Narrativa ,
ÿþPARTE
PRIMA
I
Suonava
la
messa
dell
'
alba
a
San
Giovanni
;
ma
il
paesetto
dormiva
ancora
della
grossa
,
perché
era
piovuto
da
tre
giorni
,
e
nei
seminati
ci
si
affondava
fino
a
mezza
gamba
.
Tutt
'
a
un
tratto
,
nel
silenzio
,
s
'
udì
un
rovinìo
,
la
campanella
squillante
di
Sant
'
Agata
che
chiamava
aiuto
,
usci
e
finestre
che
sbattevano
,
la
gente
che
scappava
fuori
in
camicia
,
gridando
:
-
Terremoto
!
San
Gregorio
Magno
!
Era
ancora
buio
.
Lontano
,
nell
'
ampia
distesa
nera
dell
'
Alìa
,
ammiccava
soltanto
un
lume
di
carbonai
,
e
più
a
sinistra
la
stella
del
mattino
,
sopra
un
nuvolone
basso
che
tagliava
l
'
alba
nel
lungo
altipiano
del
Paradiso
.
Per
tutta
la
campagna
diffondevasi
un
uggiolare
lugubre
di
cani
.
E
subito
,
dal
quartiere
basso
,
giunse
il
suono
grave
del
campanone
di
San
Giovanni
che
dava
l
'
allarme
anch
'
esso
;
poi
la
campana
fessa
di
San
Vito
;
l
'
altra
della
chiesa
madre
,
più
lontano
;
quella
di
Sant
'
Agata
che
parve
addirittura
cascar
sul
capo
agli
abitanti
della
piazzetta
.
Una
dopo
l
'
altra
s
'
erano
svegliate
pure
le
campanelle
dei
monasteri
,
il
Collegio
,
Santa
Maria
,
San
Sebastiano
,
Santa
Teresa
:
uno
scampanìo
generale
che
correva
sui
tetti
spaventato
,
nelle
tenebre
.
-
No
!
no
!
E
'
il
fuoco
!
...
Fuoco
in
casa
Trao
!
...
San
Giovanni
Battista
!
Gli
uomini
accorrevano
vociando
,
colle
brache
in
mano
.
Le
donne
mettevano
il
lume
alla
finestra
:
tutto
il
paese
,
sulla
collina
,
che
formicolava
di
lumi
,
come
fosse
il
giovedì
sera
,
quando
suonano
le
due
ore
di
notte
:
una
cosa
da
far
rizzare
i
capelli
in
testa
,
chi
avesse
visto
da
lontano
.
-
Don
Diego
!
Don
Ferdinando
!
-
si
udiva
chiamare
in
fondo
alla
piazzetta
;
e
uno
che
bussava
al
portone
con
un
sasso
.
Dalla
salita
verso
la
Piazza
Grande
,
e
dagli
altri
vicoletti
,
arrivava
sempre
gente
:
un
calpestìo
continuo
di
scarponi
grossi
sull
'
acciottolato
;
di
tanto
in
tanto
un
nome
gridato
da
lontano
;
e
insieme
quel
bussare
insistente
al
portone
in
fondo
alla
piazzetta
di
Sant
'
Agata
,
e
quella
voce
che
chiamava
:
-
Don
Diego
!
Don
Ferdinando
!
Che
siete
tutti
morti
?
Dal
palazzo
dei
Trao
,
al
di
sopra
del
cornicione
sdentato
,
si
vedevano
salire
infatti
,
nell
'
alba
che
cominciava
a
schiarire
,
globi
di
fumo
denso
,
a
ondate
,
sparsi
di
faville
.
E
pioveva
dall
'
alto
un
riverbero
rossastro
,
che
accendeva
le
facce
ansiose
dei
vicini
raccolti
dinanzi
al
portone
sconquassato
,
col
naso
in
aria
.
Tutt
'
a
un
tratto
si
udì
sbatacchiare
una
finestra
,
e
una
vocetta
stridula
che
gridava
di
lassù
:
-
Aiuto
!
...
ladri
!
...
Cristiani
,
aiuto
!
-
Il
fuoco
!
Avete
il
fuoco
in
casa
!
Aprite
,
don
Ferdinando
!
-
Diego
!
Diego
!
Dietro
alla
faccia
stralunata
di
don
Ferdinando
Trao
apparve
allora
alla
finestra
il
berretto
da
notte
sudicio
e
i
capelli
grigi
svolazzanti
di
don
Diego
.
Si
udì
la
voce
rauca
del
tisico
che
strillava
anch
'
esso
:
-
Aiuto
!
...
Abbiamo
i
ladri
in
casa
!
Aiuto
!
-
Ma
che
ladri
!
...
Cosa
verrebbero
a
fare
lassù
?
-
sghignazzò
uno
nella
folla
.
-
Bianca
!
Bianca
!
Aiuto
!
aiuto
!
Giunse
in
quel
punto
trafelato
Nanni
l
'
Orbo
,
giurando
d
'
averli
visti
lui
i
ladri
,
in
casa
Trao
.
-
Con
questi
occhi
!
...
Uno
che
voleva
scappare
dalla
finestra
di
donna
Bianca
,
e
s
'
è
cacciato
dentro
un
'
altra
volta
,
al
vedere
accorrer
gente
!
...
-
Brucia
il
palazzo
,
capite
?
Se
ne
va
in
fiamme
tutto
il
quartiere
!
Ci
ho
accanto
la
mia
casa
,
perdio
!
-
Si
mise
a
vociare
mastro
-
don
Gesualdo
Motta
.
Gli
altri
intanto
,
spingendo
,
facendo
leva
al
portone
,
riuscirono
a
penetrare
nel
cortile
,
ad
uno
ad
uno
,
coll
'
erba
sino
a
mezza
gamba
,
vociando
,
schiamazzando
,
armati
di
secchie
,
di
brocche
piene
d
'
acqua
;
compare
Cosimo
colla
scure
da
far
legna
;
don
Luca
il
sagrestano
che
voleva
dar
di
mano
alle
campane
un
'
altra
volta
,
per
chiamare
all
'
armi
;
Pelagatti
così
com
'
era
corso
,
al
primo
allarme
,
col
pistolone
arrugginito
ch
'
era
andato
a
scavar
di
sotto
allo
strame
.
Dal
cortile
non
si
vedeva
ancora
il
fuoco
.
Soltanto
,
di
tratto
in
tratto
,
come
spirava
il
maestrale
,
passavano
al
di
sopra
delle
gronde
ondate
di
fumo
,
che
si
sperdevano
dietro
il
muro
a
secco
del
giardinetto
,
fra
i
rami
dei
mandorli
in
fiore
.
Sotto
la
tettoia
cadente
erano
accatastate
delle
fascine
;
e
in
fondo
,
ritta
contro
la
casa
del
vicino
Motta
,
dell
'
altra
legna
grossa
:
assi
d
'
impalcati
,
correntoni
fradici
,
una
trave
di
palmento
che
non
si
era
mai
potuta
vendere
.
-
Peggio
dell
'
esca
,
vedete
!
-
sbraitava
mastro
-
don
Gesualdo
.
-
Roba
da
fare
andare
in
aria
tutto
il
quartiere
!
...
santo
e
santissimo
!
...
E
me
la
mettono
poi
contro
il
mio
muro
;
perché
loro
non
hanno
nulla
da
perdere
,
santo
e
santissimo
!
...
In
cima
alla
scala
,
don
Ferdinando
,
infagottato
in
una
vecchia
palandrana
,
con
un
fazzolettaccio
legato
in
testa
,
la
barba
lunga
di
otto
giorni
,
gli
occhi
grigiastri
e
stralunati
,
che
sembravano
quelli
di
un
pazzo
in
quella
faccia
incartapecorita
di
asmatico
,
ripeteva
come
un
'
anatra
:
-
Di
qua
!
di
qua
!
Ma
nessuno
osava
avventurarsi
su
per
la
scala
che
traballava
.
Una
vera
bicocca
quella
casa
:
i
muri
rotti
,
scalcinati
,
corrosi
;
delle
fenditure
che
scendevano
dal
cornicione
sino
a
terra
;
le
finestre
sgangherate
e
senza
vetri
;
lo
stemma
logoro
,
scantonato
,
appeso
ad
un
uncino
arrugginito
,
al
di
sopra
della
porta
.
Mastro
-
don
Gesualdo
voleva
prima
buttar
fuori
sulla
piazza
tutta
quella
legna
accatastata
nel
cortile
.
-
Ci
vorrà
un
mese
!
-
rispose
Pelagatti
il
quale
stava
a
guardare
sbadigliando
,
col
pistolone
in
mano
.
-
Santo
e
santissimo
!
Contro
il
mio
muro
è
accatastata
!
...
Volete
sentirla
,
sì
o
no
?
Giacalone
diceva
piuttosto
di
abbattere
la
tettoia
;
don
Luca
il
sagrestano
assicurò
che
pel
momento
non
c
'
era
pericolo
:
una
torre
di
Babele
!
Erano
accorsi
anche
altri
vicini
.
Santo
Motta
colle
mani
in
tasca
,
il
faccione
gioviale
e
la
barzelletta
sempre
pronta
.
Speranza
,
sua
sorella
,
verde
dalla
bile
,
strizzando
il
seno
vizzo
in
bocca
al
lattante
,
sputando
veleno
contro
i
Trao
:
-
Signori
miei
...
guardate
un
po
'
!
...
Ci
abbiamo
i
magazzini
qui
accanto
!
-
E
se
la
prendeva
anche
con
suo
marito
Burgio
,
ch
'
era
lì
in
maniche
di
camicia
:
-
Voi
non
dite
nulla
!
State
lì
come
un
allocco
!
Cosa
siete
venuto
a
fare
dunque
?
Mastro
-
don
Gesualdo
si
slanciò
il
primo
urlando
su
per
la
scala
.
Gli
altri
dietro
come
tanti
leoni
per
gli
stanzoni
scuri
e
vuoti
.
A
ogni
passo
un
esercito
di
topi
che
spaventavano
la
gente
.
-
Badate
!
badate
!
Ora
sta
per
rovinare
il
solaio
!
-
Nanni
l
'
Orbo
che
ce
l
'
aveva
sempre
con
quello
della
finestra
,
vociando
ogni
volta
:
-
Eccolo
!
eccolo
!
-
E
nella
biblioteca
,
la
quale
cascava
a
pezzi
,
fu
a
un
pelo
d
'
ammazzare
il
sagrestano
col
pistolone
di
Pelagatti
.
Si
udiva
sempre
nel
buio
la
voce
chioccia
di
don
Ferdinando
il
quale
chiamava
:
-
Bianca
!
Bianca
!
-
E
don
Diego
che
bussava
e
tempestava
dietro
un
uscio
,
fermando
pel
vestito
ognuno
che
passava
strillando
anche
lui
:
-
Bianca
!
mia
sorella
!
...
-
Che
scherzate
?
-
rispose
mastro
-
don
Gesualdo
rosso
come
un
pomodoro
,
liberandosi
con
una
strappata
.
-
Ci
ho
la
mia
casa
accanto
,
capite
:
Se
ne
va
in
fiamme
tutto
il
quartiere
!
Era
un
correre
a
precipizio
nel
palazzo
smantellato
;
donne
che
portavano
acqua
;
ragazzi
che
si
rincorrevano
schiamazzando
in
mezzo
a
quella
confusione
,
come
fosse
una
festa
;
curiosi
che
girandolavano
a
bocca
aperta
,
strappando
i
brandelli
di
stoffa
che
pendevano
ancora
dalle
pareti
,
toccando
gli
intagli
degli
stipiti
,
vociando
per
udir
l
'
eco
degli
stanzoni
vuoti
,
levando
il
naso
in
aria
ad
osservare
le
dorature
degli
stucchi
,
e
i
ritratti
di
famiglia
:
tutti
quei
Trao
affumicati
che
sembravano
sgranare
gli
occhi
al
vedere
tanta
marmaglia
in
casa
loro
.
Un
va
e
vieni
che
faceva
ballare
il
pavimento
.
-
Ecco
!
ecco
!
Or
ora
rovina
il
tetto
!
-
sghignazzava
Santo
Motta
,
sgambettando
in
mezzo
all
'
acqua
:
delle
pozze
d
'
acqua
ad
ogni
passo
,
fra
i
mattoni
smossi
o
mancanti
.
Don
Diego
e
don
Ferdinando
,
spinti
,
sbalorditi
,
travolti
in
mezzo
alla
folla
che
rovistava
in
ogni
cantuccio
la
miseria
della
loro
casa
,
continuando
a
strillare
:
-
Bianca
!
...
Mia
sorella
!
...
-
Avete
il
fuoco
in
casa
,
capite
!
-
gridò
loro
nell
'
orecchio
Santo
Motta
.
-
Sarà
una
bella
luminaria
con
tutta
questa
roba
vecchia
!
-
Per
di
qua
,
per
di
qua
!
-
si
udì
una
voce
dal
vicoletto
.
-
Il
fuoco
è
lassù
,
in
cucina
...
Mastro
Nunzio
,
il
padre
di
Gesualdo
,
arrampicatosi
su
di
una
scala
a
piuoli
,
faceva
dei
gesti
in
aria
,
dal
tetto
della
sua
casa
,
lì
dirimpetto
.
Giacalone
aveva
attaccata
una
carrucola
alla
ringhiera
del
balcone
per
attinger
acqua
dalla
cisterna
dei
Motta
.
Mastro
Cosimo
,
il
legnaiuolo
,
salito
sulla
gronda
,
dava
furiosi
colpi
di
scure
sull
'
abbaino
.
-
No
!
no
!
-
gridarono
di
sotto
.
-
Se
date
aria
al
fuoco
,
in
un
momento
se
ne
va
tutto
il
palazzo
!
Don
Diego
allora
si
picchiò
un
colpo
in
fronte
,
balbettando
:
-
Le
carte
di
famiglia
!
Le
carte
della
lite
!
-
E
don
Ferdinando
scappò
via
correndo
,
colle
mani
nei
capelli
,
vociando
anche
lui
.
Dalle
finestre
,
dal
balcone
,
come
spirava
il
vento
,
entravano
a
ondate
vortici
di
fumo
denso
,
che
facevano
tossire
don
Diego
,
mentre
continuava
a
chiamare
dietro
l
'
uscio
:
-
Bianca
!
Bianca
!
il
fuoco
!
...
Mastro
-
don
Gesualdo
il
quale
si
era
slanciato
furibondo
su
per
la
scaletta
della
cucina
,
tornò
indietro
accecato
dal
fumo
,
pallido
come
un
morto
,
cogli
occhi
fuori
dell
'
orbita
,
mezzo
soffocato
:
-
Santo
e
santissimo
!
...
Non
si
può
da
questa
parte
!
...
Sono
rovinato
!
Gli
altri
vociavano
tutti
in
una
volta
,
ciascuno
dicendo
la
sua
;
una
baraonda
da
sbalordire
:
-
Buttate
giù
le
tegole
!
-
Appoggiate
la
scala
al
fumaiuolo
!
-
Mastro
Nunzio
,
in
piedi
sul
tetto
della
sua
casa
,
si
dimenava
al
pari
di
un
ossesso
.
Don
Luca
,
il
sagrestano
,
era
corso
davvero
ad
attaccarsi
alle
campane
.
La
gente
in
piazza
,
fitta
come
le
mosche
.
Dal
corridoio
riuscì
a
farsi
udire
comare
Speranza
,
che
era
rauca
dal
gridare
strappando
i
vestiti
di
dosso
alla
gente
per
farsi
largo
,
colle
unghie
sfoderate
come
una
gatta
e
la
schiuma
alla
bocca
:
-
Dalla
scala
ch
'
è
laggiù
,
in
fondo
al
corridoio
!
-
Tutti
corsero
da
quella
parte
,
lasciando
don
Diego
che
seguitava
a
chiamare
dietro
l
'
uscio
della
sorella
:
-
Bianca
!
Bianca
!
...
-
Udivasi
un
tramestìo
dietro
quell
'
uscio
;
un
correre
all
'
impazzata
quasi
di
gente
che
ha
persa
la
testa
.
Poi
il
rumore
di
una
seggiola
rovesciata
.
Nanni
l
'
Orbo
tornò
a
gridare
in
fondo
al
corridoio
:
-
Eccolo
!
eccolo
!
-
E
si
udì
lo
scoppio
del
pistolone
di
Pelagatti
,
come
una
cannonata
.
-
La
Giustizia
!
Ecco
qua
gli
sbirri
!
-
vociò
dal
cortile
Santo
Motta
.
Allora
si
aprì
l
'
uscio
all
'
improvviso
,
e
apparve
donna
Bianca
,
discinta
,
pallida
come
una
morta
,
annaspando
colle
mani
convulse
,
senza
profferire
parola
,
fissando
sul
fratello
gli
occhi
pazzi
di
terrore
e
d
'
angoscia
.
Ad
un
tratto
si
piegò
sulle
ginocchia
,
aggrappandosi
allo
stipite
,
balbettando
:
-
Ammazzatemi
,
don
Diego
!
...
Ammazzatemi
pure
!
...
ma
non
lasciate
entrare
nessuno
qui
!
...
Quello
che
accadde
poi
,
dietro
quell
'
uscio
che
don
Diego
aveva
chiuso
di
nuovo
spingendo
nella
cameretta
la
sorella
,
nessuno
lo
seppe
mai
.
Si
udì
soltanto
la
voce
di
lui
,
una
voce
d
'
angoscia
disperata
,
che
balbettava
:
-
Voi
?
...
Voi
qui
?
...
Accorrevano
il
signor
Capitano
,
l
'
Avvocato
fiscale
,
tutta
la
Giustizia
.
Don
Liccio
Papa
,
il
caposbirro
,
gridando
da
lontano
,
brandendo
la
sciaboletta
sguainata
:
-
Aspetta
!
aspetta
!
Ferma
!
ferma
!
-
E
il
signor
Capitano
dietro
di
lui
,
trafelato
come
don
Liccio
,
cacciando
avanti
il
bastone
:
-
Largo
!
largo
!
Date
passo
alla
Giustizia
!
-
L
'
Avvocato
fiscale
ordinò
di
buttare
a
terra
l
'
uscio
.
-
Don
Diego
!
Donna
Bianca
!
Aprite
!
Cosa
vi
è
successo
?
S
'
affacciò
don
Diego
,
invecchiato
di
dieci
anni
in
un
minuto
,
allibito
,
stralunato
,
con
una
visione
spaventosa
in
fondo
alle
pupille
grige
,
con
un
sudore
freddo
sulla
fronte
,
la
voce
strozzata
da
un
dolore
immenso
:
-
Nulla
!
...
Mia
sorella
!
...
Lo
spavento
!
...
Non
entrate
nessuno
!
...
Pelagatti
inferocito
contro
Nanni
l
'
Orbo
:
-
Bel
lavoro
mi
faceva
fare
!
...
Un
altro
po
'
ammazzavo
compare
Santo
!
...
-
Il
Capitano
gli
fece
lui
pure
una
bella
lavata
di
capo
:
-
Con
le
armi
da
fuoco
!
...
Che
scherzate
?
...
Siete
una
bestia
!
-
Signor
Capitano
,
credevo
che
fosse
il
ladro
,
laggiù
al
buio
...
L
'
ho
visto
con
questi
occhi
!
-
Zitto
!
zitto
,
ubbriacone
!
-
gli
diede
sulla
voce
l
'
Avvocato
fiscale
.
-
Piuttosto
andiamo
a
vedere
il
fuoco
.
Adesso
dal
corridoio
,
dalla
scala
dell
'
orto
,
tutti
portavano
acqua
.
Compare
Cosimo
era
salito
sul
tetto
,
e
dava
con
la
scure
sui
travicelli
.
Da
ogni
parte
facevano
piovere
sul
soffitto
che
fumava
,
tegole
,
sassi
,
cocci
di
stoviglie
.
Burgio
,
sulla
scala
a
piuoli
,
sparandovi
schioppettate
sopra
,
e
dall
'
altro
lato
Pelagatti
,
appostato
accanto
al
fumaiuolo
,
caricava
e
scaricava
il
pistolone
senza
misericordia
.
Don
Luca
che
suonava
a
tutto
andare
le
campane
;
la
folla
dalla
piazza
vociando
e
gesticolando
;
tutti
i
vicini
alla
finestra
.
I
Margarone
stavano
a
vedere
dalla
terrazza
al
di
sopra
dei
tetti
,
dirimpetto
,
le
figliuole
ancora
coi
riccioli
incartati
,
don
Filippo
che
dava
consigli
da
lontano
,
dirigendo
le
operazioni
di
quelli
che
lavoravano
a
spegnere
l
'
incendio
colla
canna
d
'
India
.
Don
Ferdinando
,
il
quale
tornava
in
quel
momento
carico
di
scartafacci
,
batté
il
naso
nel
corridoio
buio
contro
Giacalone
che
andava
correndo
.
-
Scusate
,
don
Ferdinando
.
Vado
a
chiamare
il
medico
per
la
sorella
di
vossignoria
.
-
Il
dottor
Tavuso
!
-
gli
gridò
dietro
la
zia
Macrì
una
parente
povera
come
loro
,
ch
'
era
accorsa
per
la
prima
.
-
Qui
vicino
,
alla
farmacia
di
Bomma
.
Bianca
era
stata
presa
dalle
convulsioni
:
un
attacco
terribile
;
non
bastavano
in
quattro
a
trattenerla
sul
lettuccio
.
Don
Diego
sconvolto
anche
lui
,
pallido
come
un
cadavere
,
colle
mani
scarne
e
tremanti
,
cercava
di
ricacciare
indietro
tutta
quella
gente
.
-
No
!
...
non
è
nulla
!
...
Lasciatela
sola
!...-
Il
Capitano
si
mise
infine
a
far
piovere
legnate
a
diritta
e
a
manca
,
come
veniva
,
sui
vicini
che
s
'
affollavano
all
'
uscio
curiosi
.
-
Che
guardate
?
Che
volete
?
Via
di
qua
!
fannulloni
!
vagabondi
!
Voi
,
don
Liccio
Papa
,
mettetevi
a
guardia
del
portone
.
Venne
più
tardi
un
momento
il
barone
Mèndola
,
per
convenienza
,
e
donna
Sarina
Cirmena
che
ficcava
il
naso
da
per
tutto
;
il
canonico
Lupi
da
parte
della
baronessa
Rubiera
.
La
zia
Sganci
e
gli
altri
parenti
mandarono
il
servitore
a
prender
notizie
della
nipote
.
Don
Diego
,
reggendosi
appena
sulle
gambe
,
sporgeva
il
capo
dall
'
uscio
,
e
rispondeva
a
ciascheduno
:
-
Sta
un
po
'
meglio
...
E
'
più
calma
!
...
Vuol
esser
lasciata
sola
...
-
Eh
!
eh
!
-
mormorò
il
canonico
scuotendo
il
capo
e
guardando
in
giro
le
pareti
squallide
della
sala
:
-
Mi
rammento
qui
!
...
Dove
è
andata
la
ricchezza
di
casa
Trao
!
...
Il
barone
scosse
il
capo
anche
lui
,
lisciandosi
il
mento
ispido
di
barba
dura
colla
mano
pelosa
.
La
zia
Cirmena
scappò
a
dire
:
-
Sono
pazzi
!
Pazzi
da
legare
tutti
e
due
!
Don
Ferdinando
già
è
stato
sempre
uno
stupido
...
e
don
Diego
...
vi
rammentate
!
Quando
la
cugina
Sganci
gli
aveva
procurato
quell
'
impiego
nei
mulini
!
...
Nossignore
!
...
un
Trao
non
poteva
vivere
di
salario
!
...
Di
limosina
sì
,
possono
vivere
!
...
-
Oh
!
oh
!
-
interruppe
il
canonico
,
colla
malizia
che
gli
rideva
negli
occhietti
di
topo
,
ma
stringendo
le
labbra
sottili
.
-
Sissignore
!
...
Come
volete
chiamarla
:
Tutti
i
parenti
si
danno
la
voce
per
quello
che
devono
mandare
a
Pasqua
e
a
Natale
...
Vino
,
olio
,
formaggio
...
anche
del
grano
...
La
ragazza
già
è
tutta
vestita
dei
regali
della
zia
Rubiera
.
-
Eh
!
eh
!
...
-
Il
canonico
,
con
un
sorrisetto
incredulo
,
andava
stuzzicando
ora
donna
Sarina
ed
ora
il
barone
,
il
quale
chinava
il
capo
,
seguitava
a
grattarsi
il
mento
discretamente
,
fingeva
di
guardare
anch
'
esso
di
qua
e
di
là
,
come
a
dire
:
-
Eh
!
eh
!
pare
anche
a
me
!
...
Giunse
in
quel
mentre
il
dottor
Tavuso
in
fretta
,
col
cappello
in
capo
,
senza
salutar
nessuno
,
ed
entrò
nella
camera
dell
'
inferma
.
Poco
dopo
tornò
ad
uscire
,
stringendosi
nelle
spalle
,
gonfiando
le
gote
,
accompagnato
da
don
Ferdinando
allampanato
che
pareva
un
cucco
.
La
zia
Macrì
e
il
canonico
Lupi
corsero
dietro
al
medico
.
La
zia
Cirmena
che
voleva
sapere
ogni
cosa
e
vi
piantava
in
faccia
quei
suoi
occhialoni
rotondi
peggio
dell
'
Avvocato
fiscale
.
-
Eh
?
Cos
'
è
stato
?
Lo
sapete
voi
?
Adesso
si
chiamano
nervi
...
malattia
di
moda
...
Vi
mandano
a
chiamare
per
un
nulla
quasi
potessero
pagare
le
visite
del
medico
!
-
rispose
Tavuso
burbero
.
Quindi
,
piantando
anche
lui
gli
occhiali
in
faccia
a
donna
Sarina
:
-
Volete
che
ve
la
dica
?
Le
ragazze
a
certa
età
bisogna
maritarle
!
E
voltò
le
spalle
soffiando
gravemente
,
tossendo
,
spurgandosi
.
I
parenti
si
guardarono
in
faccia
.
Il
canonico
,
per
discrezione
,
prese
a
tenere
a
bada
il
barone
Mèndola
,
dandogli
chiacchiera
e
tabacco
,
sputacchiando
di
qua
e
di
là
,
onde
cercare
di
sbirciar
quello
che
succedeva
dietro
l
'
uscio
socchiuso
di
donna
Bianca
,
stringendo
le
labbra
riarse
come
inghiottisse
ogni
momento
:
-
Si
capisce
!
...
La
paura
avuta
!
...
Le
avevano
fatto
credere
d
'
avere
i
ladri
in
casa
!
...
povera
donna
Bianca
!
...
E
'
così
giovine
!
...
così
delicata
!
...
-
Sentite
,
cugina
!
-
disse
donna
Sarina
tirando
in
disparte
la
Macrì
.
Don
Ferdinando
,
sciocco
,
voleva
accostarsi
per
udire
lui
pure
:
-
Un
momento
!
Che
maniera
!
-
lo
sgridò
la
zia
Cirmena
.
-
Ho
da
dire
una
parola
a
vostra
zia
!
...
Piuttosto
andate
a
pigliare
un
bicchiere
d
'
acqua
per
Bianca
,
che
le
farà
bene
...
Tornò
a
scendere
Santo
Motta
di
lassù
,
fregandosi
le
mani
,
coll
'
aria
sorridente
:
-
E
'
tutta
rovinata
la
cucina
!
Non
c
'
è
più
dove
cuocere
un
uovo
!
...
Bisognerà
fabbricarla
di
nuovo
!
-
Come
nessuno
gli
dava
retta
,
fissava
in
volto
or
questo
ed
ora
quello
col
suo
sorriso
sciocco
.
Il
canonico
Lupi
,
per
levarselo
dai
piedi
,
gli
disse
infine
:
-
Va
bene
,
va
bene
.
Poi
ci
si
penserà
...
Il
barone
Mèndola
,
appena
Santo
Motta
volse
le
spalle
,
si
sfogò
infine
:
-
Ci
si
penserà
?
...
Se
ci
saranno
i
denari
per
pensarci
!
Io
gliel
'
ho
sempre
detto
...
Vendete
metà
di
casa
,
cugini
cari
...
anche
una
o
due
camere
...
tanto
da
tirare
innanzi
!
...
Ma
nossignore
!
..
Vendere
la
casa
dei
Trao
?
...
Piuttosto
,
ogni
stanza
che
rovina
chiudono
l
'
uscio
e
si
riducono
in
quelle
che
restano
in
piedi
...
Così
faranno
per
la
cucina
...
Faranno
cuocere
le
uova
qui
in
sala
,
quando
le
avranno
...
Vendere
una
o
due
camere
:
...
Nossignore
...
non
si
può
,
anche
volendo
...
La
camera
dell
'
archivio
:
e
ci
son
le
carte
di
famiglia
!
...
Quella
della
processione
:
e
non
ci
sarà
poi
dove
affacciarsi
quando
passa
il
Corpus
Domini
!
...
Quella
del
cucù
:
...
Ci
hanno
anche
la
camera
pel
cucù
,
capite
!
E
il
barone
,
con
quella
sfuriata
,
li
piantò
tutti
lì
,
che
si
sganasciavano
dalle
risa
.
Donna
Sarina
,
prima
d
'
andarsene
,
picchiò
di
nuovo
all
'
uscio
della
nipote
,
per
sapere
come
stava
.
Fece
capolino
don
Diego
,
sempre
con
quella
faccia
di
cartapesta
,
e
ripeté
:
-
Meglio
...
E
'
più
calma
!
...
Vuol
esser
lasciata
sola
...
-
Povero
Diego
!
-
sospirò
la
zia
Macrì
.
-
La
Cirmena
fece
ancora
alcuni
passi
nell
'
anticamera
,
perché
non
udisse
don
Ferdinando
il
quale
veniva
a
chiuder
l
'
uscio
,
e
soggiunse
sottovoce
:
-
Lo
sapevo
da
un
pezzo
...
Vi
rammentate
la
sera
dell
'
Immacolata
,
che
cadde
tanta
neve
?
...
Vidi
passare
il
baronello
Rubiera
dal
vicoletto
qui
a
due
passi
...
intabarrato
come
un
ladro
...
Il
canonico
Lupi
attraversò
il
cortile
,
rialzando
la
sottana
sugli
stivaloni
grossi
in
mezzo
alle
erbacce
,
si
voltò
indietro
verso
la
casa
smantellata
,
per
veder
se
potessero
udirlo
,
e
poi
,
dinanzi
al
portone
,
guardando
inquieto
di
qua
e
di
là
,
conchiuse
:
-
Avete
udito
il
dottore
Tavuso
?
Possiamo
parlare
perché
siamo
tutti
amici
intimi
e
parenti
...
A
certa
età
le
ragazze
bisogna
maritarle
!
II
Nella
piazza
,
come
videro
passare
don
Diego
Trao
col
cappello
bisunto
e
la
palandrana
delle
grandi
occasioni
,
fu
un
avvenimento
:
-
Ci
volle
il
fuoco
a
farvi
uscir
di
casa
!
-
Il
cugino
Zacco
voleva
anche
condurlo
al
Caffè
dei
Nobili
:
-
Narrateci
,
dite
come
fu
...
-
Il
poveraccio
si
schermì
alla
meglio
;
per
altro
non
era
socio
:
poveri
sì
,
ma
i
Trao
non
s
'
erano
mai
cavato
il
cappello
a
nessuno
.
Fece
il
giro
lungo
onde
evitare
la
farmacia
di
Bomma
,
dove
il
dottor
Tavuso
sedeva
in
cattedra
tutto
il
giorno
;
ma
nel
salire
pel
Condotto
,
rasente
al
muro
,
inciampò
in
quella
linguaccia
di
Ciolla
,
ch
'
era
sempre
in
cerca
di
scandali
:
-
Buon
vento
,
buon
vento
,
don
Diego
!
Andate
da
vostra
cugina
Rubiera
?
Lui
si
fece
rosso
.
Sembrava
che
tutti
gli
leggessero
in
viso
il
suo
segreto
!
Si
voltò
ancora
indietro
esitante
,
guardingo
,
prima
d
'
entrare
nel
vicoletto
,
temendo
che
Ciolla
stesse
a
spiarlo
.
Per
fortuna
colui
s
'
era
fermato
a
discorrere
col
canonico
Lupi
,
facendo
di
gran
risate
,
alle
quali
il
canonico
rispondeva
atteggiando
la
bocca
al
riso
anche
lui
,
discretamente
.
La
baronessa
Rubiera
faceva
vagliare
del
grano
.
Don
Diego
la
vide
passando
davanti
la
porta
del
magazzino
,
in
mezzo
a
una
nuvola
di
pula
,
con
le
braccia
nude
,
la
gonnella
di
cotone
rialzata
sul
fianco
,
i
capelli
impolverati
,
malgrado
il
fazzoletto
che
s
'
era
tirato
giù
sul
naso
a
mo
'
di
tettino
.
Essa
stava
litigando
con
quel
ladro
del
sensale
Pirtuso
,
che
le
voleva
rubare
il
suo
farro
pagandolo
due
tarì
meno
a
salma
,
accesa
in
volto
,
gesticolando
con
le
braccia
pelose
,
il
ventre
che
le
ballava
:
-
Non
ne
avete
coscienza
,
giudeo
?
...
-
Poi
,
come
vide
don
Diego
,
si
voltò
sorridente
:
-
Vi
saluto
,
cugino
Trao
.
Cosa
andate
facendo
da
queste
parti
?
-
Veniva
appunto
,
signora
cugina
...
-
e
don
Diego
,
soffocato
dalla
polvere
,
si
mise
a
tossire
.
-
Scostatevi
,
scostatevi
!
Via
di
qua
,
cugino
.
Voi
non
ci
siete
avvezzo
-
interruppe
la
baronessa
.
-
Vedete
cosa
mi
tocca
a
fare
?
Ma
che
faccia
avete
,
gesummaria
!
Lo
spavento
di
questa
notte
,
eh
?
...
Dalla
botola
,
in
cima
alla
scaletta
di
legno
,
si
affacciarono
due
scarpacce
,
delle
grosse
calze
turchine
,
e
si
udì
una
bella
voce
di
giovanetta
la
quale
disse
:
-
Signora
baronessa
,
eccoli
qua
.
-
E
'
tornato
il
baronello
?
-
Sento
Marchese
che
abbaia
laggiù
.
-
Va
bene
,
adesso
vengo
.
Dunque
,
pel
farro
cosa
facciamo
,
mastro
Lio
?
Pirtuso
era
rimasto
accoccolato
sul
moggio
,
tranquillamente
,
come
a
dire
che
non
gliene
importava
del
farro
,
guardando
sbadatamente
qua
e
là
le
cose
strane
che
c
'
erano
nel
magazzino
vasto
quanto
una
chiesa
.
Una
volta
,
al
tempo
dello
splendore
dei
Rubiera
,
c
'
era
stato
anche
il
teatro
.
Si
vedeva
tuttora
l
'
arco
dipinto
a
donne
nude
e
a
colonnati
come
una
cappella
;
il
gran
palco
della
famiglia
di
contro
,
con
dei
brandelli
di
stoffa
che
spenzolavano
dal
parapetto
;
un
lettone
di
legno
scolpito
e
sgangherato
in
un
angolo
;
dei
seggioloni
di
cuoio
,
sventrati
per
farne
scarpe
;
una
sella
di
velluto
polverosa
,
a
cavalcioni
sul
subbio
di
un
telaio
;
vagli
di
tutte
le
grandezze
appesi
in
giro
;
mucchi
di
pale
e
di
scope
;
una
portantina
ficcata
sotto
la
scala
che
saliva
al
palco
,
con
lo
stemma
dei
Rubiera
allo
sportello
,
e
una
lanterna
antica
posata
sul
copricielo
,
come
una
corona
.
Giacalone
,
e
Vito
Orlando
,
in
mezzo
a
mucchi
di
frumento
alti
al
pari
di
montagne
,
si
dimenavano
attorno
ai
vagli
immensi
,
come
ossessi
,
tutti
sudati
e
bianchi
di
pula
,
cantando
in
cadenza
;
mentre
Gerbido
,
il
ragazzo
,
ammucchiava
continuamente
il
grano
con
la
scopa
.
-
Ai
miei
tempi
,
signora
baronessa
,
io
ci
ho
visto
la
commedia
,
in
questo
magazzino
,
-
rispose
Pirtuso
per
sviare
la
domanda
.
-
Lo
so
!
lo
so
!
Così
si
son
fatti
mangiare
il
fatto
suo
i
Rubiera
!
E
ora
vorreste
continuare
!
...
Lo
pigliate
il
farro
,
sì
o
no
?
-
Ve
l
'
ho
detto
:
a
cinque
onze
e
venti
.
-
No
,
in
coscienza
,
non
posso
.
Ci
perdo
già
un
tarì
a
salma
.
-
Benedicite
a
vossignoria
!
-
Via
,
mastro
Lio
,
ora
che
ha
parlato
la
signora
baronessa
!
-
aggiunse
Giacalone
,
sempre
facendo
ballare
il
vaglio
.
Ma
il
sensale
riprese
il
suo
moggio
,
e
se
ne
andò
senza
rispondere
.
La
baronessa
gli
corse
dietro
,
sull
'
uscio
,
per
gridargli
:
-
A
cinque
e
vent
'
uno
.
V
'
accomoda
?
-
Benedicite
,
benedicite
.
Ma
essa
,
colla
coda
dell
'
occhio
,
si
accorse
che
il
sensale
si
era
fermato
a
discorrere
col
canonico
Lupi
,
il
quale
,
sbarazzatosi
infine
del
Ciolla
,
se
ne
veniva
su
pel
vicoletto
.
Allora
,
rassicurata
,
si
rivolse
al
cugino
Trao
,
parlando
d
'
altro
:
-
Stavo
pensando
giusto
a
voi
,
cugino
.
Un
po
'
di
quel
farro
voglio
mandarvelo
a
casa
...
No
,
no
,
senza
cerimonie
...
Siamo
parenti
.
La
buon
'
annata
deve
venire
per
tutti
.
Poi
il
Signore
ci
aiuta
!
...
Avete
avuto
il
fuoco
in
casa
,
eh
?
Dio
liberi
!
M
'
hanno
detto
che
Bianca
è
ancora
mezza
morta
dallo
spavento
...
Io
non
potevo
lasciare
,
qui
...
scusatemi
.
-
Sì
...
son
venuto
appunto
...
Ho
da
parlarvi
...
-
Dite
,
dite
pure
...
Ma
intanto
,
mentre
siete
laggiù
,
guardate
se
torna
Pirtuso
...
Così
,
senza
farvi
scorgere
...
-
E
'
una
bestia
!
-
rispose
Vito
Orlando
dimenandosi
sempre
attorno
al
vaglio
.
-
Conosco
mastro
Lio
.
E
'
una
bestia
!
Non
torna
.
Ma
in
quel
momento
entrava
il
canonico
Lupi
,
sorridente
,
con
quella
bella
faccia
amabile
che
metteva
tutti
d
'
accordo
,
e
dietro
a
lui
il
sensale
col
moggio
in
mano
.
-
Deo
gratias
!
Deo
gratias
!
Lo
combiniamo
questo
matrimonio
,
signora
baronessa
?
Come
s
'
accorse
di
don
Diego
Trao
,
che
aspettava
umilmente
in
disparte
,
il
canonico
mutò
subito
tono
e
maniere
,
colle
labbra
strette
,
affettando
di
tenersi
in
disparte
anche
lui
,
per
discrezione
,
tutto
intento
a
combinare
il
negozio
del
frumento
.
Si
stette
a
tirare
un
altro
po
'
;
mastro
Lio
ora
strillava
e
dibattevasi
quasi
volessero
rubargli
i
denari
di
tasca
.
La
baronessa
invece
coll
'
aria
indifferente
,
voltandogli
le
spalle
,
chiamando
verso
la
botola
:
-
Rosaria
!
Rosaria
!
-
E
tacete
!
-
esclamò
infine
il
canonico
battendo
sulle
spalle
di
mastro
Lio
colla
manaccia
.
-
Io
so
per
chi
comprate
.
E
'
per
mastro
-
don
Gesualdo
.
Giacalone
accennò
di
sì
,
strizzando
l
'
occhio
.
-
Non
è
vero
!
Mastro
-
don
Gesualdo
non
ci
ha
che
fare
!
-
si
mise
a
vociare
il
sensale
.
-
Quello
non
è
il
mestiere
di
mastro
-
don
Gesualdo
!
-
Ma
infine
,
come
s
'
accordarono
sul
prezzo
,
Pirtuso
si
calmò
.
Il
canonico
soggiunse
:
-
State
tranquillo
,
che
mastro
-
don
Gesualdo
fa
tutti
i
mestieri
in
cui
c
'
è
da
guadagnare
.
Pirtuso
il
quale
s
'
era
accorto
della
strizzatina
d
'
occhio
di
Giacalone
,
andò
a
dirgli
sotto
il
naso
il
fatto
suo
:
-
Che
non
ne
vuoi
mangiare
pane
,
tu
?
Non
sai
che
si
tace
nei
negozi
?
-
La
baronessa
,
dal
canto
suo
,
mentre
il
sensale
le
voltava
le
spalle
,
ammiccò
anch
'
essa
al
canonico
Lupi
,
come
a
dirgli
che
riguardo
al
prezzo
non
c
'
era
male
.
-
Sì
,
sì
,
-
rispose
questi
sottovoce
.
-
Il
barone
Zacco
sta
per
vendere
a
minor
prezzo
.
Però
mastro
-
don
Gesualdo
ancora
non
ne
sa
nulla
.
-
Ah
!
s
'
è
messo
anche
a
fare
il
negoziante
di
grano
,
mastro
-
don
Gesualdo
?
Non
lo
fa
più
il
muratore
?
-
Fa
un
po
'
di
tutto
,
quel
diavolo
!
Dicesi
pure
che
vuol
concorrere
all
'
asta
per
la
gabella
delle
terre
comunali
...
La
baronessa
allora
sgranò
gli
occhi
:
-
Le
terre
del
cugino
Zacco
:
...
Le
gabelle
che
da
cinquant
'
anni
si
passano
in
mano
di
padre
in
figlio
?
...
E
'
una
bricconata
!
-
Non
dico
di
no
;
non
dico
di
no
.
Oggi
non
si
ha
più
riguardo
a
nessuno
.
Dicono
che
chi
ha
più
denari
,
quello
ha
ragione
...
Allora
si
rivolse
verso
don
Diego
,
con
grande
enfasi
,
pigliandosela
coi
tempi
nuovi
:
-
Adesso
non
c
'
è
altro
Dio
!
Un
galantuomo
alle
volte
...
oppure
una
ragazza
ch
'
è
nata
di
buona
famiglia
...
Ebbene
non
hanno
fortuna
!
Invece
uno
venuto
dal
nulla
...
uno
come
mastro
-
don
Gesualdo
,
per
esempio
!
...
Il
canonico
riprese
a
dire
come
in
aria
di
mistero
parlando
piano
con
la
baronessa
e
don
Diego
Trao
sputacchiando
di
qua
e
di
là
:
-
Ha
la
testa
fine
quel
mastro
-
don
Gesualdo
!
Si
farà
ricco
ve
lo
dico
io
!
Sarebbe
un
marito
eccellente
per
una
ragazza
a
modo
...
come
ce
ne
son
tante
che
non
hanno
molta
dote
.
Mastro
Lio
stavolta
se
ne
andava
davvero
.
-
Dunque
signora
baronessa
,
posso
venire
a
caricare
il
grano
?
-
La
baronessa
,
tornata
di
buon
umore
,
rispose
:
-
Sì
ma
sapete
come
dice
l
'
oste
?
"
Qui
si
mangia
e
qui
si
beve
;
senza
denari
non
ci
venire
.
"
-
Pronti
e
contanti
,
signora
baronessa
.
Grazie
a
Dio
vedrete
che
saremo
puntuali
.
-
Se
ve
l
'
avevo
detto
!
-
esclamò
Giacalone
ansando
sul
vaglio
.
-
E
'
mastro
-
don
Gesualdo
!
Il
canonico
fece
un
altro
segno
d
'
intelligenza
alla
baronessa
,
e
dopo
che
Pirtuso
se
ne
fu
andato
,
le
disse
:
-
Sapete
cosa
ho
pensato
?
di
concorrere
pure
all
'
asta
vossignoria
,
insieme
a
qualchedun
altro
...
ci
starei
anch
'
io
...
-
No
,
no
,
ho
troppa
carne
al
fuoco
!
...
Poi
non
vorrei
fare
uno
sgarbo
al
cugino
Zacco
!
Sapete
bene
...
Siamo
nel
mondo
...
Abbiamo
bisogna
alle
volte
l
'
uno
dell
'
altro
.
-
Intendo
...
mettere
avanti
un
altro
...
mastro
-
don
Gesualdo
Motta
,
per
esempio
.
Un
capitaluccio
lo
ha
;
lo
so
di
sicuro
...
Vossignoria
darebbe
l
'
appoggio
del
nome
...
Si
potrebbe
combinare
una
società
fra
di
noi
tre
...
Poscia
,
sembrandogli
che
don
Diego
Trao
stesse
ad
ascoltare
i
loro
progetti
,
perchè
costui
aspettava
il
momento
di
parlare
alla
cugina
Rubiera
,
impresciuttito
nella
sua
palandrana
,
e
aveva
tutt
'
altro
per
la
testa
il
poveraccio
!
il
canonico
cambiò
subito
discorso
:
-
Eh
,
eh
,
quante
cose
ha
visto
questo
magazzino
!
Mi
rammento
,
da
piccolo
,
il
marchese
Limòli
che
recitava
Adelaide
e
Comingio
colla
Margarone
,
buon
'
anima
,
la
madre
di
don
Filippo
,
quella
ch
'
è
andata
a
finire
poi
alla
Salonia
.
"
Adelaide
!
dove
sei
?
"
-
La
scena
della
Certosa
...
Bisognava
vedere
!
tutti
col
fazzoletto
agli
occhi
!
Tanto
che
don
Alessandro
Spina
per
la
commozione
,
si
mise
a
gridare
:
"
Ma
diglielo
che
sei
tu
!..."
e
le
buttò
anche
una
parolaccia
...
Ci
fu
poi
la
storia
della
schioppettata
che
tirarono
al
marchese
Limòli
,
mentre
stava
a
prendere
il
fresco
,
dopo
cena
;
e
di
don
Nicola
Margarone
che
condusse
la
moglie
in
campagna
,
e
non
le
fece
più
vedere
anima
viva
.
Ora
riposano
insieme
marito
e
moglie
nella
chiesa
del
Rosario
,
pace
alle
anime
loro
!
La
baronessa
affermava
coi
segni
del
capo
,
dando
un
colpo
di
scopa
,
di
tanto
in
tanto
,
per
dividere
il
grano
dalla
mondiglia
.
-
Così
andavano
in
rovina
le
famiglie
.
Se
non
ci
fossi
stata
io
,
in
casa
dei
Rubiera
!
...
Lo
vedete
quel
che
sarebbe
rimasto
di
tante
grandezze
!
Io
non
ho
fumi
,
grazie
a
Dio
!
Io
sono
rimasta
quale
mi
hanno
fatto
mio
padre
e
mia
madre
...
gente
di
campagna
,
gente
che
hanno
fatto
la
casa
colle
loro
mani
,
invece
di
distruggerla
!
e
per
loro
c
'
è
ancora
della
grazia
di
Dio
nel
magazzino
dei
Rubiera
,
invece
di
feste
e
di
teatri
...
In
quella
arrivò
il
vetturale
colle
mule
cariche
.
-
Rosaria
!
Rosaria
!
-
si
mise
a
gridare
di
nuovo
la
baronessa
verso
la
scaletta
.
Finalmente
comparvero
dalla
botola
le
scarpaccie
e
le
calze
turchine
,
poi
la
figura
di
scimmia
della
serva
,
sudicia
,
spettinata
,
sempre
colle
mani
nei
capelli
.
-
Don
Ninì
non
era
alla
Vignazza
,
-
disse
lei
tranquillamente
.
-
Alessi
è
ritornato
col
cane
,
ma
il
baronello
non
c
'
era
.
-
Oh
,
Vergine
Santa
!
-
cominciò
a
strillare
la
padrona
,
perdendo
un
po
'
del
suo
colore
acceso
.
-
Oh
,
Maria
Santissima
!
E
dove
sarà
mai
?
Cosa
gli
sarà
accaduto
al
mio
ragazzo
?
Don
Diego
a
quel
discorso
si
faceva
rosso
e
pallido
da
un
momento
all
'
altro
.
Aveva
la
faccia
di
uno
che
voglia
dire
:
-
Apriti
,
terra
,
e
inghiottimi
!
-
Tossì
,
cercò
il
fazzoletto
dentro
il
cappello
,
aprì
la
bocca
per
parlare
;
poi
si
volse
dall
'
altra
parte
,
asciugandosi
il
sudore
.
Il
canonico
s
'
affrettò
a
rispondere
,
guardando
sottecchi
don
Diego
Trao
.
-
Sarà
andato
in
qualche
altro
posto
...
Quando
si
va
a
caccia
,
sapete
bene
...
-
Tutti
i
vizi
di
suo
padre
,
buon
'
anima
!
Caccia
,
giuoco
,
divertimenti
...
senza
pensare
ad
altro
...
e
senza
neppure
avvertirmi
!
...
Figuratevi
,
stanotte
,
quando
le
campane
hanno
suonato
al
fuoco
,
vado
a
cercarlo
in
camera
sua
,
e
non
lo
trovo
!
Mi
sentirà
!
...
Oh
,
mi
sentirà
!
...
Il
canonico
cercava
di
troncare
il
discorso
,
col
viso
inquieto
,
il
sorriso
sciocco
che
non
voleva
dir
nulla
:
-
Eh
,
eh
,
baronessa
!
vostro
figlio
non
è
più
un
ragazzo
;
ha
ventisei
anni
!
-
Ne
avesse
anche
cento
!
...
Fin
che
si
marita
,
capite
!
...
E
anche
dopo
!
-
Signora
baronessa
,
dove
s
'
hanno
a
scaricare
i
muli
?
-
disse
Rosaria
,
grattandosi
il
capo
.
-
Vengo
,
vengo
.
Andiamo
per
di
qua
.
Voialtri
passerete
pel
cortile
,
quando
avrete
terminato
.
Essa
chiuse
a
catenaccio
Giacalone
e
Vito
Orlando
dentro
il
magazzino
,
e
s
'
avviò
verso
il
portone
.
La
casa
della
baronessa
era
vastissima
,
messa
insieme
a
pezzi
e
bocconi
,
a
misura
che
i
genitori
di
lei
andavano
stanando
ad
uno
ad
uno
i
diversi
proprietari
,
sino
a
cacciarsi
poi
colla
figliuola
nel
palazzetto
dei
Rubiera
e
porre
ogni
cosa
in
comune
:
tetti
alti
e
bassi
;
finestre
d
'
ogni
grandezza
,
qua
e
là
,
come
capitava
;
il
portone
signorile
incastrato
in
mezzo
a
facciate
da
catapecchie
.
Il
fabbricato
occupava
quasi
tutta
la
lunghezza
del
vicoletto
.
La
baronessa
,
discorrendo
sottovoce
col
canonico
Lupi
,
s
'
era
quasi
dimenticata
del
cugino
,
il
quale
veniva
dietro
passo
passo
.
Ma
giunti
al
portone
il
canonico
si
tirò
indietro
prudentemente
:
-
Un
'
altra
volta
;
tornerò
poi
.
Adesso
vostro
cugino
ha
da
parlarvi
.
Fate
gli
affari
vostri
,
don
Diego
.
-
Ah
,
scusate
,
cugino
.
Entrate
,
entrate
pure
.
Fin
dall
'
androne
immenso
e
buio
,
fiancheggiato
di
porticine
basse
,
ferrate
a
uso
di
prigione
,
si
sentiva
di
essere
in
una
casa
ricca
:
un
tanfo
d
'
olio
e
di
formaggio
che
pigliava
alla
gola
;
poi
un
odore
di
muffa
e
di
cantina
.
Dal
rastrello
spalancato
,
come
dalla
profondità
di
una
caverna
,
venivano
le
risate
di
Alessi
e
della
serva
che
riempivano
i
barili
,
e
il
barlume
fioco
del
lumicino
posato
sulla
botte
.
-
Rosaria
!
Rosaria
!
-
tornò
a
gridare
la
baronessa
in
tono
di
minaccia
.
Quindi
rivolta
al
cugino
Trao
:
-
Bisogna
darle
spesso
la
voce
,
a
quella
benedetta
ragazza
;
perché
quando
ci
ha
degli
uomini
sottomano
è
un
affar
serio
!
Ma
del
resto
è
fidata
,
e
bisogna
aver
pazienza
.
Che
posso
farci
?
...
Una
casa
piena
di
roba
come
la
mia
!
...
Più
in
là
,
nel
cortile
che
sembrava
quello
di
una
fattoria
popolato
di
galline
,
di
anatre
,
di
tacchini
,
che
si
affollavano
schiamazzando
attorno
alla
padrona
,
il
tanfo
si
mutava
in
un
puzzo
di
concime
e
di
strame
abbondante
.
Due
o
tre
muli
dalla
lunga
fila
sotto
la
tettoia
,
allungarono
il
collo
ragliando
;
dei
piccioni
calarono
a
stormi
dal
tetto
;
un
cane
da
pecoraio
feroce
,
si
mise
ad
abbaiare
,
strappando
la
catena
;
dei
conigli
allungavano
pure
le
orecchie
inquiete
,
dall
'
oscurità
misteriosa
della
legnaia
.
E
la
baronessa
in
mezzo
a
tutto
quel
ben
di
Dio
,
disse
al
cugino
:
-
Voglio
mandarvi
un
paio
di
piccioni
,
per
Bianca
...
Il
poveraccio
tossì
,
si
soffiò
il
naso
,
ma
non
trovò
neppure
allora
le
parole
da
rispondere
.
Infine
,
dopo
un
laberinto
di
anditi
e
di
scalette
,
per
stanzoni
oscuri
,
ingombri
di
ogni
sorta
di
roba
,
mucchi
di
fave
e
di
orzo
riparati
dai
graticci
,
arnesi
di
campagna
,
cassoni
di
biancheria
,
arrivarono
nella
camera
della
baronessa
,
imbiancata
a
calce
,
col
gran
letto
nuziale
rimasto
ancora
tale
e
quale
,
dopo
vent
'
anni
di
vedovanza
,
dal
ramoscello
d
'
ulivo
benedetto
,
a
piè
del
crocifisso
,
allo
schioppo
del
marito
accanto
al
capezzale
.
La
cugina
Rubiera
era
tornata
a
lamentarsi
del
figliuolo
:
-
Tale
e
quale
suo
padre
,
buon
'
anima
!
Senza
darsi
un
pensiero
al
mondo
della
mamma
o
dei
suoi
interessi
!
...
Vedendo
il
cugino
Trao
inchiodato
sull
'
uscio
,
rimpiccinito
nel
soprabitone
,
gli
porse
da
sedere
:
-
Entrate
,
entrate
,
cugino
Trao
.
-
Il
poveretto
si
lasciò
cadere
sulla
seggiola
,
quasi
avesse
le
gambe
rotte
,
sudando
come
Gesù
all
'
orto
;
si
cavò
allora
il
cappellaccio
bisunto
,
passandosi
il
fazzoletto
sulla
fronte
.
-
Avete
da
dirmi
qualche
cosa
,
cugino
?
Parlate
,
dite
pure
.
Egli
strinse
forte
le
mani
l
'
una
nell
'
altra
,
dentro
il
cappello
,
e
balbettò
colla
voce
roca
,
le
labbra
smorte
e
tremanti
,
gli
occhi
umidi
e
tristi
che
evitavano
gli
occhi
della
cugina
:
-
Sissignora
...
Ho
da
parlarvi
...
Lei
,
da
prima
,
al
vedergli
quella
faccia
,
pensò
che
fosse
venuto
a
chiederle
denari
in
prestito
.
Sarebbe
stata
la
prima
volta
,
è
vero
:
erano
troppo
superbi
i
cugini
Trao
:
qualche
regaluccio
,
di
quelli
che
aiutano
a
tirare
innanzi
,
vino
,
olio
,
frumento
,
solevano
accettarlo
dai
parenti
ricchi
-
lei
,
la
cugina
Sganci
,
il
barone
Mèndola
-
ma
la
mano
non
l
'
avevano
mai
stesa
.
Però
alle
volte
il
bisogno
fa
chinare
il
capo
anche
ad
altro
!
...
La
prudenza
istintiva
che
era
nel
sangue
di
lei
,
le
agghiacciò
un
momento
il
sorriso
benevolo
.
Poscia
pensò
al
fuoco
che
avevano
avuto
in
casa
,
alla
malattia
di
Bianca
-
era
una
buona
donna
infine
-
don
Diego
aveva
proprio
una
faccia
da
far
compassione
...
Accostò
la
sua
seggiola
a
quella
di
lui
,
per
fargli
animo
,
e
soggiunse
:
-
Parlate
,
parlate
,
cugino
mio
...
Quel
che
si
può
fare
...
sapete
bene
...
siamo
parenti
...
I
tempi
non
rispondono
...
ma
quel
poco
che
si
può
...
Non
molto
...
ma
quel
poco
che
posso
...
fra
parenti
...
Parlate
pure
...
Ma
egli
non
poteva
,
no
!
colle
fauci
strette
,
la
bocca
amara
,
alzando
ogni
momento
gli
occhi
su
di
lei
,
e
aprendo
le
labbra
senza
che
ne
uscisse
alcun
suono
.
Infine
,
cavò
di
nuovo
il
fazzoletto
per
asciugarsi
il
sudore
,
se
lo
passò
sulle
labbra
aride
,
balbettando
:
-
E
'
accaduta
una
disgrazia
!
...
Una
gran
disgrazia
!
...
La
baronessa
ebbe
paura
di
essersi
lasciata
andare
troppo
oltre
.
Nei
suoi
occhi
,
che
fuggivano
quelli
lagrimosi
del
cugino
,
cominciò
a
balenare
la
inquietudine
del
contadino
che
teme
per
la
sua
roba
.
-
Cioè
!
...
cioè
!
...
-
Vostro
figlio
è
tanto
ricco
!
...
Mia
sorella
no
,
invece
!
...
A
quelle
parole
la
cugina
Rubiera
tese
le
orecchie
,
colla
faccia
a
un
tratto
irrigidita
nella
maschera
dei
suoi
progenitori
,
improntata
della
diffidenza
arcigna
dei
contadini
che
le
avevano
dato
il
sangue
delle
vene
e
la
casa
messa
insieme
a
pezzo
a
pezzo
colle
loro
mani
.
Si
alzò
,
andò
ad
appendere
la
chiave
allo
stipite
dell
'
uscio
,
frugò
alquanto
nei
cassetti
del
cassettone
.
Infine
,
vedendo
che
don
Diego
non
aggiungeva
altro
:
-
Ma
spiegatevi
,
cugino
.
Sapete
che
ho
tanto
da
fare
...
Invece
di
spiegarsi
don
Diego
scoppiò
a
piangere
come
un
ragazzo
,
nascondendo
il
viso
incartapecorito
nel
fazzoletto
di
cotone
,
con
la
schiena
curva
e
scossa
dai
singhiozzi
ripetendo
:
-
Bianca
!
mia
sorella
!
...
E
'
capitata
una
gran
disgrazia
alla
mia
povera
sorella
!
...
Ah
,
cugina
Rubiera
!
...
voi
che
siete
madre
!
...
Adesso
la
cugina
aveva
tutt
'
altra
faccia
anche
lei
:
le
labbra
strette
per
non
lasciarsi
scappar
la
pazienza
,
e
una
ruga
nel
bel
mezzo
della
fronte
:
la
ruga
della
gente
che
è
stata
all
'
acqua
e
al
sole
per
farsi
la
roba
-
o
che
deve
difenderla
.
In
un
lampo
le
tornarono
in
mente
tante
cose
alle
quali
non
aveva
badato
nella
furia
del
continuo
da
fare
:
qualche
mezza
parola
della
cugina
Macrì
;
le
chiacchiere
che
andava
spargendo
don
Luca
il
sagrestano
;
certi
sotterfugi
del
figliuolo
.
A
un
tratto
si
sentì
la
bocca
amara
come
il
fiele
anch
'
essa
.
-
Non
so
,
cugino
,
-
gli
rispose
secco
secco
.
-
Non
so
come
ci
entri
io
in
questi
discorsi
...
Don
Diego
stette
un
po
'
a
cercare
le
parole
,
guardandola
fisso
negli
occhi
che
dicevano
tante
cose
,
in
mezzo
a
quelle
lagrime
di
onta
e
di
dolore
,
e
poi
nascose
di
nuovo
il
viso
fra
le
mani
,
accompagnando
col
capo
la
voce
che
stentava
a
venir
fuori
:
-
Sì
!
...
sì
!
...
Vostro
figlio
Ninì
!
...
La
baronessa
stavolta
rimase
lei
senza
trovar
parola
,
con
gli
occhi
che
le
schizzavano
fuori
dal
faccione
apoplettico
fissi
sul
cugino
Trao
,
quasi
volesse
mangiarselo
;
quindi
balzò
in
piedi
come
avesse
vent
'
anni
,
e
spalancò
in
furia
la
finestra
gridando
:
-
Rosaria
!
Alessi
!
venite
qua
!
-
Per
carità
!
per
carità
!
-
supplicava
don
Diego
a
mani
giunte
,
correndole
dietro
.
-
Non
fate
scandali
,
per
carità
!
-
E
tacque
,
soffocato
dalla
tosse
,
premendosi
il
petto
.
Ma
la
cugina
,
fuori
di
sé
,
non
gli
dava
più
retta
.
Sembrava
un
terremoto
per
tutta
la
casa
:
gli
schiamazzi
dal
pollaio
;
l
'
uggiolare
del
cane
;
le
scarpaccie
di
Alessi
e
di
Rosaria
che
accorrevano
a
rotta
di
collo
,
arruffati
,
scalmanati
,
con
gli
occhi
bassi
.
-
Dov
'
è
mio
figlio
,
infine
?
Cosa
t
'
hanno
detto
alla
Vignazza
?
Parla
,
stupido
!
-
Alessi
dondolandosi
ora
su
di
una
gamba
e
ora
sull
'
altra
,
balbettando
,
guardando
inquieto
di
qua
e
di
là
,
ripeteva
sempre
la
stessa
cosa
:
-
Il
baronello
non
era
alla
Vignazza
.
Vi
aveva
lasciato
il
cane
,
Marchese
,
la
sera
innanzi
,
ed
era
partito
:
-
A
piedi
,
sissignora
.
Così
mi
ha
detto
il
fattore
.
-
La
serva
,
rassettandosi
di
nascosto
,
a
capo
chino
,
soggiunse
che
il
baronello
,
allorché
andava
a
caccia
di
buon
'
ora
,
soleva
uscire
dalla
porticina
della
stalla
,
per
non
svegliar
nessuno
:
-
La
chiave
?
...
Io
non
so
...
Ha
minacciato
di
rompermi
le
ossa
...
La
colpa
non
è
mia
,
signora
baronessa
!
...
-
Come
le
pigliasse
un
accidente
,
alla
signora
baronessa
.
-
Poi
sgattaiolarono
entrambi
mogi
mogi
.
Nella
scala
si
udirono
di
nuovo
le
scarpaccie
che
scendevano
a
precipizio
,
inseguendosi
.
Don
Diego
,
cadaverico
,
col
fazzoletto
sulla
bocca
per
frenare
la
tosse
,
continuava
a
balbettare
soffocato
delle
parole
senza
senso
.
-
Era
lì
...
dietro
quell
'
uscio
!
...
Meglio
m
'
avesse
ucciso
addirittura
...
allorché
mi
puntò
le
pistole
al
petto
...
a
me
!
...
le
pistole
al
petto
,
cugina
Rubiera
!
...
La
baronessa
si
asciugava
le
labbra
amare
come
il
fiele
col
fazzoletto
di
cotone
:
-
No
!
questa
non
me
l
'
aspettavo
!
...
dite
la
verità
,
cugino
don
Diego
,
che
non
me
la
meritavo
!
...
Vi
ho
sempre
trattati
da
parenti
...
E
quella
gatta
morta
di
Bianca
che
me
la
pigliavo
in
casa
giornate
intere
...
come
una
figliuola
...
-
Lasciatela
stare
,
cugina
Rubiera
!
-
interruppe
don
Diego
,
con
un
rimasuglio
del
vecchio
sangue
dei
Trao
alle
guance
.
-
Sì
,
sì
,
lasciamola
stare
!
Quanto
a
mio
figlio
ci
penserò
io
,
non
dubitate
!
Gli
farò
fare
quel
che
dico
io
,
al
signor
baronello
...
Birbante
!
assassino
!
Sarà
causa
della
mia
morte
!
...
E
le
spuntarono
le
lagrime
.
Don
Diego
,
avvilito
,
non
osava
alzare
gli
occhi
.
Ci
aveva
fissi
dinanzi
,
implacabili
,
Ciolla
,
la
farmacia
di
Bomma
,
le
risate
ironiche
dei
vicini
,
le
chiacchiere
delle
comari
,
ed
anche
insistente
e
dolorosa
,
la
visione
netta
della
sua
casa
,
dove
un
uomo
era
entrato
di
notte
:
la
vecchia
casa
che
gli
sembrava
sentir
trasalire
ancora
in
ogni
pietra
all
'
eco
di
quei
passi
ladri
:
e
Bianca
,
sua
sorella
,
la
sua
figliuola
,
il
suo
sangue
,
che
gli
aveva
mentito
,
che
s
'
era
stretta
tacita
nell
'
ombra
all
'
uomo
il
quale
veniva
a
recare
così
mortale
oltraggio
ai
Trao
:
il
suo
povero
corpo
delicato
e
fragile
nelle
braccia
di
un
estraneo
!
...
Le
lagrime
gli
scendevano
amare
e
calde
a
lui
pure
lungo
il
viso
scarno
che
nascondeva
fra
le
mani
.
La
baronessa
,
infine
,
si
asciugò
gli
occhi
,
e
sospirò
rivolta
al
crocifisso
:
-
Sia
fatta
la
volontà
di
Dio
!
Anche
voi
,
cugino
Trao
,
dovete
aver
la
bocca
amara
!
Che
volete
:
Tocca
a
noi
che
abbiamo
il
peso
della
casa
sulle
spalle
!
...
Dio
sa
se
della
mia
pelle
ho
fatto
scarpe
,
dalla
mattina
alla
sera
!
se
mi
son
levato
il
pan
di
bocca
per
amore
della
roba
!
...
E
poi
tutto
a
un
tratto
,
ci
casca
addosso
un
negozio
simile
!
...
Ma
questa
è
l
'
ultima
che
mi
farà
il
signor
baronello
!
...
L
'
aggiusterò
io
,
non
dubitate
!
Alla
fin
fine
non
è
più
un
ragazzo
!
Lo
mariterò
a
modo
mio
...
La
catena
al
collo
,
là
!
quella
ci
vuole
!
...
Ma
voi
,
lasciatemelo
dire
,
dovevate
tenere
gli
occhi
aperti
,
cugino
Trao
!
...
Non
parlo
di
vostro
fratello
don
Ferdinando
,
ch
'
è
uno
stupido
,
poveretto
,
sebbene
sia
il
primogenito
...
ma
voi
che
avete
più
giudizio
...
e
non
siete
un
bambino
neppur
voi
!
Dovevate
pensarci
voi
!
...
Quando
si
ha
in
casa
una
ragazza
...
L
'
uomo
è
cacciatore
,
si
sa
!
...
A
vostra
sorella
avreste
dovuto
pensarci
voi
...
o
piuttosto
lei
stessa
...
Quasi
quasi
si
direbbe
...
colpa
sua
!
...
Chissà
cosa
si
sarà
messa
in
testa
?
...
magari
di
diventare
baronessa
Rubiera
...
Il
cugino
Trao
si
fece
rosso
e
pallido
in
un
momento
.
-
Signora
baronessa
...
siamo
poveri
...
è
vero
...
Ma
quanto
a
nascita
...
-
Eh
,
caro
mio
!
la
nascita
...
gli
antenati
...
tutte
belle
cose
...
non
dico
di
no
...
Ma
gli
antenati
che
fecero
mio
figlio
barone
...
volete
sapere
quali
furono
?
...
Quelli
che
zapparono
la
terra
!
...
Col
sudore
della
fronte
,
capite
?
Non
si
ammazzarono
a
lavorare
perché
la
loro
roba
poi
andasse
in
mano
di
questo
e
di
quello
...
capite
?
...
In
quel
mentre
bussarono
al
portone
col
pesante
martello
di
ferro
che
rintronò
per
tutta
la
casa
,
e
suscitò
un
'
altra
volta
lo
schiamazzo
del
pollaio
,
i
latrati
del
cane
;
e
mentre
la
baronessa
andava
alla
finestra
,
per
vedere
chi
fosse
,
Rosaria
gridò
dal
cortile
:
-
C
'
è
il
sensale
...
quello
del
grano
...
-
Vengo
,
vengo
!
-
seguitò
a
brontolare
la
cugina
Rubiera
,
tornando
a
staccare
dal
chiodo
la
chiave
del
magazzino
.
-
Vedete
quel
che
ci
vuole
a
guadagnare
un
tarì
a
salma
,
con
Pirtuso
e
tutti
gli
altri
!
Se
ho
lavorato
anch
'
io
tutta
la
vita
,
e
mi
son
tolto
il
pan
di
bocca
,
per
amore
della
casa
,
intendo
che
mia
nuora
vi
abbia
a
portare
la
sua
dote
anch
'
essa
...
Don
Diego
,
sgambettando
più
lesto
che
poteva
dietro
alla
cugina
Rubiera
,
per
gli
anditi
e
gli
stanzoni
pieni
di
roba
seguitava
:
-
Mia
sorella
non
è
ricca
...
cugina
Rubiera
...
Non
ha
la
dote
che
ci
vorrebbe
...
Le
daremo
la
casa
e
tutto
...
Ci
spoglieremo
per
lei
...
Ferdinando
ed
io
...
-
Appunto
,
vi
dicevo
!
...
Badate
che
c
'
è
uno
scalino
rotto
...
Voglio
che
mio
figlio
sposi
una
bella
dote
.
La
padrona
son
io
,
quella
che
l
'
ha
fatto
barone
.
Non
l
'
ha
fatta
lui
la
roba
!
Entrate
,
entrate
,
mastro
Lio
.
Lì
,
dal
cancello
di
legno
.
E
'
aperto
...
-
Vostro
figlio
però
lo
sapeva
che
mia
sorella
non
è
ricca
!...-
ribatteva
il
povero
don
Diego
che
non
si
risolveva
ad
andarsene
,
mentre
la
cugina
Rubiera
aveva
tanto
da
fare
.
Essa
allora
si
voltò
come
un
gallo
,
coi
pugni
sui
fianchi
,
in
cima
alla
scala
:
-
A
mio
figlio
ci
penso
io
,
torno
a
dirvi
!
Voi
pensate
a
vostra
sorella
...
L
'
uomo
è
cacciatore
...
Lo
manderò
lontano
!
Lo
chiudo
a
chiave
!
Lo
sprofondo
!
Non
tornerà
in
paese
altro
che
maritato
!
colla
catena
al
collo
!
ve
lo
dico
io
!
La
mia
croce
!
la
mia
rovina
!
...
Quindi
,
mossa
a
compassione
dalla
disperazione
muta
del
poveraccio
,
il
quale
non
si
reggeva
sulle
gambe
,
aggiunse
,
scendendo
adagio
adagio
:
-
E
del
resto
...
sentite
,
don
Diego
...
Farò
anch
'
io
quello
che
potrò
per
Bianca
...
Sono
madre
anch
'
io
!
...
Sono
cristiana
!
...
Immagino
la
spina
che
dovete
averci
lì
dentro
...
-
Signora
baronessa
,
dice
che
il
farro
non
risponde
al
peso
,
-
gridò
Alessi
dalla
porta
del
magazzino
.
-
Che
c
'
è
?
Cosa
dice
?
...
Anche
il
peso
adesso
?
La
solita
rinculata
!
per
carpirmi
un
altro
ribasso
!
...
E
la
baronessa
partì
come
una
furia
.
Per
un
po
'
si
udì
nella
profondità
del
magazzino
un
gran
vocìo
:
sembrava
che
si
fossero
accapigliati
.
Pirtuso
strillava
peggio
di
un
agnello
in
mano
al
beccaio
;
Giacalone
e
Vito
Orlando
vociavano
anch
'
essi
,
per
metterli
d
'
accordo
,
e
la
baronessa
fuori
di
sé
,
che
ne
diceva
di
tutti
i
colori
.
Poscia
vedendo
passare
il
cugino
Trao
,
il
quale
se
ne
andava
colla
coda
fra
le
gambe
,
la
testa
infossata
nelle
spalle
,
barcollando
,
lo
fermò
sull
'
uscio
,
cambiando
a
un
tratto
viso
e
maniere
:
-
Sentite
,
sentite
...
l
'
aggiusteremo
fra
di
noi
questa
faccenda
...
Infine
cos
'
è
stato
?
...
Niente
di
male
,
ne
son
certa
.
Una
ragazza
col
timor
di
Dio
...
La
cosa
rimarrà
fra
voi
e
me
...
l
'
accomoderemo
fra
di
noi
...
Vi
aiuterò
anch
'
io
,
don
Diego
...
Sono
madre
...
son
cristiana
...
La
mariteremo
a
un
galantuomo
...
Don
Diego
scosse
il
capo
amaramente
,
avvilito
,
barcollando
come
un
ubbriaco
nell
'
andarsene
.
-
Sì
,
sì
,
le
troveremo
un
galantuomo
...
Vi
aiuterò
anch
'
io
come
posso
...
Pazienza
!
...
Farò
un
sagrificio
...
Egli
a
quelle
parole
si
fermò
,
cogli
occhi
spalancati
,
tutto
tremante
:
-
Voi
!
...
cugina
Rubiera
!
...
No
!
...
no
!
...
Questo
non
può
essere
...
In
quel
momento
veniva
dal
magazzino
il
sensale
,
bianco
di
pula
,
duro
,
perfino
nella
barba
che
gli
tingeva
di
nero
il
viso
anche
quand
'
era
fatta
di
fresco
:
gli
occhietti
grigi
come
due
tarì
d
'
argento
,
sotto
le
sopracciglia
aggrottate
dal
continuo
stare
al
sole
e
al
vento
in
campagna
.
-
Bacio
le
mani
,
signora
baronessa
.
-
Come
?
Così
ve
ne
andate
?
Che
c
'
è
di
nuovo
?
Non
vi
piace
il
farro
?
L
'
altro
disse
di
no
col
capo
anch
'
esso
,
al
pari
di
don
Diego
Trao
,
il
quale
se
ne
andava
rasente
al
muro
,
continuando
a
scrollare
la
testa
,
come
fosse
stato
colto
da
un
accidente
,
inciampando
nei
sassi
ogni
momento
.
-
Come
?
-
seguitava
a
sbraitare
la
baronessa
.
-
Un
negozio
già
conchiuso
!
...
-
C
'
è
forse
caparra
,
signora
baronessa
?
-
Non
c
'
è
caparra
;
ma
c
'
è
la
parola
!
...
-
In
tal
caso
,
bacio
le
mani
a
vossignoria
!
E
tirò
via
,
ostinato
come
un
mulo
.
La
baronessa
,
furibonda
,
gli
strillò
dietro
:
-
Sono
azionacce
da
pari
vostro
!
Un
pretesto
per
rompere
il
negozio
...
degno
di
quel
mastro
-
don
Gesualdo
che
vi
manda
...
ora
che
s
'
è
pentito
...
Giacalone
e
Vito
Orlando
gli
correvano
dietro
anch
'
essi
scalmanandosi
a
fargli
sentire
la
ragione
.
Ma
Pirtuso
tirava
via
,
senza
rispondere
neppure
,
dicendo
a
don
Diego
Trao
che
non
gli
dava
retta
:
-
La
baronessa
ha
un
bel
dire
...
come
se
al
caso
non
avrebbe
fatto
lo
stesso
lei
pure
!
...
Ora
che
il
barone
Zacco
ha
cominciato
a
vendere
con
ribasso
...
Villano
o
baronessa
la
caparra
è
quella
che
conta
.
Dico
bene
,
vossignoria
?
III
La
signora
Sganci
aveva
la
casa
piena
di
gente
,
venuta
per
vedere
la
processione
del
Santo
patrono
:
c
'
erano
dei
lumi
persino
nella
scala
;
i
cinque
balconi
che
mandavano
fuoco
e
fiamma
sulla
piazza
nera
di
popolo
;
don
Giuseppe
Barabba
in
gran
livrea
e
coi
guanti
di
cotone
,
che
annunziava
le
visite
.
-
Mastro
-
don
Gesualdo
!
-
vociò
a
un
tratto
,
cacciando
fra
i
battenti
dorati
il
testone
arruffato
.
-
Devo
lasciarlo
entrare
,
signora
padrona
?
C
'
era
il
fior
fiore
della
nobiltà
:
l
'
arciprete
Bugno
,
lucente
di
raso
nero
;
donna
Giuseppina
Alòsi
,
carica
di
gioie
;
il
marchese
Limòli
,
con
la
faccia
e
la
parrucca
del
secolo
scorso
.
La
signora
Sganci
,
sorpresa
in
quel
bel
modo
dinanzi
a
tanta
gente
,
non
seppe
frenarsi
.
-
Che
bestia
!
Sei
una
bestia
!
Don
Gesualdo
Motta
,
si
dice
!
bestia
!
Mastro
-
don
Gesualdo
fece
così
il
suo
ingresso
fra
i
pezzi
grossi
del
paese
,
raso
di
fresco
,
vestito
di
panno
fine
,
con
un
cappello
nuovo
fiammante
fra
le
mani
mangiate
di
calcina
.
-
Avanti
,
avanti
,
don
Gesualdo
!
-
strillò
il
marchese
Limòli
con
quella
sua
vocetta
acre
che
pizzicava
.
-
Non
abbiate
suggezione
.
Mastro
-
don
Gesualdo
però
esitava
alquanto
,
intimidito
,
in
mezzo
alla
gran
sala
tappezzata
di
damasco
giallo
,
sotto
gli
occhi
di
tutti
quei
Sganci
che
lo
guardavano
alteramente
dai
ritratti
,
in
giro
alle
pareti
.
La
padrona
di
casa
gli
fece
animo
:
-
Qui
,
qui
,
c
'
è
posto
anche
per
voi
,
don
Gesualdo
.
C
'
era
appunto
il
balcone
del
vicoletto
,
che
guardava
di
sbieco
sulla
piazza
,
per
gli
invitati
di
seconda
mano
ed
i
parenti
poveri
:
donna
Chiara
Macrì
,
così
umile
e
dimessa
che
pareva
una
serva
;
sua
figlia
donna
Agrippina
,
monaca
di
casa
una
ragazza
con
tanto
di
baffi
,
un
faccione
bruno
e
bitorzoluto
da
zoccolante
,
e
due
occhioni
neri
come
il
peccato
che
andavano
frugando
gli
uomini
.
In
prima
fila
il
cugino
don
Ferdinando
,
curioso
più
di
un
ragazzo
,
che
s
'
era
spinto
innanzi
a
gomitate
,
e
allungava
il
collo
verso
la
Piazza
Grande
dal
cravattone
nero
,
al
pari
di
una
tartaruga
,
cogli
occhietti
grigi
e
stralunati
,
il
mento
aguzzo
e
color
di
filiggine
,
il
gran
naso
dei
Trao
palpitante
,
il
codino
ricurvo
,
simile
alla
coda
di
un
cane
sul
bavero
bisunto
che
gli
arrivava
alle
orecchie
pelose
;
e
sua
sorella
donna
Bianca
rincantucciata
dietro
di
lui
,
colle
spalle
un
po
'
curve
,
il
busto
magro
e
piatto
,
i
capelli
lisci
,
il
viso
smunto
e
dilavato
,
vestita
di
lanetta
in
mezzo
a
tutto
il
parentado
in
gala
.
La
zia
Sganci
tornò
a
dire
:
-
Venite
qui
,
don
Gesualdo
.
V
'
ho
serbato
il
posto
per
voi
.
Qui
,
vicino
ai
miei
nipoti
.
Bianca
si
fece
in
là
,
timidamente
.
Don
Ferdinando
,
temendo
d
'
esser
scomodato
,
volse
un
momento
il
capo
,
accigliato
,
e
mastro
-
don
Gesualdo
si
avvicinò
al
balcone
,
inciampando
,
balbettando
,
sprofondandosi
in
scuse
.
Rimase
lì
,
dietro
le
spalle
di
coloro
che
gli
stavano
dinanzi
,
alzando
il
capo
a
ogni
razzo
che
saliva
dalla
piazza
per
darsi
un
contegno
meno
imbarazzato
.
-
Scusate
!
scusate
!
-
sbuffò
allora
donna
Agrippina
Macrì
,
arricciando
il
naso
,
facendosi
strada
coi
fianchi
poderosi
,
assettandosi
sdegnosa
il
fazzoletto
bianco
sul
petto
enorme
;
e
capitò
nel
crocchio
dove
era
la
zia
Cirmena
colle
altre
dame
,
sul
balcone
grande
,
in
mezzo
a
un
gran
mormorìo
,
tutte
che
si
voltavano
a
guardare
verso
il
balcone
del
vicoletto
,
in
fondo
alla
sala
.
-
Me
l
'
han
messo
lì
...
alle
costole
,
capite
!
...
Un
'
indecenza
!
-
Ah
,
è
quello
lo
sposo
!
-
domandò
sottovoce
donna
Giuseppina
Alòsi
,
cogli
occhietti
che
sorridevano
in
mezzo
al
viso
placido
di
luna
piena
.
-
Zitto
!
zitto
.
Vado
a
vedere
...
-
disse
la
Cirmena
,
e
attraversò
la
sala
-
come
un
mare
di
luce
nel
vestito
di
raso
giallo
-
per
andare
a
fiutare
che
cosa
si
macchinasse
nel
balcone
del
vicoletto
.
Lì
tutti
sembravano
sulle
spine
:
la
zia
Macrì
fingendo
di
guardare
nella
piazza
,
Bianca
zitta
in
un
cantuccio
,
e
don
Ferdinando
solo
che
badava
a
godersi
la
festa
,
voltando
il
capo
di
qua
e
di
là
,
senza
dire
una
parola
.
-
Vi
divertite
qui
,
eh
?
Tu
ti
diverti
,
Bianca
?
Don
Ferdinando
volse
il
capo
infastidito
;
poi
vedendo
la
cugina
Cirmena
,
borbottò
:
-
Ah
...
donna
Sarina
...
buona
sera
!
buona
sera
!
-
E
tornò
a
voltarsi
dall
'
altra
parte
.
Bianca
alzò
gli
occhi
dolci
ed
umili
sulla
zia
e
non
rispose
;
la
Macrì
abbozzò
un
sorriso
discreto
.
La
Cirmena
riprese
subito
,
guardando
don
Gesualdo
:
-
Che
caldo
,
eh
?
Si
soffoca
!
C
'
è
troppa
gente
questa
volta
..
La
cugina
Sganci
ha
invitato
tutto
il
paese
...
Mastro
-
don
Gesualdo
fece
per
tirarsi
da
banda
.
-
No
,
no
,
non
vi
scomodate
,
caro
voi
...
Sentite
piuttosto
,
cugina
Macrì
...
-
Signora
!
signora
!
-
vociò
in
quel
momento
don
Giuseppe
Barabba
,
facendo
dei
segni
alla
padrona
.
-
No
,
-
rispose
lei
,
-
prima
deve
passare
la
processione
.
Il
marchese
Limòli
la
colse
a
volo
mentre
s
'
allontanava
,
fermandola
pel
vestito
:
-
Cugina
,
cugina
,
levatemi
una
curiosità
:
cosa
state
almanaccando
con
mastro
-
don
Gesualdo
?
-
Me
l
'
aspettavo
...
cattiva
lingua
!
...
-
borbottò
la
Sganci
;
e
lo
piantò
lì
,
senza
dargli
retta
,
che
se
la
rideva
fra
le
gengive
nude
,
sprofondato
nel
seggiolone
,
come
una
mummia
maliziosa
.
Entrava
in
quel
punto
il
notaro
Neri
,
piccolo
,
calvo
,
rotondo
,
una
vera
trottola
,
col
ventre
petulante
,
la
risata
chiassosa
,
la
parlantina
che
scappava
stridendo
a
guisa
di
una
carrucola
.
-
Donna
Mariannina
!
...
Signori
miei
!
...
Quanta
gente
!
...
Quante
bellezze
!
...
-
Poi
,
scoperto
anche
mastro
-
don
Gesualdo
in
pompa
magna
,
finse
di
chinarsi
per
vederci
meglio
,
come
avesse
le
traveggole
,
inarcando
le
ciglia
,
colla
mano
sugli
occhi
;
si
fece
il
segno
della
croce
e
scappò
in
furia
verso
il
balcone
grande
,
cacciandosi
a
gomitate
nella
folla
,
borbottando
:
-
Questa
è
più
bella
di
tutte
!
...
Com
'
è
vero
Dio
!
Donna
Giuseppina
Alòsi
istintivamente
corse
con
la
mano
sulle
gioie
;
e
la
signora
Capitana
,
che
non
avendo
da
sfoggiarne
metteva
in
mostra
altre
ricchezze
,
al
sentirsi
frugare
nelle
spalle
si
volse
come
una
vipera
.
-
Scusate
,
scusate
;
-
balbettava
il
notaro
.
-
Cerco
il
barone
Zacco
.
Dalla
via
San
Sebastiano
,
al
disopra
dei
tetti
,
si
vedeva
crescere
verso
la
piazza
un
chiarore
d
'
incendio
,
dal
quale
di
tratto
in
tratto
scappavano
dei
razzi
,
dinanzi
alla
statua
del
santo
,
con
un
vocìo
di
folla
che
montava
a
guisa
di
tempesta
.
-
La
processione
!
la
processione
!
-
strillarono
i
ragazzi
pigiati
contro
la
ringhiera
.
Gli
altri
si
spinsero
innanzi
;
ma
la
processione
ancora
non
spuntava
.
Il
cavaliere
Peperito
,
che
si
mangiava
con
gli
occhi
le
gioie
di
donna
Giuseppina
Alòsi
-
degli
occhi
di
lupo
affamato
sulla
faccia
magra
,
folta
di
barba
turchiniccia
sino
agli
occhi
-
approfittò
della
confusione
per
soffiarle
nell
'
orecchio
un
'
altra
volta
:
-
Sembrate
una
giovinetta
,
donna
Giuseppina
!
parola
di
cavaliere
!
-
Zitto
,
cattivo
soggetto
!
-
rispose
la
vedova
.
-
Raccomandatevi
piuttosto
al
santo
Patrono
che
sta
per
arrivare
.
-
Sì
,
sì
,
se
mi
fa
la
grazia
...
Dal
seggiolone
dove
era
rannicchiato
il
marchese
Limòli
sorse
allora
la
vocetta
fessa
di
lui
:
-
Servitevi
,
servitevi
pure
!
Già
son
sordo
,
lo
sapete
.
Il
barone
Zacco
,
rosso
come
un
peperone
,
rientrò
dal
balcone
,
senza
curarsi
del
santo
,
sfogandosi
col
notaro
Neri
:
-
Tutta
opera
del
canonico
Lupi
!
...
Ora
mi
cacciano
fra
i
piedi
anche
mastro
-
don
Gesualdo
per
concorrere
all
'
asta
delle
terre
comunali
!
...
Ma
non
me
le
toglieranno
!
dovessi
vendere
Fontanarossa
,
vedete
!
Delle
terre
che
da
quarant
'
anni
sono
nella
mia
famiglia
!
...
Tutt
'
a
un
tratto
,
sotto
i
balconi
,
la
banda
scoppiò
in
un
passodoppio
furibondo
,
rovesciandosi
in
piazza
con
un
'
onda
di
popolo
che
sembrava
minacciosa
.
La
signora
Capitana
si
tirò
indietro
arricciando
il
naso
.
-
Che
odore
di
prossimo
viene
di
laggiù
!
-
Capite
?
-
seguitava
a
sbraitare
il
barone
Zacco
-
delle
terre
che
pago
già
a
tre
onze
la
salma
!
E
gli
par
poco
!
Il
notaro
Neri
,
che
non
gli
piaceva
far
sapere
alla
gente
i
fatti
suoi
,
si
rivolse
alla
signora
Capitana
scollacciata
ch
'
era
un
'
indecenza
,
col
pretesto
che
si
faceva
mandare
i
vestiti
da
Palermo
,
la
quale
civettava
in
mezzo
a
un
gruppo
di
giovanotti
.
-
Signora
Capitana
!
signora
Capitana
!
Così
rubate
la
festa
al
santo
!
Tutti
gli
voltano
le
spalle
!
-
Come
siete
stupidi
,
tutti
quanti
!
-
rispose
la
Capitana
,
gongolante
.
-
Vado
a
mettermi
vicino
al
marchese
,
che
ha
più
giudizio
di
voi
.
-
Ahimè
!
ahimè
!
signora
mia
!
...
Il
marchese
,
cogli
occhietti
svegli
adesso
,
andava
fiutandole
da
presso
il
profumo
di
bergamotta
tanto
che
essa
doveva
schermirsi
col
ventaglio
,
e
il
vecchietto
ad
ostinarsi
:
-
No
!
no
!
lasciatemi
fare
le
mie
devozioni
!
...
L
'
arciprete
prese
tabacco
,
si
spurgò
,
tossì
,
infine
si
alzò
,
e
si
mosse
per
andarsene
,
gonfiando
le
gote
-
le
gote
lucenti
la
sottana
lucente
,
il
grosso
anello
lucente
,
tanto
che
le
male
lingue
dicevano
fosse
falso
;
mentre
il
marchese
gli
gridava
dietro
:
-
Don
Calogero
!
don
Calogero
!
dico
per
dire
che
diavolo
!
Alla
mia
età
...
E
appena
cessarono
le
risate
alla
sortita
del
marchese
,
si
udì
donna
Giuseppina
Alòsi
,
che
faceva
le
sue
confidenze
al
cavaliere
.
-
...
come
fossi
libera
,
capite
!
Le
due
grandi
al
Collegio
di
Maria
;
il
maschio
al
Seminario
;
in
casa
ci
ho
soltanto
l
'
ultimo
,
Sarino
,
ch
'
è
meno
alto
di
questo
ventaglio
.
Poi
i
miei
figliuoli
hanno
la
roba
del
loro
padre
,
buon
'
anima
...
Donna
Sarina
tornò
verso
il
balcone
grande
chiacchierando
sottovoce
colla
cugina
Macrì
,
con
delle
scrollatine
di
capo
e
dei
sorrisetti
che
volevano
dire
.
-
Però
non
capisco
il
mistero
che
vuol
farne
la
cugina
Sganci
!
...
Siamo
parenti
di
Bianca
anche
noi
,
alla
fin
fine
!
...
-
E
'
quello
?
quello
lì
?
-
tornò
a
chiedere
donna
Giuseppina
col
sorriso
maligno
di
prima
.
La
Cirmena
accennò
di
sì
,
stringendo
le
labbra
sottili
,
cogli
occhi
rivolti
altrove
,
in
aria
di
mistero
anch
'
essa
.
Infine
non
si
tenne
più
:
-
Fanno
le
cose
sottomano
...
come
se
fossero
delle
sudicerie
.
Capiscono
anche
loro
che
manipolano
delle
cose
sporche
...
Ma
la
gente
poi
non
è
così
sciocca
da
non
accorgersi
...
Un
mese
che
il
canonico
Lupi
si
arrabatta
in
questo
negozio
...
un
va
e
vieni
fra
la
Sganci
e
la
Rubiera
...
-
Non
me
lo
dite
!
-
esclamò
Peperito
.
-
Una
Trao
che
sposa
mastro
-
don
Gesualdo
!
...
Non
me
lo
dite
!
...
Quando
vedo
una
famiglia
illustre
come
quella
scendere
tanto
basso
mi
fa
male
allo
stomaco
,
in
parola
d
'
onore
!
E
volse
le
spalle
soffiandosi
il
naso
come
una
trombetta
nel
fazzoletto
sudicio
,
fremendo
d
'
indignazione
per
tutta
la
personcina
misera
,
dopo
aver
saettato
un
'
occhiata
eloquente
a
donna
Giuseppina
.
-
Chi
volete
che
la
sposi
?
...
senza
dote
!
...
-
ribatté
la
Cirmena
al
cavaliere
ch
'
era
già
lontano
.
-
Poi
,
dopo
quello
ch
'
è
successo
!
...
-
Almeno
si
metterà
in
grazia
di
Dio
!
-
osservò
piano
la
zia
Macrì
.
La
sua
figliuola
che
stava
ad
ascoltare
senza
dir
nulla
,
fissando
in
volto
a
chi
parlava
quegli
occhioni
ardenti
,
scosse
la
tonaca
,
quasi
avesse
temuto
d
'
insudiciarla
fra
tante
sozzure
,
e
mormorò
colla
voce
d
'
uomo
,
colle
grosse
labbra
sdegnose
sulle
quali
sembrava
veder
fremere
i
peli
neri
,
rivolta
al
chiarore
della
processione
che
s
'
avvicinava
al
di
sopra
dei
tetti
della
via
,
come
un
incendio
:
-
Santo
Patrono
!
Guardatemi
voi
!
-
Queste
sono
le
conseguenze
!
...
La
ragazza
si
era
messa
in
testa
non
so
che
cosa
...
Un
disonore
per
tutto
il
parentado
!
...
La
cugina
Sganci
ha
fatto
bene
a
ripararvi
...
Non
dico
di
no
!
...
Ma
avrebbe
dovuto
parlarne
a
noi
pure
che
siamo
parenti
di
Bianca
al
par
di
lei
...
Piuttosto
che
fare
le
cose
di
nascosto
...
Scommetto
che
neppure
don
Ferdinando
ne
sa
nulla
...
-
Ma
l
'
altro
fratello
...
don
Diego
,
cosa
ne
dice
?
...
-
Ah
,
don
Diego
?
...
sarà
a
rovistare
fra
le
sue
cartacce
...
Le
carte
della
lite
!
...
Non
pensa
ad
altro
...
Crede
d
'
arricchire
colla
lite
!
...
Lo
vedete
che
non
è
uscito
di
casa
neppure
per
la
festa
...
Poi
forse
si
vergogna
a
farsi
vedere
dalla
gente
...
Tutti
così
quei
Trao
...
Degli
stupidi
!
...
gente
che
si
troveranno
un
bel
giorno
morti
di
fame
in
casa
,
piuttosto
di
aprir
bocca
per
...
-
Il
canonico
,
no
!
-
stava
dicendo
il
notaro
mentre
s
'
avvicinavano
al
balcone
discorrendo
sottovoce
col
barone
Zacco
.
-
Piuttosto
la
baronessa
...
offrendole
un
guadagno
...
Quella
non
ha
puntiglio
!
...
Del
canonico
non
ho
paura
...
-
E
tutto
sorridente
poi
colle
signore
:
-
Ah
!
...
donna
Chiara
!
...
La
bella
monaca
che
avete
in
casa
!
...
Una
vera
grazia
di
Dio
!
...
-
Eh
,
marchese
?
eh
?
Chi
ve
l
'
avrebbe
detto
,
ai
vostri
tempi
?
...
che
sareste
arrivato
a
vedere
la
processione
del
santo
Patrono
spalla
a
spalla
con
mastro
-
don
Gesualdo
,
in
casa
Sganci
!
-
riprese
il
barone
Zacco
,
il
quale
pensava
sempre
a
una
cosa
,
e
non
poteva
mandarla
giù
,
guardando
di
qua
e
di
là
cogli
occhiacci
da
spiritato
,
ammiccando
alle
donne
per
farle
ridere
.
Il
marchese
,
impenetrabile
,
rispose
solo
:
-
Eh
,
eh
,
caro
barone
!
Eh
,
eh
!
-
Sapete
quanto
ha
guadagnato
nella
fabbrica
dei
mulini
mastro
-
don
Gesualdo
?
-
entrò
a
dire
il
notaro
a
mezza
voce
in
aria
di
mistero
.
-
Una
bella
somma
!
Ve
lo
dico
io
!
...
Si
è
tirato
su
dal
nulla
...
Me
lo
ricordo
io
manovale
,
coi
sassi
in
spalla
...
sissignore
!
...
Mastro
Nunzio
,
suo
padre
,
non
aveva
di
che
pagare
le
stoppie
per
far
cuocere
il
gesso
nella
sua
fornace
...
Ora
ha
l
'
impresa
del
ponte
a
Fiumegrande
!
...
Suo
figlio
ha
sborsato
la
cauzione
,
tutta
in
pezzi
da
dodici
tarì
,
l
'
un
sull
'
altro
...
Ha
le
mani
in
pasta
in
tutti
gli
affari
del
comune
...
Dicono
che
vuol
mettersi
anche
a
speculare
sulle
terre
...
L
'
appetito
viene
mangiando
...
Ha
un
bell
'
appetito
...
e
dei
buoni
denti
,
ve
lo
dico
io
!
...
Se
lo
lasciano
fare
,
di
qui
a
un
po
'
si
dirà
che
mastro
-
don
Gesualdo
è
il
padrone
del
paese
!
Il
marchese
allora
levò
un
istante
la
sua
testolina
di
scimmia
;
ma
poi
fece
una
spallucciata
,
e
rispose
,
con
quel
medesimo
risolino
tagliente
:
-
Per
me
...
non
me
ne
importa
.
Io
sono
uno
spiantato
.
-
Padrone
?
...
padrone
?
...
quando
saran
morti
tutti
quelli
che
son
nati
prima
di
lui
!
...
e
meglio
di
lui
!
Venderò
Fontanarossa
;
ma
le
terre
del
comune
non
me
le
toglie
mastro
-
don
Gesualdo
!
Né
solo
,
né
coll
'
aiuto
della
baronessa
Rubiera
!
-
Che
c
'
è
?
che
c
'
è
?
-
interruppe
il
notaro
correndo
al
balcone
,
per
sviare
il
discorso
,
poiché
il
barone
non
sapeva
frenarsi
e
vociava
troppo
forte
.
Giù
in
piazza
,
dinanzi
al
portone
di
casa
Sganci
,
vedevasi
un
tafferuglio
,
dei
vestiti
chiari
in
mezzo
alla
ressa
,
berretti
che
volavano
in
aria
,
e
un
tale
che
distribuiva
legnate
a
diritta
e
a
manca
per
farsi
largo
.
Subito
dopo
comparve
sull
'
uscio
dell
'
anticamera
don
Giuseppe
Barabba
,
colle
mani
in
aria
strangolato
dal
rispetto
.
-
Signora
!
...
signora
!
...
Era
tutto
il
casato
dei
Margarone
stavolta
:
donna
Fifì
,
donna
Giovannina
,
donna
Mita
,
la
mamma
Margarone
,
donna
Bellonia
,
dei
Bracalanti
di
Pietraperzia
,
nientemeno
,
che
soffocava
in
un
busto
di
raso
verde
,
pavonazza
,
sorridente
;
e
dietro
,
il
papà
Margarone
,
dignitoso
,
gonfiando
le
gote
,
appoggiandosi
alla
canna
d
'
India
col
pomo
d
'
oro
,
senza
voltar
nemmeno
il
capo
,
tenendo
per
mano
l
'
ultimo
dei
Margarone
,
Nicolino
,
il
quale
strillava
e
tirava
calci
perché
non
gli
facevano
vedere
il
santo
dalla
piazza
.
Il
papà
,
brandendo
la
canna
d
'
India
,
voleva
insegnargli
l
'
educazione
.
-
Adesso
?
-
sogghignò
il
marchese
per
calmarlo
.
-
Oggi
ch
'
è
festa
?
Lasciatelo
stare
quel
povero
ragazzo
,
don
Filippo
!
Don
Filippo
lasciò
stare
,
limitandosi
a
lanciare
di
tanto
in
tanto
qualche
occhiataccia
autorevole
al
ragazzo
che
non
gli
badava
.
Intanto
gli
altri
facevano
festa
alle
signore
Margarone
:
-
Donna
Bellonia
!
...
donna
Fifì
!
...
che
piacere
,
stasera
!
...
-
Perfino
don
Giuseppe
Barabba
,
a
modo
suo
,
sbracciandosi
a
portar
delle
altre
seggiole
e
a
smoccolare
i
lumi
.
Poi
dal
balcone
si
mise
a
fare
il
telegrafo
con
qualcuno
ch
'
era
giù
in
piazza
,
gridando
per
farsi
udire
in
mezzo
al
gran
brusìo
della
folla
:
-
Signor
barone
!
signor
barone
!
-
Infine
corse
dalla
padrona
,
trionfante
:
-
Signora
!
signora
!
Eccolo
che
viene
!
ecco
don
Ninì
!
.
Donna
Giuseppina
Alòsi
abbozzò
un
sorrisetto
alla
gomitata
che
le
piantò
nei
fianchi
il
barone
Zacco
.
La
signora
Capitana
invece
si
rizzò
sul
busto
-
come
se
sbocciassero
allora
le
sue
belle
spalle
nude
dalle
maniche
rigonfie
.
-
Sciocco
!
Non
ne
fai
una
bene
!
Cos
'
è
questo
fracasso
?
Non
è
questa
la
maniera
!
Don
Giuseppe
se
ne
andò
brontolando
.
Ma
in
quella
entrava
don
Ninì
Rubiera
,
un
giovanotto
alto
e
massiccio
che
quasi
non
passava
dall
'
uscio
,
bianco
e
rosso
in
viso
,
coi
capelli
ricciuti
,
e
degli
occhi
un
po
'
addormentati
che
facevano
girare
il
capo
alle
ragazze
.
Donna
Giovannina
Margarone
,
un
bel
pezzo
di
grazia
di
Dio
anch
'
essa
,
cinghiata
nel
busto
al
pari
della
mamma
,
si
fece
rossa
come
un
papavero
,
al
vedere
entrare
il
baronello
.
Ma
la
mamma
le
metteva
sempre
innanzi
la
maggiore
,
donna
Fifì
,
disseccata
e
gialla
dal
lungo
celibato
,
tutta
pelosa
,
con
certi
denti
che
sembrava
volessero
acchiappare
un
marito
a
volo
,
sopraccarica
di
nastri
,
di
fronzoli
e
di
gale
,
come
un
uccello
raro
.
-
Fifì
vi
ha
scoperto
per
la
prima
in
mezzo
alla
folla
!
...
Che
folla
,
eh
?
Mio
marito
ha
dovuto
adoperare
il
bastone
per
farci
largo
.
Proprio
una
bella
festa
!
Fifì
ci
ha
detto
:
Ecco
lì
il
baronello
Rubiera
,
vicino
al
palco
della
musica
...
Don
Ninì
guardava
intorno
inquieto
.
A
un
tratto
scoprendo
la
cugina
Bianca
rincantucciata
in
fondo
al
balcone
del
vicoletto
,
smorta
in
viso
,
si
turbò
,
smarrì
un
istante
il
suo
bel
colorito
fiorente
,
e
rispose
balbettando
:
-
Sissignora
...
infatti
...
sono
della
commissione
...
-
Bravo
!
bravo
!
Bella
festa
davvero
!
Avete
saputo
far
le
cose
bene
!
...
E
vostra
madre
,
don
Ninì
?
...
-
Presto
!
presto
!
-
chiamò
dal
balcone
la
zia
Sganci
.
-
Ecco
qui
il
santo
!
Il
marchese
Limòli
,
che
temeva
l
'
umidità
della
sera
,
aveva
afferrato
la
mamma
Margarone
pel
suo
vestito
di
raso
verde
e
faceva
il
libertino
:
-
Non
c
'
è
furia
,
non
c
'
è
furia
!
Il
santo
torna
ogni
anno
.
Venite
qua
,
donna
Bellonia
.
Lasciamo
il
posto
ai
giovani
,
noi
che
ne
abbiamo
viste
tante
delle
feste
!
E
continuava
a
biasciarle
delle
barzellette
salate
nell
'
orecchio
che
sembrava
arrossire
dalla
vergogna
;
divertendosi
alla
faccia
seria
che
faceva
don
Filippo
sul
cravattone
di
raso
;
mentre
la
signora
Capitana
,
per
far
vedere
che
sapeva
stare
in
conversazione
,
rideva
come
una
matta
,
chinandosi
in
avanti
ogni
momento
,
riparandosi
col
ventaglio
per
nascondere
i
denti
bianchi
,
il
seno
bianco
,
tutte
quelle
belle
cose
di
cui
studiava
l
'
effetto
colla
coda
dell
'
occhio
,
mentre
fingeva
d
'
andare
in
collera
allorché
il
marchese
si
pigliava
qualche
libertà
soverchia
-
adesso
che
erano
soli
-
diceva
lui
col
suo
risolino
sdentato
di
satiro
.
-
Mita
!
Mita
!
-
chiamò
infine
la
mamma
Margarone
.
-
No
!
no
!
Non
mi
scappate
,
donna
Bellonia
!
...
Non
mi
lasciate
solo
con
la
signora
Capitana
...
alla
mia
età
!
...
Donna
Mita
sa
quel
che
deve
fare
.
E
'
grande
e
grossa
quanto
le
sue
sorelle
messe
insieme
;
ma
sa
che
deve
fare
la
bambina
,
per
non
far
torto
alle
altre
due
.
Il
notaro
Neri
,
che
per
la
sua
professione
sapeva
i
fatti
di
tutto
il
paese
e
non
aveva
peli
sulla
lingua
,
domandò
alla
signora
Margarone
:
-
Dunque
,
ce
li
mangeremo
presto
questi
confetti
pel
matrimonio
di
donna
Fifì
?
Don
Filippo
tossì
forte
.
Donna
Bellonia
rispose
che
sino
a
quel
momento
erano
chiacchiere
:
la
gente
parlava
perché
sapeva
don
Ninì
Rubiera
un
po
'
assiduo
con
la
sua
ragazza
:
-
Nulla
di
serio
.
Nulla
di
positivo
...
-
Ma
le
si
vedeva
una
gran
voglia
di
non
esser
creduta
.
Il
marchese
Limòli
al
solito
trovò
la
parola
giusta
:
-
Finché
i
parenti
non
si
saranno
accordati
per
la
dote
,
non
se
ne
deve
parlare
in
pubblico
.
Don
Filippo
affermò
col
capo
,
e
donna
Bellonia
,
vista
l
'
approvazione
del
marito
,
s
'
arrischiò
a
dire
:
-
E
'
vero
.
-
Sarà
una
bella
coppia
!
-
soggiunse
graziosamente
la
signora
Capitana
.
Il
cavaliere
Peperito
,
onde
non
stare
a
bocca
chiusa
come
un
allocco
,
in
mezzo
al
crocchio
dove
l
'
aveva
piantato
donna
Giuseppina
per
non
dar
troppo
nell
'
occhio
,
scappò
fuori
a
dire
:
-
Però
la
baronessa
Rubiera
non
è
venuta
!
...
Come
va
che
la
baronessa
non
è
venuta
dalla
cugina
Sganci
?
Ci
fu
un
istante
di
silenzio
.
Solo
il
barone
Zacco
,
da
vero
zotico
,
per
sfogare
la
bile
che
aveva
in
corpo
,
si
diede
la
briga
di
rispondere
ad
alta
voce
,
quasi
fossero
tutti
sordi
:
-
E
'
malata
!
...
Ha
mal
di
testa
!
...
-
E
intanto
faceva
segno
di
no
col
capo
.
Poscia
,
ficcandosi
in
mezzo
alla
gente
,
a
voce
più
bassa
,
col
viso
acceso
:
-
Ha
mandato
mastro
-
don
Gesualdo
in
vece
sua
!
...
il
futuro
socio
!
...
sissignore
!
...
Non
lo
sapete
?
Piglieranno
in
affitto
le
terre
del
comune
...
quelle
che
abbiamo
noi
da
quarant
'
anni
...
tutti
i
Zacco
,
di
padre
in
figlio
!...!
...
Una
bricconata
!
Una
combriccola
fra
loro
tre
:
Padre
figliuolo
e
spirito
santo
!
La
baronessa
non
ha
il
coraggio
di
guardarmi
in
faccia
dopo
questo
bel
tiro
che
vogliono
farmi
...
Non
voglio
dire
che
sia
rimasta
a
casa
per
non
incontrarsi
con
me
...
Che
diavolo
!
Ciascuno
fa
il
suo
interesse
...
Al
giorno
d
'
oggi
l
'
interesse
va
prima
della
parentela
...
Io
poi
non
ci
tengo
molto
alla
nostra
...
Si
sa
da
chi
è
nata
la
baronessa
Rubiera
!
...
E
poi
fa
il
suo
interesse
...
Sissignore
!
...
Lo
so
da
gente
che
può
saperlo
!
...
Il
canonico
le
fa
da
suggeritore
;
mastro
-
don
Gesualdo
ci
mette
i
capitali
,
e
la
baronessa
poi
...
un
bel
nulla
...
l
'
appoggio
del
nome
!
...
Vedremo
poi
quale
dei
due
conta
di
più
,
fra
il
suo
e
il
mio
!
...
Oh
,
se
la
vedremo
!
...
Intanto
per
provare
cacciano
innanzi
mastro
-
don
Gesualdo
...
vedete
,
lì
,
nel
balcone
dove
sono
i
Trao
?
...
-
Bianca
!
Bianca
!
-
chiamò
il
marchese
Limòli
.
-
Io
,
zio
?
-
Sì
,
vieni
qua
.
-
Che
bella
figurina
!
-
osservò
la
signora
Capitana
per
adulare
il
marchese
,
mentre
la
giovinetta
attraversava
la
sala
,
timida
,
col
suo
vestito
di
lanetta
,
l
'
aria
umile
e
imbarazzata
delle
ragazze
povere
.
-
Sì
,
-
rispose
il
marchese
.
-
E
'
di
buona
razza
.
-
Ecco
!
ecco
!
-
si
udì
in
quel
momento
fra
quelli
ch
'
erano
affacciati
.
-
Ecco
il
santo
!
Peperito
colse
la
palla
al
balzo
e
si
cacciò
a
capo
fitto
nella
folla
dietro
la
signora
Alòsi
.
La
Capitana
si
levò
sulla
punta
dei
piedi
;
il
notaro
,
galante
,
proponeva
di
sollevarla
fra
le
braccia
.
Donna
Bellonia
corse
a
far
la
mamma
,
accanto
alle
sue
creature
;
e
suo
marito
si
contentò
di
montare
su
di
una
sedia
,
per
vedere
.
-
Cosa
ci
fai
lì
con
mastro
-
don
Gesualdo
?
-
borbottò
il
marchese
,
rimasto
solo
colla
nipote
.
Bianca
fissò
un
momento
sullo
zio
i
grandi
occhi
turchini
e
dolci
,
la
sola
cosa
che
avesse
realmente
bella
sul
viso
dilavato
e
magro
dei
Trao
,
e
rispose
:
-
Ma
...
la
zia
l
'
ha
condotto
lì
...
-
Vieni
qua
,
vieni
qua
.
Ti
troverò
un
posto
io
.
Tutt
'
a
un
tratto
la
piazza
sembrò
avvampare
in
un
vasto
incendio
,
sul
quale
si
stampavano
le
finestre
delle
case
,
i
cornicioni
dei
tetti
,
la
lunga
balconata
del
Palazzo
di
Città
,
formicolante
di
gente
.
Nel
vano
dei
balconi
le
teste
degli
invitati
che
si
pigiavano
,
nere
in
quel
fondo
infuocato
;
e
in
quello
di
centro
la
figura
angolosa
di
donna
Fifì
Margarone
,
sorpresa
da
quella
luce
,
più
verde
del
solito
,
colla
faccia
arcigna
che
voleva
sembrar
commossa
,
il
busto
piatto
che
anelava
come
un
mantice
,
gli
occhi
smarriti
dietro
le
nuvole
di
fumo
,
i
denti
soli
rimasti
feroci
;
quasi
abbandonandosi
,
spalla
a
spalla
contro
il
baronello
Rubiera
,
il
quale
sembrava
pavonazzo
a
quella
luce
,
incastrato
fra
lei
e
donna
Giovannina
;
mentre
Mita
sgranava
gli
occhi
di
bambina
,
per
non
vedere
,
e
Nicolino
andava
pizzicando
le
gambe
della
gente
,
per
ficcarvi
il
capo
framezzo
e
spingersi
avanti
.
-
Cos
'
hai
?
ti
senti
male
?
-
disse
il
marchese
vedendo
la
nipote
così
pallida
.
-
Non
è
nulla
...
E
'
il
fumo
che
mi
fa
male
...
Non
dite
nulla
,
zio
!
Non
disturbate
nessuno
!
...
Di
tanto
in
tanto
si
premeva
sulla
bocca
il
fazzolettino
di
falsa
batista
ricamato
da
lei
stessa
,
e
tossiva
,
adagio
adagio
,
chinando
il
capo
;
il
vestito
di
lanetta
le
faceva
delle
pieghe
sulle
spalle
magre
.
Non
diceva
nulla
,
stava
a
guardare
i
fuochi
,
col
viso
affilato
e
pallido
,
come
stirato
verso
l
'
angolo
della
bocca
,
dove
erano
due
pieghe
dolorose
,
gli
occhi
spalancati
e
lucenti
,
quasi
umidi
.
Soltanto
la
mano
colla
quale
appoggiavasi
alla
spalliera
della
seggiola
era
un
po
'
tremante
e
l
'
altra
distesa
lungo
il
fianco
si
apriva
e
chiudeva
macchinalmente
:
delle
mani
scarne
e
bianche
che
spasimavano
.
-
Viva
il
santo
Patrono
!
Viva
san
Gregorio
Magno
!
-
Nella
folla
,
laggiù
in
piazza
,
il
canonico
Lupi
,
il
quale
urlava
come
un
ossesso
,
in
mezzo
ai
contadini
,
e
gesticolava
verso
i
balconi
del
palazzo
Sganci
,
col
viso
in
su
,
chiamando
ad
alta
voce
i
conoscenti
:
-
Donna
Marianna
?
...
Eh
?
...
eh
?
...
Dev
'
esserne
contento
il
baronello
Rubiera
!
...
Baronello
?
don
Ninì
?
siete
contento
?
...
Vi
saluto
,
don
Gesualdo
!
Bravo
!
bravo
!
Siete
lì
!
...
-
Poi
corse
di
sopra
a
precipizio
,
scalmanato
,
rosso
in
viso
,
col
fiato
ai
denti
,
la
sottana
rimboccata
,
il
mantello
e
il
nicchio
sotto
l
'
ascella
,
le
mani
sudice
di
polvere
,
in
un
mare
di
sudore
:
-
Che
festa
,
eh
!
signora
Sganci
!
-
Intanto
chiamava
don
Giuseppe
Barabba
che
gli
portasse
un
bicchier
d
'
acqua
:
-
Muoio
dalla
sete
,
donna
Marianna
!
Che
bei
fuochi
,
eh
?
...
Circa
duemila
razzi
!
Ne
ho
accesi
più
di
duecento
con
le
mie
mani
sole
.
Guardate
che
mani
,
signor
marchese
!
...
Ah
,
siete
qui
,
don
Gesualdo
?
Bene
!
bene
!
Don
Giuseppe
?
Chissà
dove
si
sarà
cacciato
quel
vecchio
stolido
di
don
Giuseppe
:
Don
Giuseppe
era
salito
in
soffitta
,
per
vedere
i
fuochi
dall
'
abbaino
,
a
rischio
di
precipitare
in
piazza
.
Comparve
finalmente
,
col
bicchier
d
'
acqua
,
tutto
impolverato
e
coperto
di
ragnateli
,
dopo
che
la
padrona
e
il
canonico
Lupi
si
furono
sgolati
a
chiamarlo
per
ogni
stanza
.
Il
canonico
Lupi
,
ch
'
era
di
casa
,
gli
diede
anche
una
lavata
di
capo
.
Poscia
,
voltandosi
verso
mastro
-
don
Gesualdo
,
con
una
faccia
tutta
sorridente
:
-
Bravo
,
bravo
,
don
Gesualdo
!
Son
contentone
di
vedervi
qui
.
La
signora
Sganci
mi
diceva
da
un
pezzo
:
l
'
anno
venturo
voglio
che
don
Gesualdo
venga
in
casa
mia
,
a
vedere
la
processione
!
Il
marchese
Limòli
,
il
quale
aveva
salutato
gentilmente
il
santo
Patrono
al
suo
passaggio
,
inchinandosi
sulla
spalliera
della
seggiola
,
raddrizzò
la
schiena
facendo
un
boccaccia
.
-
Ahi
!
ahi
!
...
Se
Dio
vuole
è
passata
anche
questa
!
...
Chi
campa
tutto
l
'
anno
vede
tutte
le
feste
.
-
Ma
di
veder
ciò
che
avete
visto
stavolta
non
ve
l
'
aspettate
più
!
-
sogghignava
il
barone
Zacco
,
accennando
a
mastro
-
don
Gesualdo
.
-
No
!
no
!
Me
lo
rammento
coi
sassi
in
spalla
...
e
le
spalle
lacere
!
...
sul
ponte
delle
fabbriche
,
quest
'
amicone
mio
con
cui
oggi
ci
troviamo
qui
,
a
tu
per
tu
!
...
Però
la
padrona
di
casa
era
tutta
cortesie
per
mastro
-
don
Gesualdo
.
Ora
che
il
santo
aveva
imboccato
la
via
di
casa
sua
sembrava
che
la
festa
fosse
per
lui
:
donna
Marianna
parlandogli
di
questo
e
di
quello
;
il
canonico
Lupi
battendogli
sulla
spalla
;
la
Macrì
che
gli
aveva
ceduto
persino
il
posto
;
don
Filippo
Margarone
anche
lui
gli
lasciava
cadere
dall
'
alto
del
cravattone
complimenti
simili
a
questi
:
-
Il
nascer
grandi
è
caso
,
e
non
virtù
!
...
Venire
su
dal
nulla
,
qui
sta
il
vero
merito
!
Il
primo
mulino
che
avete
costruito
in
appalto
,
eh
?
coi
denari
presi
in
prestito
al
venti
per
cento
!
...
-
Sì
signore
,
-
rispose
tranquillamente
don
Gesualdo
.
-
Non
chiudevo
occhio
,
la
notte
.
L
'
arciprete
Bugno
,
ingelosito
dei
salamelecchi
fatti
a
un
altro
,
dopo
tutti
quegli
spari
,
quelle
grida
,
quel
fracasso
che
gli
parevano
dedicati
un
po
'
anche
a
lui
,
come
capo
della
chiesa
,
era
riuscito
a
farsi
un
po
'
di
crocchio
attorno
pur
esso
,
discorrendo
dei
meriti
del
santo
Patrono
:
un
gran
santo
!
...
e
una
gran
bella
statua
...
I
forestieri
venivano
apposta
per
vederla
...
Degli
inglesi
,
s
'
era
risaputo
poi
,
l
'
avrebbero
pagata
a
peso
d
'
oro
,
onde
portarsela
laggiù
,
fra
i
loro
idoli
...
Il
marchese
che
stava
per
iscoppiare
,
l
'
interruppe
alla
fine
:
-
Ma
che
sciocchezze
!
...
Chi
ve
le
dà
a
bere
,
don
Calogero
?
La
statua
è
di
cartapesta
...
una
brutta
cosa
!
...
I
topi
ci
hanno
fatto
dentro
il
nido
...
Le
gioie
?
...
Eh
!
eh
!
non
arricchirebbero
neppur
me
,
figuratevi
!
Vetro
colorato
...
come
tante
altre
che
se
ne
vedono
!
...
un
fantoccio
da
carnevale
!
...
Eh
?
Cosa
dite
?
...
Sì
,
un
sacrilegio
!
Il
mastro
che
fece
quel
santo
dev
'
essere
a
casa
del
diavolo
...
Non
parlo
del
santo
ch
'
è
in
paradiso
...
Lo
so
,
è
un
'
altra
cosa
...
Basta
la
fede
...
Son
cristiano
anch
'
io
,
che
diavolo
!
...
e
me
ne
vanto
!
...
La
signora
Capitana
affettava
di
guardare
con
insistenza
la
collana
di
donna
Giuseppina
Alòsi
,
nel
tempo
stesso
che
rimproverava
il
marchese
:
-
Libertino
!
...
libertino
!
-
Peperito
s
'
era
tappate
le
orecchie
.
L
'
arciprete
Bugno
ricominciò
daccapo
:
-
Una
statua
d
'
autore
!
...
Il
Re
,
Dio
guardi
,
voleva
venderla
al
tempo
della
guerra
coi
giacobini
!
...
Un
santo
miracoloso
!
...
-
Che
c
'
è
di
nuovo
,
don
Gesualdo
?
-
gridò
infine
il
marchese
ristucco
,
con
la
vocetta
fessa
,
voltando
le
spalle
all
'
arciprete
.
-
Abbiamo
qualche
affare
in
aria
?
Il
barone
Zacco
si
mise
a
ridere
forte
,
cogli
occhi
che
schizzavano
fuori
dell
'
orbita
;
ma
l
'
altro
,
un
po
'
stordito
dalla
ressa
che
gli
si
faceva
attorno
,
non
rispose
.
-
A
me
potete
dirlo
,
caro
mio
,
-
riprese
il
vecchietto
malizioso
.
-
Non
avete
a
temere
che
vi
faccia
la
concorrenza
,
io
!
Al
battibecco
si
divertivano
anche
coloro
che
non
gliene
importava
nulla
.
Il
barone
Zacco
,
poi
,
figuriamoci
!
-
Eh
!
eh
!
marchese
!
...
Voi
non
la
fate
,
la
concorrenza
?
...
Eh
!
eh
!
Mastro
-
don
Gesualdo
volse
un
'
occhiata
in
giro
su
tutta
quella
gente
che
rideva
,
e
rispose
tranquillamente
:
-
Che
volete
,
signor
marchese
?
...
Ciascuno
fa
quel
che
può
...
-
Fate
,
fate
,
amico
mio
.
Quanto
a
me
,
non
ho
di
che
lagnarmene
...
Don
Giuseppe
Barabba
si
avvicinò
in
punta
di
piedi
alla
padrona
,
e
le
disse
in
un
orecchio
,
con
gran
mistero
-
-
Devo
portare
i
sorbetti
,
ora
ch
'
è
passata
la
processione
?
-
Un
momento
!
un
momento
!
-
interruppe
il
canonico
Lupi
,
-
lasciatemi
lavar
le
mani
.
-
Se
non
li
porto
subito
,
-
aggiunse
il
servitore
,
-
se
ne
vanno
tutti
in
broda
.
E
'
un
pezzo
che
li
ha
mandati
Giacinto
,
ed
eran
già
quasi
strutti
.
-
Va
bene
,
va
bene
...
Bianca
?
-
Zia
...
-
Fammi
il
piacere
,
aiutami
un
po
'
tu
.
Dall
'
uscio
spalancato
a
due
battenti
entrarono
poco
dopo
don
Giuseppe
e
mastro
Titta
,
il
barbiere
di
casa
,
carichi
di
due
gran
vassoi
d
'
argento
che
sgocciolavano
;
e
cominciarono
a
fare
il
giro
degli
invitati
,
passo
passo
,
come
la
processione
anch
'
essi
.
Prima
l
'
arciprete
,
donna
Giuseppina
Alòsi
,
la
Capitana
,
gli
invitati
di
maggior
riguardo
.
Il
canonico
Lupi
diede
una
gomitata
al
barbiere
,
il
quale
passava
dinanzi
a
mastro
-
don
Gesualdo
senza
fermarsi
.
-
Che
so
io
?
...
Se
ne
vedono
di
nuove
adesso
!
...
-
brontolò
mastro
Titta
.
Il
ragazzo
dei
Margarone
ficcava
le
dita
dappertutto
.
-
Zio
?
...
-
Grazie
,
cara
Bianca
...
Ci
ho
la
tosse
...
Sono
invalido
...
come
tuo
fratello
...
-
Donna
Bellonia
,
lì
,
sul
balcone
!
-
suggerì
la
zia
Sganci
,
la
quale
si
sbracciava
anche
lei
a
servire
gli
invitati
.
Dopo
il
primo
movimento
generale
,
un
manovrar
di
seggiole
per
schivare
la
pioggia
di
sciroppo
,
erano
seguiti
alcuni
istanti
di
raccoglimento
,
un
acciottolìo
discreto
di
piattelli
,
un
lavorar
guardingo
e
tacito
di
cucchiai
,
come
fosse
una
cerimonia
solenne
.
Donna
Mita
Margarone
,
ghiotta
,
senza
levare
il
naso
dal
piatto
.
Barabba
e
mastro
Titta
in
disparte
,
posati
i
vassoi
,
si
asciugavano
il
sudore
coi
fazzoletti
di
cotone
.
Il
baronello
Rubiera
il
quale
stava
discorrendo
in
un
cantuccio
del
balcone
grande
naso
a
naso
con
donna
Fifì
,
guardandosi
negli
occhi
,
degli
occhi
che
si
struggevano
come
i
sorbetti
,
si
scostò
bruscamente
al
veder
comparire
la
cugina
,
scolorandosi
un
po
'
in
viso
.
Donna
Bellonia
prese
il
piattino
dalle
mani
di
Bianca
,
inchinandosi
goffamente
:
-
Quante
gentilezze
!
...
è
troppo
!
è
troppo
!
La
figliuola
finse
di
accorgersi
soltanto
allora
della
sua
amica
:
-
Oh
,
Bianca
...
sei
qui
?
...
che
piacere
!
...
M
'
avevano
detto
ch
'
eri
ammalata
...
-
Sì
...
un
po
'
,
...
Adesso
sto
bene
...
-
Si
vede
...
Hai
bella
cera
...
E
un
bel
vestitino
anche
...
semplice
!
...
ma
grazioso
!
...
Donna
Fifì
si
chinò
fingendo
d
'
osservare
la
stoffa
,
onde
far
luccicare
i
topazii
che
aveva
al
collo
.
Bianca
rispose
,
facendosi
rossa
:
-
E
'
di
lanetta
...
un
regalo
della
zia
...
-
Ah
!
...
ah
!
...
Il
baronello
ch
'
era
sulle
spine
propose
di
rientrare
in
sala
:
-
Comincia
ad
esser
umido
...
Piglieremo
qualche
malanno
...
-
Sì
!
...
Fifì
!
Fifì
!
-
disse
la
signora
Margarone
.
Donna
Fifì
dovette
seguire
la
mamma
,
coll
'
andatura
cascante
che
le
sembrava
molto
sentimentale
,
la
testolina
alquanto
piegata
sull
'
omero
,
le
palpebre
che
battevano
,
colpite
dalla
luce
più
viva
,
sugli
occhi
illanguiditi
come
avesse
sonno
.
Bianca
posò
la
mano
sul
braccio
del
cugino
,
il
quale
stava
per
svignarsela
anche
lui
dal
balcone
,
dolcemente
,
come
una
carezza
,
come
una
preghiera
;
tremava
tutta
,
colla
voce
soffocata
nella
gola
:
-
Ninì
!
...
Senti
,
Ninì
!
...
fammi
la
carità
!
...
Una
parola
sola
!
...
Son
venuta
apposta
...
Se
non
ti
parlo
qui
è
finita
per
me
...
è
finita
!
...
-
Bada
!
...
c
'
è
tanta
gente
!
...
-
esclamò
sottovoce
il
cugino
,
guardando
di
qua
e
di
là
cogli
occhi
che
fuggivano
.
Ella
gli
teneva
fissi
addosso
i
begli
occhi
supplichevoli
,
con
un
grande
sconforto
,
un
grande
abbandono
doloroso
in
tutta
la
persona
,
nel
viso
pallido
e
disfatto
,
nell
'
atteggiamento
umile
,
nelle
braccia
inerti
che
si
aprivano
desolate
.
-
Cosa
mi
rispondi
,
Ninì
?
...
Cosa
mi
dici
di
fare
?
...
Vedi
...
sono
nelle
tue
braccia
...
come
l
'
Addolorata
!
...
Egli
allora
cominciò
a
darsi
dei
pugni
nella
testa
,
commosso
,
col
cuore
gonfio
anch
'
esso
,
badando
a
non
far
strepito
e
che
non
sopraggiungesse
nessuno
nel
balcone
.
Bianca
gli
fermò
la
mano
.
-
Hai
ragione
!
...
siamo
due
disgraziati
!
...
Mia
madre
non
mi
lascia
padrone
neanche
di
soffiarmi
il
naso
!
...
Capisci
?
capisci
?
...
Ti
pare
che
non
ci
pensi
a
te
?
...
Ti
pare
che
non
ci
pensi
?
...
La
notte
...
non
chiudo
occhio
!
...
Sono
un
povero
disgraziato
!
...
La
gente
mi
crede
felice
e
contento
...
Guardava
giù
nella
piazza
,
ora
spopolata
,
onde
evitare
gli
occhi
disperati
della
cugina
che
gli
passavano
il
cuore
,
addolorato
,
cogli
occhi
quasi
umidi
anch
'
esso
.
-
Vedi
?
-
soggiunse
.
-
Vorrei
essere
un
povero
diavolo
...
come
Santo
Motta
,
laggiù
!
...
nell
'
osteria
di
Pecu
-
Pecu
...
Povero
e
contento
!
...
-
La
zia
non
vuole
?
-
No
,
non
vuole
!
...
Che
posso
farci
?
...
Essa
è
la
padrona
!
Si
udiva
nella
sala
la
voce
del
barone
Zacco
,
che
disputava
,
alterato
;
e
poi
,
nei
momenti
ch
'
esso
taceva
,
il
cicaleccio
delle
signore
,
come
un
passeraio
,
con
la
risatina
squillante
della
signora
Capitana
,
che
faceva
da
ottavino
.
-
Bisogna
confessarle
tutto
,
alla
zia
!
...
Don
Ninì
allungò
il
collo
verso
il
vano
del
balcone
,
guardingo
.
Poscia
rispose
,
abbassando
ancora
la
voce
:
-
Gliel
'
ha
detto
tuo
fratello
...
C
'
è
stato
un
casa
del
diavolo
!
...
Non
lo
sapevi
?
Don
Giuseppe
Barabba
venne
sul
balcone
portando
un
piattello
su
ciascuna
mano
.
-
Donna
Bianca
,
dice
la
zia
...
prima
che
si
finiscano
...
-
Grazie
;
mettetelo
lì
,
su
quel
vaso
di
fiori
...
-
Bisogna
far
presto
,
donna
Bianca
.
Non
ce
n
'
è
quasi
più
.
Don
Ninì
allora
mise
il
naso
nel
piattello
,
fingendo
di
non
badare
ad
altro
:
-
Tu
non
ne
vuoi
?
Essa
non
rispose
.
Dopo
un
po
'
,
quando
il
servitore
non
era
più
lì
,
si
udì
di
nuovo
la
voce
sorda
di
lei
:
-
E
'
vero
che
ti
mariti
?
-
Io
?
...
-
Tu
...
con
Fifì
Margarone
...
-
Non
è
vero
...
chi
te
l
'
ha
detto
?
...
-
Tutti
lo
dicono
.
-
Io
non
vorrei
...
E
'
mia
madre
che
si
è
messa
in
testa
questa
cosa
...
Anche
tu
...
dicono
che
vogliono
farti
sposare
don
Gesualdo
Motta
...
-
Io
?
...
-
Sì
,
tutti
lo
dicono
...
la
zia
...
mia
madre
stessa
...
Si
affacciò
un
istante
donna
Giuseppina
Alòsi
,
come
cercando
qualcheduno
;
e
vedendo
i
due
giovani
in
fondo
al
balcone
,
rientrò
subito
nella
sala
.
-
Vedi
?
vedi
?
-
disse
lui
.
-
Abbiamo
tutti
gli
occhi
addosso
!
...
Piglia
il
sorbetto
...
per
amor
mio
...
per
la
gente
che
ci
osserva
...
Abbiamo
tutti
gli
occhi
addosso
!
...
Essa
prese
dolcemente
dalle
mani
di
lui
il
piattino
che
aveva
fatto
posare
sul
vaso
dei
garofani
;
ma
tremava
così
che
due
o
tre
volte
si
udì
il
tintinnìo
del
cucchiaino
il
quale
urtava
contro
il
bicchiere
.
Barabba
corse
subito
dicendo
:
-
Eccomi
!
eccomi
!
-
Un
momento
!
Un
momento
ancora
,
don
Giuseppe
!
Il
baronello
avrebbe
pagato
qualcosa
di
tasca
sua
per
trattenere
Barabba
sul
balcone
.
-
Come
vi
tratta
la
festa
,
don
Giuseppe
?
-
Che
volete
,
signor
barone
?
...
Tutto
sulle
mie
spalle
!
...
la
casa
da
mettere
in
ordine
,
le
fodere
da
togliere
,
i
lumi
da
preparare
...
Donna
Bianca
,
qui
,
può
dirlo
,
che
mi
ha
dato
una
mano
.
Mastro
Titta
fu
chiamato
solo
pel
trattamento
.
E
domani
poi
devo
tornare
a
scopare
e
rimettere
le
fodere
...
Don
Giuseppe
seguitando
a
brontolare
se
ne
andò
coi
bicchieri
vuoti
.
Dalla
sala
arrivò
il
suono
di
una
sghignazzata
generale
,
subito
dopo
qualcosa
che
aveva
detto
il
notaro
Neri
,
e
che
non
si
poté
intender
bene
perché
il
notaro
quando
le
diceva
grosse
abbassava
la
voce
.
-
Rientriamo
anche
noi
,
-
disse
il
baronello
.
-
Per
allontanare
i
sospetti
...
Ma
Bianca
non
si
mosse
.
Piangeva
cheta
,
nell
'
ombra
;
e
di
tanto
in
tanto
si
vedeva
il
suo
fazzoletto
bianco
salire
verso
gli
occhi
.
-
Ecco
!
...
Sei
tu
che
fai
parlare
la
gente
!
-
scappò
detto
al
cugino
ch
'
era
sulle
spine
.
-
Che
te
ne
importa
?
-
rispose
lei
.
-
Che
te
ne
importa
?
...
Oramai
!
...
-
Sì
!
sì
!
...
Credi
che
non
ti
voglia
più
bene
?
...
Uno
struggimento
,
un
'
amarezza
sconfinata
venivano
dall
'
ampia
distesa
nera
dell
'
Alìa
,
dirimpetto
,
al
di
là
delle
case
dei
Barresi
,
dalle
vigne
e
gli
oliveti
di
Giolio
,
che
si
indovinavano
confusamente
,
oltre
la
via
del
Rosario
ancora
formicolante
di
lumi
,
dal
lungo
altipiano
del
Casalgilardo
,
rotto
dall
'
alta
cantonata
del
Collegio
,
dal
cielo
profondo
,
ricamato
di
stelle
-
una
più
lucente
,
lassù
,
che
sembrava
guardasse
,
fredda
,
triste
,
solitaria
.
Il
rumore
della
festa
si
dileguava
e
moriva
lassù
,
verso
San
Vito
.
Un
silenzio
desolato
cadeva
di
tanto
in
tanto
,
un
silenzio
che
stringeva
il
cuore
.
Bianca
era
ritta
contro
il
muro
,
immobile
;
le
mani
e
il
viso
smorti
di
lei
sembravano
vacillare
al
chiarore
incerto
che
saliva
dal
banco
del
venditore
di
torrone
.
Il
cugino
stava
appoggiato
alla
ringhiera
,
fingendo
di
osservare
attentamente
l
'
uomo
che
andava
spegnendo
la
luminaria
,
nella
piazza
deserta
,
e
il
giovane
del
paratore
,
il
quale
correva
su
e
giù
per
l
'
impalcato
della
musica
,
come
un
gattone
nero
,
schiodando
,
martellando
,
buttando
giù
i
festoni
e
le
ghirlande
di
carta
.
I
razzi
che
scappavano
ancora
di
tratto
in
tratto
,
lontano
,
dietro
la
massa
nera
del
Palazzo
di
Città
,
i
colpi
di
martello
del
paratore
,
le
grida
più
rare
,
stanche
e
avvinazzate
,
sembravano
spegnersi
lontano
,
nella
vasta
campagna
solitaria
.
Insieme
all
'
acre
odore
di
polvere
che
dileguava
,
andava
sorgendo
un
dolce
odor
di
garofani
;
passava
della
gente
cantando
;
udivasi
un
baccano
di
chiacchiere
e
di
risate
nella
sala
,
vicino
a
loro
,
nello
schianto
di
quell
'
ultimo
addio
senza
parole
.
Nel
vano
luminoso
del
balcone
passò
un
'
ombra
magra
,
e
si
udì
la
tosserella
del
marchese
Limòli
:
-
Eh
,
eh
,
ragazzi
!
...
benedetti
voialtri
!
...
Sono
venuto
a
veder
la
festa
...
ora
ch
'
è
passata
...
Bianca
,
nipote
mia
...
bada
che
l
'
aria
della
sera
ti
farà
male
...
-
No
,
zio
,
-
rispose
lei
con
voce
sorda
.
-
Si
soffoca
lì
dentro
.
-
Pazienza
!
...
Bisogna
sempre
aver
pazienza
a
questo
mondo
...
Meglio
sudare
che
tossire
...
Tu
,
Nino
,
bada
che
le
signore
Margarone
stanno
per
andarsene
.
-
Vado
,
zio
.
-
Va
,
va
,
se
no
vedrai
che
denti
!
Non
vorrei
averli
addosso
neppur
io
!
...
E
sì
che
non
posso
fare
lo
schifiltoso
!
...
Che
diavolo
gli
è
saltato
in
corpo
a
tua
madre
,
di
farti
sposare
quei
denti
?
...
-
Ah
...
zio
!
...
-
Sei
uno
sciocco
!
Dovresti
lasciarle
fare
il
diavolo
a
quattro
quanto
le
pare
e
piace
,
a
tua
madre
!
...
Sei
figlio
unico
!
...
A
chi
vuoi
che
lasci
la
roba
dopo
la
sua
morte
?
-
Eh
...
da
qui
a
trent
'
anni
!
...
Il
tempo
di
crepare
di
fame
intanto
!
...
Mia
madre
sta
meglio
di
voi
e
di
me
,
e
può
campare
ancora
trent
'
anni
!
...
-
E
'
vero
!
-
rispose
il
marchese
.
-
Tua
madre
non
sarebbe
molto
contenta
di
sentirsi
lesinare
gli
anni
...
Ma
è
colpa
sua
.
-
Ah
!
zio
mio
!
...
Credetemi
ch
'
è
un
brutto
impiccio
!
...
-
Càlmati
!
càlmati
!
...
Consòlati
pensando
a
chi
sta
peggio
di
te
.
S
'
affacciò
la
signora
Capitana
,
svelta
,
irrequieta
,
guardando
sorridente
di
qua
e
di
là
nella
strada
.
-
Mio
marito
?
...
Non
viene
ancora
?
...
-
Il
santo
non
è
ancora
rientrato
-
rispose
don
Ninì
.
-
Si
ode
subito
il
campanone
di
San
Giovanni
,
appena
giunge
in
chiesa
,
e
attacca
l
'
altra
festa
.
Però
la
gente
cominciava
ad
andarsene
di
casa
Sganci
.
Prima
si
vide
uscire
dal
portone
il
cavalier
Peperito
,
che
scomparve
dietro
la
cantonata
del
farmacista
Bomma
.
Un
momento
dopo
spuntò
il
lanternone
che
precedeva
donna
Giuseppina
Alòsi
,
la
quale
attraversò
la
piazza
,
sporca
di
carta
bruciata
e
di
gusci
di
fave
e
nocciuole
,
in
punta
di
piedi
,
colle
sottane
in
mano
,
avviandosi
in
su
pel
Rosario
;
e
subito
dopo
,
dalla
farmacia
,
scantonò
di
nuovo
l
'
ombra
di
Peperito
,
che
le
si
mise
dietro
quatto
quatto
,
rasente
al
muro
.
La
signora
Capitana
fece
udire
una
risatina
secca
,
e
il
baronello
Rubiera
confermò
:
-
E
'
lui
!
...
Peperito
!
...
com
'
è
vero
Dio
!
Il
marchese
prese
il
braccio
di
sua
nipote
e
rientrò
con
lei
nella
sala
.
In
quel
momento
mastro
-
don
Gesualdo
,
in
piedi
presso
il
balcone
,
discorreva
col
canonico
Lupi
.
Questi
perorando
con
calore
,
sottovoce
,
in
aria
di
mistero
,
stringendoglisi
addosso
,
quasi
volesse
entrargli
in
tasca
col
muso
di
furetto
;
l
'
altro
serio
,
col
mento
nella
mano
,
senza
dire
una
parola
,
accennando
soltanto
col
capo
di
tratto
in
tratto
.
-
Tale
e
quale
come
un
ministro
!
-
sogghignava
il
barone
Zacco
.
Il
canonico
conchiuse
con
una
stretta
di
mano
enfatica
,
volgendo
un
'
occhiata
al
barone
,
il
quale
finse
di
non
accorgersene
,
rosso
al
par
di
un
gallo
.
La
padrona
di
casa
portava
le
mantiglie
e
i
cappellini
delle
signore
,
mentre
tutti
i
Margarone
in
piedi
mettevano
sossopra
la
casa
per
accomiatarsi
.
-
To
'
...
Bianca
!
...
Ti
credevo
già
andata
via
!
...
-
esclamò
donna
Fifì
col
sorriso
che
mordeva
.
Bianca
rispose
soltanto
con
un
'
occhiata
che
sembrava
attonita
,
tanto
era
smarrita
e
dolente
;
in
quel
tempo
suo
cugino
si
dava
gran
moto
fra
le
mantiglie
e
i
cappellini
,
a
capo
basso
.
-
Un
momento
!
un
momento
!
-
esclamò
don
Filippo
levando
il
braccio
rimastogli
libero
,
mentre
coll
'
altro
reggeva
Nicolino
addormentato
.
Si
udiva
un
tafferuglio
nella
piazza
;
strilli
da
lontano
;
la
gente
correva
verso
San
Giovanni
,
e
il
campanone
che
suonava
a
distesa
,
laggiù
.
La
signora
Capitana
rientrò
dal
balcone
tappandosi
le
orecchie
colle
belle
mani
candide
,
strillando
in
falsetto
:
-
Mio
marito
!
...
Si
picchiano
!
...
E
si
abbandonò
sul
canapè
,
cogli
occhi
chiusi
.
Le
signore
si
misero
a
vociare
tutte
in
una
volta
;
la
padrona
di
casa
gridava
a
Barabba
di
scendere
a
dare
il
catenaccio
giù
al
portone
;
mentre
donna
Bellonia
spingeva
le
sue
ragazze
in
branco
nella
camera
di
donna
Mariannina
,
e
il
marchese
Limòli
picchiava
sulle
mani
della
Capitana
dei
colpettini
secchi
.
Il
notaro
Neri
propose
anche
di
slacciarla
.
-
Vi
pare
?
...
-
diss
'
ella
allora
balzando
in
piedi
infuriata
.
-
Per
chi
m
'
avete
presa
,
don
asino
?
Giunse
in
quel
momento
il
Capitano
,
seguito
da
don
Liccio
Papa
che
sbraitava
in
anticamera
,
narrando
l
'
accaduto
,
-
non
lo
avrebbero
trattenuto
in
cento
.
-
La
solita
storia
di
ogni
anno
!
-
disse
finalmente
il
signor
Capitano
,
dopo
che
si
fu
rimesso
vuotando
d
'
un
fiato
un
bicchier
d
'
acqua
.
-
I
devoti
di
San
Giovanni
che
danno
mano
al
campanone
un
quarto
d
'
ora
prima
!
...
Soperchierie
!
...
Quelli
di
San
Vito
poi
che
non
vogliono
tollerare
...
Legnate
da
orbi
ci
sono
state
!
-
La
solita
storia
di
ogni
anno
!
-
ripeté
il
canonico
Lupi
.
-
Una
porcheria
!
La
Giustizia
non
fa
nulla
per
impedire
...
Il
Capitano
in
mezzo
alla
sala
,
coll
'
indice
teso
verso
di
lui
,
sbuffò
infine
:
-
Sentitelo
!
...
Perché
non
ci
andate
voi
?
Un
altro
po
'
facevano
la
festa
a
me
pure
!
...
Vostro
marito
ha
corso
pericolo
della
vita
,
donna
Carolina
!
...
La
signora
Capitana
,
col
bocchino
stretto
,
giunse
le
mani
:
-
Gesummaria
!
...
Maria
Santissima
del
pericolo
!
...
-
Stai
fresca
!
-
borbottò
il
notaro
voltandosi
in
là
.
-
Stai
fresca
davvero
!
...
se
aspetti
che
tuo
marito
voglia
arrischiare
la
pelle
per
lasciarti
vedova
!
...
Don
Ninì
Rubiera
cercando
il
cappello
s
'
imbatté
nella
cugina
,
la
quale
gli
andava
dietro
come
una
fantasima
,
stravolta
,
incespicando
a
ogni
passo
.
-
Bada
!
...
-
le
disse
lui
.
-
Bada
!
...
Ci
guardano
!
...
C
'
è
lì
don
Gesualdo
!
...
-
Bianca
!
Bianca
!
Le
mantiglie
di
queste
signore
!
-
gridò
la
zia
Sganci
dalla
camera
da
letto
dove
s
'
era
ficcato
tutto
lo
stormo
dei
Margarone
.
Essa
frugava
in
mezzo
al
mucchio
,
colle
mani
tremanti
.
Il
cugino
era
così
turbato
anch
'
esso
che
seguitava
a
cercare
il
suo
cappello
lui
pure
.
-
Guarda
,
ce
l
'
ho
in
testa
!
Non
so
nemmeno
quello
che
fo
.
Si
guardò
attorno
come
un
ladro
,
mentre
ciascuno
cercava
la
sua
roba
in
anticamera
,
e
la
tirò
in
disparte
verso
l
'
uscio
-
Senti
...
per
l
'
amor
di
Dio
!
...
sii
cauta
!
...
Nessuno
ne
sa
nulla
...
Tuo
fratello
non
sarà
andato
a
raccontarlo
...
Ed
io
neppure
...
Sai
che
t
'
ho
voluto
bene
più
dell
'
anima
mia
!
...
Essa
non
rispose
verbo
,
gli
occhi
soli
che
parlavano
,
e
dicevano
tante
cose
.
-
Non
guardarmi
con
quella
faccia
,
Bianca
!
...
no
!
...
non
guardarmi
così
...
mi
tradirei
anch
'
io
!
...
Donna
Fifì
uscì
col
cappello
e
la
mantiglia
,
stecchita
,
le
labbra
strette
quasi
fossero
cucite
;
e
siccome
sua
sorella
,
giovialona
,
si
voltava
a
salutare
Bianca
,
la
richiamò
con
la
voce
stizzosa
:
-
Giovannina
!
andiamo
!
andiamo
!
-
Meno
male
questa
qui
!
-
borbottò
il
baronello
.
-
Ma
sua
sorella
è
un
castigo
di
Dio
.
La
zia
Sganci
,
accompagnando
le
Margarone
sino
all
'
uscio
,
disse
a
mastro
-
don
Gesualdo
che
si
sprofondava
in
inchini
sul
pianerottolo
,
a
rischio
di
ruzzolare
giù
per
la
scala
:
-
Don
Gesualdo
,
fate
il
favore
...
Accompagnate
i
miei
nipoti
Trao
...
Già
siete
vicini
di
casa
...
Don
Ferdinando
non
ci
vede
bene
la
sera
...
-
Sentite
qua
!
sentite
qua
!
-
gli
disse
il
canonico
.
Zacco
non
si
dava
pace
;
fingeva
di
cercare
il
lampione
nelle
cassapanche
dell
'
anticamera
,
per
darlo
da
portare
a
mastro
-
don
Gesualdo
.
-
Giacché
deve
accompagnare
donna
Bianca
...
una
dei
Trao
...
Non
gli
sarebbe
passato
neppure
pel
capo
di
ricevere
tanto
onore
...
a
mastro
-
don
Gesualdo
!
...
-
Però
costui
non
poteva
udire
perché
aspettava
nella
piazza
,
discorrendo
col
canonico
.
Solo
don
Liccio
Papa
,
il
quale
chiudeva
la
marcia
colla
sciaboletta
a
tracolla
,
si
mise
a
ridere
:
-
Ah
!
ah
!
-
Che
c
'
è
?
-
chiese
il
Capitano
,
che
dava
il
braccio
alla
moglie
infagottata
.
-
Che
c
'
è
,
insubordinato
?
-
Nulla
;
-
rispose
il
marchese
.
-
Il
barone
Zacco
che
abbaia
alla
luna
.
Poi
,
mentre
scendeva
insieme
a
Bianca
,
appoggiandosi
al
bastoncino
,
passo
passo
,
le
disse
in
un
orecchio
:
-
Senti
...
il
mondo
adesso
è
di
chi
ha
denari
...
Tutti
costoro
sbraitano
per
invidia
.
Se
il
barone
avesse
una
figliuola
da
maritare
,
gliela
darebbe
a
mastro
-
don
Gesualdo
!
...
Te
lo
dico
io
che
son
vecchio
,
e
so
cos
'
è
la
povertà
!
...
-
Eh
?
Che
cosa
?
-
volle
sapere
don
Ferdinando
,
il
quale
veniva
dietro
adagio
adagio
,
contando
i
sassi
.
-
Nulla
...
Dicevamo
che
bella
sera
,
cugino
Trao
!
L
'
altro
guardò
in
aria
,
e
ripeté
come
un
pappagallo
:
-
Bella
sera
!
bella
sera
!
Don
Gesualdo
stava
aspettando
,
lì
davanti
al
portone
,
insieme
al
canonico
Lupi
che
gli
parlava
sottovoce
nella
faccia
:
-
Eh
?
eh
?
don
Gesualdo
?
...
che
ve
ne
pare
?
-
L
'
altro
accennava
col
capo
,
lisciandosi
il
mento
duro
di
barba
colla
grossa
mano
.
-
Una
perla
!
una
ragazza
che
non
sa
altro
:
casa
e
chiesa
!
...
Economa
...
non
vi
costerà
nulla
...
In
casa
non
è
avvezza
a
spender
di
certo
!
...
Ma
di
buona
famiglia
!
...
Vi
porterebbe
il
lustro
in
casa
!
...
V
'
imparentate
con
tutta
la
nobiltà
...
L
'
avete
visto
,
eh
,
stasera
?
...
che
festa
v
'
hanno
fatto
?
...
I
vostri
affari
andrebbero
a
gonfie
vele
...
Anche
per
quell
'
affare
delle
terre
comunali
...
E
'
meglio
aver
l
'
appoggio
di
tutti
i
pezzi
grossi
!
...
Don
Gesualdo
non
rispose
subito
,
sopra
pensieri
,
a
capo
chino
,
seguendo
passo
passo
donna
Bianca
che
s
'
avviava
a
casa
per
la
scalinata
di
Sant
'
Agata
insieme
allo
zio
marchese
e
al
fratello
don
Ferdinando
.
-
Sì
...
sì
...
Non
dico
di
no
...
E
'
una
cosa
da
pensarci
...
una
cosa
seria
...
Temo
d
'
imbarcarmi
in
un
affare
troppo
grosso
,
caro
canonico
...
Quella
è
sempre
una
signora
...
Poi
ho
tante
cose
da
sistemare
prima
di
risolvere
...
Ciascuno
sa
i
propri
impicci
...
Bisogna
dormirci
sopra
.
La
notte
porta
consiglio
,
canonico
mio
.
Bianca
che
se
ne
andava
col
cuore
stretto
,
ascoltando
la
parlantina
indifferente
dello
zio
,
accanto
al
fratello
taciturno
e
allampanato
,
udì
quelle
ultime
parole
.
La
notte
porta
consiglio
.
La
notte
scura
e
desolata
nella
cameretta
misera
.
La
notte
che
si
portava
via
gli
ultimi
rumori
della
festa
,
l
'
ultima
luce
,
l
'
ultima
speranza
...
Come
la
visione
di
lui
che
se
ne
andava
insieme
a
un
'
altra
,
senza
voltarsi
,
senza
dirle
nulla
,
senza
rispondere
a
lei
che
lo
chiamava
dal
fondo
del
cuore
,
con
un
gemito
,
con
un
lamento
d
'
ammalata
,
affondando
il
viso
nel
guanciale
bagnato
di
lagrime
calde
e
silenziose
.
IV
Mentre
i
muratori
si
riparavano
ancora
dall
'
acquazzone
dentro
il
frantoio
di
Giolio
vasto
quanto
una
chiesa
facendo
alle
piastrelle
,
entrò
il
ragazzo
che
stava
a
guardia
sull
'
uscio
,
addentando
un
pezzo
di
pane
,
colla
bocca
piena
,
vociando
:
-
Il
padrone
!
...
ecco
il
padrone
!
...
Dietro
di
lui
comparve
mastro
-
don
Gesualdo
,
bagnato
fradicio
,
tirandosi
dietro
la
mula
che
scuoteva
le
orecchie
.
-
Bravi
!
...
Mi
piace
!
...
Divertitevi
!
Tanto
,
la
paga
vi
corre
lo
stesso
!
...
Corpo
di
!
...
Sangue
di
!
...
Agostino
,
il
soprastante
,
annaspando
,
bofonchiando
,
affacciandosi
all
'
uscio
per
guardare
il
cielo
ancora
nuvolo
coll
'
occhio
orbo
,
trovò
infine
la
risposta
:
-
Che
s
'
aveva
a
fare
?
bagnarci
tutti
?
...
La
burrasca
è
cessata
or
ora
...
Siamo
cristiani
o
porci
?
...
Se
mi
coglie
qualche
malanno
mia
madre
non
lo
fa
più
un
altro
Agostino
,
no
!
-
Sì
,
sì
,
hai
ragione
!
...
la
bestia
sono
io
!
...
Io
ho
la
pelle
dura
!
...
Ho
fatto
bene
a
mandare
qui
mio
fratello
per
badare
ai
miei
interessi
!
...
Si
vede
!
...
Sta
a
passare
il
tempo
anche
lui
giuocando
,
sia
lodato
Iddio
!
...
Santo
,
ch
'
era
rimasto
a
bocca
aperta
,
coccoloni
dinanzi
al
pioletto
coi
quattrini
,
si
rizzò
in
piedi
tutto
confuso
,
grattandosi
il
capo
.
Gesualdo
,
intanto
che
gli
altri
si
davano
da
fare
,
mogi
mogi
,
misurava
il
muro
nuovo
colla
canna
;
si
arrampicava
sulla
scala
a
piuoli
;
pesava
i
sacchi
di
gesso
,
sollevandoli
da
terra
:
-
Sangue
di
Giuda
!
...
Come
se
li
rubassi
i
miei
denari
!
...
Tutti
quanti
d
'
intesa
per
rovinarmi
!
...
Due
giorni
per
tre
canne
di
muro
?
Ci
ho
un
bel
guadagno
in
questo
appalto
!
...
I
sacchi
del
gesso
mezzi
vuoti
!
Neli
?
Neli
?
Dov
'
è
quel
figlio
di
mala
femmina
che
ha
portato
il
gesso
?
...
E
quella
calce
che
se
ne
va
in
polvere
,
eh
?
...
quella
calce
?
...
Che
non
ne
avete
coscienza
di
cristiani
?
Dio
di
paradiso
!
...
Anche
la
pioggia
a
danno
mio
!
...
Ci
ho
ancora
i
covoni
sull
'
aia
!
...
Non
si
poteva
metter
su
la
macina
intanto
che
pioveva
?
...
Su
!
animo
!
la
macina
!
Vi
do
una
mano
mentre
son
qua
io
...
Santo
piuttosto
voleva
fare
una
fiammata
per
asciugargli
i
panni
addosso
.
-
Non
importa
,
-
rispose
lui
.
-
Me
ne
sono
asciugata
tanta
dell
'
acqua
sulle
spalle
!
...
Se
fossi
stato
come
te
,
sarei
ancora
a
trasportare
del
gesso
sulle
spalle
!
...
Ti
rammenti
?
...
E
tu
non
saresti
qua
a
giuocare
alle
piastrelle
!
...
Brontolando
,
dandosi
da
fare
per
preparare
la
leva
,
le
biette
,
i
puntelli
,
si
voltava
indietro
per
lanciargli
delle
occhiatacce
.
-
Malannaggia
!
-
esclamò
Santo
.
-
Sempre
quella
storia
!
...
-
E
se
ne
andò
sull
'
uscio
accigliato
,
colle
mani
sotto
le
ascelle
,
guardando
di
qua
e
di
là
.
I
manovali
esitavano
,
girando
intorno
al
pietrone
enorme
;
il
più
vecchio
,
mastro
Cola
,
tenendo
il
mento
sulla
mano
,
scrollando
il
capo
,
aggrondato
,
guardando
la
macina
come
un
nemico
.
Infine
sentenziò
ch
'
erano
in
pochi
per
spingerla
sulla
piattaforma
:
-
Se
scappa
la
leva
,
Dio
liberi
!
...
Chi
si
metterà
sotto
per
dar
lo
scambio
alle
biette
?
Io
no
,
com
'
è
vero
Dio
!
...
Se
scappa
la
leva
!
...
mia
madre
non
lo
fa
più
un
altro
mastro
Cola
Ventura
!
...
Eh
,
eh
!
...
Ci
vorrebbero
dell
'
altre
braccia
...
un
martinetto
...
Legare
poi
una
carrucola
lassù
alla
travatura
del
tetto
...
poi
dei
cunei
sotto
...
vedete
,
vossignoria
,
a
far
girare
i
cunei
,
si
sta
dai
lati
e
non
c
'
è
pericolo
...
-
Bravo
!
ora
mi
fate
il
capomastro
!
Datemi
la
stanga
!
...
Io
non
ho
paura
!
...
Intanto
che
stiamo
a
chiacchierare
il
tempo
passa
!
La
giornata
corre
lo
stesso
,
eh
?
...
Come
se
li
avessi
rubati
i
miei
denari
!
...
Su
!
da
quella
parte
!
...
Non
badate
a
me
che
ho
la
pelle
dura
...
Via
!
...
su
!
...
Viva
Gesù
!
...
Viva
Maria
!
...
un
altro
po
'
!
...
Badate
!
badate
!
...
Ah
Mariano
!
santo
diavolone
,
m
'
ammazzi
!
...
Su
!
...
Viva
Maria
!
...
La
vita
!
la
vita
!
...
Su
!
...
Che
fai
,
bestia
,
da
quella
parte
?
...
Su
!
...
ci
siamo
!
E
'
nostra
!
...
ancora
!
...
da
quella
parte
!
...
Non
abbiate
paura
che
non
muore
il
papa
...
Su
!
...
su
!
...
se
vi
scappa
la
leva
!
...
ancora
!
...
se
avessi
tenuta
cara
la
pelle
...
ancora
!
...
come
la
tien
cara
mio
fratello
Santo
...
santo
diavolone
!
santo
diavolone
,
badate
!
...
a
quest
'
ora
sarei
a
portar
gesso
sulle
spalle
!
...
Il
bisogno
...
via
!
via
!
...
il
bisogno
fa
uscire
il
lupo
...
ancora
!
...
su
!
...
il
lupo
dal
bosco
!
...
Vedete
mio
fratello
Santo
che
sta
a
guardare
?
...
Se
non
ci
fossi
io
egli
sarebbe
sotto
...
sotto
la
macina
...
al
mio
posto
...
invece
di
grattarsi
...
a
spingere
la
macina
...
e
la
casa
...
Tutto
sulle
mie
spalle
!
...
Ah
!
sia
lodato
Iddio
!
Infine
,
assicurata
la
macina
sulla
piattaforma
,
si
mise
a
sedere
su
di
un
sasso
,
trafelato
,
ancora
tremante
dal
batticuore
,
asciugandosi
il
sudore
col
fazzoletto
di
cotone
.
-
Vedete
come
ci
si
asciuga
dalla
pioggia
?
Acqua
di
dentro
e
acqua
di
fuori
!
-
Santo
propose
di
passare
il
fiasco
in
giro
.
-
Ah
?
...
per
la
fatica
che
hai
fatto
?
...
per
asciugarti
il
sudore
anche
tu
?
...
Attaccati
all
'
abbeveratoio
...
qui
fuori
dell
'
uscio
...
Il
tempo
s
'
era
abbonacciato
.
Entrava
un
raggio
di
sole
dall
'
uscio
spalancato
sulla
campagna
che
ora
sembrava
allargarsi
ridente
,
col
paese
sull
'
altura
,
in
fondo
,
di
cui
le
finestre
scintillavano
.
-
Lesti
,
lesti
,
ragazzi
!
sul
ponte
,
andiamo
!
Guadagniamoci
tutti
la
giornata
...
Mettetevi
un
po
'
nei
panni
del
padrone
che
vi
paga
!
...
L
'
osso
del
collo
ci
rimetto
in
quest
'
appalto
!
...
Ci
perdo
diggià
,
come
è
vero
Iddio
!
...
Agostino
!
mi
raccomando
!
l
'
occhio
vivo
!
...
La
parola
dolce
e
l
'
occhio
vivo
!
...
Mastro
Cola
,
voi
che
siete
capomastro
!
...
chi
vi
ha
insegnato
a
tenere
il
regolo
in
mano
?
...
Maledetto
voi
!
Mariano
,
dammi
quassù
il
regolo
,
sul
ponte
...
Che
non
ne
avete
occhi
,
corpo
del
diavolo
!
...
L
'
intonaco
che
screpola
e
sbulletta
!
...
Mi
toccherà
poi
sentire
l
'
architetto
,
malannaggia
a
voialtri
!
...
Quando
torna
quello
del
gesso
ditegli
il
fatto
suo
,
a
quel
figlio
di
mala
femmina
!
...
ditegli
a
Neli
che
sono
del
mestiere
anch
'
io
!
...
Che
ne
riparleremo
poi
sabato
,
al
far
dei
conti
!
...
Badava
a
ogni
cosa
,
girando
di
qua
e
di
lá
,
rovistando
nei
mucchi
di
tegole
e
di
mattoni
,
saggiando
i
materiali
,
alzando
il
capo
ad
osservare
il
lavoro
fatto
,
colla
mano
sugli
occhi
,
nel
gran
sole
che
s
'
era
messo
allora
.
-
Santo
!
Santo
!
portami
qua
la
mula
...
Fagli
almeno
questo
lavoro
,
a
tuo
fratello
!
-
Agostino
voleva
trattenerlo
a
mangiare
un
boccone
,
poiché
era
quasi
mezzogiorno
,
un
sole
che
scottava
,
da
prendere
un
malanno
chi
andava
per
la
campagna
a
quell
'
ora
.
-
No
,
no
,
devo
passare
dal
Camemi
...
ci
vogliono
due
ore
...
Ho
tant
'
altro
da
fare
!
Se
il
sole
è
caldo
tanto
meglio
!
Arriverò
asciutto
al
Camemi
...
Spicciamoci
,
ragazzi
!
Badate
che
vi
sto
sempre
addosso
come
la
presenza
di
Dio
!
Mi
vedrete
comparire
quando
meno
ve
lo
aspettate
!
Sono
del
mestiere
anch
'
io
,
e
conosco
poi
se
si
è
lavorato
o
no
!
...
Intanto
che
se
ne
andava
,
Santo
gli
corse
dietro
,
lisciando
il
collo
alla
mula
,
tenendogli
la
staffa
.
Finalmente
,
come
vide
che
montava
a
cavallo
senza
darsene
per
inteso
,
si
piantò
in
mezzo
alla
strada
,
grattandosi
l
'
orecchio
:
-
Così
mi
lasci
?
senza
domandarmi
neppure
se
ho
bisogno
di
qualche
cosa
?
-
Sì
,
sì
,
ho
capito
.
I
denari
che
avesti
lunedì
te
li
sei
giuocati
.
Ho
capito
!
ho
capito
!
eccoti
il
resto
.
E
divèrtiti
alle
piastrelle
,
che
a
pagare
poi
ci
son
io
...
il
debitore
di
tutti
quanti
!
...
Brontolava
ancora
allontanandosi
all
'
ambio
della
mula
sotto
il
sole
cocente
:
un
sole
che
spaccava
le
pietre
adesso
,
e
faceva
scoppiettare
le
stoppie
quasi
s
'
accendessero
.
Nel
burrone
,
fra
i
due
monti
,
sembrava
d
'
entrare
in
una
fornace
;
e
il
paese
in
cima
al
colle
,
arrampicato
sui
precipizi
,
disseminato
fra
rupi
enormi
,
minato
da
caverne
che
lo
lasciavano
come
sospeso
in
aria
,
nerastro
,
rugginoso
,
sembrava
abbandonato
,
senza
un
'
ombra
,
con
tutte
le
finestre
spalancate
nell
'
afa
,
simili
a
tanti
buchi
neri
,
le
croci
dei
campanili
vacillanti
nel
cielo
caliginoso
.
La
stessa
mula
anelava
,
tutta
sudata
,
nel
salire
la
via
erta
.
Un
povero
vecchio
che
s
'
incontrò
,
carico
di
manipoli
,
sfinito
,
si
mise
a
borbottare
:
-
O
dove
andate
vossignoria
a
quest
'
ora
?
...
Avete
tanti
denari
,
e
vi
date
l
'
anima
al
diavolo
!
Giunse
al
paese
che
suonava
mezzogiorno
,
mentre
tutti
scappavano
a
casa
come
facesse
temporale
.
Dal
Rosario
veniva
il
canonico
Lupi
,
accaldato
,
col
nicchio
sulla
nuca
,
soffiando
forte
:
-
Ah
,
ah
,
don
Gesualdo
!
...
andate
a
mangiare
un
boccone
?
...
Io
no
,
per
mia
disgrazia
!
Sono
a
bocca
asciutta
sino
a
quest
'
ora
...
Vado
a
celebrare
la
santa
messa
...
la
messa
di
mezzogiorno
!
...
un
capriccio
di
Monsignore
!
-
Sono
salito
al
paese
apposta
per
voi
!
....
Ho
fatto
questa
pettata
!
...
E
'
caldo
,
eh
!
-
intanto
si
asciugava
il
sudore
col
fazzoletto
.
-
Ho
paura
che
mi
giuochino
qualche
tiro
,
riguardo
a
quell
'
appalto
delle
strade
comunali
,
signor
canonico
.
Vossignoria
che
vi
fate
sentire
in
paese
...
ci
avete
pensato
?
So
poi
l
'
obbligo
mio
!
...
-
Ma
che
dite
?
...
fra
di
noi
!
...
ci
sto
lavorando
...
A
proposito
,
che
facciamo
per
quell
'
altro
affare
?
ci
avete
pensato
?
che
risposta
mi
date
?
Don
Gesualdo
il
quale
aveva
messo
al
passo
la
mula
,
camminandogli
allato
,
curvo
sulla
sella
,
un
po
'
sbalordito
dal
gran
sole
,
rispose
:
-
Che
affare
?
Ne
ho
tanti
!
...
Di
quale
affare
parlate
vossignoria
?
-
Ah
!
ah
!
la
pigliate
su
quel
verso
?
...
Scusate
...
scusate
tanto
!
...
Il
canonico
mutò
subito
discorso
,
quasi
non
gliene
importasse
neppure
a
lui
:
parlò
dell
'
altro
affare
della
gabella
,
che
bisognava
venire
a
una
conclusione
colla
baronessa
Rubiera
:
-
C
'
è
altre
novità
...
Il
notaro
Neri
ha
fatto
lega
con
Zacco
...
Ho
paura
che
...
Don
Gesualdo
allora
smontò
dalla
mula
,
premuroso
,
tirandola
dietro
per
le
redini
,
mentre
andava
passo
passo
insieme
al
prete
,
tutto
orecchi
,
a
capo
chino
e
col
mento
in
mano
.
-
Temo
che
mi
cambino
la
baronessa
!
...
Ho
visto
il
barone
a
confabulare
con
quello
sciocco
di
don
Ninì
...
ieri
sera
,
dietro
il
Collegio
...
Finsi
d
'
entrare
nella
farmacia
per
non
farmi
scorgere
.
Capite
?
un
affare
grosso
!
...
Son
circa
cinquecento
salme
di
terra
...
C
'
è
da
guadagnare
un
bel
pezzo
di
pane
,
su
quell
'
asta
.
Don
Gesualdo
ci
si
scaldava
lui
pure
:
gli
occhi
accesi
dall
'
afa
che
gli
brillavano
in
quel
discorso
.
Temeva
però
gli
intrighi
degli
avversari
,
tutti
pezzi
grossi
,
di
quelli
che
avevano
voce
in
capitolo
!
E
il
canonico
viceversa
,
andava
raffreddandosi
di
mano
in
mano
,
aggrottandosi
in
viso
,
stringendosi
nelle
spalle
,
guardandolo
fisso
di
tanto
in
tanto
,
e
scrollando
il
capo
di
sotto
in
su
,
come
a
dargli
dell
'
asino
.
-
Per
questo
dicevo
!
...
Ma
voi
la
pigliate
su
quel
verso
!
...
Scusate
,
scusatemi
tanto
!
...
Volevo
con
quell
'
affare
procurarvi
l
'
appoggio
di
un
parentado
che
conta
in
paese
...
la
prima
nobiltà
...
Ma
voi
fate
l
'
indifferente
...
Scusatemi
tanto
allora
!
...
Anche
per
dare
una
risposta
alla
signora
Sganci
che
ci
aveva
messo
tanto
impegno
!
...
Scusatemi
,
è
una
porcheria
...
-
Ah
,
parlate
dell
'
affare
del
matrimonio
?
...
Il
canonico
finse
di
non
dar
retta
lui
stavolta
:
-
Ah
!
ecco
vostro
cognato
!
Vi
saluto
,
massaro
Fortunato
!
Burgio
aveva
il
viso
lungo
un
palmo
,
aggrottato
,
con
tanto
di
muso
nel
faccione
pendente
.
-
V
'
ho
visto
venire
di
laggiù
,
cognato
.
Sono
stato
ad
aspettarvi
lì
,
al
belvedere
.
Sapete
la
notizia
?
Appena
quindici
salme
fecero
le
fave
!
...
Neanche
le
spese
,
com
'
è
vero
Iddio
!
...
Son
venuto
apposta
a
dirvelo
...
-
Vi
ringrazio
!
grazie
tante
!
Ora
che
volete
da
me
?
Io
ve
l
'
aveva
detto
,
quando
avete
voluto
prendere
quella
chiusa
!
...
buona
soltanto
per
dar
spine
!
...
Volete
sempre
fare
di
testa
vostra
,
e
non
ne
indovinate
una
,
benedett
'
uomo
!
-
rispose
Gesualdo
in
collera
.
-
Bene
,
avete
ragione
.
Lascerò
la
chiusa
.
Non
la
voglio
più
!
Che
pretendete
altro
da
me
?
-
Non
la
volete
?
...
L
'
affitto
vi
dura
altri
due
anni
!
...
Chi
volete
che
la
pigli
?
...
Non
son
tutti
così
gonzi
!
...
Il
canonico
,
vedendo
che
il
discorso
si
metteva
per
le
lunghe
,
volse
le
spalle
:
-
Vi
saluto
...
Don
Luca
il
sagrestano
mi
aspetta
...
digiuno
come
me
sino
a
quest
'
ora
!
-
E
infilò
la
scaletta
pel
quartiere
alto
.
Don
Gesualdo
allora
infuriato
prese
a
sfogarsi
col
cognato
:
-
E
venite
apposta
per
darmi
la
bella
notizia
?
...
mentre
stavo
a
discorrere
dei
fatti
miei
...
sul
più
bello
?
mi
guastate
un
affare
che
stavo
combinando
!
...
I
bei
negozi
che
fate
voi
!
Chi
volete
che
la
pigli
quella
chiusa
?
Massaro
Fortunato
dietro
al
cognato
tornava
a
ripetere
:
-
Cercando
bene
...
troveremo
chi
la
pigli
...
La
terra
è
già
preparata
a
maggese
per
quest
'
altr
'
anno
...
mi
costa
un
occhio
...
Vostra
sorella
fa
un
casa
del
diavolo
...
non
mi
dà
pace
!
...
Sapete
che
castigo
di
Dio
,
vostra
sorella
!
-
Vi
costa
,
vi
costa
!
...
Io
lo
so
a
chi
costa
!
-
brontolò
Gesualdo
senza
voltarsi
.
-
Sulle
mie
spalle
ricadono
tutte
queste
belle
imprese
!
...
Burgio
s
'
offese
a
quelle
parole
:
-
Che
volete
dire
?
Spiegatevi
,
cognato
!
...
Io
già
lavoro
per
conto
mio
!
Non
sto
alle
spalle
di
nessuno
,
io
!
-
Sì
,
sì
,
va
bene
;
sta
a
vedere
ora
che
devo
anche
pregarvi
?
Come
se
non
l
'
avessi
sulle
spalle
la
vostra
chiusa
...
come
se
il
garante
non
fossi
io
...
Così
brontolando
tutti
e
due
andarono
a
cercare
Pirtuso
,
che
stava
al
Fosso
,
laggiù
verso
San
Giovanni
.
Mastro
Lio
stava
mangiando
quattro
fave
,
coll
'
uscio
socchiuso
.
-
Entrate
,
entrate
,
don
Gesualdo
.
Benedicite
a
vossignoria
!
Ne
comandate
?
volete
restar
servito
?
-
Poi
come
udì
parlare
della
chiusa
che
Burgio
avrebbe
voluto
appioppare
a
un
altro
,
di
allegro
che
era
si
fece
scuro
in
viso
,
grattandosi
il
capo
.
-
Eh
!
eh
!
...
la
chiusa
del
Purgatorio
?
E
'
un
affar
serio
!
Non
la
vogliono
neanche
per
pascolo
.
Burgio
s
'
affannava
a
lodarla
,
terre
di
pianura
,
terre
profonde
,
che
gli
avevano
dato
trenta
salme
di
fave
quell
'
anno
soltanto
,
preparate
a
maggese
per
l
'
anno
nuovo
!
...
Il
cognato
tagliò
corto
,
come
uno
che
ha
molta
altra
carne
al
fuoco
,
e
non
ha
tempo
da
perdere
inutilmente
.
-
Insomma
,
mastro
Lio
,
voglio
disfarmene
.
Fate
voi
una
cosa
giusta
...
con
prudenza
!
...
-
Questo
si
chiama
parlare
!
-
rispose
Pirtuso
.
-
Vossignoria
sa
fare
e
sa
parlare
...
-
E
adesso
ammiccava
coll
'
occhietto
ammammolato
,
un
sorrisetto
malizioso
che
gli
errava
fra
le
rughe
della
bazza
irta
di
peli
sudici
.
Sulla
strada
soleggiata
e
deserta
a
quell
'
ora
stava
aspettando
un
contadino
,
con
un
fazzoletto
legato
sotto
il
mento
,
le
mani
in
tasca
,
giallo
e
tremante
di
febbre
.
Ossequioso
,
abbozzando
un
sorriso
triste
,
facendo
l
'
atto
di
cacciarsi
indietro
il
berretto
che
teneva
sotto
il
fazzoletto
:
-
Benedicite
,
signor
don
Gesualdo
...
Ho
conosciuto
la
mula
...
Tanto
che
vi
cerco
,
vossignoria
!
Cosa
facciamo
per
quelle
quattro
olive
di
Giolio
?
Io
non
ho
denari
per
farle
cogliere
...
Vedete
come
sono
ridotto
?
...
cinque
mesi
di
terzana
,
sissignore
,
Dio
ne
liberi
vossignoria
!
Son
ridotto
all
'
osso
...
il
giorno
senza
pane
e
la
sera
senza
lume
...
pazienza
!
Ma
la
spesa
per
coglier
le
olive
non
posso
farla
...
proprio
non
posso
!
...
Se
le
volete
,
vossignoria
...
farete
un
'
opera
di
carità
,
vossignoria
...
-
Eh
!
eh
!
...
Il
denaro
è
scarso
per
tutti
,
padre
mio
!
...
Voi
perché
avete
messo
il
carro
innanzi
ai
buoi
?
...
Quando
non
potete
...
Tutti
così
!
...
Vi
mettereste
sulle
spalle
un
feudo
,
a
lasciarvi
fare
...
Vedremo
...
Non
dico
di
no
...
Tutto
sta
ad
intendersi
...
E
lasciò
cadere
un
'
offerta
minima
,
seguitando
ad
andarsene
per
la
sua
strada
senza
voltarsi
.
L
'
altro
durò
un
pezzetto
a
lamentarsi
,
correndogli
dietro
,
chiamando
in
testimonio
Dio
e
i
santi
,
piagnucolando
,
bestemmiando
,
e
finì
per
accettare
,
racconsolato
tutto
a
un
tratto
,
cambiando
tono
e
maniera
.
-
Compare
Lio
,
avete
udito
?
affare
fatto
!
Un
buon
negozio
per
don
Gesualdo
...
pazienza
!
...
ma
è
detta
!
Quanto
a
me
,
è
come
se
fossimo
andati
dal
notaio
!
-
E
se
ne
tornò
indietro
,
colle
mani
in
tasca
.
-
Sentite
qua
,
mastro
Lio
,
-
disse
Gesualdo
tirando
in
disparte
Pirtuso
.
Burgio
s
'
allontanò
colla
mula
discretamente
,
sapendo
che
l
'
anima
dei
negozi
è
il
segreto
,
intanto
che
suo
cognato
diceva
al
sensale
di
comprargli
dei
sommacchi
,
quanti
ce
n
'
erano
,
al
prezzo
corrente
.
Udì
soltanto
mastro
Lio
che
rispondeva
sghignazzando
,
colla
bocca
sino
alle
orecchie
:
-
Ah
!
ah
!
...
siete
un
diavolo
!
...
Vuol
dire
che
avete
parlato
col
diavolo
!
...
Sapete
quel
che
bisogna
vendere
e
comprare
otto
giorni
prima
...
Va
bene
,
restiamo
intesi
...
Me
ne
torno
a
casa
ora
.
Ho
quelle
quattro
fave
che
m
'
aspettano
.
Burgio
non
si
reggeva
in
piedi
dall
'
appetito
,
e
si
mise
a
brontolare
come
il
cognato
volle
passare
dalla
posta
.
-
Sempre
misteri
...
maneggi
sottomano
!
Don
Gesualdo
tornò
tutto
contento
,
leggendo
una
lettera
piena
di
sgorbi
e
suggellata
colla
midolla
di
pane
:
-
Lo
vedete
il
diavolo
che
mi
parla
all
'
orecchio
!
eh
?
M
'
ha
dato
anche
una
buona
notizia
,
e
bisogna
che
torni
da
mastro
Lio
.
-
Io
non
so
nulla
...
Mio
padre
non
m
'
ha
insegnato
a
fare
queste
cose
!
...
-
rispose
Burgio
brontolando
.
-
Io
fo
come
fece
mio
padre
...
Piuttosto
,
se
volete
venire
a
prendere
un
boccone
a
casa
...
Non
mi
reggo
in
piedi
,
com
'
è
vero
Dio
!
-
No
,
non
posso
;
non
ho
tempo
.
Devo
passare
dal
Camemi
,
prima
d
'
andare
alla
Canziria
.
Ci
ho
venti
uomini
che
lavorano
alla
strada
...
i
covoni
sull
'
aia
...
Non
posso
...
E
se
ne
andò
sotto
il
gran
sole
,
tirandosi
dietro
la
mula
stanca
.
Pareva
di
soffocare
in
quella
gola
del
Petraio
.
Le
rupi
brulle
sembravano
arroventate
.
Non
un
filo
di
ombra
,
non
un
filo
di
verde
,
colline
su
colline
,
accavallate
,
nude
,
arsicce
,
sassose
,
sparse
di
olivi
rari
e
magri
,
di
fichidindia
polverosi
,
la
pianura
sotto
Budarturo
come
una
landa
bruciata
dal
sole
,
i
monti
foschi
nella
caligine
,
in
fondo
.
Dei
corvi
si
levarono
gracchiando
da
una
carogna
che
appestava
il
fossato
;
delle
ventate
di
scirocco
bruciavano
il
viso
e
mozzavano
il
respiro
;
una
sete
da
impazzire
,
il
sole
che
gli
picchiava
sulla
testa
come
fosse
il
martellare
dei
suoi
uomini
che
lavoravano
alla
strada
del
Camemi
.
Allorché
vi
giunse
invece
li
trovò
tutti
quanti
sdraiati
bocconi
nel
fossato
,
di
qua
e
di
là
,
col
viso
coperto
di
mosche
,
e
le
braccia
stese
.
Un
vecchio
soltanto
spezzava
dei
sassi
,
seduto
per
terra
sotto
un
ombrellaccio
,
col
petto
nudo
color
di
rame
,
sparso
di
peli
bianchi
,
le
braccia
scarne
,
gli
stinchi
bianchi
di
polvere
,
come
il
viso
che
pareva
una
maschera
,
gli
occhi
soli
che
ardevano
in
quel
polverìo
.
-
Bravi
!
bravi
!
...
Mi
piace
...
La
fortuna
viene
dormendo
...
Son
venuto
io
a
portarvela
!
...
Intanto
la
giornata
se
ne
va
!
...
Quante
canne
ne
avete
fatto
di
massicciata
oggi
,
vediamo
?
...
Neppure
tre
canne
!
...
Per
questo
che
vi
riposate
adesso
?
Dovete
essere
stanchi
,
sangue
di
Giuda
!
...
Bel
guadagno
ci
fo
!
...
Mi
rovino
per
tenervi
tutti
quanti
a
dormire
e
riposare
!
...
Corpo
di
!
...
sangue
di
!
...
Vedendolo
con
quella
faccia
accesa
e
riarsa
,
bianca
di
polvere
soltanto
nel
cavo
degli
occhi
e
sui
capelli
;
degli
occhi
come
quelli
che
dà
la
febbre
,
e
le
labbra
sottili
e
pallide
;
nessuno
ardiva
rispondergli
.
Il
martellare
riprese
in
coro
nell
'
ampia
vallata
silenziosa
,
nel
polverìo
che
si
levava
sulle
carni
abbronzate
,
sui
cenci
svolazzanti
,
insieme
a
un
ansare
secco
che
accompagnava
ogni
colpo
.
I
corvi
ripassarono
gracidando
,
nel
cielo
implacabile
.
Il
vecchio
allora
alzò
il
viso
impolverato
a
guardarli
,
con
gli
occhi
infuocati
,
quasi
sapesse
cosa
volevano
e
li
aspettasse
.
Allorché
finalmente
Gesualdo
arrivò
alla
Canziria
,
erano
circa
due
ore
di
notte
.
La
porta
della
fattoria
era
aperta
.
Diodata
aspettava
dormicchiando
sulla
soglia
.
Massaro
Carmine
,
il
camparo
,
era
steso
bocconi
sull
'
aia
,
collo
schioppo
fra
le
gambe
;
Brasi
Camauro
e
Nanni
l
'
Orbo
erano
spulezzati
di
qua
e
di
là
,
come
fanno
i
cani
la
notte
,
quando
sentono
la
femmina
nelle
vicinanze
;
e
i
cani
soltanto
davano
il
benvenuto
al
padrone
,
abbaiando
intorno
alla
fattoria
.
-
Ehi
?
non
c
'
è
nessuno
?
Roba
senza
padrone
,
quando
manco
io
!
-
Diodata
,
svegliata
all
'
improvviso
,
andava
cercando
il
lume
tastoni
,
ancora
assonnata
.
Lo
zio
Carmine
,
fregandosi
gli
occhi
,
colla
bocca
contratta
dai
sbadigli
,
cercava
delle
scuse
.
-
Ah
!
...
sia
lodato
Dio
!
Voi
ve
la
dormite
da
un
canto
,
Diodata
dall
'
altro
,
al
buio
!
...
Cosa
facevi
al
buio
?
...
aspettavi
qualcheduno
?
...
Brasi
Camauro
oppure
Nanni
l
'
Orbo
?
...
La
ragazza
ricevette
la
sfuriata
a
capo
chino
,
e
intanto
accendeva
lesta
lesta
il
fuoco
,
mentre
il
suo
padrone
continuava
a
sfogarsi
,
lì
fuori
,
all
'
oscuro
,
e
passava
in
rivista
i
buoi
legati
ai
pioli
intorno
all
'
aia
.
Il
camparo
mogio
mogio
gli
andava
dietro
per
rispondere
al
caso
:
-
Gnorsì
,
Pelorosso
sta
un
po
'
meglio
;
gli
ho
dato
la
gramigna
per
rinfrescarlo
.
La
Bianchetta
ora
mi
fa
la
svogliata
anch
'
essa
...
Bisognerebbe
mutar
di
pascolo
...
tutto
il
bestiame
...
Il
mal
d
'
occhio
,
sissignore
!
Io
dico
ch
'
è
passato
di
qui
qualcheduno
che
portava
il
malocchio
!
...
Ho
seminato
perfino
i
pani
di
San
Giovanni
nel
pascolo
...
Le
pecore
stanno
bene
,
grazie
a
Dio
...
e
il
raccolto
pure
...
Nanni
l
'
Orbo
?
Laggiù
a
Passanitello
,
dietro
le
gonnelle
di
quella
strega
...
Un
giorno
o
l
'
altro
se
ne
torna
a
casa
colle
gambe
rotte
,
com
'
è
vero
Dio
!
...
e
Brasi
Camauro
anch
'
esso
,
per
amor
di
quattro
spighe
...
-
Diodata
gridò
dall
'
uscio
ch
'
era
pronto
.
-
Se
non
avete
altro
da
comandarmi
,
vossignoria
,
vado
a
buttarmi
giù
un
momento
...
Come
Dio
volle
finalmente
,
dopo
un
digiuno
di
ventiquattr
'
ore
,
don
Gesualdo
poté
mettersi
a
tavola
,
seduto
di
faccia
all
'
uscio
,
in
maniche
di
camicia
,
le
maniche
rimboccate
al
disopra
dei
gomiti
,
coi
piedi
indolenziti
nelle
vecchie
ciabatte
ch
'
erano
anch
'
esse
una
grazia
di
Dio
.
La
ragazza
gli
aveva
apparecchiata
una
minestra
di
fave
novelle
,
con
una
cipolla
in
mezzo
,
quattr
'
ova
fresche
,
e
due
pomidori
ch
'
era
andata
a
cogliere
tastoni
dietro
la
casa
.
Le
ova
friggevano
nel
tegame
,
il
fiasco
pieno
davanti
;
dall
'
uscio
entrava
un
venticello
fresco
ch
'
era
un
piacere
,
insieme
al
trillare
dei
grilli
,
e
all
'
odore
dei
covoni
nell
'
aia
:
-
il
suo
raccolto
lì
,
sotto
gli
occhi
,
la
mula
che
abboccava
anch
'
essa
avidamente
nella
bica
dell
'
orzo
,
povera
bestia
-
un
manipolo
ogni
strappata
!
Giù
per
la
china
,
di
tanto
in
tanto
,
si
udiva
nel
chiuso
il
campanaccio
della
mandra
;
e
i
buoi
accovacciati
attorno
all
'
aia
,
legati
ai
cestoni
colmi
di
fieno
,
sollevavano
allora
il
capo
pigro
,
soffiando
,
e
si
vedeva
correre
nel
buio
il
luccichìo
dei
loro
occhi
sonnolenti
,
come
una
processione
di
lucciole
che
dileguava
.
Gesualdo
posando
il
fiasco
mise
un
sospirone
,
e
appoggiò
i
gomiti
sul
deschetto
:
-
Tu
non
mangi
?
...
Cos
'
hai
?
Diodata
stava
zitta
in
un
cantuccio
,
seduta
su
di
un
barile
,
e
le
passò
negli
occhi
,
a
quelle
parole
,
un
sorriso
di
cane
accarezzato
.
-
Devi
aver
fame
anche
tu
.
Mangia
!
mangia
!
Essa
mise
la
scodella
sulle
ginocchia
,
e
si
fece
il
segno
della
croce
prima
di
cominciare
,
poi
disse
:
-
Benedicite
a
vossignoria
!
Mangiava
adagio
adagio
,
colla
persona
curva
e
il
capo
chino
.
Aveva
una
massa
di
capelli
morbidi
e
fini
,
malgrado
le
brinate
ed
il
vento
aspro
della
montagna
:
dei
capelli
di
gente
ricca
,
e
degli
occhi
castagni
,
al
pari
dei
capelli
,
timidi
e
dolci
:
de
'
begli
occhi
di
cane
carezzevoli
e
pazienti
,
che
si
ostinavano
a
farsi
voler
bene
,
come
tutto
il
viso
supplichevole
anch
'
esso
.
Un
viso
su
cui
erano
passati
gli
stenti
,
la
fame
,
le
percosse
,
le
carezze
brutali
;
limandolo
,
solcandolo
,
rodendolo
;
lasciandovi
l
'
arsura
del
solleone
,
le
rughe
precoci
dei
giorni
senza
pane
,
il
lividore
delle
notti
stanche
-
gli
occhi
soli
ancora
giovani
,
in
fondo
a
quelle
occhiaie
livide
.
Così
raggomitolata
sembrava
proprio
una
ragazzetta
,
al
busto
esile
e
svelto
,
alla
nuca
che
mostrava
la
pelle
bianca
dove
il
sole
non
aveva
bruciato
.
Le
mani
,
annerite
,
erano
piccole
e
scarne
:
delle
povere
mani
pel
suo
duro
mestiere
!
...
-
Mangia
,
mangia
.
Devi
essere
stanca
tu
pure
!
...
Ella
sorrise
,
tutta
contenta
,
senza
alzare
gli
occhi
.
Il
padrone
le
porse
anche
il
fiasco
:
-
Te
'
,
bevi
!
non
aver
suggezione
!
Diodata
,
ancora
un
po
'
esitante
,
si
pulì
la
bocca
col
dorso
della
mano
,
e
s
'
attaccò
al
fiasco
arrovesciando
il
capo
all
'
indietro
.
Il
vino
,
generoso
e
caldo
,
le
si
vedeva
scendere
quasi
a
ogni
sorso
nella
gola
color
d
'
ambra
;
il
seno
ancora
giovane
e
fermo
sembrava
gonfiarsi
.
Il
padrone
allora
si
mise
a
ridere
.
-
Brava
,
brava
!
Come
suoni
bene
la
trombetta
!
...
Sorrise
anch
'
essa
,
pulendosi
la
bocca
un
'
altra
volta
col
dorso
della
mano
,
tutta
rossa
.
-
Tanta
salute
a
vossignoria
!
Egli
uscì
fuori
a
prendere
il
fresco
.
Si
mise
a
sedere
su
di
un
covone
,
accanto
all
'
uscio
,
colle
spalle
al
muro
,
le
mani
penzoloni
fra
le
gambe
.
La
luna
doveva
essere
già
alta
,
dietro
il
monte
,
verso
Francofonte
.
Tutta
la
pianura
di
Passanitello
,
allo
sbocco
della
valle
,
era
illuminata
da
un
chiarore
d
'
alba
.
A
poco
a
poco
,
al
dilagar
di
quel
chiarore
,
anche
nella
costa
cominciarono
a
spuntare
i
covoni
raccolti
in
mucchi
,
come
tanti
sassi
posti
in
fila
.
Degli
altri
punti
neri
si
movevano
per
la
china
,
e
a
seconda
del
vento
giungeva
il
suono
grave
e
lontano
dei
campanacci
che
portava
il
bestiame
grosso
,
mentre
scendeva
passo
passo
verso
il
torrente
.
Di
tratto
in
tratto
soffiava
pure
qualche
folata
di
venticello
più
fresco
dalla
parte
di
ponente
,
e
per
tutta
la
lunghezza
della
valle
udivasi
lo
stormire
delle
messi
ancora
in
piedi
.
Nell
'
aia
la
bica
alta
e
ancora
scura
sembrava
coronata
d
'
argento
,
e
nell
'
ombra
si
accennavano
confusamente
altri
covoni
in
mucchi
;
ruminava
altro
bestiame
;
un
'
altra
striscia
d
'
argento
lunga
si
posava
in
cima
al
tetto
del
magazzino
,
che
diventava
immenso
nel
buio
.
-
Eh
?
Diodata
?
Dormi
,
marmotta
?
...
-
Nossignore
,
no
!
...
Essa
comparve
tutta
arruffata
e
spalancando
a
forza
gli
occhi
assonnati
.
Si
mise
a
scopare
colle
mani
dinanzi
all
'
uscio
,
buttando
via
le
frasche
,
carponi
,
fregandosi
gli
occhi
di
tanto
in
tanto
per
non
lasciarsi
vincere
dal
sonno
,
col
mento
rilassato
,
le
gambe
fiacche
.
-
Dormivi
!
...
Se
te
l
'
ho
detto
che
dormivi
!
...
E
le
assestò
uno
scapaccione
come
carezza
.
Egli
invece
non
aveva
sonno
.
Si
sentiva
allargare
il
cuore
.
Gli
venivano
tanti
ricordi
piacevoli
.
Ne
aveva
portate
delle
pietre
sulle
spalle
,
prima
di
fabbricare
quel
magazzino
!
E
ne
aveva
passati
dei
giorni
senza
pane
,
prima
di
possedere
tutta
quella
roba
!
Ragazzetto
...
gli
sembrava
di
tornarci
ancora
,
quando
portava
il
gesso
dalla
fornace
di
suo
padre
,
a
Donferrante
!
Quante
volte
l
'
aveva
fatta
quella
strada
di
Licodia
,
dietro
gli
asinelli
che
cascavano
per
via
e
morivano
alle
volte
sotto
il
carico
!
Quanto
piangere
e
chiamar
santi
e
cristiani
in
aiuto
!
Mastro
Nunzio
allora
suonava
il
deprofundis
sulla
schiena
del
figliuolo
,
con
la
funicella
stessa
della
soma
...
Erano
dieci
o
dodici
tarì
che
gli
cascavano
di
tasca
ogni
asino
morto
al
poveruomo
!
-
Carico
di
famiglia
!
Santo
che
gli
faceva
mangiare
i
gomiti
sin
d
'
allora
;
Speranza
che
cominciava
a
voler
marito
;
la
mamma
con
le
febbri
,
tredici
mesi
dell
'
anno
!
...
-
Più
colpi
di
funicella
che
pane
!
-
Poi
quando
il
Mascalise
,
suo
zio
,
lo
condusse
seco
manovale
,
a
cercar
fortuna
...
Il
padre
non
voleva
,
perché
aveva
la
sua
superbia
anche
lui
,
come
uno
che
era
stato
sempre
padrone
,
alla
fornace
,
e
gli
cuoceva
di
vedere
il
sangue
suo
al
comando
altrui
.
-
Ci
vollero
sette
anni
prima
che
gli
perdonasse
,
e
fu
quando
finalmente
Gesualdo
arrivò
a
pigliare
il
primo
appalto
per
conto
suo
...
la
fabbrica
del
Molinazzo
...
Circa
duecento
salme
di
gesso
che
andarono
via
dalla
fornace
al
prezzo
che
volle
mastro
Nunzio
...
e
la
dote
di
Speranza
anche
,
perché
la
ragazza
non
poteva
più
stare
in
casa
...
-
E
le
dispute
allorché
cominciò
a
speculare
sulla
campagna
!
...
-
Mastro
Nunzio
non
voleva
saperne
...
Diceva
che
non
era
il
mestiere
in
cui
erano
nati
.
"
Fa
l
'
arte
che
sai
!
"
-
Ma
poi
,
quando
il
figliuolo
lo
condusse
a
veder
le
terre
che
aveva
comprato
,
lì
proprio
,
alla
Canziria
,
non
finiva
di
misurarle
in
lungo
e
in
largo
,
povero
vecchio
,
a
gran
passi
,
come
avesse
nelle
gambe
la
canna
dell
'
agrimensore
...
E
ordinava
"
bisogna
far
questo
e
quest
'
altro
"
per
usare
del
suo
diritto
,
e
non
confessare
che
suo
figlio
potesse
aver
la
testa
più
fine
della
sua
.
-
La
madre
non
ci
arrivò
a
provare
quella
consolazione
,
poveretta
.
Morì
raccomandando
a
tutti
Santo
,
che
era
stato
sempre
il
suo
prediletto
e
Speranza
carica
di
famiglia
com
'
era
stata
lei
...
-
un
figliuolo
ogni
anno
...
-
Tutti
sulle
spalle
di
Gesualdo
,
giacché
lui
guadagnava
per
tutti
.
Ne
aveva
guadagnati
dei
denari
!
Ne
aveva
fatta
della
roba
!
Ne
aveva
passate
delle
giornate
dure
e
delle
notti
senza
chiuder
occhio
!
Vent
'
anni
che
non
andava
a
letto
una
sola
volta
senza
prima
guardare
il
cielo
per
vedere
come
si
mettesse
.
-
Quante
avemarie
,
e
di
quelle
proprio
che
devono
andar
lassù
,
per
la
pioggia
e
pel
bel
tempo
!
-
Tanta
carne
al
fuoco
!
tanti
pensieri
,
tante
inquietudini
,
tante
fatiche
!
...
La
coltura
dei
fondi
,
il
commercio
delle
derrate
,
il
rischio
delle
terre
prese
in
affitto
,
le
speculazioni
del
cognato
Burgio
che
non
ne
indovinava
una
e
rovesciava
tutto
il
danno
sulle
spalle
di
lui
!
...
-
Mastro
Nunzio
che
si
ostinava
ad
arrischiare
cogli
appalti
il
denaro
del
figliuolo
,
per
provare
che
era
il
padrone
in
casa
sua
!
...
-
Sempre
in
moto
,
sempre
affaticato
,
sempre
in
piedi
,
di
qua
e
di
là
,
al
vento
,
al
sole
,
alla
pioggia
;
colla
testa
grave
di
pensieri
,
il
cuore
grosso
d
'
inquietudini
,
le
ossa
rotte
di
stanchezza
;
dormendo
due
ore
quando
capitava
,
come
capitava
,
in
un
cantuccio
della
stalla
,
dietro
una
siepe
,
nell
'
aia
,
coi
sassi
sotto
la
schiena
;
mangiando
un
pezzo
di
pane
nero
e
duro
dove
si
trovava
,
sul
basto
della
mula
,
all
'
ombra
di
un
ulivo
,
lungo
il
margine
di
un
fosso
,
nella
malaria
,
in
mezzo
a
un
nugolo
di
zanzare
.
-
Non
feste
,
non
domeniche
,
mai
una
risata
allegra
,
tutti
che
volevano
da
lui
qualche
cosa
,
il
suo
tempo
,
il
suo
lavoro
,
o
il
suo
denaro
;
mai
un
'
ora
come
quelle
che
suo
fratello
Santo
regalavasi
in
barba
sua
all
'
osteria
!
-
trovando
a
casa
poi
ogni
volta
il
viso
arcigno
di
Speranza
,
o
le
querimonie
del
cognato
,
o
il
piagnucolìo
dei
ragazzi
-
le
liti
fra
tutti
loro
quando
gli
affari
non
andavano
bene
.
-
Costretto
a
difendere
la
sua
roba
contro
tutti
,
per
fare
il
suo
interesse
.
-
Nel
paese
non
un
solo
che
non
gli
fosse
nemico
,
o
alleato
pericoloso
e
temuto
.
-
Dover
celare
sempre
la
febbre
dei
guadagni
,
la
botta
di
una
mala
notizia
,
l
'
impeto
di
una
contentezza
;
e
aver
sempre
la
faccia
chiusa
,
l
'
occhio
vigilante
,
la
bocca
seria
!
Le
astuzie
di
ogni
giorno
;
le
ambagi
per
dire
soltanto
"
vi
saluto
"
;
le
strette
di
mano
inquiete
,
coll
'
orecchio
teso
;
la
lotta
coi
sorrisi
falsi
,
o
coi
visi
arrossati
dall
'
ira
,
spumanti
bava
e
minacce
-
la
notte
sempre
inquieta
,
il
domani
sempre
grave
di
speranza
o
di
timore
...
-
Ci
hai
lavorato
,
anche
tu
,
nella
roba
del
tuo
padrone
!
...
Hai
le
spalle
grosse
anche
tu
...
povera
Diodata
!
...
Essa
,
vedendosi
rivolta
la
parola
,
si
accostò
tutta
contenta
e
gli
si
accovacciò
ai
piedi
,
su
di
un
sasso
,
col
viso
bianco
di
luna
,
il
mento
sui
ginocchi
,
in
un
gomitolo
.
Passava
il
tintinnìo
dei
campanacci
,
il
calpestìo
greve
e
lento
per
la
distesa
del
bestiame
che
scendeva
al
torrente
,
dei
muggiti
gravi
e
come
sonnolenti
,
le
voci
dei
guardiani
che
lo
guidavano
e
si
spandevano
lontane
,
nell
'
aria
sonora
.
La
luna
ora
discesa
sino
all
'
aia
,
stampava
delle
ombre
nere
in
un
albore
freddo
;
disegnava
l
'
ombra
vagante
dei
cani
di
guardia
che
avevano
fiutato
il
bestiame
;
la
massa
inerte
del
camparo
,
steso
bocconi
-
Nanni
l
'
Orbo
,
eh
?
...
o
Brasi
Camauro
?
Chi
dei
due
ti
sta
dietro
la
gonnella
?
-
riprese
don
Gesualdo
che
era
in
vena
di
scherzare
.
Diodata
sorrise
:
-
Nossignore
!
...
nessuno
!
...
Ma
il
padrone
ci
si
divertiva
:
-
Sì
,
sì
!
...
l
'
uno
o
l
'
altro
...
o
tutti
e
due
insieme
!
...
Lo
saprò
!
...
Ti
sorprenderò
con
loro
nel
vallone
,
qualche
volta
!
...
Essa
sorrideva
sempre
allo
stesso
modo
,
di
quel
sorriso
dolce
e
contento
,
allo
scherzo
del
padrone
che
sembrava
le
illuminasse
il
viso
,
affinato
dal
chiarore
molle
:
gli
occhi
come
due
stelle
;
le
belle
trecce
allentate
sul
collo
;
la
bocca
un
po
'
larga
e
tumida
,
ma
giovane
e
fresca
.
Il
padrone
stette
un
momento
a
guardarla
così
,
sorridendo
anch
'
esso
,
e
le
diede
un
altro
scapaccione
affettuoso
.
-
Questa
non
è
roba
per
quel
briccone
di
Brasi
,
o
per
Nanni
l
'
Orbo
!
no
!
...
-
Oh
,
gesummaria
!
...
-
esclamò
essa
facendosi
la
croce
.
-
Lo
so
,
lo
so
.
Dico
per
ischerzo
,
bestia
!
...
Tacque
un
altro
po
'
ancora
,
e
poi
soggiunse
:
-
Sei
una
buona
ragazza
!
...
buona
e
fedele
!
vigilante
sugli
interessi
del
padrone
,
sei
stata
sempre
...
-
Il
padrone
mi
ha
dato
il
pane
,
-
rispose
essa
semplicemente
.
-
Sarei
una
birbona
...
-
Lo
so
!
lo
so
!
...
poveretta
!
...
per
questo
t
'
ho
voluto
bene
!
A
poco
a
poco
,
seduto
al
fresco
,
dopo
cena
,
con
quel
bel
chiaro
di
luna
,
si
lasciava
andare
alla
tenerezza
dei
ricordi
.
-
Povera
Diodata
!
Ci
hai
lavorato
anche
tu
!
...
Ne
abbiamo
passati
dei
brutti
giorni
!
...
Sempre
all
'
erta
,
come
il
tuo
padrone
!
Sempre
colle
mani
attorno
...
a
far
qualche
cosa
!
Sempre
l
'
occhio
attento
sulla
mia
roba
!
...
Fedele
come
un
cane
!
...
Ce
n
'
è
voluto
,
sì
,
a
far
questa
roba
!
...
Tacque
un
momento
intenerito
.
Poi
riprese
,
dopo
un
pezzetto
,
cambiando
tono
:
-
Sai
?
Vogliono
che
prenda
moglie
.
La
ragazza
non
rispose
;
egli
non
badandoci
,
seguitò
:
-
Per
avere
un
appoggio
...
Per
far
lega
coi
pezzi
grossi
del
paese
...
Senza
di
loro
non
si
fa
nulla
!
...
Vogliono
farmi
imparentare
con
loro
...
per
l
'
appoggio
del
parentado
,
capisci
?
...
Per
non
averli
tutti
contro
,
all
'
occasione
...
Eh
?
che
te
ne
pare
?
Ella
tacque
ancora
un
momento
col
viso
nelle
mani
.
Poi
rispose
,
con
un
tono
di
voce
che
andò
a
rimescolargli
il
sangue
a
lui
pure
:
-
Vossignoria
siete
il
padrone
...
-
Lo
so
,
lo
so
...
Ne
discorro
adesso
per
chiacchierare
...
perché
mi
sei
affezionata
...
Ancora
non
ci
penso
...
ma
un
giorno
o
l
'
altro
bisogna
pure
andarci
a
cascare
...
Per
chi
ho
lavorato
infine
?
...
Non
ho
figliuoli
...
Allora
le
vide
il
viso
,
rivolto
a
terra
,
pallido
pallido
e
tutto
bagnato
.
-
Perché
piangi
,
bestia
?
-
Niente
,
vossignoria
!
...
Così
!
...
Non
ci
badate
...
-
Cosa
t
'
eri
messa
in
capo
,
di
'
?
-
Niente
,
niente
,
don
Gesualdo
...
-
Santo
e
santissimo
!
Santo
e
santissimo
!
-
prese
a
gridare
lui
sbuffando
per
l
'
aia
.
Il
camparo
al
rumore
levò
il
capo
sonnacchioso
e
domandò
:
-
Che
c
'
è
?
...
S
'
è
slegata
la
mula
?
Devo
alzarmi
?
...
-
No
,
no
,
dormite
,
zio
Carmine
.
Diodata
gli
andava
dietro
passo
passo
,
con
voce
umile
e
sottomessa
:
-
Perché
v
'
arrabbiate
,
vossignoria
?
...
Cosa
vi
ho
detto
?
...
-
M
'
arrabbio
colla
mia
sorte
!
...
Guai
e
seccature
da
per
tutto
...
dove
vado
!
...
Anche
tu
,
adesso
!
...
col
piagnisteo
!
...
Bestia
!
...
Credi
che
,
se
mai
,
ti
lascerei
in
mezzo
a
una
strada
...
senza
soccorsi
?
...
-
Nossignore
...
non
è
per
me
...
Pensavo
a
quei
poveri
innocenti
...
-
Anche
quest
'
altra
?
...
Che
ci
vuoi
fare
!
Così
va
il
mondo
!
...
Poiché
v
'
è
il
comune
che
ci
pensa
!
...
Deve
mantenerli
il
comune
a
spese
sue
...
coi
denari
di
tutti
!
...
Pago
anch
'
io
!
...
So
io
ogni
volta
che
vo
dall
'
esattore
!
...
Si
grattò
il
capo
un
istante
,
e
riprese
:
-
Vedi
,
ciascuno
viene
al
mondo
colla
sua
stella
...
Tu
stessa
hai
forse
avuto
il
padre
o
la
madre
ad
aiutarti
?
Sei
venuta
al
mondo
da
te
,
come
Dio
manda
l
'
erba
e
le
piante
che
nessuno
ha
seminato
.
Sei
venuta
al
mondo
come
dice
il
tuo
nome
...
Diodata
!
Vuol
dire
di
nessuno
!
...
E
magari
sei
forse
figlia
di
barone
,
e
i
tuoi
fratelli
adesso
mangiano
galline
e
piccioni
!
Il
Signore
c
'
è
per
tutti
!
Hai
trovato
da
vivere
anche
tu
!
...
E
la
mia
roba
?
...
me
l
'
hanno
data
i
genitori
forse
?
Non
mi
son
fatto
da
me
quello
che
sono
?
Ciascuno
porta
il
suo
destino
!
...
Io
ho
il
fatto
mio
,
grazie
a
Dio
,
e
mio
fratello
non
ha
nulla
...
In
tal
modo
seguitava
a
brontolare
,
passeggiando
per
l
'
aia
,
su
e
giù
dinanzi
la
porta
.
Poscia
vedendo
che
la
ragazza
piangeva
ancora
,
cheta
cheta
per
non
infastidirlo
,
le
tornò
a
sedere
allato
di
nuovo
,
rabbonito
.
-
Che
vuoi
?
Non
si
può
far
sempre
quel
che
si
desidera
.
Non
sono
più
padrone
...
come
quando
ero
un
povero
diavolo
senza
nulla
...
Ora
ci
ho
tanta
roba
da
lasciare
...
Non
posso
andare
a
cercar
gli
eredi
di
qua
e
di
là
,
per
la
strada
...
o
negli
ospizi
dei
trovatelli
.
Vuol
dire
che
i
figliuoli
che
avrò
poi
,
se
Dio
m
'
aiuta
,
saranno
nati
sotto
la
buona
stella
!
...
-
Vossignoria
siete
il
padrone
...
Egli
ci
pensò
un
po
'
su
,
perché
quel
discorso
lo
punzecchiava
ancora
peggio
di
una
vespa
,
e
tornò
a
dire
:
-
Anche
tu
...
non
hai
avuto
né
padre
né
madre
...
Eppure
cosa
t
'
è
mancato
,
di
'
?
-
Nulla
,
grazie
a
Dio
!
-
Il
Signore
c
'
è
per
tutti
...
Non
ti
lascerei
in
mezzo
a
una
strada
,
ti
dico
!
...
La
coscienza
mi
dice
di
no
...
Ti
cercherei
un
marito
...
-
Oh
...
quanto
a
me
...
don
Gesualdo
!
...
-
Sì
,
sì
,
bisogna
maritarti
!
...
Sei
giovane
,
non
puoi
rimaner
così
...
Non
ti
lascerei
senza
un
appoggio
...
Ti
troverei
un
buon
giovane
,
un
galantuomo
...
Nanni
l
'
Orbo
,
guarda
!
Ti
darei
la
dote
...
-
Il
Signore
ve
lo
renda
...
-
Son
cristiano
!
son
galantuomo
!
Poi
te
lo
meriti
.
Dove
andresti
a
finire
altrimenti
?
...
Penserò
a
tutto
io
.
Ho
tanti
pensieri
pel
capo
!
...
e
questo
cogli
altri
!
...
Sai
che
ti
voglio
bene
.
Il
marito
si
trova
subito
.
Sei
giovane
...
una
bella
giovane
...
Sì
,
sì
,
bella
!
...
lascia
dire
a
me
che
lo
so
!
Roba
fine
!
...
sangue
di
barone
sei
,
di
certo
!
...
Ora
la
pigliava
su
di
un
altro
tono
,
col
risolino
furbo
e
le
mani
che
gli
pizzicavano
.
Le
stringeva
con
due
dita
il
ganascino
.
Le
sollevava
a
forza
il
capo
,
che
ella
si
ostinava
a
tener
basso
per
nascondere
le
lagrime
.
-
Già
per
ora
son
discorsi
in
aria
...
Il
bene
che
voglio
a
te
non
lo
voglio
a
nessuno
,
guarda
!
...
Su
quel
capo
adesso
,
sciocca
!
...
sciocca
che
sei
!
...
Come
vide
che
seguitava
a
piangere
,
testarda
,
scappò
a
bestemmiare
di
nuovo
,
simile
a
un
vitello
infuriato
.
-
Santo
e
santissimo
!
Sorte
maledetta
!
...
Sempre
guai
e
piagnistei
!
...
V
Masi
,
il
garzone
,
corse
a
svegliare
don
Gesualdo
prima
dell
'
alba
,
con
una
voce
che
faceva
gelare
il
sangue
nelle
vene
:
-
Alzatevi
,
vossignoria
;
ch
'
è
venuto
il
manovale
da
Fiumegrande
e
vuole
parlarvi
subito
!
...
-
Da
Fiumegrande
?
...
a
quest
'
ora
?
...
-
Mastro
-
don
Gesualdo
andava
raccattando
i
panni
tastoni
,
al
buio
,
ancora
assonnato
,
con
un
guazzabuglio
nella
testa
.
Tutt
'
a
un
tratto
gridò
:
-
Il
ponte
!
...
Deve
essere
accaduta
qualche
disgrazia
!
...
-
Giù
nella
stalla
trovò
il
manovale
seduto
sulla
panchetta
,
fradicio
di
pioggia
,
che
faceva
asciugare
i
quattro
cenci
a
una
fiammata
di
strame
.
Appena
vide
giungere
il
padrone
,
cominciò
a
piagnucolare
di
nuovo
:
-
Il
ponte
!
...
Mastro
Nunzio
,
vostro
padre
,
disse
ch
'
era
ora
di
togliere
l
'
armatura
!
...
Nardo
vi
è
rimasto
sotto
!
...
Era
un
parapiglia
per
tutta
la
casa
:
Speranza
,
la
sorella
,
che
scendeva
a
precipizio
,
intanto
che
suo
marito
s
'
infilava
le
brache
;
Santo
,
ancora
mezzo
ubbriaco
,
ruzzoloni
per
la
scaletta
della
botola
,
urlando
quasi
l
'
accoppassero
.
Il
manovale
,
a
ciascuno
che
capitava
,
tornava
a
dire
:
-
Il
ponte
!
...
l
'
armatura
!
...
Mastro
Nunzio
dice
che
fu
il
cattivo
tempo
!
...
Don
Gesualdo
andava
su
e
giù
per
la
stalla
,
pallido
,
senza
dire
una
parola
,
senza
guardare
in
viso
nessuno
,
aspettando
che
gl
'
insellassero
la
mula
,
la
quale
spaventata
anch
'
essa
sparava
calci
,
e
Masi
dalla
confusione
non
riusciva
a
mettergli
il
basto
.
A
un
certo
punto
gli
andò
coi
pugni
sul
viso
,
cogli
occhi
che
volevano
schizzargli
dall
'
orbita
.
-
Quando
?
santo
e
santissimo
!
...
Non
la
finisci
più
,
peste
che
ti
venga
!
-
Colpa
vostra
!
Ve
l
'
avevo
detto
!
Non
sono
imprese
per
noialtri
!
-
sbraitava
la
sorella
in
camicia
,
coi
capelli
arruffati
,
una
furia
tale
e
quale
!
Massaro
Fortunato
,
più
calmo
,
approvava
la
moglie
,
con
un
cenno
del
capo
,
silenzioso
,
seduto
sulla
panchetta
,
simile
a
una
macina
di
mulino
.
-
Voi
non
dite
nulla
!
state
lì
come
un
allocco
!
Adesso
Speranza
inveiva
contro
suo
marito
:
-
Quando
si
tratta
d
'
aiutar
voi
,
che
pure
siete
suo
cognato
!
...
carico
di
figliuoli
anche
!
...
allora
saltano
fuori
le
difficoltà
!
...
denari
non
ce
ne
sono
!
...
i
denari
che
si
son
persi
nel
ponte
della
malora
!
Gesualdo
da
principio
si
voltò
verso
di
lei
inviperito
,
colla
schiuma
alla
bocca
.
Poscia
mandò
giù
la
bile
,
e
si
mise
a
canterellare
mentre
affibbiava
la
testiera
della
mula
:
un
'
allegria
che
gli
mangiava
il
fegato
.
Si
fece
il
segno
della
croce
,
mise
il
piede
alla
staffa
;
infine
di
lassù
,
a
cavallo
,
che
toccava
quasi
il
tetto
col
capo
,
sputò
fuori
il
fatto
suo
,
prima
d
'
andarsene
:
-
Avete
ragione
!
M
'
ha
fatto
fare
dei
bei
negozi
,
tuo
marito
!
La
semenza
che
abbiamo
buttato
via
a
Donninga
!
La
vigna
che
m
'
ha
fatto
piantare
dove
non
nasce
neppure
erba
da
pascolo
!
...
Testa
fine
tuo
marito
!
...
M
'
è
toccato
pagarle
di
tasca
mia
le
vostre
belle
speculazioni
!
Ma
son
stanco
,
veh
,
di
portare
la
soma
!
L
'
asino
quand
'
è
stanco
si
corica
in
mezzo
alla
via
e
non
va
più
avanti
...
E
spronò
la
mula
,
che
borbottava
ancora
;
la
sorella
sbraitandogli
dietro
,
dall
'
uscio
della
stalla
,
finché
si
udirono
i
ferri
della
cavalcatura
sui
ciottoli
della
stradicciuola
,
nel
buio
.
Il
manovale
si
mise
a
correre
,
affannato
,
zoppicando
;
ma
il
padrone
,
che
aveva
la
testa
come
un
mulino
,
non
se
ne
avvide
.
Soltanto
allorché
furono
giunti
alla
chiusa
del
Carmine
,
volse
il
capo
all
'
udire
lo
scalpiccìo
di
lui
nella
mota
,
e
lo
fece
montare
in
groppa
.
Il
ragazzo
,
colla
voce
rotta
dall
'
andatura
della
mula
,
ripeteva
sempre
la
stessa
cosa
:
-
Mastro
Nunzio
disse
che
era
tempo
di
togliere
l
'
armatura
...
Era
spiovuto
dopo
il
mezzogiorno
...
-
No
,
vossignoria
,
disse
mastro
Nardo
;
lasciamo
stare
ancora
sino
a
domani
...
-
Disse
mastro
Nunzio
:
-
tu
parli
così
per
papparti
un
'
altra
giornata
di
paga
...
-
Io
intanto
facevo
cuocere
la
minestra
per
gli
uomini
...
Dal
monte
si
udiva
gridare
:
"
La
piena
!
cristiani
!..."
Mentre
Nardo
stava
sciogliendo
l
'
ultima
fune
...
Gesualdo
,
col
viso
al
vento
,
frustato
dalla
burrasca
,
spronava
sempre
la
mula
colle
calcagna
,
senza
aprir
bocca
.
-
Eh
?
...
Che
dite
,
don
Gesualdo
?
...
Non
rispondete
?
...
-
Che
non
ti
casca
mai
la
lingua
?
-
rispose
infine
il
padrone
.
Cominciava
ad
albeggiare
prima
di
giungere
alla
Torretta
.
Un
contadino
che
incontrarono
spingendo
innanzi
l
'
asinello
,
pigliandosi
l
'
acquazzone
sotto
la
giacca
di
cotonina
,
col
fazzoletto
in
testa
e
le
mani
nelle
tasche
,
volle
dire
qualche
cosa
;
accennava
laggiù
,
verso
il
fiume
,
mentre
il
vento
si
portava
lontano
la
voce
.
Più
in
là
una
vecchierella
raggomitolata
sotto
un
carrubbio
si
mise
a
gridare
:
-
Non
potete
passare
,
no
!
...
Il
fiume
!
...
badate
!
...
In
fondo
,
nella
nebbia
del
fiume
e
della
pioggia
,
si
scorgeva
confusamente
un
enorme
ammasso
di
rovine
,
come
un
monte
franato
in
mezzo
al
fiume
,
e
sul
pilone
rimasto
in
piedi
,
perduto
nella
bruma
del
cielo
basso
,
qualcosa
di
nero
che
si
muoveva
,
delle
braccia
che
accennavano
lontano
.
Il
fiume
,
di
qua
e
di
là
dei
rottami
,
straripava
in
larghe
pozze
fangose
.
Più
giù
,
degli
uomini
messi
in
fila
,
coll
'
acqua
fino
al
ginocchio
,
si
chinavano
in
avanti
tutti
in
una
volta
,
e
poi
tiravano
insieme
,
con
un
oooh
!
che
sembrava
un
lamento
.
-
No
!
no
!
-
urlavano
i
muratori
trattenendo
pel
braccio
don
Gesualdo
.
-
Che
volete
annegarvi
,
vossignoria
?
Egli
non
rispondeva
,
nel
fango
sino
a
mezza
gamba
,
andando
su
e
giù
per
la
riva
corrosa
,
coi
capelli
che
gli
svolazzavano
al
vento
.
Mastro
Nunzio
,
dall
'
alto
del
pilone
,
gli
gridava
qualche
cosa
:
delle
grida
che
le
raffiche
gli
strappavano
di
bocca
e
sbrindellavano
lontano
.
-
Che
ci
fate
adesso
lassù
?
...
State
a
piangere
il
morto
?
Lasciate
...
lasciate
andare
!
-
gli
rispose
Gesualdo
dalla
riva
.
Il
rumore
delle
acque
si
mangiò
anche
le
sue
parole
furiose
.
Il
vecchio
,
in
alto
,
nella
nebbia
,
accennava
sempre
di
no
,
testardo
.
Dell
'
altra
gente
gridava
anche
dalla
riva
opposta
,
sotto
gli
ombrelloni
d
'
incerata
,
senza
potere
farsi
intendere
,
indicando
verso
il
punto
dove
gli
uomini
tiravano
in
salvo
delle
travi
.
A
seconda
del
vento
giungevano
pure
di
lassù
,
donde
veniva
la
corrente
,
delle
voci
che
sembravano
cadere
dal
cielo
,
delle
grida
disperate
,
e
un
suono
di
corno
rauco
.
Gesualdo
,
curvo
sotto
l
'
acquazzone
,
sfangando
sulla
riva
,
aiutava
a
tirare
in
salvo
i
legnami
dell
'
armatura
che
la
corrente
furiosa
seguitava
a
scuotere
e
a
sfasciare
.
-
A
me
!
...
santo
Dio
!
...
non
vedete
che
si
porta
anche
quelli
?
...
-
A
un
certo
punto
barcollò
e
stava
per
affondare
nella
melma
spumosa
che
dilagava
.
-
Santo
diavolone
!
Che
volete
lasciarvi
anche
la
pelle
?
-
urlò
il
capomastro
afferrandolo
pel
bavero
.
-
Un
altro
po
'
strascinate
me
pure
alla
perdizione
!
Egli
,
pallido
come
un
morto
,
cogli
occhi
stralunati
,
i
capelli
irti
sul
capo
,
quasi
colla
schiuma
alla
bocca
,
rispondeva
:
-
Lasciatemi
crepare
!
A
voi
non
ve
ne
importa
!
...
Dite
così
perché
voi
non
ci
avete
il
sangue
vostro
in
mezzo
a
quell
'
acqua
!
...
Lasciatemi
crepare
!
Mastro
Nunzio
,
vedendo
smaniare
a
quel
modo
il
suo
figliuolo
,
voleva
buttarsi
a
capo
fitto
giù
nella
corrente
addirittura
:
-
Per
non
stare
a
sentir
lui
!
...
Adesso
mi
dirà
ch
'
è
tutta
colpa
mia
!
...
vedrete
!
...
Non
son
padrone
di
muovere
un
dito
in
casa
mia
...
Sono
padrone
da
burla
...
Allora
è
meglio
finirla
in
una
volta
!
...
-
E
andava
tentando
l
'
acqua
col
piede
.
-
Sentite
!
-
interruppe
il
figliuolo
con
voce
sorda
.
-
Lasciatemi
in
pace
anche
voi
!
Io
v
'
ho
lasciato
fare
,
voi
!
Avete
voluto
che
prendessi
l
'
appalto
del
ponte
...
per
non
stare
in
ozio
...
Vedete
com
'
è
andata
a
finire
!
...
E
bisogna
tornare
da
capo
,
se
non
voglio
perdere
la
cauzione
...
Potevate
starvene
quieto
e
tranquillo
a
casa
...
Che
vi
facevo
mancare
?
...
Lasciatemi
in
pace
almeno
.
Tanto
,
voi
non
ci
avete
perso
nulla
...
-
Ah
!
Non
ci
ho
perso
nulla
?
...
Sapevo
bene
che
glielo
avresti
rinfacciato
...
a
tuo
padre
!
...
Già
non
conto
più
nulla
io
!
Non
so
far
più
nulla
!
...
Ti
ho
fatto
quel
che
sei
!
...
Come
se
non
fossi
il
capo
di
casa
!
...
come
se
non
conoscessi
il
mio
mestiere
!
...
-
Ah
!
...
il
vostro
mestiere
?
...
perché
avevate
la
fornace
del
gesso
?
...
e
mi
è
toccato
ricomprarvela
due
volte
anche
!
...
vi
credete
un
ingegnere
!
...
Ecco
il
bel
mestiere
che
sapete
fare
!
...
Mastro
Nunzio
guardò
infuriato
il
suo
figliuolo
,
annaspando
,
agitando
le
labbra
senza
poter
proferire
altre
parole
,
strabuzzando
gli
occhi
per
tornare
a
cercare
il
posto
migliore
da
annegarsi
,
e
infine
brontolò
:
-
E
allora
perché
mi
trattieni
?
...
Perché
non
vuoi
che
mi
butti
nel
fiume
?
perché
?
Gesualdo
cominciò
a
strapparsi
i
capelli
,
a
mordersi
le
braccia
,
a
sputare
in
cielo
.
Poscia
gli
si
piantò
in
faccia
disperato
,
scuotendogli
le
mani
giunte
dinanzi
al
viso
.
-
Per
l
'
amor
di
Dio
!
...
per
l
'
anima
di
mia
madre
!
...
con
questo
po
'
di
tegola
che
m
'
è
cascata
fra
capo
e
collo
...
capite
che
non
ho
voglia
di
scherzare
adesso
!
...
Il
capomastro
si
intromise
per
calmarli
.
-
Infine
quel
ch
'
è
stato
è
stato
.
Il
morto
non
torna
più
.
Colle
chiacchiere
non
si
rimedia
a
nulla
.
Piuttosto
venite
ad
asciugarvi
tutti
e
due
,
che
arrischiate
di
pigliare
un
malanno
per
giunta
,
così
fradici
come
siete
.
Avevano
acceso
un
gran
fuoco
di
giunchi
e
di
legna
rotte
,
nella
capanna
.
Pezzi
di
travi
su
cui
erano
ancora
appiccicate
le
immagini
dei
santi
che
dovevano
proteggere
il
ponte
,
buon
'
anima
sua
!
Mastro
Nunzio
,
il
quale
perdeva
anche
la
fede
in
quella
disdetta
,
ci
sputò
sopra
un
paio
di
volte
,
col
viso
torvo
.
Tutti
piangevano
e
si
fregavano
gli
occhi
dal
fumo
,
intanto
che
facevano
asciugare
i
panni
umidi
.
In
un
canto
,
sotto
quelle
quattro
tegole
rotte
,
era
buttato
Nardo
,
il
manovale
che
s
'
era
rotta
la
gamba
,
sudando
e
spasimando
.
Volle
mettere
anch
'
egli
una
buona
parola
nel
malumore
fra
padre
e
figlio
:
-
Il
peggio
è
toccato
a
me
;
-
si
lamentò
,
-
che
ora
rimango
storpio
e
non
posso
più
buscarmi
il
pane
.
Uno
dei
suoi
compagni
,
vedendo
che
non
poteva
muoversi
,
gli
ammucchiò
un
po
'
di
strame
sotto
il
capo
.
Mastro
Nunzio
,
sull
'
uscio
,
coi
pugni
rivolti
al
cielo
,
lanciava
fuoco
e
fiamme
.
-
Giuda
Iscariota
!
Santo
diavolone
!
Doveva
venire
adesso
questa
grazia
di
Dio
!
...
Ciascheduno
diceva
la
sua
.
Dei
vicini
,
venuti
per
vedere
;
dei
viandanti
che
volevano
passare
il
fiume
,
e
aspettavano
,
al
riparo
,
con
la
schiena
alla
fiammata
.
-
Evviva
voi
!
Avete
fatto
un
bel
lavoro
!
Tanti
denari
spesi
!
I
denari
del
comune
!
...
Ora
ci
tocca
aspettare
chissà
quanto
,
prima
di
vedere
un
altro
ponte
...
O
com
'
era
fatto
,
di
ricotta
?
-
Questi
altri
,
adesso
!
...
Arrivate
giusto
nel
buon
momento
!
...
Volete
che
faccia
scendere
Dio
e
i
santi
di
lassù
?...-
sbraitava
mastro
Nunzio
.
Gesualdo
,
lui
,
non
diceva
nulla
,
con
la
faccia
color
di
terra
,
seduto
su
di
un
sasso
,
le
mani
fra
le
cosce
,
penzoloni
.
Quindi
prese
a
sfogarsi
col
manovale
.
-
Guarda
quella
carogna
!
Mi
lascia
fuori
la
mula
,
con
questo
tempo
!
Poltronaccio
!
Nemico
del
tuo
padrone
!
-
Non
vi
disperate
,
vossignoria
!
-
piagnucolò
Nardo
dal
suo
cantuccio
.
-
Finché
c
'
è
la
salute
,
il
resto
è
niente
!
...
Gesualdo
gli
lanciò
addosso
un
'
occhiata
furibonda
.
-
Parla
bene
,
lui
...
che
non
ha
nulla
da
perdere
!
...
-
No
,
no
,
vossignoria
!
...
Non
dite
così
,
che
il
Signore
vi
gastiga
!
...
Mastro
Nunzio
,
appoggiato
allo
stipite
dell
'
uscio
,
stava
masticando
da
un
po
'
la
sua
idea
,
fra
le
gengive
sdentate
.
Infine
la
buttò
fuori
,
rivolgendosi
verso
il
figliuolo
all
'
improvviso
:
-
E
sai
cos
'
ho
da
dirti
?
Che
non
ne
voglio
più
sapere
di
questo
ponte
della
disgrazia
!
Piuttosto
faremo
un
mulino
,
coi
materiali
che
riusciremo
a
mettere
in
salvo
...
Un
affare
sicuro
quello
...
-
Un
'
altra
adesso
!
-
saltò
su
Gesualdo
.
-
Siete
ammattito
davvero
?
E
la
cauzione
?
Volete
che
ci
perda
anche
quella
?
Se
lasciassi
fare
a
voi
!
...
Quando
presi
a
fabbricare
dei
mulini
,
mi
toccava
sentire
che
era
la
rovina
...
Ora
che
vi
siete
persuaso
,
non
vorreste
far
altro
...
come
se
tutto
il
paese
dovesse
macinarsi
le
ossa
notte
e
giorno
,
e
le
mie
prima
degli
altri
!
...
santo
e
santissimo
!
La
lite
s
'
accese
un
'
altra
volta
.
Mastro
Nunzio
che
strillava
e
si
lagnava
di
non
esser
rispettato
.
-
Vedete
se
sono
un
fantoccio
?
...
un
pulcinella
?
...
il
capo
della
casa
...
signori
miei
!
...
guardate
un
po
'
!
...
-
Gesualdo
per
finirla
saltò
di
nuovo
sulla
mula
,
verde
dalla
bile
,
e
se
ne
andò
mentre
l
'
acqua
veniva
ancora
giù
dal
cielo
come
Dio
la
mandava
,
col
capo
nelle
spalle
,
bagnato
sino
alle
ossa
,
il
cuore
dentro
più
nero
del
cielo
nuvolo
che
aveva
dinanzi
agli
occhi
;
il
paese
grigio
e
triste
nella
pioggia
anch
'
esso
,
lassù
in
cima
al
monte
,
col
suono
del
mezzogiorno
che
passava
a
ondate
,
trasportato
dal
vento
,
e
si
sperdeva
in
lontananza
.
Quanti
lo
incontravano
,
conoscendo
la
disgrazia
che
gli
era
capitata
,
dimenticavano
di
salutarlo
e
tiravano
via
.
Egli
guardava
bieco
e
borbottava
di
tanto
in
tanto
fra
di
sé
:
-
Sono
ancora
in
piedi
!
Mi
chiamo
mastro
-
don
Gesualdo
!
...
Finché
sono
in
piedi
so
aiutarmi
!
Un
solo
,
un
povero
diavolo
,
che
andava
per
la
stessa
strada
,
gli
offrì
di
prenderlo
sotto
l
'
ombrello
.
Egli
rispose
:
-
Ci
vuol
altro
che
l
'
ombrello
,
amico
mio
!
Non
temete
,
che
non
ho
paura
d
'
acqua
e
di
grandine
,
io
!
Arrivò
al
paese
dopo
mezzogiorno
.
Il
canonico
Lupi
s
'
era
coricato
allora
allora
,
subito
dopo
pranzo
.
-
Vengo
,
vengo
,
don
Gesualdo
!
-
gli
gridò
dalla
finestra
,
sentendosi
chiamare
.
Qualcheduno
che
andava
ancora
pei
fatti
suoi
,
a
quell
'
ora
,
vedendolo
così
fradicio
,
piovendo
acqua
come
un
ombrello
,
gli
disse
:
-
Eh
,
don
Gesualdo
?
...
che
disgrazia
!
...
Lui
duro
come
un
sasso
,
col
sorriso
amaro
sulle
labbra
sottili
e
pallide
,
rispondeva
:
-
Eh
,
cose
che
accadono
.
Chi
va
all
'
acqua
si
bagna
,
e
chi
va
a
cavallo
cade
.
Ma
sinché
non
v
'
è
uomini
morti
,
a
tutto
si
rimedia
.
I
più
tiravano
di
lungo
,
voltandosi
per
curiosità
dopo
ch
'
erano
passati
.
Il
canonico
comparve
infine
sul
portoncino
,
abbottonandosi
la
sottana
.
-
Eh
?
eh
?
don
Gesualdo
?
Eccovi
qua
...
eccovi
qua
!
...
Don
Gesualdo
s
'
era
fatta
una
faccia
allegra
per
quanto
poteva
,
colla
febbre
maligna
che
ci
aveva
nello
stomaco
.
-
Sissignore
,
eccomi
qua
!
-
rispose
con
un
sorriso
che
cercò
di
fare
allargare
per
tutta
la
faccia
scura
.
-
Eccomi
qua
,
come
volete
voi
...
ai
vostri
comandi
...
Però
,
dite
la
verità
,
voi
parlate
col
diavolo
,
eh
?
Il
canonico
finse
di
non
capire
:
-
Perché
?
pel
ponte
?
No
,
in
fede
mia
!
Mi
dispiace
anzi
!
...
-
No
,
no
,
non
dico
pel
ponte
!
...
Ma
andiamo
di
sopra
,
vossignoria
.
Non
son
discorsi
da
farsi
qui
,
in
istrada
...
C
'
era
il
letto
ancora
disfatto
nella
camera
del
canonico
;
tutt
'
in
giro
alle
pareti
un
bel
numero
di
gabbioline
,
dove
il
canonico
,
gran
cacciatore
al
paretaio
,
teneva
i
suoi
uccelli
di
richiamo
;
un
enorme
crocifisso
nero
di
faccia
all
'
uscio
,
e
sotto
la
cassa
della
confraternita
,
come
una
bara
da
morto
,
nella
quale
erano
i
pegni
dei
denari
dati
a
prestito
;
delle
immagini
di
santi
qua
e
là
,
appiccicate
colle
ostie
,
insudiciate
dagli
uccelli
,
e
un
puzzo
da
morire
,
fra
tutte
quelle
bestie
.
Don
Gesualdo
cominciò
subito
a
sfogarsi
narrando
i
suoi
guai
:
il
padre
che
si
ostinava
a
fare
di
testa
sua
,
per
mostrare
ch
'
era
sempre
lui
il
capo
,
dopo
aver
dato
fondo
al
patrimonio
...
Gli
era
toccato
ricomprargliela
due
volte
la
fornace
del
gesso
!
E
continuava
a
metterlo
in
quegli
impicci
!
...
E
se
lui
diceva
ahi
!
quando
era
costretto
a
farsi
aprire
la
vena
e
a
lasciarsi
cavar
dell
'
altro
sangue
per
pagare
,
allora
il
padre
gridava
che
gli
si
mancava
di
rispetto
.
La
sorella
ed
il
cognato
che
lo
pelavano
dall
'
altra
parte
.
Una
bestia
,
quel
cognato
Burgio
!
bestia
e
presuntuoso
!
E
chi
pagava
era
sempre
lui
,
Gesualdo
!
...
Suo
fratello
Santo
che
mangiava
e
beveva
alle
sue
spalle
,
senza
far
nulla
,
da
mattina
a
sera
:
-
Col
mio
denaro
,
capite
,
vossignoria
?
col
sangue
mio
!
So
io
quel
che
mi
costa
!
Quando
ho
lasciato
mio
padre
nella
fornace
del
gesso
in
rovina
,
che
non
si
sapeva
come
dar
da
mangiare
a
quei
quattro
asini
del
carico
,
colla
sola
camicia
indosso
sono
andato
via
...
e
un
paio
di
pantaloni
che
non
tenevano
più
,
per
la
decenza
...
senza
scarpe
ai
piedi
,
sissignore
.
La
prima
cazzuola
per
incominciare
a
fare
il
muratore
dovette
prestarmela
mio
zio
il
Mascalise
...
E
mio
padre
che
strepitava
perché
lasciavo
il
mestiere
in
cui
ero
nato
...
E
poi
,
quando
presi
il
primo
lavoro
a
cottimo
...
gridava
ch
'
era
un
precipizio
!
Ne
ho
avuto
del
coraggio
,
signor
canonico
!
Lo
so
io
quel
che
mi
costa
!
Tutto
frutto
dei
miei
sudori
,
quello
che
ho
...
E
quando
lo
vedo
a
buttarmelo
via
,
chi
da
una
parte
e
chi
dall
'
altra
!
...
che
volete
,
vossignoria
!
il
sangue
si
ribella
!
...
Ho
taciuto
sinora
per
aver
la
quiete
in
famiglia
...
per
mangiare
in
santa
pace
un
boccone
di
pane
,
quando
torno
a
casa
stanco
...
Ma
ora
non
ne
posso
più
!
Anche
l
'
asino
quando
è
stanco
si
corica
in
mezzo
alla
via
e
non
va
più
avanti
...
Voi
non
sapete
che
gastigo
di
Dio
è
Speranza
,
mia
sorella
!
...
Voglio
finirla
!
...
Ciascuno
per
casa
sua
.
Dico
bene
,
canonico
mio
?
Il
canonico
intanto
governava
i
suoi
uccelli
di
richiamo
.
-
Se
non
mi
date
retta
,
vossignoria
,
è
inutile
che
parli
!
-
Sì
,
sì
,
vi
ascolto
.
Che
diavolo
!
non
ci
vuole
poi
un
sant
'
Agostino
a
capire
quel
che
volete
!
...
In
conclusione
si
tratta
di
salvare
la
cauzione
,
non
è
così
?
di
avere
qualche
aiuto
dal
comune
?
-
Sissignore
...
la
cauzione
...
Poi
Gesualdo
gli
piantò
addosso
gli
occhi
grigi
e
penetranti
,
e
riprese
:
-
E
un
'
altra
cosa
anche
...
Vi
dicevo
che
voglio
far
casa
da
me
...
per
conto
mio
...
se
trovo
la
moglie
che
mi
conviene
...
Ma
se
non
mi
date
retta
,
vossignoria
...
allora
è
inutile
...
O
se
fingete
di
non
capire
...
Vi
ricordate
?
...
quel
discorso
che
mi
faceste
la
sera
della
festa
del
santo
Patrono
?
...
Ma
se
fate
le
viste
di
non
capire
,
perchè
sono
venuto
qui
da
voi
...
quando
vi
ho
detto
per
prima
cosa
...
Vi
ho
detto
:
"
Eccomi
qua
,
come
volete
voi
...
"
-
Ah
!
...
ah
!
...
-
rispose
il
canonico
alzando
il
capo
come
un
asino
che
strappi
la
cavezza
.
Poi
lasciò
stare
il
nicchio
che
andava
spolverando
attentamente
,
e
gli
fissò
addosso
anche
lui
i
suoi
occhi
da
uomo
che
non
si
lascia
mettere
nel
sacco
.
-
Sentite
,
don
Gesualdo
...
questo
non
è
discorso
che
venite
a
farmi
adesso
,
a
questa
maniera
!
Allora
vuol
dire
che
non
conoscete
chi
vi
è
amico
e
chi
vi
è
nemico
,
benedetto
Dio
!
Ho
piacere
che
abbiate
toccato
con
mano
se
il
consiglio
che
vi
ho
dato
allora
era
tutt
'
oro
!
Una
giovane
ch
'
è
una
perla
,
avvezza
ad
ogni
guaio
,
che
l
'
avreste
tutta
ai
vostri
comandi
,
e
di
famiglia
primaria
anche
!
...
la
quale
vi
farebbe
imparentare
con
tutti
i
pezzi
grossi
del
paese
!
...
Lo
vedete
adesso
di
che
aiuto
vi
sarebbe
?
Avreste
dalla
vostra
i
giurati
e
tutti
quanti
.
Anche
per
l
'
altra
faccenda
della
gabella
,
poi
,
se
volete
entrarci
insieme
a
noi
...
-
Sissignore
-
rispose
Gesualdo
vagamente
.
-
Tante
cose
si
potrebbero
fare
...
Si
potrebbe
parlarne
...
-
Si
dovrebbe
parlarne
chiaro
,
amico
mio
.
Mi
prendete
per
un
ragazzo
?
Una
mano
lava
l
'
altra
.
Aiutami
che
t
'
aiuto
,
dice
pure
lo
Spirito
Santo
.
Voi
,
caro
don
Gesualdo
,
avete
il
difetto
di
credere
che
tutti
gli
altri
sien
più
minchioni
di
voi
.
Prima
fate
lo
gnorri
,
non
ci
sentite
da
quell
'
orecchio
,
e
poi
,
al
bisogno
,
quando
vi
casca
la
casa
addosso
,
mi
venite
dinanzi
con
quella
faccia
.
-
Sarà
il
caldo
...
saranno
tutti
quegli
uccelli
...
-
balbettò
l
'
altro
un
po
'
scombussolato
.
-
Vorrei
vedervi
nei
miei
panni
,
signor
canonico
!
-
esclamò
infine
.
-
Nei
vostri
panni
...
sicuro
...
mi
ci
metto
!
Voglio
farvi
vedere
e
toccar
con
mano
chi
vi
vuol
bene
o
no
!
Eccomi
con
voi
.
Pensiamo
a
quest
'
affare
del
ponte
prima
...
a
salvare
la
cauzione
...
con
un
sussidio
del
comune
.
Andremo
adesso
dal
capitano
...
e
dai
giurati
che
non
ci
sarebbero
contrari
...
Peccato
che
il
barone
Zacco
abbia
già
dei
sospetti
per
l
'
affare
della
gabella
!
...
Lasciatemi
pensare
...
Mentre
terminava
di
legarsi
il
mantello
al
collo
andava
raccogliendo
le
idee
,
colle
sopracciglia
aggrottate
,
guardando
in
terra
di
qua
e
di
là
.
-
Ecco
!
Io
vo
prima
dalla
signora
Sganci
...
no
!
no
!
non
le
dico
nulla
per
adesso
!
qualche
parola
così
in
aria
...
in
via
accademica
...
Mi
basta
che
donna
Marianna
scriva
due
righe
al
capitano
.
Quanto
alla
baronessa
Rubiera
posso
dormire
fra
due
guanciali
...
è
come
se
fosse
la
vostra
stessa
persona
,
se
mi
promettete
...
Ma
badiamo
,
veh
!
...
E
il
canonico
sgranò
gli
occhi
.
Don
Gesualdo
stese
la
mano
verso
il
crocifisso
.
-
No
,
dico
per
l
'
altro
affare
,
quello
della
gabella
.
Non
vorrei
che
giuocassimo
a
scarica
barile
fra
di
noi
,
caro
don
Gesualdo
!
Costui
voleva
allungare
la
mano
di
nuovo
;
ma
il
canonico
aveva
già
infilato
l
'
uscio
.
-
Voi
m
'
aspetterete
giù
,
nel
portone
.
Un
momento
,
vado
e
torno
.
Tornò
fregandosi
le
mani
:
-
Ve
l
'
avevo
detto
.
Non
ci
vede
dagli
occhi
donna
Marianna
per
quella
nipote
!
Farete
un
affarone
!
Appena
fuori
si
imbatterono
nel
notaro
Neri
,
che
andava
ad
aprire
lo
studio
,
e
fece
il
viso
di
condoglianza
a
don
Gesualdo
.
-
Brutto
affare
,
eh
?
Mi
dispiace
!
-
Sotto
si
vedeva
che
gongolava
.
Il
canonico
,
a
tagliar
corto
,
rispose
lui
:
-
Cosa
da
nulla
...
Il
diavolo
poi
non
è
così
brutto
...
Rimedieremo
...
Abbiamo
salvato
i
materiali
...
-
Dopo
,
quando
furono
lontani
,
e
il
notaio
con
la
chiave
nella
toppa
li
guardava
ancora
ridendo
,
il
canonico
gli
soffiò
nell
'
orecchio
,
a
mastro
-
don
Gesualdo
:
-
E
'
che
avete
una
certa
faccia
,
caro
mio
!
...
-
Io
?
-
Sì
.
Non
ve
ne
accorgete
,
ma
l
'
avete
!
Se
fate
quella
faccia
,
tutti
vi
metteranno
i
piedi
sopra
per
camminarvi
!
...
Con
quella
faccia
non
si
va
a
chiedere
un
favore
...
Aspettatemi
qui
;
salgo
un
momento
dal
cavalier
Peperito
.
E
'
una
bestia
;
ma
l
'
hanno
fatto
giurato
.
Appena
il
canonico
se
ne
fu
andato
su
per
la
scala
rotta
e
scalcinata
,
arrivò
il
cavaliere
dal
poderetto
,
montato
su
di
un
asinello
macilento
,
con
una
bisaccia
piena
di
fave
dietro
.
Don
Gesualdo
per
ingraziarselo
lo
aiutò
a
scaricar
le
fave
,
e
a
legar
l
'
asino
alla
mangiatoia
,
sotto
l
'
arco
della
scaletta
;
ma
il
cavaliere
parve
un
po
'
seccato
d
'
esser
stato
sorpreso
in
quell
'
arnese
,
tutto
infangato
,
e
col
vestito
lacero
da
campagna
.
-
Non
ne
facciamo
nulla
,
-
disse
il
canonico
ritornando
poco
dopo
.
-
E
'
una
bestia
!
Crede
di
fare
il
cavaliere
sul
serio
...
Deve
avercela
con
voi
...
Bisogna
trovare
la
persona
.
Ciolla
?
ohi
?
Ciolla
?
A
voi
dico
,
Ciolla
!
Sapete
s
'
è
in
casa
don
Filippo
?
L
'
avete
visto
uscire
?
Ciolla
ammiccò
coll
'
unico
occhio
,
torcendo
ancora
la
bocca
di
paralitico
.
-
No
,
Canali
è
ancora
lì
,
da
Bomma
,
che
l
'
aspetta
per
condurlo
dalla
cognata
,
la
ceraiuola
,
sapete
bene
?
E
'
la
loro
passeggiata
,
dopopranzo
...
a
trastullarsi
con
lei
,
dietro
lo
scaffale
...
Che
c
'
è
di
nuovo
,
don
Gesualdo
?
Andate
a
benedire
il
ponte
,
insieme
al
canonico
?
Don
Gesualdo
si
sfogò
infine
con
lui
,
appuntandogli
contro
le
corna
,
con
tutt
'
e
due
le
mani
.
-
Vi
stava
sulla
pancia
quel
ponte
!
...
Come
aveste
dovuto
spendere
di
tasca
vostra
!
...
Il
canonico
lo
tirò
per
un
braccio
:
-
Andiamo
,
andiamo
!
Volete
chiudere
la
bocca
a
tutti
gli
sfaccendati
?
Nel
salire
per
la
stradicciuola
dei
Margarone
incontrarono
il
marchese
Limòli
,
che
andava
a
fare
la
sua
passeggiatina
solita
della
sera
,
dal
Rosario
a
Santa
Maria
di
Gesù
,
sempre
solo
e
con
l
'
ombrello
rosso
sotto
il
braccio
.
Il
canonico
,
rispondendo
alla
scappellata
cerimoniosa
del
marchese
,
ebbe
un
'
ispirazione
.
-
Aspettate
,
aspettate
un
momento
!
Di
lì
a
un
po
'
tornò
a
raggiungere
don
Gesualdo
con
tutt
'
altro
viso
.
-
Un
gran
diavolo
quel
marchese
!
Povero
come
Giobbe
,
ma
è
uno
che
ha
voce
in
capitolo
!
S
'
aiutano
fra
di
loro
,
tutti
in
un
gruppo
!
...
una
buona
parola
,
alle
volte
!
...
fra
di
loro
non
possono
dir
di
no
...
Lo
lascerebbero
morir
di
fame
,
ma
un
favore
non
glielo
negano
...
Don
Filippo
era
ancora
in
casa
,
occupato
a
rigar
la
carta
per
le
aste
di
Nicolino
:
-
Che
buon
vento
?
che
buon
vento
?
...
-
Poscia
vedendo
entrare
anche
don
Gesualdo
,
dietro
il
canonico
,
calò
di
nuovo
gli
occhiali
sul
naso
.
-
Ho
tanto
da
fare
!
...
Ah
,
sì
!
...
la
cauzione
?
...
Volete
che
il
comune
vi
aiuti
a
ripescarla
?
Volete
qualche
agevolazione
per
riprendere
i
lavori
?
...
Vedremo
...
sentiremo
...
Se
l
'
avete
sbagliato
la
prima
volta
questo
ponte
benedetto
?
...
E
'
un
affar
grave
...
Non
so
di
che
si
tratti
...
Non
sono
informato
...
Da
un
pezzo
che
non
me
ne
occupo
...
Tanto
da
fare
!
...
Non
ho
tempo
di
soffiarmi
il
naso
...
Vedremo
...
sentiremo
...
In
quella
entrò
Canali
,
il
quale
veniva
a
cercare
Margarone
,
sorpreso
di
non
vederlo
all
'
ora
solita
.
Anch
'
esso
sapeva
del
ponte
,
e
sembrava
che
si
divertisse
mezzo
mondo
a
prolungare
le
condoglianze
-
il
veleno
che
gli
scorreva
sotto
il
faccione
giallo
:
-
Ahi
!
ahi
!
don
Gesualdo
!
...
Era
un
'
impresa
grossa
!
...
Un
colpo
da
mandare
ruzzoloni
!
...
C
'
era
troppa
carne
al
fuoco
in
casa
vostra
!
...
-
Don
Filippo
,
ora
che
aveva
l
'
appoggio
,
si
rivoltò
anche
lui
:
-
Bisogna
fare
il
passo
secondo
la
gamba
,
mio
caro
!
...
Volevate
pigliare
il
cielo
a
pugni
...
Il
posto
a
chi
tocca
,
caro
amico
!
...
Non
bisogna
mettersi
in
testa
di
dare
il
gambetto
a
un
paese
intero
!
...
Don
Gesualdo
allora
perse
la
pazienza
.
Si
alzò
di
botto
,
rosso
come
un
gallo
,
e
aprì
la
bocca
per
sfogarsi
.
Ma
il
canonico
gliela
tappò
con
una
mano
.
-
State
zitto
!
Lasciate
dire
a
me
!
Sentite
qua
,
don
Filippo
!
Lo
tirò
per
la
falda
nell
'
anticamera
.
Di
lì
a
un
po
'
rientrarono
a
braccetto
,
don
Filippo
tornato
un
pezzo
di
zucchero
con
mastro
-
don
Gesualdo
,
spalancandogli
addosso
gli
occhioni
di
bue
,
quasi
lo
vedesse
allora
per
la
prima
volta
:
-
Vedremo
!
...
Quanto
a
me
...
quel
che
si
può
fare
...
Ho
parlato
nel
vostro
interesse
,
caro
don
Gesualdo
...
Don
Gesualdo
,
scendendo
le
scale
,
brontolava
ancora
:
-
Perché
dovrei
averli
tutti
contro
?
...
Non
fo
male
a
nessuno
...
Fo
gli
affari
miei
...
-
Eh
,
caro
don
Gesualdo
!
-
scappò
a
dire
infine
il
canonico
.
-
Gli
affari
vostri
fanno
a
pugni
con
gli
affari
degli
altri
,
che
diavolo
!
...
Apposta
bisogna
tirarli
dalla
vostra
...
Fra
di
loro
si
danno
la
mano
...
son
tutti
parenti
...
Voi
siete
l
'
estraneo
...
siete
il
nemico
,
che
diavolo
!
Il
canonico
si
fermò
su
due
piedi
,
in
mezzo
alla
piazzetta
,
di
fronte
al
palazzo
dei
Trao
,
alto
,
nero
e
smantellato
,
e
guardando
fisso
don
Gesualdo
,
cogli
occhietti
acuti
di
topo
che
sembrava
volessero
ficcarglisi
dentro
come
due
spilli
,
il
viso
a
lama
di
coltello
che
sfuggiva
da
ogni
parte
:
-
Vedete
?
...
quando
sarete
entrato
nel
campo
anche
voi
...
Quella
è
la
dote
che
vi
porterebbe
donna
Bianca
!
...
E
'
denaro
sonante
per
voi
che
avete
le
mani
in
tanti
affari
.
Mastro
-
don
Gesualdo
tornò
a
lisciarsi
il
mento
,
come
quando
stava
a
combinare
qualche
negozio
con
uno
più
furbo
di
lui
;
guardò
il
palazzo
;
guardò
poi
il
canonico
,
e
rispose
:
-
Però
caparra
in
mano
,
eh
?
signor
canonico
?
Prima
voglio
vedere
come
la
pigliano
i
parenti
di
lei
.
-
A
braccia
aperte
la
pigliano
!
...
ve
lo
dico
io
!
Fate
conto
che
il
fiume
torni
a
rifarvi
il
ponte
meglio
di
prima
,
e
andate
a
dormirci
su
.
Nel
vicoletto
lì
accanto
,
vicino
a
casa
sua
,
trovò
Diodata
che
stava
aspettandolo
colla
mantellina
in
testa
,
rincantucciata
sotto
l
'
arco
del
ballatoio
,
poiché
in
casa
non
la
volevano
,
Speranza
principalmente
,
e
la
tolleravano
soltanto
in
campagna
,
pei
servigi
grossi
.
Appena
la
ragazza
vide
il
suo
padrone
ricominciò
a
piangere
e
a
lamentarsi
,
quasi
fosse
caduto
addosso
a
lei
il
ponte
:
-
Don
Gesualdo
,
che
disgrazia
!
Mi
sarei
contentata
d
'
annegarmi
io
piuttosto
!
...
Son
venuta
a
vedervi
,
vossignoria
...
con
questa
spina
che
dovete
averci
in
cuore
!
...
-
Quest
'
altra
adesso
!
Perché
sei
venuta
?
Tutta
bagnata
sei
!
...
guarda
!
come
le
bestie
!
...
dalla
Canziria
fin
qui
a
piedi
!
...
apposta
per
farmi
il
piagnisteo
...
Come
non
ne
avessi
abbastanza
dei
miei
guai
!
...
Ora
dove
vai
a
quest
'
ora
?
La
fece
entrare
nella
stalla
.
Essa
nello
staccarsi
dal
muro
lasciò
una
pozza
d
'
acqua
,
lì
davanti
all
'
uscio
dove
era
stata
ad
aspettare
.
Anche
lui
si
sentiva
le
ossa
rotte
.
Per
giunta
,
sua
sorella
l
'
accolse
come
un
cane
.
-
Siete
tornato
dalla
festa
?
Avete
visto
che
bel
guadagno
?
Poi
si
rivolse
inviperita
a
suo
marito
,
nera
,
magra
al
par
di
un
chiodo
,
cogli
occhi
di
carbone
,
tanto
di
bocca
aperta
,
quasi
volesse
mangiarsi
la
gente
:
-
Voi
non
dite
nulla
?
...
A
voi
non
bolle
il
sangue
?
...
Burgio
,
più
pacifico
,
cercava
di
svignarsela
,
facendo
le
spalle
grosse
,
chinando
il
testone
di
bue
.
-
Ecco
!
...
Nessuno
si
dà
pensiero
dei
guai
che
ci
càpitano
!
...
Io
sola
mi
mangio
il
fegato
!
Il
fratello
Gesualdo
,
colla
bocca
amara
,
le
andava
cantando
:
-
Lascia
stare
,
Speranza
!
Lasciami
stare
,
che
ne
ho
abbastanza
,
anche
senza
la
tua
predica
!
-
Non
volete
sentire
neppure
la
predica
?
Non
volete
che
mi
lamenti
?
Tanti
denari
persi
!
...
Che
non
li
guadagnate
i
vostri
denari
,
voi
?
...
Egli
per
fuggire
quella
vespa
,
andava
cercando
in
cucina
qualcosa
da
mettere
sotto
il
dente
,
dopo
una
giornata
simile
.
Frugava
nel
cassone
del
pane
.
Speranza
sempre
dietro
,
come
il
gastigo
di
Dio
.
-
Fra
poco
,
seguitando
di
questo
passo
,
non
ce
ne
sarà
più
del
pane
nel
cassone
,
no
!
...
e
non
ci
sarà
neppure
il
cassone
,
non
ci
sarà
!
...
La
casa
se
ne
andrà
tutta
al
diavolo
!
...
Santo
,
che
tornava
affamato
dal
bighellonare
in
piazza
tutta
la
giornata
,
al
trovare
il
fuoco
spento
diede
nelle
furie
,
come
un
vero
animale
.
I
ragazzi
che
strillavano
;
tutti
i
vicini
alle
finestre
per
godersi
la
scena
;
tanto
che
Gesualdo
infine
perse
la
pazienza
:
-
Sapete
cosa
vi
dico
?
che
mi
fate
fare
uno
sproposito
!
Tante
volte
ve
l
'
ho
predicato
!
...
ora
lo
fo
sul
serio
,
com
'
è
vero
Dio
!
L
'
asino
quando
non
ne
può
più
si
corica
,
e
buona
notte
a
chi
resta
!
E
se
ne
andò
nella
stalla
,
mentre
Speranza
gli
strillava
dietro
:
-
Scappate
anche
?
per
andare
a
trovare
Diodata
?
Vi
pare
che
non
l
'
abbia
vista
?
Mezza
giornata
che
vi
aspetta
,
quella
sfacciata
!
...
Egli
sbatacchiò
l
'
uscio
.
Da
prima
non
voleva
neppur
mangiare
,
digiuno
com
'
era
da
ventiquattr
'
ore
,
con
tutti
quei
dispiaceri
che
gli
empivano
lo
stomaco
.
Diodata
andò
a
comprargli
del
pane
e
del
salame
,
bagnata
sino
alle
ossa
al
par
di
lui
,
colla
gola
secca
.
Lì
,
sulla
panchetta
della
stalla
,
dinanzi
a
una
fiammata
di
strame
,
almeno
si
inghiottiva
in
pace
un
po
'
di
grazia
di
Dio
.
-
Ti
piace
,
eh
,
questa
bella
vita
?
Ti
piace
a
te
?
-
domandava
egli
masticando
a
due
palmenti
,
ancora
imbronciato
.
Essa
stava
a
vederlo
mangiare
,
col
viso
arrossato
dalla
fiamma
,
e
diceva
di
sì
,
come
voleva
lui
,
con
un
sorriso
contento
adesso
.
Il
giorno
finiva
sereno
.
C
'
era
un
'
occhiata
di
sole
che
spandevasi
color
d
'
oro
sul
cornicione
del
palazzo
dei
Trao
,
dirimpetto
,
e
donna
Bianca
la
quale
sciorinava
un
po
'
di
biancheria
logora
,
sul
terrazzo
che
non
poteva
vedersi
dalla
piazza
,
colle
mani
fine
e
delicate
,
la
persona
che
sembrava
più
alta
e
sottile
in
quella
vesticciuola
dimessa
,
mentre
alzavasi
sulla
punta
dei
piedi
per
arrivare
alle
funicelle
stese
da
un
muro
all
'
altro
.
-
Vedi
chi
vogliono
farmi
sposare
?
-
disse
lui
.
-
Una
Trao
!
...
e
buona
massaia
anche
!
...
m
'
hanno
detto
la
verità
...
E
rimase
a
guardare
,
pensieroso
,
masticando
adagio
adagio
.
Diodata
guardava
anche
lei
,
senza
dir
nulla
,
col
cuore
grosso
.
Passarono
le
capre
belando
dal
vicoletto
.
Donna
Bianca
,
come
sentisse
alfine
quegli
occhi
fissi
su
di
lei
,
voltò
il
viso
pallido
e
sbattuto
,
e
si
trasse
indietro
bruscamente
.
-
Adesso
accende
il
lume
,
-
riprese
don
Gesualdo
.
-
Fa
tutto
in
casa
lei
.
Eh
,
eh
...
c
'
è
poco
da
scialarla
in
quella
casa
!
...
Mi
piace
perché
è
avvezza
ad
ogni
guaio
,
e
l
'
avrei
al
mio
comando
...
Tu
di
'
,
che
te
ne
pare
?
Diodata
volse
le
spalle
,
andando
verso
il
fondo
della
stalla
per
dare
una
manciata
di
biada
fresca
alla
mula
,
e
rispose
dopo
un
momento
,
colla
voce
roca
:
-
Vossignoria
siete
il
padrone
.
-
E
'
vero
...
Ma
veh
!
...
che
bestia
!
Devi
aver
fame
anche
tu
...
Mangia
,
mangia
,
poveretta
.
Non
pensar
solo
alla
mula
.
VI
Don
Luca
il
sagrestano
andava
spegnendo
ad
una
ad
una
le
candele
dell
'
altar
maggiore
,
con
un
ciuffetto
d
'
erbe
legato
in
cima
alla
canna
,
tenendo
d
'
occhio
nel
tempo
istesso
una
banda
di
monelli
che
irrompevano
di
tratto
in
tratto
nella
chiesa
quasi
deserta
in
quell
'
ora
calda
,
inseguiti
a
male
parole
dal
sagrestano
.
Donna
Bianca
Trao
,
inginocchiata
dinanzi
al
confessionario
,
chinava
il
capo
umile
;
abbandonavasi
in
un
accasciamento
desolato
;
biascicando
delle
parole
sommesse
che
somigliavano
a
dei
sospiri
.
Dal
confessionario
rispondeva
pacatamente
una
voce
che
insinuavasi
come
una
carezza
,
a
lenire
le
angosce
,
a
calmare
gli
scrupoli
,
a
perdonare
gli
errori
,
a
schiudere
vagamente
nell
'
avvenire
,
nell
'
ignoto
,
come
una
vita
nuova
,
un
nuovo
azzurro
.
Il
sole
di
sesta
scappava
dalle
cortine
,
in
alto
,
e
faceva
rifiorire
le
piaghe
di
sant
'
Agata
,
all
'
altar
maggiore
,
quasi
due
grosse
rose
in
mezzo
al
petto
.
Allora
la
penitente
risollevavasi
ansiosa
,
raggiante
di
consolazione
,
aggrappandosi
avidamente
alla
sponda
dell
'
inginocchiatoio
,
con
un
accento
più
fervido
,
appoggiando
la
fronte
sulle
mani
in
croce
per
lasciarsi
penetrare
da
quella
dolcezza
.
Veniva
un
ronzìo
di
mosche
sonnolenti
,
un
odor
d
'
incenso
e
di
cera
strutta
,
un
torpore
greve
e
come
una
stanchezza
dal
luogo
e
dall
'
ora
.
Una
vecchia
aspettava
accoccolata
sui
gradini
dell
'
altare
,
simile
a
una
mantellina
bisunta
posata
su
di
un
fagotto
di
lavandaia
,
e
quando
destavasi
borbottando
,
don
Luca
le
dava
sulla
voce
:
-
Bella
creanza
!
Non
vedete
che
c
'
è
una
signora
prima
di
voi
al
confessionario
?
...
quelle
non
sono
le
quattro
chiacchiere
che
avete
da
portarci
voi
al
tribunale
della
penitenza
!
...
discorsi
di
famiglia
,
cara
voi
!
...
affari
importanti
!
Nell
'
ombra
del
confessionario
biancheggiò
una
mano
che
faceva
il
segno
della
croce
,
e
donna
Bianca
si
alzò
infine
,
barcollando
,
chiusa
nel
manto
sino
ai
piedi
,
col
viso
raggiante
di
una
dolce
serenità
.
Don
Luca
,
vedendo
che
la
vecchia
non
si
risolveva
ad
andarsene
,
toccò
la
mantellina
colla
canna
.
-
Ehi
?
ehi
?
zia
Filomena
?
...
E
'
tardi
oggi
,
è
tardi
.
Sta
per
suonare
mezzogiorno
,
e
il
confessore
deve
andarsene
a
desinare
.
La
vecchia
levò
il
capo
istupidito
,
e
si
fece
ripetere
due
o
tre
volte
la
stessa
cosa
,
testarda
,
imbambolata
.
-
Sicuro
,
sto
per
chiudere
la
chiesa
.
Potete
andarvene
,
madre
mia
.
Oggi
?
...
neppure
!
...
ci
ha
la
trebbia
al
Passo
di
Cava
padre
Angelino
.
Giorni
di
lavoro
,
cara
mia
!
-
Bel
bello
riescì
a
mandarla
via
,
borbottando
,
trascinando
le
ciabatte
.
Poi
,
mentre
il
prete
infilava
l
'
uscio
della
sagrestia
,
don
Luca
dovette
anche
dar
la
caccia
a
quei
monelli
,
rovesciando
banchi
e
sedie
,
facendo
atto
di
tirare
l
'
incensiere
:
-
Fuori
!
fuori
!
Andate
a
giuocare
in
piazza
!
-
Nello
stesso
tempo
passava
e
ripassava
vicino
a
donna
Bianca
che
si
era
inginocchiata
a
pregare
dinanzi
alla
cappella
del
Sacramento
,
sfolgorante
d
'
oro
e
di
colori
lucenti
da
accecare
,
tossendo
,
spurgandosi
,
fermandosi
a
soffiarsi
il
naso
,
brontolando
:
-
Neppure
in
chiesa
!
...
non
si
può
raccogliersi
a
far
le
orazioni
!
...
Donna
Bianca
si
alzò
in
piedi
,
segnandosi
,
colle
labbra
ancora
piene
di
avemarie
.
Il
sagrestano
le
rivolse
la
parola
direttamente
,
mentr
'
essa
avviavasi
per
uscire
:
-
Siete
contenta
,
vossignoria
?
Un
sant
'
uomo
quel
padre
Angelino
!
Confessa
bene
,
eh
?
V
'
ha
lasciata
contenta
?
Ella
accennò
di
sì
col
capo
,
col
sorriso
breve
,
rallentando
il
passo
per
cortesia
.
-
Un
bravo
uomo
!
un
uomo
di
giudizio
!
Quello
sì
che
ve
lo
può
dare
un
buon
consiglio
...
meglio
di
vostro
fratello
don
Ferdinando
...
ed
anche
di
don
Diego
,
sì
!
...
Guardò
intorno
cogli
occhi
di
gatto
avvezzi
a
vederci
al
buio
nella
chiesa
e
su
per
la
scala
del
campanile
,
e
aggiunse
sottovoce
,
cambiando
tono
,
in
aria
di
gran
mistero
:
-
Sapete
che
risposta
gli
hanno
dato
a
don
Gesualdo
Motta
?
Aveva
mandato
a
fare
la
domanda
formale
di
matrimonio
,
ieri
dopo
pranzo
,
col
canonico
Lupi
...
Bianca
arrossì
senza
levare
il
capo
.
Il
sagrestano
che
la
guardava
negli
occhi
bassi
,
seguendola
passo
passo
,
riprese
più
forte
:
-
Gli
hanno
detto
di
no
...
tale
e
quale
come
ve
lo
dico
adesso
...
Il
canonico
è
rimasto
di
sale
!
...
Nessuno
si
sarebbe
aspettato
quella
risposta
,
non
è
vero
?
...
il
canonico
donna
Marianna
,
anche
la
baronessa
vostra
zia
,
tutti
che
ci
avevano
posto
un
grande
impegno
!
...
Si
sarebbe
mosso
quel
Cristo
ch
'
è
di
legno
,
vedete
!
Nessuno
l
'
avrebbe
creduto
così
duro
,
quel
don
Diego
vostro
fratello
!
un
signore
umile
e
buono
che
pareva
di
potersi
confessare
con
lui
!
...
Non
parlo
di
don
Ferdinando
,
ch
'
è
peggio
di
un
ragazzo
,
poveretto
!
...
Egli
era
riuscito
a
fermare
donna
Bianca
,
piantandosele
dinanzi
,
cogli
occhi
lucenti
,
il
viso
acceso
,
abbassando
ancora
la
voce
nel
farle
una
confidenza
decisiva
:
-
Don
Gesualdo
sembra
impazzito
!
...
Dice
che
non
può
mandarla
giù
!
che
ne
farà
una
malattia
,
com
'
è
vero
Iddio
!
...
Sono
andato
a
trovarlo
alla
Canziria
...
faceva
trebbiare
il
grano
...
-
Don
Gesualdo
,
ch
'
è
questa
la
maniera
di
prendersela
?
...
Ci
lascerete
la
pelle
,
vossignoria
!
...
-
Lasciatemi
stare
,
caro
don
Luca
,
che
so
io
!
...
dacché
il
canonico
mi
portò
quella
bella
risposta
!
...
-
Sembra
davvero
malato
di
cent
'
anni
!
...
La
barba
lunga
...
Non
dorme
e
non
mangia
più
...
In
quel
momento
si
udì
uno
scalpiccìo
di
gente
di
chiesa
.
Don
Luca
alzò
la
voce
di
botto
,
quasi
parlasse
a
un
sordo
:
-
Oggi
padre
Angelino
ci
ha
la
trebbia
al
Passo
di
Cava
.
Se
avete
qualche
altro
peccato
da
confessarvi
,
c
'
è
l
'
arciprete
Bugno
sfaccendato
...
buono
anche
quello
!
un
servo
di
Dio
...
Però
vedendo
il
canonico
Lupi
che
s
'
avanzava
verso
di
loro
,
inchinandosi
a
ogni
altare
,
colla
destra
stillante
d
'
acqua
benedetta
,
il
nicchio
pendente
dall
'
altra
mano
:
-
Benedicite
,
signor
canonico
!
Come
va
da
queste
parti
?
...
Il
canonico
,
invece
di
rispondergli
,
si
rivolse
a
donna
Bianca
con
un
sorriso
sciocco
sul
muso
aguzzo
di
furetto
color
di
filiggine
.
-
Facciamo
del
bene
,
donna
Bianca
!
Raccomandiamoci
al
Signore
!
Vi
ho
vista
entrare
in
chiesa
,
mentre
andavo
qui
vicino
,
da
don
Gesualdo
Motta
,
e
ho
detto
:
Ecco
donna
Bianca
che
fa
la
sua
visita
alle
Quarant
'
ore
,
e
dà
il
buon
esempio
a
me
,
indegno
sacerdote
...
-
Giusto
...
qui
c
'
è
il
signor
canonico
!
...
Se
avete
qualche
altro
peccato
da
dirgli
,
donna
Bianca
...
-
Io
non
posso
,
mi
dispiace
!
Monsignore
non
mi
ha
data
la
confessione
,
perché
sa
che
me
ne
manca
il
tempo
...
-
Indi
aggiunse
con
un
certo
risolino
,
lisciandosi
il
mento
duro
di
barba
.
-
Poi
i
vostri
fratelli
non
vorrebbero
...
Donna
Bianca
,
rossa
come
se
avesse
avuto
sul
viso
tutto
il
riflesso
della
cortina
che
velava
l
'
altare
del
Crocifisso
,
finse
di
non
capire
.
Il
canonico
ripigliò
,
mutando
registro
:
-
Ci
ho
tante
faccende
gravi
sulle
spalle
...
mie
e
d
'
altrui
...
Andavo
appunto
da
don
Gesualdo
per
commissione
di
vostra
zia
.
Sapete
il
grosso
affare
che
hanno
insieme
,
colla
baronessa
?
-
Donna
Bianca
fece
segno
di
no
.
-
Un
affare
grosso
...
Si
tratta
di
pigliare
in
affitto
le
terre
di
tutti
i
comuni
della
Contea
!
...
Don
Gesualdo
ha
il
cuore
più
grande
di
questa
chiesa
!
...
e
i
conquibus
anche
!
...
Assai
!
assai
,
donna
Bianca
!
Assai
più
di
quel
che
si
crede
...
Uno
che
si
farà
ricco
come
Creso
,
con
quella
testa
fine
che
ha
!
Don
Luca
si
lasciò
scappare
di
bocca
,
mentre
andava
spogliandosi
degli
abiti
ecclesiastici
,
col
viso
dentro
la
cotta
,
le
braccia
in
aria
,
la
voce
soffocata
:
-
Bisogna
vedere
quel
che
ha
raccolto
alla
Canziria
,
bisogna
vedere
!
-
Ah
,
ah
!
venite
di
lassù
?
-
Sissignore
,
-
rispose
il
sagrestano
,
cavando
fuori
il
viso
rosso
e
imbarazzato
.
-
Così
,
per
fare
quattro
passi
...
Ci
vado
ogni
anno
per
la
limosina
della
chiesa
...
Don
Gesualdo
è
devoto
di
sant
'
Agata
!
-
Un
cuor
d
'
oro
!
-
interruppe
il
canonico
.
-
Generoso
,
caritatevole
!
...
Peccato
che
...
E
si
diede
della
mano
sulla
bocca
.
-
Quello
che
stavo
dicendo
a
donna
Bianca
!
...
-
confermò
don
Luca
,
ripreso
animo
,
cogli
occhietti
di
nuovo
petulanti
.
-
Basta
!
basta
!
Ciascuno
dispone
a
suo
modo
in
casa
sua
!
Ora
vi
lascio
pei
fatti
vostri
.
Tanti
saluti
a
don
Diego
e
a
don
Ferdinando
!
Donna
Bianca
imbarazzata
voleva
andarsene
anche
lei
;
ma
ma
il
sagrestano
la
trattenne
:
-
Un
momento
!
Cosa
devo
dire
a
padre
Angelino
,
se
volete
mettervi
in
grazia
di
Dio
prima
della
festa
di
san
Giovanni
Battista
...
Il
canonico
insisteva
anche
lui
:
-
No
,
no
,
restate
,
donna
Bianca
,
fate
gli
affari
vostri
.
-
Poscia
,
appena
egli
lasciò
ricadere
la
portiera
,
uscendo
,
don
Luca
ammiccò
:
-
E
così
?
che
devo
dire
a
don
Gesualdo
,
se
mai
lo
vedo
...
per
caso
?
..
Essa
sembrava
esitante
.
Seguitava
ad
avviarsi
verso
la
porta
della
chiesa
,
passo
passo
,
tenendo
gli
occhi
bassi
,
come
infastidita
dall
'
insistenza
del
sagrestano
.
-
Giacché
i
miei
fratelli
hanno
detto
di
no
...
-
Una
sciocchezza
hanno
detto
!
Avrei
voluto
condurli
per
mano
alla
Canziria
,
e
fargli
vedere
se
non
vale
tutti
i
vostri
ritratti
affumicati
!
...
Scusatemi
,
donna
Bianca
!
...
parlo
nell
'
interesse
di
vossignoria
...
I
vostri
fratelli
tengono
al
fumo
perché
sono
vecchi
...
hanno
i
piedi
nella
fossa
,
loro
!
...
Ma
voi
che
siete
giovine
,
come
rimanete
?
Non
si
rovina
così
una
sorella
!
...
Un
marito
simile
non
ve
lo
manda
neppure
san
Giuseppe
padre
della
provvidenza
!
...
Sono
pazzi
a
dir
di
no
i
vostri
fratelli
!
...
pazzi
da
legare
!
...
Le
terre
della
Contea
se
le
piglierà
tutte
lui
,
don
Gesualdo
!
...
e
poi
le
mani
in
pasta
da
per
tutto
.
Non
si
mura
un
sasso
che
non
ci
abbia
il
suo
guadagno
lui
...
Domeneddio
in
terra
!
Ponti
,
mulini
,
fabbriche
,
strade
carreggiabili
!
...
il
mondo
sottosopra
mette
quel
diavolo
!
Fra
poco
si
andrà
in
carrozza
sino
a
Militello
,
prima
Dio
e
don
Gesualdo
Motta
!
...
Sua
moglie
andrà
in
carrozza
dalla
mattina
alla
sera
!
...
camminerà
sull
'
oro
colato
,
come
è
vero
Dio
!
Anche
padre
Angelino
vi
avrà
consigliato
la
stessa
cosa
che
vi
dico
io
...
Non
ho
udito
nulla
,
per
non
violare
il
suggello
della
confessione
,
ma
padre
Angelino
è
un
uomo
di
giudizio
...
vi
avrà
consigliato
di
prendere
un
buon
marito
...
di
mettervi
in
grazia
di
Dio
.
Donna
Bianca
lo
guardò
sbigottita
,
col
mento
aguzzo
dei
Trao
che
sembrava
convulso
.
Indi
alzò
verso
il
crocifisso
gli
occhi
umidi
di
lagrime
,
colle
labbra
pallide
serrate
in
una
piega
dolorosa
.
Con
quelle
labbra
senza
sangue
rispose
infine
sottovoce
:
-
I
miei
fratelli
sono
padroni
...
tocca
a
loro
decidere
...
Don
Luca
a
corto
d
'
argomenti
rimase
un
istante
quasi
sbalordito
,
piantandosi
dinanzi
a
lei
per
non
lasciarla
scappare
,
soffocato
da
tante
buone
ragioni
che
aveva
in
gola
,
balbettando
,
annaspando
,
grattandosi
rabbiosamente
il
capo
,
con
gli
occhietti
scintillanti
che
andavano
come
frugandola
tutta
da
capo
a
piedi
per
trovare
il
punto
debole
,
scuotendole
dinanzi
le
mani
giunte
,
minaccioso
e
supplichevole
.
Alla
fine
proruppe
:
-
Ma
è
giustizia
,
santo
Dio
?
è
giustizia
far
tribolare
in
tal
modo
un
galantuomo
che
vi
vuol
tanto
bene
?
...
Dare
un
calcio
alla
fortuna
?
...
Scusatemi
,
donna
Bianca
!
io
parlo
nel
vostro
interesse
...
Dovete
pensarci
voi
!
Non
siete
più
sotto
tutela
,
alla
fin
fine
!
...
Mi
scaldo
il
sangue
per
voi
...
perché
sono
buon
servo
della
vostra
famiglia
...
una
gran
casata
!
...
peccato
che
non
sia
più
quella
di
prima
!
...
Ora
che
avreste
il
mezzo
di
far
risorgere
il
nome
dei
Trao
!
...
Questo
si
chiama
dare
un
calcio
alla
fortuna
!
...
si
chiama
essere
ingrati
colla
divina
Provvidenza
.
Essa
seguitava
ad
andare
verso
la
porta
,
irresoluta
,
a
capo
chino
.
Don
Luca
alle
calcagna
di
lei
,
accalorandosi
,
toccando
tutti
i
tasti
,
mutando
tono
a
ogni
registro
:
-
E
certe
giornate
,
donna
Bianca
!
...
certe
giornate
che
spuntano
a
casa
vostra
!
...
Basta
,
scusatemi
,
io
ne
parlo
perché
ci
bazzico
sempre
ad
aiutarvi
,
insieme
a
mia
moglie
...
E
quando
i
vostri
parenti
si
dimenticano
che
siete
al
mondo
!
...
certe
giornate
d
'
inverno
come
vuol
Dio
!
...
Basta
!
Potreste
esser
la
regina
del
paese
,
invece
!
pensateci
bene
.
Don
Gesualdo
spiccherebbe
di
lassù
il
sole
e
la
luna
per
farvi
piacere
!
...
Non
ci
vede
più
dagli
occhi
!
...
Sembra
un
pazzo
addirittura
.
Donna
Bianca
s
'
era
fermata
su
due
piedi
,
a
testa
alta
,
con
una
fiamma
improvvisa
che
parve
buttarle
in
viso
la
portiera
sollevata
in
quel
momento
da
qualcuno
che
entrava
in
chiesa
.
Comparve
una
donna
macilenta
,
colla
gonnella
in
cenci
sollevata
dalla
gravidanza
sugli
stinchi
sottili
,
sudicia
e
spettinata
,
come
se
non
avesse
fatto
altro
in
vita
sua
che
portare
avanti
quel
ventre
-
un
viso
di
chioccia
istupidita
dal
covare
,
con
due
occhietti
tondi
su
di
una
faccia
a
punta
,
gialla
e
incartapecorita
,
e
un
fazzoletto
lacero
da
malata
,
legato
sotto
il
mento
;
nient
'
altro
sulle
spalle
,
da
persona
ch
'
è
di
casa
in
casa
del
Buon
Dio
.
Essa
dalla
soglia
si
mise
a
gemere
,
quasi
avesse
le
doglie
:
-
Don
Luca
?
...
che
non
lo
suonate
mezzogiorno
?
...
la
pentola
sta
per
bollire
...
-
Perché
l
'
hai
messa
a
bollire
così
presto
?
Il
sole
è
ancora
qui
,
sul
limitare
...
L
'
arciprete
fa
un
casa
del
diavolo
per
questa
faccenda
di
suonare
mezzogiorno
prima
dell
'
ora
...
Per
stavolta
...
giacché
è
fatta
...
eccoti
la
chiave
del
campanile
...
Don
Luca
,
tenendo
ancora
la
cotta
sotto
il
braccio
,
litigava
colla
moglie
,
stecchito
nella
sottana
bisunta
quant
'
era
enorme
il
ventre
della
donna
:
-
Tu
ci
hai
l
'
orologio
lì
,
nella
pancia
!
...
Pensi
solo
a
mangiare
!
...
Ci
vuol
la
grazia
di
Dio
!
...
I
vicini
sono
ancora
tutti
fuori
...
Ecco
lì
i
ragazzi
di
Burgio
!
...
-
Aspettano
anche
loro
!
...
-
piagnucolò
la
moglie
,
sempre
su
quel
tono
.
-
Aspettano
che
suonate
mezzogiorno
...
-
E
se
ne
andò
col
ventre
avanti
.
-
I
nipoti
di
don
Gesualdo
!
-
riprese
il
sagrestano
ammiccando
in
modo
significativo
a
donna
Bianca
nel
tornare
indietro
.
-
Stanno
lì
a
farci
la
spia
!
...
Li
manda
sua
madre
apposta
comare
Speranza
,
per
sapere
tutto
quello
che
facciamo
!
Tiene
d
'
occhio
la
roba
,
colei
!
...
quasi
fosse
sua
!
...
Ci
ha
fatto
i
suoi
disegni
sopra
!
...
Quando
m
'
incontra
ha
l
'
aria
di
mangiarmi
!
...
Finse
di
precedere
donna
Bianca
per
sollevare
la
portiera
,
onde
trattenerla
ancora
un
momento
:
-
Lui
fa
proprio
compassione
!
...
Una
faccia
da
malato
!
...
Mi
parlò
tutto
il
tempo
di
vossignoria
...
Dice
che
forse
il
canonico
Lupi
non
avrà
saputo
fare
l
'
imbasciata
...
che
vorrebbe
parlarvi
...
per
vedere
...
per
sentire
...
Donna
Bianca
si
fece
di
fuoco
.
-
E
'
innamorato
,
che
volete
farci
?
Innamorato
come
un
pazzo
.
Dovreste
tornare
a
parlargliene
coi
vostri
fratelli
.
Mandargli
qualche
buona
parola
...
una
risposta
più
da
cristiani
...
Verrò
io
stesso
a
prenderla
,
dopo
mezzogiorno
,
quando
don
Diego
e
don
Ferdinando
sono
in
letto
...
col
pretesto
dei
fiori
per
la
Madonna
...
Sì
?
Cosa
mi
dite
?
Essa
chinò
il
capo
rapidamente
,
nel
passare
sotto
la
cortina
,
ed
uscì
fuori
.
Don
Luca
credette
di
scorgere
che
volesse
frugarsi
in
tasca
,
e
seguitò
,
correndole
dietro
:
-
Che
fate
?
No
!
Mi
offendete
!
Un
'
altra
volta
...
più
tardi
...
quando
potrete
...
Ho
pensato
meglio
di
mandare
mia
moglie
,
a
prendere
la
risposta
di
vossignoria
.
Non
vorrei
che
i
vostri
fratelli
,
vedendomi
bazzicare
per
casa
,
sospettassero
che
mi
manda
il
canonico
...
Dopo
vespro
spicciò
lesto
lesto
il
servizio
della
chiesa
e
corse
alla
Canziria
:
cinque
miglia
di
salita
,
pazienza
,
per
amore
di
don
Gesualdo
che
se
lo
meritava
,
in
verità
!
-
Sta
per
cascare
,
don
Gesualdo
!
Ancora
essa
non
mi
ha
detto
chiaro
di
sì
,
colla
sua
bocca
;
ma
si
vede
che
tentenna
,
come
la
pera
quand
'
è
matura
.
Sono
pratico
di
queste
cose
,
perché
vedo
tutti
i
giorni
in
chiesa
delle
donne
che
ricorrono
al
tribunale
della
penitenza
...
prima
e
poi
...
M
'
ha
fatto
sudare
una
camicia
!
...
Ma
ora
vi
dico
che
la
pera
è
matura
!
Un
'
altra
crollatina
,
e
vi
casca
fra
le
braccia
;
ve
lo
dico
io
!
Dovreste
correre
al
paese
e
scaldare
il
ferro
mentre
è
caldo
.
Però
don
Gesualdo
non
fece
una
gran
festa
all
'
imbasciata
amorosa
che
gli
capitava
in
quel
momento
:
-
Vedete
,
don
Luca
,
ci
ho
tutta
la
raccolta
nell
'
aia
...
Sono
in
piedi
da
stanotte
...
Non
ho
sempre
il
vento
in
tasca
per
trebbiare
a
comodo
mio
!
...
L
'
aia
era
vasta
quanto
una
piazza
.
Dieci
muli
trottavano
in
giro
,
continuamente
;
e
dietro
i
muli
correvano
Nanni
l
'
Orbo
e
Brasi
Camauro
,
affondando
nella
pula
sino
ai
ginocchi
,
ansanti
,
vociando
,
cantando
,
urlando
.
Da
un
lato
,
in
una
nuvola
bianca
,
una
schiera
di
contadini
armati
di
forche
,
colle
camice
svolazzanti
,
sembrava
che
vangassero
nel
grano
;
mentre
lo
zio
Carmine
,
in
cima
alla
bica
,
nero
di
sole
,
continuava
a
far
piovere
altri
covoni
dall
'
alto
.
Delle
tregge
arrivavano
ogni
momento
dai
seminati
intorno
,
cariche
d
'
altra
messe
;
dei
garzoni
insaccavano
il
grano
e
lo
portavano
nel
magazzino
,
dove
non
cessava
mai
la
nenia
di
Pirtuso
che
cantava
"
e
viva
Maria
!
"
ogni
venti
moggi
.
Tutt
'
intorno
svolazzavano
stormi
di
galline
,
un
nugolo
di
piccioni
per
aria
;
degli
asinelli
macilenti
abboccavano
affamati
nella
paglia
,
coll
'
occhio
spento
;
altre
bestie
da
soma
erano
sparse
qua
e
là
;
e
dei
barili
di
vino
passavano
di
mano
in
mano
,
quasi
a
spegnere
un
incendio
.
Don
Gesualdo
sempre
in
moto
,
con
un
fascio
di
taglie
in
mano
,
segnando
il
frumento
insaccato
,
facendo
una
croce
per
ogni
barile
di
vino
,
contando
le
tregge
che
giungevano
,
sgridando
Diodata
,
disputando
col
sensale
,
vociando
agli
uomini
da
lontano
,
sudando
,
senza
voce
,
colla
faccia
accesa
,
la
camicia
aperta
,
un
fazzoletto
di
cotone
legato
al
collo
,
un
cappellaccio
di
paglia
in
testa
.
-
Lo
vedete
,
don
Luca
,
se
ho
tempo
da
perdere
adesso
!
...
Vino
qua
!
Date
da
bere
a
don
Luca
!
...
Sì
,
sì
,
verrò
;
ma
quando
potrò
...
Per
ora
non
posso
muovermi
,
cascasse
il
mondo
!
...
Diodata
!
...
bada
che
il
vento
spinge
la
fiamma
verso
l
'
aia
,
santo
e
santissimo
!
...
No
,
don
Luca
!
non
sono
in
collera
pel
rifiuto
dei
suoi
fratelli
...
Venite
qua
,
accostatevi
,
ch
'
è
inutile
far
sapere
alla
gente
i
fatti
nostri
!
...
Ciascuno
la
pensa
a
modo
suo
...
Poi
è
lei
che
deve
risolvere
...
Se
lei
dice
di
sì
,
io
per
me
non
mi
tiro
indietro
...
Ma
oggi
non
posso
venire
...
e
neppure
domani
...
Be
'
!
dopodomani
!
...
Dopodomani
devo
venire
anche
per
l
'
affare
della
gabella
,
e
ne
discorreremo
.
Don
Luca
suggerì
pure
di
far
precedere
due
paroline
scritte
:
-
Ci
abbiamo
appunto
mia
moglie
che
par
fatta
apposta
per
consegnarle
sottomano
a
donna
Bianca
,
senza
destar
sospetti
.
Una
bella
letterina
,
con
due
o
tre
parole
che
fanno
colpo
sulle
ragazze
!
Capite
,
vossignoria
?
Ciolla
ci
ha
la
mano
...
Ne
parlerei
io
stesso
a
Ciolla
in
segretezza
,
senza
stare
a
rompervi
il
capo
,
vossignoria
;
e
vi
fa
fare
una
bella
figura
.
Con
un
bottiglione
di
vino
poi
ve
lo
chetate
,
il
Ciolla
.
Don
Gesualdo
non
volle
sapere
di
lettera
:
-
Non
per
risparmiare
il
vino
;
ma
che
storie
mi
andate
contando
?
Se
a
lei
l
'
affare
gli
va
,
allora
che
bisogno
c
'
è
di
tante
chiacchiere
.
-
Basta
!
basta
!
-
conchiuse
don
Luca
.
-
Dicevo
per
piantare
meglio
il
chiodo
.
Ma
voi
siete
il
padrone
.
Don
Luca
se
ne
tornò
tutto
contento
,
con
un
agnello
e
una
forma
di
cacio
.
Per
prudenza
mandò
la
moglie
a
fare
l
'
imbasciata
,
sotto
un
pretesto
:
-
Circa
a
quel
discorso
che
siete
intesi
con
mio
marito
,
vossignoria
,
dice
che
il
confessore
verrà
dopodomani
a
prendere
la
risposta
!
...
Il
confessore
domenica
aspetta
la
risposta
!
...
-
Don
Ferdinando
che
aveva
udito
aprire
il
portone
,
comparve
in
quel
momento
come
un
fantasma
.
-
Il
confessore
!
...
-
riprese
a
dire
la
gnà
Grazia
senza
che
nessuno
le
domandasse
nulla
.
-
Donna
Bianca
voleva
confessarsi
!
...
Oggi
non
può
,
il
confessore
...
E
domani
neppure
...
Domenica
piuttosto
,
se
gli
fate
sapere
che
siete
pronta
...
La
poveraccia
,
sotto
quegli
occhi
stralunati
di
don
Ferdinando
,
che
pareva
la
frugassero
tutta
,
sospettosi
,
inquieti
,
si
confondeva
,
balbettava
,
cercava
le
parole
.
Poscia
,
vedendo
che
l
'
altro
stava
zitto
e
non
si
moveva
,
allampanato
,
tacque
anch
'
essa
,
e
si
mise
a
guardare
in
aria
,
a
bocca
aperta
,
colle
mani
sul
ventre
.
Bianca
,
a
tagliar
corto
,
la
condusse
nella
dispensa
,
per
darle
una
grembiata
di
fave
.
Don
Ferdinando
,
sempre
dietro
,
cucito
alle
loro
calcagna
,
taciturno
,
guardando
in
ogni
cantuccio
,
sospettoso
.
Si
chinò
anch
'
esso
sul
mucchietto
di
fave
,
covandolo
colla
persona
,
misurandolo
ad
occhio
,
palpandolo
colle
mani
.
E
dopo
che
la
sagrestana
se
ne
fu
andata
,
come
un
'
anatra
,
reggendo
il
grembiule
pieno
sul
ventre
enorme
,
si
mise
a
brontolare
:
-
Troppe
!
...
Ne
hai
date
troppe
!
...
Stanno
per
terminare
!...La
zia
non
ne
manda
altre
prima
di
Natale
!
...
La
sorella
voleva
andarsene
;
ma
lui
seguitava
a
cercare
,
a
frugare
,
a
passare
in
rivista
la
roba
della
dispensa
:
due
salsicciotti
magri
appesi
a
un
gran
cerchio
;
una
forma
di
cacio
bucata
dai
topi
;
delle
pere
infracidite
su
di
un
'
asse
;
un
orciolino
d
'
olio
appeso
dentro
un
recipiente
che
ne
avrebbe
contenuto
venti
cafisi
;
un
sacco
di
farina
in
fondo
a
una
cassapanca
grande
quanto
un
granaio
;
il
cestone
di
vimini
che
aspettava
ancora
il
grano
della
Rubiera
.
Infine
riprese
:
-
Ci
vuol
l
'
aiuto
di
Dio
!
...
Siamo
tre
bocche
da
sfamare
,
in
casa
!
...
Ti
par
poco
?
Ci
vorrebbe
anche
un
po
'
di
brodo
per
Diego
...
Non
mi
piace
da
qualche
tempo
!
...
Hai
visto
la
faccia
che
ha
?
Lo
stesso
viso
della
buon
'
anima
,
ti
rammenti
?
...
quando
si
mise
a
letto
per
non
alzarsi
più
!
E
il
medico
non
viene
neppure
,
perchè
ha
paura
di
non
esser
pagato
...
dopo
tanti
denari
che
s
'
è
mangiati
nell
'
ultima
malattia
della
buon
'
anima
!
...
La
zia
Rubiera
s
'
è
dimenticata
che
siamo
al
mondo
...
ed
anche
la
zia
Sganci
...
Così
brontolando
andava
passo
passo
dietro
alla
sorella
,
chinandosi
a
raccattar
per
terra
le
fave
cadute
dal
grembiule
di
Grazia
.
Poscia
,
come
svegliandosi
da
un
sogno
,
domandò
:
-
Tu
perché
non
vai
più
dalla
zia
Rubiera
?
Avrebbe
mandato
un
paio
di
piccioni
,
sapendo
che
Diego
non
sta
bene
...
per
fargli
un
po
'
di
brodo
...
Bianca
divenne
di
brace
in
viso
,
e
chinò
gli
occhi
.
Don
Ferdinando
aspettò
un
momento
la
risposta
a
bocca
aperta
,
battendo
le
palpebre
.
Indi
tornò
nella
dispensa
a
riporre
le
fave
che
aveva
raccolte
da
terra
.
Poco
dopo
essa
se
lo
vide
comparire
dinanzi
un
'
altra
volta
,
con
quell
'
aria
sbalordita
.
-
Se
torna
la
sagrestana
non
gli
dar
nulla
,
un
'
altra
volta
!
Sanguisughe
sono
!
Le
fave
stanno
per
terminare
,
hai
visto
?
...
E
un
'
altra
cosa
...
Dovresti
andare
dalla
zia
Sganci
per
un
po
'
d
'
olio
...
in
prestito
...
Diglielo
bene
che
lo
vuoi
in
prestito
,
perché
noi
non
siamo
nati
per
chiedere
la
limosina
...
giacché
la
zia
non
ci
ha
pensato
...
Fra
poco
saremo
al
buio
...
anche
Diego
che
è
malato
...
tutta
la
notte
!
...
E
spalancava
gli
occhi
,
accennando
ancora
colle
mani
e
col
capo
,
con
un
terrore
vago
sul
viso
attonito
.
Da
lontano
si
udiva
di
tanto
in
tanto
la
tosse
che
si
mangiava
don
Diego
,
attraverso
agli
usci
,
lungo
il
corridoio
,
implacabile
e
dolorosa
,
per
tutta
la
casa
...
Bianca
sussultava
ogni
volta
,
col
cuore
che
le
scoppiava
,
chinandosi
ad
ascoltare
,
o
fuggiva
come
spaventata
,
tappandosi
le
orecchie
.
-
Non
ci
reggo
,
no
!
Non
ci
reggo
!
...
Infine
Dio
le
diede
la
forza
di
ricomparire
dinanzi
a
lui
,
quel
giorno
in
cui
don
Ferdinando
le
aveva
detto
che
il
fratello
stava
peggio
,
nella
cameretta
sudicia
,
sdraiato
su
quel
lettuccio
che
sembrava
un
canile
.
Don
Diego
non
stava
né
peggio
né
meglio
.
Era
lì
,
aspettando
quel
che
Dio
mandava
,
come
tutti
i
Trao
,
senza
lagnarsi
,
senza
cercare
di
fuggire
il
suo
destino
,
badando
solo
di
non
incomodare
gli
altri
,
e
tenersi
per
sé
i
suoi
guai
e
le
sue
miserie
.
Volse
il
capo
,
vedendo
entrare
la
sorella
,
quasi
un
'
ombra
gli
calasse
sul
viso
incartapecorito
.
Poscia
le
accennò
colla
mano
di
accostarsi
al
letto
.
-
Sto
meglio
...
sto
meglio
...
povera
Bianca
!
...
Tu
come
stai
?
...
Perché
non
ti
sei
fatta
vedere
?
...
perché
?
...
Le
accarezzava
il
capo
con
quella
mano
scarna
e
sudicia
di
malato
povero
.
Gli
era
rimasto
sulle
guance
incavate
e
sparse
di
peli
grigi
un
calore
di
fiamma
.
-
Povera
Bianca
!
...
son
sempre
tuo
fratello
,
sai
!
...
il
tuo
fratello
che
ti
vuol
tanto
bene
...
povera
Bianca
!
...
-
Don
Ferdinando
mi
ha
detto
...
-
balbettò
essa
timidamente
.
-
Volete
un
po
'
di
brodo
?
...
Il
malato
da
prima
fece
segno
di
no
,
guardando
in
aria
,
supino
.
Poi
volse
il
capo
,
fissandola
cogli
occhi
avidi
dal
fondo
delle
orbite
che
sembravano
vuote
,
filigginose
.
-
Il
brodo
,
dicevi
?
C
'
è
un
po
'
di
carne
?
...
-
Manderò
dalla
zia
...
dalla
zia
Sganci
!
...
-
s
'
affrettò
ad
aggiungere
Bianca
,
con
una
vampa
improvvisa
sulle
guance
.
Sul
volto
del
fratello
era
passata
un
'
altra
fiamma
simile
.
-
No
!
no
!
...
non
ne
voglio
.
Neppure
il
medico
voleva
:
-
No
,
no
!
Cosa
mi
fa
il
medico
?
...
Tutte
imposture
!
...
per
spillarci
dei
denari
...
Il
vero
medico
è
lassù
!
...
Quel
che
vorrà
Dio
...
Del
resto
mi
sento
meglio
...
Parve
migliorare
realmente
,
di
lì
a
qualche
giorno
:
del
buon
brodo
,
un
po
'
di
vino
vecchio
che
mandava
la
zia
Sganci
,
l
'
aiutarono
ad
alzarsi
da
letto
,
ancora
sconquassato
,
col
fiato
ai
denti
.
Venne
pure
donna
Marianna
in
persona
a
fargli
visita
,
premurosa
,
con
un
rimprovero
amorevole
sulla
faccia
buona
:
-
Come
?
Siete
in
quello
stato
ed
io
non
ne
so
nulla
?
Siamo
in
mezzo
ai
turchi
?
Siamo
parenti
,
sì
o
no
?
Sempre
misteri
!
Sempre
ombrosi
e
selvatici
,
tutti
voialtri
Trao
!
...
rincantucciati
come
gli
orsi
in
questa
tana
!
Un
bel
mattino
vi
troveranno
belli
e
morti
all
'
improvviso
che
sarà
una
vergogna
per
tutto
il
parentado
!
...
Neppure
di
quel
negozio
del
matrimonio
non
me
ne
avete
detto
nulla
!
...
E
sfilò
quest
'
altro
rosario
:
Erano
pazzi
,
o
cos
'
erano
,
a
rifiutare
una
domanda
simile
a
quella
?
...
Uno
sulla
strada
di
farsi
riccone
come
don
Gesualdo
Motta
!
...
-
Don
Gesualdo
!
sissignori
!
I
pazzi
lasciateli
stare
!
...
Vedete
bene
in
quale
stato
vi
hanno
ridotto
!
...
Un
cognato
che
potrebbe
aiutarvi
in
tutti
i
modi
...
che
vi
toglierebbe
da
tante
angustie
!
...
Ah
!
...
ah
!
...
Donna
Marianna
guardava
intorno
per
la
stanzaccia
squallida
,
crollando
il
capo
.
Gli
altri
non
fiatavano
:
Bianca
a
capo
chino
;
don
Ferdinando
aspettando
che
parlasse
suo
fratello
,
cogli
occhi
di
barbagianni
fissi
su
di
lui
.
Don
Diego
da
principio
rimase
attonito
,
brontolando
:
-
Mastro
-
don
Gesualdo
!
...
Siamo
arrivati
fin
lì
!
...
Mastro
-
don
Gesualdo
che
vuol
sposare
una
Trao
!
...
-
Sicuro
!
Chi
volete
che
la
sposi
?
...
senza
dote
?
Non
è
più
una
bambina
neppure
lei
!
...
E
'
un
tradimento
bell
'
e
buono
!
...
Cosa
farà
,
quando
chiuderete
gli
occhi
voi
e
vostro
fratello
?
...
la
serva
,
eh
?
La
serva
della
zia
Rubiera
o
di
qualchedun
altro
?
...
Don
Diego
si
alzò
da
letto
come
si
trovava
,
in
camiciuola
di
flanella
,
col
fazzoletto
in
testa
,
le
gambe
stecchite
che
gli
tremavano
a
verga
dentro
le
mutande
logore
:
un
ecceomo
!
Andava
errando
per
la
stanza
,
stralunato
,
facendo
gesti
e
discorsi
incoerenti
,
tossendo
,
tirando
il
fiato
a
stento
,
soffiandosi
il
naso
,
quasi
suonasse
una
tromba
.
-
Mastro
-
don
Gesualdo
!
...
Saremmo
arrivati
a
questo
,
che
una
Trao
sposerebbe
mastro
-
don
Gesualdo
!
Tu
acconsentiresti
,
Bianca
?
...
di
'
!
...
Tu
diresti
di
sì
?
...
Bianca
pallidissima
,
senza
levare
gli
occhi
da
terra
,
disse
di
sì
col
capo
,
lentamente
.
Egli
agitò
in
aria
le
braccia
tremanti
,
e
non
seppe
più
trovare
una
sola
parola
.
Don
Ferdinando
non
fiatava
neppur
lui
,
atterrito
che
Don
Diego
non
riuscisse
a
persuader
Bianca
.
-
Cosa
volete
che
dica
?
-
esclamò
la
zia
.
-
Vi
pare
un
bell
'
avvenire
quello
d
'
invecchiare
come
voialtri
...
fra
tante
angustie
?
...
Scusatemi
,
ne
parlo
perché
siamo
parenti
...
Fo
quel
che
posso
anch
'
io
per
aiutarvi
...
ma
non
è
una
bella
cosa
infine
neanche
per
voialtri
...
Ed
ora
che
vi
si
offre
la
fortuna
,
risponderle
con
un
calcio
...
Scusatemi
,
io
la
direi
una
porcheria
!
Tutt
'
a
un
tratto
don
Diego
si
mise
a
ridere
,
quasi
colpito
da
un
'
ispirazione
,
ammiccando
dell
'
occhio
,
fregandosi
le
mani
,
con
dei
cenni
del
capo
che
volevano
dire
assai
.
-
Va
bene
!
va
bene
!
...
Non
è
che
questo
?
...
perché
ora
come
ora
siamo
un
po
'
angustiati
?
...
Ti
pesa
,
di
'
?
...
ti
pesa
questa
vita
angustiata
,
povera
Bianca
?
...
Hai
paura
per
l
'
avvenire
?
...
Si
fregò
il
mento
peloso
colla
mano
ischeletrita
,
seguitando
ad
ammiccare
,
cercando
di
rendere
furbo
il
sorriso
pallido
.
-
Vieni
qua
...
Non
ti
dico
altro
!
...
Anche
voi
,
zia
!
...
Venite
a
vedere
!
...
S
'
arrampicò
tutto
tremante
su
di
una
seggiola
per
aprire
un
armadietto
ch
'
era
nel
muro
,
al
di
sopra
della
finestra
,
e
ne
tirò
fuori
mucchi
di
scartafacci
e
di
pergamene
-
le
carte
della
lite
-
quella
che
doveva
essere
la
gran
risorsa
della
famiglia
,
quando
avessero
avuto
i
denari
per
far
valere
le
loro
ragioni
contro
il
Re
di
Spagna
:
dei
volumi
gialli
,
logori
e
polverosi
,
che
lo
facevano
tossire
a
ogni
voltar
di
pagina
.
Sul
letto
era
pure
sciorinato
un
grand
'
albero
genealogico
,
come
un
lenzuolo
:
l
'
albero
della
famiglia
che
bagnava
le
radici
nel
sangue
di
un
re
libertino
,
come
portava
il
suo
stemma
-
di
rosso
,
con
tre
gigli
d
'
oro
,
su
sbarra
del
medesimo
,
e
il
motto
che
glorificava
il
fallo
della
prima
autrice
:
Virtutem
a
sanguine
traho
.
S
'
era
messi
gli
occhiali
,
appoggiando
i
gomiti
sulla
sponda
del
lettuccio
,
bocconi
,
con
gli
occhi
che
si
accendevano
in
fondo
alle
orbite
livide
.
-
Son
seicent
'
anni
d
'
interessi
che
ci
devono
!
...
Una
bella
somma
!
...
Uscirete
d
'
ogni
guaio
una
volta
per
sempre
!
...
Bianca
era
cresciuta
in
mezzo
a
simili
discorsi
che
aiutavano
a
passare
i
giorni
tristi
.
Aveva
veduto
sempre
quei
libracci
sparsi
sulle
tavole
sgangherate
e
per
le
sedie
zoppe
.
Così
essa
non
rispose
.
Suo
fratello
volse
finalmente
il
capo
verso
di
lei
,
con
un
sorriso
bonario
e
malinconico
.
-
Parlo
per
voialtri
...
per
te
e
per
Ferdinando
...
Ne
godrete
voialtri
almeno
...
Quanto
a
me
...
io
sono
arrivato
...
Te
'
!
...
te
'
la
chiave
!
...
serbala
tu
!
La
zia
Sganci
,
a
quei
discorsi
,
da
prima
scattò
come
una
molla
:
-
Caro
nipote
,
mi
sembrate
un
bambino
!
-
Ma
subito
si
calmò
,
col
sorriso
indulgente
di
chi
vuol
far
capire
la
ragione
proprio
a
un
ragazzo
.
-
Va
bene
!
...
va
benone
!
...
Intanto
maritatela
con
lo
sposo
che
vi
si
offre
adesso
,
e
poi
,
se
diverrete
tanti
Cresi
,
sarà
anche
meglio
.
Don
Diego
rimase
interdetto
al
vedere
che
la
sorella
non
prendeva
la
chiave
,
e
tornò
daccapo
:
-
Anche
tu
,
Bianca
?
...
Dici
di
sì
anche
tu
?
...
Essa
,
accasciata
sulla
seggiola
,
chinò
il
capo
in
silenzio
.
-
E
va
bene
!
...
Giacché
tu
lo
vuoi
...
giacché
non
hai
il
coraggio
di
aspettare
...
Donna
Mariannina
seguitava
a
perorare
la
causa
di
don
Gesualdo
,
dicendo
ch
'
era
un
affare
d
'
oro
quel
matrimonio
,
una
fortuna
per
tutti
loro
;
congratulandosi
con
la
nipote
la
quale
fissava
fuori
dalla
finestra
,
cogli
occhi
lucenti
di
lagrime
;
rivolgendosi
financo
a
don
Ferdinando
che
guardava
tutti
quanti
ad
uno
ad
uno
,
sbalordito
;
battendo
sulle
spalle
di
don
Diego
il
quale
sembrava
che
non
udisse
,
cogli
occhi
inchiodati
sulla
sorella
e
un
tremito
per
tutta
la
persona
.
A
un
certo
punto
egli
interruppe
la
zia
,
balbettando
:
-
Lasciatemi
solo
con
Bianca
...
Devo
dirle
due
parole
...
Lasciateci
soli
...
Essa
alzò
gli
occhi
sbigottita
,
faccia
a
faccia
col
fratello
che
sembrava
un
cadavere
,
dopo
che
la
zia
e
don
Ferdinando
furono
usciti
.
Il
pover
'
uomo
esitò
ancora
prima
di
aggiungere
quel
che
gli
restava
a
dire
,
fissando
la
sorella
con
un
dolore
più
pungente
e
profondo
.
Poscia
le
afferrò
le
mani
,
agitando
il
capo
,
movendo
le
labbra
senza
arrivare
a
profferir
parola
.
-
Dimmi
la
verità
,
Bianca
!
...
Perché
vuoi
andartene
dalla
tua
casa
?
...
Perchè
vuoi
lasciare
i
tuoi
fratelli
?
...
Lo
so
!
lo
so
!
...
Per
quell
'
altro
!
...
Ti
vergogni
a
stare
con
noi
,
dopo
la
disgrazia
che
t
'
è
capitata
!
...
Continuava
ad
accennare
del
capo
,
con
uno
struggimento
immenso
nell
'
accento
e
nel
viso
,
colle
lagrime
amare
che
gli
scendevano
fra
i
peli
ispidi
e
grigi
della
barba
.
-
Dio
perdona
...
Ferdinando
non
sa
nulla
!
...
Io
...
io
...
Bianca
!
...
Come
una
figliuola
ti
voglio
bene
!
...
Mia
figlia
sei
...
Bianca
!
...
Tacque
sopraffatto
da
uno
scoppio
di
pianto
.
Ella
più
morta
che
viva
scosse
il
capo
lentamente
e
biascicò
:
-
No
...
no
...
Non
è
per
questo
...
Don
Diego
lasciò
ricadere
adagio
adagio
le
mani
della
sorella
,
quasi
un
abisso
si
scavasse
fra
di
loro
.
-
Allora
!
...
Fa
quello
che
vuoi
...
fa
quello
che
vuoi
...
E
le
volse
le
spalle
,
curvo
,
senza
aggiunger
altro
,
strascicando
le
gambe
.
VII
Nella
casa
antica
dei
La
Gurna
,
presa
in
affitto
da
don
Gesualdo
Motta
,
s
'
aspettavano
gli
sposi
.
Davanti
alla
porta
c
'
era
un
crocchio
di
monelli
,
che
il
ragazzo
di
Burgio
,
in
qualità
di
parente
,
s
'
affannava
a
tener
discosti
,
minacciandoli
con
una
bacchettina
;
la
scala
sparsa
di
foglie
d
'
arancio
;
un
lume
a
quattro
becchi
posato
sulla
ringhiera
del
pianerottolo
;
e
Brasi
Camauro
,
con
una
cacciatora
di
panno
blù
,
la
camicia
di
bucato
,
gli
stivali
nuovi
,
che
dava
l
'
ultimo
colpo
di
scopa
nel
portone
imbiancato
di
fresco
.
A
ogni
momento
succedeva
un
falso
allarme
.
I
ragazzi
gridavano
:
-
Eccoli
!
eccoli
!
-
Camauro
lasciava
la
scopa
,
e
della
gente
si
affacciava
ai
balconi
illuminati
.
Verso
un
'
ora
,
di
notte
arrivò
il
marchese
Limòli
,
facendosi
largo
colla
canna
d
'
India
.
Vide
il
lume
,
vide
le
foglie
d
'
arancio
e
disse
:
-
Bravo
!
-
Ma
nel
salire
le
scale
,
stava
per
rompersi
l
'
osso
del
collo
,
e
allora
scappò
anche
a
bestemmiare
:
-
Che
bestie
!
...
Han
fatto
un
mondezzaio
!
..
Brasi
corse
colla
scopa
.
-
Spazzo
via
tutto
,
signor
marchese
?
Butto
via
ogni
cosa
?
-
No
,
no
!
...
Adesso
son
passato
.
Non
grattar
troppo
colla
scopa
,
piuttosto
...
Si
sente
l
'
odor
di
stalla
.
Udendo
delle
voci
,
Santo
Motta
che
aspettava
di
sopra
,
vestito
di
nuovo
,
coi
pantaloni
a
staffe
e
un
panciotto
di
raso
a
fiori
,
si
affacciò
nel
pianerottolo
,
infilandosi
la
giamberga
.
-
Eccomi
!
eccomi
!
...
Sono
qui
!
...
Ah
,
signor
marchese
!
...
bacio
le
mani
!
...
E
rimase
un
po
'
confuso
,
non
vedendo
altri
che
il
Limòli
.
-
Servo
,
servo
,
caro
don
Santo
!
...
Non
baciate
più
nulla
...
ora
siamo
parenti
.
In
cima
alla
scala
comparve
anche
donna
Sara
Cirmena
,
la
sola
di
tutto
il
parentado
della
sposa
che
si
fosse
degnata
di
venire
,
con
un
moggio
di
fiori
finti
in
testa
,
il
vestito
di
seta
che
aveva
preso
le
pieghe
come
la
carta
,
nel
cassettone
,
i
pendagli
di
famiglia
che
le
strappavano
le
orecchie
,
seccata
di
aspettare
da
un
gran
pezzo
in
un
bagno
di
sudore
,
e
si
mise
a
strillare
di
lassù
:
-
Ma
che
fanno
?
C
'
è
qualche
altra
novità
?
-
Nulla
,
nulla
,
-
rispose
il
marchese
salendo
adagio
adagio
.
-
Son
uscito
prima
per
non
far
vedere
ch
'
ero
solo
in
chiesa
,
di
tutti
i
parenti
...
Son
venuto
a
dare
un
'
occhiata
.
Don
Gesualdo
aveva
fatto
delle
spese
:
mobili
nuovi
,
fatti
venire
apposta
da
Catania
,
specchi
con
le
cornici
dorate
,
sedie
imbottite
,
dei
lumi
con
le
campane
di
cristallo
:
una
fila
di
stanze
illuminate
,
che
viste
così
,
con
tutti
gli
usci
spalancati
,
pareva
di
guardare
nella
lente
di
un
cosmorama
.
Don
Santo
precedeva
facendo
la
spiegazione
,
tirando
in
su
ogni
momento
le
maniche
che
gli
arrivavano
alla
punta
delle
dita
.
-
Come
?
Non
c
'
è
nessuno
ancora
?
-
esclamò
il
marchese
,
giunti
che
furono
nella
camera
nuziale
,
parata
come
un
altare
.
Compare
Santo
rannicchiò
il
capo
nel
bavero
di
velluto
,
al
pari
di
una
testuggine
.
-
Per
me
non
manca
...
Io
son
qui
dall
'
avemaria
...
Tutto
è
pronto
...
-
Credevo
di
trovare
almeno
gli
altri
parenti
...
Mastro
Nunzio
...
vostra
sorella
...
-
Nossignore
...
si
vergognano
...
C
'
è
stato
un
casa
del
diavolo
!
Io
son
venuto
per
tener
d
'
occhio
il
trattamento
...
E
aprì
l
'
uscio
per
farglielo
vedere
:
una
gran
tavola
carica
di
dolci
e
di
bottiglie
di
rosolio
,
ancora
nella
carta
ritagliata
come
erano
venuti
dalla
città
,
sparsa
di
garofani
e
gelsomini
d
'
Arabia
,
tutto
quello
che
dava
il
paese
,
perché
la
signora
Capitana
aveva
mandato
a
dire
che
ci
volevano
dei
fiori
;
quanti
candelieri
si
erano
potuti
avere
in
prestito
,
a
Sant
'
Agata
e
nell
'
altre
chiese
.
Diodata
ci
aveva
pure
messi
in
bell
'
ordine
tutti
i
tovagliuoli
arrotolati
in
punta
,
come
tanti
birilli
,
che
portavano
ciascuno
un
fiore
in
cima
.
-
Bello
!
bello
!
-
approvò
il
marchese
.
-
Una
cosa
simile
non
l
'
ho
mai
vista
!
...
E
questi
qui
,
cosa
fanno
?
Ai
due
lati
della
tavola
,
come
i
giudei
del
Santo
Sepolcro
ci
erano
Pelagatti
e
Giacalone
,
che
sembravano
di
cartapesta
così
lavati
e
pettinati
.
-
Per
servire
il
trattamento
,
sissignore
!
...
Mastro
Titta
e
l
'
altro
barbiere
suo
compagno
si
son
rifiutati
,
con
un
pretesto
!
...
Vanno
soltanto
nelle
casate
nobili
quei
pezzenti
!
...
Temevano
di
sporcarsi
le
mani
qui
,
loro
che
fanno
tante
porcherie
!
...
Giacalone
,
premuroso
,
corse
tosto
con
una
bottiglia
per
ciascuna
mano
.
Il
marchese
si
schermì
:
-
Grazie
,
figliuol
mio
!
...
Ora
mi
rovini
il
vestito
,
bada
!
-
Di
là
ci
sono
anche
le
tinozze
coi
sorbetti
!
-
aggiunse
don
Santo
.
Ma
appena
aprì
l
'
uscio
della
cucina
,
si
videro
fuggire
delle
donne
che
stavano
a
guardare
dal
buco
della
serratura
.
-
Ho
visto
,
ho
visto
,
caro
parente
.
Lasciateli
stare
;
non
li
spaventate
.
In
quel
momento
si
udì
un
baccano
giù
in
istrada
,
e
corsero
in
tempo
al
balcone
per
vedere
arrivare
la
carrozza
degli
sposi
.
Nanni
l
'
Orbo
,
a
cassetta
,
col
cappello
sino
alle
orecchie
,
faceva
scoppiettare
la
frusta
come
un
carrettiere
,
e
vociava
:
-
Largo
!
...
A
voi
!
...
Guardatevi
!
...
-
Le
mule
,
tolte
allora
dall
'
armento
,
ricalcitravano
e
sbuffavano
,
tanto
che
il
canonico
Lupi
propose
di
smontare
lì
dov
'
erano
,
e
Burgio
s
'
era
già
alzato
per
scavalcare
lo
sportello
.
Ma
le
mule
tutt
'
a
un
tratto
abbassarono
il
capo
insieme
,
e
infilarono
il
portone
a
precipizio
.
-
Morte
subitanea
!
-
esclamò
il
canonico
,
ricadendo
col
naso
sui
ginocchi
della
sposa
.
Salivano
a
braccetto
.
Don
Gesualdo
con
una
spilla
luccicante
nel
bel
mezzo
del
cravattone
di
raso
,
le
scarpe
lucide
,
il
vestito
coi
bottoni
dorati
,
il
sorriso
delle
nozze
sulla
faccia
rasa
di
fresco
;
soltanto
il
bavero
di
velluto
,
troppo
alto
,
che
gli
dava
noia
.
Lei
che
sembrava
più
giovane
e
graziosa
in
quel
vestito
candido
e
spumante
,
colle
braccia
nude
,
un
po
'
di
petto
nudo
,
il
profilo
angoloso
dei
Trao
ingentilito
dalla
pettinatura
allora
in
moda
,
i
capelli
arricciati
alle
tempie
e
fermati
a
sommo
del
capo
dal
pettine
alto
di
tartaruga
:
una
cosa
che
fece
schioccare
la
lingua
al
canonico
,
mentre
la
sposa
andava
salutando
col
capo
a
destra
e
a
sinistra
,
palliduccia
,
timida
,
quasi
sbigottita
,
tutte
quelle
nudità
che
arrossivano
di
mostrarsi
per
la
prima
volta
dinanzi
a
tanti
occhi
e
a
tanti
lumi
.
-
Evviva
gli
sposi
!
evviva
gli
sposi
!
-
si
mise
a
gridare
il
canonico
,
messo
in
allegria
,
sventolando
il
fazzoletto
.
Bianca
prese
il
bacio
della
zia
Cirmena
,
il
bacio
dello
zio
marchese
,
ed
entrò
sola
nelle
belle
stanze
,
dove
non
era
anima
viva
.
-
Ehi
?
ehi
?
bada
che
perdi
il
marito
!
-
le
gridò
dietro
lo
zio
marchese
fra
le
risate
generali
.
-
Ci
siamo
tutti
?
-
borbottò
sottovoce
donna
Sarina
.
Il
canonico
si
affrettò
a
risponder
lui
.
-
Sissignora
.
Poca
brigata
,
vita
beata
!
Dietro
di
loro
saliva
Alessi
,
colla
berretta
in
mano
,
intimidito
da
quei
lumi
e
da
quell
'
apparato
.
Sin
dall
'
uscio
si
mise
a
balbettare
:
-
Mi
manda
la
signora
baronessa
Rubiera
...
Dice
che
non
può
venire
perchè
le
duole
il
capo
...
Manda
a
salutare
la
nipote
,
e
don
Gesualdo
anche
...
-
Vai
in
cucina
,
da
questa
parte
-
gli
rispose
il
marchese
.
-
Di
'
che
ti
dieno
da
bere
.
Don
Gesualdo
approfittò
di
quel
momento
per
raccomandare
sottovoce
a
suo
fratello
:
-
Stai
attento
,
dinanzi
a
tutta
questa
gente
!
...
Ti
metti
a
sedere
,
e
non
ti
muovi
più
.
Come
vedi
fare
a
me
,
fai
tu
pure
.
-
Ho
capito
.
Lascia
fare
a
me
!
La
zia
Cirmena
si
era
impadronita
della
sposa
,
e
aveva
assunta
un
'
aria
matronale
che
la
faceva
sembrare
in
collera
.
Dopo
che
ciascuno
ebbe
preso
posto
nella
bella
sala
cogli
specchi
,
si
fece
silenzio
;
ciascuno
guardando
di
qua
e
di
là
per
fare
qualche
cosa
,
ed
ammirando
coi
cenni
del
capo
.
Alla
fine
il
canonico
credette
di
dover
rompere
il
ghiaccio
:
-
Don
Santo
,
sedetevi
qua
.
Avvicinatevi
;
non
abbiate
timore
.
-
A
me
?
-
rispose
Santo
che
si
sentiva
dar
del
don
lui
pure
.
-
Questo
è
tuo
cognato
,
-
disse
il
marchese
a
Bianca
.
Il
notaro
ripigliò
di
lì
a
un
momento
:
-
Guardate
!
guardate
!
Sembra
lo
sbarco
di
Cristoforo
Colombo
!
Vedevasi
sull
'
uscio
dell
'
anticamera
un
mucchio
di
teste
che
si
pigiavano
,
fra
curiose
e
timide
,
quasi
stesse
per
scoppiare
una
mina
.
Il
canonico
fra
gli
altri
monelli
scorse
Nunzio
,
il
nipotino
di
don
Gesualdo
,
e
gli
fece
segno
d
'
entrare
,
ammiccandogli
.
Ma
il
ragazzo
scappò
via
come
un
selvaggio
;
e
il
canonico
,
sempre
sorridendo
,
disse
:
-
Che
diavoletto
!
...
tutto
sua
madre
...
Il
marchese
,
sdraiato
sulla
sedia
a
bracciuoli
,
accanto
alla
nipote
,
sembrava
un
presidente
,
chiacchierando
soltanto
lui
.
-
Bravo
!
bravo
!
...
Tuo
marito
ha
fatto
le
cose
bene
!
...
Non
ci
manca
nulla
in
questa
casa
!
...
Ci
starai
da
principessa
!
...
Non
hai
che
a
dire
una
parola
...
mostrare
un
desiderio
...
-
Allora
ditegli
che
vi
comperi
delle
altre
mule
-
aggiunse
il
canonico
ridendo
.
-
E
'
vero
;
sei
alquanto
pallida
...
Ti
sei
forse
spaventata
in
carrozza
?
-
Sono
mule
troppo
giovani
...
appena
tolte
dall
'
armento
...
non
ci
sono
avvezze
...
Ora
usano
dei
cavalli
per
la
carrozza
-
disse
il
canonico
.
-
Certamente
!
certamente
!
-
si
affrettò
a
rispondere
don
Gesualdo
.
-
Appena
potrò
.
I
denari
servono
per
spenderli
...
quando
ci
sono
.
Il
marchese
e
il
canonico
Lupi
tenevano
viva
la
conversazione
,
don
Gesualdo
approvando
coi
cenni
del
capo
;
gli
altri
ascoltavano
:
la
zia
Cirmena
con
le
mani
sul
ventre
e
un
sorrisetto
amabile
che
faceva
cascare
le
parole
di
bocca
:
un
sorriso
che
diceva
:
-
Bisogna
pure
!
giacché
son
venuta
!
...
Valeva
proprio
la
pena
di
mettersi
in
gala
!
...
-
Bianca
sembrava
un
'
estranea
,
in
mezzo
a
tutto
quel
lusso
.
E
suo
marito
imbarazzato
anche
lui
,
fra
tanta
gente
,
la
sposa
,
gli
amici
,
i
servitori
,
dinanzi
a
quegli
specchi
nei
quali
si
vedeva
tutto
,
vestito
di
nuovo
,
ridotto
a
guardare
come
facevano
gli
altri
se
voleva
soffiarsi
il
naso
.
-
Il
raccolto
è
andato
bene
!
-
disse
il
marchese
a
voce
più
alta
,
perché
gli
altri
lo
seguissero
dove
voleva
arrivare
.
-
Io
ne
parlo
per
sentita
dire
.
Eh
?
eh
?
massaro
Fortunato
?
...
-
Sissignore
,
grazie
a
Dio
!
...
Sono
i
prezzi
che
non
dicono
!
...
-
Ci
sarà
tanto
da
fare
in
campagna
!
Nel
paese
non
c
'
è
più
nessuno
.
La
zia
Cirmena
allora
non
potè
frenarsi
:
-
Ho
vista
al
balcone
la
cugina
Sganci
...
credevo
che
venisse
,
anzi
!
...
-
Chissà
?
chissà
?
Quella
pioggerella
ch
'
è
caduta
ha
ridotto
la
strada
una
pozzanghera
!
...
Io
stavo
per
rompermi
il
collo
.
Però
dicono
che
fa
bene
alle
vigne
.
Eh
?
eh
?
massaro
Fortunato
?
...
-
Sissignore
,
se
vuol
Dio
!
...
-
Saranno
tutti
a
prepararsi
per
la
vendemmia
.
Noi
soli
no
,
donna
Sarina
!
Noi
beviamo
il
vino
senza
pregare
Dio
per
l
'
acqua
!
...
Bisogna
condurre
la
sposa
a
Giolio
per
la
vendemmia
,
don
Gesualdo
!
...
Vedrai
che
vigne
,
Bianca
!
-
Certo
!
...
è
la
padrona
!
...
certo
!
...
-
Un
momento
!
...
-
esclamò
il
canonico
balzando
in
piedi
.
-
Mi
pare
di
sentir
gente
!
...
Santo
,
che
stava
all
'
erta
,
cogli
occhi
fissi
sul
fratello
,
gli
fece
segno
per
sapere
se
era
ora
d
'
incominciare
il
trattamento
.
Ma
il
canonico
rientrò
dal
balcone
quasi
subito
,
scuotendo
il
capo
.
-
No
!
...
Son
villani
che
tornano
in
paese
.
Oggi
è
sabato
e
arriva
gente
sino
a
tardi
.
-
Io
l
'
avevo
indovinato
!
-
rispose
la
Cirmena
.
-
Ho
l
'
orecchio
fine
!
...
Chi
aspettate
,
voi
?
-
Donna
Giuseppina
Alòsi
,
per
bacco
!
...
Quella
almeno
non
manca
mai
!
-
L
'
avrà
trattenuta
il
cavaliere
...
-
si
lasciò
scappare
il
marchese
,
perdendo
la
pazienza
.
Santo
,
che
s
'
era
già
alzato
,
tornò
a
sedere
mogio
mogio
.
-
Con
permesso
!
con
permesso
!
-
disse
il
canonico
.
-
Un
momento
!
Vo
e
torno
!
Donna
Sarina
gli
corse
dietro
nell
'
anticamera
,
e
si
udì
il
canonico
rispondere
forte
:
-
No
!
Qui
vicino
...
dal
Capitano
!
...
Il
marchese
che
stava
coll
'
orecchio
teso
fingeva
d
'
ammirare
ancora
i
mobili
e
le
stanze
,
e
tornò
a
dire
:
-
Belli
!
belli
!
...
Una
casa
signorile
!
Siete
stati
fortunati
di
potervi
cacciare
nel
nido
dei
La
Gurna
!
...
Eh
!
eh
!
...
Se
ne
videro
qui
delle
feste
...
in
questo
stesso
luogo
!
...
Mi
rammento
...
pel
battesimo
dell
'
ultimo
La
Gurna
...
Corradino
...
Adesso
sono
andati
a
stare
a
Siracusa
,
tutta
la
famiglia
,
dopo
aver
dato
fondo
a
quel
po
'
che
rimaneva
!
...
Mors
tua
vita
mea
!
...
Qui
starete
da
principi
!
...
Eh
!
eh
!
...
son
vecchio
e
la
so
lunga
!
...
Ci
staremmo
bene
anche
noi
,
eh
,
donna
Sarina
?
...
eh
?
Donna
Sarina
si
dimenava
sulla
seggiola
per
tener
la
lingua
in
freno
:
-
Quanto
a
me
!
...
-
disse
poi
-
grazie
a
Dio
!
...
La
prova
è
che
il
ragazzo
La
Gurna
,
Corradino
,
viene
da
me
per
la
villeggiatura
.
Lui
non
ci
ha
colpa
,
povero
innocente
!
-
No
,
no
,
è
meglio
star
seduti
in
una
bella
sedia
soffice
come
questa
,
che
andare
a
buscarsi
il
pane
di
qua
e
di
là
,
come
i
La
Gurna
!
...
quando
si
può
buscarselo
anche
!
...
E
avere
una
buona
tavola
apparecchiata
,
e
la
carrozza
per
far
quattro
passi
dopo
,
e
la
vigna
per
la
villeggiatura
,
e
tutto
il
resto
!
...
La
buona
tavola
soprattutto
!
...
Son
vecchio
,
e
mi
dispiace
che
il
marchesato
non
possa
servirsi
in
tavola
...
Il
fumo
è
buono
soltanto
in
cucina
...
La
so
lunga
...
C
'
è
più
fumo
nella
cucina
,
che
arrosto
sulla
tavola
in
molte
case
...
quelle
che
ci
hanno
lo
stemma
più
grosso
sul
portone
...
e
che
arricciano
più
il
naso
!
...
Se
torno
a
nascere
,
voglio
chiamarmi
mastro
Alfonso
Limòli
,
ed
esser
ricco
come
voi
,
nipote
mio
...
Per
godermi
i
miei
denari
fra
me
e
me
...
senza
invitar
nessuno
...
no
!
...
-
Tacete
!
...
Sento
il
campanello
!
-
interruppe
donna
Sarina
.
-
E
'
un
pezzo
che
suonano
mentre
voi
state
a
predicare
...
Però
era
un
tintinnìo
sommesso
di
gente
povera
.
Santo
corse
ad
aprire
,
e
si
trovò
faccia
a
faccia
col
sagrestano
,
seguito
dalla
moglie
,
la
quale
portava
sotto
il
braccio
un
tovagliuolo
che
pareva
un
sacco
,
quasi
fosse
venuta
per
lo
sgombero
.
Al
primo
momento
don
Luca
rimase
imbarazzato
,
vedendo
il
fratello
di
Speranza
che
gli
aveva
mandato
a
dire
mille
improperi
con
suo
marito
Burgio
;
ma
non
si
perse
d
'
animo
per
questo
,
e
trovò
subito
il
pretesto
:
-
C
'
è
il
canonico
Lupi
?
...
Mia
moglie
,
qui
,
m
'
ha
detto
ch
'
era
montato
in
carrozza
cogli
sposi
...
La
gnà
Grazia
allora
entrò
svolgendo
adagio
adagio
il
tovagliuolo
,
e
ne
cavò
una
caraffina
d
'
acqua
d
'
odore
,
tappata
con
un
batuffoletto
di
cenci
.
-
L
'
acqua
benedetta
!
...
Abbiamo
pensato
per
donna
Bianca
!
E
si
misero
ad
aspettare
tranquillamente
,
marito
e
moglie
,
in
mezzo
alla
sala
.
In
quel
momento
tornò
il
canonico
Lupi
,
rosso
in
viso
,
sbuffando
,
asciugandosi
il
sudore
.
E
a
prevenire
ogni
domanda
si
rivolse
subito
al
padrone
di
casa
,
sorridendo
,
coll
'
aria
indifferente
:
-
Don
Gesualdo
...
se
avete
intenzione
di
farci
fare
la
bocca
dolce
!
...
Mi
pare
che
sia
tempo
!
...
All
'
alba
ho
da
dir
messa
,
prima
d
'
andare
in
campagna
.
-
Vado
?
-
saltò
a
dire
subito
Santo
.
-
Mettiamo
mano
?
Si
alzò
in
piedi
la
sposa
;
si
alzarono
dopo
di
lei
tutti
gli
altri
,
e
rimasero
fermi
ai
loro
posti
,
aspettando
a
chi
toccasse
aprire
la
marcia
.
Il
canonico
si
sbracciava
a
far
dei
segni
a
compare
Santo
,
e
vedendo
che
non
capiva
,
gli
soffiò
colla
voce
di
petto
,
come
in
chiesa
,
allorché
sbagliavasi
la
funzione
:
-
A
voi
!
...
Date
braccio
alla
cognata
!
...
Ma
il
cognato
non
si
sentiva
di
fare
quella
parte
.
Infine
glielo
spinsero
dietro
a
forza
.
Lo
zio
Limòli
intanto
era
passato
avanti
colla
sposa
,
e
il
canonico
borbottò
all
'
orecchio
di
don
Gesualdo
:
-
Credereste
?
...
fa
la
sdegnosa
anche
la
Capitana
!
Lei
che
non
manca
mai
dove
c
'
è
da
leccare
piatti
!
Fa
la
sdegnosa
anch
'
essa
!
Come
se
non
si
sapesse
donde
viene
quella
gran
dama
!
...
No
!
no
!
che
fate
?
...
-
esclamò
a
un
tratto
slanciandosi
verso
compare
Santo
.
Costui
,
persa
la
pazienza
,
quatto
quatto
rimboccavasi
le
maniche
del
vestito
.
Per
fortuna
la
cognata
stava
parlando
collo
zio
Limòli
,
e
non
se
ne
accorse
.
Il
marchese
,
dal
canto
suo
,
era
distratto
,
cercando
di
evitare
Giacalone
e
Pelagatti
che
volevano
servirlo
a
ogni
costo
.
-
Faranno
nascere
qualche
guaio
quei
due
ragazzi
!
-
borbottò
infine
.
Anche
Bianca
abbozzò
un
sorriso
a
quell
'
uscita
,
e
si
scostarono
dalla
tavola
tutti
e
due
,
per
evitare
il
pericolo
.
-
Non
vuol
nulla
!
...
-
tornò
dicendo
il
cognato
don
Santo
,
quasi
si
fosse
tolto
un
gran
peso
dallo
stomaco
.
-
Io
,
per
me
,
gliel
'
ho
offerto
!
...
-
Neanche
un
bicchierino
di
perfetto
amore
?
-
entrò
a
dire
il
canonico
con
galanteria
.
La
zia
Cirmena
si
mise
a
ridere
,
e
Santo
guardò
il
fratello
,
per
vedere
cosa
dovesse
fare
.
-
Eh
!
eh
!
...
-
aggiunse
il
marchese
con
la
sua
tosserella
.
-
Eh
!
eh
!
...
-
Qualcosa
,
zio
?
-
Grazie
,
grazie
,
cara
Bianca
...
Non
ho
più
denti
né
stomaco
...
Sono
invalido
...
Sto
a
vedere
soltanto
...
non
posso
fare
altro
...
Il
canonico
si
fece
pregare
un
po
'
,
e
quindi
trasse
di
tasca
un
fazzoletto
che
sembrava
un
lenzuolo
.
Intanto
la
zia
Cirmena
s
'
empiva
il
borsone
che
portava
al
braccio
,
dov
'
era
ricamato
un
cane
tutto
intero
,
e
ce
n
'
entrava
della
roba
!
Il
canonico
invece
,
che
aveva
le
tasche
sino
al
ginocchio
,
sotto
la
zimarra
,
delle
vere
bisacce
,
poteva
cacciarvi
dentro
tutto
quello
che
voleva
senza
dare
nell
'
occhio
.
Bianca
pure
regalò
con
le
sue
mani
stesse
una
scatola
di
confetti
al
cognato
Santo
.
-
Per
vostra
sorella
e
i
suoi
ragazzi
...
-
Di
'
che
glieli
manda
lei
stessa
...
la
cognata
...
-
soggiunse
Gesualdo
tutto
contento
,
con
un
sorriso
di
gratitudine
per
lei
.
Erano
un
po
'
in
disparte
,
mentre
tutti
gli
altri
si
affollavano
intorno
alla
tavola
.
Egli
allora
le
disse
piano
,
con
una
certa
tenerezza
:
-
Brava
!
mi
piaci
perché
sei
giudiziosa
,
e
cerchi
di
metter
pace
in
famiglia
...
Non
sai
quel
che
c
'
è
stato
!
...
Mia
sorella
specialmente
!
...
M
'
hanno
fatto
andare
tutto
in
veleno
anche
il
giorno
delle
nozze
!
...
Com
'
essa
gli
ispirava
confidenza
,
col
viso
buono
,
stava
per
sfogarsi
del
rimanente
,
senza
avvedersene
,
quando
la
zia
Cirmena
venne
ad
interromperlo
dicendogli
:
-
Pensate
al
sagrestano
;
è
lì
che
aspetta
con
sua
moglie
.
Don
Luca
,
vedendo
arrivare
tanta
grazia
di
Dio
,
finse
di
esser
sorpreso
.
-
Nossignore
!
Non
siamo
venuti
per
i
dolci
...
Non
v
'
incomodate
,
vossignoria
!
-
Sua
moglie
intanto
andava
sciorinando
la
tovaglia
che
pareva
quella
dell
'
altare
.
Lui
invece
,
per
dimostrare
la
sua
gratitudine
,
fingeva
di
guardare
in
aria
,
inarcando
le
ciglia
dalla
sorpresa
.
-
Guarda
,
Grazia
!
...
Quanta
roba
!
...
Ce
ne
sono
stati
spesi
dei
denari
qui
!
-
Poscia
,
appena
don
Gesualdo
volse
le
spalle
,
aiutò
ad
insaccare
anche
lui
.
-
Par
d
'
essere
appestati
!
...
-
borbottò
donna
Sarina
che
rientrava
col
borsone
pieno
insieme
al
canonico
Lupi
.
-
Neppure
i
suoi
fratelli
son
venuti
!
...
avete
visto
?
...
-
Poveretti
!
...
poveretti
!
...
-
rispose
l
'
altro
agitando
la
mano
dinanzi
alla
fronte
,
come
a
dire
che
coloro
non
ci
avevano
più
la
testa
a
segno
.
Poi
si
guardò
intorno
abbassando
la
voce
:
-
Sembrava
che
piangessero
il
morto
,
quando
siamo
andati
a
prendere
la
sposa
!
...
due
gufi
,
tale
e
quale
!
...
Si
rintanavano
di
stanza
in
stanza
,
al
buio
...
Due
gufi
,
tale
e
quale
!
...
Donna
Bianca
,
invece
,
voleva
fare
le
cose
con
bella
maniera
...
almeno
pei
riguardi
umani
!
...
Infine
se
si
è
indotta
a
questo
passo
...
Fece
un
altro
segno
,
coll
'
indice
e
il
pollice
in
croce
sulla
bocca
.
E
sbirciando
colla
coda
dell
'
occhio
che
rientravano
in
sala
anche
Bianca
e
suo
marito
,
disse
forte
,
come
in
seguito
di
un
altro
discorso
,
mostrando
il
fazzoletto
pieno
:
-
Sono
le
mie
propine
!
...
frutti
di
stola
...
La
moglie
del
sagrestano
,
che
non
si
era
accorta
della
sposa
aggiunse
:
-
Sono
ancora
lì
,
tutti
e
due
,
dietro
i
vetri
della
finestra
,
al
buio
,
a
guardare
in
piazza
dove
non
c
'
è
nessuno
!
...
come
due
mummie
addirittura
!
...
Donna
Bianca
,
nel
passare
,
udì
quelle
parole
.
-
Tanta
salute
!
-
interruppe
il
sagrestano
vedendo
la
signora
.
-
Sarà
una
festa
per
quei
ragazzi
,
quando
arriveremo
a
casa
!
...
Cinque
figliuoli
,
donna
Bianca
!
...
Poi
,
voltandosi
verso
la
moglie
che
se
ne
andava
barcollando
,
con
quell
'
altro
fardello
sulla
pancia
:
-
Salute
e
figli
maschi
!
...
La
roba
ce
l
'
avete
!
...
Ora
pregheremo
il
Signore
di
darvi
i
figliuoli
...
Vogliamo
vedervi
come
Grazia
fra
nove
mesi
...
Il
marchese
per
tagliar
corto
l
'
accomiatò
:
-
Va
bene
!
Buona
sera
,
caro
don
Luca
!
Nell
'
altra
stanza
,
appena
furono
usciti
gli
invitati
,
si
udì
un
baccano
indiavolato
.
I
vicini
,
la
gente
di
casa
,
Brasi
Camauro
,
Giacalone
,
Nanni
l
'
Orbo
,
una
turba
famelica
,
piombò
sui
rimasugli
del
trattamento
,
disputandosi
i
dolciumi
,
strappandoseli
di
mano
,
accapigliandosi
fra
di
loro
.
E
compare
Santo
,
col
pretesto
di
difendere
la
roba
,
abbrancava
quel
che
poteva
,
e
se
lo
ficcava
da
per
tutto
,
in
bocca
,
nelle
tasche
,
dentro
la
camicia
.
Nunzio
,
il
ragazzo
di
Burgio
,
entrato
come
un
gatto
,
si
era
arrampicato
sulla
tavola
,
e
s
'
arrabbattava
a
calci
e
pugni
anche
lui
,
strillando
come
un
ossesso
;
gli
altri
monelli
carponi
sotto
.
Don
Gesualdo
,
infuriato
,
voleva
correre
col
bastone
a
far
cessare
quella
baraonda
;
ma
lo
zio
marchese
lo
fermò
pel
braccio
!
...
-
Lasciateli
fare
...
tanto
!
...
La
zia
Cirmena
che
si
era
divertita
almeno
un
po
'
,
si
piantò
nel
bel
mezzo
della
stanza
,
guardando
in
faccia
la
gente
,
come
a
dire
ch
'
era
ora
d
'
andarsene
.
In
quel
frattempo
tornò
di
corsa
il
sagrestano
,
ansante
,
con
un
'
aria
di
gran
mistero
:
-
C
'
è
qui
tutto
il
paese
!
...
giù
in
istrada
,
che
stanno
a
vedere
!
...
Il
barone
Zacco
,
i
Margarone
,
la
moglie
di
Mèndola
anche
...
tutti
i
primi
signori
del
paese
!
...
Fa
chiasso
il
vostro
matrimonio
,
don
Gesualdo
!
...
E
se
ne
andò
com
'
era
venuto
,
frettoloso
,
infatuato
.
La
zia
Cirmena
borbottò
:
-
Che
seccatura
!
...
Ci
fosse
almeno
un
'
altra
uscita
!
...
Il
canonico
invece
,
curioso
,
volle
andare
a
vedere
.
Di
rimpetto
,
alla
cantonata
di
San
Sebastiano
,
c
'
era
un
crocchio
di
gente
;
si
vedevano
biancheggiare
dei
vestiti
chiari
nel
buio
della
strada
.
Altri
passavano
lentamente
,
in
punta
di
piedi
,
rasente
al
muro
,
col
viso
rivolto
in
su
.
Si
udiva
parlare
sottovoce
,
delle
risa
soffocate
anche
,
uno
scalpiccìo
furtivo
.
Due
che
tornavano
indietro
dalla
parte
di
Santa
Maria
di
Gesù
si
fermarono
,
vedendo
aprire
il
balcone
.
E
tutti
sgattaiolarono
di
qua
e
di
là
.
Rimase
solo
Ciolla
,
che
fingeva
d
'
andare
pei
fatti
suoi
canticchiando
:
Amore
,
amore
,
che
m
'
hai
fatto
fare
?
Donna
Sarina
e
il
marchese
Limòli
si
erano
avvicinati
anch
'
essi
al
balcone
.
Quest
'
ultimo
allora
disse
:
-
Adesso
potete
andarvene
,
donna
Sarina
.
Non
c
'
è
più
nessuno
laggiù
!
...
La
zia
Cirmena
scattò
su
come
una
molla
:
-
Io
non
ho
paura
,
don
Alfonso
!
...
Io
fo
quel
che
mi
pare
e
piace
!
...
Son
qui
per
far
da
mamma
a
Bianca
...
giacché
non
c
'
è
altra
parente
prossima
.
Non
possiamo
piantar
la
sposa
quasi
fosse
una
trovatella
...
pel
decoro
della
famiglia
almeno
!
...
-
Ah
?
ah
?
...
-
sogghignava
intanto
il
marchese
.
Donna
Sarina
gli
ribatté
sul
muso
,
frenando
a
stento
la
voce
:
-
Non
mi
fate
lo
gnorri
,
don
Alfonso
!
...
Lo
sapete
meglio
di
me
!
...
Deve
premere
anche
a
voi
che
siete
della
famiglia
...
Bisogna
farlo
per
la
gente
...
se
non
per
lei
!
...
-
E
infilò
l
'
uscio
della
camera
nuziale
,
continuando
a
sbraitare
.
-
Va
bene
,
va
bene
!
Non
andate
in
collera
...
Vuol
dire
che
ce
ne
andremo
noi
!
...
Ehi
,
ehi
,
canonico
...
Mi
par
che
sarebbe
tempo
d
'
andarcene
!
...
Un
po
'
di
prudenza
!
...
-
Ah
!
ah
!
...
Ah
!
ah
!
-
chiocciava
il
canonico
.
-
Buona
notte
,
nipoti
miei
!
Vi
dò
pure
la
benedizione
che
non
costa
nulla
...
Bianca
s
'
era
fatta
pallida
come
un
cencio
lavato
.
Si
alzò
anche
lei
,
con
un
lieve
tremito
nei
muscoli
del
mento
,
coi
begli
occhi
turchini
che
sembravano
smarriti
,
incespicando
nel
vestito
nuovo
,
e
balbettò
:
-
Zio
!
...
sentite
,
zio
!
...
-
E
lo
tirò
in
disparte
per
parlargli
sottovoce
,
con
calore
.
-
Sono
pazzi
!
-
interruppe
il
marchese
ad
alta
voce
accalorandosi
anche
lui
.
-
Pazzi
da
legare
!
Se
torno
a
nascere
,
lo
dirò
anche
a
loro
,
voglio
chiamarmi
mastro
Alfonso
Limòli
!
...
-
Bravo
!
-
sghignazzò
il
canonico
.
-
Mi
piace
quello
che
dite
!
-
Buona
notte
!
buona
notte
!
Non
ci
pensare
!
Andrò
da
loro
domattina
...
E
fra
nove
mesi
,
ricordati
bene
,
voglio
essere
invitato
di
nuovo
pel
battesimo
...
il
canonico
Lupi
ed
io
...
noi
due
soli
...
Non
ci
sarà
neppure
bisogno
della
cugina
Cirmena
!
...
-
Poca
brigata
,
vita
beata
!
-
conchiuse
l
'
altro
.
Don
Gesualdo
li
accompagnò
sino
all
'
uscio
,
solleticato
internamente
dai
complimenti
del
canonico
,
il
quale
non
finiva
dal
dirgli
che
aveva
fatto
le
cose
ammodo
:
-
Peccato
che
non
sieno
venuti
tutti
gli
invitati
!
Avrebbero
visto
che
spendete
da
Cesare
.
Mi
sorprende
per
la
signora
Sganci
!
...
Anche
la
baronessa
Rubiera
sarebbe
stata
contenta
di
vedere
come
le
rispettate
la
nipote
...
che
non
siete
di
quelli
che
hanno
il
pugno
stretto
...
giacché
dovete
esser
soci
fra
poco
.
-
Eh
!
eh
!
-
rispose
don
Gesualdo
che
si
sentiva
ribollire
in
quel
punto
i
denari
male
spesi
.
-
C
'
è
tempo
!
c
'
è
tempo
!
Ne
deve
passare
prima
dell
'
acqua
sotto
il
ponte
che
non
c
'
è
più
...
Diteglielo
pure
,
alla
signora
baronessa
.
-
Come
?
come
?
Se
era
cosa
intesa
?
Se
dovete
esser
soci
?
-
I
miei
soci
son
questi
qua
!
-
ripeté
don
Gesualdo
battendo
sul
taschino
.
-
Non
vorrei
che
la
signora
baronessa
Rubiera
avesse
a
vergognarsi
d
'
avermi
per
compagno
...
diteglielo
pure
!
-
Ha
ragione
!
-
aggiunse
il
marchese
fermandosi
a
metà
della
scala
.
-
Ha
l
'
amor
proprio
dei
suoi
denari
,
che
diavolo
!
...
La
cugina
Rubiera
avrebbe
potuto
degnarsi
...
Non
si
sarebbe
guastato
il
sangue
per
così
poco
,
lei
!
...
-
Chissà
?
chissà
perché
non
è
venuta
?
...
Ci
dev
'
essere
qualch
'
altro
motivo
...
Poi
,
gli
affari
...
è
un
'
altra
cosa
...
Pensateci
bene
!
...
Vi
mancherà
un
appoggio
!
...
Li
avrete
tutti
nemici
allora
!
...
-
Tutti
nemici
...
oh
bella
!
perché
?
-
Pei
vostri
denari
,
caspita
!
...
Perché
potete
mettere
anche
voi
le
mani
nel
piatto
!
...
Poi
vi
siete
imparentato
con
loro
!
...
Uno
schiaffo
,
caro
mio
!
Uno
schiaffo
che
avete
dato
a
tutti
quanti
!
-
Sapete
cosa
ho
da
dirvi
?
-
si
mise
a
strillare
allora
il
marchese
levando
il
capo
in
su
.
-
Che
se
non
avessi
il
vitalizio
della
mia
commenda
di
Malta
per
non
crepare
di
fame
,
sarei
costretto
a
dare
uno
schiaffo
anch
'
io
a
tutta
la
nobile
parentela
...
Sarei
costretto
a
scopar
le
strade
!
...
E
se
ne
andò
borbottando
.
-
Don
Gesualdo
,
-
disse
Nanni
l
'
Orbo
facendo
capolino
dalla
cucina
.
-
Son
qui
i
ragazzi
che
vorrebbero
baciar
la
mano
alla
padrona
...
se
non
c
'
è
più
nessuno
...
-
Spicciatevi
!
spicciatevi
!
-
rispose
lui
infastidito
.
Prima
s
'
affollarono
sulla
soglia
simili
a
un
branco
di
pecore
;
poscia
,
dopo
Nanni
l
'
Orbo
,
sfilarono
dietro
tutti
gli
altri
,
col
sorriso
goffo
,
il
berretto
in
mano
,
le
donne
salutando
sino
a
terra
come
in
chiesa
,
imbacuccate
nelle
mantelline
.
-
Questa
è
Diodata
,
-
disse
Nanni
l
'
Orbo
.
-
Una
povera
orfanella
che
il
padrone
ha
mantenuto
per
carità
.
-
Sissignora
!
...
Tanta
salute
!
...
-
E
Diodata
non
seppe
più
che
dire
.
-
Un
cuore
tanto
fatto
,
don
Gesualdo
!
-
seguitò
Nanni
l
'
Orbo
accalorandosi
.
-
Gli
ha
fatto
anche
la
dote
!
Domeneddio
l
'
aiuta
per
questo
!
Don
Gesualdo
andava
spegnendo
i
lumi
.
Poi
si
voltò
tutto
di
nuovo
vestito
,
che
Diodata
non
osava
nemmeno
alzare
gli
occhi
su
di
lui
,
e
conchiuse
:
-
Va
bene
.
Siete
contenti
?
-
Sissignore
,
-
rispose
Nanni
l
'
Orbo
,
guardando
con
tenerezza
Diodata
.
-
Contentoni
!
...
può
dirlo
anche
lei
!
...
-
E
'
un
pezzo
che
compare
Nanni
teneva
d
'
occhio
a
quei
baiocchi
,
per
non
lasciarseli
sfuggire
!
-
aggiunse
Brasi
Camauro
.
-
E
'
nato
col
berretto
in
testa
!
-
Sposa
Diodata
,
-
narrò
allora
alla
moglie
don
Gesualdo
.
-
La
marito
con
lui
.
Il
camparo
aggiunse
altre
informazioni
,
ridendo
:
-
Si
correvano
dietro
!
Bisognava
far
la
guardia
a
loro
pure
!
...
Il
padrone
mi
dovrebbe
ancora
qualche
regaluccio
per
quest
'
altra
custodia
che
non
era
nel
patto
!
...
Allora
scoppiò
una
risata
generale
,
perché
compare
Carmine
era
molto
lepido
,
di
solito
.
La
ragazza
,
tutta
una
fiamma
,
gli
lanciò
un
'
occhiata
di
bestia
selvaggia
.
-
Non
è
vero
!
nossignore
,
don
Gesualdo
!
...
-
Sì
!
sì
!
e
Brasi
Camauro
anche
!
e
Giacalone
,
allorché
veniva
pel
carro
!
...
Tutti
d
'
amore
e
d
'
accordo
,
insieme
!
...
Le
risate
non
finivano
più
;
Nanni
l
'
Orbo
pel
primo
,
che
si
teneva
i
fianchi
.
Solo
Diodata
,
rossa
come
il
fuoco
,
colle
lagrime
agli
occhi
,
s
'
affannava
a
ripetere
:
-
Nossignore
!
...
non
è
vero
!
...
Come
potete
dirlo
,
compare
Carmine
?
...
non
ne
avete
coscienza
?
Donna
Sarina
comparve
di
nuovo
sull
'
uscio
,
colle
braccia
incrociate
,
senza
profferire
una
parola
;
soltanto
i
fiori
che
le
si
agitavano
sul
capo
parlavano
per
lei
.
-
Ora
basta
!
-
conchiuse
il
padrone
.
-
Andatevene
,
ch
'
è
tardi
.
Essi
salutarono
un
'
altra
volta
,
inchinandosi
goffamente
,
balbettando
confusamente
in
coro
,
urtandosi
nell
'
uscire
,
e
se
ne
andarono
con
un
calpestìo
pesante
di
bestiame
grosso
.
Appena
fuori
cominciarono
a
ridere
e
scherzare
fra
di
loro
;
Brasi
Camauro
e
Pelagatti
dandosi
degli
spintoni
;
Nanni
l
'
Orbo
e
compare
Carmine
barattando
parolacce
e
ingiurie
atroci
,
colle
braccia
l
'
uno
al
collo
dell
'
altro
,
come
due
fratelli
messi
in
allegria
dal
vino
bevuto
.
Una
baldoria
che
fece
ridere
anche
lo
stesso
don
Gesualdo
.
-
Son
come
le
bestie
!
-
diss
'
egli
rientrando
.
-
Non
dar
retta
,
cara
Bianca
!
-
Un
momento
!
-
strillò
la
zia
Cirmena
respingendolo
colle
mani
,
quasi
egli
stesse
per
farle
violenza
.
-
Non
potete
entrare
adesso
!
fuori
!
fuori
!
E
gli
chiuse
l
'
uscio
sul
muso
.
Diodata
risalì
di
corsa
in
quel
punto
,
scalmanata
,
colle
lagrime
agli
occhi
.
-
Don
Gesualdo
!
...
Non
vogliono
lasciarmi
andare
pei
fatti
miei
!
...
Li
sentite
,
laggiù
?
...
compare
Nanni
e
tutti
gli
altri
!
...
-
Ebbene
?
Che
c
'
è
?
Non
dev
'
essere
tuo
marito
?
...
-
Sissignore
...
Dice
per
questo
!
...
ch
'
è
il
padrone
...
Non
mi
lasciano
andare
in
pace
!
...
tutti
quanti
!
-
Aspetta
!
aspetta
,
che
piglio
un
bastone
!
-
No
!
no
!
-
gridò
Nanni
dalla
strada
.
-
Ce
ne
andiamo
a
casa
.
Nessuno
la
tocca
.
-
Senti
?
Nessuno
ti
tocca
.
Vattene
...
Che
fai
adesso
?
Essa
,
stando
due
scalini
più
giù
,
gli
aveva
presa
la
mano
di
nascosto
,
e
andava
baciandola
come
un
vero
cane
affezionato
e
fedele
:
-
Benedicite
!
...
benedicite
!
...
-
Ora
ricomincia
il
piagnisteo
!
-
sbuffò
lui
.
-
Non
ho
un
momento
di
pace
,
questa
sera
!
...
-
Nossignore
...
senza
piagnisteo
...
Tanta
salute
a
vossignoria
!
...
e
alla
vostra
sposa
anche
!
...
E
'
che
volevo
baciarvi
la
mano
per
l
'
ultima
volta
!
...
Mi
tremano
un
po
'
le
gambe
...
Tanto
bene
che
mi
avete
fatto
,
vossignoria
!
...
-
Be
'
!
be
'
!
...
Sta
allegra
tu
pure
!
...
Dev
'
essere
un
giorno
d
'
allegria
questo
!
...
Hai
trovato
un
buon
marito
anche
tu
...
Il
pane
non
te
lo
farà
mancare
...
E
quando
verrà
la
malannata
,
ricordati
che
c
'
è
sempre
il
mio
magazzino
aperto
...
Sei
contenta
anche
tu
?
di
'
?
Essa
rispose
ch
'
era
contenta
,
chinando
il
capo
più
volte
,
giacché
aveva
un
groppo
alla
gola
e
non
poteva
parlare
.
-
Va
bene
!
Ora
vattene
via
contenta
...
e
senza
pensare
ad
altro
,
sai
!
...
senza
pensare
ad
altro
!
...
Com
'
essa
lo
guardava
in
un
certo
modo
,
cogli
occhi
dolorosi
che
sembrava
gli
leggessero
anche
a
lui
il
cruccio
segreto
in
cuore
,
cominciò
a
gridare
per
non
pensarci
,
quasi
fosse
in
collera
.
-
E
senza
cercare
il
pelo
nell
'
uovo
!
...
senza
pensare
a
questo
e
a
quell
'
altro
...
Il
Signore
c
'
è
per
tutti
...
Anche
tu
sei
una
povera
trovatella
,
e
il
Signore
ti
ha
aiutato
!
...
Al
caso
poi
,
ci
son
qua
io
...
Farò
quello
che
potrò
...
Non
ho
il
cuore
di
sasso
,
no
!
...
Lo
sai
!
Vai
,
vai
;
vattene
via
contenta
!
...
Ma
Diodata
,
che
gli
voltava
le
spalle
,
col
petto
pigiato
contro
la
ringhiera
,
quasi
si
sentisse
morire
dal
crepacuore
,
non
poté
frenare
i
singhiozzi
che
la
scuotevano
dalla
testa
ai
piedi
.
Allora
il
suo
padrone
scappò
a
bestemmiare
:
-
Santo
e
santissimo
!
...
santo
e
santissimo
!
In
quel
momento
comparve
la
zia
Cirmena
in
cima
alla
scala
,
con
lo
scialle
in
testa
,
il
borsone
infilato
al
braccio
,
e
gli
occhi
umidi
di
lagrime
,
come
si
conveniva
alla
parte
di
madre
che
l
'
era
toccata
quella
volta
.
-
Eccomi
qua
,
don
Gesualdo
!
eccomi
qua
!
-
E
stese
le
braccia
come
un
crocifisso
per
buttargliele
al
collo
.
-
Non
ho
bisogno
di
farvi
la
predica
...
Siete
un
uomo
di
giudizio
...
Povera
Bianca
!
...
Sono
commossa
,
guardate
!
Cercò
nel
borsone
il
fazzoletto
di
battista
,
fra
la
roba
di
cui
era
pieno
,
e
si
asciugò
gli
occhi
.
Poi
baciò
di
nuovo
lo
sposo
,
asciugandosi
anche
la
bocca
con
lo
stesso
fazzoletto
,
e
chiamò
il
servitore
che
aspettava
giù
col
lampione
.
-
Don
Camillo
!
Accendete
,
ch
'
è
ora
di
andarsene
.
Don
Camillo
?
ehi
?
cosa
fate
?
dormite
?
Dalla
strada
rispose
Ciolla
,
ripassando
col
chitarrino
:
Amore
,
amore
,
che
m
'
hai
fatto
fare
?
E
degli
altri
sfaccendati
gli
andavano
dietro
,
facendogli
l
'
accompagnamento
coi
grugniti
.
-
No
!
-
esclamò
la
zia
Cirmena
piantandosi
dinanzi
al
nipote
,
quasi
ad
impedirgli
di
fare
una
pazzia
.
-
Non
date
retta
...
Sono
ubbriachi
!
...
canaglia
che
crepano
d
'
invidia
!
Andate
a
trovare
vostra
moglie
piuttosto
!
Ve
la
raccomando
...
non
va
presa
come
le
altre
...
Siamo
fatti
di
un
'
altra
pasta
...
tutta
la
famiglia
...
Mi
pare
di
lasciare
il
sangue
mio
nelle
vostre
mani
adesso
!
...
Non
ho
avuto
figliuole
...
non
ho
mai
provato
una
cosa
simile
!
...
Mi
sento
tutta
sconvolta
!
...
No
!
no
!
Non
badate
a
me
!
...
mi
calmerò
...
Voi
,
don
Camillo
,
andate
avanti
col
lume
...
Egli
volse
le
spalle
.
-
Quante
chiacchiere
!
Infine
siamo
marito
e
moglie
sì
o
no
?
-
Entrando
nella
camera
nuziale
trasse
un
sospirone
.
-
Ah
!
se
Dio
vuole
,
è
finita
!
Ce
n
'
è
voluto
...
ma
è
finita
,
se
Dio
vuole
!
...
Non
lo
fo
più
,
com
'
è
vero
Iddio
,
se
si
ha
a
ricominciare
da
capo
!
...
Voleva
far
ridere
anche
la
sposa
,
metterla
un
po
'
di
buon
umore
,
per
star
meglio
insieme
in
confidenza
,
come
dev
'
essere
fra
marito
e
moglie
.
Ma
lei
,
ch
'
era
seduta
dinanzi
allo
specchio
,
voltando
le
spalle
all
'
uscio
,
si
riscosse
udendolo
entrare
,
e
avvampò
in
viso
.
Indi
si
fece
smorta
più
di
prima
,
e
i
lineamenti
delicati
parvero
affilarlesi
a
un
tratto
maggiormente
.
Proprio
quello
che
aveva
detto
la
zia
Cirmena
!
Una
ragazza
che
vi
basiva
per
un
nulla
,
e
v
'
imbrogliava
la
lingua
e
le
mani
.
Gli
seccava
,
ecco
,
quel
giorno
di
nozze
che
non
gli
aveva
dato
un
sol
momento
buono
.
-
Ehi
?
...
Perchè
non
dici
nulla
?
...
Cos
'
hai
?
...
-
Rimase
un
momento
imbarazzato
,
senza
saper
che
dire
neppure
lui
,
umiliato
nel
suo
bel
vestito
nuovo
,
in
mezzo
ai
suoi
mobili
che
gli
costavano
un
occhio
del
capo
.
-
Senti
...
s
'
è
così
...
se
la
pigli
su
quel
verso
anche
tu
...
Allora
ti
saluto
e
vo
a
dormire
su
di
una
sedia
,
com
'
è
vero
Dio
!
...
Essa
balbettò
qualche
parola
inintelligibile
,
un
gorgoglìo
di
suoni
timidi
e
confusi
,
e
chinò
il
capo
ubbidiente
,
per
cominciare
a
togliersi
il
pettine
di
tartaruga
,
colle
mani
gracili
e
un
po
'
sciupacchiate
alle
estremità
di
ragazza
povera
avvezza
a
far
di
tutto
in
casa
.
-
Brava
!
brava
!
Così
mi
piaci
!
...
Se
andiamo
d
'
accordo
come
dico
io
,
la
nostra
casa
andrà
avanti
...
avanti
assai
!
Te
lo
dico
io
!
Faremo
crepare
gli
invidiosi
...
Hai
visto
stasera
,
che
non
son
voluti
venire
alle
nozze
?
...
Quante
spese
buttate
via
!
...
Hai
visto
che
mi
mangiavo
il
fegato
e
ridevo
?
...
Riderà
meglio
chi
ride
l
'
ultimo
!
...
Via
,
via
,
perchè
ti
tremano
così
le
mani
?
...
non
sono
tuo
marito
adesso
?
...
a
dispetto
degli
invidiosi
!
...
Che
paura
hai
?
...
Senti
!
...
quel
Ciolla
!
...
mi
farà
fare
uno
sproposito
!
...
Essa
tornò
a
balbettare
qualche
parola
indistinta
,
che
le
spirò
di
nuovo
sulle
labbra
smorte
,
e
alzò
per
la
prima
volta
gli
occhi
su
di
lui
,
quegli
occhi
turchini
e
dolci
che
gli
promettevano
la
sposa
amorevole
e
ubbidiente
che
gli
avevano
detto
.
Allora
egli
tutto
contento
,
con
un
risata
larga
che
gli
spianò
il
viso
ed
il
cuore
,
riprese
:
-
Lascialo
cantare
.
Non
me
ne
importa
adesso
di
Ciolla
...
di
lui
e
di
tutti
gli
altri
!
...
Crepano
d
'
invidia
perché
i
miei
affari
vanno
a
gonfie
vele
,
grazie
a
Dio
!
Non
te
ne
pentirai
,
no
,
di
quello
che
hai
fatto
!
...
Sei
buona
!
...
non
hai
la
superbia
di
tutti
i
tuoi
...
In
cuore
gli
si
gonfiava
un
'
insolita
tenerezza
,
mentre
l
'
aiutava
a
spettinarsi
.
Proprio
le
sue
grosse
mani
che
aiutavano
una
Trao
,
e
si
sentivano
divenir
leggere
leggere
fra
quei
capelli
fini
!
Gli
occhi
di
lui
si
accendevano
sulle
trine
che
le
velavano
gli
omeri
candidi
e
delicati
,
sulle
maniche
brevi
e
rigonfie
che
le
mettevano
quasi
delle
ali
alle
spalle
.
Gli
piaceva
la
peluria
color
d
'
oro
che
le
fioriva
agli
ultimi
nodi
delle
vertebre
,
le
cicatrici
lasciatele
dal
vaccinatore
inesperto
sulle
braccia
esili
e
bianche
,
quelle
mani
piccole
,
che
avevano
lavorato
come
le
sue
,
e
tremavano
sotto
i
suoi
occhi
,
quella
nuca
china
che
impallidiva
e
arrossiva
,
tutti
quei
segni
umili
di
privazioni
che
l
'
avvicinavano
a
lui
.
-
Voglio
che
tu
sii
meglio
di
una
regina
,
se
andiamo
d
'
accordo
come
dico
io
!
...
Tutto
il
paese
sotto
i
piedi
voglio
metterti
!
...
Tutte
quelle
bestie
che
ridono
adesso
e
si
divertono
alle
nostre
spalle
!
...
Vedrai
!
vedrai
!
...
Ha
buon
stomaco
,
mastro
-
don
Gesualdo
!
...
da
tenersi
in
serbo
per
anni
ed
anni
tutto
quello
che
vuole
...
e
buone
gambe
pure
...
per
arrivare
dove
vuole
...
Tu
sei
buona
e
bella
!
...
roba
fine
!
...
roba
fine
sei
!
...
Essa
rannicchiò
il
capo
nelle
spalle
,
simile
a
una
colomba
trepidante
che
stia
per
esser
ghermita
.
-
Ora
ti
voglio
bene
davvero
,
sai
!
...
Ho
paura
di
toccarti
colle
mani
...
Ho
le
mani
grosse
perchè
ho
tanto
lavorato
...
non
mi
vergogno
a
dirlo
...
Ho
lavorato
per
arrivare
a
questo
punto
...
Chi
me
l
'
avrebbe
detto
?
...
Non
mi
vergogno
,
no
!
Tu
sei
bella
e
buona
...
Voglio
farti
come
una
regina
...
Tutti
sotto
i
tuoi
piedi
!
...
questi
piedini
piccoli
!
Hai
voluto
venirci
tu
stessa
...
con
questi
piedini
piccoli
...
nella
mia
casa
...
La
padrona
!
...
la
signora
bella
mia
!
...
Guarda
,
mi
fai
dire
delle
sciocchezze
!
...
Ma
essa
aveva
l
'
orecchio
altrove
.
Pareva
guardasse
nello
specchio
,
lontano
,
lontano
.
-
A
che
pensi
?
ancora
al
Ciolla
?
...
Vo
a
finire
in
prigione
,
la
prima
notte
di
matrimonio
!
...
-
No
!
-
interruppe
lei
balbettando
,
con
un
filo
di
voce
.
-
No
...
sentite
...
devo
dirvi
una
cosa
...
Sembrava
che
non
avesse
più
una
goccia
di
sangue
nelle
vene
,
tanto
era
pallida
e
sbattuta
.
Mosse
le
labbra
tremanti
due
o
tre
volte
.
-
Parla
,
-
rispose
lui
.
-
Tutto
quello
che
desideri
...
Voglio
che
sii
contenta
tu
pure
!
...
Com
'
era
di
luglio
,
e
faceva
un
gran
caldo
,
si
tolse
anche
il
vestito
,
aspettando
.
Ella
si
tirò
indietro
bruscamente
,
quasi
avesse
ricevuto
un
urto
in
pieno
petto
;
e
s
'
irrigidì
,
tutta
bianca
,
cogli
occhi
cerchiati
di
nero
.
-
Parla
,
parla
!
...
Dimmelo
qui
all
'
orecchio
...
qui
che
nessuno
ci
sente
!
...
Rideva
tutto
contento
colla
risata
grossolana
,
nell
'
impeto
caldo
che
cominciava
a
fargli
girare
il
capo
,
balbettando
e
anfanando
,
in
maniche
di
camicia
,
stringendosi
sul
cuore
che
gli
batteva
fino
in
gola
quel
corpo
delicato
che
sentiva
rabbrividire
e
quasi
ribellarsi
;
e
come
le
sollevava
il
capo
dolcemente
si
sentì
cascar
le
braccia
.
Ella
si
asciugò
gli
occhi
febbrili
,
col
viso
tuttora
contratto
dolorosamente
.
-
Ah
!
...
che
gusto
!
...
Aveva
ragione
la
zia
Cirmena
!
...
Bel
divertimento
!
...
Dopo
tanti
stenti
,
tanti
bocconi
amari
!
...
tante
spese
fatte
!
...
Si
dovrebbe
essere
così
contenti
qui
...
due
che
si
volessero
bene
!
...
Nossignore
!
neanche
questo
mi
tocca
!
Neanche
il
giorno
delle
nozze
,
santo
e
santissimo
!
...
Dimmi
almeno
che
hai
!
...
-
Non
badate
a
me
...
Sono
troppo
agitata
...
-
Ah
!
quel
Ciolla
!
...
ancora
!
...
Com
'
è
vero
Dio
,
gli
tiro
addosso
un
vaso
di
fiori
adesso
!
...
Voglio
far
la
festa
anche
a
lui
,
la
prima
notte
di
matrimonio
!
PARTE
SECONDA
I
-
Tre
onze
e
quindici
!
...
Uno
!
...
due
!
...
-
Quattr
'
onze
!
-
replicò
don
Gesualdo
impassibile
.
Il
barone
Zacco
si
alzò
,
rosso
come
se
gli
pigliasse
un
accidente
.
Annaspò
alquanto
per
cercare
il
cappello
,
e
fece
per
andarsene
.
Ma
giunto
sulla
soglia
tornò
indietro
a
precipizio
,
colla
schiuma
alla
bocca
,
quasi
fuori
di
sé
,
gridando
:
-
Quattro
e
quindici
!
...
E
si
fermò
ansante
dinanzi
alla
scrivania
dei
giurati
,
fulminando
il
suo
contradittore
cogli
occhi
accesi
.
Don
Filippo
Margarone
,
Peperito
e
gli
altri
del
Municipio
che
presiedevano
all
'
asta
delle
terre
comunali
,
si
parlarono
all
'
orecchio
fra
di
loro
.
Don
Gesualdo
tirò
su
una
presa
,
seguitando
a
fare
tranquillamente
i
suoi
conti
nel
taccuino
che
teneva
aperto
sulle
ginocchia
.
Indi
alzò
il
capo
,
e
ribatté
con
voce
calma
:
-
Cinque
onze
!
Il
barone
diventò
a
un
tratto
come
un
cencio
lavato
.
Si
soffiò
il
naso
;
calcò
il
cappello
in
testa
,
e
poi
infilò
l
'
uscio
,
sbraitando
:
-
Ah
!
...
quand
'
è
così
!
...
giacch
'
è
un
puntiglio
!
...
una
personalità
!
...
Buon
giorno
a
chi
resta
!
I
giurati
si
agitavano
sulle
loro
sedie
quasi
avessero
la
colica
.
Il
canonico
Lupi
si
alzò
di
botto
,
e
corse
a
dire
una
parola
all
'
orecchio
di
don
Gesualdo
,
passandogli
un
braccio
al
collo
.
-
Nossignore
,
-
rispose
ad
alta
voce
costui
.
-
Non
ho
di
queste
sciocchezze
...
Fo
i
miei
interessi
,
e
nulla
più
.
Nel
pubblico
che
assisteva
all
'
asta
corse
un
mormorìo
.
Tutti
gli
altri
concorrenti
si
erano
tirati
indietro
,
sgomenti
,
cacciando
fuori
tanto
di
lingua
.
Allora
si
alzò
in
piedi
il
baronello
Rubiera
,
pettoruto
,
lisciandosi
la
barba
scarsa
,
senza
badare
ai
segni
che
gli
faceva
da
lontano
don
Filippo
,
e
lasciò
cadere
la
sua
offerta
,
coll
'
aria
addormentata
di
uno
che
non
gliene
importa
nulla
del
denaro
:
-
Cinque
onze
e
sei
!
...
Dico
io
!
...
-
Per
l
'
amor
di
Dio
,
-
gli
soffiò
nelle
orecchie
il
notaro
Neri
tirandolo
per
la
falda
.
-
Signor
barone
,
non
facciamo
pazzie
!
...
-
Cinque
onze
e
sei
!
-
replicò
il
baronello
senza
dar
retta
,
guardando
in
giro
trionfante
.
-
Cinque
e
quindici
.
Don
Ninì
si
fece
rosso
,
e
aprì
la
bocca
per
replicare
;
ma
il
notaro
gliela
chiuse
con
la
mano
.
Margarone
stimò
giunto
il
momento
di
assumere
l
'
aria
presidenziale
.
-
Don
Gesualdo
!
...
Qui
non
stiamo
per
scherzare
!
...
Avrete
denari
...
non
dico
di
no
...
ma
è
una
bella
somma
...
per
uno
che
sino
a
ieri
l
'
altro
portava
i
sassi
sulle
spalle
...
sia
detto
senza
offendervi
...
Onestamente
...
"
Guardami
quel
che
sono
,
e
non
quello
che
fui
"
dice
il
proverbio
...
Ma
il
comune
vuole
la
sua
garanzia
.
Pensateci
bene
!
...
Sono
circa
cinquecento
salme
...
Fanno
...
fanno
...
-
E
si
mise
gli
occhiali
,
scrivendo
cifre
sopra
cifre
.
-
So
quello
che
fanno
,
-
rispose
ridendo
mastro
-
don
Gesualdo
.
-
Ci
ho
pensato
portando
i
sassi
sulle
spalle
...
Ah
!
signor
don
Filippo
,
non
sapete
che
soddisfazione
,
essere
arrivato
sin
qui
,
faccia
a
faccia
con
vossignoria
e
con
tutti
questi
altri
padroni
miei
,
a
dire
ciascuno
le
sue
ragioni
,
e
fare
il
suo
interesse
!
Don
Filippo
posò
gli
occhiali
sullo
scartafaccio
;
volse
un
'
occhiata
stupefatta
ai
suoi
colleghi
a
destra
e
a
sinistra
,
e
tacque
rimminchionito
.
Nella
folla
che
pigiavasi
all
'
uscio
nacque
un
tafferuglio
.
Mastro
Nunzio
Motta
voleva
entrare
a
ogni
costo
,
e
andare
a
mettere
le
mani
addosso
al
suo
figliuolo
che
buttava
così
i
denari
.
Burgio
stentava
a
frenarlo
.
Margarone
suonò
il
campanello
per
intimar
silenzio
.
-
Va
bene
!
...
va
benissimo
!
...
Ma
intanto
la
legge
dice
...
Come
seguitava
a
tartagliare
,
quella
faccia
gialla
di
Canali
gli
suggerì
la
risposta
,
fingendo
di
soffiarsi
il
naso
.
-
Sicuro
!
...
Chi
garantisce
per
voi
?
...
La
legge
dice
...
-
Mi
garantisco
da
me
,
-
rispose
don
Gesualdo
posando
sulla
scrivania
un
sacco
di
doppie
che
cavò
fuori
dalla
cacciatora
.
A
quel
suono
tutti
spalancarono
gli
occhi
.
Don
Filippo
ammutolì
.
-
Signori
miei
!
...
-
strillò
il
barone
Zacco
rientrando
infuriato
.
-
Signori
miei
!
...
guardate
un
po
'
!
a
che
siam
giunti
!
...
-
Cinque
e
quindici
!
-
replicò
don
Gesualdo
tirando
un
'
altra
presa
.
-
Offro
cinque
onze
e
quindici
tarì
a
salma
per
la
gabella
delle
terre
comunali
.
Continuate
l
'
asta
,
signor
don
Filippo
.
Il
baronello
Rubiera
scattò
su
come
una
molla
,
con
tutto
il
sangue
al
viso
.
Non
l
'
avrebbero
tenuto
neppure
le
catene
.
-
A
sei
onze
!
-
balbettò
fuori
di
sé
.
-
Fo
l
'
offerta
di
sei
onze
a
salma
.
-
Portatelo
fuori
!
Portatelo
via
!
-
strillò
don
Filippo
alzandosi
a
metà
.
Alcuni
battevano
le
mani
.
Ma
don
Ninì
ostinavasi
,
pallido
come
la
sua
camicia
adesso
.
-
Sissignore
!
a
sei
onze
la
salma
!
Scrivete
la
mia
offerta
,
segretario
!
-
Alto
!
-
gridò
il
notaro
levando
tutte
e
due
le
mani
in
aria
.
-
Per
la
legalità
dell
'
offerta
!
...
fo
le
mie
riserve
!
...
E
si
precipitò
sul
baronello
,
come
s
'
accapigliassero
.
Lì
,
nel
vano
del
balcone
,
faccia
a
faccia
,
cogli
occhi
fuori
dell
'
orbita
,
soffiandogli
in
viso
l
'
alito
infuocato
:
-
Signor
barone
!
...
quando
volete
buttare
il
denaro
dalla
finestra
!
...
andate
a
giuocare
a
carte
!
...
giuocatevi
il
denaro
di
tasca
vostra
soltanto
!
...
Don
Ninì
sbuffava
peggio
di
un
toro
infuriato
.
Peperito
aveva
chiamato
con
un
cenno
il
canonico
Lupi
,
e
s
'
erano
messi
a
confabulare
sottovoce
,
chinati
sulla
scrivania
,
agitando
il
capo
come
due
galline
che
beccano
nello
stesso
tegame
.
Era
tanta
la
commozione
che
le
mani
del
canonico
tremavano
sugli
scartafacci
.
Il
cavaliere
lo
prese
per
un
braccio
e
andarono
a
raggiungere
il
notaro
e
il
baronello
che
disputavano
animatissimi
in
un
canto
della
sala
.
Don
Ninì
cominciava
a
cedere
,
col
viso
floscio
e
le
gambe
molli
.
Il
canonico
allora
fece
segno
a
don
Gesualdo
d
'
accostarsi
lui
pure
.
-
No
,
-
ammiccò
questi
senza
muoversi
.
-
Sentite
!
...
C
'
è
quell
'
affare
della
cauzione
...
Il
ponte
se
n
'
è
andato
,
salute
a
noi
!
...
C
'
è
modo
d
'
accomodare
quell
'
affare
della
cauzione
adesso
...
-
No
,
-
ripigliò
don
Gesualdo
.
Sembrava
una
pietra
murata
.
-
L
'
affare
del
ponte
...
una
miseria
in
confronto
.
-
Villano
!
mulo
!
testa
di
corno
!
-
ricominciò
ad
inveire
il
barone
sottovoce
.
Don
Filippo
,
dopo
il
primo
momento
d
'
agitazione
,
era
tornato
a
sedere
,
asciugandosi
il
sudore
gravemente
.
Intanto
che
il
canonico
parlava
sottovoce
a
mastro
-
don
Gesualdo
,
il
notaro
da
lontano
cominciò
a
far
dei
segni
.
Don
Filippo
si
chinò
all
'
orecchio
di
Canali
.
Sottomano
,
in
voce
di
falsetto
,
il
banditore
replicò
:
-
L
'
ultima
offerta
per
le
terre
del
comune
!
A
sei
onze
la
salma
!
...
Uno
!
...
due
!
...
-
Un
momento
,
signori
miei
!
-
interruppe
don
Gesualdo
-
Chi
garantisce
quest
'
ultima
offerta
?
A
quell
'
uscita
rimasero
tutti
a
bocca
aperta
Don
Filippo
apriva
e
chiudeva
la
sua
senza
trovar
parola
.
Infine
rispose
:
-
L
'
offerta
del
barone
Rubiera
!
...
Eh
?
eh
?
-
Sissignore
.
Chi
garantisce
pel
barone
Rubiera
?
Il
notaro
si
gettò
su
don
Ninì
che
sembrava
volesse
fare
un
massacro
.
Peperito
dimenavasi
come
l
'
avessero
schiaffeggiato
.
Lo
stesso
canonico
allibì
.
Margarone
balbettava
stralunato
.
-
Chi
garantisce
pel
barone
Rubiera
?
...
chi
garantisce
?
...
-
A
un
tratto
mutò
tono
,
volgendola
in
burla
:
-
Chi
garantisce
pel
barone
Rubiera
!
...
Ah
!
ah
!
...
Oh
bella
!
questa
è
grossa
!
-
E
molti
,
al
pari
di
lui
,
si
tenevano
i
fianchi
dalle
risate
.
-
Sissignore
,
-
replicò
don
Gesualdo
imperturbabile
.
-
Chi
garantisce
per
lui
?
La
roba
è
di
sua
madre
.
A
quelle
parole
cessarono
le
risate
,
e
don
Filippo
ricominciò
a
tartagliare
.
La
gente
si
affollava
sull
'
uscio
come
ad
un
teatro
.
Il
canonico
,
che
sembrava
più
pallido
sotto
la
barba
di
quattro
giorni
,
tirava
il
suo
compagno
pel
vestito
.
Il
notaro
era
riuscito
a
cacciare
il
baronello
contro
il
muro
,
mentre
costui
,
in
mezzo
al
baccano
,
vomitava
:
-
Becco
!
...
cuor
contento
!
...
redentore
!
-
La
parola
del
barone
!
-
disse
infine
don
Filippo
.
-
La
parola
del
barone
Rubiera
val
più
delle
vostre
doppie
!
...
don
...
don
...
-
Don
Filippo
!
-
interruppe
l
'
altro
senza
perdere
la
sua
bella
calma
.
-
Ho
qui
dei
testimoni
per
metter
tutto
nel
verbale
.
-
Va
bene
!
Si
metterà
tutto
nel
verbale
!
...
Scrivete
che
il
baronello
Rubiera
ha
fatto
l
'
offerta
per
incarico
di
sua
madre
!
...
-
Benone
!
-
aggiunse
don
Gesualdo
.
-
Quand
'
è
così
scrivete
pure
che
offro
sei
onze
e
quindici
a
salma
.
-
Pazzo
!
assassino
!
nemico
di
Dio
!
-
si
udì
gridare
mastro
Nunzio
nella
folla
dell
'
altra
sala
.
Successe
un
parapiglia
.
Il
notaro
e
Peperito
spinsero
fuori
dell
'
uscio
il
baronello
che
strepitava
,
agitando
le
braccia
in
aria
.
Dall
'
altro
canto
il
canonico
,
convulso
,
si
gettò
su
don
Gesualdo
,
stringendoglisi
addosso
,
sedendogli
quasi
sulle
ginocchia
,
colle
braccia
al
collo
,
scongiurandolo
sottovoce
,
in
aria
disperata
,
con
parole
di
fuoco
,
ficcandoglisi
nell
'
orecchio
,
scuotendolo
pei
petti
della
giacca
,
quasi
volesse
strapazzarlo
,
per
fargli
sentir
ragione
.
-
Una
pazzia
!
...
Dove
andiamo
,
caro
don
Gesualdo
?
...
-
Non
temete
,
canonico
.
Ho
fatto
i
miei
conti
.
Non
mi
scaldo
la
testa
,
io
.
Don
Filippo
Margarone
suonava
il
campanello
da
cinque
minuti
per
avere
un
bicchier
d
'
acqua
.
I
suoi
colleghi
s
'
asciugavano
il
sudore
anch
'
essi
,
trafelati
.
Solo
don
Gesualdo
rimaneva
seduto
al
suo
posto
come
un
sasso
,
accanto
al
sacchetto
di
doppie
.
A
un
certo
punto
,
dalla
baraonda
ch
'
era
nell
'
altra
stanza
,
irruppe
nella
sala
mastro
Nunzio
Motta
,
stralunato
,
tremante
di
collera
,
coi
capelli
bianchi
irti
sul
capo
,
rimorchiandosi
dietro
il
genero
Burgio
che
tentava
di
trattenerlo
per
la
manica
della
giacca
,
come
un
pazzo
.
-
Signor
don
Filippo
!
...
sono
il
padre
,
sì
o
no
?
...
comando
io
,
sì
o
no
?
...
Se
mio
figlio
Gesualdo
è
matto
!
...
se
vuol
rovinarci
tutti
!
...
c
'
è
la
forza
,
signor
don
Filippo
!
...
Mandate
a
chiamare
don
Liccio
Papa
!
...
-
Speranza
,
dall
'
uscio
,
col
lattante
al
petto
,
che
si
strappava
i
capelli
e
urlava
quasi
l
'
accoppassero
.
-
Per
l
'
amor
di
Dio
!
per
l
'
amor
di
Dio
!
-
supplicava
il
canonico
,
correndo
dall
'
uno
all
'
altro
.
-
I
denari
del
ponte
!
...
Vuole
la
mia
rovina
!
...
Nemico
di
suo
padre
stesso
!
-
urlava
mastro
Nunzio
.
-
Erano
forse
denari
vostri
?
-
scappò
infine
a
gridare
il
canonico
;
-
non
era
sangue
del
figlio
vostro
?
non
li
ha
guadagnati
lui
,
col
suo
lavoro
?
-
Tutti
quanti
erano
in
piedi
,
vociando
.
Si
udiva
Canali
strillare
più
forte
degli
altri
per
chetare
don
Ninì
Rubiera
.
Il
barone
Zacco
avvilito
,
se
ne
stava
colle
spalle
al
muro
,
e
il
cappello
sulla
nuca
.
Il
notaro
era
sceso
a
precipizio
,
facendo
gli
scalini
a
quattro
a
quattro
,
onde
correre
dalla
baronessa
.
Per
le
scale
era
un
via
vai
di
curiosi
:
gente
che
arrivava
ogni
momento
attratta
dal
baccano
che
udivasi
nel
Palazzo
di
Città
.
Santo
Motta
dalla
piazza
additava
il
balcone
,
vociando
a
chi
non
voleva
saperle
le
prodezze
del
fratello
.
S
'
era
affacciata
perfino
donna
Marianna
Sganci
,
coll
'
ombrellino
,
mettendosi
la
mano
dinanzi
agli
occhi
.
-
Com
'
è
vero
Dio
!
...
Io
l
'
ho
fatto
e
io
lo
disfo
!
...
-
urlava
il
vecchio
Motta
inferocito
.
-
Largo
!
largo
!
-
si
udì
in
mezzo
alla
folla
.
Giungeva
don
Giuseppe
Barabba
,
agitando
un
biglietto
in
aria
.
-
Canonico
!
canonico
Lupi
!
...
-
Questi
si
spinse
avanti
a
gomitate
.
-
Va
bene
-
disse
,
dopo
di
aver
letto
.
-
Dite
alla
signora
Sganci
che
va
bene
,
e
la
servo
subito
.
Barabba
corse
a
fare
la
stessa
imbasciata
nell
'
altra
sala
.
Quasi
lo
soffocavano
dalla
ressa
.
Il
canonico
si
buscò
uno
strappo
alla
zimarra
,
mentre
il
barone
stendeva
le
braccia
per
leggere
il
biglietto
.
Canali
,
Barabba
e
don
Ninì
litigavano
fra
di
loro
.
Poscia
Canali
ricominciò
a
gridare
:
-
Largo
!
largo
!
-
E
s
'
avanzò
verso
don
Gesualdo
sorridente
:
-
C
'
è
qui
il
baronello
Rubiera
che
vuole
stringervi
la
mano
!
-
Padrone
!
padronissimo
!
Io
non
sono
in
collera
con
nessuno
.
-
Dico
bene
!
...
Che
diavolo
!
...
Oramai
siete
parenti
!
...
E
tirando
pel
vestito
il
baronello
li
strinse
entrambi
in
un
amplesso
,
costringendoli
quasi
a
baciarsi
.
Il
barone
Zacco
corse
a
gettarsi
lui
pure
nelle
loro
braccia
,
coi
lucciconi
agli
occhi
.
-
Maledetto
il
diavolo
!
...
Non
sono
di
bronzo
!
...
Che
sciocchezza
!
...
Il
notaro
sopraggiunse
in
quel
punto
.
Andò
prima
a
dare
un
'
occhiata
allo
scartafaccio
del
segretario
,
e
poi
si
mise
a
battere
le
mani
.
-
Viva
la
pace
!
Viva
la
concordia
!
...
Se
ve
l
'
ho
sempre
detto
!
...
-
Guardate
cosa
mi
scrive
vostra
zia
donna
Marianna
Sganci
!
...
-
disse
il
canonico
commosso
,
porgendo
la
lettera
aperta
a
don
Gesualdo
.
E
fattosi
al
balcone
agitò
il
foglio
in
aria
,
come
una
bandiera
bianca
;
mentre
la
signora
Sganci
dal
balcone
rispondeva
coi
cenni
del
capo
.
-
Pace
!
pace
!
...
Siete
tutti
una
famiglia
!
...
Canali
corse
a
prendere
per
forza
mastro
Nunzio
,
Burgio
,
perfino
Santo
Motta
,
scamiciato
,
e
li
spinse
nelle
braccia
dei
nuovi
parenti
.
Il
canonico
abbracciava
anche
comare
Speranza
e
il
suo
bambino
.
Avrebbero
pianto
gli
stessi
sassi
.
-
Per
parte
di
moglie
...
siete
cugini
...
-
E
'
vero
,
-
aggiunse
don
Ninì
tuttora
un
po
'
rosso
in
viso
.
-
Siamo
cresciuti
insieme
con
Bianca
...
come
fratello
e
sorella
.
-
Caro
don
Nunzio
!
...
vi
rammentate
la
fornace
del
gesso
...
vicino
Fontanarossa
?
...
Il
vecchio
burbero
fece
una
spallata
,
per
levarsi
d
'
addosso
la
manaccia
del
barone
Zacco
,
e
rispose
sgarbatamente
.
-
Io
mi
chiamo
mastro
Nunzio
,
signor
barone
.
Non
ho
i
fumi
di
mio
figlio
.
-
E
perché
poi
?
A
vantaggio
di
chi
vi
fate
la
guerra
?
...
Chi
ne
gode
di
tanto
denaro
buttato
via
?
...
-
conchiuse
Canali
infervorato
.
-
Pazzie
!
ragazzate
!
...
Un
po
'
di
sangue
alla
testa
!
...
La
giornata
calda
!
...
Un
puntiglio
sciocco
...
un
malinteso
...
Ora
tutto
è
finito
!
Andiamo
via
!
Non
facciamo
ridere
il
paese
!
...
-
E
il
notaro
cercava
di
condurli
a
spasso
tutti
quanti
.
-
Un
momento
!
-
interruppe
don
Gesualdo
.
-
La
candela
è
ancora
accesa
.
Vediamo
prima
se
hanno
scritto
l
'
ultima
mia
offerta
.
-
Come
,
come
?
Che
discorsi
!
...
Cosa
vuol
dire
?
...
Torniamo
da
capo
?
...
-
Di
nuovo
s
'
era
levato
un
putiferio
.
-
Non
siamo
più
amici
?
Non
siamo
parenti
?
Ma
don
Gesualdo
s
'
ostinava
,
peggio
di
un
mulo
:
-
Sissignore
,
siamo
parenti
.
Ma
qui
siamo
venuti
per
la
gabella
delle
terre
comunali
.
Io
ho
fatta
l
'
offerta
di
sei
onze
e
quindici
tarì
a
salma
.
-
Villano
!
testa
di
corno
!
Don
Filippo
,
in
mezzo
a
quel
trambusto
,
fu
costretto
a
sedere
di
nuovo
sul
seggiolone
,
sbuffando
.
Vuotò
di
un
fiato
il
bicchiere
d
'
acqua
,
e
suonò
il
campanello
.
-
Signori
miei
!
-
vociava
il
segretario
,
-
l
'
ultima
offerta
...
a
sei
onze
e
quindici
!
-
Tutti
se
n
'
erano
andati
a
discutere
strepitando
nell
'
altra
sala
,
lasciando
solo
don
Gesualdo
dinanzi
alla
scrivania
.
Invano
il
canonico
,
inquieto
,
gli
soffiava
all
'
orecchio
:
-
Non
la
spuntate
,
no
!
...
Si
son
dati
l
'
intesa
fra
di
loro
!
...
-
A
sei
onze
e
quindici
la
salma
!
...
ultima
offerta
!
...
-
Don
Gesualdo
!
don
Gesualdo
!
-
gridò
il
notaro
quasi
stesse
per
crollare
la
sala
.
Rientrarono
nuovamente
in
processione
:
il
barone
Zacco
facendosi
vento
col
cappello
;
il
canonico
e
Canali
ragionando
fra
loro
due
a
bassa
voce
;
don
Ninì
,
più
restìo
,
in
coda
agli
altri
.
Il
notaro
con
le
braccia
fece
un
gesto
circolare
per
radunarli
tutti
intorno
a
sé
:
-
Don
Gesualdo
!
...
sentite
qua
!
Volse
in
giro
un
'
occhiata
da
cospiratore
e
abbassò
la
voce
:
-
Una
proposta
seria
!
-
e
fece
un
'
altra
pausa
significativa
.
-
Prima
di
tutto
,
i
denari
della
cauzione
...
una
bella
somma
!
...
La
disgrazia
volle
così
...
ma
voi
non
ci
avete
colpa
,
don
Gesualdo
...
e
neppure
voi
,
mastro
Nunzio
...
E
'
giusto
che
non
li
perdiate
!
...
Accomoderemo
la
cosa
!
...
Voi
,
signor
barone
Zacco
,
vi
rincresce
di
lasciare
le
terre
che
sono
da
quarant
'
anni
nella
vostra
famiglia
?
...
E
va
bene
!
...
La
baronessa
Rubiera
adesso
vuole
la
sua
parte
anche
lei
?
...
ha
più
di
tremila
capi
di
bestiame
sulle
spalle
...
E
va
bene
anche
questa
!
Don
Gesualdo
,
qui
,
ha
denari
da
spendere
lui
pure
;
vuol
fare
le
sue
speculazioni
sugli
affitti
...
Benissimo
!
Dividete
le
terre
,
fra
voi
tre
...
senza
liti
,
senza
puntigli
senza
farvi
la
guerra
a
vantaggio
altrui
...
A
vantaggio
di
chi
,
poi
?
...
del
comune
!
Vuol
dire
di
nessuno
!
Mandiamo
a
monte
l
'
asta
...
Il
pretesto
lo
trovo
io
!
...
Fra
otto
giorni
si
riapre
sul
prezzo
di
prima
;
si
fa
un
'
offerta
sola
...
Io
no
...
e
nemmeno
loro
!
...
Il
canonico
Lupi
!
...
in
nome
vostro
,
don
Gesualdo
...
Ci
fidiamo
...
Siamo
galantuomini
!
Un
'
offerta
sola
sul
prezzo
di
prima
;
e
vi
rimangono
aggiudicate
le
terre
senza
un
baiocco
d
'
aumento
.
Solamente
una
piccola
senseria
per
me
e
il
canonico
...
E
il
rimanente
lo
dividete
fra
voi
tre
,
alla
buona
...
d
'
amore
e
d
'
accordo
.
Vi
piace
?
Siamo
intesi
?
-
Nossignore
,
-
rispose
don
Gesualdo
,
-
le
terre
le
piglio
tutte
io
.
Mentre
gli
altri
erano
contenti
e
approvavano
coi
cenni
del
capo
l
'
occhiata
trionfante
che
il
notaro
tornava
a
volgere
intorno
,
quella
risposta
cadde
come
una
secchia
d
'
acqua
.
Il
notaro
per
primo
rimase
sbalordito
;
indi
fece
una
giravolta
e
s
'
allontanò
canterellando
.
Don
Ninì
scappò
via
senza
dir
nulla
.
Il
barone
stavolta
finse
di
calcarsi
il
cappello
in
capo
per
davvero
.
Lo
stesso
canonico
saltò
su
inviperito
:
-
Allora
vi
pianto
anch
'
io
!
...
Se
volete
rompervi
le
corna
,
il
balcone
è
lì
,
bell
'
e
aperto
!
...
Vi
offrono
dei
buoni
patti
!
...
vi
stendono
le
mani
!
...
Io
vi
lascio
solo
,
com
'
è
vero
Dio
!
Ma
don
Gesualdo
si
ostinava
,
col
suo
risolino
sciocco
,
il
solo
che
non
perdesse
la
testa
in
quella
baraonda
.
-
Siete
una
bestia
!
-
gli
disse
sempre
ridendo
.
Il
canonico
spalancò
gli
occhi
e
tornò
docile
a
vedere
quel
che
stava
macchinando
quel
diavolo
di
mastro
-
don
Gesualdo
.
Il
notaro
,
prudente
,
seppe
dominarsi
prima
degli
altri
,
e
tornò
indietro
col
sorriso
sulle
labbra
e
le
tabacchiera
in
mano
lui
pure
.
-
Dunque
?
...
le
volete
tutte
?
-
Eh
...
eh
...
Cosa
stiamo
a
farci
qui
dunque
!
-
rispose
l
'
altro
.
Neri
gli
offrì
la
tabacchiera
aperta
,
e
riprese
a
voce
bassa
,
in
tono
di
confidenza
cordiale
:
-
Che
diavolo
volete
farne
?
...
circa
cinquecento
salme
di
terre
!
...
Don
Gesualdo
si
strinse
nelle
spalle
.
-
Caro
notaro
,
forse
che
voglio
ficcare
il
naso
nei
vostri
libracci
,
io
?
-
Quand
'
è
così
,
don
Gesualdo
,
state
a
sentire
...
discorriamola
fra
di
noi
...
Il
puntiglio
non
conta
...
e
nemmeno
l
'
amicizia
...
Badiamo
agli
interessi
...
A
ogni
frase
piegava
il
capo
ora
a
destra
e
ora
a
sinistra
,
con
un
fare
cadenzato
che
doveva
essere
molto
persuasivo
.
-
Se
le
volete
tutte
,
ve
le
faremo
pagare
il
doppio
,
ed
ecco
sfumato
subito
metà
del
guadagno
...
senza
contare
i
rischi
...
le
malannate
!
...
Lasciateci
l
'
osso
,
caro
don
Gesualdo
!
tappateci
la
bocca
...
Abbiamo
denti
,
e
sappiamo
mordere
!
Andremo
a
rotta
di
collo
noialtri
e
voi
pure
!
...
Don
Gesualdo
scrollava
il
capo
,
sogghignando
,
come
a
dire
:
-
Nossignore
!
Andrete
a
rotta
di
collo
voialtri
soltanto
!
-
Seguitava
a
ripetere
:
-
Forse
che
io
voglio
cacciare
il
naso
nei
vostri
scartafacci
?
Poi
,
vedendo
che
il
notaro
diventava
verde
dalla
bile
,
volle
offrirgli
una
presa
lui
.
-
Vi
spiego
il
mistero
in
due
parole
,
giacché
vedo
che
mi
parlate
col
cuore
in
mano
.
Piglierò
in
affitto
le
terre
del
comune
...
e
quelle
della
Contea
pure
...
tutte
quante
,
capite
,
signor
notaro
?
Allora
comando
ai
prezzi
e
all
'
annata
,
capite
?
...
Ve
lo
dico
perchè
siete
un
amico
,
e
perché
a
far
quel
che
dico
io
ci
vogliono
molti
capitali
in
mano
,
e
un
cuore
grande
quanto
il
piano
di
Santamargherita
,
caro
notaro
.
Perciò
spingerò
l
'
asta
sin
dove
voialtri
non
potrete
arrivare
.
Ma
badate
!
a
un
certo
punto
,
se
non
mi
conviene
,
mi
tiro
indietro
,
e
vi
lascio
addosso
il
peso
che
vi
rompe
la
schiena
...
-
E
questa
è
la
conclusione
?
...
-
Eh
?
eh
?
Vi
piace
?
Il
notaro
si
volse
di
qua
e
di
là
,
come
cercasse
per
terra
,
si
calcò
il
cappello
in
capo
definitivamente
,
e
volse
le
spalle
:
-
Salute
a
chi
rimane
!
...
Ce
ne
andiamo
...
Non
abbiamo
più
nulla
da
fare
.
Il
canonico
,
ch
'
era
stato
ad
ascoltare
a
bocca
aperta
,
si
strinse
al
socio
con
entusiasmo
,
appena
rimasero
soli
.
-
Che
botta
,
eh
?
don
Gesualdo
!
Che
tomo
siete
voi
!
...
La
mia
mezzeria
ci
sarà
sempre
?
Don
Gesualdo
rassicurò
il
canonico
con
un
cenno
del
capo
,
e
disse
a
Margarone
:
-
Signor
don
Filippo
,
andiamo
avanti
...
-
Io
non
vo
niente
affatto
!
-
rispose
finalmente
Margarone
adirato
.
-
La
legge
dice
...
Non
c
'
è
più
concorrenza
!
...
Non
trovo
garanzia
!
...
Devo
consultare
i
miei
colleghi
.
-
E
si
mise
a
raccogliere
gli
scartafacci
in
fretta
e
in
furia
.
-
Ah
!
così
si
tratta
?
...
è
questa
la
maniera
?
...
Va
bene
!
va
benone
!
Ne
discorreremo
poi
,
signor
don
Filippo
...
Un
memoriale
a
Sua
Maestà
!
...
-
Il
canonico
col
mantello
sul
braccio
come
un
oratore
romano
,
perorava
la
causa
dell
'
amico
minaccioso
.
Don
Gesualdo
invece
,
più
calmo
,
riprese
il
suo
denaro
e
il
taccuino
zeppo
di
cifre
:
-
Io
sarò
sempre
qua
signor
don
Filippo
,
quando
aprite
di
nuovo
l
'
asta
.
-
Signori
miei
!
...
guardate
un
po
'
...
a
che
siam
giunti
!
-
brontolava
Margarone
.
Per
la
scala
del
Palazzo
di
Città
e
per
tutto
il
paese
era
un
subbuglio
,
al
sentire
la
lotta
che
c
'
era
stata
per
levare
di
mano
al
barone
Zacco
le
terre
del
comune
che
da
quarant
'
anni
erano
nella
sua
famiglia
e
il
prezzo
a
cui
erano
salite
.
La
gente
si
affacciava
sugli
usci
per
veder
passare
mastro
-
don
Gesualdo
.
-
Guardate
un
po
'
,
signori
miei
,
a
che
s
'
era
arrivati
!
...
-
Fresco
come
un
bicchier
d
'
acqua
,
quel
mastro
-
don
Gesualdo
che
se
ne
andava
a
casa
,
colle
mani
in
tasca
...
In
tasca
aveva
più
denari
che
capelli
in
testa
!
e
dava
da
fare
ai
primi
signori
del
paese
!
Nell
'
anticamera
aspettava
don
Giuseppe
Barabba
,
in
livrea
:
-
Signor
don
Gesualdo
,
c
'
è
di
là
la
mia
padrona
a
farvi
visita
...
sissignore
!
-
Donna
Mariannina
in
gala
era
seduta
sul
canapè
di
seta
,
sotto
lo
specchio
grande
,
nella
bella
sala
gialla
.
-
Nipote
mio
,
l
'
avete
fatta
grossa
!
Avete
suscitato
l
'
inferno
in
tutto
il
parentado
!
...
Sicuro
!
La
moglie
del
cugino
Zacco
è
venuta
a
farmi
vedere
i
lividori
!
...
Sembra
ammattito
il
barone
!
...
Prende
a
sfogarsi
con
chi
gli
capita
...
Ed
anche
la
cugina
Rubiera
...
dice
ch
'
è
un
proditorio
!
che
il
canonico
Lupi
vi
aveva
messi
d
'
amore
e
d
'
accordo
,
e
poi
tutt
'
a
un
tratto
...
E
'
vero
,
nipote
mio
?
Son
venuta
apposta
a
discorrerne
con
Bianca
...
Vediamo
,
Bianca
,
aiutami
tu
.
cerchiamo
d
'
accomodarla
.
Voi
,
don
Gesualdo
,
le
farete
questo
regalo
,
a
vostra
moglie
.
Eh
?
che
ne
dite
?
Bianca
guardava
timidamente
ora
lei
ed
ora
il
marito
,
rannicchiata
in
un
cantuccio
del
canapè
,
colle
braccia
sul
ventre
e
il
fazzoletto
di
seta
in
testa
,
che
s
'
era
messo
in
fretta
onde
ricevere
la
zia
.
Aprì
la
bocca
per
rispondere
qualche
cosa
,
messa
in
soggezione
da
donna
Mariannina
,
la
quale
continuava
a
sollecitarla
:
-
Eh
?
che
ne
dici
?
Adesso
sono
anche
affari
tuoi
.
Bianca
tornò
a
guardare
il
marito
,
e
tacque
imbarazzata
.
Ma
egli
la
tolse
d
'
impiccio
.
-
Io
dico
di
no
,
-
rispose
semplicemente
.
-
Ah
?
ah
?
Dite
così
?
...
Donna
Mariannina
rimase
a
bocca
aperta
lei
pure
un
istante
.
Poscia
divenne
rossa
come
un
gallo
:
-
Ah
!
dite
di
no
?
...
Scusatemi
...
Io
non
c
'
entro
.
Ero
venuta
a
parlarne
con
mia
nipote
,
perché
non
vorrei
liti
e
questioni
fra
parenti
...
Anche
coi
tuoi
fratelli
,
Bianca
...
quel
che
non
ho
fatto
per
indurli
...
don
Diego
specialmente
ch
'
è
così
ostinato
!
...
Una
disgrazia
...
un
gastigo
di
Dio
!
-
Che
volete
farci
?
-
rispose
don
Gesualdo
.
-
Non
tutti
i
negozi
riescono
bene
.
Anch
'
io
,
se
avessi
saputo
...
Non
parlo
per
la
moglie
che
ho
presa
,
no
!
Non
me
ne
pento
!
...
Buona
,
interessata
,
ubbidiente
...
Glielo
dico
qui
,
in
faccia
a
lei
...
Ma
quanto
al
resto
...
lasciamo
andare
!
-
Dite
bene
,
lasciamo
andare
.
Apposta
son
venuta
a
parlare
con
Bianca
,
perché
so
che
le
volete
bene
.
Adesso
siete
marito
e
moglie
,
come
vuol
Dio
.
Anch
'
essa
è
la
padrona
...
-
Sissignore
,
è
la
padrona
.
Ma
io
sono
il
marito
...
-
Vuol
dire
che
ho
sbagliato
,
-
disse
la
Sganci
punta
al
vivo
.
-
No
,
non
avete
sbagliato
vossignoria
.
E
'
che
Bianca
non
se
ne
intende
,
poveretta
.
E
'
vero
,
Bianca
,
che
non
te
ne
intendi
,
di
'
?
Bianca
disse
di
sì
,
chinando
il
capo
ubbidiente
.
-
Sia
per
non
detto
.
Non
ne
parliamo
più
.
Ho
fatto
il
mio
dovere
da
buona
zia
,
per
cercare
di
mettervi
d
'
accordo
...
Anche
oggi
,
laggiù
,
al
Municipio
,
avete
visto
?
...
quello
che
vi
feci
dire
dal
canonico
Lupi
?
...
-
Lupus
in
fabula
!
-
esclamò
costui
entrando
come
in
casa
propria
,
col
cappello
in
testa
,
il
mantello
ondeggiante
dietro
,
fregandosi
le
mani
.
-
Sparlavate
di
me
,
eh
?
Mi
sussurravano
le
orecchie
...
-
Voi
piuttosto
,
buonalana
!
Avete
la
cera
di
chi
ha
preso
il
terno
al
lotto
!
-
Il
terno
al
lotto
?
Mi
fate
il
contrappelo
anche
?
Un
povero
diavolo
che
s
'
arrabatta
da
mattina
a
sera
!
...
-
Si
discorreva
della
gabella
delle
terre
...
-
disse
don
Gesualdo
tranquillamente
,
tirando
su
una
presa
,
-
così
,
per
discorrere
...
-
Ah
!
ah
!
-
rispose
il
canonico
;
e
si
mise
a
guardare
in
aria
.
La
zia
Sganci
osservava
lei
pure
i
mobili
nuovi
,
voltando
la
testa
di
qua
e
di
là
.
-
Belli
!
belli
!
Me
l
'
aveva
detto
la
cugina
Cirmena
.
Peccato
che
non
mi
sentissi
bene
la
sera
del
matrimonio
...
-
E
gli
altri
pure
,
signora
donna
Mariannina
!
-
rispose
il
canonico
con
una
risatina
.
-
Fu
un
'
epidemia
!
...
-
No
!
no
!
Posso
assicurarvelo
!
in
fede
mia
!
...
La
Rubiera
,
poveretta
!
...
E
anche
suo
figlio
...
Lo
sento
sempre
che
si
lagna
...
-
Zia
,
come
potrei
?
...
-
Donna
Mariannina
s
'
interruppe
.
-
Ma
abbiamo
detto
di
non
parlarne
più
.
Lui
però
si
duole
di
non
poter
venire
a
fare
il
suo
dovere
...
Dissidi
ce
n
'
è
sempre
,
dico
io
,
anche
tra
fratelli
e
sorelle
...
Ma
passeranno
,
coll
'
aiuto
di
Dio
...
Sai
,
Bianca
?
tuo
cugino
si
marita
.
Ora
non
c
'
è
bisogno
di
far
misteri
perché
tutto
è
combinato
.
Don
Filippo
dà
la
tenuta
alla
Salonia
,
trenta
salme
di
terra
!
Una
bella
dote
.
Bianca
ebbe
un
'
ondata
di
sangue
al
viso
,
indi
divenne
smorta
come
un
cencio
;
ma
non
si
mosse
né
disse
verbo
.
Il
canonico
rispose
lui
invece
,
masticando
ancora
l
'
amaro
.
-
Lo
sappiamo
!
lo
sappiamo
!
L
'
abbiamo
capita
oggi
,
al
Municipio
!
...
-
Infine
non
seppe
più
frenarsi
,
quasi
bruciasse
a
lui
la
ferita
.
-
La
baronessa
Rubiera
ha
cercato
di
dare
il
gambetto
a
me
pure
!
...
a
me
che
le
avevo
proposto
l
'
affare
!
...
Si
è
messa
d
'
accordo
cogli
avversari
!
Tutti
contrari
!
...
I
parenti
della
moglie
schierati
contro
il
marito
!
...
Uno
scandalo
che
non
s
'
è
mai
visto
...
Hanno
bandito
un
nuovo
appalto
per
il
ponte
onde
fargli
perdere
la
cauzione
a
questo
disgraziato
!
Tutte
le
angherie
!
...
Per
la
costruzione
delle
nuove
strade
fanno
venire
i
concorrenti
sin
da
Caltagirone
e
da
Lentini
!
...
-
Di
là
almeno
non
ci
capita
addosso
qualche
altro
parente
!...-
ha
detto
il
barone
Mèndola
,
colla
sua
stessa
bocca
nella
farmacia
.
Donna
Marianna
diventava
di
cento
colori
e
si
mordeva
le
labbra
per
non
spifferare
il
fatto
suo
.
Don
Gesualdo
invece
se
la
rideva
tranquillamente
,
sdraiato
sul
suo
bel
canapè
soffice
,
e
a
un
certo
punto
gli
chiuse
anche
la
bocca
colla
mano
al
canonico
.
-
Lasciate
stare
!
...
Queste
son
chiacchiere
che
non
vanno
al
mulino
.
Ciascuno
fa
il
suo
interesse
.
-
Dico
per
rispondere
a
donna
Mariannina
.
Volete
sentirne
un
'
altra
,
eh
?
la
più
bella
?
Si
sono
pure
messi
d
'
accordo
per
vendere
il
grano
a
rotta
di
collo
,
e
far
cascare
i
prezzi
.
Una
camorra
!
Il
baronello
Rubiera
ha
detto
che
non
gliene
importa
di
perdervi
cent
'
onze
,
pur
di
farne
perdere
mille
a
don
Gesualdo
che
ha
i
magazzini
pieni
...
Al
marito
di
sua
cugina
!
Vergogna
!
Ce
n
'
ho
venti
salme
anch
'
io
,
capite
,
vossignoria
!
Una
birbonata
!
Il
canonico
andava
scaldandosi
maggiormente
di
mano
in
mano
,
rivolto
a
mastro
-
don
Gesualdo
:
-
Bel
guadagno
avete
fatto
a
imparentarvi
con
loro
.
Chi
l
'
avrebbe
detto
...
eh
?
L
'
avete
sbagliata
!
...
Scusate
,
donna
Bianca
!
non
parlo
per
voi
che
siete
un
tesoro
!
...
Allora
,
cara
donna
Mariannina
!
...
allora
,
quand
'
è
così
,
muoia
Sansone
con
tutti
i
Filistei
.
-
E
lasciamoli
morire
,
-
disse
la
signora
Sganci
alzandosi
.
-
Già
il
mondo
non
finirà
per
questo
.
-
Come
la
nipote
s
'
era
alzata
anch
'
essa
dal
canapè
,
mortificata
da
tutti
quei
discorsi
,
colle
braccia
incrociate
sul
ventre
,
donna
Mariannina
continuò
ridendo
e
fissandole
gli
occhi
addosso
:
-
E
'
vero
,
Bianca
che
il
mondo
non
lo
lascerai
finire
,
tu
?
-
Bianca
tornò
a
farsi
rossa
.
-
Evviva
!
Mi
congratulo
.
Ora
che
avete
questa
bella
casa
dovete
fare
un
bel
battesimo
...
con
tutti
i
parenti
...
d
'
amore
e
d
'
accordo
.
Se
no
,
perché
li
avrete
spesi
tanti
denari
?
Don
Gesualdo
non
voleva
darla
vinta
ai
suoi
nemici
,
ma
dentro
si
rodeva
,
perché
davvero
non
gli
servivano
gran
cosa
tutti
quei
denari
spesi
.
-
Eh
,
eh
,
-
rispose
con
quel
certo
buon
umore
che
voleva
sfoggiare
allora
.
-
Pazienza
!
Serviranno
per
chi
verrà
dopo
di
noi
,
se
Dio
vuole
!
-
E
batteva
affettuosamente
sulla
spalla
della
moglie
,
amorevole
e
sorridente
,
mentre
pensava
pure
che
se
i
suoi
figliuoli
avessero
avuto
la
stessa
sorte
,
erano
proprio
denari
buttati
via
,
tante
fatiche
,
i
guadagni
stessi
,
sempre
con
quel
bel
risultato
!
Poi
,
quando
la
zia
Sganci
se
ne
fu
andata
,
prese
a
brontolare
contro
di
Bianca
,
che
non
si
era
messo
il
vestito
buono
per
ricevere
la
zia
:
-
Allora
a
che
serve
aver
la
roba
?
Diranno
che
ti
tengo
come
una
serva
.
Bel
gusto
spendere
i
denari
,
per
non
goderne
né
noi
né
gli
altri
!
-
Lasciamo
stare
queste
sciocchezze
,
e
parliamo
di
cose
serie
!
-
interruppe
il
canonico
che
s
'
era
riannuvolato
in
viso
.
-
C
'
è
un
casa
del
diavolo
.
Cercano
di
aizzarvi
contro
tutto
il
paese
,
dicendo
che
avete
le
mani
lunghe
,
e
volete
acchiappare
quanta
terra
si
vede
cogli
occhi
,
per
affamare
la
gente
...
Quella
bestia
di
Ciolla
va
predicando
per
conto
loro
...
Vogliono
scatenarci
contro
anche
i
villani
...
a
voi
e
a
me
,
caro
mio
!
Dicono
che
io
tengo
il
sacco
...
Non
posso
uscir
di
casa
...
Don
Gesualdo
scrollava
le
spalle
.
-
Ah
,
i
villani
?
Ne
riparleremo
poi
,
quando
verrà
l
'
inverno
.
Voi
che
paura
avete
?
-
Che
paura
ho
,
per
...
mio
!
...
Non
sapete
che
a
Palermo
hanno
fatto
la
rivoluzione
.
Andò
a
chiudere
l
'
uscio
in
punta
di
piedi
,
e
tornò
cupo
,
nero
in
viso
.
-
La
Carboneria
,
capite
!
...
Anche
qui
hanno
portato
questa
bella
novità
!
Posso
parlare
giacché
non
l
'
ho
avuta
sotto
il
suggello
della
confessione
.
Abbiamo
la
sètta
anche
qui
!
E
spiegò
cos
'
era
la
faccenda
:
far
legge
nuova
e
buttar
giù
coloro
che
avevano
comandato
sino
a
quel
giorno
.
-
Una
setta
,
capite
?
Tavuso
,
mettiamo
,
al
posto
di
Margarone
;
e
tutti
quanti
colle
mani
in
pasta
!
Ogni
villano
che
vuole
il
suo
pezzo
di
terra
!
pesci
grossi
e
minutaglia
,
tutti
insieme
.
Dicono
che
vi
è
pure
il
figlio
del
Re
,
nientemeno
!
il
Duca
di
Calabria
.
Don
Gesualdo
,
ch
'
era
stato
ad
ascoltare
con
tanto
d
'
occhi
aperti
,
scappò
a
dire
:
-
S
'
è
così
...
ci
sto
anch
'
io
!
non
cerco
altro
!
...
E
me
lo
dite
con
quella
faccia
?
Mi
avete
fatto
una
bella
paura
,
santo
Dio
!
L
'
altro
rimase
a
bocca
aperta
:
-
Che
scherzate
?
O
non
sapete
che
voglia
dire
rivoluzione
?
Quel
che
hanno
fatto
in
Francia
,
capite
?
Ma
voi
non
leggete
la
storia
...
-
No
,
no
,
-
disse
don
Gesualdo
.
-
Non
me
ne
importa
.
-
Me
ne
importa
a
me
:
Rivoluzione
vuol
dire
rivoltare
il
cesto
,
e
quelli
ch
'
erano
sotto
salire
a
galla
:
gli
affamati
,
i
nullatenenti
!
...
-
Ebbene
?
Cos
'
ero
io
vent
'
anni
fa
?
-
Ma
adesso
no
!
Adesso
avete
da
perdere
,
cristiano
santo
!
Sapete
com
'
è
?
Oggi
vogliono
le
terre
del
comune
;
e
domani
poi
vorranno
anche
le
vostre
e
le
mie
!
Grazie
!
grazie
tante
!
Non
ho
dato
l
'
anima
al
diavolo
tanti
anni
per
...
-
Appunto
!
Bisogna
aiutarsi
per
non
andare
in
fondo
al
cesto
,
caro
canonico
!
Bisogna
tenersi
a
galla
,
se
non
vogliamo
che
i
villani
si
servano
colle
sue
mani
.
Li
conosco
...
so
fare
,
non
dubitate
.
E
spiegò
meglio
la
sua
idea
:
cavar
le
castagne
dal
fuoco
con
le
zampe
del
gatto
;
tirar
l
'
acqua
al
suo
mulino
,
e
se
capitava
d
'
acchiappare
anche
il
mestolo
un
quarto
d
'
ora
,
e
di
dare
il
gambetto
a
tutti
quei
pezzi
grossi
che
non
era
riescito
ad
ingraziarsi
neppure
sposando
una
di
loro
,
senza
dote
e
senza
nulla
,
tanto
meglio
...
Gli
andarono
in
quel
momento
gli
occhi
su
Bianca
che
stava
rincantucciata
sul
canapè
,
smorta
in
viso
dalla
paura
,
guardando
or
questo
e
or
quello
,
e
non
osava
aprir
bocca
.
-
Non
parlo
per
te
,
sai
.
Non
me
ne
pento
di
quel
che
ho
fatto
.
Non
è
stata
colpa
tua
.
Tutti
i
negozi
non
riescono
a
un
modo
.
Poi
se
capita
di
fare
il
bene
,
nel
tempo
stesso
...
Il
canonico
cominciava
a
capacitarsi
,
cogli
occhi
e
la
bocca
di
traverso
,
pensieroso
,
e
appoggiava
anche
lui
il
discorso
del
socio
:
-
Non
si
voleva
torcere
un
pelo
a
nessuno
...
se
si
arrivava
ad
afferrare
il
mestolo
un
po
'
di
tempo
...
quante
cose
si
farebbero
...
-
Voi
dovreste
farne
una
!
...
-
interruppe
don
Gesualdo
.
-
Parlare
con
chi
ha
le
mani
in
questa
faccenda
,
e
dire
che
vogliamo
esserci
anche
noi
.
-
Eh
?
Che
dite
?
...
un
sacerdote
!
-
Lasciate
stare
,
canonico
!
...
Poi
se
vi
è
il
figlio
del
Re
,
potete
esserci
anche
voi
!
-
Caspita
!
Al
figlio
del
Re
non
gliela
tagliano
la
testa
,
se
mai
!
-
Non
temete
,
che
non
ve
la
tagliano
la
testa
!
Già
,
se
è
come
avete
detto
,
dovrebbero
tagliarla
a
un
paese
intero
.
Credete
che
non
abbia
fatto
i
miei
conti
,
in
questo
tempo
?
...
Quando
saremo
lì
,
a
veder
quel
che
bolle
in
pentola
...
Bisogna
mettersi
vicino
al
mestolo
...
con
un
po
'
di
giudizio
...
col
denaro
...
So
io
quello
che
dico
.
Bianca
cominciò
allora
a
balbettare
:
-
Oh
Signore
Iddio
!
...
Cosa
pensate
di
fare
?
...
Un
padre
di
famiglia
!
...
-
Il
canonico
,
indeciso
,
la
guardava
turbato
,
quasi
sentisse
il
laccio
al
collo
.
Don
Gesualdo
per
rassicurarlo
soggiunse
:
-
No
,
no
.
Mia
moglie
non
sa
cosa
dice
...
Parla
per
soverchia
affezione
,
poveretta
.
-
Poscia
,
mentre
accompagnava
il
suo
socio
in
anticamera
,
soggiunse
:
-
Lo
vedete
?
Comincia
ad
affezionarmisi
.
Già
i
figliuoli
sono
un
gran
legame
.
Speriamo
almeno
che
abbiano
ad
esser
felici
e
contenti
loro
;
giacché
io
...
Volete
che
ve
la
dica
,
eh
,
canonico
,
come
in
punto
di
morte
?
Mi
sono
ammazzato
a
lavorare
...
Mi
sono
ammazzato
a
far
la
roba
...
Ora
arrischio
anche
la
pelle
,
a
sentir
voi
!
...
E
che
ne
ho
avuto
,
eh
?
ditelo
voi
!
...
II
C
'
era
un
gran
fermento
in
paese
.
S
'
aspettavano
le
notizie
di
Palermo
.
Bomma
che
teneva
cattedra
nella
farmacia
,
e
Ciolla
che
sbraitava
di
qua
e
di
là
.
Degli
arruffapopolo
stuzzicavano
anche
i
villani
con
certi
discorsi
che
facevano
spalancare
loro
gli
occhi
:
Le
terre
del
comune
che
uscivano
di
casa
Zacco
dopo
quarant
'
anni
...
un
prezzo
che
non
s
'
era
mai
visto
l
'
eguale
!
...
Quel
mastro
-
don
Gesualdo
aveva
le
mani
troppo
lunghe
...
Se
avevano
fatto
salire
le
terre
a
quel
prezzo
voleva
dire
che
c
'
era
ancora
da
guadagnarci
su
!
...
Tutto
sangue
della
povera
gente
!
Roba
del
comune
...
Voleva
dire
che
ciascuno
ci
aveva
diritto
!
...
Allora
tanto
valeva
che
ciascuno
si
pigliasse
il
suo
pezzetto
!
Fu
una
domenica
,
la
festa
dell
'
Assunta
.
La
sera
innanzi
era
arrivata
una
lettera
da
Palermo
che
mise
fuoco
alla
polvere
,
quasi
tutti
l
'
avessero
letta
.
Dallo
spuntare
del
giorno
si
vide
la
Piazza
Grande
piena
zeppa
di
villani
:
un
brulichìo
di
berrette
bianche
;
un
brontolìo
minaccioso
.
Fra
Girolamo
dei
Mercenari
,
che
era
seduto
all
'
ombra
,
insieme
ad
altri
malintenzionati
,
sugli
scalini
dinanzi
allo
studio
del
notaro
Neri
,
come
vide
passare
il
barone
Zacco
colla
coda
fra
le
gambe
,
gli
mostrò
la
pistola
che
portava
nel
manicone
.
-
La
vedete
,
signor
barone
?
...
Adesso
è
finito
il
tempo
delle
prepotenze
!
...
D
'
ora
innanzi
siam
tutti
eguali
!
...
-
Correva
pure
la
voce
dei
disegni
che
aveva
fatto
fra
Girolamo
:
lasciar
la
tonaca
nella
cella
,
e
pigliarsi
una
tenuta
a
Passaneto
,
e
la
figliuola
di
Margarone
in
moglie
,
la
più
giovane
.
Il
notaro
ch
'
era
venuto
a
levar
dallo
studio
certe
carte
interessanti
,
dovette
far
di
cappello
a
fra
Girolamo
per
entrare
:
-
Con
permesso
!
...
signori
miei
!
...
-
Poi
andò
a
raggiungere
don
Filippo
Margarone
nella
piazzetta
di
Santa
Teresa
:
-
Sentite
qua
;
ho
da
dirvi
una
parola
!
...
-
E
lo
prese
per
un
braccio
,
avviandosi
verso
casa
,
seguitando
a
discorrere
sottovoce
.
Don
Filippo
allibbiva
ad
ogni
gesto
che
il
notaro
trinciava
in
aria
;
ma
si
ostinava
a
dir
di
no
,
giallo
dalla
paura
.
L
'
altro
gli
strinse
forte
il
braccio
,
attraversando
la
viuzza
della
Masera
per
salire
verso
Sant
'
Antonio
.
-
Li
vedete
?
li
sentite
?
Volete
che
ci
piglino
la
mano
,
i
villani
,
e
ci
facciano
la
festa
?
-
La
piazza
,
in
fondo
alla
stradicciuola
,
sembrava
un
alveare
di
vespe
in
collera
.
Nanni
l
'
Orbo
,
Pelagatti
,
altri
mestatori
,
eccitatissimi
,
passavano
da
un
crocchio
all
'
altro
,
vociferando
,
gesticolando
,
sputando
fiele
.
Gli
avventori
di
mastro
Titta
si
affacciavano
ogni
momento
sull
'
uscio
della
bottega
,
colla
saponata
al
mento
.
Nella
farmacia
di
Bomma
disputavasi
colle
mani
negli
occhi
.
Dirimpetto
,
sul
marciapiede
del
Caffè
dei
Nobili
,
don
Anselmo
il
cameriere
aveva
schierate
al
solito
le
seggiole
al
fresco
;
ma
non
c
'
era
altri
che
il
marchese
Limòli
,
col
bastone
fra
le
gambe
,
il
quale
guardava
tranquillamente
la
folla
minacciosa
.
-
Cosa
vogliono
,
don
Anselmo
?
Che
diavolo
li
piglia
oggi
?
Lo
sapete
?
-
Vogliono
le
terre
del
comune
,
signor
marchese
.
Dicono
che
sinora
ve
le
siete
godute
voialtri
signori
,
e
che
adesso
tocca
a
noi
,
perchè
siamo
tutti
eguali
.
-
Padroni
!
padronissimi
!
Quanto
a
me
non
dico
di
no
!
Tutti
eguali
!
...
Portatemi
un
bicchier
d
'
acqua
,
don
Anselmo
.
Di
tanto
in
tanto
dal
Rosario
o
dalla
via
di
San
Giovanni
partiva
come
un
'
ondata
di
gente
,
e
un
brontolìo
più
minaccioso
,
che
si
propagava
in
un
baleno
.
Santo
Motta
allora
usciva
dall
'
osteria
di
Pecu
-
Pecu
,
e
si
metteva
a
vociare
,
colla
mano
sulla
guancia
:
-
Le
terre
del
comune
!
...
Chi
vuole
le
terre
del
comune
!
...
Uno
!
...
due
!
...
tre
!
...
-
E
terminava
con
una
sghignazzata
.
-
Largo
!
...
largo
!
...
-
La
gente
correva
verso
la
Masera
.
Al
disopra
della
folla
si
vide
il
baronello
Rubiera
colla
frusta
in
aria
,
e
la
testa
del
suo
cavallo
che
sbuffava
spaventato
.
Il
campiere
che
gli
stava
alle
costole
,
armato
sino
ai
denti
,
gridava
come
un
ossesso
:
-
Signor
barone
!
...
Questa
non
è
giornata
!
...
Oggi
ci
vuol
prudenza
!
...
-
Dalla
parte
di
Sant
'
Agata
comparve
un
momento
anche
il
signor
Capitano
,
per
intimorire
la
folla
ammutinata
colla
sua
presenza
.
Si
piantò
in
cima
alla
scalinata
,
appoggiato
alla
canna
d
'
India
,
don
Liccio
Papa
dietro
,
che
ammiccava
al
sole
,
con
tanto
di
tracolla
bianca
attraverso
la
pancia
.
Ma
vedendo
quel
mare
di
teste
se
la
svignarono
subito
tutti
e
due
.
Alle
finestre
facevano
capolino
dei
visi
inquieti
,
dietro
le
invetriate
,
quasi
piovesse
.
Il
palazzo
Sganci
chiuso
ermeticamente
,
e
don
Giuseppe
Barabba
appollaiato
sull
'
abbaino
.
Lo
stesso
Bomma
aveva
sfrattato
gli
amici
prima
del
solito
,
per
timore
dei
vetri
.
Di
tanto
in
tanto
,
nel
terrazzo
dei
Margarone
,
al
disopra
dei
tetti
che
si
accavallavano
verso
il
Castello
,
compariva
la
papalina
e
la
faccia
gialla
di
don
Filippo
.
A
mezzogiorno
,
appena
suonò
la
messa
grande
,
ciascuno
se
ne
andò
pei
fatti
suoi
;
e
rimase
solo
a
vociare
Santo
Motta
,
nella
piazza
deserta
.
-
Avete
visto
com
'
è
andata
a
finire
?
-
Ciolla
corse
a
desinare
lui
pure
.
Don
Liccio
Papa
,
adesso
che
non
c
'
era
più
nessuno
,
si
fece
vedere
di
nuovo
per
le
vie
,
con
la
mano
sulla
sciaboletta
,
guardando
fieramente
gli
usci
chiusi
.
Infine
entrò
da
Pecu
-
Pecu
,
e
si
posero
a
tavola
con
compare
Santo
.
-
Avete
visto
com
'
è
andata
a
finire
?
-
Ciolla
soleva
desinare
in
fretta
e
in
furia
col
cappello
in
testa
e
il
bastone
fra
le
gambe
,
per
tornar
subito
in
piazza
a
mangiar
l
'
ultimo
boccone
,
portandosi
in
tasca
una
manciata
di
lupini
o
di
ceci
abbrustoliti
,
d
'
inverno
anche
con
lo
scaldino
sotto
il
tabarro
,
bighellonando
,
dicendo
a
ciascuno
la
sua
,
sputacchiando
di
qua
e
di
là
,
seminando
il
terreno
di
bucce
.
-
Avete
visto
com
'
è
andata
a
finire
?
-
Faceva
la
prima
tappa
dal
calzolaio
,
poi
dal
caffettiere
,
appena
apriva
,
senza
prendere
mai
nulla
,
girava
a
seconda
dell
'
ombra
,
d
'
inverno
in
senso
inverso
,
cercando
il
sole
.
E
le
cose
tornarono
ad
andare
pel
suo
verso
,
al
pari
di
Ciolla
.
Giacinto
mise
fuori
i
tavolini
pei
sorbetti
,
don
Anselmo
schierò
le
seggiole
sul
marciapiede
del
Caffè
dei
Nobili
.
Rimanevano
le
ultime
nuvole
del
temporale
:
dei
capannelli
qua
e
là
,
dinanzi
alla
bottega
di
Pecu
-
Pecu
e
al
Palazzo
di
Città
;
gente
che
guardava
inquieta
,
curiosi
che
correvano
e
si
affollavano
al
più
piccolo
rumore
.
Ma
del
resto
ogni
cosa
aveva
ripreso
l
'
aspetto
solito
delle
domeniche
.
L
'
arciprete
Bugno
che
stava
un
'
ora
a
leccare
il
sorbetto
col
cucchiarino
;
il
marchese
e
gli
altri
nobili
seduti
in
fila
dinanzi
al
Caffè
;
Bomma
predicando
in
mezzo
al
solito
circolo
,
sull
'
uscio
della
farmacia
;
uno
sciame
di
contadini
un
po
'
più
in
là
,
alla
debita
distanza
;
e
ogni
dieci
minuti
la
vecchia
berlina
del
barone
Mèndola
che
scarrozzava
la
madre
di
lui
,
sorda
come
una
talpa
,
dal
Rosario
a
Santa
Maria
di
Gesù
:
le
orecchie
pelose
e
stracche
delle
mule
che
ciondolavano
fra
la
folla
,
il
cocchiere
rannicchiato
a
cassetta
,
colla
frusta
fra
le
gambe
,
accanto
al
cacciatore
gallonato
,
colle
calze
di
bucato
che
sembravano
imbottite
di
noci
,
e
le
piume
gialle
del
cappellone
della
baronessa
che
passavano
e
ripassavano
su
quell
'
ondeggiare
di
berrette
bianche
.
Tutt
'
a
un
tratto
accadde
un
fuggi
fuggi
:
una
specie
di
rissa
dinanzi
all
'
osteria
.
Don
Liccio
Papa
cercava
d
'
arrestare
Santo
Motta
,
perché
aveva
gridato
la
mattina
;
e
il
capitano
l
'
incitava
da
lontano
,
brandendo
la
canna
d
'
India
:
-
Ferma
!
ferma
!
...
la
giustizia
!
Ma
Santo
si
liberò
con
uno
spintone
,
e
prese
a
correre
verso
Sant
'
Agata
.
La
folla
fischiava
ed
urlava
dietro
allo
sbirro
che
tentava
d
'
inseguirlo
.
-
Ahi
!
ahi
!
-
disse
Bomma
ch
'
era
salito
su
di
una
sedia
per
vedere
.
-
Se
non
rispettano
più
l
'
autorità
!
...
-
Tavuso
gli
fece
segno
di
tacere
,
mettendosi
l
'
indice
attraverso
la
bocca
.
-
Sentite
qua
,
don
Bastiano
!
-
E
si
misero
a
discorrere
sottovoce
,
tirandosi
in
disparte
.
Dalla
Maddalena
scendeva
lemme
lemme
il
notaro
,
col
bastone
dietro
la
schiena
.
Bomma
cominciò
a
fargli
dei
segni
da
lontano
;
ma
il
notaro
finse
di
non
accorgersene
;
accennò
al
Capitano
che
s
'
avviava
verso
il
Collegio
,
ed
entrò
in
chiesa
anche
lui
dalla
porta
piccola
.
Il
Capitano
passando
dinanzi
alla
farmacia
fulminò
i
libertini
di
un
'
occhiataccia
,
e
borbottò
,
rivolto
al
principale
:
-
Badate
che
avete
moglie
e
figliuoli
!
...
-
Sangue
di
!
...
corpo
di
!
...
-
voleva
mettersi
a
sbraitare
il
farmacista
.
In
quel
momento
suonava
la
campanella
della
benedizione
,
e
quanti
erano
in
piazza
s
'
inginocchiarono
.
Poco
dopo
,
Ciolla
,
che
ingannava
il
tempo
sgretolando
delle
fave
abbrustolite
,
seduto
dinanzi
alla
bottega
del
sorbettiere
vide
una
cosa
che
gli
fece
drizzar
le
orecchie
:
il
notaro
Neri
che
usciva
di
chiesa
insieme
al
canonico
Lupi
,
e
risalivano
verso
la
Maddalena
,
passo
passo
,
discorrendo
sottovoce
.
Il
notaro
scrollava
le
spalle
,
guardando
sottecchi
di
qua
e
di
là
.
Ciolla
tentò
di
unirsi
a
loro
,
ma
essi
lo
piantarono
lì
.
Bomma
,
da
lontano
,
non
li
perdeva
di
vista
dimenando
il
capo
.
-
Badate
a
quel
che
fate
!
...
Pensate
alla
vostra
pelle
!
-
gli
disse
il
Capitano
passandogli
di
nuovo
accanto
.
-
Becco
!
...
-
voleva
gridargli
dietro
il
farmacista
.
-
Badate
a
voi
piuttosto
!
...
-
Ma
il
dottore
lo
spinse
dentro
a
forza
.
Ciolla
era
corso
dietro
al
canonico
e
al
notaro
Neri
per
la
via
di
San
Sebastiano
,
e
li
vide
ancora
fermi
sotto
il
voltone
del
Condotto
,
malgrado
il
gran
puzzo
,
quasi
al
buio
,
che
discorrevano
sottovoce
,
gesticolando
.
Appena
s
'
accorsero
del
Ciolla
se
la
svignarono
in
fretta
,
l
'
uno
di
qua
e
l
'
altro
di
là
.
Il
notaro
continuò
a
salire
per
la
stradicciuola
sassosa
,
e
il
canonico
scese
apposta
a
rompicollo
verso
San
Sebastiano
,
fermando
il
Ciolla
come
a
caso
.
-
Quel
notaro
...
me
ne
ha
fatta
una
!
...
Aveva
il
consenso
di
massaro
Sbrendola
...
un
contratto
bell
'
e
buono
...
e
ora
dice
che
non
si
rammenta
!
-
Va
là
,
va
là
,
che
non
me
la
dai
a
bere
!
-
mormorò
Ciolla
fra
di
sè
,
appena
il
canonico
ebbe
voltate
le
spalle
.
E
corse
subito
alla
farmacia
:
-
Gran
cose
c
'
è
per
aria
!
Cani
e
gatti
vanno
insieme
!
Gran
cose
si
preparano
!
-
Tavuso
gonfiò
le
gote
e
non
rispose
.
Lo
speziale
invece
si
lasciò
scappare
:
-
Lo
so
!
lo
so
!
E
si
picchiò
la
mano
aperta
sulla
bocca
,
fulminato
dall
'
occhiata
severa
che
gli
saettò
il
dottore
.
Verso
due
ore
di
notte
,
don
Gesualdo
stava
per
mettersi
a
cenare
,
quando
venne
a
cercarlo
in
gran
mistero
il
canonico
,
travestito
da
pecoraio
.
Bianca
fu
lì
lì
per
abortire
dallo
spavento
.
-
Don
Gesualdo
siamo
pronti
,
se
volete
venire
;
gli
amici
vi
aspettano
.
Ma
gli
tremava
la
voce
al
poveraccio
.
Lo
stesso
don
Gesualdo
,
al
momento
di
buttarsi
proprio
in
quella
faccenda
,
gli
vennero
in
mente
tante
brutte
idee
;
si
fece
pallido
,
e
gli
cadde
la
forchetta
di
mano
.
Bianca
poi
si
alzò
convulsa
,
incespicando
qua
e
là
,
pigliandosela
col
canonico
,
che
metteva
in
quell
'
impiccio
un
padre
di
famiglia
.
-
Se
fate
così
!
...
-
balbettò
il
canonico
;
-
se
mi
fate
anche
la
jettatura
...
allora
,
buona
notte
!
Don
Gesualdo
cercava
di
volgerla
in
ridere
,
colle
labbra
smorte
-
Bravo
canonico
!
Adesso
si
vedrà
se
siete
un
uomo
!
...
Sono
contento
,
vedi
,
Bianca
!
Sono
contento
d
'
andare
magari
verso
il
precipizio
,
per
vedere
che
cominci
ad
affezionarti
a
me
e
alla
casa
...
Tutto
sudato
,
colle
mani
un
po
'
tremanti
,
si
imbacuccò
ben
bene
in
uno
scapolare
,
per
prudenza
,
e
scesero
in
istrada
.
Non
c
'
era
anima
viva
.
Sul
terrazzo
del
Collegio
una
mano
ignota
aveva
spento
finanche
il
lampione
dinanzi
alla
statua
dell
'
Immacolata
:
una
cosa
da
fare
accapponar
la
pelle
,
quella
sera
!
Egli
allora
si
sentì
stringere
il
cuore
da
una
tenerezza
insolita
,
pensando
alla
casa
e
ai
parenti
.
-
Povera
Bianca
!
Avete
visto
?
E
'
buona
,
sì
,
in
fondo
...
Non
lo
credevo
,
davvero
!
...
-
Zitto
!
-
interruppe
il
canonico
.
-
Se
vi
fate
conoscere
alla
voce
,
è
inutile
nascondersi
e
sudare
come
bestie
!
Ogni
momento
andava
voltandosi
,
temendo
di
essere
spiati
.
Arrivati
nella
via
di
San
Giovanni
videro
un
'
ombra
che
andava
in
su
verso
la
piazza
,
e
il
canonico
disse
piano
:
-
Vedete
?
...
E
'
uno
dei
nostri
!
...
Va
dove
andiamo
noi
.
Era
in
un
magazzino
di
Grancore
,
giù
nelle
stradicciuole
tortuose
verso
San
Francesco
,
che
sembravano
fatte
apposta
.
Una
casetta
bassa
che
aveva
una
finestra
illuminata
per
segnale
.
Si
bussavano
tre
colpi
in
un
certo
modo
alla
porticina
dove
si
giungeva
scendendo
tre
scalini
;
si
attraversava
un
gran
cortile
oscuro
e
scosceso
,
e
in
fondo
c
'
era
uno
stanzone
buio
dove
si
capiva
che
stava
molta
gente
a
confabulare
insieme
dal
sussurrìo
che
si
udiva
dietro
l
'
uscio
.
Il
canonico
disse
:
-
E
'
qui
!
-
e
fece
il
segnale
convenuto
.
Tutti
e
due
col
cuore
che
saltava
alla
gola
.
Per
fortuna
in
quel
momento
giunse
un
altro
congiurato
,
imbacuccato
come
loro
,
camminando
in
punta
di
piedi
sui
sassi
del
cortile
,
e
ripeté
il
segnale
istesso
.
-
Don
Gesualdo
,
-
disse
il
notaro
Neri
cavando
il
naso
da
una
gran
sciarpa
.
-
Siete
voi
?
Vi
ho
riconosciuto
al
canonico
che
sembra
un
cucco
,
poveraccio
!
Il
notaro
la
pigliava
allegramente
.
Narrava
che
a
Palermo
avevano
fatto
il
pasticcio
;
avevano
ammazzato
il
principe
di
Aci
e
s
'
erano
impadroniti
di
Castellammare
:
-
Chi
comanda
adesso
è
un
prete
,
certo
Ascenso
!
-
Ah
?
-
rispose
il
canonico
che
si
sentiva
in
causa
.
-
Ah
?
-
Silenzio
per
ora
!
...
Andiamo
adagio
!
Sapete
com
'
è
?
...
a
chi
deve
prima
attaccare
il
campanello
al
gatto
!
E
ogni
galantuomo
non
vorrebbe
mettere
il
piede
in
trappola
.
Ma
se
siamo
in
tanti
...
C
'
è
anche
il
barone
Zacco
stasera
.
-
Che
aspettiamo
ad
entrare
,
signori
miei
?
-
interruppe
don
Gesualdo
a
quella
notizia
,
coraggioso
come
un
leone
.
Quando
tornarono
ad
uscire
,
dopo
un
gran
pezzo
,
erano
tutti
più
morti
che
vivi
.
Bomma
sforzavasi
di
fare
il
gradasso
;
Tavuso
non
diceva
una
parola
;
e
il
notaro
stava
soprapensieri
anche
lui
.
Zacco
corse
ad
attaccarsi
al
braccio
di
don
Gesualdo
,
quasi
fossero
divenuti
fratelli
davvero
.
-
Sentite
,
cugino
,
ho
da
parlarvi
.
-
E
seguitarono
ad
andare
a
braccetto
in
silenzio
.
-
Ssst
!
...
un
fischio
!
...
verso
i
Cappuccini
!
...
-
Il
barone
mise
mano
alla
pistola
:
tutti
con
un
gran
batticuore
.
Si
udirono
abbaiare
dei
cani
.
-
Fermo
!
...
-
esclamò
il
canonico
sottovoce
,
afferrando
il
braccio
armato
del
barone
che
mirava
al
buio
,
-
è
fra
Girolamo
,
che
non
vuol
esser
visto
da
queste
parti
!
-
Appena
si
udì
richiudere
l
'
uscio
,
nel
vano
del
quale
era
balenata
una
sottana
bianca
,
il
farmacista
borbottò
col
fiato
ai
denti
:
-
L
'
abbiamo
scappata
bella
,
parola
d
'
onore
!
-
Il
barone
invece
strinse
forte
il
braccio
di
don
Gesualdo
senza
dir
nulla
.
Poi
lasciò
andare
ciascuno
per
la
sua
strada
,
Bomma
in
su
,
verso
la
Piazza
Grande
,
il
canonico
a
piè
della
scalinata
che
saliva
a
San
Sebastiano
.
-
Da
questa
parte
,
don
Gesualdo
...
venite
con
me
.
-
E
gli
fece
fare
il
giro
lungo
pei
Cappuccini
,
risalendo
poi
verso
Santa
Maria
di
Gesù
per
certe
stradicciuole
buie
che
non
si
sapeva
dove
mettere
i
piedi
.
A
un
tratto
si
fermò
guardando
faccia
a
faccia
il
suo
amico
novello
con
certi
occhi
che
luccicavano
al
buio
.
-
Don
Gesualdo
,
avete
sentito
quante
belle
chiacchiere
?
Adesso
siamo
tutti
fratelli
.
Nuoteremo
nel
latte
e
nel
miele
,
d
'
ora
in
poi
...
Voi
che
ci
credete
,
eh
?
L
'
altro
non
disse
né
sì
né
no
,
prudente
,
aspettando
il
seguito
.
-
Io
no
...
Io
non
mi
fido
di
tutti
questi
fratelli
che
non
mi
ha
partorito
mia
madre
.
-
Allora
perché
siete
venuto
,
vossignoria
?
-
Per
non
farci
venire
voi
,
caspita
!
Io
non
fo
misteri
.
Giuochiamo
a
tagliarci
l
'
erba
sotto
i
piedi
fra
di
noi
che
abbiamo
qualcosa
da
perdere
,
ed
ecco
il
bel
risultato
!
Far
la
minestra
per
i
gatti
,
e
arrischiare
la
roba
e
la
testa
!
...
Io
bado
ai
miei
interessi
,
come
voi
...
Non
ho
i
fumi
che
hanno
tanti
altri
...
Parenti
!
parentissimi
!
quanto
a
me
volentieri
...
Allora
mettiamoci
d
'
accordo
piuttosto
fra
di
noi
...
-
Ebbene
?
che
volete
fare
?
-
Ah
?
che
voglio
fare
?
La
pigliate
su
quel
verso
?
Mi
fate
lo
gnorri
?
...
Allora
sia
per
non
detto
...
Ciascuno
il
suo
interesse
!
Fratelli
!
Carbonari
!
Faremo
la
rivoluzione
!
metteremo
il
mondo
a
soqquadro
anche
!
...
Io
non
ho
paura
!
...
-
Nel
calore
della
disputa
il
barone
si
era
addossato
all
'
uscio
di
un
cortile
.
Un
cane
si
mise
a
latrare
furiosamente
.
Zacco
spaventato
se
la
diede
a
gambe
colla
pistola
in
pugno
,
e
don
Gesualdo
dietro
di
lui
,
ansante
.
Prima
di
giungere
in
piazza
di
Santa
Maria
di
Gesù
,
uno
che
andava
correndo
lo
fermò
mettendogli
la
mano
sul
petto
.
-
Signor
don
Gesualdo
!
...
dove
andate
?
...
c
'
è
la
giustizia
a
casa
vostra
!
Quello
che
temeva
il
canonico
!
quello
che
temeva
Bianca
!
Egli
correva
al
buio
,
senza
saper
dove
,
con
una
gran
confusione
in
testa
,
e
il
cuore
che
voleva
uscirgli
dal
petto
.
Poi
,
udendo
colui
che
gli
arrancava
dietro
,
con
un
certo
rumore
quasi
picchiasse
in
terra
col
bastone
,
gli
disse
:
-
E
tu
chi
sei
?
-
Nardo
,
il
manovale
,
quello
che
ci
lasciò
la
gamba
sul
ponte
.
Non
mi
riconoscete
più
,
vossignoria
?
Donna
Bianca
mi
ha
mandato
a
svegliare
di
notte
.
E
narrava
com
'
era
arrivata
la
Compagnia
d
'
Arme
,
all
'
improvviso
,
a
quattr
'
ore
di
notte
.
Il
Capitano
e
altri
Compagni
d
'
Arme
erano
in
casa
di
don
Gesualdo
.
Lassù
,
verso
il
Castello
,
vedevansi
luccicare
dei
lumi
;
c
'
era
pure
una
lanterna
appesa
dinanzi
alla
porta
dello
stallatico
,
al
Poggio
,
e
dei
soldati
che
strigliavano
.
Più
in
là
,
nelle
vicinanze
della
Piazza
Grande
,
si
udivano
di
tanto
in
tanto
delle
voci
:
un
mormorìo
confuso
,
dei
passi
che
risuonavano
nella
notte
,
dei
cani
che
abbaiavano
per
tutto
il
paese
.
Don
Gesualdo
si
fermò
a
riflettere
:
-
Dove
andiamo
,
vossignoria
?
-
chiese
Nardo
.
-
Ci
ho
pensato
.
Non
far
rumore
.
Ah
!
Madonna
Santissima
del
Pericolo
!
Va
a
chiamare
Nanni
l
'
Orbo
.
Lo
conosci
?
il
marito
di
Diodata
?
Cominciava
ad
albeggiare
.
Ma
nelle
viottole
fuori
mano
che
avevano
preso
non
s
'
incontrava
ancora
anima
viva
.
La
casuccia
di
Diodata
era
nascosta
fra
un
mucchio
di
casupole
nerastre
e
macchie
di
fichi
d
'
India
,
dove
il
fango
durava
anche
l
'
estate
.
C
'
era
un
pergolato
sul
ballatoio
,
e
un
lume
che
trapelava
dalle
imposte
logore
.
-
Bussa
tu
,
se
mai
...
-
disse
don
Gesualdo
.
Diodata
al
vedersi
comparire
dinanzi
il
suo
antico
padrone
ansante
e
trafelato
si
mise
a
tremare
come
una
foglia
.
-
Che
volete
da
me
a
quest
'
ora
?
...
Per
l
'
amor
di
Dio
!
lasciatemi
in
pace
,
don
Gesualdo
!
...
Se
torna
mio
marito
!
...
E
'
uscito
or
ora
,
per
cogliere
quattro
fichi
d
'
India
!
...
qui
accanto
.
-
Bestia
!
-
disse
lui
.
-
Ho
altro
pel
capo
!
Ci
ho
la
giustizia
alle
calcagna
!
...
-
Che
c
'
è
?
-
chiese
Diodata
spaventata
.
Egli
colla
mano
le
fece
segno
di
star
zitta
.
In
quel
momento
tornò
correndo
compare
Nardo
;
la
gamba
di
legno
si
udiva
da
lontano
sull
'
acciottolato
.
-
Eccolo
!
...
eccolo
che
viene
!
...
Entrò
Nanni
l
'
Orbo
,
torvo
,
colla
canna
da
cogliere
i
fichi
d
'
India
in
spalla
,
e
gli
occhi
biechi
che
fulminavano
di
qua
e
di
là
.
Invano
Diodata
,
colle
braccia
in
croce
giurava
e
spergiurava
.
-
Padron
mio
!
-
esclamò
Nanni
-
a
che
giuoco
giuochiamo
?
Questa
non
è
la
maniera
!
...
-
Bestia
!
-
gridò
infine
don
Gesualdo
,
scappandogli
la
pazienza
.
-
Ho
la
forca
dinanzi
agli
occhi
,
e
tu
vieni
a
parlarmi
di
gelosia
!
Allo
strepito
accorsero
i
vicini
-
Lo
vedete
?
-
ripigliò
Nanni
infuriato
.
-
Che
figura
fo
dinanzi
a
loro
padron
mio
?
In
coscienza
,
quel
po
'
che
avete
dato
a
costei
per
maritarla
è
una
miseria
,
in
confronto
della
figura
che
mi
fate
fare
!
-
Taci
!
Farai
correre
gli
sbirri
con
quel
chiasso
!
Che
vuoi
?
Ti
darò
quello
che
vuoi
!
...
-
Voglio
l
'
onor
mio
,
don
Gesualdo
!
L
'
onor
mio
che
non
si
compra
a
denari
!
Cominciarono
ad
abbaiare
anche
i
cani
del
vicinato
.
-
Vuoi
la
chiusa
del
Carmine
?
...
un
pezzo
che
ti
fa
gola
!
Infine
compare
Nardo
riuscì
a
metterli
d
'
accordo
sulla
chiusa
del
Carmine
.
-
Corpo
di
Giuda
!
La
roba
serve
per
queste
occasioni
...
carceri
,
malattie
e
persecuzioni
...
Voi
l
'
avete
fatta
,
don
Gesualdo
,
e
serve
per
salvare
la
vostra
pelle
...
Don
Gesualdo
con
una
faccia
da
funerale
brontolò
:
-
Parla
!
Sbraita
!
Hai
ragione
!
Adesso
hai
ragione
tu
!
-
Considerate
dunque
il
vostro
prossimo
,
vossignoria
!
La
moglie
da
mantenere
...
I
figli
che
nasceranno
...
Se
mi
tornano
a
casa
anche
gli
altri
...
quelli
che
son
venuti
prima
,
bisogna
mantenerli
come
fossero
miei
...
perché
sono
il
marito
di
Diodata
...
La
gente
dirà
magari
che
li
ho
messi
al
mondo
io
!
...
-
Basta
!
basta
!
Se
t
'
ho
detto
di
sì
per
la
chiusa
!
-
Parola
di
galantuomo
?
Davanti
a
questi
testimoni
?
Quand
'
è
così
...
giacchè
mi
dite
che
siete
venuto
soltanto
per
salvare
la
pelle
,
potete
rimanere
tutto
il
tempo
che
vi
piace
.
Sono
un
buon
diavolaccio
,
lo
sapete
!
...
S
'
era
fatto
tardi
.
Compare
Nanni
,
completamente
rabbonito
,
propose
anche
di
andare
a
vedere
quel
che
accadeva
fuori
:
-
Voi
fate
liberamente
come
se
foste
in
casa
vostra
,
don
Gesualdo
...
Compare
Nardo
verrà
con
me
.
Al
ritorno
,
per
segnale
,
busserò
tre
colpi
all
'
uscio
.
Ma
se
no
,
non
aprite
neanche
al
diavolo
.
Era
un
terrore
pel
paese
:
porte
e
finestre
ancora
chiuse
,
Compagni
d
'
Arme
per
le
vie
,
rumore
di
sciabole
e
di
speroni
.
Le
signorine
Margarone
,
in
fronzoli
e
colla
testa
irta
di
ciambelle
come
un
fuoco
d
'
artificio
,
correvano
ogni
momento
al
balcone
.
Don
Filippo
,
tronfio
e
pettoruto
,
se
ne
stava
adesso
seduto
nel
Caffè
dei
Nobili
,
insieme
al
Capitano
Giustiziere
e
l
'
Avvocato
Fiscale
,
facendo
tremare
chi
passava
colla
sola
guardatura
.
Nella
stalla
di
don
Gesualdo
dei
trabanti
governavano
i
cavalli
,
e
il
Comandante
fumava
al
balcone
,
in
pantofole
,
come
in
casa
sua
.
Nanni
l
'
Orbo
tornò
ridendo
a
crepapelle
.
Prima
di
entrare
però
bussò
al
modo
che
aveva
detto
,
tossì
,
si
soffiò
il
naso
,
pure
si
trattenne
un
po
'
a
discorrere
ad
alta
voce
con
una
vicina
che
si
pettinava
sul
ballatoio
.
Don
Gesualdo
stava
mangiando
una
insalata
di
cipolle
,
onde
prevenire
qualche
malattia
causata
dallo
spavento
.
-
Prosit
!
prosit
,
don
Gesualdo
!
A
casa
vostra
ci
ho
trovato
dei
forestieri
,
tale
e
quale
come
voi
qui
da
me
.
Il
barone
Zacco
corre
ancora
!
...
L
'
hanno
visto
prima
dell
'
alba
più
in
là
di
Passaneto
,
figuratevi
!
a
casa
del
diavolo
!
...
dietro
una
siepe
,
più
morto
che
vivo
!
...
Sua
moglie
fa
come
una
pazza
...
Sono
stato
anche
a
cercare
del
notaro
Neri
,
se
s
'
ha
a
scrivere
due
parole
della
chiusa
del
Carmine
che
date
a
mia
moglie
pei
servizi
prestati
...
Non
che
non
mi
fidi
...
sapete
bene
...
per
la
vita
e
per
la
morte
.
Nessuno
l
'
ha
più
visto
,
il
notaro
!
Dicono
ch
'
è
nascosto
nel
monastero
di
San
Sebastiano
...
vestito
da
donna
...
sissignore
!
Gli
sbirri
cercano
da
per
tutto
!
Ma
qui
non
avete
da
temere
,
vossignoria
!
...
Udite
?
udite
?
Sembrava
che
si
divertisse
a
fare
agghiacciare
il
sangue
nelle
vene
al
prossimo
suo
,
quel
briccone
!
Udivasi
infatti
un
vocìo
di
comari
,
un
correre
di
scarponi
grossi
strilli
di
ragazzi
.
Diodata
s
'
arrampicò
sino
all
'
abbaino
del
granaio
per
vedere
.
Poi
Nanni
venne
a
dire
:
-
E
'
il
viatico
,
Dio
liberi
!
...
Va
in
su
verso
sant
'
Agata
.
Ho
visto
il
canonico
Lupi
che
portava
il
Signore
...
cogli
occhi
a
terra
!
...
una
faccia
da
santo
,
com
'
è
vero
Iddio
!
-
Stasera
,
appena
è
scuro
,
mi
farai
trovare
una
cavalcatura
laggiù
alla
Masera
,
e
mi
darai
qualche
cosa
da
travestirmi
;
-
disse
don
Gesualdo
,
che
sembrava
più
smorto
alla
luce
dell
'
abbaino
.
-
Perché
?
Non
vi
piace
più
lo
stare
in
casa
mia
?
Diodata
vi
avrebbe
fatto
qualche
mancanza
?
-
No
,
no
...
Mi
pare
mill
'
anni
d
'
esser
lontano
...
-
Qui
però
non
avete
da
temere
...
Gli
sbirri
non
vengono
a
cercarvi
qui
!
A
casa
vostra
piuttosto
!
Guardatevi
!
...
Infatti
Bianca
la
sera
innanzi
s
'
era
visto
capitare
a
tre
ore
di
notte
il
Capitan
d
'
Arme
,
un
bell
'
uomo
colla
barba
a
collana
e
i
baffi
alla
militare
,
che
recava
il
biglietto
d
'
alloggio
.
Bianca
,
già
inquieta
per
suo
marito
,
non
sapendo
che
fare
,
aveva
mandato
a
chiamare
lo
zio
Limòli
,
il
quale
giunse
sbadigliando
e
di
cattivo
umore
.
Invano
il
Capitan
d
'
Arme
accarezzandosi
i
baffi
che
aveva
lasciato
crescere
da
poco
,
le
diceva
colla
voce
grossa
:
-
Non
temete
!
...
Calmatevi
,
bella
signora
!
...
Noi
militari
siamo
galanti
col
bel
sesso
!
...
-
Poi
-
aggiunse
il
marchese
-
questi
qua
sono
militari
per
modo
di
dire
;
come
io
ho
fatto
il
voto
di
castità
perché
sono
cavaliere
di
Malta
.
Il
Capitano
si
accigliò
,
ma
l
'
altro
,
senza
accorgersene
continuò
,
battendogli
familiarmente
sulla
spalla
:
-
Vi
conosco
,
don
Bastiano
!
...
Eravate
piccolo
così
,
colle
brache
aperte
,
quando
si
faceva
delle
scappatelle
insieme
a
vostro
padre
...
Allora
il
voto
mi
dava
noia
come
vi
dà
noia
adesso
quella
stadera
che
portate
appesa
al
fianco
...
Bei
tempi
!
...
Bell
'
uomo
vostro
padre
!
Il
cuore
e
la
borsa
sempre
aperti
!
...
Don
Marcantonio
Stangafame
!
...
dei
Stangafame
di
Ragusa
!
...
una
delle
prime
famiglie
della
Contea
!
Peccato
che
siate
in
tanti
!
L
'
avete
indovinata
a
farvi
nominare
Capitan
d
'
Arme
!
...
Quattrocent
'
onze
all
'
anno
,
per
rispondere
dei
furti
campestri
...
E
'
una
bella
somma
...
Vi
rimane
in
tasca
tale
e
quale
...
poiché
il
territorio
è
tranquillo
!
...
Una
bagattella
soltanto
pei
dodici
soldati
che
vi
tocca
mantenere
...
due
tarì
al
giorno
per
ciascuno
,
eh
?
...
-
Basta
,
corpo
di
...
bacco
!
...
-
gridò
il
Capitan
d
'
Arme
battendo
in
terra
la
sciabola
.
-
Sembrami
che
vogliate
burlarvi
di
me
,
corpo
di
...
bacco
!
-
Ehi
,
ehi
!
Adagio
,
signor
capitano
!
Sono
il
marchese
Limòli
,
e
ho
ancora
degli
amici
a
Napoli
per
farvi
scapitanare
e
tagliare
i
baffi
novelli
,
sapete
!
Capitò
in
quel
momento
il
ragazzetto
del
sagrestano
che
veniva
a
fare
un
'
imbasciata
di
gran
premura
,
balbettando
,
imbrogliandosi
,
tornando
sempre
a
ripetere
la
stessa
cosa
rosso
dalla
suggezione
.
Il
marchese
,
che
cominciava
a
farsi
un
po
'
sordo
,
tendeva
l
'
orecchio
,
gli
faceva
dei
versacci
lo
intimidiva
maggiormente
strillando
:
-
Eh
?
che
diavolo
vuoi
?
Ma
Bianca
mise
un
grido
straziante
un
grido
che
fece
rimanere
lo
zio
a
bocca
aperta
,
e
scappò
per
la
casa
cercando
il
manto
,
cercando
qualcosa
da
buttarsi
in
capo
per
uscire
di
casa
,
per
correre
subito
.
III
Da
gran
tempo
,
ogni
giorno
,
alla
stessa
ora
,
donna
Giuseppina
Alòsi
che
stava
al
balcone
facendo
la
calza
per
aspettare
la
passata
di
Peperito
,
don
Filippo
Margarone
mentre
rivoltava
la
conserva
di
pomidoro
posta
ad
asciugare
sul
terrazzo
,
l
'
arciprete
Bugno
nell
'
appendere
al
fresco
la
gabbia
del
canarino
,
fin
coloro
che
stavano
a
sbadigliare
nella
farmacia
di
Bomma
,
se
volgevano
gli
occhi
in
su
,
verso
il
Castello
,
al
di
sopra
de
'
tetti
,
solevano
vedere
don
Diego
e
don
Ferdinando
Trao
,
uno
dopo
l
'
altro
,
che
facevano
capolino
a
una
finestra
,
guardinghi
,
volgevano
poi
un
'
occhiata
a
destra
,
un
'
altra
a
sinistra
,
guardavano
in
aria
,
e
ritiravano
il
capo
come
la
lumaca
.
Dopo
qualche
minuto
infine
aprivasi
il
balcone
grande
,
stridendo
,
tentennando
,
a
spinte
e
a
riprese
,
e
compariva
don
Diego
,
curvo
,
macilento
,
col
berretto
di
cotone
calcato
sino
alle
orecchie
,
tossendo
,
sputando
,
tenendosi
all
'
inferriata
con
una
mano
;
e
dietro
di
lui
don
Ferdinando
che
portava
l
'
annaffiatoio
,
giallo
,
allampanato
,
un
vero
fantasma
.
Don
Diego
annaffiava
,
nettava
,
rimondava
i
fiori
di
Bianca
;
si
chinava
a
raccattare
i
seccumi
e
le
foglie
vizze
;
rimescolava
la
terra
con
un
coccio
;
passava
in
rivista
i
bocciuoli
nuovi
,
e
li
covava
cogli
occhi
.
Don
Ferdinando
lo
seguiva
passo
passo
,
attentissimo
;
accostava
anche
lui
il
viso
scialbo
a
ciascuna
pianta
,
aguzzando
il
muso
,
aggrottando
le
sopracciglia
.
Poscia
appoggiavano
i
gomiti
alla
ringhiera
,
e
rimanevano
come
due
galline
appollaiate
sul
medesimo
bastone
,
voltando
il
capo
ora
di
qua
e
ora
di
là
,
a
seconda
che
giungeva
la
mula
di
massaro
Fortunato
Burgio
carica
di
grano
,
o
saliva
dal
Rosario
la
ragazza
che
vendeva
ova
,
oppure
la
moglie
del
sagrestano
attraversava
la
piazzetta
per
andare
a
suonare
l
'
avemaria
.
Don
Ferdinando
stava
intento
a
contare
quante
persone
si
vedevano
passare
attraverso
quel
pezzetto
di
strada
che
intravvedevasi
laggiù
,
fra
i
tetti
delle
case
che
scendevano
a
frotte
per
la
china
del
poggio
;
don
Diego
dal
canto
suo
seguiva
cogli
occhi
gli
ultimi
raggi
di
sole
che
salivano
lentamente
verso
le
alture
del
Paradiso
e
di
Monte
Lauro
,
e
rallegravasi
al
vederlo
scintillare
improvvisamente
sulle
finestre
delle
casipole
che
si
perdevano
già
fra
i
campi
,
simili
a
macchie
biancastre
.
Allora
sorrideva
e
appuntava
il
dito
scarno
e
tremante
,
spingendo
col
gomito
il
fratello
,
il
quale
accennava
di
sì
col
capo
e
sorrideva
lui
pure
come
un
fanciullo
.
Poi
raccontava
quello
che
aveva
visto
lui
:
-
Oggi
ventisette
!
...
ne
sono
passati
ventisette
...
L
'
arciprete
Bugno
era
insieme
col
cugino
Limòli
!
...
Per
un
po
'
di
giorni
,
verso
i
primi
d
'
agosto
,
era
venuto
soltanto
don
Ferdinando
ad
annaffiare
i
fiori
,
strascinandosi
a
stento
,
coi
capelli
grigi
svolazzanti
,
sbrodolandosi
tutto
a
ogni
passo
.
Allorché
ricomparve
anche
don
Diego
,
parve
di
vedere
Lazzaro
risuscitato
:
tutto
naso
,
colle
occhiaie
nere
,
seppellito
vivo
in
una
vecchia
palandrana
,
tossendo
l
'
anima
a
ogni
passo
:
una
tosse
fioca
che
non
si
udiva
quasi
più
,
e
scuoteva
dalla
testa
ai
piedi
lui
e
il
fratello
che
gli
dava
il
braccio
,
come
andasse
facendo
la
riverenza
a
ogni
vaso
di
fiori
.
E
fu
l
'
ultima
volta
.
D
'
allora
in
poi
s
'
erano
viste
raramente
insieme
le
teste
canute
dei
due
fratelli
,
dietro
i
vetri
rattoppati
colla
carta
,
cercando
il
sole
,
don
Diego
sputando
e
guardando
in
terra
ogni
momento
.
Il
giorno
in
cui
avvenne
quel
parapiglia
nel
Palazzo
di
Città
,
che
le
voci
si
udivano
sin
nella
piazzetta
di
Sant
'
Agata
,
apparve
per
un
istante
alla
finestra
la
cima
di
un
berretto
bianco
tremolante
.
Ma
allorquando
la
processione
di
San
Giuseppe
si
fermò
dinanzi
al
portone
dei
Trao
,
per
l
'
omaggio
tradizionale
alla
famiglia
,
le
finestre
rimasero
chiuse
,
malgrado
il
vocìo
della
folla
.
Don
Ferdinando
scese
per
comprare
l
'
immagine
del
santo
gonfio
d
'
asma
,
cogli
occhi
arsi
di
sonno
piegato
in
due
le
mani
nerastre
tremanti
così
che
non
trovavano
quasi
nel
taschino
i
due
baiocchi
per
l
'
immagine
.
Il
procuratore
di
San
Giuseppe
,
che
dirigeva
la
processione
,
gli
disse
:
-
Vedrete
quant
'
è
miracolosa
quell
'
immagine
!
Tanta
salute
e
provvidenza
a
tutti
,
in
casa
vostra
!
E
gli
affidò
anche
il
bastone
d
'
argento
del
santo
,
da
metterlo
al
capezzale
del
malato
:
un
tocca
e
sana
.
Eppure
non
giovò
neanche
quello
.
Compare
Cosimo
e
Pelagatti
,
partendo
per
la
campagna
due
ore
prima
dell
'
alba
,
o
tornando
a
notte
fatta
,
vedevano
sempre
il
lume
alla
finestra
di
don
Diego
.
E
il
cane
nero
dei
Motta
uggiolava
per
la
piazza
,
come
un
lamento
.
Poi
,
verso
nona
,
bussava
al
portone
il
ragazzo
di
don
Luca
,
portando
un
bicchiere
di
latte
.
Di
tanto
in
tanto
veniva
don
Giuseppe
Barabba
,
con
un
piatto
coperto
dal
tovagliuolo
,
o
il
servitore
del
Fiscale
che
recava
un
fiasco
di
vino
.
A
poco
a
poco
diradarono
anche
quelle
visite
.
L
'
ultima
volta
il
dottor
Tavuso
se
n
'
era
andato
scrollando
le
spalle
.
I
ragazzi
del
vicinato
giuocavano
tutto
il
giorno
dietro
quel
portone
che
non
si
apriva
più
.
Una
sera
,
tardi
,
i
vicini
,
che
stavano
cenando
,
udirono
la
voce
chioccia
di
don
Ferdinando
chiamare
il
sagrestano
,
lì
dirimpetto
:
una
voce
da
far
cascare
il
pan
di
bocca
.
E
subito
dopo
un
gran
colpo
al
portone
sconquassato
,
e
dei
passi
che
si
allontanarono
frettolosi
.
Fu
giusto
quella
notte
che
arrivava
la
Compagnia
d
'
Arme
.
Una
baraonda
per
tutto
il
paese
.
Al
rumore
insolito
anche
Don
Diego
aprì
un
istante
gli
occhi
.
Burgio
che
era
sul
ballatoio
di
casa
sua
,
coll
'
orecchio
teso
verso
la
Piazza
Grande
dove
udivasi
quel
parapiglia
,
vedendo
gente
nel
balcone
dei
Trao
,
domandò
inquieto
:
-
Che
c
'
è
?
...
Cosa
succede
?
-
Don
Diego
!
...
-
rispose
il
sagrestano
;
e
fece
il
segno
della
croce
,
quasi
massaro
Fortunato
avesse
potuto
vederlo
al
buio
.
-
Solo
come
un
cane
!
...
me
lo
lasciano
sulle
spalle
!
...
Ho
mandato
Grazia
pel
dottore
...
a
quest
'
ora
!
...
-
Sentite
,
laggiù
,
verso
la
piazza
?
...
sentite
?
...
Che
giornata
spunterà
domattina
,
Dio
liberi
!
...
-
Basta
avere
la
coscienza
netta
,
massaro
Fortunato
.
Sono
stato
sempre
un
povero
diavolo
!
...
Bacio
la
mano
di
chi
mi
dà
pane
...
-
Il
dottore
!
...
quello
sì
!
...
deve
avere
la
tremarella
addosso
a
quest
'
ora
!
...
E
anche
il
canonico
Lupi
,
dicono
!
...
Buona
sera
!
...
I
muri
hanno
orecchie
al
buio
!
Infatti
il
dottor
Tavuso
,
ch
'
era
il
capo
di
tutti
i
giacobini
del
paese
,
e
stava
nascosto
nella
legnaia
,
tremando
come
una
foglia
,
vide
giunta
l
'
ultima
sua
ora
all
'
udir
bussare
all
'
uscio
con
tanta
furia
.
-
Li
sbirri
!
...
la
Compagnia
d
'
Arme
!
...
Quando
gli
dissero
che
era
la
moglie
del
sagrestano
,
invece
,
la
quale
veniva
a
cercarlo
per
don
Diego
moribondo
,
montò
in
furia
come
una
bestia
.
-
E
'
ancora
vivo
?
...
Mandatelo
al
diavolo
!
...
Vengono
a
spaventarmi
!
...
a
quest
'
ora
!
...
di
questi
tempi
!
...
Un
padre
di
famiglia
!
...
Andate
a
chiamare
i
suoi
parenti
piuttosto
...
o
il
viatico
,
ch
'
è
meglio
!
...
La
zia
Sganci
non
volle
neppure
aprire
.
Barabba
rispose
dietro
il
portone
,
chiuso
con
tanto
di
catenaccio
:
-
Buona
donna
,
questi
non
son
tempi
di
correre
di
notte
per
le
strade
.
Domattina
,
se
Dio
vuole
,
chi
campa
si
rivede
.
Per
fortuna
,
Grazia
non
aveva
di
che
temere
;
e
suo
marito
l
'
avrebbe
mandata
senza
sospetto
in
mezzo
a
un
reggimento
di
soldati
.
L
'
andare
attorno
così
tardi
,
in
quella
tal
notte
,
era
proprio
uno
sgomento
.
Lo
stesso
baronello
Rubiera
,
che
era
uscito
di
buon
'
ora
dalla
casa
dei
Margarone
,
s
'
era
fatto
accompagnare
col
lampione
.
-
Ninì
!
Ninì
!
-
strillò
dal
balcone
donna
Fifì
con
la
vocina
sottile
,
quasi
il
suo
fidanzato
corresse
a
buttarsi
in
un
precipizio
.
-
Non
temere
...
no
!
-
rispose
lui
con
la
voce
grossa
.
All
'
udir
gente
nella
piazzetta
,
dal
portone
dei
Trao
,
che
rimbombò
come
una
cannonata
,
uscì
correndo
don
Luca
:
-
Signor
barone
!
...
sta
per
morire
vostro
cugino
don
Diego
!
...
solo
come
un
cane
!
...
Non
c
'
è
nessuno
in
casa
!
...
Rimpetto
al
palazzo
nero
e
triste
dei
Trao
splendeva
il
balcone
lucente
dei
Margarone
,
e
in
quella
luce
disegnavasi
l
'
ombra
di
donna
Fifì
,
rammentandogli
un
'
altra
ombra
che
soleva
aspettarlo
altra
volta
alla
finestra
del
palazzo
smantellato
.
Don
Ninì
se
ne
andò
frettoloso
,
a
capo
chino
,
portandosi
seco
negli
occhi
i
ricordi
di
quella
finestra
chiusa
e
senza
lume
.
-
Bella
porcheria
!
...
Me
lo
lasciano
sulle
spalle
!
...
a
me
solo
!
-
brontolò
don
Luca
tornando
nella
camera
del
moribondo
.
Don
Ferdinando
stava
seduto
a
piè
del
letto
,
senza
dir
nulla
,
simile
a
una
mummia
.
Di
tanto
in
tanto
andava
a
guardare
in
viso
suo
fratello
;
guardava
poi
don
Luca
,
stralunato
,
e
tornava
a
chinare
il
capo
sul
petto
.
Alla
sfuriata
del
sagrestano
però
si
rizzò
all
'
improvviso
,
quasi
gli
avessero
dato
uno
scossone
,
e
domandò
piano
,
con
la
voce
assonnata
di
uno
che
parli
in
sogno
:
-
Dorme
?
-
Sì
,
dorme
!
...
Andate
a
dormire
voi
pure
,
se
volete
!
...
Ma
l
'
altro
non
si
mosse
.
Il
malato
da
prima
voleva
sapere
ogni
momento
che
ora
fosse
;
poi
,
verso
mezzanotte
,
non
domandò
più
nulla
.
Stava
cheto
,
col
naso
contro
il
muro
,
e
la
coperta
sino
alle
orecchie
.
Grazia
,
di
ritorno
,
aveva
accostato
l
'
uscio
,
messo
il
lume
accanto
,
sul
tavolino
,
ed
era
andata
a
dare
un
'
occhiata
a
casa
sua
.
Il
marito
si
accomodò
alla
meglio
su
due
sedie
.
Don
Ferdinando
,
di
tratto
in
tratto
,
si
alzava
di
nuovo
,
in
punta
di
piedi
,
si
chinava
sul
letto
,
simile
a
un
uccello
di
malaugurio
,
e
tornava
a
domandare
piano
,
all
'
orecchio
di
don
Luca
:
-
Che
fa
?
dorme
?
-
Sì
!
sì
!
...
Andate
a
dormire
voi
pure
!
...
andate
!
E
l
'
accompagnò
lui
stesso
in
camera
sua
,
per
liberarsi
almeno
da
quella
noia
.
Don
Ferdinando
sognava
che
il
cane
nero
dei
vicini
Motta
gli
si
era
accovacciato
sul
petto
,
e
non
voleva
andarsene
,
per
quanto
egli
cercasse
di
svincolarsi
e
di
gridare
.
La
coda
del
cane
,
lunga
,
lunga
che
non
finiva
più
,
gli
si
era
attorcigliata
al
collo
e
alle
braccia
,
al
pari
di
un
serpente
,
e
lo
stringeva
,
soffocandolo
,
gli
strozzava
la
voce
in
gola
,
quando
udì
un
'
altra
voce
che
lo
fece
balzare
dal
letto
,
con
una
gran
palpitazione
di
cuore
.
-
Alzatevi
,
don
Ferdinando
!
Questa
non
è
ora
di
dormire
!
...
Don
Diego
pareva
che
russasse
forte
,
si
udiva
dall
'
altra
stanza
;
supino
,
cogli
occhi
aperti
e
spenti
,
le
narici
filigginose
:
un
viso
che
non
si
riconosceva
più
.
Come
don
Ferdinando
lo
chiamò
prima
pian
piano
,
e
tornò
a
chiamarlo
e
a
scuoterlo
inutilmente
,
gli
si
rizzarono
quei
pochi
capelli
in
capo
,
e
si
rivolse
al
sagrestano
,
smarrito
,
supplichevole
:
-
Che
fa
ora
?
...
che
fa
?
...
-
Che
fa
?
...
Lo
vedete
che
fa
!
...
Grazia
!
Grazia
!
-
No
!
...
Fermatevi
!
...
Non
aprite
adesso
!
...
Era
giorno
chiaro
.
Donna
Bellonia
in
sottana
stava
a
spiare
dalla
terrazza
verso
la
Piazza
Grande
per
incarico
del
marito
,
spaventata
dal
tramestìo
che
s
'
era
udito
tutta
la
notte
nel
paese
;
e
Burgio
strigliava
la
mula
legata
al
portone
dei
Trao
.
Alle
grida
di
don
Luca
,
levò
il
capo
verso
il
balcone
,
e
domandò
cosa
c
'
era
con
un
cenno
del
capo
.
Il
sagrestano
rispose
anche
lui
con
un
gesto
della
mano
,
facendo
segno
di
uno
che
se
ne
va
.
-
Chi
?
-
domandò
la
Margarone
che
se
ne
accorse
.
-
Chi
?
don
Diego
o
don
Ferdinando
?
-
Sissignora
,
don
Diego
!
Lo
lasciano
sulle
spalle
a
me
solo
!
...
Corro
dal
dottore
...
almeno
per
la
ricetta
del
viatico
,
che
diavolo
!
...
Signori
miei
!
deve
andarsene
così
un
cristiano
,
senza
medico
né
speziale
?
...
Speranza
cominciò
dallo
sgridare
suo
marito
che
aveva
legata
la
mula
alla
casa
del
moribondo
:
-
Porta
disgrazia
!
Ci
vorrebbe
quest
'
altra
!
...
-
Poi
si
diedero
a
strologare
i
numeri
del
lotto
insieme
a
donna
Bellonia
,
ch
'
era
corsa
a
prendere
il
libro
di
Rutilio
Benincasa
.
Donna
Giovannina
s
'
affacciò
asciugandosi
il
viso
;
ma
non
si
vide
altro
che
il
sagrestano
il
quale
correva
a
chiamare
Tavuso
,
lì
a
due
passi
una
porticina
verde
,
colla
fune
del
campanello
legata
alta
perché
non
andassero
a
seccarlo
di
notte
.
Picchia
e
ripicchia
infine
la
serva
di
Tavuso
gli
soffiò
attraverso
il
buco
della
serratura
:
-
O
chetatevi
che
il
dottore
non
esce
di
casa
,
se
casca
il
mondo
!
E
'
più
malato
degli
altri
,
lui
!
Bomma
,
giallo
al
par
del
zafferano
,
stava
pestando
cremor
di
tartaro
in
fondo
alla
farmacia
,
solo
come
un
appestato
.
Don
Luca
entrò
a
precipizio
,
col
fiato
ai
denti
:
-
Signor
don
Arcangelo
!
...
don
Diego
Trao
è
in
punto
di
morte
.
Il
dottore
non
vuol
venire
...
Cosa
fo
?
-
Cosa
fate
?
...
La
cassa
da
morto
fategli
,
accidenti
a
voi
!
M
'
avete
spaventato
!
Non
è
questa
la
maniera
...
oggi
che
ogni
galantuomo
sta
coll
'
anima
sulle
labbra
!
...
Andate
a
chiamargli
il
prete
piuttosto
...
lì
,
al
Collegio
,
c
'
è
il
canonico
Lupi
che
s
'
arrabatta
a
dir
messe
e
mattutino
fin
dall
'
alba
,
per
farsi
vedere
in
chiesa
!
...
Cade
sempre
in
piedi
colui
!
Se
ne
ride
degli
sbirri
!
...
Io
fo
lo
speziale
!
Pesto
cremor
di
tartaro
,
giacché
non
posso
pestar
altro
...
non
posso
!
Ma
,
vedendo
passare
Ciolla
ammanettato
come
un
ladro
,
si
morse
la
lingua
,
e
chinò
il
capo
sul
mortaio
.
-
Signori
miei
!
-
sbraitava
Ciolla
,
-
guardate
un
po
'
!
...
un
galantuomo
che
se
ne
sta
in
piazza
pei
fatti
suoi
!
...
-
I
Compagni
d
'
Arme
,
senza
dargli
retta
,
lo
cacciavano
innanzi
a
spintoni
;
don
Liccio
Papa
di
scorta
colla
sciabola
sguainata
,
gridando
:
-
Largo
!
largo
alla
giustizia
!
...
-
Il
Capitano
Giustiziere
,
dall
'
alto
del
marciapiede
del
Caffè
dei
Nobili
,
sentenziò
:
-
Bisogna
dare
un
esempio
!
Ci
pigliavano
a
calci
dove
sapete
,
un
altro
po
'
!
...
manica
di
birbanti
!
...
Un
paese
come
il
nostro
,
che
prima
era
un
convento
di
frati
!
...
Al
castello
!
al
castello
!
Don
Liccio
,
eccovi
le
chiavi
!
...
Grazie
a
Dio
si
tornava
a
respirare
.
I
ben
pensanti
sul
tardi
cominciarono
a
farsi
vedere
di
nuovo
per
le
strade
;
l
'
arciprete
dinanzi
al
caffè
;
Peperito
su
e
giù
pel
Rosario
;
Canali
a
braccetto
con
don
Filippo
verso
la
casa
della
ceraiuola
;
don
Giuseppe
Barabba
portando
a
spasso
un
'
altra
volta
il
cagnolino
di
donna
Marianna
Sganci
;
la
signora
Capitana
poi
in
gala
,
quasi
fosse
la
sua
festa
,
adesso
che
ci
erano
tanti
militari
,
colla
borsa
ricamata
al
braccio
,
il
cappellino
carico
di
piume
,
scutrettolando
,
ridendo
,
cinguettando
,
rimorchiandosi
dietro
don
Bastiano
Stangafame
,
il
tenente
,
tutti
i
colleghi
di
suo
marito
,
il
quale
se
ne
stava
a
guardare
da
vero
babbèo
,
colla
canna
d
'
India
dietro
la
schiena
,
mentre
i
suoi
colleghi
passeggiavano
con
sua
moglie
,
spaccandosi
come
compassi
,
ridendo
a
voce
alta
,
guardando
fieramente
le
donne
che
osavano
mostrarsi
alle
finestre
,
facendo
risuonare
da
per
tutto
il
rumore
delle
sciabole
e
il
tintinnìo
degli
speroni
,
quasi
ci
avessero
le
campanelle
alle
calcagna
.
Le
ragazze
Margarone
,
stipate
sul
terrazzo
,
si
rodevano
d
'
invidia
.
-
Specie
il
tenente
ci
aveva
dei
baffoni
come
code
di
cavallo
,
e
due
file
di
bottoni
lungo
il
ventre
che
luccicavano
da
lontano
.
Talché
in
quell
'
aria
di
festa
suonò
più
malinconico
il
campanello
del
viatico
.
Correvano
anche
delle
voci
sinistre
:
-
Una
battaglia
c
'
è
stata
!
...
dei
condannati
a
morte
!
...
-
Uno
di
quelli
che
portavano
il
lanternone
dietro
il
baldacchino
disse
che
il
viatico
andava
dai
Trao
.
-
Un
'
altra
grande
famiglia
che
si
estingue
!
-
osservò
gravemente
l
'
Avvocato
Fiscale
scoprendosi
il
capo
.
La
signora
Capitana
,
saltellando
sulla
punta
delle
scarpette
per
mostrare
le
calze
di
seta
stava
rimbeccando
don
Bastiano
con
un
sorriso
da
far
dannare
l
'
anima
:
-
Lo
so
!
lo
so
!
giuramenti
da
marinaio
!
...
Il
Capitan
d
'
Arme
ammiccò
a
donna
Bianca
la
quale
passava
in
quel
momento
,
con
un
'
aria
che
voleva
dire
:
-
Anche
costei
!
...
che
colpa
ci
ho
?
-
scappellandosi
con
soverchio
ossequio
.
Ma
quella
poveretta
non
gli
rispose
.
Andava
quasi
correndo
,
trafelata
,
col
manto
giù
per
le
spalle
,
il
viso
ansioso
e
pallido
.
Donna
Fifì
Margarone
si
tirò
indietro
dal
balcone
con
una
smorfia
,
appena
la
vide
sboccare
nella
piazzetta
dalla
salita
di
Sant
'
Agata
.
-
Ah
!
...
finalmente
!
...
la
buona
sorella
!
...
quanta
degnazione
!
...
-
Bianca
!
Bianca
!
-
gridava
lo
zio
Limòli
che
non
poteva
tenerle
dietro
.
Dinanzi
al
portone
,
spalancato
a
due
battenti
,
si
affollavano
i
ragazzi
di
Burgio
e
di
don
Luca
.
La
moglie
del
sagrestano
ne
usciva
in
quel
momento
,
arruffata
,
gialla
,
senza
ventre
,
e
si
mise
a
distribuire
scappellotti
a
diritta
e
a
manca
:
-
Via
!
via
di
qua
!
...
Che
aspettate
?
la
festa
?
-
Poscia
entrò
in
chiesa
frettolosa
.
Delle
comari
stavano
alle
finestre
,
curiose
.
In
cima
alla
scala
don
Giuseppe
Barabba
spolverava
delle
bandiere
nere
,
bucate
e
rose
dai
topi
,
collo
stemma
dei
Trao
:
una
macchia
rossa
tutta
intignata
.
Era
corsa
subito
la
zia
Macrì
colla
figliuola
,
e
il
barone
Mèndola
che
stava
lì
vicino
;
una
va
e
vieni
per
la
casa
,
un
odor
d
'
incenso
e
di
moccolaia
,
una
confusione
.
In
fondo
,
attraverso
un
uscio
socchiuso
,
scorgevasi
l
'
estremità
di
un
lettuccio
basso
,
e
un
formicolìo
di
ceri
accesi
,
funebri
,
nel
giorno
chiaro
.
Bianca
non
vide
altro
,
in
mezzo
a
tutti
quei
parenti
che
le
si
affollavano
intorno
,
sbarrandole
il
passo
:
-
No
!
...
lasciatemi
entrare
!
Apparve
un
momento
la
faccia
stralunata
di
don
Ferdinando
,
come
un
fantasma
;
poi
l
'
uscio
si
chiuse
.
Delle
braccia
amiche
la
sorreggevano
,
affettuosamente
,
e
la
zia
Macrì
ripeteva
:
-
Aspetta
!
...
aspetta
!
...
Tornò
la
moglie
del
sagrestano
,
ansante
,
portando
dei
candelieri
sotto
il
grembiule
.
Suo
marito
,
che
si
affacciò
di
nuovo
all
'
uscio
,
venne
a
dire
:
-
C
'
è
il
viatico
...
l
'
estrema
unzione
...
Ma
non
sente
...
-
Voglio
vederlo
!
...
Lasciatemi
andare
!
-
Bianca
!
...
in
questo
momento
!
...
Bianca
!
...
-
Vuoi
ammazzarlo
?
...
Una
commozione
!
...
Se
ti
sente
!
...
Non
far
così
,
via
,
Bianca
!
...
Un
bicchier
d
'
acqua
!
...
presto
!
...
Donna
Agrippina
corse
in
cucina
.
S
'
aprì
l
'
uscio
un
'
altra
volta
su
di
un
luccichìo
di
processione
.
Il
prete
,
il
baldacchino
,
i
lanternoni
del
viatico
passarono
come
una
visione
.
Il
marchese
,
inchinandosi
sino
a
terra
,
borbottò
:
-
Domine
,
salva
me
...
-
Amen
!
-
rispose
il
sagrestano
.
-
Ho
fatto
quel
che
ho
potuto
...
solo
come
un
cane
!
...
due
volte
dal
medico
!
...
di
notte
!
...
Anche
dal
farmacista
!
...
dice
che
il
conto
è
lungo
...
e
non
ci
ha
l
'
erba
di
Lazzaro
risuscitato
,
poi
!
...
-
Perché
?
...
perchè
non
mi
lasciate
entrare
?
...
Che
ho
fatto
?
...
-
Essa
tremava
così
che
i
denti
facevano
tintinnare
il
bicchiere
,
quasi
fuori
di
sè
,
fissando
addosso
alla
gente
gli
occhi
spaventati
.
-
Lasciatemi
!
lasciatemi
entrare
!
Lo
zio
marchese
si
affrettò
a
cavare
il
fazzoletto
per
asciugarle
tutta
l
'
acqua
che
si
era
versata
addosso
.
Il
barone
Mèndola
e
la
zia
Macrì
stavano
discorrendo
nel
vano
del
finestrone
:
-
Una
malattia
lunga
!
...
Tutti
così
quei
Trao
!
...
non
c
'
è
che
fare
!
...
-
Guarda
!
-
esclamò
il
barone
che
stava
da
un
po
'
attento
.
-
Hanno
aperto
un
finestrino
sul
mio
tetto
...
laggiù
!
...
quel
ladro
di
Canali
!
...
Fortuna
che
me
ne
sia
accorto
!
Lo
citerò
in
giudizio
!
...
una
citazione
nera
come
la
pece
!
...
-
Don
Luca
!
don
Luca
!
-
si
udì
gridare
.
L
'
uscio
si
spalancò
a
un
tratto
,
e
comparve
don
Ferdinando
agitando
le
braccia
in
aria
.
Don
Luca
corse
a
precipizio
.
Successe
un
momento
di
confusione
:
delle
strida
,
delle
voci
concitate
,
un
correre
all
'
impazzata
,
donna
Agrippina
che
cercava
l
'
aceto
dei
sette
ladri
,
gli
altri
che
stentavano
a
trattenere
Bianca
,
la
quale
faceva
come
una
pazza
,
con
la
schiuma
alla
bocca
,
gli
occhi
che
mandavano
lampi
,
e
non
si
riconoscevano
più
.
-
Perchè
?
...
perchè
non
volete
?
Lasciatemi
!
lasciatemi
!
...
lasciatemi
entrare
!
...
-
Sì
!
sì
!
-
disse
lo
zio
marchese
.
-
E
'
giusto
che
lo
veda
!
...
Lasciatela
entrare
.
Ella
scorse
un
corpo
lungo
e
stecchito
nel
lettuccio
basso
,
un
mento
aguzzo
,
ispido
di
barba
grigiastra
,
rivolto
in
su
,
e
due
occhi
glauchi
,
spalancati
.
-
Diego
!
...
Diego
!
...
fratello
mio
!
...
-
Non
fate
a
quel
modo
,
donna
Bianca
!
-
disse
piano
don
Luca
.
-
Se
ci
sente
ancora
,
il
poveretto
,
figuratevi
che
spavento
!
...
Essa
si
arrestò
tutta
tremante
,
atterrita
,
colle
mani
nei
capelli
,
guardandosi
intorno
trasognata
.
A
un
tratto
fissò
gli
occhi
asciutti
ed
arsi
su
don
Ferdinando
che
annaspava
stralunato
,
quasi
volesse
allontanarla
dal
letto
.
-
Nulla
!
...
nulla
m
'
avete
fatto
sapere
!
...
Non
son
più
nulla
...
un
'
estranea
!
...
Fuori
,
dalla
casa
e
dal
cuore
!
...
fuori
!
...
da
per
tutto
!
-
Zitta
!
...
-
balbettò
don
Ferdinando
mettendo
il
dito
tremante
sulla
bocca
.
-
Poi
!
...
poi
!
...
Adesso
taci
!
...
Tanta
gente
,
vedi
!
...
-
Bianca
!
Bianca
!
...
-
supplicavano
gli
altri
abbracciandola
,
spingendola
,
tirandola
per
le
vesti
.
-
Portatela
via
!
...
-
gridò
la
zia
Macrì
dall
'
uscio
.
-
Nello
stato
in
cui
è
,
la
poveretta
...
succederà
qualche
altra
tragedia
!
...
Frattanto
giunse
donna
Sarina
Cirmena
,
scalmanata
,
in
un
bagno
di
sudore
.
-
L
'
ho
saputo
or
ora
!
-
balbettò
lasciandosi
cadere
sul
seggiolone
di
cuoio
in
mezzo
ai
parenti
riuniti
nella
gran
sala
.
-
Che
volete
?
con
quel
parapiglia
che
c
'
è
stato
nel
paese
!
Se
non
era
pel
viatico
che
vidi
venire
da
queste
parti
...
Il
marchese
indicò
l
'
uscio
dell
'
altra
stanza
con
un
cenno
del
capo
.
La
zia
Cirmena
,
accasciata
sul
seggiolone
,
col
fazzoletto
agli
occhi
,
piagnucolò
:
-
Io
non
ci
reggo
a
queste
scene
!
...
Sono
tutta
sottosopra
!
...
-
E
siccome
continuava
a
interrogare
cogli
occhi
or
questo
e
or
quello
,
donna
Agrippina
rispose
sottovoce
,
compunta
,
facendo
il
segno
della
croce
:
-
Or
ora
!
...
cinque
minuti
fa
!
Don
Giuseppe
venne
recando
in
fascio
le
bandiere
:
-
Ecco
!
...
Il
falegname
è
avvertito
.
Il
barone
Mèndola
s
'
alzò
per
andare
a
sentire
cosa
volesse
.
-
Va
bene
,
va
bene
,
-
disse
Mèndola
.
-
Or
ora
si
pensa
a
tutto
.
Don
Luca
?
ehi
?
don
Luca
?
Appena
il
sagrestano
affacciò
il
capo
all
'
uscio
,
si
udirono
delle
strida
che
laceravano
il
cuore
.
-
Povera
Bianca
!
...
sentite
?
-
Fa
come
una
pazza
!
-
confermò
don
Luca
.
-
Si
strappa
i
capelli
!
...
Il
barone
Mèndola
lo
interrogò
dinanzi
a
tutti
quanti
:
-
Avete
pensato
a
ogni
cosa
,
eh
,
don
Luca
?
-
Sissignore
.
Il
catafalco
,
le
bandiere
,
tante
messe
quanti
preti
ci
sono
.
Ma
chi
paga
?
-
Andate
!
andate
!
-
interruppe
vivamente
la
Cirmena
spingendo
per
le
spalle
il
sagrestano
verso
la
camera
del
morto
,
dove
cresceva
il
trambusto
.
-
Mi
dispiace
!
-
osservò
la
zia
Macrì
alzandosi
per
vedere
dov
'
era
arrivato
il
sole
.
-
Mi
dispiace
che
si
fa
tardi
e
a
casa
mia
non
c
'
è
nessuno
per
preparare
un
boccone
.
Uscì
don
Luca
dalla
camera
del
morto
,
turbato
in
viso
.
-
E
'
un
affar
serio
...
Bisognerà
portarla
via
per
amore
o
per
forza
!
...
Vi
dico
ch
'
è
un
affar
serio
!
-
E
'
permesso
?
Si
può
?
Era
il
vocione
del
cacciatore
che
accompagnava
la
baronessa
Mèndola
,
col
cappello
piumato
,
le
calze
imbottite
di
noci
.
La
vecchia
,
senza
bisogno
di
udir
altro
,
diritta
e
stecchita
come
un
fuso
,
andò
a
prendere
il
suo
posto
fra
i
parenti
che
al
suo
apparire
s
'
erano
taciuti
,
seduti
intorno
sui
seggioloni
antichi
,
col
viso
lungo
e
le
mani
sul
ventre
.
La
baronessa
guardava
intorno
,
gridando
a
voce
alta
:
-
E
la
Rubiera
?
e
la
cugina
Sganci
?
Ora
che
si
fa
?
Bisogna
avvertire
il
parentado
per
le
esequie
...
-
Eccola
lì
!
-
disse
donna
Sarina
all
'
orecchio
della
Macrì
.
-
Cascasse
il
mondo
...
non
manca
mai
!
...
Avete
visto
il
subbuglio
che
c
'
è
per
le
strade
?
La
cugina
rispose
con
un
sorriso
pallido
,
facendo
segno
che
la
vecchia
non
aveva
paura
di
nulla
perché
era
sorda
.
-
Il
fatto
è
...
-
cominciò
il
barone
.
Ma
in
quel
momento
portavano
Bianca
svenuta
,
le
braccia
penzoloni
,
donna
Agrippina
e
il
sagrestano
rossi
,
ansanti
,
e
col
fiato
ai
denti
.
-
Quasi
fosse
morta
!
-
sbuffò
il
sagrestano
.
-
Gli
pesano
le
ossa
!
...
-
La
zia
Macrì
consigliò
:
-
Lì
,
lì
,
nella
sua
camera
!
...
-
Il
fatto
è
...
-
riprese
il
barone
Mèndola
sottovoce
,
tirando
in
disparte
il
cugino
Limòli
e
donna
Sarina
Cirmena
,
-
il
fatto
è
che
bisogna
concertarsi
pel
funerale
.
Adesso
vedrete
che
spuntano
fuori
i
parenti
del
cognato
Motta
...
Faremo
un
bel
vedere
!
...
al
fianco
di
Burgio
e
di
mastro
Nunzio
Motta
!
...
Ma
il
marito
non
si
può
lasciarlo
fuori
...
E
'
una
disgrazia
,
non
dico
di
no
...
ma
bisogna
sorbirsi
mastro
-
don
Gesualdo
,
eh
?
...
-
Sicuro
!
sicuro
!
-
rispose
la
zia
Cirmena
.
Essa
voleva
fare
qualche
altra
obiezione
.
Ma
il
marchese
Limòli
disse
il
fatto
suo
:
-
Lasciate
correre
,
cugina
cara
!
...
Tanto
!
...
il
morto
è
morto
,
e
non
parla
più
.
-
Allora
!
...
-
ribatté
la
Cirmena
diventando
rossa
,
-
è
una
bella
porcheria
che
mastro
-
don
Gesualdo
non
si
sia
fatto
neppur
vedere
!
Mèndola
uscì
sul
pianerottolo
per
dire
a
Barabba
di
correre
a
casa
Sganci
.
-
Ci
vogliono
denari
,
-
disse
piano
tornando
indietro
.
-
Avete
sentito
il
sagrestano
?
Le
spese
chi
le
fa
?
La
zia
Macrì
finse
di
non
udire
,
discorrendo
sottovoce
colla
Cirmena
:
-
Povera
Bianca
!
...
in
quello
stato
!
Quanti
mesi
sono
?
lo
sapete
?
...
-
Sette
...
devono
esser
sette
...
Insomma
un
affar
serio
!
...
Il
marchese
Limòli
,
che
discuteva
insieme
a
Mèndola
e
a
Barabba
sui
preparativi
del
funerale
conchiuse
:
-
Io
inviterei
l
'
Arciconfraternita
dei
Bianchi
trattandosi
di
una
persona
di
riguardo
...
-
Sicuro
...
Bisogna
far
le
cose
con
decoro
...
senza
risparmio
!
...
Ma
ciascuno
vogava
al
largo
quando
si
parlava
di
anticipare
un
baiocco
.
Nella
camera
del
morto
durava
intanto
il
contrasto
fra
la
moglie
del
sagrestano
,
che
voleva
farne
uscire
don
Ferdinando
,
e
lui
che
si
ostinava
a
rimanere
:
come
un
guaiolare
di
cagnuolo
,
e
la
voce
aspra
della
zia
Grazia
,
la
quale
strillava
:
-
Madonna
santa
!
non
capite
proprio
nulla
?
...
Siete
un
ragazzo
tale
e
quale
!
Il
mio
ragazzo
avrebbe
più
giudizio
di
voi
,
guardate
!
E
tutt
'
a
un
tratto
,
in
mezzo
al
crocchio
dei
parenti
che
discorrevano
sottovoce
,
si
vide
capitare
don
Ferdinando
strascicando
le
gambe
,
coi
capelli
arruffati
,
la
camicia
aperta
,
il
viso
di
un
cadavere
anch
'
esso
,
recando
uno
scartafaccio
che
andava
mostrando
a
tutti
quanti
:
-
Ecco
il
privilegio
!
...
Il
diploma
del
Re
Martino
...
Bisogna
metterlo
nell
'
iscrizione
mortuaria
...
Bisogna
far
sapere
che
noi
abbiamo
diritto
di
esser
seppelliti
nelle
tombe
reali
...
una
cum
regibus
!
Ci
avete
pensato
alle
bandiere
collo
stemma
?
Ci
avete
pensato
al
funerale
?
-
Sì
,
sì
,
non
dubitate
...
Come
ciascuno
evitava
di
impegnarsi
direttamente
,
voltandogli
le
spalle
,
don
Ferdinando
andava
dall
'
uno
all
'
altro
biascicando
,
colle
lagrime
agli
occhi
:
-
Una
cum
regibus
!
...
Il
mio
povero
fratello
!
...
Una
cum
regibus
!
...
-
Va
bene
,
va
bene
,
-
gli
rispose
il
marchese
Limòli
.
-
Non
ci
pensate
.
Il
barone
Mèndola
,
che
era
stato
a
confabulare
con
della
gente
,
fuori
sul
pianerottolo
,
rientrò
gesticolando
:
-
Signori
miei
!
...
se
sapeste
!
...
Casco
dalle
nuvole
!
...
-
Zitto
!
-
gli
fece
segno
il
marchese
,
-
zitto
!
Che
cos
'
è
adesso
?
...
Nella
camera
di
Bianca
udivasi
un
gran
trambusto
;
delle
voci
affannose
e
supplichevoli
;
un
tramenìo
come
di
gente
in
lotta
;
grida
deliranti
di
dolore
e
di
collera
;
poscia
un
urlo
che
fece
trasalire
tutti
quanti
.
L
'
uscio
fu
sbatacchiato
con
impeto
,
e
ne
uscì
all
'
improvviso
il
marchese
stravolto
.
Un
momento
dopo
si
affacciò
la
zia
Macrì
gridando
:
-
Un
medico
!
Presto
!
presto
!
Giungevano
allora
altri
parenti
in
processione
,
compunti
coi
guanti
neri
.
In
mezzo
al
rumore
delle
seggiole
smosse
la
zia
Macrì
tornò
a
gridare
:
-
Presto
!
un
medico
!
presto
!
IV
"
Se
agglomerate
cerimonie
tema
non
forman
delle
mie
verghe
non
ne
traligna
l
'
ossequio
.
Sì
che
sorgenti
men
fallaci
e
più
stabili
le
sole
preci
ne
reputo
.
Il
favor
di
un
vostro
sguardo
è
quel
che
anelo
,
e
lo
ambisco
mercé
delle
melenzose
mie
riga
.
L
'
ore
7
del
17
.
"
Barone
Antonino
Rubiera
.
"
-
Sicuro
!
-
aggiunse
mastro
Titta
che
stava
sull
'
uscio
del
palchetto
,
mentre
donna
Fifì
compitava
la
letterina
.
-
Me
l
'
ha
data
lui
stesso
,
il
baronello
,
per
consegnarla
di
nascosto
alla
prima
donna
.
Ma
,
per
carità
!
Son
padre
di
famiglia
!
...
Non
mi
fate
perdere
il
pane
.
Donna
Fifì
,
gialla
dalla
bile
,
non
rispose
neppure
.
Di
nascosto
,
dietro
il
parapetto
,
spiegazzava
la
lettera
con
mano
febbrile
.
Indi
la
passò
alla
mamma
che
balbettava
.
-
Ma
sentiamo
...
Cosa
dice
?
...
-
Me
ne
vo
,
-
riprese
il
barbiere
umilmente
.
-
Torno
sul
palcoscenico
perché
adesso
lei
ammazza
il
primo
amoroso
,
e
devo
pettinarla
coi
capelli
giù
per
le
spalle
...
Mi
raccomando
,
donna
Fifì
!
...
Non
mi
tradite
!
...
-
Ma
che
dice
?
-
ripeté
la
mamma
.
Nicolino
cacciò
il
capo
fra
di
loro
,
e
si
buscò
una
pedata
.
Agli
strilli
accorse
don
Filippo
,
che
stava
passeggiando
nel
corridoio
,
perché
il
palco
era
pieno
zeppo
.
-
Che
c
'
è
?
...
Al
solito
!
Facciamo
ribellare
tutto
il
teatro
...
soltanto
noi
!
...
Canali
cacciò
anche
lui
il
capo
dentro
il
palchetto
.
-
State
attenti
!
Ora
c
'
è
la
scena
in
cui
s
'
ammazzano
!
...
-
Magari
!
-
borbottò
fra
i
denti
Fifì
.
-
Eh
?
Che
cosa
?
-
Nulla
.
Fifì
ha
mal
di
capo
,
-
rispose
don
Filippo
.
Quindi
piano
alla
moglie
:
-
Si
può
sapere
che
cosa
c
'
è
?
-
Si
soffoca
!
-
aggiunse
Canali
.
-
Mi
fate
un
po
'
di
posto
?
...
Guardate
lassù
!
...
quanta
gente
!
Quasi
quasi
mi
metto
in
maniche
di
camicia
.
C
'
era
una
siepe
di
teste
.
Dei
contadini
ritti
in
piedi
sulle
panche
della
piccionaia
,
che
si
tenevano
alle
travi
del
soffitto
per
guardar
giù
in
platea
;
dei
ragazzi
che
si
spenzolavano
quasi
fuori
della
ringhiera
,
come
stessero
a
rimondar
degli
ulivi
;
una
folla
tale
che
la
signora
Capitana
,
nel
palco
dirimpetto
,
minacciava
di
svenirsi
ogni
momento
,
colla
boccetta
d
'
acqua
d
'
odore
sotto
il
naso
.
-
Perché
non
si
fa
slacciare
dal
Capitan
d
'
Arme
?
-
disse
Canali
che
aveva
di
tali
uscite
.
Il
barone
Mèndola
,
il
quale
stava
facendo
visita
a
donna
Giuseppina
Alòsi
nel
palco
accanto
,
si
voltò
colla
sua
risata
sciocca
che
si
udiva
per
tutta
la
sala
.
Donna
Giovannina
si
fece
rossa
.
Mita
sgranò
tanto
d
'
occhi
,
e
la
mamma
spinse
Canali
fuori
dell
'
uscio
.
Poi
disse
a
Fifì
:
-
Bada
!
La
Capitana
ti
guarda
col
cannocchiale
!
...
-
No
!
Non
guarda
me
!
-
rispose
lei
facendo
una
spallata
.
-
Ne
volete
sentire
una
nuova
?
-
seguitò
il
barone
ostinandosi
a
cacciare
il
capo
nel
vano
dell
'
uscio
.
-
C
'
è
un
casa
del
diavolo
,
dalla
Capitana
!
...
Fa
sorvegliare
la
locanda
dov
'
è
alloggiata
la
prima
donna
!
...
Suo
marito
stesso
,
poveretto
!
...
Pare
che
ne
abbia
scoperto
delle
belle
!
...
-
Il
Capitan
d
'
Arme
,
seccato
,
fu
costretto
a
rimbeccargli
:
-
Perché
non
badate
a
quel
che
succede
in
casa
vostra
,
caro
collega
?
-
Ehm
!
ehm
!
-
tossì
don
Filippo
gravemente
.
Dalla
platea
intimarono
pure
silenzio
,
giacché
s
'
alzava
il
sipario
.
Donna
Bellonia
allora
cavò
fuori
gli
occhiali
per
leggere
il
biglietto
,
dietro
le
spalle
di
Fifì
.
-
Ma
che
dice
?
Io
non
ci
capisco
niente
!
...
-
Ah
,
non
capite
?
...
Non
me
ne
ha
scritta
mai
una
così
bella
!
...
l
'
infame
!
il
traditore
!
...
Il
fatto
è
che
Ciolla
,
il
quale
si
piccava
di
letteratura
,
ci
s
'
era
stillata
la
quintessenza
del
cervello
,
chiusi
tutti
e
due
a
quattr
'
occhi
col
baronello
nella
retrobottega
di
Giacinto
.
Don
Filippo
tornò
a
domandare
:
-
Ma
che
c
'
è
?
Si
può
sapere
?
-
Ssst
!
!
!
-
zittirono
dalla
platea
.
Si
sarebbe
udita
volare
una
mosca
.
La
prima
donna
,
tutta
bianca
fuorché
i
capelli
,
sciolti
giù
per
le
spalle
,
come
l
'
aveva
pettinata
mastro
Titta
,
faceva
accapponar
la
pelle
a
quanti
stavano
a
sentirla
.
Alcuni
,
dall
'
ansia
,
s
'
erano
anche
alzati
in
piedi
,
malgrado
le
proteste
di
quelli
ch
'
erano
seduti
dietro
e
non
vedevano
niente
.
Lo
stesso
Canali
,
commosso
,
si
soffiava
il
naso
come
una
tromba
.
-
Guardate
!
guardate
!
...
adesso
!
...
"
Io
!
...
io
stessa
!
...
con
questa
destra
che
tu
impalmasti
,
giurandomi
eterna
fé
!..."
L
'
amoroso
,
un
mingherlino
che
lei
si
sarebbe
messo
in
tasca
,
indietreggiava
a
passi
misurati
,
con
una
mano
sul
giustacuore
di
velluto
,
e
l
'
altra
,
in
atto
di
orrore
,
fra
i
capelli
arricciati
.
-
Non
ci
reggo
,
no
!
-
borbottò
Canali
.
E
scappò
via
,
giusto
nel
momento
che
risuonavano
gli
applausi
.
-
Che
comica
,
eh
?
Che
talento
?
-
esclamò
don
Filippo
smanacciando
lui
pure
.
-
Peste
!
...
maleducato
!
...
Nicolino
impaurito
sgambettava
e
cacciavasi
verso
l
'
uscio
a
testa
in
giù
,
strillando
che
voleva
andarsene
.
Un
terremoto
giù
in
platea
.
Tutti
in
piedi
,
vociando
e
strepitando
.
La
prima
donna
ringraziava
di
qua
e
di
là
,
dimenando
i
fianchi
,
saettando
il
collo
a
destra
e
a
sinistra
al
pari
di
una
testuggine
,
mandando
baci
e
sorrisi
a
tutti
quanti
sulla
punta
delle
dita
,
colle
labbra
cucite
dal
rossetto
,
il
seno
che
le
scappava
fuori
tremolante
ad
ogni
inchino
.
-
Sangue
di
!
...
corpo
di
!
...
-
esclamò
Canali
che
era
tornato
ad
applaudire
.
-
Son
maritato
!
...
son
padre
di
famiglia
!
...
Ma
farei
uno
sproposito
!
...
-
Papà
mio
!
papà
mio
!
-
proruppe
allora
donna
Fifì
,
scoppiando
a
piangere
addosso
al
genitore
.
-
Se
mi
volete
bene
,
papà
mio
,
fatemi
bastonare
a
dovere
quella
sgualdrina
!
...
-
Eh
?
...
-
balbettò
don
Filippo
rimasto
a
bocca
aperta
e
con
le
mani
in
aria
.
-
Che
ti
piglia
adesso
?
Donna
Bellonia
,
Mita
,
Giovannina
,
tutte
insieme
si
alzarono
per
calmare
Fifì
,
circondandola
,
spingendola
in
fondo
,
verso
l
'
uscio
,
per
nasconderla
.
Nei
palchi
dirimpetto
,
giù
in
platea
,
vi
fu
un
ondeggiare
di
teste
,
delle
risate
,
dei
curiosi
che
appuntavano
il
cannocchiale
verso
il
palchetto
dei
Margarone
.
Don
Filippo
,
onde
far
cessare
lo
scandalo
,
si
mise
in
prima
fila
,
insieme
a
Nicolino
,
appoggiandosi
al
parapetto
,
salutando
le
signore
col
sorriso
a
fior
di
labbra
,
mentre
borbottava
sottovoce
:
-
Stupida
!
...
Tuo
fratello
,
così
piccolo
,
ha
più
giudizio
di
te
,
guarda
!
...
Anche
nel
palco
accanto
si
udiva
un
tramenìo
.
La
signora
Alòsi
tutta
affaccendata
,
con
la
boccettina
d
'
acqua
d
'
odore
in
mano
,
e
il
barone
Mèndola
voltando
la
schiena
al
teatro
,
scuotendo
per
le
braccia
un
ragazzetto
bianco
al
par
della
camicia
,
abbandonato
sulla
seggiola
.
-
Gli
è
venuto
male
al
piccolo
La
Gurna
...
-
disse
il
barone
Mèndola
dal
palco
di
donna
Giuseppina
.
-
Capisce
come
uno
grande
!
...
Una
seccatura
!
-
Come
la
mia
Fifì
...
or
ora
!
...
Benedetti
ragazzi
!
Pigliano
tutto
sul
serio
!
...
Il
fanciullo
,
pallido
,
con
grandi
occhi
intelligenti
e
timidi
,
guardava
ancora
la
scena
a
sipario
calato
.
Donna
Giuseppina
,
dopo
che
il
nipotino
si
fu
riavuto
alquanto
,
offrì
per
cortesia
la
sua
boccetta
d
'
odore
ai
Margarone
.
Don
Filippo
seguitò
a
brontolare
sottovoce
:
-
Tale
e
quale
come
il
ragazzo
La
Gurna
che
ha
sett
'
anni
!
...
Vergogna
!
...
Non
mi
ci
pescate
più
,
parola
d
'
onore
!
Ma
tacque
vedendo
entrare
Mèndola
che
veniva
a
far
visita
,
vestito
in
gala
,
colla
giamberga
verde
bottiglia
,
i
calzoni
fior
di
pomo
,
soltanto
il
corvattone
nero
pel
lutto
del
cugino
Trao
.
Andava
così
facendo
visite
da
un
palco
all
'
altro
,
per
non
pagare
il
posto
.
-
Non
vi
scomodate
...
un
posticino
...
in
un
cantuccio
...
Voi
,
Canali
,
potete
andare
da
donna
Giuseppina
,
qui
accanto
,
che
non
c
'
è
nessuno
!
...
No
,
no
,
in
verità
,
nessuno
!
...
Sarino
,
il
suo
figliuoletto
,
quello
alto
quanto
il
ventaglio
,
sapete
la
canzone
?
...
e
Corradino
La
Gurna
,
il
ragazzo
della
zia
Trao
...
Donna
Giuseppina
lo
conduce
dove
va
per
servirle
di
paravento
...
quando
aspetta
certe
visite
...
capite
?
L
'
hanno
mandato
apposta
da
Siracusa
per
romperci
le
tasche
!
...
-
Poscia
,
appena
Canali
se
ne
fu
andato
:
-
Ora
arriva
anche
Peperito
!
...
Non
mi
piace
giuocare
a
tressetti
!
...
-
E
ammiccò
chiudendo
un
occhio
.
Nessuno
gli
rispose
.
Allora
vedendo
quei
musi
lunghi
,
ripigliò
,
cambiando
tono
:
-
Che
produzione
,
eh
?
La
donna
specialmente
!
...
M
'
ha
fatto
piangere
come
un
bambino
!
-
Anche
qui
!
anche
qui
!
-
rispose
don
Filippo
,
fingendo
di
volgerla
in
burletta
.
-
Ah
,
donna
Fifì
?
...
Allegramente
,
ché
adesso
,
al
terz
'
atto
,
fanno
pace
fra
di
loro
.
Lui
è
ferito
soltanto
.
Lo
salva
una
ragazza
che
l
'
ama
di
nascosto
,
e
viceversa
poi
si
scopre
esser
sua
sorella
di
latte
...
Una
produzione
che
fu
replicata
due
sere
di
seguito
a
Caltagirone
...
Ohi
!
ohi
!
...
cos
'
è
adesso
?
Il
Capitan
d
'
Arme
,
dal
palco
dirimpetto
,
credendo
di
non
esser
visto
,
dietro
le
spalle
della
Capitana
,
faceva
segno
verso
di
loro
col
fazzoletto
bianco
,
fingendo
di
soffiarsi
il
naso
.
Mèndola
nel
voltarsi
sorprese
pure
donna
Giovannina
col
fazzoletto
al
viso
.
Ella
abbassò
subito
gli
occhi
e
si
fece
rossa
come
un
peperone
.
-
Ah
!
ah
!
...
Sicuro
!
Una
bella
compagnia
!
Fortuna
che
sia
capitata
da
queste
parti
!
La
prima
donna
specialmente
!
...
Sta
lì
,
di
faccia
a
casa
mia
,
nella
locanda
di
Nanni
Ninnarò
.
Bisogna
vedere
ogni
sera
,
dopo
la
recita
!
...
-
E
terminò
la
frase
all
'
orecchio
di
don
Filippo
,
il
quale
rispose
:
-
Ehm
!
...
ehm
!
...
-
Ti
dò
uno
sgrugno
,
-
minacciò
intanto
la
mamma
sottovoce
,
mangiandosi
cogli
occhi
Giovannina
.
-
Ti
fo
venire
adesso
il
raffreddore
!
...
-
Sicuro
!
-
riprese
il
barone
ad
alta
voce
perché
non
capissero
le
ragazze
.
-
Padrone
del
campo
veramente
è
il
padre
nobile
,
quello
che
avete
visto
col
barbone
bianco
.
Finta
che
litigano
ogni
sera
sul
palcoscenico
...
Ma
poi
,
a
casa
,
bisogna
vedere
!
...
Non
vi
dico
altro
!
Ho
fatto
un
buco
apposta
nell
'
impannata
del
granaio
che
guarda
appunto
in
camera
sua
.
Però
ci
sono
gli
avventizî
,
i
devoti
spiccioli
,
capite
?
quelli
che
vanno
a
portare
la
loro
offerta
...
Il
figlio
del
notaro
Neri
ha
saccheggiato
la
dispensa
,
nel
tempo
che
suo
padre
era
fuggiasco
...
salsicciotti
,
reste
di
fichi
secchi
,
pezze
intere
di
cacio
...
Portava
ogni
giorno
qualcosa
in
tasca
...
Ohi
!
ohi
!
...
La
signora
Capitana
si
disponeva
ad
andarsene
prima
del
tempo
.
In
piedi
,
sul
davanti
del
palchetto
,
aveva
tolto
con
mal
garbo
il
guardaspalle
al
Capitan
d
'
Arme
,
e
l
'
aveva
dato
al
tenente
,
il
quale
glielo
accomodava
sugli
omeri
nudi
in
barba
al
suo
superiore
,
adagio
adagio
,
facendo
il
comodo
suo
,
senza
curarsi
di
tutti
quegli
occhi
che
avevano
addosso
.
Don
Bastiano
Stangafame
dall
'
altro
lato
,
col
ventaglio
in
mano
,
e
il
marito
,
pacifico
,
che
guardava
e
taceva
.
Mèndola
diede
una
gomitata
a
Margarone
,
e
tutti
e
due
si
misero
a
guardare
in
aria
,
grattandosi
il
mento
.
Canali
osservò
dal
palco
accanto
:
-
Un
po
'
per
uno
,
non
fa
male
a
nessuno
!
...
-
Badate
a
voi
piuttosto
!
...
badate
!
...
-
Sì
,
sì
,
l
'
ho
visto
venire
...
Adesso
scappo
,
prima
che
giunga
il
cavaliere
...
S
'
imbatté
col
Peperito
giusto
sull
'
uscio
del
corridoio
.
-
Oh
,
cavaliere
!
...
Beato
chi
vi
vede
!
S
'
era
inquieti
da
queste
parti
...
parola
d
'
onore
!
...
-
Perché
?
-
balbettò
Peperito
facendosi
rosso
.
-
Così
...
Una
produzione
come
questa
che
fa
correre
tutto
il
paese
...
Si
diceva
...
come
va
che
il
cavaliere
?
...
Peperito
esitò
alquanto
,
cercando
la
risposta
,
non
sapendo
se
dovesse
mettersi
in
collera
,
e
poi
gli
sbatté
l
'
uscio
sul
muso
.
-
Ora
fanno
il
quadro
degli
innocenti
!
-
soggiunse
Canali
ridendo
.
-
Vado
in
platea
per
vederlo
di
laggiù
.
-
Allegramente
,
donna
Fifì
!
-
disse
poi
Mèndola
.
-
Non
vi
sono
né
morti
né
feriti
!
...
Se
non
arriviamo
a
farvi
ridere
in
nessun
modo
,
vuol
dire
...
In
quella
si
udì
nel
corridoio
un
fruscìo
di
seta
,
e
un
rumore
di
sciabole
e
di
speroni
.
Donna
Giovannina
si
fece
di
brace
in
volto
,
sentendosi
addosso
gli
occhi
della
mamma
.
La
signora
Capitana
spinse
l
'
uscio
del
palchetto
,
e
mise
dentro
la
sua
testolina
riccioluta
e
sorridente
.
-
No
,
no
,
non
vi
scomodate
.
Son
passata
un
momento
a
salutarvi
.
Un
'
indecenza
questa
produzione
...
Io
me
ne
vo
per
non
sentir
altro
...
E
il
vestito
della
donna
!
...
avete
visto
,
nel
chinarsi
?
...
-
Eh
!
eh
!
...
-
rispose
don
Filippo
accennando
alle
sue
ragazze
.
-
Precisamente
!
Una
mamma
non
potrà
condurre
in
teatro
le
figliuole
.
-
E
'
giusto
!
-
osservò
allora
don
Filippo
.
-
Dovrebbe
interessarsene
l
'
autorità
...
Il
tenente
,
che
le
cortesie
della
signora
Capitana
avevano
messo
in
vena
,
aggiunse
:
-
Io
sono
l
'
autorità
.
Ora
corro
sul
palcoscenico
per
vedere
s
'
è
quel
che
dico
io
...
Voglio
toccare
con
mano
come
san
Tommaso
!
Ma
nessuno
rise
.
Solo
la
Capitana
,
dandogli
un
colpetto
sul
braccio
,
si
chinò
sorridendo
all
'
orecchio
di
donna
Bellonia
per
confidarle
ciò
che
affermava
il
tenente
:
-
Io
dico
di
no
,
invece
.
Guardate
donna
Giovannina
...
E
'
grassa
quasi
quanto
la
prima
donna
,
eppure
non
si
vede
...
Un
po
'
...
sì
...
da
vicino
...
forse
pel
busto
che
stringe
troppo
...
-
Graziosissimo
!
...
-
borbottò
il
Capitan
d
'
Arme
dal
corridoio
.
-
Elegantissimo
!
...
Zacco
,
che
giungeva
allora
,
al
vedere
gli
uniformi
stava
per
tornare
indietro
,
tanta
la
paura
che
gli
era
rimasta
da
quell
'
affare
della
Carboneria
.
Ma
poi
si
fece
animo
,
per
non
destar
sospetti
,
e
andò
a
stringere
la
mano
a
tutti
quanti
,
sorridendo
,
giallo
come
un
morto
.
-
Vengo
dalla
cugina
Trao
.
E
'
ancora
in
casa
del
fratello
,
poverina
!
Non
si
può
muovere
!
...
Ha
voluto
partorire
proprio
a
casa
sua
!
...
Io
non
ne
sapevo
nulla
,
giacché
sono
stato
in
campagna
per
badare
ai
miei
interessi
.
-
Ma
che
aspettano
a
battezzare
cotesta
bambina
!
-
chiese
Margarone
.
-
L
'
arciprete
Bugno
fa
un
casa
del
diavolo
per
quell
'
anima
innocente
che
corre
rischio
d
'
andare
al
limbo
.
Allora
prese
la
parola
il
Capitano
Giustiziere
.
-
Aspettano
il
rescritto
di
Sua
Maestà
,
Dio
guardi
...
Un
'
idea
del
marchese
Limòli
,
per
far
passare
il
nome
dei
Trao
ai
collaterali
,
ora
che
sta
per
estinguersi
la
linea
mascolina
...
Le
carte
furono
nelle
mie
mani
...
-
Sì
,
una
gran
famiglia
...
una
gran
casa
,
-
aggiunse
la
signora
Capitana
.
-
Ci
andai
per
far
visita
a
donna
Bianca
.
Ho
visto
anche
la
bambina
...
un
bel
visetto
.
-
Benissimo
!
-
conchiuse
Zacco
.
-
Così
mastro
-
don
Gesualdo
ci
ha
guadagnato
che
neppur
la
sua
figliuola
è
roba
sua
.
La
barzelletta
fece
ridere
.
Canali
che
tornava
colle
tasche
piene
di
bruciate
,
volle
che
gliela
ripetessero
.
-
Buona
sera
!
buona
sera
!
Non
voglio
stare
a
sentire
altro
!
-
esclamò
la
Capitana
tutta
sorridente
,
tappandosi
le
orecchie
con
le
manine
inguantate
.
-
No
...
me
ne
vo
...
davvero
!
...
Erano
tutti
nel
corridoio
:
donna
Fifì
masticando
un
sorriso
fra
i
denti
gialli
;
Nicolino
dietro
a
Canali
il
quale
distribuiva
delle
bruciate
;
anche
donna
Giuseppina
Alòsi
aveva
aperto
l
'
uscio
del
suo
palco
,
per
non
dar
campo
alle
male
lingue
.
Solo
donna
Giovannina
era
rimasta
al
suo
posto
inchiodata
dal
viso
arcigno
della
mamma
.
Don
Ninì
che
veniva
di
nascosto
per
non
destar
i
sospetti
della
fidanzata
vestito
di
nero
,
con
un
mazzolino
di
rose
in
mano
,
rimase
un
po
'
interdetto
trovando
tanta
gente
nel
corridoio
.
Donna
Fifì
gli
rivolse
un
'
occhiataccia
,
e
tirò
sgarbatamente
per
un
braccio
il
fratellino
che
gli
si
arrampicava
addosso
onde
frugargli
nelle
tasche
.
Il
Capitano
d
'
Arme
accarezzò
il
ragazzo
,
e
disse
guardando
nel
palco
dei
Margarone
con
certi
occhi
arditi
:
-
Che
bel
fanciullo
!
...
tanto
simpatico
!
...
Una
bella
famiglia
!
...
Donna
Fifì
gli
rispose
con
un
sorriso
civettuolo
,
proprio
sotto
gli
occhi
del
fidanzato
.
La
Capitana
rise
agro
anche
lei
;
guardò
donna
Giovannina
che
aveva
gli
occhi
lucenti
,
e
siccome
Peperito
stava
accarezzando
Corradino
La
Gurna
per
far
la
corte
a
donna
Giuseppina
,
dicendo
che
aveva
un
'
aria
distinta
,
tutta
l
'
aria
dei
Trao
,
la
Capitana
aggiunse
,
colla
vocina
melata
:
-
E
'
sorprendente
l
'
aria
di
famiglia
che
c
'
è
fra
di
loro
.
Avete
visto
come
somiglia
a
don
Ninì
la
bambina
di
donna
Bianca
?
-
Che
diavolo
!
-
le
borbottò
all
'
orecchio
Canali
.
-
Che
storie
andate
pescando
!
...
Successero
alcuni
istanti
di
silenzio
imbarazzante
.
Zacco
se
ne
andò
canterellando
.
Canali
annunziò
che
stava
per
cominciare
l
'
ultimo
atto
.
Ci
fu
uno
scambio
di
baci
e
di
sorrisi
pungenti
fra
le
signore
;
e
donna
Fifì
si
lasciò
andare
anche
a
stringere
la
mano
che
il
Capitano
le
stendeva
alla
moda
forestiera
,
con
un
molle
abbandono
.
-
Via
,
entrate
un
momento
,
-
disse
donna
Bellonia
al
baronello
.
-
Vi
metterete
in
fondo
al
palco
,
insieme
a
Fifì
,
giacché
siete
in
lutto
.
Nessuno
vi
vedrà
.
Levati
di
lì
,
Giovannina
.
-
Sempre
così
!
-
borbottò
costei
ch
'
era
furiosa
contro
la
sorella
.
-
Mi
tocca
sempre
cedere
il
posto
,
a
me
!
...
-
Mamma
...
lascialo
andare
...
s
'
è
in
lutto
!
...
La
commedia
potrà
vederla
dal
palcoscenico
!
...
-
sogghignò
Fifì
.
-
Io
?
...
Ma
essa
gli
volse
le
spalle
.
Mèndola
s
'
era
ficcato
nel
palco
prima
di
tutti
gli
altri
,
per
veder
la
scena
che
aveva
detto
lui
,
e
faceva
la
spiegazione
a
ogni
parola
.
-
State
attenti
!
...
Ora
si
scopre
che
la
sorella
di
latte
è
figlia
di
un
altro
...
-
Son
cose
che
succedono
!
-
osservò
Canali
dall
'
uscio
.
-
Zitto
!
zitto
!
cattiva
lingua
!
Tutti
gli
occhi
,
anche
quelli
delle
ragazze
,
si
rivolsero
al
baronello
,
il
quale
finse
di
non
capire
.
-
Se
vi
seccate
!
...
-
borbottò
donna
Fifì
,
-
giacchè
state
lì
come
un
grullo
...
volete
andarvene
?
...
-
Io
?
...
-
Ecco
!
...
-
Interruppe
Mèndola
trionfante
.
-
Ecco
!
...
capite
?
-
Son
maritato
!
...
-
tornò
a
dire
Canali
.
-
Son
padre
di
famiglia
...
Ma
farei
volentieri
uno
sproposito
per
la
prima
donna
!
...
Anche
il
nome
ha
bello
!
...
Aglae
...
-
Agli
...
porri
!
...
che
nome
!
...
-
sogghignò
il
barone
Mèndola
.
-
Io
non
saprei
come
fare
...
a
tu
per
tu
!
...
Don
Filippo
tagliò
corto
.
-
E
'
un
'
artistona
...
una
prima
donna
di
cartello
...
Allora
si
capisce
...
-
Sicuro
,
-
si
lasciò
scappare
incautamente
don
Ninì
per
dire
qualche
cosa
.
-
Ah
!
...
Piace
anche
a
voi
?
...
-
Certamente
...
cioè
...
voglio
dire
...
-
Dite
,
dite
pure
!
...
Già
lo
sappiamo
!
...
Mèndola
fiutò
la
burrasca
e
si
alzò
per
svignarsela
:
-
Il
resto
lo
so
.
Buona
sera
.
Con
permesso
,
don
Filippo
.
Sentite
,
Canali
...
Per
disgrazia
la
prima
donna
che
doveva
tenere
gli
occhi
rivolti
al
cielo
nel
declamare
:
"
S
'
è
scritto
lassù
...
dal
Fato
...
"
si
trovò
a
guardare
nel
palco
dei
Margarone
.
Donna
Fifì
allora
non
seppe
più
frenarsi
:
-
Già
,
lo
sappiamo
!
Le
agglomerate
cerimonie
!
...
le
melenzose
riga
!
...
-
Io
?
...
le
melenzose
?
...
Ma
lei
scattò
inferocita
,
quasi
volesse
piantargli
i
denti
in
volto
:
-
Ci
vuole
una
faccia
tosta
!
...
Sissignore
!
la
lettera
con
le
melenzose
!
...
eccola
qua
!
...
-
e
gliela
fregò
sotto
il
naso
,
scoppiando
a
piangere
di
rabbia
.
Don
Ninì
da
prima
rimase
sbalordito
.
Indi
scattò
su
come
una
furia
,
cercando
il
cappello
.
Sull
'
uscio
s
'
imbatté
in
don
Filippo
,
che
accorreva
al
rumore
.
-
Siete
uno
stupido
!
...
un
imbecille
!
...
La
bella
educazione
che
avete
saputo
dare
a
vostra
figlia
!
...
Grazie
a
Dio
,
non
ci
metterò
più
i
piedi
a
casa
vostra
!
E
partì
infuriato
sbatacchiando
l
'
uscio
.
Don
Filippo
che
era
rimasto
a
bocca
aperta
,
appena
il
baronello
se
ne
fu
andato
,
si
cacciò
nel
palchetto
,
sbraitando
contro
la
moglie
alla
sua
volta
:
-
Siete
una
stupida
!
...
Non
avete
saputo
educare
le
figliuole
!
...
Vedete
cosa
mi
tocca
sentirmi
dire
!
...
Non
dovevate
portarmelo
in
casa
quel
facchino
!
...
La
rottura
fece
chiasso
.
Dopo
cinque
minuti
non
si
parlava
d
'
altro
in
tutto
il
teatro
.
Poco
mancò
che
la
produzione
non
terminasse
a
fischi
.
Il
capocomico
se
la
prese
colla
prima
donna
,
che
lo
guastava
con
le
prime
famiglie
del
paese
.
Ma
lei
giurava
e
spergiurava
di
non
conoscerlo
neanche
di
vista
,
quel
barone
,
e
gliene
importava
assai
di
lui
.
L
'
udirono
mastro
Cosimo
il
falegname
e
quanti
erano
sul
palcoscenico
.
Don
Ninì
furibondo
andò
subito
il
giorno
dopo
a
cercare
Ciolla
,
il
quale
se
ne
stava
pei
fatti
suoi
,
dopo
quelle
ventiquattr
'
ore
passate
in
Castello
sottochiave
.
-
Bella
figura
m
'
avete
fatto
fare
colle
vostre
melenzose
!
...
La
sa
a
memoria
tutto
il
paese
la
vostra
lettera
!
...
-
Ebbene
?
cosa
vuol
dire
?
Segno
ch
'
è
piaciuta
,
se
la
sanno
tutti
a
memoria
!
-
E
'
piaciuta
un
corno
!
Lei
dice
che
gliene
importa
assai
di
me
!
-
Oh
!
oh
!
...
E
'
impossibile
!
...
La
lettera
avrebbe
sfondato
un
muro
!
Vuol
dire
che
la
colpa
è
vostra
,
don
Ninì
...
Non
parlo
del
vostro
fisico
...
Bisognava
accompagnarla
con
qualche
regaluccio
,
caro
barone
!
La
polvere
spinge
la
palla
!
Credevate
di
far
colpo
per
la
vostra
bella
faccia
?
...
con
due
baiocchi
di
carta
rasata
?
...
Giacché
a
me
non
mi
avete
dato
nulla
,
veh
!
...
Invano
gli
amici
e
i
parenti
tentarono
d
'
intromettersi
onde
rappattumare
i
fidanzati
.
La
mamma
ripeteva
:
-
Che
vuoi
farci
?
...
Gli
uomini
!
...
Anche
tuo
padre
!
...
-
Don
Filippo
la
pigliava
su
un
altro
tono
:
-
Sciocchezze
...
scappatelle
di
gioventù
!
...
Fu
l
'
occasione
...
la
novità
...
Le
prime
donne
non
vengono
mica
ogni
anno
...
Sei
una
Margarone
alla
fin
fine
!
Lui
non
cambia
certo
una
Margarone
con
una
comica
!
Poi
,
se
perdono
io
che
sono
offeso
maggiormente
!
...
Ma
donna
Fifì
non
si
placava
.
Diceva
che
non
voleva
saperne
più
di
colui
,
uno
sciocco
,
un
avaraccio
,
il
barone
Melenzose
!
...
Se
mai
,
non
le
sarebbe
mancato
un
pretendente
cento
volte
meglio
di
lui
...
Andava
scorbacchiandolo
con
tutti
,
amiche
e
parenti
.
Don
Ninì
dalla
rabbia
avrebbe
fatto
non
so
che
cosa
.
Giurava
che
voleva
spuntarla
ad
ogni
costo
,
ed
avere
la
prima
donna
,
non
fosse
altro
per
dispetto
.
-
Ah
!
gliela
farò
vedere
a
quella
strega
!
La
polvere
spinge
la
palla
!
...
E
mandò
a
regalare
salsicciotti
,
caciocavallo
,
un
bottiglione
di
vino
.
Empirono
la
tavola
della
locanda
.
Non
si
parlava
d
'
altro
in
tutto
il
paese
.
Il
barone
Mèndola
narrava
che
ogni
sera
si
vedevano
le
Nozze
di
Cana
dal
suo
buco
.
Regali
sopra
regali
,
tanto
che
la
baronessa
dovette
nascondere
la
chiave
della
dispensa
.
Mastro
Titta
venne
a
dire
infine
a
don
Ninì
:
-
Non
resiste
più
,
vossignoria
!
Ha
perso
la
testa
,
la
prima
donna
.
Ogni
sera
,
mentre
sto
a
pettinarla
,
non
mi
parla
d
'
altro
.
-
Se
mi
fa
avere
la
soddisfazione
che
dico
io
!
...
Sotto
gli
occhi
medesimi
di
donna
Fifì
voglio
avere
la
soddisfazione
!
Voglio
farla
morir
tisica
!
Fu
una
delusione
il
primo
incontro
.
La
signora
Aglae
faceva
una
parte
di
povera
cieca
,
e
aveva
il
viso
dipinto
al
pari
di
una
maschera
.
Nondimeno
lo
accolse
come
una
regina
nel
bugigattolo
dove
c
'
era
un
gran
puzzo
di
moccolaia
e
lo
presentò
a
un
omaccione
,
il
quale
stava
frugando
dentro
il
cassone
,
in
maniche
di
camicia
,
e
non
si
voltò
neppure
.
-
Il
barone
Rubiera
,
distinto
cultore
...
Il
signor
Pallante
celebre
artista
.
Poi
volse
un
'
occhiata
alla
schiena
del
celebre
artista
che
continuava
a
rovistare
brontolando
,
un
'
altra
più
lunga
a
don
Ninì
,
e
soggiunse
a
mezza
voce
:
-
Lo
conoscevo
di
già
!
...
Lo
vedo
ogni
sera
...
in
platea
!
Egli
invece
stava
per
scusarsi
che
in
teatro
non
era
venuto
a
causa
del
lutto
;
ma
in
quella
si
voltò
il
signor
Pallante
colle
mani
sporche
di
polvere
,
il
viso
impiastricciato
anche
lui
,
e
una
vescica
in
testa
dalla
quale
pendevano
dei
capelli
sudici
.
-
Non
c
'
è
,
-
disse
con
un
vocione
che
sembrava
venire
di
sotterra
.
-
Te
l
'
avevo
detto
!
...
accidenti
!
-
E
se
ne
andò
brontolando
.
Ella
guardò
intorno
in
aria
di
mistero
,
colle
pupille
stralunate
in
mezzo
alle
occhiaie
nere
;
andò
a
chiudere
l
'
uscio
in
punta
di
piedi
,
e
poscia
si
voltò
verso
il
giovane
,
con
una
mano
sul
petto
,
un
sorriso
pallido
all
'
angolo
della
bocca
.
-
E
'
strano
come
mi
batte
il
cuore
!
...
No
...
non
è
nulla
...
sedete
.
Don
Ninì
cercò
una
sedia
,
colla
testa
in
fiamme
,
il
cuore
che
gli
batteva
davvero
.
Infine
si
appollaiò
sul
baule
,
cercando
qualche
frase
appropriata
,
che
facesse
effetto
,
mentre
lei
bruciava
un
pezzettino
di
sughero
alla
fiamma
del
lume
a
olio
che
fumava
.
Sopraggiunse
un
'
altra
visita
,
Mommino
Neri
,
il
quale
trovando
lì
Rubiera
diventò
subito
di
cattivo
umore
,
e
non
aprì
bocca
,
appoggiato
allo
stipite
,
succhiando
il
pomo
del
bastoncino
.
La
signora
Aglae
teneva
sola
la
conversazione
:
un
bel
paese
...
un
pubblico
colto
e
intelligente
...
bella
gioventù
anche
...
-
Buona
sera
,
-
disse
Mommino
.
-
Ve
ne
andate
,
di
già
?
...
-
Sì
...
Non
potrete
muovervi
qui
dentro
...
Siamo
in
troppi
...
Don
Ninì
lo
accompagnò
con
un
sogghigno
,
continuando
a
suonare
la
gran
cassa
sul
baule
colle
calcagna
.
Ella
se
ne
avvide
e
alzò
le
spalle
,
con
un
sorriso
affascinante
,
sospirando
quasi
si
fosse
levato
un
peso
dallo
stomaco
.
Il
baronello
gongolante
incominciò
.
-
Se
sono
d
'
incomodo
anch
'
io
...
-
E
cercò
il
cappello
che
aveva
in
mano
.
-
Oh
no
!
...
voi
,
no
!
-
rispose
lei
con
premura
,
chinando
il
capo
.
-
Si
può
?
-
chiese
la
vocetta
fessa
del
tirascene
dietro
l
'
uscio
.
-
No
!
no
!
-
ripeté
la
signora
Aglae
con
tal
vivacità
quasi
fosse
stata
sorpresa
in
fallo
.
-
Si
va
in
scena
!
-
aggiunse
il
vocione
del
signor
Pallante
.
-
Spicciati
!
Allora
essa
,
levando
verso
don
Ninì
il
viso
rassegnato
,
con
un
sorriso
triste
:
-
Lo
vedete
!
...
Non
ho
un
minuto
di
libertà
!
...
Sono
schiava
dell
'
arte
!
...
Don
Ninì
colse
la
palla
al
balzo
:
L
'
arte
...
una
bella
cosa
!
...
Era
il
suo
regno
...
il
suo
altare
!
...
Tutti
l
'
ammiravano
!
...
dei
cuori
che
faceva
battere
!
...
-
Ah
!
sì
!
...
Le
ho
data
tutta
me
stessa
...
Me
le
son
data
tutta
!
...
E
aprì
le
braccia
,
voltandosi
verso
di
lui
,
con
tale
abbandono
,
come
offrendosi
all
'
arte
,
lì
su
due
piedi
,
che
don
Ninì
balzò
giù
dal
cassone
.
-
Badate
!
-
esclamò
lei
a
bassa
voce
,
rapidamente
.
-
Badate
!
...
Aveva
le
mani
tremanti
,
che
stese
istintivamente
verso
di
lui
,
quasi
a
farsene
schermo
.
Poi
si
fregò
gli
occhi
,
reprimendo
un
sospiro
,
e
balbettò
come
svegliandosi
:
-
Scusate
...
Un
momento
...
Devo
vestirmi
...
E
un
sorriso
malizioso
le
balenò
negli
occhi
.
Quel
seccatore
di
Mommino
Neri
era
ancor
lì
,
appoggiato
a
una
quinta
,
che
discorreva
col
signor
Pallante
,
già
vestito
da
re
,
colla
zimarra
di
pelliccia
e
la
corona
di
carta
in
testa
.
Stavolta
toccò
a
don
Ninì
di
farsi
scuro
in
viso
.
Ella
,
come
lo
sapesse
,
socchiuse
di
nuovo
l
'
uscio
,
sporgendo
il
braccio
e
l
'
omero
nudi
:
-
Barone
,
se
aspettate
alla
fine
dell
'
atto
...
quei
versi
che
desiderate
leggere
li
ho
lì
,
in
fondo
al
baule
.
No
!
nessuna
donna
gli
aveva
data
una
gioia
simile
,
una
vampata
così
calda
al
cuore
e
alla
testa
:
né
la
prima
volta
che
Bianca
gli
s
'
era
abbandonata
fra
le
braccia
,
trepidante
;
né
quando
una
Margarone
aveva
chinato
il
capo
superbo
,
mostrandosi
insieme
a
lui
,
in
mezzo
al
mormorìo
che
suscitavano
nella
folla
.
Fu
un
vero
accesso
di
pazzia
.
Buccinavasi
persino
che
onde
farle
dei
regali
si
fosse
fatto
prestare
dei
denari
da
questo
e
da
quello
.
La
baronessa
,
disperata
,
fece
avvertire
gli
inquilini
di
non
anticipare
un
baiocco
al
suo
figliuolo
se
no
l
'
avevano
a
far
con
lei
.
-
Ah
!
...
ah
!
...
vedranno
!
Mio
figlio
non
ha
nulla
.
Io
non
pago
di
certo
!
...
C
'
erano
state
scene
violente
fra
madre
e
figlio
.
Lui
ostinato
peggio
d
'
un
mulo
,
tanto
più
che
la
signora
Aglae
non
gli
aveva
lasciato
neppur
salire
la
scala
della
locanda
.
Infine
gli
aveva
detto
il
perché
,
una
sera
,
al
buio
lì
sulla
soglia
mentre
Pallante
era
salito
avanti
ad
accendere
il
lume
:
-
E
'
geloso
!
...
Son
sua
!
...
sono
stata
sua
!
...
Ed
aveva
confessato
tutto
,
a
capo
chino
,
con
la
bella
voce
sonora
soffocata
dall
'
emozione
.
Egli
,
un
gran
signore
diseredato
dal
genitore
a
causa
di
quella
passione
sventurata
,
aveva
amata
a
lungo
,
pazzamente
,
disperatamente
:
uno
di
quegli
amori
che
si
leggono
nei
romanzi
;
si
era
dato
all
'
arte
per
seguirla
;
aveva
sofferto
in
silenzio
;
aveva
implorato
,
aveva
pianto
...
Infine
una
sera
...
come
allora
...
ancora
tutta
fremente
e
palpitante
delle
emozioni
che
dà
l
'
arte
...
la
pietà
...
il
sacrificio
...
non
sapeva
ella
stessa
come
...
mentre
il
cuore
volava
lontano
...
sognando
altri
orizzonti
...
altro
ideale
...
Ma
dopo
,
mai
più
!
...
mai
più
!
...
S
'
era
ripresa
!
...
vergognosa
...
pentita
...
implacabile
...
Egli
che
l
'
amava
sempre
,
come
prima
...
più
di
prima
...
alla
follia
...
era
geloso
:
geloso
di
tutto
e
di
tutti
,
dell
'
aria
,
del
sogno
,
del
pensiero
...
di
lui
pure
,
don
Ninì
!
...
-
Ohè
!
-
si
udì
il
vocione
di
su
la
scala
.
-
Li
vuoi
fritti
o
al
pomodoro
?
Sul
viso
di
lei
,
dolcemente
velato
dalla
semi
-
oscurità
,
errò
un
sorriso
angelico
.
-
Vedete
?
...
Sempre
così
!
...
Sempre
la
stessa
devozione
!
...
Ciolla
che
era
il
confidente
di
don
Ninì
gli
disse
poi
:
-
Come
siete
sciocco
!
Quello
lì
è
un
...
pentolaccia
!
Si
pappano
insieme
la
roba
che
mandate
voi
e
il
figlio
di
Neri
.
Infatti
aveva
incontrato
spesso
Mommino
sul
palcoscenico
,
ed
anche
dinanzi
all
'
uscio
della
locanda
,
su
e
giù
come
una
sentinella
.
Mommino
adesso
era
tutto
gentilezze
e
sorrisi
per
lui
.
Quando
gli
parve
proprio
di
farci
una
figura
sciocca
,
montò
in
collera
.
-
Ah
!
...
tu
lo
vuoi
?
-
gli
diss
'
ella
infine
con
accento
febbrile
.
-
Ebbene
...
ebbene
...
Se
non
c
'
è
altro
mezzo
di
provarti
quanto
io
t
'
amo
...
Giacché
bisogna
perdermi
ad
ogni
costo
...
stasera
...
dopo
la
mezzanotte
!
...
Un
odore
di
stalla
,
in
quella
scaletta
buia
,
cogli
scalini
unti
e
rotti
da
tutti
gli
scarponi
ferrati
del
contado
.
Lassù
in
cima
,
un
fil
di
luce
,
e
una
figura
bianca
,
che
gli
si
offrì
intera
,
bruscamente
,
con
le
chiome
sparse
.
-
Tu
mi
vuoi
...
baiadera
...
odalisca
?
...
C
'
erano
dei
piatti
sudici
sulla
tavola
,
un
manto
di
damasco
rabescato
sul
letto
,
dei
garofani
e
un
lume
da
notte
acceso
sul
canterano
,
dinanzi
a
un
quadrettino
della
Vergine
,
e
un
profumo
d
'
incenso
che
svolgevasi
da
un
vasetto
di
pomata
il
quale
fumava
per
terra
.
All
'
uscio
che
metteva
nell
'
altra
stanza
era
inchiodato
un
bellissimo
sciallo
turco
,
macchiato
d
'
olio
;
e
dietro
lo
sciallo
turco
udivasi
il
signor
Pallante
che
russava
sulla
sua
gelosia
.
Essa
,
spalancando
quegli
occhi
neri
che
illuminavano
la
stanza
,
mise
un
dito
sulle
labbra
,
e
fece
segno
a
Rubiera
d
'
accostarsi
.
"
Insomma
l
'
ha
stregato
!
"
scriveva
il
canonico
Lupi
a
mastro
-
don
Gesualdo
proponendogli
di
fare
un
grosso
mutuo
al
baronello
Rubiera
.
"
Don
Ninì
è
pieno
di
debiti
sino
al
collo
,
e
non
sa
più
dove
battere
il
capo
...
La
baronessa
giura
che
sinchè
campa
lei
non
paga
un
baiocco
.
Ma
non
ha
altri
eredi
,
e
un
giorno
o
l
'
altro
deve
lasciargli
tutto
il
suo
.
Come
vedete
,
un
buon
affare
,
se
avete
coraggio
...
"
"
Quanto
?
"
rispose
mastro
-
don
Gesualdo
.
"
Quanto
gli
occorre
al
baronello
Rubiera
?
S
'
è
una
cosa
che
si
può
fare
son
qua
io
.
"
Più
tardi
,
come
si
seppe
in
paese
della
grossa
somma
che
don
Gesualdo
aveva
anticipata
al
barone
Rubiera
,
tutti
gli
davano
del
matto
,
e
dicevano
che
ci
avrebbe
persi
i
denari
.
Egli
rispondeva
con
quel
sorriso
tutto
suo
:
-
State
tranquilli
.
Non
li
perdo
i
denari
.
Il
barone
è
un
galantuomo
...
e
il
tempo
è
più
galantuomo
di
lui
.
Dice
bene
il
proverbio
che
la
donna
è
causa
di
tutti
i
mali
!
Commediante
poi
!
V
Don
Ninì
aveva
sperato
di
tenere
segreto
il
negozio
.
Ma
sua
madre
da
un
po
'
di
tempo
non
si
dava
pace
,
vedendolo
così
mutato
,
dispettoso
,
sopra
pensieri
,
col
viso
acceso
e
la
barba
rasa
ogni
mattina
.
La
notte
non
chiudeva
occhio
almanaccando
dove
il
suo
ragazzo
potesse
trovare
i
denari
per
tutti
quei
fazzoletti
di
seta
e
quelle
boccettine
d
'
acqua
d
'
odore
.
Gli
aveva
messi
alle
calcagna
Rosaria
ed
Alessi
.
Interrogava
il
fattore
e
la
gente
di
campagna
.
Teneva
sotto
il
guanciale
le
chiavi
del
magazzino
e
della
dispensa
.
Come
le
parlasse
il
cuore
,
poveretta
!
Il
cugino
Limòli
era
arrivato
a
indicarle
la
signora
Aglae
che
scutrettolava
tutta
in
fronzoli
.
-
La
vedete
?
è
quella
lì
.
Che
ve
ne
sembra
,
eh
,
di
vostra
nuora
?
Siete
contenta
?
-
Proprio
,
come
le
avesse
lasciata
la
jettatura
don
Diego
Trao
,
morendo
!
Nei
piccoli
paesi
c
'
è
della
gente
che
farebbe
delle
miglia
per
venire
a
portarvi
la
cattiva
nuova
.
Una
mattina
la
baronessa
stava
seduta
all
'
ombra
della
stoia
sul
balcone
,
imbastendo
alcuni
sacchi
di
canovaccio
che
Rosaria
poi
le
cuciva
alla
meglio
,
accoccolata
sullo
scalino
,
aguzzando
gli
occhi
e
le
labbra
perché
l
'
ago
non
le
sfuggisse
dalle
manacce
ruvide
voltandosi
di
tanto
in
tanto
a
guardare
giù
nella
stradicciuola
deserta
.
-
E
tre
!
-
si
lasciò
scappare
Rosaria
vedendo
Ciolla
che
ripassava
con
quella
faccia
da
usciere
,
sbirciando
la
casa
della
baronessa
da
cima
a
fondo
,
fermandosi
ogni
due
passi
,
tornando
a
voltarsi
quasi
ad
aspettare
che
lo
chiamassero
.
La
Rubiera
che
seguiva
da
un
pezzetto
quel
va
e
vieni
,
di
sotto
gli
occhiali
,
si
chinò
infine
a
fissare
il
Ciolla
in
certo
modo
che
diceva
chiaro
:
Che
fate
e
che
volete
?
-
Benedicite
.
-
Cominciò
ad
attaccar
discorso
lui
.
E
si
fermò
su
due
piedi
,
appoggiandosi
al
muro
di
rimpetto
,
col
cappello
sull
'
occipite
e
in
mano
il
bastone
che
sembrava
la
canna
dell
'
agrimensore
,
aspettando
.
La
baronessa
per
rispondere
al
saluto
gli
domandò
,
facendo
un
sorrisetto
agrodolce
:
-
Che
fate
lì
?
Mi
stimate
la
casa
?
Volete
comprarla
?
-
Io
no
!
...
Io
no
,
signora
mia
!
...
-
Io
no
!
-
Tornò
a
dire
più
forte
,
vedendo
che
lei
s
'
era
rimessa
a
cucire
.
Allora
la
Rubiera
si
chinò
di
nuovo
verso
la
stradicciuola
,
cogli
occhiali
lucenti
,
ed
entrambi
rimasero
a
guardarsi
un
momento
così
,
come
due
basilischi
.
-
Se
volete
dirmi
qualche
cosa
,
salite
pure
.
-
Nulla
,
nulla
,
-
rispose
Ciolla
;
e
intanto
s
'
avviava
verso
il
portone
.
Rosaria
tirò
la
funicella
e
si
mise
a
borbottare
;
-
Che
vuole
adesso
quel
cristiano
?
A
momenti
è
ora
d
'
accendere
il
fuoco
.
Ma
intanto
si
udiva
lo
schiamazzo
degli
animali
nel
cortile
e
i
passi
di
Ciolla
che
saliva
adagio
adagio
.
Egli
entrò
col
cappello
in
testa
,
ossequioso
,
ripetendo
:
Deo
gratias
!
Deo
gratias
!
lodando
l
'
ordine
che
regnava
da
per
tutto
in
quella
casa
.
-
Non
ne
nascono
più
delle
padrone
di
casa
come
voi
,
signora
baronessa
!
Ecco
!
ecco
!
siete
sempre
lì
,
a
sciuparvi
la
vista
sul
lavoro
.
Ne
hanno
fatta
della
roba
quelle
mani
!
...
Non
ne
hanno
scialacquata
,
no
!
La
baronessa
che
aspettava
coll
'
orecchio
teso
cominciò
ad
essere
inquieta
.
Intanto
Rosaria
aveva
sbarazzato
una
seggiola
del
canovaccio
che
vi
era
ammucchiato
sopra
,
e
stava
ad
ascoltare
,
grattandosi
il
capo
.
-
Va
a
vedere
se
la
gallina
ha
fatto
l
'
uovo
,
-
disse
la
padrona
.
E
tornò
a
discorrere
col
Ciolla
,
più
affabile
del
consueto
,
per
cavargli
di
bocca
quel
che
aveva
da
dire
.
Ma
Ciolla
non
si
apriva
ancora
.
Parlava
del
tempo
,
dell
'
annata
,
del
fermento
che
aveva
lasciato
in
paese
la
Compagnia
d
'
Arme
,
dei
guai
che
erano
toccati
a
lui
.
-
I
cenci
vanno
all
'
aria
,
signora
mia
,
e
chi
ha
fatto
il
danno
invece
se
la
passa
liscia
.
Benedetta
voi
che
ve
ne
state
in
casa
,
a
badare
ai
vostri
interessi
.
Fate
bene
!
Avete
ragione
!
Tutto
ciò
che
si
vede
qui
è
opera
vostra
.
Non
lo
dico
per
lodarvi
!
Benedette
le
vostre
mani
!
Vostro
marito
,
buon
'
anima
!
...
via
,
non
parliamo
dei
morti
...
le
mani
le
aveva
bucate
...
come
tutti
i
Rubiera
...
I
fondi
coperti
di
ipoteche
...
e
la
casa
...
Infine
cos
'
era
il
palazzetto
dei
Rubiera
?
...
Quelle
cinque
stanze
lì
?
...
La
baronessa
fingeva
d
'
abboccare
alle
lodi
,
dandogli
le
informazioni
che
voleva
,
accompagnandolo
di
stanza
in
stanza
,
spiegandogli
dove
erano
stati
aperti
gli
usci
che
mettevano
in
comunicazione
il
nuovo
col
vecchio
.
Ciolla
seguitava
a
guardare
intorno
cogli
occhi
da
usciere
accennando
del
capo
,
disegnando
colla
canna
d
'
India
:
-
Per
l
'
appunto
!
quelle
cinque
stanze
lì
.
Tutto
il
resto
è
roba
vostra
.
Nessuno
può
metterci
le
unghie
nella
roba
vostra
finché
campate
...
Dio
ve
la
faccia
godere
cent
'
anni
!
una
casa
come
questa
...
una
vera
reggia
!
vasta
quanto
un
convento
!
Sarebbe
un
peccato
mortale
,
se
riuscissero
a
smembrarvela
i
vostri
nemici
...
ché
ne
abbiamo
tutti
,
nemici
!
...
Essa
,
che
si
sentiva
impallidire
,
finse
di
mettersi
a
ridere
:
una
risata
da
fargli
montar
la
mosca
al
naso
a
quell
'
altro
.
-
Cosa
?
Ho
detto
una
minchioneria
?
Nemici
ne
abbiamo
tutti
.
Mastro
-
don
Gesualdo
,
esempigrazia
!
...
Quello
non
vorrei
trovarmelo
mischiato
nei
miei
interessi
...
Fingeva
anche
lui
di
guardarsi
intorno
sospettoso
,
quasi
vedesse
da
per
tutto
le
mani
lunghe
di
mastro
-
don
Gesualdo
.
-
Quello
,
se
si
è
messo
in
testa
di
ficcarvisi
in
casa
...
a
poco
a
poco
...
da
qui
a
cent
'
anni
...
come
fa
il
riccio
...
La
baronessa
era
tornata
sul
balcone
a
prendere
aria
,
senza
dargli
retta
,
per
cavargli
di
bocca
il
rimanente
.
Egli
nicchiò
ancora
un
poco
,
disponendosi
ad
andarsene
,
cavandosi
il
cappello
per
darvi
una
lisciatina
,
cercando
la
canna
d
'
India
che
aveva
in
mano
,
scusandosi
delle
chiacchiere
colle
quali
le
aveva
empito
la
testa
sino
a
quell
'
ora
.
-
Che
avete
da
fare
,
eh
?
Dovete
vestirvi
per
andare
al
battesimo
della
figliuola
di
don
Gesualdo
?
Sarà
un
battesimo
coi
fiocchi
...
in
casa
Trao
!
...
Vedete
dove
va
a
ficcarsi
il
diavolo
,
che
la
bambina
di
mastro
-
don
Gesualdo
va
proprio
a
nascere
in
casa
Trao
!
...
Ci
saranno
tutti
i
parenti
...
una
pace
generale
...
Siete
parente
anche
voi
...
La
baronessa
continuava
a
ridere
,
e
Ciolla
le
teneva
dietro
,
tutti
e
due
guardandosi
in
viso
,
cogli
occhi
soli
rimasti
serii
.
-
No
?
Non
ci
andate
?
Avete
ragione
!
Guardatevi
da
quell
'
uomo
!
Non
vi
dico
altro
!
Vostro
figlio
è
una
bestia
!
...
Non
vi
dico
altro
!
...
-
Mio
figlio
ha
la
sua
roba
ed
io
ho
la
mia
...
Se
ha
fatto
delle
sciocchezze
mio
figlio
pagherà
,
se
può
pagare
...
Io
no
però
!
Pagherà
lui
,
col
fatto
suo
,
con
quelle
cinque
stanze
che
avete
visto
...
Non
ha
altro
,
per
disgrazia
...
Ma
io
la
mia
roba
me
la
tengo
per
me
...
Son
contenta
che
mio
figlio
si
diverta
...
E
'
giovane
...
Bisogna
che
si
diverta
...
Ma
io
non
pago
,
no
!
-
Quello
che
dicono
tutti
.
Mastro
-
don
Gesualdo
crede
d
'
essere
furbo
.
Ma
stavolta
,
se
mai
,
ha
trovato
uno
più
furbo
di
lui
.
Sarebbe
bella
che
gli
mantenesse
l
'
amante
a
don
Ninì
!
...
Gli
parrebbe
di
fare
le
sue
follie
di
gioventù
anche
lui
!
...
La
baronessa
,
dal
gran
ridere
,
andava
tenendosi
ai
mobili
per
non
cadere
.
-
Ah
,
ah
!
...
questa
è
bella
!
...
Questa
l
'
avete
detta
giusta
,
don
Roberto
!
...
-
Ciolla
le
andava
dietro
fingendo
di
ridere
anche
lui
,
spiandola
di
sottecchi
,
indispettito
che
se
la
prendesse
così
allegramente
.
Ma
Rosaria
,
mentre
veniva
a
pigliar
la
tela
,
vide
la
sua
padrona
così
pallida
che
stava
per
chiamare
aiuto
.
-
Bestia
!
Cosa
fai
?
Perché
rimani
lì
impalata
?
Accompagna
don
Roberto
piuttosto
!
-
Così
Ciolla
si
persuase
ad
andarsene
finalmente
,
sfogandosi
a
brontolare
colla
serva
:
-
Com
'
è
allegra
la
tua
padrona
!
Ho
piacere
,
sì
!
L
'
allegria
fa
buon
sangue
e
fa
vivere
lungamente
.
Meglio
!
meglio
!
Rosaria
,
tornando
di
sopra
,
vide
la
padrona
in
uno
stato
spaventevole
,
frugando
nei
cassetti
e
negli
armadi
,
colle
mani
che
non
trovavano
nulla
,
gli
occhi
che
non
ci
vedevano
,
la
schiuma
alla
bocca
,
vestendosi
in
tutta
fretta
per
andare
al
battesimo
del
cugino
Motta
.
-
Sì
,
ci
andrò
...
Sentiremo
cos
'
è
...
E
'
meglio
sapere
la
verità
.
-
La
gente
che
la
vedeva
passare
per
le
strade
,
trafelata
e
col
cappellino
di
traverso
non
sapeva
che
pensare
.
Nella
piazzetta
di
Sant
'
Agata
c
'
era
una
gran
curiosità
,
come
giungevano
gli
invitati
al
battesimo
in
casa
Trao
,
e
don
Luca
il
sagrestano
che
andava
e
veniva
,
coi
candelieri
e
gli
arnesi
sacri
sotto
il
braccio
.
Speranza
ogni
momento
si
affacciava
sul
ballatoio
,
scuotendo
le
sottane
,
piantandosi
i
pugni
sui
fianchi
,
e
si
metteva
a
sbraitare
contro
quella
bambina
che
le
rubava
l
'
eredità
del
fratello
:
-
Sarà
un
battesimo
strepitoso
!
C
'
è
la
casa
piena
...
tutta
la
nobiltà
...
Noi
soli
,
no
!
Non
ci
andremo
...
per
non
fare
arrossire
i
parenti
nobili
...
Non
ci
abbiamo
che
vedere
,
noi
!
...
Nessuno
ci
ha
invitati
al
battesimo
di
mia
nipote
...
Si
vede
che
non
è
sangue
nostro
...
Anche
il
vecchio
Motta
s
'
era
rifiutato
,
la
mattina
,
allorché
Gesualdo
era
andato
a
pregarlo
di
mettere
l
'
acquasanta
alla
nipotina
.
Seduto
a
tavola
-
stava
mangiando
un
boccone
-
gli
disse
di
no
,
levando
in
su
il
fiasco
che
aveva
alla
bocca
.
Poi
,
asciugandosi
le
labbra
col
dorso
della
mano
,
gli
piantò
addosso
un
'
occhiataccia
.
-
Vacci
tu
al
battesimo
della
tua
figliuola
.
E
'
affar
tuo
!
Io
non
son
nato
per
stare
fra
i
signoroni
...
Voialtri
venite
a
cercarmi
soltanto
quando
avete
bisogno
di
me
...
per
chiudere
la
bocca
alla
gente
...
No
,
no
...
quando
c
'
è
da
guadagnare
qualcosa
non
vieni
a
cercarmi
,
tu
!
...
Lo
sai
?
L
'
appalto
della
strada
...
la
gabella
...
Mastro
Nunzio
voleva
snocciolare
la
litania
dei
rimproveri
,
intanto
che
ci
si
trovava
.
Ma
Gesualdo
,
il
quale
aveva
già
la
casa
piena
di
gente
,
e
sapeva
che
non
gli
avrebbe
mai
fatto
chinare
il
capo
se
aveva
detto
di
no
,
se
ne
andò
colle
spalle
e
il
cuore
grossi
.
Non
era
allegro
neppur
lui
,
poveraccio
,
sebbene
dovesse
far
la
bocca
ridente
ai
mirallegro
e
ai
salamelecchi
.
Però
infine
con
Nanni
l
'
Orbo
,
più
sfacciato
,
che
gli
rompeva
le
tasche
chiedendogli
i
confetti
a
piè
della
scala
,
si
sfogò
:
-
Sì
!
...
Va
a
vedere
!
...
Va
a
vedere
come
s
'
è
storta
fin
la
trave
del
tetto
,
ora
ch
'
è
nata
una
bambina
in
questa
casa
!
Barabba
e
il
cacciatore
della
baronessa
Mèndola
avevano
dato
una
mano
a
scopare
,
a
spolverare
,
a
rimettere
in
gambe
l
'
altare
sconquassato
,
chiuso
da
tant
'
anni
nell
'
armadio
a
muro
della
sala
grande
che
serviva
di
cappella
.
La
sala
stessa
era
ancora
parata
a
lutto
,
qual
'
era
rimasta
dopo
la
morte
di
don
Diego
,
coi
ritratti
velati
e
gli
alveari
coperti
di
drappo
nero
torno
torno
per
i
parenti
venuti
al
funerale
,
com
'
era
l
'
uso
nelle
famiglie
antiche
.
Don
Ferdinando
,
raso
di
fresco
,
con
un
vestito
nero
del
cugino
Zacco
che
gli
si
arrampicava
alla
schiena
andava
ficcando
il
naso
da
per
tutto
,
col
viso
lungo
,
le
braccia
ciondoloni
dalle
maniche
troppo
corte
,
inquieto
,
sospettoso
,
domandando
a
ciascuno
:
-
Che
c
'
è
?
Cosa
volete
fare
?
-
Ecco
vostro
cognato
,
-
gli
disse
la
zia
Sganci
entrando
nella
sala
insieme
a
don
Gesualdo
Motta
.
-
Ora
dovete
abbracciarvi
fra
di
voi
,
e
non
tenere
in
corpo
il
malumore
,
con
quella
creaturina
che
c
'
è
di
mezzo
.
-
Vi
saluto
,
vi
saluto
,
-
borbottò
don
Ferdinando
;
e
gli
voltò
le
spalle
.
Ma
gli
altri
parenti
che
avevano
più
giudizio
,
facevano
buon
viso
a
don
Gesualdo
:
Mèndola
,
i
cugini
Zacco
,
tutti
quanti
.
Già
i
tempi
erano
mutati
;
il
paese
intero
era
stato
sottosopra
ventiquattr
'
ore
,
e
non
si
sapeva
quel
che
poteva
capitare
un
giorno
o
l
'
altro
.
Oramai
,
per
amore
o
per
forza
,
mastro
-
don
Gesualdo
s
'
era
ficcato
nel
parentado
,
e
bisognava
fare
i
conti
con
lui
.
Tutti
perciò
volevano
vedere
la
bambina
-
un
fiore
,
una
rosa
di
maggio
.
-
La
zia
Rubiera
abbracciava
Bianca
,
come
una
mamma
che
abbia
ritrovata
la
sua
creatura
,
asciugandosi
gli
occhi
col
fazzoletto
diventato
una
spugna
.
-
No
!
Non
ho
peli
sullo
stomaco
!
...
Non
mi
pareva
vero
,
dopo
d
'
averti
allevata
come
una
figliuola
!
...
Sono
una
bestia
...
Son
rimasta
una
contadina
...
tale
e
quale
mia
madre
,
buon
'
anima
...
col
cuore
in
mano
...
Bianca
tutta
adornata
sotto
il
baldacchino
del
lettone
,
pallida
che
sembrava
di
cera
,
sbalordita
da
tutta
quella
ressa
,
non
sapeva
che
rispondere
,
guardava
la
gente
,
stralunata
,
cercava
di
abbozzare
qualche
sorriso
,
balbettando
.
Suo
marito
invece
faceva
la
sua
parte
in
mezzo
a
tutti
quegli
amici
e
parenti
e
mirallegro
,
col
viso
aperto
e
giulivo
,
le
spalle
grosse
e
bonarie
,
l
'
orecchio
teso
a
raccogliere
i
discorsi
che
si
tenevano
intorno
a
lui
e
dietro
le
sue
spalle
.
La
zia
Cirmena
,
infatuata
,
rispondeva
a
coloro
che
auguravano
la
nascita
di
un
bel
maschiotto
,
più
tardi
,
che
già
le
femmine
sono
come
la
gramigna
,
e
vi
scopano
poi
la
casa
del
bello
e
del
buono
per
andare
a
maritarsi
...
-
Eh
...
i
figliuoli
bisogna
pigliarseli
come
Dio
li
manda
,
maschi
o
femmine
...
Se
si
potesse
andare
a
sceglierli
al
mercato
...
A
don
Gesualdo
non
gli
mancherebbero
i
denari
per
comprare
il
maschio
.
-
Non
me
ne
parlate
!
-
interruppe
alla
fine
la
zia
Rubiera
-
Non
sapete
quel
che
costino
i
maschi
!
...
Quanti
dispiaceri
!
Lo
so
io
!
...
E
continuò
a
sfogarsi
all
'
orecchio
di
Bianca
,
accesa
sbirciando
di
sottecchi
don
Gesualdo
per
vedere
quel
che
ne
dicesse
.
Don
Gesualdo
non
diceva
nulla
.
Bianca
invece
,
cogli
occhi
chini
,
si
faceva
di
mille
colori
.
-
Non
lo
riconosco
più
,
no
!
...
nemmeno
io
che
l
'
ho
fatto
!
...
Ti
rammenti
,
che
figliuol
d
'
oro
?
...
docile
,
amoroso
,
ubbidiente
...
Adesso
si
rivolterebbe
anche
a
sua
madre
,
per
quella
donnaccia
forestiera
...
una
commediante
,
la
conosci
?
Dicono
che
ha
i
denti
e
i
capelli
finti
...
Deve
avergli
fatta
qualche
malìa
!
Commediante
e
forestiera
,
capisci
!
...
lui
non
ci
vede
più
dagli
occhi
...
Spende
l
'
osso
del
collo
...
La
gente
cattiva
...
i
birboni
anche
l
'
aiutano
...
Ma
io
non
pago
,
no
!
...
Oh
,
questo
poi
,
no
!
-
Zia
!
-
balbettò
Bianca
con
tutto
il
sangue
al
viso
.
-
Che
vuoi
farci
?
E
'
la
mia
croce
!
Se
sapevo
tanto
piuttosto
...
Don
Gesualdo
badava
a
chiacchierare
col
cugino
Zacco
,
tutti
e
due
col
cuore
in
mano
,
amiconi
.
La
baronessa
allora
spiattellò
la
domanda
che
le
bolliva
dentro
:
-
E
'
vero
che
tuo
marito
gli
presta
dei
denari
...
sottomano
?
...
L
'
hai
visto
venire
qui
,
da
lui
?
...
Di
'
,
che
ne
sai
?
-
Certo
,
certo
,
-
rispose
in
quel
punto
don
Gesualdo
.
-
I
figliuoli
bisogna
pigliarseli
come
vengono
.
-
Zacco
a
conferma
mostrò
le
sue
ragazze
,
schierate
in
fila
come
tante
canne
d
'
organo
,
modeste
e
prosperose
.
-
Ecco
!
io
ho
cinque
figliuole
,
e
voglio
bene
a
tutte
egualmente
!
-
Sicuro
!
-
rispose
Limòli
.
-
E
'
per
questo
che
non
volete
maritarle
.
Donna
Lavinia
,
la
maggiore
,
volse
indietro
un
'
occhiata
brutta
.
-
Ah
,
siete
qui
?
-
disse
il
barone
.
-
Siete
sempre
presente
come
il
diavolo
nelle
litanie
,
voi
!
Il
marchese
,
che
doveva
essere
il
padrino
,
si
era
messa
la
croce
di
Malta
.
Don
Luca
venne
a
dire
che
il
canonico
era
pronto
,
e
le
signore
passarono
in
sala
,
con
un
gran
fruscìo
di
seta
,
dietro
donna
Marianna
la
quale
portava
la
bambina
.
Dall
'
uscio
aperto
vedevasi
un
brulichìo
di
fiammelle
.
Don
Ferdinando
,
in
fondo
al
corridoio
,
fece
capolino
,
curioso
.
Bianca
dalla
tenerezza
piangeva
cheta
cheta
.
Suo
marito
ch
'
era
rimasto
ginocchioni
,
come
gli
aveva
detto
la
Macrì
,
col
naso
contro
il
muro
,
si
alzò
per
calmarla
.
-
Zitta
...
Non
ti
far
scorgere
!
...
Dinanzi
a
coloro
bisogna
far
buon
viso
...
Tutt
'
a
un
tratto
scoppiò
giù
in
piazza
un
crepitìo
indiavolato
di
mortaletti
.
Don
Ferdinando
fuggì
via
spaventato
.
Gli
altri
che
assistevano
al
battesimo
corsero
al
balcone
coi
ceri
in
mano
.
Persino
il
canonico
in
cotta
e
stola
.
Era
Santo
,
il
fratello
di
don
Gesualdo
,
il
quale
festeggiava
a
quel
modo
il
battesimo
della
nipotina
,
scamiciato
,
carponi
per
terra
,
colla
miccia
accesa
.
Don
Gesualdo
aprì
la
finestra
per
dirgli
un
sacco
di
male
parole
:
-
Bestia
!
...
Ne
fai
sempre
delle
tue
!
...
Bestia
!
...
Gli
amici
lo
calmarono
:
-
Poveraccio
...
lasciatelo
fare
.
E
'
un
modo
d
'
esprimere
la
sua
allegria
...
La
zia
Sganci
trionfante
gli
mise
sulle
braccia
la
figliuola
:
-
Eccovi
Isabella
Trao
!
-
Motta
e
Trao
!
Isabella
Motta
e
Trao
!
-
corresse
il
marchese
.
Zacco
soggiunse
ch
'
era
un
innesto
.
Le
due
famiglie
che
diventavano
una
sola
.
Però
don
Gesualdo
tenendo
la
bambina
sulle
braccia
rimaneva
alquanto
imbroncito
.
Intanto
don
Luca
,
aiutato
da
Barabba
e
dal
cacciatore
,
serviva
le
granite
e
i
dolci
.
La
zia
Cirmena
,
che
aveva
portato
seco
apposta
il
nipotino
La
Gurna
,
gli
riempiva
le
tasche
e
il
fazzoletto
.
Le
Zacco
invece
,
poiché
la
maggiore
,
contegnosa
,
non
aveva
preso
nulla
,
dissero
tutte
di
no
,
una
dopo
l
'
altra
,
mangiandosi
il
vassoio
cogli
occhi
.
Don
Luca
incoraggiava
a
prendere
dicendo
:
-
E
'
roba
fresca
.
Sono
stato
io
stesso
ad
ordinarla
a
Santa
Maria
e
al
Collegio
.
Non
s
'
è
guardato
a
spesa
.
-
Diavolo
!
-
disse
Zacco
,
che
cercava
l
'
occasione
di
mostrarsi
amabile
.
-
Diavolo
!
Vorrei
vedere
anche
questa
!
...
-
Gli
altri
facevano
coro
.
-
Ecco
che
risorgeva
casa
Trao
.
Voleri
di
Dio
.
Quella
bambina
stessa
che
aveva
voluto
nascere
nella
casa
materna
.
Il
canonico
Lupi
arrivò
anche
a
congratularsi
col
marchese
Limòli
il
quale
aveva
pensato
al
mezzo
di
non
lasciare
estinguere
il
casato
alla
morte
di
don
Ferdinando
.
-
Sicuro
,
sicuro
,
-
borbottò
don
Gesualdo
.
-
Era
già
inteso
...
V
'
avevo
detto
di
sì
allora
...
Quando
ho
detto
una
parola
...
E
andò
a
deporre
la
figliuola
fra
le
braccia
della
moglie
che
le
zie
si
rubavano
a
vicenda
.
La
baronessa
Mèndola
voleva
sapere
cosa
dicessero
.
Zacco
,
premuroso
,
venne
a
chiedere
dei
confetti
per
don
Ferdinando
a
cui
nessuno
aveva
pensato
.
-
Sicuro
,
sicuro
.
E
'
il
padrone
di
casa
.
-
Vedete
?
-
osservò
la
zia
Rubiera
.
-
A
quest
'
ora
c
'
è
già
pel
mondo
chi
deve
portarvi
via
la
figliuola
e
la
roba
.
Scoppiarono
delle
risate
.
Donna
Agrippina
torse
la
bocca
e
chinò
a
terra
gli
occhioni
che
dicevano
tante
cose
,
quasi
avesse
udito
un
'
indecenza
.
Don
Gesualdo
rideva
anche
lui
,
faceva
buon
viso
a
tutti
.
Alla
fine
arrischiò
anche
una
barzelletta
:
-
E
quando
si
marita
vi
lascia
anche
il
nome
dei
Trao
...
La
dote
,
no
,
non
ve
la
lascia
!
...
La
Rubiera
che
stimò
il
momento
propizio
,
e
non
voleva
perdere
l
'
occasione
,
lo
tirò
a
quattr
'
occhi
vicino
al
letto
,
mentre
si
udivano
in
fondo
al
corridoio
Mèndola
e
don
Ferdinando
i
quali
litigavano
ad
alta
voce
,
e
tutti
corsero
a
vedere
.
-
Sentite
don
Gesualdo
;
io
non
ho
peli
sulla
lingua
.
Volevo
parlarvi
di
quello
scapestrato
di
mio
figlio
.
Aiutami
tu
,
Bianca
.
-
Io
,
zia
?
...
-
Scusatemi
,
io
so
parlare
col
cuore
in
mano
...
tale
e
quale
come
m
'
ha
fatta
mia
madre
...
Ora
che
siete
padre
anche
voi
,
don
Gesualdo
capirete
quel
che
devo
averci
in
cuore
...
che
spina
...
che
tormento
!
...
Guardava
ora
la
nipote
ed
ora
suo
marito
cogli
occhi
acuti
,
col
sorriso
semplice
e
buono
che
le
avevano
insegnato
i
genitori
pei
negozi
spinosi
.
Don
Gesualdo
stava
a
sentire
tranquillamente
.
Bianca
,
imbarazzata
da
quell
'
esordio
,
colla
figliuoletta
in
grembo
,
sembrava
una
statua
di
cera
.
-
Saprete
le
chiacchiere
che
corrono
,
di
Ninì
con
quella
comica
?
Bene
.
Di
ciò
non
mi
darei
pensiero
.
Non
è
la
prima
e
l
'
ultima
.
Suo
padre
,
buon
'
anima
,
era
fatto
anch
'
esso
così
.
Ma
sinora
gli
ho
impedito
di
commettere
qualche
sciocchezza
.
Adesso
però
ci
sono
di
mezzo
i
birboni
,
i
cattivi
compagni
...
Senti
,
Bianca
,
io
,
la
mia
figliuola
,
non
l
'
avrei
data
da
battezzare
a
quel
canonico
lì
!
...
Bianca
,
sbigottita
,
muoveva
le
labbra
smorte
senza
arrivare
a
trovar
parole
.
Don
Gesualdo
invece
aveva
fatto
la
bocca
a
riso
,
come
la
baronessa
scappò
in
quell
'
osservazione
.
Essa
,
udendo
che
tornava
gente
,
gli
domandò
infine
apertamente
:
-
Ditemi
la
verità
.
V
'
ha
fatto
chiedere
del
denaro
in
prestito
,
eh
?
...
Gliene
avete
dato
?
Don
Gesualdo
rideva
più
forte
.
Poi
vedendo
che
la
baronessa
diveniva
rossa
come
un
peperone
,
rispose
:
-
Scusate
...
scusate
...
Se
mai
...
Perché
non
lo
domandate
a
lui
?
...
Questa
è
bella
!
...
Io
non
sono
il
confessore
di
vostro
figlio
...
Mèndola
irruppe
nella
camera
narrando
fra
le
risate
la
scena
che
aveva
avuta
con
quell
'
orso
di
don
Ferdinando
il
quale
non
voleva
venire
a
far
la
pace
col
cognato
.
La
Rubiera
,
senza
dir
altro
,
asciugavasi
le
labbra
col
fazzoletto
ancora
appiccicoso
di
dolciume
,
mentre
i
parenti
toglievano
commiato
.
Nell
'
andarsene
ciascuno
aveva
una
parola
d
'
elogio
sul
modo
in
cui
erano
andate
le
cose
.
Donna
Marianna
diceva
alla
Rubiera
sottovoce
che
aveva
fatto
bene
a
venire
anche
lei
,
per
non
dar
nell
'
occhio
,
per
far
tacere
le
male
lingue
...
L
'
altra
rispose
con
un
'
occhiataccia
che
donna
Agrippina
colse
al
volo
:
-
M
'
è
giovata
assai
!
Serpi
sono
!
Non
vi
dico
altro
.
Ci
siam
messa
la
vipera
nella
manica
!
...
Vedrete
poi
...
Don
Gesualdo
,
rimasto
solo
colla
moglie
tracannò
di
un
fiato
un
gran
bicchiere
di
acqua
fresca
,
senza
dir
nulla
.
Bianca
disfatta
in
viso
,
quasi
fosse
per
sentirsi
male
,
seguiva
ogni
suo
movimento
con
certi
occhi
che
sembravano
spaventati
,
stringendo
al
seno
la
bambina
.
-
Te
'
,
vuoi
bere
?
-
disse
lui
.
-
Devi
aver
sete
anche
tu
.
Ella
accennò
di
sì
.
Ma
il
bicchiere
le
tremava
talmente
nelle
mani
che
si
versò
tutta
l
'
acqua
addosso
.
-
Non
importa
,
non
importa
,
-
aggiunse
il
marito
.
-
Adesso
nessuno
ci
vede
.
E
si
mise
ad
asciugare
il
lenzuolo
col
fazzoletto
.
Poi
tolse
in
braccio
la
bambina
che
vagiva
,
ballottandola
per
farla
chetare
,
portandola
in
giro
per
la
camera
.
-
Hai
visto
,
eh
,
che
gente
?
che
parenti
affezionati
?
Ma
tuo
marito
non
se
lo
mettono
in
tasca
,
no
.
Fuori
,
nella
piazza
,
tutti
i
vicini
erano
affacciati
per
vedere
uscire
gli
invitati
.
Alla
finestra
dei
Margarone
,
laggiù
in
fondo
,
al
di
sopra
dei
tetti
,
c
'
era
pure
dell
'
altra
gente
che
faceva
capolino
ogni
momento
.
La
Rubiera
cominciò
a
salutare
da
lontano
,
col
ventaglio
,
col
fazzoletto
,
mentre
discorreva
col
marchese
Limòli
,
talmente
accesa
che
sembrava
volessero
accapigliarsi
.
-
Razze
di
serpi
,
sono
!
Cime
di
birbanti
!
Se
lo
mangiano
in
un
boccone
quello
scomunicato
di
mio
figlio
!
...
Ma
prima
l
'
ha
da
fare
con
me
!
Sentite
,
accompagnatemi
un
momento
dai
Margarone
...
E
'
un
pezzo
che
non
ci
vediamo
...
Infine
non
è
un
motivo
per
romperla
con
dei
vecchi
amici
...
una
ragazzata
...
Voi
siete
un
uomo
ammodo
...
e
alle
volte
...
una
parola
a
proposito
...
Venne
ad
aprire
donna
Giovannina
con
tanto
di
muso
.
Si
vedeva
in
fondo
l
'
uscio
del
salotto
buono
spalancato
;
tolte
le
fodere
ai
mobili
.
Un
'
aria
di
cerimonia
insomma
.
-
Che
c
'
è
?
-
chiese
il
marchese
entrando
.
-
Cosa
accade
?
-
Io
non
so
nulla
!
-
esclamò
donna
Giovannina
la
quale
sembrava
sul
punto
di
scoppiare
a
piangere
.
-
Ci
sarà
gente
di
là
,
credo
;
ma
io
non
ne
so
nulla
.
-
Povera
bambina
!
povera
bambina
!
-
Il
marchese
indugiava
in
anticamera
,
accarezzando
la
ragazza
.
Le
aveva
preso
con
due
dita
il
ganascino
da
canonico
,
ammiccando
con
malizia
,
guardandosi
intorno
per
dirle
sottovoce
:
-
Che
vuoi
farci
?
Pazienza
!
Chi
primo
nasce
primo
pasce
.
Ci
sarà
donna
Fifì
,
colla
mamma
,
a
ricevere
le
visite
,
eh
?
Don
Bastiano
,
eh
?
il
Capitan
d
'
Arme
?
...
Don
Bastiano
infatti
era
lì
,
nel
salotto
,
vestito
in
borghese
,
con
abiti
nuovi
fiammanti
che
gli
rilucevano
addosso
,
raso
di
fresco
,
seduto
sul
canapè
accanto
alla
mamma
Margarone
,
come
uno
sposo
,
facendo
scivolare
di
tanto
in
tanto
un
'
occhiata
languida
e
sentimentale
verso
la
ragazza
,
lisciandosi
i
baffoni
novelli
che
non
volevano
piegarsi
.
Donna
Fifì
,
al
vedere
giungere
la
Rubiera
,
si
ringalluzzì
,
superbiosa
,
tubando
sottomano
col
forestiero
per
farle
dispetto
.
-
Oh
,
oh
,
-
disse
il
marchese
,
salutando
don
Bastiano
ch
'
era
rimasto
un
po
'
grullo
.
-
Siete
ancora
qui
?
Bene
!
bene
!
Ed
incominciò
a
discorrere
col
capitano
,
intanto
che
le
signore
chiacchieravano
tutte
in
una
volta
,
domandandogli
perché
la
Compagnia
d
'
Arme
fosse
partita
senza
di
lui
,
se
aveva
intenzione
di
fermarsi
un
pezzetto
,
se
era
contento
del
paese
e
voleva
lasciare
le
spalline
.
Don
Bastiano
si
teneva
sulle
generali
,
lodando
il
paesaggio
,
il
clima
,
gli
abitanti
,
sottolineando
le
parole
con
certi
sguardi
espressivi
rivolti
a
donna
Fifì
,
la
quale
fingeva
di
guardare
fuori
dal
balcone
cogli
occhi
pieni
di
poesia
,
e
chinava
il
capo
arrossendo
a
ciascuno
di
quei
complimenti
,
quasi
fossero
a
lei
dedicati
.
Il
marchese
domandò
a
un
tratto
che
n
'
era
di
don
Filippo
,
e
gli
risposero
che
era
uscito
per
condurre
a
spasso
Nicolino
.
-
Ah
,
bene
!
bene
!
La
Rubiera
si
morsicava
le
labbra
aspettando
che
il
cugino
Limòli
avviasse
il
discorso
sul
tema
che
sapeva
.
Ma
intanto
osservava
di
sottecchi
le
arie
languide
di
donna
Fifì
,
la
quale
sembrava
struggersi
sotto
le
occhiate
incendiarie
di
don
Bastiano
Stangafame
,
e
non
poteva
star
ferma
sulla
seggiola
,
col
seno
piatto
ansante
come
un
mantice
,
e
i
piedini
irrequieti
che
dicevano
tante
cose
affacciandosi
ogni
momento
dal
lembo
del
vestito
.
La
conversazione
languiva
.
Si
parlò
del
battesimo
e
della
gente
che
c
'
era
stata
.
Ma
ciascuno
pensava
intanto
ai
fatti
suoi
,
chiacchierando
del
più
e
del
meno
,
cercando
le
parole
,
col
sorriso
distratto
in
bocca
.
Solo
il
marchese
sembrava
che
pigliasse
un
grande
interesse
ai
discorsi
del
capitano
,
quasi
non
fosse
fatto
suo
.
Poi
,
sbirciando
il
viso
rosso
di
donna
Giovannina
che
stava
a
spiare
dall
'
uscio
socchiuso
,
la
chiamò
a
voce
alta
.
-
Avanti
,
avanti
,
bella
figliuola
.
Vogliamo
vedere
quella
bella
faccia
.
Siamo
qui
noi
soli
,
in
famiglia
...
La
mamma
e
la
sorella
maggiore
fulminarono
due
occhiataccie
addosso
alla
ragazza
,
la
quale
rimaneva
sull
'
uscio
,
nascondendo
le
mani
di
serva
sotto
il
grembiule
,
vergognosa
di
esser
stata
scoperta
a
quel
modo
,
vestita
di
casa
.
Limòli
,
senza
accorgersi
di
nulla
,
domandava
sottovoce
a
donna
Bellonia
:
-
Quando
la
maritiamo
quella
bella
figliuola
?
Prima
tocca
alla
maggiore
,
è
naturale
.
Ma
poi
ricordatevi
che
ci
son
qua
io
per
fare
il
sensale
...
gratis
et
amore
,
ben
inteso
...
Siamo
amici
vecchi
!
...
Donna
Bellonia
andava
facendogli
li
occhiacci
,
sebbene
il
marchese
fingesse
di
non
badarci
.
Poi
gli
disse
sottovoce
:
-
Cosa
dite
!
...
che
idee
da
metterle
in
testa
!
...
Ancora
è
troppo
giovane
...
quasi
quasi
ha
ancora
il
vestito
corto
...
-
Vedo
!
vedo
!
-
rispose
il
marchese
sbirciando
le
calze
bianche
di
donna
Giovannina
.
Donna
Fifì
aveva
condotto
il
capitano
ad
ammirare
i
suoi
fiori
sul
balcone
.
Colse
un
bel
garofano
,
l
'
odorò
a
lungo
socchiudendo
gli
occhi
,
e
glielo
porse
.
-
Vedo
,
vedo
,
-
ripeté
il
vecchietto
.
La
Rubiera
allora
volle
accomiatarsi
,
masticando
un
sorriso
,
coi
fiori
gialli
che
le
fremevano
sul
cappellino
.
Intanto
che
le
signore
barattavano
baci
ed
abbracci
,
il
marchese
si
rivolse
al
capitano
.
-
Mi
congratulo
!
...
Mi
congratulo
tanto
...
davvero
...
don
Bastiano
.
-
Perché
?
...
Di
che
cosa
?
...
-
Il
capitano
sorpreso
e
imbarazzato
cercava
una
botta
di
risposta
.
Ma
l
'
altro
gli
aveva
già
voltato
le
spalle
,
salutava
le
signore
con
una
parola
gentile
per
ciascuna
;
accarezzava
paternamente
donna
Giovannina
che
teneva
ancora
il
broncio
.
-
Che
c
'
è
?
che
c
'
è
?
Cosa
vuol
dire
?
Le
ragazze
devono
stare
allegre
.
Hai
inteso
tua
madre
?
Dice
che
hai
tempo
di
crescere
.
Su
,
dunque
!
allegra
!
La
Rubiera
sentivasi
scoppiare
sotto
la
mantiglia
;
dopo
che
si
fu
voltata
indietro
a
salutare
colla
mano
dalla
strada
tutti
i
Margarone
schierati
sul
terrazzino
prese
a
borbottare
:
-
Avete
capito
,
eh
?
-
Diamine
!
Non
ci
voleva
molto
.
Anche
per
la
Giovannina
bisogna
mettersi
il
cuore
in
pace
...
-
Ma
sì
,
ma
sì
!
Con
tanto
piacere
me
lo
metto
il
cuore
in
pace
...
Una
civetta
!
...
Avete
visto
il
giuochetto
del
garofano
?
Saremmo
stati
freschi
mio
figlio
ed
io
...
Quasi
quasi
se
lo
meritava
!
Scomunicato
!
Nemico
di
sua
madre
stessa
!
...
Lì
a
due
passi
si
imbatterono
in
Canali
,
che
andava
dai
Margarone
,
e
aveva
visto
da
lontano
i
baciamani
fra
la
strada
e
il
terrazzo
.
Canali
fece
un
certo
viso
,
e
fermò
la
baronessa
per
salutarla
,
menando
il
discorso
per
le
lunghe
,
sgranandole
in
faccia
due
occhi
curiosi
.
-
Siete
stata
da
donna
Bellonia
,
eh
?
Avete
fatto
bene
.
Un
'
amicizia
antica
come
la
vostra
!
...
Peccato
che
don
Ninì
...
La
baronessa
cercava
di
scavar
terreno
anch
'
essa
,
in
aria
disinvolta
,
facendosi
vento
e
menando
il
can
per
l
'
aia
.
-
Infine
...
delle
sciocchezze
...
sciocchezze
di
gioventù
...
-
No
,
no
,
perdonate
!
-
ribatté
Canali
.
-
Vorrei
veder
voi
stessa
!
...
Un
padre
deve
aprire
gli
occhi
per
sapere
a
chi
dà
la
sua
creatura
...
Non
dico
per
vostro
figlio
...
Un
buon
giovane
...
un
cuor
d
'
oro
...
Il
male
è
che
s
'
è
lasciato
abbindolare
...
circondato
da
falsi
amici
...
Di
bricconi
ce
ne
son
sempre
...
Gli
hanno
carpito
qualche
firma
...
La
baronessa
lo
piantò
lì
senz
'
altro
.
-
Sentite
?
Vedete
?
-
andava
brontolando
col
cugino
Limòli
.
Poscia
piantò
anche
lui
che
non
poteva
più
tenerle
dietro
.
-
Vi
saluto
,
vi
saluto
-
E
corse
dal
notaro
Neri
,
pallida
e
trafelata
,
per
vedere
...
per
sentire
...
Il
notaro
non
sapeva
nulla
...
nulla
di
positivo
almeno
.
-
Sapete
,
don
Gesualdo
è
volpe
fina
...
Son
cose
queste
che
si
fanno
sottomano
,
se
mai
...
Avranno
fatto
il
contratto
da
qualche
notaio
forestiere
...
Il
notaro
Sghembri
di
Militello
dicono
...
Ma
via
...
Non
c
'
è
motivo
poi
di
mettersi
in
quello
stato
per
una
cosa
simile
...
Avete
una
faccia
che
non
mi
piace
.
Rosaria
,
ch
'
era
a
ripulire
il
pollaio
quando
la
sua
padrona
era
tornata
a
casa
,
udì
a
un
tratto
dal
cortile
un
urlo
spaventoso
,
come
stessero
sgozzando
un
animale
grosso
di
sopra
,
una
cosa
che
le
fece
perdere
le
ciabatte
correndo
a
precipizio
.
La
baronessa
era
ancora
lì
,
dove
aveva
cominciato
a
spogliarsi
,
appoggiata
al
cassettone
,
piegata
in
due
quasi
avesse
la
colica
,
gemendo
e
lamentandosi
,
mentre
le
usciva
bava
dalla
bocca
,
e
gli
occhi
le
schizzavano
fuori
:
-
Assassino
!
Figlio
snaturato
!
...
No
!
non
me
la
faccio
mangiare
la
mia
roba
!
...
Piuttosto
la
lascio
ai
poveri
...
ai
conventi
...
Voglio
far
testamento
!
...
Voglio
far
donazione
!
...
Chiamatemi
il
notaro
...
subito
!
...
Don
Ninì
stava
bisticciandosi
colla
sua
Aglae
,
in
quella
stanzaccia
di
locanda
che
per
lui
era
diventata
un
inferno
dal
momento
in
cui
s
'
era
messo
sulle
spalle
il
debito
e
mastro
-
don
Gesualdo
.
Il
letto
in
disordine
,
i
vestiti
sudici
,
i
capelli
spettinati
,
le
carezze
stesse
di
lei
,
i
manicaretti
cucinati
dall
'
amico
Pallante
,
gli
si
erano
mutati
in
veleno
,
dacché
gli
costavano
cari
.
Al
veder
giungere
Alessi
che
veniva
a
chiamarlo
,
parlando
di
notaro
e
di
donazione
,
si
fece
pallido
a
un
tratto
.
Invano
la
prima
donna
gli
si
avvinghiò
al
collo
,
discinta
,
senza
badare
al
Pallante
che
accorreva
dalla
cucina
né
ad
Alessi
il
quale
spalancava
gli
occhi
e
si
fregava
le
mani
.
-
Ninì
!
Ninì
mio
!
...
Non
mi
abbandonare
in
questo
stato
!
...
-
Malannaggia
!
Lasciatemi
andare
...
tutti
quanti
siete
!
...
Vi
pare
che
si
scherzi
!
...
Quella
donna
è
capace
di
tutto
!
Don
Ninì
,
ripreso
interamente
dall
'
amor
della
roba
,
non
si
lasciò
commuovere
neppure
dalla
scena
dello
svenimento
.
Piantò
lì
dov
'
era
la
povera
Aglae
lunga
distesa
sul
pavimento
come
all
'
ultimo
atto
di
una
tragedia
,
e
Pallante
che
le
tirava
giù
il
vestito
sulle
calze
,
per
correre
a
casa
senza
cappello
.
Colà
ci
fu
una
scena
terribile
fra
madre
e
figlio
.
Lui
da
prima
cercava
di
negare
;
poi
montò
su
tutte
le
furie
,
si
lagnò
di
esser
tenuto
come
uno
schiavo
,
peggio
di
un
ragazzo
,
senza
due
tarì
da
spendere
;
e
la
baronessa
minacciava
di
andare
lei
in
persona
dal
notaro
,
per
disporre
della
sua
roba
,
così
com
'
era
,
in
sottana
,
a
quell
'
ora
stessa
,
se
non
volevano
mandarlo
a
chiamare
.
Don
Ninì
allora
scese
a
dar
tanto
di
chiavistello
al
portone
,
e
si
mise
la
chiave
in
tasca
,
minacciando
di
rompere
le
ossa
al
garzone
,
se
fiatava
.
-
Ah
!
questa
è
la
ricompensa
!
-
borbottò
Alessi
.
-
Un
'
altra
volta
ci
vò
davvero
dal
notaio
.
Finalmente
,
per
amore
o
per
forza
,
riescirono
a
mettere
in
letto
la
baronessa
,
la
quale
si
dibatteva
e
strillava
che
volevano
farla
morire
di
colpo
per
scialacquare
la
sua
roba
:
-
Mastro
-
don
Gesualdo
!
...
sì
!
...
Lui
se
lo
mangia
il
fatto
mio
!
-
Il
figliuolo
colle
buone
e
colle
cattive
tentava
di
calmarla
:
-
Non
vedete
che
state
poco
bene
?
Volete
ammalarvi
per
farmi
dar
l
'
anima
al
diavolo
?
-
Poi
tutta
la
notte
non
chiuse
occhio
,
alzandosi
ogni
momento
per
correre
ad
origliare
se
sua
madre
strillava
ancora
,
spaventato
all
'
idea
che
udissero
i
vicini
e
gli
venissero
in
casa
colla
giustizia
e
il
notaro
,
maledicendo
in
cuor
suo
la
prima
donna
e
chi
gliela
aveva
messa
fra
i
piedi
,
turbato
,
se
si
appisolava
un
momento
,
da
tanti
brutti
sogni
:
mastro
-
don
Gesualdo
,
il
debito
,
della
gente
che
gli
si
accalcava
addosso
e
gli
empiva
la
casa
,
una
gran
folla
.
Rosaria
venne
a
bussargli
all
'
uscio
di
buon
mattino
:
-
Don
Ninì
!
signor
barone
!
venite
a
vedere
...
La
padrona
ha
perso
la
parola
!
...
Io
ho
paura
,
se
vedeste
...
La
baronessa
stava
lunga
distesa
sul
letto
,
simile
a
un
bue
colpito
dal
macellaio
,
con
tutto
il
sangue
al
viso
e
la
lingua
ciondoloni
.
La
bile
,
i
dispiaceri
,
tutti
quegli
umori
cattivi
che
doveva
averci
accumulati
sullo
stomaco
,
le
gorgogliavano
dentro
,
le
uscivano
dalla
bocca
e
dal
naso
,
le
colavano
sul
guanciale
.
E
come
volesse
aiutarsi
,
ancora
in
quello
stato
,
come
cercasse
di
annaspare
colle
mani
gonfie
e
grevi
,
come
cercasse
di
chiamare
aiuto
,
coi
suoni
inarticolati
che
s
'
impastavano
nella
bava
vischiosa
.
-
Mamma
!
mamma
mia
!
Don
Ninì
atterrito
,
ancora
gonfio
dal
sonno
,
andava
strillando
per
le
stanze
,
dandosi
dei
pugni
sulla
testa
,
correndo
al
balcone
e
disperandosi
mentre
i
vicini
bussavano
e
tempestavano
che
il
portone
era
chiuso
a
chiave
.
Da
lì
a
un
po
'
,
medico
,
barbiere
,
parenti
,
curiosi
,
la
casa
si
riempì
di
gente
.
Proprio
il
sogno
di
quella
notte
.
Don
Ninì
narrava
a
tutti
la
stessa
cosa
,
asciugandosi
gli
occhi
e
soffiandosi
il
naso
gonfio
quasi
suonasse
la
tromba
.
Appena
vide
giungere
anche
il
notaro
Neri
non
si
mosse
più
dal
capezzale
della
mamma
,
domandando
al
medico
ogni
momento
:
-
Che
ve
ne
sembra
,
dottore
?
Riacquisterà
la
parola
?
-
Col
tempo
,
col
tempo
,
-
rispose
infine
il
medico
seccato
.
-
Diamine
,
credete
che
sia
stato
come
fare
uno
starnuto
?
Don
Ninì
non
si
riconosceva
più
da
un
giorno
all
'
altro
;
colla
barba
lunga
,
i
capelli
arruffati
,
fisso
al
capezzale
della
madre
,
oppure
arrabattandosi
nelle
faccende
di
casa
.
Non
usciva
una
fava
dalla
dispensa
senza
passare
per
le
sue
mani
.
Tant
'
è
vero
che
i
guai
insegnano
a
metter
giudizio
.
Sua
madre
stessa
glielo
avrebbe
detto
,
se
avesse
potuto
parlare
.
Si
vedeva
dal
modo
in
cui
gli
guardava
le
mani
,
col
sangue
agli
occhi
,
ogni
volta
che
veniva
a
prendere
le
chiavi
appese
allo
stipite
dell
'
uscio
.
E
anche
lui
,
adesso
che
la
roba
passava
per
le
sue
mani
,
comprendeva
finalmente
i
dispiaceri
che
aveva
dato
alla
povera
donna
;
se
ne
pentiva
,
cercava
di
farseli
perdonare
,
colla
pazienza
,
colle
cure
amorevoli
standole
sempre
intorno
,
sorvegliando
l
'
inferma
e
la
gente
che
veniva
a
farle
visita
,
impallidendo
ogni
volta
che
la
mamma
tentava
di
snodare
lo
scilinguagnolo
dinanzi
agli
estranei
.
Sentiva
una
gran
tenerezza
al
pensare
che
la
povera
paralitica
non
poteva
muoversi
né
parlare
per
togliergli
la
roba
siccome
aveva
minacciato
.
-
No
,
no
,
non
lo
farà
!
Son
cose
che
si
dicono
in
un
momento
di
collera
...
Vorrei
vederla
!
...
Sono
infine
il
sangue
suo
...
Morirebbe
d
'
accidente
lei
per
la
prima
,
se
dovesse
lasciare
la
sua
roba
a
questo
e
a
quello
...
PARTE
TERZA
I
L
'
Isabellina
,
prima
ancora
di
compire
i
cinque
anni
,
fu
messa
nel
Collegio
di
Maria
.
Don
Gesualdo
adesso
che
aveva
delle
pietre
al
sole
,
e
marciava
da
pari
a
pari
coi
meglio
del
paese
,
così
voleva
che
marciasse
la
sua
figliuola
:
imparare
le
belle
maniere
,
leggere
e
scrivere
,
ricamare
,
il
latino
dell
'
uffizio
anche
,
e
ogni
cosa
come
la
figlia
di
un
barone
;
tanto
più
che
,
grazie
a
Dio
,
la
dote
non
le
sarebbe
mancata
,
perché
Bianca
non
prometteva
di
dargli
altri
eredi
.
Essa
dopo
il
parto
non
s
'
era
più
rifatta
in
salute
;
anzi
deperiva
sempre
più
di
giorno
in
giorno
,
rosa
dal
baco
che
s
'
era
mangiati
tutti
i
Trao
,
e
figliuoli
era
certo
che
non
ne
faceva
più
.
Un
vero
gastigo
di
Dio
.
Un
affare
sbagliato
,
sebbene
il
galantuomo
avesse
la
prudenza
di
non
lagnarsene
neppure
col
canonico
Lupi
che
glielo
aveva
proposto
.
Quando
uno
ha
fatto
la
minchioneria
,
è
meglio
starsi
zitto
e
non
parlarne
più
,
per
non
darla
vinta
ai
nemici
.
-
Nulla
,
nulla
gli
aveva
fruttato
quel
matrimonio
;
né
la
dote
,
né
il
figlio
maschio
,
né
l
'
aiuto
del
parentado
,
e
neppure
ciò
che
gli
dava
prima
Diodata
,
un
momento
di
svago
un
'
ora
di
buonumore
,
come
il
bicchiere
di
vino
a
un
pover
'
uomo
che
ha
lavorato
tutto
il
giorno
,
là
!
Neppur
quello
!
-
Una
moglie
che
vi
squagliava
fra
le
mani
,
che
vi
faceva
gelare
le
carezze
,
con
quel
viso
,
con
quegli
occhi
,
con
quel
fare
spaventato
,
come
se
volessero
farla
cascare
in
peccato
mortale
ogni
volta
e
il
prete
non
ci
avesse
messo
su
tanto
di
croce
prima
quand
'
ella
aveva
detto
di
sì
...
Bianca
non
ci
aveva
colpa
.
Era
il
sangue
della
razza
che
si
rifiutava
.
Le
pesche
non
si
innestano
sull
'
olivo
.
Ella
,
poveretta
,
chinava
il
viso
,
arrivava
ad
offrirlo
anzi
,
tutto
rosso
,
per
ubbidire
al
comandamento
di
Dio
,
come
fosse
pagata
per
farlo
...
Ma
egli
non
si
lasciava
illudere
,
no
.
Era
villano
,
ma
aveva
il
naso
fino
di
villano
pure
!
E
aveva
il
suo
orgoglio
anche
lui
.
L
'
orgoglio
di
quello
che
aveva
saputo
guadagnarsi
,
colle
sue
mani
,
tutto
opera
sua
,
quei
lenzuoli
di
tela
fine
in
cui
dormivano
voltandosi
le
spalle
,
e
quei
bocconi
buoni
che
doveva
mangiare
in
punta
di
forchetta
,
sotto
gli
occhi
della
Trao
...
Almeno
in
casa
sua
voleva
comandar
le
feste
.
E
se
Domeneddio
l
'
aveva
gastigato
giusto
nei
figliuoli
che
voleva
mettere
al
mondo
secondo
la
sua
legge
,
dandogli
una
bambina
invece
dell
'
erede
legittimo
che
aspettava
,
Isabella
almeno
doveva
possedere
tutto
ciò
che
mancava
a
lui
,
essere
signora
di
nome
e
di
fatto
.
Bianca
,
quasi
indovinasse
d
'
aver
poco
da
vivere
,
non
avrebbe
voluto
separarsi
dalla
sua
figliuoletta
.
Ma
il
padrone
era
lui
,
don
Gesualdo
.
Egli
era
buono
,
amorevole
,
a
modo
suo
;
non
le
faceva
mancare
nulla
,
medici
,
speziali
,
tale
e
quale
come
se
gli
avesse
portato
una
grossa
dote
.
-
Bianca
non
aveva
parole
per
ringraziare
Iddio
quando
paragonava
la
casa
in
cui
il
Signore
l
'
aveva
fatta
entrare
con
quella
in
cui
era
nata
.
Lì
suo
fratello
stesso
desiderava
di
giorno
il
pane
e
di
notte
le
coperte
...
Sarebbe
morto
di
stenti
se
i
suoi
parenti
non
l
'
avessero
aiutato
con
bella
maniera
,
senza
farglielo
capire
.
Soltanto
da
lei
don
Ferdinando
non
voleva
accettare
checchessia
,
mentre
don
Gesualdo
non
gli
avrebbe
fatto
mancar
nulla
,
col
cuore
largo
quanto
un
mare
,
quell
'
uomo
!
Gli
stessi
parenti
di
lei
glielo
dicevano
:
-
Tu
non
hai
parole
per
ringraziare
Dio
e
tuo
marito
.
Lascia
fare
a
lui
ch
'
è
il
padrone
,
e
cerca
il
meglio
della
tua
figliuola
.
Poi
considerava
ch
'
era
il
Signore
che
la
puniva
,
che
non
voleva
quella
povera
innocente
nella
casa
di
suo
marito
,
e
la
notte
inzuppava
di
lagrime
il
guanciale
.
Pregava
Iddio
di
darle
forza
,
e
si
consolava
alla
meglio
pensando
che
soffriva
in
penitenza
dei
suoi
peccati
.
Don
Gesualdo
,
che
aveva
tante
altre
cose
per
la
testa
,
tanti
interessi
grossi
sulle
spalle
,
ed
era
abituato
a
vederla
sempre
così
,
con
quel
viso
,
non
ci
badava
neppure
.
Qualche
volta
che
la
vedeva
alzarsi
più
smorta
,
più
disfatta
del
solito
,
le
diceva
per
farle
animo
:
-
Vedrai
che
quando
avrai
messo
in
collegio
la
tua
bambina
sarai
contenta
tu
pure
.
E
'
come
strapparsi
un
dente
.
Tu
non
puoi
badare
alla
tua
figliuola
,
colla
poca
salute
che
hai
.
E
bisogna
che
quando
sarà
grande
ella
sappia
tutto
ciò
che
sanno
tante
altre
che
sono
meno
ricche
di
lei
.
I
figliuoli
bisogna
avvezzarli
al
giogo
da
piccoli
,
ciascuno
secondo
il
suo
stato
...
Lo
so
io
!
...
E
non
ho
avuto
chi
mi
aiutasse
,
io
!
Quella
piccina
è
nata
vestita
.
Nondimeno
,
all
'
ultimo
momento
vi
furono
lagrime
e
piagnistei
,
quando
accompagnarono
l
'
Isabellina
al
parlatorio
del
monastero
.
Bianca
s
'
era
confessata
e
comunicata
.
Ascoltò
la
messa
ginocchioni
,
sentendosi
mancare
,
sentendosi
strappare
un
'
altra
volta
dalle
viscere
la
sua
creatura
che
le
si
aggrappava
al
collo
e
non
voleva
lasciarla
.
Don
Gesualdo
non
guardò
a
spesa
per
far
stare
contenta
Isabellina
in
collegio
:
dolci
,
libri
colle
figure
,
immagini
di
santi
,
noci
col
bambino
Gesù
di
cera
dentro
,
un
presepio
del
Bongiovanni
che
pigliava
un
'
intera
tavola
:
tutto
ciò
che
avevano
le
figlie
dei
primi
signori
,
la
sua
figliuola
l
'
aveva
;
e
i
meglio
bocconi
,
le
primizie
che
offriva
il
paese
,
le
ciriegie
e
le
albicocche
venute
apposta
da
lontano
.
Le
altre
ragazzette
guardavano
con
tanto
d
'
occhi
,
e
soffocavano
dei
sospiri
grossi
così
.
La
minore
delle
Zacco
,
e
le
Mèndola
di
seconda
mano
,
le
quali
dovevano
contentarsi
delle
cipolle
e
delle
olive
nere
che
passava
il
convento
a
merenda
,
si
rifacevano
parlando
delle
ricchezze
che
possedevano
a
casa
e
nei
loro
poderi
.
Quelle
che
non
avevano
né
casa
né
poderi
,
tiravano
in
ballo
il
parentado
nobile
,
il
Capitano
Giustiziere
ch
'
era
fratello
della
mamma
,
la
zia
baronessa
che
aveva
il
cacciatore
colle
penne
,
i
cugini
del
babbo
che
possedevano
cinque
feudi
l
'
uno
attaccato
all
'
altro
,
nello
stato
di
Caltagirone
.
Ogni
festa
,
ogni
Capo
d
'
anno
,
come
la
piccola
Isabella
riceveva
altri
regali
più
costosi
,
un
crocifisso
d
'
argento
,
un
rosario
coi
gloriapatri
d
'
oro
,
un
libro
da
messa
rilegato
in
tartaruga
per
imparare
a
leggere
,
nascevano
altre
guerricciuole
,
altri
dispettucci
,
delle
alleanze
fatte
e
disfatte
a
seconda
di
un
dolce
e
di
un
'
immagine
data
o
rifiutata
.
Si
vedevano
degli
occhietti
già
lucenti
d
'
alterigia
e
di
gelosia
,
dei
visetti
accesi
,
dei
piagnistei
,
che
andavano
poi
a
sfogarsi
nell
'
orecchio
delle
mamme
,
in
parlatorio
.
Fra
tutte
quelle
piccine
,
in
tutte
le
famiglie
,
succedeva
lo
stesso
diavoleto
che
mastro
-
don
Gesualdo
aveva
fatto
nascere
nei
grandi
e
nel
paese
.
Non
si
sapeva
più
chi
poteva
spendere
e
chi
no
.
Una
gara
fra
i
parenti
a
buttare
il
denaro
in
frascherie
,
e
una
confusione
generale
fra
chi
era
stato
sempre
in
prima
fila
,
e
chi
veniva
dopo
.
Quelli
che
non
potevano
,
proprio
,
o
si
seccavano
a
spendere
l
'
osso
del
collo
pel
buon
piacere
di
mastro
-
don
Gesualdo
,
si
lasciavano
scappare
contro
di
lui
certe
allusioni
e
certi
motteggi
che
fermentavano
nelle
piccole
teste
delle
educande
.
Alla
guerra
intestina
pigliavano
parte
anche
le
monache
,
secondo
le
relazioni
,
le
simpatie
,
il
partito
che
sosteneva
oppure
voleva
rovesciare
la
superiora
.
Ci
si
accaloravano
fin
la
portinaia
,
fin
le
converse
che
si
sentivano
umiliate
di
dover
servire
senz
'
altro
guadagno
anche
la
figliuola
di
mastro
-
don
Gesualdo
,
uno
venuto
su
dal
nulla
,
come
loro
,
arricchito
di
ieri
.
Le
nimicizie
di
fuori
,
le
discordie
,
le
lotte
d
'
interessi
e
di
vanità
,
passavano
la
clausura
,
occupavano
le
ore
d
'
ozio
,
si
sfogavano
fin
là
dentro
in
pettegolezzi
,
in
rappresaglie
,
in
parole
grosse
.
-
Sai
come
si
chiama
tuo
padre
?
mastro
-
don
Gesualdo
.
-
Sai
cosa
succede
a
casa
tua
?
che
hanno
dovuto
vendere
una
coppia
di
buoi
per
seminare
le
terre
.
-
Tua
zia
Speranza
fila
stoppa
per
conto
di
chi
la
paga
,
e
i
suoi
figliuoli
vanno
scalzi
.
-
A
casa
tua
c
'
è
stato
l
'
usciere
per
fare
il
pignoramento
.
-
La
piccola
Alimena
arrivò
a
nascondersi
nella
scala
del
campanile
,
una
domenica
,
per
vedere
se
era
vero
che
il
padre
d
'
Isabella
portasse
la
berretta
.
Egli
trovava
la
sua
figliuoletta
ancora
rossa
,
col
petto
gonfio
di
singhiozzi
,
volgendo
il
capo
timorosa
di
veder
luccicare
dietro
ogni
grata
gli
occhietti
maliziosi
delle
altre
piccine
,
guardandogli
le
mani
per
vedere
se
davvero
erano
sporche
di
calcina
,
tirandosi
indietro
istintivamente
quando
nel
baciarla
la
pungeva
colla
barba
ispida
.
Tale
e
quale
sua
madre
.
-
Così
il
pesco
non
s
'
innesta
all
'
ulivo
.
-
Tante
punture
di
spillo
;
la
stessa
cattiva
sorte
che
gli
aveva
attossicato
sempre
ogni
cosa
giorno
per
giorno
;
la
stessa
guerra
implacabile
ch
'
era
stato
obbligato
a
combattere
sempre
contro
tutto
e
contro
tutti
;
e
lo
feriva
sin
lì
,
nell
'
amore
della
sua
creatura
.
Stava
zitto
,
non
lagnavasi
,
perché
non
era
un
minchione
e
non
voleva
far
ridere
i
nemici
;
ma
intanto
gli
tornavano
in
mente
le
parole
di
suo
padre
,
gli
stessi
rancori
,
le
stesse
gelosie
.
Poi
rifletteva
che
ciascuno
al
mondo
cerca
il
suo
interesse
,
e
va
per
la
sua
via
.
Così
aveva
fatto
lui
con
suo
padre
,
così
faceva
sua
figlia
.
Così
dev
'
essere
.
Si
metteva
il
cuore
in
pace
,
ma
gli
restava
sempre
una
spina
in
cuore
.
Tutto
ciò
che
aveva
fatto
e
faceva
per
la
sua
figliuola
l
'
allontanava
appunto
da
lui
:
i
denari
che
aveva
speso
per
farla
educare
come
una
signora
,
le
compagne
in
mezzo
alle
quali
aveva
voluto
farla
crescere
,
le
larghezze
e
il
lusso
che
seminavano
la
superbia
nel
cuore
della
ragazzina
,
il
nome
stesso
che
le
aveva
dato
maritandosi
a
una
Trao
-
bel
guadagno
che
ci
aveva
fatto
!
-
La
piccina
diceva
sempre
:
-
Io
son
figlia
della
Trao
.
Io
mi
chiamo
Isabella
Trao
.
La
guerra
si
riaccese
più
viva
fra
le
ragazze
quando
si
maritò
don
Ninì
Rubiera
:
-
S
'
è
vero
che
siete
parenti
,
perché
tuo
zio
non
ti
ha
mandato
i
confetti
?
Vuol
dire
che
voialtri
non
vi
vogliono
per
parenti
.
-
L
'
Isabellina
,
che
rispondeva
già
come
una
grande
,
ribatté
:
-
Mio
padre
me
li
comprerà
lui
i
confetti
.
Ci
siamo
guastati
coi
Rubiera
perché
ci
devono
tanti
denari
.
-
La
figlia
della
ceraiuola
,
ch
'
era
del
suo
partito
,
aggiunse
tante
altre
storie
:
-
Il
baronello
era
uno
spiantato
.
La
Margarone
non
aveva
più
voluto
saperne
.
Sposava
donna
Giuseppina
Alòsi
più
vecchia
di
lui
,
perché
non
aveva
trovato
altro
,
per
amor
dei
denari
:
tutto
ciò
che
narravasi
nella
bottega
di
sua
madre
,
in
ogni
caffè
,
in
ogni
spezieria
,
di
porta
in
porta
.
Nel
paese
non
si
parlava
d
'
altro
che
del
matrimonio
di
don
Ninì
Rubiera
.
-
Un
matrimonio
di
convenienza
!
-
diceva
la
signora
Capitana
che
parlava
sempre
in
punta
di
forchetta
.
Cogli
anni
,
la
Capitana
aveva
preso
anche
i
vizii
del
paese
;
occupavasi
dei
fatti
altrui
ora
che
non
aveva
da
nasconderne
dei
propri
.
Allorchè
incontrava
il
cavalier
Peperito
gli
faceva
un
certo
visetto
malizioso
che
la
ringiovaniva
di
vent
'
anni
,
dei
sorrisi
che
volevano
indovinare
molte
cose
,
scrollando
il
capo
,
offrendosi
graziosamente
ad
ascoltare
le
confidenze
e
gli
sfoghi
gelosi
,
minacciando
il
cavaliere
col
ventaglio
,
come
a
dirgli
ch
'
era
stato
un
gran
discolaccio
lui
,
e
se
si
lasciava
adesso
portar
via
l
'
amante
era
segno
che
ci
dovevano
essere
state
le
sue
buone
ragioni
...
prima
o
poi
...
-
No
!
-
ribatteva
Peperito
fuori
della
grazia
di
Dio
.
-
Né
prima
né
poi
!
Questo
potete
andare
a
dirglielo
a
donna
Giuseppina
!
Se
non
ho
potuto
comandare
da
padrone
non
voglio
servire
nemmeno
da
comodino
,
capite
?
...
fare
il
gallo
di
razza
...
capite
?
Su
di
ciò
donna
Giuseppina
potrà
mettersi
il
cuore
in
pace
!
Adesso
sciorinava
in
piazza
tutte
le
porcherie
dell
'
Alòsi
,
che
se
vi
mandava
a
regalare
per
miracolo
un
paniere
d
'
uva
voleva
restituito
il
paniere
;
e
vendeva
sottomano
le
calze
che
faceva
,
delle
calze
da
serva
grosse
un
dito
,
-
essa
gliele
aveva
fatte
anche
vedere
sulla
forma
per
stuzzicarlo
...
per
strappargli
ciò
che
faceva
comodo
a
lei
...
Ma
lui
,
no
!
...
Insomma
,
andava
raccontandone
di
cotte
e
di
crude
.
Corsero
anche
delle
sante
legnate
al
Caffè
dei
Nobili
.
Ciolla
gli
stava
alle
calcagna
per
raccogliere
i
pettegolezzi
e
portarli
in
giro
alla
sua
volta
.
Un
giorno
poi
fu
una
vera
festa
per
lui
,
quando
si
vide
arrivare
in
paese
la
signora
Aglae
che
veniva
insieme
al
signor
Pallante
a
fare
uno
scandalo
contro
il
barone
Rubiera
,
a
riscuotere
ciò
che
le
spettava
,
se
il
seduttore
non
voleva
vedersela
comparire
dinanzi
all
'
altare
.
Essa
giungeva
apposta
da
Modica
,
sputando
fiele
,
incerettata
,
dipinta
,
carica
di
piume
di
gallo
e
di
pezzi
di
vetro
,
tirandosi
dietro
la
prova
innocente
della
birbonata
di
don
Ninì
,
una
bambinella
ch
'
era
un
amore
.
Così
la
gente
diceva
che
don
Ninì
era
sempre
stato
un
donnaiuolo
,
e
se
sposava
l
'
Alòsi
,
che
avrebbe
potuto
essergli
madre
,
ci
dovevano
essere
interessi
gravi
.
Chi
spiegava
la
cosa
in
un
modo
e
chi
in
un
altro
.
Il
baronello
,
quelli
che
s
'
affrettarono
a
fargli
i
mirallegro
onde
tirargli
di
bocca
la
verità
vera
,
se
li
levò
dai
piedi
in
poche
parole
.
La
Sganci
che
aveva
combinato
il
negozio
stava
zitta
colle
amiche
le
quali
andavano
apposta
a
farle
visita
.
Don
Gesualdo
ne
sapeva
forse
più
degli
altri
,
ma
stringevasi
nelle
spalle
e
se
la
cavava
con
simili
risposte
:
-
Che
volete
?
Ciascuno
fa
il
suo
interesse
.
Vuol
dire
che
il
barone
Rubiera
ci
ha
trovato
il
suo
vantaggio
a
sposare
la
signora
Alòsi
.
La
verità
era
che
don
Ninì
aveva
dovuto
pigliarsi
l
'
Alòsi
per
salvare
quel
po
'
di
casa
che
don
Gesualdo
voleva
espropriargli
.
E
'
vero
che
adesso
era
diventato
giudizioso
,
tutto
dedito
agli
affari
;
ma
sua
madre
,
sepolta
viva
nel
seggiolone
non
lo
lasciava
padrone
di
un
baiocco
;
si
faceva
dar
conto
di
tutto
;
voleva
che
ogni
cosa
passasse
sotto
i
suoi
occhi
;
senza
poter
parlare
,
senza
potersi
muovere
,
si
faceva
ubbidire
dalla
sua
gente
meglio
di
prima
.
E
attaccata
alla
sua
roba
come
un
'
ostrica
,
ostinandosi
a
vivere
per
non
pagare
.
Il
debito
intanto
ingrossava
d
'
anno
in
anno
:
una
cosa
che
il
povero
don
Ninì
ci
perdeva
delle
nottate
intere
,
senza
poter
chiudere
occhio
,
alle
volte
:
e
alla
scadenza
,
capitale
e
usura
,
rappresentavano
una
bella
somma
.
Il
canonico
Lupi
,
che
andò
in
nome
del
baronello
a
chiedere
dilazione
al
pagamento
,
trovò
don
Gesualdo
peggio
di
un
muro
:
-
A
che
giuoco
giochiamo
canonico
mio
?
Sono
più
di
nove
anni
che
non
vedo
né
frutti
né
capitale
.
Ora
mi
serve
il
mio
denaro
,
e
voglio
esser
pagato
.
Don
Ninì
pel
bisogno
scese
anche
all
'
umiliazione
d
'
andare
a
pregare
la
cugina
Bianca
,
dopo
tanto
tempo
.
La
prese
appunto
da
lontano
.
-
Tanto
tempo
che
non
s
'
erano
visti
!
Lui
non
aveva
faccia
di
comparirle
dinanzi
,
in
parola
d
'
onore
!
Non
cercava
di
scolparsi
.
Era
stato
un
ragazzaccio
.
Ora
aveva
aperto
gli
occhi
,
troppo
tardi
,
quando
non
c
'
era
più
rimedio
,
quando
si
trovava
sulle
spalle
il
peso
dei
suoi
errori
.
Ma
proprio
non
poteva
pagare
in
quel
momento
.
-
Son
galantuomo
.
Ho
di
che
pagare
infine
.
Tuo
marito
sarà
pagato
sino
all
'
ultimo
baiocco
.
Ma
in
questo
momento
proprio
non
posso
!
Tu
sai
com
'
è
fatta
tua
zia
!
che
testa
dura
!
Ne
abbiamo
avuti
dei
dispiaceri
per
quella
testa
dura
!
Ma
infine
non
può
campare
eternamente
,
poveretta
,
com
'
è
ridotta
...
Bianca
era
rimasta
senza
fiato
al
primo
vederlo
,
senza
parole
,
facendosi
ora
pallida
e
ora
rossa
.
Non
sapeva
che
dire
,
balbettava
,
sudava
freddo
,
aveva
una
convulsione
nelle
mani
che
cercava
di
dissimulare
,
stirando
macchinalmente
le
due
cocche
del
grembiule
.
A
un
tratto
ebbe
uno
sbocco
di
sangue
.
-
Cos
'
è
?
cos
'
è
?
Qualcosa
alle
gengive
?
Ti
sei
morsicata
la
lingua
?
-
No
,
-
rispose
lei
.
-
Mi
viene
di
tanto
in
tanto
.
L
'
aveva
anche
don
Diego
,
ti
rammenti
?
Non
è
nulla
.
-
Bene
,
bene
.
Intanto
fammi
questo
piacere
;
parlane
a
tuo
marito
.
In
questo
momento
proprio
non
posso
...
Ma
son
galantuomo
,
mi
pare
!
...
Mia
madre
,
da
qui
a
cent
'
anni
,
non
ha
a
chi
lasciare
tutto
il
suo
.
Bianca
cercava
di
scusarsi
.
-
Suo
marito
era
il
padrone
.
Faceva
tutto
di
testa
propria
,
lui
.
Non
voleva
che
gli
mettessero
il
naso
nelle
sue
cose
.
-
Allora
perché
sei
sua
moglie
?
-
ribatté
il
cugino
.
-
Bella
ragione
!
Uno
che
non
era
degno
di
alzarti
gli
occhi
in
viso
!
...
Deve
ringraziare
Iddio
e
l
'
ostinazione
di
mia
madre
se
gli
è
toccata
questa
fortuna
!
...
Dunque
farai
il
possibile
per
indurlo
ad
accordarmi
questa
dilazione
?
-
E
tu
cosa
gli
hai
detto
?
-
domandò
don
Gesualdo
trovando
la
moglie
ancora
agitata
dopo
quella
visita
.
-
Nulla
...
Non
so
...
Mi
son
sentita
male
...
-
Bene
.
Hai
fatto
bene
.
Sta
tranquilla
che
agli
affari
ci
penso
io
.
Serpi
nella
manica
sono
i
parenti
...
Hai
visto
?
Cercano
di
te
,
solo
quando
ne
hanno
bisogno
;
ma
del
resto
non
gli
importa
di
sapere
se
sei
morta
o
viva
.
Lascia
fare
a
me
che
la
risposta
gliela
mando
coll
'
usciere
,
a
tuo
cugino
...
Così
era
venuto
quel
matrimonio
,
ché
il
barone
Rubiera
prima
aveva
messo
sottosopra
cielo
e
terra
per
trovare
i
denari
da
pagare
don
Gesualdo
;
e
infine
donna
Giuseppina
Alòsi
,
la
quale
aveva
delle
belle
terre
al
sole
,
aveva
dato
l
'
ipoteca
.
Don
Gesualdo
,
ottenuta
la
sua
brava
iscrizione
sulle
terre
,
non
parlò
più
di
aver
bisogno
del
denaro
.
-
Col
tempo
...
-
confidò
alla
moglie
.
-
Lasciali
tranquilli
.
Loro
non
pagano
né
frutti
né
capitali
,
e
col
tempo
quelle
terre
serviranno
per
la
dote
d
'
Isabella
.
Che
te
ne
pare
?
Non
è
da
ridere
?
Lo
zio
Rubiera
che
pensa
a
mettere
insieme
la
dote
della
tua
figliuola
!
...
Egli
aveva
di
queste
uscite
buffe
alle
volte
,
da
solo
a
solo
con
sua
moglie
,
quando
era
contento
della
sua
giornata
,
prima
di
coricarsi
,
mettendosi
il
berretto
da
notte
,
in
maniche
di
camicia
.
A
quattr
'
occhi
con
lei
mostravasi
proprio
quel
che
era
,
bonaccione
,
colla
risata
larga
che
mostrava
i
denti
grossi
e
bianchi
,
passandosi
anche
la
lingua
sulle
labbra
,
quasi
gustasse
già
il
dolce
del
boccone
buono
,
da
uomo
ghiotto
della
roba
.
Isabella
fatta
più
grandicella
passò
dal
Collegio
di
Maria
al
primo
educatorio
di
Palermo
.
Un
altro
strappo
per
la
povera
mamma
che
temeva
di
non
doverla
più
rivedere
.
Il
marito
,
onde
confortarla
,
in
quello
stato
,
le
disse
:
-
Vedi
noi
ci
ammazziamo
per
fare
il
suo
meglio
,
ciascuno
come
può
,
ed
essa
un
giorno
non
penserà
neppure
a
noi
.
Così
va
il
mondo
.
Anzi
devi
metterti
in
testa
che
tua
figlia
non
puoi
averla
sempre
vicina
.
Quando
si
marita
anderà
via
dal
paese
.
Qui
non
ce
n
'
è
uno
che
possa
sposarla
,
colla
dote
che
le
darò
.
Se
ho
fatto
tanto
per
lei
,
voglio
almeno
sapere
a
chi
lo
dò
il
sangue
mio
.
Adesso
che
ti
parlo
è
già
nato
chi
deve
godersi
il
frutto
delle
mie
fatiche
,
senza
dirmi
neppure
grazie
.
Aveva
il
cuore
grosso
anche
lui
,
poveraccio
,
e
se
sfogavasi
a
quattr
'
occhi
colla
moglie
alle
volte
,
per
discorrere
non
si
rifiutava
però
a
fare
ciò
ch
'
era
debito
suo
.
Andava
a
trovare
la
sua
ragazza
a
Palermo
,
quando
poteva
,
quando
i
suoi
affari
lo
permettevano
,
anche
una
volta
all
'
anno
.
Isabella
s
'
era
fatta
una
bella
fanciulla
,
un
po
'
gracile
ancora
,
pallidina
,
ma
con
una
grazia
naturale
in
tutta
la
personcina
gentile
,
la
carnagione
delicata
e
il
profilo
aquilino
dei
Trao
;
un
fiore
di
un
'
altra
pianta
,
in
poche
parole
;
roba
fine
di
signori
che
suo
padre
stesso
quando
andava
a
trovarla
provava
una
certa
suggezione
dinanzi
alla
ragazza
la
quale
aveva
preso
l
'
aria
delle
compagne
in
mezzo
a
cui
era
stata
educata
,
tutte
delle
prime
famiglie
,
ciascuna
che
portava
nell
'
educandato
l
'
alterigia
baronale
da
ogni
angolo
della
Sicilia
.
Al
parlatorio
lo
chiamavano
il
signor
Trao
.
Quando
volle
saperne
il
perché
,
Isabella
si
fece
rossa
.
La
stessa
storia
del
Collegio
di
Maria
anche
lì
.
E
la
sua
figliuola
aveva
dovuto
soffrire
le
stesse
umiliazioni
a
motivo
del
parentado
.
Per
fortuna
la
signorina
di
Leyra
,
che
Isabella
s
'
era
affezionata
coi
regalucci
,
aveva
preso
a
difenderla
a
spada
tratta
.
Essa
conosceva
di
nome
la
famiglia
dei
Trao
,
una
delle
prime
laggiù
,
ove
il
duca
suo
fratello
possedeva
dei
feudi
.
La
duchessina
aveva
il
nome
e
il
parlare
alto
,
sebbene
stesse
in
collegio
senza
pagare
,
talché
le
compagne
lasciarono
passare
il
Trao
.
Ma
don
Gesualdo
dovette
lasciarlo
passare
anche
lui
,
e
farsi
chiamare
così
,
per
amore
della
figliuola
,
quando
andava
a
trovarla
.
-
Vedrai
come
si
è
fatta
bella
la
tua
figliuola
!
-
tornava
poi
a
dire
alla
moglie
che
era
sempre
malaticcia
.
Essa
la
rivide
finalmente
all
'
uscire
del
collegio
,
nel
1837
,
quando
in
Palermo
cominciavano
già
a
correre
le
prime
voci
di
colèra
,
e
don
Gesualdo
era
corso
subito
a
prenderla
.
Fu
come
un
urto
al
petto
per
la
povera
madre
,
dopo
tanto
tempo
,
quando
udì
fermarsi
la
lettiga
dinanzi
al
portone
.
-
Figlia
mia
!
figlia
mia
!
-
colle
braccia
stese
,
le
gambe
malferme
,
precipitandosi
per
la
scala
.
Isabella
saliva
correndo
,
colle
braccia
aperte
anche
lei
.
-
Mamma
!
mamma
!
-
E
poi
avvinghiate
l
'
una
al
collo
dell
'
altra
,
la
madre
sballottando
ancora
a
destra
e
a
sinistra
la
sua
creatura
come
quand
'
era
piccina
.
Indi
vennero
le
visite
ai
parenti
.
Bianca
era
tornata
in
forze
per
portare
in
trionfo
la
sua
figliuola
,
in
casa
Sganci
in
casa
Limòli
,
da
per
tutto
dove
era
stata
bambinetta
,
prima
d
'
entrare
in
collegio
,
ora
già
fatta
grande
,
col
cappellino
di
paglia
,
le
belle
treccie
bionde
-
un
fiore
.
Tutti
si
affacciavano
per
vederla
passare
.
La
zia
Sganci
,
divenuta
sorda
e
cieca
,
le
tastò
il
viso
per
riconoscerla
:
-
Una
Trao
!
Non
c
'
è
che
dire
.
-
Lo
zio
marchese
ne
lodò
gli
occhi
,
degli
occhi
blù
che
erano
due
stelle
.
"
Degli
occhi
che
vedevano
il
peccato
"
,
disse
il
marchese
,
il
quale
aveva
sempre
pronta
la
barzelletta
.
Allorché
la
condussero
dallo
zio
don
Ferdinando
,
Isabella
che
soleva
spesso
rammentare
colle
compagne
la
casa
materna
,
negli
sfoghi
ingenui
d
'
ambizione
,
provò
un
senso
di
sorpresa
,
di
tristezza
,
di
delusione
al
rivederla
.
Entrava
chi
voleva
dal
portone
sconquassato
.
La
corte
era
angusta
,
ingombra
di
sassi
e
di
macerie
.
Si
arrivava
per
un
sentieruolo
fra
le
ortiche
allo
scalone
sdentato
,
barcollante
,
soffocato
anch
'
esso
dalle
erbacce
.
In
cima
l
'
uscio
cadente
era
appena
chiuso
da
un
saliscendi
arrugginito
;
e
subito
nell
'
entrare
colpiva
una
zaffata
d
'
aria
umida
e
greve
,
un
tanfo
di
muffa
e
di
cantina
che
saliva
dal
pavimento
istoriato
col
blasone
,
seminato
di
cocci
e
di
rottami
,
pioveva
dalla
vòlta
scalcinata
,
veniva
densa
dal
corridoio
nero
al
pari
di
un
sotterraneo
,
dalle
sale
buie
che
s
'
intravedevano
in
lunga
fila
,
abbandonate
e
nude
,
per
le
strisce
di
luce
che
trapelavano
dalle
finestre
sgangherate
.
In
fondo
era
la
cameretta
dello
zio
,
sordida
,
affumicata
,
col
soffitto
sconnesso
e
cadente
,
e
l
'
ombra
di
don
Ferdinando
che
andava
e
veniva
silenzioso
,
simile
a
un
fantasma
.
-
Chi
è
?
...
Grazia
...
entra
...
Don
Ferdinando
apparve
sulla
soglia
,
in
maniche
di
camicia
,
giallo
ed
allampanato
,
guardando
stupefatto
attraverso
gli
occhiali
la
sorella
e
la
nipote
.
Sul
lettuccio
disfatto
c
'
era
ancora
la
vecchia
palandrana
di
don
Diego
che
stava
rattoppando
.
L
'
avvolse
in
fretta
,
insieme
a
un
fagotto
d
'
altri
cenci
,
e
la
cacciò
nel
cassettone
.
-
Ah
!
...
sei
tu
,
Bianca
?
...
che
vuoi
?
...
Indi
accorgendosi
che
teneva
ancora
l
'
ago
in
mano
,
se
lo
mise
in
tasca
,
vergognoso
,
sempre
con
quel
gesto
che
sembrava
meccanico
.
-
Ecco
vostra
nipote
...
-
balbettò
la
sorella
con
un
tremito
nella
voce
.
-
Isabella
...
vi
rammentate
?
...
E
'
stata
in
collegio
a
Palermo
...
Egli
fissò
sulla
ragazza
quegli
occhi
azzurri
e
stralunati
che
fuggivano
,
di
qua
e
di
là
,
e
mormorò
:
-
Ah
!
...
Isabella
?
...
mia
nipote
?
...
Guardava
inquieto
per
la
stanza
,
e
di
tanto
in
tanto
,
come
vedeva
un
oggetto
dimenticato
sul
tavolino
o
sulla
seggiola
zoppa
,
del
refe
sudicio
,
un
fazzoletto
di
cotone
posto
ad
asciugare
al
sole
,
correva
subito
a
nasconderli
.
Poi
si
mise
a
sedere
sulla
sponda
del
lettuccio
,
fissando
l
'
uscio
.
Mentre
Bianca
parlava
,
col
cuore
stretto
,
egli
seguitava
a
volgere
intorno
gli
occhi
sospettosi
,
pensando
a
tutt
'
altro
.
A
un
tratto
andò
a
chiudere
a
chiave
il
cassetto
della
scrivania
.
-
Ah
!
...
mia
nipote
,
dici
?
...
Fissò
di
nuovo
sulla
giovinetta
lo
stesso
sguardo
esitante
,
e
chinò
gli
occhi
a
terra
.
-
Somiglia
a
te
...
tale
e
quale
...
quand
'
eri
qui
...
Sembrava
che
cercasse
le
parole
,
cogli
occhi
erranti
evitando
quelli
della
sorella
e
della
nipote
,
con
un
tremito
leggiero
nelle
mani
,
il
viso
smorto
e
istupidito
.
Un
istante
,
mentre
Bianca
gli
parlava
all
'
orecchio
,
supplichevole
,
quasi
le
spuntassero
le
lagrime
,
egli
di
curvo
che
era
si
raddrizzò
così
che
parve
altissimo
,
con
un
'
ombra
negli
occhi
chiari
un
rimasuglio
del
sangue
dei
Trao
che
gli
colorava
il
viso
scialbo
.
-
No
...
no
...
Non
voglio
nulla
...
Non
ho
bisogno
di
nulla
...
Vattene
ora
,
vattene
...
Vedi
...
ho
tanto
da
fare
...
Una
cosa
che
stringeva
il
cuore
.
Una
rovina
ed
un
'
angustia
che
umiliavano
le
memorie
ambiziose
,
le
fantasie
romantiche
nate
nelle
confidenze
immaginarie
colle
amiche
del
collegio
,
le
illusioni
di
cui
era
piena
la
bizzarra
testolina
della
fanciulla
,
tornata
in
paese
coll
'
idea
di
rappresentarvi
la
prima
parte
.
Il
lusso
meschino
della
zia
Sganci
,
la
sua
casa
medesima
fredda
e
malinconica
,
il
palazzo
cadente
dei
Trao
che
aveva
spesso
rammentato
laggiù
con
infantile
orgoglio
,
tutto
adesso
impicciolivasi
,
diventava
nero
,
povero
,
triste
.
Lì
,
dirimpetto
,
era
la
terrazza
dei
Margarone
,
che
tante
volte
aveva
rammentato
vasta
,
inondata
di
sole
,
tutta
fiorita
,
piena
di
ragazze
allegre
che
la
sbalordivano
allora
,
bambina
,
collo
sfoggio
dei
loro
abiti
vistosi
.
Com
'
era
stretta
e
squallida
invece
,
con
quell
'
alto
muro
lebbroso
che
l
'
aduggiava
!
e
come
era
divenuta
vecchia
donna
Giovannina
,
che
rivedeva
seduta
in
mezzo
ai
vasi
di
fiori
polverosi
,
facendo
la
calza
,
vestita
di
nero
,
enorme
!
In
fondo
al
vicoletto
rannicchiavasi
la
casuccia
del
nonno
Motta
.
Allorché
il
babbo
ve
la
condusse
trovarono
la
zia
Speranza
che
filava
,
canuta
,
colle
grinze
arcigne
.
C
'
erano
dei
mattoni
smossi
dove
inciampavasi
,
un
ragazzaccio
scamiciato
il
quale
levò
il
capo
da
un
basto
che
stava
accomodando
,
senza
salutarli
.
Mastro
Nunzio
gemeva
in
letto
coi
reumatismi
,
sotto
una
coperta
sudicia
:
-
Ah
,
sei
venuto
a
vedermi
?
Credevi
che
fossi
morto
?
No
,
no
,
non
son
morto
.
E
'
questa
la
tua
ragazza
?
Me
l
'
hai
portata
qui
per
farmela
vedere
?
...
E
'
una
signorina
,
non
c
'
è
che
dire
!
Gli
hai
messo
anche
un
bel
nome
!
Tua
madre
però
si
chiamava
Rosaria
!
Lo
sai
?
Scusatemi
,
nipote
mia
,
se
vi
ricevo
in
questo
tugurio
...
Ci
son
nato
,
che
volete
...
Spero
di
morirci
...
Non
ho
voluto
cambiarlo
col
palazzo
dove
pretendeva
chiudermi
vostro
padre
...
Io
sono
avvezzo
ad
uscir
subito
in
istrada
appena
alzato
...
No
,
no
,
è
meglio
pensarci
prima
.
Ciascuno
com
'
è
nato
.
-
Speranza
grugniva
delle
altre
parole
che
non
si
udivano
bene
.
Il
ragazzaccio
li
accompagnò
cogli
occhi
sino
all
'
uscio
,
quando
se
ne
andarono
.
Intanto
incalzavano
le
voci
di
colèra
.
A
Catania
c
'
era
stata
una
sommossa
.
Giunse
da
Lentini
don
Bastiano
Stangafame
insieme
a
donna
Fifì
la
quale
pareva
avesse
già
il
male
addosso
,
verde
,
impresciuttita
,
narrando
cose
che
dovevano
averle
fatto
incanutire
i
capelli
in
ventiquattr
'
ore
.
A
Siracusa
una
giovinetta
bella
come
la
Madonna
,
la
quale
ballava
sui
cavalli
ammaestrati
in
teatro
,
e
andava
spargendo
il
colèra
con
quel
pretesto
,
era
stata
uccisa
a
furor
di
popolo
.
La
gente
insospettita
stava
a
vedere
,
facendo
le
provviste
per
svignarsela
dal
paese
,
al
primo
allarme
,
e
spiando
ogni
viso
nuovo
che
passasse
.
In
quel
tempo
erano
capitati
due
merciai
che
portavano
nastri
e
fazzoletti
di
seta
.
Andavano
di
casa
in
casa
a
vendere
la
roba
,
e
guardavano
dentro
gli
usci
e
nei
cortili
.
Le
Margarone
che
spendevano
allegramente
per
azzimarsi
,
quasi
fossero
ancora
di
primo
pelo
,
fecero
molte
compere
;
anzi
non
trovandosi
denari
spiccioli
,
quei
galantuomini
dissero
che
sarebbero
ripassati
a
prenderli
il
giorno
dopo
.
Invece
spuntò
il
giorno
del
Giudizio
Universale
.
Ciolla
era
andato
a
ricorrere
dal
giudice
che
gli
avevano
avvelenate
le
galline
:
le
portava
a
prova
in
mano
,
ancora
calde
.
Tornò
in
casa
don
Nicolino
scalmanato
,
ordinando
alle
sorelle
di
sprangare
usci
e
finestre
e
non
aprire
ad
anima
viva
.
Il
dottor
Tavuso
fece
chiudere
anche
lo
sportello
della
cisterna
.
I
galantuomini
,
rammentandosi
il
bel
soggetto
ch
'
era
il
Ciolla
,
quello
ch
'
era
stato
in
Castello
colle
manette
,
sedici
anni
prima
,
si
armarono
sino
ai
denti
,
e
si
misero
a
perlustrare
il
paese
,
se
mai
gli
tornava
il
ghiribizzo
di
voler
pescare
nel
torbido
.
La
parola
d
'
ordine
era
,
sparargli
addosso
senza
misericordia
al
primo
allarme
.
I
due
merciai
non
si
videro
più
.
Prima
di
sera
cominciarono
a
sfilare
le
vetture
cariche
che
scappavano
dal
paese
.
Dopo
l
'
avemaria
non
andava
anima
viva
per
le
strade
.
Giunse
tardi
una
lettiga
,
che
portava
don
Corrado
La
Gurna
,
vestito
di
nero
,
col
fazzoletto
agli
occhi
.
I
cani
abbaiarono
tutta
la
notte
.
Il
panico
poi
non
ebbe
limiti
allorché
si
vide
scappare
la
baronessa
Rubiera
,
paralitica
,
su
di
una
sedia
a
bracciuoli
,
poiché
nella
portantina
non
entrava
neppure
,
tanto
era
enorme
,
portata
a
fatica
da
quattr
'
uomini
,
colla
testa
pendente
da
un
lato
,
il
faccione
livido
,
la
lingua
pavonazza
che
usciva
a
metà
dalle
labbra
bavose
,
gli
occhi
soltanto
vivi
e
inquieti
,
le
mani
da
morta
agitate
da
un
tremito
continuo
.
E
dietro
,
il
baronello
invecchiato
di
vent
'
anni
,
curvo
,
grigio
,
carico
di
figliuoli
,
colla
moglie
incinta
ancora
,
e
gli
altri
figli
del
primo
letto
.
Empivano
la
strada
dove
passavano
:
uno
sgomento
.
La
povera
gente
che
era
costretta
a
rimanere
in
paese
stava
a
guardare
atterrita
.
Nelle
chiese
avevano
esposto
il
Sacramento
.
Tacquero
allora
vecchi
rancori
,
e
si
videro
fattori
restituire
il
mal
tolto
ai
loro
padroni
.
Don
Gesualdo
aprì
le
braccia
e
i
magazzini
ai
poveri
e
ai
parenti
;
tutte
le
sue
case
di
campagna
alla
Canziria
e
alla
Salonia
.
A
Mangalavite
,
dove
aveva
pure
dei
casamenti
vastissimi
,
parlò
di
riunire
tutta
la
famiglia
.
-
Ora
corro
da
mio
padre
per
cercare
d
'
indurlo
a
venire
con
noi
.
Tu
intanto
va
da
tuo
fratello
,
-
disse
a
Bianca
.
-
Fagli
capire
che
adesso
son
tempi
da
mettere
una
pietra
sul
passato
,
gli
avessi
fatto
anche
un
tradimento
...
Abbiamo
il
colèra
sulle
spalle
...
Il
sangue
non
è
acqua
infine
!
Non
possiamo
lasciare
quel
povero
vecchio
solo
in
mezzo
al
colèra
...
Mi
pare
che
la
gente
avrebbe
motivo
di
sparlare
dei
fatti
nostri
,
eh
?
...
-
Voi
avete
il
cuore
buono
!
-
balbettò
la
moglie
sentendosi
intenerire
.
-
Voi
avete
il
cuore
buono
!
Ma
don
Ferdinando
non
si
lasciò
persuadere
.
Era
occupatissimo
ad
incollare
delle
striscie
di
carta
a
tutte
le
fessure
delle
imposte
,
con
un
pentolino
appeso
al
collo
,
arrampicato
su
di
una
scala
a
piuoli
.
-
Non
posso
lasciar
la
casa
,
-
rispose
.
-
Ho
tanto
da
fare
!
...
Vedi
quanti
buchi
?
...
Se
viene
il
colèra
...
Bisogna
tapparli
tutti
...
Inutilmente
la
sorella
tornava
a
pregare
e
scongiurare
-
Non
mi
lasciate
questo
rimorso
,
don
Ferdinando
!
...
Come
volete
che
chiuda
occhio
la
notte
,
sapendovi
solo
in
casa
?
...
-
Ah
!
ah
!
...
-
rispose
lui
con
un
sorriso
ebete
.
-
La
notte
non
me
lo
soffiano
il
colèra
!
...
Chiuderò
tutte
le
fessure
...
guarda
!
E
tornava
a
ribattere
:
-
Non
posso
lasciar
la
casa
sola
...
Ho
da
custodire
le
carte
di
famiglia
...
La
moglie
del
sagrestano
,
che
vide
uscire
donna
Bianca
desolata
dal
portone
,
le
corse
dietro
piangendo
:
-
Non
ci
vedremo
più
!
...
Tutti
se
ne
vanno
...
Non
avremo
per
chi
sonare
messa
e
mattutino
!
Anche
mastro
Nunzio
s
'
era
rifiutato
ad
andare
col
figliuolo
.
-
Io
mangio
colle
mani
,
figliuol
mio
.
Arrossiresti
di
tuo
padre
a
tavola
...
Sono
uno
zotico
...
Non
sono
da
mettermi
insieme
ai
signori
!
...
No
,
no
!
è
meglio
pensarci
prima
!
Meglio
crepar
di
colèra
che
di
bile
!
...
Poi
,
sai
?
io
sono
avvezzo
ad
esser
padrone
in
casa
mia
...
Sono
un
villano
...
Non
so
starci
sotto
le
scarpe
della
moglie
,
no
!
Speranza
mostrò
Burgio
allettato
anche
lui
dalla
malaria
.
-
Noi
non
usiamo
abbandonare
i
nostri
nel
pericolo
!
...
Mio
marito
non
può
muoversi
,
e
noi
non
ci
muoviamo
!
...
Ecco
come
siam
noi
!
...
Lo
sapete
quello
che
ci
vuole
a
mantenere
una
famiglia
intera
,
col
marito
confinato
in
letto
!
...
-
Ma
non
t
'
ho
sempre
detto
che
sarai
la
padrona
!
...
Tutto
quello
che
vuoi
!
...
-
esclamò
infine
Gesualdo
.
-
No
!
...
Non
vi
ho
chiesto
l
'
elemosina
!
...
Non
accetteremmo
nulla
,
se
non
fosse
pel
bisogno
...
grazie
a
Dio
!
...
Poiché
ci
fate
la
carità
,
andremo
alla
Canziria
...
Non
temete
!
Così
la
gente
non
potrà
dire
che
avete
abbandonato
vostro
padre
in
mezzo
al
colèra
!
...
Voi
pensate
a
mandarci
le
provviste
...
Non
possiamo
pascerci
d
'
erba
come
le
bestie
!
...
sentite
...
Se
avete
pure
qualche
vestito
smesso
di
vostra
figlia
,
di
quelli
proprio
che
non
possono
più
servirle
...
Già
lei
è
una
signora
,
ma
saranno
sempre
buoni
per
noi
poveretti
!
...
I
Margarone
partirono
subito
per
Pietraperzia
;
tutti
ancora
in
lutto
per
don
Filippo
,
morto
dai
crepacuori
che
gli
dava
il
genero
don
Bastiano
Stangafame
,
ogni
volta
che
gli
bastonava
Fifì
se
non
mandava
denari
.
Annebbiavano
una
strada
.
Il
barone
Mèndola
,
che
faceva
la
corte
alla
zia
Sganci
,
se
la
condusse
a
Passaneto
,
e
ci
prese
le
febbri
,
povera
vecchia
.
Zacco
e
il
notaro
Neri
partirono
per
Donferrante
.
Era
uno
squallore
pel
paese
.
A
ventitré
ore
non
si
vedeva
altri
lungo
la
via
di
San
Sebastiano
che
il
marchese
Limòli
,
per
la
sua
solita
passeggiatina
del
dopopranzo
.
E
gli
fecero
sapere
anzi
che
destava
dei
sospetti
con
quelle
gite
,
e
volevano
fargli
la
festa
al
primo
caso
di
colèra
.
-
Eh
?
-
disse
lui
.
-
La
festa
?
Ci
avete
a
pensar
voialtri
,
che
vi
tocca
pagar
le
spese
.
Io
fo
quello
che
ho
fatto
sempre
,
se
no
crepo
egualmente
.
E
alla
nipote
che
lo
scongiurava
di
andar
con
lei
a
Mangalavite
:
-
Hai
paura
di
non
trovarmi
più
?
...
No
,
no
,
non
temere
;
il
colèra
non
sa
che
farsene
di
me
.
Mentre
Bianca
e
la
figliuola
stavano
per
montare
in
lettiga
,
giunse
la
zia
Cirmena
,
disperata
.
-
Avete
visto
?
Tutti
se
ne
vanno
!
I
parenti
mi
voltano
le
spalle
!
...
E
m
'
è
cascato
addosso
anche
quel
povero
orfanello
di
Corrado
La
Gurna
...
Una
tragedia
a
casa
sua
!
...
Padre
e
madre
in
una
notte
...
fulminati
dal
colèra
!
...
Nessuno
ha
il
mio
cuore
,
no
!
...
Una
povera
donna
senza
aiuto
e
che
non
sa
dove
andare
!
...
Se
mi
date
la
chiave
delle
due
camerette
che
avete
laggiù
a
Mangalavite
,
vicino
alla
vostra
casina
!
...
le
camere
del
palmento
...
Siete
il
solo
parente
a
cui
ricorrere
,
voi
,
don
Gesualdo
!
...
-
Sì
,
sì
,
-
rispose
lui
-
ma
non
lo
dite
agli
altri
...
-
Glielo
dirò
anzi
!
...
Voglio
rinfacciarlo
a
tutti
quanti
,
se
campo
!
II
Quella
che
chiamavano
la
casina
,
a
Mangalavite
,
era
un
gran
casamento
annidato
in
fondo
alla
valletta
.
Isabella
dalla
sua
finestra
vedeva
il
largo
viale
alpestre
fiancheggiato
d
'
ulivi
,
la
folta
macchia
verde
che
segnava
la
grotta
dove
scorreva
l
'
acqua
,
le
balze
in
cui
serpeggiava
il
sentiero
,
e
più
in
su
l
'
erta
chiazzata
di
sommacchi
,
Budarturo
brullo
e
sassoso
nel
cielo
che
sembrava
di
smalto
.
La
sola
pennellata
gaia
era
una
siepe
di
rose
canine
sempre
in
fiore
all
'
ingresso
del
viale
,
dimenticate
per
incuria
.
Pei
dirupi
,
ogni
grotta
,
le
capannuccie
nascoste
nel
folto
dei
fichidindia
,
erano
popolate
di
povera
gente
scappata
dal
paese
per
timore
del
colèra
.
Tutt
'
intorno
udivasi
cantare
i
galli
e
strillare
dei
bambini
;
vedevansi
dei
cenci
sciorinati
al
sole
,
e
delle
sottili
colonne
di
fumo
che
salivano
qua
e
là
attraverso
gli
alberi
.
Verso
l
'
avemaria
tornavano
gli
armenti
negli
ovili
addossati
al
casamento
,
branchi
interi
di
puledri
e
di
buoi
che
si
raccoglievano
nei
cortili
immensi
.
Tutta
la
notte
poi
era
un
calpestìo
irrequieto
,
un
destarsi
improvviso
di
muggiti
e
di
belati
,
uno
scrollare
di
campanacci
,
un
sito
di
stalla
e
di
salvatico
che
non
faceva
chiudere
occhio
ad
Isabella
.
Di
tanto
in
tanto
correva
una
fucilata
pazza
per
le
tenebre
,
lontano
;
giungevano
sin
laggiù
delle
grida
selvagge
d
'
allarme
;
dei
contadini
venivano
a
raccontare
il
giorno
dopo
di
aver
sorpreso
delle
ombre
che
s
'
aggiravano
furtive
sui
precipizi
;
la
zia
Cirmena
giurava
di
aver
visto
dei
razzi
solitarii
e
luminosi
verso
Donferrante
.
E
subito
spedivano
gente
ad
informarsi
se
c
'
erano
stati
casi
di
colèra
.
Il
barone
Zacco
ch
'
era
da
quelle
parti
,
rispondeva
invece
che
i
fuochi
si
vedevano
verso
Mangalavite
.
Don
Gesualdo
,
meno
la
paura
dei
razzi
che
si
vedevano
la
notte
,
e
il
sospetto
di
ogni
viso
nuovo
che
passasse
pei
sentieri
arrampicati
lassù
sui
greppi
,
ci
stava
come
un
papa
fra
i
suoi
armenti
,
i
suoi
campi
,
i
suoi
contadini
,
le
sue
faccende
,
sempre
in
moto
dalla
mattina
alla
sera
,
sempre
gridando
e
facendo
vedere
la
sua
faccia
da
padrone
da
per
tutto
.
La
sera
poi
si
riposava
,
seduto
in
mezzo
alla
sua
gente
,
sullo
scalino
della
gradinata
che
saliva
al
viale
,
dinanzi
al
cancello
,
in
maniche
di
camicia
,
godendosi
il
fresco
e
la
libertà
della
campagna
,
ascoltando
i
lamenti
interminabili
e
i
discorsi
sconclusionati
dei
suoi
mezzaiuoli
.
Alla
moglie
,
che
l
'
aria
della
campagna
faceva
star
peggio
,
soleva
dire
per
consolarla
:
-
Qui
almeno
non
hai
paura
d
'
acchiappare
il
colèra
.
Finché
non
si
tratta
di
colèra
il
resto
è
nulla
.
-
Lì
egli
era
al
sicuro
dal
colèra
,
come
un
re
nel
suo
regno
,
guardato
di
notte
e
di
giorno
-
a
ogni
contadino
aveva
procurato
il
suo
bravo
schioppo
,
dei
vecchi
fucili
a
pietra
nascosti
sotto
terra
fin
dal
12
o
dal
21
e
teneva
dei
mastini
capaci
di
divorare
un
uomo
.
Faceva
del
bene
a
tutti
;
tutti
che
si
sarebbero
fatti
ammazzare
per
guardargli
la
pelle
in
quella
circostanza
.
Grano
,
fave
,
una
botte
di
vino
guastatosi
da
poco
.
Ognuno
che
avesse
bisogno
correva
da
lui
per
domandargli
in
prestito
quel
che
gli
occorreva
.
Lui
colle
mani
aperte
come
la
Provvidenza
.
Aveva
dato
ricovero
a
mezzo
paese
,
nei
fienili
,
nelle
stalle
,
nelle
capanne
dei
guardiani
,
nelle
grotte
lassù
a
Budarturo
.
Un
giorno
era
arrivato
persino
Nanni
l
'
Orbo
con
tutta
la
sua
masnada
,
strizzando
l
'
occhio
,
tirandolo
in
disparte
per
dirgli
il
fatto
suo
:
-
Don
Gesualdo
...
qui
c
'
è
anche
roba
vostra
.
Guardate
Nunzio
e
Gesualdo
come
vi
somigliano
!
Quattro
tumoli
di
pane
al
mese
si
mangiano
,
prosit
a
loro
!
Non
potete
chiudere
loro
la
porta
in
faccia
...
Ne
avete
fatta
tanta
della
carità
?
E
fate
anche
questa
,
che
così
vuol
Dio
.
-
Guarda
cosa
diavolo
t
'
è
venuto
in
mente
!
...
Qui
c
'
è
mia
moglie
e
mia
figlia
adesso
!
...
Almeno
andatevene
nel
palmento
,
e
non
vi
fate
vedere
da
queste
parti
...
Ma
tutto
quel
bene
e
quella
carità
gli
tornavano
in
veleno
per
l
'
ostinazione
dei
parenti
che
non
avevano
voluto
mettersi
sotto
le
sue
ali
.
Se
ne
sfogava
spesso
con
Bianca
la
sera
,
quando
chiudeva
usci
e
finestre
e
si
vedeva
al
sicuro
:
-
Salviamo
tanta
gente
dal
colèra
...
Abbiamo
tanta
gente
sotto
le
ali
,
e
soltanto
il
sangue
nostro
è
disperso
di
qua
e
di
là
...
Lo
fanno
apposta
...
per
farci
stare
in
angustie
...
per
lasciarci
la
spina
dentro
!
...
Non
parlo
di
tuo
fratello
poveraccio
quello
non
capisce
...
Ma
mio
padre
...
Non
me
la
doveva
lasciare
questa
spina
,
lui
!
...
Non
sapeva
di
quell
'
altro
dispiacere
che
doveva
procuragli
la
figliuola
,
il
pover
'
uomo
!
Isabella
ch
'
era
venuta
dal
collegio
con
tante
belle
cose
in
testa
,
che
s
'
era
immaginata
di
trovare
a
Mangalavite
tante
belle
cose
come
alla
Favorita
di
Palermo
,
sedili
di
marmo
,
statue
,
fiori
da
per
tutto
,
dei
grandi
alberi
dei
viali
tenuti
come
tante
sale
da
ballo
,
aveva
provata
qui
un
'
altra
delusione
.
Aveva
trovato
dei
sentieri
alpestri
,
dei
sassi
che
facevano
vacillare
le
sue
scarpette
,
delle
vigne
polverose
,
delle
stoppie
riarse
che
l
'
accecavano
,
delle
rocce
a
picco
sparse
di
sommacchi
che
sembravano
della
ruggine
a
quell
'
altezza
,
e
dove
il
tramonto
intristiva
rapidamente
la
sera
.
Poi
dei
giorni
sempre
uguali
,
in
quella
tebaide
;
un
sospetto
continuo
,
una
diffidenza
d
'
ogni
cosa
,
dell
'
acqua
che
bevevasi
,
della
gente
che
passava
,
dei
cani
che
abbaiavano
,
delle
lettere
che
giungevano
-
un
mucchio
di
paglia
umida
in
permanenza
dinanzi
al
cancello
per
affumicare
tutto
ciò
che
veniva
di
fuori
,
-
le
rare
lettere
ricevute
in
cima
a
una
canna
,
attraverso
il
fumo
-
e
per
solo
svago
,
il
chiacchierìo
della
zia
Cirmena
,
la
quale
arrivava
ogni
sera
colla
lanterna
in
mano
e
il
panierino
della
calza
infilato
al
braccio
.
Suo
nipote
l
'
accompagnava
raramente
;
preferiva
rimanersene
in
casa
,
a
far
l
'
orso
e
a
pensare
ai
casi
suoi
o
ai
suoi
morti
,
chissà
...
La
zia
Cirmena
per
scusarlo
parlava
del
gran
talento
che
aveva
quel
ragazzo
,
tutto
il
santo
giorno
chiuso
nella
sua
stanzetta
,
col
capo
in
mano
,
a
riempire
degli
scartafacci
,
più
grossi
di
un
basto
,
di
poesie
che
avrebbero
fatto
piangere
i
sassi
.
Don
Gesualdo
ci
s
'
addormentava
sopra
a
quei
discorsi
.
La
mamma
parlava
poco
anche
lei
,
sempre
senza
fiato
,
sempre
fra
letto
e
lettuccio
.
La
sola
che
dovesse
dar
retta
alla
zia
era
lei
,
Isabella
,
soffocando
gli
sbadigli
,
dopo
quelle
giornate
vuote
.
Alle
sue
amiche
di
collegio
,
disseminate
anch
'
esse
di
qua
e
di
là
,
non
sapeva
proprio
cosa
scrivere
.
Marina
di
Leyra
le
mandava
ogni
settimana
delle
paginette
stemmate
piene
zeppe
di
avventure
,
di
confidenze
interessanti
.
La
stuzzicava
,
la
interrogava
,
chiedeva
in
ricambio
le
sue
confidenze
,
sembrava
a
ogni
lettera
che
le
capitasse
lì
dinanzi
,
coi
suoi
occhioni
superbi
,
colle
belle
labbra
carnose
,
a
dirle
in
un
orecchio
delle
cose
che
le
facevano
avvampare
il
viso
,
che
le
facevano
battere
il
cuore
,
quasi
ci
avesse
nascosto
il
suo
segreto
da
confidarle
anche
lei
.
S
'
erano
regalato
a
vicenda
un
libriccino
di
memorie
,
colla
promessa
di
scrivervi
sopra
tutti
i
loro
pensieri
più
intimi
,
tutto
,
tutto
,
senza
nascondere
nulla
!
I
begli
occhi
azzurri
d
'
Isabella
,
gli
occhi
che
diceva
lo
zio
Limòli
,
senza
volerlo
,
senza
guardare
neppure
,
sembrava
che
cercassero
quei
pensieri
.
In
quella
testolina
che
portava
ancora
le
trecce
sulle
spalle
,
nasceva
un
brulichìo
,
quasi
uno
sciame
di
api
vi
recasse
tutte
le
voci
e
tutti
i
profumi
della
campagna
,
di
là
dalle
roccie
,
di
là
da
Budarturo
,
di
lontano
.
Sembrava
che
l
'
aria
libera
,
lo
stormire
delle
frondi
,
il
sole
caldo
,
le
accendessero
il
sangue
,
penetrassero
nelle
sottili
vene
azzurrognole
,
le
fiorissero
nei
colori
del
viso
,
le
gonfiassero
di
sospiri
il
seno
nascente
sotto
il
pettino
del
grembiule
.
-
Vedi
quanto
ti
giova
la
campagna
?
-
diceva
il
babbo
.
-
Vedi
come
ti
fai
bella
?
Ma
essa
non
era
contenta
.
Sentiva
un
'
inquietezza
un
'
uggia
,
che
la
facevano
rimanere
colle
mani
inerti
sul
ricamo
,
che
la
facevano
cercare
certi
posti
per
leggere
i
pochi
libri
,
quei
volumetti
tenuti
nascosti
sotto
la
biancheria
,
in
collegio
.
All
'
ombra
dei
noci
,
vicino
alla
sorgente
,
in
fondo
al
viale
che
saliva
dalla
casina
,
c
'
era
almeno
una
gran
pace
,
un
gran
silenzio
,
s
'
udiva
lo
sgocciolare
dell
'
acqua
nella
grotta
,
lo
stormire
delle
frondi
come
un
mare
,
lo
squittire
improvviso
di
qualche
nibbio
che
appariva
come
un
punto
nell
'
azzurro
immenso
.
Tante
piccole
cose
che
l
'
attraevano
a
poco
a
poco
,
e
la
facevano
guardare
attenta
per
delle
ore
intere
una
fila
di
formiche
che
si
seguivano
,
una
lucertolina
che
affacciavasi
timida
a
un
crepaccio
,
una
rosa
canina
che
dondolava
al
disopra
del
muricciuolo
,
la
luce
e
le
ombre
che
si
alternavano
e
si
confondevano
sul
terreno
.
La
vinceva
una
specie
di
dormiveglia
,
una
serenità
che
le
veniva
da
ogni
cosa
,
e
si
impadroniva
di
lei
,
e
l
'
attaccava
lì
,
col
libro
sulle
ginocchia
,
cogli
occhi
spalancati
e
fissi
,
la
mente
che
correva
lontano
.
Le
cadeva
addosso
una
malinconia
dolce
come
una
carezza
lieve
,
che
le
stringeva
il
cuore
a
volte
,
un
desiderio
vago
di
cose
ignote
.
Di
giorno
in
giorno
era
un
senso
nuovo
che
sorgeva
in
lei
,
dai
versi
che
leggeva
,
dai
tramonti
che
la
facevano
sospirare
,
un
'
esaltazione
vaga
,
un
'
ebbrezza
sottile
,
un
turbamento
misterioso
e
pudibondo
che
provava
il
bisogno
di
nascondere
a
tutti
.
Spesso
,
la
sera
,
scendeva
adagio
adagio
dal
lettuccio
perché
la
mamma
non
udisse
,
senza
accendere
la
candela
,
e
si
metteva
alla
finestra
,
fantasticando
,
guardando
il
cielo
che
formicolava
di
stelle
.
La
sua
anima
errava
vagamente
dietro
i
rumori
della
campagna
,
il
pianto
del
chiù
,
l
'
uggiolare
lontano
,
le
forme
confuse
che
viaggiavano
nella
notte
,
tutte
quelle
cose
che
le
facevano
una
paura
deliziosa
.
Sentiva
quasi
piovere
dalla
luna
sul
suo
viso
,
sulle
sue
mani
una
gran
dolcezza
,
una
gran
prostrazione
,
una
gran
voglia
di
piangere
.
Le
sembrava
confusamente
di
vedere
nel
gran
chiarore
bianco
,
oltre
Budarturo
,
lontano
,
viaggiare
immagini
note
,
memorie
care
,
fantasie
che
avevano
intermittenze
luminose
come
la
luce
di
certe
stelle
:
le
sue
amiche
,
Marina
di
Leyra
,
un
altro
viso
sconosciuto
che
Marina
le
faceva
sempre
vedere
nelle
sue
lettere
,
un
viso
che
ondeggiava
e
mutava
forma
,
ora
biondo
,
ora
bruno
,
alle
volte
colle
occhiaie
appassite
e
la
piega
malinconica
che
avevano
le
labbra
del
cugino
La
Gurna
.
Penetrava
in
lei
il
senso
delle
cose
,
la
tristezza
della
sorgente
,
che
stillava
a
goccia
a
goccia
attraverso
le
foglie
del
capelvenere
,
lo
sgomento
delle
solitudini
perdute
lontano
per
la
campagna
,
la
desolazione
delle
forre
dove
non
poteva
giungere
il
raggio
della
luna
,
la
festa
delle
rocce
che
s
'
orlavano
d
'
argento
,
lassù
a
Budarturo
,
disegnandosi
nettamente
nel
gran
chiarore
,
come
castelli
incantati
.
Lassù
,
lassù
,
nella
luce
d
'
argento
,
le
pareva
di
sollevarsi
in
quei
pensieri
quasi
avesse
le
ali
,
e
le
tornavano
sulle
labbra
delle
parole
soavi
,
delle
voci
armoniose
,
dei
versi
che
facevano
piangere
,
come
quelli
che
fiorivano
in
cuore
al
cugino
La
Gurna
.
Allora
ripensava
a
quel
giovinetto
che
non
si
vedeva
quasi
mai
,
che
stava
chiuso
nella
sua
stanzetta
,
a
fantasticare
,
a
sognare
come
lei
.
Laggiù
,
dietro
quel
monticello
,
la
stessa
luna
doveva
scintillare
sui
vetri
della
sua
finestra
,
la
stessa
dolcezza
insinuarsi
in
lui
.
Che
faceva
?
che
pensava
?
Un
brivido
di
freddo
la
sorprendeva
di
tratto
in
tratto
come
gli
alberi
stormivano
e
le
portavano
tante
voci
da
lontano
-
Luna
bianca
,
luna
bella
!
...
Che
fai
,
luna
?
dove
vai
?
che
pensi
anche
tu
?
-
Si
guardava
le
mani
esili
e
delicate
,
candide
anch
'
esse
come
la
luna
,
con
una
gran
tenerezza
,
con
un
vago
senso
di
gratitudine
e
quasi
di
orgoglio
.
Poscia
ricadeva
stanca
da
quell
'
altezza
,
con
la
mente
inerte
,
scossa
dal
russare
del
babbo
che
riempiva
la
casa
.
La
mamma
vicino
a
lui
non
osava
neppure
fare
udire
il
suo
respiro
;
come
non
osava
quasi
mostrare
tutta
la
sua
tenerezza
alla
figliuola
dinanzi
al
marito
,
timida
,
con
quegli
occhi
tristi
e
quel
sorriso
pallido
che
voleva
dire
tante
cose
nelle
più
umili
parole
:
-
Figlia
!
figlia
mia
!
...
-
Soltanto
la
stretta
delle
braccia
esili
,
e
l
'
espressione
degli
sguardi
che
correvano
inquieti
all
'
uscio
dicevano
il
resto
.
Quasi
dovesse
nascondere
le
carezze
che
faceva
alla
sua
creatura
,
le
mani
tremanti
che
le
cercavano
il
viso
,
gli
occhi
turbati
che
l
'
osservavano
attentamente
.
-
Che
hai
?
Sei
pallida
!
...
Non
ti
senti
bene
?
La
zia
Cirmena
che
vedeva
la
ragazza
così
gracile
,
così
pallidina
,
con
quelle
pesche
sotto
gli
occhi
,
cercava
di
distrarla
,
le
insegnava
dei
lavori
nuovi
,
delle
cornicette
intessute
di
fili
di
paglia
,
delle
arance
e
dei
canarini
di
lana
.
Le
contava
delle
storielle
,
le
portava
da
leggere
le
poesie
che
scriveva
suo
nipote
Corrado
,
di
nascosto
,
nel
panierino
della
calza
.
-
Son
fresche
fresche
di
ieri
.
Gliele
ho
prese
dal
tavolino
ora
che
è
uscito
a
passeggiare
.
E
'
ritroso
,
quel
benedetto
figliuolo
.
Così
timido
!
uno
che
ha
bisogno
d
'
aiuto
,
col
talento
che
ha
,
peccato
!
-
E
le
suggeriva
anche
dei
rimedi
per
la
salute
delicata
,
lo
sciroppo
marziale
,
delle
teste
di
chiodi
in
una
bottiglia
d
'
acqua
.
Si
sbracciava
ad
aiutare
in
cucina
,
col
vestito
rimboccato
alla
cintola
,
a
far
cuocere
un
buon
brodo
di
ossa
per
sua
nipote
Bianca
,
a
preparare
qualche
intingolo
per
Isabella
che
non
mangiava
nulla
.
-
Lasciate
fare
a
me
.
So
quel
che
ci
vuole
per
lei
.
Voialtri
Trao
siete
tanti
pulcini
colla
luna
.
-
Un
braccio
di
mare
quella
zia
Cirmena
.
Una
donna
che
se
le
si
faceva
del
bene
,
non
ci
si
perdeva
interamente
.
Spesso
costringeva
Corrado
a
venire
anche
lui
la
sera
per
tenere
allegra
la
brigata
.
-
Tu
che
sai
fare
tante
cose
,
coi
tuoi
libri
,
colle
tue
chiacchiere
,
porterai
un
po
'
di
svago
.
Santo
Dio
!
se
stai
sempre
rintanato
coi
tuoi
libri
,
come
vuoi
far
conoscere
i
tuoi
meriti
?
-
Poi
,
quando
lui
non
era
presente
,
cantava
anche
più
chiaro
:
-
Alla
sua
età
!
...
Non
è
più
un
bambino
...
Bisogna
che
s
'
aiuti
...
Non
può
vivere
sempre
alle
spalle
dei
parenti
!
...
-
E
superbo
come
Lucifero
per
giunta
,
ricalcitrando
e
inalberandosi
se
alcuno
cercava
di
aiutarlo
,
di
fargli
fare
buona
figura
,
se
la
zia
s
'
ingegnava
lei
di
aprir
gli
occhi
alla
gente
sul
valore
del
suo
nipote
Corrado
e
gli
rubava
gli
scartafacci
,
e
andava
a
sciorinarli
lei
stessa
in
mezzo
al
crocchio
dei
cugini
Motta
,
compitando
,
accalorandosi
come
un
sensale
che
fa
valere
la
merce
,
mentre
don
Gesualdo
andava
appisolandosi
a
poco
a
poco
,
e
diceva
di
sì
col
capo
,
sbadigliando
,
e
Bianca
guardava
Isabella
la
quale
teneva
i
grand
'
occhi
sbarrati
nell
'
ombra
,
assorta
,
e
le
si
mutava
a
ogni
momento
l
'
espressione
del
viso
delicato
,
quasi
delle
ondate
di
sangue
la
illuminassero
tratto
tratto
.
Donna
Sarina
tutta
intenta
alla
lettura
non
si
accorgeva
di
nulla
,
badava
ad
accomodarsi
gli
occhiali
di
tanto
in
tanto
,
chinavasi
verso
il
lume
,
oppure
se
la
pigliava
col
nipote
che
scriveva
così
sottile
.
-
Ma
che
talento
,
eh
!
Come
amministratore
...
che
so
io
...
per
soprintendere
ai
lavori
di
campagna
...
dirigere
una
fattoria
,
quel
ragazzo
varrebbe
tant
'
oro
.
Il
cuore
mi
dice
che
se
voi
,
don
Gesualdo
,
trovaste
di
collocarlo
in
alcuno
dei
vostri
negozi
,
fareste
un
affare
d
'
oro
!
...
E
...
ora
che
non
ci
sente
...
per
poco
salario
anche
!
Il
giovane
ha
gli
occhi
chiusi
,
come
si
dice
...
ancora
senza
malizia
...
e
si
contenterebbe
di
poco
!
Fareste
anche
un
'
opera
di
carità
,
fareste
!
Don
Gesualdo
non
diceva
né
sì
né
no
,
prudente
,
da
uomo
avvezzo
a
muovere
sette
volte
la
lingua
in
bocca
prima
di
lasciarsi
scappare
una
minchioneria
.
Ci
pensava
su
,
badava
alle
conseguenze
,
badava
alla
sua
figliuola
,
anche
russando
,
con
un
occhio
aperto
.
Non
voleva
che
la
ragazza
così
giovane
,
così
inesperta
,
senza
sapere
ancora
cosa
volesse
dire
esser
povero
o
ricco
,
s
'
avesse
a
scaldare
il
capo
per
tutte
quelle
frascherie
.
Lui
era
ignorante
,
uno
che
non
sapeva
nulla
,
ma
capiva
che
quelle
belle
cose
erano
trappole
per
acchiappare
i
gonzi
.
Gli
stessi
arnesi
di
cui
si
servono
coloro
che
sanno
di
lettere
per
legarvi
le
mani
o
tirarvi
fuori
dei
cavilli
in
un
negozio
.
Aveva
voluto
che
la
sua
figliuola
imparasse
tutto
ciò
che
insegnavano
a
scuola
,
perché
era
ricca
,
e
un
giorno
o
l
'
altro
avrebbe
fatto
un
matrimonio
vantaggioso
.
Ma
appunto
perch
'
era
ricca
tanta
gente
ci
avrebbe
fatti
su
dei
disegni
.
Insomma
a
lui
non
piacevano
quei
discorsi
della
zia
e
il
fare
del
nipote
che
le
teneva
il
sacco
con
quell
'
aria
ritrosa
di
chi
si
fa
pregare
per
mettersi
a
tavola
,
di
chi
vuol
vender
cara
la
sua
mercanzia
.
E
le
occhiate
lunghe
della
cuginetta
,
i
silenzi
ostinati
,
quel
mento
inchiodato
sul
petto
,
quella
smania
di
cacciarsi
coi
suoi
libri
in
certi
posti
solitari
,
per
far
la
letterata
anche
lei
,
una
ragazza
che
avrebbe
dovuto
pensare
a
ridere
e
a
divertirsi
piuttosto
...
Finora
erano
ragazzate
;
sciocchezze
da
riderci
sopra
,
o
prenderli
a
scappellotti
tutt
'
e
due
,
la
signorina
che
mettevasi
alla
finestra
per
veder
volare
le
mosche
,
e
il
ragazzo
che
stava
a
strologare
da
lontano
,
di
cui
vedevasi
il
cappello
di
paglia
al
disopra
del
muricciuolo
o
della
siepe
,
ronzando
intorno
alla
casina
,
nascondendosi
fra
le
piante
.
-
Don
Gesualdo
aveva
dei
buoni
occhi
.
Non
poteva
indovinare
tutte
le
stramberie
che
fermentavano
in
quelle
teste
matte
,
-
i
baci
mandati
all
'
aria
,
e
il
sole
e
le
nuvole
che
pigliavano
parte
al
duetto
-
a
un
miglio
di
distanza
,
-
ma
sapeva
leggere
nelle
pedate
fresche
,
nelle
rose
canine
che
trovava
sfogliate
sul
sentiero
,
nell
'
aria
ingenua
di
Isabella
che
scendeva
a
cercare
le
forbici
o
il
ditale
quando
per
combinazione
c
'
era
in
sala
il
cugino
,
nella
furberia
di
lui
che
fingeva
di
non
guardarla
,
come
chi
passa
e
ripassa
in
una
fiera
dinanzi
alla
giovenca
che
vuol
comprare
senza
darle
neppure
un
'
occhiata
.
Vedeva
anche
nella
faccia
ladra
di
Nanni
l
'
Orbo
,
nel
fare
sospettoso
di
lui
,
nell
'
aria
sciocca
che
pigliava
,
quando
rizzavasi
fra
i
sommacchi
,
mettendosi
la
mano
sugli
occhi
,
per
guardar
laggiù
,
nel
viale
,
o
si
cacciava
carponi
fra
i
fichi
d
'
India
,
o
veniva
a
portargli
dei
pezzi
di
carta
che
aveva
trovato
vicino
alla
fontana
,
dei
calcinacci
scrostati
dal
sedile
,
facendo
il
nesci
:
-
Don
Gesualdo
,
che
c
'
è
stato
vossignoria
,
lassù
?
...
Alle
volte
...
per
far
quattro
passi
...
L
'
erba
sulla
spianata
è
tutta
pesta
,
come
ci
si
fosse
sdraiato
un
asino
.
Ladri
,
no
,
eh
?
...
Ho
paura
di
quelli
del
colèra
piuttosto
.
-
No
...
di
giorno
?
...
che
diavolo
!
...
bestia
che
sei
!
...
Non
temere
,
qui
stiamo
cogli
occhi
aperti
.
E
ci
stava
davvero
,
con
prudenza
,
per
evitar
gli
scandali
,
aspettando
che
terminasse
il
colèra
per
scopare
la
casa
,
e
finirla
pulitamente
con
donna
Sarina
e
tutti
i
suoi
senza
dar
campo
di
parlare
alle
male
lingue
,
rimbeccando
la
zia
Cirmena
che
s
'
era
messa
a
far
la
sapiente
anche
lei
,
a
parlare
col
squinci
e
linci
,
tagliando
corto
a
quelle
chiacchiere
sconclusionate
che
vi
tiravano
gli
sbadigli
dalle
calcagna
.
Un
giorno
,
presenti
tutti
quanti
,
sputò
fuori
il
fatto
suo
.
-
Ah
...
le
canzonette
?
Roba
che
non
empie
pancia
,
cari
miei
!
-
La
zia
Cirmena
si
risentì
alfine
:
-
Voi
pigliate
tutto
a
peso
e
a
misura
,
don
Gesualdo
!
Non
sapete
quel
che
vuol
dire
...
Vorrei
vedervici
!
...
-
Egli
allora
,
col
suo
fare
canzonatorio
,
raccolse
in
mucchio
libri
e
giornali
ch
'
erano
sul
tavolino
e
glieli
cacciò
in
grembo
,
a
donna
Sarina
,
ridendo
ad
alta
voce
,
spingendola
per
le
spalle
quasi
volesse
mandarla
via
come
fa
il
sensale
nel
conchiudere
il
negozio
,
vociando
così
forte
che
sembrava
in
collera
,
fra
le
risate
:
-
Be
'
...
pigliateli
,
se
vi
piacciono
...
Potrete
camparci
su
!
...
Tutti
si
guardarono
negli
occhi
.
Isabella
si
alzò
senza
dire
una
parola
,
ed
uscì
dalla
stanza
.
-
Ah
!
...
-
borbottò
don
Gesualdo
.
-
Ah
!
...
Ma
visto
che
non
era
il
momento
,
cacciò
indietro
la
bile
e
voltò
la
cosa
in
scherzo
:
-
Anche
a
lei
...
le
piacciono
le
canzonette
.
Come
passatempo
...
colla
chitarra
...
adesso
che
siamo
in
villeggiatura
non
dico
di
no
.
Ma
per
lei
c
'
è
chi
ha
lavorato
al
sole
e
al
vento
,
capite
?
...
E
se
ha
la
testa
dura
dei
Trao
,
anche
i
Motta
non
scherzano
,
quanto
a
ciò
...
-
Bene
,
-
interruppe
la
zia
,
-
questo
è
un
altro
discorso
.
-
Ah
,
vi
sembra
un
altro
discorso
?
-
Ecco
!
-
saltò
su
donna
Sarina
,
pigliandosela
a
un
tratto
col
nipote
.
-
Tuo
zio
parla
pel
tuo
bene
.
Non
lo
trovi
,
un
parente
affezionato
come
lui
,
senti
!
-
Certo
,
certo
...
Voi
siete
una
donna
di
giudizio
,
donna
Sarina
,
e
cogliete
le
parole
al
volo
.
La
Cirmena
allora
si
mise
a
dimostrare
che
un
ragazzo
di
talento
poteva
arrivare
dove
voleva
,
segretario
,
fattore
,
amministratore
di
una
gran
casa
.
Le
protezioni
già
non
gli
mancavano
.
-
Certo
,
certo
,
-
continuava
a
ripetere
don
Gesualdo
.
Ma
non
si
impegnava
più
oltre
.
Si
dava
da
fare
a
rimettere
le
seggiole
a
posto
,
a
chiudere
le
finestre
,
come
a
dire
:
-
Adesso
andate
via
.
-
Però
siccome
il
giovane
voltava
le
spalle
senza
rispondere
,
con
la
superbia
che
avevano
tutti
quei
parenti
spiantati
,
donna
Sarina
non
seppe
più
frenarsi
,
raccattando
in
furia
i
ferri
da
calza
e
gli
occhiali
,
infilando
il
paniere
al
braccio
senza
salutar
nessuno
.
-
Guardate
s
'
è
questa
la
maniera
!
Così
si
ringraziano
i
parenti
della
premura
?
Io
me
ne
lavo
le
mani
...
come
Pilato
...
Ciascuno
a
casa
sua
...
-
Ecco
la
parola
giusta
,
donna
Sarina
.
Ciascuno
a
casa
sua
.
Aspettate
,
che
vi
accompagno
...
Eh
?
eh
?
che
c
'
è
?
Da
un
pezzo
,
mentre
discorreva
,
tendeva
l
'
orecchio
all
'
abbaiare
dei
cani
,
al
diavolìo
che
facevano
oche
e
tacchini
nella
corte
,
a
un
correre
a
precipizio
.
Poi
si
udì
una
voce
sconosciuta
in
mezzo
al
chiacchierìo
della
sua
gente
.
Dal
cancello
s
'
affacciò
il
camparo
,
stralunato
,
facendogli
dei
segni
.
-
Vengo
,
vengo
,
aspettate
un
momento
.
Tornò
poco
dopo
che
sembrava
un
altro
,
stravolto
,
col
cappello
di
paglia
buttato
all
'
indietro
,
asciugandosi
il
sudore
.
Donna
Sarina
voleva
sapere
a
ogni
costo
cosa
fosse
avvenuto
,
fingendo
d
'
aver
paura
.
-
Nulla
...
Le
stoppie
lassù
avran
preso
fuoco
...
V
'
accompagno
.
E
'
cosa
da
nulla
.
Nell
'
aia
erano
tutti
in
subbuglio
.
Mastro
Nardo
,
sotto
la
tettoia
,
insellava
in
fretta
e
in
furia
la
mula
baia
di
don
Gesualdo
.
Dinanzi
al
rastrello
del
giardino
Nanni
l
'
Orbo
e
parecchi
altri
ascoltavano
a
bocca
aperta
un
contadino
di
fuorivia
che
narrava
gran
cose
,
accalorato
,
gesticolando
mostrando
il
vestito
ridotto
in
brandelli
.
-
Nulla
,
nulla
,
-
ripetè
don
Gesualdo
.
-
V
'
accompagno
a
casa
vostra
.
Non
c
'
è
premura
.
-
Si
vedeva
però
ch
'
era
turbato
,
balbettava
,
grossi
goccioloni
gli
colavano
dalla
fronte
.
Donna
Sarina
s
'
ostinava
ad
aver
paura
,
piantandosi
su
due
piedi
,
frugando
di
qua
e
di
là
cogli
occhi
curiosi
,
fissandoli
in
viso
a
lui
per
scovar
quel
che
c
'
era
sotto
:
-
Un
caso
di
colèra
,
eh
?
Ce
l
'
han
portato
sin
qui
?
Qualche
briccone
?
L
'
han
colto
sul
fatto
?
-
Infine
don
Gesualdo
le
mise
le
mani
sulle
spalle
,
guardandola
fissamente
nel
bianco
degli
occhi
:
-
Donna
Sarina
,
a
che
giuoco
giochiamo
?
Lasciatemi
badare
agli
affari
di
casa
mia
!
santo
e
santissimo
!
-
E
la
mise
bel
bello
sulla
sua
strada
,
di
là
dal
ponticello
.
Tornando
indietro
se
la
prese
con
tutta
quella
gente
che
sembrava
ammutinata
,
comare
Lia
che
aveva
lasciato
d
'
impastare
il
pane
,
sua
figlia
accorsa
anche
lei
colle
mani
intrise
di
farina
.
-
Che
c
'
è
?
che
c
'
è
?
Voi
,
mastro
Nardo
,
andate
avanti
colla
mula
.
Vi
raggiungerò
per
via
.
Lì
,
da
quella
parte
,
pel
sentiero
.
Non
c
'
è
bisogno
di
far
sapere
a
tutto
il
vicinato
se
vo
o
se
rimango
.
E
voialtri
badate
alle
vostre
faccende
.
E
cucitevi
la
bocca
,
ehi
!
...
senza
suonar
la
tromba
e
andar
narrando
quel
che
mi
succede
,
di
qua
e
di
là
!
...
Poi
salì
di
sopra
colle
gambe
rotte
.
Bianca
appena
lo
vide
con
quella
faccia
si
impaurì
.
Ma
egli
però
non
le
disse
nulla
.
Temeva
che
i
sorci
ballassero
mentre
non
c
'
era
il
gatto
.
Mentre
la
moglie
l
'
aiutava
a
infilarsi
gli
stivali
,
andava
facendole
certe
raccomandazioni
:
-
Bada
alla
casa
.
Bada
alla
ragazza
.
Io
vo
e
torno
.
Il
tempo
d
'
arrivare
alla
Salonia
per
mio
padre
che
sta
poco
bene
.
Gli
occhi
aperti
finché
non
ci
son
io
,
intendi
?
-
Bianca
da
ginocchioni
com
'
era
alzò
il
viso
attonito
.
-
Svegliati
!
Come
diavolo
sei
diventata
?
Tale
e
quale
tuo
fratello
don
Ferdinando
sei
!
Tua
figlia
ha
la
testa
sopra
il
cappello
,
te
ne
sei
accorta
?
Abbiamo
fatto
un
bel
negozio
a
metterle
in
capo
tanti
grilli
!
Chissà
cosa
s
'
immagina
?
E
gli
altri
pure
...
Donna
Sarina
e
tutti
gli
altri
!
Serpi
nella
manica
!
...
Dunque
,
niente
visite
,
finché
torno
...
e
gli
occhi
aperti
sulla
tua
figliuola
.
Sai
come
sono
le
ragazze
quando
si
mettono
in
testa
qualcosa
!
...
Sei
stata
giovane
anche
tu
...
Ma
io
non
mi
lascio
menare
pel
naso
come
i
tuoi
fratelli
,
sai
!
...
No
,
no
,
chetati
!
Non
è
per
rimproverarti
...
L
'
hai
fatto
per
me
,
allora
.
Sei
stata
una
buona
moglie
,
docile
e
obbediente
,
tutta
per
la
casa
...
Non
me
ne
pento
.
Dico
solo
acciò
ti
serva
d
'
ammaestramento
,
adesso
.
Le
ragazze
per
maritarsi
non
guardano
a
nulla
...
Tu
almeno
non
facevi
una
pazzia
...
Non
te
ne
sei
pentita
neppur
tu
,
è
vero
?
Ma
adesso
è
un
altro
par
di
maniche
.
Adesso
si
tratta
di
non
lasciarsi
rubare
come
in
un
bosco
...
Bianca
,
ritta
accanto
all
'
uscio
,
col
viso
scialbo
,
spalancò
gli
occhi
,
dove
era
in
fondo
un
terror
vago
,
uno
sbalordimento
accorato
,
l
'
intermittenza
dolorosa
della
ragione
annebbiata
ch
'
era
negli
occhi
di
don
Ferdinando
.
-
Ah
!
Hai
capito
finalmente
!
Te
ne
sei
accorta
anche
tu
!
E
non
mi
dicevi
nulla
!
...
Tutte
così
voialtre
donne
...
a
tenervi
il
sacco
l
'
una
coll
'
altra
!
...
congiurate
contro
chi
s
'
arrovella
pel
vostro
meglio
!
-
No
!
...
vi
giuro
!
...
Non
so
nulla
!
...
Non
ci
ho
colpa
...
Che
volete
da
me
?
...
Vedete
come
son
ridotta
!
...
-
Non
lo
sapevi
?
Cosa
fai
dunque
?
Così
tieni
d
'
occhio
tua
figlia
...
E
'
questa
una
madre
di
famiglia
?
...
Tutto
sulle
mie
spalle
!
Ho
le
spalle
grosse
.
Ho
lo
stomaco
pieno
di
dispiaceri
...
E
sto
benone
io
!
...
Ho
la
pelle
dura
.
E
se
ne
andò
col
dorso
curvo
,
sotto
il
gran
sole
,
ruminando
tutti
i
suoi
guai
.
Il
messo
ch
'
era
venuto
a
chiamarlo
dalla
Salonia
l
'
aspettava
in
cima
al
sentiero
,
insieme
a
mastro
Nardo
che
tirava
la
mula
zoppicando
.
Come
lo
vide
da
lontano
si
mise
a
gridare
:
-
Spicciatevi
,
vossignoria
.
Se
arriviamo
tardi
,
per
disgrazia
,
la
colpa
è
tutta
mia
.
Cammin
facendo
raccontava
cose
da
far
drizzare
i
capelli
in
testa
.
A
Marineo
avevano
assassinato
un
viandante
che
andava
ronzando
attorno
all
'
abbeveratoio
,
nell
'
ora
calda
,
lacero
,
scalzo
,
bianco
di
polvere
,
acceso
in
volto
,
con
l
'
occhio
bieco
,
cercando
di
farla
in
barba
ai
cristiani
che
stavano
a
guardia
da
lontano
,
sospettosi
.
A
Callari
s
'
era
trovato
un
cadavere
dietro
una
siepe
,
gonfio
come
un
otre
:
l
'
aveva
scoperto
il
puzzo
.
La
sera
,
dovunque
,
si
vedevano
dei
fuochi
d
'
artifizio
,
una
pioggia
di
razzi
,
tale
e
quale
la
notte
di
San
Lorenzo
,
Dio
liberi
!
Una
donna
incinta
,
che
s
'
era
lasciata
aiutare
da
uno
sconosciuto
,
mentre
portava
un
carico
di
legna
al
Trimmillito
,
era
morta
la
stessa
notte
all
'
improvviso
,
senza
neanche
dire
-
Cristo
aiutami
-
colla
pancia
piena
di
fichi
d
'
India
.
-
Vostro
padre
l
'
ha
voluto
lui
stesso
il
colèra
,
sissignore
.
Tutti
gli
dicevano
:
Non
aprite
se
prima
il
sole
non
è
alto
!
Ma
sapete
che
testa
dura
!
Il
colèra
ce
l
'
ha
portato
alla
Salonia
un
viandante
che
andava
intorno
colla
bisaccia
in
spalla
.
Di
questi
tempi
,
figuratevi
!
C
'
è
chi
l
'
ha
visto
a
sedere
,
stanco
morto
,
sul
muricciuolo
vicino
alla
fattoria
.
Poi
tutta
la
notte
rumori
sul
tetto
e
dietro
gli
usci
...
E
le
macchie
d
'
unto
che
si
son
trovate
qua
e
là
a
giorno
fatto
!
...
Come
della
bava
di
lumaca
...
Sissignore
!
...
Quella
bestia
dello
speziale
continua
a
predicare
di
scopar
le
case
,
di
pigliarsela
coi
maiali
e
colle
galline
,
per
tener
lontano
il
colèra
!
Adesso
il
veleno
ce
lo
portano
le
bestie
del
Signore
,
che
non
hanno
malizia
!
avete
inteso
,
vossignoria
?
...
Roba
da
accopparli
tutti
quanti
sono
,
medici
,
preti
e
speziali
,
perché
loro
ogni
cristiano
che
mandano
al
mondo
della
verità
si
pigliano
dodici
tarì
dal
re
!
E
l
'
arciprete
Bugno
ha
avuto
il
coraggio
di
predicarlo
dall
'
altare
:
-
Figliuoli
miei
,
so
che
ce
l
'
avete
con
me
,
a
causa
del
colèra
.
Ma
io
sono
innocente
.
Ve
lo
giuro
su
quest
'
ostia
consacrata
!
-
Io
non
so
s
'
era
innocente
o
no
.
So
che
ha
acchiappato
il
colèra
anche
lui
,
perché
teneva
in
casa
quelle
bottiglie
che
mandano
da
Napoli
per
far
morire
i
cristiani
.
Io
non
so
niente
.
Il
fatto
è
che
i
morti
fioccano
come
le
mosche
:
Donna
Marianna
Sganci
,
Peperito
...
III
Allorché
giunsero
alla
Salonia
trovarono
che
tutti
gli
altri
inquilini
della
fattoria
caricavano
muli
ed
asinelli
per
fuggirsene
.
Inutilmente
Bomma
,
che
era
venuto
dalla
vigna
,
lì
vicino
,
si
sgolava
a
gridare
:
-
Bestie
!
s
'
è
una
perniciosa
!
...
se
ha
una
febbre
da
cavallo
!
Non
si
muore
di
colèra
con
la
febbre
!
-
Non
me
ne
importa
s
'
è
una
perniciosa
!
-
borbottò
infine
Giacalone
.
-
I
medici
già
son
pagati
per
questo
!
...
Mastro
Nunzio
stava
male
davvero
:
la
morte
gli
aveva
pizzicato
il
naso
e
gli
aveva
lasciato
il
segno
delle
dita
sotto
gli
occhi
,
un
'
ombra
di
filiggine
che
gli
tingeva
le
narici
assottigliate
,
gli
sprofondava
gli
occhi
e
la
bocca
sdentata
in
fondo
a
dei
buchi
neri
,
gli
velava
la
faccia
terrea
e
sporca
di
peli
grigi
.
Aprì
quegli
occhi
a
stento
,
udendo
suo
figlio
Gesualdo
che
gli
stava
dinanzi
al
letto
,
e
disse
colla
voce
cavernosa
:
-
Ah
!
sei
venuto
a
vedere
la
festa
,
finalmente
?
Santo
,
come
un
allocco
,
stava
seduto
sullo
scalino
dell
'
uscio
,
senza
dir
nulla
,
coi
lucciconi
agli
occhi
.
Burgio
e
sua
moglie
si
affrettavano
a
insaccare
un
po
'
di
grano
,
per
non
morir
di
fame
dove
andavano
,
appena
avrebbe
chiusi
gli
occhi
il
vecchio
.
Nel
cortile
c
'
erano
anche
le
mule
cariche
di
roba
.
Don
Gesualdo
afferrò
pel
vestito
Bomma
,
il
quale
stava
per
andarsene
anche
lui
.
-
Che
si
può
fare
,
don
Arcangelo
?
Comandate
!
Tutto
quello
che
si
può
fare
,
per
mio
padre
...
tutto
quello
che
ho
!
...
Non
guardate
a
spesa
...
-
Eh
!
avrete
poco
da
spendere
...
Non
c
'
è
nulla
da
fare
...
Sono
venuto
tardi
.
La
china
non
giova
più
!
...
una
perniciosa
coi
fiocchi
,
caro
voi
!
Ma
però
non
muore
di
colèra
,
e
non
c
'
è
motivo
di
spaventare
tutto
il
vicinato
,
come
fanno
costoro
!
Il
vecchio
stava
a
sentire
,
cogli
occhi
inquieti
e
sospettosi
in
fondo
alle
orbite
nere
.
Guardava
Gesualdo
che
si
affannava
intorno
al
farmacista
,
Speranza
la
quale
strillava
e
singhiozzava
aiutando
il
marito
ne
'
preparativi
della
partenza
,
Santo
che
non
si
muoveva
,
istupidito
,
i
nipoti
qua
e
là
per
la
casa
e
nel
cortile
,
e
Bomma
che
gli
voltava
le
spalle
,
scrollando
il
capo
,
facendo
gesti
d
'
impazienza
.
Speranza
infine
andò
a
consegnare
le
chiavi
a
suo
fratello
,
seguitando
a
brontolare
:
-
Ecco
!
Mi
piace
che
siete
venuto
...
Così
non
direte
che
vogliamo
fare
man
bassa
sulla
roba
,
io
e
mio
marito
,
appena
chiude
gli
occhi
nostro
padre
...
-
Non
sono
ancora
morto
,
no
!
-
si
lamentò
il
vecchio
dal
suo
cantuccio
.
Allora
si
alzò
come
una
furia
l
'
altro
figliuolo
,
Santo
,
con
la
faccia
sudicia
di
lagrime
,
vociando
e
pigliandosela
con
tutti
quanti
:
-
Il
viatico
che
non
glielo
date
,
razza
di
porci
?
...
Che
lo
fate
morire
peggio
di
un
cane
?
...
-
Non
sono
ancora
morto
!
-
piagnucolò
di
nuovo
il
moribondo
.
-
Lasciatemi
morire
in
pace
,
prima
!
...
-
Non
è
per
la
roba
,
no
!
-
gli
rispose
il
genero
Burgio
accostandosi
al
letto
e
chinandosi
sul
malato
come
parlasse
a
un
bambino
:
-
Anzi
è
per
vostro
amore
che
vogliamo
farvi
confessare
e
comunicare
prima
di
chiudere
gli
occhi
.
-
Ah
!
...
ah
!
...
Non
vi
par
l
'
ora
!
...
Lasciatemi
in
pace
...
lasciatemi
!
...
Giunse
la
sera
e
passò
la
notte
a
quel
modo
.
Mastro
Nunzio
nell
'
ombra
stava
zitto
e
immobile
,
come
un
pezzo
di
legno
;
soltanto
ogni
volta
che
gli
facevano
inghiottire
a
forza
la
medicina
,
gemeva
,
sputava
,
e
lamentavasi
ch
'
era
amara
come
il
veleno
,
ch
'
era
morto
,
che
non
vedevano
l
'
ora
di
levarselo
dinanzi
.
Infine
,
perché
non
lo
seccassero
,
voltò
il
naso
contro
il
muro
,
e
non
si
mosse
più
.
-
Poteva
essere
mezzanotte
,
sebbene
nessuno
s
'
arrischiasse
ad
aprire
la
finestra
per
guardar
le
stelle
.
-
Speranza
ogni
tanto
s
'
accostava
al
malato
in
punta
di
piedi
,
lo
toccava
,
lo
chiamava
adagio
adagio
;
ma
lui
zitto
.
Poi
tornava
a
discorrere
sottovoce
col
marito
che
aspettava
tranquillamente
,
accoccolato
sullo
scalino
,
dormicchiando
.
Gesualdo
stava
seduto
dall
'
altra
parte
col
mento
fra
le
mani
.
In
fondo
allo
stanzone
si
udiva
il
russare
di
Santo
.
I
nipoti
erano
già
partiti
colla
roba
,
insieme
agli
altri
inquilini
e
un
gatto
abbandonato
s
'
aggirava
miagolando
per
la
fattoria
,
come
un
'
anima
di
Purgatorio
:
una
cosa
che
tutti
alzavano
il
capo
trasalendo
,
e
si
facevano
la
croce
al
vedere
quegli
occhi
che
luccicavano
nel
buio
,
fra
le
travi
del
tetto
e
i
buchi
del
muro
;
e
sulla
parete
sudicia
vedevasi
sempre
l
'
ombra
del
berretto
del
vecchio
,
gigantesca
,
che
non
dava
segno
di
vita
.
Poi
,
tre
volte
,
si
udì
cantare
la
civetta
.
Quando
Dio
volle
,
a
giorno
fatto
,
dopo
un
pezzo
che
il
giorno
trapelava
dalle
fessure
delle
imposte
e
faceva
impallidire
il
lume
posato
sulla
botte
,
Burgio
si
decise
ad
aprire
l
'
uscio
.
Era
una
giornata
fosca
,
il
cielo
coperto
,
un
gran
silenzio
per
la
pianura
smorta
e
sassosa
.
Dei
casolari
nerastri
qua
e
là
,
l
'
estremità
del
paese
sulla
collina
in
fondo
,
sembravano
sorgere
lentamente
dalla
caligine
,
deserti
e
silenziosi
.
Non
un
uccello
,
non
un
ronzìo
,
non
un
alito
di
vento
.
Solo
un
fruscìo
fuggì
spaventato
fra
le
stoppie
all
'
affacciarsi
che
fece
Burgio
,
sbadigliando
e
stirandosi
le
braccia
.
-
Massaro
Fortunato
!
...
venite
qua
,
venite
!
-
chiamò
in
quel
punto
la
moglie
colla
voce
alterata
.
Gesualdo
chino
sul
lettuccio
del
genitore
,
lo
chiamava
,
scuotendolo
.
La
sorella
,
arruffata
,
discinta
,
che
sembrava
più
gialla
in
quella
luce
scialba
,
preparavasi
a
strillare
.
Infine
Burgio
,
dopo
un
momento
,
azzardò
la
sua
opinione
:
-
Signori
miei
,
a
me
sembra
morto
di
cent
'
anni
.
Scoppiò
allora
la
tragedia
.
Speranza
cominciò
a
urlare
e
a
graffiarsi
la
faccia
.
Santo
,
svegliato
di
soprassalto
,
si
dava
dei
pugni
in
testa
,
fregandosi
gli
occhi
,
piangendo
come
un
ragazzo
.
Il
più
turbato
di
tutti
però
era
don
Gesualdo
,
sebbene
non
dicesse
nulla
,
guardando
il
morto
che
guardava
lui
colla
coda
dell
'
occhio
appannato
.
Poi
gli
baciò
la
mano
,
e
gli
coprì
la
faccia
col
lenzuolo
.
Speranza
,
inconsolabile
,
minacciava
di
correre
al
paese
per
buttarsi
nella
cisterna
,
di
lasciarsi
morir
di
fame
:
-
Cosa
ci
fo
più
al
mondo
adesso
?
Ho
perso
il
mio
sostegno
!
la
colonna
della
casa
!
-
Quel
piagnisteo
durò
la
giornata
intera
.
Inutilmente
il
marito
per
consolarla
le
diceva
che
don
Gesualdo
non
li
avrebbe
abbandonati
.
Erano
tutti
figli
suoi
,
orfanelli
bisognosi
.
Santo
col
viso
sudicio
guardava
or
questo
e
or
quello
come
aprivano
bocca
.
-
No
!
-
s
'
ostinava
Speranza
.
-
E
'
morto
,
ora
,
mio
padre
!
Non
c
'
è
nessuno
che
pensi
a
noi
!
Gesualdo
che
l
'
aveva
lasciata
sfogare
un
pezzo
tentennando
il
capo
,
cogli
occhi
gonfi
,
le
disse
infine
:
-
Hai
ragione
!
...
Non
ho
fatto
mai
nulla
per
voialtri
!
...
Hai
ragione
di
lagnarti
della
buona
misura
!
...
-
No
,
-
interruppe
Burgio
.
-
No
!
Parole
che
scappano
nel
brucio
,
cognato
.
Intanto
bisognava
pensare
a
seppellire
il
morto
,
senza
un
cane
che
aiutasse
,
a
pagarlo
tant
'
oro
!
Un
falegname
,
lì
al
Camemi
,
mise
insieme
alla
meglio
quattro
asserelle
a
mo
'
di
bara
,
e
mastro
Nardo
scavò
la
buca
dietro
la
casa
.
Poi
Santo
e
don
Gesualdo
dovettero
fare
il
resto
colle
loro
mani
.
Burgio
però
stava
a
vedere
da
lontano
,
timoroso
del
contagio
,
e
sua
moglie
piagnucolava
che
non
le
bastava
l
'
animo
di
toccare
il
morto
.
Le
faceva
male
al
cuore
,
sì
!
Dopo
,
asciugatisi
gli
occhi
,
rifatto
il
letto
,
rassettata
la
casa
,
nel
tempo
che
mastro
Nardo
preparava
le
cavalcature
,
e
aspettavano
seduti
in
crocchio
,
ella
attaccò
il
discorso
serio
.
-
E
ora
,
come
restiamo
intesi
?
Tutti
quanti
si
guardarono
in
faccia
a
quell
'
esordio
.
Massaro
Fortunato
tormentava
la
nappa
della
berretta
,
e
Santo
sgranò
gli
occhi
.
Don
Gesualdo
però
non
aveva
capito
l
'
antifona
,
col
viso
in
aria
,
cercava
il
verbo
.
-
Come
restiamo
intesi
?
Perché
?
Di
che
cosa
?
-
Per
discorrere
dei
nostri
interessi
,
eh
?
Per
dividerci
l
'
eredità
che
ha
lasciato
quella
buon
'
anima
,
tanto
paradiso
!
Siamo
tre
figliuoli
...
Ciascuno
la
sua
parte
...
secondo
vi
dice
la
coscienza
...
Voi
siete
il
maggiore
,
voi
fate
le
parti
...
e
ciascuno
di
noi
piglia
la
sua
...
Però
se
ci
avete
il
testamento
...
Non
dico
...
Allora
tiratelo
fuori
,
e
si
vedrà
.
Don
Gesualdo
,
che
era
don
Gesualdo
,
rimase
a
bocca
aperta
a
quel
discorso
.
Stupefatto
,
cercava
le
parole
,
balbettava
:
-
L
'
eredità
?
...
Il
testamento
?
...
La
parte
di
che
cosa
?
...
Allora
Speranza
infuriò
.
-
Come
?
Di
questo
si
parlava
.
Non
erano
tutti
figli
dello
stesso
padre
?
E
il
capo
della
casa
chi
era
stato
?
Sinora
aveva
avuto
le
mani
in
pasta
don
Gesualdo
,
vendere
,
comprare
...
Ora
,
ciascuno
doveva
avere
la
sua
parte
.
Tutto
quel
ben
di
Dio
,
quelle
belle
terre
,
la
Canziria
,
la
Salonia
stessa
dove
avevano
i
piedi
,
erano
forse
piovuti
dal
cielo
?
-
Burgio
,
più
calmo
,
metteva
buone
parole
;
diceva
che
non
era
quello
il
momento
,
col
morto
ancora
caldo
.
Tappava
la
bocca
alla
moglie
;
cacciava
indietro
il
cognato
Santo
,
il
quale
aveva
aperto
tanto
d
'
orecchi
e
vociava
:
-
No
,
no
,
lasciatela
dire
!
-
Infine
volle
che
si
abbracciassero
,
lì
,
nella
stanza
dove
erano
rimasti
poveri
orfanelli
.
Don
Gesualdo
era
un
galantuomo
,
un
buon
cuore
.
Non
l
'
avrebbe
fatta
una
porcheria
.
-
Non
scappate
!
Sentite
qua
!
Non
è
vero
?
Non
siete
un
galantuomo
?
-
No
!
no
!
Lasciatemi
sentire
quello
che
pretendono
.
E
'
meglio
spiegarsi
chiaro
.
Ma
la
sorella
non
gli
dava
più
retta
,
seduta
su
di
un
sasso
,
fuori
dell
'
uscio
,
borbottando
fra
di
sè
.
Massaro
Fortunato
toccò
pure
degli
altri
tasti
:
il
gastigo
di
Dio
che
avevano
sulle
spalle
,
l
'
ora
che
si
faceva
tarda
.
Intanto
mastro
Nardo
tirò
fuori
la
mula
dalla
stalla
.
Rimasero
ancora
un
pezzetto
lì
fuori
a
tenersi
il
broncio
.
Poi
don
Gesualdo
propose
di
condurseli
tutti
a
Mangalavite
.
Il
cognato
Burgio
serrava
l
'
uscio
a
chiave
,
e
caricava
sul
basto
i
pochi
panni
,
che
aveva
raccolti
in
un
fagottino
.
Speranza
non
rispose
subito
all
'
invito
del
fratello
,
sciorinando
lo
scialle
per
accingersi
alla
partenza
,
guardando
di
qua
e
di
là
,
cogli
occhi
torvi
.
Infine
spiattellò
quel
che
aveva
sullo
stomaco
:
-
A
Mangalavite
?
...
No
,
grazie
tante
!
...
Cosa
ci
verrei
a
fare
...
se
dite
che
è
roba
vostra
?
...
Sarebbe
anche
un
disturbo
per
vostra
moglie
e
la
figliuola
...
due
signore
avvezze
a
stare
coi
loro
comodi
...
Noi
poveretti
ci
accomodiamo
alla
meglio
...
Andremo
alla
Canziria
.
Andremo
piuttosto
alla
fornace
del
gesso
che
ha
lasciato
mio
padre
,
buon
'
anima
...
Quella
sì
!
...
Colà
almeno
saremo
a
casa
nostra
.
Non
direte
d
'
averla
comperata
coi
vostri
guadagni
la
fornace
del
gesso
!
...
No
,
no
,
sto
zitta
,
massaro
Fortunato
!
Se
ne
parlerà
poi
,
chi
campa
.
Chi
campa
tutto
l
'
anno
vede
ogni
festa
.
Vi
saluto
,
don
Gesualdo
.
Sarà
quel
che
vuol
Dio
.
Beato
quel
poveretto
che
adesso
è
tranquillo
,
sottoterra
!
...
Brontolava
ancora
ch
'
era
già
in
viaggio
,
sballottata
dall
'
ambio
della
cavalcatura
,
colla
schiena
curva
,
e
il
vento
che
le
gonfiava
lo
scialle
dietro
.
Don
Gesualdo
montò
a
cavallo
lui
pure
,
e
se
ne
andò
dall
'
altra
parte
,
col
cuore
grosso
dell
'
ingratitudine
che
raccoglieva
sempre
,
voltandosi
indietro
,
di
tanto
in
tanto
,
a
guardare
la
fattoria
rimasta
chiusa
e
deserta
,
accanto
alla
buca
ancora
fresca
,
e
la
cavalcata
dei
suoi
che
si
allontanavano
in
fila
,
uno
dopo
l
'
altro
,
di
già
come
punti
neri
nella
campagna
brulla
che
s
'
andava
oscurando
.
Dopo
un
pezzetto
,
mastro
Nardo
che
ci
aveva
pensato
su
,
fece
l
'
orazione
del
morto
:
-
Poveretto
!
Ha
lavorato
tanto
...
per
tirare
su
i
figliuoli
...
per
lasciarli
ricchi
...
Ora
è
sotto
terra
!
Vi
rammentate
,
vossignoria
,
quando
è
rovinato
il
ponte
,
a
Fiumegrande
,
e
voleva
annegarsi
?
...
Ecco
cos
'
è
il
mondo
!
Oggi
a
te
,
domani
a
me
.
Il
padrone
gli
rivolse
un
'
occhiata
brusca
,
e
tagliò
corto
:
-
Zitto
,
bestia
!
...
Anche
tu
!
...
Potevano
essere
due
ore
di
notte
quando
arrivarono
alla
Fontana
di
don
Cosimo
,
con
una
bella
sera
stellata
,
il
cielo
tutto
che
sembrava
formicolare
attorno
a
Budarturo
,
sulla
distesa
dei
piani
e
dei
monti
che
s
'
accennava
confusamente
.
La
mula
,
sentendo
la
stalla
vicina
,
si
mise
a
ragliare
.
Allora
abbaiarono
dei
cani
;
laggiù
in
fondo
comparvero
dei
lumi
in
mezzo
all
'
ombra
più
fitta
degli
alberi
che
circondavano
la
casina
,
e
s
'
udirono
delle
voci
,
un
calpestìo
precipitoso
come
di
gente
che
corresse
;
lungo
il
sentiero
che
saliva
dalla
valle
si
udì
un
fruscìo
di
foglie
secche
,
dei
sassi
che
precipitarono
rimbalzando
,
quasi
alcuno
s
'
inerpicasse
cautamente
.
Poi
silenzio
.
A
un
tratto
,
dal
buio
,
sul
limite
del
boschetto
,
partì
una
voce
:
-
Ehi
,
don
Gesualdo
?
-
Ehi
,
Nanni
,
che
c
'
è
?
Compare
Nanni
non
rispose
,
mettendosi
a
camminare
accanto
alla
mula
.
Dopo
un
momento
masticò
sottovoce
,
quasi
a
malincuore
:
-
C
'
è
che
son
qui
per
guardarvi
le
spalle
!
Don
Gesualdo
non
chiese
altro
.
Scendevano
per
la
viottola
in
fila
.
Nanni
l
'
Orbo
aggiunse
soltanto
,
di
lì
a
un
po
'
:
-
Si
fece
la
festa
,
eh
?
-
E
come
il
padrone
continuava
a
tacere
,
conchiuse
:
-
L
'
ho
capito
alla
cera
che
avete
,
vossignoria
.
Mondo
di
guai
!
...
L
'
uno
dopo
l
'
altro
!
-
Giunti
alla
fontana
infine
disse
:
-
Smontiamo
qui
,
eh
?
Mastro
Nardo
se
ne
andrà
pel
viale
colle
cavalcature
,
e
noi
da
questa
parte
,
per
far
più
presto
.
Don
Gesualdo
capì
subito
,
e
non
se
lo
fece
dire
due
volte
.
Andavano
in
silenzio
,
lungo
il
muro
,
quasi
ci
vedessero
al
buio
.
A
un
certo
punto
l
'
Orbo
accennò
delle
pietre
sparse
per
terra
,
una
specie
di
breccia
fra
le
spine
che
coronavano
il
muro
,
e
disse
piano
:
-
Vedete
,
vossignoria
?
-
L
'
altro
affermò
col
capo
,
e
scavalcò
il
chiuso
.
Nanni
l
'
Orbo
coll
'
acciarino
accese
un
zolfanello
e
andarono
seguendo
le
pedate
passo
passo
,
sino
alla
casina
.
Sotto
la
finestra
di
donna
Isabella
l
'
Orbo
additò
in
silenzio
l
'
erba
ch
'
era
tutta
pesta
,
quasi
ci
si
fossero
davvero
sdraiati
degli
asini
.
-
I
cani
poi
come
fossero
alloppiati
!
-
osservò
compare
Nanni
con
quel
fare
misterioso
.
-
Se
non
ero
io
,
che
ho
l
'
orecchio
fino
...
Dicevo
a
Diodata
:
Finché
manca
il
padrone
bisogna
stare
coll
'
orecchio
teso
,
per
guardargli
le
spalle
...
Allora
ho
mandato
Nunzio
sul
ponticello
,
mentre
io
con
Gesualdo
arrivavo
dalla
parte
del
palmento
...
Sissignore
dov
'
è
alloggiata
donna
Sarina
col
nipote
...
Se
i
cani
sono
stati
zitti
,
dicevo
fra
di
me
...
-
Va
bene
.
Adesso
taci
.
Di
lassù
potrebbero
udirti
.
Il
giorno
dopo
,
ricevendo
le
visite
di
condoglianza
,
vestito
di
nero
,
colla
barba
lunga
,
appena
donna
Sarina
ebbe
fatto
l
'
elogio
del
morto
e
del
vivo
,
asciugandosi
gli
occhi
,
rimboccandosi
le
maniche
per
correre
in
cucina
ad
aiutare
in
quello
scompiglio
,
don
Gesualdo
la
fermò
nell
'
andito
,
senza
tanti
complimenti
.
-
Sapete
,
donna
Sarina
?
...
il
servizio
che
dovreste
farmi
sarebbe
d
'
andarvene
.
Patti
chiari
e
amici
cari
,
non
è
vero
?
Ho
bisogno
di
quelle
due
stanze
...
pei
miei
motivi
.
Sinora
non
vi
ho
detto
nulla
.
Ma
voi
avrete
ammirato
la
mia
prudenza
,
eh
?
La
Cirmena
diventò
verde
.
S
'
aggiustò
il
vestito
,
sorridendo
,
pigliandola
con
disinvoltura
:
-
Bene
,
bene
.
Ho
capito
.
Una
volta
che
vi
servono
quelle
due
stanzuccie
...
Se
avete
i
vostri
motivi
...
Anche
subito
,
su
due
piedi
...
colèra
o
no
!
...
La
gente
non
ha
da
dire
se
me
ne
mandate
via
in
mezzo
al
colèra
!
...
Siete
il
padrone
.
Ciascuno
sa
i
fatti
di
casa
sua
.
Soltanto
,
se
permettete
,
vado
prima
a
salutare
mia
nipote
.
Non
so
cosa
potrebbero
pensare
se
me
ne
andassi
zitta
zitta
...
Le
male
lingue
,
sapete
!
...
Bianca
non
arrivava
a
capacitarsi
:
-
Come
?
andarsene
via
?
nel
fitto
del
colèra
?
Perché
?
Cos
'
era
stato
?
-
La
zia
Cirmena
adduceva
diversi
pretesti
strambi
:
forza
maggiore
;
ciascuno
ha
i
suoi
motivi
;
interessi
gravi
di
casa
;
Corrado
aveva
ricevuto
una
lettera
urgentissima
.
-
Gli
rincresce
anche
a
lui
,
poveretto
.
Gli
è
arrivata
fra
capo
e
collo
.
S
'
era
tanto
affezionato
a
questi
luoghi
...
Anche
poco
fa
mi
diceva
:
-
Zia
,
oggi
è
l
'
ultima
passeggiata
che
andrò
a
fare
alla
sorgente
...
-
Don
Gesualdo
,
fuori
dei
gangheri
,
tagliò
corto
a
quei
discorsi
sciocchi
.
-
Scusate
,
donna
Sarina
.
Mia
moglie
non
capisce
più
niente
...
Diventano
tutti
così
nella
sua
famiglia
...
Doveva
toccare
a
me
!
...
Isabella
invece
s
'
era
fatta
pallida
come
un
cadavere
.
Ma
non
si
mosse
,
non
disse
nulla
,
una
vera
Trao
,
col
viso
fermo
e
impenetrabile
.
Ricambiava
anche
gli
abbracci
e
i
saluti
affettuosi
della
zia
,
sforzandosi
di
sorridere
,
con
una
ruga
sottile
fra
le
ciglia
.
Poi
,
quando
fu
sola
,
a
un
tratto
,
con
un
gesto
disperato
,
si
strappò
la
gorgierina
che
la
soffocava
,
con
un
'
onda
di
sangue
al
volto
,
un
abbarbagliamento
improvviso
dinanzi
agli
occhi
,
una
fitta
,
uno
spasimo
acuto
che
la
fece
vacillare
,
annaspando
,
fuori
di
sé
.
Voleva
vederlo
,
l
'
ultima
volta
,
a
qualunque
costo
,
quando
tutti
sarebbero
stati
a
riposare
,
dopo
mezzogiorno
,
e
che
alla
casina
non
si
moveva
anima
viva
.
La
Madonna
l
'
avrebbe
aiutata
:
-
La
Madonna
!
...
la
Madonna
!
...
-
Non
diceva
altro
,
con
una
confusione
dolorosa
nelle
idee
,
la
testa
in
fiamme
,
il
sole
che
le
ardeva
sul
capo
,
gli
occhi
che
le
abbruciavano
,
una
vampa
nel
cuore
che
la
mordeva
,
che
le
saliva
alla
testa
,
che
l
'
accecava
,
che
la
faceva
delirare
:
-
Vederlo
!
a
qualunque
costo
!
...
Domani
non
lo
vedrò
più
!
...
più
!
...
più
!
...
-
Non
sentiva
le
spine
;
non
sentiva
i
sassi
del
sentiero
fuori
mano
che
aveva
preso
per
arrivare
di
nascosto
sino
a
lui
.
Ansante
,
premendosi
il
petto
colle
mani
,
trasalendo
a
ogni
passo
,
spiando
il
cammino
con
l
'
occhio
ansioso
.
Un
uccelletto
spaventato
fuggì
con
uno
strido
acuto
.
La
spianata
era
deserta
,
in
un
'
ombra
cupa
.
C
'
era
un
muricciuolo
coperto
d
'
edera
triste
,
una
piccola
vasca
abbandonata
nella
quale
imputridivano
delle
piante
acquatiche
,
e
dei
quadrati
d
'
ortaggi
polverosi
al
di
là
del
muro
,
tagliati
dai
viali
abbandonati
che
affogavano
nel
bosco
irto
di
seccumi
gialli
.
Da
per
tutto
quel
senso
di
abbandono
,
di
desolazione
,
nella
catasta
di
legna
che
marciva
in
un
angolo
,
nelle
foglie
fradicie
ammucchiate
sotto
i
noci
,
nell
'
acqua
della
sorgente
la
quale
sembrava
gemere
stillando
dai
grappoli
di
capelvenere
che
tappezzavano
la
grotta
,
come
tante
lagrime
.
Soltanto
fra
le
erbacce
del
sentiero
pel
quale
lui
doveva
venire
,
dei
fiori
umili
di
cardo
che
luccicavano
al
sole
,
delle
bacche
verdi
che
si
piegavano
ondeggiando
mollemente
,
e
dicevano
:
Vieni
!
vieni
!
vieni
!
Attraversò
guardinga
il
viale
che
scendeva
alla
casina
,
col
cuore
che
le
balzava
alla
gola
,
le
batteva
nelle
tempie
,
le
toglieva
il
respiro
.
C
'
erano
lì
,
fra
le
foglie
secche
,
accanto
al
muricciuolo
dove
lui
s
'
era
messo
a
sedere
tante
volte
,
dei
brani
di
carta
abbruciacchiati
,
umidicci
,
che
s
'
agitavano
ancora
quasi
fossero
cose
vive
;
dei
fiammiferi
spenti
,
delle
foglie
d
'
edera
strappate
,
dei
virgulti
fatti
in
pezzettini
minuti
dalle
mani
febbrili
di
lui
,
nelle
lunghe
ore
d
'
attesa
,
nel
lavorìo
macchinale
delle
fantasticherie
.
S
'
udiva
il
martellare
di
una
scure
in
lontananza
;
poi
una
canzone
malinconica
che
si
perdeva
lassù
,
nella
viottola
.
Che
agonìa
lunga
!
Il
sole
abbandonava
lentamente
il
sentiero
;
moriva
pallido
sulla
rupe
brulla
di
cui
le
forre
sembravano
più
tristi
,
ed
ella
aspettava
ancora
,
aspettava
sempre
.
-
Signor
don
Gesualdo
...
Venite
qua
,
se
permettete
...
Ho
da
parlarvi
.
-
Nanni
l
'
Orbo
,
continuando
a
chiamarlo
,
dall
'
aia
,
affettava
di
non
poter
mettere
il
piede
nel
cortile
,
coll
'
aria
misteriosa
,
finchè
il
padrone
andò
a
sentire
quel
che
diavolo
volesse
,
dandogli
una
buona
strapazzata
,
per
cominciare
:
-
T
'
ho
detto
tante
volte
di
non
lasciarti
vedere
da
queste
parti
!
Che
diavolo
!
...
Se
lo
fai
apposta
...
-
Nossignore
.
Appunto
,
vi
ho
chiamato
qui
fuori
.
Dobbiamo
parlare
da
solo
a
solo
,
per
quel
che
ho
da
dirvi
...
Qui
nel
giardino
.
Siamo
aspettati
.
C
'
erano
infatti
Nunzio
e
Gesualdo
di
Diodata
,
vestiti
da
festa
,
colle
mani
in
tasca
,
e
un
fazzolettino
nero
al
collo
.
Compare
Nanni
lo
fece
notare
al
padrone
.
-
Il
sangue
è
sangue
.
Avete
da
ridirci
?
Tutti
e
due
...
hanno
voluto
portare
il
lutto
alla
buon
'
anima
di
vostro
padre
...
per
rispetto
,
senza
secondi
fini
...
Soltanto
,
vossignoria
potete
aiutarli
senza
mettere
mano
alla
tasca
...
Ecco
,
loro
vorrebbero
a
mezzadria
quel
pezzo
di
terra
ch
'
è
sotto
la
fontana
.
Sono
due
bravi
ragazzi
,
laboriosi
.
Vi
somigliano
,
don
Gesualdo
...
Se
date
loro
qualche
agevolazione
,
pensate
infine
che
non
lo
fate
per
degli
estranei
!
...
Don
Gesualdo
tentennava
,
insospettito
da
una
parte
d
'
esser
preso
così
alla
sprovvista
,
e
cedendo
nel
tempo
istesso
,
suo
malgrado
,
a
quella
certa
voce
interna
che
gli
andava
ripicchiando
dentro
tutti
gli
argomenti
messi
fuori
da
compare
Nanni
per
persuaderlo
.
-
Infine
cosa
domandavano
?
...
del
lavoro
...
Lui
che
poteva
tanto
!
...
Un
affare
di
coscienza
!
...
Avrebbe
fatto
un
buon
negozio
anche
...
-
A
un
certo
punto
l
'
Orbo
propose
di
mandare
a
chiamare
Diodata
perché
dicesse
la
sua
.
Don
Gesualdo
allora
,
per
levarsi
quella
noia
,
per
sgravio
di
coscienza
,
come
diceva
quell
'
altro
fissando
i
due
ragazzoni
,
che
seguivano
passo
passo
colle
mani
in
tasca
,
senza
aprir
bocca
,
si
lasciò
scappare
:
-
Be
'
...
be
'
,
se
si
parla
soltanto
del
pezzo
di
terra
ch
'
è
sotto
la
fontana
...
Se
non
fate
come
il
riccio
che
poi
allarga
le
spine
...
-
Sissignore
!
Che
vuol
dire
!
-
saltò
su
compare
Nanni
pigliandolo
subito
in
parola
.
-
Quello
solo
!
Mezza
salma
di
terra
in
tutto
.
Possiamo
andare
a
vedere
.
E
'
qui
vicino
.
Vi
metteremo
i
segnali
sotto
i
vostri
occhi
,
giacché
siete
qui
,
perchè
non
temiate
che
vi
si
rubi
...
Giusto
!
...
ci
abbiamo
anche
dei
testimoni
,
vedete
...
La
signorina
,
lassù
,
sotto
il
gran
noce
...
Don
Gesualdo
guardò
dove
diceva
l
'
Orbo
,
e
si
sbiancò
subito
in
viso
.
A
un
tratto
,
mutò
cera
e
maniera
,
e
congedò
tutti
bruscamente
:
-
Va
bene
,
ne
parleremo
...
C
'
è
tempo
.
Non
si
piglia
così
la
gente
pel
collo
,
santo
e
santissimo
!
Ho
detto
di
sì
;
ora
andatevene
!
I
due
giovani
sgattaiolarono
mogi
mogi
a
quella
sfuriata
,
mentre
Nanni
si
cacciava
fra
le
macchie
per
godersi
la
scena
da
lontano
.
Don
Gesualdo
saliva
già
in
fretta
pel
viale
,
come
avesse
vent
'
anni
,
sottosopra
.
Isabella
se
lo
vide
comparire
dinanzi
all
'
improvviso
con
una
faccia
che
quasi
la
fece
tramortire
dallo
spavento
.
Egli
non
le
disse
nulla
.
Se
la
prese
per
mano
,
come
una
bambina
,
e
se
la
portò
a
casa
.
Lei
si
lasciava
condurre
,
come
una
morta
,
col
cuore
morto
,
senza
vedere
,
inciampando
nei
sassi
.
Solo
di
tanto
in
tanto
si
cacciava
la
mano
nei
capelli
,
quasi
sentisse
lì
un
gran
smarrimento
,
un
gran
dolore
.
Bianca
al
vederli
arrivare
a
quel
modo
si
mise
a
tremare
come
una
foglia
.
Il
marito
le
consegnò
la
figliuola
con
un
'
occhiata
terribile
,
tentennando
il
capo
.
Ma
non
disse
nulla
.
Si
mise
a
passeggiare
per
la
stanza
,
asciugandosi
tratto
tratto
col
fazzoletto
il
fiele
che
ci
aveva
in
bocca
.
Poi
aprì
l
'
uscio
di
colpo
e
se
ne
andò
.
Girava
da
per
tutto
come
un
bue
infuriato
,
sbattendo
gli
usci
,
pigliandosela
con
chi
gli
capitava
.
Udivasi
ovunque
la
sua
voce
che
faceva
tremare
la
casa
:
-
Nardo
,
dove
sei
stato
sino
ad
ora
?
T
'
avevo
detto
di
portarmi
quelle
forbici
alla
vigna
?
-
Non
sono
rientrati
ancora
i
puledri
?
Me
li
farà
storpiare
quell
'
animale
di
Brasi
!
Gli
darò
ora
il
fatto
suo
,
appena
torna
!
-
Di
'
,
Santoro
?
avete
terminato
di
mietere
i
sommacchi
lassù
?
...
Cosa
diavolo
avete
fatto
dunque
tutta
la
giornata
?
...
Appena
manca
un
momento
il
padrone
!
...
Assassini
!
nemici
salariati
!
...
-
Martino
!
il
lume
accendi
,
Martino
,
per
mungere
le
pecore
!
Mi
verserai
per
terra
tutto
il
latte
,
così
al
buio
,
bestia
!
...
-
Ancora
non
hanno
acceso
il
lume
lassù
!
Che
fanno
?
Recitano
il
rosario
?
...
Concetta
!
Concetta
!
Siamo
ancora
al
buio
!
Cosa
diavolo
fate
?
Che
casa
,
appena
volto
le
spalle
io
!
...
Che
succederà
se
io
chiudo
gli
occhi
?
...
Dopo
un
po
'
di
tempo
tornò
a
bussare
all
'
uscio
delle
donne
,
e
siccome
non
aprivano
subito
lo
sfondò
con
un
calcio
.
Bianca
allora
si
rivoltò
inferocita
,
simile
a
una
chioccia
che
difende
i
pulcini
,
con
un
viso
che
nessuno
le
aveva
mai
visto
;
il
viso
stralunato
dei
Trao
,
in
cui
gli
occhi
luccicavano
come
quelli
di
una
pazza
sul
pallore
e
la
magrezza
spaventosa
,
coprendo
col
suo
il
corpo
della
figliuola
ch
'
era
stesa
bocconi
sul
letto
,
col
viso
nel
guanciale
,
scossa
da
sussulti
nervosi
.
-
Ah
!
me
la
volete
uccidere
dunque
?
Non
vi
basta
?
Non
vi
basta
?
Me
la
volete
uccidere
?
Non
si
riconosceva
più
,
tanto
che
lo
stesso
don
Gesualdo
rimase
sconcertato
.
Ora
cercava
di
pigliarla
colle
buone
,
vinto
da
uno
sconforto
immenso
,
dall
'
amarezza
di
tanta
ingratitudine
che
gli
saliva
alla
gola
,
colle
ossa
rotte
,
il
cuore
nero
come
la
pece
.
-
Avete
ragione
!
...
Io
sono
il
tiranno
!
Ho
il
cuore
e
la
pelle
dura
,
io
!
Sono
il
bue
da
lavoro
...
Se
m
'
ammazzo
a
lavorare
è
per
voialtri
,
capite
?
A
me
basterebbe
un
pezzo
di
pane
e
formaggio
...
Vuol
dire
che
ho
lavorato
per
buttare
ogni
cosa
in
bocca
al
lupo
...
il
mio
sangue
e
la
mia
roba
!
...
Avete
ragione
!
...
Bianca
volle
balbettare
qualche
parola
.
Allora
egli
si
voltò
infuriato
contro
di
lei
,
con
le
mani
in
aria
,
la
bocca
spalancata
.
Ma
non
disse
nulla
.
Guardò
la
figliuola
che
si
era
appoggiata
tutta
tremante
alla
sponda
del
lettuccio
,
col
viso
gonfio
,
le
trecce
allentate
;
allora
lasciò
cadere
le
braccia
e
si
mise
a
passeggiare
innanzi
e
indietro
per
la
camera
,
picchiando
le
mani
una
sull
'
altra
,
soffiando
e
sbuffando
,
cogli
occhi
a
terra
,
quasi
cercasse
le
parole
,
cercando
le
maniere
che
ci
volevano
per
far
capire
la
ragione
a
quelle
teste
dure
.
-
Via
via
,
Isabella
!
...
E
'
una
sciocchezza
,
capisci
!
...
E
'
una
sciocchezza
guastarsi
il
sangue
...
Non
voglio
guastarmi
il
sangue
...
Ho
tanti
altri
guai
!
Ci
ho
il
cuore
grosso
!
...
Vorrei
che
tu
vedessi
un
po
'
quanti
guai
ci
ho
in
testa
!
...
Ti
metteresti
a
ridere
,
com
'
è
vero
Dio
!
...
Vedresti
che
sciocchezza
è
tutto
il
resto
!
...
Ancora
sei
giovane
...
Certe
cose
non
le
capisci
...
Il
mondo
,
vedi
,
è
una
manica
di
ladri
...
Tutti
che
fanno
:
levati
di
lì
e
dammi
il
fatto
tuo
...
Ognuno
cerca
il
suo
guadagno
...
Vedi
,
vedi
...
te
lo
dico
?
...
Se
tu
non
avessi
nulla
,
nessuno
ti
seccherebbe
...
E
'
un
negozio
,
capisci
?
...
Il
modo
d
'
assicurarsi
il
pane
per
tutta
la
vita
.
Uno
che
è
povero
,
uomo
o
donna
,
sia
detto
senza
offendere
nessuno
,
s
'
industria
come
può
...
Gira
l
'
occhio
intorno
;
vede
quello
che
farebbe
al
caso
suo
...
e
allora
mette
in
opera
tutti
i
mezzi
per
arrivarci
,
ciascuno
come
può
...
Uno
,
poniamo
,
ci
mette
il
casato
,
e
un
altro
quello
che
sa
fare
di
meglio
...
le
belle
parole
,
le
occhiate
tenere
...
Ma
chi
ha
giudizio
,
dall
'
altra
parte
,
deve
badare
ai
suoi
interessi
...
Vedi
come
son
sciocchi
quelli
che
piangono
e
si
disperano
?
...
Il
discorso
gli
morì
in
bocca
dinanzi
al
viso
pallido
e
agli
occhi
stralunati
coi
quali
lo
guardava
la
figliuola
.
Anche
la
moglie
non
sapeva
dir
altro
:
-
Lasciatela
stare
!
...
Non
vedete
com
'
è
?
...
-
Come
una
sciocca
è
!
...
-
gridò
mastro
-
don
Gesualdo
uscendo
finalmente
fuori
dai
gangheri
.
-
Come
una
che
non
sa
e
non
vuol
sapere
!
...
Ma
io
non
sarò
sciocco
,
no
!
...
Io
lo
so
quello
che
vuol
dire
!
...
E
se
ne
andò
infuriato
.
IV
Cessata
la
paura
del
colèra
,
appena
ritornato
in
paese
,
don
Gesualdo
s
'
era
vista
arrivare
la
citazione
della
sorella
,
autorizzata
dal
marito
Burgio
,
che
voleva
la
sua
parte
dell
'
eredità
paterna
-
di
tutto
ciò
che
egli
possedeva
-
una
bricconata
;
adducendo
che
quei
beni
erano
stati
acquistati
coi
guadagni
della
società
,
di
cui
era
a
capo
mastro
Nunzio
;
e
che
adesso
voleva
appropriarsi
tutto
lui
,
Gesualdo
,
-
lui
che
li
aveva
avuti
tutti
quanti
sulle
spalle
,
sino
a
quel
giorno
!
che
aveva
dovuto
chinare
il
capo
alle
speculazioni
sbagliate
del
padre
!
ch
'
era
stato
la
provvidenza
del
cognato
Burgio
nelle
malannate
!
che
pagava
i
debiti
del
fratello
Santo
all
'
osteria
di
Pecu
-
Pecu
!
-
anche
Santo
lo
citava
per
avere
la
sua
quota
,
aveva
fatto
parte
della
società
anche
lui
,
quel
fannullone
!
-
Ora
lo
svillaneggiavano
per
mezzo
d
'
usciere
;
gli
davano
del
ladro
;
volevano
mettere
i
sigilli
;
sequestrargli
la
roba
.
Lo
trascinavano
fra
le
liti
,
gli
avvocati
,
i
procuratori
-
un
sacco
di
spese
,
tanti
bocconi
amari
,
tanta
perdita
di
tempo
,
tanti
altri
affari
che
ne
andavano
di
mezzo
,
i
suoi
nemici
che
c
'
ingrassavano
-
nei
caffè
e
nelle
spezierie
non
si
parlava
d
'
altro
-
tutti
addosso
a
lui
perch
'
era
ricco
,
e
pigliando
le
difese
dei
suoi
parenti
che
non
avevano
nulla
!
Il
notaro
Neri
gli
faceva
anche
l
'
avvocato
contrario
,
gratis
et
amore
,
per
le
questioni
vecchie
e
nuove
che
erano
state
fra
di
loro
.
Speranza
l
'
aspettava
sulle
scale
del
pretorio
per
vomitargli
addosso
degli
improperii
,
aizzandogli
contro
i
figliuoli
grandi
e
grossi
inutilmente
,
aizzandogli
contro
Santo
che
non
aveva
faccia
veramente
di
pigliarsela
con
don
Gesualdo
e
cercava
di
sfuggirlo
.
-
Siete
tutti
quanti
dei
capponi
!
tale
e
quale
mio
marito
!
...
Io
sola
dovrei
portare
i
calzoni
qui
!
Non
mi
tengo
se
non
lo
mando
in
galera
,
quel
ladro
!
Venderò
la
camicia
che
ho
indosso
.
Voglio
il
fatto
mio
,
il
sangue
di
mio
padre
...
-
Fu
peggio
ancora
la
prima
volta
che
il
giudice
le
diede
causa
persa
:
-
Signori
miei
,
guardate
un
po
'
!
...
Tutto
si
compra
coi
denari
al
giorno
d
'
oggi
!
...
Ma
ricorrerò
sino
a
Palermo
,
sino
al
re
,
se
c
'
è
giustizia
a
questo
mondo
!
...
-
Il
barone
Zacco
,
siccome
allora
aveva
in
testa
di
combinare
certo
negozio
con
don
Gesualdo
,
s
'
intromise
a
farla
da
paciere
.
Una
domenica
riunì
in
casa
sua
tutti
i
Motta
,
compreso
il
marito
di
comare
Speranza
ch
'
era
una
bestia
,
e
non
sapeva
dire
le
sue
ragioni
.
Santo
,
costretto
a
trovarsi
faccia
a
faccia
con
suo
fratello
don
Gesualdo
,
cominciò
dallo
scusarsi
:
-
Che
vuoi
?
...
Io
non
ci
ho
colpa
.
Mi
condussero
dall
'
avvocato
...
Cosa
dovevo
fare
?
...
Perché
l
'
abbiamo
chiesto
il
consiglio
dell
'
avvocato
?
...
Quello
che
mi
dice
l
'
avvocato
io
fo
...
Don
Gesualdo
si
mostrava
arrendevole
.
Non
che
ci
fosse
obbligato
,
no
!
-
la
legge
lui
la
conosceva
.
-
Ma
per
buon
cuore
.
Il
bene
che
aveva
potuto
fare
ai
suoi
parenti
l
'
aveva
sempre
fatto
,
e
voleva
continuare
a
farlo
.
Lì
un
battibecco
di
prove
e
controprove
che
non
finivano
più
.
Speranza
,
che
vedeva
sfumare
la
sua
parte
dell
'
eredità
se
si
parlava
di
buon
cuore
,
se
la
pigliava
col
marito
e
coi
figliuoli
i
quali
non
sapevano
difendersi
.
Anche
Santo
stava
zitto
,
come
un
ragazzo
che
ne
ha
fatta
una
grossa
.
Fortuna
che
c
'
era
lei
,
a
dire
il
fatto
suo
:
-
Che
volete
darci
,
la
limosina
?
Qualche
salma
di
grano
a
comodo
vostro
,
di
tanto
in
tanto
?
qualche
salma
di
vino
,
quello
che
non
potete
vendere
?
-
Cosa
vuoi
che
ti
dia
,
l
'
Alìa
o
Donninga
?
Vuoi
che
mi
spogli
io
per
empire
il
gozzo
a
voialtri
che
non
avete
fatto
nulla
?
Ho
figli
.
La
roba
non
posso
toccarla
...
-
La
roba
tua
?
...
sentite
quest
'
altra
!
Allora
vuol
dire
che
nostro
padre
buon
'
anima
non
ha
lasciato
nulla
?
E
il
negozio
del
gesso
che
avevate
in
comune
?
E
quando
avete
preso
insieme
l
'
appalto
del
ponte
?
Nulla
è
rimasto
alla
buon
'
anima
?
I
guadagni
sono
stati
di
voi
solo
?
per
comprare
delle
belle
tenute
?
quelle
che
volete
appropriarvi
perché
avete
dei
figliuoli
?
...
C
'
è
un
Dio
lassù
,
sentite
!
...
Ciò
che
volete
togliere
di
bocca
a
questi
innocenti
,
c
'
è
già
chi
se
lo
mangia
alla
vostra
barba
!
Andate
a
vedere
,
la
sera
,
sotto
le
vostre
finestre
,
che
passeggio
!
...
Finì
in
parapiglia
.
Il
barone
dovette
mettersi
a
gridare
e
a
fare
il
diavolo
perché
non
si
accapigliassero
seduta
stante
,
invece
di
rappacificarsi
.
Speranza
se
ne
andò
da
una
parte
ancora
sbraitando
,
e
don
Gesualdo
dall
'
altra
,
colla
bocca
amara
,
tormentato
anche
da
quell
'
altra
pulce
che
la
sorella
gli
aveva
messo
nell
'
orecchio
.
Adesso
,
in
mezzo
a
tanti
guai
e
grattacapi
,
gli
toccava
pure
dover
sorvegliare
la
figliuola
e
quell
'
assassino
di
Corrado
La
Gurna
che
la
Cirmena
per
dispetto
gli
metteva
fra
i
piedi
,
lì
in
paese
,
a
spese
sue
.
Doveva
tenere
gli
occhi
aperti
su
ciascuno
che
andava
e
veniva
,
sulle
serve
,
sui
fogli
di
carta
che
mancavano
,
sulla
figliuola
la
quale
aveva
l
'
aria
di
chi
ne
cova
una
grossa
,
pallida
allampanata
...
Ci
si
struggeva
l
'
anima
,
la
disgraziata
!
E
lui
doveva
rodersi
il
fegato
e
mandar
giù
la
bile
,
per
non
far
di
peggio
.
Una
sera
finalmente
la
sorprese
alla
finestra
,
con
un
tempo
da
lupi
.
-
Ah
!
...
Continua
la
musica
!
...
Che
fai
qui
...
a
quest
'
ora
?
...
A
prendere
il
fresco
per
l
'
estate
?
T
'
insegno
io
a
contar
le
stelle
!
Non
m
'
hai
visto
ancora
uscir
dai
gangheri
!
Gliel
'
insegno
io
a
passeggiar
di
sera
sotto
le
mie
finestre
,
a
certi
cavalieri
!
Un
fracco
di
legnate
,
se
l
'
incontro
!
M
'
hai
visto
finora
colla
bocca
dolce
;
ma
adesso
ti
fo
vedere
anche
l
'
amaro
!
Ti
faccio
arar
diritto
,
come
tiro
l
'
aratro
io
!
Da
quel
giorno
ci
fu
un
casa
del
diavolo
,
mattina
e
sera
.
Don
Gesualdo
prese
Isabella
colle
buone
,
colle
cattive
,
per
levarle
dalla
testa
quella
follìa
;
ma
essa
l
'
aveva
sempre
lì
nella
ruga
sempre
fissa
fra
le
ciglia
,
nella
faccia
pallida
,
nelle
labbra
strette
che
non
dicevano
una
parola
,
negli
occhi
grigi
e
ostinati
dei
Trao
che
dicevano
invece
-
Sì
,
sì
,
a
costo
di
morirne
!
-
Non
osava
ribellarsi
apertamente
.
Non
si
lagnava
.
Ci
perdeva
la
giovinezza
e
la
salute
.
Non
mangiava
più
;
ma
non
chinava
il
capo
,
testarda
,
una
vera
Trao
,
colla
testa
dura
dei
Motta
per
giunta
.
-
Il
pover
'
uomo
era
ridotto
a
farsi
da
sè
l
'
esame
di
coscienza
.
-
Dei
genitori
quella
ragazza
aveva
preso
i
soli
difetti
.
Ma
l
'
amore
alla
roba
no
!
Il
giudizio
di
capire
chi
le
voleva
bene
e
chi
le
voleva
male
,
il
giudizio
di
badare
ai
suoi
interessi
,
no
!
Non
era
neppure
docile
e
ubbidiente
come
sua
madre
.
Gli
aveva
guastata
anche
Bianca
!
Anche
costei
,
al
vedere
la
sua
creatura
che
diventava
pelle
e
ossa
,
era
diventata
come
una
gatta
che
gli
si
vogliano
rubare
i
figliuoli
,
col
pelo
irto
,
tale
e
quale
-
la
schiena
incurvata
dalla
malattia
e
gli
occhi
luccicanti
di
febbre
.
Gli
sfoderava
contro
le
unghie
e
la
lingua
.
-
Volete
farla
morire
di
mal
sottile
,
la
mia
creatura
?
Non
vedete
com
'
è
ridotta
?
Non
vedete
che
vi
manca
di
giorno
in
giorno
?
-
L
'
avrebbe
aiutata
,
sottomano
,
anche
a
fare
uno
sproposito
,
anche
a
rompersi
il
collo
.
Avrebbe
tradito
il
marito
per
la
sua
creatura
.
Gli
diceva
:
-
Me
ne
vo
a
stare
da
mio
fratello
!
Io
e
la
mia
figliuola
!
Che
vi
pare
?
-
Cogli
occhi
di
brace
.
Non
l
'
aveva
mai
vista
a
quella
maniera
.
Una
volta
,
dietro
al
medico
il
quale
veniva
per
la
ragazza
,
egli
vide
capitare
una
faccia
che
non
gli
piacque
:
una
vecchia
del
vicinato
che
portava
la
medicina
del
farmacista
,
come
don
Luca
il
sagrestano
e
sua
moglie
Grazia
portavano
in
casa
Trao
le
sue
imbasciate
amorose
.
Era
ridotto
a
passare
in
rivista
le
ricette
del
medico
e
la
carta
delle
pillole
che
mandava
Bomma
.
In
un
mese
mutarono
cinque
donne
di
servizio
.
Era
un
tanghero
lui
,
ma
non
era
un
minchione
come
i
fratelli
Trao
.
Teneva
ogni
cosa
sotto
chiave
;
non
lasciava
passare
un
baiocco
che
potesse
aiutare
a
fargli
il
tradimento
.
Era
un
cane
alla
catena
anche
lui
,
pover
'
uomo
.
Infine
per
togliersi
da
quell
'
inferno
si
decise
a
mettere
Isabella
in
convento
,
lì
al
Collegio
di
Maria
,
come
quando
era
bambina
,
carcerata
!
Sua
moglie
ebbe
un
bel
piangere
e
disperarsi
.
Il
padrone
era
lui
!
-
Sentite
,
-
gli
disse
Bianca
colle
mani
giunte
,
-
io
ho
poco
da
penare
.
Ma
lasciatemi
la
mia
figliuola
,
fino
a
quando
avrò
chiuso
gli
occhi
.
-
No
!
-
rispose
il
marito
.
-
Non
ha
neppure
compassione
di
te
quell
'
ingrata
!
Ci
siamo
ammazzati
tutti
per
farne
un
'
ingrata
!
Ha
perso
l
'
amore
ai
parenti
...
lontana
di
casa
sua
!
Il
tradimento
glielo
fecero
lì
,
al
Collegio
:
dell
'
altra
gente
beneficata
da
lui
,
la
sorella
di
Gerbido
che
faceva
la
portinaia
,
Giacalone
che
veniva
a
portare
i
regali
della
zia
Cirmena
e
faceva
passare
i
bigliettini
dalla
ruota
,
Bomma
che
teneva
conversazione
aperta
nella
spezieria
per
far
comodo
a
don
Corrado
La
Gurna
,
il
quale
mettevasi
subito
a
telegrafare
,
appena
la
ragazza
saliva
apposta
sul
campanile
.
Lo
facevano
per
pochi
baiocchi
,
per
piacere
,
per
niente
,
per
inimicizia
.
Congiuravano
tutti
quanti
contro
di
lui
,
per
rubargli
la
figliuola
e
la
roba
,
come
se
lui
l
'
avesse
rubata
agli
altri
.
Un
bel
giorno
infine
,
mentre
le
monache
erano
salite
in
coro
,
che
c
'
erano
le
quarant
'
ore
,
la
ragazza
si
fece
aprir
la
porta
dai
suoi
complici
,
e
spiccò
il
volo
.
Fu
il
due
febbraio
,
giorno
di
Maria
Vergine
.
C
'
era
un
gran
concorso
di
devoti
quell
'
anno
alla
festa
,
perché
non
pioveva
dall
'
ottobre
.
Don
Gesualdo
era
andato
in
chiesa
anche
lui
,
a
pregare
Iddio
che
gli
togliesse
quella
croce
d
'
addosso
.
Invece
il
Signore
doveva
aver
voltati
gli
occhi
dall
'
altra
parte
quella
mattina
.
Appena
tornò
dalla
santa
Messa
,
quel
giorno
segnalato
,
trovò
la
casa
sottosopra
;
sua
moglie
colle
mani
nei
capelli
,
le
serve
che
correvano
di
qua
e
di
là
.
Infine
gli
narrarono
l
'
accaduto
.
Fu
come
un
colpo
d
'
accidente
.
Dovettero
mandare
in
fretta
e
in
furia
pel
barbiere
e
cavargli
sangue
.
La
gnà
Lia
si
buscò
uno
schiaffo
tale
da
fracassarle
i
denti
.
Bianca
più
morta
che
viva
scendeva
le
scale
ruzzoloni
,
quasi
per
fuggirsene
anche
lei
,
dalla
paura
.
Lui
,
paonazzo
dalla
collera
,
colla
schiuma
alla
bocca
,
non
ci
vedeva
dagli
occhi
.
Non
vedeva
lo
stato
in
cui
era
la
poveretta
.
Voleva
correre
dal
giudice
,
dal
sindaco
,
mettere
sottosopra
tutto
il
paese
;
far
venire
la
Compagnia
d
'
Arme
da
Caltagirone
;
farli
arrestare
tutti
e
due
,
figliuola
e
complice
;
farlo
impiccare
nella
pubblica
piazza
,
quel
birbante
!
farlo
squartare
dal
boia
!
fargli
lasciare
le
ossa
in
fondo
a
un
carcere
!
-
Quell
'
assassino
!
quel
briccone
!
In
galera
voglio
farlo
morire
!
...
tutti
e
due
!
...
In
mezzo
a
quelle
furie
capitò
la
zia
Cirmena
,
col
libro
da
messa
in
mano
,
il
sorriso
placido
,
vestita
di
seta
.
-
Chetatevi
,
don
Gesualdo
.
Vostra
figlia
è
in
luogo
sicuro
.
Pura
come
Maria
Immacolata
!
Chetatevi
!
Non
fate
scandali
,
ch
'
è
peggio
!
Vedete
vostra
moglie
,
che
pare
stia
per
rendere
l
'
anima
a
Dio
,
poveretta
!
Lei
è
madre
!
Non
possiamo
sapere
quello
che
ci
ha
nel
cuore
in
questo
momento
!
Sono
venuta
apposta
per
accomodar
la
frittata
.
Io
non
ci
ho
il
pelo
nello
stomaco
,
come
tanti
altri
.
Non
so
tener
rancore
.
Sapete
che
mi
sono
sbracciata
sempre
pei
parenti
.
Mi
avete
messo
sulla
strada
...
col
colèra
...
con
un
orfanello
sulle
spalle
...
Ma
non
importa
.
Eccomi
qua
ad
accomodare
la
faccenda
.
Ho
il
cuore
buono
,
tanto
peggio
!
mio
danno
!
Ma
non
so
che
farci
!
Ora
bisogna
pensare
al
riparo
.
Bisogna
maritar
quei
due
ragazzi
,
ora
che
il
male
è
fatto
.
Non
ci
è
più
rimedio
.
Del
resto
sul
giovane
non
avete
che
dire
...
di
buona
famiglia
.
Don
Gesualdo
stavolta
le
perse
il
rispetto
addirittura
,
con
tanto
di
bocca
aperta
,
quasi
volesse
mangiarsela
:
-
Con
quel
pezzente
?
...
Dargli
la
mia
figliuola
?
...
Piuttosto
la
faccio
morire
tisica
come
sua
madre
!
...
In
campagna
!
in
un
convento
!
Bel
negozio
che
mi
portate
!
...
da
pari
vostra
!
...
Ci
vuole
una
bella
faccia
tosta
!
...
Mi
fate
ridere
con
questa
bella
nobiltà
...
So
quanto
vale
!
...
tutti
quanti
siete
!
....
Successe
un
parapiglia
.
Donna
Sarina
sfoderò
anche
lei
la
sua
lingua
tagliente
,
rossa
al
pari
di
un
gallo
:
-
Parlate
da
quello
che
siete
!
Almeno
dovevate
tacere
per
riguardo
a
vostra
moglie
,
villano
!
mastro
-
don
Gesualdo
!
Siete
la
vergogna
di
tutto
il
parentado
!
...
-
Ah
!
ah
!
la
vergogna
.
Andate
là
che
avete
ragione
a
parlare
di
vergogna
,
voi
!
...
mezzana
!
Ci
avete
tenuto
mano
anche
voi
!
Siete
la
complice
di
quel
ladro
!
...
Bel
mestiere
alla
vostra
età
!
Vi
farò
arrestare
insieme
a
lui
,
donna
Sarina
dei
miei
stivali
!
donna
...
cosa
,
dovrebbero
chiamarvi
!
Sopraggiunse
lo
zio
Limòli
,
nonostante
i
suoi
acciacchi
,
pel
decoro
della
famiglia
,
per
cercare
di
metter
pace
anche
lui
,
colle
buone
e
colle
cattive
.
-
Non
fate
scandali
!
Non
strillate
tanto
,
ch
'
è
peggio
!
I
panni
sporchi
si
lavano
in
casa
.
Vediamo
piuttosto
d
'
accomodare
questo
pasticcio
.
Il
pasticcio
è
fatto
,
caro
mio
,
e
bisogna
digerirselo
in
santa
pace
.
Bianca
!
Bianca
,
non
far
così
che
ti
rovini
la
salute
...
Non
giova
a
nulla
...
Don
Gesualdo
partì
subito
a
rompicollo
per
Caltagirone
.
Voleva
l
'
ordine
d
'
arresto
,
voleva
la
Compagnia
d
'
Arme
.
Lo
zio
marchese
dal
canto
suo
provvide
a
quello
che
c
'
era
di
meglio
da
fare
,
con
prudenza
ed
accorgimento
.
Prima
di
tutto
andò
a
prendere
subito
la
nipote
,
e
l
'
accompagnò
al
monastero
di
Santa
Teresa
,
raccomandandola
a
una
sua
parente
.
La
gente
di
casa
,
un
po
'
colle
minacce
,
un
po
'
col
denaro
,
furono
messi
a
tacere
.
Poco
dopo
giunse
come
un
fulmine
da
Caltagirone
l
'
ordine
d
'
arresto
per
Corrado
La
Gurna
.
Donna
Sarina
Cirmena
,
impaurita
,
tenne
la
lingua
a
casa
anche
lei
.
Intanto
il
marchese
lavorava
sottomano
a
cercare
un
marito
per
Isabella
.
Era
figlia
unica
;
don
Gesualdo
per
amore
o
per
forza
,
avrebbe
dovuto
darle
una
bella
dote
;
e
colle
sue
numerose
relazioni
era
certo
di
procurarle
un
bel
partito
.
Ne
scrisse
ai
suoi
amici
;
ne
parlò
alle
persone
che
potevano
aiutarlo
in
simili
faccende
,
il
canonico
Lupi
,
il
notaro
Neri
.
Quest
'
ultimo
gli
scovò
finalmente
colui
che
faceva
al
caso
:
un
gran
signore
di
cui
il
notaro
amministrava
i
possessi
,
alquanto
dissestato
è
vero
nei
suoi
affari
,
ingarbugliato
fra
liti
e
debiti
,
ma
di
gran
famiglia
,
che
avrebbe
dato
un
bel
nome
alla
discendenza
di
mastro
-
don
Gesualdo
.
Quando
si
venne
poi
a
discorrere
della
dote
con
quest
'
ultimo
fu
un
altro
par
di
maniche
.
Lui
non
voleva
lasciarsi
mangiar
vivo
.
Neanche
un
baiocco
!
Il
suo
denaro
se
l
'
era
guadagnato
col
sudore
della
fronte
,
la
vita
intera
.
Non
gli
piaceva
di
lasciarsi
aprir
le
vene
per
uno
che
doveva
venire
da
Palermo
a
bersi
il
sangue
suo
.
-
Di
dove
volete
che
venga
dunque
,
dalla
luna
?
Caro
mio
,
queste
son
parole
al
vento
.
Sapete
com
'
è
?
Vi
porto
un
paragone
a
modo
vostro
,
per
farvi
intendere
ragione
:
La
grandine
che
vi
casca
nella
vigna
...
Una
disgrazia
che
vi
capita
nell
'
armento
...
Bisogna
mandare
alla
fiera
la
giovenca
che
si
è
rotte
le
corna
,
e
chiudere
gli
occhi
sul
prezzo
.
Bisogna
chinare
il
capo
,
per
amore
o
per
forza
.
Del
resto
non
avete
altri
figliuoli
...
Almeno
sapete
di
farla
una
signorona
!
...
Il
marchese
nel
tempo
istesso
andava
a
far
visita
alla
nipotina
.
La
pigliava
colle
buone
,
col
giudizio
che
ci
vuole
per
toccare
certi
tasti
:
-
Hai
ragione
!
Piangi
pure
che
hai
ragione
!
Sfogati
con
me
che
capisco
queste
cose
...
Un
brucio
,
una
cosa
che
sembra
di
morire
!
Tuo
padre
non
ne
capisce
nulla
,
poveretto
.
E
'
stato
sempre
in
mezzo
ai
suoi
negozi
,
ai
suoi
villani
...
un
po
'
rozzo
anche
,
se
vogliamo
...
Ma
ha
lavorato
per
te
,
per
farti
ricca
.
Tu
,
col
nome
di
tua
madre
,
e
coi
quattrini
di
lui
,
puoi
rappresentare
la
prima
parte
anche
in
una
grande
città
,
quando
vorrai
...
Non
qui
,
in
questo
buco
...
Qui
mi
sembra
di
soffocare
anche
a
me
.
Sono
stato
giovane
;
me
li
son
goduti
anch
'
io
i
begli
anni
...
Appunto
ti
dicevo
...
Capisco
quello
che
devi
averci
adesso
nel
tuo
cuoricino
.
Quando
si
è
giovani
pare
che
al
mondo
non
ci
debba
essere
altro
che
quello
...
Tuo
padre
ha
preso
la
via
storta
...
Ma
se
lui
si
ostina
a
non
darti
nulla
,
neanche
quel
giovane
,
poveretto
,
ne
ha
...
E
allora
...
se
ti
tocca
scopar
la
casa
...
se
lui
deve
tirare
il
diavolo
per
la
coda
...
Sarà
un
affar
serio
,
intendi
?
Vengono
le
quistioni
,
i
pentimenti
,
i
musi
lunghi
.
I
musi
lunghi
imbruttiscono
te
e
lui
,
mia
cara
.
Perché
poi
?
con
qual
costrutto
?
Se
tuo
padre
ha
detto
di
no
,
sarà
di
no
,
che
non
lo
sposerai
.
Morirai
qui
,
in
questa
specie
d
'
ergastolo
;
ci
consumerai
i
tuoi
begli
anni
.
Corrado
rimarrà
in
esilio
,
ad
arbitrio
della
polizia
,
finché
vorrà
tuo
padre
;
egli
ha
le
braccia
lunghe
adesso
...
Nemmeno
a
chi
vuoi
bene
gioveresti
,
se
ti
ostini
.
Tuo
cugino
ha
bisogno
d
'
aver
la
testa
quieta
,
di
lavorare
in
pace
,
per
guadagnarsi
da
vivere
onestamente
...
Invece
potresti
sposare
un
gran
signore
,
e
s
'
è
vero
che
quel
giovane
ti
vuol
tanto
bene
dovrebbe
esser
contento
lui
pel
primo
.
Quello
si
chiama
amore
...
Un
gran
signore
,
capisci
!
Per
ora
non
dirne
nulla
colle
tue
compagne
...
qui
nel
monastero
sai
creperebbero
d
'
invidia
...
Ma
so
che
c
'
è
per
aria
il
progetto
di
farti
sposare
un
gran
signore
.
Saresti
principessa
o
duchessa
!
Altro
che
donna
tal
di
tali
!
Carrozze
,
cavalli
,
palco
a
teatro
tutte
le
sere
,
gioielli
e
vestiti
quanti
ne
vuoi
...
Con
quel
bel
visetto
so
io
quante
teste
farai
girare
in
una
gran
città
!
Quando
si
entra
in
una
sala
di
ballo
,
scollacciata
,
coperta
di
brillanti
,
tutti
che
domandano
:
-
Chi
è
quella
bella
signora
?
...
-
E
si
sente
rispondere
:
la
duchessa
tale
o
la
principessa
tal
'
altra
!
...
-
Via
,
vieni
a
veder
tua
madre
ch
'
è
ancora
ammalata
,
poveretta
!
L
'
ha
finita
quel
colpo
!
Sai
ch
'
è
di
poca
salute
!
...
Anche
tuo
padre
t
'
aspetta
a
braccia
aperte
.
E
'
un
buon
uomo
,
poveraccio
!
Un
cuor
d
'
oro
,
uno
che
s
'
è
ammazzato
a
lavorare
per
farti
ricca
!
...
Adesso
torna
a
casa
...
Poi
si
vedrà
...
Quando
finalmente
lo
zio
marchese
condusse
dai
genitori
la
pecorella
smarrita
,
fu
una
scena
da
far
piangere
i
sassi
.
Isabella
cadde
ginocchioni
dinanzi
al
letto
della
mamma
,
che
trovava
così
mutata
,
singhiozzando
e
domandandole
perdono
;
mentre
sua
madre
,
poveretta
,
passava
da
uno
svenimento
all
'
altro
,
tanta
era
la
consolazione
.
Poi
arrivò
don
Gesualdo
,
e
stettero
zitti
tutti
quanti
.
Egli
infine
prese
la
parola
,
un
po
'
turbato
anche
lui
,
cogli
occhi
gonfi
,
ché
il
sangue
infine
non
è
acqua
,
e
il
cuore
non
l
'
aveva
di
sasso
.
-
Me
l
'
hai
fatta
grossa
!
Questa
non
me
la
meritavo
.
Ci
siamo
tolto
il
pan
di
bocca
,
io
e
tua
madre
,
per
farti
ricca
!
...
Vedi
com
'
è
ridotta
,
poveraccia
?
...
Se
chiude
gli
occhi
è
un
cadavere
addirittura
!
...
Ma
sei
il
sangue
nostro
,
la
nostra
creatura
,
e
ti
abbiamo
perdonato
.
Ora
non
se
ne
parli
più
.
Però
Isabella
ne
parlava
sempre
collo
zio
marchese
,
colla
zia
Mèndola
,
colla
zia
Macrì
,
con
tutti
i
parenti
;
da
tutti
cercava
aiuto
,
fin
dal
suo
confessore
,
come
una
pazza
,
desolata
,
lavando
dal
piangere
le
pietre
del
confessionario
.
Tutti
le
dicevano
:
-
Che
possiamo
farci
,
se
tuo
padre
non
vuole
?
Lui
è
il
padrone
.
Lui
deve
mettere
fuori
i
denari
della
dote
.
Lo
fa
pel
tuo
meglio
;
cerca
il
tuo
vantaggio
.
Tutte
quante
si
maritano
come
vogliono
i
genitori
!
-
Il
confessore
stesso
tirava
fuori
la
volontà
di
Dio
.
Anche
la
zia
Cirmena
,
quando
aveva
visto
che
non
era
bastata
nemmeno
la
fuga
a
cavare
i
denari
della
dote
dalle
mani
di
don
Gesualdo
,
s
'
era
stretta
nelle
spalle
:
-
Che
vuoi
,
mia
cara
?
Io
ho
fatto
il
possibile
.
Ma
senza
denari
non
si
canta
Messa
.
Corrado
non
ha
nulla
-
tu
non
hai
nulla
neppure
,
se
tuo
padre
si
ostina
a
dir
di
no
...
Fareste
un
bel
matrimonio
!
Vedi
com
'
è
andata
a
finire
?
Che
quel
povero
giovane
ci
ha
rimesso
anche
la
libertà
,
pel
capriccio
di
tuo
padre
!
Lascialo
stare
in
pace
almeno
,
perché
adesso
alle
lettere
che
scrive
ai
parenti
ogni
giorno
tutte
che
piangono
guai
e
vorrebbero
denari
,
in
conclusione
,
è
un
affare
serio
!
...
Il
marchese
Limòli
poi
gliela
cantava
su
un
altro
tono
:
-
Figliuola
mia
,
quando
uno
non
è
ricco
,
non
può
darsi
il
gusto
di
innamorarsi
come
vuole
.
Voialtri
siete
giovani
tutti
e
due
,
e
avete
gli
occhi
chiusi
.
Non
vedete
altro
che
una
cosa
sola
!
Bisogna
vedere
anche
quello
che
verrà
poi
,
la
pentola
da
mettere
al
fuoco
,
le
camice
da
rattoppare
...
Sarà
un
bel
divertimento
!
Tu
sei
nata
bene
,
per
parte
di
madre
,
lo
so
anch
'
io
.
Ma
vedi
tua
madre
,
cos
'
ha
dovuto
fare
,
e
tuo
zio
don
Ferdinando
,
e
io
stesso
!
...
Siamo
tutti
nati
dalla
costola
di
Adamo
,
figliuola
mia
!
...
Anche
Corrado
è
della
costola
d
'
Adamo
.
Ma
i
baiocchi
li
tiene
tuo
padre
!
Se
non
vuol
darvene
,
andrete
a
scopar
le
strade
tutti
e
due
,
e
dopo
un
mese
vi
piglierete
pei
capelli
.
Invece
puoi
fare
un
gran
matrimonio
sfoggiarla
da
gran
signora
,
in
una
gran
città
!
...
Dopo
,
quando
avrai
il
cuoco
in
cucina
,
la
carrozza
che
t
'
aspetta
e
le
tue
buone
rendite
garantite
nell
'
atto
dotale
,
potrai
darti
il
lusso
di
pensare
alle
altre
cose
...
Verso
la
Pasqua
giunse
in
paese
il
duca
di
Leyra
,
col
pretesto
di
dar
sesto
ai
suoi
affari
da
quelle
parti
,
chè
ne
avevano
tanto
di
bisogno
.
Era
un
bell
'
uomo
,
magro
,
elegante
un
po
'
calvo
,
gentilissimo
.
Si
cavava
il
cappello
anche
per
rispondere
al
saluto
dei
contadini
.
Aveva
lo
stesso
sorriso
e
le
medesime
maniere
cortesi
per
tutti
i
seccatori
dai
quali
fu
tosto
assediato
,
fin
dal
primo
giorno
.
Nel
paese
fu
l
'
argomento
di
tutti
i
discorsi
:
Quel
che
aveva
detto
;
quel
che
era
venuto
a
fare
;
quanto
tempo
si
sarebbe
fermato
lì
;
quanti
anni
aveva
.
Le
signore
asserivano
che
non
dimostrava
più
di
quarant
'
anni
.
Il
giorno
della
processione
del
Cristo
risuscitato
ci
fu
il
Caffè
dei
Nobili
pieno
zeppo
di
signore
.
Le
Zacco
con
certi
cappellini
che
facevano
male
agli
occhi
;
la
signora
Capitana
stecchita
nel
suo
eterno
lutto
che
la
ringiovaniva
,
e
la
faceva
chiamare
ancora
la
bella
vedovella
-
da
dieci
anni
,
dacché
era
morto
suo
marito
.
-
Le
Margarone
in
gran
gala
,
verdi
,
rosse
,
gialle
,
svolazzanti
di
piume
,
di
nastri
,
di
ricciolini
diventati
neri
col
tempo
,
grasse
da
scoppiare
,
color
di
mattone
in
viso
.
Tutte
che
cicalavano
,
e
si
davano
un
gran
da
fare
per
dar
nell
'
occhio
ai
signori
forestieri
.
Il
duca
s
'
era
tirato
dietro
lo
zio
balì
,
onde
sembrar
più
giovane
-
dicevano
le
male
lingue
:
un
vecchietto
grasso
e
rubicondo
che
doveva
lasciargli
l
'
eredità
,
e
intanto
faceva
la
corte
alle
signore
-
come
non
sanno
farla
più
al
giorno
d
'
oggi
!
-
osservò
la
Capitana
.
Sul
più
bello
,
mentre
la
statua
dell
'
Evangelista
correva
balzelloni
da
Gesù
a
Maria
,
e
il
popolo
gridava
:
viva
Dio
resuscitato
!
capitò
la
carrozza
nuova
di
don
Gesualdo
Motta
.
Lui
con
la
giamberga
dai
bottoni
d
'
oro
e
il
solitario
al
petto
della
camicia
,
la
moglie
in
gala
anche
lei
,
poveretta
,
che
la
veste
nuova
le
piangeva
addosso
,
allampanata
,
ridotta
uno
scheletro
,
e
la
figliuola
con
un
vestito
nuovo
,
fatto
venire
apposta
da
Palermo
.
La
folla
si
apriva
per
lasciarli
passare
,
senza
bisogno
di
spintoni
.
Dei
curiosi
guardavano
a
bocca
aperta
.
Lo
stesso
duca
domandò
chi
fossero
:
-
Ah
,
una
Trao
!
Si
vede
subito
,
quantunque
abbia
l
'
aria
un
po
'
sofferente
,
povera
signora
.
-
Il
marchese
Limòli
ringraziava
lui
,
con
un
cenno
del
capo
,
e
lo
presentò
alla
nipote
.
Il
duca
e
il
balì
di
Leyra
fecero
un
gruppo
a
parte
,
sul
marciapiede
del
Caffè
dei
Nobili
,
colla
famiglia
di
don
Gesualdo
e
il
marchese
Limòli
.
Tutt
'
intorno
c
'
era
un
cerchio
di
sfaccendati
.
Il
barone
Zacco
attaccò
discorso
col
cocchiere
per
scavare
cosa
c
'
era
sotto
.
Mèndola
fingeva
d
'
accarezzare
i
cavalli
.
Canali
ammiccava
di
qua
e
di
là
:
-
Guardate
un
po
'
,
signori
miei
,
che
ruota
è
il
mondo
!
-
Nessuno
badava
più
alla
processione
.
C
'
era
un
bisbiglio
in
tutto
il
Caffè
.
Don
Ninì
Rubiera
,
da
lontano
,
col
cappello
in
cima
al
bastone
appoggiato
alla
spalla
,
si
morsicava
le
labbra
dal
dispetto
,
pensando
a
quel
che
era
toccato
a
lui
invece
,
donna
Giuseppina
Alòsi
in
moglie
,
una
mandra
di
figliuoli
,
la
lite
per
la
casa
che
mastro
-
don
Gesualdo
voleva
acchiapparsi
col
pretesto
del
debito
,
dopo
tanto
tempo
...
La
moglie
al
vederlo
così
stralunato
,
cogli
occhi
fissi
addosso
a
sua
cugina
,
gli
piantò
una
gomitata
aguzza
nelle
costole
.
-
Quando
volete
finirla
?
...
E
'
uno
scandalo
!
...
I
vostri
figliuoli
stessi
che
vi
osservano
!
Vergogna
!
-
Ma
sei
pazza
?
-
rispose
lui
.
-
Diavolo
!
Ho
altro
pel
capo
adesso
!
Non
vedi
che
ha
già
i
capelli
bianchi
?
ch
'
è
una
mummia
?
...
Sei
pazza
?
Egli
pure
era
invecchiato
,
floscio
,
calvo
,
panciuto
,
acceso
in
viso
,
colle
gote
ed
il
naso
ricamati
di
filamenti
sanguigni
che
lo
minacciavano
della
stessa
malattia
di
sua
madre
.
Ora
si
guardavano
come
due
estranei
,
lui
e
Bianca
,
indifferenti
,
ciascuno
coi
suoi
guai
e
i
suoi
interessi
pel
capo
.
Anche
le
male
lingue
,
dopo
tanto
tempo
,
avevano
dimenticato
le
chiacchiere
corse
sui
due
cugini
.
Però
invidiavano
mastro
-
don
Gesualdo
il
quale
era
arrivato
a
quel
posto
,
e
donna
Bianca
che
aveva
fatto
quel
gran
matrimonione
.
La
sua
figliuola
sarebbe
arrivata
chissà
dove
!
Donna
Agrippina
Macrì
e
le
cugine
Zacco
saettavano
occhiate
di
fuoco
sul
cappellino
elegante
d
'
Isabella
,
e
sui
salamelecchi
che
le
faceva
il
duca
di
Leyra
,
inguantato
,
con
un
cravattone
di
raso
che
gli
reggeva
il
bel
capo
signorile
,
giocherellando
con
un
bastoncino
sottile
che
aveva
il
pomo
d
'
oro
.
La
signora
Capitana
fece
osservare
a
don
Mommino
Neri
,
il
quale
era
diventato
un
rompicollo
,
dopo
la
storia
della
prima
donna
:
-
E
'
inutile
!
Basta
guardarlo
un
momento
,
per
saper
con
chi
avete
da
fare
.
Dirà
magari
delle
sciocchezze
adesso
...
Ma
è
il
modo
in
cui
le
dice
!
...
Ogni
parola
come
se
ve
la
mettesse
in
un
vassoio
...
Il
signor
duca
andò
poi
a
presentare
i
suoi
omaggi
in
casa
Motta
.
Don
Gesualdo
si
fece
trovare
nel
salotto
buono
.
Avevano
lavorato
tutto
il
giorno
a
dar
aria
e
spolverare
,
le
serve
,
lui
,
mastro
Nardo
.
Il
signor
duca
,
colla
parlantina
sciolta
,
discorreva
un
po
'
di
tutto
,
di
agricoltura
col
padrone
di
casa
,
di
mode
con
le
signore
,
di
famiglie
antiche
col
marchese
Limòli
.
Egli
aveva
sulla
punta
delle
dita
tutto
l
'
almanacco
delle
famiglie
nobili
dell
'
isola
.
Arrivò
anche
a
confidare
che
la
sua
era
originaria
del
paese
.
Desiderava
fare
il
suo
dovere
con
don
Ferdinando
Trao
,
e
visitare
il
palazzo
,
che
doveva
essere
interessantissimo
.
Con
la
ragazza
,
di
sfuggita
,
lasciò
cadere
il
discorso
sulle
opere
allora
in
voga
;
raccontò
qualche
fatterello
della
società
;
narrò
aneddoti
del
tempo
in
cui
era
a
Palermo
la
corte
,
la
regina
Carolina
,
gli
inglesi
:
un
mondo
di
chiacchiere
,
come
una
lanterna
magica
nella
quale
passavano
delle
gran
dame
,
del
lusso
e
delle
feste
.
Nell
'
andarsene
baciò
la
mano
a
donna
Bianca
.
Per
le
scale
,
dal
pollaio
,
sull
'
uscio
della
legnaia
,
tutta
la
gente
di
casa
s
'
affollava
per
vederlo
passare
.
Dopo
,
la
sera
non
si
fece
altro
che
parlare
di
lui
,
in
cucina
,
fin
le
serve
,
e
mastro
Nardo
,
il
quale
sgranava
gli
occhi
.
Il
balì
di
Leyra
e
il
marchese
Limòli
poi
avevano
intavolato
un
altro
discorso
,
così
,
a
fior
di
labbra
,
tenendosi
sulle
generali
.
Il
giorno
dopo
intervenne
anche
il
duca
,
il
quale
confessò
prima
di
tutto
ch
'
era
innamorato
della
ragazza
,
un
vero
fiorellino
dei
campi
,
una
violetta
nascosta
;
e
dichiarò
sorridendo
,
che
quanto
al
resto
...
d
'
affari
voleva
dire
...
non
se
n
'
era
occupato
mai
,
per
sua
disgrazia
!
...
non
era
il
suo
forte
,
e
aveva
pregato
il
notaro
Neri
di
far
lui
...
Un
vero
usuraio
,
quel
notaro
,
sottile
,
avido
,
insaziabile
.
Don
Gesualdo
avrebbe
preferito
mille
volte
trattare
il
negozio
faccia
a
faccia
col
genero
,
da
galantuomini
.
-
No
,
no
,
caro
suocero
.
Non
è
la
mia
partita
.
Non
me
ne
intendo
.
Quello
che
farete
voialtri
sarà
ben
fatto
.
Quanto
a
me
,
il
tesoro
che
vi
domando
è
vostra
figlia
.
Però
le
trattative
tiravano
in
lungo
.
Mastro
-
don
Gesualdo
cercava
difendere
la
sua
roba
,
vederci
chiaro
in
quella
faccenda
,
toccar
con
mano
che
quanto
ci
metteva
il
signor
genero
nell
'
altro
piatto
della
bilancia
fosse
tutto
oro
colato
.
Il
duca
aveva
dei
gran
possessi
,
è
vero
,
mezza
contea
;
ma
dicevasi
pure
che
ci
fossero
dei
gran
pasticci
,
delle
liti
,
delle
ipoteche
.
Del
notaro
Neri
non
poteva
fidarsi
.
L
'
altro
sensale
,
il
marchese
Limòli
,
non
aveva
saputo
badare
nemmeno
ai
suoi
interessi
.
Voleva
intromettercisi
il
canonico
Lupi
,
protestando
l
'
amicizia
antica
.
Ma
lui
rispose
:
-
Vi
ringrazio
!
Grazie
tante
,
canonico
!
Mi
è
bastato
una
volta
sola
!
Non
voglio
abusare
...
-
Tutti
miravano
alla
sua
roba
.
Ci
furono
dei
tira
e
molla
,
delle
difficoltà
che
sorgevano
a
ogni
passo
,
delle
vecchie
carte
in
cui
ci
si
smarriva
.
Intanto
la
figliuola
,
dall
'
altra
parte
,
aveva
sempre
quell
'
altro
in
testa
.
Scongiurava
il
babbo
e
la
mamma
che
non
volessero
sacrificarla
.
Andava
a
piangere
dai
parenti
,
e
a
supplicare
che
l
'
aiutassero
:
-
Non
posso
!
non
posso
!
-
Ai
piedi
del
confessore
aprì
il
suo
cuore
,
tutto
!
il
peccato
mortale
in
cui
era
!
...
-
Quel
servo
di
Dio
non
capiva
nulla
.
Badava
solo
a
raccomandarle
di
non
cascarci
più
e
le
metteva
il
cuore
in
pace
coll
'
assoluzione
.
La
poveretta
arrivò
a
scappare
in
casa
dello
zio
Trao
,
onde
buttarsi
nelle
sue
braccia
.
-
Zio
,
tenetemi
qui
!
Salvatemi
voi
.
Non
ho
altri
al
mondo
!
Sono
sangue
vostro
.
Non
mi
mandate
via
!
Don
Ferdinando
era
malato
,
coll
'
asma
.
Non
poteva
parlare
,
non
capiva
nulla
,
del
resto
.
Faceva
dei
gesti
vaghi
colla
mano
scarna
,
e
chiamava
in
aiuto
Grazia
,
come
un
bambino
,
sbigottito
da
ogni
viso
nuovo
che
vedesse
.
-
Sì
,
tenetemi
qui
in
luogo
di
Grazia
.
Vi
servirò
colle
mie
mani
.
Non
mi
mandate
via
.
Vogliono
maritarmi
per
forza
!
...
in
peccato
mortale
!
...
Il
vecchio
allora
ebbe
come
un
ricordo
negli
occhi
appannati
,
nel
viso
smorto
e
rugoso
.
Tutti
i
peli
grigi
della
barba
ispida
parvero
trasalire
.
-
Anche
tua
madre
s
'
è
maritata
per
forza
...
Diego
non
voleva
...
Vattene
,
ora
...
se
no
viene
tuo
padre
a
condurti
via
di
qua
!
...
Vattene
,
vattene
...
Lo
zio
marchese
,
uomo
di
mondo
,
che
ne
sapeva
più
di
tutti
sulle
chiacchiere
raccolte
a
casaccio
,
prese
a
quattr
'
occhi
don
Gesualdo
:
-
Insomma
,
volete
capirla
?
Vostra
figlia
dovete
maritarla
subito
.
Datela
a
chi
vi
piace
;
ma
non
c
'
è
tempo
da
perdere
.
Avete
capito
?
-
Eh
?
...
Come
?
...
-
balbettò
il
povero
padre
sbiancandosi
in
viso
.
-
Sicuro
!
...
Avete
trovato
un
galantuomo
che
se
la
piglia
in
buona
fede
...
Ma
non
potete
pretendere
troppo
infine
da
lui
!
...
Talchè
don
Gesualdo
,
stretto
da
tutte
le
parti
,
tirato
pei
capelli
,
si
lasciò
aprir
le
vene
,
e
mise
il
suo
nome
in
lettere
di
scatola
al
contratto
nuziale
:
Gesualdo
Motta
sotto
la
firma
del
genero
che
pigliava
due
righe
:
Alvaro
Filippo
Maria
Ferdinando
Gargantas
di
Leyra
.
Da
Palermo
giunsero
dei
regali
magnifici
,
dei
gioielli
e
dei
vestiti
che
asciugarono
a
poco
a
poco
le
lagrime
della
sposa
,
uno
sfoggio
di
grandezze
che
la
pigliava
come
una
vertigine
,
che
chiamava
un
pallido
sorriso
fin
sulle
labbra
della
mamma
,
e
che
lo
zio
marchese
andava
spampanando
da
per
tutto
.
Solo
don
Gesualdo
borbottava
di
nascosto
.
Si
aspettavano
gran
cose
per
quello
sposalizio
.
La
Capitana
mandò
un
espresso
a
Catania
dal
primo
sarto
.
Le
Zacco
stettero
otto
giorni
in
casa
a
cucire
.
Però
alle
nozze
non
fu
invitato
nessuno
:
gli
sposi
vestiti
da
viaggio
,
i
genitori
,
i
testimoni
,
quattro
candele
e
nessun
altro
,
nella
meschina
chiesetta
di
Sant
'
Agata
,
dove
s
'
era
maritata
Bianca
.
Quanti
ricordi
per
la
povera
madre
,
la
quale
pregava
inginocchiata
dinanzi
a
quell
'
altare
,
coi
gomiti
sulla
seggiola
e
il
viso
fra
le
mani
!
Fuori
aspettava
la
lettiga
che
doveva
portarsi
via
gli
sposi
.
Fu
una
delusione
e
un
malumore
generale
fra
i
parenti
e
in
tutto
il
paese
.
Dei
pettegolezzi
e
delle
critiche
che
non
finivano
più
intorno
a
quel
matrimonio
fatto
come
di
nascosto
.
Della
gente
era
andata
a
far
visita
ai
Margarone
e
in
casa
Alòsi
,
per
vedere
se
la
sposa
era
rossa
o
pallida
.
La
Capitana
aveva
un
bel
fare
,
un
bel
cercare
di
non
darsi
vinta
,
dicendo
che
quella
era
la
moda
di
sposarsi
adesso
.
Donna
Agrippina
rispose
che
a
quel
modo
non
le
pareva
nemmeno
un
sagramento
,
povera
Isabella
!
...
La
Cirmena
masticava
altre
cose
fra
i
denti
:
-
Come
sua
madre
!
...
Vedrete
che
sarà
fortunata
perché
è
figlia
di
sua
madre
!
...
Ciolla
che
vide
passare
dalla
piazza
la
lettiga
si
mise
a
gridare
:
-
Gli
sposi
!
Ecco
la
lettiga
degli
sposi
che
partono
!
-
Poi
andò
a
confidare
di
porta
in
porta
,
al
Caffè
,
nella
spezieria
di
Bomma
:
-
E
'
partita
anche
una
lettera
per
don
Corradino
La
Gurna
...
Sicuro
!
Una
lettera
per
fuori
regno
.
Me
l
'
ha
fatta
vedere
il
postino
in
segretezza
.
Non
so
che
dicesse
;
ma
non
mi
parve
scrittura
della
Cirmena
.
Avrei
pagato
qualche
cosa
per
vedere
che
c
'
era
scritto
...
La
lettera
diceva
tante
belle
cose
,
per
mandare
giù
la
pillola
,
lei
e
il
cuginetto
che
si
disperava
e
penava
lontano
.
"
Addio
!
addio
!
Se
ti
ricordi
di
me
,
se
pensi
ancora
a
me
,
dovunque
sarai
,
eccoti
l
'
ultima
parola
di
Isabella
che
amasti
tanto
!
Ho
resistito
,
ho
lottato
a
lungo
,
ho
sofferto
...
Ho
pianto
tanto
!
ho
pianto
tanto
!
...
Addio
!
Partirò
,
andrò
lontano
...
Nelle
feste
,
in
mezzo
alle
pompe
della
capitale
,
dovunque
sarò
...
nessuno
vedrà
il
pallore
sotto
la
mia
corona
di
duchessa
...
Nessuno
saprà
quel
che
mi
porto
nel
cuore
...
sempre
,
sempre
!
...
Ricordati
!
ricordati
!..."
PARTE
QUARTA
I
Erano
appena
trascorsi
sei
mesi
,
quando
sopravvennero
altri
guai
a
don
Gesualdo
.
Isabella
minacciava
di
suicidarsi
;
il
genero
aveva
preso
a
viaggiare
fuori
regno
,
e
faceva
temere
di
voler
intentare
causa
di
separazione
,
per
incompatibilità
di
carattere
.
Altre
chiacchiere
giunsero
in
segreto
sino
al
povero
padre
,
il
quale
corse
a
rotta
di
collo
alla
villa
di
Carini
,
dov
'
era
confinata
la
duchessa
per
motivi
di
salute
.
Ritornò
poi
invecchiato
di
dieci
anni
,
pigliandosela
colla
moglie
che
non
capiva
nulla
,
maledicendo
in
cuor
suo
la
Cirmena
e
tutto
il
parentado
che
gli
dava
soltanto
bocconi
amari
,
costretto
a
correr
dietro
al
notaio
per
accomodare
la
faccenda
e
placare
il
signor
genero
a
furia
di
denari
.
Fu
un
gran
colpo
pel
poveretto
.
Tacque
alla
moglie
il
vero
motivo
,
per
non
affliggerla
inutilmente
;
tenne
tutto
per
sè
;
ma
non
si
dava
pace
;
parevagli
che
la
gente
lo
segnasse
a
dito
;
sentivasi
montare
il
sangue
al
viso
quando
ci
pensava
,
da
solo
,
o
anche
se
incontrava
quell
'
infame
della
Cirmena
.
Lui
era
un
villano
;
non
c
'
era
avvezzo
a
simili
vergogne
!
Intanto
la
figlia
duchessa
gli
costava
un
occhio
.
Prima
di
tutto
le
terre
della
Canziria
,
d
'
Alìa
e
Donninga
che
le
aveva
assegnato
in
dote
,
e
gli
facevano
piangere
il
cuore
ogni
qualvolta
tornava
a
vederle
,
date
in
affitto
a
questo
e
a
quello
,
divise
a
pezzi
e
bocconi
dopo
tanti
stenti
durati
a
metterle
insieme
,
mal
tenute
,
mal
coltivate
,
lontane
dall
'
occhio
del
padrone
,
quasi
fossero
di
nessuno
.
Di
tanto
in
tanto
gli
arrivavano
pure
all
'
orecchio
altre
male
nuove
che
non
gli
lasciavano
requie
,
come
tafani
,
come
vespe
pungenti
;
dicevasi
in
paese
che
il
signor
duca
vi
seminasse
a
due
mani
debiti
fitti
al
pari
della
grandine
,
la
medesima
gramigna
che
devastava
i
suoi
possessi
e
si
propagava
ai
beni
della
moglie
peggio
delle
cavallette
.
Quella
povera
Canziria
che
era
costata
tante
fatiche
a
don
Gesualdo
,
tante
privazioni
,
dove
aveva
sentito
la
prima
volta
il
rimescolìo
di
mettere
nella
terra
i
piedi
di
padrone
!
Donninga
per
cui
si
era
tirato
addosso
l
'
odio
di
tutto
il
paese
!
le
buone
terre
dell
'
Alìa
che
aveva
covato
dieci
anni
cogli
occhi
,
sera
e
mattina
,
le
buone
terre
al
sole
,
senza
un
sasso
,
e
sciolte
così
che
le
mani
vi
sprofondavano
e
le
sentivano
grasse
e
calde
al
pari
della
carne
viva
...
tutto
,
tutto
se
ne
andava
in
quella
cancrena
!
Come
Isabella
aveva
potuto
stringere
la
penna
colle
sue
mani
,
e
firmare
tanti
debiti
?
Maledetto
il
giorno
in
cui
le
aveva
fatto
imparare
a
scrivere
!
Sembravagli
di
veder
stendere
l
'
ombra
delle
ipoteche
sulle
terre
che
gli
erano
costate
tanti
sudori
,
come
una
brinata
di
marzo
,
peggio
di
un
nebbione
primaverile
,
che
brucia
il
grano
in
erba
.
Due
o
tre
volte
,
in
circostanze
gravi
,
era
stato
costretto
a
lasciarsi
cavar
dell
'
altro
sangue
.
Tutti
i
suoi
risparmi
se
ne
andavano
da
quella
vena
aperta
,
le
sue
fatiche
,
il
sonno
della
notte
,
tutto
.
E
pure
Isabella
non
era
felice
.
L
'
aveva
vista
in
tale
stato
,
nella
villa
sontuosa
di
Carini
!
Indovinava
ciò
che
doveva
esserci
sotto
,
quando
essa
scriveva
delle
lettere
che
gli
mettevano
addosso
la
febbre
,
l
'
avvelenavano
coll
'
odore
sottile
di
quei
foglietti
stemmati
,
lui
che
aveva
fatto
il
cuoio
duro
anche
alla
malaria
.
Il
signor
duca
invece
trattava
simili
negozi
per
mezzo
del
notaro
Neri
-
poichè
non
erano
il
suo
forte
.
-
E
alla
fine
,
quando
mastro
-
don
Gesualdo
s
'
impennò
sul
serio
,
sbuffando
,
recalcitrando
,
gli
fece
dire
:
-
Si
vede
che
mio
suocero
,
poveretto
,
non
sa
quel
che
ci
vuole
a
mantenere
la
figliuola
col
decoro
del
nome
che
porta
...
-
Il
decoro
?
...
Io
me
ne
lustro
gli
stivali
del
decoro
!
Io
mangio
pane
e
cipolle
per
mantenere
il
lustro
della
duchea
!
Diteglielo
pure
al
signor
genero
!
In
pochi
anni
s
'
è
mangiato
un
patrimonio
!
Fu
un
casa
del
diavolo
.
Donna
Bianca
,
la
quale
era
assai
malandata
,
e
sputava
sangue
ogni
mattina
,
fece
una
ricaduta
che
in
quindici
giorni
la
condusse
in
fin
di
vita
.
Nel
paese
ormai
si
sapeva
ch
'
era
tisica
:
tutti
così
quei
Trao
!
una
famiglia
che
si
estingueva
per
esaurimento
,
diceva
il
medico
.
Soltanto
il
marito
,
ch
'
era
sempre
fuori
,
in
faccende
,
occupato
dai
suoi
affari
,
con
tanti
pensieri
e
tanti
guai
per
la
testa
,
si
lusingava
di
farla
guarire
appena
avrebbe
potuto
condursela
a
Mangalavite
,
in
quell
'
aria
balsamica
che
avrebbe
fatto
risuscitare
un
morto
.
Essa
sorrideva
tristamente
e
non
diceva
nulla
.
Era
ridotta
uno
scheletro
,
docile
e
rassegnata
al
suo
destino
,
senza
aspettare
o
desiderare
più
nulla
.
Soltanto
avrebbe
voluto
rivedere
la
figliuola
.
Suo
marito
glielo
aveva
anche
promesso
.
Ma
siccome
erano
in
dissapore
col
genero
non
ne
aveva
più
parlato
.
Isabella
prometteva
sempre
di
venire
,
da
un
autunno
all
'
altro
,
ma
non
si
decideva
mai
,
come
avesse
giurato
di
non
metterci
più
i
piedi
in
quel
paese
maledetto
,
e
se
lo
fosse
tolto
dal
cuore
interamente
.
A
misura
che
le
mancavano
le
forze
,
Bianca
sentiva
dileguare
anche
quella
speranza
,
come
la
vita
che
le
sfuggiva
,
e
sfogavasi
a
ruminare
dei
progetti
futuri
,
vaneggiando
,
accendendosi
in
viso
delle
ultime
fiamme
vitali
,
con
gli
occhi
velati
di
lagrime
che
volevano
sembrare
di
tenerezza
ed
erano
di
sconforto
:
-
Farò
questo
!
farò
quell
'
altro
!
-
Faceva
come
quegli
uccelletti
in
gabbia
i
quali
provano
il
canto
della
primavera
che
non
vedranno
.
Il
letto
le
mangiava
le
carni
;
la
febbre
la
consumava
a
fuoco
lento
.
Adesso
,
quand
'
era
presa
dalla
tosse
,
si
metteva
ad
ansare
,
sfinita
,
colla
bocca
aperta
,
gli
occhi
smaniosi
in
fondo
alle
occhiaie
che
sembravano
fonde
fonde
,
brancicando
colle
povere
braccia
stecchite
quasi
volesse
afferrarsi
alla
vita
.
-
Bene
!
-
sospirò
infine
don
Gesualdo
che
vedeva
la
moglie
in
quello
stato
.
-
Farò
anche
questa
!
...
Pagherò
anche
stavolta
perché
il
signor
duca
ti
faccia
rivedere
la
figliuola
!
...
Già
son
fatto
per
portare
il
carico
...
Il
medico
andava
e
veniva
;
provava
tutti
i
rimedi
,
tutte
le
sciocchezze
che
leggeva
nei
suoi
libracci
;
c
'
era
un
conto
spaventoso
aperto
dal
farmacista
.
-
Almeno
giovassero
a
qualche
cosa
!
-
brontolava
don
Gesualdo
.
-
Io
non
guardo
ai
denari
spesi
per
mia
moglie
;
ma
voglio
spenderli
perché
le
giovino
e
le
si
veggano
in
faccia
...
non
già
per
provare
i
medicamenti
nuovi
come
all
'
ospedale
!
...
Ora
che
si
sono
messi
in
testa
ch
'
io
sia
ricco
,
ciascuno
se
ne
giova
pei
suoi
fini
...
La
prima
volta
però
che
s
'
arrischiò
a
fare
velatamente
queste
lagnanze
allo
stesso
medico
,
Saleni
,
un
altro
dottorone
ch
'
era
peggio
di
Tavuso
,
buon
'
anima
,
gli
piantò
in
faccia
gli
occhiacci
,
e
rispose
burbero
:
-
Allora
perché
mi
chiamate
?
Dovette
anche
pregarlo
e
scongiurarlo
di
continuare
a
fare
il
comodo
suo
,
quantunque
non
giovasse
a
nulla
.
La
vigilia
dell
'
Immacolata
parve
proprio
che
la
povera
Bianca
volesse
rendere
l
'
anima
a
Dio
.
Il
marito
ch
'
era
andato
ad
aspettare
il
medico
sulla
scala
gli
disse
subito
:
-
Non
mi
piace
,
dottore
!
Stasera
mia
moglie
non
mi
piace
!
-
Eh
!
ve
ne
accorgete
soltanto
adesso
?
A
me
è
un
pezzo
che
non
mi
piace
.
Credevo
che
l
'
aveste
capita
.
-
Ma
che
non
c
'
è
rimedio
,
vossignoria
?
Fate
tutto
ciò
che
potete
.
Non
guardate
a
spesa
...
I
denari
servono
in
queste
occasioni
!
...
-
Ah
,
adesso
me
lo
dite
?
Adesso
capite
la
ragione
?
Me
ne
congratulo
tanto
!
Saleni
ricominciò
la
commedia
:
il
polso
,
la
lingua
,
quattro
chiacchiere
seduto
ai
piedi
del
letto
,
col
cappello
in
testa
e
il
bastone
fra
le
gambe
.
Poi
scrisse
la
solita
ricetta
,
le
solite
porcherie
che
non
giovavano
a
nulla
,
e
se
ne
andò
lasciando
nei
guai
marito
e
moglie
.
La
casa
era
diventata
una
spelonca
.
Tutti
che
vogavano
alla
larga
.
Finanche
le
serve
temevano
del
contagio
.
Zacco
era
il
solo
parente
che
si
rammentasse
di
loro
nella
disgrazia
,
dacchè
avevano
fatto
società
per
l
'
appalto
dello
stradone
,
tornati
amici
con
don
Gesualdo
.
Egli
veniva
ogni
giorno
insieme
a
tutta
la
famiglia
,
la
baronessa
impresciuttita
e
ubbidiente
,
le
figliuole
che
empivano
la
camera
,
stagionate
,
grasse
e
prosperose
che
sfidavano
le
cannonate
.
-
Lui
non
aveva
paura
del
contagio
!
Sciocchezze
!
...
Poi
,
quando
si
tratta
di
parenti
!
...
Quella
sera
aveva
sentito
dire
in
piazza
che
la
cugina
Bianca
stava
peggio
ed
era
giunto
più
presto
del
solito
.
-
Per
distrarre
un
po
'
don
Gesualdo
lo
tirò
nel
vano
del
balcone
,
e
cominciò
a
parlargli
dei
loro
negozi
.
-
Volete
ridere
adesso
?
Il
cugino
Rubiera
dirà
all
'
asta
per
gli
altri
due
tronchi
di
strada
!
...
Sissignore
!
quella
bestia
!
...
Eh
?
eh
?
che
ne
dite
?
...
Lui
che
non
ha
potuto
pagarvi
ancora
i
denari
della
prima
donna
?
...
C
'
è
l
'
inferno
a
causa
vostra
con
la
moglie
che
non
vuol
pagare
del
suo
!
...
I
figliuoli
sì
,
glieli
ha
portati
in
dote
!
...
ma
i
denari
vuol
tenerseli
per
sé
!
E
'
predestinato
quel
povero
don
Ninì
!
...
E
sapete
chi
comparisce
all
'
asta
,
eh
?
volete
saperlo
?
...
Canali
,
figuratevi
!
...
Canali
che
fa
l
'
appaltatore
in
società
col
barone
Rubiera
!
...
Ora
s
'
è
svegliata
in
tutti
quanti
la
fame
del
guadagno
!
...
Eh
?
...
Non
avevo
ragione
di
dire
?
...
Non
ridete
?
...
Ma
l
'
amico
non
gli
dava
retta
,
inquieto
,
coll
'
orecchio
sempre
teso
dall
'
altra
parte
.
Indi
si
alzò
e
andò
a
vedere
se
Bianca
avesse
bisogno
di
qualche
cosa
.
Essa
non
aveva
bisogno
di
nulla
,
guardando
fisso
con
quegli
occhi
di
creatura
innocente
,
recandosi
alla
bocca
di
tanto
in
tanto
il
fazzoletto
che
ricacciava
poi
sotto
il
guanciale
insieme
alla
mano
scarna
.
Le
cugine
Zacco
stavano
sedute
in
giro
dinanzi
al
letto
,
colle
mani
sul
ventre
.
La
mamma
per
rompere
il
silenzio
balbettò
timidamente
:
-
Sembra
un
po
'
più
calma
...
da
che
siam
qui
noi
...
Le
figliuole
a
quelle
parole
guardarono
tutte
insieme
,
e
approvarono
col
capo
.
Il
barone
s
'
accostò
al
letto
lui
pure
,
dimostrando
molto
interesse
per
l
'
ammalata
:
-
Sì
,
sì
,
non
c
'
è
confronto
!
...
l
'
occhio
è
più
sveglio
;
anche
la
fisonomia
è
più
animata
...
Si
capisce
!
...
udendo
discorrere
intorno
a
lei
...
Bisogna
distrarla
,
tenerle
un
po
'
di
conversazione
...
Per
fortuna
siete
in
buone
mani
.
Il
dottore
sa
il
fatto
suo
.
Poi
,
quando
si
hanno
dei
mezzi
!
...
quando
non
manca
nulla
!
Ne
conosco
tanti
altri
invece
...
ben
nati
...
di
buona
famiglia
...
cui
manca
di
giorno
il
pane
e
di
notte
la
coperta
!
...
vecchi
e
malati
,
senza
medico
né
speziale
...
Si
chinò
all
'
orecchio
di
don
Gesualdo
e
spifferò
il
resto
.
Bianca
l
'
udì
o
l
'
indovinò
,
con
gli
occhi
luminosi
che
fissavano
in
volto
la
gente
,
e
cavò
di
sotto
il
guanciale
la
mano
scarna
e
pallida
che
sembrava
quella
di
una
bambina
,
per
far
segno
al
marito
d
'
avvicinarsi
.
Don
Gesualdo
s
'
era
chinato
su
di
lei
e
accennava
di
sì
col
capo
.
Il
barone
vedendo
che
non
era
più
il
caso
di
misteri
parlò
chiaro
:
-
Non
verrà
!
Don
Ferdinando
è
diventato
proprio
un
ragazzo
.
Non
capisce
nulla
,
poveretto
!
...
Bisogna
compatirlo
.
Diciamola
qui
,
fra
noi
parenti
...
Che
gli
sarebbe
mancato
?
...
Un
cognato
con
tanto
di
cuore
,
come
questo
qui
!
...
L
'
inferma
agitò
di
nuovo
in
aria
quella
mano
che
parlava
da
sola
.
-
Eh
?
Che
dice
?
Cosa
vuole
?
-
domandò
il
barone
.
Donna
Lavinia
,
la
maggiore
delle
ragazze
,
s
'
era
alzata
premurosa
per
servirla
in
quel
che
occorresse
.
Donna
Marietta
,
l
'
altra
sorella
,
tirò
invece
il
papà
per
la
falda
.
Bianca
s
'
era
chiusa
in
un
silenzio
che
le
affilò
come
un
coltello
il
viso
smunto
,
sì
che
il
barone
stesso
se
ne
avvide
e
mutò
discorso
.
-
Domeneddio
alle
volte
ci
allunga
i
giorni
per
farci
provare
altri
guai
...
Parlo
della
baronessa
Rubiera
,
poveretta
!
Eh
?
...
Vivere
per
vedersi
disfare
sotto
i
propri
occhi
la
roba
che
s
'
è
fatta
!
...
senza
poter
dire
una
parola
né
muovere
un
dito
...
eh
?
...
eh
?
Suo
figlio
è
una
bestia
.
La
nuora
gli
conta
i
bocconi
che
mangia
!
...
Com
'
è
vero
Iddio
!
Non
vede
l
'
ora
di
levarsela
dai
piedi
!
...
E
lei
,
no
!
non
vuole
andarsene
!
Vuol
vivere
apposta
per
vedere
come
farà
suo
figlio
a
togliersi
dal
collo
il
debito
e
don
Gesualdo
...
Eh
?
Ho
parlato
or
ora
con
vostro
marito
dei
gran
progetti
che
ha
don
Ninì
pel
capo
...
Don
Gesualdo
stava
zitto
,
sopra
pensieri
.
Poi
,
siccome
il
barone
aspettava
la
risposta
della
cugina
Bianca
,
col
risolino
fisso
in
bocca
,
brontolò
:
-
No
,
non
c
'
è
tanto
da
ridere
...
Dietro
il
paravento
dev
'
essere
anche
il
canonico
Lupi
.
Zacco
rimase
interdetto
:
-
Quel
briccone
?
quell
'
intrigante
?
...
Come
lo
sapete
?
...
Chi
ve
l
'
ha
detto
?
...
-
Nessuno
.
E
'
un
'
idea
mia
.
Ma
vedrete
che
non
m
'
inganno
.
Del
resto
non
me
ne
importa
nulla
!
Ho
altro
pel
capo
adesso
!
Ma
il
barone
non
si
dava
pace
:
-
Che
?
Non
ve
ne
importa
?
Grazie
tante
!
Sapete
cosa
dicono
pure
?
Che
vogliono
levarci
di
mano
le
terre
del
comune
!
...
Dicono
che
stavolta
hanno
trovato
il
modo
e
la
maniera
...
e
che
né
voi
né
io
potremo
rimediarci
,
capite
?
...
Don
Gesualdo
si
strinse
nelle
spalle
.
Sembrava
che
davvero
non
gliene
importasse
nulla
di
nulla
adesso
.
Il
barone
a
poco
a
poco
andò
calmandosi
,
in
mezzo
al
coro
dei
suoi
che
mormoravano
sottovoce
contro
il
canonico
.
-
Un
intrigante
!
...
un
imbroglione
!
...
Non
si
fa
nulla
in
paese
che
non
voglia
ficcarci
il
naso
lui
!
...
-
Donna
Marietta
,
più
prudente
,
tirò
il
babbo
per
la
falda
un
'
altra
volta
.
-
Scusate
!
scusate
!
-
aggiunse
lui
.
-
Si
chiacchiera
per
dire
qualche
cosa
...
per
distrarre
l
'
ammalata
...
Non
si
sa
di
che
parlare
...
Sapete
voi
cosa
vanno
narrando
pure
i
malintenzionati
come
Ciolla
?
...
che
fra
otto
giorni
si
farà
la
rivoluzione
...
per
spaventare
i
galantuomini
...
Vi
rammentate
,
nel
ventuno
,
eh
?
don
Gesualdo
?
-
Ah
?
...
Che
volete
?
...
La
rivoluzione
adesso
l
'
ho
in
casa
!
...
-
Capisco
,
capisco
...
Ma
infine
,
non
mi
pare
...
La
baronessa
,
che
parlava
al
bisogno
,
si
rivolse
a
don
Gesualdo
,
con
quella
faccia
di
malaugurio
,
chiedendogli
se
alla
duchessa
avessero
scritto
di
sua
madre
che
era
in
quello
stato
...
Bianca
aveva
l
'
orecchio
fino
degli
ammalati
gravi
.
-
No
!
no
!
Non
c
'
è
premura
!
-
interruppe
Zacco
.
Intanto
donna
Lavinia
si
era
alzata
per
andare
a
prendere
un
bicchier
d
'
acqua
.
Come
si
udì
suonare
il
campanello
dell
'
uscio
voleva
anche
correre
a
vedere
chi
fosse
.
-
Una
spada
a
due
mani
!
-
esclamò
sottovoce
il
barone
,
quasi
facesse
una
confidenza
,
e
sorridendo
di
compiacimento
.
-
Una
ragazza
che
in
casa
vale
un
tesoro
...
Giudiziosa
!
...
Per
sua
cugina
Bianca
poi
si
butterebbe
nel
fuoco
!
...
-
La
mamma
sorrideva
lei
pure
discretamente
.
In
quella
sopraggiunse
la
serva
ad
annunziare
che
c
'
era
il
barone
Rubiera
con
la
moglie
.
-
Lui
?
Ci
vuole
una
bella
faccia
tosta
!
...
-
saltò
su
il
barone
cercando
il
cappello
che
teneva
in
testa
.
-
Vedrete
che
viene
a
parlarvi
di
ciò
che
v
'
ho
detto
!
Non
ci
avete
un
'
altra
uscita
?
...
per
non
vederlo
in
faccia
,
quella
bestia
!
...
La
sua
famiglia
toglieva
commiato
in
fretta
e
in
furia
al
pari
di
lui
,
cercando
gli
scialli
,
rovesciando
le
seggiole
,
urtandosi
fra
di
loro
,
quasi
don
Ninì
stesse
per
irrompere
a
mano
armata
nella
camera
.
La
povera
inferma
,
smarrita
in
quel
parapiglia
,
si
lasciò
sfuggire
con
un
filo
di
voce
:
-
Per
l
'
amor
di
Dio
...
Non
ne
posso
più
!
-
No
...
Non
potete
farne
a
meno
,
cugina
mia
!
...
Sono
parenti
anch
'
essi
!
...
Vedrete
che
vengono
apposta
,
onde
approfittare
dell
'
occasione
...
Finta
di
farvi
una
visita
...
Piuttosto
ce
ne
andremo
noi
...
E
'
giusto
...
Chi
prima
arriva
al
mulino
...
Ma
i
Rubiera
non
spuntavano
ancora
.
Don
Gesualdo
andò
nell
'
anticamera
,
dove
seppe
dalla
serva
che
aspettavano
nel
salotto
,
come
avevano
sentito
che
c
'
erano
i
Zacco
...
-
Meglio
!
-
osservò
il
barone
.
-
Vuol
dire
che
desidera
parlarvi
a
quattr
'
occhi
,
don
Ninì
!
...
Allora
noi
non
ci
moviamo
.
Restiamo
a
far
compagnia
alla
cugina
,
intanto
che
voi
fate
gli
affari
vostri
...
Sentiremo
poi
cosa
è
venuto
a
dirvi
quello
sciocco
!
La
serva
aveva
portato
un
lumicino
nel
salotto
,
e
in
quella
semioscurità
don
Ninì
sembrava
addirittura
enorme
,
infagottato
nel
cappotto
,
con
la
sciarpa
di
lana
sino
alle
orecchie
una
zazzera
sulla
nuca
che
non
tagliava
sino
a
maggio
.
Donna
Giuseppina
invece
s
'
era
aggobbita
,
aveva
il
viso
floscio
e
grinzoso
nel
cappuccio
rotondo
,
i
capelli
di
un
grigio
sudicio
mal
pettinati
,
lisciati
in
fretta
con
le
mani
e
fermati
dal
fazzoletto
di
seta
che
portava
legato
sotto
il
mento
,
le
mani
corrose
e
nere
,
delle
mani
di
buona
massaia
con
le
quali
gesticolava
per
difendere
gli
interessi
del
marito
,
agitandosi
nel
cappottino
seminato
di
pillacchere
,
che
la
copriva
tutta
quanta
,
mostrando
in
tutta
la
persona
l
'
incuria
e
la
trascuraggine
della
signora
ricca
che
non
ha
bisogno
di
parere
,
della
moglie
che
ha
cessato
di
far
figliuoli
e
non
deve
neppure
piacere
al
marito
.
E
sulla
bocca
sdentata
teneva
fisso
un
sorriso
di
povera
,
il
sorriso
umile
di
chi
viene
a
sollecitare
un
favore
,
mentre
don
Ninì
cercava
le
parole
,
girando
il
cappellaccio
fra
le
mani
,
con
quella
sciarpa
sino
al
naso
che
gli
dava
un
aspetto
minaccioso
.
La
moglie
gli
fece
animo
con
un
'
occhiata
,
e
cominciò
lei
:
-
Abbiamo
sentito
che
la
cugina
sta
male
...
Siam
corsi
subito
con
Ninì
...
Infine
siamo
parenti
...
dello
stesso
sangue
...
Le
questioni
...
gl
'
interessi
...
si
sa
,
in
tutte
le
famiglie
...
Ma
ogni
cosa
deve
mettersi
da
banda
in
certe
occasioni
...
Anche
Ninì
...
poveretto
,
non
si
dava
pace
...
Diceva
sempre
...
Infine
vorrei
sapere
perché
...
Don
Ninì
approvava
coi
gesti
e
con
tutta
la
persona
che
aveva
lasciato
cadere
sul
canapè
facendolo
scricchiolare
;
e
subito
intavolò
il
discorso
per
cui
erano
venuti
-
sua
moglie
volle
assolutamente
che
il
cugino
sedesse
in
mezzo
,
fra
due
fuochi
.
-
Abbiamo
quell
'
affare
del
nuovo
appalto
,
caro
don
Gesualdo
.
Perché
dobbiamo
farci
la
guerra
fra
di
noi
,
dico
io
?
a
vantaggio
altrui
?
...
giacchè
infine
siamo
parenti
!
...
-
Sicuro
!
-
interruppe
la
moglie
.
-
Siamo
venuti
per
questo
...
Come
sta
la
cugina
?
-
Come
Dio
vuole
!
...
Come
ci
avessi
il
gastigo
di
Dio
sulle
spalle
!
...
Non
ho
testa
di
pensare
agli
affari
adesso
...
-
No
,
no
,
non
voglio
che
ci
pensiate
...
Appunto
dicevo
...
dovreste
rimettervene
a
una
persona
di
fiducia
...
Salvo
l
'
interesse
,
ben
inteso
...
Don
Ninì
a
un
tratto
si
fece
scuro
in
viso
,
cacciandosi
all
'
indietro
appuntandogli
in
faccia
gli
occhi
sospettosi
:
-
Ditemi
un
po
'
vi
fidate
voi
di
Zacco
?
Eh
?
vi
fidate
?
Don
Gesualdo
malgrado
il
malumore
che
aveva
in
corpo
,
mosse
la
bocca
a
riso
,
come
a
dire
che
non
si
fidava
di
nessuno
.
-
Bene
!
Se
sapeste
che
roba
è
quell
'
uomo
!
...
Ciò
che
diceva
di
voi
,
prima
!
...
prima
di
essere
pane
e
cacio
con
voi
!
...
Che
roba
gli
scappava
di
bocca
!
...
Donna
Giuseppina
,
con
le
gote
gonfie
,
stringeva
le
labbra
,
quasi
per
non
lasciarselo
scappare
neppur
lei
.
-
Infine
,
lasciamo
andare
!
Chiacchiera
non
macina
al
mulino
...
E
'
parente
anche
lui
!
...
Dunque
torniamo
a
noi
.
Perché
ci
facciamo
la
guerra
?
Perché
facciamo
campare
giudici
ed
avvocati
alle
nostre
spalle
?
Cosa
sono
questi
malumori
fra
parenti
?
Per
quella
miseria
che
vi
devo
?
Sì
,
una
miseria
!
Per
voi
è
una
presa
di
tabacco
...
-
Scusate
,
scusate
,
anche
per
voi
...
Allora
interloquì
donna
Giuseppina
,
contando
miserie
,
una
famiglia
numerosa
,
sua
suocera
,
la
baronessa
,
finché
viveva
lei
...
-
Scusate
...
Non
c
'
entra
...
E
'
che
i
denari
servono
,
sapete
...
I
miei
denari
li
ho
dati
a
vostro
marito
.
Don
Ninì
prese
a
scusarsi
,
dinanzi
alla
moglie
.
Certo
...
i
denari
se
li
era
fatti
prestare
...
in
un
momento
che
aveva
persa
la
testa
...
Quando
si
è
giovani
...
sarebbe
meglio
tagliarsela
la
testa
,
alle
volte
...
Voleva
pagare
...
col
tempo
...
sino
all
'
ultimo
baiocco
,
senza
liti
,
senza
altre
spese
...
appena
chiudeva
gli
occhi
sua
madre
...
Ma
era
giusto
inasprirgli
contro
la
baronessa
,
santo
Dio
?
Farle
commettere
qualche
bestialità
?
...
-
Ah
?
-
disse
don
Gesualdo
.
-
Ah
?
-
E
guardò
donna
Giuseppina
come
per
chiedere
perché
non
pagasse
lei
.
Don
Ninì
imbarazzato
guardava
ora
lui
ed
ora
la
moglie
.
Essa
infine
interloquì
,
troncandogli
la
parola
con
un
segno
del
fazzoletto
che
aveva
tirato
fuori
dalla
borsa
.
-
Non
è
questo
soltanto
...
L
'
affare
delle
terre
...
Non
glie
ne
avete
ancora
parlato
al
cugino
don
Gesualdo
?
...
-
Sì
...
l
'
affare
delle
terre
comunali
...
-
Lo
so
,
-
rispose
don
Gesualdo
.
-
L
'
affitto
scade
in
agosto
.
Chi
vorrà
dire
all
'
asta
,
poi
...
-
No
!
no
!
...
né
voi
né
io
ce
le
mangeremo
.
-
Legge
nuova
!
-
interruppe
donna
Giuseppina
con
un
sorriso
agro
.
-
Le
terre
non
si
dànno
più
in
affitto
!
Il
comune
le
dà
a
censo
...
ai
più
poveri
...
Un
bocconcino
per
ciascuno
...
Saremo
tutti
possidenti
nel
paese
,
da
qui
a
un
po
'
!
...
Non
lo
sapete
?
Don
Gesualdo
drizzò
le
orecchie
,
mettendo
da
parte
un
momento
i
suoi
guai
.
Indi
abbozzò
un
sorriso
svogliato
.
-
Come
è
vero
Dio
!
-
soggiunse
il
barone
Rubiera
.
-
Ho
visto
il
progetto
,
sì
,
al
palazzo
di
città
!
Dicono
che
il
comune
ci
guadagna
,
e
ciascuno
avrà
il
suo
pezzo
di
terra
.
Allora
don
Gesualdo
cavò
fuori
la
tabacchiera
,
fiutando
un
agguato
.
-
Cioè
?
cioè
?
-
Don
Gesualdo
!
-
chiamò
la
serva
dall
'
uscio
.
-
Un
momento
,
vossignoria
...
-
Fate
,
fate
pure
il
comodo
vostro
!
-
disse
donna
Giuseppina
.
-
Non
abbiamo
premura
.
Aspetteremo
.
-
La
padrona
!
Vuol
parlare
con
vossignoria
!
-
Eh
?
Che
vogliono
?
Che
dicono
?
-
L
'
assalirono
subito
i
Zacco
appena
don
Gesualdo
entrò
nella
stanza
dell
'
inferma
.
-
Son
io
che
ho
mandato
a
chiamarvi
,
-
disse
il
barone
col
sorriso
furbo
.
Ma
lui
non
rispose
,
chino
sulla
moglie
,
la
quale
s
'
aiutava
cogli
occhi
e
con
quella
povera
mano
pallida
e
scarna
che
diceva
per
lei
:
"
No
!
...
Non
vi
mettete
con
colui
...
se
volete
darmi
retta
una
volta
sola
...
Non
vi
mettete
insieme
con
mio
cugino
Rubiera
,
voi
!
...
Guardate
che
vi
parlo
in
punto
di
morte
!..."
Aveva
la
voce
afonica
,
gli
occhi
che
penetravano
,
così
lucenti
e
fissi
.
Zacco
che
si
era
chinato
anche
lui
sul
letto
per
udire
,
esclamò
trionfante
:
-
Benedetta
!
parla
come
una
che
vede
al
di
là
!
Non
fareste
nulla
di
buono
con
quell
'
uomo
!
Una
bestia
!
Una
banderuola
!
Ciò
che
vi
dice
vostra
moglie
in
un
momento
come
questo
è
vangelo
,
don
Gesualdo
!
Ricordatevi
bene
!
Io
mi
farei
scrupolo
a
non
darle
retta
,
in
parola
d
'
onore
!
...
-
E
donna
Giuseppina
?
Finta
,
maligna
!
...
-
aggiunse
la
Zacco
.
-
Ha
abbreviato
i
giorni
della
suocera
!
Non
vede
l
'
ora
di
levarsela
dagli
occhi
!
-
Andate
,
andate
a
sentire
il
resto
.
Qui
ci
siamo
noi
.
Andateci
pure
,
se
no
vi
restano
lì
fino
a
domani
!
Don
Ninì
stava
ancora
seduto
sul
canapè
,
sbuffando
dal
caldo
nella
sciarpa
di
lana
,
col
cappello
in
testa
;
e
donna
Giuseppina
si
era
alzata
per
osservare
al
buio
le
galanterie
disposte
in
bell
'
ordine
sui
mobili
:
il
servizio
da
caffè
,
i
fiori
di
carta
sotto
le
campane
di
cristallo
,
l
'
orologio
che
segnava
sempre
la
stessa
ora
.
Vedendo
don
Gesualdo
di
ritorno
gli
disse
subito
:
-
Vi
ha
fatto
chiamare
il
barone
Zacco
?
Non
c
'
era
motivo
...
Qui
non
si
fanno
misteri
...
-
Non
si
fanno
misteri
!
-
ripigliò
il
marito
.
-
Si
tratta
di
metterci
d
'
accordo
...
tutti
i
bene
intenzionati
...
Se
è
bene
intenzionato
anche
lui
...
quel
signore
!
...
-
Ma
,
-
osservò
don
Gesualdo
.
-
se
la
cosa
è
come
dite
,
io
non
saprei
che
farci
...
Cosa
volete
da
me
?
Donna
Giuseppina
si
era
perfino
trasformata
in
volto
,
appuntando
in
faccia
a
questo
e
a
quello
gli
occhi
come
due
spilli
,
masticando
un
sorriso
con
la
bocca
nera
.
Cacciò
indietro
del
tutto
il
marito
,
e
si
prese
tutto
per
sé
il
cugino
Motta
.
-
Sì
,
il
rimedio
c
'
è
!
...
c
'
è
!
-
E
stette
un
po
'
a
guardarlo
fisso
per
fare
più
colpo
.
Poscia
,
tenendo
stretta
la
borsa
fra
le
mani
gli
si
accostò
con
una
mossa
dei
fianchi
,
in
confidenza
:
-
Si
tratta
di
far
prendere
le
terre
a
gente
nostra
...
sottomano
...
-
disse
il
barone
.
-
No
!
no
!
...
Lasciate
che
gli
spieghi
io
...
Le
terre
del
comune
devono
darsi
a
censo
,
eh
?
a
pezzi
e
a
bocconi
perché
ogni
villano
abbia
la
sua
parte
?
Va
bene
!
Lasciamoli
fare
.
Anzi
,
mettiamo
avanti
,
sottomano
,
degli
altri
pretendenti
...
dei
maestri
di
bottega
,
della
gente
che
non
sa
cosa
farsene
della
terra
e
non
ne
caverà
neppure
i
denari
del
censo
.
Ci
hanno
tutti
lo
stesso
diritto
,
non
è
vero
?
Allora
,
con
un
po
'
di
giudizio
,
anticipando
a
questo
e
a
quello
una
piccola
somma
...
Loro
falliscono
in
capo
all
'
anno
,
e
noi
ci
pigliamo
la
terra
in
compenso
del
credito
.
Avete
capito
?
Bisogna
evitare
per
quanto
si
può
che
ci
mettano
mano
i
villani
.
Quelli
non
se
lo
lasciano
scappare
mai
più
il
loro
pezzetto
di
terra
.
Ci
lasciano
le
ossa
piuttosto
!
Don
Gesualdo
si
alzò
di
botto
,
colle
narici
aperte
,
la
faccia
rianimata
a
un
tratto
,
e
si
mise
a
passeggiare
per
la
stanza
.
Poi
,
tornando
in
faccia
ai
due
che
s
'
erano
alzati
pure
,
sorpresi
:
-
Questa
non
viene
da
voi
!
-
esclamò
.
-
Questa
è
buona
!
Questa
so
di
dove
viene
!
-
Ah
!
ah
!
capite
?
vedete
?
...
-
rispose
il
barone
trionfante
.
-
Prima
di
tutto
bisogna
tappare
la
bocca
a
Nanni
l
'
Orbo
...
Col
giudizio
...
con
un
po
'
di
denaro
...
senza
far
torto
a
nessuno
,
ben
inteso
!
...
La
giustizia
...
-
Voi
che
ci
avete
mano
...
Quello
è
un
imbroglione
,
un
arruffapopolo
...
capace
di
aizzarci
contro
tutto
il
paese
.
Voi
che
ci
avete
mano
dovreste
chiudergli
la
bocca
.
Don
Gesualdo
tornò
a
sedersi
,
pentito
d
'
essersi
lasciato
trasportare
dal
primo
movimento
,
grattandosi
il
capo
.
Ma
il
barone
Zacco
,
che
stava
di
là
coll
'
orecchio
teso
,
non
seppe
più
frenarsi
.
-
Scusate
,
scusate
,
signori
miei
!
-
disse
entrando
.
-
Se
disturbo
...
se
avete
da
parlare
in
segreto
...
Me
ne
vo
...
-
E
si
mise
a
sedere
lui
pure
,
col
cappello
in
testa
.
Tacquero
tutti
,
ciascuno
sbirciando
sottecchi
il
compagno
,
don
Ninì
col
naso
dentro
la
sciarpa
,
sua
moglie
colle
labbra
strette
.
Infine
disse
che
le
rincresceva
tanto
della
malattia
di
Bianca
.
-
Proprio
!
c
'
è
un
lutto
nel
paese
.
Ninì
è
un
pezzo
che
mi
predica
:
Giuseppina
mia
,
dobbiamo
andare
a
vedere
come
sta
mia
cugina
...
Gl
'
interessi
sono
una
cosa
,
ma
la
parentela
poi
è
un
'
altra
...
-
Dunque
,
-
riprese
don
Gesualdo
,
-
questa
bella
pensata
di
pigliarci
sottomano
le
terre
del
comune
chi
l
'
ha
fatta
?
Allora
non
fu
più
il
caso
di
fingere
.
Donna
Giuseppina
tornò
a
discorrere
del
fermento
che
c
'
era
in
paese
,
della
rivoluzione
che
minacciavano
.
Il
barone
Zacco
si
agitò
,
facendo
segno
col
capo
a
don
Gesualdo
.
-
Eh
?
eh
?
Cosa
vi
ho
detto
or
ora
?
...
-
Infine
...
-
conchiuse
donna
Giuseppina
,
-
è
meglio
parlarci
chiaro
e
darci
la
mano
tutti
quelli
che
abbiamo
da
perdere
...
E
tornò
su
quella
birbonata
di
sminuzzare
le
terre
del
comune
fra
i
più
poveri
,
in
tante
briciole
,
un
pizzico
per
ciascuno
,
che
non
fa
male
a
nessuno
!
...
Essa
rideva
così
che
le
ballava
il
ventre
dalla
bile
.
-
Ah
?
?
?
-
esclamò
il
barone
pavonazzo
in
viso
,
e
cogli
occhi
fuori
dell
'
orbita
.
-
Ah
?
?
?
-
E
non
disse
altro
Don
Gesualdo
rideva
anche
lui
.
-
Ah
?
voi
ridete
,
ah
?
-
Cosa
volete
che
faccia
?
Non
me
ne
importa
nulla
,
vi
dico
!
Donna
Giuseppina
rimase
stupefatta
:
-
Come
!
...
voi
!
...
-
Quindi
lo
tirò
in
disparte
,
vicino
al
canterano
dov
'
era
l
'
orologio
fermo
,
parlandogli
piano
,
con
le
mani
negli
occhi
.
Don
Gesualdo
stava
zitto
,
lisciandosi
il
mento
,
con
quel
risolino
calmo
che
faceva
schiattare
la
gente
.
I
due
baroni
da
lontano
tenevano
gli
occhi
fissi
su
di
lui
,
come
due
mastini
.
Infine
egli
scosse
il
capo
.
-
No
!
no
!
Ditegli
al
canonico
Lupi
che
denari
non
ne
metto
fuori
più
per
simili
pasticci
.
Le
terre
se
le
pigli
chi
vuole
...
Io
ho
le
mie
...
Gli
altri
gli
si
rivoltarono
contro
tutti
d
'
accordo
,
vociando
,
eccitandosi
l
'
un
l
'
altro
.
Zacco
,
adesso
che
aveva
capito
di
che
si
trattava
,
scalmanavasi
più
di
tutti
:
-
Una
pensata
seria
!
Da
uomo
con
tanto
di
barba
!
Il
miglior
modo
per
evitare
quella
birbonata
di
dividere
fra
i
nullatenenti
i
fondi
del
comune
!
...
Capite
?
...
Allora
vuol
dire
che
il
mio
non
è
più
mio
,
e
ciascuno
vuole
la
sua
parte
!
...
-
Don
Gesualdo
,
duro
,
scrollava
il
capo
;
badava
a
ripetere
:
-
No
!
no
!
non
mi
ci
pigliano
!
-
Tutt
'
a
un
tratto
il
barone
Zacco
afferrò
don
Ninì
per
la
sciarpa
e
lo
spinse
verso
il
canapè
quasi
volesse
mangiarselo
,
sussurrandogli
nell
'
orecchio
:
-
Volete
sentirla
?
Volete
che
ve
la
canti
?
E
'
segno
che
quello
lì
ci
ha
il
suo
fine
per
farci
rimaner
tutti
quanti
siamo
con
tanto
di
naso
!
...
Lo
conosco
!
...
Le
signore
Zacco
allo
strepito
s
'
erano
affacciate
sull
'
uscio
dell
'
anticamera
.
Successe
un
istante
d
'
imbarazzo
fra
i
parenti
.
Zacco
e
don
Ninì
si
calmarono
di
botto
,
tornando
cerimoniosi
.
-
Scusate
!
scusate
!
La
cugina
Bianca
crederà
chissà
cosa
,
al
sentirci
gridare
...
per
nulla
poi
!
...
-
Zacco
sorrideva
bonariamente
,
con
la
faccia
ancora
infocata
.
Don
Ninì
s
'
avvolgeva
di
nuovo
la
sciarpa
al
collo
.
Sua
moglie
,
col
sorriso
amabile
lei
pure
,
tolse
commiato
.
-
Tanti
saluti
a
donna
Bianca
...
Non
vogliamo
disturbarla
...
Speriamo
che
la
Madonna
abbia
a
fare
il
miracolo
...
-
Don
Ninì
con
la
bocca
coperta
grugnì
anche
lui
qualche
parola
che
non
potè
udirsi
.
-
Un
momento
.
Vengo
con
voi
,
-
esclamò
Zacco
.
-
E
fingendo
di
cercare
il
cappello
e
la
canna
d
'
India
s
'
accostò
a
don
Gesualdo
nel
buio
dell
'
anticamera
.
-
Sentite
...
Fate
male
,
in
parola
d
'
onore
!
Quella
è
una
proposta
seria
!
...
Fate
male
a
non
intendervi
col
barone
Rubiera
!
...
-
No
,
non
voglio
impicci
!
...
Ho
tanti
altri
fastidi
pel
capo
!
...
Poi
,
mia
moglie
ha
detto
di
no
.
Avete
udito
voi
stesso
.
Il
barone
stava
per
montare
in
furia
davvero
!
-
Ah
!
...
vostra
moglie
?
...
Le
date
retta
quando
vi
accomoda
!
-
Ma
cambiò
tono
subito
.
-
Del
resto
fate
voi
!
...
Fate
voi
,
amico
mio
!
...
Aspettate
,
don
Ninì
.
Veniamo
subito
.
-
Sua
moglie
non
la
finiva
più
.
Sembrava
che
non
potesse
staccarsi
dal
letto
dell
'
ammalata
,
rincalzando
la
coperta
,
sprimacciandole
il
guanciale
,
mettendole
sotto
mano
il
bicchier
d
'
acqua
e
le
medicine
,
con
la
faccia
lunga
,
sospirando
,
biasciando
avemarie
.
Voleva
pure
che
restasse
la
sua
ragazza
ad
assistere
la
notte
,
se
mai
.
Donna
Lavinia
acconsentiva
di
tutto
cuore
,
dandosi
da
fare
anche
essa
,
premurosa
,
impadronendosi
già
delle
chiavi
,
vigilando
su
tutto
,
come
una
padrona
.
-
No
!
...
-
mormorò
Bianca
con
la
voce
rauca
.
-
No
!
...
Non
ho
bisogno
di
nessuno
!
...
Non
voglio
nessuno
!
...
Li
seguiva
per
la
camera
con
l
'
occhio
inquieto
,
sospettoso
,
diffidente
,
con
un
certo
tono
di
rancore
nella
voce
cavernosa
.
Sforzavasi
di
mostrarsi
più
forte
,
sollevandosi
a
stento
sui
gomiti
tremanti
,
cogli
omeri
appuntati
che
sembravano
forare
la
camiciuola
da
notte
.
Poscia
,
appena
le
Zacco
se
ne
furono
andate
,
ricadde
sfinita
,
facendo
segno
al
marito
d
'
accostarsi
.
-
Sentite
!
...
sentite
!
...
Non
le
voglio
più
!
...
Non
le
fate
venir
più
quelle
donne
...
Si
son
messe
in
testa
di
darvi
moglie
...
come
se
fossi
già
morta
.
E
col
capo
seguitava
a
far
segno
di
sì
,
di
sì
,
che
non
s
'
ingannava
,
col
mento
aguzzo
nell
'
ombra
della
gola
infossata
,
mentr
'
egli
,
chino
su
di
lei
,
le
parlava
come
a
una
bimba
sorridendo
,
con
gli
occhi
gonfi
però
.
-
Vi
portano
in
casa
la
Lavinia
...
Non
vedono
l
'
ora
che
io
chiuda
gli
occhi
...
-
Lui
protestava
di
no
che
non
gliene
importava
nulla
della
Lavinia
,
che
non
voleva
più
rimaritarsi
,
che
ne
aveva
visti
abbastanza
dei
guai
.
E
la
poveretta
stava
ad
ascoltarlo
tutta
contenta
,
cogli
occhi
lustri
che
penetravano
fin
dentro
,
per
vedere
se
dicesse
la
verità
.
-
Sentite
...
ancora
...
un
'
altra
cosa
...
Accennava
sempre
con
la
mano
,
poichè
la
voce
le
mancava
,
quella
voce
che
sembrava
venire
da
lontano
,
gli
occhi
che
si
velavano
a
quando
a
quando
di
un
'
ombra
.
Aveva
fatto
anche
uno
sforzo
per
sollevarsi
,
onde
passargli
un
braccio
al
collo
,
come
non
le
restasse
che
lui
per
attaccarsi
alla
vita
,
agitando
il
viso
che
si
era
affilato
maggiormente
,
quasi
volesse
nasconderglielo
in
petto
,
quasi
volesse
confessarsi
con
lui
.
Dopo
un
momento
allentò
le
braccia
,
col
volto
rigido
e
chiuso
,
colla
voce
mutata
:
-
Più
tardi
...
Vi
dirò
poi
...
Ora
non
posso
...
II
Adesso
tutto
andava
a
rotta
di
collo
per
don
Gesualdo
;
la
casa
in
disordine
;
la
gente
di
campagna
,
lontano
dagli
occhi
del
padrone
,
faceva
quel
che
voleva
;
le
stesse
serve
scappavano
ad
una
ad
una
,
temendo
il
contagio
della
tisi
;
persino
Mena
,
l
'
ultima
che
era
rimasta
pel
bisogno
,
quando
parlarono
di
farle
lavare
i
panni
dell
'
ammalata
che
la
lavandaia
rifiutavasi
di
portare
al
fiume
,
temendo
di
perdere
le
altre
pratiche
,
disse
chiaro
il
fatto
suo
:
-
Don
Gesualdo
,
scusate
tanto
,
ma
la
mia
pelle
vale
quanto
la
vostra
che
siete
ricco
...
Non
vedete
com
'
è
ridotta
vostra
moglie
?
...
Mal
sottile
è
,
Dio
liberi
!
Io
ho
paura
,
e
vi
saluto
tanto
.
Dopo
che
s
'
erano
ingrassati
nella
sua
casa
!
Ora
tutti
l
'
abbandonavano
quasi
rovinasse
,
e
non
c
'
era
neppure
chi
accendesse
il
lume
.
Sembrava
quella
notte
alla
Salonia
,
in
cui
aveva
dovuto
mettere
colle
sue
mani
il
padre
nel
cataletto
.
Né
denari
né
nulla
giovava
più
.
Allora
don
Gesualdo
si
scoraggiò
davvero
.
Non
sapendo
dove
dar
di
capo
,
pensò
agli
amici
antichi
,
quelli
che
si
ricordano
nel
bisogno
,
e
mandò
a
chiamare
Diodata
per
dare
una
mano
.
Venne
invece
il
marito
di
lei
,
sospettoso
,
guardandosi
intorno
,
badando
dove
metteva
i
piedi
,
sputacchiando
di
qua
e
di
là
:
-
Quanto
a
me
...
anche
la
mia
pelle
,
se
la
volete
,
don
Gesualdo
!
...
Ma
Diodata
è
madre
di
famiglia
,
lo
sapete
...
Se
le
capita
qualche
disgrazia
,
Dio
ne
liberi
voi
e
me
...
Se
piglia
la
malattia
di
vostra
moglie
...
Siamo
povera
gente
...
Voi
siete
tanto
ricco
;
ma
io
non
avrei
neppure
di
che
pagarle
il
medico
e
lo
speziale
...
Insomma
le
solite
litanie
,
la
solita
giaculatoria
per
cavargli
dell
'
altro
sangue
.
Finalmente
,
dopo
un
po
'
di
tira
e
molla
,
s
'
accordarono
sul
compenso
.
Gli
toccava
chiudere
gli
occhi
e
chinare
il
capo
.
Nanni
l
'
Orbo
,
tutto
contento
del
negozio
che
aveva
fatto
,
conchiuse
:
-
Quanto
a
noi
siete
padrone
anche
della
nostra
pelle
,
don
Gesualdo
.
Comandateci
pure
,
di
notte
e
di
giorno
.
Vo
a
pigliare
mia
moglie
e
ve
la
porto
.
Ma
Bianca
soffriva
adesso
di
un
altro
male
.
Non
voleva
vedersi
Diodata
per
casa
.
Non
pigliava
nulla
dalle
sue
mani
.
-
No
!
...
tu
,
no
!
...
Vattene
via
!
Che
sei
venuta
a
fare
,
tu
?
-
Irritavasi
contro
quegli
affamati
che
venivano
a
mangiare
alle
sue
spalle
.
Come
s
'
affezionasse
anche
alla
roba
,
in
quel
punto
;
come
si
risvegliasse
in
lei
un
rancore
antico
,
una
gelosia
del
marito
che
volevano
rubarle
,
quella
cattiva
gente
venuta
apposta
a
chiuderle
gli
occhi
,
a
impadronirsi
di
tutto
il
suo
.
Era
diventata
tale
e
quale
una
bambina
,
sospettosa
irascibile
,
capricciosa
.
Si
lagnava
che
le
mettessero
qualche
cosa
nel
brodo
,
che
le
cambiassero
le
medicine
.
Ogni
volta
che
si
udiva
il
campanello
dell
'
uscio
c
'
era
una
scena
.
Diceva
che
mandavano
via
la
gente
per
non
fargliela
vedere
.
-
Ho
sentito
la
voce
di
mio
fratello
don
Ferdinando
!
...
E
'
arrivata
una
lettera
di
mia
figlia
,
e
non
hanno
voluto
darmela
!
...
-
Il
pensiero
della
figlia
era
un
altro
tormento
.
Isabella
stava
anch
'
essa
poco
bene
,
lontano
tanto
,
un
viaggio
che
l
'
avrebbe
rovinata
per
sempre
,
scriveva
suo
marito
.
Del
resto
sapevano
da
un
pezzo
come
Bianca
si
strascinasse
fra
letto
e
lettuccio
,
e
non
avrebbero
mai
creduto
la
catastrofe
così
prossima
.
Intanto
la
povera
madre
non
sapeva
darsi
pace
,
e
se
la
pigliava
con
don
Gesualdo
e
con
tutti
quanti
le
stavano
vicino
.
Ci
voleva
una
pazienza
da
santi
.
Aveva
un
bel
dire
suo
marito
:
-
Guarda
!
...
Cosa
diavolo
ti
viene
in
mente
adesso
!
...
Anche
la
gelosia
ti
viene
in
mente
!
...
-
Essa
aveva
certe
occhiate
nere
che
non
le
aveva
mai
visto
.
Con
certo
suono
che
non
le
aveva
mai
udito
nella
voce
rauca
,
essa
gli
diceva
:
-
Mi
avete
tolto
mia
figlia
...
anche
adesso
che
sono
in
questo
stato
!
...
Ve
lo
lascio
per
scrupolo
di
coscienza
!
...
-
Oppure
gli
rinfacciava
di
averle
messo
fra
i
piedi
quell
'
altra
gente
...
Oppure
non
rispondeva
affatto
,
col
viso
rivolto
al
muro
,
implacabile
.
Nanni
l
'
Orbo
s
'
era
installato
come
un
papa
in
casa
di
don
Gesualdo
.
Mangiava
e
beveva
.
Veniva
ogni
giorno
a
empirsi
la
pancia
.
Diodata
badava
a
quel
che
c
'
era
da
fare
,
e
lui
correva
in
piazza
a
spassarsela
,
a
confabulare
cogli
amici
,
a
dir
che
ci
voleva
questo
e
si
doveva
far
quell
'
altro
,
a
difendere
la
causa
della
povera
gente
nella
quistione
di
spartirsi
i
feudi
del
comune
,
ciascuno
il
suo
pezzetto
,
come
voleva
Dio
,
e
quanti
figliuoli
ogni
galantuomo
aveva
sulle
spalle
,
tante
porzioni
!
Egli
conosceva
anche
per
filo
e
per
segno
tutti
i
maneggi
dei
pezzi
grossi
che
cercavano
appropriarsi
le
terre
.
Una
volta
attaccò
una
gran
discussione
su
quest
'
argomento
con
Canali
,
e
andò
a
finire
a
pugni
,
adesso
che
non
era
più
il
tempo
delle
prepotenze
e
ognuno
diceva
le
sue
ragioni
.
Il
giorno
dopo
mastro
Titta
era
andato
da
Canali
a
radergli
la
barba
,
allorché
suonarono
il
campanello
e
Canali
andò
a
vedere
colla
saponata
al
mento
.
Mentre
affilava
il
rasoio
,
mastro
Titta
allungò
il
collo
per
semplice
curiosità
,
e
vide
Canali
il
quale
parlava
nell
'
anticamera
con
Gerbido
,
una
faccia
tutti
e
due
da
far
tendere
l
'
orecchio
a
chiunque
.
Canali
diceva
a
Gerbido
:
-
Ma
ti
fidi
poi
?
-
E
Gerbido
rispose
:
-
Oh
!
!
!
-
Nient
'
altro
.
Canali
tornò
a
farsi
la
barba
,
tranquillo
come
nulla
fosse
,
e
mastro
Titta
non
ci
pensò
più
.
Soltanto
la
sera
,
non
sapeva
egli
stesso
il
perché
...
un
presentimento
,
vedendo
Gerbido
appostato
alla
cantonata
della
Masera
,
colla
carabina
sotto
!
...
Gli
tornarono
in
mente
le
parole
di
poco
prima
.
-
Chissà
per
chi
è
destinata
quella
pillola
,
Dio
liberi
!
...
-
pensò
fra
di
sé
.
Già
i
tempi
erano
sospetti
,
e
la
gente
s
'
era
affrettata
a
casa
prima
che
suonasse
l
'
avemaria
.
Più
in
là
incontrando
Nanni
l
'
Orbo
,
che
stava
da
quelle
parti
,
il
cuore
gli
disse
che
Gerbido
aspettasse
appunto
lui
.
-
Che
fate
a
quest
'
ora
fuori
,
compare
Nanni
?
-
gli
disse
mastro
Titta
.
-
Venitevene
a
casa
piuttosto
,
che
faremo
la
strada
insieme
...
-
No
,
mastro
Titta
,
devo
passare
qui
dal
tabaccaio
,
e
poi
vo
un
momento
a
vedere
Diodata
,
che
è
ad
assistere
la
moglie
di
don
Gesualdo
.
-
Fatemi
questo
piacere
,
compare
Nanni
!
Venite
a
casa
piuttosto
!
Il
tabacco
ve
lo
darò
io
,
e
da
vostra
moglie
ci
andrete
domani
.
Non
son
tempi
d
'
andare
per
le
strade
a
quest
'
ora
!
...
Credete
a
me
!
...
L
'
altro
la
voltava
in
burla
;
diceva
di
non
aver
paura
lui
,
che
gli
rubassero
i
denari
che
non
aveva
...
L
'
aspettava
sua
moglie
con
un
piatto
di
maccheroni
...
e
tante
altre
cose
...
Per
un
piatto
di
maccheroni
,
Dio
liberi
,
ci
lasciò
la
pelle
!
Appena
mastro
Titta
udì
il
rumore
della
schioppettata
,
due
minuti
dopo
,
disse
fra
sé
:
-
Questa
è
compare
Nanni
che
se
l
'
è
presa
.
Don
Gesualdo
quel
giorno
aveva
avuto
degli
altri
dispiaceri
.
Speranza
mandava
l
'
usciere
giusto
quando
sapeva
di
fargli
dare
l
'
anima
al
diavolo
.
Non
gli
lasciavano
requie
da
anni
ed
anni
,
e
gli
avevano
fatto
incanutire
i
capelli
con
quella
lite
.
Anche
Speranza
ci
si
era
ridotta
simile
a
una
strega
;
ci
s
'
era
mangiata
la
chiusa
e
la
vigna
,
stuzzicata
da
ciascuno
che
avesse
avuto
da
dire
con
suo
fratello
.
Andava
vituperandolo
da
per
tutto
.
L
'
aspettava
apposta
nella
strada
per
vomitargli
addosso
delle
ingiurie
.
Gli
aizzava
contro
i
figliuoli
,
poiché
il
marito
non
voleva
guastarsi
il
sangue
-
era
buono
soltanto
per
portarsi
la
pancia
a
spasso
nel
paese
,
lui
-
e
lo
stesso
Santo
,
allorchè
aveva
bisogno
di
denari
,
voltava
casacca
e
si
metteva
dalla
parte
di
Gesualdo
,
a
sputare
contro
di
lei
gli
stessi
improperi
che
aveva
diretto
al
fratello
:
una
banderuola
che
girava
a
seconda
del
vento
.
-
E
'
una
vera
bricconata
,
vedete
,
don
Camillo
!
Mi
tirano
di
queste
sassate
giusto
mentre
sono
nei
guai
sino
al
collo
.
Ho
seminato
bene
e
raccolgo
male
da
tutti
quanti
,
vedete
!
Don
Camillo
si
strinse
nelle
spalle
.
-
Scusate
,
don
Gesualdo
.
Io
fo
l
'
ufficio
mio
.
Perché
vi
siete
guastato
col
canonico
Lupi
?
...
Per
l
'
appalto
dello
stradone
!
...
per
una
cosa
da
nulla
...
Quello
è
un
servo
di
Dio
che
bisogna
tenerselo
amico
...
Ora
soffia
nel
fuoco
coi
vostri
parenti
...
Non
voglio
dir
male
di
nessuno
;
ma
vi
darà
da
fare
,
caro
don
Gesualdo
!
E
don
Gesualdo
stava
zitto
;
curvava
le
spalle
adesso
che
ciascuno
gli
diceva
la
sua
,
e
chi
poteva
gli
tirava
la
sassata
.
Come
sapevasi
che
sua
moglie
stava
peggio
,
il
marchese
Limòli
era
venuto
a
visitare
la
nipote
,
e
ci
aveva
condotto
pure
don
Ferdinando
,
tutti
e
due
a
braccetto
,
sorreggendosi
a
vicenda
.
-
La
morte
e
l
'
ignorante
,
-
osservavano
quanti
li
incontravano
a
quell
'
ora
per
le
strade
,
col
fermento
che
c
'
era
nel
paese
;
e
si
facevano
la
croce
vedendo
ancora
al
mondo
don
Ferdinando
,
con
quella
palandrana
che
non
teneva
più
insieme
.
I
due
vecchi
s
'
erano
messi
a
sedere
dinanzi
al
letto
,
col
mento
sul
bastone
,
mentre
don
Gesualdo
faceva
la
storia
della
malattia
,
e
il
cognato
gli
voltava
la
schiena
senza
dir
nulla
,
rivolto
alla
sorella
,
la
quale
guardava
or
questo
ed
ora
quell
'
altro
,
poveretta
,
con
quegli
occhi
che
volevano
far
festa
a
tutti
quanti
,
allorché
s
'
udì
un
vocìo
per
la
strada
,
gente
che
correva
strillando
,
quasi
fosse
scoppiata
la
rivoluzione
che
s
'
aspettava
.
Tutt
'
a
un
tratto
si
udì
bussare
al
portone
e
una
voce
che
gridava
:
-
Comare
Diodata
,
aprite
!
Correte
,
subito
!
Andate
a
vedere
,
che
vostro
marito
si
è
presa
una
schioppettata
!
...
lì
,
nella
farmacia
!
...
Diodata
corse
così
come
si
trovava
,
a
testa
scoperta
,
urlando
per
le
strade
.
In
un
momento
la
casa
di
don
Gesualdo
fu
tutta
sottosopra
.
Venne
anche
il
barone
Zacco
,
sospettoso
,
inquieto
,
masticando
le
parole
,
guardandosi
dinanzi
e
di
dietro
prima
d
'
aprir
bocca
.
-
Avete
visto
?
E
'
fatta
!
Hanno
ammazzato
il
marito
di
Diodata
!
Don
Gesualdo
allora
si
lasciò
scappare
la
pazienza
.
-
Che
ci
posso
fare
io
?
Mi
mancava
anche
questa
!
Che
diavolo
volete
da
me
?
-
Ah
,
cosa
potete
farci
?
...
Scusate
!
Credevo
che
doveste
ringraziarmi
...
se
vengo
subito
ad
avvertirvi
...
pel
bene
che
vi
voglio
...
da
amico
...
da
parente
...
Intanto
sopraggiungeva
dell
'
altra
gente
.
Zacco
allora
andava
a
vedere
chi
fosse
,
socchiudendo
l
'
uscio
dell
'
anticamera
.
Ogni
momento
si
udiva
sbattere
il
portone
,
tanti
scossoni
per
la
povera
ammalata
.
A
un
certo
punto
Zacco
venne
a
dire
,
tutto
stravolto
:
-
A
Palermo
c
'
è
un
casa
del
diavolo
...
La
rivoluzione
...
Vogliono
farla
anche
qui
...
Quel
briccone
di
Nanni
l
'
Orbo
doveva
farsi
ammazzare
giusto
adesso
!
...
Don
Gesualdo
continuava
a
stringersi
nelle
spalle
,
come
uno
che
non
gliene
importa
nulla
oramai
,
tutto
per
la
poveretta
ch
'
era
in
fin
di
vita
.
Dopo
un
po
'
giunsero
la
moglie
e
le
figlie
del
barone
Zacco
,
vestite
di
casa
,
cogli
scialli
giù
pel
dorso
,
le
facce
lunghe
,
senza
salutar
nessuno
.
Si
vedeva
ch
'
era
finita
.
La
baronessa
andava
a
parlare
ogni
momento
sottovoce
col
marito
.
Donna
Lavinia
s
'
impadronì
delle
chiavi
.
A
quella
vista
don
Gesualdo
si
sbiancò
in
viso
.
Non
ebbe
il
coraggio
neppure
di
chiedere
s
'
era
giunta
l
'
ora
.
Soltanto
,
cogli
occhi
lustri
interrogava
tutti
quanti
,
ad
uno
ad
uno
.
Ma
gli
rispondevano
con
delle
mezze
parole
.
Il
barone
allungava
il
muso
,
sua
moglie
alzava
gli
occhi
al
cielo
,
colle
mani
giunte
.
Le
ragazze
,
già
prese
dal
sonno
,
stavano
zitte
sedute
nella
stanza
accanto
a
quella
dov
'
era
l
'
ammalata
.
Verso
mezzanotte
,
come
la
poveretta
s
'
era
chetata
a
poco
a
poco
,
don
Gesualdo
voleva
mandarli
a
riposare
.
-
No
,
-
disse
il
barone
,
-
non
vi
lasceremo
solo
questa
notte
.
Allora
don
Gesualdo
non
fiatò
più
,
giacchè
non
c
'
era
più
speranza
.
Si
mise
a
passeggiare
in
lungo
e
in
largo
,
a
capo
chino
,
colle
mani
dietro
la
schiena
.
Di
tanto
in
tanto
si
chinava
sul
letto
della
moglie
.
Poi
tornava
a
passeggiare
nella
stanza
vicina
,
borbottava
fra
di
sè
,
scrollava
il
capo
,
si
stringeva
nelle
spalle
.
Infine
si
rivolse
a
Zacco
,
colla
voce
piena
di
lagrime
:
-
Io
direi
di
mandare
a
chiamare
i
suoi
parenti
...
eh
?
don
Ferdinando
...
Che
ne
dite
voi
?
Zacco
fece
una
smorfia
.
-
I
suoi
parenti
?
...
Ah
,
va
bene
...
Come
volete
...
Domani
...
a
giorno
fatto
...
Ma
il
pover
'
uomo
non
seppe
più
frenarsi
,
le
parole
gli
cuocevano
dentro
e
sulle
labbra
.
-
Capite
?
...
Neanche
farle
vedere
la
figliuola
per
l
'
ultima
volta
!
E
'
un
porco
,
quel
signor
duca
!
Tre
mesi
che
scrive
oggi
verremo
e
domani
verremo
!
Come
se
avesse
dovuto
campar
cent
'
anni
quella
poveretta
!
Dice
bene
il
proverbio
:
Lontano
dagli
occhi
e
lontano
dal
cuore
.
Ci
ha
rubato
la
figlia
e
la
dote
,
quell
'
assassino
!
E
continuò
a
sfogarsi
così
per
un
pezzo
colla
moglie
di
Zacco
,
che
era
mamma
anche
lei
,
e
accennava
di
sì
,
sforzandosi
di
tenere
aperti
gli
occhi
che
le
si
chiudevano
da
soli
.
Egli
,
che
non
sentiva
nè
il
sonno
nè
nulla
,
tornava
a
brontolare
:
-
Che
notte
!
che
nottata
eterna
!
Com
'
è
lunga
questa
notte
,
Domeneddio
!
Appena
spuntò
il
giorno
aprì
il
balcone
per
chiamare
Nardo
il
manovale
,
e
mandarlo
da
tutti
i
parenti
,
chè
Bianca
,
poveretta
,
stava
assai
male
,
se
volevano
vederla
.
Per
la
strada
c
'
era
un
via
vai
straordinario
,
e
laggiù
in
piazza
udivasi
un
gran
sussurro
.
Mastro
Nardo
,
al
ritorno
,
portò
la
notizia
.
-
Hanno
fatto
la
rivoluzione
.
C
'
è
la
bandiera
sul
campanile
.
Don
Gesualdo
lo
mandò
al
diavolo
.
Gliene
importava
assai
della
rivoluzione
adesso
!
L
'
aveva
in
casa
la
rivoluzione
adesso
!
Ma
Zacco
procurava
di
calmarlo
.
-
Prudenza
,
prudenza
!
Questi
son
tempi
che
ci
vuol
prudenza
,
caro
amico
.
Di
lì
a
un
po
'
si
udì
bussare
di
nuovo
al
portone
.
Don
Gesualdo
corse
in
persona
ad
aprire
,
credendo
che
fosse
il
medico
o
qualchedun
'
altro
di
tutti
coloro
che
aveva
mandato
a
chiamare
.
Invece
si
trovò
di
faccia
il
canonico
Lupi
,
vestito
di
corto
,
con
un
cappellaccio
a
cencio
,
e
il
baronello
Rubiera
che
se
ne
stava
in
disparte
.
-
Scusate
,
don
Gesualdo
...
Non
vogliamo
disturbarvi
...
Ma
è
un
affare
serio
...
Sentite
qua
...
Lo
tirò
nella
stalla
onde
dirgli
sottovoce
il
motivo
per
cui
erano
venuti
.
Don
Ninì
da
lontano
,
ancora
imbroncito
,
approvava
col
capo
.
-
S
'
ha
da
fare
la
dimostrazione
,
capite
?
Gridare
che
vogliamo
Pio
Nono
e
la
libertà
anche
noi
...
Se
no
ci
pigliano
la
mano
i
villani
.
Dovete
esserci
anche
voi
.
Non
diamo
cattivo
esempio
,
santo
Dio
!
-
Ah
?
La
stessa
canzone
della
Carboneria
?
-
saltò
su
don
Gesualdo
infuriato
.
-
Vi
ringrazio
tanto
,
canonico
!
Non
ne
fo
più
di
rivoluzioni
!
Bel
guadagno
che
ci
abbiamo
fatto
a
cominciare
!
Adesso
ci
hanno
preso
gusto
,
e
ogni
po
'
ve
ne
piantano
un
'
altra
per
togliervi
i
denari
di
tasca
.
Oramai
ho
capito
cos
'
è
:
Levati
di
lì
,
e
dammi
il
fatto
tuo
!
-
Vuol
dire
che
difendete
il
Borbone
?
Parlate
chiaro
.
-
Io
difendo
la
mia
roba
,
caro
voi
!
Ho
lavorato
...
col
mio
sudore
...
Allora
...
va
bene
...
Ma
adesso
non
ho
più
motivo
di
fare
il
comodo
di
coloro
che
non
hanno
e
non
posseggono
...
-
E
allora
ve
la
fanno
a
voi
,
capite
!
Vi
saccheggiano
la
casa
e
tutto
!
Il
canonico
aggiunse
che
veniva
nell
'
interesse
di
coloro
che
avevano
da
perdere
e
dovevano
darsi
la
mano
,
in
quel
frangente
,
pel
bene
di
tutti
...
Se
no
,
non
ci
avrebbe
messo
i
piedi
in
casa
sua
...
dopo
il
tiro
che
gli
aveva
giocato
per
l
'
appalto
dello
stradone
...
-
Scusate
!
Giacché
volete
fare
il
sordo
...
Sapete
che
avete
tanti
nemici
!
Invidiosi
...
quel
che
volete
...
Intanto
non
vi
guardano
di
buon
occhio
...
Dicono
che
siete
peggio
degli
altri
,
ora
che
avete
dei
denari
.
Questo
è
il
tempo
di
spenderli
,
i
denari
,
se
volete
salvar
la
pelle
!
A
quel
punto
prese
la
parola
anche
don
Ninì
:
-
Lo
sapete
che
ci
accusano
di
aver
fatto
uccidere
Nanni
l
'
Orbo
...
per
chiudergli
la
bocca
...
Voi
pel
primo
!
...
Mi
dispiace
che
m
'
hanno
visto
venire
con
mia
moglie
,
l
'
altra
sera
...
-
Già
,
-
osservò
il
canonico
,
-
siamo
giusti
.
Chi
poteva
avere
interesse
che
compare
Nanni
non
chiacchierasse
tanto
?
...
Una
bocca
d
'
inferno
,
signori
miei
!
La
storia
di
Diodata
la
sa
tutto
il
paese
.
Ora
vi
scatenano
contro
anche
i
figliuoli
...
vedrete
,
don
Gesualdo
!
-
Va
bene
,
-
rispose
don
Gesualdo
.
-
Vi
saluto
.
Non
posso
lasciar
mia
moglie
in
quello
stato
per
ascoltar
le
vostre
chiacchiere
.
-
E
volse
loro
le
spalle
.
-
Ah
,
-
soggiunse
il
canonico
andandogli
dietro
su
per
le
scale
.
-
Scusate
,
non
ne
sapevo
nulla
.
Non
credevo
che
fossimo
già
a
questo
punto
...
Giacché
erano
lì
non
potevano
fare
a
meno
di
salire
un
momento
a
veder
donna
Bianca
,
lui
e
il
baronello
.
Don
Ninì
si
fermò
all
'
uscio
col
cappello
in
mano
,
senza
dire
una
parola
,
e
il
canonico
,
che
se
ne
intendeva
,
dopo
un
po
'
fece
cenno
col
capo
a
don
Gesualdo
,
come
a
dirgli
di
sì
,
ch
'
era
ora
.
-
Io
me
ne
vo
,
-
disse
don
Ninì
rimettendosi
il
cappello
.
-
Scusatemi
tanto
,
io
non
ci
reggo
.
C
'
era
già
don
Ferdinando
Trao
al
capezzale
,
come
una
mummia
,
e
la
zia
Macrì
,
la
quale
asciugava
il
viso
alla
nipote
con
un
fazzoletto
di
tela
fine
.
Le
Zacco
erano
pallide
della
nottata
persa
,
e
donna
Lavinia
non
si
reggeva
più
in
piedi
.
Sopraggiunse
il
marchese
Limòli
insieme
al
confessore
.
Donna
Agrippina
allora
li
mise
fuori
tutti
quanti
.
Don
Gesualdo
,
dietro
a
quell
'
uscio
chiuso
,
si
sentiva
un
gruppo
alla
gola
,
quasi
gli
togliessero
prima
del
tempo
la
sua
povera
moglie
.
-
Ah
!
...
-
borbottò
il
marchese
.
-
Che
commedia
,
povera
Bianca
!
Noi
restiamo
qui
per
assistere
ogni
giorno
alla
commedia
,
eh
,
don
Ferdinando
!
...
Anche
la
morte
s
'
è
scordata
che
ci
siamo
al
mondo
noi
!
...
Don
Ferdinando
stava
a
sentire
,
istupidito
.
Tratto
tratto
guardava
timidamente
di
sottecchi
il
cognato
che
aveva
gli
occhi
gonfi
,
la
faccia
gialla
e
ispida
di
peli
,
e
faceva
atto
d
'
andarsene
,
impaurito
.
-
No
,
-
disse
il
marchese
.
-
Non
potete
lasciare
la
sorella
in
questo
punto
.
Siete
come
un
bambino
,
caspita
!
Entrò
in
quel
mentre
il
barone
Mèndola
,
col
fiato
ai
denti
,
cominciando
dallo
scusarsi
a
voce
alta
:
-
Mi
dispiace
...
Non
ne
sapevo
nulla
...
Non
credevo
...
-
Poi
,
vedendosi
intorno
quei
visi
e
quel
silenzio
,
abbassò
la
voce
e
andò
a
finire
il
discorso
in
un
angolo
,
all
'
orecchio
del
barone
Zacco
.
Costui
tornava
a
parlare
della
nottata
che
avevano
persa
:
le
sue
ragazze
senza
chiudere
occhio
,
Lavinia
che
non
si
reggeva
in
piedi
.
Don
Gesualdo
guardava
è
vero
stralunato
di
qua
e
di
là
,
ma
si
vedeva
che
non
gli
dava
retta
.
In
quella
tornò
ad
uscire
il
prete
,
strascicando
i
piedi
,
con
una
commozione
che
gli
faceva
tremar
le
labbra
cadenti
,
povero
vecchio
.
-
Una
santa
!
...
-
disse
al
marito
.
-
Una
santa
addirittura
!
Don
Gesualdo
affermò
col
capo
,
col
cuore
gonfio
anche
lui
.
Bianca
ora
stava
supina
,
cogli
occhi
sbarrati
,
il
viso
come
velato
da
un
'
ombra
.
Donna
Agrippina
preparava
l
'
altare
sul
comò
,
con
la
tovaglia
damascata
e
i
candelieri
d
'
argento
.
A
che
gli
giovava
adesso
avere
i
candelieri
d
'
argento
?
Don
Ferdinando
andava
toccando
ogni
cosa
,
proprio
come
un
bambino
curioso
.
Infine
si
piantò
ritto
dinanzi
al
letto
,
guardando
la
sorella
che
stava
facendo
i
conti
con
Domeneddio
in
quel
momento
,
e
si
mise
a
piangere
e
a
singhiozzare
.
Piangevano
tutti
quanti
.
In
quell
'
istante
fece
capolino
dall
'
uscio
donna
Sarina
Cirmena
,
scalmanata
,
col
manto
alla
rovescia
,
esitante
,
guardando
intorno
per
vedere
come
l
'
avrebbero
accolta
,
cominciando
diggià
a
fregarsi
gli
occhi
col
fazzoletto
ricamato
.
-
Scusate
!
Perdonate
!
Io
non
ci
ho
il
pelo
nello
stomaco
...
Ho
sentito
che
mia
nipote
...
Il
cuore
l
'
ho
qui
,
di
carne
!
...
L
'
ho
tenuta
come
una
figliuola
!
...
Bianca
!
...
Bianca
!
...
-
No
,
zia
!
-
disse
donna
Agrippina
.
-
S
'
aspetta
il
viatico
.
Non
la
disturbate
adesso
con
pensieri
mondani
...
-
E
'
giusto
,
-
disse
donna
Sarina
.
-
Scusatemi
,
don
Gesualdo
.
Dopo
che
si
fu
comunicata
,
Bianca
parve
un
po
'
più
calma
.
L
'
affanno
era
cessato
,
e
arrivò
a
balbettare
qualche
parola
.
Ma
aveva
una
voce
che
s
'
udiva
appena
.
-
Vedete
?
-
disse
donna
Agrippina
.
-
Vedete
,
ora
che
si
è
messa
in
grazia
di
Dio
!
...
Alle
volte
il
Signore
fa
il
miracolo
.
-
Le
misero
sul
petto
la
reliquia
della
Madonna
.
Donna
Agrippina
si
tolse
il
cingolo
della
tonaca
per
ficcarglielo
sotto
il
guanciale
.
La
zia
Cirmena
portava
esempi
di
guarigioni
miracolose
:
tutto
sta
ad
avere
fede
nei
santi
e
nelle
reliquie
benedette
:
il
Signore
può
far
questo
ed
altro
.
Lo
stesso
don
Gesualdo
allora
si
mise
a
piangere
come
un
bambino
.
-
Anche
lui
!
-
borbottò
donna
Sarina
,
fingendo
di
parlare
all
'
orecchio
della
Macrì
.
-
Anche
lui
,
il
cuore
non
l
'
ha
cattivo
in
fondo
.
Non
capisco
però
come
Isabella
non
sia
venuta
...
duchessa
o
no
!
...
Mamme
ne
abbiamo
una
sola
!
...
Se
bisognava
fare
tante
storie
per
arrivare
a
questo
bel
risultato
...
-
E
'
un
porco
!
...
un
infame
!
...
un
assassino
!
-
seguitò
a
brontolare
don
Gesualdo
,
stralunato
,
colle
labbra
strette
,
gli
occhi
accesi
che
pareva
un
pazzo
.
-
Eh
?
che
cosa
?
-
domandò
la
Cirmena
.
-
Ssst
!
ssst
!
-
interruppe
donna
Agrippina
.
Il
barone
Mèndola
si
chinò
all
'
orecchio
di
Zacco
per
dirgli
qualche
cosa
.
L
'
altro
scosse
il
testone
arruffato
e
gonfio
due
o
tre
volte
.
La
baronessa
approfittò
del
buon
momento
per
indurre
don
Gesualdo
a
pigliare
un
po
'
di
ristoro
dalle
mani
stesse
di
Lavinia
.
-
Sì
,
un
po
'
di
brodo
,
due
giorni
che
non
apriva
bocca
il
pover
'
uomo
!
...
Come
passarono
nella
stanza
accanto
,
che
dava
sulla
strada
,
si
udì
da
lontano
un
rumore
che
pareva
del
mare
in
tempesta
.
Mèndola
narrò
allora
quello
che
aveva
visto
nel
venire
.
-
Sissignore
!
Hanno
messo
la
bandiera
sul
campanile
.
Dicono
ch
'
è
il
segno
di
abolire
tutti
i
dazi
e
la
fondiaria
.
Perciò
or
ora
faranno
la
dimostrazione
.
Il
procaccia
delle
lettere
ha
portato
la
notizia
che
a
Palermo
l
'
hanno
già
fatta
...
e
anche
in
tutti
i
paesi
lungo
la
strada
.
Sicché
sarebbe
una
porcheria
a
non
farla
anche
qui
da
noi
...
Infine
cosa
può
costare
?
La
banda
,
quattro
palmi
di
mussolina
...
Guardate
!
...
guardate
!
...
Dalla
via
del
Rosario
spuntava
una
bandiera
tricolore
in
cima
a
una
canna
,
e
dietro
una
fiumana
di
gente
che
vociava
e
agitava
braccia
e
cappelli
in
aria
.
Di
tanto
in
tanto
partiva
anche
una
schioppettata
.
Il
marchese
,
ch
'
era
sordo
come
una
talpa
,
domandò
:
-
Eh
?
Che
c
'
è
?
Il
finimondo
c
'
era
!
Don
Gesualdo
rimase
colla
chicchera
in
mano
.
S
'
udì
in
quel
punto
una
forte
scampanellata
all
'
uscio
,
e
Zacco
corse
a
vedere
.
Dopo
un
momento
sporse
il
capo
dall
'
uscio
dell
'
anticamera
,
e
chiamò
a
voce
alta
:
-
Marchese
!
Marchese
Limòli
!
Rimasero
a
discutere
sottovoce
nell
'
altra
stanza
.
Pareva
che
il
barone
mettesse
buone
parole
con
un
terzo
che
era
arrivato
allora
,
e
il
marchese
andasse
scaldandosi
.
-
No
!
no
!
è
una
porcheria
!
-
In
quella
rientrò
Zacco
,
solo
,
col
viso
acceso
.
-
Sentite
,
don
Gesualdo
!
...
Un
momento
...
una
parolina
...
La
folla
era
giunta
lì
,
sotto
la
casa
;
si
vedeva
la
bandiera
all
'
altezza
del
balcone
,
quasi
volesse
entrare
.
Si
udivano
degli
urli
:
viva
,
morte
.
-
Un
momento
!
-
esclamò
allora
Zacco
,
mettendo
da
parte
ogni
riguardo
.
-
Affacciatevi
un
momento
,
don
Gesualdo
!
Fatevi
vedere
,
se
no
succede
qualche
diavolo
!
...
C
'
era
il
canonico
Lupi
,
che
portava
il
ritratto
di
Pio
Nono
,
il
baronello
Rubiera
,
giallo
come
un
morto
,
sventolando
il
fazzoletto
,
tant
'
altra
gente
,
tutti
gridando
:
-
Viva
!
...
abbasso
!
...
morte
!
...
Don
Gesualdo
,
accasciato
sulla
seggiola
,
colla
chicchera
in
mano
,
seguitava
a
scrollare
il
capo
,
a
stringersi
nelle
spalle
,
pallido
come
la
camicia
,
ridotto
un
vero
cencio
.
Il
marchese
assolutamente
voleva
sapere
cosa
cercasse
quella
gente
,
laggiù
:
-
Eh
?
che
cosa
?
-
Vogliono
la
vostra
roba
!
-
esclamò
infine
il
barone
Zacco
fuori
dei
gangheri
.
Il
marchese
si
mise
a
ridere
dicendo
:
-
Padroni
!
padronissimi
!
-
In
quel
momento
passò
di
furia
donna
Agrippina
Macrì
,
colla
tonaca
color
pulce
che
le
sbatteva
dietro
,
e
nella
camera
della
moribonda
si
udì
un
gran
trambusto
,
seggiole
rovesciate
,
donne
che
strillavano
.
Don
Gesualdo
s
'
alzò
di
botto
,
vacillando
,
coi
capelli
irti
,
posò
la
chicchera
sul
tavolino
,
e
si
mise
a
passeggiare
innanzi
e
indietro
,
fuori
di
sé
,
picchiando
le
mani
l
'
una
sull
'
altra
e
ripetendo
:
-
S
'
è
fatta
la
festa
!
...
s
'
è
fatta
!
III
Giunse
poco
dopo
una
lettera
d
'
Isabella
la
quale
non
sapeva
nulla
ancora
della
catastrofe
,
e
fece
piangere
gli
stessi
sassi
.
Il
duca
scrisse
anche
lui
-
un
foglietto
con
una
lista
nera
larga
un
dito
,
e
il
sigillo
stemmato
,
pur
esso
nero
,
che
stringeva
il
cuore
-
inconsolabile
per
la
perdita
della
suocera
.
Diceva
che
alla
duchessa
s
'
era
dovuto
nascondere
la
verità
per
consiglio
degli
stessi
medici
,
visto
che
sarebbe
stato
un
colpo
di
fulmine
,
malaticcia
com
'
era
anch
'
essa
,
giusto
alla
vigilia
di
mettersi
in
viaggio
per
andare
a
vedere
sua
madre
!
...
Terminava
chiedendo
per
lei
qualche
ricordo
della
morta
,
una
bazzecola
,
una
ciocca
di
capelli
,
il
libro
da
messa
,
l
'
anellino
nuziale
che
soleva
portare
al
dito
...
Al
notaro
poi
scrisse
per
chiedere
se
la
defunta
,
buon
'
anima
,
avesse
lasciati
beni
stradotali
.
-
Si
seppe
poi
da
don
Emanuele
Fiorio
,
l
'
impiegato
della
posta
,
il
quale
scovava
i
fatti
di
tutto
il
paese
,
giacché
il
notaro
non
rispose
neppure
,
e
solo
con
qualche
intimo
,
brontolone
come
s
'
era
fatto
coll
'
età
,
andava
dicendo
:
-
Mi
pare
che
il
signor
duca
sia
ridotto
a
cercare
la
luna
nel
pozzo
,
mi
pare
!
La
povera
morta
se
n
'
era
andata
alla
sepoltura
in
fretta
,
fra
quattro
ceri
,
nel
subbuglio
della
gente
ammutinata
che
voleva
questo
,
e
voleva
quell
'
altro
,
stando
in
piazza
dalla
mattina
alla
sera
,
a
bociare
colle
mani
in
tasca
e
la
bocca
aperta
,
aspettando
la
manna
che
doveva
piovere
dal
campanile
imbandierato
.
Ciolla
ch
'
era
diventato
un
pezzo
grosso
alfine
,
con
una
penna
nera
nel
cappello
e
un
camiciotto
di
velluto
che
sembrava
un
bambino
,
a
quell
'
età
,
passeggiava
su
e
giù
per
la
piazza
,
guardando
di
qua
e
di
là
come
a
dire
alla
gente
:
-
Ehi
!
badate
a
voi
adesso
!
-
Don
Luca
,
portando
la
croce
dinanzi
alla
bara
,
ammiccava
gentilmente
,
per
farsi
strada
fra
la
folla
,
e
sorrideva
ai
conoscenti
,
come
udiva
lungo
la
via
tutti
quei
gloria
che
recitava
la
gente
alle
spalle
di
mastro
-
don
Gesualdo
.
-
Un
brigante
!
un
assassino
!
uno
che
s
'
era
arricchito
,
mentre
tanti
altri
erano
rimasti
poveri
e
pezzenti
peggio
di
prima
!
uno
che
aveva
i
magazzini
pieni
di
roba
,
e
mandava
ancora
l
'
usciere
in
giro
per
raccogliere
il
debito
degli
altri
.
-
A
strillare
più
forte
erano
i
debitori
che
s
'
erano
mangiato
il
grano
in
erba
prima
della
messe
.
Gli
rinfacciavano
pure
di
essere
il
più
tenace
a
non
voler
che
gli
altri
si
pigliassero
le
terre
del
comune
,
ciascuno
il
suo
pezzetto
.
Non
si
sapeva
donde
fosse
partita
l
'
accusa
;
ma
ormai
era
cosa
certa
.
Lo
dicevano
tutti
:
il
canonico
Lupi
armato
sino
ai
denti
,
il
barone
Rubiera
colla
cacciatora
di
fustagno
,
come
un
povero
diavolo
.
Essi
erano
continuamente
in
mezzo
ai
capannelli
,
alla
mano
e
bonaccioni
,
col
cuore
sulle
labbra
:
-
Quel
mastro
-
don
Gesualdo
sempre
lo
stesso
!
aveva
fatto
morire
la
moglie
senza
neppure
chiamare
un
medico
da
Palermo
!
Una
Trao
!
Una
che
l
'
aveva
messo
all
'
onore
del
mondo
!
A
che
l
'
era
giovato
essere
tanto
ricca
?
-
Il
canonico
si
lasciava
sfuggire
dell
'
altro
ancora
,
in
confidenza
:
Le
stesse
messe
in
suffragio
dell
'
anima
avevano
lesinato
alla
poveretta
!
-
Lo
so
di
certo
.
Sono
stato
in
sagrestia
.
Se
non
ha
cuore
neppure
pel
sangue
suo
!
...
Non
mi
fate
parlare
,
chè
domattina
devo
dir
messa
!
-
Nobili
e
plebei
,
passato
il
primo
sbigottimento
,
erano
diventati
tutti
una
famiglia
.
Adesso
i
signori
erano
infervorati
a
difendere
la
libertà
;
preti
e
frati
col
crocifisso
sul
petto
,
o
la
coccarda
di
Pio
Nono
,
e
lo
schioppo
ad
armacollo
.
Don
Nicolino
Margarone
s
'
era
fatto
capitano
,
cogli
speroni
e
il
berretto
gallonato
.
Donna
Agrippina
Macrì
preparava
filacce
e
parlava
d
'
andare
al
campo
,
appena
cominciava
la
guerra
.
La
signora
Capitana
raccoglieva
per
la
compera
dei
fucili
,
vestita
di
tre
colori
,
il
casacchino
rosso
,
la
gonnella
bianca
,
e
un
cappellino
calabrese
colle
penne
verdi
ch
'
era
un
amore
.
Le
altre
dame
ogni
giorno
portavano
sassi
alle
barricate
,
fuori
porta
,
coi
canestrini
ornati
di
nastri
e
la
musica
avanti
.
Sembrava
una
festa
,
mattina
e
sera
,
con
tutte
quelle
bandiere
,
quella
folla
per
le
strade
,
quelle
grida
di
viva
e
di
abbasso
,
ogni
momento
,
lo
scampanìo
,
la
banda
che
suonava
,
la
luminaria
più
tardi
.
Le
sole
finestre
che
rimanessero
chiuse
erano
quelle
di
don
Gesualdo
Motta
.
Lui
il
solo
che
se
ne
stesse
rintanato
come
un
lupo
,
nemico
del
suo
paese
,
adesso
che
ci
s
'
era
ingrassato
,
lagnandosi
continuamente
che
venivano
a
pelarlo
ogni
giorno
,
la
commissione
per
i
poveri
,
il
prestito
forzoso
la
questua
pei
fucili
!
...
Lui
lo
mettevano
in
capo
lista
,
lo
tassavano
il
doppio
degli
altri
.
Gli
toccava
difendersi
e
litigare
.
I
signori
del
Comitato
che
tornavano
stanchi
di
casa
sua
,
dopo
un
'
ora
di
tira
e
molla
,
ne
contavano
delle
belle
.
Dicevano
che
non
capiva
più
niente
,
uno
stupido
,
l
'
ombra
di
mastro
-
don
Gesualdo
,
un
cadavere
addirittura
,
che
stava
ancora
in
piedi
per
difendere
i
suoi
interessi
,
ma
la
mano
di
Dio
arriva
,
tosto
o
tardi
!
Intanto
i
villani
e
gli
affamati
che
stavano
in
piazza
dalla
mattina
alla
sera
,
a
bocca
aperta
,
aspettando
la
manna
che
non
veniva
,
si
scaldavano
il
capo
a
vicenda
,
discorrendo
delle
soperchierie
patite
,
delle
invernate
di
stenti
,
mentre
c
'
era
della
gente
che
aveva
i
magazzini
pieni
di
roba
,
dei
campi
e
delle
vigne
!
...
Pazienza
i
signori
,
che
c
'
erano
nati
...
Ma
non
si
davano
pace
,
pensando
che
don
Gesualdo
Motta
era
nato
povero
e
nudo
al
par
di
loro
.
-
Se
lo
rammentavano
tutti
povero
bracciante
.
-
Speranza
,
la
stessa
sua
sorella
predicava
lì
,
di
faccia
alla
bandiera
inalberata
sul
Palazzo
di
Città
,
ch
'
era
giunto
alfine
il
momento
di
restituire
il
mal
tolto
,
di
farsi
giustizia
colle
proprie
mani
.
Aizzava
contro
allo
zio
i
suoi
figliuoli
che
s
'
erano
fatti
grandi
e
grossi
,
e
capaci
di
far
valere
le
loro
ragioni
,
se
non
fossero
stati
due
capponi
,
come
il
genitore
,
che
s
'
era
acquetato
subito
,
quando
il
cognato
aveva
mandato
un
gruzzoletto
,
allorché
Bianca
stava
male
,
dicendo
che
voleva
fare
la
pace
con
tutti
quanti
,
e
dei
guai
ne
aveva
anche
troppi
.
Giacalone
,
a
cui
don
Gesualdo
aveva
fatto
pignorar
la
mula
pel
debito
del
raccolto
,
l
'
erede
di
Pirtuso
,
che
litigava
ancora
con
lui
per
certi
denari
che
il
sensale
s
'
era
portati
all
'
altro
mondo
,
tutti
coloro
che
gli
erano
contro
per
un
motivo
o
per
l
'
altro
,
soffiavano
adesso
nel
fuoco
,
dicendone
roba
da
chiodi
,
raccontando
tutte
le
porcherie
di
mastro
-
don
Gesualdo
,
sparlandone
in
ogni
bettola
e
in
ogni
crocchio
,
stuzzicando
anche
gli
indifferenti
,
con
quella
storia
delle
terre
comunali
che
dovevano
spartirsi
fra
tutti
quanti
,
delle
quali
ciascuno
aspettava
il
suo
pezzetto
,
di
giorno
in
giorno
,
e
ancora
non
se
ne
parlava
,
e
chi
ne
parlava
lo
facevano
uccidere
a
tradimento
,
per
tappargli
la
bocca
...
Si
sapeva
da
dove
era
partito
il
colpo
!
Mastro
Titta
aveva
riconosciuto
Gerbido
,
l
'
antico
garzone
di
don
Gesualdo
,
mentre
fuggiva
celandosi
il
viso
nel
fazzoletto
.
Così
tornò
a
galla
la
storia
di
Nanni
l
'
Orbo
il
quale
s
'
era
accollata
la
ganza
di
don
Gesualdo
coi
figliuoli
,
dei
poveri
trovatelli
che
andavano
a
zappare
nei
campi
del
genitore
per
guadagnarsi
il
pane
,
e
gli
baciavano
le
mani
per
giunta
,
come
quella
bestia
di
Diodata
che
a
chi
gli
dava
un
calcio
rispondeva
grazie
.
Dài
e
dài
erano
arrivati
a
scatenargli
contro
anche
loro
,
una
sera
che
li
avevano
tirati
in
quelle
chiacchiere
all
'
osteria
,
e
i
due
ragazzacci
non
possedevano
neppure
di
che
pagar
da
bere
agli
amici
.
Don
Gesualdo
si
vide
comparire
a
quell
'
ora
Nunzio
,
il
più
ardito
.
-
Il
nome
del
nonno
,
sì
glielo
aveva
dato
;
ma
la
roba
no
!
-
Per
poco
non
s
'
accapigliarono
,
padre
e
figlio
.
Si
fece
un
gran
gridare
,
una
lite
che
durò
mezz
'
ora
.
Accorse
anche
Diodata
,
coi
capelli
per
aria
,
vestita
di
nero
.
Nunzio
,
ubbriaco
fradicio
,
pretendeva
il
fatto
suo
lì
su
due
piedi
,
e
gliene
disse
di
tutte
le
specie
,
a
lei
e
a
lui
.
Lo
zio
Santo
,
che
s
'
era
accomodato
col
fratello
,
dopo
la
morte
della
cognata
,
aiutandolo
a
passar
l
'
angustia
,
mangiando
e
bevendo
alla
sua
barba
,
afferrò
la
stanga
per
metter
pace
.
Il
povero
don
Gesualdo
andò
a
coricarsi
più
morto
che
vivo
.
In
mezzo
a
tanti
dispiaceri
s
'
era
ammalato
davvero
.
Gli
avvelenavano
il
sangue
tutti
i
discorsi
che
sentiva
fare
alla
gente
.
Don
Luca
il
sagrestano
,
il
quale
gli
s
'
era
ficcato
in
casa
,
quasi
fosse
già
l
'
ora
di
portargli
l
'
olio
santo
,
pretendeva
che
don
Gesualdo
dovesse
aprire
i
magazzini
alla
povera
gente
,
se
voleva
salvare
l
'
anima
e
il
corpo
.
Lui
ci
aveva
cinque
figliuoli
sulle
spalle
,
cinque
bocche
da
sfamare
,
e
la
moglie
sei
.
Mastro
Titta
,
quand
'
era
venuto
a
cavargli
sangue
,
gli
cantò
il
resto
,
colla
lancetta
in
aria
:
-
Vedete
?
Se
non
mettono
giudizio
,
certuni
,
va
a
finir
male
,
stavolta
!
La
gente
non
ne
può
più
!
Sono
quarant
'
anni
che
levo
pelo
e
cavo
sangue
,
e
sono
ancora
quello
di
prima
,
io
!
Don
Gesualdo
,
malato
,
giallo
,
colla
bocca
sempre
amara
,
aveva
perso
il
sonno
e
l
'
appetito
;
gli
erano
venuti
dei
crampi
allo
stomaco
che
gli
mettevano
come
tanti
cani
arrabbiati
dentro
.
Il
barone
Zacco
era
il
solo
amico
che
gli
fosse
rimasto
.
E
la
gente
diceva
pure
che
doveva
averci
il
suo
interesse
a
fargli
l
'
amico
,
qualche
disegno
in
testa
.
Veniva
a
trovarlo
sera
e
mattina
,
gli
conduceva
la
moglie
e
le
figliuole
,
vestiti
di
nero
tutti
quanti
,
che
annebbiavano
una
strada
.
Gli
lasciava
la
sua
ragazza
per
curarlo
:
-
Lavinia
ci
ha
la
mano
apposta
,
per
far
decotti
.
-
Lavinia
è
un
diavolo
,
per
tener
d
'
occhio
una
casa
.
-
Lasciate
fare
a
Lavinia
che
sa
dove
metter
le
mani
.
-
Dall
'
altro
canto
poi
faceva
il
viso
brusco
se
Diodata
aveva
la
faccia
di
farsi
vedere
ancora
lì
,
da
don
Gesualdo
,
con
il
fazzoletto
nero
in
testa
,
carica
di
figliuoli
,
di
già
canuta
e
curva
come
una
vecchia
:
-
No
,
no
,
buona
donna
.
Non
abbiamo
bisogno
di
voi
!
Badate
ai
fatti
vostri
piuttosto
,
ché
qui
la
cuccagna
è
finita
.
-
Poscia
in
confidenza
spifferava
anche
delle
paternali
all
'
amico
.
-
Che
diavolo
ne
fate
di
quella
vecchia
?
...
Non
vi
conviene
di
lasciarvela
bazzicar
fra
i
piedi
colei
,
ora
ch
'
è
vedova
!
...
Dopo
che
l
'
avete
avuta
in
casa
anche
da
zitella
...
Il
mondo
,
sapete
bene
,
ha
la
lingua
lunga
!
Poi
,
quell
'
altra
storia
...
la
morte
di
suo
marito
...
E
'
vero
che
se
lo
meritava
!
...
Ma
infine
è
meglio
chiudere
la
bocca
alla
gente
!
...
Del
resto
,
non
avete
bisogno
di
nulla
,
ora
che
ci
abbiamo
qui
la
mia
ragazza
.
Lui
stesso
si
faceva
in
quattro
a
disporre
e
a
ordinare
nella
casa
del
cugino
don
Gesualdo
,
a
ficcare
il
naso
in
tutti
i
suoi
affari
,
a
correre
su
e
giù
con
le
chiavi
dei
magazzini
e
della
cantina
.
Gli
consigliava
pure
di
mettere
a
frutto
il
denaro
contante
,
se
ce
ne
aveva
in
serbo
,
caso
mai
le
faccende
s
'
imbrogliassero
peggio
.
-
Datelo
a
mutuo
,
col
suo
bravo
atto
dinanzi
notaio
...
un
po
'
per
uno
,
a
tutti
coloro
che
gridano
più
forte
perché
non
hanno
nulla
da
perdere
,
e
minacciano
adesso
di
scassinarvi
i
magazzini
e
bruciarvi
la
casa
.
Taceranno
,
per
adesso
.
Poi
,
se
arrivano
a
pigliarsi
le
terre
del
comune
,
voi
ci
mettete
subito
una
bella
ipoteca
.
Le
cose
non
possono
andare
sempre
a
questo
modo
.
I
tempi
torneranno
a
cambiare
,
e
voi
ci
avrete
messo
sopra
le
unghie
a
tempo
.
Ma
lui
non
voleva
sentir
parlare
di
denaro
.
Diceva
che
non
ne
aveva
,
che
suo
genero
l
'
aveva
rovinato
,
che
preferiva
riceverli
a
schioppettate
,
quelli
che
venivano
a
bruciargli
la
casa
o
a
scassinargli
i
magazzini
.
Era
diventato
una
bestia
feroce
,
verde
dalla
bile
,
la
malattia
stessa
gli
dava
alla
testa
.
Minacciava
:
-
Ah
!
La
mia
roba
?
Voglio
vederli
!
Dopo
quarant
'
anni
che
ci
ho
messo
a
farla
...
un
tarì
dopo
l
'
altro
!
...
Piuttosto
cavatemi
fuori
il
fegato
e
tutto
il
resto
in
una
volta
,
ché
li
ho
fradici
dai
dispiaceri
...
A
schioppettate
!
Voglio
ammazzarne
prima
una
dozzina
!
A
chi
ti
vuol
togliere
la
roba
levagli
la
vita
!
Perciò
aveva
armato
Santo
e
mastro
Nardo
,
il
vecchio
manovale
,
con
sciabole
e
carabine
.
Teneva
il
portone
sbarrato
,
due
mastini
feroci
nel
cortile
.
Dicevasi
che
in
casa
sua
ci
fosse
un
arsenale
;
che
la
sera
ricevesse
Canali
,
il
marchese
Limòli
,
dell
'
altra
gente
ancora
,
per
congiurare
,
e
un
bel
mattino
si
sarebbero
trovate
le
forche
in
piazza
,
e
appesi
tutti
coloro
che
avevano
fatta
la
rivoluzione
.
I
pochi
amici
perciò
l
'
avevano
abbandonato
,
onde
non
esser
visti
di
cattivo
occhio
.
E
Zacco
correva
davvero
un
brutto
rischio
continuando
ad
andare
da
lui
e
a
condurgli
tutta
la
famiglia
.
-
Peccato
che
con
voi
ci
si
rimette
il
ranno
e
il
sapone
!
-
gli
disse
però
più
di
una
volta
.
Sua
moglie
infine
,
vedendo
che
non
si
veniva
a
una
conclusione
con
quell
'
uomo
,
lasciò
scoppiare
la
bomba
,
un
giorno
che
don
Gesualdo
s
'
era
appisolato
sul
canapè
,
giallo
come
un
morto
,
e
la
sua
ragazza
gli
faceva
da
infermiera
,
messa
a
guardia
accanto
alla
finestra
.
-
Scusatemi
,
cugino
!
Sono
madre
,
e
non
posso
più
tacere
,
infine
...
Tu
,
Lavinia
,
vai
di
là
,
chè
ho
da
parlare
col
cugino
don
Gesualdo
...
Ora
che
non
c
'
è
più
la
mia
ragazza
,
apritemi
il
cuore
,
cugino
mio
...
e
ditemi
chiaro
la
vostra
intenzione
...
Quanto
a
me
ci
avrei
tanto
piacere
...
ed
anche
il
barone
mio
marito
...
Ma
bisogna
parlarci
chiaro
...
Il
poveraccio
spalancò
gli
occhi
assonnati
,
ancora
disfatto
dalla
colica
:
-
Eh
?
Che
dite
?
Che
volete
?
Io
non
vi
capisco
.
-
Ah
!
Non
mi
capite
?
Allora
che
ci
sta
a
far
qui
la
mia
Lavinia
?
Una
zitella
!
Siete
vedovo
finalmente
,
e
gli
anni
del
giudizio
li
dovete
anche
avere
,
per
pigliare
una
risoluzione
,
e
sapere
quel
che
volete
fare
!
-
Niente
.
Io
non
voglio
far
niente
.
Voglio
stare
in
pace
,
se
mi
ci
lasciano
stare
...
-
Ah
?
Così
?
Stateci
pure
a
comodo
vostro
...
Ma
intanto
non
è
giusto
...
capite
bene
!
...
Sono
madre
...
E
stavolta
,
risoluta
,
ordinò
alla
figliuola
di
prendere
il
manto
e
venirsene
via
.
Lavinia
obbedì
,
furibonda
anche
lei
.
Tutt
'
e
due
,
uscendo
da
quella
casa
per
l
'
ultima
volta
,
fecero
tanto
di
croce
sulla
soglia
.
-
Una
galera
,
quella
baracca
!
La
povera
cugina
Bianca
ci
aveva
lasciato
le
ossa
col
mal
sottile
!
-
Zacco
la
sera
stessa
andò
a
far
visita
al
barone
Rubiera
,
invece
di
annoiarsi
con
quel
villano
di
mastro
-
don
Gesualdo
che
passava
la
sera
a
lamentarsi
,
tenendosi
la
pancia
,
all
'
oscuro
,
per
risparmiare
il
lume
.
-
Mi
volete
,
eh
?
cugino
Rubiera
...
donna
Giuseppina
...
Don
Ninì
era
uscito
per
assistere
a
certo
conciliabolo
in
cui
si
trattavano
affari
grossi
.
Intanto
che
aspettava
,
il
barone
Zacco
volle
fare
il
suo
dovere
colla
baronessa
madre
,
ch
'
era
stato
un
pezzo
senza
vederla
.
La
trovò
nella
sua
camera
,
inchiodata
nel
seggiolone
di
faccia
al
letto
matrimoniale
,
accanto
al
quale
era
ancora
lo
schioppo
del
marito
,
buon
'
anima
,
e
il
crocifisso
che
gli
avevano
messo
sul
petto
in
punto
di
morte
,
imbacuccata
in
un
vecchio
scialle
,
e
colle
mani
inerti
in
grembo
.
Appena
vide
entrare
il
cugino
Zacco
si
mise
a
piangere
di
tenerezza
,
rimbambita
:
delle
lagrime
grosse
e
silenziose
che
si
gonfiavano
a
poco
a
poco
negli
occhi
torbidi
,
e
scendevano
lentamente
giù
per
le
guance
floscie
.
-
Bene
,
bene
,
mi
congratulo
,
cugina
Rubiera
!
La
testa
è
sana
!
Conoscete
ancora
la
gente
!
-
Essa
voleva
narrargli
anche
i
suoi
guai
,
biasciando
,
sbuffando
e
imbrogliandosi
,
con
la
lingua
grossa
e
le
labbra
pavonazze
,
spumanti
di
bava
.
Il
barone
,
affettuoso
,
tendeva
l
'
orecchio
,
si
chinava
su
di
lei
.
-
Eh
?
Che
cosa
?
Sì
,
sì
,
capisco
!
Avete
ragione
,
poveretta
!
-
In
quella
sopraggiunse
la
nuora
infuriata
.
-
Non
si
capisce
una
maledetta
!
-
osservò
Zacco
.
-
Deve
essere
un
purgatorio
per
voialtri
parenti
.
-
La
paralitica
fulminò
un
'
occhiata
feroce
,
rizzando
più
che
poteva
il
capo
piegato
sull
'
omero
,
mentre
donna
Giuseppina
la
sgridava
come
una
bimba
,
asciugandole
il
mento
con
un
fazzoletto
sudicio
.
-
Che
avete
?
che
volete
?
stolida
!
...
Vi
rovinate
la
salute
!
...
E
'
proprio
una
creaturina
di
latte
,
Dio
lodato
!
Non
bisogna
credere
a
quello
che
dice
!
Ci
vuole
una
pazienza
da
santi
a
durarla
con
lei
!
...
-
La
suocera
adesso
spalancava
gli
occhi
,
guardandola
atterrita
,
rannicchiando
il
capo
nelle
spalle
,
quasi
aspettando
di
essere
battuta
:
-
Vedete
?
Santa
pazienza
!
-
Ve
l
'
ho
detto
,
-
conchiuse
il
barone
.
-
Avete
il
purgatorio
in
terra
,
per
andarvene
diritto
in
paradiso
.
Indi
giunse
don
Ninì
a
prendere
le
chiavi
della
cantina
.
Trovando
il
cugino
fece
un
certo
viso
sciocco
.
-
Ah
...
cugino
!
...
che
c
'
è
di
nuovo
?
Vostra
moglie
sta
bene
?
...
Qui
,
da
me
,
lo
vedete
...
guai
colla
pala
!
Che
c
'
è
,
mammà
?
i
soliti
capricci
?
Permettetemi
,
cugino
Zacco
,
devo
scendere
giù
un
momento
...
Le
chiavi
stavano
sempre
lì
,
appese
allo
stipite
dell
'
uscio
.
La
paralitica
li
accompagnava
cogli
occhi
,
senza
poter
pronunziare
una
parola
,
sforzandosi
più
che
potesse
di
girare
il
capo
a
ogni
passo
che
faceva
il
figliuolo
,
con
delle
chiazze
di
sangue
guasto
che
le
ribollivano
a
un
tratto
nel
viso
cadaverico
.
Zacco
allora
cominciò
a
snocciolare
il
rosario
contro
di
mastro
-
don
Gesualdo
.
-
Signore
Iddio
,
me
ne
accuso
e
me
ne
pento
!
L
'
ho
durata
fin
troppo
con
colui
!
Mi
pareva
una
brutta
cosa
abbandonarlo
nel
bisogno
...
in
mezzo
a
tutti
i
suoi
nemici
...
Non
fosse
altro
per
carità
cristiana
...
Ma
via
!
è
troppo
...
Neanche
i
suoi
parenti
possono
tollerarlo
,
quell
'
uomo
!
Figuratevi
!
neanche
quello
stolido
di
don
Ferdinando
!
...
Si
contenta
di
non
uscire
più
di
casa
pur
di
non
essere
costretto
a
mettere
il
vestito
nuovo
che
gli
ha
mandato
a
regalare
il
cognato
...
Sin
che
campa
,
avete
inteso
?
Quello
è
un
uomo
di
carattere
!
Infine
sono
stanco
,
avete
capito
?
Non
voglio
rovinarmi
per
amore
di
mastro
-
don
Gesualdo
.
Ho
moglie
e
figliuoli
.
Dovrei
portarmelo
appeso
al
collo
come
un
sasso
per
annegarmi
?
-
Ah
!
...
ve
l
'
avevo
detto
io
!
Vediamo
,
via
,
in
coscienza
!
Cosa
era
mastro
-
don
Gesualdo
vent
'
anni
fa
?
...
Ora
ci
mette
i
piedi
sul
collo
,
a
noialtri
!
Vedete
,
signori
miei
,
un
barone
Zacco
che
gli
lustra
le
scarpe
e
s
'
inimica
coi
parenti
per
lui
!
L
'
altro
chinava
il
capo
,
contrito
.
Confessava
che
aveva
errato
,
a
fin
di
bene
,
per
impedirgli
di
far
dell
'
altro
male
,
e
cercare
di
cavarne
quel
poco
di
buono
che
si
poteva
.
Una
volta
,
in
vita
,
si
può
sbagliare
...
-
L
'
avete
capita
finalmente
?
Avete
visto
chi
aveva
ragione
di
noi
due
?
La
moglie
gli
chiuse
la
parola
in
bocca
con
una
gomitata
:
-
Lasciatelo
parlare
.
E
'
lui
che
deve
dire
ciò
che
vuole
adesso
da
noi
...
quel
ch
'
è
venuto
a
fare
...
-
Bene
!
-
conchiuse
Zacco
con
una
risata
bonaria
.
-
Son
venuto
a
fare
il
Figliuol
Prodigo
,
via
!
Siete
contenti
?
Donna
Giuseppina
era
contenta
a
bocca
stretta
.
Suo
marito
guardò
prima
lei
,
poi
il
cugino
Zacco
,
e
non
seppe
che
dire
.
-
Bene
,
-
riprese
Zacco
un
'
altra
volta
.
-
So
che
stasera
quei
ragazzi
vogliono
fare
un
po
'
di
chiasso
per
le
strade
.
Ci
avete
appunto
in
mano
le
chiavi
della
cantina
per
tenerli
allegri
.
Badate
che
non
ho
peli
sulla
lingua
,
se
a
qualcuno
salta
in
mente
di
venire
a
seccarmi
sotto
le
mie
finestre
.
Ci
ho
molta
roba
anch
'
io
nello
stomaco
,
e
non
voglio
aver
dei
nemici
a
credenza
,
come
mastro
-
don
Gesualdo
!
...
Marito
e
moglie
si
guardarono
negli
occhi
.
-
Son
padre
di
famiglia
!
-
tornò
a
dire
il
barone
.
-
Devo
difendere
i
miei
interessi
...
Scusate
...
Se
giochiamo
a
darci
il
gambetto
fra
di
noi
!
...
Donna
Giuseppina
prese
la
parola
lei
,
scandolezzata
:
-
Ma
che
discorsi
son
questi
?
...
Scusatemi
piuttosto
se
metto
bocca
nei
vostri
affari
.
Ma
infine
siamo
parenti
...
-
Questo
dico
io
.
Siamo
parenti
!
Ed
è
meglio
stare
uniti
fra
di
noi
...
di
questi
tempi
!
...
Don
Ninì
gli
stese
la
mano
:
-
Che
diavolo
!
...
che
sciocchezze
!
...
-
Quindi
si
sbottonò
completamente
,
guardando
ogni
tanto
sua
moglie
:
-
Venite
in
teatro
questa
sera
,
per
la
cantata
dell
'
inno
.
Fatevi
vedere
insieme
a
noialtri
.
Ci
sarà
anche
il
canonico
.
Dice
che
non
fa
peccato
,
perché
è
l
'
inno
del
papa
...
Discorreremo
poi
...
Bisogna
metter
mano
alla
tasca
,
amico
mio
.
Bisogna
spendere
e
regalare
.
Vedete
io
?
E
agitava
in
aria
le
chiavi
della
cantina
.
La
vecchia
,
che
non
aveva
perduto
una
parola
di
tutto
il
discorso
,
sebbene
nessuno
badasse
a
lei
,
si
mise
a
grugnire
in
una
collera
ostinata
di
bambina
,
gonfiando
apposta
le
vene
del
collo
per
diventar
pavonazza
in
viso
.
Ricominciò
il
baccano
:
nuora
e
figliuolo
la
sgridavano
a
un
tempo
;
lei
cercava
di
urlar
più
forte
,
agitando
la
testa
furibonda
.
Accorse
anche
Rosaria
,
col
ventre
enorme
,
le
mani
sudice
nella
criniera
arruffata
e
grigiastra
,
minacciando
la
paralitica
lei
pure
:
-
Guardate
un
po
'
!
E
'
diventata
cattiva
come
un
asino
rosso
!
Cosa
gli
manca
,
eh
?
Mangia
come
un
lupo
!
Rosaria
non
la
finiva
più
su
quel
tono
.
Il
barone
Zacco
pensò
bene
di
accomiatarsi
in
quel
frangente
.
-
Dunque
,
stasera
,
alla
cantata
.
IV
C
'
era
un
teatrone
,
poiché
s
'
entrava
gratis
.
Lumi
,
cantate
,
applausi
che
salivano
alle
stelle
.
La
signora
Aglae
era
venuta
apposta
da
Modica
,
a
spese
del
comune
,
per
declamare
l
'
inno
di
Pio
Nono
ed
altre
poesie
d
'
occasione
.
Al
vederla
vestita
alla
greca
,
con
tutta
quella
grazia
di
Dio
addosso
,
prosit
a
lei
,
don
Ninì
Rubiera
,
nella
commozione
generale
,
si
sentiva
venire
le
lagrime
agli
occhi
,
e
smanacciava
più
forte
degli
altri
,
borbottando
fra
di
sé
:
-
Corpo
di
!
...
E
'
ancora
un
bel
pezzo
di
donna
!
...
Fortuna
che
non
ci
sia
mia
moglie
qui
!
...
Ma
i
rimasti
fuori
,
che
spingevano
senza
poter
entrare
,
partirono
finalmente
a
strillare
viva
e
morte
per
conto
proprio
;
e
quanti
erano
in
teatro
,
al
baccano
,
uscirono
in
piazza
,
lasciando
la
prima
donna
e
il
signor
Pallante
a
sbracciarsi
da
soli
,
colle
bandiere
in
mano
.
In
un
momento
si
riunì
una
gran
folla
,
che
andava
ingrossando
sempre
al
par
di
un
fiume
.
Udivasi
un
gridìo
immenso
,
degli
urli
che
nel
buio
e
nella
confusione
suonavano
minacciosi
.
Don
Niccolino
Margarone
,
Zacco
,
Mommino
Neri
,
tutti
i
bene
intenzionati
,
si
sgolavano
a
chiamare
"
fuori
i
lumi
!
"
per
vederci
chiaro
,
e
che
non
nascessero
dei
guai
.
La
folla
durò
un
pezzo
a
vociare
di
qua
e
di
là
.
Indi
si
rovesciò
come
un
torrente
giù
per
la
via
di
San
Giovanni
.
Dinanzi
all
'
osteria
di
Pecu
-
Pecu
c
'
era
un
panchettino
con
dei
tegami
di
roba
fritta
che
andò
a
catafascio
-
petronciani
e
pomidoro
sotto
i
piedi
.
Santo
Motta
,
che
stava
lì
di
casa
e
bottega
,
strillava
come
un
ossesso
,
vedendo
andare
a
male
tutta
quella
roba
.
-
Bestie
!
animali
!
Che
non
ne
mangiate
grazia
di
Dio
?
-
Quasi
pestavano
anche
lui
,
nella
furia
.
Giacalone
e
i
più
infervorati
proposero
di
sfondar
l
'
uscio
della
chiesa
e
portare
il
santo
in
processione
,
per
far
più
colpo
.
Sì
e
no
.
-
Bestemmie
e
sorgozzoni
,
lì
all
'
oscuro
,
sul
sagrato
.
Mastro
Cosimo
intanto
s
'
era
arrampicato
sul
campanile
e
suonava
a
distesa
.
Le
grida
e
lo
scampanìo
giungevano
sino
all
'
Alìa
,
sino
a
Monte
Lauro
,
come
delle
folate
di
uragano
.
Dei
lumi
si
vedevano
correre
nel
paese
alto
,
-
un
finimondo
.
A
un
tratto
,
quasi
fosse
corsa
una
parola
d
'
ordine
,
la
folla
s
'
avviò
tumultuando
verso
il
Fosso
,
dietro
coloro
che
sembravano
i
caporioni
.
Mèndola
,
don
Nicolino
,
lo
stesso
canonico
Lupi
che
s
'
era
cacciato
nella
baraonda
a
fin
di
bene
,
strillavano
inutilmente
:
-
Ferma
!
ferma
!
-
Il
barone
Zacco
,
non
avendo
più
le
gambe
di
prima
,
faceva
piovere
delle
legnate
,
a
chi
piglia
piglia
,
per
far
intender
ragione
agli
orbi
.
-
Ehi
?
Che
facciamo
?
...
Adagio
,
signori
miei
!
..
Non
cominciamo
a
far
porcherie
!
In
queste
cose
si
sa
dove
si
comincia
e
non
si
sa
...
Come
molti
avevano
messo
orecchio
al
discorso
di
sfondar
usci
e
far
la
festa
a
tutti
i
santi
,
la
marmaglia
ora
pigiavasi
dinanzi
ai
magazzini
di
mastro
-
don
Gesualdo
.
Dicevasi
ch
'
erano
pieni
sino
al
tetto
.
-
Uno
ch
'
era
nato
povero
come
Giobbe
,
e
adesso
aveva
messo
superbia
,
ed
era
nemico
giurato
dei
poveretti
e
dei
liberali
!
-
Coi
sassi
,
coi
randelli
-
due
o
tre
s
'
erano
armati
di
un
pietrone
e
davano
sulla
porta
che
parevano
cannonate
.
Si
udiva
la
vocetta
stridula
di
Brasi
Camauro
il
quale
piagnucolava
come
un
ragazzo
:
-
Signori
miei
!
Non
c
'
è
più
religione
!
Non
vogliono
più
sapere
né
di
cristi
né
di
santi
!
Vogliono
lasciarci
crepare
di
fame
tutti
!
All
'
improvviso
dal
frastuono
scapparono
degli
urli
da
far
accapponare
la
pelle
.
Santo
Motta
malconcio
e
insanguinato
,
rotolandosi
per
terra
,
riescì
a
far
fare
un
po
'
di
largo
dinanzi
all
'
uscio
del
magazzino
.
Allora
i
galantuomini
,
vociando
anche
loro
,
spingendo
,
tempestando
,
cacciarono
indietro
i
più
riottosi
.
Il
canonico
Lupi
,
aggrappato
alla
inferriata
della
finestra
,
tentava
di
farsi
udire
:
-
...
maniera
?
...
religione
!
...
la
roba
altrui
!
...
il
Santo
Padre
!
...
se
cominciamo
...
-
Altre
grida
rispondevano
dalla
moltitudine
:
-
...
eguali
...
poveri
...
tirare
pei
piedi
!
...
bue
grasso
!
...
-
Giacalone
,
onde
aizzar
la
folla
,
spinse
avanti
i
due
bastardi
di
Diodata
ch
'
erano
nella
calca
,
schiamazzando
:
-
...
don
Gesualdo
!
...
se
c
'
è
giustizia
!
...
abbandonati
in
mezzo
a
una
strada
!
...
se
ne
lagna
anche
Domeneddio
!
...
andare
a
fare
i
conti
con
lui
!
...
Dalla
piazza
di
Santa
Maria
di
Gesù
,
dalle
prime
case
di
San
Sebastiano
,
i
vicini
,
spaventati
,
videro
passare
una
fiumana
di
gente
,
una
baraonda
,
delle
armi
che
luccicavano
,
delle
braccia
che
si
agitavano
in
aria
,
delle
facce
accese
e
stravolte
che
apparivano
confusamente
al
lume
delle
torce
a
vento
.
Usci
e
finestre
si
chiudevano
con
fracasso
.
Si
udivano
da
lontano
strilli
e
pianti
di
donne
,
voci
che
chiamavano
:
-
Maria
Santissima
!
Santi
cristiani
!
...
Don
Gesualdo
era
in
letto
malato
,
quando
udì
bussare
alla
porticina
del
vicoletto
che
pareva
volessero
buttarla
giù
.
Poi
il
rombo
della
tempesta
che
sopravveniva
.
La
sera
stessa
un
'
anima
caritatevole
era
corsa
a
prevenirlo
:
-
Badate
,
don
Gesualdo
!
Ce
l
'
hanno
con
voi
perché
siete
borbonico
.
Chiudetevi
in
casa
!
-
Lui
,
che
aveva
tanti
altri
guai
,
s
'
era
stretto
nelle
spalle
.
Ma
al
vedere
adesso
che
facevano
sul
serio
,
balzò
dal
letto
così
come
si
trovava
,
col
fazzoletto
in
testa
e
il
cataplasma
sullo
stomaco
,
infilandosi
i
calzoni
a
casaccio
,
mettendo
da
parte
i
suoi
malanni
,
a
quella
voce
che
gli
gridava
:
-
Don
Gesualdo
!
...
presto
!
...
scappate
!
...
Una
voce
che
non
l
'
avrebbe
dimenticata
in
mille
anni
!
Arruffato
,
scamiciato
,
cogli
occhi
che
luccicavano
,
simili
a
quelli
di
un
gatto
inferocito
,
nella
faccia
verde
di
bile
,
andava
e
veniva
per
la
stanza
,
cercando
pistole
e
coltellacci
,
risoluto
a
vender
cara
la
pelle
almeno
.
Mastro
Nardo
e
quei
pochi
di
casa
che
gli
erano
rimasti
affezionati
pel
bisogno
si
raccomandavano
l
'
anima
a
Dio
.
Finalmente
il
barone
Mèndola
riescì
a
farsi
aprire
l
'
uscio
del
vicoletto
.
Don
Gesualdo
,
appostato
alla
finestra
col
fucile
,
stava
per
fare
un
subisso
.
-
Eh
!
-
gridò
Mèndola
entrando
trafelato
.
-
Tirate
ad
ammazzarmi
,
per
giunta
?
Questa
è
la
ricompensa
?
L
'
altro
non
voleva
sentir
ragione
.
Tremava
tutto
dalla
collera
.
-
Ah
!
così
?
A
questo
punto
siamo
arrivati
,
che
un
galantuomo
non
è
sicuro
neppure
in
casa
?
che
la
roba
sua
non
è
più
sua
?
Eccomi
!
Cadrà
Sansone
con
tutti
i
Filistei
,
però
!
Lo
stesso
lupo
,
quando
lo
mettono
colle
spalle
al
muro
!
...
-
Zacco
,
e
due
o
tre
altri
benintenzionati
ch
'
erano
sopravvenuti
intanto
,
sudavano
a
persuaderlo
,
vociando
tutti
insieme
:
-
Che
volete
fare
?
Contro
un
paese
intero
?
Siete
impazzito
?
Bruceranno
ogni
cosa
!
Cominciano
di
qua
la
Strage
degli
Innocenti
!
Ci
farete
ammazzare
tutti
quanti
!
Lui
s
'
ostinava
,
furibondo
,
coi
capelli
irti
:
-
Quand
'
è
così
!
...
Giacché
pretendono
metterci
le
mani
in
tasca
per
forza
!
...
Giacchè
mi
pagano
a
questo
modo
!
...
Ho
fatto
del
bene
...
Ho
dato
da
campare
a
tutto
il
paese
...
Ora
gli
fo
mangiar
la
polvere
,
al
primo
che
mi
capita
!
...
Proprio
!
Era
risoluto
di
fare
uno
sterminio
.
Per
fortuna
irruppe
nella
stanza
il
canonico
Lupi
,
e
gli
si
buttò
addosso
senza
badare
al
rischio
,
spingendolo
e
sbatacchiandolo
di
qua
e
di
là
,
finché
arrivò
a
strappargli
di
mano
lo
schioppo
.
-
Che
diavolo
!
Colle
armi
da
fuoco
non
si
scherza
!
-
Aveva
il
fiato
ai
denti
,
il
cranio
rosso
e
pelato
che
gli
fumava
come
quando
era
giovane
,
e
balbettava
colla
voce
rotta
:
-
Santo
diavolone
!
...
Domeneddio
,
perdonatemi
!
Mi
fate
parlare
come
un
porco
,
don
asino
!
Siamo
qui
per
salvarvi
la
vita
,
e
non
ve
lo
meritate
!
Volete
far
mettere
il
paese
intero
a
sacco
e
fuoco
?
Non
m
'
importa
di
voi
,
bestia
che
siete
!
Ma
certe
cose
non
bisogna
lasciarle
incominciare
neppure
per
ischerzo
,
capite
?
Neppure
a
un
nemico
mortale
!
Se
coloro
che
sinora
si
sfogano
a
gridare
,
pigliano
gusto
anche
a
metter
mano
nella
roba
altrui
,
siamo
fritti
!
Il
canonico
era
addirittura
fuori
della
grazia
di
Dio
.
Gli
altri
davano
addosso
ancor
essi
su
quella
bestia
testarda
di
mastro
-
don
Gesualdo
che
risicava
di
comprometterli
tutti
quanti
;
lo
mettevano
in
mezzo
;
lo
spingevano
verso
il
muro
;
gli
rinfacciavano
l
'
ingratitudine
;
lo
stordivano
.
Il
barone
Zacco
arrivò
a
passargli
un
braccio
al
collo
,
in
confidenza
,
confessandogli
all
'
orecchio
ch
'
era
con
lui
,
contro
la
canaglia
;
ma
pel
momento
ci
voleva
prudenza
,
lasciar
correre
,
chinare
il
capo
.
-
Dite
di
sì
...
tutto
quello
che
vogliono
,
adesso
...
Non
c
'
è
lì
il
notaio
per
mettere
in
carta
le
vostre
promesse
...
Un
po
'
di
maniera
,
un
po
'
di
denaro
...
Meglio
dolor
di
borsa
che
dolor
di
pancia
...
Don
Gesualdo
,
seduto
su
di
una
seggiola
,
asciugandosi
il
sudore
colla
manica
della
camicia
,
non
diceva
più
nulla
,
stralunato
.
Giù
al
portone
intanto
il
barone
Rubiera
,
don
Nicolino
,
il
figlio
di
Neri
,
si
sbracciavano
a
calmare
i
più
riottosi
.
-
Signori
miei
...
Avete
ragione
...
Si
farà
tutto
quello
che
volete
...
Abbiamo
la
bocca
per
mangiare
tutti
quanti
...
Viva
!
viva
!
...
Tutti
fratelli
!
...
Una
mano
lava
l
'
altra
...
Domani
...
alla
luce
del
sole
.
Chi
ha
bisogno
venga
qui
da
noi
...
Ora
è
tardi
,
e
siamo
tutti
d
'
un
colore
...
birbanti
e
galantuomini
...
Ehi
!
ehi
,
dico
!
...
Don
Nicolino
dovette
afferrare
pel
collo
un
tale
che
stava
per
cacciarsi
dentro
il
portone
socchiuso
,
approfittando
della
confusione
e
della
ressa
che
facevasi
attorno
a
una
donna
la
quale
strillava
e
supplicava
:
-
Nunzio
!
Gesualdo
!
Figliuoli
miei
!
...
Che
vi
fanno
fare
?
...
Nunzio
...
Ah
Madonna
santa
!
...
Era
Diodata
,
la
quale
aveva
sentito
dire
che
i
suoi
ragazzi
erano
nella
baraonda
,
a
gridare
viva
e
morte
contro
don
Gesualdo
anche
loro
,
ed
era
corsa
colle
mani
nei
capelli
.
-
Madonna
santa
!
che
vi
fanno
fare
!
...
-
Zacco
e
mastro
Nardo
portarono
giù
intanto
dei
barili
pieni
,
e
aiutavano
a
metter
pace
mescendo
da
bere
a
chi
ne
voleva
,
mentre
il
canonico
di
lassù
predicava
:
-
Domani
!
Tornate
domani
,
chi
ha
bisogno
...
Adesso
non
c
'
è
nessuno
in
casa
...
Don
Gesualdo
è
fuori
,
in
campagna
...
ma
col
cuore
è
anch
'
esso
qui
,
con
noialtri
...
per
aiutarvi
...
Sicuro
...
Ciascuno
ha
da
avere
il
suo
pezzo
di
pane
e
il
suo
pezzo
di
terra
...
Ci
aggiusteremo
...
Tornate
domani
...
-
Domani
,
un
corno
!
-
brontolò
di
dentro
don
Gesualdo
.
-
Mi
pare
che
vossignoria
aggiustate
ogni
cosa
a
spese
mie
,
canonico
!
-
Volete
star
zitto
!
Volete
farmi
fare
la
figura
di
bugiardo
?
...
Se
ho
detto
che
non
ci
siete
,
per
salvarvi
la
pelle
...
Don
Gesualdo
tornò
a
ribellarsi
:
-
Perchè
?
Che
ho
fatto
?
Io
sono
in
casa
mia
!
...
-
Avete
fatto
che
siete
ricco
come
un
maiale
!
-
gli
urlò
infine
all
'
orecchio
il
canonico
che
perse
la
pazienza
.
Gli
altri
allora
l
'
assaltarono
tutti
insieme
,
colle
buone
,
colle
cattive
,
dicendogli
che
se
i
rivoltosi
lo
trovavano
lì
,
della
casa
non
lasciavano
pietra
sopra
pietra
;
pigliavano
ogni
cosa
;
neanche
gli
occhi
per
piangere
gli
lasciavano
.
Finché
lo
indussero
a
scappare
dalla
parte
del
vicoletto
.
Mèndola
corse
a
bussare
all
'
uscio
dello
zio
Limòli
.
Al
baccano
,
il
marchese
,
oramai
sordo
come
una
talpa
,
s
'
era
buttato
un
ferraiuolo
sulle
spalle
,
e
stava
a
vedere
dietro
l
'
invetriata
del
balcone
,
in
camicia
,
collo
scaldino
in
mano
e
i
piedi
nudi
nelle
ciabatte
,
quando
gli
capitò
quella
nespola
fra
capo
e
collo
.
Ci
volle
del
bello
e
del
buono
a
fargli
capire
ciò
che
volevano
da
lui
a
quell
'
ora
,
mastro
-
don
Gesualdo
più
morto
che
vivo
,
gli
altri
che
gli
urlavano
nell
'
orecchio
,
uno
dopo
l
'
altro
:
-
Vogliono
fargli
la
festa
...
a
vostro
nipote
don
Gesualdo
...
Bisogna
nasconderlo
...
Egli
ammiccava
,
colle
palpebre
floscie
e
cascanti
,
accennando
di
sì
,
mentre
abbozzava
un
sorriso
malizioso
.
-
Ah
?
...
la
festa
?
...
a
don
Gesualdo
?
...
E
'
giusto
!
E
'
venuto
il
vostro
tempo
,
caro
mio
...
Siete
il
campione
della
mercanzia
!
...
Ma
finalmente
,
al
sentire
che
invece
volevano
accopparlo
,
mutò
registro
,
fingendo
d
'
essere
inquieto
,
colla
vocetta
fessa
:
-
Che
?
...
Lui
pure
?
Cosa
vogliono
dunque
?
...
Dove
andiamo
di
questo
passo
?
Mèndola
gli
spiegò
che
don
Gesualdo
era
il
pretesto
per
dare
addosso
ai
più
denarosi
;
ma
lì
non
sarebbero
venuti
a
cercarne
dei
denari
.
Il
vecchio
accennava
di
no
anche
lui
,
guardando
intorno
,
con
quel
sorrisetto
agro
sulla
bocca
sdentata
.
Erano
due
stanzacce
invecchiate
con
lui
,
nelle
quali
ogni
sua
abitudine
aveva
lasciato
l
'
impronta
:
la
macchia
d
'
unto
dietro
la
seggiola
su
cui
appisolavasi
dopo
pranzo
,
i
mattoni
smossi
in
quel
breve
tratto
fra
l
'
uscio
e
la
finestra
,
la
parete
scalcinata
accanto
al
letto
dove
soleva
accendere
il
lume
.
E
in
quel
sudiciume
il
marchese
ci
stava
come
un
principe
,
sputando
in
faccia
a
tutti
quanti
le
sue
miserie
.
-
Scusate
,
signori
miei
,
se
vi
ricevo
in
questa
topaia
...
Non
è
pel
vostro
merito
,
don
Gesualdo
...
La
bella
parentela
che
avete
presa
,
eh
?
...
Sul
vecchio
canapè
addossato
al
muro
,
puntellandolo
cogli
stessi
mattoni
rotti
,
improvvisarono
alla
meglio
un
letto
per
don
Gesualdo
che
non
stava
più
in
piedi
,
mentre
il
marchese
continuava
a
brontolare
:
-
Guardate
cosa
ci
capita
!
Ne
ho
viste
tante
!
Ma
questa
qui
non
me
l
'
aspettavo
...
Pure
gli
offrì
di
dividere
con
lui
la
scodella
di
latte
in
cui
aveva
messo
a
inzuppare
delle
croste
di
pane
.
-
Son
tornato
a
balia
,
vedete
.
Non
ho
altro
da
offrirvi
a
cena
.
La
carne
non
è
più
pei
miei
denti
,
né
per
la
mia
borsa
...
Voi
sarete
avvezzo
a
ben
altro
,
amico
mio
...
Che
volete
farci
?
Il
mondo
gira
per
tutti
,
caro
don
Gesualdo
!
...
-
Ah
!
-
rispose
lui
.
-
Non
è
questo
,
no
,
signor
marchese
.
E
'
che
lo
stomaco
non
mi
dice
.
L
'
ho
pieno
di
veleno
!
Un
cane
arrabbiato
ci
ho
.
-
Bene
,
-
dissero
gli
altri
.
-
Ringraziate
Iddio
.
Qui
nessuno
vi
tocca
.
Fu
un
colpo
tremendo
per
mastro
-
don
Gesualdo
.
L
'
agitazione
,
la
bile
,
il
malanno
che
ci
aveva
in
corpo
...
La
notte
passò
come
Dio
volle
.
Ma
il
giorno
dopo
,
all
'
avemaria
,
tornò
Mèndola
intabarrato
,
col
cappello
sugli
occhi
,
guardandosi
intorno
prima
d
'
infilar
l
'
uscio
.
-
Un
'
altra
adesso
!
-
esclamò
entrando
.
-
Vi
hanno
fatto
la
spia
,
don
Gesualdo
!
E
vogliono
stanarvi
anche
di
qua
per
costringervi
a
mantenere
ciò
che
ha
promesso
il
canonico
...
Ciolla
in
persona
...
l
'
ho
visto
laggiù
a
far
sentinella
...
Il
marchese
,
ch
'
era
tornato
arzillo
e
gaio
fra
tutto
quel
parapiglia
,
aguzzando
l
'
udito
,
ficcandosi
in
mezzo
per
acchiappar
qualche
parola
,
corse
al
balcone
.
-
Sicuro
!
Eccolo
lì
col
camiciotto
,
come
un
bambino
...
Vuol
dire
che
si
torna
indietro
tutti
!
...
Don
Gesualdo
s
'
era
alzato
sbuffando
,
gridando
ch
'
era
meglio
finirla
,
che
correva
giù
a
dargliela
lui
,
la
promessa
,
al
Ciolla
!
E
giacchè
lo
cercavano
,
era
lì
,
pronto
a
riceverli
!
...
-
Certo
,
certo
,
-
ripeteva
il
marchese
.
-
Se
vi
cercano
vuol
dire
che
hanno
bisogno
di
voi
.
Di
me
non
vengono
a
cercare
sicuro
!
Vogliono
farvi
gridare
viva
e
morte
insieme
a
loro
?
E
voi
andateci
!
Viva
voi
che
avete
da
farli
gridare
!
-
No
!
So
io
quello
che
vogliono
!
-
ribattè
don
Gesualdo
imbestialito
.
-
Scusate
,
non
si
tratta
soltanto
di
voi
adesso
,
-
osservò
Mèndola
.
-
E
'
che
dietro
di
voi
ci
siamo
tutto
il
paese
!
...
Sopraggiunse
il
canonico
,
grattandosi
il
capo
,
impensierito
della
piega
che
pigliava
la
faccenda
.
Durava
la
baldoria
.
Una
bella
cosa
per
certa
gente
!
Quei
bricconi
s
'
erano
legate
al
dito
le
parole
di
pace
ch
'
egli
si
era
lasciato
sfuggire
in
quel
frangente
,
e
stavano
in
piazza
tutto
il
giorno
ad
aspettare
la
manna
dal
cielo
:
-
M
'
avete
messo
in
un
bell
'
imbroglio
,
voi
,
don
Gesualdo
!
A
quell
'
uscita
del
canonico
successe
un
altro
battibecco
fra
loro
due
:
-
Io
,
eh
?
...
Io
!
...
Son
io
che
ho
promesso
mari
e
monti
?
-
Per
chetarli
,
in
nome
di
Dio
!
Parole
che
si
dicono
,
si
sa
!
Avrei
voluto
vedervi
,
dinanzi
a
quelle
facce
scomunicate
!
Il
marchese
si
divertiva
:
-
Senti
senti
!
Guarda
guarda
!
-
Insomma
,
-
conchiuse
Mèndola
,
-
queste
son
chiacchiere
,
e
bisogna
pigliar
tempo
.
Intanto
voi
levatevi
di
mezzo
,
causa
causarum
!
In
fondo
a
una
cisterna
,
in
un
buco
,
dove
diavolo
volete
,
ma
non
è
la
maniera
di
compromettere
tanti
padri
di
famiglia
,
per
causa
vostra
!
-
In
casa
Trao
!
-
suggerì
il
canonico
.
-
Vostro
cognato
vi
accoglierà
a
braccia
aperte
.
Nessuno
sa
che
c
'
è
ancora
lui
al
mondo
,
e
non
verranno
a
cercarvi
sin
lì
.
-
Il
marchese
approvò
anch
'
esso
:
-
Benissimo
.
E
'
una
bella
pensata
!
Cane
e
gatto
chiusi
insieme
...
-
Don
Gesualdo
s
'
ostinava
ad
opporsi
.
-
Allora
,
-
esclamò
il
canonico
,
-
io
me
ne
lavo
le
mani
come
Pilato
.
Anzi
vado
a
chiamarvi
Ciolla
e
tutti
quanti
,
se
volete
!
...
Don
Gesualdo
era
ridotto
in
uno
stato
che
di
lui
ne
facevano
quel
che
volevano
.
A
due
ore
di
notte
,
per
certe
stradicciuole
fuori
mano
,
andarono
a
svegliare
Grazia
che
aveva
la
chiave
del
portone
,
e
al
buio
,
tentoni
,
arrivarono
sino
all
'
uscio
di
don
Ferdinando
.
-
Chi
è
?
-
si
udì
belare
di
dentro
una
voce
asmatica
.
-
Grazia
,
chi
è
?
-
Siamo
noi
,
don
Gesualdo
,
vostro
cognato
...
Nessuno
rispose
.
Poi
si
udì
frugare
nel
buio
.
E
a
un
tratto
don
Ferdinando
si
chiuse
dentro
col
paletto
,
e
si
mise
ad
ammonticchiare
sedie
e
tavolini
dietro
l
'
uscio
,
continuando
a
strillare
spaventato
:
-
Grazia
!
Grazia
!
-
Corpo
del
diavolo
!
-
esclamò
Mèndola
.
-
Qui
si
fa
peggio
!
Quella
bestia
farà
correre
tutto
il
paese
!
Il
canonico
rideva
sotto
il
naso
,
scuotendo
il
capo
.
Grazia
intanto
aveva
acceso
un
mozzicone
di
candela
,
e
li
guardava
in
faccia
ad
uno
ad
uno
,
allibbita
,
battendo
le
palpebre
.
-
Che
volete
fare
,
signori
miei
?
-
azzardò
infine
timidamente
.
Don
Gesualdo
,
che
non
si
reggeva
più
in
piedi
,
pallido
e
disfatto
,
proruppe
in
tono
disperato
:
-
Io
voglio
tornarmene
a
casa
mia
!
...
a
qualunque
costo
...
Sono
risoluto
!
...
-
Nossignore
!
-
interruppe
il
canonico
.
-
Qui
siete
in
casa
vostra
.
C
'
è
la
quota
di
vostra
moglie
.
Ah
,
caspita
!
Avete
avuto
pazienza
sino
adesso
...
Ora
basta
!
...
Lì
,
nella
camera
di
donna
Bianca
.
Il
letto
è
ancora
tal
quale
.
Mèndola
s
'
era
messo
di
buon
umore
,
mentre
preparavano
la
stanza
.
Frugava
da
per
tutto
.
Andava
a
cacciare
il
naso
nell
'
andito
oscuro
,
dietro
l
'
usciolino
.
Trovava
delle
barzellette
,
ricordando
le
vecchie
storie
.
Quanti
casi
!
Quante
vicende
!
-
Chi
ve
lo
avrebbe
detto
,
eh
,
don
Gesualdo
?
-
Lo
stesso
canonico
Lupi
si
lasciò
sfuggire
un
sorrisetto
.
-
Intanto
che
siete
qui
,
potete
fare
le
vostre
meditazioni
sulla
vita
e
sulla
morte
,
per
passare
il
tempo
.
Che
commedia
,
questo
mondaccio
!
Vanitas
vanitatum
!
Don
Gesualdo
gli
rivolse
un
'
occhiata
nera
,
ma
non
rispose
.
Ci
aveva
ancora
dello
stomaco
per
chiudervi
dentro
i
suoi
guai
e
le
sue
disgrazie
,
senza
farne
parte
agli
amici
,
per
divertirli
.
Si
buttò
a
giacere
sul
letto
,
e
rimase
solo
al
buio
coi
suoi
malanni
,
soffocando
i
lamenti
,
mandando
giù
le
amarezze
che
ogni
ricordo
gli
faceva
salire
alla
gola
.
D
'
una
cosa
sola
non
si
dava
pace
,
che
avrebbe
potuto
crepare
lì
dove
era
,
senza
che
sua
figlia
ne
sapesse
nulla
.
Allora
,
nella
febbre
,
gli
passavano
dinanzi
agli
occhi
torbidi
Bianca
,
Diodata
,
mastro
Nunzio
,
degli
altri
ancora
,
un
altro
sé
stesso
che
affaticavasi
e
s
'
arrabattava
al
sole
e
al
vento
,
tutti
col
viso
arcigno
,
che
gli
sputavano
in
faccia
:
-
Bestia
!
bestia
!
Che
hai
fatto
?
Ben
ti
stia
!
A
giorno
tornò
Grazia
per
aiutare
un
po
'
,
sfinita
,
ansando
se
smuoveva
una
seggiola
,
fermandosi
ogni
momento
per
piantarsi
dinanzi
a
lui
colle
mani
sul
ventre
enorme
,
e
ricominciare
le
lagnanze
contro
i
parenti
di
don
Ferdinando
che
le
lasciavano
quel
poveretto
sulle
spalle
,
lesinandogli
il
pane
e
il
vino
.
-
Sissignore
,
l
'
hanno
tutti
dimenticato
,
lì
nel
suo
cantuccio
,
come
un
cane
malato
!
...
Ma
io
il
cuore
non
mi
dice
...
Siamo
stati
sempre
vicini
...
buoni
servi
della
famiglia
...
una
gran
famiglia
...
Il
cuore
non
mi
dice
,
no
!
Dietro
di
lei
veniva
una
masnada
di
figliuoli
che
mettevano
ogni
cosa
a
soqquadro
.
Poi
sopraggiunse
Speranza
strepitando
che
voleva
vedere
suo
fratello
,
quasi
egli
stesse
per
rendere
l
'
anima
a
Dio
.
-
Lasciatemi
entrare
!
E
'
sangue
mio
infine
!
Ora
ch
'
è
in
questo
stato
mi
rammento
solo
di
essere
sua
sorella
.
-
Lei
,
il
marito
,
i
figliuoli
.
Mise
a
rumore
tutto
il
vicinato
.
Don
Gesualdo
lasciò
il
letto
sbuffando
.
Non
lo
avrebbero
tenuto
le
catene
.
-
Voglio
tornare
a
casa
mia
!
Che
ci
sto
a
fare
qui
?
Tanto
,
lo
sanno
tutti
!
...
A
gran
stento
lo
indussero
ad
aspettare
la
sera
.
E
dopo
l
'
avemaria
,
quatti
quatti
,
Burgio
e
tutti
i
parenti
l
'
accompagnarono
a
casa
.
Speranza
volle
restare
a
guardia
del
fratello
,
giacché
trovavasi
tanto
malato
,
e
per
miracolo
quella
notte
non
gli
avevano
messo
ogni
cosa
a
sacco
e
ruba
.
-
Non
vuol
dire
se
siamo
in
lite
.
Al
bisogno
si
vede
il
cuore
della
gente
.
Gli
interessi
sono
una
cosa
,
e
l
'
amore
è
un
'
altra
.
Abbiamo
litigato
,
litigheremo
sino
al
giorno
del
Giudizio
,
ma
siamo
figli
dello
stesso
sangue
!
-
Protestò
che
l
'
avrebbe
tenuto
meglio
delle
pupille
dei
propri
occhi
,
lui
e
la
sua
roba
.
Gli
schierò
dinanzi
al
letto
marito
e
figliuoli
che
giravano
intorno
sguardi
cupidi
,
ripetendo
:
-
Questo
è
il
sangue
vostro
!
Questi
non
vi
tradiscono
!
-
Lui
,
combattuto
,
stanco
,
avvilito
,
non
ebbe
neanche
la
forza
di
ribellarsi
.
Così
,
a
poco
a
poco
,
gli
si
misero
tutti
quanti
alle
costole
.
I
nipoti
scorazzando
per
la
casa
e
pei
poderi
,
spadroneggiando
,
cacciando
le
mani
da
per
tutto
.
La
sorella
,
colle
chiavi
alla
cintola
,
frugando
,
rovistando
,
mandando
il
marito
di
qua
e
di
là
,
pei
rimedi
,
e
a
coglier
erbe
medicinali
.
Come
massaro
Fortunato
si
lagnava
di
non
aver
più
le
gambe
di
vent
'
anni
per
affacchinarsi
a
quel
modo
,
essa
lo
sgridava
:
-
Che
volete
?
Non
lo
fate
per
amore
di
vostro
cognato
?
Carcere
,
malattie
e
necessità
si
conosce
l
'
amistà
.
Lei
non
aveva
suggezione
di
Ciolla
e
di
tutti
gli
altri
della
sua
risma
.
Una
volta
che
Vito
Orlando
pretese
di
venire
a
fare
una
sbravazzata
,
colla
pistola
in
tasca
,
per
liquidare
certi
conti
con
don
Gesualdo
,
essa
lo
inseguì
giù
per
le
scale
buttandogli
dietro
una
catinella
d
'
acqua
sporca
.
Lo
stesso
canonico
Lupi
aveva
dovuto
mettersi
la
coda
fra
le
gambe
,
e
non
era
tornato
a
fare
il
generoso
colla
roba
altrui
,
ora
che
Ciolla
e
i
più
facinorosi
erano
partiti
a
cercar
fortuna
in
città
,
con
bandiere
e
trombette
.
Il
canonico
,
onde
chetare
gli
altri
,
aveva
preso
il
ripiego
di
sortire
in
processione
,
colla
disciplina
e
la
corona
di
spine
;
e
così
gli
altri
si
sfogavano
in
feste
e
quarant
'
ore
,
mentre
lui
andava
predicando
la
fratellanza
e
l
'
amore
del
prossimo
.
-
Però
un
baiocco
non
lo
mette
fuori
!
-
sbraitava
comare
Speranza
.
-
E
questo
va
bene
.
Ma
se
torna
a
fare
il
camorrista
,
qui
da
noi
,
lo
ricevo
come
va
...
tal
quale
Vito
Orlando
!
Intanto
la
casa
di
don
Gesualdo
era
messa
a
sacco
e
ruba
egualmente
.
Vino
,
olio
,
formaggio
,
pezze
di
tela
anche
,
sparivano
in
un
batter
d
'
occhio
.
Dalla
Canziria
e
da
Mangalavite
giungevano
fattori
e
mezzadri
a
reclamare
contro
i
figliuoli
di
massaro
Fortunato
Burgio
che
comandavano
a
bacchetta
,
e
saccheggiavano
i
poderi
dello
zio
,
quasi
fosse
già
roba
senza
padrone
.
Lui
,
poveraccio
,
confinato
in
letto
,
si
rodeva
in
silenzio
;
non
osava
ribellarsi
al
cognato
e
alla
sorella
;
pensava
ai
suoi
guai
.
Ci
aveva
un
cane
,
lì
nella
pancia
,
che
gli
mangiava
il
fegato
,
il
cane
arrabbiato
di
San
Vito
martire
,
che
lo
martirizzava
anche
lui
.
Inutilmente
Speranza
,
amorevole
,
cercava
erbe
e
medicine
,
consultava
Zanni
e
persone
che
avevano
segreti
per
tutti
i
mali
.
Ciascuno
portava
un
rimedio
nuovo
,
dei
decotti
,
degli
unguenti
,
fino
la
reliquia
e
l
'
immagine
benedetta
del
santo
,
che
don
Luca
volle
provare
colle
sue
mani
.
Non
giovava
nulla
.
L
'
infermo
badava
a
ripetere
:
-
Non
è
niente
...
un
po
'
di
colica
.
Ho
avuto
dei
dispiaceri
.
Domani
mi
alzerò
...
Ma
non
ci
credeva
più
neppur
lui
,
e
non
si
alzava
mai
.
Era
ridotto
quasi
uno
scheletro
,
pelle
e
ossa
;
soltanto
il
ventre
era
gonfio
come
un
otre
.
Nel
paese
si
sparse
la
voce
che
era
spacciato
:
la
mano
di
Dio
che
l
'
agguantava
e
l
'
affogava
nelle
ricchezze
.
Il
signor
genero
scrisse
da
Palermo
onde
avere
notizie
precise
.
Parlava
anche
d
'
affari
da
regolare
,
e
di
scadenze
urgenti
.
Nella
poscritta
c
'
erano
due
righe
sconsolate
d
'
Isabella
,
la
quale
non
si
era
ancora
riavuta
dal
gran
colpo
che
aveva
ricevuto
poco
prima
.
Speranza
,
che
era
presente
mentre
il
fratello
s
'
inteneriva
sulla
lettera
,
sputò
fuori
il
veleno
:
-
Ecco
!
Ora
vi
guastate
il
sangue
,
per
giunta
!
Potreste
andarvene
all
'
altro
mondo
...
solo
e
abbandonato
,
come
uno
che
non
ha
nè
possiede
!
...
Chi
vi
siete
trovato
accanto
nel
bisogno
,
ditelo
?
Vostra
figlia
vi
manda
soltanto
belle
parole
...
Suo
marito
però
va
al
sodo
!
Don
Gesualdo
non
rispose
.
Ma
di
nascosto
,
rivolto
verso
il
muro
,
si
mise
a
piangere
cheto
cheto
.
Sembrava
diventato
un
bambino
.
Non
si
riconosceva
più
.
Allorchè
Diodata
,
sentendo
ch
'
era
tanto
malato
,
volle
andare
a
visitarlo
e
a
chiedergli
perdono
per
la
mancanza
che
gli
avevano
fatto
i
suoi
ragazzi
,
la
notte
della
sommossa
,
rimase
di
stucco
al
vederlo
così
disfatto
,
che
puzzava
di
sepoltura
,
e
gli
occhi
che
a
ogni
faccia
nuova
diventavano
lustri
lustri
.
-
Signor
don
Gesualdo
...
son
venuta
a
vedervi
perché
mi
hanno
detto
che
siete
in
questo
stato
...
Dovete
perdonare
...
a
quegli
screanzati
che
vi
hanno
offeso
...
Ragazzi
senza
giudizio
...
Si
son
lasciati
prendere
in
mezzo
,
senza
sapere
quello
che
facessero
...
Dovete
perdonare
per
amor
mio
,
signor
don
Gesualdo
!
...
E
si
vedeva
che
parlava
sincera
,
la
poveretta
,
con
quel
viso
,
mandando
giù
,
per
nasconderle
,
le
lagrime
che
a
ogni
parola
le
tornavano
agli
occhi
,
cercando
di
pigliargli
la
mano
per
baciargliela
.
Egli
faceva
un
gesto
vago
,
e
scuoteva
il
capo
,
come
a
dire
che
non
gliene
importava
,
oramai
.
In
quella
sopravvenne
Speranza
,
e
fece
una
partaccia
a
quella
sfacciata
che
veniva
a
tentarle
il
fratello
in
fin
di
vita
,
per
cavargli
qualcosa
,
per
pelarlo
sino
all
'
ultimo
.
Una
sanguisuga
.
Ci
s
'
era
ingrassata
alle
spalle
di
lui
!
Non
le
bastava
?
Ora
calavano
i
corvi
,
all
'
odor
del
carname
.
Il
malato
chiudeva
gli
occhi
per
sfuggire
quel
supplizio
,
e
agitavasi
nel
letto
come
al
sopraggiungere
di
un
'
altra
colica
.
Talché
Diodata
se
ne
andò
senza
poterlo
salutare
,
a
capo
chino
,
stringendosi
nella
mantellina
.
Speranza
tornò
al
fratello
,
tutta
amorevole
e
sorridente
.
-
Per
assistervi
adesso
ci
avete
qui
noi
...
Non
vi
lasceremo
solo
,
non
temete
,
..
Tutto
ciò
che
avete
bisogno
...
Comandate
.
Che
ne
fareste
adesso
di
quella
strega
?
Vi
mangerebbe
anima
e
corpo
.
Neanche
il
viatico
potreste
ricevere
,
con
quello
scandalo
in
casa
!
Lei
lo
assisteva
meglio
di
una
serva
,
e
lo
curava
con
amore
,
senza
guardare
a
spesa
né
a
fatiche
.
Vedendo
che
nulla
giovava
,
arrivò
a
chiamare
il
figlio
di
Tavuso
,
il
quale
tornava
fresco
fresco
da
Napoli
,
laureato
in
medicina
,
-
un
ragazzotto
che
non
aveva
ancora
peli
al
mento
e
si
faceva
pagare
come
un
principe
.
-
Però
don
Gesualdo
gli
disse
il
fatto
suo
,
al
vedergli
metter
mano
alla
penna
per
scrivere
le
solite
imposture
:
-
Don
Margheritino
,
io
vi
ho
visto
nascere
!
A
me
scrivete
la
ricetta
?
Per
chi
mi
pigliate
,
amico
caro
!
-
Allora
,
-
ribattè
il
dottorino
infuriato
,
-
allora
fatevi
curare
dal
maniscalco
!
Perché
mi
avete
fatto
chiamare
?
-
Prese
il
cappello
,
e
se
ne
andò
.
Ma
siccome
il
malato
soffriva
tutti
i
tormenti
dell
'
inferno
,
nella
lusinga
che
qualcheduno
trovasse
il
rimedio
che
ci
voleva
,
per
non
far
parlare
anche
i
vicini
che
li
accusavano
di
avarizia
,
dovettero
chinare
il
capo
a
codesto
,
chinare
il
capo
a
medici
e
medicamenti
.
Il
figlio
di
Tavuso
,
Bomma
quanti
barbassori
c
'
erano
in
paese
,
tutti
sfilarono
dinanzi
al
letto
di
don
Gesualdo
.
Arrivavano
,
guardavano
,
tastavano
,
scambiavano
fra
di
loro
certe
parolacce
turche
che
facevano
accapponar
la
pelle
,
e
lasciavano
detto
ciascuno
la
sua
su
di
un
pezzo
di
carta
-
degli
sgorbi
come
sanguisughe
.
Don
Gesualdo
,
sbigottito
,
non
diceva
nulla
,
cercava
di
cogliere
le
parole
a
volo
;
guardava
sospettoso
le
mani
che
scrivevano
.
Soltanto
,
per
non
buttare
via
il
denaro
malamente
,
prima
di
spedire
la
ricetta
,
prese
a
parte
don
Margheritino
,
e
gli
fece
osservare
che
aveva
un
armadio
pieno
di
vasetti
e
boccettine
,
comperati
per
la
buon
'
anima
di
sua
moglie
.
-
Non
ho
guardato
a
spesa
,
signor
dottore
.
Li
ho
ancora
lì
,
tali
e
quali
.
Se
vi
pare
che
possano
giovare
adesso
...
Non
gli
davano
retta
neppur
quando
tornava
a
balbettare
,
spaventato
da
quelle
facce
serie
:
-
Mi
sento
meglio
.
Domani
mi
alzo
.
Mandatemi
in
campagna
che
guarirò
in
ventiquattr
'
ore
.
-
Gli
dicevano
di
sì
,
per
contentarlo
,
come
a
un
bambino
.
-
Domani
,
doman
l
'
altro
.
-
Ma
lo
tenevano
lì
,
per
smungerlo
,
per
succhiargli
il
sangue
,
medici
,
parenti
e
speziali
.
Lo
voltavano
,
lo
rivoltavano
,
gli
picchiavano
sul
ventre
con
due
dita
,
gli
facevano
bere
mille
porcherie
,
lo
ungevano
di
certa
roba
che
gli
apriva
dei
vescicanti
sullo
stomaco
.
C
'
era
di
nuovo
sul
cassettone
un
arsenale
di
rimedi
,
come
negli
ultimi
giorni
di
Bianca
,
buon
'
anima
.
Egli
borbottava
,
tentennando
il
capo
.
-
Siamo
già
ai
medicamenti
che
costano
cari
!
Vuol
dire
che
non
c
'
è
più
rimedio
.
-
Il
denaro
a
fiumi
,
un
va
e
vieni
,
una
baraonda
per
la
casa
,
tavola
imbandita
da
mattina
a
sera
.
Burgio
,
che
non
c
'
era
avvezzo
,
correva
a
mostrare
la
lingua
ai
medici
,
come
venivano
pel
cognato
;
Santo
non
usciva
più
nemmeno
per
andare
all
'
osteria
;
e
i
nipoti
,
quando
tornavano
dai
poderi
,
si
pigliavano
pei
capelli
:
liti
e
quistioni
fra
di
loro
che
facevano
a
chi
più
arraffa
,
degli
strepiti
che
arrivavano
fin
nella
camera
dell
'
infermo
,
il
quale
tendeva
l
'
orecchio
,
smanioso
di
sapere
quello
che
facevano
della
sua
roba
,
e
anche
lui
si
metteva
a
strillare
dal
letto
:
-
Lasciatemi
andare
a
Mangalavite
.
Ci
ho
tutti
i
miei
interessi
alla
malora
.
Qui
mi
mangio
il
fegato
.
Lasciatemi
andare
,
se
no
crepo
!
Ci
aveva
come
una
palla
di
piombo
nello
stomaco
,
che
gli
pesava
,
voleva
uscir
fuori
,
con
un
senso
di
pena
continuo
;
di
tratto
in
tratto
,
si
contraeva
,
s
'
arroventava
e
martellava
,
e
gli
balzava
alla
gola
,
e
lo
faceva
urlare
come
un
dannato
,
e
gli
faceva
mordere
tutto
ciò
che
capitava
.
Egli
rimaneva
sfinito
,
anelante
,
col
terrore
vago
di
un
altro
accesso
negli
occhi
stralunati
.
Tutto
ciò
che
ingoiava
per
forza
,
per
aggrapparsi
alla
vita
,
i
bocconi
più
rari
,
senza
chiedere
quel
che
costassero
,
gli
si
mutavano
in
veleno
;
tornava
a
rigettarli
come
roba
scomunicata
,
più
nera
dell
'
inchiostro
,
amara
,
maledetta
da
Dio
.
E
intanto
i
dolori
e
la
gonfiezza
crescevano
:
una
pancia
che
le
gambe
non
la
reggevano
più
.
Bomma
,
picchiandovi
sopra
,
una
volta
disse
:
-
Qui
c
'
è
roba
.
-
Che
volete
dire
,
vossignoria
?
-
balbettò
don
Gesualdo
,
balzando
a
sedere
sul
letto
,
coi
sudori
freddi
addosso
.
Bomma
lo
guardò
bene
in
faccia
,
accostò
la
seggiola
,
si
voltò
di
qua
e
di
là
per
vedere
s
'
erano
soli
.
-
Don
Gesualdo
,
siete
un
uomo
...
Non
siete
più
un
ragazzo
,
eh
?
-
Sissignore
,
-
rispose
lui
con
voce
ferma
,
calmatosi
a
un
tratto
,
col
coraggio
che
aveva
sempre
avuto
al
bisogno
.
-
Sissignore
,
parlate
.
-
Bene
,
qui
ci
vuole
un
consulto
.
Non
avete
mica
una
spina
di
fico
d
'
India
nel
ventre
!
E
'
un
affare
serio
,
capite
!
Non
è
cosa
per
la
barba
di
don
Margheritino
o
di
qualcun
altro
...
sia
detto
senza
offenderli
,
qui
in
confidenza
.
Chiamate
i
migliori
medici
forestieri
,
don
Vincenzo
Capra
,
il
dottor
Muscio
di
Caltagirone
,
chi
volete
...
Denari
non
ve
ne
mancano
...
A
quelle
parole
don
Gesualdo
montò
in
furia
:
-
I
denari
!
...
Vi
stanno
a
tutti
sugli
occhi
i
denari
che
ho
guadagnato
!
...
A
che
mi
servono
...
se
non
posso
comprare
neanche
la
salute
?
...
Tanti
bocconi
amari
m
'
hanno
dato
...
sempre
!
...
Ma
però
volle
stare
a
sentire
la
conclusione
del
discorso
di
Bomma
.
Alle
volte
non
si
sa
mai
...
Lo
lasciò
finire
,
stando
zitto
,
tenendosi
il
mento
,
pensando
ai
casi
suoi
.
Infine
volle
sapere
:
-
Il
consulto
?
Che
mi
fa
il
consulto
?
Bomma
perse
le
staffe
:
-
Che
vi
fa
?
Caspita
!
Quello
che
vi
può
fare
...
Almeno
non
si
dirà
che
vi
lasciate
morire
senza
aiuto
.
Io
parlo
nel
vostro
interesse
.
Non
me
ne
viene
nulla
in
tasca
...
Io
fo
lo
speziale
...
Non
è
affar
mio
...
Non
me
ne
intendo
.
Vi
ho
curato
per
amicizia
...
-
Come
l
'
altro
tentennava
il
capo
,
diffidente
,
col
sorriso
furbo
sulle
labbra
smorte
,
il
farmacista
mise
da
banda
ogni
riguardo
.
-
Morto
siete
,
don
minchione
!
A
voi
dico
!
Allora
don
Gesualdo
volse
un
'
occhiata
lenta
e
tenace
in
giro
,
si
soffiò
il
naso
,
e
si
lasciò
andar
giù
sul
letto
supino
.
Di
lì
a
un
po
'
,
guardando
il
soffitto
,
aggiunse
con
un
sospiro
:
-
Va
bene
.
Facciamo
il
consulto
.
La
notte
non
chiuse
occhio
.
Tormentato
da
un
'
ansietà
nuova
,
con
dei
brividi
che
lo
assalivano
di
tratto
in
tratto
,
dei
sudori
freddi
,
delle
inquietudini
che
lo
facevano
rizzare
all
'
improvviso
sul
letto
coi
capelli
irti
,
guardando
intorno
nelle
tenebre
,
vedendo
sempre
la
faccia
minacciosa
di
Bomma
,
tastandosi
,
soffocando
i
dolori
,
cercando
d
'
illudersi
.
Parevagli
di
sentirsi
meglio
infatti
.
Voleva
curarsi
,
giacché
era
un
affar
serio
.
Voleva
guarire
.
Ripeteva
le
parole
stesse
dello
speziale
:
denari
ne
aveva
;
s
'
era
logorata
la
vita
apposta
;
non
li
aveva
guadagnati
per
far
la
barba
al
signor
genero
;
perché
se
li
godessero
degli
ingrati
che
lo
lasciavano
crepare
lontano
:
Lontano
dagli
occhi
,
lontan
dal
cuore
!
Il
mondo
è
fatto
così
,
che
ciascuno
tira
l
'
acqua
al
suo
mulino
.
Il
mulino
suo
,
di
lui
,
era
di
riacquistare
la
salute
,
coi
suoi
denari
.
C
'
erano
al
mondo
dei
buoni
medici
che
l
'
avrebbero
fatto
guarire
,
pagandoli
bene
.
Allora
asciugavasi
quel
sudore
d
'
agonia
,
e
cercava
di
dormire
.
Voleva
che
i
medici
forestieri
che
aspettava
il
giorno
dopo
gli
trovassero
miglior
cera
;
contava
le
ore
;
gli
pareva
mill
'
anni
che
fossero
lì
dinanzi
al
suo
letto
.
La
stessa
luce
dell
'
alba
gli
faceva
animo
.
Poi
,
allorché
udì
le
campanelle
della
lettiga
che
portava
il
Muscio
e
don
Vincenzo
Capra
si
sentì
slargare
il
cuore
tanto
fatto
.
Si
tirò
su
svelto
a
sedere
sul
letto
come
uno
che
si
senta
proprio
meglio
.
Salutò
quella
brava
gente
con
un
bel
sorriso
che
doveva
rassicurare
anche
loro
,
appena
li
vide
entrare
.
Essi
invece
gli
badarono
appena
.
Erano
tutti
orecchi
per
don
Margheritino
che
narrava
la
storia
della
malattia
con
gran
prosopopea
;
approvavano
coi
cenni
del
capo
di
tanto
in
tanto
;
volgevano
solo
qualche
occhiata
distratta
sull
'
ammalato
che
andavasi
scomponendo
in
volto
,
alla
vista
di
quelle
facce
serie
,
al
torcer
dei
musi
,
alla
lunga
cicalata
del
mediconzolo
che
sembrava
recitasse
l
'
orazione
funebre
.
Dopo
che
colui
ebbe
terminato
di
ciarlare
s
'
alzarono
l
'
uno
dopo
l
'
altro
,
e
tornarono
a
palpare
e
a
interrogare
il
malato
,
scrollando
il
capo
,
con
certo
ammiccare
sentenzioso
,
certe
occhiate
fra
di
loro
che
vi
mozzavano
il
fiato
addirittura
.
Ce
n
'
era
uno
specialmente
,
dei
forestieri
,
che
stava
accigliato
e
pensieroso
,
e
faceva
a
ogni
momento
uhm
!
uhm
!
senza
aprir
bocca
.
I
parenti
,
la
gente
di
casa
,
dei
vicini
anche
,
per
curiosità
,
si
affollavano
all
'
uscio
,
aspettando
la
sentenza
,
mentre
i
dottori
confabulavano
a
bassa
voce
fra
di
loro
in
un
canto
.
A
un
cenno
dello
speziale
,
Burgio
e
sua
moglie
andarono
a
sentire
anch
'
essi
,
in
punta
di
piedi
.
-
Parlate
,
signori
miei
!
-
esclamò
allora
il
pover
'
uomo
pallido
come
un
morto
.
-
Sono
io
il
malato
,
infine
!
Voglio
sapere
a
che
punto
sono
.
Il
Muscio
abbozzò
un
sorriso
che
lo
fece
più
brutto
.
E
don
Vincenzo
Capra
,
in
bel
modo
,
cominciò
a
spiegare
la
diagnosi
della
malattia
:
Pylori
cancer
,
il
pyrosis
dei
greci
.
Non
s
'
avevano
ancora
indizii
d
'
ulcerazione
;
l
'
adesione
stessa
del
tumore
agli
organi
essenziali
non
era
certa
;
ma
la
degenerescenza
dei
tessuti
accusavasi
già
per
diversi
sintomi
patologici
.
Don
Gesualdo
,
dopo
avere
ascoltato
attentamente
,
riprese
:
-
Tutto
questo
va
benone
.
Però
ditemi
se
potete
guarirmi
,
vossignoria
.
Senza
interesse
...
pagandovi
secondo
il
vostro
merito
...
Capra
ammutolì
da
prima
e
si
strinse
nelle
spalle
.
-
Eh
,
eh
...
guarire
...
certo
...
siamo
qui
per
cercar
di
guarirvi
...
-
Il
Muscio
,
più
brutale
,
spifferò
chiaro
e
tondo
il
solo
rimedio
che
si
potesse
tentare
:
l
'
estirpazione
del
tumore
,
un
bel
caso
,
un
'
operazione
chirurgica
che
avrebbe
fatto
onore
a
chiunque
.
Dimostrava
il
modo
e
la
maniera
,
accalorandosi
nella
proposta
,
accompagnando
la
parola
coi
gesti
,
fiutando
già
il
sangue
cogli
occhi
accesi
nel
faccione
che
gli
s
'
imporporava
tutto
,
quasi
stesse
per
rimboccarsi
le
maniche
e
incominciare
;
tanto
che
il
paziente
spalancava
gli
occhi
e
la
bocca
,
e
tiravasi
indietro
per
istinto
;
e
le
donne
,
atterrite
,
scapparono
a
gemere
e
a
singhiozzare
.
-
Madonna
del
Pericolo
!
-
cominciò
a
strillare
Speranza
.
-
Vogliono
ammazzarmi
il
fratello
...
squartarlo
vivo
come
un
maiale
!
-
Chetatevi
!
-
balbettò
lui
passandosi
un
lembo
del
lenzuolo
sulla
faccia
che
grondava
goccioloni
.
Gli
altri
medici
tacevano
e
approvavano
più
o
meno
la
proposta
del
dottor
Muscio
per
cortesia
.
Don
Gesualdo
,
visto
che
nessuno
fiatava
,
ripigliò
a
dire
:
-
Chetatevi
!
...
Si
tratta
della
mia
pelle
...
devo
dir
la
mia
anch
'
io
...
Signori
miei
...
sono
un
uomo
...
Non
sono
un
ragazzo
...
Se
dite
ch
'
è
necessaria
...
questa
operazione
...
Se
dite
che
è
necessaria
...
Sissignore
...
si
farà
...
Però
,
lasciatemi
dir
la
mia
...
-
E
'
giusto
.
Parlate
.
-
Ecco
...
Una
cosa
sola
..
Voglio
sapere
prima
se
mi
garantite
la
pelle
...
Siamo
galantuomini
...
Mi
fido
di
voi
...
Non
è
un
negozio
da
farsi
a
occhi
chiusi
.
Voglio
vederci
chiaro
nel
mio
affare
...
-
Che
discorsi
son
questi
!
-
interruppe
il
Muscio
dimenandosi
sulla
seggiola
.
-
Io
fo
il
chirurgo
,
amico
mio
.
Io
fo
il
mio
mestiere
,
e
non
m
'
impiccio
a
far
scommesse
da
ciarlatano
!
Credete
di
trattare
col
Zanni
,
alla
fiera
?
-
Allora
non
ne
facciamo
nulla
,
-
rispose
don
Gesualdo
.
E
gli
voltò
le
spalle
.
-
Andate
là
,
Bomma
,
che
m
'
avete
dato
un
bel
consiglio
!
Speranza
,
premurosa
,
vide
giunta
l
'
ora
di
rivolgersi
ai
santi
,
e
si
diede
le
mani
attorno
a
procurar
reliquie
e
immagini
benedette
.
Neri
pensò
che
si
doveva
avvertire
subito
la
figliuola
e
il
genero
del
pericolo
che
correva
don
Gesualdo
.
Lui
non
dava
più
retta
.
Diceva
che
di
santi
e
di
reliquie
ne
aveva
un
fascio
,
lì
nell
'
armadio
di
Bianca
,
insieme
alle
altre
medicine
.
Non
voleva
veder
nessuno
.
Giacché
era
condannato
,
voleva
morire
in
pace
,
senza
operazioni
chirurgiche
,
lontano
dai
guai
,
nella
sua
campagna
.
S
'
attaccava
alla
vita
mani
e
piedi
,
disperato
.
Ne
aveva
passate
delle
altre
;
s
'
era
aiutato
sempre
da
sé
,
nei
mali
passi
.
Coraggio
ne
aveva
e
aveva
il
cuoio
duro
anche
.
Mangiava
e
beveva
;
si
ostinava
a
star
meglio
;
si
alzava
dal
letto
due
o
tre
ore
al
giorno
;
si
trascinava
per
le
stanze
,
da
un
mobile
all
'
altro
.
Infine
si
fece
portare
a
Mangalavite
,
col
fiato
ai
denti
,
mastro
Nardo
da
un
lato
e
Masi
dall
'
altro
che
lo
reggevano
sul
mulo
-
un
viaggio
che
durò
tre
ore
,
e
gli
fece
dire
cento
volte
:
-
Buttatemi
nel
fosso
,
ch
'
è
meglio
.
Ma
laggiù
,
dinanzi
alla
sua
roba
,
si
persuase
che
era
finita
davvero
,
che
ogni
speranza
per
lui
era
perduta
,
al
vedere
che
di
nulla
gliene
importava
,
oramai
.
La
vigna
metteva
già
le
foglie
,
i
seminati
erano
alti
,
gli
ulivi
in
fiore
,
i
sommacchi
verdi
,
e
su
ogni
cosa
stendevasi
una
nebbia
,
una
tristezza
,
un
velo
nero
.
La
stessa
casina
,
colle
finestre
chiuse
,
la
terrazza
dove
Bianca
e
la
figliuola
solevano
mettersi
a
lavorare
,
il
viale
deserto
,
fin
la
sua
gente
di
campagna
che
temeva
di
seccarlo
e
se
ne
stava
alla
larga
,
lì
nel
cortile
o
sotto
la
tettoia
,
ogni
cosa
gli
stringeva
il
cuore
;
ogni
cosa
gli
diceva
:
Che
fai
?
che
vuoi
?
La
sua
stessa
roba
,
lì
,
i
piccioni
che
roteavano
a
stormi
sul
suo
capo
,
le
oche
e
i
tacchini
che
schiamazzavano
dinanzi
a
lui
...
Si
udivano
delle
voci
e
delle
cantilene
di
villani
che
lavoravano
.
Per
la
viottola
di
Licodia
,
in
fondo
,
passava
della
gente
a
piedi
e
a
cavallo
.
Il
mondo
andava
ancora
pel
suo
verso
,
mentre
non
c
'
era
più
speranza
per
lui
,
roso
dal
baco
al
pari
di
una
mela
fradicia
che
deve
cascare
dal
ramo
,
senza
forza
di
muovere
un
passo
sulla
sua
terra
,
senza
voglia
di
mandar
giù
un
uovo
.
Allora
,
disperato
di
dover
morire
,
si
mise
a
bastonare
anatre
e
tacchini
,
a
strappar
gemme
e
sementi
.
Avrebbe
voluto
distruggere
d
'
un
colpo
tutto
quel
ben
di
Dio
che
aveva
accumulato
a
poco
a
poco
.
Voleva
che
la
sua
roba
se
ne
andasse
con
lui
,
disperata
come
lui
.
Mastro
Nardo
e
il
garzone
dovettero
portarlo
di
nuovo
in
paese
,
più
morto
che
vivo
.
Di
lì
a
qualche
giorno
arrivò
il
duca
di
Leyra
,
chiamato
per
espresso
,
e
s
'
impadronì
del
suocero
e
della
casa
,
dicendo
che
voleva
condurselo
a
Palermo
e
farlo
curare
dai
migliori
medici
.
Il
poveretto
,
ch
'
era
ormai
l
'
ombra
di
sé
stesso
,
lasciava
fare
;
riapriva
anzi
il
cuore
alla
speranza
;
intenerivasi
alle
premure
del
genero
e
della
figliuola
che
l
'
aspettava
a
braccia
aperte
.
Gli
pareva
che
gli
tornassero
già
le
forze
.
Non
vedeva
l
'
ora
d
'
andarsene
,
quasi
dovesse
lasciare
il
suo
male
lì
,
in
quella
casa
e
in
quei
poderi
che
gli
erano
costati
tanti
sudori
,
e
che
gli
pesavano
invece
adesso
sulle
spalle
.
Il
genero
intanto
occupavasi
col
suo
procuratore
a
mettere
in
sesto
gli
affari
.
Appena
don
Gesualdo
fu
in
istato
di
poter
viaggiare
,
lo
misero
in
lettiga
e
partirono
per
la
città
.
Era
una
giornata
piovosa
.
Le
case
note
,
dei
visi
di
conoscenti
che
si
voltavano
appena
,
sfilavano
attraverso
gli
sportelli
della
lettiga
.
Speranza
,
e
tutti
i
suoi
,
in
collera
dacché
era
venuto
il
duca
a
spadroneggiare
,
non
si
erano
fatti
più
vedere
.
Ma
Nardo
aveva
voluto
accompagnare
il
padrone
sino
alle
ultime
case
del
paese
.
In
via
della
Masera
si
udì
gridare
:
-
Fermate
!
fermate
!
-
E
apparve
Diodata
,
ché
voleva
salutare
don
Gesualdo
l
'
ultima
volta
,
lì
,
davanti
il
suo
uscio
.
Però
,
giunta
vicino
a
lui
,
non
seppe
trovare
le
parole
,
e
rimaneva
colle
mani
allo
sportello
,
accennando
col
capo
.
-
Ah
,
Diodata
...
Sei
venuta
a
darmi
il
buon
viaggio
?
...
-
disse
lui
.
Essa
fece
segno
di
sì
,
di
sì
,
cercando
di
sorridere
,
e
gli
occhi
le
si
riempirono
di
lagrime
.
-
Povera
Diodata
!
Tu
sola
ti
rammenti
del
tuo
padrone
...
Affacciò
il
capo
allo
sportello
,
cercando
forse
degli
altri
,
ma
siccome
pioveva
lo
tirò
indietro
subito
.
-
Guarda
che
fai
!
...
sotto
la
pioggia
...
a
capo
scoperto
!
...
E
'
il
tuo
vizio
antico
!
Ti
rammenti
,
eh
,
ti
rammenti
?
-
Sissignore
,
-
rispose
lei
semplicemente
,
e
continuava
ad
accompagnare
le
parole
coi
cenni
del
capo
.
-
Sissignore
,
fate
buon
viaggio
,
vossignoria
.
Si
staccò
pian
piano
dalla
lettiga
,
quasi
a
malincuore
,
e
tornò
a
casa
,
fermandosi
sull
'
uscio
,
umile
e
triste
.
Don
Gesualdo
s
'
accorse
allora
di
mastro
Nardo
che
l
'
aveva
seguìto
sin
lì
,
e
mise
mano
alla
tasca
per
regalargli
qualche
baiocco
.
-
Scusate
,
mastro
Nardo
...
non
ne
ho
...
sarà
per
un
'
altra
volta
,
se
torniamo
a
vederci
,
eh
?
...
se
torniamo
a
vederci
...
-
E
si
buttò
all
'
indietro
,
col
cuore
gonfio
di
tutte
quelle
cose
che
si
lasciava
dietro
le
spalle
,
la
viottola
fangosa
per
cui
era
passato
tante
volte
,
il
campanile
perduto
nella
nebbia
,
i
fichi
d
'
India
rigati
dalla
pioggia
che
sfilavano
di
qua
e
di
là
della
lettiga
.
V
Parve
a
don
Gesualdo
d
'
entrare
in
un
altro
mondo
,
allorché
fu
in
casa
della
figliuola
.
Era
un
palazzone
così
vasto
che
ci
si
smarriva
dentro
.
Da
per
tutto
cortinaggi
e
tappeti
che
non
si
sapeva
dove
mettere
i
piedi
-
sin
dallo
scalone
di
marmo
-
e
il
portiere
,
un
pezzo
grosso
addirittura
,
con
tanto
di
barba
e
di
soprabitone
,
vi
squadrava
dall
'
alto
al
basso
,
accigliato
,
se
per
disgrazia
avevate
una
faccia
che
non
lo
persuadesse
,
e
vi
gridava
dietro
dal
suo
gabbione
:
-
C
'
è
lo
stoino
per
pulirsi
le
scarpe
!
-
Un
esercito
di
mangiapane
,
staffieri
e
camerieri
,
che
sbadigliavano
a
bocca
chiusa
,
camminavano
in
punta
di
piedi
,
e
vi
servivano
senza
dire
una
parola
o
fare
un
passo
di
più
,
con
tanta
degnazione
da
farvene
passar
la
voglia
.
Ogni
cosa
regolata
a
suon
di
campanello
,
con
un
cerimoniale
di
messa
cantata
-
per
avere
un
bicchier
d
'
acqua
,
o
per
entrare
nelle
stanze
della
figliuola
.
Lo
stesso
duca
,
all
'
ora
di
pranzo
,
si
vestiva
come
se
andasse
a
nozze
.
Il
povero
don
Gesualdo
,
nei
primi
giorni
,
s
'
era
fatto
animo
per
contentare
la
figliuola
,
e
s
'
era
messo
in
gala
anche
lui
per
venire
a
tavola
,
legato
e
impastoiato
,
con
un
ronzìo
nelle
orecchie
,
le
mani
esitanti
,
l
'
occhio
inquieto
,
le
fauci
strette
da
tutto
quell
'
apparato
,
dal
cameriere
che
gli
contava
i
bocconi
dietro
le
spalle
,
e
di
cui
ogni
momento
vedevasi
il
guanto
di
cotone
allungarsi
a
tradimento
e
togliervi
la
roba
dinanzi
.
L
'
intimidiva
pure
la
cravatta
bianca
del
genero
,
le
credenze
alte
e
scintillanti
come
altari
,
e
la
tovaglia
finissima
,
che
s
'
aveva
sempre
paura
di
lasciarvi
cadere
qualche
cosa
.
Tanto
che
macchinava
di
prendere
a
quattr
'
occhi
la
figliuola
,
e
dirle
il
fatto
suo
.
Il
duca
,
per
fortuna
,
lo
tolse
d
'
impiccio
,
dicendo
ad
Isabella
,
dopo
il
caffè
,
col
sigaro
in
bocca
e
il
capo
appoggiato
alla
spalliera
del
seggiolone
:
-
Mia
cara
,
d
'
oggi
innanzi
credo
che
sarebbe
meglio
far
servire
papà
nelle
sue
stanze
.
Avrà
le
sue
ore
,
le
sue
abitudini
...
Poi
,
col
regime
speciale
che
richiede
il
suo
stato
di
salute
...
-
Certo
,
certo
,
-
balbettò
don
Gesualdo
.
-
Stavo
per
dirvelo
...
Sarei
più
contento
anch
'
io
...
Non
voglio
essere
d
'
incomodo
...
-
No
.
Non
dico
per
questo
.
Voi
ci
fate
a
ogni
modo
piacere
,
caro
mio
.
Egli
si
mostrava
proprio
un
buon
figliuolo
col
suocero
.
Gli
riempiva
il
bicchierino
;
lo
incoraggiava
a
fumare
un
sigaro
;
lo
assicurava
infine
che
gli
trovava
miglior
cera
,
da
che
era
arrivato
a
Palermo
,
e
il
cambiamento
d
'
aria
e
una
buona
cura
l
'
avrebbero
guarito
del
tutto
.
Poi
gli
toccò
anche
il
tasto
degli
interessi
.
Mostravasi
giudizioso
;
cercava
il
modo
e
la
maniera
d
'
avere
il
piacere
di
tenersi
il
suocero
in
casa
un
pezzo
,
senza
timore
che
gli
affari
di
lui
andassero
a
rotta
di
collo
...
Una
procura
generale
...
una
specie
d
'
alter
ego
...
Don
Gesualdo
si
sentì
morire
il
sorriso
in
bocca
.
Non
c
'
era
che
fare
.
Il
genero
,
nel
viso
,
nelle
parole
,
sin
nel
tono
della
voce
,
anche
quando
voleva
fare
l
'
amabile
e
pigliarvi
bel
bello
,
aveva
qualcosa
che
vi
respingeva
indietro
,
e
vi
faceva
cascar
le
braccia
,
uno
che
avesse
voluto
buttargliele
al
collo
,
proprio
come
a
un
figlio
,
e
dirgli
:
-
Te
'
!
per
la
buona
parola
,
adesso
!
Pazienza
il
resto
!
Fai
quello
che
vuoi
!
Talché
don
Gesualdo
scendeva
raramente
dalla
figliuola
.
Ci
si
sentiva
a
disagio
col
signor
genero
;
temeva
sempre
che
ripigliasse
l
'
antifona
dell
'
alter
ego
.
Gli
mancava
l
'
aria
,
lì
fra
tutti
quei
ninnoli
.
Gli
toccava
chiedere
quasi
licenza
al
servitore
che
faceva
la
guardia
in
anticamera
per
poter
vedere
la
sua
figliuola
,
e
scapparsene
appena
giungeva
qualche
visita
.
L
'
avevano
collocato
in
un
quartierino
al
pian
di
sopra
,
poche
stanze
che
chiamavano
la
foresteria
,
dove
Isabella
andava
a
vederlo
ogni
mattina
,
in
veste
da
camera
,
spesso
senza
neppure
mettersi
a
sedere
,
amorevole
e
premurosa
,
è
vero
,
ma
in
certo
modo
che
al
pover
'
uomo
sembrava
d
'
essere
davvero
un
forestiero
.
Essa
alcune
volte
era
pallida
così
che
pareva
non
avesse
chiuso
occhio
neppur
lei
.
Aveva
una
certa
ruga
fra
le
ciglia
,
qualcosa
negli
occhi
,
che
a
lui
,
vecchio
e
pratico
del
mondo
,
non
andavan
punto
a
genio
.
Avrebbe
voluto
pigliarsi
anche
lei
fra
le
braccia
,
stretta
stretta
,
e
chiederle
piano
in
un
orecchio
:
-
Cos
'
hai
?
...
dimmelo
!
...
Confidati
a
me
che
dei
guai
ne
ho
passati
tanti
,
e
non
posso
tradirti
!
...
Ma
anch
'
essa
ritirava
le
corna
come
fa
la
lumaca
.
Stava
chiusa
,
parlava
di
rado
anche
della
mamma
,
quasi
il
chiodo
le
fosse
rimasto
lì
,
fisso
...
accusando
lo
stomaco
peloso
dei
Trao
,
che
vi
chiudevano
il
rancore
e
la
diffidenza
,
implacabili
!
Perciò
lui
doveva
ricacciare
indietro
le
parole
buone
e
anche
le
lagrime
,
che
gli
si
gonfiavano
grosse
grosse
dentro
,
e
tenersi
per
sé
i
propri
guai
.
Passava
i
giorni
malinconici
dietro
l
'
invetriata
,
a
veder
strigliare
i
cavalli
e
lavare
le
carrozze
,
nella
corte
vasta
quanto
una
piazza
.
Degli
stallieri
,
in
manica
di
camicia
e
coi
piedi
nudi
negli
zoccoli
,
cantavano
,
vociavano
,
barattavano
delle
chiacchiere
e
degli
strambotti
coi
domestici
,
i
quali
perdevano
il
tempo
alle
finestre
,
col
grembialone
sino
al
collo
,
o
in
panciotto
rosso
,
strascicando
svogliatamente
uno
strofinaccio
fra
le
mani
ruvide
,
con
le
barzellette
sguaiate
,
dei
musi
beffardi
di
mascalzoni
ben
rasi
e
ben
pettinati
che
sembravano
togliersi
allora
una
maschera
.
I
cocchieri
poi
,
degli
altri
pezzi
grossi
,
stavano
a
guardare
,
col
sigaro
in
bocca
e
le
mani
nelle
tasche
delle
giacchette
attillate
,
discorrendo
di
tanto
in
tanto
col
guardaportone
che
veniva
dal
suo
casotto
a
fare
una
fumatina
,
accennando
con
dei
segni
e
dei
versacci
alle
cameriere
che
si
vedevano
passare
dietro
le
invetriate
dei
balconi
,
oppure
facevano
capolino
provocanti
,
sfacciate
,
a
buttar
giù
delle
parolacce
e
delle
risate
di
male
femmine
con
certi
visi
da
Madonna
.
Don
Gesualdo
pensava
intanto
quanti
bei
denari
dovevano
scorrere
per
quelle
mani
;
tutta
quella
gente
che
mangiava
e
beveva
alle
spalle
di
sua
figlia
,
sulla
dote
che
egli
le
aveva
dato
,
su
l
'
Alìa
e
su
Donninga
,
le
belle
terre
che
aveva
covato
cogli
occhi
tanto
tempo
,
sera
e
mattina
,
e
misurato
col
desiderio
,
e
sognato
la
notte
,
e
acquistato
palmo
a
palmo
,
giorno
per
giorno
,
togliendosi
il
pane
di
bocca
:
le
povere
terre
nude
che
bisognava
arare
e
seminare
;
i
mulini
,
le
case
,
i
magazzini
che
aveva
fabbricato
con
tanti
stenti
,
con
tanti
sacrifici
,
un
sasso
dopo
l
'
altro
.
La
Canziria
,
Mangalavite
,
la
casa
,
tutto
,
tutto
sarebbe
passato
per
quelle
mani
.
Chi
avrebbe
potuto
difendere
la
sua
roba
dopo
la
sua
morte
,
ahimè
,
povera
roba
!
Chi
sapeva
quel
che
era
costata
?
Il
signor
duca
,
lui
,
quando
usciva
di
casa
,
a
testa
alta
,
col
sigaro
in
bocca
e
il
pomo
del
bastoncino
nella
tasca
del
pastrano
,
fermavasi
appena
a
dare
un
'
occhiata
ai
suoi
cavalli
,
ossequiato
come
il
Santissimo
Sagramento
,
le
finestre
si
chiudevano
in
fretta
,
ciascuno
correva
al
suo
posto
,
tutti
a
capo
scoperto
,
il
guardaportone
col
berretto
gallonato
in
mano
,
ritto
dinanzi
alla
sua
vetrina
,
gli
stallieri
immobili
accanto
alla
groppa
delle
loro
bestie
,
colla
striglia
appoggiata
all
'
anca
,
il
cocchiere
maggiore
,
un
signorone
,
piegato
in
due
a
passare
la
rivista
e
prendere
gli
ordini
:
una
commedia
che
durava
cinque
minuti
.
Dopo
,
appena
lui
voltava
le
spalle
,
ricominciava
il
chiasso
e
la
baraonda
,
dalle
finestre
,
dalle
arcate
del
portico
che
metteva
alle
scuderie
,
dalla
cucina
che
fumava
e
fiammeggiava
sotto
il
tetto
,
piena
di
sguatteri
vestiti
di
bianco
,
quasi
il
palazzo
fosse
abbandonato
in
mano
a
un
'
orda
famelica
,
pagata
apposta
per
scialarsela
sino
al
tocco
della
campana
che
annunziava
qualche
visita
-
un
'
altra
solennità
anche
quella
.
-
La
duchessa
certi
giorni
si
metteva
in
pompa
magna
ad
aspettare
le
visite
come
un
'
anima
di
purgatorio
.
Arrivava
di
tanto
in
tanto
una
carrozza
fiammante
;
passava
come
un
lampo
dinanzi
al
portinaio
,
che
aveva
appena
il
tempo
di
cacciare
la
pipa
nella
falda
del
soprabito
e
di
appendersi
alla
campana
;
delle
dame
e
degli
staffieri
in
gala
sguisciavano
frettolosi
sotto
l
'
alto
vestibolo
,
e
dopo
dieci
minuti
tornavano
ad
uscire
per
correre
altrove
a
rompicollo
;
proprio
della
gente
che
sembrava
presa
a
giornata
per
questo
.
Lui
invece
passava
il
tempo
a
contare
le
tegole
dirimpetto
,
a
calcolare
,
con
l
'
amore
e
la
sollecitudine
del
suo
antico
mestiere
,
quel
che
erano
costate
le
finestre
scolpite
,
i
pilastri
massicci
,
gli
scalini
di
marmo
,
quei
mobili
sontuosi
,
quelle
stoffe
,
quella
gente
,
quei
cavalli
che
mangiavano
,
e
inghiottivano
il
denaro
come
la
terra
inghiottiva
la
semente
,
come
beveva
l
'
acqua
,
senza
renderlo
però
,
senza
dar
frutto
,
sempre
più
affamati
,
sempre
più
divoranti
,
simili
a
quel
male
che
gli
consumava
le
viscere
.
Quante
cose
si
sarebbero
potute
fare
con
quel
denaro
!
Quanti
buoni
colpi
di
zappa
,
quanto
sudore
di
villani
si
sarebbero
pagati
!
Delle
fattorie
,
dei
villaggi
interi
da
fabbricare
...
delle
terre
da
seminare
,
a
perdita
di
vista
...
E
un
esercito
di
mietitori
a
giugno
,
del
grano
da
raccogliere
a
montagne
,
del
denaro
a
fiumi
da
intascare
!
...
Allora
gli
si
gonfiava
il
cuore
al
vedere
i
passeri
che
schiamazzavano
su
quelle
tegole
,
il
sole
che
moriva
sul
cornicione
senza
scendere
mai
giù
sino
alle
finestre
.
Pensava
alle
strade
polverose
,
ai
bei
campi
dorati
e
verdi
,
al
cinguettìo
lungo
le
siepi
,
alle
belle
mattinate
che
facevano
fumare
i
solchi
!
...
Oramai
!
...
oramai
!
...
Adesso
era
chiuso
fra
quattro
mura
,
col
brusìo
incessante
della
città
negli
orecchi
,
lo
scampanìo
di
tante
chiese
che
gli
martellava
sul
capo
,
consumato
lentamente
dalla
febbre
,
roso
dai
dolori
che
gli
facevano
mordere
il
guanciale
,
a
volte
,
per
non
seccare
il
domestico
che
sbadigliava
nella
stanza
accanto
.
Nei
primi
giorni
,
il
cambiamento
,
l
'
aria
nuova
,
forse
anche
qualche
medicina
indovinata
,
per
sbaglio
,
avevano
fatto
il
miracolo
,
gli
avevano
fatto
credere
di
potersi
guarire
.
Dopo
era
ricaduto
peggio
di
prima
.
Neppure
i
migliori
medici
di
Palermo
avevano
saputo
trovar
rimedio
a
quella
malattia
scomunicata
!
tal
quale
come
i
medici
ignoranti
del
suo
paese
,
e
costavano
di
più
,
per
giunta
!
Venivano
l
'
uno
dopo
l
'
altro
,
dei
dottoroni
che
tenevano
carrozza
,
e
si
facevano
pagare
anche
il
servitore
che
lasciavano
in
anticamera
.
L
'
osservavano
,
lo
tastavano
,
lo
interrogavano
quasi
avessero
da
fare
con
un
ragazzo
o
un
contadino
.
Lo
mostravano
agli
apprendisti
come
il
zanni
fa
vedere
alla
fiera
il
gallo
con
le
corna
,
oppure
la
pecora
con
due
code
,
facendo
la
spiegazione
con
parole
misteriose
.
Rispondevano
appena
,
a
fior
di
labbra
,
se
il
povero
diavolo
si
faceva
lecito
di
voler
sapere
che
malattia
covava
in
corpo
,
quasi
egli
non
avesse
che
vederci
,
colla
sua
pelle
!
Gli
avevano
fatto
comperare
anch
'
essi
un
'
intera
farmacia
:
dei
rimedi
che
si
contavano
a
gocce
,
come
l
'
oro
,
degli
unguenti
che
si
spalmavano
con
un
pennello
e
aprivano
delle
piaghe
vive
,
dei
veleni
che
davano
delle
coliche
più
forti
e
mettevano
come
del
rame
nella
bocca
,
dei
bagni
e
dei
sudoriferi
che
lo
lasciavano
sfinito
,
senza
forza
di
muovere
il
capo
,
vedendo
già
l
'
ombra
della
morte
da
per
tutto
.
-
Signori
miei
,
a
che
giuoco
giuochiamo
?
-
voleva
dire
.
-
Allora
,
se
è
sempre
la
stessa
musica
,
me
ne
torno
al
mio
paese
...
Almeno
laggiù
lo
rispettavano
pei
suoi
denari
,
e
lo
lasciavano
sfogare
,
se
pretendeva
di
sapere
come
li
spendeva
per
la
sua
salute
.
Mentre
qui
gli
pareva
d
'
essere
all
'
ospedale
,
curato
per
carità
.
Doveva
stare
in
suggezione
anche
del
genero
che
veniva
ad
accompagnare
i
pezzi
grossi
chiamati
a
consulto
.
Parlavano
sottovoce
fra
di
loro
,
voltandogli
le
spalle
,
senza
curarsi
di
lui
che
aspettava
a
bocca
aperta
una
parola
di
vita
o
di
morte
.
Oppure
gli
facevano
l
'
elemosina
di
una
risposta
che
non
diceva
niente
,
di
un
sorrisetto
che
significava
addirittura
-
Arrivederci
in
Paradiso
,
buon
uomo
!
-
C
'
erano
persino
di
quelli
che
gli
voltavano
le
spalle
,
come
si
tenessero
offesi
.
Egli
indovinava
che
doveva
essere
qualche
cosa
di
grave
,
al
viso
stesso
che
facevano
i
medici
,
alle
alzate
di
spalle
scoraggianti
,
alle
lunghe
fermate
col
genero
,
e
al
borbottìo
che
durava
un
pezzo
fra
di
loro
in
anticamera
.
Infine
non
si
tenne
più
.
Un
giorno
che
quei
signori
tornavano
a
ripetere
la
stessa
pantomima
,
ne
afferrò
uno
per
la
falda
,
prima
d
'
andarsene
.
-
Signor
dottore
,
parlate
con
me
!
Sono
io
il
malato
,
infine
!
Non
sono
un
ragazzo
.
Voglio
sapere
di
che
si
tratta
,
giacché
si
giuoca
sulla
mia
pelle
!
Colui
invece
cominciò
a
fare
una
scenata
col
duca
,
quasi
gli
si
fosse
mancato
di
rispetto
in
casa
sua
.
Ci
volle
del
bello
e
del
buono
per
calmarlo
,
e
perché
non
piantasse
lì
malato
e
malattia
una
volta
per
sempre
.
Don
Gesualdo
udì
che
gli
dicevano
sottovoce
:
-
Compatitelo
...
Non
conosce
gli
usi
...
E
'
un
uomo
primitivo
...
nello
stato
di
natura
...
-
Sicché
il
poveraccio
dovette
mandar
giù
tutto
,
e
rivolgersi
alla
figliuola
,
per
sapere
qualche
cosa
.
-
Che
hanno
detto
i
medici
?
Dimmi
la
verità
?
...
E
'
una
malattia
grave
,
di
'
?
...
E
come
le
vide
gonfiare
negli
occhi
le
lagrime
,
malgrado
che
tentasse
di
cacciarle
indietro
,
infuriò
.
Non
voleva
morire
.
Si
sentiva
un
'
energia
disperata
d
'
alzarsi
e
andarsene
via
da
quella
casa
maledetta
.
-
Non
dico
per
te
...
Hai
fatto
di
tutto
...
Non
mi
manca
nulla
...
Ma
io
non
ci
sono
avvezzo
,
vedi
...
Mi
par
di
soffocare
qui
dentro
...
Neppur
lei
non
ci
stava
bene
in
quella
casa
.
Il
cuore
glielo
diceva
,
al
povero
padre
.
Sembrava
che
fossero
in
perfetto
accordo
,
marito
e
moglie
;
discorrevano
cortesemente
fra
di
loro
,
dinanzi
ai
domestici
;
il
duca
passava
quasi
sempre
una
mezz
'
oretta
nel
salottino
della
moglie
dopo
pranzo
;
andava
a
darle
il
buon
giorno
ogni
mattina
,
prima
della
colazione
;
per
i
Morti
,
a
Natale
,
per
la
festa
di
Santa
Rosalia
,
e
nella
ricorrenza
del
suo
onomastico
o
dell
'
anniversario
del
loro
matrimonio
,
le
regalava
dei
gioielli
,
ch
'
essa
aveva
fatto
ammirare
al
babbo
,
in
prova
del
bene
che
le
voleva
il
marito
.
-
Ah
,
ah
...
capisco
...
dev
'
essere
costata
una
bella
somma
!
...
però
non
sei
contenta
...
si
vede
benissimo
che
non
sei
contenta
....
Leggeva
in
fondo
agli
occhi
di
lei
un
altro
segreto
,
un
'
altra
ansietà
mortale
,
che
non
la
lasciava
neppure
quand
'
era
vicino
a
lui
,
che
le
dava
dei
sussulti
,
allorché
udiva
un
passo
all
'
improvviso
,
o
suonava
ad
ora
insolita
la
campana
che
annunziava
il
duca
;
e
dei
pallori
mortali
,
certi
sguardi
rapidi
in
cui
gli
pareva
di
scorgere
un
rimprovero
.
Alcune
volte
l
'
aveva
vista
giungere
correndo
,
pallida
,
tremante
come
una
foglia
,
balbettando
delle
scuse
.
Una
notte
,
tardi
,
mentre
era
in
letto
coi
suoi
guai
,
aveva
udito
un
'
agitazione
insolita
nel
piano
di
sotto
,
degli
usci
che
sbattevano
,
la
voce
della
cameriera
che
strillava
,
quasi
chiamasse
aiuto
,
una
voce
che
lo
fece
rizzare
spaventato
sul
letto
.
Ma
sua
figlia
il
giorno
dopo
non
gli
volle
dir
nulla
;
sembrava
anzi
che
le
sue
domande
l
'
infastidissero
.
Misuravano
fino
le
parole
e
i
sospiri
in
quella
casa
,
ciascuno
chiudendosi
in
corpo
i
propri
guai
,
il
duca
col
sorriso
freddo
,
Isabella
con
la
buona
grazia
che
le
aveva
fatto
insegnare
in
collegio
.
Le
tende
e
i
tappeti
soffocavano
ogni
cosa
.
Però
,
quando
se
li
vedeva
dinanzi
a
lui
,
marito
e
moglie
,
così
tranquilli
,
che
nessuno
avrebbe
sospettato
quel
che
covava
sotto
,
si
sentiva
freddo
nella
schiena
.
Del
resto
,
che
poteva
farci
?
Ne
aveva
abbastanza
dei
suoi
guai
.
Il
peggio
di
tutti
stava
lui
che
aveva
la
morte
sul
collo
.
Quand
'
egli
avrebbe
chiuso
gli
occhi
tutti
gli
altri
si
sarebbero
data
pace
,
come
egli
stesso
s
'
era
data
pace
dopo
la
morte
di
suo
padre
e
di
sua
moglie
.
Ciascuno
tira
l
'
acqua
al
suo
mulino
.
Ne
aveva
data
tanta
dell
'
acqua
per
far
macinare
gli
altri
!
Speranza
,
Diodata
,
tutti
gli
altri
...
un
vero
fiume
.
Anche
lì
,
in
quel
palazzo
di
cuccagna
,
era
tutto
opera
sua
;
e
intanto
non
trovava
riposo
fra
i
lenzuoli
di
tela
fine
,
sui
guanciali
di
piume
;
soffocava
fra
i
cortinaggi
e
le
belle
stoffe
di
seta
che
gli
toglievano
il
sole
.
I
denari
che
spendeva
per
far
andare
la
baracca
,
i
rumori
della
corte
,
il
cameriere
che
gli
tenevano
dietro
l
'
uscio
a
contargli
i
sospiri
,
insino
al
cuoco
che
gli
preparava
certe
brode
insipide
che
non
riusciva
a
mandar
giù
,
ogni
cosa
l
'
attossicava
;
non
digeriva
più
neanche
i
bocconi
prelibati
,
erano
tanti
chiodi
nelle
sue
carni
.
-
Mi
lasciano
morir
di
fame
,
capisci
!
-
lagnavasi
colla
figliuola
,
alle
volte
,
cogli
occhi
accesi
dalla
disperazione
.
-
Non
è
per
risparmiare
...
Sarà
della
roba
buona
...
Ma
il
mio
stomaco
non
c
'
è
avvezzo
...
Rimandatemi
a
casa
mia
.
Voglio
chiuder
gli
occhi
dove
son
nato
!
L
'
idea
della
morte
ora
non
lo
lasciava
più
;
si
tradiva
nelle
domande
insidiose
,
nelle
occhiate
piene
di
sospetto
,
anche
nella
preoccupazione
affannosa
di
dissimularla
in
vari
modi
.
Adesso
non
aveva
più
suggezione
di
nessuno
,
e
afferrava
chi
gli
capitava
per
domandare
:
-
Voglio
sapere
la
verità
,
signori
cari
...
Per
regolare
le
mie
cose
...
i
miei
interessi
...
-
E
se
cercavano
di
rassicurarlo
,
dicendogli
che
non
c
'
era
nulla
di
grave
...
di
serio
...
pel
momento
...
egli
tornava
ad
insistere
,
ad
appuntare
gli
occhi
,
furbo
,
per
scavar
terreno
:
-
E
'
che
ho
tanto
da
fare
laggiù
,
al
mio
paese
,
signori
miei
...
capite
!
...
Non
posso
mica
darmi
bel
tempo
,
io
!
...
Bisogna
che
pensi
a
tutto
,
se
no
c
'
è
la
rovina
!
...
Poi
spiegava
di
dove
gli
era
venuto
quel
male
:
-
Sono
stati
i
dispiaceri
!
...
i
bocconi
amari
!
...
ne
ho
avuti
tanti
!
Vedete
,
me
n
'
è
rimasto
il
lievito
qui
dentro
!
...
-
Era
tornato
diffidente
.
Temeva
che
non
vedessero
l
'
ora
di
levarselo
di
torno
,
per
risparmiar
la
spesa
e
impadronirsi
del
fatto
suo
.
Cercava
di
rassicurar
tutti
quanti
,
col
sorriso
affabile
:
-
Non
guardate
a
spesa
...
Posso
pagare
...
Mio
genero
lo
sa
...
Tutto
ciò
che
occorre
...
Non
saranno
denari
persi
...
Se
campo
,
ne
guadagno
ancora
tanti
dei
denari
...
-
Cogli
occhi
lucenti
,
cercava
d
'
ingraziarsi
la
sua
figliuola
stessa
.
Sapeva
che
la
roba
,
ahimè
,
mette
l
'
inferno
anche
fra
padri
e
figli
.
La
pigliava
in
parola
.
Balbettava
,
accarezzandola
come
quand
'
era
bambina
,
spiandola
di
sottecchi
intanto
,
col
cuore
alla
gola
:
-
Qui
cosa
mi
manca
?
Ho
tutto
per
guarire
...
Tutto
quello
che
ci
vorrà
spenderemo
,
non
è
vero
?
Ma
il
male
lo
vinceva
e
gli
toglieva
ogni
illusione
.
In
quei
momenti
di
scoraggiamento
il
pover
'
uomo
pensava
a
voce
alta
:
-
A
che
mi
serve
?
...
a
che
giova
tutto
ciò
?
...
Neppure
a
tua
madre
è
giovato
!
Un
giorno
venne
a
fargli
visita
l
'
amministratore
del
duca
,
officioso
,
tutto
gentilezze
come
il
suo
padrone
quando
apparecchiavasi
a
dare
la
botta
.
S
'
informò
della
salute
;
gli
fece
le
condoglianze
per
la
malattia
che
tirava
in
lungo
.
Capiva
bene
,
lui
,
un
uomo
d
'
affari
come
don
Gesualdo
...
che
dissesto
...
quanti
danni
...
le
conseguenze
...
un
'
azienda
così
vasta
...
senza
nessuno
che
potesse
occuparsene
sul
serio
...
Infine
offrì
d
'
incaricarsene
lui
...
per
l
'
interesse
che
portava
alla
casa
...
alla
signora
duchessa
...
Del
signor
duca
era
buon
servo
da
tanti
anni
...
Sicché
prendeva
a
cuore
anche
gli
interessi
di
don
Gesualdo
.
Proponeva
d
'
alleggerirlo
d
'
ogni
carico
...
finché
si
sarebbe
guarito
...
se
credeva
...
investendolo
per
procura
...
A
misura
che
colui
sputava
fuori
il
veleno
,
don
Gesualdo
andava
scomponendosi
in
viso
.
Non
fiatava
,
stava
ad
ascoltarlo
,
cogli
occhi
bene
aperti
,
e
intanto
ruminava
come
trarsi
d
'
impiccio
.
A
un
tratto
si
mise
a
urlare
e
ad
agitarsi
quasi
fosse
colto
di
nuovo
dalla
colica
,
quasi
fosse
giunta
l
'
ultima
sua
ora
,
e
non
udisse
e
non
potesse
più
parlare
.
Balbettò
solo
,
smaniando
:
-
Chiamatemi
mia
figlia
!
Voglio
veder
mia
figlia
!
Ma
appena
accorse
lei
,
spaventata
egli
non
aggiunse
altro
.
Si
chiuse
in
sè
stesso
a
pensare
come
uscire
dal
malo
passo
,
torvo
,
diffidente
,
voltandosi
in
là
per
non
lasciarsi
scappare
qualche
occhiata
che
lo
tradisse
.
Soltanto
ne
piantò
una
lunga
lunga
addosso
a
quel
galantuomo
che
se
ne
andava
rimminchionito
.
Infine
,
a
poco
a
poco
,
finse
di
calmarsi
.
Bisognava
giuocar
d
'
astuzia
per
uscire
da
quelle
grinfie
.
Cominciò
a
far
segno
di
sì
e
di
sì
col
capo
,
fissando
gli
occhi
amorevoli
in
volto
alla
figliuola
allibbita
,
col
sorriso
paterno
,
il
fare
bonario
;
-
Sì
...
voglio
darvi
in
mano
tutto
il
fatto
mio
...
per
alleggerirmi
il
carico
...
Mi
farete
piacere
anzi
...
nello
stato
in
cui
sono
...
Voglio
spogliarmi
di
tutto
...
Già
ho
poco
da
vivere
...
Rimandatemi
a
casa
mia
per
fare
la
procura
...
la
donazione
...
tutto
ciò
che
vorrete
...
Lì
conosco
il
notaro
...
so
dove
metter
le
mani
...
Ma
prima
rimandatemi
a
casa
mia
...
Tutto
quello
che
vorrete
,
poi
!
...
-
Ah
,
babbo
,
babbo
!
-
esclamò
Isabella
colle
lagrime
agli
occhi
.
Ma
egli
sentivasi
morire
di
giorno
in
giorno
.
Non
poteva
più
muoversi
.
Sembravagli
che
gli
mancassero
le
forze
d
'
alzarsi
dal
letto
e
andarsene
via
perché
gli
toglievano
il
denaro
,
il
sangue
delle
vene
,
per
tenerlo
sottomano
,
prigioniero
.
Sbuffava
,
smaniava
,
urlava
di
dolore
e
di
collera
.
E
poi
ricadeva
sfinito
,
minaccioso
,
colla
schiuma
alla
bocca
,
sospettando
di
tutto
,
spiando
prima
le
mani
del
cameriere
se
beveva
un
bicchiere
d
'
acqua
,
guardando
ciascuno
negli
occhi
per
scoprire
la
verità
,
per
leggervi
la
sua
sentenza
,
costretto
a
ricorrere
agli
artifizii
per
sapere
qualcosa
di
quel
che
gli
premeva
.
-
Chiamatemi
quell
'
uomo
dell
'
altra
volta
...
Portatemi
le
carte
da
firmare
...
E
'
giusto
,
ci
ho
pensato
su
.
Bisogna
incaricare
qualcuno
dei
miei
interessi
,
finchè
guarisco
...
Ma
adesso
coloro
non
avevano
fretta
;
gli
promettevano
sempre
,
dall
'
oggi
al
domani
.
Lo
stesso
duca
si
strinse
nelle
spalle
:
come
a
dire
che
non
serviva
più
.
Un
terrore
più
grande
,
più
vicino
,
della
morte
lo
colse
a
quell
'
indifferenza
.
Insisteva
,
voleva
disporre
della
sua
roba
,
come
per
attaccarsi
alla
vita
,
per
far
atto
d
'
energia
e
di
volontà
.
Voleva
far
testamento
,
per
dimostrare
a
sè
stesso
ch
'
era
tuttora
il
padrone
.
Il
duca
finalmente
,
per
chetarlo
,
gli
disse
che
non
occorreva
,
poiché
non
c
'
erano
altri
eredi
...
Isabella
era
figlia
unica
...
-
Ah
?
...
-
rispose
lui
.
-
Non
occorre
...
è
figlia
unica
?
...
E
tornò
a
ricoricarsi
,
lugubre
.
Avrebbe
voluto
rispondergli
che
ce
n
'
erano
ancora
,
degli
eredi
nati
prima
di
lei
,
sangue
suo
stesso
.
Gli
nascevano
dei
rimorsi
,
colla
bile
.
Faceva
dei
brutti
sogni
,
delle
brutte
facce
pallide
e
irose
gli
apparivano
la
notte
;
delle
voci
,
degli
scossoni
lo
facevano
svegliare
di
soprassalto
,
in
un
mare
di
sudore
,
col
cuore
che
martellava
forte
.
Tanti
pensieri
gli
venivano
adesso
,
tanti
ricordi
,
tante
persone
gli
sfilavano
dinanzi
:
Bianca
,
Diodata
,
degli
altri
ancora
:
quelli
non
l
'
avrebbero
lasciato
morire
senza
aiuto
!
Volle
un
altro
consulto
,
i
migliori
medici
.
Ci
dovevano
essere
dei
medici
pel
suo
male
,
a
saperli
trovare
,
a
pagarli
bene
.
Il
denaro
l
'
aveva
guadagnato
apposta
,
lui
!
Al
suo
paese
gli
avevano
fatto
credere
che
rassegnandosi
a
lasciarsi
aprire
il
ventre
...
Ebbene
,
sì
,
sì
!
Aspettava
il
consulto
,
il
giorno
fissato
,
sin
dalla
mattina
,
raso
e
pettinato
,
seduto
nel
letto
,
colla
faccia
color
di
terra
,
ma
fermo
e
risoluto
.
Ora
voleva
vederci
chiaro
nei
fatti
suoi
.
-
Parlate
liberamente
,
signori
miei
.
Tutto
ciò
che
si
deve
fare
si
farà
!
Gli
batteva
un
po
'
il
cuore
.
Sentiva
un
formicolìo
come
di
spasimo
anticipato
tra
i
capelli
.
Ma
era
pronto
a
tutto
;
quasi
scoprivasi
il
ventre
,
perchè
si
servissero
pure
.
Se
un
albero
ha
la
cancrena
addosso
,
cos
'
è
infine
?
Si
taglia
il
ramo
!
Adesso
invece
i
medici
non
volevano
neppure
operarlo
.
Avevano
degli
scrupoli
,
dei
ma
e
dei
se
.
Si
guardavano
fra
di
loro
e
biasciavano
mezze
parole
.
Uno
temeva
la
responsabilità
;
un
altro
osservò
che
non
era
più
il
caso
...
oramai
...
Il
più
vecchio
,
una
faccia
di
malaugurio
che
vi
faceva
morire
prima
del
tempo
,
com
'
è
vero
Dio
,
s
'
era
messo
già
a
confortare
la
famiglia
,
dicendo
che
sarebbe
stato
inutile
anche
prima
,
con
un
male
di
quella
sorta
...
-
Ah
...
-
rispose
don
Gesualdo
,
fattosi
rauco
a
un
tratto
.
-
Ah
...
Ho
inteso
...
E
si
lasciò
scivolare
pian
piano
giù
disteso
nel
letto
,
trafelato
.
Non
aggiunse
altro
,
per
allora
.
Stette
zitto
a
lasciarli
finire
di
discorrere
.
Soltanto
voleva
sapere
s
'
era
venuto
il
momento
di
pensare
ai
casi
suoi
.
Non
c
'
era
più
da
scherzare
adesso
!
Aveva
tanti
interessi
gravi
da
lasciare
sistemati
...
-
Taci
!
taci
!
-
borbottò
rivolto
alla
figliuola
che
gli
piangeva
allato
.
Colla
faccia
cadaverica
,
cogli
occhi
simili
a
due
chiodi
in
fondo
alle
orbite
livide
,
aspettava
la
risposta
che
gli
dovevano
,
infine
.
Non
c
'
era
da
scherzare
!
-
No
,
no
...
C
'
è
tempo
.
Simili
malattie
durano
anni
e
anni
...
Però
...
certo
...
premunirsi
...
sistemare
gli
affari
a
tempo
...
non
sarebbe
male
...
-
Ho
inteso
,
-
ripetè
don
Gesualdo
col
naso
fra
le
coperte
.
-
Vi
ringrazio
,
signori
miei
.
Un
nuvolo
gli
calò
sulla
faccia
e
vi
rimase
.
Una
specie
di
rancore
,
qualcosa
che
gli
faceva
tremare
le
mani
e
la
voce
,
e
trapelava
dagli
occhi
socchiusi
.
Fece
segno
al
genero
di
fermarsi
;
lo
chiamò
dinanzi
al
letto
,
a
quattr
'
occhi
,
da
solo
a
solo
.
-
Finalmente
...
questo
notaro
...
verrà
,
sì
o
no
?
Devo
far
testamento
...
Ho
degli
scrupoli
di
coscienza
...
Sissignore
!
...
Sono
il
padrone
,
sì
o
no
?
...
Ah
...
ah
...
stai
ad
ascoltare
anche
tu
?
...
Isabella
andò
a
buttarsi
ginocchioni
ai
piedi
del
letto
,
col
viso
fra
le
materasse
,
singhiozzando
e
disperandosi
.
Il
genero
lo
chetava
dall
'
altra
parte
.
-
Ma
sì
,
ma
sì
,
quando
vorrete
,
come
vorrete
.
Non
c
'
è
bisogno
di
far
delle
scene
...
Ecco
in
che
stato
avete
messo
la
vostra
figliuola
!
...
-
Va
bene
!
-
seguitò
a
borbottare
lui
.
-
Va
bene
!
Ho
capito
!
E
volse
le
spalle
,
tal
quale
suo
padre
,
buon
'
anima
.
Appena
fu
solo
cominciò
a
muggire
come
un
bue
,
col
naso
al
muro
.
Ma
poi
se
veniva
gente
,
stava
zitto
.
Covava
dentro
di
sé
il
male
e
l
'
amarezza
.
Lasciava
passare
i
giorni
.
Pensava
ad
allungarseli
piuttosto
,
a
guadagnare
almeno
quelli
,
uno
dopo
l
'
altro
,
così
come
venivano
,
pazienza
!
Finché
c
'
è
fiato
c
'
è
vita
.
A
misura
che
il
fiato
gli
andava
mancando
,
a
poco
a
poco
,
acconciavasi
pure
ai
suoi
guai
;
ci
faceva
il
callo
.
Lui
aveva
le
spalle
grosse
,
e
avrebbe
tirato
in
lungo
,
mercé
la
sua
pelle
dura
.
Alle
volte
provava
anche
una
certa
soddisfazione
,
fra
sé
e
sé
,
sotto
il
lenzuolo
,
pensando
al
viso
che
avrebbero
fatto
il
signor
duca
e
tutti
quanti
,
al
vedere
che
lui
aveva
la
pelle
dura
.
Era
arrivato
ad
affezionarsi
ai
suoi
malanni
,
li
ascoltava
,
li
accarezzava
,
voleva
sentirseli
lì
,
con
lui
,
per
tirare
innanzi
.
I
parenti
ci
avevano
fatto
il
callo
anch
'
essi
;
avevano
saputo
che
quella
malattia
durava
anni
ed
anni
,
e
s
'
erano
acchetati
.
Così
va
il
mondo
,
pur
troppo
,
che
passato
il
primo
bollore
,
ciascuno
tira
innanzi
per
la
sua
via
e
bada
agli
affari
propri
.
Non
si
lamentava
neppure
;
non
diceva
nulla
,
da
villano
malizioso
,
per
non
sprecare
il
fiato
,
per
non
lasciarsi
sfuggire
quel
che
non
voleva
dire
;
solamente
gli
scappavano
di
tanto
in
tanto
delle
occhiate
che
significavano
assai
,
al
veder
la
figliuola
che
gli
veniva
dinanzi
con
quella
faccia
desolata
,
e
poi
teneva
il
sacco
al
marito
,
e
lo
incarcerava
lì
,
sotto
i
suoi
occhi
,
col
pretesto
dell
'
affezione
,
per
covarselo
,
pel
timore
che
non
gli
giuocasse
qualche
tiro
nel
testamento
.
Indovinava
che
teneva
degli
altri
guai
nascosti
,
lei
,
e
alle
volte
aveva
la
testa
altrove
,
mentre
suo
padre
stava
colla
morte
sul
capo
.
Si
rodeva
dentro
,
a
misura
che
peggiorava
;
il
sangue
era
diventato
tutto
un
veleno
;
ostinavasi
sempre
più
,
taciturno
,
implacabile
,
col
viso
al
muro
,
rispondendo
solo
coi
grugniti
,
come
una
bestia
.
Finalmente
si
persuase
ch
'
era
giunta
l
'
ora
,
e
s
'
apparecchiò
a
morire
da
buon
cristiano
.
Isabella
era
venuta
subito
a
tenergli
compagnia
.
Egli
fece
forza
coi
gomiti
,
e
si
rizzò
a
sedere
sul
letto
.
-
Senti
,
-
le
disse
,
-
ascolta
...
Era
turbato
in
viso
,
ma
parlava
calmo
.
Teneva
gli
occhi
fissi
sulla
figliuola
,
e
accennava
col
capo
.
Essa
gli
prese
la
mano
e
scoppiò
a
singhiozzare
.
-
Taci
,
-
riprese
,
-
finiscila
.
Se
cominciamo
così
non
si
fa
nulla
.
Ansimava
perchè
aveva
il
fiato
corto
,
ed
anche
per
l
'
emozione
.
Guardava
intorno
,
sospettoso
,
e
seguitava
ad
accennare
del
capo
,
in
silenzio
,
col
respiro
affannato
.
Ella
pure
volse
verso
l
'
uscio
gli
occhi
pieni
di
lagrime
.
Don
Gesualdo
alzò
la
mano
scarna
,
e
trinciò
una
croce
in
aria
,
per
significare
ch
'
era
finita
,
e
perdonava
a
tutti
,
prima
d
'
andarsene
.
-
Senti
...
Ho
da
parlarti
...
intanto
che
siamo
soli
...
Ella
gli
si
buttò
addosso
,
disperata
,
piangendo
,
singhiozzando
di
no
,
di
no
,
colle
mani
erranti
che
l
'
accarezzavano
.
L
'
accarezzò
anche
lui
sui
capelli
,
lentamente
,
senza
dire
una
parola
.
Di
lì
a
un
po
'
riprese
:
-
Ti
dico
di
sì
.
Non
sono
un
ragazzo
...
Non
perdiamo
tempo
inutilmente
.
-
Poi
gli
venne
una
tenerezza
.
-
Ti
dispiace
,
eh
?
...
ti
dispiace
a
te
pure
?
...
La
voce
gli
si
era
intenerita
anch
'
essa
,
gli
occhi
,
tristi
,
s
'
erano
fatti
più
dolci
,
e
qualcosa
gli
tremava
sulle
labbra
.
-
Ti
ho
voluto
bene
...
anch
'
io
...
quanto
ho
potuto
...
come
ho
potuto
...
Quando
uno
fa
quello
che
può
...
Allora
l
'
attirò
a
sé
lentamente
,
quasi
esitando
,
guardandola
fissa
per
vedere
se
voleva
lei
pure
,
e
l
'
abbracciò
stretta
stretta
,
posando
la
guancia
ispida
su
quei
bei
capelli
fini
.
-
Non
ti
fo
male
,
di
'
?
...
come
quand
'
eri
bambina
?
...
Gli
vennero
insieme
delle
altre
cose
sulle
labbra
,
delle
ondate
di
amarezza
e
di
passione
,
quei
sospetti
odiosi
che
dei
bricconi
,
nelle
questioni
d
'
interessi
,
avevano
cercato
di
mettergli
in
capo
.
Si
passò
la
mano
sulla
fronte
,
per
ricacciarli
indietro
,
e
cambiò
discorso
.
-
Parliamo
dei
nostri
affari
.
Non
ci
perdiamo
in
chiacchiere
,
adesso
...
Essa
non
voleva
,
smaniava
per
la
stanza
,
si
cacciava
le
mani
nei
capelli
,
diceva
che
gli
lacerava
il
cuore
,
che
gli
pareva
un
malaugurio
,
quasi
suo
padre
stesse
per
chiudere
gli
occhi
.
-
Ma
no
,
parliamone
!
-
insisteva
lui
.
-
Sono
discorsi
serii
.
Non
ho
tempo
da
perdere
adesso
.
-
Il
viso
gli
si
andava
oscurando
,
il
rancore
antico
gli
corruscava
negli
occhi
.
-
Allora
vuol
dire
che
non
te
ne
importa
nulla
...
come
a
tuo
marito
...
Vedendola
poi
rassegnata
ad
ascoltare
,
seduta
a
capo
chino
accanto
al
letto
,
cominciò
a
sfogarsi
dei
tanti
crepacuori
che
gli
avevano
dati
,
lei
e
suo
marito
,
con
tutti
quei
debiti
...
Le
raccomandava
la
sua
roba
,
di
proteggerla
,
di
difenderla
:
-
Piuttosto
farti
tagliare
la
mano
,
vedi
!
...
quando
tuo
marito
torna
a
proporti
di
firmare
delle
carte
!
...
Lui
non
sa
cosa
vuol
dire
!
-
Spiegava
quel
che
gli
erano
costati
,
quei
poderi
,
l
'
Alìa
,
la
Canziria
,
li
passava
tutti
in
rassegna
amorosamente
;
rammentava
come
erano
venuti
a
lui
,
uno
dopo
l
'
altro
,
a
poco
a
poco
,
le
terre
seminative
,
i
pascoli
,
le
vigne
;
li
descriveva
minutamente
,
zolla
per
zolla
,
colle
qualità
buone
o
cattive
.
Gli
tremava
la
voce
,
gli
tremavano
le
mani
,
gli
si
accendeva
tuttora
il
sangue
in
viso
,
gli
spuntavano
le
lagrime
agli
occhi
:
-
Mangalavite
,
sai
...
la
conosci
anche
tu
...
ci
sei
stata
con
tua
madre
...
Quaranta
salme
di
terreni
,
tutti
alberati
!
...
ti
rammenti
...
i
belli
aranci
?
...
anche
tua
madre
,
poveretta
,
ci
si
rinfrescava
la
bocca
,
negli
ultimi
giorni
!
...
300
migliaia
l
'
anno
,
ne
davano
!
Circa
300
onze
!
E
la
Salonia
...
dei
seminati
d
'
oro
...
della
terra
che
fa
miracoli
...
benedetto
sia
tuo
nonno
che
vi
lasciò
le
ossa
!
...
Infine
,
per
la
tenerezza
,
si
mise
a
piangere
come
un
bambino
.
-
Basta
,
-
disse
poi
.
-
Ho
da
dirti
un
'
altra
cosa
...
Senti
...
La
guardò
fissamente
negli
occhi
pieni
di
lagrime
per
vedere
l
'
effetto
che
avrebbe
fatto
la
sua
volontà
.
Le
fece
segno
di
accostarsi
ancora
,
di
chinarsi
su
lui
supino
che
esitava
e
cercava
le
parole
.
-
Senti
!
...
Ho
degli
scrupoli
di
coscienza
...
Vorrei
lasciare
qualche
legato
a
delle
persone
verso
cui
ho
degli
obblighi
...
Poca
cosa
...
Non
sarà
molto
per
te
che
sei
ricca
...
Farai
conto
di
essere
una
regalìa
che
tuo
padre
ti
domanda
...
in
punto
di
morte
...
se
ho
fatto
qualcosa
anch
'
io
per
te
...
-
Ah
,
babbo
,
babbo
!
...
che
parole
!
-
singhiozzò
Isabella
.
-
Lo
farai
,
eh
?
lo
farai
?
...
anche
se
tuo
marito
non
volesse
...
Le
prese
le
tempie
fra
le
mani
,
e
le
sollevò
il
viso
per
leggerle
negli
occhi
se
l
'
avrebbe
ubbidito
,
per
farle
intendere
che
gli
premeva
proprio
,
e
che
ci
aveva
quel
segreto
in
cuore
.
E
mentre
la
guardava
,
a
quel
modo
,
gli
parve
di
scorgere
anche
lui
quell
'
altro
segreto
,
quell
'
altro
cruccio
nascosto
,
in
fondo
agli
occhi
della
figliuola
.
E
voleva
dirle
delle
altre
cose
,
voleva
farle
altre
domande
,
in
quel
punto
,
aprirle
il
cuore
come
al
confessore
,
e
leggere
nel
suo
.
Ma
ella
chinava
il
capo
,
quasi
avesse
indovinato
,
colla
ruga
ostinata
dei
Trao
fra
le
ciglia
,
tirandosi
indietro
,
chiudendosi
in
sè
,
superba
,
coi
suoi
guai
e
il
suo
segreto
.
E
lui
allora
sentì
di
tornare
Motta
,
com
'
essa
era
Trao
,
diffidente
,
ostile
,
di
un
'
altra
pasta
.
Allentò
le
braccia
,
e
non
aggiunse
altro
.
-
Ora
fammi
chiamare
un
prete
,
-
terminò
con
un
altro
tono
di
voce
.
-
Voglio
fare
i
miei
conti
con
Domeneddio
.
Durò
ancora
qualche
altro
giorno
così
,
fra
alternative
di
meglio
e
di
peggio
.
Sembrava
anzi
che
cominciasse
a
riaversi
un
poco
,
quando
a
un
tratto
,
una
notte
,
peggiorò
rapidamente
.
Il
servitore
che
gli
avevano
messo
a
dormire
nella
stanza
accanto
l
'
udì
agitarsi
e
smaniare
prima
dell
'
alba
.
Ma
siccome
era
avvezzo
a
quei
capricci
,
si
voltò
dall
'
altra
parte
,
fingendo
di
non
udire
.
Infine
,
seccato
da
quella
canzone
che
non
finiva
più
,
andò
sonnacchioso
a
vedere
che
c
'
era
.
-
Mia
figlia
!
-
borbottò
don
Gesualdo
con
una
voce
che
non
sembrava
più
la
sua
.
-
Chiamatemi
mia
figlia
!
-
Ah
,
sissignore
.
Ora
vado
a
chiamarla
,
-
rispose
il
domestico
,
e
tornò
a
coricarsi
.
Ma
non
lo
lasciava
dormire
quell
'
accidente
!
Un
po
'
erano
sibili
,
e
un
po
'
faceva
peggio
di
un
contrabbasso
,
nel
russare
.
Appena
il
domestico
chiudeva
gli
occhi
udiva
un
rumore
strano
che
lo
faceva
destare
di
soprassalto
,
dei
guaiti
rauchi
,
come
uno
che
sbuffasse
ed
ansimasse
,
una
specie
di
rantolo
che
dava
noia
e
vi
accapponava
la
pelle
.
Tanto
che
infine
dovette
tornare
ad
alzarsi
,
furibondo
,
masticando
delle
bestemmie
e
delle
parolacce
.
-
Cos
'
è
?
Gli
è
venuto
l
'
uzzolo
adesso
?
Vuol
passar
mattana
!
Che
cerca
?
Don
Gesualdo
non
rispondeva
;
continuava
a
sbuffare
supino
.
Il
servitore
tolse
il
paralume
,
per
vederlo
in
faccia
.
Allora
si
fregò
bene
gli
occhi
,
e
la
voglia
di
tornare
a
dormire
gli
andò
via
a
un
tratto
.
-
Ohi
!
ohi
!
Che
facciamo
adesso
?
-
balbettò
grattandosi
il
capo
.
Stette
un
momento
a
guardarlo
così
,
col
lume
in
mano
,
pensando
se
era
meglio
aspettare
un
po
'
,
o
scendere
subito
a
svegliare
la
padrona
e
mettere
la
casa
sottosopra
.
Don
Gesualdo
intanto
andavasi
calmando
,
col
respiro
più
corto
,
preso
da
un
tremito
,
facendo
solo
di
tanto
in
tanto
qualche
boccaccia
,
cogli
occhi
sempre
fissi
e
spalancati
.
A
un
tratto
s
'
irrigidì
e
si
chetò
del
tutto
.
La
finestra
cominciava
a
imbiancare
.
Suonavano
le
prime
campane
.
Nella
corte
udivasi
scalpitare
dei
cavalli
,
e
picchiare
di
striglie
sul
selciato
.
Il
domestico
andò
a
vestirsi
,
e
poi
tornò
a
rassettare
la
camera
.
Tirò
le
cortine
del
letto
,
spalancò
le
vetrate
,
e
s
'
affacciò
a
prendere
una
boccata
d
'
aria
,
fumando
.
Lo
stalliere
,
che
faceva
passeggiare
un
cavallo
malato
,
alzò
il
capo
verso
la
finestra
.
-
Mattinata
,
eh
,
don
Leopoldo
?
-
E
nottata
pure
!
-
rispose
il
cameriere
sbadigliando
.
-
M
'
è
toccato
a
me
questo
regalo
!
L
'
altro
scosse
il
capo
,
come
a
chiedere
che
c
'
era
di
nuovo
,
e
don
Leopoldo
fece
segno
che
il
vecchio
se
n
'
era
andato
,
grazie
a
Dio
.
-
Ah
...
così
...
alla
chetichella
?
...
-
osservò
il
portinaio
che
strascicava
la
scopa
e
le
ciabatte
per
l
'
androne
.
Degli
altri
domestici
s
'
erano
affacciati
intanto
,
e
vollero
andare
a
vedere
.
Di
lì
a
un
po
'
la
camera
del
morto
si
riempì
di
gente
in
manica
di
camicia
e
colla
pipa
in
bocca
.
La
guardarobiera
vedendo
tutti
quegli
uomini
alla
finestra
dirimpetto
venne
anche
lei
a
far
capolino
nella
stanza
accanto
.
-
Quanto
onore
,
donna
Carmelina
!
Entrate
pure
;
non
vi
mangiamo
mica
...
E
neanche
lui
...
non
vi
mette
più
le
mani
addosso
di
sicuro
...
-
Zitto
,
scomunicato
!
...
No
,
ho
paura
,
poveretto
...
-
Ha
cessato
di
penare
.
-
Ed
io
pure
,
-
soggiunse
don
Leopoldo
.
Così
,
nel
crocchio
,
narrava
le
noie
che
gli
aveva
date
quel
cristiano
-
uno
che
faceva
della
notte
giorno
,
e
non
si
sapeva
come
pigliarlo
,
e
non
era
contento
mai
.
-
Pazienza
servire
quelli
che
realmente
son
nati
meglio
di
noi
...
Basta
,
dei
morti
non
si
parla
.
-
Si
vede
com
'
era
nato
...
-
osservò
gravemente
il
cocchiere
maggiore
.
-
Guardate
che
mani
!
-
Già
,
son
le
mani
che
hanno
fatto
la
pappa
!
...
Vedete
cos
'
è
nascer
fortunati
...
Intanto
vi
muore
nella
battista
come
un
principe
!
...
-
Allora
,
-
disse
il
portinaio
,
-
devo
andare
a
chiudere
il
portone
?
-
Sicuro
,
eh
!
E
'
roba
di
famiglia
.
Adesso
bisogna
avvertire
la
cameriera
della
signora
duchessa
.
-
Fine
-