto la correttezza di alcuni si nascondeva il disprezzo ; le galanterie in frasi fiorite la imbarazzavano e la facevano arrossire ; le familiarità la turbavano . Qualche volta , malgrado la sua timidità , aveva sorpreso qualche parola che suonava caricatura per lei e certi sorrisi le sembravano dubbi . Ne aveva parlato a Paolo Spada : - I tuoi amici mi ritengono per una stupida . - No , cara . - Credilo , è così . - Da che te ne accorgi ? Saresti diventata furba , per caso ? - Non lo so : ma per loro , sono un ' oca . - Per loro , come per me , sei una bella , buona , cara donnina , ecco tutto . Vuoi dei complimenti , a quanto pare . - Se sono un ' oca per te , non voglio essere un ' oca per gli altri - ella soggiungeva , assai più triste , convinta che Paolo Spada si vantasse della sua ocaggine . - O cara ochetta sentimentale e mesta , cara piccola oca bianca e malinconica , finirai per rassomigliare a un cigno - diceva lui , con la sua voce sonora e pure velata che la seduceva , toccandone le fibre più recondite del cuore . Avrebbe ella , forse , voluto allontanarlo , da queste conversazioni , da queste dispute con questi amici dagli occhi stralunati , dalle ciere malaticcie , che fumavano la pipa , talvolta , o che erano in una perfetta tenuta da gentiluomo , in marsina , con la pelliccia aperta , col fiore all ' occhiello , ma che avevano egualmente la ciera morbosa e gli occhi sognanti , quasi allucinati . Ma era un desiderio , niente altro : ella era fatta per seguire Paolo Spada in ogni suo vagabondaggio e per obbedirgli in ogni suo capriccio . Gli faceva qualche obbiezione , soltanto : - Ti diverti tanto , in compagnia di Massimo Dias , di D ' Arcello , di Lamberti ? - Non mi diverto punto . - E allora , perchè li cerchi tanto ? - Mi sono necessarii . - Oh ! - Le dispute riscaldano il sangue ed eccitano i nervi .... - E fan male alla salute , - Del corpo , forse . Viceversa , fanno bene alla salute dell ' anima , che è la sola interessante . - La salute dell ' anima ? La vita eterna , cioè ? - No , cara - concludeva lui , con quel sorriso d ' indulgente amore che gli spuntava . sulle labbra , quando ella diceva una sciocchezza . Bensì arrivava il tempo in cui Paolo Spada abbandonava lui gli amici , non uscendo , chiudendo la sua porta , vivendo in casa per intiere settimane , fra le sigarette , il caffè e il lavoro . Questi furori di prosa e di poesia lo assalivano improvvisamente , dopo una gita nei dintorni , dopo la lettura di un libro , dopo aver ritrovato un vecchio pacchetto di lettere , ed egli si dava tutto a quel lavoro della composizione d ' arte e della successiva scrittura , sommergendosi negli abissi della creazione e della forma , come chi da un altissimo picco si getta nel mare . Non conosceva più , Paolo Spada , in quelle sommersioni , nè misura di tempo e di spazio , nè fatti o circostanze , nè necessità o capricci , egli dimenticava l ' ora del sonno come quella dei pasti , egli volentieri restava , in pieno meriggio , con le imposte sbarrate e la lampada accesa ; inchiodato nel suo seggiolone di cuoio , chino sulla carta , levando ogni tanto , da essa , un par d ' occhi nuotanti nelle visioni , o passeggiante per la stanza da studio , rapidamente , da un capo all ' altro , a testa china , o leggendo ad alta voce , anzi declamando dei versi o della prosa , gettandosi , talvolta , da una sedia a una poltrona , ritornando al seggiolone , e , talvolta , cedendo al sonno , sul gran tavolino da scrivere , con la testa sulle braccia , come un fanciullo . L ' amore ? sparito , morto . L ' artista si trovava nel gran tumulto interno che sconvolge ogni altro affetto e che trasporta nelle ansie e nelle ebbrezze della concezione e della procreazione d ' arte , la febbre che lo ardeva aveva invaso e incendiato tutto il suo sangue , e le sue fantasime d ' arte erano più vive , innanzi agli occhi della sua fantasia , più belle , più vive , più desiderate , più amate della vivente Adele Cima , che gli sembrava un ' ombra vana e fredda . Ella si rendeva un ' ombra . Girava intorno a Paolo Spada con un passo così lieve che non si udiva , non urtava un oggetto , non faceva stridere una chiave , spariva dalle porte come se si dileguasse nell ' aria . Così ella faceva , un tempo , quando aveva assistito sua madre gravemente inferma : le pareva di essere presso un malato , tanto lo stato fisico e morale di Paolo Spada le sembrava scombussolato , tumultuario , perduto ogni senso di realtà . Obbediente come un bimbo buono , ella lo aspettava con pazienza alle ore dei pasti , non andava a letto , talvolta , che tardissimo , vegliando accanto a lui , leggendo un libro qualunque il cui senso le sfuggiva , o dicendo il suo rosario , o stando immobile , oramai abituata a questa vita di statua . Lui , che giammai aveva potuto lavorare con una persona presente nella stanza o anche nella casa , tollerava perfettamente quella di Adele Cima , tanto ella si rendeva piccola , minuta , inesistente . Anzi , la voleva presso a lui . Era come un mobile che si ama , su cui si posano gli occhi volentieri e le cui linee corrispondono a non so quale bisogno estetico interiore . Talvolta , in un brevissimo , lucido intervallo , era vinto dalla compassione : - Va a letto , cara , - No , ti aspetto . - Io ho molto da scrivere , va , va . - Che importa ? aspetto . - Creperai di noia e di sonno . - No , niente . Aspetto . Tu hai molto da scrivere ? - Moltissimo : enormemente . - Non importa , non importa . Di amore , in lui , non un atto , non una parola . Questo ella vedeva bene , e un morso le afferrava il cuore . La febbre del lavoro e di quel lavoro la colpiva solo per i suoi fenomeni morbosi ; ella non ne comprendeva nè la purissima fiamma , nè il nobile tormento , nè l ' ebbrezza del travaglio . Non si spiegava perchè un uomo giovane , sano e bello , amato , amante come Paolo Spada si desse a quella passione singolare che ne consumava i giorni , la salute , la beltà , che lo toglieva , sovra tutto , all ' amore . Ah questo , questo , ella non se lo spiegava ed era il suo cruccio più intimo e più costante ! Nel suo giudizio stretto e poetico della vita , le pareva che un ' altra donna le potesse togliere Paolo Spada , ma non già un foglio di carta bianca e una penna intinta nell ' inchiostro . Che egli scordasse i suoi baci , le sue carezze , il suo amore così saldo e così affascinante nella semplicità , per restare i giorni e le notti nella sua stanza di studio scrivendo , lacerando carte , riscrivendo , passando la penna a grandi colpi sulle linee scritte , per cassarle , leggendo , declamando , fumando , bevendo caffè , senza sole , senza luce , senz ' amore , proprio , senz ' amore , le sembrava una cosa tanto folle , tanto ingiusta e tanto crudele che , spesso , sparendo nella sua povera cameretta , se ne andava a piangere in un cantuccio , solitariamente . Per lei l ' amore era la sola passione , la sola occupazione , il solo pensiero e il solo affare , e tutto questo , molto semplicemente , in vero temperamento muliebre nato per il ristretto campo dell ' amore . Giammai , in queste sue ore di desolazione , ella trovava un pensiero contro l ' egoismo artistico di Paolo Spada , giammai ella si pentiva di essersi data a lui , di esser venuta a vivere con lui , ma si sentiva ed era una creatura perfettamente infelice . Quando era stata lungamente assente , egli la chiamava . Ella si lavava in fretta gli occhi , riappariva quasi sorridente ed egli non vedeva punto il rossore delle palpebre . - Perchè te ne vai , Adele ? - Ti disturbo , forse . - Non mi disturbi . Non ti vedo neppure . - E allora , perchè mi vuoi ? - Così , per consuetudine . Ella crollava il capo , mentre si faceva pallidissima . Paolo Spada non se ne accorgeva . Nell ' orgoglio fugace dei momenti di creazione , le diceva , esaltatamente : - Sai ? Sto scrivendo un capolavoro . - Lo credo , Paolo . Ma non gli chiedeva che fosse . Temeva di dire una stupidaggine , chiedendo . - È una novella , una lunga novella : ma un capolavoro . Si chiama : il vincitore della morte . Ti piace il titolo ? - Sì , mi piace . - Veramente , ti piace ? Di ' la verità . - Mi piace moltissimo . - Ora te ne leggo un pezzo . Ti secchi ? - No , amore , no . Egli dava di piglio alle molte cartelle dove scriveva col suo carattere lungo e sottile , e con voce tremante , mentre le dita che tenevano il manoscritto tremavano , egli cominciava la lettura . La voce si facea più ferma e ondeggiava nei periodi che si legavano l ' uno all ' altro , e si abbassava mollemente , s ' innalzava violenta . Attentissima , ella non batteva palpebra . Pure , quest ' attenzione non gli bastava : - Tu , non mi ascolti ? - T ' ascolto . - Hai l ' aria distratta . - Non è così . Leggi . Paolo riprendeva la lettura . Si arrestava , per vedere se sul volto di Adele Cima passasse qualche impressione : e la vedea mutar di colore . In verità , era quella voce dell ' amante , quella esaltazione , il rombo della lettura , che la commovevano . - Ti piace ? Ti piace ? - Moltissimo . - Dici sul serio ? - Sul serio . - Non già perchè mi vuoi bene ? - Non so : mi piace . Egli finiva la lettura , entusiasmato . - Ti piace ? - È bellissimo . - Sì , credo di aver fatto una cosa buona - diceva lui , già un po ' smontato . - Quante cartelle ne hai scritte ? - domandava Adele , dando un ' occhiata obbliqua al manoscritto . - Sessantacinque . - E quante altre te ne restano ? - Centocinquanta , più , forse . - Ah ! Si voltava in là , per non fargli osservare il suo viso , dove la pena che questa febbre ancora molto , troppo durasse , si dipingeva . L ' indomani , lo trovava tetro e disfatto . - Ho scritto delle corbellerie ignobili - le dichiarava lui . - Come ? Non ti sembravano un capolavoro ? - Mi sembravano . Ero esaltato . Sono corbellerie . - A me piacevano . - Naturalmente . - Paolo ! - era la sola rimostranza dolorosa . - Mia cara , che vuoi capire tu ? Quando piace a te , è segnale di ignobile corbelleria . - E allora , perchè leggi a me ? - Così , per sfogare : niente altro . - Perchè mi domandi il giudizio ? - Perchè gli scrittori sono delle bestie inconcludenti , deboli e vigliacche - esclamava lui , nella brutalità delle giornate di abbattimento . - Non dire questo , Paolo . - Taci , Adele . Vattene . Ebbene , ella si accorgeva che negli accasciamenti della sua febbre d ' arte , in quegli accasciamenti in cui tutti i mortali chiedono soccorso di tenerezza , ella non poteva consolarlo . Sensibilissima sentimentalmente , ella misurava col cuore timido e trepido questa sua impotenza e la esagerava . Quel male ignoto e quel dolore ignoto traevano origine da radici di profonde e sconosciute infermità morali e forse fisiche : ella poteva bene piegare il volto su quell ' ombra , il suo inesperto sguardo nulla vi potea mai distinguere . Adele si ritraeva , con un senso vivo di umiliazione sempre rinnovantesi e che le aveva omai aperto nell ' anima una fine ferita sempre sanguinante e sempre frizzante . Il silenzio era il suo rifugio , dove naturalmente , le più semplici e anche le più tormentose supposizioni la facean dubitare di sè stessa , di Paolo Spada , dell ' amore . Forse , egli era stanco di lei e non glielo diceva per gentilezza d ' animo ; forse , questo suo amore che era niente altro che amore , offerto con tanto abbandono , ma con tanta monotonia , aveva già nauseato Paolo ; forse egli pensava a quelle sue donne così raffinate , così squisite , che lo amavano in una forma complicata e straordinaria , che gli scrivevano quei pacchi di lettere da lui conservate preziosamente , da lui spesso rilette , spesso giacenti in confusione sul tavolino da scrivere - talvolta , egli si serviva di quei documenti per la sua storia d ' amore - mentre ella non aveva mai osato di scrivergli un biglietto , temendo di commettere degli errori di grammatica e di ortografia ; forse , egli già ne aveva trovata un ' altra .... ella era così sciocca , così infelicemente sciocca ! Con cura , ella nascondeva i suoi sospetti , per non torturarlo , giacchè ella gli risparmiava , amorosamente , qualunque puntura ; ma , senza volerlo , trapelavano . - Anche oggi , sei così triste , Paolo ? - Anche oggi . - Ma a che pensi ? - Mi è impossibile di narrartelo : è troppo lungo . - Dimmi , almeno , a chi pensi ? - A chi ? A nessuno , cara . - A nessuno , proprio ? A nessuna donna ? - .... No . Che pensi ? - Nulla , m ' immagino . Credevo .... perdonami . Non sei stanco di me ? - No , non ancora . - Dimmelo , quando sei stanco . - Te lo dirò , non dubitare . Ognuna delle risposte di Paolo Spada la meravigliava e la faceva soffrire . Lo credea sincero . Non amava un ' altra donna : non era stanco di lei : ella gli piaceva ancora . Ma dunque era proprio per questo terribile lavoro dello scrivere , che il suo amante l ' abbandonava , si dimenticava di lei come se non esistesse , la guardava in volto trasognato come se non l ' avesse mai vista , non le prendeva una mano , non la baciava ? Così sono , dunque , questi uomini che scrivono ? E quest ' arte , questa parola che ella udiva ripetere continuamente , senza intenderla , quest ' arte pronunziata ora enfaticamente , ora a bassa voce in tono pauroso , quest ' arte le cui quattro lettere escivano , pronunziate dalla bocca di Paolo Spada , con un ardor amoroso meglio di qualunque amorosa parola , ella aveva finito per odiarla in silenzio , con tutta la muta ribellione del suo cuore . Non era una donna l ' arte , nè aveva i capelli neri , biondi o rossi , diversi dai suoi ; non era una persona slanciata dagli occhi grandi e bruni e scintillanti , mentre i suoi erano limpidi e tranquilli e la sua persona era piccola e graziosa ; non era una donna intelligente e sapiente , mentre ella era una povera buona , ignorante : eppure Adele era gelosa di quest ' arte e la detestava , con tutto il cuore , come se fosse una creatura viva . A poco a poco i libri , le carte , il calamaio , l ' inchiostro e la penna , e tutto quello che è il corredo di chi scrive , le cominciarono a fare orrore : e gli accessi di lavoro feroce , o gli assorbimenti lunghi in vaghe contemplazioni di Paolo Spada , le davano l ' impressione d ' una sua sciagura personale , sempre respinta e sempre ricadente sul suo cuore . Un giorno , quasi fosse presa da una curiosità puerile , gli domandò : - Come ti è venuto in mente , di scrivere ? - A me ? Non me ne ricordo . - Ma infine , hai dovuto cominciare ? - Sì , ho cominciato .... non potevo far di meno di cominciare . - Perchè ? - Era il destino , cara . - Non hai mai pensato a fare un ' altra professione ? - Mai . Non avrei saputo farla . - Tu sai far tutto . Perchè non hai tentato ? - E perchè dovevo tentare ? - gli disse lui , un po ' meravigliato . - Così .... per fare quel che fanno tutti gli altri - diss ' ella , penosamente . Egli intese qualche cosa : - Ti piacerebbe , eh , che io fossi un medico ? O un impiegato ? O un ufficiale di cavalleria ? - e una lieve ironia era nella sua voce . Ella impallidì e arrossì . Subito , negò tutto : - Mi piaci come sei , Paolo . - Ma saresti più felice con un medico , m ' immagino : felicissima , con un ufficiale di cavalleria : arcifelicissima , con un impiegato , Adele . - No , no , no - esclamò lei , disperatamente - non posso esser felice che con te . - Temo .... temo che tu sia infelice .... sono così incapace di capirti .... - Non vi è bisogno , che tu mi capisca - soggiunse lui - nessuna donna capisce mai un uomo e viceversa . Io sono perfettamente felice , del resto , con te che non mi capisci : te lo assicuro . Amami e basta . Infatti , in quell ' amore , così quieto e così uniforme , in quel sentimento rudimentale che di nessun altro si addoppiava e si facea difficile , in quell ' espansione semplice quotidiana , senza grandi scene tragiche come senza troppo fini scene di commedia , in quella bontà costante e suadente , in quell ' affetto dove mancava qualunque sorta di enigma , egli trovava l ' ambiente migliore per il suo spirito stanco e per il suo cuore disgustato di eccentricità . Per troppo tempo , la donna era stata per lui elemento di curiosità vivacissima nella vita e nell ' arte ed era , quindi diventata sorgente di disordine e di squilibrio : per troppo tempo , egli aveva errato per i paesi dove il peccato era anche romanzo e dove il romanzo conduceva al peccato : per troppo tempo , egli aveva cercato nella donna il pascolo della immaginazione artistica e l ' urto obliquo e complicato dei sensi . Adele Cima era il riposo della sua stanchezza , era l ' equilibrio dell ' asse della sua vita , era la relazione posata e lunga , lunga e sicura , dove il peccato perdeva ogni tinta turpe e acquistava gentilezza mite coniugale . Mentr ' ella era fuori centro , spostata , messa a contatto di una esistenza che aveva capovolte tutte le sue poche idee , messa a contatto con un uomo cento volte a lei superiore , della cui superiorità ella era un ' adoratrice ma anche una vittima , mentre Adele Cima non giungeva più a riunire le sue forze per vivere , disperse in un ' atmosfera troppo alta per i suoi polmoni , Paolo Spada si sprofondava nella beatitudine egoistica di colui che ha trovato , per una rarissima fortuna , lo strumento più adatto alla propria felicità . Per pensare , per leggere , per lavorare , egli aveva bisogno di non aver più nè lettere amorose da scrivere o da andar a prendere alla posta ; di non aver più convegni da chiedere o da aspettare ; di non aver più sciarade da sciogliere o drammi da annodare , tutte cose che impediscono , a uno scrittore , il pensiero , la letteratura , la scrittura . Adele Cima , in quei tempi di travaglio , mentre era intorno a lui , non vi era , camminava piano , non urtava gli oggetti , non chiudeva i libri , non muoveva le carte , spariva , riappariva , senza domandare di uscire , di pranzare , di dormire : nella sua semplicità o , piuttosto , nella sua stupidaggine , era un arnese umile e perfetto di pace amorosa e di paziente tenerezza . III . A un tratto , nel cuore innamorato di Adele Cima , e battuto e mortificato dal sentimento di non essere una donna degna dell ' amore di Paolo Spada , surse una volontà improvvisa , che si maturò nell ' ombra e nel silenzio , che fu covata e si schiuse al calore della passione , di cui ella ardeva per il grand ' uomo . Ella si decise , così , senz ' altro , a diventare una donna intelligente e colta ; perchè , almeno , non tutto il mondo dove l ' artista viveva le fosse vietato ; perchè ella , almeno , potesse seguirlo in un discorso , in una divagazione , perchè ella non restasse più sola e abbandonata ad amarlo , mentre egli se ne andava negli orizzonti dei sogni e delle visioni a cui ella , misera , non partecipava . Ella concepì questo audace disegno nelle ore di solitudine e anche d ' infinita mestizia in cui cadeva , quando Paolo Spada lavorava e si scordava assolutamente di lei : ella accarezzò entusiasticamente il suo disegno , nel tempo in cui maggiormente l ' esistenza con Paolo le diventava grave e tormentosa , sentendovisi come una povera creatura perduta e senza guida ; ella ostinatamente studiò questo disegno , quanto più amara e più insopportabile le pareva la sua inferiorità . Non disse nulla a Paolo . Era taciturna , sempre : e non avendo mai trovato modo di raccontargli la sua lunga miseria , la miseria della sua stupidaggine e della sua ignoranza , non volle neppure rivelargli il rimedio che il suo cuore aveva trovato o credeva di aver trovato . Con l ' eroismo muto dei cuori che sanno amare e amare soltanto , ma che dall ' amore traggono ogni coraggio e ogni luce , ella si accinse allo scopo , sebbene lo sentisse arduo , lontano , forse inaccessibile . La prima cosa che ella tentò , per aprire la sua intelligenza , fu la lettura dei libri di Paolo Spada . Dopo pranzo , quando egli , fumate nervosamente quattro o cinque sigarette , si levava come mosso da un impulso automatico , per sedersi a scrivere , ella si levava e spariva . Nella sua borsa da lavoro , accanto al merletto all ' uncinetto , delizia borghese di altri tempi , ella aveva sempre un volume , dei varii fra romanzi e novelle scritte da Paolo Spada : e in camera sua , si metteva a leggere . Lo stile prezioso , ricercato con quella tortura mentale che era una delle grandi qualità di Paolo Spada , le produceva la prima impressione d ' incomprensibilità : vi erano delle parole che non aveva mai lette o udite e dei giri di frase , il cui senso le sfuggiva : talvolta , delle frasi ripetute le davano fastidio , come il ronzìo di un moscone nell ' orecchio . Non so come , ella aveva udito a parlare del vocabolario : e finì per ricorrervi , per conoscere il senso vero delle parole strane adoperate da Paolo Spada . Con molta gravità , teneva il libro aperto sul tavolino e con l ' altra sfogliava il vocabolario : alla ricerca della parola , lasciava perdere il filo del racconto e , dopo , non si raccapezzava più . E , spesso , il vocabolario non le spiegava bene , tutto : ella restava sospesa , pensando troppo per la sua piccola mente , affaticata , e non trovando più nulla . Se contrariamente , erano i soggetti di quei romanzi , di quelle novelle che la turbavano immensamente . Ella aveva letto , come tutte le donnine della sua levatura , dei romanzi di Montépin e di Ponson du Terrail , qualche romanzo di Dumas padre e qualcuno , italiano , di Guerrazzi : ma le istorie di Paolo Spada erano così stranamente diverse da quanto era stato il poco pascolo della sua fantasia ! Tutti i protagonisti di Spada le sembravano degli ammalati o dei pazzi : spesso la inorridivano per il cinismo : e quando s ' interessava a qualcuno , più simpatico , ecco , egli moriva . In quanto alle protagoniste , ebbene , ebbene , malgrado che qualcuna di esse fosse buona e virtuosa , malgrado che quasi tutte fossero immensamente infelici , per le lotte con sè stesse , col mondo e con l ' amore , ebbene , Adele Cima le odiava , tutte ! La innamoratissima donna leggeva i romanzi e le novelle , più col cuore che con la mente : e la sua curiosità d ' ignorante , era anche fatta di gelosia . Con quanta carezzosa voluttà Paolo Spada dipingeva certe figure di donna e Adele Cima vi ricercava , quasi , i ritratti delle donne che egli aveva amate : con quanta crudeltà egli ne disegnava delle altre ed erano forse quelle che lo avevano respinto , o , accettandolo , lo avevano reso infelice ! Ella aveva troppo partecipato alla vita di Paolo Spada e dei suoi amici artisti , per non avere capito , a forza di udirlo dire , che quanto essi raccontavano nei loro libri , era loro accaduto : non aveva visto Paolo Spada copiare le lettere di amore , nelle novelle ? Così , la lettura di questi volumi lenta , ma continua , produsse sullo spirito di Adele Cima , come una rivelazione sempre più triste , sempre più torturatrice , del passato di Paolo Spada . Ah egli aveva palpitato , e pianto , e sofferto , e spasimato , il suo amante , non per lei , ma per altre donne , egli aveva molto e troppo vissuto , il suo amante , e non con lei ; egli aveva avuto delle scene di passione e di disperazione come giammai con lei ! Quante volte in quelle eterne veglie , in cui ella aspettava che Paolo Spada si levasse dal tavolino e , chiamandola , le dicesse che era ora di riposarsi , quante volte ella posò il libro , pallida , disgustata , avvelenata , sentendo di essere giunta troppo tardi , quando già la vita aveva detto tutto al suo amante ! Quante volte ella si sentì inutile , inutile a quest ' uomo , adesso più che mai , adesso che conosceva o che le pareva di conoscere tutto il passato , e come pensò , spesso , che sarebbe stato meglio liberarlo della sua sciocca presenza ! Le si ripeteva , nell ' anima , fatidicamente , l ' impressione della prima visita , quando aveva trovato le fotografie delle altre amanti e aveva tanto sofferto : perchè non era fuggita via , in quel giorno ? Pure , un accanimento la teneva , di legger tutto , di saper tutto . Involontariamente , qualche parte del suo segreto le sfuggiva : - Perchè hai fatto morire quel povero Attilio Venturi ? - ella chiese un giorno , al suo amante . - Attilio Venturi ? Chi ? - Il protagonista del tuo racconto : L ' ucciso . - Tu hai letto il racconto ? - .... sì - diss ' ella , profondamente sconvolta . - E perchè l ' hai letto ? - Mah .... perchè era scritto da te .... - Non vi era obbligo , anima mia . - Ho fatto tanto male ? Sono dunque così sciocca , da non poter aprire un tuo libro ? - e quasi piangeva . - Non importa , cara - diss ' egli , indulgentemente - se ciò ti diverte , fa pure . Ti è proprio dispiaciuto tanto , che Attilio Venturi sia morto ? - Oh , tanto ! - Egli doveva morire - pronunziò Paolo Spada , col tono dogmatico dello scrittore . - Oh ! - mormorò ella , senz ' altro , sentendo il peso della sua ignoranza più forte , sulle spalle . Altri dialoghi simili , consecutivamente , accaddero . Un giorno , un amico di Paolo Spada aveva elogiato vivamente il volume delle Storie crudeli , in presenza di Adele Cima : e Paolo Spada aveva sorriso alle lodi . Ella riprese il discorso e arrossendo , disse : - Tutti i tuoi libri sono così belli e mi piacciono tanto , Paolo ! Ma perchè sei così cattivo , nelle Storie crudeli ? - Perchè la vita è cattiva , mia cara - disse lui , con un lieve rammarico nella voce . - Oh no , Paolo ! - Che ne sai , tu ? Tu non sai nulla . - Hai ragione - ella disse , soffocando un singhiozzo . E un ' altra volta : - Non pensavi che la vita era cattiva , Paolo , quando hai scritto L ' amore di Maria ? - Quella storia è bruttissima . - Oh , no ! - Bruttissima , ti dico . - A me è piaciuta - soggiunse ella , con timidità . - Questo è il segnale più certo della bruttezza - disse lui , duramente . Poi quando la vide piangere , cercò di consolarla , carezzandola , baciandola . - Tu leggi troppo , ti fa male , Adele . - Perchè , mi fa male ? - La tua testa è debole , non leggere tanto . - Come , neppure i tuoi libri ? - I miei meno degli altri . Già , non valgono niente . - Non dire questo , non dirlo . Perchè li hai scritti , se li disprezzi ? - Così , Adele - rispose lui , enigmaticamente , chiudendosi nel suo silenzio . Ma , oramai , il male era fatto . Nel cervello confuso di Adele Cima turbinavano le frasi e i fatti in disordine : ed ella non afferrava più il nesso delle cose , ella imbrogliava i nomi dei personaggi e delle città , ella spesso faceva a Paolo Spada delle domande , dove appariva anche più chiaramente che ella aveva letto e non aveva inteso nulla . Due o tre volte , egli la redarguì , vivamente offeso nel suo amor proprio di artista : ed Adele che non conosceva la sensibilità sempre raccapricciante delle vanità di scrittore , due o tre volte giunse a ferirlo : e il modo come egli le si rivoltò contro , modo insolito , di animale irritato e ingiusto , la sgomentò talmente che , per un pezzo ella smise di parlargli delle sue letture . Ma il male era fatto . La serenità della mente di Adele Cima era smarrita , per sempre . Ella era entrata in una via d ' intrichi e di spine che la pungevano e la soffocavano : nè conosceva più il sentiero per tornare indietro . In quella confusa e incerta rivelazione di un mondo per lei incomprensibile e in cui ella intravedeva le perfidie della menzogna , le malvagità del cuore freddo e duro , le perversità dei sensi non governati da nessuna delle schiette e fluide correnti del sentimento , la ingenua anima di Adele si arretrava , compresa di spavento : ma i suoi occhi avevano intravisto e il fiore del suo candore sentimentale era per sempre appassito . Sovra tutto , il maggior tossico le veniva da quelle donne ignote a lei , che Paolo Spada aveva conosciute e amate , che erano rimaste così impresse nella memoria dell ' uomo , che l ' artista aveva voluto renderle nelle sue storie . Tutte diversamente belle e attraenti sotto la viva penna dello scrittore , tutte dotate del fascino della vita che vibra , più forte , nei ricordi e par vita , tutte variamente strane e seducenti , tutte quante davano al cuore innamorato di Adele Cima le trafitture , e i sussulti , e i pallori , e gli scoramenti di una gelosia invincibile . Con curiosità tormentatrice , ella ritornava a rileggere quelle pagine dove la natural poesia dell ' arte ingrandiva e affinava quelle creature muliebri : e nella loro essenza , nella loro forma , Adele Cima le invidiava , sentendosi da loro così diversa , così lontana , sentendosi a loro tanto inferiore da soffrirne come per persone umane che l ' avvilissero con la loro superiorità , ogni giorno , ogni ora : - Tu hai conosciuto quell ' Angelica , del tuo romanzo ? - disse , in uno dei momenti di più forte pena . - Sì . - L ' hai amata ? - Sì . - Era molto seducente ? - Molto . La povera semplice donna tacque . Ah che egli era una persona troppo sincera , mentre avrebbe potuto risparmiarle queste verità così atroci ! - Perchè hai finito di amarla ? - Mi ha tradito . - Ah ! E se non ti tradiva ? - Io tradiva lei . - Così .... tutti questi vostri amori .... finiscono col tradimento ? - Quasi tutti . - Finirà anche il nostro , così ? - chiese lei , desolatamente , mordendosi le labbra per non iscoppiare in singhiozzi . - Speriamo di no . - Speriamo ? Non è che la speranza ? - In fatto di amore , tutto è fallace . Ma perchè continui a chiedere di cose spiacevoli ? Che ti importa ? A che scavi nel passato ? Quando mai tu hai scavato ? Amami e basta . - Anche io ho un cuore e una mente - ella mormorò , mortificata di essere sempre respinta nelle sue umili e taciturne funzioni di donna innamorata . - Credilo , il cuore ti è sufficiente - egli concluse , un po ' sul serio , un po ' ironicamente . Ella sentì l ' ironia e non sentì la serietà del consiglio . Una gran voglia di rassomigliare a qualcuna di quelle donne , di essere meno monotona , meno semplice , meno limpida , adesso le sconvolgeva l ' anima . I suoi vestiti , dapprima graziosi e carini , ma di una grande povertà d ' invenzione , cominciarono a diventare più ricercati : ella ebbe una vestaglia di lana bianca , con merletti pioventi e un grosso cordone di seta bianca che la serrava : ella portò delle camicette insaldate , da uomo , con una cravatta maschile : ella tentò di tagliarsi i capelli , ma il parrucchiere la consigliò di non farlo . Queste nuove fogge , però , la mettevano in imbarazzo e la rendevano goffa . Alle pareti quasi nude delle sue due camerette ella attaccò dei vecchi ventagli giapponesi , dei pezzetti di stoffa antica racimolati fra le cianfrusaglie del quartierino di Paolo Spada e vi sospese dei quadretti che erano stati donati a lui , e che egli aveva dichiarati orribili ; e questo scemo tentativo di adornamento artistico contrastava con la semplicità e anche con la volgarità del resto dei mobili . Adele Cima non aveva mai voluto fumare ; anzi il fumo della sigaretta e dei sigari di Paolo Spada , dei suoi amici , le dava gran fastidio . Si forzò a imparare : ebbe tre o quattro emicranie feroci , accompagnate dal mal di stomaco , ma fumò . Soltanto si scolorava come una morta , fumando : e faceva sforzi enormi per esser disinvolta . Non aveva mai bevuto liquori , con un disgusto tutto borghese : ella provò il cognac , e siccome aveva inteso parlare del gin , come di un liquore singolare , assaggiò anche quello . Paolo Spada , malgrado le sue profonde distrazioni , i suoi egoistici assorbimenti , notò a poco a poco tutte queste fittizie manifestazioni di bizzarria : e il sorriso con cui le accoglieva , aveva della bontà compassionevole . Due o tre volte , egli rise della goffaggine di Adele Cima : ed ella fu colpita da quel riso come da una pugnalata . Una sera , quando più ella era stata tentata di essere eccentrica e raffinata , e quando meno vi era riescita , quando più era stata ridicola nei suoi esperimenti , Paolo Spada , le aveva detto , con durezza : - Smetti . Ella si era fatta di mille colori e aveva abbassato gli occhi . - Non fumare più , smetti ; smetti di vestirti come ti vesti ; non bere cognac e non parlare di amore col terzo e col quarto . Smetti , smetti , Adele . - Che ho fatto di male ? - Nulla : ma sei ridicola . Chi te lo fa fare ? - Così - diss ' ella , con voce fievole , a capo basso . - Vi è una ragione , a queste stravaganze . Dilla subito . - replicò improvvisamente . - L ' idea di piacerti .... - balbettò l ' infelicissima . - Hai sbagliato . Mi dispiaci enormemente . - La paura del tuo disprezzo .... hai amato tante donne intelligenti e fini .... io sono una creatura volgare .... - Mi sei piaciuta come eri : non ti guastare . Smetti tutte queste buffonate . Tu non ti puoi cangiare . - Oh Dio ! - singhiozzò la poveretta . - E ringrazia il Signore , invece , che non ti cambia . Se ti cambiasse , non ti amerei più . - Perchè mi dici questo ? - Perchè è la verità . Ritorna alla tua semplicità , mia cara , o ci lasciamo per sempre . Come ritornarvi totalmente ? Ella obbedì , con la devozione della persona assolutamente innamorata , a quanto le aveva detto Paolo Spada ; ella ritornò , tristemente , alle sue vesti di gusto borghese e ai suoi cappellini insignificanti : ella lasciò le sigarette e il cognac : ella schiodò tutti i ventagli vecchi e tutti i brandelli scoloriti delle stoffe , dalle pareti delle sue stanzette . Ma tutti questi atti , consecutivi , le rammentavano la inanità della sua persona : le ripetevano , mandando il rosso della vergogna al viso , che ella non poteva elevarsi , in nessun modo , dalla mediocrità dove era sempre vissuta : le replicavano , in tutte le forme , che una donna semplice o anche sciocca , sempre tale rimane e che non vi era speranza , per lei , di essere considerata da Paolo Spada salvo che per una donnetta di casa , scema , ignorante , che gli dava dell ' amore senza fantasia e senza drammi , quando egli aveva voglia di essere amato . Lo scorno dell ' esperimento fatto e mancato le ritornava sempre , massime quando , era sola : ed ella chiedeva al Signore , nelle sue preghiere , per qual ragione era stata slanciata e poi chiusa in un amore dove tutte le sue facoltà soffrivano , dove soffocava nel silenzio ogni suo dolore e dove ella non avrebbe mai più trovato la felicità , giammai . Le sue sofferenze si acuivano . Ella frequentò molto la chiesa , in quel tempo . Cercava la liberazione , o cercava la pace ; ma non otteneva nè l ' una , nè l ' altra , giacchè ella era legata a Paolo Spada per la vita e per la morte , giacchè ella era sempre in un profondo spostamento morale e materiale . Paolo Spada , giusto in quel tempo , fu preso da un accesso di mondanità . Ogni sera indossava la marsina , metteva un fiore all ' occhiello , arricciava e profumava i suoi baffi e partiva . Ella lo aiutava a vestirsi , avendo per lui le cure minute di una madre : non gli chiedeva neppure dove andasse e a che ora ritornasse . Lo aspettava . Quando aveva chiusa la porta ; alle sue spalle , cominciava per Adele una lunga veglia . Ella riordinava la casa , tutta quanta , dandole il suo assetto notturno ; lavorava all ' uncinetto , alla coltre fatta a disegno di stelle , poichè aveva rinunziato alla lettura : sonnecchiava ; si addormentava sulla sedia . Talvolta si svegliava , di soprassalto , a un rumore : non era nessuno . Talvolta lo stridore della piccola chiave inglese di Paolo Spada che schiudeva la porta del quartierino , la scuoteva . Lo vedeva riapparire bene spesso pallido e stanco , senza voglia di aprir bocca . - Fai male ad aspettare - le diceva , brevemente . - Non importa , Paolo . Non le diceva più nulla , lui , assorto nella stanchezza : non le faceva una carezza non le dava un bacio : si addormentava di un sonno pesante . Ella restava sveglia , nervosa , piangendo chetamente talvolta . Vi erano notti in cui egli rientrava eccitatissimo . Le raccontava tutto , mettendo in burletta i tipi ridicoli della società , ridendo dei buffi spettacoli , elogiando fugacemente qualche donna incontrata . Adele tendeva l ' orecchio , a queste lodi : - Era molto bella , donna Maria Vargas ? - Bellissima : pareva Monna Lisa del Giocondo . L ' amante sciocca , dai capelli castani insignificanti , dai grandi occhi limpidi e meravigliati , ammutoliva . Egli continuava a chiacchierare , fumava , si faceva fare del tè che ella aveva imparato ad apprestare benissimo , mentre le mani le tremavano , nel suo ufficio di donnetta di casa . E , spesso , tornando da questa casa luminosa , da questi teatri scintillanti , dove aveva visto delle donne bellissime , dove il suo animo di artista aveva esaltato la sua ammirazione di uomo , egli era con Adele Cima così carezzoso e così appassionato che , malgrado la piccola intelligenza di lei , ignara delle mistificazioni umane dell ' amore , ella intendeva donde venisse questo rinnovellamento passionato ; e tutto il suo essere inorridiva alla mistificazione . Vagamente , ma ostinatamente , ella era gelosa di tutte queste donne mondane , signore e attrici , grandi dame e grandi avventuriere che , preso da un furore di esteriorità tutto estetico , Paolo Spada ricercava ogni giorno e ogni sera : ma Adele Cima non arrivava a precisare la propria gelosia . Non diceva nulla : ma fiotti di veleno le inondavano le vene . Si consumava , dentro , e non voleva dare un sol dolore a Paolo , sentendo anche che era inutile e dannoso fargli delle scene . Qualche indizio di tradimento , molto tenue , forse ancora ingiusto le s ' ingrandiva nel cuore appassionato , col dubbio di qualche fatto compiuto . Paolo Spada aveva cambiato fiore all ' occhiello : era una rosa bianca , adesso , quella che portava ogni giorno . Una copia dell ' Amore di Maria era partita , avvolta in una stoffa medievale , a rose bianche su fondo rosa pallido , e diretta a un indirizzo sconosciuto . Un giorno , uscendo per alcune spesuccie , aveva incontrato Paolo Spada sotto l ' atrio della Posta , a San Silvestro : egli aveva avuto innanzi ad Adele Cima , una leggiera fiamma al viso . Poi , finalmente , un giorno , Adele ebbe la prova precisa e netta del tradimento : un biglietto di convegno , di donna Maria Vargas : un biglietto cascato dalla tasca di Paolo Spada . Era impossibile il dubbio . Egli rientrò : trovò Adele Cima gittata sul letto , vestita , col viso verso la parete . - Che hai ? Ti senti male ? - Sì . - Dove hai male ? - Alla testa . - Ora ti do l ' antipirina . Vado a chiamare il medico ? - È inutile : è un male che passa . Veramente , egli aveva udito qualche cosa di cambiato nella voce di Adele Cima : ed aveva esitato a ritornare nella sua stanza . Prima di uscire , andò da lei , di nuovo : - Come vai ? - Meglio : grazie . - Vuoi qualche cosa ? - .... No - Io torno subito . - Va bene . Veramente non si era voltata a lui e la voce era più tronca e più velata che mai . Ma egli attribuì alla nevralgia tutti quei fenomeni e uscì . Quando rientrò , alle undici di sera , la trovò ancora sul letto , supina , in uno stato di abbattimento immenso , con orribili crampi allo stomaco . Aveva bevuto della morfina per avvelenarsi : l ' aveva trovata in una boccettina che Paolo Spada teneva in serbo , per iniettarsi ogni tanto . Egli non le strappò questa verità che a furia di affannose domande , di richieste strazianti , giacchè tutto l ' essere di Paolo era trangosciato all ' idea che una povera creatura umana avesse potuto morire per lui . Ella lo guardava , con occhi così disperati e amorosi , insieme , che egli non resisteva a quello sguardo . Al medico accorso Paolo non disse nulla , non seppe neppure ricordarsi la misura della morfina che Adele aveva potuto ingoiare : e tutta la notte la sciocca amante che tutto aveva sopportato , ma non aveva saputo resistere al tradimento , tutta la notte ella fu in pericolo mortale , attaccata al collo di Paolo Spada , guardandolo con gli occhi stralunati dal male e dall ' amore , toccandolo con le mani gelide e bagnate di sudore , senza poter pronunziare una parola sola , quasi strozzata , soffrendo come una dannata o cadendo in prostrazioni che parean simili alla morte . Accanto a lei , egli agonizzava . Aveva ritrovato il biglietto perduto di donna Maria Vargas , sotto l ' origliere di Adele Cima ed aveva inteso la ragione di quel suicidio , la ragione immediata e invincibile . - Perchè hai fatto questo ? Perchè ? - le gridò , indignato contro sè stesso , contro i capricci mondani e contro tutte le donne mondane . La inferma non rispose , ma lo guardò con tale espressione di silenzio ! - Non dovevi farlo . Non ne valeva la pena - le disse ancora lui , esaltatissimo . Alla morente gli occhi si sbarrarono in un infinito stupore , come se ella si meravigliasse , sentendo che un tradimento non è un tradimento . - Sei una scema ; non capisci niente ; io non amo che te ; sei una scema - le continuò a dire lui , in preda a una indomabile agitazione . Adele Cima , a quell ' aggettivo che si veniva ripetendo , con tanta ostinazione e tanta crudeltà , insieme a tanto amore , nella sua agonia , chiuse gli occhi per morire . Ma non morì . La salvarono il medico e Paolo Spada . Fu molto tempo malata , ma guarì . Il suo fu un suicidio mancato , come erano state mancate varie altre cose della sua vita . Spesso , nella convalescenza , in un effluvio di tenerezza , innamorato più che mai della sua stupidina , Paolo Spada le veniva ripetendo : - Perchè hai voluto morire ? - Per donna Maria di Vargas . - Ti giuro che non ne valeva la pena , anima mia . - Oh sì ! - No , no , sei sempre la stessa , non capisci nulla . Se morivi , vedi , Adele , era perchè non hai mai capito niente . - È vero - mormorava lei , assorta . Dopo quel tentativo di suicidio , inutile , che non le aveva dato la liberazione , ella non domandò a Dio neppure più la pace . Il suo destino era di vivere , di amare , e di soffrire per l ' amore , giacchè il Signore le aveva inflitto il castigo di amare un uomo diverso da lei per istinti , per temperamento , per carattere , giacchè sul suo amore pesava la fatalità del dissidio intellettuale , lo stato di oppressione della creatura meno nobile e meno spirituale , accanto a un ' anima che saliva nei cieli dell ' arte . Ella doveva soffrire e non doveva trovare rimedio alle sue sofferenze , giacchè le anime alte e squisite trovano mille vie per isfuggire ai contrasti della vita quotidiana , mentre le piccole anime li subiscono tutti , senza scampo e senza rifugio . Poi , più tardi , quando ella fu bene guarita e Paolo Spada fu bene sicuro che quella donna gli fosse vincolata per sempre , egli scherzò anche sul tentato suicidio . Chi manca un suicidio , non corre un ' avventura buffa ? L ' amante sciocca ne rise anche lei , per celare la vergogna di quella ridicolaggine . Più tardi ancora , Paolo Spada tornò a tradirla , come si tradisce una buona moglie fedele , con altre donne : ella lo seppe , ma non trovò la forza di voler morire , temendo troppo di esser chiamata la più scema fra le donne . Anzi , egli finì per confessarle le sue scappate , convincendola che erano necessarie alla sua vita d ' arte , ma che egli amava sempre la sua cara sciocca . La quale sciocca donna non si convinse punto , di questa necessità del tradimento : vi si rassegnò , piuttosto , poichè voleva il suo destino , così , che ella , che sarebbe stata felice con un uomo limitato e buono e onesto come lei , fosse infelicissima con un grande artista . SOGNO DI UNA NOTTE D ' ESTATE . A Roberto Bracco . Massimo era solo . L ' amico d ' infanzia , non veduto da anni e poi incontrato improvvisamente per la via , dopo il lieto riconoscimento era venuto , alle sette , a pranzare in casa di Massimo . E costui che trascinava pesantemente il fardello di un ' estate cittadina , mentre tutti gli altri anni era partito nel mese di giugno , si riprometteva una buona serata di ricordi , in compagnia dell ' amico ritrovato . Avevano , infatti , passato due ore insieme fra il pranzo , la sigaretta e i liquori , chiacchierando dei tempi antichi , cominciando tutti i loro discorsi con un ti ricordi , sorridendo vagamente alle care memorie che si affollavano alla mente , interrompendosi talvolta , dando in qualche esclamazione di rimpianto , di nostalgico desiderio . Ma nella amichevole giocondità che aveva dilatato i loro cuori , si era presto infiltrato un senso di malinconia ; avevano fatte vie diverse ed erano diventati assai diversi , in tutto ; partiti dal medesimo punto , avendo fatto gli stessi studii , l ' amico era adesso un illustre avvocato di provincia , con moglie e figli , con idee pratiche e semplici , un po ' appesantito di fibre e di spirito ; e Massimo se ne era andato per dieci o quindici anni all ' estero , di legazione in legazione , diplomatico senza passione , indolente , non facendo carriera per la sua pigrizia , contento o non malcontento del suo posto di segretario , bello come un meridionale bello , ma già appassito , coi capelli che si facevano radi sulla fronte e gli occhi smorti , non ricchissimo , ma abbastanza ricco , e adesso inchiodato da un anno a Napoli , in licenza - in penitenza , dicevano gli amici . Massimo era fine , originale , ma già consumato dalla sua esistenza , e segretamente oppresso da altre cure : l ' amico era pieno di talento , ma forte e tranquillo , rimasto un po ' grossolano , chiuso nel buon senso provinciale che chiama follia l ' originalità , e che si mortifica nel presente , per godere in un troppo tardo avvenire . Così , mentre l ' uno raccontava all ' altro la propria vita , colui che ascoltava , apprezzava , giudicava , freddamente giudicava , senza dire il suo giudizio in forma cruda , mitigando , è vero , per riguardo all ' amicizia d ' infanzia , ma facendo intendere come si trovassero lontani : e a un certo punto si guardarono in viso , perchè pensarono di essere , oramai , due estranei ; ma non lo dissero . E forse , in fondo , Massimo invidiava all ' illustre avvocato di provincia la sua limitata ambizione e il suo assiduo lavoro , e la famiglia grassa , pacifica , al sicuro delle tempeste , e la casa messa alla buona , ma la casa degli avi , la casa dei figliuoli , e quel senso di praticismo , di serietà , di equilibrio , tutte le cose , infine , che gli mancavano ; mentre l ' avvocato invidiava a Massimo la vita vagabonda ma aristocratica nelle Corti straniere , e l ' avvenire che potea essere splendido , e la libertà di scapolo , e tutte le avventure di quella esistenza fantastica , e quella casa di giovanotto elegante e squisito , visioni che avrebbero oramai turbato i suoi sonni di provincia . A un certo momento , sospirarono ambedue . La serata era calda : dal balcone aperto del salotto dove fumavano , non spirava un soffio di aria : solo un acuto profumo di gelsomini veniva di fuori . Si accorsero di essere diventati malinconici . Troppe cose del passato avevano ricordate , troppe pietre sepolcrali di persone care perdute , di amori morti avevano rimosse : tutto questo non si fa senza un triste piacere , e il piacere poi fugge , e la tristezza resta . Fumavano in silenzio , con la testa rovesciata sulla spalliera della poltroncina ; poi l ' avvocato aveva guardato l ' orologio . Per cortesia , disse a Massimo : - Vieni via con me ? Ma non si eran forse detto tutto ? E non avevan forse fatto male , a dirsi tutto ? Massimo rispose vagamente che doveva scrivere alcune lettere urgenti ; che si sarebbero veduti più tardi , alla Villa , verso le undici , senz ' altro . Freddamente , l ' avvocato promise di esserci , e si divisero , convinti che non si sarebbero riveduti quella sera , e forse mai più . Per dolce che sia il passato , esso è morto ; e fantasmi , anche soavissimi , turbano l ' animo dei più coraggiosi . Quando fu solo , Massimo si pentì di essersi condotto a casa quell ' amico : tante chiuse cicatrici avevano stillato sangue , in quelle due ore ! Mentre egli seguitava a fumare , nel salotto , udiva il suo servitore che riordinava la piccola stanza da pranzo ; e poco dopo , il giovanotto gli venne a chiedere se avesse bisogno di lui , in quella sera , chè avrebbe voluto andarsene a trovare certi amici , per fare una passeggiata , con quel caldo così grande . Massimo , con una parola , lo licenziò : la porta si richiuse ; egli era perfettamente solo . Ma la sua serata era perduta , postochè aveva voluto risalire imprudentemente il fiume del passato , in compagnia di una persona che aveva amata : il viaggio lo aveva scoraggiato , facendogli perdere quell ' ultimo resto di morale pazienza , che lo aiutava a tirare innanzi quella solitària e fastidiosa estate napoletana . In queste ore di ribellione , sdraiato , abbandonato a una mortale spossatezza esteriore , mentre dentro gli si sollevava il cuore , egli fumava assai certe stupefacienti sigarette egiziane , che per lo più finivano per stordirlo : ma in quella sera di estate le sigarette gli si sfacevano fra le labbra strette ed egli le buttava via , semispente , a pezzetti . Andò al balcone : era al terzo piano di un gran palazzo di via Gennaro Serra , ed essendo più basse le case innanzi alla sua , pel livello della via , vedeva un po ' di mare e un grande arco di cielo stellato . La notte era bellissima , con un gran palpito luminoso della Via Lattea ; ma la brezza non veniva e l ' aria opprimeva . Sentendosi avvampare la testa , solo , stanco e pure non potendo restar fermo , prese la penna e volle scrivere : ma improvvisamente , innanzi alla carta bianca , si fece in volto più bianco della carta stessa , quasi che avesse veduto apparire non so quale visione , fra le penembre della stanza . Dalla via Gennaro Serra , un continuo rumore di carrozze si udiva : tutti uscivano dalle loro case , tutti se ne andavano per le strade , a respirar meglio , a guardare le stelle , a godere la notte napoletana bella , fresca nelle ore alte . Egli si fece di nuovo al balcone , soffocando : ritornò alla scrivania , si rimise a scrivere , ma non vi riuscì . E perchè avrebbe dunque scritto ? A che servono le negre parole scritte sulla candida carta , nella effervescenza della solitudine , quando il parente , o l ' amico , o l ' amante che le riceve , le legge forse dinanzi a estranei , freddamente , ridendone ? Troppo tempo e troppe cose passano fra il momento che si scrive e quello che si legge , fra chi scrive e chi legge , perchè una lettera serva a qualche cosa . Un organetto si fermò in piazza Monte di Dio , a suonare , con un metro largo , con un tempo largo , una canzonetta assai allegra , la quale così diventava bizzarramente triste ; Massimo s ' impazientì contro quel sentimentale o stanco suonatore di organino , che mutava una tarantella in marcia funebre . Forse il suonatore era vecchio ; forse aveva fatto una magra giornata ; forse era un infelice , perciò usciva dalla sua mano quella nenia così stravagante . Massimo si abbassò sulla ringhiera del balcone , e da quell ' altezza buttò a caso una moneta da due lire al suonatore . La musica , dopo un poco , tacque : e Massimo se ne dolse ; ora si sentiva più solitario , più annoiato , più insofferente che mai della sua dimora in Napoli . Che fare , dove andare , dove portare il suo corpo e il suo spirito , con quali sciocchi ? con quali indifferenti , con quali esseri detestabili andare ? Come passare quella notte di estate ? Non avrebbe avuto riposo , lo sentiva : e sentiva che non vi era rimedio alla sua agitazione . Andava e veniva dalla scrivania al balcone , macchinalmente , quando un , sottile canto vicino lo colpì . Si fermò , ascoltando . Il canto veniva da un balcone poco discosto dal suo , anch ' esso al terzo piano : aguzzò gli occhi , vide un ' ombra bianca , era una donna che cantava una vecchia romanza del Tosti , poco nota , che è piuttosto un recitativo e che comincia così : / * Il gallo canta ; e i sogni lieti o tristi Fuggon nel grande oblìo . Torna al mondo dei sogni , onde venisti , Larva dell ' amor mio .... .... * / La voce era tenue e un po ' tremula , ma le parole si udivano distintamente . Massimo tese l ' orecchio , guardò acutamente , e si accorse che la donna si dondolava sopra una sedia , cantando , come se si cullasse ; aspettò che ella avesse finito , poi , piegandosi sulla ringhiera , chiamò : - Luisa , Luisa ? - Che volete ? - rispose una fresca e lieta voce femminile . - Buona sera : vi sto ascoltando , ma la vostra canzone è troppo triste . Perchè non ridete un poco ? - Così , per ordine vostro ? - Ve ne prego : ridete . - A che servirebbe ? - Per rallegrare la mia infinita malinconia . - Voi , malinconico ? - e diede in uno scroscio di risa fresco e limpido . - Brava , brava ! - egli esclamò , applaudendo . Lei , per parlare con lui , si era alzata dalla sedia , si era messa all ' angolo del balcone , curvandosi per veder meglio , e non li divideva che lo spazio di una stanza ; le due case erano vicine . - Vi basta ? - chiese Luisa ridendo ancora . - Mai abbastanza . Sono un uomo morto , Luisa . Ma quando sarò da quattro giorni nella tomba come Lazzaro , veniteci voi e ridete ; io risusciterò , ve lo prometto . - Ci vedremo allora , non mancherò - diss ' ella ridendo . Poi tacque improvvisamente . Massimo , per ringraziarla , si mise a cogliere dei gelsomini bianchi , odorosissimi , li raccolse in pugno , tentò due volte di buttarglieli sul balcone : ma erano così leggieri che caddero in istrada , candidi , roteanti . - Peccato , peccato ! - gridò lei , che aveva indovinato il grazioso pensiero . E restò a guardare , giù , come se potesse ancora scorgere quella pioggerella di gelsomini odorosi . A un tratto , ella diede un piccolo grido : - Che è ? - Ne ho trovato uno , per terra . Grazie ! Sul balcone di Luisa un ' ala di ventaglio si agitava ed egli ne vedeva luccicare le stelline : - Siete voi , che avete quel ventaglio ? - Sì ; perchè ? - Perchè pare un pezzo di firmamento . - Non mi burlate - disse lei un po ' seria . Parlavano così tranquillamente , come se stessero in un salotto di conversazione : ma le notti estive sono così belle a Napoli , ed è così naturale stare al balcone , o sulla terrazza o nelle vie , è così naturale la chiacchiera all ' aria aperta ! Certo l ' elegante addetto non avrebbe fatto così a Bruxelles , o a Copenaghen , dove le notti sono gelide , e i balconi hanno triplici imposte : nè con le dame della società sua , si sarebbe permesso una simile famigliarità . Appunto per questo egli trovava gusto in questa conversazioncella borghese con una semplice ragazza , da un balcone all ' altro , dimenticando la profonda noia e il disgusto che lo avevano assalito mezz ' ora prima . Adesso , sorgendo da quel poco di mare che si vedeva dai balconi , un globo rossastro si levava nel cielo , e ascendendo , impallidiva , diventava roseo .... - .... ecco la luna , signor Massimo - mormorò lei , piano . Eppure egli udì . - È una bellissima luna , Luisa - le rispose , con convinzione . - Fra poco si nasconderà dietro quelle case , e non la vedrò più - disse la fanciulla , sempre piano . Egli udiva benissimo . A un tratto , chiamò : - Luisa ? - Che volete ? - Volete uscire , a veder la luna ? - Sola ? - Con me . - .... nossignore - disse lei , dopo aver esitato . - Perchè nossignore ? - Per questo - replicò Luisa , enigmaticamente . - Venite , via . Torniamo presto . - No , non posso . - Siete cattiva , sapete . Luisa non rispose . - Se non vi decidete , vado via solo . La notte sarà magnifica e voi non la vedrete . Peggio per voi ! Sono abbastanza vecchio , per non compromettervi . Volete venire ? - .... non posso . - Buona sera . - Buona sera - mormorò ella , lentamente . In verità , rientrando nella sua stanza , per prendere il cappello e i guanti , Massimo era indispettito . Aveva trovato un diversivo alle tristezze supreme di quella serata ; la compagnia di Luisa come quella di un buon camerata , di un buon amico , lo avrebbe distratto . Ed ecco che quella sciocchina faceva la ritrosa , mentre era libera , indipendente , mentre egli non si era mai sognato di farle una linea di corte , da un anno che si conoscevano . Nervoso , abituato a superare facilmente tutte le difficoltà , il più piccolo inciampo lo inquietava : non andò di nuovo al balcone , spense tutti i lumi , e battè fortemente la porta , uscendo sul pianerottolo ; anche Luisa era una sciocca ! Ma passando innanzi a un ' altra porta che dava sullo stesso pianerottolo , la vide schiudersi un poco e il profilo bruno di Luisa apparve : - Signor Massimo ? - fece ella , guardandolo coi neri e dolci occhi , chiedendogli scusa col tono della voce , con lo sguardo . - Andate là , che non capite niente ! - esclamò lui , nascondendo un sorriso , fingendo di essere ancora in collera . - Io .... capisco - disse lei , schiudendo addirittura la porta . Ora si vedeva tutta la sua snella e alta figura , rivestita di un abito bianco di semplice mussola , con un nastro di velluto nero alla cintura : si vedeva il delicato volto ovale e bruno , dove la piccola bocca rosea si schiudeva come un fior di granato ; e le sottili sopracciglia nere e arcuate davano agli occhi neri , per sè buoni e soavi , un ' aria d ' infantile meraviglia . - Perchè avete detto di no , Luisa ? Avete così poco spirito ? Vi ho forse mai fatto la corte , io , perche dobbiate temere la mia compagnia ? - È vero , non me l ' avete mai fatta - rispose Luisa , senza sorridere , abbassando gli occhi . - O dunque ? Andiamo , prendete un cappello e una mantellina , fate una collezione di risate , e venite con me . Sarà un ' opera di misericordia spirituale : sono così infelice ! - Sì ? Tanto ? - interrogò lei , ansiosa . - Infelicissimo - confermò lui , fra il tragico e il burlesco . - Per amore , eh ? - chiese ella , arrossendo della domanda . - Nossignora , ragazza curiosa . Naturalmente , nessuna donna mi ama e io , naturalmente , non ne amo nessuna . Andate a vestirvi e fuggiamo .... Ella voltò le spalle , ubbidendo . Massimo restò appoggiato allo stipite della porta aperta , col cappello in mano , rigirando il suo bastoncino di ebano fra le dita , tranquillo adesso , abbandonandosi al minuto che passava , senza pensare ad altro . Dopo un poco , brevi passi discreti si riudirono e Luisa apparve , infilando i morbidi guanti lunghi di camoscio : aveva messo una mantellina di merletto nero a perline nere sul suo vestito bianco e un gran cappello di velo nero , una di quelle scuffie ampie e caratteristiche che stanno divinamente solo a un volto giovanile . Sorrideva , con le labbra , con gli occhi , guardando Massimo , così fresca , così luminosa di gioventù e di spirito , che egli espresse immediatamente la sua opinione . - Siete una creatura incantevole - disse , con un tono fra la galanteria e la verità , tanto che ella non seppe nè adontarsene , nè rallegrarsene . Per nascondere il proprio imbarazzo , Luisa si voltò a chiudere la porta di casa sua , mettendosene la chiave in tasca . Si avviarono , accanto , per le scale , senza che Massimo le offrisse il braccio : ella aveva un modo di camminare leggiero e spedito che le veniva dalla estrema giovinezza . - Sentite - le diceva lui , scendendo - ognuno di noi si secca .... - Io non mi secco mai . - .... non mi contraddite , voi vi seccate , come me , della solitudine . Quando state sola , che fate ? - Penso .... - E non vi viene voglia di uccidervi ? - Neppur per sogno . I miei pensieri sono dolci . - A che pensate ? Ella fu lì lì per rispondere , con sincerità : ma fortunatamente si rattenne . - Che v ' importa ? - mormorò invece , con una certa malinconia . - Ma insomma , se deviate sempre il discorso , non lo finirò mai . E vi assicuro che è grazioso , che vale la pena di udirlo , Dunque , che voi vi possiate seccare o no nella solitudine , questo non preme , ma nella solitudine mi secco io , e voi siete allegra , voi cantate , voi suonate l ' arpa , voi ridete così bene . Uniamoci insieme , fraternamente , così io non mi seccherò più , e voi , credo , vi divertirete meglio . È deciso , eh ? Come fratello e sorella , naturalmente . Un giorno o l ' altro , poi , vi mariterei a un amico che amassi molto . È deciso ? Ella rideva , rideva , sommessamente , mentre attraversavano l ' ampio portone . Una risata , però , che aveva qualche soverchio trillo nervoso . - Non volete saperne ? - disse lui , seriamente , fermandosi , sul marciapiede . - Non è mica una cattiva offerta . Sono vecchio , io , ma sono sempre un buon figliuolo : ho viaggiato , vi posso raccontare delle storielle interessanti .... pensateci bene .... - Sì .... sì .... combineremo , un giorno o l ' altro - e la fanciulla voltò la faccia in là , per non farsi scorgere . Massimo e Luisa scendevano per via Gennaro Serra incontrando una quantità di gente che saliva e scendeva , ondeggiando , a coppie , a gruppi , a crocchi , a file , con la mollezza estiva della folla napoletana . Malgrado che fossero le dieci , molte botteghe erano ancora aperte e illuminate : non vi si lavorava ; delle donne in giacchettina bianca prendevano il fresco sulla porta , chiacchierando , e dall ' Egiziaca veniva un suono di chitarre e di mandolini . La birreria Dreher , sotto i marmorei portici di San Francesco di Paola , aveva messo fuori tutti i suoi tavolini di marmo , e le tazze di birra , dalla cima schiumosa e nevosa , apparivano alte sui vassoi , portati dai camerieri , mentre i pesanti piattini di cristallo si accumulavano innanzi agli avventori . Adesso , sorgendo pallida e mancante sul lato sinistro , elevandosi sopra l ' arsenale di marina , la luna illuminava tutta piazza Plebiscito . La facciata della Prefettura , tutta chiara sotto il raggio lunare , aveva delle persone che si muovevano sui suoi grandi veroni : il Gran Caffè e i suoi tavolini , allargantisi sulla via , e i molti avventori erano avvolti in un chiarore fantastico , e le donne recavano con lentezza il cucchiaino del sorbetto alle labbra , o agitavano il ventaglio pian piano , con gli occhi sgranati , quasi sognassero . Nella piazza Plebiscito , andando lentamente nella morbida luce lunare , la gente passeggiava , sulla striscia di pietra bianca , innanzi alla fontana : e il grande getto d ' acqua , alto , sottile , pareva una piuma bianca , immobile , tutta penetrata dalla luminosità della luna . - Che bella notte ! - susurrò Luisa , affrettando il passo . - Vi è troppa gente - disse lui , buttando la sigaretta , diventato a un tratto pallido e pensoso . Luisa se ne accorse . Affettuosamente gli toccò la mano con la sua mano guantata , interrogandolo con lo sguardo ; egli non rispose , ma le fece un cenno che non chiedesse , che non voleva parlare . Per temperare questo silenzio , graziosamente le prese la manina guantata e se la passo sotto il braccio , e camminarono più presto , andando verso Santa Lucia . Qualcuno si voltava a guardare la fanciulla biancovestita , i cui occhi brillavano soavemente sotto la nera e trasparente aureola del cappello ; ma ella non vedeva nulla , si piegava ogni tanto a guardare il suo compagno , per osservare se l ' umor torvo si fosse allontanato . - Ma che avete ? - chiese , alla fine , agitata . - Vorrei .... vorrei non essere qui - proruppe lui , esprimendole tutta la sua nostalgia inguaribile . - Ah ! - - disse ella , senz ' altro , chiudendo gli occhi , mentre le labbra le tremavano . E Massimo non seppe , o gli mancò la forza di spiegare , di modificare la sua scortesia . Alta già sopra Capri , la luna imbiancava tutta la via marina di Santa Lucia , dove mille lumicini si agitavano , dove i trams , carichi di gente che andava verso Posillipo , passavano , ogni cinque minuti a suono di cornetta , dove le venditrici ambulanti di acqua sulfurea davano il loro richiamo , dove i pescatori accovacciati nelle nasse , fumavano la pipetta corta che aveva lo stesso colore della loro pelle . Appoggiati al largo parapetto che dà sulla via inferiore di Santa Lucia e sul mare , uomini e donne godevano la prima brezza notturna che si era messa al sorgere della luna ; si udiva suonare il pianoforte nel salone all ' Hotel de Rome , il salone che dà sul mare ; laggiù , laggiù , verso il Wermouth di Torino , dei cantori ambulanti cantavano . Negli equipaggi signorili , passavano le donne in abiti chiari , coi diamanti che scintillavano alle orecchie ; Dovunque gente , dovunque suoni e canti , dovunque la vitalità di un popolo che lentamente sorbisce la felicità di una notte estiva lunare . Senza dirle nulla , invece di andare verso il Chiatamone , portandosi la fanciulla a braccetto , egli le fece discendere la scala che porta alla via inferiore di Santa Lucia , donde si va ai bagni la mattina ; dove i vaporini approdano , dove approdano i barcaiuoli , con le barchette , dove sono le sorgenti dell ' acqua sulfurea : ivi , su quella lingua di terra , brulica una folla di marinai , di pescatori , di donnette popolane , e una trattoria ha le sue tavole , quasi quasi sino all ' acqua nera della riva ; i bevitori di acqua sulfurea vi mettono le loro sedie di paglia , e i bimbi vi vendono le ciambellette brusche . Pure , in quella notte , quel brulichio bruno si rallentava , quasi che il placido lume della luna quietasse tutti i movimenti , rammutolisse tutte le voci , e desse tutta la sua dolcezza alla vivace scena . Quando furono sull ' ultimo scalino dell ' ampia gradinata , Massimo e Luisa si arrestarono un minuto . - Andiamo a cena ? - domandò lui , distratto . - Oh no ! - È vero , sono una bestia . Eppure dobbiamo far qualche cosa .... andiamo per mare , allora ? - Sì - rispose lei , pensosa - andiamo . - Ma vi piace di andarvi ? non lo dite per compiacenza ? Io vi annoio terribilmente , lo so .... Ma , non è colpa mia . E poi , voi siete buona e perdonate . Se non volete andare in barchetta , rinunziamoci . - Andiamoci subito . Ed egli intese , in quelle parole , una preghiera così spontanea , che chiamò subito un barcaiuolo . Entrò prima Massimo e invece di dar la mano a Luisa , per farla discendere , mentre ella esitava , vedendo quel baratro nero , le stese le braccia , la sollevò leggermente e la depositò sul cuscino di cotonina , accanto a sè . Il barcaiuolo che aveva avuto ordine di andare verso Mergellina , vogava tacitamente . Massimo fumava : ma ogni tanto , dando uno sguardo a Luisa , la vedeva così tranquilla , così serena , così intimamente felice ; ella era così bella in quell ' abito bianco , sotto la trasparente ala del suo cappello , con le mani abbandonate in grembo , che egli non osava dire una parola , non volendo turbare quel soave spettacolo . La barchetta si allontanava in linea retta , per poi girare intorno al forte Ovo : e le case di Santa Lucia , e la collina di Pizzofalcone parea che crescessero verso il cielo , verso la luna , come attirate da quel morbido chiarore . Massimo e Luisa non scambiavano una parola , solo egli la guardava con insistenza ; tutto il delicato volto e la persona candidamente vestita , avevano in quell ' ora e in quel paesaggio un effluvio di poesia che avrebbe inebriato il cuore più freddo . Ella gli sorrideva , così , naturalmente , quasi che il suo destino , nella vita , fosse di sorridergli sempre ; e l ' ingenuo , giovanile fascino del sorriso rammentava a lui altri tempi , altre cose , vagamente , dandogli un infinito e indefinito sentimento di tenerezza . Allora , sottovoce , egli provò il bisogno di chiamarla : - Luisa . - Che dite ? - rispose ella , piegandosi per udir meglio . - Niente . Ma ancora , più tardi , mentre si allontanavano sempre più verso l ' alto mare , nel candore immacolato della luna , verso l ' orizzonte ; che si era fatto chiarissimo , egli la chiamò per nome , assai piano , come se pronunciasse quel nome per sè stesso , evocandolo , invocandolo , emblema di dolcezza nelle sue sillabe , nelle sue lettere , nel musical suono , in quello che era , in quello che rappresentava . Quando quel lieve soffio l ' animava , come una carezza , Luisa s ' inchinava , attratta , vincolata dalla voce e dalla musica ; e Massimo vedea che il viso le si tramutava , onde di sangue le fiottavano alle guancie , onde di pallore le salivano alla fronte . E non so quale acuta , spirituale voluttà lo teneva , di vedere scolorare , al suono della sua voce , quel purissimo volto giovanile : e tutta la tenerezza ch ' egli poneva nella parola Luisa , si facea più profonda , sgorgava più larga , per circondare , avvolgere , abbracciare quella persona di donna . Ma fu un punto , e la emozione di Luisa era così intensa , egli vide tale smarrimento negli occhi della fanciulla , che si fermò , e riaccendendo una sigaretta : - Perchè non cantate ? - le disse . - Voi dovete cantare , me lo avete promesso . Scherzava con quella ironia cortese che serviva a nascondere il proprio pensiero . Luisa crollò il capo , tristemente : l ' incanto si dileguava ; ella udiva un ' altra volta , mentre Massimo parlava , quella velatura di sogghigno che guastava quante affettuose cose egli dicesse . Tentò di riafferrare un minuto di dolcezza : - Chiamatemi ancora - gli disse pregandolo . - Oh Luisa , Luisa , Luisella , piccola fanciulla cara , se non cantate , io vi riporto a terra . A lei gli occhi si riempirono di lacrime ; il sangue ascese impetuosamente dal cuore agli occhi ; nonostante schiuse la bocca e con la sottile voce tremula , diede alle fragranti aure marine una vecchia canzone . Con le mani congiunte in grembo , con la testa un po ' levata , guardando il gran cielo intorno , ella cantava ; la fine bocca rosea si schiudeva ad arco , mostrando i denti bianchi , scintillanti , e ogni tanto i soavi occhi seguivano quasi il movimento molle della musica , aprendosi più grandi sul paesaggio . Massimo si era voltato verso lei , appoggiando il braccio sul bordo della barchetta , seguendo il ritmo della canzone che pareva si cullasse nel ritmo del mare . A un tratto , la voce le si velò ; ella tacque . - Che avete ? - Nulla , nulla . - Perchè siete così triste , Luisa ? - V ' ingannate , non sono triste .... sono anzi così contenta di esser qui .... credetelo .... Una emozione era in tutto quello che diceva , così sincera ! - Vi credo , Luisa . Dite un ' altra canzone .... - Sono tutte cose vecchie ! - Non importa .... - E non tutte sono liete . - Non importa .... Mi basta che le cantiate voi . - Non volevate che io ridessi ? - insistè lei . - Raccontatemi una delle vostre storielle interessanti e riderò ! - Se vi racconto una storiella , io , vi faccio piangere - e buttò la sigaretta in mare . - Allora tacete . È così dolce questa notte . Mentre il barcaiuolo vogava verso Mergellina , con un cenno largo Luisa indicò a Massimo le carezzose linee delle colline che vanno da San Martino al capo di Posillipo , tutte bagnate dalla luce lunare , con le loro case chiarissime dalle mille finestre aperte e illuminate , coi lumi che cingono l ' arco della marina napoletana come una linea di fuoco , con uno scintillio dovunque , per le vie e sulle colline . Essi attraversavano , tagliandola , la grande striscia fredda , lucente come metallo , che la luna alta metteva sul mare , dall ' orizzonte alla riva , lunghissima , occhieggiante , come mille specchietti moventisi nel raggio lunare . Massimo guardò intorno , ma i suoi occhi tornavano al purissimo viso di Luisa , come se da esso partisse quel fascio di dolcezza . Ella sostenne un minuto lo sguardo di Massimo , poi le palpebre le batterono , ammaliate , non reggenti a quel fascino : - Siete voi che siete dolce - le disse lui , all ' orecchio . Adesso avevano voltato l ' angolo di Mergellina , costeggiavano , lungo la via di Posillipo , tutta piena di ville , di osterie , di trams che passano continuamente , in tutte le ore della sera , specialmente in estate . Talvolta , tendendo l ' orecchio , si udivano dei canti venire dalla terra , affievoliti ; e le ville , piene di gente sulle terrazze , sembravano quei castelletti di carta , dai cento bucherelli , che i bambini illuminano con un solo cerino interno , giocattoli frastagliati o trasparenti dai personaggi minuscoli . Passando rasente una di esse dal giardino pensile tutto fiorito arrivarono delle risate , degli allegri strilli femminili . - Abbiamo un pubblico cortese - disse Massimo - ci prendono , per due amanti . - Ah ! - rispose lei , niente altro . Il palazzo di Donn ' Anna si delineava , nero , avanzandosi sul mare : sul suo lato destro e sul sinistro , delle trattorie popolari erano piene di banchettatori e di bevitori , ma la facciata che dà sul mare serbava il suo carattere di rovina disabitata , col mare che entrava chetamente nei suoi portoni , ormai trasformati in grotte , come quelle di Sorrento e di Capri . La luna batteva sulla facciata del palazzo , che la ricchezza e la superbia di donn ' Anna di Medina Coeli non aveva potuto finire , prima di ritornare alla Spagna natìa : e i finestroni e le finestre prendevano il chiaror lunare , fantasticamente ; la rovina pareva meno aspra , meno tetra , sotto il placido raggio . Il barcaiuolo che remava più lentamente , per riposarsi , chiese a Massimo se voleva entrare in una di quelle grotte , con la barca . - Avete forse paura ? - chiese lui a Luisa , prendendone distrattamente la mano appoggiata al bordo della barchetta . - No , non ho paura - ella rispose : eppure la voce era velata di emozione . L ' apertura della grotta era tutta bianca e l ' acqua vi fiottava sordamente , gorgogliando : ma quando la barca s ' internò in quel chiuso laghetto di acqua marina , la oscurità si fece profonda . La barca stava immobile , in un gorgoglio fresco di onda che batte alle pareti di pietra , in una gran tenebra . La mano di Luisa era restata in quella di Massimo : egli la sentiva molle , abbandonata , nella sua , quasi che non vi fosse miglior sorte , miglior destino per essa . Involontariamente , egli la strinse , e intese che la mano rispondeva alla sua stretta , fiaccamente , ma dicendo sempre : sì . Allora egli si piegò ; in quell ' ombra , per distinguere la faccia di Luisa ; il barcaiuolo remava , per uscire dalla grotta e quando furono di nuovo sull ' aperto mare , al lume della luna , egli vide due lunghe lacrime scendere da quei belli occhi e disfarsi sulle guancie . Ah ! egli non poteva veder piangere nè un bimbo , nè una donna , foss ' anche di gioia : e fu più turbato di lei . - Che avete ? Avete avuto paura , avete freddo ? - chiese precipitosamente , tenendole le mani , che erano gelide , invero , nei guanti . - No , no .... - Sì , sì , sbarchiamo , questo viaggio in mare , alla luna , vi ha gelato . Sbarchiamo , cammineremo a piedi , per riscaldarci . Presso il palazzo Donn ' Anna vi è spiaggia . Sbarcarono , in fretta , egli pagò il barcaiuolo e lo licenziò : quello gli disse delle parole di augurio ; anche lui li prendeva per due amanti . Per salire alla strada dovettero passare presso una di quelle trattorie , fra le tavolate dei mangiatori e dei bevitori , senza guardare nè a dritta nè a sinistra , egli sempre un po ' agitato , ella che lo seguiva senza badare a nulla , quasi che il suo fato fosse quello di seguirlo sempre , dovunque , senza sapere dove si andasse . I bevitori e i mangiatori ridevano e gridavano : la bianca figura di donna non ne fece voltare nessuno , tutti erano ebbri del vino , della notte , o delle chiacchiere dette , con la tanto bella e felice esaltazione meridionale . Massimo e Luisa scesero per la stretta scaletta , uno presso l ' altro , e quando si trovarono sulla via di Posillipo stettero , esitanti . - È forse tardi per voi ? Volete rientrare ? - Non so .... Voi rientrate ? - Vi accompagnerei , sì , ma senza rientrare . Non dormirò , io , stanotte .... - e voltò la faccia in là . - Allora .... allora rimarrò ancora un poco - disse fievolmente lei . - Grazie , siete buona - e le strinse la mano . Così , camminarono , senza darsi braccio , verso Posillipo , sul piccolo marciapiede rasentato dai trams che vanno e vengono : imbattendosi in gente che tornava a piedi , in piccole comitive schiamazzanti , in coppie solitarie appoggiate al parapetto , guardanti il mare . Massimo e Luisa , avanzando lentamente , non parlavano , divisi sempre da coloro che transitavano . Le ville a mezza costa , e quelle giù , al mare , avevano innanzi ai portoni delle carrozze che aspettavano : i balconi lasciavano udire la musica che vi si faceva , il sottile e immemore concerto delle notti estive napoletane : degli equipaggi , di ritorno , passavano ; le donne erano avvolte in lievi scialli bianchi . Senz ' accorgersi della via , Massimo e Luisa andavano innanzi , innanzi : la linea dei trams finì ; si fecero rare , poi sparvero , le osterie ; la gente s ' era diradata , a poco a poco , e quando ebbero voltato l ' angolo della villa Dini , la solitudine fu perfetta . Solitudine bianca , senza terrori di ombre , senza la tetraggine che ispirano la campagna e il mare , di notte . Solo un alto , lontanissimo cielo ; solitudine mite , piena di giardini in fiore tutti candidamente frastagliati dalla luce lunare , piena di parchi dai grandi alberi immersi nel chiarore , piena di vigne folte che l ' autunno aspettava , per la vendemmia , piena di orti dove ancora , come un po ' dappertutto , si udiva l ' odore del gelsomino notturno . La via era deserta , l ' ora era tarda , ormai : e solo , ogni tanto , qualche rara carrozza ritornava da villa Postiglione : tutto Posillipo , con le sue campagne , col suo mare , coi suoi rotondi piccoli golfi che sembrano , in fondo alla riva , un grande occhio azzurro divino , coi suoi profumi , pareva che appartenesse a Massimo e Luisa , Egli camminando con la testa bassa , con gli occhi bassi , giuocava con la mazzettina di ebano , urtando le pietruzze della via ; Luisa andava accanto a lui , fissando gli occhi sul mare : ma i suoi occhi avevano un velo innanzi , il suo sguardo aveva la fissità di chi non vede . Ogni tanto levava una mano alla fronte , per respingere da parte una ciocca dei suoi neri capelli che ricadeva sempre : e quel movimento aveva qualche cosa di assai leggiadro . Quanto tempo camminarono , così , senza scambiare un detto ? Nessuno di loro avrebbe potuto dirlo : presi dal loro mondo interiore , presi dall ' ambiente che li aveva vinti , mancava oramai a loro la nozione del tempo e dello spazio , erano in quell ' oblìo quieto , addormentatore , che vince tutti i cuori , dopo le emoziani che dà il sentimento , o che danno le cose . Massimo si riscosse pel primo : - Che cattivo compagno son io ! - esclamò . - Saranno due ore che non vi dico una parola . - .... Forse non avevate nulla da dirmi - azzardò lei , con un timido sorriso . - V ' ingannate : se vi dicessi tutto quello che dovrei dirvi , sarebbe un opera in - folio , in ventiquattro volumi ! - Dite , allora .... - Ci vorrebbero alquanti anni della vostra vita , per udirmi , cara : e .... credo che sia meglio non farne niente . - Ditene qualcuna , di queste cose .... - insistè lei , con un tremito nella voce . - No , no - replicò Massimo , recisamente . Ella lo guardò , così triste , che egli non potette celare un moto di dispetto . - Ma Luisa ! Ma che siete una sensitiva ? State ridendo , il che è una cosa graziosa per tutti , graziosissima per me , e basta guardarvi perchè la risata vi si spenga sulle labbra ! Sorridete , e basta che vi si dica una parola perchè sparisca il vostro sorriso ! Figliuola mia ! Vi avverto che di questo passo , ci vuol poco a essere la donna più infelice di questa terra . - Non importa , la felicità - ella rispose , con un sorriso estatico . - Bugia , bugia ! Bisogna esser felici , bisogna avere il cuore di bronzo ! Di bronzo , cara mìa bella ! - Non importa , meglio averlo aperto a ogni tenerezza - replicò con la forza del suo innocente animo . - Vi preparate un brutto avvenire , Luisa , - disse lui , glacialmente . - Non importa - ella ribattè , per la terza volta , con il supremo coraggio dei cuori buoni . Ed era così bella della sua gioventù , del suo candore , della sua abnegazione , così bella per sè , e per quello che confusamente ma fortemente sentiva , tanto nobile abbandono , tanto alto sacrificio da lei traspariva , che egli si arrestò , un po ' smarrito , ammirando quella creatura semplice e sana , che si gittava nel precipizio a occhi chiusi , sorridendo . I . - Povera Luisa - mormorò soltanto lui , carezzandole la manina inguantata che si appoggiava fidente al suo braccio . - Non mi compatite - ella rispose , crollando il capo , sorridendo a una idea - io sono più felice di voi , - Forse - disse lui , con voce breve . Adesso , dopo avere oltrepassato il ponte di Posillipo , quel largo poggiuolo che da una parte si affaccia alla collina folta di vigneti , e dall ' altra sopra , una valle che discende al mare , mollemente , lasciato il lastricato del ponte che suonava sotto i loro passi , nella notte , erano entrati in un sentiero oscuro , fra una siepe alta di more spinose , e una muraglia alta , tappezzata di edera , che serra le due ville ultime sul mare di Posillipo , la villa Postiglione e la villa Sans souci . Era sparita la luna dietro la muraglia , e sullo stretto sentiero che discendeva , essi non vedevano che un ' altissima striscia di cielo , tutta chiara , dove le pie stelle avevano un tremolìo bianco e languido . Dagli orti , di nuovo , un confuso olezzo di fiori e di erbe odoranti arrivava , dove più acuto signoreggiava il profumo del gelsomino : ed essi andavano in quell ' ombra , in quel fresco notturno , ignari della loro strada , sul molle terreno umido di brina che si faceva elastico sotto i loro passi . A un tratto , levando gli occhi , un ' immensa linea di paesaggio si schiuse loro innanzi , tutta candida sotto la luce lunare . Erano al Capo , in quel posto che la fantasia popolare ha chiamato il Paradisiello : e il gran golfo di Napoli era come una immensa conca chiarissima , cinta da lumi vividi , scintillante fin nelle borgate , scintillante fino laggiù , laggiù all ' estrema punta di Massalubrense , dove l ' abbraccio si chiude ; e da qui tutto il gran mare che bagna i Campi Flegrei e Pozzuoli e Cuma , in una curva nobilissima e poetica , in un silenzio di cose e di uomini , quasi che niuno più , dopo i greci e i romani , fosse venuto ad albergare in quel bellissimo e felice paese . Lo scoglio del Capo si avanzava fra i due golfi , bagnato di luce da una parte , oscuro dall ' altra , ma tutto il mare , dovunque , qui sotto lambente la pianura vasta dei Bagnoli , laggiù , sotto l ' isola di Nisida , e lontano lontano , era un chiarore immenso , immobile e quieto . - Dio , quanto è bello ! - ella disse , con la voce velata dalla emozione . Là innanzi , creata dalla natura , è una piattaforma quasi rotonda , una terrazza messavi dal Signore , a cui gli uomini hanno aggiunto un muretto rotondo per appoggiarvisi , per sedervisi ; di là tutto si vede . Di giorno su quella terrazza vi sono tre o quattro mendicanti , vecchie e piccine , che chiedono fastidiosamente l ' elemosina agli stranieri estatici ; ma di notte non un ' anima , non un passo . Sulla terrazza , lungo il muretto e dietro ad esso , pei greppi , cresce l ' erba selvatica odorosa e qualche piccolo fiore agreste . Essi si fermarono colà silenziosi , appoggiati al muretto , senza lasciarsi , penetrati dalla poesia ineffabile di quell ' ora , in quel paesaggio : poesia intima e profonda che misticamente li avvolgeva . - È tutta dolcezza - disse la fanciulla , la cui voce si era velata , affievolita . - Infinita dolcezza - rispose lui come un ' eco . - Chi abita in quell ' isola , lassù ? - chiese ella , levando la mano , indicando Nisida . - Una gente trista .... - e pareva non volesse continuare . - Che gente ? - insistè lei , piegando il suo bel viso chiaro verso di lui . - I galeotti : lì v ' è il bagno penale . - Una gente infelice - ella corresse , umilmente . - Ma le belle notti estive , le belle notti lunari , si levano anche per essa . - Cara Luisa .... - ripetè lui , vagamente . Ella lo guardava pronunziare il suo nome , non solo assaporandone la musicalità , ma sentendone acutamente tutto il tono , tutta la intenzione . Ogni volta che questo nome usciva dalle sue labbra , ella aveva un piccolo tremito interno : quando già il nome era stato portato via dalle onde dell ' aria , ancora in lei , nel suo cuore si allargavano più grandi , più grandi i cerchi di quel tremore .. - Guardate quelle casette , laggiù ? - continuò ella , per sfuggire alla sua crescente commozione , accennando alle casette dei Bagnoli . - Son tutte chiuse , non un lume . Tutti riposano felici , senz ' aver bisogno di ammirare la notte e la luna .... . - Gli abitanti di quelle casette videro un giorno un orribile spettacolo - rispose lui , macchinalmente - è qui che hanno fucilato Misdea . - Qui ? - Laggiù , in quella pianura . - In una notte come questa ? - No , in un ' alba freddissima . - Perchè lo hanno ucciso ? - Perchè aveva ucciso . - Voi mi dite sempre delle cose tristi - ella osservò malinconicamente , con un lagno infantile . - Ho torto - confessò lui - anche questa bell ' ora dev ' essere guastata . Scusate , cara . Vi assicurò che sono molto infelice . - E perchè ? - ella chiese , curvandosi a interrogare il suo volto . Ma gli aveva sfiorato con la guancia la spalla . - Ho scherzato - rispose Massimo , con la voce un po ' alterata . - Volete sedervi ? E le lasciò il braccio , si sedette sul parapetto e accese una sigaretta . Ella , in piedi , un po ' triste di essere stata abbandonata , con le braccia pendenti lungo la persona , lo guardava . - Volete fumare ? - No - ella disse . - Peccato ! una sigaretta è deliziosa , qui , a quest ' ora . - Se vi piace , la fumerò . Egli le offerse il portasigarette russo , di argento , aperto : ella ne prese una , di sigarette , con le dita sottili : ma mentre gli chiedeva del fuoco , Massimo , preso da un subitaneo moto di collera , le strappò la sigaretta e la buttò giù , pei greppi . - Non fumate , è una brutta cosa , somigliereste a tante donne che fumano .... tante donne .... - Come volete - disse ella , rassegnatamente . Ma avendolo visto restar torvo , seccato , cogli occhi bassi , battendo col tacco contro il muretto , ella voltò le spalle e si allontanò un poco , girovagando , discendendo verso i Bagnoli , risalendo , affacciandosi alla vallata . Egli la seguiva con lo sguardo , ombra bianca attraverso il chiaror bianco della luna , camminare senza rumore , con appena un fruscio del vestito fra le erbe ; e quando ella ritornò a lui , portava dei ramoscelli fioriti di menta selvatica . Picciolissimi fiorellini lilla sopra minutissime foglioline verdi ; ella ne odorò un ramoscello e glielo porse . Il viso di Massimo parve si rischiarasse : egli prese il ramoscello , l ' odorò lungamente e poi , invece di metterlo all ' occhiello , lo nascose nell ' apertura del soprabito , dentro , dentro , in modo che non si vedesse più , deposto e serrato sul petto . Allora ella fece un passo e con un salto leggiero gli si sedette accanto sul parapetto . Tacevano . Adesso voltavano un po ' le spalle al paesaggio marino e avevano innanzi solo la via donde erano venuti e le campagne basse di Fuorigrotta . Ma guardavano , forse , senza vedere . Erano seduti proprio accanto , le spalle e le braccia si sfioravano , ad ogni lieve movimento . Sempre fumando la sua sigaretta , egli le sollevò la mano guantata e ne arrovesciò lentamente il morbido guanto di camoscio . Pallida e sottile apparve la manina della fanciulla , col braccio rotondo e bianco . - Avete una bella mano , Luisa - disse . Le sue labbra , delicatamente si posarono sulle dita piegate della bella mano : un bacio che era un soffio . E restò a giocherellare con le dita , senza poter lasciare quella mano . Ella non poteva parlare . - Perchè non portate tutti quei cerchiolini di oro , di argento , di platino , quei braccialettini che tintinnano , salgono e scendono , continuamente , quando la donna si muove ? Sono carini , è vero ? Ella lo fissò , trasognata , come se non avesse udito che l ' armonia della sua voce , senza intendere il senso delle parole . - Sono carini .... - egli ripetè - ve li donerò io , se li volete da me ; mi piacciono tanto . Ancora scherzava con la mano , quasi attirando a sè la persona e l ' anima della fanciulla : e la bella persona e la povera e cara anima , non sapeano che piegarsi a lui . La testolina si appoggiò con la guancia alla spalla di lui , socchiudendo gli occhi ; e pian piano , delicatamente , quasi a sorreggerla , Massimo le passò un braccio dietro alla cintura , abbracciandola , reggendola . - State bene così ? - le domandò , con voce roca . Ella accennò di sì , con le palpebre , non potendo parlare . - Non vi addormentate alla luna , almeno , Luisa . La luna fa impazzire chi si addormenta al suo chiarore . Ella ebbe un sorriso così profondo , così enigmatico che lo scosse . Poi , tacquero . Passò del tempo , così . Confusamente , ogni tanto , nella mite e intima delizia di quella solitudine , di quella vicinanza , ella sentiva tremare , talvolta , nella sua , la mano di Massimo ; e talvolta , sentiva il respiro di lui affannarsi . Allora levava le palpebre a guardarlo : lo trovava intento a fissare il suo volto , intensamente , con tale un ardore concentrato di visione e di attenzione , che non aveva ella mai scorto . Il tempo passava , sulle loro teste vicine , sulle mani dalle dita intrecciate , immobilizzati in quell ' atteggiamento . E ad essa sembrava d ' immergersi in un sogno lungo , senza fine , che ricominciava sempre dal principio , dove passavano sulle sue mani dei baci leggieri come un soffio , dove carezzava i suoi capelli una mano molle e lenta , dove un acuto profumo di fiori che si appassivano , le saliva al cervello , dove una voce ripeteva il suo nome , sempre , con la profondità dell ' amore : un sogno tutto chiaro di luce lunare , in un divino paesaggio , un sogno ammorbidito dalla rugiada , dai fremiti della campagna , dal palpitare del mare sotto la luna . Invero , Massimo , reggendo la bella persona , tenendone la manina nella sua , sentendo tutta la seduzione di Luisa e delle cose , dell ' ora e del tempo , restava immobile , con gli occhi socchiusi , cercando di riunire tutti i suoi pensieri , per essere forte , per vincere il fascino immortale che ha la beltà della donna e la beltà delle cose , la innocenza della gioventù e la solenne purità della notte , nella campagna , innanzi al mare . Non lui sognava , che era uomo , che aveva vissuto , che sapeva ; ma quasi vedeva , dietro le tenui palpebre abbassate di Luisa , negli occhi pronti di dolcezza che si schiudevano levandosi a lui , vedeva il sogno d ' amore , il sogno di quella notte d ' estate distender la sua sottile e salda rete d ' argento sull ' anima della fanciulla . E ogni tanto , come il fascino di tanto muliebre candore , di tanta fede , di tanta giovinezza fragrante si faceva più alto , pareva anche a lui di smarrir la testa , partito per sempre , per la siderale , per la selenica regione del sogno . Cercò di riaversi , di riaccapezzarsi , parlando : - Dormite ? - volle dire , scherzando , a Luisa . Ma egli stesso non riconobbe la propria voce . Chi aveva pronunziato quella parola ? Ella scosse il capo , con un sorriso così dolce , che egli non vi potette reggere : - Vogliamo andar via ? - le susurrò all ' orecchio . La luna fa impazzire , Luisa , Luisa .... - Ancora un poco - ebbe la forza di dir lei , nella innocenza della sua passione . Ancora un poco . Egli abbassava il capo , soffocando le parole che gli sgorgavano dalle labbra , interdicendosi persino di carezzare più le fredde dita della fanciulla , non volendo udire il profumo di gelsomino , che veniva da lei , di quell ' unico gelsomino che ella aveva raccolto sul balcone e messo in petto , non volendo cedere alla voce di tenerezza infinita che emanava da lei e da tutte le umane cose , intorno . Sì , Massimo vedeva bene che ella sognava , oramai , il suo grande sogno , l ' unico e ultimo sogno , sotto la gelida e allettatrice luce della luna , simile a Elena , la bionda : sentiva che vincendo la ragione dell ' età , del pericolo , dell ' esperienza , che vincendo finanche il profondo segreto del suo cuore , egli stesso , per la ignota forza di sentimento che rinasce dalle sue ceneri anche nei cuori inceneriti dalla passione , egli stesso sarebbe stato trascinato dolcemente in quel sogno , perduto anche lui , come una volta , come sempre . E facendo , in quell ' atto , una delle più dolorose rinunzie della sua vita , il braccio che sosteneva Luisa si rallentò , un poco : pian piano le lasciò la mano . Ella trasalì , comprese : si levò , col volto così pallido che pareva vi si fosse infiltrato il raggio lunare , a raffreddarne per sempre il sangue e le fibre , si levò con le palpebre battenti , gli occhi smorti , come coperti da una nebbia torbida . - Andiamo - ella disse , voltandosi ancora a salutare il mare , la campagna e il cielo . Camminarono presto , vicino , senza darsi braccio ; Massimo pareva oramai colto dal freddo , con un desiderio di rientrare in casa . La via era assai lunga , mentre , al venire , non se ne erano neppure accorti : a ogni nuovo gomito che faceva la via , egli si piegava , con una certa ansietà , per vedere se erano vicini ; ella lo guardava di sottecchi , camminando presto anche lei , non osando dirgli nulla . Alla fine gli espresse il suo pensiero . - Speriamo di trovare una carrozza . - Speriamo - ripetè ella . Ma per un pezzo non ne trovarono ; la notte era altissima , tutte le ville erano chiuse e silenziose , la strada di Posillipo era deserta , la luna , salita già allo zenit sul cielo , vi batteva a picco , dandole oramai un aspetto un po ' spettrale . Egli osservò che la fanciulla si stringeva nella mantellina , trasalendo . - Avete freddo , è vero ? - Un poco . - Siamo stati troppo tempo .... laggiù .... Luisa non rispose : camminava a occhi bassi , senza voltarsi nè a destra , nè a sinistra . - Forse avete paura , cara ? - Un poco . - E di che ? - Di tutto .... la via è così deserta .... gli alberi sembrano fantasmi .... - Abbiate paura degli uomini e non dei fantasmi , cara . - È vero - ella soggiunse , umilmente . Forse egli stesso , in quell ' ora così tarda , in quella deserta campagna , dove sboccavano tante grotte di tufo dalle immani bocche nere aperte , aveva come un leggiero brivido di confuso sgomento . Erano presi dal malessere di chi ha vegliato una notte intera , in preda a una sovraeccitazione spirituale e fisica , e che ne esce stanco e infelice , malcontente di sè e del tempo che è trascorso . Ma durò questo sino a che furono arrivati alla dogana di Posillipo ; ivi una carrozza da nolo , di quelle sgangherate con un vecchio ronzino sciancato , una carrozza di notte , infine , stazionava . Dormivano il cocchiere e il cavallo ; non si risvegliarono che a metà , quando Massimo e Luisa vi salirono . - Portaci a Monte di Dio - disse Massimo al cocchiere . Costui , sempre sonnecchiando , domandò se doveva alzare il soffietto . - Sì : fa freddo - rispose secco secco Massimo . Il viaggio in carrozza si compì pure lentamente , poichè il cavallo si riaddormentava , ogni tanto : e quando era sveglio , andava con un trotterello affannoso di sciancato , facendo dei passetti corti corti . Nella carrozza Massimo e Luisa non scambiavano una parola : ma ella sentiva che l ' ora precipitava e ogni tanto i suoi occhi si rivolgevano a quelli di Massimo , interrogando . Essa voleva sapere da lui una cosa , voleva sentirgli dare risposta alla domanda che le ferveva nell ' anima , da quando erano andati soli , per le vie di Napoli , per mare , sotto la luna . E tacitamente , nell ' ombra , con gli occhi , lo pregava di dirgliela , la parola ; e lui intendeva la interrogazione continua , supplichevole , di quei cari occhi amorosi che volevano essere amati , niente altro , e si voltava in là , come distratto , cercando di sfuggire a quella muta domanda . Una amarezza , un ' inquietudine lo teneva agitato , non potendo neppure più fumare le sue eterne sigarette : ed ella sentiva che il suo sogno non era completo , se Massimo non parlava . Passava l ' ora , fuggiva l ' ora , essi ritornavano con la carrozza per la via fatta , e lui non voleva , non voleva dire .... - Che avete ? - finì per domandare lei . - Sono stanco . - Vi siete annoiato ? - chiese timidamente Luisa . - Sapete bene di no : non domandate , dunque - disse recisamente . Ella si scosse al tono un po ' duro : e con quanta tenerezza di amore poteva esservi in lei , dopo qualche minuto di silenzio , non seppe fare altro che chiamarlo : - Massimo . Che fu l ' effetto di quella voce , di quella parola ? Che gli mise innanzi , che gli ricordò ? È certo che egli quasi quasi si levò , parendo volendo buttarsi dalla carrozza , fuggendo alle prese di uno spettro : poi ricadde e con una voce fievole le disse : - Luisa , non mi chiamate più così , non pronunziate il mio nome , ve ne prego , se mi volete bene .... Ella tremò , non intese che l ' ultima frase , sorrise , con le lagrime della gioia agli occhi . Erano giunti . Salirono presto , l ' uno dietro all ' altro : si fermarono sul pianerottolo , prima di dividersi . Appoggiata al muro , come esausta , ella lo interrogava ancora con gli occhi , perchè le rispondesse . Ma egli , turbatissimo , la salutò : ognuno entrò nella propria casa , lentamente , le porte si richiusero con un rumor sordo . Faceva un po ' di freddo . Albeggiava . La notte di estate era finita . II . Per un mese di seguito Massimo e Luisa si erano riveduti spesso , ma per pochi minuti , sempre . Quando egli si affacciava al balcone , alla mattina , la trovava lavorando dietro alla persiana , e vedeva , al brillare di quegli occhi , che essa lo aspettava : quando egli rientrava alla sera , trovava la porta di Luisa socchiusa , ella dietro la porta , sorridendo , e si scambiavano qualche parola . Due volte , attirato da quell ' irresistibile fascino di giovinezza , da quella irradiazione simpatica che mette attorno a sè l ' amore , egli era andato a farle visita e contando di restar poco , era poi restato molto , tanto l ' ingenuo e profondo amore della fanciulla lo commoveva . Egli la trattava con una tenera cortesia , con un ' affettuosità repressa , e vedeva scintillare nei begli occhi tanta gratitudine , che la sua cortese tenerezza cresceva . Ma come i primi temporali di settembre ebbero spezzata , l ' aria calda , egli sparve per qualche giorno , e invano , ansiosa , impaziente , infelicissima , ella lo aveva atteso sera e mattina . Infine , una sera , a metà settembre , ella lo vide rientrare ; dalla porta socchiusa ella spiava : non osò chiamarlo , tanto le sembrò tetro il suo volto . Ma dopo un ' ora , ella non ebbe più ritegno , e andò pian piano a bussare all ' appartamento di Massimo . Il servitore , senza domandare nulla , la introdusse nel salotto : ivi , dietro la scrivania , sotto il gran paralume di seta rossa trasparente con merletti bianchi , Massimo scriveva . Era grave , pensoso , e si fermava ogni tanto a riflettere , con la penna appoggiata alle labbra : in una di queste pause , vide Luisa . - Oh cara , cara - disse , levandosi e stringendole le mani - giusto .... vi scrivevo . - A me ? Si era seduta dall ' altra parte della scrivania e lo fissava , pallidissima . - Mi scrivevate ? perchè ? - Per .... nulla - disse vigliaccamente lui . Poi , vergognandosi , soggiunse presto : - Per salutarvi . Parto . - Partite ? - esclamò lei , alzandosi a metà sulla sedia . - Sì . Parto . - Per poco ? - Per molto , invece . - Quanto tempo ? - Quattro , sei anni . - Ah ! - disse ella , chiudendo gli occhi , come se svenisse . Anche lui era smorto ; ma aveva una nervosità che lo ringiovaniva . - Dove andate ? - soggiunse ella , pigliando fiato a stento . - A Pietroburgo . - Tanto lontano , tanto .... - mormorò ella , con voce di pianto . - Già - fece lui , con indifferenza - lontano assai . - E .... non vi fa pena .... non vi dispiace andarvene ? - No - disse lui , brutalmente , sperando guarirla con la crudeltà . Ella appoggiava la testa a una mano , col gomito sulla scrivania : si nascose gli occhi coll ' altra mano e si mise a piangere zitto zitto , a lagrime lunghe che le piovevano sulle guancie , sul collo , continuamente . - Perchè piangete ? - domandò lui , nervosissimo . Essa gli fece cenno di non domandare ; seguitava a piangere , tacitamente . - Non è mica morto qualcuno .... - - tentò di scherzare lui . - Sì , sì , è morto qualcuno - - rispos ' ella , a bassa voce - veramente , veramente , è morto qualcuno . E , levando il capo , con la santa audacia della passione , gli disse : - Non ve ne andate : io vi voglio bene . - Io non merito il vostro bene , cara ; fate male a volermene . - Non posso fare diversamente ; vi voglio bene , non ve ne andate . - Io sono stanco e vecchio , e laggiù il dovere mi chiama . - Non m ' importa : se non potete restare , verrò con voi . - Cara Luisa , voi perdete la testa , figliuola mia .... - Sì , sì , è da quella notte che l ' ho perduta - ella rispose con aria smarrita . - Da quale notte ? - chiese lui , inconsciamente . Ma si pentì subito . Presa da un impeto di disperazione , essa scoppiò in singhiozzi , torcendosi le mani , battendo la testa sulla scrivania , gridando fra il pianto : - Oh Dio .... egli ha tutto dimenticato .... Signore , Signore , egli ha potuto dimenticare .... Oh Dio mio , ha dimenticato , ha dimenticato .... Sgomento innanzi all ' opera che egli aveva fatta , non trovava parole per consolarla , come il malvagio monaco medievale del poeta , che evocato il demone , non aveva poi più il motto magico per rimandarlo all ' inferno . La lasciava farneticare , impaurito e dolente , pentito e amareggiato , sentendo tutta la verità di quel dolore , sentendo ancora una volta la fatalità dell ' amore aggravarsi nella sua vita . Poi , non reggendoci più , si levò , le andò vicino , le prese le mani , la chiamò per nome e allora un novello fiotto di tenerezza invase l ' anima dell ' infelice ; ella si mise a domandargli , con una desolazione , con uno strazio di far pietà : - Oh Massimo , Massimo mio .... perchè mi lasci , perchè te ne vai ? ... come posso stare , senza di te , come posso restare sola , se ti voglio bene .... Massimo , Massimo , non andartene , non essere senza cuore .... - Luisa , ti prego , non piangere , non dirmi queste cose .... E le tenne le mani , la guardò negli occhi , ipnotizzandola , tenendola sotto la sua volontà . - Massimo .... Massimo .... - ripeteva lei , calmandosi dolcemente , come se una speranza le rinascesse nel cuore . - Se è vero che mi vuoi bene , devi farmi una promessa .... - Prometto . - .... Di esser buona , di non piangere , di ascoltare con pazienza , con rassegnazione . - Prometto - mormorò lei . - Senti , senti - riprese lui , tenendole le mani , guardandola , sempre negli occhi - te lo debbo ripetere , tu fai male ad amarmi : io non merito questo tesoro così prezioso , della tua giovinezza , del tuo cuore , io sono un uomo senza gioventù , senz ' entusiasmo e senza illusioni . Io so tutto , io ho conosciuto tutto , io ho cento anni come Faust e non vi è più Margherita che possa farmi ringiovanire . Io sono un uomo morto , Luisa . Perchè ti sei innamorata di me ? - Così - diss ' ella , con la voce monotona della disperazione . - Senza una ragione ? - Così . - Non basta , Luisa .... - Credevo ... , sì , credevo che tu mi amassi .... - Ti sei ingannata - le disse . - Io non ti ho mai amata . - Mai amata ! - fu l ' eco desolata della infelice . - Perchè hai tu creduto questo , Luisa ! Non sai tu dunque che cosa sia l ' amore ? - Ho creduto .... ho creduto .... che vuoi , ho creduto ! - disse ella , aprendo le braccia , con un gesto desolatissimo . - Tu non sai nulla , cara . - Forse non so nulla , hai ragione - replicò ella , con la umiltà dei vinti , dei perduti . E chinando il capo , volendo almeno trovare una scusa alla sua follia , cercando ancora un barlume di speranza nei ricordi , riandò tutto quel sogno di una notte di estate per cui ella aveva fissata la sua vita . E a ogni dolce particolare , a ogni piccolo e pur grande fatto che le si presentava alla memoria , ella trasaliva , ella ricadeva nella sua illusione e alla fine , rendendo tutto il suo pensiero : - Eppure tu mi hai amata , quella notte , Massimo . - Si ama sempre un poco la donna che abbiamo accanto - mormorò lui , con un ' ombra di sorriso . - Qualunque sia ? - Qualunque sia . - E dopo ? - Dopo , si dimentica subito . - Ed essa ? - Se è savia , gode del fugace momento e .... non lo rimpiange . - E se ama , se ama ? - Luisa , tu mi hai promesso di esser calma .... Ella si era alzata e gli parlava concitatamente : - Ma che ne so , io , di questa vostra ipocrisia sociale , di questa vostra galanteria mondana ; la chiamate galanteria , non è vero ? Io sono una fanciulla semplice , una sciocca , una illusa , io ti amavo già , quando , quella sera mi hai detto di venir teco . Ma quando si porta via , di notte , una donna , con le dolci parole che tu mi dicesti , costei deve credere che tu l ' ami ! Ma tu , nella barchetta , te ne ricordi ? hai passato un ' ora a chiamarmi sottovoce , come se solo le sillabe del mio nome esistessero ! Te ne rammenti ? E dopo , dopo , tu non devi averlo dimenticato , hai preso le mie mani , nell ' oscurità della grotta di donn ' Anna , tu le hai strette , domandandomi così qualche cosa , io ho risposto sì , stringendoti le mani , questo , certo , neppure lo puoi avere obliato , io l ' ho nell ' anima , quella stretta di mani .... e laggiù , laggiù , ti rammenti , ti ho dato il fiore di menta , lo hai baciato perchè aveva toccato le mie labbra , lo hai conservato gelosamente , lo hai chiuso sul tuo petto , come se volessi che appassisse colà , al calore del tuo cuore : io ho il tuo gelsomino , dove è dunque andato il fiore di menta ? Ma tu hai baciato la mano , questa qui , in questo punto , lentamente , dolcemente , con una lentezza e una dolcezza che mi parve mi facessero morire : ma tu hai tenuto la mia testa sulla tua spalla , ma tu mi hai abbracciata te ne ricordi , certamente , te ne ricordi , chi può avere scordato queste cose ? ma insieme , insieme a me tu hai sognato , abbiamo sognato laggiù , nel paradiso , il nostro paradiso . Oh angeli santi , voi stessi avete dovuto sorridere , poichè quello era l ' amore buono , l ' amore bello , l ' amore santo , poichè io amava e tu mi amavi , Massimo , non mentire , non mentire , non togliermi questa fede .... - Vi sono una quantità di cose che somigliano all ' amore e che l ' amore non sono - disse lui , glacialmente . - La sera è chiara , vi è una buona e bella fanciulla , vi è il mare , vi è la gran poesia di questo paese nostro , la notte è lunga , il cuore è malinconico - e allora un nome , chi non lo pronunzia , un fiore chi non lo chiude sul petto , un bacio chi non lo dà ? Sciocco colui che lascia sfuggire questi purissimi brevi piaceri dell ' anima e dei sensi , puri piaceri che non hanno la macchia del peccato , che non debbono portare alle lacrime , alla tragedia e che vi fanno egualmente cara una notte , un giorno ! Tutto questo non è affatto l ' amore nel suo immenso turbamento , con le sue lotte quotidiane , con la sua gelosia feroce , con la sua insaziabilità crudele e con la sua sazietà scorante ! È invece un ' altra cosa che all ' amore rassomiglia , una cosa carina , graziosa , che resta dolce nella memoria , che non lascia ferita e che imbalsama poi , col suo profumo , le ore della vecchiaia . Amore no : tenerezza , simpatia , fascino , eterna attrazione del femminile , una cosa mite e tanto cara , senza dolori , senza singhiozzi .... Luisa , Luisa , l ' amore è un ' altra cosa , è una vampa , è una vertigine , è uno sconquasso , Dio vi salvi .... - Io sono perduta - ella disse , brevemente , - perchè vi amo e non mi amate . Come egli parlava , pianamente , con quella velatura d ' ironia che rendeva triste la sua voce , con quel senso di disdegno che rivelava l ' uomo esperto delle tempeste , come egli le veniva dolorosamente dimostrando la inanità delle sue illusioni , ella aveva inteso a poco a poco mettersi fra loro due una grande distanza , quasi che Massimo fosse già partito , già in viaggio per il gelido paese nordico . Ogni parola che infrangeva le sue speranze , le s ' imprimeva nella mente , col lieve sogghigno che l ' avea accompagnato , con la intonazione sprezzante che era stata pronunziata : e un lavoro di distruzione si operava in lei , la parola di lui spegneva tutta la cieca fiducia che ella aveva avuto nel suo sogno . Illusione , illusione , il bacio , il fiore , il nome , la voce tremante , la carezza , l ' abbraccio , illusione tutto , morto tutto , finito tutto , finito . Una luce fredda le si era fatta dinanzi agli occhi della mente : egli aveva ragione , tutto quel sogno di una notte di estate , sotto il pallido , morbido raggio lunare , era una cosa graziosa , carina , niente altro , da dimenticare immediatamente , da ricordare poi più tardi , molto più tardi , con una certa soavità , anche con un po ' di gratitudine . Ella vedeva , vedeva bene , adesso . La scienza della vita le arrivava di un colpo solo , netto e preciso come quello di una mannaia che recide una mano : tutto sanguinava , ma , ella vedeva la verità . E si sentiva , perduta . Egli taceva . Era tornato al suo posto e giocherellava con la sua penna di avorio bianco : ma era scomposto nel volto . Affettava una calma che non aveva : capiva che la crisi non finiva lì e soffriva per sè e per lei , immensamente . Ma le sue burrasche passate gli davano la forza di combattere ancora . La fanciulla taceva e pensava , quasi che nulla più le restasse da dire : anzi si alzò , come per andarsene . Ma arrivò sino al balcone chiuso e appoggiò ai vetri la fronte febbricitante . Stette qualche tempo così . Poi , ritornò . Pareva tranquillizzata . Ma si passava ogni tanto la mano sulla fronte , con un gesto che faceva pena . Si sedette di nuovo . Massimo la guardava , con una certa ansietà . No , tutto non era ancora finito .... - E .... ve ne andate ? - chiese ella , cercando di rafforzare la propria voce . - Sì . - Quando ? - Domani mattina : o anche stasera .... meglio stasera . - Infatti .... meglio stasera - rispose lei , monotonamente . - E .... non mi avreste salutata ? - Vi scrivevo .... - Lasciatemi vedere - diss ' ella , pregando . Egli obbedì , dandole la carta , dove erano scritte soltanto queste poche linee . " Cara , cara Luisa - io debbo lasciare , per forza , questo caldo e bel paese , per un paese freddo e brutto . Me ne vado , pieno di ricordi della vostra bontà , me ne vado , addio , pregandovi di volermi un po ' di bene , da lontano , per quanto bene vi voglio io .... " - Come potete mentire così ? - diss ' ella , fieramente , levando la testa . - Non mento : vi voglio bene : vi ho una gratitudine immensa , mi siete carissima .... - E partite , partite ? - Parto . - Ah io non so più nulla , non so più nulla , io ho perduta la testa . Da quella notte .... - mormorò ella , nascondendosi il viso fra le mani . Ma dopo qualche minuto , ella si levò , andò vicino a Massimo , si sedette accanto a lui , con una espressione di ansietà , di angoscia sulla faccia che avrebbe impietosito il cuore più duro . - Sentite , sentite , voi non avete nessuna colpa , è vero , io non posso dire nulla contro di voi , voi non mi avete ingannata , sono io che ho voluto ingannarmi , lo confesso . Ma pure .... io vi amo , io non posso levarmi dal cuore questo amore , io non resisto al pensiero di restare sola , qui , mentre voi ve ne andate , così lontano ; morirei ; sentite , non ho mai mentito , morirei . Bisogna pur concedere qualche cosa agli illusi , agli esseri semplici . Il mio destino è di amarvi , Massimo , non vi è altro , per me . Che volete , il mio sogno continua , io non mi sveglierò che per entrare nella tomba . Sentite . Lasciatemi venir con voi : andate solo , andate triste , laggiù , in un paese ove non avete nè amici nè parenti . Io , qui , non lascio nessuno . Posso disporre della mia persona , della mia vita . Direte che vi sono sorella , nipote , governante , direte che sono la vostra serva , mi contento . Purchè io possa seguirvi , vi servirò , laggiù . Non mi vedrà nessuno ; non uscirò , non andrò in chiesa , rinunzierò al mondo , a Dio , a tutto , pure di vivere accanto a voi . Non importa , se non mi amate : portatemi via , vi amo , non posso restare qui . Laggiù , non importa se mi tratterete male , non importa se mi dimostrerete , che vi secco : io avrò pazienza , rassegnazione , come voi mi comanderete di avere . Forse , vedete , non vi nascondo la mia speranza , mi amerete un giorno ; lontano , ma può giungere , il gran giorno ! Lasciatemi aspettarlo al vostro fianco , segretamente , umilmente , piamente , con la fede degli antichi cristiani ; lasciate che io possa spendere la vita mia per voi , non posso farne altro , della mia vita . Voi siete spesso triste , una volta le mie risate vi piacevano ; vi piacevano le mie canzoni , io riderò , e canterò per voi , tacerò a una vostra parola , aspettando . Voi non mi amerete mai , forse , ma io vi amerò , sempre . Ah non mi respingete , non mi lasciate ; se incontrate di notte , un povero cane senza padrone che vi segue , malinconicamente , voi non lo cacciate via , è vero ? Perchè caccereste me ? Siete uomo , siete cristiano , avete cuore , avete pietà , non mi riducete alla disperazione , portatemi con voi , voglio morire accanto a voi , non qui , sola , non sola , per carità , portatemi con voi . E la disgraziata scivolò dalla sedia a terra , cadendogli ginocchioni davanti , con la testa convulsa fra le mani . - Luisa , Luisa , che fate ? - gridò lui , vivamente , cercando di sollevarla . - No , no , resterò qui , sino a che mi avrete fatto questa grazia - diss ' ella , resistendo . - Luisa , ve ne scongiuro , voi mi fate disperare .... - E la sollevò sorreggendola , aiutandola a risedersi : ella lo guardò supplichevole . - Ditemi la parola - mormorò abbattuta . Egli capì che l ' ora era giunta . - Non posso , Luisa . - Perchè non potete ? - Non posso tenervi nè come moglie , nè come amante . - A me non importa della mia riputazione : vi voglio bene , voglio venir con voi . - Non posso . - Ma perchè ? - Perchè non vi amo di amore ... - Non importa , vi amerò io . Egli la guardò , smarrito : l ' ora era giunta , l ' ora incalzava . - Io amo un ' altra donna ! - proclamò lui , a voce chiara . - Oh ! - ella disse , come soffocando . Egli si alzò a metà , come se volesse aiutarla . Fredda , muta , Luisa lo fermò con un gesto . E solo nel guardarla in viso con gli occhi dove il cerchio nero , intorno , era diventato così largo , con le labbra bianche e con due pieghe alle labbra , dove prima si disegnava la curva del sorriso , con dieci anni di più , infine , con quella gioventù che pareva sfiorita per sempre , egli si sentiva torturare dai rimorsi . Ah , che egli non avrebbe mai voluto pronunziarla , la fatale parola , il segreto profondo del suo cuore , la nascosta angoscia di tutta la sua esistenza ! Aveva esitato un ' ora , arretrandosi davanti agli intimi recessi dove il suo amore viveva , non sapendo violare quel mistero impenetrabile , non sapendo ferire così mortalmente quel giovane cuore sì amoroso e disperato . Giammai , giammai , egli avrebbe confessato ad alcuno che amava , se quella desolazione di anima buona appassionata , non lo avesse spinto a tentarne così una disperata salvezza : il suo segreto sarebbe rimasto chiuso nel cuore , noto solo a Dio e a colei che aveva ispirato quell ' amore , bocca umana non lo avrebbe ripetuto , orecchio umano non lo avrebbe udito , morto con lui , il segreto . Ma innanzi a quelle lacrime , a quei singhiozzi , innanzi a quella esistenza perduta , egli aveva finito per chiedersi se non era un poco colpevole , se non doveva espiare , tentando di togliere al naufragio quell ' anima , con un rimedio estremo . E aveva dischiuso il tempio dove il suo idolo si ergeva , fiero e implacabile , aveva mostrato alla disgraziata fanciulla che l ' altare aveva la sua dea , invitta , immortale . Egli , il più mistico fra i sacerdoti dell ' amore , che stava a guardia , silenzioso , immoto , del tabernacolo che niun occhio d ' uomo doveva rimirare , aveva adesso sollevato i veli sacri e mostrato all ' occhio di Luisa la immagine divina . Si sentiva adesso fiacco , senza coraggio , senza forza , come se quella parola di rivelazione , avesse vuotato a un tratto le sue vene . Aveva detto . Luisa non piangeva , non singhiozzava , non sospirava : era seduta al suo posto , con la faccia nascosta fra le mani sovrapposte , non dando segno di vita : anche le mani che avevano tremato sempre , ora erano ferme , bianche come quelle di una statua . Quando le abbassò , quando rialzò il capo e Massimo potette vedere la sua faccia , egli sentì il danno fatto . Oramai la luce di quegli occhi dolci e amorosi si era intorbidata per sempre , e li opprimeva la inguaribile mestizia delle speranze infrante : oramai le traccie del riso erano cancellate da quella delicata e giovanile fisonomia , mentre fra le sopracciglia si creavano quelle due rughe dolorose delle lunghe cogitazioni malinconiche ; oramai il sangue era fuggito da quelle fresche , fragranti labbra e il pallore della viola , fiore esangue , fiore dolente , vi si era impresso , per sempre . La disgraziata aveva parlato , nella sua ansia , nel suo abbandono , di risa , di canzoni : ma bastava guardare la serietà oramai incancellabile del suo viso , per intendere che eran finite , per sempre , le canzoni e le risate . Ah veramente , veramente , come l ' antico audace che tentò disollevare la cortina del tempio , come a Salammbo , figlia di Amilcare , che pose sul suo capo il velo di Tani , cosparso di stelle e commise il sacrilegio , così la povera umile fanciulla era stata fulminata perchè aveva tentato di schiudere un cuore , perchè aveva voluto entrare nel sacrario della dea . Invero , egli aveva in sè una pietà immensa e sterile , una pietà fiacca e triste , per quella creatura fulminata : non sapeva dirle più nulla , la fatalità sfugge alla discussione , e non ha conforti che l ' attenuino . Infatti , fu essa la prima a parlare . Era una voce senza dolcezza , senza tristezza , non velata , non roca , ma veramente spezzata : nessun sentimento vi vibrava più : infranta . Adesso le domande che faceva , stanche , lente , sembravano l ' appagamento di una mesta curiosità , un riandare sulla sventura , così , per sapere : senza che la conoscenza novella potesse mai più cangiare nulla di quello che era stato . - Voi l ' amate .... molto ? - L ' amo : quando si ama , si ama . - Lo so - - replicò ella , sempre senza fremito nella voce , sempre senza luce negli occhi . - Lo so : domandavo .... così .... per sapere . Il braccio di Luisa era disteso sulla scrivania e la mano sottile aperta sul panno scuro . E pareva così abbandonata , così bianca , che a lui sembrò vedere , veramente , una mano di persona morta . Ma salvo ad averne una infinita compassione , che cosa ci poteva fare , lui ? Ambedue soffrivano , e malgrado tutto , l ' uno non poteva aiutare l ' altro nella propria disgrazia ; essa lo amava , egli , aveva di lei una pietà grande , ma l ' uno non poteva tergere neppure una lacrima dell ' altro . Così è , l ' amore . La divina armonia di due cuori che si scelgano e che si amino , non risuona che assai raramente , nelle anime umane . E non è , invece , che una catena , l ' amore , di cui gli anelli sono di metalli diversi , male appaiati , di forme diverse , che si corrodono e si contorcono , senza potersi spezzare . Che ci poteva fare , lui ? Tutto era inutile , tutto . - Voi l ' amate da molto tempo ? - ricominciò lei , con quella intonazione d ' indifferenza , che faceva più male di uno straziante singhiozzo . - Da molto tempo . - Da quando ? - Da .... sempre . - Non avete mai amata alcun ' altra ? - No : mai . Vi è un amore che altri non ne ammette . - È vero : lo so - ella disse , chinando gli occhi . Poi , tacque , pensando . Sembrava che riflettesse a un ' altra domanda da fare , e che temesse di farla , di cui non potesse ritrovare la forma . Difatti , due o tre volte fu lì lì per parlare , quasi che la parola volesse fuggirle irresistibilmente dalle labbra ; ma si rattenne . Egli aspettava , oramai deciso a dir tutto , sempre più debole , sempre più esausto di forze morali . Invero erano due infelici creature : ma non vi era nessun rimedio . Alla fine , ella , si decise e disse : - Voi l ' amerete .... sempre ? Prima di rispondere egli si raccolse e nei brevi minuti del silenzio , ritornò su quello che era stato , su quello che era la sua passione , provò a misurare il valore e la durata di quel vincolo che gli anni , la morale e material consuetudine avevano reso profondo e non risolvibile che dalla vecchiaia o dalla morte . - Credo .... credo - egli mormorò , esaurito - che l ' amerò sempre . Sono vecchio , Luisa : e la vita non si ricomincia . Voi siete giovane .... e potete obbliare .... - Voi non avete diritto di parlarmi così - ella disse , con un amaro sorriso . - Non vi accuso , non mi lagno ; ma non cercate di consolarmi con queste vaghe parole . Io valgo meglio di questi banali conforti . - Scusatemi - egli soggiunse , inchinandosi a quell ' altero dolore , che non soffriva di essere turbato da nessuna voce , fosse pur quella della persona amata . - Era un augurio che vi facevo : vi auguro di dimenticare .... con tutto il cuore , ve lo auguro . Ella scorse il capo , senza rispondere . - Voi la raggiungete , colà ? - Sì - egli disse , a bassa voce . - Vi aspetta ? - No , non mi aspetta : ma mi ha chiamato - soggiunse lui amaramente . - E voi obbedite ? - Obbedisco sempre . Ella mi ha detto di venir qui , nell ' estate , lasciandomi senza notizie , senza lettere , senza neppure farmi sapere dove viaggiava : e sono stato qui , tre mesi per obbedirla . - Ah , va bene , ho inteso - ella disse , senz ' altro . - Adesso mi scrive due parole , dicendomi di raggiungerla , dandomi il suo indirizzo : e io parto , io attraverso l ' Europa , vado dove ella è , poichè questo , capite , è il mio destino . - Essa vi ama ? - No . - Non vi ama ? - No , niente . - Non vi ha amato ? - Mai . - Nè avete speranza ? - Nessuna . - Ma perchè non vi ama ? - Perchè vie della gente che non ama mai , Luisa - gridò lui , subitamente esaltato . - È vero , è vero - ella rispose , vagamente . - Vi è molta gente che non ama ed è forse felice . - Forse . - Ma perchè vi chiama ? - Perchè le fa piacere di avere un servo . Un lugubre silenzio si fece intorno : le due vittime si guardarono , smorte dello stesso pallore , esauste dallo stesso morbo morale ; e fu lei che per la prima , con una infinita dolcezza , gli disse : - Voi siete come me . - Come voi - mormorò l ' uomo forte , l ' uomo scettico , umilmente , dolentemente . Niente altro . Ella si sollevò dalla sedia , rimase ritta davanti alla scrivania . - Adesso me ne vado ; buona sera . - Ve ne andate ? - chiese lui , un po ' affannoso . - Sì , sì , me ne vado ; buona sera , Massimo . - Restate ancora un poco - balbettò lui . - Ditemi .... - Noi ci siamo detto tutto : non vi è nulla nel vostro cuore che io non sappia : voi sapete tutto del mio , non vi è più nulla , più nulla ; buona sera . - Ma che farete ? - egli disse . - Voglio sapere che farete ! - Niente - disse lei , voltandosi , facendo un gesto largo con le braccia . - Niente . - Non ci possiamo lasciare così - disse lui , tutto agitato . - Restate .... - Sarebbe inutile . Non dovete voi andare ? - Sì . - E io debbo restare . Addio , Massimo . - Addio , Luisa . Ella se ne andò senza voltarsi , un po ' curva , ombra tacita e dolente . Egli la vide sparire : udì aprire e chiudere due porte . E pensando che in quel minuto , rientrata nella sua casa deserta , sola col suo dolore , ella piangeva come tutte le misere creature umane , lui , misera umana creatura piegò il capo , nel silenzio , nella solitudine , nel dolore e pianse , di pietà , di rimpianto , su Luisa , su Massimo . FINE .
REGNA IL BUON UMORE! ( SERAO MATILDE , 1906 )
StampaQuotidiana ,
Nei nostri uffici di amministrazione regna un vivace buonumore . Sono ormai due mesi , che i nostri pochi ma intelligentissimi e zelantissimi impiegati lavorano furiosamente e gaiamente , a questo complicato affare di registrare migliaia e migliaia di abbonamenti : e non hanno preso e non prendono riposo . Pure , sono allegri ! Anzi tutto , essi che partecipano a tutte le speranze belle e a tutte le già belle realtà del giornale , si sono racconsolati ed esaltati , dinnanzi a questo vertice splendido che esso ha raggiunto : è anche naturale che qualche modesto ma securo e stabile compenso , sia venuto a premiare , in essi , tanta fede e tanta devozione : ciò , è vero , era loro dovuto , ma ha fatto loro , come comprenderete , un certo piacere ! Infine , essi sono pieni di buonumore . E ne hanno , anche , da una quindicina di giorni una ragione costante . Da che il Capo venerato e temuto del MATTINO Venite , adoremus ha stampato quell ' affare del colosso bonario , con relativi peli di barba strappati o non strappati , lo spirito di tutti i nostri abbonati vecchi e nuovi , si è giocondamente sfrenato , e non arrivano dodici lire , o centoventi lire , o milleduecento lire , in amministrazione , senza che l ' abbonato non dichiari nella targhetta di abbonamento , o nelle targhette , o a voce , che egli , così intende strappare un pelo o molti peli alla barba del Colosso ! E chi dichiara di averne strappato cinque , di peli : chi sostiene che la barba del Colosso ha venticinque peli di meno , a Guardia Sanframondi ; che ne ha quarantadue di meno ad Ariano di Puglia ; che a Cava dei Tirreni ben sessantasette peli mancano al Colosso : e così , dappertutto ! Abbiamo una collezione di queste lettere , di queste targhette , di queste dichiarazioni : ed esse formano l ' ilarità di chi le legge e di chi le ascolta . Alcuni ci hanno mandato , o portato la loro fascetta di ex abbonati del MATTINO lo nomino in ginocchio , come è giusto con questa dichiarazione : pelo strappato al Colosso , dopo cinque anni di fedeltà ! Infine la cosa è diventata così generale , che gli impiegati di amministrazione , in un accesso di buonissimo umore , hanno messo questo cartellone , nelle stanze ove si ricevono gli abbonati : QUI SI STRAPPANO PELI DALLA BARBA DEL COLOSSO Chiunque viene ad abbonarsi , ancora , potrà leggere questo cartellone . Irrispettoso , è vero : ma sincero : e allegro !
LASSÙ, LASSÙ... ( SERAO MATILDE , 1906 )
StampaQuotidiana ,
Il Signor misericordioso , che tutto vede , ha voluto , evidentemente , metterci la sua mano , ieri , per rendere più bella la festa che , ad invito del comm . Tito Ricordi , s ' è fatta a Giacomo Puccini , lassù lassù , sulla verde collina del Vomero , da Pallino . Non mai una giornata di gennaio è stata così tiepida , non mai un cielo iemale così serenamente azzurro : era , ieri , tutta una fasta di mare e di sole , e pareva che dai rami nudi , per gli orti dispersi , dovessero , per un miracolo di primavera nova , sbocciare rose , a miriadi ... E intorno a Giacomo Puccini s ' è raccolta , festante , una larga schiera di musicisti , di letterati , di artisti , di ammiratori , infine ; e la più vibrante gaiezza ha accompagnato il lieto banchetto , in cui i tradizionali vermicelli alle vongole rappresentavano l ' espressione più gustosa e pittoresca dell ' ospitalità napoletana . Col sole e col brio , ieri , hanno fatto tutti onore , egualmente , all ' autore della Butterfly ed alla cucina napoletana ; e i musicisti hanno mangiato come tanti critici d ' arte , e i critici si sono punzecchiati a vicenda come tanti musicisti , e i letterati hanno intavolato dei duetti col pollo arrosto , da fare arrossire degli artisti di canto , che , per compenso , si sono sfogati sul gateau come dei poeti decadenti ... L ' entusiasmo assolveva tutti da ogni peccato , anche da quello di intonare delle canzonette napoletane , come si è fatto quando la consueta troupe dei posteggiatori è venuta a rievocare le dolcezze di Marechiaro e di Spingole francese , accompagnata dalle voci più diverse e più stonate che eccezione fatta per i nostri ottimi artisti di San Carlo possa riunire un banchetto ... E , con lo champagne , s ' è data la stura ai brindisi : a cominciare da quello esclusivamente ... mimico del principe di Sirignano , che ha avuto l ' abilità di tessere la più alata strofa a Giacomo Puccini ... a bocca chiusa , come il coro della Butterfly al finale del secondo atto suscitando , per questo suo silenzio ... gestito il più entusiastico successo , a quello di Emanuele Gianturco , pieno di bella poesia , con un saluto anche alla gloriosa casa Ricordi e al benemerito cav . de Sanna ; dal brindisi nobilissimo di Tito Ricordi , che ha rivendicato alla città nostra il vanto di aver dato il gran battesimo di gloria alla suggestiva e squisita Butterfly , al brindisi sentimentale di Daniele Marrama , che , in nome e per incarico dei critici d ' arte napoletana , ha cantato un inno alla femminilità pucciniana , rievocando le creature passionali dell ' opera del Maestro , ed ha portato un saluto alle gentili intervenute inviando , infine , un voto affettuoso a colui che è stato compagno nei trionfi di Giacomo Puccini , a Giuseppe Giacosa , ancora infermo . E , poi che l ' ultimo applauso entusiastico ha coronato questo brindisi della staffa , la gaia comitiva è ritornata in città , per pigliare , più tardi , la via del Vesuvio , dove , alla pension Eremo , il principe di Sirignano ha offerto un the . E , col cader del sole , le lave che si andavano accendendo di tutti i loro riflessi incandescenti di carbonchi , hanno messa la loro vivida cornice di fiamma alla bella festa che Napoli intellettualmente ha offerto a Giacomo Puccini , il vittorioso ! GL ' INTERVENUTI Erano , al banchetto , invitati dal comm . Tito Ricordi : Giacomo Puccini ; Giuseppe Martucci ; la signora Monti Baldini ; la signorina I . Mannarini ; il principe di Sirignano ; l ' on . Emanuele Gianturco ; il cav . Roberto de Sanna ; il conte Gennaro Mirabelli ; il conte V . Capasso ; il conte Carafa ; l ' on . Luigi Simeoni ; il comm . Giacomo Retz ; il cav . A . Monaco ; il cav . Augusto Laganà ; il maestro Ettore Panizza ; il signor Marcello Orilia ; Salvatore di Giacomo ; Giulio M . Scalinger ; Daniele Marrama ; Saverio Procida ; Gaspare di Martino ; Francesco dell ' Erba ; Diego Petriccione ; il cav . Carlo Clausetti ; Vincenzo Labella ; Ottavio de Sica ; Alberto Sannia ; A . Scandiani ; P . Wulmann ; G . Niola ; Stefano ed Alberto Donaudy ; i maestri : Carelli ; Alessandro Longo ; Florestano Rossomandi ; Enrico de Leva ; Oscar Palermi ; Ernesto Marciano ; Sigismondo Cesi ; Quaranta ; de Senna ; d ' Atri ; Massimino Perilli ; E . Cortile ; Umberto Mazzone ; Alagna ; il signor Neuberg ; il signor Miceli ; e qualche altro .
GEORGES HÉRELLE ( SERAO MATILDE , 1906 )
StampaQuotidiana ,
Tutti i grandi giornali di Francia e tutte le grandi riviste , sovra tutto le due più grandi la « Revue de Deux Mondes » e la « Revue de Paris » vedono apparire questo nome noto , stimato e amato nell ' alta letteratura francese : Georges Hérelle . E la preconizzata , desiderata , sospirata unione fra la Francia e l ' Italia , deve a questo scrittore , a questo poeta immensamente ! Giacché questo scrittore e questo poeta , che ha una cattedra di filosofia a Bayonne , ma che è , prima di ogni altro , un conoscitore della lingua e dell ' arte letteraria italiana come nessun altro mai , che è uno scrittore francese di una purezza e di una bellezza indicibile di stile , ha messo tutto il suo spirito , tutta la sua anima vibrante a dare , in francese , una veste di arte , di poesia , di grazia alle maggiori opere di Gabriele d ' Annunzio , di Antonio Fogazzaro , di Matilde Serao . Traduttore ? Ah no , no , il vocabolo non dice che poco e male ! Georges Hérelle è un fratello d ' arte , è un ' anima gemella che tutto comprende , che tutto rende : e ogni più recondita beltà di stile è ragionata da lui e riprodotta , leggiadramente : e ogni sentimento è reso con efficacia : e tutta , tutta quanta l ' opera d ' arte di Gabriele d ' Annunzio , di Antonio Fogazzaro , di Matilde Serao ha , per Georges Hérelle , in Francia , come una novella vita . Poeta , egli è , come chi scrisse il romanzo , il dramma , la novella ; poeta egli è , nell ' intendere e nel rendere , mirabilmente : poeta , tanto da commuovere colui che , da lui è interpretato ed espresso , in francese . I tre romanzieri italiani debbono a Geroges Hérelle la loro gloria francese in gran parte ; ed è poca cosa , la croce della Legione d ' onore che gli fu data , per compensarlo di aver fatto conoscere , in Francia , Gabriele d ' Annunzio , Antonio Fogazzaro e Matilde Serao : ma è immensa , invece , l ' ammirazione , che egli ha , in sua vita modesta , appartata e taciturna . E in questo momento Georges Hérelle pubblica due romanzi , in Francia : Après le pardon di Matilde Serao che è cominciato , ieri l ' altro , nella Revue de Paris : e il Santo di Antonio Fogazzaro nella Revue de Deux Mondes : e queste due traduzioni sono due perfette , mirabili opere di arte !
NAUTICAL SPORT ( SERAO MATILDE , 1905 )
StampaQuotidiana ,
Chi ha detto , chi ha osato dire mai , che Napoli non è una città sportiva , che a Napoli lo sport è un esercizio solitario , coltivato da qualche raro snob e da qualche rarissimo sportman autentico ? Chi ha osato calunniare questa città nostra , dicendo che in essa l ' alpenstok è uno strumento ignoto e il remo serve appena per andare fino al Castello dell ' Uovo a pescare i polpi , nelle chiare notti estive , alla luce sanguigna della fiaccola ? Nulla di più falso , nulla di più assurdo ! Napoli è una città eminentemente sportiva e il nostro Municipio è il più benemerito d ' Italia , per l ' incoraggiamento a questo nobile ramo dell ' attività fisica umana . Avete visto che cosa ha fatto quest ' ottimo Municipio , per lo sport nautico a Napoli , avete visto quale geniale idea ha avuta , per la felicità del canottaggio partenopeo ? No ? Ebbene , andate all ' ex viale Elena , e vedrete . Quale meravigliosa trasformazione ! Quale superba laguna , anzi quale collezione di lagune , da far morire d ' invidia Venezia col suo Canalazzo , con i suoi canali e con le sue gondole . Nessuna descrizione potrebbe renderla , in tutto il suo fascino ! Viene prima un meraviglioso bacino , che piglia il posto ove prima era la piazza Umberto , un bacino ove potrebbe entrare comodamente una flottiglia di torpediniere . Poi , incomincia un gran canale che ogni tanto si ramifica , e forma dei piccoli bracci di acque morte , assai pittoreschi , e che a parte i molini a ruote , che mancano ricordano perfettamente i suggestivi paesaggi di Olanda . Il canale , ogni tanto si allarga e forma degli ampi specchi d ' acqua , i quali a parte i gruppi di marmo , che non ci sono ricordano mirabilmente i varii bacini della cascata di Caserta . Poi , i bacini trovano un piano inclinato e vi scorrono , dolcemente , formando dei torrentelli non molto limpidi , ma assai ingegnosi , che a parte le vasche di marmo , che sono assenti ricordano incredibilmente i giochi d ' acqua di Versailles . Ricapitoliamo : Venezia , l ' Olanda , Caserta e Versailles ; tutto ciò qui , a Napoli , a pochi passi da noi , visibile , tangibile gratuitamente ! Quale generosità maggiore , per un Municipio ? E poi , naturalmente , tutto un programma nautico da espletare : gare , regate per yole ed outriggers , corse al nuoto , e infine , infine , chi sa che non vedremo galleggiare , fra qualche giorno ( Municipio e Giove Pluvio permettendo ) una gaia quadriglia di anatre o una aristocratica coppia di cigni , lungo l ' ex viale Elena , come in un austero parco di Edimburgo ? È vero che al viale Elena c ' è qualche famiglia di gentiluomini , o parecchie , vi sono dieci , trenta , cento o duecento famiglie della migliore società napoletana , che pretendono di abitarvi e vogliono ritornare a casa senza ricorrere alle gondole : ma il Municipio è superiore alle stupide pretese di questa gente e , in nome del pittoresco siamo o non siamo nella terra dell ' Arte ? se ne infischia , olimpicamente !
IL BALLO ALLA REGGIA ( SERAO MATILDE , 1906 )
StampaQuotidiana ,
Mentre io scrivo , a notte alta , queste fugaci note di cronaca , il ballo dato dalle Loro Altezze Reali il duca e la duchessa di Aosta , declina al suo termine , lasciando nella fantasia di coloro che vi intervennero una impressione di eleganza , di gusto , di squisitezza , in un ambiente maestoso per arte e per ricchezza . La Reggia di Napoli è , veramente , regale , come pochi palazzi reali appaion tali , nel mondo : e fu concepita e creata e fatta bella , salda , durevole , in simbolo quasi eterno della sovranità . Se al pensiero che la eresse , al fasto di coloro che la resero sempre più sontuosa , si unisca , come ieri sera , il fulgor della luce più larga e più smagliante , il fascino delle piante e dei fiori , in loro vivezza poetica vegetale , e l ' armonia degli addobbi con le linee architettoniche e con il lusso dei mobili , essa appare quale dimora sovranamente sovrana e mette , nell ' anima , grandi immagini , grandi visioni , grandi miraggi , assai più vibranti , in loro fantasmagoria , del vero ! Quanta gente , di fuori , poche ore fa , si fermava a guardare , dalla piazza , le imponenti vetrate traboccanti di luce e scorgeva i profili delle grandi palme ! Mentre , di minuto in minuto , gentiluomini e gentildonne ascendevano , pienamente , per il grande scalone , questa volta offerto agli invitati : e si poteva , così , ammirare gli splendidi mantelli da ballo delle dame , alcuni veramente mirabili e uno addirittura eccezionale , in ermellino candidissimo e merletti , un capo d ' opera della baronessa Maria Barracco Doria ! Un grande tappeto a fondo rosso cupo copriva lo scalone ; nei due piccoli corridoi ciechi ai lati del peristilio , diciamo così , due aiuole verdi e fiorite , a semicerchio , portanti , nel mezzo , una grande palma carica di lampadine elettriche , bianche , di un effetto magico ; di fronte al primo pianerottolo , inquadrato il grande finestrone , vi era un gruppo artisticamente formato da piante esotiche , ornamentali , muse , dracene , palmizii , con boschetti di camelie bianche , gruppi di rose , gruppi di garofani bianchi e rossi e , sempre , fra le piante , nascoste e apparenti , le lampadine elettriche . Gli invitati salivano per il lato destro dello scalone maestoso : lungo il corridoio coperto di cristalli , gruppi di piante , piccole aiuole di fiori , a destra e a sinistra , con una ricchezza , una profusione di luce : in fondo a questo corridoio , di fronte , la gran porta degli appartamenti destinati al ballo : a destra di questa porta d ' ingresso , la guardaroba , una sala di toilette per le signore . Staffieri , valletti , camerieri , erano tutti appartenenti alla casa ducale e ne portavano le belle livree . Come io avevo preannunziato , era stata destinata per sala da ballo , la più grande , la più artistica , la più rifulgente della nostra Reggia , cioè la famosissima sala di Ercole : e l ' effetto ne era , veramente , stupendo . I grandi divani erano allineati lungo le pareti : una fila di essi , divideva il salone : sovra uno dei lati più brevi del salone era stato costruito , un po ' in alto , il palco dell ' orchestra che era diretta dal noto maestro Varriale . Prima del salone da ballo , precedevano tre sale di trattenimento per gli invitati : seguivano , dopo il salone da ballo , dei boudoirs , dei fumoirs , una sala rettangolare ove era preparato il souper per le Loro Altezze Reali e da venti a trenta loro invitati particolari e infine , l ' antico salone da ballo trasformato in un immenso buffet per gli invitati , con una sola immensa tavola . Dapertutto , in tutti questi due castissimi appartamenti , riuniti insieme , per la circostanza , era una flora mirabile di piante e di fiori , venute da Capodimonte , venute da Caserta ; tanto da parer una visione floreale . Con perfetto gusto decorata , anche , la mensa del buffet coi suoi vasellami e i suoi cristalli . LE INTERVENUTE Sua Altezza Reale la duchessa di Aosta , in una elegantissima toilette grigio perla , tutta ricoperta di pagliuzze d ' argento ; serracollo di brillanti ; collana di grossi smeraldi circondati di brillanti ; alto diadema di brillanti sui capelli biondi ; la marchesa Torrigiani in tulle , a pagliuzze , di argento su fondo rosa ; la baronessa Perrone di San Martino , in velluto rosa corallo con ricamo di argento e splendide gioie ; la bellissima principessa Pignatelli Fici , in una splendida toilette di broccato d ' oro ; la principessa di Candriano , in raso bianco ; la duchessa di Montaltino , in tulle ricamato di argento su fondo rosa ; la principessa di Monteroduni , di bianco ricamato in argento ; la duchessa d ' Andria Carafa , di bianco , con nodi lilla ; S.E. donna Lina Crispi , in velluto nero ricamato d ' oro ; donna Maria Barracco Doria , in grigio acciaio ricamato di argento , diadema di perle e brillanti , nodi rosa alla scollatura ; la marchesa di Villaflores , in grigio con paillettes di argento ; la principessa di Linguaglossa , in grande bellezza , di giallo con pagliuzze di oro e pelliccia di skunz ; la baronessa Hélène di Brocchetti in crespo della Cina bianco con alto bordo di pagliuzze d ' argento ; la baronessa Cecilia Corsi , in merletto nero su fondo bianco ; la contessa Linda Caracciolo di Sarno , in avorio ricamato in oro ; la baronessa de Riseis Gaetani , in giallo , con tulle a pagliuzze in oro ; donn ' Agatina Calì Guercia , in nero , su trasparente bianco . Tutte queste dame hanno preso parte alla quadriglia ducale e , dopo , all ' una e mezza , al souper con le LL.AA.RR . la baronessa Isa Corsi di Sangro in merletti d ' Irlanda su fondo bianco ; la duchessa di Casamassima , di raso bianco , ricoperto di merletto Irlanda ; donna Giulia Lops Mastelloni in raso e velluto lilla con merletti ricamati a pagliuzze di argento ; la baronessa Campagna Soulier , deliziosa , in tulle a pagliuzze di oro con festoni di piccole rosette thea , su fondo giallo tenerissimo ; Missis Harrison Davis , splendida toilette bianca e argento , berta di velluto verde Nilo ; donna Maria Pavoncelli Monaco in nero e acciaio ; la contessa Candida Gulinelli in giallo a fiorami di oro , pelliccia e merletto ; la principessa Caracciolo Carafa , vestito intiero di merletti di Bruxelles su fondo bianco ; la marchesa Diana Buonocore in nero , intieramente ricoperta di pagliuzze ; la baronessa Calcagno Feraud in tulle ricamato con pagliuzze di argento su fondo lilla chiarissimo e incrostazioni di merletto ; donna Vittoria Baldacchini di Schiavi in verde Nilo e pagliuzze di oro ; donna Isabella Campagna Doria , in merletto nero con applicazioni di velluto nero su fondo bianco ; la baronessa Maria Campagna ; la contessa di Pontalto ; la contessa Siciliana Doria con la bella signorina Laura ; la principessa Ruffo Folgori ; la baronessa Silvestri Genoino ; la marchesa Romanazzi Saluzzo ; donna Lisa Croce Nunziante ; la marchesa di Mottola Pitò ; la marchesa Pia Ruffo Gerini ; la duchessa Giusso Marini ; donna Leonora de Tilla de Marinis ; la contessa Laura de Balbo ; la principessa di Melissano ; madame Anna Clician ; la duchessa Dusmet de Spours ; donna Maria Luisa Capozzi Pacca ; la contessa di Lutzemberger ; la duchessa di Guardialombarda con la signorina Nora Ruffo ; la duchessa di Nardò con la figliuola ; la baronessa di Renzo d ' Amore con le signorine di Renzo ; le signorine Marta e Rubina Calì ; la marchesa Paternò Zunica ; donna Malvina Mattioli ; la signorina Maria Angelica de Rossi ; la signorina Maria Antonietta della Rocca ; donna Maria Tarditi ; la contessa Piscicelli de Filippis ; la contessa Marigliano del Monte ; la signora Elvira de Tilla Casella ; la baronessa Calcagno Feraud ; la contessa Viti di Francavilla con la signorina ; la marchesa Forcella Mirto ; la signora Cirillo Segrè ; la marchesa Capranica del Grillo ; la contessa Erminia Alvares de Toledo ; la signorina Maria di Francavilla ; lady Haldon ; la marchesa di Marianella Spinelli ; la contessa Leonardi di Casalino ; la contessa di Vadi ; la marchesa Misch ; la baronessa di Postiglione ; la contessa Filo Perrez de Grainger ; la baronessa de Ferraris Gaetani ; la contessa Mezzacapo Mastrilli ; la contessa Framarin ; la signorina Alma Becker ; la baronessa Angeloni con la signorina Flora ; la marchesa di Campolattaro ; la duchessa di Miranda ; la principessa Piedimonte Moncada ; e , forse , varie altre . LA CRONACA Le Loro Altezze Reali il duca e la duchessa sono giunti alla Reggia , con il loro seguito , alle undici precise , in tre grandi landaus di gala : e sono entrati nel salone da ballo , ove erano attesi da tutti gli invitati , poco dopo le undici . Erano al seguito del duca e della duchessa di Aosta : il marchese Carlo Torrigiani e la marchesa Torrigiani nata Fry ; il barone Perrone di san Martino e la baronessa di san Martino nata Ornavasso ; il colonnello d ' Agliè ; il capitano Durini . Era , anche , con la duchessa di Aosta , la sua gentile ospite , contessina Galli della Loggia . Il colpo d ' occhio , in quel momento , è stato bellissimo . Le Loro Altezze Reali , subito , si sono dirette verso i seggioloni che erano sul lato destro del salone , verso il centro e , colà , hanno ricevuto i saluti e gli omaggi di una grandissima parte dei loro invitati , prima le dame , poi i gentiluomini ; e a ognuno il duca di Aosta , la duchessa di Aosta hanno trovato una parola amabile da dire . Poi , si è ballata la quadriglia d ' onore , quella che dà principio alle danze : erano in prima figura la duchessa di Aosta che ballava con l ' ammiraglio di Brocchetti , il duca di Aosta , dirimpetto , che ballava , con Sua Eccellenza donna Lina Crispi . Dopo di che , le danze sono continuate , con molto brio , sovra il seguente programma di musica , vivacemente eseguito dalla orchestra diretta dal noto maestro Varriale : l ª QUADRIGLIA : Le Joyeux Danseur di Bagarre ; 1° WALTZER : Reine du Danube di Berger ; 2ª QUADRIGLIA : Le diable au corps di Bagarre ; 2° WALTZER : Mille Feuilles di Turlet ; 3° WALTZER : Gaité di Waldteufel ; 1° LANCIERI : Parisette di Stonpar ; 4° WALTZER : Vie Elégante di Turlet ; 3ª QUADRIGLIA : Der Vagabund di Zeller ; 5° WALTZER : Grumbenlichter di Zeller ; 6° WALTZER : Faschingskunder di Ziehrér ; l ª POLKA : Automobile di Salabert ; 1° GALOP : Bon Dèpart di Desormey . La table à the ha funzionato , diciamo così , da che il ballo si è aperto , sontuosa e copiosa ; il buffet si è aperto a mezzanotte , con il seguente menu di cena , per quanti erano gli invitati al ballo : Consommé chaud ; Croustade de macaroni à la Montglas ; Filet de boeuf à la gelée ; Jambon de York glacé ; Galantine de volailles truffée ; Glaces variées . All ' una della notte , il duca e la duchessa di Aosta , col loro seguito e una ventina di dame e di gentiluomini hanno partecipato a una cena , in una sala separata . Ecco il menu della cena delle Loro Altezze Reali : Huîtres ; Consommé de volaille ; Petites bouchées à la Dino ; Côtolettes d ' agneau ; petis pois ; Jambon de York glacé ; Salade Victoria ; Glace Yvette ; Gateaux . Alle due e mezzo , il duca e la duchessa di Aosta hanno preso commiato e col loro seguito sono risaliti alla Reggia di Capodimonte . Il ballo elegantissimo , è finito , precisamente , alle tre dopo mezzanotte .
UNA GIOVINEZZA ( SERAO MATILDE , 1906 )
StampaQuotidiana ,
Ah , che non vale , dunque , aver vent ' anni , ed essere forti , e sani , e felici ! Ah , che non vale avere tutte le qualità della persona , tutte le qualità dello spirito , ed essere ricchi ed amati , quando tutto questo si getta via , d ' un tratto , come un inutile peso , con un colpo di una piccola arma terribile , così all ' alba di un giorno di letizia , in una cameretta da scapolo che si sarebbe lasciata , tra poche ore , per sempre ! Perché , perché Vincenzo Pignatelli , giovanissimo ancora , troppo giovine ancora , ha spezzato brutalmente la trama della sua vita , come uno scettico , come un cinico ? La fredda cronaca dei giornali parla di qualche libro , trovato in camera sua : i cronisti , osservatori scrupolosi ma superficiali , accusano Ugo Foscolo , accusano Giacomo Leopardi , di aver infiltrato il veleno amaro nell ' animo del giovine ! No , povera letteratura ! Tu non sei colpevole , oggi , come non fosti colpevole altra volta ! Non è un libro che uccide , mai ! E se i fiori d ' arancio , non ancora messi , sulla fronte verginale , radiosa d ' ogni grazia , della bellissima tra le fanciulle napoletane , hanno oggi ricevuto tragicamente un sottile spruzzo di sangue , è nell ' anima stessa del giovine morto che bisogna ricercare le cagioni oscure e lontane , lo scetticismo innato , forse , un sogno doloroso fiorito , un vento di follia che è passato , come un soffio di tempesta , in maggio , sulle spighe mature ... O , forse , forse , è il Fato , il bizzarro Fato , la tragica Mano invisibile che grava su noi , quando nessuno l ' aspetta , quando la felicità irradia l ' orizzonte della sua luce è il Fato , folleggiante come un tragico bimbo che scherzi con questa fragile cosa che è la vita umana , che ha voluto , ieri , che Vincenzo Pignatelli , a diciannove anni , si uccidesse , che i ceri destinati alla lieta funzione delle nozze ardessero , con un lento gocciare di lacrime , intorno a una bara ...