Narrativa ,
I
-
Accusato
,
alzatevi
.
Come
vi
chiamate
?
-
Faraone
Raffaele
.
-
Vostro
padre
?
-
Ferdinando
.
-
Quanti
anni
avete
?
-
Ventitre
.
-
Dove
siete
nato
?
-
A
Sant
Eufemia
di
Marmore
,
provincia
d
Aquila
.
-
La
vostra
professione
?
-
Sergente
nel
Reggimento
Lancieri
di
Parma
.
-
Avete
inteso
l
atto
d
accusa
e
la
sentenza
della
commissione
d
inchiesta
?
Sapete
di
qual
reato
siete
chiamato
a
rispondere
?
-
Lo
so
.
-
Dite
al
Tribunale
tutto
ciò
che
sapete
in
ordine
allo
stesso
,
ovvero
le
ragioni
che
credete
possano
discolparvi
.
-
Sono
innocente
.
-
Seguitate
dunque
a
negare
d
essere
l
autore
del
furto
qualificato
pel
mezzo
e
pel
valore
di
tremilasettecentottantasei
lire
e
trenta
centesimi
perpetrato
con
scasso
e
chiave
falsa
nell
ufficio
di
Maggiorità
del
Reggimento
Lancieri
di
Parma
in
Napoli
la
notte
dal
28
al
29
giugno
scorso
?
-
Nego
.
-
Non
potete
ignorare
che
esistono
contro
di
voi
gravi
indizi
.
-
Sissignore
.
-
Gli
indizi
non
sono
prove
e
se
anche
a
questi
indizi
si
volesse
dare
il
carattere
di
prove
,
essi
non
avrebbero
alcun
valore
di
fronte
alla
mia
innocenza
.
-
Correte
un
po
troppo
:
dal
vostro
punto
di
vista
può
darsi
benissimo
che
anche
le
prove
debbano
svanire
di
fronte
alla
vostra
innocenza
,
dato
che
voi
siate
innocente
,
ma
dovete
ammettere
che
il
Tribunale
nel
giudicarvi
deve
partire
da
ben
altri
criteri
-
dirò
così
-
esteriori
,
e
se
realmente
le
prove
si
accumulano
contro
di
voi
,
prove
certe
,
matematiche
,
la
vostra
innocenza
non
è
più
che
un
asserzione
pura
e
semplice
.
Ma
io
non
voglio
parlare
di
prove
,
parlo
di
indizi
e
voglio
pure
ammonirvi
che
il
Tribunale
ha
facoltà
piena
ed
assoluta
d
apprezzamento
anche
degli
indizi
;
tocca
a
voi
annientarli
.
-
Signor
colonnello
,
se
durante
l
istruttoria
lunghissima
si
son
volute
ritorcere
contro
di
me
alcune
circostanze
del
tutto
estranee
al
furto
avvenuto
e
a
queste
circostanze
dare
il
titolo
di
indizi
per
farmi
risultare
colpevole
ad
ogni
costo
,
io
non
le
posso
distruggere
,
potrò
solamente
spiegarle
,
e
forse
nemmeno
tutte
.
-
Spiegatele
.
-
Un
momento
.
Prima
d
andare
innanzi
è
bene
che
per
la
moralità
della
causa
i
signori
giudici
conoscano
i
vostri
precedenti
,
la
vostra
educazione
,
le
vostre
avventure
,
i
vostri
istinti
buoni
e
cattivi
:
cercherò
io
di
riassumere
tutto
ciò
sommariamente
,
come
l
ho
desunto
dalla
minuziosa
lettura
degli
atti
procedurali
.
Sarà
in
vostra
facoltà
,
secondo
il
vostro
diritto
di
accusato
,
di
rettificare
gli
errori
involontari
o
le
omissioni
di
circostanze
che
riterrete
favorevoli
.
State
attento
.
-
Sissignore
.
-
Voi
appartenete
a
una
buona
famiglia
degli
Abruzzi
,
vostra
madre
porta
un
nome
patrizio
,
vostro
padre
è
,
o
era
,
uno
dei
maggiori
possidenti
di
Sant
Eufemia
.
Come
figlio
unico
maschio
,
tutte
le
gioie
e
tutte
le
speranze
della
famiglia
si
raccolsero
sopra
di
voi
,
niuna
cura
fu
risparmiata
per
la
vostra
educazione
;
avevate
ingegno
pronto
e
vivace
;
attraversaste
con
plauso
le
scuole
ginnasiali
,
tutto
faceva
supporre
che
i
pronostici
felicissimi
dei
genitori
e
dei
parenti
si
sarebbero
avverati
assai
presto
;
una
zia
,
senza
figli
,
morendo
vi
lasciò
erede
della
sua
sostanza
,
un
capitaletto
d
una
ventina
di
mille
lire
;
a
sedici
anni
eravate
studente
di
liceo
in
un
collegio
d
Aquila
tenuto
da
ecclesiastici
e
il
primo
della
vostra
classe
;
un
bel
mattino
,
insalutato
ospite
,
spariste
dal
collegio
;
dopo
due
giorni
di
ricerche
la
polizia
vi
trovò
nascosto
in
un
lupanare
.
-
Non
avevo
altro
mezzo
che
la
fuga
per
ottenere
da
mio
padre
la
liberazione
da
quella
schiavitù
che
mi
era
divenuta
insopportabile
;
speravo
...
anzi
avevo
deciso
di
recarmi
a
Roma
,
dove
avrei
proseguito
i
miei
studi
con
il
frutto
del
capitale
ereditato
dalla
zia
,
senza
dipendere
da
alcuno
.
-
Benissimo
.
Naturalmente
dopo
una
prodezza
simile
,
non
ostante
l
affetto
e
la
stima
che
avevate
saputo
accaparrarvi
dai
vostri
superiori
,
i
quali
non
saprei
dire
se
più
pel
vostro
talento
o
la
vostra
ipocrisia
-
vi
tenevano
in
concetto
d
un
vero
prodigio
,
naturalmente
le
porte
del
collegio
non
vi
si
riaprirono
più
,
e
questo
era
il
maggiore
dei
vostri
desideri
;
foste
accompagnato
a
casa
,
a
Sant
Eufemia
,
da
un
agente
di
Pubblica
Sicurezza
...
-
Da
un
delegato
!
-
Da
un
delegato
.
-
Disperazione
di
vostro
padre
,
di
vostra
madre
,
dell
intera
famiglia
...
ma
c
è
un
altro
fatto
da
notare
in
quella
congiuntura
:
lo
stesso
giorno
della
fuga
dall
orribile
carcere
in
un
monastero
...
meno
rigido
,
il
professore
di
greco
e
latino
,
che
era
anche
vicerettore
e
nutriva
per
voi
una
predilezione
singolarissima
,
avvertì
un
altra
fuga
bizzarra
e
altrettanto
spiacevole
,
dal
suo
cassetto
:
quella
molto
prosaica
di
un
biglietto
da
cento
lire
;
non
voglio
insinuare
che
tra
le
due
fughe
ci
fosse
il
minimo
rapporto
,
ma
la
questura
ne
ebbe
qualche
sospetto
non
del
tutto
gratuito
,
operò
delle
indagini
nella
casa
dove
il
rifugio
vi
era
stato
concesso
,
e
forse
non
si
sarebbe
appagata
d
un
semplice
accompagnamento
a
Sant
Eufemia
,
se
il
professore
non
avesse
subito
interrotta
l
istruttoria
preliminare
,
dichiarando
generosamente
d
aver
rinvenuto
in
una
farragine
di
carte
quel
biglietto
da
cento
che
a
tutta
prima
egli
aveva
supposto
rubato
o
smarrito
.
-
Non
si
trattava
d
essere
generoso
,
si
trattava
di
dire
la
pura
verità
.
-
Infatti
,
sfolgorando
la
verità
,
ogni
supposizione
fiscale
-
diciamo
così
-
cadde
e
l
inchiesta
fu
troncata
sui
primordi
!
!
!
Per
amore
o
per
forza
rimaneste
in
famiglia
,
al
vostro
paese
,
il
resto
dell
anno
,
studiando
per
conto
vostro
,
e
senza
l
aiuto
di
professori
preparandovi
all
esame
di
licenza
liceale
:
un
istinto
d
ambizione
,
soccorso
mirabilmente
da
un
vero
talento
d
uomo
che
vuole
arrivare
,
vi
inchiodava
per
ore
ed
ore
sui
libri
scolastici
e
classici
,
a
decifrarli
da
voi
solo
,
a
superarne
le
difficoltà
,
come
in
altri
momenti
un
istinto
di
lussuria
,
se
pure
non
sarebbe
più
giusto
denominarlo
istinto
di
vanità
,
vi
trascinava
,
adolescente
innamorato
della
sua
persona
,
alle
imprese
e
alle
conquiste
di
Don
Giovanni
.
Fu
in
quel
torno
che
per
causa
vostra
un
ingegnere
delle
ferrovie
scannò
la
moglie
sotto
i
vostri
occhi
...
senza
che
un
grido
,
un
gesto
,
un
atto
qualunque
partisse
da
voi
per
tentare
d
impedire
l
atroce
carneficina
.
-
Non
ero
armato
...
mi
trovavo
materialmente
in
condizioni
tali
...
che
ogni
tentativo
da
parte
mia
di
porgere
soccorso
alla
vittima
pur
troppo
sarebbe
stato
inutile
;
sono
io
il
primo
a
deplorare
,
ma
sfido
chiunque
nel
caso
mio
...
-
Chiunque
nel
caso
vostro
sarebbe
balzato
fuori
dal
vituperio
del
suo
nascondiglio
dietro
i
cortinaggi
del
letto
coniugale
!
Almeno
avrebbe
urlato
,
chiamato
gente
...
-
Non
avrei
fatto
che
inferocire
dippiù
quell
energumeno
,
non
avevo
armi
,
ripeto
,
né
alcun
istrumento
di
ferro
o
di
legno
,
e
se
mi
fossi
messo
a
gridare
,
dalla
finestra
,
nel
cuor
della
notte
,
i
soccorsi
sarebbero
sempre
giunti
troppo
tardi
,
e
il
marito
avrebbe
trovato
lui
la
maniera
di
farmi
subito
tacere
.
-
Viva
Dio
!
Uomo
contro
uomo
!
Non
si
lascia
sgozzare
così
una
povera
donna
senza
farsi
vivo
,
neppure
per
fuggire
!
La
fuga
stessa
sarebbe
stata
meno
vile
dell
immobilità
,
poiché
durante
un
attimo
avreste
affrontato
l
energumeno
,
e
la
vostra
apparizione
repentina
forse
l
avrebbe
distolto
dall
eccidio
della
moglie
per
inseguirvi
.
Uomo
contro
uomo
!
avesse
avuto
magari
una
spiringarda
,
e
voi
,
in
camicia
,
nient
altro
che
le
vostre
mani
...
Oh
!
In
due
,
corpo
a
corpo
,
coi
denti
,
colle
unghie
,
c
è
sempre
mezzo
di
tentare
la
lotta
,
una
lotta
disperata
!
...
Non
parliamone
più
;
chi
è
morto
giace
;
se
quella
donna
ci
ha
rimesso
la
pelle
per
amor
vostro
,
sorpresa
nell
adulterio
da
un
marito
fanatico
,
se
questo
marito
,
che
pel
suo
servizio
avrebbe
dovuto
quella
notte
trovarsi
a
Isernia
o
a
Sulmona
,
fu
così
imbecille
da
credere
a
una
lettera
anonima
e
giungere
a
casa
improvvisamente
e
la
mattina
dopo
farsi
stritolare
da
un
treno
...
in
fin
dei
conti
...
l
uomo
è
cacciatore
,
massime
quand
è
giovine
come
voi
,
bel
giovine
,
buona
gamba
e
stomaco
robusto
,
non
è
vero
?
Va
a
caccia
dove
può
,
e
se
c
è
dei
merli
che
ci
restano
,
tanto
peggio
pei
merli
!
-
Andiamo
avanti
.
-
La
supplico
,
signor
colonnello
,
mi
risparmi
queste
frecciate
d
ironia
!
...
sono
qui
sul
banco
degli
accusati
...
è
abbastanza
angosciosa
la
mia
posizione
e
abbastanza
umiliante
perché
io
possa
invocare
la
misericordia
del
Presidente
a
proposito
di
fatti
molto
antichi
...
estranei
a
quello
che
oggi
mi
si
vorrebbe
attribuire
.
-
Andiamo
avanti
.
-
Come
non
poteva
essere
altrimenti
,
la
vostra
avventura
suscitò
in
paese
uno
scandalo
enorme
:
c
erano
due
cadaveri
da
seppellire
,
c
erano
degli
orfani
da
raccogliere
,
una
famiglia
annientata
,
nell
ignominia
e
nel
sangue
;
la
vostra
permanenza
a
Sant
Eufemia
sarebbe
stata
un
insulto
ed
anche
un
rischio
temerario
,
d
altra
parte
a
voi
non
sembrava
vero
di
togliervi
alle
continue
rimostranze
di
vostro
padre
,
agli
eterni
piagnistei
di
vostra
madre
e
delle
sorelle
;
l
occasione
era
ottima
per
andarvene
,
finalmente
a
Roma
,
libero
,
indipendente
,
con
dei
quattrini
in
saccoccia
...
-
Non
molti
:
dopo
il
tristissimo
avvenimento
essendo
in
rotta
con
mio
padre
,
mese
per
mese
io
non
ricevevo
da
lui
che
il
frutto
assai
magro
delle
ventimila
lire
di
mia
proprietà
,
più
un
assegno
di
cinquanta
lire
;
a
Roma
costa
assai
cara
la
vita
...
-
Non
c
è
dubbio
,
in
ispecie
quando
si
vuole
scialarla
la
vita
e
godersela
da
gran
signore
,
frequentare
i
salotti
,
i
clubs
e
i
ritrovi
sportivi
dell
aristocrazia
,
i
cenacoli
del
demi
-
monde
,
mantenere
con
sfarzo
il
lusso
proprio
e
di
qualche
creatura
esotica
...
più
che
mondana
.
La
piccola
somma
che
vi
si
spediva
da
casa
come
assegno
mensile
era
una
goccia
d
acqua
nell
Atlantico
per
voi
che
avevate
preso
a
prestito
da
vostra
madre
il
nome
e
il
titolo
della
sua
famiglia
per
spacciarvi
duca
di
Pietragalla
;
ma
i
quattrini
non
vi
facevano
difetto
,
stante
la
mediazione
di
un
pezzo
grosso
vostro
compaesano
che
vi
aveva
aperto
la
borsa
degli
strozzini
più
insigni
di
Roma
e
più
ancora
per
la
condiscendenza
di
vostra
madre
,
la
quale
si
lasciò
indurre
a
certi
sotterfugi
di
vendite
e
ipoteche
dei
suoi
beni
parafernali
per
sopperire
ai
vostri
scialacqui
all
insaputa
del
marito
.
E
così
,
messi
da
banda
gli
studi
universitari
cominciati
,
vi
lanciaste
nel
vortice
,
non
senza
ostentare
un
elegante
dilettantismo
letterario
che
aggiungeva
alla
vostra
fama
di
epulone
minorenne
un
profumo
di
poesia
:
pubblicaste
,
se
non
erro
,
un
volumetto
di
versi
e
faceste
pure
rappresentare
al
teatro
una
specie
di
vaudeville
in
un
atto
,
omaggio
a
un
attrice
,
beniamina
del
pubblico
e
anche
vostra
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
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.
.
.
.
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.
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.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
-
Capisco
e
lodo
gli
scrupoli
dell
egregio
avvocato
,
capisco
come
troppo
non
garbi
a
lui
né
al
suo
difeso
che
si
vadano
rinvangando
certi
fatti
in
un
terreno
vulcanico
,
dove
il
fuoco
è
ancora
latente
sotto
la
prima
crosta
;
mi
permetto
però
d
osservargli
anzitutto
che
circa
l
opportunità
di
esporre
alla
luce
questi
fatti
più
o
meno
inerenti
alla
causa
,
sono
io
unico
arbitro
,
in
virtù
del
potere
discrezionale
che
mi
conferisce
la
legge
;
quanto
poi
al
timore
,
velatamente
e
abilmente
espresso
,
che
i
signori
giudici
possano
per
avventura
ricevere
dal
mio
racconto
,
dalle
mie
chiose
,
dal
mio
tono
di
voce
un
impressione
sfavorevole
all
accusato
,
risponderò
che
conosco
troppo
bene
i
giudici
componenti
questo
Tribunale
ed
essi
conoscono
troppo
bene
il
loro
Presidente
perché
un
tale
timore
abbia
ragione
di
sussistere
;
anche
se
io
fin
d
ora
presumessi
un
dominio
che
non
ho
,
l
affermazione
della
loro
indipendenza
non
tarderebbe
.
Ripigliamo
il
filo
.
-
Puntellata
giorno
per
giorno
a
furia
d
espedienti
d
alta
fantasia
,
una
vita
simile
non
poteva
durare
,
il
barbaglio
non
poteva
esserne
che
fittizio
:
le
cambiali
nuove
non
bastavano
più
a
impedire
i
protesti
delle
vecchie
,
certi
loschi
personaggi
che
a
voi
,
Faraone
,
avevano
prestato
il
loro
nome
per
supplire
alla
vostra
minorità
,
un
mondo
d
onesti
creditori
da
una
parte
,
d
usurai
dall
altra
,
cominciarono
a
strepitare
,
vi
si
strinsero
attorno
minacciosi
,
tutta
gente
che
aveva
fatto
a
fidanza
col
duca
di
Pietragalla
e
presentiva
di
doversene
rimanere
a
denti
asciutti
,
col
danno
e
le
beffe
.
Con
abilità
raffinata
riusciste
ancora
per
qualche
tempo
a
tener
su
la
baracca
dopo
che
già
le
screpolature
si
erano
palesate
dal
tetto
alla
cantina
;
chi
diede
il
crollo
fu
appunto
quell
artista
del
Quirino
,
alla
quale
bruciaste
i
vostri
incensi
durante
una
stagione
:
costei
-
pare
che
avesse
tra
le
mani
un
giuramento
vostro
solennissimo
,
scritto
col
sangue
,
nientemeno
,
sopra
carta
bollata
!
-
si
era
fitta
in
capo
di
diventare
duchessa
di
Pietragalla
,
e
aspettando
pazientemente
che
il
giorno
propizio
maturasse
,
languente
d
amore
casto
e
puro
,
non
apriva
più
che
a
voi
la
sua
porta
,
per
dimostrarvi
come
sapesse
rendersi
degna
di
cingere
ad
un
tempo
le
due
corone
nuziale
e
ducale
!
Quando
una
bella
sera
,
memoranda
nei
fasti
delle
gelosie
,
dopo
un
avvicendarsi
di
sospetti
,
d
alterchi
,
di
preghiere
,
di
minacce
,
acquistò
la
certezza
d
essere
stata
soppiantata
da
un
altra
aspirante
e
voi
tranquillamente
gliela
ribadiste
in
faccia
togliendole
ogni
e
qualunque
velleità
di
ritorno
,
non
fece
che
attendere
il
mattino
per
sporgere
querela
di
truffa
a
carico
vostro
,
tirando
in
ballo
certi
gioielli
d
alto
prezzo
,
spariti
,
poi
ritrovati
,
poi
di
nuovo
spariti
...
-
La
querela
non
ebbe
corso
.
-
Mi
sarei
affrettato
a
dirlo
,
se
voi
non
mi
aveste
interrotto
.
-
Non
ebbe
corso
per
l
intromissione
di
benevoli
mediatori
,
perché
nel
garbuglio
erano
immischiati
due
o
tre
ragazzacci
protetti
dal
loro
nome
autentico
e
da
un
pietoso
arrabattarsi
su
e
giù
,
a
destra
e
a
sinistra
,
di
personaggi
potenti
e
così
anche
voi
ne
approfittaste
.
-
Non
so
nulla
di
queste
cose
.
-
Il
processo
venne
strozzato
,
ma
non
per
questo
fu
minore
lo
scandalo
e
chi
più
di
tutti
ne
uscì
colla
testa
rotta
foste
voi
:
i
ritrovi
mondani
vi
furono
chiusi
,
anche
i
meno
onesti
;
gli
amici
di
baldoria
non
vi
guardavano
più
in
faccia
;
per
contro
il
risvegliarsi
e
l
assedio
continuo
dei
creditori
,
citazioni
da
ogni
parte
,
minacce
furibonde
d
altre
querele
;
e
frattanto
,
a
Sant
Eufemia
,
la
famiglia
in
lagrime
,
vostra
madre
nell
angoscia
di
sapersi
coll
acqua
alla
gola
e
d
avere
per
voi
sperperato
quel
poco
che
possedeva
di
suo
,
vostro
padre
,
irritatissimo
,
affranto
lui
pure
per
altri
dissesti
,
senza
modo
materiale
di
far
fronte
subito
alla
crescente
marea
che
travolgendo
voi
travolgeva
l
intera
famiglia
;
possibilità
o
speranza
di
tornare
a
galla
,
nessuna
;
vostro
padre
vi
scriveva
:
«
guardati
bene
dal
mettere
più
piede
in
casa
,
ci
hai
tradito
e
vituperato
;
questa
casa
non
è
più
tua
;
mi
aprirò
le
vene
e
pagherò
,
pagherò
,
se
occorre
,
col
sangue
,
ma
per
noi
sei
morto
,
sei
morto
!
»
.
-
Era
un
impeto
di
sdegno
momentaneo
;
poco
dopo
mio
padre
finì
per
perdonarmi
.
-
Sicuro
,
quando
gli
sembrò
di
scorgere
in
voi
i
segni
d
un
vero
pentimento
e
non
fossero
bugiarde
le
promesse
,
più
coi
fatti
che
colle
parole
,
d
una
trasformazione
radicale
di
vita
.
Egli
stesso
,
irremovibile
,
nel
negarvi
l
autorizzazione
e
i
mezzi
di
fuggire
in
Egitto
o
in
America
o
al
Transvaal
,
come
ne
avevate
l
idea
,
perché
capiva
che
oltre
essere
ignominiosa
,
una
fuga
di
questo
genere
vi
avrebbe
condotto
a
certa
morte
o
in
galera
-
egli
stesso
vi
suggerì
l
unica
via
di
salvezza
,
l
unica
che
potesse
riabilitarvi
.
-
Se
fossi
partito
allora
pel
Transvaal
,
avrei
subito
ottenuto
a
Pretoria
un
impiego
nella
Compagnia
delle
miniere
,
grazie
a
potenti
raccomandazioni
di
una
...
cioè
d
un
Ambasciatore
estero
.
-
Senza
saper
l
inglese
?
-
L
avrei
imparato
durante
il
viaggio
;
la
buona
volontà
non
mi
sarebbe
mancata
.
-
Fatto
sta
che
vostro
padre
,
ripugnandogli
di
vedervi
abbandonare
la
patria
come
l
abbandonano
i
malfattori
,
in
buon
punto
si
rammentò
d
avere
un
parente
per
parte
della
moglie
,
che
comandava
a
Udine
un
reggimento
di
cavalleria
...
-
Mio
cugino
,
il
colonnello
Navarra
.
-
E
fu
una
fortuna
per
voi
:
così
aveste
saputo
approfittarne
!
-
Davanti
al
bivio
del
precipizio
o
della
riabilitazione
,
un
lampo
di
resipiscenza
vi
illuminò
:
proseguire
gli
studi
in
una
qualunque
università
che
non
fosse
Roma
,
inutile
pensarci
-
almeno
pel
momento
-
dato
il
fermo
rifiuto
di
vostro
padre
di
somministrarvi
l
assegno
più
modico
,
e
partiste
per
Udine
e
vi
arruolaste
semplice
soldato
,
come
volontario
ordinario
,
nel
reggimento
del
colonnello
Navarra
,
vostro
cugino
.
-
Siccome
non
avevo
ancora
smesso
l
intenzione
di
laurearmi
avvocato
,
speravo
che
mi
sarebbe
stato
concesso
d
iscrivermi
all
università
di
Padova
e
poi
a
suo
tempo
avrei
ottenuto
licenza
di
recarmi
a
Padova
durante
il
periodo
degli
esami
.
-
Comunque
sia
,
arruolato
colla
ferma
d
anni
cinque
e
ammesso
al
plotone
allievi
sergenti
,
per
leale
debito
di
verità
mi
compiaccio
constatare
che
fino
dal
primo
giorno
vi
dimostraste
il
modello
delle
reclute
e
poi
,
in
progresso
di
tempo
,
l
ottimo
dei
soldati
,
non
saprei
dire
se
per
la
sorveglianza
speciale
del
colonnello
,
o
per
un
desiderio
in
voi
di
vita
nuova
,
o
per
una
felice
conversione
di
sentimenti
;
ossequente
alla
rigida
disciplina
della
caserma
,
pronto
e
volenteroso
in
tutti
i
servizi
anche
meno
piacevoli
,
massimamente
ostici
sul
principio
,
ardito
a
cavallo
,
cavaliere
elegante
,
svelto
...
insomma
vi
accaparraste
assai
presto
la
benevolenza
dei
vostri
superiori
e
la
loro
stima
,
che
vale
più
della
benevolenza
.
Caporale
dopo
sei
mesi
,
poi
caporal
maggiore
,
in
meno
d
un
anno
foste
promosso
sergente
e
per
vostra
sventura
dal
reggimento
Cavalleggeri
di
Faenza
trasferito
nei
Lancieri
di
Parma
a
Savigliano
,
dove
il
nuovo
colonnello
,
naturalmente
,
non
avendo
con
voi
relazioni
di
famiglia
né
speciali
motivi
per
invigilarvi
come
l
altro
comandante
e
d
altra
parte
ben
prevenuto
dalle
splendide
note
del
vostro
foglio
caratteristico
,
vi
lasciò
tutta
la
libertà
che
i
regolamenti
consentono
.
-
Non
credo
d
averne
abusato
,
massime
in
una
guarnigione
così
modesta
com
è
quella
di
Savigliano
!
-
Non
ne
abusaste
nel
vero
senso
della
parola
,
quantunque
risulti
che
dopo
pochi
mesi
di
soggiorno
,
anche
a
Savigliano
ricominciaste
a
intavolare
qualche
debito
,
di
modo
che
più
d
un
creditore
sporse
reclamo
al
Comando
...
-
Uno
solo
,
e
non
per
denari
presi
a
prestito
,
ma
per
una
tenuta
fuori
ordinanza
che
mi
ero
fatta
fare
,
mosso
dalla
piccola
vanità
di
far
colpo
sui
miei
nuovi
colleghi
.
Ormai
avevo
abbandonato
ogni
idea
di
laurea
,
e
preso
gusto
alla
vita
militare
,
che
insomma
aveva
fatto
di
me
un
altr
uomo
;
sedotto
facilmente
dalla
prospettiva
delle
spalline
e
d
una
carriera
brillante
,
non
pensavo
più
che
al
giorno
in
cui
mi
sarebbe
stata
aperta
la
scuola
di
Modena
e
vestendo
,
nelle
ore
d
uscita
insieme
ai
miei
compagni
,
una
divisa
più
appariscente
,
mi
sembrava
d
essere
già
quasi
ufficiale
e
di
potermi
permettere
il
lusso
d
una
certa
vanagloria
.
-
Capisco
.
Infatti
avevate
quasi
la
certezza
morale
d
essere
ammesso
a
suo
tempo
alla
scuola
di
Modena
dei
sottufficiali
e
ottenere
le
spalline
.
Tanto
è
vero
che
più
tardi
,
qui
a
Napoli
,
foste
visto
qualche
volta
,
di
sera
,
in
tenuta
d
ufficiale
.
Lasciamo
correre
.
La
vostra
promozione
non
avvenne
...
in
grandissima
parte
per
colpa
vostra
,
un
poco
a
causa
-
come
potrei
chiamarla
?
-
di
quella
benedetta
febbre
che
continuamente
vi
bruciava
il
sangue
,
d
incarnarvi
nella
pelle
di
Don
Giovanni
,
molto
più
per
certi
sospetti
d
irregolarità
amministrative
...
-
Fui
vittima
d
una
calunnia
!
-
...
Dapprima
il
Reggimento
mutò
stanza
,
passò
da
Savigliano
a
Napoli
,
col
vostro
squadrone
voi
andaste
in
distaccamento
a
Nocera
e
fu
appunto
là
che
,
propalate
non
si
sa
da
chi
,
giunsero
all
orecchio
del
colonnello
certe
voci
a
carico
vostro
...
-
Calunniose
,
ripeto
,
e
potrei
provarlo
,
se
volessi
!
-
...
Forse
calunniose
,
le
quali
vi
accusavano
di
favoreggiamento
e
di
partecipazione
ai
lucri
vistosi
,
molto
loschi
,
che
sul
fieno
e
sulla
biada
e
sulla
paglia
pei
cavalli
faceva
un
fornitore
mediante
un
sistema
di
buoni
falsi
o
falsificati
.
L
inchiesta
nulla
poté
accertare
contro
di
voi
,
ma
bastarono
i
sospetti
,
bastò
anzi
il
germe
del
dubbio
per
precludervi
la
carriera
:
il
colonnello
dovette
,
malgrado
suo
,
cancellarvi
dal
quadro
dei
proposti
per
Modena
.
-
Fu
tutta
una
trama
scellerata
,
ordita
a
mio
danno
per
spirito
di
vendetta
...
e
di
gelosia
...
una
persona
...
una
persona
,
che
non
voglio
nominare
,
aveva
astio
contro
di
me
e
non
sapendo
come
vendicarsi
in
altro
modo
,
si
giovò
della
circostanza
che
io
frequentavo
con
una
certa
dimestichezza
la
casa
di
quel
tale
fornitore
...
si
giovò
di
alcuni
biglietti
da
me
scritti
alla
moglie
del
fornitore
stesso
e
perfidamente
sottratti
mediante
la
complicità
d
una
serva
...
-
Entriamo
in
particolari
di
genere
intimo
,
a
proposito
dei
quali
su
per
giù
,
il
Tribunale
può
dichiararsi
già
sufficientemente
istruito
,
ora
che
conosce
il
sommario
morale
della
vostra
vita
.
-
Volete
proseguire
?
non
intendo
affatto
di
togliervi
la
parola
.
Sia
per
non
detto
:
proseguite
pure
.
-
Non
ho
più
nulla
da
aggiungere
,
signor
Presidente
.
-
Benissimo
.
-
L
udienza
è
sospesa
per
cinque
minuti
.
-
Ed
ora
,
sergente
Faraone
,
veniamo
all
accusa
vera
,
al
fatto
sostanziale
,
caratteristico
,
che
ha
dato
origine
al
processo
odierno
.
-
Ripeto
che
sono
innocente
.
-
Pel
vostro
onore
e
pel
vostro
avvenire
,
per
la
vostra
famiglia
mi
auguro
e
desidero
che
vi
riesca
di
darcene
la
dimostrazione
.
-
Lo
spero
.
-
La
mattina
del
29
giugno
scorso
il
tenente
contabile
ufficiale
signor
Pasquiroli
Olindo
,
entrato
secondo
il
solito
nell
ufficio
di
Maggiorità
,
dove
già
si
trovavano
il
furiere
Bonalumi
e
il
caporale
Greco
,
si
accorse
con
brutta
sorpresa
che
la
serratura
del
suo
tavolino
era
stata
sforzata
e
dal
cassetto
portate
via
circa
trecento
lire
che
appunto
nel
cassetto
aveva
riposto
il
giorno
prima
,
alla
chiusura
dei
conti
.
-
Più
volte
,
quando
lavoravo
in
Maggiorità
,
ebbi
occasione
di
mettere
sull
avviso
il
signor
tenente
Pasquiroli
che
non
lasciasse
mai
denaro
,
suo
o
dell
Amministrazione
,
dentro
il
cassetto
del
tavolo
,
ché
la
serratura
non
offriva
nessuna
garanzia
e
prima
o
dopo
,
qualche
notte
,
un
latrocinio
sarebbe
successo
,
infallantemente
.
-
Il
peggio
fu
che
più
tardi
,
forse
un
ora
dopo
,
aperta
la
cassa
corrente
,
ossia
,
diciamo
così
,
per
intenderci
col
difensore
,
la
cassa
secondaria
destinata
all
uso
giornaliero
,
il
tenente
ebbe
una
sorpresa
ancora
più
brutta
dell
altra
:
constatò
,
nientemeno
,
la
sparizione
di
tutto
il
fondo
di
cassa
,
verificato
la
vigilia
:
tremila
quattrocento
ottanta
lire
!
sorridete
?
-
Nulla
...
nulla
!
-
Pretendereste
di
ripetere
,
qui
davanti
al
Tribunale
,
voi
accusato
,
pretendereste
di
ripetere
l
insinuazione
già
scagliata
contro
il
tenente
Pasquiroli
nel
periodo
dell
istruttoria
,
che
egli
avesse
trafugato
l
intera
somma
e
poi
architettata
la
commedia
del
doppio
furto
,
l
uno
con
rottura
,
l
altro
con
chiave
falsa
,
per
premunirsi
da
qualunque
sospetto
?
-
La
mia
non
era
,
non
voleva
essere
insinuazione
,
signor
Presidente
;
il
cielo
me
ne
guardi
!
fra
le
tante
era
un
ipotesi
come
un
altra
...
e
non
venne
in
mente
a
me
solo
.
Se
a
lei
piace
,
dichiaro
che
la
ritengo
ingiusta
,
assurda
...
-
Pensate
a
scolparvi
,
invece
d
aguzzare
la
punta
velenosa
delle
vostre
ironie
!
-
È
dal
giorno
in
cui
venni
arrestato
,
che
ci
penso
,
e
sono
già
parecchi
mesi
,
signor
colonnello
!
Mesi
d
angoscia
,
mesi
di
tortura
,
che
pesano
come
anni
nella
vita
d
un
uomo
,
massime
quando
quest
uomo
è
innocente
,
e
giorno
e
notte
si
vede
davanti
la
prospettiva
d
una
condanna
...
quasi
certa
!
-
Questa
è
la
vostra
fede
nella
giustizia
e
nella
vostra
innocenza
?
-
In
complesso
erano
dunque
tremilasettecento
ottantasei
lire
involate
durante
la
notte
:
da
chi
?
Uno
o
più
ladri
?
Estranei
o
individui
del
Reggimento
?
Se
varie
circostanze
,
come
,
ad
esempio
,
quella
che
dei
tre
tavolini
esistenti
nella
stanza
solo
il
tavolino
dell
ufficiale
venne
scassinato
,
quella
della
lucerna
a
olio
trovata
nell
ufficio
la
mattina
,
lucerna
da
lunghissimo
tempo
non
adoperata
,
anzi
lasciata
arrugginire
nel
ripostiglio
attiguo
ed
ora
improvvisamente
fornita
d
olio
e
di
stoppino
da
chi
ne
conosceva
l
esistenza
,
quella
d
un
vecchio
tappeto
tirato
fuori
anch
esso
dal
ripostiglio
e
disteso
sulla
porta
a
vetri
che
dà
nel
corridoio
,
infine
quella
della
chiave
falsa
preparata
con
tutto
l
agio
possibile
-
se
queste
circostanze
indicavano
gente
pratica
del
luogo
e
delle
consuetudini
,
d
altra
parte
,
i
ladri
che
avrebbero
dovuto
già
trovarsi
in
caserma
o
entrare
tranquillamente
per
la
via
ordinaria
,
risulta
che
vennero
dal
di
fuori
scegliendo
il
mezzo
meno
propizio
,
ossia
scavalcando
il
muro
di
cinta
del
cortile
dalla
parte
del
vicolo
chiuso
di
Caifasso
,
rompendo
un
vetro
d
una
finestra
a
pianterreno
sotto
il
porticato
per
penetrare
nella
sala
di
scherma
e
da
questa
nel
bugigattolo
che
si
trova
immediatamente
sotto
il
ripostiglio
della
Maggiorità
,
collocando
uno
sull
altro
due
cassoni
e
un
tavolo
per
giungere
al
soffitto
di
legno
e
alzare
una
botola
,
e
per
mezzo
della
botola
da
tutti
ignorata
,
introducendosi
nel
ripostiglio
.
-
I
signori
giudici
hanno
ben
seguito
e
compreso
l
itinerario
?
ecco
la
carta
topografica
del
quartiere
.
-
Faccio
osservare
che
anche
essendo
in
caserma
,
i
ladri
dovevano
per
forza
servirsi
della
botola
,
poiché
di
notte
l
uscio
della
Maggiorità
è
sempre
chiuso
a
catenaccio
e
il
minimo
tentativo
di
sforzamento
avrebbe
svegliato
il
piantone
e
dato
l
allarme
.
-
Comprendo
come
sia
vostro
intento
dimostrare
che
i
ladri
erano
in
caserma
e
non
venuti
dal
di
fuori
;
purtroppo
non
può
sussistere
ombra
di
dubbio
,
dal
momento
che
appiedi
del
muro
,
sia
di
qua
sia
di
là
,
sul
terreno
molle
per
la
pioggia
si
riscontrarono
tracce
di
scarpe
e
dal
lato
esteriore
del
muro
stesso
nel
vicolo
di
Caifasso
,
si
rinvenne
una
pertica
abbastanza
lunga
,
senza
aiuto
della
quale
il
ladro
,
anche
buon
ginnastico
,
non
avrebbe
potuto
compiere
la
scalata
.
-
Dalle
tracce
sul
terreno
si
sarà
constatato
facilmente
se
si
trattava
d
una
persona
sola
o
di
varie
persone
.
-
Infatti
dalle
impronte
numerose
,
ancora
fresche
,
si
pensò
a
tutta
prima
che
fossero
parecchi
coloro
che
avevano
scavalcato
il
muro
di
cinta
,
ma
non
riuscì
difficile
stabilire
che
esse
erano
d
un
individuo
unico
,
moltiplicate
a
bello
studio
anche
nel
percorso
sotto
il
porticato
fin
sotto
la
finestra
della
sala
di
scherma
;
ma
qui
casca
l
asino
:
tolto
l
ostacolo
d
un
vetro
,
dopo
averlo
impiastricciato
di
fango
per
attutirne
sul
lastrico
il
rumore
dei
pezzi
rotti
,
e
introdottosi
nell
interno
,
il
lestofante
non
si
curò
più
dei
pretesi
compagni
,
ossia
dimenticò
di
simularne
le
tracce
,
e
tanto
nella
sala
come
nel
bugigattolo
non
apparvero
che
i
segni
del
terriccio
lasciati
da
un
solo
paio
di
scarpe
.
-
In
fondo
queste
risultanze
non
mi
fanno
caldo
né
freddo
:
le
ho
contraddette
e
seguito
a
contraddirle
,
perché
mi
sembrano
inverosimili
,
perché
non
è
affatto
escluso
che
siano
state
ordite
dai
veri
autori
per
sviare
le
indagini
.
Non
ignoro
sopra
quali
elementi
,
purtroppo
assai
più
gravi
,
si
fonda
contro
di
me
l
accusa
del
Pubblico
Ministero
.
-
Veniamo
alle
supposizioni
,
ai
sospetti
,
non
appena
il
latrocinio
si
rivelò
in
tutta
la
sua
temerità
,
quasi
artistica
.
Data
la
certezza
che
si
trattava
di
gente
familiare
all
ufficio
,
e
meglio
ancora
,
di
malfattori
insigni
pel
loro
talento
e
per
la
loro
astuzia
,
l
ipotesi
fatta
ora
da
voi
che
si
fosse
voluto
con
simulati
artifizi
trascinare
l
autorità
sopra
una
falsa
pista
,
non
era
da
disprezzarsi
;
intanto
bisognava
procedere
per
eliminazione
,
cominciando
dal
colonnello
,
maggior
relatore
,
direttore
dei
conti
,
venendo
giù
giù
fino
all
ultimo
piantone
.
-
Se
il
signor
Presidente
me
lo
concede
,
vorrei
dire
che
questo
sistema
mi
sembra
molto
pericoloso
:
si
parte
da
un
preconcetto
più
forte
della
volontà
,
che
s
impone
a
qualunque
esame
,
a
qualunque
scrupolo
;
in
casi
simili
chi
potrebbe
sospettare
seriamente
d
un
colonnello
o
d
un
maggior
relatore
?
questo
no
,
perché
è
colonnello
;
quest
altro
nemmeno
,
perché
è
capitano
;
quest
altro
nemmeno
,
perché
è
tenente
...
a
furia
d
eliminare
dalla
scacchiera
i
pezzi
grossi
,
in
ballo
non
rimangono
più
che
i
pedoni
!
-
Oltre
essere
poco
rispettosa
e
inopportuna
,
la
vostra
osservazione
è
anche
ingiusta
:
dovreste
rammentarvi
che
uno
dei
primi
ad
essere
scartato
,
foste
appunto
voi
.
-
Sfido
!
...
non
ero
presente
al
Reggimento
.
-
Verissimo
,
non
eravate
presente
e
allora
nessuno
pensò
di
sospettarvi
.
-
Ma
non
si
pensò
neppure
d
approfondire
le
ricerche
con
quella
minuziosa
inquisizione
che
più
tardi
si
usò
a
carico
mio
per
dar
corpo
alle
ombre
e
che
forse
,
allora
,
avrebbe
prodotto
risultati
molto
diversi
:
eliminando
,
eliminando
,
avendo
quasi
paura
di
trovare
il
filo
,
non
si
venne
a
capo
di
nulla
,
la
matassa
restò
più
imbrogliata
che
mai
,
e
i
veri
colpevoli
a
ridere
nel
buio
più
che
mai
,
ad
applaudirsi
d
averla
fatta
franca
in
barba
a
tutte
le
inchieste
,
a
tutti
i
codici
,
a
tutti
i
tribunali
di
questo
mondo
.
-
Sergente
Faraone
,
vi
ammonisco
ancora
una
volta
!
da
quando
in
qua
non
siete
più
militare
,
per
darvi
il
lusso
di
assumere
questo
tono
d
arroganza
e
di
beffa
davanti
ai
vostri
giudici
che
non
cessano
d
essere
vostri
superiori
?
Non
intendo
menomare
i
diritti
né
la
libertà
di
parola
...
-
Signor
col
...
-
Tacete
!
aspettate
che
io
vi
interroghi
!
-
Oggi
l
accusato
siete
voi
:
pensate
a
difendervi
,
non
ad
accusare
altre
persone
;
siete
voi
l
accusato
:
giovatevi
del
vostro
talento
per
convincerci
che
siete
innocente
e
se
la
prova
non
potete
fornirla
se
non
accusando
,
fuori
i
nomi
.
Abbiate
il
coraggio
,
abbiate
la
schiettezza
,
almeno
una
volta
in
vita
vostra
!
I
nomi
e
le
prove
!
Ma
mezzi
termini
non
ne
voglio
e
non
ammetto
insinuazioni
!
Siamo
intesi
!
-
Otteneste
nel
mese
di
giugno
una
piccola
licenza
di
giorni
quindici
per
Sant
Eufemia
:
che
giorno
siete
partito
?
-
La
mattina
del
18
.
-
Vi
presentaste
poi
di
ritorno
al
Reggimento
?
-
La
mattina
del
5
luglio
.
-
Dunque
non
figuravate
presente
la
notte
dal
28
al
29
giugno
,
questo
è
indubitato
.
Per
quali
ragioni
domandaste
e
otteneste
la
licenza
?
-
Mia
madre
era
seriamente
ammalata
.
-
In
giugno
?
-
In
giugno
.
-
Da
un
rapporto
dei
Carabinieri
di
Sant
Eufemia
non
risulta
.
-
Feci
vedere
le
lettere
della
famiglia
che
mi
chiamavano
a
casa
,
al
signor
capitano
Bentivoglio
,
aiutante
maggiore
.
-
Dicono
i
Carabinieri
che
vostra
madre
fu
bensì
ammalata
,
ma
nel
mese
di
aprile
,
e
non
fu
mai
in
pericolo
.
-
Domandi
al
signor
capitano
Bentivoglio
.
-
Domanderemo
.
Si
sospetta
però
che
voi
abbiate
ingannata
la
buona
fede
del
capitano
,
mostrandogli
le
lettere
ricevute
due
mesi
prima
.
Ad
ogni
modo
,
se
vostra
madre
cadde
inferma
nell
aprile
,
perché
non
chiedeste
allora
la
piccola
licenza
?
-
Le
informazioni
dei
carabinieri
non
sono
esatte
,
mia
madre
s
ammalò
nel
mese
d
aprile
,
questo
è
vero
,
poi
si
riebbe
e
non
fu
più
necessario
che
io
accorressi
al
suo
letto
;
sostengo
che
in
giugno
fece
una
ricaduta
assai
grave
,
assai
pericolosa
,
e
fu
in
giugno
che
nello
spazio
di
una
settimana
ricevetti
dalla
famiglia
parecchie
lettere
allarmanti
.
Non
so
come
i
Carabinieri
persistano
a
negare
un
fatto
notorio
,
che
l
intera
popolazione
di
Sant
Eufemia
potrebbe
confermare
.
-
Voi
dunque
dichiarate
fermamente
che
nella
notte
dal
28
al
29
giugno
non
eravate
a
Napoli
?
-
L
ho
sempre
dichiarato
fin
dal
mio
primo
interrogatorio
:
tutti
mi
hanno
visto
giungere
a
Sant
Eufemia
il
19
mattina
e
ripartire
il
4
luglio
.
-
Dov
eravate
...
-
guardatemi
bene
in
faccia
-
dov
eravate
la
famosa
notte
del
furto
?
-
A
Sant
Eufemia
.
-
Pare
di
no
!
-
I
testimoni
lo
affermeranno
.
-
Altri
testimoni
diranno
invece
il
contrario
.
-
Uno
solo
!
E
ho
fiducia
di
convincere
il
Tribunale
che
costui
mentisce
.
-
E
se
ce
ne
fossero
degli
altri
?
-
Nell
istruttoria
non
mi
vennero
contestati
.
-
Si
farà
il
confronto
all
udienza
,
a
suo
tempo
.
-
Non
mi
sembra
regolare
:
prima
che
essi
compariscano
a
deporre
contro
di
me
ho
diritto
di
sapere
chi
essi
siano
e
che
cosa
vengano
a
deporre
.
-
Va
bene
,
prima
che
essi
compariscano
vi
informerò
circa
le
loro
dichiarazioni
.
-
Frattanto
,
secondo
l
accusa
,
quale
è
la
morale
che
scaturisce
da
questa
vostra
partenza
,
più
o
meno
legittima
,
per
Sant
Eufemia
?
che
con
un
piano
abilmente
architettato
voi
abbiate
saputo
premeditare
la
consumazione
del
furto
nelle
sue
varie
modalità
e
stabilirvi
l
alibi
ad
un
tempo
;
sempre
secondo
l
accusa
del
Pubblico
Ministero
,
voi
avreste
concepito
l
idea
madre
e
predisposto
i
mezzi
che
dovevano
agevolarvi
l
opera
,
sareste
quindi
partito
colla
vostra
brava
licenza
in
saccoccia
e
vi
sareste
fatto
vedere
in
paese
durante
alcuni
giorni
,
di
nascosto
sareste
ripartito
,
tornato
a
Napoli
di
nascosto
,
fatto
il
colpo
,
tornato
tranquillo
a
Sant
Eufemia
.
-
Il
Pubblico
Ministero
non
è
infallibile
,
deve
provare
le
sue
asserzioni
.
-
Come
voi
dovete
provare
le
vostre
.
-
Quelle
del
Pubblico
Ministero
sono
congetture
.
-
Del
resto
,
il
momento
scelto
per
svaligiare
non
solo
la
cassa
corrente
ma
anche
la
cassa
principale
,
che
temporaneamente
si
era
dovuta
trasportare
nello
stesso
locale
per
lunghi
lavori
di
riattamento
all
ufficio
del
capitano
direttore
dei
conti
,
il
momento
non
avrebbe
potuto
essere
più
opportuno
,
cioè
sugli
ultimi
del
mese
,
quando
d
ordinario
gli
stipendi
imminenti
degli
ufficiali
e
il
saldo
dei
conti
importano
dalla
Tesoreria
una
riscossione
rilevante
;
anche
questa
circostanza
era
stata
sapientemente
preveduta
;
se
fu
magro
il
bottino
dobbiamo
credere
che
qualche
santo
abbia
protetto
l
Erario
,
facendo
ritardare
di
ventiquattro
ore
il
solito
mandato
del
Ministero
,
di
guisa
che
per
una
fortuita
combinazione
la
cassa
principale
quella
notte
era
completamente
vuota
e
si
ha
motivo
di
credere
che
anch
essa
sia
stata
aperta
e
visitata
.
Aggiungo
che
se
il
ladro
fosse
stato
un
individuo
,
anzi
un
ufficiale
,
presente
al
Corpo
,
costui
avrebbe
differito
a
sua
volta
di
ventiquattro
ore
,
ossia
fin
dopo
la
riscossione
della
forte
somma
che
si
doveva
incassare
da
un
momento
all
altro
.
-
Bisognerebbe
essere
nella
pelle
del
ladro
per
sapere
se
forse
la
prudenza
non
gli
consigliava
di
pigliarsi
soltanto
un
paio
di
mille
lire
invece
di
cinquanta
o
settantamila
;
chi
lo
sa
?
cinquanta
o
settanta
mila
lire
ad
una
banca
il
ladro
non
può
portarle
,
e
deve
nasconderle
,
e
se
capita
una
perquisizione
e
saltano
fuori
,
come
le
giustifica
?
-
Lo
schiarimento
è
più
specioso
che
convincente
;
non
importa
,
ammettiamolo
pure
e
tiriamo
innanzi
.
Voi
dunque
la
notte
dal
28
al
29
giugno
eravate
a
Sant
Eufemia
di
Marmore
negli
Abruzzi
:
come
va
che
la
mattina
del
29
,
festa
di
San
Pietro
,
verso
le
cinque
,
foste
visto
alla
stazione
di
Napoli
dal
soldato
Cenatiempo
?
-
Nego
recisamente
d
essere
stato
visto
dal
soldato
Cenatiempo
.
-
Egli
dichiara
d
avervi
anche
parlato
.
-
Non
sa
quel
che
si
dice
,
avrà
avuto
una
strana
allucinazione
,
avrà
parlato
con
un
altro
,
oppure
mentisce
.
-
Lo
sosterrà
qui
,
in
vostro
confronto
.
-
Seguiterà
a
mentire
.
-
Afferma
d
avervi
visto
nell
atrio
della
stazione
allo
sportello
dei
biglietti
,
poi
sotto
la
tettoia
dove
s
incontrò
con
voi
faccia
a
faccia
.
-
Bisogna
notare
che
alle
5.40
parte
da
Napoli
il
treno
omnibus
per
la
linea
Sulmona
-
Aquila
.
-
Egli
vi
fece
il
saluto
militare
,
voi
passaste
frettoloso
senza
rispondergli
,
poi
,
pentito
,
quasi
subito
vi
voltaste
indietro
chiamandolo
per
nome
,
chiedendogli
dove
si
recasse
,
e
lo
ammoniste
di
non
rivelare
ad
anima
viva
d
avervi
incontrato
a
Napoli
quella
mattina
.
-
È
così
grave
quella
dichiarazione
del
Cenatiempo
e
così
contraria
alla
verità
,
che
fin
dal
primo
momento
in
cui
mi
venne
affacciata
dal
capitano
istruttore
,
pensai
a
tutta
una
macchina
tenebrosa
,
a
una
cabala
fabbricata
per
rovinarmi
.
-
Dal
Cenatiempo
?
-
Non
da
lui
ma
da
chi
poteva
trarne
profitto
e
si
servì
e
si
serve
del
Cenatiempo
come
d
un
burattino
.
Ho
già
detto
in
istruttoria
e
ripeto
oggi
al
Tribunale
e
cento
testimoni
possono
confermarlo
,
che
in
varie
riprese
il
Cenatiempo
fu
punito
da
me
per
mancanze
disciplinari
,
che
una
volta
in
seguito
a
mio
rapporto
si
buscò
quindici
giorni
di
prigione
di
rigore
e
trenta
di
prigione
semplice
,
che
manifestò
coi
compagni
la
minaccia
di
vendicarsi
;
se
in
tutto
il
Reggimento
c
era
un
uomo
creato
apposta
per
essere
sobillato
a
farsi
mio
calunniatore
,
astuto
,
bugiardo
,
vendicativo
,
quest
uomo
non
poteva
essere
che
il
Cenatiempo
;
me
ne
appello
ai
motivi
delle
punizioni
iscritte
nel
suo
foglio
matricolare
.
-
Dopo
la
deposizione
,
ne
farò
dar
lettura
in
sua
presenza
.
-
Si
rifletta
all
assurdità
di
quanto
egli
asserisce
:
io
gli
avrei
ingiunto
di
non
rivelare
a
chicchessia
di
avermi
visto
quella
mattina
a
Napoli
!
Ma
se
realmente
io
mi
fossi
incontrato
con
lui
,
avrei
spinto
la
mia
dabbenaggine
fino
a
metterlo
sull
avviso
,
a
suggerirgli
il
sospetto
che
io
mi
trovassi
in
contrabbando
?
-
Dato
l
astio
che
egli
nutriva
verso
di
me
,
proibirgli
di
riferire
un
fatto
qualunque
,
proibirlo
a
lui
,
Cenatiempo
,
era
lo
stesso
come
essere
sicuri
che
cinque
minuti
dopo
l
avrebbe
strombazzato
all
universo
.
-
Può
accadere
che
nell
orgasmo
di
trovarsi
impensatamente
tra
i
piedi
un
individuo
compromettente
,
ci
si
appigli
a
una
risoluzione
subitanea
,
irrimediabile
,
che
il
raziocinio
più
elementare
avrebbe
sconsigliato
.
-
E
ci
dirà
,
il
soldato
Cenatiempo
,
quando
verrà
qui
a
deporre
,
ci
dirà
perché
attese
quindici
o
venti
giorni
...
-
Questo
ve
lo
dirò
io
fin
d
ora
:
sia
che
non
ci
abbia
più
pensato
,
sia
che
abbia
tenuto
conto
del
vostro
divieto
,
fatto
sta
che
durante
una
ventina
di
giorni
non
parlò
mai
d
avervi
visto
;
quand
è
che
gli
sfuggì
un
accenno
sull
incontro
del
29
giugno
?
Per
caso
:
nel
regolare
le
sue
indennità
col
furiere
Bonalumi
;
e
questi
pretendendo
che
fosse
partito
in
piccola
licenza
,
il
30
anziché
il
29
,
esso
Cenatiempo
invocò
la
vostra
testimonianza
,
come
l
unica
che
valesse
a
suffragare
il
suo
asserto
.
-
È
una
versione
stiracchiata
e
ad
ogni
modo
non
attesta
troppo
l
esattezza
del
furiere
Bonalumi
nella
contabilità
:
che
bisogno
c
era
d
una
testimonianza
verbale
se
esiste
il
registro
apposito
,
dal
quale
risulta
la
data
precisa
,
matematica
,
della
partenza
e
del
ritorno
d
ogni
soldato
?
-
Insomma
,
il
Cenatiempo
fu
esplicito
nelle
sue
dichiarazioni
;
vedremo
tra
poco
se
lo
sarà
altrettanto
al
dibattimento
.
-
Ora
che
avete
da
obiettare
al
rapporto
dei
Carabinieri
di
Sant
Eufemia
,
i
quali
,
in
perlustrazione
,
il
27
giugno
s
imbatterono
con
voi
dopo
il
mezzodì
,
con
voi
che
eravate
in
bicicletta
e
in
abiti
borghesi
,
sulla
strada
provinciale
da
Sant
Eufemia
a
Sulmona
?
-
Rammento
benissimo
,
era
il
pomeriggio
del
28
,
non
del
27;
non
andavo
a
Sulmona
,
andavo
alla
stazione
di
Beffi
ad
attendere
un
amico
mio
.
-
Pare
che
l
amico
non
ci
fosse
,
poiché
a
Beffi
non
vi
si
vide
né
solo
né
in
compagnia
.
Chi
era
quest
amico
?
-
Il
principe
di
Caranello
,
volontario
d
un
anno
in
Piemonte
Reale
.
Per
lettera
ero
stato
invitato
a
passare
con
lui
due
giorni
di
festa
alla
sua
villa
della
Lattara
.
Egli
doveva
giungere
da
S
.
Maria
di
Capua
;
era
a
S
.
Maria
di
guarnigione
;
all
ultim
ora
fu
punito
e
non
poté
più
partire
;
non
vedendolo
scendere
a
Beffi
,
com
eravamo
rimasti
d
accordo
,
tornai
indietro
,
senz
altro
.
-
Siete
ben
sicuro
che
il
vostro
convegno
a
Beffi
col
Caranello
fosse
pel
28
o
non
piuttosto
pel
27
?
-
Sicurissimo
:
s
interroghi
il
principe
.
-
Il
principe
venne
interrogato
,
rammenta
soltanto
il
progetto
molto
vago
,
ideato
da
voi
,
d
una
scampagnata
alla
Lattara
,
progetto
che
poi
non
ebbe
seguito
,
non
sa
più
perché
,
e
non
è
in
grado
di
fornire
schiarimenti
precisi
.
-
Era
il
28
,
venerdì
,
vigilia
di
due
feste
consecutive
.
-
Capisco
come
a
voi
giovi
sostenere
che
si
tratta
del
28
e
non
del
27
perché
se
vi
riesce
dimostrarlo
,
precipita
l
edifizio
dell
accusa
;
infatti
coll
orario
alla
mano
,
le
coincidenze
dei
treni
non
permettono
di
toccar
Napoli
nella
sera
a
chi
non
parte
da
Sulmona
prima
di
mezzogiorno
.
-
Passando
per
Isernia
,
a
qualunque
ora
si
parta
da
Sulmona
non
si
può
giungere
a
Napoli
che
all
indomani
.
-
Si
vede
che
l
orario
delle
ferrovie
l
avete
molto
studiato
.
Nel
loro
rapporto
i
Carabinieri
assicurano
d
avervi
incontrato
lungo
la
strada
provinciale
venerdì
27;
salta
subito
agli
occhi
un
errore
grossolano
di
calendario
:
quest
anno
il
27
giugno
cadeva
in
giovedì
,
non
in
venerdì
;
ma
tale
errore
consiste
nello
specificare
erroneamente
il
giorno
della
settimana
ovvero
il
giorno
del
mese
?
In
altri
termini
,
scrivendo
per
un
lapsus
calami
venerdì
27
giugno
,
intendevano
di
scrivere
giovedì
27
,
oppure
venerdì
28
?
Questo
è
l
enigma
che
essi
stessi
non
sanno
sciogliere
,
forse
per
dimenticanza
,
forse
per
una
bizzarra
associazione
di
idee
,
prodotta
dal
succedersi
delle
due
feste
.
-
Suppongo
che
non
sarà
in
base
a
un
rapporto
simile
che
il
Tribunale
mi
condannerà
.
-
Comunque
sia
,
è
certo
che
partendo
da
Sulmona
alle
15.16
per
la
linea
d
Avezzano
,
si
può
essere
a
Roma
la
sera
stessa
alle
22.55
,
e
bisogna
credere
che
i
Carabinieri
di
Sant
Eufemia
abbiano
errato
nell
indicare
il
giorno
della
settimana
e
non
quello
del
mese
,
cioè
il
27
,
dappoiché
il
28
mattino
voi
eravate
a
Roma
.
-
Chi
lo
dice
?
-
Dove
e
come
abbiate
passato
la
notte
,
per
ora
non
si
sa
:
la
mattina
del
28
eravate
a
Roma
all
ufficio
centrale
del
telegrafo
e
spediste
un
telegramma
firmato
Radamés
.
-
Chi
lo
dice
?
Sarebbero
ancora
i
soliti
Carabinieri
di
Sant
Eufemia
che
mi
avrebbero
visto
a
Roma
?
-
Che
alcuno
v
abbia
visto
,
o
per
meglio
dire
v
abbia
riconosciuto
in
quella
circostanza
,
non
risulta
.
Però
,
spedito
il
telegramma
,
dimenticaste
un
portasigarette
d
argento
,
notissimo
ai
vostri
amici
,
da
una
parte
cesellato
a
geroglifici
egiziani
,
recante
dall
altra
,
sullo
smalto
,
una
testa
di
sfinge
.
Eccolo
:
lo
riconoscete
?
-
Sì
,
è
mio
.
-
Dunque
ammettete
...
-
L
ho
smarrito
o
mi
venne
rubato
a
Napoli
,
poco
dopo
il
mio
ritorno
da
Nocera
alla
sede
del
Reggimento
.
-
Insieme
a
una
moltitudine
d
altri
oggetti
furtivi
fu
rinvenuto
in
possesso
d
un
ladruncolo
il
quale
dichiarò
subito
d
averlo
trovato
il
giorno
prima
,
cioè
il
28
giugno
,
sul
marmo
d
uno
degli
sportelli
nell
ufficio
telegrafico
in
piazza
San
Silvestro
.
-
Il
ladro
ha
mentito
per
ingannare
la
questura
:
io
rammento
perfettamente
che
la
sparizione
del
mio
portasigarette
avvenne
a
Napoli
e
so
d
essermene
lagnato
in
quartiere
coi
miei
colleghi
...
-
Fatalità
vuole
che
niuno
dei
vostri
colleghi
se
ne
rammenti
.
Ad
ogni
modo
più
tardi
li
sentiremo
e
si
vedrà
se
confermeranno
in
questo
senso
le
loro
deposizioni
scritte
.
Andiamo
avanti
.
Verificato
il
registro
dei
telegrammi
,
la
coincidenza
delle
figure
egiziane
sul
portasigarette
dimenticato
il
giorno
28
e
della
firma
Radamés
dava
a
presumere
che
il
ladro
non
avesse
mentito
,
ma
la
Questura
credette
invece
d
essere
sulle
tracce
d
un
furto
cospicuo
perpetrato
allora
allora
in
danno
d
un
gioielliere
romano
,
lasciò
trascorrere
parecchie
settimane
prima
di
occuparsi
del
cosidetto
Radamés
...
-
...
che
non
ero
io
!
-
...
del
cosidetto
Radamés
,
cercando
e
interrogando
subito
,
com
era
ovvio
e
naturale
,
la
persona
alla
quale
,
qui
in
Napoli
,
il
telegramma
era
stato
diretto
,
una
certa
Rosa
Di
Crescenzio
,
Santa
Maria
Egiziaca
a
Pizzofalcone
;
nel
frattempo
costei
era
sparita
dal
domicilio
indicato
e
tuttora
si
mantiene
irreperibile
.
-
Volete
dire
qualche
cosa
?
-
...
Nossignore
.
-
Telegramma
innocuo
apparentemente
.
Eccolo
«
Tortora
mi
aspetti
oggi
senza
fallo
.
Radamés
»
.
Nient
altro
.
Telegramma
innocuo
e
sibillino
ad
un
tempo
.
Vedremo
forse
,
andando
avanti
,
se
Tortora
aveva
il
significato
d
un
nomignolo
affettuoso
,
era
un
nome
convenzionale
oppure
un
nome
vero
.
Frattanto
,
nessun
dubbio
che
Rosa
Di
Crescenzio
fosse
un
personaggio
vivo
e
reale
,
ma
un
personaggio
interposto
,
molto
servizievole
,
a
cui
spettasse
il
compito
di
recapitare
ad
altri
,
che
dovevano
per
prudenza
rimanere
nell
ombra
,
certe
corrispondenze
epistolari
o
telegrafiche
,
con
una
data
firma
,
troppo
pericolose
;
quindi
non
è
da
far
meraviglia
che
Radamés
,
impensierito
dall
imperdonabile
dimenticanza
del
portasigarette
,
si
sia
affrettato
a
trovare
alla
Di
Crescenzio
un
nuovo
domicilio
,
dove
non
seppero
scovarla
né
allora
né
poi
le
più
rigorose
indagini
.
-
Ciò
non
mi
riguarda
.
Ripeto
che
Radamés
non
sono
io
,
dichiaro
che
di
tutto
questo
viluppo
di
Tortora
e
Di
Crescenzio
non
so
nulla
affatto
e
i
Tortora
e
i
Di
Crescenzio
in
Napoli
si
contano
a
centinaia
.
-
Va
bene
.
Non
ignorate
come
un
impiegato
della
questura
di
Roma
,
gran
dilettante
di
rebus
,
abbia
scoperto
nei
geroglifici
del
portasigarette
il
vostro
nome
coll
indicazione
del
Reggimento
...
-
Facile
scoperta
.
-
...
e
come
il
vostro
colonnello
,
avuto
l
oggetto
tra
le
mani
,
già
grandemente
scosso
dalle
rivelazioni
del
Cenatiempo
e
da
altri
indizi
,
non
abbia
più
dubitato
...
o
almeno
abbia
avuto
una
maggiore
conferma
dei
suoi
sospetti
.
-
Signor
Presidente
,
poiché
il
soldato
Cenatiempo
torna
in
ballo
,
la
prego
fin
d
ora
,
per
non
dimenticarmene
,
di
domandargli
,
quando
sarà
interrogato
,
se
alla
stazione
di
Napoli
egli
mi
vide
vestito
in
tenuta
militare
o
in
abiti
borghesi
.
-
Si
domanderà
.
Egli
afferma
nel
suo
interrogatorio
scritto
che
eravate
in
piccola
tenuta
,
cioè
in
berretto
,
e
senza
sciabola
.
-
Ai
signori
giudici
non
sarà
sfuggito
che
i
Carabinieri
di
Sant
Eufemia
dichiararono
invece
nel
loro
rapporto
d
essersi
imbattuti
con
me
,
lungo
la
strada
di
Sulmona
,
che
ero
in
bicicletta
e
in
borghese
.
La
contraddizione
è
patente
:
quand
è
che
avrei
potuto
mutarmi
d
abiti
?
Portavo
forse
con
me
una
valigia
?
In
bicicletta
,
una
valigia
!
?
-
Anche
questa
è
una
circostanza
importante
che
vedremo
se
sarà
possibile
dilucidare
esaminando
i
testi
.
Non
so
se
la
contraddizione
sia
davvero
così
patente
come
voi
dite
,
perocché
nulla
ci
impedisce
di
supporre
,
almeno
allo
stato
attuale
delle
cose
,
che
a
Napoli
abbiate
lasciato
in
qualche
vostro
sito
familiare
-
presso
il
Tortora
,
per
esempio
-
una
tenuta
di
ricambio
prima
di
partire
per
goder
la
licenza
.
È
manifesto
che
al
ladro
conveniva
usar
la
divisa
non
tanto
per
introdursi
in
caserma
poiché
si
era
proposto
di
saltare
il
muro
,
quanto
per
ovviare
a
qualunque
incontro
fortuito
sotto
il
porticato
.
-
Ed
ora
spiegatemi
come
mai
nei
quattro
ultimi
giorni
di
giugno
tutti
i
vostri
amici
e
conoscenti
di
Sant
Eufemia
abbiano
notato
la
vostra
improvvisa
scomparsa
dal
paese
.
-
In
ogni
caso
sarebbero
non
gli
ultimi
quattro
,
ma
gli
ultimi
tre
,
ossia
il
28
-
quando
mi
recai
a
Beffi
in
bicicletta
e
i
Carabinieri
ebbero
con
me
quel
famoso
incontro
-
il
29
e
il
30;
la
spiegazione
è
presto
data
:
nel
tornare
in
paese
,
dopo
andata
a
monte
la
scampagnata
col
principe
di
Caranello
,
disgrazia
volle
che
correndo
a
tutta
forza
giù
per
la
discesa
del
Gigante
,
manovrando
per
schivare
un
fanciullo
immobile
nel
mezzo
della
strada
,
lo
sterzo
mi
tradisse
e
andassi
a
pigliar
d
assalto
un
mucchio
di
pietre
,
con
tale
violenza
...
-
...
da
rotolar
per
terra
voi
e
la
bicicletta
,
non
è
vero
?
da
riportarne
delle
contusioni
,
delle
escoriazioni
...
insomma
delle
ferite
non
gravissime
,
ma
abbastanza
serie
per
impedire
d
uscir
di
casa
durante
tre
o
quattro
giorni
.
Va
bene
.
Chiamaste
un
medico
?
-
Non
ne
valeva
la
pena
.
-
Ecco
una
trascuranza
della
quale
dovrete
certo
pentirvi
:
se
un
medico
fosse
venuto
a
visitarvi
,
avreste
oggi
per
voi
e
per
l
alibi
che
invocate
il
più
formidabile
dei
testimoni
.
-
Se
possedessi
il
dono
di
prevedere
gli
avvenimenti
,
signor
colonnello
,
non
sarei
un
semplice
sergente
di
cavalleria
,
ridotto
su
questo
banco
a
lottare
disperatamente
,
come
può
lottare
un
uomo
aggredito
dal
destino
,
che
difende
la
propria
vita
!
-
È
strano
che
nessuno
,
proprio
nessuno
dei
vostri
conoscenti
sia
entrato
in
casa
vostra
,
e
che
le
persone
di
servizio
,
per
quanto
disposte
in
vostro
favore
,
circa
questo
particolare
sieno
tutte
d
una
memoria
imperfettissima
.
-
Anche
l
inverosimile
è
vero
molte
volte
.
-
Passiamo
ad
altre
circostanze
,
ricapitolate
come
indizi
nell
atto
d
accusa
,
che
avrebbero
preceduto
la
vostra
partenza
da
Napoli
.
È
vero
che
una
domenica
,
all
ora
della
libera
uscita
,
foste
scoperto
dal
piantone
Sinopoli
nell
ufficio
di
Maggiorità
,
a
mettere
olio
in
una
vecchia
lucerna
fuori
d
uso
,
abbandonata
nel
ripostiglio
?
-
È
vero
.
-
Sapete
che
questa
lucerna
fu
trovata
sulla
cassaforte
la
mattina
del
29
giugno
?
Evidentemente
aveva
rischiarato
l
opera
dei
ladri
e
non
è
presumibile
che
i
ladri
si
fossero
indugiati
a
fornirla
dell
occorrente
quella
stessa
notte
.
-
Io
so
che
qualche
volta
mi
occorreva
di
lavorare
di
nottetempo
per
certi
miei
studi
letterarii
o
di
scienze
sociali
,
e
d
ordine
del
signor
colonnello
il
contatore
del
gaz
chiudendosi
tutte
le
sere
,
dovevo
servirmi
d
una
lampada
a
petrolio
,
e
pensai
di
tener
pronta
la
lucerna
pel
caso
che
alla
lampada
scoppiasse
il
vetro
.
-
Lavoravate
in
Maggiorità
?
-
Me
l
aveva
concesso
il
furiere
Bonalumi
,
però
,
uscendo
dall
ufficio
,
ero
obbligato
di
svegliare
il
piantone
e
consegnargli
la
chiave
.
-
Sempre
?
-
Sempre
.
-
Sapete
che
il
ripostiglio
della
Maggiorità
è
soprastante
al
bugigattolo
attiguo
alla
sala
di
scherma
?
-
L
ho
imparato
dall
atto
d
accusa
.
-
Vuol
dire
che
avete
sempre
ignorato
l
esistenza
d
una
botola
nel
pavimento
del
ripostiglio
?
-
L
ignoravo
io
,
come
suppongo
che
l
ignorassero
quasi
tutti
gli
ufficiali
e
quasi
tutti
i
sottufficiali
e
soldati
.
-
Quasi
?
Perché
non
tutti
?
-
Se
taluno
seppe
giovarsene
,
è
chiaro
che
la
conosceva
.
-
Foste
voi
che
dal
ripostiglio
faceste
trasportare
abbasso
nel
bugigattolo
due
cassoni
vuoti
?
-
Nossignore
.
-
Mediante
tale
trasporto
chi
l
ordinò
ottenne
doppio
scopo
:
quello
di
sgomberare
il
ripostiglio
in
guisa
che
di
sotto
si
potesse
agevolmente
sollevare
la
botola
,
e
quello
di
prepararsi
nel
bugigattolo
un
sufficiente
rialzo
per
giungere
al
soffitto
.
-
Ne
convengo
,
ma
io
non
so
nulla
.
-
Badate
:
il
trasporto
venne
eseguito
pochi
giorni
prima
della
vostra
partenza
.
-
Non
è
una
ragione
perché
si
ritenga
che
l
abbia
ordinato
io
.
-
Dal
primo
all
ultimo
tutti
quanti
i
graduati
del
Reggimento
negano
d
aver
dato
quest
ordine
.
-
Se
tutti
negano
e
nego
io
pure
,
perché
debbono
essere
creduti
tutti
gli
altri
ed
io
no
?
Dove
sono
i
soldati
che
hanno
fatto
il
trasporto
?
Vengano
,
ci
dicano
da
chi
hanno
ricevuto
l
ordine
.
-
Sapete
benissimo
,
e
ve
ne
approfittate
,
che
col
congedamento
della
classe
avvenuto
in
settembre
,
dispersi
i
soldati
,
un
indagine
a
questo
riguardo
sarebbe
stata
impossibile
.
Tuttavia
c
è
ancora
il
caporal
maggiore
Criscuolo
che
si
rammenta
d
avere
assistito
all
operazione
del
trasporto
,
non
sa
indicare
gli
uomini
comandati
a
quel
servizio
,
ma
afferma
in
modo
positivo
che
voi
eravate
presente
.
-
Può
darsi
:
con
altri
miei
colleghi
mi
sarò
trovato
a
quell
ora
nella
sala
di
scherma
,
forse
mi
sarò
anche
avvicinato
al
bugigattolo
per
curiosità
;
non
mi
rammento
affatto
.
-
Il
tenente
contabile
signor
Pasquiroli
dov
era
solito
tenere
la
chiave
principale
della
cassaforte
nelle
ore
in
cui
gli
era
affidata
?
-
Non
lo
so
:
ce
lo
dirà
lui
.
-
Lo
dirà
lui
.
L
accusa
sostiene
che
voi
abbiate
avuto
agio
molte
volte
,
trovandovi
solo
in
ufficio
,
di
frugare
nelle
tasche
della
sua
giacca
appesa
al
muro
e
asportarne
la
chiave
,
o
almeno
trarne
l
impronta
sulla
cera
.
È
notorio
che
in
opposizione
ai
regolamenti
,
per
lo
più
la
cassa
era
chiusa
con
una
sola
chiave
.
-
Tutte
le
supposizioni
più
temerarie
,
più
assurde
,
sono
lecite
all
accusa
.
-
Non
frequentavate
qui
a
Napoli
il
negozio
di
ferramenta
e
d
armaiuolo
del
signor
Blunn
a
Monte
Oliveto
?
-
Acquistai
in
quel
negozio
un
paio
o
due
di
speroni
fuori
d
ordinanza
e
delle
cartucce
a
percussione
centrale
,
modello
Walsrode
,
pel
mio
fucile
da
caccia
.
-
Nient
altro
?
-
Nient
altro
,
ch
io
sappia
.
-
Nelle
ore
d
uscita
libera
andavate
spesso
a
sedervi
dal
signor
Blunn
come
noi
si
andrebbe
al
caffè
:
non
potete
negarlo
.
-
Non
lo
nego
:
sono
appassionato
per
le
armi
portatili
,
amo
tenermi
al
corrente
delle
novità
,
ero
in
buona
relazione
col
primo
commesso
della
casa
Blunn
,
niente
di
più
naturale
che
di
quando
in
quando
mi
recassi
da
lui
,
come
da
un
amico
,
a
far
quattro
chiacchiere
di
sport
e
a
vedere
gli
ultimi
arrivi
dalla
Germania
o
dall
Inghilterra
.
Non
avrei
mai
creduto
che
tutti
i
miei
passi
fossero
spiati
fino
a
questo
punto
.
-
Furono
inquisite
le
vostre
abitudini
quando
i
sospetti
cominciarono
ad
aggravarsi
su
di
voi
;
prima
,
a
nessuno
venne
mai
in
mente
di
spiarvi
nelle
ore
di
libertà
.
-
Pensateci
bene
:
dal
negozio
Blunn
non
faceste
acquisto
d
utensili
e
istrumenti
meccanici
,
come
sarebbero
lime
di
varia
forma
,
punzoni
,
trapani
,
morse
,
e
via
discorrendo
?
-
Il
Commesso
del
signor
Blunn
lo
asserisce
?
-
Non
occupatevi
del
commesso
;
francamente
:
sì
o
no
?
-
Sì
.
Sì
.
-
Perché
avete
negato
poco
fa
?
-
Perché
a
tutta
prima
non
me
ne
ricordavo
.
Ella
mi
incalza
di
domande
,
signor
Presidente
:
la
mia
memoria
come
può
essere
così
limpida
,
massime
nell
orgasmo
in
cui
mi
trovo
,
da
farmi
rivedere
in
uno
specchio
,
minuto
per
minuto
,
tutte
quante
le
azioni
della
mia
vita
?
In
epoche
diverse
dovetti
provvedermi
d
utensili
per
le
riparazioni
occorrenti
alla
bicicletta
:
dove
?
quando
?
indicate
con
precisione
matematica
il
giorno
e
l
ora
,
il
negozio
,
la
fabbrica
,
la
via
,
le
persone
...
-
e
guai
se
mi
sfugge
un
particolare
o
mi
attardo
nell
esame
di
coscienza
!
-
Dove
sono
attualmente
questi
utensili
?
-
In
casa
di
mio
padre
,
a
Sant
Eufemia
.
-
L
autorità
giudiziaria
non
li
ha
trovati
.
-
Non
avrà
saputo
cercarli
.
-
O
forse
,
per
evitare
il
rischio
della
perquisizione
e
del
sequestro
,
la
prudenza
vi
consigliò
di
farli
sparire
.
-
L
avrei
fatto
senza
dubbio
,
sapendomi
reo
;
poiché
sono
innocente
,
ho
un
motivo
di
più
per
imprecare
al
destino
che
converte
a
mio
danno
le
minime
circostanze
e
accumula
sul
mio
capo
tutta
un
apparenza
d
indizi
.
Il
giudice
istruttore
non
mi
ha
interrogato
mai
circa
questi
istrumenti
;
perché
?
Forse
per
cogliermi
in
fallo
davanti
al
Tribunale
e
davanti
al
pubblico
?
Egli
,
che
dal
commesso
del
signor
Blunn
già
sapeva
,
che
preparava
la
perquisizione
e
il
sequestro
,
se
me
ne
avesse
parlato
avrebbe
ottenuto
da
me
utili
indicazioni
.
Ritorni
a
Sant
Eufemia
l
autorità
giudiziaria
e
cerchi
meglio
e
troverà
;
a
meno
che
taluno
della
mia
famiglia
,
a
mia
insaputa
...
-
Una
perizia
avrebbe
potuto
stabilire
se
di
cotesti
istrumenti
alcuni
erano
idonei
a
scassinare
la
serratura
dello
scrittoio
e
anche
quella
della
cassa
,
nel
caso
disperato
che
non
si
fosse
potuto
aprirla
con
falsa
chiave
,
altri
a
modificare
i
congegni
di
qualche
chiave
analoga
alla
vera
-
quella
cioè
che
servì
ad
aprire
la
cassa
-
ma
la
perizia
,
pure
pronunziandosi
in
senso
affermativo
come
ritengo
,
non
ci
avrebbe
mai
fatto
uscire
dal
campo
delle
congetture
.
L
importante
per
noi
era
di
udire
la
vostra
risposta
.
-
Mi
pare
d
averla
data
esplicita
.
-
Dopo
aver
negato
.
-
I
signori
giudici
hanno
inteso
la
spiegazione
ovvia
del
mio
diniego
non
volontario
:
giudicheranno
.
-
Intanto
è
bene
che
i
signori
giudici
sappiano
altresì
come
la
ditta
Blunn
rappresenti
a
Napoli
la
casa
Jefferson
di
New
York
,
fabbricante
di
casseforti
,
e
come
voi
,
durante
le
lunghe
stazioni
nel
negozio
,
abbiate
avuto
opportunità
di
farvi
spiegare
,
tra
una
chiacchiera
e
l
altra
,
a
titolo
di
semplice
dilettante
,
i
meccanismi
complicati
e
i
segreti
delle
casseforti
in
genere
,
e
specialmente
di
coteste
americane
.
-
Avendo
concorso
,
sebbene
con
poca
speranza
,
all
Esattoria
del
Comune
di
Sulmona
,
mio
padre
avrebbe
dovuto
provvedersi
d
una
cassaforte
e
mi
incaricò
ad
ogni
buon
fine
,
poiché
mi
trovavo
a
Napoli
,
di
raccogliere
notizie
circa
i
prezzi
e
le
marche
più
riputate
:
si
capisce
che
le
prime
informazioni
io
le
abbia
attinte
nel
negozio
che
avevo
l
abitudine
di
frequentare
.
-
Le
due
casse
del
vostro
Reggimento
portano
la
marca
Jefferson
!
-
L
ho
saputo
dall
ufficiale
istruttore
.
-
Ultima
contestazione
:
assai
prima
della
vostra
licenza
,
vale
a
dire
nel
maggio
,
il
colonnello
vi
chiamò
,
vi
fece
vedere
parecchi
reclami
di
gente
che
avanzava
denaro
da
voi
,
per
somministrazioni
varie
d
oggetti
...
di
lusso
e
per
amichevoli
imprestiti
.
-
Amichevoli
...
purché
fossero
saldati
!
-
Prometteste
di
scrivere
alla
vostra
famiglia
,
ritengo
che
non
abbiate
scritto
,
ad
ogni
modo
la
risposta
non
fu
comunicata
,
e
dopo
nuove
rimostranze
e
nuove
sollecitazioni
,
il
colonnello
si
vide
nella
dolorosa
necessità
di
scrivere
lui
a
vostro
padre
.
-
Eravamo
già
nel
mese
di
giugno
.
Il
signor
colonnello
mi
mostrò
la
lettera
che
egli
intendeva
di
spedire
a
mio
padre
,
lettera
brusca
,
minacciosa
,
che
sarebbe
stata
causa
d
infinite
amarezze
;
lo
pregai
di
soprassedere
,
supplicandolo
di
concedermi
una
breve
licenza
,
promettendogli
che
a
qualunque
costo
sarei
tornato
a
Napoli
in
grado
di
soddisfare
i
creditori
principali
;
il
signor
colonnello
mi
rifiutò
la
licenza
e
mi
ordinò
alla
sala
.
-
Ed
ecco
comparire
le
lettere
annunzianti
la
malattia
gravissima
di
vostra
madre
.
Partiste
.
Che
è
che
non
è
,
al
vostro
ritorno
una
parte
dei
debiti
fu
immediatamente
estinta
.
-
L
avevo
promesso
.
-
Per
non
parlar
dei
minori
,
il
solo
orefice
Amalfitano
,
al
Largo
della
Carità
,
ebbe
da
voi
oltre
millecinquecento
lire
;
altre
mille
furono
riscosse
da
un
certo
don
Nicola
Capece
...
-
Milleduecento
.
-
Meglio
.
E
i
fondi
?
-
Esposi
a
mio
padre
la
critica
situazione
in
cui
mi
ero
messo
per
la
seconda
volta
...
impetrai
perdono
...
giunsi
a
manifestare
il
proposito
di
farmi
saltare
le
cervella
anziché
tornare
al
Reggimento
a
mani
vuote
dopo
tante
promesse
...
-
E
otteneste
la
somma
che
vi
occorreva
?
-
Non
interamente
;
supplirono
le
mie
sorelle
coi
loro
risparmi
.
-
All
infuori
dei
componenti
la
vostra
famiglia
che
la
legge
non
consente
d
interrogare
,
sapreste
addurre
qualche
testimonio
?
-
Ho
indicato
diverse
persone
di
servizio
,
uomini
e
donne
,
che
vivono
in
casa
nostra
.
-
Le
stesse
che
dovranno
dirci
a
suo
tempo
se
eravate
a
Sant
Eufemia
gli
ultimi
quattro
giorni
di
giugno
.
Tolto
il
caso
che
mutino
al
dibattimento
le
loro
deposizioni
,
costoro
hanno
assistito
a
scene
domestiche
poco
edificanti
cagionate
dalle
vostre
insistenti
richieste
di
denaro
,
ma
sul
fatto
d
esser
voi
riuscito
a
raggranellare
una
somma
considerevole
,
purtroppo
ne
sanno
meno
di
noi
.
-
Anche
da
mia
madre
ebbi
qualche
centinaio
di
lire
;
potrà
attestarlo
la
cameriera
Agata
De
Liberis
.
-
Infatti
lo
attesta
,
ma
siamo
ancora
lontani
dalla
cifra
totale
dei
debiti
saldati
al
vostro
ritorno
.
Frattanto
,
come
conciliate
la
munificenza
ottenuta
da
vostro
padre
colla
lettera
pietosissima
che
egli
scrisse
al
colonnello
in
risposta
alla
sua
?
-
La
lettera
fu
scritta
sui
primi
di
giugno
.
-
Come
conciliate
l
abbattimento
d
un
uomo
sotto
il
peso
della
sventura
,
d
un
uomo
che
mette
a
nudo
la
sua
povertà
fino
allora
gelosamente
mascherata
,
lo
sfacelo
della
casa
per
innumerevoli
dissesti
,
e
singhiozza
e
chiede
misericordia
per
sé
e
per
suo
figlio
,
promettendo
di
pagare
dopo
il
raccolto
del
frumento
-
come
conciliate
questa
lettera
,
ripeto
,
coll
improvvisa
somministrazione
di
fondi
?
-
Dai
primi
di
giugno
ai
primi
di
luglio
corre
un
mese
:
in
un
mese
di
tempo
,
un
proprietario
come
mio
padre
,
al
quale
non
è
mai
mancato
il
credito
nelle
province
dei
tre
Abruzzi
,
trova
sempre
poche
migliaia
di
lire
per
soccorrere
suo
figlio
.
-
Un
proprietario
trova
talvolta
le
centomila
lire
e
non
sa
a
chi
rivolgersi
per
averne
mille
.
A
mio
avviso
,
se
egli
avesse
avuto
,
non
dico
la
certezza
né
la
speranza
,
ma
un
barlume
di
probabilità
,
non
avrebbe
mai
scritto
al
colonnello
nei
termini
in
cui
scrisse
.
-
Passiamo
oltre
.
L
orefice
Amalfitano
ebbe
a
minacciarvi
d
una
querela
per
truffa
?
-
Dopo
il
mio
ritorno
da
casa
?
-
Prima
della
vostra
partenza
.
-
Minacce
puerili
che
certi
negozianti
fanno
spesso
ai
figli
di
famiglia
,
come
le
fanno
anche
gli
strozzini
,
per
atterrire
i
debitori
e
indurli
più
presto
al
pagamento
.
-
Si
trattava
di
gioielli
acquistati
da
voi
a
credito
e
rivenduti
immediatamente
a
un
prezzo
derisorio
.
Puerile
o
no
,
la
minaccia
dell
Amalfitano
fu
assai
più
persuasiva
della
paternale
del
colonnello
:
prova
ne
è
che
conseguì
il
suo
effetto
,
come
,
del
resto
,
anche
don
Nicola
Capece
vi
strinse
tra
l
uscio
e
il
muro
,
mostrandovi
diversi
foglietti
cambiari
,
sui
quali
la
firma
d
un
avallante
non
era
precisamente
scritta
dalla
persona
indicata
.
-
Caddi
nelle
unghie
d
una
baraonda
di
farabutti
,
la
mia
buona
fede
venne
sorpresa
a
tradimento
!
-
Calmatevi
,
non
siete
chiamato
qui
a
rispondere
del
reato
di
falso
.
-
...
e
il
Tribunale
non
imparerà
certo
da
me
come
moltissime
volte
le
firme
false
sulle
cambiali
sieno
volute
o
soggerite
a
furia
d
artifizi
dagli
stessi
strozzini
per
avere
nelle
mani
un
arma
terribile
contro
il
debitore
!
-
Terribile
,
è
vero
:
tanto
terribile
che
per
parare
il
colpo
non
vi
restava
altro
mezzo
se
non
quello
di
gettare
l
offa
nelle
canne
del
cerbero
,
a
costo
di
qualunque
sacrificio
,
di
qualunque
umiliazione
,
di
qualunque
temerità
!
-
Un
uomo
d
onore
paga
sempre
,
a
qualunque
costo
.
-
Avete
altro
da
aggiungere
?
-
Aggiungo
che
pagate
a
don
Nicola
Capece
milleduecento
lire
,
sono
tuttavia
in
debito
con
lui
di
altre
tremilasettecento
e
in
denaro
sonante
non
arrivai
a
riscuoterne
duemila
.
-
Avete
altro
da
aggiungere
?
-
Non
ho
altro
.
-
I
signori
giudici
hanno
domande
da
rivolgere
all
accusato
?
Nessuna
?
Va
bene
.
Si
avvertano
i
testimoni
:
l
udienza
è
rinviata
a
domani
mattina
.
II
-
Sergente
Faraone
,
dopo
le
arringhe
del
Pubblico
Ministero
e
del
difensore
,
la
legge
vi
concede
ultimo
la
parola
.
-
Grazie
.
-
Rinunciate
?
-
Rendo
grazie
alla
legge
che
mi
offre
il
mezzo
d
afferrarmi
a
un
ultima
tavola
di
salvamento
e
supplico
il
Tribunale
di
non
ascrivermi
a
colpa
se
rimasi
fino
a
questo
punto
nell
incertezza
angosciosa
d
approfittarne
.
-
Dite
pure
.
-
Non
so
troppo
come
incominciare
.
Prima
di
tutto
vorrei
che
non
mi
si
accusasse
d
aver
fatto
perdere
al
Tribunale
un
tempo
prezioso
,
d
aver
sciupato
in
gran
parte
l
eloquenza
del
Pubblico
Ministero
e
la
generosa
difesa
del
mio
avvocato
;
giuro
che
se
rimasi
perplesso
fino
ad
ora
,
una
battaglia
terribile
si
è
combattuta
nell
animo
mio
dacché
cominciò
il
mio
interrogatorio
...
cinque
giorni
interi
,
cinque
giorni
e
quattro
notti
di
spasimi
,
di
paure
,
d
ondeggiamenti
,
senza
sapermi
risolvere
...
illudendomi
,
sperando
sempre
in
un
avvenimento
nuovo
,
in
un
miracolo
,
che
mi
liberasse
dalla
più
mortificante
delle
confessioni
!
...
-
Voi
dunque
confessate
?
-
...
Ancora
adesso
,
un
minuto
fa
,
quando
il
signor
Presidente
mi
dava
la
parola
,
fui
sul
punto
di
non
accettarla
,
e
qualunque
fosse
stato
il
destino
che
mi
attende
,
portare
con
me
il
mio
segreto
;
ripetevo
a
me
stesso
:
che
serve
?
I
giudici
non
ti
crederanno
e
per
dippiù
,
oltre
essere
bugiardo
,
sarai
anche
vile
ai
loro
occhi
!
Vile
,
come
lo
sei
ai
tuoi
occhi
in
questo
momento
!
-
Perché
vile
?
Fatevi
coraggio
,
non
lasciatevi
abbattere
:
la
confessione
non
è
mai
una
viltà
,
nemmeno
quando
è
suggerita
dalla
paura
;
può
essere
un
eroismo
talvolta
,
può
essere
un
segno
di
pentimento
e
di
redenzione
.
-
Ho
tutta
la
mia
vita
da
redimere
,
signor
colonnello
,
breve
d
anni
,
troppo
lunga
d
errori
,
e
se
bastasse
la
confessione
a
redimerla
,
quasi
per
intero
lei
me
l
ha
già
strappata
dall
anima
la
confessione
,
signor
Presidente
!
-
Ma
non
si
tratta
di
ciò
:
son
vile
perché
dopo
tante
oscillanze
tra
la
voce
dello
spirito
e
le
tentazioni
della
carne
,
ho
finito
per
cedere
alla
carne
,
alla
carne
inferma
,
alla
carne
miserabile
che
ha
paura
!
Son
vile
,
perché
sarei
ancora
in
tempo
a
tornare
indietro
se
volessi
,
e
non
ne
ho
più
il
coraggio
!
-
Calmatevi
.
Volete
che
io
sospenda
l
udienza
per
pochi
minuti
?
Potrete
ripigliare
la
vostra
difesa
quando
sarete
più
tranquillo
.
-
È
inutile
.
-
Signori
del
Tribunale
,
ora
la
carta
è
gettata
.
Ebbene
,
sì
:
ho
mentito
!
sfacciatamente
,
ribellandomi
a
tutti
i
testimoni
,
a
tutte
le
prove
che
sorgevano
contro
di
me
da
ogni
parte
.
Finché
si
trattava
dei
Carabinieri
che
mi
avevano
incontrato
sulla
strada
di
Sulmona
o
del
mio
portasigarette
rinvenuto
a
Roma
nell
ufficio
telegrafico
,
anche
del
soldato
Cenatiempo
che
giurava
d
avermi
visto
,
d
aver
parlato
con
me
la
mattina
del
29
alla
stazione
di
Napoli
,
avevo
tanto
in
mano
da
difendermi
,
da
infirmare
queste
testimonianze
,
per
lo
meno
da
avvolgerle
in
una
nebbia
di
sospetto
che
mi
sarebbe
stata
favorevole
,
ma
quando
comparvero
nuovi
testimoni
in
virtù
del
potere
discrezionale
,
scovati
dalla
sagacia
del
Presidente
,
e
costoro
;
come
la
signorina
Ada
Mesener
canzonettista
e
la
sua
cameriera
,
confermarono
il
mio
passaggio
per
Roma
,
ovvero
come
i
conniugi
Tortora
negarono
dapprima
e
poi
ammisero
d
avermi
ospitato
qui
in
Napoli
,
nella
casa
loro
,
il
28
giugno
,
dopo
essere
stati
avvisati
dalla
Di
Crescenzio
del
mio
arrivo
,
allora
ogni
resistenza
da
parte
mia
diveniva
impossibile
e
assurda
,
eppure
seguitai
a
negare
colla
persistenza
insensata
di
chi
affoga
e
si
attacca
agli
specchi
o
ai
rasoi
e
protestai
sempre
più
,
accusando
di
falso
i
testimoni
,
di
non
esser
venuto
a
Napoli
durante
la
licenza
,
perché
tale
era
il
mio
dovere
,
perché
mantenevo
un
segreto
che
non
è
mio
,
e
se
fossi
un
galantuomo
e
un
gentiluomo
,
a
rischio
d
essere
condannato
a
dieci
,
a
vent
anni
di
reclusione
,
all
ergastolo
,
alla
forca
,
dovrei
seguitare
a
negare
!
Ebbene
,
ammetto
d
essere
partito
da
Sant
Eufemia
il
27
giugno
in
bicicletta
e
da
Sulmona
in
ferrovia
per
la
linea
d
Avezzano
,
d
aver
toccato
Roma
dove
per
poche
ore
ebbi
ospitalità
dalla
Mesener
,
d
essere
arrivato
a
Napoli
il
28
nel
pomeriggio
recandomi
in
casa
dei
coniugi
Tortora
presso
i
quali
avevo
lasciato
in
custodia
i
miei
abiti
militari
,
d
esserne
ripartito
all
alba
del
29
e
d
essermi
incontrato
quella
mattina
col
soldato
Cenatiempo
.
Il
destino
che
per
mia
maledizione
mi
perseguita
dal
giorno
in
cui
venni
al
mondo
,
il
destino
,
tragico
nei
suoi
scherzi
scellerati
,
volle
che
la
stessa
notte
dal
28
al
29
si
perpetrasse
il
furto
nella
Caserma
del
mio
Reggimento
,
accumulò
sul
mio
capo
tutta
la
varietà
degli
indizi
perché
fossi
ritenuto
io
l
autore
del
misfatto
.
Ebbene
:
di
questi
indizi
,
qual
è
il
maggiore
,
il
più
grave
,
l
unico
veramente
che
si
possa
chiamare
indizio
?
La
mia
venuta
a
Napoli
.
Ebbene
:
son
venuto
a
Napoli
,
lo
ammetto
,
lo
confesso
,
lo
dichiaro
ad
alta
voce
,
me
ne
vanto
se
vi
fa
piacere
;
il
Pubblico
Ministero
ha
stabilito
su
questo
punto
la
sua
piattaforma
,
il
difensore
ha
adoperato
per
combatterlo
e
annientarlo
tutti
gli
argomenti
erculei
del
suo
ingegno
;
tempo
perso
e
fatica
sprecata
;
son
venuto
!
condannatemi
,
sopra
questo
miserabile
indizio
!
Mi
credano
i
signori
giudici
o
non
mi
credano
,
rida
o
non
rida
il
signor
avvocato
fiscale
,
certo
è
che
,
a
voce
,
qualunque
spiegazione
mi
si
domandi
,
io
non
la
darò
.
Indovinate
.
-
Ho
spedito
da
Roma
un
telegramma
firmato
Radamés
a
una
Rosa
Di
Crescenzio
,
e
poiché
dovevo
di
necessità
adoperare
un
nome
convenzionale
per
tenermi
celato
,
mi
giovai
della
Di
Crescenzio
per
due
motivi
:
primo
,
perché
i
coniugi
Tortora
la
Erma
Radamés
non
l
avrebbero
compresa
e
assolutamente
mi
occorreva
che
in
occasione
delle
due
feste
non
si
recassero
in
campagna
,
dovendo
vestire
la
divisa
che
tenevano
in
casa
loro
;
secondo
,
perché
la
Di
Crescenzio
avrebbe
saputo
tra
le
righe
del
mio
telegramma
leggere
ciò
che
non
era
affatto
specificato
,
e
quindi
informare
del
mio
arrivo
un
altra
persona
,
la
quale
mi
aspettava
sempre
con
desiderio
,
ma
non
sempre
aveva
la
libertà
del
suo
tempo
e
delle
sue
azioni
.
-
Questa
persona
,
suppongo
,
non
intendete
nominarla
?
-
...
Non
la
nomino
.
-
Che
necessità
vi
spingeva
a
mutare
i
vostri
abiti
borghesi
in
quelli
di
divisa
,
allorquando
in
simili
avventure
la
più
grossolana
prudenza
vi
avrebbe
soggerito
il
contrario
?
-
Gli
abiti
borghesi
che
indossavo
erano
ridotti
in
uno
stato
miserando
,
addirittura
indecenti
,
per
essere
caduto
di
bicicletta
lungo
la
strada
,
come
mi
pare
d
aver
detto
nel
mio
interrogatorio
,
e
non
avevo
con
me
sufficiente
denaro
per
procurarmene
dei
nuovi
.
-
Che
avvenne
della
Rosa
Di
Crescenzio
?
-
Lo
ignoro
.
-
La
Questura
ne
ha
perso
le
tracce
,
affermano
i
coniugi
Tortora
d
aver
inteso
vociferare
che
fino
dallo
scorso
autunno
,
o
anche
prima
,
si
sia
imbarcata
per
l
Argentina
.
-
Lo
ignoro
.
-
Pare
che
non
avesse
famiglia
e
vivesse
di
piccoli
espedienti
,
più
o
meno
fruttiferi
in
patria
,
ma
certo
non
troppo
lusinghieri
né
troppo
facili
per
una
donna
già
anziana
che
si
trova
ad
un
tratto
sbalestrata
in
un
paese
dove
non
conosce
né
la
lingua
né
gli
usi
.
Ad
ogni
modo
,
è
scomparsa
.
Come
spiegate
questa
sparizione
?
-
Sono
in
carcere
da
molti
mesi
,
l
ho
ignorato
fino
a
questi
ultimi
giorni
e
non
so
spiegarla
neppur
io
.
-
Neppur
voi
...
non
ostante
la
consuetudine
dei
segreti
servigi
che
la
Di
Crescenzio
vi
prestava
?
Non
ostante
la
reciproca
intrinsichezza
dei
vostri
rapporti
?
-
Così
è
,
signor
Presidente
,
e
niuno
più
di
me
deplora
una
tale
scomparsa
,
poiché
la
testimonianza
della
Di
Crescenzio
ora
ridonderebbe
tutta
a
mio
vantaggio
,
confermando
la
giustificazione
della
mia
venuta
a
Napoli
.
-
Avete
altro
da
aggiungere
?
-
Ho
da
aggiungere
che
il
Tribunale
non
potrà
non
tener
conto
della
lotta
acerrima
che
mi
toccò
sostenere
in
questi
giorni
di
dibattimento
,
solo
per
non
mancare
al
primo
dovere
d
un
gentiluomo
,
perché
non
si
dicesse
che
ridotto
agli
estremi
,
serrato
dall
accusa
in
un
cerchio
di
ferro
,
tentavo
la
mia
salvezza
inventando
qui
su
due
piedi
un
capitolo
di
romanzo
sentimentale
e
misterioso
.
Ho
da
aggiungere
che
nessuna
umiliazione
mi
venne
risparmiata
,
ed
io
non
proferii
verbo
e
non
mossi
lamento
,
nessuna
umiliazione
-
a
fin
di
bene
,
non
ne
dubito
,
nell
interesse
della
giustizia
,
ma
non
per
questo
meno
dolorosa
-
cominciando
dalla
pubblica
esposizione
della
mia
vita
intima
,
delle
mie
miserande
avventure
,
dei
miei
falli
,
dei
miei
rimorsi
,
delle
mie
ricadute
;
chi
siede
su
questo
banco
taccia
e
sopporti
,
pianga
e
non
invochi
diritti
:
diritti
non
esistono
per
lui
,
tanto
è
vero
che
fin
dal
primo
giorno
,
al
mio
avvocato
difensore
,
il
quale
si
meravigliava
che
il
signor
Presidente
mi
interrogasse
usando
il
voi
invece
del
lei
come
è
prescritto
pei
sottufficiali
,
rivolsi
preghiera
di
non
darsene
per
inteso
e
lasciasse
correre
.
Non
è
una
protesta
che
io
faccio
,
lo
creda
il
signor
Presidente
,
non
è
neppure
una
lagnanza
diretta
a
lui
o
al
suo
metodo
d
interrogare
,
ho
voluto
addurre
semplicemente
un
esempio
...
senz
ombra
di
atteggiarmi
a
vittima
e
senza
risentimento
,
lo
dichiaro
ad
alta
voce
.
-
Ho
da
aggiungere
infine
che
se
il
Tribunale
non
fosse
ancora
persuaso
circa
i
motivi
che
originarono
il
mio
viaggio
clandestino
,
posseggo
i
documenti
irrefragabili
di
quanto
asserisco
.
Eccoli
.
Non
dispiaccia
al
signor
avvocato
fiscale
,
mi
riuscì
di
sottrarli
a
tutte
le
perquisizioni
,
di
eludere
la
continua
vigilanza
esercitata
in
carcere
sulla
mia
persona
,
avendo
avuto
tempo
,
quand
ero
alla
sala
prima
che
fosse
spiccato
il
mandato
d
arresto
,
di
cucirli
dentro
la
fodera
del
pastrano
.
Eccoli
:
affido
questa
busta
al
signor
Presidente
e
alla
sua
lealtà
:
non
l
apra
ora
,
aspetti
ad
aprirla
in
camera
di
consiglio
,
lo
supplico
.
-
Un
momento
:
che
documenti
sono
?
-
Mi
si
dispensi
dal
dirlo
:
certo
non
sono
tali
da
leggersi
in
pubblica
udienza
e
il
Presidente
comprenderà
tra
qualche
minuto
perché
fino
all
ultimo
io
abbia
resistito
,
lottando
con
tutte
le
mie
forze
,
alla
tentazione
di
produrli
.
-
Non
posso
accettarli
se
non
nelle
forme
e
nei
modi
voluti
dalla
legge
;
il
Pubblico
Ministero
ha
il
diritto
di
conoscerli
e
prima
ancora
che
egli
affermi
cotesto
diritto
,
io
debbo
assolutamente
rifiutarmi
a
una
violazione
di
legge
così
patente
e
manifesta
come
sarebbe
quella
d
introdurre
in
camera
di
consiglio
alcuni
documenti
nuovi
,
dei
quali
non
solo
non
sia
stata
data
lettura
in
udienza
,
ma
dei
quali
si
sia
impedito
il
Pubblico
Ministero
di
prender
visione
.
Segretario
,
favorisca
...
-
Mi
oppongo
alla
lettura
...
mi
oppongo
con
tutte
le
forze
dell
anima
mia
...
mi
oppongo
in
nome
di
una
donna
,
la
cui
mem
...
ossia
,
la
cui
riputazione
rimarrebbe
vituperata
,
in
nome
di
quel
sentimento
cavalleresco
che
i
miei
giudici
non
vorranno
mai
soffocare
nell
animo
loro
di
soldati
...
-
Era
da
prevedersi
che
agli
atti
del
processo
una
pagina
di
romanzo
sarebbe
stata
aggiunta
infallibilmente
.
Se
vi
opponete
alla
lettura
di
coteste
carte
,
perché
le
avete
presentate
?
-
Ignoravo
che
non
fosse
permesso
al
Tribunale
di
esaminarle
in
via
riservatissima
,
quasi
sotto
il
sigillo
della
confessione
.
Supplico
il
mio
avvocato
difensore
,
supplico
lo
stesso
rappresentante
della
legge
,
di
unirsi
a
me
e
impedire
la
propalazione
d
un
segreto
che
in
un
momento
d
oblio
ho
affidato
,
agguantandomi
a
un
ultima
tavola
di
salvezza
,
alla
coscienza
,
all
onore
,
alla
generosità
dei
miei
giudici
,
non
alla
curiosità
della
folla
.
-
Sta
bene
:
poiché
,
come
dite
,
il
carattere
intimo
dei
documenti
prodotti
non
consente
che
sieno
letti
in
pubblico
,
ordino
che
si
proceda
a
porte
chiuse
per
ragione
di
moralità
.
Il
signor
avvocato
fiscale
è
del
mio
avviso
?
L
egregio
difensore
crede
di
sollevare
un
eccezione
in
proposito
?
No
?
sta
bene
.
Usciere
,
faccia
sgomberare
la
sala
.
-
Preferisco
ritirarli
e
distruggerli
...
distruggerli
in
questo
momento
e
con
le
mie
mani
,
anziché
...
-
Ormai
sono
acquisiti
al
processo
.
-
Signor
Presidente
,
per
l
ultima
volta
la
scongiuro
...
-
non
è
una
minaccia
,
Dio
me
ne
guardi
,
è
una
preghiera
,
una
preghiera
ultima
-
la
scongiuro
di
considerare
l
incidente
come
non
avvenuto
e
restituirmi
quelle
carte
!
-
Non
è
in
mia
facoltà
.
Se
ora
vi
pentite
d
un
atto
inconsulto
,
la
vostra
resipiscenza
giunge
troppo
tardi
.
-
Sono
usciti
tutti
dalla
sala
?
-
Dio
mi
è
testimonio
che
ho
fatto
quanto
stava
in
me
per
evitare
dolorose
conseguenze
!
-
Quali
conseguenze
?
Che
intendete
dire
?
Spiegatevi
:
quali
conseguenze
?
-
Non
so
nulla
,
non
insisto
più
.
Il
signor
Presidente
dia
un
occhiata
al
primo
foglio
e
veda
se
anche
a
porte
chiuse
certi
segreti
possano
essere
manifestati
.
-
E
non
era
vostra
intenzione
che
cotesti
segreti
noi
li
imparassimo
in
camera
di
consiglio
?
-
Io
non
sarei
stato
presente
.
-
Avreste
rossore
...
o
paura
?
Finiamola
.
Apro
io
la
busta
e
leggerò
io
medesimo
.
Per
contentarvi
in
parte
,
chiedo
facoltà
al
Tribunale
,
al
Pubblico
Ministero
e
alla
difesa
di
omettere
i
nomi
di
persone
estranee
al
processo
,
se
questi
non
sono
assolutamente
necessari
allo
scoprimento
della
verità
e
se
temete
che
la
loro
divulgazione
,
anche
fra
noi
soli
che
abbiamo
l
obbligo
morale
del
segreto
,
possa
nuocere
all
onore
...
di
qualcheduno
.
«
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
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.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
»
-
...
Usciere
,
favorisca
un
bicchier
d
acqua
.
Credo
d
avere
a
sufficienza
interpretato
i
vostri
desideri
,
non
lasciando
neppur
lontanamente
trapelare
il
nome
e
la
condizione
della
persona
che
ha
scritto
queste
lettere
.
Senza
dubbio
il
tribunale
ne
terrà
conto
.
Non
capisco
però
come
mai
,
sergente
Faraone
,
abbiate
voluto
dare
tanta
importanza
a
un
carteggio
...
erotico
fin
troppo
,
il
quale
se
conferma
la
vostra
fama
di
un
Don
Giovanni
fortunato
e
se
basta
a
compromettere
irreparabilmente
una
donna
,
non
solo
non
rischiara
il
mistero
,
ma
coll
accusa
che
vi
è
mossa
non
ha
alcuna
relazione
diretta
né
indiretta
.
-
Frattanto
io
risuggello
la
busta
con
le
debite
forme
.
Accusato
,
avete
più
nulla
da
dire
?
-
Nulla
.
-
Il
dibattimento
è
chiuso
.
Il
Tribunale
si
ritira
per
deliberare
.
III
-
Signori
giudici
,
qui
in
camera
di
consiglio
,
nel
segreto
delle
nostre
deliberazioni
,
non
dirò
una
parola
che
possa
menomamente
far
pendere
il
vostro
voto
da
una
parte
piuttosto
che
dall
altra
della
bilancia
;
mi
asterrò
anche
nel
modo
più
rigoroso
dal
manifestare
la
mia
opinione
,
nel
mentre
voi
sarete
liberi
di
discutere
e
comunicarvi
a
vicenda
le
impressioni
avute
nel
corso
del
dibattimento
.
Però
,
prima
di
entrare
nel
merito
,
prima
ancora
di
interrogare
la
vostra
coscienza
e
ponderare
il
vostro
voto
,
concedetemi
una
facoltà
,
la
maggiore
forse
che
sia
mai
stata
chiesta
da
un
presidente
,
a
malgrado
di
tutti
i
suoi
poteri
discrezionali
.
Taluno
di
voi
ha
manifestato
il
desiderio
d
avere
ancora
una
volta
sotto
gli
occhi
le
carte
che
il
sergente
Faraone
produsse
all
ultimo
momento
e
che
da
me
furono
lette
in
udienza
:
permettetemi
di
non
accondiscendere
.
Non
dubito
della
lealtà
vostra
e
della
vostra
discrezione
,
ma
a
qual
pro
rimescolare
le
turpitudini
che
già
conosciamo
per
averle
intese
pochi
momenti
sono
?
Pensandoci
,
approverete
la
mia
condotta
.
L
audizione
di
alcune
lettere
,
di
alcuni
telegrammi
ci
ha
abbastanza
edificati
sui
rapporti
intimi
d
amicizia
tra
una
signora
maritata
e
il
sergente
Faraone
;
quanto
al
ritratto
in
fotografia
unito
alle
lettere
e
che
esuberantemente
conferma
tali
rapporti
,
mi
sia
lecito
lasciarlo
dormire
nella
busta
risuggellata
,
lasciarlo
nelle
tenebre
per
quelle
stesse
ragioni
di
prudenza
elementare
che
mi
consigliarono
di
tacere
non
soltanto
i
nomi
ma
altresì
tutte
quelle
indicazioni
che
a
certi
zelanti
o
dilettanti
avrebbero
offerto
un
appiglio
per
costruire
almanacchi
.
Ora
,
ciò
che
importa
è
questo
:
dalla
lettura
dei
documenti
in
parola
possiamo
dedurre
che
per
amore
e
invito
d
una
donna
il
sergente
Faraone
sia
venuto
a
Napoli
in
modo
così
clandestino
?
Noi
giudici
,
abbiamo
la
prova
dell
alibi
nella
notte
dal
28
al
29
giugno
?
In
altri
termini
,
l
affermazione
indubitabile
dell
adulterio
ci
può
convincere
che
precisamente
quella
notte
l
adulterio
sia
stato
consumato
,
nel
mentre
in
caserma
si
perpetuava
il
furto
?
Altro
problema
da
sciogliere
:
fu
buona
arte
di
difesa
,
quella
usata
dal
Faraone
?
Era
schietto
il
suo
rammarico
,
sincera
la
sua
perplessità
nel
voler
dire
e
non
dire
,
legittimo
il
suo
rimorso
nel
vedersi
coatto
dall
istinto
di
salvazione
a
rivelare
il
più
geloso
e
il
più
caro
dei
segreti
per
un
galantuomo
-
galantuomo
secondo
il
codice
dell
umana
commedia
-
,
a
mettere
in
piazza
l
ignominia
della
donna
che
lo
amava
?
Non
ne
so
nulla
;
tempo
perso
lambiccarsi
il
cervello
nell
indagine
se
fu
meditato
e
preparato
con
malizia
da
artista
il
colpo
finale
d
ammettere
la
venuta
a
Napoli
dopo
averla
negata
ostinatamente
durante
l
interrogatorio
,
e
di
fronte
ai
testimoni
,
dopo
aver
lasciato
che
il
difensore
sprecasse
tutti
i
tesori
dell
ingegno
,
tutti
i
sofismi
dell
arte
oratoria
per
dimostrarci
come
i
testimoni
pigliassero
abbaglio
o
mentissero
e
il
suo
cliente
non
si
fosse
mosso
dal
territorio
di
Sant
Eufemia
.
Chi
può
dire
quante
facce
assuma
l
ipocrisia
e
quante
volte
la
verità
ci
apparisca
bugiarda
?
Quante
volte
ci
lasciamo
ingannare
da
un
preconcetto
d
antipatia
o
di
simpatia
e
ricusiamo
fede
a
un
anima
candida
e
crediamo
ciecamente
a
un
farabutto
che
si
burla
di
noi
?
Questo
ho
voluto
premettere
alla
discussione
circa
il
fatto
specifico
del
reato
ascritto
al
sergente
Faraone
,
perché
la
causa
vi
tornasse
davanti
sfrondata
da
ogni
parvenza
eterogenea
,
perché
il
vostro
giudizio
fosse
sgombro
d
ogni
apprezzamento
estraneo
al
fatto
in
se
stesso
.
Dimentichiamo
,
signori
,
l
ultima
fase
del
dibattimento
,
spontanea
o
artificiosa
che
sia
,
ributtante
o
compassionevole
;
dato
l
uomo
,
secondo
abbiamo
avuto
agio
di
studiarne
l
organismo
morale
nel
lungo
corso
della
discussione
,
ricostrutte
ad
una
ad
una
le
circostanze
che
precedettero
,
accompagnarono
e
seguirono
il
furto
,
vagliati
al
crogiuolo
gli
indizi
d
accusa
e
le
obiezioni
defensionali
,
non
ci
resta
che
interrogare
la
nostra
coscienza
e
ad
essa
attingere
il
vero
perché
del
nostro
voto
,
sì
,
o
no
,
senza
rispetti
umani
,
senza
titubanze
,
senza
preoccuparci
delle
conseguenze
.
Può
accadere
che
il
nostro
convincimento
sia
erroneo
,
ed
erroneo
il
voto
che
ne
scaturisce
,
tanto
di
condanna
quanto
d
assoluzione
,
ma
la
giustizia
degli
uomini
è
sempre
giusta
,
ad
un
patto
:
che
non
abbiano
rimorso
gli
uomini
che
la
pronunciano
.
-
Passiamo
alla
votazione
:
sì
o
no
,
senz
altro
.
Potrei
formulare
il
quesito
:
è
colpevole
il
sergente
Faraone
?
Ma
nella
sua
crudezza
darebbe
adito
a
restrizioni
mentali
o
anche
esplicite
,
le
quali
necessariamente
importerebbero
un
nuovo
scrutinio
subalterno
;
stimo
quindi
più
semplice
e
opportuno
redigerlo
in
questi
termini
:
esistono
sufficienti
indizi
per
ritenere
il
sergente
Faraone
autore
del
furto
qualificato
in
danno
dell
Amministrazione
militare
,
commesso
in
Napoli
,
nel
quartiere
del
Reggimento
«
Lancieri
di
Parma
»
la
notte
dal
28
al
29
giugno
18
...
?
-
Procediamo
per
ordine
inverso
d
anzianità
.
Sì
o
no
.
A
lei
per
il
primo
,
capitano
Della
Freccia
.
-
No
.
-
Capitano
Agar
?
-
Sì
.
-
Capitano
Torcigliani
?
-
No
.
-
Maggiore
Cavalcabò
?
-
No
.
-
Tenente
colonnello
Roda
?
-
No
.
-
La
maggioranza
si
è
pronunciata
per
il
no
.
Sta
bene
.
Ritengo
inutile
che
il
Presidente
esprima
il
suo
voto
.
-
Segretario
,
si
compiaccia
stendere
la
sentenza
:
il
Tribunale
assolve
il
sergente
Faraone
Raffaele
dell
ascrittogli
reato
,
per
insufficienza
di
indizi
.
IV
-
Hai
un
fiammifero
,
Torcigliani
?
-
Grazie
.
Non
fumi
tu
?
non
sbuffi
neppure
?
il
cielo
ti
benedica
,
te
e
la
tua
pazienza
,
uomo
...
sublime
!
-
Se
Dio
vuole
,
ormai
siamo
agli
sgoccioli
.
-
Speriamo
,
purché
il
segretario
abbia
compassione
di
noi
e
nel
comporre
la
sentenza
non
si
creda
in
dovere
di
ricapitolare
dall
alfa
all
omega
tutto
il
dibattimento
.
Ma
sai
che
son
lunghi
cinque
giorni
d
udienza
?
Preferisco
cinque
giorni
filati
di
piazza
d
anni
.
-
Che
ore
sono
?
ho
una
fame
canina
.
-
Vieni
qui
,
Torcigliani
:
sia
detto
tra
noi
due
in
camera
charitatis
:
non
ti
pare
?
Troppo
meticoloso
,
troppo
sofistico
il
Presidente
!
Viene
dalle
aquile
dello
Stato
Maggiore
e
facciamogli
di
cappello
,
ma
domando
io
,
che
bisogno
c
era
,
che
bisogno
,
per
cristallina
!
di
tenerci
noi
,
poveri
diavoli
,
cinque
giorni
inchiodati
su
quei
durissimi
segghioni
per
un
processo
mal
costrutto
,
senza
base
,
senza
fondamento
...
-
Hai
un
fiammifero
?
-
...
per
ripetere
cento
volte
la
medesima
cosa
e
farla
ripetere
dai
testimoni
...
-
Anche
a
Verona
,
cinque
o
sei
anni
fa
,
ero
giudice
del
Tribunale
,
avevamo
per
presidente
il
colonnello
...
aiutami
a
dire
...
il
colonnello
...
veniva
dai
Bersaglieri
,
era
passato
al
34
...
-
Urban
?
-
Urban
era
già
morto
e
sepolto
a
quell
epoca
.
Un
bel
tipo
,
Urban
;
l
ho
avuto
maggiore
al
47;
lo
chiamavamo
...
come
lo
chiamavamo
?
-
Insomma
,
Presidente
a
Verona
non
era
l
Urban
,
era
...
-
impossibile
che
tu
non
l
abbia
conosciuto
,
veniva
dai
Bersaglieri
,
ti
dico
,
romagnuolo
,
due
baffoni
...
era
stato
ufficiale
d
ordinanza
di
Pianell
...
-
Marosetti
?
-
Marosetti
,
bravo
.
-
È
morto
anche
lui
,
appena
promosso
generale
nella
riserva
.
-
Quello
era
un
Presidente
coi
fiocchi
,
pronto
svelto
...
e
di
manica
larga
:
per
esempio
,
un
imputato
di
furto
diceva
:
io
non
ho
rubato
le
venti
lire
al
mio
compagno
,
ho
voluto
solamente
fargli
uno
scherzo
...
e
il
Presidente
,
con
una
crollatina
di
spalle
:
in
fondo
anche
questo
può
essere
uno
scherzo
come
un
altro
:
chi
ci
assicura
che
realmente
non
abbia
inteso
di
fare
uno
scherzo
?
E
così
mandava
il
ladro
a
farsi
impiccare
da
un
altro
.
-
Sia
detto
fra
noi
due
,
in
camera
charitatis
:
il
nostro
Presidente
è
di
tutt
altra
pasta
:
il
suo
desiderio
sarebbe
stato
di
picchiar
sodo
sulle
spalle
di
Faraone
e
adesso
ci
tiene
il
broncio
per
avergli
negato
la
condanna
.
Guardalo
là
,
solo
,
a
masticarsi
i
baffi
e
contemplare
le
nuvole
attraverso
i
vetri
.
-
Anche
Marosetti
,
a
Verona
,
se
noi
giudici
non
si
votava
come
l
intendeva
lui
,
faceva
il
diavolo
a
quattro
.
Mi
ricordo
che
un
giorno
il
tenente
colonnello
...
-
come
diavolo
si
chiamava
?
ora
è
colonnello
anziano
-
glielo
cantò
in
musica
,
noi
votiamo
secondo
la
nostra
coscienza
e
non
secondo
il
Presidente
!
-
Capisci
?
un
tenente
colonnello
d
Artiglieria
,
piemontese
...
si
chiamava
...
l
ho
qui
sulla
punta
della
lingua
...
-
Tu
mi
dirai
:
in
coscienza
,
Faraone
è
colpevole
o
non
è
colpevole
?
E
io
rispondo
:
Faraone
è
una
schiuma
di
brigante
,
colpevole
di
questo
e
di
cento
altri
reati
e
merita
cento
forche
non
una
sola
,
ma
prove
dirette
,
vere
prove
contro
di
lui
non
ne
abbiamo
ed
io
,
giudice
,
me
ne
lavo
le
mani
e
lo
mando
,
come
il
tuo
Marosetti
,
a
farsi
impiccare
da
un
altro
.
-
Dammi
ancora
un
fiammifero
.
-
Io
invece
ragiono
diversamente
:
Faraone
sarà
un
brigante
,
scaltro
,
malizioso
,
canaglia
da
far
le
fusa
a
Satanasso
in
persona
,
ma
questa
volta
l
autore
del
furto
alla
cassa
del
suo
Reggimento
non
è
lui
,
e
non
è
lui
,
perché
...
per
mille
ragioni
!
...
perché
...
perché
...
insomma
non
è
lui
!
mi
spiego
?
Che
fosse
presente
a
Napoli
quella
notte
,
per
me
non
prova
nulla
:
o
non
potrebbe
esser
venuto
davvero
per
uno
dei
suoi
intrighi
con
una
donna
maritata
?
Anche
a
me
-
ero
sottotenente
a
Bologna
,
al
29
-
toccò
di
rientrare
nascostamente
dalla
licenza
per
un
avventura
di
questo
genere
;
sai
con
chi
mi
trovo
alla
stazione
,
becco
a
becco
?
col
mio
Capitano
,
l
uomo
più
sospettoso
che
abbia
mai
passeggiato
sulla
crosta
della
terra
:
un
sardo
!
-
Era
il
marito
?
-
Peggio
del
marito
:
era
il
mio
concorrente
!
Un
sardo
,
figurati
!
Non
so
cosa
ne
sia
successo
,
l
ho
perso
di
vista
;
se
mi
dai
mezzo
minuto
,
ti
dico
il
nome
;
dovresti
averlo
conosciuto
;
è
andato
via
da
maggiore
nei
distretti
;
impossibile
che
in
Italia
o
in
Africa
non
te
lo
sia
trovato
fra
i
piedi
:
tutto
nervi
,
tutto
fegato
,
basso
,
pelle
bruciata
,
irrequieto
,
attaccabrighe
;
si
chiamava
...
aiutami
tu
:
non
ti
ricordi
,
tu
che
sei
stato
in
Africa
con
lui
durante
la
spedizione
San
Marzano
?
Si
chiamava
...
-
Pensaci
,
io
intanto
vado
a
farmi
dare
un
fiammifero
da
Cavalcabò
;
la
tua
scatola
è
vuota
.
-
Cavalcabò
...
-
Parla
piano
,
il
segretario
sta
elaborando
la
sentenza
,
e
non
ti
consiglio
di
frastornarlo
,
se
vogliamo
arrivare
a
casa
per
l
ora
di
pranzo
.
-
Dovrebbe
tosto
aver
finito
,
per
cristallina
!
Guarda
:
trentacinque
minuti
d
orologio
dacché
si
è
rinchiuso
dietro
il
suo
paravento
.
Cosa
scrive
?
Un
trattato
di
Sant
Agostino
?
Bastano
quattro
righe
senza
tanti
considerando
e
attesoché
per
buttar
giù
una
sentenza
d
assolutoria
.
Mi
viene
un
idea
:
Cavalcabò
,
se
picchiassimo
due
colpetti
contro
il
paravento
,
piano
,
piano
,
per
sollecitarlo
a
sbrigarsi
?
-
Sta
fermo
,
che
il
Presidente
ci
guarda
.
-
Niente
paura
,
son
persuaso
che
anche
il
Presidente
...
-
Parla
piano
!
-
...
anche
il
Presidente
non
aspetta
altro
che
di
battere
in
ritirata
e
sfogare
lontano
da
qui
il
suo
malumore
-
Se
mi
dai
ancora
un
fiammifero
,
mi
fai
piacere
;
che
razza
di
virginia
ci
regala
il
governo
,
io
non
lo
so
:
serviranno
ai
muti
,
forse
;
per
uno
che
voglia
fumare
e
discorrere
,
non
c
è
verso
,
ogni
quattro
parole
si
spengono
.
-
Dimmi
una
cosa
,
Della
Freccia
,
ma
mi
raccomando
,
parla
piano
:
in
tutta
confidenza
che
te
ne
sembra
di
quell
epistolario
galante
,
letto
a
vapore
dal
Presidente
?
-
Molto
galante
,
e
molto
...
come
si
direbbe
?
molto
...
espressivo
da
parte
d
una
signora
,
che
a
giudicarla
tra
le
linee
,
sulla
scala
sociale
dovrebb
essere
più
vicina
all
Olimpo
che
ai
rigagnoli
di
via
Mardones
.
Fortunato
Faraone
!
Compatisco
il
marito
vattalapesca
chi
sia
-
ma
invidio
Faraone
,
e
siccome
le
droghe
tanto
più
mi
danno
buon
sangue
quanto
più
sono
piccanti
,
alla
lettura
mi
son
divertito
un
mondo
.
-
D
accordo
,
ma
poiché
il
pubblico
era
stato
mandato
via
,
che
necessità
di
non
lasciarci
pasteggiare
il
romanzetto
tra
di
noi
,
in
famiglia
,
come
un
bicchierino
di
rosolio
?
Pochi
discorsi
:
i
documenti
si
leggono
perché
i
giudici
possano
farsene
un
concetto
,
ovvero
per
gettar
loro
una
nuvola
di
polvere
negli
occhi
?
Leggendo
lui
a
precipizio
e
a
rompicollo
,
saltando
degli
interi
periodi
,
certo
i
più
scabrosi
e
più
interessanti
,
mugolando
,
soffiando
,
ansimando
,
il
Presidente
ha
scoperto
troppo
il
suo
giuoco
che
era
quello
di
farci
capire
il
meno
possibile
e
arrivar
presto
alla
fine
.
-
In
camera
charitatis
,
se
ho
a
dirtela
schietta
,
io
ebbi
l
impressione
che
appena
aperto
il
plico
,
il
Presidente
sia
rimasto
di
sasso
,
quasi
terrorizzato
,
come
se
dalla
busta
gli
fosse
scivolato
improvvisamente
una
biscia
sulle
mani
.
Perché
?
Questo
ti
domando
io
,
Cavalcabò
del
mio
cuore
:
perché
?
-
Fu
svelto
a
rimettersi
subito
in
carreggiata
,
ma
quanto
a
darci
il
bandolo
della
matassa
non
era
certo
nelle
sue
intenzioni
,
e
così
per
salvare
le
apparenze
...
rammenti
il
Ballo
in
maschera
?
Fuggi
fuggi
per
l
orrida
via
...
attraverso
una
lettura
vertiginosa
.
-
E
chiuso
il
dibattimento
,
ritiratici
per
la
votazione
,
ero
sì
o
no
nel
mio
diritto
d
arrischiare
l
umilissima
istanza
che
il
Tribunale
fosse
un
po
meglio
informato
,
rileggendo
le
lettere
e
i
telegrammi
d
amore
,
osservando
il
ritratto
dell
eroina
?
Invece
...
uno
,
due
,
tre
:
tac
!
la
busta
era
già
sparita
.
Un
discorsetto
agrodolce
del
Presidente
che
ci
ammoniva
di
non
rompergli
i
tabernacoli
,
la
nostra
solita
pecoraggine
di
chinar
sempre
la
testa
per
disciplina
anche
dove
la
disciplina
non
entra
...
e
felicissima
notte
.
-
Felicissima
notte
,
ma
per
centomila
milioni
di
milioni
di
diavoli
,
una
sbirciatina
al
ritratto
avrei
voluto
dargliela
anch
io
.
-
Una
delle
due
:
o
conosciamo
la
persona
che
è
in
ballo
o
non
la
conosciamo
.
-
Prima
di
tutto
,
non
ci
si
venga
a
declamare
la
predica
dello
scandalo
e
della
reputazione
intangibile
d
una
pedina
!
Sta
ben
attento
:
non
la
conosciamo
?
tanto
meglio
,
amen
,
e
non
se
ne
parli
più
:
la
conosciamo
invece
?
-
Qui
ti
voglio
:
appunto
:
e
se
tutti
invece
la
conoscessimo
?
Oppure
due
o
tre
di
noi
?
O
anche
uno
solo
la
conoscesse
?
-
Il
mondo
non
cascherebbe
.
Ci
si
direbbe
tra
di
noi
,
all
orecchio
,
che
neanche
l
aria
sentisse
:
«
guarda
,
guarda
:
la
tale
!...»
e
poi
,
usciti
di
qui
,
acqua
in
bocca
.
Siamo
uomini
;
o
siamo
ragazzi
?
Che
stima
avete
di
noi
se
non
vi
fidate
della
nostra
prudenza
e
con
destrezza
ci
fate
sparire
le
carte
sotto
gli
occhi
?
Uomo
retto
,
uomo
imparziale
,
uomo
superiore
,
aquila
volante
sulle
cime
dell
Hymalaia
,
tutto
vi
concedo
e
m
inchino
alla
vostra
altezza
,
al
vostro
talento
,
alla
vostra
abilità
,
ai
vostri
numeri
insomma
,
ma
non
vi
concedo
l
arbitrio
della
diffidenza
verso
di
noi
.
Parlo
bene
?
Non
so
se
mi
spiego
.
Dimmelo
tu
,
Della
Freccia
:
parlo
bene
?
Francamente
.
-
Quanto
a
me
,
in
camera
charitatis
...
-
Sottovoce
.
-
...
se
dipendesse
da
lui
,
scommetto
che
l
amico
ci
metterebbe
volentieri
agli
arresti
pel
nostro
voto
non
conforme
alle
sue
intenzioni
,
il
tenente
colonnello
Roda
prima
di
tutti
,
e
poi
te
,
che
sei
maggiore
...
-
Tutti
agli
arresti
,
meno
Agar
.
-
Già
,
Agar
,
che
ha
votato
per
il
sì
,
lui
solo
,
forse
perché
Faraone
gli
era
specialmente
antipatico
.
-
Faraone
appartiene
al
suo
Reggimento
.
Siamo
giusti
:
voler
o
no
Agar
,
che
l
ha
pure
avuto
al
suo
squadrone
,
è
in
grado
d
averlo
conosciuto
bene
e
studiato
a
fondo
più
di
noi
.
-
Discorsi
!
pel
fatto
d
averlo
avuto
quindici
o
venti
giorni
al
suo
squadrone
,
anche
un
mese
,
se
vuoi
,
anche
due
,
vorresti
darmi
ad
intendere
che
possiede
lui
nelle
mani
quelle
prove
matematiche
di
reità
che
noi
non
abbiamo
saputo
trovare
,
nemmeno
a
cercarle
col
lanternino
?
Sai
piuttosto
?
Mi
fa
l
effetto
d
un
uomo
invaso
dallo
spirito
di
contraddizione
e
che
veda
sempre
tutto
in
nero
.
-
Gli
è
morta
la
moglie
.
-
Me
ne
dispiace
tanto
,
ma
non
è
questa
una
ragione
...
Bada
,
io
non
critico
il
suo
voto
,
il
voto
è
libero
e
incensurabile
,
critico
la
sua
perpetua
taciturnità
,
il
non
volersi
affiatare
con
noi
altri
che
siamo
ufficiali
come
lui
in
fin
dei
conti
,
e
senza
prove
mandare
un
giovinotto
in
galera
,
giurando
attraverso
i
suoi
occhiali
affumicati
.
-
Soffre
di
nevrastenia
,
non
lo
sai
?
Parla
piano
,
che
potrebbe
udirci
.
-
Non
temere
:
subito
dopo
la
votazione
si
è
rifugiato
in
solitudine
sul
terrazzo
a
sfidare
il
freddo
e
la
tramontana
.
-
Per
agguerrirsi
alle
intemperie
della
stagione
come
a
quelle
della
fortuna
.
-
E
buscarsi
un
malanno
,
piuttosto
d
attaccar
discorso
con
me
,
per
esempio
,
che
non
appartengo
alla
Cavalleria
.
-
Sei
maligno
.
Ti
ripeto
che
soffre
di
nevrastenia
,
aggravatasi
allo
stato
acuto
appunto
dopo
la
morte
quasi
fulminea
della
moglie
.
In
confidenza
:
al
suo
Reggimento
si
va
sussurrando
a
bassa
voce
di
qualche
attacco
d
epilessia
più
o
meno
larvata
;
a
cavallo
non
monta
più
da
un
pezzo
e
finirà
,
oggi
o
domani
,
per
chiedere
l
aspettativa
.
Tale
e
quale
come
sua
moglie
:
a
poco
a
poco
si
scava
la
fossa
coll
uso
sempre
crescente
della
morfina
.
-
L
hai
conosciuta
sua
moglie
?
-
So
ben
che
scherzi
:
io
,
povero
fantaccino
,
una
signora
di
Cavalleria
?
Per
principio
,
conosco
solo
le
signore
del
mio
Reggimento
,
e
non
tollero
che
la
mia
signora
faccia
e
renda
altre
visite
.
Spirito
di
corpo
.
-
Tu
piuttosto
l
avrai
conosciuta
,
uomo
brillante
,
sempre
giovine
,
sempre
conquistatore
,
che
frequenti
l
altissima
società
.
-
Non
mi
crederai
:
quella
donna
mi
ha
sempre
fatto
paura
.
-
Per
cristallina
!
-
Paura
.
In
questo
senso
:
la
sognavo
di
notte
,
e
di
giorno
,
avvicinandola
,
mi
accorgevo
di
essere
davanti
a
una
sfinge
impenetrabile
.
Non
già
che
io
ne
fossi
innamorato
,
ma
...
non
so
se
mi
spiego
:
a
volte
un
gesto
benigno
,
direi
quasi
...
cristianamente
misericordioso
,
uno
sguardo
limpido
di
dolcezza
nel
quale
pareva
che
nuotassero
come
in
un
lago
tutte
le
vele
bianche
dell
innocenza
,
a
volte
certe
mezze
parole
troppo
significative
,
e
negli
occhi
certi
lampi
di
perfidia
che
mi
atterrivano
.
-
...
Dammi
un
fiammifero
.
-
Appena
la
vedevo
comparire
in
un
salotto
,
per
esempio
,
ai
balli
dell
Unione
,
della
Croce
Rossa
,
della
Caccia
,
mi
appiattavo
timido
tra
la
folla
degli
invitati
,
per
non
essere
visto
da
lei
e
se
lei
,
passando
,
mi
ravvisava
e
mi
porgeva
la
mano
e
mi
salutava
,
in
quel
momento
io
,
maggiore
d
Artiglieria
,
che
conosco
i
miei
galletti
e
segnatamente
le
mie
galline
,
in
quel
momento
avrei
implorato
come
una
grazia
del
cielo
che
la
terra
si
fosse
spalancata
sotto
i
miei
piedi
e
mi
avesse
inghiottito
l
abisso
.
-
Cose
che
succedono
.
-
Ma
paura
di
che
,
insomma
?
-
Non
lo
so
.
Paura
!
Forse
di
innamorarmene
?
Forse
che
ella
si
innamorasse
di
me
?
Non
lo
so
.
Era
una
creatura
troppo
...
come
dire
,
troppo
danubiana
.
-
Danubiana
?
-
Sì
,
bulgara
...
moldovalacca
...
di
quei
paesi
laggiù
sulle
sponde
del
Danubio
,
dove
pare
che
le
donne
d
alto
bordo
,
almeno
quelle
che
capitano
qui
da
noi
,
scommettano
a
chi
incarna
il
romanzo
più
stravagante
.
-
Bella
donna
?
-
Secondo
i
gusti
e
le
simpatie
.
Non
era
una
di
quelle
bellezze
che
s
impongono
senza
discussione
,
però
gli
uomini
l
innalzavano
al
settimo
cielo
e
per
lei
molti
avrebbero
lastricato
di
smeraldi
il
campo
delle
loro
corse
alla
conquista
.
Bellissima
,
no
,
ma
affascinante
!
...
affascinante
per
qualche
cosa
di
zingaresco
che
aveva
nei
gesti
e
nella
voce
gutturale
,
per
la
fiamma
che
le
balenava
negli
occhi
...
occhi
tenebrosi
,
d
inferno
,
caro
Della
Freccia
!
E
mi
dici
niente
il
contrasto
di
quelle
pupille
notturne
con
una
capigliatura
quasi
scarlatta
?
Artificio
?
Va
benissimo
,
ma
artificio
da
artista
non
da
parrucchiere
,
come
,
del
resto
,
si
rivelava
sempre
artista
in
ogni
minuto
e
in
ogni
atto
della
sua
vita
,
nell
eleganza
e
nell
originalità
del
vestire
,
nella
musica
,
nel
cavalcare
,
nel
discorrere
col
primo
venuto
d
arte
e
di
frivolezze
...
-
...
nell
essere
innamorata
del
marito
!
-
E
perché
no
?
anche
questo
può
darsi
,
a
titolo
d
un
capriccio
originale
e
d
una
stravaganza
,
in
certo
modo
artistica
essa
pure
da
aggiungersi
a
tutte
le
altre
.
Comunque
,
se
ebbe
delle
fantasie
extraconiugali
,
furono
avvolte
in
un
mistero
così
sapiente
che
non
trapelarono
mai
ad
onta
delle
più
zelanti
inquisizioni
di
certi
cani
da
fiuto
che
ci
rimisero
la
fatica
,
inquisizioni
malvagie
,
sobillate
dall
invidia
di
certe
signore
...
-
Bada
,
adesso
tocca
a
me
suggerirti
di
parlar
piano
.
-
...
l
ultima
volta
che
la
vidi
fu
verso
la
fine
di
luglio
,
a
Castellamare
,
al
gran
lunch
sul
yacht
del
principe
di
Villa
Formosa
pel
battesimo
della
bandiera
.
Tutta
vestita
di
bianco
a
scintille
d
argento
:
un
barbaglio
sotto
il
sole
da
farti
chiudere
gli
occhi
.
Rammento
che
così
bianca
e
sfavillante
com
era
,
con
un
cappello
bianco
alla
Rubens
,
semplicissimo
e
immenso
,
ricco
nient
altro
che
d
una
penna
di
struzzo
favolosa
che
le
scendeva
a
metà
spalla
,
appena
giunta
a
bordo
,
con
quella
sua
disinvoltura
balcanica
,
miscuglio
d
alterezza
e
di
brio
,
si
creò
da
sé
regina
della
festa
e
puoi
immaginarti
se
a
bordo
d
un
yacht
principesco
,
in
una
circostanza
così
solenne
,
mancavano
duchesse
e
principesse
,
giovani
e
belle
,
e
taluna
anche
più
bella
di
lei
,
ma
non
altrettanto
incantatrice
!
-
Acqua
,
padre
,
che
il
convento
brucia
!
E
vuoi
darmi
ad
intendere
che
non
ne
eri
innamorato
,
anzi
avevi
paura
di
cotesta
donna
?
-
Parla
piano
,
parla
piano
!
-
Otto
giorni
dopo
,
giorno
per
giorno
,
cotesta
donna
era
morta
!
-
Si
parlò
di
suicidio
,
se
non
erro
.
-
Lo
sai
tu
?
se
ne
dissero
tante
e
infatti
da
qualche
silaba
sfuggita
ai
medici
pare
che
quella
d
una
morte
volontaria
sia
la
versione
più
accreditata
.
Suicidio
per
avvelenamento
.
E
la
causa
?
Buio
pesto
:
un
colpo
improvviso
di
pazzia
cagionato
dall
abuso
della
morfina
,
secondo
gli
uni
:
debiti
enormi
a
insaputa
del
marito
,
secondo
gli
altri
...
-
Si
vociferava
che
fosse
ricchissima
e
che
,
sposandola
,
Agar
avesse
fatto
un
salto
nelle
miniere
di
Creso
.
-
Intanto
i
debiti
sono
rimasti
,
questo
è
certo
,
e
se
il
marito
non
ha
altre
miniere
che
quelle
,
poveri
creditori
!
-
A
sentire
altre
voci
,
minaccia
terribile
,
imminente
di
cecità
e
nessuna
speranza
di
salvezza
:
abbandono
repentino
da
parte
d
un
amante
segreto
...
anche
questo
si
disse
per
iniqua
mania
di
mormorazione
,
però
senza
l
ombra
d
un
pretesto
lontanamente
plausibile
.
Fatto
sta
che
da
un
alba
all
altra
,
l
abbia
voluto
lei
di
sua
elezione
o
l
abbia
voluto
il
destino
,
precipitò
nelle
tenebre
.
-
Requiem
aeternam
.
-
In
camera
charitatis
,
tu
hai
bel
difenderla
a
spada
tratta
e
si
capisce
,
ma
se
fossi
io
il
vedovo
d
una
valacca
di
questa
risma
,
assai
più
che
dalla
sua
partenza
verso
il
seno
d
Abramo
,
sarei
afflitto
dall
idea
di
doverne
pagare
i
debiti
.
Oh
!
eccolo
che
torna
,
l
inconsolabile
eroe
,
dai
freschi
vagabondaggi
sul
terrazzo
.
-
Il
Presidente
è
andato
a
chiamarlo
,
segno
che
la
nostra
clausura
sta
per
finire
.
Grazie
al
cielo
,
era
tempo
.
-
Vieni
qui
:
gli
sei
amico
,
tu
?
-
Di
Agar
?
-
Di
Agar
.
-
Amicizia
...
relativa
.
-
Nei
tuoi
panni
comincerei
adesso
ad
aver
paura
.
-
Perché
?
-
Non
vedi
che
faccia
stravolta
e
che
occhi
spiritati
?
-
Ebbene
?
-
Sta
in
guardia
.
Lei
viva
,
nessun
rischio
,
data
la
perpetua
cecità
di
noi
mariti
,
specie
se
la
tua
dama
bianca
era
così
prudente
come
dici
:
morta
,
è
un
altro
paio
di
maniche
:
speriamo
che
egli
non
attraversi
un
brutto
momento
di
gelosia
postuma
,
perché
a
vederlo
con
quell
aria
truce
e
gli
occhi
che
gli
scappano
dalla
testa
,
certi
amici
relativi
sarebbe
capace
d
infilzarli
tutti
.
-
Ti
giuro
sulla
mia
parola
d
onore
...
-
Cannas
Cadeddu
!
Cannas
Cadeddu
!
-
Che
c
è
,
Torcigliani
?
sei
diventato
matto
?
-
Quando
mi
si
ficca
un
chiodo
nel
cranio
,
se
non
riesco
a
strapparlo
io
sono
un
uomo
morto
.
Si
chiamava
Cannas
Cadeddu
quel
capitano
sardo
di
cui
ti
parlavo
.
Figurati
come
rimasi
quando
alla
stazione
di
Bologna
...
-
Signori
giudici
,
il
segretario
ha
terminato
di
stendere
la
sentenza
.
È
molto
lunga
.
Favoriscano
prender
posto
e
udirne
attentamente
la
lettura
prima
di
sottoscriverla
.
-
Debbo
io
pure
firmarla
?
-
Senza
dubbio
.
-
Io
che
ho
votato
per
la
colpabilità
del
sergente
Faraone
?
-
Lei
come
gli
altri
,
capitano
.
-
Anche
contro
la
mia
intima
convinzione
?
-
Anche
:
la
sua
convinzione
personale
,
qualunque
sia
,
deve
cedere
di
fronte
a
quella
della
maggioranza
.
-
Ha
errato
la
maggioranza
!
-
Non
tocca
a
lei
sindacarla
,
e
mi
meraviglio
...
-
Colonnello
,
se
io
mi
rifiutassi
di
firmare
?
-
Ella
ha
troppo
rispetto
alla
legge
per
ribellarsi
ai
diritti
della
maggioranza
e
troppo
buon
senso
per
non
comprendere
che
un
simile
rifiuto
sarebbe
non
soltanto
un
offesa
verso
i
giudici
suoi
colleghi
ma
un
atto
inconsulto
di
disobbedienza
,
ed
io
,
Presidente
,
non
sarò
costretto
ad
usare
della
mia
autorità
per
richiamarla
alla
disciplina
.
-
Io
potrei
rivelare
ai
miei
colleghi
...
-
Che
cosa
?
-
....
..
-
Che
cosa
potrebbe
rivelare
?
-
Non
mi
crederebbero
,
lo
so
,
non
mi
crederebbero
,
eppure
...
se
io
parlassi
...
-
Capitano
Agar
,
che
reticenze
son
queste
,
si
spieghi
.
-
Ah
!
mancano
gli
indizi
a
carico
del
sergente
Faraone
e
voi
lo
avete
assolto
!
Bravi
.
Andrò
io
a
denunciarlo
al
Procuratore
del
Re
.
Se
non
ci
fosse
che
il
furto
...
ma
c
è
ben
altro
,
e
andrò
io
a
denunciarlo
.
Guardate
,
se
avete
occhi
:
c
è
qui
una
donna
,
in
questa
stanza
,
io
la
vedo
,
era
pure
in
sala
d
udienza
,
ritta
,
di
fianco
all
accusato
e
poi
è
entrata
con
noi
in
camera
di
consiglio
e
non
mi
si
moveva
d
accanto
e
volli
fuggire
e
mi
ha
inseguito
sul
terrazzo
...
-
Capitano
Agar
,
non
voglio
supporre
che
ella
in
questo
momento
si
prenda
gioco
di
noi
.
Pensa
a
quello
che
dice
?
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
-
Aprite
le
finestre
...
spalancate
le
finestre
!
...
ho
un
groppo
alla
gola
che
mi
soffoca
...
non
voglio
morire
strozzato
!
...
spalancate
le
finestre
,
vi
dico
!
-
Si
calmi
,
capitano
,
lei
è
in
preda
a
un
eccitazione
nervosa
...
non
è
niente
,
passerà
tra
un
minuto
.
-
Signori
ufficiali
,
si
uniscano
a
me
per
consigliargli
la
calma
.
Aprano
le
finestre
.
-
Segga
e
si
riposi
,
si
riposi
un
momento
,
qui
,
accanto
a
me
.
-
Mi
aiutino
a
sbottonargli
la
giubba
.
Adagiamolo
sopra
questa
poltrona
.
-
Vede
?
le
finestre
sono
aperte
.
Respira
meglio
adesso
?
-
Lasciatemi
,
lasciatemi
libero
,
non
mi
circondate
così
,
non
mi
afferrate
per
le
braccia
!
Voi
mi
opprimete
,
m
impedite
di
vedere
la
Rosa
Di
Crescenzio
...
scostatevi
,
voglio
vederla
...
non
mi
fa
ribrezzo
quel
cadavere
!
-
(
Capitano
Della
Freccia
,
corra
a
chiamare
un
medico
,
subito
,
non
perda
tempo
.
Quest
uomo
è
in
pieno
delirio
,
sotto
l
incubo
d
una
terribile
allucinazione
;
non
sappiamo
quel
che
possa
accadere
.
Corra
,
spedisca
due
,
tre
soldati
alla
farmacia
più
vicina
,
alla
caserma
San
Francesco
dove
un
dottore
militare
sarà
certamente
.
Anche
lei
,
segretario
,
mi
raccomando
,
il
primo
medico
che
trova
ce
lo
porti
subito
!
)
-
...
Non
mi
opprimete
così
...
mi
state
tutti
addosso
e
mi
soffocate
.
Non
vedo
più
la
Rosa
Di
Crescenzio
...
non
importa
,
se
volete
saperlo
vi
dirò
io
perché
al
dibattimento
mancata
la
sua
testimonianza
.
-
Più
tardi
lo
sapremo
.
Ora
lei
ha
bisogno
di
calma
e
di
tranquillità
.
Più
tardi
.
Mi
ascolti
,
capitano
,
per
amor
del
cielo
,
non
si
agiti
,
abbia
confidenza
in
noi
,
ci
conosce
tutti
,
pensi
che
siamo
tutti
suoi
amici
...
-
È
comparsa
al
dibattimento
...
l
ho
vista
comparire
nella
sala
quando
fu
pronunciato
il
suo
nome
,
ma
voi
non
avevate
occhi
per
vederla
...
ero
io
solo
che
la
vedevo
!
...
un
cadavere
putrefatto
nell
acqua
,
lacerato
sott
acqua
dai
denti
degli
scogli
...
e
stava
in
piedi
,
ritta
come
persona
viva
,
e
tutti
quanti
vi
fissava
,
e
c
era
una
fiamma
nelle
caverne
delle
sue
orbite
...
e
vi
fissava
sogghignando
,
nell
udire
i
rapporti
della
Questura
che
non
aveva
saputo
scoprirne
le
tracce
da
nessuna
parte
...
Poveri
imbecilli
!
bisognava
andarla
a
pescare
sotto
la
punta
di
Posillipo
...
-
....
..
!
?
-
...
in
fondo
al
mare
,
con
un
ancora
da
pescatori
al
collo
,
presso
la
punta
di
Posillipo
.
-
Chi
è
che
l
ha
affogata
?
-
Zitti
!
non
l
interrompano
.
-
...
Le
chiesi
,
pieno
di
spavento
e
d
angoscia
:
perché
venire
a
torturarmi
?
Perché
ho
da
esser
io
,
io
solo
,
quello
che
vieni
a
torturare
,
trasfondendomi
nel
sangue
il
tuo
odio
e
la
tua
sete
di
vendetta
?
E
la
Rosa
Di
Crescenzio
sogghignava
...
-
È
atroce
come
i
morti
si
fanno
intendere
senza
parlare
e
il
loro
linguaggio
lo
percepite
nello
spasimo
d
essere
morti
anche
voi
e
in
un
lampo
di
vedere
ad
una
ad
una
,
ma
con
altri
occhi
da
quelli
del
corpo
,
tutte
le
circostanze
d
un
passato
ignoto
...
terribile
,
che
vi
si
rivela
in
un
lampo
-
Lasciatemi
dire
.
Son
calmo
.
La
Rosa
Di
Crescenzio
non
c
è
più
.
-
Per
carità
,
non
l
interrompano
.
-
...
Aver
preso
tante
cautele
,
credersi
al
sicuro
e
improvvisamente
sentirsi
sul
capo
la
minaccia
dei
primi
sospetti
!
I
minuti
incalzano
.
Rosa
Di
Crescenzio
,
se
trapela
il
tuo
nome
e
sei
condotta
innanzi
alla
giustizia
,
guai
.
Finché
servi
da
intermediaria
galante
,
per
quattro
soldi
il
segreto
lo
mantieni
,
è
il
tuo
mestiere
,
ma
per
poco
che
il
giudice
ti
metta
alle
strette
,
addio
:
canti
che
è
una
delizia
.
La
famosa
operazione
fosse
riuscita
cospicua
come
non
si
dubitava
,
a
imbarcarti
per
le
Americhe
si
farebbe
presto
:
non
fosse
in
ballo
che
il
signorino
,
l
anima
gli
basterebbe
d
affrontarne
cinquecento
vecchie
male
femmine
del
tuo
conio
,
ma
la
signora
...
la
signora
che
lo
tiene
tra
le
unghie
,
l
ultima
carta
la
vuol
giuocare
...
è
più
temeraria
di
lui
perché
ha
paura
!
L
ha
istigato
al
gran
colpo
,
gliel
ha
imposto
con
minacce
e
con
lagrime
per
goderne
il
frutto
,
e
ora
inferocita
dal
pericolo
non
sapendo
ella
stessa
se
ha
più
paura
di
perdere
l
amante
o
d
essere
travolta
con
lui
,
giuoca
l
ultima
carta
sulla
tua
pelle
!
È
irremovibile
,
è
feroce
:
non
si
fida
che
dei
suoi
occhi
:
a
casa
non
tornerà
finché
sotto
i
suoi
occhi
non
t
avrà
vista
sparire
...
con
una
cravatta
di
ferro
al
collo
!
-
Notte
scura
e
serena
.
O
dolce
Napoli
...
La
luna
è
all
altezza
di
Posillipo
.
Sparisci
,
Rosa
Di
Crescenzio
!
-
Neppure
il
tempo
di
gettare
un
urlo
...
il
breve
dibattersi
del
corpo
e
tutto
è
finito
.
L
uomo
l
ha
strangolata
,
in
un
attimo
,
a
tradimento
,
mediante
la
cinghia
della
sciabola
.
-
In
barca
?
-
Lui
solo
?
-
...
Forse
non
è
morta
!
...
Il
tuffo
freddo
le
smorzerà
gli
ardori
.
Occorre
sbrigarsi
.
Ma
il
canape
da
pesca
,
umido
e
massiccio
,
egli
non
sa
maneggiarlo
,
i
nodi
non
tengono
,
per
legarla
all
ancora
solidamente
gli
tocca
pure
servirsi
della
dragona
.
La
signora
regge
il
fanale
.
A
bagno
!
a
bagno
!
Peggio
d
un
mastodonte
di
piombo
cotesta
carcassa
d
una
vecchia
!
Non
vuoi
sparire
?
Dalla
parte
dei
piedi
la
signora
agguanta
anche
lei
...
spinge
...
-
È
sparita
!
-
....
..
-
O
dolce
Napoli
,
o
mar
beato
...
la
melodia
lontana
,
nel
golfo
,
d
una
canzonetta
palpitante
tra
i
mandolini
al
lume
delle
stelle
...
questo
ci
vorrebbe
per
l
effetto
drammatico
...
ma
il
golfo
è
taciturno
.
-
La
compagna
dell
assassino
...
l
ha
riconosciuta
?
-
Guiderò
io
le
indagini
nel
punto
preciso
che
sarà
necessario
scandagliare
,
là
,
sotto
il
castello
di
Donn
Anna
,
dove
il
cadavere
fu
trascinato
dalle
acque
e
si
ammarrò
in
una
dentiera
di
scogli
...
e
a
Mergellina
...
a
Mergellina
...
-
Chiude
gli
occhi
.
-
...
Non
mi
lasciate
addormentare
...
Ho
un
gran
sonno
...
se
mi
addormento
...
lo
so
,
ci
vado
soggetto
...
appena
svegliato
non
ricordo
più
nulla
...
gli
altri
insistono
:
hai
detto
questo
,
pensaci
bene
,
hai
fatto
quest
altro
...
e
non
ricordo
più
nulla
!
-
Zitti
!
...
così
fosse
che
potesse
davvero
pigliar
sonno
!
-
...
Lo
troverò
io
a
Mergellina
il
padrone
della
barca
...
egli
potrà
dirlo
alla
giustizia
,
una
sera
capitarono
in
tre
a
domandargli
la
barca
...
un
militare
e
due
donne
...
una
di
esse
...
-
Colonnello
,
è
qui
il
medico
.
-
...
Silenzio
...
!
-
...
Era
vestita
come
le
inglesi
in
viaggio
,
sul
cappello
e
tutt
attorno
alla
faccia
un
velo
spesso
,
impenetrabile
...
-
È
qui
il
medico
.
-
Ho
capito
!
Venga
.
-
...
Il
medico
...
se
avesse
una
goccia
di
morfina
...
ma
non
l
avrà
...
non
ne
hanno
mai
i
medici
quando
in
nome
di
Dio
gliela
chiedete
per
calmare
lo
spasimo
!
...
-
Si
assopisce
.
-
....
..
-
Dottore
,
vede
in
quale
stato
si
trova
da
più
di
mezz
ora
?
Che
c
è
da
fare
?
dica
lei
.
Sulle
prime
pareva
che
ragionasse
,
ad
un
tratto
ci
cadde
nelle
braccia
dibattendosi
,
aveva
la
schiuma
alla
bocca
,
cominciò
a
delirare
...
-
...
Dorme
.
-
Un
deliquio
?
-
Manco
per
idea
.
Lasciatelo
così
,
non
toccatelo
.
Ora
dorme
.
-
Non
c
è
niente
da
fare
?
-
Niente
pel
momento
,
altro
che
coricarlo
sul
divano
.
Io
qui
rimango
.
Vedremo
più
tardi
,
quando
sarà
svegliato
,
probabilmente
tra
un
ora
circa
,
forse
prima
,
forse
dopo
;
chi
lo
sa
?
-
Fenomeni
nervosi
,
senza
dubbio
.
-
Perfettamente
:
fenomeni
neuropatici
,
variabilissimi
non
solo
da
individuo
a
individuo
,
ma
pure
nello
stesso
soggetto
.
-
Non
ci
sta
un
divano
?
Colonnello
,
mi
raccomando
,
fate
portare
un
divano
.
-
Non
so
troppo
...
segretario
,
dove
si
piglia
un
divano
?
-
In
ufficio
non
abbiamo
che
quello
dell
avvocato
fiscale
.
-
Faccia
portare
quello
dell
avvocato
fiscale
,
subito
!
-
E
due
cuscini
pure
,
se
non
vi
dispiace
,
segretario
.
-
Intanto
vorrei
chiederle
una
cosa
,
dottore
:
e
la
sentenza
?
Il
capitano
deve
firmare
la
sentenza
già
votata
e
assistere
alla
lettura
in
sala
d
udienza
.
Potrà
farlo
dentr
oggi
?
Sotto
pena
di
nullità
il
Tribunale
non
può
muoversi
finché
la
sentenza
sia
stata
letta
in
pubblico
,
presenti
tutti
i
giudici
.
Narrativa ,
ÿþI
.
Di
provincia
,
questo
sì
,
ma
una
casa
colossale
e
delle
ricchezze
degne
della
storica
nobiltà
del
nome
;
una
casa
come
ce
ne
son
poche
ormai
,
mercè
la
sacra
e
rovinosa
giustizia
,
cui
dobbiamo
l
'
abolizione
dei
privilegi
di
primogenitura
.
E
(
incredibile
ma
vero
)
l
'
attuale
capo
della
casa
,
Sua
Eccellenza
il
signor
Principe
d
'
Astianello
,
un
bell
'
uomo
sui
quarantacinque
anni
,
vedovo
,
con
una
sola
bambina
,
non
voleva
saperne
di
rimaritarsi
.
Non
già
che
gli
fossero
mancati
suggerimenti
in
proposito
.
Amici
,
parenti
,
chi
aveva
diritto
a
dar
parere
e
chi
non
l
'
aveva
,
tutti
battevan
quella
solfa
.
Gli
parlavano
continuamente
di
visetti
adorabili
,
di
doti
cospicue
,
di
educazioni
finitissime
,
di
alleanze
sovrane
.
Egli
non
diceva
di
no
,
non
sfuggiva
la
visuale
dei
visetti
adorabili
,
non
sprezzava
le
doti
cospicue
,
lodava
le
finite
educazioni
,
onorava
le
quintessenze
di
sangue
bleu
...
ma
,
ecco
qua
:
non
sposava
!
E
però
egli
era
severamente
giudicato
da
un
venerabile
sinodo
di
nonne
,
di
mamme
e
di
zie
,
cui
teneva
bordone
un
coro
,
più
timido
ma
non
meno
malcontento
,
d
'
interessanti
vedovelle
.
Egli
non
parlava
mai
della
defunta
Duchessa
;
non
pareva
,
nè
era
infelice
.
Era
quasi
sempre
gioviale
e
di
buon
umore
.
Non
era
per
nulla
un
santo
padre
del
deserto
,
godeva
largamente
e
pacificamente
dell
'
esistenza
.
Non
s
'
occupava
di
politica
,
ma
se
se
ne
fosse
occupato
sarebbe
stato
un
conservatore
feroce
e
un
implacabile
codino
.
Lo
era
bensì
per
conto
proprio
ed
in
casa
sua
,
dove
serbava
gelosamente
inalterate
le
costumanze
e
le
tradizioni
della
famiglia
.
In
casa
d
'
Astianello
c
'
eran
sempre
state
le
razze
di
cavalli
;
orbene
,
egli
continuava
quell
'
abitudine
,
le
razze
ci
sarebbero
sempre
,
per
l
'
appunto
.
L
'
estesa
dei
pascoli
era
immensa
e
colà
nitrivano
e
sgambettavano
i
puledri
delle
cavalle
ch
'
egli
aveva
ereditate
puledre
dal
padre
suo
.
Le
razze
di
casa
d
'
Astianello
erano
antiche
e
pregiate
e
costituivano
una
questione
di
dare
ed
avere
non
indifferente
nonchè
una
delle
più
apprezzate
vanaglorie
della
famiglia
.
Il
Principe
,
a
dirla
qui
fra
noi
,
non
se
ne
intendeva
più
che
tanto
,
ma
altri
della
casa
se
ne
intendeva
per
lui
e
qualchevolta
i
suoi
cavalli
,
buscavano
il
premio
alle
esposizioni
ippiche
.
E
allora
che
baldoria
nella
tenuta
!
Il
Principe
amava
parlare
dei
suoi
cavalli
.
Specialmente
quando
qualche
imprudente
e
zelante
amico
tentava
intavolare
,
anche
alla
lontana
,
quel
benedetto
argomento
del
matrimonio
.
Allora
sì
che
entrava
in
campo
la
scienza
ippica
.
Il
Principe
prendeva
a
sfoderare
le
sue
cognizioni
in
fatto
d
'
allevamento
.
Apriti
cielo
....
S
'
intende
piova
,
ma
non
tempesta
.
Ed
era
invece
tempesta
,
ma
così
fatta
,
a
chicchi
così
grossi
,
così
innumerevoli
che
il
povero
interlocutore
seccato
a
morte
,
stordito
,
assordato
,
non
vedeva
l
'
ora
di
battersela
e
alla
prima
interruzione
,
se
la
batteva
senz
'
altro
.
Il
Principe
rideva
e
continuava
...
a
non
sposare
.
Da
qualche
anno
in
qua
il
nerbo
degli
amici
cospiratori
aveva
mutato
sistema
.
Avevano
detto
:
lasciamo
fare
al
tempo
.
Ma
il
tempo
passava
senza
recare
sulle
sue
decrepite
ali
una
seconda
principessa
d
'
Astianello
.
Eppure
il
Principe
aveva
,
a
modo
suo
,
amata
moltissimo
la
sua
povera
moglie
.
E
forse
appunto
per
questo
egli
era
ora
così
fedele
alla
memoria
di
lei
e
alla
propria
libertà
.
Oltre
a
queste
due
sante
cose
,
il
Principe
amava
molto
la
sua
bambina
e
il
pensiero
di
darle
una
matrigna
gli
tornava
odioso
.
Non
già
che
vivesse
molto
con
lei
o
che
attendesse
egli
stesso
alla
sua
educazione
.
Ma
gli
era
caro
veder
bazzicare
per
l
'
ampio
dei
grandi
saloni
quel
nonnulla
di
bambina
,
quella
cosuccia
bianca
,
delicata
,
soave
,
che
non
voleva
saperne
di
crescere
,
che
nello
studio
non
faceva
grandi
progressi
e
non
era
nè
impertinente
nè
spiritosa
,
ma
che
veniva
su
adagino
,
lentamente
come
uno
dei
fiorellini
esotici
della
serra
e
che
voleva
tanto
bene
a
lui
.
Gli
era
caro
,
quando
saliva
a
cassetta
per
condurre
il
tiro
a
quattro
,
veder
la
ragazzina
andare
in
estasi
e
contemplarlo
rapita
,
come
avrebbe
contemplato
un
re
,
seduto
in
trono
.
Una
sola
cosa
gli
dispiaceva
;
che
la
sua
Camilla
(
Milla
per
amore
di
brevità
)
fosse
così
timida
e
paurosa
.
E
il
bello
è
che
essa
non
diceva
mai
:
ho
paura
.
Ma
come
diventava
smorta
quando
cominciava
il
temporale
come
tremava
quando
suo
padre
parlava
di
metterla
in
sella
;
che
sgomento
nei
suoi
occhioni
amorosi
quando
egli
aveva
la
crudeltà
di
pretendere
ch
'
ella
assistesse
in
giardino
ad
un
esercizio
di
tiro
colla
carabina
Flaubert
!
Decisamente
Camilla
non
aveva
in
sè
la
stoffa
di
un
'
amazzone
.
E
il
Principe
,
dopo
essersene
un
po
'
stizzito
,
finiva
collo
scusarla
,
considerando
che
già
....
veramente
era
un
po
'
delicatina
.
Ora
anzi
stava
meglio
di
prima
a
furia
di
cure
e
d
'
aria
d
'
Astianello
,
ma
non
era
proprio
il
caso
di
tormentarla
nè
per
l
'
ardire
,
nè
per
l
'
amore
allo
studio
.
Tutte
cose
che
verrebbero
poi
a
tempo
debito
.
E
se
non
verrebbero
...
nemmen
più
tardi
...
poco
male
!
Il
Principe
,
un
po
'
per
gusto
proprio
,
un
po
'
per
la
bambina
,
passava
buona
parte
dell
'
anno
ad
Astianello
.
Quella
gran
libertà
della
campagna
,
la
sovranità
assoluta
ch
'
egli
vi
esercitava
,
si
confacevano
al
suo
carattere
di
feudatario
benigno
.
Si
sa
;
ogni
tanto
una
scappatina
o
a
Parigi
o
a
Torino
,
o
a
Firenze
per
rifarsi
un
po
'
della
solitudine
.
Bene
spesso
un
'
invasione
d
'
amici
alla
villa
;
qualche
grande
caccia
che
vi
riuniva
delle
gaie
brigate
,
occasioni
gradite
d
'
esercitare
una
ospitalità
larga
,
franca
,
veramente
opulenta
nella
stessa
sua
semplicità
.
Nessun
cerimoniale
,
s
'
intende
,
nessun
sussiego
,
tutto
schietto
,
alla
mano
,
un
po
'
all
'
antica
,
abbondanza
eccessiva
,
una
buona
dose
di
sperperi
e
d
'
abusi
,
ma
lieta
anche
questa
,
quasi
consacrata
dall
'
abitudine
e
dalla
gratitudine
.
Una
moltitudine
di
persone
di
servizio
,
per
far
poco
o
nulla
,
ma
per
scialare
allegramente
alle
spalle
del
padrone
che
ignorava
molto
e
tollerava
assai
,
ed
era
oggetto
,
da
parte
di
quanti
se
la
godevano
alle
sue
spese
,
d
'
una
specie
di
culto
,
grossolano
forse
,
ma
se
non
altro
sincero
.
La
villa
era
bellissima
,
vecchia
,
ma
d
'
un
'
architettura
già
emancipata
dallo
stile
greve
e
freddamente
monumentale
del
più
delle
sue
contemporanee
.
S
'
alzava
in
mezzo
al
giardino
su
un
rialzo
di
terreno
che
componeva
una
vasta
spianata
tutta
coltivata
a
fiori
.
Di
fronte
alla
facciata
principale
,
si
stendeva
un
viale
di
antichi
ipocastani
che
facevan
capo
ad
un
'
ampia
cancellata
e
all
'
entrata
della
villa
.
Il
viale
costeggiava
a
destra
il
vastissimo
fabbricato
delle
scuderie
,
a
sinistra
il
giardino
.
I
fabbricati
rustici
dipendenti
dalla
villa
,
rimanevan
colati
dietro
un
folto
boschetto
di
cipressi
e
celavano
alla
lor
volta
l
'
immediata
vicinanza
delle
prime
case
del
villaggio
.
Ond
'
è
che
bene
spesso
,
un
contadino
,
di
ritorno
dai
campi
o
che
avesse
premura
,
si
metteva
francamente
pel
viale
e
passava
rasente
alla
villa
senza
che
nessuno
ne
facesse
caso
.
Il
cancello
d
'
entrata
era
sempre
aperto
durante
il
giorno
.
Il
giardino
era
,
come
dissi
,
ricchissimo
di
fiori
.
Sulla
spianata
,
a
ridosso
della
facciata
principale
,
una
doppia
gradinata
,
bipartendosi
lateralmente
da
una
fontanina
,
saliva
,
sino
alla
terrazzina
del
primo
piano
,
mettendolo
così
in
comunicazione
diretta
col
giardino
.
Quelle
due
scalinate
avevano
una
fisonomia
gentilmente
teatrale
d
'
idillio
,
colle
loro
barocche
ringhiere
ammantate
da
fitte
diramazioni
di
rosai
,
di
serenelle
,
di
caprifoglie
;
era
come
un
'
invasione
di
fiori
,
intenti
a
dar
la
scalata
alla
casa
.
Peccato
che
la
finestra
del
terrazzino
fosse
sempre
chiusa
!
Dietro
c
'
era
una
bellissima
stanza
da
letto
,
tutta
parata
in
raso
celeste
.
Quella
era
la
camera
matrimoniale
del
Principe
e
la
Milla
v
'
era
nata
ma
egli
non
ci
metteva
mai
piede
,
nè
permetteva
che
alcuno
l
'
abitasse
.
Milla
dimorava
in
un
'
altr
'
ala
della
casa
.
Aveva
anch
'
essa
uno
stanzone
grande
e
ricco
e
il
suo
piccolo
lettuccio
pareva
ancor
più
piccolo
in
quella
severa
vastità
d
'
ambiente
.
Ma
,
come
a
correggere
l
'
esiguità
di
quel
lettuccio
di
bimba
,
accanto
a
questo
s
'
accampava
maestoso
l
'
ampio
letto
ove
stendevansi
pudicamente
ogni
sera
,
l
'
ossea
carcassa
e
le
forme
allampanate
della
rispettabile
Miss
Rhoda
Spring
,
la
governante
inglese
della
Principessina
.
A
dire
vero
,
Miss
_
Spring
_
non
faceva
grande
onore
al
suo
poetico
nome
.
La
primavera
di
quella
degna
signora
era
da
più
anni
compiuta
ed
era
difficile
persino
il
ricordo
delle
mammolette
e
del
ritorno
delle
rondini
davanti
a
quella
formidabile
persona
,
così
maestosamente
,
così
intrepidamente
brutta
.
Con
tutto
questo
Miss
Spring
era
un
angiolo
insulare
di
zitellona
,
buona
,
ingenua
,
candidissima
;
ma
nel
villagio
e
nella
tenuta
non
godeva
le
simpatie
dell
'
universale
.
Abituati
a
stimare
altamente
le
razze
di
cavalli
inglesi
e
a
pregiare
sovra
ogni
altra
,
le
puledre
venuto
dall
'
Irlanda
,
quella
brava
gente
non
poteva
capacitarsi
come
una
compaesana
,
per
esempio
,
di
Lady
Rowena
(
quella
famosa
morellona
che
aveva
portato
via
il
premio
all
'
Esposizione
di
Roma
)
potesse
essere
così
brutta
,
e
avere
dei
piedi
cosiffatti
,
e
una
faccia
smorta
,
che
pareva
il
muso
d
'
una
cavalletta
.
Il
male
era
che
,
per
l
'
appunto
,
il
Principe
aveva
scritto
a
un
suo
amico
a
Dublino
di
mandargli
una
cavalla
così
e
così
.
Infatti
avevano
viaggiato
,
si
può
dire
,
di
conserva
,
ma
,
giungendo
,
non
avevano
incontrato
per
nulla
lo
stesso
aggradimento
.
Il
che
non
vuol
dire
però
,
che
non
avessero
entrambe
fatta
,
ciascuna
a
modo
suo
,
eccellente
riescita
:
Rowena
era
l
'
idolo
della
scuderia
,
e
Miss
Spring
era
l
'
idolo
di
Camilla
.
A
dirla
schietta
,
non
ci
voleva
poi
gran
che
per
diventare
l
'
idolo
della
Milla
.
Il
suo
cuoricino
di
bimba
aveva
un
grande
bisogno
di
voler
bene
.
E
in
quella
baraonda
di
casa
,
fra
quell
'
andirivieni
di
gente
,
esclusivamente
occupata
di
cavalli
e
dove
l
'
elemento
femminile
non
era
rappresentato
che
dalle
guardarobiere
o
dalle
mogli
dei
fattori
e
dei
palafrenieri
,
una
donna
che
si
occupasse
della
bambina
,
che
le
usasse
certe
cure
,
doveva
,
senza
fallo
,
occupare
un
posto
importante
nell
'
animo
suo
.
Milla
poi
aveva
un
benedetto
carattere
....
Si
affezionava
presto
,
con
un
grande
ardore
,
che
durava
,
nutrendosi
del
proprio
elemento
,
esaltandosi
,
raffinandosi
,
facendosi
sempre
più
scevro
d
'
egoismo
.
Oh
!
come
aveva
amata
quella
zoticona
della
sua
balia
,
rimastale
vicino
sino
a
che
ella
avesse
raggiunto
il
settimo
anno
!
Che
pianti
,
che
disperazione
quando
dovette
lasciarla
!
E
ora
,
ecco
,
il
suo
amore
era
Miss
Spring
!
Certo
;
Miss
Spring
era
proprio
una
buona
donna
,
e
anch
'
essa
s
'
era
affezionata
assai
alla
Milla
....
Credeva
in
piena
buona
fede
di
far
l
'
educazione
di
quella
creatura
....
_
darling
_
Milla
!
Ma
in
realtà
_
darling
_
Milla
si
educava
da
sè
sola
,
colla
dolcezza
infinita
,
soave
del
suo
carattere
,
col
suo
ardente
bisogno
di
voler
bene
.
Non
faceva
immensi
progressi
nello
studio
,
era
molto
timida
,
e
non
era
punto
furba
;
ma
questo
cosa
importava
?
....
Il
signor
Principe
aveva
raccomandato
di
non
seccarla
troppo
,
povera
piccina
,
con
tutte
le
storie
in
_ia_...;
non
si
curava
affatto
d
'
aver
una
bambina
prodigio
,
e
d
'
altronde
era
di
parere
che
una
donna
ne
sà
sempre
abbastanza
.
Ond
'
è
che
Milla
passava
sole
poche
ore
del
giorno
nel
salotto
così
detto
di
studio
,
e
quando
il
tempo
lo
permetteva
,
lei
e
Miss
Spring
vivevano
all
'
aria
aperta
,
a
passeggio
o
in
giardino
.
Anche
il
medico
aveva
suggerito
di
far
così
;
e
realmente
,
nulla
poteva
tornar
più
giovevole
alla
salute
della
bambina
.
Miss
Spring
prediligeva
l
'
ombra
fitta
e
fresca
degli
ipocastani
;
a
mezzo
il
viale
,
dal
lato
del
giardino
,
il
Principe
aveva
fatta
fabbricare
una
specie
di
capanna
rustica
con
dei
banchi
e
qualche
seggiola
,
e
questo
era
il
quartier
generale
della
governante
e
dell
'
allieva
.
A
destra
,
a
capo
al
viale
,
la
casa
;
a
sinistra
,
in
fondo
al
viale
,
il
cancello
sempre
aperto
;
dietro
il
giardino
;
davanti
,
il
muro
basso
,
rossiccio
,
interminabile
delle
scuderie
.
Quanta
gente
ci
viveva
su
quel
lusso
delle
scuderie
!
L
'
allevamento
era
una
fonte
continua
di
prosperità
e
di
guadagni
per
la
popolazione
di
Astianello
,
e
quasi
tutte
le
braccia
valide
vi
trovavano
sicuro
impiego
.
E
come
andavano
superbi
di
appartenere
alla
tenuta
del
signor
Principe
!
I
cavallanti
,
poi
,
in
ispecie
formavano
quasi
una
corporazione
privilegiata
,
dove
la
successione
si
trasmetteva
di
padre
in
figlio
.
Avevano
la
riputazione
d
'
essere
esperti
,
arditissimi
,
anche
un
po
'
temerari
,
se
si
vuole
.
Li
chiamavano
i
diavoli
d
'
Astianello
,
ed
essi
erano
lusingatissimi
della
loro
denominazione
e
si
sforzavano
di
farle
onore
,
cavalcando
sempre
di
carriera
,
portando
il
berretto
in
un
modo
speciale
e
usando
un
certo
linguaggio
,
pittoresco
all
'
estremo
,
che
strappava
degl
'
innumeri
_
shocking
_
!
dalle
labbra
smorte
di
Miss
Spring
.
Ma
i
cavallanti
,
forse
perchè
non
capivano
il
pudico
valore
di
quella
parola
,
non
ristavano
dall
'
infiorare
i
loro
discorsi
di
quelle
energiche
locuzioni
.
Era
un
'
abitudine
,
un
vezzo
come
un
altro
;
probabilmente
essi
eran
persuasi
che
ciò
contribuisse
assai
al
_
chic
_
della
professione
.
I
più
giovani
naturalmente
esageravano
questa
pretesa
;
tra
i
ragazzi
poi
,
i
cavallantini
in
erba
,
era
una
cosa
terribile
.
Bisognava
sentir
Drollino
,
per
esempio
!
Era
per
l
'
appunto
il
ragazzo
più
taciturno
della
tenuta
;
ma
le
poche
parole
che
diceva
eran
tutte
moccoli
....
proprio
tutte
!
Che
tipo
curioso
quel
Drollino
!
Veramente
si
chiamava
Pietro
,
ed
era
figlio
d
'
uno
dei
più
bravi
cavallanti
della
tenuta
.
Le
consuetudini
del
dialetto
della
provincia
avevano
alterato
il
suo
nome
,
allungandolo
:
ne
avevan
fatto
,
Pedrolo
.
Senonchè
,
per
distinguerlo
dai
molti
altri
Pedroli
e
dal
padre
stesso
,
che
si
chiamava
pur
egli
così
,
il
nostro
Pedrolo
diventò
Pedrollino
;
poi
,
per
abbreviare
,
si
disse
Drollino
.
Egli
portava
bene
quel
nome
spiccio
.
Era
un
ragazzeto
sui
dieci
anni
,
magrissimo
,
con
una
faccia
fina
,
piccola
,
espressiva
,
abbronzata
dal
sole
ardente
dei
pascoli
.
Sua
madre
era
morta
nel
darlo
alla
luce
,
ed
egli
,
che
non
amava
la
matrigna
,
non
voleva
saperne
di
stare
in
casa
...
era
sempre
a
zonzo
pei
pascoli
,
col
padre
suo
o
solo
.
A
scuola
non
ci
voleva
andare
;
veniva
su
alla
libera
,
ignorante
come
un
ciuco
,
di
tutto
ciò
che
non
fosse
cavalli
.
Con
questi
,
si
sa
,
pane
e
cacio
;
ed
egli
preferiva
assai
trovarsi
in
mezzo
ai
puledri
che
coi
compagni
suoi
.
Cavalcava
già
,
con
destrezza
mirabile
.
Il
male
era
che
s
'
affezionava
tenacemente
agl
'
individui
della
razza
,
e
,
se
accadeva
la
vendita
di
qualche
pariglia
o
di
qualche
allievo
del
quale
egli
si
fosse
personalmente
occupato
,
considerava
quella
misura
quasi
come
un
insulto
personale
,
digrignava
i
denti
,
bestemmiando
come
un
Turco
e
per
più
giorni
batteva
la
pianura
come
un
zingaro
.
Poi
l
'
amore
pei
cavalli
lo
vinceva
e
la
pecorella
tornava
all
'
ovile
.
Ragazzo
com
'
era
aveva
già
una
salda
esperienza
del
suo
mestiere
;
ne
sapeva
quasi
tutte
le
malizie
;
ciò
che
piace
ai
cavalli
e
ciò
che
dà
loro
ai
nervi
.
Era
un
po
'
prepotente
e
quando
imbizzarriva
,
tirava
calci
e
mordeva
.
-
-
Mi
spiace
a
dirlo
,
ma
temo
che
Drollino
non
avesse
sulle
parole
_
tuo
_
e
_
mio
_
delle
nozioni
d
'
una
precisione
matematica
.
Il
frutteto
riceveva
spesso
qualche
sua
visita
notturna
e
il
giardiniere
trovava
sempre
mancanti
all
'
appello
certi
limoni
acerbi
ch
'
egli
contava
spesso
con
una
cura
piena
di
speranze
.
E
Drollino
amava
molto
i
limoni
acerbi
...
Ma
non
si
lasciava
mai
cogliere
sul
fatto
.
Con
tutto
ciò
era
un
ragazzo
simpatico
...
aveva
certe
qualità
indicatissime
pel
suo
mestiere
.
Oltre
ai
cavalli
adorava
il
suo
padrone
.
Gli
rubava
i
limoni
è
vero
,
ma
per
lui
si
sarebbe
fatto
ammazzare
,
quando
occorresse
.
Per
Drollino
il
possessore
di
tutti
quei
cavalli
,
di
quella
tenuta
immensa
non
poteva
essere
un
uomo
come
gli
altri
.
Era
maestà
infinita
,
senza
pari
.
E
quando
pensava
che
,
se
il
padrone
non
si
rimaritava
,
tutta
la
tenuta
,
la
villa
,
lo
spazio
immenso
delle
campagne
apparterrebbero
un
giorno
a
quella
creaturina
vestita
di
bianco
che
giocava
nel
viale
,
la
bambina
assumeva
ai
suoi
occhi
un
aspetto
fantastico
;
diventava
un
essere
straordinario
anche
lei
,
come
una
specie
di
deità
,
destinata
a
uno
splendore
incomparabile
di
avvenire
.
In
quello
,
al
povero
Pedrolo
,
il
padre
di
Drollino
,
accadde
un
brutto
caso
.
Un
puledro
mal
domo
,
ch
'
egli
stava
governando
,
gli
sferrò
un
calcio
terribile
nella
coscia
.
Il
poveretto
ebbe
a
restare
coricato
per
quaranta
giorni
e
quando
s
'
alzò
s
'
avvide
con
immenso
dolore
d
'
essere
ormai
irrimediabilmente
sciancato
!
Si
trattava
dunque
di
rinunziare
ai
cavalli
.
Che
colpo
per
il
povero
cavallante
....
non
poteva
crederci
,
non
sapeva
rassegnarsi
!
Ma
il
Principe
impietosito
seppe
assicurargli
un
posto
che
,
da
un
lato
almeno
,
tornava
consono
alla
vocazione
del
ferito
e
alle
sue
attuali
condizioni
di
salute
.
Lo
fece
portinaio
delle
scuderie
coll
'
alloggio
accanto
a
queste
.
Pedrolo
non
governava
più
i
cavalli
liberi
,
ma
vedeva
gli
altri
,
li
udiva
,
poteva
passeggiar
tutto
il
giorno
arrancando
colla
sua
gamba
storpia
nei
pressi
della
scuderia
.
Drollino
naturalmente
aveva
seguito
il
padre
nella
sua
nuova
dimora
.
Ma
con
quanto
dispiacere
!
Scappava
laggiù
ai
pascoli
tutte
le
volte
che
poteva
;
ma
pure
ogni
tanto
gli
toccava
star
in
casa
!
Almeno
se
avesse
potuto
lavorare
in
scuderia
!
Ma
i
palafrenieri
e
i
cocchieri
non
eran
punto
teneri
pei
cavallanti
;
ed
i
mozzi
erano
in
continua
lite
con
quel
ragazzotto
insolente
,
facevano
apposta
a
non
lasciarlo
giungere
sino
ai
cavalli
,
lo
canzonavano
quando
egli
pretendeva
dar
pareri
.
Drollino
si
rodeva
(
forte
dei
suoi
bricioli
di
esperienza
)
,
del
suo
acuto
istinto
d
'
osservazione
.
Pensava
a
fuggire
definitivamente
.
Aveva
un
certo
progettino
;
voleva
,
un
giorno
o
l
'
altro
,
rubare
un
cavallo
e
poi
scappare
,
andarsene
nella
pianura
illimitata
.
Capiterebbe
Dio
sa
dove
,
ma
intanto
avrebbe
un
cavallo
suo
,
proprio
suo
,
tutto
suo
!
Cristo
!
...
che
cosa
!
....
avere
un
cavallo
suo
!
Quando
Drollino
non
ardiva
allontanarsi
soverchiamente
dalla
casa
nuova
gironzava
pel
giardino
e
bene
spesso
scavalcando
un
muricciuolo
,
capitava
nel
viale
.
E
così
fu
che
s
'
imbattè
varie
volte
colla
Milla
occupata
ad
ammonticchiare
le
castagne
d
'
India
,
cadute
dagli
alti
piantoni
.
Dapprima
,
sgomentato
,
fuggiva
come
se
vedesse
la
versiera
;
poi
s
'
era
fermato
a
guardare
,
poi
un
sorriso
della
Milla
gli
aveva
dato
il
coraggio
di
fare
un
passo
avanti
,
poi
avevano
scambiata
qualche
parola
e
avevano
finito
col
mettersi
a
giocare
assieme
.
Miss
Spring
sulle
prime
aveva
mossa
qualche
obiezione
;
poi
,
vedendo
che
il
ragazzo
si
conduceva
bene
e
che
le
sue
letture
riescivano
meno
interrotte
dacchè
Milla
aveva
un
compagno
,
finì
per
permettere
che
il
_
fiery
boy
_
giocasse
colla
padroncina
.
Essa
lo
chiamava
così
:
«
ragazzo
ardito
»
;
e
in
fondo
non
le
dispiaceva
.
D
'
altronde
,
come
il
più
delle
sue
connazionali
,
aveva
nel
sangue
un
po
'
di
manìa
di
proselitismo
e
le
era
balenato
nell
'
animo
che
in
quel
ragazzo
indomito
ci
fosse
qualche
cosa
di
convertibile
.
E
se
Milla
,
come
quell
'
angelica
Evelina
della
_
Capanna
dello
zio
Tom
_
,
fosse
destinata
a
ricondurre
sulla
buona
strada
il
_
fiery
boy
_
e
farne
per
lo
meno
un
_
tetotaller
_
?
...
I
_
tetotaller
_
....
erano
il
sogno
di
Miss
Spring
.
Essa
aveva
molta
fede
,
molta
immaginazione
e
i
moccoli
di
Drollino
nascevano
così
fitti
,
così
smozzicati
fra
i
denti
,
che
la
credula
governante
,
udendoli
,
non
li
capiva
e
sorrideva
benevolmente
osservando
quanto
i
nostri
differenziano
dai
dialetti
della
sua
nativa
natura
e
verde
Erinni
.
Certo
è
che
i
moccoli
di
Drollino
erano
d
'
una
specie
affatto
particolare
.
Li
pronunciava
a
mezza
voce
,
con
un
tono
secco
,
stridente
,
come
se
masticasse
dei
bottoni
di
porcellana
.
La
Milla
però
li
capiva
e
se
Miss
Spring
non
era
vicina
lo
sgridava
.
-
-
Ah
!
Drollino
!
non
sta
bene
!
-
-
diceva
con
un
'
aria
patetica
di
rimprovero
.
E
Drollino
a
furia
di
sentire
quella
vocina
dire
che
i
moccoli
non
stanno
bene
cominciò
ad
arrossire
ogni
volta
che
,
per
caso
,
gliene
sfuggiva
detto
uno
.
Non
già
che
non
fosse
stato
mosso
qualche
appunto
al
suo
linguaggio
,
anche
prima
;
ma
chi
gli
faceva
queste
osservazioni
gliele
faceva
a
suon
di
ceffoni
e
di
tirate
d
'
orecchio
ed
egli
trovava
più
comprensibile
il
linguaggio
di
Milla
.
Erano
bimbi
affatto
e
giocavano
di
gran
cuore
.
Egli
le
usava
certe
attenzioni
,
delle
quali
nessuno
l
'
avrebbe
creduto
capace
.
Le
compose
un
'
altalena
,
e
le
rimproverò
la
sua
dappocaggine
e
la
sua
paura
dei
cavalli
.
Le
portava
degli
uccellini
semivivi
,
dei
gatti
d
'
una
magrezza
incredibile
;
una
volta
le
portò
persino
una
marmotta
,
ancor
mezzo
addormentata
.
Essa
serbava
spesso
per
lui
qualche
dolce
del
desinare
.
Allora
Drollino
,
che
era
fiero
e
non
voleva
mangiare
i
dolci
a
ufo
,
le
recava
delle
pesche
stupende
rubate
per
lei
con
somma
maestria
e
non
lieve
pericolo
,
dal
frutteto
stesso
della
villa
.
La
bambina
,
complice
innocente
,
mangiava
con
piacere
le
frutta
proibite
!
Invertita
,
ma
pur
sempre
la
scena
eterna
di
Adamo
ed
Eva
!
Il
Principe
aveva
visto
più
volte
sul
viale
i
due
piccoli
compagni
di
gioco
,
ma
la
cosa
non
gli
fece
la
minima
impressione
.
Trovò
anzi
che
era
naturalissimo
.
E
lo
era
infatti
,
col
sistema
e
le
abitudini
quel
tempo
in
cui
egli
pure
era
stato
bambino
!
Drollino
giocava
molto
e
parlava
poco
.
Ma
ora
che
era
proprio
in
confidenza
colla
Milla
gli
veniva
fatto
ogni
tanto
di
accennare
alla
sua
grande
,
indomabile
passione
,
i
cavalli
.
Oh
come
rimpiangeva
l
'
epoca
anteriore
alla
disgrazia
di
suo
padre
!
-
-
Oh
se
sapessi
,
Milla
....
cos
'è!...--S'animava
narrando
le
gioie
della
vita
libera
,
le
voluttà
delle
corse
sfrenate
in
groppa
ai
puledri
vellosi
!
Oh
!
se
l
'
avesse
lui
....
un
cavallo
!
Ma
lo
avrebbe
voluto
piccolo
,
appena
nato
,
per
poterlo
domare
,
educare
....
Suo
!
suo
!
suo
!
...
gli
occhi
gli
scintillavano
d
'
entusiasmo
.
Un
giorno
capitò
sul
viale
come
un
uragano
.
-
-
Oh
Milla
!
se
sapessi
!
è
nata
or
ora
....
lì
in
scuderia
....
da
Rowena
.
--Chi?...--chiese
innocentemente
la
bambina
.
-
-
Una
puledrina
!
...
Se
la
vedessi
!
dicono
che
sarà
una
meraviglia
.
È
grande
così
,
guarda
,
come
Lupo
,
il
mastino
di
guardia
!
Se
fosse
mia
,
ah
Cris
....
Si
fermò
perchè
Milla
faceva
un
visino
scandalizzato
....
Alzò
le
spalle
,
con
un
atto
sprezzante
poi
,
di
volo
,
ritornò
verso
la
scuderia
.
Ci
stette
tardi
,
sin
che
potè
....
sinchè
il
mozzo
di
guardia
non
lo
mandò
via
minacciandolo
d
'
una
pedata
.
Implorò
di
poter
passare
la
notte
,
lì
sulla
paglia
,
accanto
alla
neonata
.
Ma
invano
.
In
scuderia
,
passate
le
dieci
,
non
potevano
rimanere
se
non
le
persone
addette
al
servizio
notturno
.
Uscì
agitatissimo
,
con
un
desiderio
febbrile
di
tornare
là
dentro
.
Non
poteva
spiccarsi
dai
pressi
della
scuderia
.
Ronzava
continuamente
attorno
all
'
uscio
serrato
,
correva
di
qua
e
di
là
,
assorto
nel
pensiero
che
tutto
lo
dominava
;
aspettando
impazientemente
l
'
alba
che
gli
avrebbe
agevolata
l
'
occasione
di
tornare
in
quel
paradiso
perduto
e
di
cacciarsi
in
un
cantuccio
.
Oh
!
non
importa
dove
,
pur
che
fosse
là
,
vicino
al
_
box
_
,
dove
Rowena
collo
sguardo
stanco
memore
del
male
sofferto
e
fatta
ancor
più
intelligente
dalla
recente
maternità
,
fissava
la
piccola
bestiolina
pelosa
che
ancora
non
sapeva
reggersi
in
piedi
.
Così
venne
la
mezzanotte
.
Era
un
tempaccio
tempestoso
:
una
luna
color
di
sangue
acceso
battagliava
con
una
irosa
schiera
di
nuvoloni
plumbei
,
che
la
volevano
affogare
.
Lontano
lontano
,
in
un
denso
nereggiamento
dell
'
orizzonte
,
si
susseguivano
,
con
un
brontolìo
cupo
e
prolungato
,
tre
o
quattro
voci
di
tuoni
,
intesi
a
soperchiarsi
l
'
un
l
'
altro
.
A
un
tratto
,
in
mezzo
a
una
folata
di
vento
che
passava
,
soffocata
rasente
al
suolo
,
Drollino
sentì
poco
lungi
un
certo
fischio
sommesso
,
che
col
vento
non
aveva
nulla
a
che
fare
.
-
-
Cosa
sarà
?
-
-
disse
il
ragazzo
insospettito
ma
senza
paura
.
Era
già
nell
'
ombra
;
vi
rimase
,
anzi
s
'
ingolfò
meglio
nel
buio
,
passando
dietro
una
gran
macchia
di
ortensie
e
coll
'
acutissimo
sguardo
prese
a
indagare
,
per
quanto
gli
riesciva
,
il
vasto
sfondo
del
viale
.
Non
andò
guari
che
un
secondo
fischio
,
ma
stavolta
appena
percettibile
all
'
udito
,
gli
giunse
da
quella
direzione
.
Poi
vide
confusamente
un
gruppo
di
due
o
tre
persone
camminare
lente
,
con
somma
cautela
,
verso
il
fianco
settentrionale
della
villa
....
dove
per
l
'
appunto
si
trovavano
le
dispense
e
i
tinelli
della
servitù
.
Drollino
indovinò
che
quella
silenziosa
comitiva
erano
ladri
.
Non
si
sgomentò
,
non
smarrì
nessuna
delle
sue
facoltà
.
Senti
un
'
acre
gioia
di
averli
veduti
,
di
potere
sventar
i
loro
progetti
.
-
-
Ah
!
birbanti
!
-
-
pensò
con
trasporto
....
-
-
or
ora
vi
servo
io
!
...
Svoltò
l
'
angolo
della
villa
,
si
mise
pel
fossatello
,
e
,
scivolando
come
una
serpe
per
l
'
erba
agitata
dal
vento
,
fu
in
un
lampo
alla
corte
rustica
.
Svegliò
il
fattore
,
un
vecchio
animoso
,
che
alla
sua
volta
destò
e
fece
armare
frettolosamente
cinque
o
sei
dei
più
arditi
famigli
.
Guidata
da
Drollino
,
la
piccola
comitiva
avviata
a
sorprendere
i
malviventi
si
recò
nel
luogo
accennato
dal
fanciullo
.
Allorchè
vi
giunse
,
i
ladri
,
che
non
si
erano
ancor
avveduti
di
nulla
,
erano
già
intenti
a
smovere
l
'
inferriata
d
'
una
delle
finestre
a
terreno
,
in
faccia
ad
un
corritoio
che
metteva
capo
al
tinello
,
dove
alla
sera
si
rinserrava
l
'
argenteria
.
Drollino
capitanò
la
schiera
dei
famigli
sino
al
riparo
d
'
una
vicina
macchia
d
'
oleandri
;
poi
si
spinse
solo
,
strisciando
come
un
rettile
,
finchè
giunse
quasi
accanto
ai
ladri
.
Allora
si
voltò
,
accennando
ai
suoi
di
farsi
avanti
.
Ma
in
quel
momento
volle
fatalità
che
la
luna
,
liberandosi
inaspettatamente
dalle
nubi
,
piovesse
sul
mistero
muto
di
quella
scena
una
viva
striscia
di
luce
mercè
la
quale
il
viso
da
zingaro
di
Drollino
e
la
sua
mano
alzata
a
far
cenno
,
riusciron
visibili
ai
ladri
.
Questi
,
lasciata
sul
momento
l
'
inferriata
,
si
diedero
a
fuggire
precipitosamente
.
Allora
,
nel
silenzio
della
notte
,
si
sentì
,
acuta
,
stridula
,
rapida
come
lo
scoppio
d
'
un
razzo
,
la
voce
di
Drollino
che
mandava
il
grido
d
'
allarme
«
Ai
ladri
!
»
E
gridando
,
s
'
era
lanciato
su
quello
dei
malfattori
che
gli
stava
più
vicino
e
gli
si
era
appeso
ad
un
braccio
facendosi
,
nella
fuga
precipitosa
di
colui
,
trascinare
come
un
peso
morto
.
Il
cane
di
guardia
abbaiava
a
squarciagola
,
i
contadini
inseguivano
correndo
;
s
'
era
alzato
un
baccano
incredibile
.
A
un
tratto
si
vide
un
lampo
,
s
'
udì
uno
sparo
,
cui
tenne
dietro
un
grido
acutissimo
.
I
fuggitivi
erano
incalzati
da
vicino
,
ma
due
di
questi
riescirono
a
porsi
in
salvo
;
il
terzo
,
quello
a
cui
s
'
era
avvinghiato
Drollino
,
e
che
per
isbarazzarsene
gli
aveva
sparato
addosso
un
colpo
di
pistola
,
fu
preso
.
Ma
il
fanciullo
giaceva
inerte
sul
terreno
.
Non
morto
però
,
nè
moribondo
.
La
palla
s
'
era
acquartierata
in
un
polpaccio
rispettando
le
ossa
.
Gli
venne
estratta
la
notte
stessa
ed
egli
rimase
l
'
eroe
incontrastato
dell
'
avventura
.
Il
Principe
venne
a
trovarlo
nello
stanzino
del
portinaio
;
s
'
accostò
al
letto
,
disse
un
sonoro
«
bravo
»
,
e
cacciò
la
mano
sotto
il
lenzuolo
per
sentire
il
parere
del
polso
.
C
'
era
un
po
'
di
febbre
,
naturalmente
,
ma
nulla
di
grave
.
L
'
eroe
era
debole
assai
,
ma
grato
,
superbo
di
aver
meritato
tanti
onori
e
sopratutto
una
visita
del
Principe
.
Al
padre
che
gli
chiedeva
più
tardi
se
nel
momento
terribile
non
avesse
avuto
paura
,
rispose
coscienziosamente
di
no
.
-
-
Cioè
-
-
corresse
un
momento
dopo
-
-
ho
avuto
paura
di
due
cose
:
che
mettessero
fuoco
alle
scuderie
e
che
destassero
la
signorina
Milla
!
Rimase
a
letto
per
una
ventina
di
giorni
.
Il
Principe
non
s
'
era
accontentato
dell
'
elogio
fattogli
in
quella
notte
memorabile
.
Mandava
ogni
giorno
a
prender
sue
notizie
e
volle
che
fosse
per
tutto
il
tempo
della
malattia
nutrito
a
spese
della
casa
.
Poi
un
bel
mattino
,
quando
seppe
che
era
proprio
guarito
,
lo
mandò
a
chiamare
.
Drollino
venne
subito
accompagnato
da
suo
padre
.
Era
ancora
assai
debole
;
il
sangue
perso
e
quei
venti
giorni
di
letto
l
'
avevano
infiacchito
assai
;
era
magrissimo
e
aveva
le
labbra
smorte
.
Il
cuore
gli
batteva
forte
e
le
gambe
gli
tremavano
un
poco
mentre
attraversava
la
lunga
infilata
delle
sale
a
terreno
.
Il
Principe
stava
ad
aspettarli
nel
salotto
chinese
e
vicino
a
lui
c
'
era
Milla
vestita
di
bianco
come
al
solito
,
coi
begli
occhioni
azzurri
spalancati
,
per
contemplar
meglio
l
'
eroe
di
quella
misteriosa
nottata
.
A
dir
vero
,
siccome
essa
dormiva
placidamente
quand
'
era
accaduto
tutto
quel
tramestìo
,
non
sapeva
bene
cosa
fosse
stato
;
ma
dai
discorsi
di
Miss
Spring
,
entusiasta
del
_
fiery
boy
_
,
s
'
era
capacitata
che
Drollino
aveva
fatto
qualche
cosa
di
straordinario
.
E
perciò
lo
guardava
ammirata
,
un
po
'
impaurita
forse
da
quella
magrezza
e
da
quel
pallore
eccessivo
.
Il
ragazzo
non
era
punto
vanaglorioso
in
quel
momento
;
tremava
e
avrebbe
voluto
essere
altrove
;
il
Principe
gli
faceva
animo
parlando
in
tono
scherzoso
del
fatto
;
chiedendo
particolari
.
Ogni
,
tanto
il
padre
metteva
bocca
anche
lui
e
Milla
guardava
,
guardava
.
-
-
Milla
-
-
disse
a
un
tratto
il
Principe
,
con
una
serietà
affettata
,
-
-
e
tu
non
dici
nulla
a
questo
tuo
compagno
che
è
stato
così
coraggioso
?
Orsù
,
fagli
i
tuoi
mirallegro
.
Pare
che
i
mirallegro
non
fossero
il
forte
della
bambina
;
stava
lì
attenta
,
immobile
,
senza
parlare
.
Poi
,
a
un
tratto
,
stese
timidamente
una
manina
,
che
Drollino
non
accennava
per
nulla
di
prendere
.
-
-
Ho
capito
-
-
disse
il
Principe
,
ridendo
.
-
-
Tu
,
Drollino
,
vieni
qua
e
tu
,
Milla
,
falla
finita
e
dagli
un
bacio
.
Drollino
,
il
coraggioso
!
non
era
più
pallido
;
era
rosso
rosso
,
e
non
si
moveva
.
Fu
dessa
a
moversi
,
ad
andargli
incontro
sorridendo
,
cercando
,
colle
labbruzze
strette
,
riunite
all
'
insù
,
le
labbra
pallide
del
fanciullo
,
che
,
vergognandosi
,
si
schermiva
.
Le
trine
del
candido
abitino
di
mussola
si
gualcivano
al
contatto
della
rude
fustagnina
di
Drollino
.
Miss
Spring
,
presente
a
quella
scena
,
stava
perplessa
fra
uno
_
shocking
_
e
un
_
darling
_
;
ma
il
Principe
rideva
di
gran
cuore
.
E
il
bacio
,
un
po
'
per
amore
,
un
po
'
per
forza
,
fu
ricambiato
.
-
-
Oh
!
-
-
disse
il
Principe
-
-
così
va
bene
.
Ma
ora
è
giusto
che
abbi
,
oltre
a
questo
,
un
compenso
più
duraturo
.
E
voglio
lasciarne
la
scelta
a
te
.
Dì
su
,
ragazzo
,
cosa
vuoi
?
Sulle
prime
Drollino
parve
non
capire
.
Poi
,
quand
'
ebbe
afferrato
il
senso
della
frase
,
quando
capì
che
forse
potrebbe
ardire
,
ardire
assai
,
si
fece
di
bragia
,
gli
occhi
gli
scintillarono
in
fronte
,
sulla
sua
mobile
fisonomia
si
dipinse
l
'
ansia
d
'
un
supremo
desiderio
.
Ma
non
seppe
parlare
.
Non
gli
riesciva
....
l
'
idea
della
sua
ambizione
lo
atterriva
....
No
,
no
....
era
impossibile
....
era
impossibile
....
era
troppo
.
Il
padre
,
cogli
sguardi
,
col
gesto
,
gli
faceva
animo
;
ma
egli
non
guardava
suo
padre
e
respirava
a
stento
.
-
-
Orsù
,
disse
il
Principe
impazientito
-
-
hai
capito
di
parlare
?
vuoi
farmi
star
qui
tutta
la
mattina
?
Drollino
non
aveva
certo
una
così
perversa
intenzione
;
si
sforzava
,
poveretto
,
a
parlare
;
ma
la
parola
strozzata
dall
'
inquietudine
,
gli
moriva
in
gola
.
-
-
Papà
-
-
disse
timida
,
ma
pronta
,
la
bambina
,
tirando
la
manica
della
giacchetta
indossata
dal
padre
-
-
vuoi
che
te
lo
dica
io
...
cosa
desidera
Drollino
?
Il
Principe
si
mise
a
ridere
.
-
-
Tu
?
...
ma
cosa
vuoi
sapere
tu
,
pettegolina
che
sei
?
Essa
non
si
offese
.
Insistette
,
armeggiando
in
siffatto
modo
colle
manine
che
il
Principe
dovette
chinarsi
e
ascoltare
le
sue
sommesse
parole
.
-
-
Vuole
la
puledrina
di
Rowena
,
quella
che
era
appena
nata
quando
successe
la
storia
....
-
-
Oh
!
-
-
rispose
forte
il
Principe
,
alzandosi
e
squadrando
Drollino
con
un
fare
canzonatorio
...
-
-
Vuole
la
puledrina
di
Rowena
,
eh
!
questo
monello
!
Drollino
tremava
come
una
foglia
.
Ecco
che
l
'
avevan
tradito
!
E
ora
....
lo
caccerebbero
di
casa
,
naturalmente
,
per
punirlo
di
aver
osato
tanto
.
Ma
il
Principe
non
parlò
di
scacciarlo
.
Trovava
quell
'
ambizione
un
po
'
audace
,
ma
giusta
.
Non
si
adirò
per
nulla
,
e
,
dopo
essersi
divertito
un
momento
delle
visibili
angoscie
del
ragazzo
,
le
troncò
d
'
improvviso
,
dicendo
che
avrebbe
dati
lui
stesso
gli
ordini
necessari
perchè
la
puledrina
gli
fosse
consegnata
.
-
-
Ma
-
-
soggiunse
-
-
ci
hai
pensato
bene
?
Non
vorrei
poi
che
nelle
tue
mani
quella
povera
bestia
....
Non
finì
;
s
'
avvide
che
ogni
raccomandazione
era
superflua
.
La
faccia
di
Drollino
sfolgorava
.
Egli
non
seppe
ringraziare
nè
il
padrone
,
nè
la
Milla
;
ma
da
questa
a
quello
scoccò
rapidamente
uno
sguardo
impetuoso
,
esaltato
.
Volle
bensì
parlare
,
ma
proprio
non
gli
venne
fatto
.
E
il
Principe
rimase
contento
,
e
disse
a
Milla
ch
'
era
una
cara
pettegolina
,
e
che
,
giacchè
sapeva
indovinar
così
bene
,
più
tardi
sarebbe
riuscita
a
condurre
suo
marito
pel
naso
.
La
Milla
non
capiva
bene
la
profondità
di
questa
frase
,
ma
non
ardì
chiedere
altro
.
Rimase
contenta
anch
'
essa
,
benchè
le
toccasse
d
'
avvedersi
,
fra
non
molto
,
di
non
averci
punto
guadagnato
personalmente
,
colla
sua
intercessione
fortunata
.
Drollino
,
dacchè
aveva
la
puledra
,
trascurava
Milla
indegnamente
,
era
sempre
in
scuderia
,
e
non
scappava
più
a
giocare
sul
viale
,
all
'
ombra
degli
ipocastani
.
-
-
Che
bestia
!
-
-
disse
,
la
sera
dopo
,
un
vecchio
stalliere
ad
un
camerata
.
-
-
Chiedere
una
puledra
,
mentre
avrebbe
potuto
farsi
una
sorte
!
Ma
già
,
è
sempre
stato
un
disperato
colui
!
E
ora
,
cosa
fa
?
-
-
Oh
!
-
-
rispose
l
'
altro
,
mutando
quartiere
alla
sua
cicca
-
-
è
in
scuderia
,
da
ier
sera
.
Non
è
uscito
neppur
pel
desinare
,
e
seguita
a
ripetere
:
«
È
mia
,
è
mia
!
»
-
-
Dovrebbe
chiamarla
Mia
!
-
-
disse
burlando
lo
stalliere
.
-
-
Domani
glielo
dico
.
-
-
Perchè
no
?
-
-
rispose
fieramente
Drollino
,
quando
udì
quella
proposta
,
fatta
in
tono
di
scherno
.
-
-
È
mia
!
sapete
?
-
-
È
matto
,
-
-
dissero
ridendo
i
mozzi
e
gli
stallieri
.
-
-
Ma
la
puledrina
aveva
un
nome
ormai
.
E
,
prima
per
chiasso
,
poi
sul
serio
,
venne
chiamata
così
.
La
neve
cominciò
presto
quell
'
anno
,
e
Astianello
prese
un
'
aria
malinconica
,
nella
campagna
,
fatta
brulla
dal
verno
.
Le
caccie
eran
finite
,
le
brigate
disperse
;
i
cavalli
dovevano
esser
ferrati
a
ghiaccio
,
il
casone
non
era
guari
riparato
dal
freddo
,
e
il
Principe
si
annoiava
.
Ma
,
benchè
si
annoiasse
seriamente
,
non
gli
passò
neppur
pel
capo
di
prender
moglie
.
Bensì
gli
venne
in
mente
d
'
andare
a
passar
l
'
inverno
a
Parigi
.
D
'
altra
parte
,
era
ormai
tempo
di
mettere
la
Milla
in
collegio
.
E
il
collegio
c
'
era
,
bell
'
e
pronto
.
Un
austero
convento
,
celebre
come
educandato
,
e
dove
delle
monache
aristocratiche
insegnavano
un
monte
di
belle
cose
a
una
falange
non
meno
aristocratica
di
signorine
.
Il
convento
era
a
Torino
,
e
quella
santa
regina
di
Maria
Adelaide
,
quand
'
era
viva
,
ci
andava
di
frequente
.
La
superiora
era
una
cugina
in
secondo
grado
del
Principe
.
Milla
non
poteva
esser
meglio
raccomandata
,
nè
completare
,
sotto
auspici
più
favorevoli
,
l
'
educazione
iniziata
dalla
povera
Miss
Spring
.
Affrettiamoci
a
dire
che
Miss
Spring
aveva
in
vista
,
per
consolarsi
del
dolore
di
quella
separazione
,
l
'
immediato
avvicinarsi
d
'
una
:
_
sacra
alleanza
_
con
un
coraggioso
,
ma
non
estetico
,
ministro
della
chiesa
anglicana
.
L
'
intrepido
brittanno
,
a
65
anni
,
sposava
Miss
Spring
.
Ma
la
Milla
,
che
non
era
provveduta
di
siffatte
prospettive
consolanti
,
non
si
poteva
dar
pace
di
dover
lasciare
il
padre
,
Astianello
e
il
suo
amore
irlandese
.
Di
tutto
le
rincresceva
,
persino
di
Drollino
.
Era
proprio
sconsolata
,
quando
ci
pensava
.
E
ci
pensava
spesso
...
così
bambina
com
'
era
....
E
in
paese
,
che
dispiacere
per
tutti
...
I
padroni
andavano
via
...
davvero
?
...
Il
Principe
sarebbe
tornato
a
primavera
,
ma
la
bimba
no
;
andava
in
un
convento
lontano
,
e
non
sarebbe
tornata
che
dopo
varii
anni
.
La
fattora
lagrimava
,
la
giardiniera
anche
lei
,
la
guardarobiera
aveva
gli
occhi
rossi
...
tutti
dicevano
:
«
Va
via
la
_
nostra
_
signorina
,
»
con
un
'
aria
triste
,
sinceramente
triste
....
Bisognava
vedere
quanta
gente
s
'
era
riunita
in
corte
,
sotto
il
portico
,
appiè
dello
scalone
,
la
mattina
della
partenza
,
mentre
in
scuderia
si
rivestivano
dei
finimenti
i
cavalli
che
stavan
per
essere
attaccati
al
_
landau
_
.
E
la
piccina
,
avvolta
nel
suo
mantellone
foderato
di
pelliccia
,
col
visino
mezzo
smarrito
nella
felpa
bianca
della
cappottina
da
viaggio
,
coll
'
aria
confusa
,
cogli
occhi
rossi
,
riceveva
con
affettuosa
gratitudine
quei
saluti
,
quegli
omaggi
,
e
andava
ripetendo
:
«
Addio
,
arrivederci
,
grazie
,
»
colla
voce
proprio
commossa
.
A
un
tratto
le
si
fece
davanti
il
suo
compagno
di
gioco
,
Drollino
!
Anch
'
egli
aveva
la
faccia
malinconica
.
Sulle
prime
pareva
che
volesse
dir
tante
cose
;
ma
poi
si
morse
le
labbra
,
e
disse
solamente
:
«
Buon
viaggio
.
»
-
-
Addio
,
-
-
disse
affettuosamente
la
Milla
.
E
togliendo
dal
guantino
una
manina
,
microscopica
nel
suo
guanto
di
flanella
bianca
,
gliela
porse
.
Egli
non
la
baciò
;
la
prese
un
momento
fra
le
sue
;
poi
non
si
ricordò
neppure
che
avrebbe
potuto
stringerla
,
e
la
lasciò
andare
.
I
due
bambini
si
guardarono
un
momento
in
silenzio
,
con
una
certa
voglia
di
piangere
;
soli
,
avrebbero
pianto
...
forse
...
-
-
Ricordati
!
-
-
disse
subitamente
Milla
.
Egli
si
fece
rosso
,
e
scosse
energicamente
il
capo
.
No
,
non
le
avrebbe
dette
più
quelle
brutte
parole
.
Si
compresero
,
e
sorrisero
.
-
-
Salutami
Mia
...
-
-
continuò
gravemente
la
bimba
.
-
-
Vieni
Milla
,
-
-
chiamò
il
Principe
.
-
-
È
attaccato
.
Drollino
si
mise
a
correre
disperatamente
lungo
il
viale
.
Giunse
al
cancello
,
trafelato
,
ma
in
tempo
per
vedere
a
passar
la
carrozza
...
per
gettare
nell
'
interno
di
questa
uno
sguardo
profondo
.
Dietro
il
cristallo
alzato
,
si
vide
per
un
secondo
una
manina
bianca
che
salutava
.
L
'
agente
,
che
era
anch
'
esso
venuto
sin
lì
,
prese
per
sè
quel
saluto
,
e
scappellò
profondamente
.
Era
molto
lusingato
,
e
Drollino
,
accanto
a
lui
,
teneva
dietro
collo
sguardo
alla
carrozza
,
che
si
faceva
già
piccina
piccina
sulla
neve
della
strada
.
Stavolta
gli
onori
e
i
rimpianti
della
partenza
erano
stati
tutti
quanti
per
Milla
,
che
non
sarebbe
tornata
più
per
tanti
anni
.
Il
Principe
aveva
detto
gaiamente
:
«
Arrivederci
questa
primavera
,
»
e
nessuno
s
'
era
creduto
in
obbligo
di
commuoversi
per
lui
.
Pure
l
'
assenza
sua
doveva
essere
ben
più
lunga
di
quella
di
Milla
,
doveva
prolungarsi
sinchè
i
mesi
diventassero
anni
,
gli
anni
secoli
,
e
i
secoli
eternità
.
I
suoi
agenti
,
i
suoi
cocchieri
,
i
suoi
cavallanti
l
'
avevano
veduto
per
l
'
ultima
volta
.
Morì
a
Parigi
,
sul
finire
dell
'
inverno
,
d
'
un
malore
acutissimo
,
mentre
la
Milla
,
nel
suo
grandioso
e
signorile
convento
,
cominciava
ad
abituarsi
a
quella
vita
di
reclusa
,
a
farsi
adorare
dalle
sue
compagne
,
e
a
innamorarsi
perdutamente
della
superiora
,
di
sette
suore
,
di
due
converse
e
di
quattordici
compagne
,
e
parlava
di
farsi
monaca
per
star
sempre
con
loro
.
E
così
avvenne
che
,
per
otto
anni
seguiti
,
la
grandiosa
villa
rimase
chiusa
.
Invano
,
nel
giardino
ridente
,
i
fiori
olezzarono
instancabili
;
invano
nella
serra
maturarono
gli
ananassi
;
invano
l
'
allevamento
equino
diede
lietissimi
risultati
.
Nessuno
venne
ad
abitare
quelle
camere
,
sempre
chiuse
,
coll
'
atmosfera
greve
d
'
un
odore
di
muffa
e
di
tarlo
.
Gli
agenti
soltanto
andavano
e
venivano
per
conto
dell
'
attuale
proprietaria
di
tutte
quelle
immense
ricchezze
;
e
questa
era
un
'
educanda
umile
ed
affettuosa
,
che
non
sapeva
nulla
del
mondo
e
della
vita
,
e
aveva
un
cuore
grande
grande
,
grande
,
e
una
statura
piccina
,
piccina
,
piccina
....
II
.
-
-
Ouff
!
-
-
disse
il
Duca
Giuliano
,
uscendo
dal
_
boudoir
_
di
velluto
color
pesca
a
garofani
di
raso
granata
-
-
ouff
!
...
La
signora
di
Rèmusat
,
nelle
sue
agro
-
dolci
_
Memorie
del
primo
Impero
_
,
ci
narra
come
Napoleone
si
divertisse
un
giorno
a
mistificare
crudelmente
alcuni
dei
suoi
più
intimi
cortigiani
,
chiedendo
loro
cosa
direbbe
il
mondo
s
'
egli
,
l
'
Imperatore
,
avesse
a
scomparire
d
'
un
tratto
.
E
nell
'
imbarazzo
generale
che
susseguì
a
quella
domanda
,
la
risposta
suonò
repentina
,
dalla
bocca
stessa
che
aveva
posata
la
questione
:
-
-
Sapete
cosa
direbbe
il
mondo
?
...
direbbe
:
ouff
!
...
Ora
,
date
le
debite
proporzioni
fra
l
'
impero
di
un
Bonaparte
e
quello
di
una
brillante
Baronessa
,
può
essere
che
l
'
ouff
di
Giuliano
rappresentasse
del
pari
un
sospirone
di
sollievo
.
Può
essere
che
egli
avesse
preventivamente
desiderato
di
lanciarlo
così
ai
quattro
venti
;
può
essere
che
,
entrando
schiavo
in
quel
tepido
gabinetto
,
egli
avesse
in
animo
d
'
uscirne
libero
;
può
essere
che
la
perifrasi
gentile
,
destinata
a
velare
l
'
odiosità
d
'
un
«
basta
,
»
fosse
stata
detta
da
lui
e
non
da
lei
...
A
malgrado
però
di
tutte
queste
supposizioni
,
è
cosa
positiva
che
il
duca
Giuliano
si
fermò
un
momento
nell
'
andito
-
serra
,
e
rimase
immobile
accanto
a
un
grande
_
arum
_
.
Si
fermò
coll
'
orecchio
teso
,
coll
'
occhio
attento
,
come
aspettando
.
Un
minuto
completo
,
non
la
parte
di
un
minuto
.
Ma
non
udì
nulla
.
Non
voce
angosciosa
che
chiamasse
,
non
rumore
sommesso
di
singhiozzi
,
non
strepito
di
seggiole
smosse
,
non
tonfo
di
caduta
...
Nemmeno
una
scampanellata
...
per
chiamar
la
cameriera
col
_
flacon
_
del
sale
volatile
.
Si
voltò
anche
a
guardare
la
porta
ch
'
egli
aveva
testè
serrata
,
ma
,
dietro
ai
vetri
,
non
passò
la
più
lieve
ombra
.
Allora
Giuliano
diede
un
'
energica
crollata
di
spalle
,
si
mise
con
passo
risoluto
per
la
lunga
infilata
delle
sale
,
raggiunse
l
'
anticamera
,
e
scese
allegro
la
scala
di
marmo
,
salutando
beffardamente
il
paffuto
angiolo
di
stucco
bianco
che
,
recando
sempre
fra
le
mani
il
tulipano
di
vetro
del
lume
a
gas
,
s
'
era
tante
e
tante
volte
veduto
passare
davanti
quel
bellissimo
giovane
.
La
novella
,
la
grande
novella
del
giorno
,
fu
pronta
a
percorrere
tutta
Torino
.
In
capo
a
qualche
ora
,
nessuno
dell
'
_
high
life
_
cittadina
ignorava
che
il
Duca
Giuliano
Lantieri
aveva
riacquistata
la
sua
libertà
.
Allo
spettacolo
del
Regio
,
quella
sera
,
ci
fu
nei
palchetti
e
nelle
poltrone
un
po
'
d
'
irrequietezza
.
Molti
cannocchiali
erano
appuntati
,
non
già
verso
il
palco
scenico
,
dove
_
Mignon
_
chiedeva
dolcemente
in
italiano
,
col
pensiero
di
Goethe
e
colla
musica
di
Thomas
:
_
Kennst
du
das
Land
?
_
;
ma
bensì
verso
un
palco
in
seconda
fila
,
occupato
da
una
splendida
figura
di
donna
non
più
giovanissima
,
ma
di
quelle
che
hanno
il
privilegio
di
percorrere
nella
vita
due
o
tre
giovinezze
consecutive
.
La
Baronessa
Olga
,
benchè
russa
,
era
bruna
di
capelli
.
Era
vigorosa
,
non
molto
grande
,
con
delle
forme
splendide
,
e
una
fisonomia
affatto
straniera
,
non
bella
forse
,
ma
ricca
d
'
un
certo
fascino
irritante
.
Aveva
il
naso
piccolo
,
un
po
'
camuso
,
una
bocca
quasi
da
mora
,
grande
,
sana
,
ridente
,
con
dei
denti
che
parevano
quasi
fulgidi
nella
loro
bianchezza
di
smalto
e
all
'
ombra
di
quelle
labbra
tumide
,
violenti
di
forma
,
di
colorito
,
d
'
espressione
.
Dirimpetto
a
lei
,
al
posto
spesso
occupato
da
Giuliano
,
brillava
l
'
insipida
figura
d
'
un
Viscontino
francese
.
Furono
osservate
varie
cose
:
primo
,
che
la
Baronessa
Olga
era
più
bella
che
mai
;
secondo
,
che
aveva
una
_
toilette
_
nuova
;
terzo
,
che
serbava
quella
tal
aria
serena
,
di
buon
umore
,
che
la
rendeva
adorabile
;
quarto
,
che
aveva
precisamente
i
modi
,
la
maniera
di
guardare
delle
altre
sere
;
quinto
,
che
il
suo
palco
fu
affollatissimo
.
Giuliano
,
quella
sera
,
venne
in
teatro
,
s
'
adagiò
nella
sua
poltrona
,
andò
a
far
visite
nei
palchi
delle
signore
di
sua
conoscenza
.
Non
andò
nel
palco
della
Baronessa
,
ecco
tutto
.
Ma
al
_
Fiorio
_
,
dopo
il
teatro
,
quante
se
ne
dissero
!
...
Tutti
sapevano
il
perchè
di
quella
rottura
...
era
un
motivo
frivolo
,
dietro
il
quale
si
celava
forse
un
reciproco
senso
di
stanchezza
.
Generalmente
,
si
approvava
Giuliano
e
la
sua
ribellione
.
La
Baronessa
aveva
qualche
anno
più
di
lui
,
e
,
a
dir
vero
,
viaggiava
troppo
.
Un
signore
,
autorità
vecchia
,
ma
incontestata
,
di
quel
formidabile
palazzo
di
giustizia
,
fu
il
solo
a
sostenere
che
Giuliano
aveva
fatto
uno
sproposito
,
enorme
.
Gli
altri
insistevano
:
diavolo
!
si
sapeva
positivamente
che
la
Baronessa
aveva
6
o
7
anni
più
di
Giuliano
.
Ma
il
vecchio
si
ostinava
.
Ne
avesse
dieci
o
quindici
di
più
!
era
pur
sempre
la
sola
donna
che
Giuliano
_
potesse
_
amare
.
-
-
Perchè
,
perchè
?
-
-
chiesero
tutti
a
una
voce
.
-
-
Ah
!
-
-
rispose
il
vecchio
con
uno
di
quei
sorrisi
brevi
,
che
alla
lunga
dovrebbero
corrodere
le
labbra
che
li
recano
,
tanto
sono
acri
,
incisivi
,
mordaci
.
-
-
Povero
Giuliano
!
-
-
disse
qualcuno
-
-
cosa
farà
ora
?
E
fu
la
fine
.
Giuliano
non
fece
nulla
di
straordinario
per
celebrare
l
'
era
della
sua
riacquistata
indipendenza
.
Si
vide
più
festeggiato
,
più
accolto
,
più
ben
voluto
che
mai
.
Passò
un
carnevale
delizioso
,
si
divertì
,
fu
amabile
,
evitò
ogni
laccio
,
si
congratulò
molto
con
sè
stesso
,
e
accompagnò
a
teatro
due
o
tre
volte
la
sua
vecchia
mamma
.
Un
giorno
,
un
'
idea
bizzarra
gli
passò
per
la
mente
:
«
Se
prendessi
moglie
?
»
Ma
la
scacciò
subito
subito
,
come
una
tentazione
.
Ora
aveva
la
sua
libertà
e
voleva
goderla
.
Goderla
,
ma
come
?
Se
avesse
avuta
una
gran
fortuna
,
ecco
,
sarebbe
andato
a
Parigi
!
E
invece
suo
padre
gli
aveva
lasciato
un
patrimonio
discreto
,
ma
nulla
più
,
e
lui
stesso
,
sicuro
,
un
po
'
aveva
speso
...
si
sa
.
Divini
quei
tre
anni
nei
lacci
della
baronessa
Olga
!
ma
era
proprio
una
cosa
curiosa
il
vedere
quanto
alla
Baronessa
Olga
piacessero
i
dolci
,
le
statuine
di
Saxe
,
le
tazze
di
_
vieux
Vienne
_
,
le
rose
durante
l
'
inverno
,
le
camelie
in
estate
,
i
viaggi
in
primavera
e
in
autunno
,
e
le
gite
in
tutte
le
stagioni
.
Eh
!
non
c
'
era
che
dire
,
in
quel
patrimonio
s
'
era
fatto
una
gran
buca
!
Come
colmarla
?
E
qui
l
'
idea
della
dote
tornò
in
campo
;
odiosa
,
a
dir
vero
,
nella
sua
arcigna
fisionomia
d
'
espediente
.
Il
Duca
la
mandò
via
risoluto
;
ma
quella
passò
soltanto
l
'
uscio
,
e
si
celò
dietro
un
battente
,
aspettando
.
La
libertà
...
celeste
cosa
!
Ma
,
un
giorno
,
Giuliano
andò
sulle
furie
con
sè
stesso
,
perchè
uscendo
alla
sera
,
senz
'
avvedersene
s
'
era
messo
per
la
via
che
conduceva
alla
dimora
della
Baronessa
.
Provò
un
gran
dispetto
,
imbizzì
colla
forza
cieca
dell
'
abitudine
.
No
....
diavolo
,
no
....
E
in
quel
giorno
fu
del
parere
del
marchese
Colombi
,
che
le
accademie
si
fanno
o
non
si
fanno
.
Ma
,
passata
la
prima
gioia
della
sua
liberazione
,
questa
cominciò
a
parergli
uno
strano
arnese
,
come
una
foggia
troppo
attillata
d
'
abito
o
di
cappello
,
in
cui
egli
si
sentisse
un
po
'
a
disagio
.
Certe
ore
gli
parevano
lente
assai
.
Il
disordine
sistematico
lo
seccava
alla
lunga
,
e
non
si
trovava
abbastanza
ricco
per
organizzare
attorno
a
sè
un
lusso
di
vizio
quale
l
'
avrebbe
inteso
,
in
omaggio
ai
suoi
gusti
raffinati
e
dispendiosi
.
Ricominciare
ancora
,
tornare
nella
stessa
direzione
,
mettendosi
per
altro
sentiero
?
...
Chè
....
non
valeva
la
spesa
;
allora
,
tanto
valeva
continuare
a
quell
'
altro
modo
.
Tornar
da
capo
è
noioso
,
e
non
tutte
le
belle
signore
hanno
un
marito
dotato
di
un
carattere
buono
e
conciliante
,
quale
la
Provvidenza
l
'
aveva
impartito
al
barone
Dornelli
.
E
quel
benedetto
tirocinio
....
che
cosa
seccante
!
Prendersi
un
'
altra
volta
la
briga
d
'
innamorarsi
!
Già
,
egli
non
si
sentiva
fatto
per
le
difficili
fasi
d
'
una
grande
passione
;
per
lui
ci
voleva
proprio
l
'
amore
d
'
oggigiorno
,
piano
,
senza
complicazioni
,
ben
educato
.
Era
tanto
pigro
,
tanto
indolente
quel
Giuliano
!
Anzi
,
era
uno
dei
suoi
pregi
,
dei
suoi
mezzi
di
seduzione
quella
sua
indolenza
languida
,
dolce
,
gentile
,
che
si
tradiva
nei
suoi
modi
,
nella
sua
voce
,
fin
nei
suoi
sguardi
,
che
dava
alla
sua
sana
bellezza
bionda
un
carattere
speciale
.
La
Baronessa
lo
chiamava
creolo
...
,
e
quella
disinvoltura
che
aveva
l
'
arte
di
ridurre
tutto
a
un
'
espressione
placida
,
facile
,
elementare
,
schiva
-
fatica
,
armonizzava
,
forse
per
forza
di
contrasto
,
colla
tempra
insolentemente
energica
di
quella
donna
.
Però
l
'
aveva
voluto
e
serbato
schiavo
sino
al
momento
in
cui
gli
aveva
concesso
di
ribellarsi
.
Le
era
parso
che
qualcun
altro
l
'
avrebbe
meglio
,
o
solo
altrimenti
,
divertita
.
E
ora
,
egli
non
ci
voleva
tornare
laggiù
in
quel
gabinetto
color
pesca
a
fiori
di
granata
,
non
ci
voleva
tornare
.
E
non
ci
tornò
.
Siccome
era
creolo
,
così
accadeva
qualche
volta
che
la
sua
stupenda
vesta
da
camera
orientale
avvolgesse
tuttora
le
sue
forme
da
Apollo
impinguato
,
in
quell
'
ora
privilegiata
durante
la
quale
la
gente
per
bene
esce
di
casa
e
popola
i
Portici
,
via
di
Po
e
il
Corso
.
Allora
accendeva
un
_
chibouk
_
e
sfogliazzava
un
romanzo
.
Ma
tant
'
è
eran
lunghette
quelle
ore
.
Il
suo
salotto
era
un
mezzo
museo
,
e
la
povera
mamma
gli
aveva
dati
i
suoi
due
_
cachemires
_
turchi
,
perch
'
egli
ne
facesse
delle
portiere
;
ma
dalla
finestra
di
fianco
si
vedeva
l
'
angolo
d
'
un
'
ala
del
palazzo
,
molto
deteriorata
,
molto
...
;
e
Giuliano
si
ricordava
che
anche
lo
scalone
era
in
cattivissimo
stato
,
e
che
il
portinaio
aveva
un
abito
bleu
,
sdruscito
in
un
modo
orribile
.
E
la
vecchia
duchessa
s
'
era
adattata
a
star
lassù
,
al
terzo
piano
....
per
poter
affittare
i
quartieri
migliori
....
Bisognava
trottare
a
piedi
ora
...
;
nelle
scuderie
c
'
era
un
pigionante
falegname
;
invece
del
nitrito
,
dello
scalpitìo
dei
cavalli
,
si
sentiva
continuamente
lo
stridere
della
sega
,
lo
scorrere
della
pialla
,
il
rantolo
quasi
catarroso
del
torno
.
Parve
a
Giuliano
che
allora
soltanto
tutto
ciò
si
rivelasse
a
lui
con
un
aspetto
e
un
accento
insopportabilmente
nuovi
.
E
mentre
,
disgustato
,
annoiato
,
pensava
quanto
il
destino
gli
fosse
avverso
,
malevolo
,
l
'
idea
ch
'
egli
aveva
così
sgarbatamente
messa
alla
porta
alcuni
giorni
prima
,
si
riaffacciava
adagino
adagino
,
insinuandosi
silenziosamente
,
strisciando
lungo
le
pareti
,
giungendo
mezzo
inavvertita
,
sino
a
lui
;
s
'
insinuava
nei
suoi
pensieri
,
si
confondeva
nel
profumo
orientale
delle
volute
di
fumo
che
,
attorcigliandosi
in
alto
,
allungandosi
,
assottigliandosi
,
parevano
quasi
assumere
una
femminilità
indecisa
di
contorni
,
disegnare
nell
'
aria
una
mossa
pudica
di
fanciulla
,
una
semplicità
fresca
e
schietta
,
di
gesto
e
di
sguardo
.
-
-
Puh
!
-
-
osservò
il
Duca
,
socchiudendo
i
suoi
begli
occhi
azzurri
,
d
'
un
azzurro
carico
di
porcellana
,
come
si
fanno
alle
bambole
.
-
-
Dopo
tutto
....
Sì
,
veramente
....
dopo
tutto
....
Si
addormentò
un
momento
,
come
se
quel
pensiero
gli
avesse
cantato
la
_
ninna
nanna
_
,
scotendo
ritmicamente
la
lunga
poltrona
americana
sulla
quale
egli
giaceva
.
Si
svegliò
di
botto
,
spaventato
.
L
'
idea
della
scelta
torturava
già
la
sua
pigrizia
.
Simile
a
quel
sibarita
che
sudava
vedendo
uno
schiavo
occupato
a
spaccar
legna
,
egli
si
asciugava
la
fronte
pensando
alle
venture
perplessità
del
suo
spirito
quando
si
tratterebbe
di
decidersi
.
Già
,
prima
di
tutto
,
egli
non
aveva
mai
potuto
soffrire
le
signorine
,
quelle
modeste
cifre
incognite
,
quegli
insipidi
indovinelli
ammantati
di
bianco
,
di
celeste
,
di
rosa
,
presso
alle
quali
bisognava
stare
attenti
alle
proprie
parole
e
agli
occhi
formidabili
delle
mamme
.
Ah
!
che
cosa
opprimente
!
Un
momento
pensò
a
una
vedova
.
Ma
poi
scosse
la
sua
bella
zazzera
bionda
.
Ah
!
no
,
una
vedova
!
Ci
sarebbe
da
lottare
col
....
fu
....
poveretto
.
E
poi
....
sciocchezze
,
se
vogliamo
,
ma
per
lui
ci
voleva
il
dominio
completo
,
assoluto
,
primo
.
Ragazza
,
dunque
,
molto
giovane
,
s
'
intende
,
appunto
per
poterla
avvezzare
a
modo
suo
;
denari
molti
,
cosa
indispensabile
.
Ma
dove
trovarla
....
dove
?
Ci
pensò
un
poco
.
-
-
Che
seccatura
-
-
conchiuse
sbadigliando
-
-
ne
parlerò
a
mia
madre
.
E
la
sua
mente
riposò
in
quest
'
idea
.
Avevano
finito
di
desinare
,
e
la
vecchia
signora
guardava
di
sottecchi
Giuliano
,
il
quale
teneva
fra
le
sua
belle
dita
paffute
una
sigaretta
di
Salonicco
,
senza
decidersi
ad
accenderla
.
La
Duchessa
Lantieri
non
era
stata
bella
.
Attualmente
era
molto
santa
,
d
'
una
santità
sagace
e
che
vedeva
abbastanza
lontano
.
La
vecchia
dama
stava
bene
,
comodamente
,
in
quell
'
atmosfera
d
'
una
devozione
che
armonizzava
colla
sua
fine
e
provata
scienza
del
mondo
.
Senza
avere
molto
spirito
,
la
Duchessa
aveva
quello
della
sua
età
;
adorava
suo
figlio
,
non
lo
seccava
mai
;
viveva
in
una
stretta
,
ma
decorosa
economia
.
Era
modesta
,
umile
,
semplice
assai
nei
modi
,
di
quella
semplicità
queta
e
in
fondo
orgogliosissima
,
del
più
delle
dame
piemontesi
.
Giorno
e
notte
pensava
al
maggior
bene
di
Giuliano
.
Aveva
avuto
un
immenso
dispiacere
,
ed
era
quello
di
vederlo
avvinto
nei
lacci
di
quella
sirena
del
Nord
.
S
'
era
consolata
un
pochino
,
però
,
pensando
che
quella
sconsigliata
,
priva
del
divino
aiuto
,
era
una
Zorodoff
,
figlia
d
'
un
ciambellano
alla
Corte
imperiale
di
Russia
,
e
aveva
sposato
un
barone
Dornelli
di
S
.
Maurizio
.
Giacchè
,
pur
troppo
....
si
sa
....
la
gioventù
eh
!...--qui
la
Duchessa
metteva
un
gran
sospiro
.
-
-
Meglio
così
,
insomma
,
che
peggio
ancora
,
ecco
.
E
Dio
l
'
avrebbe
esaudita
certamente
un
giorno
o
l
'
altro
,
facendo
cessare
quella
triste
cosa
,
e
ispirando
a
Giuliano
il
pensiero
di
prender
moglie
.
E
pregava
di
cuore
;
il
che
non
le
impediva
di
darsi
d
'
attorno
perchè
,
nel
caso
d
'
un
pronto
esaudimento
,
non
si
sa
mai
,
la
buona
volontà
di
Giuliano
non
avesse
a
cogliere
lei
sprovveduta
.
Giuliano
era
sopra
pensiero
.
Le
cose
non
andavano
a
modo
suo
,
e
l
'
intendente
di
casa
gli
aveva
presentato
un
certo
quadro
,
il
cui
ricordo
non
lo
ricreava
punto
.
Era
stato
al
corso
,
e
aveva
veduta
la
Baronessa
in
un
_
landau
_
nuovo
,
stupendo
,
con
una
_
toilette
_
splendida
,
e
un
mezzo
sorriso
amabile
,
che
gli
aveva
fatto
un
certo
effetto
molto
stizzoso
.
Egli
era
bensì
andato
a
fare
una
lunga
sosta
alla
portiera
della
contessa
Zeta
,
ma
la
contessa
Zeta
l
'
aveva
annoiato
un
pochino
,
e
a
fianco
del
_
landau
_
della
Baronessa
,
aveva
veduto
il
Viscontino
a
cavallo
....
Poi
,
come
se
non
bastasse
,
lì
nel
salottino
c
'
era
un
odore
di
baccalà
,
che
lo
irritava
al
sommo
.
-
-
Che
profumo
!
-
-
disse
languidamente
a
sua
madre
,
recandosi
alle
nari
il
fazzoletto
coll
'
orlo
ricamato
a
colori
vivaci
.
-
-
È
venerdì
!
-
-
osservò
umilmente
la
contessa
.
Il
male
era
che
la
cucina
in
quel
quartierino
ristretto
si
trovava
a
due
passi
dalla
sala
.
E
in
corte
,
nello
scuderie
vuote
,
profanate
,
la
sega
andava
in
su
o
in
giù
stridendo
allegramente
.
Giuliano
contemplò
a
lungo
la
pietra
del
suo
anello
,
un
occhio
di
gatto
cinto
da
nitidissimi
brillantini
.
La
Duchessa
pareva
contare
i
punti
del
suo
lavoro
in
lana
,
ma
il
cuore
,
presago
,
le
batteva
,
e
le
sue
labbra
fino
sussurravano
qualche
cosa
all
'
indirizzo
di
_
Nossgnôr
_
!
Giuliano
accese
la
sigaretta
e
disse
placidamente
:
-
-
Dov
'
è
?
...
La
Duchessa
attonita
alzò
gli
occhi
.
-
-
Cosa
?
-
-
E
poi
,
siccome
un
animo
l
'
avvertiva
,
soggiunse
sorridendo
:
-
-
Chi
?
-
-
Chi
?
(
che
orrore
di
sigaretta
!
)
Dico
;
questa
sposina
,
quando
capita
?
La
Duchessa
sentì
un
gran
rimescolìo
.
Ma
frenò
la
sua
gioia
.
Sapeva
che
Giuliano
non
amava
nè
le
scene
,
nè
le
spiegazioni
.
Con
voce
un
po
'
tremante
,
con
un
pensiero
d
'
accesa
gratitudine
verso
Dio
,
rispose
soltanto
;
-
-
C
'
è
....
-
-
Uhm
!
-
-
borbottò
Giuliano
.
E
siccome
era
un
magnanimo
gentiluomo
,
chiese
anzitutto
:
-
-
Bella
?
La
Duchessa
ebbe
un
sorriso
contento
,
e
chinò
il
capo
.
-
-
Ricca
?
La
Duchessa
alzò
il
capo
.
-
-
Tre
milioni
-
-
susurrò
poi
con
dolcezza
infinita
,
assaporando
lentamente
la
frase
.
Giuliano
guardò
sua
madre
sul
serio
.
L
'
aveva
sempre
stimata
,
ma
ora
una
specie
di
languida
venerazione
sorgeva
nel
suo
animo
.
-
-
Ah
!
ho
capito
.
La
figlia
d
'
un
banchiere
ebreo
.
Diceva
così
per
celia
,
sapendo
a
che
punto
sua
madre
fosse
inesorabile
per
tutto
ciò
che
avrebbe
potuto
urtare
le
loro
tradizioni
,
l
'
alterigia
calma
e
serena
che
un
lungo
ordine
di
antenati
aveva
loro
trasmessa
.
La
Duchessa
ebbe
una
frase
laconica
:
-
-
Corona
chiusa
!
Giuliano
si
gingillò
un
poco
,
curiosando
nella
scatola
da
lavoro
.
-
-
Mia
cara
mamma
,
tu
possiedi
dello
forbici
impossibili
....
Quanti
anni
abbiamo
?
-
-
Diciotto
;
ed
è
tuttora
in
convento
.
-
-
Un
'
educazione
da
farsi
,
nevvero
?
Ingenua
molto
?
A
meno
che
....
qualche
volta
sono
sveglie
,
sai
,
queste
educande
,
sveglie
davvero
.
Mi
ricordo
,
anni
fa
,
in
un
convento
di
monachine
....
-
-
Oh
!
Giuliano
,
-
-
interruppe
la
vecchia
,
-
-
che
discorsi
!
Invece
di
ringraziar
Dio
!
-
-
Sì
....
proprio
!
...
credi
che
sia
un
gran
divertimento
il
prender
moglie
,
rinunziare
alla
propria
libertà
per
sposare
una
sciocchina
qualunque
,
che
non
ha
mai
visto
niente
in
vita
sua
e
alla
quale
bisogna
far
da
precettore
....
mentre
....
è
così
facile
....
-
-
Trovar
qualcuno
che
insegni
a
noi
....
nevvero
,
Giuliano
?
La
Duchessa
aveva
qualche
volta
,
colla
sua
aria
umile
,
di
queste
e
simili
sortite
.
Giudiano
ebbe
per
un
momento
l
'
idea
di
montar
sulle
furie
....
ma
così
,
dopo
desinare
,
non
andava
fatto
.
Sorrise
soltanto
,
e
senza
guardar
sua
madre
:
-
-
Già
....
continuò
....
quasi
quasi
...
:
è
più
facile
e
più
piacevole
....
Dunque
?
La
Duchessa
si
sgomentò
e
bruciò
le
sue
navi
.
-
-
Quando
la
vuoi
vedere
?
-
-
Chi
?
-
-
Lei
.
-
-
La
mia
maestra
?
-
-
Giuliano
!
-
-
mormorò
angosciosamente
la
Duchessa
,
colla
voce
piena
di
lagrime
.
Egli
si
mise
a
ridere
....
dondolandosi
sulla
seggiola
....
E
la
Duchessa
cominciò
a
ragionare
....
a
pregare
....
a
spiegare
.
-
-
Sarei
così
contenta
....
chiuderei
gli
occhi
in
pace
!
-
-
La
povera
donna
era
quasi
eloquente
.
E
l
'
odor
di
baccalà
intanto
penetrava
,
intollerabile
,
nel
salotto
.
«
Il
primo
piano
per
lei
,
»
pensava
pacatamente
Giuliano
;
«
la
mia
_
garçonnière
_
,
al
secondo
....
la
mamma
avrebbe
per
sè
sola
questo
appartamento
.
»
-
-
Oh
Giuliano
-
-
continuava
la
madre
....
-
-
credimi
,
fuori
dell
'
ordine
morale
non
esiste
vera
felicità
....
Ed
è
orfana
,
per
cui
,
capisci
....
il
capitale
subito
,
e
una
gran
tenuta
in
Lombardia
.
Un
carattere
adorabile
,
ti
assicuro
.
Ci
sono
anche
i
brillanti
di
casa
.
E
pensa
un
poco
,
figlio
mio
,
quando
sarai
vecchio
,
che
consolazione
aver
la
tua
famiglia
!
-
-
Già
,
un
monte
di
biricchini
che
non
vogliono
studiare
,
o
di
ragazzacci
che
fanno
debiti
.
Era
veramente
perplesso
.
Gli
seccava
di
prendersi
la
briga
di
decidere
.
Abbasso
in
corte
,
la
sega
canzonava
,
col
suo
aspro
gemito
irritante
.
La
sala
diventava
buia
nel
tramonto
primaverile
.
La
pendola
suonò
le
otto
con
una
voce
strana
uggiosa
,
colla
voce
di
una
pendola
che
non
è
più
di
moda
.
L
'
ultimo
raggio
del
sole
entrava
di
sbieco
dalla
finestra
,
e
cadeva
sul
velluto
scolorito
,
ammaccato
d
'
una
poltrona
zoppa
.
Giuliano
mise
un
sospiro
lungo
lungo
,
il
sospiro
d
'
un
uomo
che
fa
una
fatica
enorme
.
-
-
Per
farti
piacere
....
-
-
disse
poi
dolcemente
a
sua
madre
.
-
-
Ma
sai
che
amo
le
cose
spiccie
.
La
Duchessa
trattenne
un
grido
di
trionfo
,
e
s
'alzò.--Oh!
Giuliano
,
Giuliano
.
-
-
Non
voleva
piangere
,
ma
si
mise
a
piangere
,
ciò
non
ostante
.
Le
vecchie
hanno
facile
il
pianto
e
la
Duchessa
evitava
con
ogni
possa
di
tradire
sè
stessa
in
quel
modo
,
davanti
a
Giuliano
,
che
in
questi
casi
soleva
prendere
con
aria
grave
il
suo
cappello
e
si
ritirava
un
tantino
più
frettolosamente
del
solito
.
Ma
stavolta
....
ah
stavolta
non
seppe
proprio
trattenersi
.
Ecco
,
era
la
Madonna
della
Consolata
,
lei
per
l
'
appunto
.
Certo
,
un
cuor
d
'
oro
....
lo
comanderebbe
subito
....
a
Canavero
.
Giuliano
non
se
ne
andò
.
Ora
che
aveva
fatto
quell
'
immane
sforzo
,
era
contento
.
Sì
!
era
contento
di
fare
una
fine
;
e
poi
era
contento
anche
di
sè
stesso
per
aver
data
quella
consolazione
alla
sua
povera
mamma
.
Oh
!
per
lei
lo
faceva
volentieri
quel
sagrifizio
,
e
per
la
vecchia
casa
,
che
aveva
tanto
bisogno
di
esser
riattata
.
La
Baronessa
forse
non
se
l
'
aspettava
così
subito
;
era
una
cosa
divertente
il
pensare
che
probabilmente
,
anzi
inevitabilmente
,
un
certo
dispetto
l
'
avrebbe
provato
.
Questo
le
insegnerebbe
a
inaugurare
dei
Viscontini
francesi
,
il
giorno
dopo
la
rottura
con
lui
.
Certo
,
il
matrimonio
doveva
farsi
presto
....
Egli
sperava
che
sua
moglie
avesse
delle
belle
mani
....
era
una
cosa
alla
quale
teneva
assolutamente
.
E
se
non
sapeva
vestirsi
,
un
inverno
a
Parigi
avrebbe
rimediato
.
Si
sentì
virtuoso
;
eminentemente
morale
.
Gli
spuntò
nell
'
anima
una
bizzarra
e
affettuosa
stima
per
sè
stesso
.
Egli
,
così
bello
,
così
signore
,
così
gentiluomo
,
si
adattava
a
prender
moglie
prima
dell
'
êra
della
parrucca
,
dell
'
obesità
,
dei
denti
finti
,
delle
cambiali
al
50
per
cento
.
Sorrise
placidamente
,
sorrise
al
futuro
,
e
complimentò
sua
madre
.
-
-
Brava
mamma
!
e
me
l
'
hai
tenuta
in
conserva
per
tutto
questo
tempo
,
a
malgrado
....
Le
vizze
gote
della
Duchessa
assunsero
una
tinta
quasi
giovanile
.
-
-
Aspettavo
-
-
disse
semplicemente
.
-
-
Ora
,
sì
,
che
sarai
felice
!
-
-
Credi
?
Ebbene
,
tanto
meglio
.
Già
,
una
fine
bisognava
farla
,
un
giorno
o
l
'
altro
.
La
sega
taceva
,
e
l
'
odore
del
baccalà
veniva
meno
nella
brezza
vespertina
ch
'
era
entrata
da
una
finestra
apertasi
adagino
adagino
,
senza
che
nessuno
se
n
'
avvedesse
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
«
_
Alla
signora
Rhoda
Lawson
Spring
-
-
Lawson
'
s
cottage
S
....
shire
_
«
Mi
scuserà
se
questa
volta
non
le
scrivo
in
inglese
;
ma
ho
da
dirle
tante
cose
,
cose
serie
e
importanti
e
di
confidenza
,
che
bisogna
proprio
che
gliele
dica
a
modo
mio
.
Non
creda
però
che
trascuri
i
miei
esercizi
o
i
miei
temi
...
;
cioè
,
adesso
veramente
....
ma
però
in
avvenire
....
Ohimè
,
vede
come
m
'
ingarbuglio
?
...
Insomma
,
le
prometto
di
non
trascurare
l
'
inglese
,
perchè
è
tanto
bello
,
e
perchè
so
che
lei
desidera
ch
'
io
non
dimentichi
ciò
ch
'
ella
ha
avuto
la
bontà
d
'
insegnarmi
.
E
la
prego
di
non
far
attenzione
se
questa
lettera
non
è
scritta
bene
,
neppure
in
italiano
,
perchè
la
scrivo
di
nascosto
,
e
senz
'
avere
il
tempo
di
pensare
alla
sintassi
ed
a
quelle
altre
birberie
così
difficili
della
grammatica
.
Oh
,
cara
signora
Rhoda
!
se
sapesse
quante
cose
sono
accadute
da
che
le
scrissi
l
'
ultima
volta
,
e
che
novità
ci
sono
per
la
sua
Milla
!
«
Certi
momenti
,
mi
par
di
sognare
,
e
ho
paura
di
svegliarmi
;
e
certi
altri
momenti
,
non
so
da
che
parola
cominciare
per
ringraziar
il
Signore
.
Mi
accade
,
specialmente
quando
chiudo
gli
occhi
,
di
figurarmi
che
l
'
aria
,
dove
sono
,
sia
diventata
azzurra
,
come
nel
cielo
che
è
in
alto
;
è
una
stranissima
cosa
,
che
farà
,
ne
son
certa
,
meravigliare
anche
lei
.
Con
tutto
ciò
,
non
creda
che
faccia
delle
follie
;
anzi
,
sono
molto
quieta
,
perchè
vedo
che
il
Signore
ha
voluto
aprire
davanti
a
me
una
bella
strada
verde
,
con
tanto
sole
e
dei
fiori
a
bizzeffe
.
Insomma
,
mi
proverò
a
dirle
tutto
quanto
;
e
non
so
proprio
perchè
,
essendo
così
felice
e
contenta
,
provo
come
una
specie
di
timore
nel
dirle
tutte
queste
cose
....
guardi
che
sciocchezza
!
«
Si
ricorda
,
quando
le
scrissi
che
volevo
farmi
monaca
?
...
Per
fortuna
che
la
mia
cara
Madre
Superiora
mi
consigliò
di
aspettare
per
provarmi
la
vocazione
!
Ora
m
'
avvedo
che
avrei
fatto
un
grande
sbaglio
!
Ma
allora
m
'
era
venuta
quest
'
idea
perchè
avevo
visto
a
morire
la
mia
povera
compagna
Giulia
Ferranito
(
ah
!
che
dolore
fu
quello
per
me
)
,
e
la
mia
cara
amica
Teresa
Reccadei
era
uscita
di
collegio
,
e
avevamo
avuta
in
convento
la
vestizione
di
Maria
San
Fermo
;
cerimonia
che
mi
aveva
fatto
un
grandissimo
effetto
.
A
dir
vero
,
avevo
anche
un
altro
motivo
,
ma
quello
non
l
'
ho
mai
detto
.
M
'
era
venuta
una
gran
malinconia
,
perchè
al
giovedì
tutte
le
altre
allieve
eran
chiamate
in
parlatorio
,
e
per
me
non
veniva
mai
nessuno
,
mai
nessuno
!
In
quel
giorno
non
facevo
altro
che
piangere
,
e
quando
le
mie
compagne
tornavano
dalla
grata
e
venivano
,
allegre
,
contente
,
a
raccontarmi
certe
novità
,
io
mi
sforzavo
a
parere
d
'
esser
contenta
anch
'
io
,
per
non
far
loro
dispiacere
.
Le
monache
erano
,
e
son
sempre
state
,
buonissime
per
me
;
ma
quel
tal
dolore
della
mamma
che
non
c
'
è
,
è
inutile
,
non
si
rimedia
!
Dunque
(
pensavo
fra
me
)
cosa
andrei
a
fare
io
sola
in
quel
mondo
terribile
,
pieno
di
pericoli
,
di
pene
e
di
dolori
,
se
non
ho
nessuno
che
si
prenda
cura
di
me
e
mi
voglia
bene
,
e
m
'
insegni
le
cose
che
vanno
fatte
?
...
E
per
questo
avevo
in
animo
di
farmi
monaca
,
e
di
restar
sempre
qui
con
queste
buone
suore
.
Ma
adesso
....
oh
Dio
....
è
tutto
cambiato
....
il
mio
destino
,
il
mondo
,
tutto
quanto
!
«
Lei
saprà
senza
dubbio
....
già
glielo
scrissi
tante
volte
....
come
la
nostra
Madre
Superiora
,
madre
Maria
della
Croce
,
sia
una
santa
donna
,
che
tutti
venerano
e
onorano
.
«
Siccome
prima
di
farsi
monaca
era
Contessa
di
Ronano
,
così
ha
serbato
ancora
nel
mondo
molte
amiche
,
che
vengono
spesso
a
vederla
per
tener
con
lei
delle
conversazioni
edificanti
e
chiederle
dei
buoni
consigli
.
Una
di
queste
sue
amiche
è
una
Duchessa
Lantieri
,
una
signora
grande
,
magra
,
che
ispirerebbe
molta
soggezione
,
se
non
avesse
una
voce
dolce
e
delle
maniere
che
,
invece
,
fanno
innamorare
.
Un
giorno
,
la
Superiora
mi
disse
di
accompagnarla
alla
grata
.
Può
immaginare
che
caso
per
me
.
Tremavo
come
una
foglia
,
ma
poi
mi
rassicurai
,
quando
,
alla
grata
,
vidi
una
signora
che
mi
fece
un
mondo
di
feste
,
e
mi
disse
che
un
suo
nipote
era
cugino
del
cognato
d
'
una
grande
amica
della
mia
povera
mamma
!
Si
figuri
!
...
sentirmi
a
parlare
della
mia
povera
mamma
....
mi
vennero
le
lagrime
agli
occhi
!
...
La
Duchessa
(
era
lei
)
mi
consolò
....
mi
disse
tante
belle
cose
,
e
promise
che
sarebbe
tornata
a
trovarmi
.
Infatti
,
quasi
tutte
le
settimane
anch
'
io
andavo
in
parlatorio
,
e
la
buona
Duchessa
mi
portava
quasi
sempre
dei
regalini
,
delle
immagini
sacre
,
belle
,
che
non
avevo
mai
viste
le
uguali
,
e
dei
libri
devoti
che
formavano
la
mia
felicità
e
l
'
ammirazione
delle
compagne
.
Poi
mi
chiedeva
dei
miei
studii
,
mi
domandava
cento
particolari
sulla
nostra
vita
di
convento
;
insomma
io
mi
intenerivo
pensando
alla
sua
bontà
per
me
,
e
non
vedevo
l
'
ora
che
tornasse
il
giovedì
per
parlare
ancora
colla
zia
del
cugino
del
cognato
dell
'
amica
di
mia
madre
!
«
Ecco
che
un
bel
giorno
,
eravamo
soltanto
al
martedì
,
la
Superiora
mi
manda
a
chiamare
,
mi
accomoda
la
mantellina
,
mi
fa
mettere
i
guanti
,
perchè
avevo
ancora
un
poco
di
geloni
,
e
mi
conduce
lei
stessa
in
parlatorio
.
E
lì
,
dietro
alla
grata
,
vedo
subito
la
mia
cara
Duchessa
,
accompagnata
da
un
signore
giovane
,
grande
,
biondo
.
Può
immaginare
come
rimasi
...
;
credo
che
non
seppi
neppur
salutare
....
Ma
la
Duchessa
non
se
l
'
ebbe
per
male
;
mi
fece
ancora
più
festa
del
solito
;
disse
che
quel
signore
era
suo
figlio
,
il
quale
era
tornato
da
un
viaggio
a
Roma
e
veniva
a
portare
alla
reverendissima
Madre
Superiora
un
rosario
montato
in
argento
,
che
il
Santo
Padre
aveva
benedetto
per
lei
.
Io
ero
molto
edificata
,
e
ascoltavo
quel
signore
,
il
quale
diceva
tante
belle
cose
con
una
voce
che
pareva
una
musica
,
e
ogni
tanto
si
rivolgeva
anche
a
me
;
ma
io
ero
così
intimidita
che
non
trovavo
il
coraggio
di
dire
una
parola
.
Quando
furono
per
andar
via
,
egli
mi
fece
un
saluto
cortesissimo
,
e
disse
che
si
raccomandava
alle
mie
orazioni
.
Infatti
,
io
pregai
proprio
di
cuore
,
pensando
a
quella
visita
che
non
mi
sarei
mai
aspettata
,
e
all
'
ingiunzione
fattami
dalla
Superiora
di
non
parlarne
alle
mie
compagne
,
mulinando
con
una
grande
curiosità
se
la
signora
tornerebbe
il
giovedì
venturo
,
e
se
sarebbe
tornata
sola
.
«
Ma
,
quella
sera
stessa
,
madre
Maria
della
Croce
mi
mandò
a
chiamare
,
e
mi
domandò
cosa
mi
pareva
di
quel
signore
.
Io
dissi
che
mi
pareva
buono
come
la
sua
mamma
.
Allora
la
Superiora
mi
fece
un
gran
discorso
sulla
volontà
del
Signore
,
e
poi
mi
disse
che
il
Duca
Lantieri
,
sapendo
che
avevo
ricevuta
una
così
buona
educazione
in
quel
convento
,
mi
chiedeva
in
isposa
.
«
Può
immaginare
,
signora
Rhoda
,
come
rimasi
.
Mi
pareva
come
se
m
'
avessero
data
una
gran
botta
al
cuore
....
non
sapevo
più
in
che
mondo
mi
fossi
!
Ma
la
Superiora
mi
fece
animo
,
dicendomi
che
non
dovevo
turbarmi
,
ma
invece
ringraziare
il
Signore
che
aveva
voluto
evitarmi
i
pericoli
che
una
giovane
trova
infallibilmente
nel
mondo
,
facendomi
subito
trovare
una
così
fortunata
occasione
di
abbracciare
uno
stato
che
,
per
quanto
imperfetto
,
per
quanto
inferiore
allo
stato
religioso
,
era
pure
quello
che
la
Provvidenza
aveva
destinato
al
più
delle
ragazze
.
Mi
fece
l
'
elogio
del
Duca
,
della
nobiltà
della
sua
casa
,
e
mi
dimostrò
quanto
dovevo
essergli
grato
d
'
aver
pensato
a
un
'
umile
educanda
,
mentre
avrebbe
potuto
fare
una
scelta
molto
più
brillante
.
Dopo
di
che
,
mi
disse
che
ci
pensassi
per
tre
giorni
,
facendo
una
_
retraite
_
e
implorando
l
'
aiuto
speciale
del
Signore
,
della
Madonna
e
di
tutti
i
Santi
,
perchè
illuminassero
la
mia
mente
e
mi
rivelassero
la
volontà
della
divina
Provvidenza
.
«
Allora
fui
subito
più
quieta
,
e
a
furia
d
'
interrogare
il
Signore
,
la
Madonna
e
i
Santi
,
mi
parve
proprio
che
rispondessero
di
sì
,
e
che
facevo
bene
ad
accettare
.
Anche
il
mio
confessore
fu
dello
stesso
parere
,
e
io
in
capo
ai
tre
giorni
dissi
alla
Superiora
che
accettavo
.
La
Duchessa
venne
subito
,
mi
chiamò
la
sua
cara
figliuola
,
e
mi
colmò
di
regali
stupendi
,
che
fanno
andare
in
estasi
le
mie
compagne
.
Il
mio
fidanzato
tornò
pure
parecchie
volte
,
e
io
adesso
non
capisco
più
come
ci
sia
scritto
nella
dottrina
che
la
moglie
ha
_
l
'
obbligo
_
di
amare
suo
marito
!
Bell
'
obbligo
,
bell
'
impresa
!
«
Io
,
per
dire
vero
,
capisco
di
parere
una
stupida
,
perchè
non
so
mai
trovare
il
coraggio
di
parlare
,
e
sono
anzi
più
contenta
di
star
lì
quieta
,
dietro
alla
grata
,
a
sentirlo
parlare
con
una
voce
dolce
come
,
oh
no
,
molto
più
dolce
di
quella
della
sua
mamma
,
e
a
vederlo
al
di
là
della
grata
appoggiare
sulle
sbarre
la
fronte
bianca
e
la
sua
barba
bionda
che
par
d
'
oro
.
Mi
sono
accorta
che
ha
gli
occhi
celesti
.
Poi
ha
delle
mani
bianche
bianche
,
con
un
anello
che
getta
certi
lampi
!
Mi
dice
delle
cose
....
delle
cose
....
Per
esempio
,
si
figuri
,
che
aveva
sentito
tanto
a
parlar
di
me
,
e
che
mi
voleva
bene
anche
prima
di
conoscermi
.
Si
vede
proprio
ch
'
è
il
dito
di
Dio
che
ci
ha
fatti
incontrare
.
Dice
che
farà
di
tutto
per
rendermi
contenta
,
che
esaudirà
i
miei
più
piccoli
desideri
;
anzi
,
per
farmi
piacere
,
è
stato
fissato
che
,
subito
dopo
il
matrimonio
,
partiremo
per
Astianello
.
Ah
,
pensi
,
il
mio
povero
Astianello
,
che
non
rivedo
da
dieci
anni
!
Sarà
certo
un
gran
dolore
lasciare
il
convento
,
e
queste
buone
suore
,
e
le
mie
compagne
,
ma
pure
,
benchè
senta
tanto
dispiacere
(
sarà
forse
una
cattiveria
?
)
,
sono
contenta
lo
stesso
,
e
mi
pare
,
come
le
ho
detto
,
di
essere
in
un
altro
mondo
.
Le
mie
amiche
ammirano
la
mia
felicità
,
le
suore
sono
contentissime
,
benchè
ogni
tanto
parlino
delle
croci
del
matrimonio
;
ma
io
credo
che
un
pochino
dicano
così
perchè
non
sanno
bene
come
sia
.
A
me
pare
che
non
mi
farei
proprio
monaca
per
tutto
l
'
oro
del
mondo
,
e
che
il
Signore
è
stato
troppo
buono
per
me
.
«
Mi
scusi
quest
'
orrore
di
lettera
.
Si
figuri
poi
se
avessi
scritto
in
inglese
con
quell
'
impiccio
di
_
should
_
e
_
would
_
!
Le
scriverò
per
dirle
quando
si
farà
il
matrimonio
.
Chi
sa
che
non
ci
possiamo
trovare
ancora
ad
Astianello
!
Pensi
!
Ad
Astianello
,
in
primavera
,
con
lui
....
volevo
dire
con
mio
marito
.
Che
parola
curiosa
,
nevvero
?
Non
dimentichi
il
nome
:
Giuliano
....
Duca
Giuliano
Lantieri
....
Io
però
l
'
ho
sempre
chiamato
signor
Duca
sino
ad
ora
,
e
lui
mi
dice
signorina
.
Chissà
come
farà
per
dire
Milla
!
...
«
Ieri
ho
pianto
tanto
pensando
alla
mia
povera
mamma
,
che
non
ho
mai
conosciuta
,
e
al
mio
papà
,
che
ho
perduto
così
presto
!
Oh
!
come
saranno
contenti
lassù
in
Paradiso
!
....
«
Ecco
che
mi
tornano
le
lagrime
agli
occhi
.
Mi
scusi
questa
lettera
,
chissà
quanti
errori
ci
sono
!
Mi
scriva
presto
,
e
mi
creda
la
sua
beata
,
felicissima
allieva
.
«
Torino
,
convento
dell
....
«
MILLA
D
'
ASTIANELLO
.
«_PS._
Non
si
scordi
il
nome
....
Giuliano
.
»
III
.
Ad
Astianello
la
notizia
giunse
improvvisa
,
in
una
lunga
lettera
d
'
affari
,
scritta
dal
tutore
all
'
agente
.
Il
matrimonio
sarebbe
celebrato
a
Torino
,
il
giorno
tal
dei
tali
,
e
,
dopo
un
viaggio
di
sei
ore
,
gli
sposi
giungerebbero
alla
stazione
ferroviaria
di
*
*
*
,
dove
troverebbero
le
carrozze
di
casa
per
recarsi
alla
villa
.
I
viali
inghiaiati
,
dar
aria
all
'
appartemento
celeste
,
quello
della
stanza
da
letto
che
dava
sul
terrazzino
,
e
prepararlo
per
gli
sposi
.
Il
desinare
per
due
,
alle
sette
.
Fu
una
gran
cosa
,
quell
'
annunzio
inaspettato
,
quel
vento
di
padrone
nuovo
,
che
si
era
levato
così
repentino
nell
'
atmosfera
.
Chi
era
?
com
'
era
lo
sposo
della
signorina
?
...
questo
essere
privilegiato
che
aveva
incontrata
una
fortuna
di
quella
sorte
?
...
Le
informazioni
giunsero
poche
e
alla
spicciolata
,
ma
qualche
cosa
si
seppe
di
questo
benedetto
sposo
.
Era
un
Duca
...
un
nobilone
anche
lui
,
che
sino
ad
allora
aveva
fatta
la
bella
vita
...
e
di
quattrini
non
glie
n
'
eran
rimasti
molti
.
Si
diceva
però
ch
'
era
bellissimo
,
e
la
signorina
si
era
innamorata
di
lui
in
convento
...
anche
perchè
una
mamma
avveduta
aveva
saputo
metter
le
mani
in
pasta
.
Siccome
il
loro
quartiere
non
era
pronto
,
venivano
ad
Astianello
.
La
curiosità
era
grande
fra
quella
buona
gente
,
e
l
'
incertezza
pure
.
Come
l
'
andrebbe
con
questo
padrone
nuovo
?
Chi
comanderebbe
,
lui
o
lei
?
E
le
razze
?
Se
ne
intendeva
colui
?
Avrebbe
saputo
mantenerle
bene
?
...
Nei
pascoli
non
si
parlava
d
'
altro
.
E
,
a
misura
che
s
'
avvicinava
il
giorno
dell
'
arrivo
,
una
trepidazione
più
affettuosa
,
meno
egoista
,
teneva
agitati
i
dipendenti
della
tenuta
,
e
questo
era
il
pensiero
del
marito
della
signorina
.
Finalmente
il
gran
giorno
spuntò
.
Un
bel
giorno
degli
ultimi
d
'
aprile
,
tiepido
,
sereno
;
un
vero
giorno
di
nozze
.
L
'
agente
diede
ordini
precisi
.
Alla
stazione
,
alle
4
pom
.
,
il
_
landau
_
,
con
quattro
cavalli
,
e
un
cacciatore
a
cavallo
per
seguire
la
carrozza
:
Drollino
per
l
'
appunto
,
ch
'
era
il
cavalcatore
più
destro
e
più
appariscente
che
ci
fosse
in
tutta
la
tenuta
.
Veramente
,
nello
spazio
di
questi
otto
anni
,
Drollino
s
'
era
fatto
bellissimo
.
Era
cresciuto
rapidamente
;
snello
e
gagliardo
come
un
antico
discobulo
.
L
'
indole
sua
non
aveva
subito
grandi
mutazioni
;
egli
aveva
serbato
una
grande
indipendenza
di
carattere
,
non
era
nè
allegro
,
nè
socievole
,
e
non
bazzicava
coi
suoi
compagni
più
di
quanto
lo
comportassero
le
esigenze
del
comune
mestiere
.
Stava
sempre
in
mezzo
ai
cavalli
,
in
scuderia
e
ai
pascoli
,
errava
continuamente
per
tutta
la
vasta
zona
dell
'
allevamento
.
Ora
non
bestemmiava
quasi
più
,
ma
continuava
nel
suo
sistema
di
parlar
poco
.
Era
ormai
presso
ai
venti
anni
,
e
,
se
avesse
voluto
,
avrebbe
potuto
destare
grandi
passioni
fra
le
ragazze
del
paese
;
ma
era
così
poco
gentile
con
loro
,
se
ne
occupava
così
poco
,
che
le
simpatie
,
scoraggiate
,
si
smorzavano
presto
.
In
complesso
,
ispirava
più
soggezione
che
simpatia
.
Ma
nella
tenuta
si
faceva
molto
calcolo
di
Drollino
.
Intollerante
d
'
ogni
lezione
,
aveva
imparato
solo
,
a
furia
di
volontà
tenace
,
le
più
ardite
prodezze
del
suo
mestiere
.
Era
il
primo
domatore
che
vantasse
casa
d
'
Astianello
.
Ahimè
!
non
più
d
'
Astianello
...
Lantieri
!
Aveva
un
metodo
tutto
suo
per
venire
a
capo
delle
bestie
più
ribelli
,
un
metodo
ch
'
egli
non
insegnava
ad
altri
,
che
aveva
appreso
,
si
diceva
,
da
un
certo
mandriano
di
tori
,
mezzo
stregone
,
mezzo
zingaro
,
un
pochino
contrabbandiere
.
Può
essere
che
non
fosse
tutta
arte
naturale
.
Si
dubitava
d
'
un
segreto
;
d
'
una
specie
di
malìa
.
Egli
,
per
non
essere
seccato
,
lasciava
che
questa
diceria
si
perpetuasse
nella
tenuta
;
forse
lui
stesso
ignorava
come
gli
venisse
fatto
di
dominare
a
quel
modo
,
con
una
specie
di
forza
magnetica
,
i
cavalli
più
indocili
.
Voleva
!
ecco
tutto
.
Era
sempre
serio
,
benchè
non
si
potesse
accusarlo
di
tetraggine
o
di
malumore
.
E
meglio
che
coi
compagni
,
meglio
che
colle
rusticane
beltà
della
tenuta
,
egli
pareva
trovarsi
contento
nelle
solitudini
grandiose
del
piano
,
dove
la
sua
compagna
,
quasi
inseparabile
,
era
Mia
!
Mia
era
diventata
una
stupenda
giumenta
,
celebre
per
la
bellezza
eccezionale
delle
sue
forme
,
e
per
le
qualità
dell
'
indole
propria
.
Quando
Drollino
attraversava
i
pascoli
,
cavalcando
Mia
anche
a
dorso
nudo
,
i
palafrenieri
ed
i
cavallanti
interrompevano
le
loro
faccende
,
per
fermarsi
ad
ammirare
quel
gruppo
magnifico
.
La
riputazione
di
Mia
aveva
oltrepassati
i
limiti
della
tenuta
e
vistosissime
offerte
di
compra
erano
giunte
sino
a
Drollino
,
ma
il
giovane
rispondeva
con
un
no
così
brusco
e
reciso
che
ormai
nessuno
più
s
'
attentava
a
intavolar
trattative
.
Mia
era
l
'
orgoglio
,
la
passione
di
Drollino
.
Non
aveva
mai
permesso
a
nessuno
di
cavalcarla
nè
di
governarla
ed
era
istancabile
nell
'
usarle
infinite
e
delicatissime
cure
.
Qualche
volta
le
andava
mormorando
all
'
orecchio
qualche
parola
,
come
se
ella
potesse
intenderlo
...
dargli
retta
.
Si
faceva
ubbidire
senza
mai
batterla
,
l
'
aveva
avvezzata
ad
una
straordinaria
sensibilità
di
bocca
...
Il
suo
sogno
di
bambino
era
esaudito
;
quella
cavalla
,
era
sua
,
sempre
,
veramente
sua
....
No
!
non
sempre
.
Un
caso
esisteva
,
solo
,
ma
esisteva
,
in
cui
la
voce
di
Drollino
perdeva
ogni
prestigio
per
l
'
orecchio
di
Mia
.
In
_
quel
_
caso
,
Mia
si
ribellava
.
Nulla
poteva
vincere
quella
ribellione
,
non
cure
,
non
richiami
,
non
castighi
violenti
nè
scudisciate
crudeli
.
Mia
aveva
paura
dello
sparo
di
un
'
arme
da
fuoco
.
Una
paura
insana
,
delirante
,
che
determinava
in
lei
come
l
'
accesso
d
'
un
pazzo
orgasmo
.
Appena
udito
lo
sparo
essa
partiva
a
gran
carriera
,
colle
nari
al
vento
,
con
un
acuto
nitrito
di
dolore
.
E
per
non
esser
balzati
di
sella
o
dal
legnetto
leggero
a
cui
Drollino
soleva
talvolta
attaccare
la
sua
cavalla
,
bisognava
proprio
esser
lui
,
coi
suoi
garretti
ed
i
suoi
polsi
d
'
acciaio
.
Drollino
aveva
fatto
il
fattibile
per
guarire
la
povera
bestia
da
quella
suscettibilità
nervosa
dell
'
udito
;
ma
non
era
venuto
a
capo
di
nulla
e
Mia
in
quei
momenti
,
diventava
anche
per
lui
una
cavalla
pericolosa
.
Nella
tenuta
si
sapeva
di
quest
'
unico
difetto
di
Mia
;
ma
nessuno
ardiva
tenerne
parola
a
Drollino
,
da
poi
che
un
mozzo
malaccorto
,
per
avergli
rimproverata
con
scherno
quella
codardia
della
cavalla
,
s
'
era
buscata
...
Dio
!
che
tempesta
di
pugni
s
'
era
buscata
colui
!
*
*
*
*
*
Davanti
alla
piccola
stazione
pochi
contadini
attoniti
e
sbalorditi
guardano
lo
splendido
_
landeau
_
che
un
cocchiere
imponente
,
guidando
quattro
massicci
cavalli
meklemburghesi
,
fa
passeggiare
al
passo
sulla
spianata
.
Un
po
'
in
disparte
,
un
palafreniere
in
gran
livrea
frena
a
stento
lo
scalpicciare
inquieto
di
una
superba
giumenta
,
Mia
.
Ogni
tanto
Drollino
la
lascia
sbizzarrire
un
po
'
,
osservando
con
occhio
malizioso
il
prudente
_
dietro
front
_
del
sig
.
Damelli
,
agente
della
casa
,
ch
'
è
venuto
anch
'
egli
ad
ossequiare
gli
sposi
e
che
non
pare
troppo
smanioso
di
proseguire
la
sua
passeggiata
in
vicinanza
della
cavalla
.
Ma
udendo
il
treno
rumoreggiare
in
lontananza
Drollino
si
mette
in
guardia
e
raccoglie
le
briglie
.
Il
_
landeau
_
si
ferma
proprio
dirimpetto
alla
stazione
,
la
locomotiva
è
visibile
e
le
teste
si
protendono
,
curiose
.
Un
nereggiamento
rumoroso
s
'
avvicina
velocissimo
,
traendosi
dietro
un
gran
pennacchio
di
fumo
bianco
.
Si
sente
una
scampanellata
,
si
vede
sventolare
una
bandiera
rossa
.
Mia
s
'
inquieta
,
sbuffa
,
accenna
ad
impennarsi
,
ma
il
suo
cavaliere
le
stringe
i
fianchi
come
in
una
morsa
di
acciaio
,
mentre
colla
mano
guantata
in
pelle
di
daino
,
accarezza
il
collo
della
cavalla
,
battendo
leggermente
sulla
criniera
.
Mia
si
rassegna
ed
aspetta
,
ma
colle
orecchie
tese
,
coi
garretti
frementi
.
Un
lungo
fischio
risuona
oltre
i
cancelli
,
il
treno
si
ferma
e
riparte
un
minuto
dopo
,
ed
in
mezzo
ad
un
po
'
di
ressa
,
emerge
dalla
porta
della
stazione
avanzandosi
verso
il
_
landeau
_
,
una
giovane
e
bellissima
coppia
.
Son
dessi
!
...
Gli
sposi
di
otto
ore
prima
.
Drollino
la
vede
subito
,
la
guarda
,
come
trasognato
!
Si
,
è
lei
...
la
signorina
.
Ingrandita
,
di
certo
,
ma
non
tanto
e
sempre
quel
visino
dolcissimo
.
Com
'
è
pallida
!
...
Ma
ora
,
con
quel
sorriso
sulle
labbra
,
par
tal
e
quale
la
Milla
di
otto
anni
fa
!
Porta
un
gran
cappellone
,
tutto
velluto
nero
e
piume
nere
,
un
abito
inglese
,
attillato
e
scuro
.
Gira
attorno
uno
sguardo
,
ch
'
è
a
un
tempo
commosso
,
sgomentato
e
felice
.
L
'
intendente
si
fa
innanzi
ad
ossequiarla
.
Essa
s
'intenerisce.--Ah!
signor
Damelli
,
nevvero
!
...
il
mio
povero
Papà
...
-
-
Sulle
palpebre
castane
spunta
una
lagrima
.
Poi
la
sposa
si
scuote
,
sorride
,
arrossisce
,
e
presenta
il
signor
Damelli
a
Giuliano
...
il
duca
...
mio
marito
.
È
la
prima
volta
che
dice
così
:
«
mio
marito
.
»
Il
qual
marito
è
senza
dubbio
un
bellissimo
giovane
,
non
molto
grande
,
grassotto
,
con
una
barba
d
'
oro
alla
nazzarena
.
I
tratti
signorili
all
'
estremo
,
tondi
,
tendenti
al
floscio
.
È
amabilissimo
col
signor
Damelli
,
d
'
una
amabilità
languida
,
che
,
se
si
avesse
il
tempo
di
studiarla
,
parrebbe
un
pochino
sprezzante
.
Ha
un
non
so
che
di
seccato
che
consola
;
nel
suo
sorriso
fisso
,
nell
'
azzurro
acceso
dei
suoi
occhi
,
si
legge
una
premura
insolente
d
'
essere
a
casa
.
Drollino
,
immobile
,
snello
sulla
sua
bella
cavallona
,
lo
guarda
attentamente
,
scrutando
quella
nuova
faccia
di
padrone
,
che
non
lo
soddisfa
.
Però
,
con
una
riflessione
degna
del
suo
senno
pratico
,
pensa
che
per
giudicare
infallibilmente
d
'
un
uomo
bisogna
prima
averlo
veduto
in
sella
.
Mentre
si
caricano
i
bauli
,
Milla
si
guarda
attorno
per
ritrovare
quel
noto
paesaggio
.
E
in
questo
paesaggio
vede
la
macchietta
immobile
di
un
palafreniere
a
cavallo
.
Guarda
,
le
pare
,
non
le
pare
,
vede
due
occhi
scintillanti
,
una
faccia
bruna
:
-
-
Oh
!
-
-
dice
sorridendo
,
commossa
.
-
-
Drollino
!
Drollino
s
'
inchina
profondamente
,
mentre
una
fiamma
impetuosa
arrossa
la
tinta
bruna
del
suo
viso
.
Milla
avvicinandosi
,
gli
dice
:
-
-
Oh
,
Drollino
!
come
ti
sei
fatto
grande
!
Poi
si
ricorda
di
Mia
,
e
gli
chiede
di
Mia
.
-
-
Eccola
-
-
dice
Drollino
,
accennando
la
sua
cavalcatura
.
Milla
stende
la
mano
come
per
accarezzar
Mia
,
ed
entrambi
,
palafreniere
e
Duchessa
,
sorridendo
,
si
ricordano
.
Ma
i
bauli
sono
caricati
,
e
il
Duca
s
'
è
sbarazzato
del
signor
Damelli
.
-
-
Milla
!
chiama
con
impazienza
.
Essa
dimentica
Drollino
,
dimentica
Mia
,
li
lascia
sui
due
piedi
senza
salutare
,
e
si
avvicina
a
sua
marito
,
che
le
offre
il
braccio
,
per
aiutarla
a
entrare
in
carrozza
.
-
-
Avanti
,
-
-
ordina
il
Duca
;
e
sulla
strada
polverosa
,
stretta
,
fiancheggiata
dai
vasti
campi
del
grano
ancor
verde
,
i
quattro
cavalli
trottano
rapidi
e
pomposi
.
Drollino
è
rimasto
dietro
la
carrozza
,
aspettando
che
una
maggior
larghezza
della
via
gli
permetta
di
oltrepassar
l
'
attacco
.
Il
_
landeau
_
è
aperto
;
ed
egli
vede
il
cappellone
di
piume
nero
e
l
'
elegante
berretto
scozzese
da
viaggio
farsi
vicini
uno
all
'
altro
,
chinandosi
,
come
se
volessero
intavolare
loro
la
conversazione
...
,
vede
delle
larghe
spalle
irrequiete
e
delle
spalluccie
fine
che
tremano
un
poco
....
vedo
dei
profili
in
moto
,
delle
labbra
che
parlano
e
sorridono
.
Ma
,
ad
un
tratto
,
il
cappellone
nero
,
come
se
avvertise
un
pericolo
,
si
tira
in
là
...
bruscamente
.
Allora
il
Duca
,
con
un
movimento
d
'
impazienza
quasi
brutale
,
si
volta
.
-
-
Passa
avanti
,
-
-
dice
ruvidamente
a
Drollino
.
Mia
si
sente
a
figgere
gli
sproni
nei
fiacchi
,
si
sente
spinta
in
un
passaggio
strettissimo
,
che
corre
fra
la
carrozza
ed
i
campi
,
a
sinistra
della
via
.
Passa
rapida
come
un
lampo
,
e
Drollino
non
vede
la
mano
del
Duca
correre
sotto
l
'
ala
del
cappellone
nero
e
posarsi
,
imperiosamente
morbida
,
sulla
spalla
della
Duchessa
.
Il
personale
della
tenuta
era
quasi
tutto
riunito
al
cancello
del
viale
d
'
ipocastani
.
La
balia
di
Milla
e
la
fattoressa
piagnucolavano
,
affettuosamente
,
parlando
della
loro
piccina
che
tornava
,
ed
era
sposa
!
Era
un
sussurrìo
continuo
di
osservazioni
,
di
ricordi
,
di
pronostici
....
e
il
coro
non
faceva
sosta
se
non
quando
s
'
udiva
da
lungi
sulla
via
il
rumore
d
'
un
veicolo
.
Allora
le
parole
si
facevano
tronche
...
sommesse
...
Ora
viene
...
è
lei
...
a
momenti
...
è
qui
.
Ma
non
era
mai
lei
,
e
intanto
annottava
.
Finalmente
s
'
udì
un
galoppo
continuo
,
concitato
...
Sono
loro
di
certo
.
E
tutti
ritti
in
punta
di
piedi
,
per
veder
meglio
e
prima
.
Ma
no
...
era
Drollino
.
Lui
a
briglia
sciolta
,
coi
capelli
al
vento
,
pareva
un
indemoniato
.
Mia
era
tutta
bianca
di
schiuma
.
Con
due
sbalzi
,
cavalla
e
cavaliere
oltrepassarono
il
cancello
fra
le
due
ali
di
folla
che
davanti
a
quell
'
arrivo
precipitoso
s
'
erano
ritirate
gridando
.
Drollino
non
si
fermò
a
dar
spiegazioni
,
corse
via
sempre
di
carriera
,
e
scomparve
quasi
subito
nella
direzione
dei
pascoli
.
La
carrozza
coi
quattro
cavalli
non
giunse
che
venti
minuti
dopo
.
IV
.
Alla
torre
bruna
del
campanile
,
l
'
orologio
,
serio
e
grave
,
annunziava
le
dieci
e
mezzo
.
Il
desinare
degli
sposi
era
finito
da
non
molto
,
ed
il
Duca
,
parlando
languidamente
della
stanchezza
dei
viaggio
,
aveva
subito
condotto
Milla
di
sopra
,
della
loro
stanza
....
E
la
camere
illuminate
e
silenziose
,
la
fuga
delle
sale
a
terreno
avevano
veduto
passare
quella
coppia
,
taciturna
ormai
....
sui
passi
del
domestico
,
che
spalancava
gli
usci
.
Poi
gli
usci
s
'
erano
chiusi
,
e
non
si
sentiva
rumore
di
sorta
.
Il
chiasso
e
l
'
allegria
s
'
eran
concentrati
nel
tinello
della
servitù
....
dove
e
vino
e
motti
festosi
correvano
senza
posa
in
mezzo
alle
libere
risate
e
alle
libere
frasi
.
Ma
quella
gazzarra
schietta
e
grossolana
moriva
lì
,
tra
le
pareti
crudamente
bianche
di
quel
locale
.
La
casa
era
immersa
in
un
silenzio
religioso
,
come
addormentata
,
nella
serenità
luminosa
della
notte
.
Biancheggiava
alta
,
chiusa
,
signorile
,
nel
vivo
chiaro
di
luna
che
,
piovendo
senza
riparo
sulla
facciata
,
pareva
rivestirla
d
'
un
'
immensa
frescura
d
'
argento
.
L
'
ombra
della
villa
spiccava
di
fianco
nerissima
,
sul
verde
umido
del
giardino
.
In
quella
luce
dolce
,
senza
bagliori
,
tutto
pareva
acquistare
un
forte
risalto
di
contorni
,
ed
il
fogliame
scuro
del
viale
pareva
staccarsi
,
cesellato
,
sullo
sfondo
dell
'
aria
serena
,
tinta
d
'
un
cupo
azzurro
grigiastro
.
Una
pace
infinita
.
Attorno
al
laghetto
,
nel
canneto
,
qualche
breve
sussurro
di
giunchi
dondolati
da
una
subita
bava
di
vento
notturno
;
dalla
parte
del
viale
,
qualche
nota
smarrita
di
rosignuolo
....
L
'
aria
era
pregna
d
'
un
odore
forte
e
grato
di
serenella
....
e
ve
n
'
era
infatti
una
gran
macchia
,
tutta
in
fiore
,
poco
discosto
....
In
mezzo
a
quella
pace
e
a
quel
silenzio
,
una
ombra
mascolina
or
s
'
allungava
,
or
si
faceva
più
corta
sulla
ghiaia
del
giardino
,
a
seconda
della
direzione
del
corpo
che
la
proiettava
.
Era
l
'
ombra
di
Drollino
.
Il
giovane
palafreniere
s
'
era
trovato
lì
senza
sapere
come
,
nè
perchè
....
Quel
fracasso
infernale
del
tinello
l
'
aveva
stordito
;
era
uscito
per
respirare
un
po
'
d
'
aria
fresca
,
e
camminava
in
su
e
in
giù
sulla
grande
spianata
.
Si
fermò
un
momento
dietro
alla
macchia
delle
serenelle
,
guardando
come
trasognato
la
doppia
scalinata
che
sale
sulla
facciata
della
villa
e
fa
capo
alla
terrazzina
del
primo
piano
.
Sapeva
esser
quello
l
'
appartamento
destinato
agli
sposi
.
La
brezza
notturna
si
mette
improvvisamente
in
moto
.
Allora
tutto
quell
'
arruffio
di
piante
arrampicanti
,
avvinghiate
alla
balaustra
,
s
'
agita
,
freme
,
i
fiori
oscillano
,
rizzano
le
pendule
teste
sui
rami
curvati
ad
arco
.
Anche
loro
vogliono
vedere
:
come
lui
....
Perchè
?
...
Cosa
importa
ai
fiori
delle
fatali
ore
umane
?
E
cosa
importa
a
lui
,
a
quel
giovane
ineducato
,
mezzo
zingaro
,
mezzo
selvaggio
,
che
se
la
dice
e
sta
coi
cavalli
più
volentieri
che
coi
pari
suoi
?
La
finestra
s
'
aprì
impetuosamente
.
Milla
apparve
....
lassù
sul
terrazzino
.
Non
aveva
più
il
suo
elegante
vestito
da
viaggio
;
la
sua
personcina
,
minuta
,
snella
,
era
avvolta
in
un
'
ampia
_
douillette
_
di
casimirra
bianca
.
E
subito
,
alle
spalle
di
Milla
,
ecco
il
Duca
....
Milla
voltò
il
visino
smarrito
verso
la
luna
....
quella
vecchia
amica
di
tutte
le
gioventù
!
Ma
egli
no
,
non
lo
guardò
neppure
quel
disco
pallido
e
muto
.
Parlava
,
e
il
vento
portava
le
sue
parole
,
brevi
,
tronche
,
come
soffocate
:
-
-
Ma
che
idea
!
vieni
,
amor
mio
....
vieni
.
Essa
rideva
,
appoggiata
,
stretta
alla
balaustra
,
come
una
rondine
che
,
in
tempo
di
bufera
,
si
stringe
alla
gronda
.
-
-
Vieni
,
vieni
!
-
-
ripeteva
il
Duca
,
null
'
altro
che
:
«vieni.»
Ma
quella
parola
vibrava
....
ardente
....
nell
'
aria
fresca
.
Milla
lo
pregava
d
'
aspettare
un
momento
.
-
-
Oh
!
Giuliano
....
no
....
aspetta
un
momento
....
ti
prego
....
guarda
....
com
'
è
bello
!
Era
smarrita
,
ansante
;
guardava
quella
gran
pace
di
luce
smorta
,
quella
divina
poesia
notturna
,
che
nell
'
ora
suprema
della
sua
esistenza
metteva
un
minuto
di
suprema
poesia
d
'
amore
.
Ma
il
Duca
,
in
quel
momento
,
non
aveva
nessuna
voglia
di
contemplare
la
luna
,
la
trovava
anzi
molto
inutile
...
;
non
disse
più
:
«
vieni
,
»
ma
,
avanzandosi
rapidamente
verso
Milla
,
la
recinse
con
un
braccio
alla
vita
.
Essa
non
lottò
,
lasciò
andare
il
capo
all
'
indietro
,
sinchè
lo
sentì
appoggiato
sul
petto
di
lui
,
ed
alzò
gli
occhi
a
guardar
Giuliano
.
Allora
egli
chinò
il
volto
,
e
le
baciò
la
bocca
dando
un
passo
addietro
.
E
così
,
adagino
adagino
,
con
quel
metodo
,
camminando
a
ritroso
,
a
furia
di
baci
,
di
sconnesse
parole
,
la
ricondusse
sulla
soglia
.
Poi
sciogliendosi
per
un
momento
si
voltò
repentino
a
serrar
le
gelosie
,
i
vetri
,
le
imposte
e
quanto
diavolo
c
'
era
.
Di
fuori
,
rimase
il
lume
di
luna
,
così
perentoriamente
messo
alla
porta
.
E
nel
lume
di
luna
,
la
faccia
turbata
,
quasi
stravolta
di
Drollino
!
Sua
!
mormorò
il
giovane
....
E
digrignò
i
denti
....
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Si
guardò
attorno
.
Era
precisamente
in
quel
lato
del
giardino
dove
,
otto
anni
prima
,
aveva
avvertito
l
'
avvicinarsi
dei
malfattori
.
Rivide
,
colla
memoria
,
quelle
tre
faccie
sinistre
sbucanti
cautamente
dall
'
oscurità
del
viale
!
...
Ma
ora
,
la
pace
era
completa
.
La
facciata
della
villa
taceva
nella
molle
bianchezza
che
l
'
illuminava
.
Un
subito
pensiero
scosse
Drollino
.
Provò
un
impulso
....
quello
di
destare
ancora
,
tutti
con
un
grido
d
'
allarme
:
al
ladro
.
Ma
si
trattenne
,
con
uno
sforzo
violento
che
gli
fece
provare
come
un
senso
di
stringimento
alle
fauci
....
Ah
Cris
....
Ma
non
potè
finir
quella
parola
...
neppur
quella
...
Allora
,
come
se
lo
avesse
colpito
un
subito
spavento
,
fuggì
rapidamente
pel
viale
e
scomparve
nell
'
ombra
,
sforacchiata
dai
cerchiolini
argentei
che
piovevano
a
terra
,
sotto
il
traforo
del
fogliame
.
*
*
*
*
*
Pochi
giorni
dopo
,
il
Duca
e
la
Duchessa
vennero
,
in
carrozza
s
'
intende
,
a
visitare
i
pascoli
.
Le
puledrine
erravano
,
sgambettando
attorno
alle
madri
,
che
posatamente
pascevano
,
alzando
ogni
tanto
le
teste
per
guardare
,
con
quei
loro
occhi
calmi
e
profondi
,
l
'
orizzonte
sereno
del
piano
.
Qualche
gaio
nitrito
echeggiava
qua
e
là
nelle
mandrie
e
le
grandi
biche
del
fieno
maggengo
profumavano
l
'
atmosfera
,
accanto
ai
casolari
.
Drollino
,
osservava
con
piena
soddisfazione
l
'
equipaggio
,
una
leggiadra
_
vittoria
_
attaccata
a
due
nervosi
cavalli
ungaresi
.
Stava
un
po
'
in
disparte
,
di
fianco
alla
carrozza
.
Che
cosa
curiosa
era
mai
quella
Duchessa
!
La
sua
piccola
persona
scompariva
quasi
nell
'
ampiezza
della
vittoria
e
nell
'
intricata
vicenda
di
trine
bianche
e
_
thibel
_
grigio
tenero
della
sua
stupenda
_
toilette
_
di
primavera
,
ma
la
bianchezza
dell
'
incarnato
,
la
delicatezza
squisita
dell
'
ovale
e
la
grazia
soave
della
fisonomia
componevano
nello
sfondo
roseo
dell
'
ombrellino
aperto
,
un
quadretto
supremamente
gentile
.
Essa
non
aveva
più
l
'
aria
sgomentata
;
era
un
po
'
pallida
,
ma
su
quel
passeggiero
abbattimento
dei
tratti
,
che
dolcezza
infinita
di
contento
,
che
luce
ridente
,
quanto
raggio
di
gioia
,
d
'
un
orgoglio
nuovo
,
appassionato
!
Un
sorriso
lievemente
estatico
le
posava
sulle
labbra
ed
ella
riusciva
a
gran
stento
a
strappare
ogni
tanto
dal
volto
del
Duca
il
suo
sguardo
,
invincibilmente
affascinato
.
Il
Duca
,
quieto
,
ilare
e
molto
bello
,
nel
suo
elegante
_
tout
de
même
_
inglese
,
rispondeva
ad
intervalli
alla
involontaria
fissità
degli
sguardi
di
lei
,
con
certe
rapide
e
molli
carezze
dell
'
occhio
.
E
con
una
compiacenza
,
non
meno
paga
e
sincera
,
guardava
pure
i
cavalli
che
il
capo
di
scuderia
gli
andava
accennando
e
che
i
mozzi
della
tenuta
facevano
passeggiare
avanti
e
indietro
a
fianco
della
_
vittoria
_
.
Egli
li
esaminava
,
socchiudendo
per
vederci
meglio
,
uno
dei
suoi
splendidi
occhi
azzurri
.
Faceva
il
possibile
onde
persuadere
gli
astanti
d
'
essere
al
fatto
di
quanto
costituisce
la
difficile
arte
dell
'
allevamento
equino
,
ma
le
sue
cognizioni
in
proposito
,
limitate
al
dispendioso
sì
,
ma
ristretto
_
dilettantismo
_
dei
più
dei
giovanotti
eleganti
,
non
impedivano
che
ogni
tanto
gli
scappassero
detti
certi
maestosi
strafalcioni
,
che
la
Duchessa
aveva
per
vangelo
,
ma
che
sortivano
un
ben
altro
effetto
presso
gli
altri
.
Qualche
sorrisetto
spuntava
qua
e
là
sui
volti
abbronzati
;
mozzi
e
palafrenieri
scambiavano
certi
sguardi
,
ch
'
erano
vere
salve
di
canzonatura
.
Il
Duca
non
se
ne
accorse
,
e
incoraggiato
da
un
intimo
sentimento
della
propria
disinvoltura
,
volle
scendere
,
per
scegliere
un
cavallo
da
sella
,
ch
'
egli
destinerebbe
al
suo
uso
particolare
.
Ne
provò
parecchi
e
dei
migliori
,
ma
su
tutti
trovò
a
ridire
.
Questo
aveva
la
bocca
dura
,
quello
il
trotto
ineguale
....
quell
'
altro
l
'
andatura
sgarbata
....
Alla
lunga
,
s
'
impazientì
.
A
lui
non
piacevano
....
ecco
!
...
era
abituato
a
ben
altri
_
soggetti
_
....
Già
;
con
queste
benedette
razze
italiane
,
è
inutile
,
ci
sarebbero
sempre
degli
inconvenienti
!
E
anche
le
mandre
,
i
riparti
,
i
pascoli
lasciavano
molto
a
desiderare
....
Penserebbe
,
provvederebbe
lui
;
ci
voleva
un
altro
impianto
;
ecco
cosa
ci
voleva
!
A
un
tratto
gli
venne
veduta
,
un
po
'
in
lontananza
una
cavalla
alta
,
di
stupende
forme
,
con
una
testa
fina
,
delle
gambe
sottili
e
nervose
,
un
collo
elegantissimo
,
sul
quale
i
turgidi
meandri
delle
vene
spiccavano
in
nitido
risalto
.
La
cavalla
stava
immobile
,
in
una
posa
felicissima
e
atta
a
far
valere
la
classica
bellezza
delle
sue
linee
.
-
-
To
!
pensò
il
Duca
!
ecco
il
caso
mio
.
Si
voltò
verso
l
'
intendente
e
gli
disse
accennando
quella
cavalla
:
-
-
Ecco
un
discreto
prodotto
;
come
si
chiama
?
-
-
Mia
!
-
-
rispose
dietro
alla
_
vittoria
_
una
voce
giovane
e
vibrata
.
Il
Duca
si
voltò
e
vide
che
chi
aveva
detto
quel
nome
era
uno
dei
cavallari
.
Per
cui
,
senza
rispondere
a
colui
,
si
rivolse
nuovamente
all
'
agente
:
-
-
Che
nome
ridicolo
....
Dev
'
essere
una
buona
bestia
....
Amerei
vederla
in
moto
.
D
'
un
salto
,
e
benchè
Mia
non
fosse
sellata
,
Drollino
le
fu
in
groppa
.
Sciolse
la
cavezza
,
e
si
mise
in
moto
.
Con
due
o
tre
monosillabi
fece
prendere
successivamente
alla
cavalla
il
trotto
,
il
galoppo
,
saltar
una
barriera
,
fermarsi
repentina
,
poi
tornare
scambiettando
al
sito
donde
avea
prese
le
mosse
.
E
tutto
questo
fu
compiuto
in
un
momento
,
con
una
maestria
,
una
sveltezza
,
una
_
bravura
_
ammirabili
.
-
-
Bravo
,
Drollino
!
-
-
sclamò
la
Duchessa
con
entusiasmo
e
guardando
suo
marito
per
vedere
l
'
_
effetto
_
che
sortiva
in
lui
lo
spettacolo
della
valentìa
di
Drollino
.
Ma
il
Duca
non
si
degnò
di
esprimere
la
sua
soddisfazione
.
Ordinò
che
sellassero
la
cavalla
;
voleva
provarla
.
L
'
intendente
rimase
un
po
'
imbarazzato
.
-
-
Veramente
....
signor
Duca
....
-
-
Cosa
?
-
-
chiese
brusco
il
padrone
.
-
-
Ecco
....
signor
Duca
....
certamente
...
,
si
figuri
....
ma
vede
,
quella
cavalla
....
sicuro
....
è
bensì
un
prodotto
della
tenuta
,
ma
non
appartiene
propriamente
alla
tenuta
.
-
-
No
?
e
di
chi
è
?
...
-
-
Mia
!
-
-
disse
tranquillamente
Drollino
,
che
,
disceso
di
sella
,
stava
ritto
accanto
alla
cavalla
,
guardando
fisso
il
Duca
.
-
-
Ah
!
-
-
rispose
questi
con
suprema
indifferenza
.
Risalì
in
carrozza
e
si
rivolse
di
nuovo
al
signor
Damelli
:
-
-
Come
mai
si
permette
a
un
addetto
alla
tenuta
di
tener
cavalli
proprii
?
...
Damelli
tentò
una
specie
di
giustificazione
.
-
-
Era
stato
il
fu
signor
Principe
,
in
ricompensa
d
'
un
importante
servigio
....
-
-
Queste
sono
irregolarità
-
-
interruppe
il
Duca
-
-
cose
che
non
dovrebbero
accadere
.
Mi
avvedo
che
ci
sono
varie
riforme
da
fare
in
questa
tenuta
.
Provvederemo
,
provvederemo
.
Il
signor
Damelli
,
più
ossequioso
che
mai
,
si
affrettava
a
scappellare
,
vedendo
che
il
Duca
si
disponeva
a
dar
l
'
ordine
di
partenza
.
Ma
i
fastidi
del
buon
intendente
non
eran
finiti
.
Il
Duca
gli
fè
segno
d
'
accostarsi
,
e
gli
disse
abbassando
la
voce
:
-
-
Caro
signor
Damelli
,
ella
ha
l
'
incarico
di
pagare
a
quel
ragazzo
il
valore
della
cavalla
e
di
farla
condurre
stasera
in
scuderia
.
-
-
Avanti
-
-
ordinò
poscia
al
cocchiere
;
e
la
carrozza
si
mosse
in
mezzo
ai
saluti
ossequiosi
dei
dipendenti
.
Ma
,
appena
rizzate
,
quasi
tutte
le
teste
ebbero
un
dondolìo
:
il
nuovo
padrone
non
era
riescito
simpatico
a
nessuno
,
e
lo
si
giudicava
severamente
.
Che
boria
!
che
fare
sprezzante
!
E
che
bel
modo
di
stare
in
sella
!
com
'
era
sgarbato
a
cavallo
!
che
personale
tozzo
,
che
corporatura
floscia
,
molle
!
A
loro
non
pareva
neppur
bello
di
viso
con
quella
faccia
bianca
e
grassa
,
quegli
occhi
di
vetro
celeste
,
e
quel
barbone
biondo
!
La
Duchessa
,
quella
sì
...
;
a
lei
,
ch
'
era
una
donna
,
stava
bene
il
visino
bianco
.
E
com
'
era
contenta
,
come
sorrideva
,
come
conosceva
tutti
!
S
'
era
ricordata
persino
d
'
un
vecchio
mozzo
che
una
volta
,
quand
'
essa
era
piccina
,
le
aveva
fatto
fare
il
giro
del
giardino
sulla
carretta
del
fieno
!
Ah
!
che
povera
idea
aveva
avuta
la
signorina
d
'
innamorarsi
di
quel
biondone
spiantato
che
non
sapeva
far
altro
che
criticare
a
diritto
e
a
rovescio
.
-
-
Eppure
-
-
concluse
un
Pedrolo
osservatore
-
-
si
capisce
ch
'
essa
gli
è
_
morta
addietro
_
!
Morta
addietro
?
Sì
certamente
;
quel
Pedrolo
non
andava
errato
.
Milla
s
'
era
completamente
smarrita
nella
repentina
rivelazione
d
'
un
amore
ch
'
essa
non
aveva
avuto
il
tempo
di
prevenire
,
studiandolo
o
immaginandolo
.
Il
cuore
della
bambina
s
'
era
improvvisato
cuor
di
donna
,
e
la
scossa
subitanea
di
quella
trasformazione
era
stata
più
forte
di
lei
.
La
prima
goccia
della
tazza
era
bastata
per
inebbriare
Milla
;
essa
era
ebbra
d
'
amore
,
pazza
d
'
amore
.
E
su
di
lei
era
piombata
quella
strana
,
malaugurata
specie
di
passione
che
invade
facilmente
le
anime
pure
e
ignoranti
,
la
passione
più
innocente
e
più
pericolosa
,
più
sublime
e
più
sciocca
fra
tutte
,
quella
che
non
calcola
,
che
spende
,
spande
,
sperpera
scioccamente
tesori
di
tenerezza
senza
mai
fermarsi
a
noverare
quanto
ha
dato
,
o
a
chiedere
quanto
ha
ricevuto
.
Passione
sitibonda
di
schiavitù
,
che
nell
'
oggetto
del
suo
culto
crea
infallibilmente
il
tiranno
dell
'
oggi
e
forse
l
'
annoiato
del
domani
.
Alla
sera
di
quel
giorno
memorabile
,
il
signor
Damelli
,
terribilmente
imbrogliato
e
coll
'
aria
d
'
un
cane
che
ha
lasciata
scappar
la
lepre
,
si
presentò
al
cospetto
del
signor
Duca
.
-
-
Ebbene
?
-
-
gli
chiese
questo
imperiosamente
.
Il
sig
.
Damelli
non
sapeva
da
che
parte
rifarsi
.
Ma
finalmente
,
con
molti
giri
e
rigiri
di
frasi
,
finì
col
confessare
che
aveva
fatto
un
buco
nell
'
acqua
.
-
-
Oh
!
Eccellenza
,
si
figuri
,
è
proprio
riconoscentissimo
quel
giovane
,
anzi
mi
ha
detto
di
ringraziarla
della
sua
generosa
offerta
....
Ma
creda
....
che
non
....
insomma
sarebbe
per
lui
una
vera
disgrazia
....
Egli
adora
quella
cavalla
....
non
vuole
....
insomma
non
può
separarsene
!
-
-
No
?
-
-
disse
il
Duca
.
-
-
Com
'
è
ingenuo
,
caro
signor
Damelli
.
Non
vede
che
quel
ragazzaccio
voleva
far
salire
l
'
offerta
?
-
-
L
'
ho
fatta
salire
,
l
'
ho
fatta
salire
-
-
s
'
affrettò
a
rispondere
l
'
intendente
;
-
-
ho
promesso
una
somma
enorme
,
ho
detto
che
il
prezzo
lo
fissasse
lui
.
Ma
nulla
....
l
'
ostinazione
di
quel
giovane
fu
invincibile
.
Pare
ch
'
egli
abbia
una
specie
di
_
arlia
_
per
quella
bestia
....
Fu
un
attestato
di
riconoscenza
del
povero
Principe
,
per
un
import
....
-
-
Basta
!
-
-
disse
il
Duca
,
rosso
come
un
galletto
....
Congedò
bruscamente
il
signor
Damelli
,
e
passò
nella
camera
della
Duchessa
.
Milla
era
occupatissima
a
provarsi
un
paio
di
scarpettine
ricamate
;
ma
vedendo
entrare
Giuliano
con
quel
viso
rabbioso
,
si
spaventò
.
S
'
alzò
,
e
,
camminando
con
un
piedino
calzato
e
l
'
altro
no
,
venne
a
incontrar
suo
marito
.
-
-
Oh
Dio
!
Giuliano
!
cos
'
è
accaduto
?
-
-
È
accaduto
-
-
sbuffò
il
Duca
,
-
-
è
accaduto
che
questa
casa
è
una
Babilonia
,
e
che
c
'
è
bisogno
di
riforme
più
del
pane
.
Hai
dei
bei
tipi
,
sai
,
fra
questi
tuoi
dipendenti
!
Ma
lo
manderò
via
quel
biricchino
,
lui
e
la
sua
rozza
....
per
insegnargli
....
E
le
raccontò
la
storia
,
a
quel
modo
,
con
delle
minaccie
rabbiose
di
fare
,
di
disfare
,
di
metter
tutto
all
'
aria
.
La
Duchessa
trovò
ch
'
era
un
abbominio
,
e
che
Drollino
avrebbe
dovuto
stimarsi
ben
fortunato
di
cedere
,
non
una
,
ma
cento
Mie
a
Giuliano
.
Ma
,
mentre
condannava
Drollino
,
sorrideva
a
Giuliano
con
una
soavità
biricchina
di
donna
felice
.
-
-
Oh
!
che
sciocco
è
mai
colui
....
E
tu
,
Giuliano
,
non
te
ne
curare
....
Per
una
cavalla
!
non
son
tutte
tue
quelle
dei
pascoli
e
delle
scuderie
?
...
E
se
vuoi
,
falle
venir
da
Londra
,
là
,
dove
dici
che
son
così
belle
....
Non
pensar
più
a
colui
.
È
una
cosa
da
nulla
....
-
-
E
per
quella
cosa
da
nulla
prodigava
baci
,
carezze
,
soavità
di
sguardi
e
di
parole
da
bastare
alla
felicità
di
tutta
un
'
esistenza
.
Giuliano
era
disarmato
,
e
il
suo
terrore
delle
scene
,
la
sua
pigrizia
naturale
finirono
di
placarlo
.
Tralasciò
di
borbottare
,
e
fu
lui
che
calzò
l
'
altra
pantofolina
celeste
sul
piede
rosa
(
grande
come
un
biscottino
di
Novara
)
della
sua
Milla
....
Ma
la
collera
non
era
completamente
passata
;
gli
rimase
una
certa
uggia
verso
Drollino
.
Quel
monello
,
che
cavalcava
come
un
cavallerizzo
,
che
si
permetteva
d
'
aver
una
cavalla
propria
,
che
aveva
avuto
l
'
ardire
di
rifiutarsi
a
cedergliela
,
gli
dava
sui
nervi
.
Tanto
,
che
ne
parlò
addirittura
coll
'
agente
.
-
-
Non
le
pare
che
sarebbe
bene
mandarlo
a
spasso
...
,
per
dare
una
prova
di
energia
...
?
per
incutere
negli
altri
una
salutare
idea
della
disciplina
indispensabile
?
eh
!
...
Ma
l
'
agente
,
con
infiniti
riguardi
,
espose
varie
buone
ragioni
.
Veramente
,
faceva
osservare
che
,
proprio
,
gli
estremi
non
c
'
erano
.
Avrebbe
fatto
più
dispiacere
che
effetto
a
tutti
quanti
,
il
vedere
scacciato
quel
ragazzo
.
Sua
Eccellenza
sapeva
senza
dubbio
il
servizio
da
lui
reso
,
tempo
addietro
,
alla
casa
.
E
poi
,
bisognava
riconoscere
che
aveva
un
'
abilità
straordinaria
come
allevatore
e
domatore
....
e
nel
resto
teneva
una
condotta
irreprensibile
.
Giuliano
capì
il
latino
.
L
'
ira
gli
era
sbollita
ormai
,
ed
egli
,
annoiato
da
quella
prolissa
difesa
,
si
sentiva
tornare
addosso
la
serena
indifferenza
del
creolo
.
In
cuor
suo
cominciava
a
trovare
che
proprio
non
valeva
la
pena
!
Per
cui
finì
coll
'
esser
magnanimo
,
e
perdonò
senz
'
altro
a
Drollino
,
col
patto
però
che
colui
non
avesse
più
a
capitargli
fra
i
piedi
.
Colui
,
dal
canto
suo
,
non
aveva
nessuna
smania
di
capitar
tra
i
piedi
di
quell
'
eccelso
signore
.
La
faccia
del
Duca
non
gli
tornava
punto
simpatica
.
Trovava
che
rassomigliava
a
certi
musi
di
cavalli
traditori
,
sparmiafatica
,
che
non
ci
pensano
punto
a
tirare
un
calcio
anche
a
chi
li
governa
e
riempie
la
mangiatoia
davanti
a
loro
.
La
sua
maniera
di
stare
in
sella
lo
esasperava
,
ed
egli
si
compiaceva
di
far
osservare
ai
compagni
il
modo
indegno
col
quale
il
Duca
guidando
,
rovinava
la
bocca
alle
bestie
.
No
....
a
lui
non
pareva
proprio
che
la
signorina
avesse
fatta
una
scelta
ammodo
.
Perchè
mo
'
aveva
avuta
tanta
fortuna
quella
botte
d
'
uomo
con
quella
barba
pettinata
!
perchè
l
'
aveva
sposata
,
lei
....
il
loro
orgoglio
,
quella
specie
di
madonnina
bianca
....
Almeno
fosse
sempre
lì
in
ginocchio
davanti
a
lei
!
...
Ma
no
,
era
sempre
la
signora
che
faceva
a
modo
suo
,
che
godeva
a
vederlo
spadroneggiare
nella
tenuta
,
nella
villa
.
E
lui
,
con
quell
'
aria
placida
,
sicuro
del
fatto
suo
,
che
si
lasciava
adorare
,
che
criticava
tutto
!
Eppure
non
c
'
è
Cristi
,
il
padrone
ora
era
lui
!
La
villa
,
la
terra
,
i
cavalli
erano
suoi
....
Anche
Milla
era
sua
....
E
non
gli
era
bastata
....
Anche
Mia
avrebbe
voluto
!
...
-
-
Mia
!
ah
no
!
...
piuttosto
....
Cristo
!
...
Stava
più
che
poteva
nella
pianura
dei
pascoli
.
Gli
era
accaduto
qualche
volta
,
capitando
per
tempo
alla
villa
,
di
vedere
in
giardino
la
veste
bianca
di
Milla
,
e
attorno
alla
vita
di
Milla
una
gran
macchia
scura
,
cioè
il
braccio
del
Duca
.
Aveva
sentito
di
sfuggita
,
passando
,
qualche
sussurro
di
parole
amorose
.
Come
rideva
,
Drollino
,
di
quelle
sciocchezze
!
Gli
parevan
così
buffe
che
,
quando
poteva
,
evitava
di
vederle
e
di
udirle
.
Egli
non
capiva
....
da
loro
non
si
usava
far
all
'
amore
così
....
Pure
,
certe
volte
un
'
acre
curiosità
lo
tormentava
!
Come
aveva
fatto
quel
biondo
antipatico
a
farsi
voler
bene
....
così
?
Ecco
,
quando
la
Duchessa
era
sola
e
passava
lì
accanto
,
la
cosa
mutava
affatto
.
Non
gli
rincresceva
allora
di
procedere
franco
,
di
farle
un
saluto
profondo
...
;
non
era
forse
lei
la
sua
vera
padrona
,
la
signora
d
'
Astianello
?
La
cosa
era
assolutamente
diversa
.
Milla
,
quando
vedeva
Drollino
,
rispondeva
cortesemente
al
suo
saluto
,
ma
non
gli
parlava
.
Gli
serbava
un
po
'
di
rancore
,
per
essere
stato
così
ostinato
e
per
non
aver
voluto
ceder
Mia
al
_
suo
_
Giuliano
.
Un
giorno
,
però
,
s
'
incontrarono
nel
viale
.
La
Duchessa
rispose
con
un
sorriso
al
saluto
di
Drollino
.
Poi
si
fermò
,
e
gli
chiese
se
stesse
sempre
nella
casetta
della
scuderia
.
Drollino
rispose
di
no
.
Dopo
la
morte
di
suo
padre
,
era
tornato
laggiù
....
nei
pascoli
.
Ora
stava
in
una
cascina
....
Sa
bene
....
la
Favorita
.
-
-
Mi
ricordo
-
-
disse
Milla
.
-
-
Ci
sta
la
suocera
della
mia
sorella
di
latte
....
E
ti
piace
a
star
lì
?
-
-
Sì
,
rispose
Drollino
.
-
-
È
come
al
tempo
antico
....
quando
c
'
era
il
signor
Principe
.
Negli
occhi
di
Milla
venne
un
luccicore
umido
.
-
-
Oh
!
papà
....
povero
papà
....
Com
'
era
buono
....
nevvero
?
-
-
Tanto
!
-
-
disse
con
forza
Drollino
.
E
l
'
accento
era
così
sentito
che
Milla
provò
una
specie
di
gratitudine
.
-
-
Ecco
,
anche
lui
si
ricordava
....
Oh
!
se
il
suo
povero
papà
potesse
vederla
ora
....
così
felice
,
così
beata
!
-
-
E
subito
il
pensiero
di
Giuliano
tornò
ad
afferrarle
l
'
anima
,
a
sbandirne
il
passato
,
a
immergerla
di
nuovo
nell
'
estasi
delirante
del
suo
presente
.
L
'
occhio
di
Milla
era
ancora
velato
,
ma
aveva
cessato
di
guardar
l
'
orizzonte
e
di
veder
Drollino
....
essa
pensava
che
Giuliano
poteva
già
essere
sceso
in
sala
da
pranzo
ad
aspettarla
.
Disse
in
fretta
;
-
-
Addio
,
Drollino
-
-
e
voltò
strada
,
dirigendosi
verso
la
villa
.
Drollino
,
naturalmente
,
non
capì
,
nè
indovinò
.
Andò
via
lentamente
,
pensando
alla
vecchia
camera
,
all
'
entrata
della
scuderia
,
a
un
muricciuolo
facile
a
scavalcare
,
e
a
certe
pigne
di
castagne
d
'
India
,
che
per
un
soffio
,
per
un
sassolino
diroccavano
giù
,
ruzzolando
in
tutte
le
direzioni
sulla
sabbia
di
quel
viale
,
quello
per
l
'
appunto
.
Drollino
incontrò
un
'
altra
volta
la
Duchessa
,
e
fu
contento
di
vederla
,
perchè
aveva
udito
dire
che
la
signora
non
stava
tanto
bene
.
Si
buccinava
anzi
che
ci
fossero
delle
speranze
...
,
certe
speranze
soavi
,
che
si
concretano
nei
preparativi
d
'
una
piccola
culla
....
La
Duchessa
aveva
infatti
l
'
aria
un
po
'
patita
e
Drollino
,
vedendola
passare
lentamente
sul
sentiero
soleggiato
del
giardino
,
con
una
mossa
stranamente
dolce
e
stanca
,
rimase
un
momento
come
trasognato
.
Com
'
era
bella
!
....
le
altre
donne
ch
'
egli
vedeva
lì
e
in
città
non
le
somigliavano
punto
.
Così
piccola
,
minuta
,
com
'
era
,
rappresentava
per
lui
la
gloria
,
la
potenza
,
il
pregio
di
casa
d
'
Astianello
.
E
per
questo
egli
la
guardava
così
....
con
quello
sguardo
devoto
che
ammirava
.
Anche
stavolta
fu
lei
a
fermarsi
e
a
rivolgergli
la
parola
.
-
-
Buon
giorno
,
Drollino
.
Drollino
trovò
il
coraggio
di
chiederle
come
stesse
.
Essa
arrossì
profondamente
con
un
pudore
giocondo
.
E
rispose
:--Bene.--Ma
rispose
in
fretta
,
colta
da
un
conscio
imbarazzo
davanti
alla
semplice
,
ossequiosa
domanda
d
'
un
palafreniere
qualunque
.
E
subito
;
per
cambiare
argomento
:
-
-
Drollino
,
sai
che
andiamo
via
?
Egli
non
sapeva
nulla
,
e
disse
:
-
-
Come
mai
?
così
presto
....
due
mesi
soltanto
....
E
sbarrò
gli
occhi
con
un
'
espressione
curiosa
a
vedersi
,
difficile
a
definire
.
-
-
Sicuro
....
si
va
via
....
la
settimana
ventura
.
Io
starei
ancora
qui
tanto
volentieri
,
ma
il
Duca
dice
che
bisogna
andare
ai
bagni
.
Diceva
queste
cose
con
rammarico
,
ma
anche
con
una
segreta
gioia
di
poter
ardere
questo
rammarico
,
come
un
granello
d
'
incenso
,
sull
'
altare
del
suo
nume
.
Il
Duca
aveva
parlato
dei
bagni
,
li
aveva
vantati
come
giovevoli
alla
sua
salute
;
non
aveva
detto
positivamente
«
andiamo
,
»
ma
diceva
a
Milla
,
con
quella
sua
voce
lenta
e
melodica
,
che
il
caldo
ad
Astianello
minacciava
di
farsi
eccessivo
,
e
che
anche
per
lei
,
anzi
,
ben
inteso
per
lei
,
sarebbe
stato
meglio
un
po
'
d
'
aria
di
mare
,
un
po
'
di
svago
....
Quando
Milla
udì
quella
parola
:
svago
,
guardò
per
un
momento
Giuliano
,
coll
'
aria
incerta
d
'
una
persona
che
non
capisce
.
Svago
....
per
lei
?
...
-
-
Oh
,
Giuliano
,
Giuliano
,
come
puoi
credere
?
-
-
disse
finalmente
,
ridendo
.
Ma
capì
meglio
un
'
altra
volta
,
quando
le
venne
udito
,
in
pieno
giorno
,
senza
ombra
di
causa
apparente
,
un
breve
sbadiglio
di
Giuliano
.
Un
'
idea
terribile
le
trapassò
,
come
una
spada
,
la
mente
.
Giuliano
....
forse
si
annoiava
?
Senza
forse
,
povera
Milla
!
il
primo
mese
era
stato
incantevole
pel
Duca
,
il
suo
nuovo
amore
e
i
suoi
nuovi
splendori
avevano
occupato
egregiamente
il
secondo
;
ma
il
terzo
....
il
terzo
....
Erano
soli
,
molto
soli
ad
Astianello
:
e
le
ville
vicine
non
sarebbero
occupate
che
durante
l
'
autunno
.
Quell
'
eterno
argomento
dell
'
allevamento
lo
interessava
sino
ad
un
certo
punto
!
Milla
era
un
angiolo
,
oh
questo
sì
,
ed
egli
era
il
più
felice
degli
uomini
;
ma
quella
luna
di
miele
così
prolungata
,
così
esclusiva
,
prendeva
delle
proporzioni
allarmanti
.
Giuliano
trovava
che
non
bisogna
abusar
di
nulla
,
nemmeno
della
felicità
.
E
Milla
,
che
aveva
fatto
conto
di
rimaner
lì
celata
,
rannicchiata
nella
suprema
estasi
del
suo
amore
sino
al
Natale
per
lo
meno
....
Pure
,
un
giorno
,
disse
soavemente
a
Giuliano
:
-
-
Quando
partiamo
?
-
-
Quando
vuoi
-
-
rispose
languidamente
il
Duca
.
Ma
come
fu
caro
in
quel
giorno
,
e
adorabilmente
affettuoso
per
la
sua
Milla
!
V
.
Tornarono
sullo
scorcio
del
settembre
,
nella
molle
e
tiepida
stagione
in
cui
l
'
anno
,
come
un
saggio
epicureo
,
si
riposa
e
dice
:
godiamo
,
prima
di
prepararci
a
morire
.
La
Duchessa
aveva
lasciata
ai
bagni
la
sua
celeste
speranza
.
Aveva
abortito
,
chi
diceva
per
una
passeggiata
troppo
faticosa
,
chi
per
un
accidente
,
chi
per
uno
spavento
,
chi
per
una
grande
emozione
.
Qualcuno
parlò
di
una
scena
avvenuta
fra
lei
e
Giuliano
per
certe
gelosie
,
senza
capo
,
nè
coda
.
Poi
era
successa
una
riconciliazione
,
e
tutto
era
finito
:
gli
sposi
tornavano
e
felicissimi
.
Il
Duca
era
ingrassato
un
altro
po
'
;
Milla
invece
era
dimagrata
.
E
più
ancora
di
prima
,
era
pazzamente
innamorata
di
suo
marito
.
Nel
suo
amore
c
'
erano
due
elementi
nuovi
,
la
gelosia
e
il
timore
.
Ecco
com
'
era
venuta
la
gelosia
.
Ai
bagni
a
Viareggio
,
avevano
trovata
molta
gente
.
Vecchie
conoscenze
di
Giuliano
,
che
naturalmente
non
s
'
erano
potute
scansare
.
L
'
isolamento
,
in
un
luogo
così
frequentato
,
sarebbe
stato
assolutamente
ridicolo
.
Almeno
Giuliano
diceva
così
,
e
Milla
era
troppo
ragionevole
per
non
capire
che
Giuliano
,
sino
a
un
certo
punto
,
non
aveva
torto
.
L
'
intimità
dunque
era
finita
.
Bisognò
unirsi
a
quei
gruppi
chiassosi
di
bagnanti
,
prender
parte
a
delle
allegre
gite
,
cenare
a
ora
tarda
al
Nettuno
,
fare
scampagnate
alla
Pineta
,
a
Massa
,
a
Lucca
.
Dio
!
che
tormento
!
Erano
tutte
buone
,
gentili
quelle
signore
,
e
facevano
un
mondo
di
feste
alla
sposina
;
e
i
signori
,
quelli
poi
gentilissimi
,
al
punto
di
farla
rimanere
un
po
'
impacciata
,
qualche
volta
:
ma
che
stordimento
,
che
noia
in
quel
chiasso
,
in
quel
divertimento
che
pareva
tanto
piacere
a
Giuliano
!
Egli
ci
si
trovava
come
nel
suo
elemento
,
ed
ella
invece
....
Uno
sciaguratissimo
giorno
,
era
capitata
da
Livorno
,
con
un
vaporetto
della
Marina
,
una
compagnia
elettissima
....
oh
si
,
proprio
eletta
....
di
signore
e
di
signori
.
Eran
venute
a
fare
una
gita
di
piacere
a
Viareggio
.
Fra
quelle
signore
ce
n
'
era
una
bellissima
,
vestita
con
impareggiabile
eleganza
che
a
un
tratto
,
aveva
detto
a
Giuliano
,
passandogli
accanto
-
-
Oh
caro
Duca
!
lei
qui
?...--con
una
piacevolezza
,
una
disinvoltura
infinita
.
Giuliano
sulle
prime
era
rimasto
lì
come
un
po
'
impacciato
;
poi
s
'
era
messo
a
ridere
.
E
aveva
risposto
:
-
-
Ma
....
pare
....
Baronessa
....
-
-
Olga
!
-
-
aveva
chiamata
un
'
amica
della
signora
,
e
la
signora
s
'
era
fatta
accompagnare
in
là
da
Giuliano
.
Quindici
minuti
dopo
,
le
due
società
s
'
erano
fuse
in
una
sola
,
e
la
signora
,
che
Giuliano
aveva
presentata
a
sua
moglie
,
le
usava
mille
gentilezze
,
le
presentava
alla
sua
volta
i
cavalieri
del
suo
gruppo
,
e
assicurava
a
tutti
,
con
un
sorriso
singolarmente
gentile
,
che
la
Duchessa
Lantieri
era
proprio
un
'
adorabile
donnina
!
...
Milla
non
aveva
mai
visto
Giuliano
così
animato
.
Si
divertiva
immensamente
,
fu
brillantissimo
,
prodigò
mille
attenzioni
alle
numerose
signore
della
brigata
.
Nella
cena
,
che
coronò
splendidamente
quella
giornata
campale
,
il
Duca
fu
spiritosissimo
,
i
suoi
occhi
azzurri
ebbero
certi
strani
lampi
,
come
di
sfida
.
La
signora
elegantissima
rideva
molto
,
eran
tutti
di
buon
umore
,
e
lo
sarebbe
stata
anche
Milla
,
se
non
avesse
afferrata
al
volo
un
frammento
del
colloquio
imprudente
di
due
vicini
.
-
-
Caso
?
...
davvero
?
-
-
aveva
chiesto
un
signore
accennando
,
con
un
lievissimo
moto
del
mento
,
Giuliano
e
la
signora
elegantissima
.
--Speriamo....--aveva
risposto
l
'
altro
.
E
s
'
erano
guardati
,
ridendo
,
con
una
cert
'
aria
,
ammiccando
.
Poi
uno
degli
interlocutori
aveva
fatto
,
accorgendosi
ch
'
ella
era
vicina
.--St...,
come
per
avvisar
l
'
altro
.
E
avevan
cambiato
discorso
,
con
grande
prontezza
.
Allora
essa
sentì
,
per
la
prima
volta
,
di
non
esser
felice
,
sentì
che
fra
quella
donna
e
Giuliano
c
'
era
_
forse
_
qualche
cosa
....
Ebbe
un
momento
d
'
angoscia
terribile
,
l
'
angoscia
dell
'
incertezza
....
Oh
!
quella
cena
terribile
,
lunga
,
così
gaia
per
gli
altri
,
così
tremenda
per
lei
....
Non
disse
nulla
,
sentì
la
suprema
necessità
della
dissimulazione
.
Ma
non
potè
impedirsi
di
osservare
!
E
nell
'
osservazione
,
rimase
astratta
,
confusa
,
quasi
istupidita
.
Li
guardava
come
incantata
:
erano
abbastanza
lontani
da
lei
perchè
la
fissità
del
suo
sguardo
non
paresse
rivolta
soltanto
a
loro
....
Essi
erano
allegri
entrambi
,
allegrissimi
;
quella
signora
lo
trattava
con
una
certa
cordialità
serena
,
indulgente
.
Egli
aveva
l
'
aria
contenta
,
molto
contenta
;
essa
da
lontano
le
mandò
un
sorrisetto
amichevole
,
festoso
,
a
cui
la
Duchessa
tentò
rispondere
con
uno
sforzo
che
le
parve
faticosissimo
.
Il
mare
,
sotto
all
'
impalcato
,
diceva
,
nell
'
eccitamento
ondoso
della
notte
sopraggiunta
,
delle
cose
gravi
e
severe
,
che
nessuno
ascoltava
.
I
tappi
delle
bottiglie
volavano
ad
ogni
momento
,
oltre
le
balaustre
di
legno
,
e
andavano
a
posarsi
sui
dorsi
e
sulle
irrequietudini
delle
spume
candide
,
nel
buio
.
Finalmente
,
quell
'
angoscia
crudele
ebbe
fine
.
La
Baronessa
e
la
sua
comitiva
s
'
imbarcarono
per
Livorno
.
Ma
non
prima
d
'
aver
combinato
coi
bagnanti
della
Spezia
una
seconda
gita
.
C
'
erano
le
regate
a
Genova
;
s
'
andrebbe
tutti
assieme
alle
regate
.
Milla
si
sentì
morire
....
E
mentre
il
vaporetto
illuminato
s
'
allontanava
rapidamente
sul
mare
,
bianco
di
raggi
lunari
,
essa
diceva
a
sè
stessa
:
-
-
Stanotte
gli
domanderò
....
Giuliano
era
di
cattivo
umore
tornando
a
casa
.
Lo
sciampagna
non
valeva
nulla
,
disse
a
sua
moglie
.
E
non
aveva
sonno
.
Era
quasi
impensierito
.
Non
triste
,
un
po
'
irritato
.
Pure
,
a
Milla
,
pareva
più
affascinante
che
mai
.
E
irritata
anch
'
essa
,
malaccorta
,
impetuosa
,
entrò
bruscamente
a
interrogare
:
-
-
Perchè
quei
due
avevan
detto
così
?
...
Giuliano
s
'
alzò
di
botto
,
e
sul
viso
stravolto
di
sua
moglie
lesse
l
'
avvicinarsi
d
'
una
scena
.
S
'
alzò
,
s
'
inchinò
lievemente
e
passò
nella
camera
vicina
.
E
Milla
rimase
col
martellamento
della
gelosia
,
col
dubbio
d
'
essere
stata
una
gran
sciocca
,
col
terrore
d
'
aver
offeso
Giuliano
.
Era
la
prima
volta
che
le
accadeva
tutto
ciò
.
All
'
indomani
,
al
Nettuno
la
Duchessa
parve
a
tutti
molto
pallida
.
Giuliano
era
più
piacevole
che
mai
,
invece
.
Ma
la
povera
sposa
soffriva
così
visibilmente
che
,
alla
sera
,
non
potè
uscir
di
casa
....
E
due
giorni
dopo
,
un
'
animuccia
,
disgustata
,
sgomentata
,
tornava
dond
'
era
venuta
,
senza
aver
pagato
all
'
eternità
lo
scotto
d
'
un
'
umana
esistenza
.
Nel
momento
del
pericolo
,
mentre
si
sentiva
oscillare
fra
la
vita
e
la
morte
,
Milla
ebbe
una
bizzarra
parola
.
Disse
a
Giuliano
:
-
-
Perdonami
.
Il
Duca
,
nell
'
angoscia
stessa
ond
'
era
compreso
,
ebbe
un
istante
di
maraviglia
.
Poi
capì
.
Più
tardi
,
quando
La
Duchessa
,
ancora
pallidissima
nella
sua
veste
da
camera
bianca
,
gli
sorrideva
,
beata
di
sentirsi
a
rivivere
e
di
vederlo
tornato
suo
,
egli
le
disse
dolcemente
:
-
-
Cattiva
!
Ella
chinò
il
capo
,
arrossendo
.
Oh
!
sì
era
stata
tanto
cattiva
....
Aveva
avuto
certi
pensieri
....
Ma
aveva
sentito
.
E
gli
disse
cosa
aveva
sentito
.
Egli
prese
un
'
aria
seria
,
quasi
paterna
.
-
-
Ah
!
se
la
sua
Milla
non
fosse
stata
così
bambina
da
dar
retta
a
delle
assurdità
.
Certamente
,
un
tempo
c
'
era
stato
qualche
cosa
.
Ma
....
-
-
Ah
!
c
'
era
stato
?...--osservò
Milla
,
mentre
sulle
sue
gote
pallide
passava
un
rossore
di
fiamma
.
Il
Duca
alzò
le
spalle
e
si
mise
a
ridere
.
-
-
Certo
-
-
disse
placidamente
-
-
ero
un
po
'
scapato
ai
miei
tempi
.
E
per
farmi
far
giudizio
ci
volevi
proprio
tu
....
Essa
arrossì
ancora
,
ma
d
'
orgoglio
questa
volta
,
d
'
un
orgoglio
delizioso
di
donna
amata
!
...
E
,
col
cuore
pieno
di
gioia
e
di
rimorso
,
tese
la
mano
a
suo
marito
.
Egli
la
prese
,
e
Milla
capì
a
qual
punto
era
stata
sciocca
e
bambina
!
Oh
,
sì
!
egli
l
'
amava
come
essa
amava
lui
,
esclusivamente
,
e
per
sempre
....
Il
passato
non
esisteva
più
....
era
un
sogno
svanito
.
Tornarono
ad
Astianello
,
prima
del
tempo
fissato
.
Milla
stava
attenta
,
molto
attenta
!
Giuliano
sbadiglierebbe
ancora
?
No
.
Giuliano
non
sbadigliava
....
almeno
in
presenza
di
Milla
.
Ma
,
certe
volte
,
aveva
un
'
aria
un
po
'
svogliata
e
,
passeggiando
sotto
il
viale
a
passi
strascicati
,
tormentava
colla
punta
degli
stivalini
lucidi
certi
poveri
fiorellini
,
che
proprio
non
ne
avevan
colpa
.
Un
giorno
,
Milla
scese
a
colazione
con
una
novità
.
Era
una
piccola
matita
elegantissima
,
tolta
ad
un
_
carnet
_
da
ballo
.
E
strettala
fra
le
ditine
cominciò
a
tracciare
sul
margine
del
giornale
,
che
Giuliano
aveva
finito
di
leggere
,
qualche
nome
.
La
manina
tremava
un
po
'
,
ma
le
parole
eran
tracciate
bene
.
-
-
Che
fai
?
-
-
chiese
languidamente
Giuliano
.
Essa
ristette
dallo
scrivere
,
con
una
mossa
improvvisa
,
come
d
'
una
bambina
colta
in
fallo
.
Poi
,
con
una
dolcezza
infinita
,
disse
:
-
-
Penso
che
,
dopo
tutto
,
per
l
'
ottobre
si
potrebbe
invitar
qualcuno
.
E
lo
guardava
,
lo
guardava
,
studiando
la
sua
fisonomia
,
aspettando
forse
ch
'
egli
le
dicesse
di
no
.
Ma
egli
non
disse
di
no
.
Disse
soltanto
-
-
Ma
cara
Milla
,
tu
sei
un
angiolo
!
-
-
E
più
tardi
,
quando
s
'
alzarono
di
tavola
,
le
diede
il
braccio
,
guardandola
e
sorridendole
quasi
coma
l
'
aveva
guardata
e
le
aveva
sorriso
nei
primi
giorni
del
suo
matrimonio
.
E
Milla
,
povera
bambina
,
ebbe
un
momento
di
suprema
gioia
.
Ecco
!
l
'
aveva
trovato
il
modo
....
Contentarlo
nelle
piccole
cose
.
Ah
!
ora
sapeva
!
Milla
era
felice
.
Il
suo
Giuliano
era
tornato
di
buon
umore
.
Si
divertiva
un
mezzo
mondo
mettendo
la
villa
a
soqquadro
,
rinnovando
gli
addobbi
delle
sale
,
il
mobiglio
delle
camere
,
rimodernando
da
capo
a
fondo
gli
appartamenti
.
Aveva
certo
_
trovate
_
artistiche
tutte
sue
,
sapeva
combinare
meravigliosamente
quanto
,
oltre
alla
ricchezza
,
rivela
in
un
appartamento
,
il
carattere
e
l
'
immaginazione
signorile
di
chi
lo
abita
.
Una
vera
legione
d
'
operai
s
'
era
stabilita
alla
villa
,
e
,
con
una
rapidità
quasi
magica
,
l
'
interno
della
casa
andava
assumendo
un
nuovo
e
più
brillante
aspetto
.
Il
creolo
sapeva
dar
gli
ordini
necessari
,
e
Milla
,
ch
'
egli
non
consultava
mai
,
era
in
uno
stato
di
continua
ammirazione
.
Eppure
,
certe
volte
,
in
mezzo
al
suo
entusiasmo
pel
talento
di
Giuliano
,
un
pensiero
malinconico
le
si
levava
in
cuore
:
ecco
,
le
vecchie
cose
se
ne
andavano
tutte
,
una
per
volta
.
Errava
,
con
passo
lento
,
quasi
timido
,
in
mezzo
a
tutta
quella
novità
fresca
di
ricchezze
e
d
'
eleganza
,
che
per
lei
non
avevano
nessun
ricordo
,
nessuna
attrattiva
di
segreta
intesa
.
Astianello
si
mutava
;
era
una
bella
cosa
,
senza
dubbio
,
ed
era
giusto
che
,
dal
momento
ch
'
essa
aveva
acconsentito
a
ricevere
,
i
suoi
ospiti
avessero
a
trovare
in
casa
sua
tutto
ciò
che
probabilmente
avevano
in
casa
propria
;
ma
tant
'
è
....
E
un
giorno
,
in
cui
Giuliano
le
chiese
ridendo
dove
andrebbero
a
far
dimora
durante
gli
otto
giorni
indispensabili
per
rinnovare
quella
loro
antiquata
camera
da
letto
,
Milla
si
sentì
una
gran
stretta
al
cuore
.
Abbassò
il
capo
....
sentiva
due
lagrime
sull
'
orlo
delle
palpebre
.
Giuliano
alzò
le
spalle
.
Ma
non
insistette
;
e
Milla
gli
fu
indicibilmente
grata
di
quel
sacrifizio
.
Il
suo
amore
,
sempre
più
cieco
,
sempre
più
assoluto
,
diventava
idolatria
.
In
esso
smarriva
ogni
equo
giudizio
delle
rispettive
loro
posizioni
,
ogni
idea
dei
suoi
diritti
;
non
afferrava
neppur
per
ombra
,
col
pensiero
,
l
'
assieme
reale
delle
proprie
circostanze
.
Adorava
suo
marito
,
aveva
riunite
,
per
versarle
su
di
lui
,
tutte
le
tenerezze
ond
'
era
capace
l
'
assurda
potenza
dal
suo
cuore
;
l
'
amava
come
e
quanto
avrebbe
amato
suo
padre
,
sua
madre
,
i
fratelli
,
le
sorelle
,
con
tutta
la
somma
degli
affetti
che
il
passato
non
aveva
mai
esatti
dal
suo
cuore
,
e
che
vi
si
eran
sempre
celati
inoperosi
.
Essenzialmente
donna
,
nel
sano
rigoglio
della
sua
imperiosa
gioventù
,
ella
subiva
il
fascino
di
quell
'
uomo
bellissimo
,
che
all
'
ignoranza
sacra
della
sua
profonda
verginità
morale
aveva
rivelato
il
Dio
ignoto
,
quel
Dio
che
alle
anime
veramente
pure
si
rivela
anche
con
un
mistico
e
singolare
corteo
di
purezze
indicibili
,
di
suprema
poesia
.
Milla
si
sentiva
completamente
travolta
,
assorbita
nella
vita
nuova
.
La
Duchessa
amava
a
modo
suo
,
non
a
modo
della
prudenza
e
dell
'
antiveggenza
.
Amava
coll
'
inconscia
forza
di
una
volontà
disarmata
,
con
una
doppia
cecità
di
istinti
,
quella
del
cuore
e
....
l
'
altra
.
Non
era
punto
santa
,
e
sopratutto
non
era
punto
avveduta
.
Non
chiedeva
mai
a
sè
stessa
:
«
faccio
bene
o
faccio
male
ad
amare
così
?
»
Non
chiedeva
altro
a
Dio
,
se
non
che
continuasse
così
...
,
e
che
ella
potesse
sempre
far
felice
Giuliano
!
Certi
amori
,
onesti
,
virtuosi
hanno
un
carattere
bizzarro
,
bene
spesso
.
Si
ha
torto
di
non
studiarli
;
sono
anch
'
essi
una
curiosa
varietà
psicologica
,
hanno
profonde
e
stranissime
forme
.
Si
è
detto
per
molto
tempo
che
il
matrimonio
è
la
tomba
dell
'
amore
;
ma
quando
,
per
caso
,
n
'
è
la
culla
?
E
peggio
ancora
,
quando
è
tomba
da
un
lato
e
culla
dall
'
altro
?
...
quando
sulla
verde
sterilità
del
cipresso
s
'
innesta
un
ramo
di
rosa
nel
pieno
fermento
dei
suoi
primi
germogli
?
...
Il
Duca
si
compiaceva
assai
,
specialmente
sulle
prime
,
di
quell
'
adorazione
costante
,
quasi
insana
.
Il
suo
amor
proprio
era
soddisfatto
;
qualche
volta
,
in
cuor
suo
,
n
'
era
leggermente
commosso
.
Eppure
....
accadeva
,
ogni
tanto
,
ch
'
egli
sentisse
uno
strano
moto
d
'
impazienza
.
Dio
!
com
'
era
mai
bambina
quella
cara
Milla
.
Aveva
certe
fanciullaggini
!
Il
lato
sublime
di
quelle
fanciullaggini
gli
sfuggiva
....
non
era
stato
abituato
_così_...;
le
fantasticherie
di
sua
moglie
,
certe
_
esagerazioni
_
poetiche
del
suo
amore
per
lui
gli
riescivano
,
ahimè
,
alquanto
stucchevoli
!
Gli
toccava
,
certe
volte
,
di
fingere
di
capire
ciò
che
Milla
gli
diceva
e
questa
per
il
creolo
,
era
una
fatica
improba
!
La
sua
lunga
esperienza
della
donna
gli
tornava
vana
di
fronte
al
carattere
bizzarramente
affettuoso
di
Milla
,
davanti
a
quel
completo
oblio
di
sè
stessa
,
che
in
lei
semplificava
tutto
,
ad
un
punto
eccessivo
.
Ora
,
la
semplicità
nella
donna
,
era
cosa
affatto
nuova
per
Giuliano
;
egli
la
confondeva
facilmente
colla
povertà
e
mentre
trovava
che
l
'
amore
d
'
una
cara
e
ingenua
donnina
era
pur
qualcosa
di
terribilmente
elementare
,
non
gli
veniva
mai
la
voglia
o
la
curiosità
di
studiare
le
profondità
possibili
e
i
probabili
congegni
di
questo
sentimento
elementare
.
Egli
aveva
certamente
la
pretesa
di
raffazzonare
sua
moglie
a
modo
suo
,
in
tutto
e
per
tutto
,
per
questo
soltanto
l
'
aveva
sposata
così
giovane
e
tolta
da
un
convento
,
ma
educare
per
lui
non
era
sinonimo
di
studiare
ed
egli
non
si
sentiva
affatto
di
far
la
parte
odiosa
del
pedagogo
.
Egli
aveva
per
principio
che
colle
donne
non
si
discute
mai
.
E
però
non
discuteva
neppur
con
Milla
.
Le
diceva
spesso
ch
'
essa
era
bellina
e
,
qualche
volta
,
che
le
voleva
molto
bene
.
E
per
una
di
quelle
:
qualche
volta
,
per
una
delle
eleganti
frasi
di
affetto
ch
'
egli
si
lasciava
di
quando
in
quando
cader
dalle
labbra
,
Milla
si
sarebbe
gettata
nel
fuoco
!
La
sua
premura
di
fargli
piacere
,
assumeva
talvolta
le
preoccupazioni
d
'
un
'
angoscia
.
L
'
aveva
fatto
arbitro
assoluto
d
'
ogni
aver
suo
,
padrone
di
casa
,
nel
più
stretto
senso
della
frase
;
essa
non
dava
un
ordine
senza
chiedere
il
suo
consenso
e
provava
un
acuto
senso
di
gioia
,
quando
le
accadeva
di
poter
fare
,
_
per
lui
_
un
sacrificio
qualsiasi
.
E
siccome
il
Duca
,
con
una
generosità
senza
pari
,
non
aveva
più
parlato
dei
progettati
mutamenti
nella
famosa
camera
celeste
,
Milla
,
in
mezzo
alla
sua
stessa
soddisfazione
,
cominciò
a
provare
la
puntura
di
certi
rimorsi
.
Com
'
era
stata
scompiacente
,
egoista
!
Ecco
che
obbligava
suo
marito
a
stare
in
una
camera
così
male
arredata
,
mentr
'
egli
,
con
quel
suo
buon
gusto
così
squisito
avrebbe
fatto
chi
sa
che
meraviglie
per
procacciare
a
lei
il
piacere
di
avere
una
stupenda
camera
da
letto
.
Dio
!
com
'
era
bello
Giuliano
!
Cento
volte
più
di
lei
....
s
'
intende
!
E
com
'
era
buono
!
che
nobile
fiducia
aveva
per
lei
,
non
guardava
mai
nel
suo
scrittoio
,
come
facevano
le
monache
,
laggiù
in
convento
,
non
leggeva
mai
le
lettere
delle
sue
amiche
....
Mentre
essa
invece
,
da
quell
'
egoista
ch
'
ell
'
era
l
'
avrebbe
voluto
segregar
lì
,
in
campagna
e
quella
volta
....
là
;
a
Viareggio
!
...
Il
ricordo
della
scena
di
Viareggio
era
per
Milla
una
vera
trafittura
.
Oh
!
com
'
era
stata
sciocca
,
imprudente
,
cattiva
!
Per
una
parola
,
per
un
nonnulla
aveva
fatto
a
Giuliano
quella
malaugurata
scena
!
...
Come
se
Giuliano
fosse
stato
capace
....
Non
perdonava
a
sè
stessa
l
'
ingiustizia
cieca
di
quel
dubbio
....
le
pareva
che
ormai
le
corresse
l
'
obbligo
,
per
tutta
la
vita
,
di
farselo
perdonare
.
Chissà
quanto
ne
aveva
sofferto
,
povero
Giuliano
,
senza
dirne
nulla
!
E
un
giorno
,
nell
'
assurdità
incredibile
del
suo
povero
cuoricino
di
moglie
innamorata
,
nacque
un
pensiero
.
Fu
respinto
sulle
prime
,
e
rinnegato
aspramente
,
tollerato
più
tardi
e
finalmente
adottato
.
Milla
aveva
ogni
tanto
il
terrore
di
non
essere
all
'
altezza
di
Giuliano
.
Egli
trattandola
sempre
coll
'
indulgenza
più
o
meno
paziente
che
si
ha
verso
una
bambina
l
'
aveva
facilmente
persuasa
d
'
esser
tale
.
E
quell
'
animuccia
ardente
ed
appassionata
ne
soffriva
.
Provava
ogni
tanto
un
segreto
senso
d
'
umiliazione
,
aveva
delle
calde
aspirazioni
verso
una
posatezza
,
un
'
assennatezza
da
gran
dama
,
da
signora
calma
e
sicura
del
fatto
suo
....
Diventare
come
Giuliano
,
per
esempio
;
egli
non
s
'
alterava
mai
....
Ah
!
ma
quanto
era
lontana
da
questo
ideale
colla
sua
ignoranza
,
colle
sue
sciocche
timidità
,
colle
sue
continue
e
tormentose
esitanze
!
Un
giorno
,
le
capitò
,
a
caso
,
fra
le
mani
,
un
romanzo
inglese
.
In
esso
,
due
coniugi
,
nati
uno
per
l
'
altro
,
fatti
per
essere
costantemente
virtuosi
e
felici
,
vedevano
invece
minacciata
la
loro
felicità
da
un
triste
malinteso
.
Un
'
antica
fiamma
del
marito
faceva
capolino
nel
loro
presente
,
e
per
un
momento
le
cose
s
'
avviavano
maluccio
.
Ma
la
moglie
,
col
suo
senno
,
colla
sua
presenza
di
spirito
,
con
una
fortunata
audacia
di
confronti
,
avvedutamente
cercati
,
con
un
'
illimitata
fiducia
,
dimostrata
al
marito
,
riesciva
a
scongiurare
il
pericolo
,
mentre
il
marito
,
subito
ravveduto
,
avvertiva
in
quella
lotta
stessa
e
per
la
prima
volta
il
valore
morale
di
sua
moglie
.
La
rivale
,
vinta
e
schernita
,
s
'
allontanava
,
e
il
trionfo
della
moglie
e
della
morale
si
affermava
incontrastato
.
Tutto
questo
era
molto
gentilmente
descritto
nella
calma
sassone
d
'
un
nitido
volume
della
_
Tauchnitz
edition
_
.
A
vent
'
anni
(
tanti
ne
aveva
Milla
,
Duchessa
Lantieri
)
,
un
libro
è
bene
spesso
una
voce
autorevole
,
una
specie
di
suggeritore
intimo
,
col
quale
l
'
immaginazione
fervida
non
tarda
a
mettersi
in
rapporto
.
Nella
sua
ingenua
ammirazione
per
l
'
eroina
del
libro
,
la
nostra
Milla
attinse
un
'
ispirazione
che
le
parve
un
'
ammirabile
misura
preventiva
.
Nel
terrore
d
'
un
pericolo
,
che
pure
non
esisteva
al
momento
,
essa
trovò
il
coraggio
strano
,
inverosimile
di
scendere
deliberatamente
a
incontrarlo
.
Con
un
'
audacia
imprudente
,
in
un
accesso
di
temerario
ardire
,
cagionato
da
un
timore
intenso
,
essa
volle
,
con
un
colpo
solo
,
tagliar
tutte
le
teste
possibili
d
'
una
Medusa
avvenire
,
volle
conquistare
intiero
il
futuro
,
improvvisarsi
grande
,
prudente
,
generosa
e
invincibile
.
Volle
far
vedere
a
Giuliano
che
la
bambina
era
una
donna
.
Gli
propose
d
'
invitare
ad
Astianello
la
Baronessa
Olga
Dornelli
....
la
signora
della
cena
di
Viareggio
.
Giuliano
cascò
dalle
nuvole
:
-
-
La
Baronessa
Olga
?
...
dici
sul
serio
?
...
la
Baronessa
Olga
?
La
voce
di
Milla
non
tremava
punto
mentre
essa
rispondeva
bravamente
:
-
-
Sì
,
la
Baronessa
Olga
.
Giuliano
si
mise
a
ridere
.
-
-
Non
sei
più
gelosa
,
dunque
?
-
-
Gelosa
,
io
?
...
ma
ti
pare
....
sono
le
sciocche
,
le
bambine
che
sono
gelose
....
io
....
so
bene
,
sai
,
che
tu
....
che
tu
mi
ami
.
Egli
la
guardò
coll
'
aria
maravigliata
di
chi
si
trova
a
fronte
d
'
un
problema
divertente
e
nuovo
.
-
-
Cosa
ti
salta
in
capo
?
-
-
le
chiese
poscia
.
Milla
era
scontenta
;
avrebbe
voluto
veder
la
sua
offerta
accolta
altrimenti
.
-
-
Dico
sul
serio
,
sai
.
È
una
signora
gentile
....
elegante
....
E
....
le
scriverei
oggi
stesso
....
a
meno
che
tu
non
voglia
....
Si
fermò
aspettando
....
guardandolo
negli
occhi
.
-
-
Io
?
rispose
il
Duca
....
-
-
anzi
,
figurati
....
sono
affatto
indifferente
...
;
ma
...
la
conosci
così
poco
....
-
-
Non
meno
delle
altre
signore
che
abbiamo
invitate
....
-
-
rispose
Milla
.
Ma
aveva
il
cuore
pieno
di
malinconia
;
...
ecco
....
egli
non
s
'
accorgeva
nemmeno
....
-
-
Uhm
!
-
-
disse
il
Duca
,
-
-
sai
ch
'
è
un
'
idea
curiosa
la
tua
?
-
-
Non
vuoi
?
-
-
chiese
impetuosamente
Milla
.
E
con
un
'
imprudenza
sublime
,
piena
di
passione
,
domandò
:
-
-
Hai
paura
?
Egli
prese
a
dondolarsi
tranquillamente
sulla
seggiola
.
-
-
Bambina
!
-
-
rispose
quasi
subito
,
-
-
non
vedi
che
non
me
ne
importa
nulla
?
Ella
gettò
un
grido
di
gioia
.
-
-
Giuliano
!
...
ah
!
Giuliano
!
Nel
silenzio
del
salotto
suonò
il
rumore
dolce
d
'
un
bacio
.
Poi
ella
scappò
via
dicendo
:
-
-
Vado
a
scrivere
.
Egli
s
'
alzò
per
tenerle
dietro
,
per
dirle
:
lascia
stare
,
non
voglio
....
Poi
rimase
irresoluto
,
sopra
pensiero
.
-
-
Puh
!
-
-
disse
poscia
,
tornando
lentamente
indietro
,
-
-
lasciamo
correre
....
Come
la
prenderà
lei
?
...
Non
verrà
....
forse
....
anzi
certo
....
non
verrà
.
Accese
un
sigaro
.
-
-
Sarei
curioso
,
pensò
,
di
vedere
cosa
dirà
....
Dopo
tutto
,
era
impossibile
che
non
c
'
incontrassimo
quest
'
inverno
....
E
se
viene
?
...
Ebbene
,
vedrà
come
sono
le
cose
,
e
che
non
ho
perso
nulla
....
lasciandola
.
Il
sigaro
non
si
voleva
accendere
.
-
-
Curioso
-
-
continuò
il
Duca
,
parlando
sempre
tra
sè
.
-
-
Curioso
davvero
....
Che
idea
da
stordita
ha
avuta
Milla
!
...
Imparerà
a
vestirsi
,
ciò
le
gioverà
....
E
se
non
venisse
,
quell
'
altra
?
...
Diavolo
d
'
un
sigaro
,
non
vuol
saperne
d
'
accendersi
....
_
Tout
passe
,
tout
casse
,
tout
lasse
!
_
Chi
sarà
ora
?
...
Ancora
il
Viscontino
?
...
Eh
!
sapremo
!
...
Quando
si
dice
il
caso
!
Per
fortuna
che
son
sicuro
di
me
stesso
e
che
....
Non
finì
il
pensiero
.
Lo
sigaro
s
'
era
acceso
,
ed
egli
fumava
coll
'
intima
delizia
d
'
un
esperto
.
-
-
Non
verrà
!
-
-
disse
risolutamente
al
fumo
azzurro
del
suo
sigaro
.
-
-
Non
verrà
!
-
-
Ecco
-
-
pensava
,
dal
canto
suo
,
Milla
con
una
specie
di
gaiezza
nervosa
.
-
-
Ecco
l
'
avvenire
sicuro
....
-
-
Ma
nella
gioia
del
suo
trionfo
era
stanca
,
agitata
.
Oh
Milla
!
se
tu
avessi
avuto
tua
madre
!
...
VI
.
Quando
la
disdetta
ci
si
mette
,
è
inutile
,
non
si
può
vincerla
,
nè
impattarla
.
La
casa
era
in
ordine
,
gli
appartamenti
in
pieno
assetto
.
Ma
il
capo
di
scuderia
,
quell
'
inglese
antipatico
,
aveva
,
laconicamente
sì
,
ma
colla
più
testarda
ostinazione
,
chiesti
i
suoi
otto
giorni
.
Proprio
in
quell
'
epoca
!
Andava
via
all
'
ultimo
di
settembre
,
e
verso
i
due
o
i
tre
d
'
ottobre
capitavano
i
conti
Garbi
,
i
primi
fra
gli
invitati
.
Giuliano
era
sulle
spine
.
Come
supplire
lì
per
lì
?
E
per
l
'
appunto
gli
premeva
immensamente
d
'
avere
in
quei
giorni
un
servizio
elegante
,
inappuntabile
di
scuderia
.
Voleva
telegrafare
a
Parigi
,
a
Londra
,
a
Napoli
.
Ma
il
signor
Damelli
gli
diede
un
suggerimento
più
pratico
:
-
-
Provi
Drollino
.
-
-
Drollino
!
-
-
disse
il
Duca
,
attonito
e
scontento
.
-
-
Drollino
!
Poi
,
ripensandoci
,
cominciò
a
persuadersi
....
Dopo
tutto
....
aveva
un
personale
adatto
,
quel
monello
!
E
,
ormai
,
della
sua
valentìa
non
poteva
più
dubitare
....
tutti
lo
designavano
pel
più
intelligente
ed
elegante
fra
i
direttori
della
tenuta
....
È
vero
che
era
un
caratteraccio
caparbio
,
insolente
...
,
ma
....
per
la
circostanza
poteva
tornar
utile
;
e
il
Duca
non
pensava
certamente
a
nutrire
rancori
verso
un
palafreniere
che
per
ignoranza
,
senza
dubbio
,
era
stato
disobbediente
ed
ostinato
.
Non
disse
nulla
,
però
,
al
signor
Damelli
.
Si
rivolse
invece
alla
Duchessa
.
Milla
,
lietissima
,
ringraziò
con
effusione
Giuliano
....
per
quel
pensiero
così
delicato
.
E
subito
mandò
a
chiamar
Drollino
.
Quando
se
lo
vide
davanti
serio
,
quasi
cupo
nel
sembiante
,
rimase
per
un
momento
imbarazzata
,
e
l
'
esito
della
commissione
non
le
parve
facile
come
le
era
parso
un
momento
prima
.
Non
gli
diede
l
'
ordine
di
venire
-
-
Milla
non
sapeva
dar
ordini
;
-
-
gli
spiegò
la
cosa
e
il
bisogno
che
avevano
di
lui
,
in
un
modo
gentile
,
esitante
...
,
pregandolo
d
'
accettare
,
per
far
piacere
al
Duca
,
che
aveva
sentito
a
dir
tanto
bene
di
lui
.
Conviene
supporre
che
l
'
espressione
del
viso
di
Drollino
fosse
poco
incoraggiante
,
perchè
Milla
si
sentì
intimidita
,
e
seguitò
,
con
una
voce
mite
mite
,
a
dar
spiegazioni
,
ad
accatastar
motivi
.
Tutto
ciò
,
in
fondo
,
era
ridicolo
;
ma
Milla
l
'
aveva
proprio
quel
mal
vezzo
di
profondere
con
chicchessia
quelle
sue
squisite
delicatezze
di
riguardi
.
Temeva
sempre
di
urtare
qualche
suscettibilità
,
di
ferire
qualche
recondita
sensibilità
di
fibra
....
Drollino
,
sulle
prime
,
ebbe
la
decisa
intenzione
di
rifiutare
.
Lui
....
al
servizio
del
Duca
!
...
ah
!
...
no
,
mai
!
Ma
egli
non
poteva
spiegare
a
sè
stesso
cosa
accadeva
nel
segreto
dell
'
animo
suo
;
la
resistenza
a
quel
desiderio
di
Milla
pareva
farsi
sempre
più
difficile
.
Rimase
stranamente
perplesso
per
un
minuto
;
ascoltando
la
voce
di
Milla
,
udendo
quella
sua
frase
gentile
:
«
e
anche
a
me
,
sai
,
farebbe
tanto
piacere
,
»
ebbe
la
coscienza
d
'
un
potere
arcano
che
lo
attirava
invincibilmente
.
Si
fece
triste
,
e
guardò
a
lungo
,
con
una
espressione
quasi
smarrita
,
i
fiori
variopinti
del
tappeto
.
Poi
alzò
gli
occhi
e
,
di
sfuggita
,
guardò
lei
.
--Verrò....--disse
lentamente
,
con
isforzo
,
come
se
una
possa
arcana
,
alla
quale
egli
obbediva
a
malincuore
,
gli
imponesse
quella
parola
d
'
adesione
.
-
-
Oh
!
bravo
,
bravo
-
-
disse
Milla
,
picchiando
le
manine
una
contro
l
'altra.--Bravo,
Drollino
,
così
va
bene
.
Vieni
subito
.
Ora
,
abbiamo
gente
-
-
continuò
animandosi
-
-
e
il
signor
Duca
sarà
contento
.
Egli
,
freddissimo
,
s
'
inchinò
ed
uscì
.
Appena
fu
sotto
al
portico
,
si
fermò
;
subitamente
pentito
.
Cos
'
aveva
fatto
?
Aveva
accettata
una
nuova
forma
di
schiavitù
;
ora
non
potrebbe
più
battere
la
pianura
in
libertà
,
diventava
anch
'
egli
un
servitore
come
gli
altri
,
un
servitore
del
signor
Duca
.
Sentì
un
impeto
d
'
ira
gonfiargli
il
cuore
,
e
si
voltò
per
tornare
indietro
,
per
andar
a
dire
alla
Duchessa
che
,
assolutamente
,
non
poteva
.
Ma
quella
strada
da
rifare
gli
parve
difficile
,
troppo
difficile
.
Fece
un
gesto
d
'
ira
,
contro
sè
stesso
.
Giunto
a
casa
sua
,
sellò
Mia
,
e
per
molte
ore
del
pomeriggio
nelle
più
lontane
distese
dal
pascolo
,
suonò
concitato
un
galoppo
che
non
s
'
allentava
mai
.
Era
venuto
l
'
ottobre
,
e
con
lui
gli
ospiti
attesi
.
Astianello
diventava
una
villeggiatura
alla
moda
.
Tutti
i
giorni
qualche
gita
,
qualche
divertimento
;
la
servitù
era
sempre
in
moto
,
naturalmente
.
-
-
Ecco
-
-
disse
Battista
,
il
cameriere
del
Duca
,
accennando
una
signora
a
Drollino
dalla
finestra
del
tinello
-
-
è
quella
là
!
-
-
Ah
!
-
-
disse
Drollino
semplicemente
.
-
-
Bella
donna
,
perdio
!
-
-
continuò
Battista
.
-
-
Sett
'
anni
,
capisci
!
Ora
naturalmente
è
finita
,
ma
è
curiosa
però
che
sia
venuta
anche
lei
,
eh
?
-
-
Curiosa
-
-
ripetè
Drollino
.
-
-
È
una
bella
donna
,
infatti
.
Era
una
bella
donna
veramente
,
sana
,
forte
,
attraente
.
In
vece
di
dignità
,
la
sua
fisonomia
possedeva
un
certo
fascino
pronto
,
ricco
d
'
infiniti
sottintesi
d
'
espressione
.
Era
eccessivamente
,
fatalmente
donna
,
e
sapeva
anche
esser
signora
senza
pregiudizio
d
'
ogni
altra
sua
prerogativa
.
Accanto
alla
semplicità
delicata
di
Milla
,
pareva
ancor
più
pomposa
e
stranamente
elegante
.
Nella
sua
ardita
acconciatura
da
mattino
;
la
sua
freschezza
matura
somigliava
alla
fioritura
opulenta
d
'
un
fiore
esotico
,
dal
profumo
irritante
.
Aveva
una
chioma
splendidamente
fulva
,
una
bocca
grande
,
e
un
riso
sonoro
,
che
scopriva
una
dentatura
irregolare
,
ma
d
'
un
bianco
lucente
,
quasi
di
smalto
.
Olga
Dornelli
Zorodoff
era
stata
alquanto
maravigliata
dell
'
invito
di
Milla
,
e
l
'
aveva
accettato
unicamente
perchè
l
'
aveva
interpretato
come
una
sfida
di
Giuliano
.
Aveva
deciso
suo
marito
ad
accompagnarla
,
ed
eran
venuti
.
Dopo
tutto
,
erano
parenti
di
casa
Lantieri
,
e
la
visita
poteva
assumere
una
apparenza
di
plausibità
.
Ed
ora
ella
si
compiaceva
di
esser
venuta
.
Trovava
che
Milla
non
era
punto
male
.
Aveva
capito
subito
che
l
'
invito
era
stato
una
di
quelle
sublimi
assurdità
,
delle
quali
non
può
esser
capace
se
non
la
più
ignara
delle
inesperienze
,
e
l
'
idea
d
'
un
cordiale
ammaestramento
era
penetrato
nella
mente
ben
disposta
della
ex
-
rivale
.
Il
suo
programma
era
benevolo
:
guadagnare
l
'
animo
di
quella
bambina
,
indurla
a
pienamente
tradirsi
,
ridere
un
poco
con
lei
,
e
dirle
:
-
-
Bada
,
bimba
;
non
va
fatto
così
.
Bisogna
cangiar
tattica
.
-
-
Ordinariamente
;
queste
educazioni
fra
donne
sono
una
cosa
molto
spiccia
.
Olga
seppe
ad
Astianello
guadagnare
tutte
le
simpatie
.
Sin
dal
primo
giorno
,
ebbe
gli
uomini
dalla
sua
.
E
le
donne
,
naturalmente
,
tennero
dietro
.
Ma
la
Duchessa
no
.
Milla
aveva
subito
provata
per
la
Baronessa
una
specie
di
avversione
istintiva
.
La
trovava
più
formidabile
di
quanto
l
'
entusiasmo
della
sua
determinazione
gliel
'
avesse
rappresentata
.
Vedendola
,
aveva
subito
imparata
una
crudele
lezione
.
Non
la
temeva
precisamente
;
essa
era
sicura
di
Giuliano
,
oh
!
sicurissima
;
ma
,
nel
segreto
dell
'
animo
suo
,
avrebbe
dato
dieci
,
vent
'
anni
della
sua
vita
per
poter
cancellare
dal
suo
passato
quel
momento
d
'
insana
temerità
ch
'
essa
,
appena
compito
,
aveva
cessato
di
spiegare
a
sè
stessa
.
Non
già
che
colla
Baronessa
fosse
sgarbata
,
o
mancasse
come
che
sia
ai
suoi
doveri
di
padrona
di
casa
.
Oh
,
no
;
era
inappuntabile
nel
suo
contegno
,
nella
sua
cortesia
.
Ma
si
sforzava
ad
esserlo
,
e
talvolta
,
in
quell
'
esattezza
così
rigorosa
,
lo
sforzo
era
visibile
.
Olga
cercava
invano
d
'
accaparrarsi
quell
'
animuccia
di
ex
-
educanda
,
di
cui
voleva
,
moralissimamente
,
farsi
un
trastullo
,
poichè
aveva
generosamente
rinunziato
ad
un
altro
genere
di
divertimento
.
Ma
il
suo
fascino
non
la
serviva
bene
in
questa
occasione
.
Milla
non
le
era
ostile
;
le
era
soltanto
aliena
.
S
'
era
bensì
provata
a
trattarla
altrimenti
,
come
una
amica
;
non
le
riusciva
.
Mentre
la
Russa
l
'
avvolgeva
,
con
un
tatto
infinito
,
nelle
apparenze
di
un
'
intimità
cordiale
ed
affettuosa
,
essa
invece
rifuggiva
,
quasi
per
istinto
,
da
ogni
dimostrazione
d
'
intrinsichezza
.
Non
sapeva
,
colla
schiettezza
ignara
dell
'
animo
suo
prestarsi
ad
una
commedia
che
non
la
persuadeva
.
Ond
'
è
che
agli
ospiti
in
generale
,
Milla
,
con
quella
sua
contegnosità
enigmatica
,
riesciva
meno
simpatica
di
quella
allegra
Baronessa
,
sempre
e
così
schiettamente
cordiale
.
E
Olga
cominciava
a
trovare
più
facili
,
più
piani
i
rapporti
col
Duca
.
Il
loro
passato
non
li
imbarazzava
punto
.
Olga
,
colla
sua
semplicità
sapiente
,
con
quella
sua
inalterabile
uguaglianza
d
'
umore
,
l
'
aveva
abolito
.
Con
una
manovra
,
d
'
un
'
audacia
senza
pari
,
aveva
fatto
punto
e
da
capo
.
Era
convenuto
che
fra
lei
e
Giuliano
non
esisteva
più
se
non
l
'
amicizia
.
Il
Barone
,
dopo
aver
accompagnato
sua
moglie
ad
Astianello
,
era
partito
per
certe
caccie
maremmane
,
ma
promettendo
di
tornare
per
riprenderla
e
condurla
poscia
nel
Mezzogiorno
.
Anche
quello
era
un
matrimonio
che
andava
benissimo
.
*
*
*
*
*
Si
aspettava
la
colazione
in
giardino
.
Olga
,
seduta
in
una
poltrona
americana
,
si
dondolava
con
una
mossa
pigra
,
che
le
stava
bene
.
Milla
,
appoggiata
alla
balaustra
del
terrazzo
,
coglieva
dei
gelsomini
;
accanto
a
lei
,
la
Contessa
Garbi
tentava
con
molto
,
ma
vano
buon
volere
un
acquerello
infelice
.
Più
in
là
,
due
o
tre
signore
si
ostinavano
al
_
croket
_
,
col
concorso
degli
uomini
della
brigata
.
Giuliano
solo
,
postosi
dietro
la
Contessa
Garbi
,
guardava
l
'
acquerello
progredire
,
e
pareva
approvarne
caldamente
l
'
esecuzione
;
ma
ogni
tanto
il
suo
grande
occhio
azzurro
si
distraeva
.
-
-
Mia
cara
Milla
,
tu
disegni
,
nevvero
?
-
-
chiese
dolcemente
la
Baronessa
.
-
-
Avevo
principiato
,
ma
ora
non
disegno
più
,
dacchè
ho
visto
quanto
è
difficile
per
noi
donne
.
-
-
Ma
col
tuo
talento
....
-
-
fu
pronta
ad
aggiungere
la
Russa
.
-
-
Perchè
hai
un
bel
negarlo
,
cara
mammoletta
,
tu
hai
proprio
del
talento
,
e
per
tutto
....
-
-
Trovi
?
-
-
chiese
Milla
impetuosamente
,
dando
,
senza
saper
bene
perchè
,
un
accento
di
ironia
a
quella
parola
.
La
Baronessa
ebbe
un
sorriso
indulgente
,
quasi
materno
.
-
-
E
tu
non
trovi
?
-
-
chiese
in
tono
sommesso
.
Un
silenzio
,
freddino
assai
,
successe
a
quella
domanda
.
-
-
Stupendo
,
-
-
osservò
Giuliano
,
alludendo
al
quadretto
.
Ma
il
suo
sguardo
inquieto
errava
da
Milla
alla
Baronessa
.
-
-
Non
so
,
-
-
rispose
Milla
quasi
distrattamente
.
Vedeva
sul
viso
di
Giuliano
una
specie
di
malcontento
nuovo
;
e
vedeva
sul
volto
di
lei
un
sorriso
dolce
,
pieno
di
benevolenza
,
che
la
turbava
profondamente
.
Ah
!
...
perchè
l
'
aveva
fatta
venir
lì
quella
donna
così
calma
,
della
quale
Giuliano
ammirava
tanto
_
les
toilettes
_
!
Olga
aveva
fatto
una
confidenza
a
Milla
.
Quelle
sue
famose
_
toilettes
_
non
erano
mica
di
Worth
!
Gliele
mandava
una
sarta
modestissima
,
un
vero
genio
dell
'
arte
,
ancora
ignoto
.
Ella
sola
l
'
aveva
indovinata
,
e
si
guarderebbe
bene
di
dar
l
'
indirizzo
di
quella
sua
scoperta
ad
un
'
altra
signora
.
Per
lei
però
,
per
Milla
,
sì
,
avrebbe
fatta
una
eccezione
.
Ma
Milla
,
adducendo
a
scusa
l
'
affezione
da
lei
serbata
alla
sua
vecchia
sarta
,
aveva
rifiutato
:
-
-
No
,
grazie
.
-
-
Ah
!
-
-
pensò
Olga
;
E
quando
udì
quel
«
Trovi
?
»
lo
mise
da
parte
assieme
al
«
No
,
grazie
.
»
La
Garbi
s
'
era
alzata
per
andar
a
cercare
più
in
disparte
un
gruppo
d
'
alberi
meno
difficili
a
copiare
.
Milla
si
vide
sola
fra
suo
marito
e
la
Baronessa
.
Essi
tacevano
.
La
Duchessa
provò
un
timore
strano
,
che
tacessero
per
causa
sua
.
Un
orgoglio
intimo
le
morse
il
cuore
,
e
di
subito
,
cedendo
all
'
impulso
primo
,
che
ancor
non
sapeva
nè
scrutare
,
nè
dominare
,
s
'
allontanò
.
I
due
però
continuarono
a
tacere
.
-
-
Mio
caro
-
-
disse
finalmente
Olga
,
-
-
voi
siete
l
'
uomo
il
più
fortunato
di
questo
mondo
.
Vostra
moglie
è
....
-
-
Un
angelo
,
-
-
interruppe
placidamente
Giuliano
.
-
-
Ah
!
-
-
continuò
Olga
non
meno
placidamente
-
-
lo
sapete
?
-
-
Ma
l
'
avete
detto
tante
volte
....
sfido
io
.
-
-
Non
mai
abbastanza
,
mio
caro
.
Quando
si
hanno
delle
fortune
di
questa
entità
,
bisogna
capacitarsene
.
Egli
alzò
le
spalle
sorridendo
.
-
-
Creolo
!
-
-
disse
la
Baronessa
.
Giuliano
si
fe
'
serio
.
Non
rispose
.
Guardava
laggiù
,
in
fondo
,
nelle
brume
della
pianura
.
Milla
camminava
diritta
pel
viale
,
senza
voltarsi
.
Olga
disse
ancora
a
Giuliano
ch
'
egli
aveva
una
moglie
adorabile
;
glielo
disse
sei
giorni
dopo
a
cena
.
Ordinariamente
,
non
si
cenava
alla
villa
.
Quel
giorno
,
però
,
una
gita
lunga
e
divertentissima
aveva
ricondotto
la
comitiva
ad
ora
tarda
e
s
'
era
sentita
la
necessità
di
un
gaio
:
_
souper
_
.
Alle
frutta
la
Baronessa
tornò
sull
'
argomento
.
-
-
Adorabile
!
Guardate
come
le
sta
bene
quel
costume
pifferaro
...
;
ecco
....
avrebbe
bisogno
di
esser
sempre
così
....
contenta
e
animata
.
È
di
carattere
molto
calmo
,
nevvero
?
...
-
-
Sì
,
-
-
rispose
Giuliano
.
E
soggiunse
:
-
-
Un
poco
di
champagne
,
Baronessa
?
-
-
No
,
basta
;
grazie
.
Voi
ne
avete
già
bevuti
cinque
bicchieri
...
Veramente
,
questo
è
eccellente
.
-
-
Non
c
'
è
male
,
infatti
;
io
però
preferisco
....
-
-
Il
_
Tokay
_
,
-
-
suggerì
prontamente
la
Baronessa
.
Poi
,
in
modo
che
si
vedesse
bene
,
si
morse
le
labbra
.
Ah
!
le
era
sfuggito
....
Egli
depose
il
bicchiere
e
la
guardò
....
Ah
!
si
ricordava
!
Sorrise
e
bevette
.
Dopo
tutto
,
che
male
c
'
era
?
Essa
cominciò
subito
a
parlar
di
tutt
'
altro
.
Poi
,
come
se
cercasse
un
rifugio
più
definitivo
,
tornò
sull
'
argomento
di
Milla
.
-
-
Vi
assicuro
che
è
simpaticissima
.
Giuliano
si
mise
a
ridere
.
-
-
Proprio
?
-
-
chiese
.
E
,
con
quell
'
eterno
vezzo
che
hanno
tanti
a
questo
mondo
di
mostrare
o
di
fingere
lo
sprezzo
di
tutto
ciò
che
loro
appartiene
,
soggiunse
:
-
-
Puh
!
una
buona
ragazzetta
!
-
-
Oh
,
Giuliano
!
-
-
insistè
la
Russa
.
-
-
Orsù
,
datemi
retta
;
ascoltate
il
parere
d
'
una
vecchia
amica
.
-
-
Vecchia
?
!
-
-
interruppe
Giuliano
,
guardando
cogli
occhi
lustri
quel
viso
fresco
,
forte
,
sodo
,
dove
la
vita
rigogliosa
imperava
.
Si
guardarono
sorridendo
.
Essa
era
sicura
del
pensiero
che
quella
parola
gli
andava
suscitando
nella
mente
,
sicura
della
parola
che
avrebbe
tenuto
dietro
a
quel
pensiero
.
E
nella
fiacca
,
pigra
facilità
dell
'
animo
di
Giuliano
,
nella
vigliaccheria
di
quel
momento
,
stranamente
foggiato
dai
ricordi
ravvivati
dallo
sciampagna
,
quella
parola
uscì
lenta
,
strascicata
sulle
sue
labbra
:
-
-
Vecchia
,
cioè
prima
!
-
-
Oh
!
-
-
rispose
lietamente
Olga
-
-
c
'
è
qualche
cosa
di
meglio
dell
'
esser
la
prima
.
-
-
Cioè
?
-
-
chiese
languidamente
Giuliano
.
-
-
Esser
l
'
ultima
,
per
esempio
.
Egli
non
rimase
soddisfatto
.
Fece
una
smorfia
bizzarra
,
grottesca
,
e
questa
esprimeva
un
tale
ammasso
di
contraddizioni
intime
,
involontarie
forse
,
ma
così
patenti
,
che
la
Baronessa
non
potè
trattenere
un
gaio
scoppio
di
risa
.
-
-
Quante
sciocchezze
!--rispose.--Ora
datemi
un
mandarino
,
e
state
zitto
.
Mentre
sbucciava
il
mandarino
,
mandò
di
sbieco
una
lunga
occhiata
verso
Milla
,
che
calma
,
dignitosa
,
ma
un
po
'
pallida
,
guardava
ogni
tanto
laggiù
,
verso
loro
.
«
Perchè
non
hai
voluto
venir
con
me
nel
_
drag
_
?
»
pensava
la
Baronessa
.
«
Guarda
ora
!
»
E
si
voltò
verso
Giuliano
:
-
-
Vi
prego
,
fatemi
fresco
.
Gli
porse
il
suo
ventaglione
di
piume
d
'
aquila
,
ed
egli
cominciò
coscienziosamente
a
farle
fresco
.
-
-
Il
caffè
....
-
-
ordinò
bruscamente
la
Duchessa
,
-
-
di
là
....
in
sala
!
*
*
*
*
*
Drollino
era
capo
di
scuderia
,
disponeva
e
preparava
gli
attacchi
,
assegnava
il
posto
ai
cocchieri
e
ai
palafrenieri
.
Egli
non
saliva
mai
a
cassetto
.
Pure
una
volta
gli
accadde
di
farlo
.
E
fu
così
.
La
Duchessa
voleva
andare
,
sola
,
ad
un
certo
santuario
distante
quasi
tre
miglia
da
Astianello
.
Accanto
a
quel
santuario
,
in
un
vecchio
convento
,
pochi
frati
agostiniani
esaurivano
quietamente
l
'
esistenza
propria
e
quella
della
casa
.
Fra
essi
si
trovava
il
confessore
della
Duchessa
,
il
buon
sacerdote
a
cui
era
toccato
il
facile
còmpito
di
guidare
quell
'
anima
innocente
e
soave
.
Essa
andava
a
trovarlo
ogni
tanto
,
facendosi
per
lo
più
accompagnare
da
una
vecchia
cameriera
.
Suo
marito
,
compiacente
qual
'
era
,
le
permetteva
queste
debolezze
,
col
patto
,
ben
inteso
,
di
non
farsene
complice
.
In
quella
notte
,
nella
stanza
coi
parati
celesti
c
'
era
stato
un
gran
silenzio
.
Giuliano
e
Milla
,
turbati
entrambi
,
avevano
finto
ognuno
un
sonno
straordinario
.
Milla
stava
immota
,
tutta
raccolta
al
suo
posto
,
cogli
occhi
spalancati
nel
buio
,
colle
mani
strette
tenacemente
sul
petto
.
Ora
che
nessuno
poteva
vederla
,
si
mordeva
le
labbra
....
Oh
,
com
'
era
stata
imprudente
!
Non
accusava
nessuno
,
no
....
ma
perchè
soffriva
tanto
....
perchè
il
ricordo
di
tanti
episodi
di
quella
gita
le
riesciva
intollerabile
?
....
perchè
si
rammentava
ora
tante
piccole
,
piccolissime
cose
?
...
perchè
le
recavano
un
fastidio
così
intollerabile
?
...
La
sera
precedente
a
quella
notte
s
'
era
fatta
tardi
ballando
nel
gran
salone
illuminato
....
ella
li
aveva
visti
più
volte
assieme
...
stretti
nei
giri
molli
d
'
una
mazurka
di
Chopin
....
Le
altre
coppie
non
ballavano
a
quel
modo
,
pallidi
,
in
silenzio
....
Oh
!
come
la
martellava
quel
ricordo
così
recente
!
che
ansie
senza
nome
le
destava
in
cuore
!
Si
sentì
quasi
infelice
.
E
pensò
alla
necessità
d
'
un
consiglio
....
al
conforto
d
'
una
parola
intima
,
segreta
di
consolazione
....
Sì
,
andrebbe
al
convento
da
padre
Loria
,
ci
andrebbe
subito
,
di
gran
mattino
,
mentre
le
altre
signore
,
stanche
,
dormirebbero
ancora
mentre
lui
....
Giuliano
....
sarebbe
tuttora
addormentato
.
Il
suo
dolore
senza
nome
,
cullato
da
quella
risoluzione
,
s
'
acquietò
in
una
malinconia
spossata
,
che
le
procurò
un
po
'
di
sonno
.
Giuliano
dormì
pure
assai
poco
,
durante
quella
notte
.
Era
anch
'
egli
profondamente
turbato
;
nei
sensi
,
nella
mente
,
in
quel
po
'
di
animo
che
Dio
gli
aveva
consentito
.
Sentiva
d
'
essere
su
una
via
pericolosa
,
di
subire
un
fascino
che
non
era
meno
potente
di
prima
,
benchè
lo
fosse
altrimenti
.
Egli
avvertiva
bene
,
in
quella
specie
di
falsa
amicizia
che
aveva
,
senz
'
avvedersene
,
stretta
colla
Baronessa
,
il
fermento
dell
'
antica
passione
,
sentiva
l
'
impero
di
quella
donna
ch
'
egli
aveva
creduto
un
momento
di
poter
punire
,
mortificare
,
presentandosele
in
tutta
la
pompa
della
sua
felicità
.
E
ora
,
che
suono
bizzarro
aveva
quella
parola
in
bocca
sua
!
...
Ebbe
anch
'
egli
una
brusca
,
strana
consolazione
.
In
fin
dei
conti
,
Milla
non
aveva
_
diritto
_
di
lagnarsi
di
nulla
.
Egli
era
tuttora
un
marito
....
fedele
....
E
lo
sarebbe
....
diavolo
....
non
c
'
era
pericolo
del
contrario
....
Ma
non
si
poteva
negare
che
Olga
....
perdio
,
che
donna
di
spirito
!
E
il
Viscontino
!
non
era
vero
niente
....
gliel
'
aveva
assicurato
lei
,
positivamente
.
*
*
*
*
*
La
Duchessa
s
'
alzò
di
buonissima
ora
,
dopo
avere
,
nell
'
incerta
luce
del
mattino
che
penetrava
dalla
porta
socchiusa
,
gettato
uno
sguardo
triste
e
appassionato
verso
Giuliano
.
Egli
dormiva
ora
,
bellissimo
nella
sua
attitudine
riposata
e
serena
.
Essa
richiuse
la
porta
,
procurando
di
non
far
rumore
,
per
non
destarlo
.
Mentre
si
pettinava
,
mandò
giù
la
Carolina
,
la
sua
cameriera
prediletta
,
ad
avvisare
che
attaccassero
subito
la
_
vittoria
_
.
La
ragazza
,
una
bella
e
franca
giovanotta
,
fece
la
commissione
a
Drollino
.
Questi
chiese
laconicamente
:
-
-
Sola
?
-
-
Eh
!
certo
!
-
-
rispose
la
giovane
,
che
trovava
Drollino
un
originale
_
mica
antipatico
_
-
-
chi
vuol
l
'
accompagni
al
convento
a
quest
'
ora
?
il
signor
Duca
?
...
forse
?
...
Quel
«
forse
»
biricchino
,
e
illustrato
da
un
sorriso
maliziosetto
,
avrebbe
potuto
essere
un
programma
di
conversazione
;
ma
il
capo
di
scuderia
non
lo
considerò
sotto
quest
'
aspetto
.
Fece
un
cenno
col
capo
,
e
s
'
allontanò
.
--Stupido!...--pensò
la
ragazza
mentre
,
leggermente
indispettita
,
teneva
dietro
collo
sguardo
a
quell
'
originale
.
Questi
se
ne
andò
a
dar
gli
ordini
.
Ma
non
accennò
al
cocchiere
che
avrebbe
dovuto
guidare
la
_
vittoria
_
.
Quando
tutto
fu
pronto
,
egli
stesso
salì
in
serpino
.
La
Duchessa
scese
verso
le
otto
,
vestita
semplicissimamente
,
e
seguita
dalla
Tonia
,
la
vecchia
guardarobiera
.
Il
legno
aspettava
davanti
alla
scalinata
dell
'
atrio
.
A
cassetta
,
a
fianco
del
domestico
,
stava
Drollino
,
colle
redini
in
mano
,
bellissimo
nel
suo
_
raglan
_
bianco
.
Si
misero
in
via
,
con
un
tempaccio
malinconico
.
Una
nebbia
grigia
serrava
la
campagna
circostante
,
circuendo
gli
orizzonti
in
una
sfumatura
umida
e
greve
.
Giunsero
finalmente
,
e
la
carrozza
si
fermò
sul
piazzale
del
Santuario
.
La
Duchessa
scese
,
e
la
sua
delicata
personcina
scomparve
dietro
il
portone
,
ingolfandosi
nell
'
ombra
mite
e
tiepida
della
chiesa
.
Drollino
,
facendo
muovere
lentamente
i
cavalli
,
aspettò
un
'
ora
all
'
incirca
sul
piazzale
deserto
,
ornato
da
due
filari
di
tisiche
acacie
,
sulle
quali
il
cadere
continuo
e
minuto
della
pioggia
produceva
un
lieve
strepito
cadenzato
e
susurrante
.
Finalmente
Milla
riapparve
.
Si
fermò
un
istante
sulla
soglia
,
guardando
il
tempo
.
Si
vedeva
che
aveva
pianto
molto
,
e
con
quell
'
effusione
ardente
che
,
nei
dolori
delle
anime
giovani
,
diventa
bene
spesso
un
trasporto
delirante
.
E
doveva
aver
pregato
con
una
fede
intensa
,
piena
di
passione
e
d
'
angoscia
.
Il
visino
aveva
pallidissimo
,
gli
occhi
gonfi
e
sbattuti
,
con
un
gran
cerchio
livido
.
Il
labbro
serbava
ancora
un
po
'
di
tremito
,
la
mano
stringeva
sul
petto
il
libro
di
preghiere
,
come
quella
d
'
un
guerriero
che
preme
l
'
elsa
della
spada
consueta
,
nel
giorno
della
battaglia
.
Drollino
vide
tutto
ciò
.
Sentì
uno
strano
rimescolìo
....
Ah
!
la
padroncina
piangeva
....
la
padroncina
pregava
....
Ed
egli
sapeva
perchè
....
Battista
,
il
cameriere
del
Duca
,
aveva
detto
un
giorno
,
tra
due
bicchierini
di
cognac
:
-
-
La
signora
ha
paura
della
Russa
....
-
-
E
aveva
ammiccato
,
in
modo
che
si
sapesse
,
che
si
capisse
,
perchè
la
padrona
aveva
paura
della
Russa
....
Drollino
fece
avanzare
i
cavalli
sino
a
che
la
_
vittoria
_
fosse
proprio
di
fianco
alla
porta
;
poi
,
gettate
le
redini
fra
le
mani
del
domestico
attonito
,
fu
d
'
un
balzo
a
terra
.
Rialzò
il
mantice
e
abbassò
il
grembiale
di
cuoio
;
porse
quindi
rispettosamente
il
gomito
alla
Duchessa
per
aiutarla
a
salire
.
Allora
soltanto
Milla
lo
ravvisò
.
Sul
suo
visino
stravolto
passò
il
mesto
sforzo
d
'
un
sorriso
....
essa
aveva
ancora
tanta
voglia
di
piangere
!
...
Ma
nel
suo
sguardo
stanco
c
'
era
come
una
inconscia
preghiera
,
un
ignaro
appello
alla
compassione
e
alla
simpatia
.
Essa
era
tuttora
agitatissima
;
calda
ancora
del
recente
slancio
religioso
,
aveva
il
cuore
pieno
di
quell
'
entusiasmo
profondo
della
preghiera
che
,
di
tutto
,
fa
anima
e
fraternità
!
Ci
voleva
ben
poco
per
maggiormente
commoverla
.
Infatti
,
la
vista
di
quella
persona
,
ch
'
ella
sapeva
essere
affezionata
a
lei
,
alla
memoria
del
padre
suo
,
le
fece
in
quello
strano
momento
un
effetto
non
meno
strano
.
Nel
dolore
delle
sue
inquietudini
,
del
suo
isolamento
morale
,
Drollino
le
parve
quasi
un
amico
.
Lo
guardò
con
una
dolcezza
ignara
,
ma
affettuosa
,
e
per
un
momento
,
senza
saperlo
,
come
una
persona
stanca
che
cerchi
un
appoggio
,
trattenne
la
sua
mano
nuda
,
tremante
,
su
quella
,
guantata
di
camoscio
,
che
Drollino
teneva
pronta
per
aiutarla
a
salire
.
Un
brivido
forte
,
ma
tosto
represso
,
agitò
per
un
secondo
la
magra
persona
di
Drollino
.
Un
lampo
,
subito
smorzato
,
passò
nei
suoi
occhi
neri
;
poi
egli
chinò
la
testa
come
un
colpevole
,
e
,
sorreggendo
Milla
colla
forza
del
suo
pugno
d
'
acciaio
,
l
'
aiutò
a
salire
in
carrozza
.
Essa
non
s
'
accorse
per
nulla
dell
'
impressione
violenta
che
Drollino
aveva
risentito
in
tutte
le
fibre
dell
'
esser
suo
.
Drollino
fu
d
'
un
salto
a
cassetta
,
e
via
,
di
trotto
serrato
,
per
la
strada
fangosa
.
La
Duchessa
,
rannicchiata
nel
suo
_
plaid
_
,
immersa
in
uno
di
quegli
assoluti
abbattimenti
d
'
animo
e
di
corpo
che
susseguono
quasi
sempre
all
'
ardore
d
'
un
sincero
sfogo
della
mente
o
del
cuore
,
si
abbandonava
al
rapido
moto
della
carrozza
.
Il
suo
sguardo
inerte
si
smarriva
nella
nebbiosità
malinconica
,
velata
di
piova
,
della
campagna
.
E
Drollino
faceva
volare
i
cavalli
.
Li
sferzava
continuamente
,
eccitandoli
con
certi
_
ehp
!
_
stridenti
,
che
parevano
metter
loro
il
diavolo
in
corpo
.
Il
domestico
,
intimorito
,
lo
guardava
ogni
tanto
,
senza
ardire
d
'
interrogarlo
.
Nell
'
interno
della
_
vittoria
_
la
vecchia
guardarobiera
,
sgomentata
,
ripeteva
sommessamente
delle
innumeri
_
Ave
Marie
_
.
La
Duchessa
non
avvertiva
nulla
di
quelle
preghiere
,
nè
di
quel
timore
.
Calcolava
quanti
giorni
dovevano
passare
,
prima
che
spuntasse
quello
della
partenza
di
Olga
.
Giunsero
a
casa
senza
inconvenienti
.
Milla
,
nello
scendere
,
s
'
accorse
che
a
mala
pena
si
reggeva
in
piedi
.
Si
ricordò
che
non
aveva
ancor
preso
nulla
;
e
perciò
,
invece
di
dirigersi
verso
il
proprio
appartamento
,
pensò
di
fermarsi
un
momento
in
sala
da
pranzo
.
Questa
si
trovava
in
un
'
altr
'
ala
della
villa
,
dove
il
rumore
della
carrozza
che
giungeva
poteva
benissimo
non
essere
stato
avvertito
.
La
tavola
per
la
colazione
comune
non
era
ancora
preparata
;
ma
,
in
un
cantuccio
appartato
nel
vano
d
'
una
finestra
,
un
tavolino
elegantissimamente
apparecchiato
,
faceva
testimonianza
di
un
allegro
asciolvere
,
testè
compiuto
da
due
persone
.
Infatti
,
il
Duca
e
la
Baronessa
Olga
avevano
allora
finito
di
prendere
il
caffè
.
Erano
soli
;
nè
ospiti
,
nè
servi
.
Nella
stanza
vicina
però
risuonava
incessante
il
_
clic
clac
_
delle
palle
da
bigliardo
,
urtantisi
continuamente
sul
panno
verde
,
e
un
incrociarsi
non
meno
insistente
di
voci
mascoline
.
Olga
era
avvolta
in
un
'
ampia
veste
da
camera
di
_
cachemir
_
rosso
cupo
,
e
il
suo
collo
spariva
nelle
pieghe
intralciate
d
'
una
grande
sciarpa
di
trina
fiamminga
.
L
'
energia
slava
della
testa
spiccava
maravigliosamente
su
quel
piedestallo
di
trapunto
e
sullo
sfondo
di
cuoio
cesellato
della
tappezzeria
.
La
Baronessa
sedeva
,
molto
allungata
,
su
una
poltrona
,
con
un
braccio
penzolone
.
Fumava
una
sigaretta
di
tabacco
orientale
ed
un
molle
sorriso
sfiorava
,
tra
le
fresche
gote
carnose
,
le
tumide
e
rosse
sue
labbra
.
Giuliano
le
era
seduto
vicino
,
a
cavalcioni
su
una
sedia
,
e
teneva
posata
una
mano
sulla
spalliera
della
poltrona
.
Aveva
chinata
la
sua
faccia
,
così
bionda
e
regolare
,
verso
di
lei
,
tuffando
con
visibile
piacere
il
naso
armato
di
_
pince
-
nez
_
,
nel
fumo
acremente
profumato
della
sigaretta
.
Poi
d
'
un
tratto
,
arretrando
il
naso
colla
mossa
d
'
un
fanciullo
che
s
'
allontana
dal
frutto
proibito
,
mandò
un
sospiro
tra
mesto
e
comico
.
-
-
Ahimè
!
-
-
disse
poscia
con
un
accento
che
anch
'
esso
aveva
un
po
'
del
burlevole
,
un
po
'
del
patetico
.
-
-
Sapete
cosa
mi
figuro
in
questo
momento
?
Ella
lo
sapeva
benissimo
,
e
non
si
diede
la
pena
di
chiedere
cosa
fosse
.
Ed
egli
,
per
non
lasciar
morire
il
discorso
,
finì
la
frase
così
:
-
-
Mi
figuro
,
il
vostro
_
boudoir
_
granata
e
rosa
.
-
-
Sciocchezze
....
mio
caro
;
quel
ch
'
è
stato
è
stato
.
Non
è
egli
convenuto
che
voi
siete
per
l
'
appunto
il
più
felice
degli
uomini
?
E
se
mai
,
in
vita
vostra
,
avete
fatto
delle
corbellerie
,
è
giusto
....
-
-
Ch
'
io
le
sconti
,
nevvero
?
-
-
chiese
Giuliano
con
un
'
amarezza
d
'
accento
che
voleva
esser
patetica
.
Ella
ebbe
un
maligno
sorriso
:
-
-
Ma
,
mio
caro
creolo
,
voi
siete
sempre
stato
molto
indipendente
,
e
avete
voluto
....
-
-
No
....
non
fui
io
,
a
volerlo
-
-
rispose
stizzosamente
-
-
è
stata
mia
madre
.
-
-
Ah
!
-
-
diss
'
ella
.
E
lo
guardò
sorridendo
,
con
quel
sorriso
che
scopriva
tutto
quanto
il
lucido
avorio
dei
suoi
denti
.
In
quella
giornata
grigia
,
piovosa
,
nella
atmosfera
cupa
dell
'
antica
sala
da
pranzo
,
il
suo
volto
aveva
una
formidabile
espressione
di
vita
,
di
moto
,
che
aizzava
il
sangue
....
Giuliano
si
sentiva
diventar
vile
,
vile
....
vile
....
Essa
si
mise
a
ridere
,
ma
,
nella
direzione
di
quell
'
occhio
azzurro
,
languido
che
la
guardava
ricordando
,
mandò
un
po
'
di
fumo
,
che
somigliava
a
un
sospiro
inebriante
....
-
-
Olga
-
-
disse
il
Duca
senza
curarsi
d
'
abbassare
la
voce
-
-
ditemi
,
oh
ditemi
che
non
tutte
le
corbellerie
sono
irreparabili
,
e
che
quella
immensa
,
mastodontica
ch
'
io
commisi
nel
prender
moglie
....
Olga
,
con
uno
dei
suoi
più
chiassosi
scoppi
di
risa
,
gli
troncò
la
parola
in
bocca
.
Aveva
veduta
la
Duchessa
,
rigida
,
immobile
sulla
soglia
,
di
fronte
a
loro
.
Aveva
udito
?
Giudicando
dal
suo
aspetto
,
c
'
era
poca
speranza
d
'
una
risposta
negativa
.
Ma
Olga
pensò
che
la
fortuna
arride
agli
audaci
,
e
con
un
gesto
appena
percettibile
avvertì
Giuliano
.
Poi
,
con
una
disinvoltura
superiore
ad
ogni
plauso
,
s
'
alzò
,
e
,
col
più
amabile
,
col
più
cordiale
dei
suoi
sorrisi
,
andò
ad
incontrar
la
Duchessa
.
-
-
Buon
giorno
,
cara
,
come
stai
?
Sono
scesa
di
buon
'
ora
,
nevvero
?
Le
altre
dormono
ancora
....
che
pigrone
!
E
così
,
com
'
è
andata
la
tua
gita
misteriosa
?
Milla
non
rispondeva
,
nè
accennava
di
udire
.
Ansimava
,
e
,
con
un
gesto
nervoso
e
macchinale
,
tentava
di
togliersi
i
guanti
.
-
-
Poverina
!
-
-
continuava
Olga
,
sempre
più
premurosa
,
-
-
si
vede
che
sei
molto
stanca
.
Lo
credo
....
con
questo
tempaccio
....
Stavo
appunto
dicendo
a
tuo
marito
....
-
-
Sicuro
....
sicuro
-
-
interruppe
Giuliano
,
per
secondare
la
Baronessa
.
-
-
Giusto
....
mi
diceva
,
e
io
rispondeva
che
tu
facevi
malissimo
,
ch
'
era
una
delle
tue
ubbie
solite
,
e
che
io
permettendolo
avevo
fatto
una
corbel
....
Ma
la
Baronessa
,
che
studiava
attentamente
il
viso
di
Milla
,
troncò
con
uno
sguardo
la
trovata
del
Duca
.
-
-
Ti
senti
male
?
-
-
chiese
alla
Duchessa
,
con
un
mirabile
crescendo
di
gentilezza
.
Milla
non
rispose
;
si
sentiva
la
gola
serrata
da
uno
spasimo
isterico
.
Eppure
voleva
parlare
....
voleva
dirla
una
parola
atta
ad
esprimere
il
senso
d
'
indignazione
che
la
padroneggiava
.
Ma
l
'
agitazione
nervosa
che
scuoteva
tutta
la
sua
povera
personcina
fu
più
forte
di
lei
.
Milla
si
sentiva
smarrire
,
non
ci
vedeva
quasi
più
,
sentiva
nelle
orecchie
uno
scampanio
stridente
.
Vacillava
,
e
,
per
non
cadere
,
s
'
appoggiò
con
ambe
le
mani
a
un
tavolino
lì
presso
.
Olga
le
corse
vicino
,
e
volle
sostenerla
.
Milla
,
nel
suo
smarrimento
,
avvertì
il
pericolo
di
quel
contatto
,
e
provò
un
sentimento
così
violento
di
ripulsione
e
d
'
orgoglio
che
per
un
istante
si
riebbe
,
galvanizzata
....
Si
rizzò
,
diede
un
passo
addietro
,
e
dalle
labbra
smorte
le
uscì
un
«
No
»
vibrato
....
pieno
d
'
odio
e
di
ribellione
.
Nella
vasta
sala
da
pranzo
ci
fu
un
momento
di
silenzio
....
poco
piacevole
.
Poi
,
a
un
tratto
,
la
Duchessa
svenne
.
VII
.
Eran
tutte
nel
salotto
rosso
,
un
po
'
agitate
,
un
po
'
inquiete
.
-
-
Veramente
....
Milla
si
era
sentita
male
?
...
Oh
!
poveretta
!
Ma
come
....
perchè
?
...
Forse
,
la
stanchezza
del
ballo
....
-
-
Già
-
-
osservò
la
Garbi
,
-
-
si
vedeva
,
sulla
fine
,
ch
'
era
un
po
'
abbattuta
.
-
-
No
,
-
-
sentenziò
una
vecchia
signora
.
-
-
Sarà
qualche
cosa
,
qualche
novità
.
-
-
Magari
!
-
-
risposero
in
coro
il
più
delle
signore
,
con
qualche
sorrisetto
....
--Davvero?...--osservò
Olga
,
ch
'
era
entrata
in
quel
momento
.
-
-
Che
bella
cosa
sarebbe
,
che
felicità
per
entrambi
!
...
-
-
Tu
eri
in
sala
,
nevvero
....
quando
quella
poveretta
si
sentì
male
?
-
-
chiese
la
contessina
Ghisneri
.
-
-
Per
l
'
appunto
,
mia
cara
,
n
'
ebbi
uno
spavento
grandissimo
.
Io
ero
scesa
a
_
déjeuner
_
....
A
un
tratto
,
Milla
comparisce
sulla
soglia
,
pallida
come
uno
spettro
.
Era
stata
,
Dio
sa
dove
,
a
far
la
meditazione
....
che
so
io
....
a
confessarsi
.
Sapete
,
poverina
,
quanto
è
pia
,
quanto
è
buona
!
Convien
dire
che
l
'
umido
le
avesse
fatto
male
,
che
si
fosse
strapazzata
....
Poi
,
è
delicatina
,
nevvero
?
...
Insomma
,
la
vidi
annaspare
,
poi
svenne
....
lì
....
sui
due
piedi
.
Corsi
subito
a
sostenerla
,
gridai
....
chiamai
;
per
fortuna
,
c
'
era
gente
nella
sala
del
bigliardo
....
Venne
subito
anche
il
Duca
....
scesero
le
cameriere
;
la
portammo
su
....
Si
riebbe
a
poco
a
poco
,
e
l
'
ho
lasciata
or
ora
,
che
stava
meglio
.
-
-
Anderò
su
a
vedere
-
-
disse
la
vecchia
dama
.
-
-
Se
vi
fossero
novità
....
scriverei
subito
alla
Duchessa
Margherita
.
-
-
Dov
'
è
ora
quella
cara
signora
?
-
-
chiese
Olga
.
-
-
Oh
!
sempre
a
Torino
.
E
come
dicevo
....
-
-
Mia
cara
Marchesa
,
-
-
osservò
Olga
con
voce
sommessa
e
carezzevole
-
-
rammento
ora
che
Milla
stava
per
addormentarsi
;
forse
un
po
'
di
sonno
le
gioverebbe
meglio
d
'
ogni
altro
rimedio
.
In
quella
entrò
Giuliano
,
e
tutti
gli
furon
d
'
attorno
a
chiederle
notizie
di
sua
moglie
.
Oh
,
era
una
cosa
da
nulla
....
uno
sconcerto
passeggiero
,
cagionato
dal
freddo
....
dalla
stanchezza
.
Milla
si
era
riavuta
subito
....
mandava
a
salutare
le
sue
buone
amiche
;
dormirebbe
per
qualche
ora
,
e
scenderebbe
senza
dubbio
a
desinare
.
Giuliano
in
cuor
suo
era
di
cattivissimo
umore
.
Che
bestia
era
stato
!
uno
scolaretto
non
ci
sarebbe
cascato
più
scioccamente
....
E
in
complesso
...
per
....
nulla
.
E
ora
chi
sa
che
scena
gli
toccherebbe
,
quanti
rimproveri
gli
rivolgerebbe
Milla
!
Senonchè
,
con
sua
grande
sorpresa
,
Milla
non
gli
aveva
rivolti
rimproveri
di
sorta
.
Quand
'
egli
entrò
in
camera
,
prima
del
pranzo
,
per
chiedere
sue
notizie
,
la
trovò
ancora
coricata
,
immobile
.
Ella
parve
non
avvertirlo
;
chiuse
gli
occhi
.
Giuliano
esitò
un
momento
;
poi
chiamò
dolcemente
:
-
-
Milla
!
-
-
Essa
aprì
gli
occhi
,
con
un
amarissimo
sforzo
di
sorriso
,
poi
,
lentamente
,
li
richiuse
.
-
-
Milla
!
-
-
disse
ancora
Giuliano
.
Ella
non
rispose
...
;
serrò
gli
occhi
più
forte
,
perchè
non
lasciassero
adito
ad
una
lagrima
.
Giuliano
aspettò
un
momento
,
poi
se
ne
andò
;
adagio
e
inquieto
.
Forse
avrebbe
preferita
la
scena
.
Condusse
le
signore
a
fare
una
trottata
.
Tornando
,
si
seppe
che
la
Duchessa
non
scenderebbe
neppure
a
desinare
.
Le
era
sopraggiunta
un
po
'
di
febbre
.
Gli
ospiti
espressero
naturalmente
il
loro
rammarico
;
dopo
di
che
,
ognuno
andò
in
camera
sua
a
vestirsi
pel
pranzo
.
Ma
in
quella
mezz
'
ora
affaccendata
di
pettinature
riedificate
,
di
vitine
assestate
alle
persone
,
di
_
fichus
_
drappeggiati
sulle
spalle
,
di
baffi
incerati
ed
unghie
brillantate
,
una
piccante
notizia
s
'
insinuò
fra
una
stanza
e
l
'
altra
,
venne
scambiata
in
fretta
nella
penombra
dei
corridoi
.
Dal
tinello
dei
domestici
,
d
'
onde
aveva
prese
le
mosse
,
una
frase
fece
rapidamente
il
giro
del
primo
piano
.
Quando
suonò
la
prima
campana
del
pranzo
,
tutti
(
meno
gl
'
interessati
,
s
'
intende
)
sapevano
il
vero
motivo
dello
svenimento
di
Milla
.
Certo
....
era
capitata
inattesa
,
e
aveva
veduto
....
aveva
udito
....
Cosa
?
...
Questo
non
si
diceva
,
prima
perchè
non
si
sapeva
bene
,
e
poi
perchè
nella
reticenza
c
'
era
un
delizioso
sottinteso
,
un
ampio
orizzonte
di
supposizioni
.
L
'
avvenimento
aveva
avuto
un
testimone
inavvertito
,
il
domestico
che
aveva
aperta
,
per
la
Duchessa
,
la
porta
della
sala
da
pranzo
.
Naturalmente
,
le
primizie
dei
commenti
ebbero
luogo
in
cucina
.
Il
passato
di
Olga
e
di
Giuliano
non
era
mai
stato
un
mistero
per
la
servitù
;
la
rinnovata
infatuazione
del
Duca
non
era
certo
sfuggita
a
nessuno
di
quegli
arghi
implacabili
che
si
chiamano
:
i
nostri
domestici
.
Si
parlava
dell
'
accaduto
,
senza
ombra
di
reticenza
.
I
più
compativano
Milla
,
e
fra
questi
erano
,
naturalmente
,
i
dipendenti
nati
della
casa
.
Ma
un
certo
nucleo
si
ostinava
a
proteggere
Olga
,
una
bella
donna
,
perdio
,
e
che
,
quando
montava
a
cavallo
,
mostrava
d
'
avere
un
gran
coraggio
e
un
polso
d
'
acciaio
!
Qualcuno
interpellò
Drollino
:
-
-
Che
te
ne
pare
,
eh
?
...
Ma
egli
non
rispose
;
disse
che
aveva
altro
pel
capo
....
un
certo
puledro
che
gli
pareva
tendere
ad
azzoppare
.
Prese
il
berretto
ed
uscì
,
benchè
piovesse
che
Dio
la
mandava
.
Olga
scese
a
desinare
,
bellissima
nel
velluto
verde
-
oliva
della
sua
ricca
_
toilette
_
.
Ma
alle
_
entrées
_
cominciò
a
sospettare
qualcosa
.
Sorprese
qualche
sorrisetto
bizzarro
,
qualche
occhiata
curiosa
,
che
si
fermava
un
momento
addosso
a
lei
e
poi
fuggiva
rapidissimamente
.
All
'
arrosto
,
era
quasi
certa
;
al
caffè
,
non
serbava
ombra
di
dubbio
.
Qualcuna
si
rivolse
a
lei
per
chiederle
,
con
una
strana
inflessione
di
voce
,
le
notizie
di
quella
_
cara
_
Milla
.
Olga
non
si
scompose
per
nulla
.
Celò
a
meraviglia
la
sua
viva
irritazione
,
fu
più
serena
,
più
affettuosa
,
più
amabile
che
mai
.
Rispose
sempre
a
tuono
,
ignorando
i
sorrisi
,
ostinandosi
a
non
afferrare
nulla
più
del
senso
letterale
delle
varie
interrogazioni
che
le
venivano
rivolte
.
Ma
,
in
fondo
al
cuore
,
era
furibonda
.
Con
Milla
,
ben
inteso
.
Cos
'
era
venuto
in
mente
a
quella
sciocchina
d
'
invitarla
ad
Astianello
per
farle
poi
di
quelle
scene
mute
da
vittima
?
E
il
bello
era
che
lei
non
se
ne
curava
per
nulla
di
quello
stolido
di
Giuliano
,
ed
era
animata
delle
migliori
intenzioni
.
Lui
,
si
sa
,
sfido
io
!
Olga
aveva
voluto
provare
,
divertirsi
un
poco
,
nulla
più
.
L
'
avevano
invitata
per
far
vedere
che
non
la
temevano
;
è
naturale
ch
'
essa
desse
loro
una
piccola
lezione
.
Ma
ora
Milla
,
colle
sue
imprudenze
,
la
metteva
in
una
posizione
falsa
,
seccante
...
,
e
quasi
quasi
meritava
davvero
....
Durante
tutta
la
sera
,
quella
valente
schermitrice
fu
impareggiabile
.
Si
mostrò
così
gentile
,
così
naturalmente
calma
,
seppe
talmente
manovrare
,
celando
l
'
apparenza
d
'
ogni
manovra
,
che
a
poco
a
poco
i
più
creduli
cominciarono
a
dubitare
.
E
giunta
l
'
ora
di
separarsi
pel
riposo
notturno
,
alcune
fra
le
signore
chiedevano
a
sè
stesse
:
-
-
E
se
non
fosse
vero
?
-
-
Molti
aspettavano
l
'
indomani
per
decidere
.
Bisognava
vederle
di
fronte
....
Milla
e
la
Baronessa
.
Davvero
,
sarebbe
interessante
.
A
domani
,
dunque
.
Intanto
non
ci
si
annoiava
ad
Astianello
.
Ma
l
'
indomani
non
fu
apportatore
della
scena
desiderata
.
Milla
non
si
era
alzata
e
la
febbriciattola
perdurava
.
Giuliano
era
crudelmente
imbarazzato
.
I
suoi
doveri
di
padrone
di
casa
lo
assorbivano
in
parte
,
occupavano
buona
parte
del
giorno
;
ma
ogni
tanto
bisognava
pure
che
salisse
a
tener
compagnia
a
sua
moglie
,
e
quelle
brevi
soste
nella
camera
azzurra
non
riescivano
punto
piacevoli
.
Eppure
Milla
continuava
ad
astenersi
dalle
scene
;
essa
non
gli
rivolgeva
mai
la
parola
,
non
lo
guardava
.
Era
sfinita
,
non
provava
che
un
immenso
disgusto
,
un
imperioso
bisogno
di
assopirsi
,
d
'
annientarsi
nell
'
oblio
.
Oh
!
se
avesse
avuto
sua
madre
!
Se
avesse
potuto
chinare
sul
seno
d
'
una
vera
amica
la
sua
povera
testa
così
greve
ed
ardente
e
narrare
,
piangendo
,
la
sua
sventura
!
Ella
,
che
aveva
tanto
d
'
uopo
d
'
amore
,
di
simpatia
!
Si
sentiva
,
per
la
prima
volta
in
vita
sua
,
supremamente
offesa
....
Quando
vedeva
Giuliano
,
il
suo
orgoglio
di
donna
onesta
si
ribellava
,
imponeva
silenzio
all
'
amore
.
Essa
non
poteva
parlargli
,
non
poteva
guardarlo
....
La
forza
della
volontà
aveva
e
serbava
alzata
una
barriera
che
pareva
di
ghiaccio
.
Ma
dietro
a
quella
barriera
,
il
povero
cuore
di
donna
sanguinava
lentamente
,
in
silenzio
!
...
Il
giorno
dopo
,
fu
chiamato
il
medico
del
villaggio
.
Era
un
buon
diavolo
,
onesto
e
capace
.
Giudicò
,
colla
sua
semplice
esperienza
,
che
la
Duchessa
avesse
,
più
che
altro
,
bisogno
di
riposo
;
e
,
vedendo
che
le
circostanze
,
il
tramestìo
degli
ospiti
non
si
prestavano
guari
all
'
attuazione
di
questo
desiderio
,
pensò
di
parlarne
francamente
al
Duca
.
Ma
il
caso
aveva
disposto
altrimenti
.
Nello
scender
le
scale
,
s
'
imbattè
in
una
vecchia
signora
,
la
quale
prese
a
informarsi
minutamente
della
salute
di
Milla
,
e
finì
coll
'
alludere
discretamente
alla
possibilità
d
'
uno
stato
interessante
.
Povera
contessa
Nemi
,
ci
teneva
allo
stato
interessante
di
Milla
!
Ai
suoi
tempi
,
era
il
solo
male
che
patissero
le
spose
,
ed
essa
non
ne
intendeva
altri
.
Rimase
dunque
attonita
e
quasi
scandalizzata
quando
udì
che
si
trattava
invece
d
'
una
febbre
continua
.
Oh
Dio
....
ella
che
aveva
tanta
paura
delle
febbri
....
Ma
di
che
sorta
di
febbre
si
trattava
?
...
Sperava
bene
che
non
fosse
infiammatoria
....
non
attaccaticcia
....
-
-
Eh
!
eh
!
-
-
disse
il
dottore
,
cogliendo
la
palla
al
balzo
-
-
non
so
,
spero
che
non
sia
....
non
si
può
precisar
nulla
per
ora
...
,
ma
non
vorrei
....
che
....
certi
lontani
indizi
di
tifoidea
....
Dio
guardi
,
potrebbero
far
capolino
da
un
momento
all
'
altro
....
La
contessa
Nemi
strisciò
frettolosamente
una
semi
-
riverenza
,
e
scappò
via
.
Il
medico
s
'
allontanò
ridendo
,
senza
nessun
rimorso
pel
suo
stratagemma
.
I
medici
di
campagna
hanno
talvolta
delle
benefiche
audacie
di
questo
genere
.
La
sera
stessa
,
la
Contessa
riceveva
una
lettera
del
suo
notaio
,
che
,
per
un
affare
urgentissimo
,
la
richiamava
a
casa
.
E
,
caso
singolare
,
la
Garbi
aveva
notizie
non
troppo
buone
di
sua
madre
.
Due
partenze
furono
dunque
annunziate
per
l
'
indomani
.
Le
signore
chiedevano
col
più
vivo
affetto
notizie
di
Milla
,
ma
nessuna
insistè
,
come
avevan
fatto
tanto
gentilmente
nei
primi
tempi
,
nell
'
offrirsi
a
tenerle
compagnia
.
E
in
capo
a
due
giorni
Olga
pensò
bene
di
ricevere
un
telegramma
di
suo
marito
,
il
quale
le
chiedeva
di
venire
a
raggiungerlo
,
scusandosi
di
non
poter
egli
stesso
recarsi
a
riprenderla
,
per
affari
molto
intricati
,
della
cancelleria
,
s
'
intende
.
Giuliano
,
quando
seppe
di
questo
telegramma
,
ebbe
un
momento
di
viva
irritazione
.
Ecco
che
se
ne
andavano
tutti
e
lo
lasciavano
lì
solo
....
in
faccia
a
quella
donnina
smorta
,
che
non
gli
faceva
scene
,
ma
non
voleva
saperne
di
alzarsi
,
nè
di
guardarlo
in
viso
.
Poi
ebbe
un
sentimento
di
soddisfazione
.
Eh
,
eh
...
,
la
cosa
prendeva
un
certo
aspetto
....
Meglio
così
....
forse
la
posizione
avrebbe
potuto
farsi
critica
,
ed
egli
era
tanto
....
creolo
!
*
*
*
*
*
Olga
prese
a
tempo
la
decisione
di
partire
.
Dubbi
o
non
dubbi
,
la
sua
fermata
ad
Astianello
non
era
più
indicata
:
le
altre
signore
formavano
un
formidabile
areopago
.
La
simpatia
per
Milla
era
tornata
,
alla
lontana
sì
,
ma
viva
assai
,
avvalorata
dall
'
invidia
che
,
alla
lunga
,
Olga
doveva
pur
destare
in
un
circolo
femminile
.
L
'
invidia
non
ha
molta
strada
da
fare
per
diventar
censura
,
e
la
Russa
conosceva
molto
bene
ciò
ch
'
era
atto
a
giovarle
,
o
a
recarle
danno
.
Aveva
saputo
sino
ad
allora
farsi
perdonar
molto
,
e
non
compromettere
in
nessuna
delle
sue
varie
vicende
di
....
cuore
l
'
invidiabile
posto
che
occupava
nella
società
.
C
'
era
rimasta
,
imponendosi
o
altrimenti
,
anche
a
dispetto
della
sua
lunga
avventura
con
Giuliano
...
,
ma
essa
sapeva
benissimo
sino
a
che
punto
si
può
gettare
impunemente
della
polvere
negli
ocelli
.
Trovò
dunque
un
effetto
di
partenza
felicissimo
;
l
'
onore
della
ritirata
era
più
che
salvo
!
...
Ma
in
fondo
era
indispettita
,
e
,
all
'
ultimo
momento
,
un
dubbio
l
'
aveva
inquietata
.
Forse
la
malattia
di
Milla
era
un
'
astuzia
di
guerra
....
la
Duchessa
si
liberava
così
di
lei
e
delle
sue
apprensioni
....
E
,
sotto
l
'
impressione
di
quel
sospetto
,
morse
per
un
secondo
le
bellissime
labbra
.
Di
Giuliano
non
le
importava
affatto
;
pure
seppe
così
bene
simulare
presso
di
lui
che
,
nell
'
animo
di
questi
,
quel
po
'
di
rimorso
relativo
che
s
'
era
andato
formando
a
fatica
,
tacque
subitamente
per
dar
luogo
ad
una
specie
di
vigliacco
dispetto
!
Olga
se
ne
avvide
,
e
,
mentre
saliva
nel
legno
che
doveva
condurla
alla
stazione
,
mandò
in
su
uno
sguardo
rapido
,
ma
strano
,
verso
la
finestra
chiusa
della
camera
di
Milla
.
E
lasciò
per
lei
i
più
affettuosi
,
i
più
cordiali
saluti
,
certa
di
rivederla
presto
,
perfettamente
guarita
,
fresca
come
una
rosa
.
E
frattanto
ella
stessa
era
bellissima
,
forte
e
formidabile
nella
pienezza
vigorosa
delle
forme
.
Era
molto
attraente
così
,
in
abito
da
viaggio
.
Le
sue
pelliccie
non
l
'
infagottavano
punto
come
infagottano
il
più
delle
signore
;
parevano
avvolgerla
come
il
manto
d
'
una
regina
selvaggia
.
E
Giuliano
rimase
solo
coll
'
ammalata
.
Non
già
un
'
ammalata
grave
.
Di
tifoidea
nessun
indizio
;
la
febbriciattola
non
cresceva
,
e
veniva
solo
ogni
tanto
.
Milla
s
'
era
alzata
per
salutare
la
vecchia
signora
,
amica
di
sua
suocera
,
e
anche
per
assicurarla
che
ora
stava
propriamente
benino
.
Ma
,
dopo
la
partenza
degli
ultimi
ospiti
,
era
tornata
a
star
così
così
.
Non
usciva
più
di
camera
,
mangiava
poco
o
nulla
,
e
ogni
tanto
si
metteva
a
piangere
in
silenzio
.
Con
Giuliano
non
scambiava
che
qualche
rara
e
indifferente
parola
.
Era
esausta
di
forze
,
ma
resisteva
,
e
in
quella
lotta
,
che
nessuno
avvertiva
,
la
sua
energia
si
consumava
.
Il
suo
era
uno
di
quei
graduati
sfinimenti
a
cui
certi
temperamenti
femminili
si
prestano
fatalmente
.
Questo
bizzarro
genere
di
malattia
non
è
punto
mortale
in
sè
stesso
,
si
può
benissimo
guarire
,
solo
però
quando
lo
si
voglia
assolutamente
.
Se
no
,
si
muore
,
commettendo
innocentemente
un
insensato
e
crudele
suicidio
.
Due
settimane
passarono
così
.
Giuliano
incominciava
a
impensierirsi
,
e
il
medico
del
villaggio
a
non
saper
più
che
dire
.
Un
giorno
,
uscì
a
proporre
che
si
chiamasse
un
altro
dottore
....
per
avere
un
parere
di
più
.
-
-
Ah
!
-
-
disse
Giuliano
.
Si
sgomentò
.
E
se
veramente
la
povera
Milla
....
fosse
proprio
così
malata
....
per
aver
udito
quello
sciagurato
colloquio
!
Che
stupido
era
mai
stato
!
E
Olga
lo
aveva
canzonato
bellamente
;
dopo
tutto
!
....
Mentre
invece
Milla
l
'
adorava
,
povera
creatura
!
Oh
!
sì
!
...
ci
voleva
proprio
un
bravo
medico
,
una
celebrità
.
E
la
celebrità
,
chiamata
telegraficamente
da
Giuliano
,
capitò
pochi
giorni
dopo
ad
Astianello
.
Non
disse
gran
cosa
,
in
complesso
.
Parlò
di
nervi
,
di
gran
simpatico
,
d
'
anemia
,
di
debolezza
.
E
mentre
faceva
queste
osservazioni
e
teneva
fra
le
mani
il
polso
bianco
e
magro
di
Milla
,
guardava
attentamente
ora
Giuliano
,
ora
la
faccia
rigida
della
Duchessa
.
Finì
dunque
coll
'
assicurare
che
non
c
'
era
nulla
di
grave
;
ordinò
marziali
,
accennò
alla
necessità
d
'
una
vita
molto
quieta
;
e
suggerì
di
passar
l
'
invernata
nel
Mezzogiorno
.
Poi
se
ne
andò
,
certo
in
cuor
suo
che
quella
donna
soffriva
crudelmente
,
senza
concedersi
uno
sfogo
.
Il
celebre
dottore
non
era
soltanto
celebre
,
era
vecchio
,
conosceva
del
pari
la
donna
e
la
vita
.
Nell
'
andarsene
,
ebbe
una
sorpresa
.
Giungendo
alla
stazione
,
vi
trovò
ad
attenderlo
un
giovinotto
bruno
,
magro
,
con
due
occhi
assai
vivi
e
profondi
,
il
quale
,
qualificandosi
per
un
addetto
della
tenuta
d
'
Astianello
,
gli
chiese
semplicemente
,
ma
in
modo
abbastanza
categorico
,
se
la
Duchessa
fosse
ammalata
molto
,
molto
?
...
Il
medico
non
ricusò
di
rispondere
,
ma
non
si
curò
di
dare
al
giovanotto
nulla
più
d
'
una
di
quelle
elementari
risposte
,
ch
'
egli
giudicava
sufficienti
a
soddisfare
la
curiosità
o
l
'
attaccamento
ai
padroni
,
da
parte
d
'
una
persona
di
servizio
.
Ma
Drollino
non
si
contentò
.
-
-
Potrebbe
morire
?
chiese
colla
massima
calma
.
La
celebrità
medica
,
impazientita
alzò
le
spalle
.
-
-
Caro
mio
,
che
andate
chiedendo
?
Perchè
dovrebbe
morire
?
Ha
un
buon
temperamento
,
è
giovane
.
Ha
bisogno
di
quiete
e
che
la
lascino
stare
in
pace
,
ecco
tutto
.
-
-
Già
,
disse
Drollino
....
Ma
se
invece
....
Rimase
in
silenzio
,
con
un
'
espressione
bizzarra
e
cupamente
inquieta
.
-
-
Che
ci
siano
ancora
dei
servitori
affezionati
?
chiese
a
sè
stesso
il
celebre
medico
mentre
saliva
sul
treno
,
in
una
bella
carrozza
di
prima
classe
.
*
*
*
*
*
-
-
Ecco
qua
,
borbottava
in
guardaroba
,
la
vecchia
Tonia
,
è
la
terza
volta
che
viene
oggi
,
colla
scusa
di
prender
le
notizie
della
signora
Duchessa
.
-
-
Eh
,
eh
!
rispose
la
Teresa
,
la
guardarobiera
in
secondo
,
non
ha
poi
tutti
i
torti
;
non
è
il
diavolo
la
Carolina
.
E
lui
ha
un
bel
salario
ora
,
e
sono
tutti
e
due
della
tenuta
.
Sarebbe
un
bel
matrimonio
.
La
Carolina
entrò
all
'
improvviso
.
-
-
Che
c
'
è
?
chiese
stizzosa
,
indovinando
che
la
sua
venuta
aveva
troncato
un
discorso
.
-
-
Niente
,
niente
.
Si
diceva
soltanto
di
....
Drollino
.
-
-
Miracolo
!
ribattè
la
giovane
....
E
sarà
per
dirne
del
male
,
mi
figuro
!
tutti
ce
l
'
hanno
amara
con
quel
poveretto
.
E
io
invece
sostengo
che
....
-
-
Eh
!
si
sa
,
si
sa
....
-
-
Cosa
si
sa
?
...
Non
è
vero
niente
,
a
me
non
me
ne
importa
niente
affatto
di
colui
,
non
mi
dispiace
,
no
,
perchè
è
un
buon
figliuolo
,
affezionato
alla
signora
.
-
-
Sfido
io
,
saltò
su
a
dire
la
Teresa
,
sono
stati
beneficati
tutti
dalla
casa
,
quando
c
'
era
il
padrone
vecchio
.
-
-
Bene
,
bene
....
Oh
gli
altri
non
sono
forse
stati
beneficati
anche
loro
?
...
Eppure
....
guardate
se
si
rammentano
di
venire
a
vedere
se
la
padrona
è
viva
o
morta
.
-
-
Caspita
!
susurrò
la
Tonia
,
non
hanno
mica
le
ragioni
che
può
avere
Drollino
di
venire
in
guardaroba
.
La
Carolina
arrossì
e
tentò
una
smorfia
.
-
-
No
,
no
ve
l
'
assicuro
,
viene
proprio
soltanto
per
sapere
....
-
-
Ma
lo
diceva
mollemente
,
con
un
mezzo
sorriso
biricchino
e
un
po
'
ipocrita
.
-
-
Non
è
vero
che
sia
cattivo
,
proseguì
,
anzi
,
ha
buonissime
maniere
.
Vien
su
adagino
....
per
non
far
strepito
e
sta
a
sentire
tutto
quello
che
gli
dico
.
E
gliene
diceva
,
quella
buona
ragazza
....
Si
rifaceva
con
lui
delle
lunghe
ore
silenziose
che
le
toccava
passare
in
camera
della
Duchessa
.
Gli
narrava
in
disteso
come
la
padrona
divenisse
ogni
giorno
più
pallida
e
più
magra
,
e
come
ella
la
ritrovasse
sempre
immobile
,
cogli
occhi
chiusi
e
con
certi
lagrimoni
tanto
fatti
,
sulle
guancie
.
No
,
no
,
alla
Carolina
non
la
davano
a
bere
e
i
medici
potevano
dir
nomacci
latini
quanti
ne
volevano
,
ma
il
male
di
quella
signora
era
tutta
passione
,
ecco
cos
'
era
,
le
gelosie
e
le
pene
che
le
aveva
fatte
passare
il
Duca
per
quella
strega
grassa
,
per
quella
Russa
che
rideva
sempre
.
Drollino
ascoltava
attentamente
questi
sfoghi
della
Carolina
,
senza
dir
nulla
,
senz
'
avvedersi
che
la
cameriera
belloccia
e
garbata
avrebbe
forse
parlato
anche
di
qualcos
'
altro
.
Egli
aveva
ben
poco
da
fare
in
quei
giorni
e
però
ammazzava
il
tempo
a
furia
di
lunghe
,
faticose
cavalcate
,
al
ritorno
delle
quali
Mia
era
bene
spesso
tutta
bianca
di
schiuma
.
Qualche
volta
,
in
casa
o
pel
viale
Drollino
si
imbatteva
col
Duca
.
Giuliano
non
s
'
accorgeva
sempre
della
presenza
del
giovane
,
ma
Drollino
avvertiva
ogni
volta
,
con
una
specie
d
'
intuizione
,
l
'
appressarsi
del
padrone
e
se
n
'
aveva
il
tempo
,
evitava
l
'
incontro
.
Sentiva
,
vedendolo
,
uno
strano
brivido
nel
sangue
,
involontariamente
digrignava
i
denti
,
gli
veniva
come
un
'
insana
voglia
d
'
essere
insolente
verso
quell
'
uomo
,
di
ribellarsi
a
lui
.
Un
'
acre
bestemmia
pareva
destarglisi
in
bocca
.
Ma
allora
gli
veniva
in
mente
la
Duchessa
,
a
cui
le
bestemmie
spiacevano
tanto
,
e
non
ardiva
proferirne
....
Eppure
con
quale
piacere
egli
le
avrebbe
scaraventate
in
faccia
al
Duca
.
Lo
odiava
profondamente
....
senza
scrupoli
di
sorta
.
Egli
non
era
persuaso
di
essere
al
suo
servizio
.
La
sua
padrona
era
Milla
.
E
ora
Milla
....
forse
morrebbe
per
colui
!
Una
volta
Drollino
,
capitando
in
scuderia
,
ci
trovò
il
Duca
,
che
a
passo
lento
e
a
capo
chino
traversava
l
'
andito
.
Gli
tenne
dietro
con
uno
sguardo
torvo
,
e
un
'
idea
confusa
,
ma
terribile
,
gli
balenò
nella
mente
.
E
per
salvarsi
da
quel
pensiero
,
ne
evocò
un
altro
,
non
mai
completamente
abbandonato
per
l
'
addietro
,
un
pensiero
che
l
'
aveva
agitato
sin
da
bambino
,
quello
di
fuggire
con
Mia
,
d
'
andar
lontano
lontano
.
Così
non
saprebbe
nulla
,
non
vedrebbe
nulla
se
....
caso
mai
!
...
Lasciò
la
scuderia
,
e
si
diresse
verso
il
suo
antico
alloggio
.
Era
una
piccola
cascina
,
addossata
ad
un
vasto
fabbricato
ad
uso
fienile
,
e
stava
proprio
dirimpetto
alla
grande
estesa
del
piano
.
Un
vecchio
guardiano
dei
pascoli
vi
faceva
dimora
colla
famiglia
.
L
'
alloggio
di
Drollino
consisteva
in
una
ex
-
cucina
a
terreno
;
egli
vi
aveva
lasciato
il
suo
letto
,
due
seggiole
e
una
vecchia
cassapanca
,
dove
serbava
,
alla
rinfusa
,
i
pochi
panni
ereditati
dal
padre
,
i
suoi
,
non
quelli
di
livrea
,
e
qualche
cianfrusaglia
.
Era
un
pezzo
che
non
capitava
laggiù
.
La
massaia
aveva
approfittato
della
sua
assenza
per
ammonticchiare
in
un
canto
della
stanza
l
'
ultima
raccolta
delle
patate
;
ampie
ragnatele
si
erano
acquartierate
fra
le
travi
del
soffitto
,
e
l
'
unica
finestrina
aveva
i
vetri
rotti
.
Aprì
la
cassapanca
,
e
prese
a
rovistare
nei
vecchi
panni
.
A
un
tratto
s
'
arrestò
.
Gli
era
capitato
sotto
le
dita
un
oggetto
pesante
,
freddo
.
Con
un
gesto
vivace
l
'
estrasse
.
Era
una
vecchia
pistola
a
due
canne
,
ed
egli
riconobbe
subito
la
solita
arma
di
guardia
di
suo
padre
.
L
'
esaminò
a
lungo
;
era
ancora
in
discreto
stato
;
cercando
bene
,
trovò
pure
in
un
angolo
della
cassapanca
lo
scatolino
delle
cariche
.
Drollino
non
pensò
a
rimettere
in
ordine
i
panni
.
Guardava
fisso
fisso
,
come
magnetizzato
,
quell
'
arma
vecchia
,
cogli
acciai
un
poco
irrugginiti
.
Lentamente
prese
a
pulirla
,
la
rimise
in
assetto
,
poi
la
caricò
,
pensando
:
-
-
Servirà
pel
viaggio
.
Ma
quando
la
vide
lucida
,
forbita
,
pronta
,
col
grilletto
obbediente
,
si
fermò
di
nuovo
.
Aveva
il
volto
acceso
,
le
tempia
gli
martellavano
;
ed
egli
alzava
,
riabbassava
,
trattenendolo
,
il
cane
,
con
un
gesto
che
aveva
qualcosa
di
convulso
,
come
se
si
dibattesse
nello
stretto
di
un
'
intima
,
formidabile
lotta
.
Finalmente
,
su
quella
faccia
stravolta
passò
il
lampo
d
'
un
pensiero
che
vinceva
.
Drollino
cacciò
la
pistola
nella
tasca
interna
della
giacca
che
indossava
,
poi
ricacciò
tutti
assieme
e
confusamente
i
panni
nell
'
interno
della
cassapanca
.
Giunto
a
casa
,
chiese
della
Duchessa
.
La
febbre
era
aumentata
.
L
'
indomani
,
cadde
la
prima
neve
e
seppellì
nel
bianco
silenzio
invernale
gli
orizzonti
della
splendida
villa
.
Una
grande
malinconia
invase
al
casa
.
Il
Duca
non
si
vedeva
quasi
più
,
e
Milla
,
da
più
giorni
non
si
alzava
.
Il
freddo
capitato
così
improvvisamente
,
le
aveva
fatto
male
.
Non
già
che
soffrisse
molto
;
anzi
,
s
'
era
come
adagiata
in
una
grande
quiete
funesta
,
le
pareva
di
sentirsi
cullata
nella
progressione
lenta
,
molle
d
'
un
'
atonia
che
l
'
assopiva
dolcemente
.
E
se
a
capo
di
questa
progressione
ci
fosse
anche
la
fine
....
ebbene
....
tanto
meglio
!
...
Così
non
si
poteva
vivere
.
Umiliarsi
,
ella
?
...
tanto
offesa
....
dimenticare
?
Ah
no
!
...
piuttosto
morire
,
morire
....
Giuliano
era
,
dal
canto
suo
,
profondamente
agitato
.
Un
rimorso
grave
turbava
quell
'
anima
impotente
.
Egli
provava
il
sincero
desiderio
di
salvare
quella
donna
,
che
alla
sconfinata
vanità
di
lui
offriva
l
'
olocausto
della
propria
vita
.
Lungi
dall
'
immediato
dominio
di
Olga
,
egli
tornava
in
sè
,
si
pentiva
d
'
averla
amata
ancora
,
gli
pareva
d
'
abborrirla
.
S
'
inteneriva
sulla
sorte
di
sua
moglie
,
piangeva
spesso
,
uscendo
dalla
camera
azzurra
.
Avrebbe
pur
voluto
(
egli
che
detestava
le
scene
)
cadere
ai
piedi
di
Milla
,
dirle
che
però
,
in
fondo
,
non
era
colpevole
come
forse
ella
lo
credeva
....
implorare
cionnullameno
il
suo
perdono
...
giurarle
,
e
mantenerle
poi
,
una
fede
sincera
e
....
assoluta
.
Tentò
due
o
tre
volte
una
spiegazione
.
Ma
essa
lo
guardò
con
un
'
alterigia
così
profonda
,
così
glaciale
,
ch
'
egli
interruppe
subito
i
preliminari
e
rimise
la
spiegazione
a
....
più
tardi
.
Un
giorno
,
la
Carolina
annunziò
a
Drollino
una
cosa
che
le
faceva
molta
pena
.
La
Duchessa
aveva
mandato
a
chiamare
il
padre
Loria
.
Drollino
non
disse
nulla
più
che
il
suo
solito
«
Ah
!
»
ma
lo
disse
con
un
accento
rauco
,
quasi
gutturale
.
Allora
la
Carolina
volle
rassicurarlo
.
Oh
!
oh
!
...
non
era
già
perchè
proprio
si
fosse
a
questi
estremi
;
ma
la
signora
Duchessa
era
tanto
pia
,
e
poi
....
forse
....
Drollino
rimase
serio
,
cupo
,
cogli
occhi
fissi
sul
tavolone
dove
si
stirava
.
Nevicava
fitto
fitto
,
a
grandi
falde
,
lente
e
sfioccate
,
e
il
padre
Loria
giunse
sotto
l
'
atrio
in
uno
stato
proprio
compassionevole
.
Mentre
si
asciugava
davanti
al
fuoco
acceso
nel
gran
camino
della
stanza
da
pranzo
,
il
duca
venne
a
incontrarlo
.
Il
colloquio
fu
breve
,
riuscì
freddo
,
quasi
come
la
giornata
.
Il
prete
e
il
padrone
di
casa
si
studiavano
a
vicenda
,
e
a
vicenda
diffidavano
l
'
uno
dell
'
altro
.
Giuliano
ebbe
due
o
tre
frasi
un
po
'
contorte
;
raccomandava
di
non
stancare
la
Duchessa
,
già
piuttosto
deboluccia
,
poveretta
.
Il
padre
Loria
ebbe
due
o
tre
mosse
del
capo
,
che
non
rassicurarono
al
tutto
il
Duca
.
Ma
questo
dovette
pure
mormorare
un
cortese
:
-
-
S
'
accomodi
,
-
-
sulla
soglia
della
camera
azzurra
,
e
ritirarsi
adagino
,
mentre
la
dolce
figura
paterna
del
sacerdote
s
'
accostava
lentamente
al
letto
di
Milla
.
Il
padre
Loria
non
fece
certamente
apposta
a
inquietare
e
a
stancare
la
Duchessa
Milla
,
ma
certo
è
che
la
inquietò
e
la
stancò
orribilmente
,
e
il
loro
colloquio
riuscì
critico
e
tempestoso
.
Fu
un
vero
duello
tra
l
'
autorità
e
la
ribellione
.
Milla
gli
narrò
ogni
cosa
con
uno
sfogo
febbrile
,
con
tutto
l
'
impeto
del
suo
risentimento
,
col
bisogno
di
simpatia
che
la
torturava
.
Gli
narrò
,
con
subita
energia
,
il
suo
amore
pel
marito
,
e
il
dolore
che
sentiva
roderle
la
vita
,
come
il
verme
rode
la
radice
d
'
un
fiore
.
Oh
!
essa
l
'
aveva
amato
tanto
....
così
ardentemente
....
No
,
la
sua
mitezza
non
era
stata
vigliaccheria
,
la
sua
docilità
,
tenera
,
inesauribile
non
era
la
debolezza
d
'
un
'
anima
inetta
al
dominio
;
era
stato
un
volere
ragionato
,
era
la
sua
interpretazione
dell
'
amore
,
era
una
insaziabile
necessità
di
sacrifizio
,
una
manìa
innamorata
di
abnegazione
!
Essa
si
era
fidata
....
aveva
voluto
fargli
vedere
che
si
fidava
!
...
Voleva
a
tutti
i
costi
bastare
al
cuore
di
quell
'
uomo
!
E
tutto
ciò
non
era
valso
a
nulla
.
Era
caduto
un
'
altra
volta
ai
piedi
di
quella
....
E
ora
?
Il
padre
Loria
la
lasciò
dire
.
Ma
,
quando
essa
ebbe
finito
,
quando
,
ancor
tutta
fremente
del
suo
sfogo
,
si
lasciò
ricadere
sui
guanciali
con
un
gesto
risoluto
,
egli
prese
a
parlare
.
Non
fece
discorsi
lunghi
.
-
-
La
comprendo
e
la
compatisco
,
-
-
mormorò
dolcemente
.
Poi
,
mentr
'
ella
lo
guardava
smarrita
cogli
occhi
grondanti
lacrime
,
ingiunse
pacatamente
:
-
-
Ora
bisogna
far
due
cose
.
La
prima
:
perdonare
.
Essa
ebbe
un
lungo
brivido
.
-
-
E
poi
?
-
-
chiese
con
un
'
appassionata
ironia
.
-
-
Bisogna
vivere
....
-
-
rispose
semplicemente
il
padre
Loria
.
Un
'
ora
dopo
,
quando
il
vecchio
prete
uscì
dalla
camera
della
Duchessa
,
s
'
imbattè
subito
col
Duca
,
il
quale
,
impaziente
ed
inquieto
per
il
lungo
protrarsi
del
colloquio
,
camminava
a
gran
passi
in
su
ed
in
giù
nel
corritoio
.
Confessore
e
marito
scambiarono
un
saluto
cortesissimo
....
ancor
più
cortese
di
quello
dell
'
arrivo
....
ma
non
meno
diffidente
e
pieno
di
mutua
avversione
.
Giuliano
sentiva
qualche
cosa
nell
'
aria
.
La
minaccia
,
per
esempio
,
d
'
una
spiegazione
,
che
ora
,
suggerita
dal
prete
,
gli
pareva
di
nuovo
formidabile
ad
incontrarsi
.
E
fu
per
lui
un
vero
sollievo
quando
udì
dalla
cameriera
che
la
signora
,
stanchissima
,
aveva
raccomandato
la
lasciassero
riposare
.
Milla
aveva
riposato
...
;
ma
ora
era
spossata
....
Quel
riposo
era
stato
in
realtà
una
delle
più
aspre
battaglie
intime
del
suo
povero
cuore
offeso
e
innamorato
a
un
tempo
.
La
religione
aveva
dato
un
consiglio
;
e
la
natura
e
la
gioventù
l
'
avevano
avvalorato
,
con
un
assenso
segreto
...
;
ma
l
'
orgoglio
aveva
avuto
anch
'
esso
la
sua
ribelle
parola
.
Il
crepuscolo
invernale
,
prolungato
dal
bianco
riflesso
della
neve
caduta
e
da
quella
tuttora
cadente
,
scendeva
lento
,
in
una
mezza
luce
grigiastra
.
Nella
progressione
graduata
della
penombra
,
il
letto
ampio
,
coi
parati
di
raso
sbiadito
spiccava
netto
.
La
bianchezza
del
visino
di
Milla
si
confondeva
col
morbido
bianco
dei
guanciali
,
pareva
quasi
assumere
l
'
area
sfumatura
di
contorni
d
'
una
larva
.
-
-
Comanda
la
lucerna
?
-
-
chiese
a
bassa
voce
la
cameriera
.
-
-
No
,
-
-
rispose
Milla
,
con
voce
stranamente
affievolita
.
Va
pure
....
voglio
riposare
.
La
giovane
uscì
,
in
punta
di
piedi
.
Il
silenzio
della
stanza
era
grave
e
solenne
.
Giuliano
provava
un
'
angoscia
inesplicabile
,
guardava
,
come
affascinato
il
candore
opaco
del
letto
,
tentava
d
'
afferrar
nettamente
,
collo
sguardo
,
l
'
incerto
contorno
di
quel
corpicino
femminile
che
giaceva
,
spossato
,
sotto
alle
lenzuola
e
pareva
quasi
farsi
di
nebbia
,
illanguidire
nell
'
ombra
cupa
che
andava
invadendo
la
stanza
.
Avrebbe
voluto
parlare
a
Milla
,
udire
la
sua
voce
,
ne
sentiva
come
un
bisogno
angoscioso
.
E
mentre
pensava
come
potrebbe
rivolgere
a
Milla
una
domanda
anche
indifferente
,
ma
che
la
obbligasse
a
rispondere
,
ecco
che
per
l
'
appunto
quella
povera
e
debole
vocetta
s
'
alzò
in
seno
al
silenzio
pesante
e
misterioso
,
pronunziando
una
parola
,
che
,
da
tempo
non
s
'
era
sprigionata
dalle
labbra
di
Milla
.
-
-
Giuliano
!
Egli
trasalì
e
si
chinò
sul
letto
,
premurosamente
,
con
un
terrore
indistinto
di
quell
'
ora
e
di
quell
'
accento
.
Ella
gli
porse
la
sua
manina
tanto
smagrita
.
--Giuliano....--ripetè
lentamente
,
non
debbo
....
non
bisogna
che
io
me
ne
vada
.
E
per
ciò
....
sai
....
Oh
!
non
la
sapeva
recitare
quella
lezione
;
così
sublime
e
così
crudele
.
Tremava
....
si
confondeva
.
--Sai....--proseguì
con
uno
sforzo
eroico
,
volevo
dirti
che
....
che
io
non
mi
ricorderò
più
di
niente
.
Ma
bisogna
che
anche
tu
...
se
vuoi
ch
'
io
....
Egli
non
la
lasciò
finire
.
Si
gettò
in
ginocchio
,
le
afferrò
le
mani
,
le
chiese
perdono
,
con
accento
rotto
,
appassionato
,
le
giurò
ch
'
egli
l
'
adorava
,
che
non
era
realmente
colpevole
,
che
ciò
ch
'
ella
aveva
udito
non
era
stato
che
l
'
espressione
d
'
un
momento
di
delirio
passeggero
....
un
capriccio
passeggero
,
senza
base
,
senza
conseguenze
....
E
iterava
proteste
,
ardenti
e
sincere
,
com
'
era
in
quel
momento
,
ardente
e
sincero
il
suo
ravvedimento
.
E
in
quella
tempestosa
reazione
,
in
quel
subito
rinnovarsi
del
suo
amore
per
la
donna
ch
'
egli
temeva
di
perdere
;
Giuliano
riesciva
eloquentissimo
e
si
presentava
sotto
un
aspetto
nuovo
,
l
'
aspetto
cioè
ch
'
egli
,
nella
placida
sicurezza
del
suo
dominio
su
Milla
,
non
si
era
mai
curato
d
'
assumere
per
lei
.
-
-
Ma
tu
m
'
ami
,
dunque
,
tu
m
'
ami
?
-
-
chiese
l
'
ammalata
,
balzata
in
quel
momento
in
una
calda
e
rapida
transazione
del
suo
amore
,
che
le
faceva
ancora
scusare
,
perdonare
,
scordar
tutto
,
che
la
consegnava
cieca
,
sorda
,
smemorata
,
in
braccio
ad
una
più
potente
,
ad
una
più
salda
illusione
.
Egli
la
copriva
di
baci
.
Oh
!
se
l
'
amava
!
Se
aveva
sofferto
....
Oh
la
sua
Milla
!
la
sua
Milla
adorata
!
Non
era
punto
:
creolo
....
in
quel
momento
!
Allora
Milla
ebbe
un
subito
e
febbrile
risveglio
delle
forze
.
S
'
alzò
a
sedere
sul
letto
,
s
'
avvinghiò
colle
braccia
scarne
al
collo
di
Giuliano
e
gli
si
strinse
convulsa
sul
petto
,
con
un
grido
supremo
di
trionfo
e
di
desiderio
:
Vivere
!
...
vivere
!
...
*
*
*
*
*
La
villa
era
ancor
tutta
sottosopra
.
Poche
ore
prima
il
Duca
e
la
Duchessa
erano
partiti
per
Napoli
,
dove
li
avrebbe
raggiunti
la
vecchia
Duchessa
Lantieri
.
La
partenza
era
recente
e
l
'
ardore
dei
commenti
non
era
pur
anche
venuto
meno
.
Veramente
la
signora
non
era
al
tutto
ristabilita
;
stava
però
assai
meglio
.
Ma
ne
aveva
patito
del
male
,
poveretta
!
E
che
festa
per
tutti
,
quando
,
era
scesa
a
desinare
per
la
prima
volta
!
Non
la
scorderebbero
così
presto
,
quella
sera
.
Il
pranzo
era
stato
preparato
,
non
già
nel
salone
grande
,
ma
in
un
salottino
caldo
,
caldo
,
ornato
delle
più
belle
camelie
della
serra
!
Finito
il
desinare
,
la
Duchessa
,
appoggiata
al
braccio
di
suo
marito
,
era
venuta
un
momento
sotto
il
portico
,
per
ringraziare
quella
brava
gente
che
aveva
tanto
gridato
:
Evviva
!
Aveva
parlato
quasi
a
tutti
,
aveva
riconosciuta
la
vecchia
portinaia
,
salutata
la
fattora
,
poi
aveva
osservato
che
ci
erano
due
guardiani
dei
pascoli
e
persino
Drollino
,
il
quale
,
da
quel
selvaticone
che
sarebbe
sempre
,
se
ne
stava
mezzo
nascosto
,
dietro
uno
dei
pilastri
.
Anzi
,
lo
fece
chiamare
.
-
-
Ho
saputo
-
-
gli
disse
soavemente
-
-
che
tu
pure
venivi
spesso
a
chieder
mie
nuove
.
Ti
ringrazio
.
Egli
la
guardava
fisso
....
come
incantato
.
Com
'
era
bella
e
pallida
....
e
com
'
era
diversa
dalle
altre
!
Giuliano
,
che
aveva
bevuto
del
_
Johannisberg
_
molto
vecchio
in
onore
della
Duchessa
,
era
di
lietissimo
umore
!
--Certo....--sclamò
benignamente
-
-
veniva
ogni
giorno
a
chiedere
alla
Carolina
....
eh
!
...
eh
!
...
guarda
....
Drollino
!
Drollino
guardò
infatti
il
Duca
,
e
in
modo
siffatto
che
questi
,
pur
continuando
a
ridere
,
non
proseguì
a
toccar
quel
tasto
.
E
un
momento
dopo
,
temendo
che
Milla
fosse
stanca
,
la
condusse
via
.
Milla
non
si
oppose
;
senz
'
avvedersene
,
ricadeva
invincibilmente
nella
obbedienza
cieca
e
fiduciosa
dell
'
amor
suo
.
Partirono
adunque
sui
primi
di
dicembre
,
contenti
,
felici
,
e
in
perfetta
armonia
.
In
casa
rimaneva
tuttora
parte
della
servitù
,
quella
che
avrebbe
più
tardi
raggiunti
i
padroni
a
Napoli
,
e
quella
fissa
per
tutto
l
'
anno
ad
Astianello
.
La
sera
stessa
si
trovarono
riuniti
in
cucina
,
attorno
all
'
allegra
fiammata
del
caminone
.
Drollino
ci
andò
pure
un
momento
,
prima
di
recarsi
a
letto
.
Nel
crocchio
si
discutevano
,
naturalmente
,
gli
ultimi
avvenimenti
di
quella
fortunosa
villeggiatura
.
-
-
E
la
Russa
?
-
-
chiese
a
un
tratto
il
paggetto
.
Il
capo
cuoco
alzò
una
mano
a
livello
del
mento
,
e
con
una
vivace
smorfia
soffiò
rapidamente
sul
palmo
.
-
-
Andata
!
-
-
soggiunse
con
un
'
espressione
comicissima
,
come
un
prestidigitatore
che
fa
scomparire
una
pallina
di
sughero
.
E
fu
una
risata
generale
.
Ma
il
paggetto
maligno
insistè
:
-
-
Per
sempre
?
...
Il
cocchiere
alzò
le
spalle
con
un
'
aria
da
filosofo
.
-
-
Caro
mio
,
chi
sa
l
'
avvenire
?
...
Speriamo
di
sì
!
Certo
è
che
,
in
grazia
di
quella
diavolessa
,
la
nostra
povera
signora
è
stata
a
un
brutto
rischio
.
-
-
Io
dico
che
se
le
capita
un
'
altra
volta
....
-
-
prese
a
sentenziare
il
maggiordomo
.
-
-
Muore
,
eh
,
muore
davvero
?
-
-
interrogo
premurosamente
il
paggetto
.
-
-
Al
diavolo
i
monelli
-
-
rispose
stizzosamente
il
maggiordomo
;
-
-
che
c
'
entri
tu
,
bardassa
,
a
far
cotesti
discorsi
?
E
per
fargli
vedere
che
non
c
'
entrava
proprio
,
accennò
ad
allungargli
una
pedata
.
Ma
non
l
'
allungò
,
e
si
mise
a
ridere
.
Drollino
uscì
dalla
cucina
senza
che
nessuno
se
ne
accorgesse
,
e
si
recò
in
scuderia
.
In
quell
'
ambiente
vasto
,
l
'
atmosfera
aveva
un
tepore
dolce
,
e
l
'
occhio
si
riposava
in
una
semioscurità
,
rotta
ad
intervalli
dal
chiarore
di
certe
lampadine
appese
alle
arcate
della
volta
.
In
fondo
,
presso
alta
porta
d
'
uscita
,
un
piccolo
lume
ad
olio
ardeva
vacillando
davanti
ad
un
quadretto
di
Sant
'
Antonio
e
socio
.
In
un
_
box
_
aperto
e
disoccupato
,
il
sorvegliante
di
servizio
,
coricato
su
di
una
branda
ed
avvolto
nel
suo
bigio
mantellone
,
russava
saporitamente
.
In
scuderia
non
c
'
erano
in
quei
giorni
più
di
una
quindicina
di
cavalli
.
Stavano
quieti
.
I
più
dormivano
,
alcuni
si
movevano
ogni
tanto
,
con
un
lieve
scalpitìo
,
accusando
le
proprie
mosse
col
rumore
delle
palle
di
legno
appese
alle
_
cavezze
_
....
che
si
urtavano
contro
le
pareti
esterne
delle
mangiatoie
.
Mia
era
ultima
nel
compartimento
di
destra
,
e
dormiva
stesa
di
fianco
sulla
paglia
;
ma
quando
Drollino
,
avvicinandosi
,
la
chiamò
sommessamente
per
nome
,
la
povera
bestia
,
destandosi
,
si
rizzò
impetuosamente
,
con
quel
moto
così
rapido
proprio
del
cavallo
fino
che
non
si
vuol
lasciar
sorprendere
in
una
posa
d
'
inazione
.
Voltò
la
testina
intelligente
,
e
fissò
il
padrone
coi
grandi
occhi
espressivi
.
-
-
Mia
!
-
-
disse
Drollino
col
tono
monotono
di
chi
parla
in
sogno
,
e
accarezzando
la
lucida
groppa
della
cavalla
.
-
-
Mia
!
...
è
partita
!
...
Il
riverbero
del
lumicino
di
Sant
'
Antonio
accendeva
un
punto
luminoso
nella
pupilla
attenta
di
Mia
.
-
-
Mia
!
-
-
continuò
Drollino
collo
stesso
accento
-
-
se
lei
fosse
morta
....
io
l
'
avrei
ammazzato
....
sai
?
...
Uno
dei
cavalli
vicini
diè
un
forte
strappo
alla
corda
,
e
la
palla
picchiò
rumorosamente
contro
la
barriera
.
-
-
Ohe
!
-
-
borbottò
il
mozzo
,
fra
il
sonno
e
la
veglia
.
Una
gran
quiete
regnò
in
scuderia
.
VIII
.
Maggio
e
i
suoi
fiori
,
maggio
e
il
suo
cielo
sereno
,
le
sue
nuvole
passeggere
e
i
suoi
tepori
precoci
!
Maggio
che
sorride
alla
villa
d
'
Astianello
,
e
Milla
che
sorride
alle
rose
di
maggio
e
d
'
Astianello
.
In
giardino
ce
n
'
è
un
'
infinità
,
di
tutte
le
qualità
,
di
tutti
i
colori
;
ce
n
'
è
persino
una
tutta
verde
,
che
non
è
punto
bella
,
e
il
cui
arbusto
costa
un
occhio
del
capo
.
È
una
rarità
,
s
'
intende
.
Quella
onesta
varietà
della
specie
avrebbe
il
buon
senso
di
non
voler
nascere
a
casa
nostra
,
ben
sapendo
quanto
sfiguri
in
mezzo
alle
sue
splendide
sorelline
.
Ma
noi
,
anzichè
saperle
grado
del
suo
accorgimento
estetico
e
della
sua
ritrosia
,
ne
la
castighiamo
sforzandola
invece
a
crescere
stentatamente
e
a
fiorire
di
mala
voglia
nei
nostri
giardini
.
Milla
è
stata
china
,
a
guardar
la
macchia
,
per
un
po
'
di
tempo
.
Finalmente
si
rizza
,
e
,
voltandosi
,
chiama
:
-
-
Giuliano
!
Ogni
traccia
di
malattia
è
scomparsa
dal
suo
visino
il
quale
è
ormai
più
tondeggiante
e
suffuso
d
'
un
lieve
incarnato
.
La
personcina
è
sempre
snella
e
minuta
,
ma
le
angolosità
d
'
un
tempo
si
vedono
più
.
Milla
veste
un
'
elegantissima
_
matinèe
_
di
mussola
bianca
ricamata
,
adorna
d
'
un
profluvio
di
fiocchi
azzurri
e
fiorellini
rosa
....
Sta
veramente
benino
quella
gentile
creatura
;
il
vento
fresco
del
mattino
le
ha
alquanto
scomposta
la
capigliatura
,
ed
i
capelli
biondi
piovono
alla
rinfusa
sulla
fronte
,
adombrando
quei
cari
occhi
castani
,
pieni
di
luce
,
di
gioia
e
d
'
amore
.
-
-
Giuliano
!
-
-
ripetè
a
voce
più
alta
,
voltandosi
verso
la
finestra
d
'
un
salottino
a
terreno
.
Giuliano
,
obbedendo
a
quel
gaio
appello
,
comparve
finalmente
nel
vano
interno
della
finestra
.
Il
suo
busto
emergeva
nello
sfondo
bruno
del
vuoto
,
e
la
sua
faccia
campeggiava
bene
,
così
bianca
,
e
con
tanto
oro
di
capelli
e
di
barba
.
Guardandolo
,
però
,
pareva
un
poco
invecchiato
,
e
,
sotto
ai
suoi
begli
occhi
azzurri
,
alcune
rughette
,
appena
percettibili
,
s
'
eran
dato
convegno
.
Aveva
anch
'
egli
un
'
espressione
ilare
e
soddisfatta
,
ed
il
profumo
del
suo
biondo
sigaro
d
'
Avana
giungeva
sino
alla
macchia
delle
rose
,
mischiandosi
in
istrana
guisa
coi
loro
forti
e
vari
olezzi
.
Milla
lasciò
la
macchia
e
s
'
accostò
al
davanzale
.
Colla
destra
teneva
sola
la
famosa
rosa
verde
,
colla
sinistra
serrava
un
mazzo
di
stupende
rose
_
Gloire
de
Dijon
_
.
-
-
Sai
,
Giuliano
,
non
mi
piace
!
-
-
Cosa
?
-
-
Questa
rosa
.
-
-
E
perchè
non
ti
piace
?
-
-
Perchè
non
è
una
rosa
schietta
come
le
altre
;
ha
voluto
far
l
'
originale
,
e
ciò
non
va
bene
.
-
-
No
?
...
-
-
No
!
bisogna
aver
buon
senso
,
e
fare
ciò
che
fanno
gli
altri
.
E
di
ciò
son
tanto
persuasa
,
che
non
voglio
predicar
bene
e
razzolar
male
.
Non
voglio
essere
come
la
rosa
verde
.
Dunque
,
a
giugno
,
andremo
ai
bagni
!
-
-
Ma
,
mia
cara
,
che
bisogno
c
'
è
di
andare
ai
bagni
,
se
non
ne
hai
voglia
?
Potremmo
benissimo
rimanere
qui
.
-
-
Sì
,
che
ne
ho
voglia
!
E
poi
è
giusto
;
so
che
,
a
lungo
andare
,
la
campagna
ti
annoia
.
Andremo
ai
bagni
....
dove
vorrai
tu
,
ben
inteso
,
e
poi
....
torneremo
qui
!
Ah
,
qui
si
sta
così
bene
,
non
è
vero
?
-
-
Certo
!
-
-
disse
allegramente
Giuliano
;
ma
un
'
ombra
fuggitiva
gli
passò
sulla
fronte
.
-
-
Dunque
-
-
ricominciò
Milla
-
-
dove
andiamo
?
a
San
Moritz
?
-
-
Eh
!
vada
per
San
Moritz
.
-
-
O
a
Recoaro
,
Lucca
,
Sorrento
,
Villa
d
'
Este
?
Basta
,
decideremo
poi
.
Già
,
abbiamo
tutto
il
mese
per
pensarvi
.
E
quest
'
inverno
,
per
un
mese
o
due
,
torneremo
a
Napoli
?
-
-
Certo
,
dove
vuoi
!
Ammenochè
gli
affari
....
-
-
Oh
!
gli
affari
!
-
-
disse
Milla
con
un
'
adorabile
smorfietta
.
-
-
Sai
che
sei
insoffribile
con
questi
affari
!
Dacchè
ti
sei
messo
in
capo
di
rivendicare
quei
possessi
nel
Genovesato
,
ti
sei
cacciato
a
capo
fitto
,
nei
litigi
,
nei
processi
,
nei
consulti
d
'
avvocati
,
tanto
che
mi
diventi
tu
pure
un
vero
leguleio
.
Rideva
,
così
dicendo
,
e
cercava
invano
d
'
assumere
un
'
aria
indispettita
;
ma
in
cuor
suo
era
tutt
'
altro
che
avversa
alle
occupazioni
di
Giuliano
.
Le
avevan
detto
,
e
s
'
era
persuasa
,
che
una
occupazione
indefessa
,
accaparrante
poteva
benissimo
riescire
una
salvaguardia
.
-
-
Orsù
-
-
continuò
con
una
soave
ipocrisia
di
pazienza
-
-
speriamo
che
si
_
possa
_
andare
a
Napoli
.
Ti
ricordi
di
Napoli
?
-
-
Sì
-
-
diss
'
egli
lietamente
,
rimovendo
la
cenere
dall
'
estremità
dello
sigaro
.
-
-
Oppure
,
andremo
a
Nizza
.
E
di
Nizza
ti
rammenti
?
-
-
Sì
-
-
disse
ancora
Giuliano
,
ma
non
lo
disse
lietamente
.
-
-
Oh
!
io
mi
ricordo
,
sai
!
La
passeggiata
degli
Inglesi
,
il
Circolo
della
_
Méditerranée
_
,
et
la
_
place
Massena
_
,
e
il
_
Restaurant
français
_
,
dove
abbiam
fatta
quella
famosa
colazione
.
E
il
_
Vallon
obscur
_
?
E
Cannes
?
E
Montecarlo
?
A
proposito
,
bada
che
,
se
andiamo
a
Nizza
,
stavolta
voglio
proprio
venire
anch
'
io
a
Montecarlo
.
Egli
aggrottò
le
ciglia
e
parve
scontento
.
-
-
Oh
,
bella
!
-
-
continuò
Milla
,
sempre
più
infervorata
nei
suoi
progetti
.
-
-
Ci
vanno
tutti
,
ci
voglio
andare
anch
'
io
.
E
voglio
vedere
a
giocare
;
chissà
che
non
m
'
arrischi
io
pure
;
sapessi
quanto
mi
rincrebbe
di
non
poter
venir
con
te
il
giorno
in
cui
ci
andasti
!
Ti
ricordi
di
quel
giorno
?
Non
mi
sentivo
bene
,
e
rimasi
a
casa
.
Non
volevo
far
parere
,
ma
mi
struggevo
di
venir
anch
'
io
a
Monaco
!
Giuliano
fece
una
strana
smorfia
,
e
balbettò
fra
i
denti
qualche
parola
.
-
-
Ma
stavolta
-
-
continuò
Milla
-
-
questo
capriccio
me
lo
voglio
levare
.
Sissignore
,
giocherò
anch
'
io
,
e
vedremo
se
la
perdita
di
qualche
migliaio
di
lire
farà
venire
,
a
me
pure
,
la
faccia
da
scomunicato
che
avevi
tu
,
la
sera
,
quando
tornasti
.
Le
venne
voglia
di
ridere
,
e
rise
infatti
,
celando
il
visino
nella
profumata
bianchezza
delle
rose
.
Egli
s
'
era
voltato
bruscamente
;
per
buttar
via
lo
sigaro
.
Una
brezza
freschina
passava
di
lì
,
suscitando
nell
'
erba
un
tremolìo
di
amoerro
,
e
facendo
dimenar
le
cime
alle
rose
,
come
se
fossero
tante
testine
di
piccole
fate
dubbiose
.
Milla
alzò
di
nuovo
il
viso
,
aspirando
con
gioia
la
frescura
di
quell
'
arietta
.
Girò
attorno
lo
sguardo
,
vide
quella
bella
villa
signorile
,
così
idilica
,
colla
sua
verde
cintura
di
arrampicanti
.
Vide
il
giardino
ridente
e
il
piano
maestoso
e
i
colli
vicini
,
e
tutto
ciò
le
parve
bellissimo
.
Allora
pensò
che
Giuliano
,
il
suo
fedele
Giuliano
,
era
pure
molto
bello
.
E
la
vita
dunque
non
era
forse
bellissima
anch
'
essa
?
...
Chiuse
gli
occhi
,
e
,
paga
,
col
cuore
riboccante
di
gratitudine
e
di
dolcezza
gioconda
,
mormorò
sommessamente
:
-
-
Oh
Giuliano
!
come
sono
felice
!
Rimase
per
un
istante
come
raccolta
nel
pensiero
della
sua
felicità
,
mentre
Giuliano
,
pallido
,
tormentava
fra
le
dita
paffute
,
i
ciondoli
del
suo
orologio
.
Milla
schiuse
gli
occhi
e
diede
un
sospiro
.
-
-
Che
peccato
che
tu
debba
sempre
andar
laggiù
,
a
Genova
a
conferire
con
quell
'
avvocato
!
Non
potrebbe
venir
qui
lui
ogni
tanto
?
...
-
-
Impossibile
!
-
-
rispose
recisamente
Giuliano
,
mordendosi
le
labbra
.
-
-
Ma
sarò
assente
per
pochi
giorni
,
te
lo
prometto
.
-
-
E
penserai
a
me
?
-
-
chiese
timidamente
Milla
,
ridendo
,
e
colla
vaga
intuizione
di
dire
una
gran
sciocchezza
.
-
-
E
tu
,
penserai
a
me
?
-
-
rispose
Giuliano
,
colla
coscienza
di
dir
cinque
parole
orribilmente
vane
e
stonate
.
-
-
Uhm
!
-
-
rispose
Milla
-
-
secondo
....
se
avrò
tempo
.
Perchè
,
-
-
soggiunse
con
un
fare
soavemente
biricchino
-
-
se
tu
hai
delle
occupazioni
....
può
darsi
che
ne
abbia
anch
'
io
....
e
che
siano
importanti
come
le
tue
.
Egli
la
guardò
,
con
un
'
espressione
indefinibile
.
--Come?...--mormorò--che
intendi
dire
?
...
-
-
Sei
curioso
,
eh
?
Ci
ho
gusto
.
Oh
bella
!
perchè
non
avrei
anch
'
io
i
miei
affari
....
come
li
hai
tu
?
...
--Perchè....--ripetè
Giuliano
-
-
perchè
?
...
-
-
Via
,
via
,
non
far
quegli
occhiacci
.
Sai
pure
che
di
affari
,
propriamente
detti
,
non
posso
sentir
a
parlare
per
cinque
minuti
consecutivi
,
senza
addormentarmi
.
Ho
piena
coscienza
che
,
se
me
ne
immischiassi
,
non
sarei
nulla
più
d
'
una
guastamestieri
;
e
poi
non
sei
forse
tu
che
te
ne
occupi
,
che
pensi
e
provvedi
a
tutto
onde
risparmiarmi
ogni
briga
?
Un
profondo
ed
amaro
turbamento
si
dipinse
per
un
secondo
sul
volto
di
Giuliano
.
-
-
Cara
Milla
!...--sussurrò
quasi
involontariamente
,
con
voce
soffocata
.
-
-
Zitto
là
,
Giuliano
,
e
torniamo
a
bomba
.
Dicevo
dunque
che
le
mie
occupazioni
,
le
ho
anch
'
io
.
Ammetto
che
non
somiglino
alle
tue
,
ma
ciò
non
scema
la
loro
importanza
,
e
un
giorno
o
l
'
altro
....
forse
....
ne
vedrai
il
risultato
.
-
-
Oh
!
oh
!
-
-
disse
Giuliano
,
ch
'
era
tornato
a
rasserenarsi
,
-
-
e
non
si
può
saper
niente
ora
?
-
-
Niente
affatto
.
È
una
sorpresa
;
resterai
con
tanto
di
naso
.
E
rideva
,
allegra
come
una
bambina
,
assaporando
anticipatamente
la
sorpresa
e
la
soddisfazione
di
suo
marito
.
Questi
le
afferrò
una
mano
,
abbandonata
sul
davanzale
.
-
-
Milla
!
-
-
chiese
con
accento
rotto
ed
angoscioso
-
-
Milla
!
sei
felice
,
nevvero
?
Milla
tralasciò
di
ridere
.
Sporgendosi
colla
persona
oltre
il
davanzale
,
chinò
il
capo
sulla
spalla
di
lui
.
Egli
sentiva
il
battere
concitato
di
quel
vero
cuor
di
donna
e
il
calore
di
quella
fronte
,
ove
piovevano
scomposti
i
ricciolini
d
'
oro
.
Drelin
,
drelin
,
drelin
....
la
campanella
della
colazione
!
Si
divisero
ridendo
,
movendosi
entrambi
,
l
'
una
al
di
qua
,
l
'
altro
al
di
là
della
finestra
,
e
riuscirono
ad
incontrarsi
sotto
il
portico
.
-
-
A
proposito
,
-
-
disse
Milla
a
suo
marito
,
-
-
ricordati
stavolta
,
di
portarmi
il
_
pan
douce
_
e
i
canditi
.
E
quando
avrai
finiti
i
tuoi
affari
,
andremo
ai
bagni
.
-
-
Non
voglio
essere
la
rosa
verde
,
-
-
soggiunse
ridendo
e
appuntandosi
sul
petto
una
delle
rose
bianche
.
*
*
*
*
*
Giuliano
partì
il
giorno
susseguente
.
Milla
tenne
dietro
,
sino
oltre
il
cancello
del
viale
all
'
elegante
_
phaèton
_
che
,
guidato
dal
Duca
stesso
,
s
'
avviava
verso
la
stazione
.
Poi
tornò
indietro
,
asciugandosi
gli
occhi
un
po
'
rossi
.
Si
fermò
a
terreno
e
mandò
a
chiamar
Drollino
.
-
-
Senti
,
Drollino
,
-
-
gli
disse
appena
se
lo
vide
davanti
,
serio
e
muto
come
al
solito
,
-
-
di
devi
fare
un
piacere
.
Sceglimi
in
scuderia
una
bestia
buona
,
sicura
,
proprio
quieta
.
-
-
Ci
sarebbe
Calif
,
-
-
rispose
Drollino
,
dopo
aver
pensato
alquanto
.
Calif
,
ai
suoi
giorni
,
era
stato
un
fiero
corridore
,
ma
ora
era
vecchietto
assai
e
aveva
smesso
ogni
baldanza
.
-
-
Bravo
!
Calif
;
per
l
'
appunto
.
Sai
cosa
voglio
fare
?
...
Voglio
montare
a
cavallo
.
-
-
Lei
!
-
-
disse
Drollino
attonito
.
Era
noto
a
tutti
,
nella
tenuta
,
che
quell
'
angiolo
della
Duchessa
aveva
sempre
avuto
una
paura
terribile
dei
cavalli
.
--Sicuro....--continuò
Milla
.
-
-
Il
Duca
avrebbe
tanto
caro
che
imparassi
.
E
ora
,
capisci
,
approfittando
delle
sue
assenze
,
voglio
fargli
questa
sorpresa
.
Drollino
represse
una
specie
d
'
amaro
sorriso
,
e
stette
immobile
,
ascoltando
.
-
-
A
Nizza
avevamo
provato
,
in
maneggio
;
ma
sai
,
non
vi
riuscivo
bene
.
Ho
paura
di
non
esser
molto
coraggiosa
....
Oppure
non
sapevano
insegnarmi
.
Ma
ora
,
m
'
insegnerai
tu
,
nevvero
?
-
-
Io
?
-
-
disse
impetuosamente
,
quasi
spaventato
,
Drollino
.
-
-
Tu
,
sì
....
-
-
rispose
Milla
ridendo
-
-
cominciando
da
oggi
.
Ho
la
sella
e
tutto
l
'
occorrente
.
Va
a
far
sellare
Calif
,
e
aspettami
in
maneggio
.
Io
mi
vestirò
frattanto
,
e
fra
mezz
'
ora
scenderò
.
E
così
accadde
che
Drollino
divenne
_
ipso
facto
_
maestro
di
equitazione
della
Duchessa
.
Sulle
prime
,
la
cosa
durò
fatica
ad
avviarsi
.
Milla
era
terribilmente
impacciata
nella
sua
lunghissima
gonnella
di
amazzone
,
e
non
sapeva
raccapezzarsi
in
nulla
.
Era
molto
bellina
però
,
e
nell
'
ampiezza
del
maneggio
la
sua
figurina
delicata
,
acquistava
una
nuova
leggiadria
.
Il
collo
pareva
veramente
finissimo
,
quasi
esile
,
così
stretto
nel
collettino
ritto
,
fortemente
insaldato
,
o
compito
alla
chiusura
da
un
nodo
di
cravatta
color
verde
cupo
.
Il
visino
tanto
giovane
e
fresco
,
coi
capelli
,
strettamente
raccolti
sulla
nuca
,
e
adombrato
dalla
breve
falda
d
'
un
_
pioppino
_
inglese
,
pareva
quello
d
'
un
giovanotto
di
primo
pelo
.
Drollino
durava
fatica
talvolta
a
non
distrarsi
,
guardandola
in
quell
'
aspetto
nuovo
,
che
tanto
armonizzava
colle
aspirazioni
della
sua
irresistibile
vocazione
.
E
per
due
ore
al
giorno
,
sinchè
fu
assento
il
Duca
,
egli
si
trovò
colla
Duchessa
,
così
vestita
e
affidata
completamente
a
lui
.
Toccò
a
lui
a
metterla
in
sella
,
a
insegnarle
il
maneggio
delle
redini
,
le
chiamate
,
le
attitudini
.
Milla
trovava
la
cosa
ancor
più
seria
di
quanto
s
'
era
immaginata
;
non
andava
avanti
che
a
furia
di
buona
volontà
,
facendo
sforzi
eroici
per
vincere
la
paura
.
Ma
questa
ogni
tanto
ritornava
,
invincibile
,
e
Milla
,
nei
suoi
sgomenti
irragionevoli
,
temendo
sempre
di
cadere
,
smarrita
,
soffocando
la
voglia
di
gridare
,
afferrava
con
mano
convulsa
il
braccio
di
Drollino
.
Questi
sentiva
alla
sua
volta
uno
strano
rimescolìo
,
un
intimo
turbamento
lo
sconvolgeva
tutto
.
Ma
senza
fermarsi
a
chiedere
cosa
fosse
,
lo
dominava
,
e
,
calmo
egli
stesso
,
rassicurava
la
Duchessa
,
ripetendole
,
col
suo
accento
vibrato
,
di
non
temere
,
di
fidarsi
di
lui
.
Le
faceva
animo
;
con
un
sorriso
che
aveva
qualcosa
d
'
imperioso
e
di
supplichevole
ad
un
tempo
,
con
qualche
raro
:
-
-
Brava
!
-
-
Milla
si
fidava
,
e
ciò
le
giovava
immensamente
.
Persisteva
nella
sua
impresa
,
sostenuta
dal
pensiero
che
tutte
queste
difficoltà
le
incontrava
per
Giuliano
,
per
procurargli
il
piacere
di
una
sorpresa
.
E
nei
momenti
critici
,
quando
le
pareva
proprio
di
non
poter
più
reggersi
in
sella
,
guardava
intensamente
Drollino
,
attingendo
il
sangue
freddo
nella
calma
scintillante
di
quello
sguardo
,
certa
che
,
in
ogni
caso
,
la
mano
di
lui
l
'
avrebbe
sorretta
.
Ah
,
sì
,
Drollino
era
proprio
un
buon
maestro
!
Siccome
il
tempo
era
limitato
,
le
lezioni
si
ripetevano
ogni
giorno
,
benchè
,
a
dir
vero
,
quell
'
esercizio
violento
,
al
quale
non
era
abituata
,
stancasse
non
poco
la
Duchessa
.
Quando
scendeva
di
sella
,
a
mala
pena
si
reggeva
in
piedi
,
e
bene
spesso
,
per
uscir
dal
maneggio
,
doveva
appoggiarsi
al
braccio
di
Drollino
.
Oh
,
com
'
era
stanca
....
tanto
,
che
s
'
abbandonava
quasi
,
così
spossata
com
'
era
,
sul
saldo
braccio
del
giovane
maestro
.
Il
ritorno
del
Duca
pose
fine
al
primo
periodo
delle
lezioni
.
Egli
era
pallido
,
sbattuto
;
ma
ne
accagionò
presso
Milla
la
stanchezza
della
nottata
,
trascorsa
in
ferrovia
.
Era
un
po
'
nervoso
,
un
po
'
inquieto
;
gli
affari
si
complicavano
,
ma
egli
voleva
spuntarla
ad
ogni
costo
,
e
però
gli
toccherebbe
d
'
assentarsi
ancora
,
forse
,
più
volte
.
Portò
,
oltre
ai
_
pandouce
_
ed
ai
canditi
,
una
splendida
collana
di
corallo
e
una
ventina
di
gingilli
in
filagrana
.
Milla
ne
fu
così
lieta
che
si
mise
a
piangere
di
contentezza
,
e
non
rifiniva
di
ringraziare
suo
marito
.
Ma
Giuliano
non
pareva
gustare
moltissimo
quella
sfuriata
di
ringraziamenti
,
e
forse
per
interromperli
chiese
d
'
un
tratto
:
-
-
E
la
sorpresa
?
-
-
Non
ancora
-
-
rispose
Milla
ridendo
-
-
sarà
per
quest
'
altra
volta
.
Ma
non
fu
nemmeno
per
«
quest
'
altra
volta
,
»
benchè
,
appena
ripartito
Giuliano
,
la
Duchessa
ricominciasse
di
gran
lena
le
lezioni
con
Drollino
.
Quando
il
Duca
tornò
,
non
s
'
era
per
anco
usciti
dal
maneggio
.
Stavolta
le
portò
in
regalo
un
anello
in
brillanti
,
ma
non
chiese
della
sorpresa
.
E
,
in
capo
a
quindici
giorni
,
ricevette
delle
lettere
d
'
affari
che
l
'
obbligarono
a
ripartire
.
Milla
,
che
sulle
prime
,
e
per
la
ragione
che
sappiamo
,
aveva
fatto
buon
viso
alle
nuove
occupazioni
di
Giuliano
,
cominciava
a
trovarle
ora
un
tantino
indiscrete
.
Ora
per
l
'
appunto
,
quando
egli
era
diventato
così
dolce
,
così
compiacente
,
così
premuroso
per
lei
,
glielo
portavano
sempre
via
....
sempre
....
quei
benedetti
affari
!
Milla
era
veramente
felice
,
dimenticava
il
passato
come
si
dimentica
un
brutto
sogno
.
Giuliano
s
'
era
completamente
ravveduto
da
quella
sciagurata
sorpresa
dello
scorso
autunno
.
In
fin
dei
conti
,
un
po
'
di
colpa
ce
l
'
aveva
avuta
anche
lei
,
colla
sua
imprudenza
.
No
,
ora
capiva
bene
com
'
è
l
'
esistenza
.
Bisogna
esser
prudente
,
fuggire
le
occasioni
,
non
mettere
la
paglia
accanto
al
fuoco
!
Ora
non
c
'
era
più
pericolo
di
sorta
,
ed
ella
ormai
era
sicura
di
nuovo
,
meglio
anzi
di
prima
,
del
cuore
di
Giuliano
!
Il
giorno
dopo
la
terza
partenza
di
suo
marito
,
Milla
,
nello
scendere
in
maneggio
,
ebbe
una
sorpresa
.
Invece
di
Calif
,
trovò
ad
aspettarla
Mia
,
già
insellata
e
tenuta
a
mano
da
Drollino
.
Esitò
un
momento
,
guardando
il
giovane
.
Egli
arrossì
,
ma
disse
dolcemente
:
-
-
Salga
,
signora
Duchessa
.
E
quando
l
'
ebbe
bene
adagiata
sulla
sella
,
soggiunse
a
bassa
voce
:
-
-
Ho
pensato
che
adesso
,
coi
progressi
che
abbiamo
fatto
,
sarebbe
bene
di
provare
un
cavallo
nuovo
.
-
-
Ma
non
ti
rincresce
?
-
-
chiese
Milla
ridendo
.
-
-
No
-
-
rispose
Drollino
-
-
e
lei
ci
avrà
più
piacere
a
cavalcare
Mia
.
Infatti
,
era
tutt
'
altra
cosa
!
Mia
aveva
il
boccato
straordinariamente
fino
,
le
mosse
pronte
e
leggere
.
Milla
a
poco
a
poco
smetteva
la
paura
,
e
prendeva
a
gustare
l
'
indicibile
soddisfazione
del
cavalcare
.
Cominciava
a
tenersi
bene
in
sella
,
ad
acquistare
destrezza
e
disinvoltura
;
e
Drollino
provava
un
grande
orgoglio
quando
vedeva
la
leggiadra
amazzone
,
franca
ormai
e
sicura
,
sul
dorso
di
Mia
.
Gli
parevano
tutt
'
e
due
,
nella
bellezza
aristocratica
delle
rispettive
loro
razze
,
creature
privilegiate
,
incomparabilmente
pregevoli
.
Entrambe
in
quel
momento
gli
erano
soggette
,
entrambe
egli
guidava
colla
voce
,
col
gesto
,
collo
sguardo
;
sentiva
per
entrambe
come
una
bizzarra
analogia
di
ammirazione
appassionata
;
per
Milla
come
per
Mia
,
sarebbe
stato
capace
di
tutti
i
sacrifizi
.
L
'
ora
della
lezione
era
diventata
per
lui
la
più
bella
ora
del
giorno
;
l
'
aspettava
ansiosamente
,
ma
pure
non
senza
un
certo
vago
,
nuovo
timore
,
che
a
lui
,
così
impavido
,
riesciva
inesplicabile
.
Se
a
Milla
,
per
esempio
,
succedesse
qualcosa
?
...
se
cadesse
?
...
se
si
facesse
male
?
...
Gli
accadeva
,
certe
volte
,
di
dover
frenare
un
tremito
quasi
doloroso
,
quando
serrava
sullo
stivaletto
inglese
della
Duchessa
la
fibbia
della
staffa
,
o
quando
,
dandole
la
briglia
,
le
sua
dita
s
'
impigliavano
fra
quelle
della
signora
.
Certe
volte
,
gli
venivano
delle
strane
idee
;
nella
sua
mente
si
combinavano
certe
insensate
ipotesi
.
Se
,
per
esempio
,
i
loro
cavalli
,
prendendo
subitamente
il
morso
fra
i
denti
,
fuggissero
di
conserva
,
e
così
a
rompicollo
li
portassero
lontano
lontano
....
in
un
sito
d
'
onde
non
si
potesse
far
ritorno
...
;
se
Mia
s
'
impennasse
,
ed
egli
potesse
salvare
la
Duchessa
....
magari
anche
,
morendo
per
lei
!
...
Ma
tutta
queste
vacue
immaginazioni
frullavano
solo
per
un
momento
,
e
di
rado
,
in
quella
testa
di
22
anni
,
o
meglio
la
sfioravano
appena
,
e
subito
svanivano
,
di
fronte
alla
logica
semplicissima
della
realtà
.
Il
bello
fu
quando
si
cominciò
ad
uscire
dal
maneggio
!
La
lezione
allora
aveva
luogo
per
lo
spazio
infinito
dei
pascoli
.
Drollino
,
nella
sua
qualità
di
maestro
,
cavalcava
a
pari
della
Duchessa
;
e
questa
,
che
non
era
mai
stata
altiera
co
'
suoi
dipendenti
,
non
sdegnava
di
rivolgergli
la
parola
,
parlandogli
alla
buona
,
e
facendolo
parlare
,
come
quando
erano
bambini
.
Drollino
era
fiero
di
poter
condurre
la
signora
per
l
'
ampio
verde
dei
pascoli
che
le
appartenevano
;
faceva
sfilare
le
mandre
davanti
a
lei
,
le
spiegava
le
consuetudini
dell
'
allevamento
,
le
insegnava
a
discernere
le
qualità
che
costituivano
il
pregio
dei
prodotti
.
Le
impartiva
alcune
fra
le
immense
cognizioni
ch
'
egli
possedeva
sull
'
allevamento
,
e
sapeva
porgerle
in
un
modo
che
non
era
nè
pedante
,
nè
grossolano
.
Si
infervorava
,
parlandole
di
quelle
cose
che
per
lui
erano
intimamente
collegate
alla
forza
,
all
'
ardore
della
sua
vocazione
;
i
suoi
accenti
assumevano
una
specie
di
schietta
e
virile
energia
,
in
cui
vibrava
come
un
'
eco
lontana
di
passione
invincibile
....
La
scena
era
bella
,
infinita
,
davanti
a
loro
.
Milla
respirava
a
pieni
polmoni
l
'
aria
calma
e
libera
della
pianura
,
e
si
compiaceva
d
'
interrogare
Drollino
su
quanto
le
cadeva
sott
'
occhio
....
Altre
volte
invece
la
Duchessa
non
si
sentiva
disposta
a
parlare
,
ed
essi
percorrevano
in
silenzio
lunghi
tratti
di
via
,
al
galoppo
,
mentre
lo
scalpitìo
dei
loro
cavalli
risuonava
così
unito
,
così
uguale
sul
terreno
da
parere
il
ritmo
affrettato
d
'
un
ritornello
senza
fine
.
Milla
aveva
preso
a
voler
bene
a
Mia
;
le
portava
dello
zuccaro
e
l
'
accarezzava
di
frequente
.
E
a
Drollino
succedeva
qualche
volta
,
dopo
aver
ricondotta
la
cavalla
in
scuderia
,
di
rimanere
per
lungo
tempo
immobile
,
collo
sguardo
fisso
,
colla
mano
posata
sulla
lucente
criniera
di
Mia
,
precisamente
al
posto
dov
'
era
scesa
per
un
istante
la
carezza
lieve
della
Duchessa
.
*
*
*
*
*
Quando
il
Duca
era
in
villa
,
le
cose
mutavano
affatto
,
e
Drollino
evitava
con
ogni
sua
possa
di
trovarsi
coi
padroni
.
Stava
molto
in
scuderia
,
e
lo
si
trovava
ordinariamente
vicino
al
_
box
_
di
Mia
.
In
casa
era
tornato
il
tempo
lieto
.
Quello
delle
scene
era
passato
:
il
padrone
s
'
era
radicalmente
corretto
...
,
la
malattia
della
Duchessa
aveva
fatto
miracoli
.
Egli
non
pensava
neppur
per
idea
a
lagnarsi
della
solitudine
,
non
pareva
sentir
bisogno
alcuno
di
svago
,
era
affettuosissimo
per
Milla
,
e
le
portava
ogni
volta
bellissimi
regali
.
Tutti
dicevano
ch
'
era
una
vera
consolazione
,
e
che
ormai
la
signora
Duchessa
era
proprio
felice
.
E
per
persuadersene
non
bastava
forse
vedere
il
Viso
illuminato
,
raggiante
di
Milla
?
Essa
metteva
in
opera
certe
raffinatezze
,
certe
civetterie
a
cui
per
l
'
addietro
non
avrebbe
certo
pensato
.
Ogni
tanto
giungevano
da
Parigi
delle
_
toilettes
_
elegantissime
,
che
la
giovane
signora
sfoggiava
ad
ogni
ritorno
di
Giuliano
.
Era
sempre
in
moto
per
casa
,
nel
giardino
s
'
udiva
di
frequente
la
sua
esile
,
ma
graziosa
vocetta
tentare
qualche
strofa
di
gentili
romanze
.
Era
più
che
mai
soave
ed
affabile
,
profondeva
ai
poveri
vistose
elemosine
,
avrebbe
voluto
poter
sollevare
tutte
le
miserie
che
la
cadevano
sott
'
occhio
.
Colmava
costantemente
di
fiori
gl
'
innumeri
vasetti
del
suo
salotto
,
e
si
cullava
per
ore
ed
ore
nell
'
_
hamac
_
,
sognando
,
mezza
desta
,
colle
labbra
semiaperte
,
in
una
dolcezza
quasi
estatica
di
sorriso
.
Ma
un
giorno
chiese
impazientemente
a
Drollino
:
-
-
Ora
posso
andare
sola
col
Duca
?
Drollino
rimase
un
momento
in
silenzio
,
come
se
non
avesse
afferrato
bene
il
senso
di
quella
domanda
,
ch
'
era
pur
tanto
semplice
:
-
-
Dico
-
-
insistè
la
Duchessa
-
-
se
posso
andare
per
conto
mio
....
senza
maestro
,
insomma
?
Egli
esitò
un
poco
poi
,
con
voce
fioca
,
disse
:
-
-
Non
ancora
.
Milla
,
scontenta
,
tormentava
la
punta
del
suo
frustino
.
-
-
Ha
ancora
bisogno
d
'
impratichirsi
un
poco
....
-
-
soggiunse
Drollino
dolcemente
.
-
-
Ma
presto
potrà
andar
sola
....
Essa
fece
un
gesto
annoiato
.
-
-
Sola
!
non
ho
nessuna
idea
di
andar
sola
....
Va
pure
-
-
disse
poi
distrattamente
a
Drollino
.
Drollino
s
'
inchinò
e
tornò
in
scuderia
.
Camminava
a
passo
lento
,
a
capo
chino
....
come
un
uomo
che
ha
ricevuto
sul
collo
un
colpo
di
bastone
.
Certo
....
la
cosa
era
semplicissima
;
tanto
semplice
ch
'
egli
chiedeva
a
sè
stesso
come
mai
non
l
'
avesse
avuta
sempre
davanti
agli
occhi
.
Sicuro
!
quella
era
la
conseguenza
immediata
del
suo
zelo
nell
'
insegnar
l
'
equitazione
alla
Duchessa
....
metterla
in
grado
d
'
accompagnare
....
anche
a
cavallo
,
suo
marito
.
Ancora
qualche
giorno
,
e
le
lezioni
sarebbero
finite
....
ed
egli
diventava
inutile
a
Milla
.
Ebbene
....
tanto
meglio
!
...
Egli
era
stanco
di
quella
vita
,
ne
sentiva
talvolta
come
una
specie
d
'
uggia
dolorosa
,
provava
da
qualche
tempo
in
qua
un
'
irritazione
latente
,
ma
incessante
.
Sentiva
,
così
ad
intervalli
,
un
desiderio
febbrile
d
'
allontanarsi
di
lì
,
di
mutar
vita
....
d
'
imbattersi
in
qualche
distrazione
nuova
,
potente
,
che
lo
togliesse
alla
vita
stupida
,
inerte
che
avrebbe
condotto
ad
Astianello
quando
fossero
finite
le
lezioni
dell
'
arte
ch
'
egli
idolatrava
!
...
L
'
antica
tentazione
riprese
il
suo
impero
sul
cuore
di
quel
giovane
impetuoso
.
Egli
si
sentiva
spostato
ad
Astianello
,
sapeva
che
i
suoi
compagni
non
l
'
avevano
caro
.
In
quanto
ai
padroni
....
Del
Duca
,
in
fondo
,
non
si
poteva
lagnare
.
Perchè
,
dunque
,
continuava
ad
odiarlo
?
...
perchè
,
quando
lo
vedeva
giungere
bello
,
placido
,
colla
barba
d
'
oro
così
ben
pettinata
,
si
sentiva
fremere
e
ribollire
il
sangue
?
Oh
,
no
!
non
s
'
era
mai
potuto
avvezzare
a
vederlo
,
a
saperlo
padrone
,
quell
'
intruso
,
quel
gaudente
,
che
tutto
doveva
all
'
amore
d
'
una
donna
,
e
che
,
per
rimeritarla
,
l
'
aveva
un
tempo
resa
infelice
,
l
'
aveva
quasi
condotta
sull
'
orlo
della
tomba
!
...
Drollino
taceva
,
mordendosi
le
labbra
,
quando
sentiva
dai
suoi
compagni
,
o
dai
contadini
,
vantare
l
'
attuale
condotta
di
Giuliano
;
e
quando
lo
vedeva
accanto
alla
Duchessa
,
gli
venivano
degl
'
impeti
violentissimi
d
'
avversione
.
La
diffidenza
continuava
,
acre
,
spietata
,
nutrendosi
del
proprio
elemento
.
Ora
che
non
aveva
più
una
ragione
positiva
di
odiare
quell
'
uomo
,
Drollino
capiva
d
'
odiarlo
maggiormente
.
C
'
era
dei
momenti
in
cui
gli
veniva
come
un
insano
rammarico
che
Giuliano
avesse
lasciata
la
Russa
.
Pure
egli
avrebbe
data
la
vita
perchè
Milla
fosse
felice
....
Cos
'
era
dunque
questa
contraddizione
strana
....
questa
sensazione
?
Rimaneva
come
sbigottito
da
questa
lotta
interna
,
ch
'
egli
non
sapeva
spiegare
a
sè
stesso
,
e
che
lo
tormentava
.
E
un
bel
giorno
,
così
all
'
improvviso
,
Drollino
prese
una
decisione
.
*
*
*
*
*
-
-
Impossibile
!
-
-
sclamò
la
Duchessa
,
quando
l
'
agente
venne
ad
informarla
che
il
capo
di
scuderia
s
'
era
congedato
per
la
fine
del
mese
.
-
-
Impossibile
!
-
-
ripetè
,
con
vero
dispiacere
,
-
-
Ma
perchè
vuol
andar
via
Drollino
?
cos
'
è
accaduto
?
...
che
ragioni
dà
?
-
-
Ragioni
,
a
dir
vero
,
non
ne
dà
nessune
,
signora
Duchessa
.
È
venuto
nello
studio
stamane
e
ha
detto
che
se
n
'
andava
,
ecco
tutto
!
Milla
non
poteva
capacitarsi
.
-
-
Provi
a
mandarlo
da
me
,
chissà
che
io
non
venga
a
capo
di
scoprir
qualcosa
.
Dev
'
essere
un
malinteso
.
E
lei
,
signor
Damelli
,
non
ha
proprio
nessun
sentore
dei
motivi
,
delle
intenzioni
di
quel
giovane
?
-
-
Nessuno
,
signora
Duchessa
.
-
-
A
meno
che
...
non
so
....
m
'
hanno
detto
ch
'
egli
avrebbe
l
'
idea
di
farsi
soldato
.
-
-
Soldato
?
...
ripetè
Milla
.
Soldato
?
Il
signor
Damelli
si
congedò
e
di
lì
a
cinque
minuti
capitò
Drollino
.
La
Duchessa
si
trovava
in
quel
tal
salotto
chinese
dove
tanti
anni
addietro
,
aveva
saputo
ottenere
per
Drollino
,
il
dono
di
Mia
e
dove
aveva
dato
a
questo
,
per
forza
,
quel
memorabile
bacio
.
Milla
avrebbe
voluto
ora
far
della
diplomazia
con
Drollino
.
Ma
la
diplomazia
non
era
mai
stato
il
forte
di
quella
cara
donnina
.
Si
limitò
dunque
a
chiedere
impetuosamente
al
giovane
,
il
quale
stava
muto
,
grave
dinanzi
a
lei
:
-
-
Oh
Drollino
!
è
vero
che
vuoi
andar
via
?
-
-
È
vero
,
signora
Duchessa
.
-
-
Ma
perchè
....
che
idea
!
...
ma
ti
pare
?
...
Ti
hanno
fatto
qualche
torto
,
qualche
soverchieria
?
-
-
No
....
signora
Duchessa
.
-
-
Di
'
la
verità
....
Hai
qualche
motivo
?
-
-
Nessun
motivo
,
signora
Duchessa
.
È
così
....
una
mia
idea
.
-
-
Vuoi
che
ti
faccia
aumentare
il
salario
?
vuoi
tornare
alla
tenuta
?
Se
desideri
qualcosa
,
dillo
francamente
.
Lo
sai
che
sono
sempre
contenta
di
te
e
che
t
'
ho
sempre
voluto
bene
.
-
-
Lo
so
,
rispose
Drollino
con
voce
tremante
.
E
una
specie
di
sorriso
,
stranamente
triste
passò
sul
volto
dei
giovane
.
-
-
E
anche
mio
marito
,
-
-
proseguì
Milla
,
anche
lui
,
adesso
,
ti
vuol
bene
.
Il
sorriso
scomparve
in
un
baleno
dal
volto
di
Drollino
e
gli
succedette
una
lieve
contrazione
nervosa
.
-
-
Sicuro
,
-
-
continuò
Milla
,
con
soave
insistenza
,
avevamo
anche
fissato
di
mandarti
a
Londra
,
perchè
accompagnassi
qui
i
cavalli
nuovi
,
pel
tiro
a
quattro
.
Ma
la
Duchessa
dovette
accorgersi
,
studiando
la
fisonomia
inflessibile
di
Drollino
,
che
neppure
quella
splendida
suggestione
,
valeva
a
farlo
recedere
dal
suo
proposito
.
Non
insistette
.
Quell
'
ostinazione
invincibile
la
offendeva
.
-
-
Allora
,
-
-
disse
con
subita
alterigia
,
quand
'
è
così
,
va
pure
.
Ma
un
momento
dopo
,
sentì
una
lagrima
spuntarle
sul
ciglio
.
Ella
voleva
bene
ai
suoi
;
a
quelli
di
casa
sua
.
E
ne
rimanevano
pochi
ormai
ad
Astianello
.
I
nuovi
servitori
,
scelti
dal
Duca
,
avevano
a
poco
a
poco
,
accaparrati
i
posti
migliori
.
E
ora
....
anche
Drollino
.
Era
un
altro
lembo
del
passato
che
scompariva
.
Egli
vide
quella
lagrima
e
rimase
inchiodato
al
suo
posto
pallido
,
atterrito
.
-
-
Signora
Duchessa
,
-
-
disse
con
voce
tremante
;
creda
....
anch
'
io
....
mi
perdoni
....
-
-
Oh
Drollino
!
sclamò
Milla
,
smettendo
subito
il
fare
risentito
,
perchè
mi
dai
questo
dispiacere
?
Egli
fece
un
passo
avanti
.
-
-
Oh
no
....
non
dica
così
....
signora
Duchessa
....
creda
....
anzi
....
che
io
....
-
-
Ti
assicuro
-
-
proseguì
Milla
,
che
faresti
tanto
dispiacere
anche
al
Duca
.
Drollino
diè
un
passo
indietro
,
volle
parlare
,
ma
non
gli
venne
fatto
....
-
-
È
impossibile
!
disse
finalmente
-
-
_
bisogna
_
che
vada
.
Ma
il
suo
viso
aveva
un
'
espressione
così
turbata
,
che
Milla
non
seppe
più
adirarsi
.
-
-
Dimmi
almeno
il
perchè
?
-
-
chiese
mestamente
.
Il
giovane
scosse
il
capo
.
-
-
Che
vuole
-
-
signora
Duchessa
,
m
'
è
venuto
un
desiderio
,
che
so
io
,
una
smania
di
girare
il
mondo
,
di
veder
degli
altri
siti
,
delle
altre
tenute
.
Ma
mi
ricorderò
sempre
sa
,
di
lei
....
della
sua
bontà
per
me
.
E
forse
,
di
qui
a
un
po
'
di
anni
....
chissà
che
non
torni
....
già
....
a
cercare
ancora
....
i
miei
cavalli
....
qui
a
Astianello
.
Drollino
non
sapeva
più
quel
che
dicesse
.
Milla
,
invece
,
cominciava
a
persuadersi
.
-
-
Ah
!
Drollino
!
...
mi
rincresce
tanto
.
Avevo
certe
idee
....
certi
progetti
....
Pensa
....
andar
via
ora
,
dopo
che
m
'
avevi
insegnato
a
montar
a
cavallo
.
Il
giovane
si
morse
le
labbra
.
--Sicuro....--rispose--così
adesso
si
divertirà
....
Adesso
che
può
andar
sola
....
Un
momento
di
silenzio
regnò
nella
sala
.
Poi
Drollino
disse
timidamente
,
con
uno
sforzo
terribile
:
-
-
Signora
Duchessa
,
vuol
tenere
Mia
?
--Mia!...--esclamò
la
Duchessa
,
maravigliata
e
commossa
.
-
-
Sì
,
signora
...
;
scuserà
se
mi
prendo
questa
libertà
,
ma
ho
visto
che
vanno
così
bene
loro
due
....
e
son
persuaso
che
la
tratterà
sempre
bene
,
nevvero
?
...
e
così
forse
....
si
ricorderanno
qualche
volta
di
me
....
-
-
Oh
!
Drollino
-
-
disse
intenerita
la
Duchessa
-
-
vuoi
proprio
lasciarmi
Mia
?
...
Ma
non
ti
rincresce
....
davvero
?
-
-
No
,
no
....
non
mi
rincresce
....
Tanto
,
non
saprei
come
fare
a
condurla
ora
....
e
poi
è
giusto
....
perchè
,
si
ricorda
?
...
è
stata
lei
che
me
l
'
ha
fatta
avere
....
Gli
pareva
di
compiere
un
doloroso
atto
di
giustizia
.
Aveva
la
mente
e
gli
occhi
pieni
del
ricordo
della
scena
accaduta
lì
....
in
quella
stessa
sala
,
tanti
anni
prima
.
Si
vedeva
,
bambino
,
debole
,
agitato
,
sentiva
ancora
sulle
labbra
un
'
impressione
che
gli
pareva
quella
d
'
un
ferro
rovente
,
l
'
impressione
d
'
un
bacio
di
bambina
.
Milla
,
con
un
atto
inconsulto
,
gli
stese
la
mano
....
Ma
subito
,
memore
che
non
andava
fatto
,
la
ritrasse
.
Ma
era
indicibilmente
commossa
,
mormorò
:
-
-
Oh
Drollino
,
oh
Drollino
!...--con
un
accento
di
gratitudine
che
valutava
e
compensava
tutto
il
sacrificio
di
quel
povero
ragazzo
.
Egli
tremava
lievemente
,
e
teneva
il
capo
chino
come
un
colpevole
.
In
quel
bizzarro
colloquio
successe
una
pausa
bizzarra
anch
'
essa
....
piena
per
entrambi
d
'
indefinibili
incertezze
.
-
-
Senti
,
Drollino
-
-
disse
finalmente
la
padrona
-
-
vedo
che
tu
....
hai
proprio
fissato
di
andar
via
....
Ma
non
farmi
il
dispiacere
di
farlo
ora
,
mentre
siamo
qui
.
Tanto
,
fra
poco
,
andiamo
ai
bagni
.
-
-
Sperava
che
in
quel
tempo
si
ravvedesse
,
chi
lo
sa
,
che
rinunziasse
a
quel
suo
assurdo
progetto
.
Egli
rimase
scontento
,
combattuto
.
Avrebbe
preferito
andarsene
subito
.
Un
segreto
istinto
gli
suggeriva
di
rifiutare
,
di
lasciare
Astianello
al
più
presto
.
Ma
gli
occhi
castani
di
Milla
,
ancora
umidi
di
_
quella
_
lagrima
,
erano
alzati
a
guardarlo
,
senza
alterigia
di
sorta
,
pieni
di
benevolenza
e
di
dolcezza
.
Egli
non
seppe
dir
di
no
....
Fece
un
cenno
d
'
adesione
,
e
chinò
ancora
il
capo
.
-
-
In
quanto
a
Mia
-
-
disse
Milla
affettuosamente
-
-
ti
ringrazio
....
la
terrò
sempre
cara
,
e
non
ti
dimenticherò
mai
.
Egli
se
ne
andò
colle
labbra
strette
strette
,
cogli
occhi
semi
-
chiusi
.
Il
Duca
,
quando
riseppe
la
cosa
,
non
mostrò
,
a
dir
vero
,
tutto
il
rincrescimento
che
Milla
gli
aveva
generosamente
attribuito
.
Non
gli
faceva
nè
caldo
,
nè
freddo
,
ora
che
non
c
'
erano
ospiti
in
villa
.
Non
perdette
però
quell
'
occasione
di
canzonare
Milla
,
pei
gusti
vagabondi
dei
suoi
protetti
.
Non
si
commosse
nemmeno
pel
dono
di
Mia
.
Chiese
solo
a
sua
moglie
quanto
aveva
avuta
la
dabbenaggine
di
pagargliela
a
colui
.
-
-
Pagarla
....
sclamò
Milla
-
-
che
cascava
dalle
nuvole
....
pagarla
?
...
Ma
t
'
accerto
che
non
è
stato
nulla
di
simile
....
Non
abbiamo
scambiata
una
parola
,
su
questo
proposito
.
-
-
Eh
!
lo
so
anch
'
io
che
con
te
,
non
avrà
parlato
di
prezzo
.
Ma
te
ne
avvedrai
quando
farai
i
conti
col
signor
Damelli
.
-
-
Credi
....
proprio
?
...
E
io
che
m
'
ero
commossa
!
...
Ma
pure
....
-
-
Per
bacco
,
mia
cara
,
è
chiara
come
il
giorno
.
Voleva
liberarsene
;
non
sapeva
come
,
e
te
l
'
ha
affibbiata
;
ecco
tutto
!
Ora
poi
sarei
curioso
di
sapere
ciò
che
pretendi
fare
di
quella
bestia
,
tu
che
non
hai
mai
voluto
saperne
di
cavalcare
.
-
-
Ah
!
-
-
rispose
Milla
,
lieta
del
suo
mistero
.
-
-
Non
importa
,
lascia
fare
a
me
!
...
L
'
attaccherò
alla
_
giardiniera
_
,
e
imparerò
a
guidare
.
-
-
Uhm
!
-
-
disse
il
Duca
-
-
è
troppo
forte
per
la
_
giardiniera
_
,
andrebbe
meglio
col
_
phaèton
_
.
È
ancora
una
buona
cavalla
.
Quasi
quasi
,
ora
che
non
è
più
di
quel
biricchino
,
avrei
una
mezza
idea
di
provarla
io
stesso
.
Domani
forse
....
*
*
*
*
*
Drollino
era
fermo
sulla
soglia
del
cancello
di
fronte
al
viale
.
E
quivi
per
l
'
appunto
vide
Mia
,
la
sua
Mia
,
attaccata
al
_
phaèton
_
e
guidata
dal
Duca
.
Non
molto
ben
guidata
,
a
dir
vero
;
Giuliano
la
conduceva
come
un
dilettante
conduce
,
per
lo
più
,
un
cavallo
che
sta
provando
.
Alquanto
a
casaccio
,
cioè
,
tirando
indiscretamente
i
filetti
ora
a
destra
,
ora
a
sinistra
,
tormentandole
il
morso
in
bocca
,
spingendola
,
con
certe
mosse
intempestive
delle
redini
che
dovevano
torturare
la
povera
bestia
,
abituata
alla
mano
salda
,
mirabilmente
esperta
,
di
Drollino
.
Questi
divenne
livido
,
sentì
nell
'
interno
dell
'
animo
come
uno
schianto
.
Cogli
occhi
spalancati
,
immoto
,
come
impietrito
,
guardò
quello
spettacolo
,
che
lo
straziava
.
Il
Duca
non
s
'
avvide
di
lui
.
S
'
indispettiva
contro
Mia
che
non
voleva
ubbidirlo
,
e
,
in
difetto
di
più
persuasivi
argomenti
,
le
rovesciò
addosso
una
furia
di
scudisciate
.
Drollino
trattenne
un
grido
.
Ah
!
quelle
scudisciate
!
gli
parve
d
'
averle
ricevute
lui
,
attraverso
alla
vita
!
Ebbe
un
impulso
violento
e
prepotente
di
spiccare
un
salto
,
di
precipitarsi
verso
il
_
phaèton
_
,
d
'
afferrare
lui
lo
scudiscio
e
di
....
Ma
si
contenne
.
Si
morse
a
sangue
le
labbra
,
e
torse
lo
sguardo
.
Mia
si
avviava
con
un
trotto
incerto
,
rotto
,
pesante
,
mentre
il
Duca
,
con
una
aria
avvezza
,
dimenava
trionfalmente
la
frusta
.
Drollino
s
'
accorse
d
'
esser
tutto
sudato
.
Un
pensiero
crudele
gli
passò
pel
capo
:
-
-
Oh
!
se
Mia
potesse
impennarsi
in
quel
momento
,
far
cadere
colui
....
fargli
rompere
il
collo
....
Oh
,
se
avesse
saputo
....
se
avesse
potuto
prevedere
....
Egli
,
che
aveva
fatto
quel
supremo
sacrifizio
per
lei
....
per
la
Duchessa
....
perchè
avesse
una
buona
cavalla
e
un
motivo
di
ricordarsi
....
del
passato
.
Oh
!
se
avesse
saputo
....
Mia
....
la
sua
Mia
!
Un
'
onda
di
torbide
fantasie
gli
sconvolse
per
un
momento
il
cervello
;
gli
parve
di
smarrire
ogni
idea
che
non
fosse
dolore
,
ira
,
rabbia
impotente
.
No
,
non
poteva
far
nulla
....
ormai
....
Certo
....
egli
era
stato
un
grande
imbecille
;
la
colpa
era
sua
.
Doveva
pur
saperlo
ciò
che
il
Duca
era
per
Milla
.
Un
idolo
a
cui
tutto
era
dovuto
,
persino
l
'
omaggio
ultimo
....
il
dono
lasciato
a
lei
,
per
lei
da
un
povero
cavallaro
che
se
ne
andava
.
Non
ebbe
un
pensiero
di
rimprovero
per
Milla
.
Ma
la
sua
avversione
per
Giuliano
prese
da
quel
punto
le
proporzioni
d
'
una
passione
tormentosa
.
Se
ne
andò
verso
il
pascolo
,
e
non
tornò
alla
villa
se
non
tre
giorni
dopo
,
quando
seppe
che
Giuliano
era
andato
di
nuovo
per
la
quarta
volta
a
Genova
,
onde
conferire
con
quella
celebrità
d
'
avvocato
che
trattava
i
suoi
affari
.
*
*
*
*
*
Non
si
doveva
risapere
,
eppure
si
riseppe
.
Fu
per
tutti
una
gran
maraviglia
,
e
se
ne
parlò
molto
,
sottovoce
,
con
una
vera
grandine
di
commenti
.
Va
via
per
questo
,
per
quest
'
altro
.
Non
si
poteva
adottare
la
versione
nuda
e
semplice
dell
'
affare
:
un
capriccio
di
Drollino
.
Ci
doveva
esser
qualche
motivo
segreto
,
qualche
grossa
magagna
scoperta
di
recente
.
-
-
Eh
!
-
-
osservò
sghignazzando
Battista
in
un
conciliabolo
tenuto
allo
scopo
di
discutere
la
questione
-
-
avranno
scoperto
qualche
cosa
di
questo
genere
.
-
-
E
fece
colle
dite
aperto
il
gesto
come
di
chi
pizzica
le
corde
dell
'arpa.--E
siccome
è
uno
della
casa
,
e
lo
proteggono
a
spada
tratta
,
avranno
accomodato
le
cose
alla
chetichella
....
e
fanno
figurare
che
....
-
-
Non
è
vero
,
non
è
vero
niente
-
-
urlò
inviperita
la
Carolina
,
prendendo
le
difese
di
Drollino
con
un
calore
,
con
una
energia
che
le
valsero
addirittura
un
subisso
di
allusioni
più
o
meno
riguardose
;
ma
tutte
dirette
a
constatare
lo
stato
veramente
anormale
del
suo
cuore
.
Tanto
che
,
sentendosi
così
accanitamente
attaccata
,
la
giovane
battè
una
pronta
ritirata
,
e
si
rifugiò
nei
solinghi
recessi
della
guardaroba
a
piangere
le
sue
speranze
perdute
,
e
a
disperarsi
della
partenza
di
Drollino
e
dell
'
insolenza
di
Battista
.
Anche
il
conciliabolo
ebbe
un
'
eco
,
mentre
sarebbe
stato
assai
più
desiderabile
che
non
l
'
avesse
avuto
.
E
fu
la
Carolina
stessa
che
,
vantandosi
apertamente
della
sua
difesa
,
disse
a
Drollino
cos
'
aveva
detto
di
lui
quel
birbante
di
Battista
.
Drollino
l
'
ascoltò
in
pace
,
non
le
fece
nè
ringraziamenti
,
nè
scuse
.
Non
si
indignò
delle
accuse
del
cameriere
;
ebbe
un
'
ombra
strana
,
pallida
di
sorriso
.
Forse
non
si
maravigliò
;
certo
è
che
non
accennò
d
'
esser
maravigliato
.
La
Carolina
rimase
scontenta
e
perplessa
.
Aveva
sperato
,
senza
confessarlo
a
sè
stessa
,
che
Drollino
sarebbe
rimasto
più
colpito
dal
suo
generoso
intervento
e
avrebbe
data
maggior
importanza
alla
sua
rivelazione
.
Ma
invece
se
ne
andrebbe
quietamente
,
senza
rompere
il
muso
a
quella
canaglia
di
Battista
.
Poichè
,
è
d
'
uopo
confessarlo
,
il
cameriere
del
signor
Duca
non
godeva
affatto
le
simpatie
dei
suoi
colleghi
.
Non
si
poteva
negare
la
sua
valentìa
,
egli
possedeva
in
tutto
e
per
tutto
l
'
arte
del
suo
mestiere
.
Ma
la
sua
onestà
non
era
neppur
più
problematica
ed
egli
,
da
qualche
tempo
in
qua
,
si
trascurava
non
poco
.
Battista
era
bene
spesso
ubbriaco
,
e
s
'
andava
ingolfando
in
certe
avventure
rustiche
,
tutt
'
altro
che
perdonabili
e
pur
sempre
,
se
non
perdonate
,
ignorate
dall
'
inesauribile
indulgenza
del
Duca
.
Ora
poi
,
in
assenza
del
padrone
,
Battista
abusava
assolutamente
della
sua
libertà
....
al
punto
di
passare
quasi
tutta
la
giornata
,
nonchè
parecchie
ore
della
sera
,
in
una
botteguccia
con
spaccio
di
liquori
,
situata
alla
estremità
del
paese
e
dove
trovava
del
rhum
più
forte
di
quello
della
dispensa
,
un
'
ostessa
tarchiata
e
tre
o
quattro
buoni
compagni
,
ai
quali
egli
insegnava
dei
bellissimi
giuochi
di
carte
di
una
facilità
maravigliosa
,
e
che
ogni
persona
che
si
rispetta
deve
aver
famigliari
.
I
buoni
compagni
avevano
un
'
ammirazione
illimitata
per
quel
personaggio
così
ben
vestito
e
colle
tasche
così
ben
guarnite
.
Drollino
non
aveva
certamente
fatto
gran
caso
del
riferto
della
Carolina
.
Ma
nella
sua
mente
,
così
logica
e
risoluta
,
invece
della
gratitudine
,
si
levava
per
l
'
appunto
una
specie
di
rammarico
e
l
'
idea
che
la
cameriera
avesse
fatto
male
a
dirgli
come
fosse
andata
la
cosa
.
Ora
,
tornava
proprio
indispensabile
,
prima
ch
'
egli
lasciasse
Astianello
,
ch
'
egli
si
prendesse
la
briga
di
cacciar
quattro
denti
in
gola
,
a
quella
canaglia
.
Lasciò
passar
qualche
giorno
;
poi
si
decise
.
Già
....
non
lo
aveva
mai
potuto
soffrire
colui
;
quel
protetto
del
signor
Duca
!
Andò
a
cercarlo
la
sera
stessa
,
nel
noto
botteghino
.
Laggiù
si
giocava
molto
e
sicuri
,
dietro
la
complice
ombra
d
'
una
cortina
di
cotone
verde
che
separava
dalla
bottega
propriamente
un
bugigattolo
scuro
,
stretto
,
sucidissimo
.
La
rustica
sirena
era
andata
ad
una
sagra
vicina
e
in
vece
sua
stava
al
banco
un
ragazzotto
mezzo
addormentato
.
Drollino
non
penetrò
nell
'
antro
dove
si
giocava
,
stette
in
bottega
aspettando
,
paziente
ed
immobile
,
davanti
ad
un
bicchierino
d
'
anisette
.
Dietro
la
cortina
verde
,
si
sentiva
un
vocìo
assordante
ed
un
continuo
moto
di
bicchieri
,
e
ogni
tanto
lo
squillo
d
'
una
moneta
che
risonava
sul
tavolo
.
Allora
soltanto
il
ragazzo
si
riscoteva
,
destandosi
come
al
suono
d
'
una
musica
gradita
e
collo
sguardo
stupido
,
ma
già
vizioso
,
ammiccava
confidenzialmente
Drollino
.
-
-
È
il
signor
Battista
!
disse
alfine
e
con
voce
misteriosa
.
È
proprio
lui
....
se
sapesse
....
quanti
!
...
-
-
Quanti
?
...
Che
?
...
rispose
Drollino
distrattamente
.
-
-
Oh
bella
?
denari
.
Non
sa
che
_
lui
_
perde
sempre
;
e
sempre
paga
.
Il
bello
della
cosa
,
pel
ragazzo
,
era
per
l
'
appunto
che
il
perdente
pagasse
.
Drollino
invece
non
esternò
nessuna
meraviglia
.
Ma
con
un
susseguirsi
,
macchinalmente
ragionato
,
di
pensieri
,
egli
finiva
col
chiedere
a
sè
stesso
:
Come
fa
?
...
Battista
aveva
un
forte
salario
;
questo
si
sapeva
.
Ma
si
sapeva
pure
che
aveva
dei
vizi
,
anzi
molti
vizi
,
e
che
a
mantenerli
tutti
,
non
sarebbero
bastate
tre
di
quelle
splendide
paghe
.
E
ora
giocava
così
rovinosamente
e
pagava
....
pagava
....
Di
là
,
si
sentivano
correre
le
monete
sul
tavolo
ma
eran
gli
avversari
che
vincevano
.
Era
facile
,
ascoltando
,
tener
dietro
alle
varie
fasi
del
giuoco
.
-
-
Come
mai
?
chiedeva
ostinatamente
Drollino
a
sè
stesso
.
Finalmente
ebbe
termine
la
partita
,
ed
i
giocatori
entrarono
tutti
nel
botteghino
,
che
si
riempì
subito
d
'
un
denso
fumo
di
pipe
,
e
dell
'
eco
di
grossolane
esclamazioni
,
di
parolaccie
,
di
sguaiati
scoppi
di
risa
.
I
vincitori
facevano
gazzarra
,
ma
il
vinto
era
anch
'
esso
di
buonissimo
umore
e
rideva
,
più
rumorosamente
degli
altri
.
Anzi
volle
pagare
ancora
un
bicchiere
di
vino
bianco
alla
compagnia
.
-
-
Diavolo
!
-
-
urlò
al
ragazzotto
che
vedendoli
già
alticci
,
esitava
a
servirli
,
hai
capito
di
stappare
?
Hai
paura
,
forse
,
che
non
ti
si
paghi
?
Sappi
,
brutta
faccia
di
pagnotta
,
che
dove
c
'
è
Battista
,
la
miseria
non
ci
può
stare
e
che
a
casa
mia
quando
non
ce
n
'
è
più
,
ce
n
'
è
ancora
.
Scoccava
già
la
mezzanotte
,
quando
la
comitiva
si
sciolse
.
Battista
uscì
ultimo
,
e
Drollino
,
il
quale
lo
aveva
sempre
aspettato
in
silenzio
e
senza
unirsi
ai
buoni
compagni
,
gli
tenne
dietro
.
Lo
lasciò
andare
avanti
finchè
non
ebbe
oltrepassato
il
villaggio
.
Non
voleva
provocar
chiassi
e
baruffe
in
vicinanza
dell
'
abitato
.
Le
ragioni
che
aveva
da
dirgli
gliele
direbbe
all
'
aperto
,
sulla
strada
maestra
.
Senonchè
,
quando
furono
usciti
dall
'
ombra
delle
case
,
egli
s
'
accorse
che
colui
aveva
un
modo
bizzarro
di
camminare
,
tutto
a
sbalzi
e
a
zig
-
zag
.
-
-
Ho
capito
,
pensò
Drollino
;
è
ubbriaco
.
Non
volle
profittare
di
quella
circostanza
,
cimentandosi
con
un
uomo
che
non
avrebbe
potuto
tenergli
testa
.
-
-
Sarà
per
un
'
altra
volta
!
mormorò
fra
sè
e
sè
.
E
si
pose
a
camminare
frettolosamente
,
senza
altro
intendimento
che
di
far
pronto
ritorno
alla
villa
.
Ma
,
oltrepassando
il
cameriere
,
s
'
avvide
che
questi
era
affatto
incapace
di
raccapezzare
dove
metteva
i
piedi
.
Era
uno
sconcio
spettacolo
quell
'
uomo
che
camminava
barcollando
sulla
strada
,
battuta
dal
lume
di
luna
,
in
vicinanza
della
villa
...
Bell
'
onore
per
la
casa
....
se
qualcuno
lo
vedeva
.
E
,
sotto
l
'
impero
di
questo
timore
,
Drollino
risolse
di
ricondurre
egli
stesso
Battista
per
evitare
,
se
si
poteva
,
ogni
scandalo
.
Gli
s
'
accostò
e
lo
chiamò
forte
per
nome
.
-
-
Ah
!
-
-
rispose
l
'
altro
fermandosi
....
-
-
sei
tu
,
Drollino
?
...
Bel
nome
davvero
....
E
un
bel
giovanotto
,
anche
....
ma
allegro
come
un
martôro
.
E
dunque
eh
!
ho
sentito
che
te
ne
vai
....
Fai
bene
,
perdio
....
Si
vegeta
in
questa
baracca
,
in
questo
nido
di
....
colombini
.
E
strizzava
gli
occhi
sorridendo
sguaiatamente
,
con
un
'
espressione
che
tentava
d
'
essere
ironica
.
-
-
Bisogna
vedere
il
mondo
....
ragazzo
mio
....
Andare
di
qua
,
di
là
...
,
a
Parigi
....
a
Londra
....
fare
come
ho
fatto
io
col
signor
Duca
....
Ah
!
allora
però
....
non
erano
i
tempi
buoni
come
adesso
!
...
Denari
,
ora
,
denari
come
terra
....
Il
signor
Duca
....
non
dice
mai
di
no
....
quel
briccone
!
Sfido
io
,
sfi
....
Ora
si
trattava
di
mettersi
pel
viale
,
e
c
'
era
da
passare
la
porticina
.
Fu
una
vera
impresa
che
Drollino
condusse
a
buon
fine
,
impiegandovi
però
più
d
'
un
quarto
d
'
ora
.
Poi
dovette
aiutare
colui
a
percorrere
il
viale
,
evitando
di
urtare
i
tronchi
degl
'
ippocastani
,
in
quell
'
ombra
fitta
che
Battista
faceva
risonare
delle
sue
frasi
sempre
più
sconnesse
d
'
ubbriaco
di
buon
umore
.
Ma
,
come
Dio
volle
,
giunsero
sulla
spianata
.
Erano
scoccate
le
dodici
;
la
villa
dormiva
quietamente
,
con
tutte
le
finestre
chiuse
,
nel
silenzio
della
notte
.
Battista
continuava
a
parlare
,
consigliando
fervorosamente
Drollino
a
imitarlo
,
a
star
allegro
,
ad
assicurarsi
....
le
bontà
del
padrone
.
Gl
'
insegnava
che
i
padroni
vanno
tenuti
per
il
collo
,
vanno
!
E
non
bisognava
star
ingrognati
,
bisognava
essere
come
lui
,
allegri
,
sollazzevoli
.
E
subito
,
colla
voce
avvinazzata
,
si
pose
improvvisamente
a
cantare
le
prime
strofe
d
'
una
canzonaccia
.
-
-
Cristo
!
-
-
sclamò
a
bassa
voce
Drollino
,
tappandogli
la
bocca
colle
mani
,
-
-
taci
,
mascalzone
;
potresti
destar
la
signora
Duchessa
!
-
-
Ah
!
-
-
rispose
impermalito
l
'
ubbriaco
-
-
che
maniere
!
...
va
al
diavolo
tu
e
la
Duchessa
!
...
Me
ne
importa
tanto
di
quella
faccia
di
carta
!
Ma
di
subito
cangiò
parere
.
-
-
A
proposito
,
-
-
disse
con
somma
confidenza
a
Drollino
-
-
se
vuoi
venir
qui
....
ho
una
cosa
da
dirle
....
alla
signora
Duchessa
.
Ho
da
dirle
....
E
alzava
la
voce
.
Drollino
,
fremendo
,
lo
interrompeva
,
cercava
di
condurlo
via
in
fretta
,
ma
Battista
,
incaponito
in
un
'
ideaccia
tutta
sua
,
non
voleva
muoversi
,
e
seguitava
a
parlar
forte
.
Drollino
stava
per
afferrarlo
alla
vita
,
portarlo
via
a
forza
,
e
quindi
gettarlo
in
un
angolo
remoto
del
giardino
a
smaltire
il
suo
vino
;
ma
invece
rimase
immobile
come
impietrito
,
guardando
l
'
ubbriaco
con
uno
sguardo
spaventato
.
Una
,
fra
le
insensate
frasi
dello
sciagurato
cameriere
l
'
aveva
colpito
.
-
-
Valla
a
chiamare
....
voglio
dirle
la
verità
....
di
Genova
e
del
signor
Duca
.
-
-
Il
signor
Duca
?...--chiese
cautamente
Drollino
,
chinandosi
verso
Battista
.
-
-
Genova
?
..
-
-
Sì
,
sì
-
-
ripeteva
con
voce
gorgogliante
l
'
ubbriaco
-
-
tanto
bisogna
che
lo
sappia
....
un
giorno
o
l
'
altro
....
che
la
Russa
....
E
l
'
avvocato
....
ah
!
l
'
avvocato
!
...
L
'
occhio
di
Drollino
ebbe
un
lampo
di
feroce
ansietà
.
Egli
si
chinò
ancora
di
più
sull
'
ubbriaco
,
che
seguitava
:
-
-
L
'
avvocato
!
l
'
ho
visto
io
,
l
'
avvocato
!
...
Eh
uno
strascico
lungo
lungo
di
seta
e
tanti
bei
ricciolini
,
e
quelle
spalle
bianche
.
Per
Dio
,
ha
ragione
il
Duca
....
è
bella
quella
Russa
....
Di
subito
l
'
ubbriaco
si
fece
malinconico
.
-
-
Poverina
!
-
-
disse
,
tentando
di
accennare
le
finestre
della
facciata
-
-
poverina
,
povera
donnina
,
mi
fa
pena
....
se
sapesse
?
...
E
si
mise
a
piagnucolare
:
l
'
ubbriachezza
in
lui
si
faceva
tenera
,
sentimentale
!
E
nell
'
iterarsi
di
grotteschi
singhiozzi
,
in
quel
lagrimare
ributtante
,
le
frasi
riuscivano
smozzicate
,
e
le
parole
,
rotte
,
non
avevan
più
senso
.
Drollino
rimase
un
momento
in
forse
:
-
-
Vino
o
verità
?
-
-
chiese
angosciosamente
a
sè
stesso
,
guardando
Battista
,
che
,
colpito
improvvisamente
dal
sonno
plumbeo
dell
'
ebbrezza
,
s
'
era
buttato
sull
'
erba
e
pareva
già
addormentato
.
-
-
Bisogna
saperlo
....
ad
ogni
costo
-
-
mormorò
sotto
voce
Drollino
.
-
-
E
se
è
vero
!
...
Nel
vivo
lume
della
luna
,
una
mano
bruna
,
nervosa
si
protese
con
un
gesto
di
minaccia
implacabile
.
Poi
Drollino
afferrò
l
'
ubbriaco
,
inetto
ormai
ad
opporgli
la
minima
resistenza
;
se
lo
cacciò
sulle
spalle
come
un
sacco
di
biada
,
e
,
passando
dalla
scala
interna
di
servizio
,
lo
portò
nella
propria
cameretta
,
quella
che
occupava
attualmente
al
terzo
piano
della
villa
.
Lo
gettò
sul
letto
in
modo
abbastanza
ruvido
;
ma
il
sonno
dell
'
ubbriaco
era
ormai
così
profondo
ch
'
egli
non
se
ne
risentì
per
nulla
.
Drollino
sedette
appiè
del
letto
,
e
rimase
desto
per
tutta
la
notte
,
vegliando
Battista
.
Era
giorno
fatto
quando
il
cameriere
si
risentì
;
girò
attorno
gli
sguardi
,
attonito
di
trovarsi
lì
,
in
camera
di
Drollino
.
-
-
Cosa
diamine
?
-
-
chiese
.
-
-
Nulla
,
mio
caro
....
Ti
ho
trovato
per
via
e
t
'
ho
portato
qui
.
-
-
Oh
!
-
-
rispose
Battista
confuso
,
ma
tentando
un
risolino
.
-
-
Ho
capito
.
Eh
,
son
traditori
questi
vostri
vinetti
leggieri
;
e
poi
un
po
'
di
rhum
....
sicuro
.
Non
era
più
brillo
,
ma
aveva
ancora
la
testa
balorda
,
lo
stomaco
sconvolto
,
o
parlava
con
un
fare
melenso
.
-
-
Sicchè
-
-
continuò
,
alquanto
impacciato
-
-
m
'
hai
proprio
trovato
per
via
?
Sarà
,
sarà
....
non
mi
ricordo
più
!
E
dormivo
,
eh
?
-
-
No
,
allora
non
dormivi
;
non
facevi
che
strillare
e
chiacchierare
.
-
-
Ah
!
sì
,
chiacchieravo
?
-
-
E
divenuto
subitamente
inquieto
,
soggiunse
in
tono
negligente
:
-
-
Oh
bella
,
chiacchieravo
?
e
,
così
per
curiosità
....
cosa
dicevo
?
Drollino
alzò
le
spalle
,
e
si
sforzò
a
sorridere
.
L
'
altro
non
ardiva
insistere
,
ma
lo
guardava
,
dubbioso
.
-
-
Mio
caro
-
-
continuò
Drollino
-
-
sta
tranquillo
.
Hai
detto
un
monte
di
bestialità
.
Per
fortuna
che
c
'
ero
soltanto
io
a
udirti
,
e
ciò
che
tu
dicevi
lo
sapevo
da
un
pezzo
.
--Tu...!--sclamò
Battista
con
vivo
malcontento
.
-
-
Sapevi
già
....
cosa
?
-
-
Ma
certo
!
-
-
continuò
freddamente
Drollino
.
-
-
Credevi
d
'
esser
tu
solo
a
possedere
il
segreto
del
signor
Duca
?
-
-
Ma
come
diavolo
hai
fatto
a
sapere
?
-
-
Ch
'
egli
si
reca
là
a
Genova
....
-
-
ed
esitò
ammiccando
.
-
-
Sì
,
per
trovarsi
con
lei
!
-
-
finì
brutalmente
Battista
-
-
con
la
Russa
.
Capirai
,
tutte
questo
reticenze
,
che
sugo
hanno
adesso
?
Il
diavolo
ci
porti
.
-
-
Questo
-
-
rispose
pacatamente
Drollino
-
-
è
affar
mio
e
non
ti
riguarda
.
-
-
Ma
,
allora
,
perchè
non
me
ne
hai
mai
parlato
?
-
-
Perchè
?
Perchè
non
m
'
accomodava
.
Cosa
c
'
entro
io
con
questo
cose
?
Io
me
ne
vado
fra
poco
,
e
buona
notte
.
E
può
essere
che
,
per
tacere
,
avessi
anch
'
io
delle
buone
ragioni
come
le
hai
tu
.
Battista
non
arrossì
,
e
si
pose
vivamente
le
mani
in
tasca
.
-
-
Non
ce
n
'
è
quasi
più
-
-
disse
,
facendo
ballare
fra
le
dita
due
o
tre
monete
.
-
-
Io
però
le
godo
e
sto
allegro
,
e
fo
star
allegri
gli
altri
,
mentre
tu
....
Che
bocca
amara
m
'
è
rimasta
!
...
A
dir
vero
,
il
Duca
fa
le
cose
bene
....
da
gran
signore
,
non
è
vero
?
Drollino
assentì
.
Certo
;
il
Duca
pagava
bene
il
loro
silenzio
.
-
-
Eh
!
-
-
continuò
Battista
con
una
risata
maligna
-
-
non
gli
conviene
a
far
diversamente
.
Davvero
,
si
troverebbe
in
un
bell
'
impiccio
se
a
me
saltasse
il
ticchio
....
Perchè
,
capisci
,
l
'
andrà
;
finchè
mi
pare
,
ma
se
un
bel
giorno
colui
mi
rompesse
proprio
le
tasche
,
io
vado
da
lei
,
e
le
rifiato
tutto
quanto
;
capisci
?
-
-
Ah
!
le
rifiati
tutto
quanto
....
Andiamo
,
via
,
non
sei
capace
!
-
-
Io
non
son
capace
!
...
L
'
avresti
a
vedere
.
Vado
là
,
franco
come
uno
schioppo
,
e
le
conto
la
storia
.
Signora
Duchessa
;
succede
così
e
così
.
Il
suo
signor
marito
va
a
Genova
per
abboccarsi
coll
'
avvocato
....
E
l
'
avvocato
,
Dio
mi
danni
,
è
la
Russa
....
quella
Baronessa
che
....
se
l
'
è
tornato
a
prendere
per
vendetta
.
-
-
Per
vendetta
?
-
-
chiese
tranquillamente
Drollino
,
stendendo
appiè
del
letto
la
sua
snella
persona
.
-
-
Sicuro
-
-
continuò
Battista
,
che
,
passato
il
primo
momento
di
dispetto
,
trovava
ora
un
certo
gusto
a
potere
finalmente
parlar
con
qualcuno
di
quella
cosa
così
gustosa
e
proficua
.
-
-
Ce
l
'
aveva
amara
con
la
Duchessa
,
perchè
qui
erano
accadute
quelle
scene
,
ti
ricordi
?
Bene
,
dunque
,
quando
noi
fummo
a
Napoli
,
essa
scrisse
al
padrone
.
Ma
questi
aveva
ancora
la
paura
che
gli
morisse
la
moglie
,
e
non
rispose
.
Allora
quella
s
'
impuntigliò
,
e
gli
tenne
dietro
a
Nizza
.
La
signora
era
un
po
'
indisposta
e
usciva
di
rado
.
Un
giorno
,
lui
se
ne
va
a
Montecarlo
,
e
ci
trova
la
Russa
.
Stette
ancora
un
poco
sul
tentennare
,
poi
ci
ricascò
....
meglio
di
prima
.
Ecco
qua
....
la
sapevi
tu
com
'
era
andata
?
-
-
No
-
-
confessò
umilmente
Drollino
-
-
non
la
sapevo
così
lunga
.
Sapevo
solo
che
ora
....
si
ritrovavano
a
Genova
,
colla
scusa
dell
'
avvocato
.
Mi
figuro
che
sarà
sempre
una
cosa
in
grande
.
Ha
cavalli
,
lei
?
-
-
chiese
poscia
con
una
subita
premura
di
professione
.
-
-
No
,
rimessa
.
-
-
Ah
!
e
lui
?
-
-
Niente
,
carrozza
d
'
albergo
.
Lei
sta
in
un
villino
,
laggiù
verso
via
Carignano
.
La
sera
sul
tardi
escono
assieme
,
vanno
all
'
Acquasola
.
Qui
diede
in
un
riso
sguaiato
.
-
-
Una
bella
coppia
....
sai
....
-
-
Certo
-
-
rispose
Drollino
,
-
-
una
bella
coppia
....
-
-
E
la
Duchessa
?
-
-
continuò
Battista
-
-
se
lo
sapesse
!
...
Io
dico
che
se
lo
sa
stavolta
,
gli
riprende
tutti
i
soldi
che
gli
ha
dato
e
lo
manda
al
diavolo
....
ammenochè
....
non
si
consoli
.
-
-
Come
?
...
-
-
Eh
,
diamine
!
facendo
altrettanto
.
Drollino
si
drizzò
d
'
un
salto
,
cogli
occhi
iniettati
di
sangue
,
pallido
come
un
morto
,
e
per
un
momento
guardò
l
'
ex
-
ubbriaco
in
un
modo
molto
bizzarro
e
poco
rassicurante
.
Ma
subito
si
calmò
,
e
si
mise
a
ridere
.
Si
sarebbe
detto
che
,
a
furia
di
star
sempre
così
serio
,
avesse
dimenticato
come
si
fa
a
ridere
;
certo
che
il
suo
ridere
non
somigliava
a
quello
di
nessun
altro
.
-
-
Ah
!
vorresti
provare
....
dici
?
...
-
-
Sì
....
per
curiosità
.
Vorrei
provare
come
la
piglia
.
Certe
volte
,
quando
la
vedo
allegra
,
contenta
,
mi
viene
come
una
rabbia
,
una
smania
di
dire
la
verità
a
quella
povera
donna
.
Almeno
non
farebbe
più
la
figura
d
'
una
bambina
,
e
non
si
struggerebbe
più
dietro
a
quella
perla
di
marito
,
che
va
a
Genova
....
coi
denari
di
sua
moglie
,
beninteso
.
E
a
te
-
-
domandò
ancora
Battista
con
un
rimasuglio
d
'
inquietudine
-
-
questa
voglia
non
ti
vien
mai
?
...
dico
...
,
non
vorrei
che
tu
m
'
avessi
a
prevenire
....
sai
,
perchè
potrebbe
darsi
che
lei
,
per
saper
bene
....
-
-
E
fece
il
gesto
di
chi
snocciola
denari
.
-
-
No
-
-
disse
Drollino
....
-
-
io
non
ho
nessuna
idea
di
parlare
.
E
ora
me
ne
vado
,
per
cui
....
Tanto
,
questa
storia
finirà
presto
....
-
-
soggiunse
con
molta
calma
.
-
-
Finirà
?
-
-
chiese
l
'
altro
sbadigliando
-
-
credi
che
finirà
?
...
Per
bacco
,
mi
dispiacerebbe
....
è
un
provento
che
mi
garba
....
E
perchè
finirebbe
?
...
sono
innamorati
cotti
!
La
Russa
gli
comanda
a
bacchetta
,
lo
tratta
come
un
imbecille
,
e
lui
....
contentone
.
Perchè
avrebbe
a
finire
?
-
-
Perchè
finirà
-
-
disse
con
gran
pacatezza
Drollino
.
E
scese
lentamente
;
era
l
'
ora
del
primo
pasto
dei
cavalli
.
Battista
,
rassicurato
,
si
ricacciò
sotto
le
coltri
per
finir
di
riposarsi
;
tanto
,
lui
non
aveva
nulla
da
fare
....
in
casa
ora
c
'
era
la
cuccagna
!
Dopo
il
mezzodì
,
Drollino
si
presentò
all
'
agente
e
gli
chiese
due
giorni
di
permesso
.
Voleva
andar
a
vedere
i
puledri
di
casa
Canossa
,
prima
che
partissero
per
l
'
Esposizione
ippica
.
L
'
agente
accordò
il
congedo
.
Drollino
se
ne
andò
la
sera
stessa
;
e
in
capo
a
due
giorni
era
di
ritorno
.
Tutti
gli
furono
attorno
a
chieder
dei
puledri
.
Ma
non
ne
disse
gran
che
,
non
ne
fece
maraviglie
.
Erano
così
così
,
come
gli
altri
....
Non
era
stato
alla
tenuta
Canossa
;
era
stato
a
Genova
e
all
'
Acquasola
.
Celato
dietro
una
macchia
,
aveva
visto
passare
,
in
una
carrozza
di
rimessa
,
il
Duca
e
la
Baronessa
....
Era
saltato
in
legnetto
di
piazza
e
aveva
tenuto
dietro
al
loro
equipaggio
sino
alle
prime
case
di
via
Carignano
.
Nei
giorni
seguenti
diede
ancora
due
o
tre
lezioni
alla
Duchessa
,
e
rinunciò
a
dare
la
progettata
lezione
a
Battista
.
Drollino
era
quieto
,
calmo
assai
....
La
sera
dopo
,
mentre
si
distribuiva
l
'
ultima
razione
di
biada
,
il
signor
Damelli
capitò
in
scuderia
,
e
diede
precisamente
quest
'
ordine
:
-
-
Domattina
alle
dieci
l
'
_
americana
_
ad
un
cavallo
per
andare
alla
stazione
a
prendere
il
signor
Duca
.
Drollino
ch
'
era
poco
lungi
,
udì
quell
'
ordine
.
Alzò
bruscamente
il
capo
,
e
appoggiò
per
un
secondo
la
mano
sul
muro
,
come
se
si
sentisse
minacciato
da
una
vertigine
.
Poi
disse
rispettosamente
:
-
-
Sì
signore
....
ci
penso
io
.
*
*
*
*
*
L
'
indomani
,
il
tempo
era
splendido
.
Suonavano
le
otto
del
mattino
,
e
sulla
spianata
della
rimessa
Drollino
si
teneva
ritto
davanti
a
Mia
,
già
attaccata
al
_
phaèton
_
e
che
,
impaziente
dell
'
indugio
,
allungava
ogni
tanto
il
collo
e
colla
lunga
coda
flagellava
i
suoi
nobili
fianchi
.
Battista
,
già
in
livrea
,
ma
colla
tunica
ancora
sbottonata
,
lisciava
col
gomito
il
pelo
del
cappello
a
coccarda
.
Un
vecchio
mozzo
,
col
capo
coperto
da
una
berretta
scozzese
e
colla
pipa
in
bocca
,
stava
poco
lungi
dal
legno
e
guardava
con
ammirazione
la
cavalla
che
,
annoiata
dalle
mosche
,
or
coll
'
una
e
or
coll
'
altra
zampa
tormentava
il
terreno
.
-
-
Ci
siamo
?
-
-
chiese
il
cocchiere
,
infilando
i
guanti
di
pelle
rossa
.
-
-
Un
momento
,
-
-
rispose
Drollino
,
mentre
colla
mano
tremante
disponeva
sul
frontale
una
ciocca
della
criniera
di
Mia
.
Il
cocchiere
salì
a
cassetta
ed
afferrò
le
redini
.
Nella
corte
rustica
,
vicino
alla
rimessa
,
s
'
udì
l
'
ululato
cupo
di
un
cane
.
-
-
Cattivo
segno
,
-
-
osservò
il
mozzo
,
togliendosi
la
pipa
di
bocca
.
-
-
Pedrolo
....
badate
un
po
'
ai
fatti
vostri
.
Il
cocchiere
si
mise
a
ridere
,
agitando
festosamente
la
frusta
.
-
-
Quante
bestialità
!
-
-
rispose
con
gaio
sprezzo
.
Era
contento
di
guidar
Mia
,
quella
famosa
Mia
,
che
per
tanto
tempo
era
stata
così
esclusivamente
custodita
da
Drollino
.
Drollino
passò
ancora
una
volta
,
con
una
carezza
prolungata
e
tremante
,
la
mano
sulla
criniera
di
Mia
....
la
guardò
per
un
secondo
,
con
una
intensità
disperata
....
Poi
si
ritrasse
,
e
senza
parlare
,
con
un
piccolo
gesto
,
avvisò
il
cocchiere
che
poteva
partire
.
S
'
udì
in
breve
la
sabbia
del
viale
scricchiolare
sotto
le
ruote
del
leggero
equipaggio
,
mentre
il
rumore
del
trotto
elegante
di
Mia
si
perdeva
nella
lontananza
.
Drollino
stava
sempre
immobile
,
fissando
come
trasognato
lo
spazio
dove
Mia
,
un
momento
prima
,
aveva
alzata
,
verso
lui
,
la
sua
fina
testina
.
-
-
Per
bacco
!
-
-
disse
il
mozzo
con
molta
simpatia
professionale
-
-
capisco
,
sapete
.
Non
c
'
è
che
dire
,
una
bestia
che
non
ha
l
'
uguale
.
Vi
rincrescerà
,
eh
?
Drollino
diede
un
guizzo
coma
se
una
serpe
gli
avesse
morso
il
tallone
....
Poi
chiese
impetuosamente
:
-
-
Cosa
?
...
-
-
Oh
bella
!
...
che
ve
l
'
abbiano
portata
via
.
È
una
cosa
curiosa
,
sapete
,
che
ve
ne
siate
stancato
così
,
mentre
,
non
c
'
è
che
dire
,
è
ancora
un
fior
di
cavalla
!
E
l
'
avete
proprio
voluta
cedere
al
Duca
!
...
Chissà
,
eh
....
che
buon
affare
?
...
Uno
spasimo
passò
sulla
faccia
di
Drollino
,
ma
egli
rimase
muto
.
-
-
Eh
!
si
capisce
.
Se
vi
è
venuto
questo
capriccio
di
girar
il
mondo
,
vi
gioveranno
più
i
denari
che
la
cavalla
.
E
a
dirla
schietta
-
-
continuò
il
mozzo
,
che
s
'
era
proprio
messo
in
mente
di
voler
consolar
Drollino
ad
ogni
costo
-
-
la
Mia
era
ormai
un
po
'
_
sul
tempo
_
anche
lei
,
come
me
!
E
poi
il
suo
piccolo
difetto
ce
l
'
aveva
pure
....
quello
di
non
voler
sentire
gli
spari
....
E
non
s
'
è
mai
voluta
correggere
....
eh
?
...
-
-
No
-
-
stridette
Drollino
-
-
no
!
Il
vecchio
mozzo
si
mise
a
ridere
.
-
-
Via
,
via
!
...
non
v
'
arrabbiate
a
questo
modo
.
Si
sa
che
avete
fatto
di
tutto
per
toglierle
quel
vizio
.
È
inutile
....
ho
provato
anch
'
io
.
Una
volta
nella
tenuta
c
'
era
un
alzano
che
....
Ma
la
storia
dell
'
alzano
non
progredì
.
Drollino
,
il
quale
era
stato
per
un
momento
come
sprofondato
nelle
sue
riflessioni
,
si
scosse
bruscamente
e
s
'
allontanò
a
rapidi
passi
.
Il
mozzo
rimase
lì
,
in
asso
.
-
-
Cosa
diavolo
gli
piglia
a
colui
?
-
-
disse
tenendo
dietro
collo
sguardo
a
Drollino
,
il
quale
pareva
quasi
fuggire
,
tanto
correva
,
nella
direzione
della
tenuta
.
Non
eran
cinque
minuti
che
Drollino
era
scomparso
,
quando
Vincenzo
,
il
cameriere
della
Duchessa
,
si
presentò
sulla
spianata
.
-
-
Drollino
-
-
chiamò
-
-
Drollino
!
-
-
È
andato
via
or
ora
-
-
rispose
il
vecchio
mozzo
.
-
-
Cosa
c
'
è
?
-
-
Subito
,
subito
,
insellare
Mia
per
la
signora
Duchessa
,
e
Drollino
si
prepara
ad
accompagnarla
.
Il
mozzo
s
'
alzò
.
-
-
Mi
dispiace
-
-
disse
-
-
ma
in
quanto
a
Mia
la
signora
è
bell
'
e
servita
.
La
cavalla
è
stata
attaccata
all
'
_
americana
_
ed
è
già
a
mezza
strada
della
stazione
.
E
Drollino
è
andato
via
per
i
pascoli
,
a
zonzo
....
Dio
sa
dove
!
...
Il
domestico
scomparve
,
ma
tornò
subito
,
dopo
cinque
minuti
,
trafelato
.
-
-
Sellare
Calif
;
subito
al
momento
,
e
chiamare
Toni
per
andar
dietro
alla
signora
.
Toni
era
in
scuderia
e
fu
subito
avvisato
.
Dodici
minuti
dopo
,
Milla
,
con
un
nuovo
abito
da
amazzone
,
giuntole
il
giorno
avanti
da
Torino
,
col
volto
splendido
della
gioia
misteriosa
e
biricchina
della
sua
sorpresa
,
s
'
avviava
al
trotto
,
seguita
da
Toni
,
per
la
strada
che
dalla
villa
conduce
alla
stazione
.
Drollino
invece
si
dirigeva
verso
la
sua
antica
dimora
,
nel
grande
cascinale
.
Camminava
a
passi
concitati
stringendo
le
palme
,
barcollando
ogni
tanto
come
sotto
l
'
influenza
d
'
un
principio
d
'
ubbriachezza
.
Un
momento
,
sentì
che
non
stava
più
in
piedi
....
e
cercò
di
reggersi
,
brancolando
,
come
se
fosse
al
buio
.
Un
grido
soffocato
gli
uscì
dal
petto
:
-
-
Mia
!
povera
Mia
!
Sulle
sue
gote
brune
,
schizzò
una
lagrima
.
Ma
subito
,
come
sotto
un
soffio
ardente
,
asciugò
.
Si
gettò
bocconi
sull
'
erba
.
Era
appena
fuori
del
giardino
.
La
villa
era
bellissima
a
vedersi
,
ancora
immersa
nel
bacio
mattiniero
del
sole
,
cinta
di
verdura
,
colle
lucide
persiane
inverniciate
di
recente
.
Egli
mordeva
l
'
erba
,
digrignando
i
denti
furiosamente
.
Ma
a
un
tratto
si
calmò
.
Il
suo
sguardo
fisso
,
teso
,
si
spingeva
nell
'
interno
della
camera
della
Duchessa
.
La
finestra
del
terrazzino
era
aperta
,
si
vedevano
passare
pel
vano
le
teste
delle
cameriere
in
faccende
.
La
brezza
entrava
curiosa
,
molle
,
agitando
le
vecchie
frangie
degli
addobbi
della
finestra
,
enfiando
,
come
fossero
lembi
di
vele
,
i
tessuti
leggeri
dei
cortinaggi
,
le
bianche
cortine
del
letto
.
Drollino
si
fece
calmo
.
Guardò
a
lungo
lassù
,
come
se
quella
vista
gli
facesse
bene
,
rinnovasse
in
lui
l
'
energia
dello
spirito
.
-
-
Per
lei
!
-
-
disse
finalmente
a
bassa
voce
,
agitando
la
mano
nel
vuoto
,
con
un
gesto
pazzo
ed
appassionato
di
saluto
.
S
'
alzò
rinfrancato
,
ed
in
breve
fu
alla
sua
antica
stanzetta
.
Vi
rimase
circa
un
quarto
d
'
ora
.
N
'
uscì
senza
che
nessuno
l
'
avvertisse
,
vestito
dei
panni
suoi
,
bianco
come
un
cencio
lavato
,
e
colla
destra
stretta
al
petto
,
sopra
la
tasca
del
lato
ministro
.
Si
mise
pei
campi
,
in
salita
,
evitando
di
por
piede
sulla
strada
maestra
,
e
pur
costeggiandola
.
*
*
*
*
*
Egli
stava
immobile
,
accasciato
dietro
il
muricciuolo
del
cimitero
,
che
in
un
dato
punto
,
rasenta
la
strada
maestra
fra
Astianello
e
la
stazione
.
Era
un
cimitero
piccolissimo
,
brutto
,
una
vera
miseria
di
cimitero
.
Apparteneva
a
un
paesucolo
vicino
,
il
quale
non
era
nulla
più
che
una
frazione
di
Astianello
.
Il
luogo
era
molto
triste
anche
nella
giocondità
dell
'
ora
mattutina
.
Aveva
un
non
so
che
di
abbandonato
,
che
dava
alla
malinconia
naturale
del
sito
un
carattere
speciale
....
pareva
la
dimora
dell
'
oblìo
.
Quelle
povere
tombe
recavano
patenti
le
traccie
dell
'
intemperie
;
sulla
cappelletta
di
mezzo
una
misera
immagine
a
fresco
del
Redentore
,
arrossata
dal
gelo
,
si
scrostava
lentamente
,
trascinando
nella
sua
rovina
l
'
intonaco
,
che
si
andava
quasi
sfarinando
.
Nel
lato
settentrionale
del
recinto
l
'
erba
era
umidissima
,
e
la
rugiada
si
ostinava
a
serbar
lucido
lo
zoccolo
di
pietra
dell
'
unico
monumentino
che
vantasse
il
cimitero
.
Qualche
aristocratica
croce
di
ferro
si
notava
ancora
in
quel
lembo
riservato
,
ma
era
tuttora
nell
'
ombra
.
Nel
lato
soleggiato
era
la
fossa
comune
,
quella
dei
poverissimi
del
comune
.
Al
centro
s
'
alzava
una
buona
croce
di
legno
,
forte
e
poderosa
,
e
bastava
per
tutti
i
morti
di
quella
classe
.
La
porticina
pareva
chiusa
.
Drollino
,
nell
'
entrare
,
aveva
avuta
la
precauzione
d
'
accostarla
.
Non
si
moveva
punto
....
Stava
rannicchiato
appiè
del
muricciolo
,
silenzioso
,
immobile
come
le
tombe
senza
nome
che
lo
attorniavano
....
Era
livido
in
volto
e
teneva
gli
occhi
sbarrati
,
ma
sui
tratti
così
alterati
,
recava
,
come
incisa
,
l
'
espressione
immutabile
d
'
una
selvaggia
determinazione
.
A
un
tratto
s
'
alzò
,
e
d
'
un
salto
,
aggrappandosi
alle
tegole
,
sollevò
il
capo
oltre
il
livello
del
muricciolo
....
scrutando
collo
sguardo
l
'
aperta
campagna
.
Aveva
scelto
bene
il
suo
posto
di
agguato
.
La
strada
maestra
passava
,
scendendo
,
davanti
al
piccolo
cimitero
.
Oltrepassandolo
d
'
un
trar
di
sassi
,
faceva
un
gomito
con
una
brusca
voltata
.
Dall
'
altro
lato
della
via
,
il
terreno
si
rompeva
in
uno
scoscendimento
ripido
,
terminando
in
un
burrone
ghiaioso
,
che
ai
tempi
di
piova
si
mutava
in
un
torrentello
.
Quello
era
forse
il
solo
punto
della
via
che
richiedesse
un
po
'
d
'
attenzione
in
chi
transitava
di
là
.
Anni
addietro
,
un
carrettiere
ubbriaco
s
'
era
ucciso
,
precipitando
col
suo
mulo
da
quell
'
erta
traditora
.
Occhio
ci
voleva
,
e
stare
attenti
,
specialmente
allo
svolto
.
L
'
orologio
d
'
un
campanile
poco
lontano
suonò
le
dieci
.
-
-
Ancora
mezz
'
ora
!
-
-
pensò
Drollino
.
Scese
,
si
terse
il
sudore
che
gli
rigava
le
tempie
,
estrasse
di
tasca
la
pistola
,
la
osservò
attentamente
,
e
la
depose
sul
terreno
accanto
a
sè
,
a
portata
della
sua
mano
destra
.
Nella
macchia
vicina
i
passeri
spionciavano
senza
fine
,
in
lontananza
il
picchio
ripeteva
a
misurati
intervalli
la
sua
barocca
canzone
,
nell
'
erba
del
cimitero
gl
'
insetti
si
movevano
,
saltavano
,
si
facevano
strada
,
fra
gli
steli
.
Attorno
alla
croce
comune
,
due
farfalle
,
d
'
un
bel
giallo
chiaro
,
si
inseguivano
amorosamente
.
Drollino
non
guardava
attorno
a
sè
.
Teneva
fisso
al
suolo
quel
terribile
sguardo
interno
,
che
l
'
occhio
trova
soltanto
nei
momenti
supremi
della
vita
.
Ogni
tanto
,
quando
sulla
strada
sottostante
udiva
avvicinarsi
il
rumore
d
'
una
carrozza
,
Drollino
illividiva
,
s
'
alzava
,
stava
in
ascolto
un
momento
,
poi
guardava
in
giù
.
-
-
Non
è
lui
-
-
diceva
ogni
volta
,
quasi
ad
alta
voce
.
E
con
una
terribile
pazienza
,
tornava
a
sedere
,
celato
dal
muricciuolo
.
S
'
era
alzato
un
po
'
di
vento
;
l
'
erbe
grasse
,
ben
nutrite
del
cimitero
,
ebbero
un
moto
,
quasi
un
fremito
di
conscio
ribrezzo
.
*
*
*
*
*
Il
treno
era
giunto
,
in
ritardo
però
di
quasi
un
quarto
d
'
ora
,
e
il
Duca
Giuliano
usciva
frettolosamente
dalla
stazione
,
cercando
qua
e
là
collo
sguardo
il
legno
che
doveva
trovarsi
ad
aspettare
.
E
non
solo
vide
il
legno
,
la
graziosa
_
americana
_
,
alla
quale
era
attaccata
Mia
,
ma
vide
altresì
una
elegantissima
amazzone
,
che
,
seguita
da
un
_
groom
_
in
livrea
,
si
avanzava
alla
sua
volta
.
-
-
Giuliano
!
Giuliano
!
-
-
disse
l
'
amazzone
,
accostandosi
e
ridendo
lietamente
.
Egli
rimase
di
princisbecco
....
quando
ravvisò
sua
moglie
;
e
-
-
Milla
!
-
-
sclamò
con
accento
schiettamente
ammirativo
.
-
-
È
la
mia
sorpresa
,
-
-
continuò
Milla
,
beata
del
successo
del
suo
segreto
.
-
-
Sapevo
che
lo
desideravi
,
e
,
mentre
eri
assente
,
ho
imparato
.
Non
te
lo
dissi
che
avevo
anch
'
io
i
miei
affari
?
Il
Duca
la
contemplava
muto
e
pallido
.
-
-
Milla
!
-
-
esclamò
involontariamente
,
-
-
tu
sei
un
angiolo
e
io
sono
un
....
-
-
Si
fermò
un
momento
,
poi
finì
la
frase
:
-
-
un
marito
veramente
fortunato
.
E
subito
le
fece
mille
complimenti
,
lodò
il
suo
pensiero
,
il
suo
buon
gusto
.
Quell
'
abito
le
stava
a
pennello
....
come
aveva
scelto
bene
il
colore
verde
bottiglia
,
e
che
felice
idea
quella
di
quei
bottoni
larghi
,
dorati
della
giacchetta
!
E
che
amore
di
_
tuba
_
....
Era
veramente
un
'
amazzone
classica
!
Ora
sì
che
era
contento
....
ora
andrebbero
assieme
alla
mattina
a
far
delle
trottate
lunghe
,
piacevolissime
.
Ma
che
brava
Milla
!
-
-
Ora
andiamo
a
casa
,
-
-
disse
finalmente
il
Duca
;
-
-
vuoi
che
t
'
accompagni
a
cavallo
?
-
-
Veramente
,
-
-
rispose
Milla
-
-
ora
che
ho
fatta
la
mia
figura
,
preferirei
quasi
di
venir
teco
.
Sono
un
poco
stanca
.
-
-
Benissimo
!
-
-
disse
il
Duca
-
-
Battista
e
Toni
condurranno
a
casa
i
cavalli
,
e
io
ti
farò
da
automedonte
,
se
non
sdegni
il
mio
legnetto
da
giovanotto
.
Milla
scosse
il
capo
,
scese
da
cavallo
,
e
salì
prontamente
sull
'
_
americana
_
a
fianco
del
marito
.
Era
lietissima
!
-
-
Quanto
mi
diverte
-
-
disse
-
-
oh
come
me
la
godo
....
dobbiamo
far
la
figura
di
due
scapestrati
,
nevvero
,
di
due
scappati
da
casa
!
Quell
'
idea
la
divertiva
immensamente
.
Si
figurava
che
i
passeri
delle
siepi
l
'
avrebbero
presa
per
una
perversa
creatura
,
in
piena
rivoluzione
contro
le
convenienze
.
Diceva
mille
gentili
pazzie
,
col
volto
acceso
dal
piacere
,
ed
era
veramente
carina
sotto
l
'
ombra
di
quel
cappello
mascolino
.
E
Giuliano
,
guidando
Mia
,
che
in
quel
giorno
pareva
straordinariamente
docile
e
savia
,
guardava
con
vero
piacere
la
Duchessa
,
che
gli
pareva
molto
più
bellina
del
solito
,
con
quel
non
so
che
di
nuovo
,
di
biricchino
,
di
piccante
che
s
'
era
messo
addosso
,
in
un
colla
foggia
ardita
,
quasi
mascolina
,
del
suo
acconciamento
.
E
allora
,
nell
'
animo
vigliacco
del
creolo
,
un
'
ignobile
contentezza
si
diffuse
.
Il
rimorso
si
ritrasse
davanti
alla
segreta
soddisfazione
d
'
aver
così
bene
organizzato
il
libro
mastro
,
in
partita
doppia
,
della
sua
esistenza
.
Ora
cominciava
ad
apprezzar
Milla
....
si
proponeva
di
crearle
un
'
esistenza
veramente
beata
.
Non
era
forse
uno
squisito
contrasto
quello
che
l
'
aspettava
di
piè
fermo
,
ad
ogni
suo
ritorno
da
Genova
?
Nella
placida
,
profonda
corruzione
dell
'
animo
suo
,
il
gentiluomo
aveva
poste
le
basi
del
_
modus
vivendi
_
per
l
'
avvenire
,
e
si
congratulava
ignobilmente
con
sè
stesso
.
Marito
ed
amante
fortunato
,
egli
godeva
contemporaneamente
gli
orgasmi
febbrili
d
'
un
antico
ardore
,
ravvivato
nell
'
attrattiva
suprema
d
'
un
secondo
adulterio
,
e
le
pure
,
soavi
soddisfazioni
d
'
un
affetto
ingenuo
,
delicato
,
gentile
....
quasi
abbastanza
attraente
per
dare
una
certa
poesia
persino
alla
noiosa
prosa
dell
'
amore
legittimo
.
Egli
pensava
così
,
e
sul
suo
capo
il
cielo
azzurreggiava
intensamente
,
il
sole
irradiava
la
sua
strada
,
la
campagna
amena
,
sorridente
lo
accompagnava
colle
sue
verdi
,
infinite
giocondità
.
Per
un
po
'
quei
due
scappati
da
casa
chiacchierarono
allegramente
.
Ma
,
quando
furono
al
principio
della
discesa
,
Giuliano
disse
a
Milla
:
-
-
Ora
,
carina
,
fammi
il
piacere
di
star
quieta
per
un
momento
;
siamo
vicini
ad
una
certa
voltata
alla
quale
bisogna
star
attenti
.
Ci
vuol
occhio
e
un
cavallo
sodo
.
-
-
Oh
!
Mia
è
una
perla
-
-
rispose
Milla
,
crogiolandosi
nel
suo
cantuccio
e
imitando
scherzosamente
la
posa
classica
d
'
un
_
groom
_
a
cassetto
.
Giuliano
serrò
il
freno
della
meccanica
,
e
,
benchè
la
discesa
non
fosse
ancora
principiata
,
mise
Mia
al
passo
.
Drollino
,
dietro
al
muro
del
cimitero
,
aveva
udito
da
lungi
il
passo
di
Mia
.
Oh
!
quel
passo
della
sua
cavalla
!
...
l
'
avrebbe
riconosciuto
fra
mille
.
Sentì
nel
cuore
un
gran
schianto
,
una
ribellione
tremenda
.
Ma
non
cedette
.
Solo
per
esser
più
sicuro
,
guardò
ancora
una
volta
oltre
il
sommo
del
muricciuolo
.
No
,
non
s
'
era
ingannato
.
Sulla
strada
il
sole
batteva
splendidamente
suscitando
dei
riflessi
abbaglianti
nei
cristalli
dei
fanali
.
Ma
ciò
non
gli
impedì
di
ravvisare
Mia
,
l
'
_
americana
_
,
la
barba
bionda
del
Duca
,
e
accanto
a
lui
l
'
uniforme
verde
coi
bottoni
dorati
di
Battista
.
Ecco
,
il
momento
era
venuto
.
Scese
,
armò
il
cane
della
pistola
,
e
,
nicchiato
dietro
il
muro
,
aspettò
che
la
carrozza
passasse
precisamente
di
lì
.
Mormorò
due
nomi
:
-
-
Mia
e
Milla
!
-
-
Sì
,
egli
liberava
entrambe
da
un
ignobile
giogo
!
Esse
non
lo
sapevano
,
ma
egli
le
vendicava
in
un
punto
solo
,
Mia
e
Milla
!
No
!
la
Duchessa
non
_
doveva
_
correre
il
rischio
delle
rivelazioni
d
'
un
mascalzone
!
E
se
moriva
anche
lui
,
questo
mascalzone
;
ebbene
,
meglio
così
,
il
segreto
che
,
svelato
,
_
potrebbe
_
uccidere
la
Duchessa
,
_
morrebbe
_
con
lui
e
col
Duca
,
laggiù
,
in
quel
burrone
.
Mia
giungeva
in
quel
momento
,
al
passo
,
davanti
al
muro
del
cimitero
.
Drollino
cessò
di
pensare
.
Sorrise
,
alzò
la
pistola
e
sparò
.
Fu
un
tonfo
terribile
.
Subito
,
in
strada
,
s
'
udì
un
galoppo
sfrenato
,
poi
un
grido
di
donna
disperato
,
acutissimo
.
Drollino
balzò
in
piedi
,
s
'
avventò
al
vertice
del
muricciuolo
e
guardò
in
giù
.
Mia
,
furente
,
fuggiva
a
precipizio
per
la
discesa
con
degli
sbalzi
violentissimi
.
Il
Duca
,
stravolto
in
viso
,
tirava
le
redini
a
dritta
e
a
sinistra
con
tutta
la
forza
dei
polsi
;
accanto
a
lui
,
invece
di
Battista
,
c
'
era
una
donna
.
Teneva
il
capo
rovesciato
all
'
indietro
,
il
cappello
le
era
caduto
,
e
Drollino
ravvisò
la
Duchessa
.
Rimase
un
secondo
come
fulminato
.
Poi
urlò
-
-
Cristo
!
-
-
s
'
avventò
all
'
altro
lato
del
muricciuolo
,
spiccò
un
salto
e
cadde
sulla
via
.
Si
rizzò
colle
mani
insanguinate
.
Mia
,
in
preda
al
suo
parossismo
di
terrore
,
precipitando
per
la
china
giungeva
in
quel
momento
.
Faceva
scarti
violenti
che
sconquassavano
l
'
_
americana
_
,
aveva
la
criniera
al
vento
,
le
nari
fumanti
.
Il
Duca
,
cogli
occhi
smisuratamente
aperti
,
gridava
:
aiuto
!
Era
pazzo
di
terrore
,
fissava
il
burrone
verso
cui
si
sentiva
irresistibilmente
trascinato
.
Gettò
un
urlo
e
chiuse
gli
occhi
.
Milla
era
svenuta
.
Drollino
,
con
un
salto
da
pantera
,
s
'
era
gettato
sulla
cavalla
,
avvinghiandosele
al
morso
,
opponendo
all
'
impeto
delirante
della
corsa
sfrenata
la
forza
d
'
una
resistenza
quasi
sovrumana
.
L
'
uomo
ed
il
cavallo
lottarono
un
momento
,
poi
s
'
udì
un
nitrito
di
dolore
,
uno
schianto
di
legnami
che
si
spezzano
,
poi
,
in
un
nuvolo
di
polvere
,
si
vide
a
pochi
passi
dal
ciglio
del
burrone
un
informe
gruppo
di
membra
umane
e
cavalline
,
che
dibattendosi
e
rotolando
,
cadevano
assieme
.
La
carrozza
,
con
un
ultimo
violento
sobbalzo
,
si
fermò
,
mentre
quell
'
ammasso
s
'
agitava
sul
terreno
con
una
serie
di
moti
convulsi
,
che
s
'
andarono
gradatamente
quietando
.
Tutto
ciò
era
accaduto
in
pochi
secondi
.
Il
Duca
aprì
gli
occhi
,
si
vide
salvo
,
e
vide
che
Milla
era
soltanto
svenuta
.
La
sollevò
fra
le
braccia
e
l
'
adagiò
sull
'
erba
,
al
sicuro
.
Poi
si
accostò
di
nuovo
al
legno
spezzato
.
Vide
Mia
,
distesa
per
terra
,
che
dava
gli
ultimi
tratti
,
e
,
sotto
al
fianco
palpitante
della
cavalla
,
vide
colui
che
con
atto
di
audacia
disperata
era
giunto
in
suo
aiuto
,
in
quel
supremo
istante
di
pericolo
.
Si
chinò
a
guardare
,
e
in
quell
'
uomo
,
immobile
,
morto
forse
o
privo
di
sensi
,
ravvisò
Drollino
.
Il
rimbombo
dello
sparo
aveva
chiamata
gente
.
La
Duchessa
,
che
cominciava
a
riaversi
,
fu
sopra
una
barella
improvvisata
ricondotta
alla
villa
.
Il
Duca
,
rassicurato
sul
conto
di
sua
moglie
,
volle
tornare
sul
luogo
del
disastro
dove
i
sopraggiunti
finivano
allora
allora
di
liberare
Drollino
.
L
'
infelice
giovane
era
ancor
vivo
,
ma
il
suo
stato
metteva
raccapriccio
.
Nella
sua
lotta
disperata
colla
cavalla
aveva
ricevuto
da
questa
un
violento
calcio
nel
petto
;
un
braccio
era
spezzato
,
e
al
disopra
dell
'
occhio
destro
il
sangue
generoso
del
giovane
,
spicciava
abbondante
da
una
ampia
ferita
.
Il
medico
del
villaggio
,
chiamato
in
fretta
e
furia
,
visitò
sul
luogo
stesso
Drollino
,
che
i
contadini
avevano
adagiato
sui
cuscini
della
carrozza
.
Pareva
ancora
svenuto
.
Il
dottore
,
dopo
averlo
attentamente
esaminato
,
si
lasciò
sfuggire
un
_
ehm
_
che
non
prometteva
nulla
di
buono
.
Il
Duca
lo
interrogò
ansiosamente
.
-
-
Mi
spiace
-
-
rispose
il
dottore
,
-
-
ma
temo
che
i
polmoni
siano
in
isconquasso
.
È
un
uomo
andato
....
questione
di
giorni
...
,
capisce
?
Drollino
ebbe
un
moto
ed
un
gemito
.
Era
tornato
in
sè
....
aveva
udita
la
sua
condanna
?
Chi
potrebbe
dirlo
?
Sul
suo
volto
macchiato
di
sangue
e
di
polvere
l
'
espressione
era
illeggibile
.
Lo
trasportarono
,
semivivo
,
nella
sua
antica
stanzetta
della
cascina
,
al
limitare
dei
pascoli
.
*
*
*
*
*
La
Duchessa
s
'
era
addormentata
,
e
Giuliano
,
ritto
a
piè
del
letto
,
guardava
la
bella
testina
serena
,
adagiata
mollemente
sul
guanciale
.
Egli
aveva
voluto
,
per
eccesso
di
precauzione
,
che
Milla
rimanesse
a
letto
durante
i
primi
tre
giorni
susseguiti
al
terribile
avvenimento
.
Ma
la
giovane
signora
s
'
era
prontamente
riavuta
.
D
'
altronde
,
la
scossa
non
era
stata
eccessiva
,
neppur
per
il
suo
delicato
organismo
.
Svenuta
sui
primordii
del
pericolo
,
ella
non
aveva
assistito
a
tutte
le
fasi
del
disastro
:
ritrovatasi
incolume
a
casa
,
e
vedendo
illeso
Giuliano
,
non
aveva
pensato
che
a
ringraziare
fervorosamente
Iddio
.
Le
avevan
detto
che
la
carrozza
s
'
era
fermata
a
tempo
.
Il
Duca
,
per
non
arrecarle
dispiacere
,
aveva
espressamente
proibito
che
le
si
parlasse
di
Drollino
.
Milla
ignorava
quella
coraggiosa
intervenzione
e
le
sue
fatali
conseguenze
.
Sempre
allo
scopo
di
non
affliggerla
,
non
le
tennero
neppur
parola
della
morte
di
Mia
.
Giuliano
le
asseverò
essere
lo
sparo
fatale
,
che
tanto
aveva
spaventata
la
cavalla
,
nulla
più
che
l
'
opera
d
'
un
cacciatore
di
passere
.
Milla
accettò
,
senza
discuterla
,
la
versione
di
Giuliano
;
si
calmò
gradatamente
,
tornò
lieta
e
serena
.
Non
era
forse
Giuliano
il
suo
profeta
infallibile
e
adorato
?
perchè
non
gli
crederebbe
quando
per
l
'
appunto
egli
diceva
così
?
Ecco
,
per
esempio
,
egli
le
aveva
detto
or
ora
:
-
-
Sii
buona
,
e
provati
a
dormire
,
hai
bisogno
davvero
d
'
una
dormitina
.
-
-
Ella
non
sentiva
affatto
il
bisogno
della
dormitina
;
pure
,
a
furia
di
star
quieta
e
immobile
,
il
sonno
era
venuto
.
Dormiva
ora
placidamente
,
con
un
abbandono
dolce
e
sicuro
,
con
una
mano
ancora
serrata
fra
quelle
di
Giuliano
.
E
così
noi
,
nella
calma
fiduciosa
del
suo
sonno
sereno
,
vediamo
per
l
'
ultima
volta
la
nostra
eroina
,
la
Duchessa
Milla
Lantieri
dei
Principi
d
'
Astianello
.
Giuliano
districò
pianamente
le
proprie
dita
dalle
dita
di
sua
moglie
,
depose
con
delicata
cura
la
mano
di
Milla
sulla
rimboccatura
del
lenzuolo
,
poi
quasi
furtivamente
,
in
punta
di
piedi
,
uscì
dalla
stanza
.
Era
profondamente
turbato
....
il
corso
pericolo
,
quel
vedersi
,
sentirsi
di
fronte
a
una
morte
terribile
,
e
,
diciamo
pure
,
anche
il
pensiero
della
sorte
che
aveva
minacciata
la
Duchessa
,
avevano
lasciato
nell
'
animo
suo
un
'
impressione
grave
.
Il
creolo
era
stato
fortemente
scosso
;
non
poteva
sopportare
il
ricordo
di
quel
momento
,
ma
il
ricordo
implacabile
non
lo
abbandonava
mai
.
La
sua
riconoscenza
per
Drollino
era
infinita
,
e
l
'
idea
che
quell
'
infelice
morisse
,
così
,
per
loro
,
gli
era
penosissima
.
E
,
come
se
non
bastasse
,
gli
era
giunta
all
'
orecchio
una
strana
diceria
,
che
aboliva
intieramente
il
cacciatore
di
passere
,
ed
evocava
in
sua
vece
un
nemico
ignoto
,
implacabile
,
il
quale
,
edotto
del
difetto
di
Mia
,
ne
aveva
calcolate
le
conseguenze
,
e
s
'
era
valso
d
'
un
mezzo
che
non
lasciava
traccie
,
e
avrebbe
infallibilmente
sortito
i
più
funesti
effetti
,
se
Drollino
,
per
un
'
inesplicabile
,
quasi
miracolosa
circostanza
del
caso
,
non
si
fosse
trovato
lì
per
l
'
appunto
in
quell
'
istante
fatale
.
Ma
come
scoprirlo
questo
strano
nemico
,
come
garantirsene
in
avvenire
....
a
chi
chiedere
?
...
Drollino
solo
forse
avrebbe
potuto
dir
qualche
cosa
.
Ma
Drollino
,
poveretto
,
non
era
certo
in
grado
di
fornir
ragguagli
:
le
lesioni
interne
erano
così
gravi
da
non
lasciar
la
benchè
minima
speranza
:
s
'
indeboliva
gradatamente
,
aveva
continui
sbocchi
di
sangue
,
ed
ogni
parola
che
pronunziasse
equivaleva
ad
un
agitare
della
clessidra
,
quando
gli
ultimi
granelli
di
sabbia
stanno
per
cadere
lungo
la
strettissima
gola
del
cristallo
.
In
villa
e
per
tutta
quanta
la
tenuta
la
relazione
dell
'
avvenimento
aveva
suscitate
forti
emozioni
,
ammirazione
illimitata
per
Drollino
,
e
dubbi
gravi
assai
.
Da
tutti
si
compiangeva
il
giovane
capo
di
scuderia
,
si
vantava
il
suo
atto
eroico
di
abnegazione
,
gli
si
perdonava
ora
,
in
grazia
dell
'
accaduto
,
il
suo
carattere
aspro
e
orgoglioso
,
le
bizze
,
l
'
indipendenza
un
po
'
selvatica
del
suo
passato
.
Il
primo
giorno
,
alla
cascina
,
c
'
era
stata
una
vera
processione
dei
camerati
della
tenuta
;
ma
ora
il
medico
,
d
'
accordo
con
Drollino
stesso
,
aveva
rigorosamente
proibite
le
visite
;
eccettuate
,
ben
inteso
,
quelle
del
Duca
.
Il
Duca
si
mostrava
angustiato
dallo
stato
di
Drollino
.
Veniva
spesso
a
vederlo
,
e
inquieto
del
rapido
progresso
del
male
,
si
recava
alla
cascina
ogni
qualvolta
poteva
allontanarsi
dalla
villa
senza
dar
sospetto
a
sua
moglie
.
E
anche
stavolta
,
non
appena
vide
Milla
addormentata
,
uscì
in
fretta
,
dirigendosi
verso
la
cascina
.
Nel
cortile
,
all
'
ombra
d
'
un
vecchio
fico
,
stava
riunito
un
gruppo
di
contadini
,
inquilini
del
cascinale
.
Al
giunger
del
Duca
,
s
'
alzaron
tutti
,
salutando
rispettosamente
.
Giuliano
si
fermò
a
chieder
loro
notizie
dell
'
ammalato
.
Un
vecchietto
rubizzo
rispose
subito
e
per
tutti
:
-
-
Male
,
male
assai
,
signor
padrone
.
Stamane
è
venuto
il
prevosto
,
e
gli
ha
fatto
fare
le
sue
divozioni
;
e
il
dottore
ha
detto
che
sarà
un
miracolo
se
passa
la
notte
.
Il
Duca
mise
un
sospiro
profondo
e
sincero
.
-
-
Vuole
andar
su
?
-
-
chiese
premurosamente
una
donnetta
attempata
,
ch
'
era
allora
allora
sbucata
da
una
prossima
cucina
.
-
-
Vedrà
che
cosa
da
far
pena
!
Son
io
che
lo
veglio
,
quel
poveretto
,
e
da
tre
notti
non
chiudo
occhio
.
E
così
parlando
,
precedeva
il
Duca
su
una
scaletta
di
legno
,
e
poscia
per
un
andito
scuro
che
faceva
capo
alla
camera
di
Drollino
.
Entrarono
entrambi
in
punta
di
piedi
.
La
stanza
era
pulita
;
le
patate
c
'
eran
tuttora
,
ma
ammonticchiate
accuratamente
in
un
canto
,
e
non
davan
noia
.
La
finestrina
era
chiusa
,
e
alla
rottura
dei
vetri
s
'
era
riparato
apponendo
sulla
intelaiatura
qualche
spesso
foglio
di
carta
,
attraverso
il
quale
giungeva
affiochita
la
luce
dall
'
esterno
.
Drollino
sedeva
sul
letto
,
appoggiandosi
ad
un
ammasso
di
cuscini
,
e
si
sentiva
sin
dall
'
uscio
lo
sforzo
penoso
del
suo
alitare
.
Il
braccio
rotto
stava
inerte
e
stecchito
nella
sua
fasciatura
appeso
al
collo
con
un
_
foulard
_
rosso
,
colla
mano
libera
;
il
giovane
portava
ogni
tanto
alle
labbra
un
fazzoletto
bianco
,
e
lo
ritraeva
quindi
macchiato
di
sangue
.
Una
benda
bianca
gli
serrava
di
sbieco
la
fronte
,
e
lasciava
vedere
soltanto
l
'
occhio
sinistro
stranamente
quieto
e
profondo
,
d
'
una
luminosità
quasi
paurosa
.
Qualche
chiazza
di
sangue
qua
e
là
sulle
lenzuola
.
Il
Duca
,
col
cuore
stretto
da
un
'
angoscia
profonda
,
sedette
appiè
del
letto
,
su
una
seggiola
che
la
vecchia
gli
aveva
premurosamente
recata
.
Salutò
l
'
ammalato
,
e
cercò
d
'
intavolare
qualche
frase
di
conforto
e
di
speranza
.
Ma
non
proseguì
.
L
'
occhio
di
Drollino
s
'
era
repentinamente
fissato
su
di
lui
con
una
forza
così
intensa
di
divieto
che
il
Duca
smarrì
il
filo
del
discorso
,
e
tacque
.
Drollino
alzò
la
mano
che
reggeva
il
fazzoletto
,
guardò
la
vecchia
,
e
,
con
quel
cencio
insanguinato
,
le
accennò
la
porta
.
La
vecchia
allibì
,
rimase
un
momento
in
forse
;
poi
,
completamente
dominata
,
uscì
senza
far
rumore
.
Al
Duca
parve
che
nella
camera
fosse
piombata
in
quell
'
istante
un
'
ombra
nuova
ed
arcana
.
E
stava
fermo
,
inchiodato
sulla
seggiola
da
una
possa
misteriosa
,
ch
'
egli
subiva
suo
malgrado
.
Drollino
continuava
a
fissarlo
col
suo
occhio
da
ciclope
,
acceso
dall
'
ardor
della
febbre
.
Il
silenzio
continuava
oppressivo
,
pesante
.
Finalmente
il
Duca
,
tormentato
,
chiese
a
Drollino
se
avesse
qualche
cosa
da
dirgli
.
-
-
Sì
,
-
-
rispose
Drollino
.
La
voce
di
Drollino
era
orribile
a
udirsi
:
roca
,
sibilante
,
con
un
suono
alterato
,
gutturale
,
come
il
congegno
d
'
una
macchina
che
,
spazzata
,
stride
sotto
la
mano
di
chi
lo
tenta
.
Il
Duca
dominò
un
brivido
,
e
continuò
:
-
-
Forse
,
nevvero
,
vuoi
parlarmi
dell
'
accidente
in
cui
la
tua
generosa
audacia
....
Sapresti
....
potresti
dirmi
chi
?
...
Si
dice
che
sia
stato
un
attentato
.
E
tu
sai
...
?
-
-
Lo
so
!
-
-
Oh
,
te
se
prego
....
parla
....
Capisci
bene
,
è
necessario
....
perchè
possa
premunirmi
....
per
l
'
avvenire
.
Drollino
ebbe
una
specie
di
sorriso
,
e
le
sue
labbra
si
contrassero
con
un
'
espressione
d
'
ironia
.
-
-
Non
c
'
è
più
bisogno
di
precauzioni
!
egli
non
può
più
farle
del
male
.
Guardi
....
E
col
fazzoletto
indicò
sè
stesso
.
Giuliano
non
poteva
,
non
voleva
capire
.
Gettò
un
grido
.
-
-
Tu
?
-
-
disse
finalmente
,
balzando
indietro
e
tremando
.
-
-
Io
.
-
-
Tu
....
sciagurato
!
...
apposta
?
...
apposta
?
...
perchè
rimanessimo
uccisi
?
Drollino
scosse
il
capo
.
-
-
Non
loro
due
....
io
non
sapevo
che
ci
fosse
anche
la
signora
....
Volevo
....
solamente
lei
....
Sulle
tempie
del
Duca
scorrevano
grosse
goccie
di
sudore
.
-
-
Tu
-
-
sclamò
ancora
-
-
tu
?
ma
perchè
?
cosa
t
'
ho
fatto
?
-
-
A
me
....
nulla
-
-
rispose
Drollino
fra
due
sibili
.
-
-
Ma
perchè
guidava
Mia
?
e
perchè
voleva
far
morire
la
nostra
....
signora
?
-
-
Io
?
-
-
gridò
inorridito
il
Duca
;
-
-
ma
tu
sei
impazzito
?
-
-
No
,
-
-
rispose
Drollino
,
-
-
l
'
ha
detto
il
dottore
....
e
non
era
giusto
ch
'
ella
morisse
....
per
causa
sua
....
Si
ricordi
....
l
'
autunno
scorso
....
Il
Duca
cominciava
a
capire
.
Si
fece
pallidissimo
;
cercò
invano
,
con
uno
sforzo
disperato
,
una
parola
di
diniego
,
di
scusa
da
gettare
in
faccia
a
quel
morente
.
Ma
non
la
trovò
,
e
non
poteva
mentire
davanti
a
quell
'
occhio
unico
che
lo
guardava
immobile
.
Drollino
gli
accennò
d
'
avvicinarsi
.
-
-
Non
abbia
paura
,
-
-
continuò
,
serbando
sempre
quel
funebre
simulacro
di
sorriso
-
-
ora
,
ora
....
vede
bene
....
è
finita
.
Si
fermò
,
la
voce
gli
venne
meno
in
uno
schianto
di
tosse
,
che
gli
empi
la
bocca
d
'
una
salivazione
sanguigna
.
Giuliano
aspettò
,
tremando
verga
a
verga
;
poi
:
-
-
Ma
ora
....
ora
....
-
-
tentò
di
mormorare
.
--Ora....--rispose
con
uno
stridore
soffocato
Drollino
.
E
avventò
,
ergendo
il
capo
,
una
sola
parola
:
-
-
Genova
!
Atterrito
,
annientato
,
il
Duca
chinò
la
testa
.
Vacillava
come
un
giunco
mosso
dal
vento
.
Drollino
,
passato
l
'
accesso
,
continuava
:
-
-
Ora
,
sarebbe
morta
,
forse
....
quando
lo
avesse
saputo
....
E
lei
,
signor
Duca
....
ha
preso
Mia
....
Allora
mi
sono
ricordato
,
e
volevo
che
Mia
fosse
la
causa
....
Ma
ho
visto
la
Duchessa
,
e
sono
venuto
....
Non
potè
proseguire
;
un
secondo
impeto
di
tosse
gli
mozzava
quell
'
aspro
filo
di
voce
.
Allora
,
nell
'
accesso
stesso
sbattuto
dallo
sforzo
dello
schianto
rantoloso
della
tosse
,
ma
tenendo
sempre
Giuliano
sotto
il
fascino
spietato
del
suo
sguardo
,
Drollino
lasciò
andare
il
fazzoletto
,
e
sollevando
la
mano
,
come
un
giudice
che
condanna
inesorabilmente
,
alzò
un
dito
.
Nel
silenzio
della
stanza
si
sentiva
l
'
affanno
ormai
,
quasi
parimenti
angoscioso
,
di
due
aliti
oppressi
.
Un
gorgoglio
s
'
affoltò
nella
gola
di
Drollino
.
Ma
egli
,
con
uno
sforzo
supremo
,
mormorò
ancora
una
parola
:
-
-
Si
ricordi
!
...
Poi
tacque
,
cessò
di
guardar
Giuliano
,
e
adagiò
il
capo
sui
guanciali
.
Passò
un
minuto
prima
che
il
Duca
trovasse
la
forza
di
uscire
.
Sulla
soglia
della
cascina
s
'
imbattè
col
dottore
.
-
-
Sta
male
,
eh
!
quel
poveraccio
?
-
-
chiese
il
medico
,
vedendo
il
viso
alterato
di
Giuliano
.
--Sì....--balbettò
il
Duca
-
-
temo
che
....
-
-
Per
bacco
!
...
l
'
ho
detto
subito
che
era
affar
di
pochi
giorni
.
Ma
lei
non
ci
venga
più
qui
.
Vada
via
,
che
questi
non
sono
spettacoli
per
lor
signori
;
e
tanto
,
ormai
è
finita
.
Vada
via
,
le
dico
,
e
mi
cambi
subito
quella
brutta
cera
,
che
,
se
no
,
son
capace
di
farle
un
salasso
qui
sui
due
piedi
.
Giuliano
rispose
con
un
tentativo
di
sorriso
agli
scherzi
e
ai
consigli
del
medico
;
poi
s
'
allontanò
adagio
adagio
,
perchè
dal
cascinale
non
si
avvedessero
ch
'
egli
si
reggeva
a
stento
sulle
gambe
.
E
solo
quando
fu
lontano
sulla
via
,
lungi
da
ogni
sguardo
,
nell
'
ombra
discreta
d
'
una
macchia
,
allora
soltanto
si
lasciò
andare
.
Cadde
a
sedere
su
un
tronco
d
'
albero
....
brancolando
....
cercando
un
appoggio
,
come
una
donna
che
vien
meno
.
Il
Duca
era
vinto
....
la
scena
era
stata
troppo
forte
per
lui
.
Sulla
sua
fronte
pallida
il
sudore
si
rinnovava
ogni
momento
.
Balbettava
sconnesse
parole
....
batteva
i
denti
....
rabbrividiva
,
smentendo
,
nel
codardo
abbandono
di
quel
momento
,
tutta
la
sua
calma
di
gentiluomo
,
la
sua
placidità
di
uomo
forte
,
la
sua
stupenda
indifferenza
di
creolo
.
Ebbe
uno
scoppio
di
pianto
nervoso
,
quasi
isterico
,
e
non
cercò
di
frenarlo
:
chi
lo
vedeva
colà
,
chi
lo
udiva
?
...
Milla
non
era
in
presenza
del
suo
idolo
.
Olga
era
a
Genova
,
lungi
dal
suo
schiavo
gran
signore
!
E
i
passeri
della
macchia
non
si
curavano
punto
di
quel
Duca
in
lagrime
,
buttato
là
come
un
cencio
....
scosso
da
quei
singhiozzi
spasmodici
....
che
non
erano
forse
nè
tutta
paura
,
nè
tutto
rimorso
!
...
*
*
*
*
*
La
camera
di
Drollino
era
quasi
buia
.
Per
terra
,
in
un
angolo
,
ardeva
un
lumicino
d
'
olio
,
e
la
sua
poca
luce
era
attenuata
da
una
specie
di
paralume
improvvisato
.
Dietro
ai
vetri
e
alla
carta
della
finestrina
,
s
'
urtava
un
raggio
di
luna
che
cercava
d
'
insinuarsi
all
'
interno
disegnando
sull
'
ammattonato
e
sulle
pareti
lunghe
striscie
bianche
,
d
'
uno
splendore
freddo
ed
immobile
.
Nel
camino
ardevano
lentamente
alcuni
rimasugli
di
legna
umida
,
e
una
vecchietta
,
adagiata
in
un
rustico
seggiolone
impagliato
,
lottava
ostinatamente
col
sonno
.
Un
gentile
odore
d
'
erba
secca
veniva
dal
vicino
fienile
,
e
nel
silenzio
della
stanza
giungeva
ancora
dal
prossimo
piano
uno
stridore
ritmico
e
incessante
di
grilli
,
cui
teneva
bordone
una
voce
più
immediata
,
uscita
dal
focolare
stesso
del
camino
.
E
,
a
lunghi
intervalli
,
qualche
nitrito
affievolito
dalla
distanza
....
qualche
lontano
interrotto
canto
di
rossignolo
....
le
voci
solitarie
dei
pascoli
,
che
si
stendevano
addormentati
ora
e
ravvolti
nell
'
ombra
notturna
e
infinita
del
piano
.
La
donna
non
ne
poteva
più
.
Lo
aveva
detto
al
Duca
;
eran
tre
notti
che
non
chiudeva
gli
occhi
!
E
ora
quei
poveri
occhi
stanchi
si
chiudevano
irresistibilmente
.
Il
rumore
affannoso
,
sibilante
che
Drollino
faceva
respirando
,
non
bastava
più
a
tenerla
desta
.
E
i
grilli
,
nell
'
interminabile
monotonia
del
loro
coro
,
non
parevano
modulare
che
una
sola
parola
:
dormire
,
dormire
!
A
dir
vero
,
Drollino
pareva
molto
più
quieto
adesso
;
il
rumore
dei
suoi
rantoli
affaticati
pareva
diminuire
.
Ora
invece
vaneggiava
.
Sulle
prime
,
essa
aveva
voluto
dar
retta
alle
parole
,
alle
frasi
interrotte
di
quel
quieto
delirio
.
Ma
poi
se
n
'
era
stancata
;
eran
tutte
frasi
del
suo
mestiere
,
e
non
si
capiva
nulla
.
Piuttosto
,
per
tenersi
desta
,
ricorse
al
rosario
.
Ma
nemmen
questo
valeva
:
essa
pronunciava
affatto
macchinalmente
quelle
note
e
sacre
parole
;
la
mente
le
si
intorpidiva
nel
sonno
.
-
-
Mia
!
sta
quieta
,
-
-
diceva
dolcemente
Drollino
.
-
-
No
,
no
,
non
va
bene
così
!
più
ritta
....
Avanzi
il
ginocchio
....
ora
terrò
la
staffa
....
tiri
a
destra
.
La
vecchia
provò
a
cambiare
.
_
Salve
regina
,
vita
dulcedo
,
spes
nostra
_
....
Drollino
continuava
sempre
più
sommessamente
:
-
-
Volti
,
ora
;
aspetti
....
poggi
sul
fianco
,
niente
paura
...
,
più
alta
la
briglia
.
Non
abbia
paura
...
,
non
si
farà
male
....
son
qua
io
....
In
quegli
accenti
spezzati
si
sentiva
una
modulazione
quasi
carezzevole
,
qualche
cosa
di
indicibilmente
sentito
e
profondo
.
La
vecchia
si
destò
con
un
sobbalzo
,
e
continuò
:
_
in
hac
....
lacrimarum
valle
_
....
Di
repente
sul
volto
di
Drollino
si
operò
un
mutamento
.
I
tratti
s
'
affilarono
,
informandosi
sulle
ossa
,
che
parvero
avanzarsi
sotto
la
pelle
e
sporgersi
con
un
più
marcato
rilievo
.
Il
volto
assunse
una
tinta
grigiastra
,
d
'
una
trasparenza
perlacea
,
e
sotto
alla
quale
s
'
accusava
,
sotto
un
lividore
quasi
violaceo
,
il
colore
di
un
frutto
troppo
maturo
che
,
toccato
,
si
ammacca
.
La
vecchia
s
'
era
addormentata
.
Russava
ora
ella
stessa
,
colla
corona
abbandonata
sulle
scarne
nocche
delle
dita
.
La
lucernetta
,
in
cui
l
'
olio
veniva
meno
,
mandava
una
luce
vacillante
,
che
si
esauriva
lottando
ad
un
tempo
contro
l
'
ombra
della
stanza
e
il
chiarore
incerto
del
lume
di
luna
.
Allora
,
nell
'
agonia
solitaria
di
Drollino
,
cominciò
la
splendida
gloria
d
'
un
sogno
.
L
'
ordine
della
sua
esistenza
si
capovolse
negli
ultimi
sforzi
della
memoria
:
presso
alla
fine
,
egli
rivisse
,
l
'
estasi
suprema
di
un
'
ora
della
sua
prima
gioventù
.
-
-
Dagli
un
bacio
,
-
-
diceva
il
Principe
ridendo
.
E
la
testolina
bruna
della
bambina
si
chinava
verso
di
lui
;
due
labbruzze
strette
,
allungate
cercavano
le
sue
;
una
vocina
festosa
ripeteva
:
-
-
Prendi
,
Drollino
,
prendi
!
Egli
non
si
tirò
in
là
,
non
ricusò
.
Mosso
il
braccio
,
brancolando
nel
buio
,
come
se
volesse
stringere
....
afferrare
.
Poi
,
con
un
'
ospressione
di
supremo
trionfo
,
gridò
:
-
-
Mia
!
La
vecchia
si
destò
di
botto
....
Gesù
Maria
!
...
parlava
sempre
quel
poveretto
,
non
si
chetava
mai
!
Ecco
che
adesso
chiamava
la
sua
cavalla
.
*
*
*
*
*
Stette
ancora
in
ascolto
,
ma
non
sentì
più
nulla
.
Le
parve
anzi
che
il
rantolo
fosse
cessato
....
a
un
tratto
.
Inquieta
,
s
'
alzò
,
attizzò
il
lucignolo
della
lucerna
e
s
'
accostò
al
letto
!
E
subito
,
spaventata
,
si
ritrasse
per
chiamar
gente
.
La
camera
s
'
empì
in
breve
di
contadini
.
Ma
nessuno
ormai
,
nulla
al
mondo
poteva
turbare
l
'
ultimo
sogno
di
Drollino
.
Lo
spirito
,
all
'
estremo
,
s
'
era
rifugiato
in
quel
sogno
,
e
aveva
varcato
il
confine
.
FINE
.