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ANIME DI MARCIAPIEDE ( MOSCARDELLI NICOLA , 1915 )
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Ditemi animuccie sconosciute che abitate la via sole , chi fu vostro padre ? E aveste un giorno una madre ? O siete figlie perdute trovatelli e trovatelle ? Fratelli e sorelle .... Dimmi tu , bottoncino di madreperla che ho incontrato sul lastrico solo , minorenne traviato quale fu la tua vita galante ? Animuccie perdute , state attente e sentite il poeta che vi ama : per voi ci vuole l ' ospizio la vostra ultima casa di salute : sacrificate un po ' di libertà e ne guadagnerà la moralità . La forcina e lo spillone si narreranno nei lunghi meriggi dello scatolone le impressioni di gioventù , il bottone racconterà la vita dell ' alta società : le carte straccie terranno conferenze di varietà : e la forcina anche si curerà la sua brutta malattia : io sarò il presidente della vostra società . Perché da voi io m ' aspetto , da voi , risolto il problema della fratellanza universale .
LA FINE DELL'ANTIMODERNISMO ( MURRI ROMOLO , 1915 )
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La piccola rivoluzione avvenuta in Vaticano , dove , con l ' avvento di Benedetto XV , è cessata la lotta contro i " modernizzanti " e sono tornati in onore uomini e metodi che Pio X aveva proscritti , e contro i quali si esercitava quotidianamente lo zelo dei migliori interpreti del suo pensiero , è passata pressoché inosservata , per via della guerra . Essa ha assai poco interesse diretto per i modernisti , quelli contro i quali si rivolsero i primi e più fieri colpi di Pio X , sino all ' enciclica Pascendi , e che erano tutti usciti , di propria iniziativa o cacciati fuori a forza , dalla Chiesa ; poiché gli uomini che oggi tornano in auge sono quelli i quali avevano diviso la loro responsabilità da quella dei primi colpiti ed accettato di subordinare la loro attività di pensiero e di opere alle limitazioni ed ai fini imposti dal Vaticano . Qualunque sia oggi l ' atteggiamento di quei modernisti di fronte alla Chiesa cattolica , essi rappresentano pur sempre idee ed aspirazioni che sono in risoluto contrasto con quelle del papa attuale e di ogni papa oggi prevedibile ; poiché si tratta , in sostanza , di sostituire alla concezione statica e dommatica e autoritaria della Chiesa e della religione una concezione storica , immanentistica e democratica . E attendere ed adattarsi e secondare queste così lente ed inconsapevoli evoluzioni che la curia di Roma giunge a tollerare o a subire può solo chi non si è impossessato di questo nuovo punto di vista e riman perplesso . Ma ciò non toglie che quella piccola rivoluzione abbia la sua importanza , religiosa e politica . La dialettica della storia procede per tiri assai più lunghi e lenti che quella delle coscienze singole ; poiché in queste , una idea , un metodo possono facilmente costituirsi come interesse fondamentale e assoluto e dominare tutto lo sviluppo del pensiero ; là invece si tratta di istituzioni che nella tradizione e nella stabilità , quale il tempo permette , trovano la maggior parte della loro forza e di molteplici interessi concreti che si dirizzano istintivamente contro il lavoro delle nuove sintesi . Ma , fondamentalmente , il processo dello spirito , nell ' uno e nell ' altro caso , è lo stesso . Non si può dunque disconoscere che la piccola rivoluzione avvenuta in Vaticano è , dentro limiti quanto si voglia modesti , una vittoria del modernismo . La Chiesa ha , con Pio X , respinto il tutto - la dose letale - per poter poi con il nuovo papa incominciare a prendere il " veleno " modernista a dosi tollerabili . La illusione dei modernisti - illusione necessaria e generatrice di energia - fu quella di poter agire direttamente sulla Chiesa , come istituto , e poi mediante essa . E in ciò non erano modernisti ; non intendevano ancora che il processo religioso , oggi , è di laicizzazione dell ' attività religiosa , non di " ecclesializzazione " ( ci si perdoni il barbarismo ) della vita sociale . Ma in quanto il loro movimento era per necessità intima destinato ad agire ed agiva sulle coscienze direttamente , esso ebbe il suo pieno risultato . Ad es . , rimise nella circolazione della vita di cultura del proprio paese una quantità di giovani - e chiunque ha avuto che fare , in Italia , in questi ultimi dieci anni , con movimenti spirituali lo sa - ; creò e pose per numerose coscienze il problema del modo di conciliare il cattolicismo con la scienza e con la democrazia ; maturò e preparò - e questo si vedrà meglio più tardi - una nuova e più piena concezione della laicità e della libertà religiosa . Quanto all ' istituto ecclesiastico , così come esso è e funziona oggi , quel movimento di giovani non poteva che nuocergli ; e gli nocque molto ; e il danno fu lo stesso antimodernismo di Pio X , da esso direttamente provocato ; antimodernismo che ha finito con il creare nell ' interno della Chiesa così stridenti antinomie e dissensi e conflitti , che la morte di Pio X è parsa a tutti gli spiriti più intelligenti una liberazione . Poiché il richiamo alla più rigida interpretazione della dottrina e della disciplina cattolica , così nella vita interna della Chiesa come nei rapporti con le altre confessioni cristiane , con gli Stati e con la società in generale , opposto alle idee e tendenze dei modernizzanti , non poteva non creare ai cattolici e alla Chiesa stessa difficoltà e imbarazzi innumerevoli , ridurre l ' ortodossia e l ' integralismo ad absurdum . Ed è appunto lo stato di cose venutosi così creando che ha aperto al cardinale Della Chiesa la via del pontificato e gli impone oggi il nuovo programma . Programma di conciliazione e di temporeggiamenti ma anche di ritorno al primo atteggiamento di Leone XIII verso la democrazia cristiana di allora , di fiducia nei laici , di un poco più di libertà alla stampa , di azione popolare e sociale . La Chiesa può permettersi oggi questo movimento , perché lo ha rinnegato ieri e costretto a rinnegarsi esso stesso , a recidere da sé le energie generatrici di ulteriori sviluppi . Ma quello che ha poca importanza come fatto di oggi , può averne domani molta come indizio ed orientamento e come metodo . E qui , proseguendo , entreremmo nel campo delle previsioni , che dovrebbero essere molto caute e dubitative , e non interesserebbero quindi il lettore . Questo solo diremo , che assai probabilmente , per un decennio almeno , nuovi e vigorosi moti di pensiero e di iniziativa non è probabile che abbiano luogo nel seno del cattolicismo ; e che , del resto , conviene oramai vincere la illusione per la quale questo è considerato come un sistema chiuso , nel quale chi governa detti legge ; mentre bisogna invece considerare il cattolicismo come una delle facce della coscienza religiosa italiana , della quale l ' altra faccia è lo scetticismo , la miseria morale , l ' ateismo dei clericaleggianti , il dommatismo di sedicenti nemici del domma , la flaccida grossolanità dello spirito italiano . Agitate potentemente , anche agendo da fuori della Chiesa , la coscienza religiosa del paese e voi imporrete a quella atteggiamenti e movenze diverse .
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Durante questa guerra i tedeschi in mancanza di capolavori strategici avranno creato i loro capolavori letterarî . Il commesso viaggiatore teutonico che celebra in un italiano molto goffo e sgrammaticato la sua pacottiglia e il suo Deutschtum , vale centomila volte tutti i suoi Kant e Hegel con tutti gli altri Lasson , Eucken e simili confusionarî nel vuoto ed è pari a Schiller e appena inferiore a Goethe : peccato che costui abbia scritto alcune parti del Faust : solo per queste merita di essere sceverato dalla compagnia malvagia e scempia . Di questi commessi viaggiatori farneticanti per tedeschite acuta il principe ( principe anche per volontà di Guglielmone ) è indiscutibilmente von Bülow , l ' ex - cancelliere . Il Popolo romano il quale è , come tutti sanno , disinteressatamente devoto alla grande causa germanica , pubblicava alcuni giorni fa una letterina di Bülow a un qualunque senatore o deputato italiano ( a proposito perché non cerca l ' ottimo Bülow di esportare nell ' immensa tedescheria tutti i nostri deputati e senatori e professori e ministri ? sarebbe un ottimo affare per noi a cui quella malagenia toglie soldi e riputazione ) . - Ecco , dunque , questo cimelio buloffiano , almeno nelle sue linee essenziali che trascrivo dall ' ottimo giornale teuto - italiano di Roma : anche se fosse una spiritosa invenzione del giornale romano , resterebbe sempre altamente caratteristico e interessante , essendo di una verosimiglianza molto maggiore del vero . E del resto , non si presta che ai ricchi . Così suona dunque l ' aureo testo : " Iddio protegge visibilmente i nostri eserciti . Noi abbiamo riportato belle vittorie e altre ne riporteremo ancora .... Spero molto che l ' Italia si manterrà saggia . Assalire l ' Austria sua alleata durante 30 anni e la Germania , pure sua alleata , sarebbe un delitto e una follia . Mentre con un atteggiamento prudente l ' Italia conserverà integra l ' amicizia della Germania " . Siamo dunque intesi . Come dicono Bülow e i suoi milioni di compari , l ' Italia seguiti a portarsi bene , stia quieta , docile e ossequente e non le mancherà la protezione della Germania neanche per l ' avvenire . Con ciò si riassumono perfettamente quaranta anni di politica italiana passata e forse altri quarant ' anni di futura politica italiana . Quelle parolette del rigattiere von Bülow meritano , v ' assicuro , d ' essere incise nel bronzo o in qualchecosa aere perennius . La cosiddetta erede di Machiavelli è scesa al rango di servetta goldoniana e vi si trova benissimo . La grossa e tronfia Germania può pigliare l ' arie di padrona sicura del fatto suo e rimbrottare e castigare la proterva servetta se questa , Dio ci guardi , avesse delle frasche o facesse qualche giretto di danza in territorio proibito . La signora Germania conta già delle belle vittorie ed altre spera di poterne contare quanto prima . Attenta , ohe ! , la servetta . In quarant ' anni di felice servitù Germania e Italia hanno imparato a comandare da un lato e a ubbidire dall ' altro , alla perfezione . Crispi che con grande compiacimento dei nostri nazionalisti rappresenta l ' acme ( ovverosia il fondo ) del vassallaggio italiano durante questi ultimi quarant ' anni , era gioioso e trionfante quando poteva andare a Fridrichsruhe a infagottarsi nel palamidone di Bismarck . E quando tornava , non si teneva dalla contentezza e sarebbe volentieri salito in Campidoglio per ringraziare gli dei e sostituire ai trofei di Mario il tabarro di Bismarck . Quando vi dico che noi siamo gli eredi dei Romani ! Ed ecco perché e come Bülow è nella perfetta tradizione italiana e germanica tutte le volte che piglia l ' Italia per il ganascino e la richiama galantemente al dovere . Sonnino che è stato parecchi anni collega di Crispi nel governo , deve ricordarsene perfettamente . E non dubito che saprà perfettamente conformarvisi anche nell ' attuale momento che è , non bisogna dissimularselo , un po ' difficiluccio . La grossa Germania ci tiene il broncio e ci minaccia . Per carità , mi raccomando , cerchiamo di non disgustarcela . È una padrona tanto cara e così garbata !
SOSPIRI DI NEGRO ( PAPINI GIOVANNI , 1915 )
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Ci sono stati di quelli che mi hanno guardato come si guarda il vitello squartato sui ganci del macellaro ; e altri hanno voltato , verso i vetri aperti nei muri , i risi rattratti nel finto soprappensiero . Ho avvertito ne ' loro tacchi , dietro dietro inciampicando , uno scricco di più , quasi un singulto risareccio per la buona riuscita . Eppure , eppure ! Chi vi chiamò intorno a me se non quei due occhi miei così ghiotti dietro gli spazzolini corti de ' cigli , quei due occhi che sotto la facciata unita della fronte ingoiano tutti i momenti le cose come quelli di un negro ? Mi bastano , nel piazzone guarnito di ragazzi in maglia rossa , due botte di tamburo per rifarmi in un lampo l ' anima che sta bene al deserto . L ' anima del nero che sa ballare al colore del sole e del fuoco . Una negra soltanto poteva essere la donna che avrebbe steso sopra le mie palpebre grinzose di troppo lume lo scialle bianco del sonno . Sarò , nella seconda parte del mondo , un buon negro di romanzo che si bagnerà dopo il rinoceronte e avrà una religione di legno scolpita a coltello . Oggi , cavallo di privata scuderia , tagliata a striscie la pelle dal cuoio lucente , col muso tra il fieno che non vidi verdeggiare , porto a spasso nella vettura di nolo tutte le signore delle mie immaginazioni . Un salto di qua e uno di là : per giorni e per giorni appena un raggio la mattina , eppoi tutto il giorno , imbiancato , senza sole , finiva prima di sera come un trasporto per carità . Laggiù sarei stato proprietario della mia spelonca di travi colla maschera di cinabro inchiodata alla soglia . Dentoni bianchi di conchiglie avrei messo fra labbro e labbro a inorridire gli spiriti e avrei sorseggiato il rhum cristiano la domenica sera , di nascosto a tutti . Mia moglie , spalmata d ' olio e rasa la testa , avrebbe guardato , alla destra della stoia coniugale , le sue cioccie pendenti a guanciale fino al bellico , il suo grasso bellico spiombante a grembiule fin sopra le cosce . Ora aspetto , sull ' ora di cena , chi passa nel vento e nei riflessi della gran piazza schiacciata da ' marmi . E mi sento così scompagnato dalla mia razza vestita di lana , così intirizzito di freddo e d ' incerto dolore ! Se un ' ora di gioia smarrita viene a visitarmi , vestita a lutto come il prete per sempre , non so riceverla in casa mia . Non mi appartiene . Da nessuno mi fu destinata . Viene e sparisce senza toccarmi e se nel polso il sangue vuol battere la misura del risorgimento non vien risposta dalla parte del cuore . Nella solitudine , invece , mi sollevo più alto di me come il giovane vincitore di bronzo sotto gli archi della loggia . Mi crescono intorno ai capelli foglie di sempre - verdi e duri fiori d ' inverno . Rido col mio specchio ; segno il passo nel vuoto armonico delle dodici scoccate ; gusto ed assaggio con indicibile raccoglimento tutta la soavità della mia tristezza bastarda . Nessuno può prendermi il braccio in quell ' ore . Si spengono i lumi e si vedon meglio le strade del cielo fra palazzo e palazzo e il getto dell ' acqua nella rotonda fontana dà bianche faville di goccie sulla brunità della pietra invecchiata . Passo e ripasso per rivedere quel che ho visto mezz ' ora fa né mi stanco di questo giro di cose intorno a me stesso , più fresco di amore che al momento della levata . Le carrozze son ferme e chiuse come bare d ' epidemia : se tutti gli orologi dei dintorni suonano , l ' un dopo l ' altro , il primo tocco del nuovo giorno penso con fremiti di passione alla bellezza dell ' eternità . Non svegliatemi . Ripenso alla donna alta e matura che si fece guardare da me verso l ' otto , tutta chiusa nei suoi grossi vestiti di velluto e di pelli , colla faccia nascosta dietro la veletta , tesa come una finestra di filo tra i capelli ed il mento . La pelliccia lunga che le rimodellava in dolci monti il corpo grande e fasciato mi lasciò un cattivo senso di fortezza da prendere . E quando mi fu lontana fui contento più del momento innanzi . Accesi pronto una sigaretta come una ricompensa odorosa . Non potrò essere un negro . Se questa pelle di secca recluta che consumò camicie troppo fini lustrasse di grana mora sotto il sole d ' Uganda e degli occhi non si vedesse che il bianco , più bianco di tutto sopra il mio naso camuso di cane , non avrei , né alla luce né al buio , questi amari passatempi . Dormirei come un ceppo collo scudo sotto la parrucca cresputa come i primi cavalieri né mi sveglierebbe infingarda la luce bigia degli orti . Avrei tanto bisogno d ' esser più barbaro ! E di stringere al mio un corpo ubbidiente con diti sudici di sangue infedele . Partirò , partirò qualche mattina . Sarà liscio il mare come la saponata nella conca e sarà il cielo tutto disteso e tirato come una pezza di seta nuova . Partirò senza pianti dal granito del molo e navigherò verso il calore e l ' allegrezza cantando a mezza voce tra il sorriso de ' mozzi .
Le due guerre d'Europa ( Bettiza Enzo , 1999 )
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Il mese di marzo è stato segnato da due grandi crisi che continuano . Da un lato quella sanguinosa del Kosovo , dall ' altro quella politica e istituzionale dell ' Unione Europea . Qui , certo , il sangue non scorre come nel Kosovo . I 15 paesi , in attesa di diventare 20 o 22 , ostentano anzi tra loro rapporti pacifici , amichevoli , soccorrevoli , quasi fraterni . Tuttavia nel cuore transnazionale dell ' Unione , nel limbo burocratico di Bruxelles , si sta giocando la più grossa scommessa continentale di fine secolo . La guerra nel Kosovo è guerra vera , selvaggia , primordiale , combattuta senza pietà e senza ipocrisie umanitarie . Quel che avviene a Bruxelles è invece un ' insidiosa guerriglia civile , una guerriglia ipocrita , subdolamente combattuta nelle cangianti e confuse istituzioni comunitarie in nome di ideali nobilissimi : l ' euro , il mercato unico , l ' armonia agricola , l ' integrazione federalistica , l ' allargamento ai cugini derelitti dell ' Europa centrorientale . Cos ' le due Europe , quella della guerra aperta nei Balcani , l ' altra della guerriglia sotterranea nel quadrilatero carolingio , danno l ' impressione di voler approdare insieme al Duemila in uno stato di disfacimento più che di evoluzione concorde nell ' ordine e nel progresso . Non credo che il parallelismo tra il virulento inferno balcanico e il travagliato limbo euroccidentale sia cervellotico o forzato . La verità è che un ' Europa comunitaria incapace di integrarsi , di democratizzarsi nelle istituzioni , di dare a queste l ' autonomia e la presa di strumenti preparatori di uno stato federale , sarà sempre più un ' Europa allo sbando . Malaticcia e velleitaria , dominata da una burocrazia pletorica sottratta a controlli e verifiche popolari , lacerata da scompensi organici e da faide tecnocratiche complicate e incomprensibili : una simile Europa non sarà mai in grado d ' imporre una pace energica all ' Europa delle guerre calde , arcaiche , che a medio termine potrebbero tracimare dai Balcani e lambire perfino l ' Asia mediterranea . Solo una robusta e convinta stabilità interna all ' Unione , un ' integrazione che prolunga il mercato della moneta e del commercio unificati nel mercato politico delle diplomazie e delle difese unificate , potranno trovare la forza con cui sedare le turbolenze belliche evitando che le guerre balcaniche diventino guerre paneuropee . Premessa di tale necessaria stabilizzazione o ristrutturazione euroccidentale è in certi caso lo scorrimento , in altri l ' ampliamento , in altri ancora il deperimento delle funzioni assegnate alle tre principali macchine comunitarie . Il Consiglio , che rappresenta i governi degli stati membri e si comporta come il sinedrio collegiale di una monarchia assoluta , dovrebbe deperire diventando un organo di rappresentanza e di testimonianza storica delle nazioni associate . La Commissione , che dai tempi di Jacques Delors non è più subalterna ancella del Consiglio intergovernativo , dovrebbe assumere il connotato di un vero esecutivo federale europeo . Il Parlamento , che fino all ' altroieri appariva confinato in un ruolo consultivo di second ' ordine , dovrebbe estendere i suoi poteri nei confronti sia della Commissione sia del Consiglio . In sostanza , l ' Europarlamento dovrebbe conquistare ulteriori prerogative costituzionali dopo quelle espugnate , pochi giorni orsono , con le dimissioni imposte alla Commissione . Lo scandalo moralistico , ' nepotismi ' e ' irregolarità ' , c ' entrano poco o niente con la bocciatura inflitta dai parlamentari all ' organismo esecutivo dell ' Unione . C ' entra , invece , il prolungato scandalo politico che per decenni impediva all ' Assemblea di fare i conti con i ministri posticci della Commissione e con i ministri reali del Consiglio . Ora , la Commissione bocciata sarà certo più debole nei confronti del Parlamento , ma , da questo paradossalmente legittimata nella reciproca autonomia del Consiglio , sarà anche più forte nel quadro istituzionale complessivo . Il dado è tratto . Il resto è in arrivo . D ' ora in avanti , il Parlamento potrà esercitare un potere di ratifica sulla nomina del presidente della Commissione , potrà censurare le sue spese e i suoi errori , potrà sostenerlo e assisterlo nella nomina dei commissari , una volta scelti con metodo impositivo dal Consiglio . La rivoluzione liberale in atto raggiungerà il giorno più alto quando il Parlamento europeo diverrà assemblea costituente europea : allora la monarchia autocratica del Consiglio , che già perde colpi , dovrà trasformarsi per forza in monarchia costituzionale . In quel caso , forse non lontano , l ' Europa ci apparirà alfine pressoché unita , pressoché compatta , pressoché pronta a riportare pace e ordine nelle regioni limitrofe sconvolte dall ' odio e dalla guerra infinita .
I FIGLI DI DIO ( RUTA ENRICO , 1915 )
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Il primo assaggio del mondo è talmente ingrato , che alla persona favolosa del più sapiente dei re venne attribuito un libro amaro compendiato nel motto amarissimo : a Chi accresce la scienza accresce il dolore n . La prima impressione che riceve chi si dà a osservare intorno a sé le cose umane , non è posata e serena ; è passionale ; e si riassume nel pregiudizio , tanto più nobile quanto è più retto e generoso l ' animo dell ' osservatore , che le cose umane non sono come dovrebbero essere , non vanno come dovrebbero andare . L ' ingenuo osservatore non si accorge che , credendo d ' immergersi interamente nelle cose . col fatto ne fa astrazione , e si assorbe invece in se stesso , che è un falso sé stesso fuori delle cose . Stima di esplorare il mondo , e all ' opposto si smarrisce in un sé fittizio fuori del mondo . Perché il dover andare , il dover essere che desidera alle cose , è dentro di lui , o , meglio , dentro quel suo astratto sé stesso , e non è nelle cose , le quali vanno come vanno , sono come sono . Sono , cioè , la situazione storica ; vai quanto dire , non possono non andare come vanno , vanno per l ' appunto come devono andare . E la situazione storica s ' impone ; tanto che quel primo assaggio , quella prima impressione si risolverebbero in una condanna vuota , in una vana disadeguazione dalle cose , se non portassero naturalmente a una riadeguazione alle cose , a una riassoluzione del mondo . L ' astrarsi in una inutile maledizione contro il tutto , è un disumanarsi ; ma se quell ' astrarsi avviene , ed è , dunque , necessario , non è necessario se non perché implica una più intera e piena riumanazione . Riflettendo pacatamente , ragionando , ci persuadiamo che questo riumanarsi nel materno seno delle cose è un fatto continuo , altrimenti per gli uomini la società dei propri simili sarebbe impossibile e l ' homo homini lupus non si comporrebbe nel proximus tuus . Non ostante ciò anche ragionando , non ci è lecito di dissentire , che non meno continuo persiste dentro di noi qualcosa di tenace e d ' incoercibile , che non si acquieta , che non si abbandona alla corrente , che all ' andazzo anzi si oppone , e talvolta si solleva a tempesta contro le cose come sono e come vanno tenendosi all ' apparizione leggiadra e imperiosa di un come dovrebbero essere e dovrebbero andare . Donde nasce , dunque , e che cosa è mai cotesta potenza interiore , cotesta prepotenza dell ' anima ? Ognuno ne sente in sé , anche non pensandovi , anche ignorando affatto la spiegazione di Platone , la presenza ; ognuno ne segue , anche non rendendosene o non sapendo rendersene ragione , l ' impulso . Ne segue l ' impulso l ' ultimo zappatore , che desidera alleviata la sorte dei suoi figli ; il legislatore , che non si contenta delle leggi in vigore e ne medita di più rispondenti ; il condottiero di popoli e di nazioni , che vuole l ' inalzamento del suo popolo e della sua nazione ; e , il santo , che anela a una beatitudine senza confini di stati e di schiatta ripartita egualmente a tutti gli uomini , egualmente affrancati da ogni privazione . Anzi , la procella interna dalla quale , purtroppo , non a tutti i nati di donna è consentito di scampare incolumi o vittoriosi , è alimentata proprio da niente altro , che dal tormentoso sentimento del dover essere delle cose contrapposte al loro essere : qual ' è , se non cotesto , il soggetto del dramma che ogni . uomo vive dentro di sé ? Erra Schopenhauer , perché non lo risolve ; ma è l ' eterno dramma , che è commedia comune per l ' inetto , la cui inutile rassegnazione ai colpi impartitigli dalla fortuna a lui conforme si rivela alle sue stesse querimonie ; è divina commedia per l ' uomo di genio , che con l ' opera sua apre un ' epoca nuova ; è tragedia gaudiosa pel martire , che col proprio sacrifizio testimonia la realtà dell ' ideale . Come si fa a negarlo ? " Le cose non vanno come dovrebbero andare " . Questa specie di giudizio universale , con cui l ' anima degli uomini e delle genti butta il mondo nella geenna , e che sopravvive e si tien rannicchiato nella mente perfino del filosofo , giudice freddo , e conscio che le cose non possono non andare come vanno , non sarà , e infatti non è un giudizio , non è un atto della ragione , la quale non concepisce sé esistente fuori della coessenza della realtà . Ma che sia qualcosa di universale è innegabile , perché il negare la verità del dramma umano forma appunto un episodio dello stesso dramma di cui s ' impugna l ' esistenza . Qualcosa di universale , dunque , alimento primo dell ' attività mentale , chiamiamolo lirismo e sentimento , chiamiamolo fantasia e passione , chiamiamolo epos ed ethos , non nato d ' altronde che da sé stesso , congenito con sé stesso , è insomma il nucleo autogenetico , il focolare vivo per cui la niente non si sta all ' azione e alla conoscenza del fatto e lo trasmuta nel da farsi , non si ferma al passato che riassimila in sé riconformato nell ' avvenire , maledice come male il presente non ancora superato e ribenedetto come bene imminente . Perciò gli uomini che effettivamente sentirono fervere dentro di sé come una potenza dell ' universo l ' epos antico della stirpe e lo rivissero con la certezza e la virtù di un bene predestinato , preparato a rigenerarla , furono quelli il cui dramma intimo investì tutti e si trasfigurò nel dramma di tutti , il cui dramma individuale diventò nella storia della civiltà la missione dell ' epoca . Perché la potenza da cui si sentivano invasi e che illuminava e guidava il loro destino , essi l ' hanno creduta quella stessa , a cui attribuivano la creazione e l ' esistenza del mondo ; profondamente , con tutta l ' anima , veramente , con tutto l ' intelletto , l ' hanno creduta e l ' hanno pensata Dio . E furono davvero i " figli di Dio " , perché lo crearono . I figli di Dio furono i creatori di Dio . Anche quelli che comparvero sulla soglia dell ' antichità storica , come Hammurabi , come Amenhotep Chuenaten , come il leggendario Mosé , avevano alle spalle un ' antichità ben più remota , che per noi oggi si disfà nella nebbiosa astrattezza di un qualunque numero plurimillenario . E millenni e millenni prima di loro , perfino l ' umanità , di cui non abbiamo potuto rintracciare di meglio che vestigi fossili più o meno eloquenti , appunto perché umanità , ebbe essa pure un sentore della realtà universale , dell ' universalità della mente , fosse anche spezzettandola incosciamente e cacciandola ad abitare paurosamente o speranzosamente nella pioggia e nel sereno , nelle piante e nelle pietre di cui , come i selvaggi tuttora viventi e tuttora non viventi meglio dei progenitori paleoetnologici , si fingevano misteriosi esseri nemici o protettori . La realtà dello spirito può rimanere ignota , ma è la vita ; e l ' intensità con cui , gli uomini ignari la vivono , si palesa nella finzione degli spiriti e nel terrore o nella gioia della loro finzione . Gli spiriti buoni e cattivi , dunque , gli dèi e i demonii nacquero presto con gli uomini , a una nascita ; lo spirito o , meglio , l ' idea dello spirito , Dio , nacque tardi ; la realtà dello spirito , vale a dire , il giudizio reale , la scienza , è il dente del giudizio , è nata all ' ultimo . E per tirarlo su a nascere , c ' è voluto dolore , e subisso di tempo e di tempi . Basta pensare a questo , cioè al cammino che ha percorso la mente umana dalla finzione degli spiriti all ' idea dello spirito , per comprendere il valore e la concretezza della missione adempiuta dai figli e creatori di Dio . Per comprendere , insieme , che crearono ciascuno il suo Dio , vale a dire il Dio conforme all ' epoca , alla natura del paese , alle tradizioni nazionali , al genio della stirpe , all ' ambiente e simili , tutte cose che , se hanno senso , significano precisamente , in una parola , la situazione storica . E appunto perché espresso dalla situazione storica , quello che essi crearono era per ciascuno il Dio unico , l ' unico e vero Dio . Dunque , si può obiettare , essi in verità non compresero Dio , che è l ' uno di tutti i tempi e luoghi , e non è quello particolare né , putacaso , di Zarathustra , né di Maometto , né di Enfantin . Ma che l ' obiezione non concluda , è provato dal fatto che , se esaminiamo proprio il Dio oggi confessato cattolicamente l ' uno e vero Eterno , dobbiamo riconoscere che non è concepito nello stesso modo dai medesimi credenti , padri e dottori e teologi , che ne hanno bandito pel mondo la verità . Costoro , anzi , lo pensano ognuno in una maniera altrettanto diversa , quanta è la diversità peculiare che rende inconfondibile Shamash con Aten , Jahvé con Allah , Ahura con Eli . Passiamo pure sulla storia dell ' eresia , che offrirebbe una prova troppo alla mano e comoda : nel seno stesso dell ' ortodossia non parlerebbe logicamente chi sostenesse che il Dio di San Paolo è il Dio di Sant ' Agostino , il Dio di San Domenico è il Dio di San Francesco , il Dio di San Tommaso è il Dio di Vico . Sono , al contrario , iddii così distinti , come sono distinti i rispettivi momenti storici . Tanto che l ' accorto teologo , il quale dalla variabilità storica del concetto di Dio , o svolgimento , volesse , come hanno fatto i gesuiti in partibus infidelium , inferirne giustamente la prova decisiva dell ' irrefragabile verità del Dio onnipotente , imperscrutabile e inaccessibile , è accessibile alla povera intelligenza umana solo per quel tanto che le concede della sua grazia , ebbene , a che cosa l ' accorto teologo concluderebbe ? Sostenendo l ' unità di Dio , uno e vero qualunque sia la maniera imperfetta con cui lo apprende l ' anima dei mortali , egli in sostanza conclude al vero uno , vale a dire all ' unità reale della mente umana , che è mente in tutti i luoghi e in tutti i tempi ; a quell ' unità in cui s ' identificano Ptah e Brama e Giove e il Signore e tutte le fantasie e le idee e i concetti e i voleri degli uomini , siano civili o selvaggi , deficienti o intelligenti , attivi o contemplativi . Che cosa dice Chuenaten ? " Tu sei nel mio cuore . Nessuno ti ha riconosciuto fuori di tuo figlio Chuenaten . Tu gli concedi la tua potenza . La terra è nelle tue mani perché tu l ' hai creata " . La mente è una : queste parole sono le medesime che , espresse o tacite , suonano nell ' animo di Vyasâ , di Ezra , di Gesù , di Lutero , degli apostoli e dei martiri e dei santi di ogni paese e favella . Nelle parole del re egiziano , l ' ispirato riformatore monoteista , si compendia l ' Imitazione di Cristo , si compendia il succo di quella grande apocalissi del mondo grecolatino germanico che è la Divina Commedia . Se non che , nessuno si fermerà alla lettera , e ne tirerà che dunque Chuenaten e , per esempio , il Nisseno pensavano la stessa cosa . Sotto la lettera , lo spirito è ben diverso ; perché lo spirito implica quel complesso specifico di problemi etici , la cui posizione e risoluzione distinguono l ' una dall ' altra le varie situazioni storiche delle quali il momento culminante si concentra nelle mentalità proprie di ciascuna , dette perciò " i geni rappresentativi " . Ma per questo stesso , tanto più emerge l ' unità : quali che fossero i problemi congeniti nel momento storico , e risoluti o da risolvere secondo le contingenze caratteristiche , i figli di Dio si unificano in un pensiero : nelle loro menti sfolgorò l ' idea dello spirito universale , e gli subordinarono il mondo ; essi rigettarono ogni forma di politeismo , distrussero dèi e demonii ; il loro genio non ammise che l ' unico e vero Dio , creò Dio . E creando l ' unico Dio signore del mondo al cui volere tutto il mondo doveva ubbidire , iniziarono con la sapienza della forza o con la forza della sapienza quel moto di umanizzazione dei popoli e delle stirpi , che attraverso il dolore e la morte e il sangue e la distruzione rivela agli uomini un contenuto sempre più profondo e un senso sempre migliore della vita , e fa felice anche la colpa e fa buono anche il male , perché ne cava scienza e virtù . Subordinarono il mondo a Dio , l ' essenza degl ' individui all ' essenza del tutto : umanizzarono il mondo con la forza irresistibile della legge morale . Siamo ritornati al punto donde siamo partiti , alla colpa , al male , ossia all ' essere delle cose contrapposto al dover essere . Sviluppando l ' antica formola tradizionale cinese , che la colpa è ciò che nuoce ai cinque hing , agli elementi del mondo , dice Confucio che il male è ciò che si oppone al tao , alla ragione universale . Pei figli di Dio , essenzialmente monoteisti come sono , si comprende che cosa è il male , che essi abominano con tanta più inesorabile abominazione , quanto più se lo sentono da presso , annidato proprio dentro al cuore : il male è ciò che si oppone a Dio . Creando Dio , necessariamente hanno creato il diavolo . Ecco il dramma . Chi dice : " Tu , Dio , sei nel mio cuore " , dice implicitamente : " Tu , diavolo , sei nel mio cuore " . Se Dio è l ' idea dello spirito universale , e risponde al bene del tutto , alla morale , il diavolo è l ' idea dello spirito individuale , e risponde al bene dell ' individuo contro al tutto , ossia all ' egoismo , che è il male . La ragione filosofica scopre e sistema assai tardi la dialettica animatrice delle cose , in virtù della quale gl ' infimi selvaggi non possono immaginare spiriti buoni senza spiriti malvagi : ma in quella sono maestri anche gli animali , per cui l ' appetire da una parte significa il fuggire o avversare dall ' altra . E la dialettica , che di necessità scinde il monoteismo deistico nel diteismo divino - diabolico , precisa nettamente i termini del dissidio in conformità della speciale situazione storica , che ha ispirato alla mente dell ' epoca , all ' uomo di genio , l ' idea dello spirito universale , l ' idea del sommo bene , e lo ha indotto a inventare il Dio conforme . Se , per esempio , Dio significa esclusivamente il creatore della terra per la stirpe e il protettore della nazione , il diavolo è il dio dello straniero . Se Dio significa l ' autore della luce , della creazione amica agli uomini , del benessere materiale e morale , della vita pura e gioconda , il diavolo è il Dio delle tenebre , della creazione ostile , della miseria e della malvagità e dell ' infermità e della morte . Se Dio significa il padre e custode dei buoni e dei poveri , il diavolo non è che il Dio dei malvagi e dei ricchi . Se Dio è il signore dei fedeli credenti , il diavolo è il Dio degl ' infedeli miscredenti ; e così di seguito . Così di seguito , con tutta la trama d ' infinite differenze e complessità e semplificazioni e varietà e sfumature che segnano lo sviluppo e il transito di un ' epoca in un ' altra , di una nazione in un ' altra , di un ' egemonia in un ' altra , di questo o quel momento storico precedente nei successivi . L ' idea , la realtà , secondo la vecchia immagine , è come il filugello che cava da sé il suo filo , e non si rinchiude nel bozzolo se non per sfarfallarne e per quell ' apparente riprincipiar da capo che è in verità un eterno continuare verso una meta che è , insieme , principio e fine . Non si dà sole senza tenebra , né state senza verno , né natura amena e amica di frutti senza natura di uragani e di desolazione , né ricchezza senza miseria , né salute senza infermità , né amicizia senza inimicizia , né credenza senza miscredenza , né bontà senza malvagità , né gioia senza dolore . Vale a dire , non si dà pensiero senza che sembri che ci sia un qualcosa che non è pensiero , ossia senza l ' errore , che , appunto col pensarlo , viene ridotto a pensiero ; e non si dà azione senza che sembri che ci sia un qualcosa di cieco e renitente , ossia il fatto di bruta natura , agendo sul quale lo si riduce al fine volontario appunto voluto dall ' azione . Solo che gli uomini non la sentono così ; e l ' egoismo cieco e irrazionale , che hanno congenito dentro , lo vedono fuori , nella malvagità del mondo o nell ' ostilità della natura ; come se le stesse meteore e i terremoti , che sembrano un maleficio a chi ne è colpito e che li giudica secondo il danno che ne porta , non.fossero una condizione di esistenza per la terra , che nell ' equilibrio dell ' economia generale connaturata alle sue forze endogene ed esogene , ne ha , dunque , bene . Ciò che è compreso dai credenti , i quali nelle grandi calamità parlano di imperscrutabili decreti della Provvidenza . Ma la ragione non è il sentimento ; e dunque la fantasia e la passione fanno un fascio delle tenebre e della miseria e dell ' infermità e della bruta natura e dell ' errore e del dolore e del male , e il fascio lo chiamano diavolo , soprintendente alle cose come vanno ; e fanno un fascio della ricchezza e della salute e della gioia e del dolore e della luce e della verità , e lo chiamano Dio , termine ideale delle cose come dovrebbero andare . Errore , male , dolore ; verità , bene , beatitudine : questi sono i termini della lotta combattuta di continuo , senza requie . Ed è guerra veramente senza quartiere sulla terra , e concludibile soltanto nella pace del cielo , quando si accetta come assioma o come verità dogmatica , che non è concesso agli uomini espellere del tutto il diavolo da questo mondo , e che la vittoria completa è destinata da Dio all ' altro mondo . Naturalmente la soluzione , che avviene in terra o in cielo o sotterra , varia col variare dei modi con cui , secondo i tempi e i luoghi , i termini sono impostati . Ma sia che prometta l ' affrancamento dal contatto straniero o dalla servitù , oppure da una casta divenuta esosa , oppure dal maligno influsso della miscredenza , oppure dalla natura materiale , oppure dal tedio del mondo stesso giudicato tutto intollerabile , o comunque altro si voglia , essa rivela la verità fondamentale : che , cioè , la lotta è intuita e sentita come un processo di liberazione . " Libera nos a malo " . Le ore tragiche dell ' umanità sono , in sostanza , quelle in cui l ' accumulamento di un passato morto , esausto di ogni senso e contenuto di utile e di bontà e di verità , sembra appesantirsi come una montagna di falsità e di menzogne sulle genti , e spegnere in loro ogni prezzo dell ' esistenza , ogni gusto della terra . L ' umanità , persuasa a proprie spese che " militia est vita hominis super terram " , sfiduciata e disfatta si chiede : " ma perché ? a che serve ? " . E l ' inerzia e il cinismo coprono perfino la disperazione . In tali crisi storiche , l ' immortalità della mente umana , lo spirito del mondo si concentra in un uomo , il figlio di Dio , che porta contro il cumulo del passato tutte le fiamme del cielo e dell ' inferno , tutte le fiamme della sua coscienza , e scioglie al fuoco e spiana il passato , e incenerisce il diavolo , e al suo popolo risollevato e richiamato al pensiero e all ' azione addita il segno e la legge di una nuova esistenza . La sua legge è immedesimazione e compenetrazione dell ' individuo col tutto ; è vita e assunzione in Dio ; la guerra che egli riaccende nel mondo è guerra all ' egoismo , che è arrivato all ' estremo , cioè al termine in cui l ' egoismo diventa divoratore di sé stesso ; la legge è il dovere , e il dovere è il diritto del sacrifizio . Perciò il furore e l ' odio contro le cose come vanno egli li risolve in incantamento e in amore alle cose come devono andare . E spinge gli uomini un gradino più su per la scala della verità e della volontà , in cima alla quale inferno e terra e cielo si fondono e si.concludono in liberazione dell ' anima redentrice di sé a sé stessa e signora del proprio destino . In cima alla scala è l ' ideale , che è la stessa realtà ; è la beatitudine , che è la stessa volontà . Tale fu l ' opera dei Figli di Dio ; opera d ' incivilimento , di progresso , di umanizzazione della bruta natura , di umanizzazione dell ' uomo all ' uomo , di addomesticamento e di educazione del destino ricondotto ad abitare sotto la fronte e sotto la mano dell ' uomo . Opera di fervore e di fermento verso una meta che si tocca sempre , perché non vi si arriva mai ; verso il fine , il cui esser fine consiste nel non essere mai raggiunto ; verso il dover essere , che non esiste fuori del come avviene . In questo gaudioso e tremendo lavoro di sviluppo e di avanzata senza sosta né riposo , in questo facimento e rifacimento implacabile , in cui generazioni su generazioni e popoli su popoli sono assorbiti come materia di elaborazione per un prodotto perfettibile , non mai perfetto , il genio prescelse solo quei pochi uomini a testimoniare la ragione per cui le stirpi e le genti si sono tanto affaticate , a comprovare la sostanza di verità e di utilità nella quale si esaurirono , a dimostrare per quale virtù profonda la transitorietà della loro opera , che può sembrare talvolta affatto dimenticata o sparita , si perpetua nell ' attualità della nostra . E tra quei pochi ce n ' è uno , a cui dalla parte più colta e fattiva dell ' umanità furono sanciti gli altari , e anche oggi l ' inanità degli altari non ci offende , perché egli stesso avrebbe perdonato alle turbe l ' incapacità di comprenderlo come vero uomo , come l ' uomo migliore che fino a oggi sia passato per la milizia della terra , inerme affatto di ogni cura di sé , armato di passione al povero prossimo suo , armato di devozione al sacrifizio . Ed è quello che li riassume tutti , tanto la verità dell ' ideale e la sostanza eterna della bontà umana s ' identificano nel suo nome ; tanto egli è presente e vivo dentro di noi , e ci conforta e aiuta a guardare dal dolore e dall ' odio la nostra fatica e a preservare dal male il nostro pane quotidiano e a serbare dignità nella miseria e mansuetudine nella fortuna : tanta fu la dolcezza con cui si sforzò di far confessare alle genti , che il vero Satana insidiatore della vita dell ' anima è l ' egoismo . Tanto egli con le sue lacrime e col suo sangue ha connaturato in noi la certezza , che non da altrove che dal nostro sangue e dalle nostre lacrime ci è dato di cavare la forza di redimerci dal peso di noi stessi , e di assaporare l ' esistenza come una continua liberazione dell ' animo nella pienezza della realtà . E sul petto di lui , che riassume in sé tutti i figli di Dio , l ' umanità china con consolazione il capo travagliato . Perché solo nel battito del suo cuore , che seppe uscire rinfiammato di fede e di affetto dalla tragedia combattuta tra il cielo e l ' abisso , ella ritrova tutta intera e riconosce a pieno la tragedia propria , che combatte con sé stessa dal principio del mondo per stabilire sulla terra il regno dell ' uomo .
LA CAPITALE ( Brancati Vitaliano , 1947 )
StampaQuotidiana ,
La società romana è infinitamente più grigia che nel 1945; non si contano più le teste che , essendosi svegliate in quell ' anno , sono oggi ricascate nel sonno . Le tendenze liberali vanno lentamente scomparendo dalla scena , e lasciano il campo ai gusti , all ' eloquenza , ai costumi dei partiti di massa . Ecco qui una verità che sarà giudicata un paradosso : le elezioni sono state senza dubbio un grande atto di libertà e hanno dato una rappresentanza più vera , ma lo spirito europeo che aveva occupato ( nel senso buono e cattivo della parola ) l ' Italia , nel 1945 , era riuscito a spremere dal nostro paese , mediante la designazione dei sei partiti , una rappresentanza nella quale era assai più forte che non in questa l ' amore per la libertà . Il partito d ' azione , uno dei più sgraditi che siano mai nati al mondo , bisbetico e infantile nello stesso tempo , solenne , cattedratico , monumentale e tuttavia amabilissimo per la stizza con cui s ' illudeva che in Italia fossero possibili l ' esame di coscienza , l ' autocritica e una riforma morale , si è del tutto dileguato . Molte voci stridule , ma in sostanza nobilissime , hanno taciuto . L ' Italia comincia a far l ' esame di coscienza del suo antifascismo . Aveva fatto male quello del suo fascismo ; quest ' altro esame non può riuscire che peggio , dato che esso muove da una concezione della vita che disprezza la critica e la ragione . Il settimanale " La Nuova Europa » è morto , e al suo posto ci sono " Rataplan " , " La rivolta Ideale " , " Manifesto " ecc. Il tono della vita politica si è estremamente abbassato ; la polemica , che si svolge fra partiti di massa al governo e un altro partito di massa all ' opposizione , non può dirsi vera e propria polemica , essendo i due contraddittori poco disposti a non servirsi di assiomi e atti di fede . Un paese che ha il fascismo al potere è un paese che si avvia alla catastrofe nel modo più buffonesco , con maschere di generali , capi , imperatori , gerarchi , accademici che , in solenne corteo , lanciando d ' ora in ora grida d ' esultanza , filano diritte verso un precipizio che non vedono . Un paese che ha il fascismo come massimo partito d ' opposizione è un paese che continua a sbagliare , perché , in verità , come si può affidare il compito della critica a cervelli abituati a credere e obbedire ? I partiti al governo sono in massima parte dogmatici , ma i loro dogmi , bisogna riconoscerlo , sono vasti , antichi , solenni e alcuni logorati dal tempo : il partito all ' opposizione possiede invece un dogma ristretto , meschino , crudele , petulante . Cosa ne verrà fuori ? Speriamo , una distruzione assoluta dei dogmi e il principio di una vera libertà . L ' alleanza fra i dogmi , quella che fu temuta nel '39 , quando Russia e Germania firmarono il patto di non aggressione , non riesce mai a buon fine : i dogmi sono destinati a farsi una guerra micidiale che ha sempre termine con la morte del primo per opera del secondo , la successiva morte di questo per essersi estenuato nell ' uccidere il primo . La guerra fra il dogma cattolico e quello protestante terminò con l ' indebolimento di tutti e due e la vittoria dei principi di tolleranza . " Quale civiltà scegliete ? " veniva domandato , quattro secoli fa , in Europa , a tutti gli uomini liberi . " La cattolica o la protestante ? " " Né l ' una né l ' altra ! » rispondevano gli uomini liberi . " Siete dei poveri ingenui ! » incalzavano i fanatici . " Chi vuol contare oggi qualcosa deve scegliere fra i papisti e gli antipapisti ! " " Ebbene , noi non scegliamo ! " " Rimarrete fuori della storia ! " " Rientreremo nella storia quando ne sarete usciti voi ! " " E quando , per favore ? " " Quando il mondo non sarà più né papista né antipapista ! " " E che cosa potrebbe essere se non papista o antipapista ? " " Tollerante e liberale ! » " Che vuol dire , tollerante e liberale ? Noi non comprendiamo queste parole ! " " Le capiranno i vostri nipoti . " Questo antico diverbio si ripete oggi in Europa . Mettete al posto delle parole papista e antipapista quelle di fascista e comunista , e avrete un diverbio dei nostri giorni . Piazza San Pietro gremita di folla . Molte persone con gli occhiali e molti bambini coi guanti di lana . Dai colpi di tosse , s ' indovina lo stato pacifico di coloro che sono intervenuti : è gente tranquilla , che soltanto per un miracolo del demonio diverrebbe capace di atti violenti , come quello di ardere un povero " indemoniato " . Nelle adunate oceaniche di carattere profano , la contrazione nervosa e lo stato di collerico servilismo in cui si trovano tutti i presenti , darebbero ai colpi di tosse ben altro tono . Sarebbero colpi più secchi e brevi , o forse non se ne udrebbero minimamente , compressi dalla retorica della buona salute . Cionondimeno la quantità di fede che esprime questa moltitudine è assai inferiore a quella di un umile solitario che prega in ginocchio . Siamo ormai espertissimi nel calcolo di quanto perde una persona nell ' atto in cui si unisce ad altre duecentomila . Mettete in colonna sopra un foglio i duecentomila esseri umani , che hanno riempito una piazza , sottraete l ' uno dall ' altro , e avrete l ' idea esatta di quello che sarà rimasto di umano nella piazza stessa , nel momento dell ' adunata . Cosa vuol dire il sì o il no di questo enorme bambino treenne che è la moltitudine degli uomini disposti a fare spettacolo di se stessi ? Che gusto si può provare a interrogarlo ? Esso ha sempre l ' aria di avere imparato la lezione . In ogni modo , di tutte le masse che ho veduto , questa di piazza San Pietro mi pare la meno spiacevole , perché non è eroica , non inventa nulla di nuovo , non arrota i denti ... e i misfatti del suo fanatismo , li ha ormai compiuti ... La mirabile piazza è illuminata da un sole gelido . Le persiane bianche dei palazzi vaticani sono aperte , ma attraverso i vetri traspaiono gli scuri accostati , anch ' essi di color bianco . Sul sagrato è stato eretto un altare a sfondo rosso con sei candelabri ; al di sopra della loggia sporgono la bocca i più chiari altoparlanti che abbia mai udito . Ma la chiarezza è a scapito della grandezza . La voce , che essi gettano nell ' immensa piazza , è così palesemente di un piccolo uomo che si rimane molto impressionati nel sentire la chiesa più vasta del mondo parlare con una voce di piccolo borghese . La cerimonia si svolge in modo perfetto . Ci sono stati momenti molto poetici : quando per esempio la moltitudine ha recitato il Pater Noster o quando un sacerdote ha letto il principio del Vangelo di San Luca . È un vero peccato che in questo modo non vengano recitati periodicamente i tratti dei Vangeli che dànno le regole alla coscienza di tutti i cristiani , anche di quelli che non credono nell ' al di là . Il Sermone della Montagna , letto fra tanti echi , in un luogo così augusto , l ' Amate coloro che vi odiano " , il " Non uccidere ! » recitati fra queste colonne farebbero di Roma un luogo preoccupante ove le canaglie e i violenti avrebbero sempre da temere che una parola terribile giungesse al loro orecchio . Il Pontefice è apparso nella loggia centrale sotto un manto rosso , in mezzo a due figure con mantelli di un rosso più scuro . Io mi sono inginocchiato la prima volta davanti a Pio XII la settimana di Natale del 1942 . Ho visto , quel giorno , la persona più elegante d ' Europa e insieme l ' uomo politico più civile che fosse rimasto chiuso entro il recinto hitleriano ... Nel cuore di Roma , tutta piena di voi militareschi , egli dava il lei con la forza di chi scandisce una parola proibita . Le porte , che si spalancavano all ' annunzio del suo avvicinarsi , scoprirono una ventina di donne disposte in ginocchio nelle diverse sale . Egli le interrogava ad una ad una prestando un ' attenzione vera e scrupolosa alle loro risposte . Erano , per la massima parte , madri e mogli di dispersi , che chiedevano notizie dei loro figli e mariti . Alcuni giorni dopo , egli avrebbe pronunciato un fierissimo discorso antifascista . Senza dubbio , lo teneva già in mente , e direi quasi che gli si leggeva negli occhi : un dittatore non avrebbe sopportato a lungo lo sguardo che , in quei giorni del '42 , aveva quell ' uomo vestito di seta bianca e calzato di pantofole rosse ... Pio XII pronuncia oggi il suo discorso con un timbro che non gli conoscevo : molti cattolici lamentano che il Papa abbia una voce tanto più fredda quanto più caldo è il cuore che le affida le sue parole . Ma la sua voce di oggi è caldissima . Il discorso non è tutto quanto bello . " ... Veramente l ' anima cattolica della città Eterna , pacifica nella santa libertà dei figli di Dio , impavida e forte nella lotta , viene ancora una volta a effondersi nel seno del Padre comune ... " Bello . " ... dopo meno di tre mesi , la sfolgorante giornata del 2 giugno ! Roma , uscita prodigiosamente incolume da immani pericoli , volle qui festeggiare con traboccante gioia le prime ore della sua liberazione ! » L ' uscita dei tedeschi da Roma è definita dal Papa liberazione : i fascisti ne rimarranno scandalizzati . " Mai forse la missione di Roma è stata più grande , più benefica , più indispensabile che nell ' ora pre sente . Dai colli , protese le braccia materne , essa estende il suo imperio spirituale sul mondo che misteriosamente avvolge nella sua luce . Quella luce , che prima apparve , quando la Chiesa , Sposa di Cristo , si sciolse dalle gramaglie delle persecuzioni e , coronata con segno di vittoria , uscì dai circhi e dagli anfiteatri dianzi ruggenti alla sua rovina ; quando , immortale vindice della verità , più sicura dell ' avvenire che il pontefice di Giove ascendente con la tacita vergine il Campidoglio , si accinse , ecc ... » Periodo non tutto fortunato . Le parole " missione di Roma " non portano mai bene a quelle che le seguono . L ' uscita della Chiesa dai circhi è descritta con forza , ma l ' accenno ingeneroso verso il vinto pontefice di Giove , e il tono di trionfo con cui si coglie la civiltà pagana in un ingenuo e pietoso momento di fiducia nella propria immortalità , e si nota che invece essa è morta , mi danno il disagio di tutti i discorsi violentemente rivoluzionari . Questo pontefice , vivamente immerso nella storia del Cristianesimo , è soggetto alle visioni di coloro che amano tanto la loro causa da sognare la notte di averla perduta ; visioni che gli fanno sparire dagli occhi la Roma cattolica e riapparire quella pagana , sparire la basilica di San Pietro e riapparire il sasso su cui il primo Pietro subì il martirio . Da qui l ' aspro tono polemico contro quella Roma che , in fin dei conti , i suoi predecessori hanno sepolto profondamente ed egli ora calca con piede di re . " Dal suolo romano il primo Pietro , circondato dalle minacce di un pervertito potere imperiale , lanciò un fiero grido di allarme : ` Resistete nella fede ! ' Su questo medesimo suolo Noi ripetiamo oggi con raddoppiata energia quel grido a voi , la cui città natale è ora teatro di sforzi incessantemente volti a rinfiammare la lotta fra i due opposti campi : per Cristo o contro Cristo , per la sua Chiesa o contro la sua Chiesa . " A questo punto , egli rivolge alla moltitudine una domanda che non ritroverò nel testo del discorso pubblicato dall ' " Osservatore romano " " " Voi siete per Cristo o contro Cristo ? " E la massa risponde : " Per Cristo ! " " Per la sua Chiesa o contro la sua Chiesa ? " E tutti : " Per la sua Chiesa ! " È preferibile un conclave di cardinali che si azzuffano ; è preferibile un concilio bizantino che litiga su inezie mentre il nemico bussa alle porte della città , a un dialogo come questo fra due persone di cui una sola è adulta : quella che interroga . ( L ' altra ha l ' età in cui si sanno pronunciare soltanto i monosillabi : Sì , no , tu , io ... e ripetere , come risposta , l ' ultima parola della domanda ) .
TUTTI SEPARATISTI NELLA PRIMAVERA DEL '45 ( Brancati Vitaliano , 1947 )
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La moltitudine dei convertiti alla libertà , respinta dall ' antifascismo ufficiale , andò a ingrossare le file dei separatisti . Sul principio del '45 , questo movimento era il più vasto che contasse l ' Italia e , insieme , il più energico per il gran numero di persone risentite e irritate che vi partecipavano . I separatisti potevano allora dividersi nelle seguenti categorie : 1 ) I ricchi , che non amavano pagare le spese di una sconfitta per una guerra provocata secondo loro dalle industrie del nord , e volevano trovarsi , al momento della firma del trattato di pace , invece che in uno Stato italiano carico di colpe , di errori e di sventure , in uno Stato siciliano nuovo e innocente . 2 ) I lavoratori e i tecnici che avevano sempre sognato di diventare italo - americani , gli emigranti per istinto e per educazione , i quali scoprivano tutt ' a un tratto che questo sogno poteva avverarsi senza le noie di un trasloco . 3 ) La piccola borghesia spaventata dalla frase : " Il dopoguerra in Italia sarà orribile ! " Per costoro separarsi dall ' Italia era come separarsi dalla realtà . 4 ) I contadini piccoli proprietari che temevano il comunismo da quando avevano scoperto che il comunismo era il regime degli ammassi . 5 ) Gli stanchi del servizio militare per i quali l ' Italia antifascista era colpevole di continuare una guerra che l ' Italia fascista aveva chiuso saggiamente con una sconfitta . 6 ) Gl ' imperialisti irriducibili che preferivano uccidere l ' Italia piuttosto che vederla priva di sogni imperiali . 7 ) Un certo numero di sacerdoti che speravano di riacquistare i privilegi che gli erano stati tolti dal regno d ' Italia . 8 ) Una folla di scontenti minori , mossi da ragioni piccole e quasi inconfessabili : gl ' ignoranti che odiavano la grammatica e l ' obbligo di parlare in italiano , i bocciati alla licenza liceale , quelli che nel viaggio di nozze erano stati trattati male negli alberghi di Milano , i rimpatriati per accattonaggio , i letterati di cui la " critica di lassù " non si era mai occupata ecc. Il separatismo siciliano del '45 non aveva origini ignobili . Era nato sotto il fascismo come odio a Roma , la città in cui l ' oligarchia fascista , proveniente quasi tutta dal nord , aveva stabilito i suoi troni . Roma " imperiale " aveva ridotto gli agricoltori quasi alla povertà e mandato i loro soldi al di là del canale di Suez , vicino all ' equatore , arricchendo una contrada lontanissima di macchine , porti e strade , mentre i dintorni di Enna e Caltanissetta marcivano sotto il fango e la malaria . Roma imperiale offendeva poi di continuo , con le sue prepotenti bugie , il buon senso dei siciliani . Se questi diffidano per natura di qualunque potere costituito , pensate come dovevano diffidare di un potere assoluto e imperiale . Quando nell ' agosto del '43 si riunì in un paesino dell ' Etna il primo comitato di liberazione , i rappresentanti di tutti i partiti erano separatisti . Ma fu quello l ' ultimo giorno in cui separatismo e antifascismo coincisero perfettamente . Subito i comunisti capirono che separarsi dal continente significava perdere i contatti col grosso del loro esercito ; poi lo capirono i socialisti ; infine lo capirono i democratici del lavoro . Sul principio del '45 , il movimento separatista aveva perduto il suo carattere antifascista , ma conservava profondamente quello di un movimento di diffidenza verso il governo centrale , verso l ' ufficialità e , insieme , bisogna ammetterlo , verso la modernità . E dopo un disastro come quello del '43 , quasi tutti in Sicilia erano o delusi o scontenti o perseguitati o timorosi o disgustati . Gli animi , divisi su tante questioni , erano d ' accordo nell ' odiare il re . Bastava nominarlo per vedere lo stesso pallore di rabbia sfavillare sulla faccia del fascista e su quella dell ' antifascista . I primi che osarono nominarlo furono in verità i comunisti in seguito alle dichiarazioni di Togliatti che non voleva perdere il suo tempo in una impresa sentimentale come quella di odiare il re . ( Fu questo il primo accento machiavellico nel linguaggio degli antifascisti che era stato fino a quel punto romantico e mazziniano . ) Insomma , il re entrò in Sicilia dalla sinistra ; poi , scacciato bruscamente da quella parte , rientrò trionfalmente dalla destra . Ma torniamo al separatismo . Già nel '44 esso aveva avuto i primi sfoghi violenti . V ' erano stati atti temerari da parte della folla , ma nessuno contro i ricchi e i possidenti . La folla chiedeva il pane e i sussidi , ma non ai ricchi : li chiedeva al governo di Bari , e perfino ai propri funzionari e burocrati , dei quali , una dopo l ' altra , distruggeva le sedi . Nei colpi di randello , con cui venivano spaccati i tavoli e le casse del Municipio , del Tribunale , e dell ' Agenzia delle imposte , sfogavano la loro collera le persone più diverse : i pensionati che non riuscivano più a vivere , i contadini costretti agli ammassi , i ricchi minacciati dalle tasse e dalle riforme , i fascisti convertiti alla libertà e umiliati dalle nuove leggi , gli ex militari sconfitti , gli autori di reati comuni dimessi dalle prigioni il giorno in cui tutti ne erano usciti come perseguitati politici e ora di nuovo ricercati dalla questura , gl ' individualisti che consideravano il continente la patria di fanatismi ripugnanti . Sui muri fecero capolino alcuni manifesti , promossi in gran parte dai comunisti , nei quali si chiedeva l ' energica repressione di questi moti " antidemocratici " e " plebei " . I comunisti erano pochi e riuscivano antipatici alla folla . La campagna li odiava perché li aveva visti far parte delle commissioni per l ' ammasso del grano ; la città li odiava perché li aveva visti insieme ai funzionari di pubblica sicurezza correre da un punto all ' altro per cercare di rimettere l ' ordine . Erano i soli , insieme ai monarchici , a ricordare violentemente l ' unità della patria , e insieme ai monarchici dividevano , nel '45 , l ' universale antipatia della Sicilia .
GLI ULTIMI SEPARATISTI ( Brancati Vitaliano , 1947 )
StampaQuotidiana ,
Dopo il '45 , il movimento separatista cominciò lentamente a scadere . Il più numeroso gruppo di affiliati , gli emigranti per istinto e per sangue , i lavoratori e i tecnici che , dopo aver cercato inutilmente di trasferirsi dalla Sicilia in America , avevano sperato che l ' America venisse in Sicilia , cominciarono a dubitare fortemente di questa loro speranza . I capi separatisti , preoccupati , si diedero a soffiare in tutti i modi su questa fiamma che si spegneva . Parlavano a bassa ' voce di colloqui con ministri e generali anglosassoni ; confidavano segretamente , sotto il suggello del giuramento , che Finocchiaro Aprile aveva telefonato a Washington ... Cento volte mi fu detto , da persone pallide , con la pupilla leggermente dilatata : " Compare , fra quindici giorni , sarà tutto fatto ! " Molti avevano visto Ford prendere le misure dell ' aeroporto di Catania perché " voleva costruire a sue spese una immensa pista di cemento armato " . I visionari , gli amanti d ' imprese balorde , coloro che tornano sempre dall ' aver parlato con un personaggio importante , i bugiardi in buona fede , quelli cioè che non sono tanto ingannatori del prossimo quanto ingannati dalla propria fantasia , occuparono per qualche tempo la scena . I siciliani , che diffidano per natura delle verità scientifiche o delle bugie ufficiali , sono portati a credere alle verità artistiche e alle bugie ufficiose . Le notizie dei separatisti allucinati erano l ' una e l ' altra cosa . A poco a poco questo credito , che i siciliani facevano ai loro concittadini meno normali , in nome della fantasia e della stranezza , divenne troppo grande . I siciliani si stancarono . Sulla faccia degli ufficiali anglosassoni non era scritto nulla che potesse incoraggiare la speranza di diventare connazionali . D ' altro canto , era meno facile vedere le facce di costoro che le suole delle scarpe piantate di pomeriggio sulle ringhiere dei balconi più bassi ai lati del corso e del viale XX Settembre . No , la Sicilia non sarebbe mai assunta come stella nel cielo della bandiera americana ! Tutti coloro che avevano puntato sul separatismo , per attuare il loro sogno di diventare americani rimanendo a casa , abbandonarono con amarezza il partito che li aveva ingannati . Subito dopo si staccarono i giovani delle classi di leva , che si erano ribellati in seguito ai nuovi richiami alle armi . Il governo democratico non faceva retate come il governo della repubblica sociale ; era un governo assai mite e umano ; non valeva la pena di ribellarsi con la violenza a un ordine di richiamo al quale si poteva rispondere no " . Rimanevano nelle file del separatismo gli agricoltori che non volevano pagare le spese della sconfitta per una guerra che essi addebitavano totalmente alle industrie del nord ; la moltitudine dei fascisti convertiti alla libertà e perseguitati dalle leggi sull ' epurazione ; i fascisti tenaci ; e una varietà infinita di scontenti e di protestanti che muovevano da ragioni talune buone altre pessime , ma tutte indistintamente poco meditate e tenute il più lontano possibile dallo spirito di esame . Oggi , il separatismo conta una nuova perdita di proseliti . I fascisti convertiti alla libertà e puniti con sanzioni più dure che non i fascisti cosiddetti " coerenti " , hanno trovato il loro posto nel partito dell ' Uomo qualunque ; i fascisti inviperiti lo hanno trovato , alcuni , e non credo stabilmente , in questo medesimo partito , altri nelle file dei " fusionisti " e altri in sètte misteriose che ogni giorno vanno comparendo alla luce . Chi rimane , dunque , nelle file del partito separatista ? In basso , tutti quegli scontenti e protestanti di cui la Sicilia è ricca : coloro che sono sempre contro il governo che fa pagare le tasse ( il governo concepito come un estraneo , anzi un forestiero , che si mangia i soldi dei cittadini e vomita chiacchiere sui giornali e nella radio ) ; coloro che sono contro le novità perché " cu cancia ' a vecchia c ' a nova , peju si trova " ; coloro che sono contro la civiltà industriale , rumorosa e sporca di bitume ; coloro che sono contro le verità acquisite da poco e difese con la polizia ; coloro che diffidano del linguaggio rivoluzionario , non perché siano avari o gretti , ma perché sono troppo umani e comprensivi per credere che la società attuale sia completamente brutta e troppo pessimisti per credere che la società di domani sarà bella . Questi rimarranno sempre separatisti , ma non daranno mai filo da torcere perché nativamente filosofi , dubbiosi e pigri . Non avremo mai rivolte da parte di costoro ; nelle epoche di servitù totalitarie , quando sarà ordinato di lavorare e tacere , nel silenzio assoluto di tutti gli altri , essi faranno sentire il loro amabile e umano brontolio .
EDUCAZIONE FAMIGLIARE ( SANTINI GUIDO , 1915 )
StampaPeriodica ,
È strano che in mezzo a tanto fiorire letterario di piani educativi e di riforme , sia sfuggito il tema importantissimo dell ' educazione famigliare e dei suoi necessarî rimedî . La morale balorda di miliardi di persone dell ' uno e dell ' altro sesso che affrontano la vita senza cultura , senza preparazione morale , senza religione , senz ' anima , inquina e perturba l ' esistenza delle famiglie e ne prepara lo sfacelo . Vivono e fondano una casa , una famiglia , senza il culto propiziatore , senza Lari , senza sentimento di responsabilità , senza eroismo . Bambini anche a cinquant ' anni , chiusi nei piccoli bisogni del loro egoismo e nei brevi affetti abituali , non sono armati per resistere alle bufere del gran mondo , non hanno una fede pertinace fino alla morte , un impulso che superi i limiti della loro persona . Il loro egoismo puerile li isola e li schiaccia . Grandi famiglie , tali che , se ciascuno avesse avuto la generosità di votarsi a uno scopo superiore , avrebbero trovato in esso il motivo della loro solidarietà e della loro forza , finiscono invece disperse in balia dei turbini dell ' esistenza , perché il fondamento della loro unione in origine era disonesto , troppo inferiore ai motivi pretestati . Il padre col pretesto del bene dei figli fa tutto quello che gli pare o con una mostruosità pedagogica tenta di corrompere e di schiacciare la loro personalità a profitto d ' un suo banale disegno di prosperità economica ; se vuol preservarli dal male vieta loro ogni amicizia e compagnia affinché si affiatino solamente con lui che rappresenta il bene , ed a lui solo riportino le loro forze vive . La madre , col pretesto della modestia e dell ' umiltà , si disinteressa d ' ogni cosa che non sia il suo limitatissimo compito quotidiano di massaia ; e non le mancano materni pretesti per ogni altro qualsivoglia atteggiamento . I figli con gli stessi pretesti debbono tradirli se non vogliono rimanere schiacciati . Il bene della famiglia , la modestia , gli ideali , sono tutte belle e buone cose ; cose belle e buone tradite che si vendicano , cose che finiscono col deviare inutilmente dai veri motivi - quali che siano - le azioni di ciascuno , e col lasciarlo perire da sé in un suo labirinto o in un suo deserto . L ' affiatamento forzato allora diventa schifo , l ' umiltà vigliaccheria , la riverenza sprezzo o violenza . Vogliono tutto per sé , senza larghezza , inospiti e avari ostentano la liberalità perché non si dica o non si creda , e pretendono di farsi pagare con l ' usura quel nome che sfruttano , quel beneficio che credono d ' aver fatto o che ostentano di credere d ' aver fatto perché stimarono d ' essere obbligati a simularne l ' apparenza e forse in parte non poterono fare a meno di curarne anche la sostanza . Un enorme malinteso , un groviglio di vuoto , un incubo . Di ogni seme che gettano nella vita pretenderebbero i frutti ! Ma li pretendono con le parole e non con l ' inesauribile costanza d ' attività , di fede e di cura . Noiosissimi Tersiti che rintronano di querimonie le orecchie e mortificano il cuore ai taciturni che lavorano per un loro sogno e che amano al mondo qualche cosa oltre se stessi . Io feci pure ! Com ' è che non ebbi ? Ed io , che cosa godo ? La loro anima è tutto negazione , tutto egoismo , tutto vizio . Non v ' è più nulla d ' umano in essi . E sono miliardi . Le città e i borghi ne sono pieni . La strada fangosa e merdosa , le case piene d ' odori di cucine , di detti e di sporcizie , le facce bestiali dei cristiani , l ' onda del mortifero luridume umano che dilaga quasi dappertutto e minaccia anche in noi stessi , ci soffoca , ci nausea costantemente , ci avvelena . Vi sono troppi pidocchi sull ' ideale . Ci vuole un bagno rigeneratore di sventura . Sia benedetta la Guerra , che chiama ogni cosa col suo nome e se ci manda uno shrapnel non pretende d ' averlo fatto per nostro bene !