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Narrativa ,
ÿþCome andò che maestro Ciliegia , falegname , trovò un pezzo di legno , che piangeva e rideva come un bambino . C ' era una volta ... - Un re ! - diranno subito i miei piccoli lettori . No , ragazzi , avete sbagliato . C ' era una volta un pezzo di legno . Non era un legno di lusso , ma un semplice pezzo da catasta , di quelli che d ' inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze . Non so come andasse , ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname , il quale aveva nome mastr ' Antonio , se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia , per via della punta del suo naso , che era sempre lustra e paonazza , come una ciliegia matura . Appena maestro Ciliegia ebbe visto quel pezzo di legno , si rallegrò tutto e dandosi una fregatina di mani per la contentezza , borbottò a mezza voce : - Questo legno è capitato a tempo : voglio servirmene per fare una gamba di tavolino . Detto fatto , prese subito l ' ascia arrotata per cominciare a levargli la scorza e a digrossarlo , ma quando fu lì per lasciare andare la prima asciata , rimase col braccio sospeso in aria , perché sentì una vocina sottile , che disse raccomandandosi : - Non mi picchiar tanto forte ! Figuratevi come rimase quel buon vecchio di maestro Ciliegia ! Girò gli occhi smarriti intorno alla stanza per vedere di dove mai poteva essere uscita quella vocina , e non vide nessuno ! Guardò sotto il banco , e nessuno ; guardò dentro un armadio che stava sempre chiuso , e nessuno ; guardò nel corbello dei trucioli e della segatura , e nessuno ; apri l ' uscio di bottega per dare un ' occhiata anche sulla strada , e nessuno ! O dunque ? ... - Ho capito ; - disse allora ridendo e grattandosi la parrucca , - si vede che quella vocina me la sono figurata io . Rimettiamoci a lavorare . E ripresa l ' ascia in mano , tirò giù un solennissimo colpo sul pezzo di legno . - Ohi ! tu m ' hai fatto male ! - gridò rammaricandosi la solita vocina . Questa volta maestro Ciliegia resta di stucco , cogli occhi fuori del capo per la paura , colla bocca spalancata e colla lingua giù ciondoloni fino al mento , come un mascherone da fontana . Appena riebbe l ' uso della parola , cominciò a dire tremando e balbettando dallo spavento : - Ma di dove sarà uscita questa vocina che ha detto ohi ? ... Eppure qui non c ' è anima viva . Che sia per caso questo pezzo di legno che abbia imparato a piangere e a lamentarsi come un bambino ? Io non lo posso credere . Questo legno eccolo qui ; è un pezzo di legno da caminetto , come tutti gli altri , e a buttarlo sul fuoco , c ' è da far bollire una pentola di fagioli ... O dunque ? Che ci sia nascosto dentro qualcuno ? Se c ' è nascosto qualcuno , tanto peggio per lui . Ora l ' accomodo io ! E cosi dicendo , agguantò con tutt ' e due le mani quel povero pezzo di legno e si pose a sbatacchiarlo senza carità contro le pareti della stanza . Poi si messe in ascolto , per sentire se c ' era qualche vocina che si lamentasse . Aspettò due minuti , e nulla ; cinque minuti , e nulla ; dieci minuti , e nulla ! - Ho capito , - disse allora sforzandosi di ridere e arruffandosi la parrucca , - si vede che quella vocina che ha detto ohi , me la sono figurata io ! Rimettiamoci a lavorare . E perché gli era entrata addosso una gran paura , si provò a canterellare per farsi un po ' di coraggio . Intanto , posata da una parte l ' ascia , prese in mano la pialla , per piallare e tirare a pulimento il pezzo di legno ; ma nel mentre che lo piallava in su e in giù , senti la solita vocina che gli disse ridendo : - Smetti ! tu mi fai il pizzicorino sul corpo ! Questa volta il povero maestro Ciliegia cadde giù come fulminato . Quando riaprì gli occhi , si trovò seduto per terra . Il suo viso pareva trasfigurato , e perfino la punta del naso , di paonazza come era quasi sempre , gli era diventata turchina dalla gran paura . Maestro Ciliegia regala il pezzo di legno al suo amico Geppetto , il quale lo prende per fabbricarsi un burattino maraviglioso che sappia ballare , tirar di scherma e fare i salti mortali . In quel punto fu bussato alla porta . - Passate pure , - disse il falegname , senza aver la forza di rizzarsi in piedi . Allora entrò in bottega un vecchietto tutto arzillo , il quale aveva nome Geppetto ; ma i ragazzi del vicinato , quando lo volevano far montare su tutte le furie , lo chiamavano col soprannome di Polendina , a motivo della sua parrucca gialla che somigliava moltissimo alla polendina di granturco . Geppetto era bizzosissimo . Guai a chiamarlo Polendina ! Diventava subito una bestia e non c ' era più verso di tenerlo . - Buon giorno , mastr ' Antonio , - disse Geppetto . - Che cosa fate costì per terra ? - Insegno l ' abbaco alle formicole . - Buon pro vi faccia ! - Chi vi ha portato da me , compar Geppetto ? - Le gambe . Sappiate , mastr ' Antonio , che son venuto da voi , per chiedervi un favore . - Eccomi qui , pronto a servirvi , - replicò il falegname , rizzandosi su i ginocchi . - Stamani m ' è piovuta nel cervello un ' idea . - Sentiamola . - Ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno ; ma un burattino maraviglioso , che sappia ballare , tirare di scherma e fare i salti mortali . Con questo burattino voglio girare il mondo , per buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino ; che ve ne pare ? - Bravo Polendina ! - gridò la solita vocina , che non si capiva di dove uscisse . A sentirsi chiamar Polendina , compar Geppetto diventò rosso come un peperone dalla bizza , e voltandosi verso il falegname , gli disse imbestialito : - Perché mi offendete ? - Chi vi offende ? - Mi avete detto Polendina ! ... - Non sono stato io . - Sta un po ' a vedere che sarò stato io ! Io dico che siete stato voi . - No ! - Si ! - No ! - Si ! E riscaldandosi sempre più , vennero dalle parole ai fatti , e acciuffatisi fra di loro , si graffiarono , si morsero e si sbertucciarono . Finito il combattimento , mastr ' Antonio si trovò fra le mani la parrucca gialla di Geppetto , e Geppetto si accorse di avere in bocca la parrucca brizzolata del falegname . - Rendimi la mia parrucca ! - gridò mastr ' Antonio . - E tu rendimi la mia , e rifacciamo la pace . I due vecchietti , dopo aver ripreso ognuno di loro la propria parrucca , si strinsero la mano e giurarono di rimanere buoni amici per tutta la vita . - Dunque , compar Geppetto , - disse il falegname in segno di pace fatta , - qual è il piacere che volete da me ? - Vorrei un po ' di legno per fabbricare il mio burattino ; me lo date ? Mastr ' Antonio , tutto contento , andò subito a prendere sul banco quel pezzo di legno che era stato cagione a lui di tante paure . Ma quando fu lì per consegnarlo all ' amico , il pezzo di legno dette uno scossone e sgusciandogli violentemente dalle mani , ando a battere con forza negli stinchi impresciuttiti del povero Geppetto . - Ah ! gli è con questo bel garbo , mastr ' Antonio , che voi regalate la vostra roba ? M ' avete quasi azzoppito ! ... - Vi giuro che non sono stato io ! - Allora sarò stato io ! ... - La colpa è tutta di questo legno ... - Lo so che è del legno : ma siete voi che me l ' avete tirato nelle gambe ! - Io non ve l ' ho tirato ! - Bugiardo ! - Geppetto , non mi offendete ; se no vi chiamo Polendina ! ... - Asino ! - Polendina ! - Somaro ! - Polendina ! - Brutto scimmiotto ! - Polendina ! A sentirsi chiamar Polendina per la terza volta , Geppetto perse il lume degli occhi , si avvento sul falegname ; e lì se ne dettero un sacco e una sporta . A battaglia finita , mastr ' Antonio si trovo due graffi di piu sul naso , e quell ' altro due bottoni di meno al giubbetto . Pareggiati in questo modo i loro conti , si strinsero la mano e giurarono di rimanere buoni amici per tutta la vita . Intanto Geppetto prese con se il suo bravo pezzo di legno , e ringraziato mastr ' Antonio , se ne tornò zoppicando a casa . Geppetto , tornato a casa , comincia subito a fabbricarsi il burattino e gli mette il nome di Pinocchio . prime monellerie del burattino . La casa di Geppetto era una stanzina terrena , che pigliava luce da un sottoscala . La mobilia non poteva essere più semplice : una seggiola cattiva , un letto poco buono e un tavolino tutto rovinato . Nella parete di fondo si vedeva un caminetto col fuoco acceso ; ma il fuoco era dipinto , e accanto al fuoco c ' era dipinta una pentola che bolliva allegramente e mandava fuori una nuvola di fumo , che pareva fumo davvero . Appena entrato in casa , Geppetto prese subito gli arnesi e si pose a intagliare e a fabbricare il suo burattino . - Che nome gli metterò ? - disse fra sé e sé . - Lo voglio chiamar Pinocchio . Questo nome gli porterà fortuna . Ho conosciuto una famiglia intera di Pinocchi : Pinocchio il padre , Pinocchia la madre e Pinocchi i ragazzi , e tutti se la passavano bene . Il più ricco di loro chiedeva l ' elemosina . Quando ebbe trovato il nome al suo burattino , allora cominciò a lavorare a buono , e gli fece subito i capelli , poi la fronte , poi gli occhi . Fatti gli occhi , figuratevi la sua maraviglia quando si accorse che gli occhi si muovevano e che lo guardavano fisso fisso . Geppetto , vedendosi guardare da quei due occhi di legno , se n ' ebbe quasi per male , e disse con accento risentito : - Occhiacci di legno , perché mi guardate ? Nessuno rispose . Allora , dopo gli occhi , gli fece il naso ; ma il naso , appena fatto , cominciò a crescere : e cresci , cresci , cresci diventò in pochi minuti un nasone che non finiva mai . Il povero Geppetto si affaticava a ritagliarlo ; ma più lo ritagliava e lo scorciva , e più quel naso impertinente diventava lungo . Dopo il naso , gli fece la bocca . La bocca non era ancora finita di fare , che cominciò subito a ridere e a canzonarlo . - Smetti di ridere ! - disse Geppetto impermalito ; ma fu come dire al muro . - Smetti di ridere , ti ripeto ! - urlò con voce minacciosa . Allora la bocca smesse di ridere , ma cacciò fuori tutta la lingua . Geppetto , per non guastare i fatti suoi , finse di non avvedersene , e continuò a lavorare . Dopo la bocca , gli fece il mento , poi il collo , le spalle , lo stomaco , le braccia e le mani . Appena finite le mani , Geppetto senti portarsi via la parrucca dal capo . Si voltò in su , e che cosa vide ? Vide la sua parrucca gialla in mano del burattino . - Pinocchio ! ... rendimi subito la mia parrucca ! E Pinocchio , invece di rendergli la parrucca , se la messe in capo per sé , rimanendovi sotto mezzo affogato . A quel garbo insolente e derisorio , Geppetto si fece triste e melanconico , come non era stato mai in vita sua , e voltandosi verso Pinocchio , gli disse : - Birba d ' un figliuolo ! Non sei ancora finito di fare , e già cominci a mancar di rispetto a tuo padre ! Male , ragazzo mio , male ! E si rasciugò una lacrima . Restavano sempre da fare le gambe e i piedi . Quando Geppetto ebbe finito di fargli i piedi , sentì arrivarsi un calcio sulla punta del naso . - Me lo merito ! - disse allora fra sé . - Dovevo pensarci prima ! Ormai è tardi ! Poi prese il burattino sotto le braccia e lo posò in terra , sul pavimento della stanza , per farlo camminare . Pinocchio aveva le gambe aggranchite e non sapeva muoversi , e Geppetto lo conduceva per la mano per insegnargli a mettere un passo dietro l ' altro . Quando le gambe gli si furono sgranchite , Pinocchio cominciò a camminare da sé e a correre per la stanza ; finché , infilata la porta di casa , saltò nella strada e si dette a scappare . E il povero Geppetto a corrergli dietro senza poterlo raggiungere , perché quel birichino di Pinocchio andava a salti come una lepre , e battendo i suoi piedi di legno sul lastrico della strada , faceva un fracasso , come venti paia di zoccoli da contadini . - Piglialo ! piglialo ! - urlava Geppetto ; ma la gente che era per la via , vedendo questo burattino di legno , che correva come un barbero , si fermava incantata a guardarlo , e rideva , rideva e rideva , da non poterselo figurare . Alla fine , e per buona fortuna , capitò un carabiniere , il quale , sentendo tutto quello schiamazzo e credendo si trattasse di un puledro che avesse levata la mano al padrone , si piantò coraggiosamente a gambe larghe in mezzo alla strada , coll ' animo risoluto di fermarlo e di impedire il caso di maggiori disgrazie . Ma Pinocchio , quando si avvide da lontano del carabiniere che barricava tutta la strada , s ' ingegnò di passargli , per sorpresa , frammezzo alle gambe , e invece fece fiasco . Il carabiniere , senza punto smoversi , lo acciuffò pulitamente per il naso ( era un nasone spropositato , che pareva fatto apposta per essere acchiappato dai carabinieri ) , e lo riconsegnò nelle proprie mani di Geppetto ; il quale , a titolo di correzione , voleva dargli subito una buona tiratina d ' orecchi . Ma figuratevi come rimase quando , nel cercargli gli orecchi , non gli riuscì di poterli trovare : e sapete perché ? Perché , nella furia di scolpirlo , si era dimenticato di farglieli . Allora lo prese per la collottola , e , mentre lo riconduceva indietro , gli disse tentennando minacciosamente il capo : - Andiamo a casa . Quando saremo a casa , non dubitare che faremo i nostri conti ! Pinocchio , a questa antifona , si buttò per terra , e non volle più camminare . Intanto i curiosi e i bighelloni principiavano a fermarsi lì dintorno e a far capannello . Chi ne diceva una , chi un ' altra . - Povero burattino ! - dicevano alcuni , - ha ragione a non voler tornare a casa ! Chi lo sa come lo picchierebbe quell ' omaccio di Geppetto ! ... E gli altri soggiungevano malignamente : - Quel Geppetto pare un galantuomo ! ma è un vero tiranno coi ragazzi ! Se gli lasciano quel povero burattino fra le mani , è capacissimo di farlo a pezzi ! ... Insomma , tanto dissero e tanto fecero , che il carabiniere rimise in libertà Pinocchio e condusse in prigione quel pover ' uomo di Geppetto . Il quale , non avendo parole lì per lì per difendersi , piangeva come un vitellino , e nell ' avviarsi verso il carcere , balbettava singhiozzando : - Sciagurato figliuolo ! E pensare che ho penato tanto a farlo un burattino per bene ! Ma mi sta il dovere ! Dovevo pensarci prima ! ... Quello che accadde dopo , è una storia da non potersi credere , e ve la racconterò in quest ' altri capitoli . La storia di Pinocchio col Grillo - parlante , dove si vede come i ragazzi cattivi hanno a noia di sentirsi correggere da chi ne sa più di loro . Vi dirò dunque , ragazzi , che mentre il povero Geppetto era condotto senza sua colpa in prigione , quel monello di Pinocchio , rimasto libero dalle grinfie del carabiniere , se la dava a gambe giù attraverso ai campi , per far più presto a tornarsene a casa ; e nella gran furia del correre saltava greppi altissimi , siepi di pruni e fossi pieni d ' acqua , tale e quale come avrebbe potuto fare un capretto o un leprottino inseguito dai cacciatori . Giunto dinanzi a casa , trovò l ' uscio di strada socchiuso . Lo spinse , entrò dentro , e appena ebbe messo tanto di paletto , si gettò a sedere per terra , lasciando andare un gran sospirone di contentezza . Ma quella contentezza durò poco , perché sentì nella stanza qualcuno che fece : - Crì - crì - crì ! - Chi è che mi chiama ? - disse Pinocchio tutto impaurito . - Sono io ! Pinocchio si voltò e vide un grosso Grillo che saliva lentamente su su per il muro . - Dimmi , Grillo : e tu chi sei ? - Io sono il Grillo - parlante , ed abito in questa stanza da più di cent ' anni . - Oggi però questa stanza è mia , - disse il burattino , - e se vuoi farmi un vero piacere , vattene subito , senza nemmeno voltarti indietro . - Io non me ne anderò di qui , - rispose il Grillo , - se prima non ti avrò detto una gran verità . - Dimmela e spicciati . - Guai a quei ragazzi che si ribellano ai loro genitori e che abbandonano capricciosamente la casa paterna ! Non avranno mai bene in questo mondo ; e prima o poi dovranno pentirsene amaramente . - Canta pure , Grillo mio , come ti pare e piace : ma io so che domani , all ' alba , voglio andarmene di qui , perché se rimango qui , avverrà a me quel che avviene a tutti gli altri ragazzi , vale a dire mi manderanno a scuola e per amore o per forza mi toccherà studiare ; e io , a dirtela in confidenza , di studiare non ne ho punto voglia e mi diverto più a correre dietro alle farfalle e a salire su per gli alberi a prendere gli uccellini di nido . - Povero grullerello ! Ma non sai che , facendo così , diventerai da grande un bellissimo somaro e che tutti si piglieranno gioco di te ? - Chetati . Grillaccio del mal ' augurio ! - gridò Pinocchio . Ma il Grillo , che era paziente e filosofo , invece di aversi a male di questa impertinenza , continuò con lo stesso tono di voce : - E se non ti garba di andare a scuola , perché non impari almeno un mestiere , tanto da guadagnarti onestamente un pezzo di pane ? - Vuoi che te lo dica ? - replicò Pinocchio , che cominciava a perdere la pazienza . - Fra tutti i mestieri del mondo non ce n ' è che uno solo , che veramente mi vada a genio . - E questo mestiere sarebbe ? ... - Quello di mangiare , bere , dormire , divertirmi e fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo . - Per tua regola , - disse il Grillo - parlante con la sua solita calma , - tutti quelli che fanno codesto mestiere finiscono sempre allo spedale o in prigione . - Bada , Grillaccio del mal ' augurio ! ... se mi monta la bizza , guai a te ! - Povero Pinocchio ! Mi fai proprio compassione ! ... - Perché ti faccio compassione ? - Perché sei un burattino e , quel che è peggio , perché hai la testa di legno . A queste ultime parole , Pinocchio saltò su tutt ' infuriato e preso sul banco un martello di legno lo scagliò contro il Grillo - parlante . Forse non credeva nemmeno di colpirlo : ma disgraziatamente lo colse per l ' appunto nel capo , tanto che il povero Grillo ebbe appena il fiato di fare crì - crì - crì , e poi rimase lì stecchito e appiccicato alla parete . Pinocchio ha fame , e cerca un uovo per farsi una frittata ; ma sul più bello , la frittata gli vola via dalla finestra . Intanto cominciò a farsi notte , e Pinocchio , ricordandosi che non aveva mangiato nulla , senti un ' uggiolina allo stomaco , che somigliava moltissimo all ' appetito . Ma l ' appetito nei ragazzi cammina presto ; e di fatti dopo pochi minuti l ' appetito diventò fame , e la fame , dal vedere al non vedere , si converti in una fame da lupi , una fame da tagliarsi col coltello . Il povero Pinocchio corse subito al focolare , dove c ' era una pentola che bolliva e fece l ' atto di scoperchiarla , per vedere che cosa ci fosse dentro , ma la pentola era dipinta sul muro . Figuratevi come restò . Il suo naso , che era già lungo , gli diventò più lungo almeno quattro dita . Allora si dette a correre per la stanza e a frugare per tutte le cassette e per tutti i ripostigli in cerca di un po ' di pane , magari un po ' di pan secco , un crosterello , un osso avanzato al cane , un po ' di polenta muffita , una lisca di pesce , un nocciolo di ciliegia , insomma di qualche cosa da masticare : ma non trovò nulla , il gran nulla , proprio nulla . E intanto la fame cresceva , e cresceva sempre : e il povero Pinocchio non aveva altro sollievo che quello di sbadigliare : e faceva degli sbadigli cosi lunghi , che qualche volta la bocca gli arrivava fino agli orecchi . E dopo avere sbadigliato , sputava , e sentiva che lo stomaco gli andava via . Allora piangendo e disperandosi , diceva : - Il Grillo - parlante aveva ragione . Ho fatto male a rivoltarmi al mio babbo e a fuggire di casa ... Se il mio babbo fosse qui , ora non mi troverei a morire di sbadigli ! Oh ! che brutta malattia che è la fame ! Quand ' ecco gli parve di vedere nel monte della spazzatura qualche cosa di tondo e di bianco , che somigliava tutto a un uovo di gallina . Spiccare un salto e gettarvisi sopra , fu un punto solo . Era un uovo davvero . La gioia del burattino è impossibile descriverla : bisogna sapersela figurare . Credendo quasi che fosse un sogno , si rigirava quest ' uovo fra le mani , e lo toccava e lo baciava , e baciandolo diceva : - E ora come dovrò cuocerlo ? Ne farò una frittata ? ... No , è meglio cuocerlo nel piatto ! ... O non sarebbe più saporito se lo friggessi in padella ? O se invece lo cuocessi a uso uovo da bere ? No , la più lesta di tutte è di cuocerlo nel piatto o nel tegamino : ho troppa voglia di mangiarmelo ! Detto fatto , pose un tegamino sopra un caldano pieno di brace accesa : messe nel tegamino , invece d ' olio o di burro , un po ' d ' acqua : e quando l ' acqua principiò a fumare , tac ! ; .. spezzò il guscio dell ' uovo , e fece l ' atto di scodellarvelo dentro . Ma invece della chiara e del torlo , scappò fuori un pulcino tutto allegro e complimentoso , il quale , facendo una bella riverenza , disse : - Mille grazie , signor Pinocchio , d ' avermi risparmiata la fatica di rompere il guscio ! Arrivedella , stia bene e tanti saluti a casa ! Ciò detto distese le ali e , infilata la finestra che era aperta , se ne volò via a perdita d ' occhio . Il povero burattino rimase lì , come incantato , cogli occhi fissi , colla bocca aperta e coi gusci delI ' uovo in mano . Riavutosi , peraltro , dal primo sbigottimento , cominciò a piangere , a strillare , a battere i piedi in terra , per la disperazione , e piangendo diceva : - Eppure il Grillo - parlante aveva ragione ! Se non fossi scappato di casa e se il mio babbo fosse qui , ora non mi troverei a morire di fame ! Oh ! che brutta malattia che è la fame ! ... E perché il corpo gli seguitava a brontolare più che mai , e non sapeva come fare a chetarlo , pensò di uscir di casa e di dare una scappata al paesello vicino , nella speranza di trovare qualche persona caritatevole che gli avesse fatto l ' elemosina di un po ' di pane . Pinocchio si addormenta coi piedi sul caldano , e la mattina dopo si sveglia coi piedi tutti bruciati . Per l ' appunto era una nottataccia d ' inferno . Tuonava forte forte , lampeggiava come se il cielo pigliasse fuoco , e un ventaccio freddo e strapazzone , fischiando rabbiosamente e sollevando un immenso nuvolo di polvere , faceva stridere e cigolare tutti gli alberi della campagna . Pinocchio aveva una gran paura dei tuoni e dei lampi : se non che la fame era più forte della paura : motivo per cui accostò l ' uscio di casa , e presa la carriera , in un centinaio di salti arrivò fino al paese , colla lingua fuori e col fiato grosso , come un cane da caccia . Ma trova tutto buio e tutto deserto . Le botteghe erano chiuse ; le porte di casa chiuse ; le finestre chiuse ; e nella strada nemmeno un cane . Pareva il paese dei morti . Allora Pinocchio , preso dalla disperazione e dalla fame , si attaccò al campanello d ' una casa , e cominciò a suonare a distesa , dicendo dentro di sé : - Qualcuno si affaccierà . Difatti si affacciò un vecchino , col berretto da notte in capo , il quale gridò tutto stizzito : - Che cosa volete a quest ' ora ? - Che mi fareste il piacere di darmi un po ' di pane ? - Aspettami costì che torno subito , - rispose il vecchino , credendo di aver da fare con qualcuno di quei ragazzacci rompicollo che si divertono di notte a suonare i campanelli delle case , per molestare la gente per bene , che se la dorme tranquillamente . Dopo mezzo minuto la finestra si riaprì e la voce del solito vecchino gridò a Pinocchio : - Fatti sotto e para il cappello . Pinocchio si levò subito il suo cappelluccio ; ma mentre faceva l ' atto di pararlo , sentì pioversi addosso un ' enorme catinellata d ' acqua che lo annaffiò tutto dalla testa ai piedi , come se fosse un vaso di giranio appassito . Tornò a casa bagnato come un pulcino e rifinito dalla stanchezza e dalla fame e perché non aveva più forza di reggersi ritto , si pose a sedere , appoggiando i piedi fradici e impillaccherati sopra un caldano pieno di brace accesa . E lì si addormentò ; e nel dormire , i piedi che erano di legno , gli presero fuoco e adagio adagio gli si carbonizzarono e diventarono cenere . E Pinocchio seguitava a dormire e a russare , come se i suoi piedi fossero quelli d ' un altro . Finalmente sul far del giorno si svegliò , perché qualcuno aveva bussato alla porta . - Chi è ? - domandò sbadigliando e stropicciandosi gli occhi . - Sono io , - rispose una voce . Quella voce era la voce di Geppetto . Geppetto torna a casa , rifà i piedi al burattino e gli dà la colazione che il pover ' uomo aveva portata con sé . Il povero Pinocchio , che aveva sempre gli occhi fra il sonno , non s ' era ancora avvisto dei piedi , che gli si erano tutti bruciati : per cui appena sentì la voce di suo padre , schizzò giù dallo sgabello per correre a tirare il paletto ; ma invece , dopo due o tre traballoni , cadde di picchio tutto lungo disteso sul pavimento . E nel battere in terra fece lo stesso rumore , che avrebbe fatto un sacco di mestoli . cascato da un quinto piano . - Aprimi ! - intanto gridava Geppetto dalla strada . - Babbo mio , non posso , - rispondeva il burattino piangendo e ruzzolandosi per terra . - Perché non puoi ? - Perché mi hanno mangiato i piedi . - E chi te li ha mangiati ? - Il gatto , - disse Pinocchio , vedendo il gatto che colle zampine davanti si divertiva a far ballare alcuni trucioli di legno . - Aprimi , ti dico ! - ripetè Geppetto , - se no quando vengo in casa , il gatto te lo do io ! - Non posso star ritto , credetelo . O povero me ! povero me che mi toccherà a camminare coi ginocchi per tutta la vita ! ... Geppetto , credendo che tutti questi piagnistei fossero un ' altra monelleria del burattino , pensò bene di farla finita , e arrampicatosi su per il muro , entrò in casa dalla finestra . Da principio voleva dire e voleva fare : ma poi quando vide il suo Pinocchio sdraiato in terra e rimasto senza piedi davvero , allora sentì intenerirsi ; e presolo subito in collo , si dette a baciarlo e a fargli mille carezze e mille moine , e , coi luccioloni che gli cascavano giù per le gote , gli disse singhiozzando : - Pinocchiuccio mio ! Com ' è che ti sei bruciato i piedi ? - Non lo so , babbo , ma credetelo che è stata una nottata d ' inferno e me ne ricorderò fin che campo . Tonava , balenava e io avevo una gran fame e allora il Grillo - parlante mi disse : " Ti sta bene ; sei stato cattivo , e te lo meriti " , e io gli dissi : " Bada , Grillo !...", e lui mi disse : " Tu sei un burattino e hai la testa di legno " e io gli tirai un martello di legno , e lui morì ma la colpa fu sua , perché io non volevo ammazzarlo , prova ne sia che messi un tegamino sulla brace accesa del caldano , ma il pulcino scappò fuori e disse : " Arrivedella ... e tanti saluti a casa " e la fame cresceva sempre , motivo per cui quel vecchino col berretto da notte , affacciandosi alla finestra mi disse : " Fatti sotto e para il cappello " e io con quella catinellata d ' acqua sul capo , perché il chiedere un po ' di pane non è vergogna , non è vero ? me ne tornai subito a casa , e perché avevo sempre una gran fame , messi i piedi sul caldano per rasciugarmi , e voi siete tornato , e me li sono trovati bruciati , e intanto la fame l ' ho sempre e i piedi non li ho più ! Ih ! ... ih ! ... ih ! ... ih ! ... E il povero Pinocchio cominciò a piangere e a berciare così forte , che lo sentivano da cinque chilometri lontano . Geppetto , che di tutto quel discorso arruffato aveva capito una cosa sola , cioè che il burattino sentiva morirsi dalla gran fame , tirò fuori di tasca tre pere , e porgendogliele , disse : - Queste tre pere erano per la mia colazione : ma io te le do volentieri . Mangiale , e buon pro ti faccia . - Se volete che le mangi , fatemi il piacere di sbucciarle . - Sbucciarle ? - replicò Geppetto meravigliato . - Non avrei mai creduto , ragazzo , mio , che tu fossi così boccuccia e così schizzinoso di palato . Male ! In questo mondo , fin da bambini , bisogna avvezzarsi abboccati e a saper mangiare di tutto , perché non si sa mai quel che ci può capitare . I casi son tanti ! ... - Voi direte bene , - soggiunse Pinocchio , - ma io non mangerò mai una frutta , che non sia sbucciata . Le bucce non le posso soffrire . E quel buon uomo di Geppetto , cavato fuori un coltellino , e armatosi di santa pazienza , sbucciò le tre pere , e pose tutte le bucce sopra un angolo della tavola . Quando Pinocchio in due bocconi ebbe mangiata la prima pera , fece l ' atto di buttar via il torsolo : ma Geppetto gli trattenne il braccio , dicendogli : - Non lo buttar via : tutto in questo mondo può far comodo . - Ma io il torsolo non lo mangio davvero ! ... - gridò il burattino , rivoltandosi come una vipera . - Chi lo sa ! I casi son tanti ! ... - ripetè Geppetto , senza riscaldarsi . Fatto sta che i tre torsoli , invece di essere gettati fuori dalla finestra , vennero posati sull ' angolo della tavola in compagnia delle bucce . Mangiate o , per dir meglio , divorate le tre pere , Pinocchio fece un lunghissimo sbadiglio e disse piagnucolando : - Ho dell ' altra fame ! - Ma io , ragazzo mio , non ho più nulla da darti . - Proprio nulla , nulla ? - Ci avrei soltanto queste bucce e questi torsoli di pera . - Pazienza ! - disse Pinocchio , - se non c ' è altro , mangerò una buccia . E cominciò a masticare . Da principio storse un po ' la bocca ; ma poi , una dietro l ' altra , spolverò in un soffio tutte le bucce : e dopo le bucce , anche i torsoli , e quand ' ebbe finito di mangiare ogni cosa , si battè tutto contento le mani sul corpo , e disse gongolando : - Ora sì che sto bene ! - Vedi dunque , - osservò Geppetto , - che avevo ragione io quando ti dicevo che non bisogna avvezzarsi né troppo sofistici né troppo delicati di palato . Caro mio , non si sa mai quel che ci può capitare in questo mondo . I casi son tanti ! ... Geppetto rifa i piedi a Pinocchio e vende la propria casacca per comprargli l ' Abbecedario . Il burattino , appena che si fu levata la fame , cominciò subito a bofonchiare e a piangere , perché voleva un paio di piedi nuovi . Ma Geppetto , per punirlo della monelleria fatta lo lasciò piangere e disperarsi per una mezza giornata : poi gli disse : - E perché dovrei rifarti i piedi ? Forse per vederti scappar di nuovo da casa tua ? - Vi prometto , - disse il burattino singhiozzando , - che da oggi in poi sarò buono ... - Tutti i ragazzi , - replicò Geppetto , - quando vogliono ottenere qualcosa , dicono così . - Vi prometto che anderò a scuola , studierò e mi farò onore ... - Tutti i ragazzi , quando vogliono ottenere qualcosa , ripetono la medesima storia . - Ma io non sono come gli altri ragazzi ! Io sono più buono di tutti e dico sempre la verità . Vi prometto , babbo , che imparerò un ' arte e che sarò la consolazione e il bastone della vostra vecchiaia . Geppetto che , sebbene facesse il viso di tiranno , aveva gli occhi pieni di pianto e il cuore grosso dalla passione di vedere il suo povero Pinocchio in quello stato compassionevole , non rispose altre parole : ma , presi in mano gli arnesi del mestiere e due pezzetti di legno stagionato , si pose a lavorare di grandissimo impegno . E in meno d ' un ' ora , i piedi erano bell ' e fatti ; due piedini svelti , asciutti e nervosi , come se fossero modellati da un artista di genio . Allora Geppetto disse al burattino : - Chiudi gli occhi e dormi ! E Pinocchio chiuse gli occhi e fece finta di dormire . E nel tempo che si fingeva addormentato , Geppetto con un po ' di colla sciolta in un guscio d ' uovo gli appiccicò i due piedi al loro posto , e glieli appiccicò così bene , che non si vedeva nemmeno il segno dell ' attaccatura . Appena il burattino si accorse di avere i piedi , saltò giù dalla tavola dove stava disteso , e principiò a fare mille sgambetti e mille capriole , come se fosse ammattito dalla gran contentezza . - Per ricompensarvi di quanto avete fatto per me , - disse Pinocchio al suo babbo , - voglio subito andare a scuola . - Bravo ragazzo ! - Ma per andare a scuola ho bisogno d ' un po ' di vestito . Geppetto , che era povero e non aveva in tasca nemmeno un centesimo , gli fece allora un vestituccio di carta fiorita , un paio di scarpe di scorza di albero e un berrettino di midolla di pane . Pinocchio corse subito a specchiarsi in una catinella piena d ' acqua e rimase così contento di sé , che disse pavoneggiandosi : - Paio proprio un signore ! - Davvero , - replicò Geppetto , - perché , tienlo a mente , non è il vestito bello che fa il signore . ma è piuttosto il vestito pulito . - A proposito , - soggiunse il burattino , - per andare alla scuola mi manca sempre qualcosa : anzi mi manca il più e il meglio . - Cioè ? - Mi manca l ' Abbecedario . - Hai ragione : ma come si fa per averlo ? - è facilissimo : si va da un libraio e si compra . - E i quattrini ? - Io non ce l ' ho . - Nemmeno io , - soggiunse il buon vecchio , facendosi tristo . E Pinocchio , sebbene fosse un ragazzo allegrissimo , si fece tristo anche lui : perché la miseria , quando è miseria davvero , la intendono tutti : anche i ragazzi . - Pazienza ! - gridò Geppetto tutt ' a un tratto rizzandosi in piedi ; e infilatasi la vecchia casacca di fustagno , tutta toppe e rimendi , uscì correndo di casa . Dopo poco tornò : e quando tornò aveva in mano l ' Abbecedario per il figliuolo , ma la casacca non l ' aveva più . Il pover ' uomo era in maniche di camicia , e fuori nevicava . - E la casacca , babbo ? - L ' ho venduta . - Perché l ' avete venduta ? - Perché mi faceva caldo . Pinocchio capì questa risposta a volo , e non potendo frenare l ' impeto del suo buon cuore , saltò al collo di Geppetto e cominciò a baciarlo per tutto il viso . Pinocchio vende l ' Abbecedario per andare a vedere il teatrino dei burattini . Smesso che fu di nevicare , Pinocchio col suo bravo Abbecedario nuovo sotto il braccio , prese la strada che menava alla scuola : e strada facendo , fantasticava nel suo cervellino mille ragionamenti e mille castelli in aria , uno più bello dell ' altro . E discorrendo da sé solo diceva : - Oggi , alla scuola , voglio subito imparare a leggere : domani poi imparerò a scrivere e domani l ' altro imparerò a fare i numeri . Poi , colla mia abilità , guadagnerò molti quattrini e coi primi quattrini che mi verranno in tasca , voglio subito fare al mio babbo una bella casacca di panno . Ma che dico di panno ? Gliela voglio fare tutta d ' argento e d ' oro , e coi bottoni di brillanti . E quel pover ' uomo se la merita davvero : perché , insomma , per comprarmi i libri e per farmi istruire , è rimasto in maniche di camicia ... a questi freddi ! Non ci sono che i babbi che sieno capaci di certi sacrifizi ! ... Mentre tutto commosso diceva così gli parve di sentire in lontananza una musica di pifferi e di colpi di grancassa : pì pì pì zum , zum , zum , zum . Si fermò e stette in ascolto . Quei suoni venivano di fondo a una lunghissima strada traversa , che conduceva a un piccolo paesetto fabbricato sulla spiaggia del mare . - Che cosa sia questa musica ? Peccato che io debba andare a scuola , se no ... E rimase lì perplesso . A ogni modo , bisognava prendere una risoluzione : o a scuola , o a sentire i pifferi . - Oggi anderò a sentire i pifferi , e domani a scuola : per andare a scuola c ' è sempre tempo , - disse finalmente quel monello facendo una spallucciata . Detto fatto , infilò giù per la strada traversa , e cominciò a correre a gambe . Più correva e più sentiva distinto il suono dei pifferi e dei tonfi della grancassa : pì pì pì .. zum , zum , zum , zum . Quand ' ecco che si trovò in mezzo a una piazza tutta piena di gente , la quale si affollava intorno a un gran baraccone di legno e di tela dipinta di mille colori . - Che cos ' è quel baraccone ? - domandò Pinocchio , voltandosi a un ragazzetto che era lì del paese . - Leggi il cartello , che c ' è scritto , e lo saprai . - Lo leggerei volentieri , ma per l ' appunto oggi non so leggere . - Bravo bue ! Allora te lo leggerò io . Sappi dunque che in quel cartello a lettere rosse come il fuoco c ' è scritto : GRAN TEATRO DEI BURATTINI ... - è molto che è incominciata la commedia ? - Comincia ora . - E quanto si spende per entrare ? - Quattro soldi . Pinocchio , che aveva addosso la febbre della curiosità , perse ogni ritegno , e disse senza vergognarsi al ragazzetto , col quale parlava : - Mi daresti quattro soldi fino a domani ? - Te li darei volentieri , - gli rispose l ' altro canzonandolo , - ma oggi per l ' appunto non te li posso dare . - Per quattro soldi , ti vendo la mia giacchetta , - gli disse allora il burattino . - Che vuoi che mi faccia di una giacchetta di carta fiorita ? Se ci piove su , non c ' è più verso di cavartela da dosso . - Vuoi comprare le mie scarpe ? - Sono buone per accendere il fuoco . - Quanto mi dai del berretto ? - Bell ' acquisto davvero ! Un berretto di midolla di pane ! C ' è il caso che i topi me lo vengano a mangiare in capo ! Pinocchio era sulle spine . Stava lì lì per fare un ' ultima offerta : ma non aveva coraggio ; esitava , tentennava , pativa . Alla fine disse : - Vuoi darmi quattro soldi di quest ' Abbecedario nuovo ? - Io sono un ragazzo , e non compro nulla dai ragazzi , - gli rispose il suo piccolo interlocutore , che aveva molto più giudizio di lui . - Per quattro soldi l ' Abbecedario lo prendo io , - gridò un rivenditore di panni usati , che s ' era trovato presente alla conversazione . E il libro fu venduto lì sui due piedi . E pensare che quel pover ' uomo di Geppetto era rimasto a casa , a tremare dal freddo in maniche di camicia , per comprare l ' Abbecedario al figliuolo ! I burattini riconoscono il loro fratello Pinocchio e gli fanno una grandissima festa ; ma sul più bello , esce fuori il burattinaio Mangiafoco , e Pinocchio corre il pericolo di fare una brutta fine . Quando Pinocchio entrò nel teatrino delle marionette , accadde un fatto che destò mezza rivoluzione . Bisogna sapere che il sipario era tirato su e la commedia era già incominciata . Sulla scena si vedevano Arlecchino e Pulcinella , che bisticciavano fra di loro e , secondo il solito , minacciavano da un momento all ' altro di scambiarsi un carico di schiaffi e di bastonate . La platea , tutta attenta , si mandava a male dalle grandi risate , nel sentire il battibecco di quei due burattini , che gestivano e si trattavano d ' ogni vitupero con tanta verità , come se fossero proprio due animali ragionevoli e due persone di questo mondo . Quando all ' improvviso , che è che non è , Arlecchino smette di recitare , e voltandosi verso il pubblico e accennando colla mano qualcuno in fondo alla platea , comincia a urlare in tono drammatico : - Numi del firmamento ! sogno o son desto ? Eppure quello laggiù è Pinocchio ! ... - è Pinocchio davvero ! - grida Pulcinella . - è : proprio lui ! - strilla la signora Rosaura , facendo capolino di fondo alla scena . - è : Pinocchio ! è Pinocchio ! - urlano in coro tutti i burattini , uscendo a salti fuori delle quinte . è Pinocchio ! è il nostro fratello Pinocchio ! Evviva Pinocchio . - Pinocchio , vieni quassù da me , - grida Arlecchino , - vieni a gettarti fra le braccia dei tuoi fratelli di legno ! A questo affettuoso invito Pinocchio spicca un salto , e di fondo alla platea va nei posti distinti ; poi con un altro salto , dai posti distinti monta sulla testa del direttore d ' orchestra , e di lì schizza sul palcoscenico . è : impossibile figurarsi gli abbracciamenti , gli strizzoni di collo , i pizzicotti dell ' amicizia e le zuccate della vera e sincera fratellanza , che Pinocchio ricevè in mezzo a tanto arruffio dagli attori e dalle attrici di quella compagnia drammatico - vegetale . Questo spettacolo era commovente , non c ' è che dire : ma il pubblico della platea , vedendo che la commedia non andava più avanti , s ' impazientì e prese a gridare : - Vogliamo la commedia , vogliamo la commedia ! Tutto fiato buttato via , perché i burattini , invece di continuare la recita , raddoppiarono il chiasso e le grida , e , postosi Pinocchio sulle spalle , se lo portarono in trionfo davanti ai lumi della ribalta . Allora uscì fuori il burattinaio , un omone così brutto , che metteva paura soltanto a guardarlo . Aveva una barbaccia nera come uno scarabocchio d ' inchiostro , e tanto lunga che gli scendeva dal mento fino a terra : basta dire che , quando camminava , se la pestava coi piedi . La sua bocca era larga come un forno , i suoi occhi parevano due lanterne di vetro rosso , col lume acceso di dietro , e con le mani faceva schioccare una grossa frusta , fatta di serpenti e di code di volpe attorcigliate insieme . All ' apparizione inaspettata del burattinaio , ammutolirono tutti : nessuno fiatò più . Si sarebbe sentito volare una mosca . Quei poveri burattini , maschi e femmine , tremavano tutti come tante foglie . - Perché sei venuto a mettere lo scompiglio nel mio teatro ? - domandò il burattinaio a Pinocchio , con un vocione d ' Orco gravemente infreddato di testa . - La creda , illustrissimo , che la colpa non è stata mia ! ... - Basta cosi ! Stasera faremo i nostri conti . Difatti , finita la recita della commedia , il burattinaio andò in cucina , dov ' egli s ' era preparato per cena un bel montone , che girava lentamente infilato nello spiedo . E perché gli mancavano la legna per finirlo di cuocere e di rosolare , chiamò Arlecchino e Pulcinella e disse loro : - Portatemi di qua quel burattino che troverete attaccato al chiodo . Mi pare un burattino fatto di un legname molto asciutto , e sono sicuro che , a buttarlo sul fuoco , mi darà una bellissima fiammata all ' arrosto . Arlecchino e Pulcinella da principio esitarono ; ma impauriti da un ' occhiataccia del loro padrone , obbedirono : e dopo poco tornarono in cucina , portando sulle braccia il povero Pinocchio , il quale , divincolandosi come un ' anguilla fuori dell ' acqua , strillava disperatamente : - Babbo mio , salvatemi ! Non voglio morire , non voglio morire ! ... Mangiafoco starnutisce e perdona a Pinocchio , il quale poi difende dalla morte il suo amico Arlecchino . Il burattinaio Mangiafoco che ( questo era il suo nome ) pareva un uomo spaventoso , non dico di no , specie con quella sua barbaccia nera che , a uso grembiale , gli copriva tutto il petto e tutte le gambe ; ma nel fondo poi non era un cattiv ' uomo . Prova ne sia che quando vide portarsi davanti quel povero Pinocchio , che si dibatteva per ogni verso , urlando " Non voglio morire , non voglio morire ! " , principiò subito a commuoversi e a impietosirsi e , dopo aver resistito un bel pezzo , alla fine non ne poté più , e lasciò andare un sonorissimo starnuto . A quello starnuto , Arlecchino , che fin allora era stato afflitto e ripiegato come un salcio piangente , si fece tutto allegro in viso , e chinatosi verso Pinocchio , gli bisbigliò sottovoce : - Buone nuove , fratello . Il burattinaio ha starnutito , e questo è segno che s ' è mosso a compassione per te , e oramai sei salvo . Perché bisogna sapere che , mentre tutti gli uomini , quando si sentono impietositi per qualcuno , o piangono o per lo meno fanno finta di rasciugarsi gli occhi , Mangiafoco , invece , ogni volta che s ' inteneriva davvero , aveva il vizio di starnutire . Era un modo come un altro , per dare a conoscere agli altri la sensibilità del suo cuore . Dopo aver starnutito , il burattinaio , seguitando a fare il burbero , gridò a Pinocchio : - Finiscila di piangere ! I tuoi lamenti mi hanno messo un ' uggiolina in fondo allo stomaco ... Sento uno spasimo , che quasi quasi ... Etcì etcì - e fece altri due starnuti . - Felicità ! - disse Pinocchio . - Grazie ! E il tuo babbo e la tua mamma sono sempre vivi ? - gli domandò Mangiafoco . - Il babbo , sì la mamma non l ' ho mai conosciuta . - Chi lo sa che dispiacere sarebbe per il tuo vecchio padre , se ora ti facessi gettare fra quei carboni ardenti ! Povero vecchio ! lo compatisco ! .. Etcì etcì etcì - e fece altri tre starnuti . - Felicità ! - disse Pinocchio . - Grazie ! Del resto bisogna compatire anche me , perché , come vedi , non ho più legna per finire di cuocere quel montone arrosto , e tu , dico la verità , in questo caso mi avresti fatto un gran comodo ! Ma oramai mi sono impietosito e ci vuol pazienza . Invece di te , metterò a bruciare sotto lo spiedo qualche burattino della mia Compagnia ... Olà , giandarmi ! A questo comando comparvero subito due giandarmi di legno , lunghi lunghi , secchi secchi , col cappello a lucerna in testa e colla sciabola sfoderata in mano . Allora il burattinaio disse loro con voce rantolosa : - Pigliatemi lì quell ' Arlecchino , legatelo ben bene , e poi gettatelo a bruciare sul fuoco . Io voglio che il mio montone sia arrostito bene ! Figuratevi il povero Arlecchino ! Fu tanto il suo spavento , che le gambe gli si ripiegarono e cadde bocconi per terra . Pinocchio , alla vista di quello spettacolo straziante , andò a gettarsi ai piedi del burattinaio e piangendo dirottamente e bagnandogli di lacrime tutti i peli della lunghissima barba , cominciò a dire con voce supplichevole : - Pietà , signor Mangiafoco ! ... - Qui non ci son signori ! - replicò duramente il burattinaio . - Pietà , signor Cavaliere ! ... - Qui non ci son cavalieri ! - Pietà , signor Commendatore ! ... - Qui non ci son commendatori ! - Pietà , Eccellenza ! ... A sentirsi chiamare Eccellenza il burattinaio fece subito il bocchino tondo , e diventato tutt ' a un tratto più umano e più trattabile , disse a Pinocchio : - Ebbene , che cosa vuoi da me ? - Vi domando grazia per il povero Arlecchino ! ... - Qui non c ' è grazia che tenga . Se ho risparmiato te , bisogna che faccia mettere sul fuoco lui , perché io voglio che il mio montone sia arrostito bene . - In questo caso , - gridò fieramente Pinocchio , rizzandosi e gettando via il suo berretto di midolla di pane , - in questo caso conosco qual è il mio dovere . Avanti , signori giandarmi ! Legatemi e gettatemi là fra quelle fiamme . No , non è giusta che il povero Arlecchino , il vero amico mio , debba morire per me ! ... Queste parole , pronunziate con voce alta e con accento eroico , fecero piangere tutti i burattini che erano presenti a quella scena . Gli stessi giandarmi , sebbene fossero di legno , piangevano come due agnellini di latte . Mangiafoco , sul principio , rimase duro e immobile come un pezzo di ghiaccio : ma poi , adagio adagio , cominciò anche lui a commuoversi e a starnutire . E fatti quattro o cinque starnuti , aprì affettuosamente le braccia e disse a Pinocchio : - Tu sei un gran bravo ragazzo ! Vieni qua da me e dammi un bacio . Pinocchio corse subito , e arrampicandosi come uno scoiattolo su per la barba del burattinaio , andò a posargli un bellissimo bacio sulla punta del naso . - Dunque la grazia è fatta ? - domandò il povero Arlecchino , con un fil di voce che si sentiva appena . - La grazia è fatta ! - rispose Mangiafoco : poi soggiunse sospirando e tentennando il capo : - Pazienza ! Per questa sera mi rassegnerò a mangiare il montone mezzo crudo , ma un ' altra volta , guai a chi toccherà ! ... Alla notizia della grazia ottenuta , i burattini corsero tutti sul palcoscenico e , accesi i lumi e i lampadari come in serata di gala , cominciarono a saltare e a ballare . Era l ' alba e ballavano sempre . Il burattinaio Mangiafoco regala cinque monete d ' oro a Pinocchio , perché le porti al suo babbo Geppetto : e Pinocchio , invece , si lascia abbindolare dalla Volpe e dal Gatto e se ne va con loro . Il giorno dipoi Mangiafoco chiamò in disparte Pinocchio e gli domandò : - Come si chiama tuo padre ? - Geppetto . - E che mestiere fa ? - Il povero . - Guadagna molto ? - Guadagna tanto , quanto ci vuole per non aver mai un centesimo in tasca . Si figuri che per comprarmi l ' Abbecedario della scuola dovè vendere l ' unica casacca che aveva addosso : una casacca che , fra toppe e rimendi , era tutta una piaga . - Povero diavolo ! Mi fa quasi compassione . Ecco qui cinque monete d ' oro . Vai subito a portargliele e salutalo tanto da parte mia . Pinocchio , com ' è facile immaginarselo , ringraziò mille volte il burattinaio , abbracciò , a uno a uno , tutti i burattini della Compagnia , anche i giandarmi : e fuori di sé dalla contentezza , si mise in viaggio per tornarsene a casa sua . Ma non aveva fatto ancora mezzo chilometro , che incontrò per la strada una Volpe zoppa da un piede e un Gatto cieco da tutt ' e due gli occhi , che se ne andavano là là , aiutandosi fra di loro , da buoni compagni di sventura . La Volpe che era zoppa , camminava appoggiandosi al Gatto : e il Gatto , che era cieco , si lasciava guidare dalla Volpe . - Buon giorno , Pinocchio , - gli disse la Volpe , salutandolo garbatamente . - Com ' è che sai il mio nome ? - domandò il burattino . - Conosco bene il tuo babbo . - Dove l ' hai veduto ? - L ' ho veduto ieri sulla porta di casa sua . - E che cosa faceva ? - Era in maniche di camicia e tremava dal freddo . - Povero babbo ! Ma , se Dio vuole , da oggi in poi non tremerà più ! ... - Perché ? - Perché io sono diventato un gran signore . - Un gran signore tu ? - disse la Volpe , e cominciò a ridere di un riso sguaiato e canzonatore : e il Gatto rideva anche lui , ma per non darlo a vedere , si pettinava i baffi colle zampe davanti . - C ' è poco da ridere , - gridò Pinocchio impermalito . - Mi dispiace davvero di farvi venire l ' acquolina in bocca , ma queste qui , se ve ne intendete , sono cinque bellissime monete d ' oro . E tirò fuori le monete avute in regalo da Mangiafoco . Al simpatico suono di quelle monete la Volpe , per un moto involontario , allungò la gamba che pareva rattrappita , e il Gatto spalancò tutt ' e due gli occhi , che parvero due lanterne verdi : ma poi li richiuse subito , tant ' è vero che Pinocchio non si accorse di nulla . - E ora , - gli domandò la Volpe , - che cosa vuoi farne di codeste monete ? - Prima di tutto , - rispose il burattino , - voglio comprare per il mio babbo una bella casacca nuova , tutta d ' oro e d ' argento e coi bottoni di brillanti : e poi voglio comprare un Abbecedario per me . - Per te ? - Davvero : perché voglio andare a scuola e mettermi a studiare a buono . - Guarda me ! - disse la Volpe . - Per la passione sciocca di studiare ho perduto una gamba . - Guarda me ! - disse il Gatto . - Per la passione sciocca di studiare ho perduto la vista di tutti e due gli occhi . In quel mentre un Merlo bianco , che se ne stava appollaiato sulla siepe della strada , fece il solito verso e disse : - Pinocchio , non dar retta ai consigli dei cattivi compagni : se no , te ne pentirai ! Povero Merlo , non l ' avesse mai detto ! Il Gatto , spiccando un gran salto , gli si avventò addosso , e senza dargli nemmeno il tempo di dire ohi se lo mangiò in un boccone , con le penne e tutto . Mangiato che l ' ebbe e ripulitasi la bocca , chiuse gli occhi daccapo e ricominciò a fare il cieco , come prima . - Povero Merlo ! - disse Pinocchio al Gatto , - perché l ' hai trattato così male ? - Ho fatto per dargli una lezione . Così un ' altra volta imparerà a non metter bocca nei discorsi degli altri . Erano giunti più che a mezza strada , quando la Volpe , fermandosi di punto in bianco , disse al burattino : - Vuoi raddoppiare le tue monete d ' oro ? - Cioè ? - Vuoi tu , di cinque miserabili zecchini , farne cento , mille , duemila ? - Magari ! E la maniera ? - La maniera è facilissima . Invece di tornartene a casa tua , dovresti venire con noi . - E dove mi volete condurre ? - Nel paese dei Barbagianni . Pinocchio ci pensò un poco , e poi disse risolutamente : - No , non ci voglio venire . Oramai sono vicino a casa , e voglio andarmene a casa , dove c ' è il mio babbo che m ' aspetta . Chi lo sa , povero vecchio , quanto ha sospirato ieri , a non vedermi tornare . Pur troppo io sono stato un figliolo cattivo , e il Grillo - parlante aveva ragione quando diceva : " I ragazzi disobbedienti non possono aver bene in questo mondo " . E io l ' ho provato a mie spese , Perché mi sono capitate dimolte disgrazie , e anche ieri sera in casa di Mangiafoco , ho corso pericolo ... Brrr ! mi viene i bordoni soltanto a pensarci ! - Dunque , - disse la Volpe , - vuoi proprio andare a casa tua ? Allora vai pure , e tanto peggio per te ! - Tanto peggio per te ! - ripetè il Gatto . - Pensaci bene , Pinocchio , perché tu dai un calcio alla fortuna . - Alla fortuna ! - ripetè il Gatto . - I tuoi cinque zecchini , dall ' oggi al domani sarebbero diventati duemila . - Duemila ! - ripetè il Gatto . - Ma com ' è mai possibile che diventino tanti ? - domandò Pinocchio , restando a bocca aperta dallo stupore . - Te lo spiego subito , - disse la Volpe . - Bisogna sapere che nel paese dei Barbagianni c ' è un campo benedetto , chiamato da tutti il Campo dei miracoli . Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro per esempio uno zecchino d ' oro . Poi ricuopri la buca con un po ' di terra : l ' annaffi con due secchie d ' acqua di fontana , ci getti sopra una presa di sale , e la sera te ne vai tranquillamente a letto . Intanto , durante la notte , lo zecchino germoglia e fiorisce , e la mattina dopo , di levata , ritornando nel campo , che cosa trovi ? Trovi un bell ' albero carico di tanti zecchini d ' oro , quanti chicchi di grano può avere una bella spiga nel mese di giugno . - Sicché dunque , - disse Pinocchio sempre più sbalordito , - se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini , la mattina dopo quanti zecchini ci troverei ? - è un conto facilissimo , - rispose la Volpe , - un conto che puoi farlo sulla punta delle dita . Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini : moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemila cinquecento zecchini lampanti e sonanti . - Oh che bella cosa ! - gridò Pinocchio , ballando dall ' allegrezza . - Appena che questi zecchini gli avrò raccolti , ne prenderò per me duemila e gli altri cinquecento di più li darò in regalo a voi altri due . - Un regalo a noi ? - gridò la Volpe sdegnandosi e chiamandosi offesa . - Dio te ne liberi ! - Te ne liberi ! - ripetè il Gatto . - Noi , - riprese la Volpe , - non lavoriamo per il vile interesse : noi lavoriamo unicamente per arricchire gli altri . - Gli altri ! - ripetè il Gatto . - Che brave persone ! - pensò dentro di sé Pinocchio : e dimenticandosi lì sul tamburo , del suo babbo , della casacca nuova , dell ' Abbecedario e di tutti i buoni proponimenti fatti , disse alla Volpe e al Gatto : - Andiamo pure . Io vengo con voi . L ' osteria del Gambero Rosso . Cammina , cammina , cammina , alla fine sul far della sera arrivarono stanchi morti all ' osteria del Gambero Rosso . - Fermiamoci un po ' qui , - disse la Volpe , - tanto per mangiare un boccone e per riposarci qualche ora . A mezzanotte poi ripartiremo per essere domani , all ' alba , nel Campo dei miracoli . Entrati nell ' osteria , si posero tutti e tre a tavola : ma nessuno di loro aveva appetito . Il povero Gatto , sentendosi gravemente indisposto di stomaco , non poté mangiare altro che trentacinque triglie con salsa di pomodoro e quattro porzioni di trippa alla parmigiana : e perché la trippa non gli pareva condita abbastanza , si rifece tre volte a chiedere il burro e il formaggio grattato ! La Volpe avrebbe spelluzzicato volentieri qualche cosa anche lei : ma siccome il medico le aveva ordinato una grandissima dieta , così dovè contentarsi di una semplice lepre dolce e forte con un leggerissimo contorno di pollastre ingrassate e di galletti di primo canto . Dopo la lepre si fece portare per tornagusto un cibreino di pernici , di starne , di conigli , di ranocchi , di lucertole e d ' uva paradisa ; e poi non volle altro . Aveva tanta nausea per il cibo , diceva lei , che non poteva accostarsi nulla alla bocca . Quello che mangiò meno di tutti fu Pinocchio . Chiese uno spicchio di noce e un cantuccino di pane , e lasciò nel piatto ogni cosa . Il povero figliuolo col pensiero sempre fisso al Campo dei miracoli , aveva preso un ' indigestione anticipata di monete d ' oro . Quand ' ebbero cenato , la Volpe disse all ' oste : - Dateci due buone camere , una per il signor Pinocchio e un ' altra per me e per il mio compagno . Prima di ripartire schiacceremo un sonnellino . Ricordatevi però che a mezzanotte vogliamo essere svegliati per continuare il nostro viaggio . - Sissignori , - rispose l ' oste e strizzò l ' occhio alla Volpe e al Gatto , come dire : " Ho mangiata la foglia e ci siamo intesi !..." . Appena che Pinocchio fu entrato nel letto , si addormentò a colpo e principiò a sognare . E sognando gli pareva di essere in mezzo a un campo , e questo campo era pieno di arboscelli carichi di grappoli , e questi grappoli erano carichi di zecchini d ' oro che , dondolandosi mossi dal vento , facevano zin , zin , zin , quasi volessero dire : " Chi ci vuole venga a prenderci " . Ma quando Pinocchio fu sul più bello , quando , cioè , allungò la mano per prendere a manciate tutte quelle belle monete e mettersele in tasca , si trovò svegliato all ' improvviso da tre violentissimi colpi dati nella porta di camera . Era l ' oste che veniva a dirgli che la mezzanotte era suonata . - E i miei compagni sono pronti ? - gli domandò il burattino . - Altro che pronti ! Sono partiti due ore fa . - Perché mai tanta fretta ? - Perché il Gatto ha ricevuto un ' imbasciata , che il suo gattino maggiore , malato di geloni ai piedi , stava in pericolo di vita . - E la cena l ' hanno pagata ? - Che vi pare ? Quelle lì sono persone troppo educate perché facciano un affronto simile alla signoria vostra . - Peccato ! Quest ' affronto mi avrebbe fatto tanto piacere ! - disse Pinocchio , grattandosi il capo . Poi domandò : - E dove hanno detto di aspettarmi quei buoni amici ? - Al Campo dei miracoli , domattina , allo spuntare del giorno . Pinocchio pagò uno zecchino per la cena sua e per quella dei suoi compagni , e dopo partì . Ma si può dire che partisse a tastoni , perché fuori dell ' osteria c ' era un buio così buio , che non ci si vedeva da qui a lì . Nella campagna all ' intorno non si sentiva alitare una foglia . Solamente alcuni uccellacci notturni , traversando la strada da una siepe all ' altra , venivano a sbattere le ali sul naso di Pinocchio , il quale , facendo un salto indietro per la paura , gridava : - Chi va là ? - e l ' eco delle colline circostanti ripeteva in lontananza : - Chi va là ? chi va là ? chi va là ? Intanto , mentre camminava , vide sul tronco di un albero un piccolo animaletto che riluceva di una luce pallida e opaca , come un lumino da notte dentro una lampada di porcellana trasparente . - Chi sei ? - gli domandò Pinocchio . - Sono l ' ombra del Grillo - parlante , - rispose l ' animaletto , con una vocina fioca fioca , che pareva venisse dal mondo di là . - Che vuoi da me ? - disse il burattino . - Voglio darti un consiglio . Ritorna indietro e porta i quattro zecchini , che ti sono rimasti , al tuo povero babbo che piange e si dispera per non averti più veduto . - Domani il mio babbo sarà un gran signore , perché questi quattro zecchini diventeranno duemila . - Non ti fidare , ragazzo mio , di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera . Per il solito , o sono matti o imbroglioni ! Dai retta a me , ritorna indietro . - E io , invece , voglio andare avanti . - L ' ora è tarda ! ... - Voglio andare avanti . - La nottata è scura ... - Voglio andare avanti . - La strada è pericolosa ... - Voglio andare avanti . - Ricordati che i ragazzi che vogliono fare di loro capriccio e a modo loro , prima o poi se ne pentono . - Le solite storie . Buona notte , Grillo . - Buona notte , Pinocchio , e che il cielo ti salvi dalla guazza e dagli assassini ! Appena dette queste ultime parole , il Grillo - parlante si spense a un tratto , come si spenge un lume soffiandoci sopra , e la strada rimase più buia di prima . Pinocchio , per non aver dato retta ai buoni consigli del Grillo - parlante , s ' imbatte negli assassini . - Davvero , - disse fra sé il burattino rimettendosi in viaggio , - come siamo disgraziati noialtri poveri ragazzi ! Tutti ci sgridano , tutti ci ammoniscono , tutti ci danno consigli . A lasciarli dire , tutti si metterebbero in capo di essere i nostri babbi e i nostri maestri ; tutti : anche i Grilli - parlanti . Ecco qui : perché io non ho voluto dar retta a quell ' uggioso di Grillo , chi lo sa quante disgrazie , secondo lui , mi dovrebbero accadere ! Dovrei incontrare anche gli assassini ! Meno male che agli assassini io non ci credo , né ci ho creduto mai . Per me gli assassini sono stati inventati apposta dai babbi , per far paura ai ragazzi che vogliono andare fuori la notte . E poi se anche li trovassi qui sulla strada , mi darebbero forse soggezione ? Neanche per sogno . Anderei loro sul viso , gridando : " Signori assassini , che cosa vogliono da me ? Si rammentino che con me non si scherza ! Se ne vadano dunque per i fatti loro , e zitti ! " . A questa parlantina fatta sul serio , quei poveri assassini , mi par di vederli , scapperebbero via come il vento . Caso poi fossero tanto ineducati da non voler scappare , allora scapperei io , e così la farei finita ... Ma Pinocchio non poté finire il suo ragionamento , perché in quel punto gli parve di sentire dietro di sé un leggerissimo fruscio di foglie . Si voltò a guardare e vide nel buio due figuracce nere tutte imbacuccate in due sacchi da carbone , le quali correvano dietro a lui a salti e in punta di piedi , come se fossero due fantasmi . - Eccoli davvero ! - disse dentro di sé : e non sapendo dove nascondere i quattro zecchini , se li nascose in bocca e precisamente sotto la lingua . Poi si provò a scappare . Ma non aveva ancor fatto il primo passo , che sentì agguantarsi per le braccia e intese due voci orribili e cavernose , che gli dissero : - O la borsa o la vita ! Pinocchio non potendo rispondere con le parole , a motivo delle monete che aveva in bocca , fece mille salamelecchi e mille pantomime per dare ad intendere a quei due incappati , di cui si vedevano soltanto gli occhi attraverso i buchi dei sacchi , che lui era un povero burattino , e che non aveva in tasca nemmeno un centesimo falso . - Via , via ! Meno ciarle e fuori i denari ! - gridavano minacciosamente i due briganti . E ii burattino fece col capo e colle mani un segno come dire : " Non ne ho " . - Metti fuori i denari o sei morto , - disse l ' assassino più alto di statura . - Morto ! - ripetè l ' altro . - E dopo ammazzato te , ammazzeremo anche tuo padre ! - Anche tuo padre ! - No , no , no , il mio povero babbo no ! - gridò Pinocchio con accento disperato : ma nel gridare così , gli zecchini gli suonarono in bocca . - Ah ! furfante ! Dunque i denari te li sei nascosti sotto la lingua ? Sputali subito ! E Pinocchio , duro ! - Ah ! tu fai il sordo ? Aspetta un poco , che penseremo noi a farteli sputare ! Difatti , uno di loro afferrò il burattino per la punta del naso e quell ' altro lo prese per la bazza , e lì cominciarono a tirare screanzatamente , uno per in qua e l ' altro per in là , tanto da costringerlo a spalancare la bocca : ma non ci fu verso . La bocca del burattino pareva inchiodata e ribadita . Allora l ' assassino più piccolo di statura , cavato fuori un coltellaccio , provò a conficcarglielo , a guisa di leva e di scalpello , fra le labbra : ma Pinocchio , lesto come un lampo , gli azzannò la mano coi denti , e dopo avergliela con un morso staccata di netto , la sputò ; e figuratevi la sua maraviglia quando , invece di una mano , si accorse di aver sputato in terra uno zampetto di gatto . Incoraggiato da questa prima vittoria , si liberò a forza dalle unghie degli assassini e , saltata la siepe della strada , cominciò a fuggire per la campagna . E gli assassini a correre dietro a lui , come due cani dietro una lepre : e quello che aveva perduto uno zampetto correva con una gamba sola , né si è saputo mai come facesse . Dopo una corsa di quindici chilometri , Pinocchio non ne poteva più . Allora , vistosi perso , si arrampicò su per il fusto di un altissimo pino e si pose a sedere in vetta ai rami . Gli assassini tentarono di arrampicarsi anche loro , ma giunti a metà del fusto sdrucciolarono e , ricascando a terra , si spellarono le mani e i piedi . Non per questo si dettero per vinti : che anzi , raccolto un fastello di legna secche a piè del pino , vi appiccarono il fuoco . In men che non si dice , il pino cominciò a bruciare e a divampare , come una candela agitata dal vento . Pinocchio , vedendo che le fiamme salivano sempre più , e non volendo far la fine del piccione arrosto , spiccò un bel salto di vetta all ' albero , e via a correre daccapo attraverso ai campi e ai vigneti . E gli assassini dietro , sempre dietro , senza stancarsi mai . Intanto cominciava a baluginare il giorno e si rincorrevano sempre ; quand ' ecco che Pinocchio si trovò sbarrato il passo da un fosso largo e profondissimo , tutto pieno di acquaccia sudicia , color del caffè e latte . Che fare ? " Una , due , tre ! " gridò il burattino , e slanciandosi con una gran rincorsa , saltò dall ' altra parte . E gli assassini saltarono anche loro , ma non avendo preso bene la misura , patatunfete ! ... cascarono giù nel bel mezzo del fosso . Pinocchio che sentì il tonfo e gli schizzi dell ' acqua , urlò ridendo e seguitando a correre : - Buon bagno , signori assassini . E già si figurava che fossero bell ' e affogati , quando invece , voltandosi a guardare , si accorse che gli correvano dietro tutti e due , sempre imbacuccati nei loro sacchi e grondanti acqua come due panieri sfondati . Gli assassini inseguono Pinocchio ; e , dopo averlo raggiunto , lo impiccano a un ramo della Quercia grande . Allora il burattino , perdutosi d ' animo , fu proprio sul punto di gettarsi in terra e di darsi per vinto , quando nel girare gli occhi all ' intorno vide fra mezzo al verde cupo degli alberi biancheggiare in lontananza una casina candida come la neve . - Se io avessi tanto fiato da arrivare fino a quella casa , forse sarei salvo , - disse dentro di sé . E senza indugiare un minuto riprese a correre per il bosco a carriera distesa . E gli assassini sempre dietro . E dopo una corsa disperata di quasi due ore , finalmente tutto trafelato arrivò alla porta di quella casina e bussò . Nessuno rispose . Tornò a bussare con maggior violenza , perché sentiva avvicinarsi il rumore dei passi e il respiro grosso e affannoso dè suoi persecutori . Lo stesso silenzio . Avvedutosi che il bussare non giovava a nulla , cominciò per disperazione a dare calci e zuccate nella porta . Allora si affacciò alla finestra una bella bambina , coi capelli turchini e il viso bianco come un ' immagine di cera , gli occhi chiusi e le mani incrociate sul petto , la quale senza muovere punto le labbra , disse con una vocina che pareva venisse dall ' altro mondo : - In questa casa non c ' è nessuno . Sono tutti morti . - Aprimi almeno tu ! - gridò Pinocchio piangendo e raccomandandosi . - Sono morta anch ' io . - Morta ? e allora che cosa fai costì alla finestra ? - Aspetto la bara che venga a portarmi via . Appena detto così , la bambina disparve , e la finestra si richiuse senza far rumore . - O bella bambina dai capelli turchini , - gridava Pinocchio , - aprimi per carità ! Abbi compassione di un povero ragazzo inseguito dagli assass ... Ma non poté finir la parola , perche sentì afferrarsi per il collo , e le solite due vociaccie che gli brontolarono minacciosamente : - Ora non ci scappi più ! Il burattino , vedendosi balenare la morte dinanzi agli occhi , fu preso da un tremito così forte , che nel tremare , gli sonavano le giunture delle sue gambe di legno e i quattro zecchini che teneva nascosti sotto la lingua . - Dunque ? - gli domandarono gli assassini , - vuoi aprirla la bocca , sì o no ? Ah ! non rispondi ? ... Lascia fare : ché questa volta te la faremo aprir noi ! ... E cavato fuori due coltellacci lunghi lunghi e affilati come rasoi , zaff ... gli affibbiarono due colpi nel mezzo alle reni . Ma il burattino per sua fortuna era fatto d ' un legno durissimo , motivo per cui le lame , spezzandosi , andarono in mille schegge e gli assassini rimasero col manico dei coltelli in mano , a guardarsi in faccia . - Ho capito , - disse allora uno di loro , - bisogna impiccarlo ! Impicchiamolo ! - Impicchiamolo , - ripetè l ' altro . Detto fatto , gli legarono le mani dietro le spalle e passatogli un nodo scorsoio intorno alla gola , lo attaccarono penzoloni al ramo di una grossa pianta detta la Quercia grande . Poi si posero là , seduti sull ' erba , aspettando che il burattino facesse l ' ultimo sgambetto : ma il burattino , dopo tre ore , aveva sempre gli occhi aperti , la bocca chiusa e sgambettava più che mai . Annoiati finalmente di aspettare , si voltarono a Pinocchio e gli dissero sghignazzando : - Addio a domani . Quando domani torneremo qui , si spera che ci farai la garbatezza di farti trovare bell ' e morto e con la bocca spalancata . E se ne andarono . Intanto s ' era levato un vento impetuoso di tramontana , che soffiando e mugghiando con rabbia , sbatacchiava in qua e in là il povero impiccato , facendolo dondolare violentemente come il battaglio di una campana che suona a festa . E quel dondolio gli cagionava acutissimi spasimi , e il nodo scorsoio , stringendosi sempre più alla gola , gli toglieva il respiro . A poco a poco gli occhi gli si appannavano ; e sebbene sentisse avvicinarsi la morte , pure sperava sempre che da un momento all ' altro sarebbe capitata qualche anima pietosa a dargli aiuto . Ma quando , aspetta aspetta , vide che non compariva nessuno , proprio nessuno , allora gli tornò in mente il suo povero babbo ... e balbettò quasi moribondo : - Oh babbo mio ! se tu fossi qui ! ... E non ebbe fiato per dir altro . Chiuse gli occhi , aprì la bocca , stirò le gambe e , dato un grande scrollone , rimase lì come intirizzito . La bella Bambina dai capelli turchini fa raccogliere il burattino : lo mette a letto , e chiama tre medici per sapere se sia vivo o morto . In quel mentre che il povero Pinocchio impiccato dagli assassini a un ramo della Quercia grande , pareva oramai più morto che vivo , la bella Bambina dai capelli turchini si affacciò daccapo alla finestra , e impietositasi alla vista di quell ' infelice che , sospeso per il collo , ballava il trescone alle ventate di tramontana , battè per tre volte le mani insieme , e fece tre piccoli colpi . A questo segnale si sentì un gran rumore di ali che volavano con foga precipitosa , e un grosso falco venne a posarsi sul davanzale della finestra . - Che cosa comandate , mia graziosa Fata ? - disse il Falco abbassando il becco in atto di reverenza ( perché bisogna sapere che la Bambina dai capelli turchini non era altro , in fin dei conti , che una buonissima Fata , che da più di mill ' anni abitava nelle vicinanze di quel bosco ) : - Vedi tu quel burattino attaccato penzoloni a un ramo della Quercia grande ? - Lo vedo . - Orbene : vola subito laggiù : rompi col tuo fortissimo becco il nodo che lo tiene sospeso in aria e posalo delicatamente sdraiato sull ' erba a piè della Quercia . Il Falco volò via e dopo due minuti tornò dicendo : - Quel che mi avete comandato , è fatto . - E come l ' hai trovato ? Vivo o morto ? - A vederlo , pareva morto , ma non dev ' essere ancora morto perbene , perché , appena gli ho sciolto il nodo scorsoio che lo stringeva intorno alla gola , ha lasciato andare un sospiro , balbettando a mezza voce : " Ora mi sento meglio ! " . Allora la Fata , battendo le mani insieme , fece due piccoli colpi , e apparve un magnifico Can - barbone , che camminava ritto sulle gambe di dietro , tale e quale come se fosse un uomo . Il Can - barbone era vestito da cocchiere in livrea di gala . Aveva in capo un nicchiettino a tre punte gallonato d ' oro , una parrucca bianca coi riccioli che gli scendevano giù per il collo , una giubba color di cioccolata coi bottoni di brillanti e con due grandi tasche per tenervi gli ossi che gli regalava a pranzo la padrona , un paio di calzoni corti di velluto cremisi , le calze di seta , gli scarpini scollati , e di dietro una specie di fodera da ombrelli , tutta di raso turchino , per mettervi dentro la coda , quando il tempo cominciava a piovere . - Su da bravo , Medoro ! - disse la Fata al Can - barbone ; - Fai subito attaccare la più bella carrozza della mia scuderia e prendi la via del bosco . Arrivato che sarai sotto la Quercia grande , troverai disteso sull ' erba un povero burattino mezzo morto . Raccoglilo con garbo , posalo pari pari su i cuscini della carrozza e portamelo qui . Hai capito ? Il Can - barbone , per fare intendere che aveva capito , dimenò tre o quattro volte la fodera di raso turchino , che aveva dietro , e partì come un barbero . Di lì a poco , si vide uscire dalla scuderia una bella carrozzina color dell ' aria , tutta imbottita di penne di canarino e foderata nell ' interno di panna montata e di crema coi savoiardi . La carrozzina era tirata da cento pariglie di topini bianchi , e il Can - barbone , seduto a cassetta , schioccava la frusta a destra e a sinistra , come un vetturino quand ' ha paura di aver fatto tardi . Non era ancora passato un quarto d ' ora , che la carrozzina tornò , e la Fata , che stava aspettando sull ' uscio di casa , prese in collo il povero burattino , e portatolo in una cameretta che aveva le pareti di madreperla , mandò subito a chiamare i medici più famosi del vicinato . E i medici arrivarono subito , uno dopo l ' altro : arrivò , cioè , un Corvo , una Civetta e un Grillo - parlante . - Vorrei sapere da lor signori , - disse la Fata , rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio , - vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia morto o vivo ! ... A quest ' invito , il Corvo , facendosi avanti per il primo , tastò il polso a Pinocchio : poi gli tastò il naso , poi il dito mignolo dei piedi : e quand ' ebbe tastato ben bene , pronunziò solennemente queste parole : - A mio credere il burattino è bell ' e morto : ma se per disgrazia non fosse morto , allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo ! - Mi dispiace , - disse la Civetta , - di dover contraddire il Corvo , mio illustre amico e collega : per me , invece , il burattino è sempre vivo ; ma se per disgrazia non fosse vivo , allora sarebbe segno che è morto davvero ! - E lei non dice nulla ? - domandò la Fata al Grillo - parlante . - Io dico che il medico prudente quando non sa quello che dice , la miglior cosa che possa fare , è quella di stare zitto . Del resto quel burattino lì non m ' è fisonomia nuova : io lo conosco da un pezzo ! ... Pinocchio , che fin allora era stato immobile come un vero pezzo di legno , ebbe una specie di fremito convulso , che fece scuotere tutto il letto . - Quel burattino lì , - seguitò a dire il Grillo - parlante , - è una birba matricolata ... Pinocchio aprì gli occhi e li richiuse subito . - è un monellaccio , uno svogliato , un vagabondo . Pinocchio si nascose la faccia sotto i lenzuoli . - Quel burattino lì è un figliuolo disubbidiente , che farà morire di crepacuore il suo povero babbo ! ... A questo punto si sentì nella camera un suono soffocato di pianti e di singhiozzi . Figuratevi come rimasero tutti , allorché sollevati un poco i lenzuoli , si accorsero che quello che piangeva e singhiozzava era Pinocchio . - Quando il morto piange , è segno che è in via di guarigione , - disse solennemente il Corvo . - Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega , - soggiunse la Civetta , - ma per me , quando il morto piange è segno che gli dispiace a morire . Pinocchio mangia lo zucchero , ma non vuol purgarsi : Però quando vede i becchini che vengono a portarlo via , allora si purga . Poi dice una bugia e per gastigo gli cresce il naso . Appena i tre medici furono usciti di camera , la Fata si accostò a Pinocchio e , dopo averlo toccato sulla fronte , si accorse che era travagliato da un febbrone da non si dire . Allora sciolse una certa polverina bianca in un mezzo bicchier d ' acqua , e porgendolo al burattino , gli disse amorosamente : - Bevila , e in pochi giorni sarai guarito . Pinocchio guardò il bicchiere , storse un po ' la bocca , e poi dimanda con voce di piagnisteo : - è dolce o amara ? - è amara , ma ti farà bene . - Se è amara , non la voglio . - Dà retta a me : bevila . - A me l ' amaro non mi piace . - Bevila : e quando l ' avrai bevuta , ti darò una pallina di zucchero , per rifarti la bocca . - Dov ' è la pallina di zucchero ? - Eccola qui , - disse la Fata , tirandola fuori da una zuccheriera d ' oro . - Prima voglio la pallina di zucchero , e poi beverò quell ' acquaccia amara ... - Me lo prometti ? - Sì ... La fata gli dette la pallina , e Pinocchio , dopo averla sgranocchiata e ingoiata in un attimo , disse leccandosi i labbri : - Bella cosa se anche lo zucchero fosse una medicina ! ... Mi purgherei tutti i giorni . - Ora mantieni la promessa e bevi queste poche gocciole d ' acqua , che ti renderanno la salute . Pinocchio prese di mala voglia il bicchiere in mano e vi ficcò dentro la punta del naso : poi se l ' accostò alla bocca : poi tornò a ficcarci la punta del naso : finalmente disse : - è troppo amara ! troppo amara ! Io non la posso bere . - Come fai a dirlo se non l ' hai nemmeno assaggiata ? - Me lo figuro ! L ' ho sentita all ' odore . Voglio prima un ' altra pallina di zucchero ... e poi la beverò ! ... Allora la Fata , con tutta la pazienza di una buona mamma , gli pose in bocca un altro po ' di zucchero ; e dopo gli presentò daccapo il bicchiere . - Così non la posso bere ! - disse il burattino , facendo mille smorfie . - Perché ? - Perché mi dà noia quel guanciale che ho laggiù sui piedi . La Fata gli levò il guanciale . - è inutile ! Nemmeno così la posso bere ... - Che cos ' altro ti dà noia ? - Mi dà noia l ' uscio di camera , che è mezzo aperto . La Fata andò e chiuse l ' uscio di camera . - Insomma , - gridò Pinocchio , dando in uno scoppio di pianto , - quest ' acquaccia amara , non la voglio bere , no , no , no ! ... - Ragazzo mio , te ne pentirai ... - Non me n ' importa ... - La tua malattia è grave ... - Non me n ' importa ... - La febbre ti porterà in poche ore all ' altro mondo ... - Non me n ' importa ... - Non hai paura della morte ? - Punto paura ! ... Piuttosto morire , che bevere quella medicina cattiva . A questo punto , la porta della camera si spalancò ed entrarono dentro quattro conigli neri come l ' inchiostro , che portavano sulle spalle una piccola bara da morto . - Che cosa volete da me ? - gridò Pinocchio , rizzandosi tutto impaurito a sedere sul letto . - Siamo venuti a prenderti , - rispose il coniglio più grosso . - A prendermi ? ... Ma io non sono ancora morto ! ... - Ancora no : ma ti restano pochi minuti di vita avendo tu ricusato di bevere la medicina , che ti avrebbe guarito dalla febbre ! ... - O Fata , o Fata mia , - cominciò allora a strillare il burattino , - datemi subito quel bicchiere . Spicciatevi , per carità , perché non voglio morire no ... non voglio morire ... E preso il bicchiere con tutt ' e due le mani , lo votò in un fiato . - Pazienza ! - dissero i conigli . - Per questa volta abbiamo fatto il viaggio a ufo . E tiratisi di nuovo la piccola bara sulle spalle , uscirono di camera bofonchiando e mormorando fra i denti . Fatto sta che di lì a pochi minuti , Pinocchio saltò giù dal letto , bell ' e guarito ; perché bisogna sapere che i burattini di legno hanno il privilegio di ammalarsi di rado e di guarire prestissimo . E la Fata , vedendolo correre e ruzzare per la camera , vispo e allegro come un gallettino di primo canto , gli disse : - Dunque la mia medicina t ' ha fatto bene davvero ? - Altro che bene ! Mi ha rimesso al mondo ! ... - E allora come mai ti sei fatto tanto pregare a beverla ? - Egli è che noi ragazzi siamo tutti così ! Abbiamo più paura delle medicine che del male . - Vergogna ! I ragazzi dovrebbero sapere che un buon medicamento preso a tempo può salvarli da una grave malattia e fors ' anche dalla morte ... - Oh ! ma un ' altra volta non mi farò tanto pregare ! Mi rammenterò di quei conigli neri , colla bara sulle spalle ... e allora piglierò subito il bicchiere in mano , e giù ! ... - Ora vieni un po ' qui da me e raccontami come andò che ti trovasti fra le mani degli assassini . - Gli andò che il burattinaio Mangiafoco mi dette alcune monete d ' oro , e mi disse : " Tò , portale al tuo babbo ! " e io , invece , per la strada trovai una Volpe e un Gatto , due persone molto per bene , che mi dissero : " Vuoi che codeste monete diventino mille e duemila ? Vieni con noi , e ti condurremo al Campo dei Miracoli " . E io dissi : " Andiamo " ; e loro dissero : " Fermiamoci qui all ' osteria del Gambero Rosso e dopo la mezzanotte ripartiremo " . Ed io , quando mi svegliai , loro non c ' erano più , perché erano partiti . Allora io cominciai a camminare di notte , che era un buio che pareva impossibile , per cui trovai per la strada due assassini dentro due sacchi da carbone , che mi dissero : " Metti fuori i quattrini " ; e io dissi : " Non ce n ' ho " ; perché le quattro monete d ' oro me l ' ero nascoste in bocca , e uno degli assassini si provò a mettermi le mani in bocca , e io con un morso gli staccai la mano e poi la sputai , ma invece di una mano sputai uno zampetto di gatto . E gli assassini a corrermi dietro e , io corri che ti corro , finché mi raggiunsero , e mi legarono per il collo a un albero di questo bosco , col dire : " Domani torneremo qui , e allora sarai morto e colla bocca aperta , e così ti porteremo via le monete d ' oro che hai nascoste sotto la lingua " . - E ora le quattro monete dove le hai messe ? - gli domandò la Fata . - Le ho perdute ! - rispose Pinocchio ; ma disse una bugia , perché invece le aveva in tasca . Appena detta la bugia , il suo naso , che era già lungo , gli crebbe subito due dita di più . - E dove le hai perdute ? - Nel bosco qui vicino . A questa seconda bugia il naso seguitò a crescere . - Se le hai perdute nel bosco vicino , - disse la Fata , - le cercheremo e le ritroveremo : perché tutto quello che si perde nel vicino bosco , si ritrova sempre . - Ah ! ora che mi rammento bene , - replicò il burattino , imbrogliandosi , - le quattro monete non le ho perdute , ma senza avvedermene le ho inghiottite mentre bevevo la vostra medicina . A questa terza bugia , il naso gli si allungò in un modo così straordinario , che il povero Pinocchio non poteva più girarsi da nessuna parte . Se si voltava di qui batteva il naso nel letto o nei vetri della finestra , se si voltava di là , lo batteva nelle pareti o nella porta di camera , se alzava un po ' di più il capo , correva il rischio di ficcarlo in un occhio alla Fata . E la Fata lo guardava e rideva . - Perché ridete ? - gli domandò il burattino , tutto confuso e impensierito di quel suo naso che cresceva a occhiate . - Rido della bugia che hai detto . - Come mai sapete che ho detto una bugia ? - Le bugie , ragazzo mio , si riconoscono subito ! perché ve ne sono di due specie : vi sono le bugie che hanno le gambe corte , e le bugie che hanno il naso lungo : la tua per l ' appunto è di quelle che hanno il naso lungo . Pinocchio , non sapendo più dove nascondersi per la vergogna , si provò a fuggire di camera ; ma non gli riuscì . Il suo naso era cresciuto tanto , che non passava più dalla porta . Pinocchio ritrova la Volpe e il Gatto , e va con loro a seminare le quattro monete nel Campo dè Miracoli . Come potete immaginarvelo , la Fata lasciò che il burattino piangesse e urlasse una buona mezz ' ora , a motivo di quel suo naso che non passava più dalla porta di camera ; e lo fece per dargli una severa lezione perché si correggesse dal brutto vizio di dire le bugie , il più brutto vizio che possa avere un ragazzo . Ma quando lo vide trasfigurato e cogli occhi fuori della testa dalla gran disperazione , allora , mossa a pietà , battè le mani insieme , e a quel segnale entrarono in camera dalla finestra un migliaio di grossi uccelli chiamati Picchi , i quali , posatisi tutti sul naso di Pinocchio , cominciarono a beccarglielo tanto e poi tanto , che in pochi minuti quel naso enorme e spropositato si trovò ridotto alla sua grandezza naturale . - Quanto siete buona , Fata mia , - disse il burattino , asciugandosi gli occhi , - e quanto bene vi voglio ! - Ti voglio bene anch ' io , - rispose la Fata , - e se tu vuoi rimanere con me , tu sarai il mio fratellino e io la tua buona sorellina ... - Io resterei volentieri ... ma il mio povero babbo ? - Ho pensato a tutto . Il tuo babbo è stato digià avvertito : e prima che faccia notte , sarà qui . - Davvero ? ... - gridò Pinocchio , saltando dall ' allegrezza . - Allora , Fatina mia , se vi contentate , vorrei andargli incontro ! Non vedo l ' ora di poter dare un bacio a quel povero vecchio , che ha sofferto tanto per me ! - Vai pure , ma bada di non ti sperdere . Prendi la via del bosco , e sono sicurissima che lo incontrerai . Pinocchio partì : e appena entrato nel bosco , cominciò a correre come un capriolo . Ma quando fu arrivato a un certo punto , quasi in faccia alla Quercia grande , si fermò , perché gli parve di aver sentito gente fra mezzo alle frasche . Difatti vide apparire sulla strada , indovinate chi ? ... la Volpe e il Gatto , ossia i due compagni di viaggio , coi quali aveva cenato all ' osteria del Gambero Rosso . - Ecco il nostro caro Pinocchio ! - gridò la Volpe , abbracciandolo e baciandolo . - Come mai sei qui ? - Come mai sei qui ? - ripetè il Gatto . - è una storia lunga , - disse il burattino , - e ve la racconterò a comodo . Sappiate però che l ' altra notte , quando mi avete lasciato solo nell ' osteria , ho trovato gli assassini per la strada ... - Gli assassini ? ... O povero amico ! E che cosa volevano ? - Mi volevano rubare le monete d ' oro . - Infami ! ... - disse la Volpe . - Infamissimi ! - ripetè il Gatto . - Ma io cominciai a scappare , - continuò a dire il burattino , - e loro sempre dietro : finché mi raggiunsero e m ' impiccarono a un ramo di quella quercia . E Pinocchio accennò la Quercia grande , che era lì a due passi . - Si può sentir di peggio ? - disse la Volpe . - In che mondo siamo condannati a vivere ? Dove troveremo un rifugio sicuro noi altri galantuomini ? ... Nel tempo che parlavano così , Pinocchio si accorse che il Gatto era zoppo dalla gamba destra davanti , perché gli mancava in fondo tutto lo zampetto cogli unghioli : per cui gli domandò : - Che cosa hai fatto del tuo zampetto ? Il Gatto voleva rispondere qualche cosa , ma s ' imbrogliò . Allora la Volpe disse subito : - Il mio amico è troppo modesto , - e per questo non risponde . Risponderò io per lui . Sappi dunque che un ' ora fa abbiamo incontrato sulla strada un vecchio lupo , quasi svenuto dalla fame , che ci ha chiesto un po ' d ' elemosina . Non avendo noi da dargli nemmeno una lisca di pesce , che cosa ha fatto l ' amico mio , che ha davvero un cuore di Cesare ? ... Si è staccato coi denti uno zampetto delle sue gambe davanti e l ' ha gettato a quella povera bestia , perché potesse sdigiunarsi . E la Volpe nel dir così , si asciugò una lacrima . Pinocchio , commosso anche lui , si avvicinò al Gatto , sussurrandogli negli orecchi : - Se tutti i gatti ti somigliassero , fortunati i topi ! ... - E ora che cosa fai in questi luoghi ? - domandò la Volpe al burattino . - Aspetto il mio babbo , che deve arrivare qui di momento in momento . - E le tue monete d ' oro ? - Le ho sempre in tasca , meno una che la spesi all ' osteria del Gambero Rosso . - E pensare che , invece di quattro monete , potrebbero diventare domani mille e duemila ! Perché non dai retta al mio consiglio ? Perché non vai a seminarle nel Campo dei miracoli ? - Oggi è impossibile : vi anderò un altro giorno . - Un altro giorno sarà tardi , - disse la Volpe . - Perché ? - Perché quel campo è stato comprato da un gran signore e da domani in là non sarà più permesso a nessuno di seminarvi i denari . - Quant ' è distante di qui il Campo dei miracoli ? - Due chilometri appena . Vuoi venire con noi ? Fra mezz ' ora sei là : semini subito le quattro monete : dopo pochi minuti ne raccogli duemila e stasera ritorni qui colle tasche piene . Vuoi venire con noi ? Pinocchio esitò un poco a rispondere , perché gli tornò in mente la buona Fata , il vecchio Geppetto e gli avvertimenti del Grillo - parlante ; ma poi finì col fare come fanno tutti i ragazzi senza un fil di giudizio e senza cuore ; finì , cioè , col dare una scrollatina di capo , e disse alla Volpe e al Gatto : - Andiamo pure : io vengo con voi . E partirono . Dopo aver camminato una mezza giornata arrivarono a una città che aveva nome " Acchiappa - citrulli " . Appena entrato in città , Pinocchio vide tutte le strade popolate di cani spelacchiati , che sbadigliavano dall ' appetito , di pecore tosate che tremavano dal freddo , di galline rimaste senza cresta e senza bargigli , che chiedevano l ' elemosina d ' un chicco di granturco , di grosse farfalle , che non potevano più volare , perché avevano venduto le loro bellissime ali colorite , di pavoni tutti scodati , che si vergognavano a farsi vedere , e di fagiani che zampettavano cheti cheti , rimpiangendo le loro scintillanti penne d ' oro e d ' argento , oramai perdute per sempre . In mezzo a questa folla di accattoni e di poveri vergognosi passavano di tanto in tanto alcune carrozze signorili con dentro o qualche volpe , o qualche gazza ladra o qualche uccellaccio di rapina . - E il Campo dei miracoli dov ' è ? - domandò Pinocchio . - è qui a due passi . Detto fatto traversarono la città e , usciti fuori dalle mura , si fermarono in un campo solitario che , su per giù , somigliava a tutti gli altri campi . - Eccoci giunti , - disse la Volpe al burattino . - Ora chinati giù a terra , scava con le mani una piccola buca nel campo e mettici dentro le monete d ' oro . Pinocchio ubbidì . Scavò la buca , ci pose le quattro monete d ' oro che gli erano rimaste : e dopo ricoprì la buca con un po ' di terra . - Ora poi , - disse la Volpe , - vai alla gora qui vicina , prendi una secchia d ' acqua e annaffia il terreno dove hai seminato . Pinocchio andò alla gora , e perché non aveva lì per lì una secchia , si levò di piedi una ciabatta e , riempitala d ' acqua , annaffiò la terra che copriva la buca . Poi domandò : - C ' è altro da fare ? - Nient ' altro , - rispose la Volpe . - Ora possiamo andar via . Tu poi ritorna qui fra una ventina di minuti e troverai l ' arboscello già spuntato dal suolo e coi rami tutti carichi di monete . Il povero burattino , fuori di sé dalla contentezza , ringraziò mille volte la Volpe e il Gatto , e promise loro un bellissimo regalo . - Noi non vogliamo regali , - risposero quei due malanni . - A noi ci basta di averti insegnato il modo di arricchire senza durar fatica , e siamo contenti come pasque . Ciò detto salutarono Pinocchio , e augurandogli una buona raccolta , se ne andarono per i fatti loro . Pinocchio è derubato delle sue monete d ' oro e , per gastigo , si busca quattro mesi di prigione . Il burattino , ritornato in città , cominciò a contare i minuti a uno a uno ; e , quando gli parve che fosse l ' ora , riprese subito la strada che menava al Campo dei miracoli . E mentre camminava con passo frettoloso , il cuore gli batteva forte e gli faceva tic , tac , tic , tac , come un orologio da sala , quando corre davvero . E intanto pensava dentro di sé : - E se invece di mille monete , ne trovassi su i rami dell ' albero duemila ? ... E se invece di duemila , ne trovassi cinquemila ? ... E se invece di cinquemila ne trovassi centomila ? Oh che bel signore , allora , che diventerei ! ... Vorrei avere un bel palazzo , mille cavallini di legno e mille scuderie , per potermi baloccare , una cantina di rosoli e di alchermes , e una libreria tutta piena di canditi , di torte , di panettoni , di mandorlati e di cialdoni colla panna . Così fantasticando , giunse in vicinanza del campo , e lì si fermò a guardare se per caso avesse potuto scorgere qualche albero coi rami carichi di monete : ma non vide nulla . Fece altri cento passi in avanti , e nulla : entrò sul campo ... andò proprio su quella piccola buca , dove aveva sotterrato i suoi zecchini , e nulla . Allora diventò pensieroso e , dimenticando le regole del Galateo e della buona creanza , tirò fuori una mano di tasca e si dette una lunghissima grattatina di capo . In quel mentre sentì fischiare negli orecchi una gran risata : e voltatosi in su , vide sopra un albero un grosso pappagallo che si spollinava le poche penne che aveva addosso . - Perché ridi ? - gli domandò Pinocchio con voce di bizza . - Rido , perché nello spollinarmi mi son fatto il solletico sotto le ali . Il burattino non rispose . Andò alla gora e riempita d ' acqua la solita ciabatta , si pose nuovamente ad annaffiare la terra che ricuopriva le monete d ' oro . Quand ' ecco che un ' altra risata , anche più impertinente della prima , si fece sentire nella solitudine silenziosa di quel campo . - Insomma , - gridò Pinocchio , arrabbiandosi , - si può sapere , Pappagallo mal educato , di che cosa ridi ? - Rido di quei barbagianni , che credono a tutte le scioccherie e che si lasciano trappolare da chi è più furbo di loro . - Parli forse di me ? - Sì , parlo di te , povero Pinocchio , di te che sei così dolce di sale , da credere che i denari si possano seminare e raccogliere nei campi , come si seminano i fagioli e le zucche . Anch ' io l ' ho creduto una volta , e oggi ne porto le pene . Oggi ( ma troppo tardi ! ) mi son dovuto persuadere che per mettere insieme onestamente pochi soldi , bisogna saperseli guadagnare o col lavoro delle proprie mani o coll ' ingegno della propria testa . - Non ti capisco , - disse il burattino , che già cominciava a tremare dalla paura . - Pazienza ! Mi spiegherò meglio , - soggiunse il Pappagallo . - Sappi dunque che , mentre tu eri in città , la Volpe e il Gatto sono tornati in questo campo : hanno preso le monete d ' oro sotterrate , e poi sono fuggiti come il vento . E ora chi li raggiunge , è bravo ! Pinocchio restò a bocca aperta , e non volendo credere alle parole del Pappagallo , cominciò colle mani e colle unghie a scavare il terreno che aveva annaffiato . E scava , scava , scava , fece una buca così profonda , che ci sarebbe entrato per ritto un pagliaio : ma le monete non ci erano più . Allora , preso dalla disperazione , tornò di corsa in città e andò difilato in tribunale , per denunziare al giudice i due malandrini , che lo avevano derubato . Il giudice era uno scimmione della razza dei Gorilla : un vecchio scimmione rispettabile per la sua grave età , per la sua barba bianca e specialmente per i suoi occhiali d ' oro , senza vetri , che era costretto a portare continuamente , a motivo di una flussione d ' occhi , che lo tormentava da parecchi anni . Pinocchio , alla presenza del giudice , raccontò per filo e per segno l ' iniqua frode , di cui era stato vittima ; dette il nome , il cognome e i connotati dei malandrini , e finì col chiedere giustizia . Il giudice lo ascoltò con molta benignità : prese vivissima arte al racconto : s ' intenerì , si commosse : e quando il burattino non ebbe più nulla da dire , allungò la mano e suonò il campanello . A quella scampanellata comparvero subito due can mastini vestiti da giandarmi . Allora il giudice , accennando Pinocchio ai giandarmi , disse loro : - Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d ' oro : pigliatelo dunque e mettetelo subito in prigione . Il burattino , sentendosi dare questa sentenza fra capo e collo , rimase di princisbecco e voleva protestare : ma i giandarmi , a scanso di perditempi inutili , gli tapparono la bocca e lo condussero in gattabuia . E lì v ' ebbe a rimanere quattro mesi : quattro lunghissimi mesi : e vi sarebbe rimasto anche di più , se non si fosse dato un caso fortunatissimo . Perché bisogna sapere che il giovane Imperatore che regnava nella città di Acchiappa - citrulli , avendo riportato una gran vittoria contro i suoi nemici , ordinò grandi feste pubbliche , luminarie , fuochi artificiali , corse di barberi e velocipedi , e in segno di maggiore esultanza , volle che fossero aperte le carceri e mandati fuori tutti i malandrini . - Se escono di prigione gli altri , voglio uscire anch ' io , - disse Pinocchio al carceriere . - Voi no , - rispose il carceriere , - perché voi non siete del bel numero ... - Domando scusa , - replicò Pinocchio , - sono un malandrino anch ' io . - In questo caso avete mille ragioni , - disse il carceriere ; e levandosi il berretto rispettosamente e salutandolo , gli aprì le porte della prigione e lo lasciò scappare . Liberato dalla prigione , si avvia per tornare a casa della Fata ; ma lungo la strada trova un serpente orribile , e poi rimane preso alla tagliuola . Figuratevi l ' allegrezza di Pinocchio , quando si sentì libero . Senza stare a dire che è e che non è , uscì subito fuori della città e riprese la strada che doveva ricondurlo alla Casina della Fata . A motivo del tempo piovigginoso , la strada era diventata tutta un pantano e ci si andava fino a mezza gamba . Ma il burattino non se ne dava per inteso . Tormentato dalla passione di rivedere il suo babbo e la sua sorellina dai capelli turchini , correva a salti come un cane levriero , e nel correre le pillacchere gli schizzavano fin sopra il berretto . Intanto andava dicendo fra sé e sé : - Quante disgrazie mi sono accadute ... E me le merito ! perché io sono un burattino testardo e piccoso ... e voglio far sempre tutte le cose a modo mio , senza dar retta a quelli che mi voglion bene e che hanno mille volte più giudizio di me ! ... Ma da questa volta in là , faccio proponimento di cambiar vita e di diventare un ragazzo ammodo e ubbidiente ... Tanto ormai ho bell ' e visto che i ragazzi , a essere disubbidienti , ci scapitano sempre e non ne infilano mai una per il sù verso . E il mio babbo mi avrà aspettato ? ... Ce lo troverò a casa della Fata ? è tanto tempo , pover ' uomo , che non lo vedo più , che mi struggo di fargli mille carezze e di finirlo dai baci ! E la Fata mi perdonerà la brutta azione che le ho fatto ? ... E pensare che ho ricevuto da lei tante attenzioni e tante cure amorose ... e pensare che se oggi son sempre vivo , lo debbo a lei ! Ma si può dare un ragazzo più ingrato e più senza cuore di me ? ... Nel tempo che diceva così , si fermò tutt ' a un tratto spaventato e fece quattro passi indietro . Che cosa aveva veduto ? ... Aveva veduto un grosso Serpente , disteso attraverso alla strada , che aveva la pelle verde , gli occhi di fuoco e la coda appuntuta , che gli fumava come una cappa di camino . Impossibile immaginarsi la paura del burattino : il quale , allontanatosi più di mezzo chilometro , si mise a sedere sopra un monticello di sassi , aspettando che il Serpente se ne andasse una buona volta per i fatti suoi e lasciasse libero il passo della strada . Aspettò un ' ora ; due ore ; tre ore ; ma il Serpente era sempre là , e , anche di lontano , si vedeva il rosseggiare dè suoi occhi di fuoco e la colonna di fumo che gli usciva dalla punta della coda . Allora Pinocchio , figurandosi di aver coraggio , si avvicinò a pochi passi di distanza , e facendo una vocina dolce , insinuante e sottile , disse al Serpente : - Scusi , signor Serpente , che mi farebbe il piacere di tirarsi un pochino da una parte , tanto da lasciarmi passare ? Fu lo stesso che dire al muro . Nessuno si mosse . Allora riprese colla solita vocina : - Deve sapere , signor Serpente , che io vado a casa , dove c ' è il mio babbo che mi aspetta e che è tanto tempo che non lo vedo più ! ... Si contenta dunque che io seguiti per la mia strada ? Aspettò un segno di risposta a quella dimanda : ma la risposta non venne : anzi il Serpente , che fin allora pareva arzillo e pieno di vita , diventò immobile e quasi irrigidito . Gli occhi gli si chiusero e la coda gli smesse di fumare . - Che sia morto davvero ? ... - disse Pinocchio , dandosi una fregatina di mani dalla gran contentezza : e senza mettere tempo in mezzo , fece l ' atto di scavalcarlo , per passare dall ' altra parte della strada . Ma non aveva ancora finito di alzare la gamba , che il Serpente si rizzò all ' improvviso , come una molla scattata : e il burattino , nel tirarsi indietro , spaventato , inciampò e cadde per terra . E per l ' appunto cadde così male , che restò col capo conficcato nel fango della strada e con le gambe ritte su in aria . Alla vista di quel burattino , che sgambettava a capofitto con una velocità incredibile il Serpente fu preso da una tal convulsione di risa , che ridi , ridi , ridi , alla fine , dallo sforzo del troppo ridere , gli si strappò una vena sul petto : e quella volta morì davvero . Allora Pinocchio ricominciò a correre per arrivare a casa della Fata prima che si facesse buio . Ma lungo la strada non potendo più reggere ai morsi terribili della fame , saltò in un campo coll ' intenzione di cogliere poche ciocche d ' uva moscadella . Non l ' avesse mai fatto ! Appena giunto sotto la vite , crac ... sentì stringersi le gambe da due ferri taglienti , che gli fecero vedere quante stelle c ' erano in cielo . Il povero burattino era rimasto preso da una tagliuola appostata là da alcuni contadini per beccarvi alcune grosse faine , che erano il flagello di tutti i pollai del vicinato . Pinocchio è preso da un contadino , il quale lo costringe a far da can da guardia a un pollaio . Pinocchio , come potete figurarvelo , si dette a piangere , a strillare , a raccomandarsi : ma erano pianti e grida inutili , perché lì all ' intorno non si vedevano case , e dalla strada non passava anima viva . Intanto si fece notte . Un po ' per lo spasimo della tagliuola , che gli segava gli stinchi , e un po ' per la paura di trovarsi solo e al buio in mezzo a quei campi , il burattino principiava quasi a svenirsi ; quando a un tratto vedendosi passare una Lucciola di sul capo , la chiamò e le disse : - O Lucciolina , mi faresti la carità di liberarmi da questo supplizio ? ... - Povero figliuolo ! - replicò la Lucciola , fermandosi impietosita a guardarlo . - Come mai sei rimasto colle gambe attanagliate fra codesti ferri arrotati ? - Sono entrato nel campo per cogliere due grappoli di quest ' uva moscadella , e ... - Ma l ' uva era tua ? - No ... - E allora chi t ' ha insegnato a portar via la roba degli altri ? ... - Avevo fame ... - La fame , ragazzo mio , non è una buona ragione per potere appropriarsi la roba che non è nostra ... - è vero , è vero ! - gridò Pinocchio piangendo , - ma un ' altra volta non lo farò più . A questo punto il dialogo fu interrotto da un piccolissimo rumore di passi , che si avvicinavano . Era il padrone del campo che veniva in punta di piedi a vedere se qualcuna di quelle faine , che mangiavano di nottetempo i polli , fosse rimasta al trabocchetto della tagliuola . E la sua maraviglia fu grandissima quando , tirata fuori la lanterna di sotto il pastrano , s ' accorse che , invece di una faina , c ' era rimasto preso un ragazzo . - Ah , ladracchiolo ! - disse il contadino incollerito , - dunque sei tu che mi porti via le galline ? - Io no , io no ! - gridò Pinocchio , singhiozzando . - Io sono entrato nel campo per prendere soltanto due grappoli d ' uva ! ... - Chi ruba l ' uva è capacissimo di rubare anche i polli . Lascia fare a me , che ti darò una lezione da ricordartene per un pezzo . E aperta la tagliuola , afferrò il burattino per la collottola e lo portò di peso fino a casa , come si porterebbe un agnellino di latte . Arrivato che fu sull ' aia dinanzi alla casa , lo scaraventò in terra : e tenendogli un piede sul collo , gli disse : - Oramai è tardi e voglio andare a letto . I nostri conti li aggiusteremo domani . Intanto , siccome oggi mi è morto il cane che mi faceva la guardia di notte , tu prenderai subito il suo posto . Tu mi farai da cane di guardia . Detto fatto , gl ' infilò al collo un grosso collare tutto coperto di spunzoni di ottone , e glielo strinse in modo da non poterselo levare passandoci la testa dentro . Al collare c ' era attaccata una lunga catenella di ferro : e la catenella era fissata nel muro . - Se questa notte , - disse il contadino , - cominciasse a piovere , tu puoi andare a cuccia in quel casotto di legno , dove c ' è sempre la paglia che ha servito di letto per quattr ' anni al mio povero cane . E se per disgrazia venissero i ladri , ricordati di stare a orecchi ritti e di abbaiare . Dopo quest ' ultimo avvertimento , il contadino entrò in casa chiudendo la porta con tanto di catenaccio : e il povero Pinocchio rimase accovacciato sull ' aia , più morto che vivo , a motivo del freddo , della fame e della paura . E di tanto in tanto , cacciandosi rabbiosamente le mani dentro al collare , che gli serrava la gola , diceva piangendo : - Mi sta bene ! ... Pur troppo mi sta bene ! Ho voluto fare lo svogliato , il vagabondo ... ho voluto dar retta ai cattivi compagni , e per questo la sfortuna mi perseguita sempre . Se fossi stato un ragazzino per bene , come ce n ' è tanti , se avessi avuto voglia di studiare e di lavorare , se fossi rimasto in casa col mio povero babbo , a quest ' ora non mi troverei qui , in mezzo ai campi , a fare il cane di guardia alla casa d ' un contadino . Oh , se potessi rinascere un ' altra volta ! ... Ma oramai è tardi , e ci vuol pazienza ! Fatto questo piccolo sfogo , che gli venne proprio dal cuore , entrò dentro il casotto e si addormentò . Pinocchio scuopre i ladri e , in ricompensa di essere stato fedele , vien posto in libertà . Ed era già più di due ore che dormiva saporitamente ; quando verso la mezzanotte fu svegliato da un bisbiglio e da un pissi - pissi di vocine strane , che gli parve di sentire nell ' aia . Messa fuori la punta del naso dalla buca del casotto , vide riunite a consiglio quattro bestiuole di pelame scuro , che parevano gatti . Ma non erano gatti : erano faine , animaletti carnivori , ghiottissimi specialmente di uova e di pollastrine giovani . Una di queste faine , staccandosi dalle sue compagne , andò alla buca del casotto e disse sottovoce : - Buona sera , Melampo . - Io non mi chiamo Melampo , - rispose il burattino . - O dunque chi sei ? - Io sono Pinocchio . - E che cosa fai costì ? - Faccio il cane di guardia . - O Melampo dov ' è ? dov ' è il vecchio cane , che stava in questo casotto ? - è morto questa mattina . - Morto ? Povera bestia ! Era tanto buono ! ... Ma giudicandoti alla fisonomia , anche te mi sembri un cane di garbo . - Domando scusa , io non sono un cane ! ... - O chi sei ? - Io sono un burattino . - E fai da cane di guardia ? - Purtroppo : per mia punizione ! ... - Ebbene , io ti propongo gli stessi patti , che avevo col defunto Melampo : e sarai contento . - E questi patti sarebbero ? - Noi verremo una volta la settimana , come per il passato , a visitare di notte questo pollaio , e porteremo via otto galline . Di queste galline , sette le mangeremo noi , e una la daremo a te , a condizione , s ' intende bene , che tu faccia finta di dormire e non ti venga mai l ' estro di abbaiare e di svegliare il contadino . - E Melampo faceva proprio così ? - domandò Pinocchio . - Faceva così , e fra noi e lui siamo andati sempre d ' accordo . Dormi dunque tranquillamente , e stai sicuro che prima di partire di qui , ti lasceremo sul casotto una gallina bell ' e pelata , per la colazione di domani . Ci siamo intesi bene ? - Anche troppo bene ! ... - rispose Pinocchio : e tentennò il capo in un certo modo minaccioso , come se avesse voluto dire : " Fra poco ci riparleremo ! " . Quando le quattro faine si credettero sicure del fatto loro , andarono difilato al pollaio , che rimaneva appunto vicinissimo al casotto del cane , e aperta a furia di denti e di unghioli la porticina di legno , che ne chiudeva l ' entratina , vi sgusciarono dentro , una dopo l ' altra . Ma non erano ancora finite d ' entrare , che sentirono la porticina richiudersi con grandissima violenza . Quello che l ' aveva richiusa era Pinocchio ; il quale , non contento di averla richiusa , vi posò davanti per maggior sicurezza una grossa pietra , a guisa di puntello . E poi cominciò ad abbaiare : e , abbaiando proprio come se fosse un cane di guardia , faceva colla voce bu - bu - bu - bu . A quell ' abbaiata , il contadino saltò dal letto e , preso ii fucile e affacciatosi alla finestra , domandò : - Che c ' è di nuovo ? - Ci sono i ladri ! - rispose Pinocchio . - Dove sono ? - Nel pollaio . - Ora scendo subito . E infatti , in men che non si dice amen , il contadino scese : entrò di corsa nel pollaio e , dopo avere acchiappate e rinchiuse in un sacco le quattro faine , disse loro con accento di vera contentezza : - Alla fine siete cascate nelle mie mani ! Potrei punirvi , ma sì vil non sono ! Mi contenterò , invece , di portarvi domani all ' oste del vicino paese , il quale vi spellerà e vi cucinerà a uso lepre dolce e forte . E ' un onore che non vi meritate , ma gli uomini generosi come me non badano a queste piccolezze ! ... Quindi , avvicinatosi a Pinocchio , cominciò a fargli molte carezze , e , fra le altre cose , gli domandò : - Com ' hai fatto a scuoprire il complotto di queste quattro ladroncelle ? E dire che Melampo , il mio fido Melampo , non s ' era mai accorto di nulla ... Il burattino , allora , avrebbe potuto raccontare quel che sapeva : avrebbe potuto , cioè , raccontare i patti vergognosi che passavano fra il cane e le faine : ma ricordatosi che il cane era morto , pensò subito dentro di sé : - A che serve accusare i morti ? ... I morti son morti , e la miglior cosa che si possa fare è quella di lasciarli in pace ! ... - All ' arrivo delle faine sull ' aia , eri sveglio o dormivi ? - continuò a chiedergli il contadino . - Dormivo , - rispose Pinocchio , - ma le faine mi hanno svegliato coi loro chiacchiericci , e una è venuta fin qui al casotto per dirmi : " Se prometti di non abbaiare e di non svegliare il padrone , noi ti regaleremo una pollastra bell ' e pelata !..." . Capite , eh ? Avere la sfacciataggine di fare a me una simile proposta ! Perché bisogna sapere che io sono un burattino , che avrò tutti i difetti di questo mondo : ma non avrò mai quello di star di balla e di reggere il sacco alla gente disonesta ! - Bravo ragazzo ! - gridò il contadino , battendogli sur una spalla . - Cotesti sentimenti ti fanno onore : e per provarti la mia grande soddisfazione , ti lascio libero fin d ' ora di tornare a casa . E gli levò il collare da cane . Pinocchio piange la morte della bella Bambina dai capelli turchini : poi trova un Colombo che lo porta sulla riva del mare , e lì si getta nell ' acqua per andare in aiuto del suo babbo Geppetto . Appena Pinocchio non sentì più il peso durissimo e umiliante di quel collare intorno al collo , si pose a scappare attraverso i campi , e non si fermò un solo minuto , finché non ebbe raggiunta la strada maestra , che doveva ricondurlo alla Casina della Fata . Arrivato sulla strada maestra , si voltò in giù a guardare nella sottoposta pianura , e vide benissimo a occhio nudo il bosco , dove disgraziatamente aveva incontrato la Volpe e il Gatto : vide , fra mezzo agli alberi , inalzarsi la cima di quella Quercia grande , alla quale era stato appeso ciondoloni per il collo : ma guarda di qua , guarda di là , non gli fu possibile di vedere la piccola casa della bella Bambina dai capelli turchini . Allora ebbe una specie di tristo presentimento e datosi a correre con quanta forza gli rimaneva nelle gambe , si trovò in pochi minuti sul prato , dove sorgeva una volta la Casina bianca . Ma la Casina bianca non c ' era più . C ' era , invece , una piccola pietra di marmo sulla quale si leggevano in carattere stampatello queste dolorose parole : QUI GIACE LA BAMBINA DAI CAPELLI TURCHINI MORTA DI DOLORE PER ESSERE STATA ABBANDONATA DAL SUO FRATELLINO PINOCCHIO Come rimanesse il burattino , quand ' ebbe compitate alla peggio quelle parole , lo lascio pensare a voi . Cadde bocconi a terra e coprendo di mille baci quel marmo mortuario , dette in un grande scoppio di pianto . Pianse tutta la notte , e la mattina dopo , sul far del giorno , piangeva sempre , sebbene negli occhi non avesse più lacrime : e le sue grida e i suoi lamenti erano così strazianti e acuti , che tutte le colline all ' intorno ne ripetevano l ' eco . E piangendo diceva : - O Fatina mia , perché sei morta ? ... perché , invece di te , non sono morto io , che sono tanto cattivo , mentre tu eri tanto buona ? ... E il mio babbo , dove sarà ? O Fatina mia , dimmi dove posso trovarlo , che voglio stare sempre con lui , e non lasciarlo più ! più ! più ! ... O Fatina mia , dimmi che non è vero che sei morta ! ... Se davvero mi vuoi bene ... se vuoi bene al tuo fratellino , rivivisci ... ritorna viva come prima ! ... Non ti dispiace a vedermi solo e abbandonato da tutti ? Se arrivano gli assassini . mi attaccheranno daccapo al ramo dell ' albero ... e allora morirò per sempre . Che vuoi che faccia qui , solo in questo mondo ? Ora che ho perduto te e il mio babbo , chi mi darà da mangiare ? Dove anderò a dormire la notte ? Chi mi farà la giacchettina nuova ? Oh ! sarebbe meglio , cento volte meglio , che morissi anch ' io ! Sì , voglio morire ! ... ih ! ih ! ih ! ... E mentre si disperava a questo modo , fece l ' atto di volersi strappare i capelli : ma i suoi capelli , essendo di legno , non poté nemmeno levarsi il gusto di ficcarci dentro le dita . Intanto passò su per aria un grosso Colombo , il quale soffermatosi , a ali distese , gli gridò da una grande altezza : - Dimmi , bambino , che cosa fai costaggiù ? - Non lo vedi ? piango ! - disse Pinocchio alzando il capo verso quella voce e strofinandosi gli occhi colla manica della giacchetta . - Dimmi , - soggiunse allora il Colombo - non conosci per caso fra i tuoi compagni , un burattino , che ha nome Pinocchio ? - Pinocchio ? ... Hai detto Pinocchio ? - ripetè il burattino saltando subito in piedi . - Pinocchio sono io ! Il Colombo , a questa risposta , si calò velocemente e venne a posarsi a terra . Era più grosso di un tacchino . - Conoscerai dunque anche Geppetto ? - domandò al burattino . - Se lo conosco ? E ' il mio povero babbo ! Ti ha forse parlato di me ? Mi conduci da lui ? Ma è sempre vivo ? Rispondimi per carità : è sempre vivo ? - L ' ho lasciato tre giorni fa sulla spiaggia del mare . - Che cosa faceva ? - Si fabbricava da sé una piccola barchetta per traversare l ' Oceano . Quel pover ' uomo sono più di quattro mesi che gira per il mondo in cerca di te : e non avendoti potuto trovare , ora si è messo in capo di cercarti nei paesi lontani del nuovo mondo . - Quanto c ' è di qui alla spiaggia ? - domandò Pinocchio con ansia affannosa . - Più di mille chilometri . - Mille chilometri ? O Colombo mio , che bella cosa potessi avere le tue ali ! ... - Se vuoi venire , ti ci porto io . - Come ? - A cavallo sulla mia groppa . Sei peso di molto ? ... - Peso ? tutt ' altro ! Son leggiero come una foglia . E lì , senza stare a dir altro , Pinocchio saltò sulla groppa al Colombo e messa una gamba di qua e l ' altra di là , come fanno i cavallerizzi , gridò tutto contento : - Galoppa , galoppa , cavallino , ché mi preme di arrivar presto ! ... Il Colombo prese l ' aire e in pochi minuti arrivò col volo tanto in alto , che toccava quasi le nuvole . Giunto a quell ' altezza straordinaria , il burattino ebbe la curiosità di voltarsi in giù a guardare : e fu preso da tanta paura e da tali giracapi che , per evitare il pericolo di venir disotto , si avviticchiò colle braccia , stretto stretto , al collo della sua piumata cavalcatura . Volarono tutto il giorno . Sul far della sera , il Colombo disse : - Ho una gran sete ! - E io una gran fame ! - soggiunse Pinocchio . - Fermiamoci a questa colombaia pochi minuti ; e dopo ci rimetteremo in viaggio , per essere domattina all ' alba sulla spiaggia del mare . Entrarono in una colombaia deserta , dove c ' era soltanto una catinella piena d ' acqua e un cestino ricolmo di veccie . Il burattino , in tempo di vita sua , non aveva mai potuto patire le veccie : a sentir lui , gli facevano nausea , gli rivoltavano lo stomaco : ma quella sera ne mangiò a strippapelle , e quando l ' ebbe quasi finite , si voltò al Colombo e gli disse : - Non avrei mai creduto che le veccie fossero così buone ! - Bisogna persuadersi , ragazzo mio , - replicò il Colombo , - che quando la fame dice davvero e non c ' è altro da mangiare , anche le veccie diventano squisite ! La fame non ha capricci né ghiottonerie ! Fatto alla svelta un piccolo spuntino , si riposero in viaggio , e via ! La mattina dopo arrivarono sulla spiaggia del mare . Il Colombo posò a terra Pinocchio , e non volendo nemmeno la seccatura di sentirsi ringraziare per aver fatto una buona azione , riprese subito il volo e sparì . La spiaggia era piena di gente che urlava e gesticolava guardando il mare . - Che cos ' è accaduto ? - domandò Pinocchio a una vecchina . - Gli è accaduto che un povero babbo , avendo perduto il figliolo , gli è voluto entrare in una barchetta per andare a cercarlo di là dal mare ; e il mare oggi è molto cattivo e la barchetta sta per andare sott ' acqua ... - Dov ' è la barchetta ? - Eccola laggiù , diritta al mio dito , - disse la vecchia , accennando una piccola barca che , veduta in quella distanza , pareva un guscio di noce con dentro un omino piccino piccino . Pinocchio appuntò gli occhi da quella parte , e dopo aver guardato attentamente , cacciò un urlo acutissimo gridando : - Gli è il mì babbo ! gli è il mì babbo ! Intanto la barchetta , sbattuta dall ' infuriare dell ' onde , ora spariva fra i grossi cavalloni , ora tornava a galleggiare : e Pinocchio ritto sulla punta di un alto scoglio non finiva più dal chiamare il suo babbo per nome e dal fargli molti segnali colle mani e col moccichino da naso e perfino col berretto che aveva in capo . E parve che Geppetto , sebbene fosse molto lontano dalla spiaggia , riconoscesse il figliuolo , perché si levò il berretto anche lui e lo salutò e , a furia di gesti , gli fece capire che sarebbe tornato volentieri indietro , ma il mare era tanto grosso , che gl ' impediva di lavorare col remo e di potersi avvicinare alla terra . Tutt ' a un tratto , venne una terribile ondata , e la barca sparì . Aspettarono che la barca tornasse a galla : ma la barca non si vide più tornare . - Pover ' omo ! - dissero allora i pescatori , che erano raccolti sulla spiaggia : e brontolando sottovoce una preghiera si mossero per tornarsene alle loro case . Quand ' ecco che udirono un urlo disperato , e , voltandosi indietro , videro un ragazzetto che , di vetta a uno scoglio , si gettava in mare gridando : - Voglio salvare il mio babbo ! Pinocchio , essendo tutto di legno , galleggiava facilmente e nuotava come un pesce . Ora si vedeva sparire sott ' acqua , portato dall ' impeto dei flutti , ora riappariva fuori con una gamba o con un braccio , a grandissima distanza dalla terra . Alla fine lo persero d ' occhio e non lo videro più . - Povero ragazzo ! - dissero alIora i pescatori , che erano raccolti sulla spiaggia : e brontolando sottovoce una preghiera tornarono alle loro case . Pinocchio arriva all ' isola delle Api industriose e ritrova la Fata . Pinocchio , animato dalla speranza di arrivare in tempo a dare aiuto al suo povero babbo , nuotò tutta quanta la notte . E che orribile nottata fu quella ! Diluviò , grandinò , tuonò spaventosamente , e con certi lampi che pareva di giorno . Sul far del mattino , gli riuscì di vedere poco distante una lunga striscia di terra . Era un ' isola in mezzo al mare . Allora fece di tutto per arrivare a quella spiaggia : ma inutilmente . Le onde , rincorrendosi e accavallandosi , se lo abballottavano fra di loro , come se fosse stato un fuscello o un filo di paglia . Alla fine , e per sua buona fortuna , venne un ' ondata tanto prepotente e impetuosa , che lo scaraventò di peso sulla rena del lido . Il colpo fu così forte che , battendo in terra , gli crocchiarono tutte le costole e tutte le congiunture : ma si consolò subito col dire : - Anche per questa volta l ' ho proprio scampata bella ! Intanto a poco a poco il cielo si rasserenò ; il sole apparve fuori in tutto il suo splendore e il mare diventò tranquillissimo e buono come un olio . Allora il burattino distese i suoi panni al sole per rasciugarli e si pose a guardare di qua e di là se per caso avesse potuto scorgere su quella immensa spianata d ' acqua una piccola barchetta con un omino dentro . Ma dopo aver guardato ben bene , non vide altro dinanzi a sé che cielo , mare e qualche vela di bastimento , ma cosi lontana , che pareva una mosca . - Sapessi almeno come si chiama quest ' isola ! - andava dicendo . - Sapessi almeno se quest ' isola è abitata da gente di garbo , voglio dire da gente che non abbia il vizio di attaccare i ragazzi ai rami degli alberi ; ma a chi mai posso domandarlo ? A chi , se non c ' è nessuno ? ... Quest ' idea di trovarsi solo , solo , solo in mezzo a quel gran paese disabitato , gli messe addosso tanta malinconia , che stava lì lì per piangere ; quando tutt ' a un tratto vide passare , a poca distanza dalla riva , un grosso pesce , che se ne andava tranquillamente per i fatti suoi , con tutta la testa fuori dell ' acqua . Non sapendo come chiamarlo per nome , il burattino gli gridò a voce alta , per farsi sentire : - Ehi , signor pesce , che mi permetterebbe una parola ? - Anche due , - rispose il pesce , il quale era un Delfino così garbato , come se ne trovano pochi in tutti i mari del mondo . - Mi farebbe il piacere di dirmi se in quest ' isola vi sono dei paesi dove si possa mangiare , senza pericolo d ' esser mangiati ? - Ve ne sono sicuro , - rispose il Delfino . - Anzi , ne troverai uno poco lontano di qui . - E che strada si fa per andarvi ? - Devi prendere quella viottola là , a mancina , e camminare sempre diritto al naso . Non puoi sbagliare . - Mi dica un ' altra cosa . Lei che passeggia tutto il giorno e tutta la notte per il mare , non avrebbe incontrato per caso una piccola barchettina con dentro il mì babbo ? - E chi è il tuo babbo ? - Gli è il babbo più buono del mondo , come io sono il figliuolo più cattivo che si possa dare . - Colla burrasca che ha fatto questa notte , - rispose il delfino , - la barchettina sarà andata sott ' acqua . - E il mio babbo ? - A quest ' ora l ' avrà inghiottito il terribile Pesce - cane , che da qualche giorno è venuto a spargere lo sterminio e la desolazione nelle nostre acque . - Che è grosso di molto questo Pesce - cane ? - domandò Pinocchio , che digià cominciava a tremare dalla paura . - Se gli è grosso ! ... - replicò il Delfino . - Perché tu possa fartene un ' idea , ti dirò che è più grosso di un casamento di cinque piani , ed ha una boccaccia così larga e profonda , che ci passerebbe comodamente tutto il treno della strada ferrata colla macchina accesa . - Mamma mia ! - gridò spaventato il burattino : e rivestitosi in fretta e furia , si voltò al delfino e gli disse : - Arrivedella , signor pesce : scusi tanto l ' incomodo e mille grazie della sua garbatezza . Detto ciò , prese subito la viottola e cominciò a camminare di un passo svelto ; tanto svelto , che pareva quasi che corresse . E a ogni più piccolo rumore che sentiva , si voltava subito a guardare indietro , per la paura di vedersi inseguire da quel terribile pesce - cane grosso come una casa di cinque piani e con un treno della strada ferrata in bocca . Dopo mezz ' ora di strada , arrivò a un piccolo paese detto " Il paese delle Api industriose " . Le strade formicolavano di persone che correvano di qua e di là per le loro faccende : tutti lavoravano , tutti avevano qualche cosa da fare . Non si trovava un ozioso o un vagabondo nemmeno a cercarlo col lumicino . - Ho capito , - disse subito quello svogliato di Pinocchio , - questo paese non è fatto per me ! Io non son nato per lavorare ! Intanto la fame lo tormentava , perché erano oramai passate ventiquattr ' ore che non aveva mangiato più nulla ; nemmeno una pietanza di veccie . Che fare ? Non gli restavano che due modi per potersi sdigiunare : o chiedere un po ' di lavoro , o chiedere in elemosina un soldo o un boccone di pane . A chiedere l ' elemosina si vergognava : perché il suo babbo gli aveva predicato sempre che l ' elemosina hanno il diritto di chiederla solamente i vecchi e gl ' infermi . I veri poveri , in questo mondo , meritevoli di assistenza e di compassione , non sono altro che quelli che , per ragione d ' età o di malattia , si trovano condannati a non potersi più guadagnare il pane col lavoro delle proprie mani . Tutti gli altri hanno l ' obbligo di lavorare : e se non lavorano e patiscono la fame , tanto peggio per loro . In quel frattempo , passò per la strada un uomo tutto sudato e trafelato , il quale da sé tirava con gran fatica due carretti carichi di carbone . Pinocchio , giudicandolo dalla fisonomia per un buon uomo , gli si accostò e , abbassando gli occhi dalla vergogna , gli disse sottovoce : - Mi fareste la carità di darmi un soldo , perché mi sento morir dalla fame ? - Non un soldo solo , - rispose il carbonaio , - ma te ne do quattro , a patto che tu m ' aiuti a tirare fino a casa questi due carretti di carbone . - Mi meraviglio ! - rispose il burattino quasi offeso , - per vostra regola io non ho fatto mai il somaro : io non ho mai tirato il carretto ! ... - Meglio per te ! - rispose il carbonaio . - Allora , ragazzo mio , se ti senti davvero morir dalla fame , mangia due belle fette della tua superbia e bada di non prendere un ' indigestione . Dopo pochi minuti passò per la via un muratore , che portava sulle spalle un corbello di calcina . - Fareste , galantuomo , la carità d ' un soldo a un povero ragazzo , che sbadiglia dall ' appetito ? - Volentieri ; vieni con me a portar calcina , - rispose il muratore , - e invece d ' un soldo , te ne darò cinque . - Ma la calcina è pesa , - replicò Pinocchio , - e io non voglio durar fatica . - Se non vuoi durar fatica , allora , ragazzo mio , - divertiti a sbadigliare , e buon pro ti faccia . In men di mezz ' ora passarono altre venti persone , e a tutte Pinocchio chiese un po ' d ' elemosina , ma tutte gli risposero : - Non ti vergogni ? Invece di fare il bighellone per la strada , và piuttosto a cercarti un po ' di lavoro , e impara a guadagnarti il pane ! Finalmente passò una buona donnina che portava due brocche d ' acqua . - Vi contentate , buona donna , che io beva una sorsata d ' acqua alla vostra brocca ? - disse Pinocchio , che bruciava dall ' arsione della sete . - Bevi pure , ragazzo mio ! - disse la donnina , posando le due brocche in terra . Quando Pinocchio ebbe bevuto come una spugna , borbottò a mezza voce , asciugandosi la bocca : - La sete me la sono levata ! Così mi potessi levar la fame ! ... La buona donnina , sentendo queste parole , soggiunse subito : - Se mi aiuti a portare a casa una di queste brocche d ' acqua , ti darò un bel pezzo di pane . Pinocchio guardò la brocca , e non rispose né sì né no . - E insieme col pane ti darò un bel piatto di cavolfiore condito coll ' olio e coll ' aceto , - soggiunse la buona donna . Pinocchio dette un ' altra occhiata alla brocca , e non rispose né sì né no . - E dopo il cavolfiore ti darò un bel confetto ripieno di rosolio . - Alle seduzioni di quest ' ultima ghiottoneria , Pinocchio non seppe più resistere e , fatto un animo risoluto , disse : - Pazienza ! Vi porterò la brocca fino a casa ! La brocca era molto pesa , e il burattino , non avendo forza da portarla colle mani , si rassegnò a portarla in capo . Arrivati a casa , la buona donnina fece sedere Pinocchio a una piccola tavola apparecchiata e gli pose davanti il pane , il cavolfiore condito e il confetto . Pinocchio non mangiò , ma diluviò . Il suo stomaco pareva un quartiere rimasto vuoto e disabitato da cinque mesi . Calmati a poco a poco i morsi rabbiosi della fame , allora alzò il capo per ringraziare la sua benefattrice ; ma non aveva ancora finito di fissarla in volto , che cacciò un lunghissimo ohhh ! ... di maraviglia e rimase là incantato , cogli occhi spalancati , colla forchetta per aria e colla bocca piena di pane e di cavolfiore . - Che cos ' è mai tutta questa maraviglia ? - disse ridendo la buona donna . - Egli è ... - rispose balbettando Pinocchio , - egli è ... egli è ... che voi somigliate ... voi mi rammentate ... sì , sì , sì , la stessa voce ... gli stessi occhi .. gli stessi capelli ... sì , sì , sì ... anche voi avete i capelli turchini ... come lei ! ... O Fatina mia ! ... O Fatina mia ! ... ditemi che siete voi , proprio voi ! ... Non mi fate più piangere ! Se sapeste ! ... Ho pianto tanto , ho patito tanto .. E nel dir così , Pinocchio piangeva dirottamente , e gettandosi ginocchioni per terra , abbracciava i ginocchi di quella donnina misteriosa . Pinocchio promette alla Fata di essere buono e di studiare , perché è stufo di fare il burattino e vuol diventare un bravo ragazzo . In sulle prime la buona donnina cominciò col dire che lei non era la piccola Fata dai capelli turchini : ma poi , vedendosi oramai scoperta e non volendo mandare più a lungo la commedia , fini col farsi riconoscere , e disse a Pinocchio : - Birba d ' un burattino ! Come mai ti sei accorto che ero io ? - Gli è il gran bene che vi voglio quello che me l ' ha detto . - Ti ricordi ? Mi lasciasti bambina e ora mi ritrovi donna ; tanto donna , che potrei quasi farti da mamma . - L ' ho caro dimolto , perché così , invece di sorellina , vi chiamerò la mia mamma . Gli è tanto tempo che mi struggo di avere una mamma come tutti gli altri ragazzi ! ... Ma come avete fatto a crescere cosi presto ? - è un segreto . - Insegnatemelo : vorrei crescere un poco anch ' io . Non lo vedete ? Sono sempre rimasto alto come un soldo di cacio . - Ma tu non puoi crescere , - replicò la Fata . - Perché ? - Perché i burattini non crescono mai . Nascono burattini , vivono burattini e muoiono burattini . - Oh ! sono stufo di far sempre il burattino ! - gridò Pinocchio , dandosi uno scappellotto . - Sarebbe ora che diventassi anch ' io un uomo come tutti gli altri . - E lo diventerai , se saprai meritartelo ... - Davvero ? E che posso fare per meritarmelo ? - Una cosa facilissima : avvezzarti a essere un ragazzino perbene . - O che forse non sono ? - Tutt ' altro ! I ragazzi perbene sono ubbidienti , e tu invece ... - E io non ubbidisco mai . - I ragazzi perbene prendono amore allo studio e al lavoro , e tu ... - E io , invece , faccio il bighellone e il vagabondo tutto l ' anno . - I ragazzi perbene dicono sempre la verità ... - E io sempre le bugie . - I ragazzi perbene vanno volentieri alla scuola ... - E a me la scuola mi fa venire i dolori di corpo . Ma da oggi in poi voglio mutar vita . - Me lo prometti ? - Lo prometto . Voglio diventare un ragazzino perbene e voglio essere la consolazione del mio babbo ... Dove sarà il mio povero babbo a quest ' ora ? - Non lo so . - Avrò mai la fortuna di poterlo rivedere e abbracciare ? - Credo di sì : anzi ne sono sicura . A questa risposta fu tale e tanta la contentezza di Pinocchio , che prese le mani alla Fata e cominciò a baciargliele con tanta foga , che pareva quasi fuori di sé . Poi , alzando il viso e guardandola amorosamente , le domandò : - Dimmi , mammina : dunque non è vero che tu sia morta ? - Par di no , - rispose sorridendo la Fata . - Se tu sapessi , che dolore e che serratura alla gola che provai , quando lessi qui giace ... - Lo so : ed è per questo che ti ho perdonato . La sincerità del tuo dolore mi fece conoscere che tu avevi il cuore buono : e dai ragazzi buoni di cuore , anche se sono un po ' monelli e avvezzati male , c ' è sempre da sperar qualcosa : ossia , c ' è sempre da sperare che rientrino sulla vera strada . Ecco perché son venuta a cercarti fin qui . Io sarò la tua mamma ... - Oh ! che bella cosa ! - gridò Pinocchio saltando dall ' allegrezza . - Tu mi ubbidirai e farai sempre quello che ti dirò io . - Volentieri , volentieri , volentieri ! - Fino da domani , - soggiunse la Fata , - tu comincerai coll ' andare a scuola . Pinocchio diventò subito un po ' meno allegro . - Poi sceglierai a tuo piacere un ' arte o un mestiere ... Pinocchio diventò serio . - Che cosa brontoli fra i denti ? - domandò la Fata con accento risentito . - Dicevo ... - mugolò il burattino a mezza voce , - che oramai per andare a scuola mi pare un po ' tardi ... - Nossignore . Tieni a mente che per istruirsi e per imparare non è mai tardi . - Ma io non voglio fare né arti né mestieri ... - Perché ? - Perché a lavorare mi par fatica . - Ragazzo mio , - disse la Fata , - quelli che dicono cosi , finiscono quasi sempre o in carcere o all ' ospedale . L ' uomo , per tua regola , nasca ricco o povero , è obbligato in questo mondo a far qualcosa , a occuparsi , a lavorare . Guai a lasciarsi prendere dall ' ozio ! L ' ozio è una bruttissima malattia , e bisogna guarirla subito , fin da ragazzi : se no , quando siamo grandi , non si guarisce più . Queste parole toccarono l ' animo di Pinocchio , il quale rialzando vivacemente la testa disse alla Fata : - Io studierò , io lavorerò , io farò tutto quello che mi dirai , perché , insomma , la vita del burattino mi è venuta a noia , e voglio diventare un ragazzo a tutti i costi . Me l ' hai promesso , non è vero ? - Te l ' ho promesso , e ora dipende da te . Pinocchio va cò suoi compagni di scuola in riva al mare , per vedere il terribile Pescecane . Il giorno dopo Pinocchio andò alla scuola comunale . Figuratevi quelle birbe di ragazzi , quando videro entrare nella loro scuola un burattino ! Fu una risata , che non finiva più . Chi gli faceva uno scherzo , chi un altro ; chi gli levava il berretto di mano ; chi gli tirava il giubbettino di dietro ; chi si provava a fargli coll ' inchiostro due grandi baffi sotto il naso ; e chi si attentava perfino a legargli dei fili ai piedi e alle mani per farlo ballare . Per un poco Pinocchio usò disinvoltura e tirò via ; ma finalmente , sentendosi scappar la pazienza , si rivolse a quelli , che più lo tafanavano e si pigliavano gioco di lui , e disse loro a muso duro : - Badate , ragazzi : io non son venuto qui per essere il vostro buffone . Io rispetto gli altri e voglio essere rispettato . - Bravo berlicche ! Hai parlato come un libro stampato ! - urlarono quei monelli , buttandosi via dalle matte risate : e uno di loro , più impertinente degli altri allungò la mano coll ' idea di prendere il burattino per la punta del naso . Ma non fece a tempo : perché Pinocchio stese la gamba sotto la tavola e gli consegnò una pedata negli stinchi . - Ohi ! che piedi duri ! - urlò il ragazzo stropicciandosi il livido che gli aveva fatto il burattino . - E che gomiti ! ... anche più duri dei piedi ! - disse un altro che , per i suoi scherzi sguaiati , s ' era beccata una gomitata nello stomaco . Fatto sta che dopo quel calcio e quella gomitata Pinocchio acquistò subito la stima e la simpatia di tutti i ragazzi di scuola : e tutti gli facevano mille carezze e tutti gli volevano un bene dell ' anima . E anche il maestro se ne lodava , perché lo vedeva attento , studioso , intelligente , sempre il primo a entrare nella scuola , sempre l ' ultimo a rizzarsi in piedi , a scuola finita . Il solo difetto che avesse era quello di bazzicare troppi compagni : e fra questi , c ' erano molti monelli conosciutissimi per la loro poca voglia di studiare e di farsi onore . Il maestro lo avvertiva tutti i giorni , e anche la buona Fata non mancava di dirgli e di ripetergli più volte : - Bada , Pinocchio ! Quei tuoi compagnacci di scuola finiranno prima o poi col farti perdere l ' amore allo studio e , forse forse , col tirarti addosso qualche grossa disgrazia . - Non c ' è pericolo ! - rispondeva il burattino , facendo una spallucciata e toccandosi coll ' indice in mezzo alla fronte , come per dire : " C ' è tanto giudizio qui dentro ! " . Ora avvenne che un bel giorno , mentre camminava verso scuola , incontrò un branco dei soliti compagni , che andandogli incontro , gli dissero : - Sai la gran notizia ? - No . - Qui nel mare vicino è arrivato un Pesce - cane , grosso come una montagna . - Davvero ? ... Che sia quel medesimo Pesce - cane di quando affogò il mio povero babbo ? - Noi andiamo alla spiaggia per vederlo . Vieni anche tu ? - Io , no : voglio andare a scuola . - Che t ' importa della scuola ? Alla scuola ci anderemo domani . Con una lezione di più o con una di meno , si rimane sempre gli stessi somari . - E il maestro che dirà ? - Il maestro si lascia dire . E ' pagato apposta per brontolare tutto il giorno . - E la mia mamma ? ... - Le mamme non sanno mai nulla , - risposero quei malanni . - Sapete che cosa farò ? - disse Pinocchio . - Il Pesce - cane voglio vederlo per certe mie ragioni ... ma anderò a vederlo dopo la scuola . - Povero giucco ! - ribattè uno del branco . - Che credi che un pesce di quella grossezza voglia star lì a fare il comodo tuo ? Appena s ' è annoiato , piglia il dirizzone per un ' altra parte , e allora chi s ' è visto s ' è visto . - Quanto tempo ci vuole di qui alla spiaggia ? - domandò il burattino . - Fra un ' ora , siamo bell ' e andati e tornati . - Dunque , via ! e chi più corre , è più bravo ! - gridò Pinocchio . Dato cosi il segnale della partenza , quel branco di monelli , coi loro libri e i loro quaderni sotto il braccio , si messero a correre attraverso ai campi ; e Pinocchio era sempre avanti a tutti : pareva che avesse le ali ai piedi . Di tanto in tanto , voltandosi indietro , canzonava i suoi compagni rimasti a una bella distanza , e nel vederli , ansanti , trafelati , polverosi e con tanto di lingua fuori , se la rideva proprio di cuore . Lo sciagurato in quel momento non sapeva a quali paure e a quali orribili disgrazie andava incontro ! ... Gran combattimento fra Pinocchio e i suoi compagni : uno dè quali essendo rimasto ferito , Pinocchio viene arrestato dai carabinieri . Giunto che fu sulla spiaggia , Pinocchio dette subito una grande occhiata sul mare ; ma non vide nessun Pesce - cane . Il mare era tutto liscio come un gran cristallo da specchio . - O il Pesce - cane dov ' è ? - domandò , voltandosi ai compagni . - Sarà andato a far colazione , - rispose uno di loro , ridendo . - O si sarà buttato sul letto per far un sonnellino , - soggiunse un altro , ridendo più forte che mai . Da quelle risposte sconclusionate e da quelle risatacce grulle , Pinocchio capì che i suoi compagni gli avevano fatto una brutta celia , dandogli ad intendere una cosa che non era vera ; e pigliandosela a male , disse a loro con voce di bizza : - E ora ? Che sugo ci avete trovato a darmi ad intendere la storiella del Pesce - cane ? - Il sugo c ' è sicuro ! ... - risposero in coro quei monelli . - E sarebbe ? ... - Quello di farti perdere la scuola e di farti venire con noi . Non ti vergogni a mostrarti tutti i giorni così preciso e cosi diligente alle lezioni ? Non ti vergogni a studiar tanto , come fai ? - E se io studio , che cosa ve ne importa ? - A noi ce ne importa moltissimo perché ci costringi a fare una brutta figura col maestro ... - Perché ? - Perché gli scolari che studiano fanno sempre scomparire quelli , come noi , che non hanno voglia di studiare . E noi non vogliamo scomparire ! Anche noi abbiamo il nostro amor proprio ! ... - E allora che cosa devo fare per contentarvi ? - Devi prendere a noia , anche tu , la scuola , la lezione e il maestro , che sono i nostri tre grandi nemici . - E se io volessi seguitare a studiare ? - Noi non ti guarderemo più in faccia , e alla prima occasione ce la pagherai ! ... - In verità mi fate quasi ridere , - disse il burattino con una scrollatina di capo . - Ehi , Pinocchio ! - gridò allora il più grande di quei ragazzi , andandogli sul viso . - Non venir qui a fare lo smargiasso : non venir qui a far tanto il galletto ! ... Perché se tu non hai paura di noi , noi non abbiamo paura di te ! Ricordati che tu sei solo e noi siamo in sette . - Sette come i peccati mortali , - disse Pinocchio con una gran risata . - Avete sentito ? Ci ha insultati tutti ! Ci ha chiamati col nome di peccati mortali ! ... - Pinocchio ! chiedici scusa dell ' offesa ... se no , guai a te ! ... - Cucù ! - fece il burattino , battendosi coll ' indice sulla punta del naso , in segno di canzonatura . - Pinocchio ! la finisce male ! ... - Cucù ! - Ne toccherai quanto un somaro ! ... - Cucù ! - Ritornerai a casa col naso rotto ! ... - Cucù ! - Ora il cucù te lo darò io ! - gridò il più ardito di quei monelli . - Prendi intanto quest ' acconto e serbalo per la cena di stasera . E nel dir così gli appiccicò un pugno sul capo . Ma fu , come si suol dire , botta e risposta ; perché il burattino , come c ' era da aspettarselo , rispose con un altro pugno : e lì , da un momento all ' altro , il combattimento diventò generale e accanito . Pinocchio , sebbene fosse solo , si difendeva come un eroe . Con quei suoi piedi di legno durissimo lavorava così bene , da tener sempre i suoi nemici a rispettosa distanza . Dove i suoi piedi potevano arrivare e toccare , ci lasciavano sempre un livido per ricordo . Allora i ragazzi , indispettiti di non potersi misurare col burattino a corpo a corpo , pensarono bene di metter mano ai proiettili , e sciolti i fagotti dè loro libri di scuola , cominciarono a scagliare contro di lui i Sillabari , le Grammatiche , i Giannettini , i Minuzzoli , i Racconti del Thouar , il Pulcino della Baccini e altri libri scolastici : ma il burattino , che era d ' occhio svelto e ammalizzito , faceva sempre civetta a tempo , sicché i volumi , passandogli di sopra al capo , andavano tutti a cascare nel mare . Figuratevi i pesci ! I pesci , credendo che quei libri fossero roba da mangiare , correvano a frotte a fior d ' acqua ; ma dopo avere abboccata qualche pagina o qualche frontespizio , la risputavano subito facendo con la bocca una certa smorfia , che pareva volesse dire : " Non è roba per noi : noi siamo avvezzi a cibarci molto meglio ! " Intanto il combattimento s ' inferociva sempre più , quand ' ecco che un grosso Granchio , che era uscito fuori dell ' acqua e s ' era adagio adagio arrampicato fin sulla spiaggia , gridò con una vociaccia di trombone infreddato : - Smettetela , birichini che non siete altro ! Queste guerre manesche fra ragazzi e ragazzi raramente vanno a finir bene . Qualche disgrazia accade sempre ! ... Povero Granchio ! Fu lo stesso che avesse predicato al vento . Anzi quella birba di Pinocchio , voltandosi indietro a guardarlo in cagnesco , gli disse sgarbatamente : - Chetati , Granchio dell ' uggia ! ... Faresti meglio a succiare due pasticche di lichene per guarire da codesta infreddatura di gola . Vai piuttosto a letto e cerca di sudare ! In quel frattempo i ragazzi , che avevano finito oramai di tirare tutti i loro libri , occhiarono lì a poca distanza il fagotto dei libri del burattino , e se ne impadronirono in men che non si dice . Fra questi libri , v ' era un volume rilegato in cartoncino grosso , colla costola e colle punte di cartapecora . Era un Trattato di Aritmetica . Vi lascio immaginare se era peso dimolto ! Uno di quei monelli agguantò quel volume e , presa di mira la testa di Pinocchio , lo scagliò con quanta forza aveva nel braccio : ma invece di cogliere il burattino , colse nella testa uno dei compagni ; il quale diventò bianco come un panno lavato , e non disse altro che queste parole : - O mamma mia , aiutatemi ... perché muoio ! Poi cadde disteso sulla rena del lido . Alla vista di quel morticino , i ragazzi spaventati si dettero a scappare a gambe e in pochi minuti non si videro più . Ma Pinocchio rimase lì , e sebbene per il dolore e per lo spavento , anche lui fosse più morto che vivo , nondimeno corse a inzuppare il suo fazzoletto nell ' acqua del mare e si pose a bagnare la tempia del suo povero compagno di scuola . E intanto piangendo dirottamente e disperandosi , lo chiamava per nome e gli diceva : - Eugenio ! ... povero Eugenio mio ! ... apri gli occhi , e guardami ! ... Perché non mi rispondi ? Non sono stato io , sai , che ti ho fatto tanto male ! Credilo , non sono stato io ! ... Apri gli occhi , Eugenio ... Se tieni gli occhi chiusi , mi farai morire anche me ... O Dio mio ! come farò ora a tornare a casa ? ... Con che coraggio potrò presentarmi alla mia buona mamma ? Che sarà di me ? ... Dove fuggirò ? ... Dove andrò a nascondermi ? ... Oh ! quant ' era meglio , mille volte meglio che fossi andato a scuola ! ... Perche ho dato retta a questi compagni , che sono la mia dannazione ? ... E il maestro me l ' aveva detto ! ... e la mia mamma me lo aveva ripetuto : " Guardati dai cattivi compagni ! " - . Ma io sono un testardo ... un caparbiaccio ... lascio dir tutti , e poi fo sempre a modo mio ! ... E dopo mi tocca a scontarle ... E così , da che sono al mondo , non ho mai avuto un quarto d ' ora di bene . Dio mio ! Che sarà di me , che sarà di me , che sarà di me ? ... E Pinocchio continuava a piangere , e berciare , a darsi pugni nel capo e a chiamar per nome il povero Eugenio : quando sentì a un tratto un rumore sordo di passi che si avvicinavano . Si voltò : erano due carabinieri - Che cosa fai così sdraiato per terra ? - domandarono a Pinocchio . - Assisto questo mio compagno di scuola . - Che gli è venuto male ? - Par di sì ! .. - Altro che male ! - disse uno dei carabinieri , chinandosi e osservando Eugenio da vicino . - Questo ragazzo è stato ferito in una tempia : chi è che l ' ha ferito ? - Io no , - balbettò il burattino che non aveva più fiato in corpo . - Se non sei stato tu , chi è stato dunque che l ' ha ferito ? - Io no , - ripetè Pinocchio . - E con che cosa è stato ferito ? - Con questo libro . - E il burattino raccattò di terra il Trattato di Aritmetica , rilegato in cartone e cartapecora , per mostrarlo al carabiniere . - E questo libro di chi è ? - Mio . - Basta così : non occorre altro . Rizzati subito e vieni via con noi . - Ma io ... - Via con noi ! - Ma io sono innocente ... - Via con noi ! Prima di partire , i carabinieri chiamarono alcuni pescatori , che in quel momento passavano per l ' appunto colla loro barca vicino alla spiaggia , e dissero loro : - Vi affidiamo questo ragazzetto ferito nel capo . Portatelo a casa vostra e assistetelo . Domani torneremo a vederlo . Quindi si volsero a Pinocchio , e dopo averlo messo in mezzo a loro due , gl ' intimarono con accento soldatesco : - Avanti ! e cammina spedito ! se no , peggio per te ! Senza farselo ripetere , il burattino cominciò a camminare per quella viottola , che conduceva al paese . Ma il povero diavolo non sapeva più nemmeno lui in che mondo si fosse . Gli pareva di sognare , e che brutto sogno ! Era fuori di sé . I suoi occhi vedevano tutto doppio : le gambe gli tremavano : la lingua gli era rimasta attaccata al palato e non poteva più spiccicare una sola parola . Eppure , in mezzo a quella specie di stupidità e di rintontimento , una spina acutissima gli bucava il cuore : il pensiero , cioè , di dover passare sotto le finestre di casa della sua buona Fata , in mezzo ai carabinieri . Avrebbe preferito piuttosto di morire . Erano già arrivati e stavano per entrare in paese , quando una folata di vento strapazzone levò di testa a Pinocchio il berretto , portandoglielo lontano una decina di passi . - Si contentano , - disse il burattino ai carabinieri , - che vada a riprendere il mio berretto ? - Vai pure : ma facciamo una cosa lesta . Il burattino andò , raccattò il berretto ... ma invece di metterselo in capo , se lo mise in bocca fra i denti , e poi cominciò a correre di gran carriera verso la spiaggia del mare . Andava via come una palla di fucile . I carabinieri , giudicando che fosse difficile raggiungerlo , gli aizzarono dietro un grosso cane mastino , che aveva guadagnato il primo premio in tutte le corse dei cani . Pinocchio correva , e il cane correva più di lui : per cui tutta la gente si affacciava alle finestre e si affollava in mezzo alla strada , ansiosa di veder la fine di questo palio feroce . Ma non poté levarsi questa voglia , perché il cane mastino e Pinocchio sollevarono lungo la strada un tal polverone , che dopo pochi minuti non fu più possibile di veder nulla . Pinocchio corre pericolo di essere fritto in padella come un pesce . Durante quella corsa disperata , vi fu un momento terribile , un momento in cui Pinocchio si credé perduto : perché bisogna sapere che Alidoro ( era questo il nome del can - mastino ) a furia di correre e correre , l ' aveva quasi raggiunto . Basti dire che il burattino sentiva dietro di sé , alla distanza d ' un palmo , l ' ansare affannoso di quella bestiaccia e ne sentiva perfino la vampa calda delle fiatate . Per buona fortuna la spiaggia era oramai vicina e il mare si vedeva lì a pochi passi . Appena fu sulla spiaggia , il burattino spiccò un bellissimo salto , come avrebbe potuto fare un ranocchio , e andò a cascare in mezzo all ' acqua . Alidoro invece voleva fermarsi ; ma trasportato dall ' impeto della corsa , entrò nell ' acqua anche lui . E quel disgraziato non sapeva nuotare ; per cui cominciò subito ad annaspare colle zampe per reggersi a galla : ma più annaspava e più andava col capo sott ' acqua . Quando torno a rimettere il capo fuori , il povero cane aveva gli occhi impauriti e stralunati , e , abbaiando , gridava . - Affogo ! Affogo ! - Crepa ! - gli rispose Pinocchio da lontano , il quale si vedeva oramai sicuro da ogni pericolo . - Aiutami , Pinocchio mio ! ... salvami dalla morte ! ... A quelle grida strazianti , il burattino , che in fondo aveva un cuore eccellente , si mosse a compassione , e voltosi al cane gli disse : - Ma se io ti aiuto a salvarti , mi prometti di non darmi più noia e di non corrermi dietro ? - Te lo prometto ! Te lo prometto ! Spicciati per carità , perché se indugi un altro mezzo minuto , son bell ' e morto . Pinocchio esitò un poco : ma poi ricordandosi che il suo babbo gli aveva detto tante volte che a fare una buona azione non ci si scapita mai , andò nuotando a raggiungere Alidoro , e , presolo per la coda con tutte e due le mani , lo portò sano e salvo sulla rena asciutta del lido . Il povero cane non si reggeva più in piedi . Aveva bevuto , senza volerlo , tant ' acqua salata , che era gonfiato come un pallone . Per altro il burattino , non volendo fare a fidarsi troppo , stimò cosa prudente di gettarsi novamente in mare ; e , allontanandosi dalla spiaggia , gridò all ' amico salvato : - Addio , Alidoro , fai buon viaggio e tanti saluti a casa . - Addio , Pinocchio , - rispose il cane ; - mille grazie di avermi liberato dalla morte . Tu mi hai fatto un gran servizio : e in questo mondo quel che è fatto è reso . Se capita l ' occasione , ci riparleremo . Pinocchio seguitò a nuotare , tenendosi sempre vicino alla terra . Finalmente gli parve di esser giunto in un luogo sicuro ; e dando un ' occhiata alla spiaggia , vide sugli scogli una specie di grotta , dalla quale usciva un lunghissimo pennacchio di fumo . - In quella grotta , - disse allora fra sé , - ci deve essere del fuoco . Tanto meglio ! Anderò a rasciugarmi e a riscaldarmi , e poi ? ... E poi sarà quel che sarà . Presa questa risoluzione , si avvicinò alla scogliera ; ma quando fu lì per arrampicarsi , sentì qualche cosa sotto l ' acqua che saliva , saliva , saliva e lo portava per aria . Tentò subito di fuggire , ma oramai era tardi , perché con sua grandissima maraviglia si trovò rinchiuso dentro a una grossa rete in mezzo a un brulichio di pesci d ' ogni forma e grandezza , che scodinzolando si dibattevano come tant ' anime disperate . E nel tempo stesso vide uscire dalla grotta un pescatore così brutto , ma tanto brutto , che pareva un mostro marino . Invece di capelli aveva sulla testa un cespuglio foltissimo di erba verde ; verde era la pelle del suo corpo , verdi gli occhi , verde la barba lunghissima , che gli scendeva fin quaggiù . Pareva un grosso ramarro ritto su i piedi di dietro . Quando il pescatore ebbe tirata fuori la rete dal mare , gridò tutto contento : - Provvidenza benedetta ! Anch ' oggi potrò fare una bella scorpacciata di pesce ! - Manco male , che io non sono un pesce ! - disse Pinocchio dentro di sé , ripigliando un po ' di coraggio . La rete piena di pesci fu portata dentro la grotta , una grotta buia e affumicata , in mezzo alla quale friggeva una gran padella d ' olio , che mandava un odorino di moccolaia da mozzare il respiro . - Ora vediamo un po ' che pesci abbiamo presi ! - disse il pescatore verde ; e ficcando nella rete una manona così spropositata , che pareva una pala da fornai , tirò fuori una manciata di triglie . - Buone queste triglie ! - disse , guardandole e annusandole con compiacenza . E dopo averle annusate , le scaraventò in una conca senz ' acqua . Poi ripetè più volte la solita operazione ; e via via che cavava fuori gli altri pesci , sentiva venirsi l ' acquolina in bocca e gongolando diceva : - Buoni questi naselli ! ... - Squisiti questi muggini ! ... - Deliziose queste sogliole ! ... - Prelibati questi ragnotti ! ... - Carine queste acciughe col capo ! ... Come potete immaginarvelo , i naselli , i muggini , le sogliole , i ragnotti e le acciughe , andarono tutti alla rinfusa nella conca , a tener compagnia alle triglie . L ' ultimo che restò nella rete fu Pinocchio . Appena il pescatore l ' ebbe cavato fuori , sgranò dalla maraviglia i suoi occhioni verdi , gridando quasi impaurito : - Che razza di pesce è questo ? Dei pesci fatti a questo modo non mi ricordo di averne mai mangiati ! E tornò a guardarlo attentamente , e dopo averlo guardato ben bene per ogni verso , finì col dire : - Ho già capito : dev ' essere un granchio di mare . Allora Pinocchio mortificato di sentirsi scambiare per un granchio , disse con accento risentito : - Ma che granchio e non granchio ? Guardi come lei mi tratta ! Io per sua regola sono un burattino . - Un burattino ? - replicò il pescatore . - Dico la verità , il pesce burattino è per me un pesce nuovo ! Meglio così ! Ti mangerò più volentieri . - Mangiarmi ? Ma la vuol capire che io non sono un pesce ? O non sente che parlo , e ragiono come lei ? - è verissimo , - soggiunse il pescatore , - e siccome vedo che sei un pesce , che hai la fortuna di parlare e di ragionare , come me , così voglio usarti anch ' io i dovuti riguardi . - E questi riguardi sarebbero ? ... - In segno di amicizia e di stima particolare , lascerò a te la scelta del come vuoi essere cucinato . Desideri essere fritto in padella , oppure preferisci di essere cotto nel tegame colla salsa di pomidoro ? - A dir la verità , - rispose Pinocchio , - se io debbo scegliere , preferisco piuttosto di essere lasciato libero , per potermene tornare a casa mia . - Tu scherzi ? Ti pare che io voglia perdere l ' occasione di assaggiare un pesce cosi raro ? Non capita mica tutti i giorni un pesce burattino in questi mari . Lascia fare a me : ti friggerò in padella assieme a tutti gli altri pesci , e te ne troverai contento . L ' esser fritto in compagnia è sempre una consolazione . L ' infelice Pinocchio , a quest ' antifona , cominciò a piangere , a strillare , a raccomandarsi e piangendo diceva : - Quant ' era meglio , che fossi andato a scuola ! ... Ho voluto dar retta ai compagni , e ora la pago ! Ih ! ... Ih ! ... Ih ! ... E perché si divincolava come un anguilla e faceva sforzi incredibili , per isgusciare dalle grinfie del pescatore verde , questi prese una bella buccia di giunco , e dopo averlo legato per le mani e per i piedi , come un salame , lo gettò in fondo alla conca cogli altri . Poi , tirato fuori un vassoiaccio di legno , pieno di farina , si dette a infarinare tutti quei pesci ; e man mano che li aveva infarinati , li buttava a friggere dentro la padella . I primi a ballare nell ' olio bollente furono i poveri naselli : poi toccò ai ragnotti , poi ai muggini , poi alle sogliole e alle acciughe , e poi venne la volta di Pinocchio . Il quale a vedersi così vicino alla morte ( e che brutta morte ! ) fu preso da tanto tremito e da tanto spavento , che non aveva più né voce né fiato per raccomandarsi . Il povero figliuolo si raccomandava cogli occhi ! Ma il pescatore verde , senza badarlo neppure , lo avvoltolò cinque o sei volte nella farina , infarinandolo così bene dal capo ai piedi , che pareva diventato un burattino di gesso . Poi lo prese per il capo , e ... Ritorna a casa della Fata , la quale gli promette che il giorno dopo non sarà più un burattino , ma diventerà un ragazzo . Gran colazione di caffè - e - latte per festeggiare questo grande avvenimento . Mentre il pescatore era proprio sul punto di buttar Pinocchio nella padella , entrò nella grotta un grosso cane condotto là dall ' odore acutissimo e ghiotto della frittura . - Passa via ! - gli gridò il pescatore minacciandolo e tenendo sempre in mano il burattino infarinato . Ma il povero cane aveva una fame per quattro , e mugolando e dimenando la coda , pareva che dicesse : " Dammi un boccon di frittura e ti lascio in pace " . - Passa via , ti dico ! - gli ripetè il pescatore ; e allungò la gamba per tirargli una pedata . Allora il cane che , quando aveva fame davvero , non era avvezzo a lasciarsi posar mosche sul naso , si rivoltò ringhioso al pescatore , mostrandogli le sue terribili zanne . In quel mentre si udì nella grotta una vocina fioca fioca , che disse : - Salvami , Alidoro ! ... Se non mi salvi , son fritto ! Il cane riconobbe subito la voce di Pinocchio e si accorse con sua grandissima maraviglia che la vocina era uscita da quel fagotto infarinato che il pescatore teneva in mano . Allora che cosa fa ? Spicca un gran lancio da terra , abbocca quel fagotto infarinato e tenendolo leggermente coi denti , esce correndo dalla grotta , e via come un baleno ! Il pescatore , arrabbiatissimo di vedersi strappar di mano un pesce , che egli avrebbe mangiato tanto volentieri , si provò a rincorrere il cane ; ma fatti pochi passi , gli venne un nodo di tosse e dovè tornarsene indietro . Intanto Alidoro , ritrovata che ebbe la viottola che conduceva al paese , si fermò e posò delicatamente in terra l ' amico Pinocchio . - Quanto ti debbo ringraziare ! - disse il burattino . - Non c ' è bisogno , - replicò il cane . - Tu salvasti me , e quel che è fatto , è reso . Si sa : in questo mondo bisogna tutti aiutarsi l ' uno coll ' altro . - Ma come mai sei capitato in quella grotta ? - Ero sempre qui disteso sulla spiaggia più morto che vivo , quando il vento mi ha portato da lontano un odorino di frittura . Quell ' odorino mi ha stuzzicato l ' appetito , e io gli sono andato dietro . Se arrivavo un minuto più tardi ! ... - Non me lo dire ! - urlò Pinocchio che tremava ancora dalla paura . - Non me lo dire ! Se tu arrivavi un minuto più tardi , a quest ' ora io ero bell ' e fritto , mangiato e digerito . Brrr ! ... mi vengono i brividi soltanto a pensarvi ! ... Alidoro , ridendo , stese la zampa destra verso il burattino , il quale gliela strinse forte forte in segno di grande amicizia : e dopo si lasciarono . Il cane riprese la strada di casa : e Pinocchio , rimasto solo , andò a una capanna lì poco distante , e domandò a un vecchietto che stava sulla porta a scaldarsi al sole : - Dite , galantuomo , sapete nulla di un povero ragazzo ferito nel capo e che si chiamava Eugenio ? ... - Il ragazzo è stato portato da alcuni pescatori in questa capanna , e ora ... Ora sarà morto ! ... - interruppe Pinocchio con gran dolore . - No : ora è vivo , ed è già ritornato a casa sua . - Davvero , davvero ? - gridò il burattino , saltando dall ' allegrezza . - Dunque la ferita non era grave ? - Ma poteva riuscire gravissima e anche mortale , - rispose il vecchietto , - perché gli tirarono sul capo un grosso libro rilegato in cartone . - E chi glielo tirò ? - Un suo compagno di scuola : un certo Pinocchio ... - E chi è questo Pinocchio ? - domandò il burattino facendo lo gnorri . - Dicono che sia un ragazzaccio , un vagabondo , un vero rompicollo ... - Calunnie ! Tutte calunnie ! - Lo conosci tu questo Pinocchio ? - Di vista ! - rispose il burattino . - E tu che concetto ne hai ? - gli chiese il vecchietto . - A me mi pare un gran buon figliuolo , pieno di voglia di studiare , ubbidiente , affezionato al suo babbo e alla sua famiglia ... Mentre il burattino sfilava a faccia fresca tutte queste bugie , si toccò il naso e si accorse che il naso gli s ' era allungato più d ' un palmo . Allora tutto impaurito cominciò a gridare : - Non date retta , galantuomo , a tutto il bene che ve ne ho detto : perché conosco benissimo Pinocchio e posso assicurarvi anch ' io che è davvero un ragazzaccio , un disubbidiente e uno svogliato , che invece di andare a scuola , va coi compagni a fare lo sbarazzino ! Appena ebbe pronunziate queste parole , il suo naso raccorcì e tornò della grandezza naturale , come era prima . - E perché sei tutto bianco a codesto modo ? - gli domandò a un tratto il vecchietto . - Vi dirò ... senza avvedermene , mi sono strofinato a un muro , che era imbiancato di fresco , - rispose il burattino , vergognandosi a confessare che lo avevano infarinato come un pesce , per poi friggerlo in padella . - O della tua giacchetta , dè tuoi calzoncini e del tuo berretto che cosa ne hai fatto ? - Ho incontrato i ladri e mi hanno spogliato . Dite , buon vecchio , non avreste per caso da darmi un po ' di vestituccio , tanto perché io possa ritornare a casa ? - Ragazzo mio , in fatto di vestiti , io non ho che un piccolo sacchetto , dove ci tengo i lupini . Se vuoi , piglialo : eccolo là . E Pinocchio non se lo fece dire due volte : prese subito il sacchetto dei lupini che era vuoto , e dopo averci fatto colle forbici una piccola buca nel fondo e due buche dalle parti , se lo infilò a uso camicia . E vestito leggerino a quel modo , si avviò verso il paese . Ma , lungo la strada , non si sentiva punto tranquillo ; tant ' è vero che faceva un passo avanti e uno indietro e , discorrendo da se solo , andava dicendo : - Come farò a presentarmi alla mia buona Fatina ? Che dirà quando mi vedrà ? ... Vorrà perdonarmi questa seconda birichinata ? ... Scommetto che non me la perdona ! ... Oh ! Non me la perdona di certo ... E mi sta il dovere : perché io sono un monello che prometto sempre di correggermi , e non mantengo mai ! ... Arrivò al paese che era già notte buia , e perché faceva tempaccio e l ' acqua veniva giù a catinelle , andò diritto diritto alla casa della Fata coll ' animo risoluto di bussare alla porta e di farsi aprire . Ma , quando fu lì , sentì mancarsi il coraggio , e invece di bussare si allontanò , correndo , una ventina di passi . Si avvicinò una seconda volta alla porta , e non concluse nulla : si avvicinò una terza volta , e nulla : la quarta volta prese , tremando , il battente di ferro in mano , e bussò un piccolo colpettino . Aspetta , aspetta , finalmente dopo mezz ' ora si aprì una finestra dell ' ultimo piano ( la casa era di quattro piani ) e Pinocchio vide affacciarsi una grossa Lumaca , che aveva un lumicino acceso sul capo , la quale disse : - Chi è a quest ' ora ? - La Fata è in casa ? - domandò il burattino . - La Fata dorme e non vuol essere svegliata : ma tu chi sei ? - Sono io ! - Chi io ? - Pinocchio . - Chi Pinocchio ? - Il burattino , quello che sta in casa colla Fata . - Ah ! ho capito , - disse la Lumaca . - Aspettami costì , che ora scendo giù e ti apro subito . - Spicciatevi , per carità , perché io muoio dal freddo . - Ragazzo mio , io sono una lumaca , e le lumache non hanno mai fretta . Intanto passò un ' ora , ne passarono due , e la porta non si apriva : per cui Pinocchio , che tremava dal freddo , dalla paura e dall ' acqua che aveva addosso , si fece cuore e bussò una seconda volta , e bussò più forte . A quel secondo colpo si aprì una finestra del piano di sotto e si affacciò la solita Lumaca . - Lumachina bella , - gridò Pinocchio dalla strada , - sono due ore che aspetto ! E due ore , a questa serataccia , diventano più lunghe di due anni . Spicciatevi , per carità . - Ragazzo mio - gli rispose dalla finestra quella bestiola tutta pace e tutta flemma , - ragazzo mio , io sono una lumaca , e le lumache non hanno mai fretta . E la finestra si richiuse . Di lì a poco suonò la mezzanotte : poi il tocco , poi le due dopo mezzanotte , e la porta era sempre chiusa . Allora Pinocchio , perduta la pazienza , afferrò con rabbia il battente della porta per bussare un gran colpo da far rintronare tutto il casamento : ma il battente che era di ferro , diventò a un tratto un ' anguilla viva , che sgusciandogli dalle mani sparì nel rigagnolo d ' acqua in mezzo alla strada . - Ah , sì ? - gridò Pinocchio sempre più accecato dalla collera . - Se il battente è sparito , io seguiterò a bussare a furia di calci . E tiratosi un poco indietro , lasciò andare una solennissima pedata nell ' uscio della casa . Il colpo fu così forte , che il piede penetrò nel legno fino a mezzo : e quando il burattino si provò a ricavarlo fuori , fu tutta fatica inutile : perché il piede c ' era rimasto conficcato dentro , come un chiodo ribadito . Figuratevi il povero Pinocchio ! Dovè passare tutto il resto della notte con un piede in terra e con quell ' altro per aria . La mattina , sul far del giorno , finalmente la porta si aprì . Quella brava bestiola della Lumaca , a scendere dal quarto piano fino all ' uscio di strada , ci aveva messo solamente nove ore . Bisogna proprio dire che avesse fatto una sudata ! - Che cosa fate con codesto piede conficcato nell ' uscio ? - domandò ridendo al burattino . - E ' stata una disgrazia . Vedete un po ' , Lumachina bella , se vi riesce di liberarmi da questo supplizio . - Ragazzo mio , così ci vuole un legnaiolo , e io non ho mai fatto la legnaiola . - Pregate la Fata da parte mia ! ... - La Fata dorme e non vuol essere svegliata . - Ma che cosa volete che io faccia inchiodato tutto il giorno a questa porta ? - Divertiti a contare le formicole che passano per la strada . - Portatemi almeno qualche cosa da mangiare , perché mi sento rifinito . - Subito ! - disse la Lumaca . Difatti dopo tre ore e mezzo Pinocchio la vide tornare con un vassoio d ' argento in capo . Nel vassoio c ' era un pane , un pollastro arrosto e quattro albicocche mature . - Ecco la colazione che vi manda la Fata , - disse la Lumaca . Alla vista di quella grazia di Dio , il burattino sentì consolarsi tutto . Ma quale fu il suo disinganno , quando incominciando a mangiare , si dovè accorgere che il pane era di gesso , il pollastro di cartone e le quattro albicocche di alabastro , colorite al naturale . Voleva piangere , voleva darsi alla disperazione , voleva buttar via il vassoio e quel che c ' era dentro : ma invece , o fosse il gran dolore o la gran languidezza di stomaco , fatto sta che cadde svenuto . Quando si riebbe , si trovò disteso sopra un sofà , e la Fata era accanto a lui . - Anche per questa volta ti perdono , - gli disse la Fata , - ma guai a te se me ne fai un ' altra delle tue ! ... Pinocchio promise e giurò che avrebbe studiato , e che si sarebbe condotto sempre bene . E mantenne la parola per tutto il resto dell ' anno . Difatti , agli esami delle vacanze , ebbe l ' onore di essere il più bravo della scuola ; e i suoi portamenti , in generale , furono giudicati così lodevoli e soddisfacenti , che la Fata , tutta contenta , gli disse : - Domani finalmente il tuo desiderio sarà appagato ! - Cioè ? - Domani finirai di essere un burattino di legno , e diventerai un ragazzo perbene . Chi non ha veduto la gioia di Pinocchio , a questa notizia tanto sospirata , non potrà mai figurarsela . Tutti i suoi amici e compagni di scuola dovevano essere invitati per il giorno dopo a una gran colazione in casa della Fata , per festeggiare insieme il grande avvenimento : e la Fata aveva fatto preparare dugento tazze di caffè - e - latte e quattrocento panini imburrati di sotto e di sopra . Quella giornata prometteva d ' essere molto bella e molto allegra , ma ... Disgraziatamente , nella vita dei burattini c ' è sempre un ma , che sciupa ogni cosa . Pinocchio , invece di diventare un ragazzo , parte di nascosto col suo amico Lucignolo per il Paese dei Balocchi . Com ' è naturale , Pinocchio chiese subito alla Fata il permesso di andare in giro per la città a fare gli inviti : e la Fata gli disse : - Vai pure a invitare i tuoi compagni per la colazione di domani : ma ricordati di tornare a casa prima che faccia notte . Hai capito ? - Fra un ' ora prometto di essere bell ' e ritornato , - replicò il burattino . - Bada , Pinocchio ! I ragazzi fanno presto a promettere : ma il più delle volte , fanno tardi a mantenere . - Ma io non sono come gli altri : io , quando dico una cosa , la mantengo . - Vedremo . Caso poi tu disubbidissi , tanto peggio per te . - Perché ? - Perché i ragazzi che non danno retta ai consigli di chi ne sa più di loro , vanno sempre incontro a qualche disgrazia . - E io l ' ho provato ! - disse Pinocchio . - Ma ora non ci ricasco più ! - Vedremo se dici il vero . Senza aggiungere altre parole , il burattino salutò la sua buona Fata , che era per lui una specie di mamma , e cantando e ballando uscì fuori della porta di casa . In poco più d ' un ' ora , tutti i suoi amici furono invitati . Alcuni accettarono subito e di gran cuore : altri da principio si fecero un po ' pregare ; ma quando seppero che i panini da inzuppare nel caffè - e - latte sarebbero stati imburrati anche dalla parte di fuori , finirono tutti col dire : " Verremo anche noi , per farti piacere " . Ora bisogna sapere che Pinocchio , fra i suoi amici e compagni di scuola , ne aveva uno prediletto e carissimo , il quale si chiamava di nome Romeo : ma tutti lo chiamavano col soprannome di Lucignolo , per via del suo personalino asciutto , secco e allampanato , tale e quale come il lucignolo nuovo di un lumino da notte . Lucignolo era il ragazzo più svogliato e più birichino di tutta la scuola : ma Pinocchio gli voleva un gran bene . Difatti andò subito a cercarlo a casa , per invitarlo alla colazione , e non lo trovò : tornò una seconda volta , e Lucignolo non c ' era : tornò una terza volta , e fece la strada invano . Dove poterlo ripescare ? Cerca di qua , cerca di là , finalmente lo vide nascosto sotto il portico di una casa di contadini . - Che cosa fai costì ? - gli domandò Pinocchio , avvicinandosi . - Aspetto la mezzanotte , per partire ... - Dove vai ? - Lontano , lontano , lontano ! - E io che son venuto a cercarti a casa tre volte ! ... - Che cosa volevi da me ? - Non sai il grande avvenimento ? Non sai la fortuna che mi è toccata ? - Quale ? - Domani finisco di essere un burattino e divento un ragazzo come te , e come tutti gli altri . - Buon pro ti faccia . - Domani , dunque , ti aspetto a colazione a casa mia . - Ma se ti dico che parto questa sera . - A che ora ? - Fra poco . - E dove vai ? - Vado ad abitare in un paese ... che è il più bel paese di questo mondo : una vera cuccagna ! ... - E come si chiama ? - Si chiama il Paese dei Balocchi . Perché non vieni anche tu ? - Io ? no davvero ! - Hai torto , Pinocchio ! Credilo a me che , se non vieni , te ne pentirai . Dove vuoi trovare un paese più salubre per noialtri ragazzi ? Lì non vi sono scuole : lì non vi sono maestri : lì non vi sono libri . In quel paese benedetto non si studia mai . Il giovedì non si fa scuola : e ogni settimana è composta di sei giovedì e di una domenica . Figurati che le vacanze dell ' autunno cominciano col primo di gennaio e finiscono coll ' ultimo di dicembre . Ecco un paese , come piace veramente a me ! Ecco come dovrebbero essere tutti i paesi civili ! ... - Ma come si passano le giornate nel Paese dei Balocchi ? - Si passano baloccandosi e divertendosi dalla mattina alla sera . La sera poi si va a letto , e la mattina dopo si ricomincia daccapo . Che te ne pare ? - Uhm ! ... - fece Pinocchio : e tentennò leggermente il capo , come dire : " è una vita che farei volentieri anch ' io ! " . - Dunque , vuoi partire con me ? Sì o no ? Risolviti . - No , no , no e poi no . Oramai ho promesso alla mia buona Fata di diventare un ragazzo perbene , e voglio mantenere la promessa . Anzi , siccome vedo che il sole va sotto , così ti lascio subito e scappo via . Dunque addio e buon viaggio . - Dove corri con tanta furia ? - A casa . La mia buona Fata vuole che ritorni prima di notte . - Aspetta altri due minuti . - Faccio troppo tardi . - Due minuti soli . - E se poi la Fata mi grida ? - Lasciala gridare . Quando avrà gridato ben bene , si cheterà , - disse quella birba di Lucignolo . - E come fai ? Parti solo o in compagnia ? - Solo ? Saremo più di cento ragazzi . - E il viaggio lo fate a piedi ? - A mezzanotte passerà di qui il carro che ci deve prendere e condurre fin dentro ai confini di quel fortunatissimo paese . - Che cosa pagherei che ora fosse mezzanotte ! ... - Perché ? - Per vedervi partire tutti insieme . - Rimani qui un altro poco e ci vedrai . - No , no : voglio ritornare a casa . - Aspetta altri due minuti . - Ho indugiato anche troppo . La Fata starà in pensiero per me . - Povera Fata ! Che ha paura forse che ti mangino i pipistrelli ? - Ma dunque , - soggiunse Pinocchio , - tu sei veramente sicuro che in quel paese non ci sono punte scuole ? ... - Neanche l ' ombra . - E nemmeno maestri ? ... - Nemmen ' uno . - E non c ' è mai l ' obbligo di studiare ? - Mai , mai , mai ! - Che bel paese ! - disse Pinocchio , sentendo venirsi l ' acquolina in bocca . - Che bel paese ! Io non ci sono stato mai , ma me lo figuro ! ... - Perché non vieni anche tu ? - E inutile che tu mi tenti ! Oramai ho promesso alla mia buona Fata di diventare un ragazzo di giudizio , e non voglio mancare alla parola . - Dunque addio , e salutami tanto le scuole ginnasiali ! ... E anche quelle liceali , se le incontri per la strada . - Addio , Lucignolo : fai buon viaggio , divertiti e rammentati qualche volta degli amici . Ciò detto , il burattino fece due passi in atto di andarsene : ma poi , fermandosi e voltandosi all ' amico , gli domandò : - Ma sei proprio sicuro che in quel paese tutte le settimane sieno composte di sei giovedì e di una domenica ? - Sicurissimo . - Ma lo sai di certo che le vacanze abbiano principio col primo di gennaio e finiscano coll ' ultimo di dicembre ? - Di certissimo ! - Che bel paese ! - ripetè Pinocchio , sputando dalla soverchia consolazione . Poi , fatto un animo risoluto , soggiunse in fretta e furia : - Dunque , addio davvero : e buon viaggio . - Addio . - Fra quanto partirete ? - Fra due ore ! - Peccato ! Se alla partenza mancasse un ' ora sola , sarei quasi quasi capace di aspettare . - E la Fata ? ... - Oramai ho fatto tardi ! ... E tornare a casa un ' ora prima o un ' ora dopo , è lo stesso . - Povero Pinocchio ! E se la Fata ti grida ? - Pazienza ! La lascerò gridare . Quando avrà gridato ben bene , si cheterà . Intanto si era già fatta notte e notte buia : quando a un tratto videro muoversi in lontananza un lumicino ... e sentirono un suono di bubboli e uno squillo di trombetta , così piccolino e soffocato , che pareva il sibilo di una zanzara ! - Eccolo ! - gridò Lucignolo , rizzandosi in piedi . - Chi è ? - domandò sottovoce Pinocchio . - E ' il carro che viene a prendermi . Dunque , vuoi venire , sì o no ? - Ma è proprio vero , - domandò il burattino , - che in quel paese i ragazzi non hanno mai l ' obbligo di studiare ? - Mai , mai , mai ! - Che bel paese ! ... che bel paese ! ... che bel paese ! ... Dopo cinque mesi di cuccagna , Pinocchio , con sua grande maraviglia , sente spuntarsi un bel paio d ' orecchie asinine e diventa un ciuchino , con la coda e tutto . Finalmente il carro arrivò : e arrivò senza fare il più piccolo rumore , perché le sue ruote erano fasciate di stoppa e di cenci . Lo tiravano dodici pariglie di ciuchini , tutti della medesima grandezza , ma di diverso pelame . Alcuni erano bigi , altri bianchi , altri brizzolati a uso pepe e sale , e altri rigati a grandi strisce gialle e turchine . Ma la cosa più singolare era questa : che quelle dodici pariglie , ossia quei ventiquattro ciuchini , invece di essere ferrati come tutti le altre bestie da tiro o da soma , avevano ai piedi degli stivali da uomo di vacchetta bianca . E il conduttore del carro ? ... Figuratevi un omino più largo che lungo , tenero e untuoso come una palla di burro , con un visino di melarosa , una bocchina che rideva sempre e una voce sottile e carezzevole , come quella d ' un gatto che si raccomanda al buon cuore della padrona di casa . Tutti i ragazzi , appena lo vedevano , ne restavano innamorati e facevano a gara nel montare sul suo carro , per essere condotti da lui in quella vera cuccagna conosciuta nella carta geografica col seducente nome di Paese dei Balocchi . Difatti il carro era già tutto pieno di ragazzetti fra gli otto e i dodici anni , ammonticchiati gli uni sugli altri , come tante acciughe nella salamoia . Stavano male , stavano pigiati , non potevano quasi respirare : ma nessuno diceva ohi ! , nessuno si lamentava . La consolazione di sapere che fra poche ore sarebbero giunti in un paese , dove non c ' erano né libri , né scuole , né maestri , li rendeva così contenti e rassegnati , che non sentivano né i disagi , né gli strapazzi , né la fame , né la sete , né il sonno . Appena che il carro si fu fermato , l ' omino si volse a Lucignolo e con mille smorfie e mille manierine , gli domandò sorridendo : - Dimmi , mio bel ragazzo , vuoi venire anche tu in quel fortunato paese ? - Sicuro che ci voglio venire . - Ma ti avverto , carino mio , che nel carro non c ' è più posto . Come vedi , è tutto pieno ! ... - Pazienza ! - replicò Lucignolo , - se non c ' è posto dentro , io mi adatterò a star seduto sulle stanghe del carro . E spiccato un salto , montò a cavalcioni sulle stanghe . - E tu , amor mio ? ... - disse l ' omino volgendosi tutto complimentoso a Pinocchio . - Che intendi fare ? Vieni con noi , o rimani ? ... - Io rimango , - rispose Pinocchio . - Io voglio tornarmene a casa mia : voglio studiare e voglio farmi onore alla scuola , come fanno tutti i ragazzi perbene . - Buon pro ti faccia ! - Pinocchio ! - disse allora Lucignolo . - Dai retta a me : vieni via con noi e staremo allegri . - No , no , no ! - Vieni via con noi e staremo allegri , - gridarono altre quattro voci di dentro al carro . - Vieni via con noi e staremo allegri , - urlarono tutte insieme un centinaio di voci di dentro al carro . - E se vengo con voi , che cosa dirà la mia buona Fata ? - disse il burattino che cominciava a intenerirsi e a ciurlar nel manico . - Non ti fasciare il capo con tante melanconie . Pensa che andiamo in un paese dove saremo padroni di fare il chiasso dalla mattina alla sera ! Pinocchio non rispose : ma fece un sospiro : poi fece un altro sospiro : poi un terzo sospiro ; finalmente disse : - Fatemi un po ' di posto : voglio venire anch ' io ! ... - I posti son tutti pieni , - replicò l ' omino , - ma per mostrarti quanto sei gradito , posso cederti il mio posto a cassetta ... - E voi ? ... - E io farò la strada a piedi . - No , davvero , che non lo permetto . Preferisco piuttosto di salire in groppa a qualcuno di questi ciuchini ! - gridò Pinocchio . Detto fatto , si avvicinò al ciuchino manritto della prima pariglia e fece l ' atto di volerlo cavalcare : ma la bestiola , voltandosi a secco , gli dette una gran musata nello stomaco e lo gettò a gambe all ' aria . Figuratevi la risatona impertinente e sgangherata di tutti quei ragazzi presenti alla scena . Ma l ' omino non rise . Si accostò pieno di amorevolezza al ciuchino ribelle , e , facendo finta di dargli un bacio , gli staccò con un morso la metà dell ' orecchio destro . Intanto Pinocchio , rizzatosi da terra tutto infuriato , schizzò con un salto sulla groppa di quel povero animale . E il salto fu così bello , che i ragazzi , smesso di ridere , cominciarono a urlare : " Viva Pinocchio ! " e a fare una smanacciata di applausi , che non finivano più . Quand ' ecco che all ' improvviso il ciuchino alzò tutt ' e due le gambe di dietro , e dando una fortissima sgropponata , scaraventò il povero burattino in mezzo alla strada sopra un monte di ghiaia . Allora grandi risate daccapo : ma l ' omino , invece di ridere , si sentì preso da tanto amore per quell ' irrequieto asinello , che , con un bacio , gli portò via di netto la metà di quell ' altro orecchio . Poi disse al burattino : - Rimonta pure a cavallo e non aver paura . Quel ciuchino aveva qualche grillo per il capo : ma io gli ho detto due paroline negli orecchi e spero di averlo reso mansueto e ragionevole . Pinocchio montò : e il carro cominciò a muoversi : ma nel tempo che i ciuchini galoppavano e che il carro correva sui ciotoli della via maestra , gli parve al burattino di sentire una voce sommessa e appena intelligibile , che gli disse : - Povero gonzo ! Hai voluto fare a modo tuo , ma te ne pentirai ! Pinocchio , quasi impaurito , guardò di qua e di là , per conoscere da qual parte venissero queste parole ; ma non vide nessuno : i ciuchini galoppavano , il carro correva , i ragazzi dentro al carro dormivano , Lucignolo russava come un ghiro e l ' omino seduto a cassetta , canterellava fra i denti : Tutti la notte dormono E io non dormo mai ... Fatto un altro mezzo chilometro , Pinocchio sentì la solita vocina fioca che gli disse : - Tienlo a mente , grullerello ! I ragazzi che smettono di studiare e voltano le spalle ai libri , alle scuole e ai maestri , per darsi interamente ai balocchi e ai divertimenti , non possono far altro che una fine disgraziata ! ... Io lo so per prova ! ... E te lo posso dire ! Verrà un giorno che piangerai anche tu , come oggi piango io ... ma allora sarà tardi ! ... A queste parole bisbigliate sommessamente , il burattino , spaventato più che mai , saltò giù dalla groppa della cavalcatura e andò a prendere il suo ciuchino per il muso . E immaginatevi come restò , quando s ' accorse che il suo ciuchino piangeva ... e piangeva proprio come un ragazzo ! - Ehi , signor omino , - gridò allora Pinocchio al padrone del carro , - sapete che cosa c ' è di nuovo ? Questo ciuchino piange . - Lascialo piangere : riderà quando sarà sposo - Ma che forse gli avete insegnato anche a parlare ? - No : ha imparato da sé a borbottare qualche parola , essendo stato tre anni in una compagnia di cani ammaestrati . - Povera bestia ! ... - Via , via , - disse l ' omino , - non perdiamo il nostro tempo a veder piangere un ciuco . Rimonta a cavallo , e andiamo : la notte è fresca e la strada è lunga . Pinocchio obbedì senza rifiatare . Il carro riprese la sua corsa : e la mattina , sul far dell ' alba , arrivarono felicemente nel Paese dei Balocchi . Questo paese non somigliava a nessun altro paese del mondo . La sua popolazione era tutta composta di ragazzi . I più vecchi avevano quattordici anni : i più giovani ne avevano otto appena . Nelle strade , un ' allegria , un chiasso , uno strillio da levar di cervello ! Branchi di monelli dappertutto . Chi giocava alle noci , chi alle piastrelle , chi alla palla , chi andava in velocipede , chi sopra a un cavallino di legno ; questi facevano a mosca - cieca , quegli altri si rincorrevano ; altri , vestiti da pagliacci , mangiavano la stoppa accesa : chi recitava , chi cantava , chi faceva i salti mortali , chi si divertiva a camminare colle mani in terra e colle gambe in aria ; chi mandava il cerchio , chi passeggiava vestito da generale coll ' elmo di foglio e lo squadrone di cartapesta ; chi rideva , chi urlava , chi chiamava , chi batteva le mani , chi fischiava , chi rifaceva il verso alla gallina quando ha fatto l ' ovo ; insomma un tal pandemonio , un tal passeraio , un tal baccano indiavolato , da doversi mettere il cotone negli orecchi per non rimanere assorditi . Su tutte le piazze si vedevano teatrini di tela , affollati di ragazzi dalla mattina alla sera , e su tutti i muri delle case si leggevano scritte col carbone delle bellissime cose come queste : Viva i balocci ( invece di balocchi ) : non voglamo più schole ( invece di non vogliamo più scuole ) : abbasso Larin Metica ( invece di l ' aritmetica ) e altri fiori consimili . Pinocchio , Lucignolo e tutti gli altri ragazzi , che avevano fatto il viaggio coll ' omino , appena ebbero messo il piede dentro la città , si ficcarono subito in mezzo alla gran baraonda , e in pochi minuti , come è facile immaginarselo , diventarono gli amici di tutti . Chi più felice , chi più contento di loro ? In mezzo ai continui spassi e agli svariati divertimenti , le ore , i giorni , le settimane , passavano come tanti baleni . - Oh ! che bella vita ! - diceva Pinocchio tutte le volte che per caso s ' imbatteva in Lucignolo . - Vedi , dunque , se avevo ragione ? ... - ripigliava quest ' ultimo . - E dire che tu non volevi partire ! E pensare che t ' eri messo in capo di tornartene a casa dalla tua Fata , per perdere il tempo a studiare ! .... Se oggi ti sei liberato dalla noia dei libri e delle scuole , lo devi a me , ai miei consigli , alle mie premure , ne convieni ? Non vi sono che i veri amici che sappiano rendere di questi grandi favori . - E ' vero , Lucignolo ! Se oggi io sono un ragazzo veramente contento , è tutto merito tuo . E il maestro , invece , sai che cosa mi diceva , parlando di te ? Mi diceva sempre : " Non praticare quella birba di Lucignolo perché Lucignolo è un cattivo compagno e non può consigliarti altro che a far del male !..." . - Povero maestro ! - replicò l ' altro tentennando il capo . - Lo so purtroppo che mi aveva a noia e che si divertiva sempre a calunniarmi , ma io sono generoso e gli perdono ! - Anima grande ! - disse Pinocchio , abbracciando affettuosamente l ' amico e dandogli un bacio in mezzo agli occhi . Intanto era già da cinque mesi che durava questa bella cuccagna di baloccarsi e di divertirsi le giornate intere , senza mai vedere in faccia né un libro , né una scuola , quando una mattina Pinocchio , svegliandosi , ebbe , come si suol dire , una gran brutta sorpresa che lo messe proprio di malumore . A Pinocchio gli vengono gli orecchi di ciuco , e poi diventa un ciuchino vero e comincia a ragliare . E questa sorpresa quale fu ? Ve lo dirò io , miei cari e piccoli lettori : la sorpresa fu che Pinocchio , svegliandosi , gli venne fatto naturalmente di grattarsi il capo ; e nel grattarsi il capo si accorse ... Indovinate un po ' di che cosa si accorse ? Si accorse con sua grandissima maraviglia che gli orecchi gli erano cresciuti più d ' un palmo . Voi sapete che il burattino , fin dalla nascita , aveva gli orecchi piccini piccini : tanto piccini che , a occhio nudo , non si vedevano neppure ! Immaginatevi dunque come restò , quando si poté scorgere che i suoi orecchi , durante la notte , erano così allungati , che parevano due spazzole di padule . Andò subito in cerca di uno specchio , per potersi vedere : ma non trovando uno specchio , empì d ' acqua la catinella del lavamano , e specchiandovisi dentro , vide quel che non avrebbe mai voluto vedere : vide , cioè , la sua immagine abbellita di un magnifico paio di orecchi asinini . Lascio pensare a voi il dolore , la vergogna e la disperazione del povero Pinocchio ! Cominciò a piangere , a strillare , a battere la testa nel muro : ma quanto più si disperava , e più i suoi orecchi crescevano , crescevano e diventavano pelosi verso la cima . Al rumore di quelle grida acutissime , entrò nella stanza una bella Marmottina , che abitava il piano di sopra : la quale , vedendo il burattino in così grandi smanie , gli domandò premurosamente : - Che cos ' hai , mio caro casigliano ? - Sono malato , Marmottina mia , molto malato ... e malato d ' una malattia che mi fa paura ! Te ne intendi tu del polso ? - Un pochino . - Senti dunque se per caso avessi la febbre . La Marmottina alzò la zampa destra davanti : e dopo aver tastato il polso di Pinocchio gli disse sospirando : - Amico mio , mi dispiace doverti dare una cattiva notizia ! ... - Cioè ? - Tu hai una gran brutta febbre ! ... - E che febbre sarebbe ? - E ' la febbre del somaro . - Non la capisco questa febbre ! - rispose il burattino , che l ' aveva pur troppo capita . - Allora te la spiegherò io , - soggiunse la Marmottina . - Sappi dunque che fra due o tre ore tu non sarai più burattino , né un ragazzo ... - E che cosa sarò ? - Fra due o tre ore , tu diventerai un ciuchino vero e proprio , come quelli che tirano il carretto e che portano i cavoli e l ' insalata al mercato . - Oh ! Povero me ! Povero me ! - gridò Pinocchio pigliandosi con le mani tutt ' e due gli orecchi , e tirandoli e strapazzandoli rabbiosamente , come se fossero gli orecchi di un altro . - Caro mio , - replicò la Marmottina per consolarlo , - che cosa ci vuoi tu fare ? Oramai è destino . Oramai è scritto nei decreti della sapienza , che tutti quei ragazzi svogliati che , pigliando a noia i libri , le scuole e i maestri , passano le loro giornate in balocchi , in giochi e in divertimenti , debbano finire prima o poi col trasformarsi in tanti piccoli somari . - Ma davvero è proprio così ? - domandò singhiozzando il burattino . - Purtroppo è cosi ! E ora i pianti sono inutili . Bisognava pensarci prima ! - Ma la colpa non è mia : la colpa , credilo , Marmottina , è tutta di Lucignolo ! ... - E chi è questo Lucignolo ! ... - Un mio compagno di scuola . Io volevo tornare a casa : io volevo essere ubbidiente : io volevo seguitare a studiare e a farmi onore ... ma Lucignolo mi disse : " Perché vuoi annoiarti a studiare ? Perché vuoi andare alla scuola ? Vieni piuttosto con me , nel Paese dei Balocchi : lì non studieremo più : lì ci divertiremo dalla mattina alla sera e staremo sempre allegri " . - E perché seguisti il consiglio di quel falso amico ? di quel cattivo compagno ? - Perché ? ... Perché , Marmottina mia , io sono un burattino senza giudizio ... e senza cuore . Oh ! se avessi avuto un zinzino di cuore , non avrei mai abbandonato quella buona Fata , che mi voleva bene come una mamma e che aveva fatto tanto per me ! ... E a quest ' ora non sarei più un burattino ... ma sarei invece un ragazzino a modo , come ce n ' è tanti ! Oh ! ... ma se incontro Lucignolo , guai a lui ! Gliene voglio dire un sacco e una sporta ! E fece l ' atto di volere uscire . Ma quando fu sulla porta , si ricordò che aveva gli orecchi d ' asino , e vergognandosi di mostrarli al pubblico , che cosa inventò ? ... Prese un gran berretto di cotone , e , ficcatoselo in testa , se lo ingozzò fin sotto la punta del naso . Poi uscì : e si dette a cercar Lucignolo dappertutto . Lo cercò nelle strade , nelle piazze , nei teatrini , in ogni luogo : ma non lo trovò . Ne chiese notizia a quanti incontrò per la via , ma nessuno l ' aveva veduto . Allora andò a cercarlo a casa : e arrivato alla porta bussò . - Chi è ? - domandò Lucignolo di dentro . - Sono io ! - rispose il burattino . - Aspetta un poco , e ti aprirò . Dopo mezz ' ora la porta si aprì : e figuratevi come restò Pinocchio quando , entrando nella stanza , vide il suo amico Lucignolo con un gran berretto di cotone in testa , che gli scendeva fin sotto il naso . Alla vista di quel berretto , Pinocchio sentì quasi consolarsi e pensò subito dentro di sé : " Che l ' amico sia malato della mia medesima malattia ? Che abbia anche lui la febbre del ciuchino ?..." E facendo finta di non essersi accorto di nulla , gli domandò sorridendo : - Come stai , mio caro Lucignolo ? - Benissimo : come un topo in una forma di cacio parmigiano . - Lo dici proprio sul serio ? - E perché dovrei dirti una bugia ? - Scusami , amico : e allora perché tieni in capo codesto berretto di cotone che ti cuopre tutti gli orecchi ? - Me l ' ha ordinato il medico , perché mi sono fatto male a questo ginocchio . E tu , caro burattino , perché porti codesto berretto di cotone ingozzato fin sotto il naso ? - Me l ' ha ordinato il medico , perche mi sono sbucciato un piede . - Oh ! povero Pinocchio ! ... - Oh ! povero Lucignolo ! ... A queste parole tenne dietro un lunghissimo silenzio , durante il quale i due amici non fecero altro che guardarsi fra loro in atto di canzonatura . Finalmente il burattino , con una vocina melliflua e flautata , disse al suo compagno : - Levami una curiosità , mio caro Lucignolo : hai mai sofferto di malattia agli orecchi ? - Mai ! ... E tu ? - Mai ! Per altro da questa mattina in poi ho un orecchio , che mi fa spasimare . - Ho lo stesso male anch ' io . - Anche tu ? ... E qual è l ' orecchio che ti duole ? - Tutt ' e due . E tu ? - Tutt ' e due . Che sia la medesima malattia ? - Ho paura di sì ? - Vuoi farmi un piacere , Lucignolo ? - Volentieri ! Con tutto il cuore . - Mi fai vedere i tuoi orecchi ? - Perché no ? Ma prima voglio vedere i tuoi , caro Pinocchio . - No : il primo devi essere tu . - No , carino ! Prima tu , e dopo io ! - Ebbene , - disse allora il burattino , - facciamo un patto da buoni amici . - Sentiamo il patto . - Leviamoci tutt ' e due il berretto nello stesso tempo : accetti ? - Accetto . - Dunque attenti ! E Pinocchio cominciò a contare a voce alta : - Uno ! Due ! Tre ! Alla parola tre ! i due ragazzi presero i loro berretti di capo e li gettarono in aria . E allora avvenne una scena , che parrebbe incredibile , se non fosse vera . Avvenne , cioè , che Pinocchio e Lucignolo , quando si videro colpiti tutt ' e due dalla medesima disgrazia , invece di restar mortificati e dolenti , cominciarono ad ammiccarsi i loro orecchi smisuratamente cresciuti , e dopo mille sguaiataggini finirono col dare in una bella risata . E risero , risero , risero da doversi reggere il corpo : se non che , sul più bello del ridere , Lucignolo tutt ' a un tratto si chetò , e barcollando e cambiando colore , disse all ' amico : - Aiuto , aiuto , Pinocchio ! - Che cos ' hai ? - Ohimè . Non mi riesce più di star ritto sulle gambe . - Non mi riesce più neanche a me , - gridò Pinocchio , piangendo e traballando . E mentre dicevano così , si piegarono tutt ' e due carponi a terra e , camminando con le mani e coi piedi , cominciarono a girare e a correre per la stanza . E intanto che correvano , i loro bracci diventarono zampe , i loro visi si allungarono e diventarono musi e le loro schiene si coprirono di un pelame grigiolino chiaro , brizzolato di nero . Ma il momento più brutto per què due sciagurati sapete quando fu ? Il momento più brutto e più umiliante fu quello quando sentirono spuntarsi di dietro la coda . Vinti allora dalla vergogna e dal dolore , si provarono a piangere e a lamentarsi del loro destino . Non l ' avessero mai fatto ! Invece di gemiti e di lamenti , mandavano fuori dei ragli asinini : e ragliando sonoramente , facevano tutt ' e due coro : j - a , j - a , j - a . In quel frattempo fu bussato alla porta , e una voce di fuori disse : - Aprite ! Sono l ' Omino , sono il conduttore del carro che vi portò in questo paese . Aprite subito , o guai a voi ! Diventato un ciuchino vero , è portato a vendere , e lo compra il direttore di una compagnia di pagliacci per insegnargli a ballare e a saltare i cerchi ; ma una sera azzoppisce e allora lo ricompra un altro , per far con la sua pelle un tamburo . Vedendo che la porta non si apriva , l ' Omino la spalancò con un violentissimo calcio : ed entrato che fu nella stanza , disse col suo solito risolino a Pinocchio e a Lucignolo : - Bravi ragazzi ! Avete ragliato bene , e io vi ho subito riconosciuti alla voce . E per questo eccomi qui . A tali parole , i due ciuchini rimasero mogi mogi , colla testa giù , con gli orecchi bassi e con la coda fra le gambe . Da principio l ' Omino li lisciò , li accarezzò , li palpeggiò : poi , tirata fuori la striglia , cominciò a strigliarli perbene . E quando a furia di strigliarli , li ebbe fatti lustri come due specchi , allora messe loro la cavezza e li condusse sulla piazza del mercato , con la speranza di venderli e di beccarsi un discreto guadagno . E i compratori , difatti , non si fecero aspettare . Lucignolo fu comprato da un contadino , a cui era morto il somaro il giorno avanti , e Pinocchio fu venduto al direttore di una compagnia di pagliacci e di saltatori di corda , il quale lo comprò per ammaestrarlo e per farlo poi saltare e ballare insieme con le altre bestie della compagnia . E ora avete capito , miei piccoli lettori , qual era il bel mestiere che faceva l ' Omino ? Questo brutto mostriciattolo , che aveva una fisionomia tutta latte e miele , andava di tanto in tanto con un carro a girare per il mondo : strada facendo raccoglieva con promesse e con moine tutti i ragazzi svogliati , che avevano a noia i libri e le scuole : e dopo averli caricati sul suo carro , li conduceva nel Paese dei Balocchi , perché passassero tutto il loro tempo in giochi , in chiassate e in divertimenti . Quando poi quei poveri ragazzi illusi , a furia di baloccarsi sempre e di non studiare mai , diventavano tanti ciuchini , allora tutto allegro e contento s ' impadroniva di loro e li portava a vendere sulle fiere e sui mercati . E così in pochi anni aveva fatto fior di quattrini ed era diventato milionario . Quel che accadesse di Lucignolo , non lo so : so , per altro , che Pinocchio andò incontro fin dai primi giorni a una vita durissima e strapazzata . Quando fu condotto nella stalla , il nuovo padrone gli empì la greppia di paglia : ma Pinocchio , dopo averne assaggiata una boccata , la risputò . Allora il padrone , brontolando , gli empì la greppia di fieno : ma neppure il fieno gli piacque . - Ah ! non ti piace neppure il fieno ? - gridò il padrone imbizzito . - Lascia fare , ciuchino bello , che se hai dei capricci per il capo , penserò io a levarteli ! ... E a titolo di correzione , gli affibbiò subito una frustata nelle gambe . Pinocchio dal gran dolore , cominciò a piangere e a ragliare , e ragliando , disse : - J - a , j - a , la paglia non la posso digerire ! ... - Allora mangia il fieno ! - replicò il padrone che intendeva benissimo il dialetto asinino . - J - a , j - a , il fieno mi fa dolere il corpo ! ... - Pretenderesti , dunque , che un somaro , par tuo , lo dovessi mantenere a petti di pollo e cappone in galantina ? - soggiunse il padrone arrabbiandosi sempre più e affibbiandogli una seconda frustata . A quella seconda frustata Pinocchio , per prudenza , si chetò subito e non disse altro . Intanto la stalla fu chiusa e Pinocchio rimase solo : e perché erano molte ore che non aveva mangiato cominciò a sbadigliare dal grande appetito . E , sbadigliando , spalancava una bocca che pareva un forno . Alla fine , non trovando altro nella greppia , si rassegnò a masticare un po ' di fieno : e dopo averlo masticato ben bene , chiuse gli occhi e lo tirò giù . - Questo fieno non è cattivo , - poi disse dentro di sé , - ma quanto sarebbe stato meglio che avessi continuato a studiare ! ... A quest ' ora , invece di fieno , potrei mangiare un cantuccio di pan fresco e una bella fetta di salame ! ... Pazienza ! La mattina dopo , svegliandosi , cercò subito nella greppia un altro po ' di fieno ; ma non lo trovò perché l ' aveva mangiato tutto nella notte . Allora prese una boccata di paglia tritata : ma in quel mentre che la masticava si dovè accorgere che il sapore della paglia tritata non somigliava punto né al risotto alla milanese né ai maccheroni alla napoletana . - Pazienza ! - ripetè , continuando a masticare . - Che almeno la mia disgrazia possa servire di lezione a tutti i ragazzi disobbedienti e che non hanno voglia di studiare . Pazienza ! ... pazienza ! - Pazienza un corno ! - urlò il padrone , entrando in quel momento nella stalla . - Credi forse , mio bel ciuchino , ch ' io ti abbia comprato unicamente per darti da bere e da mangiare ? Io ti ho comprato perché tu lavori e perché tu mi faccia guadagnare molti quattrini . Su , dunque , da bravo ! Vieni con me nel Circo , e là ti insegnerà a saltare i cerchi , a rompere col capo le botti di foglio e a ballaré il valzer e la polca , stando ritto sulle gambe di dietro . Il povero Pinocchio , per amore o per forza , dovè imparare tutte queste bellissime cose ; ma , per impararle , gli ci vollero tre mesi di lezioni , e molte frustate da levare il pelo . Venne finalmente il giorno , in cui il suo padrone poté annunziare uno spettacolo veramente straordinario . I cartelloni di vario colore , attaccati alle cantonate delle strade , dicevano cosi : Quella sera , come potete figurarvelo , un ' ora prima che cominciasse lo spettacolo , il teatro era pieno stipato . Non si trovava più né un posto distinto , né un palco , nemmeno a pagarlo a peso d ' oro . Le gradinate del Circo formicolavano di bambini , di bambine e di ragazzi di tutte le età , che avevano la febbre addosso per la smania di veder ballare il famoso ciuchino Pinocchio . Finita la prima parte dello spettacolo , il direttore della compagnia , vestito in giubba nera , calzoni bianchi a coscia e stivaloni di pelle fin sopra ai ginocchi , si presentò all ' affollatissimo pubblico , e , fatto un grande inchino , recitò con molta solennità il seguente spropositato discorso : " Rispettabile pubblico , cavalieri e dame ! L ' umile sottoscritto essendo di passaggio per questa illustre metropolitana , ho voluto procrearmi l ' onore nonché il piacere di presentare a questo intelligente e cospicuo uditorio un celebre ciuchino , che ebbe già l ' onore di ballare al cospetto di Sua Maestà l ' Imperatore di tutte le Corti principali d ' Europa . " E col ringraziandoli , aiutateci della vostra animatrice presenza e compatiteci ! " Questo discorso fu accolto da molte risate e da molti applausi : ma gli applausi raddoppiarono e diventarono una specie di uragano alla comparsa del ciuchino Pinocchio in mezzo al Circo . Egli era tutto agghindato a festa . Aveva una briglia nuova di pelle lustra , con fibbie e borchie d ' ottone ; due camelie bianche agli orecchi ; la criniera divisa in tanti riccioli legati con fiocchettini d ' argento attraverso alla vita , e la coda tutta intrecciata con nastri di velluto amaranto e celeste . Era , insomma , un ciuchino da innamorare ! Il direttore , nel presentarlo al pubblico , aggiunse queste parole : " Miei rispettabili auditori ! Non starò qui a farvi menzogne delle grandi difficoltà da me soppressate per comprendere e soggiogare questo mammifero , mentre pascolava liberamente di montagna in montagna nelle pianure della zona torrida . Osservate , vi prego , quanta selvaggina trasudi dà suoi occhi , conciossiaché essendo riusciti vanitosi tutti i mezzi per addomesticarlo al vivere dei quadrupedi civili , ho dovuto più volte ricorrere all ' affabile dialetto della frusta . Ma ogni mia gentilezza invece di farmi da lui benvolere , me ne ha maggiormente cattivato l ' animo . Io però , seguendo il sistema di Galles , trovai nel suo cranio una piccola cartagine ossea che la stessa Facoltà Medicea di Parigi riconobbe essere quello il bulbo rigeneratore dei capelli e della danza pirrica . E per questo io lo volli ammaestrare nel ballo nonché nei relativi salti dei cerchi e delle botti foderate di foglio . Ammiratelo , e poi giudicatelo ! Prima però di prendere cognato da voi , permettete , o signori , che io v ' inviti al diurno spettacolo di domani sera : ma nell ' apoteosi che il tempo piovoso minacciasse acqua , allora lo spettacolo invece di domani sera , sarà posticipato a domattina , alle ore undici antimeridiane del pomeriggio " . E qui il direttore fece un ' altra profondissima riverenza : quindi rivolgendosi a Pinocchio , gli disse : - Animo , Pinocchio ! ... Avanti di dar principio ai vostri esercizi , salutate questo rispettabile pubblico , cavalieri , dame e ragazzi ! Pinocchio , ubbidiente , piegò subito i due ginocchi davanti , fino a terra , e rimase inginocchiato fino a tanto che il direttore , schioccando la frusta , non gli gridò : - Al passo ! Allora il ciuchino si rizzò sulle quattro gambe , e cominciò a girare intorno al Circo , camminando sempre di passo . Dopo un poco il direttore grido : - Al trotto ! - e Pinocchio , ubbidiente al comando , cambiò il passo in trotto . - Al galoppo ! ... - e Pinocchio staccò il galoppo . - Alla carriera ! - e Pinocchio si dette a correre di gran carriera . Ma in quella che correva come un barbero , il direttore , alzando il braccio in aria , scaricò un colpo di pistola . A quel colpo il ciuchino , fingendosi ferito , cadde disteso nel Circo , come se fosse moribondo davvero . Rizzatosi da terra , in mezzo a uno scoppio di applausi , d ' urli e di battimani , che andavano alle stelle , gli venne naturalmente di alzare la testa e di guardare in su ... e guardando , vide in un palco una bella signora , che aveva al collo una grossa collana d ' oro , dalla quale pendeva un medaglione . Nel medaglione c ' era dipinto il ritratto d ' un burattino . - Quel ritratto è il mio ! ... quella signora è la Fata ! - disse dentro di sé Pinocchio , riconoscendola subito : e lasciandosi vincere dalla gran contentezza , si provò a gridare : - Oh Fatina mia ! oh Fatina mia ! Ma invece di queste parole , gli uscì dalla gola un raglio cosi sonoro e prolungato , che fece ridere tutti gli spettatori , e segnatamente tutti i ragazzi che erano in teatro . Allora il direttore , per insegnargli e per fargli intendere che non è buona creanza mettersi a ragliare in faccia al pubblico , gli diè col manico della frusta una bacchettata sul naso . Il povero ciuchino , tirato fuori un palmo di lingua , durò a leccarsi il naso almeno cinque minuti , credendo forse così di rasciugarsi il dolore che aveva sentito . Ma quale fu la sua disperazione quando , voltandosi in su una seconda volta , vide che il palco era vuoto e che la Fata era sparita ! ... Si sentì come morire : gli occhi gli si empirono di lacrime e cominciò a piangere dirottamente . Nessuno però se ne accorse e , meno degli altri , il direttore , il quale , anzi , schioccando la frusta , gridò : - Da bravo , Pinocchio ! Ora farete vedere a questi signori con quanta grazia sapete saltare i cerchi . Pinocchio si provò due o tre volte : ma ogni volta che arrivava davanti al cerchio , invece di attraversarlo , ci passava più comodamente di sotto . Alla fine spiccò un salto e l ' attraversò : ma le gambe di dietro gli rimasero disgraziatamente impigliate nel cerchio : motivo per cui ricadde in terra dall ' altra parte tutto in un fascio . Quando si rizzò , era azzoppito , e a malapena poté ritornare alla scuderia . - Fuori Pinocchio ! Vogliamo il ciuchino ! Fuori il ciuchino ! - gridavano i ragazzi dalla platea , impietositi e commossi al tristissimo caso . Ma il ciuchino per quella sera non si fece rivedere . La mattina dopo il veterinario , ossia il medico delle bestie , quando l ' ebbe visitato , dichiarò che sarebbe rimasto zoppo per tutta la vita . Allora il direttore disse al suo garzone di stalla : - Che vuoi tu che mi faccia d ' un somaro zoppo ? Sarebbe un mangiapane a ufo . Portalo dunque in piazza e rivendilo . Arrivati in piazza , trovarono subito il compratore , il quale domandò al garzone di stalla : - Quanto vuoi di cotesto ciuchino zoppo ? - Venti lire . - Io ti do venti soldi . Non credere che io lo compri per servirmene : lo compro unicamente per la sua pelle . Vedo che ha la pelle molto dura , e con la sua pelle voglio fare un tamburo per la banda musicale del mio paese . Lascio pensare a voi , ragazzi , il bel piacere che fu per il povero Pinocchio , quando sentì che era destinato a diventare un tamburo ! Fatto sta che il compratore , appena pagati i venti soldi , condusse il ciuchino sopra uno scoglio ch ' era sulla riva del mare ; e messogli un sasso al collo e legatolo per una zampa con una fune che teneva in mano , gli diè improvvisamente uno spintone e lo gettò nell ' acqua . Pinocchio , con quel macigno al collo , andò subito a fondo ; e il compratore , tenendo sempre stretta in mano la fune , si pose a sedere sullo scoglio , aspettando che il ciuchino avesse tutto il tempo di morire affogato , per poi levargli la pelle . Pinocchio , gettato in mare , è mangiato dai pesci e ritorna ad essere un burattino come prima ; ma mentre nuota per salvarsi , è ingoiato dal terribile Pesce - cane . Dopo cinquanta minuti che il ciuchino era sott ' acqua , il compratore disse , discorrendo da sé solo : - A quest ' ora il mio povero ciuchino zoppo deve essere bell ' affogato . Ritiriamolo dunque su , e facciamo con la sua pelle questo bel tamburo . E cominciò a tirare la fune , con la quale lo aveva legato per una gamba : e tira , tira , tira , alla fine vide apparire a fior d ' acqua ... indovinate ? Invece di un ciuchino morto , vide apparire a fior d ' acqua un burattino vivo che scodinzolava come un ' anguilla . Vedendo quel burattino di legno , il pover ' uomo credé di sognare e rimase lì intontito , a bocca aperta e con gli occhi fuori della testa . Riavutosi un poco dal suo primo stupore , disse piangendo e balbettando : - E il ciuchino che ho gettato in mare dov ' è ? - Quel ciuchino son io ! - rispose il burattino , ridendo . - Tu ? - Io . - Ah ! mariuolo ! Pretenderesti forse burlarti di me ? - Burlarmi di voi ? Tutt ' altro , caro padrone : io vi parlo sul serio . - Ma come mai tu , che poco fa eri un ciuchino , ora , stando nell ' acqua sei diventato un burattino di legno ? ... - Sarà effetto dell ' acqua del mare . Il mare ne fa di questi scherzi . - Bada , burattino , bada ! ... Non credere di divertirti alle mie spalle . Guai a te , se mi scappa la pazienza . - Ebbene , padrone : volete sapere tutta la vera storia ? Scioglietemi questa gamba e io ve la racconterò . Quel buon pasticcione del compratore , curioso di conoscere la vera storia , gli sciolse subito il nodo della fune , che lo teneva legato : e allora Pinocchio , trovandosi libero come un uccello nell ' aria prese a dirgli così : - Sappiate dunque che io ero un burattino di legno come sono oggi : ma mi trovavo a tocco e non tocco di diventare un ragazzo , come in questo mondo ce n ' è tanti : se non che per la mia poca voglia di studiare e per dar retta ai cattivi compagni , scappai di casa ... e un bel giorno , svegliandomi , mi trovai cambiato in un somaro con tanto di orecchi ... e con tanto di coda ! ... Che vergogna fu quella per me ! ... Una vergogna , caro padrone , che Sant ' Antonio benedetto non la faccia provare neppure a voi ! Portato a vendere sul mercato degli asini , fui comprato dal Direttore di una compagnia equestre , il quale si messe in capo di far di me un gran ballerino e un gran saltatore di cerchi ; ma una sera durante lo spettacolo , feci in teatro una brutta cascata , e rimasi zoppo da tutt ' e due le gambe . Allora il direttore non sapendo che cosa farsi d ' un asino zoppo , mi mandò a rivendere , e voi mi avete comprato ! - Pur troppo ! E ti ho pagato venti soldi . E ora chi mi rende i miei poveri venti soldi ? - E perché mi avete comprato ? Voi mi avete comprato per fare con la mia pelle un tamburo ! ... un tamburo ! ... - Pur troppo ! ... E ora dove troverò un ' altra pelle ? - Non vi date alla disperazione , padrone . Dei ciuchini ce n ' è tanti , in questo mondo ! - Dimmi , monello impertinente : e la tua storia finisce qui ? - No , - rispose il burattino , - ci sono altre due parole , e poi è finita . Dopo avermi comprato , mi avete condotto in questo luogo per uccidermi ; ma poi , cedendo a un sentimento pietoso d ' umanità , avete preferito di legarmi un sasso al collo e di gettarmi in fondo al mare . Questo sentimento di delicatezza vi onora moltissimo , e io ve ne serberò eterna riconoscenza . Per altro , caro padrone , questa volta avete fatto i vostri conti senza la Fata ... - E chi è questa Fata ? - E la mia mamma , la quale somiglia a tutte quelle buone mamme , che vogliono un gran bene ai loro ragazzi e non li perdono mai d ' occhio , e li assistono amorosamente in ogni disgrazia , anche quando questi ragazzi , per le loro scapataggini e per i loro cattivi portamenti , meriterebbero di essere abbandonati e lasciati in balia a se stessi . Dicevo , dunque , che la buona Fata , appena mi vide in pericolo di affogare , mandò subito intorno a me un branco infinito di pesci , i quali credendomi davvero un ciuchino bell ' e morto , cominciarono a mangiarmi ! E che bocconi che facevano ! Non avrei mai creduto che i pesci fossero più ghiotti anche dei ragazzi ! Chi mi mangiò gli orecchi , chi mi mangiò il muso , chi il collo e la criniera , chi la pelle delle zampe , chi la pelliccia della schiena ... e fra gli altri , vi fu un pesciolino cosi garbato , che si degnò perfino di mangiarmi la coda . - Da oggi in poi , - disse il compratore inorridito , - faccio giuro di non assaggiar più carne di pesce . Mi dispiacerebbe troppo di aprire una triglia o un nasello fritto e di trovargli in corpo una coda di ciuco ! - Io la penso come voi , - replicò il burattino , ridendo . - Del resto , dovete sapere che quando i pesci ebbero finito di mangiarmi tutta quella buccia asinina , che mi copriva dalla testa ai piedi , arrivarono , - com ' è naturale , all ' osso ... o per dir meglio , arrivarono al legno , perché , come vedete , io son fatto di legno durissimo . Ma dopo dati i primi morsi , quei pesci ghiottoni si accorsero subito che il legno non era ciccia per i loro denti , e nauseati da questo cibo indigesto se ne andarono chi in qua chi in là , senza voltarsi nemmeno a dirmi grazie ... Ed eccovi raccontato come qualmente voi , tirando su la fune , avete trovato un burattino vivo , invece d ' un ciuchino morto . - Io mi rido della tua storia , - gridò il compratore imbestialito . - Io so che ho speso venti soldi per comprarti , e rivoglio i miei quattrini . Sai che cosa farò ? Ti porterò daccapo al mercato , e ti rivenderò a peso di legno stagionato per accendere il fuoco nel caminetto . - Rivendetemi pure : io sono contento , - disse Pinocchio . Ma nel dir cosi , fece un bel salto e schizzò in mezzo all ' acqua . E nuotando allegramente e allontanandosi dalla spiaggia , gridava al povero compratore : - Addio , padrone ; se avete bisogno di una pelle per fare un tamburo , ricordatevi di me . E poi rideva e seguitava a nuotare : e dopo un poco , rivoltandosi indietro , urlava più forte : - Addio , padrone : se avete bisogno di un po ' di legno stagionato , per accendere il caminetto , ricordatevi di me . Fatto sta che in un batter d ' occhio si era tanto allontanato , che non si vedeva quasi più : ossia , si vedeva solamente sulla superficie del mare un puntolino nero , che di tanto in tanto rizzava le gambe fuori dell ' acqua e faceva capriole e salti , come un delfino in vena di buonumore . Intanto che Pinocchio nuotava alla ventura , vide in mezzo al mare uno scoglio che pareva di marmo bianco : e su in cima allo scoglio , una bella Caprettina che belava amorosamente e gli faceva segno di avvicinarsi . La cosa più singolare era questa : che la lana della Caprettina , invece di esser bianca , o nera , o pallata di due colori , come quella delle altre capre , era invece turchina , ma d ' un color turchino sfolgorante , che rammentava moltissimo i capelli della bella Bambina . Lascio pensare a voi se il cuore del povero Pinocchio cominciò a battere più forte ! Raddoppiando di forza e di energia si diè a nuotare verso lo scoglio bianco : ed era già a mezza strada , quando ecco uscir fuori dall ' acqua e venirgli incontro una orribile testa di mostro marino , con la bocca spalancata , come una voragine , e tre filari di zanne che avrebbero fatto paura anche a vederle dipinte . E sapete chi era quel mostro marino ? Quel mostro marino era né più né meno quel gigantesco Pesce - cane , ricordato più volte in questa storia , e che per le sue stragi e per la sua insaziabile voracità , veniva soprannominato " l ' Attila dei pesci e dei pescatori " . Immaginatevi lo spavento del povero Pinocchio alla vista del mostro . Cerco di scansarlo , di cambiare strada : cercò di fuggire : ma quella immensa bocca spalancata gli veniva sempre incontro con la velocità di una saetta . - Affrettati , Pinocchio , per carità ! - gridava belando la bella Caprettina . E Pinocchio nuotava disperatamente con le braccia , col petto , con le gambe e coi piedi . - Corri , Pinocchio , perché il mostro si avvicina ! E Pinocchio , raccogliendo tutte le sue forze , raddoppiava di lena nella corsa . - Bada , Pinocchio ! ... il mostro ti raggiunge ! ... Eccolo ! ... Eccolo ! ... Affrettati per carità , o sei perduto ! ... E Pinocchio a nuotar più lesto che mai , e via , e via , e via , come andrebbe una palla di fucile . E già era presso lo scoglio , e già la Caprettina , spenzolandosi tutta sul mare , gli porgeva le sue zampine davanti per aiutarlo a uscire dall ' acqua ! Ma oramai era tardi ! Il mostro lo aveva raggiunto : il mostro , tirando il fiato a sé , si bevve il povero burattino , come avrebbe bevuto un uovo di gallina : e lo inghiottì con tanta violenza e con tanta avidità , che Pinocchio , cascando giù in corpo al Pesce - cane , battè un colpo cosi screanzato , da restarne sbalordito per un quarto d ' ora . Quando ritornò in sé da quello sbigottimento , non sapeva raccapezzarsi , nemmeno lui , in che mondo si fosse . Intorno a sé c ' era da ogni parte un gran buio : ma un buio così nero e profondo , che gli pareva di essere entrato col capo in un calamaio pieno d ' inchiostro . Stette in ascolto e non senti nessun rumore : solamente di tanto in tanto sentiva battersi nel viso alcune grandi buffate di vento . Da principio non sapeva intendere da dove quel vento uscisse : ma poi capì che usciva dai polmoni del mostro . Perché bisogna sapere che il Pesce - cane soffriva moltissimo d ' asma , e quando respirava , pareva proprio che tirasse la tramontana . Pinocchio , sulle prime , s ' ingegnò di farsi un poco di coraggio : ma quand ' ebbe la prova e la riprova di trovarsi chiuso in corpo al mostro marino allora cominciò a piangere e a strillare : e piangendo diceva : - Aiuto ! aiuto ! Oh povero me ! Non c ' è nessuno che venga a salvarmi ? - Chi vuoi che ti salvi , disgraziato ? ... - disse in quel buio una vociaccia fessa di chitarra scordata . - Chi è che parla cosi ? - domandò Pinocchio , sentendosi gelare dallo spavento . - Sono io ! sono un povero Tonno , inghiottito dal Pesce - cane insieme con te . E tu che pesce sei ? - Io non ho che vedere nulla coi pesci . Io sono un burattino . - E allora , se non sei un pesce , perché ti sei fatto inghiottire dal mostro ? - Non son io , che mi son fatto inghiottire : gli è lui che mi ha inghiottito ! Ed ora che cosa dobbiamo fare qui al buio ? ... - Rassegnarsi e aspettare che il Pesce - cane ci abbia digeriti tutt ' e due ! ... - Ma io non voglio esser digerito ! - urlò Pinocchio , ricominciando a piangere . - Neppure io vorrei esser digerito , - soggiunse il Tonno , - ma io sono abbastanza filosofo e mi consolo pensando che , quando si nasce Tonni , c ' è più dignità a morir sott ' acqua che sott ' olio ! ... - Scioccherie ! - gridò Pinocchio . - La mia è un ' opinione , - replicò il Tonno , - e le opinioni , come dicono i Tonni politici , vanno rispettate ! - Insomma ... io voglio andarmene di qui ... io voglio fuggire ... - Fuggi , se ti riesce ! ... - è molto grosso questo Pesce - cane che ci ha inghiottiti ? - domandò il burattino . - Figurati che il suo corpo è più lungo di un chilometro , senza contare la coda . Nel tempo che facevano questa conversazione al buio , parve a Pinocchio di veder lontan lontano una specie di chiarore . - Che cosa sarà mai quel lumicino lontano lontano ? - disse Pinocchio . - Sarà qualche nostro compagno di sventura , che aspetterà come noi il momento di esser digerito ! .... - Voglio andare a trovarlo . Non potrebbe darsi il caso che fosse qualche vecchio pesce capace di insegnarmi la strada per fuggire ? - Io te l ' auguro di cuore , caro burattino . - Addio , Tonno . - Addio , burattino ; e buona fortuna . - Dove ci rivedremo ? ... - Chi lo sa ? ... è meglio non pensarci neppure ! Pinocchio ritrova in corpo al Pesce - cane ... Chi ritrova ? Leggete questo capitolo e lo saprete . Pinocchio , appena che ebbe detto addio al suo buon amico Tonno , si mosse brancolando in mezzo a quel buio , e cominciò a camminare a tastoni dentro il corpo del Pesce - cane , avviandosi un passo dietro l ' altro verso quel piccolo chiarore che vedeva baluginare lontano lontano . E nel camminare sentì che i suoi piedi sguazzavano in una pozzanghera d ' acqua grassa e sdrucciolona , e quell ' acqua sapeva di un odore così acuto di pesce fritto che gli pareva di essere a mezza quaresima . E più andava avanti , e più il chiarore si faceva rilucente e distinto : finché , cammina cammina , alla fine arrivò : e quando fu arrivato ... che cosa trovò ? Ve lo do a indovinare in mille : trovò una piccola tavola apparecchiata , con sopra una candela accesa infilata in una bottiglia di cristallo verde , e seduto a tavola un vecchiettino tutto bianco , come se fosse di neve o di panna montata , il quale se ne stava lì biascicando alcuni pesciolini vivi , ma tanto vivi , che alle volte mentre li mangiava , gli scappavano perfino di bocca . A quella vista il povero Pinocchio ebbe un ' allegrezza così grande e così inaspettata , che ci mancò un ette non cadesse in delirio . Voleva ridere , voleva piangere , voleva dire un monte di cose ; e invece mugolava confusamente e balbettava delle parole tronche e sconclusionate . Finalmente gli riuscì di cacciar fuori un grido di gioia e spalancando le braccia e gettandosi al collo del vecchietto , cominciò a urlare : - Oh ! babbino mio ! finalmente vi ho ritrovato ! Ora poi non vi lascio più , mai più , mai più ! - Dunque gli occhi mi dicono il vero ? - replicò il vecchietto stropicciandosi gli occhi , - Dunque tu sé proprio il mì caro Pinocchio ? - Sì , sì , sono io , proprio io ! E voi mi avete digià perdonato , non è vero ? Oh ! babbino mio , come siete buono ! ... e pensare che io , invece ... Oh ! ma se sapeste quante disgrazie mi son piovute sul capo e quante cose mi son andate per traverso ! Figuratevi che il giorno che voi , povero babbino , col vendere la vostra casacca mi compraste l ' Abbecedario per andare a scuola , io scappai a vedere i burattini , e il burattinaio mi voleva mettere sul fuoco perché gli cocessi il montone arrosto , che fu quello poi che mi dette cinque monete d ' oro , perché le portassi a voi , ma io trovai la Volpe e il Gatto , che mi condussero all ' osteria del Gambero Rosso dove mangiarono come lupi , e partito solo di notte incontrai gli assassini che si messero a corrermi dietro , e io via , e loro dietro , e io via e loro sempre dietro , e io via , finché m ' impiccarono a un ramo della Quercia grande , dovecché la bella Bambina dai capelli turchini mi mandò a prendere con una carrozzina , e i medici , quando m ' ebbero visitato , dissero subito : " Se non è morto , è segno che è sempre vivo " , e allora mi scappò detto una bugia , e il naso cominciò a crescermi e non mi passava più dalla porta di camera , motivo per cui andai con la Volpe e col Gatto a sotterrare le quattro monete d ' oro , che una l ' avevo spesa all ' osteria , e il pappagallo si messe a ridere , e viceversa di duemila monete non trovai più nulla , la quale il giudice quando seppe che ero stato derubato , mi fece subito mettere in prigione , per dare una soddisfazione ai ladri , di dove , col venir via , vidi un bel grappolo d ' uva in un campo , che rimasi preso alla tagliola e il contadino di santa ragione mi messe il collare da cane perché facessi la guardia al pollaio , che riconobbe la mia innocenza e mi lasciò andare , e il Serpente , colla coda che gli fumava , cominciò a ridere e gli si strappò una vena sul petto e cosi ritornai alla Casa della bella Bambina , che era morta , e il Colombo vedendo che piangevo mi disse : " Ho visto il tù babbo che si fabbricava una barchettina per venirti a cercare " , e io gli dissi : " Oh ! se avessi l ' ali anch ' io " , e lui mi disse : " Vuoi venire dal tuo babbo ? " , e io gli dissi : " Magari ! ma chi mi ci porta " , e lui mi disse : " Ti ci porto io " , e io gli dissi : " Come ? " , e lui mi disse : " Montami sulla groppa " , e così abbiamo volato tutta la notte , e poi la mattina tutti i pescatori che guardavano verso il mare mi dissero : " C ' è un pover ' uomo in una barchetta che sta per affogare " , e io da lontano vi riconobbi subito , perché me lo diceva il core , e vi feci cenno di tornare alla spiaggia ... - Ti riconobbi anch ' io , - disse Geppetto , - e sarei volentieri tornato alla spiaggia : ma come fare ? Il mare era grosso e un cavallone m ' arrovesciò la barchetta . Allora un orribile Pesce - cane che era lì vicino , appena m ' ebbe visto nell ' acqua corse subito verso di me , e tirata fuori la lingua , mi prese pari pari , e m ' inghiottì come un tortellino di Bologna . - E quant ' è che siete chiuso qui dentro ? - domandò Pinocchio . - Da quel giorno in poi , saranno oramai due anni : due anni , Pinocchio mio , che mi son parsi due secoli ! - E come avete fatto a campare ? E dove avete trovata la candela ? E i fiammiferi per accenderla , chi ve li ha dati ? - Ora ti racconterò tutto . Devi dunque sapere che quella medesima burrasca , che rovesciò la mia barchetta , fece anche affondare un bastimento mercantile . I marinai si salvarono tutti , ma il bastimento colò a fondo e il solito Pesce - cane , che quel giorno aveva un appetito eccellente , dopo aver inghiottito me , inghiottì anche il bastimento ... - Come ? Lo inghiottì tutto in un boccone ? ... - domandò Pinocchio maravigliato . - Tutto in un boccone : e risputò solamente l ' albero maestro , perché gli era rimasto fra i denti come una lisca . Per mia gran fortuna , quel bastimento era carico di carne conservata in cassette di stagno , di biscotto , ossia di pane abbrostolito , di bottiglie di vino , d ' uva secca , di cacio , di caffè , di zucchero , di candele steariche e di scatole di fiammiferi di cera . Con tutta questa grazia di Dio ho potuto campare due anni : ma oggi sono agli ultimi sgoccioli : oggi nella dispensa non c ' è più nulla , e questa candela , che vedi accesa , è l ' ultima candela che mi sia rimasta ... - E dopo ? ... - E dopo , caro mio , rimarremo tutt ' e due al buio . - Allora , babbino mio , - disse Pinocchio , - non c ' è tempo da perdere . Bisogna pensar subito a fuggire ... - A fuggire ? ... e come ? - Scappando dalla bocca del Pesce - cane e gettandosi a nuoto in mare . - Tu parli bene : ma io , caro Pinocchio , non so nuotare . - E che importa ? ... Voi mi monterete a cavalluccio sulle spalle e io , che sono un buon nuotatore , vi porterò sano e salvo fino alla spiaggia . - Illusioni , ragazzo mio ! - replicò Geppetto , scotendo il capo e sorridendo malinconicamente . - Ti par egli possibile che un burattino , alto appena un metro , come sei tu , possa aver tanta forza da portarmi a nuoto sulle spalle ? - Provatevi e vedrete ! A ogni modo , se sarà scritto in cielo che dobbiamo morire , avremo almeno la gran consolazione di morire abbracciati insieme . E senza dir altro , Pinocchio prese in mano la candela , e andando avanti per far lume , disse al suo babbo : - Venite dietro a me , e non abbiate paura . E così camminarono un bel pezzo , e traversarono tutto il corpo e tutto lo stomaco del Pesce - cane . Ma giunti che furono al punto dove cominciava la gran gola del mostro , pensarono bene di fermarsi per dare un ' occhiata e cogliere il momento opportuno alla fuga . Ora bisogna sapere che il Pesce - cane , essendo molto vecchio e soffrendo d ' asma e di palpitazione di cuore , era costretto a dormir a bocca aperta : per cui Pinocchio , affacciandosi al principio della gola e guardando in su , poté vedere al di fuori di quell ' enorme bocca spalancata un bel pezzo di cielo stellato e un bellissimo lume di luna . - Questo è il vero momento di scappare , - bisbigliò allora voltandosi al suo babbo . - Il Pescecane dorme come un ghiro : il mare è tranquillo e ci si vede come di giorno . Venite dunque , babbino , dietro a me e fra poco saremo salvi . Detto fatto , salirono su per la gola del mostro marino , e arrivati in quell ' immensa bocca cominciarono a camminare in punta di piedi sulla lingua ; una lingua così larga e così lunga , che pareva il viottolone d ' un giardino . E già stavano lì lì per fare il gran salto e per gettarsi a nuoto nel mare , quando , sul più bello , il Pesce - cane starnutì , e nello starnutire , dette uno scossone così violento , che Pinocchio e Geppetto si trovarono rimbalzati all ' indietro e scaraventati novamente in fondo allo stomaco del mostro . Nel grand ' urto della caduta la candela si spense , e padre e figliuolo rimasero al buio . - E ora ? ... - domandò Pinocchio facendosi serio . - Ora ragazzo mio , siamo bell ' e perduti . - Perché perduti ? Datemi la mano , babbino , e badate di non sdrucciolare ! ... - Dove mi conduci ? - Dobbiamo ritentare la fuga . Venite con me e non abbiate paura . Ciò detto , Pinocchio prese il suo babbo per la mano : e camminando sempre in punta di piedi , risalirono insieme su per la gola del mostro : poi traversarono tutta la lingua e scavalcarono i tre filari di denti . Prima però di fare il gran salto , il burattino disse al suo babbo : - Montatemi a cavalluccio sulle spalle e abbracciatemi forte forte . Al resto ci penso io . Appena Geppetto si fu accomodato per bene sulle spalle del figliuolo , Pinocchio , sicurissimo del fatto suo , si gettò nell ' acqua e cominciò a nuotare . Il mare era tranquillo come un olio : la luna splendeva in tutto il suo chiarore e il Pesce - cane seguitava a dormire di un sonno così profondo , che non l ' avrebbe svegliato nemmeno una cannonata . Finalmente Pinocchio cessa d ' essere un burattino e diventa un ragazzo . Mentre Pinocchio nuotava alla svelta per raggiungere la spiaggia , si accorse che il suo babbo , il quale gli stava a cavalluccio sulle spalle e aveva le gambe mezze nell ' acqua , tremava fitto fitto , come se al pover ' uomo gli battesse la febbre terzana . Tremava di freddo o di paura ? Chi lo sa ? Forse un po ' dell ' uno e un po ' dell ' altro . Ma Pinocchio , credendo che quel tremito fosse di paura , gli disse per confortarlo : - Coraggio babbo ! Fra pochi minuti arriveremo a terra e saremo salvi . - Ma dov ' è questa spiaggia benedetta ? - domandò il vecchietto diventando sempre più inquieto , e appuntando gli occhi , come fanno i sarti quando infilano l ' ago . - Eccomi qui , che guardo da tutte le parti , e non vedo altro che cielo e mare . - Ma io vedo anche la spiaggia , - disse il burattino . - Per vostra regola io sono come i gatti : ci vedo meglio di notte che di giorno . Il povero Pinocchio faceva finta di essere di buonumore : ma invece ... Invece cominciava a scoraggiarsi : le forze gli scemavano , il suo respiro diventava grosso e affannoso ... insomma non ne poteva più , la spiaggia era sempre lontana . Nuotò finché ebbe fiato : poi si voltò col capo verso Geppetto , e disse con parole interrotte : - Babbo mio , aiutatemi ... perché io muoio ! E il padre e il figliuolo erano oramai sul punto di affogare , quando udirono una voce di chitarra scordata che disse : - Chi è che muore ? - Sono io e il mio povero babbo ! ... - Questa voce la riconosco ! Tu sei Pinocchio ! ... - Preciso : e tu ? - Io sono il Tonno , il tuo compagno di prigionia in corpo al Pesce - cane . - E come hai fatto a scappare ? - Ho imitato il tuo esempio . Tu sei quello che mi hai insegnato la strada , e dopo te , sono fuggito anch ' io . - Tonno mio , tu capiti proprio a tempo ! Ti prego per l ' amor che porti ai Tonnini tuoi figliuoli : aiutaci , o siamo perduti . - Volentieri e con tutto il cuore . Attaccatevi tutt ' e due alla mia coda , e lasciatevi guidare . In quattro minuti vi condurrò alla riva . Geppetto e Pinocchio , come potete immaginarvelo accettarono subito l ' invito : ma invece di attaccarsi alla coda , giudicarono più comodo di mettersi addirittura a sedere sulla groppa del Tonno . - Siamo troppo pesi ? ... - gli domandò Pinocchio . - Pesi ? Neanche per ombra ; mi par di avere addosso due gusci di conchiglia , - rispose il Tonno , il quale era di una corporatura così grossa e robusta , da parere un vitello di due anni . Giunti alla riva , Pinocchio saltò a terra il primo , per aiutare il suo babbo a fare altrettanto ; poi si voltò al Tonno , e con voce commossa gli disse : - Amico mio , tu hai salvato il mio babbo ! Dunque non ho parole per ringraziarti abbastanza ! Permetti almeno che ti dia un bacio in segno di riconoscenza eterna ! ... Il Tonno cacciò il muso fuori dall ' acqua , e Pinocchio , piegandosi coi ginocchi a terra , gli posò un affettuosissimo bacio sulla bocca . A questo tratto di spontanea e vivissima tenerezza , il povero Tonno , che non c ' era avvezzo , si sentì talmente commosso , che vergognandosi a farsi veder piangere come un bambino , ricacciò il capo sott ' acqua e sparì . Intanto s ' era fatto giorno . Allora Pinocchio , offrendo il suo braccio a Geppetto , che aveva appena il fiato di reggersi in piedi , gli disse : - Appoggiatevi pure al mio braccio , caro babbino , e andiamo . Cammineremo pian pianino come le formicole , e quando saremo stanchi ci riposeremo lungo la via . - E dove dobbiamo andare ? - domandò Geppetto . - In cerca di una casa o d ' una capanna , dove ci diano per carità un boccon di pane e un po ' di paglia che ci serva da letto . Non avevano ancora fatti cento passi , che videro seduti sul ciglione della strada due brutti ceffi , i quali stavano lì in atto di chiedere l ' elemosina . Erano il Gatto e la Volpe : ma non si riconoscevano più da quelli d ' una volta . Figuratevi che il Gatto , a furia di fingersi cieco , aveva finito coll ' accecare davvero : e la Volpe invecchiata , intignata e tutta perduta da una parte , non aveva più nemmeno la coda . Così è . Quella trista ladracchiola , caduta nella più squallida miseria , si trovò costretta un bel giorno a vendere perfino la sua bellissima coda a un merciaio ambulante , che la comprò per farsene uno scacciamosche . - O Pinocchio , - gridò la Volpe con voce di piagnisteo , - fai un po ' di carità a questi due poveri infermi . - Infermi ! - ripetè il Gatto . - Addio , mascherine ! - rispose il burattino . - Mi avete ingannato una volta , e ora non mi ripigliate più . - Credilo , Pinocchio , che oggi siamo poveri e disgraziati davvero ! - Davvero ! - ripetè il Gatto . - Se siete poveri , ve lo meritate . Ricordatevi del proverbio che dice : " I quattrini rubati non fanno mai frutto " . Addio , mascherine ! - Abbi compassione di noi ! ... - Di noi ! ... - Addio , mascherine ! Ricordatevi del proverbio che dice : " La farina del diavolo va tutta in crusca " . - Non ci abbandonare ! ... - ... are ! - ripetè il Gatto . - Addio , mascherine ! Ricordatevi del proverbio che dice : " Chi ruba il mantello al suo prossimo , per il solito muore senza camicia " . E così dicendo , Pinocchio e Geppetto seguitarono tranquillamente per la loro strada : finché , fatti altri cento passi , videro in fondo a una viottola in mezzo ai campi una bella capanna tutta di paglia , e col tetto coperto d ' embrici e di mattoni . - Quella capanna dev ' essere abitata da qualcuno , - disse Pinocchio . - Andiamo là e bussiamo . Difatti andarono , e bussarono alla porta . - Chi è ? - disse una vocina di dentro . - Siamo un povero babbo e un povero figliuolo , senza pane e senza tetto , - rispose il burattino . - Girate la chiave , e la porta si aprirà , - disse la solita vocina . Pinocchio girò la chiave , e la porta si apri . Appena entrati dentro , guardarono di qua , guardarono di là , e non videro nessuno . - O il padrone della capanna dov ' è ? - disse Pinocchio maravigliato . - Eccomi quassù ! Babbo e figliuolo si voltarono subito verso il soffitto , e videro sopra un travicello il Grillo - parlante : - Oh ! mio caro Grillino , - disse Pinocchio salutandolo garbatamente . - Ora mi chiami il " tuo caro Grillino " , non è vero ? Ma ti rammenti di quando , per scacciarmi di casa tua , mi tirasti un martello di legno ? ... - Hai ragione , Grillino ! Scaccia anche me ... tira anche a me un martello di legno : ma abbi pietà del mio povero babbo ... - Io avrò pietà del babbo e anche del figliuolo : ma ho voluto rammentarti il brutto garbo ricevuto , per insegnarti che in questo mondo , quando si può , bisogna mostrarsi cortesi con tutti , se vogliamo esser ricambiati con pari cortesia nei giorni del bisogno . - Hai ragione , Grillino , hai ragione da vendere e io terrò a mente la lezione che mi hai data . Ma mi dici come hai fatto a comprarti questa bella capanna ? - Questa capanna mi è stata regalata ieri da una graziosa capra , che aveva la lana d ' un bellissimo colore turchino . - E la capra dov ' è andata ? - - Non lo so . - E quando ritornerà ? ... - domandò Pinocchio , con vivissima curiosità . - Non ritornerà mai . Ieri è partita tutta afflitta , e , belando , pareva che dicesse : " Povero Pinocchio ... oramai non lo rivedrò più ... il Pesce - cane a quest ' ora l ' avrà bell ' e divorato !..." . - Ha detto proprio così ? ... Dunque era lei ! ... Era lei ! ... era la mia cara Fatina ! ... - cominciò a urlare Pinocchio , singhiozzando e piangendo dirottamente . Quand ' ebbe pianto ben bene , si rasciugò gli occhi e , preparato un buon lettino di paglia , vi distese sopra il vecchio Geppetto . Poi domandò al Grillo - parlante : - Dimmi , Grillino : dove potrei trovare un bicchiere di latte per il mio povero babbo ? - Tre campi distante di qui c ' è l ' ortolano Giangio , che tiene le mucche . Và da lui e troverai il latte , che cerchi . Pinocchio andò di corsa a casa dell ' ortolano Giangio ; ma l ' ortoiano gli disse : - Quanto ne vuoi del latte ? - Ne voglio un bicchiere pieno . - Un bicchiere di latte costa un soldo . Comincia intanto dal darmi il soldo . - Non ho nemmeno un centesimo , - rispose Pinocchio tutto mortificato e dolente . - Male , burattino mio , - replicò l ' ortolano . - Se tu non hai nemmeno un centesimo , io non ho nemmeno un dito di latte . - Pazienza ! - disse Pinocchio e fece l ' atto di andarsene . - Aspetta un po ' , - disse Giangio . - Fra te e me ci possiamo accomodare . Vuoi adattarti a girare il bindolo ? - Che cos ' è il bindolo ? - Gli è quell ' ordigno di legno , che serve a tirar su l ' acqua dalla cisterna , per annaffiare gli ortaggi . - Mi proverò ... - Dunque , tirami su cento secchie d ' acqua e io ti regalerò in compenso un bicchiere di latte . - Sta bene . Giangio condusse il burattino nell ' orto e gl ' insegnò la maniera di girare il bindolo . Pinocchio si pose subito al lavoro ; ma prima di aver tirato su le cento secchie d ' acqua , era tutto grondante di sudore dalla testa ai piedi . Una fatica a quel modo non l ' aveva durata mai . - Finora questa fatica di girare il bindolo , - disse l ' ortolano , - l ' ho fatta fare al mio ciuchino : ma oggi quel povero animale è in fin di vita . - Mi menate a vederlo ? - disse Pinocchio . - Volentieri . Appena che Pinocchio fu entrato nella stalla vide un bel ciuchino disteso sulla paglia , rifinito dalla fame e dal troppo lavoro . Quando l ' ebbe guardato fisso fisso , disse dentro di sé , turbandosi : - Eppure quel ciuchino lo conosco ! Non mi è fisonomia nuova ! E chinatosi fino a lui , gli domandò in dialetto asinino : - Chi sei ? A questa domanda , il ciuchino apri gli occhi moribondi , e rispose balbettando nel medesimo dialetto : - Sono Lu ... ci ... gno ... lo . E dopo richiuse gli occhi e spirò . - Oh ! povero Lucignolo ! - disse Pinocchio a mezza voce : e presa una manciata di paglia , si rasciugò una lacrima che gli colava giù per il viso . - Ti commovi tanto per un asino che non ti costa nulla ? - disse l ' ortolano . - Che cosa dovrei far io che lo comprai a quattrini contanti ? - Vi dirò ... era un mio amico ! ... - Tuo amico ? - Un mio compagno di scuola ! ... - Come ? ! - urlò Giangio dando in una gran risata . - Come ? ! avevi dei somari per compagni di scuola ! ... Figuriamoci i belli studi che devi aver fatto ! ... Il burattino , sentendosi mortificato da quelle parole , non rispose : ma prese il suo bicchiere di latte quasi caldo , e se ne tornò alla capanna . E da quel giorno in poi , continuò più di cinque mesi a levarsi ogni mattina , prima dell ' alba , per andare a girare il bindolo , e guadagnare così quel bicchiere di latte , che faceva tanto bene alla salute cagionosa del suo babbo . Né si contentò di questo : perché a tempo avanzato , imparò a fabbricare anche i canestri e i panieri di giunco : e coi quattrini che ne ricavava , provvedeva con moltissimo giudizio a tutte le spese giornaliere . Fra le altre cose , costruì da sé stesso un elegante carrettino per condurre a spasso il suo babbo alle belle giornate , e per fargli prendere una boccata d ' aria . Nelle veglie poi della sera , si esercitava a leggere e a scrivere . Aveva comprato nel vicino paese per pochi centesimi un grosso libro , al quale mancavano il frontespizio e l ' indice , e con quello faceva la sua lettura . Quanto allo scrivere , si serviva di un fuscello temperato a uso penna ; e non avendo né calamaio né inchiostro , lo intingeva in una boccettina ripiena di sugo di more e di ciliege . Fatto sta , che con la sua buona volontà d ' ingegnarsi , di lavorare e di tirarsi avanti , non solo era riuscito a mantenere quasi agiatamente il suo genitore sempre malaticcio , ma per di più aveva potuto mettere da parte anche quaranta soldi per comprarsi un vestitino nuovo . Una mattina disse a suo padre : - Vado qui al mercato vicino , a comprarmi una giacchettina , un berrettino e un paio di scarpe . Quando tornerò a casa , - soggiunse ridendo , - sarò vestito così bene , che mi scambierete per un gran signore . E uscito di casa , cominciò a correre tutto allegro e contento . Quando a un tratto sentì chiamarsi per nome : e voltandosi , vide una bella Lumaca che sbucava fuori della siepe . - Non mi riconosci ? - disse la Lumaca . - Mi pare e non mi pare ... - Non ti ricordi di quella Lumaca , che stava per cameriera con la Fata dai capelli turchini ? Non ti rammenti di quella volta , quando scesi a farti lume e che tu rimanesti con un piede confitto nell ' uscio di casa ? - Mi rammento di tutto , - gridò Pinocchio . - Rispondimi subito , Lumachina bella : dove hai lasciato la mia buona Fata ? Che fa ? Mi ha perdonato ? Si ricorda sempre di me ? Mi vuol sempre bene ? E ' molto lontana da qui ? Potrei andare a trovarla ? A tutte queste domande fatte precipitosamente e senza ripigliar fiato , la Lumaca rispose con la sua solita flemma : - Pinocchio mio ! La povera Fata giace in un fondo di letto allo spedale ! ... - Allo spedale ? ... - Pur troppo ! Colpita da mille disgrazie , si è gravemente ammalata e non ha più da comprarsi un boccon di pane . - Davvero ? ... Oh ! Che gran dolore che mi hai dato ! Oh ! povera Fatina ! Povera Fatina ! Povera Fatina ! ... Se avessi un milione , correrei a portarglielo ... Ma io non ho che quaranta soldi ... eccoli qui : andavo giusto a comprarmi un vestito nuovo . Prendili , Lumaca , e và a portarli subito alla mia buona Fata . - E il tuo vestito nuovo ? ... - Che m ' importa del vestito nuovo ? Venderei anche questi cenci che ho addosso , per poterla aiutare ! Và , Lumaca , spicciati : e fra due giorni ritorna qui , che spero di poterti dare qualche altro soldo . Finora ho lavorato per mantenere il mio babbo : da oggi in là , lavorerò cinque ore di più per mantenere anche la mia buona mamma . Addio , Lumaca , e fra due giorni ti aspetto . La Lumaca , contro il suo costume , cominciò a correre come una lucertola nei grandi solleoni d ' agosto . Quando Pinocchio tornò a casa , il suo babbo gli domandò : - E il vestito nuovo ? - Non m ' è stato possibile di trovarne uno che mi tornasse bene . Pazienza ! ... Lo comprerò un ' altra volta . Quella sera Pinocchio , invece di vegliare fino alle dieci , vegliò fino alla mezzanotte suonata ; e invece di far otto canestre di giunco ne fece sedici . Poi andò a letto e si addormentò . E nel dormire , gli parve di vedere in sogno la Fata , tutta bella e sorridente , la quale , dopo avergli dato un bacio , gli disse così . - Bravo Pinocchio ! In grazia del tuo buon cuore , io ti perdono tutte le monellerie che hai fatto fino a oggi . I ragazzi che assistono amorosamente i propri genitori nelle loro miserie e nelle loro infermità , meritano sempre gran lode e grande affetto , anche se non possono esser citati come modelli d ' ubbidienza e di buona condotta . Metti giudizio per l ' avvenire , e sarai felice . A questo punto il sogno finì , e Pinocchio si svegliò con tanto d ' occhi spalancati . Ora immaginatevi voi quale fu la sua maraviglia quando , svegliandosi , si accorse che non era più un burattino di legno : ma che era diventato , invece , un ragazzo come tutti gli altri . Dette un ' occhiata all ' intorno e invece delle solite pareti di paglia della capanna , vide una bella camerina ammobiliata e agghindata con una semplicità quasi elegante . Saltando giù dal letto , trovò preparato un bel vestiario nuovo , un berretto nuovo e un paio di stivaletti di pelle , che gli tornavano una vera pittura . Appena si fu vestito gli venne fatto naturalmente di mettere la mani nelle tasche e tirò fuori un piccolo portamonete d ' avorio , sul quale erano scritte queste parole : " La Fata dai capelli turchini restituisce al suo caro Pinocchio i quaranta soldi e lo ringrazia tanto del suo buon cuore " . Aperto il portamonete , invece dei quaranta soldi di rame , vi luccicavano quaranta zecchini d ' oro , tutti nuovi di zecca . Dopo andò a guardarsi allo specchio , e gli parve d ' essere un altro . Non vide più riflessa la solita immagine della marionetta di legno , ma vide l ' immagine vispa e intelligente di un bel fanciullo coi capelli castagni , cogli occhi celesti e con un ' aria allegra e festosa come una pasqua di rose . In mezzo a tutte queste meraviglie , che si succedevano le une alle altre , Pinocchio non sapeva più nemmeno lui se era desto davvero o se sognava sempre a occhi aperti . - E il mio babbo dov ' è ? - gridò tutt ' a un tratto : ed entrato nella stanza accanto trovò il vecchio Geppetto sano , arzillo e di buonumore , come una volta , il quale , avendo ripreso subito la sua professione d ' intagliatore in legno , stava appunto disegnando una bellissima cornice ricca di fogliami , di fiori e di testine di diversi animali . - Levatemi una curiosità , babbino : ma come si spiega tutto questo cambiamento improvviso ? - gli domandò Pinocchio saltandogli al collo e coprendolo di baci . - Questo improvviso cambiamento in casa nostra è tutto merito tuo , - disse Geppetto . - Perché merito mio ? ... - Perché quando i ragazzi , di cattivi diventano buoni , hanno la virtù di far prendere un aspetto nuovo e sorridente anche all ' interno delle loro famiglie . - E il vecchio Pinocchio di legno dove si sarà nascosto ? - Eccolo là , - rispose Geppetto ; e gli accennò un grosso burattino appoggiato a una seggiola , col capo girato sur una parte , con le braccia ciondoloni e con le gambe incrocicchiate e ripiegate a mezzo , da parere un miracolo se stava ritto . Pinocchio si voltò a guardarlo ; e dopo che l ' ebbe guardato un poco , disse dentro di sé con grandissima compiacenza : - Com ' ero buffo , quand ' ero un burattino ! ... e come ora son contento di essere diventato un ragazzino perbene ! ...