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FEDERALISMO ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Un telegramma da Londra annuncia la creazione di commissioni miste polono - cecoslovacche , allo scopo di gettale le basi di una confederazione futura fra i due Stati dell ’ Europa Orientale . Questa notizia , del progetto di fusione federale tra i due Stati nati a Versailles e in continua lite fra loro durante gli ultimi venti anni scorsi , getta una luce nuova sul problema dell ' Europa di domani . Ostacoli insormontabili , inimicizie tradizionali , costituzione politica e sociale diversa , tutto sparisce oggi dinanzi alla necessità di unione di tutti i popoli d ’ Europa dopo questa guerra . Questa guerra . infatti , sembra l ' ultimo episodio di quel processo di formazione delle nazionalità e di fusione in una unità superiore , iniziatosi il secolo scorso . Si è potuto constatare che il semplice riconoscimento ad ogni nazione del diritto di costituirsi ad unità statale non è stato sufficiente per fare scomparite le cause di conflitto fra le nazioni europee . Si è visto , infatti , che il riconoscere ad una nazione il diritto di possedere un determinato territorio e di formare insieme con questo uno Stato , ha forse soddisfatto gli uni ma ne ha scontentati tanti altri . La formazione e la disgregazione delle nazioni europee , negli ultimi dieci secoli , cioè dopo che è avvenuta la fusione tra l ' elemento indigeno europeo e l ' elemento germanico o slavo invadente , hanno mescolato a tal punto nazionalità , razze , religioni e culture che non si può più oggi ricorrere all ' esclusivo concetto di nazione per gettare le fondamenta di un normale e pacifico ordine internazionale europeo . I1 numero delle nazioni d ’ Europa è infatti grandissimo e non è sempre facile , anzi , - lo hanno potuto constatare i tecnici che si sono riuniti a Versailles nel 1919 - il concedere ad una nazione il territorio nazionale a cui essa legittimamente può aspirare . Salvo per quelle nazioni che hanno conquistato la propria indipendenza e si sono erette a unità statali da almeno cinque secoli , tutte le altre nazioni si sono disperse attraverso il territorio europeo e non è oggi possibile dare a ciascuna di loro una parte di questo territorio . Il concetto di nazionalità essendo insufficiente , sarà così necessario ricorrere a concetti più vasti e profondi , che permettono , su una base più umana , su una base più politica e sociale di fondare la più concreta unità europea . Se , tuttavia , non è oggi possibile dividere l ' Europa in tanti territori nazionali che soddisfino ciascuno Stato nazionale , non bisogna tuttavia disconoscere diversità profonde , che talvolta oppongono e dividono le nazioni europee : non bisogna . cioè , mischiare in una astratta unità destinata a sgretolarsi , popoli così diversi come quelli dell ' Europa centrale e orientale e dell ' Europa atlantica . Gli accordi fra la Polonia e la Cecoslovacchia si situano appunto su questo piano di unificazione concreta dell ' Europa : come non è possibile dividere la storia in periodi cronologici fissi , così è ancora meno possibile dividere l ' Europa in territori internamente chiusi alla penetrazione degli altri popoli . La progettata fusione polono - cecoslovacca tende appunto , per due popoli così simili per lingua , cultura , tradizioni di lotta per l ' indipendenza , come quello polacco e quello ceco , a cementare quell ' inizio di unità federale europea , in quella parte dell ' Europa orientale . Il principio federalistico presenta appunto questo vantaggio : di unire popoli diversi , senza distruggere la loro originalità . L ' unità tra questi popoli . come tra tutti gli altri popoli europei non può venire attuata , infatti , con la creazione di organismi tendenti astrattamente a riunirli tutti . Essa viene invece ottimamente preparata grazie alla creazione di unità internazionali limitate , tra popoli più vicini , tra loro , e aventi interessi più urgenti da regolare insieme . Una unità federale tra la Polonia e la Cecoslovacchia può costituire un nucleo attorno al quale vengano ad aggregarsi anche gli Stati del sud : un nucleo , cioè , che impedisca , in avvenire , quelle lotte fratricide , che hanno già visto ergersi , nella scorsa guerra , l ' uno contro l ' altro , due popoli fratelli come quello bulgaro e quello serbo . Importante sul piano locale , questa fusione è anche importante sul piano europeo : è , infatti , una presa di posizione di principio , che può essere di esempio ad altri popoli europei , che oggi sono avversari . Perfino gli Stati Uniti , che poi costituiscono oggi , in realtà , se non in apparenza , una unità statale perfettamente omogenea , hanno dovuto combattere la sanguinosissima guerra di Secessione , prima di unirsi definitivamente . Anche l ' Europa combatte oggi la sua Guerra di Secessione . Anche l ' Europa conosce due campi avversi come gli Stati Uniti nel 1864 : coloro i quali vogliono sopprimere la schiavitù e quelli che invece la vogliono creare . Non bisogna credere che i Governi i quali oggi pretendono di fondare un nuovo ordine europeo , su una base gerarchica di tipo feudale , siano appoggiati dalle masse popolari . Nessuno ignora , infatti , che una gerarchia di popoli avrebbe come conseguenza , sul piano interno , perfino dei popoli dominatori , una gerarchia di classi e di individui . Questa è la realtà profonda e concreta del problema politico europeo . Questo problema non è semplicemente un problema di ordine internazionale ; abbiamo veduto che le nazioni oggi tendono a fondersi sempre di più in una unità superiore ; abbiamo veduto che diventa indispensabile all ' Europa , per conoscere un periodo di lavoro e di pace , superare quelle barriere che dividono le sue moltiplici nazionalità . L ' unità , perciò avrà come conseguenza di porre il problema politico sulla sua vera base , di politica interna e sociale . Oggi , tutte le oppressioni interne di popolo si giustificano con i vari nazionalismi ; quelli che hanno interesse a mantenere queste barriere nazionali sona i reazionari di tutti i paesi . Non possiamo non rallegrarci profondamente , dunque , della formazione di unità che facciano scomparire definitivamente le barriere meschine e grette tra popolo e popolo , che derivavano da misere aspirazioni territoriali . La scomparsa di queste frontiere e la formazione di unità federali superiori pungono il problema politico sotto una luce nuda e cruda : la luce , non di vaghe e sentimentali aspirazioni imperialistiche , ma della dominazione - che si chiami gerarchica o in altro modo - di tutto il popolo da parte di una classe ristrettissima di dirigenti . Questo è il problema europeo come è problema nostro . Perciò , se vogliamo anche noi risolvere tutti i problemi interni che ci assillano . dobbiamo porci su un piano più umano , e cioè , su un piano europeo . Dobbiamo , in questo modo , dimenticare inimicizie create , giorno per giorno , dai nostri dirigenti , allo scopo di giustificare le loro misure oppressive e ingiuste di politica interna , per capire che queste inimicizie riposano su fondamenta inesistenti ; per capire che noi non abbiamo né ragione né interesse a collaborare a una guerra , in cui l ' unico , reale , scopo bellico , è quello di sgretolare l ' Europa in una infinitesimale molteplicità di piccole o piccolissime unità nazionali . Sottrarci a quest ' opera , voluta e impostaci dai nostri dirigenti attuali , costituisce , per noi , un dovere di uomini , di Europei e di Italiani .
TACERE! ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Una nota del Segretario del Partito sottolinea aspramente " la necessità di osservare un rigoroso riserbo sugli argomenti che interessano direttamente o indirettamente la difesa del paese , anche nei suoi aspetti produttivi ed economici " , la quale , dice la nota , " diviene in un tempo di guerra un dovere assoluto che si riassume in una categorica consegna : TACERE " . Questa nota si rivolge soprattutto contro " i discorsi in apparenza futili " , " le affermazioni insignificanti " , " le notizie banali ” ; essa condanna quelli che la nota qualifica " i chiacchieroni incorreggibili " , " i fantastici raccoglitori e amplificatori di voci ” , e finalmente " la non mai abbastanza deprecata categoria dei ben informati " . Contro questi atti , conto queste persone , il Segretario del Partito lancia ora alla riscossa gli squadristi affinché essi intervengano dappertutto ed impartiscano , conclude la nota , " salutari lezioni " . La campagna fascista contro le unanimi proteste del popolo continua così a svolgersi con ritmo accelerato ; sembrava che dopo diciotto anni di rigidissima disciplina del silenzio , non fosse più necessario di ripetere la consegna salutare per qualsiasi cittadino che non vuole avete noie con la Questura di osservare il più perfetto silenzio intorno agli avvenimenti politici del giorno . Questo salutare atteggiamento di prudenza , che per troppo tempo da noi si è osservato , sembra essere oggi superato dagli avvenimenti . I quali diventano così gravi per il nostro paese , che nessuno può più tacere , anche se ciò gli deve costare una lezione da parte degli squadristi , anche se ciò significherà per lui il ritiro della tessera e quindi l ' impossibilità di lavorare o addirittura il confino o il Tribunale speciale . La serie degli spauracchi con cui il Governo ci ha fatto sempre tacere diventa ora insufficiente di fronte all ' incalzare della situazione interna e militare dell ' Italia . Questi spauracchi , i quali hanno avuto sfortunatamente una reale e tristissima esistenza , non spaventano più nessuno . Essi potevano forse servire in tempo di pace quando gli interessi lesi dalla popolazione si limitavano a volta a volta a singoli individui o a singole classi sociali o politiche . Essi sono diventati nettamente insufficienti di fronte agli interessi solidali di tutti i cittadini e di tulle le classi della nazione , colpiti in pieno dalla guerra attuale . Quelli che si lagnano oggi della politica del nostro Governo non sono singoli borbottatori cospargitori di voci ; non sono chiacchieroni incorreggibili o persone bene informate . Sono tutti quanti . Sono quelli che nei caffè , quando ascoltavano il bollettino delle forze armate , nei primi giorni dei nostri rovesci in Albania , borbottavano commentando sarcasticamente o in modo critico l ' annuncio delle prime ritirate delle nostre truppe . E i frequentatori dei caffè non si limitano a pochi individui . Essi sono i borghesi che vanno a prendere l ' aperitivo all ' ora del comunicato prima di tornare a casa ; sono gli operai , che nell ' ora del riposo vanno a fare quella chiacchierata che nelle officine è proibita , insieme con gli amici ; sono i contadini che la sera , tornando a casa si soffermano nei caffè del villaggio prima di andare a raggiungere la loro famigliola . Chiacchierare , raccontare barzellette , commentare pacificamente gli ultimi avvenimenti del giorno , accettare di buona fede lutto quello che dice il Governo - perché il nostro popolo è di natura docile e crede a quello che i dirigenti gli vogliono far credere - ; lupe queste sono necessità imprescindibili per tutte le categorie degli italiani . " Tutte queste sono necessità dettate dal bisogno che risente ciascuno di noi in Italia , non potendo partecipare più direttamente alla vita pubblica , di sfogarsi almeno con gli amici nelle ore di riposo . Questo legittimo sfogo , che oggi supera i limiti della semplice chiacchiera per raggiungere quelli della coscienza di una nuova necessità di azione più diretta , più immediata , magari rivoluzionaria , diventa un reale pericolo per la pacifica e incontestata continuazione del regime . Quando il Segretario del Partito vuole costringere gli Italiani a tacere , quando l ' osservare il più perfetto silenzio diventa una consegna politica che si vuole fare rispettare con l ' intervento delle squadre di azione , ciò significa che il popolo italiano ha qualcosa da dire . E quello che deve dire non è gradito ai nostri dirigenti . Se infatti i nostri dirigenti fossero al coperto , se essi non avessero da temere nessuna reazione delle masse popolari , se non giungessero perfino a temere per la salvezza della propria pelle , non si troverebbero oggi nella vile e abbietta necessità di mandare gli squadristi per le piazze pubbliche a fare lacere gli Italiani . I nostri dirigenti protetti dalle loro squadre d ' azione sono diventati una razza separata in seno alla nazione italiana . Essi non sono più italiani , non hanno più nessun interesse comune con noi . Liberarsi dalla loro ridicola e oppressiva dominazione , diventa un compito di cui ogni italiano è sempre più chiaramente cosciente . Non è più risentito come un doloroso dovere ma come un compito gradito a ciascun italiano , perché egli è cosciente che , non appena adempiuto questo compito , potrà di nuovo parlare liberamente e rendere a se stesso e alla nazione intera quella vita libera , quel diritto di parlare e quella originalità politica e sociale senza i quali la fibra nazionale morrebbe ineluttabilmente .
LA GUERRA D'ETIOPIA ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Dopo lunghe settimane di strenua resistenza , Cheren è caduta in mano al nemico . Le nostre truppe , ha detto il corrispondente militare di Reuter , hanno combattuto a Cheren come non avevano mai combattuto finora nella nostra storia nazionale . Questo omaggio reso alle truppe italiane da una autorevole voce inglese mostra chiaramente il significato di questa lotta . Lotta che può , finché rimane sul piano umano , presentare episodi gloriosi , ma che , trasportata sul piano politico , diventa un inutile spargimento di sangue . * * * In questo punto della nostra seconda guerra d ’ Etiopia , conviene domandarsi : era dunque savio cominciare la prima , valeva dunque la pena attirarsi l ' inimicizia di 52 nazioni che votarono contro di noi le sanzioni economiche per dovere poi , poco più di un lustro dopo , per necessità non inerenti a una politica propriamente nazionale , perdere quello che si era così faticosamente guadagnato ? Prescindendo da considerazioni intrinseche alla prima guerra d ' Etiopia , conviene attualmente porre il seguente quesito : pur supponendo che la prima guerra d ' Etiopia fosse giustificata , non era logico avere una politica estera capace di farci conservare questa conquista e ricavarne i frutti ? Invece di avere una politica estera pacifica alle frontiere del nostro impero coloniale . senza nessuna necessità propriamente . nazionale , per rispettare , cioè , un ' alleanza odiosa a tutto il popolo italiano , siamo entrati in guerra . proprio contro quell ' impero . che stringeva il nostro in una morsa . Dal punto di vista strategico africano , avremmo potuto dichiarare la guerra al Perù , alla Cina o a qualsiasi altro Stato senza nessun pregiudizio : ma vi era un solo dato che , prescindendo da ragioni sentimentali e di amicizia tradizionale , avevamo non solo il dovere ma anche il preciso interesse di non attaccare : questo Stato è l ' Impero britannico . Eccone , ora , il risultato : come diceva il commentatore fascista di Radio Roaa , alcuni mesi fa , il nostro impero africano viene ora sbocconcellato a poco a poco dall ' Inghilterra . * * * Questo fatto richiama alla nostra attenzione un problema che si è troppo voluto considerare da noi come un fatto compiuto : la prima guerra d ' Etiopia . La facilità con cui , nonostante la formale opposizione della Società delle Nazioni , abbiamo conquistato l ' Impero d ' Etiopia , ci ha fatto spesso dimenticare il giudizio degli altri intorno a questa conquista . Il Governo fascista ha sempre affermato che questa conquista veniva impresa per permetterci di avere finalmente un posto al sole : poi , quando questo posto al sole l ' abbiamo avuto , quando , cioè le condizioni per inviare una massa di centinaia di migliaia di coloni sono state attuate , allora il Governo si è ricordato che sotto il sole cocente d ' Etiopia faceva troppo caldo . E invece di quel mezzo milione di coloni all ' anno , che avremmo potuto mandare in Etiopia , allo scopo di colmare , in questo modo , l ' incremento naturale della nostra popolazione , sono partite quelle poche centinaia di rurali disoccupati a cui si è mostrato che non vi era scelta che quella di andare a lavorare in Etiopia o di morire sui campi di battaglia di Spagna . Oggi , la conquista compiuta , appare chiaramente che i vantaggi promessici con la conquista dell ' impero erano illusori . Oggi , quella conquista , che la politica estera del nostro Governo non ci ha permesso di difendere contro la Nemesi storica del ritorno del Negus in Etiopia , con le sue truppe e i suoi ras , ci fa capire che l ' Etiopia è stato un peso effettivo nella politica italiana . Ci accorgiamo , cioè , che , dal momento in cui si è iniziata la guerra d ' Etiopia , siamo stati costretti ad intervenire tutte le guerre che si facevano nel mondo : ci accorgiamo ancora che abbiamo dovuto sempre per quell ' atto fatale e per l ' inimicizia da esso suscitata contro di noi fra tutti i popoli del mondo , allearci con i Governi più retrogradi e più oppressivi del mondo . Ci accorgiamo , infine , che da quando è cominciata la guerra d ' Etiopia , da quando , cioè . abbiamo tolto l ' indipendenza al popolo abissino , il popolo italiano ha sofferto di una crisi economica e sociale sempre più acuta . Dalla guerra d ' Etiopia in poi , nessuna classe sociale è stata più risparmiata . Contro tutte le classi della nazione italiana si è elevata , in questi anni dolorosi della nostra storia , una famelica plutogerarchia le cui ambizioni e la cui sete di potere politico cd economico non è stata frenata da nessun sacrificio da imporsi al resto della Nazione . Dal punto di vista interno , perciò . che è quello che massimamente ci preoccupa , dalla guerra d ' Etiopia in poi , tutto è andato a catafascio . * * * Ecco quello che ci ricorda la caduta di Cheren . Questa caduta ha , dunque , un valore non solo militare ma soprattutto politico e sentimentale . Cheren ci ricorda l ' inutilità della prima guerra d ' Etiopia . Cheren ci ricorda i sacrifici causati da questa gialla e le penose e tragiche conseguenze da essa arrecate alla nostra situazione politica , interna ed internazionale . Cheren ci ricorda che la conquista dell ' Etiopia era un sacrificio troppo grande da imporsi al popolo italiano , che non giustificava la soppressione dell ' indipendenza , neanche di un paese barbaro africano . Quando venne proclamato l ' Impero , Carlo Rosselli scrisse che quello era il momento per gli Italiani di proclamarsi : contro l ' Impero per la Nazione . Quella voce , in quel momento . rimase senza eco . Oggi , nel momento in cui l ' Impero va in rovina , non ci lasciamo abbattere da questo tragico fato . Ricordiamoci che la Nazione sempre esiste e che nulla è perduto per l ' Italia finché abbiamo fole nelle virtù del nostro popolo .
LA SITUAZIONE BALCANICA ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Il colpo di stato militare operatosi in Iugoslavia ha sostanzialmente modificato la posizione del problema politico e militare nel settore balcanico . * * * Politicamente , anzitutto , la reazione del popolo iugoslavo all ' adesione del suo Governo al patto tripartito è stata immediata e diretta ; il popolo iugoslavo , senza sottoporsi a considerazioni di opportunità politica , senza riflettere a possibili effetti militari della sua reazione , ha manifestato subito , intuitivamente , la sua opinione e ha fatto tutto quello che era stato in suo potere per attuarla negli istituti politici . L ’ atto del popolo iugoslavo è quindi estremamente significativo dal punto di vista politico perché mostra che quei sentimenti , affermati , ormai , da lunghissimi anni , da questo medesimo popolo , non erano semplici illusioni , nella mente degli uomini di Stato democratici , ma realtà concrete , che oggi si affermano nella pratica . La Iugoslavia è uno Stato di sedici milioni di cittadini . È , cioè , uno Stato , la cui massa popolare , unita alle nasse della Turchia e della ( h - cela , forma un compatto blocco di quaranta milioni di uomini . L ’ altra importante . conseguenza politica del colpo di stato iugoslavo è quel ritorno a concezioni di solidarietà balcanica da cui sembrava , con l ' adesione al patto tripartito , che la Iugoslavia si fosse definitivamente allontanata . Per quanto meno visibile , per quanto producente effetti meno immediati , questa seconda conseguenza può divenire di gran lunga più importante di tutte le altre : può , cioè , permettere ai Balcani di ritrovare la coscienza unitaria , da cui le mene naziste di questi ultimi anni li avevano allontanati . La Iugoslavia , insieme con la Turchia , è infatti una delle principali potenze balcanico - danubiane . Il fiero rifiuto del popolo iugoslavo di sottoporsi al dominio hitleriano può essere uno sprone ad altri popoli che , certamente , come quello iugoslavo . sono ostili alla sottomissione allo straniero . Militarmente , poi , per quanto non sia possibile fondare eccessive speranze su una resistenza militare ad oltranza contro la penetrazione germanica , dell ' esercito iugoslavo , conviene tuttavia , tenere sempre presente la fiera reazione che il popolo iugoslavo ha saputo opporre ad Hitler . Durante la guerra di Spagna , i repubblicani spagnuoli , privi di armi ; privi di vettovagliamento , privi di qualsiasi aiuto concreto dall ' estero , hanno combattuto da leoni durante tre anni contro le potenze totalitarie , solo perché , in quella lotta , tutto il popolo spagnuolo era schierato da una parte per lottare contro l ' oppressione straniera e l ' ingiustizia interna . Le reazioni popolari sono capaci di generare i più grandi eserciti del mondo . Quando una causa è giusta gli uomini combattono da leoni . Così , per quanto scarseggino attualmente gli elementi di giudizio intorno ad una resistenza militare dell ' esercito iugoslavo contro un ' eventuale invasione nazista , rimane pertanto un elemento concreto eli valutazione da cui non si può prescindere : questo elemento è costituito dall ' indomito coraggio del popolo iugoslavo . * * * Comunque venga giudicata la situazione nei suoi aspetti positivi non va dimenticato , nel giudicare gli effetti del colpo di Stato iugoslavo , che sull ' adesione della Iugoslavia al patto tripartito la Germania hitleriana fondava le più grandi speranze . Quali erano le mire di Hitler quando la sua diplomazia tanto si affannò per ottenere l ' adesione iugoslava ? Queste mire potevano essere di due categorie : anzitutto , permettere alle truppe tedesche di attraversare il territorio iugoslavo allo scopo di attaccare la Grecia alla spalle , per l ' unica sua frontiera non montuosa ; oppure , e ciò è più probabile , proteggere semplicemente il passaggio delle truppe tedesche attraverso l ' Ungheria e la Bulgaria contro un attacco laterale proveniente da una Iugoslavia ostile . Sembra improbabile che Hitler abbia deciso di attaccare la Grecia alle spalle e di ottenere perciò la complicità iugoslava . Infatti , finora , la Germania non ha nemmeno rotto le relazioni diplomatiche con la Grecia , e poi , Hitler non ha veramente nessun interesse a conquistare la Grecia , se non quello di potere , attraverso la strada di Salonicco , giungere più facilmente ai Dardanelli . La Grecia , in sé per sé , non presenta per Hitler nessun interesse , poiché non conduce a nessuna via terrestre eli comunicazione con il Vicino Oriente . È dunque una semplice illusione mantenuta dalla propaganda fascista , quella che consiste nel credere che Hitler ci voglia aiutare a conquistare la Grecia . Egli non sprecherà nemmeno un nomo per far vincere , ad altri , guerre che non presentino per lui un interesse politico o militare immediato . È molto più probabile . invece , che Hitler , il quale ha aspettato fino ad oggi per chiedere alla Iugoslavia la sua adesione al patto tripartito , abbia voluto con questa adesione ottenere una garanzia di non essere attaccato alle spalle da truppe . provenienti dal territorio iugoslavo . Infatti l ' unica preoccupazione di Hitler nella sua guerra balcanica , oltre quella di rifornirsi in derrate agricole , è quella di giungere ai Dardanelli . Tutta la sua diplomazia ha teso finora a quello . Il suo migliore agente diplomatico , von Papen , che aveva reso così utili servizi alla Germania guglielmina durante la guerra scorsa , come capo del servizio di sabotaggio negli Stati Uniti , è oggi Ambasciatore di Germania ad Ankara . Quale sarebbe il valore di una conquista hitleriana dei Dardanelli ? Esso sarebbe duplice . Sullo scacchiere militare , i Dardanelli aprono la via a tutto il Vicino Oriente . Sul piano politico , invece , i Dardanelli rimangono oggi l ’ unica porta che la Russia sovietica abbia per passare da Oriente ad Occidente . La Russia , infatti , incontra oggi , su tutte le sue frontiere occidentali , l ’ ombra hitleriana : basta guardare una carta d ' Europa in cui vengano segnati i territori dominati o controllati da Hitler , per vedere che , dall ' estremo nord norvegese . , Hitler taglia la strada dell ' Occidente alla Russia fino ai Dardanelli l ' unico paese , l ' unico territorio per cui la Russia possa ancora passare per rimanere in contatto con l ' Occidente è la Turchia . Il giorno in cui Hitler avesse occupato i Dardanelli , la Russia sovietica non avrebbe più nessuna via d ' accesso all ' Occidente europeo . Essa sarebbe costretta , per ragioni geografiche imprescindibili , a diventare realmente e materialmente una potenza asiatica . Il colpo di stato iugoslavo allontana forse per sempre tutte queste possibilità . Per capirne l ' importanza era dunque necessario esaminare i calcoli che Hitler aveva probabilmente fondato su una adesione della Iugoslavia al patto tripartito . Oggi che la Iugoslavia non permette più ad Hitler di fare quello che vuole sul proprio territorio , tutti questi piani sono svaniti . Inoltre , l ' avversario è ormai in guardia tanto sul terreno politico quanto su quello militare .
ITALIA E GERMANIA ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Si può credere , a prima vista , che la nostra politica decisamente antihitleriana sia determinata da motivi sentimentali o da motivi di politica internazionale . Ci si potrà forse dire che questa nostra politica costituisca un semplice contributo alla guerra degli inglesi contro i Tedeschi . Ciò non corrisponderebbe alla verità . Vorremmo per l ' avvenite e l ' indipendenza dell ' Italia , che tali fossero i motivi che ispirano il nostro atteggiamento : vorremmo , cioè , che nessuna infiltrazione tedesca fosse venuta a spingerci in questo senso . Poiché , in tale caso , l ' attuale politica estera dell ' Italia non sarebbe un fenomeno così irrimediabile . invece , vi sono profondi motivi a fondamento di questa nostra politica : vi sono motivi che non possono lasciare indifferente nessun italiano . Questi motivi non sono più semplicemente motivi di politica estera : sono motivi , anzitutto , di politica interna . economica e sociale . Noi non intendiamo condurre questa lotta alla leggera , non l ' abbiamo impresa senza fortissime ragioni , superiori a qualsiasi considerazione . di falso amor proprio o di falso orgoglio nazionale . Le persone che scrivono in queste pagine non hanno mai fatto il mestiere di politicanti . Esse vengono da tutti i settori della vita italiana e sono costretti , oggi , allo scopo di permettere a se stesse e agli altri Italiani di proseguire una vita dignitosa , di imprendere una lotta a morte contro il regime hitleriano . Quelli che scrivono in queste pagine non superano generalmente i venticinque o trenta anni : sono , cioè , esponenti della nuovissima generazione italiana , che sa che nessuna vita sarà impossibile per essa , come per la nuova generazione delle altre nazioni europee , se non dal momento in cui quella casta di arrivisti , che ha alimentato il nazismo hitleriano e la nostra plutogerarchia , in uomini e fondi , non sarà definitivamente scomparsa dalla nostra vita civile . Assumiamo un atteggiamento battagliero perché . siamo costretti alla lotta ; e come siamo costretti noi , crediamo lo siano pure tutti quelli che oggi ci leggono ; poiché si tratta , non solo della sorte nostra personale , ma anche di tutti quelli che ci sono cari , cioè di tutti quelli che sono rimasti in Italia . A coloro che non capissero ancora l ' importanza dalla posta , la gravità della lotta , noi vogliamo fornire la massima documentazione possibile intorno alla necessità di entrare in azione . Mentre siamo , infatti . dalle circostanze , confinati qui in Africa , nell ' impossibilità di recare un contributo diretto alla nostra vita nazionale , questa vita nazionale viene in questo momento deturpata e compromessa dalle mene dei nostri plutogerarchi . Questa vita nazionale , dal momento in cui ne siamo stati divelti da questa guerra , viene trasformata a poco a poco in modo irriconoscibile . Viene trasformata , questa volta , non più ad opera di tirannelli nazionali , ma dai nazisti tedeschi . In una serie di articoli , ci proponiamo di documentare la disgregazione ad opera del nazismo hitleriano , della vita delle nostre classi lavoratrici . Disgregazione che , nel settore lavorativo , si attua mediante un invio sempre maggiore di lavoratori italiani in Germania e una conseguente riduzione del nostro ritmo produttivo nazionale . Il primo fenomeno ci pone , così , sullo stesso piano delle nazioni che , avendo perduto la guerra contro la Germania , sono costrette ora a contribuire , con l ' invio di lavoratori forzati , allo sforzo bellico del Reich . Siamo posti , cioè , sullo stesso piano della Francia , della Polonia , della Cecoslovacchia e di tutte le altre nazioni il cui territorio è occupato attualmente dalle truppe tedesche . Anche in questo , del resto , ci troviamo nelle medesime condizioni , in quanto i punti strategici più importanti del nostro territorio nazionale sono stati recentemente occupati da truppe naziste . Nessuna differenza perciò tra l ' Italia alleata della Germania e le nazioni sconfitte da questa . La seconda conseguenza di questa sottomissione della nostra vita economica agli scopi bellici tedeschi è una profonda trasformazione della nostra struttura economica e sociale . Trasformazione la quale influisce irrimediabilmente , anzitutto sul nostro presente sforzo bellico ; inoltre , sul futuro assetto economico e sociale dell ' Italia . Proprio nel momento in cui l ' Italia ha più bisogno di tutti i suoi figli per adempiere l ' ingente sforzo a cui il Governo fascista l ' ha oggi sottoposta , questo medesimo Governo , responsabile della nostra entrata in guerra e della nostra impreparazione a sostenerla , ci priva , per il suo atteggiamento servile nei confronti di Hitler , dei mezzi indispensabili a colmare le lacune della nostra efficienza bellica . Lo stesso Governo che ci ha fatto entrare in guerra nel giugno scorso senza necessità immediate e soprattutto senza la possibilità materiale di sostenere lo sforzo bellico non ha ancora capito che dovevamo , a qualsiasi costo , riprendere il tempo perduto per colpa sua e intensificare il ritmo produttivo nazionale . Invece di questo , esso invia ora le forze vive della nazione , quelle che ci sono indispensabili in tempo di guerra come in tempo di pace , in Germania hitleriana , per permettere ad Hitler di vincere la sua guerra . Queste forze lavoratrici , che vengono ora inviate in Germania diminuiscono il nostro potenziale umano per quel che riguarda il futuro assetto economico e sociale dell ' ltalia . Non è possibile ridurre impunemente , senza attenderne conseguenze perniciosissime , il numero dei lavoratori di un paese . L ’ Italia , priva dei suoi migliori operai , priva , cioè , di quelle forze che più hanno contribuito e contribuiscono tuttora a fare della nostra nazione una grande nazione , va perdendo la possibilità materiale di mantenere il suo posto in Europa . La parte migliore della nazione italiana è oggi costretta a ingigantire la Germania e ridurre proporzionalmente l ' Italia ad una entità politica minore . Queste sono le ragioni per cui crediamo che tutti debbano partecipare a questa nostra lotta , condividendo le nostre opinioni . Nessun Italiano , che sia cosciente delle necessità nazionali , può disinteressarsi di chiesta progressiva disgregazione dell ' Italia , ad opera dei suoi dirigenti attuali , in favore della Germania hitleriana . Se non vogliamo che l ' Italia e i suoi lavoratori costituiscano uno dei principali strumenti che avranno contribuito alla creazione del nuovo Impero hitleriano , dobbiamo , con tutti i mezzi , impedire che l ' opera svolta dai nostri dirigenti venga impunemente proseguita . Nei prossimi numeri pubblicheremo una serie di articoli che verranno a documentare con maggior precisione e con dati inconfutabili quello che oggi abbiamo affermato .
LA NUOVA GUERRA NAZISTA ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Domenica delle Palme , 6 aprile 1941 , alle ore 5 e 30 del mattino le forze naziste hanno sferrato l ' attacco contro la Iugoslavia e la Grecia partendo dalle basi da loro stabilite nei territori precedentemente occupati della Romania e della Bulgaria . Lo scacco diplomatico di Hitler nei Balcani Questa nuova aggressione . del Governo hitleriano contro due popoli europei segna , anzitutto , una sconfitta precedentemente subita da questo medesimo Governo sul piano diplomatico . La necessità in cui si trova oggi Hitler di attaccare militarmente la Iugoslavia e la Grecia viene infatti ad indicare che tutti gli sforzi compiuti dalla sua diplomazia , allo scopo di ottenere lai complicità di questi paesi , sono clamorosamente falliti . L ’ atteggiamento della Iugoslavia , soprattutto , è fra i più significativi : questo paese , infatti , dopo aver aderito , ad opera dei ministri , che lo avevano tradito , al patto tripartito , ha saputo , con magnifico slancio , operare quel rivolgimento politico interno , veramente animato da forze popolari , che ha staccato la Iugoslavia da quella vergognosa complicità . Questo scacco , che un popolo libero ha saputo far subite a Hitler , confessato ormai nel modo più aperto con la dichiarazione di guerra della Germania alla Iugoslavia , è in se stesso di gran lunga più importante nella storia europea di quello che non possano essere gli eventi militari di questo nuovo teatro di operazioni militari . La rivoluzione jugoslava - poiché il colpo di Stato di Belgrado supera di gran lunga , nella politica balcanica , la portata di un semplice rivolgimento di circoli governativi - è rivoluzione non solo nazionale ma anche europea . II " no " che la nazione jugoslava in blocco ha opposto alle pretese di Hitler , ha significato veramente europeo . Non bisogna dimenticare che l ' atteggiamento di fermezza dei popolo Jugoslavo e del suo Governo ha avuto conseguenze immediate in tutti gli Stati balcanici : in Ungheria , anzitutto , il drammatico suicidio del Primo Ministro , come Teleki , ha mostrato che anche in quel paese le forze popolari non possono sempre essere ridotte al silenzio ; in Bulgaria , i nazisti sono stati costretti a rafforzare il loro sistema di sorveglianza poliziesca . Inoltre , l ' atteggiamento jugoslavo non ha mancato fin dall ' inizio di suscitare il più vivo plauso di tutti gli ambienti internazionali e soprattutto la simpatia di tutte le grandi potenze , dagli Stati Uniti e l ' impero Britannico alla Russia sovietica . Il patto russo - jugoslavo Due ore prima , anzi , che le truppe naziste iniziassero la loro aggressione contro il territorio jugoslavo , veniva firmato a Mosca il patto russo - jugoslavo di amicizia e non aggressione , per cui veniva stipulato , ai termini dell ' articolo 2 , che " se una delle parti contraenti è vittima di una aggressione , ad opera di una Terza potenza , l ' altra si impegna ad osservare una politica di amicizia " . La portata del nuovo patto concluso quasi in previsione di una aggressione nazista contro la Iugoslavia è stata sottolineata in tutti gli ambienti ; la " Pravda " di Mosca l ' ha subito definito come un " avvenimento storico della più grande importanza " ; il Sig . Sumnerwelles , sottosegretario di stato agli affari esteri degli Stati uniti ha dichiarato , riferendosi a questo patto , che esso " è assai più importante di un semplice accordo di amicizia e di non aggressione " . L ' Italia costretta a partecipare alla nuova guerra nazista In queste condizioni , è avvenuta l ' aggressione nazista contro la Iugoslavia e la Grecia la quale non ha mancato di produrre effetti in tutti i campi . Dal punto di vista italiano , anzitutto , va rilevato che in tutti questi ultimi giorni , spinta da una pressione popolare interna , la nostra diplomazia si era adoperata ad evitare l ' estensione del conflitto europeo al teatro di guerra balcanico . In Italia , l ' opinione pubblica si è preoccupata fin dall ' inizio della tensione germano - jugoslava e dei riflessi che un eventuale conflitto tra queste due potenze avrebbe potato provocare sulla situazione delle nostre forze annate in Albania . Inoltre , a tutti è apparso che una guerra contro la Iugoslavia ci farà subire la guerra in un ottavo fronte , che , per la prima volta , porterà le operazioni militari su un fronte di guerra metropolitano . Una guerra italo - jugoslava , infatti , crea un fronte di guerra alla nostra frontiera metropolitana orientale , che va dal Tarvisio , a nord , fino a Fiume . L ’ esperimento greco ha già dimostrato che in operazioni balcaniche , chi ha avuto la peggio , di solito , siamo sempre stati noi . Per la prima volta , perciò , dalla fine dell ' altra guerra , l ' Italia viene ora minacciata direttamente sulla frontiera metropolitana . La Venezia Giulia diventa , così , teatro di operazioni belliche . Prima ancora che il Governo fascista avesse fatto conoscere la sua posizione intorno ad una eventuale partecipazione alla guerra dichiarala dalla Germania alla Iugoslavia , veniva riferita la costernazione con cui la popolazione italiana aveva accolto questa nuova guerra . Ed è probabilmente per l ' opposizione popolare , che il Governo fascista non è stato in grado , al momento in cui Hitler dava l ' ordine alle sue truppe di entrare in Iugoslavia , di compiere una manovra solidale con quelle dell ’ alleata dell ’ Asse . Va rilevato , infatti , che il nostro intervento nella guerra contro la Iugoslavia è un atto assolutamente accessorio a quello nazista . Il popolo italiano ha fatto tutto quello che era materialmente possibile fare per evitare questa guerra , ma il Governo fascista , obbedendo alle pressioni di Berlino , non ha tenuto conto della volontà popolare . Dopo un ' esitazione che ha durato poco più di una mezza giornata , il pomeriggio di domenica veniva diramato un comunicato secondo cui il Governo fascista aveva deciso di " agire in stretta collaborazione con la Germania con tutte le sue forze di terra , di mare e dell ’ aria " . E una nota della Stefani recava che il Governo fascista aveva " deciso di appoggiare la Germania con tutte le sue forze di terra di mare e dell ' aria " . È chiaro dunque che la guerra contro la Iugoslavia è una guerra voluta da Hitler e che , ancora una volta , questa guerra è sfata imposta dal Governo nazista al popolo italiano , per mezzo del Governo fascista , diventato , così , in modo inequivocabile , vero e proprio strumento nelle mani dei nazisti .
CONGIURA DEL SILENZIO ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Il " Foglio di disposizioni " del segretario del partito ha ricordato recentemente i termini dell ' articolo 8 del regio decreto n.o. 765 del 16 giugno 1940 secondo il quale . : " agli abbonali alle radio audizioni circolari e comunque ai possessori di apparati radio riceventi è fado divieto di far uso degli apparecchi di radioaudzioni per ascoltare le stazioni di radiodiffusione e di radiocomunicazione nemiche o neutrali o per propagarne le notizie comunque ricevute " . E siccome non bastava ricordare l ' esistenza di questo divieto legislativo poiché , probabilmente , nessuno ne aveva tenuto conto in Italia - giacché l ' amore per la verità è più forte della paura degli sbirri - lo stesso " Foglio di disposizioni " ha fatto notare che " oltre che dalla lettera dalla legge , l ' ascoltazione delle trasmissioni radiofoniche nemiche è vietata ai fascisti anche e soprattutto dal senso della dignità e del dovere che deve guidare ogni iscritto al partito " . E ha invitato i Federali e gli squadristi a " vigilare a individuare quanti non dimostrano di possedere una sensibilità adeguata al momento attuale " , e ad " agire a loro carico con severità esemplare " . E , siccome . ciò non era ancora sufficiente , il ministero della coltura popolare ha impartito l ' ordine a tutta la stampa di pubblicare una nota che sottolineasse l ' esistenza del provvedimento , la gravità delle sanzioni da esso predisposte . insieme con la necessità , per tutti , di sottoporsi ad esso e la necessità , soprattutto per gli squadristi , di farlo rispettare . Come si vede la questione è spinosa e per essere stata posta all ' ordine dei giorno con una pubblicità così clamorosa vuol dire che il fenomeno dell ’ ascoltazione radiofoniche straniere , specie di quelle antifasciste , è fenomeno assai diffuso nei paesi nostri . Da rilevarsi , infatti , che esisteva già un provvedimento legislativo e che - cosa assolutamente insolita - le autorità politiche fasciste sono state costrette a ricordarne l ' esistenza , confessando , così , apertamente , che il provvedimento stesso non era stato mai rispettato . Da rilevarsi pure che queste medesime autorità non esitano , sapendo che anche questo richiamo sarà inefficace , a fare un appello pubblico agli squadristi , allo scopo di renderlo più effettivo . Conviene rilevare , infine , che , oltre tutto ciò , anche la stampa è stata anch ’ essa scatenata per spaventare ancora di più la gente . Abbondano , però , ancora , i processi dinanzi alle corti di giustizia contro la folta schiera dei trasgressori a questa norma . E anche qui si nota la poca saldezza interna del regime . Dopo aver notato che nessuno , in Italia , obbedisce più alle norme che vietano ai cittadini di conoscere la verità , con qualsiasi mezzo questa verità possa venire conosciuta , notiamo pure che le sentenze dei tribunali contro i trasgressori del Decreto suindicato sono tutte lievissime . Dunque , anche la nostra giustizia comincia ad essere più umana , più comprensiva del bisogno di ogni individuo di non venire soffocato dalla pesante cappa di piombo della censura . È il giudice che , spesso , sarà anche egli un fervido ascoltatore delle radio straniere , comprendendo , perché egli stesso ne risente , il bisogno , in un momento come questo , di essere informati nel modo più preciso degli avvenimenti internazionali , perdona e spesso assolve ; e quando condanna la condanna è lieve cd è accompagnata dai benefici di legge . Ancora una volta conviene domandarsi : che cosa significa tutto ciò ? Noi non abbiamo mai agito con partito preso contro nessuno , ma siamo sempre stati mossi dallo scrupolo di assicurare alla nostra generazione , come a quella che ci ha preceduta , una vita dignitosa nel nostro paese . Da vent ’ anni siamo stati educati in un clima che ignora il ragionamento logico , che ignora l ' etica spregiudicata . La gente , all ' estero , crede che la gioventù italiana sia una gioventù militarizzata , imbevuta di dogmi totalitari , credulona di fronte a tutti i miti messi avanti dal regime e , specie , dal nazismo . il vero mito , però , è quello sparso all ' estero : la gioventù italiana , forse perché ha potuto notare a tempo gli errori dei suoi anziani , è più realistica , è più convinta della necessità di un ragionamento logico e di una elica spregiudicata di quello che non sia mai stata nessuna generazione italiana nel passato . Non è vero che vent ' anni di regime ci abbiano fatto dimenticare i motivi fondamentali dell ’ umanità . Non è vero , non perché il regime ci abbia permesso di scorgerli , ma perché , appunto , avendoci esso negato il diritto di conoscerli , siamo stati tentati in tutti gli atti della nostra vita di cercare questi motivi di umanità più di qualsiasi generazione nel passato , ci siamo preoccupati di essere coscienti dei nostri motivi di vivere ; più di ogni alta generazione nel passato , distaccati dall ' artificialità , dall ' esteriore nullità della vita pubblica , ci siamo rinchiusi nella nostra vita individuale . E da questa , quindi , grazie ai nostri contatti naturali che avevamo con i nostri compagni , siamo passati ad una comprensione più intima , più profonda e più umana della vita sociale . È questa una coscienza rinnovata , originale , per la prima volta , nella storia d ' Italia , di quello che è la realtà italiana , [ che ] ci ha permesso di distruggere tutti i miti messi su dal romanticismo fino al fascismo . Abbiamo capito , coscienti finalmente di quello che vogliamo , come , e soprattutto , di quello che ci manca , che il fascismo , ultimo tentativo di rinnovamento del romanticismo , ultimo albore di sentimentalismo , in un campo da cui questo dovrebbe essere bandito - il campo politico - è patentemente insufficiente per dirigere la vita italiana nel tumultuoso corso della storia contemporanea . Dal momento in cui abbiamo compreso che questo sentimentalismo di apparato , tenuto su con grande fracasso dal regime , ci nascondeva i motivi reali della vita politica , ci siamo sentiti più forti , perché coscienti della nostra debolezza . Oggi , forse , in apparenza , non rappresentiamo ancora niente nella vita italiana ; non rappresentiamo , conte si sarebbe detto , con mito sentimentale , che una speranza . E così noi non avremmo mai voluto essere qualificati , perché non viviamo di speranze . Rappresentiamo , però , una forza , piccola , se vogliamo , perché non ancora pienamente cosciente della sua potenza ma esistente lo stesso : rappresentiamo l ' unica forza della vita politica italiana . Pienamente aderenti alla realtà politica e sociale dei nostri tempi , abbiamo potuto convincerci che le miserie del popolo non vanno risanate con grandi parole ; né vanno risanate con magistrature del lavoro , con corporazioni , con grandi sindacati misti . Ci siamo anche convinti che non si edifica una nuova realtà politica e sociale con la dittatura : se un popolo vuoi diventare grande , grande veramente di civiltà e non di parole , esso deve costruirsi da sé , con istituti politici popolari , aderenti alle masse , la sua grandezza . Questo , ormai , lo sentono tutti ; e il fatto di ascoltare le radio straniere , come quello di borbottare , come quello di riunirsi in cenacoli che discutono di tutti i problemi senza lasciarsi intimorire dalla presenza per le strade di squadristi attempati all ' agguato , è semplicemente un singolo episodio del generale bisogno che tutti risentono di conoscere la verità e di discuterla . Non è vero , come vuol far credere la nostra propaganda , che andiamo a cercare la verità all ' estero : quello che dice la radio straniera non è ancora la verità , è il documento che ci permetterà di stabilirla realisticamente , senza false illusioni , senza false speranze , sapendo quello che succede nel mondo , quello che si dice di noi , quello che il mondo aspetta da noi . La congiura del silenzio . La congiura del silenzio che il regine fa intorno a queste forze non basta , quindi , a farle ignorare : tutti sanno che esistono , tutti sono coscienti che esse , un giorno . verranno alla luce , tutti sono convinti che l ' Italia non è morta , perché in questi vent ' anni di stasi politica si è formata , in reazione a questa medesima pigrizia spirituale morale , una generazione desiderosa di un vita più umana .
PRESTIGIO DELL’ITALIA ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Da quando è salito al potere , il Governo fascista ha giustificato il maggior numero dei provvedimenti da esso presi con il pretesto che questi rinsaldavano il prestigio dell ' Italia . Ragionando ora a mente fredda , e cioè . da politici , non da esteti , conviene esaminare più da vicino questa giustificazione della politica che ci ha fatto perdere qualsiasi prestigio agli occhi del mondo civile . Il prestigio dell ' Italia come se l ' Italia , dopo mille anni di storia , dopo un ' eredità come quella romana , avesse ancora bisogno di rifarsi un prestigio . Il prestigio è conficcato fin nelle radici del nostro suolo , fin nel midollo delle nostre ossa ; il nostro prestigio lo ritroviamo nella storia , e nella dignitosa continuazione di questa , esso viene mantenuto . Oggi , quello che ci fa perdere il prestigio è proprio il poco rispetto che si ha da noi per la storia . E ancora una volta , sarebbe necessario richiamare gli italiani alla storia . E ancora una volta , ispirandosi a questo motto , l ' Italia continuerà ad essere quello che merita . * * * Sotto il pretesto di ristabilire il prestigio della nostra nazione , il Governo fascista ne ha abolito tutti gli istituti tradizionali ed ha impedito che a questi il popolo recasse le necessarie trasformazioni per renderli più consoni alle nuove realtà che si erano venute creando dopo l ' ultima guerra . Per ristabilire il prestigio dell ' Italia , ancora , sono stati soffocati quei movimenti senza i quali , oggi , le nostre forze popolari sono state private dei loro diritti più essenziali ; sono state rese passive di fronte agli avvenimenti che ci travolgono . Il prestigio dell ' Italia ha anche dettato quella politica estera che , dal 1935 ad oggi , ha fatto subire sei guerre in sei anni . Nel ’35 , il nostro " prestigio " esigeva la guerra d ' Etiopia : tutto passava dopo la conquista dell ' impero ; non era permesso di ragionare d ’ altro che di colonizzazione demografica , di ricchezze naturali dell ’ Etiopia , del popolamento futuro del territorio conquistato . E così , si dimenticava la crisi economica non ancora superata , si dimenticava ancora che gli stipendi e i salari erano stati amputati , che una vita dignitosa diventava sempre più difficile , magari impossibile per la maggior parte della nostra popolazione . Si dimenticava che il nostro ritmo produttivo si era ridotto e che aumentava soltanto per preparare gli strumenti atti all ' uccisione di altri uomini . Poi , quando la guerra d ' Etiopia fu finita , venne quella di Spagna : venne , cioè , quella lunghissima , micidiale , guerra civile in cui prepotentemente il Governo fascista fece schierare i nostri legionari contro il popolo spagnolo . Ancora una volta , non si parlò più d ' altro che di guerra di Spagna , di aviazione legionaria , di rossi e di neri , di barbarie inesistenti , di amicizie eterne rinsaldate dal regime . E , ancora una volta , si dimenticò che dopo la conquista dell ’ Impero non era avvenuta la colonizzazione : che , dopo aver soddisfatto l ' ultima delle nostre rivendicazioni , dopo averci fatto credere che ormai per l ' Italia le guerre erano finite , altre guerre si tramavano , altre amicizie si rompevano , altri Stati ci preparavamo ad aggredire . Poi , anche la guerra di Spagna , a poco a poco , non fu più una maschera sufficiente per quello che succedeva all ' interno ; non permise più , cioè , al regime , di nascondersi dietro l ' intervento legionario di Spagna , per giustificare quello che succedeva all ' interno . Il prestigio del fascismo - poiché l ’ Italia , il suo prestigio , non l ' ha mai perduto - andava scemando . Venne quindi la conquista dell ' Albania : anche questa , come sempre , per rinsaldare il prestigio dell ' Italia . In che modo l ' esistenza di uno Stato albanese , apparentemente indipendente , che , in realtà , obbediva a tutti gli ordini di Mussolini , poteva nuocere al prestigio dell ' Italia ? Quale pericolo costituiva per noi l ' Albania ? Nessuno . Eppure , il 7 aprile 1938 , i nostri stormi aerei , la nostra flotta , le nostre truppe erano mandati oltremare per compiere una spedizione destinata ad " abbattere l ' orgoglio albanese " e " rinsaldare , come sempre , il prestigio dell ' Italia " . Da allora , questo prestigio , nella politica fascista , è passato in secondo piano . L ' anno 1938 è quello in cui Hitler si lanciò sulla medesima via delle guerre destinate anch ' esse a ristabilire un prestigio : quello della Germania ; e i vincoli stabiliti dal Conte Ciano con la Germania hitleriana non permettono più al Governo fascista di giustificare i suoi atti col pretesto del " prestigio dell ' Italia " . Poiché sarebbe assurdo e paradossale il fondare un predominio egemonico sull ' Europa essendo in due . " L ' offuscato prestigio della Germania " , che Hitler tenta di ristabilire , da Monaco in poi , impedisce a Mussolini di continuare eternamente a difendere il prestigio dell ' Italia . Però , se sino ad oggi , il prestigio dell ' Italia sul piano internazionale non era mai sfato contestato da nessuno , poiché era realmente inconfutabile , se la difesa del prestigio dell ' Italia era rimasta un puro pretesto , buono semplicemente per giustificare gli atti della politica fascista , ora , un problema del prestigio dell ' Italia si è posto . L ' Italia . nonostante tutto , fino ad oggi , era rimasta una potenza autonoma ed indipendente . Da quando il Governo fascista ha consegnato il nostro Paese alla Germania hitleriana , è diventata necessaria una reale difesa del suo prestigio . Oggi il Governo fascista non difende , né può più pretendere di difendere il prestigio dell ' Italia : esso giustifica tutti i suoi atti , tutte le sue azioni , con gli aleatori vantaggi che ci deriveranno dalla potenza germanica . Dopo i nostri insuccessi in Africa e in Europa , il Duce ha deciso egli stesso nel suo discorso che ormai la teoria politica del fascismo sarà quella dell ' Italia partecipe e beneficiaria delle vittorie tedesche . Dal 23 febbraio , giorno in cui il Dose ha pronunciato il suo ultimo discorso , tutti i nostri plutogerarchi ripetono all ' unisono che la vittoria della Germania è vittoria dell ' asse . Da quel momento è sparito il prestigio dell ' Italia , nella politica fascista : è nato invece " il prestigio dell ' asse " , il prestigio , cioè della Germania hitleriana , alle cui sorti il Governo fascista ha voluto assimilare quelle dell ' Italia . * * * Se , prima , gli italiani semplicemente potevano opporsi solo sul piano interno al regime fascista , e approvare o respingere tale regime , oggi si pone , invece , veramente , un problema di prestigio nazionale . Per la prima volta nella nostra storia siamo costretti a considerare come vittorie nostre quelle di un ' altra nazione , ad accogliere come successi nazionali quelli di un ’ altra potenza straniera . Fino ad oggi , nemmeno con la dominazione spagnuola o austriaca , nessuno ci aveva costretto a considerare le vittorie della Spagna o dell ' Austria - Ungheria come vittorie nostre . Sentivamo che il nostro prestigio rimaneva intatto a condizione di non perdere mai la nostra peculiare originalità nazionale . Oggi , invece , con questa politica , il passo dell ' oca è diventato passo romano , il berretto nazista è diventato berretto fascista , il Führer della Germania hitleriana è diventato il nostro Führer . Oggi , per la prima volta , tutti gli Italiani hanno il dovere di difendere il prestigio dell ' Italia ; il quale , dal Governo che ancora ha sede a Roma , è stato offuscato come mai fino ad oggi nella nostra storia . Italiani , ritornale alla storia : la storia dell ' Italia esige che siano messi fuori i barbari !
PROCESSO APERTO ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
È quello del fronte interno : il fronte interno , creazione di questa guerra , è un fronte rimasto ignoto fino a ieri , è un fronte che si volta contro il Governo al potere , perché questo non ha saputo tenere sufficiente conto delle necessità interne . Il fronte interno viene a ricordarci che in tutte queste guerre il fattore popolo , il fattore politico interno è stato trascurato ; viene a ricordarci che tutte queste guerre sono state fatte per farci dimenticare quello che succedeva all ' interno . Ritorniamo un po ' con il ricordo ai giorni della nostra guerra d ' Etiopia , a quei giorni in cui sembrava che finalmente una strada fosse aperta all ' espansione materiale e spirituale dell ' Italia ; ritorniamo a quei giorni in cui . dimenticando la crisi che dominava all ' interno , pensavamo fosse possibile attenuarla o addirittura sopprimerla con mezzi eterni . Quanto si sono sbagliati tutti quelli che credevano , quella volta come oggi , che i problemi interni di una nazione possano venire risolti attraverso fattori esterni : quanto si sbagliano tutti quelli che pensano che sia possibile far nascere una civiltà nazionale dalla conquista di un impero . Un impero si conquista quando si ha una civiltà da esportare . E anche . in quel caso il giudizio in merito alla moralità di questa conquista non è pienamente risolto . La civiltà si crea all ' interno e il rinunciare a crearla è manifestare apertamente la propria incapacità a fare opera di civiltà . Come si crea una civiltà " ? Con le grandi spedizioni militari , oppure con opere di governo e di amministrazione civile ? La storia del nostro paese ci insegna che la civiltà è creata da opere di governo , da opere di amministrazione politica e civile , di coltura e di educazione . La civiltà della prima e della seconda Roma non è civiltà di conquista , anche se l ' osservatore poco attento della storia di Roma possa credere così , ma è civiltà politica , religiosa , spirituale . La prima Roma non si segnala all ' attenzione del mondo come Roma conquistatrice , come Roma imperiale ; si segnala come Roma repubblicana , come governo perfetto dell ' antichità , come diritto delle genti . Quello che rimane oggi di Roma antica è il diritto , è il nome che si dà agli istituti politici . Nell ' arte militare i nomi non sono romani ; sono presi in prestito a tutte la genti , a tutte le orde conquistatrici . La seconda Roma si segnala anch ’ essa , non per aver conquistato il mondo con le armi , ma per averlo conquistato con la fede e la saggezza , per averlo conquistato con la coltura e l ' educazione . La terza Roma , quella che voleva Mazzini , nascerà con un processo interno all ' Italia , per un processo di espansione che non si concentrerà sul mondo esterno ma anzitutto su noi stessi Italiani . Gli italiani diventeranno di nuovo Romani , il giorno in cui sentiranno che per essere il centro del mondo bisogna esserne il centro civile ; ridiventeranno Romani quando avranno capito che oggi il mondo non si conquista più con la forza ma con la saggezza . In un periodo di mistica follia come quello che attraversiamo , il segreto della conquista risiede nella saggezza , risiede nel ritorno alla pace . Se saremo capaci di dare al mondo questo esempio di saggezza , sopprimendo da noi quei germi di conflitto e di follia che esistono altrove , il mondo ritornerà a rispettarci e ad ammirarci come ammirò Roma e l ' Italia , quando erano il centro spirituale del mondo . Quest ’ opera non la si compie , partendo alla conquista di un impero nero , ma ritornando su noi stessi , ridiventando nazione , essendo popolo cosciente dei propri destini , deciso a fare da sé il proprio avvenire civile . Se il fascismo , dopo aver constatato che l ' esperienza sindacale e corporativa era insufficiente per dare una nuova civiltà all ' Italia , ha inizialo il suo tentativo di conquista del mondo , noi , avendo constatato il fallimento di questo tentativo , vogliamo rifare l ' Italia da dentro . Perciò , pretendiamo fermamente che soltanto sul piano della politica interna , si faccia l ' Italia ; perciò , in tutte le nostre manifestazioni , conferiamo la massima importanza al fattore nazione , al fattore popolo . Oggi , abbiamo immense possibilità da sfruttare all ' interno , abbiamo un ordine . nuovo da costruire , abbiamo da edificare un ' Italia giovine , in cui vengano soppressi tutti i residui di decadenza . Siamo decisamente contrari al decadentismo perché questo , facendo credere al popolo che una nazione , da sola , sia incapace di vivere , lo spinge nella cieca speranza della conquista di un ideale migliore attraverso la conquista di nuovi territori . Domani , tutti ormai ne sono coscienti , non saremo noi soli a voler l ' ordine nuovo , sarà il mondo intero . Perché il mondo intero è in crisi : la conquista di nuovi territori , perciò , non risanerà nessuna piaga . E ' finita l ' era delle grandi scoperte : tutti i territori della terra sono oggi abitati anche se abitati in modo poco coerente e sfruttati male . Non si può ignorare l ' esistenza di popoli che vivono su questi territori e non serve a niente volerli conquistare . Per conquistare con profitto , sarebbe necessario confessare coraggiosamente e cinicamente la propria decisione di distruggere i popoli che abitano in territori da noi conquistati . Questo , nessun italiano , e crediamo pure , nessun Tedesco , lo vuol fare . Quello che invece possiamo dare a questi popoli è la nostra civiltà e la nostra nuova concezione del mondo : prima di darla , però , dobbiamo possederla noi stessi , dobbiamo applicarla a noi stessi . Se vogliamo veramente che l ' era delle conquiste brutali , delle guerre . interminabili e periodiche , degli imperialismi assetati di conquista venga a cessare , dobbiamo , coraggiosamente porre , anzitutto , noi stessi , il problema su nuove basi , dobbiamo farci centri di irradiazione di una nuova civiltà , dobbiamo essere una civiltà in atto . Questo è il processo aperto dell ' Italia : quello di un nuovo ordine interno . Quando il fascismo , dopo la scorsa guerra , ha posto il problema di un ordine nuovo in Italia , aveva capito quale era il problema centrale del nostro paese . Ma non è stato capace di risolverlo . Perciò , più che contro il fascismo , noi vogliamo essere al di là del fascismo . Noi vogliamo risolvere quel processo lasciato aperto dal fascismo . Questo processo storico , del nuovo ordine interno , è quello che travaglia l ' Europa dall ' inizio di questo secolo : è veramente il problema di questo secolo . Come il secolo decimottavo è stato quello che ha condotto a concetti di libertà , uguaglianza e fratellanza , come il decimonono è stato quello della liberazione delle nazionalità oppresse , il ventesimo sarà quello del nuovo ordine politico economico e sociale , e soprattutto spirituale delle nazioni liberate . L ' Italia , insieme con la Germania , nazione giovane , nazione liberata dal processo storico della nazionalità , deve essere cosciente più di qualsiasi altra dei doveri che le spettano verso se stessa e verso il mondo . Noi dobbiamo affrontare questo problema con la coscienza che è un problema difficile da risolvere , che richiederà forse generazioni se non secoli per essere sistemato definitivamente . Abbiamo però il privilegio di esseri i primi a porlo e l ' orgoglio di venire ricordati domani come i precursori se non i fondatori di questo ordine nuovo . Questo ordine nuovo , che coinvolge la sistemazione tanto spirituale quanto materiale del nostro popolo su basi nuove deve incitarci al lavoro serio , sistematico e sereno . Deve incitarci a superare quelle meschine lotte interne che oggi travagliano il nostro paese . Dobbiamo capire che l ' ordine nuovo si fonda alla base , che si fonda profondamente solo a condizione di mettere radici nell ' essere più nascosto del nostro popolo . E quando le avrà messe fiorirà da solo . Il Comune libero e autonomo , il Sindacato dei Lavoratori cosciente dei propri doveri tecnici , una nuova Spiritualità sono gli elementi basilari di quest ' ordine . Questi elementi , noi oggi opponiamo ai vecchi decrepiti elementi esaltati dal Duce nel suo discorso : RAZZA , NAZIONE , STATO . Alle forze centrifughe costituite da questi elementi noi opponiamo le nostre forze centripete . Noi dobbiamo opporre a quegli elementi che evadono dal popolo e conducono il governo lontano da esso , elementi nuovi che , emananti dal popolo , saranno incapaci di allontanarcene . Lo Stato , la razza , la nazione . sono elementi astratti , non contemplano nessuno dei problemi essenziali del nostro popolo come di qualsiasi altro . Bisogna avere la modestia di ridurre la superficie dell ' istituto pubblico : dallo Stato bisogna tornare al Comune , dalla Nazione all ' Ente professionale , dalla Razza a una reale e concreta Spiritualità , che amplifichi l ' umanità del popolo e non la diminuisca , che renda l ' uomo fratello dell ' uomo e non nemico .