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De Mita SPA ( Suttora Mauro , 1988 )
StampaPeriodica ,
MAI NELLA STORIA D ' ITALIA TANTO potere politico si è concentrato in così pochi chilometri quadrati . La provincia di Avellino sta regalando alla patria il capo del governo e il capo del maggiore partito : Ciriaco De Mita ; il numero due del maggiore partito , Giuseppe Gargani ; il capo della regione più importante , Enrico De Mita , presidente del Consiglio regionale della Lombardia ; il capo della Rai , Biagio Agnes ; il capo dei senatori del partito di maggioranza , Nicola Mancino ; il vicepresidente vicario della Camera , Gerardo Bianco ; un potente senatore , già ministro per il Mezzogiorno , Salverino De Vito ; un altro senatore , autorevole membro della direzione del maggiore partito , Ortensio Zecchino . Irpini ad honorem per contiguità geografica sono altresì il portavoce unico del partito di maggioranza , Clemente Mastella , nonché il massimo responsabile dei servizi segreti Angelo Salma . Anche il direttore de L ' Osservatore Romano , Mario Agnes , è avellinese . Alcune di queste cariche si assommano nella stessa persona , altre nella stessa famiglia . Il quotidiano di Napoli , Il Mattino , ha rivelato inoltre , domenica 11 dicembre 1988 , che la Banca popolare d ' Irpinia - di cui quasi tutti gli eminenti sopra citati sono azionisti - sta per conquistare la leadership sull ' Italia meridionale . Niente male , per una provincia che non arriva a 500mila abitanti . Nemmeno Cavour , Francesco Crispi , Giovanni Giolitti , Benito Mussolini , Alcide De Gasperi , Aldo Moro , Bettino Craxi , prima di Ciriaco De Mita da Nusco , avevano mai potuto contare su una squadra così imponente di conterranei nei posti chiave della nazione . Cosicché i detrattori di De Mita parlano adesso di " clan degli avellinesi " , mentre i suoi ammiratori si compiacciono per l ' inusitata fertilità dell ' Irpinia , fino a ieri oscura e povera provincia . Siamo andati a controllare se corrispondano al vero alcune maldicenze . Prima fra queste , che i 63mila miliardi di lire stanziati per la ricostruzione in Irpinia del 1980 siano troppi e malspesi . Poi , se De Mita si sia arricchito grazie al sisma , come insinuano i comunisti . O , perlomeno , se abbia fatto arricchire parenti e amici . Certo Nusco non è meglio collegata oggi al resto dell ' Italia di quanto lo fosse dieci anni fa . Di treno , neanche a parlarne : non solo il paesello di De Mita ma Avellino sono pressoché irraggiungibili da Napoli in ferrovia , a meno che non si vogliano spendere giornate per percorrere pochi chilometri . La caratteristica dell ' unica ferrovia irpina è avere le stazioni piazzate in mezzo al nulla , a vari chilometri di distanza dai paesi di cui pure esibiscono il nome . In corriera la situazione non migliora : le 2.500 lire del biglietto Avellino - Nusco garantiscono solo che i 40 chilometri del tragitto vengano compiuti in circa due ore . Insomma , in Irpinia chi non ha la macchina è perduto . Per fortuna a Nusco il visitatore può riposare nel nuovo hotel Colucci , tre stelle , 44 camere . Ammirando dalla terrazza a 900 metri di altitudine il panorama sul massiccio del Vulture , i monti del Matese e l ' Appennino Dauno , ci consoliamo per il freddo ( nevica già da metà novembre ) assaggiando il maiale al finocchietto , i " cicalucculi " , ovvero gli gnocchi , nonché il leggendario torrone irpino . In tutto nell ' hotel ci sono due ospiti : tecnici romagnoli per la zona industriale . C ' è più gente d ' estate ? « No , è sempre cose > , risponde il proprietario , desolato . La carenza di turisti non gli ha impedito però di chiedere un contributo di 13 miliardi di lire per la ricostruzione . Oltre al contributo a fondo perduto del 75 per cento per le nuove iniziative industriali ( l ' aiuto più alto mai concesso dopo una calamità nel mondo occidentale ) , la legge pro terremotati provvede anche a regalare soldi a non meglio precisate " imprese di servizi per le infrastrutture " alle aree industriali . Sui tavoli dell ' Italtecna ( il consorzio Iri - Italstat , quindi Dc , che dovrebbe garantire " l ' alta vigilanza sull ' esecuzione degli interventi " ) è così piovuta una valanga di richieste di finanziamenti per alberghi , imprese di trasporti e perfino per un centro commerciale per la vendita di prodotti in pelle che la signora Teresa D ' Argenio sarebbe lieta di aprire in Avellino città . Una città dove , come denuncia Maurizio Galasso del Wwf , dopo il terremoto c ' è stata una rovinosa speculazione edilizia : « E adesso vogliono costruire un ' autostrada che funzionerà da tangenziale per arrivare a un megacentro commerciale completato da tempo ma mai aperto . Rovineranno una delle ultime aree verdi » . Naturalmente , tutto il fervore economico che si è impossessato dell ' Irpinia provoca anche benefici indiretti : è il famoso " indotto " , parola magica che i politici locali spiattellano quando si fa loro presente che il costo per ogni posto di lavoro creato finora è di 2 miliardi e mezzo di lire e di circa un miliardo a persona . Cifra smentita dal responsabile ( avellinese ) dell ' Ufficio che eroga i fondi , Elveno Pastorelli : secondo lui il costo per addetto sarà meno di 300 milioni di lire . Ma solo quando ( e se ) le imprese cominceranno a produrre . Per ora la realtà è assai più preoccupante : « Soldi spesi , un migliaio di miliardi di lire . Industrie insediate a oggi : 57 . Posti di lavoro : 380 , invece dei 3.500 promessi . Per ottenere il costo pro capite basta fare una divisione » , spiega secco Angelo Giusto , responsabile enti locali del Pci irpino . Il quale desume i suoi dati dalla relazione presentata dallo stesso Pastorelli al Parlamento nel settembre 1988 , e aggiornata al luglio 1988 . È questa , ovvero esiste già , la relazione invocata da Bettino Craxi lunedì 12 dicembre 1988 al posto della commissione d ' inchiesta voluta dalle opposizioni , dal Pli e accettata perfino dai democristiani . E l ' indotto ? Un piccolo esempio è il dépliant dell ' hotel Colucci di Nusco , stampato dalla Poligrafica irpina . Questa è una delle 14 industrie che si sono stabilite nella zona industriale di Nusco . « La ricostruzione è stata una manna » , spiega Gerardo Calabrese , il proprietario , « perché prima operavamo già qui , ma ci mancavano le infrastrutture : strade , telefoni , l ' elettricità andava via 20 volte al giorno . Adesso si può lavorare » . LA POLIGRAFICA HA 28 DIPENDENTI , un fatturato di circa 2 miliardi di lire l ' anno , e ha ricevuto un contributo di 5 miliardi e mezzo . Accanto c ' è la Dielve , che produce vetro ultraresistente per l ' Enel : « Abbiamo iniziato due mesi fa , abbiamo 70 dipendenti » , dice l ' ingegner Carmine Tirri . Otto miliardi di lire li ha avuti la Dietalat , il cui stabilimento scintilla sotto il sole di fronte a un prato dove pascolano le pecore . Questo è il più grosso regalo che Calisto Tanzi , il padrone della Parmalat e di Odeon tv , abbia fatto al suo amico Ciriaco : 58 nuschesi da due anni sfornano focaccine e pizze . Veramente l ' impegno era per 101 dipendenti , ma la legge consente che il 70 per cento del totale possa essere raggiunto nello spazio di quattro anni . « E adesso » , annuncia Sergio Piccini , portavoce della Parmalat , « con il lancio della tortafrutta faremo 35 assunzioni a tempo determinato » . Un regalo ancora più grande , però , è stato Ciriaco a farlo . A se stesso : la più imponente delle otto nuove aree industriali in provincia di Avellino sarà questa di Nusco , con 200 miliardi di lire di contributi alle 14 aziende ( che promettono a pieno regime 980 addetti ) , accompagnati da investimenti in superstrade , elettrodotti , acquedotti . Inoltre sono vicinissime a Nusco anche altre due aree industriali : quelle di Sant ' Angelo dei Lombardi ( due imprese , 178 addetti , 29 miliardi di lire di contributi ) e Morra De Sanctis ( cinque imprese , 594 addetti , 95 miliardi di lire ) . Guarda caso , a Morra De Sanctis è nato Giuseppe Gargani , 53 anni , da sempre fedelissimo di De Mita , presidente della commissione Giustizia alla Camera ( nel 1987 ) , e soprattutto - da quando in aprile Ciriaco è diventato presidente del Consiglio - coordinatore della segreteria Dc . Cioè , numero due del partito . A Morra si è verificato l ' ormai celebre fiasco della Tormene , che avrebbe dovuto produrre barche in un cantiere piantato in mezzo ad aspre montagne . Costo per il contribuente : più di 4 miliardi di lire . Ma neanche le altre tre iniziative ( Fisa , Flexplan e Teletecnica ) hanno avuto sorte migliore : nonostante abbiano ingoiato 16 miliardi di lire di contributi , rimangono fantasmi . Allora l ' anno scorso è intervenuta , provvidenziale , l ' Aeritalia di Napoli ( che nella lottizzazione delle Partecipazioni statali spetta alla Dc ) , la quale , in cambio di 75 miliardi di lire , promette di creare 360 posti di lavoro . A Sant ' Angelo dei Lombardi si sono installate due aziende : la Ferrero , che dà lavoro a 127 persone ( contributo : 24 miliardi di lire ) e la Ifs ( Industria filtri Sud ) . I capannoni di quest ' ultima sono terminati , perfetto è il raccordo stradale : peccato che non ci sia alcun segno di vita . La Ferrero , invece , la scorsa settimana si è assunta anche un altro incarico molto importante perla provincia di Avellino : sollecitata dal prefetto Raffaele Sbrescia e dalla Coldiretti , si è impegnata a comprare ben ottantamila quintali di nocciole ( materia prima della Nutella ) dai diecimila contadini irpini che negli ultimi due anni sono stati messi in crisi dalla concorrenza turca . Così , grazie alla piemontese Ferrero , gli alberi di nocciole irpini non saranno tagliati . Un ' altra grande industria del Nord che è calata in provincia di Avellino approfittando dei contributi post terremoto è l ' altoatesina Zuegg . Si è stabilita nell ' area industriale di San Mango sul Calore , vicina , questa , al paese di Montefalcione , dove è nato Nicola Mancino , presidente dei senatori de da quattro anni e capogruppo al consiglio comunale di Avellino . A San Mango , però , per ora tutto tace . La Zuegg offre solo lavori stagionali ai suoi 40 addetti che producono marmellate . Ma anche le altre nove industrie non sono ancora in produzione , nonostante i 129 miliardi di lire di finanziamenti a fondo perduto e i capannoni che sono quasi tutti già pronti . « Inizieremo l ' attività entro la fine dell ' anno » , promette Helmut Kling , un imprenditore tedesco che ha ricevuto 22 miliardi di lire per il suo calzaturificio , dove dovrebbero lavorare 200 persone . Il problema è che il signor Kling ha già un calzaturificio a Mercogliano , nella zona industriale di Avellino . Adesso vorrebbe che una cinquantina dei suoi 160 operai di Mercogliano si trasferissero a San Mango , che dista 30 chilometri , per avviare gli impianti . I sindacati e anche il sindaco di Mercogliano lo accusano di stare preparando la chiusura o la vendita del vecchio impianto , per trasferirsi nel nuovo . In pratica , un rinnovo degli impianti a spese dello Stato . Kling nega , e assicura di volersi tenere entrambi gli stabilimenti . Nella zona industriale di Lacedonia il caso più significativo è quello della Mulat . Siamo nel feudo del senatore dc Salverino De Vito , 62 anni , non rimpianto ministro per il Mezzogiorno fino all ' anno scorso . De Vito è anche sindaco di Bisaccia , comune dove nel 1987 c ' erano ancora 450 famiglie in container . Quattro anni fa la Mulat , un ' azienda che impacchetta latte ( tedesco : quello munto dalle vacche locali è considerato troppo acido ) , ha chiesto e ottenuto 20 miliardi di lire promettendo 98 posti di lavoro . Ebbene , oggi i 23 dipendenti sono in cassa integrazione , e il proprietario vuole chiudere . Il proprietario è il fratello del segretario regionale della Dc campana , l ' avellinese Antonio Argenziano . Anzi , proprio segretario no : è " coordinatore della segreteria " , in attesa che l ' attuale segretario , il senatore Ortensio Zecchino di Ariano Irpino ( demitiano di ferro ) si faccia più in là . MA ZECCHINO TITUBA , NON VUOLE mollare la poltrona : meglio il partito o lo Stato ? E allora , per tener calmo lo scalpitante Argenziano , gli regala una seconda poltrona : consigliere di amministrazione della Usi di Ariano Irpino . Non è finita . Argenziano di poltrone ne ha quattro . È anche responsabile enti locali della Dc di Avellino , e soprattutto presidente della potente Asi ( Associazione sviluppo industriale ) , la quale vorrebbe prendere in gestione le aree industriali . Così forse potrà fare altri favori alla Mulat di suo fratello . Nel turbinio della vita politica irpina c ' è stata la nomina del socialista Pasquale Ferrara a vicepresidente dellAsi . Lo ha messo lì non il Psi , ma la Dc : Ferrara era consigliere comunale di Avellino , mala prima non eletta socialista , Enza Battista , aveva fatto ricorso per brogli . Allora il capogruppo dc Mancino , piuttosto che rischiare di perdere la maggioranza assoluta conquistata nel 1985 , si è trasformato in paciere per le liti socialiste : ha fatto entrare la Battista in consiglio comunale tacitandola , e ha ricompensato Ferrara con la vicepresidenza dell ' Asi . Ecco , la Dc di Avellino è una macchina così oliata e perfetta da poter risolvere persino le liti altrui . Ai recalcitranti promette posti , gli irriducibili sono emarginati . I figli e i giovani , se fedeli , vengono ricompensati : così Biagio Agnes da Serino ha assunto al suo Tgl Francesco Pionati , figlio dell ' ex sindaco dc di Avellino Giovanni Pionati , nonché Gigi Marzullo , irpino noto più come accompagnatore della first baby Antonia De Mita che per la sua attività giornalistica . L ' unico ribelle è rimasto Giuseppe De Mita , nipote di Ciriaco . La sua tremenda colpa ? Democristiano , ma andreottiano .