StampaQuotidiana ,
Disse
bene
Fellini
,
giovedì
sera
,
nell
'
intervista
a
tiro
incrociato
:
Zampanò
è
lui
,
ma
anche
Gelsomina
è
lui
,
e
persino
il
pesciaccio
brutto
che
alla
fine
della
dolce
vita
i
bagordanti
trovano
sulla
battigia
.
Del
pesciaccio
,
mentre
parlava
,
aveva
anche
l
'
occhio
,
ottuso
all
'
apparenza
,
in
realtà
sornione
e
maligno
:
una
via
di
mezzo
fra
il
diavolo
e
il
gran
inquisitore
.
Il
sacro
mostro
,
lo
chiamarono
infatti
giovedì
sera
.
«
Può
darsi
che
io
sia
decadente
,
ma
allora
,
non
è
forse
decadente
tutta
la
società
che
mi
esprime
?
»
Così
siamo
sistemati
,
noialtri
.
Lui
è
a
posto
;
come
a
posto
è
Marcello
Mastroianni
,
che
continuava
a
somigliare
al
barone
Fefé
Cefalù
,
coi
capelli
lunghi
,
untuosi
,
e
le
palpebre
di
piombo
.
C
'
era
Daniela
Rocca
e
per
un
momento
rifece
la
parte
della
baronessa
dall
'
animo
obeso
.
A
posto
anche
lei
.
Ma
Valeria
Ciangottini
?
Nel
film
,
come
ricordate
,
l
'
avevano
messa
a
combattere
il
demonio
,
a
fare
l
'
angioletto
,
come
quelli
-
lo
diceva
il
personaggio
Marcello
-
che
si
vedono
nelle
vetrate
delle
chiese
,
dalle
parti
sue
.
In
realtà
,
la
Valeria
era
una
ragazzina
umbra
e
parlava
come
tale
,
con
la
cadenza
morbida
che
si
sente
nella
alta
val
di
Tevere
.
Giovedì
sera
,
invece
...
Sedici
anni
e
mezzo
,
disse
,
e
intenzionata
a
«
fare
del
cinema
»
.
La
voce
era
una
caricatura
di
birignao
,
con
le
vocali
sbattute
contro
il
velo
pendulo
e
un
sospetto
di
adenoidi
.
Studia
lingue
al
liceo
internazionale
,
e
i
genitori
ci
tengono
,
che
impari
e
faccia
la
brava
scolara
.
Lei
li
accontenta
,
poverini
,
ma
continua
ad
«
amare
»
il
cinema
.
A
sedici
anni
e
mezzo
già
parla
così
.
Datele
tempo
,
e
fra
dieci
anni
dirà
di
peggio
.
Dirà
che
vuole
impegnarsi
di
più
,
poter
scegliere
e
vivere
personaggi
che
ha
dentro
di
sé
.
Dirà
di
aver
studiato
«
con
furore
»
e
di
aver
letto
molto
.
Lamenterà
il
numero
troppo
scarso
dei
film
«
impegnati
»
che
si
fanno
in
Italia
.
Dirà
che
il
suo
vero
personaggio
è
un
personaggio
attivo
«
inserito
»
nel
mondo
moderno
,
elle
abbia
«
in
sé
»
la
rivolta
ma
non
in
senso
«
gratuito
»
.
Avrà
ogni
anno
offerte
assai
«
interessanti
»
.
Concluderà
:
«
Ho
sempre
pensato
di
non
sapermi
spiegare
,
anche
se
a
volte
son
io
che
non
voglio
farmi
capire
»
.
E
naturalmente
troverà
subito
un
regista
disposto
a
elevare
a
canone
poetico
queste
dichiarazioni
di
ineffabilità
.
E
faranno
un
film
apposta
per
mostrarci
il
dramma
d
'
una
giovane
donna
che
ha
tante
cose
da
dire
ma
non
le
dice
.
E
ci
saranno
critici
pronti
a
garantirci
la
profondità
del
sottaciuto
.
Ne
parlerà
la
stampa
specializzata
,
specialmente
in
Francia
.
E
Federico
Fellini
,
che
l
'
ha
tirata
giù
dalle
vetrate
della
cattedrale
starà
a
guardarla
con
l
'
occhio
del
pesciaccio
,
ripetendoci
,
intanto
,
che
se
è
decadente
lui
,
la
colpa
è
di
noialtri
.
Ma
tu
,
Valeria
,
dove
vai
?
Vuoi
proprio
finire
in
bocca
al
Leviatano
?
StampaQuotidiana ,
Erano
troppo
distratti
dal
bailamme
sanremese
,
coi
suoi
quarantacinque
canterini
,
così
nessuno
ha
parlato
del
ritorno
(
in
Alta
fedeltà
)
del
nostro
Natalino
.
Al
secolo
Codognotto
Natale
,
classe
1913
,
genovese
.
Me
lo
fece
scoprire
,
nell
'
autunno
del
quaranta
,
Carlo
Del
Canto
,
studente
di
veterinaria
e
,
se
non
ricordo
male
,
figlio
di
un
grosso
vinaio
di
Ponsacco
.
Faceva
avanspettacolo
in
un
cinema
di
corso
Italia
a
Pisa
,
in
coppia
con
una
bella
ragazza
,
chiamata
Maria
Jotti
.
L
'
orchestrina
la
dirigeva
un
giovanotto
lungo
e
magrissimo
,
coi
baffi
neri
,
di
nome
Gorni
Kramer
.
«
Dev
'
essere
malato
»
,
mi
sussurrava
Carlo
Del
Canto
.
A
quei
tempi
la
magrezza
non
era
mai
segno
di
buona
forma
fisica
,
al
contrario
:
infatti
era
cominciato
il
razionamento
.
Con
cinque
lire
ogni
settimana
si
andava
a
vedere
film
e
avanspetaccolo
.
Ricordo
che
c
'
erano
due
comici
di
stile
quasi
identico
,
due
piccoletti
agili
e
un
poco
astratti
:
sì
chiamavano
Fredo
Pistoni
e
Renato
Rascel
.
Hanno
resistito
tutti
e
due
,
con
diversa
fortuna
:
il
primo
lo
rivediamo
ogni
tanto
allo
Smeraldo
,
il
secondo
al
Lirico
.
Io
ero
per
Fredo
Pistoni
.
Senza
preoccuparsi
molto
della
guerra
,
i
giovani
di
allora
stavan
dietro
alle
canzonette
,
proprio
come
i
giovani
d
'
oggi
.
Tramontava
una
scuola
canora
,
ne
sorgeva
un
'
altra
.
Alberto
Rabagliati
era
una
stella
di
prima
grandezza
,
da
Teatro
Verdi
;
alla
radio
si
andava
imponendo
un
ragazzo
torinese
,
Ernesto
Bonino
,
amatissimo
dalle
giovani
italiane
(
quelle
in
camicetta
bianca
e
gonna
nera
,
voglio
dire
,
quelle
che
avevano
fatto
la
pubertà
proprio
mentre
riappariva
l
'
impero
sui
colli
fatali
)
;
i
ben
pensanti
preferivano
il
cesellatore
ferrarese
Oscar
Carboni
,
i
cuori
solitari
andavano
in
estasi
per
il
baritono
Giovanni
Vallarino
,
che
a
dir
la
verità
,
valeva
per
lo
meno
quanto
Bing
Crosby
.
Noialtri
della
gioventù
bruciata
,
tutti
per
Natalino
Otto
:
siamo
stati
noi
a
scoprirlo
e
a
lanciarlo
.
Già
suonatore
di
batteria
nelle
orchestrino
di
bordo
,
piccolo
e
composto
,
Natalino
aveva
il
ritmo
dentro
:
non
nei
piedi
,
ma
nella
testa
.
Senza
muovere
un
dito
né
un
capello
,
con
appena
un
aggrottare
di
sopracciglia
nei
passaggi
più
ardui
,
Natalino
era
capace
di
fratturare
i
tempi
di
una
canzone
e
di
ricomporteli
secondo
un
suo
estro
rigoroso
.
Sembrava
sempre
svagato
,
distratto
,
e
invece
era
preciso
come
un
metronomo
.
Lo
sentivi
partire
in
un
«
glissando
»
da
prima
tromba
,
ma
potevi
star
certo
che
alla
fine
del
suo
assolo
sarebbe
sbarcato
esattissimo
sulla
nota
giusta
del
ritornello
.
L
'
altra
sera
rifece
Polvere
di
stelle
,
identica
come
nell
'
autunno
del
quaranta
,
quando
la
sala
sembrava
venir
giù
dagli
applausi
.
E
anche
l
'
altra
sera
ti
veniva
voglia
di
battergli
le
mani
o
almeno
di
dirgli
:
si
faccia
rivedere
,
signor
Codognotto
,
perché
è
sempre
il
più
bravo
.
StampaQuotidiana ,
Tutti
parlano
,
da
quando
il
teatro
vive
,
di
crisi
del
teatro
:
ciò
non
toglie
che
le
condizioni
attuali
dello
spettacolo
siano
,
più
che
mai
,
precarie
,
veramente
pericolanti
e
per
molteplici
ragioni
soprattutto
economiche
.
Alle
tasse
già
elevate
ed
alle
mille
difficoltà
si
aggiunge
ora
la
ventilata
chiusura
dei
locali
alle
23
che
allontanerà
ancor
più
il
pubblico
,
già
preoccupato
dai
rapinatori
.
Sarebbe
necessario
che
le
autorità
competenti
esaminassero
attentamente
la
cosa
e
soprattutto
tenessero
presente
diverse
ragioni
,
artistiche
ed
etiche
,
che
giustificano
socialmente
una
libera
vita
del
teatro
.
Ieri
sera
,
Clara
Tabody
ha
presentato
Grappolo
acerbo
una
commedia
musicale
tratta
da
Assenza
ingiustificata
,
madre
a
sua
volta
del
film
omonimo
.
Il
lavoro
non
manca
spesso
di
brio
e
di
buone
trovate
,
ma
nell
'
insieme
risente
della
trasformazione
artificiosa
.
Molta
Ungheria
,
molti
baci
tra
marito
e
moglie
,
molte
vivaci
studentesse
,
i
soliti
"
tipi
"
caratterizzati
di
maniera
;
in
un
complesso
una
volontà
di
divertire
su
una
trama
esile
che
la
regia
di
Dino
Falconi
ha
caricato
inutilmente
in
più
di
un
tono
.
La
Tabody
,
la
Bellini
,
Tommei
,
Jotta
,
Volpi
,
Sivieri
e
tutti
gli
altri
hanno
recitato
brillantemente
questo
Grappolo
acerbo
accolto
cordialmente
dal
folto
pubblico
.
StampaQuotidiana ,
"
Caro
Fortebraccio
,
la
Tv
italiana
(
rete
2
)
ha
trasmesso
la
sera
dell'8
gennaio
scorso
,
in
diretta
da
Vienna
,
la
Carmen
di
Bizet
.
Nell
'
intervallo
il
regista
Franco
Zeffirelli
ha
rilasciato
una
dichiarazione
sulla
vitalità
dell
'
opera
lirica
ai
nostri
giorni
,
che
suonava
pressappoco
così
:
nell
'
Europa
occidentale
la
lirica
non
è
molto
seguita
,
mentre
nei
Paesi
socialisti
essa
è
tenuta
in
grande
considerazione
ed
ha
un
vasto
pubblico
di
affezionati
.
'
La
circostanza
forse
si
spiega
col
fatto
che
i
regimi
dell
'
Est
impediscono
ai
cittadini
di
parlare
ma
li
lasciano
cantare
'
.
Non
ti
sembra
che
Zeffirelli
,
elaborando
ed
esprimendo
un
pensiero
così
elevato
e
originale
,
abbia
manifestato
in
maniera
sublime
la
profondità
della
sua
cultura
e
una
sensibilità
originale
,
soprattutto
come
'
uomo
di
teatro
'
?
Tuo
Valentino
Bucci
-
Ancona
"
.
Caro
compagno
Bucci
,
la
domanda
che
io
mi
faccio
,
dopo
aver
letta
la
dichiarazione
del
signor
Zeffirelli
,
è
diversa
dalla
tua
,
e
riguarda
l
'
impudenza
,
addirittura
svergognata
,
di
questo
ganimede
baciapile
,
regista
da
cioccolatini
.
Nessuno
nega
e
può
negare
che
la
repressione
del
"
dissenso
dell
'
Est
"
sia
da
condannare
,
e
nessuno
può
,
né
deve
,
proibire
anche
a
uno
Zeffirelli
di
proclamarsene
avverso
.
Ma
è
chiaro
che
egli
parla
da
italiano
,
in
funzione
anticomunista
italiana
e
,
idealmente
,
si
pronuncia
da
Roma
,
dove
credo
che
viva
.
Orbene
:
proprio
a
Roma
sono
state
ben
sedici
,
finora
,
le
vittime
del
terrorismo
e
in
tutta
Italia
si
lamentano
morti
ammazzati
,
rapimenti
,
rapine
,
ferimenti
,
agguati
.
La
scuola
è
in
sfacelo
,
gli
ospedali
non
funzionano
,
i
disoccupati
raggiungono
í
due
milioni
e
a
Napoli
muoiono
decine
di
bambini
,
uccisi
,
prima
ancora
che
dalla
malattia
,
dalla
miseria
,
dalla
sporcizia
e
dall
'
abbandono
.
Si
sta
ancora
celebrando
il
processo
per
una
strage
terroristica
avvenuta
dieci
anni
fa
,
gli
imputati
fuggono
e
i
responsabili
veri
sono
sempre
da
trovare
,
mentre
sappiamo
tutti
benissimo
dove
bisognerebbe
andarli
a
prendere
.
Il
signor
Zeffirelli
è
uno
dei
maggiori
corifei
,
tra
i
meglio
pagati
naturalmente
(
perché
su
questo
punto
i
classici
del
"
dissenso
"
non
mollano
mai
)
,
di
quella
ganga
di
lor
signori
alla
quale
risale
,
diretta
o
indiretta
,
la
responsabilità
dello
sfascio
di
questo
Paese
,
che
ha
il
triste
primato
del
terrorismo
,
della
violenza
,
dello
sfruttamento
,
dell
'
iniquità
.
E
questo
miserevole
calligrafo
,
dall
'
abisso
che
egli
stesso
ha
aiutato
a
cavare
,
osa
alzare
la
voce
(
unicamente
per
colpire
noi
,
comunisti
italiani
)
contro
Paesi
dai
quali
,
del
resto
,
la
classe
alla
quale
lo
Zeffirelli
degnamente
appartiene
avrebbe
infinite
cose
da
imparare
:
ordine
,
giustizia
,
operosità
,
possibilità
,
aperte
a
tutti
,
di
elevazione
morale
e
sociale
.
Il
signor
Zeffirelli
è
uno
spudorato
,
caro
compagno
;
e
io
gli
auguro
,
per
il
suo
bene
,
che
sia
incapace
di
vergognarsi
quanto
meriterebbe
la
sua
bassezza
.
StampaQuotidiana ,
Ieri
,
sul
suo
"
Geniale
"
,
il
nostro
amico
-
avversario
senza
remissione
Indro
Montanelli
ha
,
come
si
usa
dire
a
Milano
,
"
dato
fuori
"
contro
i
comunisti
.
Gliene
ha
dato
occasione
la
manifestazione
svoltasi
nel
Duomo
ambrosiano
e
nella
piazza
antistante
per
le
esequie
del
giudice
Alessandrini
,
una
manifestazione
che
-
ha
scritto
a
guisa
di
premessa
l
'
incauto
Montanelli
-
"
ci
ha
commosso
per
la
sua
compostezza
e
solennità
.
La
folla
che
vi
era
convenuta
,
vi
era
convenuta
per
qualcosa
di
profondamente
sentito
;
la
sua
partecipazione
era
autentica
,
autentici
lo
sdegno
e
la
condanna
che
la
ispiravano
"
.
Ma
subito
dopo
,
con
una
svolta
tipica
dei
nevrotici
,
il
direttore
del
"
Geniale
"
si
fa
travolgere
da
un
furore
insolito
persino
in
lui
,
che
ai
furori
anticomunisti
si
abbandona
molto
spesso
,
perché
ha
notato
sul
sagrato
del
Duomo
"
un
maneggiare
di
bandiere
e
di
striscioni
rossi
"
,
ciò
che
gli
conferisce
la
certezza
(
rabbiosissima
)
che
noi
comunisti
abbiamo
voluto
far
passare
il
compianto
giudice
per
uno
dei
nostri
,
consumando
anche
in
questa
occasione
una
"
delle
usurpazioni
e
delle
confische
"
in
cui
siamo
maestri
.
(
Usurpazione
e
confisca
della
Resistenza
,
della
democrazia
e
persino
dell
'
antistalinismo
.
Montanelli
non
aggiunge
,
giustamente
,
la
confisca
delle
sciocchezze
,
perché
quella
,
come
si
vede
,
l
'
abbiamo
lasciata
interamente
a
lui
)
.
Eppure
il
direttore
del
"
Geniale
"
,
come
abbiamo
riferito
sopra
,
avevo
cominciato
col
constatare
che
la
cerimonia
lo
aveva
addirittura
commosso
perla
sua
compostezza
e
per
la
sua
spontaneità
,
entrambe
autentiche
.
Che
cosa
significa
questo
?
Significa
che
ogni
e
qualsivoglia
tentativo
di
strumentalizzazione
,
da
parte
nostra
,
può
essere
escluso
che
i
comunisti
,
intervenendo
alla
manifestazione
con
bandiere
e
striscioni
,
hanno
voluto
,
per
così
dire
,
doppiamente
parteciparvi
:
e
come
singole
persone
e
come
membri
delle
loro
organizzazioni
,
rappresentate
appunto
dai
relativi
simboli
.
Chi
ha
impedito
agli
altri
,
non
comunisti
,
di
fare
altrettanto
dal
canto
loro
?
I
colpa
dei
comunisti
se
Montanelli
non
ha
notato
l
'
altro
ieri
in
piazza
del
Duomo
anche
bandiere
e
striscioni
bianchi
,
verdi
,
gialli
,
e
garofani
ed
edere
e
rose
?
Il
direttore
del
"
Geniale
"
conclude
la
sua
scenata
con
un
durissimo
:
"
basta
"
.
Ma
basta
che
cosa
,
bello
mio
?
Basta
ai
comunisti
che
si
presentano
con
le
loro
facce
,
le
loro
bandiere
e
la
loro
democrazia
di
gente
pulita
,
tutte
cose
che
non
gli
invidierete
mai
abbastanza
?
Caro
Montanelli
,
lei
non
è
soltanto
un
matto
,
com
'
è
chiaro
,
è
anche
un
tempista
,
perché
se
c
'
era
un
momento
per
dirci
"
basta
"
è
proprio
quello
che
lei
ha
scelto
.
Si
figuri
,
direttore
amatissimo
,
che
,
democraticamente
s
'
intende
,
abbiamo
cominciato
a
comparire
sempre
più
spesso
,
proprio
adesso
,
con
bandiere
grandi
come
piazza
della
Repubblica
e
con
striscioni
lunghi
come
corso
Cicchitto
,
già
Lenin
.
StampaQuotidiana ,
La
società
romana
è
infinitamente
più
grigia
che
nel
1945;
non
si
contano
più
le
teste
che
,
essendosi
svegliate
in
quell
'
anno
,
sono
oggi
ricascate
nel
sonno
.
Le
tendenze
liberali
vanno
lentamente
scomparendo
dalla
scena
,
e
lasciano
il
campo
ai
gusti
,
all
'
eloquenza
,
ai
costumi
dei
partiti
di
massa
.
Ecco
qui
una
verità
che
sarà
giudicata
un
paradosso
:
le
elezioni
sono
state
senza
dubbio
un
grande
atto
di
libertà
e
hanno
dato
una
rappresentanza
più
vera
,
ma
lo
spirito
europeo
che
aveva
occupato
(
nel
senso
buono
e
cattivo
della
parola
)
l
'
Italia
,
nel
1945
,
era
riuscito
a
spremere
dal
nostro
paese
,
mediante
la
designazione
dei
sei
partiti
,
una
rappresentanza
nella
quale
era
assai
più
forte
che
non
in
questa
l
'
amore
per
la
libertà
.
Il
partito
d
'
azione
,
uno
dei
più
sgraditi
che
siano
mai
nati
al
mondo
,
bisbetico
e
infantile
nello
stesso
tempo
,
solenne
,
cattedratico
,
monumentale
e
tuttavia
amabilissimo
per
la
stizza
con
cui
s
'
illudeva
che
in
Italia
fossero
possibili
l
'
esame
di
coscienza
,
l
'
autocritica
e
una
riforma
morale
,
si
è
del
tutto
dileguato
.
Molte
voci
stridule
,
ma
in
sostanza
nobilissime
,
hanno
taciuto
.
L
'
Italia
comincia
a
far
l
'
esame
di
coscienza
del
suo
antifascismo
.
Aveva
fatto
male
quello
del
suo
fascismo
;
quest
'
altro
esame
non
può
riuscire
che
peggio
,
dato
che
esso
muove
da
una
concezione
della
vita
che
disprezza
la
critica
e
la
ragione
.
Il
settimanale
"
La
Nuova
Europa
»
è
morto
,
e
al
suo
posto
ci
sono
"
Rataplan
"
,
"
La
rivolta
Ideale
"
,
"
Manifesto
"
ecc.
Il
tono
della
vita
politica
si
è
estremamente
abbassato
;
la
polemica
,
che
si
svolge
fra
partiti
di
massa
al
governo
e
un
altro
partito
di
massa
all
'
opposizione
,
non
può
dirsi
vera
e
propria
polemica
,
essendo
i
due
contraddittori
poco
disposti
a
non
servirsi
di
assiomi
e
atti
di
fede
.
Un
paese
che
ha
il
fascismo
al
potere
è
un
paese
che
si
avvia
alla
catastrofe
nel
modo
più
buffonesco
,
con
maschere
di
generali
,
capi
,
imperatori
,
gerarchi
,
accademici
che
,
in
solenne
corteo
,
lanciando
d
'
ora
in
ora
grida
d
'
esultanza
,
filano
diritte
verso
un
precipizio
che
non
vedono
.
Un
paese
che
ha
il
fascismo
come
massimo
partito
d
'
opposizione
è
un
paese
che
continua
a
sbagliare
,
perché
,
in
verità
,
come
si
può
affidare
il
compito
della
critica
a
cervelli
abituati
a
credere
e
obbedire
?
I
partiti
al
governo
sono
in
massima
parte
dogmatici
,
ma
i
loro
dogmi
,
bisogna
riconoscerlo
,
sono
vasti
,
antichi
,
solenni
e
alcuni
logorati
dal
tempo
:
il
partito
all
'
opposizione
possiede
invece
un
dogma
ristretto
,
meschino
,
crudele
,
petulante
.
Cosa
ne
verrà
fuori
?
Speriamo
,
una
distruzione
assoluta
dei
dogmi
e
il
principio
di
una
vera
libertà
.
L
'
alleanza
fra
i
dogmi
,
quella
che
fu
temuta
nel
'39
,
quando
Russia
e
Germania
firmarono
il
patto
di
non
aggressione
,
non
riesce
mai
a
buon
fine
:
i
dogmi
sono
destinati
a
farsi
una
guerra
micidiale
che
ha
sempre
termine
con
la
morte
del
primo
per
opera
del
secondo
,
la
successiva
morte
di
questo
per
essersi
estenuato
nell
'
uccidere
il
primo
.
La
guerra
fra
il
dogma
cattolico
e
quello
protestante
terminò
con
l
'
indebolimento
di
tutti
e
due
e
la
vittoria
dei
principi
di
tolleranza
.
"
Quale
civiltà
scegliete
?
"
veniva
domandato
,
quattro
secoli
fa
,
in
Europa
,
a
tutti
gli
uomini
liberi
.
"
La
cattolica
o
la
protestante
?
"
"
Né
l
'
una
né
l
'
altra
!
»
rispondevano
gli
uomini
liberi
.
"
Siete
dei
poveri
ingenui
!
»
incalzavano
i
fanatici
.
"
Chi
vuol
contare
oggi
qualcosa
deve
scegliere
fra
i
papisti
e
gli
antipapisti
!
"
"
Ebbene
,
noi
non
scegliamo
!
"
"
Rimarrete
fuori
della
storia
!
"
"
Rientreremo
nella
storia
quando
ne
sarete
usciti
voi
!
"
"
E
quando
,
per
favore
?
"
"
Quando
il
mondo
non
sarà
più
né
papista
né
antipapista
!
"
"
E
che
cosa
potrebbe
essere
se
non
papista
o
antipapista
?
"
"
Tollerante
e
liberale
!
»
"
Che
vuol
dire
,
tollerante
e
liberale
?
Noi
non
comprendiamo
queste
parole
!
"
"
Le
capiranno
i
vostri
nipoti
.
"
Questo
antico
diverbio
si
ripete
oggi
in
Europa
.
Mettete
al
posto
delle
parole
papista
e
antipapista
quelle
di
fascista
e
comunista
,
e
avrete
un
diverbio
dei
nostri
giorni
.
Piazza
San
Pietro
gremita
di
folla
.
Molte
persone
con
gli
occhiali
e
molti
bambini
coi
guanti
di
lana
.
Dai
colpi
di
tosse
,
s
'
indovina
lo
stato
pacifico
di
coloro
che
sono
intervenuti
:
è
gente
tranquilla
,
che
soltanto
per
un
miracolo
del
demonio
diverrebbe
capace
di
atti
violenti
,
come
quello
di
ardere
un
povero
"
indemoniato
"
.
Nelle
adunate
oceaniche
di
carattere
profano
,
la
contrazione
nervosa
e
lo
stato
di
collerico
servilismo
in
cui
si
trovano
tutti
i
presenti
,
darebbero
ai
colpi
di
tosse
ben
altro
tono
.
Sarebbero
colpi
più
secchi
e
brevi
,
o
forse
non
se
ne
udrebbero
minimamente
,
compressi
dalla
retorica
della
buona
salute
.
Cionondimeno
la
quantità
di
fede
che
esprime
questa
moltitudine
è
assai
inferiore
a
quella
di
un
umile
solitario
che
prega
in
ginocchio
.
Siamo
ormai
espertissimi
nel
calcolo
di
quanto
perde
una
persona
nell
'
atto
in
cui
si
unisce
ad
altre
duecentomila
.
Mettete
in
colonna
sopra
un
foglio
i
duecentomila
esseri
umani
,
che
hanno
riempito
una
piazza
,
sottraete
l
'
uno
dall
'
altro
,
e
avrete
l
'
idea
esatta
di
quello
che
sarà
rimasto
di
umano
nella
piazza
stessa
,
nel
momento
dell
'
adunata
.
Cosa
vuol
dire
il
sì
o
il
no
di
questo
enorme
bambino
treenne
che
è
la
moltitudine
degli
uomini
disposti
a
fare
spettacolo
di
se
stessi
?
Che
gusto
si
può
provare
a
interrogarlo
?
Esso
ha
sempre
l
'
aria
di
avere
imparato
la
lezione
.
In
ogni
modo
,
di
tutte
le
masse
che
ho
veduto
,
questa
di
piazza
San
Pietro
mi
pare
la
meno
spiacevole
,
perché
non
è
eroica
,
non
inventa
nulla
di
nuovo
,
non
arrota
i
denti
...
e
i
misfatti
del
suo
fanatismo
,
li
ha
ormai
compiuti
...
La
mirabile
piazza
è
illuminata
da
un
sole
gelido
.
Le
persiane
bianche
dei
palazzi
vaticani
sono
aperte
,
ma
attraverso
i
vetri
traspaiono
gli
scuri
accostati
,
anch
'
essi
di
color
bianco
.
Sul
sagrato
è
stato
eretto
un
altare
a
sfondo
rosso
con
sei
candelabri
;
al
di
sopra
della
loggia
sporgono
la
bocca
i
più
chiari
altoparlanti
che
abbia
mai
udito
.
Ma
la
chiarezza
è
a
scapito
della
grandezza
.
La
voce
,
che
essi
gettano
nell
'
immensa
piazza
,
è
così
palesemente
di
un
piccolo
uomo
che
si
rimane
molto
impressionati
nel
sentire
la
chiesa
più
vasta
del
mondo
parlare
con
una
voce
di
piccolo
borghese
.
La
cerimonia
si
svolge
in
modo
perfetto
.
Ci
sono
stati
momenti
molto
poetici
:
quando
per
esempio
la
moltitudine
ha
recitato
il
Pater
Noster
o
quando
un
sacerdote
ha
letto
il
principio
del
Vangelo
di
San
Luca
.
È
un
vero
peccato
che
in
questo
modo
non
vengano
recitati
periodicamente
i
tratti
dei
Vangeli
che
dànno
le
regole
alla
coscienza
di
tutti
i
cristiani
,
anche
di
quelli
che
non
credono
nell
'
al
di
là
.
Il
Sermone
della
Montagna
,
letto
fra
tanti
echi
,
in
un
luogo
così
augusto
,
l
'
Amate
coloro
che
vi
odiano
"
,
il
"
Non
uccidere
!
»
recitati
fra
queste
colonne
farebbero
di
Roma
un
luogo
preoccupante
ove
le
canaglie
e
i
violenti
avrebbero
sempre
da
temere
che
una
parola
terribile
giungesse
al
loro
orecchio
.
Il
Pontefice
è
apparso
nella
loggia
centrale
sotto
un
manto
rosso
,
in
mezzo
a
due
figure
con
mantelli
di
un
rosso
più
scuro
.
Io
mi
sono
inginocchiato
la
prima
volta
davanti
a
Pio
XII
la
settimana
di
Natale
del
1942
.
Ho
visto
,
quel
giorno
,
la
persona
più
elegante
d
'
Europa
e
insieme
l
'
uomo
politico
più
civile
che
fosse
rimasto
chiuso
entro
il
recinto
hitleriano
...
Nel
cuore
di
Roma
,
tutta
piena
di
voi
militareschi
,
egli
dava
il
lei
con
la
forza
di
chi
scandisce
una
parola
proibita
.
Le
porte
,
che
si
spalancavano
all
'
annunzio
del
suo
avvicinarsi
,
scoprirono
una
ventina
di
donne
disposte
in
ginocchio
nelle
diverse
sale
.
Egli
le
interrogava
ad
una
ad
una
prestando
un
'
attenzione
vera
e
scrupolosa
alle
loro
risposte
.
Erano
,
per
la
massima
parte
,
madri
e
mogli
di
dispersi
,
che
chiedevano
notizie
dei
loro
figli
e
mariti
.
Alcuni
giorni
dopo
,
egli
avrebbe
pronunciato
un
fierissimo
discorso
antifascista
.
Senza
dubbio
,
lo
teneva
già
in
mente
,
e
direi
quasi
che
gli
si
leggeva
negli
occhi
:
un
dittatore
non
avrebbe
sopportato
a
lungo
lo
sguardo
che
,
in
quei
giorni
del
'42
,
aveva
quell
'
uomo
vestito
di
seta
bianca
e
calzato
di
pantofole
rosse
...
Pio
XII
pronuncia
oggi
il
suo
discorso
con
un
timbro
che
non
gli
conoscevo
:
molti
cattolici
lamentano
che
il
Papa
abbia
una
voce
tanto
più
fredda
quanto
più
caldo
è
il
cuore
che
le
affida
le
sue
parole
.
Ma
la
sua
voce
di
oggi
è
caldissima
.
Il
discorso
non
è
tutto
quanto
bello
.
"
...
Veramente
l
'
anima
cattolica
della
città
Eterna
,
pacifica
nella
santa
libertà
dei
figli
di
Dio
,
impavida
e
forte
nella
lotta
,
viene
ancora
una
volta
a
effondersi
nel
seno
del
Padre
comune
...
"
Bello
.
"
...
dopo
meno
di
tre
mesi
,
la
sfolgorante
giornata
del
2
giugno
!
Roma
,
uscita
prodigiosamente
incolume
da
immani
pericoli
,
volle
qui
festeggiare
con
traboccante
gioia
le
prime
ore
della
sua
liberazione
!
»
L
'
uscita
dei
tedeschi
da
Roma
è
definita
dal
Papa
liberazione
:
i
fascisti
ne
rimarranno
scandalizzati
.
"
Mai
forse
la
missione
di
Roma
è
stata
più
grande
,
più
benefica
,
più
indispensabile
che
nell
'
ora
pre
sente
.
Dai
colli
,
protese
le
braccia
materne
,
essa
estende
il
suo
imperio
spirituale
sul
mondo
che
misteriosamente
avvolge
nella
sua
luce
.
Quella
luce
,
che
prima
apparve
,
quando
la
Chiesa
,
Sposa
di
Cristo
,
si
sciolse
dalle
gramaglie
delle
persecuzioni
e
,
coronata
con
segno
di
vittoria
,
uscì
dai
circhi
e
dagli
anfiteatri
dianzi
ruggenti
alla
sua
rovina
;
quando
,
immortale
vindice
della
verità
,
più
sicura
dell
'
avvenire
che
il
pontefice
di
Giove
ascendente
con
la
tacita
vergine
il
Campidoglio
,
si
accinse
,
ecc
...
»
Periodo
non
tutto
fortunato
.
Le
parole
"
missione
di
Roma
"
non
portano
mai
bene
a
quelle
che
le
seguono
.
L
'
uscita
della
Chiesa
dai
circhi
è
descritta
con
forza
,
ma
l
'
accenno
ingeneroso
verso
il
vinto
pontefice
di
Giove
,
e
il
tono
di
trionfo
con
cui
si
coglie
la
civiltà
pagana
in
un
ingenuo
e
pietoso
momento
di
fiducia
nella
propria
immortalità
,
e
si
nota
che
invece
essa
è
morta
,
mi
danno
il
disagio
di
tutti
i
discorsi
violentemente
rivoluzionari
.
Questo
pontefice
,
vivamente
immerso
nella
storia
del
Cristianesimo
,
è
soggetto
alle
visioni
di
coloro
che
amano
tanto
la
loro
causa
da
sognare
la
notte
di
averla
perduta
;
visioni
che
gli
fanno
sparire
dagli
occhi
la
Roma
cattolica
e
riapparire
quella
pagana
,
sparire
la
basilica
di
San
Pietro
e
riapparire
il
sasso
su
cui
il
primo
Pietro
subì
il
martirio
.
Da
qui
l
'
aspro
tono
polemico
contro
quella
Roma
che
,
in
fin
dei
conti
,
i
suoi
predecessori
hanno
sepolto
profondamente
ed
egli
ora
calca
con
piede
di
re
.
"
Dal
suolo
romano
il
primo
Pietro
,
circondato
dalle
minacce
di
un
pervertito
potere
imperiale
,
lanciò
un
fiero
grido
di
allarme
:
`
Resistete
nella
fede
!
'
Su
questo
medesimo
suolo
Noi
ripetiamo
oggi
con
raddoppiata
energia
quel
grido
a
voi
,
la
cui
città
natale
è
ora
teatro
di
sforzi
incessantemente
volti
a
rinfiammare
la
lotta
fra
i
due
opposti
campi
:
per
Cristo
o
contro
Cristo
,
per
la
sua
Chiesa
o
contro
la
sua
Chiesa
.
"
A
questo
punto
,
egli
rivolge
alla
moltitudine
una
domanda
che
non
ritroverò
nel
testo
del
discorso
pubblicato
dall
'
"
Osservatore
romano
"
"
"
Voi
siete
per
Cristo
o
contro
Cristo
?
"
E
la
massa
risponde
:
"
Per
Cristo
!
"
"
Per
la
sua
Chiesa
o
contro
la
sua
Chiesa
?
"
E
tutti
:
"
Per
la
sua
Chiesa
!
"
È
preferibile
un
conclave
di
cardinali
che
si
azzuffano
;
è
preferibile
un
concilio
bizantino
che
litiga
su
inezie
mentre
il
nemico
bussa
alle
porte
della
città
,
a
un
dialogo
come
questo
fra
due
persone
di
cui
una
sola
è
adulta
:
quella
che
interroga
.
(
L
'
altra
ha
l
'
età
in
cui
si
sanno
pronunciare
soltanto
i
monosillabi
:
Sì
,
no
,
tu
,
io
...
e
ripetere
,
come
risposta
,
l
'
ultima
parola
della
domanda
)
.
StampaQuotidiana ,
La
moltitudine
dei
convertiti
alla
libertà
,
respinta
dall
'
antifascismo
ufficiale
,
andò
a
ingrossare
le
file
dei
separatisti
.
Sul
principio
del
'45
,
questo
movimento
era
il
più
vasto
che
contasse
l
'
Italia
e
,
insieme
,
il
più
energico
per
il
gran
numero
di
persone
risentite
e
irritate
che
vi
partecipavano
.
I
separatisti
potevano
allora
dividersi
nelle
seguenti
categorie
:
1
)
I
ricchi
,
che
non
amavano
pagare
le
spese
di
una
sconfitta
per
una
guerra
provocata
secondo
loro
dalle
industrie
del
nord
,
e
volevano
trovarsi
,
al
momento
della
firma
del
trattato
di
pace
,
invece
che
in
uno
Stato
italiano
carico
di
colpe
,
di
errori
e
di
sventure
,
in
uno
Stato
siciliano
nuovo
e
innocente
.
2
)
I
lavoratori
e
i
tecnici
che
avevano
sempre
sognato
di
diventare
italo
-
americani
,
gli
emigranti
per
istinto
e
per
educazione
,
i
quali
scoprivano
tutt
'
a
un
tratto
che
questo
sogno
poteva
avverarsi
senza
le
noie
di
un
trasloco
.
3
)
La
piccola
borghesia
spaventata
dalla
frase
:
"
Il
dopoguerra
in
Italia
sarà
orribile
!
"
Per
costoro
separarsi
dall
'
Italia
era
come
separarsi
dalla
realtà
.
4
)
I
contadini
piccoli
proprietari
che
temevano
il
comunismo
da
quando
avevano
scoperto
che
il
comunismo
era
il
regime
degli
ammassi
.
5
)
Gli
stanchi
del
servizio
militare
per
i
quali
l
'
Italia
antifascista
era
colpevole
di
continuare
una
guerra
che
l
'
Italia
fascista
aveva
chiuso
saggiamente
con
una
sconfitta
.
6
)
Gl
'
imperialisti
irriducibili
che
preferivano
uccidere
l
'
Italia
piuttosto
che
vederla
priva
di
sogni
imperiali
.
7
)
Un
certo
numero
di
sacerdoti
che
speravano
di
riacquistare
i
privilegi
che
gli
erano
stati
tolti
dal
regno
d
'
Italia
.
8
)
Una
folla
di
scontenti
minori
,
mossi
da
ragioni
piccole
e
quasi
inconfessabili
:
gl
'
ignoranti
che
odiavano
la
grammatica
e
l
'
obbligo
di
parlare
in
italiano
,
i
bocciati
alla
licenza
liceale
,
quelli
che
nel
viaggio
di
nozze
erano
stati
trattati
male
negli
alberghi
di
Milano
,
i
rimpatriati
per
accattonaggio
,
i
letterati
di
cui
la
"
critica
di
lassù
"
non
si
era
mai
occupata
ecc.
Il
separatismo
siciliano
del
'45
non
aveva
origini
ignobili
.
Era
nato
sotto
il
fascismo
come
odio
a
Roma
,
la
città
in
cui
l
'
oligarchia
fascista
,
proveniente
quasi
tutta
dal
nord
,
aveva
stabilito
i
suoi
troni
.
Roma
"
imperiale
"
aveva
ridotto
gli
agricoltori
quasi
alla
povertà
e
mandato
i
loro
soldi
al
di
là
del
canale
di
Suez
,
vicino
all
'
equatore
,
arricchendo
una
contrada
lontanissima
di
macchine
,
porti
e
strade
,
mentre
i
dintorni
di
Enna
e
Caltanissetta
marcivano
sotto
il
fango
e
la
malaria
.
Roma
imperiale
offendeva
poi
di
continuo
,
con
le
sue
prepotenti
bugie
,
il
buon
senso
dei
siciliani
.
Se
questi
diffidano
per
natura
di
qualunque
potere
costituito
,
pensate
come
dovevano
diffidare
di
un
potere
assoluto
e
imperiale
.
Quando
nell
'
agosto
del
'43
si
riunì
in
un
paesino
dell
'
Etna
il
primo
comitato
di
liberazione
,
i
rappresentanti
di
tutti
i
partiti
erano
separatisti
.
Ma
fu
quello
l
'
ultimo
giorno
in
cui
separatismo
e
antifascismo
coincisero
perfettamente
.
Subito
i
comunisti
capirono
che
separarsi
dal
continente
significava
perdere
i
contatti
col
grosso
del
loro
esercito
;
poi
lo
capirono
i
socialisti
;
infine
lo
capirono
i
democratici
del
lavoro
.
Sul
principio
del
'45
,
il
movimento
separatista
aveva
perduto
il
suo
carattere
antifascista
,
ma
conservava
profondamente
quello
di
un
movimento
di
diffidenza
verso
il
governo
centrale
,
verso
l
'
ufficialità
e
,
insieme
,
bisogna
ammetterlo
,
verso
la
modernità
.
E
dopo
un
disastro
come
quello
del
'43
,
quasi
tutti
in
Sicilia
erano
o
delusi
o
scontenti
o
perseguitati
o
timorosi
o
disgustati
.
Gli
animi
,
divisi
su
tante
questioni
,
erano
d
'
accordo
nell
'
odiare
il
re
.
Bastava
nominarlo
per
vedere
lo
stesso
pallore
di
rabbia
sfavillare
sulla
faccia
del
fascista
e
su
quella
dell
'
antifascista
.
I
primi
che
osarono
nominarlo
furono
in
verità
i
comunisti
in
seguito
alle
dichiarazioni
di
Togliatti
che
non
voleva
perdere
il
suo
tempo
in
una
impresa
sentimentale
come
quella
di
odiare
il
re
.
(
Fu
questo
il
primo
accento
machiavellico
nel
linguaggio
degli
antifascisti
che
era
stato
fino
a
quel
punto
romantico
e
mazziniano
.
)
Insomma
,
il
re
entrò
in
Sicilia
dalla
sinistra
;
poi
,
scacciato
bruscamente
da
quella
parte
,
rientrò
trionfalmente
dalla
destra
.
Ma
torniamo
al
separatismo
.
Già
nel
'44
esso
aveva
avuto
i
primi
sfoghi
violenti
.
V
'
erano
stati
atti
temerari
da
parte
della
folla
,
ma
nessuno
contro
i
ricchi
e
i
possidenti
.
La
folla
chiedeva
il
pane
e
i
sussidi
,
ma
non
ai
ricchi
:
li
chiedeva
al
governo
di
Bari
,
e
perfino
ai
propri
funzionari
e
burocrati
,
dei
quali
,
una
dopo
l
'
altra
,
distruggeva
le
sedi
.
Nei
colpi
di
randello
,
con
cui
venivano
spaccati
i
tavoli
e
le
casse
del
Municipio
,
del
Tribunale
,
e
dell
'
Agenzia
delle
imposte
,
sfogavano
la
loro
collera
le
persone
più
diverse
:
i
pensionati
che
non
riuscivano
più
a
vivere
,
i
contadini
costretti
agli
ammassi
,
i
ricchi
minacciati
dalle
tasse
e
dalle
riforme
,
i
fascisti
convertiti
alla
libertà
e
umiliati
dalle
nuove
leggi
,
gli
ex
militari
sconfitti
,
gli
autori
di
reati
comuni
dimessi
dalle
prigioni
il
giorno
in
cui
tutti
ne
erano
usciti
come
perseguitati
politici
e
ora
di
nuovo
ricercati
dalla
questura
,
gl
'
individualisti
che
consideravano
il
continente
la
patria
di
fanatismi
ripugnanti
.
Sui
muri
fecero
capolino
alcuni
manifesti
,
promossi
in
gran
parte
dai
comunisti
,
nei
quali
si
chiedeva
l
'
energica
repressione
di
questi
moti
"
antidemocratici
"
e
"
plebei
"
.
I
comunisti
erano
pochi
e
riuscivano
antipatici
alla
folla
.
La
campagna
li
odiava
perché
li
aveva
visti
far
parte
delle
commissioni
per
l
'
ammasso
del
grano
;
la
città
li
odiava
perché
li
aveva
visti
insieme
ai
funzionari
di
pubblica
sicurezza
correre
da
un
punto
all
'
altro
per
cercare
di
rimettere
l
'
ordine
.
Erano
i
soli
,
insieme
ai
monarchici
,
a
ricordare
violentemente
l
'
unità
della
patria
,
e
insieme
ai
monarchici
dividevano
,
nel
'45
,
l
'
universale
antipatia
della
Sicilia
.
StampaQuotidiana ,
Dopo
il
'45
,
il
movimento
separatista
cominciò
lentamente
a
scadere
.
Il
più
numeroso
gruppo
di
affiliati
,
gli
emigranti
per
istinto
e
per
sangue
,
i
lavoratori
e
i
tecnici
che
,
dopo
aver
cercato
inutilmente
di
trasferirsi
dalla
Sicilia
in
America
,
avevano
sperato
che
l
'
America
venisse
in
Sicilia
,
cominciarono
a
dubitare
fortemente
di
questa
loro
speranza
.
I
capi
separatisti
,
preoccupati
,
si
diedero
a
soffiare
in
tutti
i
modi
su
questa
fiamma
che
si
spegneva
.
Parlavano
a
bassa
'
voce
di
colloqui
con
ministri
e
generali
anglosassoni
;
confidavano
segretamente
,
sotto
il
suggello
del
giuramento
,
che
Finocchiaro
Aprile
aveva
telefonato
a
Washington
...
Cento
volte
mi
fu
detto
,
da
persone
pallide
,
con
la
pupilla
leggermente
dilatata
:
"
Compare
,
fra
quindici
giorni
,
sarà
tutto
fatto
!
"
Molti
avevano
visto
Ford
prendere
le
misure
dell
'
aeroporto
di
Catania
perché
"
voleva
costruire
a
sue
spese
una
immensa
pista
di
cemento
armato
"
.
I
visionari
,
gli
amanti
d
'
imprese
balorde
,
coloro
che
tornano
sempre
dall
'
aver
parlato
con
un
personaggio
importante
,
i
bugiardi
in
buona
fede
,
quelli
cioè
che
non
sono
tanto
ingannatori
del
prossimo
quanto
ingannati
dalla
propria
fantasia
,
occuparono
per
qualche
tempo
la
scena
.
I
siciliani
,
che
diffidano
per
natura
delle
verità
scientifiche
o
delle
bugie
ufficiali
,
sono
portati
a
credere
alle
verità
artistiche
e
alle
bugie
ufficiose
.
Le
notizie
dei
separatisti
allucinati
erano
l
'
una
e
l
'
altra
cosa
.
A
poco
a
poco
questo
credito
,
che
i
siciliani
facevano
ai
loro
concittadini
meno
normali
,
in
nome
della
fantasia
e
della
stranezza
,
divenne
troppo
grande
.
I
siciliani
si
stancarono
.
Sulla
faccia
degli
ufficiali
anglosassoni
non
era
scritto
nulla
che
potesse
incoraggiare
la
speranza
di
diventare
connazionali
.
D
'
altro
canto
,
era
meno
facile
vedere
le
facce
di
costoro
che
le
suole
delle
scarpe
piantate
di
pomeriggio
sulle
ringhiere
dei
balconi
più
bassi
ai
lati
del
corso
e
del
viale
XX
Settembre
.
No
,
la
Sicilia
non
sarebbe
mai
assunta
come
stella
nel
cielo
della
bandiera
americana
!
Tutti
coloro
che
avevano
puntato
sul
separatismo
,
per
attuare
il
loro
sogno
di
diventare
americani
rimanendo
a
casa
,
abbandonarono
con
amarezza
il
partito
che
li
aveva
ingannati
.
Subito
dopo
si
staccarono
i
giovani
delle
classi
di
leva
,
che
si
erano
ribellati
in
seguito
ai
nuovi
richiami
alle
armi
.
Il
governo
democratico
non
faceva
retate
come
il
governo
della
repubblica
sociale
;
era
un
governo
assai
mite
e
umano
;
non
valeva
la
pena
di
ribellarsi
con
la
violenza
a
un
ordine
di
richiamo
al
quale
si
poteva
rispondere
no
"
.
Rimanevano
nelle
file
del
separatismo
gli
agricoltori
che
non
volevano
pagare
le
spese
della
sconfitta
per
una
guerra
che
essi
addebitavano
totalmente
alle
industrie
del
nord
;
la
moltitudine
dei
fascisti
convertiti
alla
libertà
e
perseguitati
dalle
leggi
sull
'
epurazione
;
i
fascisti
tenaci
;
e
una
varietà
infinita
di
scontenti
e
di
protestanti
che
muovevano
da
ragioni
talune
buone
altre
pessime
,
ma
tutte
indistintamente
poco
meditate
e
tenute
il
più
lontano
possibile
dallo
spirito
di
esame
.
Oggi
,
il
separatismo
conta
una
nuova
perdita
di
proseliti
.
I
fascisti
convertiti
alla
libertà
e
puniti
con
sanzioni
più
dure
che
non
i
fascisti
cosiddetti
"
coerenti
"
,
hanno
trovato
il
loro
posto
nel
partito
dell
'
Uomo
qualunque
;
i
fascisti
inviperiti
lo
hanno
trovato
,
alcuni
,
e
non
credo
stabilmente
,
in
questo
medesimo
partito
,
altri
nelle
file
dei
"
fusionisti
"
e
altri
in
sètte
misteriose
che
ogni
giorno
vanno
comparendo
alla
luce
.
Chi
rimane
,
dunque
,
nelle
file
del
partito
separatista
?
In
basso
,
tutti
quegli
scontenti
e
protestanti
di
cui
la
Sicilia
è
ricca
:
coloro
che
sono
sempre
contro
il
governo
che
fa
pagare
le
tasse
(
il
governo
concepito
come
un
estraneo
,
anzi
un
forestiero
,
che
si
mangia
i
soldi
dei
cittadini
e
vomita
chiacchiere
sui
giornali
e
nella
radio
)
;
coloro
che
sono
contro
le
novità
perché
"
cu
cancia
'
a
vecchia
c
'
a
nova
,
peju
si
trova
"
;
coloro
che
sono
contro
la
civiltà
industriale
,
rumorosa
e
sporca
di
bitume
;
coloro
che
sono
contro
le
verità
acquisite
da
poco
e
difese
con
la
polizia
;
coloro
che
diffidano
del
linguaggio
rivoluzionario
,
non
perché
siano
avari
o
gretti
,
ma
perché
sono
troppo
umani
e
comprensivi
per
credere
che
la
società
attuale
sia
completamente
brutta
e
troppo
pessimisti
per
credere
che
la
società
di
domani
sarà
bella
.
Questi
rimarranno
sempre
separatisti
,
ma
non
daranno
mai
filo
da
torcere
perché
nativamente
filosofi
,
dubbiosi
e
pigri
.
Non
avremo
mai
rivolte
da
parte
di
costoro
;
nelle
epoche
di
servitù
totalitarie
,
quando
sarà
ordinato
di
lavorare
e
tacere
,
nel
silenzio
assoluto
di
tutti
gli
altri
,
essi
faranno
sentire
il
loro
amabile
e
umano
brontolio
.
StampaQuotidiana ,
In
cima
al
movimento
separatista
rimangono
i
ricchi
agricoltori
con
lo
stuolo
dei
loro
figli
e
nipoti
,
per
la
massima
parte
studenti
universitari
.
Questi
capi
hanno
molti
argomenti
per
spingere
altra
gente
sulla
strada
che
essi
percorrono
:
le
ferrovie
in
pessimo
stato
;
la
mancanza
di
bacini
e
di
strade
nell
'
interno
dell
'
isola
;
gli
ostacoli
che
il
governo
pone
al
sorgere
delle
industrie
ecc.
Taluni
di
questi
argomenti
sono
ritorti
dagli
uomini
di
sinistra
contro
coloro
stessi
che
li
usano
.
I
separatisti
rispondono
che
non
si
può
attribuire
agli
industriali
del
Nord
tutta
la
colpa
di
aver
fatto
morire
le
industrie
siciliane
.
"
La
colpa
è
del
governo
!
"
concludono
.
"
Ma
da
chi
era
rappresentato
il
governo
se
non
dagli
industriali
del
Nord
e
da
voi
,
agrari
del
sud
?
"
ribatte
l
'
uomo
di
sinistra
.
"
Più
dagli
industriali
del
Nord
che
da
noi
!
"
rispondono
gli
agrari
.
"
Noi
eravamo
troppo
deboli
per
farci
valere
!
La
colpa
,
ripetiamo
,
è
del
governo
!
"
E
poiché
i
siciliani
smettono
di
litigare
e
raggiungono
l
'
accordo
quando
si
tratta
di
protestare
contro
il
governo
,
la
polemica
segnerebbe
un
punto
a
favore
dei
separatisti
se
da
qualche
tempo
questo
governo
non
avesse
cominciato
a
far
qualche
cosa
in
Sicilia
.
Si
sono
stanziati
parecchi
miliardi
per
la
costruzione
di
bacini
nell
'
interno
;
si
annunziano
provvedimenti
efficaci
per
risanare
le
paludi
;
la
società
elettrica
,
stretta
dalle
proteste
,
ha
rimesso
a
nuovo
i
suoi
logori
macchinari
e
pubblica
un
vasto
piano
di
miglioramenti
(
Si
tratta
ora
di
continuare
su
questa
strada
e
non
deludere
coloro
che
hanno
concepito
le
prime
speranze
)
.
Le
elezioni
amministrative
hanno
mostrato
che
il
movimento
separatista
perde
terreno
a
Palermo
.
A
Catania
invece
ne
ha
guadagnato
.
Ma
perché
?
La
ragione
non
è
profonda
.
Alcuni
giorni
prima
delle
elezioni
,
l
'
on.
Nenni
ha
tenuto
un
discorso
nel
teatro
di
Catania
.
Bruscamente
,
da
un
palco
di
proscenio
è
saltato
il
separatista
onorevole
Gallo
per
chiedere
il
contraddittorio
.
Gallo
dava
a
voce
alta
del
tu
a
Nenni
,
e
questo
dispiacque
ai
socialisti
che
circondavano
il
loro
presidente
.
Molti
avvocati
protestarono
con
energia
contro
il
disturbatore
e
lo
esortarono
,
col
più
largo
dei
loro
gesti
,
a
starsene
per
il
momento
da
parte
.
Questi
gesti
furono
interpretati
come
tanti
ordini
di
cacciar
fuori
l
'
insolente
.
Gallo
fu
respinto
dietro
le
quinte
del
palcoscenico
ove
cadde
nelle
mani
dei
carabinieri
.
Qui
,
invece
di
dire
:
"
Sono
un
deputato
"
,
egli
,
fidando
nella
popolarità
del
suo
nome
e
cedendo
un
poco
alla
vanità
,
disse
:
"
Sono
Gallo
!
"
Questo
nome
è
odiato
dai
carabinieri
che
hanno
perduto
parecchi
dei
loro
compagni
nelle
battaglie
contro
i
separatisti
comandati
da
Gallo
.
La
reazione
infatti
fu
immediata
:
Gallo
uscì
dal
teatro
con
le
costole
rotte
.
Subito
la
notizia
si
sparse
a
Catania
e
richiamò
molti
cittadini
sui
marciapiedi
per
far
ala
al
passaggio
dell
'
on.
Nenni
e
fischiarlo
.
L
'
on.
Gallo
è
amato
da
tutti
quei
siciliani
che
ammirano
gli
atti
di
coraggio
contro
le
forze
armate
del
governo
.
Questo
Gallo
,
tempo
fa
,
comandava
un
battaglione
separatista
al
quale
si
era
unito
un
certo
numero
di
briganti
.
Egli
si
attendò
nell
'
uliveto
del
suocero
che
è
un
ricco
signore
dell
'
interno
della
Sicilia
.
Furono
costruite
casematte
e
scavate
trincee
.
Due
giorni
dopo
,
poiché
le
ulive
erano
state
già
vendute
dal
suocero
,
il
compratore
,
che
aveva
sborsato
la
caparra
,
si
recò
nell
'
uliveto
per
iniziare
le
operazioni
della
raccolta
.
Ma
venne
respinto
a
fucilate
e
gli
parve
di
sognare
,
anzi
,
come
disse
lui
,
di
trovarsi
"
nel
regno
dei
turchi
"
.
Il
suocero
dell
'
on.
Gallo
,
avvertito
dal
compratore
,
corse
subito
nell
'
uliveto
per
far
onore
alla
sua
parola
.
Si
può
immaginare
quale
sia
stata
la
disperazione
di
questo
brav
'
uomo
nel
vedere
i
suoi
poveri
ulivi
schiantati
e
piegati
per
proteggere
con
barricate
e
casematte
i
soldati
della
Sicilia
indipendente
!
Non
solo
era
perduto
il
raccolto
,
ma
anche
le
piante
erano
state
uccise
o
gravemente
ferite
.
Egli
gridò
,
inveì
,
pianse
,
ma
gli
rispose
il
garrito
delle
bandiere
piantate
su
qualche
ulivo
superstite
e
il
silenzio
del
genero
gravido
di
destino
.
A
Catania
,
ove
tornò
invecchiato
di
vent
'
anni
,
il
suocero
gridava
:
"
Mi
ammazzò
!
Mi
buttò
in
mezzo
alla
strada
!
"
Alcuni
giorni
dopo
,
l
'
uliveto
venne
assalito
dalle
forze
regolari
.
Gallo
si
difese
come
un
lupo
.
Sul
cadere
della
sera
lo
abbandonarono
gli
studenti
universitari
;
nel
corso
della
notte
lo
abbandonarono
perfino
i
banditi
;
ed
egli
rimase
solo
,
più
coraggioso
dei
giovani
idealisti
e
più
coraggioso
dei
vecchi
briganti
.
La
sua
fama
era
ormai
assicurata
.
Quando
egli
fu
arrestato
e
chiuso
in
carcere
,
i
siciliani
lo
elessero
deputato
e
lo
liberarono
.
La
fortuna
del
separatismo
ha
voluto
che
la
lotta
per
le
elezioni
amministrative
si
conducesse
a
Catania
nel
nome
di
un
Gallo
"
ferito
dai
socialisti
"
.
In
verità
si
disse
di
più
;
che
egli
stava
per
morire
.
Si
diramavano
ogni
momento
bollettini
sul
suo
stato
di
salute
.
Uno
diceva
:
"
Il
cuore
di
Gallo
,
grande
come
il
cuore
della
Sicilia
,
cesserà
di
battere
?
"
I
colpi
di
questo
cuore
,
che
rallentavano
sempre
di
più
,
raddoppiarono
,
triplicarono
i
voti
.
I
separatisti
ottennero
a
Catania
un
notevole
successo
(
L
'
onorevole
Gallo
gode
oggi
un
'
ottima
salute
.
)
StampaQuotidiana ,
FRONTE
ITALIANO
,
27
.
La
5
.
Armata
ha
avanzato
decisamente
su
tutto
il
fronte
.
Radiscanina
,
22
km
.
a
sud
di
Venafro
,
è
stata
conquistata
.
Altri
due
villaggi
In
questa
zona
sono
stati
occupati
.
I
soldati
del
Gen
.
Clark
si
sono
impadroniti
inoltre
di
Francolise
,
importante
nodo
stradale
che
dista
solo
6
km
.
dalle
cime
collinose
presso
Sessa
Aurunca
.
Così
le
posizioni
tedesche
intorno
alla
giogaia
del
Marsico
sono
ora
minacciate
da
oriente
.
Sul
litorale
Adriatico
le
truppe
del
Gen
.
Montgomery
si
avvicinano
sempre
più
a
Vasto
.
Nel
settore
centrale
Boiano
e
Spineta
sono
state
occupate
dalle
truppe
della
8
.
Armata
,
che
da
Vinchiaturo
proseguono
nella
loro
avanzata
verso
Isernia
.
L
'
altura
di
Spineta
veniva
conquistata
alla
baionetta
dai
britannici
.
Dalla
diminuita
resistenza
tedesca
si
argomenta
che
il
Gen
.
Kesserling
intenda
stabilirsi
in
difensiva
su
una
linea
che
attestandosi
al
M
.
Marsico
(
800
m
.
)
poco
più
a
nord
di
Mondragone
sul
Tirreno
e
snodandosi
sulle
creste
appenniniche
,
fa
perno
su
Venafro
e
,
seguendo
all
'
incirca
l
'
andamento
del
Trigno
,
termina
presso
Vasto
sull
'
Adriatico
.
L
'
Aerodromo
di
Tarquinia
a
nord
ovest
di
Roma
è
stato
bombardato
lunedì
da
aerei
alleati
.
Numerose
strade
e
ferrovie
tedesche
sono
state
martellate
continuamente
.