StampaQuotidiana ,
Un
telegramma
da
Londra
annuncia
la
creazione
di
commissioni
miste
polono
-
cecoslovacche
,
allo
scopo
di
gettale
le
basi
di
una
confederazione
futura
fra
i
due
Stati
dell
Europa
Orientale
.
Questa
notizia
,
del
progetto
di
fusione
federale
tra
i
due
Stati
nati
a
Versailles
e
in
continua
lite
fra
loro
durante
gli
ultimi
venti
anni
scorsi
,
getta
una
luce
nuova
sul
problema
dell
'
Europa
di
domani
.
Ostacoli
insormontabili
,
inimicizie
tradizionali
,
costituzione
politica
e
sociale
diversa
,
tutto
sparisce
oggi
dinanzi
alla
necessità
di
unione
di
tutti
i
popoli
d
Europa
dopo
questa
guerra
.
Questa
guerra
.
infatti
,
sembra
l
'
ultimo
episodio
di
quel
processo
di
formazione
delle
nazionalità
e
di
fusione
in
una
unità
superiore
,
iniziatosi
il
secolo
scorso
.
Si
è
potuto
constatare
che
il
semplice
riconoscimento
ad
ogni
nazione
del
diritto
di
costituirsi
ad
unità
statale
non
è
stato
sufficiente
per
fare
scomparite
le
cause
di
conflitto
fra
le
nazioni
europee
.
Si
è
visto
,
infatti
,
che
il
riconoscere
ad
una
nazione
il
diritto
di
possedere
un
determinato
territorio
e
di
formare
insieme
con
questo
uno
Stato
,
ha
forse
soddisfatto
gli
uni
ma
ne
ha
scontentati
tanti
altri
.
La
formazione
e
la
disgregazione
delle
nazioni
europee
,
negli
ultimi
dieci
secoli
,
cioè
dopo
che
è
avvenuta
la
fusione
tra
l
'
elemento
indigeno
europeo
e
l
'
elemento
germanico
o
slavo
invadente
,
hanno
mescolato
a
tal
punto
nazionalità
,
razze
,
religioni
e
culture
che
non
si
può
più
oggi
ricorrere
all
'
esclusivo
concetto
di
nazione
per
gettare
le
fondamenta
di
un
normale
e
pacifico
ordine
internazionale
europeo
.
I1
numero
delle
nazioni
d
Europa
è
infatti
grandissimo
e
non
è
sempre
facile
,
anzi
,
-
lo
hanno
potuto
constatare
i
tecnici
che
si
sono
riuniti
a
Versailles
nel
1919
-
il
concedere
ad
una
nazione
il
territorio
nazionale
a
cui
essa
legittimamente
può
aspirare
.
Salvo
per
quelle
nazioni
che
hanno
conquistato
la
propria
indipendenza
e
si
sono
erette
a
unità
statali
da
almeno
cinque
secoli
,
tutte
le
altre
nazioni
si
sono
disperse
attraverso
il
territorio
europeo
e
non
è
oggi
possibile
dare
a
ciascuna
di
loro
una
parte
di
questo
territorio
.
Il
concetto
di
nazionalità
essendo
insufficiente
,
sarà
così
necessario
ricorrere
a
concetti
più
vasti
e
profondi
,
che
permettono
,
su
una
base
più
umana
,
su
una
base
più
politica
e
sociale
di
fondare
la
più
concreta
unità
europea
.
Se
,
tuttavia
,
non
è
oggi
possibile
dividere
l
'
Europa
in
tanti
territori
nazionali
che
soddisfino
ciascuno
Stato
nazionale
,
non
bisogna
tuttavia
disconoscere
diversità
profonde
,
che
talvolta
oppongono
e
dividono
le
nazioni
europee
:
non
bisogna
.
cioè
,
mischiare
in
una
astratta
unità
destinata
a
sgretolarsi
,
popoli
così
diversi
come
quelli
dell
'
Europa
centrale
e
orientale
e
dell
'
Europa
atlantica
.
Gli
accordi
fra
la
Polonia
e
la
Cecoslovacchia
si
situano
appunto
su
questo
piano
di
unificazione
concreta
dell
'
Europa
:
come
non
è
possibile
dividere
la
storia
in
periodi
cronologici
fissi
,
così
è
ancora
meno
possibile
dividere
l
'
Europa
in
territori
internamente
chiusi
alla
penetrazione
degli
altri
popoli
.
La
progettata
fusione
polono
-
cecoslovacca
tende
appunto
,
per
due
popoli
così
simili
per
lingua
,
cultura
,
tradizioni
di
lotta
per
l
'
indipendenza
,
come
quello
polacco
e
quello
ceco
,
a
cementare
quell
'
inizio
di
unità
federale
europea
,
in
quella
parte
dell
'
Europa
orientale
.
Il
principio
federalistico
presenta
appunto
questo
vantaggio
:
di
unire
popoli
diversi
,
senza
distruggere
la
loro
originalità
.
L
'
unità
tra
questi
popoli
.
come
tra
tutti
gli
altri
popoli
europei
non
può
venire
attuata
,
infatti
,
con
la
creazione
di
organismi
tendenti
astrattamente
a
riunirli
tutti
.
Essa
viene
invece
ottimamente
preparata
grazie
alla
creazione
di
unità
internazionali
limitate
,
tra
popoli
più
vicini
,
tra
loro
,
e
aventi
interessi
più
urgenti
da
regolare
insieme
.
Una
unità
federale
tra
la
Polonia
e
la
Cecoslovacchia
può
costituire
un
nucleo
attorno
al
quale
vengano
ad
aggregarsi
anche
gli
Stati
del
sud
:
un
nucleo
,
cioè
,
che
impedisca
,
in
avvenire
,
quelle
lotte
fratricide
,
che
hanno
già
visto
ergersi
,
nella
scorsa
guerra
,
l
'
uno
contro
l
'
altro
,
due
popoli
fratelli
come
quello
bulgaro
e
quello
serbo
.
Importante
sul
piano
locale
,
questa
fusione
è
anche
importante
sul
piano
europeo
:
è
,
infatti
,
una
presa
di
posizione
di
principio
,
che
può
essere
di
esempio
ad
altri
popoli
europei
,
che
oggi
sono
avversari
.
Perfino
gli
Stati
Uniti
,
che
poi
costituiscono
oggi
,
in
realtà
,
se
non
in
apparenza
,
una
unità
statale
perfettamente
omogenea
,
hanno
dovuto
combattere
la
sanguinosissima
guerra
di
Secessione
,
prima
di
unirsi
definitivamente
.
Anche
l
'
Europa
combatte
oggi
la
sua
Guerra
di
Secessione
.
Anche
l
'
Europa
conosce
due
campi
avversi
come
gli
Stati
Uniti
nel
1864
:
coloro
i
quali
vogliono
sopprimere
la
schiavitù
e
quelli
che
invece
la
vogliono
creare
.
Non
bisogna
credere
che
i
Governi
i
quali
oggi
pretendono
di
fondare
un
nuovo
ordine
europeo
,
su
una
base
gerarchica
di
tipo
feudale
,
siano
appoggiati
dalle
masse
popolari
.
Nessuno
ignora
,
infatti
,
che
una
gerarchia
di
popoli
avrebbe
come
conseguenza
,
sul
piano
interno
,
perfino
dei
popoli
dominatori
,
una
gerarchia
di
classi
e
di
individui
.
Questa
è
la
realtà
profonda
e
concreta
del
problema
politico
europeo
.
Questo
problema
non
è
semplicemente
un
problema
di
ordine
internazionale
;
abbiamo
veduto
che
le
nazioni
oggi
tendono
a
fondersi
sempre
di
più
in
una
unità
superiore
;
abbiamo
veduto
che
diventa
indispensabile
all
'
Europa
,
per
conoscere
un
periodo
di
lavoro
e
di
pace
,
superare
quelle
barriere
che
dividono
le
sue
moltiplici
nazionalità
.
L
'
unità
,
perciò
avrà
come
conseguenza
di
porre
il
problema
politico
sulla
sua
vera
base
,
di
politica
interna
e
sociale
.
Oggi
,
tutte
le
oppressioni
interne
di
popolo
si
giustificano
con
i
vari
nazionalismi
;
quelli
che
hanno
interesse
a
mantenere
queste
barriere
nazionali
sona
i
reazionari
di
tutti
i
paesi
.
Non
possiamo
non
rallegrarci
profondamente
,
dunque
,
della
formazione
di
unità
che
facciano
scomparire
definitivamente
le
barriere
meschine
e
grette
tra
popolo
e
popolo
,
che
derivavano
da
misere
aspirazioni
territoriali
.
La
scomparsa
di
queste
frontiere
e
la
formazione
di
unità
federali
superiori
pungono
il
problema
politico
sotto
una
luce
nuda
e
cruda
:
la
luce
,
non
di
vaghe
e
sentimentali
aspirazioni
imperialistiche
,
ma
della
dominazione
-
che
si
chiami
gerarchica
o
in
altro
modo
-
di
tutto
il
popolo
da
parte
di
una
classe
ristrettissima
di
dirigenti
.
Questo
è
il
problema
europeo
come
è
problema
nostro
.
Perciò
,
se
vogliamo
anche
noi
risolvere
tutti
i
problemi
interni
che
ci
assillano
.
dobbiamo
porci
su
un
piano
più
umano
,
e
cioè
,
su
un
piano
europeo
.
Dobbiamo
,
in
questo
modo
,
dimenticare
inimicizie
create
,
giorno
per
giorno
,
dai
nostri
dirigenti
,
allo
scopo
di
giustificare
le
loro
misure
oppressive
e
ingiuste
di
politica
interna
,
per
capire
che
queste
inimicizie
riposano
su
fondamenta
inesistenti
;
per
capire
che
noi
non
abbiamo
né
ragione
né
interesse
a
collaborare
a
una
guerra
,
in
cui
l
'
unico
,
reale
,
scopo
bellico
,
è
quello
di
sgretolare
l
'
Europa
in
una
infinitesimale
molteplicità
di
piccole
o
piccolissime
unità
nazionali
.
Sottrarci
a
quest
'
opera
,
voluta
e
impostaci
dai
nostri
dirigenti
attuali
,
costituisce
,
per
noi
,
un
dovere
di
uomini
,
di
Europei
e
di
Italiani
.
TACERE! ( VITTORELLI PAOLO , 1941 )
StampaQuotidiana ,
Una
nota
del
Segretario
del
Partito
sottolinea
aspramente
"
la
necessità
di
osservare
un
rigoroso
riserbo
sugli
argomenti
che
interessano
direttamente
o
indirettamente
la
difesa
del
paese
,
anche
nei
suoi
aspetti
produttivi
ed
economici
"
,
la
quale
,
dice
la
nota
,
"
diviene
in
un
tempo
di
guerra
un
dovere
assoluto
che
si
riassume
in
una
categorica
consegna
:
TACERE
"
.
Questa
nota
si
rivolge
soprattutto
contro
"
i
discorsi
in
apparenza
futili
"
,
"
le
affermazioni
insignificanti
"
,
"
le
notizie
banali
;
essa
condanna
quelli
che
la
nota
qualifica
"
i
chiacchieroni
incorreggibili
"
,
"
i
fantastici
raccoglitori
e
amplificatori
di
voci
,
e
finalmente
"
la
non
mai
abbastanza
deprecata
categoria
dei
ben
informati
"
.
Contro
questi
atti
,
conto
queste
persone
,
il
Segretario
del
Partito
lancia
ora
alla
riscossa
gli
squadristi
affinché
essi
intervengano
dappertutto
ed
impartiscano
,
conclude
la
nota
,
"
salutari
lezioni
"
.
La
campagna
fascista
contro
le
unanimi
proteste
del
popolo
continua
così
a
svolgersi
con
ritmo
accelerato
;
sembrava
che
dopo
diciotto
anni
di
rigidissima
disciplina
del
silenzio
,
non
fosse
più
necessario
di
ripetere
la
consegna
salutare
per
qualsiasi
cittadino
che
non
vuole
avete
noie
con
la
Questura
di
osservare
il
più
perfetto
silenzio
intorno
agli
avvenimenti
politici
del
giorno
.
Questo
salutare
atteggiamento
di
prudenza
,
che
per
troppo
tempo
da
noi
si
è
osservato
,
sembra
essere
oggi
superato
dagli
avvenimenti
.
I
quali
diventano
così
gravi
per
il
nostro
paese
,
che
nessuno
può
più
tacere
,
anche
se
ciò
gli
deve
costare
una
lezione
da
parte
degli
squadristi
,
anche
se
ciò
significherà
per
lui
il
ritiro
della
tessera
e
quindi
l
'
impossibilità
di
lavorare
o
addirittura
il
confino
o
il
Tribunale
speciale
.
La
serie
degli
spauracchi
con
cui
il
Governo
ci
ha
fatto
sempre
tacere
diventa
ora
insufficiente
di
fronte
all
'
incalzare
della
situazione
interna
e
militare
dell
'
Italia
.
Questi
spauracchi
,
i
quali
hanno
avuto
sfortunatamente
una
reale
e
tristissima
esistenza
,
non
spaventano
più
nessuno
.
Essi
potevano
forse
servire
in
tempo
di
pace
quando
gli
interessi
lesi
dalla
popolazione
si
limitavano
a
volta
a
volta
a
singoli
individui
o
a
singole
classi
sociali
o
politiche
.
Essi
sono
diventati
nettamente
insufficienti
di
fronte
agli
interessi
solidali
di
tutti
i
cittadini
e
di
tulle
le
classi
della
nazione
,
colpiti
in
pieno
dalla
guerra
attuale
.
Quelli
che
si
lagnano
oggi
della
politica
del
nostro
Governo
non
sono
singoli
borbottatori
cospargitori
di
voci
;
non
sono
chiacchieroni
incorreggibili
o
persone
bene
informate
.
Sono
tutti
quanti
.
Sono
quelli
che
nei
caffè
,
quando
ascoltavano
il
bollettino
delle
forze
armate
,
nei
primi
giorni
dei
nostri
rovesci
in
Albania
,
borbottavano
commentando
sarcasticamente
o
in
modo
critico
l
'
annuncio
delle
prime
ritirate
delle
nostre
truppe
.
E
i
frequentatori
dei
caffè
non
si
limitano
a
pochi
individui
.
Essi
sono
i
borghesi
che
vanno
a
prendere
l
'
aperitivo
all
'
ora
del
comunicato
prima
di
tornare
a
casa
;
sono
gli
operai
,
che
nell
'
ora
del
riposo
vanno
a
fare
quella
chiacchierata
che
nelle
officine
è
proibita
,
insieme
con
gli
amici
;
sono
i
contadini
che
la
sera
,
tornando
a
casa
si
soffermano
nei
caffè
del
villaggio
prima
di
andare
a
raggiungere
la
loro
famigliola
.
Chiacchierare
,
raccontare
barzellette
,
commentare
pacificamente
gli
ultimi
avvenimenti
del
giorno
,
accettare
di
buona
fede
lutto
quello
che
dice
il
Governo
-
perché
il
nostro
popolo
è
di
natura
docile
e
crede
a
quello
che
i
dirigenti
gli
vogliono
far
credere
-
;
lupe
queste
sono
necessità
imprescindibili
per
tutte
le
categorie
degli
italiani
.
"
Tutte
queste
sono
necessità
dettate
dal
bisogno
che
risente
ciascuno
di
noi
in
Italia
,
non
potendo
partecipare
più
direttamente
alla
vita
pubblica
,
di
sfogarsi
almeno
con
gli
amici
nelle
ore
di
riposo
.
Questo
legittimo
sfogo
,
che
oggi
supera
i
limiti
della
semplice
chiacchiera
per
raggiungere
quelli
della
coscienza
di
una
nuova
necessità
di
azione
più
diretta
,
più
immediata
,
magari
rivoluzionaria
,
diventa
un
reale
pericolo
per
la
pacifica
e
incontestata
continuazione
del
regime
.
Quando
il
Segretario
del
Partito
vuole
costringere
gli
Italiani
a
tacere
,
quando
l
'
osservare
il
più
perfetto
silenzio
diventa
una
consegna
politica
che
si
vuole
fare
rispettare
con
l
'
intervento
delle
squadre
di
azione
,
ciò
significa
che
il
popolo
italiano
ha
qualcosa
da
dire
.
E
quello
che
deve
dire
non
è
gradito
ai
nostri
dirigenti
.
Se
infatti
i
nostri
dirigenti
fossero
al
coperto
,
se
essi
non
avessero
da
temere
nessuna
reazione
delle
masse
popolari
,
se
non
giungessero
perfino
a
temere
per
la
salvezza
della
propria
pelle
,
non
si
troverebbero
oggi
nella
vile
e
abbietta
necessità
di
mandare
gli
squadristi
per
le
piazze
pubbliche
a
fare
lacere
gli
Italiani
.
I
nostri
dirigenti
protetti
dalle
loro
squadre
d
'
azione
sono
diventati
una
razza
separata
in
seno
alla
nazione
italiana
.
Essi
non
sono
più
italiani
,
non
hanno
più
nessun
interesse
comune
con
noi
.
Liberarsi
dalla
loro
ridicola
e
oppressiva
dominazione
,
diventa
un
compito
di
cui
ogni
italiano
è
sempre
più
chiaramente
cosciente
.
Non
è
più
risentito
come
un
doloroso
dovere
ma
come
un
compito
gradito
a
ciascun
italiano
,
perché
egli
è
cosciente
che
,
non
appena
adempiuto
questo
compito
,
potrà
di
nuovo
parlare
liberamente
e
rendere
a
se
stesso
e
alla
nazione
intera
quella
vita
libera
,
quel
diritto
di
parlare
e
quella
originalità
politica
e
sociale
senza
i
quali
la
fibra
nazionale
morrebbe
ineluttabilmente
.
StampaQuotidiana ,
Dopo
lunghe
settimane
di
strenua
resistenza
,
Cheren
è
caduta
in
mano
al
nemico
.
Le
nostre
truppe
,
ha
detto
il
corrispondente
militare
di
Reuter
,
hanno
combattuto
a
Cheren
come
non
avevano
mai
combattuto
finora
nella
nostra
storia
nazionale
.
Questo
omaggio
reso
alle
truppe
italiane
da
una
autorevole
voce
inglese
mostra
chiaramente
il
significato
di
questa
lotta
.
Lotta
che
può
,
finché
rimane
sul
piano
umano
,
presentare
episodi
gloriosi
,
ma
che
,
trasportata
sul
piano
politico
,
diventa
un
inutile
spargimento
di
sangue
.
*
*
*
In
questo
punto
della
nostra
seconda
guerra
d
Etiopia
,
conviene
domandarsi
:
era
dunque
savio
cominciare
la
prima
,
valeva
dunque
la
pena
attirarsi
l
'
inimicizia
di
52
nazioni
che
votarono
contro
di
noi
le
sanzioni
economiche
per
dovere
poi
,
poco
più
di
un
lustro
dopo
,
per
necessità
non
inerenti
a
una
politica
propriamente
nazionale
,
perdere
quello
che
si
era
così
faticosamente
guadagnato
?
Prescindendo
da
considerazioni
intrinseche
alla
prima
guerra
d
'
Etiopia
,
conviene
attualmente
porre
il
seguente
quesito
:
pur
supponendo
che
la
prima
guerra
d
'
Etiopia
fosse
giustificata
,
non
era
logico
avere
una
politica
estera
capace
di
farci
conservare
questa
conquista
e
ricavarne
i
frutti
?
Invece
di
avere
una
politica
estera
pacifica
alle
frontiere
del
nostro
impero
coloniale
.
senza
nessuna
necessità
propriamente
.
nazionale
,
per
rispettare
,
cioè
,
un
'
alleanza
odiosa
a
tutto
il
popolo
italiano
,
siamo
entrati
in
guerra
.
proprio
contro
quell
'
impero
.
che
stringeva
il
nostro
in
una
morsa
.
Dal
punto
di
vista
strategico
africano
,
avremmo
potuto
dichiarare
la
guerra
al
Perù
,
alla
Cina
o
a
qualsiasi
altro
Stato
senza
nessun
pregiudizio
:
ma
vi
era
un
solo
dato
che
,
prescindendo
da
ragioni
sentimentali
e
di
amicizia
tradizionale
,
avevamo
non
solo
il
dovere
ma
anche
il
preciso
interesse
di
non
attaccare
:
questo
Stato
è
l
'
Impero
britannico
.
Eccone
,
ora
,
il
risultato
:
come
diceva
il
commentatore
fascista
di
Radio
Roaa
,
alcuni
mesi
fa
,
il
nostro
impero
africano
viene
ora
sbocconcellato
a
poco
a
poco
dall
'
Inghilterra
.
*
*
*
Questo
fatto
richiama
alla
nostra
attenzione
un
problema
che
si
è
troppo
voluto
considerare
da
noi
come
un
fatto
compiuto
:
la
prima
guerra
d
'
Etiopia
.
La
facilità
con
cui
,
nonostante
la
formale
opposizione
della
Società
delle
Nazioni
,
abbiamo
conquistato
l
'
Impero
d
'
Etiopia
,
ci
ha
fatto
spesso
dimenticare
il
giudizio
degli
altri
intorno
a
questa
conquista
.
Il
Governo
fascista
ha
sempre
affermato
che
questa
conquista
veniva
impresa
per
permetterci
di
avere
finalmente
un
posto
al
sole
:
poi
,
quando
questo
posto
al
sole
l
'
abbiamo
avuto
,
quando
,
cioè
le
condizioni
per
inviare
una
massa
di
centinaia
di
migliaia
di
coloni
sono
state
attuate
,
allora
il
Governo
si
è
ricordato
che
sotto
il
sole
cocente
d
'
Etiopia
faceva
troppo
caldo
.
E
invece
di
quel
mezzo
milione
di
coloni
all
'
anno
,
che
avremmo
potuto
mandare
in
Etiopia
,
allo
scopo
di
colmare
,
in
questo
modo
,
l
'
incremento
naturale
della
nostra
popolazione
,
sono
partite
quelle
poche
centinaia
di
rurali
disoccupati
a
cui
si
è
mostrato
che
non
vi
era
scelta
che
quella
di
andare
a
lavorare
in
Etiopia
o
di
morire
sui
campi
di
battaglia
di
Spagna
.
Oggi
,
la
conquista
compiuta
,
appare
chiaramente
che
i
vantaggi
promessici
con
la
conquista
dell
'
impero
erano
illusori
.
Oggi
,
quella
conquista
,
che
la
politica
estera
del
nostro
Governo
non
ci
ha
permesso
di
difendere
contro
la
Nemesi
storica
del
ritorno
del
Negus
in
Etiopia
,
con
le
sue
truppe
e
i
suoi
ras
,
ci
fa
capire
che
l
'
Etiopia
è
stato
un
peso
effettivo
nella
politica
italiana
.
Ci
accorgiamo
,
cioè
,
che
,
dal
momento
in
cui
si
è
iniziata
la
guerra
d
'
Etiopia
,
siamo
stati
costretti
ad
intervenire
tutte
le
guerre
che
si
facevano
nel
mondo
:
ci
accorgiamo
ancora
che
abbiamo
dovuto
sempre
per
quell
'
atto
fatale
e
per
l
'
inimicizia
da
esso
suscitata
contro
di
noi
fra
tutti
i
popoli
del
mondo
,
allearci
con
i
Governi
più
retrogradi
e
più
oppressivi
del
mondo
.
Ci
accorgiamo
,
infine
,
che
da
quando
è
cominciata
la
guerra
d
'
Etiopia
,
da
quando
,
cioè
.
abbiamo
tolto
l
'
indipendenza
al
popolo
abissino
,
il
popolo
italiano
ha
sofferto
di
una
crisi
economica
e
sociale
sempre
più
acuta
.
Dalla
guerra
d
'
Etiopia
in
poi
,
nessuna
classe
sociale
è
stata
più
risparmiata
.
Contro
tutte
le
classi
della
nazione
italiana
si
è
elevata
,
in
questi
anni
dolorosi
della
nostra
storia
,
una
famelica
plutogerarchia
le
cui
ambizioni
e
la
cui
sete
di
potere
politico
cd
economico
non
è
stata
frenata
da
nessun
sacrificio
da
imporsi
al
resto
della
Nazione
.
Dal
punto
di
vista
interno
,
perciò
.
che
è
quello
che
massimamente
ci
preoccupa
,
dalla
guerra
d
'
Etiopia
in
poi
,
tutto
è
andato
a
catafascio
.
*
*
*
Ecco
quello
che
ci
ricorda
la
caduta
di
Cheren
.
Questa
caduta
ha
,
dunque
,
un
valore
non
solo
militare
ma
soprattutto
politico
e
sentimentale
.
Cheren
ci
ricorda
l
'
inutilità
della
prima
guerra
d
'
Etiopia
.
Cheren
ci
ricorda
i
sacrifici
causati
da
questa
gialla
e
le
penose
e
tragiche
conseguenze
da
essa
arrecate
alla
nostra
situazione
politica
,
interna
ed
internazionale
.
Cheren
ci
ricorda
che
la
conquista
dell
'
Etiopia
era
un
sacrificio
troppo
grande
da
imporsi
al
popolo
italiano
,
che
non
giustificava
la
soppressione
dell
'
indipendenza
,
neanche
di
un
paese
barbaro
africano
.
Quando
venne
proclamato
l
'
Impero
,
Carlo
Rosselli
scrisse
che
quello
era
il
momento
per
gli
Italiani
di
proclamarsi
:
contro
l
'
Impero
per
la
Nazione
.
Quella
voce
,
in
quel
momento
.
rimase
senza
eco
.
Oggi
,
nel
momento
in
cui
l
'
Impero
va
in
rovina
,
non
ci
lasciamo
abbattere
da
questo
tragico
fato
.
Ricordiamoci
che
la
Nazione
sempre
esiste
e
che
nulla
è
perduto
per
l
'
Italia
finché
abbiamo
fole
nelle
virtù
del
nostro
popolo
.
StampaQuotidiana ,
Il
colpo
di
stato
militare
operatosi
in
Iugoslavia
ha
sostanzialmente
modificato
la
posizione
del
problema
politico
e
militare
nel
settore
balcanico
.
*
*
*
Politicamente
,
anzitutto
,
la
reazione
del
popolo
iugoslavo
all
'
adesione
del
suo
Governo
al
patto
tripartito
è
stata
immediata
e
diretta
;
il
popolo
iugoslavo
,
senza
sottoporsi
a
considerazioni
di
opportunità
politica
,
senza
riflettere
a
possibili
effetti
militari
della
sua
reazione
,
ha
manifestato
subito
,
intuitivamente
,
la
sua
opinione
e
ha
fatto
tutto
quello
che
era
stato
in
suo
potere
per
attuarla
negli
istituti
politici
.
L
atto
del
popolo
iugoslavo
è
quindi
estremamente
significativo
dal
punto
di
vista
politico
perché
mostra
che
quei
sentimenti
,
affermati
,
ormai
,
da
lunghissimi
anni
,
da
questo
medesimo
popolo
,
non
erano
semplici
illusioni
,
nella
mente
degli
uomini
di
Stato
democratici
,
ma
realtà
concrete
,
che
oggi
si
affermano
nella
pratica
.
La
Iugoslavia
è
uno
Stato
di
sedici
milioni
di
cittadini
.
È
,
cioè
,
uno
Stato
,
la
cui
massa
popolare
,
unita
alle
nasse
della
Turchia
e
della
(
h
-
cela
,
forma
un
compatto
blocco
di
quaranta
milioni
di
uomini
.
L
altra
importante
.
conseguenza
politica
del
colpo
di
stato
iugoslavo
è
quel
ritorno
a
concezioni
di
solidarietà
balcanica
da
cui
sembrava
,
con
l
'
adesione
al
patto
tripartito
,
che
la
Iugoslavia
si
fosse
definitivamente
allontanata
.
Per
quanto
meno
visibile
,
per
quanto
producente
effetti
meno
immediati
,
questa
seconda
conseguenza
può
divenire
di
gran
lunga
più
importante
di
tutte
le
altre
:
può
,
cioè
,
permettere
ai
Balcani
di
ritrovare
la
coscienza
unitaria
,
da
cui
le
mene
naziste
di
questi
ultimi
anni
li
avevano
allontanati
.
La
Iugoslavia
,
insieme
con
la
Turchia
,
è
infatti
una
delle
principali
potenze
balcanico
-
danubiane
.
Il
fiero
rifiuto
del
popolo
iugoslavo
di
sottoporsi
al
dominio
hitleriano
può
essere
uno
sprone
ad
altri
popoli
che
,
certamente
,
come
quello
iugoslavo
.
sono
ostili
alla
sottomissione
allo
straniero
.
Militarmente
,
poi
,
per
quanto
non
sia
possibile
fondare
eccessive
speranze
su
una
resistenza
militare
ad
oltranza
contro
la
penetrazione
germanica
,
dell
'
esercito
iugoslavo
,
conviene
tuttavia
,
tenere
sempre
presente
la
fiera
reazione
che
il
popolo
iugoslavo
ha
saputo
opporre
ad
Hitler
.
Durante
la
guerra
di
Spagna
,
i
repubblicani
spagnuoli
,
privi
di
armi
;
privi
di
vettovagliamento
,
privi
di
qualsiasi
aiuto
concreto
dall
'
estero
,
hanno
combattuto
da
leoni
durante
tre
anni
contro
le
potenze
totalitarie
,
solo
perché
,
in
quella
lotta
,
tutto
il
popolo
spagnuolo
era
schierato
da
una
parte
per
lottare
contro
l
'
oppressione
straniera
e
l
'
ingiustizia
interna
.
Le
reazioni
popolari
sono
capaci
di
generare
i
più
grandi
eserciti
del
mondo
.
Quando
una
causa
è
giusta
gli
uomini
combattono
da
leoni
.
Così
,
per
quanto
scarseggino
attualmente
gli
elementi
di
giudizio
intorno
ad
una
resistenza
militare
dell
'
esercito
iugoslavo
contro
un
'
eventuale
invasione
nazista
,
rimane
pertanto
un
elemento
concreto
eli
valutazione
da
cui
non
si
può
prescindere
:
questo
elemento
è
costituito
dall
'
indomito
coraggio
del
popolo
iugoslavo
.
*
*
*
Comunque
venga
giudicata
la
situazione
nei
suoi
aspetti
positivi
non
va
dimenticato
,
nel
giudicare
gli
effetti
del
colpo
di
Stato
iugoslavo
,
che
sull
'
adesione
della
Iugoslavia
al
patto
tripartito
la
Germania
hitleriana
fondava
le
più
grandi
speranze
.
Quali
erano
le
mire
di
Hitler
quando
la
sua
diplomazia
tanto
si
affannò
per
ottenere
l
'
adesione
iugoslava
?
Queste
mire
potevano
essere
di
due
categorie
:
anzitutto
,
permettere
alle
truppe
tedesche
di
attraversare
il
territorio
iugoslavo
allo
scopo
di
attaccare
la
Grecia
alla
spalle
,
per
l
'
unica
sua
frontiera
non
montuosa
;
oppure
,
e
ciò
è
più
probabile
,
proteggere
semplicemente
il
passaggio
delle
truppe
tedesche
attraverso
l
'
Ungheria
e
la
Bulgaria
contro
un
attacco
laterale
proveniente
da
una
Iugoslavia
ostile
.
Sembra
improbabile
che
Hitler
abbia
deciso
di
attaccare
la
Grecia
alle
spalle
e
di
ottenere
perciò
la
complicità
iugoslava
.
Infatti
,
finora
,
la
Germania
non
ha
nemmeno
rotto
le
relazioni
diplomatiche
con
la
Grecia
,
e
poi
,
Hitler
non
ha
veramente
nessun
interesse
a
conquistare
la
Grecia
,
se
non
quello
di
potere
,
attraverso
la
strada
di
Salonicco
,
giungere
più
facilmente
ai
Dardanelli
.
La
Grecia
,
in
sé
per
sé
,
non
presenta
per
Hitler
nessun
interesse
,
poiché
non
conduce
a
nessuna
via
terrestre
eli
comunicazione
con
il
Vicino
Oriente
.
È
dunque
una
semplice
illusione
mantenuta
dalla
propaganda
fascista
,
quella
che
consiste
nel
credere
che
Hitler
ci
voglia
aiutare
a
conquistare
la
Grecia
.
Egli
non
sprecherà
nemmeno
un
nomo
per
far
vincere
,
ad
altri
,
guerre
che
non
presentino
per
lui
un
interesse
politico
o
militare
immediato
.
È
molto
più
probabile
.
invece
,
che
Hitler
,
il
quale
ha
aspettato
fino
ad
oggi
per
chiedere
alla
Iugoslavia
la
sua
adesione
al
patto
tripartito
,
abbia
voluto
con
questa
adesione
ottenere
una
garanzia
di
non
essere
attaccato
alle
spalle
da
truppe
.
provenienti
dal
territorio
iugoslavo
.
Infatti
l
'
unica
preoccupazione
di
Hitler
nella
sua
guerra
balcanica
,
oltre
quella
di
rifornirsi
in
derrate
agricole
,
è
quella
di
giungere
ai
Dardanelli
.
Tutta
la
sua
diplomazia
ha
teso
finora
a
quello
.
Il
suo
migliore
agente
diplomatico
,
von
Papen
,
che
aveva
reso
così
utili
servizi
alla
Germania
guglielmina
durante
la
guerra
scorsa
,
come
capo
del
servizio
di
sabotaggio
negli
Stati
Uniti
,
è
oggi
Ambasciatore
di
Germania
ad
Ankara
.
Quale
sarebbe
il
valore
di
una
conquista
hitleriana
dei
Dardanelli
?
Esso
sarebbe
duplice
.
Sullo
scacchiere
militare
,
i
Dardanelli
aprono
la
via
a
tutto
il
Vicino
Oriente
.
Sul
piano
politico
,
invece
,
i
Dardanelli
rimangono
oggi
l
unica
porta
che
la
Russia
sovietica
abbia
per
passare
da
Oriente
ad
Occidente
.
La
Russia
,
infatti
,
incontra
oggi
,
su
tutte
le
sue
frontiere
occidentali
,
l
ombra
hitleriana
:
basta
guardare
una
carta
d
'
Europa
in
cui
vengano
segnati
i
territori
dominati
o
controllati
da
Hitler
,
per
vedere
che
,
dall
'
estremo
nord
norvegese
.
,
Hitler
taglia
la
strada
dell
'
Occidente
alla
Russia
fino
ai
Dardanelli
l
'
unico
paese
,
l
'
unico
territorio
per
cui
la
Russia
possa
ancora
passare
per
rimanere
in
contatto
con
l
'
Occidente
è
la
Turchia
.
Il
giorno
in
cui
Hitler
avesse
occupato
i
Dardanelli
,
la
Russia
sovietica
non
avrebbe
più
nessuna
via
d
'
accesso
all
'
Occidente
europeo
.
Essa
sarebbe
costretta
,
per
ragioni
geografiche
imprescindibili
,
a
diventare
realmente
e
materialmente
una
potenza
asiatica
.
Il
colpo
di
stato
iugoslavo
allontana
forse
per
sempre
tutte
queste
possibilità
.
Per
capirne
l
'
importanza
era
dunque
necessario
esaminare
i
calcoli
che
Hitler
aveva
probabilmente
fondato
su
una
adesione
della
Iugoslavia
al
patto
tripartito
.
Oggi
che
la
Iugoslavia
non
permette
più
ad
Hitler
di
fare
quello
che
vuole
sul
proprio
territorio
,
tutti
questi
piani
sono
svaniti
.
Inoltre
,
l
'
avversario
è
ormai
in
guardia
tanto
sul
terreno
politico
quanto
su
quello
militare
.
StampaQuotidiana ,
Si
può
credere
,
a
prima
vista
,
che
la
nostra
politica
decisamente
antihitleriana
sia
determinata
da
motivi
sentimentali
o
da
motivi
di
politica
internazionale
.
Ci
si
potrà
forse
dire
che
questa
nostra
politica
costituisca
un
semplice
contributo
alla
guerra
degli
inglesi
contro
i
Tedeschi
.
Ciò
non
corrisponderebbe
alla
verità
.
Vorremmo
per
l
'
avvenite
e
l
'
indipendenza
dell
'
Italia
,
che
tali
fossero
i
motivi
che
ispirano
il
nostro
atteggiamento
:
vorremmo
,
cioè
,
che
nessuna
infiltrazione
tedesca
fosse
venuta
a
spingerci
in
questo
senso
.
Poiché
,
in
tale
caso
,
l
'
attuale
politica
estera
dell
'
Italia
non
sarebbe
un
fenomeno
così
irrimediabile
.
invece
,
vi
sono
profondi
motivi
a
fondamento
di
questa
nostra
politica
:
vi
sono
motivi
che
non
possono
lasciare
indifferente
nessun
italiano
.
Questi
motivi
non
sono
più
semplicemente
motivi
di
politica
estera
:
sono
motivi
,
anzitutto
,
di
politica
interna
.
economica
e
sociale
.
Noi
non
intendiamo
condurre
questa
lotta
alla
leggera
,
non
l
'
abbiamo
impresa
senza
fortissime
ragioni
,
superiori
a
qualsiasi
considerazione
.
di
falso
amor
proprio
o
di
falso
orgoglio
nazionale
.
Le
persone
che
scrivono
in
queste
pagine
non
hanno
mai
fatto
il
mestiere
di
politicanti
.
Esse
vengono
da
tutti
i
settori
della
vita
italiana
e
sono
costretti
,
oggi
,
allo
scopo
di
permettere
a
se
stesse
e
agli
altri
Italiani
di
proseguire
una
vita
dignitosa
,
di
imprendere
una
lotta
a
morte
contro
il
regime
hitleriano
.
Quelli
che
scrivono
in
queste
pagine
non
superano
generalmente
i
venticinque
o
trenta
anni
:
sono
,
cioè
,
esponenti
della
nuovissima
generazione
italiana
,
che
sa
che
nessuna
vita
sarà
impossibile
per
essa
,
come
per
la
nuova
generazione
delle
altre
nazioni
europee
,
se
non
dal
momento
in
cui
quella
casta
di
arrivisti
,
che
ha
alimentato
il
nazismo
hitleriano
e
la
nostra
plutogerarchia
,
in
uomini
e
fondi
,
non
sarà
definitivamente
scomparsa
dalla
nostra
vita
civile
.
Assumiamo
un
atteggiamento
battagliero
perché
.
siamo
costretti
alla
lotta
;
e
come
siamo
costretti
noi
,
crediamo
lo
siano
pure
tutti
quelli
che
oggi
ci
leggono
;
poiché
si
tratta
,
non
solo
della
sorte
nostra
personale
,
ma
anche
di
tutti
quelli
che
ci
sono
cari
,
cioè
di
tutti
quelli
che
sono
rimasti
in
Italia
.
A
coloro
che
non
capissero
ancora
l
'
importanza
dalla
posta
,
la
gravità
della
lotta
,
noi
vogliamo
fornire
la
massima
documentazione
possibile
intorno
alla
necessità
di
entrare
in
azione
.
Mentre
siamo
,
infatti
.
dalle
circostanze
,
confinati
qui
in
Africa
,
nell
'
impossibilità
di
recare
un
contributo
diretto
alla
nostra
vita
nazionale
,
questa
vita
nazionale
viene
in
questo
momento
deturpata
e
compromessa
dalle
mene
dei
nostri
plutogerarchi
.
Questa
vita
nazionale
,
dal
momento
in
cui
ne
siamo
stati
divelti
da
questa
guerra
,
viene
trasformata
a
poco
a
poco
in
modo
irriconoscibile
.
Viene
trasformata
,
questa
volta
,
non
più
ad
opera
di
tirannelli
nazionali
,
ma
dai
nazisti
tedeschi
.
In
una
serie
di
articoli
,
ci
proponiamo
di
documentare
la
disgregazione
ad
opera
del
nazismo
hitleriano
,
della
vita
delle
nostre
classi
lavoratrici
.
Disgregazione
che
,
nel
settore
lavorativo
,
si
attua
mediante
un
invio
sempre
maggiore
di
lavoratori
italiani
in
Germania
e
una
conseguente
riduzione
del
nostro
ritmo
produttivo
nazionale
.
Il
primo
fenomeno
ci
pone
,
così
,
sullo
stesso
piano
delle
nazioni
che
,
avendo
perduto
la
guerra
contro
la
Germania
,
sono
costrette
ora
a
contribuire
,
con
l
'
invio
di
lavoratori
forzati
,
allo
sforzo
bellico
del
Reich
.
Siamo
posti
,
cioè
,
sullo
stesso
piano
della
Francia
,
della
Polonia
,
della
Cecoslovacchia
e
di
tutte
le
altre
nazioni
il
cui
territorio
è
occupato
attualmente
dalle
truppe
tedesche
.
Anche
in
questo
,
del
resto
,
ci
troviamo
nelle
medesime
condizioni
,
in
quanto
i
punti
strategici
più
importanti
del
nostro
territorio
nazionale
sono
stati
recentemente
occupati
da
truppe
naziste
.
Nessuna
differenza
perciò
tra
l
'
Italia
alleata
della
Germania
e
le
nazioni
sconfitte
da
questa
.
La
seconda
conseguenza
di
questa
sottomissione
della
nostra
vita
economica
agli
scopi
bellici
tedeschi
è
una
profonda
trasformazione
della
nostra
struttura
economica
e
sociale
.
Trasformazione
la
quale
influisce
irrimediabilmente
,
anzitutto
sul
nostro
presente
sforzo
bellico
;
inoltre
,
sul
futuro
assetto
economico
e
sociale
dell
'
Italia
.
Proprio
nel
momento
in
cui
l
'
Italia
ha
più
bisogno
di
tutti
i
suoi
figli
per
adempiere
l
'
ingente
sforzo
a
cui
il
Governo
fascista
l
'
ha
oggi
sottoposta
,
questo
medesimo
Governo
,
responsabile
della
nostra
entrata
in
guerra
e
della
nostra
impreparazione
a
sostenerla
,
ci
priva
,
per
il
suo
atteggiamento
servile
nei
confronti
di
Hitler
,
dei
mezzi
indispensabili
a
colmare
le
lacune
della
nostra
efficienza
bellica
.
Lo
stesso
Governo
che
ci
ha
fatto
entrare
in
guerra
nel
giugno
scorso
senza
necessità
immediate
e
soprattutto
senza
la
possibilità
materiale
di
sostenere
lo
sforzo
bellico
non
ha
ancora
capito
che
dovevamo
,
a
qualsiasi
costo
,
riprendere
il
tempo
perduto
per
colpa
sua
e
intensificare
il
ritmo
produttivo
nazionale
.
Invece
di
questo
,
esso
invia
ora
le
forze
vive
della
nazione
,
quelle
che
ci
sono
indispensabili
in
tempo
di
guerra
come
in
tempo
di
pace
,
in
Germania
hitleriana
,
per
permettere
ad
Hitler
di
vincere
la
sua
guerra
.
Queste
forze
lavoratrici
,
che
vengono
ora
inviate
in
Germania
diminuiscono
il
nostro
potenziale
umano
per
quel
che
riguarda
il
futuro
assetto
economico
e
sociale
dell
'
ltalia
.
Non
è
possibile
ridurre
impunemente
,
senza
attenderne
conseguenze
perniciosissime
,
il
numero
dei
lavoratori
di
un
paese
.
L
Italia
,
priva
dei
suoi
migliori
operai
,
priva
,
cioè
,
di
quelle
forze
che
più
hanno
contribuito
e
contribuiscono
tuttora
a
fare
della
nostra
nazione
una
grande
nazione
,
va
perdendo
la
possibilità
materiale
di
mantenere
il
suo
posto
in
Europa
.
La
parte
migliore
della
nazione
italiana
è
oggi
costretta
a
ingigantire
la
Germania
e
ridurre
proporzionalmente
l
'
Italia
ad
una
entità
politica
minore
.
Queste
sono
le
ragioni
per
cui
crediamo
che
tutti
debbano
partecipare
a
questa
nostra
lotta
,
condividendo
le
nostre
opinioni
.
Nessun
Italiano
,
che
sia
cosciente
delle
necessità
nazionali
,
può
disinteressarsi
di
chiesta
progressiva
disgregazione
dell
'
Italia
,
ad
opera
dei
suoi
dirigenti
attuali
,
in
favore
della
Germania
hitleriana
.
Se
non
vogliamo
che
l
'
Italia
e
i
suoi
lavoratori
costituiscano
uno
dei
principali
strumenti
che
avranno
contribuito
alla
creazione
del
nuovo
Impero
hitleriano
,
dobbiamo
,
con
tutti
i
mezzi
,
impedire
che
l
'
opera
svolta
dai
nostri
dirigenti
venga
impunemente
proseguita
.
Nei
prossimi
numeri
pubblicheremo
una
serie
di
articoli
che
verranno
a
documentare
con
maggior
precisione
e
con
dati
inconfutabili
quello
che
oggi
abbiamo
affermato
.
StampaQuotidiana ,
Domenica
delle
Palme
,
6
aprile
1941
,
alle
ore
5
e
30
del
mattino
le
forze
naziste
hanno
sferrato
l
'
attacco
contro
la
Iugoslavia
e
la
Grecia
partendo
dalle
basi
da
loro
stabilite
nei
territori
precedentemente
occupati
della
Romania
e
della
Bulgaria
.
Lo
scacco
diplomatico
di
Hitler
nei
Balcani
Questa
nuova
aggressione
.
del
Governo
hitleriano
contro
due
popoli
europei
segna
,
anzitutto
,
una
sconfitta
precedentemente
subita
da
questo
medesimo
Governo
sul
piano
diplomatico
.
La
necessità
in
cui
si
trova
oggi
Hitler
di
attaccare
militarmente
la
Iugoslavia
e
la
Grecia
viene
infatti
ad
indicare
che
tutti
gli
sforzi
compiuti
dalla
sua
diplomazia
,
allo
scopo
di
ottenere
lai
complicità
di
questi
paesi
,
sono
clamorosamente
falliti
.
L
atteggiamento
della
Iugoslavia
,
soprattutto
,
è
fra
i
più
significativi
:
questo
paese
,
infatti
,
dopo
aver
aderito
,
ad
opera
dei
ministri
,
che
lo
avevano
tradito
,
al
patto
tripartito
,
ha
saputo
,
con
magnifico
slancio
,
operare
quel
rivolgimento
politico
interno
,
veramente
animato
da
forze
popolari
,
che
ha
staccato
la
Iugoslavia
da
quella
vergognosa
complicità
.
Questo
scacco
,
che
un
popolo
libero
ha
saputo
far
subite
a
Hitler
,
confessato
ormai
nel
modo
più
aperto
con
la
dichiarazione
di
guerra
della
Germania
alla
Iugoslavia
,
è
in
se
stesso
di
gran
lunga
più
importante
nella
storia
europea
di
quello
che
non
possano
essere
gli
eventi
militari
di
questo
nuovo
teatro
di
operazioni
militari
.
La
rivoluzione
jugoslava
-
poiché
il
colpo
di
Stato
di
Belgrado
supera
di
gran
lunga
,
nella
politica
balcanica
,
la
portata
di
un
semplice
rivolgimento
di
circoli
governativi
-
è
rivoluzione
non
solo
nazionale
ma
anche
europea
.
II
"
no
"
che
la
nazione
jugoslava
in
blocco
ha
opposto
alle
pretese
di
Hitler
,
ha
significato
veramente
europeo
.
Non
bisogna
dimenticare
che
l
'
atteggiamento
di
fermezza
dei
popolo
Jugoslavo
e
del
suo
Governo
ha
avuto
conseguenze
immediate
in
tutti
gli
Stati
balcanici
:
in
Ungheria
,
anzitutto
,
il
drammatico
suicidio
del
Primo
Ministro
,
come
Teleki
,
ha
mostrato
che
anche
in
quel
paese
le
forze
popolari
non
possono
sempre
essere
ridotte
al
silenzio
;
in
Bulgaria
,
i
nazisti
sono
stati
costretti
a
rafforzare
il
loro
sistema
di
sorveglianza
poliziesca
.
Inoltre
,
l
'
atteggiamento
jugoslavo
non
ha
mancato
fin
dall
'
inizio
di
suscitare
il
più
vivo
plauso
di
tutti
gli
ambienti
internazionali
e
soprattutto
la
simpatia
di
tutte
le
grandi
potenze
,
dagli
Stati
Uniti
e
l
'
impero
Britannico
alla
Russia
sovietica
.
Il
patto
russo
-
jugoslavo
Due
ore
prima
,
anzi
,
che
le
truppe
naziste
iniziassero
la
loro
aggressione
contro
il
territorio
jugoslavo
,
veniva
firmato
a
Mosca
il
patto
russo
-
jugoslavo
di
amicizia
e
non
aggressione
,
per
cui
veniva
stipulato
,
ai
termini
dell
'
articolo
2
,
che
"
se
una
delle
parti
contraenti
è
vittima
di
una
aggressione
,
ad
opera
di
una
Terza
potenza
,
l
'
altra
si
impegna
ad
osservare
una
politica
di
amicizia
"
.
La
portata
del
nuovo
patto
concluso
quasi
in
previsione
di
una
aggressione
nazista
contro
la
Iugoslavia
è
stata
sottolineata
in
tutti
gli
ambienti
;
la
"
Pravda
"
di
Mosca
l
'
ha
subito
definito
come
un
"
avvenimento
storico
della
più
grande
importanza
"
;
il
Sig
.
Sumnerwelles
,
sottosegretario
di
stato
agli
affari
esteri
degli
Stati
uniti
ha
dichiarato
,
riferendosi
a
questo
patto
,
che
esso
"
è
assai
più
importante
di
un
semplice
accordo
di
amicizia
e
di
non
aggressione
"
.
L
'
Italia
costretta
a
partecipare
alla
nuova
guerra
nazista
In
queste
condizioni
,
è
avvenuta
l
'
aggressione
nazista
contro
la
Iugoslavia
e
la
Grecia
la
quale
non
ha
mancato
di
produrre
effetti
in
tutti
i
campi
.
Dal
punto
di
vista
italiano
,
anzitutto
,
va
rilevato
che
in
tutti
questi
ultimi
giorni
,
spinta
da
una
pressione
popolare
interna
,
la
nostra
diplomazia
si
era
adoperata
ad
evitare
l
'
estensione
del
conflitto
europeo
al
teatro
di
guerra
balcanico
.
In
Italia
,
l
'
opinione
pubblica
si
è
preoccupata
fin
dall
'
inizio
della
tensione
germano
-
jugoslava
e
dei
riflessi
che
un
eventuale
conflitto
tra
queste
due
potenze
avrebbe
potato
provocare
sulla
situazione
delle
nostre
forze
annate
in
Albania
.
Inoltre
,
a
tutti
è
apparso
che
una
guerra
contro
la
Iugoslavia
ci
farà
subire
la
guerra
in
un
ottavo
fronte
,
che
,
per
la
prima
volta
,
porterà
le
operazioni
militari
su
un
fronte
di
guerra
metropolitano
.
Una
guerra
italo
-
jugoslava
,
infatti
,
crea
un
fronte
di
guerra
alla
nostra
frontiera
metropolitana
orientale
,
che
va
dal
Tarvisio
,
a
nord
,
fino
a
Fiume
.
L
esperimento
greco
ha
già
dimostrato
che
in
operazioni
balcaniche
,
chi
ha
avuto
la
peggio
,
di
solito
,
siamo
sempre
stati
noi
.
Per
la
prima
volta
,
perciò
,
dalla
fine
dell
'
altra
guerra
,
l
'
Italia
viene
ora
minacciata
direttamente
sulla
frontiera
metropolitana
.
La
Venezia
Giulia
diventa
,
così
,
teatro
di
operazioni
belliche
.
Prima
ancora
che
il
Governo
fascista
avesse
fatto
conoscere
la
sua
posizione
intorno
ad
una
eventuale
partecipazione
alla
guerra
dichiarala
dalla
Germania
alla
Iugoslavia
,
veniva
riferita
la
costernazione
con
cui
la
popolazione
italiana
aveva
accolto
questa
nuova
guerra
.
Ed
è
probabilmente
per
l
'
opposizione
popolare
,
che
il
Governo
fascista
non
è
stato
in
grado
,
al
momento
in
cui
Hitler
dava
l
'
ordine
alle
sue
truppe
di
entrare
in
Iugoslavia
,
di
compiere
una
manovra
solidale
con
quelle
dell
alleata
dell
Asse
.
Va
rilevato
,
infatti
,
che
il
nostro
intervento
nella
guerra
contro
la
Iugoslavia
è
un
atto
assolutamente
accessorio
a
quello
nazista
.
Il
popolo
italiano
ha
fatto
tutto
quello
che
era
materialmente
possibile
fare
per
evitare
questa
guerra
,
ma
il
Governo
fascista
,
obbedendo
alle
pressioni
di
Berlino
,
non
ha
tenuto
conto
della
volontà
popolare
.
Dopo
un
'
esitazione
che
ha
durato
poco
più
di
una
mezza
giornata
,
il
pomeriggio
di
domenica
veniva
diramato
un
comunicato
secondo
cui
il
Governo
fascista
aveva
deciso
di
"
agire
in
stretta
collaborazione
con
la
Germania
con
tutte
le
sue
forze
di
terra
,
di
mare
e
dell
aria
"
.
E
una
nota
della
Stefani
recava
che
il
Governo
fascista
aveva
"
deciso
di
appoggiare
la
Germania
con
tutte
le
sue
forze
di
terra
di
mare
e
dell
'
aria
"
.
È
chiaro
dunque
che
la
guerra
contro
la
Iugoslavia
è
una
guerra
voluta
da
Hitler
e
che
,
ancora
una
volta
,
questa
guerra
è
sfata
imposta
dal
Governo
nazista
al
popolo
italiano
,
per
mezzo
del
Governo
fascista
,
diventato
,
così
,
in
modo
inequivocabile
,
vero
e
proprio
strumento
nelle
mani
dei
nazisti
.
StampaQuotidiana ,
Il
"
Foglio
di
disposizioni
"
del
segretario
del
partito
ha
ricordato
recentemente
i
termini
dell
'
articolo
8
del
regio
decreto
n.o.
765
del
16
giugno
1940
secondo
il
quale
.
:
"
agli
abbonali
alle
radio
audizioni
circolari
e
comunque
ai
possessori
di
apparati
radio
riceventi
è
fado
divieto
di
far
uso
degli
apparecchi
di
radioaudzioni
per
ascoltare
le
stazioni
di
radiodiffusione
e
di
radiocomunicazione
nemiche
o
neutrali
o
per
propagarne
le
notizie
comunque
ricevute
"
.
E
siccome
non
bastava
ricordare
l
'
esistenza
di
questo
divieto
legislativo
poiché
,
probabilmente
,
nessuno
ne
aveva
tenuto
conto
in
Italia
-
giacché
l
'
amore
per
la
verità
è
più
forte
della
paura
degli
sbirri
-
lo
stesso
"
Foglio
di
disposizioni
"
ha
fatto
notare
che
"
oltre
che
dalla
lettera
dalla
legge
,
l
'
ascoltazione
delle
trasmissioni
radiofoniche
nemiche
è
vietata
ai
fascisti
anche
e
soprattutto
dal
senso
della
dignità
e
del
dovere
che
deve
guidare
ogni
iscritto
al
partito
"
.
E
ha
invitato
i
Federali
e
gli
squadristi
a
"
vigilare
a
individuare
quanti
non
dimostrano
di
possedere
una
sensibilità
adeguata
al
momento
attuale
"
,
e
ad
"
agire
a
loro
carico
con
severità
esemplare
"
.
E
,
siccome
.
ciò
non
era
ancora
sufficiente
,
il
ministero
della
coltura
popolare
ha
impartito
l
'
ordine
a
tutta
la
stampa
di
pubblicare
una
nota
che
sottolineasse
l
'
esistenza
del
provvedimento
,
la
gravità
delle
sanzioni
da
esso
predisposte
.
insieme
con
la
necessità
,
per
tutti
,
di
sottoporsi
ad
esso
e
la
necessità
,
soprattutto
per
gli
squadristi
,
di
farlo
rispettare
.
Come
si
vede
la
questione
è
spinosa
e
per
essere
stata
posta
all
'
ordine
dei
giorno
con
una
pubblicità
così
clamorosa
vuol
dire
che
il
fenomeno
dell
ascoltazione
radiofoniche
straniere
,
specie
di
quelle
antifasciste
,
è
fenomeno
assai
diffuso
nei
paesi
nostri
.
Da
rilevarsi
,
infatti
,
che
esisteva
già
un
provvedimento
legislativo
e
che
-
cosa
assolutamente
insolita
-
le
autorità
politiche
fasciste
sono
state
costrette
a
ricordarne
l
'
esistenza
,
confessando
,
così
,
apertamente
,
che
il
provvedimento
stesso
non
era
stato
mai
rispettato
.
Da
rilevarsi
pure
che
queste
medesime
autorità
non
esitano
,
sapendo
che
anche
questo
richiamo
sarà
inefficace
,
a
fare
un
appello
pubblico
agli
squadristi
,
allo
scopo
di
renderlo
più
effettivo
.
Conviene
rilevare
,
infine
,
che
,
oltre
tutto
ciò
,
anche
la
stampa
è
stata
anch
essa
scatenata
per
spaventare
ancora
di
più
la
gente
.
Abbondano
,
però
,
ancora
,
i
processi
dinanzi
alle
corti
di
giustizia
contro
la
folta
schiera
dei
trasgressori
a
questa
norma
.
E
anche
qui
si
nota
la
poca
saldezza
interna
del
regime
.
Dopo
aver
notato
che
nessuno
,
in
Italia
,
obbedisce
più
alle
norme
che
vietano
ai
cittadini
di
conoscere
la
verità
,
con
qualsiasi
mezzo
questa
verità
possa
venire
conosciuta
,
notiamo
pure
che
le
sentenze
dei
tribunali
contro
i
trasgressori
del
Decreto
suindicato
sono
tutte
lievissime
.
Dunque
,
anche
la
nostra
giustizia
comincia
ad
essere
più
umana
,
più
comprensiva
del
bisogno
di
ogni
individuo
di
non
venire
soffocato
dalla
pesante
cappa
di
piombo
della
censura
.
È
il
giudice
che
,
spesso
,
sarà
anche
egli
un
fervido
ascoltatore
delle
radio
straniere
,
comprendendo
,
perché
egli
stesso
ne
risente
,
il
bisogno
,
in
un
momento
come
questo
,
di
essere
informati
nel
modo
più
preciso
degli
avvenimenti
internazionali
,
perdona
e
spesso
assolve
;
e
quando
condanna
la
condanna
è
lieve
cd
è
accompagnata
dai
benefici
di
legge
.
Ancora
una
volta
conviene
domandarsi
:
che
cosa
significa
tutto
ciò
?
Noi
non
abbiamo
mai
agito
con
partito
preso
contro
nessuno
,
ma
siamo
sempre
stati
mossi
dallo
scrupolo
di
assicurare
alla
nostra
generazione
,
come
a
quella
che
ci
ha
preceduta
,
una
vita
dignitosa
nel
nostro
paese
.
Da
vent
anni
siamo
stati
educati
in
un
clima
che
ignora
il
ragionamento
logico
,
che
ignora
l
'
etica
spregiudicata
.
La
gente
,
all
'
estero
,
crede
che
la
gioventù
italiana
sia
una
gioventù
militarizzata
,
imbevuta
di
dogmi
totalitari
,
credulona
di
fronte
a
tutti
i
miti
messi
avanti
dal
regime
e
,
specie
,
dal
nazismo
.
il
vero
mito
,
però
,
è
quello
sparso
all
'
estero
:
la
gioventù
italiana
,
forse
perché
ha
potuto
notare
a
tempo
gli
errori
dei
suoi
anziani
,
è
più
realistica
,
è
più
convinta
della
necessità
di
un
ragionamento
logico
e
di
una
elica
spregiudicata
di
quello
che
non
sia
mai
stata
nessuna
generazione
italiana
nel
passato
.
Non
è
vero
che
vent
'
anni
di
regime
ci
abbiano
fatto
dimenticare
i
motivi
fondamentali
dell
umanità
.
Non
è
vero
,
non
perché
il
regime
ci
abbia
permesso
di
scorgerli
,
ma
perché
,
appunto
,
avendoci
esso
negato
il
diritto
di
conoscerli
,
siamo
stati
tentati
in
tutti
gli
atti
della
nostra
vita
di
cercare
questi
motivi
di
umanità
più
di
qualsiasi
generazione
nel
passato
,
ci
siamo
preoccupati
di
essere
coscienti
dei
nostri
motivi
di
vivere
;
più
di
ogni
alta
generazione
nel
passato
,
distaccati
dall
'
artificialità
,
dall
'
esteriore
nullità
della
vita
pubblica
,
ci
siamo
rinchiusi
nella
nostra
vita
individuale
.
E
da
questa
,
quindi
,
grazie
ai
nostri
contatti
naturali
che
avevamo
con
i
nostri
compagni
,
siamo
passati
ad
una
comprensione
più
intima
,
più
profonda
e
più
umana
della
vita
sociale
.
È
questa
una
coscienza
rinnovata
,
originale
,
per
la
prima
volta
,
nella
storia
d
'
Italia
,
di
quello
che
è
la
realtà
italiana
,
[
che
]
ci
ha
permesso
di
distruggere
tutti
i
miti
messi
su
dal
romanticismo
fino
al
fascismo
.
Abbiamo
capito
,
coscienti
finalmente
di
quello
che
vogliamo
,
come
,
e
soprattutto
,
di
quello
che
ci
manca
,
che
il
fascismo
,
ultimo
tentativo
di
rinnovamento
del
romanticismo
,
ultimo
albore
di
sentimentalismo
,
in
un
campo
da
cui
questo
dovrebbe
essere
bandito
-
il
campo
politico
-
è
patentemente
insufficiente
per
dirigere
la
vita
italiana
nel
tumultuoso
corso
della
storia
contemporanea
.
Dal
momento
in
cui
abbiamo
compreso
che
questo
sentimentalismo
di
apparato
,
tenuto
su
con
grande
fracasso
dal
regime
,
ci
nascondeva
i
motivi
reali
della
vita
politica
,
ci
siamo
sentiti
più
forti
,
perché
coscienti
della
nostra
debolezza
.
Oggi
,
forse
,
in
apparenza
,
non
rappresentiamo
ancora
niente
nella
vita
italiana
;
non
rappresentiamo
,
conte
si
sarebbe
detto
,
con
mito
sentimentale
,
che
una
speranza
.
E
così
noi
non
avremmo
mai
voluto
essere
qualificati
,
perché
non
viviamo
di
speranze
.
Rappresentiamo
,
però
,
una
forza
,
piccola
,
se
vogliamo
,
perché
non
ancora
pienamente
cosciente
della
sua
potenza
ma
esistente
lo
stesso
:
rappresentiamo
l
'
unica
forza
della
vita
politica
italiana
.
Pienamente
aderenti
alla
realtà
politica
e
sociale
dei
nostri
tempi
,
abbiamo
potuto
convincerci
che
le
miserie
del
popolo
non
vanno
risanate
con
grandi
parole
;
né
vanno
risanate
con
magistrature
del
lavoro
,
con
corporazioni
,
con
grandi
sindacati
misti
.
Ci
siamo
anche
convinti
che
non
si
edifica
una
nuova
realtà
politica
e
sociale
con
la
dittatura
:
se
un
popolo
vuoi
diventare
grande
,
grande
veramente
di
civiltà
e
non
di
parole
,
esso
deve
costruirsi
da
sé
,
con
istituti
politici
popolari
,
aderenti
alle
masse
,
la
sua
grandezza
.
Questo
,
ormai
,
lo
sentono
tutti
;
e
il
fatto
di
ascoltare
le
radio
straniere
,
come
quello
di
borbottare
,
come
quello
di
riunirsi
in
cenacoli
che
discutono
di
tutti
i
problemi
senza
lasciarsi
intimorire
dalla
presenza
per
le
strade
di
squadristi
attempati
all
'
agguato
,
è
semplicemente
un
singolo
episodio
del
generale
bisogno
che
tutti
risentono
di
conoscere
la
verità
e
di
discuterla
.
Non
è
vero
,
come
vuol
far
credere
la
nostra
propaganda
,
che
andiamo
a
cercare
la
verità
all
'
estero
:
quello
che
dice
la
radio
straniera
non
è
ancora
la
verità
,
è
il
documento
che
ci
permetterà
di
stabilirla
realisticamente
,
senza
false
illusioni
,
senza
false
speranze
,
sapendo
quello
che
succede
nel
mondo
,
quello
che
si
dice
di
noi
,
quello
che
il
mondo
aspetta
da
noi
.
La
congiura
del
silenzio
.
La
congiura
del
silenzio
che
il
regine
fa
intorno
a
queste
forze
non
basta
,
quindi
,
a
farle
ignorare
:
tutti
sanno
che
esistono
,
tutti
sono
coscienti
che
esse
,
un
giorno
.
verranno
alla
luce
,
tutti
sono
convinti
che
l
'
Italia
non
è
morta
,
perché
in
questi
vent
'
anni
di
stasi
politica
si
è
formata
,
in
reazione
a
questa
medesima
pigrizia
spirituale
morale
,
una
generazione
desiderosa
di
un
vita
più
umana
.
StampaQuotidiana ,
Da
quando
è
salito
al
potere
,
il
Governo
fascista
ha
giustificato
il
maggior
numero
dei
provvedimenti
da
esso
presi
con
il
pretesto
che
questi
rinsaldavano
il
prestigio
dell
'
Italia
.
Ragionando
ora
a
mente
fredda
,
e
cioè
.
da
politici
,
non
da
esteti
,
conviene
esaminare
più
da
vicino
questa
giustificazione
della
politica
che
ci
ha
fatto
perdere
qualsiasi
prestigio
agli
occhi
del
mondo
civile
.
Il
prestigio
dell
'
Italia
come
se
l
'
Italia
,
dopo
mille
anni
di
storia
,
dopo
un
'
eredità
come
quella
romana
,
avesse
ancora
bisogno
di
rifarsi
un
prestigio
.
Il
prestigio
è
conficcato
fin
nelle
radici
del
nostro
suolo
,
fin
nel
midollo
delle
nostre
ossa
;
il
nostro
prestigio
lo
ritroviamo
nella
storia
,
e
nella
dignitosa
continuazione
di
questa
,
esso
viene
mantenuto
.
Oggi
,
quello
che
ci
fa
perdere
il
prestigio
è
proprio
il
poco
rispetto
che
si
ha
da
noi
per
la
storia
.
E
ancora
una
volta
,
sarebbe
necessario
richiamare
gli
italiani
alla
storia
.
E
ancora
una
volta
,
ispirandosi
a
questo
motto
,
l
'
Italia
continuerà
ad
essere
quello
che
merita
.
*
*
*
Sotto
il
pretesto
di
ristabilire
il
prestigio
della
nostra
nazione
,
il
Governo
fascista
ne
ha
abolito
tutti
gli
istituti
tradizionali
ed
ha
impedito
che
a
questi
il
popolo
recasse
le
necessarie
trasformazioni
per
renderli
più
consoni
alle
nuove
realtà
che
si
erano
venute
creando
dopo
l
'
ultima
guerra
.
Per
ristabilire
il
prestigio
dell
'
Italia
,
ancora
,
sono
stati
soffocati
quei
movimenti
senza
i
quali
,
oggi
,
le
nostre
forze
popolari
sono
state
private
dei
loro
diritti
più
essenziali
;
sono
state
rese
passive
di
fronte
agli
avvenimenti
che
ci
travolgono
.
Il
prestigio
dell
'
Italia
ha
anche
dettato
quella
politica
estera
che
,
dal
1935
ad
oggi
,
ha
fatto
subire
sei
guerre
in
sei
anni
.
Nel
35
,
il
nostro
"
prestigio
"
esigeva
la
guerra
d
'
Etiopia
:
tutto
passava
dopo
la
conquista
dell
'
impero
;
non
era
permesso
di
ragionare
d
altro
che
di
colonizzazione
demografica
,
di
ricchezze
naturali
dell
Etiopia
,
del
popolamento
futuro
del
territorio
conquistato
.
E
così
,
si
dimenticava
la
crisi
economica
non
ancora
superata
,
si
dimenticava
ancora
che
gli
stipendi
e
i
salari
erano
stati
amputati
,
che
una
vita
dignitosa
diventava
sempre
più
difficile
,
magari
impossibile
per
la
maggior
parte
della
nostra
popolazione
.
Si
dimenticava
che
il
nostro
ritmo
produttivo
si
era
ridotto
e
che
aumentava
soltanto
per
preparare
gli
strumenti
atti
all
'
uccisione
di
altri
uomini
.
Poi
,
quando
la
guerra
d
'
Etiopia
fu
finita
,
venne
quella
di
Spagna
:
venne
,
cioè
,
quella
lunghissima
,
micidiale
,
guerra
civile
in
cui
prepotentemente
il
Governo
fascista
fece
schierare
i
nostri
legionari
contro
il
popolo
spagnolo
.
Ancora
una
volta
,
non
si
parlò
più
d
'
altro
che
di
guerra
di
Spagna
,
di
aviazione
legionaria
,
di
rossi
e
di
neri
,
di
barbarie
inesistenti
,
di
amicizie
eterne
rinsaldate
dal
regime
.
E
,
ancora
una
volta
,
si
dimenticò
che
dopo
la
conquista
dell
Impero
non
era
avvenuta
la
colonizzazione
:
che
,
dopo
aver
soddisfatto
l
'
ultima
delle
nostre
rivendicazioni
,
dopo
averci
fatto
credere
che
ormai
per
l
'
Italia
le
guerre
erano
finite
,
altre
guerre
si
tramavano
,
altre
amicizie
si
rompevano
,
altri
Stati
ci
preparavamo
ad
aggredire
.
Poi
,
anche
la
guerra
di
Spagna
,
a
poco
a
poco
,
non
fu
più
una
maschera
sufficiente
per
quello
che
succedeva
all
'
interno
;
non
permise
più
,
cioè
,
al
regime
,
di
nascondersi
dietro
l
'
intervento
legionario
di
Spagna
,
per
giustificare
quello
che
succedeva
all
'
interno
.
Il
prestigio
del
fascismo
-
poiché
l
Italia
,
il
suo
prestigio
,
non
l
'
ha
mai
perduto
-
andava
scemando
.
Venne
quindi
la
conquista
dell
'
Albania
:
anche
questa
,
come
sempre
,
per
rinsaldare
il
prestigio
dell
'
Italia
.
In
che
modo
l
'
esistenza
di
uno
Stato
albanese
,
apparentemente
indipendente
,
che
,
in
realtà
,
obbediva
a
tutti
gli
ordini
di
Mussolini
,
poteva
nuocere
al
prestigio
dell
'
Italia
?
Quale
pericolo
costituiva
per
noi
l
'
Albania
?
Nessuno
.
Eppure
,
il
7
aprile
1938
,
i
nostri
stormi
aerei
,
la
nostra
flotta
,
le
nostre
truppe
erano
mandati
oltremare
per
compiere
una
spedizione
destinata
ad
"
abbattere
l
'
orgoglio
albanese
"
e
"
rinsaldare
,
come
sempre
,
il
prestigio
dell
'
Italia
"
.
Da
allora
,
questo
prestigio
,
nella
politica
fascista
,
è
passato
in
secondo
piano
.
L
'
anno
1938
è
quello
in
cui
Hitler
si
lanciò
sulla
medesima
via
delle
guerre
destinate
anch
'
esse
a
ristabilire
un
prestigio
:
quello
della
Germania
;
e
i
vincoli
stabiliti
dal
Conte
Ciano
con
la
Germania
hitleriana
non
permettono
più
al
Governo
fascista
di
giustificare
i
suoi
atti
col
pretesto
del
"
prestigio
dell
'
Italia
"
.
Poiché
sarebbe
assurdo
e
paradossale
il
fondare
un
predominio
egemonico
sull
'
Europa
essendo
in
due
.
"
L
'
offuscato
prestigio
della
Germania
"
,
che
Hitler
tenta
di
ristabilire
,
da
Monaco
in
poi
,
impedisce
a
Mussolini
di
continuare
eternamente
a
difendere
il
prestigio
dell
'
Italia
.
Però
,
se
sino
ad
oggi
,
il
prestigio
dell
'
Italia
sul
piano
internazionale
non
era
mai
sfato
contestato
da
nessuno
,
poiché
era
realmente
inconfutabile
,
se
la
difesa
del
prestigio
dell
'
Italia
era
rimasta
un
puro
pretesto
,
buono
semplicemente
per
giustificare
gli
atti
della
politica
fascista
,
ora
,
un
problema
del
prestigio
dell
'
Italia
si
è
posto
.
L
'
Italia
.
nonostante
tutto
,
fino
ad
oggi
,
era
rimasta
una
potenza
autonoma
ed
indipendente
.
Da
quando
il
Governo
fascista
ha
consegnato
il
nostro
Paese
alla
Germania
hitleriana
,
è
diventata
necessaria
una
reale
difesa
del
suo
prestigio
.
Oggi
il
Governo
fascista
non
difende
,
né
può
più
pretendere
di
difendere
il
prestigio
dell
'
Italia
:
esso
giustifica
tutti
i
suoi
atti
,
tutte
le
sue
azioni
,
con
gli
aleatori
vantaggi
che
ci
deriveranno
dalla
potenza
germanica
.
Dopo
i
nostri
insuccessi
in
Africa
e
in
Europa
,
il
Duce
ha
deciso
egli
stesso
nel
suo
discorso
che
ormai
la
teoria
politica
del
fascismo
sarà
quella
dell
'
Italia
partecipe
e
beneficiaria
delle
vittorie
tedesche
.
Dal
23
febbraio
,
giorno
in
cui
il
Dose
ha
pronunciato
il
suo
ultimo
discorso
,
tutti
i
nostri
plutogerarchi
ripetono
all
'
unisono
che
la
vittoria
della
Germania
è
vittoria
dell
'
asse
.
Da
quel
momento
è
sparito
il
prestigio
dell
'
Italia
,
nella
politica
fascista
:
è
nato
invece
"
il
prestigio
dell
'
asse
"
,
il
prestigio
,
cioè
della
Germania
hitleriana
,
alle
cui
sorti
il
Governo
fascista
ha
voluto
assimilare
quelle
dell
'
Italia
.
*
*
*
Se
,
prima
,
gli
italiani
semplicemente
potevano
opporsi
solo
sul
piano
interno
al
regime
fascista
,
e
approvare
o
respingere
tale
regime
,
oggi
si
pone
,
invece
,
veramente
,
un
problema
di
prestigio
nazionale
.
Per
la
prima
volta
nella
nostra
storia
siamo
costretti
a
considerare
come
vittorie
nostre
quelle
di
un
'
altra
nazione
,
ad
accogliere
come
successi
nazionali
quelli
di
un
altra
potenza
straniera
.
Fino
ad
oggi
,
nemmeno
con
la
dominazione
spagnuola
o
austriaca
,
nessuno
ci
aveva
costretto
a
considerare
le
vittorie
della
Spagna
o
dell
'
Austria
-
Ungheria
come
vittorie
nostre
.
Sentivamo
che
il
nostro
prestigio
rimaneva
intatto
a
condizione
di
non
perdere
mai
la
nostra
peculiare
originalità
nazionale
.
Oggi
,
invece
,
con
questa
politica
,
il
passo
dell
'
oca
è
diventato
passo
romano
,
il
berretto
nazista
è
diventato
berretto
fascista
,
il
Führer
della
Germania
hitleriana
è
diventato
il
nostro
Führer
.
Oggi
,
per
la
prima
volta
,
tutti
gli
Italiani
hanno
il
dovere
di
difendere
il
prestigio
dell
'
Italia
;
il
quale
,
dal
Governo
che
ancora
ha
sede
a
Roma
,
è
stato
offuscato
come
mai
fino
ad
oggi
nella
nostra
storia
.
Italiani
,
ritornale
alla
storia
:
la
storia
dell
'
Italia
esige
che
siano
messi
fuori
i
barbari
!
StampaQuotidiana ,
È
quello
del
fronte
interno
:
il
fronte
interno
,
creazione
di
questa
guerra
,
è
un
fronte
rimasto
ignoto
fino
a
ieri
,
è
un
fronte
che
si
volta
contro
il
Governo
al
potere
,
perché
questo
non
ha
saputo
tenere
sufficiente
conto
delle
necessità
interne
.
Il
fronte
interno
viene
a
ricordarci
che
in
tutte
queste
guerre
il
fattore
popolo
,
il
fattore
politico
interno
è
stato
trascurato
;
viene
a
ricordarci
che
tutte
queste
guerre
sono
state
fatte
per
farci
dimenticare
quello
che
succedeva
all
'
interno
.
Ritorniamo
un
po
'
con
il
ricordo
ai
giorni
della
nostra
guerra
d
'
Etiopia
,
a
quei
giorni
in
cui
sembrava
che
finalmente
una
strada
fosse
aperta
all
'
espansione
materiale
e
spirituale
dell
'
Italia
;
ritorniamo
a
quei
giorni
in
cui
.
dimenticando
la
crisi
che
dominava
all
'
interno
,
pensavamo
fosse
possibile
attenuarla
o
addirittura
sopprimerla
con
mezzi
eterni
.
Quanto
si
sono
sbagliati
tutti
quelli
che
credevano
,
quella
volta
come
oggi
,
che
i
problemi
interni
di
una
nazione
possano
venire
risolti
attraverso
fattori
esterni
:
quanto
si
sbagliano
tutti
quelli
che
pensano
che
sia
possibile
far
nascere
una
civiltà
nazionale
dalla
conquista
di
un
impero
.
Un
impero
si
conquista
quando
si
ha
una
civiltà
da
esportare
.
E
anche
.
in
quel
caso
il
giudizio
in
merito
alla
moralità
di
questa
conquista
non
è
pienamente
risolto
.
La
civiltà
si
crea
all
'
interno
e
il
rinunciare
a
crearla
è
manifestare
apertamente
la
propria
incapacità
a
fare
opera
di
civiltà
.
Come
si
crea
una
civiltà
"
?
Con
le
grandi
spedizioni
militari
,
oppure
con
opere
di
governo
e
di
amministrazione
civile
?
La
storia
del
nostro
paese
ci
insegna
che
la
civiltà
è
creata
da
opere
di
governo
,
da
opere
di
amministrazione
politica
e
civile
,
di
coltura
e
di
educazione
.
La
civiltà
della
prima
e
della
seconda
Roma
non
è
civiltà
di
conquista
,
anche
se
l
'
osservatore
poco
attento
della
storia
di
Roma
possa
credere
così
,
ma
è
civiltà
politica
,
religiosa
,
spirituale
.
La
prima
Roma
non
si
segnala
all
'
attenzione
del
mondo
come
Roma
conquistatrice
,
come
Roma
imperiale
;
si
segnala
come
Roma
repubblicana
,
come
governo
perfetto
dell
'
antichità
,
come
diritto
delle
genti
.
Quello
che
rimane
oggi
di
Roma
antica
è
il
diritto
,
è
il
nome
che
si
dà
agli
istituti
politici
.
Nell
'
arte
militare
i
nomi
non
sono
romani
;
sono
presi
in
prestito
a
tutte
la
genti
,
a
tutte
le
orde
conquistatrici
.
La
seconda
Roma
si
segnala
anch
essa
,
non
per
aver
conquistato
il
mondo
con
le
armi
,
ma
per
averlo
conquistato
con
la
fede
e
la
saggezza
,
per
averlo
conquistato
con
la
coltura
e
l
'
educazione
.
La
terza
Roma
,
quella
che
voleva
Mazzini
,
nascerà
con
un
processo
interno
all
'
Italia
,
per
un
processo
di
espansione
che
non
si
concentrerà
sul
mondo
esterno
ma
anzitutto
su
noi
stessi
Italiani
.
Gli
italiani
diventeranno
di
nuovo
Romani
,
il
giorno
in
cui
sentiranno
che
per
essere
il
centro
del
mondo
bisogna
esserne
il
centro
civile
;
ridiventeranno
Romani
quando
avranno
capito
che
oggi
il
mondo
non
si
conquista
più
con
la
forza
ma
con
la
saggezza
.
In
un
periodo
di
mistica
follia
come
quello
che
attraversiamo
,
il
segreto
della
conquista
risiede
nella
saggezza
,
risiede
nel
ritorno
alla
pace
.
Se
saremo
capaci
di
dare
al
mondo
questo
esempio
di
saggezza
,
sopprimendo
da
noi
quei
germi
di
conflitto
e
di
follia
che
esistono
altrove
,
il
mondo
ritornerà
a
rispettarci
e
ad
ammirarci
come
ammirò
Roma
e
l
'
Italia
,
quando
erano
il
centro
spirituale
del
mondo
.
Quest
opera
non
la
si
compie
,
partendo
alla
conquista
di
un
impero
nero
,
ma
ritornando
su
noi
stessi
,
ridiventando
nazione
,
essendo
popolo
cosciente
dei
propri
destini
,
deciso
a
fare
da
sé
il
proprio
avvenire
civile
.
Se
il
fascismo
,
dopo
aver
constatato
che
l
'
esperienza
sindacale
e
corporativa
era
insufficiente
per
dare
una
nuova
civiltà
all
'
Italia
,
ha
inizialo
il
suo
tentativo
di
conquista
del
mondo
,
noi
,
avendo
constatato
il
fallimento
di
questo
tentativo
,
vogliamo
rifare
l
'
Italia
da
dentro
.
Perciò
,
pretendiamo
fermamente
che
soltanto
sul
piano
della
politica
interna
,
si
faccia
l
'
Italia
;
perciò
,
in
tutte
le
nostre
manifestazioni
,
conferiamo
la
massima
importanza
al
fattore
nazione
,
al
fattore
popolo
.
Oggi
,
abbiamo
immense
possibilità
da
sfruttare
all
'
interno
,
abbiamo
un
ordine
.
nuovo
da
costruire
,
abbiamo
da
edificare
un
'
Italia
giovine
,
in
cui
vengano
soppressi
tutti
i
residui
di
decadenza
.
Siamo
decisamente
contrari
al
decadentismo
perché
questo
,
facendo
credere
al
popolo
che
una
nazione
,
da
sola
,
sia
incapace
di
vivere
,
lo
spinge
nella
cieca
speranza
della
conquista
di
un
ideale
migliore
attraverso
la
conquista
di
nuovi
territori
.
Domani
,
tutti
ormai
ne
sono
coscienti
,
non
saremo
noi
soli
a
voler
l
'
ordine
nuovo
,
sarà
il
mondo
intero
.
Perché
il
mondo
intero
è
in
crisi
:
la
conquista
di
nuovi
territori
,
perciò
,
non
risanerà
nessuna
piaga
.
E
'
finita
l
'
era
delle
grandi
scoperte
:
tutti
i
territori
della
terra
sono
oggi
abitati
anche
se
abitati
in
modo
poco
coerente
e
sfruttati
male
.
Non
si
può
ignorare
l
'
esistenza
di
popoli
che
vivono
su
questi
territori
e
non
serve
a
niente
volerli
conquistare
.
Per
conquistare
con
profitto
,
sarebbe
necessario
confessare
coraggiosamente
e
cinicamente
la
propria
decisione
di
distruggere
i
popoli
che
abitano
in
territori
da
noi
conquistati
.
Questo
,
nessun
italiano
,
e
crediamo
pure
,
nessun
Tedesco
,
lo
vuol
fare
.
Quello
che
invece
possiamo
dare
a
questi
popoli
è
la
nostra
civiltà
e
la
nostra
nuova
concezione
del
mondo
:
prima
di
darla
,
però
,
dobbiamo
possederla
noi
stessi
,
dobbiamo
applicarla
a
noi
stessi
.
Se
vogliamo
veramente
che
l
'
era
delle
conquiste
brutali
,
delle
guerre
.
interminabili
e
periodiche
,
degli
imperialismi
assetati
di
conquista
venga
a
cessare
,
dobbiamo
,
coraggiosamente
porre
,
anzitutto
,
noi
stessi
,
il
problema
su
nuove
basi
,
dobbiamo
farci
centri
di
irradiazione
di
una
nuova
civiltà
,
dobbiamo
essere
una
civiltà
in
atto
.
Questo
è
il
processo
aperto
dell
'
Italia
:
quello
di
un
nuovo
ordine
interno
.
Quando
il
fascismo
,
dopo
la
scorsa
guerra
,
ha
posto
il
problema
di
un
ordine
nuovo
in
Italia
,
aveva
capito
quale
era
il
problema
centrale
del
nostro
paese
.
Ma
non
è
stato
capace
di
risolverlo
.
Perciò
,
più
che
contro
il
fascismo
,
noi
vogliamo
essere
al
di
là
del
fascismo
.
Noi
vogliamo
risolvere
quel
processo
lasciato
aperto
dal
fascismo
.
Questo
processo
storico
,
del
nuovo
ordine
interno
,
è
quello
che
travaglia
l
'
Europa
dall
'
inizio
di
questo
secolo
:
è
veramente
il
problema
di
questo
secolo
.
Come
il
secolo
decimottavo
è
stato
quello
che
ha
condotto
a
concetti
di
libertà
,
uguaglianza
e
fratellanza
,
come
il
decimonono
è
stato
quello
della
liberazione
delle
nazionalità
oppresse
,
il
ventesimo
sarà
quello
del
nuovo
ordine
politico
economico
e
sociale
,
e
soprattutto
spirituale
delle
nazioni
liberate
.
L
'
Italia
,
insieme
con
la
Germania
,
nazione
giovane
,
nazione
liberata
dal
processo
storico
della
nazionalità
,
deve
essere
cosciente
più
di
qualsiasi
altra
dei
doveri
che
le
spettano
verso
se
stessa
e
verso
il
mondo
.
Noi
dobbiamo
affrontare
questo
problema
con
la
coscienza
che
è
un
problema
difficile
da
risolvere
,
che
richiederà
forse
generazioni
se
non
secoli
per
essere
sistemato
definitivamente
.
Abbiamo
però
il
privilegio
di
esseri
i
primi
a
porlo
e
l
'
orgoglio
di
venire
ricordati
domani
come
i
precursori
se
non
i
fondatori
di
questo
ordine
nuovo
.
Questo
ordine
nuovo
,
che
coinvolge
la
sistemazione
tanto
spirituale
quanto
materiale
del
nostro
popolo
su
basi
nuove
deve
incitarci
al
lavoro
serio
,
sistematico
e
sereno
.
Deve
incitarci
a
superare
quelle
meschine
lotte
interne
che
oggi
travagliano
il
nostro
paese
.
Dobbiamo
capire
che
l
'
ordine
nuovo
si
fonda
alla
base
,
che
si
fonda
profondamente
solo
a
condizione
di
mettere
radici
nell
'
essere
più
nascosto
del
nostro
popolo
.
E
quando
le
avrà
messe
fiorirà
da
solo
.
Il
Comune
libero
e
autonomo
,
il
Sindacato
dei
Lavoratori
cosciente
dei
propri
doveri
tecnici
,
una
nuova
Spiritualità
sono
gli
elementi
basilari
di
quest
'
ordine
.
Questi
elementi
,
noi
oggi
opponiamo
ai
vecchi
decrepiti
elementi
esaltati
dal
Duce
nel
suo
discorso
:
RAZZA
,
NAZIONE
,
STATO
.
Alle
forze
centrifughe
costituite
da
questi
elementi
noi
opponiamo
le
nostre
forze
centripete
.
Noi
dobbiamo
opporre
a
quegli
elementi
che
evadono
dal
popolo
e
conducono
il
governo
lontano
da
esso
,
elementi
nuovi
che
,
emananti
dal
popolo
,
saranno
incapaci
di
allontanarcene
.
Lo
Stato
,
la
razza
,
la
nazione
.
sono
elementi
astratti
,
non
contemplano
nessuno
dei
problemi
essenziali
del
nostro
popolo
come
di
qualsiasi
altro
.
Bisogna
avere
la
modestia
di
ridurre
la
superficie
dell
'
istituto
pubblico
:
dallo
Stato
bisogna
tornare
al
Comune
,
dalla
Nazione
all
'
Ente
professionale
,
dalla
Razza
a
una
reale
e
concreta
Spiritualità
,
che
amplifichi
l
'
umanità
del
popolo
e
non
la
diminuisca
,
che
renda
l
'
uomo
fratello
dell
'
uomo
e
non
nemico
.