Narrativa ,
a
Cesare
Lombroso
Illustre
amico
,
Quando
,
nello
scorso
aprile
,
veniva
celebrato
il
suo
giubileo
scientifico
,
rivedendo
le
bozze
di
questo
volumetto
io
pensavo
di
fargliene
riverente
omaggio
per
unire
la
mia
fioca
voce
di
novelliere
alle
unanimi
acclamazioni
degli
Scienziati
del
mondo
intero
.
E
m
'
induceva
a
questo
non
solamente
l
'
antica
affettuosa
venerazione
,
ma
anche
l
'
idea
che
il
soggetto
delle
due
novelle
qui
riunite
,
avendo
qualche
relazione
coi
suoi
ultimi
spassionatissimi
studi
intorno
ai
fenomeni
psichici
,
dei
quali
abbiamo
ragionato
in
Roma
ogni
volta
che
ho
avuto
il
piacere
di
rivederla
,
evitava
all
'
omaggio
il
difetto
di
una
troppo
grave
stonatura
.
Lo
accetti
,
Illustre
Amico
,
con
la
sua
solita
bontà
,
e
mi
creda
sempre
suo
aff.mo
Luigi
Capuana
.
Catania
,
28
giugno
1906
UN
VAMPIRO
«
No
,
non
ridere
!
»
,
esclamò
Lelio
Giorgi
,
interrompendosi
.
«
Come
vuoi
che
non
rida
?
»
,
rispose
Mongeri
.
«
Io
non
credo
agli
spiriti
»
.
«
Non
ci
credevo
...
e
non
vorrei
crederci
neppur
io
»
riprese
Giorgi
.
«
Vengo
da
te
appunto
per
avere
la
spiegazione
di
fatti
che
possono
distruggere
la
mia
felicità
,
e
che
già
turbano
straordinariamente
la
mia
ragione
»
.
«
Fatti
?
...
Allucinazioni
vuoi
dire
.
Significa
che
sei
malato
e
che
hai
bisogno
di
curarti
.
L
'
allucinazione
,
sì
,
è
un
fatto
anch
'
essa
;
ma
quel
che
rappresenta
non
ha
riscontro
fuori
di
noi
,
nella
realtà
.
È
,
per
esprimermi
alla
meglio
,
una
sensazione
che
va
dall
'
interno
all
'
esterno
;
una
specie
di
proiezione
del
nostro
organismo
.
E
così
l
'
occhio
vede
quel
che
realmente
non
vede
;
l
'
udito
sente
quel
che
realmente
non
sente
.
Sensazioni
anteriori
,
accumulate
spesso
inconsapevolmente
,
si
ridestano
dentro
di
noi
,
si
organizzano
come
avviene
nei
sogni
.
Perché
?
In
che
modo
?
Non
lo
sappiamo
ancora
...
E
sogniamo
(
è
la
giusta
espressione
)
a
occhi
aperti
.
Bisogna
distinguere
.
Vi
sono
allucinazioni
momentanee
,
rapidissime
che
non
implicano
nessun
disordine
organico
o
psichico
.
Ve
ne
sono
persistenti
,
e
allora
...
Ma
non
è
questo
il
tuo
caso
»
.
«
Sì
;
mio
e
di
mia
moglie
!
»
.
«
Non
hai
capito
bene
.
Noi
scienziati
chiamiamo
persistenti
le
allucinazioni
dei
pazzi
.
Non
occorre
,
credo
,
che
io
mi
spieghi
con
qualche
esempio
...
Il
fatto
poi
che
siete
due
a
soffrire
la
stessa
allucinazione
,
e
nello
stesso
momento
,
è
un
semplice
caso
d
'
induzione
.
Probabilmente
sei
tu
che
influisci
sul
sistema
nervoso
della
tua
signora
»
.
«
No
;
prima
è
stata
lei
»
.
«
Allora
vuol
dire
che
il
tuo
sistema
nervoso
è
più
debole
o
ha
più
facile
ricettività
...
Non
arricciare
il
naso
,
poeta
mio
,
sentendo
questi
vocabolacci
che
i
vostri
dizionari
forse
non
registrano
.
Noi
li
troviamo
comodi
e
ce
ne
serviamo
»
.
«
Se
tu
mi
avessi
lasciato
parlare
...
»
.
«
Certe
cose
è
meglio
non
rimescolarle
.
Vorresti
una
spiegazione
dalla
scienza
?
Ebbene
,
in
nome
di
essa
,
io
ti
rispondo
che
,
per
ora
,
non
ha
spiegazioni
di
sorta
alcuna
da
darti
.
Siamo
nel
campo
delle
ipotesi
.
Ne
facciamo
una
al
giorno
;
quella
di
oggi
non
è
quella
di
ieri
;
quella
di
domani
non
sarà
quella
di
oggi
.
Siete
curiosi
voialtri
artisti
!
Quando
vi
giova
,
deridete
la
scienza
,
non
valutate
nel
loro
giusto
valore
i
tentativi
,
gli
studi
,
le
ipotesi
che
pur
servono
a
farla
progredire
;
poi
,
se
si
dà
un
caso
che
personalmente
v
'
interessa
,
pretendete
che
essa
vi
dia
risposte
chiare
,
precise
,
categoriche
.
Ci
sono
,
pur
troppo
,
scienziati
che
si
prestano
a
questo
gioco
per
convinzione
o
per
vanità
.
Io
non
sono
di
questi
.
Vuoi
che
te
la
dica
chiara
e
tonda
?
La
scienza
è
la
più
gran
prova
della
nostra
ignoranza
.
Per
tranquillarti
,
ti
ho
parlato
di
allucinazioni
,
di
induzione
,
di
recettività
...
Parole
,
caro
mio
!
Più
studio
e
più
mi
sento
preso
dalla
disperazione
di
sapere
qualcosa
di
certo
.
Sembra
fatto
apposta
;
quando
gli
scienziati
già
si
rallegrano
di
aver
constatato
una
legge
,
pàffete
!
ecco
un
fatto
,
una
scoperta
che
la
butta
giù
con
un
manrovescio
.
Bisogna
rassegnarsi
.
E
tu
lascia
andare
,
quel
che
accade
a
te
e
alla
tua
signora
è
accaduto
a
tanti
altri
.
Passerà
.
Che
t
'
importa
di
sapere
perché
e
come
sia
avvenuto
?
T
'
inquietano
forse
i
sogni
?
»
.
«
Se
tu
mi
permettessi
di
parlare
...
»
.
«
Parla
pure
,
giacché
vuoi
sfogarti
;
ma
ti
dico
anticipatamente
che
fai
peggio
.
L
'
unico
modo
di
vincere
certe
impressioni
è
quello
di
distrarsi
,
di
sovrapporre
ad
esse
impressioni
più
forti
,
allontanandosi
dai
luoghi
che
probabilmente
han
contribuito
a
produrle
.
Un
diavolo
scaccia
l
'
altro
:
è
proverbio
sapientissimo
»
.
«
Lo
abbiamo
fatto
;
è
stato
inutile
.
I
primi
fenomeni
,
le
prime
manifestazioni
più
evidenti
sono
avvenuti
in
campagna
,
nella
nostra
villa
di
Foscolara
...
Siamo
scappati
via
.
Ma
la
stessa
sera
dell
'
arrivo
in
città
...
»
.
«
È
naturale
.
Che
distrazione
poteva
darvi
la
vostra
casa
?
Dovevate
viaggiare
,
far
vita
d
'
albergo
,
un
giorno
qua
,
un
giorno
là
;
andare
attorno
l
'
intera
giornata
per
chiese
,
monumenti
,
musei
,
teatri
;
tornare
all
'
albergo
a
sera
tardi
,
stanchi
morti
...
»
.
«
Abbiamo
fatto
anche
questo
,
ma
...
»
.
«
Voi
due
soli
,
m
'
immagino
.
Dovevate
cercare
la
compagnia
di
qualche
amico
,
di
una
comitiva
...
»
.
«
Lo
abbiamo
fatto
;
non
è
valso
a
niente
»
.
«
Chi
sa
che
comitiva
!
»
.
«
Di
gente
allegra
...
»
.
«
Gente
egoista
vuol
dire
,
e
vi
siete
trovati
isolatissimi
in
mezzo
ad
essa
,
capisco
...
»
.
«
Prendevamo
anzi
molta
parte
alla
loro
allegria
,
sinceramente
,
spensieratamente
.
Appena
però
ci
trovavamo
soli
...
Non
potevamo
mica
condurre
la
comitiva
a
dormire
con
noi
...
»
.
«
Ma
dunque
dormivate
?
Ora
non
capisco
più
,
se
tu
intendi
parlare
di
allucinazioni
o
pure
di
sogni
...
»
.
«
E
picchia
con
le
allucinazioni
,
coi
sogni
!
Eravamo
svegli
,
con
tanto
di
occhi
spalancati
,
nelle
più
limpide
funzioni
dei
sensi
e
dello
spirito
,
come
in
questo
momento
che
vorrei
ragionare
con
te
e
tu
ti
ostini
a
non
volermi
concedere
..
»
.
«
Tutto
quel
che
vuoi
»
.
«
Vorrei
almeno
esporti
i
fatti
»
.
«
Li
so
,
me
li
figuro
;
i
libri
di
scienza
ne
sono
pieni
zeppi
.
Potranno
esservi
diversità
insignificanti
nei
minuti
particolari
...
Non
contano
.
L
'
essenziale
natura
del
fenomeno
non
muta
per
ciò
»
.
«
Non
vuoi
darmi
neppure
la
soddisfazione
...
?
»
.
«
Cento
,
non
una
,
giacché
ti
fa
piacere
.
Tu
sei
di
coloro
che
amano
di
grogiolarsi
nei
dolori
,
quasi
vogliano
centellinarseli
...
È
stupido
,
scusa
!
...
Ma
se
ti
fa
piacere
...
»
.
«
Francamente
,
mi
sembra
che
tu
abbia
paura
»
.
«
Paura
di
che
?
Sarebbe
bella
!...»
.
«
Paura
di
dover
mutare
opinione
.
Hai
detto
:
Io
non
credo
agli
spiriti
.
E
se
,
dopo
,
fossi
costretto
a
crederci
?
»
.
«
Ebbene
,
sì
;
questo
mi
seccherebbe
.
Che
vuoi
?
Siamo
così
noi
scienziati
:
siamo
uomini
,
caro
mio
.
Quando
il
nostro
modo
di
vedere
,
di
giudicare
ha
preso
una
piega
,
l
'
intelletto
si
rifiuta
fin
di
prestar
fede
ai
sensi
.
Anche
l
'
intelligenza
è
affare
di
abitudine
.
Tu
intanto
mi
metti
con
le
spalle
al
muro
.
Sia
.
Sentiamo
dunque
questi
famosi
fatti
»
.
«Oh!...»,
esclamò
con
un
largo
respiro
Lelio
Giorgi
.
«
Già
sai
per
quali
tristi
circostanze
dovetti
andarmene
a
cercar
fortuna
in
America
.
I
parenti
di
Luisa
erano
contrari
alla
nostra
unione
;
come
tutti
i
parenti
-
e
non
dico
che
avessero
torto
-
anch
'
essi
badavano
,
più
che
ad
altro
,
alla
situazione
economica
di
colui
che
doveva
essere
il
marito
della
loro
figliuola
.
Non
avevano
fiducia
nel
mio
ingegno
;
diffidavano
anzi
della
mia
pretesa
qualità
di
poeta
.
Quel
volumetto
di
versi
giovanili
pubblicato
allora
,
è
stato
la
mia
maggiore
disgrazia
.
Non
che
pubblicati
,
non
ne
ho
scritti
più
da
quell
'
anno
in
poi
;
ma
anche
tu
,
poco
fa
,
mi
hai
chiamato
caro
poeta
!
L
'
etichetta
mi
è
rimasta
appiccata
addosso
,
quasi
fosse
stata
scritta
con
inchiostro
indelebile
.
Basta
.
Suol
dirsi
che
c
'
è
un
Dio
per
gli
ubriachi
e
pei
bambini
.
Bisognerebbe
aggiungere
:
E
talvolta
anche
pei
poeti
,
giacché
devo
passare
per
poeta
»
.
«
Ecco
come
siete
voialtri
letterati
!
Cominciamo
sempre
ab
ovo
!
»
.
«
Non
spazientirti
.
Ascolta
.
Durante
la
mia
dimora
di
tre
anni
a
Buenos
Aires
,
non
aveva
più
avuto
nessuna
notizia
di
Luisa
.
Piovutami
dal
cielo
quell
'
eredità
di
uno
zio
che
non
s
'
era
mai
fatto
vivo
con
me
,
tornai
in
Europa
,
corsi
a
Londra
...
e
con
dugentomila
lire
di
cartelle
della
Banca
d
'
Inghilterra
volai
qui
...
dove
mi
attendeva
il
più
doloroso
disinganno
.
Luisa
era
sposa
da
sei
mesi
!
Ed
io
l
'
amavo
più
di
prima
!
...
La
povera
creatura
aveva
dovuto
cedere
alle
insistenti
pressioni
dei
suoi
.
Ci
mancò
poco
,
te
lo
giuro
,
che
non
commettessi
una
pazzia
.
Questi
particolari
,
vedrai
,
non
sono
superflui
...
Commisi
però
la
sciocchezza
di
scriverle
una
focosissima
lettera
di
rimproveri
,
e
di
spedirglierla
per
posta
.
Non
avevo
previsto
che
potesse
capitare
in
mano
del
marito
.
Il
giorno
dopo
egli
si
presentò
a
casa
mia
.
Compresi
subito
l
'
enormità
del
mio
atto
e
mi
proposi
di
esser
calmo
.
Era
calmo
anche
lui
.
"
Vengo
a
restituirle
questa
lettera
"
mi
disse
.
"
Ho
aperto
sbadatamente
,
non
per
indiscrezione
,
la
busta
che
la
conteneva
;
ed
è
stato
bene
che
sia
accaduto
così
.
Mi
hanno
assicurato
che
lei
è
un
gentiluomo
.
Rispetto
il
suo
dolore
;
ma
spero
che
lei
non
vorrà
turbare
inutilmente
la
pace
di
una
famiglia
.
Se
può
fare
lo
sforzo
di
riflettere
,
si
convincerà
che
nessuno
ha
voluto
arrecarle
del
male
volontariamente
.
Certe
fatalità
della
vita
non
si
sfuggono
.
Lei
intende
qual
è
ormai
il
suo
dovere
.
Le
dico
intanto
,
senza
spavalderia
,
che
son
risoluto
a
difendere
a
ogni
costo
la
mia
felicità
domestica
"
.
Era
impallidito
parlando
e
gli
tremava
la
voce
.
"
Chiedo
perdono
dell
'
imprudenza
"
risposi
.
"
E
,
per
meglio
rassicurarla
,
le
dico
che
domani
partirò
per
Parigi
"
.
Dovevo
essere
più
pallido
di
lui
;
le
parole
mi
uscivano
a
stento
di
bocca
.
Mi
stese
la
mano
;
gliela
strinsi
.
E
mantenni
la
parola
.
Sei
mesi
dopo
,
ricevevo
un
telegramma
di
Luisa
:
"
Sono
vedova
.
T
'
amo
sempre
.
E
tu
?
"
.
Suo
marito
era
morto
da
due
mesi
»
.
«
Il
mondo
è
così
:
la
disgrazia
di
uno
forma
la
felicità
di
un
altro
»
.
«
È
quel
che
egoisticamente
pensai
anch
'
io
;
ma
non
sempre
è
vero
.
Mi
era
parso
di
toccare
il
cielo
col
dito
la
sera
delle
nozze
e
durante
i
primi
mesi
della
nostra
unione
.
Evitammo
,
per
tacito
accordo
,
di
parlare
di
colui
.
Luisa
aveva
distrutto
ogni
traccia
del
morto
.
Non
per
ingratitudine
,
giacché
quegli
,
illudendosi
di
essere
amato
,
aveva
fatto
ogni
sforzo
per
renderle
lieta
la
vita
;
ma
perché
temeva
che
l
'
ombra
di
un
ricordo
,
anche
insignificante
,
potesse
dispiacermi
.
Indovinava
giusto
.
Certe
volte
,
il
pensiero
che
il
corpo
della
mia
adorata
era
stato
in
pieno
possesso
,
quantunque
legittimo
,
di
un
altro
mi
dava
tale
stretta
al
cuore
,
che
mi
faceva
fremere
da
capo
a
piedi
.
Mi
sforzavo
di
nasconderglielo
.
Spesso
però
l
'
intuito
femminile
velava
di
malinconia
i
begli
occhi
di
Luisa
.
E
per
ciò
la
vidi
raggiante
di
gioia
,
quando
ella
fu
sicura
di
potermi
annunciare
che
un
frutto
del
nostro
amore
le
palpitava
nel
seno
.
Ricordo
benissimo
:
prendevamo
il
caffè
,
io
in
piedi
,
ella
seduta
con
una
posa
di
dolce
stanchezza
.
Fu
quella
la
prima
volta
che
un
accenno
al
passato
le
sfuggì
dalle
labbra
.
"
Come
sono
felice
"
esclamò
"
che
questo
sia
avvenuto
soltanto
ora
!
"
.
Si
udì
un
gran
colpo
all
'
uscio
,
quasi
qualcuno
vi
avesse
picchiato
forte
col
pugno
.
Trasalimmo
.
Io
corsi
a
vedere
,
sospettando
una
sbadataggine
della
cameriera
o
di
un
servitore
;
nella
stanza
allato
non
c
'
era
nessuno
»
.
«
Vi
sarà
parso
colpo
di
pugno
qualche
schianto
forse
prodotto
nel
legno
dell
'
uscio
dal
calore
della
stagione
»
.
«
Diedi
tale
spiegazione
,
visto
il
turbamento
grandissimo
di
Luisa
;
ma
non
ne
ero
convinto
.
Un
forte
senso
di
impaccio
,
non
so
definirlo
altrimenti
,
si
era
impossessato
di
me
e
non
riuscivo
a
celarlo
.
Stemmo
alcuni
minuti
in
attesa
.
Niente
.
Da
quel
momento
in
poi
,
però
,
notai
che
Luisa
evitava
di
rimaner
sola
;
il
turbamento
persisteva
in
lei
,
quantunque
non
osasse
di
confessarmelo
,
né
io
di
interrogarla
»
.
«
E
così
,
ora
comprendo
,
vi
siete
suggestionati
,
inconsapevolmente
,
a
vicenda
»
.
«
Niente
affatto
.
Pochi
giorni
dopo
io
ridevo
di
quella
sciocca
impressione
;
e
attribuivo
allo
stato
interessante
di
Luisa
l
'
eccessivo
eccitamento
nervoso
che
traspariva
dai
suoi
atti
.
Poi
parve
tranquillarsi
anch
'
essa
.
Avvenne
il
parto
.
Dopo
qualche
mese
però
,
mi
accorsi
che
quel
senso
di
paura
,
anzi
di
terrore
,
l
'
aveva
ripresa
.
La
notte
,
tutt
'
a
un
tratto
,
ella
si
avvinghiava
a
me
,
diaccia
,
tremante
.
"
Che
cosa
hai
?
Ti
senti
male
?
"
le
domandavo
ansioso
.
"
Ho
paura
...
Non
hai
udito
?
"
.
"
No
"
.
"
Non
odi
?..."
insistette
la
sera
appresso
.
"
No
"
.
Invece
quella
volta
udivo
un
fioco
suono
di
passi
per
la
stanza
,
su
e
giù
,
attorno
al
letto
;
dicevo
di
no
per
non
atterrirla
di
più
.
Levavo
il
capo
,
guardavo
...
"
Dev
'
essere
entrato
qualche
topo
in
camera
...
"
.
"
Ho
paura
!
...
Ho
paura
!
"
.
Per
parecchie
notti
,
ad
ora
fissa
prima
della
mezzanotte
,
sempre
quello
scalpiccio
,
quell
'
inesplicabile
andare
e
venire
,
su
e
giù
,
di
persona
invisibile
,
attorno
al
letto
.
Lo
attendevamo
»
.
«
E
le
fantasie
riscaldate
facevano
il
resto
»
.
«
Tu
mi
conosci
bene
;
non
sono
uomo
da
essere
eccitato
facilmente
.
Facevo
il
bravo
anzi
,
per
riguardo
di
Luisa
;
tentavo
di
dare
spiegazioni
del
fatto
:
echi
,
ripercussioni
di
rumori
lontani
;
accidentalità
della
costruzione
della
villa
,
che
la
rendevano
stranamente
sonora
...
Tornammo
in
città
.
Ma
,
la
notte
appresso
,
il
fenomeno
si
riprodusse
con
maggior
forza
.
Due
volte
la
spalliera
appiè
del
letto
venne
scossa
con
violenza
.
Balzai
giù
,
per
osservar
meglio
.
Luisa
,
rannicchiata
sotto
le
coperte
,
balbettava
:
"
È
lui
!
È
lui
!
"
»
.
«
Scusa
»
lo
interruppe
Mongeri
«
non
te
lo
dico
per
metter
male
tra
tua
moglie
e
te
,
ma
io
non
sposerei
una
vedova
per
tutto
l
'
oro
del
mondo
!
Qualcosa
permane
sempre
del
marito
morto
,
a
dispetto
di
tutto
,
nella
vedova
.
Sì
.
"
È
lui
!
È
lui
!
"
.
Non
già
,
come
crede
tua
moglie
,
l
'
anima
del
defunto
.
È
quel
lui
,
cioè
sono
quelle
sensazioni
,
quelle
impressioni
di
lui
rimaste
incancellabili
nelle
sue
carni
.
Siamo
in
piena
fisiologia
»
.
«
Sia
pure
.
Ma
io
»
riprese
Lelio
Giorgi
«
come
c
'
entro
con
la
tua
fisiologia
?
»
.
«
Tu
sei
suggestionato
;
ora
è
evidente
,
evidentissimo
»
.
«
Suggestionato
soltanto
la
notte
?
A
ora
fissa
?
»
.
«
L
'
attenzione
aspettante
,
oh
!
fa
prodigi
»
.
«
E
come
mai
il
fenomeno
varia
ogni
volta
,
con
particolari
imprevisti
,
poiché
la
mia
immaginazione
non
lavora
punto
?
»
.
«
Ti
pare
.
Non
abbiamo
sempre
coscienza
di
quel
che
avviene
dentro
di
noi
.
L
'
incosciente
!
Eh
!
Eh
!
fa
prodigi
anch
'
esso
»
.
«
Lasciami
continuare
.
Riserva
le
tue
spiegazioni
a
quando
avrò
finito
.
Nota
che
la
mattina
,
nella
giornata
,
noi
ragionavamo
del
fatto
con
relativa
tranquillità
.
Luisa
mi
rendeva
conto
di
quel
che
aveva
sentito
lei
,
per
raffrontarlo
con
quel
che
avevo
sentito
io
,
appunto
per
convincerci
,
come
tu
dici
,
se
mai
le
fantasie
sovraeccitate
ci
facessero
,
nostro
malgrado
,
quel
brutto
scherzo
.
Risultava
che
avevamo
sentito
l
'
identico
rumore
di
passi
,
nella
stessa
direzione
,
ora
lento
,
ora
accelerato
;
la
stessa
scossa
alla
spalliera
del
letto
,
lo
stesso
strappo
alle
coperte
e
nella
stessissima
circostanza
,
cioè
quando
io
tentavo
,
con
una
carezza
,
con
un
bacio
,
di
calmare
il
suo
terrore
,
d
'
impedirle
di
gridare
:
"
È
lui
!
È
lui
!
"
quasi
quel
bacio
,
quella
carezza
provocassero
lo
sdegno
della
persona
invisibile
.
Poi
,
una
notte
,
Luisa
,
aggrappandosi
al
collo
,
accostando
le
labbra
al
mio
orecchio
,
con
un
suono
di
voce
che
mi
fece
trasalire
,
mi
sussurrò
:
"
Ha
parlato
!
"
,
"
Che
dice
?
"
,
"
Non
ho
sentito
bene
...
Odi
?
Ha
detto
:
Sei
mia
!
"
.
E
siccome
anch
'
io
la
stringevo
più
fortemente
al
petto
,
sentii
che
le
braccia
di
Luisa
venivano
tratte
indietro
,
violentemente
,
da
due
mani
poderose
;
e
dovettero
cedere
non
ostante
la
resistenza
che
mia
moglie
opponeva
»
.
«
Che
resistenza
poteva
opporre
,
se
era
lei
stessa
che
agiva
in
quel
modo
,
senza
averne
coscienza
?
»
.
«
Va
bene
...
Ma
ho
sentito
l
'
ostacolo
anche
io
,
di
persona
che
si
frapponeva
tra
me
e
lei
,
di
persona
che
voleva
impedire
,
a
ogni
costo
,
il
contatto
tra
me
e
lei
...
Ho
visto
mia
moglie
rigettata
indietro
con
una
spinta
...
Giacché
Luisa
voleva
stare
in
piedi
,
per
via
del
bambino
che
dormiva
nella
culla
accanto
al
letto
,
ora
che
sentivamo
scricchiolare
i
ferri
a
cui
la
culla
era
sospesa
e
vedevamo
la
culla
dondolare
,
traballare
e
le
copertine
volare
via
per
la
camera
,
buttate
per
aria
malamente
...
Non
era
allucinazione
questa
.
Le
raccoglievo
;
Luisa
,
tremante
,
le
rimetteva
al
posto
;
ma
di
lì
a
poco
esse
volavano
per
aria
di
nuovo
,
e
il
bambino
,
destato
dalla
scossa
,
piangeva
.
Tre
notti
fa
,
peggio
....
Luisa
sembrava
vinta
dal
malefico
fascino
di
colui
...
Non
mi
udiva
più
,
se
la
chiamavo
,
non
si
accorgeva
di
me
che
le
stavo
davanti
...
Parlava
con
colui
e
,
dalle
sue
risposte
,
capivo
quel
che
colui
le
diceva
.
"
Che
colpa
ho
io
,
se
tu
sei
morto
?
Oh
!
no
,
no
!
...
Come
puoi
pensarlo
?
Avvelenarti
io
?
...
Per
sbarazzarmi
di
te
?
...
È
un
'
infamia
!
E
il
bambino
che
colpa
ha
?
Soffri
?
Pregherò
per
te
farò
dire
delle
messe
...
Non
vuoi
messe
?
...
Me
,
vuoi
?
...
Ma
come
mai
?
Sei
morto
!..."
.
Invano
io
la
scotevo
,
la
chiamavo
per
destarla
da
quella
fissazione
,
da
quell
'
allucinazione
...
Luisa
si
ricomponeva
tutt
'
a
un
tratto
.
"
Hai
sentito
?
"
,
mi
diceva
,
"
Mi
accusano
di
averlo
avvelenato
.
Tu
non
ci
credi
...
Tu
non
mi
sospetterai
capace
...
oh
Dio
!
E
come
faremo
pel
bambino
?
Lo
farà
morire
!
Hai
sentito
?
"
.
Io
non
avevo
udito
niente
,
ma
capivo
benissimo
che
Luisa
non
era
pazza
,
non
delirava
...
Piangeva
,
abbracciando
stretto
stretto
il
bambino
levato
dalla
culla
per
proteggerlo
dal
maleficio
di
colui
.
"
Come
faremo
?
Come
faremo
?
"
»
.
«
Il
bambino
però
stava
bene
.
Questo
avrebbe
dovuto
tranquillarvi
»
.
«
Che
vuoi
?
Non
si
assiste
a
fatti
di
tale
natura
senza
che
la
mente
più
solida
non
ne
riceva
una
scossa
.
Io
non
sono
superstizioso
,
ma
non
sono
neppure
un
libero
pensatore
.
Sono
di
quelli
che
credono
e
non
credono
,
che
non
si
occupano
di
quistioni
religiose
perché
non
hanno
tempo
né
voglia
di
occuparsene
...
Ma
nel
mio
caso
e
sotto
l
'
influenza
delle
parole
di
mia
moglie
:
"
Farò
dire
delle
messe
"
pensai
naturalmente
all
'
intervento
di
un
prete
»
.
«
L
'
hai
fatta
esorcizzare
?
»
.
«
No
,
ma
ho
fatto
ribenedire
la
casa
,
con
gran
spargimento
di
acqua
benedetta
...
anche
per
impressionare
l
'
immaginazione
della
povera
Luisa
,
se
mai
si
fosse
trattato
d
'
immaginazione
esaltata
,
di
nervi
sconvolti
...
Luisa
è
credente
.
Tu
ridi
,
ma
avrei
voluto
veder
te
nei
miei
panni
»
.
«
E
l
'
acqua
benedetta
?
»
.
«
Inefficace
.
Come
se
non
fosse
stata
adoperata
»
.
«
Non
l
'
avevi
pensato
male
.
Anche
la
scienza
ricorre
talvolta
a
mezzi
simili
nelle
malattie
nervose
.
Abbiamo
il
caso
di
quel
tale
che
credeva
gli
si
fosse
allungato
enormemente
il
naso
.
Il
medico
finse
di
fargli
l
'
operazione
,
con
tutto
l
'
apparato
di
strumenti
,
di
legatura
di
vene
,
di
fasciature
...
e
il
malato
guarì
»
.
«
L
'
acqua
benedetta
invece
fece
peggio
.
La
notte
dopo
...
Oh
!
...
Mi
sento
rabbrividire
al
solo
pensarci
.
Ora
tutto
l
'
odio
di
colui
era
rivolto
contro
il
bambino
...
Come
proteggerlo
?
...
Appena
Luisa
vedeva
...
»
.
«
O
le
sembrava
di
vedere
...
»
.
«
Vedeva
,
caro
mio
,
vedeva
...
Vedevo
anche
io
...
quasi
.
Giacché
mia
moglie
non
poteva
più
avvicinarsi
alla
culla
;
una
strana
forza
glielo
impediva
...
Io
tremavo
allo
spettacolo
di
lei
che
tendeva
desolatamente
le
braccia
verso
la
culla
,
mentre
colui
-
me
lo
diceva
Luisa
-
chinato
sul
bambino
dormente
,
faceva
qualcosa
di
terribile
,
bocca
con
bocca
,
come
se
gli
succhiasse
la
vita
,
il
sangue
...
Sono
tre
notti
di
seguito
che
la
nefanda
operazione
si
ripete
e
il
bambino
,
il
caro
figliuolino
...
non
si
riconosce
più
.
Bianco
,
da
roseo
che
era
!
come
se
realmente
colui
gli
abbia
aspirato
il
sangue
;
deperito
in
modo
incredibile
,
in
tre
sole
notti
!
È
immaginazione
questa
?
È
immaginazione
?
Vieni
a
vederlo
»
.
«
Si
tratta
dunque
?..»
.
Il
Mongeri
rimase
alcuni
minuti
pensoso
,
a
testa
bassa
,
aggrottando
le
sopracciglia
.
Il
sorriso
un
po
'
sarcastico
e
un
po
'
compassionevole
apparsogli
su
le
labbra
mentre
Lelio
Grandi
parlava
,
si
era
spento
tutt
'
a
un
tratto
.
Poi
alzò
gli
occhi
,
fissò
l
'
amico
che
lo
guardava
con
ansiosissima
attesa
e
ripetè
:
«
Si
tratta
dunque
?
...
Ascoltami
bene
.
Io
non
ti
spiego
niente
,
perché
sono
convinto
di
non
poter
spiegarti
niente
.
È
difficile
essere
più
schietto
di
così
.
Ma
posso
darti
un
consiglio
...
empirico
,
che
forse
ti
farà
sorridere
alla
tua
volta
,
specialmente
venendoti
da
me
...
Fanne
l
'
uso
che
credi
»
.
«
Lo
eseguirò
subito
,
oggi
stesso
»
.
«
Ci
vorrà
qualche
giorno
,
per
parecchie
pratiche
che
occorrono
.
Ti
aiuterò
a
sbrigarle
nel
più
breve
tempo
possibile
.
I
fatti
che
mi
hai
riferito
non
li
metto
in
dubbio
.
Devo
aggiungere
che
,
per
quanto
la
scienza
sia
ritrosa
di
occuparsi
di
fenomeni
di
tale
natura
,
da
qualche
tempo
in
qua
non
li
tratta
con
l
'
aria
sprezzante
di
prima
:
tenta
di
farli
rientrare
nella
cerchia
dei
fenomeni
naturali
.
Per
la
scienza
non
esiste
altro
,
all
'
infuori
di
questo
mondo
materiale
.
Lo
spirito
...
Essa
lascia
che
dello
spirito
si
occupino
i
credenti
,
i
mistici
,
i
fantastici
che
oggi
si
chiamano
spiritisti
...
Per
la
scienza
c
'
è
di
reale
soltanto
l
'
organismo
,
questa
compagine
di
carne
e
di
ossa
formante
l
'
individuo
e
che
si
disgrega
con
la
morte
di
esso
,
risolvendosi
negli
elementi
chimici
da
cui
riceveva
funzionamento
di
vita
e
di
pensiero
.
Disgregati
questi
...
Ma
appunto
la
quistione
si
riduce
,
secondo
qualcuno
,
a
sapere
se
la
putrefazione
,
la
disgregazione
degli
atomi
,
o
meglio
la
loro
funzione
organica
si
arresti
istantaneamente
con
la
morte
,
annullando
ipso
facto
la
individualità
,
o
se
questa
perduri
,
secondo
i
casi
e
le
circostanze
,
più
o
meno
lungamente
dopo
la
morte
...
Si
comincia
a
sospettarlo
...
E
su
questo
punto
la
scienza
verrebbe
a
trovarsi
d
'
accordo
con
la
credenza
popolare
...
Io
studio
,
da
tre
anni
,
i
rimedi
empirici
delle
donnicciuole
,
dei
contadini
per
spiegarmi
il
loro
valore
...
Essi
,
spessissimo
,
guariscono
mali
che
la
scienza
non
sa
guarire
...
La
mia
opinione
oggi
sai
tu
qual
è
?
Che
quei
rimedi
empirici
,
tradizionali
siano
i
resti
,
i
frammenti
della
segreta
scienza
antica
,
e
anche
,
più
probabilmente
,
di
quell
'
istinto
che
noi
possiamo
oggi
verificare
nelle
bestie
.
L
'
uomo
,
da
principio
,
quando
era
molto
vicino
alle
bestie
più
che
ora
non
sia
,
divinava
anche
lui
il
valore
terapeutico
di
certe
erbe
:
e
l
'
uso
di
esse
si
è
perpetuato
,
trasmesso
di
generazione
in
generazione
,
come
nelle
bestie
.
In
queste
opera
ancora
l
'
istinto
;
nell
'
uomo
,
dopo
che
lo
svolgimento
delle
sue
facoltà
ha
ottenebrato
questa
virtù
primitiva
,
perdura
unicamente
la
tradizione
.
Le
donnicciuole
,
che
sono
più
tenacemente
attaccate
ad
essa
,
ci
han
conservato
alcuni
di
quei
suggerimenti
della
natura
medicatrice
;
ed
io
credo
che
la
scienza
debba
occuparsi
di
questo
fatto
,
perché
in
ogni
superstizione
si
nasconde
qualcosa
che
non
è
unicamente
fallace
osservazione
dell
'
ignoranza
...
Perdonami
questa
lunga
disgressione
.
Quello
che
qualche
scienziato
ora
ammette
,
cioè
che
,
con
l
'
atto
apparente
della
morte
di
un
individuo
,
non
cessi
realmente
il
funzionamento
dell
'
esistenza
individuale
fino
a
che
tutti
gli
elementi
non
si
siano
per
intero
disgregati
,
la
superstizione
popolare
-
ci
serviamo
di
questa
parola
-
lo
ha
già
divinato
da
un
pezzo
con
la
credenza
nei
Vampiri
,
ed
ha
divinato
il
rimedio
.
I
Vampiri
sarebbero
individualità
più
persistenti
delle
altre
,
casi
rari
,
sì
,
ma
possibili
anche
senza
ammettere
l
'
immortalità
dell
'
anima
,
dello
spirito
...
Non
spalancar
gli
occhi
,
non
crollare
la
testa
...
È
fatto
,
non
insolito
,
intorno
al
quale
la
così
detta
superstizione
popolare
-
diciamo
meglio
-
la
divinazione
primitiva
potrebbe
trovarsi
d
'
accordo
con
la
scienza
...
E
sai
qual
è
la
difesa
contro
la
malefica
azione
dei
Vampiri
,
di
queste
persistenti
individualità
che
credono
di
poter
prolungare
la
loro
esistenza
succhiando
il
sangue
o
l
'
essenza
vitale
delle
persone
sane
?
...
L
'
affrettamento
della
distruzione
del
loro
corpo
.
Nelle
località
dove
questo
fatto
si
produce
,
le
donnicciuole
,
i
contadini
corrono
al
cimitero
,
disseppelliscono
il
cadavere
,
lo
bruciano
...
È
provato
che
il
Vampiro
allora
muore
davvero
;
e
infatti
il
fenomeno
cessa
...
Tu
dici
che
il
tuo
bambino
...
»
.
«
Vieni
a
vederlo
;
non
si
riconosce
più
.
Luisa
è
pazza
dal
dolore
e
dal
terrore
...
Mi
sento
impazzire
pure
io
,
anche
perché
invasato
dal
diabolico
sospetto
...
Ma
...
Invano
mi
ripeto
:
Non
è
vero
!
Non
può
esser
vero
!
...
Invano
ho
tentato
di
confortarmi
pensando
:
E
dato
pure
che
fosse
vero
?
...
È
una
gran
prova
d
'
amore
.
Si
è
fatta
avvelenatrice
per
te
!
...
-
Invano
!
Non
so
né
posso
più
difendermi
da
una
vivissima
repugnanza
,
da
una
straziante
violenza
di
allontanamento
,
altra
malefica
opera
di
colui
!
...
Egli
insiste
nel
rimprovero
:
lo
capisco
dalle
risposte
di
Luisa
,
quando
colui
la
tiene
sotto
il
suo
orrido
fascino
,
e
la
poverina
protesta
.
"
Avvelenarti
?
Io
?
...
Come
puoi
crederlo
?..."
.
Oh
!
Non
viviamo
più
,
amico
mio
.
Sono
mesi
e
mesi
che
sopportiamo
questo
tormento
,
senza
farne
parola
a
nessuno
per
timore
di
far
ridere
di
noi
le
persone
che
si
dicono
spregiudicate
...
Tu
sei
il
primo
a
cui
ho
avuto
il
coraggio
di
farne
la
confidenza
per
disperazione
,
per
invocare
un
consiglio
,
uno
scampo
...
E
avremmo
ancora
pazientemente
sopportato
tutto
,
lusingandoci
che
così
strani
fenomeni
non
avrebbero
potuto
prolungarsi
troppo
,
se
ora
non
corresse
pericolo
la
nostra
innocente
creaturina
»
.
«
Fate
cremare
il
cadavere
.
È
una
prova
che
m
'
interessa
,
oltre
che
come
amico
,
come
scienziato
.
Alla
moglie
,
quantunque
non
più
vedova
,
sarà
facilmente
concesso
;
ti
aiuterò
nelle
pratiche
occorrenti
presso
le
autorità
.
E
non
mi
vergogno
per
la
scienza
di
cui
sono
un
meschino
cultore
.
La
scienza
non
scapita
di
dignità
ricorrendo
anche
all
'
empirismo
,
facendo
tesoro
di
una
superstizione
,
se
poi
potrà
verificare
che
è
superstizione
soltanto
in
apparenza
;
ne
riceverà
impulsi
a
ricerche
non
tentate
,
a
scoprire
verità
non
sospettate
.
La
scienza
deve
essere
modesta
,
buona
,
pur
di
aumentare
il
suo
patrimonio
di
fatti
,
di
verità
.
Fate
cremare
il
cadavere
.
Ti
parlo
seriamente
»
,
soggiunse
il
Mongeri
,
leggendo
negli
occhi
del
suo
amico
il
dubbio
di
esser
trattato
da
donnicciuola
,
da
popolano
ignorante
.
«
E
il
bambino
intanto
?
»
,
esclamò
Lelio
Giorgi
torcendosi
le
mani
.
«
Una
notte
io
ebbi
un
impeto
di
furore
;
mi
slanciai
contro
colui
seguendo
la
direzione
degli
sguardi
di
Luisa
,
quasi
egli
fosse
persona
da
potersi
afferrare
e
strozzare
;
mi
slanciai
urlando
:
"
Va
'
via
!
Va
'
via
,
maledetto
!..."
.
Ma
fatti
pochi
passi
,
ero
arrestato
,
paralizzato
,
inchiodato
là
,
a
distanza
con
le
parole
che
mi
morivano
in
gola
e
non
riuscivano
a
tradursi
neppure
in
indistinto
mugolio
...
Tu
non
puoi
credere
,
tu
non
puoi
immaginare
...
»
.
«
Se
volessi
permettermi
di
tenervi
compagnia
questa
notte
...
»
.
«
Ecco
:
me
lo
chiedi
con
tale
accento
di
diffidenza
...
»
.
«
T
'
inganni
»
.
«
Forse
faremo
peggio
:
temo
che
la
tua
presenza
non
serva
che
ad
irritarlo
di
più
,
come
la
benedizione
della
casa
.
Questa
notte
no
.
Verrò
a
riferirti
domani
...
»
.
E
,
il
giorno
dopo
,
egli
tornò
così
spaventato
,
così
disfatto
che
il
Mongeri
concepì
qualche
dubbio
intorno
all
'
integrità
delle
facoltà
mentali
del
suo
amico
.
«
Egli
sa
!
»
,
balbettò
Lelio
Giorgi
appena
entrato
nello
studio
.
«
Ah
,
che
nottata
d
'
inferno
!
Luisa
lo
ha
sentito
bestemmiare
,
urlare
,
minacciare
terribili
gastighi
se
noi
oseremo
»
.
«
Tanto
più
dobbiamo
osare
»
,
rispose
il
Mongeri
.
«
Se
tu
avessi
visto
quella
culla
scossa
,
agitata
in
modo
che
io
non
so
spiegarmi
come
il
bambino
non
sia
cascato
per
terra
!
Luisa
ha
dovuto
buttarsi
ginocchioni
,
invocando
pietà
,
gridandogli
:
"
Si
,
sarò
tua
,
tutta
tua
!
...
Ma
risparmia
quest
'innocente..."
.
E
in
quel
momento
mi
è
parso
che
ogni
mio
legame
con
lei
fosse
rotto
,
ch
'
ella
non
fosse
davvero
più
mia
,
ma
sua
,
di
colui
!
»
.
«
Càlmati
!
...
Vinceremo
.
Càlmati
!
...
Voglio
esser
con
voi
questa
notte
»
.
Il
Mongeri
era
andato
con
la
convinzione
che
la
sua
presenza
avrebbe
impedito
la
manifestazione
del
fenomeno
.
Pensava
:
«
Accade
quasi
sempre
così
.
Queste
forze
ignote
vengono
neutralizzate
da
forze
indifferenti
,
estranee
.
Accade
quasi
sempre
così
.
Come
?
Perché
?
Un
giorno
certamente
lo
sapremo
.
Intanto
bisogna
osservare
,
studiare
»
.
E
,
nelle
prime
ore
di
quella
notte
,
accadeva
proprio
com
'
egli
aveva
pensato
.
La
signora
Luisa
girava
gli
spauriti
occhi
attorno
,
tendeva
ansiosamente
l
'
orecchio
...
Niente
.
La
culla
rimaneva
immobile
:
il
bambino
,
pallido
pallido
,
dimagrito
,
dormiva
tranquillamente
.
Lelio
Giorgi
,
frenando
a
stento
l
'
agitazione
,
guardava
ora
sua
moglie
,
ora
il
Mongeri
che
sorrideva
soddisfatto
.
Intanto
ragionavano
di
cose
che
,
nonostante
la
preoccupazione
,
arrivavano
in
alcuni
momenti
a
distrarli
.
Il
Mongeri
aveva
cominciato
a
raccontare
una
sua
divertentissima
avventura
di
viaggio
.
Bel
parlatore
,
senza
nessun
'
affettazione
di
gravità
scientifica
,
egli
intendeva
di
deviare
così
l
'
attenzione
di
quei
due
,
e
intanto
non
perderli
d
'
occhio
,
per
notare
tutte
le
fasi
del
fenomeno
caso
mai
dovesse
ripetersi
,
e
già
cominciava
a
persuadersi
che
il
suo
intervento
sarebbe
stato
salutare
,
quando
nell
'
istante
che
il
suo
sguardo
si
era
rivolto
verso
la
culla
,
egli
si
accorse
di
un
lieve
movimento
di
essa
,
il
quale
non
poteva
esser
prodotto
da
nessuno
di
loro
perché
la
signora
Luisa
e
Lelio
gli
sedevano
dirimpetto
e
discosti
dal
posto
dov
'
era
la
culla
.
Non
poté
far
a
meno
di
fermarsi
,
di
farsi
scorgere
,
e
allora
Luisa
e
Lelio
balzarono
in
piedi
.
Il
movimento
era
aumentato
gradatamente
e
quando
la
signora
Luisa
si
volse
a
guardare
là
,
dove
gli
occhi
di
Mongeri
si
erano
involontariamente
fissati
,
la
culla
si
dondolava
e
sobbalzava
.
«
Eccolo
!
»
,
ella
gridò
.
«
Oh
,
Dio
!
Povero
figliuolino
!
»
.
Fece
per
accorrere
,
ma
non
poté
.
E
cadde
rovesciata
su
la
poltrona
dov
'
era
stata
seduta
fin
allora
.
Pallidissima
,
scossa
da
un
fremito
per
tutta
la
persona
,
con
gli
occhi
sbarrati
e
le
pupille
immobili
,
balbettava
qualcosa
che
le
gorgogliava
nella
gola
e
non
prendeva
suono
di
parola
,
e
sembrava
dovesse
soffocarla
.
«
Non
è
niente
!
»
,
disse
Mongeri
,
levatosi
in
piedi
anche
lui
e
stringendo
la
mano
di
Lelio
che
gli
si
era
accostato
con
vivissimo
atto
di
terrore
,
quasi
per
difesa
.
La
signora
Luisa
,
irrigiditasi
un
istante
,
ebbe
un
tremito
più
violento
e
subito
parve
ritornasse
allo
stato
ordinario
;
se
non
che
la
sua
attenzione
era
tutta
diretta
a
guardare
qualcosa
che
gli
altri
due
non
scorgevano
,
a
prestar
ascolto
a
parole
che
quelli
non
udivano
,
e
delle
quali
indovinavano
il
senso
dalle
risposte
di
lei
.
«
Perché
dici
che
voglio
continuare
a
farti
del
male
?
...
Ho
pregato
per
te
!
...
Ho
fatto
dir
delle
messe
!...»
.
«
Ma
non
si
può
sciogliere
!
Tu
sei
morto
...
»
.
«
Non
sei
morto
?
...
Dunque
perché
mi
accusi
di
averti
avvelenato
?...»
.
«
D
'
accordo
con
lui
?
Oh
!...»
.
«
Ti
aveva
promesso
,
sì
;
ed
ha
mantenuto
...
Per
finzione
?
C
'
intendevamo
da
lontano
?
Lui
m
'
ha
spedito
il
veleno
?
...
È
assurdo
!
Non
dovresti
crederlo
se
è
vero
che
i
morti
vedono
la
verità
...
»
.
«
Va
bene
.
Non
ti
stimerò
morto
...
Non
te
lo
ripeterò
più
»
.
«
È
in
istato
di
trance
spontanea
!
»
,
disse
Mongeri
all
'
orecchio
di
Lelio
.
«
Lasciami
»
.
Presala
pei
pollici
,
dopo
qualche
minuto
,
e
ad
alta
voce
,
chiamò
:
«Signora!...»
.
Alla
voce
cupa
e
irritata
,
voce
robusta
,
maschile
,
con
cui
ella
rispose
,
Mongeri
dié
un
salto
indietro
.
La
signora
Luisa
si
era
rizzata
sul
busto
con
tal
viso
rabbuiato
,
con
tale
espressione
di
durezza
nei
lineamenti
,
da
sembrare
altra
persona
.
La
speciale
bellezza
della
sua
fisionomia
,
quel
che
di
gentile
,
di
buono
,
quasi
di
verginale
che
risultava
dalla
dolcezza
dello
sguardo
dei
begli
occhi
azzurri
e
dal
lieve
sorriso
errante
su
le
labbra
,
come
un
delicato
palpito
di
esse
,
quella
speciale
bellezza
era
compiutamente
sparita
.
«
Che
cosa
vuoi
?
Perché
t
'
intrometti
tu
?
»
.
Mongeri
riprese
quasi
subito
padronanza
di
sé
.
L
'
abituale
sua
diffidenza
di
scienziato
gli
faceva
sospettare
di
aver
dovuto
sentire
anche
lui
,
per
induzione
,
per
consenso
dei
centri
nervosi
,
l
'
influsso
del
forte
stato
di
allucinazione
di
quei
due
,
se
gli
era
parso
di
veder
dondolare
e
sobbalzare
la
culla
che
,
ora
,
egli
vedeva
benissimo
immobile
,
con
dentro
il
bambino
tranquillamente
addormentato
,
ora
che
la
sua
attenzione
veniva
attirata
dallo
straordinario
fenomeno
della
personificazione
del
fantasma
.
Si
accostò
,
con
un
senso
di
dispetto
contro
se
stesso
per
quello
sbalzo
indietro
al
rude
suono
di
voce
che
lo
aveva
quasi
investito
,
e
rispose
imperiosamente
:
«
Finiscila
!
Te
l
'
ordino
!
»
.
Aveva
messo
nell
'
espressione
tale
sforzo
di
volontà
che
il
comando
avrebbe
dovuto
imporsi
all
'
esaltamento
nervoso
della
signora
,
superarlo
-
egli
pensava
-
.
La
sardonica
e
lunga
risata
che
rispose
subito
a
quel
te
l
'
ordino
,
lo
scosse
,
lo
fece
titubare
un
istante
.
«
Finiscila
!
Te
l
'
ordino
!
»
,
replicò
poi
con
maggior
forza
.
«
Ah
!
Ah
!
Vuoi
essere
il
terzo
...
che
gode
...
Avvelenerete
anche
lui
?
»
.
«
Mentisci
!
Infamemente
!
»
.
Mongeri
non
aveva
potuto
trattenersi
di
rispondere
come
a
persona
viva
.
E
la
lucidità
della
sua
mente
già
un
po
'
turbata
,
non
ostante
gli
sforzi
ch
'
egli
faceva
per
rimanere
osservatore
attento
e
imparziale
,
venne
sconvolta
a
un
tratto
quando
si
sentì
battere
due
volte
su
la
spalla
da
mano
invisibile
,
e
nel
medesimo
istante
si
vide
apparire
davanti
al
lume
una
mano
grigiastra
,
mezza
trasparente
,
quasi
fosse
fatta
di
fumo
,
e
che
contraeva
e
distendeva
con
rapido
moto
le
dita
assottigliandosi
come
se
il
calore
della
fiamma
la
facesse
evaporare
.
«
Vedi
?
Vedi
?
»
,
gli
disse
Giorgi
.
E
aveva
il
pianto
nella
voce
.
Improvvisamente
ogni
fenomeno
cessò
.
La
signora
Luisa
si
destava
dal
suo
stato
di
trance
,
quasi
si
svegliasse
da
sonno
naturale
,
e
girava
gli
occhi
per
la
camera
,
interrogando
il
marito
e
Mongeri
con
una
breve
mossa
del
capo
.
Essi
s
'
interrogavano
,
alla
lor
volta
,
sbalorditi
di
quel
senso
di
serenità
,
o
meglio
di
liberazione
che
rendeva
facile
il
loro
respiro
e
regolari
i
battiti
del
cuore
.
Nessuno
osava
parlare
.
Solamente
un
fioco
lamento
del
bambino
li
fece
accorrere
ansiosi
verso
la
culla
.
Il
bambino
gemeva
,
gemeva
,
dibattendosi
sotto
l
'
oppressione
di
qualcosa
che
sembrava
aggravarglisi
sulla
bocca
e
gli
impedisse
di
gridare
...
Improvvisamente
,
cessò
anche
questo
fenomeno
,
e
non
accadde
più
altro
.
La
mattina
,
andando
via
,
Mongeri
non
pensava
soltanto
che
gli
scienziati
hanno
torto
di
non
voler
studiare
da
vicino
casi
che
coincidono
con
le
superstizioni
popolari
,
ma
tornava
a
ripetersi
mentalmente
quel
che
aveva
detto
due
giorni
avanti
ai
suo
amico
:
Non
sposerei
una
vedova
per
tutto
l
'
oro
del
mondo
.
Come
scienziato
è
stato
ammirevole
,
conducendo
l
'
esperimento
fino
all
'
ultimo
senza
punto
curarsi
se
(
nel
caso
che
la
cremazione
del
cadavere
del
primo
marito
della
signora
Luisa
non
avesse
approdato
a
niente
)
la
sua
reputazione
dovesse
soffrirne
presso
i
colleghi
e
presso
il
pubblico
.
Quantunque
l
'
esperimento
abbia
confermato
la
credenza
popolare
e
dal
giorno
della
cremazione
dei
resti
del
cadavere
i
fenomeni
siano
compiutamente
cessati
,
con
gran
sollievo
di
Lelio
Giorgi
e
della
buona
signora
Luisa
,
nella
sua
relazione
,
non
ancora
pubblicata
,
il
Mongeri
però
non
ha
saputo
mostrarsi
interamente
sincero
.
Non
ha
detto
:
«
I
fatti
sono
questi
,
e
questo
il
resultato
del
rimedio
:
la
pretesa
superstizione
popolare
ha
avuto
ragione
su
le
negazioni
della
scienza
:
il
Vampiro
è
morto
completamente
appena
il
suo
corpo
venne
cremato
»
.
No
.
Egli
ha
messo
tanti
se
,
tanti
ma
nella
narrazione
delle
minime
circostanze
,
ha
sfoggiato
tanta
allucinazione
,
tanta
suggestione
,
tanta
induzione
nervosa
nel
suo
ragionamento
scientifico
,
da
confermare
quel
che
aveva
confessato
l
'
altra
volta
,
cioè
:
che
anche
la
intelligenza
è
affare
d
'
abitudine
e
che
il
mutar
di
parere
lo
avrebbe
seccato
.
Il
più
curioso
è
che
non
si
è
mostrato
più
coerente
come
uomo
.
Egli
che
proclamava
:
«
Non
sposerei
una
vedova
per
tutto
l
'
oro
del
mondo
»
ne
ha
poi
sposata
una
per
molto
meno
,
per
sessantamila
lire
di
dote
!
E
a
Lelio
Giorgi
che
ingenuamente
gli
disse
:
«
Ma
come
?
...
Tu
!...»,
rispose
:
«
A
quest
'
ora
non
esistono
insieme
neppure
due
atomi
del
corpo
del
primo
marito
.
È
morto
da
sei
anni
!
»
,
senza
accorgersi
che
,
parlando
così
,
contraddiceva
l
'
autore
della
memoria
scientifica
Un
preteso
caso
di
Vampirismo
,
cioè
se
stesso
.
FATALE
INFLUSSO
«
Lascia
andare
!
»
,
fece
Blesio
,
vedendo
impallidire
tutt
'
a
un
tratto
il
suo
amico
Raimondo
Palli
,
che
aveva
cessato
di
parlare
quasi
interrotto
da
un
groppo
di
singhiozzi
.
«
Mi
racconterai
il
resto
un
'
altra
volta
»
.
«
Delia
non
rispose
»
proseguì
Raimondo
dopo
qualche
secondo
di
pausa
.
«
Mi
fissò
con
grandi
occhi
neri
scrutatori
che
da
un
pezzo
non
potevo
più
sostenere
,
e
sorrise
tristamente
.
Quegli
sguardi
mi
scendevano
nella
più
riposta
profondità
del
cuore
come
raggi
luminosi
,
e
ne
rivelavano
a
lei
e
a
me
stesso
i
più
intimi
segreti
.
Giacché
mi
accadeva
spesso
di
non
avere
piena
coscienza
dello
stato
dell
'
animo
mio
verso
di
lei
,
e
di
sentirmi
invadere
da
brividi
di
terrore
ogni
volta
che
la
luminosità
delle
sue
vividissime
pupille
mi
faceva
scorgere
quanto
vana
fosse
la
lusinga
di
poter
illudere
lei
e
me
.
Non
l
'
amavo
più
quanto
una
volta
e
mi
ostinavo
intanto
a
ripeterle
che
niente
era
mutato
tra
noi
due
,
un
po
'
per
compassione
di
lei
,
un
po
'
per
sdegno
di
quel
che
non
giudicavo
,
qual
era
,
naturale
miseria
dell
'
amore
,
ma
vero
delitto
d
'
ingratitudine
verso
colei
che
mi
aveva
fatto
,
incondizionatamente
,
dono
di
tutta
se
stessa
.
E
lo
sdegno
era
misto
col
rimorso
di
aver
violentato
l
'
organismo
della
povera
creatura
,
di
aver
contribuito
a
svolgere
in
esso
facoltà
che
,
senza
dubbio
,
vi
sarebbero
rimaste
latenti
o
non
sarebbero
mai
arrivate
al
punto
di
riuscire
nocive
.
Tu
ignori
la
vera
ragione
da
cui
sono
stato
spinto
a
tentare
su
quel
delicatissimo
fiore
di
vita
gli
esperimenti
che
avrebbero
dovuto
essere
una
vittoria
e
che
divennero
invece
,
in
meno
di
un
anno
,
tristissimo
gastigo
.
Tu
credi
ancora
che
io
abbia
fatto
ciò
per
invincibile
curiosità
di
studiare
,
a
modo
mio
,
le
misteriose
forze
della
nostra
psiche
in
un
soggetto
che
presentava
le
migliori
condizioni
per
tale
studio
.
Disingànnati
,
caro
Blesio
.
Sin
dai
primi
giorni
del
mio
matrimonio
,
nello
stordimento
prodottomi
dalla
felicità
di
vedere
e
di
sentire
accanto
a
me
quell
'
esile
figura
di
bruna
il
cui
possesso
mi
era
sembrato
,
per
quattro
lunghi
anni
,
irrealizzabile
sogno
,
sin
dai
primi
giorni
mi
ero
lentamente
sentito
invadere
da
un
infinito
inesplicabile
senso
di
sgomento
,
che
mi
rendeva
pensoso
e
distratto
.
"
Che
cosa
hai
?
"
mi
domandava
Delia
,
allacciandomi
le
braccia
attorno
al
collo
con
gesto
di
suprema
grazia
affettuosa
.
"
Niente
!
La
troppa
felicità
,
vedi
?
mi
stordisce
come
un
potente
liquore
"
.
Non
mentivo
,
rispondendo
così
,
ma
non
dicevo
intera
la
verità
.
Non
avrei
saputo
dirla
in
quei
giorni
,
fino
al
mattino
in
cui
,
svegliatomi
prima
di
lei
,
e
contemplandola
,
al
fioco
lume
della
lampadina
da
notte
,
abbandonata
sui
guanciali
,
coi
nerissimi
capelli
disciolti
e
il
petto
lievemente
ansante
pel
respiro
,
contemplandola
più
come
deliziosa
visione
d
'
arte
che
come
realtà
,
all
'
improvviso
ebbi
coscienza
della
natura
di
quell
'
indefinito
sgomento
che
da
parecchie
settimane
mi
rendeva
pensoso
e
distratto
.
"
Mi
ama
davvero
?
Per
quale
nascosto
scopo
vuol
darmi
a
intendere
che
mi
ama
?
"
.
Ora
mi
pareva
impossibile
che
la
dolcissima
creatura
che
avrebbe
potuto
aspirare
per
bellezza
,
per
bontà
,
per
intelligenza
,
a
un
'
unione
più
degna
di
lei
,
si
fosse
lasciata
indurre
a
sposare
me
,
non
ricco
,
quasi
brutto
,
con
l
'
unico
prestigio
di
un
po
'
di
abilità
...
o
di
qualcosa
di
più
,
via
,
nella
mia
arte
di
scultore
,
e
di
una
discreta
cultura
che
,
secondo
certi
critici
,
ha
molto
nociuto
al
mio
ingegno
di
artista
»
.
«
Questa
botta
tocca
anche
a
me
!
»
,
disse
Blesio
,
ridendo
.
«
Tu
hai
avuto
sempre
il
torto
di
badar
troppo
a
quel
che
scriviamo
noi
pretesi
critici
d
'
arte
.
Lasciaci
cantare
!
Lavora
»
.
Si
scorgeva
però
che
il
riso
di
Blesio
era
sforzato
,
e
che
tentava
di
nascondere
il
triste
presentimento
di
quel
che
poteva
da
un
momento
all
'
altro
accadere
,
se
l
'
eccessivo
perturbamento
del
suo
amico
non
si
fosse
arrestato
.
Raimondo
fece
una
spallucciata
,
e
continuò
:
«
Da
prima
scacciai
via
sdegnosamente
come
indegno
di
me
e
di
lei
l
'
importuno
pensiero
.
Ma
già
un
'
intima
voce
tornava
insistente
a
sussurrarmelo
a
ogni
nuova
manifestazione
di
affetto
prodigatami
da
Delia
.
Allora
,
la
prendevo
per
le
mani
,
la
fissavo
tenendola
ferma
innanzi
a
me
,
interrogandola
:
"
Mi
ami
davvero
?
"
e
lo
stupore
che
si
manifestava
sul
bel
volto
di
Delia
e
il
doloroso
sorriso
che
le
spuntava
su
le
labbra
prima
della
timida
risposta
:
"
Perché
me
lo
domandi
?
"
invece
di
farmi
comprendere
la
sciocchezza
e
la
villania
della
mia
interrogazione
,
mi
sembrava
involontaria
conferma
di
quel
dubbio
anche
quando
ella
,
liberatasi
rapidamente
dalla
stretta
delle
mie
mani
,
aggrappandomisi
al
collo
con
l
'
abituale
gesto
di
suprema
grazia
affettuosa
,
mi
baciava
e
ribaciava
,
senza
aggiungere
una
sola
parola
.
Pareva
volesse
dirmi
:
"
Sei
contento
?
...
Si
bacia
così
soltanto
quando
si
ama
davvero
!
"
.
Quella
muta
risposta
però
non
mi
appagava
;
né
avrei
saputo
dire
intanto
qual
altra
avrebbe
potuto
ella
darmene
per
disperdere
il
mio
dubbio
.
Mi
tornava
in
mente
il
motto
di
quel
diplomatico
,
che
la
parola
ci
è
stata
data
per
nascondere
il
nostro
pensiero
.
Quei
baci
erano
meno
della
parola
,
o
qualcosa
di
eguale
,
o
anche
qualcosa
di
poco
più
;
non
me
n
'
importava
.
Sapevo
,
caro
Blesio
,
che
il
pensiero
di
una
persona
può
irridersi
facilmente
di
qualunque
altrui
violenza
per
scoprirlo
.
Passarono
parecchi
mesi
prima
che
mi
balenasse
l
'
idea
di
servirmi
dell
'
azione
magnetica
per
ottenere
,
all
'
insaputa
di
lei
,
la
schietta
rivelazione
della
verità
.
E
anche
dopo
concepitone
il
disegno
,
esitai
ancora
per
altri
mesi
,
temendo
di
poter
produrre
irrimediabili
disturbi
in
quel
sensibilissimo
organismo
,
che
alle
minime
impressioni
vedevo
sobbalzare
quasi
fosse
stato
punto
da
uno
spillo
,
o
toccato
da
un
carbone
ardente
.
Mi
trattenne
pure
,
dopo
che
ero
già
risoluto
,
il
leggero
velo
di
tristezza
che
le
mie
ripetute
domande
:
"
Mi
ami
davvero
?
"
avevano
steso
sul
volto
di
Delia
,
e
il
lieve
tremito
della
sua
voce
che
mi
pareva
rivelasse
,
invece
della
parola
,
la
protesta
del
suo
cuore
:
"
Perché
dubiti
di
me
?
"
.
Infatti
,
perché
dubitavo
?
Perché
-
e
questo
era
il
peggio
-
non
ricevendo
risposte
che
mi
soddisfacessero
,
perché
mi
sentivo
,
a
poco
a
poco
,
distaccare
da
Delia
,
quasi
la
sua
bella
manina
mi
allontanasse
e
volesse
tenermi
a
distanza
?
Dall
'
ampia
vetrata
del
mio
studio
,
la
vedevo
comparire
ogni
mattina
nel
giardinetto
,
con
la
preferita
vestaglia
color
crema
,
ornata
di
larghi
nastri
rossi
,
coi
capelli
nerissimi
appena
ravviati
e
che
le
davano
intanto
un
'
aria
di
arcaica
eleganza
seducentissima
.
Si
aggirava
lentamente
pei
viali
,
si
fermava
,
riprendeva
ad
andare
o
a
cogliere
fiori
dai
vasi
e
dalle
aiuole
che
ella
stessa
coltivava
con
arte
di
giardiniera
provetta
.
Di
tanto
in
tanto
,
alzava
il
capo
verso
la
vetrata
,
guardava
intenta
,
quasi
si
attendesse
di
vedermi
col
viso
incollato
ai
vetri
per
osservarla
;
e
crollava
la
testa
,
delusa
,
mortificata
.
Lo
capivo
,
perché
potevo
benissimo
vederla
senz
'
essere
visto
.
Perché
fingevo
la
sorpresa
com
'
ella
entrava
nel
mio
studio
,
esitando
su
la
soglia
con
la
cestina
colma
di
fiori
,
quasi
simile
alla
bionda
Flora
tizianesca
della
Galleria
degli
Uffizi
?
...
Cominciavo
a
sentire
,
e
ne
avevo
dispetto
,
un
senso
di
lieve
rancore
per
quella
che
mi
sembrava
sua
ostentazione
d
'
ingannarmi
.
Non
so
che
cosa
avrei
poi
fatto
,
se
Delia
mi
avesse
risposto
:
"
No
,
non
t
'
amo
!
Meriti
forse
d
'
essere
amato
?
"
.
Da
due
settimane
,
notte
per
notte
,
mentr
'
ella
dormiva
al
mio
fianco
,
io
m
'
ingegnavo
di
saturarla
del
mio
fluido
,
come
avevo
appreso
dai
libri
letti
e
studiati
per
tale
scopo
.
Ella
non
doveva
accorgersi
della
mia
intenzione
di
addormentarla
;
temevo
che
,
richiesta
di
accondiscendere
,
si
rifiutasse
.
E
durante
la
giornata
spiavo
se
mai
apparisse
in
lei
qualche
sintomo
da
rivelarmi
che
la
mia
azione
magnetica
fosse
riuscita
a
dominarla
.
Niente
!
Già
disperavo
del
buon
resultato
,
quando
un
pomeriggio
...
Oh
,
tu
non
puoi
farti
un
'
idea
della
profonda
commozione
che
mi
assalì
in
quel
momento
!
Delia
avea
voluto
posare
da
modello
per
una
figurina
di
donna
commissionatami
da
un
americano
.
"
Sta
'
ferma
,
così
!
"
,
le
dissi
vivamente
,
lieto
dell
'
atteggiamento
da
lei
preso
appena
sedutasi
davanti
a
me
poco
lontana
dal
cavalletto
.
La
vidi
irrigidirsi
,
chiudere
gli
occhi
,
impallidita
,
col
respiro
ansante
...
Era
entrata
,
quando
meno
me
l
'
aspettavo
,
nel
più
profondo
sonno
magnetico
.
Ne
fui
spaventato
,
come
se
avessi
compiuto
su
lei
il
più
vile
dei
delitti
colpendola
a
tradimento
.
Rinfrancàtomi
un
po
'
e
presala
pei
pollici
con
mani
tremanti
,
mi
affrettai
però
a
interrogarla
:
"
Dormi
?
"
.
"
Si
"
.
"
Sei
lucida
?
"
.
"
Lucidissima
"
.
"
Potresti
leggermi
nel
pensiero
?
"
.
"
Sì
.
Tu
dubiti
...
"
.
"
Ecco
"
la
interruppi
,
facendo
gli
opportuni
passaggi
.
"
Ecco
la
mano
di
una
persona
che
tu
non
conosci
:
è
moglie
di
un
mio
amico
.
Ama
il
marito
?
...
Osserva
bene
"
.
E
così
dicendo
le
avevo
messo
in
una
mano
l
'
altra
sua
mano
.
Vidi
che
la
stringeva
forte
,
corrugando
la
fronte
,
abbassando
la
testa
in
atto
di
scrutare
.
"
Lo
ama
tanto
!
"
.
"
Non
t
'
inganni
?
"
.
"
No
.
Il
cuore
di
costei
è
come
un
limpidissimo
fonte
di
cui
si
scorge
nettamente
il
fondo
.
L
'
ama
.
Oh
,
tanto
!
"
,
replicò
.
"
Osserva
meglio
"
insistei
.
"
Non
occorre
.
Povera
donna
!
Ha
già
capito
che
egli
dubita
,
e
piange
spesso
,
in
segreto
.
È
dunque
cieco
costui
da
non
accorgersi
che
quegli
occhi
hanno
pianto
?
È
strano
:
io
provo
la
stessa
sofferenza
di
lei
...
Devo
piangere
,
come
lei
...
Lasciami
piangere
!
"
.
E
copiose
lacrime
le
inondarono
il
volto
accompagnate
da
singhiozzi
.
Attesi
che
si
sfogasse
un
po
'
.
"
Ora
ti
sveglio
"
la
suggestionai
.
"
Non
dovrai
ricordarti
di
niente
"
.
"
Non
mi
ricorderò
di
niente
"
.
Le
ripresi
i
pollici
,
aspirando
,
perché
sapevo
che
così
doveva
farsi
per
riattirarmi
il
fluido
;
e
nel
momento
in
cui
ella
riapriva
gli
occhi
,
finsi
,
sorridendo
,
di
aggiustarle
la
testa
per
la
posa
.
"
Così
!
"
.
E
mi
misi
a
lavorare
come
se
niente
fosse
stato
.
Avrei
dovuto
esser
pago
dell
'
esperimento
;
ma
sapevo
che
i
soggetti
,
come
li
chiamano
,
possono
mentire
anche
durante
la
inconsapevolezza
del
sonno
magnetico
.
Non
era
il
caso
di
Delia
?
Per
ciò
ripetei
per
un
'
intera
settimana
,
col
pretesto
delle
pose
,
due
o
tre
volte
il
giorno
,
l
'
esperimento
e
sempre
con
l
'
identico
risultato
,
quantunque
io
avessi
fatto
ogni
sforzo
per
indurre
Delia
ad
essere
veramente
sincera
.
E
questo
,
forse
-
anzi
senza
forse
,
ora
ne
sono
convinto
-
ha
prodotto
gli
incredibili
fenomeni
che
per
un
intero
anno
mi
han
dato
l
'
impressione
di
una
vita
fuori
della
vita
,
d
'
una
vita
che
non
so
distinguere
se
sia
stata
sogno
o
realtà
,
e
che
aggiungerà
presto
un
'
altra
catastrofe
a
quella
avvenuta
tre
mesi
addietro
»
.
«
Eh
,
via
!
Non
dire
così
!
»
,
esclamò
Blesio
.
«
A
furia
d
'
immaginare
la
possibilità
di
una
disgrazia
,
noi
contribuiamo
spessissimo
a
farla
accadere
davvero
»
.
Raimondo
Palli
portò
le
mani
alla
fronte
e
alle
tempie
,
premendo
,
quasi
volesse
impedire
che
gli
scoppiassero
:
poi
,
rigettati
indietro
,
con
vivace
movimento
della
testa
,
i
folti
capelli
,
e
socchiudendo
gli
occhi
,
riprese
:
«
Una
mattina
,
dovetti
accorgermi
che
Delia
mi
sfuggiva
di
mano
,
resistendo
alla
mia
volontà
,
non
cadendo
più
nel
sonno
magnetico
così
facilmente
provocato
ed
ottenuto
fino
allora
.
Posava
per
gli
ultimi
tocchi
della
mia
figurina
,
che
era
e
non
era
il
suo
ritratto
perché
io
avevo
sentito
ripugnanza
di
vendere
a
un
estranio
la
precisa
immagine
di
mia
moglie
.
Le
solite
parole
:
"
Sta
'
ferma
!
Cosi
!
"
che
le
altre
volte
erano
bastate
a
farla
istantaneamente
addormentare
,
riuscivano
inefficaci
quantunque
replicate
più
volte
.
"
Che
cosa
vuoi
farmi
?
...
Che
cosa
mi
hai
fatto
?
"
ella
domandò
,
diffidente
,
guardandomi
fisso
negli
occhi
.
E
siccome
io
non
avevo
saputo
risponderle
,
stupito
di
sentirla
parlare
a
quel
modo
,
ella
soggiunse
:
"
Mi
sembra
di
avere
qualcosa
di
strano
dentro
di
me
,
qualcosa
che
mi
scote
,
che
m
'
eccita
...
Non
so
come
esprimermi
...
Oh
!
oh
!
...
Veggo
,
ma
non
cogli
occhi
,
lontano
,
fin
in
fondo
al
giardino
...
Laggiù
,
nell
'
aiuola
a
destra
,
un
gatto
raspa
la
terra
e
danneggia
le
pianticine
di
violette
!
...
È
possibile
?
...
Vieni
;
andiamo
a
vedere
!
"
.
E
mi
trascinò
per
mano
fuori
dello
studio
,
laggiù
,
dove
un
gatto
faceva
precisamente
quel
ch
'
ella
aveva
visto
stando
a
sedere
presso
il
cavalletto
,
da
un
punto
dove
si
scorgevano
appena
le
cime
degli
alberi
del
giardino
smosse
dal
vento
dietro
la
vetrata
.
"
Sei
diventata
una
veggente
"
le
dissi
con
tono
di
voce
che
voleva
essere
scherzoso
e
non
nascondeva
intanto
il
mio
stupore
.
"
Male
!
"
ella
rispose
con
improvvisa
serietà
.
"
È
assai
meglio
non
vedere
!
...
È
assai
meglio
ignorare
!
"
.
Non
aggiunse
altro
,
né
io
le
seppi
dir
altro
»
.
Blesio
,
impensierito
dell
'
esaltazione
del
suo
amico
,
resa
più
manifesta
dalla
crescente
irrequietezza
delle
mani
e
dai
rapidi
alteramenti
della
voce
in
evidente
contrasto
con
la
minuziosa
limpida
narrazione
,
tentò
nuovamente
d
'
impedirgli
di
proseguire
.
«
Non
stancarti
;
ho
già
capito
,
sei
stato
un
po
'
imprudente
,
forse
...
»
.
«
Forse
?
...
Troppo
dovresti
dire
»
,
riprese
Raimondo
Palli
.
«
Troppo
»
.
E
,
implorando
con
lo
sguardo
,
continuò
:
«
Da
quel
giorno
in
poi
,
caro
Blesio
,
io
ho
assistito
a
tali
portenti
di
chiaroveggenza
da
far
perdere
l
'
equilibrio
a
qualunque
più
solido
intelletto
.
Non
osai
più
d
'
interrogarla
:
"
Mi
ami
?
Di
'
,
mi
ami
davvero
?
"
.
Ma
Delia
sentiva
anche
da
una
stanza
all
'
altra
le
vibrazioni
del
mio
pensiero
,
come
se
le
nostre
anime
,
fuse
insieme
,
pensassero
la
stessa
cosa
,
nello
stesso
momento
.
La
vedevo
apparire
su
la
soglia
del
mio
studio
,
col
viso
contratto
da
dolore
intenso
,
e
la
sua
voce
piena
di
lacrime
mi
rimproverava
:
"
Perché
dubiti
di
me
?
Lo
sento
,
non
negarlo
!
Che
cosa
dovrei
fare
,
parla
!
per
darti
la
prova
suprema
dell
'
immenso
amore
mio
?
"
.
Pietà
,
o
vigliaccheria
,
io
mi
ostinavo
a
negare
.
Inutilmente
.
La
vedevo
andare
via
niente
convinta
delle
affettuose
parole
,
delle
carezze
,
dei
baci
che
-
lo
capivo
dopo
-
non
producevano
su
lei
l
'
effetto
voluto
per
l
'
esagerazione
a
cui
mi
induceva
la
paura
di
non
poter
più
sfuggire
a
quell
'
ispezione
che
mi
aveva
ridotto
in
uno
stato
peggiore
di
ogni
peggiore
schiavitù
.
Come
?
Non
sarei
più
stato
libero
di
formolare
un
'
idea
,
un
desiderio
,
una
speranza
,
senza
che
Delia
non
venisse
a
dirmi
:
"
Si
,
è
una
buona
idea
;
dovresti
attuarla
.
-
O
pure
:
Dipende
da
te
,
perché
quel
bagliore
di
fantasia
diventi
realtà
.
-
O
pure
:
-
No
,
quel
desiderio
è
troppo
ambizioso
per
noi
;
non
lasciartene
lusingare
.
-
O
pure
:
Dici
bene
,
questa
speranza
è
un
gran
conforto
per
me
!
"
.
E
ciò
come
se
io
l
'
avessi
messa
a
parte
di
tutto
con
le
più
precise
parole
,
per
consultarla
,
per
averne
l
'
approvazione
o
la
disapprovazione
?
...
Oh
!
Non
aver
niente
da
nasconderle
!
Nei
primi
mesi
della
nostra
unione
,
era
stata
anzi
gran
delizia
per
me
comunicarle
i
più
riposti
pensieri
,
chiederle
consigli
,
suggerimenti
che
mi
rivelavano
sempre
più
squisite
delicatezze
d
'
animo
,
sempre
più
fine
penetrazione
d
'
intelligenza
in
ricambio
del
mio
cordiale
abbandono
.
Volevo
così
dimostrarle
la
mia
profonda
gratitudine
per
la
gioia
,
la
felicità
,
la
nuova
essenza
di
vita
che
ella
era
venuta
a
diffondere
attorno
a
me
,
tanto
da
farmi
credere
divenuto
un
altro
,
quando
mi
accorgevo
dell
'
agile
sviluppo
di
alcune
mie
facoltà
artistiche
rimaste
fin
allora
quasi
latenti
.
E
provavo
un
senso
di
mortificazione
,
se
Delia
,
con
delicata
modestia
,
mi
diceva
:
"
Che
bisogno
hai
tu
di
consultarmi
?
Tutto
quel
che
tu
fai
lo
giudicherò
sempre
ben
fatto
,
anche
quando
gli
altri
potranno
giudicarlo
altrimenti
"
.
Non
avevo
dunque
proprio
niente
da
nasconderle
.
E
intanto
ora
stimavo
violato
il
sacro
penetrale
del
mio
pensiero
,
di
cui
prima
le
spalancavo
a
due
battenti
le
porte
.
Una
cupa
irritazione
mi
invadeva
a
ogni
nuova
manifestazione
della
sua
inevitabile
chiaroveggenza
e
nello
stesso
tempo
una
viva
indignazione
per
quello
che
,
in
certi
momenti
,
mi
sembrava
atto
di
ingrato
ribelle
.
Non
avrei
dovuto
essere
piuttosto
felicissimo
per
l
'
assoluta
compenetrazione
delle
nostre
anime
,
della
quale
la
chiaroveggenza
di
Delia
era
mirabile
testimonianza
?
"
No
!
"
riflettevo
subito
.
"
Ella
rimane
chiusa
,
impenetrabile
.
Io
,
soltanto
io
,
sono
in
sua
compiuta
balìa
!
"
.
Tentai
di
difendermi
con
lo
stesso
mezzo
servito
,
involontariamente
,
a
produrre
l
'
incredibile
fenomeno
.
Ma
Delia
non
sentiva
più
il
mio
influsso
;
era
già
più
forte
di
me
»
.
«
Avresti
dovuto
ricorrere
ad
uno
specialista
»
lo
interruppe
Blesio
.
«
Un
magnetizzatore
di
professione
,
probabilmente
avrebbe
domato
quelle
forze
ancora
non
bene
conosciute
e
che
la
tua
malaccortezza
aveva
scatenate
...
Ma
,
te
ne
prego
,
rimandiamo
a
qualche
altro
giorno
questi
dolorosi
ricordi
...
Nella
foga
del
parlare
,
non
ti
accorgi
che
essi
ti
commuovono
fortemente
»
.
«
Li
ripenso
quando
non
parlo
;
vale
lo
stesso
.
Lasciami
proseguire
»
rispose
Raimondo
,
stirandosi
nervosamente
i
baffi
e
la
barba
.
«
Sopravvennero
intanto
alcuni
mesi
di
sosta
.
Credei
che
la
eccitazione
nervosa
da
me
provocata
si
fosse
finalmente
esaurita
,
e
che
la
cura
consigliatami
da
un
dottore
consultato
all
'
insaputa
di
Delia
avesse
realmente
contribuito
a
fortificarne
l
'
organismo
.
Era
un
po
'
dimagrita
in
quei
mesi
,
e
aveva
perduto
la
vivace
tinta
che
coloriva
le
sue
guance
di
bruna
con
lieve
sfumatura
rosea
.
Soltanto
lo
splendore
degli
occhi
era
rimasto
immutato
.
Vedendola
rifiorire
,
non
sospettando
affatto
che
quella
tregua
potesse
essere
passeggera
,
avevo
ripreso
a
lavorare
alla
statua
La
Giovinezza
,
quasi
suggeritami
da
lei
,
un
mattino
di
primavera
,
passeggiando
insieme
tra
la
splendida
esplosione
dei
fiori
delle
aiuole
che
fiancheggiavano
i
brevi
viali
del
nostro
giardinetto
.
La
Giovinezza
,
nella
mia
intenzione
,
doveva
essere
Delia
trasformata
in
Dea
,
idealizzata
,
se
pure
ci
fosse
stato
bisogno
d
'
idealizzare
una
figura
che
era
,
pei
miei
occhi
,
un
'
idealità
artistica
in
atto
.
Il
lavoro
mi
assorbiva
talmente
che
le
lunghe
ore
di
quella
giornata
di
estate
sembravano
insufficienti
alla
mia
smania
di
condurre
a
termine
la
statua
in
brevissimo
tempo
.
Delia
veniva
spesso
a
tenermi
compagnia
,
seduta
in
un
angolo
,
leggendo
e
ricamando
zitta
zitta
per
non
distrarmi
:
ed
io
mi
accorgevo
della
sua
presenza
soltanto
nei
momenti
di
riposo
della
modella
.
Mi
accorgevo
pure
,
con
doloroso
stupore
,
che
mai
Delia
mi
era
parsa
così
lontana
da
me
,
come
in
quelle
lunghe
giornate
che
più
mi
stava
silenziosamente
vicina
.
Eppure
quella
statua
che
mi
si
vivificava
sotto
la
stecca
e
il
pollice
era
la
libera
traduzione
del
bozzetto
improvvisato
con
insolita
rapidità
mentre
ella
,
che
me
n
'
aveva
quasi
suggerito
l
'
idea
,
posava
perché
io
fissassi
nella
creta
il
movimento
delle
linee
della
sua
persona
,
così
come
l
'
immaginazione
me
la
andava
trasformando
in
fantasia
d
'
arte
.
Una
sera
,
tutt
'
a
un
tratto
,
Delia
mi
disse
:
!
Ah
,
Raimondo
!
...
Tu
stai
per
cessare
di
amarmi
!
"
.
"
Non
pensare
assurdità
!
"
,
risposi
bruscamente
.
"
Tu
però
in
quest
'
istante
mentre
neghi
,
pensi
:
-
Oh
,
Dio
,
ella
indovina
!
"
.
Tornai
a
negare
:
ma
era
vero
.
In
quell
'
istante
pensavo
proprio
:
"
Oh
,
Dio
,
ella
indovina
"
.
"
Come
avvenga
non
so
"
riprese
Delia
.
"
C
'
è
dentro
di
me
o
una
anima
nuova
,
o
qualcosa
che
direi
malia
,
se
potessi
credere
alla
malia
.
Strana
malia
,
Raimondo
;
malefica
malia
che
mi
fa
vedere
quel
che
non
vorrei
vedere
,
che
mi
fa
udire
quel
che
non
vorrei
udire
,
quasi
il
tuo
pensiero
parli
per
me
ad
alta
voce
...
E
sto
in
ascolto
,
da
mesi
,
costretta
,
decisa
di
non
dirti
niente
,
di
soffrire
in
silenzio
perché
mi
sembra
che
anche
tu
soffra
...
Ah
,
Raimondo
!
Tu
stai
per
cessare
di
amarmi
...
Mi
sento
impazzire
!
"
.
Non
ricordo
più
quel
che
dissi
per
consolarla
,
per
confortarla
.
Dovetti
essere
efficacissimo
,
se
Delia
mi
si
gettò
tra
le
braccia
scoppiando
in
pianto
dirotto
,
balbettando
tra
i
singhiozzi
:
"
Perdonami
!
Ti
faccio
soffrire
!
"
.
Ma
il
giorno
dopo
e
così
tutti
i
giorni
,
per
parecchi
mesi
,
si
ripeté
la
stessa
scena
,
fino
a
che
Delia
quasi
estenuata
dallo
sforzo
inconsapevolmente
fatto
dall
'
organismo
,
non
parlò
più
,
e
si
ridusse
a
fissarmi
,
a
fissarmi
a
lungo
,
crollando
dolorosamente
la
testa
,
sorridendo
con
tale
tristezza
che
io
ero
forzato
ad
abbassare
gli
occhi
,
o
a
rivolgerli
altrove
avvilito
da
quella
luminosità
di
cui
ti
ho
parlato
,
che
mi
pareva
scendesse
a
illuminare
le
più
riposte
profondità
del
mio
cuore
...
Che
terribili
mesi
di
sofferenza
,
caro
Blesio
!
Noi
vivevamo
isolati
,
per
deliberato
disegno
,
sin
dai
primi
giorni
del
nostro
matrimonio
,
entrambi
orgogliosi
di
bastare
a
noi
stessi
...
E
la
gente
,
che
per
maligna
o
benevola
curiosità
si
occupava
dei
fatti
nostri
,
ci
giudicava
felici
!
Tali
avremmo
potuto
essere
,
certissimamente
,
se
le
mie
stesse
mani
non
avessero
distrutto
,
con
imperdonabile
caparbietà
,
il
magnifico
immeritato
dono
benignamente
concessomi
dalla
sorte
.
Giacché
io
ero
stato
caparbio
,
stupidamente
caparbio
nel
volermi
accertare
,
a
ogni
costo
,
se
il
mio
dubbio
:
"
Mi
ama
davvero
?
Perché
vuol
darmi
a
intendere
che
m
'
ama
?
"
,
corrispondesse
o
no
alla
realtà
.
Che
terribili
mesi
,
caro
Blesio
!
Tu
non
potrai
mai
formartene
neppure
un
'
idea
approssimativa
.
Invano
cercavo
un
rifugio
nel
lavoro
;
invano
la
mia
coscienza
di
artista
mi
confortava
con
attestarmi
che
la
statua
ormai
quasi
compiuta
,
sotto
l
'
impulso
di
tante
agitazioni
,
fosse
riuscita
più
bella
di
quanto
io
,
incontentabile
,
non
l
'
avevo
sperata
.
Lavoravo
febbrilmente
,
quasi
la
mia
mano
fosse
stata
mossa
da
un
altro
me
stesso
che
conviveva
dentro
di
me
assieme
con
quello
che
si
tormentava
,
e
smaniava
e
delirava
,
sì
,
a
volte
delirava
,
intanto
che
la
mano
dell
'
altro
dava
gli
ultimi
tocchi
alle
estremità
della
figura
con
meticolosa
accuratezza
...
Fu
allora
...
Oh
,
non
avevo
badato
alla
nuova
espressione
degli
sguardi
con
cui
Delia
osservava
il
mio
lavoro
,
aggirandosi
attorno
al
cavalletto
,
muta
,
intenta
,
in
visibile
ammirazione
,
mi
pareva
,
di
quella
Giovinezza
in
parte
sua
geniale
ispirazione
.
Ne
ero
lusingato
,
anche
perché
in
quel
punto
non
provavo
l
'
impressione
scrutatrice
di
quelle
nere
pupille
luminosissime
,
che
mi
rivelavano
quanto
il
mio
cuore
fosse
mutato
,
vinto
da
grave
stanchezza
di
amare
per
aver
troppo
amato
»
.
Raimondo
si
arrestò
quasi
volesse
riprendere
forza
.
La
sua
voce
infatti
si
era
andata
affievolendo
;
le
ultime
parole
gli
erano
uscite
dalle
labbra
seguite
da
un
profondo
sospiro
.
Blesio
osservava
con
pena
il
rapido
movimento
delle
palpebre
e
il
tremito
delle
labbra
che
rendevano
più
triste
quella
pausa
.
Raimondo
alzò
le
mani
,
come
per
rimovere
qualche
ostacolo
davanti
a
sé
,
e
tratto
un
altro
profondo
sospiro
,
riprese
:
«
Quella
splendida
mattina
di
maggio
,
lo
studio
era
invaso
da
tale
giocondità
di
luce
,
che
i
gessi
dei
miei
precedenti
lavori
sembravano
inattesamente
scossi
da
misteriosi
brividi
di
vita
.
La
creta
della
Dea
,
assai
più
di
essi
,
prendeva
così
mirabili
chiaroscuri
,
riflessi
così
formicolanti
da
darmi
l
'
illusione
che
sotto
le
carni
del
seno
e
delle
braccia
ignude
si
avverasse
il
miracolo
della
pulsazione
del
sangue
.
Delia
,
entrata
con
lievi
passi
,
si
era
fermata
dietro
di
me
,
senza
che
io
me
ne
fossi
accorto
...
Tutt
'
a
un
tratto
,
mi
sentii
afferrare
violentemente
pel
braccio
;
e
prima
che
,
spinto
da
lei
vigorosamente
da
parte
,
potessi
accorrere
e
impedire
l
'
atto
di
quelle
furibonde
mani
,
Delia
...
Oh
!
oh
!
"
No
,
non
è
così
!
"
balbettava
con
voce
roca
,
che
io
non
avrei
saputo
riconoscere
se
l
'
avessi
udita
senza
veder
lei
.
"
No
,
non
è
così
!
"
.
E
le
esili
mani
,
tese
come
artigli
,
si
affondavano
nella
creta
,
disformando
braccia
,
seno
,
volto
alla
Dea
che
mi
era
costata
tanti
mesi
di
lavoro
!
...
Ero
rimasto
impietrito
davanti
a
quell
'
orrore
.
"
No
,
non
è
così
!
...
Non
è
così
!
"
.
E
Delia
brancicava
la
creta
,
quasi
tentasse
di
rimodellarla
,
voltandosi
verso
di
me
con
gli
occhi
sbarrati
dall
'
improvviso
scoppio
di
pazzia
,
le
labbra
sformate
da
un
terribile
sorriso
,
balbettando
con
voce
aspra
e
roca
:
"
Ecco
!
...
Ecco
come
dev
'
essere
!
...
Ecco
!
Tu
non
hai
saputo
...
Io
,
io
sì
!
"
.
E
cadde
riversa
sul
pavimento
in
violenta
convulsione
.
Quando
rinvenne
,
non
mi
riconosceva
più
!
La
ho
assistita
,
la
ho
vegliata
per
tre
eterni
mesi
,
giorno
e
notte
,
istupidito
dal
dolore
,
attanagliato
dal
rimorso
di
aver
prodotto
lo
sfacelo
di
quella
povera
creatura
con
lo
stolto
esperimento
che
avrebbe
dovuto
disperdere
il
mio
sospetto
,
e
invece
...
invece
!
"
Mi
amava
davvero
?
"
.
Ho
ancora
integra
la
mia
ragione
continuando
a
domandarmelo
?
E
quel
che
è
accaduto
è
stato
colpa
mia
o
inesorabile
opera
di
quella
fatalità
che
regge
la
nostra
esistenza
?
...
Dimmelo
tu
!
Rischiarami
tu
!
»
.
E
Raimondo
Palli
,
convulso
,
singhiozzava
,
torcendosi
le
mani
tese
supplichevoli
verso
l
'
amico
.
Blesio
aveva
anche
lui
le
lacrime
agli
occhi
e
non
riusciva
a
trovare
una
sola
parola
di
conforto
,
incerto
se
Raimondo
fosse
già
pazzo
o
sul
punto
di
divenir
tale
.