Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> autore_s:"Eco Umberto"
StampaPeriodica ,
Quando ho sentito la notizia alla radio ho avuto un primo moto di rimorso : mesi fa , a proposito del suo articolo sull ' aborto , lo avevo attaccato con cosciente cattiveria , e lui se ne era molto risentito , contrattaccando ( una sola battuta nel corso di un ' intervista ) con altrettanta cattiveria . E al saperlo morto ammazzato , così bruttamente , ho avuto un sentimento di colpa , come se quei segni sul suo corpo fossero le tracce di un lungo linciaggio , a cui anch ' io avevo preso parte . Poi mi sono reso conto che non era quello il punto . Lottatore per vocazione , per rabbia e per baldanza , Pasolini l ' attacco lo cercava , lo stimolava quando la reattività pubblica si assopiva , si sentiva vivo solo quando poteva dire : " Perché mi sparate addosso ? " . Lui sosteneva : la società mi lincia perché sono diverso , e certo il primo moto di ribellione gli era venuto dal sentirsi respinto ai margini per quella sua diversità sessuale che esponeva a tutti i venti con esasperata sincerità . Ma questa stessa sincerità lo aveva , per così dire , autorizzato a gestire pubblicamente la sua diversità . Certo , la società non perdona mai del tutto ai diversi , se non li punisce li ricatta con l ' ironia , ma lui avrebbe almeno potuto sentirsi in fase di armistizio . E invece dall ' esperienza originaria della diversità sessuale , gli era venuto l ' altro impulso ( forse più sublimato , o più socializzato , non so ) a crearsi una situazione di diversità ad oltranza . Con un fiuto rabbioso per le posizioni impopolari . Una vocazione alla emarginazione , dunque , a dispetto del successo , anzi usando il successo come frombola per lanciare altre provocazioni che obbligassero gli altri a sparargli addosso . Un gioco pericoloso , sul filo della corda , dove le idee che metteva in questione contavano sino a un certo punto , talora erano tipiche scelte teatrali : il gioco del Bastian contrario . Si diceva una volta , per scherzo , che un giorno avrebbe affermato che i poveri sono cattivi per avere la soddisfazione di vedersi svillaneggiato da tutti : bene , lo ha fatto . Era qualcosa di più di una vocazione masochistica , qualcosa di più ambizioso e di più tragico : una mimesi mistica del Crocifisso , naturalmente a testa in giù , nella scia di quegli gnostici che asserivano che il Figlio per arrivare alla purificazione , avesse dovuto commettere tutti i peccati possibili . Se questo è vero , egli era l ' ultima personificazione di un superomismo romantico , il poeta che vive di persona il proprio ideale estetico ; salvo che l ' esteta della decadenza incarnava sogni di gloria fastosa ed egli invece sogni di spaesamento e persecuzione ; quindi se modello c ' era , era Rimbaud e non D ' Annunzio : anche nel successo egli aveva scelto di testimoniare l ' emarginazione . La conoscenza primitiva della emarginazione sua e altrui lo aveva segnato per la vita , così che non poteva più rifiutarsi a questo gioco , anche se la società era disposta a integrarlo . Anche in questo è stato contraddittoriamente coerente , astuto come il serpente e candido come la colomba . Ciò che lo limita è semmai il fatto che avesse deciso di emarginarsi come testimone dei propri umori e non come portavoce di una coscienza collettiva . Di qui l ' esito oggettivamente regressivo di certi suoi appelli eversivi : il confondere la società futura con una società " naturale " , adolescente e incontaminata solo nei suoi ricordi privati . Che è poi il rischio del poeta quando presenta la memoria come utopia . Di qui le sue lucciole pauperistiche , i paradossi di un paternalismo preindustriale tutto sommato più " naturale " del consumismo tecnologico . Ma è che la violenza positiva del suo messaggio non stava nei contenuti , bensì negli effetti di cattiva coscienza che riusciva a produrre . Erano un pretesto per essere rintuzzato e testimoniare così che l ' emarginazione esisteva ancora . Segno di contraddizione , il suo genio consisteva nell ' impostare il gioco in modo che a contestarlo ci si cadeva dentro . Anche ora , dopo la sua morte . All ' obiezione : " Sei morto come uno dei tuoi personaggi , non sei contento ? " , egli risponderebbe : " Sono morto , siete contenti ? " . E a dirgli : " Hai cercato di mostrarci che il mondo della borgata selvaggia del dopoguerra era più puro e mite di quello della borgata consumistica , e sei morto in un episodio da borgata all ' antica " , egli obietterebbe : " Parlavo della violenza di oggi e sono morto oggi , mi ha ucciso la vostra violenza che mi ha spinto a una ricerca impossibile " . Allora , per uscire dal suo gioco , non resta che vedere se si può utilizzare la sua morte come lezione che non riguardi lui solo . Ci provo . Egli ci ha ripetuto che c ' erano dei diversi respinti ai margini , e che non avremmo mai capito appieno la loro sofferenza . La sua morte ci ricorda che , per quanto rispettato dalla società , un diverso deve pur sempre tentare la sua ricerca in luoghi oscuri , dove c ' è violenza , rabbia e paura ( la stessa del ragazzetto che fugge come un pazzo sulla macchina della sua vittima ) . E se i diversi che hanno il coraggio di definirsi tali devono ancora rifugiarsi ai margini , come i diversi che hanno paura , questo significa che la società non ha ancora imparato ad accettare né gli uni né gli altri , anche se fa finta di sì . Certo Pasolini avrebbe potuto permettersi di vivere la sua diversità altrove che non alla macchia . Può darsi abbia voluto continuare a farlo per orgoglio . Ora ci impone un esame di coscienza fatto con umiltà .